2. This is your song

di shesbroken
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. All I wanna do is love your body. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. I want you so bad. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. Tell me are you just getting by? ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. Like I'm the only one that you'll ever love. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. Can we just slow it down and press reset? ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. They don't know about us. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. Cause I know you're worth it. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. I’ve fallen for your eyes. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. And I will try to fix you. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. You put your arms me and I’m home. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. I'm loving angels instead. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. I will stand by you forever. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13. Would you lie with me and just forget the world? ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14. So keep holding on. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15. How does it feel? Pretend it's ok. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16. Somebody is gonna miss you. ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17. Don't tell me cause it hurts. ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18. But do you really want to be alone? ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19. I'm falling to pieces. ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20. We were so perfect. ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21. Perfect in every way. ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22. Taking flight, making me feel right. ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23. They don't know how special you are. ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24. Settle down with me and I’ll be your safety. ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25. All that I ever was, is here in your perfect eyes. ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26. It isn’t that hard boy, to like you or even love you. ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27. I can tell you there’s no place we couldn’t go. ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28. I'll go wherever you will go ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29. Would you swear that you’ll always be mine? ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30. Be my baby, I'll look after you. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. All I wanna do is love your body. ***


QUESTE STORIA E' IL SEGUITO DI "You're so scared to fall in love" :) 



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CAPITOLO 1
All I wanna do is love your body.



Avete mai creduto nelle storie d'amore da romanzo rosa? Quelle storie che nonostante gli ostacoli, nonostante le avversità, sarebbero riuscite sempre ad avere un lieto fine? Ecco, io no, ma si può sempre cambiare idea. Io l'ho fatto. La mia vita era sempre stata un completo disastro, tanto che una volta mi ero chiesta persino chiesta quando sarei stata finalmente felice, fino a quel giorno, quando mai e poi mai avrei immaginato di trovare una persona come lui, una persona che avrei amato con tutta me stessa. «Victoria ti sbrighi! I ragazzi tra poco avranno l'intervista, dobbiamo sbrigarci se vogliamo salutarli.» Mi urlò Chloe, risvegliandomi dal mio sogno ad occhi aperti. Senza neanche accorgermene, mi ero fermata davanti a una vetrata dell'aeroporto, a guardare per la prima volta gli alti grattacieli di New York. «Ehi rilassati.» Gli dissi ridendo andandole incontro per poi darle un bacio sulla guancia, prima che la ragazza riprendesse a camminare, incitando me e Dana di sbrigarci. Quest'ultima insieme a me rise, per poi ricominciare a camminare verso l'uscita dell'aeroporto. A New York si stava avvicinando l'Halloween ma nell'aria si respirava già un'atmosfera a dir poco natalizia. Durante il tragitto in taxi, Chloe non la smise di fotografare il paesaggio al di fuori del finestrino, e, di tanto in tanto, si concesse il lusso di fare qualche foto a me e all'altra mora. «Dio, ho una voglia matta di rivedere Nialler.» Disse la ragazza iniziando a viaggiare con la fantasia. Era dai Teen Awards che non vedevamo i ragazzi e dire che ci erano mancati era dir poco.Certo, ci sentivamo spesso tramite skype, ma non era la stessa cosa. Io ed Harry, inoltre, avevamo molto da recuperare.
Non appena arrivammo davanti all'hotel, un gruppetto di fan ci venne incontro per farci qualche domanda e qualche foto, e noi fummo più che felici di assecondarle, anche se non riuscivamo ancora a capire il motivo di così tanta devozione, infondo noi eravamo solo le ragazze dei loro idoli. Paul si accorse del trambusto che si era venuto a creare, così, non appena ne ebbe l'occasione, ci accompagnò all'interno per poi portarci nelle stanze dei nostri rispettivi fidanzati. Non appena Chloe entrò nella stanza di Niall, li sentii entrambi urlare dalla gioia, mentre quando Dana andrò da Zayn, l'unica cosa che si riuscì a percepire fu il silenzio più totale. Prima di entrare nella stanza di Harry, bussai alla porta e non appena lo vidi comparire sulla soglia, con il miglior sorriso che avessi mai visto, sentii il cuore martellarmi nel petto, lui era lì. Era reale. «E tu che ci fai qui?» Disse avvinghiandosi alle mie labbra, non lasciandomi neanche il tempo di rispondere. Senza attendere oltre, lo spinsi dentro per poi chiudere la porta alle mie spalle. Avevo bisogno di un po' di intimità. «Siamo arrivate un po' prima. Volevo beccarti con la tua amante.» Dissi seria, prima di scoppiare a ridere insieme al ragazzo. «Se ti sbrighi magari riesci a raggiungerla. E' appena uscita dalla finestra.» Dissi appoggiando le mani sul mio fondo schiena, sostenendo, come sempre, che ormai era di sua proprietà. «Allora, tra quanto avete l'intervista?» Gli chiesi appoggiandolo a mia volta le mie mani sul suo fondo schiena, cogliendolo alla sorpresa. «Tra poco ma.. ehi. Tutta questa confidenza?» Mi disse ridendo, prima che io lo inzitissi con un lungo e intenso bacio. Mi erano mancate così tanto quelle maledette labbra. Senza dire una parola, il ragazzo mi prese di peso e mi fece sdraiare sul divano, per poi mettesi sopra di me, senza farmi troppa pressione. I baci si fecero sempre più spinti, le sue mani scesero sotto la maglietta, prima che qualcuno spalancasse la porta, interrompendo il nostro momento magico. Tomlinson proprio non sapeva cosa voleva dire la parola privacy. «Ehi ma.. Oddio.. Ma chiudete queste porte dannazione.» Disse il ragazzo mettendo il broncio, prima che Harry gli lanciasse un cuscino in piena faccia. «Sei sempre il solito.» Dissi saltandogli al collo, e stampandogli un bacio sulla guancia. «Si ma che ne è della nostra promessa. Ieri ti ho aspettato all'altare ma non sei arrivata.» Disse il ragazzo facendomi ridere, mentre Harry continuava a guardarci scocciato. «Mi dispiace, ma ho avuto un contrattempo, domani recuperiamo.» Dissi facendo giurin giurello col ragazzo, che poi se ne andò avvisandoci che a minuti sarebbe arrivato il pullman. «Venite anche te e le altre, vero?» Mi chiese avvicinandosi a me, per poi stamparmi un bacio sulla guancia. «Certo, non abbiamo intenzione di poltrire in hotel.» Dissi, prendendolo per mano, per poi uscire dalla stanza. Sarebbero stati i tre giorni più belli della mia vita.
Non appena arrivammo tutti agli studi, ci portarono tutti in camerino, e non appena fu il turno dei ragazzi, io le altre andammo dietro alle quinte per seguire l'intervista. Non appena arrivarono iniziarono a promuovere il loro CD, e subito dopo iniziarono con le domande più personali. Ovviamente chiesero anche il loro rapporto con le ragazze, ed Harry senza pensarci due volte aprì bocca, facendomi sorridere teneramente. «Io ho già la mia ragazza, e mi basta e avanza.» Disse mostrando le sue meravigliose fossette, che avevo sempre amato. «Sei innamorato di lei Harry?» Chiese la donna, scrutandolo attentamente mentre lui sorrideva imbarazzato. «Si insomma, lei è tutto quello che ho sempre desiderato. E' semplicemente meravigliosa.» Disse con gli occhi lucidi, facendomi venire la pelle d'oca. Quel ragazzo non avrebbe mai smesso di stupirmi. Alla fine dell'intervista, saltai letteralmente al collo di Harry, cogliendolo alla sprovvista. «Tu sei meraviglioso.» Dissi per poi iniziarlo a baciare, prima che Louis ci interrompesse con un colpo di tosse. «Atti osceni in luogo pubblico.» Disse, prima di bloccarsi non appena vide Eleanor venire verso di noi. Durante l'estate avevo avuto l'occasione di conoscere bene quella ragazza, e si era rivelata davvero molto simpatica, anche se a Chloe, stranamente, non andava molto a genio. «Ehi ehi Tomlinson niente atti osceni in luogo pubblico.» Gli urlai non appena lo vidi correre incontro alla sua ragazza, che si mise a ridere alla mia battuta. Harry, senza aspettare oltre, mi trascinò nel suo camerino, per poi chiuderlo a chiave. Senza dire una parola mi sbatté al muro per poi iniziarmi a baciare, come solo lui sapeva fare. Io d'altro canto, infilai le mie mani tra i suoi capelli, mentre le sue lentamente scendevano sul mio fondo schiena. «Che ne dici di andare in hotel?» Gli chiesi tra un bacio e l'altro, prima che lui smettesse bruscamente di baciarmi, per potermi sorridere amabilmente. «Io ho un idea migliore.» Mi disse facendomi venire di fretta e furia per poi uscire dagli studi senza neanche avvisare gli altri. Insieme prendemmo un taxi, e non appena disse il nome di una via al conducente, gli chiesi spiegazioni. «Ho un piccolo regalo per te. Ti basta sapere questo.» Disse baciandomi la fronte, mentre io osservavo le nostre mani intrecciate. Era per quello che amavo quel ragazzo. Con lui tutto era imprevedibile.
L'autista ci portò in una villetta alla periferia di Londra, e non appena vidi Harry con le chiavi in mano, capii cosa stava succedendo. «Tu sei pazzo.» Gli dissi non appena aprì la porta di casa, facendo entrare prima me. L'ingresso era ampio, e da li si riusciva a vedere il grande salone e una cucina intima e non esageratamente grande. «Vieni, dal piano di sopra la vista è mozzafiato.» Disse prendendomi per mano, per poi condurmi sulla terrazza affacciata sulla camera da letto. Da li si riuscivano a vedere i grandi grattacieli illuminati e tutto era semplicemente perfetto. «Ho pensato che sarebbe stato il posto perfetto per le nostre fughe d'amore.» Mi disse abbracciandomi alle spalle, per poi iniziare a baciarmi delicatamente il collo, mandandomi letteralmente in estasi. «Non puoi capire quanto ti amo.» Dissi voltandomi verso di lui, incrociando il suo sguardo magnetico. «Tu meriti questo e altro.» Mi disse incominciando a baciarmi lentamente, prima che il suo telefono iniziasse a squillare. Dovevamo immaginarcelo. «Ti posso lasciare sola per un po'? Devo andare un attimo dai ragazzi.» Mi disse mordendosi il labbro inferiore, facendomi venire letteralmente la pelle d'oca. «Non fare tardi.» Dissi stampandogli un bacio a stampo, prima che il ragazzo se ne andasse lasciandomi sola in casa. Subito iniziai a fare un giro, e non appena vidi una scatola di candele, ancora chiusa, dentro una cassetto del salotto, mi venne un lampo di genio. Prima di tutto, riempii la stanza di candele, accesi il camino e subito dopo misi una coperta e qualche cuscino davanti ad esso. Non appena ebbi finito, corsi in camera per indossare un delizioso babydoll nero che avevo comprato in una boutique di Parigi l'estate precedente. Sapevo che Harry amava questo genere di cose, era sempre stato il romanticismo fatto persona, così, prima del suo arrivo, aspettai davanti al camino, e non appena sentii la porta di casa aprirsi, mi recai all'ingresso, dove trovai Harry intento a togliersi la giacca, prima di accorgersi della mia presenza. Non appena mi vide, rimase per un momento a fissarmi senza dire una parola, con la bocca spalancata e gli occhi fissi sul mio corpo. «Bentornato a casa amore.» Gli dissi semplicemente con un sorriso accennato, mentre lui lentamente si avvicinava a me. «Sei semplicemente stupenda.» Mi disse appoggiando le mani lungo i miei fianchi, prima di prendermi in braccio per poi portarmi nel salotto, senza staccare neanche per un momento le sue labbra dalle mie. Delicatamente mi fece sdraiare sulla coperta preparata apposta per noi, mentre il profumo dell'incenso appena acceso cominciava a diffondersi per la stanza. Senza aspettare oltre, lo aiutai a togliersi la maglietta, seguita subito dopo dai jeans. Avrei voluto fermare il tempo, avrei voluto dimenticarmi del resto del mondo per sempre, ma per il momento, mi bastavano quei minuti in paradiso. «Credo che non mi stancherò mai di amarti.» Mi sussurrò all'orecchio, mentre le mani lentamente cominciavano a scendere lungo il mio fondo schiena. Il contatto con la sua pelle mi avrebbe per sempre fatto venire la pelle d'oca? «Pensiamo a vivere il presente.» Dissi a mia volta, prima di dar inizio alle danze. Quella sarebbe stata di sicuro la notte più immemorabile della mia vita. Tutto era perfetto. Lui era perfetto.

Vic #1

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. I want you so bad. ***


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CAPITOLO 2
I want you so bad.



Passai la notte intera tra le braccia di Harry e al mio risveglio, quando lo trovai ancora accanto a me, accennai un sorriso ripensando alla sera precedente. Come sempre era stato dolce, passionale, e per la prima volta anche un po' malizioso, insomma, era stato tutto semplicemente perfetto. Non appena mi svegliai, percepii il suo respiro lento e regolare tra i miei capelli, così, mi strinsi a lui per riuscire a sentire meglio il battito del suo cuore. Anche quando dormiva riusciva ad essere meraviglioso, era se stesso. Con un dito iniziai a seguire le linee dei suoi addominali, e, fortunatamente, si svegliò quasi subito. Avevo bisogno di sentire la sua voce rauca e sexy allo stesso tempo. «Finalmente.» Dissi semplicemente stampandogli un bacio sulla guancia, facendolo sorridere amabilmente. «Buongiorno amore.» Disse aprendo in una fessura gli occhi, prima di iniziare a baciarmi dolcemente, come solo lui sapeva fare. «Mi sei mancato così tanto.» Sussurrai al suo orecchio, mentre lui con le labbra scendeva lungo il mio collo. «Beh, penso che dopo stanotte abbiamo recuperato alla grande.» Disse con un sorriso sghembo, facendo sorridere anche me a mia volta. «Io non penso.» Dissi con una smorfia scatenando l'ira di Harry, che iniziò a farmi il solletico dappertutto. «Ok ok superstar stop.» Dissi tra le risate, prima che il ragazzo posasse per qualche secondo le sue labbra sulle mie. Era bastato un tocco a mandarmi in estasi. «Non dovresti mai sfidarmi.» Mi sussurrò con un sorrisino malizioso, guardandomi fisso negli occhi. «Non ho paura di te.» Sussurrai a mia volta, prima che il ragazzo annullasse per l'ennesima volta, ogni distanza tra di noi. Il paradiso esisteva. Per colazione, il ragazzo mi portò a letto una tazza di caffè fumante e delle brioches probabilmente riscaldante, scusandosi dicendo che non aveva avuto ancora tempo per fare la spesa. «Dovresti vergognarti, non pensi mai a me.» Dissi addentando la brioches prima di scoppiare a ridere davanti allo sguardo da cucciolo di Harry. «Ma io ti amo.» Disse con una vocina che mi fece venire la pelle d'oca, davvero non riuscivo a capire come potesse essere così dolce. «Veramente?» Dissi avvicinandomi al suo volto, prima che il ragazzo mi stampasse un bacio sulle labbra. «Si.» Disse accennando un sorriso, prima di imboccarmi. La giornata era iniziata bene, per cui sperai in un seguito altrettanto migliore.
Prima di uscire di casa, mi disse che avremmo avuto la giornata libera, e che i ragazzi ci avrebbero lasciati da soli volentieri. «Sei sicuro che per loro vada bene?» Dissi allacciandomi la cintura, non appena mi sedetti sul sedile della sua Ferrari. «Si tranquilla, avremo tempo di vederli domani.» Disse stampandomi un bacio sulle labbra, prima di accedere il motore dell'auto. Non mi disse dove saremmo andati, ma qualcosa mi diceva che da Harold mi dovevo aspettare di tutto. Dopo quasi un quarto d'ora di macchina, arrivammo davanti all'ingresso del Central Park, e dopo aver parcheggiato l'auto, Harry mi prese per mano dicendomi che mi dovevo fidare di lui. Sotto gli occhi curiosi dei passanti, mi condusse fino alla riva di un laghetto appartato, dove trovammo ad attenderci due presunti camerieri e un pic nik coi fiocchi. «Tu sei...» «Meraviglioso? Si lo so.» Mi disse stampandomi un bacio sulle labbra, mentre io sorpresa, continuavo a guardare tutto quello che aveva preparato per noi due. «Grazie, ora potete andare.» Disse con un sorriso cordiale ai due ragazzi che ci augurarono un buon appetito. «Non ti preoccupano i paparazzi?» Dissi sedendomi sulla tovaglia, o meglio sulla coperta preparata apposta per noi. «No, per niente. Oggi voglio solo essere un ragazzo che vuole far capire alla sua ragazza quanto la ama.» Disse sedendosi accanto a me, per poi aprire il cestino del pic nic. Lo sapevo che quello era solo l'inizio di una meravigliosa giornata.
Dopo il nostro spuntino, immortalato ovviamente da qualche paparazzo arrivato giusto in tempo, Harry decise di portarmi sulla Fifth Avenue, e non ne capii il motivo. «Ricordi uno dei nostri primi "appuntamenti"?» Mi chiese prendendomi per mano, per poi incamminarci fuori dal parco. «Intendi il nostro appuntamento alla London Eye? Non ti sembra un po' troppo lontano?» Gli chiesi ridendo mentre il ragazzo alzava gli occhi al cielo, arrendendosi. «Vuoi dire che non ti ricordi quel giorno quando abbiamo quasi creato un book fotografico tra un negozio e l'altro? Ma sì, quando ho messo quella foto su twitter e mi hai detto che temevi per la tua reputazione.» Disse sorridendo al ricordo mentre nella mia testa ripensavo a quella giornata semplicemente perfetta. «Avevo le mie ragioni.» Dissi ridendo, mentre Harry offeso alzava gli occhi al cielo. «Grazie eh.» Disse prima che io lo inzitissi con un tenero bacio a stampo, mentre lui fiero, continuava a tenermi per mano. Non appena iniziammo a camminare, ad Harry cadde l'occhio sulla vetrina di Victoria Secret, e dopo uno sguardo malizioso, lo guardai ridendo per poi tirargli un pugno sul braccio. «Andiamo.» Dissi trascinandolo dentro, mentre fiero di se stesso, continuava a stringermi la mano. «Grazie amore.» Mi sussurrò all'orecchio, per poi stamparmi un bacio sul collo, facendomi venire la pelle d'oca. Sarebbe stato un lungo pomeriggio, soprattutto per lui.
Al termine dello shopping, mi accompagnò in un ristorante italiano semplicemente stupendo, dove incontrammo un paio di fan che ci chiesero alcune domande e ci fecero qualche foto. «Mi chiedo ancora come fai.» Mi disse Harry trafiggendomi con lo sguardo, quando le due adolescenti se ne furono andate. «Fare cosa?» Gli dissi sorridendo, prima che il ragazzo intrecciasse la sua mano con la mia, iniziando a guardarle mentre si univano. «A sopportare tutto questo. Nessuno ti costringe a farlo, eppure sei sempre così allegra.» Mi disse per poi tornare ai miei occhi lucidi. «Non è poi così male come sembrava, e poi ti amo, farei qualsiasi cosa per te.» Gli dissi prima che il ragazzo si sporgesse verso di me, iniziando a baciarmi dolcemente, nell'attesa che arrivassero le nostre pizze. Le nostre mani intrecciate mi facevano sentire a casa, e le nostre labbra mi ricordavano tutte le volte quanto l'amavo. «Ti amo piccola.» Mi disse a fior di labbra prima di riprendere a baciarmi. Era tutto semplicemente perfetto.
Appena rientrammo a casa, Harry mi aiutò a portare le buste in camera, e non appena finimmo, corsi in bagno per prepararlo alla migliore notte della sua vita. Senza aspettare oltre, indossai il baby-doll che mi aveva regalato il pomeriggio precedente, dicendo che l'aveva fatto sopratutto per lui. Negli ultimi mesi eravamo diventati veramente affiatati, e persino Chloe e Dana l'avevano notato. Oramai eravamo diventati un tutt'uno. Dopo quasi un quarto d'ora mi decisi a uscire dal bagno e non appena entrai in camera trovai Harry, pronto ad aspettarmi sul letto con addosso ancora i jeans e la camicia già sbottonata. Senza dire una parola, mi avvicinai al ragazzo che, imperterrito, continuava a fissarmi dalla testa ai piedi con un sorrisino malizioso. Non appena mi stesi sopra di lui, senza fargli troppa pressione, iniziò a baciarmi prima dolcemente, poi con più passione, mentre sue mani scendevano lungo la schiena, a contrario delle mie, che si stringevano ai suoi folti capelli ricci. «Sei perfetta.» Mi disse tra un bacio e l'altro facendomi letteralmente sciogliere. In un attimo ne approfittò per capovolgere la situazione, così, non appena lo trovai su di me, gli tolsi la camicia senza pensarci due volte lasciandolo solo coi suoi jeans, mentre le mie mani scendevano lungo il suo fondo schiena, facendolo sorridere maliziosamente. «Tu sei mia, ok?» Mi sussurrò all'orecchio, per poi iniziare a baciarmi il collo. Tutto era perfetto in quel momento e poi mai, avrei pensato che le cose sarebbero potute cambiare per l'ennesima volta.

Al mio risveglio Harry era ancora immerso nel mondo dei sogni, quella notte aveva veramente dato il meglio di se, così decisi di non svegliarlo. Indossai la sua camicia un paio di pantaloni della tuta, e dopo essermi messa una coperta sulle spalle, uscii sulla terrazza per osservare in pace l'alba. Dopo quasi dieci minuti, seduta fuori su quella poltroncina sentii le palpebre cedermi, ma non appena sentii le labbra di Harry sulla mia guancia, mi risvegliai. «Ehi che ci fai già sveglio?» Gli chiesi, prima che il ragazzo si sedesse al mio posto, per poi prendermi in braccio. «Potrei farti la stessa domanda.» Mi disse prima di stamparmi un bacio sulle labbra, facendomi venire le vertigini. «Beh sei tu quello che ieri ci ha dato dentro.» Dissi maliziosa, prima che il ragazzo appoggiasse la sua fronte sulla mia, trafiggendomi con lo sguardo. «Sei tu che mi fai diventare matto.» Mi disse per poi riprendere a baciarmi mentre l'alba di fronte a noi cominciava a farsi vedere. Non avrei mai smesso di amare quel ragazzo, mai.

Vic #2

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. Tell me are you just getting by? ***


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CAPITOLO 3
Tell me are you just getting by?



Per il resto della mattina, rimasi a letto tra le braccia di Harry, mentre il ragazzo, dolcemente, mi improvvisava un piccolo concerto privato solo per me. Da quando l'avevo sentita, avevo sempre amato la sua voce, per questo, quando mi disse che dovevamo prepararci per andare, sentii un nodo alla gola, che si sciolse non appena posò le mie labbra sulle sue, riuscendo così a convincermi. In un baleno mi vestii, per poi rubare dall'armadio la cuffia grigia di Harry. «Ti sta benissimo.» Mi disse avvicinandosi a me, mentre io allo specchio osservavo la sua figura avvicinarsi. «Me la presterai spesso, vero?» Gli chiesi voltandomi, prima che lui facesse scontrare il mio corpo contro il suo. «Quando vorrai piccola.» Mi disse posando per un momento le sue labbra sulle mie, prima di scendere insieme a me per andare a prendere la sua ferrari nel garage. In men che non si dica arrivammo davanti al ristorante francese di cui Harry mi aveva parlato tanto. All'uscita del locale trovammo giornalisti ovunque, pronti a farci domande, così il ragazzo mi prese dolcemente per mano, sorridendo ai giornalisti senza dire una parola, mentre io facevo altrettanto. Era strano sentire chiamare il mio nome, da persone che non avevo mai visto prima di allora. Non appena entrammo, Liam ci corse incontro salutandoci con un caloroso abbraccio, per poi portarci al tavolo dove trovammo ad attenderci Danielle, Niall e Chloe. Delle altre di due coppie non c'era traccia, forse anche loro avevano fatto le ore piccole la notte precedente. «Ciao meraviglia.» Mi disse Danielle abbracciandomi con un caloroso abbraccio, non appena arrivammo al tavolo. «Ehi, tutto bene?» Le chiesi per poi sedermi accanto a lei, non appena ebbi finito di salutare anche Chloe e Niall. «Ora benissimo.» Mi disse per poi prendere per mano il suo ragazzo che nel frattempo si era seduto accanto a lei. Tutto era tornato alla normalità. Le coppie di un tempo erano tornate.
Dopo pranzo, io e il resto delle ragazze decidemmo di andare a fare un giro per negozi, così i ragazzi, ne approfittarono per parlare un po' da soli, seduti semplicemente al tavolino di un bar. Era bello sapere che la notorietà non gli aveva dato alla testa, loro si consideravano semplicemente dei ragazzi che erano riusciti a realizzare il proprio sogno. «Guarda ci sono già le foto. Quei giornalisti non perdono tempo.» Ci disse improvvisamente Eleanor mostrandoci lo schermo del suo cellulare, dove comparirono le foto insieme ai nostri rispettivi ragazzi. «Guarda Zayn.» Dissi improvvisamente selezionando una foto dove guardava Dana in un modo che non sarei riuscita mai a descrivere. «Siete la perfezione.» Disse Chloe facendo arrossire violentemente la ragazza. In effetti era così, quei ragazzi erano perfetti per stare insieme, e mi chiesi se agli occhi degli altri, anche io ed Harry facessimo lo stesso effetto. «Chanel?» Chiese Danielle, indicando il negozio prima che tutto entrammo senza pensarci due volte. Improvvisamente sentii un cellulare suonare nella borsa, e subito mi ricordai che Harry l'aveva lasciato a me, per paura di perderlo. Quel ragazzo non aveva assolutamente memoria. Dopo vari ripensamenti, decisi di vedere di chi si trattava, e non appena lessi il nome sul display non riuscii a capire, così, lessi il messaggio che aveva appena ricevuto senza pensarci due volte.
Sei a New York proprio quando io sono a Londra? Ammettilo che lo fai apposta (:
Subito dopo salii con la cronologia e non appena lessi il resto dei messaggi sentii il mondo crollarmi addosso.
T: E' stato divertente stasera con Ed, dovremmo trovarci altre volte insieme e scusa ancora se io e la mia amica ci siamo imbucate :D
H: Lo penso anche io e comunque tranquilla non c'è problema, un po' mi dispiace aver lasciato l'America..
T: Soprattutto perchè ci sono io ahahah :)
Decisi di non proseguire. Un altro messaggio e sarei scoppiata. Tutta la fiducia era andata a persa, il mio mondo era stato distrutto per l'ennesima volta. Non avevo più lacrime da versare, ma solo una battaglia da vincere. «Tutto bene?» Mi chiese Dana appoggiando una mano sulla mia spalla, facendomi sobbalzare. «Si, solo che non ho trovato nulla.» Dissi fingendo un sorriso, prima che il resto delle ragazze ci raggiungessero, ignare, di quello che stava accadendo nella mia testa.
Non appena incontrammo i ragazzi, Harry mi venne incontro con il suo solito sorriso perfetto mentre io riuscivo a pensare solo a quanto fosse bugiardo. Come riusciva a mentire così spudoratamente dopo tutto quello che avevamo passato? «Vuoi andare a casa?» Mi chiese avvicinandosi a me, mentre io facendo finta di niente, annuivo senza dire una parola. Per il resto del tragitto in macchina non fece altro che parlarmi della giornata che aveva trascorso con i ragazzi e delle fan che non li avevano lasciato in pace per un secondo. «Ti amano, non dovresti fargliene una colpa.» Dissi non appena parcheggiò l'auto nel garage, sorprendendosi delle mie parole. «Non intendevo questo è solo che a volte sono..»«Sono dedite Harry, dedite.» Dissi alzando gli occhi prima di uscire dall'auto seguita dal ragazzo che continuava a chiamarmi, mentre io facendo finta di niente, mi recavo in salotto cercando di mantenere la calma. «Mi vuoi spiegare che succede?» Sbottò di colpo, facendomi voltare per la prima volta. «Cosa succede? Forse dovresti essere tu a dirmelo.» Gli urlai iniziando a gesticolare come era mio solito fare quando ero nervosa. «Non capisco di cosa parli.» Disse Harry a sua volta agitato incrociando le braccia al petto, nervoso. «Ah no? Non ti dice niente "un po' mi dispiace aver lasciato l'america"?» Gli urlai contro, fuori di me, citandogli il messaggio che avevo letto qualche ora prima. «Hai guardato il mio cellulare?» Chiese Harry con gli occhi fuori dalle orbite, mentre io cercavo di mantenere il controllo, anche se era praticamente impossibile. «Dio mio Harry è questa la tua unica preoccupazione?» Gli urlai contro mentre il ragazzo iniziava a tremare dal nervoso. «No! E' solo che io credevo che tu ti fidassi di me.» Urlò a sua volta Harry, iniziando a gesticolare come me. «Io mi fidavo di te! Dopo tutto quello che abbiamo passato pensavo che qualcosa fosse cambiato, ma invece no tu..» Dissi poi trattenendomi prima di lanciare una bomba che avrebbe potuto mettere fine alla nostra relazione, una volta per tutte. «Tu cosa Victoria? Dillo dannazione!» Mi urlò facendomi letteralmente scoppiare. «Tu sei solo un bambino montato che deve ancora crescere!» Gli urlai facendolo sogghignare. «Questo bambino ricordati che potrebbe anche meritare di meglio!» Disse mettendo fine alla discussione. Sarei voluta scoppiare in lacrime, urlargli quanto lo stavo odiando in quel momento, ma quello che riuscii a fare fu solo salire le scale, mentre Harry dal piano di sotto continuava a chiamare il mio nome senza ricevere risposta. Aveva toccato un tasto dolente. Era riuscito a trovare il mio tallone d'achille.
Per mezz'ora rimasi in bagno a piangere silenziosamente e quando finalmente mi decisi a uscire per andare a letto, non fui sorpresa nel trovare il letto vuoto. Dal piano di sotto, si sentiva le urla e gli spari provenire dalla televisione del salotto, così, senza pensarci due volte, mi infilai sotto le coperte, ricominciando a piangere silenziosamente. Non volevo essere debole, ma soprattutto, non volevo che nessuno mi vedesse in quello stato. Oramai ero diventata abbastanza forte da superare qualsiasi tempesta da sola.
Quando finalmente riuscii a prendere sonno, Harry era ancora al piano di sotto a guardare alcuni film d'azione, i suoi preferiti, ma al mio risveglio trovai tutt'altra situazione. Non appena aprii gli occhi, vidi di fronte a me un mazzo pieno di rose rosa, e non appena allontanai lo sguardo, vidi Harry seduto sulla sua poltrona, intento a guardare fuori dalla vetrata della nostra camera, così, senza dire una parola, mi alzai lentamente, prima che Harry si accorgesse del mio risveglio. «Ehi.» Mi disse semplicemente mordendosi il labbro inferiore, mentre io dentro di me sentivo un irrefrenabile voglia delle sue labbra. «Ehi.» Dissi a mia volta per poi prendere in mano le rose regalatomi dal ragazzo. «Cosa significano?»Chiesi ad Harry, che alle mie parole si alzò, per venirsi a sedere di fianco a me. «Beh significano, scusa, sono stato uno stupido, non volevo dire le parole e ti amo più di quanto tu immagini.» Mi sussurrò trafiggendomi letteralmente con lo sguardo, prima che mi scappasse un sorrisino alle sue ultime parole. «In ogni caso dobbiamo parlare.»Dissi tornando seria, continuando a guardare il ragazzo che alla mie parole semplicemente annuì. Avevo bisogno della verità.

Vic #3

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. Like I'm the only one that you'll ever love. ***


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CAPITOLO 4
Like I'm the only one that you'll ever love.



Non appena mi fui data una sciacquata alla faccia, raggiunsi Harry al piano di sotto, per poi sedermi accanto a lui sul divano. Avevamo molte cose da chiarire, sentivo che sarei potuta crollare da un momento all'altro. «Cosa vuoi sapere?» Mi chiese Harry torturandosi le mani, senza staccare lo sguardo dai miei occhi. Odiavo vederlo così. «Che cos'è successo con questa Taylor?» Gli chiesi incrociando le gambe, mettendomi più comoda, cercando di non mostrarmi nervosa. Non volevo che qualcuno, ma soprattutto Harry, vedesse come stavo realmente. «L'estate scorsa avevo incontrato Ed in un pub di New York, e nel frattempo erano arrivate anche la Swift e la sua amica che lo conoscevano e..»«Aspetta aspetta, quindi Taylor sarebbe lei? Taylor Swift?» Chiesi interrompendolo per un momento, sobbalzando. «Si, lei. Comunque ci siamo visti solo quella sera, e da quel giorno ci siamo sentiti via sms, ma non c'è stato nient'altro. Devi credermi quando ti dico che ti amo e che non ti farei mai e poi mai del male.» Dissi avvicinandosi a me, intrecciando la sua mano con la mia, facendomi venire la pelle d'oca. «Perchè non me l'hai detto subito allora?» Chiesi guardandolo dritto negli occhi, facendolo irrigidire. «Avevo paura della tua reazione, e più passava il tempo più non trovavo il coraggio di dirtelo.» Disse abbassando per un momento lo sguardo, prima di tornare ai miei occhi non appena ripresi a parlare. «Harry io non voglio che tu non abbia più di amici, è normale che tu parli con altra gente, e lo stesso vale per me.» Dissi scrollando il capo, mentre il ragazzo rigido, continuava a tenermi la mano. «Scusami.» Mi disse semplicemente prima che io gli accarezzassi il volto, facendolo finalmente sciogliere. «Io non voglio che ti scusi Harry, io voglio solo potermi fidare di te, come all'inizio, quando tutto era più semplice.» Dissi avvicinandomi a lui, appoggiando la mia fronte sulla sua. «In ogni caso non avrei mai dovuto dire quelle parole.» Disse riferendosi ovviamente alla storia del "tu non mi meriti". «Non avevi tutti i torti, tu potresti meritare di meglio.» Dissi facendolo irrigidire prima che posasse le sue labbra sulle mie mentre l'uragano di emozioni cominciava a formarsi nello stomaco. «Non devi neanche pensarla una cosa del genere, tu sei il meglio del meglio. Sono io l'idiota che non fa altro che crearti problemi.» Disse per poi riprendere a baciarmi dolcemente, facendomi venire letteralmente le vertigini. In un attimo la situazione si capovolse, e mi ritrovai Harry sopra di me, mentre con le mani saliva e scendeva lungo la mia schiena. Era bello poter sentire ancora le sue mani sul mio corpo.
La sera sarei dovuta ripartire per Londra, così io ed Harry ne approfittammo per passare un pomeriggio romantico a New York e ovviamente, fummo seguiti per tutto il tempo dai fotografi, giornalisti e fan urlanti in cerca di attenzioni. Il ricordo della sera precedente era diventato solo un brutto incubo, in quel momento le uniche cose importanti eravamo io e il mio meraviglioso ragazzo che tenevo per mano, orgogliosa. «Vieni.» Disse non appena arrivammo a Time Square, trascinandomi verso una coppia di anziani signori chiedendogli se potevano farci una foto. Loro stranamente riconobbero Harry, e prima di accettare gli chiesero se poteva fargli un autografo per le loro nipotine, così, non appena ebbe finito, mi trascinò in mezzo al marciapiede, per poi appoggiare le mani sui miei fianchi, col più bel sorriso che avessi mai visto, prima che io mi attaccassi al suo collo annullando ogni distanza tra di noi. Il bacio non durò molto, ma fu probabilmente tra i più memorabili. «Siete davvero carini insieme.» Disse la signora con un sorriso tenero, quando tornammo a prendere il cellulare. Era bello sapere che qualcuno pensava che io ed Harry fossimo adatti per stare insieme. «Voglio farti un regalo.» Disse improvvisamente, mentre a braccetto continuavamo a camminare per le strade affollate di New York. «Ovvero?» Chiesi ridendo, davanti alla sua espressione pensierosa. «Non lo so, dimmi tu cosa vorresti.» Disse lui bloccandosi in mezzo al marciapiede, mentre io continuavo a guardarlo col sorriso in faccia. «Io non voglio niente Harry.» Dissi ridendo, trascinandolo verso l'altro lato della strada, mentre lui continuava a pensare. «Allora voglio fare qualcosa per te. Devo farmi perdonare.» Disse iniziando a guardandosi attorno, facendomi ridere per l'ennesima volta. «Harry a me basta averti al mio fianco.» Dissi per poi tornare seria di fronte al suo sguardo. «Aspettami qua.» Mi disse per poi incominciare a salire di corsa le scalinate rosse di Time Square, sotto lo sguardo curioso dei passanti. Non appena arrivò a metà scalinata, lo vidi sorridermi per poi sentirlo urlare. «Io amo Victoria Ferrari.» In un momento, riuscì a catturare l'attenzione di tutte le persone presenti, e riuscì a farmi sorridere come un tempo. Un sorriso che Harry non avrebbe dimenticato tanto facilmente. Senza attendere oltre, corsi da lui saltando al suo collo, rischiando di farlo cadere, prima di baciarlo di fronte alle persone curiose che parlavano di noi. «Ti amo anche io.» Gli sussurrai all'orecchio facendolo sorridere dolcemente. Il paradiso esisteva, lui ne era la prova.
Non appena tornammo a casa, ci "salutammo" per l'ultima volta, saltando addirittura la cena. Volevo viverla fino in fondo quella vacanza, non l'avrei rivisto per giorni e giorni dovevo cogliere assolutamente l'occasione. «Mi mancherai sai, mi mancherà tutto di te.» Mi sussurrò all'orecchio Harry, mentre la legno nel camino continuava ad ardere di fronte a noi. Le sue mani continuarono a scendere a salire lungo la mia schiena nuda, mentre le mie mani appoggiate sul suo petto, riuscivano a percepire il battito del suo cuore. «Mi penserai spesso?» Gli chiesi guardandolo dritto negli occhi, prima che il ragazzo iniziasse ad accarezzarmi i capelli, dolcemente. «Se avrò voglia.» Mi disse per poi iniziare a ridere, prima che io addentassi letteralmente il suo labbro inferiore. «Ehi!» Mi disse, scaraventandosi su di me, iniziando a farmi il solletico. «Ok ok basta!» Dissi tra le risate, prima che il ragazzo riprendesse a baciarmi dolcemente. «Non dimenticarti di me.» Mi disse a fior di labbra, mentre io gli sorridevo dolcemente. «Non lo farò. »
Non appena furono le otto ci preparammo per andare all'aeroporto, e durante il tragitto in macchina, continuai a ripensare alla stessa cosa. Saremmo riusciti a superare anche questa tempesta? «Che succede? Sei silenziosa.» Mi chiese improvvisamente Harry, staccando per un momento lo sguardo dalla strada. «Nulla, solo qualche pensiero.» Dissi accennandogli un sorriso, prima che il ragazzo continuasse la sua corsa all'aeroporto. Non appena arrivammo trovammo fuori ad attenderci i ragazzi e le ragazze, circondati da una ventina di fan, che furono subito allontanate dalle guardie del corpo. «Pronta?» Mi chiese il ragazzo non appena mi ritrovai con le valigie in mano. «Pronta.» Dissi stringere la sua mano con la mia. I prossimi giorni sarebbero stati i peggiori della mia vita, ero più che certa che avrei continuato a ripensare ai quei messaggi. «Ci si vede a Novembre allora.» Mi disse Liam, prima di salutare me e le altre con un caloroso abbraccio. Appena prima di salire sull'aereo, non appena finii di salutare tutti, Harry mi prese in disparte per poi appoggiare le mie mani sui miei fianchi. «Tieni, leggila non appena mi sarò allontanato. L'ho scritta stanotte.» Disse porgendomi una lettera che aveva estratto dalla tasca dei suoi jeans. Senza esitare la presi per poi abbracciare il ragazzo che mi baciò i capelli dolcemente. «Odio questa distanza.» Dissi stringendomi forte a lui, facendomi sentire come una bambina di fronte a un gigante. «Quest'Estate potremmo stare insieme, tua mamma ha già accettato, dobbiamo solo aspettare.» Mi sussurrò all'orecchio prima di iniziare a baciarmi dolcemente come era solito fare in quelle occasioni. Oramai eravamo abituati a dirci arrivederci.
Non appena fumo sull'aereo, le mie migliori furono curiose di leggere la lettera che Harry mi aveva appena dato, ma sfortunatamente per loro, preferii leggerla prima da sola. Ero gelosa di tutto ciò che riguardava me ed Harold.
Ciao piccola,
Probabilmente starai pensando "questo non ha nulla da fare", ma infondo te l'avevo detto che volevo farmi perdonare per tutto quello che ti sto facendo passare. A volte posso essere davvero problematico e polemico, ma devi credermi quando ti dico che non ho mai amato una persona nel modo in cui amo te. Te, l'unica che è sempre riuscita a capirmi fino in fondo. La mia migliore amica, la mia confidente, la mia amante, ecco cosa sei. La mia anima gemella. Ho sbagliato a dirti quelle parole l'altra sera, voglio che tu le cancelli dalla tua testa, perchè qua l'unica che potrebbe meritare di meglio sei tu, che invece, continui a sopportarmi con pregi e difetti, e per questo, non riuscirò mai ringraziarti abbastanza. L'unica cosa che posso fare, è amarti come nessun uomo ha amato un'altra donna, perchè tu meriti questo e altro. Meriti solo il meglio, per cui anche nei momenti più cupi, ricordati del nostro amore, ricordati di tutto quello che abbiamo passato insieme, dei giochi, delle carezze, dei nostri progetti per il futuro, perchè sono queste le uniche cose che contano veramente per me. Ti amo piccola.

PS: Ti ho lasciato un piccolo pensiero nella valigia, spero ti piacerà.


Il mio cuore mi diceva di fidarmi di lui, di credere che il nostro amore sarebbe durato fino alla fine dei nostri giorni, ma qualcosa mi diceva che dovevo comunque tenermi all'erta. In ogni caso, avrei continuato ad amare Harry, nel bene e nel male. Lui era la mia metà, o come mi aveva scritto, era semplicemente la mia anima gemella.

Vic #4

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. Can we just slow it down and press reset? ***


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CAPITOLO 5
Can we just slow it down and press reset?



Non appena tornai a Londra, Alexander mi chiamò per chiedermi se potevamo incontrarci visto che era passato molto tempo dall'ultima volta che l'avevo visto. Fortunatamente, aveva stretto un bel rapporto con Harry negli ultimi mesi, ma decisi comunque di informarlo di quello che stava succedendo. Non volevo che si venissero a creare casini inutili. Dopo aver studiato delle interminabili pagine di biologia, mi recai al bar dove eravamo solite andare io e Chloe, e non mi sorpresi quando non trovai il ragazzo, la puntualità non era proprio il suo forte, così, non appena entrai, mi andai a sedere all'unico tavolino libero, dopo aver ordinato una cioccolata calda con panna. Senza dare nell'occhio, iniziai a messaggiare con Harry, dicendogli quanto mi mancava e che non vedevo l'ora di incontrarlo, finchè una voce sconosciuta mi chiese cosa facessi tutta sola, seduta a un tavolino. «Non credo che potrebbe interessarti.» Dissi senza staccare gli occhi dal cellulare, mentre il ragazzo senza dire nulla si sedeva al posto che sarebbe dovuto essere occupato da Alex. «Non credevo che la ragazza di Harry Styles fosse così riservata.» Disse prima che io alzassi lo sguardo, per poi riconoscere il volto del ragazzo. Jay dei The Wanted ma certo. «Mi dispiace di averti illuso allora.» Dissi prima di tornare a guardare il cellulare, l'ultima cosa che volevo era creare un'altro scandalo, ma putroppo, il ragazzo non voleva saperne di andarsene. «Non ho possibilità , non è vero?» Mi chiese facendomi alzare per l'ennesima volta lo sguardo. «Mi dispiace.» Dissi stringendomi nelle spalle con uno sguardo serio. «Beh, ti lascio il mio numero, non si sa mai.» Disse passandomi il bigliettino prima di uscire dl bar, senza aggiungere altro. Dopo vari ripensamenti presi il biglietto e lessi quello che c'era scritto appena sotto il numero. "Meriti di meglio". Non riuscivo a capire il senso di quelle parole, così, infilai il biglietto nella borsa, prima di vedere entrare Alex nel locale. Che centrasse la storia di Taylor? Dovevo andare a fondo. «Sempre bellissima.» Mi disse Alexander dandomi un semplice bacio sulla guancia, prima di sedersi insieme a me. «Sempre esagerato.» Dissi ridendo, prima che una giovane cameriera arrivasse per chiedere l'ordine. «Allora, come va con Styles?» Mi chiese guardandomi col sorriso stampato in faccia, era bello vederlo così solare. «Beh, ci vedremo tra poco, tornerà a Londra per qualche giorno.» Dissi stringendomi nelle spalle mentre il ragazzo mi scrutava attentamente. «Qualche problema?» Mi chiese comprensivo mentre io cercavo di accennare un sorriso. «Solo qualche dubbio.» Dissi prima che la cameriera arrivasse con la cioccolata di Alex. «Spara.» Mi disse, mettendo lo zucchero nella tazza. «Ho scoperto che ultimamente ha parlato con Taylor Swift.» Dissi pronunciando le ultime due parole con una smorfia, facendo sorprendere Alex. «Gelosia?» Mi chiese con l'accenno di un sorriso, facendo sorridere anche me. «Ho solo paura di perderlo.» Dissi, prima di iniziare a bere la mia cioccolata, mentre il ragazzo mi rassicurava con parole carine. Mi piaceva il nostro rapporto. Non riuscivamo a portarci rancore. «Ma basta parlare di me, dimmi, c'è qualche ragazza?» Dissi prima che il ragazzo iniziasse a parlarmi col sorriso stampato in faccia, della sua nuova fidanzata. Si chiamava Jennifer, e l'aveva conosciuta grazie ad amici comuni. Da come la descriveva sembrava la ragazza più meravigliosa di questo universo, e in quel momento, mi chiesi se anche Harry parlava così bene di me. Ero insicura, e putroppo, sapevo bene il perchè.
Non appena tornai a casa, salii sul computer e fui sorpresa quando lessi l'ultimo tweet di Harry "Niente va mai come speri". Senza esitare chiamai il ragazzo e mi insospettii quando lo sentii rispondere con una voce quasi scocciata. «Che succede?» «Ho visto le foto con Jay, davvero Vic? Dopo tutto quello che mi hai detto?» Mi disse fuori di se prima che io lo inzitissi. «Forse prima di iniziare a sbraitarmi dietro dovresti sentire la mia versione, non trovi? Va beh, lasciamo perdere.»Dissi prima di riagganciare incazzata, per poi buttare il cellulare contro la parete. In un attimo vidi sbucare nella mia stanza Lucas, il compagno di mia mamma, che mi chiese se andava tutto bene. «Si tranquillo.» Dissi balbettando imbarazzata, prima di sentire squillare il cellulare, che nonostante il volo era ancora vivo.«Dovresti rispondere.» Mi disse con un sorriso di incoraggiamento, prima di tornare in cucina. Quell'uomo era davvero da sposare. Dopo vari ripensamenti presi in mano il cellulare, capendo di aver fatto un grosso errore. In fondo, anche io mi ero comportata nello stesso modo con lui. «Puoi perdonarmi?» Mi chiese dall'altra parte del telefono, mentre io mi stavo sciogliendo solo a sentire la sua voce calda e comprensiva. «Solo se mi prometti che mi amerai per sempre.» Gli dissi sdraiandomi sul letto, mentre lo sentivo sogghignare dall'altra parte del telefono. «Promesso piccola.» Mi disse facendomi sorridere. Nel frattempo Lucas venne a spiarmi, e dopo aver visto che tutto era andato per il meglio, mi fece un occhiolino per poi tornare alle sue faccende. In questi mesi, era diventato quasi un padre per me. Era sempre stato comprensivo, aveva amato me e mio fratello come se fossimo suoi figli, e a differenza di mio padre, lui c'era sempre stato per noi. «Comunque, cosa voleva Jay?» Mi chiese facendomi emergere dai miei pensieri. «Niente, voleva solo parlare.» Dissi stringendomi nelle spalle, mentre Harry continuava a rimanere in silenzio. Probabilmente era fuori di se. «Harry.» «Lo odio.» Mi disse semplicemente, riuscendo a percepire l'astio nella sua voce. «Devi stare tranquillo amore, non succederà niente.» Gli dissi cercando di tranquillizzarlo, l'ultima cosa che volevo era creare altri casini. «Questo lo so, è solo che eravamo mai stati in buoni rapporti, questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.» «Devi lasciarlo perdere, vedrai che non ti istigherà più.» Dissi riuscendo a calmarlo, o almeno, così pensavo. «Te l'ho già detto che sei fantastica?» Mi disse mentre riuscivo a immaginare il suo meraviglioso sorriso a quelle parole. «Lo so tranquillo.» Dissi pavoneggiandomi, riuscendo finalmente a farlo ridere, perchè era questa l'unica cosa che importava. Il suo sorriso, la sua felicità.

Il giorno dopo a scuola, raccontai tutto a Dana e Chloe, che non appena mi videro, mi chiesero delle foto. «Non pensavo che ci fosse tutto questo odio tra i ragazzi e i The Wanted.» Mi disse la mora, mentre insieme ci sedevamo sulle scalinate della scuola. «Neanche io, Harry mi ha detto che cercano di fingere davanti alle telecamere, anche se è veramente difficile. Non vogliono mettere di mezzo le fan.» Dissi io stringendomi nelle spalle. «A proposito dei ragazzi, dobbiamo preparaci per il 3 Dicembre.» Disse la biondina elettrizzata. «Ma ancora prima per il 19 Novembre.» Disse Dana, altrettanto eccitata mentre io le guardavo con un sorriso ingenuo stampato in faccia. Ormai erano già due anni che, a differenza mia, seguivano i ragazzi e potevo immaginare come si sentissero. Erano così fiere dei loro idoli, che allo stesso tempo erano diventati qualcosa di più per loro. Degli amanti, degli amici. Dai tempi di X Factor ne avevano fatta di strada, e a ripensarci un po' mi dispiaceva non esserci stata dall'inizio. Avrei tanto voluto provare quello che stavano provando Chloe e Dana in quel momento. «Scommetto che tu ed Harry avrete già dei piani per New York eh piccioncini?» «Avete intenzione di scopare peggio dei conigli non è vero?» Dissero entrambe, mentre io stavo letteralmente sprofondando dalla vergogna. «Vi pare il caso?» Gli chiesi facendole ridere, prima che entrambe mi abbracciassero per consolarmi. «Andiamo noi ti amiamo. Ma sappiamo bene quello che fate tu ed Harry in nostra assenza.» «Perchè volete dirmi che tu e Niall non lo fate mai.» Chiesi alzando un sopracciglio in segno di disappunto. «Certo, ma da quello che mi hai raccontato tu ed Harry battete alla grande sia noi che Zayn e Dana.» Disse prima di far ridere anche me. Era così bello poter parlare liberamente con le mie migliori amiche, senza paura di essere giudicata. Non avrei mai immaginato una vita senza di loro, Harry, i ragazzi, oramai avevano occupato gran parte del mio cuore. La più bella.

Vic #5

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. They don't know about us. ***


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CAPITOLO 6
They don't know about us.



I giorni fortunatamente passarono velocemente, Jay non si fece più sentire e le cose tra me sembravano andare per il meglio. Il 17 Novembre, dopo uno shopping sfrenato con le mie amiche, tornai a casa per preparare la valigia per poi andare subito a casa di Harry per fargli una sorpresa. Sfortunatamente, al mio arrivo Harry non c'era ancora, così appoggiai la valigia per terra, per poi sedermici sopra, mentre incantata, osservavo i primi fiocchi di neve cadere sul terreno. Attesi li per quasi dieci minuti, e quando finalmente vidi la superstar scendere dalla sua macchina, gli corsi incontro per poi saltargli al collo, prima che lui iniziasse a baciarmi, sotto la neve che continuava a cadere ininterrottamente. «Bentornato» Dissi staccandomi dalle sue labbra, prima di scorgere un paparazzo in lontananza, che indifferente continuava a fotografarci. «E' da tanto che aspetti?» Mi chiese Harry, prima di accorgersi a sua volta del fotografo. «Ok, andiamo in casa.» Mi disse prendendo la valigia, per poi prendermi per mano, incurante dell'uomo al di la della strada. Non appena entrammo in casa, appoggiò le nostre valigia per terra, per poi ricominciare a baciarmi con passione. «Ehi ehi, piano.» Dissi ridendo, tra un bacio e l'altro, prima che il ragazzo si staccasse dalle mie labbra, portandomi nel salotto, dove mi fece accomodare sul divano. «Allora, emozionato per il grande giorno?» Gli chiesi, mentre lui concentrato cercava di accendere la legna nel camino. «Non sai quanto.» Disse per poi sedersi accanto a me, per poi stamparmi un bacio sulla fronte. «Sono fiera di te.» Dissi prima che mi accogliesse tra le sue braccia, facendomi sentire finalmente a casa. «Mi sono dimenticato di chiederti se ti è piaciuto il CD.» Mi disse, appoggiando la sua testa sulla mia, mentre io sorridendo osservavo le nostre mani unite. «E' meraviglioso, ho amato sopratutto "They Don't Know About Us".» Dissi incrociando per un momento il suo sguardo, facendolo sorridere a sua volta. «Sei tu la mia musa. L'ho cantata per te quella canzone.» Disse facendo sfiorare il suo naso contro il mio, facendomi sorridere teneramente. «Grazie.» Dissi per poi incominciare a baciarlo lentamente, come se volessi che quel momento durasse in eterno. In un attimo Harry si stese su di me, per poi iniziare ad accarezzare il mio corpo delicatamente, quasi avesse paura di farmi del male, mentre io con le mani scendevo lungo la sua schiena. Non avrei potuto chiedere di meglio. Harry era il meglio.
Erano quasi le cinque del mattino quando mi svegliai tra le braccia di Harry, che indisturbato continuava a dormire. Delicatamente iniziai ad accarezzare i suoi addominali ormai scolpiti, riuscendo involontariamente a svegliarlo. «Non dovresti dormire?» Mi chiese con la voce impastata dal sonno e gli occhi ancora chiusi. «Scusa.» Dissi stampandogli un bacio sul petto, facendogli accennare un sorriso, prima che aprisse gli occhi. «Tutto bene?» Mi chiese iniziando ad accarezzarmi i capelli, dopo che ebbi appoggiato il volto sul suo petto. «Benissimo.» Dissi accennando un sorriso, mentre osservavo la sua grande mano appoggiarsi sulla mia, facendola così scomparire. «Prima mi sono dimenticato di darti un regalo.» Mi disse accendendo la mia curiosità. «Sarebbe?» Glie chiesi guardandolo dritto negli occhi, mentre il ragazzo sorrideva divertito davanti alla mia espressione. «Vuoi vederlo adesso?» Mi chiese, prima che io mi mettessi a sedere sul letto, incitandolo a darmi il regalo, come una bambina. Lui, divertito, si mise a cercare qualcosa nel cassetto del comodino, e quando finalmente la trovò mi disse di chiudere gli occhi, così feci. «Beh è da tempo che stiamo insieme ormai, ma ho pensato che fosse carino ufficializzarlo.» Alle ultime parole, lo sentii prendere la mia mano, per poi infilarmi un anello al dito, prima che io spalancassi gli occhi emozionata. «Vuoi essere ufficialmente la mia ragazza, Victoria Ferrari?» Mi chiese con gli occhi lucidi, emozionati quanto i miei. Senza dire una parola presi il cellulare sul comodino, per poi fare una foto al mio anello al dito. «Ma che..» Disse Harry, mentre mi osservava mettere la foto su twitter. "@Harry_Styels si, voglio essere la tua ragazza (ufficialmente)" scrissi prima di alzare lo sguardo sul suo volto. «Un modo più semplice per rispondermi?» Mi chiese divertito, prima che io iniziassi a leggere i commenti delle fan. Molte mi chiesero se ci saremmo sposati, altre erano felici per noi, alcune mi dissero che ero solo un'approfittatrice e altre ancora mi chiesero di essere seguite. «Non devi ascoltarle, cambieranno idea.» Mi disse Harry, baciandomi i capelli mentre io mi soffermavo sui tweet più offensivi. «Come possono giudicare senza neanche conoscermi?» Mi chiesi, mentre sentivo le mani iniziare a sudarmi. Fin dal primo giorno era stato difficile leggere tutti quei commenti negativi su di me, sulla mia relazione con Harry, e tutte le volte era come ricevere una pugnalata al cuore. Cos'avevo fatto per ricevere così tanto odio? Da quando amare una persona era un peccato? «Loro non sanno le cose che facciamo, non sanno niente del nostro amore, ma scommetto che se solo lo sapessero, sarebbero gelosi di noi. Loro non sanno delle notti insonni, non sanno niente della mia vita, piccola non sanno niente, non sanno niente di noi.» Mi canticchio Harold all'orecchio, prima che io mi voltassi verso di lui con un sorrisino accennato. «Dimmi come fai.» Gli chiesi sedendomi in braccio a lui, che nel frattempo iniziò a guardarmi pensieroso, mentre io gli accarezzavo la guancia, mentre il mio sguardo si immergeva nei suoi occhioni color smeraldo. «A far cosa?»«Ad essere il ragazzo più gentile, premuroso, passionale di questo pianeta, e ad accontentarti di una come me.» Dissi prima che il ragazzo avvicinasse il suo volto al mio, facendomi sorridere involontariamente. «Ti sbagli, non mi sto accontentando. Sei il regalo più bello che la vita avesse potuto farmi. Tu sei la mia felicità Vic.» Mi disse prima di annullare per l'ennesima volta ogni distanza tra noi due. Il contatto con la sua pelle, era sempre stata adrenalina pura per me, una droga che non avrei mai smesso di desiderare. «Mi è venuta un'idea.» Dissi improvvisamente Harry, interrompendo bruscamente il bacio che si stava facendo sempre più spinto. «Ovvero?» Chiesi frastornata, prima che lui andasse a prendere il computer sulla scrivania. «Hai sonno?» Mi chiese appoggiando il computer sul letto, per poi iniziare a vestirsi. «Sinceramente no, perchè?» «Twitcam?» Mi chiese guardandomi dolcemente, mentre io lo guardavo divertita. «Lasciami vestire.» Dissi indossando il mio pigiama, prima che Harry accedesse al sito. Non appena scrisse alla ragazze che avrebbe fatto una twitcam, impazzirono letteralmente, e non appena accendemmo la web cam, trovammo già migliaia di ragazze pronte ad attenderci. «Buonasera ragazze.» Urlò Harry in twitcam mentre io spaesata lo guardavo pensierosa. «Ti sentono non c'è bisogno che urli.» Disse Harry, prima di iniziare a guardarmi male, mentre io iniziavo a leggere il tweet di qualche ragazza che ci chiedeva dell'anello. «Ho solo pensato che fosse carino ufficializzare la nostra storia, non abbiamo intenzione di sposarci per il momento.» Disse ridendo alle sue ultime parole, facendo ridere anche me. «Siamo un po' troppo giovani.» Dissi io semplicemente, sorridendo alle ragazze che ci stavano seguendo, mentre Harry cercava qualche canzone da mettere, sul cellulare. Alle fine optò per Candy di Robbie Williams. «"Vic abbiamo visto le foto con Jay, ci stai nascondendo qualcosa?" La risposta è no, Jay mi ha semplicemente incontrato in un bar, non è successo nient'altro.» Dissi cercando di mettere fine a quella storia. Ero stufa di passare per quella che in realtà non ero. «Il signor Liam Payne è pregato di andare a dormire.» Disse invece Harry, dopo aver letto il messaggio del ragazzo dove ci chiedeva cosa ci facessimo svegli a quell'ora. «Perchè devi essere così cattivo?» Gli chiesi io dandogli una leggera spinta, scatenando le risate su twitter. «Ma non è vero, è solo che lui è sempre in mezzo.» Mi disse Harry, accarezzandosi il braccio fingendosi dolorante. «Veramente Styles?» Chiesi io per poi tornare ai tweet delle ragazze, prima di leggerne alcuni in italiano. «"L'Italia vi ama, siete la coppia perfetta", e noi amiamo tutte voi.» Dissi col sorriso stampato in faccia, mentre Harry appoggiava il volto sulla mia spalla. Per il resto della twitcam continuammo a scherzare come eravamo soliti fare, a parlare con le fan ed Harry non la smise di prendere in giro Liam che continuava a guardarci imperterrito. Tutto era perfetto, e mai e poi mai, avrei immaginato che le cose sarebbero potute cambiare. Che sarebbero potute peggiore.

Vic #6

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. Cause I know you're worth it. ***


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CAPITOLO 7
Cause I know you're worth it.



Al mattino, quando mi svegliai, sembrai letteralmente uno zombie. Fortunatamente Harry era riuscito a dormire più di me, così, senza svegliarlo, andai in bagno per farmi una doccia fredda. Il giorno precedente, la madre di Harry ci aveva invitato a pranzare da loro, e non potevo di certo sfigurare. Certo, avevo già visto Anne decine di volte ormai, ma era come se mi sentissi sempre sotto pressione. Sia lei che era il resto della famiglia erano semplicemente perfetti. Dopo essermi preparata, decisi di svegliare il ragazzo, che non appena si accorse dell'ora, mi diede un fugace bacio a stampo, per poi correre in bagno a prepararsi. Ci mise quasi un quarto d'ora, ma non appena uscì dal bagno, rimasi incantata a guardarlo. I capelli erano ancora scompigliati, gli occhi verdi ancora stanchi ma con quel maglione azzurro e quei pantaloni aderenti era semplicemente magnifico. «Scusa se non ti ho svegliato prima, ma eri così tenero.» Dissi andandogli incontro, prima che il ragazzo appoggiasse le mani sui miei fianchi. «Non preoccuparti.» Disse semplicemente, prima di darmi un tenero bacio che durò solo qualche secondo. Subito dopo aver preso giacche e borse, ci precipitammo in macchina per poi avviarci verso Holmes Chapel. Il viaggio ovviamente non durò meno di tre ore, così, io ed Harry ne approfittammo per improvvisare una sfida canora. Ovviamente non potevo competere con la superstar, ma stranamente quella volta me la cavai. Infondo, stavo imparando dal migliore.
Non appena arrivammo, Anne accolse me ed Harry con un caloroso abbraccio, e subito dopo fu il turno di Gemma e Robin. «Spero non ti abbia stressato ultimamente, sono pronta a rimproverarlo.» Mi disse la sorella non appena fummo in casa, facendomi ridere a differenza di Harold. «Tranquilla, saresti la prima a saperlo.» Dissi prendendola a braccetto, facendo ridere tutti, tranne il ragazzo che alzò semplicemente gli occhi al cielo. Era bello il legame che si era instaurato tra me e Gemma, da quando ci eravamo conosciute, avevo potuto sempre contare su di lei. «Vieni tesoro avrai fame.» Disse Anne facendomi strada verso la cucina, mentre Harry rimaneva dietro con Robin. «Ehi ti sei dimenticata di tuo figlio?» Chiesi Harry facendo ridere sia la donna che suo marito. «Ah si, sbrigati che si raffredda tutto.»
Per il resto del pranzo, Anne non fece altro che chiedermi della scuola, di mia madre, ma non appena mi chiese di mio padre, la conversazione divenne improvvisamente fredda. «Scusami tesoro non volevo..»«Tranquilla, ormai è da una vita che non lo sento e forse è meglio così.» Dissi con un sorriso di incoraggiamento, mentre Harry sotto il tavolo, teneva stretta la mia mano. «Lucas sembra veramente un brav'uomo. Ho avuto occasione di vederlo poche volte, ma mi ha fatto una buona impressione.» Disse Robin, facendomi sorridere. In effetti era così, il nuovo compagno di mia madre era esattamente l'opposto di mio padre. «Già lo è, mia madre non poteva desiderare di meglio.» Dissi sorridendo, riaccendendo la conversazione, che terminò non appena finimmo di mangiare il dolce. «Ok adesso andiamo un attimo in camera, addio.» Disse Harry trascinandomi via dalla tavola, mentre il resto della famiglia continuava a guardarmi comprensivo. Conoscevano meglio di me Harry, sapevano che non amava stare troppo tempo a tavola. «Finalmente. » Disse chiudendo a chiave la porta della sua ex camera, per poi buttarmi sul letto senza aggiungere nient'altro. «Ehi ci sono i tuoi nell'altra stanza non per dire.» Dissi, mentre il ragazzo silenzioso continuava a baciarmi il collo, facendomi venire le vertigini. «Non mi importa.» Disse per poi passare alle mie labbra. In un attimo la situazione si capovolse e non appena mi ritrovai sopra al ragazzo iniziai ad accarezzargli il volto, guardandolo per un momento, incantata. «Che c'è?» Mi chiese sorridendo, mostrandomi le sue meravigliose fossette, prima di iniziare ad accarezzarmi il braccio. «E' tutto così strano. Sei il sogno di milioni di adolescenti e hai scelto me. Tu sei pazzo.» Dissi ridendo, mentre il ragazzo mi fissava coi suoi occhioni color smeraldo. «Tu sei la pazza a credere che io potrei meritare di meglio.» Disse per poi attirarmi a se, facendomi scontrare contro il suo petto. «E questa Taylor com'è dal vivo?» Gli chiesi facendogli alzare gli occhi al cielo, mentre io me la ridevo di gusto. «E' più eccitante di me?» Chiesi tornando seria, iniziando a far salire e scendere la mia mano, lungo i suoi addominali ormai scolpiti, mentre le mie labbra tentatrici sfioravano le sue. «Riesce a scuoterti con un solo tocco?» Dissi infilando le mie mani sotto il suo maglione, facendo sorridere maliziosamente il ragazzo. «Dove hai imparato ad essere così fottutamente perfetta?» Mi chiese a fior di labbra, facendomi sorridere a sua volta. «Ho imparato dal migliore.» Dissi, prima che il ragazzo annullasse ogni distanza tra le nostre labbra. Era incredibile come le cose fossero cambiate nel giro di un solo anno. Non ero mai stata così sicura di me, non mi ero mai sentita così forte. Harry mi faceva sentire, mi faceva sentire me stessa. «Andiamo dai tuoi, dai.» Dissi improvvisamente alzandomi dal letto, cogliendo alla sorpresa il ragazzo, che rimase a guardarmi imbambolato. «Ma, non puoi lasciarmi così.» Disse prendendo la mano, che nel frattempo gli avevo porso, per aiutarlo ad alzarsi. «Riprenderemo stasera.» Dissi dandogli un tenero bacio sulla guancia, prima di tornare dalla sua famiglia. Cosa sarebbe potuto andare storto?
Non appena Anne e Genna mi videro tornare insieme ad Harry, mi proposero di andare a fare un giro per il paese, così, dopo aver salutato il mio sconsolato ragazzo e il suo patrigno, uscimmo per andare a prenderci una cioccolata calda, a un bar poco distante dalla casa. Per strada incontrammo qualche fan che ci chiese di fare un paio di foto, e qualche amico di famiglia che si fermò per le presentazioni. Mi sentivo trattata come un personaggio famoso, anche se in realtà non ero così. Io ero solo la ragazza di Harry Styles, non avevo fatto nulla per meritarmi tutte quelle attenzioni. «Allora, che pensavate di fare per Natale?» Mi chiese Anne, non appena ci mettemmo a sedere al tavolino del bar, sotto lo sguardo curioso di tutti i presenti. Ormai tutti conoscevano bene sia me che Anne e Gemma. «Io pensavo di stare con la mia famiglia, non so ancora che piani abbia Harry.» Dissi stringendomi nelle spalle, prima che arrivasse il cameriere per le ordinazioni. «Allora ho un idea.» Disse Gemma non appena il ragazzo se ne fu andato. «Che ne dite di andare a mangiare qualcosa a Londra? Conosco un ristorante davvero carino.» Disse Gemma eccitata, facendo sorridere sia me che la madre. «Ci sto.» Dissi convinta, facendo esultare la ragazza, che per ringraziarmi mi abbracciò. Nel frattempo, arrivarono anche Robin ed Harry, che non appena mi vide, iniziò a guardarmi spaesato. «Mi sono perso qualcosa?» Chiese sedendosi accanto a me, per poi prendermi per mano. «Ci stavamo organizzando per Natale.» Dissi semplicemente, guardandolo sorridere. Amavo immergermi nelle sue iridi color smeraldo. Riuscivano a tranquillizzarmi. «Trovatemi un amore come il vostro.» Disse Gemma guardandoci, facendo alzare gli occhi al cielo il ragazzo, mentre io ridevo insieme ad Anne. Mi sembrava di rivedere me e mio fratello. Spesso litigavamo, ci maledicevamo, ma infondo avremmo fatto qualsiasi cosa l'uno per l'altro.
Non appena io ed Harry rimanemmo da soli, il ragazzo propose di fare un giro per il piccolo paese, così, colse l'occasione per farmi visitare i luoghi della sua infanzia e della sua adolescenza. Mi fece visitare le scuole che aveva visitato, la panettiera dove aveva lavorato e il parco dove era solito portare le sue ragazze. «Scommetto che eri un piccolo donnaiolo.» Dissi sulla via del ritorno, mentre la mia mano e quella di Harry continuavano a rimanere intrecciate, nonostante il freddo polare. «Ma putroppo il mio lavoro non dava i suoi frutti.» Disse sconsolato, prima che io gli tirassi una sberla, per poi scoppiare a ridere davanti alla sua espressione sorpresa. «Perchè?» Mi chiese accennando un sorriso davanti al mio sguardo divertito. «Putroppo?» Dissi imitando la sua voce, facendolo ridere, prima che mi sbattesse contro il suo corpo caldo, intrecciando anche le nostre mani libere. «Gelosa Ferrari?» Mi chiese prima di stamparmi un bacio sulle labbra, facendomi sorridere. «No, perchè ora so che tu sei mio e di nessun'altra.» Dissi, prima di ricominciare a camminare verso la casa di Harold. «L'hai capito allora.» Disse esultante, guardandomi con una luce strana negli occhi. Che fosse la luce dell'amore? «Non è colpa mia se sono giusto un po' testarda.» Dissi facendo ridere il ragazzo che un istante dopo, si voltò a guardare un paparazzo dall'altro lato della strada. «Avremo mai un minuto di libertà?» Chiese per poi tornare a guardare di fronte a se. «Ogni mestiere ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. Pensaci, se non fossi diventata una pop star internazionale, se le mie amiche non fossero state delle tue fan, quel giorno avrei buttato il biglietto nel cestino, o nei peggiori di casi, non ci saremmo neanche conosciuti.» Dissi cercando di incoraggiarlo, ottenendo però l'effetto opposto. «Non mi dire così, non riuscirei a immaginare una vita senza te.» Dissi malinconico prima che io lo riportassi alla realtà. «Ehi, volevo solo farti capire che non sempre fare il tuo lavoro è un male.» Dissi rubandogli un bacio a stampo, cogliendolo alla sorpresa. «Pensavo che fossi io l'unico a poter rubare baci.» Disse lui triste, mentre io me la ridevo di gusto. «Allora mi dispiace averti illuso.» Dissi sorridente, prima di ricominciare a camminare insieme alla mia superstar.

Vic #7

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. I’ve fallen for your eyes. ***


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CAPITOLO 8
I’ve fallen for your eyes.



Non appena incominciò a farsi buio, io ed Harry decidemmo di tornare a Londra. L'indomani sarebbe stato un giorno importante per i ragazzi, per cui, pensai fosse meglio farsi una bella dormita, dopo quel viaggio estenuante di tre ore. Per la prima volta, Styles sembrava essere d'accordo con me, difatti, non appena toccò il cuscino, iniziò a dormire come un bambino. Il mattino, però, sfortunatamente arrivò troppo velocemente, così, non appena mi svegliai, cercai di alzarmi dal letto con malavoglia, prima di essere bloccata da Harry che continuò a tenere gli occhi chiusi. «Dove pensi di andare?» Mi chiese, prima di attirarmi a se, accogliendomi tra le sue braccia. «Pensavo stessi dormendo.» Dissi accennando un sorriso, mentre il ragazzo apriva gli occhi in una fessura. Quei meravigliosi occhioni verdi, che sarei rimasta volentieri guardare per ore e ore. Nemmeno lui riusciva a capire che strano effetto mi facessero. «Stavo riflettendo con gli occhi chiusi.» Mi disse accennando a sua volta un sorriso, mentre io gli accarezzavo il viso, con un dito. Era bello, bello da star male, ma soprattutto da star bene. «Emozionato per stasera?» Gli chiesi, prima di notare una luce accendersi nei suoi occhi. «Beh canterò solo per la Regina, nulla di che insomma.» Mi disse, facendo ridere entrambi, mentre io osservavo incantata le sue meravigliose fossette. In un attimo ripensai a tutto quello che avevamo passato, alle risate, ai baci, a quei giorni quando guardando le foto di lui e Margaret non riuscivo più a vedere un futuro per noi due, quando tutte le speranze erano andate perse, fino a quel giorno. «E poi ti aspetterà il Madison Square Garden.» Dissi eccitata al solo pensiero. Ero così fiera dei ragazzi. In poco tempo erano riusciti a ottenere ciò che avevano sempre sognato. Il duro lavoro aveva dato i suoi frutti. «Non vedo l'ora di essere a New York con te, la mia famiglia, i ragazzi.» Disse iniziando a sognare. Io, d'altro canto, volevo solo che quelli fossero i giorni più belli della sua vita. Gli sarei stato vicino, e lo avrei sostenuto fino alla fine. «E ci sarà pure Ed, non dimenticarlo.» Dissi felice, ricordandomi del ragazzo. Quel ragazzo era davvero un poeta quando si trattava di scrivere una canzone, e forse la persona più pazza di questo mondo quando si trattava dei suoi amici. «Già e non sarà il solo.» Disse Harry incupendosi per un attimo, catturando la mia attenzione. Il tono che aveva assunto la sua voce non mi piaceva. «Cosa intendi?» Chiesi cercando di far finta di niente. Non volevo rovinare uno dei giorni più belli della sua vita. «Taylor sarà al party dopo il concerto.» Disse Harry tutto d'un fiato, facendomi sbiancare per un momento. Era stata veramente una doccia fredda, ma come ho già detto, non volevo rovinare il giorno più bello della sua vita, e poi quella ragazza era solo una sua amica, o almeno così dicevano tutti. «Ah capisco. Ci saranno anche le sorelle di Tommo suppongo?» Dissi cercando di sviare il discorso con una domanda stupida. Non volevo ricadere nello stesso errore. Non avrei messo in discussione, per l'ennesima volta, la nostra relazione. Mi dovevo fidare di Harry, e il ragazzo sembrò apprezzare il mio tentativo di mantenere la calma. Non dovevo cedere.
Per il resto della mattina rimanemmo a letto a coccolarci e a ricordare i mesi passati come due vecchi, e quando finalmente fu ora di pranzo, Liam si presentò alla nostra porta, giustificandosi dicendo che era venuto a trovare la sua migliore amica, così, mentre Harry preparava qualcosa da mangiare, io e lui rimanemmo in salotto, seduti davanti al camino, per parlare del più e del meno. «Allora sei pronto per stasera?» Chiesi con un sorriso a trentadue denti, guardandolo mentre cercava di non tremare dall'emozione. «Non lo so, non ho ancora fatto mente locale. E' tutto così assurdo.» Disse per poi ridere, contagiandomi. «Danielle ci sarà più tardi non è vero?» Gli chiesi, facendolo illuminare non appena nominai la sua ragazza. Erano così dannatamente perfetti insieme, non riuscivo veramente a capire tutte quelle ragazze che nell'ultimo periodo avevano insultato Danielle, in fondo era per colpa loro se si erano lasciati, a parer mio. «Si mi ha detto di dirti che vi aspetterà fuori dal teatro.» Disse con un sorriso a trentadue denti, contagiandomi. «Vedo che le cose vanno per il meglio.» Dissi felice, facendolo sorridere per l'ennesima volta. Quel ragazzo era la dolcezza fatta persona, Danielle era veramente fortunata. «Si, lei è semplicemente perfetta. Ma ho saputo della tua discussione con Harry. Ora è tutto ok?» Disse in un sussurro non appena toccammo l'argomento Taylor. Non sapevo che Liam fosse il confidente del mio ragazzo. «Mi voglio fidare di lui, è solo che ho paura di essere ferita ancora, capisci?» Dissi in un sussurro, facendo diventare serio il ragazzo, che si avvicinò a me prendendomi la mano. «Puoi stare tranquilla, sono sicuro che Harry non farebbe mai una cosa del genere. In ogni caso, ci sarò sempre per te, ok?» Mi chiese retorico facendomi sorridere, prima che lo abbracciassi calorosamente. «Sei il miglior amico che si possa desiderare.» Gli sussurrai all'orecchio, prima di sciogliere l'abbraccio, per osservare il suo sorriso di incoraggiamento. «No, sei tu la persona speciale. Sei tu che meriti il meglio.» Disse facendomi letteralmente sciogliere. Ancora non riuscivo a capire come facesse ad essere così dannatamente dolce.
Dopo mangiato, i ragazzi iniziarono subito le prove, così, ne approfittai per fare un giro per Londra insieme ad Eleanor e alle ragazze. Visitammo le vie del centro, ci dedicammo allo shopping più sfrenato, e per concludere la giornata, ci recammo in un bar per berci una cioccolata calda. Non appena furono le sette, tornai a casa mia per prepararmi e per fortuna, mia madre decise di darmi una mano, mentre Lucas preparava la loro cenetta romantica. Per quella sera Willy sarebbe rimasto a dormire dai nonni, così loro due avrebbero avuto la casa tutta per loro. Mia madre se lo meritava dopo tutto quello che le era successo. Dopo quasi un'ora di preparazione, Lucas mi accompagnò al Royal Albert Hall, dove trovai ad attendermi il resto delle ragazze, tra cui Eleanor e Danielle, che mi salutarono con un caloroso abbraccio, prima di entrare tutte insieme. Certo, i posti che avevamo non erano dei migliori, ma l'importante era sostenere i ragazzi, no? Dopo quasi un'ora, finalmente salirono sul palco, e non appena iniziarono a cantare, Chloe mi strinse la mano, mentre vedevo i suoi occhi diventare lucidi. Per lei era diverso, ormai era da tempo che sosteneva i ragazzi, anche per lei era una grande vittoria, così, strinsi ulteriormente la sua mano, mostrandole un sorriso comprensivo. Ero contenta di vederla così emozionata ed ero più che sicura che Niall avrebbe pensato lo stesso nel vedere le sue lacrime.
Non appena lo spettacolo finì, io e le ragazze ci precipitammo nei camerini, dove trovammo dei ragazzi emozionati ed euforici, che non la smettevano di parlare. «Ehi non dovrebbero essere le donne a parlare così?» Chiesi Chloe irrompendo nella stanza , seguita da me e le altre. Le superstar corsero subito dalle loro rispettive fidanzate, e così fece anche Harry, che si avvicinò a me, con gli occhi ancora lucidi. «Congratulazioni superstar.» Dissi sorridendo, prima di stringerlo tra le mie braccia. Ancora non riusciva a crederci, stava letteralmente tremando. «Sei stato fantastico.» Dissi sciogliendo per un momento l'abbraccio, per riuscire così a baciarlo, davanti al resto dei ragazzi che iniziò a fischiare. «Simpatici come sempre.» Disse Harry, accogliendomi nuovamente tra le sue braccia, mentre vedevo Chloe tirare una pacca sulla nuca di Niall. «Che ne dite di andare a berci qualcosa?» Chiese infine Dana, ottenendo il consenso di tutti i presenti. Quello era solo l'inizio di una meravigliosa serata. Dopo quasi un'ora, quasi tutti furono completamente ubriachi, fatta eccezione per me, Eleanor e stranamente Harry. Mi aveva detto che avrebbe preferito ricordare quella serata, anziché dimenticarla per colpa dell'alcool. Devo dire che negli ultimi mesi era cresciuto veramente molto, ero fiera di lui. «Vuoi andare a casa?» Mi chiese a un certo punto, iniziando ad accarezzarmi il braccio. Io d'altro canto, annuii sorridendo, prima di salutare i ragazzi che non si sarebbero mai accorti della nostra assenza. Almeno non per quella sera.
Non appena arrivammo a casa, spedii Harry a farsi una doccia, così, io ebbi la possibilità di preparare la camera. In un attimo mi svestii, indossai un baby-doll blu e indossai il profumo che faceva sempre impazzire la superstar, accesi l'incenso, le candele, sul letto, con i petali di rosa, composi la scritta "H+V" e non appena lo vidi entrare nella stanza, con addosso solo dei boxer e un accappatoio, feci partire lo stereo, dove avevo messo un CD con le nostre canzoni preferite, ovvero Kiss me, Give Me Love, Hero, Fix You, Wonderwall e You Found Me. Lentamente lo vidi avvicinarsi a me, mentre con un sorrisino malizioso mi guardava dalla testa ai piedi. «Non mi merito tutto questo.» Disse con un sorrisino accennato, mentre io appoggiavo le mie mani sul suo petto nudo. «Invece si.» Dissi iniziando a baciarlo dolcemente, mentre lui con le mani scendeva lungo i miei fianchi. In un attimo, mi spinse delicatamente verso il letto, per poi cadere su di me facendomi ridere, mentre lui continuava a guardarmi sorridendo. «Che c'è?» Chiesi continuando a sogghignare, mentre lui mi spostava una ciocca di capelli che si era andata a posare davanti a un occhio. «E' così bello vederti ridere.» Disse continuando a sorridere, facendomi letteralmente sciogliere. «Sei tu la mia felicità.» Dissi, prima che il ragazzo ricominciasse a baciarmi, mentre io cercavo di togliergli quell'odioso accappatoio. Quella volta fu senza ombra di dubbio una notte immemorabile. Una notte dove tutto sarebbe cambiato.

Vic #8

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. And I will try to fix you. ***


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CAPITOLO 9
And I will try to fix you.



Al mattino, senza farmi sentire, mi alzai silenziosamente per andare a farmi una doccia e non mi stupii al mio ritorno quando vidi che Harry era ancora immerso nel mondo dei sogni, così, dopo avergli stampato un bacio sulla fronte, scesi per preparargli qualcosa da mangiare. Preparai qualche biscotto fatto in casa, riscaldai dei cornetti vuoti, che in seguito riempii di nutella e accompagnai il tutto con una tazza bollente di latte. Nel frattempo, sfortunatamente, il ragazzo si svegliò, rovinandomi la sorpresa. «Ehi non dovresti essere qui!» Dissi, andandogli in contro, mentre lui spesato mi guardava con un aria da cucciolo smarrito. «Mi scusi pensavo fosse casa mia.» Disse accennando un sorriso, accogliendomi tra le sue braccia. I capelli erano ancora spettinati, gli occhi socchiusi e indossava semplicemente dei pantaloncini e una felpa, ma nonostante tutto, riusciva sempre ad essere perfetto. «Dettagli.» Dissi coccolandolo un po', prima che lui appoggiasse il volto sulla mia spalla. Un gigante che si faceva cullare da una nanetta, questo era davvero il colmo. «Ho sonno.» Disse in un sussurro, mentre io gli massaggiavo la schiena, sperando che non si addormentasse tra le mie braccia. «Allora dovresti andare a dormire. Non dimenticarti che oggi abbiamo la cena con i nostri genitori.» Dissi facendolo svegliare improvvisamente, mentre io lo guardavo sorpresa. «Te ne eri dimenticato?» Gli chiesi, prima che lui annuisse, ancora spaesato. «Beh, in ogni caso alle tre andrò da mia madre per iniziare a preparare qualcosa, e tu dovresti occuparti di andare a prendere una torta e..» Dissi prima di essere interrotta da un lungo e dolce bacio, che mi fece riprendere il controllo. Quando si trattava della famiglia di Harry mi sentivo sempre sotto pressione. «Abbiamo ancora tanto tempo.» Mi disse con un sorrisino sghembo, facendomi rilassare. «Ok Harold, ma se qualcosa andrà storto sarà colpa tua.» Dissi sorridendo prima di riprendere a baciare il ragazzo.
Non appena consumammo la nostra colazione, Harry andò a prepararsi, così io ebbi l'occasione per messaggiare un po' con le mie amiche che quel giorno erano andate a scuola, costrette dai loro genitori. Per fortuna mia madre per quel giorno mi aveva lasciato libera di decidere, così avrei passato un po' di tempo col mio ragazzo. Sapeva quello che stavo passando, tutti i miei dubbi, e non voleva peggiorare la situazione. «Sei pronta? Ti accompagno da tua madre?» Mi chiese non appena finimmo di mangiare. «Vuoi sbarazzarti di me?» Chiesi ridendo, prima di finire di lavare i piatti. Il ragazzo, si fece subito alle mie spalle, appoggiando le mani sui miei fianchi per poi iniziare a baciarmi delicatamente il collo. «Ehi se fosse per me passerei l'intero pomeriggio con te ma..» «Il dovere chiama.» Dissi voltandomi verso di lui, scontrandomi con i suoi occhioni verdi. «Scusa.» Mi disse un sorriso, prima che gli stampassi un bacio sulle labbra. «Solo ricordati la torta.» Dissi a fior di labbra, facendolo ridere.
Non appena arrivai a casa, mia madre incominciò a raccontarmi della cenetta romantica che aveva avuto la sera precedente, ma non appena iniziò a parlare del "dessert" le disse che ero troppo giovane per sapere, facendola così ridere. Già, ridere, amavo quando lo faceva. Negli ultimi mesi Lucas le aveva fatto ritornare il sorriso, la voglia di vivere, e non l'avrei mai ringraziato abbastanza. Di mio padre, invece non si ebbero più notizie. Ogni mese passava a mia madre gli alimenti, ma questo era quanto. Ora lui aveva la sua vita a Parigi, la sua nuova famiglia da copertina, e anche se mi ostinavo a negarlo, a volte mi mancava terribilmente. Era pur sempre la mia figura paterna, nonostante Lucas fosse cento volte migliore di lui. «E tu con Harry? Va tutto bene ora?» Mi chiese, facendomi riemergere dai miei pensieri, prima di ricominciare a preparare l'arrosto. «Si, gli ultimi due giorni sono stati fantastici.» Dissi con l'accenno di un sorriso, mentre osservavo mia madre sorridere a sua volta. «Ne sono felice, ma ricordati dello studio mi raccomando.» Disse lanciandomi una frecciatina, facendomi alzare gli occhi al cielo. «Ho tutte le materie su con l'otto.» Dissi ricominciando a preparare le pizzette per quella sera. «Si, ma non ci vuole niente a tornare nel baratro, ricordalo.» Mi disse concludendo lì il discorso, fortunatamente. L'ultima cosa a cui volevo pensare era la scuola. Era appena Novembre diamine.
Verso le sette, Harry arrivò munito di torta e pasticcini, e non appena Willy lo vide, lo portò con se in salotto per fargli vedere l'ultimo fumetto che aveva acquistato. Quei due avevano instaurato davvero un bel rapporto, facevano fin invidia. Per di più, lo stava facendo diventare un vero e proprio donnaiolo, dal cuore tenero. Dopo che Nina gli aveva spezzato il cuore era passato a Kate, e dopo di lei c'era stata Lindsey, la sua attuale "fidanzata". Non avevo nulla da ridire, sia chiaro, solo mi dispiaceva vedere il mio fratellino crescere così in fretta. «Ehi voi due che state confabulando?» Chiesi avvicinandomi a loro, prima di percepire delle strane vertigini invadermi. Se non fosse stato per Harry probabilmente sarei caduta per terra come un sacco di patate. «Ehi che succede piccola?» Mi chiese guardandomi in volto, mentre io cercavo di realizzare quello che era successo. Anche mio fratello si avvicinò a me chiedendomi cos'avessi. «Solo.. solo un giramento.» Dissi accennando un sorriso, cercano di tranquillizzarli, mentre Harry mi faceva sedere sul divano. «Sarà un calo di zuccheri.» Dissi prima che Willy andasse a chiamare mia mamma, Harry nel frattempo si sedette accanto a me con uno sguardo preoccupato. «Ehi è stato solo un giramento, è da stamattina che non mangio.» Dissi prima che il ragazzo mi accarezzasse una guancia. «Sicura? Se vuoi possiamo..» «E' tutto ok Harry, una caramella e passa tutto.» Dissi sorridendo, prima di vedere comparire mia madre, con un bicchiere di acqua e zucchero. «Te l'avevo detto di mangiare qualcosa.» Disse rimproverandomi, facendo sorridere la superstar che continuò a guardarmi con sguardo comprensivo. Era proprio per questo che mi ero innamorata di lui.
Non appena arrivarono i genitori di Harry, senza Genna, iniziarono a parlare, a fare progetti, e nel frattempo ricominciavo a percepire le vertigini di poca prima, ma il peggio, venne quando arrivò il momento di mangiare. Tutto quello che mangiavo era come veleno. Riuscii a mangiare poco e niente. «Amore sei pallida, vuoi andare a casa?» Mi sussurrò all'orecchio, facendomi sciogliere. Era bello vederlo così preoccupato per me. «Tranquillo sto bene e poi manca poco.» Dissi io sorridendo, per poi osservare il dessert che non riuscii a mangiare. Anche Anne sembrò notare il mio malessere, così, prima di andarsene, mi strinse forte augurandomi una buona guarigione. Nonostante non volessi darlo a vedere mi sentivo uno straccio e subito pensai che si trattasse di influenza. «Vuoi andare in ospedale? Sai..»«Amore una dormita e passerà tutto.» Dissi nel tragitto verso casa, accennando un sorriso. La testa mi stava scoppiando, le ossa erano distrutte, e per di più non riuscivo a digerire quel poco che avevo mangiato. Inutile dire, che non appena arrivai a casa, mi precipitai nel letto, cercando di combattere la nausea che continuava a farsi sentire, sempre più forte. «Ti vado a preparare un the caldo.» Mi disse il ragazzo, prima che io mi opponessi. «No stai qua.» Dissi come una bambina, facendolo sorridere. «Arrivo subito.» Disse dandomi un bacio sulla guancia, prima di scendere in cucina. In quel momento, mi chiesi cos'avessi fatto per meritarmi tutto questo? Avevo un ragazzo che mi amava, finalmente avevo una famiglia su cui contare, delle amiche meravigliosi, e mi chiesi se quella fosse solo la quiete prima della tempesta, oppure se fosse semplicemente il mio lieto fine.

Vic #9


Che ne dite di passare tutti da QUESTA meraviglia? :)

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. You put your arms me and I’m home. ***


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CAPITOLO 10
You put your arms me and I’m home.



Passai una notte da inferno a rigirarmi nelle coperte, mentre Harry indisturbato continuava a dormire. Lo stomaco mi si era rivoltato contro, la testa non smetteva di pulsare e tutto questo all'insaputa del mio ragazzo che era sdraiato proprio accanto a me, così, dopo solo un paio d'ore di sonno, mi alzai dal letto per andare a prepararmi un'altra tazza di the caldo, sperando di riuscire a migliorare la situazione. Dopo di che, andai in salotto per guardarmi un po' di televisione, dove neanche dopo dieci minuti, mi addormentai. In quel momento feci uno strano sogno. Harry che se ne andava con Taylor senza voltarsi indietro. Cosa voleva significare? Forse ero solo paranoica. «Vic, vic svegliati.» Disse Harry scuotendomi leggermente, prima del mio risveglio. Per fortuna era li, davanti a me, che continuava a guardarmi coi suoi meravigliosi occhi verdi. «Forse dovremmo andare all'ospedale.» Mi disse preoccupato, mentre asciugava la mia fronte bagnata. «No tranquillo, ho fatto solo un incubo.» Dissi rassicurandolo, facendogli tirare un respiro di sollievo. «Cos'hai sognato?» Mi chiese, aiutando ad alzarmi, mentre io cercavo di dimenticare quelle immagini così nitide. «Mi prenderesti per pazza.» Dissi abbassando lo sguardo, prima di rialzarlo per incontrare i suoi occhioni comprensivi. «Credo di aver capito.» Disse prima di stringermi tra le sue braccia, facendomi finalmente sentire bene. «Tu sei mia, e non ti lascerò mai andare tranquilla.» Disse prima di stamparmi un bacio sulla fronte, mentre io imperterrita non riuscivo a dimenticare quella scena. Il peggior incubo della mia vita.
Nei giorni seguenti, la situazione sembrò migliorare. Il mal di testa svanì, ma la nausea, seppur sopportabile, rimase. Harry fu davvero premuroso con me e per ricompensarlo, decisi di organizzare qualcosa insieme a lui e ai ragazzi, prima della loro partenza. Il giovedì pomeriggio, partimmo per Brighton, e non appena arrivammo non fu difficile trovare un albergo dove alloggiare. Sfortunatamente Niall era dovuto tornare in Irlanda, urgentemente, così io e Chloe dividemmo la stessa stanza d'albergo ed Harry andò in stanza con Louis. «Mi dispiace aver fatto dividere te ed Harry.» Mi disse la biondina sconsolata, mentre appoggiava la borsa sul letto. «Tranquilla, e poi è da tanto che non passiamo un po' di tempo insieme.» Dissi sorridendo, facendo lo stesso. «Sicura?» Mi chiese avvicinandosi a me, prima che io la accogliessi tra le mie braccia. «Sicura.» Dissi sorridendo, prima di sciogliere l'abbraccio, per poi andare a raggiungere gli altri alla reception. «Pronte per un giro sul pontile?» Chiesi Harry accogliendoci col suo meraviglioso sorriso. «Voi andate, io e gli altri vi raggiungiamo.» Disse Chloe, spingendomi verso il mio ragazzo, che fu ben felice di accettare la proposta. Dopo quasi cinque minuti, passati a camminare mano nella mano, il ragazzo mi cinse le spalle con un braccio, così io lo strinsi a me, accennando un sorriso. «Niente paparazzi. Credo che mi piacerà questa vacanza.» Dissi facendo sorridere a sua volta il ragazzo. «Non urlare, la giornata non è ancora finita.» Disse baciandomi la fronte, proprio nel momento in cui comparve uno di quei fastidiosi fotografi. «Visto?» Mi disse con un sorriso sghembo, che mi fece impazzire. Non avremmo mai avuto pace. Harry era stato da sempre nel mirino dei fotografi, ed ora che stava con me, la situazione era anche peggiorata. Li trovavamo in tutti gli angoli. Uno addirittura una volte si nascose in un cassonetto della spazzatura. «Che ne dici di una ciambella calda?» Dissi indicando una bancherella ambulante, facendo venire l'acquolina ad Harry. «Ottima idea.» Mi disse stampandomi un bacio sulle labbra, prima di prendermi per mano, sotto lo sguardo indiscreto dei paparazzi che non la smettevano con il loro servizio fotografico.
Dopo quasi mezz'ora, non riuscimmo a trovare i ragazzi da nessuna parte, così, proposi ad Harry di andare a fare un giro sulla spiaggia. Il mare d'inverno era anche più bello e poi regnava una pace. «Ma qui non c'è nessuno, ammettilo che mi vuoi uccidere.» Disse Harry iniziando a guardarsi intorno preoccupato, facendomi ridere. «Può darsi.» Dissi, prima che il ragazzo mi bloccasse, per poi attirarmi a se. «E se volessi baciarti?» Mi chiese a fior di labbra, con un sorrisino malizioso, prima che io scappassi via, urlandogli di venirmi a prendere. Il ragazzo si mise subito a correre, e non appena salii sullo scoglio, riuscì a raggiungermi in un baleno. «Ah ecco cosa vuoi fare. Vuoi buttarmi in mare.» Disse prendendomi per i fianchi, mentre io mi aggrappavo al suo collo. «Non volevi fare una certa cosa?» Gli chiesi sorridendo, prima che il ragazzo annullasse ogni distanza tra le nostre labbra, mentre sentivo i fuochi d'artificio invadermi lo stomaco. Amavo Harry, lo amavo davvero, e in quel momento pensai che non l'avrei lasciato andare tanto facilmente. Come possono cambiare le cose.
Non appena tornammo in albergo per la cena, i ragazzi erano già seduti a tavola, pronti per ordinare, e quando chiesi che fine avevano fatto, incominciarono a darmi delle risposte vaghe. «Oh capito.» Dissi ridendo, mentre Harry continuava a guardarli perplesso. Per il resto della serata ridemmo e scherzammo come ai vecchi tempi e non appena ci alzammo da tavola io, Harry, Chloe, Liam e Louis andammo a fare un giro in un pub, mentre Dana e Zayn decisero di fare un giro sulla spiaggia, da soli. Fortunatamente i paparazzi sembravano essersene andati, ma le fan no. Non appena entrammo nel locale un gruppo di ragazze andò da Liam, Harry, e Louis per gli autografi e qualche foto, mentre io e Chloe restavamo a guardarli, sedute al nostro tavolino. «Allora, dove passerete il Natale tu ed Harry?» Mi chiese la biondina, prima di iniziare a sorseggiare la sua caraffa di birra. «Avevamo pensato di andare a mangiare fuori insieme alla mia famiglia e a quella di Harry.» Dissi accennando un sorriso, per poi osservare per un momento il ragazzo, che sorrideva amabilmente alle sue fan. «E tu? Come va adesso?» Mi disse la ragazza guardandomi comprensiva mentre io incrociavo le mani. «Bene, ho solo un po' di mal di testa, ma tutto qua. Nulla di preoccupante.» In effetti non era proprio così, ma non volevo allarmare la gente per niente. «Eccoci signore.» Disse Harry sedendosi accanto a me, cingendomi le spalle con un braccio, prima di stamparmi un tenero bacio sulla fronte. «Gelosa Vic?» Mi chiese Louis, con uno sguardo istigatore, mentre Liam alzava gli occhi al cielo ridendo. «No, perchè lui è già mio.» Dissi stringendomi al mio ragazzo, guardando con aria di sfida Lou. «Questo lo vedremo.» Disse serio, prima di scoppiare a ridere insieme a me. «Louis mettiti vicino a loro.» Disse improvvisamente Liam, estraendo il suo cellulare dalla tasca, e subito capimmo dove volesse andare a parare, così Tommo fece quello che gli disse, andandosi a sedere in braccio a Chloe. «Sorridete.» Disse prima di scattare la foto orribile, che mise addirittura su twitter. «Non è vero non è poi così male.» Disse Louis osservando il suo sguardo da pazzo omicida. Fu davvero una bella serata, tutti si divertirono e prima di rientrare nelle nostre camere, io ed Harry rimanemmo nella sala comune, davanti al cammino acceso già da tempo. Non appena iniziai a sentire il sonno invadermi, appoggiai la testa sulla spalla di Harry, facendomi coccolare un po' mentre tra me e me, ripensavo all'articolo che avevo letto il giorno precedente. Taylor era arrivata a New York già da giorni, e temetti che Harry potesse fare qualche cazzata durante la mia assenza. «Allora, ti senti meglio adesso?» Mi chiese Harry, riferendosi ovviamente al mio stato di salute, anche se l'unica cosa a cui riuscii a pensare, furono ai suoi messaggi con quella ragazza. «Decisamente.» Dissi fingendo un sorriso accennato, prima che il ragazzo riprendesse a baciarmi delicatamente, mentre con la mano, delineava i lineamenti del mio volto. Tutto sarebbe andato per il meglio, o almeno così speravo. Non ero mai stata fortunata della vita, e il mio senso sesto mi diceva che le cose non sarebbero cambiate. La mia vita era troppo perfetta in quel momento, la tempesta doveva ancora arrivare.

Vic #10

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Capitolo 11
*** Capitolo 11. I'm loving angels instead. ***


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CAPITOLO 11
I'm loving angels instead.



Non appena tornammo a Londra, i ragazzi partirono per New York, così, nei giorni seguenti, tra nausee e giramenti di testa, mi dedicai a me stessa e allo shopping più sfrenato insieme a Eleanor, che fu felice di aiutarmi con la scelta dei vestiti. Quella ragazza era l'eleganza fatta persona, Louis era stato veramente fortunato ad averla trovata. Era dolce, intelligente e soprattutto bella. Il giorno della partenza, per ringraziarmi di averle tenuto compagnia, mi regalò addirittura una collana col mio nome, su cui avevo messo gli occhi. Era davvero un tesoro. Sfortunatamente però, Chloe e Dana si ingelosirono immediatamente, così decisi di passare il resto del volo a parlare con loro, mentre El raccontava a Danielle della sua notte romantica con Louis. Non appena arrivammo fummo accolte dai paparazzi che non ci diedero tregua, ma per fortuna, trovammo subito dei taxi liberi che furono ben felici di portare le ragazze all'hotel, e di portare me a casa. Nel giro di qualche minuto arrivammo e appena vidi Harry nel salotto corsi ad abbracciarlo e fu un sollievo averlo tra le mie braccia. «Ehi, non pensavo che ti sarei mancato così tanto.» Disse Harry sogghignando, non appena staccai le mie labbra dalle sue, sorridendo. «Mi sei mancato da morire.» Dissi trafiggendolo con lo sguardo, facendolo sorridere teneramente. «Presto arriveranno anche i miei genitori, quelli degli altri sono già arrivati.» Disse Harry con un strana luce negli occhi. Era emozionato. «Non vedo l'ora che sia stasera.» Dissi sorridendo, anche se sapevo benissimo che alla sola vista di Taylor, avrei cominciato a dare di matto. Dovevo darmi una calmata, ma in quei giorni era praticamente impossibile. Ero molto più agitata del solito. «Ti sei presa un abitino sexy in questi giorni?» Mi chiese il ragazzo malizioso, facendomi ridere. «Niente di eccentrico.» Dissi trafiggendolo con lo sguardo, mentre lui continuava a sorridermi dolcemente. «Bene, voglio che tu sia solo mia per stasera.» Disse, prima che qualcuno bussasse alla porta, erano arrivati. Immediatamente, Harry mi prese per mano, per poi accompagnarmi alla porta, prima di aprirla. «Harry.. Vic ci sei anche tu!» Urlò Anne, abbracciando sia me che il ragazzo, che pregò la madre di lasciarlo andare. «Ehi mamma non consumarli.» Disse Gemma abbracciando prima me, e poi il fratello minore. Ora, finalmente, ero a casa.
Non appena finimmo con i saluti, Robin portò le valigie in albergo, nonostante il nostro invito non avevano voluto disturbarci, mentre io, Harry, Gemma ed Anne, decidemmo di andare a fare un giro per Central Park. Ovviamente, i momenti di privacy furono ben pochi, ma ci divertimmo comunque a far venire un esaurimento ad Harry. «Ok, meglio se vi lasciamo un po' soli piccioncini, ci vediamo in albergo.» Disse Gemma, trascinando la madre via con se che lasciò Harry con un "mi raccomando". «Era ora.» Disse Harry entusiasta, prendendomi per mano, mentre sul suo volto si dipingeva ancora il suo magnifico sorriso. «Ehi sono state gentilissime.» Dissi io avvicinandomi, mentre lui alzava gli occhi al cielo esasperato. «Voi tre siete proprio perfette insieme, dico davvero.» Disse lui, non riuscendo però a trattenere un sorrisino. «Sono la loro cocca caro mio.» Dissi, prima che il ragazzo mi bloccasse, facendo sbattere il mio corpo contro il suo. «Perchè riesci a rendermi felice.» Disse il ragazzo stampandomi un bacio sulle labbra, prima di riprendere a camminare. «Allora dimmi Harold, come ti senti al pensiero che tra qualche canterai al Madison Square Garden?» Gli chiesi facendolo sorridere, mentre una luce strana si accendeva nei suoi occhi. Non l'avevo mai visto così teso in vita mia. «Non potrei chiedere di meglio. Ho una famiglia che mi sostiene, una ragazza che amo con tutto me stesso, degli amici con cui sto condividendo gli anni migliori della mia vita. Insomma, ho tutto quello che un adolescente vorrebbe. La fama, l'amore..» Disse lasciandosi scappare uno sguardo verso di me, continuando a sorridere. Amavo osservare le sue fossette, sapendo che anche io, infondo, avevo contribuito alla sua felicità.
Verso il tardo pomeriggio, i ragazzi iniziarono le prove, così, io e la famiglia di Harry, ne approfittammo per una doccia e uno spuntino veloce all'albergo, prima di raggiungere le ragazze e le altre famiglie nell'atrio, non appena furono tutti pronti.Il viaggio verso il MSG fu chiassoso. La madre di Harry continuava a parlare, Gemma continuava a chiedere a suo padre quanto mancasse, e lui, d'altro canto, restò in perfetto silenzio, proprio come me. Non tutti avevamo lo stesso modo di comportarci di fronte a eventi del genere. Non appena arrivammo, ci fecero entrare quasi subito, così, prendemmo i nostri posti. L'attesa fu lunga ed estenuante, Chloe, di fianco a me, continuò a tenermi la mano per tutto il tempo. Eravamo entrambe molto emozionate, ma lei sicuramente lo sarebbe stata più di me, difatti, non appena vide le luci spegnersi per lasciare spazio al video di apertura, iniziò a urlare e a piangere, proprio come aveva fatto quando era uscito il primo CD dei ragazzi, occasione nella quale mi chiesi il motivo di così tanta gioia. Veramente non riuscivo a capire come facessero quei cinque ragazzi a renderla così felice, ma adesso lo sapevo. Sapevo cosa voleva dire. Non appena arrivarono sul palco, tutte iniziammo a cantare, a saltare. Fu probabilmente la serata migliore della mia vita. A fine serata, raggiungemmo i ragazzi in camerino, ma quando non notai Harry nella stanza, decisi di andare a cercarlo e mi stupii quando lo trovai appoggiato al muro, non appena uscii. «HAROLD!» Urlai saltandogli addosso, prima che il ragazzo iniziasse a baciarmi, dopo avermi stretto a se. «Ti sei ricordata del mio abito.» Mi disse tra un bacio e l'altro, prima che io lo interrompessi, per poterlo guardare dritto negli occhi. «Siete stati eccezionali.» Dissi notando l'emozione nei suoi occhi. Era così bello vederlo felice, non avrei potuto desiderare altro. «Ho cantato per te, ma non dirlo a nessuno.» Mi disse facendomi ridere, prima che io mi avvicinassi per l'ennesima volta a lui. «Sarà il nostro segreto.» Dissi a fior di labbra, prima che Harry riprendesse da dove avevamo interrotto. L'amavo, l'amavo davvero e niente sarebbe potuto andare male con lui al mio fianco.
Non appena io e la superstar scendemmo dalla macchina per recarci alla festa, fummo invasi dai fotografi, che, fortunatamente, furono contrastati dalle guardie del corpo di Harry. Non appena entrammo fummo accolti da amici, parenti, ma soprattutto, da Ed accompagnato da Taylor, che non appena ci vide, finse un sorriso per poi venirmi a salutare. «Buonasera ragazzi!» Urlò Ed abbracciando prima me e poi Harry, prima che quest'ultimo volesse lo sguardo alla bionda. «Vic, lei è Taylor. Taylor, Vic.» Dissi irrigidendosi non appena strinsi la mano della ragazza che continuò a scrutarmi, come se volesse trovare un punto debole. «Harry mi ha parlato di te.» Disse continuando la sua commedia, mentre io la osservavo seria, non avevo bisogno di fingere. Sarei stata razionale, e non avrei fatto fare figure al mio ragazzo. Sarei stata più matura di lei. «Ne sono felice.» Dissi prima di voltarmi verso il ragazzo che mi stampò un bacio sulle labbra. Subito dopo Harry mi fece conoscere amici di vecchia data, parenti, che non avevo mai visto, prima di salire su un palco scenico improvvisato, insieme a Niall, Louis e Ed. Senza pensarci due volte, anche io, Chloe e Dana li raggiungemmo, iniziando a ballare mentre loro improvvisavano una sfida di karaoke. Harry ad un tratto mi prese tra le sue braccia, iniziando a "danzare" sulle note di Angel, cantata in quel momento da Ed e Niall. Era una sensazione magnifica essere tra le braccia del mio ragazzo mentre mi dedicava una canzone che avevo ascoltato fin da bambina. Ero felice, libera e nessuno, neanche Taylor, sarebbe riuscita a rovinare quel momento. Ero innamorata di Harry, la mia era solo un infatuazione passeggera. La nostra storia sarebbe durata. Eravamo anime gemelle. «Quando torneremo a casa ho una sorpresa per te.» Mi sussurrò verso la fine della canzone per poi farmi fare una giravolta. «Non c'era bisogno che me lo dicessi.» Dissi maliziosa per poi scoppiare a ridere insieme al ragazzo. «Non intendevo "quella sorpresa".» Disse baciandomi i capelli, facendomi venire le vertigini. Quel ragazzo non avrebbe mai smesso di stupirmi.

Vic #11

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Capitolo 12
*** Capitolo 12. I will stand by you forever. ***


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CAPITOLO 12
I will stand by you forever.



Non appena la serata terminò, i ragazzi tornarono all'hotel, così, io ed Harry, dopo aver salutato tutti, tornammo a casa per la mia sorpresa. Il viaggio in macchina fu silenzioso, interrotto solo dalla radio che per quella sera aveva deciso di passare canzoni d'amore, giusto adatte per la nostra situazione. La mia mano, rimase appoggiata a quella di Harry per tutto il tempo, anche quando scendemmo, me la prese, come se non sapessi dove dovevo andare. Senza troppi giri di parole mi disse di seguirlo in camera da letto, e quando arrivammo, mise un CD nel lettore dvd, prima di sedersi accanto a me sul letto. *Non appena la tv si accese, la prima cosa che vidi fu Harry, seduto davanti al camino «Ehi Vic, lo sai che non sono mai stato bravo con le parole, per cui mi sono limitato a crearti un video speciale solo per te spero ti piaccia.» Disse, prima che sentissi partire in sottofondo Enrique Iglesias con 'Hero', la nostra canzone, mentre sullo schermo passavano le foto scattate dai paparazzi, durante il nostro primo appuntamento, se si poteva definire tale, e quelle scattate durante la nostra prima uscita tutti insieme. Io seduta tra Dana e Chloe non avevo spiccicato parola quella sera, almeno, non avevo spicciato parola a tavola. Subito dopo comparì il video del nostro secondo appuntamento, quando avevamo girato per negozi indossando qualsiasi cosa ci capitasse in mano. Harry mi parlava da dietro il telefono e mi chiedeva chi fosse la persona più felice del mondo in quel momento. Io ovviamente risposi Victoria Ferrari, ma lui negò subito dicendo che non poteva esserci persona più felice di lui in quel momento. Subito dopo, ci fu una sequenza di foto di quando Harry mi aveva cantato 'One Thing' davanti a tutta quella gente, foto, ovviamente, scattate dalle fan che ci avevano circondato quella sera, per poi passare alla foto del nostro primo bacio seguita da tutte quelle che avevamo scattato quel pomeriggio. Il pomeriggio più bello della mia vita. Subito dopo partì un video inedito, probabilmente girato da Gemma, dove c'eravamo io ed Harry abbracciati in un pub mentre ridevamo e scherzavamo, senza preoccupazioni, per poi passare a una foto scatta da mia madre, mentre io e il ragazzo dormivamo abbracciati sul divano e un'altra scattata da una fan, in discoteca, mentre io e la superstar, in pista, ci scambiavamo un lungo e lento bacio tra la folla. "QUESTO ERA SOLO L'INIZIO DI UNA LUNGA STORIA. LA NOSTRA." fu la scritta che anticipò un video dove tutti eravamo intenti a ridere e scherzare in riva al lago, come se i problemi per qualche fossero cessati di esistere. Come se tutto fosse perfetto, per poi passare alla foto del nostro primo mese e tante altre ancora dove ridevamo e giocavamo come due bambini. La foto del nostro primo Natale insieme, il bacio sotto il vischio, il mio compleanno passato in un pub coi miei amici e quello di Harry passato nella sua casa a Londra.* Tutti i nostri momenti migliori insomma, la nostra storia d'amore in quattro minuti. Quattro minuti che mi fecero piangere per la prima volta dopo tanto tempo, per la gioia. «Spero che quella siano lacrime di felicità.» Mi disse semplicemente, prima che io mi stringessi a lui, senza allentare la presa. «Ti amo.» Dissi tra le lacrime, prima che il ragazzo mi prendesse il volto tra le mani per incominciare a baciarmi continuando a tenermi tra le sue braccia. «Ti amo piccola.» Mi disse semplicemente prima di farmi stendere sul letto, per poi mettersi sopra di me senza farmi troppa pressione. I suoi baci furono delicati, i tocchi leggeri, e non avrei potuto desiderare nulla di meglio. In un attimo si tolse la giacca e la camicia rimanendo a petto nudo, mentre io osservavo i suoi addominali per poi passare al suo volto semplicemente perfetto. Gli occhi erano luminosi, le fossette erano comparse e quel sorriso mi stava letteralmente facendo morire. «Sarai sempre l'unica Victoria.» Mi disse accarezzandomi i capelli, prima che io avvicinassi il mio volto, sorridendogli a mia volta. «E' una promessa?» Gli chiesi a fior di labbra, tornando seria, osservando le fossette del ragazzo che per un momento svanirono. «E' una promessa.» Disse prima di ricominciare da dove ci eravamo interrotti. Le mie mani passarono dal suo corpo per poi arrivare al suo volto, mentre le sue cercavano la lampo del vestito. Quella notte sarebbe stata speciale, per Harry, ma soprattutto per me.
Quando la sveglia suonò alle dieci del mattino, Harry la spense senza pensarci due volte, mentre io mi stringevo a lui, lamentandomi per quel fastidioso suono, senza però aprire gli occhi. Harry d'altro canto, mi strinse a se, dicendomi che per quel giorno avrebbe avuto troppi impegni, ma io continuai a lamentarmi, sostenendo che era da tanto tempo che non passavamo un po' di tempo da soli, anche se non era così. «Stasera sarò tutto tuo amore.» Mi disse facendomi sorridere non appena pronunciò l'ultima parola. Non mi ero ancora abituata a sentirglielo dire. «Vorrà dire che ti preparerò qualcosa da mangiare al tuo ritorno.» Gli dissi trafiggendolo con lo sguardo, prima di notare le sue meravigliose fossette. Vederlo sorridere era la cosa che più amavo. «Non vedo l'ora.» Disse stampandomi un bacio sulle labbra, prima di andare in bagno per una doccia veloce, mentre io chiamavo Gemma per sapere se le andava di fare un giro per New York nel pomeriggio. Ovviamente, accettò di buon grado, così, dopo aver salutato Harry e avergli augurato buona fortuna, preparai un pranzo veloce solo per me, per poi andare a trovare la ragazza all'hotel. Non avevo voluto disturbare le mie migliori amiche, sicuramente avrebbero avuto meglio da fare, così, dopo aver rapito la sorella di Styles, facemmo un giro per negozi, facemmo qualche foto con le fan e alla fine del pomeriggio, mi aiutò a preparare qualcosa da mangiare per il suo fratellino. Me la cavavo in cucina, ma non ero affatto brava come lei. «Giusto non ti ho chiesto se ti è piaciuta la sorpresa di ieri.» Mi disse improvvisamente la ragazza, mentre io finivo di preparare la pasta al forno, facendomi sorridere, al ricordo della sera precedente. «Sapevo che c'era il tuo zampino. E' stato stupendo. Sono rimasta senza parole.» Dissi prima di mettere la teglia in forno, mentre la ragazza metteva il dolce in frigor. «Sono felice, ricordati che se hai bisogno lo rimetto io sulla giusta strada.» Disse facendo ridere sia me che lei, mentre io sentivo un po' di vertigini invadermi, ancora, ma provai a far finta di niente. Non volevo allarmare per niente Gemma, così, mi sedetti sulla sedia, e mi finsi stanca morta. «Lo terrò a bada io, tranquilla.» Ma la domanda era, ci sarei riuscita davvero?
Prima dell'arrivo del ragazzo,mi feci un bagno rilassante, indossai un abito semplice con delle ballerine e stesi giusto un velo di trucco. Quel giorno non mi sentivo per niente sexy e sperai che Harry capisse il perchè. I fatidici cinque giorni sarebbero arrivati a breve e sapete com'è, l'ultima a cui si pensa è essere femminili per il proprio uomo. Non appena sentii la sua auto parcheggiare, accesi le candele in salotto, per poi andargli incontro per stampargli un tenero bacio a stampo. «Bentornato amore.» Dissi sorridendo, mentre sul volto del ragazzo comparivano le sue meravigliose fossette. «Mi sei mancata da morire.» Disse per poi riprendere a baciarmi, questa volta più dolcemente. «Ehi non mi diventare uno di quei ragazzi sdolcinati da "ti amo no io di più".» Dissi interrompendolo bruscamente, facendo ridere sia me che lui. In un attimo il ragazzo mi sbatté al muro, facendomi ridere per l'ennesima volta prima di iniziare a baciarmi il collo maliziosamente. «Così va meglio?» Mi chiese prima di arrivare alle mie labbra che iniziò a baciare lentamente, prima che io sentissi la nausea invadermi per l'ennesima volta. Delicatamente cercai di respingerlo, trovando la scusa che la cena era già pronta per essere servita. Naturalmente, notai il suo sguardo perso, ma mi feci perdonare, quando a fine serata mi sedetti in braccio a lui, facendolo sorridere dolcemente. «Era tutto di suo gradimento?» Gli chiesi iniziando a giocare coi suoi ricci, mentre lui mi stringeva forte a lui, facendomi accennare un sorriso. «Diciamo di si.» Disse con una smorfia, prima che io mi alzassi per poi iniziare a guardarlo male mentre lui rideva di gusto. «Vorrà dire che stanotte si andrà a letto presto.» Dissi girando i tacchi, prima che il ragazzo mi abbracciasse da dietro iniziando a scusarsi e a darmi teneri baci sul collo, facendomi ridere fragorosamente. «Lo sai che ti amo?» Mi disse infine facendomi voltare, prima che entrambi scoppiassimo a ridere, per poi riprendere da dove avevamo interrotto. Ad essere sinceri, non mi andava molto di passare la solita serata sotto le coperte, ed Harry sembrò accorgersene quando mi vide titubante sopra di lui. «Che c'è piccola?» Mi chiese riallacciandosi i jeans, mentre io lo guardavo con un sorriso accennato. «Non preoccuparti un po' di mal di testa.» Dissi cercando di confortarlo, prima che il ragazzo si alzasse per potermi prendere in braccio. «Che ne dici di guardarci un film allora?» Mi chiese stampandomi un bacio sulle labbra, prima che io lo abbracciasse, appoggiando il volto sulla sua spalla. Era proprio per questo che mi ero innamorata di lui. Non di Harry dei One Direction, ma di Harold Edward Styles di Holmes Chapel, il ragazzo che mi aveva fatto innamorare di lui quando si era offerto di proteggermi per il resto della vita.

Vic #12

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Capitolo 13
*** Capitolo 13. Would you lie with me and just forget the world? ***


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CAPITOLO 13
Would you lie with me and just forget the world?



Il mattino seguente fu bello svegliarsi con addosso la sua felpa e di conseguenza, svegliarmi con il suo profumo sulla pelle. Le nostre mani erano ancora intrecciate, il suo volto era ancora sul mio petto e il suo respiro regolare mi faceva sorridere dolcemente. Senza neanche accorgermene iniziai a giocare dolcemente coi suoi ricci, mentre le immagini del nostro primo incontro mi passavano davanti come in un film. La prima volta che l'avevo visto in quella discoteca, la sua promessa di essere il mio eroe tutte le volte che vorrò, la paura di amare che aveva spinto entrambi a commettere il più grande degli errori e la nostra prima notte insieme. Tutti ricordi, belli o brutti, che ci avevano portato a quel momento perfetto. Qualche minuto dopo, lo vidi aprire lentamente gli occhi, mentre un sorriso accennato si dipingeva sia sul suo volto che sul mio. «Era ora.» Dissi continuando a giocare coi suoi capelli, prima che il ragazzo si alzasse, per potermi baciare meglio. «Stai bene piccola?» Mi chiese appoggiando la sua fronte sulla mia, mentre con guardo serio cercava di leggermi nel pensiero. Sfortunatamente per lui non ero mai stata un libro aperto. «Decisamente.» Dissi continuando a sorridergli, prima che le nostre mani si unissero per l'ennesima volta. «Allora oggi giornata insieme, finalmente.» Mi disse sorridendomi, finalmente felice di poter passare un po' di tempo insieme a me. «Dove potremmo andare?» Chiesi abbracciandolo, prima che lui mi stringesse ulteriormente a se. «E se stessimo tutto il giorno in casa?» Mi chiese affondando il volto nei miei capelli, mentre io ci pensavo su. In effetti non era male come idea. Ero stanca di ritrovami i paparazzi ovunque andassimo, almeno avremo avuto finalmente un po' di privacy. «Non male come idea.» Dissi sorridendo baciandogli i capelli, prima che il ragazzo chiudesse gli occhi per l'ennesima volta, facendosi cullare. Amavo questo lato di lui. Adoravo il fatto che qualche volta ero io a viziarlo un po'.
Non appena fu mezzogiorno, ci decidemmo ad alzarci dal letto per ordinare un paio di pizze, così, io indossai del semplici leggins e mi tenni addosso la felpa di Harry, mentre lui si mise un paio di pantaloncini e una maglietta a maniche corte. Quel ragazzo era peggio di un calorifero. «VADO IO!» Urlai non appena sentii suonare il campanello, mentre Harry era intento ad accendere il camino per me, che a differenza sua, ero sempre stata un ghiacciolo durante l'inverno. Non appena aprii mi ritrovai davanti il classico ragazzo bello con due profondi occhioni azzurri che avrebbero fatto sciogliere qualsiasi ragazza, ma non me. «Sono vostre le due pizze?» Mi chiese sorridendomi ammiccante, prima che Harry spuntasse sulla porta con un sorrisino ipocrita. «Si ecco i soldi tieni il resto.» Disse dandogli i soldi, prima di prendere le pizze e sbattergli la porta, davanti al mio sguardo divertito. «Che c'è?» Mi chiese dopo qualche secondo, prima che io mi avvicinassi a lui per stampargli un bacio sulle labbra.«Styles geloso. Mi piace.» Dissi ridendo, prima che il ragazzo se ne andasse in sala con le pizze. «Non sono geloso.» Mi urlò serio, prima che io lo raggiungessi, per poi buttarlo sul divano non appena posò le pizze sul tavolino.«Ah no?» Dissi saltandogli addosso, prendendolo alla sorpresa, prima che lui appoggiasse le mani sui miei fianchi, mentre io mi avvicinavo lentamente al suo volto con un sorrisino accennato. «Veramente Harold?» Gli chiesi a fior di labbra, mentre il ragazzo mi trafiggeva con il suo guardo. Chi aveva bisogno di un principe azzurro quando c'era lui? «Si mia cara Ferrari.» Disse prima di iniziare a baciarmi lentamente, mentre le mie mani si infilavano sotto la sua maglietta. «La pizza si raffredda.» Disse interrompendo bruscamente il bacio, prima di alzarsi con un sorrisino divertito, mentre io lo guardavo confusa. «Mi prendi in giro?» Gli chiesi per poi scoppiare a ridere insieme. «Vai dal tuo nuovo ragazzo.» Mi disse imitando la voce di una ragazzina gelosa, ovvero me. «Sei un idiota.» Dissi lanciandogli un cuscino, che ovviamente evitò. «Forza ho fame.» Disse ridendo, prima di sedersi con me sul pavimento, per mangiare le nostre pizze. Era questo che intendevo con del passare del tempo insieme. Era da tanto che non ci concedevamo una giornata solamente per noi, senza paparazzi, parenti o fan. In quei momenti eravamo solamente due adolescenti che si amavano e che volevano divertirsi insieme.
«Dannazione hai barato!» Gli urlai dopo l'ennesima sconfitta a Super Mario, mentre lui esultava come un bambino, saltando sul divano, mentre io seduta sul pavimento lo guardavo accigliata. «Piccola non è colpa mia se sei una schiappa.» Mi disse fiero di se, prima che io gli tirassi un pugno sulla caviglia, mettendolo subito a tacere, mentre io godevo nel vedere la sua sofferenza. «Scusa ma non è colpa mia se sei una femminuccia.» Gli dissi, prima che il ragazzo si scaraventasse su di me, iniziando a farmi solletico, mentre io mi divincolavo sul pavimento tra le mie risate e quelle di Harry. «Scusati!» Mi urlò Harry tra le risate, prima che io gli mordessi il braccio, per poi iniziare a correre verso la camera, dove mi rifugiai. «Andiamo amore.» Mi disse Harry tra le risate dall'altra parte della porta, mentre io ero seduta, piegata dal ridere. «Promettimi che non mi farai del male.» Dissi tra una risata e l'altra, mentre Harry cercava di rimanere serio per qualche secondo. «Promesso.» Disse lasciandosi scappare un ultima risata, prima che io aprissi la porta. In un attimo, mi buttò sul letto per poi ricominciare questa volta a baciarmi, ma, sfortunatamente fummo interrotti dal campanello al piano di sotto. «Fai finta di niente. Sarà qualche fan.»Mi disse tra un bacio e l'altro, prima che io mi liberassi dalla sua presa per andare ad affacciarmi alla finestra. Era Gemma. «E' tua sorella alza il culo Styles.» Dissi correndo al piano di sotto per andare ad aprire alla porta alla ragazza, che non appena mi vide mi salutò con un caloroso abbraccio, prima che Harry arrivasse a rovinare i piani. «Ciao Har.. oh scusate ho interrotto qualcosa.» Disse imbarazzata, prima che io voltassi lo sguardo verso il ragazzo che nel frattempo si era tolto la maglietta, molto probabilmente apposta, anzi, sicuramente. «No tranquilla Ge..»«Tranquilla ero solo passata per chiedervi se vi andava di uscire a mangiare con noi stasera.» Ci disse con un gran sorriso che mi fece sciogliere. Era identico a quello del fratello. «Ci piacerebbe.» Dissi io, anticipando Styles che avrebbe trovato sicuramente una scusa. Amava la sua famiglia, la amava davvero, ma quando era con me preferiva non vederla, come se fosse geloso persino di loro. «Perfetto allora ci sentiamo dopo.» Disse salutandoci con un gran sorriso, prima di risalire sul taxi. Non appena chiusi la porta guardai storto Styles, che si finse indifferente. «Avevo caldo.» Mi disse giustificandosi, prima che io scrollassi la testa per poi abbracciarlo. «Sei sempre il solito.» Dissi, prima che il ragazzo ricominciasse da dove avevamo interrotto, mentre io facevo passare le mie mani lungo la sua schiena nuda e calda, a contatto con le mie mani fredde. Decisamente, era tutto troppo perfetto. Troppo.
«Vuoi darti una mossa?» Chiesi mettendomi i miei orecchini in perle, mentre osservavo il ragazzo che da dieci minuti fissava l'armadio, ovviamente per perdere tempo. «Non so che cosa mettermi.» Disse con sguardo pensieroso, prima che io andassi alla ricerca di qualcosa per lui. Optai per un maglione nero e dei jeans dello stesso colore. Un look total black insomma. «Ma così sembrerò un becchino.»Mi disse dopo che gli ebbi passato i panni, per poi ricominciare a prepararmi per la serata. Per l'occasione avevo deciso di mettermi un abito non troppo appariscente, delle scarpe col tacco classiche e un trucco naturale, quasi assente. «Harold..» Dissi in un sospiro guardandolo accigliata, prima che alzasse le mani in segno di arresa. «Ok capo.» Mi disse iniziando a cambiarsi, mentre io gli mostravo il mio sorriso migliore. Dovevo pur farmi valere. «Io avevo in mente altri piani per stasera.» Disse avvicinandosi a me, per poi iniziare a baciarmi il collo, proprio come piaceva a me. Sapeva quali erano i miei punti deboli, ma non avrei ceduto tanto facilmente «Non ci casco Styles.» Gli dissi sorridendo, andando a prendere i nostri cappotti. «Muoviti.» Dissi stampandogli un bacio sulle labbra, prima di passargli il suo, mentre il ragazzo faceva una smorfia e si lamentava. Era sempre il solito. Non appena arrivammo al ristorante, entrammo senza problemi. Non appena i camerieri ci videro entrare, ci scortarono subito il nostro tavolo, dove trovammo già pronti ad attenderci la famiglia Styles al completo. Sarebbe stata una lunga serata.

Vic

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Capitolo 14
*** Capitolo 14. So keep holding on. ***


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CAPITOLO 14
So keep holding on.



La serata proseguì nei migliori dei modi e se non fosse stato per la comparsa di Taylor durante la cena, sarebbe stato tutto perfetto, ovviamente nascosi la mia gelosia, ma il ragazzo sembrò accorgersene. Passammo una meravigliosa notte e quando fu il momento di salutarci, mi rassicurò dicendomi che mi amava e che non mi avrebbe mai lasciato. Insomma, mi ripeté semplicemente le parole di cui avevo bisogno. Nei giorni seguenti decisi di non dire nulla alle mie migliori amiche, di quello che mi stava succedendo, ma non appena mi ricordai che a giorni Harry sarebbe tornato a casa, decisi di incontrarle per potermi sfogare con loro, così, non appena mia madre uscì di casa, le chiamai per dirgli che avevo un bisogno urgente di loro. Subito si precipitarono da me e non appena ci sedemmo tutte e tre sul letto iniziarono a chiedermi cosa mi stesse succedendo. «Ho bisogno del vostro aiuto, non so più cosa pensare.» Dissi con voce strozzata, mentre cercavo di trattenere le lacrime. Non volevo diventare mamma, non a quell'età. Sarebbe stato tutto un casino. «Vic lo sai che a noi puoi dire tutto.» Mi disse Chloe prendendomi per mano, mentre Dana appoggiava la sua sulla mia gamba. Non riuscivo neanche a trovare le parole. «Ho avuto un ritardo.» Dissi dopo aver tirato un lungo sospiro, facendo irrigidire così le mie amiche, che iniziarono a guardarmi con gli occhi fuori dalle orbite. «Ci deve essere un'altra spiegazione.» Disse Dana iniziando ad accarezzarmi la gamba, cercando invano di tranquillizzarmi. «Hai fatto un test?» Mi chiese Chloe dopo qualche secondo, mentre una lacrima involontaria mi rigava la guancia. «No, non voglio scoprire la verità.» Dissi con la voce strozzata, prima che la mora mi abbracciasse, facendomi ufficialmente piangere. «Allora lo faremo insieme.» Disse la ragazza per poi lanciare un'occhiata d'intesa a Chloe, che disse che sarebbe ritornata subito. Nell'attesa, Dana mi disse che non dovevo preoccuparmi, che tutto sarebbe andato per il meglio, mentre io già mi immaginavo il mio disastroso futuro, quello che sarebbe potuto accadere ai ragazzi. Le loro fan avrebbero dato di matto, i management avrebbero fatto di tutto per ostacolare la nostra relazione, avrei infranto il sogno di Harry. Ecco cosa intendevo quando era tutto troppo bello per essere vero. Non appena la bionda tornò, mi disse che presto sua cugina mi avrebbe portato dei test, di certo se fossimo andate a prenderlo noi, saremmo subito state immortalate. "QUALCUNO NEI ONE DIRECTION DIVENTERÀ PAPA?", mi immaginavo già i titoli dei giornali di gossip. Era tutto uno schifo. Non appena Rosmery arrivò, Chloe corse a prendere il test, così, dopo un respiro profondo, andai in bagno per scoprire il mio futuro. Non appena finii, tornai in camera dalle mie amiche e non appena mi sedetti sul letto con loro, ricominciarono a rassicurarmi, a dirmi che loro ci sarebbero state per me, mentre io mi immaginavo lo sguardo furioso, e allo stesso tempo deluso, di mia madre. Tutti i suoi sacrifici erano stati vani. «Credo che sia ora.» Disse Dana, andando a prendere il test in bagno, per poi passarmelo senza neanche guardarlo. «Ci siamo qui noi.» Mi disse Chloe appoggiando una mano sulla mia gamba, mentre io tiravo un lungo respiro, prima della verità. «Positivo.» Dissi con la voce strozzata, prima di ricominciare a piangere tra le braccia di Dana. La mia vita era finita. Come potevo essere una buona madre a diciassette anni?
Nel quarto d'ora seguente, regnò un silenzio di tomba, interrotto solo dal rumore dei miei singhiozzi, prima che Chloe aprisse bocca, non appena mi vide un po' più tranquilla, per modo di dire. «Cosa intendi fare?» Mi chiese asciugandomi il volto, rigato dalle lacrime che non la smettevano di scendere. «Di sicuro voglio tenere il bambino. E' stato un mio errore non voglio che sia lui a pagarne le conseguenze.» Questa era la unica certezza. Da sempre ero stata contro l'aborto e l'adozione. Avevo commesso io lo sbaglio, non avrei fatto pagare a quella creatura i miei errori e Chloe e Dana sembravano essere d'accordo con me. «E con Harry?» Mi chiese la mora, facendomi ricordare improvvisamente di lui. «Per il momento non gli dirò niente, devo ancora pensarci.» Dissi, mentre le ragazze mi guardavano pensierose. «Cosa intendi per pensarci?» Mi chiesero, prima che io mi alzassi per avvicinarmi alla finestra, per poi guardare Londra in tutta la sua bellezza. «Non sono sicura di volerglielo dire.» Dissi stringendomi nelle spalle, mentre le ragazze, ancora sedute sul letto, continuavano a fissarmi. «Ma Vic è il padre, giusto? Ha diritto di saperlo.» Disse facendomi voltare, mentre immaginavo il suo futuro da padre. Gli avrei solo rovinato la vita. «Ha diritto anche di essere felice. Pensa alle conseguenze che questa storia potrebbe avere sui ragazzi. Il management non ci darebbe tregua, le fan calerebbero a picco ed Harry si ritroverebbe a dover scegliere tra il lavoro e la famiglia. Non voglio che rinunci ai suoi sogni.» Dissi sfogandomi, prima che Chloe si avvicinasse a me, trafiggendomi con lo sguardo. «E' davvero questo che vuoi? Diventare una mamma single.» Mi chiese prendendomi le mani, prima che io ricominciassi a piangere come una fontana. «Voglio solo che sia felice.» Dissi prima di essere abbracciata. La tempesta aveva inizio.
Chloe e Dana rimasero con me per tutto il pomeriggio, e non appena rimasi sola, notai le sette telefonate che Harry mi aveva mandato nell'ultima ora. Non me la sentivo di richiamarlo, così, dopo una doccia fredda, mi stesi sul letto per poter riflette in santa pace. Avrei aspettato l'anno nuovo, e in un modo o nell'altro avrei lasciato Harry. Lui avrebbe trovato qualcuna che lo avrebbe meritato veramente, presto si sarebbe dimenticato di me e io avrei abbandonato la sua vita per sempre. Mia madre nel frattempo non mi avrebbe rivolto la parola, ma alla nascita del mio bambino sarebbe tornato tutto come prima. Avrei interrotto gli studi, mi sarei trovata un lavoro e avrei comprato una casa solo per me e il mio bambino. Ecco cosa mi aspettavo per i prossimi mesi, per il momento, avrei passato i miei ultimi giorni insieme ad Harry e alla sua famiglia, per poi dargli il colpo di grazia a Gennaio. Già mi immaginavo la faccia di Anne, la sua delusione, che presto sarebbe sparita, non appena Harry le avrebbe presentato la sua nuova ragazza.
«Vic è successo qualcosa?» Mi chiese mia madre dopo la cena, mentre lavavo i piatti cercando di non pensare a quello che stava succedendo. Non potevo ancora dirglielo. «No perchè?» Le chiesi indifferente, cercando di respingere la lacrime. «Non hai toccato cibo stasera.» Mi disse osservandomi, mentre io cercavo di evitare il suo sguardo. «E' stata una giornata pesante. Avevamo molto da studiare. Sinceramente ho solo voglia di dormire.» Dissi fingendo un sorriso, che riuscì a tranquillizzare mia mamma. «Ok tesoro, se vuoi vai pure.» Mi disse stampandomi un bacio sulla fronte, prima che io finissi di lavare l'ultimo piatto, per poi tornare in camera per richiamare Harry. Ormai il peggio era passato, ora dovevo solo fingere che andasse tutto bene. «Piccola dove eri finita ti ho lasciato delle chiamate?» Mi chiese non appena alzò la cornetta, facendomi sorridere tristemente. «Avevo il cellulare silenzioso. Stavo studiando per una verifica. Sai, la noiosa vita da studentessa.» Dissi facendo ridere il ragazzo che iniziò a dirmi quanto gli mancavo, e una lacrima mi rigò involontariamente il volto, mentre cercavo di convincermi che sarebbe stato felice anche senza di me. Non volevo che rinunciasse ai suoi sogni. Avrei cresciuto il nostro bambino, ricordandogli ogni giorno quanto fosse fantastico il suo papà. Alla fine tutti avrebbero avuto il loro "e vissero per sempre felici e contenti".

Non appena Harry tornò a Londra, non avemmo molto tempo per vederci. La mattina ero a scuola, al pomeriggio spesso la superstar era impegnata con le interviste e la sera ci vedevamo a casa mia per mangiare qualcosa, per poi salutarci prima della mezzanotte, finchè ad Harry non venne un idea folle. «Sai a cosa stavo pensando?» Mi chiese Harry sorridendo, mentre abbracciati sul mio letto, guardavamo un po' di tv. «A cosa?» Chiesi a mia volta guardando il suo sorriso luminoso, che mi sarebbe mancato da morire. «Voglio passare il week-end con te. Che ne dici di un viaggio?» Mi chiese sorridendo, mentre io cercavo di non pensare alla creatura che lentamente stava crescendo dentro di me. Ormai era quasi passato un mese. «Sei diventato matto?» Chiesi ridendo prima che il ragazzo mi guardasse storto. «Perchè? Voglio solo farti un regalo per Natale. Dimmi dove vorresti andare.» Mi disse mostrandomi le sue meravigliose fossette. Non sapevo ancora come avrei trovato il coraggio di lasciarlo, ma in un modo o nell'altro, dovevo provarci. Ne valeva il suo futuro. «Ho sempre desiderato tornare a Venezia, ma non penso..»«Perfetto, Venezia sia.» Mi disse stampandomi un bacio sulle labbra, lasciandomi a bocca aperta. Dovevo cercare di allontanarlo lentamente, di fargli capire che per noi non c'era futuro, ma era come se una calamita mi attraesse a lui. Ero in guai seri.

Vic #14

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Capitolo 15
*** Capitolo 15. How does it feel? Pretend it's ok. ***


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CAPITOLO 15
How does it feel? Pretend it's ok.



Non appena trovammo un volo e un albergo libero, io ed Harry ci decidemmo a partire, anche se l'idea di quel viaggio non mi entusiasmava. Dovevo iniziare ad allontanarlo da me, così sarebbe stato meno doloroso per lui, ma il ragazzo non mi rendeva la vita facile. In quei giorni le nausee mattutine aumentarono, ma per fortuna la scuola mi aiutava a non pensarci. Ora il mio futuro ruotava intorno a quell'esserino che stava crescendo dentro di me. Il mio bambino, che avrei amato con tutta me stessa. Niente sarebbe stato più importante di lui, ma questo Harry ancora non lo sapeva. Il Venerdì sera, prima di partire, rassicurai mia madre dicendole che saremmo tornati entro Domenica sera, e come al solito mi lasciò con un "fai attenzione". La stessa frase che mi aveva detto prima di quella fatidica sera. Ancora non riuscivo a capire come fosse potuto accadere. «Stai bene amore?» Mi disse Harry prendendomi per mano, non appena salimmo sull'aereo. La nausea stava ricominciando a farsi sentire, ed Harry sembrò notarlo. «Penso di avere mangiato troppo.» Dissi in un sogghigno, rassicurando Harry che mi baciò teneramente la fronte. Dovevo mantenere il segreto, almeno fino al duemila tredici. Non appena atterrammo a Venezia, fummo subito accompagnati all'hotel e non appena arrivammo, fummo accolti nei migliori dei modi. Il servizio fu eccellente, ci trattarono come delle vere e proprie superstar e mentre Harry ringrazia lo staff per l'ospitalità, io mi affacciai sul balcone per respirare l'aria di quella meravigliosa città, mentre pensavo a tutto quello che sarebbe successo nel giro di qualche mese. Mi chiedevo se sarei riuscita a crescere un bambino, se sarei riuscita ad amarlo con tutta me stessa, ma soprattutto, se sarei riuscita a renderlo felice. Era tutto un completo casino. «Ehi splendore.» Mi disse Harry abbracciandomi da dietro, risvegliandomi dai miei pensieri, mentre un sorrisino si dipingeva sul volto. Avrei trovato il coraggio di mentirgli spudoratamente? «Lo sai che ti amo vero?» Chiesi appoggiandomi sul suo petto, mentre lui appoggiava la sua testa sulla mia. Finchè avrei potuto, gli avrei ricordato quanto lo amavo, che per me lui era l'unico, senza pensare alle conseguenze. «Si, ma è sempre bello sentirselo dire.» Disse iniziando a cullarmi, mentre io mi lasciavo coccolare tra le sue braccia. Presto ne avrei sentito la mancanza.
Passammo una notte esemplare, tra baci e carezze che continuarono a lasciarmi senza parole. Al nostro risveglio, ordinammo una colazione in camera, e mentre aspettavamo, rimasi tra le braccia di Harry, riuscendo così a sentire il battito accelerato del suo cuore. «Ti vedo pensierosa ultimamente.» Mi disse all'improvviso il ragazzo, facendomi irrigidire. Era davvero così evidente? «Stavo pensando a quando sarai in tour.» Dissi tranquillizzandolo, anche se a dire il vero, il mio battito cardiaco stava accelerando. Odiavo dovergli mentire così spudoratamente. «Beh fino a Febbraio saremo in Inghilterra, ne avremo di tempo per vederci.» Disse baciandomi i capelli, mentre io mi sentivo morire dentro. Non si meritava tutto quello che gli stavo facendo passare. «Sono arrivati. Torno subito.» Disse stampandomi un bacio sulle labbra, prima di andare ad aprire ai camerieri, mentre io pensavo tra me e me, a quanto fosse fantastico quel ragazzo. Con lui tutto era perfetto, mi bastava essere al suo fianco per essere felice. «Ha fame signorina?» Mi chiese tornando con un carrello pieno zeppo di cose buone da mangiare, che mi fecero venire l'acquolina in bocca. «Adesso si.» Dissi facendo sogghignare il ragazzo che mi passò subito una brioches piena zeppa di cioccolata. «Questa può andar bene?» Mi chiese sdraiandosi di fianco a me, iniziando a osservarmi, o meglio a fissarmi. «Certo amore.» Dissi stampandogli un bacio sulle labbra, prima di iniziare a divorare la brioches, avevo veramente una fame da lupo. Nel frattempo il ragazzo continuò a guardarmi con un sorrisino accennato, prima che io gli chiedessi cosa avesse. «Promettimi che sarai sempre mia.» Mi disse, accarezzandomi il volto, mentre io sentivo rivoltarmi lo stomaco. Odiavo quella situazione. «Non devi preoccuparti superstar.» Dissi appoggiando la brioches sul carrellino, prima di sdraiarmi sul ragazzo, che ricominciò a sorridermi come qualche secondo prima. «Non potrei immaginare una vita dove tu non ci sei.» Mi disse facendomi venire letteralmente un attacco al cuore. Questo era decisamente troppo. «E lo stesso vale per me.» Dissi prima di ricominciare a baciarlo, non avrei retto ancora per molto ai suoi occhi.
Non appena consumammo la nostra colazione, ci facemmo entrambi una bella doccia fredda e non appena fummo pronti, uscimmo alla luce del sole, in quella mite giornata d'inverno. La gente sembrava ignorarci per la prima volta dopo tanto tempo, come se non sapessero dell'esistenza dei One Direction e sia io che Harry, ci sentimmo finalmente sollevati. Per loro eravamo semplicemente due adolescenti che avevano marinato la scuola per passare un po' di tempo insieme. «E' così strano.» Mi disse Harry continuando a tenermi per mano, mentre camminavamo per le strade di Venezia. Il suo sguardo era perso tra folla e in un certo senso era insolito vederlo così. «In che senso?» Gli chiesi, prima che voltasse lo sguardo verso di me, accennando un sorriso. «Non essere al centro dell'attenzione.» Disse accennando una risata, mentre io lo guardavo serena. Si vedeva che era tranquillo. «Benvenuto nel mio mondo.» Dissi facendo ridere ulteriormente il ragazzo, che aumentò la presa della mano. Senza pensarci due volte, gli proposi un giro in gondola e non appena ne trovammo una libera, iniziò finalmente la nostra gita romantica per la città. Il ragazzo mi cinse le spalle, proteggendomi dal freddo, e io nel frattempo osservai il paesaggio che ci circondava. Era tutto semplicemente perfetto. «Hai avuto un'idea splendida Styles.» Dissi facendomi cullare tra le sue braccia, mentre il ragazzo sorrideva compiaciuto. «Lo so.» Disse facendomi ridere. Dopo qualche secondo lo vidi chiamare il gondoliere e mi stupii quando lo sentii dire «Puoi fare foto?» Era così divertente, ma allo stesso tempo così dolce sentirlo parlare in italiano. «Hai bisogno di un corso d'italiano.» Dissi tra le risate, mentre il ragazzo passava la macchina fotografica all'uomo sorridente. «Ora lascia che ti baci.» Mi canticchiò, prima di posare le sue labbra sulle mie, facendomi venire le vertigini. Per un momento mi dimenticai del bambino, dei problemi che avrei avuto nei prossimi mesi. Era come se il tempo si fosse fermato per qualche istante. Era come se Styles fosse la mia unica priorità ma il sogno, sfortunatamente, fu interrotto dal gondoliere, che con un colpo di tosse ci riportò alla realtà. «Ci scusi.» Dissi col mio perfetto italiano, prendendo il cellulare mentre l'uomo ci sorrideva comprensivo, prima di iniziare a canticchiare "That's amore". Nel frattempo, io mi risistemai tra le braccia di Harry, che fu ben felice di attrarmi a se. In quel momento, era come se niente e nessuno sarebbe riuscito a dividerci. Mi ero già scordata dell'esserino che in quel momento si trovava in mezzo a noi. Non appena scendemmo dalla gondola, incontrammo due fan che timide ci vennero incontro per chiedere ad Harry un autografo. Io, nel frattempo, le osservai arrossire, mentre con voce tremante gli chiedevano se potevano fare un foto insieme a lui. Erano semplicemente tenere. «Ci si vede a Maggio ragazze.» Disse Harry salutandole con un bacio sulla guancia, prima di tornare a prendermi per mano, per portarmi via di li. In un attimo raggiungemmo una pizzeria, dove mangiammo qualcosa al volo per poi continuare la nostra gita in piazza San Marco. «Allora, insegnami qualcosa bela signorina Mi disse Harry provando a parlare in italiano, facendomi scoppiare a ridere. «Beh prima di tutto è bella e non bela Dissi tra le risate prima che il ragazzo mi attraesse a se, facendomi scontrare contro il suo petto. «Va bene bella. E come si dice posso baciarti?» Mi chiese trafiggendomi con lo sguardo, mentre io rimanevo senza parole davanti a quegli occhioni verdi. «Dovresti farlo e basta.» Gli dissi a fior di labbra, prima che il ragazzo annullasse ogni distanza tra di noi. Il resto del mondo non mi importava più, la cosa più importante ora eravamo io ed Harry.

Vic #15

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Capitolo 16
*** Capitolo 16. Somebody is gonna miss you. ***


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CAPITOLO 16
Somebody is gonna miss you.



La vacanza a Venezia fu semplicemente fantastica, ma non appena le fans ci scoprirono, non ci diedero tregua. La domenica, quando rientrammo, i giornali erano pieni di nostre foto, che avevano come titolo "Fuga romantica nella città dell'amore". Davvero poco originale, pensai non appena presi in mano un quotidiano, iniziando a leggere quello che avevano scritto su me ed Harry. Per tutti eravamo ufficialmente la coppia dell'anno, ma qualcosa mi diceva che non appena avrebbero saputo della nostra rottura, tutte le critiche si sarebbero riversate su di me e, in effetti, non avevano tutti i torti. Forse sbagliavo a pensare che Styles sarebbe stato meglio senza di me, ma la mia testa mi diceva che era così che doveva andare. Non avevo altra scelta. D'altro canto, Harry continuò a servirmi e riverirmi come una principessa. La sua principessa. Durante il pranzo di Natale tutti sembravano così felici, le nostre famiglie erano diventate davvero unite nell'ultimo periodo, così, tutto quello che feci, fu fingere un sorriso, che, fortunatamente, convinse tutti i presenti. Gemma continuò a parlarmi per tutto il tempo come se niente fosse, mia madre ed Anne si scambiarono gli ultimi pettegolezzi mentre Harry e William si scambiavano consigli su come rimorchiare le ragazza. Insomma, mi sarebbe mancato tutto questo. Il senso di famiglia. L'amore.
Il trentun dicembre avrei preferito rimanere in casa a piangermi addosso. Presto il mio segreto sarebbe uscito alla luce del sole, e prima che Harry potesse accorgersene, avrei dovuto lasciarlo andare. Avrei dovuto lasciarlo libero di ricominciare una vita senza di me. «Allora signorina Ferrari è pronta?» Mi chiesero Dana e Chloe, irrompendo nelle mia stanza, proprio come ai vecchi tempi. Per festeggiare l'ultimo dell'anno, Chloe aveva optato per un abitino rosso sgargiante, mentre Dana indossava un semplice abitino bianco, che le metteva il risalto il decoltè. «Dannazione fatti guardare.» Mi disse la bionda facendomi fare una giravolta, sotto lo sguardo comprensivo della mora che restò a guardare sorridendo compiaciuta. «Per un po' non potrò mettere un abito del genere.» Dissi osservando il mio abitino aderente a fantasie floreali. Inutile dire che l'atmosfera si fece subito fredda, ma non appena le mie migliori amiche mi abbracciarono, tutto andò a posto. Finchè avrei avuto loro al mio fianco, non dovevo preoccuparmi di niente. «Per noi sarai sempre la nostra Vicky.» Disse Chloe facendomi sorridere. Era da tempo che ormai non mi chiamava così. «La nostra combina guai.» Disse a sua volta Dana, facendo ridere sia me che la bionda. Noi tre eravamo come sorelle e mai e poi mai, avrei immaginato una vita senza di loro. Non appena entrammo a casa di Styles, tutte e tre mano nella mano, Liam ci venne incontro per salutarci, prima di accompagnarci in sala, dove i ragazzi stavano già iniziando a stappare le prime bottiglie di birra. «Ehi tu vacci piano!» Urlò Chloe a Niall, il quale non appena la vide, posò la bottiglia sul tavolo per andare a salutare la ragazza, e lo stesso fece Zayn con Dana. Io, nel frattempo, salutai Eleanor, Danielle e Louis, che non appena mi vide, mi disse di salire al piano di sopra da Harold. Senza pensarci due volte, salii le scale e non appena entrai in camera lo trovai a torso nudo, mentre cercava qualcosa da mettersi. «Penso che una camicia bianca potrebbe andare bene.» Dissi dopo essere rimasta per qualche secondo a guardarlo, facendolo voltare di scatto. «E tu che ci fai già qui?» Mi disse avvicinandosi lentamente a me, per poi posare le mani sui miei fianchi. «Forse sei tu un po' in ritardo.» Dissi ridendo, mentre il ragazzo alzava gli occhi al cielo, ironico, prima di annullare ogni distanza tra le nostre labbra. Le sue mani, nel frattempo, scesero lentamente, mentre io incrociavo le braccia dietro il suo collo, per attrarlo a me. Ripensai subito a tutte le notti passate tra le sue braccia, ai suoi baci che ormai erano diventati una dipendenza, alle sue carezze al mio risveglio, e sentii un nodo in gola, che si sciolse, non appena mi guardò attraverso quegli occhioni verdi. Bastava un suo sguardo per farmi sentire a casa. «Andiamo giù?» Mi chiese appoggiando la sua fronte sulla mia, facendomi sorridere dolcemente, di fronte alle sue fossette. «Un ultima cosa.» Dissi prima di annullare per l'ennesima volta ogni distanza tra di noi. Non ne avrei mai avuto abbastanza
Non appena furono le dieci, io ed Harry ci decidemmo a scendere, e non appena arrivammo in sala, trovammo la tavola già imbandita di cose buone da mangiare. Non appena si accorsero della nostra presenza, Louis propose di prendere posto a tavola, così, non appena ci sedemmo, demmo il via ai festeggiamenti. Tutto era perfetto. Ero con i miei migliori amici, con il mio ragazzo, ma nonostante tutto, non riuscivo a lasciarmi da parte il fardello che mi portavo dietro. Ormai era già passato un mese. «Sei sicura di non voler bere un po' di vino, Vic?» Mi chiese improvvisamente El passandomi la bottiglia, prima che io rifiutassi gentilmente. «Sto cercando di smettere.» Dissi accennando un sorriso. Avevo paura che potesse nuocere al bambino. «Non vorrai bere coca tutta sera?» Mi disse scherzando Danielle, riuscendo a farmi ridere. Sapeva benissimo che non avevo mai rifiutato neanche una birra. «Prometto che nel duemila e tredici mi concederò qualche bicchierino.» Dissi a mo di lupetto, facendo ridere anche la ragazza. Era davvero dura continuare a mentire ai miei migliori amici, ma era necessario. Ne valeva la felicità di Harry e il futuro dei One Direction. Nell'ultima ora, prima dello scocco della mezza notte, iniziai a sentirmi male. La testa girava e non facevo altro che pensare a quello che avrei dovuto dire ad Harry, nel giro di qualche giorno. Ancora non sapevo se sarei riuscita a mentirgli così spudoratamente, ma dovevo tenere a mente che lo facevo solo per il suo bene. «Ehi amore ti vedo strana.» Mi disse Harry raggiungendomi nel gazebo sul giardino, dove l'anno precedente mi aveva ridato la collana che gli aveva restituito dopo che avevo saputo della storia di Caroline. Quante cose erano cambiate in un anno. «Avevo bisogno di prendere una boccata d'aria.» Dissi mentre il ragazzo mi avvolgeva tra le sue braccia, facendomi finalmente sentire bene. «Tra poco sarà il duemila e tredici.» Disse baciandomi la fronte, mentre io cercavo di respingere le lacrime che sarebbero potute uscire da un momento con l'altro. «Vorrei tanto che il tempo si fermasse.» «A chi lo dici.» Disse mentre una lacrima involontariamente mi rigava il volto. Non mi sembrava ancora vero che tutto sarebbe finito. Non riuscivo a farmene una ragione. Non appena mancarono pochi minuti alla mezzanotte, io e Styles raggiungemmo gli altri dentro, e non appena partirono i fuochi d'artificio, il ragazzo mi attirò a se, per potermi baciare sotto il vischio, mentre intorno a noi continuavano i festeggiamenti. Nonostante tutto, non riuscii ad essere felice. Il duemila tredici era iniziato da poco, con le mie ansie e le mie paure, ma soprattutto, con un segreto che presto sarebbe venuto a galla.

«Io penso che non sia veramente innamorata di lui.» Erano le due di notte. Chloe e Dana quella sera avevano deciso di rimanere a dormire a casa mia, e come sempre avevamo deciso di fare le ore piccole. Alla tele stavano trasmettendo la solita telenovela strappa lacrime e Chloe non la smetteva di commentare ogni battuta. I ragazzi nei giorni precedenti erano stati impegnati tra interviste e incontri, così io nel frattempo, avevo avuto il tempo di riflettere. Il giorno seguente sarei dovuta tornare a casa da Styles, così pensai che fosse l'occasione perfetta. Non volevo prenderlo in giro ulteriormente, e sebbene le mie amiche non fossero d'accordo con me, decisero di accettare la mia scelta. «Per me ha solo paura di soffrire.» Dissi a mia volta io, aggiungendomi alla telecronaca. Sul volto di Chloe si dipinse una smorfia, che si trasformò subito in uno sguardo stupito non appena entrò in scena la presunta amante di lui. «Come non detto.» Disse la bionda rimangiandosi quello che aveva appena detto, facendo ridere sia me che Dana, che nel frattempo aveva aperto il terzo pacchetto di patatine. «Dovremmo passare più tempo insieme noi tre. Quei ragazzi ci stanno rubando troppo tempo.» Disse Dana, prima di bloccarsi, non appena vide il mio sguardo abbassato. «Scusa Vic io..»«Ehi, voi due non badare a me. E' giusto che continuiate la vostra vita.» Dissi sorridendo alle mie migliore amiche, che spensero la tv, per poi sedersi bene per potermi guardare meglio, mentre io sdraiata sul letto, le osservavo mentre si preoccupavano per me. «Cosa hai intenzione di dirgli?» Mi chiese Chloe seria, prima di voltare lo sguardo verso la nostra amica. «Gli dirò che lo amerò per sempre, ma che non me la sento di continuare la nostra storia e gli mentirò dicendogli che ho iniziato a sentire un altro ragazzo che mi piace. E' l'unico modo.» Dissi stringendomi nelle spalle, mentre cercavo di combattere le lacrime che sarebbero potute uscire da un momento con l'altro. Nel frattempo le mie amiche mi osservarono comprensive. Per loro era il più grosso sbaglio che potessi fare, ma avevano comunque deciso di rispettarmi, di rispettare la mia decisione. «Noi ci saremo sempre per te.» Disse Chloe saltandomi addosso, subito dopo seguita da Dana, riuscendo così a strapparmi un sorriso accennato. Finchè avrei avuto loro al mio fianco, non dovevo avere paura di rimanere sola.

Vic #16

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Capitolo 17
*** Capitolo 17. Don't tell me cause it hurts. ***


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CAPITOLO 17
Don't tell me cause it hurts.



Inutile dire che quella notte non chiusi occhio. Le nausee si erano fatte sentire ancora più forti di prima, come se qualcosa dentro di me mi stesse dicendo che era tutto uno sbaglio, così, mentre le mie migliori amiche dormivano nel mio letto, io rimasi tutto il tempo, seduta su quel davanzale, protagonista delle mie peggiori crisi isteriche. Ripensai a tutti i bei momenti passati con Harry, e come flash back, mi balenarono nella mente. Putroppo non per tutti esisteva il "e vissero per sempre felici e contenti" e tanto meno poteva esistere per me. Victoria. una normale studentessa con una vita incasinata. Sarebbe stato troppo bello per essere vero. «Sei sicura che possiamo lasciarti sola?» Mi chiese Chloe, prima di uscire di casa seguita da Dana. Avrei preferito rimanere con loro fino al fatidico momento, ma non volevo disturbarle più di quanto avessi già fatto, così, finsi un sorriso, e le rimandai a casa dicendogli che le avrei chiamate la sera stessa. Oramai ero diventata davvero un ottima bugiarda. Stavo per commettere il peggiore sbaglio della mia vita, ma nonostante tutto decisi di seguire la mia testa. Di seguire la via più ragionevole, invece di ascoltare i miei sentimenti. Non appena Harry mi scrisse, gli risposi che avevo bisogno di parlargli. Non volevo coglierlo di sorpresa. Non se lo meritava, così, mi feci una doccia fredda, mi misi le prime cose che trovai e senza neanche truccarmi, mi diressi verso la casa del ragazzo. Durante il tragitto cercai di mantenere il controllo, di non pensare al mio futuro senza Harry. Ripetei tra me e me che lo facevo esclusivamente per il suo bene, ma infondo sapevo che era una bugia bella e buona. Harry non sarebbe mai potuto stare senza di me, come io non potevo stare senza di lui. Eravamo anime gemelle.
Prima di bussare alla sua porta, cercai di ricordami le parole da copione che mi ero messa in testa di dirgli, e che putroppo avevo completamente dimenticato. Stavo letteralmente andando nel pallone. Quando finalmente mi decisi a bussare, Harold aprì improvvisamente la porta, cogliendo sia me, che lui, alla sorpresa. «Ehi amore, tutto bene?» Mi chiese accarezzandomi un braccio, mentre mi osservava preoccupato attraverso i suoi occhioni verdi. Era una vera e propria tortura incrociare quello sguardo triste. «Ho bisogno di parlarti.» Gli dissi rigida, prima che il ragazzo mi facesse entrare, con lo sguardo perso nel vuoto, mentre io lo abbassavo a terra. Il cuore iniziò a martellarmi nel petto, e non appena ci sedemmo sul divano, tirai un respiro profondo, prima di alzare lo sguardo verso Harry, che nel frattempo aveva iniziato a tremare. «Che c'è che non va?» Mi chiese prendendomi per mano, mentre io la osservavo con uno sguardo triste. «Non riesco neanche a trovare le parole.» Dissi trattenendo le lacrime, mentre rigida guardavo la mano di Styles allontanarsi dalla mia. Era bastato un tocco a mandarmi in tilt. «Victoria mia stai preoccupando.» Mi disse serio, mentre io incominciavo a sentire la testa girarmi. Tutti i ricordi riaffiorarono come la sera precedente, le nostre liti che alla fine avevano trovato pace, non erano niente in confronto a quello che stava per accadere. «Non credo di poter continuare questa storia.» Dissi lasciandomi scappare una lacrima, prima del silenzio tombale. Il cuore martellava nel petto, le mani sudavano ed Harry come me, aveva iniziato ad avere gli occhi lucidi. «Cosa intendi?» Mi chiese dopo qualche secondo, che sembrò un eternità. Anche lui, come me, si era lasciato scappare una lacrima mentre io cercavo di mantenere un respiro regolare. «Quello che ho detto Harry. Non penso di riuscire a continuare a mentire.» Dissi con voce rotta dal pianto, prima che il ragazzo si alzasse dal divano, mettendosi le mani nei capelli. Senza pensarci due volte, fece cadere tutti i portafoto e i soprammobili che aveva sul camino, prima di voltarsi verso di me con uno sguardo disperato. «Dimmi che non è ciò che sto pensando.» Mi disse tra le lacrime, mentre io mi alzavo per poi avvicinarmi lentamente verso di lui. Entrambi avevamo iniziato a piangere a dirotto, e io a malapena riuscivo a vedere Harry. «Devi ascoltarmi.» Dissi prendendogli il volto tra le mani, prima di ripensare a il discorso che mi ero fatta tra me e me durante il tragitto, quel giorno. «Non posso continuare a fingere che vada tutto bene. Non penso di amarti come un tempo, ma questo non significa che non tengo più a te.» Dissi tra un singhiozzo e l'altro, prima che il ragazzo si avvicinasse a me appoggiando la sua fronte sulla mia, trafiggendomi con lo sguardo. «Dimmi cos'ho sbagliato ti prego.» Mi disse spezzandomi letteralmente il cuore, mentre fissavo i suoi occhi ormai rossi. «Tu non hai sbagliato Harry. Sono io il problema. Sono io che ho provato a fingere che tutto andasse bene.» Quello situazione stava diventando difficile da gestire. Avrei voluto urlargli che non l'avrei mai lasciato, che avremmo cresciuto il nostro bambino insieme, ma non doveva andare così. «Ce qualcun'altro?» Mi chiese dopo qualche secondo, tutto d'un fiato, facendomi abbassare lo sguardo. In effetti era così. «Ho provato a rinnegare i miei sentimenti per lui ma non ci riesco e non voglio più continuare questa messa in scena. Tu devi solo ricordati che io ti amerò per sempre.» Dissi allontanandomi per un momento da lui, prima che il ragazzo mi attraesse nuovamente a se. «No. Tu non mi puoi dire che è finita. Non posso immaginare una vita senza di te Vic.» Disse nuovamente tra un singhiozzo e l'altro, mentre io riuscivo a malapena a respirare. «Harry è meglio così. Tu meriti di meglio. Meriti qualcuno che ti ami con tutto se stesso. Qualcuno che sappia renderti felice.» Dissi appoggiando disperata il volto sul suo petto, mentre il ragazzo mi avvolgeva per l'ultima volta tra le sue braccia. «Tu sei la mia felicità Victoria.» Disse prima che io riuscissi a fuggire alla sua presa, mentre lui si arrendeva, prendendomi semplicemente per mano. «Cerca di capire Harry.»«Io non voglio rinunciare a te.» Disse prima di posare le sue labbra sulle mie, facendomi crollare del tutto. Avrei voluto rimanere così per sempre, ma la mia testa mi stava dicendo che non era la cosa giusta da fare. Dovevo mettere da parte l'egoismo e lasciare Harry una volta per tutte, anche se era difficile. Quelle labbra erano diventate una propria dipendenza, quei sentimenti non gli avrei mai dimenticati, ma dovevo in ogni caso voltare pagina. Ricominciare una vita senza di Harry. «Addio Harry.» Dissi semplicemente prima di scappare da quella casa, mentre il ragazzo mi osservava andar via, senza dire una parola. Per quasi cinque minuti corsi senza mai voltarmi indietro, ma non appena sentii il respiro mancarmi, mi sedetti sul marciapiede, appoggiando la schiena contro le mura di un palazzo, lasciando che i ricordi riaffiorassero da soli.

«Sicura che vada tutto bene?» Disse trafiggendomi ancora una volta con gli occhi, trasmettendomi un senso di pace, protezione, che solo una persona aveva saputo darmi. «No.. niente va bene. Ma ci sono abituata.» Dissi accennando un sorriso, sperando di riuscire a convincerlo ad andarsene. «Ehi, ricordati che io ci sarò sempre quando avrai bisogno d'aiuto.» Disse appoggiando la sua fronte sulla mia. Iniziai a sentire le vertigini invadermi il corpo, troppe emozioni in una sola sera.

Non appena ripresi il mio tragitto verso casa, cercai di calmarmi, ma nonostante mi ostinassi a dire che quella era stata la scelta migliore, non riuscivo a levarmi dalla testa, l'immagine di Harry in lacrime. Con quelle parole gli avevo solo spezzato il cuore. Non se lo meritava, e io non mi meritavo delle amiche come Dana e Chloe, che vidi sulle scalinate di casa, non appena ritornai. Non appena mi videro mi corsero incontro, e subito dopo avermi abbracciato Chloe mi sussurrò che loro erano li per me. Che c'erano e ci sarebbero sempre state. «Vi voglio bene.» Dissi mentre Dana mi asciugava il volto, con gli occhi già lucidi. «Forza entriamo.» Disse Chloe in un sussurro, prima che entrassimo in casa senza aggiungere altro. Per quasi un quarto d'ora, rimasi tra le loro braccia a piangere a dirotto, mentre loro mi accarezzavano i capelli senza dire una parola. Qualsiasi cosa sarebbe stata inutile in quel momento. Avevo il cuore a pezzi, non avevo un futuro, l'unica cosa che mi era rimasta era il mio bambino. Quel piccolo esserino che lentamente stava crescendo dentro di me. Non mi rimaneva nient'altro.

Vic #

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Capitolo 18
*** Capitolo 18. But do you really want to be alone? ***


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CAPITOLO 18
But do you really want to be alone?



Prima del ritorno di mia madre a casa, Chloe e Dana mi aiutarono a darmi una sistemata e non appena finirono, mi ricordarono che loro ci sarebbero sempre state e che per niente al mondo mi avrebbero lasciato sola. Fortunatamente la mia messa in scena proseguì nei migliori nei modi e mia madre non si accorse di quello che stava succedendo, ma anche lei aveva il diritto di sapere quello che mi stava succedendo, così, lasciai passare una settimana, nella quale Harry e i ragazzi continuarono a inviarmi telefonate e messaggi. Io, d'altro canto, cercai di non farmi trovare mai a casa, così, passai un po' di notti a casa dei miei nonni insieme a mio fratello, con la scusa che anche la mamma e Lucas avevano bisogno di un po' di privacy, ma non potevo andare avanti con questa storia per molto, così, un giorno, quando mia mamma tornò a casa da lavoro, mi feci trovare seduta in cucina, cogliendola alla sorpresa. «Che succede tesoro?» Mi disse mentre io mi alzavo lentamente, per poi posare una mano sul suo braccio. «Forse è meglio se ti siedi.» Dissi rigida, mentre mia mamma, come un automa, si sedeva insieme a me. «Hai combinato qualcosa a scuola?» Mi chiese severa, con lo sguardo fisso sui miei occhi, che si erano già fatti lucidi. «Ho bisogno che mi ascolti. Devo confidarti un segreto che ormai mi tengo dentro da troppo tempo.» Dissi tutto d'un fiato, mentre vedevo mia madre sbiancare improvvisamente, davanti al mio sguardo spaventato. «No. Dimmi che non è quello a cui sto pensando.» Mi disse in un sussurro, mentre io abbassavo lo sguardo dalla vergogna. Ero riuscita a leggere la delusione negli occhi di quella donna, che mi aveva sempre dato tutto. Che mi era sempre stata accanto nel bene e nel male. «Victoria dimmelo.» Mi disse alzando il tono della voce, mentre una lacrima mi rigava il volto. Per alcuni secondi regnò il silenzio, finché mia madre non si alzò da quella sedia, per poi voltarmi le spalle. «Mamma io..» «Ti ho sempre dato tutto Victoria. Ho sempre accettato tutto ma questo è troppo!» Disse con voce spezzata dal pianto, voltandosi di scatto, mentre io mi alzavo a mia volta, per mettermi difronte a lei. «Mamma ti prego ho bisogno che mi ascolti.» Dissi cercando di avere un contatto con lei che, d'altro canto, si allontanò, continuando a guardarmi con uno sguardo furibondo. «Voglio che te ne vai da questa casa.» Mi disse fuori di se, prima di andar a prendere il telefono, che aveva lasciato sul bancone della cucina. «Cosa intendi?» Le chiesi guardandola immobile, mentre furiosa mi passava il telefono. «Voglio che chiami tuo padre. Sono stufa di continuare a gestire da sola i tuoi problemi. E' ora che si prenda anche lui le sue responsabilità.» Disse mettendomi letteralmente il telefono in mano, prima di recarsi verso l'uscita della casa. «Mamma.» «Al mio ritorno voglio vedere le valigie già fatte.» Mi urlò, prima di sbattere la porta, lasciandomi per l'ennesima volta da sola. La testa incominciò improvvisamente a girarmi, le gambe mi cedettero e nel giro di qualche secondo, mi ritrovai seduta su quel freddo pavimento, a piangere da sola. Tutto stava per cambiare. La mia vita non sarebbe più stata la stessa. Non appena trovai la forza di prendere il telefono, che avevo lasciato cadere sulla sedia, chiamai mio padre, che fu felicemente sorpreso di ricevere una mia telefonata, finché non mi sentì piangere dall'altra parte della cornetta. Gli raccontai quello che era successo e fortunatamente mi mise subito alla ricerca di un biglietto di sola andata per Parigi. Nonostante tutto quella di mia madre poteva considerarsi una buona idea, se non fosse stato per Chloe e Dana. Era già difficile affrontare questa situazione da sola, senza di loro sarebbe stato praticamente impossibile, ma non potevo contraddire mia mamma. Aveva ragione. Mio padre doveva prendersi le responsabilità, ma d'altro canto, anche io dovevo prendermi le mie.
Non appena Dana e Chloe arrivarono a casa mia, dopo aver ricevuto la mia telefonata dove le imploravo di venire, si unirono a me in un pianto che durò quasi mezz'ora, finché, sfinita, decisi di iniziare a preparare la valigia, mentre le ragazze mi imploravano di restare. Mio padre era riuscito a trovare un volo per il mattino seguente e non avevo tempo da perdere. «Non puoi andartene Vic, ci deve essere una soluzione. Io e Dana potremmo ospitarti finché non si calmeranno le acque, e poi Lucas..» «Chloe voi non vi dovete preoccupare. Passerò un po' di tempo con mio padre e quando mia madre si sarà calmata proverò a parlare.. sempre che voglia ancora saperne di me.» Dissi interrompendo la bionda, prima di ricominciare a piangere, dopo le mie ultime parole. Era già stato difficile dover rinunciare ad Harry, non potevo perdere anche mia madre. «Lei ti amerà sempre, devi solo darle tempo.» Disse Dana, avvolgendomi tra le sue braccia, mentre Chloe ci osservava con gli occhi già lucidi. Non avevo più niente, ormai mi rimaneva solo quel piccolo esserino. «Sono solo una combina guai, mio padre aveva ragione.» Dissi, prima che la mora mi prendesse il volto tra le mani, per trafiggermi con i suoi occhioni color cioccolato. «Tu sei una meravigliosa ragazza che prima o poi avrà il suo lieto fine. Tutto si sistemerà, devi solo sperare per il meglio.» Mi disse mentre io riflettevo sulle sue parole. Forse avevo ragione, ma in quel momento non riuscivo a crederci. «Mi risulta difficile ora come ora.» Dissi per poi ricominciare a mettere le ultime cose in valigia. Come potevo sperare per il meglio quando il mio mondo stava cadendo a pezzi? Non appena mia madre tornò a casa insieme a Lucas, l'uomo cercò di farle capire l'enorme errore che stava commettendo, ma non ci fu verso di far cambiare idea a mia madre, così, senza pensarci due volte, venne nella mia camera per vedere come stessi, e dopo essersi seduto sul letto insieme a me, iniziò a chiedermi se avevo bisogno di qualcosa. «No grazie, quando sarò da mio padre avrò tutto quello di cui ho bisogno.» Dissi continuando a guardare il pavimento, mentre l'uomo mi osservava serio. «Devi solo darle tempo Vic, è ancora sconvolta. Non sa quello che sta facendo.» Mi disse rassicurandomi, mentre io ripensavo al suo sguardo furibondo, al suo volto in lacrime. «Non mi resta che sperare.» Dissi alzando per la prima volta lo sguardo, mentre Lucas mi mostrava un sorriso di incoraggiamento. «Per qualsiasi cosa, ricordati che potrai chiamarmi.» Disse, prima che io mi facessi accogliere tra le sue braccia. «Grazie papà.» Dissi per la prima volta, cogliendolo piacevolmente alla sorpresa. Era bello sapere che potevo contare ancora su qualcuno. Quella sera non mangiai praticamente niente. Verso le nove, Lucas mi portò un panino con un po' di salame e non appena finii di mangiare, William venne nel mio letto, cogliendomi alla sorpresa. «Ehi che succede?» Gli chiesi non appena mi abbracciò, accogliendolo tra le mie braccia. «Voglio venire con te dal papà.» Mi disse affondando il volto nei miei capelli, mentre io sentivo dei brividi percorrermi la schiena. Non avevo mai visto Willy in quelle condizioni. «Per il momento devi restare a fare compagnia alla mamma, ha bisogno di te.» Dissi qualche secondo dopo, iniziando ad accarezzargli i capelli, mentre il bambino si lasciava cullare. «Ma io non voglio stare senza di te.» Mi disse in un sussurro, qualche istante prima di chiudere gli occhi. Sarebbe stato difficile abbandonare il mio fratellino, ma non avevo altra scelta. Al mio risveglio, ritrovai Willy tra le mie braccia, così, rimasi qualche secondo ad osservarlo, mentre, innocentemente, continuava a dormire beato. I lineamenti del suo volto mi ricordavano nostro padre, ma i suoi capelli, i suoi occhi, erano la parte d'eredità di nostra madre. Solo in quel momento, mi resi conto di quanto fosse fortunato. La sua unica preoccupazione doveva essere la scuola, l'amore era ancora una cosa astratta a quell'età, e sicuramente, un graffio sul ginocchio fa meno male che un cuore spezzato. «Ehi posso? Mi sussurrò Lucas, un attimo dopo essere entrato nella stanza. «Certo vieni.» Sussurrai a mia volta, facendogli segno di entrare, continuando però a tenere tra le mie braccia il bambino. «Scusa ma a chiamato tuo padre dicendo che ti aspetterà in aeroporto.» Mi disse per poi osservare me e mio fratello, che nel frattempo aveva continuato a dormire indisturbato. «Sarai un ottima madre.» Mi disse con un sorriso compiaciuto, prima di tornare al piano di sotto, dove mia madre probabilmente stava continuando a guardare il telegiornale, come era solita fare il sabato mattina. Sicuramente non sarebbe venuta a salutarmi, la conoscevo fin troppo bene. Quando era arrabbiata era sempre così, e in questo caso non avrebbe fatta eccezione.
«Sei sicura? Fai ancora in tempo a cambiare idea.» Mi disse Chloe durante il tragitto in macchina, mentre Dana di fianco a me, teneva lo sguardo fisso sulla strada. Era dura dover abbandonare la mia città, la mia vita, ma anche se le mie amiche dicevano il contrario, non avevo altre scelte. «Un periodo lontano da Londra non mi farà male, e poi gli occhi saranno puntati solo su me ed Harry. Non voglio che vengano a sapere del mio segreto.» Dissi stringendomi nelle spalle, prima che Dana aprisse bocca per la prima volta da quando eravamo partite. «Cosa dovremo dire ai ragazzi?» Mi chiese facendomi irrigidire. Sinceramente non ci avevo neanche pensato nell'ultimo periodo. «Ditegli che ho litigato con mia madre e che mi sono trasferita da mio padre. Infondo è così che è andata.»

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Capitolo 19
*** Capitolo 19. I'm falling to pieces. ***


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CAPITOLO 19
I'm falling to pieces.



Il viaggio in aereo, fortunatamente non durò molto, così, ne approfittai per ascoltare un po' di musica dall'mp3, come ero abituata a fare in passato, quando ansie e paure non lasciavano spazio a nient'altro. Le canzoni dei Coldplay erano sempre riuscite a calmarmi, a farmi liberare la mente, ma per la prima volta, decisi di sentire la voce del padre del mio bambino. Oramai io ed Harry non eravamo nient'altro che questo. Due ex con una cosa in comune. Un piccolo esserino di cui non avrebbe mai saputo l'esistenza, e che avrei amato con tutta me stessa. «Andrà tutto bene.» Sussurrai toccandomi alla pancia, facendo voltare un anziana signora, che non appena mi vide, mi sorrise dolcemente. «E' al primo mese?» Mi chiese risvegliandomi dai miei pensieri, prima di abbassare il volume. «Otto settimane.» Dissi senza togliere la mano della pancia, abbassando per un momento lo sguardo. La donna nel frattempo mi fece le sue congratulazioni, e io non feci altro che ringraziarla, per poi tornare alla voce dei miei cinque ragazzi. Posso curare il tuo cuore infranto. Potrebbe mancarmi tutto ciò che mi hai detto e potrei prestarti dei cocci, che potrebbero andarti bene. E darti tutto il mio cuore, così da poter ricominciare tutto da capo. A quelle parole, una lacrima involontariamente mi rigò il viso, che asciugai prima che qualcuno potesse vederla. Non dovevo soffrire. Harry sarebbe stato bene senza di me e io dovevo cercare di farmene una ragione. Oramai avevo preso la mia decisione, i giochi erano fatto e lui aveva il diritto di continuare la sua vita senza alcuna interferenza da parte mia. Aveva il diritto di essere felice.
«Victoria sono qui!» Sentii urlare alle mie spalle, non appena arrivai all'aereoporto di Parigi. Non appena mi girai, vidi mio padre corrermi incontro, per poi accogliermi tra le sue braccia, facendomi finalmente sentire a casa. Non mi aveva mai abbracciato in vita sua, e trovarmi lì, tra le sue braccia, mi faceva sentire al sicuro. Mi faceva sentire protetta, come solo Harry aveva saputo fare. «Mi sei mancata.» Mi disse prima di sciogliere l'abbraccio, mentre io sorridevo teneramente, osservando i suoi occhi lucidi. Era strano vederlo in quello stato. Non l'avevo mai visto così emozionato. «Anche tu.» Dissi per poi abbassare lo sguardo sulla pancia, insieme a mio padre. «L'hai fatta proprio grossa eh.» Mi disse ironico, facendomi sorridere, prima che mi proponosse di avviarci verso la sua auto, che si rivelò utile. Mi raccontò della sua nuova vita, in quel piccolo paesino poco distante da Parigi, dove si era rifatto una vita insieme a una donna che aveva già un figlio adolescente e uno di appena qualche anno. «Come mai non ti sei fatto più sentire?» Dissi alla fine del suo racconto, non appena salimmo in macchina. Lui continuò a guardare dritto di fronte a se, per poi abbassare lo sguardo imbarazzato. «Pensavo che fosse meglio così. Non sono mai andato d'accordo con te, e ben che meno con William. Volevo solo che foste finalmente felici. » Disse per poi alzare lo sguardo verso di me, facendomi capire il grande errore che avevo commesso. Anche lui aveva pensato che abbandonandomi, avrebbe fatto il bene mio e di mio fratello, ma in realtà non era andata così e sebbene avessi commesso il suo stesso errore, mi ostinavo a dire che le poste in gioco erano decisamente diverse. «Non saremo mai felici senza di te.» Dissi abbassando lo sguardo, mentre ripensavo alle parole che avevo detto ad Harry, a come l'avevo ferito.
Non appena arrivammo in quel piccolo paesino perso tra i campi, mi sorpresi nel vedere la casa dove era andato ad abitare mio padre. Si trattava di una villa di lusso, compresa di piscina e giardino sul retro. Un paradiso terrestre insomma. «Benvenuta a casa.» Mi disse mio padre, non appena aprì la porta di casa, trascinandosi dietro la mia valigia. Non appena varcai la soglia, una donna alta e dai capelli mossi e mori, mi venne incontro, abbracciandomi senza pensarci due volte. La carnagione era abbastanza scura, e a giudicare dalla pelle perfetta e senza rughe non doveva avere più di quarant'anni. «Tu devi essere Victoria, è un piacere conoscerti.» Mi disse prima di sciogliere l'abbraccio, mentre due visi sconosciuti si avvicinavano a noi. I figli di quella donna, Phoebe. «Vic, loro sono Evan e Chris.» Disse mio padre, facendo sorridere il bambino più piccolo, che continuò a tenere la mano del fratello, di un anno più grande di me. Senza pensarci due volte mi abbassai verso il piccolo di appena quattro anni, che non appena mi vide salutarlo sorridendo, accennò un sorriso per poi nascondersi dietro le gambe del fratello Evan. «Devi scusarlo è un po' timido.» Disse la donna, facendomi riemergere dai miei pensieri, mentre il ragazzo continuava a osservarmi cupo. Non mi conosceva neanche, ma avevo come l'impressione che non gli andassi molto a genio. «Non c'è problema.» Dissi stringendomi nelle spalle, mentre mio padre lentamente, si avvicinava a me, appoggiando una mano sulla mia spalla. «Vieni, ti faccio vedere la tua camera.» Mi disse facendomi segno di seguirlo, mentre la sua nuova famiglia, continuava a osservarci, mentre ce ne andavamo via da loro. «Ti eri dimenticato di dirmi che parlavano perfettamente inglese. E' un vero sollievo.» Dissi non appena entrammo nella mia camera, ovvero quella degli ospiti. «Già, abitano qui a Parigi solo da qualche anno.» Disse l'uomo grattandosi la nuca, mentre io mi sedevo sul letto, incrociando le gambe. Come inizio non sembrava male, ma il pensiero di Harry era un chiodo fisso nella testa, non potevo farci niente. «Vuoi uscire a fare un giro?» Mi chiese dopo qualche secondo di silenzio, impacciato, mentre iolo osservavo mentre cercava di evitare il mio sguardo. «No grazie, se posso vorrei farmi una doccia prima di cena.» Gli dissi cordiale, mentre lui mi mostrava un sorriso accennato. «Fai come se fossi a casa tua. Per qualunque cosa, io sono al piano di sotto.» Mi disse prima di lasciare la stanza, lasciandomi finalmente sola con i miei pensieri. Dopo qualche secondo, mi sdraiai iniziando a fissare il soffitto della stanza, mentre le lacrime incominciavano a uscire involontariamente. Ero lontana dalla mia famiglia, dalle mie migliori amiche, ma soprattutto, ero a 451 km di distanza da Harry.
Per cena, Phoebe preparò un ottimo arrosto con le patatine e per dolce un ottimo tiramisù, che mi mise di buon umore. Chris finalmente iniziò a parlarmi, mentre Evan, il fratello maggiore, non mi degnò neanche di uno sguardo, come se la mia presenza in quella casa lo infastidisse. Non volevo essere di peso per nessuno, così, non appena lo sentii salire le scale, lo raggiunsi, chiedendogli se potevo parlargli un attimo. Lui sembrò sorpreso dalla mia domanda, così, mi disse di seguirlo in camera sua, mentre io lo osservavo attentamente. Sotto certi versi, potevo considerarlo come un fratellastro, e non volevo iniziare col piede sbagliato. «Cosa vuoi?» Mi chiese sedendosi alla scrivania, voltandomi le spalle, mentre io cercavo le parole giuste da dire, e il modo. «Volevo sapere se per qualche motivo cel'avevi con me.» Dissi prima che il silenzio calasse sulla stanza, facendomi venire la pelle d'oca. C'era decisamente qualcosa che non andava. Dopo quasi un minuto, il ragazzo finalmente si voltò, con un sorrisino ironico che mi fece rabbrividire. «Perchè tu e tuo padre non vi prendete le vostre fottute valigie e non ve ne tornate da dove siete venuti?» Mi disse prima di tornare alle sue faccende, mentre io lo osservavo impietrita, cercando di mantenere il controllo. Avrei voluto spaccargli la faccia, pestarlo a sangue, ma infondo sapevo che anche io avrei reagito allo stesso modo se fossi stato in lui. Un nuovopadre era stato un duro colpo anche per me, un fratellastro che irrompeva in casa mia sarebbe stato decisamente troppo. «Capisco che tu possa avercela con me. Non ho niente a che fare con te o tua madre, ma ti consiglio di dare una chance a mio padre. E' un brav'uomo.» Dissi con un tono di voce pacato ed educato, che riuscì addirittura a calmare il carattere feroce del ragazzo. «Come puoi parlare così bene di lui? Ti ha abbandonato.» Mi disse voltandosi, con uno sguardo perso, confuso. «E' pur sempre mio padre. Non potrò mai odiarlo.» Dissi stringendomi nelle spalle, prima di abbandonare la stanza una volta per tutte, per poi tornare nella mia provvisoria camera da letto. Presto avrei dovuto rifare le valigie, iniziare una nuova vita con il mio bambino. Chi ero io per mandare in frantumi la nuova famiglia di mio padre?
Non appena mi misi a letto, accesi l'mp3 per poi incominciare ad ascoltare "Breakeven" dei The Script, mentre con una mano accarezzavo la pancia ancora piatta. Volevo solo che Harry trovasse qualcuno che sapesse metterlo al primo posto, che riuscisse a renderlo unico, speciale, ma qualcosa mi diceva che nessun'altro sarebbe riuscito ad amarlo come avevo fatto io. «Giuro che non ti abbandonerò mai piccoletto.» Dissi istintivamente, abbassando lo sguardo verso la pancia, con un sorrisino appena accennato. Mi ostinavo a dire che tutto sarebbe andato per il meglio, che ognuno avrebbe avuto il suo lieto fine, ma infondo sapevo che non era così. La mia unica felicità sarebbero rimasti il mio bambino ed Harold Edward Styles.

Vic #

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Capitolo 20
*** Capitolo 20. We were so perfect. ***


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CAPITOLO 20
We were so perfect.



Un mese in quella piccola cittadina passò velocemente. Ogni giorno le mie amiche si facevano sentire, per aggiornarmi sugli ultimi avvenimenti, Lucas mi chiamò qualche volta per sapere come stessi, mentre mia madre, non si fece più viva. I ragazzi iniziarono il loro tour ed Harry fu visto più volte partecipare a festini privati, ma si riusciva ancora a leggere quel pizzico di malinconia nei suoi occhi color smeraldo. Lo conoscevo troppo bene. Le mie amiche mi consigliarono di ripensare alla mia scelta, ma putroppo non era nei miei canoni cambiare idea. Avrei continuato la mia vita senza di lui, sola con il mio bambino. Ormai ero arrivata alla dodicesima settimana e il rischio di un aborto spontaneo era ormai superato. Ora non mi restava che prendermi cura di me stessa e del mio piccolo. Non mi restava nient'altro per cui combattere. «Allora, a che ora arriveranno le tue amiche?» Mi chiese mio padre a pranzo, mentre Phoebe cercava di convincere Chris che doveva mangiare qualcosa. Ultimamente gli era venuto a mancare l'appetito, probabilmente per via dell'influenza che gli era appena passata. «Verso le 15 hanno detto che saranno qui.» Dissi sorridendo. Mi erano mancate così tanto, e il pensiero che le avrei potute rivedere, finalmente, mi rendeva felice. «Sono impegnate per caso?» Mi chiese Evan facendo ridere mio padre. Fortunatamente, dopo la mia chiacchierata, si era deciso a dare una possibilità a me e a lui e nell'ultimo periodo era riuscito persino a chiamarlo "papà". «Si mio caro.» Dissi tirandogli un pugno sulla spalla, facendo ridere persino Phoebe, che ci guardò con uno sguardo dolce, comprensivo. Da quando ero arrivata era stata davvero gentile con me. Mi aveva dato consigli per la gravidanza, mi aveva portato da un ginecologo davvero bravo e si era sempre preoccupata per la mia salute, come avrebbe dovuto fare mia madre. «Tanto lo sappiamo benissimo che hai una cotta per Vic.» Disse la donna, facendo innervosire il ragazzo che tornò a mangiare senza dire una parola, mentre lei se la rideva di gusto insieme a mio padre e a Chris. Finalmente avevo ritrovato la quiete familiare.
Dopo mangiato, io ed Evan decidemmo di fare il nostro solito giro per il paesello, cercando di smaltire il pranzo abbondante che avevamo appena consumato. «Allora, come va con il bambino?» Mi chiese stringendosi nelle spalle, cambiando improvvisamente argomento, cogliendomi alla sorpresa. «Bene, il ginecologo ha detto che per il momento è tutto a posto.» Dissi sorridendo, mentre lui nervoso guardava a terra. Era strano vederlo così, di solito era sempre solare ed egocentrico. «E tu stai bene?» Mi disse improvvisamente tragiffendomi con i suoi occhioni blu. Non si era mai interessato così tanto a me, o almeno, non ci avevo mai fatto caso. «Vado avanti.» Dissi cercando di sorridere, prima che il ragazzo si bloccasse, facendomi così voltare verso di lui. «Quell'Harry è solo un coglione. Dovresti smetterla di pensare a lui.» Disse serio, mentre io lo guardavo stupita. Cosa gli era preso pure a lui? «Beh, per la cronoca sono stata io a lasciare lui.» Dissi guardandolo pensierosa, mentre lui tirava un respiro profondo prima di parlare. «Questo è vero, ma se fossi stato in lui non ti avrei lasciata andare tanto facilmente.» Mi disse mentre io incominciavo a sentire la testa girarmi. Stava forse cercando di dirmi quello che stavo pensando? «Evan..» Dissi per poi lasciare la frase in sospeso, mentre lui accennava un sorriso. «Tranquilla, lo so che non ti merito.» Disse stringendosi nelle spalle, prima di ricominciare a camminare, mentre io rimanevo lì, immobile, cercando invano le parole giuste da dirgli. Era inutile cercare delle scuse. Non sarei riuscita mai a vederlo come un possibile fidanzato. «Hai intenzione di rimanere lì ancora per molto?» Mi disse voltandosi un momento verso di me, prima che io lo raggiungessi a testa china. Qualsiasi parola sarebbe stata vana.
Dopo una lunga e silenziosa passeggiata, mio padre mi chiamò, dicendomi che Chloe e Dana erano arrivate con largo anticipo, insieme a una sorpresa inaspettata. Il mio primo pensiero fu mia madre, ma il mio sesto senso mi diceva che al mio arrivo, avrei trovato qualcun'altro ad attendermi. «Nervosa?» Mi chiese Evan, mentre il lontananza cominciava ad apparire la nostra, o per meglio dire, la sua casa. «Direi agitata.» Dissi accennando un sorriso, cercando di mascherare i miei pensieri contorti. Non appena aprimmo la porta, Phoebe ci venne incontro dicendoci che i ragazzi ci aspettavano il salotto e subito mi venne un nodo alla gola. Aveva detto bene? Ragazzi? «Sorridi Vic.» Mi sussurrò all'orecchio il ragazzo, prima di arrivare in salotto dove trovai la migliore delle sorprese. «LIAM!» Urlai correndogli incontro, prima di saltargli al collo, dimenticandomi di quel piccolo dettaglio che avevo dimenticato di dirgli. Ero troppo felice di vederlo, per ricordarmene. Il ragazzo, d'altro canto, sembrò accorgersi della mia leggera protuberanza. «Allora è proprio vero.» Mi disse il ragazzo sciogliendo per un momento l'abbraccio, per poter osservare meglio il leggero rigonfiamento della pancia, facendomi arrossire lievemente. Avrei voluto uccidere Chloe e Dana, nessuno avrebbe dovuto sapere del mio segreto, ma infondo ero felice di rivedere il mio migliore amico. «Credo che io e te abbiamo bisogno di una bella chiacchierata.» Disse prendendo di nuovo la parola, prima che le ragazze me lo strappassero dalle braccia. «Prima faccela salutare.» Disse Chloe abbracciandomi insieme a Dana, che per poco non si mise a piangere. «Siete due stordite.» Dissi tra le risate, prima che la biondina mi scompigliasse i capelli, come era solita fare. «Ok ti lasciamo con Payne, la compagna di tuo padre ci vuole offrire un pezzo di torta e sai..»«Andate pure, ci vediamo quando avete finito.» Dissi ridendo, spingendo le ragazze verso la soglia della sala, prima che Evan le accompagnasse a fare un giro per la casa. Liam, nel frattempo, rimase in piedi a guardarmi con un sorriso accennato, prima che io lo invitassi a sedersi sul divano, insieme a me. «L'hai fatta proprio grossa Vic.» Mi disse ironico, facendomi sorridere a mia volta. «Già. Ho combinato un gran casino.» Dissi stringendomi nelle spalle, mentre il ragazzo tornava ad essere serio. «Che si può risolvere.» Mi disse cogliendomi alla sprovvista. «Cosa intendi?» Probabilmente avevo frainteso il senso delle sue parole. «Intendo dire che fai ancora in tempo a tornare indietro. Vieni a Londra con noi, sono sicuro che Harry capirà.» Mi disse iniziando a tenermi la mano, prima che io tremassi al suono del suo nome. «Liam è troppo complicato.» Dissi abbassando per un momento lo sguardo. Il ragazzo sembrò incupirsi. «Cos'è complicato Vic? Tu ed Harry vi amate, forse siete un po' giovani per avere un bambino, ma sono sicuro che sarete degli ottimi genitori.» «Il problema non è l'età Liam. Non voglio creare problemi alla band, e so quanto Harry tiene a te e ai ragazzi. Rischierei di rovinare tutto il vostro lavoro.» Dissi buttando fuori quello che mi tenevo dentro, mentre rigida, continuavo a tenere la mano di Liam, che nel frattempo aveva ripreso ad osservarmi. «E' davvero questo quello che pensi? Vic, Harry non potrà mai essere felice senza di te. Ma sono sicuro che questo tu già lo sai.» Disse mentre io cercavo di evitare il suo sguardo. Aveva fottutamente ragione. Io ed Harry eravamo destinati a stare insieme. Eravamo anime gemelle.

Vic #


Ero arrivata alla diciottesima settimana di gravidanza. Ormai era da più di due mesi che abitavo in quella piccola cittadina, persa tra i campi francesi e il ricordo di Harry non si decideva a sparire dalla mia mente. Da qualche giorno ero venuta a conoscienza che l'esserino che stava crescendo dentro di me, in realtà era una bambina, una piccola e dolce peste che avrei amato con tutta me stessa, così, insieme a Phoebe, decisi di andare a Parigi per un po' di shopping. Comprammo dei vestitini veramente deliziosi per la mia bambina e sulla strada del ritorno, mio padre mi inviò un messaggio, dicendomi di tornare subito a casa. Subito pensai che fosse successo qualcosa a Chris o Evan, così, avvisai la donna, che in un batti baleno ci riportò a casa. Senza pensarci due volte mi precipitai nell'abitazione, rimanendo a bocca aperta.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21. Perfect in every way. ***


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CAPITOLO 21
Perfect in every way.



Il respiro si fece irregolare, il silenzio si impadronì della stanza e Phoebe e mio padre, nel frattempo, ci lasciarono soli. Me e lui. Come un tempo. «Cosa ci fai qui?» Chiesi al ragazzo, che nel frattempo, si avvicinò lentamente a me, continuando a tenere lo sguardo fisso sulla mia pancia. Sulla nostra bambina. «Potrei fartela io la stessa domanda.» Mi disse Harry in un sussurro, non appena si parò difronte a me. Dopo qualche secondo di silenzio, capì che oramai non avevo via di fuga, così, dopo aver tirato un respiro profondo, abbassai lo sguardo in segno di arresa. «Probabilmente dobbiamo parlare.» Dissi per poi rialzare lo sguardo verso quei occhi color verde smeraldo, che avevano ricominciato a sperare in un nostro futuro insieme. Il sorrisino accennato sul suo volto ne era la conferma. «Credo proprio di si.» Mi disse accerezzandomi per un momento la mano, prima che lo conducessi verso il salotto. Non appena ci sedemmo sul divano, il ragazzo ricominciò ad osservare meravigliato la mia pancia, mentre io cercavo le parole giuste da dirgli. «Dimmi solo una cosa.» Disse il riccio anticipandomi, facendomi alzare lo sguardo, nuovamente verso i suoi occhioni verdi. «E' mio?» Mi disse lanciando un'occhiata verso la pancia, mentre io riuscivo a percepire la nostra piccola bambina calciare, come se sapesse che il suo papà era lì, solo per lei. «Volevi dire mia.» Dissi accennando un sorriso, prima di appoggiare una mano sulla pancia, mentre vedevo gli occhi di Harry illuminarsi, come se potesse scoppiare a piangere da un momento con l'altro. «Penso che allora questo sia un si.» Mi disse con voce emozionata. Finalmente l'avevo ritrovato e ora che era il mio fianco, sapevo che avremmo potuto affrontare tutto insieme. Non avevo più paura del futuro. «Vuoi sentirla?» Chiesi a mia volta emozionata, mentre lui, ancora imbambolato, osservava la pancia, prima di posare una mano su di essa. Subito la bambina iniziò a scalciare, facendo sorridere Harry, che cerco di trattenere le lacrime. «Papà è qui principessa.» Disse mentre una lacrima gli rigava involontariamente il volto. Era così strano vederlo in quello stato. Non l'avevo mai visto così emozionato, senza parole. «Perchè sei scappata Vic?» Mi disse alzando per un momento lo sguardo, mentre io mi immergevo nuovamente nei suoi occhi verdi. «Ho pensato che fosse meglio così, non volevo creare problemi a te e i ragazzi.» Dissi per poi abbassare lo sguardo, mentre il ragazzo si avvicinava a me, come una volta, appoggiando la sua fronte sulla mia, come era solito fare quando cercava di convincermi di qualcosa. «Vic, tu non sei un problema per me e ben che meno la nostra bambina. Affronteremo tutto questo insieme, non te ne devi preoccupare.» A quelle parole scoppiai a piangere e prima che potessi dire qualcosa, il ragazzo mi accolse tra le sue braccia, mentre io affondavo il volto nella sua spalla. «Mi dispiace.» Dissi tra i singhiozzi, mentre Harry mi accarezzava la schiena, cercando di tranquillizzarmi. Mi era mancato tutto quello, mi era mancato quel senso di protezione. «L'importante è che ora siamo insieme, non ti lascerò più andare tanto facilmente.» Mi disse per poi appoggiare nuovamente la fronte sulla mia, per potermi guardare negli occhi. «Ti amo così tanto.» Mi disse facendo sorridere anche a me, prima che io sfiorassi le sue labbra con le mie. «Ti amo anche io.» Dissi, prima che il ragazzo annullasse ogni distanza tra di noi. I baci si fecero sempre più passionali, le mani si intrecciarono e prima che potesse diventare qualcosa di più, la nostra bambina scalciò, come per ricordarci che c'era anche lei tra di noi. Harry notò subito il mio sussultò e non appena staccai le mie labbra dalle sue, accennò un sorriso come segno di intesa. «Qualcuno reclama?» Mi chiese facendomi ridere, prima di avvicinare il volto alla pancia con un sorrisino accennato. «Ehi principessa, non devi essere gelosa, io amo la mamma quanto amo te, non devi preoccuparti.» Disse facendomi sorridere a mia volta. Tutto era tornato come prima, avevo ritrovato il mio angolo di paradiso.
Dopo quasi mezz'ora passata tra le sue braccia, Phoebe venne da noi per chiedere se fosse tutto ok e per chiedere ad Harry se si voleva fermare a mangiare da noi. Lui d'altro canto mi disse che mi voleva portare fuori a cena e a quelle parole, sentii il cuore martellarmi nel petto. Un uscita pubblica? Mi sembrava decisamente troppo presto, ma non avevo altra scelta. Harry non avrebbe accettato un no come risposta, così, poco prima delle sette, mi feci una doccia fredda, e non appena tornai in camera, con addosso solo l'intimo, Harry mi osservò con un sorriso tenero, proprio come quello di un bambino. «Diventerà sempre più grande?» Mi chiese mentre io cercavo qualcosa da mettirmi. Da quando avevo incominciato ad aumentare a vista d'occhio, ero stata costretta a rivoluzionare il mio armadio. «Si putroppo, sono solo alla diciannovessima settimana.» Gli dissi, voltandomi sorridendo, con in mano un abito adatto alla serata, mentre Hary si alzava dal letto, per avvicinarsi a me. Era un sacrificio che ero disposta a fare. «Beh guarda il lato positivo, ti è cresciuto anche il "balcone".» Mi disse per poi ridere, mentre io gli tiravo una sberla sul braccio. «Non fai ridere.» Dissi mentre lui mi attraeva a se, appoggiando le mani sul mio fondo schiena. «Infatti ero serio.» Dissi per poi annullare ogni distanza tra le nostre labbra. Lui era perfetto. Il momento era perfetto. Tutto era perfetto.
Non appena entrammo nel ristorante, alcuni ragazzi sembrarono riconoscerci, ma prima che potessero scatenare il fini mondo, il cameriere ci portò in una saletta privata, dove saremmo potuti rimanere soli. «Quei tre ci hanno fulminato lo sguardo. Sono sicuro che nel giro di un paio d'ore fuori sarà pieno di fotografi.» Disse il ragazzo sconsolato, facendomi accomodare al tavolo. Avevo paura del giudizio della gente, qualcosa mi diceva che non avrei ricevuto critiche positive. «Te l'ho detto io che era troppo presto.» Dissi stringendomi nellle spalle, prima di togliermi la giacca che avevo tenuto fino a quel momento. «Non importa. Non c'è niente di male a uscire con la persona che si ama.» Disse lui sorridendo, riuscendo a tranquillizzare persino me. Come primo ordinammo un piatto dal nome inpronunciabile, e non appena fummo soli, gli chiesi come avesse fatto a trovarmi, anche se un idea me l'ero già fatta. «Volevo sapere come stessi e quando sono andato a casa tua, tua madre mi ha detto cos'era successo e che ti eri trasferita in Francia da tua padre.» Pensavo che fosse stato Liam ad aprire bocca, ma a quanto pare mi sbagliavo di grosso. Da buon amico qual'era, aveva deciso di mantenere il segreto, ma mi chiedevo perchè mia madre non avesse fatto lo stesso. Gli avevo detto di non dire nulla in giro, ben che meno ad Harry. «Già, sicuramente non ti ha detto che è stata lei a darmi lo sfratto.» Dissi catturando l'attenzione del ragazzo, che per qualche secondo, rimase in silenzio a pensare. «Allora ho un idea.» Mi disse prendendo la mia mano per poi intrecciarla con la sua. «Stasera tu prepari la valigia e da domani vieni ad abitare da me.» Mi disse col più bel sorriso che avessi mai visto. Certo, prima o poi avremmo dovuto iniziare la nostra vita insieme, ma mi sembrava ancora troppo pesto. Non volevo essergli di peso. «Non saprei, dovrei cambiare il mio ginecologo, sarebbe un casino anche per te oltretutto.» Gli dissi prima che Harry mi inzittisse. «Penserò a tutto io non preoccuparti. voglio passare più tempo possibile con te e la nostra bambina.» Mi disse prima di stamparmi un bacio sulle labbra, riuscendo così a convincermi. Quegli occhi riuscivano sempre a ipnotizzarmi.
«Scommetto che entro un'ora gireranno già le foto in rete.» Disse Harry, non appena tornammo a casa, dopo essere stati paparazzati dai fotografi, che si erano accampati fuori dal ristorante. «Io invece scommetto che le hanno già pubblicate.» Dissi sedendomi sul letto, prima che il ragazzo facesse lo stesso, per poi iniziare ad accarezzarmi i capelli, mentre io appoggiavo la testa sulla sua spalla. «Mi sembra ancora un sogno.» Disse lui, mentre io riuscivo a percepire un sorrisino accennato sul suo volto. Già, era troppo bello per essere vero. Non riuscivo ancora a credere ai miei occhi. «Non ti lascerò più andare, te lo prometto.» Dissi a mia volta, appoggiando la mia fronte sulla sua, riuscendo così a percepire il suo respiro irregolare sulla pelle. «Ci conto.» Disse prima di annullare ogni distanza tra le nostre labbra, facendomi poi stendere insieme a lui, mentre le mie mani cercavano di slacciargli la camicia. «Ehi forse dovremmo..»«Il ginecologo ha detto che non ci sono problemi.» Dissi tra un bacio e l'altro, prima che il ragazzo iniziasse a tirar giù la lampo del mio abito per poi incrociare il mio sguardo finalmente sereno. «Sei diventata decisamente più bella.» Mi disse infiliando una mano tra i miei capelli, mentre io gli sorridevo dolcemente. «E tu decisamente più romantico.» Dissi a fior di labbra, prima di annullare ogni distanza. Finalmente Victoria ed Harry erano tornati.

Vic #21

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Capitolo 22
*** Capitolo 22. Taking flight, making me feel right. ***


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CAPITOLO 22
Taking flight, making me feel right.



Quello fu probabilmente il migliore risveglio di sempre. Non riuscivo ancora a credere che Harry fosse lì, tra le mie braccia, come se i mesi precedenti non fossero mai esistiti. Come se fosse stato tutto un brutto sogno. Lui era lì, le nostre mani erano intrecciate e il suo volto era appoggiato sul mio petto, come un tempo. Senza neanche accorgermene iniziai a giocare coi suoi ricci, mentre lui continuava a dormire beatamente, senza problemi. Era decisamente tutto troppo perfetto, ma subito pensai che si trattasse della quiete dopo la tempesta. Il peggio ormai era passato. «Mi erano mancate un po' di coccole.» Disse improvvisamente Harry, con gli occhi chiusi e la voce ancora impastata dal sonno. Sul volto si era dipinto un sorriso accennato, mentre io, imperterrita, continuavo a osservarlo meravigliata. «Non abituartici.» Dissi prima che il ragazzo aprisse gli occhi per poi sorridermi, a sua volta, dolcemente. «Buongiorno piccola.» Mi disse mentre io avvicinavo il mio volto al suo, per poi far sfiorare i nostri nasi. «Buongiorno superstar.» Dissi a mia volta, per poi stampargli un tenero bacio sulle labbra, prima di appoggiare il volto sul suo petto. «Emozionata per oggi?» Mi chiese, iniziando ad accarezzarmi il braccio, mentre io ascoltavo il battito accelerato del suo cuore. Era bellissima quella sensazione di protezione. Finalmente ero tornata a casa. «Un po'. Non vedo l'ora di incontrare i ragazzi. Anche se..» Dissi lasciando la frase a metà, ripensando a mia madre, al suo sguardo deluso. Avevo bisogno di lei più di chiunque altro, ma questo non l'aveva ancora capito. «Ti aiuterò a sistemare le cose, non preoccuparti.» Disse, dopo avermi letto nel pensiero, per poi stamparmi un bacio tra i capelli. Volevo solo tornare ad avere il rapporto che avevo un tempo con lei. Non chiedevo altro. «Ieri stavo immaginando il nostro futuro.» Disse imrpovvisamente il ragazzo, accennando un sorriso, mentre io con l'indice delineavo le linee dei suoi addomonali, ormai scolpiti. «Ho immaginato la nascita della bambina, il nostro primo Natale con lei, i regali, le sue prime parole. Fin da piccola le farò imparare che non c'è niente di più bello dell'amore. Le insegnerò ad apprezzare la buona musica, le canterò qualcosa tutte le sere se sarà necessarrio.» Mi disse, mentre io iniziavo a viaggiare con la fantasia, mentre un sorrisino accennato si dipingeva involontariamente sul mio volto. Ora che eravamo insieme, non avevo paura del futuro. Era come se improvvisamente tutto fosse tornato ad avere un senso. «Lei ti sta già ascoltando.» Dissi prendendo la mano di Harry, per poi appoggiarla sul piccolo rigonfiamento della pancia. Subito dopo il ragazzo, avvicinò le labbra ad essa per poi iniziare a canticchiare il ritornello di Little Things, facendomi venire la pelle d'oca. Nel frattempo, iniziai ad accarezzare i ricci ancora scompigliati, prima che mi baciasse la pancia, non appena ebbe finito di cantare per la nostra bambina. «Ti amerò sempre principessa.» Disse per poi tornare a me, che continuavo a osservarlo meravigliata. Quel ragazzo non avrebbe mai smesso di stupirmi. «Dovremmo trovargli un nome, sai?» Dissi, prima di riappoggiare il volto sul suo petto, per riuscire ad ascoltare il battito del suo cuore, mentre la bambina iniziava a scalciare. «Che ne dici di Taylor?» Mi disse, prima che io lo mordessi sul collo, facendolo urlare dal dolore. «Ehi sto scherzando.» Disse per poi scoppiare a ridere insieme a me. «Harriet non è male.» Dissi stringendomi nelle spalle, mentre il ragazzo faceva una smorfia di disapprovazione. «Io preferisco Violet.» Disse facendomi rabbrividire, non avevo mai sopportato quel nome. «Non mi piace.» Dissi iniziando a pensare insieme ad Harry. Avevo in mente troppi nomi, ma sentivo come se nessuno fosse quello adatto a lei. Volevo che fosse unica, speciale. «Beh, io direi che ne abbiamo di tempo per pensarci.» Disse mentre io alzavo lo sguardo, per incrociare le sue iridi verdi. «Promettimi che non scapperai ancora.» Mi disse spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre io avvicinavo il mio volto al suo. «Te lo prometto.» Dissi per poi annullare ogni distanza tra le nostre labbra. Era solo l'inizio della nostra storia.
Prima di tornare a Londra, ringraziai Phoebe e mio padre per tutto quello che avevano fatto per me, promettendogli che avrei cercato di ripagare il favore, salutai il piccolo Chris dicendogli che l'avrei riempito di regali al nostro prossimo incontro e per finire abbracciai calorosamente Evan, dicendogli di prendersi cura di lui, mentre Harry continuava a guardarci storto. Quel ragazzo mi era sempre stato vicino durante la gravidanza, non potevo far finta che non mi importasse di lui. «Mi mancheranno le nostre liti.» Mi sussurrò all'orecchio,facendomi sorridere , prima di sciogliere l'abbraccio, mentre mio papà, con occhi lucidi, mi accompagnava alla porta. Proprio ora che eravamo riusciti a riallacciare i rapporti, me ne dovevo andare, ma per una volta, sapevo che quello non era un addio. «Ci vediamo presto tesoro.» Mi disse baciandomi la fronte, prima di stringermi per l'ennessima volta tra le sue braccia, mentre io cercavo di trattenere le lacrime. Avrei voluto portarlo con me a Londra, fare riunire lui e mia madre come un tempo, ma sapevo di chiedere troppo. Lui amava Phoebe, mia madre amava Lucas, e io dovevo solo essere felice per loro. «La porta è sempre aperta da noi.» Disse Harry, mentre mio padre sorridendo scioglieva l'abbraccio. «Grazie di tutto.» Disse appoggiando una mano sulla sua spalla, prima che io mi avvicinassi a lui, per poi abbandonare quella famiglia, che mi aveva accolto nonostante tutto. Non gli avrei mai ringraziati abbastanza per tutto quello che mi avevano offerto. «Sei pronta?» Mi chiese Harry non appena salimmo sul taxi, appoggiando una mano sulla mia gamba, mentre io gli sorridevo amabilmente. «Sono pronta.» Dissi appogiando a mia volta la mia mano sulla sua, prima che l'auto partisse. Londra mi stava aspettando. Non appena arrivammo a casa, Harry mi aiutò a sistemare le valigie, facendo spazio nell'armadio, per far si che potessi mettere le mie cose in mezzo alle sue. La nostra vita insieme stava per iniziare ufficialmente e io ancora non me ne rendevo conto. «Prometto che prenderò un armadio più grande, e poi dobbiamo pensare anche alla stanza della bambina ovviamente.» Disse sdraiandosi accanto a me sul letto, appoggiando il volto sul mio petto, prima che io iniziassi a giocare coi suoi ricci. «Io invece penso di aver trovato il nome giusto.» Dissi sorridendo, catturano l'attenzione del ragazzo che alzò lo sguardo verso il mio volto. «Sarebbe?» Mi chies curioso, mentre io continuavo a sorridergli amabilmente, mentre giocavo coi suoi capelli. «Mia.» Dissi semplicemente, mentre vedevo gli occhi del ragazzo illuminarsi. «Mia Styles. Direi che è perfetto.» Mi disse stampandomi un bacio sulle labbra, mentre la bambina scalciava al suono della sua voce. «Anche lei approva.» Dissi per poi mettermi a ridere insieme al ragazzo, che appoggiò subito l'orecchio sulla pancia, iniziando a parlare con la bambina, che non la smise per un momento di scalciare. Amava la voce del suo papà.
«Allora, sei pronta?» Mi chiese Harry irrumpendo nella camera, non appena furono le otto e un quarto. Quella sera, aveva deciso di fare una sorpresa ai ragazzi e alle mie migliori amiche, dicendogli che non era riuscito a portarmi a casa, così, con un sotterfugio era riuscito a invitarli a casa sua, dicendogli che aveva bisogno di dirgli una cosa. «Direi di si.» Dissi mentre il ragazzo si parava dietro di me, appoggiando le mani sui miei fianchi, mentre io continuavo a guardare i nostri riflessi allo specchio, sorridendo. «Sei bellissima.» Mi disse baciandomi per un momento i capelli, mentre io lo osservavo sorridere. Per un momento mi ricordai di mia madre, mi ricordai delle sue ultime parole e un senso di vertigini mi invase al solo pensiero. «Tutto bene?» Mi chiese Harry, notando la mia preoccupazione, risvegliandomi così dai miei pensieri. Non dovevo preoccuparmi. Prima o poi tutto si sarebbe sistemato. «Certo.» Dissi voltandomi lentamente verso di lui, prima che suonassero al campanello. «Andiamo.» Mi disse Harry sorridendomi, prendendomi per mano, prima di trascinarmi al piano inferiore. Non appena aprimmo la porta, il primo che vidi fu Liam, il quale, non appena si accorse della mia presenza, corse ad abbracciarmi, rischiando addirittura di farmi cadere. «Non è uno scherzo, vero?» Mi chiese lasciandomi andare per un momento, prima che Chloe e Dana si catapultassero su di me, mentre i ragazzi salutavano Harry, facendogli le congratulazioni. «Finalmente è tornato tutto alla normalità.» Urlò Tomlinson per poi abbracciarmi a sua volta, mentre io ridevo, finalmente felice di aver ritrovato i miei amici. «Beh quasi.» Disse Niall, scatenando la risata generale. Ero stata una sciocca a lascirmi sfuggire tutto quello.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23. They don't know how special you are. ***


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CAPITOLO 23
They don't know how special you are.



Non mi sembrava ancora vero. Finalmente ero tornata a casa, tra le braccia di Harry, e non riuscivo ancora a credere che avrei passato il resto della mia vita, con la persona che amavo più di me stessa. Styles era tutto ciò che potevo desiderare. Tutto quello in cui avevo sempre sperato. «Che ne dici di andare a trovare tua madre?» Mi chiese il ragazzo, una domenica pomeriggio, mentre camminavamo tranquillamente mano nella mano, per le strade di Londra. La domanda mi spiazzò. Ormai era già un mese che ero tornata a casa, e ancora non avevo avuto il coraggio di andare da mia madre. «Non so io..» Dissi lasciando la frase in sospeso, prima che il ragazzo mi avvolgesse le spalle con il suo braccio, riuscendo a tranquillizzarmi, mentre io appoggiavo il volto suo petto. «Dovrete chiarire prima o poi.» Mi sussurrò, per poi stamparmi un bracio tra i capelli, mentre io ripensavo alle ultime parole che avevo sentito pronunciare dalla donna. Fu nuovamente una pugnalata al cuore. «Ho paura.» Dissi semplicemente, mentre osservavo la gente che mi guardava con un sorriso accennato. Ormai chi più chi meno conosceva la mia storia con Harry. Da quando ero tornata i paparazzi ci erano stati addosso. «Per questo ci sono qua io.» Mi disse stringendo la presa, mentre io pensavo al da farsi. In fondo cosa avevo da perdere? «Credi che mi perdonerà?» Chiesi, prima che il ragazzo mi sorridesse amabilmente, per poi riprendermi per mano. «Sei sua figlia. Non potrà essere arrabbiata con te in eterno.» Nel profondo del mio cuore, sapevo che le mancavo quanto lei mancava a me, ma la mia testa mi diceva che non me la sarei cavata tanto facilmente. «Allora?» Mi chiese Harry in un sussurrò, prima che io lo trascinassi verso la sua auto. Ero pronta allo scontro.
Non appena bussai la porta di casa, sentii un brivido percorrermi la schiena. Non ero pronta per il verdetto, ma in fondo non potevo aspettare in eterno. Fu un sollievo quando vidi mio fratello apparire sulla soglia. «VIC!» Mi urlò, prima di abbracciarmi, mentre io lo stringevo forte tra le mie braccia. Non avevamo mai avuto un rapporto esemplare, ma la lontananza ci aveva fatto decisamente più che bene. Cercai di trattenere le lacrime e prima che potessi dire qualcosa, vidi avvicinarsi Lucas, con un grande sorriso stampato sul volto. «La figlola prodiga è tornata.» Disse mentre il bambino lasciava la presa, per lasciar spazio all'uomo che mi abbracciò dopo tanto tempo. Per il momento tutto era andato per il verso giusto, il peggio doveva ancora venire. «Lei è in casa?» Gli chiesi non appena ebbe finito di salutare Harry, prima che mi indicasse con la testa, la porta della cucina. «Ti sta aspettando.» Mi disse con un sorrisino accennato, che mi faceva sperare in qualcosa di buono. Forse non tutto era andato perduto, così, dopo aver stretto per l'ultima volta la mano di Harry, mi avvicinai lentamente alla soglia della cucina, prima di vedere mia madre girata verso la finestra. I capelli, portati stranamente in disordine, ormai le arrivavano fin sotto le spalle, e non appena si voltò, notai i suoi enormi occhi azzurri, diversi da come li avevo visti l'ultima volta. Non c'era più traccia di delusione. C'era solo dolore in quelle iridi blu. «Ehy.» Dissi semplicemente avvicinandomi al tavolo, mentre lei rimaneva lì, ferma immobile, con gli occhi fissi sulla mia pancia. «Sei tornata.» Disse semplicemente, prima di muovere i suoi passi verso di me, tenendo le braccia incrociata al petto. «Mi dispiace. Per tutto.» Dissi semplicemente, mentre la donna si parava difronte a me, prima di stringermi forte tra le sue braccia. Lacrime di felicità mi rigarono involontariamente il volto. Mi aveva perdonata, o almeno avevo deciso di accettare la situazione. «Va tutto bene piccola mia.» Disse a sua volta, con la voce rotta dal pianto, mentre io affondavo il volto tra i suoi capelli. Mi era mancato quel profumo alla cannella, i suoi abbracci che riuscivano sempre a calmarmi, mi era mancato tutto di lei. «Non abbandonarmi più, ti prego.» Dissi in un sussurro, mentre la donna mi accarezzava i capelli, cercando di calmarmi. Era un'emozione indescrivibile. Finalmente avevo ritrovato la mia felicità, la mia ragione di vita. Mia madre. «Te lo prometto Victoria.» Disse per poi stamparmi un bacio tra i capelli. Finalmente tutto era tornato come prima. Avevo riavuto il mio lieto fine.
«Sei felice?» Mi chiese Harry la stessa sera, mentre io, col volto appoggiato sul suo petto, ascoltavo il battito regolare del suo cuore. Avevo tutto ciò che potevo desiderare e per una volta non avevo paura del futuro. Tutto era perfetto. La mia vita era perfetta. «Direi proprio di si.» Dissi mentre con le dite, scendevo e salivo lungo il suo braccio, soffermandomi ogni tanto sui tatuaggi scoperti. «Voglio farmene anche io uno.» Dissi accennando un sorriso, mentre il ragazzo mi guardava confuso. «Cosa?» Chiese scrutandomi per un momento, mentre io osservavo le due rondini. «Un tatuaggio. Voglio farmi un pezzo di canzone.» Dissi incrociando il suo sguardo. Sperando che riuscisse a capire cosa intendevo. «I can be your hero baby.» Mi canticchio, prima di posare le sue labbra sulle mie. I pensieri andarono subito a farsi fottere, e prima che potesse allontanarsi da me, infilai le mani tra i suoi ricci, mentre il ragazzo appoggiava le grandi mani sul mio fondoschiena. «Sei incredibile.» Mi disse, mentre io mi mettevo a cavalcioni su di lui, facendo attenzione alla pancia. L'ultima cosa che volevo era ferire la mia bambina. «Perchè?» Gli chiesi posando per l'ennesima volta le mie labbra sulle sue, facendo sorridere il ragazzo che subito dopo iniziò a baciarmi il collo. «Perchè sei l'unica che è riuscita a rendermi finalmente felice.» Mi disse, prima che io gli accarezzassi il volto, appoggiando la mia fronte sulla sua. Ero felice di sapere che per lui ero l'unica. «Ti amo Harry Styles.» Gli sussurrai, facendo sorridere il ragazzo che mi prese il volto fra le mani, incantandomi coi suoi occhi verdi. «Ti amerò per sempre Victoria Ferrari.» Mi sussurrò a sua volta, prima di riprendere da dove avevamo interrotto. Il futuro non era più un problema.
«Sei sicura di star bene?» Mi chiese Chloe, osservando il mio volto pallido, mentre in piedi, contro le transenne che ci dividevano dal palco, aspettavamo l'arrivo dei nostri ragazzi. L'arena di Manchester era a dir poco caotica quella sera. «Ehi sono già al quinto mese, ormai sono immune al dolore.» Dissi accennando una risata, prima che lo spettacolo iniziasse. Le luci improvvisamente si abbassarono, e dopo aver riso per l'ennesima volta, guardando il trailer del loro film, le cinque superstar apparvero sul palco, iniziando a cantare Up All Night. Riuscivo ancora a ricordarmi la prima volta che avevo sentito la voce di Harry. E' stato in quel momento che ho iniziato a capire perchè le mie amiche fossero così follemente innamorate di quel gruppo che fino a qualche mese prima avevo sempre detestato. Fortuntamente le nausee non erano state più un problema negli ultimi mesi, così, passai il resto del concerto a cantare a squarciagola insieme alle mie migliori amiche, mentre alcune ragazze mi osservavavano con un sorriso accennato. Tutte avevano accettato di buon grado il fatto che il loro idolo aspettasse un figlio da me, e già avevano iniziato i sondaggi per il nome del futuro neonato, non sapendo però, che si sarebbe trattata di una dolce e piccola bambina. «Ok, un attimo di attenzione perfavore.» Disse improvvisamente Harry alla fine di Rock Me, risvegliandomi dai miei pensieri, mentre, come al solito, si pavoneggiava, lanciandomi sguardi fugaci. «Come ben saprete They Don't Know About Us non era nella scaletta del Take Me Home Tour, ma io e ragazzi abbiamo deciso comunque di cantarla. Spero ne siate felici.» Disse scatenando il delirio generale, prima di voltarsi verso di me, mimandomi con la bocca "Questa è la tua canzone", mostrando le sue meravigliose fossette. Sapeva benissimo quanto amassi quella canzone, non avrebbe potuto farmi un regalo migliore. Dopo essersi messi in posizione, Liam iniziò a cantare, seguito a catena da Harry. Tutte e tre eravamo veramente concentrate sulle parole della canzone e mi stupii quando vidi allontanarsi la superstar, mentre i ragazzi sorridevano divertiti, prima di rivederlo tornare con un cartello in mano. Non appena lo alzò, smisi per un momento di cantare, leggendo quello che aveva scritto. «Voglio dire al mondo che sei la mia ragazza.» Dissi, mentre Chloe e Dana, osservavano il ragazzo, stupite quanto a me, e solo quando che ebbe girato il cartello capii quello che stava succedendo. «O mio dio.» Disse semplicemente Dana, mentre le directioners iniziavano a urlare, come impazzite. «Vuoi sposarmi?» Lesse Chloe, mentre io osservavo il ragazzo, che aveva iniziato a osservarmi preoccupato, probabilmente per la mia risposta. Sapevo che era decisamente troppo presto, ma d'altronde, era anche troppo presto per avere un bambino, così, sorridendogli dolcemente, mimai con le labbra un "Si", per poi osservare il meraviglioso sorriso del ragazzo che presto sarebbe diventato mio marito.
Non appena il concerto finii, grazie a Paul, sia io che le ragazze riuscimmo a raggiungere i camerini, ma prima che potessi entrare insieme a loro, l'uomo mi fermò dicendomi che il ragazzo mi stava aspettando sul palco, così, senza pensarci due volte, mi precipitai da lui. «Mi stavi cercando?» Chiese improvvisamente, comparendo alle mie spalle, non appena arrivai da lui, così, senza pensarci due volte, gli misi le braccia attorno al collo, per poi annullare ogni distanza tra le nostre labbra. «Non vedo l'ora di diventare tua moglie.» Dissi immergendomi per un momento nelle sue iridi verdi, che avevano iniziato a luccicare nell'ultima mezz'ora. «E io non vedo l'ora di poterti chiamare Victoria Styles.» Disse alzandomi di peso, facendoci roteare intorno al palco, mentre io ridevo insieme a lui. «Non smetterai mai di stupirmi Harold.» Dissi non appena i miei piedi toccarono terra. Il ragazzo lentamente posò le sue mani sulla mia pancia ormai evidante, prima di alzarsi alla sua altezza. «Hai saputo la novità principessa? Mamma e papà si sposano.» Disse facendomi sorridere dolcemente. Saremmo stati una famiglia e per niente al mondo avremmo commesso gli stessi errori dei miei genitori. Io ed Harry eravamo destinati, per l'eternità.

Vic #23

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Capitolo 24
*** Capitolo 24. Settle down with me and I’ll be your safety. ***


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CAPITOLO 24
Settle down with me and I’ll be your safety.



Niente potrà mai comparare quel momento. Niente riuscirà mai a farmi sentire come quando, in braccio ad Harry, avevo varcato la soglia della nostra casa. Tutto era perfetto. Avevo ritrovato mia madre, io e mio padre eravamo riusciti a riallacciare quel rapporto che oramai credevo fosse anadato perduto, Harry mi amava e presto avremmo formato la nostra famiglia insieme e Mia. Non avevo più paura. «Che ne dici di sederti sul divano e di rilassarti.» Dissi non appena i miei piedi toccarono terra, appoggiando le mani sul petto del ragazzo, prima di stampargli un bacio a stampo. Il ragazzò iniziò a osservarmi confuso. «Che intenzioni hai?» Mi chiese avvicinandosi ulteriormente a me, facendo aderire il suo corpo col mio. Sentii le sue iridi verdi traforarmi la pelle, mentre abbassavo lo sguardo, accennando un sorriso. «Ho solo bisogno di stare un istante col nostro angelo.» Dissi rialzando lo sguardo verso le sue fossette, appena accennate. «Sarò qui ad aspettarvi allora.» Disse prima di stamparmi l'ennesimo bacio sulle labbra, prima che io salissi le scale, per poi andare a rifugiarmi in bagno. Non appena chiusi la porta alle mie spalle, mi sedetti sul pavimento fin troppo freddo, per poi appoggiare le mani sulla pancia ormai evidente, osservandola con un sorriso accennato. «Mi hai davvero stravolto la vita, eh?» Dissi incominciando ad accarezzare il rigonfiamento, mentre Mia cominciava a scalciare, probabilmente capendo che quel momento era dedicato solo a me e a lei. «Sai, non ho mai saputo cosa volesse veramente dire amare incondizionatamente una persona. I miei genitori a stento riuscivano a parlarsi, le mia prima relazione non è stata delle migliori, ma nonostante tutto sono diventata più forte e ho imparato dagli errori degli altri, ma soprattutto, ho imparato dai miei.» Dissi per poi spostare una ciocca di capelli dietro l'orecchio, per poi riappoggiare la mano sulla mia bambina, ricominciando il mio discorso. «E poi è arrivato il tuo papà, quel mascalzone che è riuscito a rubarmi il cuore, nonostante le mie insicurezze. Certo devo ammettere che non avrei mai pensato di potermi innamorare di Harry Styles, ma è successo, e ringrazio Dio ogni giorno per avermi fatto questo fantastico dono. Ho capito cosa vuol dire amare una persona con tutta me stessa e cosa vuol dire essere finalmente felice e non credo che al momento potrei vivere una vita senza lui, ma soprattutto una vita senza di te mio piccolo angelo. Non vedo l'ora di incontrarti.» Dissi mentre una lacrima di felicità mi rigava il volto, facendomi sorridere dolcemente. Finalmente ero pronta a vivere a pieno la mia vita.
Non appena finii di svestirmi, al posto della classica sottoveste che ero solita mettere, indossai una camicia di Harry, per poi ispirarne a pieno il profumo di vaniglia. Non volevo che si accorgesse del mio arrivo, così, scesi a piedi scalzi le scale, facendo attenzione a non fare troppo casino, e non appena lo vidi seduto sul divano, mi avvicinai lentamente a lui, per poi circondargli il collo con le braccia. «Sei pronto per venire a letto amore?» Gli sussurrai all'orecchio, mentre lui continuava a rimanere seduto sul divano, dandomi le spalle. «Avete finito la vostra conversazione?» Chiese, probabilmente accennando un sorriso, mentre io scioglievo la presa, per far si che si potesse alzare. «Certo.» Dissi prendendolo per mano, per poi accompagnarlo lentamente su per le scale, come una bambina farebbe con un genitore. «Incominciate già con i segreti, guarda che sono curioso.» Disse, prima che io aprissi la porta della camera da letto, per poi voltarmi verso di lui con un sorriso accennato. Lentamente il ragazzo lasciò la presa della mia mano, per poter passare ad accarezzare il mio volto, mentre le fossette comparivano sul suo volto e le iridi verdi cominciavano a illuminarsi di una strana luce. «Ho una cosa per te.» Disse senza staccare gli occhi dal mio volto, mentre io osservavo i movimenti della sua mano libera, che delicatamente estrasse un scatoletta dalla tasca dei jeans. «Non ho avuto l'occasione di dartelo prima, e anche se ormai i giochi sono fatti, voglio chiedertelo ancora.» Disse mettendosi in ginocchio, mentre io rimanevo senza parole davanti ai suoi occhi lucidi, che si illuminarono ulteriormente non appena aprì la scatoletta che conteva un anello semplice, ma a dir poco bellissimo, «Victoria Ferrari, non ho mai provato niente di così forte per nessun'altra ragazza, niente di così passionale e travolgente. Sei la mia confidente, la mia migliore amica, la mia anima gemella. Vuoi diventare mia moglie?» Mi chiese con voce roca, seria, prima che io mi inginocchiassi insieme a lui, sorridendogli dolcemente. «Si, voglio diventare tua moglie Harold Styles.» Gli sussurrai, appoggiando la mia fronte sulla sua, facendolo sorridere, prima che mi aiutasse ad alzarmi, per poi iniziare a baciarmi come solo lui sapeva fare. In un attimo, mi fece stendere delicatamente sul letto, e senza farmi troppa pressione, si mise sopra di me, per poi ricominciare ad accarezzarmi il volto col suo sorriso mozzafiato. «Victoria ed Harold.» Disse per poi iniziare a baciarmi il collo, mentre io chiudendo gli occhi, mi lasciavo travolgere da quel dolce tocco. «Fino alla fine.» Sussurrai, prima che le mie labbra, incontrassero quelle morbide e calde del ragazzo, facendomi dimenticare il resto del mondo.
«Come vuoi che sia il tuo abito? Conosco dei negozi deliziosi a Londra.» Disse il pomeriggio seguente Anne, non appena finimmo di parlare della torta nuziale, davanti a un ottima tazza di thé, a casa nostra. Harry nel frattempo, aveva incominciato a parlare con mio fratello, mentre mia madre non faceva altro che fare complimenti su complimenti a Gemma. Il patrigno di Harry sfortunatamente non era potuto venire, così Lucas avevo deciso di dedicare una giornata a se stesso, andando al bar sotto casa insieme ai suoi amici. «Per quello voglio aspettare a provarlo. Abbiamo deciso che ci sposeremo quando la bambina sarà nata.» Dissi appoggiando la mano sulla pancia, mentre gli occhi della donna diventavano stranamente lucidi. «La mia nipotina, avete deciso il nome?» Mi chiese alzando improvvisamentei lo sguardo sulle mie iridi verdi, facendomi sorridere dolcemente. «Avevamo pensato a Mia.» Dissi prima che Anne appoggiasse delicatamente la mano sulla pancia, facendo scalciare la bambina.Subito mia madre si avvicinò a me, osservando con un sorriso accennato la suocera. «Speriamo sia vermanete una bimba, altrimenti tutti quei vestitini deliziosi andranno sprecati.» Disse interrompendo il silenzio che si era venuto a creare, indicando le buste piene di roba per Mia, che avevamo comprato quel pomeriggio. «Posso rubarvi la signora Styles?» Chiese Harry, cogliendoci alla sorpresa, avvicinandosi a noi, mentre io alzavo lo sguardo verso di lui sorridendo. «Basta che ce la riporti.» Disse Anne, cacciando il figlio con uno sguardo di disapprovazione, prima che io mi alzassi per seguirlo in cucina. Non appena chiudemmo la porta alle nostre spalle, senza preavisso il ragazzo mi attirò a se, iniziando a baciarmi sempre più dolcemente. L'avevo intuito che per lui quel pomeriggio di chiacchiere sarebbe stato un vero e proprio inferno. «Ti prego dimmi che se ne andranno presto.» Mi sussurrò a fior di labbra, facendomi accennare un risata. «Non possiamo cacciarle.» Dissi incrociando le braccia dietro il collo del ragazzo, che nel frattempo alzò gli occhi al cielo. «Si che possiamo. E' casa nostra.» Disse stampandomi un bacio facendomi sorridere dolcemente. «E se mai le mandassi via tu cosa faresti per me?» Gli chiesi, facendo sorridere maliziosamente il ragazzo, che per un momento aveva frainteso il senso delle mie parole. «Preparerei una cenetta semplice, come piace a te, metterei un film alla tv e ti farei addormentare tra le mie braccia.» Disse lasciandomi dei lieve baci sul collo, facendomi venire la pelle d'oca, mentre io giocavo coi suoi ricci, ormai non più molto evidenti. «Non dirmi che l'idea non ti alletta.» Mi sussurrò all'orecchio, prima di mordermi il lobo, senza farmi del male, ma facendomi accennare una risata che sembrò apprezzare. «Credo che non mi sentirò molto bene allora.» Dissi facendo ridere a sua volta il ragazzo che ricominciò a baciarmi delicatamente, come solo lui sapeva fare.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25. All that I ever was, is here in your perfect eyes. ***


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CAPITOLO 25
All that I ever was, is here in your perfect eyes.



26 Agosto, ore 02.13. Era ormai da giorni che sia io che Harry attendevamo l'ultimatum per la nostra bambina, quando finalmente incominciai ad avere le prime doglie. Mia stava per nascere e io, nonostante i corsi e le parole di mia madre, non ero ancora pronta per il parto. O almeno così mi ostinavo a pensare. Non appena mi misi a sedere sul letto, iniziai a chiamare, cercando di non svegliarlo troppo bruscamente. Il momento fatidico era arrivato, e non appena il ragazzo aprì gli occhi, capì subito quello che stava per accadere. «Prendo le borse.» Disse immediatamente senza darmi il tempo di aggiungere altro, per poi correre verso l'armadio per prendere le borse di vestiti che avevo già preparato. «Harry c'è tempo.» Dissi accennando una risata, mentre il ragazzo mi guardava sbalordito. Era solo un segnale, la bambina sicuramente non sarebbe nata nel giro di qualche minuto. «Come fai ad essere così calma?» Mi chiese rimanendo immobile, mentre io mi avvicinavo lentamente a lui, per poi accarezzargli la guancia, sorridendogli dolcemente. «Perchè almeno uno di noi deve esserlo.» Dissi accennando una risata, prima di stampare un bacio sulle labbra del ragazzo. Stava per nascere la nostra bambina, il nostro piccolo angelo, non c'era nulla di cui dover essere preoccupati. «Vado a darmi una sistemata.»Dissi cercando di ignorare le fitte di dolore che continuavano ad aumentare. Harry era già agitato per conto suo, non volevo spaventarlo ulteriormente, così, non appena mi rinchiusi in bagno, misi addosso i primi vestiti che mi capitarono sotto mano e mi diedi una lavata al volto, prima di tornare da Harry, che era già pronto per partire. Stava per accadere davvero. «Che hai?» Gli chiesi mentre si avvicinava a me lentamente, con uno sguardo preoccupato, pieno di ansia, per poi intrecciare la sua mano libera con la mia. «Non voglio che qualcosa vada storto. Non lo sopporterei.» Disse tutto d'un fiato, prima che io gli sorridessi dolcemente, per poi avvolgerlo tra le mie braccia. Poteva sembrare duro quanto voleva, ma alla fine era probabilmente più fragile di me sotto certi aspetti. «Andrà tutto bene, devo solo dare alla luce il nostro angelo.» Dissi alzandomi in punta di piedi, per poter riuscire a guardarlo meglio negli occhi. Volevo che si fidasse di me. Di noi. «Vorrei avere anche solo la metà della tua forza.» Mi disse accarezzandomi una guancia, mentre io mi avvicinavo ulteriormente a lui. Era il nostro ultimo momento di privacy prima della nascita della bambina. Volevo conservare un bel ricordo di quella serata. «Tu sei la mia forza.» Dissi, prima che il ragazzo annullasse ogni distanza tra le nostre labbra, attirandomi a se. Lo amavo con tutto me stessa, e questo non sarebbe mai cambiato. Mai.
Non appena mi fecero accomodare nel mio lettino, Harry rimase con me per assicurarsi che stessi bene, ma non appena vide mia madre varcare la soglia della camera d'ospedale, mi lasciò sola con me, avvertendomi che sarebbe stato nei paraggi. Avevo attaccati fili da tutte le parti, e i dolori stavano cominciando ad aumentare, ma fortunatamente mia madre riuscì a tranquillizzarmi. Non appena si sedette sulla seggiola accanto al mio letto, appoggiò la sua sulla mia, facendo sorridere dolcemente sia lei che me. Stava per cambiare tutto. «Come ti senti tesoro?» Mi chiese mentre gli occhi cominciavano a farsi lucidi. Avevo sempre adorato specchiarmi nelle sue iridi verdi. Mi faceva sentire legata a lei. «Dolorante e stanca.» Dissi cercando di accennare una risata, per farla sentire meglio. Chi meglio di lei poteva capire come mi sentivo in quel momento. «Vedrai, quando nascerà Mia dimenticerai tutto.» Disse accarezzandomi la guancia, per poi tornare a posare la sua mano sulla mia. «Come ti sei sentita quando sono nata io?» Chiesi curiosa di sapere la sua risposta. Fortunatamente, la colsi piacevolmente alla sorpresa. Subito vidi lo sguardo illuminarsi, e un gran sorriso si dipinse sul suo volto. «Beh, prima di vederti avevo paura che non sarei riuscita ad essere una buona madre, che un giorno mi avresti odiato, ma poi è cambiato tutto. Appena ho visto il tuo visino innocente, le tue manine, mi sono ripromessa che avrei fatto di tutto pur di renderti felice, anche a costo di sacrificare la mia felicità, perchè è questo ciò che mi importa davvero per me Victoria.» Mi disse, prima che una lacrima mi rigasse involontariamente il viso. Dopo qualche secondo anche il viso di mia madre iniziò a rigarsi e in un attimo mi ritrovai tra le sue braccia. Proprio quello di cui avevo bisogno.
Per le seguenti dodici ore continuai a sentire fitte alluccinanti e dolori inimmaginabili, ma grazie al cielo, Harry rimase al mio fianco, assicurandosi che io mi sentissi al sicuro, protetta. Nel frattempo la sala d'attesa si riempì di conoscenti e amici, che non vedevano l'ora di incontrare il nostro piccolo angelo. Tutto era perfetto, tutto sembrava sotto controllo, finchè la dottoressa non mi disse che era arrivato il momento. Mia stava per venire al mondo. Subito il volto di Harry si rifece preoccupato, io iniziai a guardarmi attorno alla ricerca disperata di mia madre e prima che la dottoressa avvertisse gli altri medici chiesi se poteva dire a mia madre di raggiungermi. Il ragazzo, nel frattempo tirò un respiro di sollievo, mentre io disperata, cercavo di rimanere tranquilla. Non mi sentivo pronta, ma dovevo farlo. Per lei. «Andrà tutto bene piccola.» Mi disse Harry stringendo forte la mia mano, prima di stamparmi un bacio sulle labbra, riuscendo ad alleviare per un momento il dolore allucinante. Non dovevo avere paura. «Tesoro.» Disse semplicemente mia madre con un gran sorriso, non appena irruppe nella stanza, seguita dagli altri medici. La parte peggiore stava per avere inizio. Per quasi venti minuti continuarono a urlarmi di spingere, di tenere duro e di tirare dei grandi respiri profondi, mentre le due persone più importanti della mia vita mi stringevano forte le mani, cercando di non farmi sentire sola. Non volevo che mi abbandonassero. «Ci siamo quasi Victoria.» Urlò la dottoressa, con un gran sorriso stampato in faccia, mentre io cercavo di spingere più che potevo. Avevo il volto sudato, i capelli bagnati ed ero stanca, stanca di lottare, ma di certo non avrei ceduto. Dovevo farlo per lei e nulla potè comparare il momento in cui la sentii piangere per la prima volta. La mia piccola era venuta al mondo. Il mio piccolo angelo. Subito le lacrime iniziarono a rigarmi il viso, e prima che potessi dire qualcosa, Harry si chinò su di me, appoggiando la sua fronte sulla mia, mentre una sua lacrima scendeva lungo la mia guncia. «La nostra Mia, piccola. E' arrivata.» Disse con la voce rotta dal pianto, mentre mia madre lasciava per un momento la mia mano, per andare a vedere come stesse la bambina. Ce l'avevo fatta. Mia era a pochi metri da me, e il suo pianto era probabilmente il suono più dolce che avessi mai sentito. «Voglio vederla.» Dissi cercando di controllare le mie emozioni, mentre Harry, sorridendo dolcemente, alzava lo sguardo verso i medici che stavano pulendo la nostra piccola bambina. Non appena levarono il sangue e tagliarono il cordone, mia madre si avvicinò lentamente a noi, sorridendoci dolcemente, mentre teneva tra le braccia la sua nipotina. La nostra Mia. «Guarda chi c'è Mia, mamma e papà.» Disse dolcemente, prima di posare delicatamente la bambina tra le mie braccia. Gli occhi aperti a una fessura lasciavano intravedire le iridi versi, e la pelle bianca era messa in risalto da quei pochi capelli appena un po' scuri. Era semplicemente perfetta, la mia piccola. Per un momento il mondo intorno a noi parve fermarsi e fu solo in quel momento che capii le parole di mia madre. Mia per me era diventato il mio Mondo. Io per mia madre ero il suo. «Ciao piccolo angelo. Sono la tua mamma.» Dissi continuando a piangere a dirotto, avvicinando la mia grande mano alla sua, prima che la bambina prendesse un mio dito tra le sue piccole manine, facendomi venire la pelle d'oca. Era reale, la mia piccola era veramente venuta al mondo. Senza neanche accorgermene, Harry ci fece una foto col cellulare e non appena lo posò sul comodino accanto, si avvicinò a noi, mentre io alzavo il mio sguardo verso il suo. Gli occhi rossi sprizzavano di felicità, il sorriso era semplice perfetto e non appena si abbassò per potere osservare meglio la nostra creatura, gliela porsi dicendo che sarebbe stato giusto presentarsi, così, senza esitare, il ragazzo prese tra le sue braccia il piccolino esserino che fino a pochi minuti prima aveva custodito nel mio grembo. Il sorriso del ragazzo subitò si illuminò e mentre io lo osservavo commuoversi davanti alla nostra Mia, cercavo di trattenere la miridiade di emozioni che mi stava invadendo lo stomaco. «Benvenuta principessa.» Disse con la voce ancora rotta dal pianto, prima di posare le sue labbra sulla fronte della bambina, che subito cercò di toccare la pelle del padre, facendomi venire ulteriormente la pelle d'oca. Finalmente eravamo una famiglia. «Vi lasciamo soli tesoro, congratulazioni.» Disse mia madre stampandomi un bacio sulla guancia, prima di uscire insieme ai medici dalla stanza. Il ragazzo, nel frattempo, si sedette sul lettino, per poi ripassarmi la bambina che avevano iniziato a dimenarsi tra le sue braccia. «Ehi qua qualcuno è pieno di energie.» Dissi accennando un risata, non appena la ebbi tra le mie braccia, mentre Harry osservava sia me che la bambina con un sorriso semplicemente mozza fiato. «Siete perfette.» Disse accarezzando la pelle della bambina che sembrò subito calmarsi. Non mi sembrava ancora vero. Era tutto così surreale. «Isn't she lovely? Isn't she wonderfull?» Iniziò a canticchiare, ancora con le lacrime agli occhi, facendomi accennare una risata. Finalmente ero felice. Eravamo felici. Subito tornai a scrutare i linamenti del suo volto e mi ripromisi, che mai e poi mai avrei permesso di vederla soffrire. Lei era la mia felicità.
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Tadan, rieccomi!
Scusate il ritardo imbarazzante ma proprio nell'ultimo periodo non ero riuscita a
concentrarmi sulla storia. La scuola è stata ed è tutt'ora un incubo!
Fortunatamente Lunedì sono stata al concerto (dio non riesco ancora  credere di
averli visti) e dopo avere visto loro per davvero mi sono sentita ispirata (?)
e il colpo di grazia me l'hanno dato le foto di Harry con Lux a Barcellona fhdrndf
Spero che il capitolo vi piaccia ma soprattutto che non vi siate dimenticati della
storia :) x

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Capitolo 26
*** Capitolo 26. It isn’t that hard boy, to like you or even love you. ***


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CAPITOLO 26
It isn’t that hard boy, to like you or even love you.



Tutto era perfetto. Avevo tutto quello che avevo sempre desiderato. Amore, felicità, speranza. Già, speranza. Prima di conoscere Harry non sapevo neanche cosa volesse dire quella parola. Pensavo che non avrei mai avuto il mio lieto fine, che ero destinata a vivere una vita infelice e incompleta, ma quel ragazzo ha cambiato decisamente le carta in tavola. Dopo quasi quattro giorni passati in ospedale, tra pasti a dir poco disgustosi e visite frequenti di parenti e amici, era giunto il momento di tornare a casa, questo volta, insieme alla nostra piccola Mia. Ricorderò per sempre il giorno in cui varcammo la soglia di casa, seguite da Harry che subito urlò «Casa dolce casa!» Subito la bambina iniziò a dimenarsi tra le mie braccia, come se volesse esultare. Anche lei era felice. «Dovremmo farle vedere la sua stanza, non trovi?» Dissi mentre il ragazzo riprendeva tra le mani le borse di panni, per poi salire le scale senza aggiungere altro. «Agli ordini.» Disse facendomi ridere, prima che lo seguissi senza esitare oltre. Non appena entrammo nella stanza, feci una giravolta insieme alla bambina, mentre il ragazzo ci guardava con un sorriso appena accennato. Anche se non lo dava a vedere, sapevo quanto era stravolto, non aveva chiuso occhio in quei giorni. «Secondo me il papà ha bisogno di una bella doccia fredda e di una dormita.» Dissi ridendo, avvicinandomi al ragazzo, che era rimasto appoggiato allo stipite della porta. Il suo sguardo subito incrociò il mio, e solo dopo che gli ebbi stampato un bacio sulle labbra, accarezzò la pelle della bambina, che cercò come sempre un contatto col padre. «Voglio stare con voi.» Disse in un sussurro, per poi alzare lo sguardo verso i miei occhi severi. Aveva decisamente bisogno di una dormita. «Ce la caveremo benissimo. Vai in doccia.» Dissi stampandogli un ultimo bacio, prima di sedermi per terra insieme alla bambina, per poterle farle vedere i giocattoli che Anne e mia madre avevano comprato per lei. A dir la verità volevo anche passare un po' di tempo con la mia bambina, ma non potevo ammetterlo davanti ad Harry. Ci sarebbe rimasto male. «Faccio presto.» Disse il ragazzo grattandosi la nuca, prima di scomparire dalla stanza. La bambina subito inizio a tastare i giochi che le stavo porgendo e non scherzo quando dico che fu in quel momento che vidi il suo magnifico sorriso per la prima volta. Lo stesso sorriso di suo padre.
«Andiamo dì papà.» Continuò a dire il ragazzo, mentre Mia, seduta sulla sua pancia, lo guardava senza battere ciglio. «Harry ha solo qualche giorno.» Dissi accennando una risata, tornando a sedermi sul divano, accanto a lui, che non la smise per un momento di guardare la neonata. «Sono sicuro che è una bambina prodigio.» Disse fiero, lanciandomi uno sguardo fugace, prima che appoggiassi il volto sulla sua spalla, per poi iniziare ad accarezzare le guance morbide della bambina. «Se lo dici tu.» Dissi semplicemente, prima che il ragazzo mi passasse la bambina, che per ben mezz'ora aveva tenuto lui. Da quando si era svegliato non aveva fatto altro. «I ragazzi erano così felici quando l'hanno vista.» Disse semplicemente Harry, dopo qualche secondo di silenzio, con un sorriso appena accennato. Ricorderò per sempre gli occhi lucidi delle mie migliori amiche, i sorrisi dei ragazzi, ma soprattutto, lo sguardo così felice di mio padre. «Gemma se la stava mangiando con gli occhi.» Dissi accennando una risata, non appena mi ricordai della sorella di Harry. Erano tutti così felici dell'arrivo di Mia, persino Evan, che durante quei mesi si era lasciato me alle spalle, per non parlare di Alex, che non appena vide la bambina si commosse come del resto tutti gli altri. «L'avresti mai pensato?» Mi chiese improvvisamente Harry, cogliendomi alla sorpresa, guardandomi dritto negli occhi. «Cosa?» Chiesi semplicemente, iniziando a cullare la bambina che nel frattempo aveva iniziato a chiudere gli occhi. Lo sguardo del ragazzo si fece serio. «Avresti mai pensato di vivere tutto questo?» Mi chiese infine, accennando un sorriso dolce, che mi fece rabbrividire. Quel ragazzo sapeva farmi venire la pelle d'oca. «No, ma è proprio questo il bello.» Dissi avvicinandomi a lui, prima che il ragazzo mi accarezzasse dolcemente la pelle, mentre Mia, tra le mie braccia, aveva ricominciato a dormire. Se non avessi conosciuto Harry, se non fossi uscita quella sera, probabilmente ora sarei una delle tante teenager senza progetti per il futuro, che si chiede perchè la sua vita faccia così schifo e che crede che il lieto fine esista solo nelle favole della disney. Quel ragazzo mi ha cambiato la vita. L'ha cambiata in meglio.
Non appena misi a dormire Mia, tornai in camera da Harry e non mi stupii quando lo vidi sdraiato sul letto, già addormentato. Senza pensarci due volte mi sdraiai accanto a lui per poi iniziare a giocare coi suoi ricci, quella sera a dir poco ribelli. I lineamenti del viso erano rilassati, la bocca appena un po' aperta e tra le mani stringeva ancora la rivista di gossip, che era solito curiosare negli ultimi giorni. Non facevano altro che pubblicare foto su di noi, come se fossimo dei fenomeni da baraccone. Ne avevamo passate tante ed Harry era un personaggio famoso, certo, ma questo non gli dava il diritto di sparare a zero su di noi. Loro non ci conoscevano. Senza farlo apposta, dopo quasi cinque minuti passati a giocare coi suoi capellim, riuscii a svegliarlo, e fu un sollievo quando vidi le sue iridi verdi incrociare il mio sguardo. Ne avevo bisogno. «Mia dorme?» Disse con voce roca, avvicinandosi a me, mentre io, immobile, gli sorridevo dolcemente, iniziando ad accarezzare la pelle morbida. «Come un angioletto.» Dissi stampando un bacio sulle labbra del ragazzo, che subito dopo mi accolse tra le sue braccia, facendomi appoggiare il volto sul suo petto. Era da giorni che non ci concedevamo un po' di tempo solo per noi. «Sono così felice di averti trovato Vic.» Disse il ragazzo con un sorriso appena accennato, mentre io nel frattempo, ascoltavo il battito regolare del suo cuore, ripensando alla prima volta che l'avevo visto. Certo l'inizio non era stato dei migliori. «Cos'hai pensato la prima volta?» Chiesi, ovviamente riferendomi al nostro primo incontro. Lui sorrise subito alla mia domanda. «Ovviamente che eri bellissima, diversa da tutte le altre, poi con il tempo ho imparato a conoscerti, ad apprezzare il tuo carattere. Ho imparato a volerti bene e infine ad amarti.» Disse guardando un punto fisso nella stanza, per poi posare gli occhi sui miei. Per un momento rimasi a fissarlo, come se non avessi mai visto qualcosa di più perfetto, e solo quando ricominciò a parlare l'incantesimo si spezzò. «E tu?» Mi chiese palesamente curioso di sapere la mia risposta. «Ovviamente all'inizio non mi andavi a genio. Ho sempre pensato che fossi uno dei soliti ragazzini montati, poi ti ho conosciuto, ho conosciuto il vero Harry e beh, il resto è storia.» Dissi seria mentre mi immergevo nelle sue iridi verdi, prima che il ragazzo annullasse ogni distanza tra le nostre labbra. I baci si fecero sempre più dolci, lenti, come se volessimo che quel momento non finisse mai. Lentamente il ragazzo si mise sopra di me, e proprio mentre infilavo le dita tra i folti ricci, Mia iniziò a piangere, facendo alzare subito lo sguardo di Harry. Per un momento rimanemmo fermi, immobili, e solo dopo qualche secondo, il ragazzo si alzò dal letto, dicendo che per questa volta sarebbe andato a lui. La nostra vita insieme era solo all'inizio.

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Capitolo 27
*** Capitolo 27. I can tell you there’s no place we couldn’t go. ***


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CAPITOLO 27
I can tell you there’s no place we couldn’t go.



«Mancano solo pochi giorni, come fai ad essere così tranquilla?» Disse mia madre, poco prima di entrare nella boutique di abiti da sposa, mentre, tra le sue braccia, Mia continuava a dormire indisturbata. Quella domenica si sarebbe tenuto il mio fatidico matrimonio e ormai mancava solo una cosa per renderlo a dir poco perfetto. Il mio abito. Per quell'occasione decisi di portare con me solo i miei genitori, non perchè non mi interessasse il giudizio delle mie migliori amiche, ma perchè la sentivo come una cosa intima, da condividere solo con le due persone che mi avevano dato la vita. «Mi raccomando, niente lacrime.» Dissi ai due "ragazzini" che dalla nascita di Mia, non facevano altro che ridere e scherzare, come se fossero tornati indietro di dieci anni. «Non ti prometto niente mia cara.» Disse mio padre, mentre una commessa del negozio ci portava in una saletta appartata dove avremmo potuto guardare gli abiti senza "complicazioni". «Avevate già pensato a qualcosa?» Ci chiese la donna, non appena ci fummo accomodati sulle poltroncine, lanciando di tanto in tanto qualche sguardo verso la mia bambina. Mi aveva riconosciuto nel momento stesso in cui ero entrata nel negozio, ne ero certa. «No, volevo provare prima qualcosa e poi decidere.» Dissi grattandomi nervosamente la nuca mentre mi guardavo attorno. Non avevo idea di cosa mi sarebbe potuto star bene. «Allora direi di provare qualche abito a sirena e se non ti piace lo stile possiamo passare a qualcosa di più elaborato.» Mi disse la ragazza sulla trentina, facendomi sorridere dolcemente. Sarebbe stato il mio giorno, non potevo non essere perfetta, ma putroppo, dopo un pomeriggio intero passato a provare abiti su abiti, mi convinsi che non c'era un abito adatto a me, che mi sarei dovuta accontentare di un abito per niente all'altezza dei miei sogni. «E' stupendo non c'è dubbio, ma non lo sento mio.» Dissi osservandomi allo specchio, con addosso un abito fin troppo elaborato per i miei gusti. Troppo appariscente. «Allora direi di provare una linea più classica, sono sicura che ti piacerà.» Disse la donna, cogliendomi alla sprovvista, mentre i miei genitori continuavano a guardarmi estasiati. Certo quell'abito era perfetto, ma non lo era per me, così, dopo essere andata in camerino, mi provai l'abito che la donna mi porse e mi stupii quando arrivai difronte alla grande vetrata. Una lacrima mi rigò involontariamente il volto e subito un gran sorriso si dipinse sul mio volto. Era lui. «Vic, è perfetto.» Disse mia madre in un sussurro, mentre mio padre rimaneva in silenzio, senza parole. «E' quello giusto?» Mi chiese la commessa finalmente soddisfatta, mentre io posavo una mano sul petto, cercando di sentire il battito irregolare del mio cuore. «E' quello giusto.» Dissi con la voce rotta dal pianto, prima di girarmi verso gli occhi lucidi di mio padre, che si era lasciato scappare una lacrima. Ormai ero una donna, avevo una mia famiglia, ma sapevo che per lui sarei rimasta sempre la sua bambina. La sua piccola Victoria. «Sei bellissima.» Riuscì finalmente a dire, avvicinandosi lentamente a me, prima che io mi buttassi tra le sue braccia, sotto lo sguardo commosso di mia madre. Avevo tutto quello che potevo desiderare.
«Andiamo non mi vuoi dare neanche un piccolo indizio?» Mi chiese Harry, cercando di spillarmi qualche informazione riguardo l'abito, mentre io cercavo di prepapare qualcosa di mangiabile per cena. Sapevo di non essere una gran cuoca, fino ad allora ero stata solo capace di prepararmi un piatto di pasta, ma stavo migliorando. «Scordatelo.» Dissi ridendo, mentre il ragazzo mi abbracciava alle spalle, appoggiando il volto sulla mia spalla. Sfortunatamente per lui non avrei ceduto tanto facilmente. «Oh andiamo.» Disse iniziando a lasciarmi dolci baci sul collo, mentre io cercavo di non ridere troppo forte. Non volevo svegliare Mia che stava dormendo indisturbata nel suo passeggino. «La risposta è sempre no.» Dissi prima che il ragazzo riuscisse a farmi voltare verso di lui, cogliendomi alla sorpresa. Gli occhi verdi trafissero i miei, le mani scesero lungo il mio fondo schiena e prima che potessi aggiungere qualcosa, il ragazzo posò le sue labbra sulle mie, riuscendo a farmi provare quelle emozioni che solo lui poteva farmi provare. La parola amore era un eufenismo quando si trattava di Harry. Solo ora che l'avevo ritrovato sapevo cosa voleva dire essere veramente felici. «Adesso mi dai qualche indizio?» Mi sussurrò a fior di labbra, facendomi sbarrare gli occhi. Senza pensarci due volte gli tirai uno spintone, prima di ritornare ai fornelli. Quel ragazzo non avrebbe mai smesso si stupirmi. «Oh andiamo piccola scherzavo.» Disse ridendo, cercando di avvicinarsi di nuovo a me, mentre io lo respingevo, cercando di trattenere le risate. Un po' di "azione" non faceva mai male. «Sei solo un ruffiano.» Dissi lasciandolo fare, mentre mi massaggiava delicatamente le spalle. Andava decisamente molto meglio ora. «Pensavo mi amassi anche per questo.» Disse stampandomi un bacio sul collo, mentre io a sua insaputa sorridevo maliziosamente. Non ne avrei mai avuto abbastanza di lui. «Non illuderti.» Dissi prima che il ragazzo mi prendesse in spalla, lasciando che la carne bruciasse nella padella. Inutile dire che incominciai a dimenarmi tra le sue braccia, tirandogli pugni e schiaffi sulla schiena, prima che il ragazzo mi sbattesse sul divano, per poi scaraventarsi su di me, iniziando a farmi il sollettico. Mi erano mancati quei momenti solo per noi, dove potevamo divertirci come due bambini. «Sei un bastardo!» Gli urlai in faccia, facendo ridere il ragazzo che subito dopo iniziò a baciarmi dolcemente, facendo calare il silenzio sulla stanza. «Non vorrai svegliare Mia.» Mi sussurrò per un momento all'orecchio, prima di ricominciare da dove aveva interrotto. Lentamente le mie mani si infilarono sotto la sua maglietta, mentre le sue mi accarezzavano delicatamente il volto. Avrei voluto fermare il tempo, vivere quel momento per il resto dei secoli, ma non potevo. Ora era Mia la nostra priorità. «Riprendiamo stasera.» Dissi lasciandolo senza parole, mentre ritornavo in cucina, facendogli un occhiolino. Avevo sempre amato le suspance.
Il giorno seguente, non appena Harry si svegliò, decidemmo di andare a fare un giro in centro, così, non appena finimmo di prepararci, ci recammo verso Piccadilly Circus sperando di non trovare troppo casino. Da quanto avevo potuto capire a Mia non piaceva il caos, fatta eccezzione per i concerti. Quando le avevo fatto vedere i video del suo papà su youtube ne era rimasta come estasiata. «Paparazzi tra tre, due, uno.» Disse Harry, prima che io ne notassi uno, aggirarsi nei pressi di un bar dall'altra parte della strada. «Dici che ci seguiranno per sempre?» Chiesi tirando un respiro profondo, chiedendomi se prima o poi ci avrebbero dato una tregua. Certo eravamo i più ricercati in tutto il mondo, ovviamente dopo la Jolie e Pitt, ma questo non gli dava il diritto di fotografare ogni singolo istante della nostra giornata. «Non ci resta che sperare il contrario.» Disse semplicemente il ragazzo, continuando a spingere la carrozzina tra la folla, mentre io mi guardavo attorno. Non avevamo mai avuto di privacy, ma negli ultimi tempi era diventata veramente una cosa allucinante. Fuori dal normale. Eravamo diventati dei fenomeni da baraccone.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28. I'll go wherever you will go ***


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CAPITOLO 28
I'll go wherever you will go.



Mancava un giorno. Un solo giorno al momento più importante della mia vita. Erano le sette di sera quando il campanello suonò. Avevo deciso di festeggiare il mio addio al nubilato assieme alle mie migliori amiche e a Gemma, e non mi stupii per niente quando la ragazza mi saltò al collo, iniziando a stritolarmi tra le sue braccia. Ero felice di sapere che ormai la famiglia Styles mi aveva accettato. Non chiedevo altro. «Il grande giorno è alle porte.» Mi disse, non appena sciolse la presa, facendomi sorridere dolcemente, mentre Harry si avvicinava per salutare la sorella, emozionata quasi quanto lui. «E tu sei già arrivata a far casino.» Disse accogliendo tra le sue braccia la ragazza, che subito dopo gli tirò una sberla sul braccio. «Tranquillo, adesso scappo con la tua futura sposa.» Disse prendendolo in giro, mentre lui si parava dietro di me, abbracciandomi per un momento. «Ti dispiace lasciarci soli due minuti?» Gli chiese senza garbo, prima che la ragazza tornasse alla macchina, dicendomi che mi avrebbe aspettato lì. «Non sei stato per niente gentile.» Dissi voltandomi verso Harry, che accennò una risata, difronte al mio sguardo scettico. Sapeva benissimo che non mi piaceva quando si comportava così con sua sorella, anche se sapevo che per lui era solo un gioco. Teneva veramente molto a Gemma. «Mi mancherai in queste ore.» Mi disse appoggiando per un momento la sua fronte sulla mia, facendomi sorridere dolcemente, prima che posassi le mie mani sul suo volto. «Pensa che domani sarò tua moglie.» Gli sussurrai prima di stampargli un bacio sulle labbra, mentre lui mi attraeva ulteriormente a se. Io, lui e Mia saremmo diventati a tutti gli effetti una famiglia. «Sarai quella vestita di bianco?» Mi chiese aspettandosi la fatidica risposta. Di certo io non ero una ragazza tradizionale. «Sarò quella che ti guarderà come mai nessun'altra aveva fatto.» Dissi facendolo sorridere dolcemente, prima che iniziasse a baciarmi, sempre più dolcemente. Avrei rersistito una notte intera senza le sue labbra?
«E' la tua ultima notte da donna libera. Non farti problemi.» Mi ulrò all'orecchio Chloe, non appena ebbi finito di bere l'ennessimo bicchiere di vodka. La stava si stava riempiendo di ragazze pronte a festeggiare con me, e alcune di loro nemmeno sapevo chi fossero. C'erano amiche di vecchia data, conoscenti, cugine e amiche di Chloe e Dana. Non mancava di certo la compagnia. «Domani mi devo sposare. Non voglio vomitare sull'altare.» Fortunatamente per quella sera Mia sarebbe rimasta a casa di mia madre. L'ultima cosa che volevo era farle del male. Quando ero ubriaca non ero consapevole delle mie azioni. «Oh andiamo, ti aiuteremo noi a rimetterti.» Disse abbracciando Dana, rischiando per un momento di cadere. Chloe ormai era a ko. «Bevi Vic!» Urlò invece la mora, porgendomi l'ennesimo bicchiere che buttassi giù in un solo sorso, scatenando il delirio generale. «Ora come premio, abbiamo qualcosa per te brava bambina.» Disse improvvisamente Chloe, trascinandomi al centro del salone, mentre le note di "I Could Be The One" mi rieccheggiavano in testa. «Siedeti e goditi lo spettacolo.» Disse Dana, sbattendomi su una sedia, prima di allontanarsi da me, come del resto anche le altre ragazze. Potevo immaginare cosa sarebbe successo da quel momento. Dalle scale iniziò a scendere un ragazzo in giacca e cravatta, che non appena iniziò ad avvicinarsi a me, iniziò a spogliarsi, scatenando le urle di tutte le ragazze già ubriache fradice. Io d'altro canto mi coprì per un momento il volto, cercando invano di non ridere. Dovevo aspettarmelo. «Andiamo Vic, dacci dentro.» Disse Gemma, facendomi avvicinare al ragazzo, che mostrò subito il suo migliore sorriso non appena mi parai difronte a lui. Lo spettacolo poteva avere inizio.
Ero decisamente ubriaca persa non appena arrivai a casa di Dana, e lo stesso valeva per Chloe. Sembrava di essere tornate ai vecchi tempi, quando io e la bionda di riducevamo a uno straccio e lei cercava di non fare brutte figure. «Voglio rimanere qui. A guardare le stelle.» Dissi senza smetterla di ridere, buttandomi per terra, nel giardino sul retro. Senza pensarci due volte, Chloe fece lo stesso, mentre Dana ci osservava disperata. Fortunatamente i suoi genitori ci avevano lasciato la casa libera per quella sera. «Io voglio una macchina del tempo.» Disse Chloe, mentre Dana si sedeva accanto a noi, osservandoci divertita. Almeno facevamo ridire. «Ti ricordi quella sera quando hai scambiato un ragazzo per Michael.» Dissi continuando a sorridere come un'idiota, facendo scoppiare a ridere la ragazza che si voltò verso di me. «Ehi non gli è dispiaciuto quell'abbraccio.» Disse, mentre io ripensavo ai nostri momenti migliori. Ne avevamo fatte di pazzie, eppure eravamo lì, più forti di prima. Ancora più unite. «Oppure quando da bambine abbiamo buttato tutti i trucchi di tua madre.» Disse Dana, unendosi alla discussione, sdraiandosi insieme a noi sul prato. La madre di Chloe quel giorno aveva dato di matto. «Non mi è mai piaciuta truccata.» Disse in sua difesa, prima che tutte e tre scoppiassimo a ridere, mentre insieme continuevamo ad osservare le stelle in cielo. Tutto era perfetto, tanto che mi chiesi se quella felicità sarebbe durata negli anni. Se avremmo ancora avuto momenti magici come quelli. «Ricordate ancora quella sera?» Chiesi ripensando alla prima volta che avevo visto Harry. Col tempo ero riuscita a ricordare ogni singolo suo gesto. Quando mi aveva portato fuori dal locale chiedendomi se stessi bene, quando avevo sentito per la prima volta il suo nome in lontananza. «Eri ubriaca persa.» Disse seria Chloe, prima di scoppiare a ridere. Era assurdo come le cose non fossero cambiate di una virgola. «Promettetemi che staremo sempre insieme.» Disse la ragazza chiudendo per un momento gli occhi, dopo aver stretto le nostre mani con le sue. «Non c'è bisogno di dirlo.» Disse Dana, probabilmente sorridendo, mentre io facevo lo stesso. «Siamo sorelle.» Sussurrai a mia volta semplicemente, prima di chiudere a mia volta gli occhi. Non avevamo nulla di cui preoccuparci.
Avevo freddo e subito pensai che la colpa fosse di Dana che si era dimenticata di chiudere la finestra della sua camera la sera precedente, ma non appena aprii gli occhi, rimasi a bocca aperta. Chloe aveva la testa appoggiata sul mio petto, Dana stava abbraciando la bionda e insieme, senza neanche accorgercene, ci eravamo addormentate nel giardino sul retro. «Merda.» Riuscii semplicemente a dire, prima di guardare l'orologio da polso di Chloe. Mancavano solo quattro ore al matrimonio. «E' tardissimo!» Dissi alzandomi immediatamente dal suolo, per andare a recuperare le scarpe che avevo deliberatamente lanciato al di la di un albero, svegliando brusamente le due ragazze che fino a quel momento avevano continuato a dormire beate. «Ehi che succede?» Chiese in un sussurro Chloe, osservandomi confusa mentre io continuavo la disperata ricerca della mia borsetta. «Credo sia ora di prepararsi. La borsa è dietro di te Vic.» Disse Dana, stiracchiandosi con non chalance, prima che io mi voltassi di scatto. Dovevo ancora raggiungere la casa di mia madre, vestirmi, truccarmi e sistemari i capelli. Tutto questo in meno di quattro ore. Era una lotta contro il tempo. «Andiamo, guido io.» Disse subito Dana ancora mezza addormentata, seguita da me e Chloe che riusciva a stento a stare in piedi. Fu un sollievo arrivare a casa in soli quindici minuti. «Victoria ti aspettavamo qua un'ora fa.» Mi disse mia madre non appena mi vide varcare la soglia di casa, prima che Gemma tirasse un respiro di sollievo, interrompendo per un momento la conversazione con Anne. «Pensavamo che avessi cambiato idea.» Disse correndo ad abbracciarmi, prima di trascinarmi nella camera di mia madre, non lasciandomi nemmeno il tempo di salutare Mia. Ero terribilmente in ritardo, così, non appena fui nella camera, mi feci aiutare da Gemma e mia madre a mettermi l'abito che avevo scelto insieme ai miei genitori, mentre Anne si occupava della mia bambina. Mi venne un colpo al cuore quando vidi mio fratello varcare la soglia della camera. Sembrava un vero ometto con quello smoking nero. «Secondo me non ti entrerà mai quell'abito. Ultimamente sei ingrassata.» Disse cercando di sdrammatizzare la situazione, ottenendo però l'effetto contrario. «William non sei divertente.» Dissi prima di tirare un sospiro di sollievo, non appena mi vidi con addosso il mio abito da sposa. Gemma rimase per un momento a fissarmi sorridendo, e lo stesso fu per mio fratello e mia madre. «Sei un incanto.» Disse semplicemente la ragazza, prima che la parrucchiera varcasse la soglia della stanza. La mia metamorfosi poteva avere inizio.
Non appena la ragazza ebbe finito, aspettai un attimo a far entrare le ragazze nella stanza. Per un momento rimasi a fissare l'immagine riflessa allo specchio. Perfetta nella sua imperfezione. I capelli neri ricadevano morbidi lungo il seno e il trucco appena accennato mi faceva sembrare una vera e propria bambola di porcellana. Il velo non era nulla di eccezzionale, ma d'altro canto, i fiori bianchi che mi facevano da corona mi davano un'aria innocente, dolce. Proprio quello che desideravo. «Vic ci..» Disse mia madre, bloccandosi sulla soglia della camera, non appena mi voltai verso di lei, con gli occhi ormai lucidi. Riuscivo a leggere lo stupore nel suo sguardo. «Sono così brutta?» Chiesi accennando una risata, mentre la donna si avvicinava lentamente a me, prima che io l'accogliessi tra le mie braccia. Avrei voluto fermare quel momento. «Rimarrai per sempre la mia bambina, ricordalo.» Mi disse semplicemente con la voce rotta dal pianto, prima che nella stanza irrumpesse mio padre, che mi sorrise subito soddisfatto. «Piccola, tu mi stupisci sempre.» Mi disse avvicinandosi a me, prima di baciarmi la fronte, come era solito fare quando ero solo una bambina. Quando per me era l'unico uomo che avessi mai amato. «Vi lascio soli.» Disse mia madre asciugandosi le lacrime, prima di abbandonare la stanza, lasciando che potessi parlare tranquillamente con mio padre. Era tutto così strano. «Quindi è vero, sposerai davvero quel ragazzo.» Mi disse sedendosi sul letto, prima che io mi mettessi accanto a lui, iniziando a guardarlo comprensiva. Per lui era sempre stato difficile dirmi addio. «Harry è quello giusto.» Dissi per poi ricordarmi di tutte le conversazioni che avevo avuto con mio padre, riguardo a Styles. Era sempre stato geloso di me. «Voglio che tu sia felice Victoria, e spero vivamente che quel ragazzo non commetta il mio stesso errore. Non meritavi di essere abbandonata, sono stato uno stupido a pensare che lasciare te e tuo fratello sarebbe stata la scelta migliore.» Disse iniziando a torturarsi le mani, prima che io appoggiassi il volto sulla sua spalla. «Tu volevi solo il meglio per noi.» Dissi semplicemente, prima che mio padre mi accogliesse tra le sue braccia, facendomi finalmente sentire al sicuro, protetta. Sarei rimasta per sempre la sua bambina.

Vic Bride

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Capitolo 29
*** Capitolo 29. Would you swear that you’ll always be mine? ***


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CAPITOLO 29
Would you swear that you’ll always be mine?



Tutto era pronto. I parenti più stretti che erano venuti a farmi visita, le mie migliori amiche avevano già iniziato a recarsi in chiesa, Gemma aveva raggiunto Harry a casa nostra e io ero rimasta in camera di mia madre a guardare l'immagine riflessa allo specchio. Non potevo ancora credere a quante cose fossero cambiate nel giro di così poco tempo. «Qua siamo pronti per partire.» Disse mia madre, cogliendomi alla sorpresa, mentre teneva tra le braccia la mia piccola Mia. Lucas, William e mio padre avevano deciso di aspettare al piano inferiore. «Devo ammetterlo, questa bambina è anche più bella della mamma.» Dissi avvicinandomi alla piccola, che iniziò a dimenarsi tra le braccia di mia madre non appena la toccai. Con quell'abitino celeste era una visione paradisiaca. «E che ne dici della damigella d'onore.» Disse mia madre, pavoneggiandosi nel suo abito blu notte. Sembrava essere ringiovanita di dieci anni. «Perfetta, ma la più bella rimane in assoluto Mia.» Dissi prendendo la bambina tra le mie braccia, per poi iniziare cullarla come piaceva a lei. Gli occhi verdi iniziarono a fissarmi, anche se si sa, i bambini così piccoli non riescono ancora a vedere nitidamente, e le manine iniziarono a toccare il corpetto del mio abito, come se cercasse di dirmi qualcosa. «Vuoi aspettare ancora un po'?» Mi chiese mia madre, dopo qualche secondo di silenzio, risvegliandomi dai miei pensieri. Non appena vidi il suo volto sorridente, i suoi occhi illuminati, capii che era tempo. «Andiamo.» Dissi semplicemente. Harry mi stava aspettando. Per l'occasione, io e mio padre avremmo raggiunto la Chiesa a bordo di una limousine, a differenza di mia madre, Lucas e William che avevano deciso di utilizzare la loro macchina. Non erano decisamente abituati a cose troppo plateali. Nemmeno io lo ero mai stata, invece tutto era cambiato. Ripensai al mio fidanzamento con Alex, ai pianti nel cuore della notte, ai battibecchi con le mie migliori amiche. Insomma, ripensai alla mia normale vita da adolescente. La mia vita prima di conoscere Harry. «Agitata?» Mi chiese mio padre, stringendo per un momento la mia mano, mentre io distoglievo lo sguardo dal paesaggio al di fuori del finestrino. Lui mi conosceva meglio di chiunque altro. «Emozionata.» Dissi accennando un sorriso, prima che il silenzio si impadronisse di nuovo dell'atmosfera. Entrambi non sapevamo cosa dire. Era arrivato il momento.
Non appena arrivammo nel piccolo paesino alle porte di Londra, tirai un lungo respiro insieme a mio padre, e non appena la macchina si fermò, restammo per un momento lì, immobili, ad osservare il sagrato della Chiesa ormai vuoto, prima di scendere dall'auto. I paparazzi erano stati tenuti a debita a distanza grazie alla sicurezza, e lo stesso si poteva dire delle fan impazzite che non appena mi videro iniziarono ad urlare il mio nome. Io d'altro canto le rivolsi un saluto e un sorriso accennato, prima di iniziare a salire le scalinate che mi avrebbero portato all'ingresso della Chiesa, dove trovai ad attendermi mia madre e le mie due bellissime damigelle. «Ti stanno aspettando.» Disse Dana, trattenendo le lacrime, mentre mia madre e Chloe mi sorridevano amabilmente. Nel frattempo, iniziai a sentire i violini intonare "Hero", la nostra canzone, così, prima che potessi dire qualcosa, le mie damigelle iniziarono a percorrere la navata, mentre io, avvinghiata a mio padre, cercavo di rimanere lucida. Harry mi stava aspettando. «Pronta?» Mi sussurrò mio padre, risvegliandomi dai miei pensieri, prima che io annuissi, accennando un sorriso. Non appenana misi piede nella Chiesa, tutti i presenti si voltarono, ma inutile dire che io ebbi occhi solo per Harry. Il suo smoking blu aderiva perfettamente al suo fisico scolpito e senza neanche volerlo, mi ricordai tutto. Mi ricordai del nostro primo incontro, del primo appuntamento a cui ero stata costretta ad andare, della prima uscita di gruppo insieme al resto dei ragazzi. Mi ricordai di tutte i suoi abbracci, di tutte quelle parole spese per farmi sorridere, del nostro primo bacio. Mi ricordai di tutti gli addii in aereoporto, di quella volta in cui avevo pensato che non c'era più speranza per il nostro futuro, della sua mano intrecciata con quella di Margaret. Mi ricordai del mio cuore spezzato. Ma per fortuna, tutto si era risolto per meglio. Ero tornata con Harry, avevamo avuto un'altra chance per essere felici e come una sciocca io ero riuscita a buttarla via. Mi ricordai delle lacrime versate quando gli avevo mentito dicendogli che amavo un altro. Mi ricordai della mia permenenza a Parigi, delle notte insonni e infine mi ricordai del ritorno di Harry. Lui non aveva mai smesso di credere in noi e mai l'avrebbe fatto. Riuscivo a leggere nei suoi occhi tutto l'amore che provava per me. Il modo in cui mi guardò mentre attraversavo la navata, mi lasciò senza fiato. Lui era tutto ciò che avevo sempre desiderato. Le sue labbra si lasciarono scappare un sorrisino malizioso non appena intrecciai la mia mano con la sua, mentre gli occhi verdi continuavano a scurtarmi curiosi. «Fratelli e sorelle, siamo qui riuniti oggi per celebrare l'unione di Harry e Victoria. Chi ha qualcosa da dire parli ora o taccia per sempre.» Predicò il prete, mentre io ed Harry continuevamo a guardarci come se fosse la prima volta. Come se tutti i problemi, i litigi, non fossero mai esisti. In quel momento eravamo solo io e lui. Un'adolescente qualsiasi e una superstar innamorata. «Sei bellissima piccola.» Mi sussurrò Harry all'orecchio, poco prima che il parrocco ci invitasse a sederci. Nulla potrebbe comparare quel momento.
La messa fu lunga e noiosa, e francamente avrei preferito saltare tutte quelle preghiere e arrivare subito al dunque, ma non appena sentii il parroco dire che era arrivamo il momento delle promesse, sentii un nodo formarsi in gola. Avevo preparato un discorso dettagliato e preciso, ma nonostante tutto, non appena mi alzai, incrociando così gli occhi verdi di Harry, decisi di improvvisare. Sarebbe stato tutto più semplice. «Beh che dire, avevo preparato un discorso, ma penso che parlare col cuore sia decisamente meglio che ripetere qualcosa che ho studiato per giorni.» Dissi catturando l'attenzione dei presenti, che fino a quel momento non avevano smesso di parlare tra di loro. «Come saprai sono sempre stata un'adolescente piena di dubbi che non sapeva cosa farsene della sua vita, un'adolescente ferita che non aveva mai saputo cosa fosse il vero amore, ma ora lo so.» Dissi cercando di trattenere le lacrime, mentre gli occhi di Harry si facevano lucidi. «Sono innamorata di te, voglio passare la mia vita insieme a te e voglio che tu sappia che dopo tutti i litigi, dopo tutte le litigate nel cuore della notte, ho capito che nessuno potrà mai comparare te. Io appartengo a te, come tu appartieni a me.» Dissi per poi tirare un lungo respiro profondo, mentre Harry si mordeva al labbro, cercando di trattenere i suoi istinti. Sapevo che se solo avesse potuto, mi avrebbe preso in spalla e mi avrebbe portato in un posto appartato dove saremmo potuto rimanere soli. «Harry?» Chiese il prete, risvegliandoci dai nostri pensieri, mentre il ragazzo cercava le parole giuste da dire. «Beh, mi dispiace, ma io non me l'ero proprio preparato il discorso.» Disse facendo ridere sia i presenti che me. Dovevo aspettarmelo. «Ma non penso servano parole per farti capire quanto ti amo. Non sono mai stato il tipo da una relazione stabile, ma non perchè non la volessi, certo, ma perchè pensavo che infondo non era una cosa poi così importante. All'epoca non avevo ancora conosciuto te.» Diss stringendo la presa sulla mia mano, mentre io cercavo di trattenere le lacrime, continuando a sorridere dolcemente. «So di non essere perfetto, so che ti farò arrabbiare per i prossimi cento anni, ma credimi sempre quando ti dirò che ti amerò per sempre, perchè è la verità, e credimi quando ti abbraccerò e ti dirò che non ti lascerò mai andare. Tu e Mia siete la mia vita ora.» Disse concludendo il discorso, mentre una lacrima mi rigava, senza volerlo, il volto. Subito dopo il prete fece raggiungere mio fratello sull'altare, per portarci le fede. Con mano tremante Harry prese la mia, per poi infilarla al mio dito pronunciando le fatidiche parole. «Io Harold Edward Styles, prendo te, Victoria Ferrari, per amarti ed onorarti, in salute e in malattia, finchè morte non ci separi.» Disse con la voce rotte dal pianto, prima che io facessi lo stesso. «Io Victoria Ferrari, prendo te, Harold Edward Styles, per amarti ed onorarti, in salute e in malattia, finchè morte non ci separi.» Dissi prima di alzare lo sguardo verso gli occhi del ragazzo, che erano diventati praticamente rossi dalle lacrime. La sua mano intrecciata alla mia, continuò a tremare mentre io cercavo di tranquillizzarlo. Stavamo provando entrambi così tante emozioni. «Quindi vuoi tu Harold Edward Styles, prendere la qui presente Victoria Ferrari come tua legittima sposa?»«Lo voglio.» Disse senza neanche dargli il tempo di finire la domanda, facendo ridere i presenti che iniziarono a parlare tra di loro. «Bene, e vuoi tu Victoria Ferrari, prendere il qui presente Harold Edward Styles come tuo legittimo sposo?» Chiese, prima che io lasciassi passare qualche secondo dalla risposta, facendo spaventare volontariamente il ragazzo. «Certo che lo voglio.» Dissi sorridendo, facendo riprendere colore al ragazzo, che di colpo era sbiancato. «Con il potere conferitomi dalla Chiesa, vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa.» Disse il prete entusiasta, prima che il ragazzo facesse schiantare il mio corpo contro il suo. «Me la pagherai.» Mi sussurrò, prima di iniziare a baciarmi, davanti al piccolo gruppo di parenti che iniziarono subito ad applaudire. Tutto era perfetto. Harry mi apparteneva ed io appartenevo a lui.

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Capitolo 30
*** Capitolo 30. Be my baby, I'll look after you. ***


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CAPITOLO 30 (ULTIMO)
Be my baby, I'll look after you.



Il cuore mi martellava nel petto e mentre Harry appoggiava le mani sui miei fianchi, io incrociavo le braccia al suo collo, cercando di raggiungere la sua altezza. Era come se il tempo si fosse fermato. Nessuna preoccupazione, nessun pensiero, solo io e lui in quel momento magico. Ero diventata finalmente la signora Styles. «Ehi piccioncini vi aspettiamo fuori.» Mi urlò Chloe, aggrappata al braccio di Niall, nel bel mezzo nella navata, facendo ridere sia me che Harry. Ormai quasi tutti i nostri parenti erano già usciti per accoglierci nel migliore dei modi. Per un momento il ragazzo, però, abbassò lo sguardo verso i miei occhi, facendomi mozzare il fiato. Era così dannatamente bello, irresistibile, sexy. Così dannatamente mio. Le nostri mani si intrecciarono instintivamente. «Finalmente sei una Styles.» Disse Harry con un occhiolino, mentre io lo guardavo orgogliosa. Non avevo più nulla da temere. «Finalmente tu sei mio.» Dissi maliziosa, prima che Harry avvicinasse le sue labbra al mio orecchio. «Ripetimelo stasera.» Disse, facendomi arrossire senza volerlo. Era tutto così innocentemente perfetto. Nel giro di qualche secondo, iniziammo a sentire qualcuno urlare i nostri nomi fuori dalla Chiesa, così, dopo aver stretto la presa della sua mano sulla mia, io ed Harry percorremmo la navata, prima che tutti iniziassero a lanciarci addosso quintali di riso. Il ragazzo subito si nascose sotto il mio velo, mentre gli invitati più docili ci osservavano con le lacrime agli occhi. Compreso mio padre, che non appena incrociò il mio sguardo, alzò il pollice in segno di approvazione. Lui era fiero di me. «Guardate un po' qua.» Urlò Zayn all'improvviso, indicando la fine della scalinata col sorriso sulle labbra, mentre Dana cercava di respingere le lacrime. Era chiaro quanto fosse emozionata. Subito tutti smisero di darci addosso, e non appena il varco si aprì, osservammo la scritta fatta col riso. "V+H questo è solo l'inizio". Avevano proprio ragione questo era solo l'inizio di una meravigliosa, incredibile storia d'amore. Avevamo un futuro roseo davanti a noi. Per un momento i nostri sguardi si incrociarono, e prima che potessimo dire qualcosa, i ragazzi e le mie amiche si abbatterono su di noi, per un abbraccio di gruppo, mentre gli invitati raggiungevano le loro macchine per recarsi alla villa dove avevamo organizzato il ricevimento. «Fratello, ora non sei più un uomo libero.» Disse Louis sconsolato, prima che io lo fulminassi con lo sguardo, facendolo ridere. «Per la cronaca non lo è già da tempo.» Dissi abbracciando il mio uomo, mentre lui mi accarezzava dolcemente la schiena, come se stesse cercando di rassicurarmi. In quel momento non ne avevo decisamente bisogno, e mentre tutti mi facevano le loro congratulazioni, incrociai lo sguardo di mia madre, che continuava a tenere in braccio la mia bambina. La mia piccola Mia. «Scusatemi.» Dissi lasciando per un momento Harry e i ragazzi, per andare verso mia madre, che mi sorrise dolcemente. Sapevo che per lei sarei rimasta sempre la sua bambina. «Ecco la signora Styles.» Disse Lucas, ridendo, mentre io avevo occhi solo per Mia. Fu un sollievo quando la ebbi tra le mie braccia. Le sue manine toccarono le mia mentre la appoggiavo sul suo vestitino a dir poco delizioso. «Mi fai sembrare vecchia così.» Dissi a Lucas, prima di volgere uno sguardo verso William, che per la prima volta era senza parole. «Ora tocca al mio fratellino.» Dissi facendogli l'occhiolino, mentre lui cercava di mostrarsi duro. Non gli piaceva quando lo chiamavo fratellino. «Sono troppo giovane per queste smancerie.» Disse pavoneggiandosi, prima che io posassi lo sguardo su mio padre e mia madre. Erano così emozionati, quasi più di me. La loro piccola stava crescendo. «Sei una donna ormai.» Disse l'uomo, con l'accenno di un sorriso. Non volevo farlo piangere. Insomma, il nostro non era un addio. Ero sempre io. «Ehi niente lacrime, ok? Abbiamo una festa che ci aspetta.» Dissi mentre sentivo delle dita appoggiarsi sul mio fianco. Avrei riconosciuto quelle mani tra mille. «Non la rapirò promesso.» Disse Harry, facendo ridere mia madre, mentre mio padre si sforzava di accennare un sorriso. Era così dannatamente geloso. «E a propostio la nostra carrozza sta arrivando.» Disse facendomi voltare di scatto. Di che diavolo stava guardando? Mia madre sembrava sorpresa quanto me. Harry accennò una risata. «La reggia non è molto distante, arriveremo presto.» Disse mentre mia madre si portava la mano alla bocca. Le avevo sempre detto quanto avrei desiderato poter salire su una carrozza il giorno del mio matrimonio. «Tu sei matto.» Dissi senza parole, mentre i miei genitori ci avvisavano che avrebbero incominciato a recarsi al ricevimento. Davvero, non riuscivo a credere alle mie orecchie. «Insomma, non è solo per te. Anche la nostra Mia sembrava entusiasta quando gliel'ho detto.» Disse cercando di ironizzare, riuscendo a farmi ridere, prima che iniziassi a sentire il rumore degli zoccoli dei cavalli in lontananza. La carrozza avanzò verso di noi e quando ce la ritrovammo davanti, Harry mi aiutò a salire, dopo aver preso tra le sue braccia Mia. Quel ragazzo non era semplicemente un principe azzurro. Quel ragazzo era il mio eroe. «Siamo pronti.» Disse non appena si fu seduto accanto a me, mentre io lo fissavo incredula. Non poteva esistere qualcuno di così perfetto. Harry si voltò verso di me non appena si accorse del mio sguardo insistente. «Le mie principesse sono pronte al gran ballo.» Disse più a se stesso che a me, facendomi sorridere dolcemente, prima che posassi lo sguardo sul mio piccolo angelo. Eravamo decisamente pronti al meglio.
Tutti si stupirono non appena ci videro arrivare a bordo di quella principesca carrozza, e dopo aver salutato tutti gli invitati per bene, amici, parenti e colleghi di lavoro di Harry, ci recammo nella grande sala per il pranzo che sembrò non finire mai. Continuarono a servirci cibi su cibi e fummo più che felici non appena vedemmo arrivare il dessert. La sala che ci ospitava era stata allestita al meglio, e mentirei se decissi che non ero fiera di me stessa e del mio lavoro. «Ehi G, fai girare la voce che aspettiamo tutti sotto il gazebo.» Disse Harry a sua sorella, non appena ci passò davanti con un enorme sorriso sul volto. Era un momento così magico per tutti. Io lo guardai storta. «Non ho neanche finito il dessert.» Piagnucolai, mentre Harry si alzava porgendomi la mano, mentre un fotografo ci scattava qualche foto per il nostro album del matrimonio. «Oh andiamo dopo c'è anche la torta, voglio portarti in un posto.» Disse facendomi l'occhiolino. Quel ragazzo non vedeva l'ora di stare solo con me, glielo si leggeva in faccia. Alzai gli occhi al cielo non appena intrecciai la mia mano con la sua, mentre il ragazzo mostrava il suo miglior sorriso. «Sei un rompi palle.» Sussurrai, facendo ridere il ragazzo, mentre attraversavamo l'immenso parco. Dopo qualche minuto, Harry mi fece strada tra alcuni arberi, prima di trovarci di fronte a una piccola cascata. Era semplicemente da mozzare il fiato. «Volevo solo passare un po' di tempo con mia moglie.» Mi sussurrò all'orecchio, prima di accompagnarmi su una panchina in riva al laghetto. «Ce l'abbiamo fatta.» Dissi, mentre il ragazzo mi avvolgeva le spalle col suo braccio. Subito appoggiai il volto sulla sua spalla, facendolo sorridere. «Sai, in molti mi hanno sempre detto, "non sposarti, il matrimonio è la tomba dell'amore"» Disse tornando per un momento serio, mentre io ricordavo ancora le parole di mia madre. Fin da piccola mi aveva sempre detto che l'amore faceva schifo, che gli uomini erano solo una perdita di tempo, ed è incredibile come tutto fosse cambiato nel giro di qualche anno. «Ma io credo che se trovi la persona giusta, se accetti tutti i suoi pregi e i suoi difetti, niente può andare storto. E' tutta questione di amare incondizionatamente senza compromessi.» Aggiunse subito dopo, prima che la mia mano iniziasse a giocare con la sua, ancora appoggiata sulla mia spalla. Quel ragazzo sarebbe sempre riuscito a sorprendermi, a lasciarmi senza fiato. «Non riuscirei a sopportare l'idea di perderti un'altra volta.» Dissi, dando voce ai miei pensieri. Il ricordo delle lacrime che avevo versato per la storia tra lui e Caroline, la sua mano intrecciata a quella di Margaret, la litigata nel cuore della notte per colpa di Taylor, le mie bugie per cercare di allontanarlo, erano ancora delle ferite aperte. «Neanche la morte riuscirebbe a farmi allontanare da te Vic.» Mi sussurrò all'orecchio facendomi sorridere, prima di stamparci un dolce e vellutato bacio sulle labbra. Lui era mio.
Presto fummo costretti a raggiungere i nostri invitati, e sebbene fosse la giornata migliore della mia vita, volevo solo tornare a casa, baciare Harry e sentirlo mio. «Prima di iniziare, il lancio del bouquet signore e signori.» Urlò il cantante alle prime armi che avevamo pagato per cantare al nostro matrimonio. Non volevamo che qualcuno dei nostri invitati si perdesse il divertimento. Dopo aver accennato una risata, lasciai la mano di Harry per dirigermi sulla soglia della pista da ballo, mentre le ragazze si precipitavano al centro della sala. Dopo essermi girata, controllai che ci fossero tutte, prima che iniziassero il conto alla rovescia. Non appena fui pronta lanciai il mazzo. Non appena mi girai mi stupii di incrociare lo sguardo stupito quanto me di Gemma. «Congratulazioni.» Le urlai facendole un'inchino, mentre alcune sue amiche si avvicinavano per farle i loro complimenti. Non appena si fu ripresa, iniziò a sprizzare felicità da tutti i pori. Ero così contenta di vederla così gioiosa, finchè il cantante non interruppe quel momento magico. «Congratulazioni alla sorella dello sposo, ma ora, è arrivato un altro momento molto importante. Signore e signori, il lancio della giarrettiera.» Urlò il ragazzo. Mentre alzavo gli occhi al cielo, Harry mi si avvicinò con uno sguardo malizioso per accompagnarmi alla sedia messa al centro della sala. Aveva insistito così tanto per fare quella cosa che alla fine avevo ceduto. Dopo essermi seduta, il gruppo iniziò a suonare la canzone di stript is, mentre Harry si metteva in ginocchio per alzarmi la gonna dell'abito. Non potei fare a meno di ridere mentre sentivo fischi e risate provenire da tutte le parti. A ritmo di musica iniziò a sfilare la giarrettiera a morsi, mentre continuava a guardarmi con un pizzico di malizia. Era così dannatamente idiota. Non appena la ebbe tra le mani si alzò in modo trionfante, mentre io scrollando la testa, abbandonavo la pista per lasciar spazio ai ragazzi, che iniziarono a spintonarsi. «Uomini.» Disse semplicemente Chloe, alzando gli occhi al cielo, mentre raggiungevo lei e Dana. Dopo il fatidico conto alla rovescia, Harry lanciò la giarrettiera, che finì dritta tra le mani di Louis, che fino a qualche ora prima aveva preso in giro me ed Harry. Lo stupore nei suoi occhi era palese. «Eleanor ne sarà felicissima.» Dissi sorridendo al solo pensiero di un loro ipotetico matrimonio. Ero decisamente in vena di festeggiare. «Bene, le danze possono avere inizio. Invito la sposa e suo padre a salire sul palco.» Disse il cantante, mentre io imploravo il mio vecchio di salire sul palco. Me lo dovevo. Subito iniziammo a muoverci lentamente, facendo attenzione a non pestarci i piedi, mentre mio padre mi sorrideva affabile. Per lui sarei mista sempre la sua bambina. La sua piccola Vicky.
Dopo vari balli e il fatidico taglio della torta, ero decisamente a pezzi. Per tutto il giorno ero stata costretta a parlare con persone di cui neanche sapevo l'esistenza. Parenti di Harry, amici, colleghi, ma per fortuna le mie migliori amiche e la mia famiglia riuscirono a distrarmi di tanto in tanto. «Devi prometterci che verrete a trovarci a Parigi. La nostra casa sente la vostra mancanza.» Disse Phoebe, la compagna di mio padre, mentre sedute in un tavolo appartato scambiavamo qualche chiacchiere. Mia dormiva beata tra le mie braccia e Chris si divertiva insieme a William. «Appena ne avremo la possibilità verremo a disturbarvi. Adesso sarebbe un problema con Mia, penso sia ancora troppo piccola.» Dissi abbassando per un momento lo sguardo verso il mio angelo addormentato. Phoebe non potè fare a meno di sorridermi dolcemente. Infondo aveva visto crescere la mia pancia, mi aveva sempre trattato come una figlia durante quel periodo a Parigi. Era parte della famiglia, come del resto Evan e Chris. «Non dsiturbate. E come farete a proposito? So che Harry sarà ancora in tour a ottobre.» Disse facendomi irrigidire per un momento. Erano giorni ormai che ci stavo pensando. «Abbiamo deciso che mentre lui non c'è dormirò a casa di mia madre. E' una soluzione momentanea, poi vedremo cosa fare.» Dissi ricordandomi di tutti i nostri "addii". Era sempre così dure lasciarlo andare. Era dura avere un oceano che ci divideva. Phoebe notò il mio turbamento. «Il vostro amore è forte.» Disse semplicemente, facendomi sorridere. Ormai sapeva a memoria la storia con Harry, durante la mia permanenza a casa di mio padre avevo avuto modo di raccontarle tutto nei minimi dettagli. Ricordo ancora quando scoppiai a piangere tra le sue braccia. «Mi scusi, posso rubarle la sposa?» Disse una voce alle mie spalle, che mi fece sorridere senza neanche bisogno di voltarmi. Phoebe gli fece un occhiolino in segno di approvazione, così, dopo essermi alzata, fui rapita da mio marito, che mi accompagnò a salutare il resto dei ragazzi. Ormai la maggior parte degli invitati se ne stava andando. «Volete farmi piangere per caso?» Piagniucolo Niall, prendendoci in giro, mentre ci avvicinevamo a loro, mano nella mano. Mi ero sempre chiesta se avremmo continuato ad essere tutti così. Irrimediabilmente idioti. «Siete così belli.» Disse Zayn, prima che Dana lo fulminasse con lo sguardo, facendo ridere sia me che Chloe. «E' stata una lunga giornata, credo che gli sposi abbiano voglia di rimanere un po' soli.» Disse Liam, riuscendo a leggermi nel pensiero, mentre teneva tra le sue braccia Danielle. Se non fosse stato per lui, per i suoi consigli, probabilmente io ed Harry non saremmo stati lì in quel momento. Non ci sarebbe stato nessun matrimonio, nessun futuro insieme. «Questo è solo l'inizio ragazzi.» Disse infine Louis, mostrando il suo migliore sorriso, mentre Harry mi stringeva a se. Aveva ragione. Quella era solo l'inizio.
Finalmente eravamo liberi. Poco prima di abbandonare il castello, salutai mia figlia e la mia famiglia, assicurando a mia madre che saremmo passati a riprenderla non appena saremmo tornati dalla nostra luna di miele. Lei e Lucas avevano insistito a tenerla, nonostante io ed Harry volessimo portare la bambina con noi. Non volevamo trattarla come un pacco. Infondo era nostra figlia. «Sei pronta?» Mi chiese Harry con un sorriso timido, non appena parcheggio davanti a casa. La nostra casa. Non potei fare a meno di sorridere. Non appena il ragazzo aprì la portiera, strinsi dolcemente la sua mano, prima di recarmi insieme a lui alla porta d'ingresso. Dopo aver aperto mi lanciò uno sguardo complice, sapevo quello che voleva fare, così, dopo avermi di preso, mi strinsi a lui, sorridendogli dolcemente. «Come una principessa.» Mi sussurrò all'orecchio, prima di lasciarmi scendere. I suoi occhi verdi erano accessi di desiderio, le mani intrecciate alle mie incominciarono a tremare e prima che potesse aggiungere altro, presi parola. «Ti aspetto in camera Mr. Styles.» Dissi prima di lasciare le sue mani, lasciandolo senza parole mentre salivo le scale con nonchalance. Era la nostra notte, doveva essere tutto perfetto. Non appena fui certa di aver chiuso la stanza a chiave, mi levai il vestito per poter indossare solo la mia sottoveste, quella preferita da Harry. Accesi candele qua e la per creare l'atmosfera e infine accesi l'incenso alla vaniglia che piaceva tanto al ragazzo. Ero finalmente pronta a coccolare mio marito come si deve. Dopo aver aperto la porta, mi lasciai cadere sul letto, mentre Harry entrava nella stanza, col più bel sorriso che avessi mai visto. «Hai dato il meglio di te.» Disse avvicinandosi lentamente al letto prima di sedersi accanto a me. Mentre le sue mani toccavano come per la prima volta la mia pelle, io accarezzai per un momento la sua guancia, osservando con attenzione i suoi occhi verdi. Non potei fare a meno di sorridere. Un uragano di emozioni stava nascendo nello stomaco. «Tu meriti questo ed altro.» Dissi semplicemente, avvicinando il mio volto al suo, prima di posare le mie labbra su quelle del ragazzo, che lentamente mi aiutò a stendermi sotto di lui. Le mani nel frattempo continuarono ad accarezzarmi la pelle, mentre le mie si infilavano tra i suoi capelli, con l'intento di avvicinarlo ulteriormente a me. Lo sentivo mio, come non mai. «Potrei dire lo stesso Mrs. Styles.» Sussurrò all'orecchio prima di iniziare a lasciare dolci baci sul mio collo, mentre io mi lasciavo trasportare da quella magnifica sensazione. Non c'era niente di sbagliato, era tutto perfetto. «Meriti il vero amore.» Disse baciandomi delicatamente i seni, prima di togliermi con molta calma la sottoveste. Subito dopo lo aiutai a togliersi giacca e cravatta, mentre lui mi osservava dolcemente. «Meriti che qualcuno ti faccia sentire una vera donna.» Disse accarezzandomi il volto, abbassando per un momento lo sguardo sulle mie labbra. «Meriti di essere baciata sempre come se fosse la prima volta.» Disse più seriamente, prima di trafiggermi con lo sguardo. Avrei sempre amato quegli occhi verdi. «Ma cosa più importante, meriti che ogni giorno ci sia qualcuno al tuo fianco che ti ricordi quanto ti ama.» Disse, mentre io accarezzandogli dolcemente il volto, lo attiravo a me. Lui era mio, io ero sua. Non avevamo nulla di cui preoccuparci. Quello era solo l'inizio di una magnifica storia d'amore. Un amore che supera qualsiasi distanza o problema gli si porga davanti. Io ed Harry eravamo anime gemelle. «Per il momento viviamo giorno per giorno. Io ti amo, tu mi ami, è questo che conta.» Sussurrai, prima di riprendere da dove avevamo interrotto. In quel momento come ci si sentiva ad essere una vera donna. Una donna amata.

Passarono i giorni, i mesi, gli anni, ma il nostro amore non smetteva di farci emozionare e vivere esperienze che mai in vita mai avrei immaginato di affrontare. E poi c'era Mia. Con lei passammo decisamente i nostri momenti migliori. Per qualche anno girammo il mondo tutti e tre insieme, come una vera e propria famiglia, ma quando arrivò il momento di concentrarsi sullo studio, mettemmo da parte le valige e insieme cercammo di farci forza. Volevo che mia figlia diventasse una donna forte, indipendente, ma sapevo che non potevo impedirle di sentire la mancanza di suo padre durante i suoi lunghi periodi di assenza. Cercai di essere un buon modello per lei di insegnarle i veri valori nella vita: rispetto, solidarietà e amore. «Mamma manca molto?» Disse Mia, risvegliandomi dai miei pensieri, mentre seduta sul sedile posteriori giocava animatamente con Ruth, il cane che Harry aveva deciso di regalarle per il suo sesto compleanno. Quei due ormai avevano formato una vera e propria alleanza. «Sei troppo impaziente. Mi ricordi qualcuno.» Disse Harry, con un sorriso accennato, mentre continuava a guardare dritto sulla strada. Il solito burlone. «Siamo quasi arrivati.» Dissi fulminando con lo sguardo il ragazzo, facendo ridere fragorosamente Mia, che smise per un momento di giocare con Ruth. Sembrava più grande per la sua età, nonostante avesse solo dieci anni. «Ho fame.» Si lamentò la bambina, facendomi sorridere dolcemente. Mia era un pozzo senza fine. «Eccoci.» Urlai emozionata, facendo spaventare persino Harry, che mi guardò accigliato. Mia su unì alla mia felicità, appoggiando il suo volto sulla mia spalla, mentre osservava il paesaggio fuori dal finestrino. Il lago dove era scoccata la magia. Dove io e la superstar ci eravamo scambiati il nostro primo bacio. Era da tempo che non ci tornavamo. «Io e Ruth siamo pronti alle foto.» Urlò la bambina prima di scendere dall'alto, per poi iniziare a correre insieme al golden retriver che iniziò anche lui ad abbaiare. Sembrava di essere tornati indietro nel tempo. Dopo essermi sistemata il vestito a fiori che ero solita indossare nei giorni di festa, incrociai la braccia, cercando di rivivere quel momento nella mia memoria, mentre Harry mi abbracciava alle spalle. «Ce ne è voluto di tempo, eh?» Disse Harry, probabilmente alludendo al fatto che non ero subita caduta ai suoi piedi come il resto delle ragazze. Sorrisi soddisfatta. «Avevi bisogno che qualcuno ti facesse capire che non eri il centro del mondo.» Dissi prendendolo in giro, prima che il ragazzo mi attirasse ancora di più a se. Per un momento ci soffermammo ad osservare Mia. I capelli ricci e mori erano decisamente un mix perfetto tra noi due, come del resto anche gli occhi grandi e verdi che al sole avevano qualche riflesso color nocciola che ricordavano i miei. La pelle bianca come una bambola di porcellana era decisamente frutto della mia eredità, mentre le labbra, beh quelle erano decisamente uguali a quelle del padre. Non c'era niente di imperfetto in lei. Il suo sorriso, la sua risata, era tutto decisamente troppo magico. «Vorrei tanto poter restare con voi per il resto dei miei giorni.» Mi sussurrò all'orecchio Harry, mentre sentivo la barba incolta pungermi il collo. Adoravo quella sensazione. Essere tra le sue braccia, sentirmi amata. «Stiamo vivendo i momenti migliori insieme, non ti devi preoccupare.» Dissi voltando leggermente il volto, per riuscire a stampargli un casto bacio sulle labbra, mentre Mia ci correva incontro insieme a Ruth. «Anche io voglio un'abbraccio.» Urlò la bambina, prima che Harry gli corresse incontro a sua volta, per poi sollevarla di peso e farla girare. Era così bello vedere tutta quella felicità nei loro occhi, quel senso di pace con il mondo. Certo le litigate si sa, non mancano di certo, ma io so che Harry mi appartiene, che ama solo me e nostra figlia, non ho nulla di cui preoccuparmi. «Io direi che è ora di mangiare.» Urlai a mia volta, mentre Mia mi correva incontro per poi prendermi per mano. Il mio piccolo angelo mi avrebbe sempre resa fiera di lei. «Sono d'accordo.» Disse convinta, facendo ridere sia me che Harry, che per un momento ci scambiammo uno sguardo complice. Non serivavano parole per descrivere quanto ci amavamo. Niente e nessuno, avrebbe potuto cambiare i nostri sentimenti.

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