~Oltre l'apparenza-Volume 1°~

di mychemicalromance96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Irlanda estate 1750 ***
Capitolo 2: *** Roma oggi, 15 settembre 2011 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Lui ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: I suoi occhi. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Amici. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Unico ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Emozioni ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Un bacio ***
Capitolo 9: *** ~Irlanda, estate 1751~ ***
Capitolo 10: *** Capitolo 8: Desideri ***
Capitolo 11: *** Capitolo 9: Verita' ***
Capitolo 12: *** Capitolo 10: Paura ***
Capitolo 13: *** Capitolo 11: Perche' lui ti ama ***
Capitolo 14: *** Capitolo 12: Confessioni ***
Capitolo 15: *** Capitolo 13: Gli amici sono sempre gli amici ***
Capitolo 16: *** Capitolo 14: La sua vita legata alla mia ***
Capitolo 17: *** Capitolo 15: La vita intensa, unica ***
Capitolo 18: *** Capitolo 16: Ricordi cosi vivi e intensi ***
Capitolo 19: *** Capitolo 17: Il rituale della condanna ***
Capitolo 20: *** ~Info~ ***



Capitolo 1
*** Irlanda estate 1750 ***


~Prologo~Irlanda 1750
''Dove mi stai portando Ian" la voce di una giovane ragazza lo fece sorridere al tal punto di scoppiare in una fragorosa risata. ''E' una sorpresa Sophie'' le sussurro' il giovane in un orecchio tenendole stretta la fascia che le copriva gli occhi. Dopo un lungo cammino si fermarono. ''Ora puoi guardare'' la ragazza apri' gli occhi e lo stupore fu cosi grande da sentirsi svenire. Davanti ai suoi occhi si estendeva una vasta distesa collinare, sotto la quale un fiume ingrossato scorreva pigro al suono delle lucciole che illuminavano i fiori e le aiuole circostanti. In cielo la luna risplendeva limpida e argentata come un grande diamante, raro da trovare. Le stelle risplendevano nel blu della notte come tante luci preziose. In lontananza sotto le colline le case del villaggio erano radunate tra loro come tante casupole in attesa del pieno inizio della primavera. Sulla sua sinistra scorse un piccolo laghetto, raggiungendolo vi si specchio' e solo quella sera capi' quanto era bella. Lunghi capelli rosso fuoco le cadevano in tanti boccoli lungo la schiena, i suoi occhi azzurri come l'oceano sembravano confondersi con il blu della notte. Sulla sua pelle candida i raggi della luna emettevano bagliori argentati rendendola ancora piu' chiara, ma stupenda. ''Sei bellissima amore mio'' Sophie guardo' il riflesso del proprio ragazzo nell'acqua. Erano cosi' belli i suoi occhi verde smeraldo, cosi belli i suoi capelli neri, cosi belle le sue labbra rosee. ''Anche tu Ian'' gli disse guardandolo negli occhi, in quegli occhi che sembravano rappresentare per lei l'infinito, bello in tutte le sue sfumature. Le cinse i fianchi con le sue grandi mani, posandole un dolce bacio sulla chioma rossiccia. ''Ti amo Sophie'' la sua mano le accarezzava lentamente una guancia, mentre i suoi occhi verdi si perdevano in quell'oceano colmo di misteri e desideri. La passione li univa cosi forte che niente e nessuno li avrebbe mai separati. Niente e nessuno avrebbe mai compreso il loro amore, intenso e unico. ''Oh Ian! Anche io ti amo'' a quelle parole il giovane non resistette a baciarla. Sophie ricambio' quel bacio inatteso con tanto desiderio, tanto che il cuore inizio' a batterle forte per l'emozione. Separandosi da quel bacio Sophie rivolse il proprio sguardo verso il castello che costeggiava in tutta la sua maestosità sulla collina piu' grande. Casa sua era un castello. Era una nobile cosi come lo era anche Ian. ''Sophie?" la ragazza si volto' verso di lui. ''Si?" il suo sorriso gli illumino' il viso. ''Sei cosi importante per me, non voglio perderti'' il suo tono serio, deciso e determinato le fece palpitare il cuore a mille. Gli getto' le braccia al collo e si lascio' andare in un dolce pianto ''Anche io non voglio perderti Ian, senza di te la mia vita sarebbe inutile, senza di te tutto questo che mi circonda non sarebbe cosi' magico come lo e' quando sto con te'' Ian la strinse forte tra le sue braccia ''Il nostro amore durera' in eterno Sophie, vivremo per sempre cantando nell'infinito il nostro canto d'amor...'' Sophie lo guardo' dritto negli occhi con il viso bagnato da lacrime toccate dall'amore. ''Perche' l'amore vive in eterno'' aggiunse con un sorriso. Stringendola forte guardo' in alto e con lo sguardo perso tra il blu notte e l'argento della luna e delle stelle aggiunse ''Si, perche' l'amore non muore mai''

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Capitolo 2
*** Roma oggi, 15 settembre 2011 ***


Roma oggi, 15 settembre 2011. 'Ho sempre creduto nell'amore, in quello vero, in quello che fa sognare ad occhi aperti e battere forte il cuore ogni volta che si incontra la persona che ci piace.. Ho sempre visto l'amore diversamente da come lo vedono molti. Ho sempre visto tutto in modo diverso'' Queste ultime righe farebbero pensare di me una persona strana o forse problematica, ma non e' affatto cosi. Ultimamente non facevo altro che pensare all'amore, a quel sentimento strano misterioso e bello allo stesso tempo. Mi fidanzai ma fui lasciata dopo 4 mesi perche' il mio ragazzo mi aveva chiesto di farlo ma io avevo rifiutato. Dopo un po avevo capito che da parte sua non c'era stato amore ma solo attesa per farlo con me, beh lo fregai. Quella mattina non avevo proprio voglia di andare a scuola, o meglio di iniziare un nuovo anno scolastico, 3 anno di liceo classico davvero pensante, sopratutto non avevo voglia di vedere i miei compagni di classe, ogni giorno mi prendevano in giro, il motivo? Ero una ragazza emo e ascoltavo il metal e per loro ero una ragazza fuori di testa da mandare dallo psicologo. I fuori di testa erano loro, ma questo problema non me lo creavo perche' in fondo avevo i miei amici, una band. Ci incontravamo ogni sabato sera in una saletta prove, avevamo creato un gruppo rock da un anno e la cosa ci eccitava sopratutto quando ci esibivamo di sera in qualche locale alternativo. Il Liceo Tasso nel quale andavo si trovava in via Sicilia non molto distante da Piazza Navona dove abitavo. Appena arrivata nel cortile fui quasi travolta da un gruppo di oche che correvano verso un gruppo di ragazzi. Scossi la testa disgustata. Con lo sguardo vagai nel grande cortile circondato da panchine e ciliegi in cerca dei miei amici, i quali si appostavano sempre sotto un albero lontani da tutti. Appena li vidi andai loro incontro salutandoli vivacemente. Nel gruppo c'erano Serena la mia migliore amica, Lorenzo il suo ragazzo e Federico fratello di Lorenzo. Erano emo come me e tutti frequentavamo il classico ,solo Federico e Lorenzo erano in classi diverse, io e Serena stavamo nella stessa classe. Avevamo tutti 17 anni. Li conobbi per caso due anni fa ad un concerto dei green day nel autobus e da quel giorno non ci siamo piu' separati. ''Au, ci sei mancata tantissimo'' ricambiai con affetto l'abbraccio di gruppo. ''Anche voi ragazzi'' ''Come era Copenaghen?" mi chiese Federico ''Bellissima davvero'' risposi felice. I miei amici ricambiarono il sorriso. Appena vidi Lorenzo baciare Serena il sorriso dalle mie labbra svani' e Serena subito si accorse di cio' perche' mi prese in disparte allontanandoci dai ragazzi. Appena sedute su una panchina cercai di non guardarla negli occhi, ero abbastanza timida e guardare negli occhi intensamente una persona mi creava un certo imbarazzo. ''Au lo so che ci sei rimasta male per come e' andata la tua relazione con Ferdinando, ma cosa vuoi farci se i ragazzi sono coglioni? Non tutti lo sono ma la maggior parte si'' Serena era una ragazza molto matura, e i suoi ragionamenti molte volte mi spaventavano, in senso positivo. ''Vorrei incontrare anche io un ragazzo che mi faccia stare bene ma sopratutto che mi ami davvero e che non vuole stare con me solo per farlo'' gli occhi si riempirono di lacrime ma cercai di tirarle indietro. Ecco cosa mi lasciava una relazione andata male, un vuoto dentro che neppure i miei amici sapevano colmare. ''Troverai un giorno un ragazzo che ti ami davvero e che ti faccia sentire sua, il momento arriva per tutti credimi'' il suo sorriso cosi dolce e solare mi spinse a guardarla negli occhi castani. Mi senti' meglio e l'abbracciai cosi forte quasi soffocandola. ''Ma ti voglio bene'' le dissi ridendo ''Si ma non c'e bisogno di strozzarmi cara, comunque i capelli rossi piastrati cosi ti stanno bene'' la ringraziai di cuore. Avevo i capelli rossi per natura, come mia madre, invece mio padre li aveva neri. ''Hey ragazze la campanella e' suonata che ne dite di entrare?" la voce di Federico interruppe le nostre risate. ''Secchione per noi possiamo restare anche qui fuori ad ascoltare buona musica'' gli disse Lorenzo. Io e Serena scoppiammo a ridere. ''Iron Maiden?" ci chiese Lorenzo mentre si aggiustava la cintura borchiata. ''Si'' dissi cercando di non guardare cio' che stava facendo. ''Ehm capellone credo che ti stanno guardando li in fondo'' disse Federico ridendo ''Dove?" chiese spaventato. Federico gli diede una pacca sulla spalla ''Ti sei dimenticato la scommessa? Chi arriva per primo in classe non deve lavare i piatti oggi'' e come un razzo corse vero l'ingresso. ''Coglione aspettami'' gli grido' alle spalle Lorenzo mentre correva nel cortile abbottonandosi la cintura. In quel momento un gruppo di ragazze lo guardarono ridendo. Anche io e Serena rimaste sedute sulla panchina, scoppiammo a ridere. ''E' matto quel ragazzo io lo dico'' disse continuando a ridere. ''Deve sempre mettersi in ridicolo'' continuo'. ''Almeno fa ridere e non deprimere'' le dissi seria. ''Questo e' vero, dai rossa andiamo in classe non voglio avere gia' una nota, la 3 A ci aspetta'' Cosi dicendo ci alzammo e come zombie ci dirigemmo in classe insieme ad altri ragazzi.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Lui ***


Arrivate in classe, io e Serena ci sedemmo nel nostro solito banco in fondo a sinistra. Era un posto sicuro per qualche dormita durante l'ora di chimica o per spiare l'intera classe. Appena sedute nel banco due nostri compagni seduti davanti a noi, ovvero i bulletti di classe, iniziarono a darci fastidio come sempre. ''Ecco che le due ''emo'' finte depresse sono tornate a romperci anche quest'anno'' rise divertito Luigi e il suo amico Alberto fece lo stesso. ''Attento a come parli coglione'' rispose loro Serena. Direi che era una tipa con le palle, tosta e molto determinata. ''Hey stai calma'' le disse questa volta Alberto, sembrava arrabbiato. ''Qui chi si deve calmare siete voi, altrimenti...'' i suoi occhi sembravano vagare in classe come alla ricerca di qualcosa. ''Altrimenti cosa? Fai venire mammina e papino?" la risata di entrambi mi fece scattare di nervi. Mi alzai di scatto e li guardai con rabbia ''Altrimenti vi ficco una mazza da scopa nel culo, facciamoci questi altri 2 anni in grazie di Dio, non mi va di perdere tempo con voi'' i loro occhi erano colmi di stupore e solo in quel momento mi accorsi che l'intera classe mi stava guardando, o meglio 25 ragazzi. Imbarazzata mi sedetti e Serena fece lo stesso. ''Fico quello che hai detto'' la sua gioia mi riempi' il cuore di felicta', per la volta li avevo risposto e anche pesante. Mi senti' soddisfatta, ma la mia felicta' duro' poco perche' in quel momento entro' il professore di chimica. Si chiamava Alfredo aveva una quarantina d'anni ma a nessuno della classe piaceva quel professore, non solo perche' era strettissimo con i voti nonostante alcuni di noi si impegnavano davvero solo per prendere un misero 6 ma anche per i suoi modi di fare e di insegnare, cosi distaccati e svogliati. Ecco perche' io e Serena preferivamo dormire durante la sua ora, per non ascoltare la sua patetica voce. ''Buongiorno ragazzi'' il suo sorriso abbastanza solare in realta' sembrava trasparire un altra emozione del tipo ''Non vedo l'ora di interrogarvi e mettervi i 2". Rispondemmo tutti in coro, proprio come una classe modello, come lui voleva del resto, sopratutto lui. ''La disciplina e' molto importante ragazzi'' non faceva altro che ripeterci questa frase ogni volta che veniva a fare lezione. Prima che potesse iniziare a parlare qualcuno busso' alla porta dell'aula. ''Avanti'' disse il prof con la sua voce fredda. La porta si apri' e restai incantata per cio' che vidi. Sulla soglia comparve il piu' bel ragazzo che avessi mai visto. Lunghi capelli neri gli cadevano sulle spalle. Ciò che mi incanto' di piu' fu il colore dei suoi occhi, verdi come lo smeraldo. Su un sopracciglio aveva un piercing nero e Il cuore mi batteva forte, sembrava un po simile a Damon Salvatore de the vampire diaries. ''Buongiorno, chiedo scusa per il ritardo'' La sua voce profonda sembrava giocare con la sua eta' ancora da ragazzo. ''Tu devi essere Alessio Cerchia giusto?" il professore non faceva altro che squadrarlo dalla testa ai piedi, ma non diedi importanza a cio' tanto che ero persa nei suoi occhi verdi. ''Certo'' rispose lui serio. Proprio in quel momento rivolse il suo sguardo misterioso dritto nei miei occhi, come se avesse percepito la presenza di qualcuno, o meglio che qualcuno lo stesse guardando. Volevo abbassare lo sguardo imbarazzata cercando di smetterla di sbavare come un lama, ma non ci riusci' tanto che i suoi occhi mi avevano catturata. ''Bene, puoi sederti li in fondo accanto alle due ragazze'' e con un dito indico' noi due. Serena fece finta di nulla, mentre io iniziai ad agitarmi dentro di me. Mentre si avvicinava a noi, mi sorrise debolmente e per fortuna riusci' a ricambiare il sorriso seppure timidamente. Nel banco era seduto da solo e appena il professore inizio' a parlare distolse lo sguardo da me. Mi senti' piu' calma. ''Tra un po' dovro' cambiare posto'' disse la mia amica con un sorriso malizioso e io intui' subito cosa intendeva dire. ''Smettila'' le dissi fingendo indifferenza. ''Ti piace'' continuo' lei senza togliere quel sorriso ''Non e' vero'' le dissi continuando ad essere indifferente ''Vi siete sorrisi'' il suo tono basso mi fece battere forte il cuore. ''E' carino'' le dissi infine con un debole sorriso.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: I suoi occhi. ***


Il sole risplendeva lontano dietro le tante case su piazza Navona, e un leggero venticello muoveva di tanto in tanto le foglie di alcuni alberi sotto casa mia. Anche i miei pensieri sembravano muoversi pigramente dal vento del mio cuore. Con la testa appoggiata sul vetro della finestra di camera mia vagavo con lo sguardo verso l'orizzonte, verso cio' che chiamavo infinito. Gia' l'infinito, cosi' bello cosi misterioso e forse anche pericoloso, proprio come l'amore dolce e piccante nei suoi attimi preziosi che ognuno vorrebbe vivere ogni giorno allontanandosi da cio' che fa soffrire. Quel pomeriggio dopo la scuola non avevo fatto altro che pensare ai suoi occhi verdi, e cio' mi spaventava un po', perche' non mi era mai capitato in precedenza di dare cosi importanza agli occhi di un ragazzo seppure belli. Ero convinta che i suoi occhi erano diversi da tutti gli altri, c'era qualcosa che mi attirava a loro cosi tanto e volevo scoprire cosa poteva essere. Fuori da scuola ero tornata a casa con i miei amici poiche' abitavamo tutti nelle zone circostanti di piazza Navona, ma non avevo visto visto Alessio a causa della tanta confusione che si era creata nel cortile. Mentre vagavo nei miei pensieri senti' mia madre dal basso arrivare a casa. Lavorara come insegnante di fisica alla Sapienza, mio padre come professore di italiano. Scesi nel soggiorno arredato in stile antico, era molto grande per essere un soggiorno ma molto accogliente e elegante. ''Ciao mamma'' la salutai dandole un bacio sulla guancia. Con i miei avevo un bel rapporto e spesso mi confidavo anche dei miei problemi e delle mie preoccupazioni, sapevano sempre darmi il giusto consiglio e li apprezzavo tanto. Ero figlia unica perche' mia madre dopo la mia nascita non era riuscita ad avere piu' nessun figlio, ma cio' non li aveva resi infelici, anzi molte volte da bambina mi avevano sempre ripetuto che ero io ad averli completati ad averli uniti e questo mi rendeva sempre felice. ''Ciao tesoro, oggi sono tornata un po piu' tardi stavamo preparando i nuovi test'' mi disse mentre posava la borsa sul divano color crema. ''Infatti ho notato sono le 17.00" le dissi controllando l'orologio sul mio blackberry. Proprio in quel momento squillo' il mio cellulare, era Serena. ''Sery?" risposi ''Tesoro stasera ci vediamo nella nostra saletta..'' ''per provare?" le chiesi con occhi lucidi. Suonavo la chitarra elettrica da due anni ed era la mia passione. ''No, ma Lorenzo vorrebbe invitarci ad un concerto di un suo amico, ne parliamo meglio stasera'' disse frettolosa ''Ok a dopo''. ''Un altro concerto?" chiese mia madre incuriosita ''Si ma non dobbiamo suonare noi, e' il concerto di un amico di Lorenzo, stasera ne parleremo meglio'' le spiegai con un sorriso. ''L'importante e' che non si drogano e tu lo sai'' mi disse seria ''Lo sai bene chi frequento mamma'' le spiegai un po arrabbiata mentre lei leggeva una rivista ''Ora vado a prepararmi'' e cosi dicendo corsi in camera mia o meglio l'unico posto lontano dal mondo, da tutte le cattiverie e da tutto cio' che fa stare male. La mia camera era davvero grande, arredata perfettamente in stile rock. Sulle pareti avevo attaccato tanti poster dei miei gruppi musicali preferiti per lo piu' dei green day, amavo tanto Billie Joe e sulla sinistra dal letto c'era la scrivania con il PC fisso della Apple, accanto c'era un piccolo scaffale colmo di libri. Mi piaceva molto leggere sopratutto il genere fantasy e le storie sui vampiri mi lasciavano sempre incantata. Ero una ragazza che amava viaggiare con la fantasia, perdersi nei propri sogni con la speranza che potessero realizzarsi in futuro. In me l'io di bambina non voleva mai andarsene e sapevo bene che non se ne sarebbe mai andato, questo lo dicevano anche i miei amici. Corsi all'armadio e indossai le prime cose che vidi ovvero una maglietta bianca a maniche corte con un teschio nero al centro e dei pantaloncini neri e le mie amate converse nere, indossavo sempre quelle nere nonostante avevo altri paia. Diedi una veloce piastrata ai lunghi capelli rossi che portavo sempre sciolti e dopo essermi truccata e indossato i miei amati bracciali borchiati scesi in cucina e salutai mia madre. Passeggiavo per strada ascoltando i Metallica. Di pomeriggio c'era sempre tanta gente per le strade sopratutto nei negozi. Piazza Navona era abitata e frequentata per lo piu' da persone benestanti dal punto di vista economico. Anche la mia famiglia ne faceva parte, ma nonostante la nostra condizione economica non eravamo quel tipo di persone snob che disprezzavano gli altri. Se c'e una cosa che i miei mi avevano insegnato fin da bambina e' quello di essere umili. Arrivai puntuale nella nostra sala la quale si trovava accanto a un negozio di abbigliamento. Salutai i miei amici e sedendomi su una vecchia poltrona color cacao li guardai in attesa. ''Ad Aurora piace un ragazzo'' sparo' di getto Serena. Io Lorenzo e Federico spalancammo gli occhi stupiti. ''Cosa cavolo stai dicendo?" le chiesi balbettando. Serena si alzo' dalla sua poltrona e inizio' a camminare avanti e indietro ''Il fatto del concerto poi?" continuai visto che nessuno parlava ''Quella era una scusa'' continuo' con un mezzo sorriso ''Una scusa?" chiesi stupita ''Anche loro due devono sapere la verita' non potevo di certo dirti per telefono Hey dai vieni a parlarci di Alessio, conoscendoti ti saresti arrabbiata'' il suo tono serio mi fece battere forte il cuore al pensiero di Alessio. ''Chi e' questo ragazzo dai Aurora'' mi incito' Federico ''E' un ragazzo nuovo che e' arrivato questa mattina. Anche lui e' emo ed e'...'' mi interruppi diventando rossa in viso ''Ed e'?" chiesero con occhi lucidi in coro ''Bellissimo'' dissi timida. ''Strano fuori scuola non l'ho visto'' disse Lorenzo riflettendo. ''Come puoi trovare qualcuno in quel cortile? E' piccolo e noi ragazzi siamo tanti'' gli spiego' Sery. ''E' diventata rossa di gelosia quando alcune ragazze della nostra classe gli sono andate vicino per conoscerlo durante la ricreazione'' continuo' ridendo. Io le lanciai un cuscino ''Non e' vero'' le dissi incrociando le braccia ''E' timido?" chiese improvvisamente Federico mentre accordava la sua chitarra acustica. "perche'?'' gli chiesi incuriosita ''Cosi'' ''Sembra di si, e sembrava disgustato nel parlare con quelle oche, i suoi occhi erano fissi su Aurora'' l'immagine dei suoi occhi mi ritorno' alla mente. I miei amici sembravano non aver ascoltato quelle parole tanto che erano impegnati ad accordare le chitarre. Io e Sery uscimmo sul piccolo balcone che affacciava su alcune palazzine e negozi. Il sole stava gia' tramontando portandosi con se i ricordi di quella giornata. Proprio in quel momento guardando il celo rossastro fui colta da una strana sensazione. ''L'immagine dei suoi occhi verdi mi sta tormentando da oggi, come se non volesse andare via dalla mia mente, non mi e' mai successo'' le dissi un po' preoccupata ''Evidentemente ti piacciono, anche secondo me i suoi occhi sono bellissimi, e poi prima avevo ragione quando ho detto che erano puntati sempre su di te'' quelle parole fecero palpitare forte il mio cuore. Una strana familiarita' di quegli occhi invase il mio cuore. ''Evidentemente quegli occhi li ho gia' visti da qualche altra parte'' le dissi seria guardando verso l'orizzonte, verso il sole che andava via.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Amici. ***


L'indomani fui svegliata dal ''caloroso'' suono della sveglia. Mi venne voglia di gettarla fuori dalla finestra e continuare a dormire per altre 3 ore. Mi alzai controvoglia e come uno zombie mi diressi nel bagno, odiavo svegliarmi alle 7.00 del mattino ma di certo non volevo evitare di trascorrere le notti bianche su facebook, non era mica colpa mia se i fan della nostra band ovvero dei Silent Pain mi contattavano. Dopo una bella rinfrescata andai a prepararmi. Quella mattina mi accorsi che tirava un po di vento, quindi decisi di indossare un jeans scuro e una maglietta nera del Hard Rock comprata stesso a Roma. Dopo essermi preparata scesi in cucina per fare colazione. Trovai mio padre intento a guardare il TG di prima mattina mentre mia madre preparava la colazione. ''Buongiorno'' salutai felice ''Buongiorno tesoro'' risposero in coro. Avevo lo stesso colore degli occhi di mia madre, azzurri come l'oceano, mio padre invece li aveva castano chiaro, anche i capelli rossi erano quelli di mia madre. ''Sara hai preparato i test di fisica?" le chiese mio padre ''Si e tu Paolo?" ''Certo, iniziano a ottobre non manca molto'' mentre loro parlavano, terminata la colazione presi lo zaino e scesi da casa. Quella mattina sarei andata a scuola con i miei amici, ogni tanto ci organizzavamo. Ci incontrammo tutti sulle scale di piazza Navona, via Sicilia si trovava dietro la piazza. Quella mattina il sole sembrava giocare nascondendosi di volta in volta tra le nuvole. ''Buongiorno ragazzi'' salutai i miei amici i quali seduti sulle scale chiacchietavano animatamente. ''Hey Au buongiorno'' saluto Lorenzo per tutti ''Andiamo?" chiese Federico, cosi dicendo ci avviammo verso la scuola. Appena arrivati nel cortile le folle di ragazzi sembravano essere aumentate rispetto al giorno precedente. Tanti ragazzi parcheggiavano le loro moto all'ingresso salutando le proprie ragazze. Io e miei amici ci sedemmo su una panchina sotto un albero in attesa del suono della campanella. Nell'istituto non eravamo gli unici ragazzi ad essere emo, c'erano anche altri ragazzi ma non li conoscevamo e tantomeno volevamo conoscerli visto che fumavano canne e a volte fuori dai locali li abbiamo visti anche drogarsi. Una cosa che apprezzavo dei miei amici era proprio quella di non rovinarsi la vita. Al suono della campanella entrammo in classe, alla prima ora io e Serena avevamo greco, la mia materia preferita. Terminata la giornata scolastica i miei amici mi salutarono in cortile perche' andavano a mangiare a casa di una loro amica che non conoscevo, mi chiesero se volevo andare anche io ma rifiutai. Appena uscita dal cortile stavo per accendere il mio mp3 quando senti' qualcuno chiamarmi. Mi voltai e vidi Alessio raggiungermi con lo zaino su una spalla. I suoi capelli si muovevano pigri al fruscio del vento mostrando i suoi occhi verdi limpidi. Il cuore inizio' a battermi forte tanto che le mani iniziarono a tremarmi lievemente. Le misi in tasca cercando di non fargli notare il mio imbarazzo. ''Hey'' la sua voce assunse improvvisamente un tono dolce. ''Ciao'' risposi con un sorriso ''Ieri fuori la scuola ti ho cercata ma sei andata via come un razzo insieme ai tuoi amici'' mi disse senza smettere di guardarmi. Il suo modo di guardarmi nonostante cosi' intenso non mi metteva affatto in imbarazzo come mi succedeva sempre. Come se il suo modo di guardarmi fosse per me familiare. ''Oh beh non sapevo che mi stavi cercando altrimenti mi sarei fermata e non scappata'' scoppiammo entrambi a ridere. ''Dove abiti?" gli chiesi ''A piazza del campidoglio'' rispose mentre controllava qualcosa sul cellulare ''e tu?" questa volta mi guardo' di nuovo negli occhi, il suo sorriso mostro' per la prima volta la sua dentatura bianchissima e mi stupi' nel vedere dei denti cosi' bianchi. ''Io abito a piazza Navona c'e un grande palazzo proprio di fronte'' gli spiegai mentre attraversavamo la strada. ''Dobbiamo fare la stessa strada allora'' disse facendomi l'occhiolino. Mentre tornavamo a casa parlammo del piu' e del meno proprio come vecchi amici, e la cosa stupi' entrambi. ''Come mai sei venuto nella nostra scuola?" gli chiesi ad un certo punto mentre caminavamo davanti a delle librerie. ''Prima abitavo a Milano, mi sono trasferito qui a Roma per motivi di lavoro di mio padre, e' un banchiere e gli hanno trasferito qui il lavoro.'' mi spiego'. Sembrava fidarsi di me per avermi raccontato queste cose e apprezai cio'. Decise di accompagnarmi fin sotto casa e accetai volentieri. Appena arrivati sotto il mio palazzo il piu' antico della zona bussai al citofono, quel giorno mia madre tornava presto. Stavo per entrare quando Alessio mi chiamo' ''Si?" chiesi con un mezzo sorriso ''Volevo chiederti se ti va di scambiarci i numeri di cellulare'' il suo sorriso sembro' illuminargli il viso ''Certo'' risposi altrettanto felice. Dopo esserci scambiati i numeri ci salutammo e salendo le scale come una matta in piena felicità decisi di chiamare Sery.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Unico ***


Vi siete scambiati i numeri? Eheh volete andare al sodo piano piano'' mentre parlavo al telefono, Serena iniziava a dire le sue cavolate. ''Ma quale sodo?! E' normale scambiarsi i numeri di telefono'' le dissi con tutta la calma possibile. ''Dimmi la verita' pero' devi essere sincera, ti piace?" il suo tono serio mi fece trasalire dal letto. Riflettei a lungo fino a quando Serena mi chiamo' di nuovo ''Un po'' la mia risposta probabilmente la fece arrabbiare . In fondo forse mi piaceva molto di piu' di quel ''un po'' che avevo detto. ''Ti piace ne sono certa solo che e' molto misterioso probabilmente questo e' solo apparenza''. ''Si hai ragione, comunque stasera vengo allo studio per suonare, la mia Fender mi sta aspettando'' avevo gli occhi lucidi ogni volta che parlavo della mia chitarra elettrica, era bianca e nera. ''Sta appesa al muro nessuno le da fastidio non ti preoccupare'' mi disse sbuffando. ''Non sbuffare, comunque adesso vado ci vediamo stasera'' terminata la telefonata mi gettai sul letto e con la mente vagai nei miei pensieri. Forse Serena aveva ragione sul fatto che Alessio sembrava un po' misterioso, in classe non parlava molto, solo con Andrea il suo compagno di classe, con me, e mi dava fastidio quando quelle oche si avvicinavano a lui sbavandogli. Ok potevo sembrare gelosa ma non lo ero affatto, in fondo erano solo due giorni che lo conoscevo. Erano le 18.00 del pomeriggio quando squillo' il mio cellulare. Appena vidi il nome di Alessio sul display mi senti' il cuore battere forte come un cavallo. ''Pronto? Alessio?" chiesi con voce un po' tremante ''Ciao Aurora scusa se ti ho chiamata, per caso ti disturbo?" chiese con tono preoccupato ''No tranquillo, in verita' sono al pc'' dissi ridendo ''Ti ho chiamata beh.. per chiederti se stasera volevi uscire con me, se ti fa piacere ovviamente'' appena ascoltate queste parole mi senti' svenire dalla gioia. Nella mia mente dissi addio alla mia Fender Stratocaster promettendomi che sarei andata da lei il giorno seguente. ''Uuhm d'accordo'' dissi felice ''Mi fa piacere, ti va di uscire alle 20? Vengo a prenderti a casa'' ''Certo va bene'' ''Ok a stasera allora'' ''A stasera'' dissi con occhi lucidi. Terminata la telefonata iniziai a saltare come una matta, avevo il cuore a mille. Chiamai subito Serena per avvisarle di cio' e lei mi disse strafelice che dovevo uscire con Alessio, anche lei era d'accordo sul fatto che la Fender poteva aspettare. Dopo aver parlato con lei corsi a prepararmi. Era sabato sera e di solito le ragazze si preparavano carine. Quando apri' l'armadio caddi nell'indecisione piu' grande, quando uscivo indossavo sempre le prime cose che mi capitavano davanti, ma quel giorno non fu cosi. Decisi dunque di indossare un abito bianco a fiori lungo fin sulle ginocchia. Ai piedi indossai delle ballerine nere lucide, delle quali avevo dimenticato l'esistenza visto che erano state conservate in uno scaffale nel ripostiglio. Avevo piastrato i lunghi capelli rossi e truccato leggermente il viso. Quando mi guardai allo specchio vidi un altra me, una ragazza diversa da quella di tutti i giorni, una ragazza ''colorata''. Quando il citofono' suono' erano le 20 in punto. Andai a rispondere prima che potesse farlo mia madre. ''Chi e'?" la mia voce era colma di felicta', lo si poteva capire a miglia di kilometri. ''Buonasera Aurora sono Alessio'' la sua voce suonava alle mie orecchie cosi dolce. ''Scendo subito'' salutai mia madre alla quale avevo raccontato tutto e usci' da casa. Appena lo vidi fuori al portone restai incantata. Indossava una camicia nera sbottonata al primo bottone, jeans chiari stracciati e converse nere. I capelli neri cadevano sulle spalle lisci come la seta. Il cuore riprese di nuovo a battermi forte, e non riuscivo di nuovo a capire il motivo di tutto cio'. Appena mi vide i suoi occhi parvero perdersi nei miei cosi a lungo che per molto tempo non parlammo ma ascoltavamo solo i nostri battiti i nostri respiri ma sopratutto cercavamo di leggere cio' che i nostri occhi volevano dirci, quegli occhi che avevo gia' visto da qualche altra parte in passato, occhi che dal primo giorno mi avevano fatto battere subito il cuore. ''Sei bellissima'' disse diventando rosso in viso. Evidentemente anche io ero arrossita perche' sentivo le guancie calde. ''Grazie'' il mio tono mostro' tutta la timidezza che c'era in me. ''E' la verita', comunque ora vogliamo andare?" mi chiese con un sorriso che mi fece subito pensare a quello di Ian Somerhalder. ''Certo'' cosi dicendo uscimmo dal mio palazzo. Quella sera il cielo era di un blu limpido illuminato dalle stelle che emettevano bagliori argentati. In alto la luna sembrava fare da guida. Per le strade c'era tanta gente, molti passeggiavano tranquilli come noi, altri entravano nei locali. Piazza Navona era affollata di gente tanto che fu difficile poter passeggiare senza innervosirsi. ''Ti va di andare alla villa comunale?" propose mentre guardavo una bancarella che vendeva profumi. ''D'accordo, meglio uscire da tutto questo casino'' dissi guardandomi intorno. Al centro della piazza le persone si stavano affollando per vedere la bancarelle e per questo ci risulto' difficile poter uscire da quella folla. Improvvisamente Alessio mi strinse la mano e iniziammo a correre come matti buttandoci tra le persone. Quando ci trovammo in villa comunale cercammo di riprendere fiato, solo in quel momento mi resi conto che Alessio aveva stretto per davvero la mia mano, e solo in quel momento mi accorsi che l'aveva stretta forte tra le sue dita. Senti' le guance diventare rosse a quel pensiero cosi delicato. La villa comunale di Roma era un grande giardino circondato da alberi e panchine di ferro che si affacciava su piazza del popolo. Da li si poteva vedere tutto il panorama di Roma, bellissimo sopratutto le notti d'estate. Molte volte durante l'estate io e miei amici eravamo andati li per poter guardare quel panorama ognuno perso nei propri pensieri. Fu li che Ferdinando mi bacio' per la prima volta, ma quel pensiero continuava a farmi soffrire. "Ti sei persa nei tuoi pensieri?" mi chiese inclinando la testa verso di me. Sorrisi ''No, cioe' forse'' Alessio continuava a guardarmi negli occhi e in quel momento avrei avuto voglia di abbracciarmi a lui. ''Andiamo a vedere il panorama?" chiese porgendomi la mano. Mi guardai intorno e mi resi conto che non c'era nessuno a parte noi due. Lo guardai di nuovo e gliela strinsi. Quella sera il panorama sembrava essere piu' bello del solito, aveva un che di magico, forse dolce. In lontananza le case illuminavano le montagne con le loro piccole luci d'orate, la luna sembrava invece illuminare piazza del popolo con la sua potente luce. Molte persone passeggiavano tranquille e felici perse nelle loro conversazioni, mentre io e Alessio da lassu' sembravamo vedere tutto cio' come due spettatori, perche' in fondo il mondo e' solo un film. Un leggero venticello scompigliava pigramente i nostri capelli, le nostre menti viaggiavano nei loro pensieri senza riflettere su uno in particolare. Mentre con lo sguardo mi perdevo tra le luci delle case senti' Alessio avvicinarsi di piu' a me. I suoi occhi verdi guardavano dritto nei miei. ''Azzurri come l'oceano'' disse d'untratto serio. ''Come?" gli chiesi stupita ''I tuoi occhi, sono azzurri come l'oceano... sono stupendi'' quel complimento mi fece arrossire violentemente. ''Ti imbarazzi facilmemente''. ''Si, ma non c'e nulla da ridere'' gli dissi un po offesa. Voltai il viso di nuovo verso le case. ''Hey scherzavo'' disse dispiaciuto. Mi voltai per guardarlo e sorrisi ''Tranquillo''. Restammo a guardarci ancora per un po negli occhi fino a quando fui lui a parlare ''Ora siamo amici?" la sua domanda mi incuriosi' un po', ma in fondo era vera, sembravamo amici. ''Certo'' gli dissi felice, lui ricambio' con un sorriso. Se c'era una cosa che mi piacque di quella serata fu di averla condivisa con lui. Unico ecco cosa era.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: Emozioni ***


Erano trascorsi due mesi dall'inizio di tutto, un mese da quando io e Alessio ci conoscevamo. Mi chiedeva di uscire spesso, e qualche sera mi portava in locali frequentati solo da ragazzi emo. Lo avevo presentato una mattina nel cortile della scuola anche ai miei amici ,i quali lo avevano accolto molto calorosamente. Lui ci aveva presentato i suoi amici, tre ragazzi Carlo, Francesco e Giovanni, solo Carlo era il piu' grande stava al 5 anno di scientifico. Dopo due mesi qualcosa in me stava cambiando, Alessio iniziava a piacermi sul serio ma non avevo mai capito se la stessa cosa valeva per lui, e avevo vergogna di chiederglielo. In fondo eravamo amici, o cosi doveva essere, ma i miei sentimenti non parlavano di amicizia, ma di qualcosa che andava al di la. La mattina del 6 novembre appena arrivata nel cortile cercai i miei amici ma non trovandoli mi avviai verso una panchina. In quel momento senti' qualcuno toccarmi una spalla, e voltandomi vidi Alessio. Quella mattina sembrava piu' bello del solito, indossava una felpa nera e jeans scuri con una catenina in un lato. ''Buongiorno'' disse dandomi un bacio sulla guancia. ''Buongiorno'' risposi rossa in viso abbassando lo sguardo a terra per l'imbarazzo. ''Hey non arrossire'' mi disse prendendomi il viso tra le mani. ''Oggi i tuoi occhi sono ancora piu' belli del solito sai?" la sua dolcezza traspariva un emozione che non riusci' a cogliere. ''Anche i tuoi'' riusci' a dire, e mi meravigliai di essere riuscita a dirlo. Mi sorrise continuando a guardare nei miei occhi. ''Eccoli'' sentimmo dire da una voce familiare. Voltandoci vidi i miei amici venirci incontro. ''Piccioncini'' disse Serena scherzando. Io e Alessio diventammo rossi per l'imbarazzo. ''Oh scusate ero convinta che vi eravate messi insieme'' disse dispiaciuta ''Serena'' le gridai ''Ehm'' disse Alessio con un mezzo sorriso ''Fraintendimenti in corso'' disse Lorenzo guardandoci in viso. ''Evita le tue battute sceme'' gli disse Federico. Proprio in quel momento suono' la campanella e senza dire altro entrammo nelle nostre classi. Appena entrammo in classe Alberto mi venne incontro ''Adesso farai la stronzetta con Alessio eh?" il suo sorriso beffardo mi spinse a riempirlo di schiaffi ''Cosa le hai detto scusa?" il tono minaccioso di Alessio non intimori' Alberto. I suoi occhi neri come la notte contenevano solo una cosa ''cattiveria'' ''Le ho detto quello che hai sentito'' ''Beh se lei vuole fare la stronzetta con me come dici tu non sono cose che ti riguardano, potresti fare la stessa cosa anche tu sai?" e ridendo ando' a sedersi nel suo banco. Per tutta la giornata vidi Alberto con il viso in fiamme, certo che Alessio sapeva ben piazzare le persone. Alla prima ora avevamo italiano, la nostra professoressa Luisa era l'unica tra tutti i prof a comprendere veramente i ragazzi e aiutarli quando si trovavano in difficolta'. Tutti i suoi alunni la adoravano. Terminata la giornata scolastica decisi di andarmene con Alessio, per fortuna i miei amici non se la presero. ''Grazie per stamattina'' gli dissi mentre camminavamo davanti a un parco ''Di nulla, quell'Alberto e' solo un coglione e se si permette di offenderti di nuovo giuro che la paghera' cara'' disse arrabbiato. Quelle parole non le avrei mai dimenticate, le incisi nel mio cuore e da li non sarebbero mai piu' uscite, mi avrebbe difesa ecco cosa voleva dire. Sorrisi tra me e me. Quando arrivammo sotto casa mia cercai nello zaino le chiavi del portone. Quel giorno i miei tornavano tardi dall'universita'. ''Beh allora a domani'' dissi mentre entravo, ma notai qualcosa di strano nei suoi occhi. ''Vorresti uscire questa sera se non sei impegnata? ho voglia di vederti'' il cuore mi batteva forte in petto appena udi' quelle parole. ''Va bene'' risposi cercando di non avere gli occhi lucidi ma evidentemente li avevo. In quel momento Alessio mi venne vicino , cosi vicino che mi impedì di tenere ancora il portone aperto. Le sue mani strinsero dolci le mie, e in quel tocco cosi caldo riusci' a sentirne per la prima volta calore, forse anche a lui piacevo. Mi diede un bacio sulla guancia, ma non un semplice bacio sulla guancia, ma un bacio dolce. ''A stasera'' mi disse lasciando lentamente le mie mani ''a stasera'' dissi incantata. Appena usci' dal mio campo visivo sali' le scale come un razzo, quel giorno decisi di sognare ad occhi aperti la serata che sarebbe arrivata, una serata che forse sarebbe stata magica, una serata piena di emozioni.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Un bacio ***


Per quella serata decisi di indossare un vestitino nero semplice e converse dello stesso colore. Piastrai i capelli ma le punte le arricciai in tanti boccoli. Al collo decisi di indossare una collana d'argento il cui ciondolo era una piccola croce nera lucida in stile gotico. Me la regalarono i miei amici per i miei 16 anni. Scesi in cucina per avvisare mia madre che sarei uscita ''Dove devi andare?" mi chiese mentre vedeva la TV nel soggiorno ''Indovina" le dissi con un sorriso ''Oh con Alessio, sai l'altra volta l'ho visto a piazza del campidoglio al ritorno da scuola, entrava in un palazzo molto elegante della zona.'' mi fece notare ''Lui abita li'' le dissi ''Beh allora divertiti tesoro, tuo padre verra' alle 21.00 doveva accompagnare tua zia Ida al centro'' ''Come sta?" le chiesi ''Sta bene tranquilla'' proprio mentre stavo per uscire da casa mia madre mi chiamò ''E' un bel ragazzo comunque'' disse facendomi l'occhiolino ''Lo so, lo penso anche io'' il mio sorriso le illumino' il viso. Arrivata giu' Alessio mi venne incontro e senza avere il tempo di guardarlo mi bacio' sulla guancia. ''Scusa ma non vedevo l'ora di vederti'' il suo sorriso mi fece capire che in fondo non era un ragazzo timido. ''Anche io avevo voglia di vederti'' gli confessai senza alcun imbarazzo ''Davvero?" i suoi occhi si colmarono di stupore. Forse non aveva fatto caso ai sentimenti che provavo per lui, avrei tanto voluto che l'avrebbe capito prima o poi e speravo che sarebbe successo quella sera. ''Si'' gli dissi sorridendo, lui ricambio' il sorriso con molta dolcezza ''Andiamo in villa comunale?" gli chiesi alzando un sopracciglio ''Certo'' dopo quella risposta lo presi per mano e correndo come matti sotto le luci di Roma raggiungemmo la villa comunale tra risate e respiri affannati. Appena arrivati in villa ci sedemmo su una panchina dalla quale si poteva vedere quel bellissimo panorama. Quella sera non c'era molta gente ma nonostante erano poche sembravano invadere quel giardino diventato il nostro mondo. ''Perche'?" chiese dopo aver ripreso fiato ''Perche' cosa?" gli domandai ''Perche' ci siamo messi a correre?" la sua domanda suono' cosi divertente al mio cuore ''Tu mi hai allontanata da quella folla due mesi fa correndo, e io ti ho allontanato dai tuoi pensieri'' sorrisi dicendo quella frase ''Non dovevi farlo" disse serio e subito il sorriso dalle mie labbra svani' ''perche'?" gli chiesi preoccupata. ''Hai disturbato un pensiero che mi tormenta da un bel po'' continuava a dire serio, e subito il mio cuore inizio' a sentirsi male ''Quale sarebbe?" gli chiesi riponendo speranza in quella domanda ''Vuoi tanto saperlo?" mi chiese avvicinandosi a me. Sentivo il suo fiato sul mio viso e scivolare dolce sul collo, i suoi occhi penetranti nei miei, le sue labbra rosee così vicine alle mie. "Quello di baciarti'' senti' la dolcezza di quella frase accarezzare le mie labbra, e subito senza neppure avere il tempo di riflettere senti' le sue labbra premere sulle mie. Chiusi gli occhi assaporando tutta la dolcezza di quel bacio, assaporando tutto il piacere che procurava calore al mio cuore innamorato. Quel bacio duranto a lungo aveva fatto capire ad entrambi cio' che provavamo per l'altro. Ero innamorata di lui, ero innamorata di Alessio. Quando mi guardo' negli occhi capi' subito che doveva dirmi qualcosa ''Aurora devo dirti una cosa'' inzio' serio ''Cosa?" chiesi senza smettere di guardare i suoi bellissimi occhi verdi ''Mi credi che mi sono innamorato di te fin dal primo giorno che ti ho vista?" mi chiese accarezzandomi una guancia ''Si ti credo'' risposi seria. Lui sorrise con dolcezza ''E tu mi credi se ti dico lo stesso?" Senti' i miei occhi farsi lucidi ''Si ti credo, ma devo dirti anche un altra cosa, ma forse su questo non mi crederai'' Cosi dicendo rivolse lo sguardo in alto verso la luna, bella e elegante ''Cosa altro devi dirmi?" assunsi un tono preoccupato e quando mi guardo' di nuovo negli occhi cercai di capire cosa aveva da dirmi ''I tuoi occhi Aurora li ho gia' visti da qualche parte'' pronuncio' quelle parole con tanta sicurezza, e allora solo in quel momento capi' di non essermi sbagliata su cio' ''Anche i tuoi li ho gia' visti da qualche altra parte'' gli dissi seria. Alessio mi strinse forte tra le sue braccia e stringendomi a lui sperai che il tempo potesse fermarsi, che tutto cio' che ci circondava si fermasse sotto i nostri occhi, mentre noi al centro di un mondo dormiente, condividevamo la magia di quella sera, perche' in fondo l'amore e' questo, e' magia.

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Capitolo 9
*** ~Irlanda, estate 1751~ ***


''Questa mattina e' una bella giornata non trovi?" il sole illuminava il viso di Sophie mostrando il suo pallore giovanile ''Certo, ma sei tu a rendere bella questa giornata con il tuo splendido sorriso'' le disse Ian mentre passeggiavano tranquilli nel giardino del palazzo reale. Sophie sorrise dolce e alzando il suo parasole color crema lo guardo' negli occhi ''Cosa c'e?" le chiese il giovane preoccupato. La ragazza abbasso' il capo perdendosi improvvisamente nei suoi pensieri ''Non voglio perderti Ian. Questo pensiero mi tormenta da un bel po'' il suo viso assunse un espressione triste. Sedendosi su una panchina all'ombra di un grande castagno il ragazzo le si avvicino' e stringendole le mani la spinse a guardarlo negli occhi ''Sophie tu non mi perderai mai, saro' sempre tuo, io ti amero' per sempre, ricordi cosa dicemmo quella sera guardando le colline?..'' ''L'amore vive in eterno" aggiunse lei con un piccolo sorriso ''Ma vorrei che cio' potesse accadere sul serio'' continuo' senza smettere di guardarlo negli occhi ''Se mi ami davvero questo accadra'' le disse accarezzandole una guancia. La ragazza rivolse il proprio sguardo in lontananza verso le bellissime colline irlandesi. Al centro del guardino l'acqua che fuoriusciva da una grande fontana di marmo disturbava i loro pensieri. ''Io ti amo davvero Ian'' gli disse cercando con lo sguardo i suoi occhi. Ian le sorrise ''Anche io ti amo Sophie, e da impazzire'' disse con tono serio guardandola negli occhi con intensita'. Sophie ricambio' quello sguardo con un sorriso, il giovane non potendo resistere a un sorriso cosi bello, stringendola forte a se la bacio' con foga. Le loro labbra si unirono, si mescolarono in un unico bacio, in un bacio colmo di passione e desiderio. Ian le accarezzava con dolcezza i suoi lunghi capelli rossi, per poi accarezzarle il piccolo viso, scivolando dolci e innocenti lungo il candido collo. Inizio' a riempirlo di baci. ''Qualunque cosa succeda staremo sempre insieme'' le disse in un orecchio ''me lo prometti?" gli domando' fiduciosa ''Te lo prometto'' disse guardandola negli occhi. ''Signor Wender il vostro consigliere vi sta aspettando nel salone del re'' la voce di una giovane cameriera li allontano' da quel magico momento ''Si arrivo subito'' cosi dicendo si alzo' e baciando la mano di Sophie entro' nel palazzo ''Signorina Sophie come vi sentite?" la giovane cameriera le ando'in contro preoccupata ''Sto bene, tranquilla Samantha'' disse sorridendole ''Sapete una cosa? Quel ragazzo e' molto bello'' le disse la cameriera con un piccolo sorriso ''Lo so, ma lui non e' solo bello d'aspetto e' bello anche spiritualmente per tutte le virtu' che ha saputo coltivare e crescere e che porta ancora con se'' disse con lo sguardo rivolto verso la porta dove era entrato Ian. ''Signorina ora e' il momento della lettura, oggi dovete leggere un classico latino'' Cosi dicendo le due ragazze si alzarono e mentre entravano nel castello Sophie penso' che niente e nessuno li avrebbe mai separati perche' il loro amore era vero e sincero e sarebbero stati insieme per sempre.

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Capitolo 10
*** Capitolo 8: Desideri ***


'Tutto cio' che vedo sotto i miei occhi si trasforma, cambia, mentre io resto quella di sempre, quella ragazza che non e' mai cambiata di una virgola, quella ragazza che crede in tutto cio' che si possa amare e rispettare o vivere fino in fondo. Resto sempre me stessa mentre tutto diventa diverso. Io un punto fisso intorno a un continuo cambiamento'' Era la mattina del 3 dicembre e io e Alessio avevamo deciso di fare filone. Mentre lui era andato a prendere qualcosa da mangiare a un bar vicino a Piazza di Spagna io ero seduta sulle scale intenta a scrivere nel mio diario. Era una mattinata abbastanza nuvolosa, probabilmente di pomeriggio sarebbe venuto a piovere. Con Alessio le cose andavano bene, l'idea di stare insieme mi rendeva ogni giorno sempre piu' felice. Anche i miei amici erano felici sul fatto che stavamo insieme sopratutto Serena che finalmente non mi vedeva con quel vuoto interiore o con il broncio. Con lui stavo davvero bene, ogni volta che stavo male bastava vedere i suoi occhi per sentirmi subito meglio. Avevano una forza magica i suoi occhi che non sapevo spiegarmi ancora, sopratutto il pensiero di averli già visti continuava a invadere la mia mente. Una settimana prima decisi di parlarne con Serena e lei mi aveva parlato di reincarnazione. Come lei anche io credevo alla reincarnazione, e anche se non dovevamo credere a quella branca della religione buddista eravamo convinte che potesse accadere una cosa del genere. Evidentemente in una vita passata ci siamo incontrati e forse eravamo anche fidanzati. Quella mattina Alessio aveva deciso di portarmi a casa sua per la prima volta. I suoi non c'erano quasi mai in casa poiché quando il padre lavorava in banca la madre andava a trovare alcune sue amiche in un bar di fronte alla fontana di Trevi molto conosciuto. Aveva subito detto ai suoi che si era fidanzato e presto mi avrebbe portata da loro quando avevano tempo libero. Speravo solo che non erano snob o presuntuosi, odiavo quel tipo di persone. Proprio mentre riponevo il mio diario nello zaino arrivo' Alessio con la colazione ''Ecco questo e' per te'' mi disse dandomi un sacchettino bianco. Quella mattina non aveva piastrato i capelli, infatti erano abbastanza scompigliati e le punte erano arricciate, ma era stupendo. Facemmo subito colazione con cornetti al cioccolato e succo di frutta a pera dopodiché' andammo a casa sua. Per le strade non c'era molta gente, dopotutto il freddo iniziava a farsi sentire sempre più penetrante e di sera specialmente. Casa sua si trovava in fondo a piazza del campidoglio, in un elegante palazzo in stile barocco. Cerco' le chiavi nello zaino e mentre salivamo le scale mi disse che si era fatto fare una copia delle chiavi di casa cosi quando voleva fare filone e voleva andare a casa portandosi gli amici non aveva problemi, tanto il rischio che i suoi potevano tornare a casa non c'era. Appena entrati in casa sua restai a bocca aperta. Inizialmente si entrava in un ampio soggiorno moderno color crema per poi procedere sulla sinistra verso un lungo corridoio che conduceva verso altre stanze. Subito dopo la cucina c'era una scala a chiocciola che conduce al piano superiore. ''Diamine hai una casa enorme'' dissi meravigliata ''Lo so, i miei hanno un tantino esagerato'' disse guardandosi intorno come se stesse guardando casa sua per la prima volta. Posai lo zaino sul tavolino di legno al centro del soggiorno e mi lasciai cadere sul morbido divano color crema. Alessio sedendosi accanto a me inizio' ad accarezzarmi una guancia ''Siamo soli finalmente, nessuno puo' disturbare il nostro mondo'' disse con tono basso e caldo ''Allora perche' parli a bassa voce?" gli chiesi parlando anche io con quel tono ''perche' non sono sensuale?" Chiese alzando un sopracciglio. Senza risponderlo mi avvicinai alle sue labbra e lui stringendomi forte inizio' a barciarmi con foga. Caddi stesa sul divano e lui su di me continuava a baciarmi a occhi chiusi. In quel momento non pensai a nulla se non al desiderio di baciarlo e ti toccarlo. Le sue mani si muovevano dolci sul mio viso riempiendolo di carezze. La sua bocca umida e calda riempiva di baci il mio collo. Le mie mani si perdevano fra i suoi capelli, scivolavano leggere e al tempo stesso forti sul suo corpo. Continuando a baciarci, senza capire come ci ritrovammo in camera sua, sul suo letto morbido. Inizio' a togliermi la maglietta, mentre io gli sbottonai la camicia con energia con desiderio. Quando fui senza maglia mi stesi sul suo letto e le sue mani iniziavano a vagare sul mio corpo nudo. Il desiderio di baciarlo aumentava sempre di più. Iniziai a baciarlo sul collo e con gli occhi socchiusi lo vidi con il viso catturato da quel desiderio d'amore. Il sole che filtrava dalla finestra illuminava leggermente i nostri volti catturati da quella forte emozione. Improvvisamente mi sbottono' il pantalone e una volta tolto inizio' a toccarmi le gambe nude con delicatezza come petali di rose. Anche io gli sbottonai il pantalone, e quando ci ritrovammo completamente nudi continuavamo a baciarci. Non c'era imbarazzo, non c'era vergogna, c'era solo una cosa amore, un forte amore che neppure noi riuscivamo a comprendere o meglio a capire perche' era cosi forte. Era un amore cosi' delicato cosi piccante che aveva toccato i nostri cuori unendoli in uno solo. Era un emozione troppo forte un emozione che i nostri corpi a stento riuscivano a contenere. Solo una cosa sapevamo, che ci amavamo davvero e tanto, e qualunque cosa sarebbe successo niente e nessuno ci avrebbe separati.

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Capitolo 11
*** Capitolo 9: Verita' ***


Il giorno dopo io e Alessio decidemmo di andare a studiare in biblioteca nel pomeriggio. La biblioteca si trovava nei pressi dell'altare della patria, ed era la piu' conosciuta fra tutte. Ci incontrammo alle 15 in punto vicino all'altare. Quel pomeriggio pioveva a dirotto e faceva molto freddo ma nonostante questo avevamo deciso lo stesso di andarci e di non rimandare cio' a un altro giorno. ''Ciao piccola'' disse appena mi vide arrivare. Lo salutai con un bacio. ''Andiamo? Questa pioggia e' davvero scocciante'' disse mentre si toccava i capelli del tutto bagnati ''si andiamo'' dissi cercando di aumentare il passo. Non ero mai stata in una biblioteca e quel pomeriggio fu per me la prima volta. Appena entrammo sopratutto io, restai a bocca aperta. Era una biblioteca in stile antico, risalente probabilmente al 1700 guardando bene lo stile. All'entrata c'era un lungo corridoio dove in fondo al centro di una parete era stata collocata una mappa che permetteva di orientarsi senza perdersi. Guardando bene la mappa capimmo che era un edificio a due piani, al primo piano c'era la biblioteca con le sale di studio e di lettura, mentre al secondo piano c'era una grande sala-museo con quadri e statue risalenti al 1700 in poi. La voglia di visitare quella sala per entrambi era molta, per di piu' era anche il giorno durante il quale era visitabile. Guardammo bene gli orari, si poteva visitare dalle 15.00 fino alle 19.00 ''Abbiamo tempo, studiamo prima e poi andiamo a visitare la sala'' dissi guardando l'orologio sul cellulare ''Ok secchiona andiamo'' disse camminando come uno zombie. Studiammo in una sala piu' isolata rispetto alle altre. Quel pomeriggio ci aspettavano una versione di greco e una di latino. Me la cavavo bene nella traduzione, avevo 8 in media. ''Secchiona mi aiuti a tradurre un rigo della versione di greco?" mi chiese all'improvviso. Ero talmente concentrata a tradurre la versione di latino che quando senti' la sua voce sobbalzai dalla sedia. Alessio scoppio' a ridere come un matto ''ti ho spaventata oddio'' gli lanciai il mio astuccio addosso. ''Dai scherzo'' disse con il broncio ''Shhh'' sentimmo dire da un gruppo di ragazzi dietro di noi. Io e Alessio scoppiammo a ridere silenziosamente ''dai fammi vedere questa frase'' mi avvicinai a lui ''mi dai un bacio?" Mi chiese mentre mi perdevo in quella traduzione che ancora non avevo fatto ''solo se traduco questa parte'' dissi con un sorriso '' In tutte le cose della natura esiste qualcosa di meraviglioso, come l'amore che e' composto da un unica anima ma che abita in due corpi'' restammo a lungo attratti da quella frase ''wow'' disse Alessio con un filo di voce ''e' bellissima'' dissi quasi commossa ''vogliamo andare in quella sala?" Mi chiese evidentemente non vedeva l'ora ''Ok andiamo''. La sala si trovava al secondo piano e per raggiungerla salimmo un paio di scale di marmo. Era una sala molto grande sempre in stile 1700. Su ogni parete erano affissi quadri che ritraevano persone o meglio personaggi importanti d'epoca, dal 1700 al 1800. In fondo un gruppo di persone stava osservando un quadro che ritraeva probabilmente un re. Al centro della sala c'era un tavolino con sopra libricini e cartoline da poter acquistare. Subito i miei occhi caddero sulla dinastia di una famiglia il cui cognome era Walsh vissuta in Irlanda dal 1710 fino al 1790, . Anche Alessio fu attratto da quei quadri, e insieme a me guardava entusiasta. I colori degli abiti, le pettinature cosi eleganti creavano su di me un certo effetto. Quella era un epoca che amavo da tempo, e mi sarebbe tanto piaciuto tornando sulla reincarnazione aver vissuto in quel periodo. Era tutto diverso secondo me. Mentre eravamo persi in quelle meraviglie ebbi un colpo quando i miei occhi si posarono su un quadro sempre di quella dinastia. Venivano ritratti due giovani, ma la cosa che mi spavento' molto fu la somiglianza fra loro e noi. Il ragazzo era identico in tutto e per tutto ad Alessio e la ragazza era identica a me. ''Oh mio Dio'' disse di colpo Alessio. Guardai la sua espressione ma non era per niente spaventato come lo ero io. Le gambe iniziarono a tremarmi e un forte brivido dietro la schiena mi fece quasi trasalire dal pavimento. ''Aurora?" Alessio mi afferro' stringendomi forte tra le sue braccia. Gli occhi di quella ragazza nonostante erano dipinti sembravano guardarmi sul serio. Freddi e penetranti quasi a gelarti le ossa. Il viso, i capelli somigliava in tutto a me. Guardai spaventata anche il ragazzo che le era accanto, il viso era identico a quello di Alessio, e gli occhi...gli occhi verdi come lo smeraldo erano quelli, proprio uguali. Lessi i loro nomi ''Ian e Sophie" c'era solo la data di nascita e di morte della ragazza 1733-1754" e quella del ragazzo 1733 e il suo cognome Wender, il cuore mi batteva forte per la paura. Rivolsi di nuovo lo sguardo verso Alessio che continuava a stringermi tra le sue braccia. Mi staccai da quell'abbraccio con violenza ''Aurora?" mi chiese preoccupato ''Cosa sei tu?" Chiesi senza neppure capire perche' gli facevo quella domanda ''Come?" Chiese stupito ma qualcosa nei suoi occhi non andava, iniziai a lggervi una strana sensazione. ''Cosa sei Alessio?" Dissi quasi gridando ''Abbassa la voce diamine, qualcuno puo' sentirci'' mi calmai un po' sperando che nessuno aveva sentito o assistito a cio'. Lo guardavo dritto negli occhi minacciosa. Inizio' ad avvicinarsi a me, ma indietreggai, e solo quando fini' con la schiena contro la parete mi venne voglia di urlare ''Non farlo, ti prego''disse afferrandomi i polsi ''rispondi alla mia domanda'' dissi cercando di mantenere quel tono minaccioso ''se te lo dico non mi crederai, o meglio..'' abbasso' lo sguardo, calde lacrime scivolarono lungo il suo viso. ''O meglio cosa?" chiesi senza farmi commuovere ''non mi ameresti piu'' il suo viso sembrava trafitto, sconfitto, frustato, o meglio perso. Battei le ciglia piu' volte cercando di capire se quella era una visione o la realta'. Quando mi resi conto che davvero avevo letto cio' sul suo viso volevo sapere a tutti i costi la verita' ''dimmi la verita' Alessio'' il mio sguardo non aveva pieta'. Lasciandomi i polsi indietreggio' di qualche passo, senza smettere di guardarmi ''Aurora, io sono morto, o meglio sono stato reso immortale da quella ragazza che vedi in quel quadro. Quel ragazzo che le sta accanto sono io, Ian e' il mio vero nome, io sono un vampiro'' Ero impietrita, ogni muscolo del mio corpo si era irrigidito come pezzi di ghiaccio. Il cuore mi batteva all'impazzata. Non riuscivo a muovermi, ero terrorizzata. ''Cos-cosa-a?!" anche la lingua si era irrigidita ''Aurora ti posso spiegare tutto'' si avvicino' a me con cautela e quel suo modo di avvicinarsi mi spavento' ancora di piu' ''Stai lontano da me'' gridai e come una matta corsi subito al piano inferiore raccogliendo le mie cose lasciate sul tavolo. Non mi importava della gente che ci guardava, non mi importava se ci chiamavano chiedendoci cosa stesse accadendo. Avevo paura, molta paura, e volevo uscire di li al piu' presto, rifuguarmi a casa mia e non uscirne mai più. Appena usci' fuori dalla biblioteca un forte acquazzone mi bagno' completamente senza avere neppure il tempo di aprire l'ombrello. Improvvisamente senti' qualcuno afferrarmi un braccio, mi voltai e vidi Alessio completamente bagnato. Per la corsa non aveva preso l'ombrello''Aurora tu devi sapere molte cose, lasciami parlare'' il suo tono intenso e profondo che mesi addietro mi eccitava dal profondo del cuore, in quel momento fini' per mettermi ancora piu' paura ''Alessio, o meglio Ian, qualunque cosa tu sia, stai lontano da me, non ti avvicinare piu' a me sparisci dalla mia vita'' con le lacrime agli occhi fuggi' sotto quella pesante pioggia, correndo, ansimando, e sperando che non mi avrebbe inseguita. Lui...un vampiro.

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Capitolo 12
*** Capitolo 10: Paura ***


Un vampiro, un immortale, il suo vero nome e' Ian'' tanti pensieri nella mia mente non riuscivano a trovare un ordine. Ero confusa, in meno di due ore era successo una catastrofe, come se la mia vita fosse cambiata di colpo. Ero arrivata a casa fradicia, i miei preoccupati mi avevano telefonata molte volte ma il cellulare non l'avevo sentito. Come potevo se la mia mente era caduta in uno stato confusionale mai visto? Dopo aver detto loro una bugia-credibile e essermi asciugata, mi chiusi in camera. Quella notte non riusci' per niente a dormire, avevo pianto a dirotto e la paura che Alessio poteva entrare dalla finestra della mia camera mi spaventava tantissimo. Restai sveglia a lungo. Volevo chiamare i miei amici, raccontare loro quello che era successo, ma mi avrebbero considerata pazza e di certo non mi avrebbero creduto. Proprio nei momenti peggiori nessuno ti crede! Erano le 3 del mattino quando mi arrivo' un messaggio sul cell. La vibrazione non mi aveva spaventata tanto che ero tesa e con tutti i sensi all'erta. Presi il cellulare dal comodino accanto al letto, era Alessio. Il cuore inizio' a martellarmi in petto per la paura. Ero spaventata a cio' che avrei letto, forse mi aveva scritto un messaggio di morte del tipo ''sto venendo ad ucciderti perche' non mi hai fatto parlare'' oppure ''ti uccidero' perché ora conosci la mia vera natura''. Non scrisse nulla di tutto cio' bensi' ''Lo so che sei sveglia e che stai pensando a me, lo sento. Hai paura, tanta, ma Aurora io non voglio farti del male e ne vorro' fartene, non sono il classico vampiro che succhia il sangue per vivere, vivo come un qualunque essere umano, ma dietro tutto cio' c'e una lunga storia che vorrei spiegati da vicino con calma, Aurora io ti amo e da impazzire, credimi'' Calde lacrime scivolarono sul mio viso, mi senti' improvvisamente debole, priva di forze. Senza risponderlo spensi il telefono, e nascondendomi nel piumone sperai tanto che il giorno dopo non sarebbe mai arrivato, e che tutto sarebbe finito li in quel momento.

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Capitolo 13
*** Capitolo 11: Perche' lui ti ama ***


La mattina seguente arrivo' rapida e fredda, insinuandosi nella mia mente come un qualcosa di pericoloso. Mi svegliai alle 6.00, alzandomi dal letto andai ad aprire la finestra. Provavo ancora una strana paura, ma quando l'apri' mi senti' subito meglio. Era una bellissima giornata, c'era il sole e nonostante i suoi raggi fossero freddi sembrava di essere ritornati in estate. Gia' l'estate, quando tutto era normale, quando trascorrevo felice le mie giornate con gli amici, quando vivevo in un mondo normale. Ma le cose di colpo erano cambiate, la mia vita stava per cambiare me lo sentivo. Sarei dovuta andare a scuola tranquillamente, ma avrei visto Alessio, il suo viso, i suoi occhi non sarei riuscita a sopportarli. Riflettei a lungo guardando dalla mia finestra la citta' svegliarsi lentamente. Mi venne in mente la nostra giornata a casa sua, quello che avevamo fatto, l'amore come tutti lo chiamavano sembrava averci unito cosi tanto quel giorno, e poi tutto era crollato. Scivolai lungo la parete con il cuore a pezzi e quando caddi a terra sprofondai in un pianto colmo di dolore e di risentimento. Mi ero innamorata di lui, avevo creduto in lui e acquisito fiducia, ma ero stata ingannata, ma come potevo capire che era un vampiro? Questa parola suonava cosi divertente alle mie orecchie, cosi banale ''I vampiri esistono solo nei film e nei libri non nella realta'' pensai mentre cercavo di dare un senso a tutto cio'. Alle 7.00 decisi di prepararmi, dovevo parlare assolutamente con Serena, mi avrebbe creduto oppure no ma dovevo raccontarle tutto. Dopo essermi preparata scesi in cucina per fare colazione. Cercai di essere calma e tranquilla, non volevo far preoccupare ancora di piu' i miei genitori, gia' la sera precedente erano stati in pensiero per me. ''Buongiorno'' dissi con un breve sorriso. I miei genitori erano seduti a tavola e stavano parlando delle materie universitarie ''tesoro come stai?" chiese mia madre ancora preoccupata ''Sto bene non vi preoccupate, ora faccio colazione e poi vado a scuola'' finsi un sorriso. Con loro ero sempre stata sincera, non avevo mai detto bugie, ma dovevo per forza fingere in quel momento nonostante quel sorriso mi costava caro. Dopo aver fatto colazione, mi misi il cappotto e andai a scuola. Appena scesa in strada fui assalita da un freddo vento. Ero molto sensibile al freddo, per la mia carnagione chiara. Andai a scuola ascoltando gli slipknot, almeno per un po volevo allontanarmi dai miei pensieri. Quando arrivai nel cortile notai che non c'erano molti ragazzi, con quel freddo era meglio starsene a casa ed evitare un malanno. Ma la mia voglia di studiare mi impediva di farlo, forse ogni tanto potevo farlo. Cercai con lo sguardo i miei amici e sotto una panchina vidi solo Serena. Le andai incontro con il cuore che batteva forte, dovevo dirle tutto cio' che era successo, non riuscivo a tenermi, a sopportare un peso cosi enorme. "Aurora cosa e' successo?" mi chiese appena le fui vicina. ''Allora si legge proprio sul mio viso che sono spaventata'' pensai.''Cosa?" le chiesi inarcando le sopracciglia. Non riuscivo a dirle niente ''Aurora ti e' successo qualcosa lo leggo sul tuo viso, anche un cretino se ne puo' accorgere'' disse con tono molto preoccupato ''Ecco io...'' Serena inarco' le sopracciglia ''Serena devo dirti una cosa, ora mi crederai o no ma purtroppo devo dirtela, altrimenti non so cosa succede'' dissi con un filo di voce ''Siediti accanto a me e raccontami tutto'' mi disse con tono calmo e sicuro. La guardai negli occhi facendo un respiro profondo decisi di dirle la verita' ''Alessio e' un vampiro'' dissi tutto d'un fiato aspettandomi una sua forte risata. Invece non fu cosi, continuava a guardarmi seria ''Avevo intuito che c'era qualcosa che non andava in quel ragazzo, fin dal primo giorno'' disse continuando a guardarmi con sguardo penetrante ''Vuol dire che tu ci credi? Credi in quello che ti ho detto?" le chiesi con occhi sgranati ''Loro esistono Aurora, esistono per davvero, i vampiri puo' sembrarti irreale ma sono vissuti un tempo in Irlanda, la loro amata terra'' ''Vuol dire che sai di Alessio'' dissi tra lo stupore e lo spavento ''No di lui non so nulla, pero' so che sono vissuti in Irlanda, i vampiri sono sempre stata la mia passione. Non sapevo che lui e' vampiro ma ho letto nei suoi occhi che qualcosa non andava. Lo sai che so leggere molto bene negli occhi. Facci caso, non parla con nessuno se non con te , un po con Andrea e me, ha i denti bianchissimi ed e' stupendo, sembra appena essere stato scolpito da un artista, tutto questo mi puzzava in un certo senso'' ''Perche' non me ne hai parlato subito?" le dissi quasi sgridandola ''perche' non lo sapevo neppure io che era un vampiro ma percepivo in lui solo qualcosa che non andava, e poi se lo sapevo che era un vampiro e te l'avrei detto non mi avresti creduta'' il suo tono calmo mi fece riflettere ''Non e' possibile Serena, non e' possibile'' dissi spaventata ''Aurora calmati, se vuoi sapere tutta la verita' sai bene cosa devi fare'' Rivolsi lo sguardo verso il cancello della scuola, proprio in quel momento vidi arrivare Alessio in compagnia di Lorenzo e Filippo ''Fara' loro del male'' dissi spaventata. Stavo per alzarmi ma Serena mi fermo' per un braccio ''Non fara' loro del male ne sono certa, ti devi fidare di lui Aurora, lui non fara' del male a nessuno, sopratutto a te perche' ti ama'' in quell'istante Alessio rivolse il suo sguardo verso di me. Restai a guardarlo impietrita ''Leggi tutto cio' che hai da leggere in me, leggi anche l'istinto omicida che voglio compiere su di te, non fare loro del male, non farmi del male Alessio, altrimenti vampiro ci divento io e ti ammazzo'' pensai in mente sperando che poteva percepirlo visto che la notte precedente aveva percepito la mia paura. Quando la campanella suono' filammo subito in classe, non volevo pensare piu' a nulla, ma solo alla giornata scolastica.

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Capitolo 14
*** Capitolo 12: Confessioni ***


Alla terza ora la professoressa di latino e greco ci aveva consegnato i compiti di latino. Io avevo preso 8 ''Complimenti Damiani, hai fatto un buon compito'' mi disse la prof con un breve sorriso ''Io ho preso 6" disse Serena sbuffando ''Dai mica e male?" le dissi con un sorriso ''No pero'... come cavolo fai a prendere voti così alti?" disse con un broncio ''Studio pero' non lo capisco neppure io'' dissi ridendo. Voltandomi di lato vidi lo sguardo di Alessio puntato su di me ''Complimenti secchiona'' disse a bassa voce con un mezzo sorriso. Mi torno' in mente la scena in biblioteca quando mi aveva chiamata per la prima volta secchiona, mi venne da ridere ma non ci riusci'. La paura si era impossessata del mio corpo, e l'idea che c'era un ''morto'' tra tanti vivi mi spaventava, eppure sembrava cosi umano, cosi..vivo, i vampiri son sempre stati diversi nei film e nelle storie, ma quella e' solo fantasia degli esseri umani. E' sempre cosi, immaginiamo una cosa che magari esiste pure me nella realta' e' diversa. Dopo quella giornata scolastica io e i miei amici decidemmo di tornarcene insieme. Proprio mentre stavamo attraversando la strada sentimmo gridare il mio nome. Riconobbi quella voce e voltandomi vidi Alessio ''Hey'' disse con affanno ''Au noi ti aspettiamo accanto al supermercato'' disse Serena trascinandosi Lorenzo e Federico che chiedevano cosa fosse successo ''Hey'' dissi senza riuscire a guardarlo negli occhi. Avevo paura di guardarlo, il cuore mi batteva forte, e la paura che potesse farmi qualcosa non andava via. ''Devo parlarti Aurora" disse serio ''Alessio, cavolo Ian o come ti chiami'' iniziai a dire presa dallo spavento. Alessio mi strinse le mani, quel tocco sembro' riscaldarmi il cuore come qualche giorno precedente, ma al tempo stesso mi procurò una strana e fredda sensazione di morte ''Alessio, io sono Alessio per te'' a quelle parole riusci' a guardarlo in quegli occhi limpidi e bellissimi '' Aurora, non ti faro' mai del male, perche' io non sono il classico vampiro come quello dei film, io un tempo ero un essere umano qualunque..'' il suo sguardo serio evidentemente cercava di darmi sicurezza, di tranquillizzarmi ''Alessio, lasciami in pace non darmi fastidio, o se puoi cancella dalla mia memoria tutto cio' che abbiamo condiviso, io ti ho amato per 4 mesi, mi ero innamorata del piu' bel ragazzo che avessi mai visto e poi? Mi dici che sei un vampiro'' stavo per andarmene ma lui mi fermo' afferrandomi per il cappotto ''Fammi parlare, voglio spiegarti tutta la verita', dopo decidi di fare cio' che vuoi, ma fammi almeno parlare'' il suo sguardo era colmo di speranza ''perche' vuoi che io sappia?" chiesi inarcando le sopracciglia ''Perche' ti amo, non voglio perderti'' cosi dicendo cerco' di stringermi a me ma mi allontanai ''perché ?" mi chiese triste ''perche' ho paura'' dissi con gli occhi umidi ''Vieni oggi a casa mia alle 18.00 ti raccontero' tutto, devi sapere molte cose'' cosi dicendo se ne ando' con un ultimo sguardo. Proprio in quel momento l'immagine di quella ragazza, Sophie comparve nella mia mente, forse c'entravo qualcosa con lei? Volevo sapere la verita' questo era vero, ma avevo tanta paura di saperla, a volte e' meglio non saperla e continuare a vivere tranquilli. ''Aurora ma cosa e' successo?" mi chiesero Lorenzo e Federico una volta raggiunti ''Ragazzi vi devo parlare'' dissi cercando di non assumere uno sguardo spaventato ''Di cosa?" mi chiese Federico. Lo guardai nei suoi occhi castani un po preoccupati ''Dopo pranzo ci vediamo nella nostra sala parliamo meglio li OK?" ''D'accordo, comunque domani sera dobbiamo esibirci in un locale, all'American Pub. Suoneremo le canzoni che abbiamo provato la settimana scorsa d'accordo?" mi disse Lorenzo ''Ok va bene'' dissi con un sorriso ''Andra' tutto bene stai tranquilla'' mi disse Serena in un orecchio ''Lo spero'' le dissi abbassando lo sguardo. Una volta arrivati a pizza Navona salutai i miei amici, mentre andavo a casa sperai tanto che ciò che aveva da dirmi non era nulla di spaventoso e orribile.

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Capitolo 15
*** Capitolo 13: Gli amici sono sempre gli amici ***


Dopo pranzo, alle 15.30 salutai i miei dicendo loro che stavo andando alla sala prove. Mi fecero compagnia gli AC/DC durante il tragitto. Quando arrivai trovai i miei amici gia' li, intenti a provare. ''State suonando senza di me eh?!" dissi con un sorriso ''Tranquilla, suoneremo anche con te'' mi disse Lorenzo mentre erano intenti a suonare un pezzo dei metallica. Nel gruppo lui suonava la batteria, Federico cantava e Serena suonava il basso. ''Cosa ci devi dire?" chiesero i due ragazzi mentre prendevo la mia Fender. Ecco che il cuore riprese a batteemi forte. L'idea di essere finita in quella storia, in quel casino mi turbava molto. ''Mi promettete che mi crederete?" chiesi loro con speranza ''Ok'' risposero preoccupata ''Con me ne ha gia' parlato'' disse Serena ''Perche' con lei ne hai gia' parlato? Quando abbiamo qualcosa da dirci, dobbiamo dircelo tutti insieme Aurora'' mi sgrido' Federico ''Lo so ma questa e' una cosa molto..'' sospirai ''Molto strana" aggiunsi ''Dai racconta, cosi ci fai preoccupare'' sedendomi sulla poltrona decisi che era arrivato il momento di parlarne, dopotutto mi avevano promesso che mi avrebbero creduta. ''Alessio,non e' quello che voi avete conosciuto" iniziai. La voce mi tremava, sentivo i battiti del cuore ronzarmi nelle orecchie. ''Perche' ci dici questo?Non capisco" disse Lorenzo stupito '' perche' lui e' un vampiro'' pronunciai quelle parole scandendo ogni lettera, quasi come se stessi prounciando un rituale. Improvvisamente un profondo silenzio piombo' nella sala, come se la morte fosse entrata senza bussare e avesse annientato tutti con il suo sguardo ''C-cosa hai detto?" disse Federico balbettando. Io e Serena guardammo le espressioni dei nostri amici, erano scioccati. ''Ho detto quello che avete sentito'' dissi seria ''Aurora non prenderci in giro su'' il sorriso di Lorenzo mi fece capire che non ci credevano affatto ''Capisco che ti piacciono i vampiri pero' dire che Alessio e' in vampiro, si e' strano ci ho fatto caso pero dai'' cosi dicendo Lorenzo e Federico scoppiarono a ridere ''Invece Au dice la verita', ho notato negli occhi di Alessio qualcosa che non andava, e poi i vampiri sono vissuti davvero un tempo in Irlanda'' disse loro Serena ''Serena quella storia la conosciamo bene, tutti ne parlano'' le disse Lorenzo ''Ecco vedi? Sono esistiti davvero'' il sorriso dalle labbra della mia amica svani' subito quando Federico le disse che non era possibile una cosa del genere. ''Immaginavo che non mi avreste creduto, infatti non ci posso credere neppure io a cio', sembrava cosi normale un ragazzo come tutti gli altri ma non e' cosi'' dissi serrando i pugni. ''Se questa storia e' vera Alessio come ti ha detto che e' un vampiro?" mi chiese Lorenzo, il mio viso si illumino' di speranza ''Due giorni precedenti avevamo deciso di andare a studiare di pomeriggio alla biblioteca quella che si trova di fronte all'altare della patria. Dopo aver studiato io e lui decidemmo di visitare il secondo piano di questa biblioteca ovvero una sala dedicata ai personaggi piu' importanti della storia. Mentre guardavamo quei quadri i miei occhi caddero su una dinastia irlandese vissuta dal 1710 al 1790 e mentre ci perdavamo nelle meraviglie di quei abiti e gioielli, ebbi un colpo quando vidi un quadro il quale ritraeva due giovani, identici a me e ad Alessio, la cosa che mi stupi' ancora di piu' fu nel vedere che c'era solo la data di nascita e morte della ragazza 1733-1754" raccontai tutto d'un fiato ''Oh dio questo non lo sapevo'' disse serena con occhi sgranati ''identici a voi in che senso?" chiese Federico ''Scemo intende nella somiglianza fisica'' gli disse Lorenzo dandogli una pacca sulla spalla ''Come si chiamavano?" mi chiese Serena ''Ian e Sophie, nel dipinto erano molto giovani, dovevano avere la nostra eta' evidentemente perche' lei e' morta a soli 20 anni'' dissi persa nei miei ragionamenti ''Allora sappiamo solo la data di nascita e morte della ragazza ma di lui no giusto?" inizio' Federico raccogliendo da uno scaffale un blocco notes. ''Cosa vorresti fare? gli chiesi stupita. Anche Serena e Lorenzo sembravano stupiti come me ''Raccogliamo informazioni, perche' vogliamo aiutarti giusto ragazzi?" chiese loro con un sorriso ''Ma io non credo a tutto questo'' disse Lorenzo scuotendo la testa ''Io ci credo" disse Serena con un sorriso ''io voglio crederci'' disse Federico guardandomi intensamente negli occhi. A quel punto guardammo tutti Lorenzo in attesa, lui sentendosi a disagio sbuffo'''D'accordo mi avete convito aiutero' anche io, ma lo faccio solo perché ti voglio davvero bene tesoro'' mi disse ''Grazie ragazzi davvero'' mi senti' di nuovo felice come se non provavo felicita' da molto tempo, invece erano passati solo due giorni. ''Ripeti tutto con esattezza io scrivo'' mi incito' Federco, mentre parlavo gli altri mi ascoltavano attenti ''I due ragazzi si chiamano Ian e Sophie, erano irlandesi appartenenti ad una famiglia nobile, nati entrambi nel 1733 e la ragazza e' morta nel 1754 a soli 20 anni, non si sa la data di morte del ragazzo, il suo cognome e' Wender, inoltre la loro somiglianza e' identica a me e ad Alessio'' dissi riflettendo bene a cio' che avevo detto ''Ecco, gia' il fatto che non si sa la data di morte del ragazzo dovrebbe farci riflettere non trovate?" ci disse Federico ''Sara' solo una coincidenza, a volte e' successo e poi non sono neppure personaggi importanti nella storia cioe' non sono mai comparsi sui libri di storia'' ''Lorenzo, e' tutta una dinastia, sui libri di storia se parlano di un re mica possono scrivere i nomi dei membri di tutta la sua famiglia dai rifletti'' gli disse Serena ''A volte e' proprio una capra'' continuò sbuffando ''Hey non sono una capra'' le disse offeso ''Ragazzi suoniamo dai, voglio provare un po, domani a che ora suoniamo?" chiesi a Lorenzo ''Alle 21.00, poi ci organizziamo meglio domani pomeriggio OK?" mi disse mentre si sedeva davanti alla batteria ''D'accordo'' cosi dicendo provammo due pezzi dei metallica e uno degli avenged sevenfold. Quando si fecero le 17.30 li salutai dicendo loro che dovevo andare a casa di Alessio ''Au l'idea di essere morsi da un vampiro pero' deve essere figa'' mi disse Lorenzo mentre uscivo dalla sala ''Eh smettila di dire cretinate'' senti' gridare da Serena. Gia' essere morsi da un vampiro bello, affascinante doveva essere bello. In fondo Alessio era davvero bello, l'amore che avevo fatto con lui seppure dopo 4 mesi era stato fantastico perché l'avevo fatto con il cuore, perche' lo avevo amato davvero in quei 4 mesi, perche' continuavo ad essere ancora innamorata di lui.

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Capitolo 16
*** Capitolo 14: La sua vita legata alla mia ***


Quando giunsi a casa di Alessio , feci un lungo respiro e chiudendo gli occhi sperai tanto che tutto cio' fosse solo un sogno dal quale mi sarei svegliata presto. ''Ciao'' mi disse con un sorriso appena giunsi davanti la porta di casa. Quel sorriso che sembrava cosi caldo, cosi umano, quattro mesi precedenti aveva rapito il mio cuore, in quel momento mi metteva tanta ansia e paura di sapere la verita'. ''Ciao'' dissi fredda. Alessio non mi si avvicino', neppure per darmi un bacio sulla guancia, evidentemente aveva capito che volevo mettere distanza fra noi. Quando entrai in casa mi resi conto che non c'era nessuno, in effetti i suoi genitori non li avevo mai visti e questa cosa inizio' subito a turbarmi. ''Siediti pure sul divano'' mi disse mantenendo sempre quel sorriso, diavolo, cosi stupendo. Se non provavo paura, se tutto cio' non fosse mai successo, avrei voluto di certo rifarlo con lui. Mi sedetti senza staccare gli occhi dai suoi che mi guardavano senza minaccia o istinto omicida. Sembravano guardarmi con...Amore. Si sedette accanto a me, mantenendo sempre una certa distanza. ''Allora? Sono arrivata fin qui, ora e' il tuo turno'' la voce mi tremava ''Non avere paura Aurora ti prego'' cosi dicendo strinse forte tra le sue dita la mia mano. Provai l'instinto di allontanarla da quella stretta ma era cosi calda, e quel tepore sembro' calmarmi. Improvvisamente mi senti' calma, come se tutta la paura che avevo provato in quei due giorni fosse svanita di colpo, mi sentivo libera dentro, senza piu' alcuna emozione triste. ''Cosa mi hai fatto?" gli chiesi stupita ''Io niente, in verita' sei stata tu ad aver fatto qualcosa" mi disse con un sorriso ''Cosa ho fatto?" ''Ho percepito tutta la tua paura quando ti ho stretto la mano, anche il tuo istinto di volerla ritrarre, ma il mio tepore ti ha fatta star bene, hai scaricato tutte le tue paure nel mio calore'' il suo sorriso gli illumino' il viso, tanto che gli occhi verdi divennero ancora piu' limpidi ''Si chiama amore Aurora'' il suo tono serio mi fece battere forte il cuore. Anche l'idea di avere un vampiro al mio fianco non risuonava banale, ero tranquilla. ''Ora ti racconto tutto'' disse senza staccare la sua mano dalla mia. Con lo sguardo attento ascoltai cio' che aveva da raccontarmi. ''Il mio vero nome come ti ho detto e' Ian, sono nato nel 1733 in Inghilterra , appartenevo ad una famiglia benestante,quella dei Wender , ero figlio di un marchese il quale aveva legami d'amicizia molto stretti con la nobile famiglia irlandese dei Walsh. La mia famiglia era molto amica al re d'Irlanda, Carl Walsh. Nel 1750 per affari tra mio padre e il re, ci trasferimmo al palazzo reale, trascorrendo li una lunga permanenza. Proprio durante quel lungo soggiorno conobbi lei, Sophie, la figlia del re. Mi innamorai di lei, fin dal primo giorno che l'avevo vista. Stava passeggiando nel giardino insieme ad una servitrice, mentre io ero al fianco di un consigliere del re, quando i nostri occhi si incontrarono, fu amore a prima vista. Ma nessuno sapeva della nostra relazione, nessuno era a conoscenza dell'amore che provavamo per entrambi. Quel soggiorno duro' un anno, per un anno siamo stati insieme. Sembrava cosi dolce, cosi innamorata di me, nonostante eravamo ragazzi entrambi avevamo 17 anni, il nostro amore sorvolava quell'eta' andando oltre, nel proibito. Cosi una notte d'estate accadde, io preso dalla passione la desiderai e lei presa dalla stessa passione mi desiderava. Andando nei suoi alloggi ci trasmettemmo quel forte amore, quel forte desiderio che ci univa, ma qualcosa di strano accadde, mentre mi baciava il collo, senti' una strana sensazione'' si interruppe. Calde lacrime scivolarono lungo il suo viso. ''Alessio?" mi chinai verso di lui ''Tranquilla, solo lontani ricordi, ora continuo'' i suoi occhi erano colmi di dolore ''Cosa accadde quella sera?" gli chiesi ''I suoi canini, affondarono nel mio collo, lei era un vampiro, Aurora e mi aveva trasformato nel suo stesso essere'' grido' con rabbia. I miei occhi si riempirono di stupore ''Eri un essere umano..'' dissi con un filo di voce ''Si Aurora, come ti avevo detto'' mi guardava con quegli occhi che tempo fa erano cosi determinati e forti, invece in quel momento erano cosi deboli e stanchi. ''Perché l'ha fatto? E lei ora che fine ha fatto?" gli chiesi cercando di capire bene cio' che era successo ''Prima di trasformarmi ripeteva sempre che voleva vivere in eterno con me, che il nostro amore sarebbe durato in eterno, ma non capivo mai fino in fondo il significato di quelle parole, tutta la dinastia dei Welsh era umana, solo lei era un vampiro, all'eta' di 15 anni fu morsa in un bosco da un vampiro che era nei paraggi. Amava andare in quel bosco da sola non molto distante dal castello. Non l'ho mai conosciuta da umana ma gia' da vampira, quando aveva 17 anni (secondo l'eta' umana) ma la sua vita era terminata a 15 anni. Mi ero innamorato del diavolo, Sophie era il demonio, e io l'avevo amata inconsapevole. Un anno dopo nel 1751 inizio' la caccia ai vampiri voluta dal re stesso, furono scoperti. In quel periodo erano tanti i vampiri uniti in una setta segreta della quale non feci mai parte. Sophie fu catturata nel 1754 all'eta' di 21 anni dal punto di vista umano, e quando la famiglia scopri' che era un vampiro nonostante era loro figlia fu decapitata. Io riusci' a fuggire allontanandomi anche dalla mia famiglia, per tutto questo tempo ho vissuto senza farmi notare troppo, e quando le persone intorno a me invecchiavano e io restavo giovane cambiavo paese. Sophie sembrava una ragazza cosi dolce cosi sincera con me, ma era tutta apparenza, lei stava con me solo perche' mi vedeva affascinante e voleva farmi suo, diventare un oggetto da manipolare, ingannandomi con la sua bellezza.'' Cerco' di non piangere e con un breve sorriso continuo' ''Di certo ti stai chiedendo come mi nutro, e starai pensando che succhio il sangue, ma non e' cosi, inizialmente lei mi insegno' ad uccidere prede per nutrirmi, ma dopo la sua morte ho imposto nella mia mente una condizione psicologica, quella di nutrirmi solo di cibo vero, e dopo tante fatiche e malanni ci sono riuscito, il sangue non mi fa piu' nulla'' concluse con lo sguardo perso in quei ricordi dolorosi ''Ma ha compiuto un atto senza la tua volonta', lei si e' approfittata di te, e ti ha soggiogato questo lo capisci?" ero davvero arrabbiata in quel momento. ''Cosa ne potevo mai sapere che lei era un vampiro? So solo che lei ne ha approfittato quella notte, stordendomi con la passione per mordermi, lei voleva solo il mio sangue ecco cosa voleva, non voleva il mio amore'' di nuovo la rabbia si imposesso' di lui. Solo in quel momento capi' come si sentiva dentro, nascondersi per piu' di 200 anni di certo non doveva essere facile, solo in quel momento capi' cosa aveva passato, il suo cuore era a pezzi completamente distrutto. ''Io cosa c'entro con tutta questa storia?" gli porsi un altra domanda ''Quando giunsi a Roma questa estate come prossima tappa, iniziai a percepire qualcosa di strano, sentivo una strana sensazione che mi riportava alla mente Sophie, ma era una sensazione diversa, dolce e profumata. Avevo percepito la tua essenza Aurora, e volevo a tutti i costi incontrarti, conoscerti e quando ti vidi per la prima volta a scuola, la somiglianza tra te e Sophie era identica, ma solo d'aspetto, tu sei diversa da lei, sei la ragazza dolce e romantica che sembrava, ma tu lo sei per davvero Aurora. Quando ti ho vista il mio cuore rotto in tante schegge ha iniziato a ricomporsi, e anche se sono ormai un morto riuscivo a sentirne i battiti, ancora adesso li sento'' cosi dicendo prese la mia mano e se la porto' sul cuore ''Senti?" Aveva ragione riuscivo a sentire i battiti. ''Ad una persona morta questo non puo' succedere, ma l'amore che ho iniziato a provare per te e' riuscito a compiere una simile cosa, come un miracolo'' aveva un sorriso cosi dolce che nonostante i suoi 200 anni, sembrava quello di un ragazzino. ''Perche' allora mi sembra di averli gia' visti i tuoi occhi?" questa domanda per me era davvero importante ''Evidentemente il ricordo di Sophie che portavo con me, ti ha trasmesso questa strana sensazione, o meglio con la mia percezione forse ti ho trasmesso quella sensazione'' i suoi occhi mi guardavano di nuovo con determinazione ''Io non sono lei vero?" gli chiesi spaventata ''No Aurora tu non sei lei, tu sei tu, lei era Sophie, la somiglianza e' solo una coincidenza, in questi quattro mesi ho studiato a fondo su questo e ho scoperto che tra voi non c'e nessuna corrispondenza'' la sua mano accarezzava la mia con dolcezza ''Possiamo trovare un modo per farti ritornare essere umano?" quella domanda non lo colse di sorpresa ''Ce ne sono tanti in verita' ma non sono esperto di queste cose, meglio lasciarmi al mio destino, intanto questo tempo pero' voglio viverlo con te'' quelle parole mi fecero battere forte il cuore. Volevo vivere anche io il mio tempo con lui, ma poteva esserci una relazione tra un essere umano e un vampiro? "Tu sei un vampiro...'' dissi sperando che potesse capire cosa intendevo con quella frase. Il suo sguardo si incupi' diventando triste ''Alessio io..io non volevo, ma sembra difficile questa relazione'' le lacrime agli occhi le avevo io ''Aurora tu mi ami lo sento, mi ami tanto, ti prego proviamoci, io ho solo te, i miei genitori attuali non sono mai esistiti era solo una falsa e l'avrai capito'' di nuovo le lacrime scivolarono lungo le sue guance. Aveva ragione, io l'amavo da impazzire, lo desideravo nonostante che tutto cio' sembrava strano. ''Alessio io ti amo'' dissi questa volta scoppiando a piangere anche io ''E io ti desidero'' i suoi occhi si persero nei miei, verde e azzuro, due colori stipendi e rari. Di colpo le sue labbra premettero con foga contro le mie, sentivo l'adrenalina scorrermi nel corpo sempre con piu' intensita' e il desiderio aumentare. Salimmo al piano superiore, in camera sua e di nuovo provammo quelle sensazioni che gia' ci avevano uniti. Stesi sul letto il mio corpo si muoveva dolce sul suo, caldo e forte. ''Ti amo Aurora'' disse con tono intenso e profondo come quello di un uomo. ''Anche io Alessio'' si perche' per me lui era Alessio, l'avevo conosciuto con quel nome e cosi l'avrei sempre chiamato. Le sue mani accarezzavano i miei seni con dolcezza, le sue carezze, i suoi baci sul collo per poi scivolare lungo tutto il mio corpo. Ad occhi chiusi sentivo l'amore accarezzarmi in tutta la sua eleganza e dolcezza. Le mie mani accarezavano il suo morbido viso, per poi scendere lungo il corpo. Le sue spalle muscolose sembravano proteggere il mio corpo piccolo e delicato. Sentivo i nostri muscoli rilassati, quasi come se fossero addormentati, le nostre labbra giocavano tra loro, continuando a scambiarsi baci dolci e piccanti. Quando fui sulle sue gambe senti' il desiderio aumentare, il corpo completamente sudato, e provai un dolce brivido alla schiena quando arrivo'. Desideravo altri baci, altre carezze. Per un istante apri' gli occhi e vidi che anche lui li aveva aperti. Restammo a guardarci, mentre la sua grande mano mi accarezzava lentamente i capelli ''Con me sei al sicuro Aurora'' sussurro' nel mio orecchio. Mi strinsi a lui ''Se un giorno troviamo un rituale per poter ritornare umano, potremmo vivere molto piu' serenamente'' gli dissi sperando in una risposta ''E se non lo troviamo?" mi chiese afferrando il mio viso tra le mani ''Ci sara' un modo'' aggiunsi con un sorriso ''Oppure mi trasformerai e cosi vivremo davvero in eterno ma con me accadra' davvero e con amore'' il mio sorriso si allargo' ancora di piu' ''Ti farei del male a quel punto, non e' un gioco, ti ucciderei Aurora, mentre tu vivrai in eterno tutte le persone care al tuo fianco moriranno, no, non lo farei'' il suo sguardo serio mi fece capire che avevo detto una grande stronzata. Mi strinse di nuovo a se ''Tu stai bene con me?'' mi chiese ''Si perche' ti amo'' dissi seria ''Al passato non daro' piu' importanza, a tutto cio' che e' accaduto nella mia vita, perche' nel mio presente ci sei tu'' appoggiai la testa sul suo petto continuando ad assaporare il sapore e il calore della sua pelle. La paura era andata via, tutte le strane sensazioni che avevo provato erano svanite, Alessio mi aveva fatto capire questo, l'amore e' magico l'amore cambia tutto in un colpo, lo amavo davvero. Perché il nostro amore era diverso da tutti gli altri, perche' nessuno poteva comprenderlo,perche' solo io e lui potevamo vivere QUELL'AMORE.

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Capitolo 17
*** Capitolo 15: La vita intensa, unica ***


Il giorno dopo di pomeriggio ero andata da Serena, in casa c'era solo la madre e quel pomeriggio era davvero stupendo. In lontananza il sole iniziava ad andarsene lasciando nel cielo sfumature rossicce, viola. Quel giorno era per noi quattro molto importante perche' di sera ci saremmo esibiti all American Pub. Dentro di me mi sentivo felice per due motivi, il primo per il concerto e il secondo per cio' che era successo tra me e Alessio il giorno prima. Raccontai tutto alla mia amica, e a ogni cosa che le dicevo il suo stupore aumentava sempre di piu'. Stavamo parlando fuori al terrazzo dove da li si vedeva piazza di Spagna bellissima come sempre. Quando le avevo raccontato la parte finale di tutto il dialogo, i suoi occhi si fecero maliziosi ''Davvero e' andata in questo modo? Allora l'avete fatto! Wow Au congratulazioni, avere davanti agli occhi un bel ragazzo come Alessio, il desiderio c'e''il suo sorriso mi spinse a gettarle addosso un cuscino della piccola poltroncina che aveva sul terrazzo. ''Dai racconta non farmi stare sulle spine'' continuava a dire con i suoi occhi illuminati. ''Porca, non vuoi sapere le cose piu' importanti? La sua storia?" le dissi seria ''Nono non mi interessa, lo so che e' un vampiro pero'... come e' stato'' la sua voce divertente e maliziosa mi fece roteare gli occhi ''E' stato bellissimo Sery, l'ho fatto davvero col cuore, davvero con l'amore che provo per lui. Sara' anche un vampiro ma Serena voglio stare al suo fianco, lui non ha nessuno a parte me, e' solo, tutte le persone che un tempo gli stavano accanto sono morte, e lo sento lui mi ama, mi ama davvero'' notai che Serena aveva assunto un espressione davvero molto seria ''Devi essere allora molto forte Aurora, ricordai che lui non e' come tutti gli altri, lui non e' come tutti noi, stai avendo a che fare con un vampiro, se lo ami davvero allora merita che gli stai accanto, cosi lo stesso vale per lui,sono certa anche io di questo, Aurora voi due vi amate dal profondo dell'anima. Inoltre avevo ragione quando ho detto che i vampiri sono vissuti per davvero un tempo in Irlanda, anche mia nonna me ne parlava.'' cosi dicendo si concluse quel discorso dopodiché ci incontrammo con Lorenzo e Federico fuori dal locale alle 21.00. Molti ragazzi intenti a chiacchierare, si avvicinarono a noi salutandoci. Ero davvero felice quella sera, non vedevo l'ora di suonare con il mio gruppo. Avevo invitato anche Alessio, speravo tanto che sarebbe venuto a vederci, portando anche i suoi amici. Mi guardai intorno, c'erano davvero tanti ragazzi, impossibile riuscire a capire dove fosse. "Hey Au a chi cerchi?" la mano di Serena sulla mia spalla mi fece trasalire ''Scusami, cercavo Alessio, ma tra tutta questa gente non riesco a trovarlo'' le dissi con un mezzo sorriso ''Tranquilla, lo vedremo sicuramente nel locale tra un po'' ''Hey ragazze cosa aspettate ad entrare?" il sorriso di Lorenzo ci fece capire subito che non vedeva l'ora di esibirsi ''Arriviamo Lore'' rispondemmo in coro. Appena entrati nel locale mi guardai intorno. Era molto grande e alternativo, un po troppo per i miei gusti, ma comunque mi attirava come luogo se non per i ragazzi che fumavano canne e altre cose. L'ingresso circolare era occupato da tavolini e posti a sedere, in fondo sulla destra c'era un lungo corridoio che conduceva alla sala concerto, avremmo suonato li. Era molto grande, sul palco rialzato c'era gia' la batteria di Lorenzo. ''Dai ragazzi, facciamo vedere un po chi siamo, ho voglia di spaccare questa sera'' Federico era davvero emozionato, e cosi dicendo salimmo sul palco, mentre molti ragazzi prendevano posto per assistere al nostro live. Le luci si spensero e riflettori viola e bianchi si puntarono su di noi, mentre al centro della sala una luce gialla illuminava i tavoli. ''Questa sera per voi i Silent Pain'' grido' in growl. I ragazzi applaudirono con grida e fischi di approvazione, dopodiche' la musica subito parti'. La prima canzone che suonammo fu nothing esle matters dei metallica. Mentre suonavo sentivo l'energia scorrermi nelle vene, l'adrenalina riempire di forza e emozione il mio corpo e quando saltavo le grida diventavano sempre piu' forti. La seconda canzone che suonammo fu Zombie dei Cranberries. Fu cantata da Serena, se la cavava anche con la voce. Proprio sul punto del ritornello vidi spuntare Alessio in compagnia dei suoi amici. I suoi occhi verdi erano puntati solo su di me. Mi guardava con amore, ricambiai quello sguardo con lo stesso sentimento. Cercai di dare il meglio di me stessa alla parte finale, e mi riusci' meravigliosamente. Al termine delle canzoni tutti si alzarano applaudendoci con emozione. Corsi subito da Alessio mentre i miei amici venivano circondati da folle di ragazzi. ''Sei stata bravissima'' mi disse dopo avermi baciata. ''Grazie'' diventai rossa in viso per il complimento. ''Hey Au da un bel po non ci si vede, comunque complimenti sei stata bravissima insieme alla tua band, molto bravi'' mi disse Francesco. ''Grazie mille'' risposi ringraziando anche Carlo e Giovanni. ''Ora hai da fare?" mi chiese Alessio con tono molto dolce. ''Dovremmo andare da qualche parte tutti insieme'' disse Lorenzo dietro di noi prima che potessi parlare ''Ciao Lorenzo'' gli disse Alessio ''Ciao Alessio, vuoi aggregarti anche tu con noi? La notte per noi e' giovane e credo anche per te'' lo guardo' con intensita' negli occhi ''Certamente'' il sorriso sulle sue labbra gli fece capire che aveva intuito perfettamente cosa intendeva dire. ''Bene allora, ragazzi salite sulle moto che andiamo a zonzo, domani veniamo a riprenderci gli strumenti musicali, li lasciamo qui, Franco il proprietario ha acconsentito, e' un mio caro amico'' Lorenzo sembrava parlare da solo tanto che tutti erano impegnati ad uscire dal locale. Fuori l'aria sembrava a stento gelare i nostri corpi caldi per lo sfogo e le chiacchierate. Gli amici di Alessio salirono sulle loro moto parcheggiate sul retro, mentre io sali' su quella di Alessio. Era la prima volta che la vedevo. Era nera, nera come la pece. Quando tutti fummo sulle moto, Lorenzo in pista a piu' di 40 ragazzi grido' ''Sfrecciamo la notte con queste bestie di motori ragazzi'' cosi dicendo corremmo tutti sfidando il freddo della notte, o meglio dell' 1.00. I miei genitori quando si trattava di concerti non si arrabbiavano mai per quanto riguardava l'orario. Se non arrivavo a casa prima dell'1.30 capivano che ero andata a dormire da Serena. Le strade erano illuminate solo dai lampioni, e dai raggi argentati della luna. Correvamo tutti cosi veloce da sembrare di volare. Ad un certo punto mentre correvamo su una strada del tutto deserta, decisi di alzarmi all'impiedi mentre Alessio continuava a guidare. ''Au ti prego non farlo'' senti' gridare da Alessio ''Dai solo una volta'' cosi dicendo lo feci, e chiudendo gli occhi senti' a tutta forza il vento gelido sfiorarmi il volto quasi a volerlo graffiare. ''Ragazzi guardate Aurora'' grido' Lorenzo. Molti di loro si girarono qualche secondo per guardarmi e gridarono emozionati. Dopo un po molti fecero la stessa cosa mia. ''Sei grande'' grido' Alessio. Scoppiai a ridere e strindendomi forte a lui chiusi gli occhi per assaporare meglio il calore che il suo corpo mi trasmetteva. Quando la corsa fini' erano quasi le 2.00. Per fortuna il giorno dopo era domenica, avrei dormito a lungo. Ci fermammo tutti in una piazzetta dove ci salutammo, Serena decise di andare a dormire da Lorenzo quella sera, il problema ero io che se tornavo a quell'ora i miei si sarebbero arrabbiati perché avrebbero capito che ero stata in giro e non stavo dormendo da Serena. ''Puoi dormire da me'' mi disse Alessio con un sorriso malizioso, ma cosi affascinante e dolce che mi spinse a cedere. Quando salutammo praticamente tutti io e Alessio ci avviammo verso casa sua. Appena giunti nel soggiorno mi strinse per i fianchi e inizio' a baciarmi con foga. Quella sera capi' che i vampiri innamorati hanno un desiderio e una passione molto piu' forti rispetto ad un essere umano. Ma anche la mia passione era forte, da desiderarlo sempre. Cademmo sul suo divano, senza neppure sentire il dolore della caduta tanto che l'amore era forte. Le sue mani mi accarezzavano con foga, le sue labbra premevano con insistenza sulle mie per poi scivolare leggere sul mio candido collo. Sentivo la passione ardere in noi come tizzoni ardenti, sentivo i battiti del mio cuore risvegliare a poco a poco il suo. Tutto in quel momento sembrava illuminarsi di una strana luce, di una calda luce la quale riscaldava le nostre menti. Ci spogliammo del tutto e quando senti' la passione giungere al massimo, lo desideravo ancora di piu'. Le nostre labbra baciavano i corpi dell'altro e quando finimmo in camera sua continuavamo senza smettere. Le sue mani mi accarezzavano le gambe le braccia il viso con delicatezza e lo stesso facevo anch'io. Quando tutto sembro' finito e la realta' ritornava sfumata davanti ai nostri occhi, una strana convinzione si impadroni' della mia mente ''non avevo paura di nulla''. Avrei tanto voluto trovare un metodo per riportare Alessio alla sua vera natura, ma se non ci sarei riuscita avrei voluto essere trasformata in un vampiro. Non importava cosa sarebbe successo dopo, ma contava il fatto di stargli vicino in eterno. ''So a cosa stai pensando Aurora ma non voglio'' mi disse d'untratto mentre mi accarezzava con dolcezza una ciocca di capelli ''Perche'? Alessio possibile che un modo non ci sia per farti ritornare essere umano? Possibile?" gli chiesi quasi arrabbiata ''Aurora c'e un modo ma non so come si pratica, sono stato trasformato ingenuamente, senza sapere nulla sui vampiri o sulle pratiche magiche e non voglio che ti immischi in queste cose, lo dico per il tuo bene, lo dico per il nostro amore, non voglio perderti'' i suoi occhi erano cosi lucidi, colmi di lacrime. Mi si strinse il cuore vederlo in quel modo ''Alessio io non voglio invecchiare mentre tu resterai sempre giovane, io con il tempo crescero' mentre tu resterai sempre un ragazzo di 17 anni, come potremmo amarci se un giorno saro' vecchia e tu sempre giovane? Ti innamorerai di un altra....'' calde lacrime scivolarono sulle mie guance ''No Aurora ti prego non piangere'' il suo tono cosi triste mi fece intuire che stava per piangere anche lui ''Non era questo quello che volevi un tempo? Vivere in eterno con lei...'' dissi cercando di mantenere uno sguardo severo ''Era quello che volevo! Il ''problema'' e' che tra me e te e' il contrario, il vampiro sono io e tu l'umana, traformarti Aurora significa ucciderti, e proprio questo non voglio, toglierti la vita...'' le lacrime scivolavano in quel momento sulle sue guance ''Allora provero' con quel metodo che tu conosci'' i miei occhi si illuminarono di speranza. ''Perche' vuoi farlo, ti prego dimmelo" la sua voce tremava quasi, non di paura ma di emozione. ''Perche' voglio cambiare il tuo destino'' ''ma non puoi, nessuno puo'' ''Alessio scegli, o mi trasformerai in vampiro, o ritornerai essere umano'' dissi con tono serio e deciso. ''Non posso compiere o farti compiere una cosa del genere'' in quel momento sembrava lui serio e deciso. ''Ti prego, io voglio aiutarti'' fu la prima volta che Alessio senti' quelle parole pronunciate da qualcuno per lui. Ma quel qualcuno per lui non era una persona qualunque ma una persona speciale che aveva cambiato in pochi mesi la sua vita, quella persona era io, la ragazza che avrebbe voluto amare per sempre.. Ma non voleva farmi del male, ne tanto meno voleva che io stessa mi facessi del male con una pratica che gli permetteva di ritornare umano. Ma sara' stato l'amore che provavo per lui, sara' stato il mio continuo insistere e il mio volerlo aiutare che lo fece cambiare idea. ''D'accordo Aurora aiutami a ritornare umano. Spero solo che non ti succeda nulla'' mi guardo' colmo di speranza ''Quando inizio?" gli chiesi con occhi lucidi ''Quando la luna sara' in ottava posizione nel secondo cielo'' disse con un mezzo sorriso ''Potresti tradurre?" gli chiesi alzando le sopracciglia ''Fra una settimana'' disse scandendo le parole ad una ad una. ''Ti prometto che non mi succedera' nulla'' Alessio mi strinse forte a se ''Lo spero, nessuna persona quando chiedevo aiuto ha mai voluto farmi ritornare essere umano perche' aveva paura, e per la prima volta una persona ha voluto aiutarmi, per la prima volta, e questa persona e' la ragazza che amo da morire'' stringendomi forte a lui, lo senti' piangere per la felicita' ''Il mio amore per te mi aiutera' tranquillo'' dissi con un caldo sorriso. Stando accanto a lui nel suo letto pensai a cio' che avrei dovuto fare e a cosa sarei potuta andare incontro dopo, fino a quando il sonno si impadroni' di me, crollando fra le sue braccia.

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Capitolo 18
*** Capitolo 16: Ricordi cosi vivi e intensi ***


Era la mattina del 12 dicembre e durante la ricreazione Alessio ed io stavamo discutendo sul rituale che avrei dovuto praticare. Mancavano solo 4 giorni. ''A casa ho un libro che spiega come praticarlo, non l'ho mai letto con interesse ma sfogliato di tanto in tanto per capirci qualcosa. Non ricordo come si chiama, e' scritto in latino.'' ''Ci so fare con il latino" dissi con un sorriso. ''Davvero?" mi chiese con stupore ''Me l'hanno insegnato i miei genitori fin da piccola, mi dicono sempre che e' importante sapere il latino, sono capace di tradurre una versione senza dizionario'' ''Lo dico che sei una secchiona'' il suo sorriso mi riscaldo' il cuore. ''Parlami di Sophie...'' sparai di botto, ero tanto curiosa di sapere un po di quella ragazza, la quale aveva rovinato la sua vita. ''Sophie? Oddio perche' dobbiamo parlare di lei?!'' il suo sguardo si incupi' diventando scuro come la notte. Mi penti' subito di avergli posto quella domanda, ma proprio mentre stavo per scusarmi riprese a parlare. ''Mi aveva fatto innamorare cosi tanto che tutte le notti prima di andare a dormire desideravo sposarla un giorno. Una sera ci fu un ballo al suo palazzo e naturalmente c'ero anche io con la mia famiglia.......'' Luci ovunque, poltrone occupate, le dame invitate a ballare da nobili e splendidi cavalieri, si divertivano ricambiando sorrisi e sguardi innamorati. ''Ian perche' non balliamo anche noi con loro?" la voce di Sophie lo risveglio' da lontani pensieri. ''Perche' voglio ballare con te, qui, in questo bosco, al chiaro di luna, soli, gli altri per noi non devono contare. Cio' che conta mia dolce Sophie e' il nostro amore'' il sorriso dalle sue labbra non smetteva di allagarsi. La giovane si scosto' dal viso una ciocca di capelli, e con lo sguardo guardo' il cielo stellato. Ian le cinse i fianchi con dolcezza e poggiando la testa sulla sua spalla, le sussurrava nell'orecchio parole dolci. ''Chiudi gli occhi Soohie, balliamo questa notte, mentre gli animali cantano per noi, mentre la natura ci culla con la sua armonia'' Sophie chiuse gli occhi e si lascio' guidare da Ian. Il ragazzo fortemente emozionato non resistette a baciarla. Finirono entrambi sull'erba bagnata di rugiada, i loro corpi si intrecciarono tra loro, quasi diventando uno solo. Le labbra premevano con foga tra loro, le loro mani si sfiorano, per poi lasciar toccare il corpo dell'altro. ''Vorrei far l'amore con te, qui, ti desidero Ian'' la voce calda e seducente di Sophie accese la passione nel giovane. Il ragazzo la guardo' con occhi colmi di desiderio e amore, anche lui la desiderava e tanto. ''Anche io ti desidero, desidero il tuo corpo, la tua essenza'' il suo tono caldo e passionale era colmo di verita'. ''Ian, non voglio perderti, sarai per sempre mio'' gli occhi di Sophie gli apparivano cosi sinceri e dolci. Il suo sguardo innocente, lo inteneri'. ''Per sempre..'' le disse con un dolce sorriso. Quei sorrisi dolci e sinceri si confusero con l'inganno della notte, con l'inganno di Sophie. ''Sembrava sincera, ma non lo era mai stata con me, in nessuna cosa'' Alessio sembro' ritornare alla realta' dopo avermi raccontato un antico ricordo, parte della sua dolorosa vita. ''E' stata una grandissima stronza'' dissi quasi urlando ''E io lo stronzo che le ho ceduto'' il suo sguardo sembro' perdersi di nuovo in quei vecchi ricordi cosi vecchi ma per lui cosi' vivi e intensi. "'Tu non sei stato uno stronzo, perché l'hai amata davvero e con tutto te stesso'' cercai di fargli capire che non aveva nessuna colpa. In quel momento suono' la campanella ''Dai Au entriamo, l'interrogazione di psicologia ci aspetta'' sul suo viso il sorriso ritorno' come se non fosse successo nulla. Tornammo in classe affrontando un nuovo problema, l'interrogazione di psicologia con la professoressa Polimeno. Quella mattina Serena non era venuta, aveva decido di fare filone con Lorenzo, quindi Alessio decise di sedersi vicino a me. ''Oh guarda i piccioncini seduti insieme, ma che belli'' Luigi non faceva altro che sfotterci sempre di piu' nell'ultimo periodo insieme ad Alberto. ''Avete rotto il cazzo voi e queste scemita', siete dei bambini infantili'' il tono aggressivo di Alessio mi fece spaventare a morte, ma cercai di non farlo notare a nessuno ''Hey calmati, ti consiglio di andare da un dottore visto che non stai bene, e credo che anche Aurora ne abbia bisogno'' a quelle parole pronunciate con cattiveria e divertimento da Alberto, Alessio non resistette. Si alzo' di scatto e in pochi secondi butto' Alberto e Luigi a terra. Tutti in classe si girarono per guardare la scena, la professoressa non era ancora arrivata. ''Se non la smettete di rompere le palle cari ragazzi, farete una brutta fine. Sopratutto se continuate a sfottere Aurora intesi?" disse loro con rabbia stringendo forte le mani intorno ai loro colli. ''S-si'' pronunciarono a fatica ''Bene''. Alzandosi si guardo' intorno, e si rese conto che l'intera classe lo stava fissando con occhi sgranati. Ma non erano tanto spaventati per quello che aveva fatto, ma per la forza che aveva usato. ''Non dovevi farlo'' gli dissi a bassa voce quando tutto sembro' ritornare normale all'arrivo dell'insegnante. ''Dovevo, in questo modo la smettono di rompere, sopratutto te'' i suoi occhi erano colmi di rabbia. Abbassai lo sguardo sul libro di psicologia, cercando di nascondere le lacrime. Tutto stava cambiando, non solo in meglio ma sopratutto in peggio, me lo sentivo.

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Capitolo 19
*** Capitolo 17: Il rituale della condanna ***


Il pomeriggio del 16 dicembre giunsi a casa di Alessio per apprendere il rituale, e quella notte avrei dovuto praticarlo. Con me c'era anche Serena, era abbastanza esperta nell'ambito della magia, molte cose le aveva apprese da sua nonna. ''Ho po paura per quello che possa succedere'' le dissi mentre salivamo lentamente le scale del palazzo di Alessio ''Andra' tutto bene, basta solo che lo impari come sta scritto, poi ci sono anche io con te,ti aiutero' tranquilla'' il suo sorriso riusci' un po' a calmarmi. Ogni passo che facevo verso la porta di casa sua pesava tanto e mi trasmetteva molta ansia. ''E' una decisione che ho preso qualche giorno fa e ora non posso fare la bambina che vuole tirarsi indietro. Lo sto' facendo per il suo bene, per il nostro amore'' pensai cercando di tranquillizzarmi. Quando bussammo alla porta e sulla soglia comparve Alessio il cuore inizio' a battermi forte, all'impazzata. Cercai di darmi un freno, o meglio di non farlo notare, sopratutto a lui. ''Bene ci siamo, abbiamo qualche ora prima che l'ottava luna entri nel secondo cielo'' inizio' a dire Alessio guardandoci serio. ''Potete spiegarmi un attimo cosa vuol dire voi che conoscete queste cose?" chiesi incuriosita ''Allora, spiegandotelo molto brevemente esistono otto lune, identiche tra loro ma diverse per le loro pratiche, e l'ottava serve proprio per far ritornare un vampiro ad essere umano, solo quando entra nel secondo cielo. Esistono infatti due cieli, quello del bene e del male, quello del bene riguarda la magia bianca e quello del male riguarda la magia nera, in questo caso la luna deve trovarsi nel cielo che corrisponde...'' Serena si interruppe senza riuscire a continuare. ''Alla magia nera...'' dissi io spaventata. ''Si purtroppo, essere vampiri e' una maledizione'' Alessio mi guardava serio senza un briciolo di sorriso, come se improvvisamente mostrasse la sua vera eta', 261 anni dolorosi e antichi. ''Aurora vieni, e' arrivato il momento'' con voce calda ma fredda al contempo mi condusse in una sala che non avevo mai visto. Dietro di noi Serena guardava la sala senza alcuna meraviglia, evidentemente sapeva di cosa si trattava. ''Questa e' una sala-cripta per i rituali di magia nera'' inizio' a raccontarmi Alessio. Mi guardai intorno stupita e spaventata al tempo stesso. Era una sala circolare colma di antichi scaffali, contenti libri e qualche pergamena antica. Al centro della sala non molto grande, c'era un tavolino in legno sul quale c'era un volume rilegato in pelle nera, a terra tante candele accese, circondavano il tavolino. L'aria cosi' buia mi mise una forte inquietudine nell'animo, ma cercai di mantenere sempre quell' aria determinata e sicura, anche se non mi riusciva molto. Mi avvicinai lentamente al tavolino e quando giunsi davanti al volume nero, lessi attentamente il titolo scritto in latino. Le lettere erano quasi del tutto consumate dal tempo, ma sforzandomi riusci' a capirne il significato o meglio quello che doveva essere il titolo << Librum qui uiuificat a lamia>>, <>. Notai subito che non si trattava di un classico librone antico da 1000 pagine, ma era piuttosto piccolo. Posai con cautela una mano sulla copertina, e prima di aprire il volume mi girai a guardare Serena e Alessio, i quali mi guardavano in attesa. ''Uscite ragazzi, voglio restare da sola'' dissi con tono serio e freddo, da non sembrare mio. ''Sicura che non vuoi il mio aiuto Aurora? Non sei esperta su questo ambito, potresti fare qualche errore'' Serena sembrava davvero preoccupata, visto che nessuno conosceva quel rituale.Evidentemente non voleva che facessi tutto da sola. ''L'amore che provo per Alessio e' sufficiente per non commettere nessun errore. Saro' anche inesperta ma voglio provarci, voglio aiutarlo, perche' lo amo'' dissi guardando Alessio con insistenza. "Ti amo anche io piccola mia'' guardai i suoi occhi e vidi che erano lucidi di lacrime. A quel punto apri' il volume e alla prima pagina del tutto ingiallita e consumata sempre scritto in latino cercai di tradurre il testo o meglio quella che sembrava una specie di avvertenza << Necesse est quod maneant in conclavi durante ritu lamia>>, <>. Dopo aver letto cio' chiesi a Serena di uscire e ad Alessio di restare, dopodiche' passai alla fase successiva <>, <>. Lessi attentamente cio' di cui avevo bisogno e la cosa mi spavento' moltissimo. ''Due bicchieri in terracotta, sangue del vampiro e sangue della persona che pratica il rituale'' dissi ad alta voce il materiale di cui avevo bisogno. ''I bicchieri in terracotta sono su quello scaffale'' Alessio mi indico' con un dito uno scaffale di legno sulla mia sinistra. Mi ci avvicinai e presi i due bicchieri in terracotta. ''I tagli devono essere compiuti sulla mano destra, sia per il vampiro sia per la persona che compie il rituale e le gocce devono cadere negli appositi bicchieri, dopodiche' le gocce del sangue umano devono finire nel bicchiere che contiene quello del vampiro'' dissi un po spaventata. ''Il taglio, ricordo una cosa simile, l'avevano fatto con un ragazzo dopo che fui trasformato in vampiro, ma non ricordo se era lo stesso rituale'' guardai Alessio un po stupita per quello che mi aveva raccontato. ''Il coltello e' sempre su quello scaffale, in un panno nero, l'ultima volta fu usato da Sophie per un rituale, nessuno l'ha mai toccato'' mi avvicinai con cautela e quando strinsi tra le mie dita quel panno un leggero brivido scivolo' lungo la mia schiena. Ritornata al centro della sala, tolsi il coltello da quel panno e guardandolo alla fioca luce delle candele mi accorsi che era d'argento, il manico finemente lavorato. Era perfettamente pulito come nuovo, evidentemente dopo essere stato usato fu pulito per bene. ''Possiamo iniziare'' dissi guardando negli occhi Alessio, lui annui lievemente. Tutto stava nel fare le cose giuste, nel compiere quei tagli mentre dovevo pronunciare il rituale in latino. Mi augurai di riuscirci, dopodiché chiesi ad Alessio di avvicinarsi alla mia sinistra. '' O mors creatores, O filii et sanguinem tenebris, Im hoc accipere humanum sanguinem offerens ego suscipiam, ut sanguis quoque lamia offerens facies humana puer, lucem redde tu licet officium nutus valde. Tangunt me ista, et cum admixtione sanguinibus tuis sunt. Ian vertibile Humanum'' pronunciai tutto cio' ad occhi chiusi, con la calma nonostante sentivo il mio cuore battere all'impazzata. Subito nella sala immersa nell'oscurita' tranne per le poche candele ai piedi del tavolino, piombo' un silenzio agghiacciante. Rivolsi lo sguardo verso Alessio che era al mio fianco, anche lui si guardava intorno in attesa, e quando rivolse lo sguardo verso di me pianto' i suoi occhi verdi dritto nei miei senza sorridere. Ma subito accadde qualcosa di strano, perché nel mio corpo iniziai a sentire una strana sensazione di freddo e uno strano sapore di sangue pervase la mia bocca fino a diventare nauseante. ''Aurora cosa ti sta succedendo?" mi chiese subito spaventato. Guardai la sua espressione, gli occhi sgranati mi fecero subito intuire che quello che mi stava succedendo non era una cosa positiva. Subito la testa inizio' a girarmi, tutto intorno a me si offusco', e l'odore del sangue inizio' a diffondersi in tutta la sala cosi forte da impedirmi di respirare ''Sen-to od-ore d-i s-ang...'' senza riuscire a concludere la frase caddi a terra in ginocchio. A stento riusci' a percepire le braccia di Alessio rialzarmi con forza. ''Oh mio Dio'' senti' urlare, la mia vista era del tutto offuscata e le immagini si susseguivano tra loro cosi lentamente e cosi nere da non riuscire a capire nulla. A stento riusci' a sentire un altra voce che gridava ''E' ricoperta di sangue dalla testa ai piedi Alessio, questa era una maledizione'' non riuscivo a muovere nessuna parte del corpo, neppure un dito, come se tutte le energie fossero svanite, consumate di colpo. La testa mi doleva forte, e una forte sensazione di vertigine mi tormentava. Sentivo a stento Alessio stringermi forte tra le sue braccia, e Serena correre avanti e indietro tra gli scaffali, forse per cercare qualcosa. Ero di sicuro stesa a terra, mentre lui mi accarezzava con dolcezza e paura la nuca. Vidi sfocatamente le sue mani coperte del tutto di sangue, e anche i suoi abiti. Avrei voluto urlare, dire qualcosa ma la bocca sembrava cucita e la lingua tagliata, solo quando senti' gli ultimi loro discorsi capi' che per me era la fine, ''sta per morire'' urlo' con dolore Alessio. ''Perde sangue ovunque, e' stata colpita dalla maledizione'' continuava a dire con disperazione ''cosa bisogna fare?" gli chiese Serena in lacrime ''l'unica cosa che posso fare e' trasformarla in un vampiro, altrimenti morira' del tutto, l'ho lasciata fare perche' credevo che davvero l'amore che provava per me fosse capace di riportarmi umano, non so se ci e' riuscita visto che le e' toccata questa fine, ma non volevo per nulla al mondo che le accadesse una cosa del genere, e' stata tutta colpa mia, avrei dovuto impedirle continuamente un atto del genere'' urlo' con quanto fiato aveva in gola. Quello fu l'ultimo giorno che vissi da umana, l'ultimo giorno in cui la mia vita aveva visto la luce per 17 anni, l'ultimo quando per la prima volta avevo amato. Solo quando percepii a stento i suoi canini affondare tremanti e colmi di dolore nel mio candido collo, capii che da quel giorno la mia vita sarebbe cambiata per sempre, perche' da quel giorno sarei stata un vampiro. La mia anima umana era sparita, macchiata dal mio sangue, macchiata da quella maledizione. Ero andata oltre la sua apparenza, che nessuno avrebbe mai compreso limitandosi alla vista di quel bell'aspetto..Per amore, per desiderio, per bonta' ero andata oltre l'apparenza!

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Capitolo 20
*** ~Info~ ***


La prima parte di questa storia e' finita, a breve scrivero' la seconda parte. Spero che sia piaciuta per chi l'ha letta :). Ho immaginato questa storia cimentandomi completamente nelle vicende e nei personaggi, sognando al tempo stesso quello che Aurora ha provato e sofferto in ultimo, e spero che queste sensazioni sia riuscita a trasmetterle anche a voi lettori. Mi farebbe piacere se lasciaste delle piccole o lunghe recensioni su questa storia, cosi mi faccio anche un idea personale se e' piaciuta davvero o no. A voi i pareri ^^, ringrazio di cuore chi l'ha letta :D.

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