Se... Guido e Azzurra

di Serenella88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. L'aggressione ad Azzurra ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. Buona Favola ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. Quando cala la notte ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. L'aggressione ad Azzurra ***


Se... - L'aggressione ad Azzurra


Davide rientra dal pomeriggio trascorso con Azzurra e il padre di lei, lo accolgono suor Angela e Guido, poco dopo entra nel bar del convento anche il notaio Leonardi.

“Davide vai a lavarti le mani e aspettami di sopra, ti raggiungo tra poco” gli raccomanda Guido

“Va bene, ma Azzurra non viene per farmi fare i compiti?”

Lui guarda Leonardi che risponde “Azzurra stava prendendo delle buste dall’auto, sarà qui tra pochi minuti”

Davide annuisce e si avvia in casa.

Il professore, invece, va a recuperare il libro che stava leggendo in cucina, giusto il tempo per ascoltare il “consiglio” che suor Angela dà al notaio “Azzurra ha già sofferto abbastanza e se lei le fa di nuovo del male io la difenderò in tutti i modi”, esce dal bar attraversando il chiostro per raggiungere l’appartamento che occupa con Davide quando distingue chiaramente la voce di Azzurra che urla spaventata e mentre corre fuori per capire cosa sta succedendo ascolta un uomo imprecare con un accento straniero. Quando giunge in strada e raggiunge la ragazza quell’uomo è già scappato, rincorrerlo sarebbe inutile, in quel momento è più importante prendersi cura di Azzurra. Ha le lacrime agli occhi, trema come una foglia e ha del sangue che le cola dal naso “Ma che ti hanno fatto?” le chiede lui dolcemente accarezzandole il viso lievemente arrossato per un colpo forse non molto forte ma assestato bene.

“Io… non lo so… stavo solo prendendo questa dall’auto… non lo so” ripete lei intimorita, è scossa dal tremito e singhiozza.

Lui la abbraccia e cerca di calmarla stringendola “Stai tranquilla, stai tranquilla ora, qualunque cosa adesso è passata”

Lei si stacca e lo guarda riconoscente “Grazie” riesce solo a dirgli.

“Andiamo dentro”

Quando rientrano Guido le sta accanto senza lasciarla mai un attimo.

“Papà… Papà” Azzurra è ancora spaventata per l’episodio che ha appena vissuto.

“Che è successo?” le chiede suor Angela

“Un uomo si è avvicinato e mi ha tirato un pugno”

“Forse è il caso di chiamare Margherita” considera Guido guardando Suor Angela “Oppure potremmo andare direttamente in ospedale”

Leonardi si abbassa ad osservare la figlia “Ma lo conoscevi?”

Guido recupera del ghiaccio e glielo passa per farle tamponare il sangue.

“No non lo conoscevo e poi non sembrava italiano, aveva un accento dell’est”

Leonardi cela a malapena il suo nervosismo, anche Guido è teso, scruta il notaio e cerca un confronto nello sguardo di Suor Angela.

“E poi non mi ha rubato niente, ma forse è scappato perché sei intervenuto tu” dice rivolgendosi al professore

“Io chiamo la polizia” afferma deciso e notevolmente preoccupato Guido.

“No non c’è n’è bisogno” tenta di dissuaderlo Leonardi.

“Ma come non c’è n’è bisogno? Sua figlia è stata aggredita?” Guido è sempre più arrabbiato.

“Non è necessario, mi creda. Vero, tesoro?” le chiede il padre.

“Si, è vero, papà. Guido non voglio andare alla polizia”

Leonardi la conforta dicendole che non è successo nulla e che l’indomani sarebbero stati ancora insieme, Guido va via, Davide è solo in camera da troppo tempo ormai, meglio raggiungerlo, non prima di aver scambiato uno sguardo eloquente con la consorella, lo sguardo di chi ha tanto su cui discutere.


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Capitolo 2
*** Capitolo 2. Buona Favola ***


Capitolo 2. Se.... Buona Favola

Festa accademica. Fine del tango.

Beatrice “Vedo che stai già festeggiando” Guido guarda Azzurra spaesato, confuso e disorientato. Beatrice parla, ma è difficile ascoltare lei e avere occhi solo per la persona che tenevi stretta a te fino a poco prima “Ma tu non eri a New York?” chiede Guido poco convinto “E invece sono riuscita a tornare e ti do una notizia in anteprima hai vinto la cattedra a Berlino” Beatrice si avvicina a baciarlo e lui si chiede soltanto “dove sta andando lei?”, il bacio diventa più esigente, la sua attenzione è stata strategicamente catturata dalla fidanzata. Ma Guido si libera per un attimo scusandosi e la raggiunge “Azzurra” la ragazza è di spalle e pensa “devo proprio voltarmi?” si gira verso di lui fingendo una calma e una tranquillità solo apparente “Dove stai andando? Non c’è bisogno che tu vada via? La festa non è ancora finita, puoi restare ancora se vuoi” le dice come un fiume in piena senza respirare ma propenso a convincerla.

“Per me è finita, invece. E’ tardi, domani devo svegliarmi presto per accompagnare Davide a scuola e poi c’è Beatrice, io che ci resto a fare?”

“Ma ti stavi trovando bene, ti stavi divertendo, eri a tuo agio” lei fissa un punto ben preciso di fronte a sé. Beatrice è già perfettamente integrata al gruppo, scherza, ride, cita episodi, scrittori, fa riferimenti politici, molti la circondano, conversano.

Guido segue il suo sguardo e vede la stessa scena che si oppone con una concretezza schiacciante alle sue parole “Buonanotte professor Corsi e buon proseguimento di serata”

Si allontana di qualche passo e Guido raggiunge il gruppo dei colleghi che parla, sparla e straparla.

Azzurra prende la sua auto per rientrare in convento, è sconsolata, scalza e decisamente rattristata “Vado a casa e mi metto un po’ accanto a Davide, lo osservo dormire e tutto mi sembrerà migliore. Sembriamo essere noi a dare tanta forza a lui ed invece è quello scricciolo ad essere una forza inarrestabile per noi e per me”.

Poco dopo però resta vittima di un incidente, l’auto non ne vuole sapere di partire, la caviglia le fa un male cane, aver guidato senza scarpa ha avuto il suo prezzo e il cellulare deve aver preso un colpo cadendo dalla borsetta poggiata sul sedile anteriore, prova a chiamare il convento e il cell di suor angela ma non riesce a prendere la linea. La persona con cui ha tamponato non le ispira molta fiducia, in quell’auto c’erano due uomini e i loro modi non sono molto gentili “che situazione del cavolo” constata sperando che il cellulare si riprenda dalla botta tornando a fare il suo lavoro.

Guido è stanco delle chiacchiere e della festa, sono le tre di notte ed è veramente tardi, prima di congedarsi nei pressi della scala d’accesso si rende conto che c’è una scarpa abbandonata “E’ di Azzurra” la raccoglie e chiama un taxi per tornare a casa. Accompagna Beatrice in hotel che sembra un po’ delusa per la serata in sé e soprattutto per l’epilogo tra di loro, ma Guido era stato chiaro, mai nottate in convento.

“Sei sicuro di non voler restare in albergo con me?”

“No Beatrice te l’ho già detto, preferisco andare a casa”

“A casa?”

“Si in convento. Ho lasciato Davide da solo già per troppo tempo, poi sono stanco”

“Assente e silenzioso, direi. Comunque hai ragione tu sarà per la stanchezza. Buonanotte”

Proseguendo su quella strada, lui si accorge di un auto ferma sul ciglio della strada e poi intravede distintamente una donna vestita in rosso seduta sul marciapiede e due uomini vicino a lei.

“Fermo! SI FERMI” urla quasi senza rendersi conto.

“Eh un attimo, qua già hanno fatto un botto me ne vuole far fare un altro professò?”

“Aspetti qui” ordina scendendo dall’auto.

“Andiamo riprendi a funzionare, forza, solo una volta, ti prego” lei implora il suo cellulare

“Azzurra”

La ragazza sobbalza “Guido” risponde passando da un tono di sorpresa e di sollievo ad uno di superiorità “Perché sei qui?” Come se fosse nella condizione di fare conversazione e di non considerare un miracolo il fatto che lui fosse lì in quel momento.

“Passavo in taxi ed ho riconosciuto la tua macchina poi ti ho vista qua, a terra, stai male? Vuoi che chiami un’ambulanza?”

“No… no… solo la caviglia mi fa male”

“Ma cosa è successo?”

“E’ successo che la signorina c’ha tamponati ed ora ci deve risarcire i danni”

“Io? Ma se voi avete frenato all’improvviso e non ho potuto evitarvi”

“Si vabbè dicono tutte così, lei ci deve ripagare i danni”

“Sentite io non vedo danni evidenti, fortunatamente, non credo sia stato uno scontro troppo forte, comunque questo è il mio bigliettino di visita, io sono un avvocato e se domani va bene ci vediamo alla residenza universitaria del convento degli angeli, così faremo un C.I.D. e chiariremo le posizioni”

“Un avvocato?” domanda uno guardando l’altro “brutta razza” risponde l’amico e si allontanano dopo aver preso il bigliettino

“Ma tu non sei un avvocato?” chiede lei acida

“Vabbè lo sono stato, di sicuro, conosco la legge”

“Ahi, ahi, ahi”

“Ti fa male vero? Ma c’è la fai ad alzarti?”

“Non lo so io con Umberto ho solo fatto finta di essermi fatta male la caviglia”

“Sempre la solita, tu! Addirittura hai fatto finta di farti male per conoscere quello”

“Tanto poi ci hai pensato tu a farlo sparire quello”

“EH! Ho capito! Azzurra appoggiati a me e cerchiamo di tornare in convento. Forse troviamo sveglia Margherita o suor Angela e ci facciamo dare qualcosa per allievare il dolore”

“Veramente fa male solo a me, al limite mi FACCIO dare qualcosa per il dolore, comunque apprezzo la partecipazione professor Corsi”

La aiuta ad alzarsi e chiedendo al tassista di avvicinarsi evita di farle fare sforzi

“Come va?” le chiede

“Va bene… va meglio di quel che pensassi”

“Dammi le chiavi, guido io la tua macchina”

“Non se ne parla nemmeno” salta su dal sedile lei

“Azzurra dai non è il momento di andare per il sottile, dammi le chiavi”

“Non parte, non si muove di lì, forse temeva di essere guidata da te e si finge moribonda”

Lui ride “Vabbè telefonerò ad un carro attrezzi per farla rimuovere, torniamo a casa”

Guido riesce a chiamare suor Angela che li accoglie al ritorno, c’è anche Margherita che dopo aver dato un’occhiata, le consiglia una pomata, non sembra esserci niente di rotto, é solo un po’ gonfia, se ci fossero state fratture o rotture il dolore sarebbe stato insopportabile. Il giorno dopo, comunque, suggerisce ad Azzurra di andare con lei in ospedale per fare una radiografia e togliersi ogni dubbio.

Margherita si ritira nella sua stanza, mentre Guido le va a comprare una pomata per la contusione e cerca di farle recuperare l’auto dall’assistenza stradale. Rimane con Suor Angela.

“Allora mi spieghi come mai hai avuto l’incidente ed eri da sola? Guido mi ha detto che ti ha trovato per caso, ma non stavate alla festa insieme?”

“No, perché io me ne sono andata via prima, è arrivata all’improvviso Miss Moscetta dall’America e quindi fine della serata”

“Ah, che peccato”

“Guardi suor Angela non mi sono fatta niente”

“Ma non è per te, è per Davide. Eh, che chissà che cosa mi aspettavo io da questa festa, io speravo… che voi vi sareste messi insieme, avreste formato una famiglia e così Davide non se lo portavano via i servizi sociali”

“Aspetti… aspetti che c’entrano i servizi sociali, non abbiamo ancora trovato Paolo Marino, ma lo troveremo… vero?” il viso di suor Angela è piuttosto eloquente “non lo troveremo… non mi piace quando fa quella faccia”

“Paolo Marino era stato arrestato per droga qualche tempo fa e poi più nessuna traccia”

“Ah! E lei quando l’ha saputo?”

“Quando Guido è venuto a stare in convento o meglio poche settimane dopo. Ma la vera notizia è arrivata qualche giorno fa, in Thailandia hanno trovato un cadavere che aveva addosso i documenti di Paolo Marino, potrebbe essere morto e se lo dico a Guido, quello scappa e quindi io speravo che tu… che con te… insomma che tra voi succedesse qualcosa. Ma forse mi sono sbagliata”

“No, lei non si è sbagliata, si è vero Guido è rimasto con Miss Moscetta, ma prima c’è stata la magia, la favola”

“Suor Angela, Azzurra” li interrompe proprio il professore

“Ahi… ahi”

“Azzurra ti fa ancora così male?” chiede lui

“Solo un po’”

“Ho trovato la crema e poi prima alla festa ho trovato anche questa” dice mostrandole la sua scarpa.

“Ah”

Gliela infila delicatamente “L’ho recuperata” e mentre l’allaccia considera sorridendo “Come Cenerentola”

“Come Cenerentola” conferma lei. E i loro sguardi sono uno intrecciato a quello dell’altra. Dimentichi di suor Angela e del mondo circostante. Lui e Lei dolcemente, semplicemente.

“Beh, andiamo tutti a fare la ninna?” li interrompe la consorella.

“Eh.. eh… si, anzi Azzurra avevo pensato una cosa prima, mi dispiace per come è andata alla festa, per l’incidente, per la caviglia, perché non ti trasferisci a casa mia e di Davide? Così… così ci prendiamo noi cura di te”

“Bene, bene, bello, ottima idea Guido, con questa caviglia anche io mi sentirei più sicura se non fosse da sola in stanza” coglie la palla al balzo suor Angela

“Va bene, va bene, allora è deciso, ti aiuto ad andare di sopra” interviene Guido, intanto, Azzurra riesce a reggersi in piedi abbastanza bene ma si appoggia a lui per non affaticare il piede.

“Buonanotte ragazzi e buona favola”

Guido la guarda con fare interrogativo

“Sogni da favola, intendevo, buonanotte”

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. Quando cala la notte ***


Se... Guido e Azzurra - Quando cala la notte


Dopo essersi commosso ed aver stretto forte a se Davide, Guido lo riaccompagna a letto e con un tono dolce ma perentorio lo invita a riposare “Domani sarà una giornata lunga ed importante, molto di più di quello che possiamo pensare. Dormi bene piccolo” bastano pochi minuti e Davide felice più che mai si addormenta sereno.

Per lui, al contrario, dormire è impossibile, Davide, Beatrice, Paolo Marino, Berlino, il convento, suor Angela, gli altri e poi lei Azzurra, anzi meglio dire Azzurra e Gianandrea, i promessi sposi. Solo all’idea sente il sangue rimescolarsi nelle vene e bruciare come se si stesse propagando un incendio.

Adesso… adesso non posso fare nulla, proprio nulla, è notte fonda, le luci sono spente, il silenzio regna sovrano, che potrei mai fare adesso? Ma domani, domani sarà la giornata decisiva per i miei sentimenti, sarà un momento importante per me e per Davide. Se è disposta a sposare Gianandrea per tenere con sé Davide, non potrebbe essere disposta a provare a stare accanto a me ed occuparci insieme di lui? Possibile che lei è capace di mettere in discussione tutta la mia vita, i miei sogni, le mie emozioni, i miei sentimenti ed io per lei non rappresento proprio nulla? Non posso crederci e non voglio. Sono sicuro che una speranza per noi c’è e questa notte devo trovare un modo, un modo per arrivare al suo cuore, qualunque strada basta che mi permetta di stare con lei, anche se dovessi andare a prendere quella luna lassù considera Guido osservando il cielo.

E’ inquieto e comincia a delinearsi nella sua mente quella via, quel percorso che può portare lui a lei e lei a lui. Comincia quasi senza rendersi conto a girare per il convento, scende in cucina, poi va al bar e li si accorge che nel giardino c’è qualcuno, una fioca luce accesa, avverte un sospiro. Non può essere una persona estranea al convitto o alla residenza universitaria, quindi qualcuno di conosciuto e non temibile, per questo meglio andare a sincerarsi di quella presenza, giusto per scrupolo. Meglio accertarsi che non fosse nessuno che aveva bisogno di aiuto o di un soccorso.

Quel timore comincia a prendere corpo, quando si rende conto che quel qualcuno che ha sospirato è una donna, ha lunghi capelli scuri ed è distesa su una panchina con il viso rivolto verso il cielo.

Che sia svenuta? Che abbia avuto un mancamento? Un calo di pressione? O peggio ancora? Tutto diventa sempre più spaventoso ed il suo grado di preoccupazione cresce a dismisura perché…

“Azzurra” quasi urla a pochi passi da quella panchina

“Ahhhhhhhhhhhhhhh!” altro urlo stavolta da parte di lei, che si alza a sedere, saltando su come un razzo “Guido! Ma che maniere! Ora non solo mi porti via strattonandomi, ma gridi anche in quel modo nel cuore della notte, mi vuoi far venire un infarto?”

“Per quanto riguarda i modi, hai ragione, sono decisamente peggiorati negli ultimi tempi, chissà perché, non devo aver frequentato proprio Miss Galateo e per quanto riguarda l’infarto, al contrario sei tu che ne farai prendere uno a me prima o poi, pensavo che ti fossi sentita male”

“Ah!” sospira sconsolata Azzurra “Vabbè scusa allora” ritorna a stendersi per guardare le stelle e lui le si siede accanto.

“Come mai non dormi? E’ tardissimo e domani c’è il matrimonio di Margherita”

“Si, lo so, saranno i troppo pensieri, mi sono divertita con le altre all’addio al nubilato, ora loro riposano tranquillamente ed io invece? Non riesco a chiudere occhio, poi già ho un’idea di come andrà a finire, prendo sonno all’alba e domattina mi sveglio per ultima e faccio tardi come al solito”

Lui ride.

“Perché ridi?”

“Perché hai appena ammesso che sei sempre in ritardo, sei diventata anche capace di riconoscere i tuoi difetti?”

“Sono diventata capace di riconoscere tante cose, te l’ho detto anche l’altro giorno nel tuo ufficio, sono cambiata tanto Guido, ora non mi accontento più, non ci riesco”

“Ma sposi Gianandrea però” constata lui con amarezza

Lei fa cenno di no con la testa “Abbiamo capito che era inutile, che nonostante i motivi più che importanti per cui lo facevamo, io non potevo sposarlo”

“Vi siete lasciati?” chiede lui con un miscuglio di emozioni che gli fa battere il cuore ad un ritmo irregolare.

“Gianandrea è davvero una persona speciale, ha capito che non lo amavo ora e che forse era difficile che ci sarei riuscita con il tempo e nemmeno io ero più capace di guardarmi allo specchio e di non sentirmi in colpa con me stessa e con i miei sentimenti. Mi dispiace solo per Davide. Ora tu te ne andrai con Beatrice e con lui ci sarà suo padre. Chissà dove se lo porterà quello. E se lo portasse in giro per il mondo in posti pericolosi? Lui in Thailandia era disperso, era stato in galera e poi a me quello non mi piace, Guido” pronuncia il suo nome come se lui fosse la sua ancora di salvezza in un mare in tempesta.

“Nemmeno a me piaceva, ma si è dimostrato più responsabile e maturo di quanto pensassi, se ne è andato qualche ora fa, è partito non so per dove, non so tra quanto tornerà e se tornerà mai. Ha fatto la sua scelta ed ha rinunciato a Davide ed io per questo lo ammiro”

Lei lo guarda disorientata, si alza di nuovo e si siede al suo fianco, il suo sguardo pare terrorizzato e sembra avere mille interrogativi che le si arrovellano per la testa “Quello ha abbandonato suo figlio, un bambino di 8 anni e tu lo ammiri? Davide ora finirà davvero ai servizi sociali ed io non posso fare più niente, non voglio che lo portino via, non voglio” le lacrime cominciano a rigarle il volto e lui la accarezza e gliel’asciuga.

“Davide non andrà da nessuna parte, sarà con me, sarò io suo padre, solo io”

Azzurra mentre ha ancora gli occhi lucidi dal pianto scoppia a ridere “Come? Con te?”

“Si, Paolo Marino ha rinunciato a suo figlio per il suo bene, continuerò ad essere il tutore legale del bambino, porta il mio cognome e sono in grado di offrirgli tutto quello di cui ha bisogno, alla scadenza dell’anno concessomi dal giudice, gli chiederò una proroga e sono sicuro che accetterà”

Lei lo abbraccia contenta “E’ una notizia bellissima Guido, bellissima, potevi dirmela subito no, invece di fare il misterioso, ho avuto paura che stavolta restasse davvero da solo e invece Davide è fortunato ad avere te e tu ad avere lui”

“Davide non sarà mai solo, perché io gli ho promesso che sarò il suo papà per semprissimo”

“Per semprissimo” mormora lei “Tu e Beatrice sarete in grado di dargli il meglio e poi a Berlino potrà frequentare delle ottime scuole, conoscere le lingue” ammetterlo le costa tanta fatica, più fatica di quanto immaginasse, ma è una buona prospettiva per il futuro di Davide e il futuro di quel bambino è l’unica cosa che le è stata sempre a cuore.

“E tu che farai?” prova a sondare il terreno lui

“Troverò un lavoro, coltiverò i miei interessi, proverò a farmi delle amicizie, ripartirò un’altra volta, dovrò pur trovare la mia strada? Anche se questo significa ammettere che sono di nuovo sola” abbassa gli occhi tristi e di nuovo pericolosamente lucidi

“Anche io e Beatrice ci siamo lasciati e non vado più a Berlino, proverò a chiedere una proroga anche lì e se non la accetteranno io avrò anche rinunciato ad un sogno ma pure loro non sanno che si perdono. Non sarai di nuovo sola. Io… tu… Davide” comincia confusamente Guido.

Lei ride e spalanca i suoi occhi “Vuoi dire che…”

“Guido, Azzurra ma che ci fate voi lì?” Davide affacciato dal piano superiore li interrompe

“Davide stavamo solo parlando un po’, non avevamo sonno, tu piuttosto non stavi dormendo?”

“Avevo sete e non ti trovavo più”

“Va bene ti raggiungo subito, ma va dentro che nonostante tutto è umido”

Tornano a guardarsi e quasi si imbambolano l’uno nello sguardo dell’altra “Meglio che raggiunga Davide, sono le tre, è davvero tardissimo. Va a dormire anche tu, altrimenti domattina davvero ti svegli per ultima”

Lei sorrise di nuovo ed annuì “Buonanotte Guido e dai un bacio a Davide”

Lui le si avvicina e le bacia la guancia in maniera dolcissima “Buonanotte anche a te”

Azzurra lo guarda e lui senza bisogno di ricevere la domanda le risponde “Era il bacio ricambiato da Davide. A domani anima in pena della notte”

“Non sono più in pena” rispose lei allontanandosi e sparendo dalla sua visuale

“Tu non più, ma io lo sono ancora e fino a domani, fino a quando non te lo chiederò e non accetterai di stare accanto a me sarò sempre in pena” considera Guido dentro di sé.

Raggiunge Davide in casa e dopo avergli versato da bere gli chiede “Ma tu lo sai come si organizza una caccia al tesoro?”

 

Note Finali

Per concludere questa scena è totalmente immaginata. Non è la rivisitazione di nessuna scena andata in onda nella fiction e si colloca tra la partenza di Paolo Marino, l’abbraccio di Guido con Davide e il risveglio del mattino successivo con la caccia al tesoro per Azzurra. Grazie a chiunque mi abbia seguito anche in questa avventura. Serena.

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