Il 125° anno degli Hunger Games

di Inquisitor95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: The Five Quarter Quell ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Reaping Day ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Journey to the Capitol ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: The Parade of the Tributes ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Training to survive! ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: It's white around me! ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Escape and fear ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Surviving! ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Feast with our blood ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: I wont be alone! ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: Climb a mountain ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Do you love me? ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: Together, till the end ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: Games end! ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: It must be all or nothing... ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: The Five Quarter Quell ***


Salve a tutti :D questa è la mia prima fanfiction sul meraviglioso mondo di Hunger Games e spero tanto che vi piaccia e che lasciate tanti commenti ^^ Inizierò questo capitolo raccontando la storia di Panem e cosa è accaduto dopo il terzo capitolo della saga e quindi alcuni accenni a Katniss e Peeta; dopodiché passerò alla mia storia. Voglio inoltre precisare che le prime tre Edizioni della Memoria non le ho inventate io bensì l'autrice della saga; la quarta e la quinta sono invece dettata dalla mia mente. (Se doveste chiedervi “Ci sono stemmi per i Distretti?” basta cercarli su intener e capirete) Vi aspetto con il prossimo capitolo!




Una cosa importante bisogna ricordare nel Distretto 5: tutti sanno ma nessuno dimostra di sapere. Se ti ricordi questo, hai trovato il tuo posto.
Distretto... sì! Ormai è ciò che resta del Nord America. A scuola ci viene insegnata la storia di come siamo arrivati a questo punto; molti anni fa è scoppiata nel mondo la Terza Guerra Mondiale, le grandi potenze mondiali erano però armate con bombe e ordigni nucleari; tutto ciò portò quindi il mondo nella situazione attuale, una situazione post-apocalittica. I pochi sopravvissuti si sono radunati ed hanno eletto dei capi di stato e hanno formato delle città che alimentassero le capitali. Una volta terminati questi studi entriamo nella situazione più contemporanea.
Non conosco la situazione negli altri continenti, a scuola ci viene insegnato solo cosa accade nel Nord America; tutto il continente si trovò sotto il controllo di Capitol City, la città che sorgeva sulle Montagne Rocciose.
Fin dal principio Capitol City si pose nei confronti dei tredici distretti attorno ad essa in modo dittatoriale: ogni distretto aveva un compito a sé stante; a noi del Distretto 5 tocca fornire l'energia e l'elettricità per tutta Panem... è così che ormai viene chiamato il Nord America. Il motto di Capitol City è di fatti “Panem et circensens” ossia “pane e spettacolo”; perché è quello che muove la città, l'intrattenimento al pari della moda. Le cose si muovevano con monotonia, ognuno faceva ciò per cui era nato. Dal creare beni di lusso per Capitol City fino all'estrarre il carbone dalle miniere.
La situazione peggiorò esattamente centoventicinque anni fa; i tredici distretti, ormai devastati e tormentati da Capitol City, decisero di ribellarsi segnando così l'inizio dei Giorni Bui in tutta Panem. Tuttavia i distretti erano deboli e Capitol City riuscì a vincere pochi mesi dopo con la totale distruzione del Distretto 13, ciò ricordava agli altri dodici il valore che avevano, che non potevano far nulla contro Capitol City. Lo stesso anno vennero quindi istituiti gli Hunger Games, i Giochi della Fame.
Capitol City tenne così in pugno i dodici distretti, secondo gli Hunger Games ogni anno un giovane uomo e una giovane donna per tutti i distretti, dovevano essere spediti nella capitale e massacrarsi fino a che non ne rimanesse uno soltanto. I giovani vennero scelti nella fascia d'età tra i 12 e i 18 anni, affinché a tutti gli adulti sarebbe stato ricordato che non potevano proteggere neanche i loro figli della capitale.
I giovani venivano quindi pescati alla Mietitura nel mezzo di luglio e preparati ai Giochi, poi una volta nell'arena solo uno usciva vivo; al vincitore sarebbe spettata gloria e benessere per il resto della sua vita, come dimostrazione della benevolenza di Capitol City. Per settantatré anni i giochi andarono avanti. L'edizione seguente ai giochi parteciparono due ragazzi del Distretto 12 che animarono la rivolta, i loro nomi li studiamo ogni giorno, Katniss Everdeen e Peeta Mellark; la gente aveva una speranza. Due anni dopo Panem attraversò quindi i Giorni della Rivolta, guidata del Distretto 13 che si scoprì essere riuscito a sopravvivere.
Il presidente Snow, capo di Capitol City fu quindi sconfitto e la città fu data in mano ai ribelli, tramite nuova elezione fu scelta Costance Paylor come nuova guida. I vincitori degli Hunger Games si riunirono e decisero di imporre i giochi ai figli degli abitanti di Capitol City per dimostrare il dolore che provocano.
Tuttavia passarono dieci anni dai Giorni della Rivolta, gli Hunger Games furono istituiti anche per tutti coloro che in qualche modo erano imparentati con gli abitanti della vecchia Capitol City, ed infine tutti noi fummo trovati con almeno una singola goccia di sangue degli abitanti della capitale. Gli Hunger Games furono quindi istituiti per i dodici distretti, il Distretto 13 naturalmente fu alleato con Capitol City e ciò impediva a chiunque di ribellarsi poiché il distretto era un tempo addetto alle armi nucleari per tutta Panem.
Ciò che possiamo fare ormai è semplice. Aspettare e partecipare agli Hunger Games se veniamo chiamati. Superata la fascia d'età per i Giochi siamo liberi e possiamo interamente dedicarci al lavoro che ci spetta fino alla fine dei nostri giorni.
Mi chiamo Darin Sodren, Distretto 5.

* * *

Apro gli occhi perché la luce mi colpisce direttamente il viso e m'infastidisce, la storia di Capitol City e degli Hunger Games tormentano spesso i miei sogni. Come se già non bastasse la paura nel finirci dentro. Mi alzo lentamente dal letto pensando al fatto che sono stato tutta la notte fuori da casa, i miei genitori ovviamente sanno che sono con Ryan, ma come già detto “tutti sanno e nessuno ne parla”. Mi volto verso il letto per trovare Ryan mezzo nudo e coperto solamente dalle lenzuola del letto. Lui è il mio ragazzo!
Ci siamo conosciuti a scuola al primo anno delle superiori, ci abbiamo messo un po' per dichiararci e alla fine ci siamo messi insieme, ormai sono tre anni. Qui al Distretto 5 tutti sanno di noi due, siamo due ragazzi e stiamo insieme, che male c'è? Per loro è meglio non parlarne, come se insultassero Capitol City. Avvicino la mano al suo volto e la passo per i capelli castani e lunghi più dei miei, i suoi sono di un semplice castano così come per gli occhi, io invece ho i capelli lisci e lunghi fino alle spalle con una frangetta che copre sì e no la fronte e sono castani scuri, così come per i miei occhi; ogni volta la gente dice che vedono la terra e la sua potenza nel colore intenso di essi.
Ryan apre leggermente gli occhi e si volta a pancia in su nel groviglio di lenzuola, ha un fisico normale, non muscoloso ma più di me è certo. Sono un ragazzo di diciassette anni compiuti il mese scorso; nonostante la mia famiglia sia benestante, mi ritrovo ad essere magro con un fisico asciutto e spalle piccole, a sentire Ryan somiglio ad una ragazza più che ad un ragazzo!
Mio padre lavora tutti i giorni dal mattino fino alla sera nella centrale elettrica. Non ci fa mancare mai niente. Mia madre non lavora, è ed esperta nella cucina. Ho inoltre un fratellino di dodici anni, Seth. Per lui sarà la prima volta alla Mietitura.
« Buongiorno! » gli dico tornando alla realtà.
Lui mi sorride e mentre sto per alzarmi mi tira a sé dandomi un bacio sulle labbra, il più delle volte sono baci forti, violenti, Ryan è infatti molto possessivo nei miei confronti, se guardo un ragazzo o un ragazzo guarda me lui impazzisce, tuttavia è gentile e molto fedele, e cosa più importante mi ama.
« Stavi pensando di andare via senza salutarmi? »
« Ti ho svegliato. Non ti basta? » gli chiedo scherzando.
Ritorno in piedi e cominciò a raccogliere i miei vestiti per la stanza, metto quindi il jeans e la maglietta a maniche corte, mi trovo di fronte allo specchio, trovo la mia immagine riflessa, ed ovviamente ho l'aria scombussolata e i capelli un po' scombinati; mi sistemo e una volta finito mi volto verso Ryan.
« Devo andare. I miei vorranno che oggi stia con loro... » tra cinque giorni ci sarà la Mietitura. Ma oggi verrà annunciata la Quinta Edizione della Memoria, edizione degli Hunger Games che si svolge ogni venticinque anni. « Inoltre mio fratello avrà paura di essere chiamato. Devo stare con lui » gli dico.
La famiglia di Ryan è più ricca visto che anche sua madre lavora, è infermiera in un piccolo ospedale giù al Distretto, è figlio unico e di conseguenza è un po' viziato dai genitori, lui non può capire la promessa che ho fatto a mio fratello, devo essere con lui!
« Ha dodici anni. Saprà cavarsela da solo per oggi... » dice lui alzandosi e mostrandomi il suo corpo nudo. Si avvicina, siamo alti entrambi un metro e ottanta, ma qui tutti sono alti più o meno; mi sovrasta nonostante la stessa altezza e mi inchioda con le spalle al muro, avvicina il viso al mio, a quel punto sono io a muovere il viso e a baciarlo sulla labbra.
« Gliel'ho promesso! Devo andare ora... »
Mi divido da lui e sfuggo alla sua presa, scendo al piano di sotto. Sono le dieci passate quindi trovo i suoi genitori nella cucina, la madre stava preparando la colazione mentre il padre leggeva il giornale che parlava appunto dell'Edizione della Memoria. « Arrivederci! » dico timidamente.
« Vuoi qualcosa da mangiare caro? » dice sua madre con tono gentile. Tutti qui hanno quello sguardo falso e ipocrita. Tutti sanno ma nessuno lo dimostra. Scuoto gentilmente la testa ed esco salutando il padre che mi ignora.
Chiaramente è arrabbiato perché ha un figlio omosessuale, non che a noi importi. Ricordo che il giorno in cui lo venne a sapere... era furibondo e incolpava me, diceva che avevo sedotto il figlio con le mie movenze femminili e altre storie assurde. Non voleva accettare la realtà ed era sbagliato! Era un uomo importante nel Distretto 5 ed era in continuo viaggio per Capitol City, era a capo della centrale elettrica dove lavorava mio padre ed era anche arrivato a minacciare di licenziare mio padre se non avessi lasciato il figlio. Purtroppo per lui ne sapevo troppo, e non avendo una giusta causa mio padre era intoccabile visti anche gli anni di servizio che lasciavano Capitol City soddisfatta. Mi volto verso la finestra di Ryan e lo vedo affacciato, lo saluto con la mano e un sorriso e mi volto per la strada.
Le strade sono quasi tutte in pendenza qui al Distretto 5, la casa di Ryan è una di quelle più in cima alla collina, ci sono anche altre case di persone benestanti come il sindaco, ed ovviamente c'è il Villaggio dei Vincitori; è lì che si trovano le residenze più lussuose che spettano ai vincitori degli Hunger Games. Sono abitazioni gigantesche con minimo dieci stanze. Guardare quelle case mi fa tornare alla mente le poche edizioni a cui ho rischiato di essere chiamato. In tutto cinque da quando avevo dodici anni.
Ricordo la mia prima volta alla Mietitura, avevo paura di essere chiamato e tutte le probabilità del mondo erano contro di me, ma io avevo una sola tessera, e vennero chiamati un ragazzo e una ragazza. Le tessere... un altro elegante modo per farci finire ai Giochi. I ragazzi delle famiglie più povere possono richiedere una tessera per ogni familiare in modo da ottenere degli alimenti in più per ogni tessera; ma la scorta vale solo per un anno e bisognerebbe quindi farlo per ogni anno in cui è possibile. Il prendere le tessere comporta però l'aggiunta del proprio nome in mezzo ai bigliettini per ogni tessera presa. Ciò permette una facile estrazione del proprio nome.
Qualche anno fa un ragazzo di dodici anni del nostro Distretto prese sette nominativi al primo anno: uno per sé, due tessere per i genitori e quattro per i fratellini e le sorelline. Fu il primo nome ad uscire. Morì tra i primi una volta nell'Arena.
La mia famiglia non ha bisogno delle tessere, il mio nome e quello di mio fratello si ripetono solo una volta per anno; per questo sono sicuro che il nome di Seth non uscirà, e so già che se dovesse uscire il suo nome sarei pronto per mostrarmi volontario. Le nuove regole prevedono che chiunque rientra nella fascia d'età possa sostituirsi al Tributo chiamato, è così che ci chiamano, è quello che siamo, Tributi per la capitale. Se viene chiamata una ragazza, un ragazzo può tranquillamente offrirsi come Tributo e poi si passa all'estrazione del nominativo del giovane uomo. Ormai a Capitol City non importa se siamo due maschi o due femmine, vogliono spettacolo!
Cerco di non pensarci mentre scendo verso il centro del Distretto, mancano ancora cinque giorni alla Mietitura e il giorno prima tutti i ragazzi devono registrarsi così che possano poi formare le ampolle (una per i ragazzi e l'altra per le ragazze).
Cammino fino ad incontrare le prime case nella zona centrale della città, tutto il percorso in discesa fino ad esso è cosparso da prati colmi di fiori, spesso da bambino mi mettevo lì disteso a guardare il cielo; un'abitudine che ho sostituito con il distendermi in mezzo al mare e guardare il cielo. Non è molto distante dal centro, bisogna però superare una piccola foresta e poi si trova la spiaggia. È estate quindi fa caldo e la voglia di tuffarsi è molta, ma ho deciso di non fare svolte e correre verso casa. Le persone che incontro mi sorridono e l'attimo dopo averle superate parlottano qualcosa. Parlano di me e Ryan. Non m'importa nulla di ciò che pensano, soprattutto i più anziani che ripetono che ai loro tempi non c'erano coppie come la nostra; per non parlare poi dei ragazzi, loro sono anche più irritanti!
Sono quasi arrivato al centro della città, vedo i Pacificatori che stanno cominciando a montare il palco di fronte al Palazzo di Giustizia, stanno anche preparando gli schermi su cui verrà trasmesso il video preparato appositamente da Capitol City; stanno montando anche delle gigantesche casse dal quale risuonerà l'inno per tutto il Distretto, fin dalle elementari siamo obbligati ad impararlo a memoria e a cantarlo ogni volta che c'è la Mietitura o il Tour della Vittoria. Ricordo che quando avevo otto anni dovetti cantarlo da solo per il vincitore dell'anno, non ricordo a che Distretto appartenesse, probabilmente o al Distretto 1, 2 o 4: i Tributi Favoriti; coloro che vincono quasi sempre ogni anno. Superai la grande piazza nel quale tutti noi giovani saremmo stati stipati tra poco e corsi per alcune vie.
Casa mia si presentava abbastanza bene e pulita, non era molto grande ma aveva cucina, salotto, bagno e due camere. L'indispensabile per la nostra famiglia. Io e Seth dormiamo nella stessa stanza e ogni tanto litighiamo perché ognuno ha bisogno del proprio spazio; nonostante questo ci vogliamo bene! Mi trovo davanti la porta di casa e saluto la vicina, un'anziana signora che perse suo figlio nei 79esimi Hunger Games. Lei è una dei pochi che mi sta simpatica qui al Distretto 5, proveniva da Capitol City.
« Salve Signora Hokord! » dico agitando la mano. Lei mi fissa con sguardo perso, probabilmente pensa al figlio.
« Salve giovane Darin! Oggi sei già fuori casa? »
« Sì Signora! Ero con il mio ragazzo! » dico senza curarmi che qualcuno senta. Tutti lo sanno!
« Come sta il giovane Ryan? »
« Bene, glielo saluto se vuole... »
« Mi farebbe piacere... » dice con voce grave. Poi rientra in casa e sbatte la porta. Ryan è molto somigliante al figlio; l'anno scorso le è morto il marito ed eravamo alla sua veglia, allora ho visto una foto sul caminetto.
Entro in casa e mi trovo nel salotto, mia madre ha appena pulito e posso sentire il profumo del detersivo, mio fratello si alza di scatto dal divano e mi viene ad abbracciare, ha i miei stessi occhi ma ha preso i capelli neri di nostro padre.
« Ciao Darin! Come sta Zio Ryan? » è così che lo chiama. Seth è piccolo, ma è più maturo di certi uomini.
« Bene. Ci sono mamma e papà? » dico guardando verso la cucina.
« Mamma prepara il pranzo e papà è andato dal ferramenta... » sembra in ansia per qualcosa. Forse ha paura di ciò che l'Edizione della Memoria ci riserverà.
« Oggi ci verrà detto in cosa consistono gli Hunger Games quest'anno! » gli dico con dolcezza.
« Ho paura di essere chiamato! » dice con le lacrime agli occhi. Posso capirlo. Anch'io ho paura che ci chiamino.
« Non ti chiameranno. Non ci pensare va bene? » gli dico. Annuisce e vado da nostra madre nella stanza accanto. « Buongiorno! » saluto dolcemente.
« Sai che dovresti informare me e tuo padre quando dormi da Ryan... » dice lei passando al punto. « Non abbiamo niente in contrario nella vostra relazione... ma cerca di non renderci le cose difficili! »
« Sono passati tre anni mamma! » le ricordo. Ritorno in salotto e in quel momento entra mio padre; ovviamente ha il giorno libero viste le “belle notizie” che Capitol City vuole comunicarci.
« Buongiorno a tutti! » dice lui. Saluta Seth e poi me. Lo seguiamo tutti in cucina e ci sediamo intorno al tavolo. « Ho incontrato il giovane Darson mentre ero dal ferramenta! » non ho idea di chi stia parlando. Ricordo però che il Signore e la Signora Darson sono tra coloro che non hanno niente contro me e Ryan.
« Come stanno i suoi genitori? » chiede mia madre.
« Tutto bene. Quel ragazzo mi fa tenerezza... un giovanotto come lui che si fa in quattro per la sua famiglia e che va pure a scuola... dovrebbe essere al tuo anno no? » mi chiede mio padre. A scuola abbiamo varie sezioni e non conosco tutti i ragazzi e le ragazze che ci sono.
« Credo... »
« Papà che cosa hai preso? » chiede Seth.
È il momento buono per andare via dalla cucina. Torno nel salotto dove la televisione è accesa, verso le due dovrebbero trasmettere la Presidentessa Paylor che terrà il discorso. È innegabile il fatto che abbia paura, non vorrei essere chiamato! Non vorrei neanche che lo fosse Seth come non vorrei toccasse a Ryan.
Aspetto il pranzo in silenzio mentre i miei genitori parlano, Seth nel frattempo è tornato nel salotto e mi siede accanto; mi parla di ciò che ha fatto quella mattina ma ascolto con poca attenzione, non perché non mi interessa, ma perché manca ormai poco al discorso. Pranziamo velocemente, mia madre ci serve pasta e verdure. Mio padre ha anche comprato un dolce per me e mio fratello; lo divoriamo in fretta e andiamo tutti insieme in salotto aspettando. Alla televisione appare lo stemma di Capitol City, l'aquila. Anche i Distretti anche stemmi propri, qui nel Distretto 5 si tratta di torri elettriche e un elettrone. Dopo pochi minuti finalmente sentiamo l'inno di Capitol City, è la prima volta che osservo questo special, di solito le regole sono sempre le stesse.
In televisione appare un uomo alto che indossa uno smoking pieno di paillette che fanno sembrare il suo corpo un pezzo di cielo; è il centenario Caesar Flickerman, il conducente delle interviste ai Tributi e promosso a conduttore del programma. Quest'anno osserviamo i suoi nuovi trucchi; i capelli sono tinti di dorato, le labbra piene di rossetto dell'omonimo colore e gli occhi sono pieni di oro e polvere dorata. Saluta tutta Capitol City con un largo e fastidioso sorriso gigantesco, sembra la bocca di un rospo! Si siede in una poltrona rossa e dopo di lui fa l'ingresso la Presidentessa Paylor: bassa, magra e con capelli color fiamme e occhi intensi azzurri. Si avvicina seguita da un ragazzino con la divisa da Pacificatore bianca. Ha una busta in mano con scritto “125”. La Presidentessa salutata tutta Panem con un fastidioso sorriso dal quale si vedono gli effetti del botulino sotto gli occhi e per tutto il viso.
« La Prima Edizione della Memoria, il venticinquesimo anno degli Hunger Games; per ricordare ai ribelli che i loro figli sono morti a causa loro, i Tributi furono eletti dal Distretto stesso! » dice con un sorriso. Nessuno di noi era ancora nato per poter ricordare quell'Edizione.
« Dev'essere stato orribile scegliere i figli da mandare... » dice mio padre con sguardo grave.
« Poverini... » dice mia madre. La Presidentessa Paylor riprende dopo gli applausi della gente di Capitol City.
« La Seconda Edizione della Memoria, il cinquantesimo anno degli Hunger Games; per ricordare ai ribelli che per ogni abitante di Capitol City morirono due ribelli, i dodici distretti dovettero inviare il doppio dei Tributi. » penso a quanto dev'essere orribile inviare ben quattro figli, quattro famiglia stroncate, il dolore immenso perché solo uno di loro tornerà e tutti sperano sia il proprio figlio.
« Quarantotto tributi! » dice mia madre con tono tetro. Forse i miei bisnonni possono ricordarsi di quell'Edizione. Mio fratello è sempre più in ansia.
« Calmati! Non sarà niente di grave »
« Non posso non aver paura... » dice lui. Gli stringo forte la mano e torniamo allo schermo.
« La Terza Edizione della Memoria, il settantacinquesimo anno degli Hunger Games; per ricordare ai ribelli che neanche i più forti di loro possono sconfiggere Capitol City, i tributi furono scelti tra i tributi ancora in vita. »
« L'anno di Katniss, la Ghiandaia Imitatrice... » dice mio padre. Tutti ovviamente sanno la sua storia. Fu dopo di lei che gli Hunger Games subirono alcune modifiche. Lla situazione non è mutata molto.
« La Quarta Edizione della Memoria, il centesimo anno degli Hunger Games; per ricordare ai ribelli che i bambini di Capitol City rimasero traumatizzati dalla rivolta, i Tributi scelti furono di età pari a dodici anni. » mio fratello ha una scossa di terrore.
« Ricordo quell'Edizione... » dice mia madre. Non riesco più a sopportare l'agitazione. Sia per me che per mio fratello. Le loro parole passano senza che io le ascolti. Paylor prendere un respiro ed apre la busta tirando fuori la pergamena.
« La Quinta Edizione della Memoria, per il centoventicinquesimo anno degli Hunger Games; per ricordare ai ribelli che uomini e donne perirono in egual modo, Capitol City chiede che i Tributi siano scelti indipendentemente dal sesso e che ne fosse spedito un terzo per ogni Distretto... » la mia mente comincia a vagare. Voglio solamente correre da Ryan e parlare con lui. Tre possibilità di essere scelto. Non importa se sei maschio o femmina, verremo scelti da un'unica ampolla. La Presidentessa Paylor parla ancora. « Tuttavia, a dimostrare l'infinita clemenza di Capitol City, i Tributi vincitori saranno due indipendentemente dalla loro provenienza e dal loro sesso » mi sento sollevato e male allo stesso tempo. Il podio formato da due Tributi? Chiaramente è la prima volta che Capitol City ammette questa regola prima dell'inizio della Mietitura.
Siamo ancora tutti sconvolti mentre l'inno di Capitol City mostra che la trasmissione è finita; mi alzo di scatto dal divano e comincio a correre verso casa di Ryan. Sono pronto a scommettere che anche lui mi sta cercando, vogliamo parlare di quest'Edizione. Supero il Palazzo di Giustizia e mi trovo fuori dal centro, trovo Ryan che mi corre contro e un'ondata di caldo ci investe. Ci troviamo l'uno di fronte all'altro con il fiatone.
« Hai visto? » dice lui.
« Certo, come si fa a non vedere? »
« Non ci rimane che aspettare la Mietitura... »
« Ho paura sai? Sono tre Tributi per Distretto... se chiamassero me e te? »
« Sono due i posti del vincitore no? Io e te occuperemmo molto bene il trono! » dice ridendo mentre ci incamminiamo verso la spiaggia. Ci rifugiamo sotto i rami degli alberi perché il sole è troppo forte ed è fastidioso.
« Ho molti pensieri per la testa... ho paura che chiamino anche mio fratello... »
« Ha solo un nominativo! » mi ricorda, come se potessi dimenticarlo. « Il nostro nome c'è solo sei volte. Ci sono ragazzi a scuola nostra che hanno il triplo delle tessere alla nostra età! »
« È questione di fortuna! Sono casi straordinari... se mi chiamassero... penso sarei tra i primi a morire! » gli butto giù mezzo sarcastico e mezzo divertito. Lui mi inchioda con lo sguardo e mi prende il viso con forza tra le mani.
« Ascoltami, te lo dico da tre anni: tu hai spirito, sei forte e puoi vincere gli Hunger Games, vali molto più di tutti i ragazzi del Distretto 1. Sei più forte di me... io non avrei speranze! »
« Non dire così. Mi da fastidio! » dico imbronciato.
« È la verità! Ho una vita piena di agi e sono viziato! Se mi chiudessero in un'arena come una foresta... morirei di fame entro le prime ore »
« Io non sono mai andato d'accordo con la caccia! » il pensiero di uccidere gli animali mi preoccupa alquanto, non so se ne avrei la forza.
« È vero! » dice lui ridendo. « Ma sai usare una lancia, o armi con asta di vario tipo... inoltre hai una buona mira; potresti trovare un arco e imparare »
« Io non so come si usa un arco! Non sono mai riuscito a tirare una freccia neanche a distanza di un metro dal bersaglio! »
« Devi semplicemente avere fiducia in te. Sai nuotare, arrampicarti sugli alberi... e sei veloce. Sono caratteristiche fondamentali per vivere. »
« Non voglio pensarci! » mi alzo e mi sposto verso il sole in modo da essere illuminato. Cerco un metodo per liberarmi da quel discorso, so però che ha ragione. Se dovessi essere chiamato avrei buone probabilità per la fuga... ma in uno scontro corpo a corpo morirei istantaneamente.
« Il fatto che scappi da me non significa che il discorso sia finito! » dice lui ridendo e affiancandomi. « Tu hai delle possibilità. Io no. Tu potresti vincere... e te lo dirò anche l'anno prossimo... » mi volto verso di lui e gli do un bacio sulle labbra per mettere fine al discorso. Ricambia spingendomi a lui con una mano.
« Felici Hunger Games... » comincio io.
« E possa la fortuna sempre essere a vostro favore! »  

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Reaping Day ***


I giorni prima della Mietitura passano molto in fretta; tutti noi ragazzi sentiamo l'ansia, è uno dei motivi per cui odio l'estate. Il caldo lo posso sopportare, ci sono modi per scampare alla sua presa; ma niente può salvarci dalla Mietitura. Niente può salvarci da Capitol City.
Mi sveglio in camera mia e trovo Seth che mi fissa con i suoi occhioni così simili ai miei; mi metto a sedere e gli rivolgo un sorriso per fargli forza. Dobbiamo andare a registrarci al Palazzo di Giustizia e da oggi i nostri nomi saranno messi nell'ampolla e domani potrebbero uscire. Entrambi rimaniamo in silenzio perché non servono parole per capire i nostri sentimenti. Nostra madre entra in camera; ha un vestito elegante di color rosso fiamma. Si è già preparata per portarci al Palazzo di Giustizia? Nostro padre oggi lavora e dovrà affrontare la preparazione tecnica del video di domani.
« Stavi dormendo!? Hai idea che ora sia? » mi domanda mia madre. Mi volto verso la sveglia e ricordo di non averla puntata. Sono quasi le dieci.
« Scusa mamma. Dammi venti minuti e sono pronto! » le rispondo. Spero che venti minuti mi bastino o lei comincerà ad urlare. Chiude la porta e resto con mio fratello.
« Come va Seth? » solo allora mi accorgo che è già pronto. Indossa una camicia a maniche corte e sportiva e un paio di jeans. Non sono gli indumenti per la Mietitura ovviamente.
« Ho paura... » sono le sue uniche parole e non so come rispondergli. Quei tre giorni sono passati e non posso negare che anch'io ho paura. Mi alzo dal letto e mi avvio verso il bagno.
« Devi stare tranquillo! Oggi non accadrà niente, devi farti vedere così sapranno che ci sei. Pensa che qualche anno fa usavano il nostro sangue per segnalare la nostra presenza » forse ho sbagliato a dirglielo perché è ancora più inquieto.
Mi chiudo quindi in bagno e ripenso a quegli ultimi giorni mentre entro in doccia. L'acqua scorre ghiacciata e riesce a svegliarmi bene; io e Ryan passiamo molto tempo insieme in questi giorni, ma l'idea che possano essere più di uno i ragazzi chiamati... mi fa girare la testa e mi viene da vomitare. Siamo anche stati al mare, non ci siamo però divertiti molto visto che l'argomento più gettonato sono gli Hunger Games. Esco dalla doccia e prendo ad asciugare velocemente i miei capelli che tornano lisci senza grandi fatiche, corro in camera e comincio a vestirmi. Al termine dei venti minuti concessi da mia madre mi trovo in salotto ed indosso un pantalone bianco e una semplice maglietta. Mia madre non è soddisfatta che io sia riuscito a prepararmi in tempo perché probabilmente avrebbe voluto richiamarmi.
Usciamo di casa tutti e tre incamminandoci per le vie del Distretto 5. La strada è praticamente vuota, in giro ci sono meno ragazzi di quanti se ne trovano di solito, tutti con le famiglie per gli ultimi momenti di intimità con loro. Potrebbero essere chiamati! Ci troviamo infine nella piazza davanti al Palazzo di Giustizia. Ci sono ancora dei Pacificatori che stanno lavorando sulle ultime impalcature e che cercano di aggiustare qualcosa che si è rotto, sembra una gigantesca cassa audio. Li fisso con odio e disgusto, loro sono alleati di Capitol City, servono per tenerci in queste prigioni. Entriamo nel Palazzo di Giustizia e vengo inondato da una piacevole frescura, tutto merito del marmo di cui è fatto il palazzo, tiene molto fresco e d'estate è un piacere andare là dentro per sbrigare qualcosa. Incrociamo il sindaco del nostro Distretto, un uomo grassoccio e calvo con una fascia che indica la sua carica. Un tempo era una persona solare e simpatica, ma due anni fa è stato chiamato il figlio se non sbaglio. Purtroppo per lui quell'edizione fu vinta da uno dei Favoriti del Distretto 1! Certo che vincono quasi sempre loro: sia nel Distretto 1 che nel Distretto 2 vengono allenati fin da bambini in un'accademia speciale. Sarebbe vietato dal regolamento degli Hunger Games, ma a Capitol City non importano questi dettagli. Vogliono sangue e intrattenimento; i Favoriti dei due distretti una volta compiuti i diciott'anni sono pronti e si offrono come volontari. Accade quasi sempre anche nel Distretto 4 dove non vengono preparati come gli altri Favoriti in accademie.
Siamo quasi arrivati allo stand, ci sono una decina di famiglie prima di noi, molti di loro hanno figli che potrebbero avere dodici o tredici anni. Solo una famiglia ha un ragazzo della mia età. Il padre dal viso severo e vestito in smoking, la madre ha la divisa dell'ospedale. Ryan non si accorge neanche che siamo arrivati e non mi sento di fargli notare la mia presenza. Sembra impegnato a discutere con il padre. Di me? Ma la sua attenzione viene richiamata da Seth.
« Zio Ryan! » gli urla abbracciandolo. Ryan si volta verso di noi, sorride a mio fratello e poi a me.
« È un piacere vederla Signora Sodren! » i suoi salutano mia madre mentre Ryan si fa strada fino a me. Ci scambiamo un bacio di sfuggita, suo padre potrebbe morire d'infarto se ci vedesse!
« È bello vederti in questo giorno così felice! » dice lui sarcastico. Sorrido e gli stringo la mano dolcemente. Lui completa la stretta e rimaniamo legati fino al nostro turno.
Tocca a Ryan visto che è arrivato lì per primo, fa il suo nome al Pacificatore oltre il bancone e quelli cominciano a prendere e firmare alcune carte e un registro. Ryan fa segno di aspettarmi fuori e io annuisco. Vado io prima di mio fratello, faccio il mio nome ed ovviamente mi trovano e scrivono. Ritorno in paranoia e torno a pensare a quante tessero ho: sono ufficialmente sei e resteranno così per un altro anno! Lascio il posto a mio fratello. È adorabile e goffo.
« Come ti chiami? » gli dice bruscamente il Pacificatore. Lo odio per come ha risposto a mio fratello. Avrei voglia di prendergli a pugni il naso.
« Seth Sodren... » risponde senza balbettare. In quel momento lo stimo forse. Ricordo che quando toccò a me c'era una donna. Era sgarbata e magra, somigliava ad un grande castoro dal viso. Avevo cominciato a balbettare. Quando poi trovò il mio nome mi cacciò via con la mano. Quest'uomo forse è anche peggio.
Alza lo sguardo verso mio fratello, non sembra essere freddo come prima; ora mostra un sorriso bianco e perfetto. « Prima Mietitura eh? » mio fratello annuisce, l'uomo finisce di scrivere i documenti e alza il viso prima di congedarlo. « Possa la fortuna sempre essere a tuo favore! »
Non solo colpisce mio fratello, ma è come se lo avesse detto a me. Quella frase l'ha inventata Capitol City per parlare degli Hunger Games, nei Giochi della Fame si deve avere molta fortuna per vincere. Sono di umore pessimo per vedere Ryan, se dovesse continuare a dire che io ho più probabilità di vincere lo picchierò. Mio fratello è sconvolto, gli occhi sono pieni di lacrime e cerca di trattenerle. Riprendo quindi a rassicurarlo mentre usciamo dal Palazzo di Giustizia.
« Devi stare tranquillo; a loro piace incutere timore. I Pacificatori sono dalla parte di Capitol City ricordi? » cerco di essere quanto più dolce possibile ma non ci sono parole che hanno effetto su di lui.
Fuori trovo Ryan che mi aspetta, è appoggiato ad una sbarra di ferro, a quel punto saluto mia madre e mio fratello che tornano a casa. Mi avvicino a Ryan e ora che nessun familiare ci guarda possiamo fare ciò che vogliamo. Mi spinge contro di lui tirandomi per le mani, prende il mio viso tra le sue e comincia a baciarmi. È uno di quei suoi baci violenti che mi fanno impazzire, ricambio volentieri quando sentiamo un gruppo di ragazzi avvicinarsi. Sono alcuni nostri compagni di classe e tra i più bastardi direi. Quello al centro è una specie di capobanda, è molto più alto di me e Ryan, è anche troppo muscoloso, sembra quasi una montagna in confronto a noi due, ha gli occhi neri come la cenere e i capelli di un bel ramato scuro. Ci fissa di traverso e ci ignora. Io e lui siamo come cane a gatto: a lui non piacciono molto gli omosessuali, anzi, non piacciono affatto! Spesso a scuola eravamo su punto di cominciare a menarci, le avrei prese probabilmente.
« Certo che Marvin è proprio uno stronzo! » dice Ryan freddo. Forse si è accorto che lo guardavo e probabilmente lo infastidisce. Marvin... non è per niente il mio tipo di ragazzo; è rozzo e maleducato, stupido e ignorante! « Per caso ti piace chi ti tratta male? » chiede con freddezza e malizia. « Potrei farlo anch'io! »
Scoppio a ridere. « Lo sai che lo detesto! Andiamo via da qui prima che esca... » dico cercando di non far cadere l'argomento su quello. Marvin aveva un fratello una volta. È successo quando avevo tredici anni, lui è più grande di un anno di me ed è stato bocciato; ricordo che quell'anno l'avevano chiamato e che il fratello si era offerto volontario come Tributo per salvarlo. Il nome di Marvin era quindi stato rimesso nell'ampolla ed aveva perso un fratello.
Io e Ryan ci spostiamo quindi verso il mare. Non siamo intenzionati a farci il bagno, vogliamo solo parlare un po', l'indomani a quest'ora Capitol City avrà i suoi tre Tributi del Distretto 5. Dobbiamo essere nella piazza alle nove in punto, se qualcuno arrivasse in ritardo verrebbe frustato probabilmente. Non stiamo molto in spiaggia perché improvvisamente il cielo si riempie di nuvole. Dopo il cielo torna sereno e vediamo un hovercraft sorvolare la città, probabilmente sta arrivando il nostro accompagnatore o accompagnatrice. Secondo il nuovo regolamento, se l'accompagnatore è un uomo si pesca prima dall'ampolla di noi ragazzi, se è una donna si pesca invece dall'ampolla delle ragazze. Quest'anno non avrà importanza visto che saremo pescati da un'unica ampolla. Ci avviamo verso casa di Ryan salendo la collina e quindi passiamo accanto al Villaggio dei Vincitori; so che ci sono cinquanta case. Ma solo dieci sono abitate ormai. Lì dev'esserci anche il Mentore del Distretto 5, dovrebbe essere un certo Norman Vonshuttle, un uomo sui quarantacinque che ha vinto la novantottesima edizione degli Hunger Games, all'epoca aveva diciott'anni. Non lo conosco personalmente, è un uomo educato e simpatico dicono, va spesso in centro perché gli piace stare con la gente, ma quando comincia luglio si chiude in casa fino alla Mietitura; a detta di mio padre lo fa perché vedere i ragazzi che potrebbero essere scelti gli provoca dolore.
Resto con Ryan per alcune orette. I suoi fortunatamente vanno a lavorare e ci lasciano casa libera, possiamo quindi farci le coccole in pace e senza preoccuparci di interruzioni; torno a casa nel pomeriggio e trovo mio fratello che dorme sul divano. Sembra avere il viso umido a causa delle lacrime. Mia mamma probabilmente dorme in camera sua e mio padre tornerà stasera. Mi siedo accanto a Seth e comincio a riflettere. L'ho lasciato da solo in un momento delicato come la prima Mietitura. Lo voglio lasciar dormire. Almeno nei sogni so che può avere pace a differenza di me che vengo tormentato dagli Hunger Games. Vado in cucina e mi preparo un panino, non ho molta fame ma devo mangiare qualcosa o rischierei di sentirmi male in mezzo alla Mietitura di domani. Il pomeriggio passa senza che me ne renda conto, alla televisione trasmettono solo cose noiose che riguardano Capitol City: i vecchi abitanti del Distretto 13 cominciano a festeggiare per la nuova edizione in cui solo due giovani su trentasei usciranno vivi. Mi viene il voltastomaco. E pensare che cinquant'anni fa il Distretto 13 non era niente, il suo unico e reale scopo sembrava essere stato quello di ottenere il potere su Panem. Non avevano intenzione di liberarci, ma di schiavizzarci e renderci utili solo come ingranaggi di una fabbrica.
È ormai sera quando mia madre si sveglia e comincia a preparare la cena, Seth si sveglia e comincia a farmi la festa, è dolce e affettuoso. Il suo nome non deve uscire! Non può... c'è solo una volta il suo nome. Nostro padre finisce prima dalla centrale e arriva in tempo per cenare con noi. Domani sarà insieme a noi alla Mietitura. Ho paura, ora più che mai, di essere chiamato. Vado a letto presto, in camera mia entra la luce della luna e dopo un'ora riesco ad addormentarmi.
I miei sogni durano troppo poco. La sveglia suona incessantemente e segna che sono le sette. Il sole è alto nel cielo ed è il giorno della Mietitura, niente potrà cambiare questo. Mi alzo a fatica e vado in cucina trovando tutta la mia famiglia già sveglia, Seth ha gli occhi rossi e colmi di lacrime, non sembra aver dormito molto. Sono ancora troppo addormentato per cominciare a preoccuparmi per lui, inoltre sono già abbastanza in ansia ed ho bisogno del mio tempo per convincermi che non sarò chiamato. Mia madre mi prepara una cioccolata calda e alcuni biscotti, bevo e mangio in fretta e corro a lavarmi, non voglio che si cominci a parlare degli Hunger Games.
Mi infilo nella doccia e posso riprendermi, lavo ogni singolo centimetro di pelle perché dobbiamo essere perfetti alla Mietitura, lavo i capelli più volte perché sono perso nei miei pensieri, finalmente esco dalla doccia e mi preparo. Mio fratello entra subito dopo di me in bagno e io corro in camera. Sono le otto passate quando ci troviamo tutti e quattro pronti per andare al Palazzo di Giustizia; mio padre indossa una giacca e un bel pantalone, mia madre ha un vestito color pesca. Mio fratello ha una camicia color lillà e un pantalone nero e largo. Io indosso una camicia morbida a mezza manica sul turchese e un pantalone stretto ma elastico dello stesso colore del carbone. Siamo pronti, usciamo di casa e andiamo in piazza.
Siamo moltissimi, divisi in due metà, da un lato ci sono i ragazzi e dall'altro le ragazze; attorno a noi ci sono i Pacificatori in modo da impedire un'eventuale fuga, oltre di loro si fermano i nostri genitori. Io e Seth ci mescoliamo tra i ragazzi. Vedo moltissimi visi conosciuti e ci scambiamo tutti dei cenni, finalmente dopo un po' troviamo Ryan che è nel mezzo del gruppo, lo affianchiamo. Sento che la mano di mio fratello trema, non lascerebbe la mia mano neanche se l'amputassero. Osservo la zona e vedo che la piazza non è molto cambiata dal giorno prima, è solo più ordinata, il grande schermo è pronto a trasmettere il video di preparazione di Capitol City. In quel momento le Mietiture staranno cominciando pure negli altri Distretti, le trasmetteranno nel pomeriggio e poi alla sera. È stato allestito il palco oltre i Pacificatori; ci sono un paio di sedie e il sindaco del Distretto 5 è già seduto insieme a Norman Vonshuttle, il Mentore è chiaramente alto ed ha un petto abbastanza muscoloso per la sua età, ha dei capelli rossi somiglianti ad una fiamma e occhi scuri e tenebrosi. Ha l'aria addolorata. Siamo tutti in silenzio quando dal Palazzo di Giustizia esce un uomo, si tratta di Raymond Stregor, ancora una volta sarà l'accompagnatore del nostro distretto; è grassoccio, pelato ed ha gli occhi grigi e spenti, tuttavia ha l'aria di chi fa il compleanno in quel giorno. Sarà probabilmente sulla quarantina di anni. Si avvicina a fatica al microfono e comincia a parlare.
« Felici Hunger Games! E possa la fortuna sempre essere a vostro favore! » dice sorridente. Cosa diavolo ha da ridere!? È di Capitol City, ovviamente non capisce come ci sentiamo! « Prima di cominciare l'estrazione, Capitol City ha come al solito un bel video per voi! » dice. Si fa di lato e al suo posto compare un gruppo di ragazzini di otto anni, canteranno l'inno.
Il video parte e loro cominciano a cantare, da un lato l'inno di Panem mi fa salire i brividi, parla della Cornucopia e di noi Tributi; sembra una sorta di incitamento, ma noi tutti sappiamo che è l'inizio della nostra fine. Dentro di me canticchio l'inno mentre alcuni lo cantano a voce alta com'è imposto; il video inizia con il sigillo di Capitol City, una voce maschile poi comincia con il ricordarci i Giorni Bui, come Capitol City e Panem tornarono alla luce, poi parla dei Giorni della Rivolta e quanto altro dolore provocarono; termina infine dicendo che tutti noi siamo imparentati con la vecchia gente di Capitol City e quindi anche noi dobbiamo soffrire. Vi è un assolo finale di un ragazzino e poi il video termina facendo scattare l'applauso dei Pacificatori e di Raymond Stregor. L'uomo caccia via i ragazzini, sembra felice di ciò che accadrà ora. Due Pacificatori prendono una gigantesca ampolla piena di bigliettini con i nostri nomi. Stregor ci fissa tutti e poi parla.
« Bene! Cominciamo con il primo Tributo il cui nome è... » si avvicina all'ampolla gigante ed infila il braccio tozzo fino alla fine. Sembra che stia cercando il Tributo.
Comincia la mia agonia. Il primo Tributo. Chi verrà chiamato non avrà possibilità di scampo, dentro di me prego con tutta l'anima perché non tocchi a Ryan e a Seth, se dovessimo finire tutti e tre nell'Arena? C'è posto solo per due! Chiudo gli occhi ma l'ansia è troppa, mi viene da vomitare e li riapro di scatto per vedere che Raymond Stregor ha preso il biglietto e lo ha portato davanti ai suoi occhi. È sorridente.
« È un maschio! » dice lui trionfante. Adesso sono io a stringere la mano di mio fratello, è l'unico sostegno che ho in questo momento. Raymond prende un profondo respiro ed urla il nome con tranquillità. « Marvin Seakin! »
Non posso che esserne felice. Non è nessuno di noi tre. Si tratta di Marvin della mia classe; lo vediamo muoversi e salire sul palco, sembra un colosso visto da lontano, è fiero di sé! Ha un ghigno sul viso ed è soddisfatto della sua chiamata. È malvagio e spero proprio che non sia lui a vincere. Ci odiamo troppo. Raymond lo fa stare in piedi alla sua destra. A quel punto si avvicina di nuovo all'ampolla gigante.
Torno a perdermi nei miei pensieri. Altri due posti. Se due di noi fossero chiamati potrebbero uscirne vincitori sul podio. Poi però mi sorge un dubbio. Ciò però accade solo se riescono a vincere e ad uccidere gli altri Tributi! Quante possibilità avrebbe mio fratello di finire sul podio? Non devo pensarci ancora. Ha una sola nomina. Non uscirà mai! Raymond prende il secondo bigliettino e lo mette davanti ai suoi occhi. È di nuovo sorridente. Prende fiato a urla il secondo nome.
« James Darson! » posa il biglietto su un piatto e vedo dei movimenti.
Darson. Proprio pochi giorni fa i miei genitori ne parlavano, dicevano che era un bravo ragazzo che lavora. Vedo chi è il secondo Tributo del Distretto mentre sta salendo gli scalini per il palco, si mette alla sinistra di Marvin e resta fermo. È alto più di me, forse uno e novanta, ha l'aria di avere anche lui diciassette anni come me, è un bel ragazzo senza dubbio; ha le braccia muscolose, spalle larghe e sembra avere muscoli sviluppati anche nel petto e nell'addome. Ha i capelli corti e neri, ciò che colpisce di più sono gli occhi verdi che somigliano a due smeraldi. Improvvisamente ho un ricordo di lui. Non un ricordo di scuola.
Ero a mare un giorno, qualche anno fa probabilmente, forse ero fidanzato da poco con Ryan. Quel giorno il sole era caldo e la temperatura alta, stavo tranquillamente immerso in acqua a fissare il cielo, era una sensazione piacevole e i miei pensieri si perdevano per la mancata nomina alla Mietitura. Sentii poi dei passi nella spiaggia. Riemersi in superficie e osservai il ragazzo. Si era fermato a pochi passi dall'acqua e mi fissava totalmente pietrificato. Mantenni il contatto visivo e lui non distolse lo sguardo, ricordo che provai imbarazzo vista la sua bellezza. Ad un tratto i nostri occhi sciolsero il contatto e lui tornò indietro scomparendo alla mia vista.
È Ryan a riportarmi alla realtà, forse si è accorto che guardo con insistenza quel James, noto che il ragazzo ricambia il mio sguardo, posso leggere la paura in lui e lo sconforto. Lui non voleva essere chiamato ovviamente! Ritorno definitivamente alla realtà quando la manona dell'accompagnatore torna nell'ampolla. Sento il fiato mozzato per l'agitazione: manca l'ultimo nome, l'ultima possibilità per finire negli Hunger Games; Raymond Stregor prende il bigliettino contenente l'ultimo partecipante del nostro Distretto. Lo dischiude e lo posa davanti ai suoi occhi, prende fiato e legge il nome.
« Darin Sodren! » urla con tranquillità.
È il mio nome! Forse l'ho sentito solo perché ho paura di essere realmente chiamato. Mi guardo intorno e vedo che tutti i ragazzi si sono voltati e mi guardano con sguardo addolorato. Allora è tutto vero! Ormai sono un tributo per gli Hunger Games! Sento un nodo alla gola, prendo una boccata d'aria per non scoppiare in lacrime sul momento, m'incammino verso il palco, verso il mio destino, verso la mia fine! Alle mie spalle sento le urla di Seth che è scoppiato in lacrime, sono sicuro che Ryan lo terrà buono fino a che non potremo parlare nel Palazzo di Giustizia, l'ultima volta probabilmente. Credo proprio che la mia vita sia finita! I Pacificatori mi fanno passare e salgo gli scalini del palco. Sento che non riuscirò a lungo a trattenere le lacrime, ho gli occhi pesanti e bagnati. Passo davanti a Marvin e James, entrambi mi fissano ma non dicono niente; Raymond mi tende la mano e mi affianca a James.
« Signore e signori, ecco a voi i Tributi del Distretto 5, un trio di ragazzi. Felici Hunger Games! E possa la fortuna sempre essere a vostro favore! »
La base musicale dell'inno parte ancora una volta e il gruppo di ragazzini riprende a cantare. Non riesco più a trattenermi. Le lacrime cominciano a solcarmi il viso, mi mordo le labbra cercando di non emettere suoni, ma sono sicuro che i miei singhiozzi si sentono perché i due ragazzi si girano verso di me. Il mio sguardo è perso in mezzo alla folla, non fisso nessuno in particolare, non voglio cercare Ryan o Seth perché mi piegherei in due e piangerei come un bambino. L'inno termina e il silenzio torna in piazza e i Pacificatori ci scortano dentro il Palazzo di Giustizia. Non abbiamo tempo per parlare tra di noi; attraversiamo le arcate e ci mettono in tre stanze separate. È una stanza vuota la mia, non c'è neanche un mobile, mi avvicino alla finestra e scoppio in lacrime, non m'importa se i Pacificatori e gli altri due mi sentono, possono anche essere loro i vincitori. Io non riuscirò mai a tornare a casa.
Rimango in lacrime per quelle che mi sembrano ore ma credo che siano passati solo pochi minuti, accanto a me dovrebbe esserci James: ho sentito i suoi genitori entrare e dirgli addio, nel mezzo credo di aver sentito anche la voce di una ragazzina, ma ora non sento altre voci. Sento solo alcuni suoi singhiozzi. Forse non vuole piangere ma è scosso certamente. Dopo un po' finalmente ho la mia prima visita: si tratta della mia famiglia.
Mia madre è totalmente sconvolta in viso, credo che sia rimasta scioccata dal fatto che uno dei suoi figli sia stato chiamato, mio padre è bianco in volto e non dice una parola. Mio fratello invece è entrato piangendo e si è buttato addosso a me, lo stringo tra le mie braccia per quanto possibile sia, riprendo anch'io a piangere ma meno di prima, ho esaurito le lacrime.
« Darin ti prego non andare! » mio fratello mi supplica. Ma io non ho voce in capitolo.
« Ascolta: mamma e papà non ti faranno mai mancare niente, vivi la tua vita come meglio credi; il tuo nome non uscirà mai nelle prossime Mietiture, il mio è stato solo un caso sfortunato » ma mio fratello non mi ascolta. Le sue lacrime coprono la mia voce.
« Perché parli così? » riesce a dire tra le lacrime. « Parli come se già fossi morto! » lo sono. Gli Hunger Games non sono neanche iniziati e sono morto.
« Io... » io cosa? Cosa posso dirgli per farlo stare bene? « Tornerò te lo prometto! Ma tu devi fare come ti ho detto va bene? » scuote la testa. Non sono bravo a mentirgli.
« Avevi detto che sarebbe andato tutto bene! » non ricordo di avergli detto quelle parole.
« Ho detto che il tuo nome non sarebbe uscito e così è stato! » mi difendo. È come se fossimo in un tribunale, devo discolparmi in qualche modo.
« Ma non è giusto che ci vada tu! » dice. Scuoto la testa e cerco di portarlo su un altro argomento.
« Ryan ti terrà d'occhio. Ricordati di Zio Ryan e promettimi che farai attenzione! »
« Solo se tu mi prometti che tornerai! » fortunatamente è mia madre a metter fine a quel battibecco.
« Non abbiamo molto tempo Seth! Dobbiamo sbrigarci! » è vero. Avranno pochi minuti a disposizione. Abbraccio mia madre più forte che posso e sento di aver trovato la forza. « Ti voglio bene Darin! » dice lei.
« Anch'io te ne voglio mamma! »
« Puoi farcela e lo sai! Sei forte, affronti i bulli ogni giorni e te la cavi benissimo... » ormai anche mia madre comincia a piangere. « Ho sempre saputo di te e vado fiera di quello che sei! » termina. Non so che altro dire. Sento che potrei ritornare in lacrime e non va bene.
Mio padre mi abbraccia pure, un tempo da bambino mi sentivo protetto quando mi abbracciava, per un paio di anni non era più stato così, ma adesso potevo sentire di nuovo quella sensazione piacevole. Lui però non può salvarmi dagli Hunger Games. « Ti voglio bene figliolo! Anch'io sono fiero di ciò che sei e scusa se ti ho fatto pensare diversamente. Non potrei essere più orgoglioso di così! » dice. Lui ha un nodo alla gola ma fa il forte e non piange.
« Addio papà! » dico. Lui non riesce più a parlare. Trova però la forza di farlo.
« Mi mancherai moltissimo! » anche lui mi ha dato per morto. Ormai sono condannato. Ho vissuto una bella vita in fondo. Un Pacificatore entra nella stanza l'attimo seguente.
« Tempo scaduto! » dice severo. Porta via i miei genitori e trascina via Seth che continua a piangere. Dice che non gli ho promesso che tornerò. Continua a ripeterlo. Io ho un nodo alla gola.
« Addio! » gli dico. L'attimo dopo la porta si chiude e sento le grida di mio fratello che si allontanano. Non lo vedrò mai più. Volto le spalle alla porta e si riapre.
Vedere Ryan mi fa crollare sulle ginocchia, tocco il pavimento freddo e sento le sue mani stringersi attorno a me, le sue labbra si appropriano delle mie, forse per l'ultima volta. Mi scosta i capelli dal viso e mi fissa negli occhi: sono lucidi. Anche lui mi dirà addio.
« Ti amo! » gli dico prima che possa parlare.
« Non parlare con me come se fossi spacciato! » dice trattenendo i singhiozzi. « Tu puoi farcela. Ricordati di noi e ti verrà la forza per vincere! »
« Non ho mai ucciso un animale, figuriamoci una persona! » gli dico io.
« Dovrai uccidere! » ribatte lui. « Nell'Arena non potrai fare altro, pensa a sopravvivere, fabbricati un'arma se non riesci a prenderla dalla Cornucopia. Sei veloce e sai trovarti un riparo! Hai capito? Tu vincerai! » le sue parole entrano in un orecchio ed escono dall'altro. Sono morto ancor prima di entrare nell'Arena.
L'unica cosa che mi resta da fare è assicurarmi che lui pensi che io riuscirò in tutto. « Proverò a vincere! »
« Non mi basta! Dimmi che vincerai, dimmi che tornerai da me! »
« Riuscirò a vincere! Te lo prometto! » non ci credo io nelle mie parole e dovrebbe crederci lui? Fa però finta di credermi.
« Ti amo! » dice baciandomi con forza. Lascio che i nostri baci s'intensifichino. Mi godo gli ultimi della mia vita.
« Tempo scaduto! » dice il Pacificatore portando via Ryan: lo vedo allontanarsi dalla mia vista e sparire oltre la porta.
Resto in silenzio con me stesso. Nella mia solitudine. Aspetto poco più di dieci minuti quando la porta si apre ancora; non aspetto più nessuno e non so chi potrebbe essere. Il volto di un Pacificatore mi appare di fronte. Il tempo per gli addii è finito credo. Adesso dobbiamo andare a Capitol City. Mi portano via dalla stanza e non vedo traccia di Marvin e James. Sono intontito perché sto ufficialmente andando a morire. Vengo scortato nell'atrio del Palazzo di Giustizia e la porta principale resta chiusa.
Attorno a me ci sono un paio di Pacificatori che probabilmente sono messi qui per evitare che uno di noi scappi. Marvin sta messo distante e mi fissa con disgusto. È un colosso e comincio già a pensare a un metodo per fuggire da lui. Con la sua forza sarebbe capace di spazzarmi le gambe e uccidermi. Meglio stare lontano da lui!
James è più vicino a me, è accanto ad una scrivania ed è appoggiato alla colonna. Mi fissa con sguardo incuriosito. Anche lui è muscoloso, non così esageratamente come Marvin, ha un bel fisico e riconosco che è attraente. Se Ryan fosse con me mi ucciderebbe... già! Ryan. Ormai non posso pensare a lui. Faccio pochi passi e sento i loro sguardi puntati su di me! Cercano forse un metodo per eliminarmi? Mi siedo sul pavimento di marmo e appoggio la schiena alla scrivania; mi metto a pensare: non ho speranze di vincere, il mio unico obiettivo sarà però restare vivo quanto più a lungo possibile e provare a tornare vivo! 

 

 

Buonasera a tutti ^^ ecco a voi finalmente i Tributi del Distretto 5 di questa nuova Edizione della Memoria. Spero che vi abbia appassionato come il primo (e anche di più) e che siate pronti a cominciare il viaggio verso Capitol City con il nostro Darin. A presto con il Terzo Capitolo. Baci baci :)!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Journey to the Capitol ***


La porta del Palazzo di Giustizia si apre improvvisamente e la luce esterna viene contro noi Tributi. Raymond Stregor avanza verso di noi tutto felice; provo odio per lui, per Capitol City, per il destino che mi si sta presentando. Ai miei occhi appare come un'enorme palla di grasso che rotola verso di noi. I Pacificatori chiudono le porte dietro di lui e torniamo nell'ombra. Né James né Marvin si muovono dai loro posti e i loro sguardi si spostano verso il nuovo arrivato.
« Che ragazzoni in forma! » dice Raymond fermandosi a pochi passi da noi. Ci sta scrutando uno per uno a partire da James: ovviamente lui ha un bel fisico e non ne trovi difetti, non sembra neanche essere denutrito o roba simile. Su di me indugia più tempo; forse i suoi pensieri vanno alla scarsità dei miei muscoli e quindi alla poca forza. Sposta lo sguardo su Marvin e sembra più che soddisfatto. « Magari uno dei due vincitori di quest'edizione potrebbe essere uno di voi... » in quel “voi” non ci sono io.
« Qual è il programma? » chiede Marvin avvicinandosi, ha la voce pensante e grave. Si sposta dal suo posto e si avvicina a Raymond.
« Essendo il vostro accompagnatore ho il compito di prepararvi alla galanteria di eventi mondani come potrebbe essere l'Intervista! Direi di cominciare con te! » risponde Raymond rivolto verso di lui. Ricordo che da un paio di anni i Tributi stanno pochi minuti al Palazzo di Giustizia, forse è questo ciò che accade. Lezioni di galanteria e di garbo!
« Cosa dovrei fare? » chiede scontroso Marvin, incrocia le braccia con una smorfia di noia in viso. Vuole cominciare ad uccidere è chiaro.
« Moderare i toni per cominciare! » risponde secco Raymond. « Dovete presentarvi con garbo alle telecamere e agli sponsor. Se vi vedranno sgarbati potrebbero non mandarvi doni quando sarete nell'Arena! »
Non mi sento in vena di parlare. Sono ancora sotto shock. Al mio posto è James ha parlare. Ha un voce delicata e calda, sembra trattenere la paura.
« A cosa ci serve un accompagnatore? Voglio dire... potrebbero semplicemente portarci i Pacificatori alla stazione e scortarci per tutta Capitol City! » Raymond fulmina James con i suoi occhi grigi e spenti che in un secondo prendono fuoco.
« Tu non sei educato! » dice carico di veleno nella voce. « Ad ogni modo... » riprende a parlare con Marvin. Vedo James che lo guarda carico di rabbia e trovo la cosa quasi divertente.
Riesco a farmi scappare persino un sorriso, James volge il suo sguardo su di me e non sembra essere arrabbiato, smetto però di sorridere e decido che stare seduto e immobile non mi fa bene. Mi alzo a fatica e sento la testa girarmi. Sento che sto quasi per cadere, forse perché in parte il caldo mi soffoca; prima che io mi muova mi appoggio alla scrivania e quasi mi ci siedo di botto. La testa mi gira e sento ancora più caldo. James si avvicina con fare gentile.
« Tutto bene? Non mi sembri molto in forma... sembri un fantasma! » credo che il suo sia un semplice modo per fare conversazione e per non farmi pensare agli Hunger Games. Non ottiene l'effetto che spera. Sono più irritato che mai!
« Tranquillo sto benissimo! » devo dimostrarmi forte agli altri due. Potrebbero anche fare i gentili e poi essere i primi a darmi la caccia nell'Arena.
« Mi chiamo James! » dice tendendomi la mano. Che gioco sta facendo?
« L'ho sentito come ti chiami! » gli rispondo acidamente. Lui non sembra demordere. Lascia la sua mano sospesa tra noi due. Alla nostra conversazione si aggiunge Raymond.
« Così non ci siamo ragazzo! James si è presentato educatamente tendendo la mano e tu devi fare lo stesso. Mettiamo il caso che qualche sponsor ti si presenti, non puoi certo comportarti così! Inoltre... » i suoi discorsi mi infastidiscono! È come una mosca grassa e gigantesca. Taglio corto e prendo la mano del ragazzo.
« Il piacere è tutto mio, mi chiamo Darin! » accenno pure un inchino e James mi stringe la mano. Non posso negare che riesce ad infondermi uno strano senso di sicurezza.
« Molto meglio devo dire, magari però... un po' meno... gay ecco! » mi corregge ancora Raymond. Un campanello d'allarme risuona in me: essendo di Capitol City non sa di me ovviamente. Marvin però non si lascia sfuggire l'occasione di una risata. Sembra divertito dal mio imbarazzo.
« Io lo sono! » gli dico tornando acido. Mi accorgo di aver stretto troppo forte la mano di James e la lascio come se fosse rovente. « Scusa non volevo stringerla... »
« Tranquillo sto benissimo! » dice ridendo. Ha usato la mia stessa frase e sembra divertito dal mio imbarazzo. Questo James mi darà problemi è certo! Mi irrita troppo!
« Ehm... be' magari può essere utile questo fatto... non ne capitano molti di così spontanei a Capitol City. Sai ci sono molti sponsor... come te... insomma... » Raymond è chiaramente imbarazzato, ciò non fa altro che aumentare il mio odio per lui.
« Cosa?? » Marvin si intromette con fare disgustato. Raymond lo fissa con superiorità e riprende a parlare.
« Numero uno: non si interrompe mai qualcuno che sta parlando con qualcun altro o che non ha ancora finito! Numero due: questo può essere un vantaggio per tutti voi ragazzi. Saranno più tentati di darvi aiuto se gli state simpatici! »
« Io non ho bisogno del loro aiuto! » dice Marvin voltandoci le spalle e allontanandosi. Raymond lo segue per correggerlo e io torno in me. Accanto ho ancora James che sembra divertito dalla scena.
« Tu ridi mai? » mi chiede. Ridere? Forse non si è reso conto di cosa sta succedendo. Lo fisso con incredulità. Ancora mi rivolge la parola dopo aver avuto la conferma della mia natura? Sono sicuro che lo sa già e quindi gli è servito da conferma. Un ragazzo col cervello qui al Distretto 5? Bello e intelligente? Possibile?
« Ehm... sì rido! Ma forse non ti sei reso conto che stiamo per essere mandati nell'Arena! » magari se glielo ricordo si leverà quel sorriso fastidioso dalla faccia. Lui continua a mantenere il sorriso, è più spento di prima però.
« Già... ma essere tristi, arrabbiati e sgarbati come fai tu non ti salverà da lì, no? » è strano come lui sia riuscito a farmi del male con le sole parole. Forse sono stato un po' troppo sgarbato.
« Scusami allora... » che danno può fare aprirsi con lui? Sto già andando a morire, peggio di così che può capitare? « Non è un problema per te la mia omosessualità? » gli chiedo gironzolando per il Palazzo di Giustizia. Restiamo sempre nell'atrio in modo che i Pacificatori possano controllarci costantemente. James resta al mio fianco e mi sovrasta con la sua altezza.
« No figurati... » non sembra in imbarazzo e pare dire il vero. Potrebbe essere davvero simpatico come dicono i miei genitori.
« Mio padre dice di averti incontrato qualche giorno fa dal ferramenta. Dice che lavori... perché? » gli chiedo senza troppi problemi. Guardo in avanti e mi rendo conto che la paura è svanita. Sento un po' di leggerezza.
« Ecco... la mia famiglia non è molto ricca, anzi, non lo siamo per niente. Mio padre lavora quasi tutte le ore del giorno come impiegato alla centrale elettrica sul mare. Non guadagna molto » credo di aver toccato un argomento delicato e non è mio affare.
« Non avrei dovuto chiedertelo! »
« Non ti preoccupare. Quante tessere hai? » chiede. È chiaro che se lui lavora e suo padre non guadagna molto, avrà molte più tessere rispetto a me.
« Sei. Tu? » lo dico tremolante perché temo la sua risposta.
« Io le avevo a tredici anni! » dice ridendo. « Ventiquattro! » sento il pavimento mancare sotto i miei piedi. È un ragazzo buono e dolce, un grande lavoratore probabilmente, rischia la vita per la sua famiglia e questo è ciò che gli deve capitare!
Ancora una volta sento lo stomaco rivoltarsi e mi piego in due. James si china su di me, sembra tranquillo. Come se aspettasse una qualche mia risposta.
« È orribile! » riesco a dire con voce tremante. Lui mi tiene per la braccia e mi tira su. Non sento neanche dolore, ha una presa delicata.
« Non così orribile se ci pensi... per i miei genitori e per la mia sorellina sarei pronto a tutto! » dice serio. Anch'io sento di essere così. Ero pronto a sacrificare me stesso per Seth no? Pensare al mio fratellino mi fa stare male. Meglio lasciar perdere.
« Hai una sorellina? » gli chiedo stupidamente. Finalmente la sua stretta diventa debole e mi reggo in piedi. Sono davanti a lui e sento uno strano senso di imbarazzo.
« Ha solo otto anni » dice pensando con un dolce sorriso alla sorellina. « Si chiama Mary. Raccolgo tessere anche per lei, non voglio che anche lei faccia lo stesso. Voglio che il suo nome non compaia quanto il mio... » i suoi occhi verdi s'inumidiscono. « Certo forse dopo quest'anno si troveranno senza le mie tessere e i miei sforzi » anche lui è rassegnato come me. Non siamo poi tanto diversi.
« Anch'io ho un fratellino! » gli dico lasciandolo dietro di me e riprendendo a camminare.
« Tutti nel Distretto conoscono te e la tua famiglia » dice con un sorriso. « Più te. Sei come una star nel Distretto... »
« Immagino il perché! » sicuramente per me e Ryan. Ryan... pensare a lui è come riaprire una voragine nel mio cuore. Non rivedrò più il ragazzo che amo.
« Sei realmente fidanzato con Tersdan? » ha usato il cognome di Ryan. Ci stiamo avvicinando a Raymond che sembra aver annoiato a morte Marvin. Magari è una nuova tecnica di Capitol City farci a pezzi moralmente.
« Sì... stiamo insieme da tre anni »
« E vuoi tornare da lui? » chiede con naturalezza. Non posso rispondere visto che la porta del Palazzo di Giustizia si apre improvvisamente e si avvicina un Pacificatore con divisa nera. È colui che deve scortarci alla stazione. Raymond è emozionato e ci spinge tutti e tre fuori alla luce del sole. Fa caldo e ci sono alcuni uomini che stanno smontando gli schermi e gli altri macchinari, nessuno sembra notare la nostra presenza e la piazza è completamente vuota oltre i lavoratori. I familiari di coloro che non sono stati chiamati staranno festeggiando. Le nostre tre famiglie invece staranno piangendo la nostra scomparsa. Una grande limousine si trova davanti al palco. Scendiamo gli scalini ed entriamo nell'automobile. C'è un piccolo tavolino e sei posti attorno ad esso. Io mi siedo al centro tra i due ragazzi mentre Raymond si trova dall'altro lato. Comincia a parlare di quanto sia bella Capitol City, di ciò che ci aspetta sul treno, del lusso a cui prenderemo parte. I suoi primi discorsi sugli Hunger Games riguardano la Sfilata dei Tributi. Comincia a parlare dei nostri tre stilisti e tutti noi perdiamo il filo del discorso. Non ci importa niente di quel che dice!
La stazione è grande e non troviamo nessun civile eccetto i Pacificatori. Stanno sorvegliando un grande e lungo treno argentato pieno di stemmi di Capitol City: sono dipinti di rosso in modo da spiccare come se bruciassero. C'è una lunga fila di finestre e la maggior parte di esse hanno i vetri oscurati: nessuno può vedere l'interno ma chi sta dentro vede cosa sta fuori. Il primo a salire sul treno e Raymond che ci tende un braccio come ad indicarci la direzione. Marvin è il primo di noi a salire e non bada e fermarsi sulla soglia per vedere l'interno, entra come se conoscesse la strada. James si fa avanti e sale i primi scalini, si gira e mi tende con dolcezza la mano. Ignoro quel gesto di gentilezza perché sento il fiato mancarmi, sono in trappola ormai.
James si volta in avanti e prosegue con incertezza dentro il vagone. Sono praticamente dietro di lui quando la porta si chiude e non abbiamo più via di scampo. Raymond supera tutti noi e si avvicina ad un telefono nella parete. Clicca un pulsante con scritto “sala controllo” e parla.
« Siamo tutti dentro. Possiamo partire! » parla come se stesse andando al lunapark, ma per noi non è affatto così! Sono arrabbiato e ho voglia di picchiarlo. Sento infine le ruote del treno muoversi e prendere velocità. A poco a poco la stazione scompare e così fanno le case del Distretto 5; rimaniamo in silenzio e il treno va alla sua massima velocità quando ci lasciamo dietro il distretto. Il nostro viaggio comincia ora.
« Mettetevi comodi! » ci dice Raymond. Credo voglia che ci sediamo sui divanetti e sulle poltrone in questo vagone. « Vado a cercare Norman Vonshuttle... » continua. Il nostro mentore. Si avvicina alla porta del vagone e scompare oltre.
Il vagone è lungo e dalle pareti argentate, i divanetti e le poltrone sono di un rosso simile al sangue, ci sono alcuni mobili di quello che sembra essere mogano. Dei bei lampadari illuminano la stanza debolmente visto che è ancora giorno. È tutto molto lussuoso, mi ricorda alcuni uffici bancari o al Palazzo di Giustizia.
Vedo Marvin che si siede il più lontano possibile da me, si stira per intero su un divano e mette i piedi con le scarpe sui cuscini. È un idiota! James invece si mette su una poltrona accanto a due divani piccoli. Mi siedo su quello più lontano dal ragazzo e rimango assorto nei miei pensieri. Da cosa cominciare? Devo chiedergli qualcosa in particolare? Norman come potrà farmi vincere? O farmi resistere? Ciò che Ryan considerava buone capacità a me non convincono, ho paura di morire nella corsa verso la Cornucopia. Il nostro mentore entra nel vagone e si chiude la porta dietro le spalle. I suoi occhi scuri ci scrutano uno per uno come se riuscisse a vedere un vincitore tra noi, probabilmente non si fermerà a lungo su di me. Dopo pochi attimi si avvicina a noi e si siede sul divano tra me e James. Tutti e tre pendiamo dalle sue labbra come se da ciò che sta per dire dipendesse la nostra vittoria.
« Ciao ragazzi! » si limita a dire con il viso chino. Ciao? Ci sta salutando? Voglio consigli non saluti!
« Cosa dobbiamo fare? » dice Marvin ignorando come me i saluti dell'uomo.
« Quanta fretta... » fissa l'orologio che ha sul polso. « Tra due giorni saremo a Capitol City... in questo lasso di tempo devo infondervi tutto ciò che conosco sull'Arena »
« Sarebbe a dire? Come si caccia? Come si sopravvive? » Marvin sembra eccitato da tutto questo. Forse vuole vendicare il fratello morto.
« Consiglio numero uno: frena la lingua! » dice Norman seccato. Marvin si pietrifica e io cerco di resistere dal ridere. James mi fissa divertito e mi concentro su Norman per non scoppiare. « Da un punto di vista di osservazione: cosa capite dall'inizio degli Hunger Games? Perché dopo il minuto di tempo tutti corrono o non si tuffano subito sulle armi? » è una domanda.
Ho assistito ad alcune edizioni, ogni anno i Tributi aspettavano un intero minuto sulle loro pedane, una volta che il tempo scade corrono verso la Cornucopia o dal lato opposto. Perché aspettare? Cerco qualcosa nella mia mente quando compare un ricordo. Avevo sei anni, stavo osservando alla televisione il primo giorno degli Hunger Games, un Tributo del Distretto 8 aveva abbandonato la postazione appena era partito il tempo; ricordo solo che esplose in pezzi appena mise il piede a terra. Mine antiuomo!
« Ci sono delle bombe attorno alle pedane! » rispondo. « Al termine del minuto vengono disattivate? » chiedo con insicurezza. Norman mi fissa sconvolto, non si aspettava che rispondessi correttamente.
« Esatto, complimenti. Quest'anno abbiamo qualcuno con il cervello! » mi sento lusingato da quel complimento. « Già... mine! Non toccate il pavimento neanche con una pietra piccola. Alla minima variazione di peso si attivano e voi saltate in aria! » i consigli sono appena cominciati.
« Va bene! Poi? » chiede Marvin affamato di informazioni. « Corriamo verso la Cornucopia? » Norman scuote la testa.
« Ci sono due strategie che si basano sulla vostra velocità e agilità: la prima è di correre verso la Cornucopia e cercare di prendere quanti più zaini possibili, i più vicini a voi conterranno oggetti non molto utili ma tutto vi sarà d'aiuto. Ora: tutti i Tributi sono disposti a cerchio attorno alla Cornucopia, essa sta quindi al centro e figuratevela come una zona rossa piena di cibo, acqua e armi. Attorno alla zona rossa ci sono cinque anelli, poi a distanza di qualche metro ci siete voi. Ogni anello contiene qualcosa di utile in base alla sua posizione... nel primo anello ci staranno zaini con armi, acqua, tende e altro. Nel secondo invece posizionano armi e tende. Dal terzo in poi dite addio alle armi, ci sono acqua e tende. Nel quarto anello troverete tende ed oggetti che illuminano o che vi aiutano. Nel quinto anello troverete zaini piccoli dal contenuto ignoto. Può esserci un'arma o acqua o cibo... »
« Perciò cosa facciamo? Prendiamo uno zaino del quinto anello? » chiede James.
« Darin tu cosa faresti? » mi chiede Norman. Io? Che cosa farei? Sono abbastanza veloce. Potrei forse arrivare al primo anello tanto per prendere un'arma... ma non sono sicuro che sia la scelta più giusta.
« Ecco... » non so cosa rispondere e lui mi precede.
« La seconda strategia è quella di ignorare tutto ciò che è intorno alla Cornucopia e fuggire dal lato opposto. Ciò è molto utile in quanto vi assicura la vita e almeno non morirete nel bagno di sangue della Cornucopia, ma una volta che sarete fuggiti dovrete aiutarvi con la natura, in quel caso vi consiglio di trovare una fonte d'acqua pura. Potrete tornare in seguito alla Cornucopia, magari quando le acque si saranno calmate! » termina Norman. La lezione è già finita? Immagazzino tutto ciò che mi ha detto nella mente e cerco di fare spazio a nuove informazioni.
« Come funzionano gli sponsor? » chiede James. « Non credo dobbiamo mostrarci solo educati e simpatici come ci ha detto Raymond »
« Esatto! Io sono quello che, una volta che sarete nell'Arena, vi salverà e cercherà di convincere gli sponsor a mandarvi doni! Acqua, armi, cibo, medicine. Tutto ciò che vi aiuta lo mandano da Capitol City! » prende un respiro e continua. « Voi potete solo mostrarvi simpatici, non potete fare altro. Dovete però aiutarmi a convincerli che su di voi possono scommettere, dovete agire con astuzia ed essere convinti della vostra vittoria... » questo non va di certo a mio favore. Pazienza! Non avrò sponsor. Mi sono quasi rassegnato al mio destino, basta resistere quanto più a lungo possibile.
« Altri consigli? » gli chiedo. Voglio cambiare argomento. Quello degli sponsor non mi servirà d'aiuto. Norman mi guarda soddisfatto del garbo con cui l'ho chiesto.
« Per oggi credo sia meglio finire qui! Domani parleremo delle vostre abilità e capacità. Se mi verrà in mente qualcosa più tardi ne parleremo! » si alza accennando ad un saluto e scompare oltre la porta del vagone.
« Credo dovremmo seguirlo... » provo a dire. James pare essere d'accordo con me. Marvin mi guarda con disgusto. Mi alzo lasciandomi il vagone alle spalle e seguo Norman nel secondo vagone.
Si tratta di una gigantesca sala da pranzo, sembrano esserci numerosi scaffali dal quale prendere cibo, biscotti, dolci vari e altra roba zuccherosa. Raymond è occupato a leggere il giornale su una poltrona che riempie totalmente con il suo grasso. Mi fa cenno di un saluto e ricambio. Mi avvicino al tavolo in cui Norman sta organizzando la sua colazione: una cioccolata calda e un croissant ripieno di crema. Mi fa cenno di sedermi e seguo il suo ordine. Prende un'altra cioccolata calda e un vassoio pieno di biscotti con marmellata e cioccolato e mi passa tutto su un piatto d'argento. Comincia a mangiare e bere e quando inghiotte parla.
« Prendi anche questo consiglio: mangia quanto più puoi, anche fino a scoppiare, fino a che non hai la nausea. Non preoccuparti di ingrassare anche trenta chili come il nostro Raymond! » dice con un cenno all'uomo. Stregor lo fissa come se fissasse uno scarafaggio.
« I miei sono problemi di tiroide! » gli risponde acido. Non riesco a trattenermi. Scoppio a ridere e non riesco a fermarmi, Norman è davvero simpatico, sento che mi mancherà quando sarò nell'Arena.
« Sta' zitto grassone! » gli urla Norman ispirato dalle mie risate. « Tralasciando gli scherzi: quando sarai nell'Arena l'unico cibo sicuro che avrai sarà il grasso corporeo. Il tuo corpo consumerà quello in fretta. Prendi chili e molti! »
« Sento di avere la nausea... » dico facendo una smorfia. Comincio ad ingozzarmi di biscotti contro ciò che il mio corpo mi dice. Mi obbligo a mangiare a fatica.
« Sai... forse tu hai qualche chance di vincere rispetto a quei due! » dice Norman. Rimango paralizzato. Per lui posso farcela?
« In che senso? » chiedo ingenuamente. Lui mi fissa con i suoi occhi scuri e profondi.
« Sei intelligente. Scaltro e furbo. Immagino siano abilità che hai ereditato da... la sorella di tua nonna credo? » credo di sì. Se non sbaglio la mamma mi ha raccontato di una sua zia che non ha mai conosciuto poiché vittima dei settantaquattresimi Hunger Games. L'anno di Katniss e Peeta. Diceva che la nonna piangeva sempre pensando alla sorella scomparsa.
« E oltre questo cosa ho in più di James e Marvin? » chiedo bevendo la cioccolata calda. Fuori ci sono più di trenta gradi, questo mi fa sentire ancora più caldo.
« Oltre questo!? Queste qualità ti faranno vivere il doppio del loro tempo! » dice Norman sbattendo la tazza sul tavolo e rovesciandone il contenuto. Raymond è allarmato e dalla porta del vagone spuntano James e Marvin con espressione incuriosita. Si avvicinano a noi e si siedono al tavolo.
« Tutto bene? » mi chiede James appoggiandomi una mano sulla spalla. Sono turbato dalle parole di Norman. Vivrò il doppio del loro tempo... loro sono forti. Può l'astuzia battere questa caratteristica?
« Sì! » rispondo seccamente scansandolo. La sua vicinanza è piacevole ma al momento mi irrita quando Marvin.
Il pomeriggio passa velocemente, non parlo con nessuno, neanche con James visto che comincerebbe a parlare e non smetterebbe un secondo. È come se volesse essermi amico. È adorabile per questo, ma al momento non ho bisogno di amici, ho bisogno di capire come mantenermi in vita. La sera arriva in fretta e dopo cena corro subito in camera mia, è in uno degli ultimi vagoni ed è gigantesca, c'è una armadio enorme, un letto a due piazze e due comodini. Le finestre sono con le tendine aperte; posso vedere che stiamo viaggiando su dei laghi e fiumi molto grandi. Credo stiamo sorvolando il Distretto 4. Vado in bagno ed entro nella doccia, apro il rubinetto in modo che l'acqua esca tiepida e mi spoglio; dentro la doccia è come se mi spogliassi di quella giornata, come se cercassi di lavar via la Mietitura che sembra lontana anni luce, ma è successo solo stamattina. Una volta che ho finito prendo l'accappatoio e ritorno in camera asciugandomi per bene. Sento poi qualcuno che batte sulla porta. Mi avvicino ed apro trovandomi davanti gli occhi James, indossa solo un paio di mutande e una canottiera bianca. Lo fisso sconcertato e lui si limita a sorridermi.
« Ciao! Disturbo? » chiede. Lo ritrovo già dentro la stanza e si guarda intorno.
« Scusa... ehm... non sono molto a mio agio! » ammetto. Non posso fare a meno di guardare il suo corpo e ogni muscolo di esso e la cosa mi fa imbarazzare da morire. Ryan mi ucciderebbe se mi vedesse!
« Siamo tra ragazzi no? Che male c'è? » dice lui ridendo. Forse ha problemi a recepire messaggi, forse non ha capito che a me piacciono i ragazzi e lui mi si presenta così!?
« A me piacciono i ragazzi! » gli ripeto per sicurezza. « Sono un po'... a disagio vedendoti senza pantaloni! »
« Non ti ho detto una cosa e credo sia giusto essere sincero con te! » dice con il viso serio, sembra anche imbarazzato. Si sposta e si siede sul letto fissandomi. « Anche a me piacciono i ragazzi! »
Mi sento strano. Ora sono io che non recepisco il suo messaggio. È uno scherzo o è serio? Sembra troppo serio e nessuno che non abbia studiato è così bravo a recitare. « Ehm... in che senso? » No! Questa domanda è insensata e già mi pento di averla fatta perché lui ride. Si alza e si avvicina in pochi passi a me. Mi sfiora le braccia con le sue mani e sento un potente senso di irritazione dentro di me.
« Ci vuole molto a capirlo? Oltre a Tersdan sei l'unico nel Distretto5! Speravo magari potessimo conoscerci meglio! » Sei completamente fuori!? Il mio unico pensiero è Ryan. E poi... James! Un bel ragazzo come lui, muscoloso e dai penetranti occhi verdi, gay? Ripenso a quel giorno in cui ero in acqua e lui era arrivato sulla spiaggia. Possibile che già ci fosse qualcosa?
« Io amo Ryan! » gli dico serio aprendo la porta per cacciarlo via. Lui sembra ferito.
« Ascolta: sono serio! So che questa dichiarazione sembra assurda e insensata, però devi credermi! » lo leggo nei suoi occhi che è vero. Ha una strana luce. « Mi piaci da un bel po'! ». Comincio a pensare alla gentilezza di quella mattina e del pomeriggio, non era solo per essermi amico, era per qualcosa di più.
« Vai via per favore! » gli dico freddamente. Ora mi irrita come fosse una mosca. Non riesco a capire cosa vuole da me. Vuole realmente conoscermi? Sembra una di quelle frasi dette male.
« Per favore lasciami parlare! » perché non lo prendo semplicemente a calci? « Mi piaci e anche molto. È da quando ti ho visto al mare tre anni fa! » allora se ne ricorda. « Non credevo che avrei mai incontrato qualcuno come te... voglio dire, Tersdan non è esattamente il mio tipo! Tu invece sei dolce e sei esattamente come figuro nella mia mente il mio ragazzo! » è totalmente impazzito! Cosa vorrebbe da me? Io sto con Ryan. Io amo Ryan. La mia mente riflette un po' sulle sue parole: neanche io pensavo che oltre me e Ryan ci fosse qualcun altro; per lui dev'essere difficile visto che Ryan è un tipo più mascolino, cerca qualcuno come me: qualcuno più femminile, lui è un tipo come Ryan ed è più attratto da me che da lui! Sono troppo assorto nei miei pensieri e nel frattempo James si è avvicinato pericolosamente a me. Sento il suo fiato in faccia e automaticamente gli porto una mano di fronte al viso e lo allontano.
« Stavi cercando di baciarmi!?!? » sento di essere rosso per l'imbarazzo e per le vampate di calore che è riuscito a farmi venire in pochi secondi. Ne ho la certezza: i suoi gesti gentili e le sue attenzioni sono per far colpo su di me.
« Volevo essere dolce! Mica sono violento come Ryan! » mi dice quasi urlando. Credo di avergli fatto male. Non è però arrabbiato e ciò mi lascia sempre più scosso.
Tutti si accorgono del modo in cui ci baciamo io e Ryan, i nostri baci sono violenti e passionali, come fosse una battaglia. Ammetto che quei baci mi fanno impazzire, ma anche quelli dolci sono il mio punto debole. Sento di essere stato un po' brusco nei confronti di James.
« Scusa ti ho fatto male? » mi avvicino a lui cercando di mantenere distanza tra i nostri due volti. Non voglio che abbia un'opportunità per baciarmi. Mi fissa negli occhi e mi fa sentire strano, un misto di imbarazzo e sicurezza.
« Non sei così forte! » dice con una risata. Sembra stare anche troppo bene! « Forse è meglio che vada a dormire » è tranquillo. Ryan probabilmente si sarebbe arrabbiato anche se non gli avessi fatto male. Si avvicina di scatto a me, non per avere le mie labbra, mi sfiora dolcemente la guancia con le sue e si limita a quello. « Buonanotte... » sembra voler aggiungere qualcos'altro ma non lo fa. Ha uno sguardo che conosco bene, somiglia molto al modo in cui mi guarda Ryan, gli occhi di un'innamorato.
Mi limito a guardarlo camminare verso la porta e chiudersela alle spalle. Mi lascia di sasso. Credevo che avrebbe insistito ancora, sento però che è solo la fine del primo round. Mi stendo sul letto e non mi prendo la briga di mettermi sotto le coperte o di vestirmi, preferisco lasciarlo a domani visto che necessito di farmi un'altra doccia. Chiudo gli occhi, mi lascio cullare dal moto rilassante del treno e sprofondo in sonni tranquilli.






Buongiorno e Buon Ferragosto ^^! Ancora una volta vi ringrazio di aver letto un nuovo capitolo e spero che vi abbia appassionato come i precedenti. Il viaggio è cominciato a siamo quasi a metà strada e che rivelazione il nostro James o.o xD (spero che qualche FolleH non se ne fosse innamorata anche se potete shipparlo se volute u.u). Perdonate la settimana che ho lasciato passare ma avuto alcuni impegni. Continuate a seguire il viaggio di Darin verso la capitale. A presto. Baci baci!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: The Parade of the Tributes ***


Una luce forte mi batte sugli occhi e credo di essere in spiaggia accanto a Ryan, riesco quasi a sentire il piacevole calore del sole sulla mia pelle. Credo di aver sognato la Mietitura, sicuramente era un incubo. Sento che è impossibile che io sia stato chiamato, comincio poi ad aprire gli occhi e mi ritrovo nella stanza sul treno con indosso l'accappatoio. Sono ancora intontito ma i ricordi mi si focalizzano nella mente velocemente: la Mietitura, le ultime promesse fatte a Ryan e Seth, Norman che mi parla della mia astuzia, James che cerca di baciarmi... sgrano gli occhi improvvisamente! James! Quel verme! Non vuole essermi amico, vuole ben altro da me, qualcosa che non gli posso dare visto che sto con Ryan. Ricordo quindi di essere ancora in accappatoio da ieri sera e procedo verso la vasca da bagno, serve una bella doccia con acqua ghiacciata per dimenticare che sto andando a morire. Provo ad indirizzare i miei pensieri altrove: oggi sarà l'ultimo giorno di viaggio in treno e Norman ci parlerà di come sfruttare le nostre capacità, davanti agli altri due dirà che ho più possibilità di loro? Ne dubito fortemente. Non è una bella cosa dire che sei spacciato già dall'inizio! Finisco di lavarmi e mi asciugo; stavolta mi vesto per uscire dalla stanza, indosso un jeans nuovo di zecca fatto nel Distretto 8, essendo il distretto che si occupa dell'industria tessile devono averlo fatto loro per forza, nell'armadio trovo camicie di lusso ma non le trovo adatte, riesco a trovare una maglietta leggera a maniche corte e la indosso. Sono vestito interamente di bianco ma non importa! Esco dalla stanza e prima vedo che la sveglia segna le dieci passate.
Percorro l'intero treno superando molti vagoni e infine arrivo in quello dove abbiamo mangiamo, Norman ha la stessa colazione del giorno precedente, accanto a lui c'è l'enorme Raymond che ha davanti un piatto di verdure e guarda storto Norman; attorno al tavolo sono già presenti James e Marvin, il primo mi rivolge un bel sorriso caldo come la giornata fuori, il secondo mi guarda come se sputasse veleno. Non avrai mai la mia vita nell'Arena! Mi siedo a capotavola opposto a Norman, mi fa un cenno e si alza. Gli altri due ragazzi hanno carne, pancetta e uova. Se la colazione che mi aspetta è quella, per me è la fine. Norman riesce a farmi felice: il piatto che mi porta davanti è pieno di cioccolata e dolci vari. Raymond continua a fissarlo di traverso quando finalmente parla.
« Mi hai preso per un coniglio? » chiese quasi offeso. Norman non da molto peso alle sue parole.
« Taci grassone! Se non vuoi farli sfigurare alla Sfilata, devi metterti a dieta e perdere una ventina di chili entro domani sera! » scatena le nostre risate e comincio a mangiare la cioccolata bianca, la mia preferita.
« Non ti permetto di parlarmi così, Norman! » incalza Raymond. Non ottiene l'effetto sperato per lui comincia a ridere. « Ragazzi mangiate! Fate come Darin, lui non ha problemi! »
« Perché dobbiamo mangiare questo schifo e lui cioccolata? » chiede acidamente Marvin. Norman è preparato a rispondere.
« Mettiamola così: è così magro che potrebbe nascondersi dentro una canna di bambù! » dice. Lo prendo per un complimento, ma pensando a quanto mi ha detto sul fatto che devo ingrassare, credo che il suo sia un avvertimento a me stesso. Ha ragione, devo ingrassare nei giorni in cui siamo in città!
« Che assurdità! Quando cominciamo a parlare dei nostri talenti e capacità? Come si costruisce un rifugio? Come... » Norman zittisce Marvin con il dito.
« Prima la colazione! Dopo parleremo di quello. »
Ce ne stiamo in silenzio mentre Raymond non fa che lamentarsi con Norman della sua colazione e del fatto che sia impossibile perdere chili in così poco tempo. Tutti noi lo ascoltiamo distrattamente, James continua a lanciarmi occhiate, sembra come se volesse avvicinarsi a me ma non lo fa per paura di qualcosa, di lui non sa nessuno e forse vuole che continuino a non sapere. Sembrano passare molti minuti dall'inizio della colazione quando infine James si alza e si mette seduto accanto a me. Cerco di non guardarlo, ho ancora l'immagine di lui che arriva in camera mia in maglietta e mutande. Sento che mi sta fissando, alzo di poco lo sguardo e lo trovo a sorridermi.
« Smettila di fissarmi! » gli dico « Mi danno fastidio le persone che mi fissano senza parlare! »
« Scusami per l'assalto di ieri sera! » dice con un sospiro. Almeno sa di aver sbagliato e mi fa le sue scuse. « Sai... mi piaci sul serio! Pensavo... »
« Sto con Ryan! Lo sa tutto il Distretto! » provo a ricordargli. « Non tradirei mai Ryan con qualcun altro, sono lusingato ma sono impegnato! » gli sussurro.
« Mi permetterai almeno di esserti amico? » chiede. Mi ricorda molto una tipica discussione tra un eterosessuale e qualcuno come me: l'etero si sente offeso e si distacca mentre l'altro gli chiede di restare amici. Nessuno vorrebbe sentirsi negare l'amicizia, io sarei il primo a restarci male e dovrei essere il primo a farlo?
« Va bene... magari con un po' di fortuna ci arriviamo io e te sul podio! » dico scherzando. Forse un po' troppo forte visto che Marvin si volta di scatto e mi divora con gli occhi. Leggo le fiamme nel suo sguardo.
« Sappi, principessina dei miei stivali, che un posto è già occupato da me! » dice con tono normale, sono quasi pronto a ribattere e cominciare a litigare quando Norman ci interrompe.
« Smettetela di litigare tra voi! La vostra principale missione è tornare vivi o cercare di portare un po' di onore al Distretto 5 e per farlo dovete prima uccidere gli altri! » dice urlando. Prosegue con voce più calma. « Cercate di collaborare tra di voi! Siate uniti! »
« Non sarò mai amico di questo... » Marvin si è alzato dalla sedia cominciando a urlare. Prima che possa proseguire James fa lo stesso e lo interrompe.
« Non ti azzardare ad insultarlo! »
Tra di noi rimane il silenzio; è la prima volta che qualcun che non sia Ryan mi difende, dentro di me sento delle vampate di calore e sento di dovere a James molto più di quanto ha fatto. Marvin si siede confuso e si rivolge a me.
« Ma tu non stavi con Ryan? » chiede con espressione stupida. Lo fisso torvo.
« Io sto con Ryan! » evidenzio le parole e prosegue il silenzio. Norman comincia ad interrogare James.
« Allora: che arma sai usare? Che capacità possiedi? Cosa ti viene in mente pensando ad un ambiente ostile? »
« Be'... spesso vado nella foresta e caccio con l'arco. Da bambino giocavo con alcuni amici e sapevo usare bene una spada di legno. Non so se sia la stessa cosa... »
« No, però hai delle basi, al centro addestramento usa quelle due armi » gli consiglia Norman. « Che altro? »
« Non so... sono forte nella lotta, so arrampicarmi sugli alberi e sono abbastanza veloce credo, so fare trappole per animali! »
« Nel centro addestramento fai passare quel “trappole per animali” in “trappole per uomini”! Dovete mirare ad uccidere. Altro? Sai nuotare? Conosci bacche? Scalare rocce e pendii? »
« No... » dice James. « Nessuna delle tre! » è imbarazzato. Non sa nuotare? È strano che non ci riesce, forse a causa del lavoro del padre non ha mai avuto l'occasione di imparare.
« Questo può essere un problema! » dice Norman pensando a qualcosa. « Passi per lo scalare rocce e pendii, le bacche puoi conoscerle nel centro addestramento, ma nuotare... stai lontano da fiumi, laghi, mari e tutto ciò che è acqua! Se incontri un avversario lì e ti spinge in acqua per te è la fine! Per lui o lei sarà semplicissimo ucciderti una volta dentro l'acqua! » termina Norman. Si volta verso di me ed ho paura di ciò che potrebbe dirmi.
« Io... so usare bene la lancia. Con Ryan facciamo spesso questo genere di giochi e passatempi, non manco mai il bersaglio e sono piuttosto agile! Posso anche colpire un avversario da lunga distanza o anche se è in movimento! » dico prima che me lo chieda. Sembra soddisfatto mentre gli altri due sono sconvolti.
« Bene e molto! Capacità? Mi pare mi avevi accennato qualcosa ieri... hai intelligenza e astuzia. Che altro? » dice Norman invitandomi a esporre le mie doti.
« Essendo agile credo di essere piuttosto veloce. Oserei... molto veloce! » non sono tipo che si vanta e sento un rossore alle orecchie. « So arrampicarmi sugli alberi ma non ho mai scalato una montagna! So nuotare e conosco alcune bacche commestibili visto che Ryan ne è un appassionato »
« Bene, bene, bene! » Norman sembra essere realmente soddisfatto. « Buoni fattori! Essendo agile, scalare una montagna dovrebbe sembrarti un gioco da bambini. Per te consiglierei i luoghi alti, gli alberi o le stesse montagne in modo da poter aver una visuale completa di ciò che ai intorno a te! » dice Norman. Non ho mai pensato ad una strategia per gli Hunger Games, quella che mi ha proposto Norman sembra un'idea eccellente! Si volta infine verso Marvin e aspetta le risposte.
« Sono bravo con le armi pesanti. Ogni tanto sono andato a trovare mio zio al Distretto 7 e mi ha fatto spaccare un po' di legna. Credo di essere bravo con le asce! » dice soddisfatto di sé. Norman annuisce e aspetta che continui.
« Sono molto forte... ma non sono bravo ad arrampicarmi! So nuotare, riconoscere alberi, piante e vari vegetali... non so che altro! »
« Ottimo! » dice freddamente Norman. « Volete sapere che strategie usare? Cominciamo da te, James » prende un respiro e riprende. « Stai lontano dall'acqua e vai alla Cornucopia solo se hai la certezza di uscire vivo dal bagno di sangue! » si volta verso di me e mi fissa negli occhi. « Darin... corri quanto più veloce che puoi, prendi una lancia e fuggi cercando di prendere uno zaino decente! » rifletto sulle parole che ha usato e sul loro significato.
« Devo buttarmi in mezzo al bagno di sangue? » confermo terrorizzato. « E se dovessi rimanerci secco!? » lui scuote la testa.
« Corri fino a che i polmoni non invocano pietà! Con la velocità e l'agilità dovresti tirarti fuori prima che gli altri arrivino alla Cornucopia! » si volta verso Marvin e parla con lui. « Tu dovresti trovarti un'arma, dipende quanto sei veloce... ti consiglierei di fuggire in maniera apposta alla Cornucopia! » Marvin lo guarda carico di risentimento.
« Non ho bisogno di aiuto! » dice. Si volta facendo cadere la sedia all'indietro e se ne va via verso camera sua. Io e James ritorniamo a fissare Norman che scuote la testa.
« Lui è già morto! E non si trova neanche nell'Arena... » aggiunge pensieroso. « Potete andare. Passate del tempo insieme... » Norman sembra essere offeso, non ce l'ha con noi, è chiaramente arrabbiato con Marvin. Posso capirlo, rivede sé stesso in noi, gli ricordiamo di quando ha partecipato alla sua edizione.
Io e James rimaniamo soli al tavolo, Raymond ha deciso di andar a parlare col macchinista per vedere di accelerare l'andatura. Spero con tutto il cuore che il treno abbia un guasto e siamo quindi obbligati a fermarci per chissà quanto, manderebbero tuttavia qualcuno del Distretto 6 ad occuparsene e noi saremmo a Capitol City per l'ora stabilita. Sento un notevole imbarazzo tra me e James, magari vuole realmente provare ad essermi amico e a non chiedere altro.
« Pare che tu abbia più probabilità di vincere! » comincia lui.
« Le probabilità sono le stesse per tutti, occorre fortuna! »
« Non per tutti,... prendi per esempio i Favoriti del Distretto 1 e 2; loro saranno pronti alla battaglia e non esiteranno ad ucciderci per tornare a casa! »
« E tu? Non uccideresti anche tu in caso di pericolo? » sento di essere tornato al discorso con Ryan di pochi giorni fa, in caso di pericolo anch'io avrei dovuto uccidere.
« Non ho problemi a farmi scrupoli! » dice freddamente. « Voglio tornare dalla mia famiglia, voglio tornare a casa... vorrei tornarci con te! » ecco una di quelle frasi ad effetto che ti lasciano di sasso. Il pensiero è bello ed è dolce, credo di aver sottovalutato James, ma io ho Ryan e non potrei volere di più.
« Ma non torneremo che come semplici amici! » metto le cose in chiaro. Lui sospira.
« Sì lo hai già detto » come previsto intende altro e la cosa m'infastidisce. Credo di avere assunto un'espressione arcigna perché mi guarda in segno di scusa.
« Non volevo fare doppi sensi o allusioni! »
« Non importa tranquillo! » taglio corto.
« Tu vuoi tornare pure dalla tua famiglia immagino » dice cambiando argomento.
« Ovvio che sì, voglio anche tornare da Ryan... » specifico. « Vorrei non essere stato chiamato... » sono colto da un improvviso senso di solitudine.
« Io invece sono felice. Mi ha permesso di conoscere te! » dice alzandosi dalla sedia. Lo seguo con lo sguardo e si sofferma ad una finestra indicando prima me poi il panorama. Sorvoliamo il Distretto 4 e ci sono molti laghetti e zone acquatiche. Capisco che non vuole solo che io mi avvicini alla finestra ma anche a lui; mi volto in senso opposto e mangiucchio qualche rimasuglio del mio piatto. Sto tutto il pomeriggio in giro con James che sembra seguirmi come fosse un'ombra; quando sarò nell'Arena sarà un ottimo alleato, è fedele e si vede!
Sono le dieci passate quando finiamo di cenare sul treno e ci concentriamo sulla bellezza del luogo; tutto il pomeriggio non hanno fatto altro che ritrasmettere le repliche della Mietitura di quell'anno, ci sono vari ragazzi e ragazze: i diciottenni del 1, del 2; due ragazzi e una ragazza al 3; i Favoriti maggiorenni del Distretto 4; poi ci siamo noi: è bellissima la scena in cui mentre canto l'inno scoppio a piangere! Quasi me ne vergogno. Anche nel 6 sono tre maschi come noi; nel Distretto 7 ci sono solo ragazzini piccoli mentre nell'8 ci sono tre ragazze, la nostra stessa situazione. Il 9 e il 10 hanno alcuni ragazzini e dei ragazzi dall'aspetto maturo e pronto; nell'11 hanno tutte la mia età e infine nel 12 ci sono dei bambini che mi ricordano Seth. Comincio già a pensare a come potremmo morire tutti noi, siamo solo delle pedine e il pensiero mi percuote fino a sera alla fine della replica. Termina l'inno e saluto tutti andando a dormire. Non ricevo visita da James e quasi ci resto male perché mi aspettavo che ripartisse alla carica, non mi lavo per questa sera; domani mattina mi preparerò per bene prima di arrivare a Capitol City; socchiudo gli occhi nel letto e cado nei sogni.
Il giorno dopo arriva troppo presto e sono costretto ad alzarmi visto che la sveglia suona incessantemente, penso di spegnerla e premo quindi il pulsante, c'è un problema però: la sveglia continua a suonare e non vuole smettere; mi alzo di scatto dal letto liberandomi dal lenzuolo e cerco la spina. Non trovo niente e ovviamente realizzo che Capitol City si è procurata ottime tecnologie dal Distretto 3, questa dannata sveglia si dev'essere bloccata! La prendo di scatto e la scaravento a terra distruggendola. Finalmente sento il dolce suono del silenzio accompagnato al veloce moto delle ruote, è come un ronzio piacevole. Vado in bagno e sposto il rubinetto in modo da far uscire acqua fredda, è incredibilmente piacevole al contatto con la pelle; oggi arriveremo a Capitol City e ci sarà qualche sponsor ad attenderci. Devo fare buona impressione, per quanto odio Capitol City e i suoi abitanti, stavolta devo rendermeli amici. Devo apparire sorridente e simpatico alle telecamere. Esco dal bagno con i capelli pronti per essere mostrati al pubblico e mi avvicino all'armadio, prendo un pantalone bianco e con lo stemma di Capitol City dietro, indosso una camicia abbastanza stretta in vita e dai vari ghirigori, solo ora posso notare che non sono per me, sono modelli femminili! Chiunque noterebbe la differenza! Norman vuole forse ridicolizzarmi? Ci sono anche alcuni braccialetti da indossare, li ignoro e cerco altri vestiti, non ci sono modelli maschili. Solo vestiti da ragazza. Esco fuori dalla camera di corsa e per poco evito una senza-voce messa a nostra disposizione. Mi porto al vagone della colazione e trovo solo Norman e James.
« Che diavolo significa!? » dico urlando. Il mentore si gira verso di me e non capisce.
« A cosa di riferisci? » fa finta di niente, persino James se n'è accorto.
« Perché indossi vestiti da ragazza? »
« Perché? Me lo chiedo anch'io! » dico arrabbiato a Norman. Lui continua a bere del caffé.
« Ho pensato fosse meglio mostrare agli sponsor che non hai problemi con la tua natura visto che non c'è niente di sbagliato in essa! »
« Sono dichiarato ma non voglio far sapere a tutta Panem i fatti miei! » gli urlo contro lui mantiene la calma e continua a sorseggiare dalla tazza.
« Sbagliato! Tutta Panem deve sapere di te! Magari ottieni sponsor anche dai Distretti... » dice alludendo a qualcosa. James si alza un attimo dalla sedia e mi rivolge un sorriso, mi supera e credo stia andando a prepararsi. « Ancora non hai capito il mio intento? »
« Cosa vuoi da me? » gli chiedo stranito. Lui scoppia a ridere.
« Tenere te in vita! Gli altri due sono spacciati! Non hanno una possibilità di restare vivi. Forse se si alleano a te possono farcela... »
« Non sono così forte! Non sono in grado di vincere! »
« Perché non vuoi accettare il fatto di aver una possibilità? » mi urla contro.
« Perché non sono in grado di uccidere un uomo o una donna! » gli rispondo a tono.
« Pensi che qualcuno dei ragazzi che non vengano dal Distretto 1 e 2 sappiano uccidere? O sopravvivere? Possiedi astuzia! Proviamo un test semplicissimo! » sembra calmarsi e respira profondamente. « In un luogo freddo come ti riscaldi? »
Sto a pensarci alcuni istanti, potrei fare un fuoco, però così mi renderei troppo visibile. Magari potrei accendere un fuoco per attirare un Tributo e potrei coglierlo alla spalle, o forse sarebbe meglio cercare un sacco a pelo o una coperta.
« O userei il fuoco per attirare un Tributo ed ucciderlo alle spalle o troverei una coperta per coprirmi! » rispondo. Lui abbassa il volto e sorride.
« Non potrei che essere soddisfatto di te! E come trovi cibo? »
« Immagino di usare qualche trappola... » penso quasi subito al fatto che una trappola è un complesso meccanismo e che una volta usata dovrei distruggerla. « E dopo mi sbarazzo della trappola e nascondo i resti di ciò che non mangio! » Norman mi applaude.
« Che dire... sono estasiato! Sei intelligente. Non lo dimenticare quando sarai nell'Arena! » non riesco a non pensare alle sue parole per le restanti due ore di viaggio. Stiamo sorvolando il Distretto 3 e vedo immense fabbriche da cui escono gas di scarico delle macchine operatrici. Mancano pochi minuti all'arrivo a Capitol City quando la vediamo dalle finestre: è gigantesca, di mille colori, piena di palazzi grandissimi e di un'infinità di vie, non posso vederla nei dettagli visto che è sopra le montagne, ormai mancheranno pochi minuti, si trova oltre un grande lago e dobbiamo fare il giro; entriamo in una galleria e finiamo nell'oscurità. Siamo tutti pronti nel vagone in cui c'erano i divanetti; James indossa un pantalone nero e stretto che lascia spazio alla fantasia, sono incredibilmente imbarazzato e non riescono a non guardarlo, ha anche una camicia aperta fino a i pettorali che lo rende incredibilmente attraente. Marvin indossa un pantalone grigio e una camicia bianca con giacchetta. Ryamond indossa un completo gessato grigio scuro mentre Norman indossa un completo nero ed un farfallino. La porta del treno ci viene aperta e noi Tributi veniamo spinti fuori in mezzo alla gente, ci applaudono e veniamo portati via da Norman e Raymond, ci portano in una stessa strada ma saremo separati e preparati individualmente. Stasera ci sarà la Sfilata. Ho il tempo di chiudere gli occhi e mi trovo steso su un lettino con una squadra di preparazione attorno a me.
Sembrano essere tutti sopra i venticinque ed ovviamente hanno il tipico aspetto da Capitol City, sono due ragazzi e una ragazza, stanno parlando di cose inutili e sembrano ignorare il fatto che io sia con loro, mi ritrovo senza vestiti e con solo gli slip indosso; cominciano la loro opera di perfezione con la ceretta alle mie gambe, il dolore e il bruciore sono quasi sopportabili se continuo a pensare all'Arena e a quando sarò là da solo, li osservo mentre si divertono con le mie gambe, con le mie braccia e con il petto, mi ritrovo completamente glabro e privo di peli; sono interamente truccati di un colore, i due ragazzi di nero e platino e lei è interamente viola come un mirtillo. Li odio e mi stanno antipatici.
« Hai sentito Faye? Pare che Lana abbia avuto un bambino! » dice il ragazzo dal trucco nero come il carbone alla ragazza violacea.
« Cosa mi dici mai, Cory? » chiede lei sconvolta mentre tira via l'ultimo strato di peli. L'altro ragazzo comincia a passare un unguento che sembra sanare il mio bruciore e quasi quasi mi fa simpatia.
« L'ho saputo persino io! Un figlio a quell'età... » dice il ragazzo color platino scuotendo la testa.
« Roy stiamo parlando di tua cugina! Dovresti saperlo a prescindere da ciò che c'è stato! » dice acida la ragazza dai capelli viola di nome Faye.
« Potreste smetterla di parlare di queste idiozie!? » gli dico scontroso e arrabbiato. Mi fissano tutti e tre e si voltano per prendere della cera che passano su alcuni punti delle mie sopracciglia.
« Meglio affilare queste sopracciglia, il nostro ospite è piuttosto cattivo! » affinare le sopracciglia? Non voglio pensare a che aspetto avrò. So che li picchierò se il mio riflesso sarà diverso da come lo ricordo.
Dopo alcuni strappi alla fronte sono finalmente pronto. Mi mettono un camice simile a quello dei malati in ospedale e mi accompagnano in una stanza. C'è una semplice sedia di legno e le pareti sono di metallo. Sento che mi chiudono dentro e mi chiedo che cosa sia capitato agli altri ragazzi, spingo la sedia via con un calcio per la rabbia e mi volto in cerca di una via di fuga. La porta si apre ed entra una ragazzo sui trent'anni: ha un bel viso scuro e dalle forme delicate, i capelli sono scuri come l'ebano e gli occhi azzurri come il mare, è alto e non ha muscoli. Sembra simpatico.
« Ciao, sono Dean Trouk, il tuo stilista! » dice tendendo la mano. La stringo. Almeno è educato.
« Darin Sodren! » rispondo. « Cosa mi aspetta? Un qualche assurdo vestito? » lui scoppia in una risata.
« Sei divertente! No, voglio che i miei Tributi facciano scena quest'anno. È il primo anno che lavoro come stilista. Spero di non fallire... »
« Cosa hai per me allora? » di solito i vestiti devono rispecchiare il carattere e il campo del Distretto. A noi ci vestono quasi sempre da operai della centrale elettrica o da fulmini.
« Per voi tre! Io, Bruce e Audrey abbiamo pensato a qualcosa di molto bello e... raggiante mettiamola così! » non capisco le sue parole ma mi spinge in un'altra stanza. Ci sono i tre idioti di prima e una sedia dall'aspetto lussuoso. Davanti c'è un bancone colmo di trucchi e smalti per unghia, prodotti per capelli e tutto ciò che potrebbe servire.
« Sembri diverso dagli altri di Capitol City! » gli faccio quando i tre ci lasciano e lui comincia a passare del fondotinta sul mio viso.
« Sono qui da trent'anni ed ho praticamente visto l'evoluzione degli Hunger Games, dai primi anni per gli abitanti di Capitol City vecchia fino ad oggi! So cosa provano i Tributi visto che da bambino mi univo a loro. Mia madre era una stilista... una donna deliziosa! » vedo l'ombra di qualcosa di triste in lui.
« Non dovrei chiedere altro! » dico. Dean sorride e cambia set di trucchi: vedo alcuni colori che vanno dai bianchi fino ai dorati e gialli. Sento i pennarelli passare sul mio viso e sui miei occhi.
« Mi fa piacere parlare con te! A detta di Norman ti piacciono i ragazzi? » sento un imbarazzo crescere. Norman farà sapere a tutta Panem di me!
« Sì è così! »
« Non sembri contento che lui lo dica alle persone »
« Leggi nel pensiero per caso? » gli faccio a mo' di battuta.
« No, capisco le persone. Prendila con positività, posso dirti che tutta Capitol City saprà di te stasera, e che avrai l'attenzione di tutti addosso! »
« Perché mai? »
« Nella tua vita hai visto molti ragazzi dichiararsi in televisione? No. Capitol City considera la tua natura come puro spettacolo e sarai un intrattenimento. Non ci sarà persona che, in un modo o nell'altro, non seguirà ciò che ti accade »
« Che intendi con “in un modo o nell'altro”? »
« Non tutti a Capitol City accettano ciò che sei! Cercheranno di premiare qualcuno che cerca di ucciderti, molti però ti manderanno doni! »
« Mi sento molto un animale in gabbia! Tutta Capitol City mi guarderà come se fossi l'attrazione principale di uno zoo! »
« Non prenderla sul personale. Tutti qui sono in gabbia! » credo che in questa frase ci sia molto di personale. Vuole lasciare Capitol City è evidente.
Parlare con lui per tutto il pomeriggio è piacevole, mi trucca con colori forti e sgargianti; mette un'infinità di lacca e mi applica delle exstention ai capelli, prende le mie mani e cominciai a passare lo smalto alle mie unghia che vengono trattate con del gel e sono lunghe circa tre centimetri. Sembrerò uno stregone travestito!
Sono quasi le otto quanto porta il mio vestito per la Sfilata, dovrebbe cominciare tra mezz'ora e non abbiamo molto tempo, non posso neanche vedere il mio vestito perché Dean mi spinge via dalla stanza e mi fa correre a piedi scalzi verso la sala da cui partiranno i carri, Dean continua a scusarsi perché ha tardato troppo e dovrò cambiarmi in mezzo agli altri Tributi. Sto andando a morire, cosa mi importa del pudore no!? Entriamo in un ascensore che sale e ciò mi fa pensare che il centro di bellezza era sotto Capitol City. Ho modo di osservarmi in una parete interamente di specchio: sono una creatura divina e androgina; il mio viso è chiaro e completamente pulito, il trucco intorno agli occhi è giallo e dorato, sembrano dei fulmini che vanno verso le orecchie, inoltre ho le gote rosa e un fortissimo rossetto color rubino sulle labbra. Non ho più capelli davanti la fronte poiché sono completamente tirati dietro, sembrano delle saette che vanno verso l'alto, le aggiunte invece mi arrivano fino alla vita ed hanno le punte dorate e sembrano fare scintille. Le mie unghie sono dorate, bianche e giallastre, sembro un fulmine fatto persona! Non posso però non notare la mia incredibile bellezza e arrivo a conclusione che Dean ha fatto un buon lavoro! Entriamo in una grande sala ed in fondo c'è un portone chiuso, sento già le voci e le urla delle persone che aspettano il nostro ingresso. Ci incamminiamo tra i Tributi e so che ho gli occhi puntati su di me. Vedo i Tributi del 12 vestiti di carbone e polvere, quelli dell'11 sono vestiti da contadini, nel 10 indossano delle vesti di animali, nel 9 sono vestiti da grandi pannocchie, nel Distretto 8 indossano pezzi di stoffe varie e nel 7 sono vestiti da materiale simile al legno. Una volta che superiamo i Tributi del 6, vestiti da mezzi di trasporto, arriviamo di fronte a James, Marvin e i loro stilisti. C'è anche Norman che sembra soddisfatto del mio aspetto e c'è anche Raymond Stregor.
« Vestiti che tra poco inizia lo show! » mi dice Norman cercando di coprirmi. James ha gli occhi da pesce lesso e mi guarda come un cane guarda la carne. Non mi toglie gli occhi di dosso specialmente quando mi levano gli indumenti per indossare il mio vestito; il nostro set di abiti è bianco come la neve e ci sono striature di giallo e fulmini disegnati, sembriamo dei supereroi, sono tute aderenti e cerco di evitare il suo sguardo.
« Stai benissimo! » dice profondamente in imbarazzo mentre metto le scarpe, ovviamente hanno un tacco. Noto qualcosa di dolce in lui e non sento l'irritazione dei precedenti giorni.
« Grazie! Anche tu stai molto bene! » mi fa un gran sorriso e mi concedo alcuni istanti per ammirarci. Finiscono i miei preparativi e saliamo tutti e tre sul carro. Sentiamo la voce di Claudius Templesmith che sarà affiancato anche quest'anno da Caeser Flickerman.
« Signori e signore: ecco a voi i Tributi della centoventicinquesima edizione! » tutti applaudono ad urlano e comincia a partire il primo carro con i Tributi del Distretto 1.
Sono vestiti di diamanti e gioielli, il secondo carro parte e i Tributi indossano armi, spade, e armature varie. Il terzo carro segue e noi ci avviciniamo sempre di più al portone; vedo i Tributi del 4 (vestiti da pesci) apparire sotto le luci. Tocca a noi quando James mi prende la mano e mi sussurra all'orecchio.
« Quando ti stringo la mano alza entrambe le braccia! » non ho il tempo di rispondere quando ci troviamo nell'anfiteatro con l'inno di Capitol City che ci esplode nelle orecchie per l'alto volume della musica. Vorrei ringraziarlo per la mano che mi tiene stretta, mi da supporto morale. Avanziamo per tutta la pista e vedo che la folla osserva il nostro carro e mi indicano, urlano il mio nome e applaudono. Sono la nuova attrazione di Capitol City. Arriviamo a circa metà della strada e James mi stringe finalmente la mano. Vedo che loro due hanno già le braccia alzate, Marvin il sinistro e James il destro, dalle loro mani partono scintille e fulmini, anche Marvin mi stringe la mano con riluttanza e poi alzo le braccia: sento le scariche elettriche percuotere il mio vestito e i miei capelli, le exstention si alzano sputando fulmini in aria e le mie mani brillano di luce, comincio a salutare il pubblico e dei fulmini partono, Dean avrebbe dovuto dirmi di questo dettaglio.
Arriviamo davanti alla Presidentessa Paylor che fa il solito discorso, so che siamo in diretta e probabilmente i miei familiari mi stanno vedendo, chissà Ryan cosa sta pensando vedendomi vestito da donna. Il discorso è noioso e lo ascolto distratto mentre la nostra luce si spegne, parla degli Hunger Games e alla fine si schiarisce la voce e urla a noi Tributi.
« Felici Hunger Games! E possa la fortuna sempre essere a vostro favore! » dice con un brutto sorriso rifatto. I carri tornano indietro e ci fanno entrare nella Torre d'Addestramento. Tra sei giorni esatti verremo spediti nell'Arena e cominceremo ad ammazzarci! Scendo dal carro e noto che James ha ancora la mano stretta a me, non ho intenzione di lasciarla ancora perché sento le gambe tremare, lui però scioglie la stretta e va dal suo stilista. Rimango immobile a fissarlo. Perché mi ha lasciato la mano?






Salve lettori :) perdonate il tempo che ho lasciato passare dalla pubblicazione ma ho dovuto studiare molto per l'esame teorico della patente e sono stato promosso ^^ ho partorito questo capitolo in due giorni e l'ho pubblicato. Commentate e recensite, i vostri pensieri sono sempre importanti. A presto con il prossimo capitolo!  

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Training to survive! ***


 

James si allontana velocemente da me insieme alla sua stilista e io non faccio altro che pensare: “Ho fatto qualcosa che lo ha irritato?”
Non era stato lui stesso a dire che andava bene restare amici? Certo ciò che faceva non corrispondeva a ciò che provava, non si comportava come un amico ma più come un ex geloso. È completamente scomparso dalla mia vista e qualcuno mi richiama all'attenzione. Dean mi fa i complimenti per lo scalpore che ho suscitato e perché tutta Capitol City aveva gli occhi puntati su di me. Raymond si avvicina saltellando, come fa con tutto qual grasso? Sento di essermi inacidito per la reazione strana di James, ma cosa più assurda è il perché me la sia presa tanto! Si è già stancato di me? Certo che se ha cambiato idea su di me, i suoi sentimenti non erano così veri come diceva...! Norman mi guarda con un sorrisino che mi da fastidio, lo odio perché ha avuto ragione: la mia omosessualità ha fatto scalpore per Capitol City; sarà proprio per questo che forse avrò qualche speranza di vincere?
« Smettila di sorridere! » gli dico, sono però il primo che non riesce a smettere di sorridere. Sono soddisfatto del mio successo.
« Sei stato grandioso e non è ancora finita! » dice soddisfatto lasciando intendere qualcosa. Cos'altro vuole farmi oltre il vestirmi da donna per la Sfilata? C'è un altro evento prima dell'Arena: l'Intervista con Caeser Flickerman. Tremo al solo pensiero di come sarò. I miei pensieri vanno su Marvin che mi guarda con disprezzo e disgusto. Ci sono abituato quindi non mi fa molto effetto.
I miei occhi notano però altro; oltre Marvin vi sono i Tributi Favoriti: Distretto 1, 2 e 4. Mi fissano come se potessi essere una minaccia per loro; sono abbastanza alti e dall'aria bruta, non credo si fermerebbero davanti qualcuno come me. I ragazzi hanno espressioni stranite, sembrano confusi sul mio sesso! Le ragazze invece mi guardano quasi con invidia, posso dire che sono truccate da esperti e sembrano belle ragazze, perché provano invidia per me? Mi volto insieme al mio gruppo e ci dirigiamo verso la Torre, sotto di essa vi è il centro addestramento: abbiamo tre giorni per migliorare in quanti più campi possibili, il giorno dopo si ha la Prova di giudizio finale e la sera dopo ancora l'Intervista; poi verremo spediti nell'Arena.
Sto già pensando a quali stand andare per migliorarmi, di sicuro dovrò allenarmi con la lancia, vorrei provare anche con il corpo a corpo ma non avrò motivo di farlo: Norman ha già stabilito che dovrò correre verso la Cornucopia e prendere una lancia, intende dire anche al prezzo della mia vita. Se non dovessi riuscire a prendere un'arma potrei anche morire. La mia mente vaga confusa fino a che tutti e sei non entriamo nell'ascensore. Norman schiaccia il quinto pulsante: essendo del Distretto 5 è quello il nostro piano. Ci troviamo in una gigantesca stanza: uno strano ingresso in stile Capitol City ovviamente! Ci sono tappeti e arazzi di mille colori, l'intera stanza è illuminata da grandi lampadari dall'aspetto antico, forse una delle poche cose risalenti ai vecchi tempi, prima ancora dei Giorni Bui. Superato l'ingresso, ci troviamo in un immenso salotto pieno di divani, tavolini, candelabri con candele dorate e giganteschi televisori alle pareti. Ci sono dei quadri che raffigurano il Distretto 5 duranti i Giorni Bui e i Giorni della Rivoluzione. È un modo per distruggerci prima di entrare nel mattatoio? James e il suo stilista sono già attorno al tavolo intenti a mangiare.
C'è una lunga tavola dove sono sistemati numerosi piatti prelibati che mi mettono l'acquolina in bocca, credo che stasera riuscirò ad abbuffarmi visto che non ho mangiato a pranzo. Ci accomodiamo intorno alla tavola, gli stilisti si siedono in un lato occupando i posti, Raymond e Norman si mettono al posto del capo tavola e Marvin si siede nel posto vicino a Raymon. Rimane solo quello al centro, dovrei quindi stare vicino a James, dopo il trattamento che mi ha riservato vorrei dargli un pugno piuttosto che mangiare accanto a lui. Devo però riconoscere che è sicuramente molto più forte di me e non posso combattere con lui ora.
Mi siedo senza rivolgergli la parola e anche solo guardarlo, sento che neanche lui lo fa, sembra concentrato come tutti noi a mangiare. Norman inizia a parlare degli allenamenti.
« Cominciamo: domani dovrete scendere ai piani inferiori visto che il centro d'addestramento si trova sotto di noi. Con quali stand volete avere a che fare? » chiede. Noi ci guardiamo confusi: non abbiamo idea di cosa ci aspetti là sotto. « Ci sono vari stand: corsi sulla mimetizzazione, sull'accendere un fuoco o appiccare un incendio, corsi di sopravvivenza che sono per lo più teorici, corsi per imparare a scalare o ad arrampicarsi, sulle varie armi, sulla lotta corpo a corpo, sulle piante e vegetali vari ed infine sul costruire trappole. In base alle doti che possedete dovete migliorarvi o acquisire nuove conoscenze. Preferisco sempre per il migliorarvi, ma se vi ritenete abbastanza forti in un campo, passate all'altro. » prende un respiro. « James cosa farai là sotto? »
« Immagino dovrei imparare ad arrampicarmi... conoscere qualche bacca e costruire trappole. Accendere un fuoco e credo anche mimetizzarmi. » risponde il ragazzo. Norman mi scambia un impercettibile segno, credo di averlo capito: non è bene avere tante cose da imparare, potresti avere troppe informazioni e dimenticarne alcune. Tocca a me e rimango un po' a pensare.
« Vorrei migliorarmi con la lancia. Inoltre devo anche... » accedere un fuoco? Ricordo di come stavo quasi per cadere nell'indovinello di Norman. « Costruire trappole. Mi piacerebbe vedere anche qualcosa al corso di sopravvivenza.! » è soddisfatto delle mie rispose e non si preoccupa di nasconderlo. Si gira verso Marvin e attende le sue risposte.
« Io voglio solo migliorarmi nella forza. Il resto posso anche evitarlo, d'altronde la miglior difesa non è l'attacco? » realizzo che Marvin vuole vincere e questo non è un bene. Un posto dev'essere mio a tutti i costi, anche se arriverò a combattere contro i Tributi, l'altro posto era incluso fosse per James, ma ora non so se lo voglio accanto. Meglio di Marvin sarebbe sicuramente!
Norman analizza le nostre risposte e annuisce solamente. Non ci dice se abbiamo sbagliato o se faremo le cose giuste. Ci lascia nelle nostre mani. Continuiamo a mangiare fino a che non parla di nuovo. Riguarda la dinamica della giornata.
« I tre giorni che seguiranno saranno molto lunghi: gli allenamenti cominceranno alle nove, vedete di essere in orario. All'una c'è una pausa pranzo di un'ora. Dopo di essa gli allenamenti proseguiranno fino alle sei quando tornerete qui. La cena la passerete tranquilli qui, ma il pranzo no. Sarete con gli altri Tributi, cercate di farvi degli alleati già che ci siete. Ma cosa più importante: state uniti. Dimostratevi un gruppo saldo e forte! Ora andate... domani la sveglia suona presto! » dice cacciandoci via.
Cerco di essere veloce e mi porto tra i corridoi fino ad una stanza con scritto il mio nome. Entro dentro e mi ci chiudo. Non c'è la chiave, la porta può bloccarsi solo se Capitol City lo vuole. Decido che è ora di levare il trucco e tutto ciò che non è naturale, via dal mio corpo. Vado in bagno e apro il rubinetto della doccia per far uscire acqua calda. Servirà per levare tutti i supplementi. Ci impiego quasi mezz'ora solo per levare via tutte e dieci le unghia finte, fortunatamente non erano incollate molto bene. Levo via la tuta e la butto a terra come se fosse uno straccio, mi strappo di dosso tutto gli indumenti ed entro nel piatto doccia; comincio a vedere l'acqua diventare nera, dorata e bianca, tutti i colori del trucco che avevo in volto. Sento che il mio viso è quasi tornato normale come sempre. Strofinò per bene le labbra in modo da levare via il rossetto e mi trovo perfettamente pulito dal trucco. I miei capelli sono duri come l'acciaio ma riesco anche a togliere tutte le aggiunte che appallottolo e butto lontano da me. La mia doccia rilassante può finalmente cominciare: prendo metà delle bottiglia di shampoo e la spalmo sui miei capelli in modo che tornino morbidi, lisci e setosi come prima, passo con delicatezza il bagnoschiuma e sento di profumare di more. È un bella sensazione. Sono perso in qual bagno rilassante fino a che qualcuno non mi chiama.
« Darin? Sono James, sei in bagno? » è in camera. La sua voce è troppo vicina e ciò significa che è dietro la porta. Mi giro di scatto e la mia sfortuna prende il sopravvento: giro il piede velocemente e finisco per scivolare a terra sbattendo tra le parete. Ho fatto un tale chiasso che mi avranno sentito persino al Distretto 5. L'acqua finisce sul pavimento insieme a me.
La porta del bagno si apre di scatto e James si avvicina a me correndo, cerca di non scivolare e si metto davanti a me. Mi da una mano a rialzarmi e sono imbarazzato! Io sono completamente nudo mentre lui indossa una canottiera e un paio di boxer. Voglio evitare il suo sguardo.
« Ti sei fatto male? Sei caduto? » che razza di domanda è?
« No volevo vedere se il pavimento era comodo per dormirci sopra! » dico con acidità e sarcasmo. Lui scoppia a ridere. Non si allontana da me e mi fa tornare in piedi. Al momento di poggiare il peso sento una fitta tremenda alla caviglia. Mi appoggio a James bagnandolo d'acqua.
« Ti fa male la caviglia? Aspetta lasciami controllare! » sono pieno di schiuma e mi lascia a sedere per terra, cerco di coprirmi perché so che a lui non dispiace che sia nudo. La situazione potrebbe essere anche interessante se non ci fosse Ryan!
Mi prende la caviglia e mi fa dei piccoli massaggi, in alcuni punti riesce a strapparmi un sospiro di sollievo, in altri una fitta di dolore. Si alza e si leva la canottiera rimando solo in intimo. Immagino che sia fastidioso avere vestiti bagnati addosso. Ciò che sta per fare però non ha scuse: si porta le mani all'intimo e prendendo l'elastico quasi si leva il tutto. Riesco a fermarlo.
« Sei per caso impazzito? Che stai cercando di fare? » cerco di non guardare se è del tutto nudo, ma ammetto che la curiosità è troppa e dentro di me forse voglio che levi anche quello.
Lui mi sorride. « Non hai mai visto un ragazzo nudo? » chiede divertito.
« Certo. E anche più di uno! » gli rispondo in tono di sfida. Non voglio farmi debole. Ma la mia risposta viene interpretata in altro modo.
« Allora vedere me non ti dispiacerà! »
« Perché diavolo vuoi spogliarti? » gli chiedo trovando il coraggio di guardarlo in viso. Noto che ha cominciato ad abbassare i boxer.
« Non è che hai esattamente finito di lavarti! Ti do una mano io! » dice. Forse sono io mal pensante ma colgo una straordinaria malizia nelle sue parole e nel suo sguardo.
« Per favore lascia stare, ci riesco da solo! » cerco di alzarmi. Tralasciando questo momento devo riuscire a camminare anche con la caviglia dolorante. Nell'Arena dovrò correre. Non posso lasciare spazio ai dolori. Grazie anche al vetro della doccia riesco a stargli di spalle. Ora so che mi sta fissando e mi sento tremendamente in imbarazzo, prendo un asciugamano e l'avvolgo in vita.
« Ma a me non dispiace darti una mano! » dice avvicinandosi a me. Lo fermo mettendogli una mano tra i pettorali. È la prima volta che tocco qualcosa di così scolpito. Il paragone con Ryan è evidente e lui non è in vantaggio! James sembra divertito dalla situazioni, forse perché si è accorto che involontariamente gli sto accarezzando i muscoli. Allontano il braccio.
« Posso sapere perché mi hai lasciato la mano una volta finita la Sfilata? » gli chiedo sulla soglia della doccia. Lui mi guarda più serio.
« Pensavo di lasciarti stare... ero venuto con l'intento di chiederti scusa anche per quello. Ma scusa se adesso non ci riesco... » dice. Stavolta fa un sorriso. Uno di quelli tranquilli e sereni.
« Tranquillo! » dico con il volto abbassato. Lo vedo raccogliere la canottiera. Ha l'aria triste e sento di averlo ferito. Prima che esca al bagno gli parlo. « Ci vediamo domani, vero? » sento un tono ansioso nella mia voce e lui lo coglie. Sorride e annuisce. Lo sento uscire dalla stanza e terminò di lavarmi. Ritorno in camera dopo aver asciugato il mio corpo e i capelli. Mi stendo sul letto e aspetto di essere colto dai sogni.
Il giorno seguente è uno dei più brutti della mia vita. Sento un'immensa aria negativa attorno a me, ma almeno il dolore alla caviglia si è incredibilmente calmato. Attorno al tavolo siamo solo noi Tributi e Norman e Raymon; i nostri stilisti saranno con noi per la cena. James è diventato appiccicoso come la colla. Sento che ogni passo che compio io, lo compie anche lui, come se fosse la mia ombra. Terminiamo una ricca colazione a base di zuccheri e calorie. Dobbiamo ingrassare quanto più ci è possibile. Sono le otto quando andiamo tutti quanti a prepararci per l'allenamento, ci hanno fatto trovare delle tute con stampato il numero del nostro distretto, sono tute nere e azzurre, i numeri sono ricamati sulla schiena in argento. Noto che almeno quella tuta è un modello maschile e la indosso volentieri. Ci troviamo tutti e tre pimpanti e pronti agli allenamenti. Sento di essere colto da una strana ansia, ormai manca davvero poco all'inizio dei Giochi. Norman e Raymond restano nell'appartamento mentre Marvin va per primo nell'ascensore e scende, non mi ha neanche aspettato, vuole forse farmi ritardare? Non ci riuscirà di certo. Faccio pochi passi e sento James chiamarmi. E di pochi passi dietro di me e mi affianca.
« Come va la caviglia? » chiede a bassa voce. Non capisco perché debba essere segreto e gli rispondo.
« Bene grazie, anche se ogni tanto dà qualche fitta! » purtroppo è dannatamente vero e non va bene! Ho già un piano in mente: dovrò correre velocemente anche se mi spezzerò la caviglia, una volta salvo dal bagno di sangue potrò riposarmi e sperare che la caviglia si sistemi. Ho qualche giorno ancora.
L'ascensore risale ed entrambi entriamo dentro. Sembra che voglia aggiungere qualcosa e lo fa, la cosa è irritante visto che ancora è presto per le chiacchiere.
« Dobbiamo mostrarci uniti... magari pranziamo insieme che ne dici? » stranamente il tono con cui l'ha detto è garbato e non pretenzioso. Mi lascio sfuggire un sorriso.
« Va bene! Magari gli altri Tributi saranno gelosi... » dico gongolandomi un po'. Mi fissa in modo strano e credo che abbia frainteso. « Intendo riguardo la nostra amicizia! » meglio chiarire!
Si lascia sfuggire un sospiro e annuisce. Vuole ancora qualcosa di più dell'amicizia ma non l'otterrà. L'ascensore è lento ed ho l'occasione di squadrare James, ha la mia stessa tuta ma la sua è più grande per contenere i muscoli che sembrano stare stretti all'interno del tessuto. Ripenso alla sera prima e mi chiedo com'è possibile che riesca a guardarmi in faccia dopo che mi ha visto nudo! Le porte si aprono e ci troviamo in una gigantesca sala grigia e triste, ci sono molte stanze a cerchio dove ci sono delle persone, saranno i nostri insegnanti; gli stand sono già pronti. Ci avviciniamo ad un vecchio che ha l'aria di essere il capo, noto che alcuni Tributi non sono ancora presenti e colgo l'occasione per cercare alleati, il mio occhio si ferma su due ragazzi del Distretto 6: hanno circa la mia età, il primo ha i capelli neri e gli occhi color nocciola ed è abbastanza grasso, il secondo è magro dai capelli e gli occhi castani chiari; al mio sguardo risaltano anche due ragazze del Distretto 11: anche loro due hanno la mia età, entrambe con fisici normali, la prima ha i capelli neri e penetranti occhi azzurri, la seconda è l'opposto, ha i capelli corvini e gli occhi scuri come il carbone. Sembrano simpatici e credo mi rivolgano un'impercettibile segno. Ricambio con un sorriso e sembrano scossi e felici, non mi sembra però giusto fraternizzare visto che tra di noi solo due vivranno.
Tutti e trentasei Tributi ci troviamo presenti e il vecchio comincia a elencarci i corsi e i vari stand, dopo pochi minuti ci dà il via libera e cominciamo a mischiarci e a perderci. Voglio seguire i miei tre corsi e decido di dedicarmi al costruire trappole, con la lancia devo migliorare e non imparare. Mi avvio allo stand e James mi prende in mezzo alle urla dell'allenamento.
« Non abbiamo corsi insieme io e te? » sfortunatamente sì e mi ci sto dirigendo ora. « Che stai andando a fare? »
« Costruire trappole! » devo giocare d'astuzia. « Perché non vieni anche tu? Mi pare che eri interessato no? » James può guardarmi le spalle.
Mi fa un sorriso gigantesco che non riesco a ignorare, siamo vicini e ci avviamo allo stand privo di Tributi. C'è una simpatica donna di Capitol City che ci da il buongiorno e si avvicina. Comincia con l'illustrarci una trappola di base e si aspetta che noi la ricreiamo. Non sarà un problema.
Mi chino sulla mia trappola in fase di inizio e James si mette attaccato a me, riesco a sentire il profumo del suo respiro e per un breve attimo sbaglio il nodo e mi costa un richiamo dall'istruttrice. Ricomincio e rimango concentrato mentre James mi domanda qualcosa.
« Hai messo gli occhi su possibili alleati? » lo fisso negli occhi verdi e scuoto la testa.
« Non sono sicuro che allearsi con qualcuno sia buono! Mi affeziono alle persone, se dovesse toccarmi uccidere i miei alleati... » scuoto la testa.
« Noi due però siamo alleati vero? Voglio dire, dopo il bagno di sangue alla Cornucopia verrò a cercarti per ritrovarti. Standoti vicino potrò tenerti meglio d'occhio! » dice gentilmente e con una nota di dolcezza.
Mi lascio sfuggire un secondo sorriso. « Grazie! Spero di trovarti allora... » no, no, no, no. Non è ciò che voglio dire. Mi sento debole se parlo così.
James finisce il suo nodo e prova a far scattare la trappola senza effetto, ha fallito, si china di nuovo e ci riprova mentre si guarda intorno. Il suo sguardo si posa su di un ragazzo del Distretto 10, magro e alto come James, dai capelli color mogano e gli occhi scuri come le occhiaie sotto di essi. Ha lo sguardo fisso sul mio compagno e vedo che si lecca le labbra con fare malizioso. Incredibilmente James rimane ammaliato, sembra quasi che stia per alzarsi per andare da quel ragazzo e mi sento colto da una furia omicida: ho terminato la trappola e la faccio scattare catturando la caviglia di James, legato vicino a me! Sembra divertito e continuiamo a fare trappole per tutta la mattina, dopo pranzo si dedicherà ad altro mentre io tornerò a fare trappole. Il pranzo che ci viene servito è abbondante e sa molto di mensa scolastica: ci sono le pietanze e numerosi tavoli, ci sono già dei Tributi seduti in gruppi come i Favoriti, alcuni Tributi solitari come Marvin e alcune coppie. Io e James ci avviciniamo al cibo e ne prendiamo un po' ciascuno, sul mio vassoio c'è della pasta e del purè, c'è anche del pane e un po' di frutta; James ha del pollo, del pesce e dei dolci. Un pranzo regale! Ci sediamo in un tavolo dove stiamo solo noi due e gli dico di stare seduto mentre io vado a prendere da bere, involontariamente gli passo le mani sulle larghe spalle e sento un fremito lungo la mia schiena.
Mi allontanò e prendo acqua per entrambi. Cominciamo a pranzare allegramente quando l'argomento principale non è più l'allenamento ma i ragazzi.
« Certo che c'è quel ragazzo che mi attira alquanto... » dice. È rivolto verso lo stesso ragazzo di prima. Pesto apposta il piede di James.
« Perdonami non l'ho fatto apposta! » dico carico di veleno trangugiando della carne.
« Mi piace molto devo dire! » continua a dire. Lo ignoro definitivamente e se ne accorge diventando serio. « Sto scherzando ovviamente. Mi piaci tu non lui... » continuo ad ignorarlo e lui mi fa girare verso di lui. Ci fissiamo negli occhi e si avvicina impercettibilmente.
« Ti sei trovato un rimpiazzo a me! Sarai contento di salire sul podio insieme a lui! » gli dico arrabbiato. Mi dà fastidio che un attimo prima mi offre le sue attenzioni e quello dopo non esisto più.
« Io ti amo sul serio e non per scherzo, dovresti averlo capito! » dice. Fa poi qualcosa che non mi sarei aspettato.
Il suo viso si trova ad un solo centimetro dal mio, mi perdo nei suoi occhi e il suo respiro mi confonde, è un dolce e sensuale profumo così come l'odore che emana il suo corpo, James è incredibilmente attraente e mi sento perduto. Ma la distanza non viene mantenuta: è lui a ricoprire lo spazio e ad appoggiare le sue labbra sulle mie! Sono forti e dolci, sono pietrificato e lo lascio fare, sento il suo sapore e lascio che faccia ciò che desidera. Lo assecondo in quel bacio strano finché non ritorno in me e gli pianto un ceffone in pieno viso. Mi alzo di scatto e lo lascio alle mie spalle. Ho tradito Ryan, ho donato le mie labbra a qualcun altro. Qualcuno per cui non provo solo odio! Per tutto il resto del pomeriggio mi sta lontano anche se qualche volta lo becco a fissarmi, ha l'aria da cane bastonato e noto che alcun Tributi ci lanciano degli sguardi, forse il nostro bacio non è passato inosservato. Sono le sei quando finalmente torniamo nell'ascensore, siamo tutti e tre dentro: io, James e Marvin.
« Bel bacio James, non sapevo piacesse anche a te la salsiccia! » dice Marvin quando siamo dentro l'appartamento. Norman e Raymond sono confusi.
« Piantala Marvin! » si difende James. Non ho intenzione di ascoltarli, voglio solo andare a dormire visto che ho passato tutta la giornata a fare nodi e trappole, nell'Arena non avrò problemi è certo! Cerco di evitare lo sguardo di James e la cena passa in silenzio. Al termine auguro la buonanotte a tutti, James allunga una mano prima che io mi allontani da lui e sfiora delicatamente la mia mano, non mi sento di strattonarla via, sento che quel bacio è stato un gesto d'amore per lui e non voglio ferirlo ancora di più, lascio la mano scorrere via come fosse sabbia e mi getto sul letto cercando di prendere sonno, mi sfioro le labbra con le dita e sento ancora il sapore di James addosso, non è un bene!
Quando mi sveglio sono ancora tormentato e mi sento uno straccio, la caviglia mi dà fitte dolorose, levo via le lenzuola e accarezzo la pelle strappandomi un rantolo di dolore, perché oggi è peggio? Credo di aver sforzato la caviglia e non ho fatto nulla visto che ero sempre fermo, probabilmente sarà stata colpa di quando mi sono allontanato di scatto da James... dopo il bacio! Sento ancora il suo sapore e l'odore del suo respiro, il solo pensieri mi manda una strana sensazione in tutto il corpo, mi rendo conto che mi manca Ryan, o almeno spero che sia per lui! Mi faccio un bel bagno rilassante e lascio il piede dolorante allo scoperto per non condannarlo stretto in una scarpa. Metto la tuta dell'addestramento e vado nella sala da pranzo dove trovo Norman e James che discutono di qualcosa. Sembrano parlare di me.
« Potrebbe non essere un bene questa storia! » dice Norman all'altro che ha il viso chino sulla sua colazione.
« Sta tranquillo non c'è alcun problema visto che Darin mi odia! È stato solo un bacio per colpa mia. Lui non c'entra niente! » dice con tono seccato.
« Capitol City non rischierà! Dovete fare attenzione! »
« Cosa c'entra Capitol City adesso!? » sbotta James arrabbiato alzandosi dalla sedia.
« Hanno già avuto gli Innamorati Sfortunati! Non rischieranno ancora una volta e vi uccideranno nell'Arena stessa! »
« Cosa dovrei fare? Ignorare Darin mi sembra sufficiente. Non voglio più parlarne! » James si dirige a passi svelti verso il corridoio e quasi mi viene addosso.
Mi guarda fisso negli occhi e non sembra esprimere emozioni. Cerco di trovare qualche parola ma riesco solo a pensare al bacio e mi fa rabbia, come si è potuto comportare così? Specialmente di fronte a tutti gli altri Tributi! Mi supera e io saluto Norman, non ho molta fame ma mi obbligo a mangiare cioccolata e brioches per mettere su chili. Lui non sembra essere molto a suo agio. Credo voglia chiedermi di me e James ma non avrei cosa dire perciò finisco in fretta e scendo ai piani inferiori per poter continuare il mio allenamento. Guardo velocemente gli altri stand e noto che i Favoriti sono già all'opera, c'è anche Marvin ed ha l'aria di divertirsi ad abbattere i suoi bersagli, non voglio avere niente a che fare con lui, anzi, dovrò proprio evitarlo. Mi giro intorno e scorgo lo stand riguardo la sopravvivenza, noto che ci sono altri quattro Tributi, sono proprio i ragazzi e le ragazze di ieri, Distretto 6 e Distretto 11. I due ragazzi mi rivolgono un sorriso piacevole e provo a ricambiare.
« Ciao! » mi esce spontaneamente mentre attendiamo l'istruttore.
« Ciao, mi chiamo Tony » dice quello più grassoccio dai capelli neri.
Gli tendo la mano amichevolmente. « Mi chiamo Darin! » dico provando a fare il simpatico. Le due ragazze sembrano capire il mio disagio.
« Io sono Amelie » dice la ragazza dai capelli neri. Indica la ragazza dai capelli corvini. « Lei invece è Melania »
La ragazza mi fa un grande sorriso e stringe la mia mano. « Distretto 5? » mi chiede. Non è forse ovvio? È il secondo ragazzo a farglielo notare.
« Lo ha scritto sulla tuta come tutti noi! » mi rivolge un triste sorriso. « Mi chiamo Samuel! »
Sembrano tutti simpatici e quando James arriva faccio il peggio che posso fare: faccio il simpatico con i due ragazzi quasi fino a provarci con loro, sono entrambi alla mano ma sono anche ottusi e non capiscono molto; le due ragazze la sanno lunga e hanno capito che non è il mio intento provarci con Tony e Samuel, seguono i miei sguardi e le miei occhiate fino al corso di mimetizzazione, James è molto bravo e rendersi invisibile e cerco in tutti i modi di scorgerlo per farmi vedere allegro nonostante ciò che mi ha fatto. Il corso di sopravvivenza è davvero un'idiozia, è solo teoria su come sopravvivere in diversi ambienti, su cosa è consigliabile fare e su cosa non dobbiamo fare. Come se avessi tempo da perdere nell'apprendere cosa che so già! Preferisco mandare le mie attenzioni ad osservare James, ma ogni volta che lo faccio penso al motivo: perché voglio farlo ingelosire? Non dovrebbe importarmi di lui e tanto meno di uno stupido e insignificante bacio. La pausa pranzo arriva dopo quelle che sembrano ore e mi siedo insieme ai quattro, ciò mi da l'occasione di stringere amicizia con loro, hanno tutti vite normali come la mia, nel Distretto 11 però sono più in difficoltà visto che sono molto severi, da noi i Pacificatori non ci trattano molto male; Melania improvvisamente mi fa una domanda che mi lascia di pietra.
« Ma tu e il tuo fidanzato avete litigato? » mi chiede. Sta guardando oltre le mie spalle, seguo il suo sguardo e trovo James da solo in un tavolo, mi sta fulminando con lo sguardo e i brividi percorrono la mia schiena. Non tocca neanche il cibo. Mi volto verso i ragazzi e sospiro.
« Nessun litigio e non è il mio ragazzo! » rispondo.
« Allora perché ieri ti ha baciato? » mi chiede Samuel. Non mi va di dire troppo di me o di James. « Non ti stacca gli occhi da dosso... »
Sospiro ancora una volta. « Vado a parlargli... ci vediamo dopo! » mi alzo dal tavolo lasciando ai miei nuovi “amici” un sorriso e mi dirigo verso James che si sistema sulla sedia ed evita il mio sguardo. Mi ci siedo vicino a provo a sfiorargli la mano, non rifiuta il mio tocco e sospira intensamente, le mie dita si legano tra le sue e stringiamo insieme.
« Scusami! » dice. Scuoto la testa.
« Non fa niente. Scusami tu se ti ignoro da ieri. Torniamo amici come prima? » lui mi guarda negli occhi e mi sento strano.
« No! » il respiro mi manca. È come se mi avessero dato un pugno allo stomaco. « Non posso essere tuo amico. Ti amo troppo per farmelo bastare! »
Non mi va di perderlo, lui è il primo con cui ho legato. Avvicino il viso al suo, c'è una forza che mi spinge, si avvicina a me e ancora una volta vengo inebriato dal suo respiro, è dolce e sa di qualcosa di selvaggio che mi dà alla testa. Che diavolo mi succede? Vorrei baciarlo perché mi fa tenerezza come l'ho respinto, ma poi penso a Ryan e mi tiro indietro.
« Scusa! Se non ci fosse Ryan... » che sto pensando? Se non ci fosse Ryan mi fidanzerei seduta stante con te? Non posso dirlo!
« Riuscirò ad avere il tuo cuore! » gli sorrido. Chi ti dice che ci riuscirai?
Il resto del pomeriggio passa in fretta, decido di restare con James che fa il corso sulle bacche ed apprendo molto di nuovo, Ryan mi ha insegnato qualcosa ma sapere cose nuove e diverse mi farà del bene, inoltre James è felice che io gli stia vicino e ogni tanto rivolgo qualche sorriso a Tony e gli altri che ricambiano, le ragazze mi sorridono e fanno degli occhiolini, credo che abbiamo capito male su me e James ma ormai non ha più importanza. La giornata termina e il giorno seguente passa ancora più velocemente perché faccio ciò che mi piace: la lancia e le sue tecniche, mi rendo conto di poter essere un pericolo magari, i Favoriti mi girano intorno e sembrano osservare le mie mosse e ciò che so fare. Mi ritengono un avversario da temere? Un alleato? Un insetto da schiacciare? Dovremo solo aspettare di essere nell'Arena. Gli allenamenti sono finiti! Domani ci sarà la sessione in cui gli Strateghi ci daranno i voti con cui cercare sponsor, non posso far altro che andare a dormire presto visto che potremo usufruire delle sale per allenarci ancora un po'; James mi augura buonanotte e mi dà un bacio sulla guancia, non è un bacio normale e mi fa quasi arrossire, è come se vi mettesse passione, le mie mani gli sfiorano i pettorali involontariamente, lui è divertito da questi miei gesti e poi si allontana lasciandomi un senso di amaro in bocca. Cosa voglio? Vorrei averlo accanto a me? Vorrei che resti con me stanotte? Basta! Capitol City mi ha completamente dato alla testa! Mi butto sul letto dopo essermi lavato e mi addormento senza pensare.





Salve a tutti :D rieccomi con un nuovo capitolo, perdonatemi per questo lungo periodo di attesa ma ho avuto molto da fare: guide per prendere la patente e l'inizio della scuola mi ha distrutto con lo studio e non ho avuto il tempo di scrivere .-.
Finalmente ho deciso di riprendere ed ho preparato il capitolo in 5 giorni xD! Spero vi piaccia e mi raccomando, voglio commenti e voglio sapere ciò che pensate u.u a presto con il prossimo capitolo.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: It's white around me! ***


Un fastidioso rumore mi fa svegliare: sono le voci di Norman e Dean. Stanno parlando di qualcosa e riesco a sentirli, mi giro nel letto ma sento troppo caldo per provare a riaddormentarmi; la sveglia sul comodino indica che sono quasi le sette. Osservo la finestra che si affaccia su una brillante Capitol City, una città assurda e piena di orribili colori, non c'è molta confusione per le strade, ancora è troppo presto per tutti; mi alzo a fatica e mi trascino in bagno per lavarmi il viso, l'acqua fredda mi sveglia e decido di andare nel salotto per scoprire il motivo di quelle voci e risate. Trovo i due uomini in piedi, entro e mi fissano restando in silenzio, mi sposto verso il tavolo della colazione e comincio a servirmi: prendo cornetti con la cioccolata e biscotti -i miei occhi restano fissi su Norman e Dean che mi squadrano, noto che Raymond è bloccato su una poltrona troppo piccola per il suo grasso. Parlavano di me, è chiaro!
« Penso si possa fare... » dice Dean rivolto verso Norman.
« Lo credo anch'io... chissà se la principessina vorrà partecipare alla nostra scenetta... » dice Norman in risposta. Si avvicina al tavolo e si siede accanto a me.
« Buongiorno! » lo saluto freddamente. Sta progettando qualcosa per l'Intervista e sono sicuro che non mi piacerà!
« Abbiamo già progettato il tuo vestito per l'Intervista! » dice senza preoccuparsi di ciò che penso. Mi volto verso di lui.
« Sarò vestito come una prostituta per caso!? » spero che abbiamo notato il mio sarcasmo. Lui ride.
« No, ma indosserai un abito da donna ovviamente! »
« Ovviamente!? » la mattina non potrebbe andare peggio. « Io sto benissimo da maschio, solo perché mi piacciono i ragazzi non significa che io sia una ragazza! »
Non mi piace vestirmi da donna, ho superato quella fase quando avevo dieci anni e avevo preso coscienza di ogni cosa riguardasse me e la mia natura.
« Tranquillo, ti piacerà! » dice Dean provando a farmi un sorriso. « È in stile antico: una gonna bella ampia e piena di merletti; inoltre è presente un corpetto colmo di strass, qualche gioiello e i capelli finti e sarai perfetto per domani! »
« Corpetto?! » chiedo incredulo. Questo è anche peggio del vestito per la Sfilata. « Sembrerò ridicolo!! » dico infuriato, senza accorgermene sto urlando. « Non intendo vestirmi da donna! Cercate di farmi un abito maschile o modificate quello! » dico alzandomi e correndo verso camera mia.
Senza volerlo mi scontro contro James, ha l'aria addormentata, mi prende per le braccia e mi fissa negli occhi, credo che mi stiano uscendo le lacrime per la rabbia. Affondo la testa nel suo petto e lascio che mi culli tra i suoi muscoli; mi sussurra cose dolci che non riesco a captare. Mi spinge verso camera mia e chiude la porta dietro di sé. Sono un po' imbarazzato dal restare solo con lui, eppure allo stesso tempo mi sento tranquillo, lui può capirmi.
Mi spinge delicatamente sul letto e mi fa sedere. Mi sento stranamente più tranquillo, credo di aver esagerato, sono però determinato a non farmi vestire da donna.
« Ti va di dirmi cos'è successo? » dice dolcemente. Mi accarezza il viso con una mano e lo guardo negli occhi. James mi capisce perché mi ama! Che avrebbe fatto al suo posto Ryan? Forse lui sarebbe stato divertito, a lui sarebbe piaciuto il fatto che mi lasciavo dominare così. James invece è l'opposto, è delicato e dolce, molto simile a me, molto simile a ciò che vorrei che il mio ragazzo facesse.
« Norman vuole vestirmi da donna all'Intervista! » dico freddo. Lui continua ad accarezzarmi e sento ulteriori vampate di fuoco.
« Sei bellissimo anche vestito da donna... » dice con un tono mezzo imbranato. Non credo voglia realmente dire quello ma è dolce il suo tentativo di sollevarmi il morale.
« Ti vestiresti da donna tu? » gli chiedo sarcasticamente. Lui ovviamente scuote la testa. L'immagine di lui vestita da donna è orribile!
« Credo di stare meglio da uomo con il mio fisico! » dice ridendo. Mi fa sorridere.
« Decisamente stai meglio da maschio... » l'argomento sta prendendo una piega che temo vada a sfociare nei sentimenti.
« Magari Norman si lascerà convincere... posso provare a dirgli di non esagerare... »
« Non ti darà retta! » dico alzandomi e gironzolando per la camera. « Perché vuole questo!? » chiedo a me e a lui.
« Credo voglia farti apparire come il tentativo di sognare: ti fa vestire da donna perché sta montando la sceneggiata di un ragazzo gay infelice dell'essere uomo e che colma così il suo vuoto! »
Ciò che dice James mi fa girare la testa, sento lo stomaco che si rivolta su sé stesso, è così che Norman mi vuole far trovare sponsor; devo forse continuare a recitare questa parte? Io odio Norman. Odio Capitol City. Odio il destino! L'unica cosa positiva... è l'aver conosciuto James; il ragazzo si è alzato dal letto e si è avvicinato a me sovrastandomi con la sua altezza. Mi prende la mani tra le sue e se le avvicina al viso; involontariamente gli accarezzo le guance, sono morbide e forti allo stesso tempo, mi dà dei bacetti sulle dita e la cosa mi fa perdere ancora di più. Ritraggo la mano e lui sembra essere insoddisfatto della fine di quel giochino!
« Mi dispiace! Credo di aver esagerato... » dice con il viso chino. « Vado a fare colazione! Ci vediamo tra un po' » si avvicina alla porta e non voglio che vada via.
Lo prendo per il braccio stringendolo per quanto posso, probabilmente non avrà sentito la mia stretta. Si volta e mi sorride, uno di quei sorrisi che la gente fa quando ottiene quel che vuole.
« Ti dispiace aspettarmi? Ci metto poco per prepararmi... » gli ho appena chiesto di stare seduto mentre io mi lavo, mi preparo, faccio i capelli e il resto. Eppure lui sembra tranquillo.
« Ma certo! » si siede sul letto e io mi chiudo in bagno.
Non ho bisogno di bloccare la porta, mi fido di lui! Levo via i miei vestiti mentre l'acqua fredda scorre liberamente nella doccia. Sento la voce di James parlarmi dall'altro lato della porta.
« Come va la caviglia? Non sembra averti fatto male... » ottima annotazione. Mi ha sempre nel suo campo visivo, mi tiene d'occhio. Chissà... magari potrei realmente pensare di cercarlo una volta sfuggiti al bagno di sangue della Cornucopia.
« Va molto meglio grazie! Neanche più mi fa male.... credo sia un bene visto che dovrò correre verso la Cornucopia... » dico infilandomi sotto la doccia.
« Hai quindi deciso di seguire la strategia di Norman? Vuoi sul serio correre il rischio di... » non riesce a finire la frase.
« Sì! » dico senza dare troppe spiegazioni. Ho bisogno di una lancia! « Tu hai intenzione di fuggire via o provare a prendere qualcosa? »
« Credo che prenderò qualcosa! Ho bisogno di un'arma per cacciare... ho paura però di rimanerci dentro e... » sento un fremito di paura nella sua voce. « E di non uscirne vivo! »
Lo stesso fremito di paura percorre la mia schiena, mi sento più sicuro delle mie possibilità e so che potrei farcela, ma se lui dovesse restarci secco? Che farei se dovesse morire? Non so se potrei fidarmi di qualcun altro, ci sono quei simpatici ragazzi del Distretto 6 e 11, potrei unirmi a loro ma... non sarebbero come James.
« Sono sicuro che ce la farai... » sto per dire qualcosa di cui mi pentirò subito. « Magari se ti vedo in difficoltà ti aiuto... » non posso promettergli questo: il mio obiettivo è salvare me innanzitutto, ciò significa fuggire dalla Cornucopia il più presto possibile.
« Sei molto gentile... ma non voglio averti sulla coscienza! Pensa a te stesso... » dice lui. Ha un tono di voce triste. Esco dalla doccia dopo aver passato il bagnoschiuma e lo shampoo e prendo il soffice accappatoio e lo indosso legandolo alla vita.
Ritorno nella stanza e lo trovo ancora seduto sul letto, mi avvicino e lui mi prende le mani per portarle sulle sue spalle, lo accarezzo dolcemente e sento ancora uno strano senso di colpa per Ryan, ma poi penso alla dolcezza di James, al fatto che mi faccia sentire... speciale!
« Forse è meglio se vai a prepararti anche tu... » dico in imbarazzo. Lui si alza dal letto e avvicina il viso al mio, il suo profumo mi inebria e il suo respiro è dolce.
« Mi piacerebbe molto allenarmi con te... cosa farai oggi? Ci alleniamo con Norman di mattina e pomeriggio se non sbaglio... » sì ha ragione, lo sa benissimo, è solo una scusa per sussurrare e farmi odorare il suo respiro. Sento che sto per perdere la testa!
« Certo... stiamo insieme! » ritorno in me. « Ci alleniamo insieme! »
Mi sorride e mi accarezza la guancia con le dita, sento come una scossa che mi percuote la testa, non posso tradire Ryan! Non è giusto! Io odio quando le persone tradiscono e dovrei essere io il primo a farlo? No! C'è però un potenziale problema: passeremo tutta la giornata insieme e alle sei dovremo essere valutati, l'unico momento in cui saremo separati probabilmente. Oggi noi Tributi ci alleniamo con i nostri mentori e avrò l'occasione di conoscere gli altri, non che la cosa mi importi! Indosso la tuta degli allenamenti e noto che è stata pulita e sembra quasi nuova, il numero cinque brilla sul retro. Mentre mi vesto e sistemo i capelli mi metto a pensare a quello che ha detto Norman: credo di essere pronto a vestirmi da donna, ma solo perché James mi ci ha fatto riflettere! Già... James... lo faccio perché lo dice lui!
Sono sempre più confuso.
Quando finalmente esco dalla camera e mi trovo nel salotto vedo Marvin con la sua solita aria spavalda che mi fissa con uno strano sguardo indagatore; forse si aspettava di trovarmi vestito da donna? Dean non è più insieme a Norman e trovo Raymond ancora bloccato sulla poltrona. Sono ostile nei suoi confronti, lui è il simbolo dell'ozio di Capitol City! Dopo pochi minuti ci raggiunge James; tutti e tre sembriamo usciti da un circo per l'aspetto uguale e le assurde tutine!
« Bene » comincia Norman. « Ora che siamo tutti qui volevo dirvi alcune cose: come sapete, stamattina e oggi pomeriggio ci dedicheremo a curare alcune cose di ciò che avete appreso! Alle sei cominceranno le Sessioni dove sarete valutati per le vostre capacità! Suggerisco di mostrare agli Strateghi, quello di cui siete veramente capaci. Non pensate di salvare il meglio per l'Arena. Siate sinceri! »
« Avrete poco più di cinque minuti » continua fissandoci intensamente tutti e tre. « Date il vostro meglio e vi assegneranno punteggi decenti. Stasera trasmetteranno i voti, sapete già che vi daranno punteggi da uno fino a dodici. C'è altro che possiate non sapere di oggi? »
Scuotiamo la testa e ci fa segno di andare nell'ascensore, entriamo tutti e quattro salutando Raymond che è finalmente riuscito a sfuggire alla poltrona. Sto pensando a cosa fare e su cosa allenarmi, credo di voler continuare a migliorare con la lancia, dev'essere la mia arma e la mia salvezza per qualunque cosa. Marvin osserva me e James vicini, ovviamente non si lascia scappare l'occasione per il suo cinismo.
« State insieme o no? Voglio dire James sbava per te... e tu Darin? » mi chiede divertito. « Hai già avuto occasione di provarlo? » voglio dargli un ceffone. Ma non è il momento.
« Non parlare di me stronzo! » gli dico restando freddo e ignorandolo. « Solo perché James è mio amico non significa che stiamo insieme! »
« Amici? » chiede Marvin incredulo. « Fatina, forse non ti sei reso conto che ti guarda il cu... »
« Sta' zitto! » dice James bloccando il ragazzo e passando un braccio sotto il collo di Marvin. Norman cerca si separarli e improvvisamente l'ascensore è troppo chiuso.
Riusciamo ad arrivare ai piani sotterranei tutti interi e Marvin si allontana subito per proseguire un allenamento individuale. Ritrovare i Tributi è strano, li vedo come conoscenti anziché nemici; non è bene. Vedo inoltre Tony che da lontano mi rivolge un saluto, insieme a lui c'è Samuel e un ragazzino di dodici anni. Mi guardo intorno per osservare le facce dei Tributi: i maschi mi guardano sempre più incuriositi e uno di loro ha uno sguardo misto di rabbia, divertimento ed eccitazione! Le ragazze mi guardano con disgusto, mi vedono come un ragno da schiacciare, un verme da eliminare subito alla Cornucopia. Si troveranno delusi!
Uno uomo in lontananza ci saluta, è molto alto, muscoloso e dai riccioluti capelli color oro e gli occhi grigi e intensi. Sembra avere poco meno di quarant'anni, ha un aspetto giovanile come Norman. Dietro di lui ci sono tre Tributi, sono tutti piccoli e magri: un ragazzino dall'aria astuta e due ragazzine impaurite. Sulla loro tuta è ornato il numero 12: sono del distretto del carbone! L'uomo saluta amichevolmente il nostro mentore.
« Norman! È un piacere vedere qualcuno di simpatico! » dice l'uomo biondo.
« Be', sai come la penso sugli Hunger Games... vorrei farne a meno! » dice Norman rivolgendosi a noi. « Loro due sono Darin e James » ci presenta. Allungo la mano e l'uomo la stringe, una stretta calda e forte.
« Piacere mio » dico quasi annoiato. A cosa può servirmi conoscere quest'uomo?
« Mi chiamo Geoffry Mellark! » quel cognome! Ma certo! Tutti noi abbiamo sentito parlare di Peeta Mellark, abbiamo studiato la storia di Peeta e Katniss; lui dev'essere il loro figlio!
« Mellark... » riesce a dire James stringendo la mano dell'uomo.
« Sì! I miei genitori sono Peeta e Katniss... »
« Se sei un mentore significa che hai partecipato agli Hunger Games... » noto subito.
« Già! Non è stato un bel colpo quando il mio nome è uscito... la centesima edizione! La Quarta Edizione della Memoria. All'epoca avevo dodici anni... sono riuscito a tornare al Distretto 12... »
Non capisco cosa accade, perché Norman non ci fa iniziare l'allenamento? Il ragazzino mi sta squadrando, ha l'aria innocente ma riconosco l'inganno dietro quello sguardo, lui sarà un pericolo. Norman e Geoffry continuano a parlare per un po' finché i Tributi del 12 lo lasciano e si allenano per conto loro. Seguiamo il loro esempio anche io e James, lui vuole che gli insegni ad arrampicarsi bene ma non credo di riuscirci, lo so perché mi arrampico sugli alberi ma non mi è stato insegnato. Dopo qualche ora ci rinuncia e facciamo un corpo a corpo, lui non riesce a ferirmi o atterrarmi, io invece sono veloce e astuto e colgo il suo punto debole: io! Mi basta aggirarlo con qualche moina e lo vinco. Forse sfruttare questo elemento a mio favore non fa bene, non ci stiamo allenando, stiamo giocando!!
Passiamo alle armi: lui sa usare arco e frecce mentre io uso la lancia; è chiaro che in un combattimento tra noi due vinco io visto che sono veloce e posso evitare le sue frecce e arrivare a colpirlo prima che ne scocchi una. Sembra strano: queste ore passano in fretta e mi sto divertendo, non è il momento però; continuo a ripetermelo ma senza successo, la attenzioni di James e i suoi sguardi mi fanno un effetto diverso, non mi irritano come prima, anzi, mi piace essere desiderato. Il momento clue dell'allenamento arriva quando riesco finalmente ad abbatterlo: per bloccarlo mi ci piazzo di sopra in modo da tenergli fermi i polsi e le gambe, il suo corpo è caldo e i muscoli sono tesi come fili, mi guarda sospirando e mi rendo conto che la posizione in cui siamo messi potrebbe fargli venire in mentre strane idee! Mi alzo immediatamente e la mattina di allenamento finisce lì. Pranziamo insieme e Norman si ferma a parlare di alcune cose con gli altri mentori, li guardiamo distanti e sembrano discutere di cose serie e gravi. Il viso di Norman è corrugato, quello di Geoffry lo è anche di più, sono neri e preoccupati per qualcosa, è troppo evidente. Il nostro mentore ci dà una veloce occhiata e si alza per venirci contro. Fingiamo di parlare ma ci rendiamo conto di una cosa: Norman si è accorto... che lo abbiamo tenuto d'occhio!
« Allora... come procede l'allenamento? » chiede. Dovrebbe saperlo visto che in teoria sarebbe il nostro mentore!
« Bene. Tu hai ancora da parlare con i tuoi amichetti? » mi esce velenosamente. James ha lo sguardo da bimbo.
« Il caso vuole che i miei amichetti mi abbiano portato informazioni in grado di salvarvi il culo! » dice serio e arrabbiato. Rimango quasi a bocca aperta per la risposta: le cose di cui hanno parlato sono gravi davvero allora!
« Cosa hai scoperto? » chiede James. Mi sento offeso per il tono in cui mi ha zittito. Non intendo parlare ancora con lui. E se lo sogna che io mi vesta da donna per l'Intervista!
« Quest'Edizione ha una scadenza.... »
« Che intendi? »
« Significa che finirà un mese dopo l'inizio! Avete quattro settimane per arrivare sul podio, dopodiché Capito City reclamerà i due vincitori! »
« Non ti seguo... vuol dire che ci uccideranno alla fine? » chiede James. Sono riuscito a capire ciò che dice Norman ma non voglio parlare.
« Diciamo di sì! Inoltre le cose andranno a peggiorare: la prima settimana sarete messi liberi e senza problemi. La seconda settimana cominceranno a mancare bacche e piante mentre gli animali diventeranno pericolosi. Nella terza settimana spariranno anche agli animali. Nella quarta e ultima settimana l'acqua scomparirà. Se dopo un mese, dopo animali e siccità, sarete ancora vivi, Capitol City manderà delle bestie ad uccidervi fino a che non ne rimarranno solo due »
« Ma questo è terribilmente ingiusto! Capitol City non può giocare così con le nostre vite! » James è oltraggiato. Ma peggio di essere qui cosa può esserci?
« E rinchiudere più di venti ragazzi in un'arena ad uccidersi è giusto? » chiede Norman. « Capitol City non è giusta, per questo ci sono stati i Giorni Bui, per questo Katniss Everdeen è diventata la ghiandaia imitatrice, la fiamma della rivoluzione dei Giorni della Rivolta. » conclude il suo discorso e non ho più neanche fame.
« Grazie per la dritta! » provo a dire. Devo mostrarmi gentile ed educato anche se vorrei uccidere Norman.
« E un'ultima cosa importantissima: non date nulla per scontato, ricordate di cercare acqua e cibo! » si alza e ci lascia più confusi di prima.
Il pomeriggio è stancante ma io e James non esageriamo, non vogliamo arrivare alla Sessione senza forze, dobbiamo dare il massimo quando saremo soli con gli Strateghi, chissà che potrei fargli vedere... forse la mia maestria con la lancia. Sicuramente è l'arma migliore che posso trovare, devo fare bella figura e dare il massimo, questo voto potrebbe uccidermi come potrebbe salvarmi. Il tempo passa in fretta e in men che non si dica, tutti e trentasei Tributi ci troviamo fuori dalla porta della camera degli Strateghi. Si va in ordine di distretto e in ordine alfabetico; io sarò l'ultimo dei miei compagni visto che mi chiamo Sodren di cognome. Ci mettiamo quindi in fila e uno per uno chiamano tutti. Cominciano con quelli del Distretto 1; Arthur, Xiomara e Ginger: tutti e tre incutono timore ma quelli del Distretto 2 sono anche peggio: Edward, Marcus e Myriam. Tutti e sei sono sui diciotto anni e sembrano aver ricevuto ottimi addestramenti nei loro Distretti. Tocca a quelli del 3 ma non faccio caso ai loro nomi, sono i Favoriti da cui devo guardarmi le spalle. Ed eccoli che vengono chiamati: Vincent e poi due ragazzi che si somigliano troppo, devono essere fratello e sorella, Vladimir e Lyssa; riconosco il ragazzo che mi guardava con odio ed eccitazione, è alto e muscoloso ed è incredibilmente agghiacciante. Ma non m'importa! Devo restare concentrato. Ecco che entra James, è il primo di noi e riesco solo a fargli un sorriso perché ho la gola secca. Non so quanto tempo passi ma sembra che ogni volta i ragazzi stiano mezz'ora dentro; Marvin viene chiamato e sento l'ansia distruggermi. Tocca a me ormai e ho il cuore in gola. Il mio nome viene infine chiamato ed entro.
Attorno a me c'è una grande area piena di armi, strane strutture con alcuni cavi, pareti rocciose su cui potersi arrampicare, alberi per simulare zone di caccia. Io mi porto in avanti e vedo una grande balconata su cui stanno molte persone, devono essere gli Strateghi. Il Primo Stratega è un uomo snello, bello e dalla pelle dorata così come capelli e trucco. Sembrerebbe finto se non vedessi che si muove.
« Sono Darin Sodren, Distretto 5! » mi presento. Mi avvicino ad una rastrelliera e trovo una bellissima e lunga lancia con la lama affilata e squadrata.
Intuiscono cosa voglio far vedere loro e cominciano delle proiezioni olografiche: simuleranno dei nemici che mi attaccheranno. Voglio far vedere la mia velocità e la mia bravura nel maneggiare la lancia. Comincio questa strana danza della morte con lo sforzare l'udito per sentire i movimenti che i miei nemici fanno: mi circondano e ad occhio e croce sono circa dieci, tanti! I primi due mi vengono contro ed evito i loro colpi, muovo in fretta la lancia in modo da ucciderli entrambi e gli altri otto prendono la palla in balzo per attaccarmi; mi muovo agilmente, i nemici si avvicinano e io mi acquatto fino a toccare terra per farli cadere con un colpo di lancia, ottengo il risultato sperato con solo due di loro, sento poi una spada che si avvicina e cerco di capire da dove proverrà il colpo, solo grazie ad un fortuito caso mi sposto nella direzione giusta e faccio fuori l'ologramma! Uccido i due che ho atterrato e ruoto la lancia in modo da allontanare i restanti, fanno solo pochi passi indietro ma sono sufficienti per ottenere vantaggio: uno di loro si ritrova senza testa grazie ad un colpo veloce, gli altri cinque quattro si schierano mentre sento dei passi dietro di me, ci sto un secondo a vedere che ho altri nemici alle spalle, decido di darmi alla fuga, non per codardia ma per sfruttare l'altezza degli alberi; sfrutto il fatto che si siano disposti a linea e ne uccido altri due in poco tempo, sono troppi ed ho bisogno di un'idea geniale. Improvvisamente vengo colto dall'ispirazione e vedo un'impalcatura che sembra fare al caso mio: mi metto dietro di essa e la spingo nella direzione dei nemici che si radunano in gruppo, sento di metterci forza nella spinta e finalmente l'impalcatura cede crollando sugli ologrammi e uccidendoli.
Faccio un grande respiro, questa mossa è stupida e nell'Arena non avrò impalcature da poter usare: a sentire Norman, ci troveremo in mezzo alla natura e non avremo metalli del genere da poter usare. Sento un rumore alle mie spalle e mi rendo conto di aver cantato vittoria troppo presto, sento che è un solo nemico, o almeno credo sia da solo, ma devo fare scena per gli Strateghi e faccio qualcosa che penso possa lasciarli impressionati: giro su me stesso con grazia e velocità e senza perdere tempo lancio la mia arma contro il bersaglio. Vedo che ruota e che si avvicina sempre di più all'ologramma e si conficca nel petto, l'arma cade a terra perché la mia Sessione è finita!
Non riesco a non pensare a ciò che ho fatto, sono stato bravo ma forse gli Strateghi mi avranno trovato noioso; James dice di essersi fatto prendere dal panico con l'arco, dice che ha sbagliato prendendo il manichino nella pancia anziché nel cuore. Dev'essere un errore grave! Marvin invece ha fatto vedere la sua forza bruta, probabilmente avrà spaccato qualche cranio di simulazione. Dopo cena, finalmente, alla televisione appare Ceasar Flickerman che annuncia i voti partendo dai primi Distretti, i Favortiti hanno da vantarsi mi sembra ovvio e dopo un po' è il nostro turno! Compare il viso di James per primo, è molto carino nell'immagine in televisione ma preferisco la realtà. Sotto il suo viso compare un 4 e tutti noi ci sentiamo morire dentro. Non riusciamo a parlare; Marvin ottiene un 7 ma è scosso per il suo pessimo voto e non per quello del mio amico. Non oso immaginare che voto mi sia stato dato. Compare la mia foto: sono sorridente e molto meglio di ora, sotto di me appaiono due cifre. Mi rendo conto dopo qualche attimo che sotto la mia faccia brilla un 12! Sono confuso e felice allo stesso tempo e tutti mi fanno la festa, eccetto Marvin, che si estranea, e James che è ancora bianco in viso. Il Distretto 6 è mediocre: Tony prende 9, Samuel ottiene un 3 e il piccolo dodicenne ottiene 1! Nel Distretto 7 va ancora peggio e l'8 ottiene due bei numeri. Nel Distretto 9 c'è un ragazzo dall'aria crudele che ha preso 11, le sue due compagne prendono 3 e 2. Nel 10 le cose non sono tanto rosee ed è il turno del Distretto 11: Amelie prende 3, Melania ottiene 7 e l'altra compagna ottiene 5. Infine abbiamo il 12: il piccolo ragazzino dall'aria letale ottiene un bel 9, e due ragazzine 2 e 7. Il programma termina e mi volto perché voglio festeggiare con James, lui però non c'è. Dev'essere in camera sua deluso dal suo voto. Do la buonanotte a tutti e mi avvio verso la mia camera, busso però alla porta di James ma non mi risponde, è chiusa e non posso entrare. Domani ci sarà l'Intervista e voglio parlare con James! Ma perché? Cosa mi importa realmente di lui? Vado in camera mia e appena mi metto a letto entro nel mondo dei sogni.
Mi sveglio con il sole che mi batte sul viso, mi sento indolenzito e improvvisamente l'aria mi manca, domani sarò nell'Arena! Domani cominceranno gli Hunger Games ed ho improvvisamente voglia di urlare. Mi chiudo in bagno nella speranza di non poter uscire, ma poi mi ricordo di James e del brutto voto che ha preso. Devo fare qualcosa per lui, dove trovare il modo di tirarlo su di morale. Mi faccio un bagno veloce e mi metto per l'ultima volta la tuta d'allenamento, poi esco dalla camera. Nel salotto trovo Norman e Raymond ai capi del tavolo, noto subito che il solo presente dei Tributi è Marvin.
« Dov'è James? » dico avvicinandomi al tavolo. Norman mi guarda distrattamente.
« Non credo uscirà da camera sua fino a domani! Poco importa ormai! » dice freddamente. Mi catapulto correndo verso camera di James e comincio a bussare forte sulla porta fino a farmi male le nocche.
« James apri questa dannata porta! » gli urlo arrabbiato. La porta si apre pochi secondi dopo e James compare con solo i boxer indossati. Ha l'aria distrutta e sembra non aver dormito. Entro senza che lui mi inviti.
« Chi ti ha detto che potevi entrare? » chiede. Cerco la sua tuta e la trovo, la prendo e gliela passo tra le mani.
« Vestiti! C'è l'allenamento! Non puoi mancare! » non lo guardo negli occhi perché ho paura del suo sguardo. Non vorrei che mi fissasse con odio! Mi ferma prima che io lasci la stanza.
« Non voglio allenarmi! »
« Sì invece! Si può sapere che diavolo ti prende? Hai preso un voto da schifo ma non significa niente e lo sai meglio di me! » dico velocemente. Mi lascia la mano che aveva afferrato.
« Stammi lontano ok? » mi chiede con leggerezza. Ha lo sguardo di ghiaccio e sento che ho il cuore spezzato. Gli occhi mi diventano pesanti. Ho voglia di dirgli che è un bastardo, uno stronzo e che sarà il primo che ucciderò, voglio fargli del male ma è più forte di me e potrebbe picchiarmi anche ora.
« Va' all'inferno, James! » gli dico scappando via dalla stanza. Decido di non fare colazione e scendo direttamente ad allenarmi, non trovo altri Tributi, sono solo io e non so da dove cominciare.
Mi dico di farmi forza: in qualche modo la vita andrà avanti anche senza l'aiuto di James, posso sempre contare su Tony, Samuel o Amelie e Melania... ma forse loro non vogliono collaborare con me. Loro sono già divisi in coppie... non c'è spazio per me. Non so cosa posso fare... so solo che devo riuscire ad ottenere uno dei posti sul podio! I Tributi cominciano ad arrivare insieme ai loro mentori. Vedo Norman con al fianco Marvin, dietro di loro c'è James. Basta! Non voglio più saperne di lui! Lo ignoro, stavolta ha chiuso con me. Non ci incontriamo per tutta la mattina; senza rendermene conto è l'ora di pranzo e mi siedo da solo con alcune cose, mi viene da vomitare e non ho per niente fame. Qualcuno si muove accanto a me e si siede pesantemente ad un posto di distanza: James ha il viso chino sul suo piatto e lo sento tirar su di naso, come se stesse piangendo. Il mio cuore si fa di nuovo piccolo e sento di... poterlo perdonare. Mi avvicino a lui e senza volerlo lo abbraccio; mi accuccio al suo petto tra le sue braccia e mi stringe forte fino a farmi male, non mi importa, il suo calore mi fa incredibilmente piacere.
« Mi dispiace... » riesce a dire. Lo guardo negli occhi e gli faccio un sorriso, poi mi chiede una cosa che non avrebbe mai dovuto. « Baciami! Ti prego... solo un bacio... »
Non riesco a respirare; penso a Ryan e non sento niente, niente che mi impedisca di baciare James. Provo qualcosa per lui, forse tenerezza. Niente mi impedisce di bloccarmi o mi obbliga ad avanzare, sono io, perché lo voglio: avvicino il mio viso al suo fino a sentirne il respiro dolce, inclino il viso e lui schiude le labbra, mi avvicino e le nostre bocche entrano in contatto; si muove in modo dolce ma si trattiene, nasconde un desiderio più grande di quello che dimostra. Gli sfioro il viso con la mano, voglio che questo bacio sia perfetto per lui, e forse anche un po' per me; sento la sua lingua sfiorarmi le labbra e i brividi mi percorrono la schiena, non voglio separarmi da lui. Quel bacio è persino meglio di quelli violenti di Ryan. Ma alla fine è proprio James a separarsi leccandosi le labbra, ancora impregnate del mio sapore. Mi sorride, ciò basta ad acquietare le cose.
Il resto del pomeriggio siamo impegnati con gli Stilisti, dobbiamo prepararci per la l'Intervista. Mi fido delle mani di Dean e quand'è il momento di andare mi guardo allo specchio: indosso delle extension che mi arrivano fino alla vita, sono scuri come i miei capelli e hanno striature di rosso e viola, sono truccato in modo da rendere il viso perfetto come la porcellana; non ho ombretto attorno agli occhi e scendo con lo sguardo sul mio vestito: il sopra è una giacca viola scuro con una camicia bianca, il sotto consiste in una grande gonna piena di merletti e fatta di pizzo chantille in stile gotico, indosso delle scarpe nere e chiuse con un piccolo tacchetto, non si noteranno molto visto che il vestito striscerà per il pavimento. In pochi minuti mi trovo tra gli altri Tributi (siamo messi tutti e trentasei attorno a due poltrone centrali e su di una vi è il presentatore), sono tra Marvin e James, entrambi hanno smoking rispettivamente grigio e nero. James è davvero... interessante tutto in tiro, non posso fare a meno di guardarlo e lui mi fissa meravigliato.
« Sei bellissimo! E ti amo ancora di più! » lo sussurra al mio orecchio e per un attimo mi gira la testa. Cerco di riprendermi perché parte Marvin e dopo tocca a me.
Ceaser Flickerman fa le solite domande noiose che probabilmente ha già fatto agli altri Tributi maschio. L'intervista dura cinque minuti e poi Marvin si alza, tocca a me.
Capitol City fa silenzio mentre io mi avvicino alla poltrona, vedo i loro sguardi confusi su chi sono, poi mi riconoscono e scoppiano in applausi e battiti di mani, mi sorridono e gioiscono: so cosa fare, portare avanti la farsa di Norman, quella sul fatto che sono infelice di essere uomo.
« Darin Sodren... ma che piacere averti qui! Capitol City parla di te, sai? » mi chiede.
Provo a sorridere. « Sì lo so... devo dire che da quando sono qui mi sento più libero »
« Ah sì? E perché mai? Al Distretto 5 voi... omosessuali non siete ben accetti? »
« Ecco... possiamo dire che c'è un detto: “tutti sanno ma nessuno ne parla” » prendo un respiro. « Sì... è difficile per quelli come me... »
« E c'è qualcuno che ti ha mai preso in giro? O... picchiato...? » si vergogna a chiederlo, Capitol City fa silenzio. Guardo il pubblico.
« Sì! Per anni sono stato beffeggiato e tiranneggiato ingiustamente! Mi hanno anche picchiato... vivo nel terrore e nella paura! »
Dagli spalti parte un urlo che segue un applauso caloroso. « Darin noi siamo con te! »
Sorrido. Un sorriso finto e perfetto. « Grazie mille »
« E c'è qualcuno nel tuo cuore al Distretto 5? » chiede Flickrman.
« Sì! Ho un ragazzo: si chiama Ryan... » penso poi a James. « Inoltre c'è un ragazzo che... mi ha confessato di amarmi... »
« Uh-uh e cosa gli hai detto? » chiede. Non posso dire la verità, Ryan mi starà guardando.
« Non ho risposto! » mi chiedo quanto sia passato. Almeno due o tre minuti. Sento il viso in fiamme per l'imbarazzo. Non mi piace quest'argomento.
« E dimmi: tu e questo Ryan volete sposarvi? Magari qui a Capitol City potrete... »
« Non so ancora cosa accadrà tra me e Ryan. Ci amiamo ma non siamo pronti per un “finché morte non ci separi!” » dico con una risata. Anche il pubblico sorride.
Flickerman mi manda a sedere e interroga James; le domande sono classiche e noiose: “hai la ragazza?” “c'è qualcuna che ci prova con te?” “hai un compagno gay: siete molto amici o non vi conoscevate?” “pensi che vincendo le ragazze cadranno ai tuoi piedi?”. Finisce presto e restiamo fino alla fine del programma. Torniamo a casa e andiamo a letto subito.
Il mattino dopo è l'ultimo della mia vita normale, faccio tutto senza rendermene conto. Prima di partire sull'hovercraft James mi saluta, lui viaggia su un'altra nave insieme ad undici ragazzi. Norman mi dà alcuni consigli ma non riesco ad afferrarne uno. Il viaggio dura poco e non possiamo vedere l'Arena dall'alto. Mi trovo in una stanza, la stanza per il bestiame, è tutto grigio e triste e non trovo nessuno dentro. Mi aspettavo di trovare qualcuno a salutarmi o qualche guardia. C'è solo il mio indumento: dovrò indossare una strana tuta di colore bianco e viola, sembra una tuta per sub ma è fatta di pelle e dentro ha una sorta di pelliccia, saremo in un ambiente freddo? Chi può dirlo ormai. Entro nel tubo che mi porta verso l'alto nell'Arena. Finalmente vedo la luce del sole, il cielo è grigiastro e il sole appare triste e cupo, è pieno di nuvole e mi volto intorno per focalizzare l'ambiente: è bianco intorno a me e spira un vento gelido, il bianco è un manto candido e puro. È neve!





Buonasera :) vi propongo ancora un capitolo della mia ff: l'ambiente tra Darin e James si fa sempre più caldoooooo anche se nell'Arena c'è la neve XD Non siate timidi e fate dei bei commenti u.u! (o anche se scrivete che non vi piace xD si accettano sempre le critiche) A presto con il prossimo capitolo!
Ps: vorrei chiedere scusa in anticipo se i prossimi capitoli potrebbero essere più corti di questi, essendo nell'Arena non voglio che troppi eventi accadano in un solo capitolo ^^ Baciiii a prestooo =)


 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Escape and fear ***


60, 59, 58, 57, 56, 55...
I miei occhi si trovano puntati contro il gigantesco timer che scorre sopra la bocca della Cornucopia, il mio corpo viene percosso dai brividi, la pelle quasi si accappona mentre i miei occhi si muovono per tutto il gigantesco cerchio che formano i Tributi, siamo in trentasei e non riesco a figurarli tutti, eppure i loro visi sono così familiari, non riesco a credere che siamo nell'Arena. Cerco disperatamente di prendere coscienza di ciò che è intorno a me, ad eccezione della candido manto bianco, accanto a me c'è Lyssa con i suoi capelli color platino e i suoi occhi azzurri, mi fissa e comincia a ridere eccitata dall'inizio dei giochi, Distretto 4; nell'altro lato c'è il terzo ragazzo del Distretto 6, Tony e Samuel sono praticamente dall'altro lato del cerchio di Tributi e finalmente vedo ciò che i miei occhi necessitano come l'aria: James mi guarda con i suoi brillanti e verdi pupille che riesco a percepire persino a metri e metri di distanza, lo vedo schiacciarmi l'occhio e si mette in posa pronto per correre, prova a farmi un sorriso di incoraggiamento ma non subisce l'effetto sperato. Norman gli aveva detto di essere certo della scelta di correre verso la Cornucopia. Il mio sguardo continua a muoversi velocemente per i vari Tributi che si mettono in direzioni diverse: chi punta la Cornucopia e il cuore dei doni, chi punti gli zaini, chi invece si volta direttamente nel lato opposto ad essi.
30, 29, 28, 27, 26, 25...
Metà del tempo per prepararsi è già passato e io non mi capacito ancora che sto per combattere, non sono in grado di correre, sono paralizzato nella mia postazione e non riesco a muovermi. Il mio sguardo continua a vagare oltre i Tributi e la distesa di neve, dietro James c'è una foresta e in lontananza delle gigantesche montagne. Alla mia sinistra c'è un'immensa distesa d'acqua, un mare probabilmente. Alla mia destra invece c'è una distesa di neve e in lontananza vedo qualcosa che potrebbe essere un laghetto. Dietro di me invece ci sono foreste, montagne altissime e corsi d'acqua simili a grandi fiumi. Solo allora sento qualcosa nella mia mente: è lo sparo di un cannone, simile a quelli che suonano quando un Tributo cade morto. Ritorno a fissare James dall'altro lato del cerchio. Annuisce e sussurra qualcosa muovendo le labbra.
« Concentrati! Corri più veloce che puoi! » lui crede in me, Ryan e Seth credono in me, i miei genitori non possono sopportare la mia perdita. Comincio a tremare, i brividi terminano e il mio corpo trema per lo sforzo e per la tensione nei muscoli. Improvvisamente piego le gambe e mi tengo pronto per spiccare un balzo per saltare via dalla pedana, allora dovrò correre fino a che avrò fiato in corpo.
10, 9, 8, 7, 6, 5...
Il tempo ormai sta scadendo, dentro la mia mente immagino tutti i miei conoscenti che guardano lo schermo che balena tra tutti noi Tributi, ci saranno inquadrature soprattutto per me: il ragazzo che non ama essere tale, il ragazzo che vuole essere donna, il pupillo di Capitol City forse... questa fama l'ha costruita Norman e adesso devo fare tutto quanto è in mio potere per poterla mantenere.
3, 2, 1. Eccolo il mio momento: spicco il salto dandomi la spinta con il bordo della pedana e sono senza dubbio avanti a tutti gli altri Tributi, nello stesso momento in cui tocco terra scatta lo 0 e gli Hunger Games cominciano in modo ufficiale. Le gambe e le braccia si alternano velocemente come non ho mai fatto prima d'ora, sento che i muscoli mi fanno male visto che sono partito a freddo e che il gelo della neve ci circonda. Correre sulla neve è fastidioso, riesco subito però a capire la tattica da usare mentre gli altri si trovano ancora in difficoltà nel capire come correre: basta muoversi velocemente e non stare troppo fermi nella reazione delle gambe.
Capitol City ha avuto anche un'ottima trovata: gli zaini sono bianchi come la neve stessa, e difficili da vedere, i miei occhi riescono però ad individuare alcuni zaini e capisco dalle loro dimensioni che mi trovo nel terzo cerchio con acqua e tenda. Sono davanti a tutti e i polmoni cominciano a farmi male. Mi avvicino sempre di più e tocco finalmente il terreno della Cornucopia che è stato spalato, mi guardo velocemente intorno: mi serve una lancia e uno zaino buono. Eccola brillare come l'argento, una lunghissima lancia alta più di me e con un punta affilata come un coltello da macellaio, la prendo insieme al suo fodero e la poggio alle mie spalle, estraggo l'arma e sono pronto a combattere, il mio prossimo obiettivo è fuggire via direttamente verso nord ed entrare nella foresta. Prima necessito ancora di qualcosa che non posso prendere, i Favoriti sono ormai arrivati alla Cornucopia.
Dietro di me trovo Lyssa che tiene in mano un gigantesco arpione simile a quelli per cacciare le grandi orche nei mare, una gigantesca catena tiene l'arma legata al suo corpo, lei con un colpo secco la lancia verso una ragazza del Distretto 3 e la prende in pieno petto uccidendola sul colpo! L'allarme scatta nella mia mente: Devo andare via da questo posto! Mi volto e quasi sbatto con un ragazzo; comincio a urlare e cerco di muovere la lancia in vano perché il ragazzo mi blocca i polsi con delicatezza, un tocco che ormai mi è familiare, mi sposta di lato e mi supera per correre verso la direzione della mia pedana d'inizio, James mi concede un ultimo sguardo con i suoi occhi color smeraldo e si allontana con una spada in mano.
« Corri più veloce! Ci vedremo presto! » mi urla in mezzo alla confusione provocata dalle urla, suona molto come una promessa e poi rifletto sulle sue parole: ha ragione, non posso perdere ancora tempo e corro verso la pedana in cui era stazionato lui, con grande dolore sento di allontanarmi per sempre da lui.
Corro senza fermarmi, i miei polmoni hanno avuto occasione di riposarsi per pochi istanti ed è giusto che ora torni ad immergermi nello strato di neve e che corra più velocemente di prima. Mi concedo alcune occhiate in giro e vedo sangue ovunque, la ragazza di nome Xiomara del Distretto 1 sta facendo a pezzi un ragazzino, la neve si tinge di rosso anche grazie ad una vittima compiuta da Marvin; cado a terra senza sapere come e striscio la gamba al suolo di neve. Il tessuto grigio e viola mi difende dal freddo di quest'ultima e osservo cosa mi ha fatto cadere: uno zaino grande quanto la mia schiena che potrebbe contenere una tenda o un sacco a pelo, magari acqua o fiammiferi per accendere un fuoco. Istantaneamente afferro lo zaino e riprendo a correre quasi strisciando per terra, mi alzo a forza e mi accorgo di essere ormai vicinissimo alla foresta, rivolgo un ultimo sguardo alla Cornucopia e al bagno di sangue: James è lontanissimo, dall'altro lato della piana di neve, si è fatto strada a forza probabilmente uccidendo qualcuno visto che la sua spada è insanguinata, inoltre ha una grande ferita che gli percorre parte del braccio e il fianco destro, gli arbusti e i rami mi inghiottono nella natura e continuo a correre guardando avanti.
Non posso fermarmi proprio ora a pensare: sono fuggito alla morte nella Cornucopia ma non posso fermarmi perché i Favoriti o gli altri Tributi potrebbero ancora raggiungermi, la foresta sembra infinita e poi finalmente mi fermo e mi guardo indietro. Quasi perdo l'equilibrio per l'incredulità: ci sono delle orme sulla neve, le mie! Gli occhi si fanno improvvisamente pesanti e non riesco a crederci, siamo tutti rintracciabili finché la neve persiste! Alzo lo sguardo al cielo come per invocare pietà, il sole riesce a far passare alcuni suoi raggi tramite le nuvole grigiastre create da Capitol City. Ecco la risposta che volevo: muoversi tra gli alberi è la soluzione migliore fino a che la situazione non si calma o cambia, la capacità di arrampicarmi mi torna proprio utile adesso! Riesco ad arrivare in cima e a nascondermi tra i rami ghiacciati per la neve e per il freddo. Mi metto comodo in una strana alcova che sembra disegnata proprio per essere un buon rifugio. Solo in questo momento posso riposarmi!
L'adrenalina smette di circolare nel mio corpo che comincia a far male, le gambe sono piene di crampi, i piedi sono bollenti e mi fanno male per non parlare della caviglia che sento ormai a pezzi. Cerco di respirare piano ma non ci riesco, l'aria entra e fuoriesce con violenza via dal mio petto, persino il cuore mi fa malissimo e i polmoni sono ormai straziati. Ora riesco a pensare ai miei amici dispersi chissà dove nell'Arena... in particolare i miei pensieri sono rivolti a James! Sono preoccupato per lui, sento che ho bisogno di abbracciarlo e di averlo accanto a me, rifletto sul nostro bacio del giorno prima... ho bisogno di quella sensazione. Ritorno improvvisamente alla realtà: va bene essere preoccupato per James visto che è mio amico, ma non posso non pensare a Ryan in questo momento; ma per quanto io cerchi di convincermi del contrario, provo chiaramente qualcosa per James, forse una sorte di affetto fraterno. Scuoto la testa... non è il momento di essere sentimentali.
« Darin smettila di fare l'idiota e pensa alla pelle! » devo salvarmi, devo sparire dall'Arena e muovermi silenziosamente, sopravvivere fino a che i Tributi non saranno caduti, ma come non posso pensare a James? Ho visto chiaramente che aveva una ferita allo stomaco, non può sopravvivere a lungo senza giusta cura. Non posso stare qui. « Devo alzarmi a cercare James... » mi sussurro. Ma il mio corpo si rifiuta di muoversi, non risponde agli stimoli e nell'Arena comincia a suonare qualcosa, il rumore dei cannoni. Faccio molta attenzione e conto sei spari, sei morti il primo giorno. Non male! Siamo ancora in trenta... spero che James sia tra quelli vivi.
Chiudo gli occhi pochi secondi per riposare, immagino che passi qualche ora visto che mi sento rinvigorito. Sono ancora vivo quindi nessuno mi ha trovato qua sopra, penso che sia meglio scendere, mi ricompongo e mi fermo all'ultimo, due Tributi armati passano sotto di me, riconosco Arthur con un grande martello e uno zaino grande e Ginger, entrambi Distretto 1. Si sono già formate delle alleanze... vorrei anch'io avere un alleato, vorrei anch'io vedere e stare con James. Sospiro piano mentre i due si allontanano. Cercano le mie tracce, tracce che la neve non ha ancora cancellato! Controllo cosa ho ottenuto dallo zaino: c'è un sacco a pelo, una corda, una bottiglia di due litri d'acqua, pochi fiammiferi e qualche bacca da mangiare. Niente di solido insomma, dovrò quindi mettermi a cacciare. È così che la prima giornata passa: resto sempre nella foresta e cerco di camminare il più possibile tra pietre e con le punte dei piedi per evitare di lasciare tracce e impronte varie. Trovo una lepre ma è difficile catturarla, il pomeriggio passa in fretta e alla sera mi trovo a cucinare il mio bottino; cerco di non fare un fuoco troppo evidente e uso arbusti che so che sopprimono il fumo; una volta che la lepre è cotta mi sbarazzo della “brace” che mi sono creato e salgo di nuovo tra alberi, resto in piedi perché ho una buona visuale dell'area intorno a me, noto che molti fumi si alzano da varie postazioni dell'Arena, chissà come sta James... ormai non riesco a non pensare a lui... chissà se ha trovato da mangiare. Divoro tutta la lepre visto che è un giorno intero che non mangio e nel frattempo vedo la luna prendere posto tra le nubi in cielo. L'inno di Capitol City parte improvvisamente come se un'orchestra lo stesse intonando nell'Arena, mentre la musica continua, vengono mostrati dei volti nel cielo stellato e finto: vengono mostrate prima le loro foto di chi è stato ucciso e accanto compare la foto di chi lo ha ucciso, un'innovazione degli attuali Hunger Games. È presente anche il distretto di provenienza.
Distretto 3, 6, 7, 9, 10 e 11 uccisi rispettivamente dal Distretto 4, 5, 1, 1, 5 e 2. Mi sento molto tranquillo già quando che James sta bene, è abbastanza straziante però vedere la sua foto sorridente che prevale su quella dell'altro Tributo; il fatto che lui, così gentile e dolce, abbia ucciso qualcuno mi fa stare male. Mi metto comodo nel mio sacco a pelo e mi preparo per potermi addormentare, il primo giorno è passato.
Quando riapro gli occhi il sole è sorto ormai da qualche ora, prima di muovermi cerco di svegliarmi per bene, non voglio di certo cadere per terra da quell'altezza. Quando sono pronto per sloggiare, sistemo il mio sacco a pelo visto che è pieno di neve, penso che durante la notte ci sia stata una leggera nevicata, questo avrà coperto numerose tracce di sicuro. Buon per me! Penso. Poso tutto nello zaino e bevo dell'acqua, la bottiglia è vuota per più di metà. Ma una cosa sembra ovvia: siamo in mezzo alla neve, la neve è effettivamente acqua. Possibile che Capitol City abbia commesso un gigantesco errore? Sarebbe troppo semplice se i Tributi potessero avere acqua in ogni luogo, la cosa mi puzza! Prendo una mangiata di neve tra le mani che cominciano a bruciare perché è fredda. Avvicino il viso ad essa e sento che ne proviene uno strano odore, la neve non ha odore! Sono certo che qualcosa non quadra così getto via il pugno di neve che ho e termino di sistemarmi quando qualcuno parla.
« Che cos'è stato? C'è qualcuno qui? » è la voce di una ragazza, è divertita. Sono stato stupido... per un attimo forse mi sono scordato di essere inseguito dai Tributi. Muovo il viso come se fossi di pietra e guardo sotto di me: Ginger è ancora in giro nella foresta, è meglio che stia lontano da lei, ha due lunghi stiletti tra le mani, armi piccole ma sono certo che siano letali. Sto in silenzio fino a che non passa e non va via. Mi concedo un sospiro e poi comincio la mia giornata “lavorativa”: vado subito a caccia di qualcosa per mangiare. Trovo alcune bacche ma soprattutto cerco qualcosa da mangiare per i pasti maggiori; il secondo e il terzo giorno passano velocemente e non trovo traccia di James, Marvin o dei miei amici, non vedo nessun Tributo in questa foresta; dove sono finiti? Eppure sento che qualcuno c'è invece: Ginger per esempio. Sono certo che segua le mie impronte, è per questo che mi porto dietro un ramoscello, in modo che mentre cammino io possa cancellare le impronte ma non serve a granché, è sempre un passo dietro di me e sono preoccupatissimo. Sono ormai due giorni che mangio solo bacche e persino la bottiglia d'acqua è finita: è quello che mi preoccupa maggiormente. Con le bacche vado avanti, ma non rischierò mai di prendermi la neve per farmi dell'acqua. Ad un certo punto arrivo ad una salita del terreno, la foresta si protrae di qualche metro verso l'alto, sono arrivato alle montagne in tre giorni? Mi stupisco di me stesso, non ritengo sia una mossa saggia salire la montagna in questa situazione così mi accampo per la notte visto che ormai il sole sta calando. Pochi secondi prima di salire l'albero sento un colpo di cannone suonare nell'aria, subito dopo un altro colpo. Comincio ad arrampicarmi con un'ansia che ormai conosco bene, potrebbe essere James, anche se è più probabile che si tratti di qualcuno ucciso in coppia... James avrà trovato un compagno? Forse quel tipo del Distretto 10, quello con cui si scambiavano sguardi durante l'allenamento, poi mi rendo conto di essere geloso... del mio amico! Non è il caso di pensarci. Mi basta aspettare il calare della notte e vedo che i due Tributi morti sono del Distretto 12 uccise da Vladimir, il Tributo del Distretto 4, sono le due ragazzine di tredici anni. Al loro posto ci sarebbe potuto essere Seth... non voglio pensarci e cerco di addormentarmi in fretta e più comodamente possibile.
Il giorno seguente sono già stanco prima di cominciare la giornata, ordino la mia postazione, lo zaino ormai è vuoto se non per la bottiglia d'acqua e per il sacco a pelo. Ci sono alcune bacche ma sono quasi finite e dovrei fare rifornimento, mi preparo per scendere quando vedo qualcosa sotto di me, è un animale bello grande, un cervo! Non posso perdere quell'occasione, estraggo la lancia e la tiro direttamente nel ventre dell'animale che si accascia e muore. Scendo dall'albero lentamente, sono felice di aver finalmente preso qualcosa di grosso, posso mangiarci per tre o quattro giorni se raziono bene il tutto. Estraggo la lancia dall'animale e mi chino su di esso, un rumore dietro di me mi fa voltare di scatto e vedo una chioma rossa nascosta tra i cespugli; Ginger esce dal suo nascondiglio come se fosse una pantera che trova la sua preda ed è pronta ad agguantarla. Comincia ridere mentre mi fissa con i suoi occhi castani.
« Finalmente ti ho trovato! » la sua voce è strana, la prima cosa a cui penso è una rana che parla. « Sono giorni che ti seguo... sentivo che qualcuno stava scappando qua e là. Hai usato gli alberi vero? »
« Dove sono i tuoi amichetti? » chiedo sviando la domanda. « Strano che tu abbia deciso di affrontarmi da sola... » scoppia in una risata.
« Non preoccuparti. Solo perché hai ottenuto un buon punteggio non significa che tu possa vincere, non sei nessuno... e agli allenamenti ti ho visto... sempre a farvi il filo con quel tuo compagno... »
« Immagino che tu non l'abbia visto? No... lui è più furbo di me e si sa nascondere... » non ho idea di ciò che dico. Il mio reale intento è quello di sapere se l'ha avvistato, potrebbe essere qui vicino, potrebbe cercarmi...
« No penso che sia fuggito verso le montagne a sud. Lì si stanno nascondendo altri Tributi... penso proprio che quando avrò finito con te andrò da lui, così vi ricongiungerete presto no? »
Non riesco a replicare visto che comincia a correre verso di me, sto per scontrarmi con un essere umano per la prima volta in vita mia, mi sono allenato bene e so come muovermi: i suoi colpi di stiletto sono veloci e diretti, una tattica efficace contro un debole non contro me: evito i suoi colpi dandomi una mano con la lancia, faccio ruotare la mia arma per cercare di tenerla lontana in modo che non possa colpirmi.
Per lei è come un grande gioco, sono certo che mi sottovaluta; comincio ad essere io quello che colpisce, i miei colpi sono elaborati e ben mirati, riesce per un pelo ad evitarli e sembra infuriata, in un suo attimo di distrazione riesco a ruotare la lancia e riesco a ferirla alla gamba. Una ferita larga che comincia a macchiare la tuta grigia e viola di rosso. Si allontana pochi metri da me ma non la lascio allontanare troppo però visto che ormai sono qui, combatterò fino alla morte di uno dei due, non ha senso fuggire anche perché mi ritroverebbe. Alza lo sguardo verso di me e comincia a comportarsi da pazza: si volta e cerca di colpirmi, gira su se stessa come fosse una trottola impazzita, faccio di tutto per evitarla: mi abbasso, mi allontano, penso anche di salire sull'albero se non dovessi però perdere troppo tempo. Mentre penso alla mia difesa, lei ne approfitta per ferirmi, un taglio netto nella guancia che comincia a bruciare come il fuoco, qualcosa cola e lei mi da un colpo in testa con il manico delle sue armi, cado per terra perdendo dalle mani la lancia, il mio viso viene schiacciato contro la neve che si macchia di rosso, mi gira e si piazza sul mio petto seduta puntandomi gli stiletti al collo a mo' di forbice.
« Pronto per morire? » dice sospirando. Non so perché lo faccio, non ho mai fatto una cosa simile: carico la mia bocca di saliva e le sputo direttamente in viso, lei sembra confusa e cerca di pulirsi, le tiro un pugno in faccia che la fa spostare e le getto della neve in viso così da confonderla, nel miscuglio penso di aver messo della terra. Ciò che faccio è istantaneo: prendo la lancia da terra e la conficco direttamente nel suo petto, proprio dritto nel cuore. Boccheggia come se fosse un pesce, sputa sangue e poi spira pochi secondi dopo, il suo ultimo respiro viene seguito dal colpo di cannone.
Non riesco a credere a ciò che ho fatto: ho ucciso un Tributo, sono ancora vivo nonostante la brutta ferita. Forse ho delle possibilità dopotutto... controllo il suo zaino e vedo che ha dell'acqua, ottimo! Sicuramente avrà preso uno degli zaini della Cornucopia. C'è anche qualche barretta energetica e qualche erba medica. Me ne striscio una in viso, so che può disinfettare. Mi rimetto in marcia ma prima faccio cambio di zaino con quello di Ginger prendendo anche il suo sacco a pelo, prendo i due stiletti che possono sempre servire e li uso come coltello per tagliare la carne del cervo. Passano due giorni e siamo ormai alla fine della prima settimana, non immagino cosa ci aspetterà la seconda! La foresta ormai è finita e sono pronto ad accamparmi al suo limitare, improvvisamente mi accorgo però di non essere solo, appena fuori dagli alberi ci sono quattro Tributi, gli occhi mi si sbarrano quando li riconosco: Tony, Samuel, Amelia e Melanie, ho trovato i miei amici!
« Ragazzi, finalmente vi ho trovati! » dico salutandoli con un largo sorriso e agitando la mano mentre esco fuori dai cespugli, non credo però che sia stata una buona idea mostrarmi così visto che per un pelo evito un coltello lanciatomi da Tony.







Eccomi qua, so che sembra incredibile ma finalmente ho pubblicato un altro capitolo e sono pronto a continuare questa FF :D ho visto che l'ultimo capitolo risale a metà ottobre... come scusa posso dire che fantasia e scuola non hanno contribuito a farmi continuare, inoltre sono stato impegnato con qualcosa di più grande, sto procedendo con la pubblicazione di un mio libro (totalmente originale quindi) e ho preferito portare avanti quel progetto. Ieri sera sono stato colta dalla malinconia e dalle bellezza di questa FF, ho dovuto continuarla, per voi e per me :-) spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate, a presto un bacio!!

Piccolo spazio per il capitolo: pieno di morti questo capitolo eh? Darin e James si ritroveranno? E cosa accadrà con Tony e gli altri? Seguitelo nel prossimo capitolo ^^ (che spero di pubblicare la settimana prossima) 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Surviving! ***


Deglutisco con un movimento impercettibile, mi ritrovo immobile, completamente irrigidito mentre i due ragazzi del Distretto 6 e le due ragazze del Distretto 11 mi guardano. Tony mi squadra con i suoi color nocciola, non ha la reazione che mi aspettavo: credevo che sarebbe stato felice di vedermi, lo ritrovo a fissarmi torvo, come se non potesse credere che sono io bensì uno dei Favoriti, come se stesse progettando il modo in cui può uccidermi! Prendo il coltello che è rimasto incastrato nel legno dell'albero e mi avvicino a loro, si mettono in guardia ma non prendono le armi. Lascio scivolare il coltello tra le mie mani.
« Non pensavo... di ricevere un'accoglienza così calorosa! » i quattro rimangono in silenzio. Ad un certo punto vedo Melania che si piega su se stessa e comincia a vomitare: il liquido è di colore bianco e somiglia all'acqua che scorre.
« Perdonaci ma abbiamo dovuto rifugiarci qui! Non volevamo essere trovati... » è stato Samuel a rispondere. « Né da loro né da chiunque altro! » parla dei Favoriti.
« Che succede a Melania? E che significa che non volevate essere trovati da me? Pensavo che fossimo... amici! » dico. I ragazzi si voltano per tutte le direzione.
« Non abbiamo avuto acqua per molto! Inizialmente la sete ha cominciato a darci alla testa... Melania ha bevuto la neve che si scioglieva. È... »
« Avvelenata? » termino la frase con una domanda ma tutti e tre mi rispondono annuendo mentre la ragazza finisce di vomitare. « Da quando è così? Non credo stia rimettendo solo neve... »
« Uccide lentamente credo... » mi dice Tony. « Tutto ciò che mangia lo rigetta per intero il più delle volte »
« Ci serve una cura... » dico io. « Magari possiamo fare un intruglio con qualche bacca. Magari che la renderà più stabile... »
« Lascia perdere! » mi urla contro Samuel. Resto un po' spiazzato da come si è rivolto in modo piuttosto arrabbiato. « Quello che ci serve è acqua! »
Mi inginocchio e cerco qualcosa nello zaino, Ginger aveva due bottiglie d'acqua di cui una era vuota per metà mentre l'altra l'ho sfruttata io. Passo la mezza bottiglia ai ragazzi tirandola, non mi azzardo ad avvicinarmi. « Spero lo interpretiate come segno di pace. Non voglio combattervi... »
La situazione si calma piacevolmente mentre loro bevono e io cucino qualcosa che ho ucciso in quei due giorni, l'atmosfera è realmente molto più tranquilla, sembra quasi di essere tornati nel Centro Addestramento, quando pranzavo con loro, ciò mi riporta alla mente James, al fatto che ormai è quasi una settimana che non lo vedo, ma mi consola il fatto che non ho visto la sua foto in alto nel cielo. È ancora vivo ma so che sta soffrendo senza di me, so per certo che è solo. Non riesco a descrivere la sensazione... ha bisogno di me e io ho bisogno della sua presenza... ho bisogno di un amico più speciale di Tony e gli altri. Restiamo a parlare per tutto il giorno della nostra prossima mossa, ora che siamo alleati bisogna crearsi una strategia.
« Allora: sappiamo che in queste montagne c'è ancora uno dei Favoriti del Distretto 1, crediamo che gli altri si siano rifugiati tutti nella parte a sud dell'Arena o intorno alla Cornucopia visto che ci sono ancora provviste! » Tony sembra saperla lunga sulla composizione dell'Arena. Mi volto indietro, oltre la foresta riesco a scorgere la piana di neve che brilla al tramonto, la Cornucopia brilla come se fosse in fiamme, chissà magari James è là. Riesco persino a vedere le brillanti montagne a sud.
« Quindi dobbiamo evitare Arthur? » dico ricordando il nome del Favorito. Loro annuiscono. « Le montagne ci forniscono un buon nascondiglio credo. Dobbiamo trovare un corso d'acqua... è possibile che ci sia qualche fonte naturale no? »
« Non lo sappiamo! Siamo venuti più o meno da est e non c'era niente! » mi informa Samuel. Sembra sul punto di parlare e poi prosegue. « Noi non siamo entrati nella foresta. Abbiamo scalato i sentieri fin qui... »
« Da quanto siete qui? » chiedo, ci ho messo cinque giorni per arrivare alle montagne, riflettendoci bene credo di essermi perso più volte tra gli alberi.
« Quatto giorni giorni circa! » con quella risposta so cosa fare.
« Propongo di riposarci per stanotte... magari facendo da guardia mentre gli altri dormono. Domani mattina ci sveglieremo e cominceremo a spostarci verso est. Nel frattempo scenderemo di quota così forse troviamo qualche piccolo avvallamento d'acqua! »
« E se non ci fosse niente? Non possiamo camminare per sempre senza acqua... » è Melania stessa a farmelo notare. Non so cosa risponderle.
« Dobbiamo tentare. In caso scenderemo direttamente alla Cornucopia... » la mia frase provoca un silenzio tombale. I Favoriti probabilmente si sono impossessati della Cornucopia e di ogni bene che essa contiene, è una missione suicida andare là!
« Immagino sia l'unica soluzione... » Amelie non parla da un po', sono tutti chiaramente molto stanchi e deperiti. Posso capire la loro mancanza di fiducia... ma dobbiamo agire così e in fretta. Ancora ricordo il fatto che Norman mi abbia detto che questi Hunger Games hanno una scadenza.
Prima di andare a dormire vediamo che il cielo stellato brillare, non ci sono stati colpi di cannone e l'ultimo Tributo morto è stata Ginger, chissà se James ha visto la mia foto... chissà come si è sentito vedendomi in alto nel cielo a trionfare su uno dei Favoriti. In breve gli occhi si chiudono, ma nessuno di noi fa la guardia. Al mattino mi sveglio con il cuore in gola perché tutti noi stiamo dormendo, siamo stati fortunati visto che qualcuno avrebbe potuto ucciderci nel bel mezzo della notte. Il sole brilla debolmente e spira un vento freddo che sento di meno grazie alla tuta. Sveglio delicatamente tutti e quattro i miei amici e facciamo una colazione con alcune bacche che troviamo nei nostri zaini. Sento di essere veramente molto stanco, ci attendono giorni difficili in cui sento che perderemo molte energie. Quattro giorni non basteranno ad arrivare alla Cornucopia, dobbiamo prima percorrere le montagne e poi scendere per esse, questo nel caso in cui non troviamo acqua di fiumi e ruscelli. Cerco di ricordare le parole di Norman riguardo come la seconda settimana si sarebbe svolta: sembrano passate settimane e settimane da quando me ne parlava, mi pare riguardasse le piante e gli animali, forse ci saranno problemi con l'ecosistema ma non ricordo cosa in generale. Meglio non avvertirli di ciò che so... potrebbero perdere fiducia e dobbiamo chiaramente farci forza e muoverci il più velocemente e invisibilmente possibile. Dopo la colazione cerchiamo di distruggere l'accampamento che hanno realizzato, è arrivato il momento di spostarsi, nonostante io sia felice di avere degli alleati, non riesco a fare a meno di pensare al fatto che James è da solo da qualche parte. Basta pensare a lui! È come un chiodo fisso nella mia mente che continua a pulsare specie nel momento in cui non ci penso. Mi fa veramente male saperlo da solo... e mi fa male anche il fatto che anche Ryan è solo (visto che non è lo stesso avere Seth al suo fianco). Penso più a James che al mio ragazzo.... un ragazzo che ho tradito quando ho dato il bacio a James, era così triste... e io sentivo realmente il bisogno di baciarlo, avevo necessita delle sue labbra come sostegno. Fortuna però che in quel momento non c'erano altri a vederci...
Ci spostiamo regolarmente senza fermarci un secondo, più volte siamo però costretti a rallentare visto che ci troviamo davanti orsi e grandi animali, più volte incontriamo tigri che ci fissano con sguardo d'ira. Scappiamo lentamente, o almeno io suggerisco di farlo e fortunatamente mi danno ragione. Gli animali sono chiaramente diversi: sono assetati del nostro sangue, la seconda settimana è già iniziata e non ci sono Tributi caduti, è già da un paio di giorni che il cielo è silenzioso, non ci sono colpi di cannone e non ci sono foto di Tributi morti. Questo non è un bene: nelle Edizioni a cui ho assistito negli anni precedenti, quando Capitol City vede quiete nell'Arena, organizza un Banchetto, un'evidente trappola che spinge i Tributi a radunarsi di nuovo alla Cornucopia, un altro bagno di sangue in poche parole! Sono già due giorni che viaggiamo e ancora niente traccia di acqua, in compenso la neve sembra aumentare! Il cibo scarseggia visto che per averlo dobbiamo lottare contro i feroci animali che si trovano per le montagne, siamo in cinque e possiamo ucciderli facilmente, di norma posso lanciare uno stiletto e centrare dritto negli occhi ma non sono pronto per fronteggiare una tigre o un orso. Un altro giorno passa in fretta e cominciamo a scendere di quota e a sentire i morsi della fame e della sete, non ci sono ghiacciai intorno a noi, ciò che temo è che resteremo senz'acqua e attualmente abbiamo finito ogni scorta e ogni bacca che poteva contenere del succo che la sostituisse. Ci accampiamo in una piccola radura tra i ghiacci e accendiamo un piccolo fuoco e mettiamo sopra ancora alcune foglie che mimetizzano il fumo.
« Moriremo di sete... » commenta sarcastica Amelie. Si rivolge poi a me. « Ma il tuo ragazzo? Non l'ho visto... penso sia a sud... perché non l'hai seguito? »
« Non siamo fidanzati! » dico io, ma forse non mi dispiacerebbe.
« Non la dai a bere: hai persino sorriso appena l'ho chiesto! Allora? Che ci dici? »
« Ecco... » che posso fare? Non so neanche cosa dire, siamo amici? Eppure ci siamo baciati... e quello non era un semplice bacio. « Mi manca molto! Mi è stato molto vicino nei giorni a Capitol City... »
« Non vi vedete dal primo giorno? » chiede Melanie, essendo ragazze sono anche più curiose. Annuisco. « Sono sicura che vi rivedrete... » sorride. « Lui è cotto di te. E anche tu non sembri da meno... è vero che hai un ragazzo al tuo Distretto? O l'hai detto per farlo ingelosire? »
« Ryan mi sta aspettando. E cercherò di vincere per tornare da lui... » cadiamo in un silenzio tetro. È chiaro che tutti noi vogliamo vincere e loro sono in coppie. Prima o poi ci troveremo a combattere tra noi... mi chiedo: per quanto ancora posso fidarmi di loro? Ci sono ancora tantissimi Tributi e non è momento di pensare a loro.
Nel silenzio della notte ci troviamo senza poter prendere sonno, siamo sfiniti vista la giornata di cammino, non sentiamo altri movimenti in tutta l'Arena, mi chiedo realmente se ci siano altri Tributi a questo punto! Poi sento un suono dal nulla... qualcosa si avvicina a noi dall'alto e tutti fissiamo quell'oggetto. È un paracadute argentato che sostiene qualcosa da mangiare! Un dono? Ma da parte di chi.... vedo che c'è un biglietto a cui rivolgo solo dopo le attenzioni, è da un po' che non mangiamo qualcosa di solido, è difficile catturare animali visto la loro nuova natura, siamo però assetati: è l'acqua che ci serve e non il cibo; consumiamo il pasto velocemente e sentiamo il ringhio della sete: davvero una mossa stupida visto che non sappiamo ancora quando manca alla fonte d'acqua. Prendo il biglietto tra le mani e leggo, è indirizzato a me.
Questo è un dono che puoi dividere con i tuoi amici... la storia del ragazzo infelice funziona, e accerchiarti di alleati ti aiuta. Fai attenzione: James non se la passa troppo bene... Norman.
Il messaggio è chiaro: non ho bisogno di capire a cosa Norman si riferisce, devo sbrigarmi a trovare dell'acqua e devo correre da James anche se dovessi gettarmi nel mezzo della Cornucopia. Siamo pronti per dormire adesso che stiamo meglio, sono però ancora preoccupato per il fatto che James è da qualche parte da solo; James... James... James. Perché continuo a pensare a lui? Ho lo sguardo fisso in un punto vuoto e buio, improvvisamente sento un rumore e qualcuno urla. Mi alzo di scatto e sento un rumore inquietante, come se le ossa di qualcosa si rompessero. Davanti ai nostri occhi c'è Arthur con il suo martello in pugno, ai suoi piedi c'è Melanie con il collo totalmente spezzato e il sangue che le esce dalle labbra. Un colpo di cannone suona nella notte e mi alzo pronto per combattere.
Il cuore mi batte come se fosse un tamburo, il ragazzo del Distretto 1 mi fissa con i suoi occhi carichi d'odio, mi guarda in modo strano, non riesco a credere che ci siamo fatti cogliere di sorpresa! Il corpo di Melania giace ormai senza vita a terra e al mio fianco trovo Tony, Samuel e Amelie; qualcosa mi puzza: non riesco a credere che sia venuto da solo ad affrontarci. Il ragazzo fa girare il martello e lo tiene sospeso in aria pronto ad abbattersi.
« Sei venuto da solo? Pensi di poterci battere? » chiedo beffardamente. La rabbia potrebbe distrarlo e renderlo facile da eliminare, siamo in maggioranza accidenti!
« Darin... sappiamo entrambi che sei tu il vero pezzo grosso. I tuoi amichetti qui... non sono una buona garanzia di sopravvivenza! Ucciderò prima loro, poi mi prenderò te... » dice ridendo. Cominciamo ad indietreggiare mentre lui avanza, questo ci allontana dai nostri zaini, non c'è molto ma il sacco a pelo potrebbe comunque servire. Ho la lancia in mano e gli stiletti di Ginger sono anche nello zaino, Tony ha il coltello che mi ha lanciato, Samuel una piccola spada e Amelie ha un tridente.
« Sei qui per Ginger? Hai visto chi l'ha uccisa no? Cosa pensi mi impedirà di prendere anche te? » l'ho provocato troppo e ora ne subiamo le conseguenze.
Lo scontro comincia e noi lo accerchiamo, Arthur si concentra solo ed unicamente su di me, i suoi colpi di martello mi disorientano e non riesco a prendere la mira per colpirlo, appena sferra un colpo mi allontana e si concentra sugli altri tre, cerco di rimettermi in piedi perché so che mira prima alla loro vita, comincio a distrarlo mettendomi nel mezzo, è strano... è come se non considerassi la mia vita, dovrei pensare di salvarvi visto la situazione critica, ma non posso voltare loro le spalle. Urlo ai tre ragazzi di scappare e scendere per la montagna mentre io lo distraggo, riesco nel mio intento e vedo che i tre fuggono tramite i vari cumuli di neve e alcuni alberi nei monti oscuri, io sono solo con Arthur ed è un grandissimo errore, lui è un uomo e ha più forza di Ginger: lei l'ho affrontata con facilità, lui è il doppio di stazza e in tutto probabilmente. Non posso affrontarlo: devo scappare e lui l'ha intuito.
« Non ci pensare neanche... dovrai affrontarmi da uomo! » dice Arthur. Mi viene contro e sferra un potente colpo con il martello, evito il colpo spostandomi indietro e il martello colpisce in pieno il punto in cui ero prima. Non esito un momento: mi volto indietro e comincio a correre tra le montagne e affondo i piedi sulla neve, sento che Arthur mi sta dietro come fosse la mia ombra, agita il martello nell'ombra e si sposta disperatamente nel tentativo di colpirmi, sono certo che mi veda ma forse pensa che io possa lanciargli la mia arma, non potrei mai farlo visto che significherebbe perdere l'unica arma che possiedo.
Ad un tratto mi sento mancare i piedi sotto il terreno; ecco che alla fine vengo sconfitto da un dirupo! Mi farò malissimo e probabilmente resterò inerte, Arthur non dovrà far altro che scendere e finirmi. Ma i piedi non toccano la fredda neve, affondano in qualcosa di ancor più freddo e glaciale, il mio corpo si irrigidisce completamente, sono accerchiato da un liquido freddo e trasparente, tocco un terreno morbido e viscido, improvvisamente la mia bocca si spalanca e il liquido entra nelle mie labbra arrivando fino allo stomaco, mi rinfresca e soddisfa la sete che ho nel corpo, il liquido è dolciastro, come l'acqua che produciamo nel Distretto 5, è acqua!
Ho trovato l'acqua! Mi rendo conto però di stare per affogare e risalgo, lo sguardo rivolto verso il cielo stellato, Arthur mi fissa e si prepara a saltare, comincio ad allontanarmi e cerco disperatamente la riva, mi accerto di avere tra le mani la lancia e finalmente trovo la sponda ed esco nell'aria ghiacciata della notte, Arthur arriva nel centro del fiume e comincia muoversi verso di me, sono tentato di lanciargli l'arma ma sono certo che potrebbe spostarmi, ma quante possibilità ho di combatterlo? Arthur è distratto dall'acqua e sembra agitato, forse non si aspettava che l'acqua fosse più profonda della sua altezza. Distretto 1... forse non c'è mare dove poter nuotare! Muovo la lancia ruotandola e lancio l'arma che come previsto lo manca, riemerge e con lui emerge anche la lancia, comincia ad urlare a l'acqua si tinge di rosso, in un certo senso l'ho colpito: l'ho preso direttamente nella spalla. Si fa strada fino ai miei piedi e resto immobile per prendermi la lancia, lui nel frattempo mi da un colpo di martello nelle gambe e sento le ossa piegarsi come carta, cado a terra e comincio a urlare di dolore, ho ancora qualche possibilità di fuggire, comincio a strisciare per la neve fredda, sento dolore nelle gambe quindi significa che non le ho completamente perse e presto il dolore passerà. Si rialza a fatica esausto, Arthur si avvicina a me quasi correndo e il mio istinto di sopravvivenza agisce sul mio corpo: mi giro per evitare il colpo del suo martello e decido di alzarmi con tutte le forze che mi restano, le mie gambe urlano pietà per il dolore e i muscoli bruciano, mi getto su di lui a peso morto e cadiamo entrambi a terra, ficco due dita nella sua ferita e lo faccio urlare, estraggo la mano e il sangue comincia a fuoriuscire come fosse uno spruzzo, tengo la lancia in alto e poi la tiro dritta in mezzo al cuore del ragazzo. Mi alzo in difficoltà e faccio peso sulla lancia e sul suo corpo. L'attimo seguente il cannone batte un colpo ed echeggia nell'Arena. Ho ucciso un altro Tributo! Mi volto intorno e cerco di individuare i miei amici, sono solo al momento ma posso fare rifornimento dallo zaino di Arthur: c'è una bottiglia d'acqua vuota ma la posso riempire, un sacco a pelo gigantesco completamente asciutto e impermeabile, ci sono alcune piante e poi un piccolo barattolo di una strana crema, penso sia una medicina potente contro i tagli. Ci sono anche alcune bacche e della frutta. Mi siedo lontano dal suo cadavere e in un punto in cui alcuni alberi sembrano fare una piccola conca, resto comunque vicino al fiume e mi infilo nel sacco a pelo restando nascosto e cercando disperatamente di riscaldarmi con il poco calore che ho nel corpo. Per stanotte è meglio restare qui; con il favore del giorno e la luce potrò tornare a cercare i miei amici, probabilmente mi staranno cercando ma il freddo e il dolore è troppo per costringere il mio corpo a muoversi e a cercarli, devo dire loro la notizia più importante poi: sono letteralmente caduto in una fonte d'acqua, un fiume probabilmente.






Voilà ^^ ecco qui sfornato un capitolo fresco fresco, spero che lo troviate ancora interessante e che commentiate la situazione che si sta creando nell'Arena, chi sopravvivrà? E cosa il capitolo futuro ci porterà? Lo scoprirete prossimamente ^^
Baci baciiii :-*

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Feast with our blood ***


Un colpo di cannone mi desta dal mio sonno e credo di saltare tre metri in aria per lo spavento, mi guardo intorno e mi trovo imprigionato nel mio sacco a pelo, sono ancora vivo almeno! Il freddo non deve avermi ucciso e non mi sento febbre addosso. Mi trovo però in un bagno di sudore, mi ricompongo e capisco che è l'acqua del fiume che mi ero portato addosso. Mi guardo intorno e vedo che il sole fa brillare la foresta bianca intorno a me, viene riflesso dal candido manto e vedo che la zona di sangue dove si trovava Arthur è pulita. Immagino che ci sia stata un'altra nevicata stanotte, mi sgranchisco e perdo tempo nel riaggiustare la mia postazione con tutti i beni di Arthur che sono riuscito a prendere. Mi accerto che la bottiglia d'acqua sia piena e posso già mettermi in viaggio. Mangio alcune bacche cercando di mettermi in forze e poi mi alzo lentamente. Chi sarà l'altro Tributo caduto? Può essere James? O se fosse un altro dei miei amici?
Solo ora mi rendo conto che Melania è morta in modo brutale ieri notte, non riesco a farmi uscire le lacrime perché per un attimo penso al fatto che loro saranno miei avversari prima o poi, dovrò combattere per arrivare al podio, perché è chiaro che io voglia tornare a casa, e preferirei che ci fosse James insieme a me. Faccio un conto approssimativo dei Tributi che restano, siamo ancora più di venti e la seconda settimana è quasi sullo scadere del tempo. Neanche metà di noi è morta e temo che Capitol City deciderà di movimentare le cose, reclameranno vite, per ora i giochi sono piuttosto movimentati, ma gli spettatori vorranno altro.
Mi metto in marcia accertandomi di non lasciare tracce sul terreno, stando alle informazioni di Tony e gli altri, queste montagne sono completamente abbandonate e prive di Tributi, non mi dispiacerebbe restare qui un po' magari... poi penso subito a James, devo trovarlo, è in difficoltà e probabilmente è in una situazione critica. Comincio a correre senza rendermene conto, provo a restare nascosto tra gli alberi della montagne e cerco di dare rapidi sguardi ovunque, oltre la coltre di alberi riesco a vedere un leggero brillare dorato, la Cornucopia sembra essere isolata, ma è veramente così? I Favoriti non hanno preso molto da essa... o almeno Arthur e Ginger non avevano molto nello zaino. Mi chiedo gli altri cosa nascondano...
Continuo a vagare senza meta alla ricerca dei miei amici per tutto il giorno, faccio su e giù dalla montagna più in fretta che posso, setaccio tutta la zona intorno al punto in si trova il fiume e cerco di risalire verso il nostro accampamento, può essere che siano tornati là e che mi stiano aspettando, ma non trovo alcun accampamento. Mi trovo in una radura verso il terminare del pomeriggio, mi guardo intorno più e più volte, resto immobile in quel punto, sono esattamente dove ci aveva trovati Arthur, sarei pronto a scommetterci la vita, sono sicurissimo che abbiano prelevato tutto e l'abbiano portato via. A meno che qualcun altro non si trovi qui...
« Non è sicuro stare qui... » mi sussurro, comincio a correre nuovamente fino ad arrivare al fiume, mi ritrovo nella foresta e provo a muovermi nel cuore di essa, è arrivato il momento di tornare ad accamparsi sopra gli alberi.
Ne scalo uno e mi sistemo in un'alcova tra alcuni rami, uso lo zaino come cuscino e il sacco a pelo mi ricopre nuovamente, la giornata trascorsa ha permesso di farlo asciugare, mangio la frutta che trovo nello zaino e mi accorgo che le mie scorte finiranno presto. Devo trovarmi qualcosa da cacciare, ma ci sono vari problemi: le piante e le bacche buone cominciano a scomparire, ormai non ne vedo più qui. Inoltre gli animali sono feroci, bisogna diffidare anche del più piccolo uccellino. Finisco la mia cena a base di frutta e vedo che sopra la mia testa c'è un uccello bianco e piccole con le punte delle ali nere come il carbone, se non erro... è una ghiandaia imitatrice?
Questo mi porta alla mente alcuni insegnamenti di storia su Katniss e Peeta, le anime della rivoluzione. Non riesco ad immaginare qualcosa di quel genere... essere considerati un pericolo mortale per tutta Capitol City, ma è possibile che ci siano altre rivoluzioni? Il vecchio Distretto 13 è rinato dalle sue ceneri, ha avuto modo di vincere durante i Giorni della Rivolta, non lasceranno mai che la sofferenza finisca, e pensare che sono davvero ipocriti! In alto nel cielo compare il sigillo di Capitol City e l'inno risuona in tutta l'Arena; il primo volto che compare è quello di Arthur che viene sopraffatto dal mio volto che compare accanto al suo; il prossimo volto è quello di una ragazza del Distretto 8, è stata uccisa da Vladimir, il ragazzo del Distretto 4; infine compare il volto di Melania che viene uccisa da Arthur. L'inno termina così e il silenzio piomba nuovamente. James è ancora vivo, non posso non fare un sorriso al pensiero che sia vivo, sento gli occhi dei capitolini su di me, mi stanno osservando, saranno circa le dieci di sera e provo a dormire, un po' come tutti in fondo, chissà quanti saranno ancora sintonizzati; con questo pensiero cado nei sogni.
I miei sogni sono piuttosto tormentati, quando mi sveglio mi sento davvero male, sono stordito e ho come dei leggeri capogiri, mi tocco la fronte sudata e noto che è davvero calda nonostante l'ambiente sia freddo, so cosa significa: ho la febbre! Maledizione questo non è per niente bene. Non conosco molti metodi per cercare di farla passare eccetto l'uso di medicinali, mi passa in mente l'idea di buttarmi nell'acqua ghiacciata per fare abbassare la temperatura corporea, ma non so se potrei peggiorare le cose perciò cerco di coprirmi con le poche cose che ho. Sistemo lo zaino e termino che le bacche presenti in esso, mi rimetto in marcia e cammino con la lancia pronta in mano, devo cacciare del mangiare, la mia condizione non è delle migliori e senza dubbio restare senza cibo non migliora la situazione. Mi muovo velocemente restando nell'ombra, tengo le orecchie tese per cogliere qualunque rumore che mi possa avvertire delle presenza di animali o persone; ma i miei sensi reagiscono veramente male alla percezione dell'ambiente, termino persino la bottiglia d'acqua che posso comunque riempire restando vicino al fiume che scorre verso la vallata, l'acqua non manca almeno. Dopo la prima mezza giornata mi trovo senza mangiare e senza forze per continuare a camminare, sono stanco morto, i miei muscoli soffrono per lo sforzo e mi accoscio strisciando su un albero.
Vorrei potermi fare forza da solo, vorrei ricordarmi se a lezione di sopravvivenza ho imparato qualcosa sulla febbre, i miei pensieri sono vuoti e persi nel tempo, probabilmente ero troppo distratto da James e ora pago per la mia stupidaggine. La colpa è tutta sua! Dovrebbe essere lui a soffrire la febbre... sbatto un pugno sulla neve e poi sospiro. Che colpa ha James di questo?
« In fondo... anche lui sta soffrendo a sentire Norman » ricordo chiaramente il biglietto nel dono. Significa che non ha ricevuto doni? Neanche io ne ho ricevuti ad eccezione di quel mangiare che ora mi tornerebbe davvero comodo.
Voglio tornare a casa! Ma non posso stare fermo qui ad aspettare che la neve o i Favoriti mi trovino e mi facciano a pezzi, devo reagire e mi costringo ad alzarmi, faccio forza sulle gambe e le ossa mi bruciano dal dolore. Sospiro quando finalmente mi trovo in piedi. Poi sento una voce lontana, al di là del fiume. È una ragazza, non sembra sola, ma non è di certo nemica: riconosco la voce di Amelie che rimbomba nella mia mente come un fuoco. Mi sposto correndo verso il loro accampamento, devono essere nascosti da qualche parte più in giù ma il problema è anche arrivare dall'altro lato. Mi getto quindi in una parte del fiume dove l'acqua quasi tocca il letto del fiume, attraverso il corso alzando la gambe in aria e mi sento di nuovo girare la testa. Corro e cammino in vano, finalmente poi trovo ciò che voglio, riesco però a vedere tre sagome confuse, non riconosco quasi nessuno inizialmente, prima di accasciarmi a terra riesco a vedere il viso di Tony sconvolto e preoccupato, poi il silenzio più totale mi fa crollare nei sogni.
Apro gli occhi di scatto: sono paralizzato e ho paura di scoprire cosa accade intorno a me, sono vivo e questo almeno posso dirlo con certezza. Mi trovo immerso nel mio sacco a pelo, un piacevole calore mi attraversa il corpo e una luce illumina un accampamento, mi alzo di scatto restando seduto e focalizzo la zona intorno a me: Tony indossa una paio di occhiali e una corazza che gli copre la tuta, mi fa un sorriso; Samuel indossa invece una specie di poncio di qualche pesantissima lana, la sua pelle sembra ben idratata e mi ricordo dell'acqua, il corso scorre con forza a pochi metri dal mio zaino che sta davanti a me, Amelie sta mettendo qualcosa dentro, sono delle scorte di cibo! Lei ha una cartucciera con decine di pugnali al posto dei bussolotti dei proiettili. Inoltre ci sono altre scorte di cibo e bacche intorno a noi, che la abbiano prese dalla Cornucopia? E se fossero le nostre provviste? Che loro abbiano smontato il campo? Impossibile, ci sono troppi oggetti che non erano nostri. Amelie ha tra le mani due torce elettriche e una la mette nel mio zaino.
« Che succede? » chiedo con voce rauca. Mi ricordo di aver avuto la febbre, quanto è passato? È notte fonda direi, l'inno avrà già mostrato eventuali morti.
« Pare che eri in brutte condizioni... ma quando Arthur ti ha inseguito, non ha tenuto conto di non tornare al suo accampamento... » mi risponde Tony. Si sono mossi e lo hanno derubato, mi porto la mano in fronte, è piacevolmente fresca.
« Stai bene! Ho usato alcune pillole che stavano nell'accampamento di Arthur » risponde Samuel. Non posso non fare un sorriso. « Hai dormito un giorno intero... » continua come se sapeva che lo avrei chiesto.
« Ci sono stati morti? » chiedo girandomi verso il fuoco, è una mossa molto errata, così riveliamo la nostra posizione ai nemici, ma non ci sono altri fumi o fuochi nei dintorni. Non vorrei cadere in una trappola come quella di Arthur...
« Due colpi di cannone! » sento l'ansia crescere, spero ardentemente che non si tratti di James, ho paura che sia lui, ne ho la convinzione. « Un ragazzo del 3 ucciso da un ragazzo del 10 e un ragazzo del 7 ucciso dal tuo fidanzato! »
Il mio fidanzato? Non so perché ma penso subito a James, non può riferirsi a Ryan ovviamente, il pensiero di James e me è assurdo... eppure sorrido.
« Sono stati due spari vicini. I due ragazzi potrebbero essere vicini... » commenta.
Il mio cervello ragiona velocemente: il ragazzo del 10, ricordo che c'era solo un ragazzo di quel Distretto, ed era lo stesso che James stava fissando durante gli allenamenti per farmi ingelosire. Sento il mio corpo diventare carico di veleno, mi sento improvvisamente ferito, come se mi avesse tradito, come ha potuto schierarsi con quello!? Pare che Norman mi abbia mentito... James ha un compagno! Non se la passerà poi tanto male e la cosa mi fa venire subito la nausea.
« Che altro mi sono perso? » chiedo. Loro si guardano tutti nello stesso momento. Deduco ci sia qualcosa di cattivo. Mi chiedo cosa possa essere...
« Oggi c'è stata una comunicazione speciale: stanno organizzando un Banchetto per domani! » la notizia mi lascia spiazzato. Questo è assurdo e immotivato: quasi ogni giorno un Tributo cade morto, perché movimentare la cosa con un Banchetto? Sarebbe una trappola... ma cosa ci sarà come premio?
« Un Banchetto? A che pro? Cosa vogliono di più i Tributi? » che stupido che sono: forse solo il nostro gruppo e quello dei Favoriti si trova in condizioni decenti, gli altri staranno morendo di fame, sete e soffriranno il freddo glaciale.
« Hanno parlato di premi sostanziosi... cibo, acqua, armi in ogni zaino! » commenta Tony, nella sua voce scorgo dell'entusiasmo. Scuoto la testa.
« Non possiamo permetterci di... » il fiato mi si mozza in gola, le parole di Norman echeggiano nella mia mente, riguarda ancora lo scorrere delle settimane e la fine di questi Hunger Games, la seconda settimana è ormai sul suo termine, ricordo che parlava di siccità e di animali che scomparivano... Capitol City ci sta preparando alla fame e alla sete che seguiranno i giorni seguenti; “Non date nulla per scontato, ricordate di cercare acqua e cibo!”
Queste sono le parole esatte che Norman aveva ricordato a me e a James, prima o poi il mangiare che abbiamo raccolto terminerà, soffriremo la fame allora, poi verrà la sete... dobbiamo razionare tutto per ancora due settimane e non riusciremo mai a resistere tanto. Le mie parole sembrano aver lasciato intuire il fatto che non voglio andare al Banchetto, ma in verità dobbiamo prendere più cibo e acqua possibile.
« Dobbiamo andare alla Cornucopia domani! » dico improvvisamente. Samuel e Amelie mi fissano come se avessi bestemmiato, Tony è chiaramente contento della mia decisione, tuttavia il mio cambio di idea lo deve aver insospettito.
« Ascoltatemi... ho da dirvi una cosa e non credo vi piacerà... » devo essere sincero con loro. Ma così metterò nei guai Norman! Non posso permettere che si sappia che lui sa come gli Hunger Games si svolgeranno. Devo giocare d'astuzia e mentire in parte ancora una volta. « Una sera ho sentito alcuni Pacificatori qui a Capitol City parlare dell'Edizione, pare che ci sia una scadenza... ho sentito che toglieranno cibo a acqua dall'Arena! » non credo di essere convincente.
« Perché due Pacificatori sanno come si evolvono gli Hunger Games? E perché non lo hai detto prima se lo sapevi? Avremmo potuto cominciare a razionare le cose! » mi dice in tono accusatorio Samuel.
« Pensavo fosse un'idiozia! Che mi avessero sentito e che avessero detto una balla... ma dopo i recenti avvenimenti credo sia vero. Prendi ad esempio gli animali inferociti, le bacche e le piante buone che scompaiono... » questo li convince.
« Quindi quando durerebbero questi Giochi? » chiede Amelie con un tono di paura.
« Altre due settimane circa! »
Il silenzio crolla nell'accampamento. Stanno cercando di assimilare la notizia, in effetti neanche io potevo crederci quando Norman me lo aveva detto. Sento le telecamere puntate contro di noi, sono certo che gli Strateghi siano abbastanza furiosi dopo questa scoperta. Che gli spettatori si rivoltino visto che questo gioco non dura per sempre? Finora però non ci sono state vittime dell'Arena. Tutti i caduti sono morti per mano di un altro Tributo, e io sono colui che ha già mietuto due vittime! Anche James però ha fatto del suo... e ancora i miei pensieri tornano a James!
« Dobbiamo procedere con una strategia. Il Banchetto inizierà a mezzogiorno, ci sarà un altro bagno di sangue e non possiamo finirci dentro... » comincia Tony.
« Già! Domani dobbiamo essere là prima dell'ora di inizio. Dobbiamo correre velocemente... » mi rendo conto di ciò che dico mentre lo faccio, mi toccherà correre di nuovo per fuggire dalla Cornucopia, sono passati giorni e giorni e mi sembra ancora troppo vicino quel giorno. « Riuscite a salvarvi la vita? »
« Non ci siamo buttati nel primo bagno di sangue figurati se possiamo sopravvivere nel secondo! » mi informa Tony. Annuisco lentamente.
Rifletto su ciò che ho visto dell'Arena prima che i sessanta secondi iniziali finissero, cerco di darmi una mano con i ricordi di ciò che ho visto dalle montagne: attorno alla Cornucopia c'era un lago che dovrebbe essere vicino a noi, c'erano poi delle foreste, alcuni alberi e cespugli mi pare... annuisco un'ultima volta. « So cosa fare: voi tre passerete sul limitare delle foreste, io mi getterò nel bagno di sangue e prenderò uno o due zaini... ci incontriamo dall'altro lato dell'Arena! » nessuno di loro replica. Evidentemente gli sta più che bene... se ci fosse stato anche James probabilmente mi avrebbe fermato, mi avrebbe detto di stare con lui, e forse sarebbe riuscito a convincermi, sarei restato fermo e avrei abbandonato l'idea del Banchetto.
La mattina seguente ci spostiamo in fretta, arriviamo in un punto in cui dobbiamo separarci perché stiamo tornando nella pianura, gli passo il mio zaino, mi rallenterebbe e morirei certamente con quello addosso, non mi serve un peso in più, mi basta solo la lancia, mi farò strada uccidendo se necessario! Sono da solo e l'ora di punta è quasi vicina, mi sento in ansia come quando il tempo veniva scandito per l'inizio dei giochi, stavolta non saprò l'orario certo, potrei avanzare troppo tardi, inoltre so che le mine saranno state attivate attorno alle pedane e i premi saranno dentro il cerchio, un po' come tutto il resto. Mi nascondo tra i cespugli bianchi e candidi di neve, non sono distante che un paio di metri dal cerchio delle pedane, sono vicinissimo rispetto a chiunque. I miei occhi cominciano a farsi strada in giro, due Tributi arrivano dall'altro lato del cerchio, vedo dei movimenti nella foresta in cui erano entrato io, altri movimenti dal lato opposto, poi qualcuno si avvicina dietro di me, sta avanzando lentamente e con una gigantesca ascia con sé. Riconosco Marvin, lui chiaramente si è trattato bene: ha preso acqua e cibo, non avrà patito febbre o altro. Si avvicina sempre di più e comincio a sospettare che mi abbia visto.
Mi volto verso la Cornucopia e vedo Vladimir e Lyssa che corrono oltre il cerchio delle pedane senza saltare in aria, mezzogiorno è scoccato e comincio anch'io a correre. Comincio ad agitarmi come se fossi un pazzo e vedo Tributi che corrono ovunque intorno a me, ne conto circa cinque oltre me e Marvin, sento qualcuno che corre oltre la Cornucopia e quindi non posso vederlo, io vedo degli zaini messi in ordine, una lunga fila di dieci zaini carichi di chissà quali beni. Mi ricordo di essere in pericolo quando i due fratelli del 4 staccano la testa ad un Tributo recidendola, sento altre urla in tutta la zona e mi volto appena per vedere Marvin che mi carica, vuole uccidere me!? Forse ha ragione: sa che voglio vivere, e sa che voglio che accanto a me ci sia James, questo esclude lui dall'equazione dei vincitori dei Giochi. Sono ormai vicino agli zaini quando un Tributo si butta su di me e comincia ad agitare un coltello contro il mio viso, non è uno dei Favoriti ma ha ben pensato di eliminarmi. Riesco a mettermi in piedi calciandolo via e mi basta un semplice movimento per impalarlo con la lancia in pieno stomaco, avanzo trascinandolo con me: non posso perdere tempo nel cercare di scrollarlo ma mi rallenta un po'! Finalmente perdo il suo carico quando Marvin mi raggiunge e cade sopra il cadavere del Tributo. Afferro uno zaino abbastanza pesante e mi dico di prenderne un altro quando per un pelo evito due frecce, una riesce a colpirmi di striscio alla spalla che brucia come se mi fossi scottato. Mi volto e vedo la ragazza del Distretto 2 con i suoi due compagni di squadra che mi fissano in cagnesco; Vladimir e Lyssa mi fissano in parte arrabbiati e in parte divertiti mentre sto fermo immobile a decidere sul da farsi, dall'altro lato della Cornucopia continuo a sentire urla e rumori di combattimenti, dietro di me Marvin si rialza ed è pronto ad uccidermi. Basta pensare: c'è solo una cosa che possa fare fuggire.
« Scappa più lontano che puoi... » mi dico, comincio a correre e sento di nuovo i muscoli indolenziti, lo zaino in spalla mi fornisce una valida protezione da eventuali frecce, ma qualcosa di più acuto mi colpisce e mi fa cadere, getto un urlo per il dolore lancinante alla gamba destra e vedo che la mia tuta è forata per una lunga striscia piena di buchi sulla carne stessa da cui sgorga il sangue. Xiomara sembra soddisfatta di avermi preso con la sua frusta spinata, mi obbligo a correre saltellando nonostante il dolore mi stia divorando vivo, il mio sangue cola liberamente sulla bianca neve, comincio a pregare affinché il sangue non lasci tracce una volta che sono entrato nella foresta; provo a respirare ma i miei polmoni si sono bloccati cercando di trattenere il dolore dentro di me e le lacrime scorrono in fretta sulle guance.
Non so con quale forza ma ci riesco: fuggo dal bagno di sangue ancora una volta immergendomi nella foresta dal punto opposto in cui mi ero nascosto. Tutto è andato male fin dall'inizio: sono partito troppo tardi, i Favoriti e gli altri Tributi sapevano benissimo la mia postazione e probabilmente erano già sul luogo da molto prima di me, ho organizzato male la cosa e sono uscito vivo per miracolo, non so per quale miracolo la frusta spinata di Xiomara non si sia attorcigliata alla mia gamba, mi avrebbe trascinato a sé e mi avrebbe ucciso brutalmente, non sarei riuscito a difendermi da tutti quei Tributi contemporaneamente. Entro nella fitta foresta e cerco di distanziarmi il più possibile dalla Cornucopia, devo fare però attenzione: tutti i Tributi erano rifugiati in queste foreste e nelle montagne e potrei trovare qualcuno a tendermi un agguato.
Mi trovo uno spazio nell'ombra di due alberi apparentemente tranquillo, mi riposo e mi metto seduto a piangere per il dolore alla gamba, le telecamere mi inquadrano probabilmente, tutta Panem mi vede soffrire, persino Ryan e Seth. Mi faccio forza solo pensando a loro, respiro e cerco qualcosa per medicarmi nello zaino: c'è un altro sacco a pelo, una torcia, mangiare per due giorni e bacche di ogni tipo, frutta e alcuni medicinali (disinfettanti e qualcosa che aiuta contro la febbre e certe malattie), garze e un coltello da caccia. Comincio disinfettando le ferite e uso subito le garze per fasciarmi tutto il polpaccio, respiro lentamente per il dolore e appena finisco mi rilasso mi metto con la schiena contro l'albero per riposarmi.
Devo stare fermo per aspettare gli altri, non so quanto ci vorrà perché mi trovino ma lo trovo un ottimo momento per riposarmi; il bagno di sangue dev'essere finito perché cinque colpi di cannone cominciano a risuonare: cinque caduti in tutto, non mi resta che aspettare la notte per sapere quali Distretti piangeranno stanotte.








Nuovo capitolo ^^ dopo una settimana di studio sono riuscito a cavarmi del tempo per questo novo capitolo che personalmente rileggo più volte perché mi fa impazzire il Banchetto u.u Riusciranno Darin e James ad incontrarsi? Lo sapremo nel prossimo capitolo.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: I wont be alone! ***


Dolore. Solitudine. Tristezza. Rimpianto. James...
Queste parole continuano a girarmi per la mente per tutte le ore del pomeriggio che passo nella stessa posizione in attesa che il silenzio torni nell'Arena, in attesa che i miei amici mi trovino finalmente. Ma nessuno si fa vivo e decido di accamparmi con lo zaino sopra un albero; salire mi riesce particolarmente difficile, c'è mangiare, acqua e altri beni utili ma non medicine contro i tagli, posso solo disinfettare le mie ferite, il rossore non scompare ma i fori sembrano puliti e protetti dalle garze, il sangue sembra essersi fermato, sembra essersi coagulato e abbiamo formato una specie di protezione, una barriera labile a cui devo fare moltissima attenzione. Evito di mangiare visto che non ho fame: sono solo e mi sento davvero disperso; nonostante io stia salendo l'albero, mi sento di cadere in un baratro che porta alla mia sconfitta. L'uscita dagli Hunger Games: la mia morte! Respiro lentamente e mi muovo come se fossi una formica, non voglio strisciare la gamba contro la corteccia o sento che urlerei così forte da farmi uscire sangue dalla gola, non so come ma riesco ad arrivare in cima e a sistemarmi dentro il sacco a pelo pronto ad affrontare la tremenda e gelida notte. I miei occhi stanno aperti fino a sera finché finalmente l'inno di Panem risuona per tutta l'Arena, compare il sigillo di Capitol City e poi cominciano a sfilare i volti dei Tributi morti con accanto quelli dei Tributi che li hanno stroncati: il primo Tributo a comparire è un ragazzo del Distretto 2 che ha trovato la sua fine grazie a Marvin; Distretto 3 (l'ultimo Tributo) ucciso da Xiomara; una ragazzina del Distretto 7 (anche lei l'ultima mi pare) uccisa da un ragazzo del Distretto 2; un ragazzo del Distretto 9 che viene ucciso da me; la ragazza del Distretto 10 morta per mano di una del Distretto 8; alcuni Distretti hanno perso per sempre la possibilità di sperare nel ritorno di uno dei tre che sono stati scelti, solo adesso cerco di fare un rapido conto dei Tributi rimasti e li conto sulle dita.
Xiomara del Distretto 1; mancano due Tributi del 2; i fratelli assassini del Distretto 4 e il loro compagno; tutti noi del Distretto 5; Tony e Samuel; due del Distretto 8; una del 9; il ragazzo che sta con James, quello del 10 che sto imparando ad odiare; Amelie e infine un ragazzino del Distretto 12. Diciassette Tributi restanti.
È stato un giorno quasi eterno, sono stanchissimo e chiudo gli occhi con il pensiero fisso su James: rifletto a cosa starà facendo: probabilmente sarà con quel ragazzo del 10, si staranno divertendo! La sua storiella con il ragazzo gli starà facendo guadagnare sponsor? Quanti doni avrà già ricevuto? Quella strategia l'avrei potuta anche attuare io... avrei potuto stare al gioco di James, avrei potuto cedere al suo sex appeal e lasciare uno spettacolo per tutta Panem... nel sonno penso tutto questo e mi dico di essere folle! Non posso fingere di essere interessato a James, sto con Ryan e lui è gelosissimo. È anche vero che Ryan non è qui e capirebbe le mie mosse... più volte durante la notte mi sveglio e richiudo gli occhi pensando a James. Forse non sono del tutto indifferente al ragazzo? Ho già provato qualche emozione quando mi ha baciato prima dell'intervista. Il mio corpo vibrava contro il suo, e ripensando a quelle sensazioni riesco finalmente a chiudere definitivamente gli occhi per concedermi un lungo e meritato riposo.
Quando riapro gli occhi vedo il sole alto nel cielo, per pochi istanti penso di avere sognato tutti gli Hunger Games, di essermi immaginato la sofferenza e le vittime che ho fatto. Poi ritorno alla realtà vedendo il sole finto dell'Arena che sorge velocemente. Degli uccelli lontani nel cielo si muovono in circolo attorno alla Cornucopia. Forse nessuno si può avvicinare agli zaini ora visto che quegli avvoltoi sembrano affamati. Ora il mio stomaco brontola per la fame, ieri sera non ho mangiato e ora colgo l'occasione per mangiare della frutta deliziosa e fresca. Mi sento incredibilmente meglio ma la gamba è completamente indolenzita. Scopro la ferita mostrando una situazione peggiore, la ferita si infetta ogni secondo con il freddo, rischio un avvelenamento del sangue così! Scrollo le spalle e mi volto verso l'alto quando vedo qualcosa tra i rami, il mio primo pensiero è di scattare via, poi vedo un paracadute argentato con un barattolo legato alla sua base.
Allungo la mano e prendo l'oggetto, c'è un biglietto con una grafia piccola e strana che ormai riconosco come quella di Norman. Ottimo lavoro Noah, ma non dimenticarti di James! Continua così, ormai manca poco.
Mi volto verso un angolo in cui penso ci siano telecamere. « Ha bisogno di me dici? » dico carico di risentimento e gelosia. « Non credo che il suo amichetto del 10 gli faccia sentire la mia mancanza sai? » lo odio. Odio tutti in quest'Arena! « Vaffanculo... » dico tra me e me con un sussurro così basso che io stesso fatico a sentirlo. Apro il barattolo e vedo una crema strana, so a cosa serve: ne prendo una manciata e la spalmo sui fori nella gamba, al contatto con la pelle bruciata e dolorante soffro, la crema è ghiacciata come fosse neve, dopo un po' tutto ciò mi crea un immenso piacere, copro di nuovo la ferita e poso il barattolo dello zaino.
Sono tentato di restare là sopra per tutto il giorno, che male potrà farmi stare qui? I miei amici devono farmi l'incontro qui, James sta più che bene con il suo amico. Non ho più nulla per cui lottare qui... nulla per cui andare avanti. Poi qualcuno sotto di me si muove velocemente, quasi corre, sono in tanti; molti passi fanno volatilizzare qualcuno tra gli arbusti innevati, sospiro vedendo i miei amici ma esito pochi secondi prima di rivelare la nostra posizione.
« Pensi che sia andato via? » chiede Samuel all'altro ragazzo. Scuote la testa.
« No! Darin non ci tradirebbe mai! Mi fido di lui... » cadono nel silenzio. Poi mi schiarisco la voce e parlo allegramente.
« Ehi ragazzi! Sapete che bello vedervi da qua sopra? Volete che vi raggiunga o preferite salire qui? C'è molto spazio... »
Scherzo con loro un po' e ci facciamo qualche risata nel vedermi scendere come fossi uno scarafaggio impedito. La gamba va meglio grazie alla crema miracolosa che mi hanno inviato gli sponsor, rifletto sulla mia piccola sfuriata e mi chiedo se questo farà diminuire la fiducia degli sponsor in me. Non so se questo danneggi la mia immagine ma cerco di esternarlo davanti i miei tre amici. La giornata passa molto in fretta e decidiamo di stazionarci in quel punto, creiamo una specie di radura ma ciò non mi fa sentire meglio: la gamba migliora è vero, ma il mio dolore viene sostituito con un malessere di natura ignota: non mi sento tranquillo, mi sento osservato, anzi ho quasi la certezza che qualcuno ci osservi e lo faccio notare ai tre.
« Non dire sciocchezze... » dice Tony al mio orecchio. L'ha detto a bassa voce e non si è preoccupato di farlo sentire agli altri. Mi fa capire che anche lui concorda con me. « Nessuno sa che siamo qui... »
« Non ci credi neanche tu! » gli faccio notare con una certa asprezza. Lui mi rivolge un sorriso e solo allora vedo che la sua pelle non è scarna. Avranno mangiato anche loro, o meglio loro più di me senza dubbio.
« Pensi davvero che siamo osservati? » è ormai sera e ci diamo da fare con le torce elettriche, io e Tony ci distanziamo un po' dal campo per setacciare la zona, parliamo sottovoce, credo che lui si stia convincendo.
« Non dobbiamo allontanarci troppo dagli altri... » non hanno nulla di acceso per farsi rintracciare. Non so perché: forse gli animali che ci osservano mi fanno sentire in pericolo, stiamo sbagliando tutto. Siamo distanti alcuni metri dal campo. « Tony non dirmi che non sei in grado di sentirlo... è come se qualcuno fosse in agguato nell'ombra, sento che ci potranno colpire da un momento all'altro »
Con me ho la mia fidata lancia, posso difendere sia me che lui, ha fortunatamente con se alcuni coltelli e una spada, può difendersi da solo e sono certo che potrebbe essere un buon compagno in combattimento.
« Io... » non fa in tempo a finire la frase che sentiamo delle urla molto vicine a noi, ci voltiamo verso il campo nascosto dagli alberi e dagli arbusti, ancora urla e suoni sinistri, movimenti e colpi di lame. Poi un colpo di cannone risuona nella notte scura.
Sento qualcuno che corre contro di noi, veloce, cerca di scappare non di raggiungerci, Samuel sbuca dal fogliame e sbatte contro Tony atterrandolo, riesco a far alzare entrambi i ragazzi e poi capisco solo alcune parole di quello che il ragazzo dice.
« Distretto 2. Amelie. Morta. » questo è abbastanza per far scattare qualcosa in me.
Tutti e tre cominciamo a scappare via in direzione opposta a quella dei due ragazzi, ciò significa dover andare in direzione delle montagne a sud, chissà se incontreremo altri Tributi nella nostra corsa. So con certezza una cosa dal guardare gli altri Hunger Games: i Tributi non possono sottrarsi facilmente allo scontro, dobbiamo combattere o Capitol City ci obbligherà a farlo. Compariamo in una radura grande e totalmente circondata da alberi fitti e impenetrabili per la fuga, ci fermiamo di botto.
« Dobbiamo combattere! » dico voltandomi nelle ombre della notte, grazie alla luce lunare e alla torcia possiamo fare chiarezza sulla situazione. Dal punto d'ingresso nella radura sbucano fuori due persone, un ragazzo muscoloso dai capelli ramati stringe un'ascia in mano, una ragazza dagli occhi azzurri e freddi stringe invece un arco ed è pronta a scoccare delle frecce.
« Guarda un po'... il topo ci ha portato da altri due Tributi, divertente vero Ed? » chiede la ragazza al compagno.
« E uno di loro è quel ragazzetto del 5... bel bottino Myriam » risponde il ragazzo di nome Ed. Sono pronto a combattere e tendo la lancia contro di loro. Butto giù lo zaino per prepararmi ad assalirli.
« Intendete combattere? Perché sono pronto ad uccidervi entrambi... » li minaccio. Loro si guardano negli occhi con un sorriso.
« Non vogliamo ucciderti! Vogliamo che ti allei con noi... saresti una preziosa risorsa. Uccidiamo questi due imbranati insieme! » Ed mi tende la mano come per mostrarsi mio amico. Non riesco a credere alla sua proposta: uccidere Tony e Samuel è fuori discussione così come lo è allearsi con dei Favoriti.
« Piuttosto morto! Non mi alleerò mai con voi! » li sto invitando a combattere, Tony passa dei coltelli a Samuel e stringe la sua spada tra le mani.
« E allora lascia che io esaudisca il tuo desiderio! » mi risponde Ed scaraventandosi contro di me con la sua gigantesca ascia.
I suoi colpi sono lenti ma trovano punti deboli nella mia difesa per via della gamba che brucia e che urla silenziosamente dal dolore, è molto peggio di quando avevo la caviglia slogata, i buchi nella pelle non si sono chiusi del tutto e non posso evitare i colpi di ascia se non saltello qua e là, alterno la difesa con l'attacco, mi scaravento contro il ragazzo che si difende con facilità; essendo muscoloso riesce perfettamente e difendersi dai miei colpi, mi trovo indebolito e in svantaggio: faccio ruotare la lancia tra le mie mani nel tentativo di colpirlo ma ottengo solo il farlo allontanare di pochi passi dalla sua compagnia che scocca frecce contro i miei due amici. Non penso che ci sia da preoccuparsi per lei: non sembra molto forte nel combattimento ravvicinato.
Tutti questi pensieri mi fanno però distrarre: Ed ne approfitta per sferrare un colpo di ascia che mi passa molto vicino alla gola, ho fatto un balzo indietro appena in tempo che mi ha salvato la vita! Un altro colpo diretto al mio viso e poi uno basso che mira allo stomaco, forse sono davvero così agile da riuscire ad evitare il nemico, mi sottovaluto e loro fanno lo stesso. Usare solo la lancia però non va bene: ciò significa alternare con un corpo a corpo: è così che decido di usare pugni e calci, ogni mio colpo sembra però sfiorarlo e fatico per evitare la sua risposta. Quasi mi colpisce con un fendente e mi abbasso vertiginosamente, sgattaiolo sotto l'arma e dietro di lui e gli do un calcio dritto nella schiena che lo fa cadere in avanti, ruota su se stesso e ritorna in piedi pronto per combattere ancora. Ride divertito dal fatto che si è ferito al labbro e perde sangue da esso.
« Vuoi la vera azione piccolo Darin? » l'ha detto con un tono che non mi piace per niente, si volta verso Myriam e i miei due amici, alza il braccio che tiene l'arma e in un istante vedo l'ascia volteggiare e affondare nella testa di Samuel! I miei occhi si sbarrano con violenza, quasi escono dalle orbite per l'orrore e istintivamente urlo. Tony è pure paralizzato dall'azione nemica. Il ragazzo cade a terra spirando, morto prima di accasciarsi totalmente, corro contro Ed che estrae una spada da un fodero nella schiena, improvvisamente mi sento una macchina da guerra e sono pronto per spaccargli la faccia! I miei colpi sono precisi e forti, quasi letali, faccio ruotare velocemente la lancia e riesco a disarmarlo, ruoto su di me stesso e conficco la punta della mia arma dritta in mezzo al suo petto. Cade a terra e nello stesso momento mi volto certo della sua morte. Myriam mi fissa con odio per aver eliminato il suo compagno, so per certo che è l'ultima del suo Distretto, ucciderò anche lei però!
Mi accorgo che Tony è ferito gravemente: una freccia dritta nel cuore, continua a respirare a fatica ed è accasciato per terra cercando di frenare il sangue che esce lentamente dalle pareti della ferita.
« Tocca a te lo sai no? » dico facendo roteare la lancia sopra di me, lei comincia a ridere e poi comincia a scoccare alcune frecce contro di me, mi muovo come fossi una tigre: mi acquatto per terra e affondo i piedi sulla neve, quasi striscio sul terreno e mi muovo di sbieco per evitare le sue frecce, quasi ritorno nella foresta per fuggire da lei quando mi accorgo che le sono ormai vicino, ha altre cinque dardi nella faretra e avvicinarsi potrebbe essermi fatale, provo una mossa disperata mentre lei scocca un dardo: lancio la mia arma contro di lei e la trafiggo fino ad impalarla contro l'albero dietro di lei, la freccia mi colpisce di striscio recidendo solo la tuta. Mi avvicino alla ragazza che ormai esala l'ultimo respiro in sofferenza per via della lancia, probabilmente conficcata nel diaframma. Mi fissa con i suoi occhi glaciali e poi estraggo l'arma lasciandola cadere morta. Corro indietro fino ad arrivare a Tony, mi fissa con occhi disperati, ha paura di morire!
« Tranquillo! Riuscirò a salvarti... » blaterò inutilmente. Lui mi blocca le mani e continua a fissarmi con i suoi occhi color nocciola. Mi chiedo come fosse la sua vita prima di tutto quello, non lo so eppure è come se lo conoscessi da sempre. « Mi dispiace... avrei dovuto fare più attenzione a te... »
« Tranquillo... scusami se abbiamo dubitato della tua alleanza inizialmente... » dice tra un sospiro e l'altro, tutti alternati dallo sgorgare di un po' di sangue dalle labbra. « Spero che tu vinca... sei il migliore qui. E se non vinci... » si ferma scosso da qualcosa. Un fremito di morte. « Giuro che torno dall'altro mondo e ti uccido! » scoppio in lacrime e alterno a delle risate visto che lui fa lo stesso.
« Se non vinco sarò morto! » puntualizzo. « Non dovrai fare molta strada quindi... » le lacrime mi rigano il viso e gli occhi bruciano come fossero infuocati.
Alza il pugno e fa cenno di doverlo battere, imito il suo gesto e poco dopo sviene tra le braccia della morte, i suoi occhi si chiudono e contrariamente e quanto mi aspetto, ha l'aria felice, sereno di aver lasciato questa vita. I colpi di cannone cominciano a battere visto che lo scontro è finito e decido di lasciare la zona, prendo tutto il cibo che posso prendere dagli zaini, il resto lo lascio, non prenderò nulla dallo zaino di Tony, voglio che resti tutto con lui. Mi accampo di nuovo sull'albero e il mio stomaco è di nuovo chiuso. È passato un giorno e sono di nuovo solo... oggi finisce la seconda settimana e dalla prossima il cibo scarseggerà. È passata forse un'ora e l'inno risuona per tutta l'Arena; altri cinque Tributi sono caduti oggi e tutti collegati a me: i primi volti a comparire sono quelli di Ed e Myriam che vengono a turno sovrastati dal mio volto, il Distretto 2 è fuori dai Giochi; Samuel compare e accanto a lui si trova il volto di Ed, subito segue il volto di Tony insieme a quello di Myriam; infine il volto di Amelie compare sorridente affiancato da quello di Ed. L'inno termina e tutto tace di nuovo. Mi accuccio nel mio rifugio e nel sacco a pelo, piango fino a che non mi addormento, stanco e preparato alla solitudine, stavolta definitiva!
Ci impiego un giorno intero prima di riprendermi dal combattimento, dalla paura di essere rimasto da solo, dal dolore che mi è stato causato dalla morte dei miei amici, in particolare ho sofferto troppo per Tony; non credo che riuscirò a reggere un'altra perdita del genere perciò è meglio non avere alleati, anche se questo potrebbe anche uccidere James ed è l'ultima cosa di cui necessito visto che ho un disperato bisogno di contatto fisico: Ryan è distante e il mio corpo reclama un abbraccio caloroso, desidera un bacio che mi faccia tornare in forze, un bacio così dolce che sento di scaldarmi solo con il pensiero, solo James mi ha mai dato un bacio così! Resto nella zona per tutta la mattina poi decido di inoltrarmi nell'immensità della foresta, è tardo pomeriggio e il sole dona una luce cupa a tutta l'Arena scomparendo tra le nuvole lontane, proprio dove si trova il lago. Rifletto pochi minuti: siamo nella terza settimana, non ci saranno animali da abbattere, da oggi i Giochi continuano a mutare e si avvicinano allo stadio finale. Durante la notte non ci sono volti in cielo e comincio un conteggio approssimato, ieri c'è stato molto spettacolo pieno di morti, adesso saremo circa dodici: due terzi dei Tributi sono morti e siamo ufficialmente entrati nella semifinale. Altri quattro da abbattere e sarò realmente nell'ultima fase degli Hunger Games, la vittoria sembra lontana e vicina allo stesso tempo. Il giorno seguente passa in fretta, mi avvicino sempre di più al limitare della foresta e cerco di tenermi lontano dai guai, evito le tracce dei Tributi e vado nella direzione apposta, ci sono varie impronte e ciò mi fa pensare che ci siano altri oltre me, non riesco a distinguere se appartengono ad uno o più Tributi. Posso solo continuare ad andare avanti e a salire le montagne cercando un rifugio lì: è così che sto affrontando i Giochi, non faccio altro che scappare da due settimane, è stato tutto un caso che io sia ancora vivo e non intendo cambiare la mia strategia. Sto per preparare il campo in cui mi riposerò, il sole è prossimo al tramonto ma sento dei passi dietro di me, lo zaino si trova per terra e ho la lancia pronta ad essere usata. Sono dei passi pesanti, un ragazzo di stazza maggiore delle mia. Mi volto velocemente.
Resto paralizzato e senza fiato quando vedo chi mi si sta parando davanti, la paura si impossessa del mio corpo e resto immobile: alto e imponente come una montagna, capelli ramato scuro, occhi neri come il carbone del Distretto 12, ha una gigantesca ascia bipenne tra le mani ed è pronto a farmi a pezzi.
« Marvin! » saluto glacialmente. Prendo tra le mani la mia fidata lancia. « Che piacevole saluto che mi rivolgi con quell'enorme ascia... »
« Dovrebbero piacerti le cose enormi, Darin... come sta James? » commenta sarcasticamente mentre si avvicina; la domanda su James è casuale? I miei sensi mi impongono di muovermi e di stare allerta.
« Non lo vedo da un bel po'! Sai dov'è? » dico facendo finta di dialogare tranquillamente con un vecchio amico. Lui mi risponde a tono.
« Un paio di giorni fa era qui ed era in compagnia di un altro! Ti sta tradendo fatina? Ci sarà qualcun altro a tenerti compagnia! I tuoi amici morti per esempio? »
« Vuoi metterti contro di me? » chiedo in definitiva. « Marvin... veniamo dello stesso Distretto. Non dovremmo combatterci ma cercare di aiutarci! »
« Io non sono tuo amico! » mentre dice questa frase lancia la sua ascia contro di me, sono troppo lento nel reagire, per la prima volta da quando sono nell'Arena ho commesso l'errore di non essere abbastanza in guardia: mi sposto lo stesso ma l'ascia si pianta nella mia gamba, mi fa crollare contro un albero e getto un urlo con tutto il fiato che ho in gola, l'attimo seguente comincio ad urlare il nome di James che echeggia nella foresta e tra le montagne: voglio che mi senta, voglio che tutta l'Arena mi senta urlare, voglio che venga in mio soccorso. Provo a rialzarmi ma la lama mi blocca decisamente troppi movimenti. Ho persino perso la lancia senza averla vista cadere. Marvin mi stringe il collo e mi solleva a qualche metro da terra sbattendomi contro un albero, la fortuna non è dalla mia parte visto che sento un ramo entrare nella mia carne, questo mi strappa un sospiro soffocato per via della stretta del mio nemico.
« Vuoi uccidermi? Non ti darò questa soddisfazione! » riesco a malapena a dire, non so con quale facoltà mentale riesco a prendere un coltello dalla mia cintura e riesco a ferirlo al viso ma in maniera lieve, la sua guancia sinistra è recisa e si trova a perdere un po' di sangue, molto meno di me visto che sotto si è formata una una pozza di neve con un lago di sangue. Cerco di spostarmi strisciando e lui estrae l'ascia dalla mia gamba con uno strattone, per un attimo sento di svenire per il dolore, mi ricordo però che non posso permettermi di morire per mano di Marvin. Striscio con più forza quasi saltando e lui continua a starmi dietro, mi getta con l'albero e mi punta l'ascia alla gola; con un movimento simile al suo, punto il mio coltello contro la pelle dura del suo collo. Siamo in stallo, ma la situazione potrebbe cambiare velocemente.
« Per quanto mi riguarda possiamo stare così per molto tempo: se tu muovi il coltello io ti uccido l'attimo seguente, se io muovo l'ascia per prima è lo stesso; possiamo aspettare, ma nel frattempo morirai dissanguato! »
Ha ragione, mentre aspettiamo la mia gamba diventa infetta perché è stata a contatto con la neve, la neve che non è semplice acqua ma fa male all'organismo, a contatto con il mio sangue bollente si è sciolta e mi brucia, ma quello stesso sangue sgorga via con facilità, non posso permettermi di curarmi e vedo la striscia che dal mio zaino va verso di me, devo trovare una soluzione in fretta perché comincio a sentirmi debole.
Proprio ora che i fori al polpaccio erano guariti!
Lui non sembra neanche avvertire la debole ferita che gli ho inferto, se aspetto morirò tra le sue braccia e lui sarà responsabile! Cerco di vedere un miracolo in quell'oscura morte che mi aspetta e poco dopo la mia invocazione diventare reale: sento un sibilo sfrecciare nell'aria, l'espressione di Marvin muta nell'orrore mentre una freccia gli attraversa il cervello, la punta metallica riesce a fuoriuscire dalla fronte, sono sconvolto per la grazia che mi è stata fatta da quel Tributo, ma non posso dirmi ancora al sicuro visto che la prossima freccia potrebbe essere per me; sento un colpo di cannone che segna la morte del mio compagno di Distretto e posso vedere il mio benefattore, il ragazzo a cui devo la vita.
Alla sua vista sento il cuore battere come fosse impazzito, sento che tutto andrà bene: un ragazzo alto e muscoloso, la tuta strappata lascia vedere il fisico scolpito che incendia il mio corpo come fosse fuoco, i suoi capelli neri ricadono sul viso per il sudore freddo, i suoi splendenti occhi verdi mi fissano come se fossi una droga per lui, e adesso che James ha trovato il suo narcotico con il quale può stare meglio. Solo dopo mi rendo conto della sua condizione: la pelle scarna e chiara come fosse malato, denutrito e assetato unita a febbre probabilmente; ha una serie di bende legate alla vita, proprio dov'era stato ferito al bagno di sangue della Cornucopia; nuovi colpi gli sono stati però inflitti, lividi e graffi in tutto il corpo, una ferita allo stomaco coglie le mie attenzioni in particolare. È da solo... non c'è il ragazzo del 10 con lui, Norman aveva ragione, James è in pericolo di vita.
« Ho sentito la tua voce... non potevo non venire! » si limita a dire, con quella sola frase è capace di sciogliermi il cuore, mi accorgo di provare qualche di più che semplice amicizia. « Spero di esserti mancato... » subito dopo cade a terra insieme all'arco che stringe tra le dita. Il mio corpo reagisce subito: devo salvare entrambi, mi sono trovato un compagno di squadra e stavolta non posso lasciarlo morire, stasera festeggeremo la morte di un altro Tributo!








Ciaoooooo ^^ un bellissimo capitolo anche questo a mio parere, finalmente Darin e James si sono ricongiunti, ma entrambi sono davvero in condizioni pietose, riusciranno a passare la notte entrambi? A presto e commentate, baci baci!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: Climb a mountain ***


Pochi passi e mi chino su James, mi getto strisciando per terra dove la mia gamba sfreccia per tutta la neve lasciando una scia di sangue, la ferita brucia più di prima ma ogni pensiero nella mia mente si è fermato su James: devo trovare il modo di non lasciarlo morire! Esamino da vicino le ferite e faccio un elenco basato sulla gravità di esse: la ferita profonda allo stomaco, la ferita al fianco, i lividi e graffi di minore entità posso anche ignorarli, la febbre e la malnutrizione e la sete. Faccio per alzarmi lasciando che il dolore mi divori, James mi blocca la mano così stretta fino a farmi perdere la sensibilità. Mi volto verso di lui e trovo i suoi occhi verdi.
« Non mi lasciare ti prego! » riesce a dire, un rivolo di sangue gli cola dalla bocca, sento il mio corpo affamato ma non di mangiare: istintivamente lo tiro verso di me e le mie labbra trovano le sue; non so perché lo stia baciando, so solo che mi infiamma il corpo, so che voglio che quel bacio non venisse visto da nessuno e in particolare da Ryan. Nonostante stia morendo sento la sua lingua sfiorare avidamente la mia, quel contatto mi provoca brividi lungo tutta la schiena e alimenta le fiamme dentro di me, sento il sapore del suo sangue e non provo ribrezzo, anzi, la cosa mi fa stranamente piacere e mi trovo particolarmente sadico. Assurdo come quel bacio stesso. Mi stacco da lui con violenza e lui crolla tra la neve con evidente soddisfazione nel volto.
« Almeno posso morire felice... » commento tossendo del sangue mentre mi allontano verso lo zaino. Sento il silenzio seguire quelle parole.
In parte perché mi sto pentendo di ciò che ho fatto, in parte perché non so cosa dire, e lui tace per qualcosa che sta vedendo in me, qualcosa che gli provoca la più totale paura: i suoi occhi sono completamente pieni di paura! Mi fissa in particolare la gamba e sospira ignorando la ferita, mi chino di nuovo su di lui con tutto lo zaino al mio seguito, mi sento debole, il sangue non si ferma nonostante lo scontro sia finito e presto potrei morire, devo anche prevenire un possibile avvelenamento del sangue con tutto questa neve acida.
« Io sto bene! » mento. « A te che ti è successo dopo la Cornucopia? » chiedo freddo, mi sono ricordato della sua alleanza con il ragazzo del Distretto 10. Eppure non mi è sembrato dispiaciuto del bacio che gli ho concesso.
« Mi sono alleato con Jaden! » dice. Lo fisso stranito perché non capisco a chi si riferisca. « Il ragazzo del 10. Anche lui è gay lo sapevi? Davvero un tipo interessante... » dice distrattamente, comincio ad usare la mia miracolosa pomata per le ferite ma non basterà, la spalmo in parte nella ferita allo stomaco sperando che si rimargini in fretta come è stato per la mia gamba. Lui comincia a gemere di dolore, tira indietro la testa. « Darin... come riesci a rendere piacevole anche il dolore? » dice. È totalmente impazzito! Gli tiro un ceffone ma non ho forza ormai, sono stanco e morente. Lo ignoro è semplice.
« Sei ferito pure tu! Marvin ha pensato di non volersi alleare con te? » annuisco continuando la mia magia. Lo stomaco mi si contorce ogni volta che tocco i suoi tessuti, la sua carne sporca di sangue fresco, sento di impazzire!
« Ti chiedi come mi sia fatto questa ferita? » è strano, non ho bisogno di parlare con James visto che è proprio ciò cui sto pensando. « È stata la neve! Ti giuro... ho capito che era velenosa, ma stavo morendo di sete... »
« Ti ha fatto un foro allo stomaco!? » dico completamente disgustato, estraggo la mano dalla ferita visto che è necessario ancora disinfettare e bendare. Lui annuisce. « Sei un idiota! Saresti potuto morire lo sai!? »
« Ti ho incontrato così tante volte... il tuo odore mi è stato così familiare... ma erano solo sogni! Ogni volta che prendevo della neve e la ingerivo... avevo delle allucinazioni e ti vedevo! Non potevo smettere... » termina con un tono simile a quando una persona piange: si è quasi fatto ammazzare per vedere me, questo non ha senso, è dolce? Secondo lui morire mi avrebbe reso felice?
Prendo il disinfettante e svito il tappo gettando il liquido sulla ferita, questo lo fa urlare di dolore e gli tappo la bocca con la mano libera, mi aspetto che la morda, ma fa qualcosa di più strano: si limita a darmi dei baci sul palmo! Ritraggo la mano e lui sorride, ultimo la sua cura usando le bende e le garze che ho a disposizione, meno una dall'elenco. Mi metto seduto pochi secondi e lui si mette seduto davanti a me. Sembra stare meglio? No, sono io che comincio a vedere il mondo in una maniera diversa. Sto morendo!
« Basta pensare a me! Devi riprenderti! » mi strappa le garze e tutto il materiale per guarirla, comincia ad operare sulla mia gamba: scopre la ferita, la disinfetta, passa la crema che termina, copre l'enorme foro e poi nota i fori della frusta di Xiomara. « Che cos'è questa? » la ferita ormai è rimarginata e neanche ci penso più.
« Un regalino da Xiomara, Distretto 1. Il bagno di sangue al Banchetto... » rispondo alla sua domanda e lui sorride. Cerca qualcosa nello zaino ed estrae altre garze e bende, le nostre scorte mediche sono di certo finite! Si fascia la ferita al fianco e ci troviamo in una posizione strana, voluta da lui ovviamente: le sue gambe passano sotto le mie e mi cingono a lui mantenendo però pochi centimetri di distanza tra noi.
« Pare che ne hai passate di belle... con i tuoi amici... con i Favoriti! » ci scherza sopra e per un piccolo secondo mi sento di nuovo nel Centro Addestramento. Il ragazzo davanti ai miei occhi però è desideroso del mio amore molto più di colui che mi teneva compagnia. « Si può sapere perché sei silenzioso? »
« Non voglio parlarne! Non voglio parlare dei miei amici... o di coloro che ho ucciso! Anzi... sarebbe meglio separarci! » NO! Perché questa stupidaggine? Lui si accorge subito del cambio di espressione e mi da' una mano ad alzarmi.
Come fa ad avere tanta forza per sollevare se stesso e me? Pochi minuti fa non è caduto svenuto sulla neve? Ora che la ferita si è chiusa sento che sto meglio ma mi sento ancora debole. Lui mi stringe tra le sue braccia e io mi sento perso nel cielo, sto volando verso di lui, ansioso di vederlo.
« Sei geloso per Jaden? » chiede infine. Lo scosto via ma lui resta legato con le sue braccia muscolose, le mie mani le sfiorano dolcemente con un movimento diverso dal solito tocco, diverso dal tocco che riservo persino a Ryan.
Dobbiamo metterci in marcia: per ultimare le sue cure gli do alcune pasticche per la febbre, prendo il mio zaino e quello di Marvin (abbastanza piccolo ma vedo che contiene del cibo e qualche medicina e delle bacche) e la mia adorata lancia, non mi interessa prendere l'ascia ma James si muove con difficoltà verso la freccia che ha scagliato e la riprende per metterla nella faretra.
Gli faccio cenno di salire per la montagna, era quella la mia destinazione prima di incontrare Marvin, quello è ancora il mio piano e posso parlare con il mio... amico! « Geloso... tu mi hai detto che mi amavi! » gli ricordo, come posso dire quello davanti tutte le telecamere!? Davanti tutti Panem!?
« No, io ti ho detto che ti amo! E vederti con quella tuta... » non riesco a carpire la sua espressione visto che sono davanti. Poco dopo arriviamo a un ruscello. L'acqua scorre limpida e cristallina verso la valle, è profonda forse due metri e il suo letto è completamente liscio e scavato, sono certo che lui debba essere passato per di qua!
« Non c'era acqua? Volevi vedermi fino a morire? »
« Non riesco ad immaginare la mia vita senza di te adesso! E ogni volta che mi baci... che mi tocchi... è come se fossi colpito da una palla di cannone! » dice fiancheggiandomi. Facciamo un attimo di pausa e ci riposiamo.
« Se io sono tutto questo... cos'era Jaden? Cosa c'è stato tra voi? » basta, Darin. Ti stai comportando come un idiota. Come se fossi il suo fidanzato, geloso di qualcuno che forse non rappresenta neanche una minaccia. Una minaccia per cosa poi?
« … » lui non dice nulla. Dal suo sguardo capisco che vorrebbe dire molte cose: tutte si possono riassumere in “non c'è stato nulla, il mio cuore è solo tuo”. « Perché ti preoccupi? Tu non hai rivali! Jaden e io siamo stati solo alleati, mi ha curato la ferita al fianco come meglio poteva, ma... »
« Il macellaio ti ha abbandonato poi? » il nomignolo nei confronti del Distretto 10, allevamento; il tono sarcastico con cui ho detto la frase; i suoi occhi tristi che mi fissano. « Non mi pare sia morto... »
« No! È vivo e in mente aveva altro che semplice amicizia... ma pare che i miei incubi siano stati tutti popolati da te! Sapeva benissimo che ti avrei trovato e mi sarei alleato con te, il podio sarà costruito per due di noi non tre! »
« Ha capito che tu avresti dovuto scegliere chi portare con te... » giungo alla fine. « Di sicuro avresti scelto il ragazzo del tuo Distretto... »
« Di sicuro avrei scelto la persona che amo più di me stesso! » mi corregge, questo mi fa riflettere su molte cose e su tutto ciò che penso riguardo lui. Come posso essere stato così stupido da pensare a James in quel modo?
« Mi dispiace... » dico istintivamente. Con quelle due parole mi riporto sulla difesa totale. Intorno ai miei pensieri costruisco una barricata; stiamo giù ancora un po' e ceniamo, James non fa altro che lodare le mie doti culinarie, divora tutto ciò che riesco a cucinare, impazzisce per la mia cucina e poi è il momento di accamparsi.
« Non resterò a terra! » dico io. « Ho perso i miei alleati tutti in quel modo! » Gli alberi sono più sicuri. Riesco quindi ad arrampicarmi e ad aiutare James nel farlo, passano alcune ore visto che lui è impedito dalle ferite gravi, io posso dire lo stesso, specialmente quando la ferita sfrega contro la corteccia dura. Ci troviamo finalmente seduti tra i rami di un possente albero, somiglia ad una quercia. Qui? In quest'ambiente così freddo e glaciale? Perché la temperatura è davvero scesa sotto lo zero... Il sigillo interrompe ogni nostro pensiero insieme all'inno di Panem, solo un morto oggi: Marvin che viene ucciso da James, entrambi del Distretto 5 ovviamente.
« Come ci entriamo in un solo sacco a pelo? » dice lui osservando l'unico bene importante che può salvarci dal freddo della notte. Non ci entriamo in due per quanto sia grande e confortante. Decido di lasciarlo a lui per quella notte, ne ha più bisogno visto che si trova quasi a petto nudo con la tuta tutta sgualcita.
« Vai pure tu! Io faccio da guardia... » lui scrolla la testa con forza e velocità. « Non ci entriamo in due e comunque uno di noi deve fare da guardia per qualche ora durante la notte »
« Io non ti lascio morire di freddo! » dice, sembra fermo su quel punto e mi sfida a sostenere il suo sguardo. I suoi occhi catturano i miei e ciò mi da un vantaggio: non posso distogliere lo sguardo, lui crolla poco dopo e lo aiuto a sistemarsi nel sacco a pelo, gli copro ogni possibile parte del corpo e mi siedo sul ramo accanto al suo con la lancia che passo tra le mie mani per evitare che si intorpidiscano. Non so quanto tempo passi, so solo che James crolla subito nel mondo dei sogni e sembra molto calmo e non come diceva lui riguardo la descrizione che Jaden gli faceva. Passo la mano tra i suoi capelli e gli accarezzo il volto, in questo momento le telecamere potrebbero riprenderci e pochi sarebbero svegli per vedere quella scena. Magari Ryan sta dormendo. James apre gli occhi per pochi istanti.
« Sono felice che tu sia qui... » non so cosa dire riguardo quell'affermazione, vorrei dire che anch'io lo sono ma non posso. L'unica cosa che mi viene in mente è divertilo.
« Domani ci puliamo di tutto questo sangue! Un bel bagnetto... » lo sento sorridere e poi ritorna nel mondo dei sogni. Io lo seguo poche ore dopo.
Il nostro risveglio è abbastanza doloroso: il mio corpo comincia a sentire la stanchezza e i dolori che derivano dalla ferita di Marvin, ho come paura di scoprire la ferita ma sono certo che la crema abbia fatto effetto; salgo di qualche ramo e mi sposto cercando di non svegliare James, scopro la mia gambe e scosto le bende per vedere un rossore intenso ma le ferite si stanno chiudendo. Sospiro felicemente. A quel punto mi tocca svegliare il mio compagno, lo faccio delicatamente e lui apre gli occhi di scatto. Lo sento tremare e controlla la fronte, non è per la febbre.
« Ho avuto paura di aver sognato tutto... » dice lui, si rivolge a me chiaramente, mi accerto che anche le sue ferite siano un buone condizioni, la ferita al fianco ovviamente è aperta ma credo che mi servirebbe ago e filo per aiutarlo in quello. La ferita allo stomaco si sta chiudendo ma le garze servono ancora e io lo devo proteggere fino a che la ferita non sarà completamente chiusa.
« Ti aiuto a scendere! » mi limito a dire ancora intontito dal sonno, la cosa è molto più difficile di quanto sembri ma alla fine riusciamo ad arrivare al ruscello dall'acqua cristallina e lui ne beve in quantità. Ho paura che questo possa lacerargli lo stomaco che è in via di ripresa ma non ho modo di saperlo.
« Vuoi realmente farti il bagno con questo freddo!? » mi chiede fissandomi come fossi un pazzo. Non intendo spogliarmi ovviamente perché sento che potrei tranquillamente svenire per il freddo, il mio corpo è rimasto tutta la notte al gelo notturno ed è un miracolo che sia vivo in effetti, ma ho davvero bisogno di pulirmi dal sangue che ho secco addosso. Levo lo zaino dalle spalle e mi getto in mezzo all'acqua con molta tranquillità; all'impatto è come se mille aghi trafiggessero il mio corpo, l'acqua è ghiacciata e mi stupisco del fatto che non si sia formato lo strato di ghiaccio, mi sciacquo per bene e poi esco dal ruscello lentamente restando sotto la debole luce del sole e sperando che mi riscaldi e asciughi in fretta, non vorrei morire per qualcosa di così stupido come il freddo!
« Tocca a te! » gli sfilo lo zaino, l'arco e la faretra e li lascio e terra, lui entra titubante nell'acqua con un solo piede e si ritrae, scuote la testa per dirmi che non entrerà mai in quel liquido congelato. « Ti farà bene! Per favore fallo! » sento che lo sto supplicando ma lui continua lo stesso a scuotere la testa lentamente. Poi a poco a poco entra nell'acqua fino a immergere totalmente il suo corpo, non muta la propria espressione ma sono certo che stia soffrendo. Prendo alcune bacche dallo zaino di Marvin (che adesso appartiene a James) e ne mangio un paio, sono scure come il carbone, sembrano simili all'uva, poi mi freno improvvisamente prima che i miei denti possano tranciarle e rilasciare il succo. Le sputo sulla neve e comincio a tossire, James esce di fretta dal ruscello e striscia fino ad arrivare a me rialzandosi.
« Che cos'hai? » sento ancora il loro sapore dentro la bocca, è come se lo stomaco si contorca eppure so che non è nulla. Mi sposto di lato e vomito della bile, mi riprendo subito realizzando cosa stavo per mangiare.
« Morsi della morte! Sono bacche velenosissime! » dico con la voce più strana che abbia mai avuto, ho la gola distrutta dal dolore e James crolla su se stesso sospirando.
« Sono certo che Marvin lo sapeva, voleva lasciare una sorpresa per qualcuno come me che non aveva esperienza... » realizza e mi trovo concorde con lui.
Noto che è immobile dalla vita in giù e mi chino su di lui. « Che ti prende? Perché non ti muovi? » gli sfioro le caviglie.
« Non sento più le gambe! » dice con una smorfia di dolore, è uscito dall'acqua troppo in fretta e il corpo non ha avuto modo di riprendersi. Si fa prendere dal panico ma comincio a massaggiargli il ginocchio e le gambe, cerco di essere abbastanza forte perché il sangue ritorni a circolare con pressione. Lui mi fissa con un occhio strano, felice, come se non fosse neanche nell'Arena, tutto perché sono con lui, stava per morire e l'ho salvato... ma prima ha salvato me!
« Sarò un problema in queste condizioni... » commenta. « Forse hai ragione. Meglio separarsi... Jaden aveva visto giusto allontanandosi da me! »
« Non dire così! » lo colpisco con un piccolo schiaffo, continua a fissarmi con i suoi brillanti occhi e continuo il mio massaggio. « Sarei morto se non avessi piantato quella freccia in mezzo alla fronte di Marvin! »
« Io sono debole... sei l'unico oltre i Favoriti che merita di vincere gli Hunger Games » risalgo dolcemente verso il polpaccio quando mi accorgo che muove i piedi con delle leggere scosse.
« Forse hai ragione! » questo lo fa ridere, una risata calda che mi fa passare il freddo, non solo per ciò che mi provoca, ma anche per il fatto che le mie mani sono molte vicina alla sua zona pubica e non ho mai toccato altro che non fosse Ryan! Lui se ne accorge e tira indietro la testa con un rossore d'imbarazzo.
« Darin credo sia meglio che la smetti! Non vorrei... » ho capito a cosa allude non sono mica così innocente, tre anni di battute di Ryan mi hanno aperto alla malizia, scoppio a ridergli in faccia e cerco di coprirmi il viso per le risate, lui si alza con difficoltà e mi da' la spalle camminando avanti e indietro con le sue armi.
« Che hai James? Non ti sarai mica emozionato? » gli chiedo cercando di fare la voce suadente, lui sogghigna appena.
« Attento a non provocarmi... potrei saltarti addosso! » non so cosa mi stia scattando nella mente, ma è qualcosa che non farei mai in presenza di Ryan ed è rivolta a un altro ragazzo. Provocarlo. Farmi desiderare da lui.
« Di sicuro non mi dispiacerebbe... » decisamente ho sbagliato approccio! James ha chiaramente confuso il gioco con qualcosa di serio; ci rimettiamo in viaggio restando in silenzio e trovandoci al limitare dell'altura, il terreno si inclina vertiginosamente dopo il secondo giorno di viaggio, quando è chiaro che la montagna è un'impresa ardua per chiunque, è ripida e le nostre condizioni non sono delle migliori, o almeno quelle di James che mi tiene impegnato parlando di tutto e di più, ci soffermiamo spesso a parlare dei caduti, di come abbiamo ucciso e ogni volta che lo fa è fiero di sé, io mi sento morire dentro quando ripenso a come ho ucciso i Favoriti o quel ragazzo del Distretto 9; mi riesce anche difficile parlargli di Tony e del suo gruppo, ma sento che James non mi giudica male, lui ascolta facendo tesoro di ogni singola vocale e consonante. Lui mi capisce più di tutti. Forse persino più di Ryan.
« Perché mi hai baciato? » mi chiede improvvisamente dopo pranzo, ci siamo rimessi in marcia da poco e la montagna è sempre più ripida, non so esattamente cosa sto cercando ma sento che è giusto, specie visto che il cielo sta sempre più pieno di nubi minacciose, una tempesta? Una tormenta? Quale cataclisma escogiteranno gli Strateghi per mietere una vittima tra noi Tributi?
Mi concentro realmente sulla domanda che mi ha fatto. « Perché ne avevo bisogno! » rispondo. Questo non soddisfa la sua curiosità.
« Ah sì? Strano se hai un ragazzo... non è che provi qualcosa per me? » non mi piace come lo dice, come se fosse troppo sicuro di sé. Lo ignoro e comincio a muovermi più velocemente attraversando una bella vallata, lo distanzio di alcuni metri.
« Aspettami Darin! Stavo scherzando! » mi fermo di botto, non perché lui me lo ha ordinato ma per ciò che mi trovo davanti: la struttura è antica ed è costruita in legno, un magnifico rifugio per chiunque ne cerchi uno qui tra queste vette, una gigantesca struttura piena di simboli religiosi e antichi. Un tempio? « Finalmente ti sei fermato! Scusami non volevo farti arrabbiare... solo che sei molto serio in questi giorni! »
« Sono solo un po' in ansia. Guarda! » indico il tempio di legno. « Possiamo rifugiarci lì per qualche giorno. Non credo che ci sarà bel tempo... » osserviamo entrambi il cielo e sa che ho ragione.
Decidiamo di entrare con un solo sguardo, potremmo trovare già qualcuno dentro ma la sala principale è vuota e ci sono solo tre stanze sparse tra alcuni corridoi, il resto del tempio è crollato da i ghiacciai e le valanghe. Tutte le stanze sono vuote e disponibili per noi due, ma non è buono separarsi, decidiamo di sistemarci nella stanza più lontana in modo da evitare che eventuali suoni si sentano dall'esterno, non voglio che dei Tributi ci disturbino qui, voglio smetterla di combattere, ma ancora nove di noi devono cadere! Sentiamo un colpo di cannone nel tardo pomeriggio e quando sono le dieci osserviamo il sigillo di Capitol City comparire da una piccola finestrella nella stanza che fa entrare il gelo; il Tributo morto è del Distretto 9, l'ultimo di loro cade ma non c'è alcun volto accanto alla ragazza.
« Sarà morta di fame o dal freddo... » dice James sistemandomi nel sacco a pelo, sto letteralmente gelando e penso a una possibile febbre ma la mia temperatura e i miei battiti cardiaci sono regolari, non so come faccia lui a non battere i denti a sangue. Osservo il cielo dalla piccola finestra dalla quale abbiamo visto la foto.
« Sto gelando! Sento che il sangue si pianta nelle vene! » sono in parte tentato dallo scherzarci su anche se dico la verità. Lui si volta serio verso di me ignorando la mia risata.
« Ci sarebbe un modo per evitare di ghiacciare... » si sdraia accanto a me ma senza entrare nel sacco a pelo, avvicina il suo viso al mio mentre le sue mani si muovono contro di me, piano a piano si sposta sopra di me coprendomi con il suo corpo. Sono sicuro che non voglia solo coprirmi!
« Sei forse impazzito!? Io ho un ragazzo! Non potrei mai fare quello con te... » dico immediatamente. Lui non sembra perdere entusiasmo ma è chiaro che ho rifiutato la sua proposta quindi si scosta via con dolcezza, sfiora il mio corpo lentamente prima di lasciarmi direttamente e quando lo fa ho come un balzo al cuore.
Forse ho paura di perderlo qui? Vorrei trovare un modo per incatenarlo qui accanto a me... ma come posso farlo? Di certo farlo con lui non è contemplabile, specialmente visto che Capitol City, anzi no tutta Panem, ci sta forse osservando.
« Non voglio fare sesso con te, non è profondo come ciò che volevo fare io. Perché io ti amo... ma tu? Dici di baciarmi perché ne avevi voglia... ma cosa provi realmente per me, Darin? »
Non lo so! È inutile negare che sono attratto da lui, perché quel bacio lo volevo e ne vorrei anche adesso, e non solo uno. Ma con quale scopo? « Vado fuori a fare la guardia per stasera! Non voglio vederti morire di freddo... » dice con una nota di dolore e sarcasmo nella voce, ha intenzione di farmi sentire in colpa solo perché non vengo a letto con lui!? Ma è da pazzi! Eppure me la prendo e sento che vorrei dimostrargli che si sbaglia... ma l'unico modo che mi viene in mente è proprio fare ciò che vuole lui. James scompare via dalla stanza con l'arco e le frecce e resto solo e paralizzato dentro il sacco a pelo. Cosa voglio realmente da lui? Non ho tempo per pensarci visto che appena mi metto comodo e su un fianco mi addormento.








Here am i ^^! Questo capitolo... wow che caldo che fa vero xD? l'ambiente è bollente tra i nostri due Tributi. ma che decisione prenderà Darin? Sfruttarlo per il calore o agirà cercando risposte nel suo cuore? Non abbiate paura di commentare e dirmi cosa ne pensate del capitolo, a presto baciiii ^^!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: Do you love me? ***


Apro gli occhi lentamente con una strana paura, un orrendo sentore che si annida dentro al mio cuore; non è stato solo l'incubo di aver perso James ad avermi svegliato, ma c'è un rumore fragoroso, un vento che spira in modo diverso rispetto al normale, mi alzo ad esco dal mio sacco a pelo trovandomi immerso nel gelo più totale. È strano perché è come se il tetto fosse crollato e il gelo fosse entrato dentro, ma è tutta colpa della finestra spalancata che lascia persino la neve impetuosa cadere dentro. Neve? Mi avvicino ad essa e noto il cielo scuro e le nubi si muovono in modo circolare, da esse cade tantissima neve e il vento gira velocemente scuotendo il tempio in cui ci troviamo. Una bufera: ottima mossa per gli Strateghi, ci hanno bloccati qua sopra e sappiamo che sia le scorte di cibo che di acqua finiranno presto, questa bufera ci farà soffrire molto presto, la domanda che mi pongo è: quando potremo di nuovo uscire?
« Pare che non possiamo uscire per l'acqua, non possiamo fare altro che sperare che gli altri Tributi si uccidano in modo da distrarre l'attenzione da noi! » la voce di James mi fa voltare verso l'ingresso della stanza, lui si avvicina a me lentamente e posando l'arco e la faretra accanto alla mia lancia.
Noto che ha le occhiaie, dev'essere mattino e lui non ha completamente chiuso occhio, fare la guardia significa darsi il cambio di notte. « Non hai completamente dormito!? Sei impazzito? » chiedo. Lui si getta sul sacco a pelo come fosse morto.
« Mi sono appisolato come un idiota verso le cinque del mattino! Mi ero nascosto tra le travi nel tetto ed ero messo comodo... » mi avvicino verso di lui e mi piego sul sacco a pelo cercando di coprirlo alla meglio, il suo corpo è gelato!
« Sarebbe potuto entrare qualcuno e saremmo potuti morire! » puntualizzo colpevolizzandolo per l'errore. Lui apre gli occhi leggermente.
« E se il freddo ti avesse ucciso? Almeno sarei potuto andare in contro alla morte tranquillamente con un altro Tributo! » il suo ragionamento non ha senso! È solo una mossa per confondermi le idee e per far si che io non mi arrabbi con lui.
Mi sposto per la stanza e prendo la lancia, mi avvicino all'ingresso di essa quasi di corsa. « Faccio io da guardia. Ti sveglio quando il pranzo sarà pronto! » dico. Non penso che con questo tempaccio qualcuno si avvicinerà a queste vette, ma non si sai mai! Preferirei non rischiare inutili errori.
Durante il mio turno di guardia posso tranquillamente pensare, seguo l'esempio di James e mi nascondo tra le travi del tempio, le porte sono socchiuse e non sembra che nessuno possa entrare senza fare rumore per aprirle, qualcuno di molto magro potrebbe passarci in effetti e questo mi fa venire dei complessi legati a un possibile Tributo che si sia avventurato fin qui in modo coraggioso. Assurdo ovviamente!
Rifletto su questa strana bufera che ha colpito noi, è possibile che tutta l'Arena sia in subbuglio? Può davvero essere che gli Strateghi stiano punendo noi? Mi viene subito in mente il nostro scambio di parole e tutti i momenti strani con James (tra cui i baci). Capitol City ha già affrontato degli Hunger Games in cui l'amore ha vinto, non vogliono commettere un secondo errore, se è necessario ci faranno morire di fame e freddo qui, se io fossi uno Stratega penserei questo, è stato già dimostrato che il sistema di Capitol City è debole e discutibile. Ma ho anche paura per i morsi della sete, prima o poi il nostro corpo sentirà la necessità di bere, e ho paura di ciò che potrà propormi James in realtà! Scuoto la testa ignorando quei pensieri visto che non è il momento ma riesco a vedere un lato ironico in tutto questo, un lato incredibile e poi c'è il lato dolce, perché James non mi ha proposto di passare la notte con lui solo per non sentire freddo, so che vuole aspirare al mio cuore, sa di avere un posto già dentro di esso. Ma quanto c'è? Questo non saprei dirlo neanche io, e anche adesso rifletto alla sua proposta, può essere così male andarci a letto? Sì! Non posso dimenticarmi di Ryan! Lui ci starebbe malissimo; io sarei distrutto se lui fosse al mio posto: se lui avesse baciato un ragazzo durante i Giochi e se lui stesse flirtando con un suo alleato. E quella proposta... decisamente io non lo sopporterei.
Ma potrei girarla in un altro modo... è per salvarmi la vita. Gli sponsor impazzirebbero per qualcosa di quel tipo. Ma come posso fare qualcosa di così intimo di fronte a tutta Panem!? Il solo pensiero mi imbarazza. Il solo pensiero mi fa sentire un mostro ed è come se stessi tradendo Ryan anche senza fare nulla, non che non l'abbia già fatto baciando James nel Centro Addestramento e qui stesso nell'Arena.
TAC! Un rumore lontano, difficile da decifrare, scatto in piedi sulla trave e quasi sbatto la testa per la vicinanza al tetto, sono certo che il rumore non provenga da James. Analizzo il rumore: molto somigliante a un ramoscello spezzato, altri piccoli rumori quasi impercettibili fanno un coro poco lontano dall'atrio del tempio, molto simili al primo. Viene dall'altro lato del tempio, in una delle due stanze che io e James non abbiamo voluto occupare. C'è più di una spiegazione plausibile: il fatto che fuori c'è una bufera e che chissà quanti rami stiano sbattendo contro la struttura, il fatto che ci possa essere un animale è da escludere; il mio cervello arriva a escludere qualunque suono che non sia quello, in un attimo di tranquillità riesco a sentire un respiro, qualcuno di sveglio che cerca di accendere un fuoco: questa almeno è l'immagine che la mia mente ha creato. Scendo con grazia e delicatezza lungo le travi e corro fino alla stanza dove James sta riposando. Apro la porta e lo trovo mezzo sveglio per il rumore che ho fatto io.
« Che succede? » chiede stordito. Scuoto la testa e gli faccio un sorriso, so che ho uno sguardo particolare: quel tipo di sguardo seducente e che so che piace molto a James.
« Nulla, ho pensato che ti fossi svegliato, torna a dormire ancora è presto! » non è vero, sento che è mezzogiorno passato e sarebbe ora di pranzo. James crede alla mia balla e ritorna a dormire. Io torno all'atrio e mi immergo nei corridoi che portano a una delle due stanze: vuota! Mi dirigo lentamente verso l'altra stanza e sento sempre più rumore: un sacco a pelo, uno zaino, del cibo masticato. Un altro respiro! Apro la porta della stanza con una mano cercando di non fare rumore, un Tributo mi da' le spalle: ha dei capelli scuri come il carbone del suo Distretto, la pelle olivastra e gli occhi scurissimi, magrissimo (tanto da poter passare per la porta principale del tempio senza troppe difficoltà), è davvero piccolo e potrà avere dodici anni. Il suo nome è uscito al primo anno... e adesso questo ragazzino cosa potrà fare? Non voglio ucciderlo. Mi schiarisco la gola e lui salta in piedi impugnando una daga affilata tra le mani, ha il terrore negli occhi e sembra pronto ad attaccarmi.
« Non voglio ucciderti! » dico subito. Nei suoi occhi colgo una scintilla, ho le mani in aria per non dimostrarmi ostile. Lui copre la distanza tra di noi e cerca di affondare l'arma nella mia carne, spicco un salto e atterro bruscamente sulla gamba ferita da Marvin, la ferita ormai è chiusa ma sento lo stesso il dolore dei muscoli.
« Io voglio vincere! Non mi farò uccidere te o da altri Tributi! Io vincerò per il Distretto 12! » senza dubbio è onorevole. Così piccolo e con così tanta voglia di uccidere per tornare a casa, non è una cosa da me, penso a Seth... cosa c'è di diverso da lui e da quel Tributo del 12 che mi trovo davanti?
Se non posso averlo come alleato, questo significa che vorrà uccidermi perché non posso fare marcia indietro. Non posso scappare perché lo porterei verso James o diventerei un facile bersaglio, lui vuole uccidermi e questo esclude qualunque compromesso: devo usare anch'io la sua stessa moneta.
Non so quanto possa essere faticoso lo scontro, so solo che lui è nutrito più di me in questo momento e ha un'arma davvero piccola che gli impedisce di avvicinarsi troppo a me per ferirmi senza essere ferito. È questa la mia strategia: la lancia lo tiene lontano e non gli permette di avvicinarsi, ciò lo infastidisce e prova più volte a colpirmi, muovo la lancia e lo colpisco al braccio con un colpo netto con il bastone, voglio dargli un'opportunità, fuggire o morire per mano mia, perché è chiaro che non posso morire, non quando siamo arrivati a questo punto!
« Scappa finché sei in tempo o giuro che ti uccido! » non sembro neanche più la stessa persona che è stata scelta per l'Edizione della Memoria, sono totalmente cambiato: sono desideroso di morte... eppure sono stanco, non riesco più a combattere, basta! Gli occhi mi diventano lucidi e il ragazzino coglie l'occasione riuscendo a colpirmi di striscio sulla gamba, muovo automaticamente la lancia e lo colpisco direttamente in pieno viso con la lama, un enorme taglio percorre il suo viso dal mento alla fronte in modo diagonale, il sangue comincia a colargli via e comincia a urlare di dolore. Sveglierà James! Ecco che in questo momento penso a lui... voglio proteggerlo, perché quanto questo Tributo dovessi uccidermi, cercherà James che è assolutamente vulnerabile. Senza pensarci più di tanto, pianto la lancia dritta nel suo stomaco e lo spingo contro la parete; il sangue cola via dalla sua ferita in fretta e inizia a piangere non per il dolore ma per il fatto che ha realizzato che non tornerà dalla sua famiglia, non posso fare nulla per aiutarlo, siamo in un gioco maledetto in cui di norma dovrebbe esserci solo un vincitore, è una fortuna essere capitato in un'Edizione della Memoria pensandoci, ho la possibilità di aver un compagno accanto al podio, altrimenti mi sarei dovuto anche occupare di James e avrei dovuto ucciderlo, ma ci sarei mai riuscito allo stato attuale.
« Mi dispiace... » il tono con cui lo dico rivela il mio dolore, non solo rivolto a lui, ma soprattutto a tutti gli abitanti del 12, il Distretto di Katniss. Prendo la sua daga e gli recido la gola con un colpo secco. Sviene per il sangue che ha perso e dopo cinque minuti un colpo di cannone riempie l'aria sovrastando la bufera. Morto dissanguato per mano mia, stasera ci sarà di nuovo il mio viso in cielo! La mia tuta è di nuovo coperta dal sangue, e la cosa mi fa ribrezzo. Torno trascinandomi da James che non fa altro che preoccuparsi, ha pensato si trattasse di me quando ha sentito il cannone.
« Pensavo che fosse suonato per te... che qualcuno fosse arrivato qui! »
« Tranquillo! Era un ragazzo del 12, gli ho proposto di andare via ma ha rifiutato la mia proposta. Ho dovuto ucciderlo! » dico aiutandolo sistemando il sacco a pelo. Lui sfiora il mio viso con una carezza. Il suo sguardo è dolorante!
« Potevi chiamarmi! Ti avrei aiutato! Meglio due che uno no? »
« Non sarebbe stato molto leale non credi? » ci scherzo. Gli do un piccolo bacio sulle labbra tanto per sfiorarlo e lui tace. Da quando comincio a dare baci ai ragazzi? È ovvio che le telecamere siano puntate contro di noi e ripenso a quello che ho fatto.
« Non scherzare! » dice serio e preoccupato. È strano come riesca a rendermi felice, mi piace il fatto che si preoccupi per me, sono un mostro a illuderlo? Ma forse non voglio illuderlo... voglio realmente fargli capire che lui è più speciale di un semplice compagno di sventure, più di un semplice amico.
« Sto bene! » mi limito a dire.
La sera scende in fretta su di noi e dopo l'inno compare la faccia del ragazzino sovrastata dalla mia che l'ho ucciso. James comincia a fare la guardia, nel suo sguardo c'è la stessa proposta di ieri. Non posso non pensarci, forse perché sono molto curioso di vedere cosa potrei provare con qualcuno che non sia Ryan. Forse è il mio cuore che lo vuole. Non posso farlo però... non è giusto! Resto sveglio per un'ora o due e poi trovo la pace e mi addormento, pregustando il momento in cui James dovrà darmi il cambio per fare io da guardia. Quando mi sveglia vedo che il cielo è ancora scuro come fosse carbone ed è pieno di nubi gelate e neve ovunque, sento gli arti completamente atrofizzati e non riesco a muovermi.
« Darin preferisci dormire ancora? » nel suo tono vedo moltissimo sacrificio, vorrei tanto dormire ancora ma non sarebbe giusto, deve dormire anche lui! Mi alzo a malincuore e senza dire una parola lo lascio entrare nel sacco a pelo al mio posto.
« Dormi! » riesco a dire con dolcezza, prendo la lancia e una torcia e cerco di riscaldarmi le mani, sono completamente intorpidito e le mani sono bloccate.
« Preferirei vederti dormire qui con me... non riuscirò a dormire sapendoti lontano da me... » sono per un attimo tentato di fermarmi a dormire con lui, poi mi rendo conto di ciò che ho pensato e il mio corpo si sposta verso la porta.
« Per favore dormi, James! Altrimenti non riuscirò a stare tranquillo se non ti vedrò dormire... » non rimango in tempo per vedere la sua espressione o per sentire la sua risposta che sono già nel corridoio a correre verso l'atrio. Sono quasi certo che non riceveremo altre visite spiacevoli da parte di qualcun altro, stamattina è toccato a quel ragazzino del 12 e a chi altri potrebbe toccare? C'è qualcuno oltre i Favoriti che sarebbe disposto ad affrontarmi? Mi sento potente, sono bravo ad uccidere le persone, questa è una cosa che ho imparato ormai senza rendermene conto. Non sono di certo felice della cosa, ma voglio solo tornare a casa come tutti noi, chiunque sarebbe disposto a uccidere e a sporcarsi di sangue pur di arrivare alla fine come il ragazzino del 12; tutto noi voglio tornare da vincitori al Distretto.
Il sole sorge in fretta e la mattina passa velocemente, sento due colpi di cannone a distanza di un'ora e mi chiedo chi possa essere morto tra di noi, non è il momento di fare conti con i Tributi restanti soprattutto visto che non so quali sono i due uccisi, stasera potrò contarli sulle dita visto che ormai siamo in sette. Prima di andare a svegliare James rifletto in quale giorno siamo, l'ultimo della terza settimana, da domani cominceremo l'ultima settimana, il round finale di questa Edizione degli Hunger Games: siccità! Ricordo che Norman ci aveva detto quella parola, immagino che per tutti noi l'acqua scomparirà, significa che anche la neve verrà prosciugata? No, è ovvio che che la neve è un ottimo mezzo per ferirci da soli e per farci desiderare ardentemente l'acqua. Magari ci verrà data con un Banchetto finale!
Arrivo nella stanza e l'aria è meno ghiacciata rispetto alla sera, James è seduto contro il muro affilando le proprie frecce, ha due occhiaie che gli coprono le guance quasi scarne, non ha dormito e mi dispiace per questo.
« Non ho chiuso occhio tutta la notte... non riesco più a dormire se tu non sei con me! Ho paura di perderti... » mi avvicino a lui e poso la mia arma, prendo il suo viso tra le mani e lui si avvicina fino a stamparmi un bacio sulle labbra, inutile dire che mi piaccia, senza accorgermene sento che le sue mani si avvinghiano al mio viso e mi tengono stretto a lui, non mi rendo conto del fatto che improvvisamente sono avido dei suoi baci, poi si separa da me e mi allontana di pochi centimetri.
« Devi dormire, James » cerco di sistemarlo bene dentro il sacco a pelo e gli accarezzo il volto, la mia mano si sposta sui capelli e lui sembra nel suo centro, è felice per le attenzioni che gli rivolgo e anch'io lo sono.
« Mi canti qualcosa per farmi dormire? » dice lui.
Non so perché lo faccio ma... canto qualcosa, una ninna nanna che ho imparato qualche anno fa; intono una musichina dolce e comincio a cantare, quasi sussurro ma lui si lascia cullare dalle mie parole. Non so per quanto resto in quella posizione a canticchiare quella ninna nanna; James finalmente si addormenta a passo tutto il pomeriggio accanto a lui; la sera viene presto, terminiamo quasi le scorte di cibo e non è un bene, dobbiamo assolutamente procurarci qualcosa da mangiare e ciò significa uscire nel mezzo della bufera. Ma ci sarebbe un'altra soluzione... ed è il ragazzo accanto a me: James, e l'idea non mi sembra tanto cattiva!
L'inno di Capitol City segue due volti in alto nel cielo, il primo volto appartiene al ragazzo del Distretto 4 che viene ucciso da una ragazza dell'8, non si tratta di Vladimir, uno dei due fratelli assassini; il secondo volto è di un'altra ragazza del Distretto 8 che viene uccisa proprio dal ragazzo del 4: giungo alla conclusione che ci sia stato uno scontro abbastanza violento chissà in quale punto dell'Arena, alla fine di tre è uscito un solo Tributo in vita. James decide come al solito di montare la guardia per primo e mi lascia da solo a pensare, faccio un conto veloce dei Tributi ancora rimasti in vita, ormai siamo pochissimi e mi riesce bene contarci: Xiomara del Distretto 1, i fratelli assassini del Distretto 4 (Vladimir e Lyssa), io e James, una ragazza del Distretto 8 e poi c'è Jaden, il ragazzo del 10 che ha tenuto in vita James, forse è un bene che i due siano stati alleati altrimenti non avrei potuto rivedere il mio... chiamarlo compagno o amico non è sufficiente, rido quando penso che il termine migliore sia “amante” anche se non c'è stato nulla di serio. Non ancora temo... Chiudo gli occhi ma non riesco a prendere sonno, resto sveglio fino a mezzanotte passata, non riesco a restare solo in mezzo a questo gelo!
Fame. Freddo. Solitudine. Voglia del suo corpo... improvvisamente realizzo che ho bisogno di lui, non per soddisfare i miei desideri, ma perché è riuscito a entrare nel mio cuore e non penso ne uscirà tanto facilmente, mi sposto lentamente fuori dalla mia stanza e vado direttamente nell'atrio e trovo James che ha gli occhi quasi chiusi per il sonno, quando mi vede comparire si alza di scatto e fa finta di essere rimasto sveglio per tutto il tempo, ha gli occhi rossi di sonno.
« Non stavo dormendo! Ho solo chiuso gli occhi pochi istanti... » l'intera frase è stata alternata con dei battiti di denti per il forte gelo nell'atrio.
« James... vieni con me! » gli prendo le mani e lui si lascia trascinare via da me, lo porto nella stanza e lo lascio sdraiare sul sacco a pelo, lui mi trascina con sé e cado tra le sue gambe cercando di non atterrare bruscamente su di lui per non fargli male.
« Darin... ti amo lo sai? » sussurra lui ancora assonnato. Mi accarezza delicatamente il volto e mi sfiora le labbra con le sue morbide dita, gli scosto le mani e mi avvicino al suo viso, ma non mi fermo al richiedere le sue labbra, voglio di più, voglio sentire il suo sapore e il suo dolce respiro che mi inebria.
« Ti amo anch'io James... » dico a voce normale. Non riesco a credere a ciò che ho detto ma non mi importa perché penso sia vero ormai! Non mi importa neanche che Panem ci possa osservare, ormai è tardi e può essere che non vengano trasmesse queste scene o che nessuno le stia guardando, non ci penso ancora perché voglio solo passare questa notte con lui dimenticandomi di tutto.
Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dai baci di James, mi lascio cullare dal movimento del suo corpo contro il mio, non è per niente il posto migliore dove fare qualcosa di questo tipo, eppure ha ragione lui: non è sesso, senza dubbio è qualcosa di molto più intenso, sia per lui che per me. Perché anch'io voglio assolutamente il suo corpo, voglio che mi ami e vorrei tanto che Ryan non ci fosse così che non avrei problemi nel fare ciò che stiamo per fare: cerco di estrarre la mia tuta e non penso a niente in particolare, solo al fatto che io e James siamo felici e che nessuno può interrompere questo momento. Alterniamo baci a parole e restiamo avvinghiati e seminudi nel gelo notturno ma riscaldati realmente dal calore dei corpi.
« Così mi hai svegliato Darin... » sussurra lui con malizia, è chiaro che si riferisce a qualcosa di nascosto, una parte del suo corpo che potrei bramare. Eppure non faccio altro che ridere come un idiota, perché sono felice!
« Hai voluto questo momento fin da molto... e ora vorresti che mi fermassi? » chiedo e subito mi affretto a continuare. « Perché io non voglio smettere! » mi faccio serio e noto come la sua espressione sia mutata: non sta più ridendo o non parla più con malizia, parla anche lui con il cuore, è l'ora di essere sinceri.
« E Ryan? Io non voglio crearti problemi... voglio che tu sia felice! » aggiunge lui accarezzando la mia schiena e provocandomi dei brividi, i nostri corpi quasi sudano per il calore che stanno emanando, o almeno io mi sento così.
« Io sono felice... perché sto con te! E... » che cosa voglio dire? Che adesso mi piace? Che mi sono... innamorato di lui? Sì strano essere innamorati di due persone. Chi dei due amo di più? Non voglio pensarci anche perché sono due amori diversi, non è il momento di ragionarci ora.
Chiudo di nuovo gli occhi, mi lascio trasportare dai suoi movimenti e lascio che i nostri corpi si liberino totalmente delle tute, è stranissimo il contatto del suo corpo bollente sul mio sono imbarazzato e il cuore mi batte a mille come fosse un tamburo, mi lascio cullare perché sono felice insieme a lui, non c'è Ryan fuori dall'Arena, non c'è neanche Panem e gli Hunger Games, ci siamo solo io e James, nient'altro è importante in questo momento, solo il fatto che lui mi ama e che io, in un modo non ancora chiaro a me, amo lui.






Passionale come capitolo spero, ho provato moltissima dolcezza nello scrivere questo momento particolare, finalmente il momento che tutti noi aspettavamo: Darin che cede il proprio cuore a James; ma che ripercussioni avrà questo momento su Darin e il suo rapporto con Ryan? Vedremo nel prossimo capitolo cosa accadrà, ormai i Giochi sono quasi al termine e gli abitanti di Capitol City proclamano il sangue di altri cinque Tributi prima dei due vincitori!

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: Together, till the end ***


Apro lentamente gli occhi, sento freddo ma il mio corpo è ancora caldo, bollente direi in realtà. È come se scottassi: come se quella notte mi avessero buttato in una fornace; ma sono ancora nell'Arena e sono aggrappato a ciò che c'è di più importante in questo luogo, James. Le sue possenti braccia mi stringono al suo corpo nudo e caldo anch'esso, sentire sfregare il mio corpo contro il suo mi provoca dei brividi, eppure non sono imbarazzato: forse perché ormai conosco realmente ogni angolo del suo corpo, tuttavia decido di sfilarmi dalla sua morsa cercando di non svegliarlo, ottengo però l'effetto contrario e apre i suoi occhi verdi splendenti.
« Buongiorno... » dice addormentato socchiudendo gli occhi per la luce forte che entra dalla finestra. « Ecco... ti ho fatto male? Per me era la prima volta... » dice totalmente in imbarazzo. Non ho davanti gli occhi un nuovo James, è sempre lo stesso di prima e quasi sono felice di ciò.
Scoppio in una risata contenuta in un sussurro. « Non è una bella domanda da fare sai? » dico scherzando, lui diventa subito serio e leggo il senso di colpa in lui. « Sto scherzando James! » gli dico subito e lui sospira mettendosi seduto.
Io mi alzo direttamente in piedi e cerco di coprirmi con il sacco a pelo, lui non ha problemi nello stare nudo, io invece so che Panem ci sta osservando e non me la sento di mostrare le mie nudità. « Sono felice! Non credo che ci sia qualcosa di più bello al mondo... peccato che non accadrà più giusto? »
« Perché questa domanda? » immagino sia per qualche espressione che ho fatto, mi sento un po' in colpa verso Ryan, eppure sento che sono felice adesso. Io voglio amarlo con tutto me stesso, voglio James nella mia vita, ma come posso avere due ragazzi? Non si può fare ovviamente e dovrei scegliere.
« Tu vuoi che accada ancora? Perché io sarei pronto a tutto pur di essere il tuo ragazzo! » dichiara lui, non che fosse una novità per me.
« Io voglio che accada ancora! » dico avvicinandomi a lui e dandogli un bacio sulle labbra, lui sorride mostrandomi i suoi scintillanti denti e facendomi avvampare di calore. Mi distacco di pochi metri.
« Ma c'è Ryan! E il solo pensiero di vederti ancora con lui... » stringe i pugni e lo sento digrignare i denti. Parlo direttamente con il cuore.
« Ryan non è qui! E io voglio pensare solo a noi due... a me e te! »
« Ma al Distretto 5 ci sarà di nuovo... » si zittisce improvvisamente. « Sono davvero stupido! » proclama, continua la spiegazione vedendo la mia espressione confusa. « Meglio poterti stare vicino adesso... visto che quando vinceremo non potremo fare altro che... dirci “ciao!” »
« Non dire mai più così! » quasi lo dico urlando perché mi arrabbio. « Non so cosa saremo una volta che vinceremo... ma non voglio perderti! Sei importante per me... » arrivo a sussurrare. « Io ti amo! » dichiaro.
Lui si alza in piedi e mi sovrasta, non mostro imbarazzo alla vista del suo corpo e delle sue nudità, si appoggia contro di me e mi bacia le labbra. « Piccolo Darin... che devo fare con te? Mi fai troppo male così... » dice canzonandomi.
« Io ti faccio del male!? » dico a mo' di battuta, lui la interpreta in un modo malizioso e sogghigna, allora mi rendo conto del senso che gli ha dato. « Non intendo in quel modo ovviamente! » mi allontano ancora da lui e mi chino sui miei vestiti tornando ad indossarli. Mi rimetto la tuta e gli passo i suoi abiti affinché anche lui si vesta, adesso che i nostri corpi sono separati cominciamo a sentire i graffi del freddo.
Mi avvicino alla finestra e comincio ad avvertire l'aria ghiacciata che brucia i lembi di pelle scoperti al freddo e non protetti dalla tuta. Lui mi cinge i fianchi da dietro e sento il suo corpo aderire ancora la mio, stavolta separato dai vestiti. Osservo la tempesta che continua a infuriare, notevolmente mutata però rispetto al giorno prima.
« Pare che stia scemando... può essere che abbiano deciso di lasciarci vivi? » chiede James. Arrivo alla conclusione finale.
« Moriremo di fame e sete ecco perché stanno lasciando le redini! » lo avverto io, lui si separa da me e si china all'angolo della stanza. Lo osservo di striscio e vedo che ha tra le mani un cesto pieno di qualcosa.
« Pare che abbiamo sponsor molto generosi... » dice lui avvicinandosi con il cesto. Dentro di esso c'è moltissimo mangiare, pane e frutta, bacche e due bottiglie d'acqua colme fino all'orlo. Terminiamo le scorte che avevamo negli zaini per la nostra colazione e poi posiamo il nuovo mangiare all'interno di essi, vedo un biglietto cadere dalla cesta e mi avvicino ad esso leggendo la calligrafia di Norman.
Pessima mossa! Per quanto gli sponsor stiano impazzendo per voi, smettila subito con quella pagliacciata dell'amore gay! Per quanto sincero possa essere...
Resto pietrificato rileggendo centinaia di volte quelle parole, scuoto la testa impercettibilmente e quando James mi chiede cosa ci sia scritto, scuoto la testa allegramente distruggendo il biglietto e facendolo in pezzi, gli sorrido.
« Abbiamo il mangiare adesso! Pensi che possa bastare fino alla fine? » chiedo. La sua espressione diventa subito grave.
« Prima o poi dovremo uscire! E penso sia meglio farlo appena la bufera finisce... » capisco subito a cosa si stia riferendo. Se restiamo qui, qualcuno verrà contro di noi o comunque sia resteremo in tre, noi due contro il Tributo finale che ci separerà dalla vittoria e dal nostro ritorno al Distretto 5.
« Pensi che ci sapremo difendere ora che siamo in due? » lui scoppia a ridere. « Voglio dire, restano i pezzi grossi... Xiomara, Vladimir e Lyssa... e chissà come è viva anche una del Distretto 8 e Jaden » improvvisamente realizzo una grande verità e resto incredulo a tanta stupidità da parte mia.
« Siamo in sette... significa che da oggi intervisteranno le nostre famiglie e i nostri amici? » chiedo lui e io annuisco disperatamente. Significa che chiederanno a Ryan di me e James. Perché!?
« Siamo due idioti! » lui pensa subito che io mi riferisca alla nostra notte di passione ma scuoto la testa. « Il tuo caro amico del 10 e la sconosciuta dell'8 si sono fatti un conto: si aspettano che noi due moriamo insieme agli altri tre Favoriti! »
« E non potrebbe essere diverso? Noi non ci abbiamo pensato perché, se la situazione è come dici tu, sappiamo che uno tra noi si troverà a combattere contro uno di loro due a meno che non siano alleati; sappiamo che solo tu puoi arrivare in finale tra noi » mi fa diventare un animale quando dice queste sciocchezze!
« Smettila di dire così! Tu sei forte quanto me e sei agile, il tuo arco è in grado di uccidere a distanza mentre io ho bisogno di uno scontro diretto! »
« Non ci pensiamo d'accordo? » chiede lui ridendo e cercando di mettere pace tra noi due. Annuisco leggermente dandogli ragione, è inutile discutere di questo. Sta di fatto che dobbiamo realmente agire visto che non possiamo stare qui ancora a lungo. Alla sera ci troviamo di nuovo nel gelo della stanza avvinghiati, stretti come due lacci, questo è il nostro sollievo, il nostro unico modo di evadere dalla realtà dell'Arena; nessun caduto stasera!
Sei giorni mancano all'ora finale. Non voglio arrivare a vedere come Capitol City ha intenzione di ucciderci tutti fino a che solo due Tributi si reggeranno in piedi. Non oso immaginare quale disastro o quale creatura si inventeranno, magari faranno saltare in aria l'Arena e recupereranno i due con condizioni migliori, i due con probabilità di successo o di vita. Non voglio pensarci. Mi vesto ancora una volta e resto paralizzato alla vista del clima esterno: un gigantesco sole brilla sopra tutta l'Arena, il cielo è azzurro e brillante, non c'è neanche l'ombra di una nuvola e non sento il freddo mattutino che ci ha accompagnati in questi giorni, anzi, c'è un piacevole clima molto simile a quello del Distretto 5, vedo la neve brillare come fosse argento liquido, alla fine avevo pensato bene: la neve si scioglierà nel giro di tre giorni probabilmente e la temperatura nell'Arena ci devasterà, chissà magari riusciremo a vedere anche una tempesta di sabbia e le foreste bruceranno, forse ci uccideranno per la mancanza di ossigeno.
« Niente bufera oggi... » dice James alle mie spalle, si veste e prende in spalla il proprio zaino, prende tra le mani il mio e si avvicina a me. « Dobbiamo andare Darin... non voglio più stare qui! Non mi sento tranquillo... »
« Va bene! » dico, non voglio realmente andarmene perché in quei giorni sono stato benissimo, sono stato tranquillo e lontano dai pericoli (fatta eccezione per il Tributo del Distretto 12 che ho ucciso), ma sento che è giusto dare retta a James.
Stiamo bene entrambi, ci siamo completamente ripresi dalle ferite e siamo di nuovo pronti per combattere. Cominciamo così la nostra lunga discesa per la montagna, nel frattempo spero di sentire qualche colpo di cannone che presagisca la morte di qualche Tributo ma niente, il cielo è privo di volti dopo due sere dalla nostra partenza. Sento l'ansia crescere visto che la fine è vicina più che mai, James mi tranquillizza però con i suoi baci e i suoi abbracci, dormiamo sugli alberi e restiamo nascosti nella foresta dove l'ho incontrato. Nessuna presenza dei ruscelli o dei laghetti che c'erano al nostro passaggio, non c'è più acqua sana nell'Arena, solo il fantasma di ciò che un tempo riempiva delle fosse grandi.
Siamo a metà della settimana, il mattino è come al solito piacevole per l'aria sempre più calda e vedo grandi masse di acqua scorrere ai nostri piedi, penso che ci sia stata un'alluvione o che gli Strateghi abbiano pensato che lasciarci morire di sete non sia un bello spettacolo, ma è ovvio che non può essere così: gli abitanti di Capitol City non si preoccupano della nostra situazione nonostante loro un tempo facessero parte del Distretto 13; mi fa imbestialire e sfogo la mia rabbia nel cibo, mi rendo conto che ormai abbiamo finito tutti i beni che ci sono stati spediti dagli sponsor.
« Abbiamo finito le scorte ormai... » sussurro a James quando finiamo di pranzare a mezzogiorno passato. « Non c'è neanche acqua... sai cosa significa? »
« Che dobbiamo controllare se c'è qualche scorta di cibo alla Cornucopia oppure uccidere un Tributo e sperare che abbia del mangiare? » è brutto dirlo così, dobbiamo uccidere o rischiare di morire di fame, sia in caso di incontro nei boschi, sia in caso incontriamo qualcuno alla Cornucopia, dovremo ancora combattere e mietere una vittima. Chi sarà il prossimo?
« Mettiamoci in marcia. Non voglio perdere tempo ancora qui... » dico deciso, scendiamo dall'albero e ci armiamo: io ho la lancia pronta a colpire, lui ha l'arco tra le mani ed è pronto in ogni momento a scoccare qualche freccia.
Percorriamo tutta la foresta fino al tramontare del sole, attorno a noi non c'è più nulla di bianco, la neve non ci circonda più le foreste che adesso appaiono verdi e brillanti per via della rugiada stessa, le foreste sono grandi e profumano di qualcosa di strano, come se odorassero di veleno, riconosco lo stesso odore che aveva la neve quando al primo giorno l'annusai, tutta l'Arena è impregnata di quell'odore sgradevole, resto concentrato sul percorso e sento di aver perso l'orientamento, il sole è quasi scomparso lungo la linea dell'orizzonte quando arriviamo di fronte ad una gigantesca distesa di ghiaccio, una landa quasi eterna che so rappresentare il lago che avevo alla mia sinistra quando i Giochi iniziarono, non so cosa mi aspettavo in verità, ma davanti ai miei occhi ci sono due figure sinistre e capisco che abbiamo sbagliato!
« Finalmente eccoti qua! » mi saluta Vladimir da lontano, ha gli occhi azzurri come fossero il ghiaccio su cui si trova in piedi, i capelli brillanti come il platino e un sorriso cattivo stampato in volto. « Avevo proprio voglia di affrontarti Darin... »
« Calmati Vladimir, cerca di non emozionarti troppo... io vorrei prima divertirmi con il ragazzino accanto! » dice Lyssa rivolta con desiderio al mio compagno.
Sguainiamo le armi contro di loro. « Non vi avvicinate! » li avverte James ma so che è tutto inutile, gli Strateghi avranno del movimento stasera, tra due ore in cielo brilleranno due o tre volti... ho paura e temere chi di noi morirà!
« Non sono qui per parlare, James! » buttò lì respirando lentamente, i due fratelli assassini del 4 estraggono le loro armi: lui ha un tridente brillante come il sole, lei un arpione con delle punte finissime e acuminate come il fuso di un arcolaio.
Lo scontro incomincia violentemente, io mi getto direttamente su Vladimir e Lyssa si allontana da noi due, vedo delle frecce partire dietro di me e sento il loro sibilo andare verso alcune direzioni. Non so chi James stia cercando di colpire ma non ha preso nessuno! Il tridente è senza dubbio un'arma pericolosissima visto che come la mia lancia ha l'obiettivo di tenere lontano il nemico, incrociamo le nostre armi più e più volte e più di una volta la situazione termina così: io attacco e lui para il colpo, poi fa ruotare le armi e blocca la mia con la sua al pavimento, si muove velocemente cercando di colpirmi ma io mi ritraggo e quasi scivolo a terra, sento persino che il mio piede gira in mal modo cercando di evitare il suo colpo, la mia caviglia impazzisce di dolore e Vladimir ne approfitta per infilzare il suo tridente, ignoro il dolore momentaneamente e lui colpisce la lastra di ghiaccio. Mi concentro pochi istanti sulla mia situazione: la caviglia è dolorante come quando ho cominciato, ho iniziato gli Hunger Games con una storta e finirò allo stesso modo temo. James invece è in difficoltà, pare che Lyssa sia un'avversaria più temibile del fratello, lui è chiaramente in difficoltà visto che può scagliare solo frecce e parare i colpi con il suo arco, non devo distrarmi: devo uccidere Vladimir e salvare James prima che possa essere colpito dalla serpe platinata! Vladimir ha estratto il suo tridente dalla lastra di ghiaccio e noto con piacere che due delle tre punte sono rimaste incastonate nella landa, è come una lancia adesso, siamo entrambi nella stessa situazione.
« Darin... ti propongo un'alleanza che ne dici? » dice lui restando in posizione difensiva e sorridendomi. « Io e te contro mia sorella e il tuo amoroso. Ci stai? Andiamo... Distretto 5 e 4 insieme nella vittoria! Non è una cosa bella? »
« Basta! » urlo concentrandomi solo sul mio nemico, l'ambiente intorno a noi appare come una misteriosa landa grigia illuminata debolmente dalla luce lunare, le stelle riempiono il cielo finto sopra di noi ed è come se James e Lyssa fossero distanti anni luce dalla posizioni in cui ci troviamo. « Sono stanco del fatto che mi propongano alleanze... non mi unirò mai a voi Favoriti! » indico il cielo in alto. « Così come non diventerò mai uno schiavo di Capitol City! Manterrò la mia posizione e farò tutto ciò che è in mio potere per tornare a casa e vivere come dico io! Lontano da tutti voi... » termino il mio discorso e mi sento a disagio. Lui batte leggermente le mani e io prendo la palla in balzo: mi muovo contro di lui a fatica e lui riprende l'arma in mano, incrociamo le mani e di difende con difficoltà, riesco a disarmarlo colpendo la sua mano e recidendogli parte del polso, lo allontano con un colpo e prendo la sua arma, faccio ruotare entrambe le armi e le conficco nello stesso momento nel corpo del ragazzo, direttamente nella sua gabbia toracica. Sputa sangue e mi fissa con odio, cade a terra e muore, segue subito il colpo di cannone. Mi volto verso gli altri due combattenti: Lyssa si erge gloriosa su James, il ragazzo è atterrato sotto il peso del Tributo, istintivamente lancio l'arma di Vladimir contro di lei e riesco a colpirla nello stomaco, la allontano dal mio amico e mi avvicino correndo, è illeso ma io mi ricordo adesso che la mia caviglia duole troppo, mi scendono persino le lacrime.
« Maledetti bastardi! Io vi spacco... » Lyssa viene fermata improvvisamente mentre si alza, una freccia la colpisce dritta nella gola e la punta entra di alcuni centimetri, James prepara un altro dardo e lo lancia nel petto della ragazza che ancora non cede alla morte, scaglia un'altra freccia e lei viene colpita direttamente nella fronte.
Cade a terra e il colpo di cannone segue anche la sua morte. Il cielo diventa silenzioso e il nulla si trova attorno a noi, scoppio a piangere per il dolore e per la stanchezza psicologica, la mia mente è distrutta e non riesco ancora a combattere.
« Darin basta! Ci siamo quasi... mancano solo tre Tributi e poi possiamo tornare a casa! Tranquillo per favore... » la sua voce è supplicante e io non riesco a fermarmi.
Non so esattamente quanto passa, so solo che prendiamo il contenuto degli zaini dei fratelli assassini e li mettiamo nei nostri, torniamo tra gli alberi e ci accampiamo ancora una volta tra gli alberi, purtroppo non c'è molto cibo e non c'è acqua tra le loro risorse e io inizio a bruciare per il bisogno di bere qualcosa.
« Darin... ti amo! » quelle semplici parole riescono a calmarmi del tutto, smetto di piangere e resto silenzioso mentre lui analizza la mia caviglia, proprio come è successo settimane fa quando sono caduto nella doccia. Lui mi ama, io amo lui, ciò mi fa dimenticare lo scontro nonostante il sangue che ho addosso.
« Voglio tornare a casa... con te! » dico a bassa voce quando saliamo tra i rami degli alberi, lui non fa in tempo a rispondere visto che l'inno di Panem comincia ad echeggiare per l'Arena e il sigillo di Capitol City compare in alto, tutti noi stiamo vedendo la foto di Vladimir e di Lyssa che vengono sostituite dalla mia foto per il ragazzo e della foto di James per la ragazza, siamo entrambi gioiosi e sembriamo fortissimi lassù, l'inno termina e ci concediamo pochi istanti di silenzio, forse per commemorare quei morti o meglio ancora per renderci realmente conto del fatto che ormai siamo rimasti in cinque.
« Mancano tre giorni Darin... poi sarà tutto finito. In un modo o nell'altro... » dice James tranquillizzandomi. Ormai non è più necessario il sacco a pelo visto che l'ambiente è riscaldato, ci saranno circa trenta gradi probabilmente e il calore è l'ultima cosa che voglio sentire, ma non posso fare a meno di stringermi al corpo muscoloso di James, voglio che le sue braccia mi blocchino in modo che io non possa scappare, sfuggirgli o altro. Ma dobbiamo progettare una strategia prima di dormire.
« Cosa facciamo adesso? Andiamo lo stesso alla Cornucopia no? Sono sicuro che Xiomara sarà lì... » rifletto pochi secondi. Lui fa spallucce.
« Non credo invece. È intelligente e penso sarà molto lontana da noi... o invece è più probabile che stia cambiando strategia: è l'ultima dei Favoriti e deve cercare di resistere da sola, sa che noi siamo alleati e probabilmente Jaden e la ragazza del Distretto 8 sarà sua alleata. Aspetterà che noi quattro ci ammazziamo a vicenda »
« E noi cosa faremo allora? »
« Non lo so! » si limita a dire. « Ma se tu dovessi essere sul punto di morte, ci sarò io a difenderti, preferisco vedere te sul podio... » dice scherzando. Io faccio un sorriso.
« E io non voglio essere sul podio se accanto a me non ci sei tu! » dico convinto di ciò che penso. « Sappi che non avrò motivo per combattere se tu non ci sarai più... »
Lui non fa parola su questo eppure lo sento dissentire in qualche modo, forse pensa che la mia sia una bugia: nella sua mente sa che c'è Ryan con me, e lui non sa ciò che Norman mi ha scritto, non voglio ascoltarlo, quando e se uscirò dagli Hunger Games me ne occuperò personalmente. Per ora non faccio nulla.
« Non avrei sperato in compagno migliore di te... » dico, sento che James mi risponde con un bacio, chiudo gli occhi e mi addormento profondamente tra le braccia della persona che amo, e decisamente non è Ryan quella persona!










Eccovi un meraviglioso altro capitolo, l'ho scritto in un'unica sera di quant'ero ispirato! L'ambiente era così caldo tra i nostri due protagonisti che hanno fatto sciogliere pure l'Arena ahaha xD Scherzi a parte: restano solo solo cinque Tributi ormai, ma solo due possono salire sul podio, riusciranno Darin e James ad arrivarci insieme? O uno dei due verrà perso per strada? E se il nostro Darin non dovesse riuscire a farcela e dovesse vedere la propria morte? Aspettate il prossimo capitolo nella quale sapremo la verità sui vincitori!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: Games end! ***


Sento qualcosa che gocciola sul mio viso, scorre lentamente percorrendo la mia guancia e scendendo fino al mento. Mi fa il solletico e apro gli occhi istintivamente temendo il peggio; sono ancora stretto tra le braccia di James e alzo gli occhi rivolto verso di lui, è completamente bagnato dal suo sudore ed ecco spiegato quell'orrenda e fastidiosa cosa che colava sul mio viso! Mi accorgo di essere anch'io pieno di sudore, la temperatura è caldissima e non c'è neanche un filo di vento, sento il respiro di James abbastanza affaticato, mi scosto via dal suo corpo e sciogliendo l'abbraccio lo sveglio, mi fissa intontito con i suoi occhi verdi e grandi. Io gli sorrido e gli stampo un bacio sulle labbra per dargli il buongiorno.
« Fa caldo! » sono le uniche parole che dice, ha la gola secca e la voce gli è uscita rauca, dobbiamo accontentarci di dissetarci ognuno con la propria saliva. Cosa che non riesco neanche a produrre, non possiamo morire di sete! Sarebbe una morte veramente stupida arrivati in finale.
« James dobbiamo andare alla Cornucopia. Ci serve da bere... » penso sia unitile sperare in una donazione degli sponsor, i beni costano moltissimo a questo punto della gara e non ci sono sponsor che possano aiutare entrambi con dell'acqua.
« Dammi solo qualche minuto per riprendermi va bene? » dice lui balbettando. Annuisco e decido che sia meglio mangiare qualcosa, c'è del coniglio arrosto preso dallo zaino di Vladimir, non è il massimo della colazione e il solo pensiero mi fa rivoltare lo stomaco, ma non possiamo essere schizzinosi.
Mandiamo tutto giù a fatica, fortuna che ci sono alcune bacche succose, la nostra sete non viene però placata, anzi la situazione è ancor più critica. Mi viene in mente l'idea di poter scavare nel lago di ghiaccio, lo strato non dovrebbe essere poi così spesso visto il caldo che c'è! Ci saranno... più di trenta gradi! Ma poi mi rendo conto che l'Arena è solo una costruzione artificiale e che nulla di quello che c'è funziona come comandato da natura, quel lago potrebbe essere una gigantesca vasca piena di terra sulle pareti. Il ghiaccio è sintetico e noi ci stancheremmo a stare solo il sole rovente.
« Dove pensi che siano gli altri? » chiedo al mio compagno mentre camminiamo lungo la foresta che ci separa dalla Cornucopia. Lui scrolla le spalle.
« Non ne ho idea. Immagino che siano rintanati tra le montagne. Credo anche che sia possibile che siano alla Cornucopia... » la sua idea mi incute un timore!
« E se si fossero alleati tutti e tre? Tre contro due... se volessero ucciderci? È chiaro che noi lotteremo fino alla fine insieme e... » lui scuote la testa e mi ferma.
« Darin questo è impossibile. Jaden mi ha sempre detto che odiava i Favoriti. Inoltre non credo neanche che si sia alleato con quella dell'8 a questo punto. Siamo noi due contro gli altri tre... e loro non sono alleati! » ciò che dice potrebbe essere vero ma io non riesco a vederci un nesso logico. Perché stare soli e completamente esposti ai pericoli della morte? Tra cui il caldo asfissiante e la mancanza di viveri.
« E riguardo Jaden? » continuo a chiedere. « Tu e lei eravamo comunque alleati... se dovesse capirci davanti... cosa faremmo? » vedo che i suoi occhi vagano in modo perso e distratto. È difficile dirlo immagino.
« Non si alleerebbe con noi... immagino, o meglio spero, che scappi via così ci penserà qualcun altro a lui. Ma io non riesco a pensare a cosa accadrà se non lo dovesse fare... »
« Dovremo ucciderlo allora! » dico senza troppi scrupoli. Il mio obiettivo iniziale è stato quello di essere sul podio, fin dall'inizio ho sempre avuto in mente solo quello. Il fatto che preferissi avere accanto James, è semplicemente venuto dopo. La preferenza poi si è trasformata in qualcosa di imperativo, ma se lui morisse continuerei a combattere... ritornerei al mio Distretto e vivrei i miei giorni ricordando un ragazzo che ho amato, che ho imparato ad amare in un contesto davvero truce.
« Ryan ti ama giusto? Farebbe la qualunque per te? » chiede James dopo pranzo, un pranzo davvero misero ma ormai siamo vicini alla Cornucopia e la nostra speranza è quella di trovare qualcosa, consumiamo i pochi viveri rimasti.
Lo fisso incuriosito per la domanda, la cui risposta è abbastanza scontata. « Certo che mi ama. Altrimenti non ci saremmo fidanzati no? »
« Perché non si è offerto volontario al tuo posto allora? » chiede lui. Resto paralizzato, senza fiato. Non mi aveva mai posto una domanda del genere. « Io l'avrei fatto per i miei fratelli così come tu l'avresti fatto per il tuo no? Ma se ti ama... non avrebbe dovuto offrirsi volontario? »
Ryan ci starà guardando così come il resto di Panem a meno che gli altri Tributi non stiano combattendo. « Nessuno si sacrificherebbe per amore. O almeno io non lo farei mai perché sarei il primo a non augurare un simile destino... »
Lui comincia a sogghignare della mia risposta. « Io mi sarei offerto volontario! Per te l'avrei fatto... perché ti amo alla follia! » mi corregge. Mi sento davvero strano, il paragone con Ryan salta sempre nella mia mente: lui è così duro, violento e possessivo, James invece è l'opposto, dolce e delicato e romantico.
« Tu sei diverso dagli altri ragazzi » mi limito a rispondere.
« Perché ti amo sarei diverso? » mi schernisce. Lo fisso in mal modo e lui ridacchia tra sé e sé. « Darin... sai vorrei che gli Hunger Games non finissero mai. Così saremmo solo tu ed io... nessun altro! »
La sua affermazione è davvero incredibile. So come si sente perché anch'io vorrei che i Giochi non finissero mai, o meglio, vorrei che finissero e che io potessi restare con lui a Capitol City o sul treno, o ancora meglio vorrei che James ed io stessimo insieme al Distretto 5, vorrei che Ryan non ci fosse...
« Basta parlare. Mettiamoci in marcia o non arriveremo mai alla Cornucopia! » lui è d'accordo con me e riordiniamo le nostre cose. Ormai la maggior parte degli oggetti negli zaini è inutile, non ci preoccupiamo neanche di disfare la nostra brace, chi c'è ormai che potrebbe darci la caccia sapendo che ormai siamo sull'attenti per qualunque minimo pericolo? Per me l'unico vero ostacolo è Xiomara e la sua frusta, anche se non ho mai visto Jaden o la ragazza dell'8 all'opera.
Riusciamo finalmente a vedere la terra verde in salita che porta alla bellissima e splendente Cornucopia colorata come il sole stesso, le pedane tutte intorno ad essa brillano sotto la luce solare; ci fermiamo nell'ombra per qualche secondo e poi cominciamo a camminare verso la grande bocca di metallo, riesco a scorgere pochissimi zainetti piccoli, la maggior parte sono flosci e significa che sono vuoti. Ma altri sembrano pieni con qualcosa... improvvisamente l'Arena viene riempita dal suono di un cannone. Non posso non essere felice della cosa visto che ci è stata risparmiata una battaglia contro un Tributo. Mi chiedo di chi si tratti, l'importante però è che io e James siamo ancora sani e vivi.
La bocca della Cornucopia è vuota, all'interno dell'apertura c'è la luce naturale che illumina e non c'è nessuno dentro, setacciamo gli zaini e cerchiamo di accaparrarci tutto ciò che possiamo prendere: troviamo due bottiglie d'acqua e qualche bacca o frutto, un coniglio. Non c'è nient'altro, con queste scorte dobbiamo vivere per altri due giorni e mezzo... o forse anche meno visto che non so cosa accadrà l'ultimo giorno dei Giochi.
« Dobbiamo spostarci da qui! È troppo pericoloso stare al centro ma non dobbiamo neanche muoverci di tanto, non voglio allontanarmi... »
« Possiamo andare verso est! » indico il punto cardinale e vedo il cespuglio nel quale mi ero nascosto quando c'era stato il Banchetto. I ricordi e la paura tornano a scuotere il mio corpo. « Non so cosa ci sia ma di sicuro è meglio che stare qui o ritornare in una foresta... » non sono neanche certo di essere stato io a parlare.
« Sicuro? La foresta ci offre comunque un riparo e un luogo sicuro dove dormire... » mi fa notare James e subito penso che abbia ragione.
« Ormai è inutile dormire sugli alberi! Direi di fare a turni per chi sta sveglio di notte e chi no. Sento che sugli alberi siamo bersagli più facili... » effettivamente è questa la mia sensazione, ma quanto può essere corretta? Questo non lo so.
« Va bene! Spostiamoci e in fretta. Ma non ci allontaniamo troppo... » ripete e io annuisco. Ci troviamo alla sera a parecchi metri di distanza dalla Cornucopia, neanche riusciamo più a vederla. Ceniamo cercando di non consumare le nostre provviste e una bottiglia d'acqua scompare per magia! Non sono bravo a razionare le cose questo è certo. James poi non è certo migliore di me in quello.
Sono le dieci di sera, lo stemma di Capitol City compare in alto nel cielo e brilla intensamente, l'inno comincia a suonare e vediamo il volto del Tributo che ci ha lasciati: la ragazza dell'8. Ciò la esclude dai vincitori, restiamo in quattro. Mi aspetto di vedere un altro volto accanto al suo che segni chi è stato ad ucciderla ma non compare nulla, significa che è morta di sete o di fame... non riesco ad immaginare il dolore che ha provato, magari si è anche uccisa da sola pur di metter fine alle sue sofferenze. Non posso pensarci perché mi fa troppo male!
« Piuttosto che lasciarti morire di fame mi uccido! Almeno avresti la mia carne e se fossimo solo in tre saresti automaticamente un vincitore » dice James in tono protettivo e affettuoso mentre fissiamo le stelle nel cielo.
« Ti ho già detto di non dire questo! » mi alzo di scatto con il sonno completamente svanito, mi sento arrabbiato e ignoro il dolore alla caviglia che mi ha fatto arrancare per tutta la giornata. Mi allontano di pochi metri e lui raccoglie il nostro unico zaino (per comodità abbiamo voluto stare con uno solo e l'altro l'abbiamo lasciato).
« Darin, che fai!? Dobbiamo riposarci! » mi corre dietro e ovviamente mi raggiunge visto che non ha problemi con le caviglie!
« Perché ti è così difficile capire che mi da' fastidio quando parli così? » riesco a percepire l'agonia nella mia voce. Lui mi ferma e mi stringe a sé, è irritante come abbia ancora forza di muoversi nonostante lui si stato menato più di me.
« Voglio solo farti capire che farò qualunque cosa pur di salvarti, che farei qualunque cosa per... » non riesce a trovare le parole. « Non sono bravo a parlare! » non è vero, penso automaticamente. « Farei qualunque cosa che tu mi chieda! » improvvisamente sento la stanchezza della giornata che mi colpisce le gambe.
Ricordo istintivamente quello che Norman mi aveva mandato giorni e giorni fa, il biglietto con la scritta che mi diceva di farla finita, che Capitol City apprezzava, ma solo i suoi abitanti! Gli Strateghi (il Distretto 13 in effetti se ci pensiamo bene) non sono convinti di questo. Improvvisamente mi rendo conto che io e James siamo in pericolo, che saremo controllati proprio come accadde per Katniss e Peeta cinquant'anni fa. Ma io non desidero tutto quello... non è mia intenzione. Io agisco realmente per la mia felicità.
« Dormiamo e basta allora! » James non me lo fa dire due volte, ci sistemiamo di nuovo in un punto dell'altura e lascia che io sia il primo ad addormentarmi, successivamente mi da il cambio e resto sveglio fino a che il sole sia alto nel cielo, l'alba passata e i primi raggi artificiali che mi illuminano il volto. Mi chiedo quanto sia estesa l'Arena... prima o poi dovrà finire? È possibile che la fine di essa sia nell'orizzonte dove nasce il sole? No ovviamente finirà prima, è tutto un gigantesco schermo che ci illude di spazi infiniti attorno a noi.
Non so perché ma decido di non svegliare James, forse perché sta dormendo serenamente e non riesco a pensare di svegliarlo, sarebbe un atto crudele visto come dorme tranquillo e sereno, non potrei farlo neanche volendo; però qualcuno mi precede dallo svegliarlo: o meglio non qualcuno, ma qualcosa: il suono di un altro Tributo caduto, un colpo di cannone echeggia in tutta l'Arena. Io faccio quasi un balzo di tre metri visto che non mi sarei mai aspettato un caduto alle prime ore del sole, James scatta subito in piedi, per la paura gli tremano persino le gambe e impugna il suo arco con una freccia pronta a scoccare. Si rende conto che non siamo noi in pericolo. O almeno per ora.
« Un altro Tributo morto... Xiomara o Jaden... » non è difficile immaginare chi sia tra i due, penso che il ragazzo sia stato ucciso dalla ragazza ma è anche più credibile che lui sia stato sopraffatto dalla sete o dalla fame e che nel sonno il suo cuore abbia ceduto. Magari non ha sentito dolore e la cosa mi solleva il morale.
« Stasera vedremo chi è... » commenta James. Ma temo proprio che non riusciremo a vederlo, o che non ci sarà bisogno di aspettare tanto. Siamo tre Tributi ormai, i Giochi sono finiti alla morte di uno dei tre. È chiaro che chiunque dei due sia ancora in vita adotterà una precisa strategia: se parliamo di Xiomara, la ragazza verrà a cercarci e cercherà di uccidere almeno uno di noi due per assicurarsi la vittoria. Nel caso il sopravvissuto sia Jaden, significa che si nasconderà per tutto il giorno e che domani attenderà la morte di uno di noi due.
« James... cosa facciamo? » non so davvero come agire, aspettare che ci trovi o andare noi stessi a cercare il Tributo restante? Lui mi fissa negli occhi cercando di comunicarmi qualcosa che non riesce neanche lui a spiegarsi.
« Darin... io non so come agire! Non ho realmente più idee... sono stanco e... » posa le sue armi e si siede davanti a me, mi avvicina a sé e incrocio le mia gambe tra le sue cercando di non farmi male. Lui prende la caviglia gonfia e nera e comincia a massaggiarla strappandomi dei piccoli urli, mi fa malissimo eppure riesce anche a farmi piacere allo stesso tempo. Immagino che il suo sia un modo per scaricare la tensione e non mi dispiace. Restiamo immobili fino a che non giungo ad una conclusione.
« Ritorniamo alla Cornucopia! » sbuffo alzandomi in piedi. Osservo la collina e vedo un brillio in lontananza. « L'ultimo Tributo andrà sicuramente lì a cercarci nel caso sia effettivamente intenzionato a cercare noi per uccidere uno soltanto » lui si trova concorde con me e decidiamo di muoverci.
« Va bene Darin, faremo a modo tuo, finora hai avuto un buon intuito! » non riesco a dire se è sarcastico o no, non gli do molto peso visto che con un suo sorriso riesce a tacermi. Ci mettiamo in marcia e lui si offre di portare lo zaino sulle spalle.
Quando torniamo alla Cornucopia vediamo che il sole è ormai sul tramontare, sta scomparendo in direzione del gigantesco lago, il ghiaccio brilla come se fosse fatto di diamanti e la luce arriva a colpirci gli occhi, noi restiamo paralizzati nell'attesa che anche il penultimo giorno scorra via. Entrambi siamo impauriti visto che non sappiamo cosa accadrà domani, non c'è nessuno ed è chiaro visto che chiunque fosse là avrebbe preferito attaccarci; o magari sarebbe meglio aspettare la notte e tenderci un agguato, uccidere uno di noi due mentre siamo addormentati. Solo che noi dobbiamo restare svegli a turno per evitare un possibile attacco del genere, ci sediamo a qualche metro dalla bocca della Cornucopia e improvvisamente sento un odore familiare, in quelle quattro settimane ho avuto più volte modo di sentirlo, il disgustoso odore metallico del sangue, si avvicina a noi costantemente e poi sentiamo dei passi distanti che calpestano l'erba, ci voltiamo verso il suono, pronti ad affrontare qualunque cosa stia venendo contro di noi. Improvvisamente la vediamo: una ragazza, più grande di noi, più alta di me e muscolosa quanto James, ha alcune ferite per il corpo e sono scoperte all'aria calda, la sua tuta è in più punti stracciata come la mia, capelli e occhi neri come fosse un diavolo, tra le mani stringe una frusta spinata colma di sangue, è secco ma continua a puzzare. In quell'istante sia io che il mio compagno capiamo chi è il Tributo morto: Jaden non è riuscito a scapparle, anche se non tolgo la possibilità di un attacco mentre il ragazzo dormiva.
« Sapete... è curioso il fatto che io vi venga contro... » dice Xiomara avvicinandosi sempre di più. Ha lo sguardo da invasata. « Me ne sarei stata tranquilla tra le montagne da quando ho visto la morte di Vladimir e Lyssa, ma poi ho ricevuto un dono con un messaggio... » allora è una cosa normale che i mentori scrivano dei messaggi ai Tributi, sono però certo che sia contro il regolamento degli Hunger Games, e penso che gli Strateghi non dovessero saperlo!
« E perché non ci sei rimasta? » immagino che sia tutto collegato con il misterioso messaggio del suo mentore. Lei scoppia a ridere e vedo le lacrime scendere per il suo volto insanguinato. James è muto e non riesce a fiatare.
« Che domani l'Arena salterà in aria... cominceranno ad azionare gli esplosivi dal confini. Dalle montagne... » continua a ridere, penso potrebbe uscirle lo stomaco! « Fino alla Cornucopia... »
« E dove sarebbe la parte da ridere stronza!? » dico io, credo di parlare anche a nome di James. È chiaro che lui sia rimasto scottato per la perdita di Jaden, era comunque un suo alleato e un amico durante questi Giochi.
Fine dei discorsi. La ragazza comincia a correre contro di noi con tutto il suo fiato e agita la frusta in tutte le direzioni, io e James siamo costretti a separarci per evitare di essere colpiti dalla sua arma, è totalmente impazzita e sembra che la frusta sia un arto del suo corpo, la muove con così tanta semplicità che sembra quasi danzare con ogni passo e movimento che fa. Cerco di evitare i suoi colpi ma la sua frusta riesce comunque a ferirmi, fa appena in tempo a scansare una freccia di James alle sue spalle e quasi colpisce me in fronte, sento la freccia passare accanto alla mia testa e resto paralizzato dalla paura. Xiomara si scaglia con la frusta verso James, sarebbe più corretto dire che danza con la sua frusta, comincia a scoccare dei colpi e il ragazzo non può fare altro che arrancare, arriva quasi a scappare dai colpi letali della ragazza. Io mi getto velocemente contro di lei e cerco di colpirla alle spalle, quando si è accertata che il mio compagno sia abbastanza indifeso, si occupa di me: si volta e con furia e scossa un colpo di frusta secco che mi colpisce alla spalla; urlo di dolore quando richiama la sua arma, è come se strappasse la carne di dosso e cado a terra dolorante, il sangue si riversa sul terreno in grande quantità e la vedo pronta a scoccare un altro colpo. Mi sposto di lato sporcandomi di terra e mi rialzo dandomi una spinta per attaccarla: riesco a scaraventarmici addosso e la getto a terra; sono certo che per lei sia la fine quando un coltello compare nella sua mano, non l'ho vista muoversi per prenderlo, forse perché il sangue mi ha accecato un occhio e ci vedo rosso, faccio in tempo a difendermi prima che pianti l'arma nel mio fianco, mi getta via con una spinta allo stomaco e resto con il respiro mozzato, atterro sulla caviglia dolorante e non riesco a sostenere il mio peso, scivolo con la gambe direttamente a terra.
« Non morirò qui! » annuncia lei soddisfatta, si gira e lancia il coltello dietro le sue spalle, riesco a osservare la scena e vedo che l'arma si pianta nella gamba di James, il ragazzo cade a terra e scocca una freccia a caso. Ne ha ormai solo una nella faretra, o almeno da quello che riesco a vedere sembra che ne abbia una sola ormai! Quella è la nostra ultima possibilità!
« Non ti azzardare a fare del male a James! » urlo a squarcia gola, buona parte del mio urlo è generato dall'agonia della ferita, tutta l'altra parte dal fatto che voglio attirare Xiomara su di me. Che uccida me... almeno non dovrei scegliere tra Ryan e James... il pensiero della morte mi passa per la mente e quasi mi piace: un sollievo per le sofferenze, una liberazione da questo strazio, la fine dei Giochi, ma dentro di me penso anche alla promessa che ho fatto a Tony in punto di morte. Non posso non mantenerla, devo vincere per lui soprattutto!
Xiomara comincia la sua danza ancora una volta e riesce a disarmarmi, usare la lancia come difesa era la mia ultima possibilità, lei scocca ancora una volta la frusta e mi prende la caviglia ferita, si attorciglia intorno ad essa come fosse una vipera e mi strattona, comincio ad urlare (in parte per il dolore e in parte per la paura); il peso di Xiomara mi schiaccia il petto e mi blocca il respiro, cerco di prendere aria lentamente ma non ci riesco visto che la ragazza ha una muscolatura troppo pesante.
« Abbiamo il nostro ultimo Tributo morto! » dice ridendo, le sue mani si attorcigliano attorno al mio collo e cominciano a stringere, l'aria mi manca in pochi istanti e cerco in tutti i modi di divincolarmi, la sua presa si fa molle improvvisamente e la sua espressione diventa persa nel nulla per l'orrore, del sangue comincia a colarle da dietro al nuca e si tocca il punto sanguinante, si gira e posso vedere che ha una freccia conficcata nella nuca, ma nonostante ciò non sembra intenzionata a morire. Batte le ciglia e dalla bocca perde saliva, le mie mani trovano qualcosa, penso sia una pietra o un mattone o che diavolo ne so, ritengo però che sia la mia ultima possibilità di salvarmi e di poter cercare l'aria! Lo stringo con le sole forze che mi sono rimaste e riesco a conficcare l'oggetto nella testa di Xiomara, la spingo via e poi sento il colpo di cannone. Ma per chi è? Per me che sto dissanguando o per lei che si trova con la testa spappolata? Potrebbe anche essere per entrambi ma un solo colpo echeggia... a meno che non valga per entrambi. James si getta addosso a me piangendo e dicendo qualcosa, riesco a leggere alcune parole nelle sue labbra ma l'unica voce che sento è quella di un uomo, una voce che echeggia nell'Arena; la voce di Claudius Templesmith che fa un annuncio. « Signori e signore, ecco a voi i vincitori dei centoventicinquesimi Hunger Games! » chiudo gli occhi e sento i sensi venir meno, sono in balia della morte.














Eccoci, l'ultimo capitolo ambientato nell'Arena; abbiamo i nostri vincitori, ma riuscirà Darin a sopravvivere? Capitol City riuscirà a salvargli la vita? E chi può dire che cosa penseranno di lui gli Strateghi. Riuscirà quindi a tornare al Distretto 5? Aspetto i vostri commenti e i vostri pensieri, baci ciao ^^!

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: It must be all or nothing... ***


Caesar Flickerman mi fissa con i suoi occhi, lo sguardo scintillante come i suoi denti bianchi. L'acconciatura, il trucco, la sua pelle e tutto il resto appare di un giallo brillante e scintillante come l'oro. Il suo smoking con paillette brilla come fosse un cielo stellato. « Allora Darin... come ti senti ora che hai vinto? » mi chiede.
Mi volto verso il pubblico di Capitol City, tutta Panem mi fissa ma principalmente gioco per loro, recito la mia parte da vincitore per i capitolini. Mi perdo nei miei pensieri ricordato gli avvenimenti di quella giornata, sono passate ventiquattro ore dalla fine dei Giochi e sento che è passata una vita in realtà.
Nell'Arena sono svenuto, non sapevo se ero morto o se avevo vinto, non riuscivo a credere che fosse possibile. Quando mi sono svegliato ero nella mia camera nella Torre sopra il Centro d'Addestramento, steso sul letto dove avevo passato pochi attimi con James, mi guardavo intorno cercando di capire cosa mi fosse successo. Dalla finestra entravano alcuni raggi solari, dei raggi che indicavano chiaramente che fosse mezzogiorno. Il mio corpo si muoveva appena, impercettibili e quasi insignificanti movimenti, qualcuno entrò nella stanza e mi trovai davanti la grassa faccia di Raimond, ricordo che ero arrabbiato, non volevo che la prima persona che mi venisse a trovare fosse l'idiota del mio accompagnatore. Avrei desiderato che fosse James. Il grassoccio continuava a piangere per la storia di me e James nell'Arena, persino lui si era commosso, mi raccontò degli spezzoni degli ultimi minuti. James che lanciava la freccia, io che spaccavo la testa di Xiomara, svengivo e poi il ragazzo si gettava addosso a me cercando di frenare la fuoriuscita di sangue dalla spalla e alla gamba. Certo... le ferite... nella stanza non sentivo dolore, immagino per delle iniezioni di morfamina, ma vidi con piacere che in realtà stavo benissimo. Non c'erano ferite sul mio corpo, nessun taglio roseo e nessun livido; mi avevano completamente aggiustato, con quella consapevolezza riuscii a muovermi ma qualcosa mi bloccava il braccio: fu così che svegliai James, che nonostante fosse stato anche lui ferito, era rimasto accanto a me durante le ore di convalescenza. Si era addormentato nelle prime ore del mattino accanto al mio letto, questo non fece altro che aumentare i miei sentimenti per lui anche se il Distretto 5 si avvicinava ormai.
Passai tutto il pomeriggio lontano da James, lui parlava con Raimond, io invece dovetti subire la predica di Norman che probabilmente desiderava ardentemente farmi da tempo. Lo trovai nel salotto, pronto a beccarmi sulla mia strategia.
« Allora piccioncino... come ti senti? Passati dei bei giorni? » chiese incrociando le gambe e sogghignando. Mi sedetti accanto a lui sul divano e sospirai.
« Norman basta! Dimmi solo quello che ho da sapere, preferirei passare del tempo con James! » mi faceva strano dirlo, era insolito... lui sospirò insieme a me.
« Darin, questa storia deve finire. E voglio che la tronchi in diretta, quando Caesar farà le interviste finali; gli Strateghi ti odiano! » ruggì contro di me ma mantenendo il suo tono di voce basso come un discorso amichevole.
Gli Strateghi mi odiavano. Già... troppi errori avevo commesso quando ero nell'Arena. La relazione amorosa con James. La sfida lanciata a Capitol City. « Dimmi quello che devo fare... » non perdo tempo in altre parole.
« Quando Caeser parlerà della relazione, dovrai dire che è stata una montatura studiata per i capitolini. Che tra te e quel ragazzo non c'è nulla... scherzerai sulla cosa dicendo che Capitol City ci è cascata; ammetterai pubblicamente le tue scuse chiedendo perdono alla Presidentessa Paylor e a tutta la città. Inoltre elogerai la città mostrando quanto in realtà l'ammiri! »
« Non posso farlo! Non posso rompere con James, o almeno deve sapere che è tutta una montatura. Devo prima parlarne con lui... e non dirò mai che provo ammirazione per Capitol City. Vada per le scuse ma il resto no! » volevo farmi valere, non potevo realmente fare ciò che mi chiedeva. Magari però avrei dovuto farlo visto che avevo persone a cui pensare: Seth e Ryan per primi, i miei genitori poi. E quella minuscola parte (quasi inesistente) di conoscenti a me amici.
« James non dovrà sapere nulla! Tu lo vedrai direttamente all'intervista. Così almeno la sua reazione sarà chiara. Possiamo solo sperare che ti regga il gioco... in caso penserà che lo hai usato per tutto il tempo e la cosa finirebbe lo stesso bene! » disse Norman fiero della strategia che si era inventato. La colpa di tutto quello era mia, non avrei dovuto fare di testa mia. Avrei dovuto... rifiutare l'alleanza con James. Ma come avrei potuto lasciarlo morire quando mi aveva salvato da quel bastardo di Marvin?
« Darin? Hai sentito la domanda che ti ho fatto? » chiede Caesar riportandomi alla realtà. Sono ancora a Capitol City. Sono sfuggito agli Hunger Games e devo ferire la persona che amo, la persona che è seduta nella poltrona accanto alla mia. Il suo stilista gli ha fatto indossare uno splendente smoking dorato, in ricordo del fatto che al Distretto 5 produciamo elettricità. Dean invece con me ha adottato la solita strategia della ragazzina: indosso un vestito lungo e con lo strascico, giallo e bianco con dei fulmini dipinti sull'ampia gonna, mi ha persino fatto mettere un reggiseno siliconato e tutto questo è uno schifo visto che sembro una brutta drag queen; tutto come a dimostrazione che non mi vergogno nel vestire da donna, cosa che in realtà è; non sono più Darin, potrei essere Dariana per quanto mi riguarda! I miei capelli sono più lunghi grazie alle aggiunte finte, la mie pelle è truccata e vedo la mia figura allo schermo: una bellezza androgina dallo sguardo truce che si rasserena subito.
« Come vuoi che mi senta Caesar... sono felicissimo. Potrò tornare al mio Distretto e dalla mia famiglia. I miei genitori non dovranno lavorare e potremo vivere di rendita grazie ai magnifici doni di Capitol City... » dico con un bellissimo sorriso, solo io penso di essere falso, gli altri ci cascano ad eccezione di James immagino.
« Immagino la tua gioia. Certo... non è questo che colpisce tutti, un amore è sbocciato dal nulla nell'Arena; mi sbaglio? » i suoi occhi balenano da me a James. Eccolo: il momento di scagliare la bomba che distruggerà il mio rapporto con James, ma magari ho salvato anche la sua famiglia, magari anche lui sarà salvo.
« A proposito di questo... » guardo il pubblico di Capitol City con l'aria addolorata e cerco di farmi lacrimare gli occhi. « Mi dispiace per avervi ingannato. Io e il mio mentore avevamo costruito questa strategia, “gli innamorati sventurati”. Non pensavamo poteste cascarci di nuovo... sono profondamente rammaricato di aver deluso e preso in giro. So che mi odierete ma... » comincio a singhiozzare, sto fingendo alla perfezione, ma sento gli occhi spalancati di James su di me. Si chiede di cosa stia parlando e non sa che è tutta una balla.
« Darin... cosa ci stai dicendo? Era tutto finto? Persino quelle due notti nel tempio? Ma... perché? » chiede Caesar totalmente incredulo. Nessuno è capace di fiatare e tocca a me chiarire la situazione.
« Perché volevo tornare dal mio amato Ryan » mi volto verso James, penso di dirgli che mi dispiace, ma vedo che i suoi occhi mi fissano con odio, vuole farmi del male, è scomparso il ragazzo gentile che mi amava, si è reso conto che è falso. Si è reso conto del fatto che l'abbia ingannato... ma questo è pure falso. Perché io lo amo e spero che stia in realtà giocando con me. « Potrete mai perdonarmi? »
« Certo! Darin noi ti adoriamo! » le persone dal pubblico elevano le loro approvazioni, i loro gesti d'affetto e fingo di commuovermi.
« Che bella gente... che bella Capitol City. Mi sono innamorato di voi... questa è l'unica verità che so darvi! » ho deciso: farò l'attore da grande visto che il pubblico scoppia in applausi e lacrime. « Panem oggi, Panem domani, Panem per sempre! » recito il motto di Capitol City, sono una persona ignobile al solo dirla e sento che tutti i Distretti sono delusi, immagino che i Distretti Favoriti invece mi considerino uno di loro. Ma il mio tempo è scaduto. Caesar termina la mia intervista e passa a James.
« James... dimmi cosa ne pensi di questo. Come ti senti? » chiede con finto dolore. James inizialmente pensa e resta silenzioso, poi scoppia a ridere e rivedo il ragazzo di cui mi sono innamorato. Ride anche il presentatore senza sapere perché.
« Caesar... pare che io a Darin abbiamo adottato la stessa strategia senza saperlo! » ammette lui. Cosa? Ovviamente un copertura per supportare la menzogna. « Non sai che difficoltà nel recitare la parte... ma Norman mi ha detto che ero bravo e... perdonami Darin, ti ho usato anch'io! » scherza con me ma nella sua voce colgo l'odio che prova e gli spettatori ridono in parte.
« Wow... James lasciatelo dire: sei un attore. Voglio dire... immagino che qualche bacio con un ragazzo possa anche essere facile da sopportare. Ma... andarci a letto! » la butta come se fosse una barzelletta e i due ridono.
« Non ci fare pensare. Scusa Darin, sei bravo ma... non sai che difficile è stato! » torna a rivolgersi al presentatore. « Ho dovuto fare un enorme sacrificio, non so neanche io come ci sia riuscito. Ma l'ho fatto perché anch'io volevo vincere. E me... non vanno molto a genio... i gay insomma! » ammette. « Inoltre non ho mai provato particolare simpatia per Darin. L'ho sempre odiato... ma quando siamo stati scelti, l'idea è comparsa subito nella mia mente. Ho dovuto stravolgere il mio modo di pensare e... » pensa a qualcosa mentre mi guarda. « Ammetto che un po' mi sta simpatico ora. Ma non credo faremo ancora le cose dell'Arena! » fa un ghigno che delizia gli spettatori, in particolare le donne che quasi svengono per aver trovare il loro adone e tutte le sue bellezze.
« E cosa farai al Distretto? Voglio dire... tutti noi speravamo che vi metteste insieme ufficialmente » comincia a dire Caesar. « Adesso? Cosa abbiamo da sperare? Che restiate amici? Conoscenti? Tornerete ad essere sconosciuti? »
James scrolla le spalle. « Non ne ho idea. Non mi va molto come ora di stare con lui e fare finta che gli Hunger Games non ci siano mai stati. È stato brutto lo ammetto, sono quasi morto... ma vedere la persona con cui ho sofferto... mi fa ritornare alla mente tutti i brutti ricordi. Ho bisogno di qualche mese di pausa... »
« Questo è il verdetto. Un inganno che ci ha deliziato ma che ci ha lasciato un piacevole amaro in bocca dopotutto, tutto bene quel che finisce bene no? » dice ridendo rivolto al pubblico. Ci fa alzare entrambi e ci fa prendere per le mani, James mostra disappunto, è in questo istante che ho detto addio a James, che le cose tra noi due non saranno mai più come prima... nonostante io continui ad amarlo più dell'amore che provo per Ryan, e so che sono io il responsabile e che mi merito di soffrire per la mia stupidità nell'ascoltare Norman. Non mi guarda neanche. Caesar infine decide di parlare. « Signori e signore, ecco a voi i migliori attori di Panem, nonché vincitori dei centoventicinquesimi Hunger Games e della Quinta Edizione della Memoria: Darin Sodren e James Darson! » la serata finisce, James neanche mi aspetta e io torno alla Torre da solo, chiuso nella mia camera e pronto per dire addio a Capitol City almeno per qualche mese.
Mattino. Il sole splende alto nel cielo di Capitol City e so che già è tardi, non ho chiuso occhio per tutta la notte, il mio corpo non voleva che riposassi. Sono rimasto tutta la notte a pensare a ciò che ho detto, alla pietra che ho scagliato e che non potrei mai più riuscire a prendere. James mi odia ormai, e non solo perché mi rivolge sguardi truci, addolorati, pieni di odio e di rancore. Ma in fondo è questo che mi merito: devo soffrire per il gioco che ho fatto, perché ora che siamo in treno me ne rendo conto, Ryan avrà sofferto moltissimo vedendo la relazione tra me e James, quest'ultimo avrà pure sofferto sapendo che io sarei tornato da Ryan, che avrei dovuto scegliere, immagino che piuttosto che farmi scegliere e soffrire, avrebbe preferito soffrire lui. Era pronto a morire per me nell'Arena, ora invece vorrà che io sia morto, che magari avesse vinto insieme a Jaden. Il treno è silenzioso ad eccezione del minimo rumore che fanno i propulsori mentre corriamo. Sono nel salotto, gambe incrociate e attendo il momento in cui le porte si apriranno sul mio Distretto. I miei occhi scrutano tutto il vagone: Raymond sta seduto al tavolo da pranzo e si ingozza come fosse un tacchino da farcire per il Ringraziamento, Norman invece fissa il finestrino dalla sua poltrona, ha gli occhi persi nel vuoto in effetti, immagino sia fiero di essere riuscito a far arrivare due dei suoi tre Tributi a casa. È strano pensare che quasi un mese fa, mi trovavo su questo treno, la direzione era opposta e mi stava portando a Capitol City, e ora invece sono cambiate molte cose: i miei sentimenti per James, la morte di Marvin che riesco a vedere con chiarezza solo adesso e sento il cuore straziato al pensiero di aver ucciso qualcuno del mio Distretto, non che l'abbia fatto io ma mi sento male lo stesso. Lui non tornerà mai a casa e ciò vale per tutti gli altri Tributi caduti nell'Arena, e io ne sono in buona parte responsabile.
Vedo James che mi guarda intensamente, i suoi occhi sono aperti e fissi su di me, come se mi stesse inchiodando alla parete. Con un movimento impercettibile della sua mano, mi fa cenno di andare nell'altro vagone. Ci alziamo entrambi e ci spostiamo in modo da restare soli, vorrà parlare ed è arrivato il momento di affrontarlo definitivamente.
« Ascolta Darin, ciò che ho detto io non è vero; ora voglio sapere se anche ciò che hai detto tu era vero o no! » mi dice senza troppi giri di parole. Respiro lentamente.
« James... ci sono cose che non possiamo controllare. Non possiamo battere Capitol City, ciò che voglio io... non è rilevante ormai. Io ti amo ancora... ma la nostra relazione comporta rischi per le nostre famiglie, per i nostri amici... »
« Non mi importa di nulla! » urla di botto. Sbatto le palpebre per come mi ha urlato contro. Non penso di averlo mai sentito urlare, o quanto meno non me lo ricordo. La mia mente è totalmente annebbiata adesso.
« Io... » balbetto. Non riesco a mettere insieme due parole! « Non... so che fare! » questo lo lascia spiazzato. Distrutto, gli occhi gli si inumidiscono e stringe i pugni per trattenere la rabbia, se potesse mi scaglierebbe via del treno!
« Mi dispiace Darin, sapevo che sarebbe successo e tu lo sapevi meglio di me. Non posso vivere senza di te... ma non puoi aspettarti che io mi accontenti della tua amicizia. Non posso vivere sapendoti vicino a me e senza poterti toccare o baciare per evitare di far ingelosire il tuo ragazzo. Non riesco a farcela... »
Chiudo gli occhi e cerco di non scoppiare a piangere, ho voglia di urlare ma non mi uscirebbe la voce. Ho voglia di piangere ma non voglio che lui mi veda così, anche perché so che ci starebbe male. Qualcosa scatta in me e dico parole a caso, parole che non voglio dire e che so che lo farebbero stare male. « Per te quindi è così? » cerco di trattenermi su un tono addolorato visto che la gola mi brucia per il dolore che il nodo mi sta provocando. « Dev'essere tutto o niente? »
« Sì... tutto o niente! » ripete lui. Scompare della mia vista e sento che questa è stata l'ultima volta che ho potuto parlare con lui. Piangerò di dolore, e fortunatamente sono in camera da solo e isolato dagli altri nel vagone, posso piangere quanto voglio per tutti e tre i giorni che mi separano dal mio Distretto. Quando il treno si ferma, finalmente posso dire di essere a casa, usciamo tutti quanti dal mezzo di trasporto e ci mettiamo in fila affinché le telecamera ci riprendano tutti e quattro. Sento di nuovo il buon odore che c'è al Distretto, le persone ci acclamano urlanti per la gioia, sono felicissimi di rivederci e tra le persone riesco solo a cercare i miei familiari, li vedo tutti insieme tra le persone: vestiti elegantemente, i miei genitori piangono per la gioia, Seth cerca di saltare verso di me, di scorgermi tra le persone e poi un ragazzo lo prende in aria e lo aiuta a vedermi, vedo Ryan con i suoi splendenti occhi castani, i suoi capelli fluenti dello stesso colore, attraente e forte, mi ricordo come si ci sente ad... amarlo? Non riesco a guardare James anche se è accanto a me. Lo sento strattonarmi per la manica in modo leggero, mi volto verso di lui e ci diamo due baci sulle guance in segno d'affetto. Lui mi prende la mia mano tra le sue con forza e le alza entrambi a dimostrazione che siamo fieri di noi, felici di essere tornati al nostro Distretto sani e salvi.
Abbassiamo le braccia e lui torna serio, riesco a sentire le sue parole distrattamente confuse tra tutte le urla e gli applausi della gente del Distretto. « Buona fortuna, Darin. Ti auguro di essere felice... » è un addio, eppure sappiamo entrambi che le nostre case al Villaggio dei Vincitori saranno vicine.
« E io ti auguro il meglio... e di trovare qualcuno che possa amarti cento volte meglio di quanto ho fatto io... » dico cercando di mostrarmi forte, non rispondo in modo duro, ma dolce. Lui sorridere sarcasticamente.
« Non voglio nessuno che non sia tu! » mi da' le spalle e mi lascia con quella sensazione di dolce in bocca, quella sensazione piacevole che ho paura di non rivivere più. Mi immergo tra la folla e vado contro i miei familiari che abbraccio tutti, dal primo all'ultimo mi stringono come se non potessero credere che sono reale, come se pensassero che io sia un'illusione e sia inconsistente.
Quando arrivo a Ryan, il ragazzo mi abbraccia e mi stringe, eppure ha una stretta diversa, un tocco diverso da come lo ricordavo. Forse perché mi sono abituato al tocco di James, quando ci stacchiamo dall'abbraccio restiamo comunque minimamente vicini affinché io possa sentire la domanda che mi scuote.
« Era solo per vincere giusto? » si riferisce alla relazione tra me e James. A quei momenti intimi, a quei baci. No, non era solo per vincere ma non posso dirlo.
« Sì! Non c'è stato nulla di serio. L'ho detto pure all'intervista... » lui non è convinto, mi conosce da tempo, sa come la penso su Capitol City, sa che gli sto mentendo ma si limita ad annuire per non litigare anche perché non sarebbe il caso.
« Va bene... era solo per vincere! » mi stringe la mano e ci voltiamo insieme alla mia famiglia, diamo le spalle a tutto e tutti e con lo sguardo cerco James e la sua famiglia che finalmente vivrà felice senza problemi di fame.
Mi manca già il suo corpo, il suo odore, il suo respiro. Ma cosa posso fare adesso? Per vivere? Mi resta Ryan, tra qualche mese ci sarà il Tour della Vittoria e questo significa che dovrò rivedere James. Oltre a vederlo costantemente per tutti i giorni visto che abiteremo in casa accanto e possibilmente mi troverò vicino a Norman e dovrò vedere quell'uomo tutti i giorni (anche se gli devo comunque la vita visto che mi ha salvato nell'Arena)... ma ciò che mi preoccupa di più è il fatto che a luglio prossimo, io e James saremo chiamati a Capitol City come mentori dei prossimi Hunger Games, allora già ho paura di ciò che mi accadrà, per ora chiudo gli occhi e cammino incontro al mio destino, accettando qualunque cosa mi riservi.



 
Fine!




Angolo autore:
Eccoci giunti al termine di questa splendida avventura, spero tanto che vi sia piaciuta e che commentiate questo ultimo capitolo così pieno di colpi di scena (non è vero, non ce ne sono così tanti). Ho voluto continuare questa fanfiction perché in molti mi avevate richiesto il continuo e grazie al vostro supporto sono riuscito a farcela. Ma come finiranno le cose tra Darin e James? Ebbene mi piacerebbe fare un continuo della storia in un'altra fanfiction, ma non in questo momento. Per adesso è arrivato il momento in cui io mi concentri su altre cose e su altri progetti di scrittura. Grazie a tutti coloro che mi hanno seguito e che hanno commentato, a prestissimo, bacioni a tutti voi dal vostro,
Mr_da_vinci

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