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di GJDunkel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Niente è impossibile ***
Capitolo 3: *** Hai degli occhi bellissimi ***
Capitolo 4: *** Dei bambini... speciali ***
Capitolo 5: *** Tra gaffe, pozioni e scope volanti ***
Capitolo 6: *** Nuove antiche conoscenze ***
Capitolo 7: *** Lo Smistamento ***
Capitolo 8: *** Another Flashback ***
Capitolo 9: *** Sapere Aude ***
Capitolo 10: *** Ti voglio bene! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


"Ho un problema Severus” mormorò Voldemort.
“Mio Signore?”
“La Bacchetta di Sambuco… perché con me non funziona?”
“Mio…mio Signore… - rispose Piton, senza espressione – non capisco… voi avete compiuto magie straordinarie con quella bacchetta”.
“No” obiettò Voldemort. “Ho compiuto le mie magie consuete. Io sono straordinario,ma questa bacchetta…no. Non ha mostrato le meraviglie che prometteva. Non avverto alcuna differenza tra questa bacchetta e quella che mi procurai da Olivander tanti anni fa… nessuna differenza”.
 
Piton non rispose. Voldemort lo aveva capito e Severus lo sapeva. Sapeva cosa sarebbe successo e non poteva fare nulla per evitarlo.
 
“Sai Severus, in questi anni mi sei stato molto prezioso. Molto prezioso”.
“Il mio Signore sa che io desidero solo servirlo. Potreste lasciarmi andare a cercare Harry Potter. Ve lo porterò. So che posso farlo…”
“No Piton, no. Alla fine sarà Potter  a venire da me. Ne sono certo. Al momento la mia preoccupazione è cosa accadrà quando finalmente incontrerò il ragazzo!”
“Mio Signore, non ci può essere questione…”
“…ma una questione c’è Severus,c’è!  Per tutta questa notte sono rimasto qui a riflettere, chiedendomi perché la Bacchetta di Sambuco si rifiuta di essere ciò che dovrebbe, di comportarsi come la leggenda dice che dovrebbe fare nelle mani di un altro proprietario… e credo di avere la risposta”.
 
Piton tacque nuovamente. Era la fine. La sua fine.
 
“La Bacchetta di Sambuco non può servirmi in modo adeguato perché non sono io il suo vero padrone. La Bacchetta appartiene al mago che ha ucciso il suo ultimo proprietario ed io non ho ucciso Albus Silente, ma tu… tu sì… è finché tu vivi, Severus, la Bacchetta di Sambuco non può essere davvero mia”
“Mio signore!” Piton alzò la bacchetta tentando l’impossibile.
“Mi dolgo di ciò che deve accadere Severus, ma devi comprendere che devo dominare a tutti i costi la Bacchetta, così da dominare finalmente Potter”.
 
Con un gesto della bacchetta Voldemort fece rotolare nell’aria la sfera del serpente. Quest’ultimo racchiuse testa e spalle di Piton, il quale riuscì solo ad urlare prima che Voldemort potesse pronunciare l’ardua condanna.
“Uccidi” Ordinò in Serpentese.
Nagini cominciò a perforargli il collo e Piton non riusciva a fare niente per liberarsi. Provò a dimenarsi e alla fine, moribondo, cadde a terra.
 
“Mi spiace” commentò Voldemort, gelido, senza alcun segno di tristezza o rimorso.
 
Si voltò e lasciò la stamberga all’interno del Platano Picchiatore insieme alla gabbia che conteneva il suo serpente.
 
Piton cadde su un fianco, sanguinante.
Si vide comparire improvvisamente l'ultima persona che si aspettava di vedere. Harry Potter, con in mano il Mantello dell'Invisibilità e affiancato dai suoi due più cari amici, era proprio lì, di fronte a lui.
Severus tentò di parlargli ed Harry prontamente si chinò, lasciandosi prendere il bavero della maglietta per essergli più vicino.
Niente di sorpreso o sprezzante uscì dalla bocca di Piton.
Ma invece in tono quasi supplichevole disse: “Prendi, Potter… Prendi…”
 
Versò un’unica lacrima. Era azzurro-argentea ed Harry capì immediatamente di cosa si trattava. Era un ricordo, che Piton voleva mostrargli.
Hermione gli mise una fiala tra le mani ed Harry raccolse con la bacchetta il liquido che sembrava essere davvero importante per Piton.
Severus allentò la presa, più tranquillo ora che gli aveva affidato quel ricordo così importante.
 
“Guar…da…mi...” sussurrò.
 
Gli occhi verdi incontrarono i neri, ma dopo un attimo quest’ultimi diventarono vuoti, senz'anima.
La mano che stringeva Harry crollò a terra e Piton non si mosse più. 

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Capitolo 2
*** Niente è impossibile ***


  Era morto. Ormai era finita, Voldemort lo aveva  ucciso. E allora perché respirava? Perché riusciva a sentire qualcosa simile alla terra umida premuta sulla sua guancia? Lentamente cercò di aprire gli occhi, ma con insuccesso. Non sentiva nulla, solo il vuoto assoluto. Poi, una voce.
 
“Severus…” Quella voce. La riconobbe subito. “Severus, alzati”.
“Non… non ci riesco…” Disse flebilmente.
“Sì invece. Puoi farcela se vuoi”.
 
  Piton raccolse tutte le sue poche forze e aprì gli occhi. Intorno a lui, solo nebbia.
Poggiò una mano e, sforzandosi, si mise seduto. Pian piano le immagini si fecero nitide e Piton riuscì a mettere a fuoco il paesaggio.
 
“Beh, è già qualcosa”. Disse Silente, sorridendo.
“Albus…dove siamo?”
“Guardati intono Severus e dimmi… secondo te, dove siamo?”
 
  Piton si guardò attorno. Sembrava di essere circondato dal limpido cielo.  Capì subito che dovevano trovarsi su un’altura.
 
“E’…è una collina”.
“Esatto Piton, è una collina. La collina dove tu, diciassette anni fa, mi supplicasti di nascondere James, Lily e il loro bambino affinché li proteggessi dall’ira di Voldemort. Lo ricordi, Severus?”
 
Sì, lo ricordava bene come fosse stato ieri. Ma quel giorno, sulla collina,il cielo non era così limpido e luminoso, ma era tutto freddo, buio e tuonante.
 
“Lily…”
 
  Disse Piton ripensando all’ultima volta che l’aveva vista. Senza vita, stesa sul pavimento di casa sua. Lui la aveva stretta tra le braccia sentendosi in colpa di quanto era successo, e non era mai riuscito a perdonarsi.
 
“Sì, Lily.” Rispose Silente. “E’ per questo che sei qui”
“Cosa vuol dire?”
“Quando tu, proprio qui, mi chiedesti di fare il possibile affinché Lily non morisse, io ti feci promettere ‘qualsiasi cosa’, come tu mi avevi proposto. Io, ahimè, sebbene ci avessi provato, non riuscii a salvare Lily, poiché James aveva riposto la sua fiducia in un traditore. Ma nonostante questo,  nonostante io avessi fallito e tu di conseguenza avessi perso l’amore della tua vita, sei rimasto. Sei rimasto sempre al mio fianco mantenendo la tua promessa. E no, non l’hai fatto perché ormai Voldemort era fuori dai giochi, poiché tu sapevi che sarebbe tornato, prima o poi. Lo hai fatto perché in fondo sei un uomo buono, Severus e per questo voglio premiarti. Per tutta la lealtà che mi hai dimostrato e i rischi mortali che hai corso Voglio darti finalmente ciò che hai sempre desiderato”.
“Una cattedra per Arti Oscure?” domandò Piton, scherzando.
“No, Severus, no… voglio darti molto di più… -si soffermò un attimo, poi lo guardò, serio e concluse – l’amore di Lily”.
 
Piton si fermò a riflettere. Era totalmente incredulo.
 
“Ma se questo è una specie di aldilà magico… probabilmente ci sarà anche James, quindi anche se incontrassi Lily non potrei avere il suo amore. E poi calcolando che fra poco anche Harry Potter apparirà ormai senza vita combattuto dalla Bacchetta di Sambuco…”
“Piton, fermati, non correre troppo! Ricorda che siamo su una collina, non in una “specie di aldilà magico”“.
“Ma io sono morto, lei è morto, Lily è morta! Com’è possibile che io possa ricevere l’amore che lei non ha mai provato per me?”
“Lasciamo perdere che è morto e chi non lo è. Tu amavi Lily, e una sequenza di scelte e azioni sbagliate ti ha portato ad allontanarti e a non essere ricambiato in quel tuo profondo sentimento”
“Ma James…”
“Non è solo a causa di James, e tu lo sai”.
 
  Piton rimase in silenzio e poi finalmente chiese:
 
“Come posso rimediare ai miei sbagli ormai?”
“E’ proprio qui il punto! Come ti ho detto poco fa, se tu vuoi, puoi. E tu vuoi rimediare ai tuoi sbagli, Severus?”
“Sì… farei di tutto per non ricadere in quelle scelte totalmente sbagliate…”
“Allora puoi, Piton, puoi!”
“Ma come?!”
“Tornando indietro nel tempo,semplice”.
“Ma per tornare indietro nel tempo… servirebbe una Giratempo, una di quelle potenti dove ogni giro corrisponde ad una anno! E come potrei entrarne in possesso se sono state tutte distrutte con l’avvento di Voldemort e l’Ordine della Fenice al Ministero della Magia?”
“Ma Severus caro, io non ho mai accennato ad alcuna Giratempo! Se tornassi indietro grazie ad una di queste saresti costretto ad assistere al tuo passato come uno spettatore passivo e non potresti interferire in nessun modo. Immagina cosa accadrebbe se  il piccolo Piton si trovasse di fronte una sua versione del futuro!”
 
  Albus tacque un momento e distolse lo sguardo. Fissò assente un punto in alto e sogghignò. Probabilmente si stava immaginando la scena.
 Dopo questo breve silenzio rivolse nuovamente il suo sguardo verso Severus e, riacquistando il suo solito tono serio, proseguì.
 
  “Tu devi tornare indietro per rimediare ai tuoi errori, e come pensi di farlo osservando passivamente ogni vecchio e già visto scenario?”
“E allora… Silente mi dispiace ma non riesco davvero a comprenderti. Senza Giratempo non c’è nessun altro modo per poter tornare indietro nel passato. E’ impossibile!”
 
  Alla parola “impossibile” fu come se in Silente fosse scattato qualcosa. Guardò Severus con complicità e, accennando un sorriso disse: “Tu credi, Piton? Tu credi?”

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Capitolo 3
*** Hai degli occhi bellissimi ***


  Una luce bianca, accecante, gli si parò davanti e piano piano lo avvolse. Cominciò a vorticare come se si trovasse nel bel mezzo di una tormenta. Non riusciva a capire nulla, né dov’era  né dove stava andando. Improvvisamente il bagliore cessò e mise finalmente i piedi a terra. Guardò in basso e vide il prato.  Un prato tiepido, verde e ben tagliato su cui erano poggiati due piccoli piedi da bambino che non gli appartenevano. Oppure sì? Colto da uno strano presentimento, si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa in cui specchiarsi. Per sua fortuna scorse un laghetto poco distante e lo raggiunse. Si specchiò. Era sempre sé stesso, con la piccola differenza che… aveva dieci anni. Osservò meglio il suo riflesso, notando come nell’insieme apparisse ridicolo. I capelli sempre lunghi, tagliati male e unti, i jeans troppo corti  e una maglietta più grande almeno il triplo del normale; probabilmente era appartenuta a suo padre. Del resto, i suoi genitori, erano troppo occupati a litigare fra loro per curarsi di come lui andava in giro. Esaminò attentamente l’ambiente circostante. Si trovava in un parco, questo era certo. Era completamente deserto e non si sentiva alcun rumore. Finché, a un certo punto, non sentì degli schiamazzi in lontananza. Si avvicinò cautamente alle voci e, nascosto dietro un cespuglio, osservò i nuovi arrivati. Erano due bambine. La prima doveva avere più o meno tredici anni, aveva i capelli castani raccolti in una coda e il viso allungato. L’altra, della stessa età di Severus, era più docile e graziosa, con dei lunghi capelli rossi e due grandi e profondi occhi verdi. 
 
<< Dai Lily, andiamo sulle altalene! >> Propose la maggiore.
 
  Cominciarono a dondolare insieme, poi Lily, la più piccola, iniziò a spingersi sempre più in alto, sempre di più, poi si lanciò nel vuoto. La sorella smise di dondolarsi e la osservò preoccupata, ma la sua espressione si trasformò immediatamente, sembrando più allibita, quando Lily, invece di precipitare al suolo, indugiò nell’aria più del dovuto, andando contro tutti i principi della gravità, e infine atterrò con grazia e leggerezza a terra.
 
<< Come hai fatto? >> Chiese la sorella, non riuscendo a credere a quanto aveva appena visto.
<< Non lo so, è la prima volta che lo faccio! >>
<< Pensi… pensi che posso riuscirci anche io? >>
<< Credo di sì, se ce l’ho fatta io, non vedo perché non possa farlo anche tu! >>
 
  La bambina, un po’ indecisa, ricominciò a dondolarsi, andò mano a mano più veloce e, raggiunta una grande distanza da terra, si buttò. La conseguenza fu disastrosa. Stramazzò carponi sull’asfalto e, rialzandosi, scoprì di essersi sbucciata entrambe le ginocchia.
 
<< GUARDA CHE HAI FATTO!>> Urlò a Lily. << SEI CATTIVA! GUARDA CHE HAI FATTO!! >>
<< Ma non è colpa mia! >> Tentò di difendersi lei.
<< SI INVECE! È COLPA TUA! È SOLO COLPA TUA! E ORA LO VADO A DIRE ALLA MAMMA!! >>
 
  Detto questo, la ragazza corse via, sanguinante e con le lacrime agli occhi, mentre Lily, disperata, cercava di raggiungerla.
 
<< No, Petunia! Aspetta! Aspettami! >>
 
  Piton aveva osservato silenziosamente tutta la scena, sforzandosi per trattenersi dall’uscire fuori e spiegare il vero motivo per cui Lily riusciva a fare cose che Petunia non sarebbe stata mai e poi mai in grado di ripetere. Piton si era ricordato quando era uscito fuori annunciando che Tunia era una Babbana, Lily una strega e lui un mago, ma l’unico risultato che aveva ottenuto era stato quello di offendere Lily (la quale aveva inteso il termine ‘strega’ come un insulto) e quello di essere stato crudelmente sbeffeggiato da Petunia, che lo aveva preso in odio complicando ancora di più il suo rapporto con la piccola Evans.  Però questo era successo in un’altra vita.  Ma poteva dire così? Forse la terminologia esatte era “in un altro passato”. Decise quindi di aspettare un’altra occasione  per uscire allo scoperto, e pensò che non doveva necessariamente spiegare a Lily tutto ciò che sapeva del mondo della magia. Del resto, non era compito suo, si sarebbero  detti tutto una volta incontrati a King’s Cross.
  Fortunatamente per Piton, l’altra occasione arrivò presto, solo qualche giorno dopo. Certo, il tempo non era dei migliori, ma Severus decise ugualmente di andare. Prese un ombrello ed evitò di vestirsi con camicette da donna o pantaloni troppo corti. Quel giorno indossò semplicemente dei jeans chiari ed una T-shirt azzurra, una delle poche che aveva la sua misura. Una volta al parco, si nascose dietro il solito cespuglio e attese l’arrivo  delle due sorelle Evans.
 
  Dopo solo una decina di minuti, arrivarono. Lily, saltellando, si diresse subito alle altalene; Petunia invece camminava più lentamente, osservando titubante il cielo nero, ricoperto da grossi nuvoloni grigi.
 
<< Dai Tunia, vieni! >>
<< No io… io me ne torno a casa! >>
 
  Lily lanciò uno sguardo ai due cerotti sulle ginocchia della sorella e attribuì la sua riluttanza con l’episodio accaduto giorni prima, quindi provò a rassicurarla.
 
<< Dai! Ti prometto che non faccio quella cosa con l’altalena! Giuro! >>
<< No, sta per diluviare! Io non ci rimango qui! >> Affermò nuovamente.
<< Ma Tunia..!>> Improvvisamente un lampo, seguito da un forte tuono, squarciò il cielo e delle gocce di pioggia cominciarono a cadere.
 
<< Fa’ un po’ come ti pare, io torno a casa. >> E Petunia lasciò nuovamente sola la sorella al parco giochi.
 
  Lily valutò che prendersi qualche goccia di pioggia non era la fine del mondo, e decise di rimanere lì. In fondo, era solo un po’ d’acqua. Felice di sentirsi libera e poter finalmente fare quello che voleva, ripeté la sua acrobazia con l’altalena, ma questa volta atterrò un pochino più lontano, proprio di fronte al cespuglio dietro il quale era nascosto Piton, che cercava di non fare il minimo rumore. Lily si guardò bene intorno e, assicuratasi  di essere completamente  sola, colse un piccolo fiore dai petali bianchi. Dopodiché chiuse la mano a pugno e, quando la riaprì, i petali del fiore erano diventati color rosa pallido. Sorrise, e Severus giunse immediatamente alla conclusione che quello era decisamente il sorriso più bello del mondo, sia magico che non.
 
  La ragazza ripeté il gesto tre o quattro volte, facendo diventare i petali arancioni, blu, viola…  Finché un tuono, molto più potente del primo, rimbombò, e la pioggia cominciò subito a cadere violentemente. Lily lasciò andare il fiore a terra e si voltò, pensando che a quel punto era meglio tornare a casa, anche se malvolentieri.  Piton uscì in quel momento dal cespuglio, aprì l’ombrello e le corse dietro, deciso a fermarla.
 
<< Aspetta! >> Lily si voltò e rimase ad osservarlo, stupita e curiosa.
 
<< Ciao, ehm… -proseguì Piton, cercando di trovare una scusa adatta per averla fatta fermare- Non devi per forza andare via, puoi ripararti qui, se vuoi >> Disse, porgendole esitante l’ombrello.
 
  << G-grazie… >> Rispose lei,  imbarazzata, mettendosi sotto l’ombrello insieme a lui.
 
  Dopo qualche secondo di silenzio, Piton provò a rompere il ghiaccio.
 
<< Io sono Severus, ma puoi chiamarmi Sev >>
<< Lily. – rispose lei un po’ più sicura – Lily Evans, piacere >>
<< Il piacere è mio, Lily >>
 
  Piton era felice di essersi vestito in modo da sembrare un essere umano, almeno Lily non lo avrebbe giudicato poi così male. Il silenzio piombò nuovamente e, dopo due o tre minuti, Severus prese coraggio e, guardandola, disse: << Hai davvero degli occhi bellissimi >>
 
  Lei fece un sorriso smagliante.
 
<< Grazie! Lo pensi davvero? >>
<< Sì – asserì Piton – è la prima cosa che ho notato di te >>
 
  Lily non trovò nulla da rispondere e rimasero nuovamente senza parlare. Ma la cosa importante era che  Piton, per una volta, aveva fatto una buona impressione. La tensione si era affievolita e Lily sembrava più gioiosa di prima. Piano piano la pioggia cessò e le nuvole fecero posto al sole, rendendo luminoso il limpido cielo di Marzo.
 
<< Ti ringrazio di avermi tenuta al riparo – disse Lily, mentre Piton richiudeva l’ombrello – Domani sarò qui più o meno alla stessa ora… tu ci sarai? >>
<< Sì, credo di sì >> Non lo credeva, ne era assolutamente sicuro. Sarebbe stato lì a tutti i costi.
<< Beh allora… a domani Sev, e grazie ancora! >>
<< A domani, Lily >>
E, quando fu sicuro che lei non potesse sentirlo, aggiunse : << Mia dolce, dolcissima Lily… >>

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Capitolo 4
*** Dei bambini... speciali ***


ANGOLO AUTRICE: Prima di tutto vorrei ringraziare tutte le persone che hanno letto questi capitoli, in particolar modo Ruerue per aver inseireti questa storia SPONTANEMANTE e non sotto minaccia nelle preferite, Gaia_raggiodiluna_Piton,Lalla Bartowski,  Stormbringer14 ed xX__Eli_Sev__Xx per averla messa nelle seguite, quest’ultime due e Ruerue e per averle recensite, e tutti quelli che leggeranno questo capitolo, nella speranza che possa piacervi. Buona lettura! :) 
 

Capitolo 3

  Il giorno seguente Severus, giunto al parco, si sedette sull’altalena in attesa delle due sorelle Evans, felice di non doversi nascondere come aveva sempre fatto. Qualche minuto dopo, una chioma rosso fuoco si sedette accanto a lui, sorridendo.
 
<< Sei da sola – notò felice Piton – che è successo a tua sorella? >>
<< Ha la febbre – rispose Lily sospirando – ieri ha preso troppa acqua. >>
<< Mi dispiace >> No, non gli dispiaceva per niente, anzi…
<< Per fortuna oggi è una splendida giornata! >> Disse lei, con la sua solita allegria.
<< Già! Ti va di fare un giro? >> Lily acconsentì.
 
Scesero dalle altalene diretti a Sherwood,  la pineta non molto distante da casa Piton, a Spinner’s End, la strada popolata interamente da babbani, ad eccezione della sua famiglia.  Era l’unico luogo che Severus non riteneva essere squallido, nella città di Cokeworth dove la sua famiglia e quella degli Evans abitavano da tempo.
Arrivarono nei pressi di un fiume, ombreggiato dai grandi pini che ricoprivano il grazioso boschetto. Erano già stati lì, ricordo Piton, ma in un altro passato.
 
<< Severus… - esordì Lily, indecisa se proseguire o no con la frase.
<< Dimmi >>
<< Ieri… al parco, no? >>
<< Sì..? >>
<< Volevo sapere… da quanto eri lì? >> Piton incarcò un sopracciglio.
<< Perché me lo chiedi? >>
<< Perché… cioè… forse hai visto… niente… >>
 
Severus capì che Lily aveva paura che lui l’avesse vista praticare della magia, ma ovviamente non sapeva se e come poterglielo dire, perché in caso lui non fosse stato lì al parco da tanto tempo, dicendogli qualcosa del tipo: “Hey, non è che forse ieri mi hai visto cambiare il colore del fiore che avevo in mano? Già, sono magica! Posso anche sfidare la gravità rimanendo nell’aria come un uccellino! Forte, non credi?”
Di certo chiunque avrebbe pensato che lei fosse un po’ fuori di testa, e Lily ancora non si fidava così tanto di Piton per poter rischiare tanto.
 
Severus decise di renderle le cose semplici. Si chinò e prese una delle tante margherite lì a terra. Lily non distaccava lo sguardo dal fiore, un po’ temendo cosa sarebbe successo, mentre Piton, invece, con l’aria più disinteressata del mondo non distoglieva lo sguardo dal volto di Lily, e con nonchalance, dopo un suo schioccare di dita, la margherita prese fuoco.
 
<< Ommioddio!! – gridò Lily, stupita e preoccupata – Fermalo, ferma il fuco!! >>
 
Con un altro schiocco, il fiore ritornò allo stato originale, senza riportare segni di bruciature o perdita di petali.
 
<< Come hai fatto? >>
<< Esattamente come hai fatto tu ieri, e come avrai fatto tantissime altre volte, anche inconsapevolmente >>
<< E quindi… ci riescono tutti? Anche i miei amici? Riuscirebbero a rimanere qualche secondo nell’aria? E a far spostare gli oggetti solo con il pensiero? >>
<< No, non tutti possono fare queste cose >> Rispose Piton.
<< Mia sorella infatti nonostante sia più grande di me, non sa fare nemmeno una delle cose strane di cui io sono capace…. – rifletté Lily - perché? >>
<< Vedi Lily – cercò di spiegarle – esistono al mondo dei bambini speciali… >>
<< No! – fece Lily. Sembrava sconcertata – Non mi dire! Non pensavo che mia sorella lo fosse! >>
<< Ma veramente… >>
<< A scuola ce ne stanno tanti, di bambini speciali! O… diversi, dipende da come vengono chiamati – lo interruppe lei, nuovamente – però di solito hanno una maestra di sostegno al loro fianco che dà loro una mano, lì dove loro non riescono. Ma non ho mai sospettato che Tunia fosse una di loro! Voglio dire… nonostante pianga davvero tanto spesso e non sappia fare le cose straordinarie che faccio io… pensavo non avesse problemi di questo tipo! >>
<< Ma infatti non ne ha! >> Replicò Piton. Ma cos’aveva capito?
<< Ma se hai appena detto…? >>
<< Allora, lasciami spiegare. I bambini speciali, diversi, straordinari o qualunque appellativo tu voglia dargli… siamo noi! Non Petunia! Sono quelli come noi ad avere capacità non del tutto normale dal punto di vista babbano >>
<< Babbano? >> Fece Lily, ancora più scombussolata di prima.
<< I Babbani sono quelli come tua sorella. Non è un’offesa, con quest’aggettivo vengono chiamate semplicemente le persone che non riescono a fare… magie >>
<< Magie? Le mie sono… magie?!? >>
 
Da qui seguirono almeno un centinaio di domande, a cui Piton rispose sempre affabilmente , cercando di essere il più chiaro possibile. Le spiegò di Hogwarts, di Azkaban, dei Dissennatori e le accennò qualche magia che, mentì, aveva imparato da sua madre, ma che purtroppo non poteva ripetere poiché sprovvisto di bacchetta. Dopo un’ora o più, il sole stava calando, ed erano arrivati finalmente alle ultime domande.
 
<< E quando mi arriverà la lettera che mi comunicherà come andare ad Hogwarts?  >>
<< Dovrebbe arrivare il giorno del tuo undicesimo compleanno, ma per te, che sei figlia di Babbani, non arriverà la lettera, ma arriverà un mago che spiegherà ai tuoi genitori tutto, più o meno come sto facendo io ora con te. A me invece, il 30 Gennaio, è arrivata la lettera  perché, nonostante mio padre sia Babbano, mia madre è una strega ed è già stata ad Hogwarts, quindi mi ha insegnato lei tutte queste cose che so sulla magia >>
 
Mentì di nuovo. Nonostante avesse avuto molti parenti maghi e streghe, nessuno si era mai soffermato ad istruirlo un po’ sul mondo magico. Neanche sua madre gli aveva mai spiegato granché. Per non parlare di suo padre, che non si era mai interessato alla magia, e spesso sembrava anche che la disprezzasse. Non era mai riuscito a capire per quale motivo una coppia meno assortita come i suoi genitori avesse potuto sposarsi e innamorarsi, un tempo. Tutto ciò che sapeva, lo aveva imparato per esperienza, e osservando sua madre; ma sparatutto per esperienza.
 
<< Ma è fantastico! >> Esclamò Lily, interrompendo i suoi pensieri. << Non vedo l’ora di raccontarlo a Petunia! >>
<< Santo cielo, no! >> Fece Piton, esagerando un tantino nella reazione. Lily gli lanciò uno sguardo interrogativo. << Se tua sorella lo sapesse, come pensi che reagirebbe? >>
<< Beh… sarebbe…. felice per me? >> Tentò lei, non riuscendo a convincersi nemmeno da sola.
<< Non credo proprio. Se ha reagito in quel modo solo vedendo che tu riuscivi a fare un’acrobazia che lei non era capace a rifare, pensi che la sua reazione migliorerebbe sapendo che tu hai molte più capacità e poteri magici di lei? Che tu andrai  in una scuola fantastica ed incantata, provando cose che lei non potrà provare, vivendo emozioni che lei non potrà conoscere? >>
<< No.. sarebbe triste. O invidiosa >>
<< E non lo darebbe a vedere. Ti tratterebbe male perché vorrebbe essere come te, e tu finirai solo per starci male. Inoltre prenderebbe persino me in antipatia, se non qualunque cosa che ricordi la magia. Aspetta che venga il mago in questione a spiegare tutto alla tua famiglia, cercherà sicuramente di rassicurare Petunia, e lei non la prenderà tanto male. Spero. Prometti che aspetterai? >>
<< Va bene. – Promise Lily – tanto è solo tra due settimane! >>
<< Sei nata il 27 Marzo? >> Chiese Piton.
<< Esatto. >>
 
Guardarono il sole tramontare, poi Lily si alzò e, scaramagliando affettuosamente i capelli lunghi capelli di Piton, disse: << Sei una persona davvero intelligente Sev. Sono felice di averti conosciuto, ma ora devo andare, a presto! >>
Detto questo si alzò, lasciando un Piton felice e innamorato ad ammirare un altro po’ il sole tramontare.  

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Capitolo 5
*** Tra gaffe, pozioni e scope volanti ***


Una settimana dopo, Petunia guarì completamente, e fece ben volentieri conoscenza con Piton, il quale provò una piacevole sensazione allo stomaco quando Lily lo presentò come “un mio caro amico”. I tre passavano le giornate un po’ al parco di Cokeworth e un po’ a Sherwood, a giocare, parlare, rincorrersi, fare pic-nic, senza mai accennare all’argomento magia. Il giorno del compleanno di Lily, però, nessuna delle due si presentò al parco. Piton rimase ad aspettarle tutto il giorno, seduto sull’altalena, poi la sera, sconfitto, se ne tornò a casa. Quando il giorno seguente accadde la medesima cosa, Severus cominciò davvero a preoccuparsi e fu con meno aspettative, ma non perdendo del tutto la speranza, che il giorno dopo ancora ritornò al parco. Dopo un’oretta che era lì, sentì all’improvviso dei passi lenti. Sembrava che qualcuno si stesse avvicinando a lui cautamente, cercando di non farsi sentire.
  Fece per voltarsi, quando sentì due mani affondargli nelle spalle e qualcuno gridare:
 
<< BUUH! >> Piton sussultò.
<< Lily! >> Esclamò, sorpreso e lieto insieme.
 
  Un secondo dopo, stavano già ridendo come due scemi, riuscendo a fermarsi solo un quarto d’ora più tardi, con grande sforzo.
 
<< Come l’hanno presa i tuoi? – domandò Severus di colpo, alludendo alla notizia che lei era una strega – E perché non ti sei fatta vedere questi giorni? >>
<< Perché ci sono voluti ben due giorni per convincere i miei! All’inizio credevano fosse uno scherzo quando quel mago ha bussato alla nostra porta. Dopo che ha finito di parlare, i miei si sono messi a ridere, chiedendo dove fosse la telecamera nascosta. Petunia è stata l’unica a credere subito ad ogni parola, avendomi visto fare magie in passato, e tutto l’intero pomeriggio io, lei e il mago, abbiamo tentato di far entrare in testa ai miei che non era una presa in giro, ma vedendo che loro continuavano a non crederci, quest’ultimo è sparito all’improvviso, si è come… >>
<< …smaterializzato? >> Indovinò Piton.
<< Sì! Ed è tornato la mattina dopo con il preside della scuola, un tipo stravagante, con una lunga barba argentata, mi pare si chiami Albus Sapiente… >>
<< Silente >> La corresse.
<< Sì, giusto, Silente. Ha spiegato di nuovo con calma tutto ai miei genitori, i quali si sono fatti un’altra lunga risata, increduli.  A quel punto il preside ha tirato fuori la sua bacchetta e con un solo gesto ha cambiato la disposizione e il colore di tutti, ma dico tutti i mobili del salotto! Al ché i miei, finalmente persuasi, si sono ammutoliti. Dopo un bel po’ mio padre è riuscito a spiccicare un “Ok, ci crediamo”, mentre mia madre annuiva irrequieta. Così i maghi, soddisfatti, si sono nuovamente smaterializzati. Dovresti vedere i miei genitori! Mi osservano sempre tentennanti e un po’ impauriti, come se si fossero improvvisamente resi conto di avere un alieno dentro casa! Ma li capisco – aggiunse comprensiva – devono ancora abituarsi all’idea >>
<< E… tua sorella? >> Chiese Piton preoccupato.
<< Lei… beh, lei è felice per me! >>
<< Davvero? >>
<< Sì, dico sul serio!  Non è per niente arrabbiata o invidiosa, anzi… In questi giorni lei è l’unica che non mi guarda in modo strano, e quando siamo in cortile è lei la prima a chiedermi di mostrarle qualche trucco o magia, osservandomi affascinata >>
<< Beh è grandioso!  - rispose Piton, rincuorato – Ma come mai oggi non è con te al parco? >>
<< È a fare merenda a casa di Lacy, una sua compagna di scuola. – spiegò lei – Comunque… ho parlato anche di te >>
<< E…? >>
<< Petunia non vede l’ora di vedere fare magie anche a te, mentre i miei sono contenti che io abbia già un amico del mio… genere. Mi hanno persino chiesto se ti andrebbe di venire a pranzo da noi domani! >>
<< Sul serio? >> Non poteva crederci. Stava andando tutto anche meglio del previsto.
<< Certo! Ne sarebbero grati! E…anche io >> Aggiunse sorridendo.
 
  Il giorno dopo, a pranzo dagli Evans, filò fortunatamente tutto liscio.
Ai genitori di Lily piacque molto Piton, giudicandolo un bravo ragazzo, gentile ed educato, spronando le loro figlie a frequentarlo più spesso. Severus si offrì di ricambiare  l’invito a pranzo, e almeno per una volta i suoi, di fronte a degli ospiti, evitarono di litigare, dimostrandosi invece molto accoglienti.
 
  Arrivò Agosto, e gli ultimi giorni decisero di andare a Diagon Alley per fornirsi di tutto l’occorrente necessario per l’inizio dell’imminente anno scolastico. I coniugi Evans, insieme alle loro figlie, vennero risparmiati da viaggiare fino al Paiolo Magico, usando invece la Metropolvere. Con l’aiuto di Eileen, la madre di Severus, si spostarono dal camino alla meta desiderata, dicendone soltanto il nome e facendo attenzione ad essere il più chiari possibile nella pronuncia. Larry e Jane Evans rimasero a dir poco esterrefatti nel vedere tutte quelle strade traboccanti magia. Contemplavano le vetrine esporre dolciumi mai visti e sentiti prima, oggetti da forme strane, erbe magiche, pozioni…    Osservavano stupiti gente praticare magie con totale nonchalance e, distratti da tutte le cose incredibili che avevano intorno, stavano quasi per scontrarsi con un ragazzo in sella ad una scopa volante, la cui visione li sconvolse ancora di più.
  Dopo vari acquisti, uscirono dal Ghirigoro con una catasta di libri e fecero conoscenza con Olivander, il quale, dopo aver trovato la giusta bacchetta per Lily e Sev, spiegò loro l’importanza del legame fra un mago e la sua bacchetta. Dopodiché, Eileen portò tutti al bar-gelateria di Florian Fortebraccio. Jane, Lawrence ed Eileen si presero un semplice caffè sedendosi a un tavolino fuori al locale, mentre Piton, Lily e Petunia entrarono per prendersi qualcosa da bere anche loro. Arrivati al bancone, Severus fece un’esilarante gaffe. Tutto convinto e sicuro di sé, dimenticandosi per un momento di essere solo un undicenne, si rivolse alla barista ordinando “ Una Burrobirra ghiacciata, per favore” con aria da uomo vissuto. Inutile dire che tutti, compreso Florian, si fecero una grassa risata, mentre Piton cercava di farsi più piccolo che poteva per la vergogna, pregando in tutte le lingue Merlino di aprirgli un varco sotto i piedi per poter sprofondare. Alla fine tornarono al tavolino dopo che la barista ebbe rifilato loro tre succhi di zucca e un sacchetto di Gelatine Tuttigusti+1, facendogli persino lo sconto. Gli Evans passarono alla Gringott per aprire un conto a nome di Lily, versando un po’ dei loro risparmi cambiandoli in galeoni e, come ultima tappa, andarono al negozio di animali. Severus e Lily s’innamorò all’istante di un coniglietto bianco, chiuso in una piccola gabbia, mentre Severus rimase colpito da un gufo piccolo e nero come il carbone. Eileen glielo comprò subito, e lui lo chiamò Black, un nome non molto originale, ma a lui piaceva. Jane e Larry acquistarono invece il coniglio a Lily, che lo nominò Cherie. Gli Evans, sotto consiglio della signora Piton,  per compensare comprarono un elegante gufo, di nome Will, a Petunia, così da non farla sentire troppo tagliata fuori da un modo che non le apparteneva.
  La sera, gli Evans, Severus ed Eileen, tornarono ognuno a casa propria, con la promessa di vedersi presto. Quello, sperò Piton, era forse l’inizio di un bellissimo rapporto.

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Capitolo 6
*** Nuove antiche conoscenze ***


  1 settembre 1971, King’s Cross.
Eileen, Tobias e Severus si guardarono attorno e scorsero subito i quattro individui chiamati ‘gli Evans’, spostare disorientati lo sguardo dal binario nove al dieci, chiedendosi se si trovassero esattamente nel posto giusto.
  Severus piantò immediatamente i genitori dov’erano, e  si precipitò dagli Evans. Dopo avergli spiegato il procedimento per arrivare al binario 9¾, una famiglia li superò, prese la rincorsa, andò contro il binario 9, e scomparve. Questo almeno impedì a Jane e Larry di mettersi nuovamente a ridere increduli. Non troppo sicuri sul fatto che non si sarebbero schiantati, Larry e Jane fecero lo stesso, oltrepassando il binario di fronte, subito seguiti da Lily e Tunia.
 
  Piton lanciò un’occhiata ai suoi genitori.
  Il padre, Tobias Piton, osservava annoiato i Babbani scendere e salire dai vari treni. Si disinteressava completamente a qualsiasi cosa, sia del mondo magico che non; sapeva solamente lamentarsi, litigare con la moglie e non essere mai soddisfatto di niente. Fisicamente sembrava la copia di Vernon Dursley : grasso, quasi senza collo, con dei sottili baffetti castano chiaro e due occhi piccolissimi. Era evidente che Severus avesse ripreso tutto dalla madre. Erano identici. Eileen Prince aveva la pelle chiara, quasi giallognola, gli occhi color del carbone,il naso adunco e lunghi capelli corvini. Passava il suo tempo a sorbirsi le urla e le lamentele di quello scansafatiche del marito, quasi sempre senza reagire. Però, il giorno prima, era riuscita finalmente a farsi sentire, durante un loro litigio, incuranti o no del fatto che il loro figlio aveva ascoltato ogni parola dal piano di sopra.
 
 << Non m’importa quali altri importanti impegni tu abbia, Tobias! – aveva gridato lei - Anche se dovessi incontrare il Ministro dei Babbani in persona, NON-MI-IMPORTA! Severus è anche tuo figlio e domani verrai ad accompagnarlo alla stazione con me, che ti piaccia o no! >>
 << Ma no, dai! – aveva protestato il marito – Domani a quell’ora c’è la partita! Londra – Germania, capisci?! Ѐ super importante! >>
<< Chissenefrega della partita, te la registro! – Tobias sembrava un po’ più sollevato – Ma di sicuro – proseguì lei a denti stretti – non è più importante del primo giorno di scuola di tuo figlio, quello non si può registrare!! Domani partirà per  nove mesi. Nove! E lo vedremo solo per le vacanze di Natale e Pasqua! E tu, te ne strafreghi così, come se stesse solo uscendo a comprare il latte! Che razza di padre sei?! >>
<< Uffaaa! E va bene, va bene, vengo! >> Disse, arrendendosi.
<< Bene, sarà meglio! >>
<< Sì, ma adesso togliti che sta iniziando un programma interessante >>
 
  Piton sospirò, ripensando alla loro discussione, poi si rese conto che se non si fossero sbrigati avrebbero di certo perso il treno, quindi richiamò l’attenzione dei suoi genitori.
 
<< Mamma? Papà? Andiamo, è tardi! >>
 
  I tre entrarono nel binario 9, riapparendo subito in quello numerato 9¾ e raggiungendo gli Evans. L’Espresso per Hogwarts, lucido e scarlatto, era già in stazione, permettendo solo di scambiarsi gli ultimi addii.
 
<< Addio, Lily, buon viaggio! >> Disse il padre, stringendola a sé.
<<  Divertiti cara, fai la brava! Ci vediamo a Natale! >> Aggiunse sua madre, abbracciandola a sua volta.
<< Lily… - fece una vocina – ti prometto che ti scriverò ogni giorno! >>
<< Oh, Petunia…! >> Disse lei con le lacrime agli occhi. Il treno fischiò.
<< Ora devi andare! Ti voglio bene, divertiti! >>
<< Anche io! A presto, mandami Will! >> Rispose riferendosi al gufo che la sorella si era comprata giorni prima.
  Le buttò le braccia al collo, poi raggiunse in fretta Piton che, dopo un rapido saluto ai suoi genitori, salì sul treno con lei.
 
  Entrarono in uno scompartimento vuoto e si sedettero vicini, accanto al finestrino, e poggiando i bagagli sulla reticella sopra di loro insieme ai loro due animali da compagnia.
 
<< Sev? – disse Lily – Mi ripeti ancora i nomi delle case? >>
<< Allora… c’è Tassorosso, Corvonero, Grifondoro e… >>
 
  In quel momento la porta dello scompartimento si aprì e fecero irruzione tre ragazzi della loro stessa età, tutti e tre sembravano molto affascinanti per avere solo undici anni. Sedendosi, il primo di loro, occhi castani e capelli arruffati che gli conferivano un’aria di mistero, concluse ciò che Piton stava dicendo.
 
<< E Serpeverde, la casa più orribile di Hogwarts. Ѐ malefica, quasi tutti i maghi che ne hanno fatto parte hanno intrapreso pratiche e lavori oscuri. Oppure, sono finiti male >>
 
  Mentre in Piton stava per avere luogo una guerra interiore per decidere se rispondergli o meno a tono, un ragazzo dai lunghi capelli scuri lo precedette.
 
<< Ehi! – protestò – Tutta la mia famiglia è stata a Serpeverde! >> James lo osservò.
<< Oh – fece, inclinando leggermente la testa –peccato >> soggiunse, con un’aria che sembrava voler dire: “Peccato, sì, per te! Ti sei appena perso l’opportunità di entrare nella futura gang più in di Hogwarts!”
<< E… I tuoi sono finiti male o hanno abbracciato le arti oscure? >> Chiese l’ultimo di loro, un ragazzo dai capelli bruni, per vedere se quanto detto da Potter fosse vero.
<< In un certo senso… >> Ammise Sirius, sospirando.
<< Esattamente come vi avevo detto. Vedete? Io ho SEMPRE ragione >> Disse James compiaciuto.
 
  “Sempre il solito presuntuoso” Pensò Piton, e sbuffò. Ma nessuno sembrò accorgersene. Nessuno, tranne James, che cominciò a fissarlo.
 
<< Comunque, detto fra noi – continuò Sirius – io non ho il minimo desiderio di finire a Serpeverde, ma credo che verrei diseredato se ciò non accadesse… Tu invece dove vorresti andare? >>
<< Grifondoro, senza alcun dubbio! – rispose Lupin – E tu James? James..? >>
 
  Ma Potter sembrava non ascoltarlo e continuava a squadrare Piton, mentre invece Lily spostava silenziosamente lo sguardo dal suo amico, ai tre nuovi arrivati che avevano di fronte. Dopo vari attimi di silenzio Severus, stanco del peso di quello sguardo, a cui si erano aggiunti quelli di Remus e Sirius che sembravano essersi accorti della sua presenza solo in quel momento, chiese, con la sua solita voce fredda:
 
<< Qualcosa non va? >> James sembrò riscuotersi.
<< Oh no, nulla – rispose – solo mi chiedevo… prima stavate parlando anche voi delle case, se non sbaglio. Quindi… tu cosa ne pensi invece….? >>
<< Piton. Severus Piton >> Disse, chiedendosi quanto avrebbe dovuto aspettare prima che cominciassero a storpiare il suo nome.
<< James >>
<< Sirius >>
<< Remus >> Si presentarono a loro volta. Poi, ripresero a guardare Severus in attesa della sua opinione.
<< Sinceramente – esordì, mandando all’aria tutti i suoi buoni propositi – non prenderei malvolentieri l’ipotesi di finire a Serpeverde. Credo invece che sia sbagliato definire ‘malefica’ un’intera casa basandosi solamente su degli stupidi stereotipi >>
<< Veramente – ribatté James – io non mi baso su degli stereotipi, ma su dei fatti. Tutti sanno che a Corvonero finiscono i più logici, a Tassorosso quelli che non dimostrano qualità particolari, a Serpeverde… beh, sì, i più scaltri, ma anche i più nefasti, e a Grifondoro – concluse con uno sguardo sognante – i più coraggiosi! >>
<< E a Grifondoro – lo corresse Piton – chi predilige i muscoli al cerv.. – oh, no! – ..ello >>
 
  Si pentì di averlo detto già a metà frase. Perché? Perché lo aveva detto? Non si ricordava forse la frase sprezzante che Sirius gli aveva dato in risposta? La frase che aveva dato inizio ad anni ed anni di odio reciproco? Ma forse…, in Piton si accese una speranza, forse il giovane Black, quella volta, non avrebbe reagito in quel modo… forse c’era una possibilità!
 
<< E tu dove speri di finire, visto che non hai nessuno dei due? >> disse… no, questa volta non fu Sirius, bensì il solito Potter.
 
  Lily spalancò la bocca, indignata. Mentre Severus si preparava a rispondergli per le rime, sentì qualcuno rincarare la dose.
 
<< Che ne sai? – disse Sirius – Magari hanno instituito una nuova casa gestita da sciampisti… almeno gli insegnano a lavarsi i capelli! >>
 
  I due scoppiarono a ridere, mentre Lupin lanciava a Severus delle occhiate di scusa. Remus era sempre stato diverso dagli altri Malandrini, e Piton non era mai riuscito a capire perché avesse scelto di frequentarli.
  Lily, alla provocazione di Sirius, scattò in piedi.
 
<< Voi… voi… - disse con tutto il disprezzo possibile – siete due ingrati, stupidi, infantili, maleducati!! Andiamo, Sev! >>
<< Sì – rispose Piton alzandosi a sua volta – cerchiamo uno scompartimento con delle… persone >>
 
  Lily afferrò le due valigie e il box contenente Cherie, e si avvicinò alla porta quando, improvvisamente, si voltò verso Severus alle sue spalle.
 
<< Black!! >> esclamò.
<< Black? >> Ripeterono James, Sev e Lupin, confusi.
<< Che vuoi da me? >> Chiese invece Sirius, con un tono insolente e per niente gentile.
<< E chi ti ha detto niente a te? – ribatté Lily, sprezzante – Sev, ti stai dimenticando Black >> Aggiunse poi, in modo raddolcito,  indicando la gabbietta in cui il piccolo gufo nero dormiva, ignaro.
 
  Tutti in quel momento sembrarono capire e Severus, disperato, si mise le mani fra i capelli. Cavolo.
  Come – cavolo – aveva – cavolo – fatto a non pensarci – cavolo -?
Come – cavolo – aveva potuto non rendersi – cavolo – conto che Black era il – cavolo di – cognome di uno dei suoi – cavolo – peggiori nemici?
 
<< Black?! – esclamò Sirius, trattenendo a stento una risata – Hai chiamato il tuo gufo… BLACK?! >> Ripeté. Lily era al limite della sopportazione.
<< Sì, il suo gufo si chiama Black. E allora? >> Sirius rideva così tanto che fu James a rispondere.
<< E allora nieeente, solo non sapevamo che il tuo fidanzatino nutrisse questa grande devozione per Sirius, tutto qui! >>
 
Cavolocavolocavolocavolocavolocavolo!!!

  Lily, non capendo, li ignorò e si sporse per prendere l’animaletto posto sulla reticella portabagagli. Accanto ad essa c’era una grossa valigia, con un’etichetta che riportava scritto il nome di…
 
<< Sirius… Black??!! >> Lesse Lily, sconvolta.
 
  I due ridevano troppo per riuscire a fare ulteriori battute, mentre Lupin mormorava frasi del tipo: << Mi dispiace… scusate… sono fatti così… >>
  Scocciata di rimanere lì anche solo un secondo di più, porse la gabbietta a Severus che ormai aveva acquisito lo stesso colore scarlatto del treno, e si avviò una seconda volta verso la porta. Qualcuno, però, li precedette, aprendola lentamente da fuori. Sulla soglia, stava un bambino basso, ricurvo, con i capelli sul grigio scuro e i denti sporgenti. Sembrava la caricatura di un topo.
 
<< S-scusate… - disse questo timidamente, torcendosi le mani – v-vi dispiace s-se… se entro anch’io? C-c’è posto…?  >>
<< Sì – disse Lily, con rabbia – tanto io e Severus ce ne stavamo giusto andando >>
<< Sì – le fece il verso James – tanto io e Mocciosus  ce ne stavamo giusto andando! >>
 
  Dopodiché Lily, sbuffando, uscì sdegnata dallo scompartimento, seguita da Sev, lasciando il giovane Peter Minus a James e Sirius che non la finivano più di sghignazzare, e a un Lupin imbarazzato per il comportamento dei suoi nuovi amici. 

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Capitolo 7
*** Lo Smistamento ***


Ehilà!! Allora prima di tutto un grazie enorme ai vecchi lettori e ai nuovi, a chi legge e basta e chi invece esprime anche la propria opinione… Eccoci qui al momento tanto atteso. Dove finirà il nostro Piton? Grifondoro? Serpeverde? Nella Casa gestita da Sciampisti? Lo scopriremo nella prossima puntata! Cioè… ora… Bene, vi lascio al capitolo, buooona lettura! :3
 
  Con passo deciso e fumante di rabbia, Lily percorreva i corridoi in cerca di uno scompartimento non troppo pieno.
 
<< Quel presuntuoso… arrogante… infantile… >>
<< …maleducato, superbo, presuntuoso di un Potter >> Concluse Piton.
<< Giusto! In qualunque casa finisca mi auguro che non sia la sua! E quella del suo amichetto… quel Black! Il tuo gufo porta il suo cognome… e quindi??! >>
<< E quindi povero gufo! >> Concluse Severus, strappando una risata a Lily.
 
Alla fine, i due optarono per il terzultimo scompartimento, occupato solo da due ragazzi, un maschio e una femmina, seduti in silenzio l’uno di fronte all’altra.
 
<< Salve >> Dissero Sev e Lily contemporaneamente.
<< Primo anno? >> Chiese il ragazzo.
<< Già – disse Piton – anche voi? >>
<< Eh sì… >> rispose di nuovo lui.
 
  Piton prese posto accanto al ragazzo e Lily si sedette dirimpetto a lui.
 
<< Io sono Lily Evans, piacere! >> Disse lei.
<< E io Severus Piton >>
<< Adam Murray, piacere mio! >> Si presentò il ragazzo.
<< Piacere, Mary McDonald >> Disse finalmente la ragazza, che finora non aveva aperto bocca, stringendo la mano a Lily e porgendola poi a Severus. Ma Piton la fissava, immobile, con la mente improvvisamente altrove.
 
  Mary McDonald, Mary McDonald, Mary McDonald... Mary....
 
 
“Ehi! Sei di Grifondoro?”
“Sì. Che vuoi?”
“ Aspetta… ma io ti conosco!”
“Certo che mi conosci, l’altr’anno il tuo amichetto ha solo cercato di cruciarmi…”  La ragazza, che era sui quindici anni, sbuffò.
 
“Ah, Avery… Me n’ero dimenticato…”
“Io no, chissà perché?”
 
  Sospirando, la ragazza si voltò e fece per varcare il ritratto della Signora Grassa, ma il ragazzo, disperato, le bloccò un braccio.
 
“No aspetta!”
“Ma si può sapere che vuoi?”
“Lily. Chiamala, ti prego!”
“Lily? Lily Evans? Non avrei mai creduto che un giovane Mangiamorte come te si sarebbe mai abbassato voler parlare con una ‘sudicia sanguesporco’! O forse è una scusa per testare delle nuove magie oscure?”
“No… no, ascolta… È proprio per questo motivo, io… Volevo scusarmi con lei!”
“Senti è inutile, davvero. È veramente arrabbiata e con te non vuole più avere niente a che fare”
“Ma mi dispiace! Mi dispiace davvero! – la ragazza alzò un sopracciglio – E mi dispiace anche per quello che ti ha fatto Avery.  Ma per favore, ti supplico! Aiutami a parlarle, falla venire qui! È importante che lo sappia”  La ragazza sospirò di nuovo.
“Va bene, vedo quello che posso fare… ma non prometto nulla!” Il ragazzo si rincuorò.
“Grazie, grazie! E… e se non vuole uscire… se non vuole giuro che dormo qui fuori fino a domattina!”
“Beh, il pavimento non è tanto scomodo!” Disse la ragazza,lanciandogli un’occhiata divertita prima di scomparire definitivamente dietro il ritratto.
 
 
<< Sev…? Severus!!? >> La voce di Lily lo risvegliò da quel lontano flash che apparteneva ad anni orsono, ad una vita che non esisteva più ormai.
<< Oh! Ehm… scusatemi, non so cosa mi abbia preso! Piacere mio, Mary >> Fece stringendole la mano.
 
  Mary McDonald non era molto diversa da come se la ricordava. Portava i capelli biondo scuro, corti e ricci ed era magrolina.
  Quell’ Adam Murray, invece, non lo aveva mai sentito nominare prima d’ora. Sicuramente a quel tempo era finito in case come Corvonero o…
 
<< Tutta la mia famiglia è stata in Tassorosso! >> Disse Adam, confermando le sue teorie.
 
  Passarono il resto del tempo a parlare delle Case, nelle nuove materie, del Quidditch… Quando passò la sorridente donna con il carrello dei dolciumi, si divisero i soldi e si fecero tutti e quattro una bella scorpacciata di Zuccotti di Zucca, Cioccorane, Pallini Acidi e quant’altro.
  Poco prima di arrivare in stazione, si infilarono velocemente la divisa di Hogwarts, ovvero la lunga tunica nera, e dieci minuti dopo il treno si fermò, annunciando il loro arrivo. Come da regolamento, lasciarono i loro bagagli sull’Espresso, sapendo che avrebbero poi ritrovato le loro cose sistemate e al loro posto nei rispettivi dormitori. Tutti scesero dal treno, dove scorsero subito (era difficile non notarlo, nonostante fosse buio) un omone dall’aspetto spaventoso, ma dagli occhi buoni. Era alto e grosso almeno il triplo di un uomo normale e portava una lunga barba nera.
 
<< Primo anno! Primo anno con me, seguitemi! >> Gridò.
 
  I ragazzi del primo anno non se lo fecero ripetere due volte (poteva anche avere gli occhi più amabili del mondo, ma era pur sempre un mezzogigante!) e lo seguirono attraverso una fitta e buia foresta. A parte quando un panorama di Hogwarts non strappò loro un sonoro “Ooooh!”, nessuno aprì bocca, finché non giunsero al Lago Nero.
 
  Come ordinato da Hagrid, si divisero in gruppetti da quattro e ognuno salì su una piccola barca di legno.
  Lily, Severus, Adam e Mary scelsero ovviamente la stessa, facendo attenzione a prendere bene le distanze da James e Sirius. Arrivati alla riva opposta, attraversarono un lungo tunnel, poi arrivarono a un porto sotterraneo dove dovettero arrampicarsi per una ripida scogliera.
  Severus era ormai abituato, ma Lily si trovava in evidente difficoltà e cadeva quasi ad ogni passo.
  Piton  se ne accorse.
 
<< Dammi la mano >> Le disse, sorridendo
<< No, non preoccuparti, ce la faccio da sola! >> Replicò non del tutto convinta.
 
  Alzò una gamba per scavalcare  uno scoglio particolarmente alto, e si accorse subito che senza l’aiuto di qualcuno non sarebbe mai riuscita a salire.
 
  << Su, Lily! Dai la mano a Mocciosino, il tuo fidanzatino! >> Intervenne James, accompagnato dalla risata di Sirius e il timido sogghigno di Peter.
<< Oh, James, e dacci un taglio! >> Esclamò Lupin, facendo ammutolire tutti.
 
  Severus ne approfittò del momento per prendere la mano di Lily e aiutarla a scavalcare lo scoglio, e insieme riuscirono ad arrampicarsi con facilità.
 
    Hagrid li accompagnò di fronte all’enorme portone di quercia.
 
<< Ci siamo tutti? >> Chiese con la sua voce risuonante.
 
Mentre i ragazzi annuivano in risposta, il grande portone si spalancò. Una strega alta, dai capelli neri raccolti, degli occhiali sottili sul naso e vestita con un’elegante abito verde scuro, ringraziò Hagrid e prese il suo posto, accompagnando i nuovi studenti in una saletta vuota.
 
<< Chi è quella? >> Bisbigliò Lily, a Severus.
<< La professoressa McGranitt. Me… - aggiunse in fretta – me lo ha detto mia madre! >>
 
<< Benvenuti ad Hogwarts - la McGranitt iniziò il suo solito discorso - Il banchetto per l'inizio dell'anno scolastico avrà luogo tra breve, ma prima di prendere posto nella Sala Grande, verrete smistati nelle vostre Case. Lo Smistamento è una cerimonia molto importante, perché per tutto il tempo che passerete qui a Hogwarts, la vostra Casa sarà un po' come la vostra famiglia. Frequenterete le lezioni con i vostri compagni di Casa, dormirete nei dormitori della vostra Casa e passerete il tempo libero nella sala di ritrovo della vostra Casa… >> Piton emise un gemito.
<< Tutto ok? >> Gli chiese Lily.
<< Sì, sono solo agitato… >> Rispose. In effetti, era la verità. Lily gli sorrise incoraggiante.
<< Le quattro Case si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Ciascuna ha la sua nobile storia e ciascuna ha sfornato maghi e streghe di prim'ordine. Per il tempo che resterete a Hogwarts, i trionfi che otterrete faranno vincere punti alla vostra Casa, mentre ogni violazione delle regole gliene farà perdere. Alla fine dell'anno, la Casa che avrà totalizzato più punti verrà premiata con una coppa, il che costituisce un grande onore. Spero che ognuno di voi darà lustro alla Casa cui verrà destinato.  La Cerimonia dello Smistamento inizierà tra pochi minuti, davanti a tutti gli altri studenti. Nell'attesa, vi suggerisco di farvi belli più che potete. Tornerò non appena sarete pronti per la cerimonia, nel frattempo, vi prego di attendere in silenzio >> 
 
  Detto questo uscì, lasciando nella mente di Piton il ricordo di quando, in un altro e lontano passato, lui l’aveva schiantata per fingere di essere dalla parte di Voldemort, ricevendo invece l’odio di tutti quelli per cui lottava.
  Lily si guardò intorno e, assicuratasi che i suoi nuovi nemici fossero abbastanza lontani, si avvicinò di più a Piton.
 
<< Ehi Sev… >> gli sussurrò all’orecchio.
<< Dimmi >>
<< In Caso finissimo in una casa differente… - Piton represse il secondo gemito – rimarremo comunque amici… vero? >>
<< Certo Lily! >>
<< Sempre? Qualunque cosa accada? >>
<< Sempre >> Confermò Piton, che cominciava davvero a sentirsi male.
 
  Lily, inaspettatamente, lo abbracciò, ma si staccò in fretta perché la McGranitt aveva fatto ritorno. Li fece mettere in fila e li condusse dentro la Sala Grande. Era illuminata da migliaia e migliaia di candele sospese a mezz'aria sopra quattro lunghi tavoli, intorno ai quali erano seduti gli altri studenti. I tavoli erano apparecchiati con piatti e calici d'oro scintillanti. In fondo alla sala c'era un altro tavolo lungo, intorno al quale erano seduti gli insegnanti. Fu lì che la professoressa McGranitt accompagnò gli allievi del primo anno, sempre tutti in fila. Qua e là, tra gli studenti, i fantasmi a lui familiari punteggiavano la sala come velate luci argentee. Lily alzò lo sguardo in alto e vide un soffitto di velluto nero trapunto di stelle. Anzi, sembrava proprio che non ci fosse il soffitto, ma che si affacciasse direttamente sul firmamento.
 
<< Allora è qui! – esclamò Lily a Severus – E qui dove mi hai detto  che il soffitto per magia somiglia al cielo di fuori! >>
<< Wow, te lo ricordi! >> Si sorprese Piton.
<< Certo! >>
 
  Intanto, la professoressa McGranitt aveva collocato uno sedia di fronte a loro. O meglio, quello che per tutti gli altri studenti era un semplice sgabello a quattro gambe, e loro erano in fila per lo Smistamento, che per Piton quello era in realtà una terribile ghigliottina mentre lui era in fila per il patibolo.
  Sopra allo sgabello tanto temuto da Severus, la professoressa pose il Cappello Parlante che, come ogni anno, spalancò la sua… ‘bocca’ e cominciò a cantare il solito benvenuto.
 
Forse pensate che non son bello, 
ma non giudicate da quel che vedete 
io ve lo giuro che mi scappello 
se uno più bello ne troverete. 
Potete tenervi le vostre bombette 
i vostri cilindri lucidi e alteri, 
son io quello che al posto vi mette 
e al mio confronto gli altri son zeri. 
Non c'è pensiero che nascondiate 
che il mio potere non sappia vedere, 
quindi indossatemi ed ascoltate 
qual è la casa in cui rimanere. 
È forse Grifondoro la vostra via, 
culla dei coraggiosi di cuore: 
audacia, fegato, cavalleria 
fan di quel luogo uno splendore. 
O forse è a Tassorosso la vostra vita, 
dove chi alberga è giusto e leale: 
qui la pazienza regna infinita 
e il duro lavoro non è innaturale. 
Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio, 
se siete svegli e pronti di mente, 
ragione e sapienza qui trovan linguaggio 
che si confà a simile gente. 
O forse a Serpeverde, ragazzi miei, 
voi troverete gli amici migliori 
quei tipi astuti e affatto babbei 
che qui raggiungono fini ed onori! 
Venite dunque senza paure 
E mettetemi in capo all'istante 
Con me sarete in mani sicure 
Perché io sono un Cappello Parlante! 
 
Dopo un lungo applauso, la McGranitt si fece avanti tenendo un lungo rotolo di pergamena.
 
<< Quando chiamerò  il vostro nome, voi metterete il cappello in testa e vi siederete sullo sgabello per essere smistati» disse. << Avery, Gaylord! >>
 
  Chiamò, e il futuro Mangiamorte si mise il Cappelli in testa, fiero di sentirsi annunciare: << SERPEVERDE! >> Seguito dal lungo applauso della sua nuova Casa.
 << Banks, Tyler! >>
<< CORVONERO! >>
<< Black, Sirius! >>
<< GRIFONDORO! >> Lily parve stupirsi.
<< Cummings, Walter! >>
<< TASSOROSSO! >>
<< Doyle, Dakota! >>
<< GRIFONDORO! >>
<< Elros, Maurice! >>
   
  Poi accadde.
 
<< Evans, Lily! >>
 
  La McGranitt pronunciò il nome della sua amata e lei guardò Severus preoccupata.
 
<< Andrà tutto bene, vedrai >> La rassicurò. Lei gli strinse la mano, poi si avviò con gambe incerte  e si sedette sullo sgabello.
 
  Per un momento, Severus sperò che la sentenza fosse diversa. Se il Cappello l’avesse mandata a Serpeverde, forse… Ma l’unica flebile speranza svanì al grido del cappello parlante.
 
<< GRIFONDORO! >> Annunciò.
 
  Lily si tolse il Cappello, lo consegnò alla professoressa, e corse verso al tavola dei Grifondoro esultanti. Guardò Severus, e gli fece l’occhiolino. Sarebbe andato tutto bene, sarebbero finiti nella stessa casa, pensava lei. Sirius le fece posto sulla panca ma lei, riconoscendolo, si andò a sedere da tutt’altra parte. Non voleva avere niente a che fare con quel maleducato.
 
  Dal canto suo, Severus era disperato. Sentì: << Mellville, Eva! >> e << Minus, Peter >> Diventare due Grifondoro, << Mulciber, Terence >> Serpeverde, ovviamente << Murray, Adam! >> un Tassorosso come previsto << Potter, James!>> - colpo al cuore – Grifondoro, e infine  << Reyes, Maximinus >> Serpeverde.
  Serpeverde…. Voleva diventare un Serpeverde? Certo! Ma solo se anche Lily lo fosse stata, e lui sarebbe stato pronto a diventare anche Farfallabianca pur di starle vicino! Si era lasciato così tanto andare nei suoi pensieri, che non si accorse che la McGranitt lo aveva chiamato già un paio di volte.
 
<< Su signor Piton, non c’è bisogno di essere preoccupati! È solo questione di indossare il Cappello! >> Era proprio quello, il punto, pensò Piton.
 
 La McGranitt, che aveva dovuto scambiarlo per un ragazzo piuttosto timido e insicuro, gli sorrise incoraggiante invitandolo a salire. Ignorando le risate di scherno provenire da James, Sirius e Peter al tavolo dei Grifondoro, si avvicinò al Cappello a passi lenti e pesanti.
 
  Come poteva fare?  Improvvisamente un ricordo. Un’idea. Un nome. Harry Potter, l’alunno che lui odiava, figlio dell’uomo che in un tempo ormai inesistente  aveva ricevuto l’amore di Lily. Della sua Lily. Un amore che Severus aveva sempre ritenuto immeritato. Pensò dunque al piccolo Potter nel suo primo giorno di scuola, al momento dello Smistamento. Serpeverde. Sarebbe dovuta essere quella la sua casa, ma le sue insistenti preghiere avevano persuaso il Cappello a cambiare opinione. Doveva fare come lui, sarebbe stato l’unico modo per non separarsi da Lily lasciandola di nuovo sola tra le grinfie di James e del suo fan club.
  Con la speranza che pregare il Cappello lo avrebbe aiutato, si sedette sul traballante sgabello, mentre la McGranitt gli poneva l’insolito copricapo sulla testa.
 
“Non Serpeverde, non Serpeverde, non Serpeverde…!” Pensò .
“Ti vedo combattuto ragazzo – mormorò il Cappello – Dici di non voler andare a Serpeverde, ma non lo pensi davvero. Non è quello che vuoi…”
“Sì invece! È ciò che voglio! Non voglio appartenere alla Casa dei Serpeverde!”
“Ah, dici di no, eh? Eppure non è quello che pensi…”
“No, invece! Non Serpeverde! Non voglio!” Non poteva negare a lungo. Quel Cappello era capace di leggere la mente meglio del più esperto Legilimens.
“Oh, sì che lo vuoi, eccome! Allora… cos’è che ti spinge a rifiutare la Casa a cui sei predestinato? O meglio… chi?”
“Nessuno! Sono solo io, solo io che non voglio far parte di Serpeverde! Per favore!”
“Ok, quindi non Serpeverde… Che ne dici allora di Corvonero? Ci sono molte persone intelligenti lì…” Piton non rispose. “Oppure Tassorosso, una Casa anche questa niente male…” E se lo avesse voluto mandare a Tassorosso? Cosa avrebbe fatto? Era ovvio che il Cappello aveva capito il suo intento. “Infine c’è Grifondoro, culla dei coraggiosi di cuore… Potrei mandarti lì, visto che le altre due case non sembrano convincerti… - Severus trattenne il fiato – Culla dei coraggiosi di cuore… Ma nella tua testa sento come del disprezzo verso questa casa, vorresti farne parte, ma sai bene che non ne saresti adatto…”
“No, non è vero! Sono adatto, Grifondoro è perfetto, assegnami lì!” Era disperato.
“Ma Severus, sai bene che non è ciò che vuoi veramente. Tu sei un Serpeverde, mandarti a far parte di un’altra Casa non sarebbe giusto né nei tuoi confronti né in quelli degli altri studenti. Se non vuoi separarti da qualcuno, non devi stare continuamente nei suoi paragi, ma dimostrargli che ci tieni, in ogni occasione!”
“Sì ma, per favore, per favore! Assegnami a Grifondoro!”
“Mi dispiace ragazzo, sai che non posso…”
“Sì che puoi, aspetta, sì che puoi...!!” Ma ormai era inutile, e lo sapeva.
<< SERPEVERDE!!! >>
 
  Il gridò risuonò per tutta la sala grande, lacerando così tanto l’anima di Severus che avrebbe potuto generare minimo un migliaio di Horcrux.
 
 
 
*ANGOLO AUTRICE*
 
Per chi è arrivato fino a qui… Grazie grazie e grazie infinite! *w* Ora vi prego… NON UCCIDETEMI! O meglio, prima di uccidermi dovete sapere che è stato difficile anche per me fare questa scelta e scrivere a malincuore questo capitolo… Ma se rimarrete con me scoprirete che ci sono dei motivi per cui ho messo il nostro Sev a quell’orribile Casa, che capirete più avanti. Ma è proprio qui che la cosa si fa interessante(?). Cosa farà Sev? Prenderà confidenza con Avery, Malfoy e il resto dei Mangiamorte? Resterà davvero accanto a Lily? Continuerà ad offendere tutti i mezzosangue? Le risposte arriveranno a loro tempo per ora… Grazie ancora e tanti saluti!
GJ <3

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Capitolo 8
*** Another Flashback ***


 





  Nononononono
! Non Serpeverde! No! Non riusciva a crederci, l’angoscia e lo sconforto lo avevano completamente invaso. Rimase immobile lì seduto su quello sgabello da cui, aveva pensato, si sarebbe alzato per raggiungere il tavolo dei Grifondoro. Invece non sarebbe stato così. No. No…
  La professoressa McGranitt, lo ritenne nuovamente un ragazzo timido e insicuro, quindi provò a incoraggiarlo.
 
<< Bene signor Piton! Serpeverde! Orsù, ora però puoi anche alzarti e raggiungere la tua nuova Casa! >>
 
  Severus, ancora sconvolto, si alzò lentamente dallo sgabello e i Serpeverde applaudirono per fargli coraggio. Severus guardò Lily, che aveva la stessa espressione triste e stupita dipinta sul volto. Continuava a guardarla non accorgendosi , però, di essere arrivato alla fine de soppalco…
 
<< Attenz…! >> fece la McGranitt, ma ormai era troppo tardi.
 
  Severus cadde ruzzoloni, facendosi tutti e tre i gradini da seduto, e arrivando a terra allo stesso modo. L’applauso di una sola tavolata si trasformò ben presto nella risata di quasi  tutti i presenti.
 
<< BUUUU! >> Sentì urlare da James e Sirius, ma li ignorò. Quello era il più piccolo dei suoi problemi, in quel momento.
 
  Minerva gli venne prontamente incontro, aiutandolo ad alzarsi. Bastò una sola sua severa occhiata ai suoi allievi, che le risate cessarono di colpo, e i Serpeverde ripresero ad battere le mani.  Severus, ancor più demoralizzato, si sedette al suo nuovo tavolo.
 
<< Benvenuto  fra noi  - Disse una voce austera, ponendogli una mano sulla spalla – Io sono il prefetto dei Serpeverde, Lucius Malfoy e spero tu possa onorare la tua nuova Casa… >>
 
“Meglio di quanto tu abbia fatto finora..” Pensò Lucius, ma evitò di dirlo.
 
<< Sì, certo… >> Disse Piton, ancora più imbarazzato, cogliendo i pensieri di Malfoy.
 
  Si sedette fra due ragazzi.
 
<< Ehi, ti sei fatto male? >> Chiese uno di loro, che si tratteneva visibilmente dal ridere.
 
  Piton non si accorse nemmeno che a fare quella domanda era stato nientemeno che Gaylord Avery, e che invece alla sua sinistra sedeva Terence Mulciber. Era troppo preso dai suoi pensieri.
  Gaylord, non ricevendo risposta e rendendosi conto che Severus era ormai finito in un'altra dimensione,  cominciò a discorrere con Mulciber.
  Presto apparvero le pietanze più gustose mi esistite sulla faccia della terra, ma Piton aveva lo stomaco troppo chiuso anche per far entrare una fogliolina d’insalata, e non toccò cibo, non notando Avery e Terence che facevano il bis servendosi liberamente dal suo piatto.
  Improvvisamente, un omino dai neri occhi maligni e una grande bocca, sorvolò il tavolo dei Serpeverde e cominciò a girare intorno a Severus.
 
<< Pity è rattristato, nella casa sbagliata è stato smistato! >> cantò, a mo’ di filastrocca.
<< Pix!! – Tuonò una voce potente che proveniva da un fantasma grosso e ricoperto di sangue, seduto all’altro capotavola – questa non è assolutamente la Casa sbagliata! Hai forse un problema con Serpeverde? >>
<< No Barone, no signor Barone, questa Casa è la migliore, davvero! >>
<< Bravo Pix, ora sparisci! >>


  Detto questo Pix si volatilizzò immediatamente e puntò invece vero i Grifondoro. Si mise proprio accanto a Lily e, con il suo solito tono canzonatorio, disse: << La rossa è rattristata, dal suo ragazzo è stata separata! >>
  Sirius e James scoppiarono a ridere e Pix, compiaciuto, batté loro il cinque prima di svanire completamente. Severus guardò verso Lily. Mentre tutti erano già al dolce, lei aveva ancora il piatto colmo di zuppa di pomodoro, la prima portata. 
   Lucius era intento a raccomandare ai primini di non dare molta confidenza a Pix, quando Silente annunciò la fine della cena.
  Silente… Silente.. cos’è che gli aveva detto quel “lontano” 1997?
 
  “Sei un uomo molto più coraggioso di Igor Karkaroff. Sai, a volte credo che lo Smistamento avvenga troppo presto…”
 
  Parole, parole che non avevano dato nessun risultato, neanche dopo 27 anni dopo il suo primo Smistamento…
  Tutti intonarono l’inno della scuola, poi i prefetti si alzarono, seguiti dagli allievi in attesa di andare nei propri dormitori.
  Lucius Malfoy arrivò nei sotterranei e, dopo aver detto la parola d’ordine, tutti attraversarono la sala comune per fiondarsi a letto. Ma più passavano le ore, più Severus non riusciva a prendere sonno. Si girava e si rigirava fra le lenzuola, pensando… A che era servito tornare indietro nel tempo? A cosa era servito se era costretto a rivivere tutto ciò che era stato prima? Sì, aveva fatto amicizia con Petunia, ma questo non impediva a Lily di innamorarsi di James, prima o poi!
 
“Se tu vuoi puoi, Severus! Puoi sempre fare qualcosa, non darti per vinto! E portami un ghiacciolo al limone, già che ci sei” Gli sembrò di sentire la voce di Albus nella sua testa.
 
  Se voleva, poteva. Ma cosa poteva fare?
  Come se avesse appena ricevuto una scossa elettrica, Severus si alzò di scatto. Prese un foglio di pergamena, un po’ d’inchiostro, e cominciò a scrivere.
 
“Cara Lily,
da una parte spero che tu stia dormendo, così sarai ben riposata per il primo giorno di  lezioni domani! Da una parte invece spero che tu sia sveglia, sia perché mi piacerebbe ricevere subito una risposta, sia perché mi dispiacerebbe far rimanere fuori dalla tua finestra Black tutta la notte. Prima di tutto, volevo chiederti di provare a sopportare i Maland… - No, ma che Malandrini? Cancellò le ultime due parole e riscrisse - … a sopportare James, Sirius e Peter. Anzi, stagli proprio alla larga e, se puoi, stai alla larga anche da Lupin. Lui per ora non sembra avere nulla che non va, ma dato che sta insieme a quei tre se non stessi lontano da lui allora è come se stessi vicino a gli altri tre! Capito? – Ma che caspita stava scrivendo? – Beh, bando alle ciance. I motivi per cui ti ho scritto sono due. Volevo farti sapere quanto sia enormemente dispiaciuto dal fatto che siamo finiti in due case diverse, ma nel contempo volevo rassicurarti che continueremo comunque a vederci spesso, e che, ovviamente, rimarremo sempre amici. Con questo ti saluto, e ti auguro una buona notte. Ti voglio tanto bene – Bene? Solo bene? Evitò di pensarci – Ancora buonanotte.
Baci,
Tuo Sev. ”
 
  Non sembrava scritta da un bambino di 11 anni, ma che importava? Almeno ci aveva provato. Uscì di nascosto dai dormitori e si diresse in guferia che, come sapeva, non era mai chiusa a chiave. “Anche se mi trovano – pensò Piton – non possono farmi nulla. Del resto sono un professore”. Rise di sé stesso rendendosi un’altra volta conto che no, ora non era più un professore. In teoria aveva 11 anni anzi, in teoria, doveva essere morto, cibo per serpenti-Horcrux. Entrò nella guferia e trovò subito quella palletta nera tutta piume che era il suo gufo. Gli consegnò la lettera e volò via. Presto, neanche un minuto dopo, ritornò con una busta in mano. La risposta di Lily era già arrivata.
 
“Caro Sev,
menomale che è arrivata la tua lettera! Almeno mi sono distratta un po’, in questa che sembra una notte in bianco… Infatti per sfortuna mia, ma per fortuna di Black (il gufo, intendiamoci) neanche io stavo dormendo. E comunque devi stare tranquillo, so già di mio che devo stare alla larga da quei tre, e purtroppo anche da Remus che sembra l’unico ad avere un po’ di sale in zucca, soprattutto ora che hanno fatto amicizia con Pix. È davvero terribile quel poltergeist! So che rimarremo sempre amici, io mi fido di te, Sev. Non sei il tipo che abbandona delle vecchie amicizie lasciandosi condizionare da un’altra Casa! – arrivato qui a Severus mancò un battito. Si sentiva ancora così in colpa… - Ma adesso basta, proviamo a prendere sonno! Sono tre ore che mi sto leggendo il libro di Pozioni, l’ho letteralmente finito! – Piton sorrise – Allora buonanotte, Sev!
Con tantissimo affetto,
Lily”
 
  Quelle  ultime parole…  “Con tantissimo affetto, Lily”… Finalmente erano riferite a lui, e non a qualcun altro…
 
 
 
Come un ladro era entrato nel vecchio rifugio a Grimmauld Place 12. Quella casa era piena di tesori, ma lui non ne toccò neanche uno. Si precipitò nella camera dell’ormai deceduto Sirius e aprì tutti i libri della biblioteca, scrollandoli in cerca di una lettera, un precisa lettera. Finalmente, dopo qualche minuto di ricerca, la trovò. Era contenuta in un libro spesso e dalla rigida copertina rossa, ed era composta da due fogli. “Caro Felpato –iniziò a leggere – volevo ringraziarti per…” No. Non se ne faceva niente di quella. Prese il secondo foglio. “…possa  mai essere stato amico di Gellert Grindelwald. Personalmente, sono convinta che stia perdendo il senno! Con tantissimo affetto, Lily”. Ecco, era questa. La ripiegò con cautela, facendo attenzione a non bagnarla con le lacrime che gli scendevano a fiotti, e la infilò sotto la veste. Dopodiché strappò in due la foto allegata, gettando via la metà con James  ed Harry, e tenendo per se quella in cui Lily sorrideva, felice…
 
  Severus si riscosse. Stava decisamente avendo troppi flashback quel giorno. Forse era il traumatico ritorno a scuola, che non è mai amato da nessuno, persino da un professore, o meglio, un ex-professore.  Tornò di soppiatto nei dormitori, evitando alla grande Mrs Purr e, con il pensiero della ridente Lily adulta, si addormentò.
 
  Il giorno seguente, durante a colazione, la professoressa McGranitt passò a consegnare gli orari delle lezioni.
 
Prima ora: Trasfigurazione con i Grifondoro
Seconda ora: Incantesimi con i Grifondoro
Terza ora: Pozioni con i Grifondoro
Quarta ora:  Erbologia con… i Corvonero
 
  Quello che aveva detto a Lily per rassicurarla, si era verificato reale. Non sarebbero stati poi così distanti visto tutte le ore che avevano insieme quel giorno. Vide Lily sorridergli dal tavolo dei Grifoni. Avevano avuto lo stesso pensiero.
  Finita la colazione (dopo aver visto l’orario Sev era riuscito a mangiare qualcosa) Lily uscì dalla fila dei Grifondoro e raggiunse Severus.
 
<< Cosa fai?! >> Chiese lui, stupito.
<< Ti sto accanto, no? >> Disse lei con semplicità, sorridendo.
<< Dovresti stare con quelli della tua… “famiglia” >> Disse citando la McGranitt.
<< Ma Sev, tu sei della mia famiglia! >>
 
  Detto questo lo lasciò basito e tornò dai Grifondoro. Severus la guardava mentre parlava con due ragazze, tra cui Mary McDonald.
 
   “Sei della mia famiglia..”
Lily gli rivolgeva queste frasi con leggerezza, con l’innocenza di una bambina, e nemmeno sapeva quanto per Severus erano importanti, quanto significassero per lui…
 
  Arrivarono di fronte all’aula di Trasfigurazione. Piton fece per entrare, quando Sirius lo superò, dandogli una gomitata.
 
 << Dai del tuo meglio, Mocciosus! >>
<< Già – rincarò subito James – se la McGranitt ti fa qualche domanda puoi sempre fingere di cadere dalla sedia… >>
 
  E risero delle oro stupide offese.
 
<< Su, entrate! Forza! >> Ordinò Remus spingendo dentro l’aula Peter, Sirius e James. << Non farci caso, sai… - fece poi a Severus – non vedono l’ora che ti facciano qualche domanda, il loro divertimento si limita nel vederti fare scena muta… >> Sospirando, entrò anche lui in classe.
 
“Scena muta… - pensò Severus – Questo è tutto da vedere..”
 
  Dopodiché entrò in aula a sua volta, pronto a sfoderare tutta l’Hemione Granger che era in lui.





*ANGOLO AUTRICE*

Ringrazio di nuovo tutti quelli che leggono, recensiscono o danno anche solo un'occhiata alla storia. Se siete arrivati fino a qui vi adoro u.u Allora che dire... questo capitolo è un po' corto, ma il prossimo compenserà... 
Grazie di nuovo a tutti,
GJ Dunkel

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Capitolo 9
*** Sapere Aude ***








 
  Lo sguardo severo di un gatto sulla cattedra, osservava tutti gli alunni delle due case, pronti a sostenere la prima lezione di Trasfigurazione. I banchi erano singoli, e Severus si sedette nella fila dei Serpeverde.
 
 
  << Ehilà! >> Disse una ragazza dai capelli rossi al banco di fronte al suo, voltandosi.
<< Per la barba di Merlino… Lily!! Che ci fai qui? I Grifondoro sono dall’altro lato! Questa è la fila dei Serpeverde, in caso non lo sapessi… >>
 
  Prima che Lily potesse rispondergli, si sentì la voce di James esclamare:
 
<< Ehi ragazzi! Quella  strega della McGrannit ancora non arriva! Pregusto già una fantastica prima ora di buco… >>
 
  Tutti risero, ma quell’aria di allegria durò molto poco, giusto il tempo di vedere il felino seduto sulla cattedra diventare…
 
<< Si dà il caso che ‘quella strega della McGranitt’ sia già qui da tempo, aspettando semplicemente che i loro educati –James deglutì - alunni fossero pronti per la lezione… >>
 
<< Ma lei… lei è… >> Fece un ragazzo dai capelli scuri, piuttosto confuso.
<< Si esatto, sono un Animagus. Signor Potter, visto che le andava tanto di parlare, saprebbe forse spiegarmi cos’è un Animagus? >>
 
James la fissava come se gli avesse appena chiesto il numero esatto di tutte le  stelle nel cielo.
 
<< Presumo di no… - fece la McGranitt, scettica – nessun altro..? >>
 
  Il silenzio dell’intera aula le fece capire che per loro il termine da lei usato era pari a un vocabolo elfico. Poi, però, la mano di Severus scattò velocemente in alto.
 
<< Oh, signor Piton, vedo che le è passata la timidezza quindi! >> Severus alzò gli occhi al cielo, mentre l’allegro trio tratteneva le risate. << Può dirmi lei allora cos’è un Animagus visto che nessuno sembra saperlo? >>
<< Un Animagus – spiegò – è un mago o una strega che è in grado di trasformarsi in uno specifico animale senza l’ausilio di un incantesimo o della bacchetta. Tale abilità non è ereditaria, infatti solo stregoni molto potenti e qualificati sono in grado di diventare Animagi . Infatti maghi e streghe con questa abilità sono davvero rari. Inoltre ogni Animagus deve obbligatoriamente registrarsi al Ministero della Magia all’ufficio Improprio della Magia descrivendo il tipo di animale in cui si trasforma >>  
<< Eccezionale! Spiegazione attenta ed esauriente! Cinque punti a Serpeverde! >>
 
  James spalancò la bocca, sorpreso, ma non fu l’unico.
 
<< Wow! >>
<< Caspita! >>
<< Complimenti Severus! >>
 
  Esclamarono i Serpeverde, grati.
 
<< Silenzio! Silenzio per favore! – tuonò Minerva riportando subito il silenzio – Una cosa è fondamentale per chi vuole seguire le lezioni di Trasfigurazione e continuare con una carriera da mago. Una cosa soltanto. Non dovete assolutamente parlare se non interpellati. O toglierò tanti di quei punti alla vostra Casa che saranno costretti a rimuovere la clessidra dalla Sala Grande! Chiaro?!?>>
 
  Nessuno rispose, temendo che dicendo qualcosa la professoressa avrebbe messo in atto quanto appena promesso.
  La McGranitt sbuffò.
 
<< Adesso potete parlare… >>
 
  Tutti però si limitarono ad annuire, non osando comunque aprire bocca.
 
<< Allora, bene, possiamo cominciare… >>
 
  La McGranitt lanciò una veloce occhiata alla classe, e il suo sguardo si soffermò sulla fila dov’era seduto Piton.
 
<< Signorina Evans – disse – non era forse stata smistata in Grifondoro? >>
<< Sì, professoressa McGranitt >>
<< E allora come mai è tra i Serpeverde? >>
<< Oh, mi dispiace professoressa McGranitt, non ci avevo fatto caso! >>
 
  Lily raccolse le sue cose e guardò rammaricata Severus, il quale le fece un cenno di’incoraggiamento.
 
<< Ma come prof? Vuole davvero dividere di nuovo la rossa e il suo fidanzatino? Già ci ha pensato il Cappello Parlante, ora ci si mette anche lei?! >> Fece James a voce alta, scaturendo le risate dei soliti due.
 
  L’occhiataccia di Remus e Lily, fu nulla in confronto a quella della McGranitt.
 
<< Ti avevo avvertito Potter e, come si dice, “mago avvisato mezzo salvato”! Ma evidentemente non è il tuo caso… Cinque punti in meno a Grifondoro! >>
 
  James abbassò la testa.
 
<< Ma non è giusto, prof! >> Protestò Sirius.
<< È più che giusto! E poi esigo che mi si chiami ‘professoressa’, non ‘prof ’! >>
<< Ma prof..! >> Tentò ancora Sirius.
<< Basta! Altri cinque punti in meno a Grifondoro! >>
 
  Presto gli altri Grifoni cominciarono a guardare quel gruppetto in modo seccato. Erano passati solo venti minuti e già avevano perso dieci punti, mentre la loro casa rivale ne aveva acquistati cinque.
 
<< E pensare che è la direttrice di questa Casa… >> Mormorò Peter.
<< Cosa, signor Minus? >>
<< Nulla, nulla, prof… - occhiataccia – …essoressa… >>
<< Mi auguro – disse Minerva – che ora sia possibile proseguire tranquillamente la lezione… - squadrò il trio disturbatore e continuò - Di fronte a voi è posto un fiammifero >>
 
 Tutti guardarono interrogativi il banco vuoto.
 
<< Ma professoressa… - azzardò Mary McDonald – veramente non c’è nessun fiammifero… >>
 
  La McGranitt schioccò le dita e in men che non si dica sul banco di ognuno comparì un piccolo cerino.
 
<< Ooooh! >> Esclamarono tutti sorpresi, eccetto Severus.
<< Come ha fatto, professoressa? >> Chiese Lily, curiosa.
<< Si chiama ‘magia’ Evans, forse se la tua testa non fosse così occupata a pensare a Mocciosus ti ricorderesti di essere una strega anche tu! >> Disse James. Sirius e Peter sghignazzarono.
<< Signor Potter! Non - si- deve - ASSOLUTAMENTE! - parlare se non interpellati!!! >> Ripeté infuriata la McGranitt tra i denti. Severus non l’aveva mai vista così arrabbiata, nemmeno quando tempo fa l’aveva vigliaccamente schiantata… << Dieci punti in meno a Grifondoro!  E… Evans, - proseguì con più calma - riguardo alla tua domanda, potrò risponderti in modo più esauriente in seguito, per ora preoccupiamoci di svolgere in modo corretto questo esercizio primario. Come dicevo, di fronte a voi c’è un comune fiammifero. Dovete concentrarvi al massimo e maneggiare la vostra bacchetta. Il vostro obiettivo è riuscire a trasfigurare il cerino in un ago, una spilla da balia. E badate, non è così semplice, nessuno da quando insegno io, è mai riuscito alla prima lezione, nemmeno dopo un’intera ora di tentativi! - Sirius sbuffò incredulo -  Dico sul serio, signor Black. Molte persone come lei partono con il presupposto che la trasfigurazione sia una  passeggiata e poi falliscono come niente. Perché sì, può sembrare semplice trasformare una cattedra in un maiale, ma solo se visto dall’esterno. Per riuscire ad arrivare a questi livelli, occorrono anni ed anni di allenamento >>
<< Trasformare una cattedra in un maiale? Impossibile?! >> Esclamò James, mentre qualcuno annuiva, della stessa idea.
 
  Senza dire nulla la McGranitt si voltò, agitò la bacchetta, e in men che non si dica trasformò la cattedra in un suino sotto gli occhi sorpresi di tutti, facendolo poi tornare alla forma originale.
 
<< Soddisfatto, signor Potter? E pensare che era proprio lei a ricordare alla signorina Evans delle sue capacità magiche… >> Severus e Lily sorrisero soddisfatti e si lanciarono uno sguardo. << Bene, potete iniziare! >>
 
  La McGranitt diede il via, e tutti tentarono di apporre qualche cambiamento al loro cerino. Severus alzò la bacchetta, la puntò verso il fiammifero, e questo si trasformò immediatamente in un ago. Minerva sussultò, stupita.
 
<< Signor Piton! Eccezionale! Sorprendente! Sembra avere anni e anni di esperienza, mi stupisco che questa sia la sua prima lezione ad Hogwarts! Quindici punti a Serpeverde! >>
 
<< Quindici punti?! >> Esclamò Sirius.
<< Quindici punti?! >> Ripeté Peter Minus.
<< Prof, ma non è possibile! – rincarò James - A me se sembra tento che lei faccia dei favoritismi… >>
<< Favoritismi?! Ma che insolenza! E a dirlo è proprio un alunno della mia casa! Toglierò cinque punti ciascuno per la vostra impertinenza! Quindici punti in meno a Grifondoro! >>
 
  Questa volta evitarono di protestare, anche se era difficile ignorare le occhiatacce dei loro compagni di Casa e i sorrisi felici dei Serpeverde.
  Verso la fine dell’ora, Lily fu l’unica che riuscì a modificare il fiammifero per buona parte, e la professoressa assegnò a Grifondoro cinque punti, facendo salire di poco il punteggio ormai quasi al limite.
 
   Conclusa la lezione. Severus e Lily si avviarono insieme verso l’aula d’Incantesimi.
 
<< Sev, sei stato un grande! >>
<< Mi dispiace che abbiate perso dei punti… >>
<< Scherzi? Io invece sono felice, se lo sono meritato quei tre! >>
 
  Arrivati in classe, tutti presero posto e Lily, suo malgrado, si trovò accanto a Remus e davanti a Peter e James.
 
<< Buongiorno a tutti, sono il professor Vitious, il vostro nuovo insegnante di Incantesimi! >>
 
  La voce proveniva da un ometto molto basso, in piedi su un mucchio di libri spessi che, dopo aver spiegato quale secondo lui fosse l’importanza della sua materia, assegnò ai suoi alunni il loro primo esercizio.
 
<< Afferrate la piuma di fronte a voi, agitate piano la bacchetta e dite attentamente ‘Wingardium Leviosa’. Dopo alcuni tentativi la piuma dovrebbe cominciare a sollevarsi. Provate! >>
 
  Severus sbuffò, incurante del fatto che James lo stava osservando, prese la bacchetta e pronunciò: << Wingardium Leviosa! >>
  La piuma si alzò dal banco e si innalzò, dopodiché bastò un altro gesto e la penna tornò al suo posto.
 
<< Complimenti, complimenti! – squittì il professor Vitious – Dieci punti a Serpeverde! >> James bussò sulla spalla di Lily, facendola voltare verso di lui.
<< Ehi, Evans! Ma com’è bravo il tuo fidanzatino! Non credi che prima o poi ti mollerà vedendo quanto sei incapace? >>
 
  Lily, rabbiosa, impugnò la bacchetta e gridò: << WINGARDIUM LEVIOSA! >>
 
  La sua piuma volò in aria, si diresse rapida verso James e lo colpì in un occhio.
 
<< AAAH! >> Gridò lui, dolorante, coprendosi un occhio con le mani.
 
  Remus e Sirius scattarono in piedi.
 
<< Nonono, è tutto a posto, non c’è motivo di preoccuparsi! Gli incidenti capitano continuamente! >>
<< Già… incidenti… >> Mormorò Lily sottovoce.
<< Black, per favore accompagni Potter in infermeria e spieghi a Madama Chips l’accaduto – Sirius e James uscirono dalla classe – Signor Lupin, la prego, potrebbe fare cambio di posto con… - si guardò intorno - …con il signor Piton? Vorrei potesse dare una mano alla signorina Evans, se possibile >>
<< Nessun problema >> Disse Remus e, sorridendo a Severus, prese il suo posto.
<< Non ci posso credere! >> Fece Lily.
<< Già, che fortuna! – disse Sev – Comunque, l’esercizio non è affatto difficile. Prendi la bacchetta e… >>
<< Oh ragazzi, non me n’ero reso conto! L’ora è conclusa, potete andare! Piton, potresti continuare a dare il tuo aiuto alla signorina Evans? >>
<< Certo professore >> Confermò lui.
<< Ottimo, potete andare ragazzi, arrivederci! >>
            
 
<< Adesso sei tu ad essere stata una grande! >> Disse Piton, una volta nei corridoi.
<< Già! È stato del tutto intenzionale però, lo giuro! >> Replicò ridendo.
 
  Arrivati nell’aula di Pozioni, il giovane Horace Lumacorno  diede a tutti un caloroso benvenuti.
 
<< Salve, giovani allievi! Sono il vostro insegnante di Pozioni nonché direttore della Casa di Serpeverde, Horace Lumacorno! Per il primo sebbene non facile compito che vi assegnerò siete pregati di disporvi in un tavolo da lavoro in quattro, due Serpeverde e due Grifondoro >>
 
  Horace scelse le varie coppie e la sfortuna si guardò bene dall’assistere nuovamente Severus. Al tavolo di lavoro accanto al suo, vi erano Mary McDonald, Remus Lupin, Terence Mulciber e Maxwell Grey, un altro Serpeverde. Mentre lui era costretto a lavorare con…
 
<< Gaylord Avery, Lily Evans, Severus Piton e James Potter. Siete pregati di sedere al tavolino centrale. Siamo tutti sistemati? Bene. Seguite attentamente le istruzioni e cimentatevi nella vostra prima pozione della vostra vita >>
 
 A questa affermazione, Severus fece un ghigno.
 << Che c’è? Che ci trovi di divertente? Vuoi forse farci credere che hai già fatto migliaia di pozioni nella tua giovane vita? >>
<< Non ho assolutamente detto questo, Potter, anzi : non ho assolutamente aperto bocca >>
<< Dillo che non vedi l’ora di metterti in mostra e far vedere a tutti quanto sei bravo! Ma non durerà a lungo, le poche cose che sai prima o poi svaniranno! >>
<< Smettila James, fatti gli affari tuoi! Sei solo invidioso! >> Intervenne Lily.
<< Oh ma certo! Sempre a difendere il suo fidanzatino, ma che dolce! >>
<< Ehm.. scusate… >> provò a dire Avery.
<< SILENZIO! >> Strillarono i tre di rimando.
 
  Continuarono a guardarsi in cagnesco, poi Lily disse.
 
<< Scusaci Avery, cosa stavi dicendo? >>
<< Beh penso che sarebbe il caso d’iniziare a lavorare, gi altri sono già a metà… >>
<< Che accidenti dobbiamo fare? >> Chiese James, afferrando il libro con la pagina aperta alla prima pagina.
<< Una pozione contro l’acne, estremamente facile >> Rispose Severus.
<< Estremamente facile! E perché non la fai solo tu, allora? Dimostra questa facilità a noi altri ignoranti! >>
<< Si dà il caso che questo sia un lavoro di gruppo… >> Disse Lily.
<< Ah sì? Oppure la verità è che il tuo fidanzatino si dà tante arie, ma in realtà teme di toccare la pozione perché in tal caso correrebbe il rischio di perdere il piccolo foruncolo che gli fa da cervello?! >> Lily fece per protestare, ma Piton la precedette.
<< Più che altro non capisco come mai tu voglia far fare la pozione solo a me, visto che quello che ne ha più bisogno sei tu… >>
<< Io? Ma cosa stai dicendo? Il mio viso è perfetto! >> Disse, mettendosi preoccupato le mani sul volto.
<< A me non sembra… >>
Puntò la bacchetta verso di lui e gridò: << Furunculus! >>
  Improvvisamente, il viso di James fu ricoperto di acne.
 
<< Oh per la miseria! – proruppe Lumacorno, precipitandosi al loro tavolo – Oh per la miseria! Ehm… Black, accompagni il signor Potter in infermeria! >>
<< Caspita, è la seconda volta! >> Disse Sirius, prendendo sottobraccio James e uscendo.
<< Ma come le è saltato in mente, signor Piton? I ragazzini così giovani non devono usufruire di tali incantesimi! Non voglio colpevolizzare un’intera casata togliendo dei punti generali, quindi penso che un discorsetto con il preside è quello che ci vuole! Vada subito dal preside, signor Piton, e non voglio che questo si ripeta un’altra volta durante la mia ora! >>
 
  Severus si alzò con aria colpevole, ma Lily gli fece l’occhiolino in modo complice.
 
<< Ne è valsa la pena, Sev! >> bisbigliò.
 
 Severus le fece un debole sorriso e lasciò la classe sotto gli occhi di tutti, temendo già la terribile ramanzina di Silente…

 

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Capitolo 10
*** Ti voglio bene! ***











 
  A testa bassa, Piton si diresse verso l’ufficio del direttore.
Senza porgli alcuna domanda, i gargoyle si spostarono e lo lasciarono passare. Camminò demoralizzato fino alla scrivania, dove un ancora giovane Silente era intento a leggere La Gazzetta del Profeta.
 
<< Ehm… >> Fece Piton, cercando di attirare la sua attenzione.
<< Oh! – esclamò Silente, alzando la testa – Salve Severus, mi avevano avvertito che saresti venuto. Suvvia, mettiti comodo >>
 
  Sempre con gli occhi rivolti verso il pavimento, Piton prese posto di fronte  a lui.
 
<< Allora, a cosa devo questa visita? >>
<< Io… io ho… - esordì titubante – ho scagliato una fattura contro… un mio compagno di classe… >>
<< Che ti sta particolarmente antipatico immagino, giusto? >>
<< Giusto… >>
<< Bene! >> Dichiarò Silente.
<< B- bene..? - chiese Piton, confuso – Non mi dà nessuna punizione? >>
<< Ah, già. Beh, questo dipende >>
<< Da cosa? >>
<< Ovviamente, per ogni sbaglio c’è una lezione da imparare. Tu l’hai imparata la lezione? Hai capito che quanto fatto al tuo compagno, per quanto antipatico possa essere, è sbagliato? >>
<< Sì… questo l’ho capito.. >>
<< Davvero? Quindi, potresti affermare che… non so, se tu avessi la possibilità  di tornare indietro, eviteresti di scagliare contro a Potter quella fattura? O ricadresti di nuovo nello stesso errore? >>
 
  Piton alzò finalmente lo sguardo da terra e guardò Silente dritto negli occhi, scrutandolo.
Albus sapeva? Era tornato indietro anche lui? Faceva parte dell’altro passato?
 
<< No, non lo rifarei >> Affermò. Silente sogghignò.
<< Ah, Severus! Apprezzo il fatto che tu sia disposto a mentire solo per evitare una punizione, ma se dovesse accadere di nuovo una cosa simile, non sarò ugualmente tollerante. Ci siamo intesi? >>
<< Sì professor Silente, grazie >>
 
  Severus si alzò e si avviò verso la porta ma, prima di uscire, si voltò nuovamente verso Silente. Doveva sapere.
 
<< Professor Silente? >>
<< Sì, dimmi >>
<< Secondo lei è possibile tornare indietro nel tempo? Magari per… per rimediare a degli errori, come ha detto lei? >>
<< Vedi Severus – rispose sorridendo affabilmente – niente, è impossibile, se ancora lo si riesce a immaginare >>
 
  Detto questo gli fece l’occhiolino, e gli fece cenno di congedarsi dal suo ufficio.
 
                                                           
***
 
<< Allora? Com’è il preside? >> Chiese Lily curiosa, mentre si dirigevano lei verso Storia della Magia, e lui verso Erbologia.
<< Abbastanza comprensivo direi >>
<< Ti ha rimproverato? >>
<< Non proprio. Più che altro mi ha fatto intendere che, per me, sarebbe meglio non rifare più una cosa simile >>
<< Te lo ha fatto intendere come? Attraverso una minaccia? Lo dicono tutti che è un po’ fuori di testa… >> Severus scoppiò a ridere.
<< Ahahahahah! Lily! Ma i presidi non  minacciano le persone! E poi Silente non è fuori di testa… è geniale! >>
<< Se lo dici tu… >> Fece lei, alzando le spalle.
<< Ehi, Mocciosus! Dove stai andando? A pulire la stanza dei trofei? >>
<< Oppure ti hanno costretto a comprare un po’ di sapone? Sai, quella cosa profumata, con cui di solito ci si lava… Non ne hai mai sentito parare, vero? >>
 
  Sirius e James, seguiti dagli altri due, avevano fatto irruzione ponendosi fra Lily e Severus.
 
<< Fai ancora lo sbruffone? Non ti è bastato l’incantesimo  che ti ho fatto a Pozioni? Oppure ne vuoi un altro assaggio? >> Reagì Piton, tirando fuori la bacchetta.
<< Fermi! Basta! >> Gridarono Lily e Remus all’unisono.
 
  Mentre James, Sirius e Peter erano intenti a guardare Lupin, sbigottiti, Severus ne approfittò per prendere da parte Lily.
 
<< Lils, sei sicura di voler rimanere da sola con questi tre? >>
<< Non sarò da sola, c’è anche il professor Rüf a lezione! E in ogni caso c’è sempre Remus, lui sembra riuscire a tenerli a bada quei due.. >>
<< Mmm, va bene… Ma in caso avessi bisogno di me… >>
<< So difendermi da sola, Sev! E poi, tu non dovresti sbrigarti? Sei in ritardo per Erbologia!>>
<< Cavolo, hai ragione! A dopo Lils! >>
 
  Severus corse a perdifiato fino alla serra, dove la professoressa Sprite, fortunatamente, era ancora in attesa dei ritardatari e non aveva iniziato la lezione.
  Quest’ultima non si rivelò molto interessante, sia perché non c’era nessun James da mettere in imbarazzo con le sue risposte esatte, sia perché i suoi pensieri erano sempre rivolti a Lily. La sua dolce Lily…
  Uscendo dalla serra, però, Severus notò un piccolo fiore rosa, in un vaso.
  Era un giglio.
Senza pensarci due volte, lo estrasse delicatamente dal terreno, e lo infilò nella profonda tasca della tunica nera. 
  Decise di aspettare, fuori dalla porta dell’aula, che Lily uscisse da lezione, così da andare insieme verso la Sala Grande. Erano già passati dieci minuti, ma pensò che fosse del tutto naturale, visto il modo in cui il professor Rüf era solito tenere le lezioni…
 Finalmente, dopo altri dieci minuti, la porta della classe si aprì, e Lily ne uscì fuori imbufalita come non mai.
 
<< Ehi Lily! >>
<< Sev! Cosa ci fai qui? >>
<< Ti stavo aspettando, no? >>
<< Ah, giusto. Cos’abbiamo ora? >>
<< Direi… il pranzo? >> Lily scoppiò a ridere.
<< Oddio è vero! Me n’ero completamente dimenticata! >>
<< Ma cosa ti era successo? >>
<< Quando? >> Chiese Lily.
<< Prima. Sembravi… arrabbiata. Ti hanno dato fastidio i Malandr… ehm, voglio dire… James e Sirius? A proposito, com’è proseguita la lezione di Pozioni? >>
<< Abbastanza bene, sono stata l’unica a riprodurre la pozione in modo perfetto! Il professor Lumacorno ha detto che ho un talento naturale per la sua materia! – Piton sorrise – E comunque no, questa volta non sono stati James e il suo seguito a farmi arrabbiare… Ero altamente scocciata per via del professor Rüf. Ma andiamo! A volte sembra persino che si dimentichi di avere una classe! Ha cominciato a straparlare a non finire sin dall’inizio, sembra come se stesse facendo un monologo teatrale! >>
<< Oppure – propose Piton,  ridendo – è estremamente innamorato della sua voce… >>
<< Mah,  secondo me non si è nemmeno reso conto di essere morto secoli fa… A proposito, com’è la professoressa Sprite? Ho Erbologia con lei alla terza ora, domani… >>
<< Beh, è abbastanza brava a spiegare. Certo, non è la professoressa migliore di Hogwarts ma… AH! >> Scattò Piton, colpendosi la fronte con una mano.
<< Che ti succede? >> Chiese Lily, preoccupata.
<< Quasi dimenticavo… >>
 
  Si mise una mano in tasca e, sorridendo, porse a Lily il fiore che le aveva preso.
 
<< Tieni – disse – L’ho preso per te. È un giglio… >>
<< Grazie Sev! – esclamò lei, sorridendo a sua volta – È il mio fiore preferito! È stato davvero un pensiero carino da parte tua! >>
 
  Detto questo, gli buttò inaspettatamente le braccia al collo. Severus sussultò, sorpreso.
 
<< Ti voglio bene Sev! Sei il mio migliore amico! >>
 
‘E io invece ti amo - pensò lui - sono anni, che ti amo…’
 
<< Ti voglio bene anch’io, Lily >> Disse invece, chiudendo gli occhi e respirando il profumo dei suoi lunghi capelli rossi.
 
James intanto, stava passando di lì, seguito dai soliti tre quando, poco lontano, vide Lily e Severus abbracciati l’un l’altra.
 
<< Puah! >> Fece, sprezzante.
<< Che succede James? >> Chiese Sirius.
<< Sì, che succede James? >> Ripeté Peter a ruota, cercando di rimanere al passo.
<< Guarda un po’ là, che scena vomitevole! >> Disse indicando Severus e Lily.
<< Si stanno solo abbracciando, James. Non ti stanno dando alcun fastidio, smettila di comportarti da bambino, una buona volta >> Replicò Remus.
<< Ehi Rem, ma cos’hai il ciclo in questi giorni? >> Chiese Sirius, scaturendo l’ilarità generale. Lupin alzò gli occhi al cielo.
<< Sì, il ciclo lunare… >> mormorò.
<< Che hai detto? >> Chiese Black.
<< Niente, niente… >>
<< E poi – proseguì James – ho 11 anni, e in teoria sono ancora un bambino. Come dovrei comportarmi? >>
<< Potresti provare ad essere mentalmente superiore! Per esempio, hai mai provato a chiederti come mai t’importa tanto? A te cosa interessa se Evans e Piton sono così amici? >>
 
  Detto ciò, proseguì verso la Sala Grande, seguito dagli altri tre. James invece, rimase indietro, pensieroso.
 
  Già, pensò, perché gli importava tanto? Per Evans? Sicuramente no! Non era affatto per Lily, assolutamente no! Cosa gliene poteva fregare di una stupida ragazzina, presuntuosa, antipatica, con quei lunghi capelli profumati, quel sorriso radioso, quegli occhi verdi capaci di rapire lo sguardo di chiunque…
 
<< Ehi James! Ti vuoi dare una mossa?! >> La voce de Sirius lo riscosse dalle sue riflessioni.
<< Arrivo! >>  Fece di rimando.
 
  Ma che diamine stava pensando? Che gli era venuto in mente?
  No, si ripeté, di quella saccente della Evans non gliene importava un fico secco. Ma di Mocciosus… oh, di Mocciosus sì! Eccome! Gli aveva fatto fare la figura dello stupido per due volte, di fronte a tutti! Si sarebbe vendicato di lui, in modo o nell’altro. Era una promessa. 

 

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