PROLOGO
Ore 3:45 a.m.
Doveva per forza aver sentito male.
Era stanca.
Aveva trascorso una giornata a dir poco intensa.
Ed era tardi, molto tardi.
Veronica Mars per quanto ci provasse non riusciva in nessun modo a
prendere sonno e, nella penombra di quella tiepida notte di fine marzo,
se ne stava stesa nel letto, supina, con i lunghi capelli biondi sparsi
sul cuscino di lino bianco in una trama di ciocche ondulate.
Forse era il pensiero di lui a impedirle di lasciarsi andare al sonno
di cui tanto sentiva il bisogno. Lui, che giaceva nel letto accanto a
lei e che dormiva di un sonno profondo, con quel suo respiro ritmico e
pesante che lei aveva imparato a conoscere così
bene… aveva mandato giù un paio di pillole quella
sera e sarebbe rimasto KO almeno fino al primo pomeriggio del giorno
successivo, conoscendolo. Sembrava sereno, nonostante tutto…
Di nuovo quel rumore.
Stavolta non poteva essersi sbagliata. Si alzò a sedere e
rimase in ascolto, attenta… Veronica Mars non si sarebbe mai
lasciata cogliere di sorpresa.
Il rumore veniva dalla porta di casa sua. Non stavano bussando. No.
Qualcuno stava cercando di aprire la serratura. Colpi secchi, pesanti.
“Non esistono più i ladri di una
volta! - pensò con ironia
Veronica nel giro di
un secondo
- Non può essere Wallace, né
Mac… loro hanno le chiavi.”
Il suo primo istinto non fu di afferrare il cellulare e comporre il
911*… l’ultima cosa che avrebbe voluto era
confermare a suo padre quanto fosse rischioso vivere da sola! Veronica
balzò giù dal letto, afferrò la felpa
del suo ragazzo che giaceva scomposta a terra ai piedi del letto, la
infilò in gran fretta al rovescio e cominciò a
frugare nella sua borsa finché non trovò quello
che stava cercando “Questa mi ha salvato la pelle
molte
più volte di quanto non abbia fatto la polizia!”
Bizzzzz “Funziona,
come sempre”, pensò
Veronica mentre la breve scossa blu le illuminava il viso, calmo,
concentrato.
Aprì la porta della sua camera da letto riuscendo a non fare
il minimo rumore… per niente al mondo avrebbe voluto
svegliarlo… non dopo quello che aveva passato negli ultimi
giorni… a causa sua.
A piedi nudi Veronica Mars sgusciò lungo il corridoio della
sua casa verso la porta di ingresso. Quei colpi si facevano sempre
più insistenti.
La ragazza ebbe appena il tempo di nascondesi dietro la porta, pronta a
cogliere alle spalle l’intruso e a metterlo fuori gioco con
una scossa energica del suo taser* in mezzo ai reni, che
sentì la serratura cedere.
I rumori cessarono, sostituiti dal sommesso cigolio
dell’uscio, che lentamente iniziò a schiudersi,
facendo filtrare nell’oscurità della casa la
flebile luce lattiginosa della luna.
Nel silenzio assoluto di quei veloci istanti, Veronica poteva sentire
distintamente ogni singolo battito del suo cuore e,
d’improvviso, si sbalordì di come il suo cervello,
proprio in quel momento così assurdo, potesse permettersi di
distrarla facendola accorgere di sentirsi addosso l’odore del
ragazzo che amava… la sua felpa…
L’intruso stava entrando.
Non appena il profilo dell’uomo si affacciò dallo
spiraglio della porta, Veronica Mars sentì il respiro
spezzarglisi in gola.
L’arma le scivolò di mano e cadde a terra con un
rumore secco.
L’uomo si voltò di scatto e incontrò
nell’ombra i suoi azzurri occhi sbarrati.
NOTE:
* Il 911 è il numero del pronto intervento statunitense.
* Il Taser è l'arma da difesa che usa
l'elettricità per contrarre i muscoli del soggetto
colpito. Non è letale ma altamente pericolosa.
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