I'm Gonna Be There For You.

di _YouArePerfect_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue. ***
Capitolo 2: *** A new day. ***



Capitolo 1
*** Prologue. ***


                                                                                                                                                              Mia madre è la prima persona
                                                                                                                                                                               a cui telefono prima di ogni esibizione...
                                                                                                                                                                                            è il mio portafortuna" 


Il telefono continua insistentemente a squillare. Lo spengo con un sospiro e mi avvicino alla finestra del salone. Rimango ancora una volta senza fiato a guardare l’immenso oceano azzurro accarezzato dalla luminosa luce del mattino. Sorrido osservando i gabbiani che planano lungo l’increspatura dell’acqua. Sento la porta di casa aprirsi e mi volto di scatto.
Mia madre compare con un sorriso, sventolandomi davanti un sacchetto. “Paste calde” esclama raggiante, come se dalla vita non ci si aspettasse niente di meglio; mi dà un bacio sulla guancia e si siede nel divano.
Mi siedo all’indiana davanti a lei, nella poltrona in pelle.         
“Allora..” comincia, lievemente a disagio.   
 “Allora” ripeto io a fior di labbra.                                                                                                                          
Avremo tante cose da dirci, ma è talmente difficile dopo ciò che è successo che entrambe non riusciamo a far altro che sorriderci a vicenda come se da quei sorrisi possa rinascere tutto quanto.                                     
Io sono partita proprio da lì, da dei semplici sorrisi per guarire, per rialzarmi.                                                    
Per far sapere a tutti, ma soprattutto a me stessa, che
quando si cade non si rimane a terra per sempre.  
“Ieri ha chiamato il tuo agente..” . Una semplice affermazione riesce a rompere l’atmosfera accogliente da cui ero pervasa.                                                                                                                                                        
Chiudo gli occhi e il sorriso mi si spegne sulle labbra. “Dobbiamo proprio parlarne ora?” 
Vorrei non averglielo chiesto in maniera così brusca ma non riesco a trattenermi: Il lavoro è l’ultima cosa a cui vorrei pensare in questo momento.                                                                                                                   
Mia madre rimane interdetta e abbassa lo sguardo a disagio “No… no, certo che no… voleva solo sapere a quando la tua prossima apparizione in tv..” “Ancora non lo so.” Sussurro tetramente.                                       
Si alza e mi si siede accanto nel bracciolo della poltrona. Mi avvolge in un abbraccio rassicurante dandomi un bacio sulla fronte. “Tesoro non c’è fretta. Tutto andrà per il meglio.”                                                           
“Sì.” Passo involontariamente il pollice sul polso sinistro. Le cicatrici leggermente in rilievo mi fanno rabbrividire, ma continuo ad accarezzarle.
“Ti và di fare una passeggiata? è una bella giornata.” mi dice, gli occhi ridenti.
Mi sono chiesta molte volte dove trovasse la forza, che non scemava mai, lo spirito combattivo che le brillava incessantemente nei grandi occhi castani. Sapevo che in alcuni momenti anche lei avrebbe voluto piangere, crollare, ma non l’aveva mai fatto. Confortava gli altri, senza chiedere mai che qualcuno le stesse accanto.     
Ma speravo sapesse che io 
non l’avrei abbandonata.                                                                                             
Mai.                                                                                                                                                                           
Annuisco persa nei miei pensieri. Mi prende la mano e mi trascina ridendo fuori dalla stanza. Continuiamo a correre, ridendo come due bambine finché la sabbia non frena la corsa di mamma che come sempre neanche in quell’occasione ha rinunciato ai suoi tacchi. La rimprovero con lo sguardo, sorridendo divertita. “Che c’è?” esclama lei, sfilandosi le scarpe e abbandonandole vicino alla villetta.
Sento la sabbia tra le dita mentre corro, mi sciolgo i capelli castani dalla coda disordinata che mi ero fatta e li lascio accarezzarmi la schiena. “è bellissimo qui.” Esclamo, cadendo sfinita nella sabbia. Avevo dimenticato cosa volesse dire serenità.                                                                      
Mia madre mi si siede accanto scostandomi un ciuffo dal viso. “Ci torneremo, quando vorrai.” mi dice.
Annuisco pur sapendo che appena andrò via di lì non sarà più così facile tornarci … il nuovo album, le interviste…
Il
tour.
Quell’ultima parola ha l’effetto di una scossa elettrica. Sei mesi lontana da tutto non sono sufficienti per farmi dimenticare la sensazione di stare sopra un palco. Cantare per una folla immensa di persone. 
Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime con un sorriso. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.
Saranno fieri di me? Ho sconfitto le mie paure per loro. Vorrei urlare al mondo che io non mi arrendo, io ci sono, 
sono qui per voi                                               
Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto. 
Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    
“Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. Si è alzata e mi tende la mano mi alzo e mi spolvero il prendisole leggero dai granelli di sabbia, la seguo verso la riva. 
Mi lancia un’occhiata e io le do una spintarella scherzosa. “Mamma..? cosa devi dirmi?” le chiedo ridendo.                                           
Si ferma davanti a me e mi guarda intensamente. “che sono fiera di te. Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te."
La guardo interrogativa, lei sorride e continua. "Sei forte, più di quanto pensi. Dio solo sa quante volte ho temuto di non riuscire a sostenerti come avrei dovuto...ma tu sei sempre stata capace di rialzarti da sola.

Come una guerriera. Un bellissima guerriera, aggiungerei.” L’ombra di un sorriso le accarezza le labbra, ma ha gli occhi lucidi. Rimango stupita da quelle parole inaspettate. “Io..” sussurro, abbasso lo sguardo per non farmi prendere dalla commozione. 
“Ti voglio bene, mamma.” Mi lascio circondare dalle sue braccia e chiudo gli occhi mentre una lacrima rotola giù nella sabbia rovente.  





Sei meravigliosa, Demetria.


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Non ho idea di come sia questa FanFiction, la prima che scrivo su di lei. Mi spaventa un pò anche per questo, è difficile riuscire a scrivere una storia su ciò che l'ha resa la ragazza forte che è oggi, ma ho voluto provarci lo stesso perchè Demi.. non lo sò. Demi è Demi. La ragazza combattiva, dal luminoso sorriso che mi aiuta a superare i momenti difficili. Questo è solo il prologo, ma vorrei davvero sapere cosa ne pensate, cosa dovrei migliorare. Ringrazio chi l'ha letta e chi mi farà sapere cosa ne pensa. Accetto critiche e consigli, la continuerò a pubblicare solo se mi chiederete di farlo. 
                                                           Al prossimo capitolo, spero :)                                                                                                L. xx

Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network dove riesco a rimanere in contatto con loro, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto.  Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    “Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. Si è alzata e mi tende la mano “facciamo una passeggiata?” mi alzo e mi spolvero il prendisole leggero dai granelli di sabbia, la seguo verso la riva.  Mi lancia un’occhiata e io le do una spintarella scherzosa. “Mamma..? cosa devi dirmi?” le chiedo ridendo.                                           Si ferma davanti a me e mi guarda intensamente. “che sono fiera di te. Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te.   Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network dove riesco a rimanere in contatto con loro, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto.  Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    “Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. Si è alzata e mi tende la mano “facciamo una passeggiata?” mi alzo e mi spolvero il prendisole leggero dai granelli di sabbia, la seguo verso la riva.  Mi lancia un’occhiata e io le do una spintarella scherzosa. “Mamma..? cosa devi dirmi?” le chiedo ridendo.                                           Si ferma davanti a me e mi guarda intensamente. “che sono fiera di te. Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te.  Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network dove riesco a rimanere in contatto con loro, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto.  Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    “Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. Si è alzata e mi tende la mano “facciamo una passeggiata?” mi alzo e mi spolvero il prendisole leggero dai granelli di sabbia, la seguo verso la riva.  Mi lancia un’occhiata e io le do una spintarella scherzosa. “Mamma..? cosa devi dirmi?” le chiedo ridendo.                                           Si ferma davanti a me e mi guarda intensamente. “che sono fiera di te. Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te.  Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network dove riesco a rimanere in contatto con loro, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto.  Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    “Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. Si è alzata e mi tende la mano “facciamo una passeggiata?” mi alzo e mi spolvero il prendisole leggero dai granelli di sabbia, la seguo verso la riva.  Mi lancia un’occhiata e io le do una spintarella scherzosa. “Mamma..? cosa devi dirmi?” le chiedo ridendo.                                           Si ferma davanti a me e mi guarda intensamente. “che sono fiera di te. Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te.  Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. 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Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network dove riesco a rimanere in contatto con loro, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto.  Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    “Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. Si è alzata e mi tende la mano “facciamo una passeggiata?” mi alzo e mi spolvero il prendisole leggero dai granelli di sabbia, la seguo verso la riva.  Mi lancia un’occhiata e io le do una spintarella scherzosa. “Mamma..? cosa devi dirmi?” le chiedo ridendo.                                           Si ferma davanti a me e mi guarda intensamente. “che sono fiera di te. Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te.  Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network dove riesco a rimanere in contatto con loro, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto.  Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    “Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. 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Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network dove riesco a rimanere in contatto con loro, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto.  Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    “Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. Si è alzata e mi tende la mano “facciamo una passeggiata?” mi alzo e mi spolvero il prendisole leggero dai granelli di sabbia, la seguo verso la riva.  Mi lancia un’occhiata e io le do una spintarella scherzosa. “Mamma..? cosa devi dirmi?” le chiedo ridendo.                                           Si ferma davanti a me e mi guarda intensamente. “che sono fiera di te. Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te.  Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network dove riesco a rimanere in contatto con loro, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto.  Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    “Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. Si è alzata e mi tende la mano “facciamo una passeggiata?” mi alzo e mi spolvero il prendisole leggero dai granelli di sabbia, la seguo verso la riva.  Mi lancia un’occhiata e io le do una spintarella scherzosa. “Mamma..? cosa devi dirmi?” le chiedo ridendo.                                           Si ferma davanti a me e mi guarda intensamente. “che sono fiera di te. Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te.  Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. 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Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te.  Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network dove riesco a rimanere in contatto con loro, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto.  Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    “Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. Si è alzata e mi tende la mano “facciamo una passeggiata?” mi alzo e mi spolvero il prendisole leggero dai granelli di sabbia, la seguo verso la riva.  Mi lancia un’occhiata e io le do una spintarella scherzosa. “Mamma..? cosa devi dirmi?” le chiedo ridendo.                                           Si ferma davanti a me e mi guarda intensamente. “che sono fiera di te. Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te.  Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network dove riesco a rimanere in contatto con loro, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto.  Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    “Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. Si è alzata e mi tende la mano “facciamo una passeggiata?” mi alzo e mi spolvero il prendisole leggero dai granelli di sabbia, la seguo verso la riva.  Mi lancia un’occhiata e io le do una spintarella scherzosa. “Mamma..? cosa devi dirmi?” le chiedo ridendo.                                           Si ferma davanti a me e mi guarda intensamente. “che sono fiera di te. Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te.  Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network dove riesco a rimanere in contatto con loro, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto.  Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    “Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. Si è alzata e mi tende la mano “facciamo una passeggiata?” mi alzo e mi spolvero il prendisole leggero dai granelli di sabbia, la seguo verso la riva.  Mi lancia un’occhiata e io le do una spintarella scherzosa. “Mamma..? cosa devi dirmi?” le chiedo ridendo.                                           Si ferma davanti a me e mi guarda intensamente. “che sono fiera di te. Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te.  Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network dove riesco a rimanere in contatto con loro, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto.  Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    “Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. Si è alzata e mi tende la mano “facciamo una passeggiata?” mi alzo e mi spolvero il prendisole leggero dai granelli di sabbia, la seguo verso la riva.  Mi lancia un’occhiata e io le do una spintarella scherzosa. “Mamma..? cosa devi dirmi?” le chiedo ridendo.                                           Si ferma davanti a me e mi guarda intensamente. “che sono fiera di te. Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te.  

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Capitolo 2
*** A new day. ***



                                                                                          "Non penso di essere guarita.
                                                                                                Le persone pensano che sia come portare l'auto dal meccanico: 
                                                                                                               vai lì, ti riparano, e sei come nuova.
                                                                                                                           Ma non funziona così.
                                                                                                          E' come se stessi costantemente guarendo."

                                                                                                                                 


Sono finalmente pronta.
Guardo il mio riflesso nello specchio e una ragazza bruna dai caldi occhi nocciola, mi sorride. Mi scosto un ciuffo dal viso e prendo la borsa, distogliendo lo sguardo dal mio riflesso. Ho fatto una promessa interiore. Non sarò più schiava di quel riflesso. Non mi guarderò più con disprezzo, desiderando di essere qualcun altro, non mi domanderò più cos’ho fatto di male per meritarmi tutto quel dolore. Il dolore che mi ha perseguitata sin da bambina. Il dolore sordo delle notti passate a piangere in silenzio. Il dolore delle mie bugie. Dei miei “va tutto bene.” Il dolore del suono dei miei singhiozzi coperti dal getto della doccia. Il dolore delle ferite, del sangue che vedevo scorrere, che volevo veder scorrere, lì dove ora trovo solo delle lievi cicatrici rosee. Il dolore dei miei –non sono abbastanza-. Il dolore dei miei sguardi inorriditi. Il dolore che leggevo negli occhi di mia madre quando mi trovava rannicchiata a piangere. Quando mi sussurrava “Perché Demi? Perché di nuovo?” Mi sollevava, asciugandomi le lacrime dagli occhi gonfi. Mi disinfettava le ferite, le copriva con delle bende e poi le baciava ripetendomi “non farlo più. Promettimelo.” Io la guardavo. Gli occhi di una bambina ferita, indifesa, confusa. Non rispondevo mai. Mi prendeva per mano e mi portava nella mia stanza, mi dava la buonanotte e mi stava a parlare finché non mi addormentavo sfinita. In quei momenti ero convinta che tutto fosse finalmente finito, ma non finiva mai. Ogni mattina era la replica di un film che mi stava consumando ogni giorno, ogni ora di più. Crescevo, ma dentro ero sempre la stessa bambina impaurita che prendevano in giro, che sorrideva a tutti chiedendo tacitamente che qualcuno l'aiutasse, che qualcuno la prendesse per mano e la portasse via da quell'incubo da cui non riusciva a svegliarsi.

“Sei pronta?” Mia madre mi distoglie dai miei pensieri, entrando nella stanza mentre sono seduta a guardare distrattamente la valigia davanti alla porta. “Demi?” mi riscuote piano. “sì..sì. Sono pronta.” sussurro alzandomi e prendendo la borsa. Do una rapida occhiata alla stanza bianca che mi ha accolta in quei mesi bui e la ringrazio silenziosamente. Tanti pensieri sono nascosti tra quelle quattro mura. Pensieri che non voglio più portare via con me. Non mi appartengono più. Fragilità che devo superare. Esco e chiudo a chiave la porta della villetta, la porgo a mia madre. “Ringrazia zio Alex per la disponibilità. Questi due mesi sono stati il paradiso. Questo è il paradiso.” Guardo estasiata la spiaggia davanti a me, il lento sciabordio delle onde e mi vengono in mente tutte le serate passate al molo, da sola. Un foglio e una penna. Le parole che mi venivano alla mente, la melodia che iniziava a prendere forma mentre scrivevo i primi versi. Non aspetto altro da mesi. Ho bisogno di comporre la storia di questo lunghissimo anno. Mille domande mi si affacciano alla mente:
–Sarà abbastanza?-
-Li avrò delusi?-
-Sanno quanto gli sono grata?- .
Ho bisogno di cantare per loro. Non ho pensato ad altro per tutto questo tempo. Lascio vagare lo sguardo un’ultima volta e poi entro in auto, mamma mi prende la mano. “Pronta?” Sorrido,“Sì, pronta.” Mette in moto e esce dal vialetto. Il telefono inizia a squillare. “Mike. Tutto apposto, siamo partiti pochi minuti fa. Qualche ora e sarò a casa a Los Angeles. Ti chiedo di non avvertire la stampa. Vorrei..vorrei prendermi il mio tempo.” concludo, cercando di mantenere un tono di voce disinvolto e sicuro di me, anche se parlare con il mio manager dopo tutto quel tempo mi mette in soggezione. Sono nervosa anche se tento di nasconderlo. Pochi minuti dopo chiudo la chiamata. “Non c’è fretta…ma è ansioso di sentire i pezzi.” Mamma mi guarda incerta. “Sei sicura..” Le lancio uno sguardo ammonitore. “Mamma sono più che sicura. Voglio quelle canzoni nel mio album. Voglio che tutti sappiano che sono caduta,ma mi sono rialzata. Voglio che il mio nuovo lavoro sia come un libro. Mi rappresenta, ogni singola emozione è racchiusa in quelle canzoni. Le lacrime devono essere servite a qualcosa.” La mia voce è sicura di ciò che sta dicendo, sa cosa deve fare, quali pezzi deve incidere, il motivo del perché ci tenga così tanto. “Voglio che i miei fans conoscano la vera Demetria. Non la superficiale ragazza copertina delle riviste patinate. Quella che canta per loro, per dare un senso ai suoi pensieri, alle sue emozioni.” “Ho capito.” sussurra piano la mamma. Rimane in silenzio per tutto il viaggio.
Vuole lasciarmi il tempo di riformulare i pensieri, di prepararmi a rivedere casa mia, a rincontrare le stanze che prima di quel giorno mi avevano tenuta prigioniera.
Mi vuole preparare all’arrivo a Los Angeles.
“Abbiamo tempo per fare un salto da un’altra parte prima di andare a casa?” le chiedo, quando entriamo in città. L’atmosfera viva ed elettrizzante di Los Angeles mi colpisce all’improvviso. Un rapido flashback del mio passato turbolento, della sedicenne acerba arrivata lì per fare qualche audizione, senza nessuna reale ambizione di entrare a far parte della ‘fabbrica di talenti’ targata disney mi travolge, facendomi rimanere senza fiato per un momento. Comincio a sentirmi forte, padrona di me stessa, ma questo non significa che io sia immune ai ricordi, al dolore. “Per andare dove?” Mi chiede a sua volta mia madre guardandomi interrogativa. “Qui vicino..” rispondo vaga. Guardo le cicatrici. Devono essere sostituite da qualcosa di altrettanto importante. Da qualcosa che infonda coraggio, quella voglia di vivere che ho iniziato ad apprezzare da poco tempo.  ‘Stay strong’ mi ripeto. ‘Stay strong’ mi scrivevano nei loro messaggi, nelle e-mail i miei angeli custodi. Quelle due paroline mi rimbalzano nella mente, ancora una volta, e decido in quell’istante che ‘stay strong’ è perfetto.
‘Stay Strong’ è un inno a resistere, a non arrendersi mai, anche quando tutto sembra voler dire il contrario.
'Stay strong' è il messaggio delle mie canzoni, è quello che voglio dire, ciò che voglio essere.
‘Stay strong’ è la frase che mi ha accompagnata per tutto questo tempo.
‘Stay strong’ sussurro. 

 

  

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Lo sò, è relativamente corto come primo capitolo ma non volevo appesantirlo troppo. Ho davvero bisogno che qualcuno mi dica che cosa ne pensa, ringrazio per le recensioni per il prologo, siete state gentilissime :) grazie mille. Ci terrei a sapere cosa ne pensate di questo capitolo. Ci tengo davvero. Vi lascio con un'immagine di Demi che io amo da morire.
Il suo sguardo.                                                                                                                                                         L. xx

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