You always will be my angel

di madelifje
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Amy Styles ***
Capitolo 2: *** 1. Mullingar ***
Capitolo 3: *** 2. Sembrava un angelo ***
Capitolo 4: *** 3. Snowing ***
Capitolo 5: *** 4. I'm in love with you and all these little things ***
Capitolo 6: *** 5. This could be paradise ***
Capitolo 7: *** 6. You are... here?! ***
Capitolo 8: *** 7. He isn't just a boy ***
Capitolo 9: *** 8. Is this the end? ***
Capitolo 10: *** 9. Carpe this fucking diem ***
Capitolo 11: *** 10. Home sweet home ***
Capitolo 12: *** 11. Isn't she lovely? ***
Capitolo 13: *** 12. Black Swan ***
Capitolo 14: *** 13. Audition ***
Capitolo 15: *** 14. Everything will change ***
Capitolo 16: *** 15. Il grasso, grosso matrimonio di mio fratello ***
Capitolo 17: *** 16. This girl is on fire ***
Capitolo 18: *** 17. Tempo ***
Capitolo 19: *** 18. With or without you ***
Capitolo 20: *** 19. Hi, I'm Ed ***
Capitolo 21: *** 20. Somebody's growing inside of me ***
Capitolo 22: *** 21. On the road ***
Capitolo 23: *** 22. I'm so confused ***
Capitolo 24: *** 23. Adrenalina ***
Capitolo 25: *** 24. Perfect ***
Capitolo 26: *** 25. In trouble ***
Capitolo 27: *** 26. Broken ***
Capitolo 28: *** 27. The beginning of the end ***
Capitolo 29: *** 28. Spongebob without Patrick ***
Capitolo 30: *** 29. Again ***
Capitolo 31: *** Epilogo - Tomorrow ***
Capitolo 32: *** Sequel - Disaster ***



Capitolo 1
*** Prologo - Amy Styles ***


Visitate qui:

www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1215658&i=1

Prologo - Amy Styles

 



Fissavo la cartolina da cinque minuti buoni.
Ero seduta sul divano della mansarda, perché faceva più caldo. Il mio cane, Killer, teneva la testona appoggiata sulle mie gambe.
Il francobollo indicava che la cartolina era stata spedita dall’Irlanda a Holmes Chapel, Inghilterra.
Da un lato c’era un clown che salutava con la mano e dall’altro il testo della cartolina. Era scritto con la solita calligrafia disordinata e illeggibile di mio padre.


Ciao!
Io e tua madre siamo lieti di invitarti a casa nostra per le vacanze di Natale. Ci divertiremo!!!
Mi raccomando, dicci quando puoi venire.
papà
P.S ci sarà anche tuo fratello Harry.


Era indirizzata a Aubree Emily Styles. È il nome più merdoso che abbia mai sentito, ed è il mio. Anche se per il resto del mondo sono Amy. Dite che non centra niente? Una ragazza che si chiama Destiny Hope può farsi chiamare Miley e io che di secondo nome faccio Emily non posso essere chiamata Amy. La logica della gente.
La maggior parte delle persone aspetta i diciott’anni per andarsene di casa, guidare e diventare finalmente maggiorenni… io aspetto i diciott’anni per cambiare in “Amy” il mio nome.
I miei mi volevano chiamare Aubree (è proprio vero che i gusti sono gusti). Poi il prozio Carlton, cioè il solito parente vecchissimo e ricchissimo, ha detto che se mi avessero chiamato come sua madre (Emily) i miei genitori sarebbero stati gli eredi universali. Dovete sapere che i miei sono persone molto concrete, così hanno accettato subito. Poi il prozio Carlton ha bruciato il testamento, un’ora dopo gli è venuto un infarto e così tutta l’eredità è andata ai figli.
Che famiglia.
Tornai a guardare la cartolina.
Il testo era così orrendo che pensavo di aver letto male. Sembrava la pubblicità di Disneyland.
Ma mio padre non poteva telefonarmi, come fanno tutte le persone del ventunesimo secolo?
E poi la cosa peggiore di tutte. Quel “tua madre”.
Io ce l’avevo una madre. In quel momento era al piano di sotto ad aspettare di sapere cosa diceva la cartolina. O forse era dietro alla porta.
Kristal, la nuova moglie trentenne di mio padre (cinquantenne), decisamente non è mia madre.
Avevo voglia di fare un falò con la cartolina, inutile dire che non avrei accettato l’invito. Tre settimane con mio fratello Harry e la famigliola della Barilla erano l’inferno.
Sentii le note di Firework e diedi un’occhiata al cellulare.
La scritta “Fratello” lampeggiava sul display.
Parli del diavolo…
-Che vuoi?
-Ciao, Aubree. Come stai?
-Harry. Che. Cosa. Vuoi!
-Non posso credere che tu abbia deciso di andare da papà!
-Infatti non ci vado.
-La mia lettera diceva di sì…
Oh. Mio padre ha davvero usato la stessa lettera per tutti e due cambiando i nomi?
-Harry, io ho intenzione di stare qui per tutte le vacanze di Natale.
-Aubree! Ma non vuoi rivedere papà? Non vuoi rivedere me?

Motivi per cui detesto Harry Styles alias mio fratello
•Sa sempre come farmi sentire in colpa. Sempre.
•Usa un dopobarba dal profumo nauseante. E ne usa così tanto che ti fa pensare che si sia rovesciato addosso il flacone.
•Mi chiama con quel disgustoso nomignolo.


-Allora, piccola Brontolo?
-Brontolo sarà tua sorella!
-Ma tu sei mia sorella.

•Non capisce quando deve stare zitto.

-Hazza, io non mi muovo da qui, hai capito? E adesso vai a fare quello che fai di solito, idiota.
Gli riattaccai in faccia e mi sdraiai sul divano.
Killer mi aveva sbavato sui jeans. Stupido cane.
Sentii bussare e un secondo dopo entrò mia madre.
-Allora? Cosa vuole Des?
-Vuole che vada da lui per Natale.
Mia madre fece una smorfia.
-Non ci vado, mamma.
-Oh sì che ci vai!
Che cosa?
-Che cosa? No! Io rimango a Holmes Chapel!
-No, Aubree. Poi tuo padre crederà che sia io a non volere. No, signorina, tu adesso fai le valige.- Aprii la bocca -E niente ma.
Detto questo fece la sua uscita trionfale sbattendo la porta.
Presi il cellulare e scrissi un messaggio a mio fratello.
Harry. Devo venire anche io.
Brontolo! Lo sapevo! T.v.b sorellina


E’ un perfetto idiota e sospetto sia gay (non che io abbia qualcosa contro i gay).

Scrissi un altro messaggio, stavolta a mio padre.
Ok.
Ho il dono della sintesi.


Ehilà :)
Nuovo anno scolastico, nuova ff!
Non preoccupatevi, non ho abbandonato Bea e Payne :3
Era da tantissimo che volevo pubblicare questa storia, ma ancora non mi convince, quindi recensite perchè mi serve il vostro parere. 
Scusate per come ho descritto i genitori di Hazza....
E' solo il prologo, quindi non ho molto da dire ;)
Spero che vi abbia incuriosito,
bacioni,

Gaia

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Capitolo 2
*** 1. Mullingar ***


Mullingar







-Non fare l’asociale. Non fare la scontrosa. Non dire a Kristal quello che pensi di lei. E sii gentile con Harry.
-Mamma, io non sono asociale. Non parlo con Kristal e ho capito che Harry purtroppo è nato così, non è colpa sua.
-Faccio finta di non aver sentito. Ecco, fai la scontrosa anche adesso!
-Mamma, siamo in coda da tre ore, sto giocando a Fruit ninja! È la versione con i frenzy…
-Non voglio che tu faccia giochi così violenti.
Oddio. Mia madre considerava Fruit ninja un gioco violento? E angry birds cos’era, vietato ai minorenni? (oltretutto è una goduria schiacciare quei maiali verdi… ma quello era meglio non farlo sapere alla mamma).
-Aubree, a cosa stai pensando?
-A niente. Comunque c’è una cosa che non capisco… perché ci siamo portate dietro il cane?
Entrambe ci voltammo verso Killer, che teneva la testona fuori dalla finestra per prendere aria, con la lingua che svolazzava.
-Semplice, è tuo padre che l’ha comprato, deve fare qualcosa per lui.
-È un cane! Cosa deve fare, pagargli l’università?
Immaginai Killer con la toga del diploma e mi venne da ridere, mentre la mamma faceva finta di non aver sentito.
Il cartello Welcome to Mullingar  comparve davanti a noi e io sospirai.
Poco dopo, la macchina a noleggio di mamma entrava nel vialetto della casa di Des Styles.
Una normalissima villetta a due piani (in realtà ha anche una taverna).
Mio padre, Kristal e Harry erano fuori dalla porta. Sembravano la famigliola perfetta dei telefilm americani, anche se Kristal era un po’ troppo rinsecchita per essere la casalinga doc.
-Ciao Aubree! Come stai, piccola? –chiese papà
-Bene.
-Non mi dai un abbraccione?
-Scordatelo.
La mamma fece un sorriso fintissimo e mi diede un leggero pizzicotto sulla schiena.
-Volevo dire, ma certo papino mio.- Fulminai mia madre con lo sguardo e andai ad abbracciare mio padre e Skeletor.
 
-Aubree Emily, ci devi raccontare tutto.- disse Kristal quella sera a cena.
Tra i tanti difetti di Skeletor, c’è anche quello di chiamare le persone sia con il primo che con il secondo nome.
-Tutto cosa, zia K?
Di solito zia K la faceva andare in bestia. Infatti, vidi una vena del collo irrigidirsi.
-Come va la scuola?
Io stavo giochicchiando con il tovagliolo.
-Bene. Anche se i prof sono severi.
-Anche in un buco come Holmes Chapel?
Volevo dirle che la grandezza del paese non centrava niente. Volevo rispondere con una battuta sull’Irlanda, ma non me ne veniva nessuna.
-Kristal, verranno anche Jules e Madison per Natale?- chiese Harry.
Jules e Madison, le nipoti di Kristal. Jules aveva la mia età, ed era simpaticissima. Tutti volevano bene a Juliet O’Malley. Lo stesso non si poteva dire di Madison “Maddie” O’Malley, nota per la sua stronzaggine.
Se Jules fosse venuta, forse sarei sopravvissuta a quelle vacanze.




Ciao!!! 
Scusate per il ritardo, ma ho avuto un bel po' di impegni...
Secondo capitolo della mia seconda ff :) Non è molto bello, lo so, ma siamo ancora nell'introduzione, dove la nostra Amy è bloccata a Mullingar contro la sua volontà... gli altri capitoli saranno migliori, ve lo prometto.
Alla prossima, meraviglie, e mi raccomando recensite in tante ;)

Bacioni,
Gaia


P. S. 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1215658&i=1
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** 2. Sembrava un angelo ***


Sembrava un angelo





La Vigilia di Natale.
Le Vigilie a casa di mio padre e Kristal erano tutte identiche.
Mio padre che costringeva tutti a indossare assurdi cappellini a forma di corna di renna.
Skeletor che ci obbligava a mangiare quella sostanza dura come il muro che lei spacciava per zabaione.
E We wish you a merry Xmas. Il CD veniva fatto partire alle dieci di mattina, e fino a mezzanotte non c’era verso di farlo smettere. Un anno Jules lo buttò fuori dalla finestra, e subito mio padre inserì quello di scorta. La cosa peggiore era che andava in loop ogni quaranta minuti.
We wish you a merry Xmas, we wish you a merry Xmas, we wish you a merry Xmas and ah happy new year!
-Oh Dio, no. Non anche quest’anno.
-Cosa c’è che non va, Amy? È così carina quella canzone.
-Madison, se vuoi ti consiglio un bravo psicanalista così capiremo finalmente cos’hai che non va.
-Quoto con Amy. – fece Jules.
Maddie sbuffò e riappese all’albero una palla di Natale che era caduta.
-Buongiorno donzelle!- ci salutò mio fratello.
-Era un buon giorno prima del tuo arrivo, Harry.- commentai acida.
-Oh, ignorala. Cosa c’è, Harold?- chiese Maddie, praticamente facendo le fusa.
“Disgustosa” mimò Jules. Io soffocai una risata.
-Oggi pomeriggio verranno due miei amici. Volevo tanto farveli conoscere.
-Oh, vuoi dire che hai anche amici maschi, fratellino?
-Oh, Hazza! Ma come sei gentile!- esclamò Madison. Era diabetica, la preferivo in versione stronza.
Partirono le note di Jingle Bells rock, Harry tirò fuori il cellulare e si allontanò per rispondere.
-Siamo sicuri che io e quello là siamo fratelli?
-Sì –disse Jules –Piuttosto, Maddie. Tu lo sai che è praticamente tuo cugino, vero?
-Non è mio cugino. È il figliastro di zia K, quindi non siamo parenti.
-Non per fare la guastafeste, ma a mio fratello piacciono le donne un po’ più… mature di Madison O’Malley. Traduzione: va con le vecchie…
We wish you a merry Xmas, we wish… we wish-wish-wish-wish
-Merda! È andato il loop il CD!
 
Gli amici che Harry voleva tanto farci conoscere arrivarono alle quattro e mezza.
-Harry! Come stai, amico?- esclamò il primo ragazzo, abbracciando mio fratello.
-Bene, Liam! E tu?
Rimasi incantata a fissare Liam. Era alto, palestrato, con i capelli corti e due occhi bellissimi. Forse mio fratello aveva imparato a scegliersi gli amici.
-Bene. Questa deve essere tua sorella, siete due gocce d’acqua! Amy, giusto?
-Sì…- Io sono fiera di non assomigliare ad Harry. Anche se non mi sarebbe dispiaciuto avere i suoi occhi. I miei sono verde scuro, sembrano quasi neri. Ho i capelli rossi scuri e lisci e delle maledette lentiggini.
-Molto piacere, Liam Payne.
Ok, diciamo che mi era simpatico.
-Scusate il ritardo, non riuscivo a chiudere la macchina.
Entrò il secondo amico di Harry.
E il mondo si fermò.
Rimasi incantata a guardare i suoi occhi azzurri e i bellissimi capelli biondi. Sembrava un angelo.
Mi voltai verso mio fratello.
-Hazza, chi è?- sussurrai.
-Sorellina, ti presento il mio amico Niall
 
 
 
 Ehilà!

Scusate tanto il ritardo, ho avuto tanti impegni e ho dovuto aggiornare l'altra ff, You are my dream (se volete fateci un salto)
In questo capitolo entra in scena Horan :3
Se leggete, lasciate una recensioncina, perchè mi interessa davvero sapere cosa ne pensate :)
Vi saluto, bellissime
Un bacione
Gaia ♥

 

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Capitolo 4
*** 3. Snowing ***


Snowing




Niall.  Si chiamava Niall Horan.
Sentii appena Harry dirgli che non c’era problema per il ritardo. Era come se il mondo si fosse fermato (ed io sono quella che odia essere melodrammatica) Poi il biondino si voltò verso di me. E vidi una cosa ancora più bella dei suoi occhi: il suo sorriso.
-Amy, giusto?
Amy Horan. Amy Styles Horan. Amy Horan Styles. Suona da dio.
-Eh? Sì, Amy. Amy Ho… Styles.
Dio, ho evitato una figura di merda immensa!
Il sorriso di Niall diventò ancora più dolce, se possibile.
Kristal comparve alle spalle di Madison.
-Oh, sono arrivati i tuoi amici, Harold Edward?- chiese con una voce eccessivamente gentile.
Non riuscii a trattenermi. -No, sono testimoni di Geova.
Tutti, eccetto zia K e Maddie, cercarono di mascherare la risata (con scarso successo).
-Sei sempre simpaticissima, Aubree Emily. Ma forse non ti hanno insegnato che non sta bene usare il sarcasmo –disse Skeletor.
Sta calma, Amy. Conta fino a dieci. Anzi, a cento.
Evitai, per il suo bene, di rispondere. Per fortuna ci pensò Liam ad alleggerire l’atmosfera.
-Piacere, io sono Liam. Lui è Niall Horan.
Dopo le presentazioni, Jules disse che la cioccolata era pronta.
-Io… vado da Killer. –annunciai.
Uscii e mi sedetti sulla veranda, rimpiangendo di non aver messo il cappotto. Erano solo le cinque, eppure era già buio.
-Quella tipa mi sembra abbastanza stronza. Passami il termine.
Per poco non mi venne un colpo. Mi voltai di scatto e vidi Niall a pochi passi da me.
-Quella tipa è una grandissima stronza. –lo corressi.
A Niall scappò una risatina. Mi stava osservando. Pensai che di sicuro stava guardando com’ero vestita. Ho uno stile un po’… sopra le righe.
-Ignorala
-Non è così facile… comunque che ci fai qui fuori? –Semplicemente non sono capace di essere gentile, anche se con quel biondino mi sentivo in colpa.
-Cioccolata. Non posso lasciare che una cioccolata con panna e biscotti vada sprecata.
-Sarebbe un peccato –convenni.
-Quindi, -fece un passo verso di me –Ecco qua!
Mi porse una tazza di cioccolata fumante, con tre meringhe a forma di funghetto appoggiati sul piattino. Per un attimo considerai l’idea di farlo santo.
-Avevi ragione. È buonissima, e queste meringhe sono le mie preferite.
Niall sembrò sorpreso –Anche le mie! Ed è difficile trovarle davvero buone.
-Sì, è ver… Guarda!
Nevicava. La luce dei lampioni illuminava i fiocchi che volteggiavano leggeri.
Ok, potevo essere stronza e scorbutica, ma non sapevo resistere alla neve.
Diedi un ultimo sorso alla cioccolata e andai in giardino. Come un’idiota, aprii la bocca guardando verso l’alto, e riuscii a prendere due fiocchi. Con la coda dell’occhio vidi Niall raggiungermi e sorrisi.
Il biondo mi fissava, con un’espressione che non avevo mai visto e che non sapevo decifrare. Restammo lì, sotto la neve, come due bambini.
Quando fummo completamente congelati, rientrammo.
Jules mi lanciò un’occhiata interrogativa, a cui io risposi con un “Nevica”.
Concentrati. È esattamente un anno che ti prepari a questo momento. Ricordati tutto quello che hai imparato e non lasciare che ti sconfiggano. I tuoi avversari sono ben preparati e sanno quello che fanno. Quindi, Amy, fa’ molta attenzione.
Iniziò il conto alla rovescia. Giuro che c’era una tensione pazzesca.
-Non capisco tutta questa devozione per Mario Kart.
-No, Madison. Tu non capisci niente e ti assicuro che è diverso.
Si sentì il fischio d’inizio, schiacciai il tasto 2 e vidi la macchina di Toad scattare in avanti. Eravamo sull’odiata pista arcobaleno.
Mio fratello non perse tempo, e mi lanciò un guscio rosso.
-Bastardo.
I ragazzi se ne andarono alle sette (dopotutto, era la Vigilia d Natale).
 
Vorrei precisare che io non sono una persona romantica. Proprio per niente. Non ho la minima intenzione di sposarmi, né di avere figli. L’ultimo ragazzo che ho avuto risale alla seconda media. Eppure, quando Payne si chiuse il cancello alle spalle non potei fare a meno di chiedermi quando avrei rivisto quegli occhi blu.
 
Il giorno seguente scesi a fare colazione alle 9 del mattino.
Mi piaceva il Natale, anche se avrei preferito essere a Holmes Chapel.
Presi il mio solito yogurt ai mirtilli e un muffin al cioccolato.
-Buon Natale! –canticchiò mio fratello.
-Buon Natale, Harry.- dissi secca.
Maddie si lasciò cadere pesantemente sulla sedia.
-Non ne posso più di dormire con Amy. Ti alzi duecento volte durante la notte!
-E tu come fai a saperlo, Madison? La notte dormi. Per la precisione, dormi a pancia in su, con la bocca aperta e una mano sul petto. Ogni volta controllo che tu sia ancora viva.
Jules sbuffò, cercando di non ridere, e le andò di traverso il the.
-E la piccola Juliet, invece? –chiese Harry tirandole due colpi sulla schiena.
-Parla nel sonno. Stanotte ha detto “Oh oh oh, merry Xmas!”.
Gli altri due si rotolarono dalle risate, mentre mio padre ci diceva di non fare rumore. Mi alzai, presi la scatola di croccantini per cani e la agitai. Si sentì un rumore, come di cavalli al galoppo, proveniente dal piano di sopra.
Due secondi dopo Killer si lanciava giù dalle scale, inciampava, e rotolava fino al pianerottolo.
Alzai gli occhi al cielo e versai un po’ di croccantini nella ciotola.
Stavo cominciando a rilassarmi, soprattutto perché Kristal non si vedeva.
-C’era questo fuori dalla porta, –gracchiò Skeletor.
Parli del diavolo…
Non finii il proverbio, perché ero riuscita a mettere a fuoco quello che aveva in mano.
Buon Natale! Ieri sera è stata bellissima J
N.
P.S. ti assicuro che sono buonissime”- lesse Kristal ad alta voce. –Per chi sarà?
Mi alzai, le strappai la busta dalle mani e la aprii.
Oltre al biglietto, c’era un pacchetto di meringhe al cioccolato.
 

Ehilà :3
Scusate per il ritardo! Ho avuto dei problemi a entrare su efp, il mio modem fa i capricci D:
Questo capitolo è diabetico. Non è decisamente il mio genere, i prossimi torneranno normali, promesso ;)
Cambiando argomento... Avete sentito Little Things? Secondo me è bellissima *------* è così dolce!
Ah, ho aggiornato Like Falling stars (ex You are my dream) :3 fateci un salto
Ok, vi saluto meraviglie 
un bacione,
Gaia ♥



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Capitolo 5
*** 4. I'm in love with you and all these little things ***


I'm in love with you and all these little things



La mattina del 27 decisi di portare fuori Killer. Ero uscita presto, prima che Skeletor si svegliasse e mi bombardasse di domande. Quando ero in macchina con mia madre avevo visto dei campi nella periferia di Mullingar, era lì che volevo portare il mio cane.
Quella mattina Killer tirava come un maledetto.
-Ehi! Ti vuoi strozzare? Maledizione rallenta!
Ovviamente non mi ascoltò, anzi. Accelerò come se gli avessero montato un jet-pack sulla coda, io scivolai su una lastra di ghiaccio e caddi come un sacco di patate.
-Stupido cane.
Killer mi annusò il viso, scodinzolando. Era l’unico essere vivente in grado di far uscire il mio lato tenero. Proprio non ce la facevo ad arrabbiarmi con lui.
Non appena iniziai ad accarezzarlo si buttò sulla strada, a pancia in su
 -Ciaaao, piccolo! E sei bello tu, è vero? È vero, patatone?- Non mi guardate male, anche voi farete la voce da minorati mentali quando parlate con gli animali.
Killer faceva le fusa (sì, lo so che è strano) segno che stava godendo.
-Amy? Amy Styles?
Girai la testa. Niall si stava dirigendo verso di me.
-Niall? Che ci fai qui?
-Abito là –indicò una casetta poco distante dalla strada sterrata in cui ci trovavamo –e ti ho notato dalla finestra.
Quindi ha visto tutto.
Oh Gesù.
Voglio morire!
Per coronare la figura di merda, i versi di goduria di Killer si fecero più acuti.
-Stupido cane –borbottai
-Ti serve una mano per alzarti?
-Sì, grazie. Mi stanno gelando le chiappe.
Terra inghiottimi. Ti prego.
Niall scoppiò a ridere e mi tese una mano. Io la afferrai, con le guance che andavano a fuoco.
-A te e Killer non dispiacerebbe un po’ di compagnia?
-In genere Killer si oppone a questo tipo di richiesta.
Niall si chinò e diede una carezza sotto il mento al mio cane, che rispose facendo le fusa. Allora Horan si voltò verso di me e sorrise.
 
-Hobby?
Eravamo a metà strada ed avevamo già finito gli argomenti stile quanti-fratelli-hai.
-La musica. Suono il piano.
Non so perché glielo dissi. In genere mi vergognavo a morte di dire che suonavo, perché la gente aveva la tendenza di chiedermi di far ascoltare loro qualcosa. Con Niall era diverso. Io volevo che lui me lo chiedesse perché morivo dalla voglia di suonare per lui. Era una cosa folle e senza senso, la tipica cotta adolescenziale dovuta agli ormoni. Cercai di ignorare la voce nella mia testa che diceva che non era così, che forse mi stavo davvero innamorando del biondino delle meringhe, che conoscevo solo da quattro giorni.
-Figo. Musica classica?
Annuii –Anche qualche pezzo di contemporanea, ma più che altro classica.
-Ti piace tantissimo?
Non capii il motivo di quella domanda.
-Sì… il mio sogno sarebbe quello di fare domanda al Royal College of Music. Invece gli hobby di un tipo come te?
-Oltre al cibo?
-Oltre al cibo.
-Il canto.
E ci credo, con una voce del genere!
Stavo per commentare, quando Niall si batté una mano sulla fronte.
-Che idiota, stavo per dimenticarmi! Cosa fai a Capodanno?
-Un tristissima cena a casa. Cucina Kristal, devo ricordarmi di comprare un antidoto contro l’avvelenamento da cibo.
Tralasciai mio padre che obbligava tutti a suonare quelle fottutissime trombette. Volevo mantenere un briciolo di dignità davanti al ragazzo più bello che avessi mai visto. (Fate finta che non abbia mai detto l’ultima frase).
Niall scoppiò a ridere.
-Allora vieni con me! –poi sembrò rendersi conto della proposta –Avevo già intenzione di chiedertelo, ma pensavo avessi qualcosa di meglio da fare… Ovviamente sono invitati anche Harry, Jules e Madison.
-Ci sto! Devo chiedere agli altri, ma credo proprio che accetteranno.
Ci fissammo negli occhi per qualche secondo.
Mi accorsi solo in quel momento che eravamo arrivati fuori da casa mia e Killer tirava in quella direzione.
-Niall?
-Sì?
-Mi servirebbe il tuo numero di cellulare… per la conferma.
-Giusto. Per la conferma.
Ci scambiammo i numeri, poi mi avviai verso casa.
Un attimo prima di aprire la porta mi voltai.
-Ehi! Grazie per le meringhe. Erano buone.
-Prego, Amy.
 
-Aubree! Dov’eri?! Mi hai fatto preoccupare!
-Papà. Primo: ho diciott’anni. Secondo: ti sei appena svegliato, non hai nemmeno fatto in tempo a preoccuparti. Terzo: non ti sei accorto che mancava anche Killer?
Avevo messo piede nell’ingresso da circa due secondi quando Kristal e mio padre si erano gettati su di me. Des rimase a riflettere su quello che avevo appena detto poi gettò un’occhiata al suo pigiama e decise che era meglio lasciar stare. Ma Skeletor no.
-Aubree Emily, stavo per chiamare la polizia!
La solita esagerata.
-‘Ngiorno zia K. Dormito bene?
Mio fratello sbucò dal pianerottolo e mi borbottò un “ciao”, interrotto a metà da uno sbadiglio. Dopotutto erano solo le otto, troppo presto per il cervello di Harry Styles.
-Dite a Amy di chiudere quella cazzo di bocca! –disse la voce di Maddie dal piano di sopra.
-Dai, Amy, chiudi quella cazzo di bocca –le fece eco Jules dalla cucina
-E dite a mia sorella di non sfottere!
-Dai, Jules, non la sfottere –disse Harry.
Scoppiammo a ridere tutti e tre. 
-Ehi, gente. Avete programmi per Capodanno?


Ehilà!
Eccomi :)
Innanzitutto volevo dire grazie a tutte quelle che seguono/preferiscono/ricordano/leggono questa storia... siete tantissime, e questo è solo il quarto capitolo *^* Occheeeei, vi amo ♥
Passando alla storia.... vi sembrerà un inutile capitolo di passaggio, ma non lo è. Alcune cose di questo saranno fondamentali per il seguito *sorridesottoibaffi*
Ok, vi lascio :3
Se vi va, passate QUI :) (ho imparato a fare i collegamenti, yepp)
Un bacio grande grande,
Gaia


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Capitolo 6
*** 5. This could be paradise ***


This could be paradise

 


Niall ((:

Hey Niall! Sono Amy –la sorella di Harry- Ho chiesto per Capodanno, e gli altri possono venire. Ma dove andiamo?
 

Hey Amy che bello sentirti! Non ti dico dove andiamo, è una sorpresa

O.O mi devo fidare?

Sì (: Ti piacerà

Ah ok, allora ci sentiam  Se lo dici tu..

Non vedo l’ora di vedere la tua faccia
 
Oh, sapessi io.
Ero sdraiata sul mio letto e stavo rileggendo per la ventisettesima volta (per quel giorno) la mia brevissima conversazione con Niall.
Stavo cominciando a sentirmi come un personaggio di One three hill, e la cosa non mi piaceva per niente.(Non che io non ami One three hill, semplicemente non sono il tipo).
Mancava solo un giorno a Capodanno, e già facevo fatica a stare ferma.
Rilessi l’ultimo messaggio. Cosa diavolo dovevo rispondere? Una faccia che sorride? Un “Anche io”?

Allora ci vediamo domani (:

:DD Notte Amy!

Notte, Horan

 
Cose da fare per riuscire ad addormentarsi(a cura di Aubree Emily Styles)
·         Mettersi a contare le pecore. Leggenda metropolitana
·         Bere una camomilla. A casa non c’è n’è nemmeno l’ombra.
·         Pensare a Niall Horan senza vestiti. Ottengo l’effetto contrario.
·         Pensare a Harry Styles senza vestiti.

·         Eliminare velocemente il pensiero dalla propria testa. È mio fratello, maledizione
·         Pensare a Liam Payne senza vestiti. Non funziona
·         Pensare a Johnny Depp senza vestiti. Peggio che peggio
·         Piantarla di pensare a uomini fighi senza vestiti. Potrebbe anche funzionare.
·         Smettere di cercare di dormire. Funziona
 

La mattina dell’ultimo dell’anno le mie occhiaie avevano le occhiaie.
Sembravo un panda che aveva avuto la peggio in una rissa.
Emisi una specie di grugnito ed iniziai a spalmare il correttore.
-Nottataccia? –chiese Jules quando le lasciai libero il bagno.
-Non hai idea.
-Su con il morale! Stasera vedrai Niall –disse lei facendomi l’occhiolino.
Stavo per contestarle l’ultima frase, ma rinunciai.
 
Non so come, ma riuscii a sopravvivere a una delle mattinate più lunghe della mia vita.
Alle cinque ero immersa nella lettura del mio libro preferito, per cercare di distrarmi.
-Ciao sorellina! –disse Harry comparendo alle mie spalle.
-AAAAAAH! Ma non ti hanno insegnato a bussare?
-Sì, ma così è più eccitante.
-Vai a farti curare.
-Non ti interessa sapere perché sono qui?
-Lo so perché sei qui, vuoi battere il record mondiale di rompimaronismo.
-Rompimaronismo? –mi fece eco mio fratello
-Sparisci!
-Ok, ok, come vuoi –fece dietrofront e finse di dirigersi verso la porta.
-Volevo comunicarti un messaggio di Niall, ma se hai da fare…
Non gli dare soddisfazione. Te lo rinfaccerà in eterno. Non farlo.
Era più forte di me. Chiusi il libro e raddrizzai la schiena. Harry si sedette di fianco a me gongolando.
-Piantala di fare quella faccia o le tue fan ti crederanno omosessuale.
-Di che faccia stai parlando?
-Dannazione Harry! Cosa ti ha detto Niall?
-Di vestirti pesante e di portare delle calze di spugna.
Non sapevo se essere delusa o emozionata. Ero semplicemente sul punto di gridare.
-Tu sai cosa succederà questa sera.
-Mi dispiace Brontolo, è una sorpresa.
Accidenti a questa fottutissima sorpresa.
 
Alle sette precise ero pronta .
Jules osservò il mio look.
-Ti sembra da Capodanno?
-No.  Ma non ho intenzione di cambiarmi.
-Stai mettendo alla prova la sopportazione di Niall?
-No!
-Allora togli il cappello col panda.
-Mai.
Io amo quel cappello.
Lei scosse la testa rassegnata.
Trascorsi l’ora seguente fissando l’orologio della cucina. Se proprio volete saperlo, imprecai parecchie volte contro le lancette e il loro ticchettio del cazzo.
Alle sette e cinquanta il campanello suonò.
-Vado io!
Volai attraverso l’ingresso e spalancai la porta.
-Buonasera, le interessa sapere della fine del mondo?
Mi venne da piangere.
-NO! Non me ne fotte un beato cazzo della fottuta fine del mondo! Adesso vedi di andare a fanculo, prima che ti ci mandi io!
-Cavolo, questa sì che è finezza –disse Niall, pochi metri dietro al tizio.
-Ciao Niall! –dissi con tutt’altro tono.
Il tizio della fine del mondo girò sui tacchi e si diresse velocemente verso il cancello, mentre io fissavo Niall senza sapere cosa dire.
-Hey –disse lui dopo un po’.
Sentii gli angoli della bocca sollevarsi e sperai di non avere un sorriso troppo idiota.
-Sei pronta?
-Sì! Prontissima!
Rise –Allora vado a chiamare gli altri.
 
-Ok. Dove diavolo stiamo andando?
-Amy, sei proprio una bimba. Non hai un minimo di pazienza.
-Madison. Per caso, quando Madre Natura distribuiva la simpatia stavi cagando?
Gli altri ridacchiarono mentre Maddie sbuffava.
-Ci siamo quasi –promise Niall.
Stavamo camminando da un quarto d’ora, e ci trovavamo in una zona che non avevo mai visto.
Niall girò l’angolo e ci trovammo in una piazzetta.
Al centro, c’era un mercatino ed una pista di pattinaggio su ghiaccio con delle decorazioni natalizie.
Jules se ne uscì con un urletto deliziato e trascinò un Liam sorridente verso le bancarelle.
Madison fece lo stesso con un po’ meno sorridente Harry.
-Allora? Ti piace? –mi chiese  il biondo.
Dovetti fare uno sforzo per richiudere la bocca e poi annuii.
Adesso capivo il perché delle calze di spugna.
Noleggiammo i pattini ed entrammo in pista.
 
-Accidenti. È più scivoloso di quello che pensavo.
-Beh, siamo sul ghiaccio. –mi fece notare Niall, mentre avanzavo a rallentatore aggrappata alla balaustra.
-Non ti sfugge niente. E dove diavolo hai imparato a pattinare?
-La pista c’è ogni anno. Comunque non te la stai cavando male.
In quel preciso momento inciampai e finii con il culo sul ghiaccio.
Lanciai un’occhiata assassina a Niall, che rideva.
-Scusa! La prossima volta sto zitto. Dai, ti aiuto.
Mi tese una mano, io l’afferrai e cercai di alzarmi. Fallii miseramente e trascinai giù anche Niall. Lui era sopra di me, tra la mia faccia e la sua c’erano solo cinque centimetri e mi stava schiacciando una gamba. Eppure non potei fare a meno di fissare a lungo quegli occhi e scoppiare a ridere con lui.
 
Facemmo in giro al mercatino e tornammo in pista quando mancava solo mezz’ora a mezzanotte.
-Ok, proviamo con un’altra tattica. Ti trascino.
-Se cadiamo di nuovo…
-Non cadiamo, fidati.
Gli presi una mano, esitante, e mi lasciai trascinare da lui. Una volta capito in che posizione mi conveniva stare, divenne molto divertente. E poi Niall accelerò. La piazzetta era bellissima, con le luci natalizie che creavano atmosfera. Sollevai lo sguardo. C’erano tantissime stelle, una cosa rara per dicembre. Poi tornai a guardare Niall che mi prendeva in giro dicendomi che ero troppo lenta.
Forse questo è il Paradiso.
-Bene, iniziamo il conto alla rovescia! –disse una voce metallica proveniente da un altoparlante  -Dieci… nove… otto…
Liam, Jues, Madison e Harry ci raggiunsero in mezzo alla pista.
-Cinque… quattro… tre… due… uno… BUON ANNO!
Ci abbracciammo, mentre qualcuno passava a distribuire lo champagne.
-Buon anno Amy! –mi disse Niall.

 
 
Ehilà!!

Ok, siete autorizzate ad ammazzarmi. Sul serio.
Non volevo aggiornare dopo un secolo ma l’ho fatto. Tra impegni e problemi di connessione non ci sono proprio riuscita… anche se voi siete state così brave da lasciarmi sei recensioni S-E-I!!!! Io vi amo ♥
Per cercare di farmi perdonare ho fatto un capitolo più lungo del solito… e anche abbastanza sdolcinato verso la fine. Sto diventando pericolosamente sdolcinata u.u
Cambiando completamente argomento…
Avete comprato/scaricato Take me home? Quell’album è FA-VO-LO-SO ( @ secsidriu: accidenti a te D: ) Sto scrivendo con Summer Love come sottofondo *-----*
Occhei meraviglie mie, mi dileguo
Un bacio grandissimo
Gaia (: 

P.S. nella prima parte ho cercato di imitare le conversazioni del galaxy s2, il telefono di Amy (ok, è anche il mio telefono) sostituendo il verde chiaro al giallo. Quindi scusatemi se non si legge un cavolo.

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Capitolo 7
*** 6. You are... here?! ***


You are…. here?!




-Hai preso tutto? Sicura?
-Per la centesima volta: SÌ!
-Tutto tutto tutto tutto?
-Zia K, se le mie cose ti fanno così schifo puoi sempre darle in beneficienza!
-Allora hai lasciato qui qualcosa!
Se per qualcosa intendeva un pacchetto di KitKat fondenti nel cassetto del comodino (non tornai a riprenderlo per non darle soddisfazione), allora sì, avevo lasciato lì qualcosa.
Evitai di risponderle e sollevai la valigia.
-Ciao! È stato mmh… divertente.
Aprii la porta d’ingresso e finii dritta contro mia madre.
-Ma che caz.. ciao mamma.
-Auuubreee! Abbracciami amore!
Io non mossi un muscolo, ci penso lei a stritolarmi.
Stavo per dirle che non riuscivo a respirare quando lei vide Harry e si precipitò verso di lui sembrando al versione femminile dell’Orso Abbracciatutti.
-Harold! Tesoro!
-Anne… -disse mio padre
-Des… -disse lei.
-Ehm ehm –si schiarì la voce Skeletor.
Silenzio imbarazzante.
Jules mi guardò con un’espressione che voleva dire “di’ qualcosa”.
-Beh noi andiamo! Aubree, saluta tutti.
Feci il giro di abbracci (evitando accuratamente Kristal) mentre Harry diceva alla mamma che sarebbe tornato con la sua macchina.
 
-Allora? Divertita?
-Mhm.
Mia madre chiuse la portiera della macchina. Io continuavo a guardare il vialetto, sperando di veder comparire lui. Ma ovviamente non successe.
Durante il viaggio mia madre volle sapere tutto quello che era successo. Traduzione: quello che aveva fatto mio padre.
Non mi lasciò in pace neanche durante il viaggio in traghetto. Io le rispondevo a monosillabi, fissando il display del cellulare.
Nessun messaggio.
Nessuna maledetta chiamata persa.
Niente.
 
La mia casetta a Holmes Chapel mi era mancata più di quello che pensavo. Mentre Killer andava in giro ad annusare i mobili, io mi lasciai cadere sul letto e fissai le travi del soffitto. Infiali automaticamente una mano nella tasca della felpa per prendere il mio iPod, ma l’unica cosa che trovai fu un pacchetto di Kleenex quasi finito.
-Dove diavolo è l’iPod? –chiesi a voce alta. Io non vivo senza musica. Punto. L’iPod è come un’estensione delle mie orecchie, non esiste che non lo trovi.
Poi ricordai.

Flashback
-Sorellina beeeeellaaaa!
-Che vuoi Harry?
-La mia radio è defunta, posso usare il tuo iPod?

Ah-ha.
Tipico di mio fratello: mi prende le cose e non me le restituisce a meno che non siano distrutte o impallate.
Imprecando, presi le chiavi della mia macchina dalla scrivania ed uscii.
Il Catorcio mi era mancato tantissimo. Era una Chevy Bel Air degli anni ’60 ed era un miracolo che funzionasse ancora. Mia madre avrebbe venduto un braccio pur di convincermi a sbarazzarmi di quella macchina, ed ero convinta che non appena mi fossi trasferita lei l’avrebbe fatta rottamare.
Purtroppo, il riscaldamento del Catorcio era sul punto di passare a miglior vita. Vi posso assicurare che a gennaio il riscaldamento serve. (questa era la ragione per cui guidavo con i guanti).
Arrivai all’appartamento di Harry e citofonai.
-Chi è?
-Io. Ridammi l’iPod. Immediatamente.
-Ok, Io, sali.
Dato che soffrivo di claustrofobia dovetti fare a piedi quattro piani di scale prima di spalancare la porta della casa di mio fratello…
…E di trovarmi faccia a faccia con un sorridente Niall Horan.
Per un attimo pensai che i quattro piani di scale mi avessero fatto venire le allucinazioni.
Ma poi lui disse “Ciao Amy”.
Il mio primo pensiero fu: Ecco perché non è venuto a salutarmi!
-N..Niall? che ci fai qui?
-Mi sono trasferito da tuo fratello.
Da qualche parte nella mia testa sentii un coro di angeli cantare l’Alleluja.
Ma tutto quello che dissi fu: -Mh?
Harry mi diede una pacca sulla spalla un po’ troppo forte per i miei gusti.
-Te l’avevo detto! È entusiasta!
-Vai da un’oculista –risposi
-Hai fatto la rima! –disse Niall.
Oddio. E io mi sono presa una cotta per questo ragazzo?
-Ma…
-Niall ha trovato lavoro a Holmes Chapel –annunciò Harry. Stavo per  chiedergli qualcosa su questo lavoro, ma la porta alle mie spalle si aprì e Zayn Malik e Louis Tomlinson fecero il loro ingresso.
-Ma guarda! C’è anche Aubree Emily Styles –disse il primo
-Ciao Zayn Ja…*coff coff* Malik.
-Scusa, non ho capito bene il mio secondo nome. –rispose lui, sfottendomi allegramente.
-Vuoi una Red Bull? –chiesi dolcemente
-Eh?
-Così a fanculo ci vai volando.
Gli altri scoppiarono a ridere, mentre Zayn borbottava un “Stavolta hai vinto”.
-AHAHAHAHAH questa era bellissima! Amy, tu sei il mio mito –disse Niall. Sentii le mie guance andare a fuoco e finsi di avere caldo.
-Amy! –Louis mi abbracciò così forte che credetti di soffocare.
-Non… respiro… idiota!
Il mio migliore amico mollò la presa e mi fece cadere sul divano. Mi erano mancati tutti e due, ma non mi azzardavo a confessarlo.


Ehilà! 
Ciao meraviglie! 
Scusate per il ritardo ç_ç devo ancora rispondere alle vostre recensioni... Chiedo perdono!
Quanto al capitolozzo, so che fa cagare un babbuino stitico (?) ma l'ho scritto per tre ragioni fondamentali:
Annunciare il trasferimento di Niall
Far ritornare Amy ad Holmes Chapel 
L'entrata in scena degli altri 2 membri della band.
Il risultato è stato questo... Nei vostri commenti più lunghi di 10 parole potete dirmelo, se il capitolo non vi piace, non ho ancora ucciso nessuno.
Occheeeeei, è arrivato il tizio con la mia pizza *-----*
Vi saluto, meraviglie ♥
Tanti baci,
Gaia




 

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Capitolo 8
*** 7. He isn't just a boy ***


Sono Muso_ka, ho cambiato nickname :)

He isn’t just a boy



Il giorno dopo ricominciò la scuola. Arrivai alla Holmes High in anticipo, come al solito. Parcheggiai il Catorcio vicino alla quercia, come al solito. Poi setacciai il cortile alla ricerca di Sue, la mia migliore amica, l’unica persona che arrivava a scuola prima di me. La trovai alle macchinette, seduta sul davanzale della finestra. Dovete sapere che Sue è la ragazza più bella della scuola. Ha uno stile tutto suo, fa sempre l’opposto di quello che fanno gli altri e ha dei gusti discutibili. Eppure nessuno si sognerebbe mai di insultarla perché lei è… lei.
-Aaaaammyyyy!
-Ehi Sue.
Diede un sorso alla Coca e si passò una mano fra i capelli blu. Sì, avete letto bene.
Poi saltò giù dal davanzale e corse ad abbracciarmi.
-Allora, che mi racconti?
Pensai a Niall. Pensai a Capodanno. Pensai al fatto che si fosse trasferito da Harry.
-Prometti di non sfottermi.
-Non ti posso fare una promessa del genere.
Alzi gli occhi al cielo.
-Mi sono presa una cotta per un irlandese.
-Tu? Una cotta? Ma non farmi ridere!
Stavo per dirle qualcosa quando Jesse Canon sbucò fuori da dietro una colonna stringendo una macchina fotografica tra le mani.
-Faccia da primo giorno di scuola, dite cheeeeeeeeese!
Gli strappai la macchina dalle mani prima che potesse scattare. Jesse doveva fare le foto per l’annuario, oltre a collaborare alla redazione del giornale scolastico, e aveva preso il suo compito maledettamente sul serio, tanto da diventare la versione sedicenne di Geronimo Stilton: era sempre in mezzo ai piedi.
-Idiota da primo giorno, di’ cheese! -Dissi io. Lo fotografai proprio mentre si lanciava in avanti per recuperare “la sua bambina”. Una foto fantastica.
-Solo perché di cognome fai “Canon” non significa che ci devi dormire, con la macchina fotografica. –disse Sue.
-Styles, la metti su Instagram? –chiese Jesse alludendo alla foto.
-Giura che mi lascerai in pace per il resto del semestre.
Jesse si mise una mano sul cuore. Io sbuffai e gli riconsegnai la sua Canon. Tra tutte le marche di questo mondo… L’umorismo di quel ragazzo era pessimo. Jesse si riposizionò dietro alla colonna, pronto a molestare il povero cristo che sarebbe passato da lì.
La mia scuola è una gabbia di matti.
Alle 7.58 precise suonò l’ultima campanella.
E alle 7.59 precise la mia compagna di banco fece irruzione in classe. Tipico.
-Rosemberg, come fai ad arrivare sempre con un minuto di ritardo? –gracchiò la English (insegna inglese. E no, che io sappia non ha cambiato cognome apposta).
-Prof, è un’arte –disse Bella.
La English alzò gli occhi al cielo, mentre la mia compagna di banco si lasciava cadere pesantemente sulla sedia.
Mi fissò per tutti i cinquantaquattro minuti dopo, ma si decise a parlare solo al cambio dell’ora, quando la English portò il suo culo sproporzionato da un’altra parte.
-Allora?
-Allora cosa?
-Amy, lo sai. Com’è finita con quel bell’irlandese?
Bella è una persona molto diretta. Somiglia tantissimo a Kristen Stewart, e il fatto di chiamarsi Isabella non la aiuta per niente.
Sue ha passato le vacanze di Natale nel nord della Scozia, dove il cellulare non prende (in poche parole, era in culo alla Gran Bretagna), e così ho dovuto chiamare lei per non esplodere.
-Si è trasferito da Harry.
-Abita con tuo fratello? Ma quanti sono in quella casa, quattro?
-Cinque –disse Louis comparendo alle mie spalle e facendomi venire un colpo.
Mi fece un sorriso a trentadue denti e si sedette sul banco di Amber, dietro di me.
-Tomlinson, piantala o Amy si cagherà in mano e non farà colpo sull’irlandesino.
Le tirai un calcio negli stinchi, ma ormai era troppo tardi.
Accidenti a quando ho raccontato a Bella di Niall.
-Perché siete in cinque? –cinguettai cercando di cambiare argomento.
-Liam arriva questo pomeriggio. Aspetta, ma lei stava parlando di Niall!
Non era una domanda. Non ero neanche obbligata a rispondere.
-Noooo, ma cosa mi dici dici mai! –dissi in stile Topo Gigio.
-Niall, ecco come si chiamava! –esclamò Bella.
Volevo morire. Ma prima mi sarei assicurata di trascinare Bella all’inferno con me.
-Scusa, ma perché è venuto qui? –continuò la mia compagna di banco.
-Ha trovato lavoro, ma non so bene dove.
Fissammo Louis in attesa di una risposta. Lui aprì la bocca, ma in quel momento la porta si aprì e la vicepreside rinsecchita (Mrs. Jekins) entrò schiarendosi la gola.
-Buongiorno. Siete pregati di ascoltare. Sapete farlo? Finalmente è arrivato il supplente di musica. Resterà con voi per un po' non so dirvi di preciso. Detto questo, addio e non vi voglio più vedere.
Quando Mrs. Jekins ha scelto il suo mestiere (durante la Grande Guerra?) di sicuro non l’ha fatto per amore per l’insegnamento.
Non feci in tempo a dedicare altri pensieri alla simpatia (o alla mancanza di) della Jekins, perché subito dopo entrò il nuovo supplente di musica.
Bella disse:- Mhm, è figo il ragazzo.
Il nuovo supplente disse: -Ciao ragazzi.
Quanto a me, l’unica cosa che uscì dalla mia bocca fu: -Niall?!
 


Hola!
Chiedo scusa per il ritardo assurdo! È stata una settimana infernale, non ce l’ho proprio fatta ad aggiornare prima.
Anyway, volevo dirvi che vi amo ♥ 6 recensioni per quella cagata di capitolo, voi siete le migliori :3
Sì, oggi sono tenera. La neve mi mette sempre di buon umore, e fuori ci sono circa 10 cm. Nevica dalle 4, e non ha ancora smesso *w* #non ve ne frega niente.
Passando al capitolo… Niall è diventato un insegnate ^^ era da una vita che lo volevo scrivere…  Ce la facciamo ad arrivare a 7 recensioni? Voglio davvero sapere cosa ne pensate
Come avrete notato, ho leggermente modificato l’età dei ragazzi in questa fan fiction :)
Occhei, bellissime, vi saluto
Tantissimi baci,
Gaia


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Capitolo 9
*** 8. Is this the end? ***


Is this the end?





In due secondi, tutti i miei film mentali e romantici erano andati a farsi benedire.
Niall Horan era il mio nuovo insegnate di musica.
Era diventato uno stramaledetto prof, e quindi I&I: Intoccabile e Irraggiungibile. 
Lui non mi aveva ancora visto. Si sedette alla cattedra, blaterò qualcosa come “Farò l’appello così iniziamo a conoscerci” e iniziò a leggere i nomi dei miei compagni di classe.
Quando arrivò alla P mi venne l’ansia.
-Melody Jane Sheperd?
-Presente.
-E… -qui fece una pausa. Rilesse il nome varie volte, come se pensasse di aver capito male. Poi diede una rapida occhiata alla classe.
-Aubree Emily Styles.
-Ci sono.
Gli occhi blu di Niall si piantarono nei miei. Non riuscivo a capire se fosse felice, triste, sorpreso o deluso.
Louis finse un colpo di tosse, facendo sobbalzare Horan.
Poi il nuovo supplente di musica continuò l’appello.
-Louis William Tomlison?
-Sì!
-Ecco il nuovo lavoro di Niall –mi sibilò il mio migliore amico.
 
-Certo che sei proprio sfigata, Emyna. –disse Sue, all’intervallo.
-Non mi chiamare Emyna. Comunque sì, sono sfigata.
-Cambiamo argomento! Niall sono-figo-e-un-insegnate Horan sta venendo qui.
Bella tirò fuori il cellulare e me lo piazzò in mano.
-Guarda questa foto!
Non c’era nulla, solo lo sfondo animato del suo Galaxy S. Alzai gli occhi al cielo.
Intanto Niall era arrivato di fronte a noi.
-Ciao. Amy.  –leggermente imbarazzato, il ragazzo.
-Ah. Cia..Salve. Ni.. prof?
Come cazzo lo dovevo chiamare?
-Chiamami Niall! Cioè, non lo dire alla Jekins ma... Niall.
-Uhm, davanti alla Jekins ti chiamerò prof. Ricevuto.
Le mie amiche si guardarono. Due secondi dopo eravamo da soli.
-Allora… studi qui.
-Già. E tu lavori qui.
-Già.
 Da dove veniva quell’imbarazzo? Perché l’essere diventato un mio insegnante cambiava tutto? (Domanda idiota).
Ero frustrata.
In quel momento suonò la campanella.
-Verrai al campeggio? Devo accompagnare la tua classe –disse mentre una folla di ragazzi tornava nelle classi.
-Sì! Allora ci vediamo!
Non riuscii a sentire la sua risposta.
 
All’una meno dieci suonò l’ultima campanella, e i miei compagni di classe schizzarono fuori dall’aula. Il prof di matematica brontolò qualcosa sul poco interesse che avevamo della sua materia e iniziò a riordinare le sue cose. Poi sollevò lo sguardo e mi vide.
-Styles, cosa stai facendo?
-Ho perso un guanto. Credo di averlo lasciato nell’auditorium dopo il discorso di bentornato ma…
-Allora vai a prenderlo.
Avevo intenzione di farlo anche senza il suo permesso, ma annuii.
I corridoi erano già deserti, è incredibile la velocità che impiega la gente ad uscire dalla scuola. Soprattutto se paragonata a quella che usa per entrare.
Trovai il mio guanto sulle scale che portavano al palco dell’auditorium. Come diavolo ci era finito? Mentre mi chinavo per raccoglierlo, i miei occhi si posarono automaticamente sul pianoforte. 
Era un bellissimo Yamaha nero a mezza coda. Il Paradiso, per una come me.
Da quando la serratura si era incastrata le bidelle avevano smesso di chiuderlo.
Non suonavo da tre settimane (mio padre non ha un pianoforte in casa) e stavo per andare in astinenza.
Lo aprii, spostai il panno che serviva a proteggere i tasti ed eseguii un paio di scale per riscaldare le dita.
Poi suonai un pezzo di Beethoven. Doveva essere stato appena accordato, perché suonava da dio.
Eseguii un preludio di Debussy. Una sonata di Mozart.
Ero nel bel mezzo di un pezzo di Chopin quando qualcuno dietro di me tossì.
Merda, avevo pubblico.
Mi bloccai di colpo ma non mi voltai.
-Ah, ehm. Io stavo… stavo provando il piano. Dopo rimetto tutto in ordine. Anzi, lo faccio adesso e tolgo il distur…
Venni interrotta da un applauso. Girai lentamente sui tacchi. C’era Niall, appoggiato al palco.
Oh. Mio. Dio.
-Tu sei… Complimenti. Devo essere sincero, non ti credevo così brava… wow! Amy, sei stata fantastica!
Arrossi –Grazie! Ma io…
-A Mullingar mi hai detto che vuoi fare domanda al Royal College. Fallo. Se non ti prendono sono dei pazzi.
-Non mi prendono. Hanno un miliardo di richieste da tutto il mondo, figuriamoci se… e poi la retta costa troppo. Non me la posso permettere.
Lui salì le scale e mi si avvicinò.
Gli esseri umani non possono avere occhi così belli.
Lui fece un passo. Io feci un passo. Eravamo a meno di dieci centimetri quando la porta si aprì di nuovo.
-Professor Horan? La vogliono in aula insegnanti.
Professor Horan. La parola “professore” mi trapanava il cervello.
Niall annuì e si voltò verso la bidella.
La bidella che aveva visto me e lui. Vicinissimi. Nell’auditorium. Dopo la fine delle lezioni. Con il pianoforte aperto.
Non significa nulla. Non può dire nulla.
E forse era proprio quello il problema.
Non era successo nulla.
 
La mia depressione raggiunse il massimo livello quando trovai Sue, seduta sui gradini del mio vialetto, mentre piangeva a dirotto. In mano aveva un pacchetto di fazzoletti quasi finito.
-Oddio. Cos’è successo? –sbattei la portiera del Catorcio e mi sedetti di fianco a lei.
-E… Ed mi ha lasciato. D…dice che sssssono troppo i…mmatura –singhiozzò.
Lei ed Edward si erano fidanzati a settembre. Era una delle storie più lunghe che Sue avesse mai avuto, era naturale che fosse così sconvolta.
-Edward non capisce un cazzo. Come tutti i ragazzi.
Tranne forse Niall.
-Em, lui mi piaceva davvero ma –si soffiò rumorosamente il naso –scommetto che ha già un’altra. Più grande.
Non avevo mai incontrato Edward. Non viveva a Holmes Chapel, lui e Sue si erano conosciuti in un locale nel paese vicino.
-E’ solo lui che ci perde.
Lei mi guardò, mentre il suo labbro inferiore iniziava a tremare.
-Mi aveva regalato un fottuto anello!
-Oh Sue. –l’abbracciai.
 
 
-Tesoro, mi mancherai. Sei appena tornata!
-Mamma dai…
-Oh Aubree! Mi sembra ieri che giocavi con le bambole.
-Harry. Non ti ci mettere anche tu! Ti prego!
-Stai attenta!
-Mamma, ho 18 anni…
-Usa il preservativo!
-Harry! È solo una stupidissima gita di quattro giorni! Ma cos’avete?
Mio fratello e mia madre si scambiarono un’occhiata. Il posteggio della scuola era pieno di ragazzi dell’ultimo anno che salutavano i loro genitori, manco stessero andando in guerra.
-Sì, è una gita, ma è nella natura.
Oddio. Ditemi che questa non è mia madre.
Presi la mia valigia e mi diressi verso il pullman, senza salutare. Finii contro la English che trascinava un trolley e due borsoni. Forse non aveva afferrato il concetto di quattro giorni. Quando mi vide emise un grugnito. Qualcuno che non la conosceva avrebbe potuto interpretarlo come il verso dei cinghiali nella stagione dell’accoppiamento, ma io sapevo che si trattava di un saluto. Forse.
-Salve anche a lei, prof.
La English si voltò verso la folla di studenti.
-Avevo detto di portare solo lo stretto indispensabile! Come mai queste valige enormi?
La fissammo sbattendo le palpebre. Poi tutti si voltarono verso amici&parenti.
Avevo visto Louis salire sul pullman ed ero intenzionata a seguirlo. Almeno, lo ero prima di vederlo parlare con Niall. Il biondo si sentì osservato, sollevò lo sguardo e mi fece “ciao” con la mano. Io risposi con un mezzo sorriso.
Sì, la gita “nella natura” cominciava davvero bene.

 

Hola!
Abbiamo raggiunto le 7 recensioni! Io vi amo, siete le migliori ♥ ajfnhbacivnah
Scusate per la schifezza di capitolo di passaggio… nel prossimo ci saranno dei colpi di scena abbastanza grossi… che ovviamente non vi anticipo :)

Poooi, questa è una comunicazione. Questa ff non avrà tantissimi capitoli, perché ho intenzione di fare il seguito. Ieri ho buttato giù la trama, e ho scoperto che è davvero troppo lunga per stare in un’unica fan fiction… ditemi cosa ne pensate ;)
Adesso devo davvero scappare, scusatemi
Tantissimi baci,
Gaia

P.S. passate da Like Falling Stars


                    

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Capitolo 10
*** 9. Carpe this fucking diem ***


Carpe this fucking diem




Gli prendo la mano stringendola forte,
e già temo il momento in cui dovrò lasciarla

-Katniss Everdeen, Hunger Games
 




Il pullman era semideserto.
Solo i soliti accaparra-posti più la gente sempre in anticipo. Tipo Sue, che si sbracciava da un sedile per farsi vedere nonostante non ci fosse quasi nessuno. Facemmo la morra cinese per il posto vicino al corridoio e vinse lei. Sbuffando, mi sedetti vicino al finestrino.
Poco dopo Louis si infilò nel posto davanti a noi e usò lo zaino per occupare quello da parte.
-Allora? Come va? –chiese, appoggiandosi alla parte superiore del sedile.
-Potrebbe andare meglio. –dissi
-Ma va’! Io scommetto che ti divertirai un mondo e ti fidanzerai con un adolescente, dimenticandoti di Niall.
Sì, certo. Come se fosse facile.
Il pullman si riempì nel giro di poco tempo: i secchioni e i poveri cristi che soffrivano il pullman davanti, i casinisti in fondo e le persone normali come noi  in mezzo/tendente al fondo, se capite cosa intendo.
Quando salirono i prof, i posti erano quasi tutti occupati.
-Bene, adesso faremo l’appello poi si parte. Il pullman deve arrivare integro a Camp Hallow, intesi? –evidentemente la English non conosceva i miei compagni.
-Camp Hallow, che nome di merda. –borbottò Sue.
E poi iniziò l’appello. Quando arrivarono a Sue Callaghan, lei si limitò a sollevare un braccio per poi risprofondare nel sedile.
-Bella Rosemberg?
Diedi un’occhiata all’orologio –Aspetti un minuto.
E infatti…
-Eccomi! -Disse Bella salendo sul pullman. Si sedette di fianco a Louis e mi fece “ciao” con la mano.
-Sì, la tua è davvero un’arte.
La Terza Guerra mondiale scoppiò poco dopo, e ci vollero le minacce dell’autista per ristabilire un minimo di ordine. Quando finalmente arrivammo, i prof erano sull’orlo di una crisi di nervi, mentre a noi studenti caddero le braccia dopo aver visto il campeggio.
Ci saranno stati una trentina di bungalow, più o meno da cinque persone. Un tendone costituiva la mensa/sala comune del campo. La cosa peggiore erano i bagni: due catapecchie minuscole, con solo due docce.
Il paesaggio, invece, era bellissimo. Il campo era a ridosso di un laghetto tra le montagne, circondato dai boschi. Dal mio bungalow riuscivo a vedere tre cascate, ma ce n’erano delle altre. Giusto, non vi ho ancora descritto il mio bungalow. Era da cinque persone. Inizialmente c’eravamo solo Bella, Sue e io. Ero già passata alla manovra del lancio della valigia sul letto, quando Gwen Lawrence aveva buttato il suo borsone sulla brandina di fronte a me. Aveva detto semplicemente “Ciao” e aveva iniziato a sistemare le sue cose. In seguito scoprimmo che nel bungalow delle sue amiche non c’era posto per lei, e così era stata spedita da noi. Per ultima, arrivò Debbie.
-Ma ciao tesori! Ho deciso che starò qui con voi, esultate!
Calò un silenzio di tomba.
-Uccidetemi. O uccidete lei, se preferite. –disse Gwen. Ho sempre stimato quella ragazza. Deborah Willer era la persona più egocentrica che conoscessi. Si dava un’importanza assurda, leccava il culo a tutti quelli “che contavano” e voleva sapere sempre i fatti degli altri. A Gwendolyn, campionessa indiscussa di riservatezza, non poteva andare peggio.
-Vado a cercare Louis! –annunciai, ansiosa di andarmene da lì. Uscii dal bungalow e mi diressi verso quelli che credevo fossero gli alloggi dei ragazzi. Invece mi schiantai contro Niall Horan, che mi afferrò per le spalle per evitare che cadessi.
-Cia… Ciao Niall. –dissi avvampando.
-Ciao Amy. Tutto bene? –Annuii –Di’ alle tue compagne di stanza di andare nel tendone principale alle due e mezza. Ah, stai benissimo con quella felpa.
Cos’era, si divertiva a mandarmi in iperventilazione? Arrossi ancora di più, se possibile, e feci dietrofront per avvisare le altre.
 
Alle due e mezza, un’esaltatissima English stava cercando di accendere il megafono davanti a tutti i ragazzi dell’ultimo anno.
-Gara di fotografia –annunciò dopo quasi un quarto d’ora.
-Verrete divisi in gruppi, ogni gruppo riceverà una busta con tutte le indicazioni. Avrete due ore di tempo. Ah, sarete accompagnati da un insegnante, per evitare inconvenienti disdicevoli.
Oddio.
Finii in gruppo con Louis e ragazzi di altre classi. Il prof di geografia mi consegnò la famosa busta, e poco dopo vidi Niall dirigersi allegramente verso di noi.
Oh, no. Non poteva essere lui il nostro accompagnatore!
Invece era davvero lui. E, con la scusa di parlare con Louis, camminò appiccicato alla sottoscritta per tutto il tempo.
-Ma scusate, un insegnante può abitare con un alunno?
Lou mi sorrise –No. Per questo abbiamo comprato anche l’appartamento comunicante, Niall  e tuo fratello abitano là.
Però, i ragazzi non erano così scemi.

Numero delle volte in cui Niall Horan ha toccato “inavvertitamente” la mia mano: 5
Numero delle volte in cui l’ho sorpreso a fissarmi: 9
Numero delle volte in cui sono arrossita per colpa sua: 14
Numero delle volte in cui Louis ha detto cose imbarazzanti sul mio conto: 8
Numero delle volte in cui avrei voluto ucciderlo: 10


No, io non resistevo così vicino ad Horan.
Mi fermai, fingendo di dover allacciare le scarpe.
Quando Lou e Niall furono a distanza di sicurezza mi rialzai e tirai un sospiro di sollievo.
-Ciao Amy. È una mia impressione o stai evitando il prof?
-Jason. In realtà io sto evitando… Louis. Si è appena lasciato con la sua ragazza ed è depresso, quindi…
Oddio, e questa da dove mi è uscita?
Jason Blake annuì come se avesse capito, e iniziò a camminare di fianco a me.
La domanda era: che diavolo voleva?
Si schiarì la gola –Ehm, senti… dopodomani ci sarà la festa di fine campo. Mi chiedevo se… sì, insomma… Ci verresti con me?
Mi bloccai. Ragiona, Amy. Non hai speranze con Niall. Lo sai. Perciò fa’ come ti aveva detto Tommo, esci con qualcuno e dimenticatelo. Jason è carino, simpatico, un po’ puttaniere forse, ma è ok.
Tuttavia quello che mi uscì fu: -Tipo un appuntamento?
Lui inspirò :-Sì, un appuntamento.
-Ok.
Eravamo arrivati alla rimessa delle barche, sull’altra sponda del lago. La nostra foto doveva raffigurare delle “emozioni”, così decidemmo di fare il bagno.
Il che significava farsi vedere in costume da Niall.
Controllai rapidamente di essermi fatta di recente i peli sotto le ascelle e, con le guance in fiamme, sfilai felpa e maglietta.
Quando passai ai jeans, tutti i ragazzi erano in acqua e non mi stavano guardando.  Mi avvicinai al bordo e infilai un piede in acqua per sentire la temperatura. Merda, era gelata. Decisi di andare a sedermi sulle assi di legno del pontile.
-Carino il costume. –Sobbalzai.
Calma! Fai un respiro profondo!
Una volta recuperato un minimo di autocontrollo mi voltai verso Niall.
-Mhm.
-Non entri?
-Ti faccio notare che anche tu sei fuori.
-Io sono il supervisore. Tu che scusa hai? –mi sorrise.
-Beh… è troppo fredda.
-C’è il trucco. –Ok, il suo sorriso non mi piaceva per niente. Stava decisamente tramando qualcosa.
Poi capii.
-Oh no.
-Oh sì.
-OOOOH NO!
-OOOOH SÌ!
Non feci in tempo a fare nulla . Niall mi sollevò, fece un passò avanti, e mi buttò in acqua. Quando riemersi, stava ancora ridendo.
-Ok, Horan, hai vinto. Adesso mi aiuti ad uscire?
Mi tese una mano, io l’afferrai e lo tirai giù (Niall era vestito). Quando riemerse, stavamo ridendo entrambi.
-Andrai alla festa di dopodomani?
-Sì –Non gli dissi di Jason, anche se avrei dovuto. La verità era che io non volevo dirglielo, perché avrebbe potuto pensare che io e Blake stessimo insieme. E non era vero.
 
 
Il nostro gruppo vinse la gara con una foto fantastica di Jason che si tuffava dal pontile.
Il giorno seguente andammo a fare trekking, e prima che me ne accorgessi era arrivato il giorno della festa.
Come scoprii quella mattina, Bella e Sue ci sarebbero andate da sole. Gwen era stata invitata da un tizio della F, mentre Debbie giurava di avere un appuntamento con un “ragazzo misterioso”.  Forse sperava di farci rodere dalla curiosità, ma non funzionava granchè. Più che altro, volevamo sapere chi fosse quel pazzo solo per potergli consigliare un bravo psicanalista.
 
In qualche modo, riuscii a sopravvivere a quella giornata ed arrivai a sera con tutti i nervi intatti, più o meno.
Faceva freddissimo, così indossai dei semplicissimi jeans neri aderenti, un top, una felpa e il mio cappello con il panda.
Jason mi aspetta vicino all’inizio del sentiero per il lago.
-Amy! Stai… bene!
Forse si aspettava vestiti o minigonne. Beh, avevo freddo, non ci potevo fare niente. E poi io non sono tipo da minigonne.
Camminammo fino al laghetto in silenzio. Ogni tanto J faceva dei commenti sul paesaggio, cose che avrebbero voluto essere romantiche ma, di fatto, non lo erano.
Jason non aveva niente di male solo che… non era Niall.
Il falò in riva al lago era più grande di quello che mi aspettavo. Tutti stavano bevendo cioccolata e arrostendo marshmallow  avvolti nei plaid. Localizzai Sue e Bella, ma non le raggiunsi per salvaguardare la sopravvivenza del mio appuntamento. Gli altri non vedevano l’ora del “dopo”, la mini-discoteca allestita nel tendone principale, mentre io avrei voluto stare così per tutta la vita.
Stavo iniziando a chiedermi dove fossero i prof quando vidi Niall, dalla parte opposta del falò rispetto a me, che parlava con Louis. Lo vidi sollevare lo sguardo, vedere me e Jason e rivolgermi un sorriso incerto. Cazzo.
Tempo mezz’ora, e le coppiette si erano imboscate mentre i poveri sfigati rimasti cercavano un modo per ammazzare il tempo. Dalla faccia di Jason capivo che aveva una voglia matta di imboscarsi, ma il mio stomaco mi urlava che non ero pronta, che lui non mi piaceva nemmeno.
-Allora, cosa ti piacerebbe fare?
-Intendi oltre a bere altra cioccolata? Va a depositarsi tutta sul fondoschiena, ma è troppo buona.
Jason rise. Forse era una risata finta. Dopotutto, lui era un bravo attore.
Ma perchè non riuscivo a comportarmi come tutte le persone normali?
Perché non riuscivo a togliermi dalla testa l’idea che quella di Niall sarebbe stata senz’altro una risata vera?
A proposito del biondo, in quel momento stava parlando con la ventiseienne prof di geografia della A. era bella, molto bella. Praticamente il 60% dei ragazzi era innamorato di lei (il restante 40% delle cheerleader e di Sue).
Cosa ti aspettavi? Ti considera solo come una ragazzina, apri gli occhi.
-J? Ti va di andare al tendone principale?
 
La musica era fortissima e le luci conferivano al tendone un’aria da discoteca country, se capite cosa intendo. Chiunque l’avesse trasformato, aveva fatto un ottimo lavoro. Io e Jason ballammo finchè non fui sul punto di scoppiare per il troppo caldo. Quando mi tolsi la felpa, mi accorsi che il cellulare stava squillando e che sul display lampeggiava la scritta “Zayn”.
Uscii per rispondere.
-Ciao, pakistano.
-Aubree Emily! Come stai?
-Diciamo bene, dai. Cosa c’è?
-Niente di che… semplicemente tuo fratello è uscito di testa.
-Niente panico, lui è nato così.
-No, questa volta fa sul serio. Lui…
Un interferenza interruppe la sua frase. In quel posto tra le montagne non c’era quasi mai campo.
-Zayn? Non ti sento più…
Dato che avevo solo una tacca, camminai un po’  per cercare di migliorare la ricezione, ma dopo qualche minuto cadde definitivamente la linea.
Al diavolo, Zayn mi avrebbe raccontato l’ultima cazzata di Harry il giorno dopo.
Tornai alla festa, con una piccola deviazione in bagno. Quando aprii la porta, trovai Debbie. In braccio a Jason. Si stavano baciando e le luride manacce di lei si stavano per infilare nei pantaloni di lui.
Avrei voluto dire qualcosa di intelligente, o almeno d’effetto. Ma tutto quello che riuscii a dire fu:
-Non ci posso credere.
Loro sobbalzarono. Quando Jason mi vide spalancò gli occhi, Debbie invece sorrideva. Lui fece un passo verso di me.
-Amy io…
-Non mi toccare. Non ti avvicinare. Non mi rivolgere la parola. Sei solo un puttaniere.
-E tu sei una puttana, Amy. Perché sei uscita con lui anche se ti piace il prof? Perché non vuoi far sapere al resto del mondo che lo fate nell’auditorium? –disse Debbie.
Un altro insulto su Niall, e le avrei tirato un pugno in faccia senza pensarci due volte. Ma le sue parole mi avevano fatto male, un male cane. Riuscii solo a sibilare un “brutta stronza” prima di girare sui tacchi e uscire.
Corsi fino alla riva del lago, dove il falò continuava a bruciare.
Aggiunsi della legna per evitare che si spegnesse e scoppiai a piangere.
Piangevo per le parole di Debbie, anche se erano solo stronzate. Io non avevo usato Jason, perché tra me e Niall non c’era niente.
Tra me e Niall non c’era e non ci sarebbe mai stato niente. Quel pensiero mi fece piangere ancora più forte.
 
Stupida. Ecco che cos’ero.
Sentii un rumore di passi, ma non riuscivo a smettere di piangere.
-Amy?
Non risposi. Non sollevai nemmeno lo sguardo.
Poi sentii delle braccia calde stringermi, e mi abbandonai completamente contro il petto di quel ragazzo. Mi accarezzava piano i capelli, senza dire niente. Poi iniziò a canticchiare.
Your hand fits in mine  like it's made just for me  - But bear this in mind  it was meant to be - And I'm joining up the dots  with the freckles on your cheeks  and it all makes sense to me  -I know you've never loved  the crinkles by your eyes  when you smile, you've never loved your stomach or your thighs the dimples in your back at the bottom of your spine - But I'll love them end lessly
Era Niall. L’avevo capito subito. Il mio cuore batteva fortissimo. Avrei dovuto staccarmi da lui, ma era una sensazione magnifica.
I won't let these little things slip out of my mouth but if I do It's you (oh, It's you)  -They add up to, I'm in love with you and all these little things
Ondeggiavamo lentamente, come se stessimo ballando.
You can't go to bed without a cup of tea and maybe that's the reason that you talk in your sleep -And all those conversations are the secrets that I keep -Though it makes no sense to me
I know you've never loved the sound of your voice on tape -You never want to know how much you weigh -You still have to squeeze into your jeans but you're perfect to me...
You'll never love yourself  half as much as I love you -You'll never treat yourself right darlin' but I want you to -If I let you know I'm here for you -Maybe you'll love yourself like I love you, oh
I've just let these little things slip out of my mouth because It's you, oh It's you, It's you they add up to and I'm in love with you and all these little things
I won't let these little things slip out of my mouth but if it's true, It's you, It's you -They add up to, I'm in love with you and all your little things.
-E’… è bellissima. –articolai dopo un po’.
-Si chiama Little things. –rispose lui.
Ci staccammo lentamente.
-Niall… grazie.
-Figuriamoci. Mi dici cos’è  successo?
Non potevo ovviamente.
-…problemi. È un periodaccio e stasera è stata la ciliegina sulla torta.
Quello che successe dopo me lo ricorderò per sempre.
Niall mi mise una mano dietro alla testa, mi attirò verso di sé e mi baciò.
Sulla bocca.
Con una dolcezza che non credevo possibile.
Sentii il mio stomaco agitarsi, mentre ero troppo stupita per reagire.
Quando si staccò non avevo idea di quanto fosse passato.
-Amy… Amy scusa… Non volevo… Anzi, volevo. A dire la verità morivo dalla voglia di farlo. Scusa. So che è sbagliato, che tu probabilmente non vuoi, che io sono il tuo insegnante eccetera, ma…
-Oh, eccome se lo volevo.
Mi fissò stupito.
Ci baciammo di nuovo, stavolta ricambiai il bacio.
A Capodanno avevo pensato che quello fosse il paradiso. Mi sbagliavo. Il paradiso era stare in riva al lago, di notte, mentre baciavo Niall e il falò ci illuminava.
 

 

Hola!
Scusate per il ritardo! Non so quante volte ho riscritto questo capitolo nel tentativo di accorciarlo, ma alla fine non ce l'ho fatta... E' lunghissimo O.O
Spero che vi piaccia comunque :)
5 recensioni per quella schifezza, vi ho già detto che vi amo? Beh, lo ripeto. Vi amo ♥
Il titolo di questo capitolo è strano. L'ho letto su una maglietta di Brandy Melville, e ho dovuto per forza riutilizzarlo da qualche parte LOL con sto capitolo ci può stare
Non vi voglio annoiare ancora, quindi mi dileguo :)
tantissimi baci,
Gaia

 

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Capitolo 11
*** 10. Home sweet home ***


 

Home sweet home




Fissavo il mio bungalow.
Stavo letteralmente morendo di sonno e la parte razionale di me mi urlava di entrare.
L’altra parte, quella meno razionale, mi ricordava che lì dentro c’era Debbie.
No, non avrei dormito lì.
Entrai piano cercando di non fare rumore. Strisciai come un ninja fino al mio letto, presi pigiama e sacco a pelo e uscii. Sbattei contro la porta e corsi via imprecando sottovoce, prima di svegliare qualcuno. Un minuto dopo, stavo bussando al bungalow di Louis.
Lui aprì la porta sbadigliando, e mi fissò.
-Gli orologi non sono stati inventati per hobby.
-Tommo, posso dormire qui?
Uno dei tanti motivi per cui adoravo Louis, era che non faceva domande.
-Styles, sei fortunata. Jack se la sta spassando da qualche parte con Melody, il suo letto è vuoto. E Ron non s’è visto.
Buttai il sacco a pelo di Jack giù dal letto e ci misi sopra il mio.
-Emyna. Per caso sai perché Niall era euforico mezz’ora fa?
-NO. Non sono nella sua testa.
A dire la verità lo sapevo. Avevamo passato mezz’ora a limonare, anche io ero euforica. Avevo dovuto camminare per un’altra mezz’ora prima di recuperare un minimo di contegno.
Niall mi aveva baciata!
Misi al testa sotto al cuscino, per cercare di non andare in iperventilazione.
Non ti fare film mentali. Era solo un bacio!
Sì certo, come no.
Detestavo la mia coscienza.
 
-Amy? Aaaaaamy. Aubree Styles svegliati, cazzo!
Aprii mezzo occhio.
-Cosa cazzo vuoi Tomlison?
-I prof ci sveglieranno tra mezz’ora, non è il caso che ti trovino qui.
Aveva ragione. Presi il mio sacco a peli ed iniziai a contare le ore che mi separavano dal viaggio di ritorno.
 
Salii sul pullman, girando al largo da Jason e Debbie.
Quando mi sedetti, trovai Sue seduta in braccio a Bella. Entrambe mi guardavano così:


 

Io mi sedetti con questa espressione:
 
-Alloooora?
Feci l’indifferente –Allora cosa?
-Non sei rientrata stanotte. Te la sei spassata con Jason? –chiese Sue
Il pullman era quasi vuoto, ma le pettegole e Debbie era già sedute.
-No, non io. Chiedete a Debbie, è lei che si è fatta Blake! –dissi alzando al voce.
Le pettegole se ne uscirono con un lungo “Oooooh!” mentre Debbie mi guardò malissimo.
A questo punto avrei dovuto dire che avevo baciato Niall. Avrei dovuto dire che mi aveva cantato quella canzone e che ci eravamo ritrovai sdraiati sulla riva del lago. Avrei dovuto, ma non lo feci. C’erano sempre le pettegole a portata d’orecchio.
-Ho dormito da Louis perché non volevo vedere quella stronza. Non fatevi film mentali.
A questo punto mi guardarono con solidarietà.
-Jason è solo un puttaniere. –disse Sue
-Devi concentrarti su qualcun altro. –le fece eco Bella.
Già, qualcun altro. Forse ce l’avevo già.
In quel momento Niall salì sul pullman e si sedette due posti dietro di noi.
-Bell, tu e Louis vi sedete qui dietro? –chiesi
Bella mi guardò fisso negli occhi.
-Certo –e buttò lo zaino sul sedile posteriore per occupare il posto.
-Quello che non sai, è che anche la nostra cara Rosemberg è rientrata tardi ieri sera…
Bella arrossì.
-Ero solo con qualche amica…
-Amica? O amico? –chiesi sorridendo
-Amica! –Durante il viaggio, però, la vidi spesso guardarsi intorno come se stesse cercando qualcuno. E, dalla sua espressione, non lo trovò.
Mi stavo addormentando con le cuffie nelle orecchie, quando mi arrivò una foto da Bella su Whatsapp. La aprii. Era Niall che dormiva appoggiato al finestrino.
Arrossivo solo guardando una foto, ero davvero messa male. Mi alzai e mi voltai verso di loro, fingendo di dover parlare con la mia amica. Lui stava ancora dormendo. Era così tenero che mi faceva venire voglia di appoggiarmi a lui e dormire.
 
-Aubree! Ciao tesoro! –Mia madre mi stritolava come se fossi un antistress.
-Mamma… non… respiro…
Mio fratello mollò la presa sulla valigia, facendomela finire sull’alluce. Urlai e mia madre mi lasciò andare.
-Coglione –dissi a Harry.
-Mi sei mancata anche tu, sorellina.
Gli tirai una sberla sul braccio e raccolsi il mio borsone.
Tutte le ragazze dell’ultimo anno ci stavano guardando. Per la precisione, guardavano Harry. Aveva lasciato quella scuola da 2 anni, eppure i professori parlavano ancora di lui. Non aveva mai aperto un libro, ma si era sempre guadagnato la simpatia di tutti. Perfino la Jekins raccontava sorridendo affettuosamente di tutte le volte il cui Hazza era andato in presidenza. Aveva combinato di tutto, ma non era mai stato punito. Harry lo chiamava carisma, io lo consideravo semplicemente culo.
-Andiamo, o tra un po’ cominceranno a chiederti gli autografi.
-Gelosetta, eh?
-Fanculo.
 
Una volta a casa, mi diressi subito in cucina. Avevo un assoluto bisogno di zuccheri, e mi ricordavo di aver comprato quelle caramello Haribo a forma di orsetti.
Mia madre mi raggiunse poco dopo.
-Non sapevo che avessi scelto un’università.
-Infatti non l’ho fatto.
-E allora questa cos’è? –mi diede una busta bianca. Era indirizzata ad Aubree Emily Styles, che viveva a Holmes Chapel. Ma la cosa che più mi stupì era il mittente.
Royal College of Music, Londra.
Aprii la busta facendo attenzione a non romperla. La lettera era corta, ma bastò a farmi venire un infarto.
Ero stata convocata alle audizioni, il 2 febbraio.
Il 2 febbraio? Mancava meno di un mese, cazzo!
Ma soprattutto, io non avevo fatto domanda.
-Allora? –chiese la mamma.
-Allora farò quell’esame.
 
Bella’s POV
Non ci potevo credere! Era lui.
Non riuscivo ancora a credere che fosse successo.
Con lui.
Dovevo dirlo a qualcuno.

Amy. Dopotutto lei lo conosceva.
Sue. Non mi avrebbe giudicato, lei era Sue Callaghan!
Ero sdraiata sul letto e fissavo il soffitto.
Ero stata una stupida. Mi ero ubriacata così tanto che ci ero andata a letto senza riconoscerlo. E lui non si era sprecato a dirmi chi fosse. Che stronzo. Poi avevo guardato il cellulare di Amy ed eccolo lì, nelle foto. Che diavolo ci faceva a Camp Hallow? E perché aveva fatto sesso con me?
Presi il mio iPhone e sfogliai la rubrica. Avevo passato tutto il viaggio in pullman a fissare quel numero, senza sapere cosa fare.
Prima di pentirmene, schiaccia la cornetta verde.
-Pronto? –chiese Zayn Malik.

 
Amy’s POV
Andai a trovare i ragazzi, dovevo assolutamente sapere cosa voleva Zayn la sera prima.
Quando entrai nell’appartamento, però, ci trovai solo Liam. Doveva essere appena tornato dal supermercato, perché stava svuotando le borse e ogni tanto dava un’occhiata alla lista.
-Paura di aver dimenticato qualcosa? –dissi.
-Sì! Non posso deludere Adolf Horan, potrebbe fucilarmi.
Adolf Horan. Scoppiai a ridere.
-Allora, Styles, come stai?
-Bene dai. Tu? Ti senti ancora con Jules?
Liam si illuminò.
-Certo! È davvero una brava ragazza! E poi è bella!
Era vero. Jules era bellissima.
-E bravo Payne –sorrisi- C’è Zayn?
-Sul divano che dorme.
Oh, che peccato. Avrei dovuto svegliarlo.
Zayn dormiva a bocca aperta, con un numero di Playboy appoggiato sul petto. Alzai gli occhi al cielo.
-Malik?
Per tutta risposta, si girò dall’altra parte.
-Pakistano!
Iniziò a russare. Sbuffando, lo feci rotolare giù dal divano. Quando atterrò di faccia sul pavimento gridò un’imprecazione.
-Ma che cazz… tu sei pazza, Aubree.
-Sì, me lo dicono in tanti. Alza il culo dal pavimento e dimmi cos’ha fatto mio fratello.
Zayn si alzò massaggiandosi un ginocchio e si risedette sul divano.
-Secondo me è diventato pazzo. O si fa di una sostanza più forte di quelle che usa di solito. Sta di fatto che… cosa stai facendo, Payne?
Liam era appoggiato alla porta e stava smanettando sul cellulare. Ogni tanti guardava Zayn e ridacchiava.
-Niente di che, metto il video su YouTube.
-Io ti rapo a zero!-esclamò Malik.
- Sei previdente, Liam. E Zayn un idiota. Non vedi che si è già rasato? Finisci la frase di prima, che è meglio. cos’ha combinato Harry stavolta?
-Harry si è fidanzato ufficialmente con una ragazza. Domani al presenterà a te e a tua madre. E con “ufficialmente” intendo che…
-Intende che ci sposiamo! –finì la voce di Harry.
 


Hola!
Scusate il ritardo assurdo, ma il periodo di Natale è sempre abbastanza pieno…
Spero che il capitolo vi piaccia :)
Sto lavorando a un banner per la storia, ma non mi viene quel granchè… quando sarà pronto deciderò se pubblicarlo o buttarlo nel cestino. Credo che opterò per la seconda D:
Come ho già detto in Like Falling Stars, ho iniziato una nuova ff per sostituire LFS, dato che è praticamente finita (D’:) vi metto il link:  I'm not who you think I am   vorrei davvero sapere il vostro parere, perché la trama è davvero strana, forse troppo.
Occhei, sta per iniziare un bel film, vi devo salutare
Tantissimi baci, meraviglie ♥
Gaia

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Capitolo 12
*** 11. Isn't she lovely? ***


Isn’t she lovely?




Isn't she lovely 
Isn't she wonderful 
Isn't she precious 
Less than one minute old 
I never thought through love we'd be 
Making one as lovely as she 
But isn't she lovely made from love 
-Stevie Wonder, Isn't she lovely



-Hai capito? Si sposa! Non mi aveva mai parlato di una ragazza. Si conoscono da pochi mesi, capisci? Non può sposarsela. Chissà che tipa è. Sarà la solita battona. Cioè, chi si innamorerebbe mai di mio fratello? Anzi no, la domanda è: mio fratello è capace di innamorarsi di qualcuno? Ti ha mai parlato di una ragazza?... Niall, ma mi stai ascoltando?... Perché cazzo sorridi?
Sì, Niall Horan sorrideva con un’aria da ebete mentre io gli snocciolavo quello che era successo la sera prima.
-Ad essere sincero no -ammise
-E lo dici pure! A cosa stai pensando?
-Sto pensando a quanto tu sia stupenda quando fai così.
Avevo in mente un bel predicozzo, ma a quel punto non potevo farglielo. Arrossii e guardai in basso.
-Scemo. Ah, c’è un’altra cosa… mi è arrivata una convocazione dal Royal College.
-Wow! Ma è fantastico! Non me l’aspettavo –era un pessimo bugiardo.
-Niall, non entrare mai nel MI5, è un consiglio. Comunque l’audizione è a inizio febbraio… è troppo presto!
-Beh, dovevi fare domanda prima, in modo da avere più tempo per prepararti.
-Ma io non ho mai fatto domanda.
Vidi spuntare un sorriso a trentadue denti  –Tu no, ma io sì. Non potevo lasciare che sprecassi così il tuo talento, Amy.
Rimasi a bocca aperta. Letteralmente.
Oddio. Aveva davvero fatto una cosa del genere per me?
-M…ma i..io… grazie?
-No, mi ringrazierai quando sarai a Londra a studiare. E per l’esame ti posso aiutare io, è il mio lavoro. Oggi pomeriggio?
Il suo spirito di iniziativa era notevole. Stavo per accettare, poi ricordai.
-No, cazzo, non posso. Harry ci deve presentare la sua fidanzata… Ma non ci voglio pensare. Dove eravamo?
-Mi sembra… qui!
Mi appoggiò contro il muro e ricominciò a baciarmi.
Tutte le coppie della Holmes Chapel High School avevano il “loro posto segreto”. La maggior parte si affollava sotto alle tribune del campo da basket, ma quello non era precisamente un posto segreto. Un’altra meta molto frequentata era il laboratorio di scienze. Le coppiette proibite (gente che cornificava allegramente il/la partner) preferivano lo sgabuzzino del piano terra. Quando trovavi la porta chiusa con un elastico bianco sulla maniglia significava che qualcuno se la stava spassando al di là della porta. Era l’equivalente del “DO NOT DISTURB” negli hotel. Certo, io e Niall avevamo delle ragioni in più per tenere segreta la nostra relazione. Così il ripostiglio del secondo piano era stato inaugurato il “nostro posto segreto”. E questo perché Niall Il Prof aveva ottenuto una copia delle chiavi.
Stare lì dentro con lui bastava a darmi una scarica incredibile di adrenalina e il fatto che ci baciassimo come avevo visto solo nei film mi faceva lo stesso effetto del doping.
Così, quando la mia ora buca finì ed iniziò la manovra Ritorno nelle classi, ero assolutamente euforica, iperattiva e molto accaldata.
Mi inginocchiai di fronte alla porta e guardai in corridoio dal buco della serratura.
-Via libera –comunicai a Niall.
Poi mi alzai e uscii dal ripostiglio con nonchalance. Sapevo che Niall avrebbe contato fino a 150 e poi avrebbe fatto esattamente le stesse cose.
Mi sistemai i capelli e rientrai in classe, proprio mentre i miei compagni tornavano da… qualsiasi cosa avessero fatto in quell’ora.
 

Bella’s POV
Ci avevo pensato e ripensato. Dovevo dirglielo. Almeno ad Amy. Avevo avuto paura di non trovare il momento giusto, ma quando rientrai in classe dopo una lunga telefonata con Zayn, capii che non potevo più aspettare.
 
-Davvero, Bell. Muoio dalla voglia di rivederti.
-Io invece non ti credo. Cosa ci facevi al campeggio? Non sei più uno studente della Holmes Chapel High. E perché cazzo hai fatto sesso con me?
-Ok, ero venuto per vedere una persona. Ma poi ho visto te e… e non lo so. Anche io cerco di dare un senso a quello che è successo, ma non ci riesco! Sta di fatto che adesso non riesco a smettere di pensare a te, io… io sono completamente cotto.
Una lacrima mi scende inspiegabilmente lungo una guancia. È sincero?
-Quella persona era Amy? Devo saperlo.
-No, non era Amy.
I ragazzi non mi guardano. Io sono solo un’amica, quella divertente di cui tutti si possono fidare. Quella bellissima è Sue. Amy invece è… Amy.
Perciò non credevo di poter interessare ad uno come Zayn Malik.
-Era la mia prima volta –confesso.
Zayn fa una pausa.
-La mia prima volta è stata con te, che nemmeno mi ami, in una sera in ci ero ubriaca fradicia. Adesso capisci perché non ti voglio vedere?
-Una volta sola. Concedimi un solo appuntamento.

 
Avevo accettato. Sarei uscita con Zayn il pomeriggio seguente.
Amy si sedette. Aveva i capelli leggermente scompigliati e si faceva aria con una mano.
-Ti devo dire una cosa –cominciai. Amy si voltò verso di me, in attesa. Perché era così difficile? –Ho fatto sesso con Zayn.
Spalancò gli occhi –Non ci posso credere! Quando?
-In campeggio… la sera della festa. Stavo ballando con alcuni ragazzi dell’altra classe, ero ubriaca fradicia. Poi lui è arrivato, abbiamo ballato un po’, e poi… Non l’ho nemmeno riconosciuto, ero troppo sbronza! –le raccontai il resto, della foto sul suo cellulare e delle due telefonate. Infine, le dissi dell’appuntamento.
-Vai. Zayn è un bravo ragazzo, in fondo. Ok, forse molto in fondo. Dagli una possibilità, Bell.
Rimase immobile per qualche secondo. Poi prese a giocherellare con una penna, come faceva sempre quando pensava.
-Amy, non scarabocchiare sul mio libro…
-Hai detto che Zayn cercava una persona? –chiese ignorandomi –Quella sera mi ha telefonato. Voleva dirmi della cazzata di Harry, ma poi è caduta la linea. Se era lì, perché non me l’ha detto di persona? E chi è che stava cercando?
Quindi era vero, Zayn Malik non era venuto per lei. Ma allora per chi?
 

Amy’s POV
-Non possiamo scappare, vero?
-Certo che no. Non sei curiosa?
-Assolutamente no!
Mia madre mi lanciò un’occhiata scettica. Eravamo entrambe sul divano, ad aspettare Harry e Jenny. Che nome di merda.
Suonò il citofono. Mentre la mamma andava in iperventilazione e correva ad aprire, io mi stravaccai ancora di più.
Dopo pochi istanti mia madre ricomparve, visibilmente più rilassata, seguita dai coinquilini di mio fratello. Liam si lasciò cadere alla mia sinistra. Zayn e Louis si sedettero sull’altro divano. Mia madre gli fece compagnia. E Niall si sedette alla mia destra, piazzandomi una mano sulla coscia con nonchalance.
-C’è mia madre –sibilai. Lui scrollò le spalle e guardò nella sua direzione. In effetti, i sette caffè avevano avuto un brutto effetto sulla mamma. Era così in agitazione che non si sarebbe accorta neanche se io e Niall avessimo fatto cose poco caste sul divano. Il pensiero mi fece avvampare ancora di più.
A distrarmi ci pensò Killer, che si sedette depositando tutti i suoi 39 kg sul mio piede. Stupido cane.
Il campanello suonò di nuovo.
-Magari è il postino…
-Mamma! È solo una ragazza!
-Diventerà tua cognata, Aubree.
Merda, non ci avevo pensato.
Purtroppo non era il postino.
Jenny era alta circa un metro e settantacinque. Il peso doveva aggirarsi intorno ai 50 kg. I capelli erano di un biondo platino che non fingeva nemmeno di essere naturale (lo dimostravano le assurdamente folte sopracciglia scure). Le troppe lampade la facevano sembrare un incrocio tra un’aragosta e una rana arancione. L’abbronzatura finta era esaltata dall’abbigliamento bianco: canotta (nonostante ci fossero 2°) e quella cosa più simile ad una cintura che ad una gonna.
Ma la cosa che mi lasciò più allibita fu un’altra: Jenny aveva passato i venticinque anni da un pezzo.
-Mamma. Sorella. Amici miei. Vi presento Jenny!
E il rullo di tamburi in stile circo dov’è?
-Mhm. È una zia che non sapevo di avere? -cinguettai
-Aubree! Scusala, Jen. Ha solo diciotto anni. –si affrettò a dire mio fratello, lanciandomi un’occhiata omicida.
-E tu ne hai…? –continuai
-Ventinove il mese prossimo, tesorino.
Ventinove? Mio fratello ne aveva solo ventuno! (Ok, quasi ventidue).
Ma soprattutto, da dove usciva quel tesorino?
Mia madre deglutì. -Oh… è davvero un piacere conoscerti!
-Anche per me, signora Styles.
Signora Styles.
Niall si sporse leggermente verso di me -E’ il postino travestito, vero?
-Lo spero tanto.
 
-Allora, Jenny. Quando sarà il matrimonio?
Cinque paia d’occhi molto stupite si posarono su Liam, che diede un sorso al suo thè.
-Il 14 febbraio.
S. Valentino. Della serie, fantasia portami via.
-San Valentino! Che teneri! –esclamò Louis.
Gli lanciammo un’occhiataccia.
-Scherzavo… -mormorò
-Sarà una festa in grande! Avrò una quindicina di damigelle. Ti interessa, Aubree?
Piuttosto mi rotolo nella carne e faccio un giro nel recinto dei leoni.
-Ma naturalmente! –disse mia madre, con enfasi.
-Perfetto, ordino un vestito fuxia anche per te!
Ora, io ho i capelli rossi. Nessun essere umano non daltonico mi farebbe indossare un abito fuxia. Ma forse la cara Jen lo era.
-Il mio abito sarà magnifico… E il mio caro Harry sarà così sexy in smoking.
L’ha detto davvero? Oppure ho sentito male?
Harry tossì un “C’è mia madre” e finse di dover bere qualcosa. Jen se ne fregò altamente, mentre mia madre dava un lunghissimo sorso al caffè.
-Harry, tesoro, perché non vai a prendere i pasticcini? –chiese quando si fu ripresa.
-Lo accompagno –annunciai. I ragazzi ed il cane mi seguirono a ruota.
-In sei per prendere dei pasticcini…-attaccò Harry.
-Ok, di quanti mesi è?
-Eh?
-Di. Quanti. Mesi. È. La. Cara. Jen? –scandii
-Oh, ma Jenny non è incinta!
-No!? –esclamarono i ragazzi in coro.
-E allora perché la sposi? –chiesi esasperata
-Perché… io la amo!
Ci fu un attimo di silenzio.
Zayn –AHAHAHAHAHAHAH!
Louis –AHAHAHAHAHAHAH!
Liam –AHAHAHAHAHAH!
Niall –AHAHAHAHAHAHAH!
Io –AHAHAHAHAHAHAHAH!
Killer –AHAHAHAHAHAHAHAH!
George Clooney –Immagina, puoi.
Mio fratello, però, non rideva.
-Oh cazzo. Non stava scherzando. –disse Zayn.



Hola!
Buon anno, meraviglie! 
Come al solito sono in ritardo... Chiedo perdono D:
In questo capitolo entra in scena Jenny! Cosa ne pensate? Il titolo è ovviamente ironico, perchè Jen decisamente NON è adorabile.
Niall ed Amy si incontrano nel ripostiglio... *lascia spazio all'immaginazione*
Occhei, il capitolo è penoso ._____.
Mi dileguo, sta per iniziare un bel film :)
tantissimi baci,
Gaia


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Capitolo 13
*** 12. Black Swan ***


Black Swan



Everything that I want
I want from you
But I just can’t have you
Everything that I need
I need from you
But I just can’t have you 
- Green Day, Stray heart





Non ci potevo credere. Mio fratello non poteva amare Jenny! Era una battona di prima categoria, ed era troppo vecchia per Harry! Diciamocelo, mio fratello aveva lo stesso cervello di un dodicenne. Ok, forse un dodicenne molto pervertito, ma pur sempre un ragazzino! Non poteva sposarsi!
Il giorno dopo la visita della cara Jen il mio umore si poteva misurare con i numeri negativi, e nemmeno una lezione di Niall riusciva a tirarmi su.
-Callaghan, perché non ci leggi la tua ricerca su Mozart?
Porca puttana. Di che ricerca stava parlando?
-C’era una ricerca? –sibilai a Bella.
-No, non so se Zayn mi ama. –rispose candidamente lei.
Alzai gli occhi al cielo e tirai la gomma sulla schiena di Louis.
-Tommo. C’era una ricerca?
Lui annuì ridacchiando. Gli avrei volentieri tolto a cazzotti quel sorriso idiota, ma al momento avevo altri problemi. Tipo un Allarme Nota che non mi potevo permettere, o ci avrei smenato la borsa di studio. L’occhiata che lanciai al mio migliore amico parlava da sola.
-Cosa mi dai? –canticchiò.
-Due sterline e diciassette.
-Dieci.
-Quattro.
-Nove e cinquanta.
-Cinque e un caffè.
Si illuminò –Affare fatto, carotina.
Mi passò la copia della sua ricerca. Per qualche oscura ragione, Louis aveva sempre  una copia dei suoi compiti.
-Chiamami un’altra volta carotina e giuro che ti soffoco con una rapa.
Bella si schiarì rumorosamente la voce. Io sollevai piano la testa e trovai Niall intento a fissarci. Anzi, fissarmi.
-Cosa stavate dicendo? –chiese, davvero interessato.
-Aubree pensa che il mio fondoschiena sia sexy. –rispose Louis con voce piatta.
Diventai di tutti i colori. Proprio davanti a Niall, dannazione!
-Muori bastardo! - poi mi voltai verso Horan  -È… è una cavolata, ovviamente. Louis mi ha semplicemente chiesto l’ora, perchè sanno tutti che non sa leggere l’orologio.
-Mhm… è un’offesa debole, Styles. -commentò Tomlinson.
In quell’istante suonò la campanella.
Forse Dio esiste.
 
Quando entrai nel ripostiglio, all’intervallo, Niall era già lì.
-Era una stronzata, io non penso che il culo di Louis sia sexy! Cioè, è davvero un gran bel culo, ma io non… dimmi che hai capito –lo supplicai.
Lui sorrise e fece due passi verso di me.
-Guarda che l’avevo capito benissimo… conosco Louis da un po’.
-Anche io. E ormai ho capito che quando Madre Natura distribuiva i cervelli lui stava cagando.
Niall scoppiò a ridere e disse qualcosa come “bella questa”.
-Aubree, oggi ti aspettano delle lezioni private di pianoforte. A quell’audizione devi fare il culo a tutti.
-Sissignore. Ah, le dispiacerebbe baciarmi, signore?
-Credo si possa fare.
Mi attirò verso di sé ed appoggiò le sue labbra calde e morbide sulle mie.
 
Sue’s POV

Ero seduta al computer, e giravo per le pagine di Facebook. Ne stavo guardando una particolarmente interessante, quando mi arrivò un altro messaggio da Bella.
Bella Rosemberg: Oddio Sue, sono in ansia! >.<
Sue Callaghan: andrà tutto benissimo, scema :3
Bella:Tu dici?
Sue:Sì, Zayn è un bravo ragazzo. Più o meno ^^

Per l’ennesima volta mi chiesi se dovessi o no dirle la verità. E per l’ennesima volta decisi che era meglio di no. Dopotutto, non avrebbe cambiato le cose tra loro due. Era assolutamente ininfluente. Zayn non le era stato infedele, aveva solo… tenuto per sé dei dettagli. Per evitare scenate di gelosia, pensai.
Il cellulare vibrò. “Sono davanti a casa di N. Non riesco a bussare O.O
Amy. Sorrisi.
Fallo o vengo a prenderti a calci in culo  ♥”
E’ una minaccia?”
Esatto. E vedi di suonare il piano
Tornai a fissare lo schermo del computer, anche se pensavo a tutt’altro.
La casa di Niall.
E del fratello neofidanzato della mia migliore amica.
 
Amy’s POV
L’ultimo messaggio di Sue mi fece sorridere. Che era esattamente quello che mi serviva, dato che una telefonata dalla segreteria del Royal College mi aveva informato che le audizioni erano state anticipate. Il 30 gennaio. Tra due settimane. Deglutii, mentre lo stomaco si accartocciava. Presi fiato e bussai alla porta.
-Siamo soli –esordì Niall.
-Molto bene –commentai entrando.
La casa era sempre la solita. Disordinata, con un forte profumo di One Milion ed ingombra di oggetti assurdi.
Ammetto che il mio primo pensiero quando Niall chiuse la porta alle sue spalle centrava davvero poco con la musica, ma mi ero imposta di suonare. Così mi diressi in soggiorno ed aprii il pianoforte.
-Cosa porterai all’esame? –chiese Horan sedendosi da parte a me.
-Un preludio di Schumann come studio, e il Cigno Nero.
-Il Cigno Nero? –mi fece eco. Era ammirazione quella nella sua voce?
Per tutta risposta, suonai. Sapevo quel pezzo a memoria, e mi impegnai come non avevo mai fatto per eseguirlo bene.
Quando finii l’ultima battuta, rilassai le spalle. Poi guardai Niall.
Mi sorrideva.
-La tecnica era formidabile. Brava Amy. Sei stata anche espressiva, ma… non abbastanza. Devi suonare come se tu fossi Odile e non un osservatore esterno. e so che ce la puoi fare, Amy.
Ci provai per mezz’ora. Eppure, per quanto mi impegnassi, non era abbastanza. Me ne rendevo conto anche io, ma non potevo farci assolutamente nulla. Niall, però, non si scoraggiava.
 Per la ventesima volta, misi le mani sui tasti. Niall si era seduto sul divano alle mie spalle e riuscivo a vederlo dal riflesso sulla vernice lucida del pianoforte.
Dio mio, era bellissimo. Quando mi sorrideva poi… con la sua immagine stampata nella mente, iniziai a suonare.  Io ero Odile, che riesce a sedurre il principe. La differenza tra me e lei era che Niall mi piaceva davvero. E che io piacevo a lui.
Quando finii Niall si era spostato da parte e me, e mi fissava a bocca aperta.
-Non so a cosa stessi pensando, ma devi assolutamente farlo anche all’audizione. Sei stata fantastica! Amy, te lo giuro, mi sono venuti i brividi! Se non ti prendono dimmi i loro nomi. Gli consiglierò un bravo otorino. O uno psicanalista. Ce la farai, sono sicurissimo.
Risi. Se lui si fidava di me, avrei fatto il culo a tutti ma sarei stata ammessa. Non l’avrei deluso, mai e poi mai.
-Ci proverò, signore. Signore? Era a lei che stavo pensando.
Niall sorrise ed appoggiò le sue labbra sulle mie.

Hola!
Siete autorizzate ad uccidermi. Un ritardo del genere è allucinante ç____ç Cercate di capirmi, l'epilogo di LFS mi ha fatto diventare pazza e avevo anche una montagna di roba da studiare  (che simpy i miei prof).
Anyway, che ne pensate di questo capitolo? E' di passaggio, non potevo far succedere tutti quei colpi di scena così presto... LOL
7 recensioni per lo scorso. IO VI AMO ♥

#Divagandotime
Avete visto Kiss you? *ovviamente*
Mi ha fatto crepare dal ridere :'D  e sono sopravvissuta agli addominali di Liam lol
Zayn che bacia Hazza alla fine? I ragazzi che fanno surf? No comment ♥
Occhei meraviglie, mi dileguo
tantissimi baci,

Gaia


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Capitolo 14
*** 13. Audition ***


Audition

 


You burn with the brightest flame 
And the world's gonna know your name 
And you'll be on the walls of the hall of fame
the Script ft. Will.i.am. Hall of Fame

 




La radio trasmetteva  un’intervista pallosissima ad un vecchio che collezionava francobolli. Dopo un quarto d’ora rischiai di sclerare sul serio.
Provai a cambiare stazione, ma le mani mi tremavano troppo e non riuscivo a premere i pulsanti.
Dannata ansia.
-Tutto bene? –chiese Niall.
-Oh, benissimo. –risposi ironica.
Mi rivolse un sorriso incoraggiante e continuò a guidare. Non ce la potevo fare. Sarei morta di crepacuore ancora prima di mettere piede a Londra.
Ed il fatto che fossimo imbottigliati nel traffico non aiutava.
-Cazzo. Cazzo! Adesso prendo un bazuka e glielo ficco...
-Amy!
Sbuffai, tornando a contemplare l’orologio digitale della macchina di Niall. Mia madre e mio fratello si erano offerti di accompagnarmi all’esame ma io avevo rifiutato. Avevo l’intenzione di andarci da sola, ma Niall si era presentato fuori da casa mia alle sette e mezza del mattino e non c’era stato verso di mandarlo a casa.
-Sto per impazzire –annunciai.
-Lo so –replicò lui –pensa ad altro.
Pensa ad altro.
La prima cosa che mi venne in mente fu forse la più idiota di tutte.
-Tre lunghi mesi di pura vacanza e poi ricomincia la scuola, sembrerebbe davvero una grave mancanza sprecare il tempo che vooola. –canticchiai.
-Oh no, Amy!
-Potremmo,  vedere Marte, trovare una mummia o fare un’arrampicata!
-Scovare una specie che ancora non c’è, lavare una scimmia imbranata! –continuò Niall.
-Cavalcare il surf, creare chissà che o perdere un grosso cervello!
-Scovare rarità, dipingere città o fare il bravo fratello!
-Approfittiamo in attesa che il prof ci metta tutti ko! Restate qui con Phineas e Ferb comincia il loro show! Restate qui con Phineas e Ferb comincia il loro show!
Finimmo in coro la sigla e scoppiammo a ridere.
-Ok, siamo due idioti.
 
L’auto di Niall si fermò davanti al Royal College of Music. Con le gambe che tremavano aprii la portiera e scesi dalla macchina. Ero arrivata. Entro pcoche ore avrei tenuto il mio esame. E mi sarei giocata tutto. Sentii lo stomaco annodarsi e deglutii.
Poi diedi un’occhiata al College.



In quel momento capii cosa voleva dire sentirsi una merda.
-Oh, no! -urlai.
Niall, pochi passi dietro di me, mi lanciò un’occhiata perplessa.
-Non ce la posso fare! Non posso suonare lì dentro, mi ficcheranno un biglietto con la scritta “Datti all’ippica” su per il..
-Amy! Ce la farai. Ne sono sicuro, o non ti avrei permesso di fare domanda.
-No. Ti dico che non posso. –Il mio coraggio era andato a farsi benedire e l’unica cosa che volevo fare era girare i tacchi e tornare indietro.
-No. È la tua unica possibilità!
-Appunto!
Provò a tirarmi ma io mi ancorai ad un lampione. A quel punto Niall sospirò, si tirò su le maniche della camicia e mi sollevò da terra. Mi ritrovai appoggiata ad una spalla, a fissare la sua schiena, mentre lui mi teneva per le gambe.
-A mali estremi… -si giustificò il biondo.
Gli tirai dei pugni sulla schiena.
-Ma non puoi! Niall, mettimi giù!
Lui finse allegramente di non sentirmi e continuò a camminare. Non poteva portarmi fino alla porta. Non ce l’avrebbe mai fatta.
Ed invece ce la fece.
Imprecai e protestai per tutto il viaggio, mentre le persone intorno ci indicavano e ridacchiavano. E dire che non volevo passare inosservata. Niall fischiettava come uno dei sette nani. Una parte di me lo amava per quello che stava facendo, un’altra avrebbe voluto ucciderlo con del filo interdentale.
Toccai terra solo dopo che lui ebbe varcato l’enorme portone d’ingresso e gli rivolsi un’espressione imbronciata. Una signora dietro una scrivania ci sorrise e ci venne incontro con un portablocco.
-Buongiorno! Lei è…?
-Anne Smith, violino.  –dissi io.
-Si chiama Aubree Emily Styles  e suona il pianoforte. –replicò Niall tirandomi una gomitata.
La signora mi guardò confusa e controllò il suo elenco.
-Ah, eccola qui! Benvenuti al Royal College of Music! Vi accompagno all’ala delle audizioni. Lei, signorina Aubree, dovrà aspettare in corridoio fino a quando non chiameranno il suo nome.
Ci scortò per un numero interminabile di corridoi, ci fece salire per non so quante scale ed aprì una decina di porte. Ci ritrovammo in un piccolo atrio con dei divanetti, sui quali erano sedute famiglie numerose, genitori e fidanzati. Notai due macchinette ed il mio stomaco mi ricordò che non avevo fatto colazione.
-Lei deve aspettare qui –disse Miss Portablocco a Niall.
Impallidii. Ero fottuta, senza Niall mi sarebbe venuta una crisi di nervi.
Lui mi abbracciò velocemente e mi sussurrò un “In bocca al lupo”.
Poi la signora mi trascinò nel corridoio vicino.
-Eccoci qua! Buona fortuna, Aubree.
La ringraziai e mi lasciai cadere sulla sedia.
 
Come ammazzare il tempo prima dell’esame d’ammissione più importante della tua vita – A cura di Aubree Emily Styles.
•Fischiettare la sigla di Phineas e Ferb.
•Cercare di contare le mattonelle del pavimento e rinunciare a 153.
•Assaggiare il latte alla fragola delle macchinette.
•Rovesciare il latte alla fragola nel vaso di un bonsai e pregare per la sopravvivenza di quell’albero.
•Fissare lo spartito del Cigno Nero per tre minuti.
•Osservare gli altri ragazzi.
•Venire scoperta mentre si fissa intensamente qualcun altro e fingere uno spiccato interesse per il summenzionato bonsai.
 

Dopo quarantacinque minuti il display del cellulare si illuminò. Un messaggio di Niall.
Fai il culo a tutti ♥
Sorrisi. Digitai un “Sissignore” in risposta ed inviai.
-Aubree Emily Styles?
-ECCOMI! –Balzai in piedi ed entrai nella stanza fingendo di sapere quello che facevo.
La sala in cui mi ritrovai era immensa. Le pareti erano giallo chiaro e delle finestre enormi la rendevano molto luminosa. Il pavimento era in parquet lucidissimo. Nove persone erano sedute intorno ad un tavolo a forma di ferro di cavallo. Ma la cosa che catturò maggiormente la mia intenzione fu il pianoforte a coda al centro della sala.
Una donna sui quaranta che indossava un tailleur grigio mi consegnò due fogli da firmare. Le mani tremavano così tanto che mi uscì uno scarabocchio a zig-zag. Perfetto, non solo avrei suonato malissimo ma mi sarei ritrovata anche con una firma da ritardata mentale.
-Buongiorno, signorina Styles. –disse il tizio seduto al centro. –cosa ci fa ascoltare?
Dissi il nome ed il numero dello studio di Schumann e mi sedetti al piano.
Feci passare le mani sudaticce sui jeans, sperando che non lo notassero. Inspirai ed espirai più volte, poi iniziai a suonare.
Andò tutto bene fino alla penultima battuta. Poi suonai un do invece di un si ed andai nel panico. Continuai come se nulla fosse successo anche se avevo una gran voglia di piangere. O urlare.
Gli esaminatori, però, rimasero impassibili.
-A… adesso suonerò i…il Cigno Ne…nero di Tchaikovsky.
Una donna con i capelli grigi mi rivolse un sorriso incoraggiante, ma non servì a nulla. Mi risedetti al pianoforte.
Calma.
Hai detto a Niall che avresti fatto il culo a tutti e devi assolutamente mantenere quella promessa. Perché Horan si fida di te, intesi?
Fissai l’immagine di Niall nella mente ed iniziai.
Era la parte classica del Cigno Nero, la più famosa. Immaginai che in quella sala ci fossimo solo io e Niall. Suonai quel pezzo per lui. E dopo qualche riga mi dimenticai degli esaminatori, del Royal College of Music e di quello sgabello comodissimo. C’eravamo solo io, il pianoforte e Niall.
Quando finii rimasi per un paio di secondi a fissare le mie mani. Poi mi voltai verso gli esaminatori.
La signora di prima sembrava stupita, gli altri erano ancora di ghiaccio.
-Molto bene. Davvero molto bene –disse il più giovane di tutti.
-Grazie -risposi alzandomi.
Quando mi congedarono, sentii l’adrenalina abbandonarmi ed uscii dalla stanza con le gambe molli.
Finendo dritta tra le braccia del biondo.
-Dio, Amy! Sei stata fenomenale! Ce l’hai fatta, Styles, hai fatto un esame degno di un applauso!
Dietro di lui c’era Miss Portablocco. –Ho provato ad impedirgli di origliare… non ci sono riuscita! –esclamò. Considerando che sarà stata un metro e cinquanta per trentacinque chili, la cosa non risultava così inverosimile.
Niall la ignorò beatamente e mi trascinò  per i lunghi corridoi (sì, si ricordava tutto il tragitto alla perfezione.) fino alla porta d’ingresso. Era davvero raggiante. Come si faceva ad essere così felici per un’altra persona?
-Mi concedi l’onore di portarti in macchina in braccio? –chiese con uno sguardo da cucciolo.
-NO. –risposi secca.
-Perfetto!
C’è bisogno di dire che mi sollevò e mi portò fino alla macchina canticchiando, mentre io minacciavo di rifilargli un calcio laddove non batte il sole? Immagino di no.
Niall accese la radio e canticchiò allegramente Payphone dei Maroon 5.
-Ce l’ho fatta –dissi dopo un po’.
-Ce l’ho fatta davvero.
-Sì! Credimi, se non fossimo in autostrada ti bacerei. Dobbiamo assolutamente festeggiare!
Lo guardai male –E come?
-Vieni da me. Stamattina Liam andava a comprare dei dolci e lo champagne…
-Mi hai convinto alla parola dolci –ammisi sorridendo. Non avevo nessuna voglia di tornare a casa e subire il quarto grado di mia madre. Perché me l’avrebbe fatto di sicuro. Così accettai e mi lasciai portare a casa di mio fratello e dei suoi amici.
La trovammo deserta.
Niall mi spiegò che Zayn era uscito con Bella (a quanto pare il primo appuntamento era andato bene), Harry era dalla sua fidanzata e Liam giocava a Fifa con Louis nell’appartamento comunicante.
In parole povere, avevamo la casa tutta per noi.
Niall mi portò i famosi dolci e lo champagne.
-Al tuo esame! –disse alzando il bicchiere pieno.
-Cin-cin –dissi io sorridendo.
La torta era buonissima. Amavo la panna montata con le fragole. Anzi, amavo qualsiasi tipo di dolce. Soprattutto le torte. Soprattutto quella torta. Divorai la prima fetta e mi versai un altro bicchiere. Continuammo così per circa un’ora, scherzando, imitando Miss Portablocco, imitando la vicepreside Jekins, mangiando un po’ di pasticcini e soprattutto bevendo lo champagne.
-Niall, ti devo ringraziare. In queste settimane mi hai aiutato tantissimo con il pezzo, senza di te l’avrei suonato tipo robot…
Lui mi sorrise imbarazzato –Accidenti, sei ubriaca? O mi stai davvero ringraziando?
-Idiota –dissi dandogli una sberla sul braccio –Stavo cercando di fare un discorso serio…
-Chiedo scusa. –si sporse in avanti per darmi un bacio a stampo. In poco tempo mi ritrovai in braccio a lui, le mie mani nei suoi capelli e le sue sulla mia schiena. Continuammo a baciarci fino a ritrovarci distesi sul divano. Ci stavamo avvicinando ad un campo minato e lo sapevamo entrambi. Forse quello champagne era un po’ troppo forte, sta di fatto che nessuno dei due voleva tirarsi indietro.
-Amy, non dobbiamo… -mormorò.
-Lo so. Semplicemente, non credo di voler smettere.
L’ultima cosa che ricordo sono le sue braccia che mi sollevano delicatamente.
Pensai di essere in paradiso.
 
 
-Niall? Horan, ci sei?
Era… la voce di Harry?
Aprii lentamente gli occhi. Cosa ci faceva Harry a casa mia? E perché cercava Niall qui?
Misi a fuoco la stanza in cui mi trovavo.
Non era la mia camera.
Ero coperta da delle lenzuola blu, in un letto a due piazze.
Niall dormiva da parte a me.
Eravamo entrambi completamente nudi.
Mi portai una mano alla bocca.
-Niall! –la voce di Harry (e il suo proprietario) si stava avvicinando.
Oh, merda.
 


On the next

-Quello che è successo dovrà rimanere fra noi, ok?

                                                                                                                                      ***

-Bella, Amy… vi devo parlare –disse Sue, seria 
***
-Mioddio, non vedo l’ora di rivederti! –Jules era felicissima. Non le risposi. Un sospetto atroce si era insinuato nella mia mente.
 



HOLA!

Come avrete capito, aggiorno una volta a settimana lol Devo pensare anche a I’m not who you think I am…
NOVE RECENSIONI!!!! NO-VE!!!! Mi è venuto un infarto quando l’ho letto… io vi amo tantissimo, lo sapete? ♥
Ok, adesso passo a questo capitolo lunghissimo. Spero che non abbiate rinunciato a metà, perché ho cercato di mettere un colpo di scena finale u.u
Il prossimo capitolo sarà pieno di colpi di scena… ci sarà una svolta nella storia ^^
Ok meraviglie, vi lascio in pace
Tantissimi baci,
Gaia




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Capitolo 15
*** 14. Everything will change ***


Everything will change.





-Niall! Si può sapere dove ti sei cacciato? –urlava Harry dal corridoio.
Iniziai a scuotere Niall per svegliarlo. Lui sbadigliò e si stropicciò gli occhi.
Impiegò tre lunghissimi secondi per lanciarmi un’occhiata interrogativa. Poi sgranò gli occhi. Ci fu un altro urlo da parte di Harry e Niall sbiancò. Sapevo a cosa stava pensando. Harry avrebbe scoperto che lui era andato a letto con la sua sorellina.
Harry l’avrebbe detto a mia madre.
Harry non doveva sapere nulla.
Afferrai i miei vestiti che erano stati abbandonati sul pavimento e li indossai in fretta.
Dovevo cercare di uscire senza che mio fratello mi scoprisse, o sarebbe stata la fine.
E poi quell’idiota di Niall disse:-Sono nella mia stanza!
-Ma sei coglione? –sibilai.
-Nell’armadio! Ho un piano.
Oh, fantastico. Adesso sì che ero tranquilla.
-Ok, arrivo –disse Harry.
-NO! Aspetta un minuto, io… non ho i vestiti. –che era la pura verità, tra l’altro. Niall si infilò i pantaloni e mi fece cenno di andare. Gli feci il segno “I’m watching you” con le dita e strisciai nell’armadio.
Mezzo secondo dopo Harry entrò nella stanza.
-Sai che non sono gay, perché non vuoi che ti veda senza vestiti? Mi nascondi qualcosa?
Lalalalalalalalalala non voglio sentire nullaaaa!
-No… Certo che no… Solo… Ma che razza di domanda è? –esclamò Niall.
Harry borbottò qualcosa che non riuscii a capire.
-Ha telefonato mia madre, ieri sera Amy non s’è vista.
Oh cazzo. E adesso?
Niall era in difficoltà, poi ebbe un’illuminazione –Sì, siamo tornati tardi e così e rimasta a dormire qui… nella camera degli ospiti.
-E perché avete fatto tardi?
-C’era tanta gente all’audizione ed abbiamo trovato traffico.
Era un pessimo bugiardo. In più il ragionamento non stava in piedi, dato che abitiamo nella stessa città, a cinque minuti gli uni dagli altri. Ma Harry è troppo idiota per arrivarci.
-Oh, ok. Allora vado a salutarla.
Sentii la porta richiudersi ma non mi mossi finchè Niall non venne ad aprire.
-Sbrigati, vai in bagno! –disse trascinandomi fuori dall’armadio.
-Ma…
-Sta andando dalla parte opposta, non ti vedrà. Vai, Amy!
Obbedii.
Mi fiondai a tutta velocità in corridoio, entrai in bagno e chiusi la porta. Uscii esattamente mentre Harry stava tornando da Niall.
-‘Giorno, idiota.
-Ah, eri in bagno! Ti stavo cercando.
C’era mancato poco.
-Esatto, bisogno fisiologico da soddisfare. Cosa c’è?
-Niente, volevo solo dirti di chiamare la mamma.
-Non serve, sto tornando a casa. Ciao ciao Harry.
Grazie ad un colpo di fortuna non incrociai nessun’altro mentre me la svignavo passando dal salotto. Camminai lentamente per le fredde strade di Holmes Chapel per dieci minuti, poi presi il cellulare ed inviai un sms a Niall.
Dobbiamo parlare.
Rispose subito: Lo so...  
Deglutii. Quello che era successo la sera prima… non finii il pensiero, sentendo un’ondata di calore attraversarmi dalla testa ai piedi.
 
Era domenica ed ero rimasta molto indietro con lo studio per via dell’esame. Così, quel pomeriggio, mia madre chiuse a la porta d’ingresso di casa nostra e si infilò entrambe le copie delle chiavi nel reggiseno. Scollegò il modem di internet e si appostò in soggiorno.
-Tu non metterai un’unghia fuori da questa casa. Ci siamo capite, signorinella?
Annuii, preparandomi ad un pomeriggio infernale.
Grazie a Hitl… mia madre, non ebbi la possibilità di parlare con Niall fino al giorno seguente, nel ripostiglio del secondo piano della scuola.
Mentre aprivo la porta (ovviamente dopo aver controllato di essere l’unico essere vivente nel corridoio) ed entravo nel ripostiglio lo stomaco si accartocciò.
Niall era già lì. Era seduto su uno sgabello ma non appena mi vide balzò in piedi.
-Ciao Amy.
-Ciao.
Strisciai la suola della scarpa sul linoleum orribile del pavimento.
-Tutto bene? –chiesi
-Sì, tu?
-Sì.
Avrei potuto tagliare la tensione che alleggiava tra noi con un coltello da cucina.
-Riguardo a quello che è successo sabato sera… -attaccò Niall.
-Noi… non avremmo dovuto farlo.
-Lo so.
-Niall, tu sei il mio insegnante! E io… ero vergine.
Sollevò lo sguardo e piantò i suoi occhi azzurri nei miei.
-Amy… è stata la notte migliore della mia vita. So che è sbagliato, so che non avremmo dovuto farlo, ma… ormai è andata.
-Quello che è successo dovrà rimanere fra noi, ok?
-Sì, certo.
Ci fissammo intensamente negli occhi.
E la campanella suonò.
Mi diressi verso la porta, spiai dalla serratura ed uscii. Dopo tre secondi però cambiai idea e feci dietrofront.
Inspirai. -Niall? Ti amo.
Lui rimase a bocca aperta.
 
Il giorno seguente arrivarono gli inviti per il matrimonio. Ormai mancavano solo due settimane, erano un tantino in ritardo (la mamma ovviamente non perse occasione per farlo notare). Stavo già pensando ad una scusa per non andare quando trovai un altro foglietto nella busta destinata a me.
“Il tuo vestito da damigella è pronto! Ti chiamerò per comunicarti l’acconciatura che dovrai avere.
Kiss kiss Jen”
Quel “kiss kiss” mi faceva venire una voglia assurda di bruciare il foglietto ma resistetti.
Quando mi presentai a scuola scoprii che anche Sue e Bella avevano ricevuto l’invito. E mentre Bella era felice, Sue non apriva bocca.
-Per l’ennesima volta: c’è qualcosa che non va? –chiesi sedendomi sul banco della mia migliore amica.
-Sì –ammise lei –Bella, Amy… vi devo parlare - disse Sue seria.
Prese fiato. Bella si sedette da parte a me ed accavallò le gambe.
-Vi ricordate la famosa sera del falò?
E chi se la dimentica?
Annuimmo.
-Zayn non era venuto per Amy. So che ti ha telefonato, ma è stato dopo che… Lui era venuto per vedere me.
Guardai Bella con la coda dell’occhio.  La mia compagna di banco era immobile, seduta con la schiena dritta e fissava la trama del maglione di Sue.
-Voleva avvisarmi di persona del fidanzamento di Harry, per evitare che lo scoprissi da altre persone.
Fu in quel momento che mi venne in mente.
Il nome intero di mio fratello è Harold Edward Styles.
Edward, come il misterioso ex della mia migliore amica che lei non mi aveva mai presentato.
-Non esiste nessun Edward, vero? –chiesi
-No, infatti. Era Harry. –ammise Sue.
-COOOOSA?! –esclamò Bella.
-Ma perché non ce l’hai mai detto?
-Perché lui è il fratello della mia migliore amica! Non sapevo come avresti reagito, Amy.
-Ti avrei detto di lasciarlo perché è un coglione e ti avrebbe fatto soffrire. Ed è stato così. –sorrisi.
-Sue, io non sono gelosa di mio fratello. Nemmeno un po’.
Lei ricambiò il sorriso, visibilmente sollevata.
-E perché Zayn è venuto a dirtelo? –intervenne Bella.
-Quando Harry mi lasciò, Zayn venne a casa mia. Si è dichiarato, Bell.
Bella sbiancò. Scattò in piedi e fece un passo verso Sue.
-Cioè, il mio ragazzo ha una cotta per te e tu non mi dici nulla? Anche se sai benissimo che mi sta usando per farti ingelosire? Sei una stronza, Callaghan.
-Io non so, se ti sta usando. E non potevo dirtelo…
-E perché, sentiamo. Ti vengono dietro decine di ragazzi. Decine! E poi ti piace ancora Harry, cosa cazzo te ne frega di Zayn?
Una lacrima le colò lungo la guancia. Avrei dovuto dire qualcosa di intelligente, ma non ci riuscivo. Non mi veniva in mente niente.
Bella girò sui tacchi e uscì dall’aula., scontrandosi con Louis che stava entrando.
Tomlinson si avvicinò a noi, ignaro della bufera che si era appena scatenata.
-Wow, sembrava parecchio incazzata… Amy, è un succhiotto quello che hai sul collo?
Avvampai. Un succhiotto? E da dove saltava fuori?
La risposta era abbastanza ovvia. Niall. La sera dell’esame.
Tirai più su la sciarpa, ma Sue si sporse per guardare meglio.
-Eh sì, è un succhiotto! Mi devi dire qualcosa, Amy?
-NO! Non è niente… è solo un livido.
-Sul collo? –chiese Louis oh-ma-quanto-sono-razionale Tomlinson.
-Problemi? –chiesi secca –Mi stanno chiamando.
Presi il cellulare e me lo portai all’orecchio, poi dissi un “pronto?” ed uscii.
 
Passarono due settimane. Due lunghissime settimane.
Mancavano solo due giorni al matrimonio, ed avrei trascorso la serata completamente sola. Niall e i ragazzi sarebbero andati alla festa di addio al celibato di mio fratello (non volevo sapere nulla a riguardo). La mamma era uscita. Evitavo Sue e Bella dal giorno del litigio, perché non volevo stare dalla parte di nessuna delle due. In più, mi stavo ammalando. La pancia mi faceva un male allucinante ed avevo la nausea.
Così, quando alle cinque e mezza mi arrivò una telefonata da Jules, feci praticamente i salti di gioia.
-Indovina un po’? Sono in aereo! –esclamò la mia quasi cugina.
-E ti fanno usare il cellulare?
-No, per questo mi sono chiusa in bagno –replicò, come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo –Non mi chiedi dove sono diretta?
-Dove sei diretta? –chiesi ridendo. Mi sdraiai sul letto, contemplando il piumone.
-Ad Holmes Chapel! Domani mattina sarò lì, ci credi?
-Giuggiola, è fantastico.
-Non mi chiamare Giuggiola! Come stai, Amy?
-Male. Mi sa che mi sono presa l’influenza… -iniziai a giochicchiare con la mia collana.
-Non dire stronzate, sono due settimane che non vedo l’ora di venire a casa tua, non ti puoi ammalare.
Due settimane…un pensiero che non riuscivo a definire si faceva strada nella mia mente.
-Non è niente, tranquilla. Piuttosto, vedrai anche Liam! –sorrisi immaginando l’espressione di Jules in quel momento.
-Dio! Ci sentiamo tutti i giorni. Mi ha detto che domani sera mi porta fuori a cena! Mi devo assolutamente segnare la data… quanti ne abbiamo domani?
Questo genere di domande mi mandava sempre in crisi. Mi alzai e guardai il calendario.
Oddio.
Rimasi immobile a fissare la pagina di febbraio. Poi guardai quella di gennaio ed iniziai a contare.
Non poteva essere.
Ricontai, ma il risultato non cambiava. Sentii il cuore accelerare il battito.
-Amy? Sei ancora lì?
-Sì…-dissi debolmente –domani è l’undici febbraio.
-Mioddio, non vedo l’ora di rivederti! –Jules era felicissima. Non le risposi. Un sospetto atroce si era insinuato nella mia mente.
-Ti richiamo tra mezz’ora, ok? –le riattaccai in faccia e mi fiondai in soggiorno. Indossai in fretta il cappotto, mi precipitai fuori dalla porta e pedalai fino alla farmacia. Tornata a casa, mi chiusi in bagno. Rischiavo di svenire dall’ansia. Il test era appoggiato sul lavandino, davanti a me.
Il risultato era fin troppo chiaro.
Mi sentii morire.
Il cellulare iniziò a squillare e risposi non appena lessi il nome “Jules”.
-Amy? Mi stai facendo preoccupare…  va tutto bene?
-No –risposi piangendo –Sono incinta!




On the next

-E io vi dichiaro marito e moglie!
***
-Ti odio! -urlò Sue. Con orrore vidi la mia amica prendere un bicchiere di punch...
***
-Niall? Ti devo parlare. E' importante...




HOLA!

Ta da da daaaaan *musica da colpo di scena*
Ebbene sì, l'ho scritto.
Ve l'aspettavate? O siete rimaste più o meno: O____O?
E per quanto riguarda Sue e Zayn? @Giulia (i_am_a_cow): avevi praticamente indovinato! 
Stavolta mi sono sforzata di aggiornare in fretta :) Lo ammetto, morivo dalla voglia di pubblicare l'ultima parte di questo capitolo...
Ditemi consa ne pensate u.u
Adesso devo davvero scappare
tantissimi baci, meraviglie
Gaia


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Capitolo 16
*** 15. Il grasso, grosso matrimonio di mio fratello ***


Il grasso, grosso matrimonio di mio fratello





-Qualcuno ha visto i miei orecchini? Non posso sposarmi senza! –la voce acuta di Jenny mi trapanò i timpani. Di nuovo.
-Tesoro caro, puoi mettere gli altri! –Disse Narcissa Letterman, sua madre.
-Ma mamma, devo indossare qualcosa di vecchio!
Nessuno le fece notare che gli orecchini in questione avevano solo tre settimane.
Eravamo chiuse nella saletta dove di solito si cambiano i preti,  in chiesa,  per gli ultimi preparativi. Il vestito da damigella era inguardabile, e per di più continuava a spostarmi le mutande.
-Mettiti il perizoma –disse Molly, un’altra damigella.
-Così è molto meglio –le fece eco Dolly.
-Ed è anche divertente ihihihi –terminò Lolly.
Perfetto. Ero bloccata in una stanza rosa maialino, piena di ragazze decerebrate, strizzata in un vestito che mi faceva venire un prurito allucinante alla chiappa sinistra, mentre tre ebeti con i nomi delle Super Chicche pubblicizzavano i perizomi.
Peggio di così si muore.
-Stavolta passo –dissi con un sorriso molto forzato.
-Aubree, hai visto i miei orecchini? –ululò Jenny.
-NO. –ringhiai. Tornai alla mia occupazione: spiare dal buco della serratura gli invitati che si erano già seduti.
Le prime file erano riservate ai testimoni, alle damigelle, ai genitori ed ai fratelli. Mia madre, mio padre e Skeletor avevano già preso posto nella parte sinistra della navata centrale. Dietro di loro sedevano i nonni, la prozia Grace, zio Earl e sua moglie Meredith. La prozia Grace criticava l’abbigliamento degli altri parlando sottovoce con la figlia, mentre la zia M fissava le decorazioni del soffitto a bocca aperta. Quanto allo zio Earl, stava cercando di ammazzare una mosca con il foglietto della messa. Dietro di loro c’erano i soliti parenti che si vedono solo ai matrimoni. Intravidi Jules e Madison in mezzo ad altri cugini di non so che grado. Maddie si metteva lo smalto e Jules faceva conversazione con un ragazzo. Billy. Bobby. Buddy. Un nome del genere.
Abbastanza in fondo c’erano gli amici, le ammiratrici di mio fratello e gli imbucati di turno.
Louis sedeva tra Bella e Sue. Quest’ultima aveva l’espressione concentrata da partita di Ruzzle in corso, mentre la prima faceva del suo meglio per ignorare Zayn, seduto tra lei e Gwen.
Infine guardai l’altare. Liam era molto più agitato di mio fratello. Camminava avanti e indietro sistemandosi la cravatta ogni due secondi, concentrato nel il suo ruolo da testimone. Harry guardava gli invitati con un’espressione soddisfatta. Niall, l’altro testimone, dava delle pacche sulla schiena di Payne.
Niall. Con cui non avevo ancora parlato. Solo al pensiero stavo male. Il giorno prima era stato troppo impegnato con i preparativi, ed io non avevo avuto tempo per organizzare il Discorso. Perché un Discorso con la D maiuscola ci voleva assolutamente. Non potevo mica dirgli “Hey, diventerai papà. Che tempo farà domani?”
-DOVE CAZZO SONO QUEGLI ORECCHINI?! –urlò Jenny interrompendo i miei pensieri.
Tutti gli invitati si voltarono verso la saletta. I parenti di Jen avrebbero dovuto esserci abituati.
Un bambino che stava correndo in giro inciampò da parte a Skeletor e lei lo fulminò con un’occhiata. Lui si alzò e corse da una signora vestita in giallo urlando “Mamma, c’è una strega!”
Contemporaneamente lo zio Earl balzò in piedi mostrando il foglietto della messa, su cui giaceva il cadavere della mosca –Sì! Ti ho ammazzato, brutta bastarda.
Il prete, sbucato da chissà dove, si schiarì la gola.
-Dobbiamo andare! –annunciai. Le super Chicche lanciarono dei gridolini eccitati, la signora Letterman fece il segno della croce e Jenny imprecò in spagnolo.
 
La mia prof di storia dice che si capisce come andrà un matrimonio dall’ingresso della sposa.
E quello di Jenny fu… comico.
A metà navata il signor Letterman diede inavvertitamente un calcio a Caroline, la damigella che reggeva lo strascico. La povera Caroline è il genere di ragazza che si fa prima a saltare che a girarci intorno, se capite cosa intendo. Il suo equilibrio era relativo, così inciampò nello strascico e scivolò sul pavimento liscissimo della chiesa. Avrebbe di sicuro preso una culata se un’altra damigella, Rose, non l’avesse spinta in avanti. Caroline calpestò lo strascico, Jenny inciampò e si aggrappò al padre, che si appoggiò a Skeletor, che lo spinse via. Il poveraccio fece tre veloci passi in avanti per cercare di rimanere in piedi, e ci riuscì per puro miracolo.
Mi morsi il labbro per non scoppiare a ridere.
Le altre damigelle presero posto nella prima fila della colonna di destra. La fila erea composta da quindici posti. Noi eravamo sedici. Indovinate chi fu quella che rimase in piedi come una perfetta idiota? La sottoscritta, esattamente.
Così mi ritrovai schiacciata tra Liam e Niall, nella prima fila della colonna a sinistra.
-Il fuxia ti dona –sibilò il biondo mentre il prete iniziava la celebrazione.
-Sei daltonico per caso?
Lui sorrise e scosse la testa.
Stemmo in silenzio per circa un quarto d’ora. Poi Liam si sporse verso di me.
-Sai la differenza tra un messicano nudo ed uno vestito?
-No –risposi, aspettandomi la battuta terribile.
-Il messicano vestito dice Hasta la vista, il messicano nudo Visto che asta?
Niall fece del suo meglio per soffocare una risata, ma dovette mascherarla con un colpo di tosse.
Io alzai gli occhi al cielo.
-Se Mascara gioca a calcio, la partita è truccata? –continuò Liam.
Altre risate.
Pietà di me, vi scongiuro.
-Un uomo entra in un caffè. Splash.
Niall e Payne si premettero una mano sulla bocca per non ridere. Zia Grace, da dietro, tirò un’ombrellata sulla testa di Liam sibilando “Shhhhhh” (e sputacchiando abbondantemente).
Il colpo lo fece stare zitto per due miseri minuti.  
-Cosa fa una sardina in spiaggia?
-Non lo so! Cosa? –chiese Niall con enfasi.
-Si acciuga!
Risate isteriche.
Forse era meglio guardare le decorazioni del soffitto…
 
Bella’s POV
Non ne potevo più.
Quanto durava quella dannata messa?
Zayn non chiudeva la bocca da circa un quarto d’ora. Speravo che gli andasse di traverso la saliva o qualcosa del genere, perché stavo impazzendo. Aveva esasperato anche Gwen, che si era limitata a prendere l’iPod e infilarsi le cuffie. Quella ragazza ne sapeva una più del diavolo.
Quanto a Sue, era passata da Ruzzle a Temple Run 2. Non che mi importasse.
Non le rivolgevo la parola dal giorno del litigio e cercavo di convincermi che andava bene così.
Louis, da parte a lei, continuava a ripetere “Sbaglia” sperando che la Callaghan lo facesse giocare al suo posto.
Quanto a Zayn, non gli avevo detto nulla. Mi limitavo ad ignorarlo.
E lui cercava in tutti i modi di scoprire il perché.
-E se andassimo a fare un giretto? –sussurrò.
-Al matrimonio del tuo migliore amico? –chiesi incredula.
-Al matrimonio del mio migliore amico e di una donna che detesto. Non staremo via molto.
Mi tirò su per un polso e mi trascinò nella navata laterale. Continuò a camminare dietro alle colonne finchè non trovammo una rientranza in fondo alla chiesa. Lui mi ci spinse delicatamente dentro ed appoggiò una mano al muro dietro di me.
-Mi dici cosa sta succedendo? –attaccò.
-Sue mi ha detto tutto.
Non sembrò particolarmente sorpreso.
-Sii sincero, mi usi solo per farla ingelosire?
Il volto di Zayn era vicinissimo al mio. Mi chiesi se riuscisse a sentire i battiti del mio cuore, dato che mi stavano trapanando le orecchie.
Malik sospirò. –All’inizio forse sì. Ma poi ho capito due cose. Uno: Sue Callaghan non è il tipo che si riesce a far ingelosire facilmente. Due: mi sto innamorando della Rosemberg. –Mi sorrise teneramente –non sapevo come dirtelo –confessò. Poi appoggiò le sue labbra calde sulle mie.
-Zayn, siamo in chiesa –sussurrai.
 
Amy’s POV
Sull’affresco del soffitto c’erano cinquantanove nuvole.
Non ero stata a molti matrimoni, ma quello era di gran lunga il più noioso.
Anche più noioso del rinnovo delle promesse dei miei nonni, durante il quale gli invitati si erano spruzzati a vicenda il succo di limone negli occhi pur di fare qualcosa.
Liam aveva finalmente esaurito il suo repertorio di battute penose, e si era messo a canticchiare l’inno nazionale sottovoce.
Quando arrivammo al “momento clou” Niall mi diede una gomitata.
Harry e Jenny erano uno di fronte all’altra.
Non riuscivo a vedere l’espressione di mio fratello, ma la cara Jen aveva gli occhi di una che c’era andata giù pesante con la vodka.
-Vuoi tu, Harold Edward Styles, prendere Jenny Letterman come tua legittima sposa?
Di’ di no. Ti prego, Harry!
Lui rispose dopo qualche secondo. Evidentemente voleva creare suspense, l’esibizionista.
-Sì, lo voglio.
Merda.
-E vuoi tu, Jenny Letterman, prendere Harold Edward Styles come tuo legittimo sposo?
Almeno tu! Jenny, ti prego!
-Lo voglio ihihihihi.
Una delle Super Chicche si lasciò scappare un versetto deliziato.
-Io vi dichiaro marito e moglie! Può baciare la sposa.
Mio fratello non se lo fece ripetere due volte e si avventò sulla bocca di Jenny.
Benissimo, quella sottospecie di paguro era appena diventata mia cognata.
Se non fossi stata incinta, avrei volentieri bevuto anch’io un po’ di vodka.
 
La prima parte del ricevimento consisteva in un buffett. Ci trovavamo in una megavilla che avrebbe fatto invidia alla regina, davanti alla più lunga tavolata che avessi mai visto.
Ogni cosa su quei tavoli era kitch.
Il putto di ghiaccio al centro.
Le scritte J&H glitterate alte 30 cm.
Il colore del punch (fuxia fluo).
Le sedie orribili.
I tovaglioli fuxia fluo.
La cravatta dei camerieri.
Ma soprattutto, i gamberetti posti in un’enorme ciotola viola.
Quando mia madre entrò si fece il segno della croce. Skeletor disse di avere bisogno di aria. Louis sospirò rassegnato. Liam mi lanciò un’occhiata perplessa. Io mi chiesi quale tecnica di lavaggio del cervello avesse usato Jen per ridurre così mio fratello.
Tutto procedette più o meno bene per circa mezz’ora. Poi mio padre di appiccicò al figlio ed iniziò con il quarto grado.
-Che numero di scarpe porta? È figlia unica? Quanti anni ha? Preferisce la Pepsi o la Coca Cola? L’estate o l’inverno? Cucina bene? Che lavoro fa? Vuole figli? Che macchina ha? Che squadra tiene? Qual è il suo colore preferito?
-Chiedigli se ha scelto Charizard, Squirtle o Bulbasaur –commentai acida.
-Aubree cosa stai dicendo?
-Niente, papà. –si affrettò a dire Harry. Lanciai un’occhiata ai gamberetti. Decisi di passare oltre e presi del salmone affumicato. Chissà se lo potevo mangiare, adesso che ero incinta?
"Devi parlare con Niall. Non hai più scuse" disse l’angioletto sulla mia spalla.
"No, dopo il matrimonio!" esclamò il diavoletto.
"Lasciala stare, si sente già abbastanza in colpa. Coraggio, Amy, non ti abbandonerà!"
"Non gli rovinare la festa… e non te la rovinare"
"Ti sentirai meglio!"
Un commento di Jules sulla crudeltà dell’antipasto (era vegetariana) interruppe i miei deliri mentali.
Si trascinava dietro una Sue molto distratta e sembrava particolarmente infervorata. Aveva una montagna di insalata nel piatto e stava cercando qualcosa che non fosse animale.
Le stavo consigliando i formaggi in fondo all’altro tavolo quando una frase di Harry catturò la nostra attenzione.
-Non la conosco da tanto… io e Jenny stiamo insieme da quasi sei mesi.
Vidi gli occhi della mia migliore amica spalancarsi. Sapevo che la sua mente matematica stava già facendo il calcolo, e quando la sua espressione mutò radicalmente capii che aveva già il risultato.
-Brutto bastardo! Stavi con me sei mesi fa! Mi mettevi le corna!
Harry impallidì. Jules pensò bene di dileguarsi.
-Ti odio! -urlò Sue. Con orrore vidi la mia migliore mica prendere un grosso bicchiere di punch fuxia e rovesciarlo sulla testa di mio fratello.
Harry non si mosse. Forse era troppo stupito o forse stava sperando che arrivasse qualcuno a salvarlo da quella situazione. Ma non successe.
Al contrario, Jenny aveva sentito tutto. E perfino il suo cervellino formato bolla della carta da imballaggi capiva che c’era qualcosa che non andava.
-Tesoro? Chi è questa pazza con i capelli blu? E cosa sta dicendo?
-Sei impazzita?! –esclamò Harry rivolto a Sue –Jen, amore, ti spiego dopo…
-NO! Spiegami adesso.
La mia migliore amica gli lanciava delle occhiate di fuoco. Tutti gli invitati  li stavano fissando.
-Oh, è un vero peccato che il punch abbia rovinato la tua stupenda cravatta –commentai, cercando di sdrammatizzare. Purtroppo non funzionò. In quel momento Louis si fece largo tra la folla ed afferrò Sue per un braccio.
-Dai, vieni. –le sussurrò trascinandola in disparte.
Anche io decisi di filarmela, l’ultima cosa che volevo era assistere alla “spiegazione” di Harry.
Tornai al buffet e poco dopo ricomparve Jules con Madison e Liam. Billy-Bobby-Buddy stava ancora blaterando con la prima, mentre Liam cercava di trucidarlo con lo sguardo e Maddie si lamentava del suo status di single.
Simulai un colpo di tosse. Quando Jules mi vide abbandonò Mister B ed esclamò un “Amy! Ti devo assolutamente parlare”. Il che mi fece tornare in mente il mio piccolo si-fa-per-dire segreto.
Notai lo sguardo di gratitudine di Liam mentre Jules mi trascinava in un angolo.
-Allora? Cos’ha detto Niall? –chiese quando fummo sicure di essere sole.
-Niente. Non gliel’ho ancora detto.
-COSA?! Vai subito da lui, im-me-dia-ta-men-te! –urlò. Le feci cenno di abbassare il volume e lei avvampò.
-Ma non so cosa dire…
-Cosa gli vuoi dire? “Vuoi vedere il mio braccialetto fosforescente?” Dai, Amy. Sappi che ti porterò da lui di peso. Tra 5… 4…3…
-Ok Ok! Ci vado!
Potevo quasi vedere l’angioletto sulla mia spalla esultare, ed il diavoletto buttarsi da un ponte.
Horan stava chiacchierando con Zayn e Bella. Ero maledettamente in ansia e camminavo come se stessi andando al patibolo. Mi avvicinai lentamente al biondo e gli misi una mano sulla spalla.
-Ah, ciao Amy! –esclamò sorridendo.
-Ciao…- ero nervosa, se ne sarebbe accorto anche il più ebete degli ebeti –Niall, io… Ti devo dire una cosa. Molto importante.
Anche lui si fece serio. Mi guardò con un’espressione interrogativa.
Inspirai.
Espirai.
Poi aprii la bocca…
-Accomodatevi pure ai vostri tavoli! –disse la voce di Harry.
Merda. Se lo becco gli ficco quell’altoparlante dove non batte il sole.
Una folla di invitati si diresse verso la sala da pranzo.
-Cosa mi dovevi dire? –chiese Niall.
-Eh? Ah, te lo dico dopo. Tranquillo. 



HOLA! 
Ciao ragazzuole ♥ Come state?
Scusatemi tantissimo per il ritardo!
Cosa ve ne pare di questo capitolo lunghissimo? A dire la verità sarebbe ancora più lungo, ma ho avuto la felice idea di dividerlo in due parti LOL sia per la vostra sanità mentale che per la mia (per questo non c'è l' "On the next")
Poooi, volevo ringraziare tantissimo le DIECI persone che hanno recensito lo scorso capitolo! Vi amo :3 
Se volete passate QUI(è la mia storia strana sui 1D) Grazie in anticipo
La smetto di annoiarvi :)
tantissimissimi baci,
Gaia ♥



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Capitolo 17
*** 16. This girl is on fire ***


This girl is on fire




Dovevo assolutamente trovare Jenny e dirle tutto quello che pensavo della sua disposizione dei tavoli. E dell’assegnazione dei posti. Non avevo quasi niente contro i tavoli rotondi e coperti dalle tovaglie bianche (il mio problema erano le sedie), ma…
Quando lessi il mio nome sul segnaposto (le lettere J&H in argento) e scoprii che la persona seduta alla mia destra era Niall, rischiai seriamente di avere un attacco di cuore. E la situazione peggiorò quando zio Earl e sua moglie si accomodarono di fronte a noi. Zayn arrivò fischiettando e si sedette ad un posto di distanza da me, mentre Bella si accomodava di fianco a lui. Quei due avevano decisamente fatto pace. Lo stesso non si poteva dire di Sue e Bella. Quando la prima scoprì di essere di fianco alla Rosenberg, scambiò con nonchalance il proprio segnaposto con quello del malcapitato da parte a lei. Così, quando Louis Tomlinson giunse al nostro tavolo, dovette accomodarsi tra le due litiganti. Ignorai la sua muta richiesta d’aiuto e salutai Jules e Madison, che si stavano sedendo.
-Cosa volevi dirmi prima? –sibilò Niall sporgendosi verso di me.
-Niente di importante.
-Ma prima hai detto che…
-Niall, togli la mano dalla mia coscia! –sibilai. Purtroppo non avevo abbassato la voce a sufficienza. Sue, Bella, Zayn e Louis ci guardavano a bocca aperta. Nei pochi secondi che seguirono realizzai che nessuno dei quattro sapeva della nostra relazione. Come diavolo avrei fatto a confessare di essere incinta del mio professore di musica? Perché la verità era quella.
-Amy ti posso parlare un attimo? –trillò Sue, due ottave sopra al normale. Non aspettò la mia risposta e mi trascinò via dal tavolo.
-Cos’era? –disse quando fummo fuori dalla portata d’orecchio degli altri.
-Cos’era cosa? –Modalità Gnorri: ON.
-Quello! –esclamò lei sottovoce.
Dovevo dirglielo? Dopotutto era la mia migliore amica. Le sarebbe venuto un infarto? Avrei avuto Sue Callaghan sulla coscienza?
Avevo un assoluto bisogno di dirlo a qualcuno. Mi sentivo come stessi per prendere fuoco.
-HounarelazioneconNiallesonoincinta –dissi d’un fiato.
Lei sbuffò. -Respira e ripeti. Ora.
Presi fiato. -Ho una relazione con Niall dal campeggio. Dalla famosa sera in cui Zayn è stato con Bella eccetera. E…
-Ohmioddio!
-…Sono incinta.
-OH PORCA PUTTANA! –gridò.
Tutta la sala ci lanciò un’occhiata interrogativa. Sperai che il pavimento mi inghiottisse.
-Davvero George Clooney s’è fatto un lifting ai testicoli? –chiese Sue a voce alta fingendosi incredula. Lei ha sempre un piano B. Sempre.
Gli altri invitati scossero la testa ed iniziarono a confabulare sulle assurde idee di George, mentre la mia migliore amica si girò di nuovo verso di me.
-Cosa dicevi di Clooney? –azzardai. Tentare non nuoce, no?
Ma Sue non è così ingenua. –Chissenefrega! Amy, dimmi che stai scherzando. –sibilò.
-No, sono serissima. Dio, non so cosa fare!
-Lui cosa dice?
-Niente.
-Niente? –squittì.
-Non lo sa!
-NON LO SA?! E cosa stai aspettando? Che Marco Carta capisca che è meglio darsi al curling?
-Sto aspettando il momento migliore per dirglielo!
Mi sentivo stranamente bene dopo averle confessato tutto. Sì, era stata una buona idea.
Un cameriere ci informò cordialmente che stavano servendo la prima portata. Sorrisi a Sue ed insieme tornammo ai nostri posti. Adesso dovevo solo mangiare fingendo di stare benissimo e di non avere nulla da nascondere. Come se qualcosa non stesse di fatto crescendo nella mia pancia. Come se il piede di Niall non avesse toccato il mio cinque volte da quando mi ero seduta. Come se Sue non mi stesse scannerizzando.
 
Io voglio bene a Jules. Davvero tanto.
Ma se per puro caso dovesse entrare nel MI5 credo che cambierei Stato.  Cioè, stava cercando di comunicare con me pur essendo dall’altro capo del tavolo, ed i risultati avrebbero fatto rivoltare James Bond nella tomba (se solo James Bond fosse esistito e morto).
All’iniziò mi assestò un calcio sul ginocchio. Poi iniziò a sibilare. Dovete sapere che Jules non riesce a modulare il tono della voce.
-Amy. A-my! –mi voltai verso di lei.
A quel punto si rese conto di avere gli occhi dell’intera tavolata addosso, così ebbe la brillante idea di ricorrere all’alfabeto muto.
C…O…S…A…H…A…D…E…T… E poi capii. Voleva sapere di Niall.
Non poteva finire quella frase, la stavano guardando tutti! Mi allungai il più possibile per cercare di tirarle un calcio - Jules è alta più di un metro e settantacinque, quindi non aveva problemi a colpire me (nonostante mi trovassi dalla parte opposta del tavolo). Ma io arrivo a malapena al metro e sessantasette, lei era decisamente fuori dalla mia portata. Così sbagliai mira e centrai in pieno lo stinco di zia Meredith, che era seduta di fianco a lei.
-Earl! Qualcosa mi ha colpito! –strillò scattando in piedi.
Zio Earl mi aveva visto benissimo mentre strisciavo verso il basso e mi contorcevo nel tentativo di colpire Jules, così fece due più due.
Forse non è del tutto rincoglionito.
-Ma no, tesoro, sarà stata una tua impressione.
-O Aubree-disse zia Grace con il suo solito sorrisetto malefico.
-Uhm, buone le lasagne! –esclamai ingoiando un boccone enorme. Niall mi guardava perplesso mentre Zayn scuoteva la testa divertito.
A quel punto Jules decise di pararmi il culo per evitare spiegazioni imbarazzanti.
-Oh, mi scusi! Sono stata io, ero convinta che ci fosse la gamba del tavolo!
L’espressione di zia M si addolcì. Disse che non c’era problema. Tirai un sospiro di sollievo e potei finalmente dedicarmi alle lasagne. Erano davvero buone. Ed avevo una fame allucinante.
Ma ovviamente quel giorno non avevo tempo per rilassarmi e mangiare.
-Ne so altre –annunciò Liam sedendosi tra me e Zayn.
Ecco. Ed io che speravo che la tortura fosse finita.
-Cos’è un vulcano?
-Una struttura geologica che si genera all’interno della crosta terrestre?
-Una vulbestia che fa vulbau vulbau!
Niall scoppiò a ridere mentre beveva. L’acqua frizzante gli andò di traverso ed iniziò a tossire. Quando fu sul punto di morire soffocato, Harry gli diede dei colpi decisi sulla schiena, fino a quando il biondo non fu più o meno tornato al suo colorito normale.
Liam continuò a masticare le lasagne come se niente fosse.
-La pera alla mela: “Vai a prendere le pesche” “No, manda Rino”
Dio ti prego uccidilo!
Risate convulse.
-Te l’ha raccontata zio Earl –dissi.
-Come lo sai? –fece il diretto interessato.
-Zio, la racconti  ogni anno a Natale e non ride mai nessuno.
Lui arrossì e guardò da un’altra parte. I camerieri portarono via i piatti e ci dissero che il secondo primo (scusate per il giro di parole) era in arrivo. Bene. Dovevo solo sopravvivere a quel pranzo, non poteva essere così difficile.
Sopravvivere al pranzo in sé fu più facile di quanto mi aspettassi. Il vero problema venne dopo. Per essere precisi, la situazione precipitò nella pausa da ho-mangiato-come-un-mammut-mi-serve-qualche-minuto-per-ricordarmi-come-si-fa-a-camminare, se capite cosa intendo. Gli invitati si aggirano per i saloni con lo sguardo vacuo da zombie  mentre gli sposi aspettano prima d aprire i regali. Mio fratello e mia cognata si erano rifiutati di fare la lista nozze, così mi aspettavo una montagna di cagatine kitch assolutamente inutili. Roba come cornici pacchiane che sarebbero rimaste vuote per sempre.
L’unica persona ancora completamente in sé era Niall. Era abituato ad abbuffarsi, quel pranzo non era stato niente di così eclatante per lui. Così, quando venne a cercarmi mentre ero stravaccata su una panca, non mi stupii più di tanto. Mi limitai a cercare di stare calma.
-Ciao Amy.
-Ehilà.
Stai calma. Stai calma. Stai calma.
-Volevo chiederti… ehm…
Stai calma! Stai calma! Stai calmissima!
-Cos’era quella cosa importantissima che mi dovevi dire?
STAI CALMA!
Mi spremetti le meningi. Prima o poi avrei dovuto dirglielo. Perché avevo così paura? Era Niall, non mi avrebbe mai abbandonato. Questo genere di cose si fa in due, non era solo colpa mia! Eppure al solo pensiero di dirglielo lo stomaco andava in sciopero. Avevo la mente vuota. Ero sicura che se mi fossi messa a scuotere la testa il mio unico neurone rimasto avrebbe dato di stomaco. Non era una bella immagine.
-Sì, ecco… L’ altro ieri ero al telefono con Jules e… lei mi ha chiesto una data. Ho guardato il calendario e…
-Aaaaaamyyyyy! –cinguettò Jenny comparendo alle mie spalle. Imprecai mentalmente in norvegese. –Foto di gruppo con i familiari! Vieni?
NO,avrei voluto rispondere. Ma quella era una domanda retorica. Esibii il mio migliore sorriso finto ed annuii.
Mi obbligarono a fare la bellezza di ventiquattro foto insieme ai parenti stretti (quattrodici persone).

Motivi che causarono l’eliminazione di ventitré foto – a cura di Aubree Emily Styles
-Il fotografo inciampò al momento dello scatto
-Una foto mi raffigurava a metà starnuto (dovetti minacciare il fotografo di morte prima che la cancellasse)
-A Jenny non piacque la propria espressione in otto foto
-A Jenny non piacque l’angolazione di cinque foto
-A Jenny non piacque l’illuminazione in sei foto
-Una foto ritraeva mio fratello mentre si puliva l’orecchio con il mignolo
-Una foto immortalava le tonsille di zia Meredith mentre quest’ultima sbadigliava


Quando mi lasciarono andare, Niall era sparito. Che peccato, avrei dovuto aspettare prima di comunicargli La Notizia.  Decisi di andare a cercare Sue per vedere come stava.
Cercai nella sala riservata alle foto, nel cortile della megavilla, in sala da pranzo e in bagno. Della mia migliore amica neanche l’ombra. Poi mi venne un’illuminazione.
 
Sue era seduta con Louis in un tavolino dell’angolo bar.
-Ehi –li salutai –Come va?
-Avevi ragione tu. Tuo fratello è un coglione. –dichiarò lei.
Avvicinai una sedia al loro tavolo e mi ci lasciai cadere sopra.
-Io ho sempre ragione.
Lou mi lanciò un’occhiata scettica che fece ridere la mia migliore amica. Quel ragazzo era un completo idiota, ma sapeva come risollevare il morale alla gente.
-Non è che per caso Liam ti ha insegnato qualche barzelletta penosa? –gli sussurrai.
-Me ne ha dette un po’, ma sono così orribili che mi rifiuto di raccontarle. È una questione d’onore.
Certo, la gente potrebbe considerarti ancora più idiota di quello che sei.
Guardai con invidia il punch davanti a Tomlinson e mi ricordai che non dovevo assolutamente bere.
-Tutto bene, carotina?
-Chiamami ancora carotina e ti sputo in un occhio.
-Scusami, carotts.
-LOUIS!
-Brava, hai imparato il mio nome!
-Ti tiro un pugno.
-Cercherò di prenderlo al volo.
Ci guardammo. Mi morsi il labbro inferiore, ma sentii gli angoli della bocca sollevarsi. Anche Louis stava cercando di non ridere. Alla fine non ne poté più di trattenere il fiato e scoppiò a ridere. Lo imitai, seguita a ruota da Sue. Era una di quelle risate isteriche che durano minuti e fanno scendere le lacrime. Una di quelle che escono solo con i propri migliori amici.
Un gruppo di persone entrò nella saletta. Tra di loro c’erano anche i miei genitori, i miei amici e gli sposi. Sue ignorò categoricamente mio fratello e diede un sorso al suo punch.
-Volete? –chiese una voce alle nostre spalle.
Ci voltammo. Madison reggeva un vassoio pieno di cocktail. Aveva l’aria di una che avrebbe voluto trovarsi da qualsiasi altra parte. Mi chiesi cosa stesse facendo con quel vassoio in mano.
-Maddie! Come va?
-Oh benissimo! Mia sorella si è imboscata con quel Payne e sono al matrimonio del ragazzo per cui ho una cotta da mesi. Ho anche scoperto che quel ragazzo cornificava la sua ex. E anche l’amante, dato che a Capodanno mi ha baciato! Dimmi, Amy, vuoi un cocktail?
Cosa? Mio fratello aveva baciato Madison a Capodanno? Dio, quanto avrei voluto strozzarlo con quella cravatta orribile.
Poi mi resi conto che la mia quasi-cugina aspettava una risposta.
-No… non bevo –dissi.
-Dai! Per una volta non fare la santarellina! Hai diciotto anni e siamo al matrimonio più merdoso dell’anno!
-Sul serio, non posso –insistetti.
-Solo un bicchiere.
-No!
-Davvero, non può –si intromise Sue. Louis ci guardava perplesso ma non faceva domande.
-Ma dai!
-No.
-Solo uno!
-Enne-o.
-Ti prego!
-No!
-Cazzo, Amy! Li devo dare a qualcuno o il barista mi uccide!
-NO! –esclamammo in coro io e la mia migliore amica.
-Sentiamo, perché non puoi?
Avete presente i momenti di silenzio assoluto che calano nelle sale piene di gente? Ecco. Scelsi proprio uno di quei momenti.
 -Sono incinta!  -esplosi.
Tutti si voltarono verso di me.
-Cosa? –disse la voce di Niall.
Voglio morire.


HOLA!
So che mi odiate. Voi mi odiate davvero tanto.
Mi avete scritto tutte che volete la reazione di Niall... Nel prossimo capitolo, lo giuro u.u
Almeno vi ho descritto la reazione di Sue #nonvenefreganientedilei lol
Poooi, vediamo :) ho cambiato grafica dei capitoli. Cambiare ogni volta manualmente l'html per il carattere bookman old style... mi sono leggermente stufata :) Dai, il georgia non fa così schifo.
Vi saluto meraviglie mie ♥
tantissimi baci,
Gaia


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Capitolo 18
*** 17. Tempo ***


Tempo.




Calò un silenzio di tomba.
Vidi un’espressione stupita sui volti di tutti eccetto Sue, che si coprì la faccia con una mano.
L’unica persona che riuscivo a guardare era Niall.
Almeno non è servito nessun Discorso, pensai.
Il biondo sembrava sconvolto.
-CHECCOSA?! – esclamarono tutti dopo… un’ora?
-Co…com’ è successo? –chiese mia madre.
-Nell’unico modo in cui succedono queste cose –disse acido Harry.
-Aubree? È uno scherzo? –chiese mio padre.
Nei film i genitori baciano e abbracciano la figlia adolescente e incinta. Le dicono che andrà tutto bene, che loro ci saranno ecc. Poi lei partorisce un figlio bellissimo e va vivere in una casa fantastica con il fidanzato e tutti e tre vivranno per sempre felici e contenti. Ovviamente saranno ricchi sfondati lei riuscirà benissimo a cavarsela senza aiuti perché suo figlio è la reincarnazione di Leonardo da Vinci e non ha nessun bisogno di una baby-sitter.
Queste cose succedono, appunto, nei film.
-No –mi sentii dire.
-Sai almeno chi è il padre? –fece Skeltor.
Avanti papà. Dille che non può permettersi di darmi della puttana.
Ma non mi difese mio padre. Ci pensò Louis.
-Non può dire una cosa del genere ad Amy.
-Ci conosciamo?
-Louis Tomlinson. Adesso ci conosciamo, signora Styles.
Kristal lo ignorò e si voltò verso di me.
-Allora chi è?
Aprii la bocca ma la richiusi subito. Dovevo dirlo? Dovevo rovinare in questo modo Niall? Io lo amavo, cazzo! Kristal emise una risatina eloquente. Supplicai Niall con lo sguardo e lui annuì. Mi stava dicendo di dire tutto?
-Il padre è… -Horan annuì di nuovo –Niall. –terminai.
Stavolta ci fu un sonoro “Oh!”. Madison appoggiò lentamente il vassoio pieno sul tavolo. A Louis andò di traverso il cocktail. Mio fratello, che si stava dondolando sulla sedia, cadde all’indietro ed il rumore fece sobbalzare tutti.
Gli invitati fissavano prima me e poi Niall.
-B…a…t…t…i –ansimò Louis. Sue gli tirò due colpi sulla schiena per evitare che morisse asfissiato. Jen aiutò mio fratello ad alzarsi. Madison prese un cocktail dal vassoio e se lo scolò tutto in un colpo solo.
Niall venne verso di me, mi mise una mano dietro alla schiena e mi spinse fuori dalla stanza. Camminammo per i corridoi luminosi della villa ed uscimmo in cortile.
Mi tremavano le gambe. Probabilmente sarei morta tra le sue braccia e non avrei mai saputo quello che aveva da dirmi.
-Da quanto lo sai? –chiese lui.
Presi fiato –Due giorni. Ieri non sono riuscita a parlarti per via dei preparativi e due sere fa avevi l’addio al celibato di Harry. Niall, cosa facciamo?
Si passò nervosamente una mano tra i capelli biondi.
-Non lo so…io… Amy. Sai che ti amo, vero?
No, non lo sapevo. Non me lo aveva mai detto.
Ti dirà che per te ci sarà sempre. Che andrà tutto bene. Che crescerete insieme il bambino. Niall non è un bastardo.
Scossi lentamente la testa.
Lui sorrise debolmente. Avevo una strana sensazione…
-Ok. Io ti amo, Aubree Styles. Ti amo tantissimo. Ma… non me l’aspettavo.
-Lo so.
-Sono giovane, volevo aspettare una decina d’anni prima di avere dei figli.
Anche io. Ma eravamo stati stupidi e quella era la conseguenza.
-Mi serve un po’ di tempo, ok?
Eh?
Gli serve del tempo?
Fu come se un ippopotamo si fosse messo a saltare sulla mia gabbia toracica. Come se qualcuno avesse premuto il tasto “stop”.
-No. Non è per niente ok –sbottai –Mi stai lasciando?
-No! Mi serve solo un po’ di tempo per accettare la faccenda e… riflettere.
È una scusa, diceva il mio cervello. Cercai di ignorarlo con tutte le mie forze e deglutii. Iniziai a camminare verso la casa, lentamente. Niall non fece nulla per fermarmi. Attraversai i corridoi, aprii la porta della stanza-bar ed entrai. Tutti smisero all’istante di parlare ma io li ignorai e mi diressi verso Sue. La mia migliore amica stava ancora parlando con Louis e Madison.
-A…andiamo via? –le chiesi.
Lei era forse l’unica che si stesse divertendo quanto me, a quello stupido matrimonio.
Le bastò un’occhiata per capire la situazione. Mi prese a braccetto e mi trascinò via.
Quando aprii la porta d’ingresso andai a sbattere contro Liam, che stava baciando Jules sotto al portico. Entrambi arrossirono e ci rivolsero un’occhiata colpevole.
-Non è come sembra –disse Liam.
-Sono inciampata e lui… le sue labbra…
-Avete avuto un incontro ravvicinato del terzo tipo, ok –disse Sue sorridendo.
Jules mi guardava. –Dopo ti chiamo, Emyna.
Annuii distrattamente e mi diressi verso il Catorcio, dal lato del passeggero. Fu solo quando Sue ebbe chiuso la portiera che scoppiai a piangere.
 
-E così abbiamo fatto pace! Oddio, mi sentivo in colpa a trattarlo così male –stava dicendo Bella.
Era lunedì mattina ed eravamo in classe. Cercai la mia matita per svolgere l’esercizio di letteratura ma non la trovai. Allora presi l’astuccio della mia compagna di banco.
-Capisci? Zayn ha detto che mi ama!
-Bell? Questa è la mia matita.
Lei guardò la Faber-Castell grigia che tenevo in mano. –No, è la mia.
-Il retro è colorato con l’evidenziatore fuxia. È mia.
-Ah, è vero. Credo di avertela fottuta settimana scorsa.
La guardai incredula. Bella sorrise. Scossi la testa e finsi di dedicarmi a letteratura. Ero stanca morta. Avevo pianto per tre ore buone –e io non piango mai. Quando ero riuscita finalmente ad addormentarmi, due gatti avevano iniziato a lottare nel mio giardino e i miagolii maledettamente forti mi avevano tenuta sveglia. Sbadigliai.
-Bene, voglio una ricerca sul Sogno di una notte di mezza estate per domani. Intesi? arrivederci.
La English fece uno sforzo sovrumano per sollevare il suo grosso culo e portarlo fuori dalla porta.
Contemporaneamente suonò la campanella.
Chiusi il libro di letteratura sbuffando. Non avevo ascoltato una parola della lezione, avrei copiato la ricerca da wikipedia.
-Cosa abbiamo adesso? –chiesi. Volevo fingere di star bene per non far preoccupare Bella, ma la sua risposta fece fare una capriola al mio stomaco.
-Musica! –esclamò.
-Sto per vomitare –commentai. Lei si girò di scatto verso di me.
-Eh? Hai già la nausea mattutina? E poi non ti dovrebbe venire alle undici!
-Buongiorno –fece Niall entrando in classe. Sentii il “Aaaaaaaahh ecco perché” di Bella e finsi di cercare qualcosa in cartella. Intanto Niall iniziò l’appello. Feci con comodo, dopotutto ero la S.
-Aubree Styles?
-Assente –dichiarai, facendo ridere tutta la classe. Niall fece un mezzo sorriso ma io lo fulminai con lo sguardo. Dio, quant’era bello!
-Se sei assente come mai ti vedo?
-Il suo oculista è un genio? –altre risate. Non mi rivolgevo così a tutti i prof ma, capitemi, lui era il padre di mio figlio. Che mi aveva chiesto del “tempo per pensare”. Un po’ di sarcasmo era dovuto.
-Sei simpatica, Aubree.
Non risposi e feci cadere il libro di storia della musica sul banco. Dopo qualche minuto realizzai di non riuscire a stare attenta alla lezione ed iniziai a pensare ad una scusa decente per uscire da lì.
Alzai la mano –Devo andare da Mrs. Jekins.
Mi fissò. Forse pensava che volessi dire alla Jekins di noi due. No, è impossibile. Niall ti conosce.
-Ok, vai pure.
Mi alzai e mi diressi velocemente verso la porta. Quando fui fuori emisi un sospiro di sollievo e camminai lentamente verso l’ufficio della signora J.
 
Niall’s POV
Non puoi.
Non puoi assolutamente farle una cosa del genere.
Non ad Amy.
Non alla ragazza che ami.
La distruggerai.
Mi bloccai, una mano già sulla maniglia della porta. Come avrei fatto a guardarla in faccia? Come avrei fatto ad essere il suo insegnante? No, anche quel pensiero era sbagliato. Io ero già troppo coinvolto. La campanella era suonata da un pezzo.
Dovevo entrare in classe.
 

Amy’s POV
 
L'ufficio era più grande della mia classe. Decisamente esagerato per la Jekins. Girava voce che dentro ci fosse il cadavere impagliato di Rufus, il gatto ormai defunto della vicepreside. Ma erano solo voci.
Bussai alla porta bianca ma non ottenni risposta. Poiché non avevo intenzione di stare lì fuori per un secolo, feci per aprire. Fu allora che sentii un urlo acuto proveniente dall’interno.
A quel punto non potevo fare finta di niente. Entrai, pronta a tutto tranne che al signor Benson che correva per la stanza con in mano una scopa. Il signor Benson era il più idiota dei bidelli. Il classico esempio del Bidello Fancazzista, uno che passa le giornate a leggere il giornale che ha comprato quando è stato assunto e che non ha ancora finito, da tanto è pigro.
Evidentemente gli altri avevano di meglio da fare, perché nemmeno la Jekins è così stupida da rivolgersi a lui.
-Eccolo! –squittì la vicepreside.
Ma dove caz…
Qualcosa si schiantò sulla mia testa. Sentii il pavimento ondeggiare gli oggetti farsi meno nitidi ed ebbi la sensazione di precipitare. Poi qualcuno mi afferrò per le spalle.
-Dio, Benson! –esclamò Mrs. Jekins.
La scopa era stata abbandonata sul pavimento, mentre il bidello mi fissava intensamente negli occhi.
-Stai bene?
-Sì, ma…
-Eccolo!
Lo vidi anche io. Lo scarafaggio più grande che fosse mai esistito sfrecciava sul linoleum del pavimento. Localizzai anche la Jekins, in piedi sulla sedia della sua scrivania.
Sedia che, come quasi tutte quelle da scrivania, era dotata di ruote.  Quindi, quando Benson corse verso la blatta brandendo al sua scopa, urtò la sedia della vicepreside, facendole fare tre giri completi sul posto. Nessun gatto impagliato in vista.
-BENSON! MERDA! –urlò la Jekins reggendosi ad un bracciolo. Lui non l’ascoltò. In quel momento era impegnato a contemplare orgogliosamente la poltiglia che poco prima costituiva la blatta.
-Incapace! Brutta testa di… -continuò la signora.
Mi schiarii la gola. Finalmente si voltarono verso di me. Sbattei le palpebre.
-Ecco. Le ha tirato la scopa sulla testa e non si è nemmeno scusato!
-Mi ha tirato la scopa sulla testa? –ripetei.
-Credevo che fossi… oh, lascia stare. Cosa ci fai qui?
La Jekins gli lanciò un’ultima occhiataccia e scese dalla sedia. Benson impiegò una ventina di secondi prima di capire fosse giunto il momento di levare le tende. Quando fummo sole la vicepreside si sedette.
-Dimmi.
-Io… chiedo l’esonero da educazione fisica. Fino alla fine del semestre.
Sembrò stupita –Se non sbaglio sei all’ultimo anno! Cos’è successo?
Giocherellai nervosamente con l’orologio da polso -Sono incinta.
Mi guardò da sopra le lenti degli occhiali. Poi sbuffò.
-Vedi perché hanno inventato i preservativi?
Spalancai la bocca.
-Vai, ti farò quel dannato esonero. Vieni a prendere i documenti alla fine delle lezioni. E dopo vedi di non farti più vedere.
Come ho già detto, la Jekins ama il suo lavoro.
 
Quando tornai in classe dovetti sopportare solo per un’ora prima dell’inizio dell’intervallo. Speravo di riuscire a mangiare la mia barretta energetica in santa pace, ma non fu così. Niall sbucò da non so dove e mi trascinò nel ripostiglio del secondo piano. Poi chiuse la porta a chiave.
-Questo è praticamente sequestro di persona. Un reato. –gli feci notare.
-Sarai libera di chiamare la polizia dopo avermi ascoltato –replicò lui. Era strano. Non sembrava il solito Niall e quel sarcasmo non era da lui. Da me stessa me lo sarei aspettato, ma dal mio Horan no! Un attimo… il mio Horan?!
-Cosa c’è?
-Non interrompermi per nessun motivo. Io… ho davvero riflettuto su… nostro figlio. È evidente che tu lo voglia tenere. Sbaglio?
Scossi la testa. Non avevo nemmeno preso in considerazione l’idea di abortire, anche se ammetto di aver dedicato qualche pensiero all’adozione. I miei motivi però erano unicamente egoistici, per questo avevo deciso di tenerlo.
-Infatti –continuò Niall –Il punto è che… io sono troppo giovane. Non sono pronto a tutto questo, volevo avere dei figli tra otto/nove anni, non adesso!
Ah, Lui era troppo giovane? Chi è che non si era ancora diplomato tra i due?
-Io… Amy, so che dopo oggi mi odierai tantissimo. Sappi che ti amo. Ma non posso crescere questo bambino. 


Hola!
Eccomi! Se già mi odiavate prima, adesso non mi potrete vedere. Il capitolo fa cacare, è troppo depresso per i miei standard... Sarà l'unico, ve lo prometto.
Poooi, vediamo... volevo ringraziare tantissimo le UNDICI persone che hanno recensito lo scorso capitolo. Undici! Mi è venuto un colpo quando me ne sono accorta :) Davvero, grazie ♥
Ve l'aspettavate una reazione del genere da parte di Niall? Ditemelo nelle recensioni lol
Adesso vado, devo mettere la glassa sui miei cupcakes :3
tantissimissimi baci,
Gaia



 

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Capitolo 19
*** 18. With or without you ***


With or without you

   


Are you, are you coming to the tree 
where they strung up a man they said murdered three. 
strange things did happen here 
no stranger would it be 
if we met up at midnight in the hanging tree.”
Il canto della rivolta, Suzanne Collins

    

-Dimmi almeno cos’è successo!
-Mhm.
-Amy! Mi hai mandato quel messaggio dicendo che era urgente, cosa c’è?
-Mhm.
Ero distesa sul mio letto con la faccia schiacciata contro al cuscino. Sue era seduta sulla scrivania (vorrei precisare che nella mia stanza una sedia c’è) e mi osservava preoccupata. Al suo posto mi sarei spaventata anche io: quel comportamento non era da me. La solita Amy avrebbe usato tutti gli insulti di sua conoscenza contro Niall, avrebbe fatto fatica a stare ferma, si sarebbe messa a camminare avanti ed indietro per la stanza ed avrebbe tirato un calcio a qualcosa. Ma soprattutto si sarebbe sfogata con Sue.
-Si tratta di Niall, vero?
-Mhm.
Vidi i suoi occhi assottigliarsi. Sue Callaghan amava le sfide.
Purtroppo per Sue Callaghan, ero testarda.
-Ho visto la Jekins limonare con il signor Benson.
Nessuna reazione.
-Bella ha fatto sesso con Louis.
Nessuna reazione.
-La tua macchina è stata rottamata.
Mi mordicchiai un labbro.
-Mi sono messa a spacciare droga.
Nessuna reazione.
-Sono incinta.
La fissai.
-Giusto. Scusa. Ho visto un unicorno.
Nessuna reazione.
-Ho origliato tutta la conversazione tra tua madre e tuo fratello. Parlavano della sua luna di miele.
Mi raddrizzai. –Davvero?
-HA! Hai parlato, Styles!
Mi maledissi mentalmente in aramaico.
-Cos’ha detto?
-Te lo dico solo se tu mi racconti di Niall. E sai questo cos’è?
-Un vile ricatto.
Lei sorrise soddisfatta.
 

Poche ore prima
-Non posso crescere questo bambino.
-Co…come? –balbettai. Non poteva essere vero. No, si trattava sicuramente di un incubo.
-Ovviamente non ti devi preoccupare dei soldi! –si affrettò a dire Niall.
-Cosa vuoi che me ne importi dei soldi?!
Non seppe cosa rispondere. Il mondo mi era appena crollato addosso, e lui parlava dei soldi?
-So che non t’interessa, ma dovevo dirtelo. Non ho intenzione di abbandonarti.
-No, ma va’. Per questo mi hai appena detto che non crescerai nostro figlio.–Commentai ironica.
Stavo cercando di non piangere, e non avrei resistito a lungo.
-Amy, ascolta! Io ti amo. Ma non posso dire di aver messo incinta una mia studentessa, lo capisci? Mi licenzierebbero e non mi assumerebbe più nessuna scuola.
-Non sei obbligato a dirlo. Io non ho intenzione di dire nulla proprio per questo motivo! Mancano solo quattro mesi al diploma, mi inventerò una scusa per educazione fisica  e nessuno si accorgerà di niente.
-Non posso chiederti una cosa del genere.
-Non lo stai facendo.
Mi guardò negli occhi. Quegli bellissimi occhi. Per un attimo pensai che stesse per cambiare idea.
-Io sono troppo giovane. Non sono pronto.
-Io sì? Guardami! Ho quattro anni meno di te, vado ancora al liceo, sono la persona meno responsabile, affettuosa, gentile e paziente del pianeta. Sono pronta, secondo te?
-Sarai una madre bravissima.
Ma perché non poteva semplicemente mandarmi a cagare? Perché non riuscivo ad odiarlo?
-Non ti voglio più rivolgere la parola. Prenderò solo i tuoi soldi, visto che ci tieni così tanto. D’ora in poi lei è il prof Horan ed io sono Aubree Styles. Ha capito, prof?
-Amy…
-Aubree! –esclamai.
Aprii la porta ed uscii dal ripostiglio.
 

Sue’s POV
La abbracciai.
Nessuno poteva trattare così la mia migliore amica. Cavolo, non è rimasta incinta da sola!
Non la potevo vedere così. Tra noi due, quella forte era Amy. Amy, che aveva tirato un pugno a Brody Walker perché mi aveva tradito con quella puttana di Amber. Amy, che era temuta da mezza scuola perché aveva tirato uno schiaffo al capitano della squadra di basket dopo che lui aveva avuto la geniale idea di toccarle le tette. Amy, che non piangeva mai. Amy, che aveva corrotto la portinaia con delle sigarette di cioccolato. Amy, la mia migliore amica.
Mi alzai, le buttai dei vestiti decenti sul letto ed uscii.
Quindici minuti dopo ero fuori da una villetta a schiera con dei mattoni rossi, in un quartiere che conoscevo benissimo ma che non frequentavo da un po’. La Ford blu era posteggiata a circa tre metri da me, quindi lei era in casa. Il mio istinto di ragno mi suggeriva di filarmela, mentre il mio cervello mi imponeva di restare lì. Era assurdo, avevo avuto il coraggio di tingermi di blu, come facevo a vergognarmi per una cosa simile?
Citofonai.
Silenzio.
Riprovai, ma non ottenni risposta.
Magari un serial killer ha fatto fuori tutta la famiglia.
Avrei potuto andarmene. Nessuno mi avrebbe dato della codarda, a quel punto. Girai sui tacchi. Stavo tornando in macchina, quando vidi un gatto dall’altra parte della strada. Mi fissava con un odioso sguardo accusatorio.
-Tu non capisci, -gli dissi –non sai tutta la storia! –Il micione sbatté le palpebre, poi gli occhi gialli si fecero più sottili.
-Questa me la paghi. Intesi?
Tornai verso la casa borbottando “Siamese di merda”. Non ero sicura che fosse un insulto per un gatto, ma suonava abbastanza male.
Chiusi la cerniera della borsa ed appoggiai il piede sinistro su un ricciolo delle decorazioni del muro di cinta. Mi aggrappai ad un’asta in ferro battuto e mi tirai su. Continuai a scalare il muro di cinta fino a quando non arrivai in cima…
…e trovai degli spuntoni anti-ladro in ferro battuto.
-Merda! –esclamai.
Trattenni il fiato.
Sollevai lentamente un gamba.
Stavo per scavalcare, quando vidi la signora della casa di fronte, impegnata a bere il suo the in veranda. Anzi, prima stava bevendo il suo the. Adesso mi fissava allibita, la tazza bloccata a mezz’aria. Sfoggiai un perfetto sorriso falso e le feci “ciao” con la mano. Lei non ricambiò il saluto.
-È maleducazione, sa? Sono io che rischio di rimetterci il lato B su questi… -indicai gli spuntoni.
Sperai che non decidesse di chiamare la polizia.
Appoggiai il piede sull’appiglio più in alto che trovai, dall’altro lato del muro di cinta. Mi aggrappai ad uno spuntone e pregai Percy Jackson e tutti gli dei dell’Olimpo di aiutarmi.
Evidentemente gli dei dell’Olimpo stavano giocando a scacchi perché, quando appoggiai anche il secondo piede, persi l’appiglio sul secondo e rimasi aggrappata per le braccia per puro miracolo.
A quel punto dovevo saltare.
Merda, mi ero appena rifatta lo smalto.
Mollai la presa e caddi di culo sul prato.
Impiegai qualche secondo per imprecare in ungherese tenendo gli occhi serrati, poi mi rialzai. Il gatto era ancora lì.
-Embè? Mai visto nessuno cadere dal muro di cinta?
Attraversai il vialetto massaggiandomi il culo e bussai.
Sentii dei rumori, poi la porta si aprì e mi trovai faccia a faccia con Zayn.
-AH! S…Sue?!
-Ma bravo, ti ricordi di me! Bella c’è?
Lui sembrò agitato.
-Perché lo vuoi sapere?
-Ho intenzione di trucidarla, quindi ti conviene andartene perché non voglio testimoni.
Lui sgranò gli occhi. Amy l’aveva detto: questo tizio è completamente ebete.
In quel momento Bella spuntò alle sue spalle. –Amore, chi...è.  –terminò, vedendomi.
-Dobbiamo parlare.
Entrambe ci voltammo verso Malik. Lui sbatté le palpebre due volte, poi girò sui tacchi a rallentatore e rientrò in casa.
Presi fiato –Niall ha detto ad Amy che non vuole crescere il bambino. Lei sta di merda.
-Che figlio di…
-Ovviamente non ha tempo per le nostre stronzate, quindi… chiariamolaquiintesi?
Non sono un’amante dei giri di parole. Per niente.
E Bella lo sa.
-Ok. Per la cronaca: mi dispiace per quello che ti ho detto.
-Anche a me.
Ci guardammo, poi sorridemmo.

 
Amy’s POV
“Mettiti i vestiti sul letto”, aveva detto Sue. Ok, per una praticamente ossessionata dalla moda come lei, mettersi dei vestiti decenti invece della tuta informe che avevo indosso l’avrebbe fatta sentire meglio. Io non trovavo nessuna differenza tra l’essere in stato di catalessi post-traumatica in tuta e vestita decentemente, ma valeva la pena di provare.
Diedi un’occhiata allo specchio.
http://www.polyvore.com/amys_look/set?id=73496111
Semplicemente patetica. La mia migliore amica se n’era andata da un’ora, e in quel lasso di tempo ero stata capace solamente di litigare con cleverbot. E cleverbot è solo un fottutissimo computer.
A volte mi piaceva “parlare” con lui.
A: I can fly.
C: No you can’t
A: Nothing is impossible
C: Surfing on the moon IS impossible.
E così cleverbot mi aveva smerdata. Cose che capitano.
Sentii il dlin-dlong del campanello ma non mossi un muscolo.
-Aaaauubreee! –strillò mia madre.
-Vai tu!
-NO!
-Sì!
-No!
Sbuffai, ma andai ad aprire.
Fuori dalla porta c’erano Sue, Bella, Louis, Liam e Jules.
-Ma che cazz….
-SORPRESA! –strillò Louis.
-Coglione, non è il suo compleanno! –gli sibilò Bella.
-Siamo qui per l’ OTSMDAS.
-Otsmdas?! –gli fecero eco tutti gli altri.
Lui ci guardò come se fossimo un branco di gnu dementi. –Operazione Tira Su il Morale Di Amy Styles.
Finsi di ingorare il “Aaaah!” che seguì la sua affermazione de feci per sbattere loro la porta in faccia.
-Non ci provare. Facci entrare. –mi ordinò Sue.
-Se Liam dice che hai appena fatto una rima rimanete fuori.
Il moro aprì la bocca, ma si beccò una gomitata nelle costole da parte di Jules e tacque.
Trattenendo un sorriso, aprii la porta. Solo quando furono tutti nel mi soggiorno mi accorsi del borsone che Louis aveva con sé.
-E quello cos’è?
-La terapia dei cupcakes! Idea del qui presente Tomlinson, carotina.
Ho un hobby nascosto. Mi piace preparare dolci.
-Non posso abbuffarmi di dolci… -Gli feci notare.
-Appunto! –disse Louis con un luccichio sinistro negli occhi.
Risi e gli tirai una sberla affettuosa sul braccio.
Non l’avrei ammesso neanche sotto tortura, ma la terapia del cupcakes funzionò. Ok, anche spremere della glassa sulla testa del mio migliore amico mi fece sentire meglio, e anche sentire le battute penose di Payne (il suo repertorio era pressoché infinito).
Dio, quanto volevo bene ai miei amici. Avevo capito che dovevo andare avanti, con o senza Niall.
Alla fine Tomlinson non poté mangiare i dolci: quel pezzo di genio di Bella sbagliò ad impostare il timer del forno e i cupcakes si bruciarono.
Stavamo ancora guardando i dolci con aria afflitta quando mia madre entrò in cucina.
-Aubree, c’è una lettera per te. È da parte del Royal College of Music.

HOLA!
Buonasera, meraviglie ♥
Oggi sono particolarmente di buon umore :))
Scusate per il ritardo madornale çç ho riscritto questo capitolo non so quante volte, e vi avviso subito che non ho riletto.
Poooi, vediamo un po'. E' iniziato il Take me home Tour *w* andrete a qualche concerto?
Volevo ringraziare le TREDICI ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo ♥ Ai lov iu!
Cosa ne pensate di questo capitolo? Ho intenzione di far succedere di tutto, quindi state pronte ;)
Ok, vi saluto



tantissimissimi baci,
Gaia

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Capitolo 20
*** 19. Hi, I'm Ed ***


Hi, I’m Ed!








Ok, Amy, stai calma.
Ci sarà scritto che sei stata penosa all’esame, e che ti conviene andare da McDonald’s per vedere se assumono, perché la musica non fa per te. Finirai come la Jekins, lavoro merdoso, naso merdoso, stessa vita sociale di un cetriolo di mare ed alito pesate ventiquattr’ore al giorno.
Quindi, Amy, è inutile che ci speri troppo.
Adesso apri quella dannata lettera e togliti il pensiero.
Inspirai. Avevo mandato a casa tutti i miei amici (eccetto Louis, che si era aggrappato agli stipiti della porta e che in quel momento mi stava spiando dalla serratura) e mi ero barricata in camera.
Feci un altro respiro profondo e mangiai una Tic-tac. Purtroppo le pubblicità sono solo stronzate, perché non comparvero dei tizi in bianco con la passione per il musical. Non comparve un accidenti di nessuno.
Cazzo, tira fuori le palle e leggi!
Una persona non si può nutrire di Tic-tac. E non può nemmeno rimanere chiusa in camera in eterno.  Perciò mi conveniva aprire quella dannata lettera, così avrei potuto andare in cucina ed affogare i dispiaceri nella carbonara.
Feci un altro respiro profondo ed aprii la busta.
 
Gentile signorina Styles,
Le scriviamo per congratularci con Lei.
Ha tenuto un ottimo esame e siamo felici di ammetterLa nel nostro istituto.
La preghiamo di recarsi in segreteria per consegnare il modulo di iscrizione entro il 28 febbraio p.v.
Cordiali saluti,
la Direttrice

 
Rilessi la lettera una seconda volta. E una terza.
Non mi mandava a cagare e non mi consigliava nemmeno di darmi all’ippica.
Non era un “ritenta, sarai più fortunata”.
Mi avevano preso.
Ero stata ammessa al Royal College of Music.
La scuola che sognavo da quando ero stata abbastanza grande da arrivare ai pedali del pianoforte.
Bene.
Mi hanno preso.
Uhm…
Oh mio Dio.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!
La porta si spalancò e Louis fece irruzione seguito a ruota dalla mamma.
-MI HANNO PRESO! LOUIS, CE L’HO FATTA! MI HAAAAANNNNOOOO PREEEESOOOOO!
-AAAAAAAAAAAAHHHHHHH! –Urlò Louis. Mi abbracciò così forte che sentii i piedi sollevarsi da terra. Anche mia madre gridava, iniziò a farfugliare qualcosa, poi prese il telefono e chiamò mio padre. Assurdo, nessuno dei due mi parlava dal giorno del matrimonio.
Des disse due cose.
La prima fu “Oh, bene.”
La seconda ci lasciò tutti spiazzati. “Dove vivranno lei e il bambino?”
L’entusiasmo di tutti andò pian piano scemando, fino a scomparire del tutto.
-Forse dovresti telefonare alla scuola per… sì insomma… informarli.
-Mamma, non è un liceo.
-Lo so, ma è una scuola selettiva e molto rigida, penso che tu debba dirglielo.
Aveva ragione, naturalmente.
Afferrai il cellulare ed uscii in veranda per fare quella maledette telefonata. Composi il numero che trovai sull’intestazione della lettera e schiacciai il tasto verde.
-Royal College of Music, buonasera. –disse la segretaria.
Il mio cuore mancò un battito.
-Buo… buonasera! Sono Aubree Styles, ho appena ricevuto la lettera d’ammissione…
-Congratulazioni, Miss Styles. Adesso deve solo venire a consegnare il modulo.
-E…esatto. Solo che… ho appena scoperto di aspettare un bambino. Non ci sono problemi, vero?
Con mio grande orrore, la segretaria non rispose.
Merda merda merda. Porta fortuna, no?
-Sa, è meglio che ne parli con la direttrice. Io non posso decidere nulla, mi dispiace. –disse infine.
-D’accordo. Allora verrò domani, va bene?
-Perfetto. Arrivederci.
-Salve, -risposi distrattamente.
 
Dovevo assolutamente fare una buona impressione.
Continuavo a ripetermi quella frase mentre guidavo in direzione di Londra a bordo della mia Chevy Bel Air. Il Catorcio non mi aveva abbandonato. Infilai una tic-tac in bocca per evitare di stendere la direttrice con il mio alito da ippopotamo con disturbi intestinali e cercai di rilassarmi.
Ero stata ammessa al Royal. Grazie a Niall.
Stavo tornando a Londra. L’altra volta c’era anche Niall.
Sarebbe stato tutto fantastico. O forse no, dato che ero incinta di Niall.
Dannazione, dovevo smettere di pensare a Niall!
Siete disperate?Cinguetta una voce alla radio.
-Sì.
Gli uomini vi hanno stancato?
-Direi di sì.
Volete rompere la monotonia?
-Assolutamente sì.
Allora comprate un aspirapolvere da noi!
-Ma vaffanculo! –sbottai.
Spensi la radio, maledicendo le pubblicità senza senso.
La facciata del Royal College of Music mi mise in agitazione anche questa volta.
Solo che non c’era nessuno disposto a portarmi in braccio fino all’ingresso.
Aprii il portone e mi avvicinai alla portinaia.
-Mi scusi, dov’è l’ufficio della direttrice?
Lei ci pensò un secondo. Cattivo segno.
-Allora cara, devi percorrere tutto quel corridoio, poi girare nell’ala est, entrare nel secondo corridoio a sinistra, salire le scale di un piano, girare a destra e sei arrivata. È l’unica porta bianca, non ti puoi sbagliare!
-Ehm… Ha per caso un navigatore satellitare?
Lei scoppiò a ridere e tornò alle sue carte, come se la mia fosse stata una semplice battuta, e non una richiesta implicita di una spiegazione.
La giornata era iniziata male e sarebbe finita decisamente peggio.
Arrivai all’ala est senza particolari problemi, poi sperai in un’illuminazione divina che ovviamente non arrivò. Allora utilizzai un metodo infallibile e molto professionale.
-Ambarabàciccìcocò, tre civette sul comò, che facevano l’amore con la figlia del dottore, il dottore si ammalò, am-ba-ra-ba-cic-cì-co-cò.
Il mio dito indicava un corridoio sulla destra. Scrollai le spalle e camminai in quella direzione.
Mi ritrovai nella zona macchinette. Un gorgoglio fortissimo proveniente dallo stomaco mi ricordò che non avevo pranzato, così decisi di prendere una kinder delice. Inserii quaranta centesimi ed osservai la spirale metallica spingere la merendina… e la delice bloccarsi a mezz’aria, schiacciata contro al plexiglass.
-Ma porca puttana!

Come recuperare qualcosa dalle macchinette – a cura di Aubree Emily Styles
• Imprecare contro la macchinetta (non è molto efficace, ma dà soddisfazione)
• Tirare pugni contro al plexiglass.
• Assicurarsi di essere soli.
• Cercare di scuotere l’intera macchinetta, imprecando allegramente.
• Fingersi rassegnati e tirare un ultimo colpo distratto al plexiglass.
• Guardare con odio la macchinetta ed il cibo che state cercando di prendere.


-Stacca la presa e reinseriscila. Funziona sempre.
Sobbalzai, rischiando seriamente l’infarto. Con gli occhi fuori dalle orbite, mi voltai verso il nuovo arrivato. Aveva i capelli rossi. Anzi, i miei erano rossi, i suoi praticamente arancioni. Aveva la pelle chiarissima, su cui risaltava qualche lentiggine. E mi sorrideva.
-Beh? Non vuoi quella delice?
Dubbiosa, staccai la presa e la luce del piccolo display della macchinetta si spense. Quando la infilai di nuovo la mia delice ondeggiò e cadde.
Sorrisi soddisfatta e la presi.
-Comunque era una bella tecnica quella del fingersi rassegnati. –continuò Pel di Carota.
Avvampai –Da quanto sei lì?
-Uhm vediamo… da quando il tuo stomaco ha brontolato.
Spalancai occhi e bocca. –Bene, adesso vado a sotterrarmi, è stato un piacere.
Feci per andarmene ma lui mi trattenne.
-Sono Ed. Ed Sheeran. Piacere di conoscerti… -piegò la testa da un lato per leggere dal modulo che tenevo in mano –Aubree Emily Styles, pianista.
-Solo Amy. O Aubree. Vedi tu, anche se io preferisco il primo.
-Ok, Solo Amy.
Aprii la bocca per correggerlo, ma poi mi resi conto che aveva cercato di fare una battuta. Sorrisi anche io.
-Era pessima. –commentò.
-Lo so, ma dovevo sdebitarmi per via della delice.
Rise di gusto. Aveva una bella risata. Automaticamente pensai a quella di Niall, ma scacciai quel pensiero.
-E così sei una pianista che si vuole iscrivere alla scuola. Peccato che le audizioni siano già state fatte…
-Lo so. –risposi seccata –Infatti sono stata ammessa. Però… c’è stato un problema, e quindi devo parlare con la direttrice.
Lui annuì. –Ah, ed è cercando la presidenza che se finita completamente dall’altra parte?
-Esatto. Perciò non ti dispiacerebbe accompagnarmi, Ed Sheeran?
-Sono un cantante e chitarrista, -finì lui –e no, non mi dispiace.
Sorrisi di rimando.
Mi accompagnò nell’ufficio della direttrice (che era davvero dall’altra parte del college) e poi ci salutammo. Secondo lui, il mio “problema” si sarebbe risolto e ci saremmo rivisti l’anno successivo, quando io sarei stata una primina. Non aveva idea di quanto ci sperassi.
Mentre aprivo la porta bianca, il cuore batteva all’impazzata. La signora Williams [nome inventato]
era seduta dietro la sua scrivania. Mi guardò da sopra le lenti degli occhiali per salutarmi e mi invitò a sedermi.
-Quindi lei è incinta.
Diretta, la vecchia.
-Sì.
Sospirò. –Voglio essere sincera con lei. La nostra scuola è tosta. Molto tosta. Non avrà assolutamente il tempo di stare dietro ad un bambino, quindi mettiamo subito le cose in chiaro. Per farcela, deve avere le capacità ed essere motivata. Se non è in grado, darò il suo posto a qualcun altro. Intesi?
Giocherellai con la maglietta.
-Io… penso di potercela fare.
-E come fa a saperlo?
Solo in quell’istante notai il pianoforte. Era un semplice Yamaha nero a muro, identico a quello che c’era a casa mia. Mi alzai e, senza chiedere il permesso alla Williams, sollevai il coperchio.
-Cosa sta… -non le feci finire la frase. Mi sedetti, feci schioccare le dita delle mani e le appoggiai sui tasti.
Non suonai un pezzo difficile. Non volevo sembrare né ambiziosa né esibizionista, così scelsi un pezzo nella media, ma che adoravo. River flows in you.
 
Niall è in piedi dietro al mio pianoforte.
-Suona qualcos’altro. Qualcosa che non sia il Cigno Nero, qualcosa che non ti metta ansia e che ti piaccia suonare. Devi capire cosa intendo con “Interpretazione”.
Non devo pensarci nemmeno due secondi: so già cosa suonare. River flows in you, di Yurima.
Quando inizio a suonare, le dita vanno da sole. Sento Niall ridere.
-Ecco cosa voglio! Tu sei spettacolare, ricordatelo.
Rido anche io, continuando a suonare.
Sono felice.

 
Suono l’ultimo accordo. Mi volto verso la direttrice, che ha finalmente tolto quei maledetti occhiali.
-Le lezioni iniziano il cinque settembre. Veda di esserci. –Disse semplicemente.
 
-Tu sei il mio mito! –urlò Jules.
Le feci cenno di abbassare la voce, spingendo il carrello. Eravamo a Ga&Go. In teoria il nome del supermercato avrebbe dovuto essere Gas&Go, per via del benzinaio dall’altro lato della strada. Ma qualche genialoide aveva pensato bene di cancellare la S dall’insegna, e quegli spilorci dei proprietari non l’avevano mai sostituita.
-Sul serio, non so cosa avrei dato per vedere la faccia della direttrice!
-In effetti è stato impagabile, –dissi sorridendo –stava per rovesciarsi addosso il caffè!
-Oddio non ci credo! La mia quasi cuginetta andrà al Royal College of Music! –Jules mi abbracciò.
Quando riuscii a divincolarmi presi una confezione di kinder delice dallo scaffale.
-Solo Amy! La tua è un’ossessione.
Sobbalzai di nuovo e mi voltai in direzione della voce.  Pel di Carota era all’angolo con l’altra corsia, e spingeva un carrello assurdamente pieno. Cosa se ne faceva di tutta quella pasta per la pizza?!
-Sheeran. Come mai qui?
Jules spalancò gli occhi e mi fissò incredula. La fulminai con un’occhiata, mentre Ed si avvicinava.
-Sono venuto a trovare un amico.
-Oh!
-Insegna alla Holmes High School.
-Oh, -ripetei con un tono completamente diverso. Nella mia testa si azionarono 13.287.156 campanelli d’allarme.
-Non so se lo conosci… si chiama Niall Horan. 



HOLA!
Scusatemi scusatemi scusatemi scusatemi scusatemi scusatemi tantissimo!
Sono stata molto impegnata, in più ho dovuto sopportare un maledetto blocco che è sparito solamente ieri sera.
L'HO FINITO! Non riesco a crederci, giuro lol
Lo scorso capitolo faceva cagare, e questo non è da meno çç
Star del capitolo: Ed Sheeran, che diventerà una presenza fissa ;) Opinioni?
Sheeran è anche il soggetto della gif di oggi aibcgaaivbavuybjs

Poooi, vediamo... QUESTO è il mio blog di tumblr :) fateci un salto se volete.
tantissimissimi baci,
Gaia ♥




 

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Capitolo 21
*** 20. Somebody's growing inside of me ***


Somebody's growing inside of me
 

Non era possibile. Non potevo essere così sfigata, cavolo!
Ed era un amico di Niall. Niall avrebbe detto tutto ad Ed. Non sarei più riuscita a guardarlo in faccia.
Può andare peggio di così?
Due ore dopo ero seduta sul letto, il laptop sulle gambe, e guardavo Asdf movie.
Era una delle poche cose che riusciva a farmi piegare in due dalle risate nonostante l’avessi visto venti volte. Come minimo.
I was broken 
I was choking 
I was lost 
This song saved my life 
I was bleeding 
stopped believing 
Could have died 
This song saved my life 
I was down 
I was drowning 
But it came on just in time 
This song saved my life 

Aspettai a rispondere perchè avevo voglia di sentire la canzone dei Simple Plan.
Poi vidi il nome “Bella” comparire sullo schermo e schiacciai la cornetta verde. Bella è sempre Bella.
-Muori patata!
-Non oggi. –replicò lei.
Amo la mia compagna di banco.
-Ok, mi dispiace interromperti mentre guardi Asdf movie, ma ho una Notizia con la N maiuscola.
-Allora non la voglio sentire.
La sentii sbuffare.  Chiusi Youtube e mi alzai. Non riuscivo a parlare al telefono stando ferma.
-Allora, domani tuo fratello torna dalla luna di miele.
Erano già passate cinque settimane?
-Stamattina ha telefonato a Zayn. Voleva accertarsi che avremmo fatto a lui e Jenny una festa di bentornato. E poi… Dio, non vedo l’ora!
Iniziai a camminare in tondo.
-Se non vedi l’ora della festa di bentornato, allora ti conviene farti curare. Se invece sei emozionata per qualcos’altro, spara.
-Dato che settimana prossima iniziano le vacanze di Pasqua, Harry ci porterà tutti in un viaggio On the road.
Per poco non  inciampai.
-STAI SCHERZANDO!
-Assolutamente no! Ha detto che il tuo prozio Earl gli ha regalato un camper per il matrimonio, e secondo lui è perfetto!
-Lui è matto da legare. E anche zio Earl. Da dove gli è venuta l’idea? E chi sarebbero “tutti”?
-Tu, lui, Jenny, i ragazzi, Jules, io e forse anche quel tizio con i capelli rossi.
-Ed Sheeran?!  No, io non vengo!
-Tu vieni.
-Scordatelo. E come diavolo pensa di far stare dieci persone su un camper?
-Undici, perché quando Sue lo saprà vorrà venire. E comunque questo camper è davvero grosso… ma è ricco il prozio Earl?
-No, è tirchio. È questo che mi preoccupa.
-Amy, non mi puoi lasciare da sola!
-Ma hai appena detto che ci saranno Jules e Sue… e poi Zayn!
-Zayn starà con i ragazzi, Sue si scannerà con Harry e Jules andrà ad imboscarsi con Liam. Tu. Devi. Venire.
-Solo se trovi un modo per rompere una gamba a Niall.
-Ci sto.
Riattaccai. Promemoria per il futuro: Mai evocare la sfiga con frasi tipo “Può andare peggio di così?” perché la risposta sarà sempre .
 
Il giorno seguente era l’ultimo prima delle vacanze di Pasqua. Per i corridoi della scuola si respirava un’aria di festa, cazzeggiamento e progetti. I ragazzi giravano cantando “Quindici uomini e una cassa da morto”. Il signor Benson portava i pantaloni al ginocchio per sfoggiare i suoi polpacci sodi e le gambe depilate. La Jekins faceva i gargarismi mentre l’altoparlante era acceso. La mia migliore amica era in ansia per il ritorno di Harry, evitavo Bella come la peste e Louis stava bigiando con alcuni dei suoi amici maschi. Alla terza ora pregai di strozzarmi con la pepsi, all’intervallo mi nascosi nei bagni per evitare di incrociare Niall e alla quarta rischiai seriamente di avere un esaurimento nervoso.
Il messaggio di mia madre era semplice: Ti ricordi che domani hai l’ecografia, vero?
La risposta era scontata: NO.
Appoggiai al testa sul banco sconsolata.
-Buongiorno carotina!
Risposi senza sollevare lo sguardo. –Louis. Perché sei entrato alla quarta ora?
-Perché c’è Niall e volevo esserti di sostegno morale. Hai sentito del viaggio On the road?
-Ho creato una bambola vudù stranamente simile a mio fratello proprio per quello.
-Amy, è inutile. Il tuo senso dell’umorismo è e sarà sempre una merda.
Gli mostrai il medio. Almeno io ce l’avevo, il senso dell’umorismo. Louis aveva solamente un bel culo e la fissa per le righe. L’anno prima avevo minacciato di mandarlo a Ma come ti vesti… forse era arrivato il momento di farlo.
-Tu verrai, vero? –chiese Lou abbassando la voce.
Lo fissai dritto negli occhi. –Se stai zitto, ti do il doppio di quello che ti ha dato Bella. Comunque lei ha promesso di rompere una gamba a Niall, in quel caso verrò.
La porta si spalancò e il biondo fece capolino dallo stipite. Per qualche strana ragione, con il sole era ancora più bello. E quel giorno non c’era l’ombra di una nuvola.
Parli del diavolo…
-Andremo in Scozia! –continuò Louis ignorandolo. –Sarà fantastico!
Non sarebbe stato fantastico. Sarebbe scoppiata la Terza Guerra mondiale prima che Harry fosse riuscito ad ingranare la prima. Un disastro. E poi sarebbe venuto anche Ed! mio fratello manco lo conosceva (teoria da dimostrare).
Intanto Niall si era seduto alla cattedra. Avrei potuto ignorarlo e giocare a tris contro Louis per tutta l’ora. Ma io volevo avere la coscienza a posto, così mi alzai e marciai verso il biondo.
-Domani ho l’ecografia. È un ultimatum, deciditi. –sibilai.
Non gli rivolgevo la parola da giorni, quella minaccia era comunque un passo avanti.
Iniziò a balbettare. –Amy…. I-io….
-Ho capito. Mi limiterò ad ascoltare la sua lezione, prof.
Girai sui tacchi e tornai a posto. Aveva fatto la sua scelta. Cazzi suoi.
 
Ed Sheeran conosceva mio fratello.
Fu quello il mio primo pensiero quando lo vidi varcare la soglia dell’appartamento con Louis. Il mio migliore amico reggeva un cartello con la scritta “Bentornati” e mentre Zayn appoggiava due bottiglie di champagne sul tavolo.
-Solo Amy, –mi salutò Pel di Carota, -Allora è vero! Sei la sorella di Hazza.
-Purtroppo è così. –dissi sorridendo. Mia madre mi fulminò con un’occhiata.
-Ti hanno già detto del viaggio On the road?
Ma perché tutti parlano esclusivamente di quel fottuto viaggio?
-Sì… divertitevi.
-Ci divertiremo. Verrai anche tu! –esclamò lui.
-Sul serio, stavolta passo.
-Ricordati che sei in debito con me!
In quel momento vidi Niall. Era dalla parte opposta della stanza e ci stava fissando.
Non sembrava felice.
-Ehi Ed, vieni a bere qualcosa? –mi sentii chiedere. –Io prenderò un analcolico.
Era l’ultima volta che permettevo a Tomlinson di organizzare una festa. Eravamo schierati davanti alla porta d’ingresso, Harry e Jen stavano arrivando.
-Allora, avete capito tutto?
-Sì, Louis. –rispondemmo in coro.
-Adesso dirà “Non ho sentito bene” e dopo partirà la sigla di Spongebob. –sibilai a Liam.
Il moro soffocò una risata.
-Allora. Amy, Liam e Zayn dovranno dire “Ben”. Bella, Jules ed io “Tornati”. Ed dirà “Harry”, Anne dirà “e” e Niall “Jenny”. Tutto chiaro?
-Lou, è una cagata. –protestò Zayn. L’altro fece finta di non aver sentito e si sistemò tra me e Jules.
Due secondi dopo la porta si aprì e mio fratello entrò tenendo in braccio Jenny. Dio, volevano proprio incarnare tutti i cliché più diabetici!
Louis mi tirò una gomitata nelle costole e la ridicola festicciola iniziò.
 Mio fratello era abbronzato. Molto abbronzato. Strano, avrei giurato che fosse uscito dalla camera dell’hotel sì e no tre volte. Voglio dire, potevo solo immaginare cosa avessero fatto lui e la moglie per ammazzare il tempo alle Hawaii. Non ci volevo nemmeno pensare.
Entrambi portavano una collana di fiori rosa al collo e sorridevano come due ebeti. Harry non era per niente sorpreso (la festa era stata una sua idea) mentre a Jenny semplicemente non interessava.
-Aloha! –urò Harry.
Calò il gelo.
Ci fu il giro di baci e abbracci che avrei davvero preferito evitare, così mi piazzai in fondo alla fila. Quando arrivò il turno di Niall, Harry gli tirò un pugno in faccia. Ammutolimmo. Una parte di me gioì nell'assistere a quella scena, un'altra si sentì tremendamente in colpa. Perchè tutti dovevano avercela con Niall? Queste cose si fanno in due.
-Senza rancore, vero amico? –chiese poi mio fratello.
Niall scosse la testa ed abbozzò un sorriso. Notai però che stette ad una certa distanza da Harry per tutto il pomeriggio.
Quando arrivò il mio turno, mi preparai ad un pugno. Dopotutto non era solo colpa di Niall. Invece Harry mi abbracciò.
-Lasciami, idiota. –dissi annaspando.
-Eddai, Brontolo, rilassati. In fondo mi farai diventare zio, no?
Gemetti.
 
-Sei calma?
-Sì.
-Ma proprio calma calma?
-Chi è che sta per farsi spalmare del gel sulla pancia, tu o io?
Louis sembrò rabbrividire solo al pensiero.
Avevo chiesto a lui di accompagnarmi perché avevo bisogno di qualche figura maschile che mi tirasse su il morale. E dato che quella figura non poteva essere Niall, avevo scelto il mio migliore amico.
-Ma se vuoi possiamo anche tornare indietro!
-Cazzo, accompagnami a fare questa fottuta ecografia di merda! –sbottai.
-Wow, dov’è la finezza?
-È andata a puttane. –sibilai.
Louis scoppiò a ridere e mi prese sottobraccio.  Ci avvicinammo al bancone all’entrata dell’ospedale e chiesi dove fosse il reparto di ginecologia.
Ero tra l'undicesima e la dodicesima settimana circa. Un pensiero mi colpì con forza mentre bussavo alla porta dello studio della mia ginecologa. Qualcuno stava crescendo dentro di me. Questa consapevolezza mi fece venire i brividi.
Sentii qualcosa dentro alla mia tasca vibrare. Quando lessi il messaggio per poco non caddi a terra.

Da: Niall Horan 
Quando hai finito dimmi com'è andata.
Ti penso,
Niall


Niall mi aveva scritto. Niall voleva sapere dell'ecografia. Cosa diavolo stava succedendo?
Era troppo tardi. Mi aveva fatto stare da cani per un mese, non poteva pretendere di sistemare tutto con un messaggio. Io volevo sistemare tutto? Non ne ero sicura. Amavo Niall, ma...
Louis, che non si era accorto di nulla, mi spinse nello studio.
-Amy! Come stai? –chiese la dottoressa Kendall quando ci vide.
-Be…ne. –balbettai. Lei mi sorrise dolcemente e mi fece accomodare sul lettino.

Possibili vie di fuga – a cura di Aubree Emily Styles
• Simulare uno svenimento.
• Tirare un calcio in piena pancia alla Kendall e scappare.
• Cacciarsi due dita in gola e dare di stomaco abbondantemente.
• Provare una mossa di kung-fu sulla Kendall.
• Strizzare i genitali di Louis fino a fargli perdere i sensi, per poi dichiarare di doverlo portare in infermeria.

Meditai qualche secondo su questa possibilità. Nah, troppo complicato.
La telefonata finta.

Troppo imbarazzante. Avrebbe potuto chiamarmi davvero qualcuno in piena telefonata finta, e sarebbe stato orribile.
Ci fu un colloquio, e dopo qualche controllo venne il momento dell’ecografia.
-Carota? –chiese Louis tirandone fuori una dalla tasca.
Perché, mi chiedo, una persona normale dovrebbe girare con una carote in tasca?
-Ma quando distribuivano i cervelli non ti sei accorto che sul tuo c’è scritto Fac-simile?
La Kendall scoppiò a ridere e mi mise un po’ troppo gel sulla pancia.
Dio, era ghiacciato.
La dottoressa appoggiò la sonda sulla mia pancia.
-Ecco, guarda qui! Vedi la testa?
La vedevo. Sentii il mento iniziare a tremare e dovetti sforzarmi per non piangere. Louis mi strinse una mano.
Mentre guardavo il feto nella mia pancia, mi resi conto che avrei potuto fare qualsiasi cosa per quel bambino. 
Mio figlio. 
-Sta benissimo, puoi stare tranquilla. Vuoi sapere il sesso?
Eccola, la domanda che aspettavo. Avevo cercato di non fare nessuna ipotesi, sicura che sarebbe stato l'esatto contrario. 
Girava voce che Zayn e Liam avessero scommesso una corsa nudi nel parco. 
-No, è meglio aspettare. –disse Louis.
-Col cazzo! Non voglio stare sei mesi con il dubbio! E poi devo pensare al nome… Voglio sapere.
La ginecologa rise di nuovo.
-Ok. Il tuo bambino è…


On the next
-Ho vinto la scommessa! -esclamò Liam
*
-Si parte!
*
-Perchè non puoi semplicemente ignorarmi? 
-Perchè non posso. E non voglio.

 



HOLA!
Ho cercato di mettervi un pochino di curiosità, ma temo di aver fallito miseramente. 
Questo capitolo fa cagare, ed è utile solo per farvi capire quanto tempo sia passato dalla famosa volta in cui Amy è rimasta incinta. 
Traduzione: Questo capitolo fa cagare ed è perfettamente inutile.
Cercate di non odiarmi plis. 
Ricapitolando:
-Ed Sheeran è un amico sia di Niall che di Amy
-Harry è tornato dalla luna di miele.
-Niall forse ci sta ripensando.
-Amy non è pronta a perdonarlo.
-Ci sarà un viaggio
-Tra pochissimo si saprà il sesso del piccolo Horan. Secondo voi è maschio o femmina? ;)
Devo andare a suonare, meraviglie ♥
siete sempre le mejo,
bacioni,
Gaia




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Capitolo 22
*** 21. On the road ***


brb


*Cioè, guardatelo. E' stupendosamente aksjcbagvtyhdbcn e fantastupendoso. Opera di Daniela-alias-secsidriu. Che, oltre ad essere un geniaccio dei banner, scrive delle ff stupende su Ciastin C: GRAZIE DANI ♥*  


On the road



First, you think the worst is a broken heart 
What's gonna kill you is the second part 
And the third, is when your world splits down the middle 
And fourth, you're gonna think that you fixed yourself 
Fifth, you see them out with someone else 
And the sixth, is when you admit that you may have fucked up a little 
The Script – Six degrees of separation

 

-Il tuo bambino è… una femmina!
-Sì! Sì, me lo sentivo! –esclamò Louis.
Mi sentivo strana. Avrei avuto una bambina.
-Dobbiamo dirlo a tutti! –continuava a ripetere il mio migliore amico mentre uscivamo dallo studio.
Inviai rapidamente un sms a mia madre, sperando di evitare la telefonata-interrogatorio.
-Voglio dirlo di persona ai ragazzi. –dissi sorridendo. Solo in quel momento mi rendevo conto di aver sperato in una femmina per tutto il tempo.
 
La reazione dei miei amici fu esattamente quella che mi aspettavo.
Bella e Sue applaudirono e vennero ad abbracciarmi.
Mio fratello strillò qualcosa come “Avrò una nipotina” e finse di asciugarsi una lacrima.
Jenny disse semplicemente “Mmm”.
Zayn imprecò, mentre Liam lanciava gridolini eccitati e tendeva la mano destra verso di lui. All’inizio non capii, poi vidi il moro allungargli quindici sterline.
-Inizia a toglierti i vestiti, Malik! –esclamò. Bella lo fulminò con un’occhiata. –Ragazzi, posso dirla? -fece Payne.
-NO!
-Può dire cosa? –chiese Ed.
-La minchiata del giorno. –rispondemmo noi all’unisono.
Liam ci ignorò. –Qual è la differenza tra una porta e una valigia? La valigia si porta ma la porta non si valigia.
Silenzio.
Oh Dio, ma perchè?
Ed scoppiò a ridere, ricevendo sguardi increduli da parte di tutti. Liam era estasiato.
-Ed, sposami!
-Avrà riso per pietà. –commentò Jules sorridendo al suo ragazzo.
In quel momento notai Niall. Non aveva aperto bocca. Cosa si aspettava, che lo avvisassi in anticipo perché mi aveva mandato quel fottuto messaggio? Poteva anche andare al diavolo.
 
Il geniaccio che ha avuto la brillante idea di partire alle sei e mezza dovrà vedersela con me, pensai mentre trascinavo il borsone per il vialetto di casa mia.
-Ti spiacerebbe collaborare? –chiesi a Killer, che ovviamente non rispose. Per un attimo rimpiansi di non aver svegliato mia madre. Poi pensai alla predica che mi sarei dovuta sorbire in caso contrario e capii di avere fatto la scelta giusta. Arrivai al cancelletto e lo spinsi. Niente. Avevo dimenticato di aprirlo.
Cacciai una mano in tasca cercando disperatamente le chiavi. Le estrassi. Stavo per infilarle nella serratura, quando Killer ebbe il colpo di genio del secolo: si avvicinò silenziosamente al mio posteriore ed abbaiò. Molto forte. Mentre il cuore schizzava fuori dalla mia cassa toracica, lasciai cadere le chiavi, che passarono sotto al cancelletto e finirono dall’altra parte.
-Porca puttana.
Erano solo le sei e un quarto del mattino. Questo riduceva di tanto la probabilità che qualcuno passasse proprio in quel momento, e mi vedesse mentre mi contorcevo sdraiata per terra cercando di recuperare le chiavi.
Ma la fortuna non è mai dalla mia parte. Mai.
-Serve una mano? –chiese una voce stranamente familiare. Apparteneva a qualcuno che decisamente non avrebbe dovuto essere lì, per cui decisi di ignorarla.
-Ok, vorrà dire che me ne andrò.
-Ed Sheeran, non muovere il tuo culo da lì.
Sentii Ed ridere, poi si chinò e raccolse le chiavi.
-Cosa ti porta da queste parti? –chiesi mentre lui apriva il cancelletto e sollevava il mio borsone come se fosse fatto di piuma.
-Pensavo che ti servisse una mano con i bagagli. Conosco Anne, non è un tipo molto mattiniero. E tu sei incinta.
Ok, era una cosa gentilissima che aumentava decisamente il fascino di Ed Sheeran. Ma io, da femminista convinta, non volevo passare per la fanciulla indifesa (vedi: totalmente incapace).
-Ce la faccio. –Sorrisi. –Ma grazie comunque.
-Ok, lo ammetto. Muoio dalla voglia di guidare un’autentica Chevy Bel Air degli anni ’70.
Liam voleva sposare quel ragazzo? Gli conveniva mettersi in coda.
 
Il viaggio in macchina fu silenzioso. Dato che mi stava aiutando e che stava guidando la mia macchina, dovevo assolutamente cercare di fare conversazione con Ed.
Ma non sono famosa per le mie uscite intelligenti.
-Hai scelto Charizard, Squirtle o Bulbasaur?
Amy, impiccati.
Ed mi guardò perplesso. Oh, fantastico. Un ragazzo carino e single fa il gentile con me e io devo per forza dire qualche cavolata assurda. Ottimo direi. Soprattutto perché non ero nemmeno sicura che Ed fosse single.
-Fa’ finta che non abbia detto nie…
-Bulbasaur.
Non feci in tempo a commentare, perché la mia Chevy stava già svoltando nella via dove abitavano mio fratello e i suoi amici.
Ed parcheggiò esattamente sotto al loro palazzo. Zayn, Sue, Liam, Niall e Jules erano già lì. Non dimenticherò mai l’espressione di Niall quando mi vide scendere dalla macchina con Ed.
Avrei voluto tirargli un pugno. Se davvero ci teneva, non poteva fare qualcosa?
Alle sei e ventinove mio fratello e sua moglie ci degnarono della loro presenza. Mancava solo Bella.
-Arriverà con un minuto di ritardo, come al solito. –disse Sue.
Infatti, alle sei e trentuno precise, la mia compagna di banco scese da una macchina blu trascinandosi dietro il suo trolley verde evidenziatore.
-Di’ la verità, tu aspetti che sia passato un minuto e dopo ti fai vedere.  –dissi.
-No, te lo giuro.
Harry si piazzò al centro del gruppo.
-Bene, ci siamo tutti. Direi di iniziare a caricare le cose sul camper, poi possiamo partire.
Alzai la mano per prenderlo il giro. –Non vorrei fare da Capitan Ovvio, ma qui non c’è nessun camper.
Lui sorrise, come se stesse aspettando quell’affermazione dall’inizio.
Prese il cellulare, digitò in fretta qualcosa e si mise ad aspettare. Due secondi dopo un camper praticamente immenso entrò nella via. Alla guida c’era Louis.
-Louis sa guidare un camper? –chiese stupito Zayn.
-A quanto pare. –fece Sue.
-Buondì! –esclamò il mio migliore amico abbassando il finestrino.
-Tomlinson, evita. Comunque, nonostante zio Earl sia stato generoso, dove pensi di mettere undici persone? –chiesi.
-In teoria avremmo dovuto essere dieci, ma qualcuno ha pensato bene di imbucarsi… -commentò Harry, fissando la mia migliore amica. Sue avvampò e si sforzò di ignorarlo. Strano. Mi sarei aspettata la solita pioggia di insulti…
-Abbiamo deciso che Ed, Zayn e Liam verranno in macchina, carotina. –mi spiegò Louis.
Oh, quindi io, Niall, Harry, Jenny e Sue saremmo stati sullo stesso veicolo? Forse ero ancora in tempo per rinunciare.
-Si parte! –esclamò mio fratello poco dopo. Louis ingranò la prima. Eravamo partiti.
 
Per quanto mi sforzassi di dormire, non c’era verso.
D’altronde Harry e la cara Jen non erano esattamente silenziosi.
Per questo, quando Bella venne a propormi una partita ad assassino interrompendo i loro discorsi smielati, le fui grata.
Le partite ad assassino erano sacre per me ed i miei amici.
Harry diede le carte con fare professionale. Tutti sbirciarono da un angolo e coprirono la propria carta con una mano. Al primo turno ero una “carta inutile”, che poteva essere tranquillamente uccisa. C’era così tanto silenzio che si sarebbe potuto sentir cadere uno spillo.  Incrociai lo sguardo di Bella. Era una carta inutile, lo si capiva dall’aria da cane bastonato. Poi sorpresi Niall a fissarmi. Mi fece l’occhiolino. Bastardo.
-Sono morta! –annunciai scoprendo il mio inutile tre di bastoni.
Sue guardava attentamente a destra e a sinistra. Come non farsi scoprire. Quando guardai Louis, lui mi mandò un bacio.
-Sono viva! –dissi, e ringraziai mentalmente la Louis-battona.
L’assassino era Niall, ma Sue era da parte a lui e difficilmente poteva coglierlo sul fatto. Dopo cinque minuti, la mia migliore amica era l’unica a non aver ancora capito nulla.
-Ma è Niall! –esclamò Jenny.
Dio, quella donna è completamente idiota!
Di sera ci fermammo in prossimità di un lago quasi al confine con la Scozia. Mentre Harry e Louis preparavano il barbecue, gli altri decisero di esplorare il boschetto.
Bella e Zayn si imboscarono quasi subito. Jenny si fermò a metà strada per chiedere ad Ed di aggiustarle l’iPod. Quando arrivammo al laghetto, i piedi mi facevano così male che pensavo fossero sul punto di staccarsi.
Il paesaggio però era bellissimo. Mi facevo luce con una pila semi scarica, rimpiangendo di non aver portato la mia Nikon.
-Qual è il colmo per un carabiniere? –chiese Liam mentre ci riposavamo su delle rocce.
-Arrestare il cemento prima che sia armato.
-Affogati, –ringhiai.
-Ehm, Jules? Ti va di andare a fare un giretto? –chiese il moro ignorandomi.
La mia quasi-cugina non se lo fece ripetere due volte.
Così rimasi sola con Niall.
 
Sue’s POV
Dovevo assolutamente cercare di rubare una salsiccia dalla carne destinata al barbecue. Stavo morendo di fame, e i brontolii del mio stomaco stavano diventando… imbarazzanti, ecco. Harry e Louis però non si allontanavano mai dalla carne ed io non volevo fare la figura dell’ingorda davanti a loro. Così me ne stavo nascosta dall’altra parte del camper, sentendomi tanto una Bond Girl, ad aspettare.
Ad un certo punto la fortuna decise di aiutarmi, perché il cellulare di Louis si mise a squillare. Il mio amico si allontanò per rispondere, lasciando Harry da solo.
Era il mio momento.
Mi avvicinai silenziosamente al tavolino da campeggio. Per un attimo provai pena per Amy che non poteva mangiare insaccati.
-Guarda che ti vedo benissimo. –disse Harry senza staccare gli occhi dal barbecue.
-Oh. Allora posso anche evitare ti fingere, -dissi alzandomi.
Harry non disse nulla. Stava sistemando al grata di metallo sul carbone e non guardava la carne. Eppure non la presi, mi si era chiuso lo stomaco.
-Come sta Jenny?-buttai lì.
-Perché non lo chiedi a lei?
-Perché non me ne frega niente, era solo un modo per fare conversazione.
Styles ridacchiò, ma si sforzò di smettere.
-Sei incorreggibile, Suzanne.
Nessuno mi chiamava più con il mio nome intero dai tempi delle elementari.
-Lo so, Edward.
-Sei… diversa. E non parlo solo dei capelli blu e della tua fissa per Bob Marley.
Aveva abbandonato il barbecue a se stesso. Cattivo segno.
-Ok. Ma non mi interessa neanche quello che tu pens…
Non feci in tempo a finire la frase, perché la sua bocca si posò sulla mia e lo sentii schiudere le labbra. Harry Styles bacia da dio. I suoi baci mi erano mancati terribilmente, perciò non seppi resistere e ricambiai. Lo sentii sollevarmi ed appoggiarmi sul tavolo da campeggio. Affondò le mani nei miei capelli e gemetti. Volevo solo… Mi resi realmente conto di quello che stava succedendo solo quando ebbi la netta sensazione di non indossare più la camicia di jeans.
-Harry… -il mio sussurro si perse.
-Porca merda, sei sposato! –esclamai spingendolo via.
-Lo so. Mi manchi, cosa ci posso fare?
Anche lui mi mancava. Quella era la maledetta verità.
-Pucci, dove sei? –la voce stridula di Jenny interruppe le mie fantasie.
Era vicina, troppo vicina.
Ed io ero in reggiseno, avvinghiata a suo marito e seduta su quel maledetto tavolo.
-Porca merda. –ripetei.
Harry mi tirò per un braccio e caddi per terra. Stavo per lamentarmi, quando lui mi coprì la bocca con una mano. Eravamo nascosti dalle panche ed era buio, Jen non ci avrebbe mai notato. In quel momento mi accorsi della camicia, abbandonata dall’altra parte del tavolo. In bella vista.
 
Amy’s POV
Nessuno dei due apriva bocca.
Ero troppo arrabbiata per rompere il silenzio, così mi limitai a strappare un ciuffo d’erba dal terreno.
-Non mi hai detto dell’ecografia. –disse infine. L’avrei ucciso.
-Non ti avevo promesso nulla. –replicai senza guardarlo.
-Si tratta di mia figlia!
-Un mese fa non la pensavi così!
-Lo so.
Non guardarlo. Non ti voltare.
-Mi hai fatto stare da cani, Niall.
Perché ogni volta che c’era di mezzo lui mi veniva da piangere?
Una canzone degli Script parla delle sei fasi della separazione. L'ho sempre adorata, ma non avevo mai capito fino in fondo cosa significasse. 
-Fai bene ad odiarmi. Non ti ho inviato quel messaggio per cercare di sistemare le cose. Te l’ho inviato perché ti amo e dovevo sapere.
-IO NON TI ODIO! –urlai scattando in piedi. –Ti odio perché non riesco ad odiarti e quindi non ti odio! E non me ne frega un emerito cazzo se non hai capito l’ultima frase.
A Niall scappò un sorriso.
-E tu pensi che venire un mucchio di frasi fatte basti? Se mi ami dimostralo, maledizione!
A questo punto si alzò anche lui.
-So che non basta! Ma cosa devo fare? Mi sono comportato da idiota, non so cosa fare per farmi perdonare! Chiederti scusa? Quando rompi un vaso e chiedi scusa, il vaso non si aggiusta. Ho paura che sia troppo tardi…
-E allora vuoi startene lì, con le mani in mano? Vai al diavolo, Horan.
Niall fece un passo verso di me. Canticchiava. 
First, you think the worst is a broken heart 
What's gonna kill you is the second part 
And the third, is when your world splits down the middle 
And fourth, you're gonna think that you fixed yourself 
Fifth, you see them out with someone else 
And the sixth, is when you admit that you may have fucked up a little 

Six degrees of separation. Forse mi leggeva nel pensiero. -Amy, io non riesco a pensare in modo lucido. Tipo stamattina, quando ti ho visto con Ed. O in classe, quando in teoria dovrei pensare alla lezione che sto spiegando. O quando siamo con gli altri. Io non ci riesco! Ogni volta che ti vedo muoio dalla voglia di… fare….
-Di fare cosa, sentiamo.
-Questo.
E le sue labbra si posarono sulle mie. 


On the next

-Niall vuole sistemare le cose, ma io ho paura di avere una cotta per Ed!
*
-Non voglio che girino certe voci su di me!
*
-Devi scegliere. O me, o lei.


HOLA!
Sono in ultraritardo come al solito çç
E sono di corsissima perchè sta per iniziare un bel film che non posso perdere.
So, sarò molto breve. 
Cosa ne pensate del capitolo? Finalmente ho messo un po' di movimento, la storia stava diventando un mortorio .___.
Team Niall o Team Ed? Daidaidai, che sono curiosa C:
A proposito di Ed, ho iniziato una nuova ff su di lui, si intitola "Invisible"... è particolare ;) fateci un salto se volete.
basta, scappo, mi volatizzo.
tantissimissimi baci,
Gaia

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Capitolo 23
*** 22. I'm so confused ***


brb

I’m so confused



Sometimes I wish I could save you, 
And there's so many things that I want you to know. 
I won't give up 'til it's over. 
If it takes you forever, I want you to know.. 
Simple Plan - Save you

 


Si può essere felicissimi ed incazzati nello stesso momento?
Perché quando Niall le labbra di Niall si posarono sulle mie mi sentii esattamente così. Avrei voluto prenderlo a pugni, ma desideravo anche che non smettesse mai di baciarmi. Nel dubbio rimasi immobile.
Quando ci staccammo ebbi la netta sensazione di essere osservata. Molto probabilmente Liam e Jules si erano nascosti da qualche parte e ci stavano spiando, così non diedi troppo peso alla cosa.
-Proviamo a sistemare le cose? –chiese Niall.
Avevo la gola annodata. C’era qualcosa che mi tratteneva, ma non riuscivo a capire cosa fosse.
-Io… ci devo pe..pensare. Ok?
Lui annuì tristemente.
-Scusa. Per poco fa. –disse mentre mi allontanavo.
-Non ti devi scusare. –risposi. Lo volevo anche io, avrei voluto aggiungere. Ma non lo feci.
Camminavo lentamente per il sentiero, sentendomi una merdaccia. Mi cadde una moneta dalla tasca, così mi fermai per raccoglierla. E lo vidi.
Ed, che camminava dietro di me, sperando di non essere notato. Aveva visto tutto.  Mi sorrise e fece “ciao” con la mano. Ricambiai.
La vera domanda non era cosa mi trattenesse, ma chi. E la risposta era dietro di me.

 
Sue’s POV
Sudavo freddo.
Anche la mano di Harry sulla mia bocca era sudaticcia. E di conseguenza appiccicosa.
Che schifo.
-Puuuuccciiiiii? Ci sei? –continuava a ripetere Jenny. Tempo due secondi e si sarebbe accorta della mia camicia. Scatenando la Terza Guerra Mondiale.
E infatti la vidi chinarsi per raccoglierla.
-Harry Styles, vieni fuori subito.
Si sentì un rumore di passi.
-Eccomi qua! Mia madre sa essere davvero assill… ehi, ma quella non è la camicia di Sue? –In quel momento, sia io che Harry avremmo ucciso volentieri Louis Tomlinson.
-Harry! So che sei qui! –sbraitò Jenny.
-Oh merda. –mormorò Louis Sono Un Genio E Me Ne Vanto.
Dovevo fare qualcosa. E in fretta.
-Buonasera, ragazzi! –esclamai alzandomi. Senza degnare Harry di uno sguardo, marciai verso Jen per recuperare la mia camicia.
-Dimmi dov’è mio marito, stronza! –sibilò la battona.
-Ti sembro forse sua madre? –cinguettai. Speravo che Harry trovasse un modo per filarsela, perché non sarei riuscita a reggere a lungo.
-Perché non indossi la camicia?
-Harry mi ha chiesto di guardare il barbecue e, sai com’è, fa piuttosto caldo.
Lei storse il naso.
-Dio, per fortuna sei qui! Ti devo parlare. –esclamò Amy comparendo dal sentiero. Avrei voluto baciarla. Mi afferrò per un braccio e mi trascinò verso il camper. Louis ci seguì trotterellando.
-Avevo sempre pensato che indossassi un super push-up imbottito,  -mi sibilò. Gli mostrai il dito medio e sorrisi.

 
Amy’s POV
Raccontai a Sue la mia disastrosa serata, sperando ardentemente in una delle sue rare pillole di saggezza. Che ovviamente non arrivò. La mia migliore amica aveva decisamente altro per la testa e non ero l’unica ad averlo notato.
-Baby Sue, non hai niente da dirci? –chiese Bella.
-Uhm no, perché? –rispose lei, ma non staccò gli occhi dal cellulare.
-Così, sesto senso. –disse Jules.
-Ok, sì! Ho fatto una cazzata, ed adesso devo assolutamente controllare che… Ah diavolo! Scusa Emyna, stasera non riesco a connettere.  –detto questo prese la giacca e scese dal camper.
Restammo allibite.
-Ci dobbiamo preoccupare? –chiesi.
-Tu di sicuro no, hai già abbastanza casini. –replicò Bella –Vedrò di interrogare Zayn dopo.
La mia compagna di banco aveva ragione, io ero nella merda fino al collo.
-Ragazze, cosa faccio? Niall vuole sistemare le cose, ma io ho paura di avere una cotta per Ed!
-COSA?! Ed Sheeran?
-No, quello di Ed Edd ed Eddy! –dissi seccata.
-Ed è anche il più idiota dei tre… -commentò Jules sottovoce. Che dire, era davvero l’anima gemella di Liam!
-Doppia D era il mito della mia infan… -iniziò Bella.
-Non ci provate!
Ammutolirono. Bella aveva abbracciato uno dei cuscini del divano e stava dondolando.
-E se Ed avesse la ragazza? –chiese, dando voce ai pensieri di tutti.
Considerando il mio rapporto con la fortuna, poteva essere.
Prima c’era stato Niall. Mi aveva fatto passare i quattro mesi più belli della mia esistenza, poi era successo.
Ed avevo conosciuto Ed. un ragazzo bello, gentile, dolce, simpatico, che mi faceva ridere e soprattutto stare bene.
Dovevo parlare con Louis. Liquidai le mie amiche e scesi dal camper.

 
Sue’s POV
Dovevo parlare con Louis.
E anche trovare Harry.
Pensandoci, avevo una montagna di cose da fare per evitare La Catastrofe.
Cosa dice il mio Bob? Don’t worry, be happy.
Probabilmente la frase è la conseguenza di una dose extra di marijuana,  ma non potevo perdere la fiducia in lui proprio in quel momento.
Entrai nella tenda da campeggio cercando Louis, ma ci trovai Zayn.
Teneva in mano una bottiglia di birra e non aveva un bell’aspetto.
-‘Sera. –disse vedendomi.
-Hai visto Louis?
-No. Sei nei guai, Suzie?
Una parte di me voleva correre fuori da quella tenda e cercare il mio amico, un’altra voleva solo sdraiarsi da parte a Zayn e dormire. Decisi di fare una via di mezzo.
-Direi di sì, -ammisi sedendomi su un materassino.
-Harry ed io ci siamo baciati. Ho paura che Jenny abbia scoperto tutto. Styles mi ha detto che gli manco. Anche lui mi manca. Sto diventando una puttana, e questa cosa mi spaventa! Non voglio che girino certe voci su di me!
Zayn mi guardò come se avessi parlato in finlandese.
-Che ci fai qui?
-Parlo con te?
Sbuffò. –Vai da lui, stupida!
Mi immaginai la scena: io che corro da Harry per dichiararmi e lo trovo impegnato a scappare da Jenny che lo minaccia con una mazza chiodata.
-Ma non posso! –esclamai.
-Senti. Ho sempre pensato che Harry non fosse alla tua altezza, ma con il passare del tempo me ne sono fatto una ragione. Poi lui ha deciso di sposare Mrs. Lifting, e ti ha fatto stare da cani. Se dopo tutto quello che hai passato tu, Sue Callaghan, sei ancora innamorata di lui, significa che quel riccio idiota del mio migliore amico è molto importante per te. Quindi, che ci fai ancora qui?
Ero senza parole. Abbracciai forte Zayn e corsi fuori.
Imboccai il sentiero che portava al laghetto, sicura di trovarci Harry. Ma il ragazzo che si allacciava la scarpa sinistra reggendosi ad un albero era Louis.
-Louis, devo parlarti! –esclamammo io ed Amy all’unisono. La mia migliore amica stava percorrendo il sentiero in senso opposto ed aveva i capelli pieni di foglie.
-Sue?! –esclamò Amy.
-Amy?! –esclamai.
-Ragazze?! –fece Louis.
Io non credo nel destino. Non penso che le cose succedano per una ragione e neppure che lassù ci sia qualcuno con un senso dell’umorismo sottosviluppato.
Forse fu per questo che rimasi a bocca aperta quando io e i miei amici sentimmo le voci di Harry e Jen che discutevano.
La pettegola-che-è-in-Louis prese Amy e me per un braccio e ci tirò giù.
La frase che Harry pronunciò subito dopo mi colpì come una coltellata.
-Non è come pensi. Non è successo niente di importante tra noi.

 
Amy’s POV
Nonostante abbia dovuto fare i conti per diciotto anni con l’idiozia di mio fratello, alcune sue uscite mi fanno ancora cadere le braccia.
Non sapevo cosa fosse successo, ma potevo benissimo immaginare.
Ad essere sincera, l’unica cosa di cui ero pienamente cosciente era il piede di Louis completamente appoggiato sul mio alluce, ed il dolore che ciò comportava.
Ovviamente non potevo spingerlo, o i due sposini ci avrebbero beccati.
Quella era in assoluto una delle nottate più lunghe della mia esistenza.
-Non pensare che mi sia bevuta la storia del barbecue! Harry, sul prato c’era la sua camicia!
Guardai allibita la mia migliore amica, ma lei non se ne accorse.
-Ma Jen, tesoro, è come ti ha detto Sue…
-NO! So che non è così.
Avevo perso la sensibilità all’alluce ed a tutto il resto del piede. Tra un po’ sarebbe iniziato quel doloroso formicolio e non sarei più riuscita a stare immobile.
Diedi una gomitata a Lou ed indicai il mio piede. Ovviamente la Reincarnazione di Einstein non capì e non si mosse di un millimetro. Cavolo.
-Ok, -disse Harry.
Ok? Cosa vuole dire “ok”?
-Io e Sue ci siamo baciati.
Sgranai gli occhi.
-Quando baci una persona non le togli la camicia! –puntualizzò Jenny.
-Ammetto di essermi lasciato trasportare…
Non credevo alle mie orecchie. Avrei volentieri voluto uccidere quel demente, ma non potevo. Era pur sempre lo zio di mia figlia.
Jenny scoppiò in una risata amara.
-Ok, io me ne vado.
-No, Jen! Aspetta!
Rumore di passi. Si stavano avvicinando…
-Aspetta?! Devi scegliere. O me, o lei. Non è così difficile, Harry.
Probabilmente, se un meteorite fosse caduto in quel momento nel punto esatto in cui ci trovavamo, avremmo festeggiato. Sue era bianca come un lenzuolo, Louis si mangiucchiava le unghie, ed io… be’, quando si è incinta bisogna andare al bagno numerose volte.
E poi Harry disse una delle più grandi cagate della storia.
-Te, amore mio! È ovvio! Puoi perdonarmi?
Oh, la battona ci sarebbe riuscita sicuramente, quanto alla mia migliore amica…
-Sì, ma devi giurarmi che non succederà mai più!
Sentii lo schiocco sonoro del bacio, poi mio fratello e mia cognata si allontanarono.
Sue sembrava sul punto di vomitare.
 
-Aaauuubreee.
-Mhm… vattene!
-Emyyynaaa!
-Ma porca…
Una ventata gelida mi investì, facendomi raggomitolare in posizione fetale. Aprii gli occhi pronta a fare una strage.
Il piumone mi era stato strappato via brutalmente, e l’artefice di quella genialata era la mia compagna di banco.
-Ti resta poco da vivere, Rosenberg. –l’avvertii.
Bella mi sorrise a trentadue denti.
-Sono le nove e mezza e siamo partiti. Vuoi stare lì a poltrire per tutto il giorno?
Sì,avrei voluto rispondere. Ma era una domanda retorica.
Noi ragazze dormivamo sul camper, mentre i ragazzi si erano accampati nella tenda da campeggio. Era il secondo giorno di viaggio, ed io avevo collaborato tanto quando un bradipo.
Feci colazione con uno yogurt stando seduta al posto del passeggero, giusto per rompere un po’ i maroni a Louis.
Scoprii che eravamo diretti in un piccolo villaggio tipicamente scozzese, che quel giorno festeggiava il santo patrono. Per l’occasione, mi spiegò Tomlinson, era stata organizzata una maratona - a cui noi ovviamente avremmo partecipato.
-Sai se Ed abbia la ragazza? –buttai lì. Fai l’indifferente, Amy. Carina e coccolosa.
Louis indossò un paio di Rayban.
-Come mai tutto questo interesse?
-Rispondi e basta.
-No, Ed Sheeran è single.
Il mio stomaco fece i salti di gioia. Una parte di me avrebbe voluto sentirsi rispondere di sì, così mi sarei messa l’anima in pace e parte dei miei casini sarebbe sparita. Ma ovviamente non andò così, ed io riuscivo solo ad essere così stupidamente felice per quella notizia.  Cavolo, mi sembrava di essere un’undicenne alle prese con la sua prima cotta.
-Tu sei davvero il Grande Fratello!
-Così mi dicono.
 
Arrivammo nel paese di Saint. William (vicino a Melrose) a mezzogiorno.
Ci dividemmo in gruppi per cercare un buon ristorante. Con tutto il caos che c’era, non fu certamente una cosa facile.
E così eccomi qua, in Scozia, sotto il sole cocente di inizio maggio,  mentre setaccio questo buco insieme a Niall.
Sì, perché il biondino mi si era appiccicato come una cozza da quando ero scesa dal camper.
E non è proprio una persona che si può ignorare facilmente.
Le strade erano ingombre di persone: uomini che indossavano una tutina attillata in attesa della maratona delle due e mezza, giovani coppie con i bambini piccoli, vecchi impiccioni che non avevano nulla di meglio da fare a mezzogiorno del giovedì santo e ragazzini delle medie che ammazzavano il tempo nel centro del paese.

Harry's POV
Camminavo con Liam e Jules per le vie di Saint. William. 
Jenny era "troppo stanca per uscire" così aveva deciso di stare in pullman a prendere il sole. Era solo aprile, ma nessuno gliel'aveva fatto notare.
-Il marinaio spiegò le vele al vento, ma il ventò non capì. -recitò Liam, teatrale come al solito.
-Payne, eclissati. -disse Jules.
Quei due erano una coppia stranissima. Tipo Horan e mia sorella.
Ad un certo punto Liam sgranò gli occhi. Jules lo tirò per un manica, ed inetreggiarono.
-Noi... noi andiamo, ok?
Due secondi dopo erano spariti. Tipo Beep Beep quando scappa da Willy il Coyote.
-Noi due dobbiamo parlare. Subito. -disse Sue.

Amy's POV
-Carino il posto, vero? –commentò Niall dopo un quarto d’ora circa.
-Già. –dissi io, espansiva come al solito.
Niall aprì la bocca per dire qualcosa. Sarebbe stato sicuramente un commento su tutto quello che era successo la sera precedente, un commento che non volevo sentire. Ma fu interrotto.
-Niall? Niall Horan?
Una ragazza con lunghissimi capelli castani si era fermata ad osservarci da un po’. Anzi, stava osservando Niall. Era davvero bella, e la canotta aderente metteva in risalto le sue curve. Il biondo la squadrò un attimo, poi la riconobbe.
-Kate! Quanto tempo!
Si abbracciarono.
Qualcosa di non ben identificato si annodò dentro di me.
-Che coincidenza! Cosa ci fai qui?-chiese la morettina.
-Un viaggio On the road con il mio amico Harry... ti ricordi di lui?
-Il riccio? Certo che mi ricordo!
Incredibile, non ce n’era uno che si dimenticasse di mio fratello.
-Lei è sua sorella, -continuò Niall indicandomi.
-Kate, lei è Aubree Styles, la mia... ehm...
Ex ragazza incinta. Dillo, Niall.
-Carissima amica Amy. Amy, lei è Kate Duchannes, la...
-La sua ex. –terminò Kate sorridendo.


HOLA!
So che mi odiate çç
Sono in super-ritardo, e ho fatto comparire una ex bellissima, giusto per complicare ancora un po' la vita di Amy :)
Ringrazio le 11 ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, tutti i nuovi lettori, e chi ha inserito la storia tra le seguite-preferite-ricordate. Cavolo, siete tantissimi! ♥
Mi eclisso, il capitolo è già abbastanza *eufemismo... coff coff* lungo ;)
tantissimissimi baci,
Gaia


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Capitolo 24
*** 23. Adrenalina ***


brb


Adrenalina

 

-Sono al sua ex.
-Oh. –riuscii a dire. Se qualcuno mi avesse calpestato il mignolo con degli stivali da palombaro mi avrebbe fatto meno male. Niall aveva una troia del genere come ex, e questa tizia era comparsa magicamente proprio quel giorno.
La mia vita era un assoluto schifo.
L’entusiasmo mostrato da Niall era a dir poco diabetico e per questo, quando la dolce Kate si offrì di farci compagnia per “evitare che girassimo soli soletti”, non mi stupii più di tanto.
Avrei voluto farle notare che non eravamo affatto soli, essendo in due, ma non lo feci.
Nei ventisette minuti che seguirono Kate ci raccontò ogni particolare insignificante della sua vita. ma era così difficile capire che non ce ne poteva fregare di meno? Già, neanche a Niall importava più di tanto (e sì, la cosa mi faceva sentire molto bene). Eppure lei ci disse tutto: dal suo lavoro all’onomastico del suo cane.
Quando iniziò la maratona e fui travolta da un esaltato con una tutina aderente gialla, Kate sembrò ricordarsi di noi.
-Come proseguirà il vostro viaggio?
Non ne avevo la minima idea, così guardai Niall.
-Pensavamo di andare al Loch Ness.
Oh. Bello.
-Oh bello! –esclamò Kate. –L’abbiamo visitato al terzo anno di superiori, ti ricordi?
Niall annuì sorridendo. Erano compagni delle superiori?!
Kate si lanciò in lunghi racconti risalenti prima alla gita, poi al liceo in generale. Mi sentivo sempre più distrutta ed insignificante. Non ne potevo più.
-Io… ehm… ho dimenticato il cellulare al camper. Vado a riprenderlo, ok? –Non volevo chiedere il permesso, perché avevo detto “ok”?
Niall sembrò a disagio. Forse il suo cervellino aveva fatto due più due.
-Poi come farai a ritrovarci?
-Farò compagnia a Jenny. Davvero, sono stanca. –Quella non era una bugia.
Sentii vagamente quella battona dire “è stato un piacere, Ellie” e Niall che replicava con un “Si chiama Amy”, poi corsi via.
Era assurdo. Era tutto ridicolmente assurdo. Quante probabilità c’erano di capitare proprio nel paese della ex di Niall? E quante di incontrarla? Perché quelle cose succedevano solo a me?
Volevo solo andarmene da lì e dimenticarmi di tutta quella faccenda.
Dato che maggior parte delle strade era bloccata per via della corsa e non avevo idea di come raggiungere il camper, iniziai a camminare senza meta. E sbattei contro Ed Sheeran che si era fermato a guardare la gara.
-Amy! Non eri con Niall? –chiese lievemente preoccupato.
-Ero, hai detto bene. –borbottai. Mi fece un po’ di posto da parte a lui, in modo da farmi vedere la corsa. Mentre mi avvicinavo, il mio stomaco brontolò.
-Hai mangiato? –chiese Ed sorridendo.
-Ehm… direi di no.
Lui scoppiò a ridere.
 
La taverna era decisamente accogliente. Ci sedemmo su una panca e poco dopo un cameriere panciuto ci portò il menù.
-Credo che andrò di fish and chips –commentai.
-Io prendo una bistecca.
-Tu non avevi mangiato? Eri con Sue o sbaglio?
-Non sbagli. Lei continuava a parlare di qualcosa che è successo ieri sera, poi ha detto di dover cercare Harry. Mi sentivo come il terzo incomodo, così ho trovato una scusa e me ne sono andato.
-Ti capisco, -replicai sorridendo. –Quindi lei è andata da Harry?
-Sì, anche se non so perché. Centrava qualcosa Zayn e un discorso nella tenda da campeggio.
Giusto, il discorso di Zayn. Sue me ne aveva parlato.
-E con Niall?
Ecco La Domanda. Gli raccontai brevemente quello che era successo poco prima e la sera precedente. Ed mi ascoltò con attenzione, ma per un po’ rimase in silenzio.
-Sinceramente non vedo il problema.
-Ah no? –feci sarcastica.
-Amy, quel ragazzo ti ama. Devi sentirlo mentre parla di te… gli brillano gli occhi. Non importa se è sbucata questa, sono sicuro che a Niall non importa un cazzo di lei.
Anche se non ne ero sicura al mille per mille, il problema non era solo quello.
C’ero anche io.
Io, che da due settimane avevo una cotta per il ragazzo che mi stava di fronte.
Il cameriere tornò con i nostri piatti ed io mi avventai sulle patatine.
-Hai un baffo sulla guancia, -disse Ed sorridendo –ma non so se sia olio o aceto.
Risi anche io e mi pulii con un tovagliolo.
Osservai Ed mentre mangiava.
La luce faceva risaltare ancora di più il rosso dei suoi capelli ed aveva l’aria di uno che non toccava un hamburger dal Neolitico.
-Comunque, il problema sono anche io. Perché…
-Tu lo ami, Aubree Styles. È inutile che menti a te stessa.
Il mio cellulare vibrò. Un messaggio di Niall lampeggiava sul display.
Tutto bene?
Bastarono quelle due parole per far accelerare la mia frequenza cardiaca.
Adrenalina.
Quando mi ero messa a ballare sotto la neve con Niall, mi ero sentita euforica e carica come non mai.
Avevo provato la stessa identica cosa a Capodanno, su quella pista da pattinaggio.
E al campeggio, la sera in cui ci eravamo messi a ballare vicino al falò.
E ogni volta che ero entrata nel ripostiglio del secondo piano.
E ogni volta che avevo toccato il pianoforte dopo aver conosciuto lui.
E quella famosa sera, dopo l’audizione.
E al matrimonio di Harry, ogni volta che rimanevo sola con lui.
E la sera precedente.
Sempre adrenalina pura.
Che con Ed non c’era, nonostante fosse un ragazzo gentilissimo, simpaticissimo e sì, anche bello.
Se dopo tutto quello che hai passato tu, Sue Callaghan, sei ancora innamorata di lui, significa che quel riccio idiota del mio migliore amico è molto importante per te. Quindi, che ci fai ancora qui?
Bastava modificare qualche parte del discorso di Zayn (Amy e non Sue, biondo e non riccio).
Oddio.
-Ed, ho sbagliato tutto.
 
 
Sue’s POV
-Noi due dobbiamo parlare. Subito. –dissi ad Harry.
Sembrava stupito. Molto stupito. In effetti lui non sapeva che io sapevo… Teoricamente non avrei dovuto ascoltare il discorso con sua moglie.
Ma l’avevo fatto.  
-Del… bacio?
-No. Di quello che hai detto a Jenny sul sentiero.
Harry impallidì. Poi decise di rigirare la frittata.
-Ci stavi spiando?
-No. Volevo parlare con Louis, ed eravamo lì vicino, per questo vi abbiamo sentito. Harry, pome hai potuto?
Non volevo dargli il tempo di pensare ad un discorso, perché sarebbe sicuramente stato pieno di bugie. Così continuai.
-Come hai potuto dire quelle cose?
-Sue, non potevo fare altrimenti…
-SÌ INVECE! Avresti potuto essere sincero, tanto per dirne una. O hai mentito a me, o hai mentito a lei. Tira fuori le palle per una buona volta!
Stavo centrando il bersaglio e non mi potevo più tirare indietro.  
-Sue, io sono un fallito.
Non pensavo che potesse stupirmi, ma invece ci riuscì perfettamente.
-Eh?
-Nella vita non ho combinato nulla. Al liceo avevo voti pessimi, ma i prof parlano ancora bene di me perché facevo il simpatico. Ho avuto tantissime ragazze. Tutti pensano che sia un idiota, compresa mia sorella e i miei amici. Volevo dimostrare loro che si sbagliano, che so prendermi le mie responsabilità, e invece non ce l’ho fatta. Non sono stato in grado di far durare il mio matrimonio nemmeno per un anno, perché mi sono reso conto di essere ancora innamorato della mia ex. Ma io non posso lasciarla. Non posso fare questo a Jenny e non posso farlo a me. Magari è una fase, magari sono solo confuso, e mi approfitto di te che sei una persona stupenda in tutti i sensi del termine.
Si era seduto su una panchina e fissava l’asfalto. Intorno a noi la gente correva, eppure me ne accorsi appena. Non so a quante persone Harry avesse avuto il coraggio di confidare tutto, ma ero piuttosto sicura che non fossero state tante.
Mi sedetti da parte a lui.
-Hazza, tu non sei un fallito. Per niente. Hai dei dubbi sul tuo matrimonio, ma io non voglio essere “quella di scorta”. Se Jen dovesse lasciarti tu verresti correndo da me, e non voglio. Non ho più niente da dirti, Harry. Stammi bene.
Le mie gambe erano pensanti come dei blocchi di calcestruzzo, eppure mi trascinai via da lì.
 
 
Amy’s POV
-Se sicura che sia una buona idea? –chiese Ed per la ventesima volta.
-Assolutamente sì. Ma niente e nessuno ti obbliga ad accompagnarmi.
-Non ti lascio da sola, mi dispiace.
Stavamo entrambi correndo per le strade di quel maledetto paese (era tutto in salita, se ve lo state chiedendo) e nonostante i miei polmoni fossero ormai dotati di vita propria e stessero meditando un ammutinamento, non avevo intenzione di rallentare.
Ero stufa di rimandare.
Quella storia doveva finire.
Il colore del cielo non mi piaceva per niente, motivo per cui dovevo fare in fretta.
Finalmente lo vidi.
Stava ancora parlando con Kate, e lei rideva per qualche sua battuta.
-NIALL! –urlai.
-Am…-non fece in tempo a finire il mio nome. Lo afferrai per le spalle e lo costrinsi a guardarmi.
-Ascolta. Adesso io parlo per un po’ e tu non mi interrompi. Oppure giuro che ti castro, così non correrai più il rischio di mettermi incinta un’altra volta.
-Sei incin… -iniziò Kate.
-Vale anche per te. Niall, hai presente quello che mi hai detto ieri sera? Ecco, sono una stupida. Tu ti sei comportato da coglione, ok, e io sono andata così nel pallone che ho fatto di tutto per dimenticarti, ma non ci sono riuscita. Mi hai fatto stare di merda per due mesi, eppure ogni volta che ti vedevo sentivo salire l’adrenalina. Quella sensazione bellissima che mi fai provare solo tu, pezzo di idiota. Mi sono pure presa una cotta per quel Pel di Carota laggiù. E non solo lui si è a malapena accorto della mia esistenza, ma mi ha fatto finalmente capire una cosa. Ti amo, cazzo. Ti amo tantissimo. E voglio riuscire a sistemare le cose.
Niall non disse niente.
Si limitò a mettere una mano dietro alla mia nuca e a baciarmi.
In quel momento iniziò a piovere.
-Ehm, ragazzi? –fece Ed dopo qualche secondo.
Niall lo spinse via.
-Ok. Capito.
Forse ero in paradiso.

HOLA!
Niente on the next questa volta :)
sono di fretta, quindi non dico più niente lol
solo grazie mille a chi continua a seguirmi, siete tantissime ♥

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Capitolo 25
*** 24. Perfect ***


brb


Perfect


I try not to think 
About the pain I feel inside 

Did you know you used to be my hero? 
All the days you spend with me 

Now seem so far away 
And it feels like you don't care anymore
Perfect - Simple plan



-Styles, hai l’esonero?
Eccolo, il momento della verità.
-Sì, prof.

La Willer, la prof di scienze-motorie-barra-educazione-fisica-barra-ginnastica… sì insomma, quella materia lì, mi guardava da sopra le lenti degli occhiali con i suoi occhi da anfibio.
-Il mese scorso hai dovuto togliere una verruca. Adesso cos’è successo?
Scervellati, Amy. Non ci devi pensare troppo.
-Ho preso una storta scendendo dal pullman. –inventai.
-Aubree, sappiamo entrambe che vieni in macchina. Tutta la scuola conosce te e la tua Chevy degli anni novanta.
Era del ’69, ma evitai di farglielo presente. La Willer era sul punto di smascherarmi davanti a tutta la classe e non potevo permetterlo. Così mi avvicinai alla sua cattedra e sussurrai un “Ho le mie cose”. La scusa sarebbe stata valida solo per un settimana, poi avrei dovuto pensare a qualcos’altro. Almeno avrei guadagnato tempo.
Ovviamente mi “invitò gentilmente” andare in biblioteca per recuperare i libri per la lezione teorica. La responsabile della biblioteca era una vecchia insegnante di  lettere in pensione. Era conosciuta come Eloise Memoria Di Ferro e ricordava tutto.
-Buongiorno Eloise. –esclamai con finta allegria.  L’avevo colta sul fatto: si stava mettendo lo smalto sulle unghie. Eloise trasalì, la boccetta le sfuggì di mano e sulla scrivania si formò una macchia rosso ciliegia. La povera donna cercò in tutti i modi di coprirla, ma riuscì solamente a sporcare l’immacolato maglione bianco.
-Cerchi i libri di scienze motorie? Ma non ti eri giustificata anche settimana scorsa? Sai dove sono, vero?
Perché doveva sempre fare così tante domande? Senza rispondere, mi inoltrai tra le pareti interamente coperte di libri.
Seduto esattamente sotto al cartello “Scienze motorie” c’era Niall.
Esattamente la persona che stavo evitando come la peste da una settimana. Dopo la fine del viaggio On the road non ci eravamo né visti né sentiti fino all’inizio della scuola. Mi ero comportata normalmente durante le lezioni, ma non ero andata al ripostiglio del secondo piano. Non ancora.
-Ma i prof non passano le ore buche a cazzeggiare in aula insegnanti? –chiesi a bassa voce. Eloise aveva delle parabole al posto delle orecchie.
-Il signor Benson ha pensato bene di allagarla.  –rispose senza staccare gli occhi dalla rivista.
Immaginai la reazione della Jekins e sorrisi.
-Questo posto mi mancherà l’anno prossimo.
-Ci tornerai quando verrai a trovarmi.
Non avevamo ancora pensato a cosa fare. Io avrei dovuto trasferirmi a Londra, mentre Niall… lui lavorava ad Holmes Chapel. Perché le cose dovevano sempre essere così incasinate?
Sorridendo, presi i libri di scienze motorie e feci per uscire.
-Amy? Inizia a pensare ad un nome. E vieni nel ripostiglio all’intervallo… ti prego.
 
Avevo l’ansia. Un’ansia terribile che mi faceva contorcere lo stomaco. Il mio istinto di sopravvivenza mi suggeriva di scappare, ma sapevo di non poterlo fare. Dovevo incontrarlo nel ripostiglio del secondo piano, nonostante non ci metessi piede da mesi. Per la prima volta in vita mia, non volevo che arrivasse l’intervallo. Niall era già lì.
–Sei venuta. –constatò.
–Non ti sfugge niente.
Calò un silenzio così tombale da farmi temere che Niall riuscisse a sentire il mio cuore battere all’impazzata.
–Amy, so che non possiamo fingere che non sia successo niente.
Strusciai i piedi sul linoleum desiderando ardentemente di evaporare.
–Le frasi fatte non sono esattamente il massimo ma… voglio solo renderti felice. Sto provando fortemente per farlo, anche se abbiamo perso tutto. Io… non posso essere perfetto.
Sorrisi. –Conosco i Simple Plan, sai? È una delle mie canzoni preferite in assoluto.
–‘Cause we lost it all nothing lasts forever, I’m sorry I can’t be perfect. Now it’s just too late, and we can’t go back I’m sorry I can’t be perfect. –canticchiò lui. D’impulso, lo abbracciai.
-Sei il migliore, Niall Horan.
 
 I postini si bevono il cervello a colazione. Se la busta è indirizzata ad Aubree Styles, perché diavolo la devono consegnare a mio fratello?  Harry era così scansafatiche che l’idea di portarmela non gli passò nemmeno per l’anticamera del cervello. Per questo, venti minuti dopo aver sentito il messaggio in segreteria, posteggiai fuori dal condominio.
Citofonai, ma non mi rispose nessuno. Allora aprii la cassetta delle lettere, scavai un po’ sul fondo e finalmente trovai la chiave di riserva. Mio fratello ed i suoi amici non erano decisamente famosi per l’originalità.
Already broken, already gone 
Already know you're moving on 
I'm a breathing, talking 
Dead man, walking 

Come al solito, aspettai qualche secondo prima di rispondere in modo da sentire la suoneria. Poi trascinai la cornetta verde.
-Pronto? –chiesi.
-Amy? –fece Jules dall’altra parte.
Iniziai a salire le scale maledicendo la claustrofobia per l’ennesima volta.
-Sono io, scema.
-Ti ho comprato un libro dei nomi!-annunciò. Ma perché erano tutti fissati con i nomi?
-Ah… bello! –cercai di essere convincente.
-Cerca di non chiamarla Andromeda o cose del genere, intesi?
-Jules, mi chiamo Aubree Emily. So cosa significa avere quel genere di nomi.
Terzo piano. Stavo per mettere il piede sull’ultima rampa di scale quando il cellulare vibrò ancora.
-Ti metto due secondi in attesa, ok?
-Amy, -singhiozzò Bella due secondi dopo. Adesso impazzisco, pensai.
-Bell…? Ma cosa…?
-Zayn mi tradisce, ne sono sicura! –iniziò a piangere ancora più forte. Avrei voluto uccidere Malik in quel preciso istante.
-Come fai a…?
-Mi ha detto che sarebbe uscito con Louis, ma Tommo è collegato su facebook e ha giurato di non sapere niente!
Zayn Ja…ehm… Malik è un ragazzo morto. Parola di Aubree Styles.
Aprii la porta dell’appartamento. –Hai provato a telefonargli?
-Sì, e non risponde!
Mi ricordai di Jules.
-Ehm, scusa due secondi. –la misi in attesa e mi risintonizzai su Jules.
Pronta alla caterva di insulti che sarebbe arrivata sicuramente, mi misi a cercare la busta. Poi sentii chiaramente un rumore di passi. La figura in accappatoio comparsa dietro alla porta urlò. Io strillai. La testa arancione di Ed Sheeran si fiondò in corridoio, riemergendo poco dopo con un paio di pantaloni e una t-shirt.
-Ti richiamo dopo, -dissi a nessuno in particolare, e riattaccai.
-A-amy! Cosa ci fai qui? –chiese il rosso.
L’avevo visto in accappatoio. Oddio.
-Cerco una busta per me…
Lui fece mente locale. –Ah, sì! È da parte del Royal College of Music. Sarà sicuramente lo stage estivo. Dovresti partecipare, è bellissimo!
Lo evitato come la peste da quando avevo confessato di aver avuto una cotta per lui (con Ed presente, ma questo è un sottilissimo dettaglio). In quel momento però ero obbligata a parlare con lui, e la cosa non mi piaceva per niente.
-Vedrò di esserci allora. –risposi sorridendo.
-Amy… hai presente quella cosa che hai detto a Niall durante le vacanze?
Diavolo, eccome se ce l’avevo presente!
-Ehm.
-Volevo dirti che… è una cosa stupenda da sentirsi dire e tu sei assolutamente fantastica, ma… sono felice che tu e Niall abbiate fatto pace.
Ah. Adesso potevo anche sotterrarmi.
-Be’, io prendo la busta! –feci per andarmene anche se non sapevo dove cercare.
-Ecco, hai frainteso.  –Ed mi afferrò per un braccio. –Amy, io sono gay.


HOLA!
Sono di frettissima, il capitolotto fa cagare e ho un sacco di cose da dire çç
per prima cosa: scusate il ritardo D:
2) Mi odierete dopo questo capitolo, soprattutto Alice ♥
3) La storia è quasi giunta al termine, gentaglia *piange* come vi avevo già detto, ci sarà un seguito, ditemi se vi sembra una buona idea ;)
Adesso mi dileguo, ricordatevi che siete le mejo ♥
tantissimissimi baci,
Gaia

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Capitolo 26
*** 25. In trouble ***


brb

 

In trouble

I'm a troublemaker 
Never been a faker 
Doing things my own way 
And never giving up 
I'm a troublemaker 
Not a double taker 
I don't have 
The patience 
To keep it on the up 
Troublemaker - Green Day


Gay?
GAY?!
Se Ed era… allora io mi ero… Diavolo.
-Ma… ma…! Non sei effemminato. Per niente. Non sei esattamente il tipo che trascinerei a fare shopping selvaggio e… Oddio quanto sono superficiale.
Lui rise. –Ehi, non sei superficiale. Non sono per niente effemminato e il motivo per cui non mi hai mai sentito fare apprezzamenti su un ragazzo è perché sono innamorato della stessa persona da due anni. E lui è fidanzato…
-Ah… -iniziai.
-Con una ragazza.- terminò Ed.
Oddio. Non riuscivo neanche a immaginare cosa si provasse in una situazione del genere. Lo abbracciai d’impulso.
-Ci vediamo al corso estivo, quindi?
-Sì! Senza conversazioni imbarazzati, stavolta. -Ridemmo. Ero stata una stupida a preoccuparmi della reazione di Ed. Avevo già abbastanza casini e lui era forse la persona più buona che conoscessi.
Presi la mia busta ed uscii.
Quando aprii la portiera della Chevy e mi lasciai cadere sul sedile, notai dallo specchietto Louis Tomlison correre nella mia direzione.
Si appoggiò ansimando alla mia macchina e attese che abbassassi il finestrino.
-Ciao, Tommo.
-Carotina, mi dai uno strappo fino a casa di Xavier?
-Ok. Salta su! –Xavier, un ragazzo della nostra scuola, abitava a meno di un isolato da casa mia e lui e Louis si vedevano spesso. Lou si accomodò sul sedile del passeggero e rubò una Vigorsol dalla scatola. Accesi la radio, per evitare che Louis si lamentasse.
Mi fece fare zapping tra le stazioni per qualche minuto, poi si bloccò.
-Alza. Alza immediatamente.
Girai la valvola del volume (ho un’auto d’epoca, non fate quelle facce).
Today I don't feel like doing anything 
I just wanna lay in my bed 
Don't feel like picking up my phone 
So leave a message at the tone 
Cos today I swear I'm not doing anything
 

Non so chi cantasse peggio tra noi due, ma non ci importava. Non ridevo così di gusto da secoli.
 
-Ci vediamo stasera! -disse Louis prima di scendere.
-Stasera?!
-Non ti sarai dimenticata del compleanno di Sue!
-No, certo che no. 
Oh cazzo. Per mia grande fortuna ero abituata a comprare i regali un mese prima.
-L'ho solo...
-Dimenticato? -mi aiutò il mio migliore amico.
Sbuffai e gli mostrai il dito medio. -Il tuo bel culo non ti autorizza a sentirti superiore.
-Io non mi sento superiore, lo sono.
-No, sei solo un coglione.
-Ti voglio bene Amy.
-Sparisci.
Louis sorrise e si allontanò facendomi "ciao" con la mano.
Parcheggiai la Chevy e armeggiai con le chiavi fino a trovare quella della porta d'ingresso. Quando entrai in casa mi ritrovai davanti mia madre, il suo compagno Gerald e un ragazzo che identificai subito come il figlio. Come si chiamava?
-Oh, Aubree! Eccoti finalmente.
Non è che odiassi Gerald, intendiamoci. Semplicemente, ogni volta che lo vedevo mi chiedevo come mai gli alieni non se lo fossero ancora portato via. I miei genitori avevano un gusto pessimo in amore: bastava guardare Skeletor e Homer Simpson qui presente.
Quanto al figlio, frequentava la scuola cattolica di Holmes Chapel, che da sempre è in competizione con la Holmes High. Non c’era da stupirsi che tra di noi non scorresse buon sangue.
-‘Sera. –grugnii.
-Io e tua madre stiamo per uscire fuori a cena, -mi avvisò Gerald.
-Ciao. –replicai, guadagnandomi un pizzicotto da mia madre.
-Non possiamo lasciare George William da solo.
Ah, ecco come si chiamava. In confronto Aubree è un bel nome.
Gettai una rapida occhiata al ragazzo. Avrà avuto sedici anni e loro non potevano lasciarlo solo per una sera?
-Stasera c’è la festa di Sue.
-Ottimo, George William si divertirà un mondo.
No. Avevano capito male. Quel tipo non sarebbe mai venuto alla festa, oh no.
-Ma…
-A Sue non dispiacerà.
A lei forse no, ma a me sì.
Loro però non erano in vena di proteste, così mia madre prese la sua borsetta e trascinò Gerald fuori da casa.
-Metti i maglioni larghi perché inizia a vedersi la pancia, vero? –chiese William quando fummo soli.
-No, li metto perché mi piacciono.
-Ma tu sei incinta e non vuoi che si sappia, vero?
-Ma i fatti tuoi no, vero?
Purtroppo, quello snob rompimaroni aveva ragione. Ero al terzo mese e cominciavo a vedere un accenno di pancia. Alla festa della ragazza più bela della Holmes High sarebbe venuta mezza scuola. Niente vestitini aderenti, poco ma sicuro. Optai per dei pantaloncini, leggins, vans e un maglione largo diverso da quello che indossavo a scuola.
-Maschio o femmina? -chiese William quando scesi.
-Femmina. Diavolo, Billy, una vecchia zittella è meno curiosa di te!
-Anne e mio padre non parlano molto di questa storia.
La verità è che mia madre non sapeva quasi nulla. Da quando le avevo detto di essere incinta mi parlava solo quando era strettamente necessario. Quando Niall mi aveva abbandonato l'istinto materno si era fatto sentire, e per qualche settimana avevo creduto che le cose si fossero sistemate. Ma mi sbagliavo.
Non vedevo l'ora di iniziare la scuola per dimostrarle che non avrei mandato a battone la mia vita.
 
Alle otto Niall suonò il campanello. Non poteva presentarsi alla festa di un’alunna, così si sarebbe limitato a farci da autista (e da amico sobrio).  Nei cinque secondi che impiegammo ad uscire dal cancello scoprii che Niall insegnava anche nella scuola di William. Avrei dovuto tenere segreta la nostra relazione anche con lui.
Horan fece per abbracciarmi, ma quando vide William finse di sgranchire le braccia.
-Ma… prof Horan?
-Sono un amico del fratello di Amy. –spiegò.
-E anche nostro, -dissero Zayn e Louis.
Eravamo in sei in una macchina da quattro. Quando finii schiacciata contro la portiera, provai un moto di invidia per Louis e Niall che erano seduti davanti.
-Dove vi porto?
-A Culonia. Sai la strada?
Mi ignorarono.
-In una fabbrica abbandonata che è stata sistemata per l’occasione. –spiegò Zayn.
-COSA?! –fece Billy.
-Se vai in un negozio Amplifon hai un mese gratis di prova. –risposi, incapace di trattenermi. Qualcuno ridacchiò.
La macchina di Niall si arrampicò su per le colline. La vecchia fabbrica doveva essere esattamente dall’altra parte. Non c’era l’ombra di un lampione e, nonostante fossero solo le otto, era buio pesto.
-Stiamo andando davvero a Culonia. –sussurrò Louis.
-Speriamo che non piova –commentò Zayn. Quella è forse una delle frasi più attira-sfiga della storia, ma nessuno glielo fece notare.
Sbagliammo strada due volte, ma alla fine trovammo la fabbrica.
-Non fate cavolate. Vengo a prendervi alle due. Mi raccomando. –disse Niall.
-Ok, papà –sbuffò Louis scendendo. Feci per dare un bacio al biondino, ma mi bloccai giusto in tempo. Tommo mi prese a braccetto ed insieme ci avviammo verso la porta.
Sarebbe stata una serata stupenda.
 
La sedia in legno era scomodissima. Non importava in che posizione tentassi di mettermi: quella bastarda era sempre fastidiosa.
Evidentemente i poliziotti non mi consideravano una minaccia, perché non si erano nemmeno sprecati ad ammanettarmi al tavolo. O forse quella era una cosa da film americani. Quando avevo nove anni avevo imparato –grazie a CSI che guardavo di nascosto - che lo specchio appeso davanti a me era in realtà una finestra. Dall’altra parte dovevano esserci un paio di agenti che osservavano ogni mia mossa.
Finalmente la porta si aprì e Palla di Lardo rotol… entrò nella stanza.
-I miei amici dove sono? –Perché avevo detto una frase così patetica?
-Non è un suo problema. –rispose il tizio.
-Signorina Styles, sa di cosa siete accusati lei e i suoi amici?
-Sì.
-Allora le conviene dirmi tutto quello che è successo stasera. Sempre che non voglia passare un bel po’ di anni dietro alle sbarre.
Aveva ragione. Non ero più minorenne.
Deglutii ed iniziai a raccontare.

HOLA!
Non ci posso credere, sono riuscita a finire questo capitolo! E' più corto dei miei standard perchè sarà diviso in due parti, ma spero che vi piaccia lo stesso!
L'spirazione mi aveva momentaneamente abbandonato, forse per colpa della scuola .-.
Quindi scusate il ritardo ♥
Nelle recensioni mi avete detto che vi farebbe piacere leggere il seguito (ajdbvhgyehnjm) *^* ottimo! Vi avviso subito che Amy non partorirà in questa fic, mancano ancora troppi mesi e troppo pochi capitoli (?) però saprete il nome della bambina a breve ewe
Devo andare agli allenamenti, gentaglia
bacioni ♥
Gaia

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Capitolo 27
*** 26. Broken ***


brb

Broken


It’s been years 
Since we carved our names 
On a clocktower door 
Before everything changed 
We were big eyed boys 
With the salt on our skin 
And we’d throw our kites to the wind 
And they’d fly on and on and on and on.
Circles - Passenger 



Innanzitutto il rumore.
La musica era altissima e c’era gente che ballava ovunque. Non sono mai stata un tipo festaiolo, ma lì si trattava della mia migliore amica.
Sue è sempre stata bella. Una volta, quando era al primo anno, un fotografo la fermò per strada e le chiese di fare da modella per un servizio. Al terzo anno si era tinta i capelli di blu, cosa che l’aveva resa ancora più interessante secondo i maschi della scuola (e mio fratello, a quanto pareva). Dicevo, Sue è sempre stata bella, ma quella sera era raggiante.
-Emyna, sei venuta davvero!
-Usa ancora questo nomignolo e me ne vado.
Lei sbuffò e mi diede un pizzicotto sul braccio. Indossava un abito corto bianco e blu, delle collant scure e… degli anfibi.
-Diavolo, Sue!
-Cosa c’è, i tacchi sono scomodi e io voglio bal-la-re. Perciò vedi di non fare l’asociale almeno per stasera. Ho invitato i più fighi che ho trovato. Anche io voglio essere superficiale, come Bella!
-Guarda che ti sento. –ringhiò l’altra. Sue scoppiò a ridere e ci trascinò entrambe verso il bar. Bella si fiondò sul punch, mentre io presi una misera Coca.  Doveva andare tutto bene. Era il diciottesimo compleanno della mia migliore amica, non una serata qualunque.
Il Dj, un ragazzo tamarroide che mi pareva di aver visto a scuola, mise Scream and Shout.  Ballare una sola canzone non era ancora considerato reato, giusto?
Abbandonando la Coca cola mi avventurai in pista.
Non sono mai stata in grado di ballare. Mai. Perciò mi limitavo a muovermi a tempo di musica, senza azzardare nessun tipo di passo. Finii contro la schiena di qualcuno molto più alto di me.
-Ehi, se vuoi morire dillo! –Zayn mi afferrò per le spalle, sorreggendomi.
-Pakistano, cercavo proprio te!
La musica era fortissima e Zayn aveva problemi di udito.
-Cosa?
-CERCAVO PROPRIO TE, IDIOTA!
Avrei potuto giurare che di tutta la frase avesse capitolo solo “idiota”. E infatti…
-Cos’ho fatto?
-Perché hai mentito a Bella, Zayn? – Lo vidi impallidire.
Malik mi afferrò per un braccio e mi trascinò fuori dalla pista.
-Lei cosa ti ha detto?
-Le hai detto di dover uscire con Louis, ma lui era a casa. Dove sei stato?
Sembrava spaventato. Stavo davvero iniziando a temere il peggio, quando lui parlò.
-Se te lo dicessi ti incazzeresti.
-Se non ci provi non lo saprai mai.
Zayn infilò una mano in tasca ed estrasse una scatoletta. La aprì. All’interno c’era un anello. Era d’oro bianco, una fedina lavorata semplicemente stupenda. Eppure mi si annodò lo stomaco.
-Zayn…
-So cosa stai per dire! “È troppo presto, non puoi regalarle un anello dopo solo quattro mesi…”
-Esatto! Quattro mesi sono pochi!
-Tu conosci Niall da sei, eppure sei incinta.
Quella frase mi colpì come uno schiaffo in piena faccia. Lui sapeva cos’avevo passato, maledizione!
-È stato uno sbaglio e lo sai. Se le metti fretta ti lascerà, poco ma sicuro. –dissi freddamente.
Gli voltai le spalle e mi allontanai, senza sapere di preciso dove andare. Per fortuna incontrai Liam, Ed e Jules, che erano venuti con un’altra macchina. La mia quasi-cugina mi buttò le braccia al collo .
-Sei elegante! –mi prese in giro Ed.
-Anche tu, -replicai gettando un’occhiata alla sua felpa grigia.
Pel di Carota andò a salutare Sue, mentre il Dj metteva Gangam style.
Dio, uccidilo, pensai.
-Ti prego, posso dirla? Ti supplico! –la voce di Liam era più alta di due ottave del normale.
-È quella di Carmen/transformer?
-No! Ma grazie per avermela ricordata.
Già che ci sei, Dio, uccidi anche lui.
-Che differenza c’è tra un pupazzo di neve e una pupazza di neve?
-Non lo voglio sapere. –disse Jules.
-Le palle di neve.
Dio, piuttosto uccidi me!
-Vado a… cercare Louis. –dichiarai.
-Ti accompagniamo? –fece Jules.
-NO.
-Meglio solo che Bobby. –commentò Liam.
-Spero proprio che ti finisca un’incudine dove non batte il sole.
Stava per replicare, quando una rivolta fece finalmente cessare Gangam style. Forse fu proprio a causa del momento di silenzio che tutti riuscirono chiaramente a sentire il rumore della porta che sbatteva, seguita dalle imprecazioni del marcantonio all’ingresso. Due secondi dopo Harry Styles si passava una mano tra i ricci.
-Sono tanto in ritardo?
 
Ed’s POV
Amy era sola.
Mi sentivo una merda.
Non potevo fare quei pensieri. Lei era mia amica, nonostante la conoscessi da così poco. Ripensai alla conversazione di quel pomeriggio. Perché diavolo non le avevo detto tutta la verità?
Dove avrei trovato il coraggio di guardarla in faccia?
Perché non potevo essere felice come tutti gli altri?
Perché, maledizione, proprio Niall?
“Ed, sono innamorato! Non ho mai amato nessuna come Amy, so che ho solo ventidue anni, ma… lei è quella giusta.  È troppo presto per avere una figlia, ma non posso fare a meno di pensare a quanto sarà bello… una bambina che sarà mia figlia, che mi assomiglierà, che un giorno mi chiamerà papà… pensi che sia pazzo?”
No, pensavo solamente che fosse innamorato.
Esattamente come me.
Ricordare quella conversazione mi fece scendere una lacrima. La vita era ingiusta.
Uscii sulle scale antincendio, improvvisamente a corto d’aria.
Un piano più sotto, Sue fece esattamente la stessa cosa.

Amy’s POV
Strisciai verso mio fratello fino a quando non fui da parte a lui.
-Non so cosa tu abbia intenzione di fare, ma vattene!
-Amy! Chi ti ha portato qui?
-Niall… -mi parai davanti a lui per impedirgli di passare –con Zayn, Louis, Bella e William.
-Il figlio di Gerald?
-Lui. Harry, cosa ci fai qui?
-Voglio salutare la festeggiata, sorellina. Adesso spostati.
Lo afferrai per un braccio. Era perfettamente sobrio, e forse era quella la cosa peggiore di tutte.
-Harry, non farlo. Non… -Sue si fece largo tra la massa di gente che lo osservava e si ritrovò davanti a me.
-Vai via! -urlò Sue.
-Ascoltami. Ho litigato con Jenny, non sapevo dove andare... Hai presente tutto quello che ho detto a Jen in Scozia? Non crederci. Non credere ad una sola parola. 
Due grosse lacrime rigarono il viso della mia migliore amica. -Non puoi farlo, capisci? Non puoi tornare proprio quando io sono riuscita a dimenticati! Non puoi pretendere che torni tutto com'era prima... Sei sposato cazzo!
-Non é un problema. -il dj spense la musica. Tutta la sala li stava ascoltando. 
-Sì invece! Non voglio diventare una puttana. 
-Sue...
-Non ti voglio più vedere! 
Fece dietrofront e si infilò tra la mini-folla. Sprecai dieci preziosi secondi per fulminare mio fratello con lo sguardo, poi seguii Sue. 
Era sempre stata bravissima nella corsa, perciò non mi stupii quando mi trovai impalata nel corridoio che doveva portare ai vecchi uffici. 
Al quarto tentativo finii su una terrazza. Seduto per terra a gambe incrociate, c'era William. Stava fumando tranquillamente una sigaretta, e non sembrava sorpreso di vedermi.
-Eccoti! Da quanto tempo sei qui?
-Aubree, quella festa è noiosissima! –William sembrò realizzare. Buttò la sigaretta per terra e la spense con un piede.
-Guarda che l’ho vista.
-E non dirai niente, giusto?
Stavo per ribattere. Volevo minacciare di ricattarlo e fargli prendere un po’ di paura, ma non feci in tempo.
Never gonna stop 'til the clock stops tickin' 
Never gonna quit 'til my leg starts kickin' 
I will follow you and we'll both go missin'

No I'm never givin' up 'til my heart stops beatin' 
Never lettin' go 'til my arm stops breathing 
I will follow you and we'll both go missin'
No I, And we don't even know where were going 
But I'm fleeing with you and I'm glowing

Mi piaceva cambiare suoneria ogni settimana, anche se a volte dimenticavo di averla cambiata e non rispondevo a chiamate importanti. Il solito genio.
-Ehi! Mi manchi. –disse la voce di Niall dall’altra parte.
-Ehi! Anche tu.
William alzò gli occhi al cielo e gli mostrai il medio.
-Hai fatto gli auguri a Sue da parte mia?
-No… la sto giusto cercando.
-Jade?
-Ti prego N... biondo. Fa cagare.
-Elizabeth.
-Troppo lungo.
-Abbiamo gusti difficili.
-No, siete voi irlandesi che siete dei completi idioti senza fantasia. Andiamo, Elizabeth è scontato!
Billy si era fatto attento. Troppo attento. Dovevo evitare che si insospettisse.
-Come stai?
-Stanca. Non sai cosa significhi passare un’intera serata sui tacchi, anche se bassi!
-A dire il vero lo so, ma non dirlo in giro!
Risi, l'immagine di Niall con un tacco 12 era insuperabile. –Ti devo salutare, biondo.
-How I wish, how I wish you were here. We're just two lost souls swimming in a fish bowl, year after year, running over the same old ground. 
-Tu sei malato, N…icholas. –mi maledissi e sperai che i  neuroni danneggiati di Billy non gli avessero fatto capire nulla.
-What have we found?
-Sì, sì.The same old fears, wish you were here. Ciao, idiota. Sì, ti amo anche io.
Riattaccai scuotendo la testa. Quando mi voltai trovai Billy in piedi con le mani sui fianchi.
-Pensi che sia uno stupido?
-In effetti sì.
-Aubree, Aubree, davvero pensi che non mi sia accorto che tu giochi a fare la scolaretta cattiva con il prof Horan? Non sono un ingenuo.
Quelle parole mi colpirono come un calcio. Mi fiondai tra lui e la porta e cercai un modo per evitare la catastrofe.
-Non… so di cosa tu stia parlando.
-Oh, piccola, lo sai benissimo. È Niall Horan il padre di tuo figlio, giusto?
-Figlia, -precisai istintivamente. –E Niall non c’entra. È solo il mio prof di musica!
-Potrei fare una telefonata a un tuo compagno di classe e sentire il suo parere, che dici? Sai che conosco tutti.
Impallidii. Non avrebbe mai osato. –Tu non…
-O potrei dirlo a mio padre.
Mi veniva da vomitare. I battiti del mio cuore erano così assordanti che faticavo a concentrarmi sulle parole di William. Gerald mi odiava. Avrebbe… Avrebbe potuto…
-Un post su twitter. Potrei farlo anche subito.
-No! No, Will! Ti prego.
-Ops! Inviato.
Il mondo si fermò. Il mio cellulare vibrò, e non avevo bisogno di leggere la notifica.
#ultimenotizie : @amystyles e @niallhoran mi faranno diventare zio :) l’hanno annunciato al matrimonio di @harrystyles, è ufficiale
-Non ti crederà nessuno.
-Ah no? Perché mai un prof dovrebbe comparire nello stesso post di un’alunna? E penso che tutta la scuola segua te, Harry o Horan. Sei fottuta, Aubree.
Perchè William aveva fatto una cosa del genere?
Avevo le gambe così molli che pensavo avrebbero ceduto da un momento all’altro. Scappai via, come Sue un quarto d’ora prima. Era davvero passato così poco? Dovevo andarmene da lì. Prima che agli invitati venisse in mente di controllare twitter o di postare le foto della festa. Prima che tutti scoprissero il mio segreto. La nausea aumentava a dismisura, non pensavo di potercela fare. Barcollai in corridoio, e finii contro Zayn. Era pallido come un fantasma e sembrava ancora più sconvolto di me.
-Dobbiamo andare via.
-Perché?
Lui non mi ascoltò. Mi prese per un braccio ma mi divincolai e cercai in tutti i modi di raggiungere la sala della festa. Avevo bisogno di Sue, di Louis, di Bella, Ed… qualcuno che potesse aiutarmi. Non pensavo affatto che entrare in una stanza piena di ragazzi muniti di twitter non fosse l’idea del secolo. Non dovetti faticare tanto per trovare Louis. Era seduto su un tavolo e si guardava nervosamente intorno. Poi mi vide.
-Carotina, ti conviene… Dio, sembri uno zombie. Stai bene?
No, non stavo bene per niente. -Lo sanno già?
Louis non ebbe bisogno di rispondere alla domanda. Era calato un silenzio tombale e gli occhi di tutti erano puntati verso di me. E la mia pancia.
Debbie, la stronza che mi aveva rovinato la gita scolastica a gennaio, avanzò lentamente. –Amy, è vero…?
Feci la prima cosa stupida che mi venne in mente. Girai sui tacchi e scappai. Volevo morire. Poi lo sentii. Odore di fumo. Ed era proprio fumo quello che filtrava da sotto una porta invadendo il corridoio. Cosa stava succedendo?
-Sbrigati, andiamo via! –disse Zayn ricomparendo alle mie spalle.
-E gli altri?
-Se ne accorgeranno. Ti prego, Amy!
-Cosa succede?
 
-È inutile che finga. Zayn Malik ha confessato. –disse Palla di Lardo. Era vero? O stava solamente cercando di fregarmi? –Ci ha raccontato tutto. Nessuno si è fatto male, quindi se la caverà con una semplice pena pecuniaria. Ok, un po’ salata ma niente di così assurdo.
Poteva essere la verità. Zayn non aveva problemi economici, non avevo neinte di cui preoccuparmi. E dopo quella merdosa serata volevo solo parlare con qualcuno che non mi conoscesse e che non fosse uno strizzacervelli. Andava bene anche un poliziotto obeso.
 
-Cosa succede? –chiesi esasperata.
-Sono stato io.
 
Zayn mi depositò a terra solo quando fummo nel parcheggio. E non eravamo soli: Ed e una Sue in lacrime erano seduti sul marciapiede.
-Salite, -disse Zayn spingendomi in macchina. -È stata una serata merdosa per tutti, andiamocene.
Sue non se lo fece ripetere due volte. Crollò sul sedile posteriore da parte a me, subito imitata da Ed. Zayn aprì la porta del guidatore.
-Ma che cazzo…?
-William?!
La mia mano si fiondò sulla portiera.
-Cazzo, sbrigatevi! -gridò Sue, bloccandomi con un braccio.
Sentii la macchina mettersi in moto e partimmo.


HOLA!
Sì, so di essere in ritardo, ma a scuola è un periodo così merdoso che è un miracolo che sia ancora viva. 
Non vedo l'ora che finisca, così potrò tornare ad aggiornare normalmente e non ad ogni morte/abdicazione di papa.
Cosa ve ne pare del capitolo? Non è ancora chiaro del tutto cosa sia successo, amatemi ♥
E le cose si metteranno davvero male per i Namy, Amiall o come vi pare. E sì, mi diverto tantissimo a scrivere questo genere di capitoli :)
basta, vado a riguardarmi One Day per la ventordicesima volta.
Siete le migliori, ♥
bacioni
Gaia

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Capitolo 28
*** 27. The beginning of the end ***


brb


The beginning of the end

 

Let the sky fall, when it crumbles 
We will stand tall 
Face it all together 

Let the sky fall, when it crumbles 
We will stand tall 
Face it all together 
At skyfall 
Adele - Skyfall





William guidava malissimo. Ad ogni curva finivo contro alla portiera e continuava a premere e rilasciare l’acceleratore, facendoci ondeggiare avanti e indietro. Avevo la nausea.
-Se non vedi le curve posso sempre consigliarti un bravo oculista! –sbottò Ed. Billy doveva essere davvero penoso per riuscire a far sclerare Ed Sheeran.
-Questa non è la mia macchina e non so usare il cambio manuale. Quindi smettete di lamentarvi!
-E QUANDO AVEVI INTENZIONE DI DIRCELO?! –esclamarono Ed e Zayn.
-E cosa significa “questa non è la mia macchina”? –fece Sue. Da quando eravamo saliti in macchina non aveva emesso suono. Sembrava una statua di cera.
-Significa che ne ho trovata una aperta, sono entrato e l’ho messa in moto facendo fare contatto ai due cavi!
Non ci potevo credere.
-Accosta e fai guidare Zayn. –gli ordinò Ed.
-Non c’è tempo. –replicò il pakistano.
Gli altri non capivano, ovviamente. Solo io sapevo parte della verità e speravo ardentemente di avere frainteso.
-Voglio solo andare a casa, non mi interessa come. –commentò Sue a bassa voce. Se avessi avuto la sfortuna di incontrare mio fratello l’avrei picchiato a sangue, poco ma sicuro. Lui e la sua maledetta lingua.
-Io non voglio andare a casa, se c’è anche lui. –Indicai William.
-Fermati a dormire da me, -Sue mi strinse la mano e le sorrisi. Volevo parlare con Niall, dovevo dirgli di Twitter e dovevamo evitare che si scatenasse un putiferio.
Avevo paura. Quello che era successo era grave, sarebbe potuto costare il lavoro di Niall e la mia carriera scolastica. Una studentessa espulsa all’ultimo anno di liceo non va all’università.
Billy sterzò di botto e si infilò in una stradina secondaria.
-Che cazzo fai?! –sbottai.
-Non senti? Dietro c’è la polizia, li devo far passare.
-Dato che ci staranno cercando, farli passare avanti non mi sembra esattamente una buona idea. –disse Zayn a bassa voce. Piombò il silenzio. Non avevo frainteso, l’incendio era davvero colpa sua. Mi sporsi leggermente di lato cercando di vedere lo specchietto. Al secondo tentativo ci riuscii e vidi chiaramente la macchina della polizia dietro di noi. Merda.
-Ci? Non cercano noi, Zayn.
Quella frase fece perdere anche l’ultimo briciolo di pazienza che era rimasto ad Ed Sheeran.
-Ti sbagli, William o come diavolo ti chiami. Stanno cercando voi, dato che tu hai rubato una macchina. Perciò non credere di poter uscire da questa storia come se niente fosse, chiaro? Adesso chiudi quella cazzo di bocca e guida, prima che decida di buttarti giù.
-E accelera, già che ci sei. –aggiunse Sue.
-Ci hanno riconosciuto? –chiesi.
-Non ancora, ma quando riusciranno a vedere la targa della macchina saremo fottuti. Il proprietario se ne sarà accorto cercando di scappare dalla fabbrica in fiamme e avrà sporto denuncia alla polizia accorsa per… -Zayn troncò a metà la frase. Si era accorto di aver detto troppo.
-Fiamme? Di cosa stai parlando?
 
Zayn’s POV
Accidenti ad Amy che mi faceva venire i ripensamenti.
Bella mi avrebbe davvero lasciato se le avessi regalato l’anello? Non credevo sarei riuscito a sopportarlo.
Infilai una mano in tasca e presi l’accendino e una sigaretta. Avevo promesso di smettere, ma non ci riuscivo.
Merda.
Al secondo tiro iniziai a rilassarmi. Dovevo solo aspettare. Se la nostra storia fosse sopravvissuta all’estate, allora le avrei regalato l’anello. Cinque mesi… è troppo, troppo tempo. Non ce la farò mai.
Successe tutto troppo in fretta. La porta che dava nel cortile in cui stavo fumando si spalancò ed io, temendo fosse Bella, lasciai cadere la sigaretta e la calpestai più volte. Ma la ragazza sulla porta era Jules.
-Zayn? Che fai qui fuori? –mi gridò.
-Oh, io stavo... ehm...
-Ok, tranquillo. Goditi la tua sigaretta, se proprio vuoi. –Mi fece l’occhiolino e rientrò. Quella ragazza era… positiva. Non avrei saputo trovare un altro aggettivo per definirla.
Dovevo rientrare, prima che qualcun altro si accorgesse della mia assenza.
Ad un tratto sentii odore di fumo. Troppo intenso per provenire da una sigaretta spenta. Sollevai lo sguardo. La sigaretta non era affatto spenta. Ero stato così idiota da fumare su un prato secco e non me n’ero accorto. Adesso era troppo tardi, e le fiamme si dirigevano vero un barile… cosa diceva la scritta.
Oddio.
Erano solo due parole. “Attenzione: Infiammabile”.
Oh cazzo.
Girai sui tacchi ed iniziai a correre verso la fabbrica. Avevo appena appoggiato la mano sulla maniglia quando sentii l’esplosione. La temperatura si era alzata tantissimo e tutto aveva assunto una sfumatura rossastra. Mi fiondai in corridoio, sapendo che presto il fumo e le fiamme avrebbero raggiunto l’edificio.
Sbattei contro una Amy sconvolta.
-Dobbiamo andare via!
-Perché? –sussurrò lei.
Era troppo lunga e difficile da spiegare. E lei era incinta, non poteva assolutamente restare lì. La afferrai per un braccio ma lei riuscì a liberarsi dalla mia stretta e si diresse a grandi passi verso la sala della festa.
Non potevo chiamare la polizia, sarei andato in prigione.
Il fumo filtrava da sotto la porta: avevo poco tempo.
La prima persona che trovai fu un ragazzo biondo dall’aria particolarmente ebete.
-Ehi, ascoltami. Devi chiamare i pompieri e dire a tutta la gente lì dentro di scappare alla svelta, hai capito? Hai capito bene?
-Sì, amico… Cosa sta succedendo?
-C’è un incendio.
Vidi Amy, in piedi in fondo al corridoio e mi fiondai verso di lei.
 
Amy’s POV
-Il resto lo sapete. –finì Zayn.
Calò un silenzio di tomba.
-Oh cazzo. –fece Ed.
-Oh cazzo! –esclamò Billy.
Due secondi dopo la polizia fu abbastanza vicina da riuscire a leggere la targa. Dopo un altro secondo partì la sirena.
-Vai più veloce! VAI! –urlò Sue.
-Scappare non è una buona idea... -tentò Ed.
-Neanche andare in prigione! –ribatté William.
Schiacciò l’acceleratore e la macchina partì a razzo. Finii schiacciata contro il sedile, mentre Billy prendeva tutte le buche della stradina.
-Giuro che l’ammazzo! –sibilai, morsicandomi la lingua per la terza volta.
Ad ogni svolta Sue lanciava un gridolino, Zayn imprecava a voce sempre più alta, Billy emetteva uno strano verso e il mio gomito sbatteva contro la portiera.
L’autista della macchina della polizia era decisamente più in gamba del nostro: loro non prendevano nessuna buca e le curve erano molto più larghe. 
Never gonna stop 'til the clock stops tickin' 
Never gonna quit 'til my leg starts kickin' 
I will follow you and we'll both go missin'

No I'm never givin' up 'til my heart stops beatin' 
Never lettin' go 'til my arm stops breathing 
I will follow you and we'll both go missin'
No I, And we don't even know where were going 
But I'm fleeing with you and I'm glowing

Forse Glowing portava sfiga.
-Pronto? –chiesi schiacciando il tasto verde. Chi diavolo mi chiamava a quell’ora?
-Amy! Stai bene? –Liam sembrava terrorizzato.
-Sì... Liam, questo non è proprio un buon moment...OCCHIO!
Billy evitò un pedone per un soffio. Il mio cuore minacciava di scoppiare da un momento all’altro.
-Dove sei? Zayn, Ed e Sue sono con te?
William superò un semaforo rosso e tutte le macchine provenienti dall’altro lato suonarono il clacson.
-Cosa succede?  Amy? Perché c’è la polizia?
-Ci stanno inseguendo...
-Figo! Distruggerete un’automobile come in Squadra Speciale Cobra 11?
-Spero di no, dato che la macchina è rubata. –dissi allegramente.
-La pianti di confessare tutto a Liam? –mi gridò Zayn.
-Voi siete dei grandi, ragazzi. –rispose Payne ridendo.
Ci fu un botto. Percepii l’automobile inclinarsi a destra , mentre uno stridio mi perforava i timpani.
-Oh cazzo! Abbiamo forato! –gridò Ed.
Oppure la polizia aveva deciso di sparare alle gomme. Fanculo a Payne ed a Squadra Speciale Cobra 11.-Ehm, ti richiamo! –esclamai riattaccando in faccia a Liam.
Billy cercò disperatamente di mantenere il controllo sul volante, ma la macchina andava a zigzag.
-Non voglio morire... -disse Sue.
Ci fu un altro colpo e finimmo fuori strada.
 
Un colpo. Qualcuno spalancò la portiera da parte a me.
-Signorina, sta bene? –chiese un signore dalla voce profonda.
-Sì... Credo. –Ed e Sue erano in piedi alle spalle del poliziotto, tenuti fermi da un tipo basso e grasso che soprannominai all’istante “Palla di lardo”.
Mi alzai lentamente ed uscii dalla macchina. Il prato intorno a noi era rovinato. Non c’erano alberi o case nelle vicinanze, solo erba. Tre secondi dopo il poliziotto magro mi aveva sbattuto contro la macchina e mi aveva ammanettato.
-Porter, ci sei? –chiese un altro poliziotto, un tipo altissimo.
Chi erano, il Lungo, il Corto e il Pacioccone?
-Sì. Portiamo questi cinque i centrale.
Sue ed io ci scambiammo un’occhiata.
Eravamo fottuti.
 
-E questo è tutto. –dissi a Palla di Lardo.
-È complice in un furto di automobile, quindi potrebbe finire nei guai. Ha diritto ad una telefonata, e le conviene sperare che qualcuno paghi la cauzione. Buona serata, signorina Styles.-L’uomo mi trascinò per lo stretto corridoio e mi sbatté in cella. Sue e Zayn erano seduti sulla brandina, Ed e Billy facevano di tutto per ignorarsi mentre una signora sulla cinquantina ci provava spudoratamente con Zayn.
Oh mio Dio.
 
Niall’s POV
Il messaggio di Liam era semplice. Controlla twitter.
Oh, merda.
Un maledetto twitt aveva rovinato la vita e quella di Amy.
Era un incubo, non poteva essere vero.
Cosa dovevo fare? Aspettare che mi licenziassero e che tutta la Holmes High desse della puttana ad Amy? Oppure potevo ammazzare William, quello sì che mi avrebbe fatto stare meglio.
Presi il cellulare e composi il numero di Amy, ma mi rispose al segreteria. Allora provai con Louis.
-Ehi, Nialler. Amy? Mi ha chiamato prima, ho paura che sia... in... prigione.

Amy’s POV
Palla di Lardo portò via Zayn per interrogarlo. Mi lasciai cadere pesantemente sulla brandina da parte a Sue, e la mia migliore amica mi mise un braccio intorno alle spalle.
-Ma non potete portarlo via! –sbottò la cinquantenne. –Zanna, torna quiii!
Ma perché non veniva un accidenti di nessuno a pagare al cauzione? E perché gente del genere non viene soppressa alla nascita?
-Mi tolga una grandissima curiosità: lei cosa ci fa qui? –chiese Ed.
 -Guida in stato di ebrezza! Poi ho rapinato una banca e sono scappata. Mi hanno inseguito per DUE ORE, vi rendete conto? Sono una Bondgirl, io.–esclamò la signora. Se lei è una Bondgirl io addestro unicorni. –E voi?
-Incendio colposo e furto di automobile. –disse Sue con voce piatta.
-Fate bruuutto!
Occristo.
-Signorina Styles? –il Lungo comparve davanti alla porta –Può fare la sua telefonata. –Scattai come una molla e mi fiondai verso la porta.
 
Mezz’ora dopo mia madre entrava nella centrale di polizia, pagava la cauzione ed il Corto veniva a liberarmi. Le buttai le braccia al collo e rimasi in quella posizione fin quando non mi accorsi della presenza di William alle mie spalle. Aveva pagato anche per lui.
-Se il proprietario ti denuncia potresti finire al minorile. Ricordatelo. –disse il poliziotto.
-Aubree, sei in punizione per tre settimane. Solo scuola-casa, ci siamo capite? Ma sono anche tremendamente felice di vederti sana e salva!
Sembrava così tanto mia madre, non l’estranea che viveva in casa nostra dal matrimonio di Harry, così non protestai.
Non ci permisero di aspettare che anche gli altri venissero rilasciati, così filammo dritti a casa. Non degnai Billy di uno sguardo. Salii in camera, mi buttai sul letto e mi addormentai vestita.
 
Il giorno dopo, a scuola, mi sembrava di vivere in un incubo.
Non solo per le quattro ore di sonno, intendiamoci.
Tutti avevano scoperto la faccenda di twitter e mi fissavano come se durante la notte mi fosse cresciuto un altro naso. Tutti fissavano la mia pancia.
Ero passata da “la ragazza popolare perché è la sorella di Styles” a “la ragazza popolare perché è incinta di quello di musica”. Mi veniva da vomitare.
Non parlai con nessuno, mi infilai in classe e desiderai di scomparire. Per fortuna la mia compagna di banco era Bella, così non fece nessun tipo di domanda.
Tutto filò più o meno liscio fino a metà della seconda ora, quando una musichetta segnalò l’arrivo di un messaggio dall’altoparlante della scuola.
Aubree Styles e il professor Horan sono attesi in presidenza. Subito. 


AUGH.
Buonasera meraviglie!
Ho cercato di essere puntuale ;)
In teoria in questo capitolo avrebbero dovuto scegliere il nome della bambina, ma ho ancora qualche dubbio, quindi nada, sarà per il prossimo #cosechenonoavreidovutodire :)
Spero che vi sia piaciuto ♥ Secondo voi cosa succederà?
Mi dileguo, vado a rileggere per la ventesima volta Hunger Games C:
tantissimi baci, ♥
Gaia

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Capitolo 29
*** 28. Spongebob without Patrick ***


brb

Spongebob without Patrick

Don't make me sad, don't make me cry 
Sometimes love's not enough when the road gets tough 
I don't know why 
Keep making me laugh, 
Let's go get high 
Road's long, we carry on 
Try to have fun in the meantime 
Lana del Rey – Born to die


Fa uno strano effetto sapere di stare andando incontro ad un disastro. Il tuo cervello urla di girare sui tacchi e di fuggire, ma i tuoi piedi sanno che non possono farlo e continuano ad avanzare.
Tutta la classe sapeva il motivo della mia convocazione. E sono sicura che la notizia fosse arrivata anche alla English, o non mi avrebbe guardato con la tenerezza riservata a chi è considerato spacciato.
L’ufficio del preside era stranamente affollato. Dietro all’ampia scrivania c’erano lui e Mrs. Jekins.  Sulla spalla della Jekins era appoggiata la mano del signor Benson mentre Niall, seduto dalla parte opposta, faceva tamburellare le dita sul legno.
-Accomodati, Styles. –disse la Jekins. Scostai la sedia dalla scrivania e mi ci sedetti sopra lentamente.
-Immagino tu sappia il motivo della convocazione.
-Benson, faccia il suo lavoro. –ringhiò il preside. –Aubree, ci è giunta voce di una relazione fra lei e il professor Horan qui presente.
Niall si raddrizzò. –Stando a quelle voci, tu saresti incinta del professore. È la verità?
Deglutii. Non avevo avuto il tempo di pensare a qualcosa da dire. Ero fottuta. Eravamo fottuti.
-Deve sapere, signor preside, che sono un vecchio amico del fratello di Aubree, Harry Styles. –il nome di mio fratello bastò a tranquillizzare la Jenkins. Era incredibile il potere di quel ragazzo, anche ad anni dal suo diploma.  –Ci siamo rincontrati in dicembre, in Irlanda, molto prima del mio incarico presso questa scuola. –continuò Niall. Sembrava perfettamente calmo e controllato, probabilmente aveva un piano. O stava semplicemente temporeggiando?
-Ci siamo frequentati e sì, abbiamo avuto una relazione.
E se avessero chiesto della gravidanza? Niall avrebbe…
-Non sono incinta. Ho preso qualche chilo, tutto qui. Quello che è successo ieri su twitter è stato solo uno scherzo del mio quasi fratellastro, con il quale non vado molto d’accordo.
Niall mi guardò stupito. Dovetti sforzarmi per non sorridergli.
-Quindi la vostra relazione è terminata? O fate sesso nel ripostiglio della scuola? –disse il signor Benson.
A dire il vero ci baciamo e basta.
-Signor Benson, la prego! –fece la Jekins.
-La nostra relazione è finita da mesi. –dichiara Niall. Sembrava davvero sincero. Se non fossi stata la sua ragazza probabilmente ci avrei creduto.
Nessuno parlò per qualche minuto, poi il preside si schiarì la gola.
-Styles, tu sei sempre stata una studentessa modello. Considerando che stai per diplomarti e che nessun allievo si sia mai lamentato di Niall Horan, ho deciso di non prendere provvedimenti contro di voi.
Non ci potevo credere.
-Davvero? –chiesi.
-Davvero? –chiese Niall.
-Davvero? –chiese la Jekins.
-Davvero?! –fece il signor Benson.
-No, stavo scherzando. –disse il preside. –Andate, prima che cambi idea.
Non me lo feci ripetere due volte.
 
Per non destare sospetti, all’intervallo non andai nel ripostiglio. Aver convinto il preside non significava che tutti gli studenti fossero d’accordo. Quando suonò la campanella dell’ultima ora praticamente corsi fino alla mia macchina e mi fiondai a casa.
Un biglietto di mia madre attaccato alla porta mi informava che sarei stata da sola per tutto il pomeriggio, ma che la vecchia che abitava di fronte aveva ricevuto l’ordine di controllare che non uscissi. Quanto era simpatica mia madre.
Mentre ero ancora spiaggiata sul divano suonò il campanello.
-Chiunque tu sia, sappi che sono agli arresti domiciliari e che non posso mettere il naso fuori da qui. –annunciai aprendo la porta. Niall non sembrò troppo sconvolto.
-Mi fai entrare?
Sorrisi e feci un passo a sinistra. Indossava una camicia a maniche corte a quadri blu, stile boscaiolo, che non so come lo faceva sembrare ancora più magro. Sembrava felice, e i suoi bellissimi occhi azzurri brillavano.
Non appena la porta si chiuse alle sue spalle (e fummo fuori dal campo visivo di quella pettegola della mia vicina) mi sollevai in punta di piedi e lo baciai. Niall mi mise una mano dietro alla schiena e mi attirò verso di lui. Finito il bacio, lo abbracciai.
-Certo che abbiamo rischiato grosso stamattina, -dissi mentre lui si sedeva sul divano.
-Puoi dirlo forte. Mi spieghi cosa diavolo è successo ieri?
Gli raccontai tutti quello che era successo la sera prima al compleanno di Sue, senza tralasciare nemmeno un dettaglio. Niall diventava sempre più sconvolto e quando ebbi terminato scoppiai a ridere per la sua espressione.
-Quindi Zayn ha dato fuoco alla fabbrica, e William ha rubato una macchina subito dopo aver rivelato il nostro segreto? Questo è quello che succede quando vi lascio soli per una sera.
-Cosa farei senza di te? –chiedo ironica.
-Saresti come Spongebob senza Patrick.
-Mario senza Luigi.
-Ron senza Hermione.
-Katniss senza Peeta.
-Phineas senza Ferb.
-Il Professor Layton senza il suo cappello.
-I Green Day senza Billie Joe Amstrong.
-Bella senza Edward.
-Lilo senza Stitch.
-Il Dottore senza Tardis.
-Percy Jackson senza Annabeth.
-Liam senza le sue battute squallide.
Scoppiammo in una risata isterica.
-Povera nostra figlia, avrà due idioti come genitori. –commentai.
-A proposito, la chiameremo Bambina fino a quando non sarà maggiorenne?
Sbuffai. Perché tutti dovevano tormentarmi con la storia del nome? Presi il libro che mi aveva regalato Jules e glielo depositai sulle ginocchia. Era un mattone che superava le cinquecento pagine e riuscì a demoralizzare perfino Niall.
-Direi di non usare il libro dei nomi.
Calò un silenzio di tomba. Potevo quasi sentire le rotelle del suo cervello mentre giravano.
-Grace?
-Troppo antico.
-Alisha?
-È stata scartata dalle Winx?
-Chloe.
-Conoscevo una Chloe e la detestavo. Elizabeth?
-Tutti la chiamerebbero Lizzie, ed è una cosa insopportabile. Isabel?
-Lo amo, ma poi Bella penserebbe che sia in suo onore.
-Kristal?
-Vuoi dare a tua figlia lo stesso nome di Skeletor? Diavolo, piuttosto è molto meglio Sophie.
Niall si bloccò. –Sophie… Sòphie o Sophìe?
-Sophìe. Horan, non starai…
-Sophie Horan. Sophie Horan Styles. Mi piace. Mi piace sul serio.
Sophie. Lo ripetei una volta a bassa voce. Oddio. Stava bene. Non era troppo lungo. Non era pomposo. Non l’avrebbe messa in imbarazzo.
-Piace anche a me. E tanto.


Zayn’s POV
Mio padre era nell’ufficio del commissario da mezz’ora ed io iniziavo a preoccuparmi. Dopotutto, era del mio futuro che stavano discutendo. Ero seduto su una panca e giocavo a Subway Surfers con il cellulare cercando di distrarmi. Sapevo che in quel momento Bella era a casa, con il telefono in mano, aspettando la mia chiamata. Sapevo anche che la segretaria alla mia sinistra non mi toglieva gli occhi di dosso da circa dieci minuti, nonostante la ignorassi completamente. La donna alla mia destra, invece, era troppo presa dal cruciverba per degnarmi di uno sguardo. Ogni tanto sollevava la testa e diceva cose tipo “Rispondente alla realtà, nove lettere” per poi scrivere furiosamente una volta ricevuta la risposta.
Stavo rischiando grosso. Per incendio colposo avrei anche potuto finire in carcere. Di sicuro non sono cose che fanno fare bella figura al curriculum.
Non volevo finire in carcere. Se avessi potuto tornare indietro avrei cancellato tutto di quella maledetta serata. Ogni singolo particolare.
Avevo paura, tanta paura.
Poi lo vidi.
William camminava a testa bassa. Era scortato da un uomo che doveva essere suo padre e da Anne, la madre di Amy e Harry. Piangeva a dirotto mentre il padre gli urlava qualcosa, forse insulti. Quando Billy sollevò lo sguardo e mi vide cercò velocemente di asciugarsi le lacrime, poi aumentò il passo e uscì.
-Zayn Malik? –la porta alle mie spalle si aprì e il commissario comparve al mio fianco. –Suo padre ha pagato la sanzione pecuniaria. Può andare.
 
Louis’ POV
Sue non rispondeva ai miei messaggi.
Dopo il disastro della festa di compleanno potevo solo immaginare il suo umore. Harry poteva considerarsi morto.
Sei uno stupido, Lou. Tra un po’ si accorgeranno tutti di quello che provi per lei, e allora cosa farai? Dirai “Sì, sono innamorato di te dal primo anno ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo.”? Oppure “Sono così vigliacco che non riesco nemmeno a dichiararmi alla ragazza che amo.”?
Perché è quello che ero, un vigliacco. E i vigliacchi non piacciono a nessuno.
Avrei potuto telefonare ad Amy e chiederle un consiglio, ma Niall non era ancora tornato a casa e potevo benissimo immaginare dove fosse. Meglio non disturbarli. Decisi di andare a correre, giusto per chiarirmi le idee.
Ero innamorato della ragazza più bella della scuola.
Quella ragazza era la ex di uno dei miei migliori amici: Harry.
Nonostante Harry fosse sposato continuava a farle visita. E a farla stare di merda.
Avrei potuto spaccare il naso di Hazza.
Oppure potevo fare la cosa più giusta.
Conoscevo poco quella zona di Holmes Chapel. Era abbastanza elegante, piena zeppa di case con giardini curatissimi e ristoranti di lusso. La villetta che cercavo era grigia. Il cancello in ferro battuto le dava un aria elegante e spettrale allo stesso tempo, ma io cercai di non farmi condizionare.
Suonai il campanello.
-Sì?
-Sue? Sono Louis.

 

AUGH.
Nuovo nickname per la sottoscritta :) *urrà*

Ormai manca pochissimo alla fine çç
Ancora due capitoli, poi inizierò a lavorare al seguito.
Questione Sue: Team Harry o Team Louis?
E vi piace il nome Sophie? (grazie a Giulia che mi ha aiutato a sceglierlo ♥)
Questo capitolo fa cagare, non ha senso, ma doveva essere pubblicato. Quindi spero che non vi abbia indotto al suicidio e che almeno qualcuna di voi meraviglie sia arrivata alla fine ♥ Ma voi siete le migliori, quindi non mi devo preoccupare!
Scusate se la volta scorsa non ho risposto alle recensioni, non ho avuto tempo D:
Basta, mi eclisso.
tantissimi baci,
Gaia

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Capitolo 30
*** 29. Again ***


brb

Again

When I fall to my feet 
Wearin' my heart on my sleeve 
All I see just don't make sense 
You are the port of my call 
You shot and leavin' me raw 
Now I know you're amazing
Mika - Underwater 


Sue’s POV


Louis era sulla porta. Vederlo mi fece uno strano effetto, perché sembrava serio. Sul punto di dire qualcosa di importante. Anche io avevo delle novità per lui, così sentii gli angoli della mia bocca sollevarsi automaticamente.
-Lou! Sono felice che tu sia qui!
-Anche… io. –rispose.
-Ti devo dire una cosa… -iniziammo in stereo.
-Prima tu! –esclamammo. Scoppiai a ridere.
-Dai, vai.
-No! Prima tu.
In fondo ero felice che mi avesse lasciato iniziare, mi sembrava di stare per implodere.
-Harry è in soggiorno. È venuto qui per scusarsi per come si è comportato alla mia festa… sembra davvero sincero. Stavolta. Non è incredibile?
-Già, incredibile. –mormorò Louis. Sfoderò un sorrisone che mi sembrò tremendamente forzato. Cosa stava succedendo?
-Louis? Cosa mi volevi dire?
Avvampò e fece due passi indietro. –Oh, niente… Solo… Ti va di studiare insieme per la prima degli esami? Mi serve una mano in algebra.
Era una proposta idiota, non ci voleva un genio per capire che fosse stata inventata al momento. Louis sembrava tremendamente abbattuto.
-Va tutto bene?
-Sì! Certo! Tu sei un genio della matematica, quindi…
-Mi piacerebbe tantissimo, Tommo.
Avvampò fino alla radice dei capelli, farfugliò un saluto e se ne andò camminando speditamente.
Avevo una strana sensazione.
 
Amy’s POV
-Di’ un po’, ma non hai amici maschi? –Chiesi dopo aver schiacciato il tasto verde.
-Sì, -rispose Louis dall’altra parte della cornetta. –ma è meglio parlare con qualcuno che conosca bene Sue Callaghan e che non sia Bella. Sai com’è fatta
-Louis. Sue Callaghan?
-Già.
-Cazzo.
-Già.
-Mio fratello?
-Già.
-Merda.
-Già.
L’espressione di Niall era alquanto basita. Gli sorrisi.  
-Ti ha rifiutato per mio fratello?
-Sì! A quanto pare Harry è andato da lei per scusarsi di quello che ha detto e fatto alla festa, e Sue ha immediatamente accettato.
Naturale che avesse accettato, era innamorata persa. Questo però non avrebbe aiutato il morale di Louis, quindi non replicai. Harry era un idiota, sposato ed aveva la tendenza a distruggere le relazioni. Non avrei mai voluto che frequentasse una delle mie amiche. D’altro canto, erano entrambi adulti e non c’era niente che potessi fare per fermarli. Però forse c’era un modo per mettere in buona luce Louis.
-Senti… Hai impegni per domenica?
 
-Dove vai? –chiese mio fratello appoggiandosi allo stipite della mia porta.
-Finchè tu non ti sposti, da nessuna parte. –replicai seccamente.
-Sorellina, il tuo sarcasmo potrebbe danneggiare le relazioni amorose.
-Dillo a Niall. –Mi sistemai il vestito. Il corpetto non era aderente e ricadeva morbido sui fianchi. Nessuno si sarebbe accorto della pancia, ma l’idea di indossarlo mi metteva ugualmente a disagio.
Harry fece un passo a destra. –Adesso mi dici dove stai andando?
-Esco con i miei amici… Abbiamo organizzato una certa cosa per Sue.
Mi resi subito contro dell’errore e pregai che non avesse sentito l’ultima parte della frase. Ma lui era Harry Styles.
-Posso autoinvitarmi?
-No.
Si era presentato a casa nostra il giorno precedente (sabato) dicendo di aver avuto un “piccolo scambio di opinioni” con Jenny, per cui avrebbe trascorso un paio di giorni da noi. Mia madre ci aveva creduto, io no.
-Ti seguirò! –mi avvisò mentre prendevo al volo le borse e mi precipitavo al piano terra.
-Sai, avresti fatto meglio a non dirmelo.
Salii sulla Chevy Bel Air e appoggiai le borse sul sedile del passeggero. Se Harry avesse dovuto decidere di giocare sporco non mi avrebbe trovato impreparata. Sfiorando il limite di velocità, mi infilai esclusivamente in strade secondarie, svoltando continuamente e girando in tondo. Non mi interessava arrivare in poco tempo, dovevo solo assicurarmi che Harry non venisse. L’avevo promesso al mio migliore amico. Posteggiai qualche via più in là della mia destinazione e feci il resto del percorso a piedi.
Nel locale c’erano già Liam, Ed, Zayn, Niall e Jules. Il biondo mi salutò con un bacio, mentre gli altri si limitarono ad un cenno della mano. Avevamo ancora un sacco di cose da fare e lei sarebbe arrivata solo dopo un’ora e mezza.
Liam stava montando le luci, Niall e Zayn si occupavano del cibo mentre Ed e Jules pensavano alla musica.
-Styles, dimmi che hai un fottuto paio di forbici. –urlò Louis entrando dalla porta di servizio.
-Solo se convinci Horan a darmi una pizzetta.
-Horan, dalle una pizzetta. –mi fece eco Louis. –Ho davvero bisogno di quelle forbici!
-Le paroline magiche? –chiese Niall agitando una forchetta. Sembrava una casalinga anni cinquanta con tanto di capelli biondi e cotonati.
-Muoviti o troverò un modo alternativo per usare quella forchetta. E non sarà piacevole.
Gli occhioni di Niall si spalancarono e mi tese di scatto una pizzetta. Feci scivolare le forbici sul tavolo in modo che arrivassero a Louis.
Iniziai a posizionare i piatti di plastica, i bicchieri e le posate sul tavolo. Avevamo affittato l’intero locale ed ero sicura che sarebbe stato tutto fantastico.
Oddio, sembra una frase da fanfiction.
Tra una settimana sarebbero iniziati i nostri esami A-level e noi eravamo in un locale pseudo vintage ad organizzare una seconda festa di compleanno a Sue. E sì, l’idea era stata mia, ma Louis si sarebbe preso il merito davanti alla festeggiata.
Due minuti dopo si sentì un colpo e Bella varcò a grandi passi la porta.
Erano tutti allibiti.
-Bella Rosenberg è in orario? –Esclamò Zayn.
-Più o meno. –dissi ridacchiando. -Le ho spostato avanti di un quarto d’ora l’orologio del cellulare, tecnicamente è in ritardo.
Tutti scoppiarono in una fragorosa risata, ma durò poco. Non avevamo tempo da perdere.
Un quarto d’ora dopo era tutto pronto, ed era giunto il momento della fase due.
-Sii convincente. –mi intimò Jules. Io le strizzai l’occhio e presi una cipolla.
 
-Ehilà Amy! Adesso sto portando fuori il cane, cosa c’è?
-Sue… -singhiozzai. –Ho li…tigato con N-Niall.
Il biondo mi guardò malissimo.
-Merda. Se lo incontro giuro che lo uccido. Dove sei, Emyna?
-Al G-Golden Fox. Vieni, ve..ro?
-Sì. Arrivo subito.
Riattaccai. I miei angoli della bocca si sollevarono e diedi il cinque a Louis.
Mi sentivo come un fottuto genio del male.
Sue non rispettava mai i limiti di velocità. Mai. Una volta aveva negato di stare andando a 100 km/h quando il limite era 60, e il vigile ci aveva creduto. Probabilmente, se Sue non fosse stata così bella le avrebbe dato la multa.
Qualcuno spense le luci e ci accucciammo sotto ad un tavolo. Sentii qualche idiota appoggiarsi completamente sul mio alluce e pregai che Sue arrivasse presto. Oppure Johnny Depp, anche in versione Edward Mani di Forbice.
-UNA BLATTAAA! –strillò Bella. Ecco la parola che non avrei mai voluto sentire. In preda al panico, mi lasciai scappare un grido e schizzai fuori dal tavolo.
-DOV’È? DOVE CAZZO È?! –urlai. Poi lo sentii anche io: il ticchettio delle zampette. Sentii i brividi salirmi lungo la schiena.
-Amy Styles che si fa mettere KO da un innocuo scarafaggio. Non ci credo. –commentò Ed.
-Innocuo? L’ho visto, è peggio dello scarafaggio di Men in Black! Niall Horan, smetti immediatamente di ridere! –ringhiai.
-Non… ci… riesco…! –farfugliò il mio ragazzo. In piedi su una sedia, continuai a cercare la blatta. Il nero del suo orrendo corpo risaltava in maniera inquietante sul grigio chiaro del pavimento, nonostante fossimo ancora al buio.
-Eccola lì! –strillò Bella. In un moto di coraggio, tutti i ragazzi strisciarono fuori dal tavolo e cercarono di ammazzare lo scarafaggio, senza riuscirci.
Poi Liam la calpestò e Jules, Bella ed io esultammo.
  In quel momento Sue aprì la porta. Per un attimo restammo tutti immobili a fissarci, al buio più completo,  poi qualche genio decise di accendere le lucine.
-SORPRESA!
Ok, non era esattamente così che speravamo andasse a finire, ma non é possibile rivolgere la vita reale come se fosse un nastro.
-Io... Non so cosa dire! Amy, ti odio. Ero già pronta a picchiare Niall!
Le sorrisi sperando di avere un'aria innocua e di non sembrare troppo fiera della mia performance.
-Quanto a voi... -fece una pausa per osservare il locale. Grazie a quelli che sembravano scarti degli addobbi natalizi c'era una luce soffusa che illuminava giusto il tavolo, il bancone del bar e lo spiazzo riservato al karaoke. Louis aveva attaccato delle nostre foto di gruppo al muro, Niall aveva sistemato le solite schifezze che si mangiano ai compleanni sul tavolo, mentre grazie a Ed la musica di Bob Marley rendeva tutto l'insieme un po' meno triste. 
-...Penso propri che mi farete diventare sentimentale.
-Non ce lo perdoneremmo mai, -replicò Niall. La sua presenza alla festa sarebbe rimasta tra noi, non c'era nemmeno bisogno di dirlo.
Dopo aver mangiato circa o tre quarti del cibo a nostra disposizione, Zayn propose una partita a obbligo-verità.
-Un gioco più squallido no, eh? -commentai.
-Siamo ad un diciottesimo, é pomeriggio e siamo una decina. La situazione é già squallida di suo.
Non aveva tutti i torti.
-Iniziamo da Amy.
Tipico. -Verità. Ho paura dei vostri obblighi.
Mi sembrava di avere di nuovo tredici anni.
-Quante volte hai fatto sesso con Niall?
Sentii il biondo strozzarsi con la birra e gli diedi un colpo sulla schiena. -Una.
Mi risero in faccia.
-É vero... -tentò Niall.
-Dopo il mio esame al Royal College of music. Avevamo bevuto e... Contenti?
-Allora siete sfigati. -decretò Bella. Decisi di non voler sapere i dettagli della sua storia con Zayn.
-Tocca a Sue. -dissi, ansiosa di cambiare argomento.
-Obbligo.
-Scrivi qualcosa di romantico all'ultima persona con cui hai parlato al telefono! -trillò Jules. Lei dimostrava addirittura dodici anni. -E non barare, ci sono i registri.
-Ehm, Julie? Per farla venire qui le ho telefonato... -intervenni.
-Qui però non c'é il tuo nome... -disse lentamente Zayn, lo sguardo fisso sul display del cellulare. -Ripensandoci, é meglio cambiare obbligo.
-No! É sua madre? Diventa ancora più divertente!
-É il fratello di Amy.
Calò un silenzio tombale.
Non osavo guardare Louis. La.mia migliore amica diventò paonazza e strappò il telefono dalle mani di Zayn.
-Lo faccio. Ok? É solo un gioco. Cosa devo scrivere?
Tutti scatenarono le loro fantasie più assurde, io fissavo il mio migliore amico. Non poteva andare avanti così. Si era impegnato in questa festa proprio per tenere fuori Harry, non poteva rinunciare in quella maniera.
-Diglielo. -gli sibilai all'orecchio.
-No. É innamorata di tuo fratello, la confonderei e basta. Non voglio mettere a rischio la nostra amicizia se so che mi rifiuterà. Non ne vale la pena.
-Sei un codardo, Lou.
-Lo so.
 
-Siete i migliori. Giuro. La festa squallida migliore della mia vita.
-Ce ne sono state altre? -chiese Ed aprendo la portiera della macchina.
-Oh, sì!
A turno, la mia migliore amica abbracciò e baciò tutti. Non potei fare a meno di notare la gioia con cui Louis ricambiava. Quando venne da me mi sussurrò un "Ho detto a Harry che é finita" poi si staccò dall' abbraccio e salì in macchina come se niente fosse.
Quella storia cominciava a diventare parecchio incasinata.
 
Sue's POV
Infilai la chiave nella serratura cantando. Ero troppo felice per accorgermi della luce accesa in cucina così, quando udii un leggero colpo, per poco non ebbi un infarto.
Riaprii la porta, presi un ombrello e la richiusi di colpo, in modo da far accorgere l'intruso della mia presenza. Reggendo l'ombrello a mo' di arma feci due passi verso la cucina.
-HO CHIAMATO LA POLIZIA!
-Davvero? -chiese Harry spuntando alle mie spalle.
-Vaffanculo. Come sei entrato? E non dire "con le gambe".
-La chiave di scorta é nel portaombrelli. Sei prevedibile, Callaghan.
-Ero seria, prima.
-Lo so. Per questo sono qui. Perché non voglio lasciarti andare
-Harry...
Prima che potessi aggiungere altro, mi baciò. Lasciai cadere l'ombrello e abbracciai, mentre lui mi spingeva contro al muro. Pregai che mio padre non rientrasse proprio in quel momento e affondai una mano nei suoi capelli. Ci stavamo muovendo. Camminavamo diretti in camera mia e realizzai quello che stava per succedere solo quando mi resi conto di stare togliendo la maglietta a Harry. E capii di non volermi fermare. Mi baciò il collo e mi aiutò a slacciare il reggiseno. Poi ci lasciammo cadere sul materasso
 
Harry era steso da parte a me. Sentivo il suo petto sollevarsi e riabbassarsi ritmicamente e chiusi gli occhi. Volevo rimanere così per sempre...
-Sue? Sei a casa? -la voce di mio padre risuonò chiaramente nel corridoio.
-Sparisci. -sibilai ad Harry.
-Finestra?
-Finestra. E muoviti. -poi alzai la voce. -Sono in camera, arrivo!
Prima di andare via, si girò verso di me.
-Ti amo.
-Anche io. Adesso vai.
 

HOLA!
ERA IL PENULTIMO CAPITOLO! *piange disperata*
Rimanderò i sentimentalismi all'epilogo, così adesso posso dedicarmi ad altre questioni ewe
Come vi ho già anticipato, ci sarà il seguito. Non so quando lo pubblicherò, ma manderò un messaggio a tutti quelli che recensiranno l'epilogo. Voi al limite controllate verso la metà di luglio, non ci si può mai fidare del mio cervello ;)
Ho lasciato delle questioni irrisolte per il seguito, che sarà molto diverso da questa ff. Ho intenzione di dare più spazio alle altre storie, sempre lasciando un ruolo "principale" ad Amy e Niall. 
Intanto sappiate che vi amo e che siete le migliori ♥
basta, torno a Sherlock Holmes e alla sdraio sul mio terrazzo :)
tantissimi baci,
Gaia

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Capitolo 31
*** Epilogo - Tomorrow ***


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Epilogo - Tomorrow



Ad Alice, anche se leggerà questo capitolo in ritardo,
a Giulia, che si è sopportata i miei scleri su questa storia e tutte le altre,
a Daniela, per il bellissimo banner,
a Rebecca, anche se forse non lo leggerà mai
e alle 155 persone che preferiscono questa storia, le 75 che la ricordano e le 131 che la seguono, perché senza di loro forse non avrei mai finito ♥
 

Da ascoltare con questa :)


-Amy! Aaamy! AUBREE EMILY STYLES PORTA QUI LE CHIAPPE!
-Qualcuno dica a quella testa arancione di impiccarsi!
-Muovetevi, inizio a fare la muffa!
-O’Malley, chiudi quella bocca!
-Aubree, Harry è già fuori!
-Harry può fare quello che gli pare!
-Ah, Amy…
Ma perché oggi sono tutti insopportabili?
Afferrai l’ultimo borsone e lo lanciai in corridoio. Stavo per chiudere la porta della camera quando mi accorsi di non aver chiuso la cerniera. I miei vestiti erano sparsi dappertutto e io avevo voglia di morire.
-Se avete così fretta muovete il culo e collaborate! –urlai alla piccola folla presente in casa mia e sul vialetto.
Ed, Jules e mia madre si precipitarono imprecando su per le scale.
-Il Royal ti fa questo effetto, eh? –disse Ed dandomi una pacca sulla schiena.
-Forse non hai capito, io ho il volo alle dieci e un quarto! –scandì Jules.
-Perché tuo fratello non è salito? –fece mia madre.
-Oddio, sbrighiamoci e basta!
Alle nove e un quarto precise ci fiondammo giù per le scale. Mio fratello era in piedi da parte alla Chevy Bel Air, e stava chiacchierando con Niall.
-Ecco la mia secchiona! –esclamò il biondo abbracciandomi. Risi e gli tirai una gomitata, dicendogli di smetterla con quel nomignolo. Sentii due portiere sbattere ma non mi mossi. Non volevo partire senza salutare per bene quell’idiota.
-Ti sei diplomata con ottanta. Tu sei una secchiona!
-Sue ha preso cento.
-Lei non fa testo.
-Giusto.
Mi sollevai sulle punte dei piedi per baciarlo. Le magre braccia di Niall non mi lasciarono nemmeno quando il bacio fu finito e io mi appoggiai alla sua spalla.
-Verrò a trovarti settimana prossima. Mi mancherai... Mi mancherete entrambe. -aggiunse accarezzandomi la pancia. Era stato difficile nasconderla durante le ultime settimane di scuola, ma tutti erano stati così impegnati con lo studio che avevano creduto subito al mio "ho messo su qualche chilo". Ero ormai nella seconda metà del quinto mese, la pancia era evidente.
Il clacson della Chevy mi perforò i timpani.
-Amy, sbrigati!
-Vado, o Jules mi ucciderà. -mormorai.
-Aspetta. Hai detto che la Jekins ti ha fatto l’esonero di educazione fisica. Allora perché…?
Sorrisi. –Sapessi.
-Styles. –mi volto. La Jekins è in piedi nel bel mezzo del cortile, e sta… sorridendo.

-Sa..lve. –rispondo titubante. Non è un vero sorriso, intendiamoci. Somiglia molto di più ad una riga che divide in due lo spazio tra il naso e il mento, ma va bene così. 
-Buona fortuna. E sai a cosa mi riferisco.
Annuisco. Mi sono appena diplomata e a scuola nessuno ha fatto in tempo a scoprire  il mio segreto.
Con la Jekins, però, non devo fingere. Faccio per andarmene, quando mi viene in mente una cosa.
-Aspetti. Lei sapeva che stavo mentendo, nell’ufficio del preside. Le avevo già detto di essere incinta per la storia di educazione fisica, perché non ha…?
La sua espressione si addolcisce ancora di più.
-Ti sarà difficile crederci, ma sono stata giovane e innamorata anche io. Avevo diciannove anni, lui ventitré. Rimasi incinta, ci sposammo e viviamo felici ancora oggi. Sei innamorata, te lo leggo in faccia. E l’ho letto anche negli occhi di Niall Horan. Non sono così tanto stronza. Auguri, Styles.
Sono senza parole. Rimango ad osservarla mentre sale in macchina ed esce dal parcheggio della scuola. Chi l’avrebbe mai detto?
Diedi un abbraccio veloce a mio fratello e gli sibilai un "Non fare stronzate" poi salii in macchina.
Ci affacciammo tutti a salutare, e mi sembrò che nello sguardo di Ed ci fosse qualcosa di strano. C'era una luce che non avevo mai notato. Stava guardando Niall. E se...? No, non era possibile.
Fu solo per un attimo, poi tornò tutto alla normalità.
Ed lanciò un’esclamazione di gioia mentre metteva in moto e partiva a tutta velocità.
-Rallenta!
-Perché? La macchina è intestata a te!
-C'è un girone dell'Inferno destinato a quelli come te, Rosso!
Jules, che rideva a crepapelle stravaccata sul sedile del passeggero, accese la radio.
Stavo andando all’università. Avevo finito il liceo di Holmes Chapel, ero incinta, mi sarei trasferita a Londra e avrei studiato al Royal College of Music.
Non riuscivo a crederci.
In pochi mesi la mia vita si era stravolta completamente…
Sue aveva dato l’ennesima chance a mio fratello subito dopo la sua festa a sorpresa. Stranamente le cose stavano funzionando, se non fosse stato per l’altra relazione di Harry: lui e Jen non erano nemmeno separati. Le stavano mettendo le corna, ma Sue sembrava non volerlo ammettere.
Zayn e Bella si erano sposati. Se grazie all’alcool io e Niall avremmo avuto una figlia, due cocktail di troppo avevano fatto sì che i nostri amici trovassero una di quelle chiese sullo stile di Las Vegas. Ai primi di giugno, Isabella Rosenberg era diventata Bella Rosenberg Malik. Tempo di finire gli esami ed erano partiti per la luna di miele negli Stati Uniti.
Ed e io stavamo dando un passaggio a Jules fino all’aeroporto di Heathrow. Aveva finito il suo anno sabbatico e stava tornando in Irlanda per iscriversi all’università. Mi sarebbe mancata, ma soprattutto sarebbe mancata a Liam.
Sentii le prime note di The only exception alla radio.
-Alza, Jules!
Maybe I know, somewhere,
Deep in my soul
That love never lasts
And we’ve got to find another ways
To make it alone
Or keep a straight face
Sfrecciavamo per le vie di Holmes Chapel, leggermente al di sopra del limite di velocità.
Passammo vicino alla scuola, al parco, alla casa dei ragazzi, al locale in cui avevamo organizzato la festa a sorpresa, alle case dei miei amici.
Vicini al boschetto trovammo Louis in bicicletta, con Sue seduta sul portapacchi. Tommo stava andando decisamente veloce, Sue era aggrappata alla sua maglietta e urlava. Quando ci vide, disse qualcosa a Louis che inchiodò, facendola andare a sbattere contro la sua schiena. Li salutai con la mano.
-Yoouuuu aaare the only exceptiooon, but yoouuu aaare the only exceptiooon!
-Amy, ti prego, non farci una cosa simile! –esclamò Jules ridendo.
-Sarai brava tu, -la rimbeccai.
-Giochiamo a “nomi, cose, città”?
-Testa arancione, non vorrei sconvolgerti, ma tu stai guidando. Come fai a scrivere?
-Non scrivo!
-Ma così non vale!
-Perché no?
-Ok, se giochiamo tu dovrai dire tutto per primo, così non puoi barare.
-Affare fatto.
-Guarda che se ti becco a copiare ti tingo di verde, così puoi andare a lavorare a Greenpeace. Ci stai?
-Battuta pessima. E come fai a tingermi? Stai partendo per l’Irlanda!
Sorrisi, pensando a come avrei fatto a sopravvivere senza sentirli litigare.
Era una bella giornata di sole, eravamo appena usciti da Holmes Chapel e ci stavamo dirigendo a tutta velocità verso Londra.
Potevo fingere che i miei problemi fossero spariti, almeno per un po’.
Abbassai il finestrino e chiusi gli occhi, assaporando l’ebrezza del vento che scompigliava i capelli. Probabilmente una volta scesa sarei stata la copia di Redfoo degli LMFAO, ma non mi interessava.
Io, Aubree Emily Styles, ero felice e non riuscivo a fare a meno di sorridere come un’idiota.
Chiusi gli occhi.
 

Due settimane dopo

@amystyles Sto arrivando. Sono in macchina. Tra qualche ora sarò da te. Preparati al miglior pranzo della tua vita. Ti amo.
 
@niallhoran Ci conto. Tu mi fai leggermente paura. Ti amo. 


To be continued...


AUGH.
E' finita.
E' finita.
E' FINITA [cit. Ally, anche se la sto usando in un altro contesto].
Mi viene da piangere çç
Grazie. Grazie davvero a tutte, non smetterò mai di dirlo. Ci avete creduto molto più di me, siete le migliori ♥
Alle lettrici silenziose, potreste lasciare un commento su questo ultimo capitolo? Giusto per sapere se siete arrivate fin qua pensando "questa dovrebbe trasferirisi in Mozambico e darsi all'ippica" lol ♥
Come ripeto da un secolo, You always will be my angel diventerà una serie. Ho già preparato il banner, sto lavorando al primo capitolo e penso che lo pubblicerò ad inizio agosto. Forse fine di luglio. Avviserò quelli che recensiranno questo capitolo e quelli che hanno recensito lo scorso, ma dato che della mia testa non ci si può mai fidare (ormai mi conoscete), date un'occhiata :)
Ok, adesso potrei sul serio scoppiare a piangere.
Grazie ancora,
tanti bacioni,
Gaia ♥

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Capitolo 32
*** Sequel - Disaster ***






Ho publicato il seguito! (cliccate sul banner per visualizzarlo)
Grazie mille a tutte! ♥


Disaster

Niall Horan è innamorato di Amy Styles.
Niall Horan ed Amy Styles hanno una figlia.
Amy frequenta il Royal College of Music con Ed Sheeran.
Ed Sheeran ha una cotta per Niall.
Amy Styles è la sorella di Harry.
Harry Styles ha una relazione con Sue, la migliore amica di Amy.
Louis Tomlinson è innamorato della sua amica Sue.
Bella, un'amica di Sue ed Amy, si è sposata di nascosto con Zayn Malik. 
La cugina irlandese di Amy, Jules, aveva una relazione con Liam Payne.

-Che te ne pare? -chiesi bevendo la mia cioccolata.
-Un disastro. 

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