Segreti e passioni della squadra Huntik (più qualche imbucato)

di Lan Shuihua
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Zhalia on ice ***
Capitolo 2: *** Le sabre de Lok ***
Capitolo 3: *** Lascia... o il martello, Montehue? ***
Capitolo 4: *** Dante Vale, la pistola più veloce della Fondazione ***
Capitolo 5: *** El sueño de Den ***



Capitolo 1
*** Zhalia on ice ***


Dedicata a Fatelfay

 

In questa raccolta di one shot darò sfogo alla mia creatività sportiva, cercando di attribuire a ogni personaggio uno sport che gli si addica.
Non perdiamo altro tempo (che tanto se ho altro da dire lo metto nell'angolo dell'autrice *faccia furba e soddisfatta) e sveliamo subito la prima vittima: Zhalia Moon!


 

ZHALIA ON ICE

Era molto tempo che lei e la sua squadra di cercatori non andavano in missione in un posto remoto e sperduto, così Zhalia aveva deciso di trovare un nuovo hobby per ammazzare il tempo. Dopo alcuni tentativi andati male (vedi commessa part-time, fotografa e Scarlett-sitter  questa era buona! NdSophie  lo so, non mi sta troppo simpatica! NdA) finì col riesumare da una scatola un vecchio diario, quasi sicuramente suo. Il quale era in realtà un album pieno di foto, foto di una bambina con i capelli color della notte e gli occhi color nocciola.
Nel guardarle Zhalia provò una fitta di nostalgia, perchè fra i tanti momenti immortalati lì dentro ce n'erano anche alcuni che credeva di aver dimenticato. Ad esempio, la bambina in costume azzurro, pattini ai piedi, pronta ad interpretare un fiocco di neve.
"Ora so quale sarà il mio passatempo" disse, sorridendo involontariamente alle varie medaglie contenute nella scatola. "Quello che non avrei mai dovuto abbandonare."

Sicura della propria scelta, la cercatrice fece una visita al palaghiaccio: sì, era proprio come se lo ricordava. Dopo aver preso coraggio, entrò e chiese...
"Ci sarebbero dei corsi di pattinaggio agonistico per...ehm, fuoriquota? (purtroppo è una mia invenzione, non so se esistano NdA)"
"Non credo" rispose la ragazza seduta all'ingresso. "Avrebbe fatto meglio a cominciare qualche anno fa, adesso... ma lei è Zhalia, Zhalia Moon!" esclamò di colpo.
"Sì, sono io. E' passato molto tempo dall'ultima volta che mi sono allenata, e ora che ho molto tempo libero volevo..." cominciò la cercatrice.
"Voleva ricominciare, la capisco, adesso che mi ci fa pensare è arrivata una nuova compagnia in città, hanno intenzione di mettere in scena uno spettacolo ma devono ancora trovare una pattinatrice che faccia..." disse, quasi tutto d'un fiato, la sua ammiratrice.
"Qualsiasi parte debba fare, la farò! Tutto, pur di ricominciare a pattinare!" tagliò corto Zhalia. "Dove sarebbe, adesso, questa compagnia?"

Quattro mesi dopo, la cercatrice dai capelli color della notte aveva già riacquistato la flessibilità e la leggiadria che accompagnavano, qualche biennio prima, ogni sua esibizione. Temendo che potessero fraintendere, aveva tenuto nascosto il proprio passatempo a tutta la squadra, senza eccezioni nonostante sentiva che a quel ragazzo dai capelli rossi avrebbe potuto confidare qualunque cosa.
"Non capirebbero perchè lo sto facendo, dunque è inutile anche solo pensare di poterglielo dire". Liquidava così i propri pensieri quando si chiedeva (e avveniva spesso) se stesse sbagliando a fare tutto da sola.
L'unica cosa che le importava era di poter stare di nuovo con i pattini sul ghiaccio, non voleva nemmeno sapere quale sarebbe stata la sua parte prima del necessario.
Quando lo venne a sapere, credette di svenire. Lei, Zhalia Moon, pluricampionessa juniores e professionista, avrebbe interpretato la parte con la quale diede l'addio all'agonismo: uno dei Fiocchi di Neve per lo show 'Il lago dei cigni'.

Da un po' di tempo, però, i suoi compagni si erano accorti che qualcosa non andava in lei: era spesso euforica, rientrava tardi la sera con un borsone sulle spalle e un sorriso entusiasta, spariva anche per interi pomeriggi e nessuno era in grado di rintracciarla. Dato che non c'era altro modo di affrontare la questione, la squadra Huntik pose direttamente la domanda a Zhalia.
"Ultimamente sei così felice, Zhalia. Hai per caso avuto una promozione nel tuo lavoro sotto copertura (giornalista NdA)?" le chiese Sophie.
"Non esattamente, ma...sì, qualcosa del genere" rispose l'interessata, facendo a Sophie un gesto che indicava 'ti spiego meglio più tardi'.

Più tardi, in camera di Zhalia, le due cercatrici parlavano animatamente, cercando di mantenere un tono di voce basso perchè i due 'colleghi' non sentissero.
"Non ci credo!" urlò quasi Sophie. "Tu eri una campionessa di pattinaggio artistico?" aggiunse poi abbassando la voce.
"Già, me l'ero quasi scordato anch'io, ma poi ho ritrovato la scatola... mi serviva un hobby, e così..." spiegò confusamente la mora.
"E quindi, quando vi esibirete tu e la nuova compagnia?" le chiese curiosa la giovane Casterwill.
"A dicembre, il 13. Ma non dirlo a Dante e Lok, per quanto mi costi voglio farlo io" la supplicò quasi Zhalia.
"D'accordo, come vuoi. Hai già i biglietti, vero?"
"Certo, tre biglietti in prima fila per la mia squadra di cercatori!"

Dicembre era ormai arrivato, e con lui anche quel famoso giorno 13 in cui i piccini ricevono i regali. Proprio per questo, in casa c'erano due facce stupite quando i quattro videro sul divano tre pacchetti pressochè identici. Sophie fingeva di essere sorpresa, ma in realtà sapeva benissimo cosa contenevano i pacchetti...
"Un biglietto per uno show su ghiaccio!" dissero insieme Dante, Sophie e Lok. I due ragazzi aggiunsero anche un verso di disappunto, stroncato dalle occhiate gelide delle Casterwill.
In particolare, Dante sbiancò in volto quando vide che, tra i nomi dei cast, compariva anche quello di una cercatrice molto affascinante...
"Ecco dove scappavi tutte le sere da dieci mesi a questa parte!" dedusse il cercatore. "E si spiega anche il borsone, tuttavia c'è ancora una cosa che mi sfugge..."
"Che cosa?" gli chiese Zhalia, felice di essere riuscita a stupirlo.
"Come mai non ce (leggi: me) l'hai detto prima?"
"Avevo paura che non mi avreste capito. A proposito, venite qui che ho una storia da raccontarvi..." disse la cercatrice, facendo segno a Lok e Sophie di avvicinarsi.

Nessuno si meravigliò quando, quella sera, videro il palaghiaccio pieno in un modo indecente. I tre sapevano che la maggior parte degli spettatori erano venuti per vedere un Fiocco di Neve dai capelli color notte. Nè si stupirono quando, prima di riuscire ad uscire dallo stesso palaghiaccio, Zhalia dovette smettere di firmare autografi per un crampo alla mano.
In fondo, la squadra Huntik aveva solo ritrovato la sua campionessa.


 

ANGOLO DELL'AUTRICE

Allora, che dire di questa ff?
E' nata quasi per caso dopo che ho visto una foto nel mio pc.
Volevo dedicare qualcosa alla mia cara Fatelfay perchè guarisca in fretta ed è arrivata una raccolta di one shot.
Ringrazio chi leggerà e magari lascerà anche solo un commentino.
Vi aspetto al prossimo capitolo.
                                                                                                                                             Lan Shuihua

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Capitolo 2
*** Le sabre de Lok ***


Ciao!! Come avevo promesso, sono tornata con un nuovo capitolo. Dopo aver visto Zhalia in veste di pattinatrice, chi sarà la mia prossima vittima?
Lettrici e lettori, fate un bell'applauso: sta uscendo ora dalla stanza delle torture... Lok Lambert!
(dopo tutto quel tempo passato in isolamento, gli si è sciolta la lingua e mi ha raccontato tutto)

LE SABRE DE LOK

"Così non va, Lok!" esclamò Dante, dopo aver colpito per l'ennesima volta il ragazzo. "Quante volte te lo devo ripetere? Una finta dev'essere fatta bene!"
"Ma la mia era una finta coi fiocchi!" cercò di protestare il biondino. "Cos'ha che non va?" domandò poi, eseguendo la mossa 'incriminata'.
"Esattamente questo" disse il cercatore più 'anziano'. Poi sfiorò appena la spalla di Lok, che cadde rovinosamente a terra. "Hai visto?" gli chiese.
"Cosa, che sono caduto ancora? Ormai ci sono abituato..." ironizzò il ragazzo.
"Questo lo sappiamo. Comunque, intendevo il perchè della caduta. Eri sbilanciato a sinistra..." tentò di spiegare il 'professor Vale', ma fu interrotto dall'allievo.
"E quindi? Se non mi sbilanciassi non sarebbe una finta!"
"D'accordo, ma dopo una finta bisognerebbe ritrovare subito l'equilibrio. E in quanto a questo, tu fai proprio pietà." continuò senza mezzi termini il rosso.
L'unica conseguenza di questa spiegazione fu un Lok infuriato e colpito nell'orgoglio che scappò di corsa in camera.

Mezz'ora dopo, dalla stanza del giovane Lambert provenivano tonfi frequenti e parole pronunciate con rabbia.
"Adesso va bene, 'professore'?" chiese un Lok ancora abbastanza arrabbiato alla foto di Dante. "E' perfetto lo scarto? Ho ritrovato l'equilibrio sì o no?"
"Non lo so, dovresti farmi vedere di nuovo" disse la foto, con la voce del rosso.
Il ragazzo era stralunato: quella foto... aveva parlato! Poi si girò e vide chi meno avrebbe voluto vedere, quel giorno: Dante Vale. "Che fortuna... allora la foto non parla!" Lok tirò un sospiro di sollievo.
"La foto no, ma chi vi è raffigurato sì. Allora, vediamo se fai progressi." chiese il cercatore più esperto.
Il più giovane ripetè la mossa che cercava di imparare dalle nove di quella mattina, sicuro che fosse quasi perfetta.
"Mi dispiace, non ci siamo ancora." Solo Dante era in grado di distruggere tutte le sicurezze del ragazzo in quel modo. "La mossa in sé è passabile, ma sei scoordinato"
"Cosaaa???" Il povero cercatore non riusciva a credere alle proprie orecchie. "Scoordinato io?"
"Esatto, Lok. E non solo: sei anche lento, uno chiunque dell'Organizzazione non faticherebbe un secondo per bloccarti a metà della mossa" infierì Dante.
"Ci dev'essere un modo per migliorare. Ma quale?" chiese il ragazzo, più a se stesso che al proprio maestro.
Il quale tuttavia gli disse: "Fra cinque minuti vieni giù in salotto: noialtri ti dobbiamo parlare" e si avviò.

Quattro minuti e quaranta secondi dopo (Lok non voleva fare tardi: sperava che i suoi amici gli dicessero come migliorare), il ragazzo era in salotto, comodamente seduto stravaccato sul divano.
"Allora, cosa dovevate dirmi di così urgente?" chiese, stranamente ansioso.
"Come prima cosa, abbiamo notato tutti e tre una tua certa difficoltà di movimento. In secondo luogo, abbiamo trovato uno sport che svilupperà la tua coordinazione e velocità" gli disse Dante.
"Lo sport in questione è la scherma: ti servirà equilibrio per restare in pedana, velocità pe rispondere ai colpi e coordinazione per mettere a segno le stoccate" continuò Zhalia.
Lok spalancò gli occhi, e Sophie si sentì in dovere di rassicurarlo: "Coraggio, è per il tuo bene!"

Il giorno dopo, alle nove precise, Lok era davanti alla palestra. Dante e Zhalia lo avevano accompagnato in macchina, mentre Sophie aveva deciso di fermarsi nell'edificio come spettatrice. Il maestro di scherma lo riconobbe da lontano (ti credo, è un raccomandato! é.é NdA), gli andò incontro e lo portò nel gruppo dei nuovi allievi. Quindi cominciò a spiegare le regole da seguire, sia in pedana che fuori. Dopodichè passò ad indicare le varie armi che un allievo esperto gli porgeva.
"Foil" iniziò il maestro, poi si dilungò in una spiegazione dettagliata della lama, dell'elsa e quant'altro. Lok avrebbe tanto voluto gridare: quell'uomo spiegava in francese!
Dopo il fioretto, fu la volta della spada. "épée" disse il maestro, e ripartì con le spiegazioni. Poi toccò alla sciabola, l'ultima delle tre armi. "Sabre" disse infine l'uomo, e il cercatore biondo fu immensamente felice di sapere che esistevano solo tre armi. Ancora una parola in francese e avrebbe dato di matto!
Finite le spiegazioni, il maestro chiamò un gruppo di ragazzi più esperti. Ognuno di loro portava un fioretto, una spada e una sciabola.
"Adesso dovete decidere quale sarà la vostra arma, almeno per oggi" disse l'uomo, questa volta in italiano. Ritornò tuttavia al francese per nominare le armi, cosa che fece una volta per ogni allievo. Lok, che era l'ultimo della fila, credette di non farcela; per distrarsi, guardò i volti di quelli che sarebbero stati i suoi futuri compagni di allenamento. La maggior parte erano sconosciuti, ma c'era un viso che gli sembrava familiare... Il ragazzo perse così tanto tempo a cercare di ricordare dove l'avesse visto prima che il maestro, già arrivato a lui, dovette ripetere i tre nomi. Riportato alla realtà da quella lingua che tanto odiava, il biondino era molto indeciso. Bastò tuttavia che desse un'occhiata alle gradinate, dove era seduta Sophie, per decidersi.
"Sabre" disse senza esitazioni, e non si accorse neppure di quanto perfetta fosse stata, quella volta, la sua pronuncia.
Il motivo della scelta era un po' contorto: si era ricordato, vedendo la ragazza, che il suo titano preferito si chiamava Sabriel. In un secondo momento, si era reso conto dell'assonanza tra quel nome e il nome della sciabola. Così, sperando di  farle cosa gradita, aveva appunto scelto la sciabola.

Lok non si era accorto che anche il ragazzo dal volto familiare aveva scelto la sciabola. E forse non ci avrebbe mai neanche fatto caso se il maestro non li avesse messi uno contro l'altro in pedana.
"Va bene, ragazzi. Questa è solo una prova, voglio vedere come impugnate l'arma" li avvisò l'uomo. "Se sarete bravi, potrete cominciare con qualche stoccata".
L'altro ragazzo aveva una buona impugnatura, e Lok si trovò costretto a copiarla per evitare la sgridata toccata poco prima ad un altro allievo.
"Bravi... cioè, nella media per essere dei principianti." si complimentò il maestro. "Allora, adesso provate pure qualche stoccata" li esortò poi.
In quel momento, il giovane cercatore riconobbe il suo avversario: era Teresly! Un po' per farsi vedere da Sophie, un po' per far vedere al rosso che era più bravo di lui, Lok fece appello a tute le proprie forze. Pur non essendo un campione (e si nota... NdA), costrinse Teresly ad uscire dalla parte posteriore della pedana.
"Niente male, niente male davvero!" lo applaudì il maestro. "Ragazzo, tu farai molta strada!"

Quella sera, a cena, Lok raccontò di come avesse battuto Teresly. Tutti i membri della squadra Huntik gli fecero i complimenti, ma Sophie aveva ancora una domanda.
"Cosa ti ha spinto a scegliere proprio la sciabola?" gli chiese.
"Se ti dicessi che sei stata tu?" replicò il giovane cercatore. Poi le spiegò il ragionamento degno della sua mente contorta.
A ragionamento finito, Sophie non potè trattenersi dall'abbracciare il suo sciabolatore.

 

ANGOLO DELL'AUTRICE

Che dire, se non che sono contenta di come è venuto questo chap? Lo so, Lok e la scherma hanno davvero poco in comune, ma è uno degli sport che mi piacciono di più. E l'associazione non è male..
Come al solito, spazio ai ringraziamenti.
I sei coraggiosi che sono sopravvissuti al primo capitolo e hanno recensito: Fatelfay, Zhalia94, alicew in wonderland, zhalia99, GioveTheStrange e Mixi_.
Ci vediamo al prossimo capitolo, cioè non prima di ottobre.
                                                                                                                                 兰水花  Lan Shuihua

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Capitolo 3
*** Lascia... o il martello, Montehue? ***


Finalmente sono tornata con un nuovo chap e, ovviamente, una nuova vittima che risponde al nome di... Montehue! (purtroppo si ignora il suo cognome...)

LASCIA... O IL MARTELLO, MONTEHUE?

"Dieci anni... da dieci anni ho queste asce, e non ho ancora trovato il modo di riscattarmi". Questo è, ovviamente, Montehue che ripensa al suo passato, a quando era ancora un giovane cercatore.

FLASHBACK
"Rosetta, scappa!" urlò il giovane alla ragazza che, impaurita, tremava e non aveva intenzione di staccarsi da lui. "Scappa, ho detto!"
"Non posso... Monty, non ti lascerò da solo!" gli rispose lei, in un impeto di rabbia. Non potè dire altro, però, poichè venne catturata da un giovane Defoe che si defilò in men che non si dica.
Il ragazzo era rimasto lì, troppo stupito per pensare anche solo di muoversi. Lui aveva due asce in mano e non era riuscito a difendere la ragazza che amava!
FINE FLASHBACK

"Dieci anni fa ho promesso a me stesso che non avrei più lasciato queste asce finchè non fossi stato in grado di proteggere le persone a me care. E, dannazione, questa volta ce la farò."
L'uomo pensa ora alla ragazza che abita con lui e che ha giurato di non lasciare sola. Fino a pochi mesi fa rifiutava perfino di vederlo, ma dopo aver sudato 49 camicie Montehue aveva completato la prima parte del proprio piano: si era fidanzato con Scarlett. Inoltre, i due hanno adottato Teresly, che ora vive da loro come fosse un figlio.
Tuttavia, per un cercatore la forma fisica è molto importante e dopo quattro mesi senza uno straccio di missione (se si escludono le visite a casa di Dante) lasciano il segno. Il sottile girovita di Monty, infatti, non ha fatto altro che allargarsi e ormai ha raggiunto i 130 cm, traguardo raggiunto grazie alle numerose poltrite davanti alla TV. Peccato che a Scarlett questo non piaccia granchè...
"Montehue, non puoi andare avanti così!" gli urla in questo momento. "Ho accettato il fidanzamento, non un orso perennemente stravaccato sul divano!"
"Ma cara..." cerca di risponderle lui.
"Niente ma!" gli ordina perentoria. "Vediamo cosa stai guardando..." continua poi, con un tono più tranquillo.
Alla televisione stanno trasmettendo le Olimpiadi di Londra e la mente della ragazza sta ideando un nuovo piano...

"Scarlett, dai, ne abbiamo già parlato. Perchè insisti ancora?" chiede Montehue alla ragazza, che da una settimana lo stressa con la solita domanda.
"Perchè devi tornare in forma: in qualunque momento potrebbe esserci bisogno di te, e in questo stato non riesci neanche a salire le scale!" gli rinfaccia lei.
"E va bene, farò questo sforzo. Per te, ma solo per te, comincerò gli allenamenti di lancio del martello." cede lui, ignaro però del fatto che qualcuno sta origliando la loro conversazione...

Il giorno dopo, Scarlett trascina Montehue in un negozio di articoli sportivi dove lui potrà comprare tutto il necessario per lo sport che molto spontaneamente ha scelto di fare. La lista della spesa in questo caso è molto lunga: un borsone, una canotta, un paio di pantaloncini, una fascia per i fianchi che impedisce gli strappi, fascette per le dita e per i polsi e un paio di scarpe regolamentari.
"Abbiamo preso tutto?" chiede un Monty stanco morto alla fidanzata.
"Certo che no: a lanciare un martello come fai, se il martello non ce l'hai?" gli cantilena lei, per poi fiondarsi con lui in un altro negozio dove riescono a trovare la cosa più importante.
A spesa finita, i due tornano a casa per fare il bilancio della giornata, e per poco Montehue non ci rimane secco.
"Cosacosacome??" sbraita incredulo. "Non è possibile spendere quasi duemila euro per due cosette da niente!" continua, dopo che il pericolo infarto è stato scongiurato.
"E' possibile sì, e ora andiamo a dormire, altrimenti domani alle cinque chi ti sveglia?" gli sbadiglia Scarlett, che poi sale le scale.

La mattina dopo, alle 7.10, Montehue e Scarlett sono pronti per prendere una gondola che li porti totalmente dall'altra parte della laguna. Tuttavia, il problema è dietro l'angolo: non appena l'uomo cerca di calare il borsone pieno zeppo sull'imbarcazione, questa rischia di colare a picco, ma fortunatamente riesce a partire. Il secondo problema della giornata è un tale che prende una gondola poco distante dai due fidanzati, e anche lui ha un borsone (che trascina poichè è troppo pesante per lui). Nel suo borsone si intravedono abiti scuri, una cravatta e una cartellina, mentre il sole che spunta da un tetto fa risplendere i capelli del tale di un rosso vivo, color sangue. Che sia un presagio?

Nella palestra ci sono già molte persone, atleti esperti e altri alle prime armi, quando Montehue entra e si accoda al gruppo dei novellini. I quali rischiano un infarto collettivo quando entra il maestro, un armadio di 1.90 m per 110 kg che di suo è già pericoloso, ma che diventa mortale se ti lancia contro un martello. Evitato l'infarto, non si può dire che l'autocontrollo non ne abbia risentito: vari martelli cadono sui piedi dei rispettivi proprietari, che passano i venti minuti successivi a saltellare di dolore.

Dopo tre mesi di allenamenti intensi, Montehue è diventato bravo e il maestro-armadio decide di iscriverlo alla sua prima gara. Qui, fra gli altri, c'è anche un giovane giudice piuttosto sospetto, che veste di scuro come tutti i colleghi ma porta anche occhiali da sole e cappellino scuro, il quale non riesce a nascondere completamente i suoi capelli. Illuminata dal sole di mezzogiorno, la sua chioma ha dei riflessi rossi, di un rosso che pare sangue. La porzione di volto lasciata libera dagli occhiali risulta familiare a Monty che, dopo la gara, si fionda al computer per scoprire vita, morte e miracoli di questo tale. Purtroppo, non conoscendo il suo nome, ogni ricerca è vana. Il pensiero del giudice gli è rimasto così impresso che non smette di parlarne nemmeno a cena, facendo il terzo grado sia a Scarlett che a Teresly. Ma mentre lei non fa una piega (non gliene importa niente di quel tale, tanto non sa chi sia), il ragazzo si alza improvvisamente da tavola per andare in camera sua.

Alla gara successiva, Montehue è agitato perchè sa che quel giudice sarà di nuovo lì a controllare i lanci; quello che non può sapere è che quel giudice è ancora più agitato di lui. Quando viene chiamato in pedana, Monty si accorge con sgomento che sarà il giudice dai capelli pseudorossi a valutare il suo lancio; nonostante la crisi di nervi, riesce comunque a fare un lancio notevole. Purtroppo ha lanciato troppo in diagonale perchè il martello possa cadere nel settore prestabilito, però riesce ugualmente a centrare qualcosa. In questo caso, la nuca del giudice rosso che stramazza a terra. La parabola del lancio non convince Montehue, che chiede e ottiene di poter controllare il proprio martello. Non appena cerca di prenderlo, l'attrezzo gli scivola via dalle mani e compie un'altra parabola strana che minaccia di atterrare su Scarlett. Spaventati, gli spettatori lasciano lo stadio mentre si rivelano Defoe e alcuni scagnozzi dell'Organizzazione. I lanci deviati erano opera loro, che adesso evocano i propri titani per eliminare Monty, la sua fidanzata e... il giudice dai capelli rossi, che altri non è se non Teresly.
Quello che i membri dell'Organizzazione non sanno è che Montehue ha un asso nella manica, o meglio due asce nel borsone, e non ha paura di usarle se deve difendere le persone a cui tiene. Defoe si rivolge contro Scarlett, che è costretta ad evocare i suoi titani per non essere catturata, mentre gli altri scagnozzi hanno intenzione di eliminare l'uomo. La lotta è ardua e a fare la differenza sono le asce di Monty che distruggono in un colpo tre o quattro titani dei tirapiedi di Defoe.
Eliminato anche lui (momentaneamente) grazie agli sforzi congiunti dei due fidanzati, l'unico che ancora si trova in pericolo è Teresly, ricoverato in ospedale per trauma cranico dovuto al colpo ricevuto. Dopo aver salvato Scarlett, Montehue riesce finalmente a perdonarsi per i fatti di dieci anni prima e ora non ha più paura di usare le proprie asce per una buona causa.
Ad esempio, per farsi spiegare da Teresly come mai abbia deciso di fare il giudice sportivo senza dirlo ai suoi 'genitori'...


 

ANGOLO DELL'AUTRICE

...e anche stavolta sono arrivata alla fine! A proposito, il titolo è un omaggio (mal riuscito) al quiz TV  'Lascia o raddoppia', mentre Rosetta è la prima fidanzata di Monty (completamente inventata).
Volevo ricordare che nel capitolo precedente non ho mai specificato che la vicenda si svolgesse a Venezia, quindi non vedo perchè non usare la macchina... Ok, va bene, erano a Venezia.
Ringrazio Fatelfay, Zhalia94, alicew in wonderland, zhalia99, GioveTheStrange, Mixi_ e Zhalia_Gareon per aver recensito i capitoli precedenti.
Un grazie a BellaMony956 che ha messo la mia storia tra le seguite e alle mie amiche nonchè compagne di banco Claudia e Silvia per la pazienza che hanno avuto.
Infine, un ringraziamento speciale al foglio che ha ospitato la bozza di questo chap e con il quale ho dato il tormento alle mie due amiche (scusatemi care!).
Sperando che la 'tortura' di Monty vi sia piaciuta, vi saluto e vi aspetto al prossimo capitolo!
                                                                                                                                                                                Lan Shuihua

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Capitolo 4
*** Dante Vale, la pistola più veloce della Fondazione ***


Ciao a tutti!!! Per la vostra felicità, questa raccolta di storie non è più in pausa (almeno per adesso).
Quindi, preparatevi a leggere questo quarto capitolo.
Accogliamo con un grande applauso il protagonista: Dante Vale!

DANTE VALE, LA PISTOLA PIU' VELOCE DELLA FONDAZIONE

"... ancora uno, centro!"
Come al solito, non aveva sbagliato un colpo. Da quando l'Organizzazione aveva dato prova di esser pronta ad usare ogni mezzo pur di impadronirsi di ogni titano, la Fondazione aveva dovuto prendere delle ulteriori misure di sicurezza. Visto il ridotto numero di agenti e quello ancor più ridotto dei Cercatori (cioè gli agenti che escono in missione), era stato necessario dotare ognuno di questi ultimi di una pistola di ultima generazione. Non che una pistola possa far molto contro un Augerfrost, ma se si riesce a sparare per primi...

E adesso lui era lì, al poligono di tiro, che si accaniva da un'ora contro una sagoma inerme, pregando di non perdere mai la sua caratteristica e infallibile mira. Se fosse successo, qualcun altro avrebbe potuto divertirsi a usare lui come sagoma, ma a differenza di quella del poligono lui avrebbe sofferto. Era ancora immerso in questi cupi pensieri quando all'improvviso sentì la propria ancora di salvezza.
"Dante, vieni via adesso" gli disse una voce carezzevole. "Hai talmente crivellato quella sagoma che, se fosse stata viva, ormai non avrebbe più una goccia di sangue in corpo."
Si mosse appena, e con la coda dell'occhio vide della seta blu. Era sicuro che sarebbe arrivata anche quella volta, lo faceva sempre da quando si era accorta che la sua tristezza stava diventando depressione.

Si sentiva così da due giorni: tanto era passato da quando Defoe gli aveva rubato Freelancer. Non era un titano forte, e lo sapevano entrambi, ma Defoe aveva fatto leva sui sentimenti più profondi di Dante. Era il primo titano che il Cercatore avesse mai avuto, gliel'aveva dato Metz e grazie ad esso lui era riuscito a legarsi a Solwing, perciò provava molto affetto per lui. Perderlo gli aveva fatto male, molto più di quanto fosse disposto ad ammettere.
"Vengo Zhalia" le rispose. " In fondo, hanno bisogno di tempo per sostituirla, e io mi sono allenato abbastanza, per oggi."
Zhalia era diventata la sua unica speranza, si era attaccato a lei molto più di quanto fosse lecito per due amici, ma loro due non lo erano. Dante la amava ed era stato felicissimo di scoprire che lei lo corrispondeva. Sorrise, ripensando ai loro incontri clandestini prima che anche Lok e Sophie fossero messi al corrente della loro relazione.

Dante e Zhalia si allontanarono insieme dal poligono parlando del più e del meno, ma lui era ancora troppo sconvolto. La giovane donna se ne accorse e gli fece una promessa.
"Prenderemo quel ladro, Dante, ma ricorda che devi anche allenarti!"
L'uomo era stato infatti selezionato dalla Fondazione per partecipare ad una gara sportiva a scelta, purchè mettesse in palio soldi per il vincitore. La Fondazione navigava in cattive acque dopo l'acquisto delle pistole, ma furono proprio queste a dare l'idea a Dante sullo sport da scegliere.
"Scelgo la combinata sparo-corsa" aveva detto. "A correre me la cavo bene" aveva poi spiegato. "E potrei fare pubblicità alle vostre pistole."
E così aveva cominciato ad allenarsi. Correva nel parco, faceva 3 km la mattina e 3 la sera. Radunate intorno al suo percorso abituale c'erano sempre moltissime ragazze che avevano perennemente gli occhi a cuoricino, con grande gelosia di Zhalia che talvolta lo seguiva. La ragazza tratteneva a stento un Touchram tutte le volte che le vedeva, ma poi si accontantava di avere Dante tutto per sè nelle fredde sere d'inverno...

Un paio di settimane gli erano bastate per acquisire la resistenza necessaria a compiere i 9 km totali della prova senza soste, escluse quelle per aiutare le ragazze che gli svenivano dietro. Per essere in grado di affrontare la gara, doveva anche riuscire a maneggiare una pistola e avere una buona mira. Infatti, prima di ogni terzetto di km di corsa l'atleta deve sparare a ripetizione finchè cinque proiettili centrano il bersaglio. In questo, il Cercatore non aveva rivali: in ogni allenamento al poligono che faceva, non c'era un singolo proiettile che mancasse il centro. Ma nonostante fosse praticamente imbattibile, il suo pensiero costante era il Freelancer perduto.
Dato che la gara si svolgeva in Australia, Dante era stato costretto a prendere l'aereo e per tutta la durata del viaggio non fece altro che sospirare.

Dopo un mese e mezzo passato a provare lo svolgimento completo della prova sul tracciato di gara fino all'esaurimento, sembrava quasi che Dante avesse perso di vista il fine ultimo della competizione. Dato che era una sfida aperta a tutti, e si svolgeva molto vicino alla sede della Fondazione di Melbourne, molto facilmente vi avrebbero preso parte anche alcuni membri dell'Organizzazione. Il Cercatore non vedeva l'ora di scoprire se tra di loro ci sarebbe stato anche Defoe.
"E questa volta non la passerà liscia!" si ripromise il rosso.
Nel giro di un minuto fu trascinato negli spogliatoi del piccolo stadio, già abbastanza ripugnanti di natura e per una volta forse anche peggio. Defoe era lì, e appestava l'aria con la sua sola presenza.

Tutti gli atleti vennero chiamati e uscirono nel centro dello stadio, tra le grida della folla e la voce gracchiante dello speaker. I pettorali numerati erano già stati assegnati in precedenza, ma Dante non si stupì di avere il numero successivo a quello di Defoe. Infatti, quello stadio era di proprietà della Fondazione, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per far vincere un suo componente.

Dal nulla sbucò un cavo d'acciaio che sollevò per la vita l'affiliato all'Organizzazione e lo magnetizzò, per poi abbandonarlo su uno dei bersagli. Dato che era magnetizzato, vi rimase attaccato e Dante non potè trattenere un sorrisetto malefico. Quello era infatti il suo bersaglio e, non appena prese in mano la pistola, cominciò a crivellarlo di colpi come se fosse la sagome del poligono. Alla fine dell'operazione, di Defoe non restava altro che la mano destra, in cui Dante sapeva esserci l'amuleto di Freelancer, e una serie di fori tenuti insieme da qualche raro brandello di carne.
Purtroppo per lui,  era stato solo un sogno.

Sugli spalti, in prima fila, il Cercatore notò una figura familiare, con degli occhiali improbabili calati sul volto e capelli come seta blu. Confortato da quella vista, l'uomo si concentrò sulla gara e fu il più veloce a scattare dopo il 'via' dello starter. La prima serie di spari non fu un problema per Dante, tuttavia si ritrovò Defoe alle costole sul sentiero di corsa che usciva dallo stadio. Il cattivo nonchè ladro ingaggiò un combattimento corpo a corpo in corsa, ma il rosso riusciva a tenergli testa e dovettero rimandare la sfida al secondo giro.
Defoe però era fiaccato dalla combinazione corsa-lotta che lui stesso aveva creato, perciò Dante rischiò di sopraffarlo, ma essendo quasi rientrati nello stadio dovettero aspettare il terzo giro.
In questo Defoe era quasi senza fiato e il Cercatore impiegò poco tempo per vincerlo, atterrarlo perchè non potesse più muoversi e naturalmente riprendersi Freelancer.

Quando rientrò nello stadio fu proclamato vincitore, e in un attimo fu circondato di seta blu mentre Zhalia gli dava il premio più dolce.
Un suo bacio.

ANGOLO DELL'AUTRICE

Allora... mi voglio scusare per avervi fatto aspettare quasi tre mesi per un nuovo capitolo.
Quanti di voi hanno pensato che Dante arrivasse al punto di eliminare Defoe?? Sinceri!!
Ringrazio chi ha avuto la pazienza di aspettare per leggere questa nuova, divertente avventura del nostro rosso preferito e spero che vi piaccia.
Grazie a chi ha recensito o anche solo letto i capitoli precedenti.
Non so se la ff tornerà in pausa, ma so che impiegherò molto a scrivere il prossimo chap...
Quindi vi lascio un interrogativo: chi sarà il/la protagonista del capitolo 5? Fatemi sapere chi volete che sia il/la prossimo/a che svelerà tutti i suoi segreti!
                                                                                                                                                                                                                                                                                              Lan Shuihua


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Capitolo 5
*** El sueño de Den ***


Ciao a tutti, sono finalmente tornata con il quinto capitolo!
E la vittima sarà..... Den!

DEDICATO A BellaMony956

EL SUEÑO DE DEN

"Non ci credo, ce l'ho fatta!" urla Den rientrando in casa.
"Che cos'hai fatto, Den?" gli chiede Lok, orgoglioso come un fratello maggiore.
"Sono entrato nella squadra di nuoto di Venezia!"
"E quale specialità hai scelto?"
"I 100 m stile libero."
"Ti piace la velocità, eh?" chiede Lok, con un sorriso compiaciuto.
"Ho avuto un buon maestro..."

La prima settimana di allenamento passa tranquillamente, tra i complimenti dell'allenatore e le invidie di qualche compagno.
"Bravo Den, solitamente i ragazzi della tua età hanno alle spalle ore e ore di scuola nuoto. Tu sei l'eccezione che conferma la regola" si complimenta il coach, dopo averlo visto vincere di misura contro gli atleti migliori della squadra.
"Non può averci battuti dopo appena una settimana che è qui!" commenta uno.
"Per me si dopa..." insinua un altro.

Per altre due settimane Den colleziona vittorie e, raramente, qualche secondo posto. Dopo un mese che si allena, il giovane cercatore nota finalmente un uomo seduto sulle gradinate della piscina che osserva in particolare lui.
"Adesso che ci penso, è qualche giorno che lo vedo qua in giro... chissà cosa vuole" pensa il ragazzo.
Lo sconosciuto si apparta con l'allenatore per qualche minuto, poi il coach si avvicina alla piscina.
"Den, puoi uscire un attimo? C'è qui qualcuno che vuole parlarti."
"Certo coach, ma chi è?"
"Lo scoprirai parlandogli."
Den si avvia per parlare con l'uomo misterioso, sentendosi stranamente felice.

"Allora, hai capito bene la mia proposta?" chiede l'uomo.
"Certo, e devo dire che è un'offerta di tutto rispetto... ma Barcellona è lontana!" risponde un po' titubante Den.
"Lo so, perciò ti do tempo fino a domani. Parlane con la tua famiglia e fammi sapere."

"Lok, ma ti rendi conto?!? Potrei andare ad allenarmi a Barcellona con uno dei migliori coach al mondo!!" urla felice Den.
"Hai ragione, ma andare così lontano? Sei sicuro di poter diventare un campione?" chiede Lok, un po' preoccupato.
"Secondo il coach spagnolo ho un grande futuro, e quello di Venezia è eventualmente disposto a lasciarmi partire."
 "Se è veramente il tuo sogno, non ti tratterrò. Ma devi scrivermi un'email al giorno!" cerca di dissuaderlo Lok.
"Solo se verrai a tutte le mie gare!" patteggia Den.

Tre mesi dopo, Den è in piscina che si allena a infrangere il record della scuola, da lui stesso stabilito qualche giorno dopo il suo arrivo. All'improvviso il coach Velóz lo chiama in disparte.
"Señor Den, può venire qui fuori un momento?"
Il giovane cercatore si spaventa non poco, perchè l'allenatore non parla quasi mai ai ragazzi se non per sgridarli quando sbagliano qualcosa.
"Chissà cosa vuole da me? Sono sicuro che non ho sbagliato niente, ma se mi ha chiamato..." riflette Den mentre esce dall'acqua.
"Ahóra, sai che fra poco ci saranno le Olimpiadi qui a Barcelóna. Ho deciso che ti voglio nella squadra italiana, che alleno personalmente in questa piscina. Che ne dici?"
"WOW!! Accetto!" esclama Den saltando di gioia.

Dopo una qualifica un po' deludente ("Per risparmiare energia in gara" spiega il cercatore in un'intervista), il giovane Den parte per la finale dalla terza corsia avendo ottenuto il quarto miglior tempo. Al via, il tuffo di entrata in acqua porta il giovane una spanna avanti agli altri e dopo la virata dei 50 m la partita è chiusa. Con una forte spinta, il veneziano chiude la gara con dieci secondi buoni di vantaggio sul secondo.
Ma all'improvviso lo scenario cambia: non siamo più alle Olimpiadi, bensì ai Mondiali di nuoto di Barcellona. Den non si fa certo pregare a ripetere la gara e porta a casa un altro oro.

Dopo le due vittorie, è d'obbligo festeggiare con un lauto pasto di sette o otto portate insieme al resto della squadra Huntik, arrivata apposta da Venezia. Ma mentre mangia, Den sente una voce...


"Den, sono Lok. Svegliati, sono le sette e mezza e devi andare a scuola!"

ANGOLO DELL'AUTRICE

Allora, è stato abbastanza demenziale questo capitolo?
Vi aspettavate che il povero Den fosse bravo in qualcosa ma solo in sogno?
Ringrazio BellaMony956, a cui ho dedicato il capitolo, per i motivi che lei sa.
Per ogni commento, insulto o altro non dimenticatevi di recensire o mandare un messaggio privato per dirmi quanto questo capitolo faccia schifo.
(Mi dispiace, ma l'ho scritto tra ieri e oggi, quindi...)
Al prossimo capitolo, che scriverò... possibilmente entro la fine del secolo!
                                                                                                                                                                                                                      Lan Shuihua




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