A steps of love di whitedeer (/viewuser.php?uid=163531)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A steps of love- Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** A steps of love- Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** A steps of love- Cap. 3 ***
Capitolo 1 *** A steps of love- Cap. 1 ***
A sterps of love - Cap. 1
Questo capitolo parla di Scarlett e Mario :) premetto che non aggiunge nulla alla storia e non seguirà i periodi di Falling in love ma avrà propri periodi, propri cicli.
Capitolo 1
<< Ehi piedi d’anatra, sei troppo lenta a correre! >>
Scarlett una bambina
con poco più di dieci anni, sapeva che non era veloce a correre,
non lo era mai stata. Per questo motivo quando le chiedevano se voleva
partecipare a qualche gara scolastica rifiutava sempre. Lo sapeva, non
c’era bisogno che il suo vicino di casa, un ragazzino dai capelli
biondo cenere con gli occhi sul verde scuro, glielo ricordasse sempre
ogni volta che tornavano a casa dopo aver finito le lezioni scolastiche.
Roteando gli occhi
cercò di accelerare ma non c’era nulla da fare. Quel
marmocchio spavaldo come lo chiama lei, poco più grandi di lei
con l’età, era più veloce e agile in tutti i sensi.
Quando arrivò
sotto il cancelletto di casa sua, Scarlett si piegò sulle
ginocchia e prese quanta più aria possibile cercando di far
tornare il suo respiro normale. Quando si ricompose, alzò lo
sguardo e lo vide proprio lì. Sul cancello di casa sua,
appoggiato con la schiena alla ringhiera, braccia incrociate al petto,
gambe incrociate e il suo solito ghigno da spavaldo. Non aveva affatto
l’aria di aver corso, anzi sembrava fosse appena uscito da casa.
<< Ma come fai!?
>> sbuffò Scarlett incrociando le braccia al petto per non
urlare ai quattro venti che lo odiava quando faceva così.
<< Mi alleno! E
poi a me piace correre. >> fece spallucce il ragazzo scostandosi
dal cancello per lasciarla entrare. Scarlett fece una piccola smorfia e
lo superò senza dire altro.
<< Ci vediamo oggi pomeriggio anatroccolo? >> beffeggiò il ragazzino ridacchiando.
<< Non oggi
marmocchio. >> fece la linguaccia lei indietreggiando verso la
porta di casa sua. Il ragazzo di fronte a lei la guardò triste e
chiese il motivo e lei gli rispose: << Ho danza oggi pomeriggio,
devo allenarmi per il saggio.. >> fece spallucce la ragazza con
un mezzo sorriso.
Il ragazzo le sorrise
dolcemente come solo lui sapeva fare e con un cenno di capo si
allontanò in direzione di casa sua poco più distante da
quella della compagna.
Scarlett entrò
in casa senza troppi preamboli e quando si chiuse la porta alle spalle,
il suo cuore prese a martellarle in petto forte. Le succedeva sempre
quando lo salutava. All’inizio non ci pensava e incolpava il
fatto che lo odiasse per il suo comportamento. Poi le guance
diventavano sempre più rosse pensando al suo sorriso e dovette
ammettere a se stessa che la verità era un’altra. Si era
presa una cotta per il suo vicino di casa, e il suo migliore amico dai
tempi dell’asilo!
Mario
percorse l’ultimo tratto di strada correndo e tenendo ben stretto
il suo skateboard sotto braccio poiché quella parte di strada
era brecciata e
le ruote si sarebbero potute rompere. Percorreva spesso quella strada e
arrivò a quello che da fuori poteva sembrare un comune
capannone, in realtà però dentro vi era un vero e proprio
istituto di danza classica.
C’erano alcuni
scatoloni appoggiati al muro, lui era alto ma quelli gli furono utili
per alzarsi ancora di più e porsi verso la finestra che dava
dentro la sala da ballo dove Scarlett si allenava quasi tutti i
pomeriggi.
Era un posto isolato
lì nessuno poteva vederlo, nessuno avrebbe mai visto che stava
spiando Scarlett mentre si allenava, neanche la ragazza stessa.
La finestra era
semiaperta e con una leggera spinta riuscì ad aprirla
maggiormente e quindi anche a sentire cosa dicessero nella sala. Come
ogni pomeriggio che Scarlett si allenava, con lei c’erano altre
tre ragazze e l’insegnante di danza. La signora Wood. Una vecchia
megera scorbutica e acida, magra come uno stecchino e dai capelli
grigio-bianco che raccoglieva sempre in uno chignon perfetto,
impeccabile.
Non gli aveva fatto nulla di cattivo quella vecchia, ma a Mario non piaceva e basta.
<< Scarlett
stiamo lavorando da un’ora su questi passi e tu sbagli ogni
santissima volta!! >> gridò la signora Wood alla ragazza
che si accasciò a terra per la stanchezza. Ma nonostante tutto,
la vecchia non cercò di aiutarla ad alzare, anzi continuò
a rimproverarla.
<<
All’inizio pensavo fosse colpa del tuo compagno. Ma Michael non
sbaglia i passi, sei tu che sei un nulla facente!! >> E
portandosi due dita alla congiuntura del naso, chiuse gli occhi e si
massaggiò.
<< Ragazze per
oggi abbiamo finito. Potete andare. Alla prossima settima! >>
parlò la vecchia alle ragazze poi rivolse uno sguardo a Scarlett
e aggiunse: << E tu.. ti conviene allenarti duro se vuoi avere il
ruolo di protagonista nel balletto. >>
Le ragazze e la
signora Wood uscirono dall’istituto dopo pochi minuti, Scarlett
invece si accasciò a terra e chiuse gli occhi.
Entrambi i ragazzi
conoscevano Nicolas, il signore anziano che aveva il compito di
chiudere l’istituto quando tutti se ne fossero andati
perciò i due ragazzi non avevano timore a rimanere chiusi
dentro. Mario entrò nell’istituto e dopo essersi scambiato
uno sguardo con Nicolas, si avvicinò verso la sala dov’era
Scarlett. Qualche passo prima di entrare Mario udì una musica
soft provenire dalla sala e sbirciando vide Scarlett riscaldare i
muscoli prima di iniziare a riprendere l’allenamento. Mario la
vedeva ogni sera rimanere e continuare ad allenarsi da sola ma non era
mai entrato fin nella sala insieme a lei.
Quando Scarlett
alzò lo sguardo verso lo specchio di fronte a lei, vide alle sue
spalle una figura che conosceva bene. Era Mario.
Si alzò di scatto e si ritrovarono faccia a faccia.
<< Ehi. >>
salutò la ragazza mentre il cuore le martellava forte in petto,
lui le sorrise senza dire una parola e prima di aggiungere altro
Scarlett abbassò il volume della musica.
<< Che.. cosa ci fai qui? >> domandò Scarlett incontrando i suoi occhi. Si stava agitando per nulla. Datti una calmata Scarlett!!
<< Ti stavo
guardando. In realtà lo faccio ogni pomeriggio quando ti alleni.
Da lì. >> indicò lui la finestra da dove la
guardava.
Scarlett si fece
paonazza per l’imbarazzo e non poté credere a quello che
aveva udito. Come poteva dirle che la spiava ogni volta che lei si
allenava?
<< Grazie tante.
Adesso non riuscirò più a concludere molto sapendo che tu
mi spii! >> borbottò la ragazza accigliata.
Lui rise
fragorosamente e si avvicinò a lei posando lo skateboard ai suoi
piedi. Scarlett rimase dov’era osservandolo.
<< Sta tranquilla anatroccolo, questo è l’ultimo pomeriggio che ti guardo. >>
<< Perché dici questo? >>
<< Perché
i miei si vogliono trasferire a Las Vegas, parto tra qualche giorno..
>> La voce di Mario si abbassò quasi in un sussurro per la
tristezza di quelle parole.
<< Quindi non
verrai a vedere il saggio questo sabato? >> deglutì
Scarlett sperando in cuor suo che la risposta non fosse negativa.
Perché Mario c’era sempre stata per lei durante i saggi.
Lei era così agitata che non riusciva a calmarsi e solo Mario,
solo lui, era in grado di farla ridere e non pensare a
nient’altro che a dare il meglio sul palco.
<< Certo che ci
sarò, non posso mancarmi una tua caduta davanti a tutte quelle
persone! >> ridacchiò il ragazzo e anche lei sorrise
dandogli una leggera spinta sulla spalla. Ma c’era comunque
tristezza nell’aria per quella notizia inaspettata e Mario se ne
accorse, così decise di cambiare argomento.
<< Allora anatroccolo, come mai quella vecchia megera urlava tanto prima? >>
<< Perché sbaglio un passaggio.. >>.
<< Quale? Forse posso aiutarti! >> disse serio lui.
<< Ma tu odio la danza classica! >> parlò Scarlett sorpresa quando Mario si offrì di aiutarla.
<< E la odio
ancora, credimi. E’ roba da femminucce, ma per te questa volta
farò un’eccezione. >> sorrise il ragazzo portando le
mani ai fianchi.
<< D’accordo. >>
<< Allora dimmi
cosa devo fare. >> cominciò serio. Era così sicuro
di potercela fare che Scarlett stava quasi per ridere, divertita per
quella scena.
<< Tu non devi
fare granché. Devi solo prendermi e sollevarmi in aria senza
farmi cadere. >> aggiunse lei con nonchalance e Mario
sbatté più volte le palpebre sorpreso e aggiunse:
<< Roba di niente in pratica! >>
Scarlett rise e dopo qualche piccolo stiramento di muscoli, lei gli spiegò dove avrebbe dovuto afferrarla per alzarla.
Ci voleva una piccola
corsetta prima che la afferrasse e più volte poco prima che
Mario la prendesse, lui urlava STOP-STOP perché non era sicuro
di potercela fare. Ci volle qualche minuto, poi finalmente, Mario
riuscì a sollevarla del tutto e Scarlett stupita di non aver
perso l’equilibrio per quei pochissimi secondi sorrise e
aggiunse: << Ci siamo riusci.. >> Ma la frase si
bloccò a mezz’aria perché Mario perse le forze e la
lasciò cadere sul suo corpo. Così entrambi si ritrovarono sdraiati sul pavimento a ridere. Lui sotto e lei sopra.
Certo Mario non era
pratico, non era allenato a sollevare in aria ragazze per un
determinato tempo, ma sapeva che ci sarebbero riuscito. Era un
ragazzino per nulla minuto e fragile, anzi tutto il contrario, era
leggermente più alto di lei e anche con quei pochi muscoli che
si stavano sviluppando, era comunque un ragazzo forte. << Io lo
sapevo!! >> rise la ragazza.
<< Cosa? Che ti avrei fatto cadere? >> rise anche lui tenendola stretta a sé.
Senza dargli retta
Scarlett continuò la frase e aggiunse: << Michael non
riesce a tenermi è troppo fragile! Tu sei riuscito a tenermi per
sette secondi esatti.. ma siamo caduti perché anche tu sei
fragile. >> sorrise divertita la ragazza guardandolo diritto
negli occhi.
<< Beh sono
contento per te anatroccolo, ma io .. non sono fragile! >>
spiegò il ragazzo facendole il solletico.
<< Ok. Ok. Hai
ragione non sei fragile.. >> rise lei scostandosi dal ragazzo per
allontanarsi e poi aggiunse: << .. sei una pappa-molla! >>
e iniziando a correre sapendo che lui prima o poi l’avrebbe
acchiappata, afferrò il suo zaino e uscì
dall’istituto salutando Nicolas in fretta.
Quando arrivarono
sotto casa di Scarlett i due ragazzi stavano ancora sorridendo, anche
se avevano il fiato corto. Ma quel momento di felicità
durò poco. Scarlett stirò le labbra e abbassò lo
sguardo ripensando al fatto che il suo migliore amico di sempre, la sua
spalla, se ne sarebbe andato.
<< Ehi piccolina,
non fare così! >> la consolò Mario prendendole il
mento con due dita per incontrare il suo sguardo. << Sai che
torno a trovarti per le vacanze. Mi vedrai ancora in giro a darti
fastidio.. >> ammiccò il ragazzo e riuscì a
strapparle un sorriso, anche se una piccola lacrima rigò il
volto di Scarlett.
Mario la strinse a
sé e lei nascose il volto nel suo petto, lasciando che le
lacrime continuassero a scendere silenziose e bagnandogli la maglietta.
<< Mi mancherai,
spavaldo che non sei altro! Ti vorrò sempre bene! >> disse
Scarlett tirandogli un piccolo pugno sul petto mentre cercava di
fermare quelle lacrime che scendevano imperterrite.
<< Anche tu mi
mancherai, piccolina. Ti vorrò sempre bene anch’io.
>> concluse Mario lasciandole un bacio sulla fronte prima di
allontanarsi da lei e asciugarle le lacrime con i pollici. Più
la chiamava “piccolina” e più lei non riusciva a
lasciarlo andare. Non era la prima volta che la chiamava così
anzi, lo diceva spesso soprattutto quand’era triste e sapeva che
la faceva arrabbiare quel nomignolo perché lei odiava essere
chiamata piccolina.
<< Dai
anatroccolo! Lo sai che questo non è un addio! Ci
rincontreremo.. magari a Las Vegas e quando mi rincontrerai sarà
come rivedere il tuo incubo peggiore! >> ammiccò divertito
il ragazzo tornando quello di sempre e cercando di farla ridere per
un’ultima volta.
O il migliore.. pensò Scarlett sorridendo. E
quando ti rincontrerò sarà come vedere un anatroccolo
sbocciato in un magnifico cigno ed è allora che mi
metterò in mostra sperando una buona volta che i tuoi occhi mi
guardino come guardi le altre ragazze che consideri più mature
per stare con un quindicenne!
Riuscito nel suo
intendo, ovvero farla sorridere almeno per un’ultima volta prima
di voltarsi e andare via, Mario la lasciò lì e senza
voltarsi si avviò verso casa sua. Le sarebbe mancata quella
ragazzina che più volte gli aveva fatto battere il cuore come se
fosse un uomo totalmente innamorato. Perché partendo non
lasciava solo la sua migliore amica, la sua aiutante nei complotti..
lì lasciava lei, Scarlett e con lei qualcosa di molto più
importante.
Era
a Las Vegas ormai da qualche giorno. Scarlett aveva lasciato Londra
quasi a malincuore, ma doveva partire per imparare ancora di
più. Aveva abbandonato la danza classica quando aveva dodici
anni, continuava a ballarla certo ma adesso si dedicava anche ad altri
balli come quelli di coppia, balli di gruppo. Il suo sogno era aprire
una scuola di danza tutta sua, magari a Londra, dov’era cresciuta
e per farlo voleva conoscere tutti i generi di ballo possibili. Era
partita per Las Vegas oltre che alla sua scuola di ballo anche con una
delle sue amiche più strette che aveva conosciuto iniziando a
ballare balli lisci, come il tango, quello che le piaceva di più
tra tutti. Diane era la sua compagna e insieme frequentavano lo stesso
corso di balli lisci mentre il suo fedele compagno dai tempi della
danza classica era sempre lui. Michael. Il ragazzo che alla fine quel
sabato sera di moltissimi anni prima, al saggio di danza classica, per
fortuna l’aveva afferrata bene senza farla cadere, anche se la
presa non era stata delle migliori. Con il tempo aveva imparato ad
avere una presa forte e adesso riusciva a sollevarla con molta
facilità.
Si trovavano nella sala da ballo per i soliti
allenamenti in tutto erano tre coppie che si allenavano quel
pomeriggio. Lei e Michael, Diane e Simon e un’altra coppia
più anziana rispetto a loro. Stavano
facendo i loro riscaldamenti quotidiani con della musica come
sottofondo quando Diane parlò: << Non l’hai ancora
visto? >>
<< Chi? >> sollevò il capo Scarlett non capendo cosa volesse dire l’amica.
<< Come chi? Il
ragazzo che ti ha abbandonato il giorno del saggio di fine anno quando
avevi dieci anni! >> alzò un po’ la voce Diane
rimproverandola quasi.
Si stava riferendo al
suo migliore amico, alla sua spalla, il suo aiutante. Lui che la faceva
sempre ridere quand’era nervosa e quando era triste. Mario.
Scarlett distolse lo
sguardo da Diane che la osservava attentamente e scosse il capo in
segno negativo, con un’espressione cupa in volto.
Non aveva più
sue notizie da anni ormai. Erano riusciti a mantenersi in contatto per
quasi due anni e poi tutto si era interrotto. Il fuso orario e i
chilometri di mare che li separavano, rendevano la comunicazione
impossibile. Riuscivano a sentirsi solo durante le feste, ma anche
quello durò poco.
Non sapeva
perché non si era presentato al saggio quel sabato sera di
dodici anni prima. Glielo aveva promesso. Il loro era un rituale, lui
riusciva a superare la sicurezza con una scusa e si presentava dietro
le quinte per rassicurarla ma quella sera non si presentò. Era
andato tutto liscio come sempre ma avrebbe voluto comunque il suo
appoggio.. e lui non si era presentato.
<< Sì
beh, ormai fa parte del passato. Non ci sentiamo da tantissimi anni.
Non so se abita ancora a Las Vegas o si è trasferito da qualche
altra parte, non so che lavoro fa.. non so nulla di lui! >>
parlò Scarlett assumendo un tono serio e deciso ma sapeva di non
esserci riuscita perché Diane le rivolse un sorriso rassicurante.
Fortuna che quel momento terminò lì. La coppia di anziani decisi a ballare aprirono
le danze e così Scarlett si avvicinò a Michael e
iniziarono ad allenarsi sulle note di un tango argentino.
<<
Siamo davvero felici di averla qui signor Stevens. >> Si
presentò una signora sulla cinquantina stringendogli la mano.
Era arrivato a Las Vegas qualche ora prima per una questione di lavoro.
Era tornato nella città dove si era trasferito da ragazzino. Era
diventato un fotografo famoso, lavorava a Londra e pubblicava le sue
foto sulle migliori riviste e sui migliori siti del mondo. Viaggiava
spesso ma dopo essere tornato a vivere a Londra, dov’era
cresciuto da bambino, non aveva più messo piede a Las Vegas.
Adesso era lì e ci sarebbe rimasto per
ben due mesi e mezzo. Oltre a vagare per la città immortalando
tutta la sua bellezza in ogni singolo scatto, Mario avrebbe dovuto
anche lavorare per una scuola di ballo e scattare alcune foto per
pubblicizzare la scuola.
<< Avete una
scuola molto grande. >> costatò Mario girando per i
corridoi e osservando le singole aree di ballo.
<< Oh sì,
ma contiamo su di lei per delle ottime fotografie. >>
ammiccò la donna conducendolo in altre stanze poi aggiunse:
<< Ora le mostro i ragazzi che principalmente deve fotografare.
Sono ottimi ballerini, i più bravi direi, molti ragazzini in
questo istituto li ammirano e vorrebbero diventare come loro.. hanno la
loro popolarità anche al di fuori della scuola e scattando
principalmente foto a loro, che poi pubblicheremo sulla nostra pagina
.. beh forse l’anno prossimo le iscrizioni aumenteranno. >>
annuì decisa la donna portandolo verso le ultime stanze.
<< In questo
momento si stanno allenando ma penso che riusciremo a rubarli qualche
minuto per le presentazioni. >> disse la donna avvicinandosi alla
porta dove proveniva un suono quasi melodioso. Mario annuì e
aspettò che la donna aprì la porta e finalmente vi
entrarono.
Le tre coppie che
erano nella stanza non lo notarono erano presi nel loro ballo, ma la
prima figura che fu evidente del ragazzo fu una.
Gli rivolgeva le spalle ed era di fronte al suo compagno di ballo.
<< Cosa stanno ballando? >> domandò con un sussurro Mario alla donna.
<< È un tango argentino.. >>
I due ragazzi che
stavano ballando poco prima si avvicinarono all’angolo per
lasciare lo spazio all’ultima coppia. Mario li osservava
affascinato dai movimenti leggiadri dei due ragazzi. Lui non ne capiva
molto di danza pur avendo frequentato per qualche anno balli di coppia,
anche se controvoglia sotto costrizione della madre che tanto ci
teneva, e per quel poco che aveva fatto, capì che i due ragazzi
che aveva di fronte erano dei veri professionisti. L’avevano nel
sangue quel ballo, il ritmo, la musica, tutto. I movimenti della donna
erano così sensuali che gli rizzarono i peli dietro la nuca e
anche qualcos’altro in quel momento. Ondeggiava quei fianchi
vicino al ventre del ragazzo che solo una fidanzata poteva fare vicino
al suo compagno. Così come le mani del ragazzo percorsero il suo
corpo con tanta sensualità che l’aria intorno a Mario si
stava surriscaldando. Era tutto così sensuale che a ogni singolo
momento gli veniva voglia di prendere la macchina fotografica e
immortalare la scena.
E anche l’ultima
coppia finì di ballare e ancora un po’ ansante la ragazza
si avvicinò allo stereo e abbassò la musica.
Scarlett voltandosi
vide chi stava disturbando il loro allenamento e i suoi occhi
incontrarono quelli del ragazzo che gli era di fronte e spalancò
la bocca non credendo a ciò che stava vedendo.
La reazione del ragazzo fu la medesima.
Entrambi non potevano credere a quello che stavano vedendo e a chi avevano l’uno di fronte l’altro.
<< Ragazzi siete magnifici come sempre! >> batté euforica le mani
la donna che era al fianco di Mario. La donna raggiunse le altre coppie
per congratularsi ma i due ragazzi rimasero lì dov’erano a
fissarsi senza dire neanche una parola.
<< Tu? >> fiatò Scarlett con gli occhi che le brillavano.
Per Mario fu un bene
che a parlare fosse lei per prima perché non sapeva davvero che
cosa dire, come comportarsi. Lo avrebbe abbracciato per la
felicità o gli avrebbe tirato un grosso pugno in faccia per non
essersi presentato al saggio dodici anni prima?
Decisamente la seconda, pensò Mario triste sapendo in cuor suo che se lo meritava.
<< Bene ragazzi
prima che ve ne andiate volevo solo informarvi che il signor Stevens
rimarrà qui con noi per qualche giorno per scattarvi delle foto
che verranno pubblicate sulla nostra pagina per pubblicizzare la
scuola. Voi continuerete ad allenarvi come sempre solo che da domani in
poi avrete anche il signor Stevens che vi terrà compagnia.
>>
Il tuo incubo peggiore.. pensò Scarlett con un sorriso amaro. Le aveva lasciato quasi una sentenza quella sera.Congratulazioni Mario sei riuscito nel tuo intento!
<<
Bene ragazzi ora siete liberi di ritirarvi. Con lei Signor Stevens per
oggi abbiamo finito, può iniziare il suo lavoro domani
pomeriggio alle tre in punto. >>
Mario annuì sorridente facendo capire alla donna che aveva
afferrato. Tutti i ragazzi che erano nella sala uscirono mentre
Scarlett stava ancora finendo di prendere le sue cose. Quando tutti
uscirono Mario chiuse la porta alle sue spalle e si voltò verso
la ragazza.
<< Ciao anatroccolo. >> parlò lui con quel tono che
a Scarlett vennero i brividi sulla pelle. Non lo pronunciò
affatto come un insulto o con sfacciataggine come faceva sempre da
piccolo quando la chiamava in quel modo. In quel momento il suo tono
era dolce e melodioso con una voce profonda.
<< Solo perché da piccola ho interpretato il brutto
anatroccolo a scuola, questo non significa che tu debba chiamarmi
ancora così! >> sbuffò Scarlett voltandosi verso il
ragazzo.
<< Ti da fastidio? >> domandò lui alzando le sopracciglia sorridente.
<< Beh.. sì. >> annuì Scarlett seria incrociando le braccia al petto.
<< D’accordo, non ti chiamo più così. Promesso.. piccolina. >> sorrise lui pronunciando l’altro nomignolo che tanto le dava sui nervi.
Scarlett roteò
gli occhi esasperata. Non era cambiato affatto, il solito marmocchio
spavaldo che aveva conosciuto anni prima se lo ritrovava adesso, solo
più altro, più muscoloso e più.. affascinante.
Scarlett scosse il
capo per quello che aveva pensato e iniziò a camminare per
uscire dalla stanza ma quando arrivò vicino a lui, intenta a
superarlo, Mario le afferrò il braccio e la bloccò,
posizionandosi dietro di lei.
<< Ehi
perché fai così? Non mi dirai che sei arrabbiata con me
perché non mi sono presentato a quel saggio? >> chiese il
ragazzo curioso afferrandole i fianchi con entrambe le mani.
Non la riconosceva
affatto. Il volto era quello di sempre, ma il corpo della ragazza era
totalmente cambiato, pieno di curve e forme. Aveva un top a bretelle
larghe e una culottes per danzare che lasciava intravedere tutte le
curve dei glutei. Era una bomba sexy e inoltre vederla ballare in quel
modo così sensuale lo aveva eccitato da morire.
Scarlett si voltò di scatto con gli occhi lucidi e uno sguardo arrabbiato.
<< Me lo avevi promesso! >> disse puntandogli l’indice contro il petto minacciosa.
<< E’
vero.. ma i miei non mi lasciavano venire, il giorno dopo sarei dovuto
partire subito e non avevo via libera. >> mentì Mario. In
realtà poteva andare al saggio, i suoi genitori sapevano
quand’era importante la sua presenza per Scarlett ma lui aveva
deciso di non andarci perché quella sarebbe stata l’ultima
sera che l’avrebbe vista e sapeva che vedendola non sarebbe
più voluto partire.
<< Ormai
è passato.. sono qui adesso e ci resterò per un bel
po’ di tempo. >> ammiccò il ragazzo prendendole il
volto con le mani, lei sorrise imbarazzata e quindi lui
continuò: << Perché non ceniamo insieme stasera,
come ai vecchi tempi, parliamo di tutti questi anni e di cosa
c’è capitato di tanto imbarazzante.. ci stai? >>
Scarlett annuì sorridente e poi disse divertita: << Proprio il mio incubo peggiore. >>
Mario rise
fragorosamente e aggiunse: << Te l’avevo promesso che ci
saremmo incontrati a Las Vegas prima o poi. >> ammiccò lui
stringendola a sé e circondandole una vita con braccio.
Quello che Scarlett si domandava era.. si sarebbe presentata all’invito di Mario?
NOTE FINALI
Buon pomeriggio ragazze :D eccomi tornata anche con l’ultima mini
storia dei personaggi secondari di Falling in love! :D Scarlett e Mario
^^
Per i due ragazzuoli avevo in mente di fare qualcosa di diverso non il
solito primo incontro che ti cambia la vita, ma qualcosa che legasse i
due ragazzi da sempre e quindi mi è venuta in mente l’idea
di farli migliori amici da sempre anche se poi come capita alcune volte
uno dei due parte e le comunicazioni vengono troncate.. ma per Scarlett
e Mario non è finita qui ;D spero di avervi incuriosite almeno
un po’ e per chi vorrà lasciarmi il suo pensiero io sono sempre a disposizione, se vi va ovvio ;)
Grazie in anticipo a tutte le ragazze che leggeranno la storia e a chi
lascerà una piccola recensione ^^ vi mando un bacio
Betta <3
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Capitolo 2 *** A steps of love- Cap. 2 ***
A steps of love- cap.2
Questo capitolo parla di Scarlett e Mario :) premetto che non aggiunge nulla alla storia e non seguirà i periodi di Falling in love ma avrà propri periodi, propri cicli.
Capitolo 2
<< Non ti sei presentata? Scarlett,
perché? >>
Quel giorno Diane si era presentata a casa di Scarlett all’improvviso mentre
lei stava facendo il suo solito spuntino prima di andare alle prove. Volle
sapere ogni singolo dettaglio dell’appuntamento con Mario, dopo che era
riuscita a storcere l’informazione alla compagna e pronunciò quella frase con
tristezza quasi.
<< Senti Diane, ti avevo detto che non ne volevo parlare! Adesso ti prego
non fare altre domande. Sono già preoccupata di mio che dovremo passare un
intero pomeriggio insieme per quelle dannate foto! >> Voleva chiudere
l’argomento “appuntamento con Mario” in quel momento sempre che la compagna
glielo permettesse.
In realtà non sapeva neanche lei perché non si fosse presentata la sera
precedente all’indirizzo che Mario le aveva lasciato, per la cena. Aveva
cambiato pensiero fino all’ultimo secondo ma alla fine semplicemente non ce
l’aveva fatta. Non sarebbe riuscita a passare una semplice serata con Mario,
non con lui, non dopo quello che avevano passato tanti anni prima. Durante la
serata sarebbe uscito l’argomento fidanzato o ex e lei proprio non ci teneva a
sapere con quante ragazze fosse stato a letto. Poteva solo intuirlo con il
corpo che si era ritrovata!
No, proprio non ci teneva.
<< Va bene, scusami. >> parlò Diane con una punta di acidità poi
aggiunse: << Ma sai bene che non ti lascerà in pace questo pomeriggio,
vorrà delle spiegazioni sul perché non ti sei presentata e allora che farai,
che dirai?? >>
Gli occhi verdi di Scarlett vagarono ovunque nella stanza e parve pensare alla
risposta da dare quando disse: << Gli dirò che avevo la terza opzione.
>> fece spallucce la ragazza con un sorriso divertito in volto.
<< La terza opzione? Di che si tratta? >> corrugò le sopracciglia
Diana non capendo a cosa si riferisse l’amica.
<< Te lo spiego mentre andiamo a scuola di danza. >> rise Scarlett.
<< Salve Adelle, come sta oggi? >>
esordirono le ragazze entrando nella scuola. La vecchia, che poi tanto vecchia
non era, si voltò nella direzione delle ragazze e sorrise calorosamente con
sguardo curioso.
<< Oh non mi sentivo così arzilla da quando ho incontrato per la prima
volta quel pezzo d’uomo di mio marito! >> rise la donna poi aggiunse
sistemando dei fiori appena sbocciati in una brocca d’acqua: << Dolcezze
siete in anticipo oggi, lo sapete? >>
<< Sì lo sappiamo siamo venute a riscaldarci in totale tranquillità.
>> sorrise gentilmente Diane.
<< Che bei fiori, chi gliel’ha regalati? >> domandò Scarlett
annusandoli.
<< Ammiratore segreto. >> esordì Mario sorridente alle loro spalle.
Poi rivolse un occhiolino ad Adelle e aggiunse: << Grazie per avermi
fatto usare il bagno, Adelle. >>
<< Figurati splendore. >> aggiunse la vecchia con nonchalance e
ricambiando con un occhiolino malizioso.
Scarlett sentì solo il suo cuore battere all’impazzata in quei lunghi minuti tra
lo scambio di battutine dei due.
<< Ragazze se non vi dispiace vado a sistemare la mia attrezzatura,
quando siete pronte raggiungetemi in sala. >> parlò Mario osservando
Diane e Adelle. Le due ragazze annuirono sorridenti e Mario con un’ultima
occhiata rivolta interamente a Scarlett andò via.
Le era apparso freddo e distaccato ma conosceva il motivo e capiva.
Si diresse nello stanzino, dove lasciava sempre la borsa e tutte le sue cose e
poi si diresse nella sala, dove la stavano aspettando tutti gli altri.
<< Ciao Scarlett! >> la salutò il suo compagno di ballo
raggiungendola.
<< Micheal ciao. Ti sei già riscaldato? >>
<< Certo, iniziamo? >>
Scarlett annuì e non notando Mario nella stanza prese Micheal per il braccio e
lo portò a centro pista per iniziare a
ballare mentre Diane e il suo compagno si riscaldavano.
Aveva detto che aspettava in sala da
ballo mentre si cambiavano.. ma dov’era finito? Starà sicuramente con qualche ragazzina del livello inferiore intento a
corteggiarla..
<< So che quest’idea del fotografo è strana e sinceramente non piace
molto neanche a me.. ma puoi evitare di pestarmi i piedi con il tacco? >>
sussurrò divertito e dolorante Micheal all’orecchio di Scarlett dopo pochi
minuti di ballo.
<< Sì giusto, scusami tanto e solo che.. sto pensando ad altro..
perdonami. Riprendiamo! >>
<< Se ti stai domando dov’è finito Mario.. allora è nella stanza
affianco, ha ricevuto una chiamata e doveva rispondere per forza.. >> fece
spallucce il ragazzo.
<< Oh.. beh sì mi stavo domandando proprio quello. Usare il telefono
mentre si lavora, noi lo paghiamo per fare le foto no per parlare al telefono!
>> aggiunse Scarlett con una punta di acidità.
<< So come fare il mio lavoro, anatroccolo.
>>
Scarlett rimase immobile mentre alle sue spalle udì la voce seria di Mario. Si
voltò nella sua direzione e cercò di nascondere l’imbarazzo che provava in quel
momento e aggiunse: << Ah sì e allora perché parlavi al telefono anziché
fare le foto per cui noi ti paghiamo? >>
Mario non ci pensò due volte e rispose: << Perché il padrone della casa
dove alloggio ha trovato degli acquirenti interessati all’immobile. Ho
ventiquattro ore per fare i bagagli e trovare un altro posto dove alloggiare.
>> Le parole di Mario rimbombarono nella sala dov’era piombato un
silenzio tombale.
Scarlett volle sprofondare o meglio ancora sparire totalmente dalla faccia
della terra, per sempre! Stupida! Come
hai potuto immaginare anche solo per un minuto che Mario era a conquistare
ragazzine o a perdere tempo?
Scarlett spalancò la bocca intenda a scusarsi ma si accorse tardi che non
usciva alcun suono dalle labbra. Sentiva gli occhi inumidirsi e abbassò il capo
con forza non riuscendo più a sostenere il suo sguardo. Si sentiva una tale
idiota!
<< Allora ragazzi iniziamo con le foto! >> urlò Mario per farsi
udire anche dall’altra coppia e in un batter d’occhio diventò freddo e
professionale per tutto il pomeriggio di prove!
<< Sh! Sh! Micheal. Non è nulla.. è solo
una lieve distorsione alla caviglia. Ora ci metto un po’ di ghiaccio e non
appena arriva Jodie andiamo in ospedale per un controllo! >> la voce di
Adelle era molto confortante e anche se Micheal stringeva i denti per
nascondere il dolore che provava in quel momento, Adelle riuscì comunque a
confortarlo.
Era stata tutta colpa sua. Mario aveva iniziato a fare le foto disturbandoli il
meno possibile e non dicendo alcuna parola, c’era solo il rumore della
macchinetta e il flash a dare la conferma che stava scattando le foto, ma lei
si era distratta per il tutto il pomeriggio e non riusciva a trovare la
concentrazione giusta per fare bene ciò che amava. Involontariamente la sua distrazione portò Micheal a reggerla per
non farla cadere e nel fare quella mossa il ragazzo si slogò la caviglia.
<< Mi dispiace.. >>
<< L’hai già detto Scarlett. Un centinaio di volte! >> la ribeccò
Micheal con un sorriso tirato. << Hai sentito Adelle è tutto ok. Solo per
oggi non potrò ballare.. >>
<< E la colpa è tutta mia!
>>
<< Se lo dici di nuovo, giuro che ti schiaffeggio! >> la minacciò
Adelle con tono serio ma anche un po’ divertito poi aggiunse: << Ecco
fatto. Adesso Micheal rimarrà qui seduto con il ghiaccio sulla caviglia mentre
voi altri tornerete a fare quello che stavate facendo. >> ordinò.
<< Ed io come faccio con le prove? Micheal non può ballare! >>
parlò Scarlett agitandosi. Adelle fece spallucce non sapendo come rispondere e uscì dalla sala.
Bene! Quell’incidente proprio non ci voleva. La gara era ancora lontana ma lei
non poteva permettersi di saltare degli allenamenti! Quell’incidente era tutta
colpa sua, vero, ma a lei chi l’aveva distratta? Mario. E com’era stato in
gamba a occupare posto nella sua mente tanto da provocare quell’incidente ora
avrebbe sistemato la situazione.
Lo vide sul ciglio della porta appoggiato con le spalle al muro e braccia
incrociate al petto, aspettando che gli dicessero cosa fare, e lei sapeva bene
cosa fargli fare.
Si avvicinò a grandi falcate al ragazzo, gli afferrò una mano e parlò: <<
Tu. Ti alleni con me oggi! >> Il volto di Mario era stupefatto. Non
sapeva come controbattere mentre la ragazza lo trascinava al centro della pista
lasciando che tutti gli altri prendessero posto vicino a Micheal per farli
spazio. << Che hai intenzione di fare? >>
<< Diane la musica per favore! >> ordinò Scarlett alla compagna e
poi si girò verso Mario con un ghigno in volto e parlò con voce sensuale:
<< Hai sempre avuto una memoria di ferro imparando subito i passi quando
mi osservavi dodici anni fa, ricordi? Ho combinato un guaio a causa tua e
adesso sarai il mio compagno di ballo! >>
Aveva vagamente afferrato il concetto della ragazza ma non gli diede neanche il
tempo di riflettere che questa posò una mano poco più sopra del suo
fondoschiena e bruciò tutta la distanza tra i loro corpi spalmandosi sul suo.
Fortuna che aveva una memoria di ferro. Ok piccolina vuoi giocare con il fuoco..?
Giochiamo.
Mario prese il controllo, le afferrò le mani portandole sulle sue spalle e gli
divaricò le gambe con il ginocchio.
Tango argentino, il suo preferito,
pensò Mario.
Scarlett mosse la parte di gamba inferiore con un movimento deciso mentre i
loro corpi si separavano di scatto. Stava facendo una pazzia se lo sentiva.
La musica iniziò a travolgerla e si mosse nella sua direzione con passo felpato
e sicuro, girò intorno a colui che per quel pomeriggio sarebbe stato il suo
compagno e quando si ritrovò di fronte al viso del ragazzo, lui con un gesto la
fece voltare su sé sessa e Scarlett si ritrovò nuovamente spalmata sul suo
corpo, le sue spalle contro il suo petto, il suo fondoschiena contro il suo
ventre. Le mani di Mario percorsero lentamente il bacino della ragazza mentre
con la mano sinistra la avvolgeva quasi in un abbraccio da dietro e questa si
fermò quasi sul punto più basso del ventre della ragazza. Avvicinò il viso
contro i suoi capelli che si erano scompigliati girandola su se stessa e passò
le labbra sulla spalla e sul collo in una carezza che le fece venire la pelle
d’oca. La fragranza della ragazza inebriò i suoi sensi.
I loro movimenti erano un miscuglio di tensione e sensualità.
A Scarlett scappò un piccolo sorriso malizioso e poi mosse il bacino contro il
suo ventre e si allontanò nuovamente riuscendo a sentire per un breve tempo
l’intensità del corpo di Mario. Scarlett dovette ammettere che Mario oltre ad
avere una memoria di ferro ci sapeva davvero fare con il ballo. Sembrava
portato per quel genere di cose peccato che a lui non andasse proprio a genio
la danza.
Certo non poteva dire che i movimenti erano puliti come quelli di Micheal non
aveva il portamento che era richiesto a un ballerino ma per un principiante,
per lui che odiava la danza, ci sapeva proprio fare.
Ad un certo punto quando il ballo richiedeva più contatto del corpo, Scarlett
però sembrò essere titubante, non sapendo come agire. Ma Mario sembrava avere
le idee molto chiare. Sapeva che in quel punto la gamba destra di Scarlett
avrebbe dovuto circondargli il fianco mentre l’altra sarebbe dovuta rimanere dov’era, ma vedendo che
Scarlett non faceva quel movimento, lasciò scendere la mano lungo la schiena
della ragazza fino ai glutei si fermò
qualche secondo per poi afferrargli la coscia saldamente e portare la gamba
dove avrebbe dovuto essere. Una piccola giravolta fece unire i corpi in quella
posizione ed entrambi sentirono la tensione dei loro corpi ansanti. Riuscivano
a sentirla e Scarlett deglutì timorosa.
Il tutto stava diventando serio, Mario era serio mentre ballava tanto che non
esitò un solo istante nel lasciarla andare in un piccolo casche e passarle la
punta del naso lungo il petto fino a fermarsi poco vicino ai seni della ragazza
rimanendo fermo per qualche secondo esitante nell’alzare lo sguardo.
Il cuore di Scarlett che batteva frenetico già di suo per quei movimenti con
Mario, in quei momenti sentì esplodergli nel petto. Durante quel movimento non
si accorse neanche che stava stringendo i capelli di Mario in una morsa nella
sua mano desiderando ardentemente che le sue labbra la toccassero.
C’era troppa tensione e non erano soli nella stanza, Mario doveva darsi una
controllata o sarebbe successo di tutto. Doveva chiudere quella danza sensuale
così la sollevò dai fianchi di qualche centimetro da terra e dopo poco lasciò
che scivolasse contro il suo corpo fino a quando le loro labbra non si
sfiorarono. La musica terminò ed entrambi i ragazzi rimasero nella stessa
posizione. Naso contro naso e le loro bocche a pochissimi centimetri di
distanza. Il contatto c’era stato ed entrambi sentirono il desiderio di
riprovare quella sensazione delle loro labbra unite.
<< C’è una forte tensione sessuale nell’aria.. mmh-mmh. E non sono l’unica a sentirla! >>
esordì Diane quando i due ragazzi si fermarono.
Mario sorrise a quella battuta senza staccare gli occhi da Scarlett. Ma la
ragazza non riuscì neanche a pensare alla frase della compagna che era troppo
occupata a fissare quello splendido sorriso.
<< Perdonami piccolina, le mie conoscenze di ballo si fermano a questo.
Spero di averti soddisfatto. >>
Eccome se lo aveva fatto! Eccome!
<< Ehi.. >> Scarlett entrò nella
sala da ballo subito dopo aver salutato tutti gli altri. Vide Mario intento ad
aggiustare i suoi attrezzi da fotografo in una sacca e quando la vide, alzò lo
sguardo sorridente.
<< Che cosa ci fai ancora qui? >> domandò sorridente e curioso
Mario osservandola torturarsi le mani.
<< Io mi chiedevo.. se… Senti mi dispiace per prima non volevo che anche
gli altri sapessero dello sfratto. >>
<< Sta tranquilla troverò un modo.. >> Mario le rivolse un sorriso
tirato per poi prendere la sacca e incamminarsi per uscire dalla sala quando
Scarlett esordì nuovamente: << Non devi, ho trovato già io un modo. Vieni
a stare da me.. >>
Mario si fermò così com’era, dando le spalle alla ragazza, posò il borsone ai
suoi piedi e solo dopo un interminabile tempo che a Scarlett parvero lunghi
minuti si voltò e la fissò serio. Non sembrava essere felice all’idea di andare
a vivere in casa sua, così aggiunse cercando di persuaderlo il più possibile.
<< Davvero Mario è il minimo che posso fare, infondo siamo amici, no? E
gli amici servono a questo. >>
sorrise.
Mario sbuffò il che era buon segno e annuì con il capo accettando l’idea di
andare a vivere con Scarlett fino a
quando non sarebbe ritornato a Londra, ovvero due mesi.
Scarlett gli aveva mostrato l’intero
appartamento e anche la stanza dove avrebbe dormito. Gli disse che era la
stanza dove dormiva Diane quando la invitava a casa sua e, in effetti, si
chiese il perché ci fossero alcuni vestiti e altri indumenti intimi nell’armadio.
Si erano riuniti sul divano e avevano ordinato cibo da asporto.
<< Alla fine stiamo cenando insieme.. >> esordì Scarlett con un
piccolo sorriso imbarazzata per aver uscito quell’argomento. << Mi
dispiace di non essere venuta. >>
<< Me l’hai fatta pagare scuse accettate. >> rise divertito Mario.
Non era sua intenzione fargliela pagare ma ormai era acqua passata, ora avrebbe
condiviso moltissime cene con Mario e non sapeva dire se quella era fortuna o
sfortuna.
La parte più difficile della cena non fu udire con quante ragazze Mario era
andato a letto ma uscire il discorso “ballo” di quel pomeriggio.
<< Non sei andato poi così male oggi in sala.. >>
<< Mi sono divertito. >> ghignò lui osservandola di sottecchi.
Se quello era il suo modo di divertirsi avrebbe voluto unirsi a lui un’altra
volta, pensò Scarlett.
In un lampo tutta la scena del ballo le percorse la mente con ogni singolo
movimento, chiaro come la luce e provò un brivido intenso per quello che era
accaduto. Il corpo di Mario era così diverso da quello di Micheal, così virile
e possente che riusciva a sentire ogni singolo muscolo contrarsi quando i loro
corpi si avvicinavano. E non poteva negare di aver provato piacere durante
alcuni movimenti.
<< Pensi anche tu.. a quello.. che ha detto Diane quando abbiamo smesso
di ballare? >>
C’è una forte tensione sessuale
nell’aria.
E come darle torto? La sentiva ancora in quel momento e i loro corpi non si
erano sfiorati per tutto quel tempo.
Mario ricordò e le rivolse un ghigno. << Perché mi domandi questo?
>> lui si porse leggermente in avanti osservandola diritto negli occhi
aspettando che la ragazza rispondesse, ma non disse nulla se non osservalo.
C’era solo un modo per vedere se anche lui provasse quello che provava lei
ormai da molto tempo. Tutti quelli che conoscevano Scarlett perfino le sue
migliori amiche Kate, Paige e Laurel e infine anche Diane, sapevano quand’era
impulsiva e quando amava il rischio e le sfide.
C’era tensione sessuale tra loro mentre ballavano, ora voleva solo vedere se
c’era anche in quel momento.
Colmò la distanza tra i loro volti e le sue labbra toccarono quelle di Mario.
Un bacio con le labbra leggermente dischiuse che durò qualche secondo poi il
volto di Scarlett si allontanò un po’ da quello di Mario che la osservava leggermente
confuso ma desideroso di ribaciarla. Ecco che tornava la stessa tensione della
sala da ballo quando i loro corpi si univano, le labbra erano così vicine ma
così lontane dal potersi divorare a vicenda. Una tensione che li torturava
nella sala da ballo ma in quel momento sapevano che potevano andare oltre.
La mano di Mario fu veloce, un istinto animale che avvertirono entrambi e le
loro labbra si ritrovarono unite questa volta il bacio fu più rovente e
profondo. Si erano letti nella mente e i loro movimenti erano sincronizzati,
presero a spogliarsi nella foga del momento e la camicia di Mario fu gettata
sul divano, dove seguì anche la maglia di Scarlett. Si alzarono e i corpi si
spalmarono l’uno sull’altro. Lasciarono una scia di vestiti che andavano a
finire diritti nella camera da letto di Mario la più vicina da raggiungere.
Ansanti e solo con l’intimo, Scarlett si ritrovò gettata sul letto e Mario la
raggiunse sovrastandole il corpo ma senza farle del male. Il reggiseno cadde
giù dal letto e Mario non poté che venerarla di baci anche il seno.
<< La sentivi anche tu.. ? >> parlò ansante Mario tra un bacio e
l’altro mentre la sua mano raggiungeva il punto di piacere di Scarlett.
Scarlett gemette quando sentì le sue dita torturarla e quando ebbe il tempo di
prendere fiato parlo: << Sì.. >>
Tolti anche gli ultimi indumenti entrambi furono travolti dal piacere di
quell’amplesso che tanto avevano desiderato e che ora aveva superato il limite.
Stremati fino all’ultimo quando anche l’ultimo briciolo di forza li abbandonò
dopo una notte di puro piacere, sprofondarono in un sonno verso le prime ore
del mattino.
Quando Scarlett si svegliò qualche ora dopo, un sorriso beato si stampò in
volto e ricordò le braccia di Mario che la afferravano per stringerla a sé
prima di sprofondare nel sonno. In quel momento invece quando aprì gli occhi
vide solo un vassoio con un cornetto al cioccolato e un cappuccino fumante
appena fatto. Si tirò su, prese il cappuccino ne bevve un sorso e udì
dell’acqua provenire dal bagno, dopo qualche minuto rientrò nella stanza Mario
con un asciugamano bianco avvolto in vita mentre con un altro si asciugava i
capelli per poi gettarlo ai piedi del letto e rivolgerle un caldo sorriso che
la fece sciogliere.
<< Buongiorno. >> parlò lui
raggiungendola a letto per lasciarle un bacio a fior di labbra.
<< Buongiorno. Grazie per la colazione, non dovevi. >> convenne
Scarlett bevendo un altro sorso del cappuccino e poi aggiunge: << Ma
scommetto che sarai abituato a questo
genere di cose.. >> tenendo comunque testa alta osservandolo.
<< Che tu ci creda o no, non l’ho mai portata a nessuno la colazione a
letto. Tu sei la prima. >>
<< Tua madre non approverebbe quello che stiamo facendo. >> Sentire
quella frase non fece altro che innescare nuovamente la stessa bomba che l'aveva
portata a letto con lui la notte precedente perciò decise di cambiare
argomento. Sorrise e pensò alla madre di Mario che più volte le aveva detto che
per lei era come una figlia che non aveva mai avuto e che non ce la vedeva a
perdere tempo con il figlio.
<< Mia madre ti adora proprio come ti adoro io! >> disse serio
Mario intrecciando le dita della mano con quelle della ragazza per poi baciarne
il dorso.
<< Va bene, ma quello che è successo ieri sera non deve accadere mai più.
>> esordì Scarlett sciogliendo l’intreccio delle dita e indossando la
prima cosa che le capitò sotto mano ovvero l’asciugamano che aveva gettato prima
Mario sul letto; si coprì il corpo e si alzò di scatto dal letto e lo stesso
fece il ragazzo ponendosi dinanzi a Scarlett.
<< Sì hai ragione. >> parlò Mario.
<< Sì lo so che ho ragione. È stato una pazzia pura, fortuna che prendo la
pillola.. era la tensione del ballo, ci siamo lasciati andare.. >>
<< Allora è deciso. >> disse Mario fissandola diritto negli occhi
con sguardo sicuro sapendo come sarebbe andata a finire.
Scarlett si avvicinò di qualche passo a lui e si ritrovò a pochi centimetri da
quel corpo coperto solo da un asciugamano e poi dopo averlo squadrato aggiunse:
<< Sì.. è deciso.. l’ultima. >> pronunciò l’ultima parola con
decisione più per auto convincersi che per convincere lui, perché entrambi
sapevano che non sarebbe stata l’ultima.
Si lessero nuovamente nella mente e le loro bocche si ritrovarono unite in una
danza e in un miscuglio di sapori. Entrambi i teli bianchi che coprivano i loro
corpi scivolarono a terra e questa volta fu la doccia il campo dove si svolse
l’amplesso di piacere.
La prospettiva di Mario quando era arrivato a Las Vegas giorni prima era quella
di passare qualche mese a lavorare, girare la città incontrare vecchi amici..
ma quando in quella sala aveva incontrato lei, Scarlett, quella bambina che ne
pensava una più del diavolo che era diventata la sua migliore amica, di cui
aveva perso la testa da ragazzino com’era accaduto nuovamente rincontrandola,
tutti i suoi piani si erano stravolti. Ora avrebbe passato solo moltissimo
tempo con lei.. almeno fino a quando sarebbe rimasto a Las Vegas.
NOTE FINALI
Buon pomeriggio ragazze :D
Eccomi tornata con il secondo capitolo della mini storia. Questa volta ho
stravolto totalmente le solite regole delle altre due mini storie, mi sono
sbizzarrita un po’ poiché la coppia me lo permetteva ^^ spero vi sia piaciuto
questo capitolo come anche il primo.. non ho avuto recensioni e spero vivamente
che non vi stia e non vi stiate annoiando nel leggere quest’ultima storiella ..
^^ ripeto come sempre che per chi vorrà lasciarmi anche un piccolo commento a
riguardo io sarò davvero felice, perché così capisco se la storia vi piace.
Grazie in anticipo a chi passerà a leggere il capitolo e a chi lascerà una
recensione, sempre se volete ovvio :3
Vi mando un grosso bacio
Betta <3
P.s.: riguardo la terza opzione è una cosa che hanno inventato
le mie migliori amiche e si tratta semplicemente di avere un forte mal
di pancia ;)
|
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Capitolo 3 *** A steps of love- Cap. 3 ***
A steps of love- Cap. 3
Questo capitolo parla di Scarlett e Mario :) premetto che non aggiunge nulla alla storia e non seguirà i periodi di Falling in love ma avrà propri periodi, propri cicli.
Capitolo 3
Il primo mese di convivenza trascorse in un
batter d’occhio per i due ragazzi. Mario e Scarlett passavano molto tempo a
fare ciò che amavano di più, quasi la maggior parte della giornata e quando
avevano qualche ora a disposizione la passavano a letto, sotto la doccia o in
cucina tra un boccone e l’altro. E così passarono anche le prime due settimane
del secondo mese. L’ultimo.
I giorni passavano troppo in fretta, Mario avrebbe voluto bloccare il tempo e
rimanere con lei per sempre, così abbracciati nel letto dopo aver fatto per la
millesima volta l’amore con lei. Abbandonarla di nuovo era come staccarsi di
nuovo dal suo profumo, dal suo corpo, dai suoi baci.. una vera e propria
tortura. Quando qualche ora prima che s’incontrassero quella sera, aveva
ricevuto la chiamata dal suo capo che lo avvisava, che la permanenza a Las
Vegas stava per terminare, rimase di sasso. Non aveva contato i giorni, non
aveva voglia di contare quanto tempo fosse passato da quando si era trasferito
a casa di Scarlett, ma costatò che non fu sufficiente quel breve tempo e i
giorni continuavano a trascorrere velocemente, rimanevano le ultime due
settimane e poi avrebbe abbandonato tutto.. di nuovo. E inoltre doveva trovare
il coraggio di dire a Scarlett la verità.
<< Usciremo mai da queste quattro mura per cenare insieme? >>
convenne Scarlett aprendo leggermente gli occhi e con voce ancora impastata dal
sonno, cercò lo sguardo di Mario che era al suo fianco e quando lo trovò, gli
rivolse un piccolo e dolce sorriso.
<< Non ceniamo già insieme? >>
<< Dico sul serio, spavaldo. >> lo rimbeccò Scarlett con un leggero
pugno sul petto.
Mario fece una smorfia e voltandosi su un fianco si alzò sul gomito, fissando i
suoi occhi, sorridendo. Era bellissima. << Vuoi uscire per andare a cena?
>> propose sorridente lui.
<< Che gentile da parte tua aver pensato PER PRIMO a invitarmi a cena, ma
sì credo che vorrei andare a cena. >> beffeggiò Scarlett. Mario buttò la
testa indietro e rise, una risata profonda e melodiosa per le orecchie di Scarlett che nell’udirla
dovette mordersi il labbro inferiore per non essere contagiata anche lei.
<< Allora si prepari fanciulla perché la porterò in un magnifico
ristorante italiano, come piace a lei per trascorrere una magnifica serata.
>> sussurrò Mario avvicinandosi al volto della ragazza per rubarle un
altro bacio, leggero e dolce. Un bacio che Scarlett voleva approfondire ma
Mario si staccò lentamente dal suo volto e aggiunse con sorriso furbo: <<
Ah-ah. Così non faremo in tempo per uscire, piccola. >> E detto questo
Mario si alzò dal letto per infilarsi sotto la doccia.
Las Vegas come New York era considerata la città che non dorme mai. Quando i due
ragazzi raggiunsero il ristorante dove avrebbero passato la serata, Scarlett
alzò lo sguardo e vide le migliaia di luci che illuminavano Las Vegas.
<< È incredibile.. >> si lasciò sfuggire la ragazza osservando il tutto.
<< Lo so è magnifica. Vieni ti mostro il locale. >> parlò Mario con
entusiasmo. Entusiasmo che non contagiò Scarlett nel vedere il locale alla moda
che Mario aveva scelto per quella sera e così aggiunse con un mugolio: <<
No che non mi piaccia eh.. però non è qui che voglio passare la serata.
>>
Mario corrucciò il volto pensieroso, cercando di capire perché avesse cambiato
idea all’ultimo momento. Credeva avesse detto ‘uscire a cena’, così aveva
prenotato un tavolo in quel lussuoso ristorante e poi.. non voleva più cenare?
Nessuna ragazza con cui era uscito aveva rifiutato una cena galante in
ristoranti come quelli, ma doveva intuirlo che non usciva con una ragazza
qualunque, ma con Scarlett, sorrise diverto.
<< E va bene, anatroccolo. Dove vuoi andare allora? >>
<< In un posto dove ci si diverte di più. >> sorrise maliziosa
trascinandolo letteralmente poco più avanti del ristorante lussuoso, in una
traversa poco trafficata dove si sentiva provenire della musica. Non appena i
due si trovarono di fronte all’entrata del locale Scarlett fu travolta da
alcuni amici della scuola di danza. Mario li osservò e solo quando notò molti
altri ragazzi cui aveva scattato foto, capì che quel luogo era come un punto d’incontro
per tutti quei ballerini. Un luogo ben isolato dove, mangiare, divertirsi e
ballare tutto ciò che volevano, in compagnia.
<< Ciao Diane! Non pensavo di trovarti qui! >> convenne Scarlett
avvicinandosi al bancone verso la compagna.
<< Ciao bellezza! >> Le due ragazze fecero un saluto strano con le
mani e poi si abbracciarono calorosamente. E quando Diane incontrò gli occhi di
Mario, il ragazzo alzò leggermente il capo in segno di saluto.
<< Che ci fai qui ragazzone? Ti sei perso? >> beffeggiò Diane
dandogli un buffetto sulla spalla.
<< Gli faccio vedere come passo le serate. >> aggiunse Scarlett
ammiccando alla compagna.
<< Ma non mi dire.. la stavi portando in un ristorantino qualunque eh?
>> Il tono presuntuoso di Diane fece irritare un po’ Mario che alzò le
mani in segno di resa e aggiunse: << Beccato. >>
Le ragazze scelsero un posto idoneo dove accomodarsi e poi ordinarono da bere
ma Mario non capì perché scelsero proprio quel posto così chiese: <<
Questa mi è nuova, con tanti tavoli vuoti al centro della pista, perché avete
scelto questo che è così nascosto? >>
<< Scalett mi avevi detto che era in gamba il ragazzo. Così mi stupisce!
>> beffeggiò ancora Diane con un sorriso malizioso. Mario roteò gli occhi
poi rivolse lo sguardo a Scarlett per avere una risposta da lei che convenne
col dire: << Tra qualche minuto vedrai il perché. >>
Non disse altro. Ammiccò, si scambiò uno sguardo complice con Diane e poi si
alzò avviandosi verso una stanza dove vi era scritto Area di Servizio, entrò e
sparì completamente.
<< Ma dov’è andata? >>
<< Tranquillo Sherlock, si sta solo cambiando, tra un po’ sarà pronta..
>>
Ma Mario continuava a non capire. Le luci nella sala abbassarono e c’era solo
un lungo neon a illuminare il centro della pista. Mario allungò lo sguardo e
vide un ragazzo con delle cuffie avvicinarsi alla console e prendere il
microfono in mano per dare il benvenuto a tutta quella gente in sala.
<< Vieni abbiamo i posti in prima fila per vedere! >> Diane lo
afferrò e lo strattonò fino ad arrivare in prima fila tra tutta quella gente che
si era riunita in cerchio, lasciando tutta la pista da ballo vuota.
<< Ok ragazzi, siete pronti? >> urlò il Dj alla console e poi aggiunse:
<< Via con le danze! >>
Un luogo d’incontro dove ballare tutti insieme e forse anche per sfidarsi l’uno
contro l’altro. Era come vedere America’s best dance crew dove il pubblico
erano i ballerini stessi! Ecco cos’era quel posto e finalmente in quel momento
quando vide i ragazzi della scuola di ballo arrivare al centro della pista,
vide anche Scarlett con dei bermuda corti da danza neri e una maglia larga a
maniche corte color panna e delle scarpe da ginnastica alte. Gli rivolse un
sorriso malizioso e il gruppo, formato da cinque tra ragazzi e ragazze, iniziò
a ballare su musica rap e hip-pop. Mario sorrise divertito per l’intera scena
perché tutti i ragazzi che ballavano su un pezzo dei ‘LMFAO- I’m sexy and I
know it’ interpretavano l’intera canzone con scene buffe e divertenti che gli
fecero venire la pelle d’oca.
<< Ci sa fare la tua ragazza!
>> convenne Diane al suo fianco divertita.
<< Già. >> ma il volume della musica era troppo alto perché Diane
potesse sentire la risposta di Mario. O forse era stato il ragazzo stesso a
pronunciarlo quasi tra sé e sé
costatando lui stesso quanto Scarlett fosse brava in tutti i generi di
balli che si presentavano.
Ci sa fare la tua ragazza. La sua
ragazza.. Scarlett? Non gli era passato per la mente considerare Scarlett come
sua ragazza, ma ripetendoselo suonava piuttosto bene.
Quando il dj fece partire il ritmo di una salsa ogni ragazzo prese la propria
compagna e iniziò a ondeggiare al centro della pista. Mario perse di vista per
qualche secondo Scarlett poi se la ritrovò sotto gli occhi con quello sguardo
malizioso stampato in volto ed ecco che lo trascinò nuovamente in pista come
fece la prima volta, quando Micheal si ferì la caviglia.
<< Scarlett non so ballare la salsa! >> sorrise dispiaciuto Mario
cercando una via di fuga per sfuggire perché era completamente negato per quei
generi di balli. Pur avendo frequentato danza per qualche anno le sue
conoscenze si riunivano a una ristretta cerchia di balli, come il tango e
qualche mossa di hip-pop.
<< Qui nessuno sa ballare, seguono solo il ritmo, i passi vengono da
soli! >> ammiccò Scarlett.
Arrivati al centro della pista, Scarlett fece un segno d’intesa al dj che
subito fece partire una musica adatta a un ballo di salsa e merengue.
<< Segui il ritmo.. >> sussurrò Scarlett avvicinandosi al suo corpo
fino a quando non fu talmente vicina da sentirlo.
<< Lasciati andare.. >>
Mario le circondò la vita con una mano mentre l’altra afferrava la sua e si
postavano all’altezza dei loro volti. Tutti i ragazzi intorno a loro iniziarono
a battere le mani a tempo della canzone per incitare gli unici ballerini rimasti
al centro della pista. Loro due.
Iniziarono a ondeggiare su quel ritmo, piccoli movimenti, piccole giravolte, come
riscaldamento. Quando il ritmo iniziò ad aumentare Mario prese il controllo
della situazione, aveva capito come agire, ora doveva metterlo in pratica.
Sempre in quella posizione Scarlett iniziò a ondeggiare il bacino mentre i loro
piedi s’incrociavano danzando.
Quando Scarlett si allontanò da Mario di qualche centimetro iniziò a ondeggiargli introno in modo sinuoso e
malizioso facendo combaciare i loro bacini quando si scontravano.
<< Sai un vecchio saggio una volta disse.. >> convenne Scarlett. Si
voltò di scatto posando il suo corpo contro quello di lui; schiena contro
petto, ventre contro il suo sedere, poi prese le mani di Mario e in una carezza
se le fece scendere lungo il corpo fino a posarseli sui fianchi e quindi
aggiunse sempre con tono basso ed eccitante: << Il compito dell’uomo è
rendere la donna meravigliosa, farla brillare, così da rendere tutti gli altri
uomini solo invidiosi. La vogliono ma non possono averla.. >>
<< Tutti ti vogliono.. >> fece eco Mario continuando a farla
volteggiare in modo meraviglioso.
<< .. ma nessuno può avermi. >> continuò Scarlett dopo aver fatto
una piccola giravolta ed essere finita nelle sue braccia. I loro visi erano a
pochissima distanza, i loro nasi si sfioravano mentre entrambi erano ansanti.
<< Perché sei mia. >>
Mario pronunciò quell’ultima frase con tono possessivo, ma a Scarlett non diede
fastidio, anzi.. sorrise lasciandosi trascinare in cache mentre la sua gamba
sinistra aveva circondato la vita di Mario.
Un boato riempì la sala e tutti i ragazzi che erano rimasti a osservare quella
scena senza fiatare per tutto il tempo esplosero quando i due ragazzi ebbero
finito di ballare. Si ritrovarono di nuovo in quella posizione, viso contro
viso, quando il dj cambiò di nuovo musica ritornando all’hip-pop urlando al
microfono: << Scusate ragazzi, ma devo spegnere questo grosso fuoco che
avete acceso! >>
I due ragazzi si voltarono verso il dj e videro al suo fianco Diane che fece un
cenno di capo ai ragazzi che ricambiarono con un sorriso divertito.
I giorni non smettevano di trascorrere e mancava
ormai l’ultima settimana e Mario non aveva ancora detto a Scarlett del suo ritorno
a Londra, senza di lei. Intanto i due ragazzi avevano incontrato per caso
Paige, Laurel e Kate alcune amiche di Scarlett. Avevano trascorso qualche
giorno tutti insieme e aveva sentito più volte parlare Scarlett alle ragazze e
dire quanto fosse felice di tornare a Londra con lui per vivere insieme. E più
sentiva quella frase e più lui si sentiva una vera merda.
Quel pomeriggio Scarlett fu chiamata dalla signora Jodie la sua istruttrice
personale e rimase colpita non capendo il motivo.
Arrivò lì nell’orario stabilito e quando entrò nell’ufficio se la ritrovò a
braccia conserte con sguardo serio in volto. E Scarlett si preoccupò.
<< Jodie.. c’è qualcosa che non va? >> convenne la ragazza.
<< Volevo parlare qualche minuto con te Scarlett, siediti ti prego.
>> E Scarlett ubbidì accomodandosi di fronte a lei. E quindi Jodie
iniziò: << Allora Scarlett ho saputo che stai ospitando il signor. Mario
a casa tua per il tempo che resterà qui a Las Vegas.. >> e Scarlett
annuì. << Spero non sia fonte di distrazione. Questa settimana dovrai
allenarti il doppio per il saggio di questo sabato all’hotel Bellagio di Las
Vegas. Il ragazzo sta facendo un ottimo lavoro con le sue fotografie, sono
bellissime, peccato che non potrà rimanere qualche altro giorno in più..
>>
Scarlett corrucciò la fronte non capendo. Jodie l’aveva chiamata per risolvere
delle questioni importanti e ora si ritrovavano a parlare della partenza di
Mario?
<< In che senso? >> Intervenne la ragazza cercando di fare
chiarezza.
<< Nel senso che il suo lavoro è finito, ha fatto le foto che ci
servivano, ora deve tornare a Londra entro domani per altri lavori importanti.
>> Punto, pensò la ragazza
allargando le braccia.
Tornare a Londra entro domani? Scarlett credeva avessero a disposizione
un’altra settimana per stare insieme.. non credeva dovesse tornare così presto.
Sentì il suo cuore rompersi in mille pezzi per quella notizia che Mario non le
aveva detto, godendosi solo quelle bellissime notti di follia.
Fonte di distrazione.. per questo Jodie le aveva chiesto di non distrarsi
perché aveva intuito che la partenza di Mario avrebbe potuto in qualche modo
danneggiare la sua carriera.
Abbassò lo sguardo e si sforzò di assumere un comportamento serio e quindi
aggiunse: << Non si preoccupi Jodie, la partenza di Mario non graverà sul
saggio. >> E detto quello Scarlett si alzò e uscì dall’ufficio diretta
verso casa sua, sperando che la sua voce non le avesse tirato un brutto scherzo
inclinandosi verso la tristezza e l’amarezza per quella notizia.
Quando entrò in casa a sguardo basso non
riuscendo ancora a capire perché Mario non le avesse detto della partenza sentì
un rumore dinanzi a lei. Alzò lo sguardo e ritrovò una valigia caduta a terra e
Mario in piedi con aria dispiaciuta. Si lessero entrambi negli occhi. Entrambi
sapevano quello che era accaduto e più di tutti, Mario era dispiaciuto!
<< Scarlett.. >> parlò piano lui, ma Scarlett divenne cupa in volto
e parlò: << Non dire neanche una parola. >>
La sua voce era tagliente come la lama di un coltello e Mario si sentì
trafiggere nel profondo. L’aveva scoperto da qualcun altro qualcuno cui lui
stesso l’aveva detto.
<< Scarlett volevo dirtelo. >> Parlò Mario cercando di farla
calmare seguendola con lo sguardo mentre raggiungeva la sua camera, poi la
ragazza si bloccò di scatto davanti a lui e lo osservò diritto negli occhi.
<< Volevi. Ma non l’hai fatto. >>
<< Non mi andava di farti soffrire un’altra volta. Pensavo che partire
senza che tu lo sapessi avrebbe aiutato in qualche modo. Dovrai ballare al
Bellagio un hotel importante, c’è in gioco la tua carriera se riuscirai a
colpire i migliori manager in quel campo potrai tornare a Londra e coltivare il
tuo sogno quello di aprire una scuola di danza tutta tua. >> Potrai
tornare a Londra da me e così potremo vivere insieme.. ma questo Mario non lo
disse ma avrebbe tanto voluto dirlo. << Non volevo essere la causa della
tua ritirata. >>
<< Lo sai bene anche tu che non sei un bravo attore. Piantala perché non
convinci nessuno. >> Scarlett
sapeva che mentiva e che la sua era solo una scusa dell’ultimo minuto. <<
Io non capisco. Tutto quello che c’è stato tra noi, tutto quello che sentivo
per te.. credevo le sentissi anche tu. >> e nel pronunciare quella frase
Scarlett non riuscì più a controllarsi. Un mare di lacrime le bagnò il volto
facendola sentire come una stupida in quel momento ma più cercava di fermarle e
più non ci riusciva.
<< Quando balliamo c’è quella forte alchimia tra noi.. io non capisco..
>>
Certo che la sentiva Mario. Non capiva neanche lui come fosse possibile che
solo Scarlett riuscisse a essere il centro del suo pensiero ogni volta, che
riuscisse a provocargli tutte quelle sensazioni. Non capiva perché lei.
<< Stavamo solo ballando.. >> Avrebbe voluto tagliarsi la lingua in
quel momento per aver pronunciato quelle parole, ma era la cosa giusta da fare,
lo aveva promesso anche alla signora Jodie che ci teneva molto a quel saggio. E
poi lui non era in grado di amare Scarlett come lei desiderava, come avrebbero
vissuto la loro vita, a distanza?
Scarlett rimase di sasso, con il respiro in gola come se una lama affilata le
avesse lacerato il cuore, come se l’amore della sua vita le avesse sbattuto in
faccia la realtà. Non poteva davvero dire quelle parole. Non dopo quello che
avevano passato in quei due mesi.
<< Ti prego perdonami. >> Per
non averti amato come desideravi. Quelle furono le ultime due parole e
mentre le lacrime continuavano a scendere e il cuore si Scarlett era ormai rotto
in mille pezzi, Mario le ridiede le chiavi che per quei due mesi erano state le
sue, le diede un bacio sulla fronte e andò via. Senza più rientrare.
Mario si sentiva una vera merda per quello che
aveva fatto alla donna che amava con tutto il cuore. Non ci credeva ancora che
per la seconda volta stava partendo senza salutarla dopo averle promesso mari e
monti. C’era solo una definizione che gli veniva in mente in quel momento: era
solo un lurido bastardo.
Alla fine però dopo lunghi ripensamenti prese la decisione più giusta da fare.
Chiamò il suo direttore e dopo una lunga conversazione di botta e risposta
vennero entrambi a una conclusione più ovvia.
<< Grazie per avermi ospitato Adelle. Non sapevo proprio dove altro
andare.. >> Convenne Mario sorseggiando del buon caffè appena preparato
dall’anziana che gentilmente si era offerta per ospitarlo a casa sua.
<< Hai una brutta cera ragazzo mio. Che ti è successo? >> domandò
Adelle accomodandosi al suo fianco pronta a subirsi un lungo discorso disperato
e a dare consigli.
<< Di tutto. >>
<< In questa storia centra qualcosa Scarlett? >> chiese curiosa
l’anziana pur sapendo già di cosa si trattasse.
<< Credevo che partire senza che lei lo sapesse l’avrebbe aiutata ad
andare avanti. Ha un’importante saggio questo sabato ed io dovrò partire il
giorno prima, non potevo lasciarla un’altra volta proprio prima del suo saggio.
Non di nuovo.. >> Adelle non disse nulla, aveva un metodo tutto suo, a
lei piaceva ascoltare fino in fondo e poi giudicare e dare consigli. Così Mario
continuò: << Credevo che così si sarebbe dimenticata presto e tutto si
sarebbe sistemato in tempo per il saggio. >> Mario si chinò leggermente,
posò entrambi i gomiti sulle ginocchia e la testa sulle mani, osservando lo
schermo nero della televisione.
<< Ora mi rendo conto che ho sbagliato di nuovo. Non sono in grado di amarla
come lei desidera, sono sempre stato in giro per il mondo alla scoperta di
luoghi da fotografare, ma ora mi rendo conto di non essere nulla senza di lei.
Mi rendo conto che la sua presenza è tutto per me. Non sono passate neanche tre
ore da quando l’ho lasciata e già mi manca! >>
Ora toccava ad Adelle trarre le sue conclusioni. << Ti sei innamorato di
lei? >>
<< E non in due mesi, ma da quando la conosco che sono innamorato di lei!
>>
Adelle sorrise intenerita per quelle parole. << È la prima volta che
sento una cosa del genere da un ragazzo. Di solito sono le ragazze della scuola
che mi riferiscono queste cose. >> rise la donna.
<< E lei cosa risponde? >>
<< Dico loro di tentare ma non troppo perché per quanto mi riguarda se è
il maschio a volerti deve essere lui a venire da te! >> ammiccò la donna.
<< Quante probabilità ho che non sia un maschio a venire da me, ma
Scarlett? >> beffeggiò Mario facendo ridere la donna.
<< A te invece dico che se vuoi davvero una ragazza devi tentare il tutto
per tutto, fare anche la cosa più folle che tu abbia mai fatto in tutta la tua
vita e dimostrarle quanto la ami oltre che con le parole anche con i fatti.
>>
Mario rifletté sulle parole della donna e socchiuse gli occhi pensando, poi
disse: << Ha qualche suggerimento? >>
<< Conosco Scarlett come le mie tasche. Una volta mi disse che avrebbe
tanto voluto un corteggiatore segreto, essere venerata da una persona che non
conosce! Stupiscila ragazzo, osa il tutto per tutto, so che ne sei in grado!
>> E le parole di Adelle gli fecero venire una brillante idea.
Quel sabato sera tutto andò a buon fine. Com’era
ovvio d'altronde. Scarlett non capiva perché la partenza di Mario avrebbe
potuto in qualche modo influenzare lo spettacolo. Quando scese dal palco, si
diresse a grandi falcate dentro il suo spogliatoio e si chiuse dentro. Si
svestì e indossò una vestaglia prima di rimettere i vestiti, quando bussarono
alla porta.
<< Non sono in vena di parlare con nessuno! >> urlò di rimando
Scarlett rimanendo seduta al suo posto.
<< Emh.. signorina Scarlett, ci sono dei fiori per lei! >> parlò
qualcuno da dietro la porta. Scarlett corrugò le sopracciglia e pensò che forse
quei fiori fossero stati mandati da qualche fan che aveva visto lo spettacolo
così con nonchalance aprì la porta, prese i fiori e ringraziò il fattorino.
Un grosso mazzo di rose rosse e un biglietto. Posò le rose su un tavolino e
aprì il biglietto per leggere cosa vi era scritto.
<< Smetti di cercare un finanziatore per coronare il tuo sogno. P.s.: il
tuo ammiratore segreto. Uh ammiratore segreto, chi è? >> Diane parlò alle
sue spalle facendola spaventare per quell’entrata in scena inaspettata.
<< Diane! Come sei entrata? >>
<< La porta era aperta. Allora chi è quest’ammiratore segreto? >>
curiosò la ragazza osservando le rose.
<< Non lo so. Se lo sapessi non ci sarebbe scritto ‘ammiratore segreto’,
no? >> ribatté Scarlett accigliata.
<< Oh! Nervosa per qualcosa in particolare? >> alzò un sopracciglio
Diane osservandola. << Non mi piace questa storia. Tutto qua! >>
aggiunse Scarlett con un broncio dispiaciuta per aver risposto in quel modo
alla compagna.
<< Non ti piace? Ma se vai matta per gli ammiratori segreti! >>
<< Forse una volta. Ora non più. Non mi piace punto e basta, perciò
getterò via queste rose! >> Afferrò il mazzo di fiori e li gettò in un
secchio della spazzatura alle sue spalle. Si voltò e osservò Diane con sguardo
soddisfatto e quindi la compagna aggiunse: << Tu sei tutta matta!
>> e detto quello la ragazza uscì dallo spogliatoio chiudendosi la porta
alle spalle, lasciando Scarlett sola.
Scarlett roteò gli occhi esasperata, poi il suo sguardo cadde sui fiori nella
spazzatura e le osservò con aria dispiaciuta e aggiunse in un sussurro:
<< Non sono un mazzo di rose e un biglietto scritto da chissà chi che
volevo stasera! >>
Ma la storia dell’ammiratore segreto sembrava non avere fine. Senza spiegare
come, Scarlett ricevette dei messaggi da un numero sconosciuto, dove c’era scritto
che a breve si sarebbero incontrati a
Londra.
Non riusciva a capire come quell’ammiratore segreto sapesse che aveva prenotato
un volo per Londra e sapesse anche dove si sarebbe tenuto il prossimo
spettacolo.
Era tutto così strano. Chiese a chiunque conoscesse se fosse l’inventore di
quello scherzo, ma tutti le rispondevano che non avevano idea di chi fosse il
numero che lei mostrava.
Arrivata a Londra aveva un mare d’impegni ad aspettarla e nonostante fosse nel
suo vecchio quartiere dove aveva vissuto da bambina, non riusciva a trovare
qualche minuto da poter dedicare ai suoi genitori che tanto desideravano una
sua visita, per fortuna sarebbero stati presenti allo spettacolo.
<< In bocca a lupo per stasera.
>> c’era scritto nel messaggio che le era appena arrivato, ma stufa di
tutta quella messa in scena scrisse per la prima volta al suo ammiratore segreto.
<< Chi sei? Ti conosco? >>
<< Sì, ma non ti dirò chi sono fino alla tua premiazione dello
spettacolo. >> le rispose l’ammiratore.
<< Come fai a sapere che sarò premiata io? >>
<< Non vorrai deludermi proprio ora spero! >>
<< Mi sto stancando, dimmi chi sei! >> Scarlett non ricevette
risposta con quel messaggio perciò provò in un altro modo sperando di ricevere
qualcosa. << Posso sapere almeno il tuo nome? >>
<< Mich. >>
<< Altro? >> e con quell’ultimo messaggio Scarlett non ricevette
più risposta.
Iniziava davvero a stancarsi di tutto quel giochetto, anche se sapeva quello
che poteva sembrare un nome, era stanca, poteva anche aver confessato a
qualcuno che amava essere corteggiata da un ammiratore segreto, adesso però che
le sue fantasie stavano diventando realtà non lo sopportava. Ma ora che ci
rifletteva, Scarlett ricordò che oltre a Diane a sapere di questa sua fantasia
segreta c’era solo un’altra persona. Adelle. Digitò subito il numero
dell’anziana e questa rispose: << Dimmi tutto Scarlett! >>
<< Adelle ha per caso detto a qualcuno del mio segreto? >> chiese Scarlett socchiudendo gli occhi.
<< Di quale segreto stai parlando? >> La voce della vecchia non
trasudava alcuna sfumatura era perfettamente seria. Era impossibile scoprire se
avrebbe detto la verità o no, ma valeva la pena tentare.
<< Adelle sa perfettamente di cosa sto parlando! >>
<< Ragazza cara, se stai parlando della tua fantasia erotica del tuo
corteggiatore segreto.. allora stanne certa non l’ho detto a nessuno. Sarò
anche vecchia ma so mantenere un segreto! >>
Come immaginava, quella donna poteva essere anche colpevole ma non avrebbe
parlato mai.
<< È successo qualcosa? >> domandò poi la donna dall’altro capo del
telefono, curiosa. << Qualcuno ti sta corteggiando come sognavi? >>
<< Qualcuno che non vuole dirmi chi è! >>
La donna rise e poi aggiunse: << Ragazza mia, lo scopo del corteggiatore
segreto è proprio questo! >> Scarlett fece una smorfia pur dando ragione
all’anziana. << Sono certa che
alla fine ne sarai molto più che soddisfatta quando saprai chi è il corteggiatore!
>> E detto questo Adelle salutò la
ragazza e terminò la chiamata, lasciando comunque senza una risposta Scarlett.
Non le rimaneva che aspettare a quella sera quando dopo lo spettacolo
finalmente avrebbe scoperto chi fosse il suo folle e pazzo corteggiatore
che le aveva comprato addirittura un locale per la sua scuola di ballo!
Lo spettacolo stava per concludersi. << Finalmente vedrò chi sei, Mich!
>> digitò Scarlett al suo ammiratore che però non rispose. Purtroppo
quella sera non andò tutto nel verso giusto. Quando Scarlett e Micheal erano a
metà dell’ultimo ballo che doveva chiudere le gare per dare il via alle
premiazioni, il suo compagno avvertì delle forti fitte alla caviglia che si
fratturò due mesi prima.
<< Micheal riesci ancora a ballare? >> domandò il presentatore
dello spettacolo al ragazzo che si era accasciato massaggiandosi. Ma Micheal negò
con il capo per troppo il dolore. << Mi dispiace ragazzi, a meno che non
ci sia un sostituto, dovete ritirarvi dalla competizione! >>
Ritirarsi?? Era fuori discussione per Scarlett. Quella sera tra il pubblico
c’erano anche i suoi genitori che erano riusciti a essere presenti cancellando
mille impegni e non si sarebbe ritirata proprio all’ultimo minuto. Però non
avevano un sostituto.
<< Ballerò io, al posto di Micheal! >> Scarlett voltò il capo nella
direzione della voce e del ragazzo che si era offerto di ballare con lei
l’ultimo ballo. E quando i suoi occhi incontrarono quelli del ragazzo, si
spalancarono come la bocca e Scarlett rimase interdetta. Era Mario. Il ragazzo
si avvicinò a lei e si fermò a qualche centimetro di distanza afferrandole la
mano. << Ottimo. Allora possiamo andare con la musica? >> domandò
il presentatore.
<< No. >> urlò Scarlett tra i volti del pubblico sbalordito.
<< Io non voglio ballare con te! >> disse osservando Mario diritto
negli occhi. Mario chiese al presentatore qualche minuto per convincere la
ragazza e così la portò giù dal palco lontano da occhi indiscreti. <<
Scarlett lo sai anche tu che non hai altra scelta! >>
<< Bene. Allora mi ritiro dalla competizione! >> fece per
allontanarsi ma Mario la afferrò saldamente la vita avvicinandole il corpo al
suo. I loro occhi erano così vicino come le loro labbra, ma lo sguardo di
Scarlett era duro quindi Mario aggiunse: << Ok. Allora non farlo per me,
fallo per i tuoi genitori, fallo.. fallo per Mich! >>
Scarlett sbarrò gli occhi e deglutì, non riuscì più a parlare aveva solo il
cuore a mille e un sorriso stampato in volto, e Scarlett capì tutto. Sorriso
che anche Mario ricambiò e capì che era un sì così le prese la mano e tornarono
sul palco. La musica iniziò come iniziarono i loro movimenti leggiadri come il
vento, non era il solito tango o salsa e merengue il loro ballo ma era qualcosa
di diverso e speciale, le scene del ballo raccontavano un po’ la loro vita, il
loro incontro, il loro amore nato con il tempo, poi le due separazioni e infine
il finale con l’incontro decisivo e duraturo. Mario afferrò Scarlett dai
fianchi la sollevò in aria e la fece volteggiare poi quando delicatamente la
riappoggiò a terra, fece qualche passo indietro, come a simboleggiare la loro
unione prima e poi la distanza dopo, quindi Scarlett si voltò corse incontro a
Mario che la afferrò in braccio. Lei gli circondò la vita con le gambe e lo
abbracciò interamente come fece anche Mario, subito dopo qualche secondo le
fece fare un piccolo cache mentre le gambe di Scarlett gli circondavano sempre
la vita e quando anche le ultime note suonarono, Scarlett tornò a cingergli il
collo con le mani. Occhi contro occhi, nasi che si sfioravano, respiri ansanti
e le loro bocce che si sfioravano senza mai toccarsi definitivamente. Mario
mimò con le labbra un ‘perdonami’ e Scarlett annuì.
<< Ti amo. >> sussurrò Mario contro le sue labbra.
<< Ti amo anch’io. >> sussurrò Scarlett con il cuore in gola per
l’emozione.
Un grosso applauso partì dal pubblico e tutti si alzarono in piedi fino alla
giuria che era rimasta con la pelle d’oca per tutta la durata dell’esibizione.
Scarlett e Mario quella sera avevano vinto.
<< Posso aprire gli occhi?? >>
domandò la ragazza scocciata di tenere una benda sugli occhi.
Una settimana dopo Scarlett e Mario si trovarono a vivere insieme a Londra,
proprio nel quartiere dov’erano cresciuti da bambini. Dopo l’esibizione, i due
ragazzi fecero l’amore e poi parlarono di Mich e di molte altre cose, come
l’acquisto di un locale che Mario aveva regalato a Scarlett per aprire la sua
scuola di danza.
<< Ancora un secondo! >> convenne Mario trascinandola verso il
locale, << Ecco apri gli occhi! >>
Mario le tolse la benda e Scarlett aprì gli occhi e rimase stupita di quanto fosse grande quel
locale, ed era tutto suo.
<< Oh mio dio! Ma è grandissimo!! >>
<< Il nome che c’era prima non mi piaceva perciò lascio tutto nelle tue
mani, puoi chiamarlo come vuoi questo posto, perché da oggi in poi è tutto tuo!
>>
Scarlett si commosse e abbracciò Mario ringraziandolo per la millesima volta e
lui rise.
<< Ti ho già detto che ti amo? >> convenne Scarlett guardandolo
diritto negli occhi e Mario corrugò le sopracciglia, divertito, negando con il
capo così Scarlett aggiunse con tono dolce: << Ti amo. >>
<< Anch’io. >> rispose lui rubandole un dolce e tenero bacio.
NOTE FINALI
*tanti lacrimoni* ahahah ok, torno normale! Wow. Posso solo dirvi questo, Wow.
Non credevo che scrivere una storia con tanto di mini storie a parte mi durasse
anche più di un anno di lavoro! È stato davvero duro scrivere l’intera storia,
da Falling in love.. Take me.. You make me complete.. fin qui A steps of love
:3 Dopo la prima storia non credevo neanche di finire con questo risultato! Ogni
ragazza che mi ha lasciato anche un piccolo commento è stata fondamentale per
andare avanti, continuare e conclude la storia intera perciò il primo GRAZIE va tutte voi ragazze :’3 grazie per avermi
sostenuto, grazie per aver detto le vostre opinioni, grazie anche per quelle
negative perché comunque vadano fanno crescere e fanno capire i proprio sbagli!
Grazie per aver seguito tutte le storie, nonostante Falling in love sia
conclusa continuo a vedere quei numeri crescere di poco in poco e rimango
sbalordita, nel senso buono ovvio ahaha lol, e mi emoziono! Spero che per quel
poco che sia riuscita a concludere con questa piccola “saga” se la si può
chiamare così ahah, vi sia piaciuto e saperlo mi renderebbe molto felice :3
Ringrazio anche le mie tre migliori amiche perché siete sempre state le mie muse per i personaggi secondari spero vi sia
piaciuto e spero di aver fatto almeno un buon lavoro ;D Grazie per avermi
sostenuto ma soprattutto grazie per avermi sopportato
per un anno intero *-* vi voglio bene!!!
Non amo molto fare i monologhi perciò concludo in fretta. GRAZIE ancora a tutte
voi splendide ragazze e se vi va di lasciare anche un piccolo commento io sono
qui :3 sempre se vi va e se vi è piaciuto questo capitolo!
Vi mando un grosso bacio! Spero di rivedervi tutte in una futura storia se
dovessi decidere di pubblicare qualcos’altro ahaha :D
Un bacio e grazie ancora!!!
Peace.
Betta <3
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