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Nerima.. un piccolo quartiere della immensa Tokio. Un luogo per lo
più tranquillo dove vivono persone come tante. Uomini ,
donne, bambini, anziani. Alla mattina tutte le mamme vanno per negozi e
mercati a fare la spesa, così da poter preparare alla loro
famiglia un buon pasto. I mariti e i figli vanno rispettivamente a
lavoro e a scuola. Già, tutto qui è perfettamente
normale. O almeno lo era prima del mio arrivo. Sono solo passati due
anni, ma a me sembra un'eternità. Ricordo ancora come mi
guardarono la prima vota. Le loro facce.. i loro sguardi.. mostravano
un misto di stupore e compassione. Ma lei no. Lei era diversa. Non ha
mai mostrato di provare pena per me. Per la mia situazione. E' sempre
stata corretta. Mi ha sempre accettato per quello o quella che ero. Lei
non è rimasta stupita, non gli ho fatto schifo. Diciamo che
in quel momento era solamente arrabbiata con me, a causa del nostro
incontro nel bagno. Non gliel'ho mai detto ma era davvero bellissima,
non che tutt'ora non lo sia.. ma in quel momento mi è
apparsa con una strana luce. La sua pelle cosi chiara, quello sguardo
imbarazzato, i lunghi capelli corvini.. Già erano bellissimi
i suoi capelli. Quello scemo di Ryoga, se non avesse voluto battersi
con me ad ogni costo, a quest'ora lei.. No. Non è giusto
parlare così. E' stata anche colpa mia. Anzi è
solo colpa mia. Non sono stato attento.. e lei ci ha rimesso. Quando
l'ho vista piangere tra le braccia del dottor Tofu, ho sentito una
forte fitta allo stomaco. Non potevo sopportare che qualcun'altro
l'abbracciasse, ma ancor di più che stesse piangendo a causa
mia. Successivamente le ho detto che coi capelli corti stava meglio,
era per tirarle su il morale.. per farla sentire meglio. Poi mi sono
accorto che era vero. Era bella, è bella..
Ricordo quando è arrivata Shan-pu. Forte, orgogliosa, con
gli occhi grandi, i lunghi capelli lavanda, il suo modo di fare
così sensuale.. Non aveva paura di mostrare i suoi
sentimenti, e tutt'ora continua a farlo. Non ho mai capito se Akane ce
l'avesse così tanto con lei per via della spudorata corte
che mi faceva, o perchè la credeva troppo bella per
potercisi confrontare. Stupida.. ha avuto le stesse paure all'arrivo di
Ukyo. La mia fidanzata carina. E carina lo è davvero. Ucchan
ha un suo fascino particolare, diverso dalla nostra amazzone. Si
perchè possiede entrambe le qualità di Akane e
Shan-pu, la timidezza e il coraggio. Le sa dosare bene, sa quando
dev'essere l'una e quando l'altra. Ma questo non ha importanza. Non ha
alcuna importanza per me, perchè non è lei che mi
interessa. Ma quella stupida non lo ha ancora capito. Eppure quante
volte mi sono tradito.. Quante volte ho cercato di mandare a monte i
suoi appuntamenti con Ryoga.. Mi sono travestito da fidanzata e da
sorella di quel maiale. Non potevo sopportare che quello scemo stessa
da solo con lei. Da non dimenticare tutte le volte che quel pazzo di
Kuno le mette le mani addosso. Che fastidio!! Ma quello che di
più mi ha spaventato è Shinnosuke. Si,
è di sicuro il ragazzo che ho temuto davvero. Molte volte
Akane è stata scelta per diventare moglie di principi come
Toma e Kirin, di sicuro erano dei bei tipi, ma Shinnosuke anche se
dimenticava tutto e tutti aveva un particolare fascino su di lei.
Già di lei non si è mai dimenticato, sono sicuro
che la ricorda ancora oggi a distanza di un anno.. Come si fa a
dimenticarla..? Più volte mi sono chiesto se avessi mai
potuto scordarla. Mi sono chiesto come sarebbe stato senza di lei..
quella volta in Cina ho temuto davvero il peggio. Mentre stringevo a me
il suo fragile e freddo corpo, non riuscivo a pensare a null'altro che
a lei. Akane che non ride. Akane che non piange. Akane che non si
arrabbia. Che non combatte. Che non mi guarda.. che non si muove.. non
respira.. non vive. Ancora adesso solo ripensare quei momenti le
lacrime solcano il mio viso.. Non sono mai stato un religioso o che so
io.. ma ringrazio chiunque sia stato, divinità o altro, a
compiere quel miracolo e a restituirmela. Grazie.
Ed eccomi qua, sul tetto come al mio solito. L'unico posto di Nerima
che mi permetta di rilassarmi per un pò. Di solito ci vengo
alla sera. Ma oggi è un giorno particolare. Oggi
è l'anniversario della morte della signora Tendo. Ieri ho
chiesto ad Akane di poterla accompagnare, lei mi ha guardato un
pò perplessa, rispondendomi che saremmo andati tutti
insieme. Le ho detto che gli altri sarebbero andati in serata, contavo
sul fatto che lei ama andarci alla mattina presto, quando gli uccellini
cantano e l'aria sembra nuova per via della sua freschezza. Lei si
volta verso Kasumi come a cercare delle spiegazioni, ma Kasumi si
limita solo ad asserire al fatto che sarebbero andati in tarda serata,
e ad esortarla ad accettare il mio invito.
Così un pò perplessa e imbarazzata mi fa un
sorriso e accetta il mio invito. Ed ora sono qui ad aspettare che
termini di prepararsi. Per essere puntuale mi sono alzato all'alba. Non
ho la minima intenzione di farla arrabbiare proprio oggi. No oggi deve
andare tutto secondo i miei piani. Questo dev'essere un giorno perfetto.
Eccola.. Finalmente è pronta. Si dirige al portone e si
ferma a metà strada. Mi sta aspettando. Spicco un grande
salto e attero di fronte a lei che rimasta un pò sorpresa
accenna un sorriso imbarazzato. E dopo averla guardata bene anch'io mi
imbarazzo. E' semplicemente bellissima. Indossa un vestitino nero, con
scollo a barchetta che termina sopra le ginocchia in una svolazzante
gonna a ruota, un golfino azzurro sulle spalle e un paio di scarpette
scure. Mentre i suoi capelli sono trattenuti qua e la da piccole
forcette che le danno un tocco solare. Rimango li come uno scemo a
fissarla sorridendo. Mi chiedo davvero come fa a non capirlo.. certo io
l'ho sempre negato a squarciagola, ma è così
dannatamente visibile che sono pazzo di lei. Mi ondeggia la sua mano
davanti come a farmi riprendere dal mio momentaneo trans.
Così faccio finta di riprendere il controllo di me e con una
grattatina di testa mi avvio verso il portone con lei al mio fianco.
Non posso ancora credere che abbia accettato.. ancora schiavo dei miei
pensieri fatico a sentirla parlare. Deve appena avermi fatto una
domanda ma io ero troppo sulle nuvole per capire di cosa si trattasse.
Fortunatamente lei mi indica con la mano il grosso borsone nero e verde
che tengo in mano.
"E' una sorpresa.." mi limito a dirle. Quel tanto che basta a farla
incuriosire ancora di più.
"Una sorpresa..???"
"Già..." Ripetere come un pappagallo è proprio
tipico di Akane..eh, eh.. Questa nostra piccola chiacchierata prosegue
mentre continuiamo ad avviarci al cimitero. Ogni tanto parlare con lei,
è bello.. Mi riferisco al fatto di non dover bisticciare
sempre per un non nulla.
"Per me..?"
"Uh..?! Se è per te?... Bè.. si.. anche!"
"Anche..?? Quindi è anche per qualcun'altrA..."
Ohi, ohi.. la sua faccia comincia a non promettere nulla di buono. Si
vede che è chiaramente indispettita che la sorpresa non sia
solo ed esclusivamente per lei.. Chissà forse crede che sia
per tutte le mie fidanzate sparse per il Giappone. Glielo
lascerò credere ancora per un pò.. infondo che
Akane sarebbe senza la sua faccetta imbronciata.
Il cimitero non è molto distante dal dojo, ma oggi la strada
sembra tanto lunga.. forse perchè stiamo decisamente andando
lenti come lumache. Akane si è zittita da 5 minuti a questa
parte. Forse è ancora arrabbiata per via della sorpresa..
No, non mi sembra. Ha lo sguardo triste.. malinconico.
Chissà che tipo era sua madre.. Inutile chiederglielo. E'
morta quando lei aveva pochi anni.. Ricordo quando siamo andati alla
sua tomba l'anno scorso. Mi aveva detto di ricordare ancora molte cose,
diceva che era una mamma molto dolce e bella.. Chissà cosa
si prova a perdere una madre.. Mamma.. io e te ci siamo incontrati da
così poco tempo.. se dovessi perderti cosa proverei..?
Probabilmente ne morirei.. Prima che tu comparissi davanti a miei occhi
credevo che non mi mancasse nulla. Sono sempre stato con
papà in giro per il mondo. Noi due da soli. E quando siamo
arrivati a casa Tendo è stato come essere avvolto da dolce
tepore, mi sono sentito per la prima volta sicuro e protetto. Non
voglio screditare mio padre, con lui ne ho passate mille e mille, ma
avere un tetto sotto cui stare è bello.. Essere circondato
da persone che consideri la tua famiglia lo è ancora di
più.. Ora che ci penso fino al giorno dell'anniversario
della morte della signora Tendo, non mi ero mai chiesto dove fosse la
loro mamma. Forse perchè non avendo alcun ricordo della mia,
mi sembrava normale considerare la famiglia come nucleo composto solo
da padre e da figlio/a.. Che strano.. Siamo quasi arrivati.. anzi siamo
praticamente davanti al tempio. Akane ha aumentato improvvisamente il
passo.. dev' essere alquanto agitata. L'occhio mi cade improvvisamente
su un banchetto di fiori poco distante da noi.
"Akane! Aspetta un secondo!!" Così dicendo faccio cadere il
borsone a terra vicino a lei in modo da costringerla ad aspettarmi per
fare la guardia ad esso, ed io corro al banchetto.
"Buon Giorno!!"
"Buon Giorno a te ragazzo!!! Dimmi quali vuoi.. oggi sono tutti molto
belli.. Abbiamo le rose, i gigli, le orchidee, gli stargate.. Dimmi,
dimmi!!!"
Guardo un pò qui e un pò la.. ma dove
saranno..ummmh.... Ah! Eccoli! Con la mano indico dei fiori in un
angolo un pò nascosti.
"Voglio quelli!!"
L'uomo mi guarda un pò perplesso... "Sei sicuro ragazzo...?
Ce ne sono così tanti più belli..."
Mi giro un attimo per controllare che Akane sia ancora dove l'ho
lasciata. Mi sta guardando come se non mi avesse mai visto prima..
probabilmente è colpita dal fatto che sia venuto in mente a
me e non a lei il fatto di comprare dei fiori per sua madre..
chissà..
"Ehi, Ragazzo!!! Ci sei ancora??" Richiamato dal fioraio mi rigiro
verso di lui sorridendogli.
"Allora vuoi ancora quelli o hai cambiato idea???"
"Voglio quelli.. Alla mia ragazza piacciono!!"
"Ok, figliolo hai vinto tu!! Ecco a te!!"
"Ecco a lei, e tenga il resto!!"
"Grazie ragazzo!!!"
Saluto l'uomo con la mano e mi avvio verso Akane. Ed ecco fatto. Lei mi
guarda imbarazzata mentre io le porgo il mazzo di fiori. Le accenno un
sorriso. Afferro il borsone e lo metto dietro la spalla.
"Allora, andiamo??!" Le dico vedendola ancora li imbambolata a fissare
quel mazzo di fiori.
"Aspetta..... Perchè dei garofani?"
"Come??"
"Si ecco... insomma.. con tutti i fiori belli che ci sono...
perchè proprio questi??"
"Ma come....? Non ti piacevano??? L'anno scorso hai portato questi
fiori a tua madre..."
"..."
".. E anche quando.. si ecco.. quando dovevo incontrare la mia.. tu..
mi hai dato un garofano da regalarle... hai detto che non era il fiore
per la festa della mamma.. ma che sarebbe andato bene lo stesso... e
dal tuo sguardo..."
"E dal mio sguardo...?"
"Bè ecco mi era parso avesse un significato importante per
te... ma se non è così dammeli che vado a
cambiarli." Così dicendo cerco di afferrarli ma lei si
ritrae velocemente stringendoli al petto. Rimango un pò
sorpreso. Evidentemente ci avevo azzeccato. Sono importanti per lei..
non so il perchè ma lo sono. Lo sguardo mi cade su uno di
quei fiori ormai quasi asfissiati dal possessivo abbraccio di quel
maschiaccio. Mi avvicino a lei dicendole che se continua a stringerli
così spezzerà tutti i ramoscelli.
"Infatti.. Guarda questo- gliene indico uno già praticamente
spezzato- poveretto che brutta fine!!! Lasciali respirare un
pò"
Scuote ansiosamente la testa. "Alla mamma piaceranno lo stesso." mi
dice asciugandosi una lacrima solitaria. Resto a guardarla per pochi
secondi. Tiene il capo chino.
"Alla Signora Tendo piaceranno lo stesso.. ma solo quando li
vedrà. Forza andiamo."
Tutto sembra come l'anno scorso.. Essendo ancora molto presto spira un
venticello fresco. Akane stessa ne rabbrividisce. Posa i garofani sulla
lapide dando il buon giorno alla madre. Snoda il golfino sulle sue
spalle e lo indossa, sorridendo per il calore che ora la circonda. Ora
è in piedi di fronte a quel monumento sacrale, senza
muoversi, senza parlare. Resta li immobile a guardarlo, e sulle sue
labbra riappare lo stesso sorriso malinconico. Quello sguardo che la
manda in trans quel poco che basta per farle ricordare tutto
ciò che riesce di sua madre. Dicono che col tempo si
dimenticano i visi.. Chissà se Akane ricorda quello di sua
madre.. Che sciocco avranno delle foto a casa. Come fare a
dimenticare..?! Chissà se ha pianto.. Chissà se
per me piangerebbe..
E' così silenzioso questo posto..
Akane... Akane...
Cosa ci fai lì?
Il garofano che volevo regalarti...
L'avevo comprato per te! Weee!!!
Sei caduta?
Mettiamolo qui in mostra.
Grazie, Akane.
Non sei arrabbiata?
Ne sono felice. Akane sei davvero gentile.
Mamma ti voglio tanto bene.
Mamma.. sono passati così tanti anni.. Ricordi quando volevo
regalarti quel garofano sgualcito...? Credo di si.. io lo ricordo come
se fosse ieri.. Ero appena uscita dall'asilo, quel giorno Kasumi non
poteva venire a prendermi perchè a scuola stavano provando
per la recita.. Io ero all'ultimo anno dell'asilo, mentre lei
frequentava già la terza elementare. Dovevano portare in
scena la storia di.. devo averlo scordato.. Ma ricordo perfettamente
l'entusiasmo di Kasumi. Aveva ottenuto la parte della protagonista. Tu
ne eri davvero contenta. Le dicevi sempre quanto le sarebbe donato
l'abito da principessa.. E così io mi avviai verso casa..
Ormai mi ritenevo una bambina responsabile capace di badare a se
stessa. Mentre correvo verso il dojo un vecchietto richiamò
a lui la mia attenzione. Aveva un piccolo tavolino sul quale erano
disposti tanti bei vasetti colorati colmi di fiori. L'aria li attorno
era satura di profumo. Mi misi a curiosare e a fare per ogni tipo di
fiore una raffica di domande. L'anziano signore divertito dalla mia
curiosità si mise a raccontarmi per ogni fiore una favola..
certo erano poche parole per ogni genere.. ma a sembrava parlasse
tantissimo.. Quando credetti di sapere ormai tutto di tutti, feci per
andarmene ma l'occhio mi cadde su uno strano fiore rosso.. Era tutto
solo in un vasetto di latta arrugginito.. doveva essere molto vecchio..
Mi fermai a guardarlo.. Mi sembrava così triste.. Il
vecchietto notando l'incupirsi del mio sguardo cominciò a
narrarmi anche della sua storia..
-Tanto tempo fa un giovane ragazzo, durante una passeggiata in un
bellissimo bosco vide una creatura bellissima. Ella emanava luce. Era
attorniata da alcune ninfee. Una di queste fortemente turbata disse in
malo modo al giovane di andarsene poichè hai comuni mortali
non era concesso vedere una Dea. Il ragazzo ormai completamente
affascinato ed incuriosito da quella bellissima visione non
riuscì a muovere un solo dito. Le ninfee si riunirono tutte
attorno alla Dea ed insieme scomparirono in un fascio di luce
accecante. Da quel giorno in poi il giovane tornò in quel
luogo incantato alla stessa ora, per giorni e giorni. Finalmente la Dea
riapparve dinnanzi ai suoi occhi, ma questa volta da sola. La Dea gli
disse che sarebbe stato più prudente incontrarsi di notte.
Così fecero. I due passarono mille notti d'amore insieme. Ma
un giorno la Dea non si presentò, il giovane
l'aspettò per giorni e giorni. Il suo cuore, ormai
innamorato di quella creatura così bella e splendida, si
ruppe in mille piccoli pezzi.. E ci fu spazio solo più per
le lacrime. Da quelle lacrime, segno indiscusso del vero amore naquero
dei fiori bellissimi di un rosso vivo.. Vennero chiamati Garofani..-
Non appena finì di raccontarla una lacrima cadde sul suo
viso rugoso. Io gli sorrisi e gli dissi che garofano non sarebbe
più stato solo. Tirai fuori dal mio zainetto uno Yen e
glielo porsi, il vecchietto lo guardò perplesso ma
accettò di buon grado.. Molto probabilmente quella storia se
l'era inventata sperando che io avessi avuto più soldi e
commossa com'ero da quel racconto glieli avrei offerti tutti. Ma
fortunatamente per me e sfortunatamente per lui quel pomeriggio avevo
solo quel misero Yen che mi permise di acquistare quel fiore.
Così sorridendo e ringraziando salutai e corsi il
più velocemente possibile verso casa. Volevo regalare alla
mamma quel fiore. Ero arrivata. Il dojo mi sembrava una vera e propria
reggia.. era così grande.. molte volte non capisco come ma
mi ci perdevo.. E anche quel giorno anziché arrivare in sala
da pranzo sono finita nel cortile dietro alla palestra e mentre correvo
per venire da te sono inciampata in un sassolino e sono caduta. Subito
ho sentito un bruciore al ginocchio. L'avevo ridotto proprio male.. era
tutto sbucciato e insanguinato. Ma non piansi per quello.. quando mi
accorsi che avevo rotto il gambo del garofano ho sentito una stretta al
cuore, pensai di aver ferito nuovamente quel giovane innamorato,
inoltre avevo paura che ti arrabbiasti per via della mia goffaggine..
Già mamma ancora di quella non me ne sono liberata.. Ricordo
bene tutte le volte che mi sgridavi perchè non stavo mai
attenta a nulla, rovesciavo i bicchieri e rompevo i piatti al solo
parlare.. Che imbranata.. Ma tu quella volta mi sorridesti e mi
ringraziasti.. quel fiore ti fece felice. Insieme lo mettemmo in un
vasetto con un pò d'acqua sul tavolo nella sala da pranzo, e
tutti quella sera rimasero affascinati dalla sua bellezza, me
compresa.. Poi qualche giorno dopo appasì e
morì.. Io piansi tanto e tu mi consolasti dicendo che per
rivederlo mi sarebbe bastato cercarlo nel mio cuore. Qualunque cosa
fosse successa nessuno avrebbe potuto cancellarlo dal mio cuore. Avevi
ragione ancora oggi lo vedo in quel vasetto con un fiocco rosso.. E
ancora adesso la tua immagine e il tuo amore sono vivi in me... Ti
voglio bene mamma...
...Ranma... Chissà perchè ha voluto che venissimo
qua io e lui da soli.. Mi rattrista che tu non lo abbia potuto
conoscere.. Lo vedo torturare con le mani il suo cappellino nero.. Mi
fa uno strano effetto vederlo vestito con quel colore cupo.. Lui
è sempre così acceso e vitale.. Sono sicura che
ti sarebbe piaciuto mamma..
Bè.. è arrivato il momento dei saluti.. So che
vengo poche volte qui a trovarti, ma negli ultimi anni la mia vita
è diventata davvero caotica e questo lo devo al ragazzo col
codino dietro di me. Non che mi dispiaccia.. anzi gliene sono grata..
A-allora ciao mamma..
Ti prometto che starò bene..
Non appena si è mossa ho sentito il cuore battere.. per
tutto il tempo che è stata lì immobile, con lo
sguardo perso a scrutare ogni minimo particolare di quella lapide, era
come io non avessi un cuore.. ero in una specie di trans.. ma
completamente diversa dalla sua.. o almeno credo. Chissà a
cosa avrà pensato di fronte a quella tomba... Forse a tutti
i ricordi che la riportano a sua madre. Un compleanno, una gita di
famiglia. O chissà, forse a niente..
Il campanile del tempio comincia a farsi sentire. Nell'aria rimbombano
otto rintocchi. Non pensavo fosse già così
tardi.. Sarà meglio sbrigarsi. Volgo lo sguardo verso
un'Akane ancora sorpresa per l'improvviso suono delle campane, e per il
volo di un piccolo stormo di passerotti che impauriti da esso hanno
preso il volo lasciando gli alberi in solitudine. C'è un
buon profumo nell'aria.. sembrerebbe..
"Ranma.."
"Uh..??"
"Allora... vuoi dirmi a che serve quella borsa?..."
Bè direi che parlare con la sua mamma le è
servito a calmarsi almeno un pò... eh, eh.. Ma adesso non
c'è tempo di spiegarle.. anzi è davvero tardi.
Bisogna muoversi!!!
"Senti Akane.. Se tu corri io te lo dico!"
"Che cosa???"
"Dai sbrigati!" Afferro la sua mano e comincio a correre trascinandola
dietro di me. Come potete benissimo immaginare non è stata
zizza un solo secondo, ha gridato tutto il tempo, dove andiamo,
perchè corri tanto, vai più piano, mi fai male
alla mano... Un vero tormento.. Tenerla per mano.. Lo so che
è stupido, forse anche infantile ma ogni volta che la tengo
per mano mi sento quasi al sicuro. Non so spiegarlo anche
perchè sono io il ragazzo. Spetta a me proteggere lei.. ma
ogni volta che siamo insieme noi due soli io mi sento finalmente
tranquillo.. certo finchè per un non nulla cominciamo ad
insultarci come due bambini dell'asilo infantile!! Ma se da una parte
considero questo nostro comportamento odioso, dall'altra penso che non
potrei farne a meno. Ma per fortuna ora non stiamo parlando, o per lo
meno io non le sto rispondendo. Ogni tanto è meglio
lasciarla sfogare così. Anche l'anno scorso di questi tempi
era agitata. Non è facile per nessuno perdere una persona
cara, tanto meno per un maschiaccio come lei. Una bella corsa e parole
gridate al vento non potranno che farle bene.
"Cavolo sono già le 08.14 dobbiamo fare più in
fretta!!!"
"Ma Ranma che diavolo stai dicendo.... Ti vuoi fermareeeeee!!!!!
Perchè dobbiamo sbrigarci????? ..... Mi vuoi
rispondere!!!!!!!!???????????"
Finalmente riesco a vedere la stazione non pensavo fosse
così vicina al cimitero.. Bè tanto di
guadagnato!! Al telefono Hiroshi m'ha detto che ci avrebbero aspettato
al binario 5.. Evidentemente è da quello che parte il nostro
treno. Eccoli!! Gasp.. il treno è già
lì!!!!
"RANMA!!!! SBRIGATEVI E' IN PARTENZA!!!"
Non c'è tempo per passare dal sottopassaggio.
"Akane tieniti stretta"
"Cos..?"
Senza lasciarle il tempo di capire la afferro alla buona e salto da un
binario all'altro. Bè la nostra corsa folle l'abbiamo chiusa
in bellezza. Il treno fischia. L'altoparlante avverte della partenza
del treno. Il controllore sventola la bandierina verde dal fondo del
treno per avvisare il macchinista che finalmente può
partire. E noi ora siamo comodamente seduti all'interno della nostra
cabina. Direzione terme.
Ormai è da un'ora e mezza che siamo in viaggio. Tra non
molto saremo arrivati a destinazione. Si, lo so cosa volete sapere. Che
cosa sta succedendo, dove stiamo andando... Ebbene, qualche giorno fa
mentre mi allenavo con mio padre nel grande cortile del dojo, ho
ascoltato involontariamente la conversazione di delle tre sorelle
Tendo. O meglio ho intercettato qualche parola qua è
là. Erano sedute sul bordo del palquette a godersi il sole
di fine estate, sorseggiando un tè freddo. Kasumi stava
parlando di una loro vecchia abitudine ormai chiusa da tempo in qualche
cassetto dei loro ricordi legati alla defunta madre. Per dir la
verità non ci capii molto ma quanto bastava per farmi venire
una ideona. Kasumi aveva più volte nominato la parola
'muschio'. Aveva accennato ad una casetta in mezzo ai boschi. A quelle
parole non potei non notare lo sguardo di Akane illuminarsi, come se
dalla bocca della sorrella maggiore fosse colato oro. Naturalmente
grazie a questa mia stupida distrazione, quel fetente di mio padre ha
potuto colpirmi e farmi precipitare come un sasso, nel laghetto
sottostante. Uscendo dal laghetto sottoforma di ragazza non ho potuto
non arrabbiarmi. Così mi sono messo a gridare come un pazzo
ricorrendo mio padre minacciando di ucciderlo. Non riuscendo
più a capirsi fra di loro le tre si sono alzate e sono
sparite dentro la casa, prima che io potessi capire di cosa stessero
parlando. Naturalmente anche di questo incolpai mio padre. Riprendendo
così a combattere con lui più furioso di prima.
Fortunatamente alla sera, mentre stavo andando in camera mia, le voci
di Kasumi e Nabiki attirarono la mia attenzione. Mi portai
così, davanti alla camera della maggiore delle due. La porta
era socchiusa. Rimasi lì ad origliare per capire di cosa
parlassero. Sentì Nabiki chiedere conferma alla sorella su
una qualche località dove era situata una certa casa del
muschio. A quelle parole sulla mia testa comparvero una cinquantina di
punti interrogativi. Mi sporsi per ascoltare meglio ma nel farlo persi
l'equilibrio e andai a sbattere contro la porta facendola chiudere in
un assordante SBAM. Preso dal panico più totale rimasi per
qualche secondo di troppo, davanti a quella porta praticamente
immobile. Quando capii che entrambe si stavano avvicinando alla porta,
ripresi il controllo di me stesso. Mi voltai e cominciai a correre
verso la mia stanza. Ma neanche dopo tre passi la voce tagliente di
Nabiki mi raggiunse fermandomi all'istante. "Saotome... Se Akane
sapesse che spii le sue sorelle non immagino cosa potrebbe pensare..."
Aaarrrgh... se ripenso al modo in cui la detto mi vengono ancora i
brividi. Mi volsi verso di lei balbettando che non me ne importava
nulla di quello che Akane avrebbe potuto pensare. Senza più
dire alcuna parola Nabiki camminò in direzione della camera
di Akane. Era andata a letto presto quella sera. Molto probabilmente
stava già dormendo. La strozzina della famiglia stava per
aprire la porta senza bussare. Segno che in qualunque caso sarebbe
entrata per dire alla cara sorellina del mio comportamento bizzarro. La
voce uscì fuori dai miei polmoni senza che io me ne
accorgessi.. "No!" Vidi Nabiki guardarmi stupefatta.
"C-cioè... e-ecco.. sta sta dormendo... perché
svegliarla... diglielo domani.." Ecco quello che riuscii a dire. La
ragazza mi guardò con uno dei suoi soliti sorrisetti
maliziosi. Non preannunciava nulla di buono. "Ranma.. Se vuoi posso non
dirglielo.." Rimasi allibito.. davvero non gliel'avrebbe detto?? Anche
lei poteva avere un cuore?? No. Dalle sue labbra potevano anche uscire
parole leggermente nascoste da un velo dolce. Ma il suo sguardo.. Il
suo sguardo era decisamente freddo e calcolatore. Senza che aprissi
bocca per darle risposta e rendermi nuovamente ridicolo, lei
mostrò la vera natura di quella falsa frase appena detta.
"Naturalmente ti costerà 2000 Yen." E figuriamoci. Come ho
potuto pensare anche solo per un attimo .. "Nabiki.. !!" la
mia voce sprizzava rabbia e sdegno. "Sono mortificata caro cognatino..
Ma il silenzio ha un prezzo!! Eh, eh, eh.." Non feci in tempo a
controbattere. Una voce calma e dolce richiamò l'attenzione
mia e di quell'assetata di soldi. Era Kasumi. Non so se fosse rimasta
in disparte per divertirsi anche lei alle mie spalle. Francamente non
mi interessa. La ringrazio però di avermi salvato in
extremis. Grazie a lei non ho dovuto dare neanche un centesimo a quella
vipera. Dopo aver rimproverato la sorella, la maggiore mi
esortò ad entrare in camera. Così mi ci ritrovai.
Circondato da un angelo e un diavolo. Kasumi mi chiese molto
cortesemente che cosa ci facessi dietro alla porta della sua camera,
ricordandomi con voce per niente alterata che origliare non sta bene.
Io imbarazzato cercai di scolparmi da quella pseudo accusa. Ma non ci
riuscii poi molto. Il risultato fu una mezza frase balbettata in non so
quale lingua araba. Kasumi mi sorrise, un sorriso diverso da quello
malizioso di Nabiki. Già quella non mi toglieva gli occhi di
dosso. Sembrava quasi leggesse nella mia mente. Mi da i brividi...
Mi feci coraggio. Le dissi a grandi linee che mi sarebbe piaciuto
sapere di cosa stessero parlando quel pomeriggio con Akane, e di quel
poco che ero riuscito a capire. A quel punto notai lo sguardo di Nabiki
disinteressarsi completamente. Molto probabilmente, notando il mio
volto sincero. Era evidente che quel discorso non le interessava. Tutte
cose che lei sapeva già. E il fatto che le volessi sapere
anch'io non le avrebbe fruttato alcun denaro. Così con voce
sdegnata e quasi delusa, disse che era stanca e che se ne sarebbe
andata a letto. Uscì dalla stanza. Il nodo formatomisi allo
stomaco scomparve d'improvviso. Senza Nabiki nei paraggi ero al sicuro.
Tornai a guardare Kasumi, sempre sorridente. Si alzò dal
letto su cui era seduta. Arrivò alla sua libreria. Dallo
scaffale più alto prese un libro con una copertina di un blu
ingiallito dal tempo. Tornò a sedersi sul suo letto e
delicatamente lo aprì. Non era un libro.. Era un album
fotografico. Doveva avere parecchi anni. Le pagine erano completamente
gialle e con le orecchie. Kasumi giro le prime pagine, dove vi erano
solo alcune scritte. Scricchiolarono come se fossero di legno. Seduto
sul pavimento non riuscivo a vedere bene, così, mi alzai e
mi accomodai di fianco a lei, che gentilmente mise l'album in mezzo,
dandomi una migliore visuale. C'erano foto della famiglia Tendo al
completo. Soun, Kasumi, Nabiki, Akane.. e anche la loro mamma. Una foto
di famiglia.. Tante foto di famiglia.. Akane doveva avere 4-5 anni non
di più. I suoi capelli erano molto corti.. Continuammo a
sfogliare l'album, fino a quando Kasumi non si fermò ad una
pagina con la foto di una casetta di un colore verdino circondata da
pini. Lisciò la foto con i polpastrelli delle dita ed emise
un lieve sospiro di nostalgia.
"Questa è la casa del muschio" Rimasi a fissare la
foto come se a parlare fosse stata proprio questa. Kasumi
esitò ad andare avanti a parlare, così la incitai
a proseguire con il mio sguardo incuriosito. Mi sorrise di nuovo e
riprese la parola.
"Da piccole, fin quando nostra madre era in vita, ogni fine estate
andavamo in una località turistica famosa per i suoi chalet.
Erano tutti in legno pregiato, credo fosse ciliegio.. Non ricordo con
precisione come scegliessimo quell'unica casetta ricoperta di un
muschio verde smeraldo.. ma fatto sta che fra tutte le
possibilità scegliemmo proprio la più, non
brutta, non era male, diciamo che era particolare. Ricordo solamente
gli sguardi di Akane e di nostra madre, non riuscivano a staccarle gli
occhi di dosso.." Kasumi mi porse l'album per permettermi di sfogliarlo
a mio piacimento. Si alzo dal letto sospirando, e raggiungendo la porta
della sua camera si volse un ultima volta verso di me. "L'anno
successivo alla morte di nostra madre siamo tornati là..
ma.. -il suo sguardo divenne cupo- ..Akane cominciò ad avere
delle vere e proprie crisi.. Non ci tornammo più." Kasumi
sembrava alquanto turbata, avrei voluto farle altre mille domande ma mi
resi conto che non era il caso. Per quella sera levai il disturbo senza
aggiungere nient'altro.
Fu qualche giorno più tardi che la misi al corrente del mio
piano, se così lo si può chiamare. Volevo portare
Akane alla casa del muschio. Ero e sono tutt'ora convinto che la ci
siano dei bei ricordi che non devono andare dimenticati. Sulle prime
Kasumi non sembrò molto convinta. Le spiegai che l'avrei
organizzata come una gita fra amici, avrei prenotato lo chalet verde
smeraldo e contemporaneamente un altro dove noi e i nostri amici
avremmo dormito. E solo quando si fosse ambientata l'avrei portata
nella casa che non aveva più voluto vedere dalla morte di
sua madre. Kasumi sorridendomi accettò di darmi tutto il suo
appoggio. Sono sicuro che nessuno sappia ancora niente. Se anche solo
Nabiki dovesse sospettare qualcosa sarei rovinato. Shan-pu, Ukyo e
tutti gli altri piomberebbero là e creerebbero disordine.
Ora siamo sul treno. Akane inizialmente ha pensato volessi rapirla, che
sciocca.. Ma ora e li che chiacchiera e ride con Sayuri e Yuka, ho
fatto bene a chiamare anche loro.. Se fossimo andati soli noi due,
avrebbe potuto fraintendere.. Non che mi avrebbe infastidito.. ma sono
sicuro che se fosse uscito un discorso del genere avremmo finito col
rovinare tutto litigando. Dannato orgoglio. Bè per ora basta
pensare al dopo, meglio concentrarsi su questa partita a Uomo Nero con
Hiroshi e Daysuke.. al resto ci penserò una volta arrivato a
destinazione.
Ho sentito il cuore battere all'impazzata. Mi ha stretta forte a lui e
poi ha cominciato a saltare da un binario all'altro. Quando mi ha
rimessa a terra ero talmente stordita che non ho più capito
nulla. Sentivo Ranma parlare con Hiroshi e Daysuke del treno in
partenza e tutto ad un tratto mi prende per mano e mi trascina sul
treno. Una volta sopra Sayuri e Yuka cominciano a palarmi di tutto e di
più, delle loro vacanze, della scuola, e altro. Butto
un'occhiata su Ranma, è ancora preso dalla discussione con i
suoi due amici. Questa volta però stanno parlando di un
villaggio turistico. Mi rendo finalmente conto che sono l'unica a non
sapere cosa stia succedendo. Sono stata praticamente presa e
portata di peso su un treno diretto per chissà dove. E' ora
che quello smidollato mi dia delle spiegazioni!
"Dove stiamo andando?" il timbro della mia voce è squillante
ma al tempo stesso tranquillo. Gli sguardi di tutti si posano sulla mia
persona. Poso il mio su l'unico che credo mi debba dare delle
spiegazioni. Rimane per qualche secondo a fissarmi come se fossi un
fantasma, o come se avessi fatto chissà quale complicata
domanda. Comincio ad innervosirmi. Insomma perchè diavolo mi
fissano tutti con quello sguardo alquanto ridicolo?!
"Allora?!!" L'ho quasi strillato. Finalmente Ranma si decide a
rispondermi.
"Alle terme." dice solamente. Da come si comporta ora sembra sia
offeso. Ha la classica faccia da bambino imbronciato. D'improvviso mi
sento in colpa. Già ma perchè? Perchè
devo sentirmi io in colpa!? Che cos'ho fatto?? Ho solo chiesto dove
diavolo stavamo andando, visto che a quanto pare lo sanno tutti tranne
me!! E' forse una colpa voler essere a conoscenza della destinazione??
Al diavolo! Questo dannatissimo senso di colpa mi fa innervosire ancora
di più! Sento la faccia bruciare. Sento che sto perdendo il
controllo. Ma perchè?! Perchè devo sempre essere
così? Perchè sono sempre così
irritabile.. Sento su di me anche gli sguardi delle altre persone sul
vagone. Mi alzo e scappo nell'anti-vagone(se così si
chiama).. Scappo. Si mi sembra il termine appropriato. Non che mi sia
messa a correre piangendo. No. Semplicemente mi sono alzata e ho
camminato tranquillamente per arrivare fuori di là. Non
sopporto tutti quegli sguardi su di me, come se fossi un
chissà quale strano essere. Finalmente sola. No mi sbaglio
vedo Sayuri avvicinarsi a me. Eccola, è a due centimetri da
me. Poggia delicatamente la sua mano sulla mia.
"Abbiamo deciso di concludere quest'estate con una gita alle terme.. E'
stato Ranma a chiamarci. Ha detto che da un pò gli sembravi
triste.. si insomma giù. E visto che non siete andati da
nessuna parte per tutta l'estate, ha organizzato questo viaggio fra
amici. Era una sorpresa.. Gli avevo detto che non avresti aspettato
buona e tranquilla per tutto il viaggio senza sapere cosa stesse
succedendo, ma.."
Se prima mi sentivo in colpa, ora vorrei essere uno struzzo per
nascondere la faccia sotto terra. Come cavolo si fa ad essere
così nervosi!! Perchè?! Perchè sono
così?! Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi..
"Che cos'è?"
"E' una sorpresa.."
"Una sorpresa..???"
"Già..."
"Per me..?"
"Uh..?! Se è per te?... Bè.. si.. anche!"
"Anche..?? Quindi è anche per qualcun'altrA..."
Una sorpresa.. come sono scema!! Sono davvero ottusa. Ho dato per
scontato che se non era solo ed esclusivamente per me.. si ecco..
magari avrebbe potuto essere anche per Shan-pu o Ukyo. Sono davvero una
stupida. Stupida! Stupida! Stupida! Perchè sono sempre
così impulsiva.. perchè..? Non posso credere che
Ranma abbia organizzato tutto questo per me.. ma soprattutto non posso
credere che l'abbia fatto non mettendo al corrente di questo anche le
altre. Forse voleva trascorrere del tempo con me.. Oddio sento la
faccia avvampare. Porto le mani alle guance. Sono caldissime! Con che
coraggio ci torno a sedermi di fronte a lui. Qualcuno mi aiuti. Mi
sento così male. Sono fatta così male mamma?
Perchè Kasumi è così bella e dolce?
Perchè Nabiki sa essere così al disopra di queste
paure? Perchè io sono un'incapace.. perchè? Basta
non riesco più a trattenerle.. maledette lacrime..
"Hai intenzione di passare qua il resto del viaggio?"
"Uh..?" Ranma?? Ma quando? Come?? Sayuri.. quando se
n'è andata..? E Ranma.. Lui quando è arrivato..?
Gli do le spalle e mi affretto ad asciugarmi il viso. Non voglio che mi
veda piangere, anche se credo che sia un pò tardi.
"Dai.. torniamo ai nostri posti. E' stata una mattinata particolare..
sarai un pò spossata."
Lo sento incamminarsi. Vorrei chiedergli scusa, dirgli che sono una
povera scema che non capisce un tubo, ma non riesco a spiccicare alcuna
parola e appena esce dall'anti-cabina ecco che mi rimetto a piangere.
Rimango lì imbambolata ancora per un paio di minuti fino a
quando non torna Sayuri, accompagnata da Yuka, a recuperarmi.
*****
Oggi mi sento piena d'energia! Sento che qualunque cosa accada nulla
potrà abbattermi. Già! E' da settimane che non
vedo il mio adorato Ranma. E' stata una mia scelta. L'ho fatto per
capire cosa provo realmente nei suoi confronti. Molte volte mi
è stato detto che il mio non era un amore sincero, ma
dettato dalle leggi del mio villaggio. Sono affermazioni dure. Sulle
prime non ci volevo prestare ascolto ma poi mi sono resa conto che devo
prendere sul serio i miei sentimenti. E' così ho fatto,
giorno dopo giorno ho ripercorso tutti i giorni trascorsi da quando lo
conobbi in Cina, al torneo delle amazzoni del mio villaggio. Mi apparve
subito agli occhi quella strafottenza che tutto di lui emanava. Dopo
che sottoforma di ragazza mi batté lo seguii fino in
Giappone per vendicarmi dell'affronto subito. Ma poi scoprii che era un
ragazzo, e visto che anche in quella versione mi sconfisse secondo le
leggi del mio villaggio avrebbe dovuto diventare mio marito. Ed
è questo il punto. Ho sempre visto la situazione
così. Ranma mio marito. Ma in verità sarebbe
dovuto essere il contrario. Io la moglie di Ranma. Può
sembrare un ragionamento contorto, lo sembra tutt'ora anche a me.. ma
non lo è. Fino ad ora tutto quello che ho fatto per Ranma
l'ho fatto dando per scontato che lui sarebbe stato in un modo o
nell'altro mio. Ho sbagliato. Ora so come e cosa devo fare. Ricomincio
tutto daccapo. Farò innamorare Ranma di me senza pensare
alle leggi del mio villaggio. Sarò una donna nuova. Una
donna a cui Ranma non saprà resistere.
Mi dispiace per te Akane Tendo, ma Shan-pu è rinata!
*****
Lo spettacolo che ci si mostrò davanti agli occhi era
semplicemente magnifico. Un immenso bosco. Il verde, colore dominante,
contrastato dal bianco avorio della corteccia degli alberi. Un bosco di
betulle immenso, dinnanzi al quale restammo tutti e sei incantati. Quei
pochi istanti sembravano durare in eterno. Non riesco a smettere di
pensarci neanche adesso a distanza di ore. Perchè dico a
distanza di ore?.. Bè perchè sono già
le sette di sera, e siamo ormai da un bel pò arrivati al
nostro chalet. E' stata una giornata faticosa, a partire dal viaggio in
treno, la sfacchinata nel bosco per arrivare qui, le pulizie del
locale, perchè fidarsi di chi se ne occupa è bene
ma non farlo è sempre meglio! Così noi ragazzi ci
siamo occupati del bagno, della nostra camera, della legna per il
camino e del giardino, mentre le ragazze della loro camera e della
cucina. Ora stanno preparando la cena.. Potete immaginare i pasticci
che sta combinando quella pasticciona di Akane..
"Ranma!! Datti una mossa!!"
"C-cosa??"
"Smettila di stare nel mondo dei sogni!! Devi ancora spaccare tutta
questa legna!!"
Già.. "Vorrei sapere perchè tutta la fatica devo
farla io.. Anche voi siete degli uomini!!"
"Ma sei tu l'esperto di arti marziali"
"E' questo che centra Hiroshi??!!"
"Ragazzi piantatela.. Piuttosto Ranma..."
Il tono di voce di Daysuke non preannuncia nulla di buono.. "Che
c'è..!"
"Di un pò.. che hai intenzione di fare con Akane.. eh!!?"
"C-Che cavolo... A che stai alludendo??!!! Eh!!!!!"
"Non fare il finto tonto..!" Hiroshi se ne esce sempre con questa
frase.. sono sicuro che sta per chiedermi la stessa cosa che mi chiese
non appena ci conoscemmo..
"Dai Ranma!! Non fare il cattivo rendici partecipi, no!!!"
"Ma di che cosa?????" rispondo esasperato.
"Fino a dove sei arrivato con Akane??"
Ecco lo sapevo.. questi due sono proprio insopportabili.. Senza
accorgermene me li ritrovo addosso. Hiroshi alla mia destra con il
braccio intorno al mio collo, che per poco non mi strozza, e Daysuke a
sinistra mi costringe a sedermi per terra spingendo con la mano sulla
mia testa. Ed eccoci di nuovo uno di fianco all'altro a guardare in
direzione della cucina. Dalla finestra aperta si vede benissimo Quella
pasticciona alle prese con una padella bruciata dalla stessa. Ha le
mani ed il viso imbrattati dalla farina e gli occhi lucidi di chi non
ne può più di farne una dietro l'altra. Yuka e
Sayuri non danno per vinte si sono ripromesse di far cucinare ad Akane
almeno un piatto decente prima della fine di questa breve vacanza..
spero ci riescano.
"E allora..?"
"uh?"
"Smettila di far finta di non sentire!!!"
"Hiroshi ha ragione!! Possibile che tu ed Akane non abbiate ancora
fatto nulla!! Eppure ormai vi conoscete da parecchio!!!"
"Già.. Stavate pure per sposarvi..!!"
Sembra passato un secolo.. invece solo un paio di mesi.. giusto quelli
estivi. E' vero, ci conosciamo da un pezzo io e lei.. quanto? Un anno?
Due? Non saprei.. da quando io e mio padre sia arrivati dai Tendo il
tempo ha cominciato a trascorrere lentamente, o forse no, forse va
più in fretta.. Dio non lo so. O forse non mi interessa.. mi
va bene così, stare la con loro è la cosa
più bella che potesse accadermi.. una volta tanto quel
cretino di un panda ha fatto qualcosa d'intelligente! Comunque sia, non
è vero che io e Akane non abbiamo fatto ancora niente,
ricordo perfettamente quando in una gita dall'allenamento con mio padre
e Soun incappammo in un vecchio bonzo che per liberarsi da una tremenda
tutina comprò Tendo con una sedia girevole ed un portafoglio
delle sette divinità della fortuna. Ricordo benissimo quanti
guai quella dannata tutina mi fece passare.. già e ricordo
anche quel breve momento.. Io e lei, chiusi in quello stanzino.. non
potete nemmeno immaginare quanto mi sia sentito carogna in quel
frangente. Cercavo di abbordarla solo per riuscire a sconfiggere la
tutina che le stava sempre appiccicata avendo scelto proprio Akane come
padrone. Ero invidioso del fatto che fosse stata scelta lei come
maestra dei maestri d'arti marziali, e così con la scusa di
una torta le ho dato appuntamento nello stanzino, lontano da occhi
indiscreti.. o almeno così credevo..^^' Non posso ancora
credere che se quella tutina non ci avesse scoperto ci saremmo baciati.
Un bacio vero questa volta, non come quello della recita di Romeo e
Giulietta o come quando mi trasformai in gatto. Un bacio senza
spettatori, un bacio intimo, il nostro bacio, mio e di Akane.. Ma con
la tutina che ci smascherò e Soun e Nabiki che cominciarono
a parlare a vanvera ci mancò poco che Akane mi ammazzasse..
per fortuna tutto finì per il meglio. Sono molto
più coraggioso di quanto si possa credere. Già
Quella non è stata certo l'unica volta che ero ad un palmo
dal baciarla! Qualche tempo più tardi, mia madre ancora allo
scuro della mia doppia identità, per una serie di fatti
cominciò ad indagare credendo che al Dojo si nascondesse un
qualche maniaco pericoloso. Akane se ne accorse e cercò di
mettermi al sicuro. Aveva paura che mia madre arrivasse a credere che
fossi proprio io quel maniaco. Così mi trascinò
nella stanza con quel famoso stanzino, chiuse la porta, spense la luce
e prima che io potessi dire qualsiasi cosa mi si scagliò
addosso tappandomi la bocca con una mano. Io non ci stavo capendo
nulla, arrivai a pensare che quello fosse un modo per riappacificarci
vista la nostra brutta lite sul suo seno.. sapete che non è
grandissimo.. eh, eh.. Convinto di questo e armato di coraggio,
l'abbracciai con foga e mi apprestai a baciarla. Risultato: lei
gridò dandomi del cretino poiché non avevo capito
niente e, mia madre che dormiva nascosta nello stanzino accanto, venne
svegliata dai rumori, per poco non mi affettò per benino con
la sua katana.
"Ehi Ranma!!"
"uh..?"
"Smettila di rispondere sempre -uh..?-"
"Già!!! Siamo o non siamo amici!!?"
"E questo che centra??"
"Come che centra!! Agli amici si raccontano le cose che si sperimentano
con le ragazze!!!"
Dicendomelo Daysuke batte sulla mia schiena ed io per poco non mi
soffoco con la mia saliva.. Sono irrecuperabili. Non ho la minima idea
di raccontare e niente ed a nessuno di quelle piccole cose che
succedono tra me ed Akane. Sono solo mie!
"RAGAZZI!!! La cena è pronta!!! Venite ad apparecchiare la
tavola!!!"
La voce di Sayuri richiama la nostra attenzione, e approfittando della
distrazione di Hiroshi e Daysuke scatto in piedi liberandomi dalla loro
presa.
"Argh..!! Ranma torna qua!!! Devi ancora sputare il rospo!!!!"
"Neanche sotto tortura!!!! Bleach!!!!!"
Sono stranamente sereno.. Sento che il mio piano andrà per
il meglio!
*****
"Ni-hao!!!"
"Oh, shan-pu.. Qual buon vento ti porta da queste parti??? Era da un
pò che non ti si vedeva in giro!!"
"Sono venuta per vedere Ranma"
"Mi spiace ma non è in casa.."
"Come?? E dov’è??"
"Non saprei dirti... Hai già cenato?? Perchè non
ti unisci a noi stasera abbiamo due posti vuoti, manca anche Akane."
Ma che cosa.. dove sono andati a finire quei due???
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Uff... che fatica!!! non potete immaginare quanto mi ci è
voluto per scrivere la seconda parte.. Anzi forse si, visto che non
aggiorno da un sacco di tempo!! Ma purtroppo con la fine della scuola
è stato molto difficile... Molto probabilmente la terza
parte la posterò alla fine delle vacanze.. A meno che non mi
venga il lampo di genio dello scrittore!!! Comunque spero che questo
capitolo vi sia piaciuto.. Ah come potete vedere non mi sono
dimenticata di personaggi fondamentali come Shan-pu!!! Tranquilli tra
poco se ne aggiungeranno altri.. Non li lasceranno di certo da soli a
quei due!!!! ^^
Ps.Nel caso non lo aveste capito nell'ultimo pezzo Shan-pu parla con
Kasumi!!! *^^*
Il sole è davvero troppo caldo. Sono già le sette
della sera e ancora l'aria è satura di calore. Ormai sono
passati due mesi dall'ultima volta che ho visto cadere la pioggia.
L'acqua delle pozze era tutta mischiata. Dopo quella volta sono tornato
solo più una volta in Giappone. E cioè quando per
colpa del mio senso dell'orientamento sono finito al dojo dei Tendo,
decorato a festa per il matrimonio andato a monte di Ranma e Akane.
..Akane.. Dio solo sa quanto mi manchi, quanti sforzi abbia fatto per
non rimettere piede nella tua città. Mi sono addirittura
tenuto a distanza dall'intero Giappone pur di evitare d'incontrarti.
Dopotutto quello che è successo in quella maledetta grotta
del monte Hooh, mi sono messo il cuore in pace. La verità mi
è stata letteralmente spiaccicata in faccia, e che io voglia
ammetterlo o no, quei due sono innamorati l'una dell'altro. Devo
ammettere che Shan-pu e Ukyo non si sono date per vinte nemmeno dopo
tutto quello che è successo. Bè certo Ukyo, come
del resto quella pazza di Kodachi, non ha visto quello che è
successo in Cina, quindi bene o male ha una scusante. Ma Shan-pu, come
può continuare a correre dietro a Ranma pur sapendo
benissimo come sono andate le cose. Ricordo benissimo quante
okonomiyaki e quanti nikuman esplosivi hanno lanciato addosso alla
povera Akane, pur di riuscire a levarla di torno.. Come sono ottuse.. o
innamorate..? Comunque sia non sono di certo problemi miei! Io la mia
scelta l'ho fatta. Potete darmi del codardo, del vigliacco, ma so per
certo che Akane stia benissimo anche senza di me, quindi
perchè dovrei far del male a me stesso continuando a vederla
ogni giorno che passa insieme al suo Ranma??! No, non è la
vita che voglio vivere questa.
Sayonara Akane..
"Ouch!"
Ma che diavolo?? Tutt'ad un tratto mi sono sentito piombare qualcosa
addosso, con tanta forza da farmi perdere l'equilibrio e cadere a
terra.
"Ahia che botta!!! Ma si può sapere che cavolo?!!!! ..Uh..
Shan-pu?!"
A pochi centimetri dal mio naso vedo gli occhi color lavanda della
cinesina combinaguai. Evidentemente correndo non mi ha visto, deve aver
perso l’equilibrio anche lei perchè mi
è praticamente tra le braccia. D'improvviso sento le guance
andare a fuoco. Non mi ero mai accorto di quanto fosse carina. Ha un
viso piccolo, con due piccole gote rosse - evidentemente per l'affanno
della corsa - e due occhi grandi con ciglia folte. Mi chiedo quanto
tempo passi davanti allo specchio a truccarsi.. Certo che
però il rosso del suo ombretto sta d'incanto col colore dei
suoi occhi. Rimaniamo fermi per qualche istante sorpresi l'uno
dell'altro. Un momento più tardi l'amazzone scatta in piedi,
si pulisce la casacca cinese dalla polvere, mi fa cenno di saluto con
la mano e si rimette a correre.
"A-aspetta!!"
Senza accorgermene è la mia bocca che parla da sola. Shan-pu
si ferma di scatto e si volta a guardarmi con fare seccato.
"Che vuoi maialino?"
Cosa?? Come mi ha chiamato??? MAIALINO?! Questa assomiglia troppo a
quel bastardo di Ranma..! Cerco di riprendere il controllo di me stesso
e, le pongo la domanda che mi è balenata in testa.
"Senti un pò gatta morta.." a queste mie parole noto con
gioia le fiamme ardere nei suoi occhi, a dimostrare che le ho risposto
per le rime, "..che ci fai in Cina?" le fiamme precedentemente
avvampate nei suoi occhi scompaiono e, a sostituirle giunge uno sguardo
al quanto smarrito, la vedo guardarsi attorno incerta. Possibile che
non si sia accorta di trovarsi in un altro Paese?? Torna a fissarmi
negli occhi, ricambio il suo sguardo che poco a poco si tranquillizza.
Sembra passare un’eternità quando ad un tratto..
"Uah ah ah ah!! Aha ah ah ah!!! Che scemo!!! Ah ahah ah!!!"
E ora che ha da ridere a quel modo??! Se poco fa mi era parsa carina
ora sembra solo una gallinaccia impazzita. "Ehi! Che cavolo hai da
ridere??!" Sbottò con tutta la rabbia che quel suo
comportamento mi ha fatto venire. Ci vuole ancora un bel pò
prima che riesca a riprendere il controllo di se. Ancora fra qualche
risatina a stento trattenuta comincia a parlarmi di nuovo.
"Ryoga, sei proprio irrecuperabile..ah, ah."
"Che?? E' perchè??!" Rispondo ancora più nervoso.
"Questa non è la Cina!!"
"Come non è la Cina.. Ma di che diavolo stai parlando??"
"Siamo in Giappone, più precisamente a Ne.."
"TACI!" La paura mi invade la mente, possibile che tutti i miei sforzi
non siano serviti a niente?? Possibile che più cerco di
stare lontano da questo maledettissimo posto più mi ci
ritrovo in mezzo?? Perchè sono tanto sfortunato!!? Shan-pu
deve aver perso la voglia di prendermi in giro, ormai non è
più scossa dalle sue diaboliche risatine, anzi sarei
disposto a scommettere che si senta anche un pò in colpa per
come mi ha deriso. In fondo sa benissimo quello che provo, quello che
ho passato e che sto passando,perchè anche lei come me si
trova in una situazione simile. Non ho più voglia di parlare
con lei, con la testa china le volto le spalle e faccio per andarmene.
Questa volta è lei a fermarmi. Cesso di camminare, ma non mi
volto. Non ho voglia di vedere i suoi occhi che mi compatiscono.
"Che vuoi ancora?!" Dico seccato.
"Vieni con me Ryoga!"
La voce ferma e intrigante della ragazza mi persuade a voltarmi. La
guardo interrogativo e lei riprende la parola.
"Vado a Yujhi"
"Non ho voglia di venire in vacanza con te!!" Insiste ancora a
prendermi per i fondelli sta qua!!
"Non ti sto invitando a fare una vacanza insieme."
"E allora arriva subito al dunque anziché dilungarti!!"
"Andiamo a riprenderci quello che ci appartiene!"
Niente da fare, non ne vuole sapere di essere più
esauriente..uff.."E di grazia, che cosa ci apparterrebbe???" Chiedo
sperando di avere finalmente una risposta più significativa.
"Io Ranma. Tu Akane."
*****
Le prime stelle della sera sono già spuntate..
Il cielo mi ha sempre attratto.. E' come una calamita. Quando comincio
a guardarlo finisco sempre con il perdermici. Ma qualcuno sa quante
stelle ci sono anche solo all'interno del sistema solare?? Non credo..
E poi il sistema solare non è mica una scatola.. Chi
potrebbe mai stabilire quali stelle ne fanno parte e quali no???
Bè inutile stare qui a scervellarmi..
Questo tetto non è certo dei più comodi,
però... Se per quanto riguarda la vista del cielo stellato
questo luogo batte il dojo, in quanto a comodità perde su
tutta la linea!! Comunque la pace che c'è qui è
confortevole, mi piace. Lo so che volete sapere come è
andata la cena. Ma non è successo nulla di ché..
Yuka e Sayuri se la cavano niente male ai fornelli,in quanto ad Akane,
bè lo sapete anche voi, è decisamente negata.. Ma
vedeste quanto impegno ci mette.. Ricordo quando mia madre si mise
d'impegno per cercare di farle cucinare almeno un piatto decente..
Risultato, riuscì a scaldare un pò d'acqua, e
tutte le schifezze Nodoka non conoscendo ancora la doppia
identità di suo marito, le diede al grande panda che abitava
al dojo. Ricordo ancora benissimo come reagì Akane
all'ennesimo disastro che combinò in quella cucina, non so
con quale coraggio mise le uova crude nel forno a microonde facendolo
saltare in aria e distruggendo il tubo del distributore dell'acqua
calda. Notando il gran casino che era riuscita a fare
cominciò a tremare e scoppiò in lacrime dandosi
dell'incapace.. Sfido chiunque a negarlo!! Ma è anche vero
che se fa tutti questi tentativi a vuoto è per cercare di
fare bella figura con me.. Sa benissimo quanto detesti la sua cucina.
Sa di non essere capace. Sa che molto probabilmente non sarà
mai brava come Ukyo, Shan-pu o Kodachi, ma cerca di mettercela tutta, e
lo fa per me.. Non è fantastico?!
"Ranma..?"
Inutile dire che quando penso a lei mi va in tilt tutto il sistema
difensivo.. Infatti sussulto non appena la sento chiamarmi da dietro le
spalle. Mi volto a guardarla e con la faccia un pò
imbarazzata, forse per via della frittata di verdure carbonizzata, mi
sorride.
"Che c'è?" Chiedo interrogativo.
"Andiamo alle terme qui nel bosco.. Vieni anche tu..no?"
E' un pò strana stasera..Cos'è sto comportamento
timido??!
"Certo che vengo" Così dicendo mi metto in piedi e mi avvio
sul bordo del tetto.
"Ranma! Scusami.."
La guardo continuando a non capire.. "Scusa per cosa?? La frittata non
era così.. bè insomma sappiamo tutti e due che
non sei una maga ai fornelli... no..?" La mia voce comincia ad
incrinarsi. Spero di non aver detto nulla di offensivo.. ma non mi
sembra.. Cioè io, ho detto solo.. insomma sa pure lei quanto
sia negata..
"No! Non mi riferivo alla FRITTATA.."
Dev'essersela presa per le mie parole notando come abbia caricato di
rabbia l'ultima parola.. Ma se non è per questo, allora di
che sta parlando???
"A cosa ti riferisci??" Chiedo non capendola.
"A come mi sono comportata sul treno..."
Era questo... che le attanagliava il cuore?? Bè in effetti
non si è comportata molto bene nei miei confronti.. Posso
anche capire che volesse sapere dove stessimo andando, tuttavia non
cera bisogno di reagire a quel modo. Ma io non ci pensavo
già più. L'unica cosa che voglio adesso e che si
diverta, che si dimentichi anche se solo per pochi giorni di tutta la
vita disastrosa che viviamo ogni giorno a Nerima. Voglio che non pensi
continuamente alle altre, Shan-pu, Ukyo, Kodachi e chicchessia. Voglio
che non si senta inferiore o meno bella. Voglio che si senta bene qui
con me. Non ho voglia di parlare del suo comportamento in
quell'occasione. Non voglio rischiare di bisticciare per qualche parola
stupida buttata li a casaccio. Nossignore non intendo farlo!
"Tranquilla. Ora è meglio andare da quei quattro!" Le
strizzo l'occhio e uno dopo l'altra scendiamo dal tetto.
"Finalmente!!! Pensavamo foste andati ad imboscarvi..."
"Ma che di.." Vedo le parole morire sulle sue labbra quando a quella
frase di Hiroshi, mi ha visto sorridere anziché ribattere
come lei stava facendo. Mi spiace per te Akane ma ormai io la mia
decisione l'ho presa, e non vedo l'ora di mettertene al corrente.
*****
"Fammi capire bene.. Hai saputo che Ranma e Akane sono in vacanza
insieme"
"Non DA SOLI! Con compagni di classe!!"
"Si vabbè.. Comunque insieme.. e vorresti raggiungerli e
prenderti una volta per tutte Ranma?? Ho capito bene??"
"Esatto!"
"E' come pensi di PRENDERTELO?"
"Gli aprirò, una volta per tutte il mio cuore. Niente
trucchi, nessun inganno.. Solo una ragazza e i suoi sentimenti."
"E credi che questo basti a farlo innamorare di te?! Tu sei
completamente andata Shan-pu!!!" Per dio.. che cavolo pensa di
ottenere?? Crede davvero che dichiararsi basti per essere
corrisposti??! No, non le credo. C'è qualcosa che mi puzza..
Non mi fido di questa amazzone. Shan-pu non è mai stata
onesta.. Una persona non cambia dall'oggi al domani. Non posso
permetterle di andare da Ranma. Non voglio che Akane soffra a causa sua.
"Va bene, ci sto."
"Ayia!!! Sapevo che avresti accettato!!! Ryoga, presto Akane
sarà tua!!"
Povera illusa.. Quand'è che aprirai gli occhi.. Ranma non ti
vorrà mai.. E tu non arriverai mai da lui.. Io te lo
impedirò.
*****
"Com'è bello starsene dentro quest’acqua calda!!"
Sayury ha perfettamente ragione. Le terme hanno davvero qualcosa di
straordinario. Il corpo avvolto dal calore, la testa comodamente
appoggiata ad un masso reso morbido dal muschio e davanti a me una
ragazza coi capelli corti e scuri e le guance rosse. Da quando siamo
qui non mi ha più detto una parola. Credo che cominci a
sospettare qualcosa.. dopotutto non è certo da me questo
modo di fare. e giuro che faccio fatica pure io a mostrarmi
così tranquillo e deciso. In verità ho una paura
assurda. Paura che le cose non vadano come ho pianificato, paura che
arrivi qualcuno a distruggere tutto, paura che una volta aperto il mio
cuore ad Akane lei rida di me. Ma al diavolo! Questo discorso me lo
sono ripetuto almeno 20 mila volte!! Un'artista marziale non deve
essere un fifone vigliacco!! No. quello che sto per fare sarebbe dovuto
succedere già da tempo.
"Ranma.."
Preso com'ero dai miei mille pensieri non mi sono neanche accorto che
Akane mi si è avvicinata, o per meglio dire, affiancata. Da
vicino è ancora più carina..
"io sono un pò stanca… torno dentro."
"Com.. cos??" Uh.. Stai male??"
"No, no! Sto bene.. davvero.. solo stanchezza tutto qui."
"Ti accompagno, dico agli altri che and.."
"No."
"..." Non so che dire, che fare.. Non capisco.. Akane non vuole che
l'accompagni o non vuole che dica agli altri che rientriamo.. e avere
il suo bel viso arrossato ad un palmo dal mio non rende certo il mio
cervello in condizioni di ragionare appieno.
".. Vado da sola. Tu stai pure qui un altro pò.. "
Perfetto.. più chiaro di così.. Forse ha
già capito tutto e vuole precedermi. Vuole esplicitamente
farmi capire che non devo fare quel che ho intenzione di fare, o che
avevo intenzione di fare. Perché in questo momento tutti
quei bei discorsi che ho ripetuto alla mia testa stanno crollando. Non
sono più sicuro.. Sicuramente lei non mi vuole.. Ma no che
vado a pensare.. Forza Ranma parlale!!! Dì qualcosa!!
Avanti!! No. non andare Akane, aspetta..
"Dannazione!"
"Amico tutto ok?!"
Hiroshi è il primo ad accorgersi di me e dell'assenza di
Akane. Da quando è rientrata, sono passati una ventina di
minuti. E' proprio vero che quando una persona t’interessa
relativamente non ti accorgi di niente.. nemmeno se va via. Molto
probabilmente se Sayuri o Yuka fossero andate via io non ci avrei fatto
caso più di tanto, preso come sono da Akane. Uff.. ma come
cavolo è possibile farsi coinvolgere tanto da una ragazza..
com'è possibile sentire fitte di dolore e di piacere per un
banale si o per uno stupido no??
..Mi fa male la testa..
"Ehi.. stai bene??"
"Uh..? .. no, non credo.. mi sa che rientro pure io."
"Come pure tu?? ..mh.. Oh! Akane! Ma quando....??"
"Da quasi mezz'ora... Bè, di tu agli altri che torno in
casa. Ok?"
"Si."
"Grazie."
"Ranma!"
"Si?"
"Andrà tutto secondo i piani!"
Così dicendo Hiroshi mi strizza l'occhio con fare malizioso.
Inutile dire che sono arrossito come un peperone sbuffando le solite
frasi incomprensibili anche a me stesso. Gli do le spalle e, ancora
fumante di vergogna corro verso casa.
E' tutto buio. Tutto fermo. Per un momento una sensazione di gelo mi
attraversa il corpo. Senza neanche pensarci mi precipito al piano
superiore e mi fermo davanti alla sua porta. Resto immobile per alcuni
istanti, mentre il ritmo del mio cuore si ristabilisce su un battito
normale e, il respiro si fa quieto. Dall'altra parte della porta non
arriva alcun suono, nessun rumore. Mi fa sentire stranamente a disagio
questo. Poso entrambe le mani sulla porta e vi appoggio l'orecchio.
Chiudo gli occhi. Nulla. Ma d'altra parte che cosa dovrei sentire??
Forse dovrei preoccuparmi se al contrario, dalla stanza dove dorme
Akane, provenissero rumori 'molesti'. Mi scuoto e mi rendo conto che
vorrei solamente avere un pretesto per entrare e vederla. Che stupido.
uff.. Bè non mi sembra proprio il caso di svegliarla per una
sciocchezza simile. In primo luogo non saprei che cosa dirle, e poi
sono sicuro che si arrabbierebbe come una pazza. Eh, eh..
Sarà meglio andare a dormire.. Daltronde ho tutto il tempo
per vederla in questi giorni.. Tutta per me..
*****
Akane.. il solo pensarti mi fa star male. Avevo promesso a me stesso
che non ti avrei più cercata fra i miei pensieri. Mi ero
ripromesse di non vederti più, di non amarti.. Ma
è tutto così dannatamente difficile.. ed ora lo
è molto di più. Ora che devo proteggerti. So
quanto tu ami Ranma e sfortunatamente so che lui ti ricambia con tutto
se stesso. In fondo siamo uguali io e lui, due stupidi ragazzi
innamorati che non sanno esprimere i propri sentimenti. Ma che rabbia
mi fa!! Perchè deve toccare proprio a me?! Perchè
devo essere io a venire in vostro aiuto?! Già in fondo chi
me lo fa fare? Nessuno mi obbliga a seguire Shan-pu per fermarla.
Potrei semplicemente sparire dalla circolazione e lasciar si che il
fato si compi. Dopotutto se è destino che quei due si
dividano io che posso farci?! Magari nemmeno quella scatenata cinesina
riuscirà ad allontanarli e tutto andrà avanti
come al solito.. Già a me che importa.
"Grazie Ryoga! Tu sei l'amico più caro che ho, ogni volta
che torni da un viaggio mi porti sempre qualcosa!!"
mpf.. che stupido. Cerco solo di ingannarmi, non potrei mai fregarmene
di lei. Non potrei mai permettere che qualcuno la faccia soffrire.
Diamine maledettissimo cuore perchè fai così
male!!!
"Ryoga.. Aya!!! Ma non sei ancora pronto??!! Sbrigati voglio essere a
destinazione prima che sorga il sole!!"
"Ehi gattaccia, vedi di darti una calmata. Ho quasi finito, arrivo."
"Tks! Stupido maialino!"
Continua..
Note dell'autrice: Mammina che fatica scrivere questo capitolo!!
Bè se vi ricordate la storia la sto inventando capitolo per
capitolo e devo dire che una fatica perchè il fatto di no
sapere cosa succederà dopo mi preoccupa un pò.
Spero di non creare casini, ed evitare che avvenimenti futuri non
vadano d'accordo con quelli passati. Nel caso dovesse succedere
qualcosa di questo tipo vi prego di farmelo notare!!! Vi ringrazio
ancora tutti di cuore e spero che questo nuovo capitolo sia di vostro
gradimento!!!!
Bacionissimi!!!!!!!!!!!
Il rumore che proviene dal piano di
sotto ha
un non so che di fastidioso. Rumore di passi. Rumore di persone che
vanno
avanti e indietro. Mobiletti che vengono aperti e chiusi a ritmo
costante.
Rumore di pentole .. Tante pentole. Rumore di stoviglie che cadono per
terra.
Che Akane stia preparando la colazione?? Un brivido mi corre lungo la
schiena.
Apro gli occhi e vengo investito dai raggi di sole che filtrano dalla
finestra
aperta. Il cinguettio degli uccelli e il profumo d'aria fresca mi fanno
stare
bene. Mi alzo e mi affaccio. La vegetazione attorno allo chalet ha un
non so
che di meraviglioso. Inspiro profondamente per assaporare il magico
profumo
della natura. Ma sfortunatamente per me quel delizioso profumo viene
coperto da
un raccapricciante odore di bruciato. Ora ne sono sicuro. Akane sta
cucinando
la colazione. Un sospiro rassegnato mi sfugge di bocca. Non ho
intenzione di
mangiare l'ennesima schifezza che prepara. Ma non voglio neanche
litigare per
questo. Devo pensare velocemente a qualcosa prima che lei arrivi qui
per
portarmi la colazione. Mi volto pensando al da farsi, e mi accorgo di
essere
solo. I letti di Hiroshi e Daysuke sono vuoti e in ordine. Ne tocco uno
e sento
la stoffa del copriletto fredda. Devono essersi alzati da molto. Magari
ora
stanno mangiando una splendida colazione preparata da Sayuri o Yuka...
E a me
tocca morire di mal di pancia!! Sigh..
Uffa... Più tempo sto
qui a pensare più
Akane potrebbe cucinare!! Forse mi conviene scendere e fermarla prima
che sia
troppo tardi.
Mi vesto velocemente. Infilo la
casacca
bianca smanicata e i polsini dorati. Pantalone scuro e cintura gialla.
Faccio
per uscire ma prima mi dò un'occhiata allo specchio.
Controllo il profilo
migliore, il modo in cui sorridere e.. Si! Sono troppo bello!!!
Vado!
Scendendo le scale non posso fare a
meno
di storcere il naso. L'odore di bruciato è
insopportabilmente fitto. Passo per
il salotto e arrivo in cucina. Akane ha la faccia imbronciata. E' china
sul
cesto dell'immondizia e con un cucchiaio di legno ci fa scivolare
quello che
rimane della colazione. Poi sbatte con forza la padella bruciacchiata
nel
lavandino. Resta pochi secondi immobile a fissarla. Le sue mani sono
chiuse a
pugno. Ho l'impressione che stia per piangere e io questo non lo
voglio. Torno
indietro di qualche passo, per non farle capire che ho visto tutto.
Mentre mi
riavvicino parlo.
"Buon giorno a tutti!" dico come
se fossi appena arrivato. Akane si gira velocemente e azzarda un mezzo
sorriso.
"B-buon giorno" aggiunge poi con
voce calma.
Mi guardo attorno per cercare gli
altri.
Non c'è nessuno. Strano..
"Sono usciti da un paio d'ore.."
Akane mi risponde senza che io le
faccia
alcuna domanda. Quei furbacchioni se ne sono andati senza nemmeno
aspettarmi.
"Gli ho detto di aspettare che ti
fossi svegliato ma loro hanno detto che tu.."
Mentre riprende la parola il suo
viso
assume una tonalità rossastra. Vedendomi fissarla distoglie
lo sguardo e
comincia a sfregarsi le mani con fare nervoso. Che diavolo le hanno
detto??!!
"Hanno detto??" chiedo con voce
quasi nervosa. Lei mi riguarda, è un pò
indispettita dal mio tono di voce.
Sbuffa e si gira dall'altra parte. Poco prima che provi a riaprire
bocca lei
dice di getto: "Hanno detto che tu volevi restare da solo con me!"
Il timbro antipatico della sua voce
mi
spinge quasi ad iniziare l'ennesimo battibecco ma con tutto lo sforzo
di questo
mondo riesco ad evitare alla bocca di parlare a vanvera.
--Andrà tutto secondo i
piani!!--
Hiroshi!! E' senza dubbio stata una
sua
idea!! Quel cretino aveva capito prima di me quello che avevo
intenzione di
fare una volta qua. Già.. Così non ha fatto altro
che venirmi incontro
lasciandomi tutto il tempo e lo spazio necessario. Sa che davanti a
loro prima
o poi avrei commesso qualche passo falso buttando così tutto
all'aria. Bè..
grazie amico. Stai pur certo che non sprecherò questa
opportunità.
Devono di sicuro essere passati
parecchi
minuti, nel silenzio più totale devo muovermi a dire
qualcosa prima che Akane
si arrabbi sul serio. Allora vediamo che posso dirle?? Forse
è ancora troppo
presto per portarla alla casa del muschio... o no?? Cavolo..
Bè comunque sia
qualcosa dovremo pure farla non possiamo mica stare qua in silenzio
tutto il
giorno!! Muoviti Ranma dì qualcosa!!! Avanti!!!
"Allora? Ti sei morso la
lingua??"
Eh?? Mannaggia la miseriaccia alla
fine ho
fatto parlare prima lei.. Diavolo potevo uscirmene con una frase tipo:
-- E'
perfettamente vero!-- o che ne so --Certo che volevo restare solo con
te!!--
noo forse è meglio che lei abbia parlato per prima..
"Ranma??!"
Ouch.. Che cavolo! Mi metto qui a
pensare
e alla fine non dico mai nulla!!!
"Si!! Cioè no!!
Bè... per caso c'è
qualcosa da mangiare??" Ma sono proprio idiota o cosa??? Con tutte le
cose
che potevo dire penso a mangiare??!! Vedo il suo sguardo rabbuiarsi.
Sono
proprio un incapace!! Comincio a credere che niente andrà
secondo i piani..
anzi. Akane va al piccolo frigo e tira fuori un piatto con un omelette.
"Tieni. L'ha fatta Yuka stai
tranquillo.."
Molto probabilmente le ha chiesto
lei di
preparare qualcosa nel caso in cui avesse fatto qualcosa di
immangiabile. Bè..
se non altro si preoccupa per il mio stomaco!!
"Grazie.." dico sedendomi a
tavola. Le si siede davanti a me. Chissà a che pensa. Metto
in bocca il primo
boccone. Decisamente non l'ha preparato Akane. Il suo sguardo triste fa
si che
le parole mi escano da sole.
"Sono sicuro che se continui a
provare prima o poi ne sarai capace.."
Nel momento stesso in cui realizzo
quello
che ho appena detto, la mano che teneva le bacchette le lascia cadere
sul
tavolo. Il silenzio regna indiscusso. Alzo gli occhi quel tanto che
basta a
farmi vedere sulle sue labbra una forma a 'o'. Sposto lo sguardo sui
suoi
grandi occhi nocciola. Lei mi sta fissando come se fossi un fantasma.
Azzardo
un mezzo sorriso. Akane continua a stare zitta e immobile. Mi alzo da
tavola senza
pensarci due volte e mi avvicino all'uscio della cucina dandole le
spalle.
Questa situazione non mi convince.. Non so perchè ma non
è questo il modo in
cui voglio dichiarami. Prima che lei possa dire una qualsiasi cosa
è meglio che
faccia qualcosa. Conto fino a tre e poi mi volto a guardarla.
"Allora! Andiamo??" Senza
aspettare una risposta mi incammino verso l'uscita. Scendo i tre
gradini della
veranda, avanzo di un altro paio di passi e infine mi fermo ad
aspettarla.Passano
un paio di minuti quando con uno
squillante "Eccomi!" esce dallo chalet. La guardo. Resta ferma sul
nero ebano della veranda e sorride come una bambina che sta per andare
al luna
park. Ogni giorno mi sembra sempre più bella. Mentre scende
gli scalini per
raggiungermi sul prato, non posso fare a meno di notare che belle gambe
che
abbia. Il pantalone alla pescatore nero aderisce perfettamente alle sue
cosce.
Legata ai fianchi, che oggi non mi sembrano per niente larghi, ma
semmai
armoniosi, porta legato il golfino azzurro di ieri. La maglietta attira
subito
dopo la mia attenzione, è una semplice t-shirt bianca e
all'altezza del seno fa
capolino la scritta HAPPY a caratteri grandi. Non so per quanto ma
credo
abbastanza, resto a fissare quella tondeggiante scritta, tanto che
vengo richiamato
da una falsa tosse di Akane. Che si sia accorta che le stavo
guardando...Alzo
gli occhi al cielo con una velocità tale che mi fa girare la
testa. Sento il
viso in fiamme. Dannazione! Non faccio altro che fare figuracce!!!
"Allora andiamo?" Mi chiede lei
costringendomi a guardarla. Accenno ad un si con la testa e ancora
imbarazzato
comincio a camminare con Akane al mio fianco. Ora comincio a capire
come si
sente il Dottor Tofu ogni volta che incontra Kasumi. Se fino ad ora mi
era
sembrato soltanto un povero pazzo adesso sono costretto a ricredermi.
Non è
pazzo ma semplicemente innamorato!!
****
"Maledetto idiota!!! Vieni
qua!!"
Così dicendo Shan-pu
tirò fuori dal
borsone un paio di manette. Prese il polso di un riluttante Ryoga e lo
legò al
suo.
"Ma che..!"
"Almeno così non ti
perderai!!"
"Ma si può sapere che ci
fanno delle
manette nel tuo zaino???!!"
Non riesco a credere ai miei occhi.
Ma che
cavolo ha in mente quella mezza pazza di una gatta??! Comincio a
rallegrarmi
per aver preso la decisione di seguirla. Chissà a cosa
sarebbero servite quelle
manette.. Forse Shan-pu aveva intenzione una volta giunta dal suo
futuro
consorte, di ammanettare Akane il più lontano possibile in
modo da poter stare
sola con Ranma e estorcergli qualche stupida promessa. Ma
perchè??! Perchè
nessuno riesce a capire?! Perchè tutti sembrano avere delle
spesse fette di
salame sugli occhi?? Gli stessi interessati non fanno altro che far
finta di
niente. Ranma e Akane.. Akane e Ranma.. Da qualsiasi punto di vista li
si
guarda non si riesce a vedere null'altro se non il loro legame. Un
legame tanto
sottile quanto forte. Basta. Ho deciso. Anche se a malincuore devo fare
qualcosa. Devono smetterla tutti quanti di prendersi in giro. Devo
farlo
altrimenti non mi libererò mai di questo peso. Non posso
sopportare più di
vedere il volto triste di Akane. Non voglio più vederla star
male a causa delle
mille fidanzate di quel mezzo uomo di Ranma. Ora basta!
Questo stupido di Ryoga mi sta
rallentando.. Comincio a pensare che non sia stata una buona idea
portarmelo
dietro. Ma forse posso ancora escogitare un modo per liberarmene e far
si che
lui a destinazione non ci arrivi.. Ranma.. Una volta da te
metterò da parte il
mio cuore di amazzone. Per la prima volta capirai cosa significhi
davvero essere
amati. Non permetterò che uno stupido incidente ti
condizioni nelle scelte.
Quello che è successo in Cina sul monte Hooh non significa
niente. Per quanto
tu possa volere bene a quel maschiaccio, quel tuo sentimento non ha
nulla a che
vedere con l'amore. L'amore è un'altra cosa.. E io
t'insegnerò ad amarmi.
*****
Il bosco di betulle ci circonda e
ci
nasconde. Camminiamo in silenzio in questa valle di natura. Il
cinguettio degli
uccelli, il fruscio del vento fra gli alberi, il suono dei grilli..
Niente può
impedirmi di sentire il respiro di Akane. Siamo rimasti nel silenzio
per un pò
di tempo. Potrebbero essere passati minuti, ore o addirittura giorni.
Non lo
potrei dire. Il tempo quando sono solo con lei sembra fermarsi. Da
quant'è che
però non siamo rimasti soli. Io e lei, senza nessuno che
interferisse fra di
noi? Ancora adesso se sento un rumore sospetto ho la paura che da un
cespuglio
escano una Shan-pu armata di bombori, una Kodachi avvolta nella sua
sguaiata
risata o addirittura un odioso Kuno che le butta quelle brutte braccia
al collo.
Ieri sera prima di addormentarmi ho pregato gli spiriti buoni
affinchè questa
volta non arrivi niente e nessuno ad ostacolarci. Questa volta voglio
avere un
ricordo tutto nostro.
"Ranma?"
"uh..?"
Akane mi lancia uno di quei sorrisi
che le
vedo fare raramente. Che sia felice di essere sola con me, anche lei?
Lo spero
vivamente. La guardo spostare lo sguardo all'orizzonte. Chiude gli
occhi e
inspira profondamente. Il petto le si alza vistosamente e per un attimo
lo
sguardo mi si blocca.
"Uahh.. E' bella fresca!!"
Confuso e come se fossi appena
sceso dalle
nuvole le chiedo a cosa si riferisce, lei mi guarda un pò
perplessa.
"Sei.. strano.. Si può
sapere cosa
sta succedendo??"
Che sia già giunto il
momento? In fondo
che differenza farebbe dirglielo adesso? Forse sarebbe la cosa
migliore. Forse
in questo modo renderei il resto della gita molto più
piacevole. Continuando a
camminare Akane mi fissa in attesa di una risposta. Mi faccio coraggio
e mi
fermo di colpo. Lei si arresta a qualche passo di distanza.
"Non è che ti senti poco
bene.. Sei
pallido."
Non presto troppa attenzione alle
sue
parole ormai sono come in trans. In testa riesco solo a focalizzare
l'azione
che sto per compiere. Mi avvicino a lei lentamente. Una volta vicino
posso
benissimo notare le sue guance arrossarsi e le sue pupille dilatarsi
per lo
stupore. Ormai credo abbia capito cosa sto per fare. Resta immobile
anche
quando comincio ad avvicinare il mio viso al suo. Il cuore comincia a
battere
sempre più forte e sembra quasi volermi schizzare fuori dal
petto. Akane chiude
gli occhi. Il suo viso ora è completamente rosso. E dal
formicolio che sento
sul mio, comprendo che anche io mi sto per trasformare in un peperone.
Ok vado! La bacio.
*****
"Shan-pu... "
"Che diavolo ci fate voi due
qua???"
Sbottò furiosa Sayuri. A
Yuka le parole
morirono in bocca. Nessuno dei quattro riusciva a crederci.
Cominciarono a
pensare che Ranma e Akane fossero davvero maledetti. Oramai sarebbe
stata
questione di poco e poi questi due sarebbe andati a mettere loro i
bastoni fra
le ruote. Shan-pu guardò la ragazza con il codino in malo
modo.
"Pensa agli affaracci tuoi! Io sono
qui solo per Ranma!"
"Devi smetterla!! Ranma non
è
tuo!!"
"Non ho mica detto questo.. Anche
se
presto.."
"Presto cosa??" Intervenne
Daysuke parandosi davanti alla sua amica per proteggerla dalla minaccia
dell'amazzone.
Shan-pu non rispose. Si
umettò le labbra
con la lingua e si guardò un pò intorno. Poi
rivolse nuovamente lo sguardo
verso i quattro. Sorrise.
"Allora dov'è che vi
siete
sistemati?"
"Non ti deve interessare questo!!!
Tornate al Neko-Hanten!!!" Sbottò Hiroshi rosso dalla
rabbia. Non aveva
intenzione di lasciare passare quella gatta da strapazzo. No, non
adesso che
finalmente Ranma si era deciso a mettere in chiaro le cose con Akane.
Doveva,
almeno per una volta coprire le spalle all'amico. Costasse quel che
costasse
Shan-pu non sarebbe mai arrivata a destinazione!!! Shan-pu
sbottò infastidita
dalla tenacia di quei quattro smidollati.Non aveva voglia di mettersi a discutere con quegli
stupidi. Non aveva
neanche tempo. Per di più il solo fatto che con loro non ci
fosse anche Ranma
lasciava intendere che era da solo con Akane. La mano le si chiuse
istintivamente a pugno.
"Ora ditemi dov'è Ranma
o finirete
male!!" Disse con voce bassa ma agghiacciante.
Sayuri e Yuka s'immobilizzarono sul
posto.
Sapevano fin troppo bene quanto forte e pericolosa potesse essere
Shan-pu.
Hiroshi e Daysuke si pararono davanti alle ragazze. Sapevano entrambi
che anche
in due contro un'amazzone non se la sarebbero cavata ma in quel momento
non
importava, avrebbero difeso Ranma e Akane a costo di rompersi qualche
ossa.
Shan-pu strinse gli occhi dalla
rabbia.
Quei quattro avrebbero pagato a caro prezzo la loro stupida messa in
scena!
Tirò fuori dallo zaino i due bombori e una volta impugnati
si buttò
all'attacco. Sulla strada che conduceva al suo unico amore non avrebbe
lasciato
neanche l'ombra di un ostacolo.
Questa era la legge.
*****
Comincio a sentirmi in imbarazzo...
Ma si può sapere che
diavolo sta
aspettando?? Sbaglio o stava per baciarmi?! E' impossibile che me lo
sia
immaginato. Lui era così vicino al mio viso. Ma ora..
Basta sono stufa di aspettare. Ora
apro
gli occhi e gliene dico quattro!!!
Ma dov'è..?
"Uh.. Ranma.." Ma che cosa fa li
imbambolato??
Ma che cavolo sta guardando..
sembra abbia
visto un fantasma!! Fammi un po’ vedere..
“uh..”
L’avrei senza dubbio
baciata. Ero ad un
passo dal farlo. Era li ferma ad aspettarlo. Ne sono certo. Lo voleva
anche
lei. Ma poi.. L’ho vista. Era li ferma alle sue spalle. Non
avrei mai potuto
credere che fosse così bella.. Mi ha lasciato senza fiato.
Mi sono avvicinato a
lei, per poterla vedere meglio. Non so quanto tempo sono rimasto
inchiodato a
guardarla, so solo che ad un certo punto ho sentito la voce di Akane.
Ma non
sono comunque riuscito a voltarmi verso di lei. Akane mi ha raggiunto..
L’ho
sentita chiaramente sbuffare. Doveva essere sicuramente arrabbiata.
Ancora una
volta l’ho illusa..
L’ultima cosa che le ho sentito uscire dalla
bocca è stato uno strano
verso..Ora mi
volto sorridendole.. Sono
contento, felice.. Per lei, per me, per noi..Lei invece piange..
“Akane..?
Cos’hai??” le chiedo preoccupato.
Il suo sguardo è privo d’emozioni, ma le lacrime
le sgorgano a fiumi. E’
immobile e sta fissando la Casa del muschio d’innanzi a lei.
Che l’abbia già
ricordata? Che stia pensando ai momenti trascorsi li con sua madre?
Oppure
all’ultima volta in cui ci è stata senza di lei?
Non lo so.. non riesco a
capirlo e lei non mi risponde.. Dannazione.. Forse ho sbagliato a
portarla qui.
“Akane
cos’hai?? Che ti prende??” Ora la
mia voce è chiaramente alta e spaventata.
Lei si gira improvvisamente e senza
che io
possa fare nulla mi tira il più doloroso degli schiaffi.. Si
più forte di
quello che mi dette a Ryugenzawa per difendere Shinnosuke. Mi si
inumidiscono
gli occhi per il dolore.
“PERCHE’ MI HAI
PORTATA QUA!!!???”
“Io..”rimango senza fiato. Che le prende..??
Il suo sguardo sprezzante supera di
cento
volte il suo schiaffo. Ma che ho fatto??
“Torno a casa.”
E così dicendo si mette a
correre verso lo chalet.
“AKANE!! ASPETTA DEVO
SPIEGARTI..”
“STA’ ZITTO NON
MI INTERESSA UN BEL
NIENTE!!!!”
La raggiungo e la trattengo per un
braccio. Un lampo illumina il fitto bosco di betulle.
Quand’è che il cielo ha
cominciato ad annuvolarsi? Lei si dimena con tutte le sue forze.
“LASCIAMI!!!”
“AKANE CALMATI”
Le grido.. Anch’io
continuo a ripetermelo ma vederla in questo stato mi sta schiacciando.
“Lasciamiiii ti
prego!!” Mi chiede con una
cascata di lacrime agli occhi.
Le stringo ancora di più
la mano attorno
al braccio. Lei si lascia uscire un lamento di dolore. La tiro verso di
me e la
stringo fra le braccia. Non le lascerò mandare
all’aria il mio piano.
“No che non ti
lascio..” Le sussurro in un
orecchio.
Akane si dimena più di
prima nel mio
abbraccio, cerca di liberarsi ma invano, io non ho alcuna intenzione di
farla
allontanare da me. Picchia forte con le mani chiuse a pugno sul mio
petto.
Senza sosta. Ancora e ancora, continuando ad urlarmi contro.
La sciolgo dall'abbraccio ma prima
che lei
se ne renda conto le afferrò le spalle con le mani. Le
stringo.
"Akane! Smettila ti stai
comportando
come una pazza!! Ma non lo capisci che l'ho fatto per te!!!! So cosa
vuol dire
per te questo posto ed è per questo che non devi
dimenticarlo o far finta che
non esista!! Dev'essere un ricordo... Dev'essere un BEL
RICORDO..Akane..."
Lei smette di agitarsi.. e resta
con la
testa bassa, le braccia abbandonate lungo i fianchi.. Fisso i suoi
capelli che
cominciano a bagnarsi sotto le prime gocce di pioggia.. Avverto la
trasformazione del mio corpo dal formicolio lungo la schiena. La mia
presa
sulle sue spalle si fa più debole. Lei sembra non
accorgersene. Abbandonata
ormai in uno stato di riflessione.
La pioggia comincia a
scendere… sempre più
forte... Sarà meglio rientrare..
"Akane.. Ci conviene ritornare allo
chalet prima di buscarci un raffreddore.."
Lei sembra riprendersi dal suo
stato di
confusione nel momento stesso in cui avverte la mia voce.. forse si
è accorta
della trasformazione... Da un'occhiata al cielo sopra di lei e poi posa
il suo
sguardo su di me. Ora non c'è più disprezzo nei
suoi occhi.. Sembra quasi si
vergogni per l'accaduto.. Le sorrido e tolgo le mani dalle sue spalle..
E' così
strano... Ora è lei a guardarmi dall'alto... La
trasformazione in donna mi
accorcia fin troppo.. Dannazione.. Mi sento quasi a disagio.. Cerco di
non
pensarci e le giro le spalle.
"Forza andiamo" le dico con un
filo di voce.
"No.."
Mi volto verso di lei non sicuro di
aver
capito bene il significato di tale negazione.
"Fra poco verrà
giù un acquazzone..
non arriveremo mai in tempo allo chalet.. Meglio andare
lì..." dice
imbarazzata.
"Lì..?" ripeto come uno
scemo
che ci mette troppo a capire cosa intenda.
"Si lì..... alla casa
del.." fa
una pausa e mi guarda, poi distoglie lo sguardo e sbotta rossa in viso
"alla casa del muschio!"
*****
Ma in che diavolo mi sono
cacciato!!
"anf... anf..."
C'è mancato poco che
quella pazza
uccidesse questi quattro disgraziati... Se non fossi stato qui a
quest'ora...
"Ryoga! Ecco prendi... avrai
sete...."
Questa dev'essere una compagna di
scuola
di Akane.. “Mh.. Grazie…” Mi ci voleva
proprio dell’acqua fresca… uff..
“Ryoga.. Grazie. Se non
ci fossi stato
sicuramente adesso, Shan-pu li avrebbe raggiunti..”
Che? Li avrebbe raggiunti?? Ma
allora
quello di andare in gita con gli amici era solo una copertura.. Dove
saranno
loro?? Tks..che m’importa.. Maledetto Ranma da solo con la
mia Ak.. già ma a
chi voglio darla a bere.. mia… certo come no..
“Ryoga…
ascolta, so che anche tu provi dei
sentimenti per Akane, come molti ragazzi del resto.. lei è
una ragazza
speciale. Su questo siamo tutti d’accordo.. Ma sai meglio di
me che è giusto
così..”
“Ma chi diavolo sei?? Che
vuoi da me e
cosa sono tutti questi discorsi.. Si siete stati fortunati che fossi
qua,
altrimenti a quest’ora di voi non ci sarebbe stato altro che
le carcasse.. Io
me ne torno indietro adesso, non mi interessano questi
discorsi.”
“Aspetta!! Hai ragione.
Nemmeno mi sono
presentata.. Io sono Sayuri… Ma dato che già ci
vediamo da tempo pensavo ti
ricordassi di me..” Sayuri… si ora che me lo dice
mi pare di ricordare questo
nome.. ma che m’importa.. io qua non voglio starci un minuto
di più.. Voglio
sparire e dimenticare tutto il prima possibile.
“Ryoga io volevo
chiederti di restare.. Da
soli come potremmo tenere a bada Shan-pu?”
“NON CHIEDERMI
QUESTO!!”
Le si gelò il cuore nel
petto.. Per la
prima volta capì cosa voleva dire soffrire a causa
dell’amore. Quelle parole
gridate con tanta rabbia quanto amarezza, le fecero comparire le
lacrime agli
occhi.. Come aveva potuto chiedergli questo. Come poteva chiedergli di
restare
a fare da guardia del corpo ad Akane e a Ranma, pur sapendo quanto
difficile
dovesse essere per lui. Sapeva che Ryoga aveva sempre cercato di
difendere
Akane da chiunque e da qualsiasi cosa. Non gli era mai importato
più di tanto
il fatto che Akane non lo tenesse in considerazione dal punto di vista
sentimentale, o forse non voleva crederlo e basta. Ma dopo
l’accaduto sul monte
Hooh, del quale Akane le aveva parlato, non c’era
più niente che potesse ancora
far sperare che lei e Ranma non si amassero. Quello era più
che evidente. Ryoga
sembrava una statua. In piedi, con le mani strette a pugno e la
mascella
serrata. Così virile e triste allo stesso tempo. Stava
fermo, impietrito dalle
sue stesse parole, da quel dolore che lui stesso credeva non potesse
mai
provare. Fermo come una statua di marmo ancora calda, appena scolpita.
Pronta
ora a raggelarsi.. Ora ormai priva di tutto ciò che avrebbe
mai desiderato..
essere amato. Sayuri non trattenne più le lacrime. Si
coprì il viso con
entrambe le mani e cominciò a singhiozzare conscia della
stupidità di quel suo
atto così sincero.
“Mi
dispiace…” singhiozzò tra le lacrime
“…scusa.. io non avrei mai dovuto..”
“Sa..Sayuri..”
Ryoga non finì quello che
ancora non sapeva avrebbe detto, che la ragazza gli si gettò
al petto e strinse
le sue braccia attorno alla vita del ragazzo. “Scusami
Ryoga… Non volevo
ferirti ancora di più!!” sbottò in
preda ad una nuova ondata di colpa.
“Io…
non..” Che sta succedendo… Io.. mi
sento così strano. E poi che le è preso a
‘sta qui??!
Ryoga rimase immobile, fermo. Con
le braccia
di Sayuri che non smettevano di stringerlo, cercando di chiedere scusa
e magari
di dare un po’ di calore a quel suo povero animo troppe volte
ferito. Ryoga non
capì come potesse succedere. Ma in un qualche modo Sayuri
era riuscita a
infondergli un po’ di serenità..
“..Grazie
Sayuri..”
“Uh?”
“..Resto.”
Le corde erano state strette per
bene..
Shan-pu da quell’albero non si sarebbe potuta staccare per un
bel po’. Questo
era certo. Almeno finchè non si fosse ripresa e non avesse
cominciato ad
escogitare qualche folle piano.
Fino a quel momento sarebbero stati
tutti
tranquilli. La sera cominciò a scendere insieme ad un forte
temporale. Sayuri e
gli altri entrarono nello chalet, al riparo dalla forte pioggia. Ryoga
rimase
per qualche minuto sotto al suo pesante ombrello a fissare la cinesina.
Poteva
sembrare quasi innocente.. Il ragazzo sbuffò per
l’assurdità appena pensata. Si
voltò e si incamminò anche lui verso lo chalet.
Una risata in sonora
uscì dalle labbra di
Shan-pu.. Guardò Ryoga allontanarsi. Quell’albero
dalla chioma folta non
l’avrebbe protetta di certo per tutta la notte dalla pioggia.
Avrebbe aspettato
il giungere dell’acqua sulla sua testa e poi sarebbe
ripartita alla ricerca del
suo futuro consorte e dell’ostacolo da eliminare. Chiuse gli
occhi e cominciò
ad attendere.
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Ringrazio tutti coloro che mi hanno lasciato un commento! Scusatemi davvero ma realmente avevo scordato questo sito ^^""""" quindi solo oggi riesco a leggere meravigliosi commenti lasciati qui da anni! E non vi dico che felicità poterli leggere anche se enormemente in ritardo!!! Scusatemi ancora! Come potete vedere ho provveduto aggiornando anche su questo sito!! Un bacione a tutti dalla vostra Marzia!!! ^x^ e GRAZIE ANCORA!!!!!
Capitolo 5 *** Pochi attimi prima della tempesta. ***
Parte V°
Pochi attimi prima della tempesta.
Il bollitore è quasi
pronto. Fra pochi
minuti potrò tornare alla mia forma maschile. Da quando
siamo arrivati qui non
abbiamo detto una parola.. Akane è salita al piano di sopra.
Forse è nella sua
vecchia stanza. Starà di sicuro ricordando i bei momenti
passati lì insieme a
sua madre. Chissà che tipo di persona era.. Quando ci penso
mi immagino sempre
una donna simile a Kasumi nel portamento e nella dolcezza, allo stesso
tempo
un’ottima contabile come sua figlia Nabiki e per finire.. Con
un carattere
forte e deciso come quello di Akane..
Mi sarebbe piaciuto conoscerla.
*****
E’ tutto così
diverso.. il letto era sotto
alla finestra, ora invece è vicino alla porta..
Bè che sciocca. Questo chalet
sarà stato affittato a chissà quante altre
persone.. La scrivania invece è
rimasta sempre nello stesso posto.. sotto a questo grande specchio..
Che poi a
guardarlo bene, ora che sono cresciuta non mi sembra più
così tanto grande.. Mi
siedo sulla sedia d’ebano posta lì di fronte.
Riflessa nello specchio riesco
quasi a vedere la me stessa di quel tempo. I soliti capelli corti e
arruffati
dall’ennesima corsa per il bosco di betulle.
Cos’è che rincorrevo..? Le
farfalle credo.. Ce n’erano di così belle in quel
bosco.. Guarda che disastro..
Ho i capelli umidi e in disordine… proprio come allora.
Ricordo quando la mamma
me li spazzolava, mentre io restavo qua seduta a guardarla dallo
specchio. Mi
piaceva quella sensazione. Mi piaceva quando mi stava accanto.
Apro il cassetto della scrivania
senza
pensarci. Non posso credere ai miei occhi. Quella rosa rossa sul dorso
è
inconfondibile, anche se non è più quel rosso
luminoso di una volta, non può
che trattarsi della stessa. E’ la stessa spazzola di allora.
La portammo noi
qui. Era la spazzola della mamma… Ma
com’è possibile che sia rimasta qui?
Possibile che non me la sia portata via quell’ultima volta?
Io non riesco a
capire.. a ricordare.. Mentre cerco di trovare una qualsiasi risposta a
tutte
queste domande, prendo la spazzola fra le mie mani. È
polverosa. Nessuno deve
averla mai utilizzata da quando è qui. È rimasta
sola in questo cassetto per
anni. La pulisco un po’ con le mani. Guardo lo specchio.
Comincio a spazzolare
i miei capelli.. Mamma..
*****
Yuka terminò di far
cuocere il riso al
curry. Lo servì a tavola. Hiroshi esultò, era
ormai da più di due ore che non
aspettava altro che riempirsi la pancia. Yuka gli sorrise e
riempì il piatto
dell’amico per ultimo per dispetto.
“Ehi Yuka!! Sei
odiosa!!!”
Yuka si limitò a fargli
una linguaccia.
Hiroshi arrossì e poi si buttò a capofitto sulla
sua porzione di riso al curry.
Sayuri era silenziosa quella sera. Da quando aveva avuto quella
discussione con
quell’eterno disperso di Ryoga si era chiusa in se stessa. Si
era sentita tremendamente
in imbarazzo per le sue azioni. Per aver chiesto a Ryoga di restare e
per
averlo abbracciato. Ancora non riusciva a capacitarsi della sua
incomprensibile
azione. Ryoga dal canto suo era nello stesso imbarazzo, non aveva detto
più
nulla nemmeno lui. Dopo aver accettato di restare a tenere a bada
Shan-pu si
era limitato a stare seduto sul suo zaino per poi unirsi ai quattro una
volta
pronta la cena in tavola.
**
Che diavolo ci faccio qua?! Come al
solito
mi sono lasciato fregare per l’ennesima volta. Basta che una
ragazza qualsiasi
sia dolce con me che mi lascio trasportare nei casini più
disparati. Ora mi
tocca tenere fede alla promessa. Spero solo che quella matta di Shan-pu
se ne
stia buona e non mi dia da fare. Non ho voglia di incontrare quei due.
Non
voglio vedere Akane stretta a quel maledetto di Ranma. Non voglio. Non
voglio
continuare a soffrire. Se non avessi incontrato Shan-pu a
quest’ora non sarei
qua con questa tensione e rabbia addosso. No.. sarei stato da qualche
altra
parte a deprimermi sul mio amore infranto.. Bè che importa?
Preferivo quello..
già.. preferivo vagare solo. Ho deciso. Domani
all’alba prendo quella pazza e
me la porto dietro. Lontano da qui. Lontano da Akane. Non le
permetterò di
farla soffrire. Già mi sembra che Ranma sia abbastanza
pratico da solo del
mestiere. Già, se fosse lui a farla soffrire, forse lei si
renderebbe
finalmente conto che non ne vale la pena di stare con uno
così. E forse a quel
punto per me.. Tks! Quante scemenze. Akane non smetterà mai
di amarlo.
“Ryoga?”
“Uh?” Daysuke
mi riporta alla realtà. Da
quanto tempo è che mi stava chiamando? Tutti hanno lo
sguardo fisso su di me.
Solo Sayuri non appena incrocia il mio torna a guardare il suo piatto.
“Che
c’è?” Sbotto scocciato.
“Volevo ringraziarti del
tuo aiuto.. Se
non fossi stato presente.. Non so come e se ce la saremmo cavata noi
quattro.”
“Si. Grazie
Ryoga”Anche
Hiroshi mi ringrazia. Yuka e Sayuri
accennano con il capo. Ma a me non importa nulla di loro. Non mi
avrebbe fatto
ne caldo ne freddo se Shan-pu li avesse uccisi. Ma ad Akane si..
E’ per questo
che li ho difesi. Solo per non far soffrire lei. Solo per non sentirmi
in colpa
nei suoi confronti. Vorrei sbatterglielo in faccia ma non ci riesco, in
fondo
loro non mi hanno fatto niente. Non sono certo loro i responsabili
della mia
tristezza. Della mia vita solitaria e sfortunata. E quindi mi limito
semplicemente a dire un misero “Di niente.” E
riprendo a riempirmi la bocca.
Questo riso al curry è decisamente squisito. Mi fa ricordare
di quando andai con
Obaba ad allenarmi fra le montagne per sconfiggere una volta per tutte
Ranma.
Incontrai anche lui là. Si era sistemato lì con
suo padre e Akane. Anche lui si
allenava per il nostro imminente scontro. Come al solito
litigò con Akane e lei
decise così di venire al mio accampamento. Cucinò
per me ogni sera. E ogni sera
cercava di far meglio. Io ammiravo questo suo lato. Cercava di far bene
per me.
Per farmi riacquistare le forze spese durante l’allenamento.
Io mandavo tutto
giù con felicità. E anche se non erano squisiti,
nei suoi piatti potevo sentire
tutto il gusto dell’amore che ci metteva per cucinarli. Ranma
questo non l’ha
mai capito. Ranma è solo un maledetto! Lo detesto!.
“Ryoga.. Ranma ha
intenzione di dire ad
Akane che l’ama.”
Il mio cuore..
L’ho
sentito benissimo. Ha emesso un suono
agghiacciante. Ne sono certo. Sono sicuro che dentro a questa stanza
è
rimbombato talmente tanto che l’hanno sentito anche loro.. Se
è così per me.. non
ci sono più possibilità. È finita sul
serio. Se Ranma ha davvero intenzione di
dichiararsi non c’è più nulla da fare.
Anche per quella stupida di Shan-pu.
L’ho persa.. Akane. Mia dolce Akane… Spero che
sarai felice con l’uomo che hai
scelto di amare.
**
“Ryoga è per
questo che Sayuri ti ha
chiesto di restare. Conosci bene anche tu quei due. Lo sai che per un
minimo
non nulla si urlerebbero in faccia l’un
l’altra.”
“Se Ranma non
è capace a difendere i suoi
sentimenti da solo non lo si può nemmeno considerare
uomo!” Sbottò Ryoga
furioso.
Hiroshi lo guardò con
compassione. Anche
lui come Daysuke, e come tanti altri avevano provato dei sentimenti nei
confronti di quella ragazza. In un certo senso poteva capire come si
sentiva
Ryoga. Ma sapeva anche che non era sciocco come tutti gli altri e le
altre
spasimanti di Akane e Ranma. No, Ryoga al contrario era riuscito ad
aprire gli
occhi. A vedere quanto amore legasse quei due anche nel pieno centro
delle loro
solite litigate. Ryoga lo sapeva. Doveva solo finire di accettarlo.
“Ryoga..” disse
Hiroshi non ancora sicuro
delle parole che avrebbe detto. “Ranma me l’ha
confessato.”
“Cosa!?”
Ringhiò il ragazzo esasperato da
quel discorso.
Hiroshi prese il fiato necessario e
il
coraggio per rivelare ciò che Ranma gli aveva confidato.
Sperava di riuscire a
far star “meglio” l’eterno disperso.
“Era appena suonata la
campanella per il
pranzo a scuola. Io Daysuke e Ranma ci accingemmo a salire in terrazza.
La fine
della scuola era ormai vicina, e le giornate estive erano molte belle.
La
terrazza era l’ideale in quel periodo. Così ci
sistemammo in un punto vicino
alla ringhiera. Ranma aprì la sua scatoletta con il pranzo e
con suo orrore si
accorse della mano di Akane. Bofonchiò le solite cose ecercò di fare a
cambio con il pranzo mio e
quello di Daysuke. Inutile dire senza successo!”
Daysuke ridacchiò quel
poco che bastava ad
attirare una freccia gelata dagli occhi di Ryoga. Poi
quest’ultimo si rigirò a
guardare Hiroshi facendogli cenno con la testa di proseguire il suo
racconto.
“eh- uhm.. si dicevo..
Ranma mi parve
subito strano di lì a poco. Non insistette più di
tanto per cambiare con il
nostro il suo pranzo. Ma anzi, dopo la prima e unica volta in cui ci
provò, tornò
a guardare la sua ciotola. Il riso era sparso qua e là in
modo disordinato.
C’erano alcuni wurstel tagliati a polipo.. O almeno
così mi parve. Stavo per
fare una battuta sulla cucina di Akane quando vidi Ranma sorridere di
fronte a
quello scempio culinario.”
“Chissà a
quale altra cattiveria su Akane
stava pensando!” Sbottò Ryoga girandosi dalla
parte opposta ad Hiroshi.
“No..” disse
con un filo di voce il
ragazzo “Il suo sorriso durò
pochissimo.”
“Tks! Mi sembrava troppo
strano che quel
finocchio potesse provare certi sentimenti! Io ho sempre provato gioia
immensa
ogni qual volta potevo mangiare quello che Akane preparava con tutto il
suo
amore!”
Hiroshi sorrise a Ryoga facendolo
arrossire. Poi riprese il suo racconto.
“Ranma smise di
sorridere.. e cominciò a
piangere.”
*****
Subito dopo che il bollitore ha
fischiato
mi sono versato l’acqua calda in testa. Il formicolio ha
pervaso come sempre
tutto il mio corpo fino a restituirmi la mia forma maschile. Ho preso
un
asciugamano e me lo sono passato sui capelli bagnati. Poi la
curiosità di
sapere cosa Akane stesse facendo ha avuto la meglio e sono salito al
piano
superiore. Quando sono arrivato sull’uscio della sua stanza
mi sono fermato.
L’ho trovata lì, seduta su quella vecchia seggiola
scura. Si guardava allo
specchio. O almeno questa fu la prima impressione che mi diede. Ma poco
dopo mi
sono reso conto che non guardava se stessa. Era come se
all’interno di esso
potesse vedere come nello schermo di un televisore. Come se stesse
assistendo
ad una storia. Non capii bene finché non la vidi aprire il
cassetto della
scrivania. Lo fece senza staccare gli occhi dallo spettacolo a cui
stava
assistendo. Poi finalmente una reazione. Akane tirò fuori da
quel cassetto una
spazzola vecchia e sporca. La guardò. Prima sorrise poi il
suo viso si contorse
in un’espressione di stupore. Rimase a guardarla per qualche
minuto. Tastandola
in ogni punto della sua superficie. Strofinandoci sopra le sue dita per
cercare
di pulirla. Tornò a guardare lo specchio, sorrise e
cominciò a spazzolarsi i
capelli. Sorrisi anche io, felice del fatto che stesse ricordando
qualcosa di
buono, di bello, di lieto. La vidi chiudere gli occhi. Poi vidi anche
le sue
lacrime.
…
“Akane..?”
Si sorprende di trovarmi
lì a pochi
centimetri da lei. Accenna un mezzo sorriso e poi torna a guardare lo
specchio.
“Mia mamma me li
spazzolava sempre.. ti va
di..?”
“Certo.”
Rispondo senza esitare. Prendo la
spazzola dalla sua mano e comincio a passarla sui suoi bei capelli
scuri.
“Scusa… Ma
dietro non riesco a vedere se
li spazzolo bene.” Mi dice un po’ imbarazzata.
“Ah.. ehm.. si”
Ma che razza di risposta
eh?! Sembro un impedito. Vorrei dirle un sacco di cose ma non riesco a
trovarne
nemmeno una. Odio questo silenzio imbarazzante. Che posso dire?!
“Questa era la mia
stanza..” dice lei per
spezzarlo. Poi senza che io me ne renda conto comincia a raccontarmi di
lei. Di
sua madre. Della sua infanzia in questo meraviglioso posto. Ed io non
posso far
altro che rimanere incantato ad ascoltare la sua bella voce emergere
nel
silenzio della stanza dove fino a quel momento si sentiva solo il
ritmico suono
della pioggia.
“Venivamo in questo posto
ogni estate..
Certo a meno che non avessimo i soldi per andare al mare.. ehehe ma io
ho
sempre preferito venire qua.. fra questi boschi..”
“Logico essendo un sasso
in acqua!” Che
IDIOTA!! Possibile che non so mai stare zitto?? La sento emettere una
bassa
risata. Nessuna aurea blu la sta circondando.. Forse me la sono cavata
questa
volta.
“Era proprio per quello
infatti. Qui se
non altro potevo correre ovunque, arrampicarmi sugli alberi. E per le
mie
sorelle c’era anche un bel fiume più a valle se
volevano fare un bagno. Qui mi
sentivo più sicura.”
“…uh”
Segue un piccolo silenzio. Io mi
trattengo dal dire qualsiasi cosa.Non
voglio rischiare di avviare il solito battibecco fra noi. Lei prende la
spazzola dalle mie mani. Si alza dalla sedia e va verso il letto.
“Mi aiuti a
spostarlo?” Mi dice mentre
comincia a spingerlo verso la finestra.
“Si, dove vuoi
metterlo?” Le chiedo
cominciando a spingerlo a mia volta. Sembrava un classico letto di
legno
leggero ma spostandolo mi rendo conto che è alquanto
massiccio e robusto.
“Ecco, proprio sotto la
finestra per
traverso. Si così! Bene” Akane guarda il letto
soddisfatta.
“Stava così
quando tu dormivi qua?” le
chiedo strappandole un altro sorriso.
“Si. Ci misi la bellezza
di un’ora per
metterlo in questa posizione.”
“Cosa?? Vuoi farmi
credere che l’hai
spostato da sola?!” Rimango sbalordito quando Akane mi
sorride soddisfatta e
alza il braccio destro per mostrarmi il muscolo.
“Il solito
maschiaccio..” Sbottò senza
pensarci. Ma questa volta lei non ride. Con la coda
dell’occhio posso benissimo
notare la sua aurea blu circondarla in un attimo. Prima di peggiorare
ulteriormente le cose mi volto verso di lei e le chiedo scusa. Lei
rimane a
bocca aperta.
“Ranma?”
“Si?”
“Ma che diavolo
hai?”
“Scusa?”
“Tu non sei
più tu… che cosa ti è
successo?”
“Nulla.. Senti
perché non continui a
raccontarmi delle tue estati qui con la tua famiglia?” Le
dico per sviare il
discorso. Non voglio arrivare al nocciolo della questione senza prima
sapere un
po’ del suo passato. Se ci penso ora, dopo tutto questo tempo
passato dai
Tendo, io di lei so solo quello che abbiamo vissuto insieme. E voglio
sapere di
più. Voglio sapere tutta sulla donna che amo.
Lei dal canto suo continua a
guardarmi
perplessa, comincia di sicuro a pensare a chissà cosa.
“Semplicemente mi farebbe
piacere sapere
di più di te..” le dico abbassando lo sguardo.
Sento la mia faccia andare a
fuoco. Non so se riuscirò ad andare fino in fondo.
“Ok.”
È l’unica cosa che dice prima di
sfilarsi le scarpette e sedersi a gambe incrociate sul letto. Mi guarda
e mi fa
cenno con la mano di sedermi di fronte a lei. Mi siedo. La guardo. Lei
arrossisce e guarda fuori dalla finestra la pioggia.
“Lo spostai qui
perché adoravo
addormentarmi guardando il cielo scuro e brillante e svegliarmi con il
suo
solare azzurro. E poi diciamo che ero una bambina molto vivace. Ogni
tanto mi
piaceva passare dal mio letto a quell’albero lì di
fronte. È abbastanza
distante dalla finestra ma fortunatamente per me, sono sempre riuscita
a
saltare sul ramo e non cadere nel vuoto. Una volta mentre lo feci mia
madre
entrò in camera. Lei non capì subito dove stessi
andando. Pensò mi volessi
gettare giù dalla finestra. La sentii gridare. E persi
l’equilibrio per lo
spavento. Ma fortunatamente riuscii ad aggrapparmi ad un ramo
più in basso. Lei
si affacciò e non appena vide che ero salva e che le
sorridevo, la sua faccia
divenne scura. -Scendi subito giù da quell’albero
Akane-chan- mi disse con una
calma quasi agghiacciante. Una volta a terra, lei arrivò
uscendo dallo chalet.
Mi si avvicinò e mi diede un bel ceffone sulla guancia. Io
rimasi immobile lei
mi guardò si inginocchiò e poi
cominciò a piangere. Solo allora capii che
quello che avevo fatto l’aveva spaventata a morte. Che aveva
temuto per la mia
sicurezza. E allora cominciai a piangere a mia volta. Lei a quel punto
mi
guardò e con mia immensa sorpresa si mise a ridere. E
vedessi come lo faceva. A
squarciagola. Io piansi ancora più forte perché
mi sentivo presa in giro e lei
sempre ridendo mi abbracciò forte.
Ne combinai tante altre,
più o meno gravi.
Però era così bello averla attorno. Sentirmi
richiamare e rimproverare. Farla
arrabbiare, disperare, ridere.. L’amavo così
tanto. L’amo ancora.
Quando morì, mio padre
decise comunque di
ritornare qui in estate. Non so se fosse un modo per farcela ricordare
oppure
semplicemente perché era l’unico posto che poteva
permettersi per le vacanze.
So solo che io quando tornai in questi boschi.. In questa casa.. Non
facevo
altro che pensare a lei e stavo male. Ero così piccola..
Così attaccata a lei.
Rimasi chiusa per tutto il tempo nella mia stanza. E poi un giorno alla
finestra.. Io non avevo nessuna intenzione omicida. Ma mio padre mi
fraintese.
Come aveva fatto la mamma. Capii quanto bene mi volesse anche lui e
quanto
avrebbe ulteriormente sofferto se fosse successo qualche cosa anche a
me o alle
mie sorelle. Non saltai sull’albero scesi dal letto e
l’abbracciai. Era in
lacrime. Gli dissi semplicemente che volevo tornare a casa.
Così fu. E da quel
giorno non tornammo più qui. Le mie sorelle e
papà hanno sempre pensato a quel
luogo come un mio tentativo di ritrovarmi con mia madre. Io volevo solo
saltare
sull’albero per ritornare in un qualche modo alla
normalità di quei giorni con
lei. Ma ne approfittai, perché questo posto me la ricordava
troppo, e troppo ne
soffrivo.”
Akane continua a parlarmi di lei,
di sua
madre, della sua famiglia.. Io cerco di prestare quanta più
attenzione posso
alle sue parole. Ma è così dannatamente
difficile. La guardo mentre racconta.
Lo sguardo perso al pensiero di quei giorni ormai lontani. Le guance
leggermente arrossate, un po’ per l’imbarazzo un
po’ per il caldo di questa
stanza. E poi le sue labbra. Le sue labbra che continuano a chiudersi e
ad
aprirsi per dar vita alla sua incantevole voce. La sua voce che ora
è calma,
rilassata. Non resisto più.. Non credo che
riuscirò a trattenermi fino a quando
il suo racconto non sarà finito. Sento il desiderio di
stringerla forte a me e
dirle che l’amo. Ho bisogno di farlo e di sentirle dire la
stessa cosa. Voglio
che anche lei mi ami. Voglio che i suoi sguardi siano tutti per me e
che la sue
labbra vogliano solo le mie. Già.. le mie che adesso stanno
impazzendo dal
desiderio di incontrarsi con quelle di Akane. Basta. Non resisto oltre.
Mi
avvicino con lentezza al suo viso. La guardo negli occhi
finché anche lei non
fa lo stesso con me. Ora ha smesso di parlare. Resta immobile a
guardarmi.
Adesso sono sicuro che il rossore delle sue guance è
aumentato
vertiginosamente. Con la mano sinistra le accarezzo i capelli dietro la
nuca e
poi gentilmente l’accompagno verso di me. La sento tremare.
Sento allo stesso
tempo anche il suo desiderio. Finalmente noi due.. soli.. Chiude gli
occhi. Le
nostre labbra si sfiorano. La sento sussultare, chiudo gli occhi anche
io. E
insieme ci lasciamo trasportare dal nostro primo vero bacio. Finalmente insieme, noi due
soltanto.
*****
Era in viaggio da quasi
un’ora ormai. Con
la sua trasformazione aveva dovuto rinunciare al suo zaino e ai suoi
bombori.
Aveva lasciato tutto allo chalet, preoccupandosi solo di trascinarsi
dietro i
vestiti. In mezzo a tutta quella vegetazione e quella fanghiglia andava
avanti
a rilento. Nonostante la pioggia il pelo sulla sua schiena restava
ritto dalla
rabbia. Quel maledetto porcellino nero alla fine gli si era messo
contro. Aveva
sbagliato a portarselo dietro. Se non fosse stato per lui a
quest’ora sarebbe
già stata bella che arrivata alla sua meta. Scosse il muso
infastidita da quel
pensiero. Non doveva lasciarsi prendere da altro che non fosse il suo
obbiettivo.
Prendersi una volta per tutte Ranma.
Quello che doveva fare era
semplice.
Voleva solo aprire completamente il suo cuore a Ranma. Era convinta che
se lui
avesse capito il sentimento sincero che provava nei suoi confronti
l’avrebbe
accettata, amata e sposata. Sarebbe per sempre stato il suo consorte
per
l’eternità. Doveva fargli capire che solamente
insieme a lei avrebbe trovato la
vera felicità. Solo loro due insieme avrebbero potuto amarsi
come nessun’altra
coppia. Di questo ne era sicura. Il piccolo cuore da gatta che le
batteva nel
petto ora colmo di quei sentimenti profondi, le pulsava fino a farle
male.
Sembrava volesse uscirle da dentro e correre verso il suo adorato anche
da
solo. Shan-pu cominciò a correre ancora più
veloce. Sentiva che sarebbe potuta
morire se non fosse riuscita a vederlo ancora.
Nella testa un unico pensiero. Un
pensiero
d’amore e follia.
*****
Mi sento così
dannatamente fuori luogo..
Seduto qui sul divano da solo.. Sayuri si è messa a lavare i
piatti e gli altri
tre giocano non so quale partita a carte. E io me ne sto qui. Con la
testa che
mi pulsa talmente forte da farmi male. Da quando Hiroshi ha finito il
suo
discorso saranno passati parecchi minuti.. se non un’ora.
Ancora non sono
riuscito a rielaborare nulla di ciò che mi ha detto. O
almeno il mio cuore si
rifiuta di accettare quello che la testa ha percepito.
Com’è possibile una cosa
simile? Com’è possibile che Ranma abbia davvero
detto una cosa simile… qualcuno
mi tiri un pugno in piena faccia per svegliarmi da questo maledetto
incubo! Non
posso credere che Ranma abbia davvero detto una cosa simile…
Non posso credere
che l’abbia detta proprio ai suoi compagni di
scuola…
Hiroshi non riusciva a credere ai
suoi
occhi.. Non avrebbe mai neppure lontanamente pensato di vedere Ranma
piangere.
Sembrava un’altra persona. Allungò una mano per
toccargli la spalla, ma a quel
tocco Ranma scattò indietro.
“Non.. non so che mi sia
preso..” disse
ancora con la voce strozzata. Si portò le mani al viso e
cercò di ristabilire
il battito cardiaco. Hiroshi e Daysuke rimasero fermi a guardarlo,
insicuri sul
da farsi. Ranma alzò il viso e guardò prima uno e
poi l’altro.. Sorrise. Le
lacrime continuavano a sgorgargli dagli occhi senza che lui potesse
fermarle.
“Sono proprio una
femminuccia..” disse
lasciandosi scappare una risata strozzata. I due sorrisero un poco a
questa
affermazione. Daysuke parlò per primo. “Ranma..che cosa succede?”
Ranma lo guardò a lungo
con lo sguardo
vacuo..“Sono
un pessimo fidanzato..”
disse abbassando lo sguardo sulle sue gambe incrociate.
“Ce ne hai messo di tempo
per capirlo!”
Disse ironico Hiroshi. Ranma rise…
“Voglio essere il
migliore per lei…
aiutatemi.”
Hiroshi sentì il suo
cuore sorridere a
quelle parole. Finalmente il suo amico aveva deciso di prendere in mano
quella
situazione da troppo tempo lasciata in sospeso. Era orgoglioso di lui.
Sorrise
a Ranma e gli porse la mano.
Ryoga si alzò scalciando
dalla
frustrazione attirando così l’attenzione dei
quattro.
“Bè!? Che
avete da guardare?!!” Sbottò di
getto. Poi si indirizzò verso la finestra della sala.
Guardò fuori in mezzo
agli alberi. La pioggia continuava a cadere veloce. Era ovvio ormai.
Ranma si
era deciso, e Akane sarebbe stata sua per sempre. Ryoga
liberò le sue mani dai
pugni stretti che le imprigionavano. Buttò
un’occhiata all’albero al quale
aveva legato Shan-pu. Ormai anche lei avrebbe dovuto arrendersi
all’evidenza.
Non c’era più nulla da fare.. Il sentimento di
amarezza e rassegnazione
scomparve nello stesso momento in cui vide le corde giacere libere per
terra ai
piedi dell’albero. Shan-pu non c’era! Shan-pu era
scappata da Ranma! I pugni
tornarono ad imprigionare le mani in una morsa più stretta
della precedente.
Nel giro di due secondi Ryoga attraversò la sala e prese il
suo inseparabile
ombrello rosso, gridando a squarciagola verso i quattro.
Capitolo 6 *** Mentre la pioggia continua a cadere. ***
Parte VI°
La pioggia continuava a cadere con
vigore.
Ryoga continuava a correre tenendo ben saldo l’ombrello sopra
la sua testa. Non
poteva rischiare di bagnarsi e trasformarsi davanti a quei quattro. Ne
andava
del suo onore, ma soprattutto del fatto che poi presto o tardi anche
Akane
avrebbe scoperto il suo segreto maledetto.
Da quando si erano resi conto della
fuga
di Shan-pu, si erano urlati a vicenda gli insulti più
disparati. Ognuno
incolpava l’altro dell’accaduto.
“Ma di chi cavolo
è stata l’idea di
legarla fuori!!!?? Eh?? Per di più sotto la
pioggia!!” Sbraitò Yuka guardando Hiroshi
con rabbia. Il ragazzo abbassò lo sguardo al terreno per poi
spostarlo su
Ryoga. Quest’ultimo arrossì fin sopra le orecchie
e stizzito riprese a guardare
davanti a se dicendo:
“Sono stato io.”
“Ah..” si
lasciò uscire la ragazza di
bocca. Prendersela con Hiroshi o Daysuke era un conto, ma con quello
strambo
ragazzo era tutt’altro. Non voleva rischiare per alcuna
ragione di farlo
arrabbiare causando così il suo allontanamento dal gruppo.
No, non ci pensava
minimamente. Finalmente la sua cara amica Akane poteva essere felice e
lei
avrebbe fatto di tutto per far si che lo fosse davvero. Shan-pu era un
ostacolo
enorme e, senza Ryoga, loro quattro non sarebbero serviti a niente.
Yuka
cominciò a pensare a Ranma e a pregare in cuor suo che non
si facesse mettere i
piedi in testa anche questa volta. Se avesse di nuovo fatto soffrire
Akane
gliel’avrebbe pagata cara, questo era poco ma sicuro.
“Ryoga dove stai
andando!! Non è da quella
parte!” Gridò Sayuri con tutta la voce che aveva
in corpo.
“Da questa parte faremo
prima!” Sbottò lui
frustrato.
Yuka si riprese dai suoi pensieri e
guardò
nella direzione del ragazzo con la bandana. Ryoga si era addentrato in
un
sentiero intricato di rovi. Ma che scemenze andava dicendo? Lui nemmeno
le
conosceva quelle strade. Come poteva essere sicuro di quale fosse
quella più
breve. Yuka tremò dal terrore, Ryoga si sarebbe perso.
Correva troppo veloce e
fra quei mille rovi loro quattro non riuscirono a stargli dietro. Lo
persero.
Lui perse loro. Akane e Ranma erano persi, ormai. Se non ce
l’avessero fatta da
soli contro Shan-pu sarebbe stata la fine. Yuka se lo sentiva. Sentiva
che
questa era la loro ultima possibilità di chiarirsi. Di
dichiararsi l’un
l’altro. Ryoga si era perso. Ryoga era scomparso nel bosco.
Il suo cuore cominciò
a piangere silenziosamente. Sentì la mano di Hiroshi
circondare la sua. Il
ragazzo cominciò a correre nella direzione giusta
trascinandosela dietro. Anche
l’altra coppia lì seguì.
Un pensiero comune passò
per la testa di
entrambi.Anche se
non sarebbe servito,
avrebbero aiutato i loro amici a qualunque costo!
*****
La testa mi gira.. Ranma.. Lui mi
sta
baciando. Lui mi tiene stretta fra le sue braccia. Ma come
può essere?! Io non
riesco a capire fino a poco fa stavo parlando quasi a raffica e adesso
io..
Adesso.. Oddio credo di avere la faccia più rossa di un
pomodoro stramaturo. Se
non smette di baciarmi credo che perderò i sensi. Mi sento
la testa
leggerissima. E’ come se fossi sotto l’effetto di
una droga. Già, e la mia
droga è lui. Lo è sempre stato. Ogni volta in cui
si è dimostrato un briciolo
più carino del solito è sempre riuscito a tirarmi
su il morale. A farmi sentire
meglio. A farmi stare bene. Come se con lui ci fosse ovunque il
paradiso. O
forse è lui.. è lui il paradiso. O per lo meno il
mio paradiso. Ed ecco.
Interrompe quel bacio.. questo bacio. Il nostro bacio. Tengo ancora gli
occhi
chiusi, per paura, per vergogna. Sento il suo respiro ancora
vicinissimo al mio
viso. Caldo com’è stato quel suo bacio. Quel bacio
che adesso già mi manca. Ecco
lo sapevo è una droga. Apro gli occhi, piano. Ancora in una
fase di strana
trans. Lo vedo. Lo metto a fuoco. Lui mi sta guardando. Ha gli occhi
che
brillano. Le guance rosse. Anche le orecchie. Sono sicura che sono le
stesse
cose che sta notando lui di me. Ci guardiamo per pochi attimini negli
occhi.
Poi io abbasso lo sguardo. Troppo imbarazzata per continuare a
guardarlo. E mi
soffermo lì. Lì su quelle sue labbra che ora
sorridono. E i miei occhi
sorridono a loro volta a quella vista. Le sue labbra.. non riesco a
smettere di
fissarle. Ranma se ne accorge. Lo so. Dice semplicemente
“Ok..” e mi bacia di
nuovo. E io perdo di nuovo la nozione del tempo. Perdo la
razionalità. E mi
lascio trascinare dal nuovo bacio che mi sta offrendo. Dalla nuova
ondata di emozioni
che mi regala. Si ferma un attimo, riprende fiato e prosegue. E io non
ce la
faccio più. Le emozioni sono troppe e il mio cuore sembra
impazzito. Batte
talmente forte che ho paura che prima o poi mi scoppierà nel
petto. Lui
continua a baciarmi e io bacio lui. Ma poi senza che io possa fermarle
per
tempo le lacrime cominciano a scorrermi sul viso. Arrivano alle labbra
e ne
assaporo il dolce gusto salato. E anche lui lo fa. Ma nel momento
stesso in cui
si rende conto di quello che accade lascia di nuovo le mie labbrae mi guarda incredulo. Ha
uno sguardo quasi
impaurito. E prima di ogni altra cosa mi chiede scusa. Scusa di cosa
Ranma?!
Sono io che dovrei chiederti scusa per aver interrotto così
questo momento. Lui
non capisce è preoccupato che possa aver fatto qualcosa di
male mi ripete le
sue scuse. Ed io a risentirmelo dire non riesco a fare altro se non
cominciare
a piangere più forte, come una bambina viziata a cui
è stato tolta la bambola.
“Akane! Ma cosa
c’è? Ho fatto qualcosa che
non volevi? Scusami io non..”
Non ho fiato per dire nulla. Ma
senza
nemmeno rendermene conto gli butto le braccia al collo e lo abbraccio
forte,
continuando a piangere. Lui resta immobile per un momento poi sento le
sue
braccia stringermi la vita. Affonda il suo viso nel mio collo..
“Anche io sono felice
Akane..”
E io piango.. piango di gioia.
*****
Un lampo di felicità le
attraversò lo
sguardo quando si trovò davanti a quel vecchio chalet
coperto da grandi macchie
di muschio scuro. Era arrivata. Ranma era là dentro e
prestissimo lei sarebbe
stata lì con lui. Akane aveva le ore contate. Si
avvicinò con cautela alla
casetta di legno. Salì piano i pochi scalini
dell’ingresso. La porta era
chiusa. Si guardò in torno alla ricerca di uno spiraglio
d’entrata. Ed eccola.
Una finestrella non molto aperta dava sulla veranda. Con un balzo
atterrò sul
davanzale. Si acquattò per passare e con un po’ di
sforzo si ritrovò
all’interno. La stanza era buia. Non si sentiva nulla.
Nessuna voce. Shan-pù
notò la tegliera ancora leggermente fumante sul fornello.
Saltò sul ripiano e
se ne versò quel tanto che bastava ad attivare la
trasformazione. Il corpo nudo
fu scosso da brevi brividi di freddo. Si sbrigò ad indossare
l’abito cinese.
Poi la sentì. Era indubbiamente la voce del suo amato. Del
suo Ranma. Volse lo
sguardo alle scale buie che davano al piano di sopra. Vi si
avvicinò
cautamente, con passo in sonoro. Poggiò la mano sinistra sul
corrimano. Salì il
primo gradino. Si fermò ancora una volta incerta sul da
farsi. Il cuore
cominciava a batterle più forte. Quasi le doleva il petto.
Riprese a salire le
scale. L’angoscia le riempiva l’animo. Per la prima
volta da quando aveva
intrapreso quel viaggio cominciò ad avere paura. Paura di
fallire. Paura di non
riuscire ad avere quello che avrebbe sempre voluto. L’amore
di Ranma. Chiuse
gli occhi e cercò di respirare a fondo. Non doveva avere
simili dubbi! Ranma
avrebbe capito che l’amore che legava lui ed Akane non era
reale. Un
fidanzamento basato su una promessa fatta fra due amici in passato non
aveva
senso.
-Già e allora sposare
un uomo solo perché ti ha battuto in combattimento ne ha?!-
Shan-pu scacciò dalla
testa quella vocina
odiosa che aveva osato andarle contro.Continuò a ripetersi
che quello che
voleva offrire a Ranma era il suo amore più sincero.
Ora era nel disimpegno al piano
superiore.
C’erano tre porte. Una solo aperta. Si avvicinò
cautamente ad essa. Si sporse
flebilmente per vederne l’interno. Il cuore
l’esplose in petto. Ranma stava
abbracciando Akane, e lei faceva lo stesso con il suo futuro consorte.
Immobile
lì sulla porta non riuscì a proferire parola fin
quando non vide che il suo
adorato Ranma allontanava da se la ragazza dal baschetto scuro per poi
riavvicinarla in cerca di un bacio. La rabbia la invase completamente.
Tutti i suoi
piani caddero miseramente alla vista di quella scena. Si era ripromessa
più
volte di prenderselo senza trucchi. Senza inganno. Con quanto
più amore avesse
da offrirgli. Ma niente lui non aveva saputo aspettarla, o forse era
solo quel
maledetto maschiaccio che lo aveva imbrogliato con qualche stupido
trucco!
Senz’altro doveva essere andata in quel modo.
Cominciò a tremare dalla rabbia,
come aveva osato quella mocciosa a baciare il suo futuro consorte! Non
si
capacitava ancora di quello a cui stava assistendo.
All’improvviso cacciò
unurlo e si
scagliò con quanta più
forza addosso ad Akane. Tutto fu così veloce.. Troppo
veloce.. Ranma riuscì
appena in tempo a spostare Akane prima che la furia cieca della cinese
la
colpisse in pieno. Ma non fu abbastanza lesto da schivare a sua volta
il colpo,
che potente si abbatté sullasua testa.
Ranma emise un gemito di dolore. Vide tutto offuscato. Prima di
accasciarsi al
suolo e svenire l’ultimo pensiero fu per Akane. Che ne
sarebbe stato di lei?
*****
“RANMAAAAA!!!”
Akane urlò il suo nome
con quanto più
fiato aveva nelle vene. Pochi istanti prima era felicemente beata fra
le sue
braccia, e ora era accasciato al suolo, immobile. Si gettò
sul suo corpo inerme
chiamandolo a gran voce ed emise un flebile gemito di terrore nel
vedere che
stava perdendo sangue dalla testa. Stava urlando senza rendersene
conto. Che
poteva fare?! Cosa doveva fare?! Presa dal terrore più
totale non fece caso
alla cinese, che le arrivò ad un passo e le
scagliò addosso con forza il
bombori, colpendole in pieno lo stomaco. Akane smise di respirare per
una
manciata di secondi. Il colpo fu così violento da farla
accasciare al
suolo.Il dolore fu
presto accantonato
sostituito dal pensiero di ritornare da Ranma. Appena i polmoni
ritrovarono
l’aria gridò di nuovo il suo nome. Shan-pu
ringhiò a sua volta all’indirizzo di
Akane.
“STAI ZITTA!!!”
Quando Akane cercò di
rialzarsi dal suolo,
le si avventò di nuovo contro.
“DEVI LASCIARLO STARE!
LUI E’ MIO!!”
Akane per la prima volta
spostò la sua
attenzione sulla ragazza. I suoi occhi erano diversi. Non era
più la solita
Shan-pu. Vide la rabbia dominarla completamente. E capì che
se non avesse fatto
qualcosa per fermarla non avrebbe potuto salvare Ranma.
Già… ma cosa? Lei era
ferita, in più sapeva benissimo che in uno scontro corpo a
corpo con l’amazzone
non avrebbe avuto grandi chance di vincere. Ma Ranma.. No! Non poteva
abbattersi così. Non senza aver lottato. Akane si
alzò da terra a sua volta e
corse contro la sua avversaria. Lo scontro fra le due fu violento, ma
Shan-pu
ebbe la meglio, facendo cadere Akane all’indietro e
buttandosi a sua volta su
di lei.Premette
con forza il manico del
bombori a fondo per soffocarla. Akane parò il colpo e
cercò di allontanarlo. Rimasero
così a fissarsi negli occhi per secondi che sembrarono
eterni per entrambe. Poi
Akane riuscì a liberarsi e dandosi una grande spinta
riuscì ad invertire le
parti. Ora era lei a contrastare dall’alto
l’avversaria.Shan-pu
cominciò ad urlare frasi sconnesse
accusandola di essersi presa gioco di Ranma, di averlo tratto in
inganno con
qualche imbroglio. Gli occhi di Shan-pu erano pieni di rabbia e
angoscia,
sembrava in uno stato di inconscio totale. Akane rabbrividì.
Era quasi sicura
che la ragazza avesse perso la ragione. Senza accorgersene
cominciò a piangere.
Aveva paura. Tremava al solo pensiero di poter perdere in un attimo
tutto
quello che aveva sempre desiderato e che finalmente aveva ricevuto.
Ranma
continuava a stare immobile nello stesso punto dove si era accasciato.
Il
terrore la paralizzò di nuovo e Shan-pu ne
approfittò subito. Spinse il bombori
verso destra e poi lo ripiegò con forza verso il viso di
Akane. Quest’ultima
sentì solamente un dolore acuto alla mandibola. Dalla bocca
le uscì un rivolo
di sangue, poi si accasciò al suolo ansimante. Con la testa
che le pulsava più
forte che mai.
*****
Il cuore mi batte più
forte ad ogni passo.
E’ un battito diverso dal solito. Sto per vederla ma quello
che sente il mio
cuore non è la solita ansia, non è
l’emozione che mi prende prima di vederla
ogni volta che ritorno da un viaggio. E’ angoscia quella che
sento. E’ paura.
Paura che Shan-pu possa farle del male.. del male a lei, del male a
Ranma. E io
non voglio! Non voglio che li tocchi nemmeno con un dito. Quella ormai
è uscita
fuori di testa. Non ragiona più! Non è
più in se! Ranma.. mi raccomando
proteggi Akane finché non arrivo..
Tutta questa boscaglia non fa altro
che
rallentarmi.. Dannazione! Forse avrei dovuto continuare a seguire
Sayuri e gli
altri.. Ma in quel momento ho sentito qualcosa.. già ma
cosa?! Il mio dannatissimo
senso dell’orientamento.. dev’essere stato per
forza lui a sviarmi.
Maledizione! Avanti di questo passo non arriverò mai in
tempo per proteggerli!
Ormai non mi resta altro da fare che continuare per questa strada.
Tornare
indietro è troppo rischioso. Tornare indietro non servirebbe
a nulla. Meglio
correre più in fretta. Meglio saltare di ramo in ramo. La
strada è senza dubbio
troppo fitta per riuscirci a passare ancora. Da quassù ho
più visuale..
decisamente. Saltando con velocità da un albero
all’altro finalmente lo vedo.
Lo chalet. E’ lì a poche centinaia di metri da me.
Un sorriso di sollievo mi
attraversa velocemente le labbra mentre comincio ad andare sempre
più veloce.
Ed eccomi. Finalmente atterro davanti allo chalet. E’ davvero
ricoperto dal
muschio.. E’ completamente verde. E’ bello.. Ma a
che penso in un momento come
questo?! Devo muovermi!
Apro con una spallata la porta
massiccia,
mi guardo un attimo in torno è tutto buio. E’
tutto silenzioso. Corro su per le
scale. Devono essere sicuramente al piano di sopra. Mi avvento su tutte
le
porte, le apro e guardo se ci sono. Niente. Provo con l’unica
aperta. Il mio
corpo rimane come paralizzato dinnanzi alla scena. A terra in fondo
alla stanza
c’è Ranma. Immobile. Una piccola macchia di sangue
vicino alla sua nuca.
“RANMA!” grido
d’impulso. Lui non reagisce
però.
“Ryoga…!”
Mi volto di scatto Akane è
ricurva sul pavimento, la bocca è sporca di sangue, sangue
che le cola giù per
il mento.
“Oddio Ryoga!!!
Grazie….” Akane lo dice
piangendo disperata.. Nella sua voce rotta dalle lacrime sento comunque
una
vena di felicità. E’ contenta.. di vedermi..
è contenta che sia arrivato. Stai
tranquilla Akane. Adesso sono qui.. Mi avvicino a lei in men che non si
dica
tenendo ben costante l’attenzione al fondo della stanza su
quella cinese andata
ormai fuori di testa.
“Akane! Stai
bene?”
“Ryoga ti prego salva
Ranma!! Oddio non si
è più mosso!! T-ti prego!!!”
*****
Ryoga rimase brevemente stordito da
quelle
parole. Salvare Ranma. Salvare il suo acerrimo rivale. Chi
l’avrebbe mai detto.
Chi avrebbe mai neppure lontanamente immaginato che proprio lui avrebbe
dovuto
salvarlo. Bè per quanto strana potesse essere quella
situazione ci si trovava
dentro e non si sarebbe di certo tirato indietro. E poi ripensandoci
bene anche
lui poco prima pensava alla stessa cosa. Pensava di salvare Ranma a
costo della
vita! Ryoga si lasciò sfuggire un leggero sorriso sulle
labbra. Ora molte delle
sue preoccupazioni e dei suoi dubbi erano chiari. Avvertì
subito la presenza di
Shan-pu avvicinarsi e fu subito pronto, ancora prima che Akane gli
gridasse di
stare attento, ad afferrare il suo inseparabile ombrello con la mano
sinistra e
a contrastare con esso il bombori di Shan-pu.
“Maledetto mostriciattolo
nero!!”
Shan-pu continuò a
tempestarlo di colpi
con entrambi i bombori alle mani e ad ogni colpo parato dal ragazzo la
sua
forza aumentava a dismisura. I suoi occhi erano accecati dalla rabbia.
Mentre i
due si contrastavano Akane si portò a forza vicino al corpo
inerme di Ranma. Si
avvicinò al suo viso pallido e cominciò a
chiamarlo fra le lacrime. Sul viso
del ragazzo comparve una smorfia di dolore, Akane lo chiamò
ancora e finalmente
lui aprì leggermente gli occhi. Durò poco.. il
nero più totale tornò a
rimpadronirsi di lui.
Akane si sentì morire.
Non era un sogno.. Ranma aveva aperto gli occhi e li aveva richiusi
poco dopo.
Ranma era a terra per colpa di quella squilibrata cinese. Ranma
poteva.. -No!
Non voglio pensarci!- Si disse in mente. Cercando di far ricorso a
tutte le sue
forze residue si alzò in piedi. Ryoga poco distante da lei
stava fronteggiando
la ragazza dai lunghi capelli color lavanda. Sembrava in
difficoltà. Shan-pu
era decisamente carica di adrenalina e il motivo di tanta energia era
sicuramente
scaturito dalla rabbia che ormai le invadeva anima e corpo. Akane non
potè
credere ai suoi occhi quando vide nuovamente il bombori della ragazza
colpire
Ryoga quasi nello stesso modo in cui aveva colpito Ranma. Rimase
paralizzata
dalla paura. Ryoga cadde sulle ginocchia. Portò le mani alla
testa per smorzare
il dolore che sentiva. Sputò sangue dalla bocca. Shan-pu
stava per colpire
nuovamente il suo avversario con il bombori… furono attimi
eterni. Akane si
mosse più in fretta che potè.
******
I quattro compagni di classe
arrivarono
alle porte dello chalet. Yuka e Sayuri furono le prime ad avventarsi su
per la
scaletta che portava alla veranda. I due ragazzi alle loro spalle gli
corsero
dietro e insieme varcarono la piccola porta di legno. Yuka fece per
avventarsi
su per le scale che portavano al piano superiore sentendo le grida, ma
Hiroshi
la tirò dietro di lui e passò per primo. Seguito
da Daysuke e le due ragazze.
“Ti prego Akane
resisti…” disse Yuka con
voce flebile. “Ti prego..”
I quattro arrivarono alla stanza
proprio
nel momento in cui Shan-pu stava per affondare un secondo colpo su
Ryoga ancora
immerso nel dolore del colpo precedente, ma comunque conscio del
pericolo che
stava di nuovo per correre. Sayuri gridò a Ryoga di stare
attento quasi nello
stesso istante in cui Yuka urlò il nome di Akane vedendola
precipitarsi sulla
ragazza cinese con quanta più forza avesse in corpo.
L’urto fu abbastanza
violento. Entrambe caddero in malo modo sbattendo sulla parete vicina.
Shan-pu
si riprese quasisubito
dalla botta e
quando vide Akane stringerle la vita cercando di impossibilitarla a
muoversi
ringhiò dalla rabbia e prese a menar pugni
sull’avversaria. Akane strinse i
denti cercando di non lasciarsi scappare grida di dolore.
“SMETTILA SHAN-PU!
BASTA!!” gridò stringendola a terra sempre
più forte. “LASCIAMI SUBITO
MALEDETTO MASCHIACCIO!!! LASCIAMI TI HO DETTO!!”
gridò a sua volta l’amazzone
più inferocita che mai e continuando a malmenare Akane.
“Ti prego Shan-pu
smettila… Ranma non ti ama!” disse Akane senza
ormai più fiato per affrontarla.
Quelle parole furono come mille lame taglienti per il cuore di Shan-pu
che non
voleva saperne di abbandonare i suoi sentimenti per Ranma. Non voleva
che nessun’altra
oltre a lei potesse averlo. Nessuna.
Shan-pu si bloccò alle
parole di Akane.
Sentì il cuore farle male. Un male che fino a quel momento
aveva cercato di
reprimere, di nascondere più che poteva ai suoi sensi. Ma
ora si rendeva conto
di quello che aveva fatto. Si era illusa per anni su quello che il
ragazzo con
il codino provava nei suoi confronti. Si era sempre detta che Ranma
l'amava o
che comunque presto o tardi l'avrebbe amata. Solo lei e nessun'altra.
Proprio
per questo si era ripromessa di impegnarsi nel mostrargli il suo vero
amore
senza trucco. Era arrivata allo chalet quel giorno proprio con
quell'obbietivo.
Avrebbe voluto dichiarsi a lui come se fosse la prima volta. Ma
qualcosa era
andato storto. Quando vide quella scena dentro di se qualcosa
mutò
improvvisamente. Quando vide Ranma baciare Akane, tirarla a se per
unire le sue
labbra a quelle del maschiaccio il suo cuore si svuotò
improvvisamente di tutti
i buoni e sani principi che si era prefissata. In quel momento
l'amazzone che
era in lei prese il sopravvento nel suo essere. La vendetta era l'unica
cosa a
cui potesse aggrapparsi per soffrire il meno possibile. Doveva
eliminare
l'ostacolo per avere un'altra chance con il suo futuro consorte.
Abbassò lo
sguardo sulla ragazza che le stringeva ancora con forza la vita. Le sue
labbra
si contorsero in un ringhio. Dai suoi occhi cominciarono a sgorgare
lacrime a
fiumi. Era tremendamente triste e arrabbiata. Se Akane non fosse
esistita lei
avrebbe avuto Ranma tutto per se.. Prese il bombori poco distante dal
suo
corpo, lo fece roteare velocemente nella sua mano e poi con quanta
più forza
avesse ancora in corpo lo scagliò verso l’ostacolo
che si frapponeva fra lei e
Ranma.
Ryoga fu più lesto.
Lanciò contro il
bombori il suo ombrello. Entrambe le armi arrivarono a sbattere contro
la
parete opposta a pochi centimetri dai quattro ragazzi, che tirarono un
sospiro
di sollievo nel constatare che erano ancora interi tutti e quattro.
“Shan-pu..”
disse con voce rammaricata
Ryoga “è una causa persa la tua.”
A quelle parole Shan-pu si
liberò
velocemente dalla stretta di un’esausta Akane e si
lanciò in una folle corsa
verso il corpo inerme del suo amato. Ryoga si alzò da terra
facendo ricorso a
tutte le sue forze e riuscì ad afferrare per un braccio la
cinesina che voltasi
a guardarlo lo supplicò di lasciarla andare dal suo adorato.
Ryoga le sorrise e
con un gesto veloce della mano premette sulla parte posteriore del
collo di
Shan-pu gli tsubo per farla addormentare. E così fu Shan-pu
sgranò
improvvisamente gli occhi rendendosi conto che stava perdendo
lucidità e poi cadde
in un sonno profondo. Ryoga la sostenne fino ad adagiarla sul pavimento
in
legno. Diede uno sguardo ad Akane sorridendole per rassicurarla che il
peggio
era passato. Lei posò subito i suoi occhi colmi di lacrime
sulla figura inerme
di Ranma. Il ragazzo con la bandana si avvicinò
all’amico privo di sensi, e
così fecero anche Hiroshi e Daysuke, mentre le due ragazze
corsero a prestare
aiuto alla compagna di classe. Akane era distrutta. Non riusciva
nemmeno più a
tenersi in piedi. Yuka le pulì il mento sporco di sangue con
la manica della
sua giacca meglio che potè. Akane non smise per un attimo di
fissare il suo
Ranma. Cominciò a singhiozzare il suo nome a ripetizione.
Ryoga nel frattempo
mise una mano sul corpo del ragazzo che era ancora caldo, e ne
avvertì il
costante e ritmico battere del cuore. “Sta bene, ma conviene
portarlo a casa
ora.” Disse Ryoga riuscendo così a rassicurare
l’animo di tutti i presenti
compreso il suo.
Hiroshi e Daysuke uscirono con
Ranma in
spalla dalla stanza. Prima di proseguire, i due diedero
un’occhiata a Ryoga,
che nel frattempo tornò a riprendere il corpo inerme
dell’amazzone. Se la
caricò in spalla e fece cenno alle due ragazze, entrambe
intente a sorreggere
Akane, di passare prima di lui. Così fecero.
“Torniamo
a Tokyo.” Disse
Ryoga contento che il pericolo fosse
passato.
Lo chalet si svuotò e la
pioggia continuò
a cadere sempre più forte su tutto il bosco di betulle senza
lasciare voce ad
altro.
*****
Il sole splendeva in quella mattina
del
primo Settembre a Nerima. La famiglia Tendo e quella Saotome era
riunita tutta
nella saletta d’aspetto della clinica del Dottor Tofu. Solo
Kasumi era rimasta
a casa a preparare il pranzo per quando fossero tornati con Ranma a
casa. Una
volta dimesso il ragazzo avrebbe sicuramente avuto una fame da lupi.
Almeno
questa fu la scusa utilizzata per tenere lontano dal Dottore la giovane
ragazza. La salute di Ranma ne sarebbe stata in serio pericolo se Tofu
l’avesse
vista.
Il Dottore uscì dalla
stanza e il silenziò
che fino a poco fa regnava nella stanzetta venne rotto dal caos
più totale.
Tutti chiesero come stava il ragazzo, che cosa aveva, se poteva tornare
al Dojo
e mille altre domande tutte quasi urlate una sopra l’altra da
tutti. Ad
eccezion fatta per Akane che stava in piedi in silenzio ad attendere
informazioni sulla salute del ragazzo e di Ryoga seduto sul divanetto
ma
attentissimo al comportamento del Dottor Tofu.
“Silenzio!!!”
urlò il dottore. “Ranma è
sveglio ora. E sta benissimo!”
Nodoka abbracciò forte
Akane e pianse di
gioia alla notizia data dal dottore. “Possiamo
vederlo??” Chiese poi lasciando
la nuora e avvicinandosi a lui. Gli altri imitarono la donna e il
Dottore
lasciò libera l’entrata nella stanza facendosi da
parte. Uno alla volta
entrarono, in sequenza la madre, Saotome, Sound e Nabiki seguiti poi da
Tofu.
Akane rimase immobile in mezzo alla stanza. Le braccia tese lungo i
fianchi.
“Non vai a vedere come
sta?” chiese il
ragazzo alle sue spalle.
Akane si voltò verso
Ryoga. Sorrise al
ragazzo. “Ti ringrazio Ryoga” disse facendolo
arrossire. “Se non fossi arrivato
tu a quest’ora Ranma” Ryoga si alzò
velocemente chiedendole cortesemente di non
finire la frase. Akane rimase subito stupita poi riprese a sorridere
nuovamente. Abbassò lo sguardo imbarazzata. “Alla
fine ci è riuscito?” le
chiese lui improvvisamente. Solo dopo aver formulato la frase si rese
realmente
conto di quello che le aveva appena detto. Akane lo guardò.
Le guance
precedentemente velate di rosso ora divennero come due pomodori sul suo
viso
pallido. Guardò le sue scarpe e finalmente disse
“..ero l’unica davvero a non
sapere quello che aveva in mente Ranma..” Ryoga
sentì una dolce stretta al
cuore. Ora sapeva che quel mezzo uomo qualcosa di buono era riuscita a
farla
prima che Shan-pu arrivasse. “Sono felice per te
Akane.” Disse Ryoga
avvicinandosi all’uscio della clinica. “Te ne
vai??!” Chiese Akane un po’
delusa. “Si. Ho delle faccende da sbrigare. Salutami tu
Ranma, d’accordo?” così
dicendo le sorrise e uscì dalla clinica senza attendere una
risposta dalla ragazza.
Akane rimase lì impalata a guardare la porta da cui il
ragazzo se n’era appena
andato. Poi si portò le mani al cuore. Le batteva
così forte. Stava per
rivedere Ranma dopo tutto quello che era successo allo chalet, il cuore
le
batteva fortissimo.
*****
Ryoga cominciò a
camminare come al suo
solito senza meta. Finalmente era riuscito seppur a malincuore ad
augurare alla
sua dolce Akane ogni bene. Ranma era riuscito a dichiararsi e
finalmente quei
due avrebbero cominciato a trattarsi rispettivamente come farebbero due
fidanzati normali. Il cuore però gli doleva ancora
così forte. Ma non si
sconfortò più di tanto era forte e buttandosi
anima e corpo negli allenamenti
l’avrebbe superata. Sarebbe tornato solo per sfidare
nuovamente Ranma a duello.
Almeno in quello doveva riuscire a batterlo un giorno o
l’altro.
“Ciao Ryoga!”
La voce della ragazza lo rapii dai
suoi
pensieri. Alzò lo sguardo e vide Sayuri stringere un mazzo
di fiori in grembo.
Un piccolo spiffero di vento fece muovere i suoi capelli scuri raccolti
nella
solita coda di cavallo. La ragazza gli sorrise. Ryoga un po’
imbarazzato
rispose al suo saluto.
“Stai
partendo?”
“Si.”
“Capisco.. mi spiace. Mi
sarebbe piaciuto
passare un po’ di tempo con te.”
A quelle parole Ryoga divenne rosso
in
viso. Non capì che cosa esattamente la ragazza intendesse.
Cercò di guardare
altrove non sapendo che cosa dirle. Ma fu lei stessa a riprendere la
parola.
“Ryoga io.. credo
d’essermi presa una
cotta per te!”
Sayuri divenne rossa quanto il
ragazzo,
non riuscendo davvero a credere di aver detto una cosa del genere. Non
riusciva
proprio a capacitarsi di essersi dichiarata a quello strambo ragazzo
con la
bandana e i canini da vampiro. Ryoga dal canto suo rimase immobile
davanti alla
ragazza. Il viso gli stava andando letteralmente a fuoco. Non era
abituato a
ricevere simili dichiarazione, ad eccezion fatta per quelle che spesso
e
volentieri riceveva da quel maledetto di Ranma che si divertiva solo a
prenderlo in giro.
“Scusami
Ryoga!” disse Sayuri mortificata
“ogni volta che apro bocca riesco solo ad infastidirti! Come
non detto
dimentica quello che ho detto!” così dicendo la
ragazza affrettò il passo
superando il giovane. La vergogna che la stava assalendo era immensa.
Come
aveva potuto credere che un ragazzo come lui l’avrebbe mai
tenuta in
considerazione. In fondo lei che aveva di così particolare
da poterlo attrarre.
Non era né una karateka né una bella ragazza. Era
decisamente insipida. Ecco
cos’era!
“Aspetta!”
Ryoga la fermò per un braccio. Sayuri
si voltò a guardarlo stupita del suo gesto.
“Grazie Sayuri” disse lui.
“Sei carina a cercare di
tirarmi su il
morale. Ti ringrazio!” Ripeté Ryoga ora portandosi
una mano a grattare la testa
imbarazzato a morte. Sayuri lo guardò perplessa. Lei non
aveva alcuna
intenzione di fargli un favore con quella dichiarazione. Ryoga era
proprio come
gliel’aveva spesso descritto Akane, un po’ strambo.
Sayuri gli sorrise
facendolo fumare dall’imbarazzo. Tirò fuori dalla
borsetta un pezzo di carta e
una penna. Scrisse sopra velocemente. Poi lo porse al ragazzo.
“Questi sono il mio
indirizzo e il mio
numero Ryoga.”
“Cosa??”
“Si. Mi piaci sul serio..
quindi quando
avrai dimenticato Akane se hai voglia di uscire chiamami.”
Così dicendo la ragazza
corse via in
direzione della clinica del dottor Tofu, lasciando Ryoga solo in uno
stato di
felicità totale.
*****
Akane entrò finalmente
nella stanza dove
ormai era riunita tutta la famiglia. Quando incrociò lo
sguardo di Ranma
arrossì improvvisamente. Lui fece lo stesso.
“Avanti sorellina nemmeno
saluti il tuo
fidanzato??!” inveì Nabiki notando
l’imbarazzo dei due. Questo gli costò uno
sguardo fulminante da parte di entrambi. “Ok, ok come non
detto!” sbottò la
maggiore per evitare altri sguardi assassini. Nodoka stava alla
sinistra di
Ranma seduta su un piccolo sgabello offertole dal dottor Tofu. Gli
altri
raggruppati qua e là incitarono Akane ad avvicinarsi. Lei
era tremendamente
imbarazzata in quanto non sapeva come doveva comportarsi di fronte ai
genitori
di entrambi dopo quello accaduto. Ranma le sembrava stranamente
normale. Quindi
optò per fare come il fidanzato. Fingere in quel momento
sembrava la soluzione
migliore.
“Non posso credere che
una donna ti abbia
mandato all’ospedale! Sei proprio un rammollito figlio
mio!” sbottò il signor
Saotome.
“Smettila caro!
Può succedere a tutti di
essere presi alla sprovvista!” lo redarguì Nodoka.
Poi si volse verso il suo
amato figlio “Non preoccuparti figliolo mio! Non per questo
sarai costretto a
fare Harakiri.” Lo rassicurò. Sulla testa di padre
e figlio cadde un enorme
goccia. Poi Ranma si aggiustò meglio nel letto cercando di
tirarsi un po’ su e
portandosi una mano alla fasciatura che aveva in testa disse
“Ma io non ricordo
come sia successo..” Il dottor Tofu intervenne
“Già avevo appunto dimenticato di
dirvi un piccolo particolare” Tutti gli sguardi compresi
quelli di Ranma e
Akane caddero su di lui.
Quella sera a cena al Tendo-Dojo la tavola era stranamente ammutolita
Quella sera a cena al Tendo-Dojo
la tavola era stranamente ammutolita. Akane non vi aveva preso parte e Sound ne era preoccupantemente
allarmato. Kasumi non faceva altro che rassicurarlo
spiegandole che la sorella minore era semplicemente stanca del viaggio e degli
ultimi avvenimenti. Nabiki dal canto suo era intenta
a trafficare con la sua calcolatrice, chissà quale conto a quale sfortunato
debitore. La signora Nodoka invece non aveva
appetito, e guardando il marito trangugiarsi tutto il ripieno della sua ciotola
come un animale (quale era) decise di lasciare la tavola per ritirarsi nella
sua camera. Chiedendo scusa a tutti si allontanò e salì al piano di sopra.
Una volta giunta nel corridoio del secondo piano di casa Tendo
indugiò un attimo di fronte alla stanza di Akane. Alla
fine si decise e bussò. La paperella gialla appesa
alla porta si mosse impercettibilmente. "Chi è?"
"Cara, sono io, Nodoka."
Dopo pochi attimi la porta si aprì e ad accogliere la
donna ci fu Akane che le sorrise lievemente.
La mamma di Ranma entrò ed in silenzio andò a sedersi sul
ciglio del letto. "Scusa la mia intrusione Akane." Disse con sentito
dispiacere. "Si figuri Signora Saotome.."
La donna le sorrise con dolcezza
"Ti prego cara, chiamami Nodoka." Akane
sorrise a sua volta... ma rimase in silenzio. L'imbarazzo sembrò scendere nella
camera. Nodoka le fece cenno di
sedersi di fianco a lei, la ragazzà ubbidì.
"Akane, che cos'è che ti turba tanto?" le chiese la donna guardandola
con preoccupazione. Akane scostò lo sguardo dai grandi occhi limpidi della
mamma di Ranma incapace di reggere quello sguardo.
Sentì un forte pungerle gli occhi. Non voleva piangere. Non poteva farlo
davanti ad una donna così forte e tenace. Strinse i pugni sulle ginocchia.
"Cara so che sei preoccupata per il nostro amato Ranma, ma non devi.
Presto si riprenderà e starà meglio. Vedrai."
Akane non riuscì a trattenere un singhiozzo a quelle
parole. Ranma sarebbe stato sicuramente bene ma
avrebbe ricordato quanto accaduto fra di loro? Avrebbe ricordato il loro primo
ed indimenticabile (almeno per lei) bacio? La signora Saotome
sembrò leggerle nel pensiero. "Vedrai, qualsiasi cosa sia accaduta durante
la vostra gita, presto la ricorderà. Stanne
certa." Così dicendo l'abbracciò a lungo aspettando che Akane asciugasse
le lacrime che ormai avevano cominciato a scenderle a fiumi. Poi le diede la
buonanotte e la lasciò sola nella sua stanza.
Prima di addormentarsi pianse ancora e ancora pensando
all'amore appena trovato e subito perso del suo Ranma.
***
La stanza era ormai deserta. Fuori il sole era ormai
tramontato lasciando che un cielo blu scuro prendesse il sopravvento sui colori
infuocati del tramonto.
Ranma guardava pensieroso fuori dalla
finestra. Poi con una mano sfiorò le sue labbra.
Ancora riesco a sentirlo perfettamente..
il sapore delle sue labbra. Il profumo dei suoi capelli e il
gusto salato delle sue lacrime. Mentre chiudo
gli occhi ne riassaporo gli attimi. Attimi eterni in cui ho
davvero creduto di poterla avere per me per sempre, di farla mia per tutta la
vita. Tenerla fra le braccia, amarla come nessun uomo mai amerebbe una
donna, proteggerla.. Ed è proprio questo il mio
errore. Non posso stare con lei, non posso essere egoista..
non posso averla. Averla significherebbe esporla. Esporla a troppi pericoli,
troppi rischi. Come l'altra notte. Ricordo tutto. Perfettamente. Le immagini di Shan-pu che attenta alla sua vita. E poi il colpo. Mi ha colpito ed è vero sono stato
incosciente fino ad oggi ma non ho dimenticato con
quale ferocia abbia attentato alla vita di Akane. Non posso permettere che si
ripeta. Che una qualche pazza mia spasimante le faccia
del male. Che a causa mia la feriscano. Ed è per questo che ho chiesto al Dottor Tofu
di mentire. Si esatto gli ho chiesto di dire che ho
perso la memoria. D'ora in poi farò finta di niente e so che per questo
soffrirà, ma prima o poi le passerà. Presto
dimenticherà tutto quanto e sarà libera. Libera di poter amare un uomo che possa proteggerla standole vicino e non come me. Io dal mio
canto attenderò una settimana, il tempo di rimettermi in sesto e poi partirò,
andrò a ritrovare me stesso. A trovare la cura al mio male, alla mia
maledizione. Ma già so che il cuore non si sanerà mai
più, la mia vera maledizione e non poterla rendere felice come vorrei. La mia
maledizione è amarla. E Dio solo sa quanto l'amo..
Una lacrima solitaria scese lungo la sua guancia. Si girò
su un lato, tirò su la coperta e vi si nascose sotto come un uomo ormai
sconfitto. Ranma aveva preso la sua decisione.
Una nuova mattina sorse su Nerima.
L'autunno cominciava a farsi sentire, le prime folate di vento freddo
percorsero le strade del quartiere, facendo volare foglie per aria che poi
andavano a sparpagliarsi sul suolo. In casa Tendo Sound
e Genma erano già svegli e intenti a giocare sulla
veranda. Poco dopo Kasumi servì loro due tazze di
caffè caldo. Nabiki era intenta a prepararsi per il
primo giorno di scuola dell'anno. In camera sua Akane era
ancora sotto le coperte. Non riusciva a trovare ne
la forza ne la voglia per alzarsi e vestirsi. Non aveva voglia di fare nulla
nemmeno di pensare. Avrebbe voluto svanire e non
sentire più niente e nessuno. Quella notte poi era stata
orrenda, non aveva fatto altro che sognare Ranma. Aveva rivissuto nel
sogno quello che era capitato solamente due giorni prima. Aveva sognato le sue
labbra baciarla dolcemente e le sue mani accarezzarla con amore. Aveva sognato
i suoi grandi occhi blu guardarla intensamente come se le parlassero da sempre
di un amore inimagginabile. E
poi era arrivata quella maledetta di Shan-pu che alla fine era riuscita a
toglierle quanto di più caro aveva. Le aveva nuovamente tolto
l'amore di Ranma. Con un moto di stizza si tirò su le coperte fino a coprirsi
la testa. Sommessamente si rimise a piangere. Sembrava non sapesse far altro.
Qualcuno bussò alla porta. < ‘< ‘No ti prego
adesso no.. non voglio vedere nessuno’>’ > pensò Akane sotto le coperte.
La porta si aprì comunque. Una voce angelica e ricca di amore chiese
gentilmente permesso mentre avanzava. La maggiore delle sorelle Tendo si avvicinò pian piano alla scrivania e vi poggiò sopra un
vassoio con la colazione, una tazza di tè ed un sakumochi
appena fatto. Il profumo della ciliegia invase la camera. Kasumi
si sedette sul letto e mise una mano sulla spalla della sorella ancora nascosta
dalla coperta. "Akane... Sorellina svegliati sono le 7.30" così
dicendo la smosse leggermente. "La scuola
comincia oggi sorellina. Sono sicura che andarci ti farà bene. Sulla scrivania
ti ho lasciato la colazione. Ti lascio preparare."
Akane tirò fuori la testa dalle coperte non appena sentii
la porta richiudersi dietro alla sorella. Si trascinò fuori
dal letto come se fosse fatta di piombo. Diede uno sguardo al vassoio ma un'improvvisa nausea la fece subito allontanare
dalla scrivania. Uscì dalla camera e si chiuse in bagno. Fece una doccia per
svegliarsi, quando poi tornò in stanza diede un sorso al tè. Prese dall'armadio
la divisa scolastica e se la infilò. Si diede uno
sguardo allo specchio dentro all'armadio e il riflesso del suo viso pallido e
degli occhi rossi la disgustò. Chiuse con rabbia
l'anta dell'armadio, prese la cartella e uscì dalla camera. Una volta sotto
salutò velocemente e si diresse verso l'uscio del dojo
non lasciando tempo ai familiari di vederla in quello stato. Nodoka però l'aspettava al varco. Akane rallentò vedendola
di fronte all'imponente portone del dojo. "Buon
Giorno Akane." , "Buon Giorno a lei Nodoka." La donna le sorrise
dolcemente. "Mi chiedevo se mentre vai a scuola potresti passare dalla
clinica del dott. Tofu a portare il cambio a Ranma.
Ieri ho scordato di darglielo." Akane capii che era solo una scusa, in
realtà la signora Saotome cercava solo di darle la
possibilità di andarlo a trovare senza che dovesse pensare lei stessa ad una scusa
convincente. Akane non negò il favore alla mamma di Ranma anche se a
malincuore. Non aveva voglia di vederlo. O meglio, ne aveva
una voglia matta ma allo stesso tempo una paura folle. La donna le porse il
sacchetto con il ricambio e la salutò ringraziandola mentre
Akane si avviò.
***
Il dottTofu
si svegliò all'alba come sempre. Cominciò i suoi soliti esercizi mattutini e
poi preparò la colazione per se e per il suo ospite. Salì al piano superiore e
dopo aver bussato con energia entrò nella stanza del ragazzo. Lo trovò già
sveglio. Ranma era in piedi davanti alla finestra, fissava
un punto lontano senza proferire parola. Il Dottore allora lo salutò e gli
annunciò la colazione. Ranma si girò verso di lui sorridendogli appena, con Tofu sapeva di non aver bisogno di fingere. Il dottore
assunse uno sguardo triste. "Ranma..." il
ragazzo continuava a non proferir parola. "Ranma sei
proprio sicuro di quello che stai facendo?".
Il ragazzo si avvicinò al dottore e sedendosi sul letto prese in mano scodella e bacchette.
"Si." disse prima di cominciare a spazzolare
tutto quanto il riso.
Tofu sospirò. "Io non
conosco nei particolari quello che è successo.. sono
però sicuro sia una cosa molto importante per te, e probabilmente anche per
Akane.” Il ragazzo con il codino continuava a mangiare dal riso senza prestare
la minima attenzione al dottore, o almeno questa era l’impressione che dava. Il
dottor Tofu si avvicinò alla porta l’aprì, fece per uscire ma prima di andarsene rivolse ancora uno sguardo al
giovane artista marziale. “Pensa al dolore che potresti infliggerle.” La reazione di Ranma a quelle parole fu immediata. Si
buttò con forza sul corpo del dottore sbattendolo con forza contro la porta.
“AKANE STA MEGLIO SENZA DI ME!!!” gridò con rabbia. Tofu non abbassò lo sguardo dagli occhi del giovane.
“Questo è quello che dici sperando di convincertene tu stesso.” La presa di Ranma si fece ancora più stretta. Il suo dorso
del suo braccio spinse più forte sulla gola del dottor Tofu.
“CHE NE SA LEI!? NON SA CHE LE PERSONE SONO INFIME E
MALEFICHE!!... Insieme a me… insieme a me sarebbe
sempre in pericolo. Che vita sarebbe una vita con
me…?” La voce gli morì strozzata da un dolore infinito che gli invadeva il
cuore. La presa sul dottore cedette all’istante. Tofu
abbracciò il ragazzo che si tirò subito via da quel quasi fraterno conforto e
tornò a sedersi a letto. “Pensaci bene Ranma. Io sono sicuro che lei
preferirebbe affrontare infiniti pericoli insieme a te
piuttosto che affrontarne anche solo uno da sola.” Così dicendo il dottore se
n’è andò chiudendosi la porta alle spalle. Ranma rimase solo. Solo con se
stesso ed il suo dolore. In un impeto di rabbia diede una spinta
al vassoio rovesciando tutto il suo contenuto per terra. Era esausto.
***
“Kasumi?”
“Dimmi Nabiki.”
La ragazza con il baschetto entrò in cucina. Si avvicinò
alla maggiore delle Tendo e si fece passare il
sacchetto con il pranzo per la scuola. “Quello è di
Akane?” Chiese conoscendo già la risposta. “Si è di nostra sorella. Questa
mattina è andata via come una furia dimenticandosene. Per piacere Nabiki potresti portarglielo tu?” Nabiki
sbuffò e prese con se il pranzo di sua sorella.,
salutò poi la famiglia e si avviò per la strada del Furinkan.
***
Sento il cuore battermi sempre più velocemente ad ogni passo
che mi avvicina a Ranma. Forse dovrei parlargli. Forse rimanendo sola con lui
anche solo per poco lui potrebbe ricordare. Non devo
essere sciocca, quello che è successo fra noi è indimenticabile.. almeno per me. Ma è anche possibile che abbia fatto finta
di non ricordare perché si vergogna dei nostri genitori. Certo! Dev’essere
così. Appena mi vedrà mi sorriderà e mi abbraccerà. Io arrossirò dalla vergogna
e lui come me. Forse mi dirà che mi ama. Come ho fatto
a non pensarci prima. Senza dubbio mentiva per questo. Il passo si fa sempre
più svelto finché mi ritrovo a correre senza nemmeno rendermene conto. Sto
correndo come una pazza, una disperata che ha bisogno di vedere l’unica cosa
che realmente valga nella mia vita. L’unica persona che mi da
la forza necessaria ad affrontare ogni giorno a testa alta. Stringo
forte a me la sacca con il suo ricambio. La stringo talmente
forte che quasi sicuramente Ranma troverà un ricambio stropicciato. Ma non gli importerà e lo so. Sarà felice per il sol fatto
di vedermi. Eccola! Finalmente la clinica. Entro. Non c’è nessuno all’ingresso.
“Dottor Tofu? E’ permesso? Sono Akane.” Nessuna
risposta. Attendo qualche attimo esitante sul da farsi. Poi le mie gambe
tornano a muoversi da sole. Mi ritrovo a salire le scale per raggiungere il
piano superiore. Ed eccola finalmente la porta della
sua stanza. Mi fermo lì davanti. Il cuore mi martella nel petto e nella testa.
Stringo ancora più morbosamente la sacca. Busso. Flebile posso sentire la sua
voce che dice “Avanti” mi faccio coraggio ed apro.
“Akane..” Il solo sentirgli pronunciare il mio nome mi
provoca una fitta di piacere allo stomaco. Arrossisco e lo saluto. Un “ciao”
quasi in udibile,abbasso
lo sguardo sulle mie scarpe paralizzata dall’imbarazzo. Lui non parla. Non dice
una parola. “Ti ho portato.. il tuo ricambio” dico per
spezzare il silenzio. Mi sorride. “Grazie.” Non capisco..
perché fa così? Perché non mi dice nulla.. possibile
che davvero abbia perso la memoria? Possibile che realmente non si ricordi più
di quello che è successo tra noi? “Bè?”alzo lo sguardo
incredula non capisco cosa voglia dire quel <’ bè ‘>,
Sento le gambe tremarmi. Lui guarda da un’altra parte per un attimo. Sbuffa.
Poi si rivolta verso di me. Il suo sguardo sembra
essere diverso. Duro, seccato. “Sono stanco. Lasciami pure la sacca lì sul
mobile.” Mi sta chiedendo di andarmene? Mi sta dicendo
che non ha voglia di parlarmi, di vedermi. Non ricorda davvero. O forse non vuole ricordare. Le gambe mi tremano
sempre di più, sembrano non riuscire a reggermi. “Vita larga ti muovi?!” le sue parole escono dalle sue labbra così veloci e
affilate. Sento colpirmi il cuore in pieno e tagliarlo. D’istinto gli lancio la
sacca in faccia e prima che possa vedermi esco dalla stanza in lacrime. Non
posso crederci. Non voglio crederci. Il cuore mi fa male da morire. Corro
veloce, corro senza sapere dove sto andando. Una sola cosa è certa non al Furinkan. Voglio stare sola.
***
La campanella era ormai suonata da una decina di minuti. Nabiki aveva guardato dalla finestra dell’aula più volte ma di Akane nessuna traccia. Avrebbe atteso
l’intervallo per andare nella 1F ad assicurarsi se fosse entrata a scuola senza
che lei se ne fosse accorta… ma era difficile le fosse
sfuggita. Con svogliatezza cominciò a seguire la lezione di Geometria che il
professore stava tenendo.
In quello stesso momento o quasi nella 1F Sayuri e Yuka stavano appunto chiedendosi che fine avesse fatto Akane.
“Probabilmente è ancora scossa e ha deciso di saltare le lezioni oggi.”Disee Yuka convinta. “Poverina
ha passato proprio un brutto momento, si.” Convenne
anche Sayuri su questo punto. Le due ragazze continuarono per qualche minuto il
loro discorso, fino a che la professoressa Hinako in
veste di bambina non intervenne minacciando le due allieve con una monetina da
5 Yen. Le due si scusarono all’unisono e si rimisero a capo chino sul testo di inglese. Sapevano perfettamente che non era il caso di
far arrabbiare quella matta di Hinako.
***
L’ho visto perfettamente. Nei suoi occhi ho visto dolore.
Un dolore forte come quello che nello stesso momento ho
provato al cuore. L’ho ferita. Di nuovo. Come sempre. Ho ragione ad andarmene
il più lontano possibile da lei. Non so fare altro che farle del male. E’
entrata nella stanza con quel suo sorriso solare e con quegli occhi pieni di
felicità. Sicuramente voleva parlarmi. Voleva forse ricordarmi quello che è
successo fra noi. Il nostro bacio. Il solo pensarci mi fa girare la testa. Mi
porto le mani sulle tempie cercando di ritrovare il controllo di me stesso.
Avrei voluto abbracciarla. Stringerla forte al mio petto e dirle
che l’amo. Ma non posso. Non posso continuare a farla
soffrire e metterla in pericolo. Prendo in mano la sacca che mi ha portato.
Sento perfettamente il suo profumo che si è incastrato fra i fili di trama e di ordito del tessuto. Me la premo contro il viso. In un
attimo l’immagine del suo viso al chiarore della luna mi ricompare davanti.
Rivedo la sua pelle pallida e le gote arrossate. Le labbra
socchiuse ed i suoi occhi che non riuscendo a guardare nei miei guardano alle
mie labbra. La rivedo mentre morde il labbro
posteriore e sento la voglia matta di baciarla. Ma lei non è qui con me.. ed io ormai la mia decisione l’ho presa. Devo
dimenticarla. Mi vesto. Non posso stare un minuto di più qui.
Non ce la farei a rivederla ancora. Devo partire subito, ma prima di farlo
voglio fare un discorso a tre persone. Devo
assicurarmi che non tentino di farle del male lo stesso
quando andrò via. Una volta pronto esco dalla
finestra per non farmi sentire dal dottor Tofu. So
che potrebbe tentare di fermarmi con la forza ma io
non ho tempo da perdere. Corro veloce verso casa. Saltando da un tetto
all’altro mi tolgo la benda alla testa. Sento il freddo dell’aria pungermi
sulla ferita. Forse è il caso di tenerla ancora per qualche tempo. La riavvolgo intorno alla testa come meglio riesco. Finalmente
arrivo sul tetto del Dojo. Mi calo giù fino ad
arrivare alla mia stanza. Vuota. Entro furtivo, tiro fuori lo zaino da viaggio
dall’armadio a muro e ci infilo lo stretto necessario.
Frugo nel mio cassetto cercando qualche soldo. Pochi Yen. Mio padre non me ne
vorrà se prendo anche i suoi. Così apro il suo
cassetto e ci trovo dentro un solo misero Yen.. Mi
sale un moto di sdegno nei confronti di quel maledetto panda pulcioso. Non sa
mettere da parte niente. Sento dei rumori nel corridoio. Rimango immobile.
Niente. Era solo un brutto scherzo della mia immaginazione. Esco dalla finestra
e ritorno sul tetto. Osservo ancora una volta il panorama di Nerima. E’ strano come cambino in
fretta le cose. Solo qualche giorno fa proprio su questo tetto pensavo che la
mia vita sarebbe presto cambiata in meglio. Che avrei avuto la donna che amo al mio fianco per sempre e che sarei stato felice. Ora invece in questo stesso posto do il benvenuto ad una vita che
non voglio. Una vita senza Akane. Una vita di vagabondaggio. Una vita che devo saper accettare se voglio saperla felice ed al
sicuro. Prima di andare ancora un’ultima cosa. Come ho fatto per entrare
nella mia così entro nella sua camera. Sulla scrivania c’è un vassoio con una
tazza di thè mezza piena e un sakumochi
intatto. Non ha toccato nulla.. La stanza profuma di
lei. Akane è in ogni piccolo oggetto. Mi avvicino al letto. Lo sfioro appena. E
come un uomo privo di forze ci cado sopra senza
rendermene conto. Affondo la testa nel cuscino. Il suo cuscino è così morbido,
quasi quanto lei, e di lei è impregnato. Lo stringo forte quasi fosse lei. Un grugnito mi riporta alla realtà mi volto di
scatto e vedo quel suino di Ryoga fissarmi con occhi arrabbiati. Faccio per
scattare verso la finestra ma stavolta la sua piccola
dimensione ha la meglio e mi ostacola il passaggio. Si versa la tazza di thè addosso e prende le sue sembianze umane. “Dove pensi di
andare?!” Mi dice guardando con disappunto la mia
valigia. “fatti gli affari tuoi, suino!” Ryoga tenta di colpirmi con un pugno.
Troppo lento, lo evito scansandomi di lato e allungo una gamba per fargli
perdere l’equilibrio. Cade, io ne approfitto efiondo fuori dalla finestra. Devo seminarlo.
***
Nodokane era
certa. Le era parso di sentire dei rumori al piano di
sopra. Era subito corsa ad aprire la camera riservata a lei ed alla sua
famiglia ma la trovò vuota.Qualche minuto dopo sentì delle voci
provenire dalla stanza di Akane. Si precipitò anche in
quella per vedere chi ci fosse. Aprì la porta con
forza. “CHI VA LA’?” La finestra della camera era
spalancata ed il vento faceva muovere le tende. C’era una tazza di thè rovesciata per terra ed il letto leggermente sfatto. Ma all’interno nessuno. Si affacciò alla finestra per
riuscire a vedere chi ne fosse appena uscito, ma
chiunque esso fosse era ormai troppo distante e non più visibile ad occhio
nudo. Nodoka chiuse la finestra e scese giù nel atrio. Sollevò la cornetta e compose il numero della
clinica.
“Dottor Tofu! Sono la Signora Saotome…
Mi chiedevo se Ranma fosse ancora lì..
certo…gentilmente potrebbe controllare? Grazie!”
Passarono un paio di minuti prima che l’interlocutore
tornasse a parlare al telefono. Nodoka attendeva con
calma quasi glaciale fissando la tastiera del telefono. “..si? Capisco.. No, non si preoccupi. Me ne occupo
io. Ancora grazie.” La signora attaccò il telefono. Si diresse nella veranda
dove trovò ancora i duoi uomini intenti a giocare e Kasumi nel giardino a stendere i panni.
“Ranma è scappato.”
Tre paia d’occhi la fissarono attoniti senza capire che cosa stesse succedendo.
Eccomi qua con l'8° capitolo, questa volta sono riuscita ad aggiornare
prima del solito
Eccomi qua con l'8° capitolo,
questa volta sono riuscita ad aggiornare prima del solito. Purtroppo vi preannuncio che questo capitolo sarà un pò
noioso.. ebbene si colpi di scena non ce ne saranno, ma sarà molto come dire,
un capitolo per fare il punto della storia, dopotutto è anche giusto dar spazio
un pò a tutti e penso che questa incombenza prima o
poi andava data ad un qualche capitolo.. bè ora basta
con le ciancie e buona lettura!
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Parte VIII
Rincorrersi.
La campanella del Furinkan suonò annunciando la pausa
pranzo. Mentre tutti avvicinavano i banchi per pranzare insieme, Nabiki prese con se il pranzo per Akane e si diresse verso
la classe di questa.. Mentre percorreva il corridoio
cominciò a pensare che quella di portarle il pranzo che aveva dimenticato di
prendersi era un’ottima scusa per giustificare la sua presenza nella 1°F. Con la mente a questo pensiero non fece
caso che mentre si avvicinava all’aula Sayuri le stava venendo in contro
insieme all’amica Yuka. “Nabiki!” dissero quasi
all’unisono. La ragazza ne fu sorpresa ed il sospetto che Akane non si fosse presentata a scuola divenne quasi una certezza. “Akane
sta male?” Nabikirimase per
un momento in silenzio indecisa sul da farsi. Finalmente sorrise “Ebbene si. Ha
pensato di prendersi un giorno di pausa.” Disse
infine. Le due non sembrarono essere molto convinte dalla risposta della
ragazza che aveva tutto l’aspetto di essere appena
nata nel cervello della più calcolatrice delle sorelle Tendo. “Uhm.. sicura?” chiese incerta Sayuri. Lo sguardo di Nabiki divenne quasi glaciale, il sorriso pericoloso. Voltò
le spalle alle due primine poi le guardò appena da
dietro la spalla “Mia sorella è a casa malata. Mal di
pancia.” Così dicendo riprese con passo calmo il cammino
verso la sua sezione.
Le due compagne di classe di Akane si guardarono e
quasi del tutto convinte dalle parole di Nabiki
ritornarono in aula con un po’ di delusione.
“Ehi ragazze!” La voce di Hiroshi fece capolino dal fondo dell’aula. Il ragazzo
era seduto sul banco dell’amico Daysuke. Yuka corse subito verso il giovane
arrossendo. Sayuri la seguì a ruota. I quattro si misero seduti attorno al
banco. “Allora? Avete avuto notizie?”,”Si Daysuke..
Akane è rimasta a casa da scuola perché sta male.”, “Esatto, Yuka ha ragione,
abbiamo incontrato Nabiki nel corridoio e ci ha detto
che Akane ha il mal di pancia.” I due ragazzi guardarono le ragazze e rimasero
per qualche secondo a pensare a quanto appena riferito. “Nabiki
che ci faceva in corridoio?” chiese Hiroshi all’improvviso. Yuka e Sayuri lo
guardarono interrogativo senza capire il senso della domanda appena posta. Il
giovane arrossì sentendosi quegli occhi puntati addosso. “Già..
non è solito di Nabiki girare per la scuola a meno
che non ci sia qualcosa di importante che le interessi sapere.” Commentò
Daysuke. A quelle parole Hiroshi si illuminò
cominciando a blaterare che era proprio quello che intendeva dire.
“Effettivamente sembrava stesse cercando..” cominciò Sayuri, “AKANE!” terminò poi Yuka. Le due si
guardarono. Sayuri riprese la parola. “E’ ovvio. Nabiki
non sapeva che Akane non si fosse presentata a scuola per cui
sicuramente stava venendo nella nostra aula per controllare se la sorella fosse
venuta. Ecco perché quando ci ha visto andarle in contro si è stranita.” Hiroshi e Daysuke annuirono convinti che la teoria appena
esposta fosse senza dubbi quella corretta. “Ed ecco
anche spiegato il motivo per il quale quando le abbiamo chiesto di Akane ci ha impiegato un bel po’ a risponderci!” aggiunse
Yuka. “Questo vuol dire che questa mattina Akane è
uscita per venire a scuola probabilmente prima di Nabiki,
ma che quest’ultima è arrivata comunque prima di Akane che invece non si è
presentata.” Concluse infine Daysuke. “Però.. Potrebbe anche essere andata da Ranma a tenergli
compagnia.” Propose Yuka. “Naa..
Se fosse andata da Ranma che motivo avrebbe avuto Nabiki
di nascondercelo?” chiese non convinto Daysuke. I quattro rimasero
qualche minuto a rifletterci sopra. La campanella che annunciava
l’inizio delle lezioni pomeridiane suonò e i ragazzi
si rimisero seduti ai propri banchi. Sayuri continuò a pensare a tutta quella
storia.
“NABIKI NON SA DOVE SIA!!!” Mentre il professore varcò
la porta dell’aula Sayuri scattò in piedi attirando l’attenzione dell’intera
classe ma in particolar modo dei suoi tre amici.
La giovane corse fuori dall’aula come una furia
urtando il professore e facendolo cadere. “Ma che diamine..”
Le parole gli morirono in bocca nello stesso momento in cui tentando di
rialzarsi gli altri tre seguirono a ruota Sayuri fuori dall’aula
facendolo ricascare a terra. Uno “Scusi Prof.” fu detto alla veloce da Yuka che lasciò per ultima l’aula.
Il Professore iracondo gridò ai quattro la loro punizione affacciandosi
dall’aula ma di loro ormai più nessuna notizia.
“Sayuri aspettaci!!” gridò Hiroshi alla ragazza che
sembrava non voler arrestare la sua furia. Una volta davanti
all’aula 2°E spalancò la porta gridando il nome della secondogenita Tendo.
Gli occhi di un’intera aula si posarono sui quattro appena entrati come pazzi
nell’aula. Il professore in turno, un vecchio uomo basso e con spessi occhiali
li guardò un attimo, poi grattandosi la barba volse lo sguardo sul registro
aperto sulla cattedra. “Mh..Nabiki..
Nabiki Tendo!” Disse infine una volta trovata la
ragazza fra i nominativi della classe. “E’ assente.” asserì
infine. “Come sarebbe che è assente??” chiesero i
ragazzi in coro. Il professore li osservò nuovamente e poi tornò a grattarsi la
barba mentre tornava a leggere le note scritte sul
registro. “Nabiki Tendo…mh..
ha chiesto di uscire prima perché aveva mal di pancia.” disse
infine. Sayuri rimase a bocca aperta. Allora aveva davvero mentito e le loro
non erano solamente supposizioni. “Akane..”.
***
Che diavolo sta succedendo?
Perché lo sto inseguendo? Cosa diamine ha in mente?!
Maledetto Ranma, se scopro che sta tentando di farne un’altra delle sue ad
Akane giuro che questa volta lo ammazzo!
Cosa vuol dire quello zaino che ha con se? Cosa ci faceva in camera di Akane buttato così sul letto. Forse è stata sola la mia immaginazione ma giurerei che i suoi occhi fossero lucidi..
Ranma.. che stai combinando?!
Corro più veloce. Devo raggiungerlo! E’ solo qualche centinaio di metri avanti
a me ma non me ne preoccupo. So che è veloce ma scorda che lo sono anche io. Fortunatamente nella
camera di Akane avevo nascosto i vestiti e il mio
zaino sotto il letto. Libero dalla cinghia superiore il mio ombrello rosso con
un movimento veloce del braccio e lo apro. Carico il
colpo e lo lancio verso Ranma con quanta più forza possibile. L’ombrello
sfreccia come una saetta nell’aria dirigendosi sempre più pericolosamente verso
il mio avversario. Finalmente sono più leggero e posso aumentare il passo fino
a raggiungerlo. Ranma percepisce il pericolo, si sta girando e per pararsi
dall’ombrello è costretto ad arrestale la sua corsa. Edeccoci qui. Uno davanti
all’altro, in silenzio. Lui mi guarda negli occhi e non parla. Non ha assunto alcuna posizione di lotta e nel vederlo così tranquillo,
rilasso i muscoli. Davvero non capisco. Non riesco a riconoscerlo. Il
suo sguardo sembra quasi spento. Con noncuranza chiude l’ombrello di cui ha da
poco fermato la pericolosa corsa.
“Ranma! Non ti permetterò di far soffrire Akane!” a queste mie parole torna a
posare il suo sguardo su di me e sorride. “Lo so.” mi
dice tornando a guardare un punto non definito all’orizzonte. “Nemmeno io
permetterò che soffra. Per questo me ne vado.” Cosa?
Non capisco. Che cavolo sta dicendo? Che senso hanno le sue parole. Prima che possa dar voce a
questi miei pensieri si avvicina a me tanto
velocemente e con quanta più forza abbia. Mi spinge l’ombrello contro la gola
atterrandomi spalle al tetto sul quale ci siamo
fermati. Mi tiene stretto a terra e non riesco a muovermi di un centimetro. Mi
guarda. Il suo sguardo non è quello suo solito.
Spavaldo, tenace, strafottente.. mi sembra lo sguardo
di un uomo triste.. vuoto.. sembra il mio sguardo. “E’ meglio così.” Le sue
parole mi rimbombano nella testa nel momento esatto in cui mi colpisce con una
testata in faccia. E’ meglio così? Davvero?... svengo.
***
Nabiki varcò il portone del Tendo-Dojo
correndo. Sua sorella non era andata a scuola. Era uscita
prima pensò. No sua sorella non era il tipo da ripensarci strada
facendo. Era sicura di non trovarla nemmeno a casa. Entrò nell’atrio, non fece
in tempo a levarsi le scarpe che l’intera famiglia si fiondò
alla porta per vedere chi fosse entrato. Subito in
quei visi dapprima speranzosi comparve la delusione. Quella fu la prova che
confermava che Akane non era a casa. Nabiki pose il
suo sguardo sull’unica persona che senza dubbio poteva capirla al volo solo
guardandosi negli occhi. La signora Saotome scosse la
testa in segno di negazione. “Sorellina Ranma è scappato!”
intervenne Kasumi spezzando il silenzio che si era
creato. Sul viso di Nabiki comparve un’espressone
quanto mai sorpresa. “Ranma?” chiese non capendo di cosa stessero parlando.
Intervenne Nodoka spiegando dei suoi sospetti. Le
raccontò delle voci che aveva sentito provenire dalle camere al piano di sopra,
e della sua telefonata alla clinica del dottor Tofu.
Lo stesso dottore allarmato dalle parole della signora Nodoka
si era precipitato nella stanza nella quale il ragazzo passava la convalescenza
trovandola con suo immenso stupore vuota. “Sono sicura
che sia andato via.. ma non riesco ad immaginare dove
possa essere. Sono così preoccupata.” Kasumi si
avvicinò alla donna e le mise una mano sulla spalla cercando di darle conforto
ricevendo così da quest’ultima un dolce sorriso. Nabiki dal canto suo continuò a rimanere in silenzio
cercando di ponderare il da farsi. Ranma era scappato. Akane era scappata.
Possibile lo avessero deciso insieme? Forse a quest’ora stavano scappando
insieme per andare in chissà quale posto da soli. Che
avessero deciso di sposarsi in gran segreto? .
“Akane non sa nulla di questa storia?” chiese infine cercando di capire fino a
che punto fossero informati i familiari. “Questa mattina ho chiesto alla
cara Akane di portare il cambio a Ranma.”aggiunseNodoka. Lo sguardo sembrò
illuminarsi, non aveva pensato che forse la sua dolce nuora potesse aver
parlato con suo figlio e quindi essere al corrente di
dove si fosse cacciato in quello stato.”Hai ragione Nabiki!
Dovremmo andare a scuola a chiederle..” continuò la donna stringendo la sua katana
con enfasi. In un attimo tutti convennero che la miglior cosa da farsi fosse
piombare al Furinkan nella classe di
Akane e chiederle che fine avesse fatto il ragazzo. Classica
scena tipica di quella sgangherata famiglia, che avrebbe così messo su piazza i
propri fatti senza pensarci su due volte. Mentre Nodoka seguita a ruota dagli altri si avviò verso l’uscita
del DojoNabiki la prese
per un polso invitandola cautamente ad arrestarsi. La donna la guardò
stupita non capendo perché la sorella maggiore di Akane
l’avesse fermata così all’improvviso. “Mia cara cosa c’è?” chiese con una nota
di preoccupazione. La ragazza la guardò a lungo. Era incerta su cosa dire,
diede uno sguardo a Kasumi che le dedicò uno dei suoi
sorrisi migliori, poi uno a suo padre. Sapeva benissimo che quanto stava per
dire avrebbe causato una delle scenate tipiche da melodramma di Soun. Chiuse gli occhi e prese un lungo respiro. “Non è
necessario andare a scuola.” disse tutto d’un fiato.
Tutti rimasero in fermi presi da una spasmodica attesa.
“Nabiki che intendi dire?” le chiese suo padre
infine. “Akane non si è presentata a scuola.” il
silenzio di prima si tramutò come si aspettava in un chiasso composto da mille
domande gridate l’una sull’altra dai componenti della famiglia riuniti nel
vialetto del Dojo e dagli isterici pianti del signor
Tendo. Nabiki sospirò pentita, sarebbe stato estremamente difficoltoso e stressante quello che
l’attendeva da lì alle prossime ore.
***
Era pomeriggio ormai inoltrato. Il cielo cominciava a colorarsi dei calori
caldi del tramonto. Steso sul tetto di una casa di Nerima
Ryoga sembrava cominciare a riacquistare i sensi. Un basso lamento uscì dalle
sue labbra. Il viso era macchiato del sangue che gli colava dal naso. Ryoga
cominciò a riacquistare lucidità. Sentendo una fitta di dolore alla testa si
mise a sedere. Si portò una mano al naso. Lo tastò con delicatezza fino ad
assicurarsi che non fosse rotto. Già almeno quella poteva essere considerata
una buona notizia. Si sfilò la bandana dai capelli e la utilizzò come tampone.
Quel maledetto di Ranma gli aveva fatto perdere i sensi alla grande. Lo maledisse in quante più lingue conosceva, l’avrebbe pagata
cara. Provò a tirarsi su, senti le ginocchia molli.
Quasi ricadde a terra, si sentiva tremendamente pesante. Poi si
issò come meglio riuscì sulle proprie gambe, le mani appoggiate sulle
ginocchia. Rimase così qualche istante. Pensò allo sguardo di Ranma, alle sue
parole quasi sussurrate . La rabbia smontò quasi
all’istante dal viso dell’eterno disperso a quel pensiero. chiese
quasi a se stesso.
***
“Come sta?”
La vecchia Obaba guardò il giovane Mousse davanti a
se. Tirò un sospiro rassegnato e poi andò a sedersi sul bancone del ristorante.
Da quando il giovane Ryoga le aveva portato Shan-pu a
casa e dopo aver sentito la storia che il ragazzo le aveva velocemente
raccontato ancora non era riuscita ad esternare i suoi sentimenti. La giovane
invece si era ripresa il giorno stesso in cui era rincasata ma
non aveva voluto né uscire dalla sua stanza né vedere il ragazzo. Obaba si accese la pipa. “Come ieri..
e l’altro ieri.” disse stanca. “Posso..” la domanda di Mousse venne zittita dallo sguardo della
vecchia, segno che Shan-pu non ne voleva sapere di affrontarlo, almeno non
ancora. “Non può continuare così Obaba!” La vecchia
donna non rispose e continuò a fumare imperterrita la sua pipa. “Deve reagire!
Quello che ha fatto è terribile, ma non deve chiudersi nella sua solitudine!
Non le sarà di alcun aiuto!” sbottò in preda alla
frustrazione. Obaba allontanò la pipa dalle labbra
diede un breve sguardo al giovane e poi guardò verso un punto non definito
della sala da pranzo del NekoHanten.
“Lo so ragazzo.. ma non è ancora pronta. Quello che è
successo l’ha ferita profondamente. Credo sia più la rabbia per se stessa a
tenerla chiusa in quella stanza che quella per il fatto di aver perso l’amore
del suo adorato Ranma.” Queste parole colpirono Mousse
che rimase fermo sul posto, la testa china, i pugni
serrati. Frustrato sentendosi completamente inutile, non poteva fare nulla per
alleviare le sue ferite, per farla stare meglio, anche solo per strapparle un
sorriso. “Forse è meglio tornare in Cina..” disse infine Obaba, più a se
stessa che al giovane. Mousse la guardò stupito non
riuscendo a credere alle sue orecchie. La vecchia megera gli rivolse un nuovo
sguardo, questa volta Mousse potè leggere nei suoi occhi tutta la preoccupazione e la tristezza che
l’anziana provava vedendo la sua dolce nipote in quello stato. “Farò tutto il
necessario affinché Shan-pu possa nuovamente stare bene.”le parole del giovane fecero sorridere la donna. Mousse amava la sua bella nipote fin da piccolo. Sapeva che
anche se non era forte come Ranma, il suo amore era più grande di qualsiasi altra cosa. Non avrebbe mai voluto veder
piangere Shan-pu e avrebbe fatto di tutto pur di proteggerla. Sapeva che
l’avrebbe amata per sempre e che Ranma non ne sarebbe mai stato capace, e non
perché non fosse capace di amare, ma perché il suo
amore era già per qualcun’altra e per sua nipote non c’era spazio. Una quiete
impressionante le colmò il cuore a questo pensiero. Era inutile continuare a
far pressione su Shan-pu con quelle leggi ormai antiquate. Se sua nipote avesse
continuato nell’impresa di conquistare il futuro consorte
si sarebbe fatta del male solamente lei, e Obaba
questo non poteva permettere che continuasse. A malincuore accettò la disfatta
che era della nipote quanto sua. Era meglio deporre le armi cercando di
mantenere un minimo di onore, che continuare
imperterrite a sfidare un “nemico” che ormai sapeva benissimo non essere alla
loro portata. Sorrise a se stessa per la saggia decisione appena presa, non
sapendo che da lì a poco in quel ristorante la quiete di quel momento sarebbe
stata spezzata.
***
Casa Tendo era piombata in un’irreale silenzio dopo il
racconto di Nabiki e dopo che quest’ultima aveva
messo in tavola le più svariate possibilità per spiegare quello che stava
accadendo. Dopo due ore di congetture, di urla, di
pianti, di proposte sull’andare a cercare quei due ragazzi troppo orgogliosi
entrambi per risolvere le proprie questioni da adulti, si erano alla fine
arresi insicuri sul da farsi. Ora tutti attorno a quel tavolo nel salone
fissavano quelle poche pietanze messe a tavola dalla maggiore delle sorelle Tendo che nella più totale naturalezza aveva comunque
pensato a sfamare quella sua famiglia tanto strana quanto amata. Nel giardino
di fronte al laghetto delle carpe, del tutto inaspettato comparve Ryoga. Due pezzetti di stoffa nelle narici e una mano ancora a
massaggiarsi la testa. Kasumi e Nodoka furono subito da lui chiedendogli con premura l’una
se stesse bene e l’altra che cosa mai gli fosse
accaduto. E fu proprio a quest’ultima che rispose. Nodoka lo guardava con dolcezza e il ragazzo abbassando lo
sguardo a terra gli spiegò del suo incontro con Ranma. “Hai visto mio figlio?”
chiese incredula ma con tanta speranza nella voce. “Si” rispose
Ryoga “L’ho incontrato e ci siamo battuti, ma poi mi ha colpito in faccia ed ho
perso i sensi” La delusione di tutti fu immediata a quelle parole. Ryoga
era servito a poco in quel frangente, aveva avuto la fortuna di incontrare
Ranma e come al solito se l’era fatto scappare. Il
giovane sentì su di se gli sguardi accigliati e delusi di tutti e strinse le
mani a pugno imbarazzato e arrabbiato con se stesso per l’essere così inutile. Nodoka gli poggiò una mano sulla spalla e gli mostrò uno
dei suoi sorrisi migliori facendo arrossire il giovane eterno disperso. “Ha
detto..” disse quasi con timore
“..ha detto che va via per Akane..”. Nabiki si alzò
da tavola con foga a quelle parole, che del resto sortirono un immenso scalpore
in tutti i presenti. Nodoka abbassò lo sguardo triste.. rimase profondamente ferita da quelle parole. Non sapeva
con esattezza cosa fosse accaduto in quella gita di
pochi giorni, ma era certa che qualcosa di importante, qualche passo avanti ci
fosse stato fra suo figlio e Akane. E ora, dopo tutto questo lui decideva di
scappare, si perché non sapeva trovare un termine migliore.
Se era vero quello che Ryoga le aveva detto, se era vero che Ranma se ne andava via per lei, per la sua giovane nuora, era per
evitarle di incappare in nuovi pericoli come era stato l’episodio di Shan-pu.
“E’ dov’è andato?” Chiese Nabiki sicura di non
ricevere una risposta soddisfacente. Così fu, Ryoga
nuovamente imbarazzato sentendosi nuovamente inutile negò con la testa
ammettendo di non saperlo. Nabiki si sentì frustrata.
Che fare? Non ne aveva la
minima idea. Andare a cercarli sembrava l’opzione più
plausibile. Già ma dove? Forse con Akane avrebbero avuto più probabilità di
successo. Se conosceva bene la sorella sapeva che non
sarebbe andata tanto lontana. Ma Ranma.. per quello
che poteva immaginarsi a quest’ora avrebbe potuto trovarsi nelle foreste più
inoltrate della regione. Non c’erano dubbi. la miglior
cosa da fare era andare a cercare prima di tutto sua sorella. Lei aveva senza
dubbio la precedenza.
“Ryoga!” disse all’improvviso la secondogenita rompendo il silenzio che era
andato a crearsi in seguito all’ennesima negazione del giovane ragazzo con la
bandana. L’attenzione di tutti fu subito sua compresa quella dello stesso
Ryoga. “Anche Akane è scappata. Dobbiamo andare a
cercarla!” Finalmente là dentro qualcuno aveva preso
una decisione sul da farsi. Ryoga invece cominciò a sputare una dietro l’altra
una serie di domande. Com’era possibile che fino ad allora
nessuno gliel’avesse detto, ma com’era soprattutto possibile che lui non se ne
fosse accorto da solo non vedendola fra i presenti. Si diede dello
stupito mille voltefinchè la voce della
sorella calcolatrice della sua amata non lo riportò alla realtà. “Non abbiamo
tempo da perdere, il sole è tramontato ormai e fuori si sa non è mai sicuro.
Voglio mia sorella a casa prima che si faccia davvero
tardi.” aggiunse infine. Kasumi
la guardò sorridendo, sapeva che infondoNabiki era una ragazza con un grande e tenero cuore. Nabiki dal canto suo fece finta di non
accorgersi dei sorrisi della maggiore, non voleva in alcun modo sentirsi
scoperta. Con il suo solito modo di fare secco organizzò i gruppi di ricerca. Soun e Kasumi, Genma e la signora Nodoka e lei e Ryoga per finire. Divise il quartiere
in tre zone distinte e ad ogni gruppo ne assegnò una.
“Ma chi andrà a cercare Ranma?” chiese preoccupataKasumi. “Non abbiamo tempo di cercare quello lì!” disse
acida Nabiki. La sorella la guardò questa volta con
una nota di rimprovero nello sguardo “Anche Ranma è scomparso ed è giusto..”, “Ranma non merita di essere cercato” La interruppe Nodoka. Tutti compresa Kasumi
rimasero sorpresi dalla serietà quasi glaciale delle parole della donna. “Ma signora Saotome, non siete
preoccupata per Ranma?” chiese sempre quest’ultima. “Ranma è abbastanza grande per decidere da solo cosa fare della sua vita, se ha deciso
di scappare non saremo certo noi ad andare a cercarlo..” tutti
rimasero in silenzio incapaci di obbiettare le parole della donna. “Akane.. dev’essere sconvolta. Ne sono certa, lei più di mio
figlio in questo momento ha bisogno di una madre.”Nabiki strinse forte i pugni. Odiava ammettere che la
signora Saotomeaveva
ragione, sua sorella come lei del resto soffrivano terribilmente per questa
mancanza.
“Bene. Sbrighiamoci è ora di andare!” Così dicendo i tre gruppi da Nabiki composti si divisero alla ricerca della minore delle
figlie Tendo.
***
L’aria si fa sempre più fredda. Mi punge il viso con glaciale indifferenza. Dal
tetto di questa casa posso benissimo vedere l’insegna del NekoHanten. Le luci sono ancora accese. Sono qui ormai da
una decina di minuti. So che devo entrare ma ancora le
gambe non mi rispondono. Ho paura di quello che sto
per fare. Ho paura di non farlo al meglio di non far recepire
il messaggio. Di non farle capire che deve stare lontana.
Lontana da me, da Akane, dalla mia famiglia.. Anche se
me ne vado voglio essere sicuro che lei sparisca. Voglio poter dormire
tranquillo sapendo Akane al sicuro e finchè Shan-pu
sta aNerima ho paura. Sento
le gambe tremarmi, non so come reagirà, non so come le parlerò. So solo che
pensare a quello che ha tentato di fare mi riempie il cuore di rabbia.
D’impulso mi viene da chiudere gli occhi e mentre lo faccio il ricordo di Akane che grida il mio nome spaventata mi raggiunge la
mente in un soffio. Un soffio gelido come l’aria che ormai
sembra tanto spessa da togliermi quasi il respiro. E’ arrivato il
momento di chiarire tutto una volta per tutte.
Scendo in un balzò dal tetto andando a finire proprio
d’innanzi alla porta del ristorante. L’apro con decisione e varco la soglia. In
un attimo sento due paia d’occhi puntati su di me.
La mia decisione è presa.
Eccoci al termine anche di questo capitolo! Visto che
non l'ho fatto prima ci tengo molto a ringraziare Jaj984, Lavs684, Apple92 e Fallen Star per i commenti che mi avete lasciato al
precedente capitolo! Non sapete quanto mi faccia
piacere leggere che la storia che la mia mente malsana partorisce vi piaccia!
Spero di non avervi deluso con questo capitolo di transizione! Thank's!!! ^_^
"Ranma..!?" la voce uscì dalle labbra di Mousse insonora. Lui e la vecchia Obaba rimasero fermi nelle posizioni in cui il ragazzo con il codino li sorprese, incapaci di muovere qualsiasi muscolo del proprio corpo. Troppo sorpresi da quella inaspettata e temuta visita.
Ranma avanzò di qualche passo in direzione del bancone, dietro al quale stava la vecchia. "Dov'è?" chiese con voce glaciale. La vecchia con il bastone si mosse, a Ranma parve quasi assumere una posizione di difesa. Bene questo vuol dire che temeva la sua ira, che sapeva ciò che quella stupida ragazzina cinese aveva combinato a lui ed alla sua Akane. "E' meglio che tu te ne vada futuro consorte.." disse infine quasi senza rendersi conto del termine con cui lo aveva chiamato, ormai vittima dell'abitudine. Gli occhi gli si strinsero dalla rabbia e senza controllo buttò il suo zaino addosso ad una sedia che caddè sul pavimento lustrato a lucido. "NON CHIAMARMI COSI'!!!" le urlò in faccia colmo d'ira. Mousse si interpose fra i due, preoccupato di quello che avrebbe potuto uscirne fuori fra due caratteri così tanto uguali. "Ti prego Ranma.. vai via. Lei.. lei sta male." disse cercando di placare la sua ira e sperando se ne andasse senza ulteriori dolori. Ranma emise una flebile risata, "E' così lei sta male." , "Si Ranma." rispose il ragazzo con gli occhiali. Ranma fu tanto veloce da sorprenderlo, una mano al collo in una stretta tremenda, e a Mousse sembrò quasi di non respirare più "Lei E' il male.." gli sussurrò all'orecchio con un tono tanto basso ma profondo da fargli accapponare la pelle.
"Lacialo andare.." Ranma si girò verso le scale. Shan-pu era lì sull'ultimo gradino, una mano poggiata sul corrimano per sorreggersi. Il viso pallido, gli occhi cerchiati da uno strano alone nero che non le apparteneva. Ranma lasciò andare Mousse in malo modo senza nemmeno guardarlo, gli occhi incatenati in quelli della ragazza che aveva distrutto in pochi minuti quello che aveva conquistato. "Devi sparire." le disse. "Io.. non verrò più al Tendo-Dojo.. non preo-", "DEVI TORNARTENE IN CINA!!" le gridò in faccia avvicinandosi pericolosamente. Obaba fece per frapporsi fra i due ma la nipote le intimò di stare lontana. Sapeva benissimo che quello che aveva fatto, il danno che aveva causato avrebbe dovuto risolverlo da sola. Non era giusto farsi proteggere dalla sua bisnonna, ne tanto meno da Mousse, non era onorevole per un'amazzone. Già un'amazzone, ma a chi voleva darla a bere, aveva disonorato le amazzoni del suo villaggio, aveva peccato di presunzione e aveva perso. Perso su tutti i fronti. E ora l'uomo che amava le stava gridando in faccia di sparire, di non farsi vedere mai più, di lasciarlo in pace, di tornarsene nel suo paese. Sentì le lacrime pungerle gli occhi, ma cercò con tutta se stessa di ricacciarle indietro. "Se è questo quello che vuoi... io torno in Cina." , "Ma bambina.." disse Obaba incredula e un pò infastidita di tanta remissività da parte della nipote. Muosse la guardò contento che la sua Shan-pu avesse deciso di lasciare perdere una volta per tutte quell'amore a senso unico. Ranma non si aspettava certo un assenso da parte della ragazza così semplice da ottenere. La guardò per minuti che ad entrambi sembrarono interminabili. Più la guardava e più provava disprezzo per quella ragazza che una volta considerava carina. Si allontanò da lei e tornò a prendere il suo zaino. Ora di spalle ai tre lasciò cadere una lacrima sulla sua guancia. "Tornatevene in Cina.. E' meglio.. E' meglio per tutti." Si avvicinò alla porta. "Ma tu dove stai andando invece?" la domanda di Mousse lo fece fermare all'istante, non si aspettava di certo che si accorgessero della sua aria sospetta di uomo che scappa.. Si perchè era questo che stava facendo. Aveva paura che la sua presenza causasse altri danni ad Akane, e allora quale modo migliore di proteggerla andandosene. Decise di non rispondere a quella domanda, veloce come il vento sparì dal locale, lasciando i tre soli con se stessi, con le loro domande con i loro dolori, ma con la decisione unanime di tornare nella vecchia e cara Cina.
***
Il cimitero era deserto. Non si sentiva alcun rumore ad eccezione del fruscio degli alberi provocato dal vento.
Il sole stava ormai tramontando e l'aria cominciava a farsi fredda. Akane strinse le braccia attorno alle ginocchia, la schiena appoggiata alla lapide di sua mamma. Era ormai in quel posto da tante ore, era arrivata piangendo ma poi senza rendersene conto una strana tranquillità si era impossessata di lei. Forse era il posto, forse il pensiero di trovarsi in qualche modo più vicino a sua madre, o forse era semplicemente stremata. Le parole di Ranma l'avevano ferita. Una ferita che non mostrava alcun segno sulla sua pelle candida, ma che le faceva senza dubbio più male di qualsiasi altra mai subita nei vari incontri e scontri fisici che l'avevano vista combattere nel corso degli anni.
Come poteva provocare un dolore simile una cosa astratta, un qualcosa che di fisico non aveva assolutamente nulla.. Non riusciva a capacitarsene.
"Ranma.." sussurrando il suo nome si addormentò appoggiando la testa sul dorso delle braccia.
***
Ma cosa sta succedendo?
Sono qui alla disperata ricerca di Akane.. Che cosa sta succedendo? Perché si è creata questa situazione? Nabiki di fronte a me corre mantenendo sempre la stessa media velocità, si guarda attorno, alla ricerca di indizi, alla ricerca di sua sorella minore. Non mi era mai capitato di trovarmi solo con lei. L'ho sempre ritenuta una persona dalla quale si fa sempre meglio a stare alla larga. Avida e calcolatrice. E adesso sembra quasi preoccupata. Forse anche una persona dal carattere freddo come il suo può provare sentimenti.. ma questo cosa m'importa ora?! Io voglio solo sapere Akane al sicuro e felice. Già, felice. Come se dopo quello che è successo potesse mai esserlo. Quel dannato di un Ranma! Ma come gli salta in mente che la felicità di Akane possa esistere senza di Lui..? Eppure i suoi amici mi avevano convinto con il loro racconto, e persino Akane, nella sala d'aspetto alla clinica del Dottor Tofu mi aveva confermato quello che era successo, la dichiarazione tanto attesa. Non scorderò mai quei suoi occhi lucidi, velati da lacrime di vera felicità, le guance rosse e quel timido sorriso di una donna innamorata. E adesso chissà dove sarai dolce Akane, chissà se stai piangendo. Io ti giuro che lo ammazzo quel deficiente! "Ryoga!!" Probabilmente mi sta chiamando già da un pò, lo avverto dal tono nervoso in cui ha pronunciato il mio nome. Nabiki Tendo continua a correre, ma questa volta lo sguardo seccato è puntato addosso a me. "Che c'è?" dico con un filo di voce. "Tu sai cos'è successo.. ne sono certa." Silenzio.. non mi va di dirle alcunché sulla situazione, dopotutto chi mi assicura che non andrà ad offrire al primo pazzo/a la storia per creare ancora più scompiglio di quanto già non ce ne sia. "Allora?" - "Mi spiace ma temo di non sapere nulla.." Dall'espressione del suo viso capisco che non se l'è bevuta. Mi guarda ancora di sottecchi e poi d'improvviso si arresta. Le sbatto addosso sorpreso dall'azione. "Ma che.." ci siamo fermati davanti al cimitero monumentale di Tokyo. "Nabiki che ci facciamo qui?" Resta in silenzio alcuni secondi che mi sembrano eterni, Akane è sparita, cosa facciamo fermi qui? Dobbiamo continuare a cercarla! Dannazzione! "NABIKI!!" grido ma lei non sembra allarmarsi di questo. Piano volge il suo sguardo verso di me. "Credo di sapere dove si trova Akane." Rimango a bocca aperta "E allora?? Dov'è? dove dobbiamo andare?!" chiedo senza perdere tempo. Lei torna a fissare lo sguardo al cimitero "Là." - "Dentro il cimitero?" Un attimo di esitazione e poi comincio a correre verso l'ingresso, solo pochi secondi dopo mi accorgo che Nabiki è rimasta al suo posto. "Bè che c'è? Perché non ti muovi?" - "Credo che tu sappia qualcosa. Mi riferisco a quello che è successo allo chalet del muschio, se mia sorella dovesse vedere anche me probabilmente si chiuderebbe ancora di più in se stessa cercando di nascondere quello che la turba per far si che io non sappia. Ma se è invece come credo, con te probabilmente si confiderà." Rimasi immobile senza parole. Al contrario di quello che pensavo, anche questa ragazza sa cosa sono i sentimenti, e sa cosa vuol dire rispettare quelli altrui. "Ryoga, la strada è semplice. Sempre dritto e quando arrivi al fondo gira a destra. Se mia sorella è realmente dove credo che sia non faticherai a trovarla." Abbozzai un sorriso incerto alla figlia di mezzo di Tendo e corsi verso il cimitero con la speranza quasi certa di trovarla.
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Vorrei allontanarmi il più velocemente possibile ma non ce la faccio. Le gambe sembrano non rispondermi, le sento molli sotto il peso del mio corpo. Sono ormai qui abbandonato su questo materassino da non so più quanto tempo. Questo posto riporta alla mia mente tanti bei ricordi. Questa palestra ne ha viste di cose. Il buio che adesso la circonda, la fa apparire quasi un luogo sconosciuto, ma la luce della luna che filtra da fuori evidenzia i profili dei due canestri posti ai lati dell'area da gioco e la stanza degli attrezzi, da cui o rimediato il materasso. Per questa notte la palestra del Furinkan sarà la mia casa, da domani poi si vedrà.
Qualcosa di bagnato mi riga il viso, una lacrima. Come ho fatto ha rovinare tutto? Che uomo sono? Se non avessi mai osato tanto con Akane a quest'ora lei starebbe bene.. Ma cos'ho fatto? Cosa sto facendo? Voglio far credere a me stesso che non ho bisogno di niente e nessuno, che solo sapendola felice posso vivere serenamente, ma la verità è che io senza di lei non riesco a combinare nulla. Ho trovato il coraggio di affrontare Shan-pu solamente grazie alla rabbia che provo per quello che ha fatto. Ma quando mi sono ritrovato davanti al ristorante di Ukyo, l'ho sentita ridere e scherzare con Konatsu, e mi sono bloccato, non sono riuscito a fare quello che mi ero prefissato. Non sono riuscito ad entrare e dirle quello che avrei dovuto dirle, di stare lontana da Akane di non farle del male e, non perché tema meno un suo attacco rispetto ad uno di Shan-pu, ma semplicemente perché mi sento così vuoto adesso che tutto non ha più senso davanti ai miei occhi. Adesso che realizzo che la scelta che ho fatto mi porterà a stare solo per il resto della mia vita. Si perché se non posso avere lei al mio fianco, non voglio avere nessun altro. Mi abbandono al ricordo delle sue labbra e chiudo gli occhi sperando che il nulla si impossessi il prima possibile di me, facendomi sprofondare in una notte priva di sogni, priva di sentimenti.. priva di dolore.
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Nabiki raggiunse Nodoka e il Sig. Saotome. Erano, in un parco, poco distante dal cimitero. Continuavano a chiamare Akane a gran voce, o almeno era quello che faceva la Signora Saotome, visto che scrivere a caratteri giganti su un cartello di legno non si poteva certo chiamare "gridare".
"Oh Nabiki, dimmi hai notizie di Akane?" Nabiki sorrise alla donna in ansia "Si, Ryoga l'ha trovata." - "Ma è meraviglioso. E dimmi dove sono?" Il grosso panda si avvicinò mostrando un cartello che diceva esattamente le stesse cose pronunciate dalla moglie. "Sono al cimitero." Nodoka fece per dirigersi da quella parte ma Nabiki la fermò gentilmente. Le spiegò quello che immaginava, e che credeva fosse meglio lasciare all'eterno disperso il compito di riportare a casa la sorella minore. Da parte sua la signora Saotome non poteva che trovarsi in accordo con la secondogenita di Tendo. Anche lei aveva, come Nabiki, fin da subito immaginato che allo chalet fosse successo qualcosa fra i due ragazzi. E non aveva potuto far a meno di notare lo strano comportamento dei due al loro rientro. Ma non sapendo nei dettagli il fatto e supponendo che Ryoga ne fosse invece al corrente, convenne che sarebbe stato meglio lasciare che il giovane amico di Akane si occupasse di lei, come suo figlio non era stato in grado di fare. In quel momento una forte fitta al cuore la scosse.. "Signora Saotome! Sta bene?" Nabiki vedendo Nodoka piegarsi in avanti si allarmò e così anche il panda. "Non è nulla." disse mentre una ruga di dolore deformò per un momento il suo viso. "Cerchiamo Kasumi e Soun, rientriamo a casa. Sono certa che Ryoga ci riporterà a casa quanto prima possibile la nostra amata Akane." Così dicendo i tre si avviarono per la strada verso il Dojo.
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Il cuore mi batte così forte. Sento dei passi avvicinarsi velocemente. Ranma.. allora sei tornato da me! Alzo lo sguardo colmo di speranza, appena rivedrò il tuo sorriso saprò che è stato tutto solo un brutto sogno. Un brutto sogno.. ma io non mi sveglio, e davanti a me non ci sei tu. Ryoga.. le lacrime mi scendono senza che possa fare nulla per fermarle. Nessun suono, solo lacrime. Vedo il suo sguardo rabbuiarsi. Si avvicina di qualche passo, ed io resto ferma, immobile. Torno a guardarmi le scarpe. Cosa ci fai qui Ryoga? Lasciami sola. Vorrei solo lui qui con me. Solo Ranma. "Akane.." La voce ti trema mentre pronunci il mio nome. Ti avvicini di qualche passo, stai in silenzio. Sto in silenzio. Ti inginocchi davanti a me e con una mano mi tiri su il viso facendo pressione sul mio mento. Ti guardo senza vederti. Se non sei Ranma non mi interessa guardarti.. Io.. "Akane, io so cosa è successo." Le mie labbra si muovo impercettibilmente. Certo, lo so anche io cos'è successo. Lui si è dimenticato di tutto. Si è dimenticato di amarmi.. o peggio non mi ha mai amato e basta. "E' scappato." Le mie sopracciglia si corrugano in un'espressione di confusione. Cosa vuol dire che è scappato? L'ho lasciato alla clinica dal dottor Tofu questa mattina. Lui è là. Lui.. Mi guardi come se t'immaginassi cosa sto pensando e senza che debba aprire bocca tu mi racconti. Mi racconti di un Ranma che ha pianto davanti ai suoi due compagni di classe. Un Ranma affranto dal dolore di non aver saputo essere un buon fidanzato per me in questi anni. Mi racconti della sua decisione, del viaggio alle terme organizzato solo ed esclusivamente allo scopo di potersi finalmente dichiare, allo scopo di cominciare ad essere una vera coppia. Una coppia di ragazzi che si amano, non per una scelta presa in gioventù dai rispettivi genitori, ma una coppia in cui un uomo e una donna si conoscono e capiscono di amarsi per quello che rispettivamente sono l'una per l'altro. Mi racconti di un Ranma spaventato da quello che potrebbe farmi un'altra come Shan-pu. Mi racconti di un Ranma che ha avuto paura di perdermi.. di perdermi di nuovo. Come quella volta sul monte Hooh. Mi racconti di lui quando mi ha vista sparire nei mei vestiti, dopo aver toccato il Kinjakan. Mi racconti di come si sia pietrificato sul posto, con la mia casacca addosso, lo sguardo perso nel vuoto. Mi racconti di come hai dovuto caricartelo in spalla per salvargli la vita, perché senza di me la sua per lui non aveva più senso. E infine mi racconti che l'hai visto questa mattina, buttato sul mio letto che stringeva il mio cuscino fra le braccia, il viso contratto in un'espressione di dolore. E poi ti ha detto che era meglio per me che se ne andasse. Per la mia incolumità che sparisse. Per la mia felicità che non esistesse. Tu taci e l'unico suono che adesso sento è il dolore lancinante che provo al cuore, e sento dentro di me un forte bisogno di urlare. E senza rendermene conto comincio a farlo.
Il dolore che si prova a vedere la persona che ami soffrire è inspiegabile. Ti ho stretta forte a me perché spero di riuscire a liberarti da questo dolore caricandolo sulle mie spalle, ma so che non è così semplice. "Ryoga.." Flebile la tua voce giunge al mio orecchio. Ti scosto dolcemente dal mio petto e finalmente mi guardi negli occhi e mi vedi. Mi accenni un sorriso senza smettere di piangere. "Ti prego Ryoga.." le parole ti muoiono in un singhiozzo, ma non c'è alcun bisogno di parlare perché so cosa mi stai chiedendo. "Ti riporterò Ranma." Nascondi di nuovo il viso sul mio petto e ti rimetti a piangere ininterrottamente. "Te lo prometto."
Ed eccomi qua con l'ultimo capitolo di questa fiction che ormai mi tiro dietro da anni.
Ad essere sincera l'avevo completamente rimossa.. Ma una volta ritrovata e riletta mi è tornata la voglia di concluderla.
Spero vi piaccia e ora vi lascio alla lettura.. _Mars_ (Marzia) ;)
"Ryoga, ma sei sicuro che questa sia la strada giusta?"
La voce di Ukyo suonò all'orecchio dell'eterno disperso con una velatura di sarcasmo, si era fermata esausta dal lungo camminare. Erano ormai 8 giorni che giravano per quei boschi alla ricerca di Ranma. "Certo che sono sicuro!" sbottò all'indirizzo della giovane. "Sarà.. ma a me sembra sempre di girare negli stessi punti.." una sbuffata e tornò a seguirlo con passo deciso. Ryoga sembrò notare un segnale sul terreno. "Guarda Ukyo!" La ragazza gli corse incontro. Ryoga sollevò un fazzoletto di stoffa sporco di terra e macchiato di sangue e lo mostrò alla ragazza. "Oddio! Ranma!! Non gli sarà successo qualcosa?!" Gridò spaventata. "Ma no.. sono macchie riconducibili a qualche taglietto. Nulla di più. Non c'è da preoccuparsi." La ragazza tirò un sospiro di sollievo. Ryoga si guardò attorno circospetto alla ricerca di qualcosa che potesse dargli un aiuto per capire quale fosse la strada giusta da seguire per trovare quel maledetto di un finocchio. "Ryoga.. lo troveremo?" chiese d'un tratto Ukyo. Ryoga si voltò a guardarla. Il viso contratto in una smorfia di tristezza, segno di sincera preoccupazione. Ma ancora non era ben sicuro se fosse solo preoccupata di non trovare Ranma o al contrario di trovarlo. Di trovarsi faccia a faccia con un uomo che ormai aveva preso una decisione. Niente più spasimanti o fidanzate carine. Solo la sua fidanzata ufficiale. Solo Akane.
Il ricordo ancora vivido di quando quella sera, dopo aver riportato Akane al Tendo-Dojo, aveva rifiutato l'invito della dolce Kasumi e della Signora Nodoka, di fermarsi là per la notte. Aveva detto ad entrambe che sarebbe partito subito alla ricerca di Ranma e che non aveva tempo per riposarsi. Così dicendo, zaino in spalla, si voltò e corse via. Dopo circa un'ora però si rese conto di non sapere dove andare, o meglio si rese conto di non sapere nemmeno dove esattamente si trovasse. Poi una voce familiare lo chiamò. Alle sue spalle Ukyo. Stava spazzando il tratto di strada di fronte al suo ristorante. "Ryoga! Quanto tempo? Che ci fai da queste parti?" E fu in quel momento che tutto il dolore che aveva cercato di tenere sotto controllo uscì allo scoperto, cadde sulle ginocchia senza dire una parola. Il viso scuro di un uomo che ha bisogno di un momento di pace. "Konatsu!" Dopo quel richiamo quasi urlato sentì il corpo sollevato da braccia maschili e poi il nulla.
Si svegliò qualche ora più tardi in un letto a lui sconosciuto, in una stanza sconosciuta. Dopo essersi guardato attorno per un paio di minuti ricordò di essere crollato davanti al ristorante della fidanzata carina di Ranma. Si alzò dal letto e scese le scale. Raggiunse la sala del ristorante sottostante. "Oh ben sveglio!" Disse Ukyo vedendolo apparire. Konatsu gli indicò una sedia situata davanti al bancone delle okonomiyaki e Ukyo si propose subito di preparargliene una. Ryoga la divorò in un secondo e la bella ragazza gliene preparò subito altre due. Divorò anche quelle. "Wow.. anche tu come il mio adorato Ranma mangi tanto!".
A quelle parole il volto di Ryoga, dapprima rilassato dopo aver riempito lo stomaco con un pasto caldo, si rabbuiò. Ci fu qualche minuto di silenzio. Konatsu notò l'imbarazzo e annunciò, per rompere il silenzio e, per lasciare i due soli, che sarebbe andato a buttare la spazzatura. Così fece e sparì nel retro del ristorante.
Ukyo guardò il ragazzo fermo e silenzioso di fronte a se. Qualcosa era successo, qualcosa di importante. Qualcosa di serio. Ryoga alzò lo sguardo e lo incatenò con quello della ragazza. "Devi aiutarmi." Il viso di Ukyo il suo sgardo il suo corpo, vennero pervasi da sensazioni difficili da spiegare quando il ragazzo con la bandana cominciò a raccontarle i fatti. Quando le spiegò della decisione di Ranma. Della scelta del suo adorato Ranma. Di quello che poi aveva preferito fare per salvaguardare la vita della ragazza che amava. Ukyo cominciò a tremare. E quindi era finalmente giunto quel giorno. Aveva perso Ranma. L'aveva perso per sempre. perché lui non l'amava come aveva creduto. Ryoga le chiese di aiutarlo nella ricerca del ragazzo. "NO!" gridò Ukyo allontanandosi da lui. "PERCHE'? Perché dovrei aiutarti a trovare Ranma per far felice Akane!?" Ryoga rimase in silenzio, capiva perfettamente come potesse sentirsi la ragazza di fronte a lui. Sapeva perfettamente cosa volesse dire aiutare la persona che ami a stare con un altro.. non era forse quello che stava passando lui adesso? Provò a convincerla, ma Ukyo gli gridò di stare zitto. Allarmato dalle grida della giovane, Konatsu rientrò nella stanza. "Pensaci Ukyo. Così facendo non lo potrai comunque mai rivedere nemmeno in qualità di amica.. Prendendo questa decisione non lo rivedremo mai più." Ryoga prese la sua roba e lasciò il ristorante e si avviò alla ricerca di Ranma. In bocca il sapore amaro di una sconfitta, lo avrebbe trovato con il suo dannato senso dell'orientamento? Forse, ma chissà quanto tempo avrebbe impiegato.
Ukyo si acquattò sul pavimento del locale e iniziò a piangere. Konatsu le fu subito accanto e l'abbracciò per darle conforto. "Signorina Ukyo..". La ragazza strinse i pugni. Può essere tanto importante la persona amata nella nostra vita? Tanto da potersi accontentare di averla accanto anche solo come amica? Si, tanto. Troppo importante. "Prepara il mio zaino da viaggio Konatsu." - "Ma.. Sig" - "Preparalo subito, ho detto!" il ragazzo in abiti da cameriera abbozzò un mezzo sorriso alla ragazza accucciata sul pavimento e si precipitò al piano di sopra. Anche Ukyo aveva preso la sua decisione.
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Al Tendo-Dojo tutto procedeva normalmente.
Akane aveva ripreso ad andare a scuola, e con sua immensa sorpresa il giorno stesso del rientro trovò all'ingresso del Furinkan un plotone di ragazzi pronti a sfidarla per poter ottenere un appuntamento con lei. La notizia che Ranma l'aveva lasciata era giunta fin là. Provò ad immaginare come o chi l'avesse messa in giro, ma se in un primo momento questo la ferì, successivamente scoprì che tornare a picchiare qualcuno le dava in qualche modo un senso di pace interiore. Così riprese costantemente anche gli allenamenti. Ogni giorno dopo la scuola correva a casa e andava ad allenarsi nel dojo. La vita le sembrava tornata ad essere molto simile a quello che era prima di conoscere Ranma, ad eccezione di quel vuoto nel cuore che sentiva ogni mattina al suo risveglio e ogni sera prima di addormentarsi. In quei momenti in cui il pensiero ha libertà di sfogo, non avendo altro a tenerlo impegnato.
La Signora Nodoka, passava la maggior parte del tempo a lucidare la sua katana e a lanciare occhiate omicide a suo marito, inutile dire che quest'ultimo passava la maggior parte del tempo nelle sembianze di un panda, come se questo potesse in qualche modo addolcire la donna.
Kasumi e Nabiki erano al quanto tranquille, certe che Ryoga avrebbe riportato Ranma a casa. Certo, la secondogenita del Signor Tendo aveva qualche dubbio sul "quando" questo sarebbe successo. Per questo aveva cercato di ricreare un ambiente quanto più simile al pre-Ranma per la sorella minore, convincendo in questo modo Kuno, nell'ultima assemblea scolastica, a mettere nuovamente la clausola di dover sconfiggere Akane Tendo prima di poterle chiedere di uscire.
La notizia che Shan-pu, Mousse e Obaba fossero rientrati in Cina era arrivata a casa Tendo, portando un pò di serenità nell'animo di tutti, ad eccezione di quello di Akane, che nonostante la bella notizia non riusciva a gioire di nulla da quando aveva scoperto che Ranma non aveva dimenticato nulla di quello successo allo chalet, ma aveva semplicemente preso una decisione che pensava non l'avrebbe fatta soffrire. -Stupido!- pensò dentro di se. La rabbia le montava di giorno in giorno. Quando Ryoga glielo avrebbe riportato a casa l'avrebbe ucciso di botte e si sarebbe subito sentita meglio.
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Una mano mi sfiora il petto. Sale su fino al mio viso. Mi costringere a girare il viso verso destra. Apro gli occhi e ti vedo. Bella e innamorata. Mi guardi e mi sorridi. Avvicini il tuo viso al mio e mi baci. D'impulso ti abbraccio, ti stringo a me e poi ti sollevo. Tu ti lasci guidare e pochi attimi dopo sei sdraiata sul mio corpo. Ed è una sensazione meravigliosa. Continui a baciarmi e mano a mano che il nostro bacio si fa più intenso i nostri corpi si avvinghiano come fossero due poli opposti di una calamita. Mi tiro su, e mi metto seduto e tu incroci le gambe alle mie spalle bloccandomi nella tua dolce stretta. Ti sussurro all'orecchio che ti amo, che ti desidero. Tu emetti una risatina maliziosa. Le tue guance si colorano di un rosso vivido. Poi incateni il tuo sguardo con il mio e mi dici "Codardo."
All'improvviso un cinguettio vicino mi sveglia. Un altro sogno. Un'altra volta lo stesso sogno.
Codardo.. è proprio quello che sono. Resto fermo nel sacco a pelo. Una nuova mattina è sorta ed io come quelle precedenti non ho nessuna voglia di fare niente. Mi porto le mani alla faccia, mi sfrego gli occhi. Mi alzo. Mi sono accampato qui, in questo bosco da ormai qualche giorno. Vado alla sorgente d'acqua poco distante dalla tenda e mi lavo. L'acqua fredda mi da sollievo. Torno alla tenda e recupero i fondi della cena avanzata di ieri. Ingurgito quel cibo senza nemmeno riconoscere il gusto che ha. Darei qualsiasi cosa per mangiare una delle tue schifezze Akane. Dopo un'ora buona a non fare nulla decido di riprendermi. Pulisco la piazzola ritiro tutto e disfo la tenda. Preparo lo zaino e mi rimetto in marcia. Meglio continuare il viaggio, sono rimasto fermo anche troppo tempo ormai. Mi carico lo zaino in spalla, alzo lo sguardo al mio cammino e poi li vedo. Cosa ci fanno loro qui?
Ryoga e Ukyo mi guardano, lei ha un'espressione che varia dall'imbarazzo alla confusione. Ryoga invece sembra il mio specchio. Il viso emaciato, gli occhi spenti.
"Che cosa volete?" dico con tono minaccioso. Si scambiano un'occhiata e poi Ucchan fa due passi incerti verso di me. "Ranma.." pronuncia il mio nome con titubanza e nel frattempo incrocia nervosamente le sue mani, quasi torturandosele. Fa altri due passi verso di me. "Ranma, io sono venuta qui per dirti che ti amo e.." - "Ti prego Ukyo!" Le urlo contro. Non m'interessa questo discorso. Non voglio sentirlo. Non me ne faccio niente del tuo amore. Perché nessuno vuole capire che per me c'è solo lei.. "Lasciami finire Ranma.. perfavore." I suoi occhi grandi si velano di tristezza, e sono quasi certo che stia facendo del suo meglio per non piangere. Sbuffo e guardo da un'altra parte. Lei è sempre Ucchan, la mia amica d'infanzia e per quanto possa contare sento di volerle bene, ma sto facendo una fatica enorme a stare qua fermo. Vorrei andarmene. "Io sono qui.. Io sono venuta qui con Ryoga perché so che tu stai sbagliando." Quello che dice richiama la mia attenzione, torno a fissarla negli occhi. Alle sue spalle Ryoga si sfila di dosso lo zaino e lo poggia per terra. "Io ti amo, e so che anche lei ti ama. E se io fossi lei, so che non potrei vivere una vita lontana da te. So che preferire affrontare ostacoli e combattimenti tutti i giorni pur di poter stare al tuo fianco. So che mi spegnerei con il passare dei giorni lontana da te, non troverei un motivo valido per vivere questa vita." Il cuore mi fa più male adesso.. tremendamente. Ucchan.. Quanto ti sta costando dirmi questo? Quanto stai soffrendo anche tu qui davanti a me a cercare di convincermi a tornare da Akane? "Io ti amo Ranma. Ma so che preferirei vivere il resto dei miei giorni vivendoti come un buon amico, piuttosto che saperti lontano chissà dove. Senza sapere se riuscirei mai a rivederti.. Per cui ti supplico. Se è vero quello che Ryoga mi ha raccontato, tu devi tornare a casa. Devi tornare dalla tua famiglia. Devi tornare dai tuoi amici. Devi tornare da Akane." Lacrime, maledette lacrime. Sto diventando un pappamolla. Ultimamente non faccio altro che piangere. "Ma come posso metterla costantemente in pericolo!" Dico piangendo. Non faccio in tempo a rendermene conto, il colpo mi colpisce bene in faccia. Cado a terra. Ryoga mi ha dato un pugno. Adesso è proprio di fronte a me mantiene ancora la sua posizione di attacco.
"Amico, le ho promesso di riportarti indietro" mi dice d'un fiato "per cui vedi di non complicarmi ulteriormente le cose" guardo in basso. Le mie mani stringono ciuffi d'erba spasmodicamente. "RANMA!" Ryoga urla adesso "HO TORNI INDIETRO CON ME, OPPURE MI AFFRONTI QUI ADESSO IN COMBATTIMENTO!" - "Ma cosa vuoi stupido porc.." mi solleva dal bavero della camicia e mi colpisce di nuovo, questa volta allo stomaco. "Ryogaaa!" strilla Ucchan per fermarlo, ma lui l'allontana. Mi ritrovo nuovamente per terra questa volte a gattoni "Te lo dico di nuovo Ranma. Ho promesso ad Akane di riportarti indietro da lei. Se decidi di non tornare causandole così un dolore inimmaginabile, allora io ti uccido.. qua e adesso." "AAARRRGHH!!" l'urlo mi sale su dal profondo, alzo, il peso morto che è diventato in quest'ultima settimana, il mio corpo e mi scaravento con tutta la forza possibile su Ryoga. Cominciamo ad azzuffarci. I nostri corpi si incontrano e scontrano in un corpo a corpo che di marziale non ha nulla. Continuiamo a spingerci via e riprenderci. "NON POSSO FARLA FELICE TORNANDO! LO VUOI CAPIRE!?" Urlo fra le lacrime al suo indirizzo. Ryoga mi costringe spalle ad un albero e preme il dorso del suo braccio sul mio collo "NON PUOI FARLA FELICE SCAPPANDO!" Urla di rimando. "NOOO!" lo spingo con forza via da me con un calcio e mi libero. Rimaniamo tutti e due a distanza di pochi passi, immobili ma guardinghi, attenti ai minimi movimenti che l'altro fa. "Codardo.." per un attimo mi è sembrata la voce di Akane. Ma non è così è stato Ryoga a dirlo, a darmi del codardo. La rabbia mi monta ancora di più e capisco che quello di cui ho veramente bisogno adesso è di combattere. Mi lancio verso di lui e carico il colpo, sto per colpirlo e lui sembra non muoversi. Forse lo fa apposta, forse mi sta dando la possibilità di sfogare tutto il dolore che ho dentro, e dovrei fermarmi ma dentro di me sento che non m'interessa di fargli male. Ma qualcosa non va, con la coda dell'occhio scorgo la figura di Ucchan correrci incontro. Senza nemmeno rendermene conto la vedo frapporsi fra me e Ryoga. Un flash back mi riporta a Ryogenzawa, quando, accecato dalla gelosia stavo per assestare un colpo a Shinnosuke, un colpo mai andato a buon fine, perchè Akane mi fermò, precedendomi e dandomi uno schiaffo. E Adesso di fronte a me ho Ukyo, libera la spatola gigante e la frappone fra se ed il mio pugno. Potrei ridurla in pezzi e colpire sia lei che Ryoga. Potrei liberarmi di entrambi e tornare al mio cammino solitario. Ma decido di non farlo. Decido di fermarmi. Dopo pochi istanti, probabilmente attesi a prepararsi alla ricezione del colpo, Ucchan abbassa la spatola gigante e mi guarda incredula. Sono fermo immobile davanti a lei, sporco di terra e sangue. Sposto lo sguardo su Ryoga, vedo che mantiene ancora la sua postura rilassata. Forse si aspettava la mossa di Ukyo. Forse si aspettava anche che io mi fermassi.
Sorrido ad entrambi e sussurro poche parole "Torniamo a casa."
***
"E con questo la lezione di oggi è conclusa!" Così dicendo la piccola professoressa Hinako ingurgita l'ultima ciambella al cioccolato che è rimasta nella scatola, prende la sua roba ed esce dall'aula correndo ed esultando felice di poter finalmente andare a giocare. La guardo e non posso far altro che sorridere, ed invidiare quella sua spensieratezza. Ripongo i libri e l'astuccio nella cartella. Un altro interminabile giorno scolastico è dunque finito. Non vedo l'ora di poter indossare il mio karategi e andare in palestra ad allenarmi.
"Akane, io e Sayuri andiamo a prenderci un caffè prima di tornare a casa. Ti va di venire con noi?", Yuka mi sbuca davanti all'improvviso con tutta la sua allegria. Lei e Sayuri cercano di distrarmi da quando sono tornata a scuola. Sono care amiche, ma io non sono di compagnia.. Rimango in silenzio a disagio, perché ormai tutti i giorni si presenta questa scena ed io rifiuto sempre. Yuka capisce e mi rassicura "Tranquilla, sarà per la prossima volta." Entrambe mi salutano e si avviano all'uscita. Rimango ferma al mio posto, ancora seduta sulla sedia, non riesco a muovermi, è come se fossi inchiodata. Perché senza di te non riesco a ed essere felice? Eppure quando non ti conoscevo la mia vita, così com'era mi sembrava abbastanza.. ma adesso sento un grande vuoto dentro. Non riesco più a sorridere. Non è giusto. Non posso continuare così. Mi alzo dalla sedia facendo un enorme sforzo. Afferro il manico della cartella e corro fuori. Yuka e Sayuri sono quasi arrivate al cancello. Grido i loro nomi, loro si fermano e mi sorridono. Dopo averle raggiunte mi unisco a loro. L'amicizia è una cosa importante che va coltivata, anche quando si sta male. Bisogna sapere fare degli sforzi dei sacrifici. Ed io ho intenzione di prendermi cura di questo sentimento che mi lega alle mie due compagne di classe.
Senza che ce ne accorgessimo si è fatto tardi. Ci salutiamo all'uscita del bar, ognuna adesso per la sua strada.
L'aria è fredda e la giacca dell'uniforme ormai non è più abbastanza. L'autunno è ormai arrivato. Ed eccomi qua, è bastato trovarmi improvvisamente da sola per ripiombare nella tristezza e ripensare a te. Dall'ultimo giorno in cui ci siamo visti sono ormai passate due settimane, ma a me sembrano anni. I giorni, le ore, i minuti senza Ranma mi sembrano eterni. E stare senza di te è una condanna d'ergastolo. Avrei preferito morire piuttosto che vivere la vita che sto vivendo adesso.. No. Non devo pensarle queste cose, ho una famiglia che mi vuole bene. E non voglio scappare come hai fatto tu. Io sarò più forte di te. Io sarò.. Cosa sarò senza di te?
Continuo a camminare con la testa piena di pensieri neri e senza accorgermene mi ritrovo davanti al portone di casa. Non mi ricordo nemmeno la strada che ho fatto per arrivare fino a casa, ho camminato lasciando che fossero i miei piedi e le mie gambe a ricordare la strada per me.
Entro, attraverso il giardino e mi ritrovo nel disimpegno di casa. "Sono tornata!" dico ad alta voce mentre mi tolgo le scarpe. Senza aspettare che nessuno venga ad accogliermi, infilo velocemente le ciabatte e corro su per le scale. Finalmente in camera mia. Chiudo la porta alle mie spalle. Sento le voci arrivare da sotto. Mi chiamano ma faccio finta di non sentire.
Appoggio la cartella sulla scrivania. Fuori dalla finestra è già buio. Tiro la tenda e comincio a spogliarmi, appendo la divisa allo stendino e la ripongo nell'armadio. Vorrei andare ad allenarmi in palestra ma ormai è quasi ora di cena, e non voglio saltarla. Kasumi, papà e la Signora Nodoka sono sempre iperprotettivi nei miei confronti, e non voglio che si allarmino vedendomi saltare un pasto. Indosso velocemente una maglia in cotone rosa a maniche lunghe e una gonna corta nera. Mi siedo un momento sul letto e prendo tra le braccia il cuscino. Ci affondo il viso dentro. Il tuo profumo se ne sta andando.. Quando quella sera Ryoga mi riportò a casa dal cimitero, corsi in camera in cerca di solitudine e quando mi buttai sul letto e nascosi il viso nel cuscino il tuo profumo mi pervase le narici. Mi misi a piangere ininterrottamente e mi avvinghiai con forza all'unica cosa che mi illudeva che tu fossi ancora qui. Kasumi entrò qualche giorno dopo in camera per cambiare le lenzuola, arrivai giusto in tempo per impedirle di toccare la federa del cuscino. In quella circostanza urlai contro la mia dolce sorella maggiore. Ma lei non disse nulla, mi sorrise ed uscì dalla stanza. Ed ora sono qui, il viso ancora immerso nel cuscino e il tuo profumo sta scemando.. o forse già non si sente più ed è solo la mia fantasia a farmi credere di riuscire a sentirlo ancora. "Ranma..".
Quando scendo le scale, comincio a sentire il chiacchiericcio provenire dal salotto, accompagnato dall'invitante profumo di cucina casalinga.
Entro in salotto sforzandomi di fare un sorriso che mi muore subito sulle labbra. Seduti uno accanto all'altro ci sono Ryoga e Ukyo. Quest'ultima accenna un sorriso e poi scosta lo sguardo, mentre Ryoga scatta subito in piedi senza dire nulla. Ci guardiamo negli occhi per pochi istanti che sembrano eterni. Lui non dice nulla e sento le forze abbandonarmi. Mi guardo attorno e, nella stanza oltre alle due figure che subito ho notato riconosco, mio padre e le mie sorelle. Dove sono la Signora Nodoka e suo marito? Torno a riguardare Ryoga supplicandolo con gli occhi di dire qualcosa. Lui mi sorride. La mano di Kasumi mi circonda le spalle e con voce gentile mi sussurra poche parole all'orecchio.
Corro. Corro fino al dojo corro perché lui è là. Corro perché Ranma è tornato e adesso è nel dojo con i suoi genitori. Corro e non riesco più a capire nulla.
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"Ma come hai potuto figliolo..." La sua non sembra affatto una domanda e la capisco, nemmeno io so ancora cosa mi sia passato per la testa. Ho avuto paura, credo. Mio padre assiste alla scena in silenzio, probabilmente teme per le nostre sorti. Quando sono arrivato a casa Tendo accompagnato da Ryoga e Ukyo, mia madre ha subito preso in mano la sua katana. Probabilmente è la punizione giusta per un vigliacco come me. La virilità non so nemmeno cosa sia. Continuo a guardarla negli occhi senza dire una sola parola. Non c'è niente da dire, nulla che possa giustificare un comportamento del genere, nulla che possa fare a menda.
"Nei tuoi occhi leggo amore. Guardati figlio mio, ma come hai anche solo potuto pensare che questa sarebbe stata la scelta migliore per te o per Akane. Non sai come le hai spezzato il cuore. E così facendo mio caro, io credo tu abbia spezzato anche il tuo." Niente di più vero mamma. Adesso mi sento così male da fare fatica a stare in piedi. "Merito di fare Harakiri." dico senza paura. A queste mie parole vedo mio padre cominciare a tremare. A quanto pare è proprio questo il mio destino. Una morte per cancellare azioni disonorevoli. Ebbene me lo merito.. "Sarebbe troppo facile così." Le parole di mia madre mi strappano ai miei pensieri. Cos'ha detto?! Rimango attonito a guardarla e anche mio padre fa altrettanto. "No Ranma, la tua punizione sarà molto più dura di così. Affronterai Akane.. ma non fare quella faccia. Non sai cosa ha passato in queste settimane lontana da te. Non sai se ti vorrà ancora dopo quello che le hai fatto." D'improvviso una fitta al cuore mi sfianca. Non avevo mai pensato a questo. Non avevo nemmeno lontanamente preso in considerazione che Akane potesse decidere di non volermi più vedere. Come potrei sopportare tutto questo? No sarebbe peggio che doversi tagliare il ventre. "Figliolo.." prima che Nodoka possa dire o fare altro la porta del dojo viene aperta con impeto. Ed eccola finalmente. E' là immobile con lo sguardo sorpreso e spaventato di chi vede per la prima volta un fantasma. Un lieve affanno le fa muovere il petto più velocemente rispetto ad un respiro regolare. Le guance rosse accaldate dalla corsa fatta. La mano che ha aperto la porta scivola lentamente al fianco del suo corpo.
"Akane.. entra" le dice mia madre con affetto "Io e Genma stavamo giusto andando in salotto." Così dicendo prende mio padre per mano ed esce chiudendo alle spalle di Akane la porta.
Rimaniamo fermi ai nostri posti per secondi, minuti o forse ore. Gli occhi incatenati gli uni sugli altri, come se anche solo distogliendo per un attimo lo sguardo uno dei due possa come per magia scomparire. Come se ci potessimo svegliare in un qualsiasi momento da un sogno. Lei fa un passo verso di me, un passo incerto. Devo dirle qualcosa, devo spiegarle perché ho fatto quello che ho fatto. Devo chiederle scusa.
"Akan.." Non finisco di pronunciare il suo nome che lei mi corre incontro e prova un affondo. Tenta di colpirmi. Molla calci e pugni. "Akane!" schivo i colpi, ma lei continua ad avanzare, a breve mi troverò spalle al muro. "Akane, ti prego smettila. Lascia che ti spieg.." - "STA ZITTO!" strilla mentre tenta l'ennesimo pungo a vuoto "TI ODIO! TI ODIO" Continua ripetermelo finché la voce non le s'incrina dal pianto. Continua a tentare di colpirmi. Tento di fermarla, le afferro i polsi per bloccarla, ma lei comincia a scalciare come una furia e urlarmi di lasciarla andare, di non toccarla. Mollo subito la presa.. anche a questo non avevo pensato. Non mi sarei mai immaginato di non poterla più toccare. Mia madre ha ragione. Me ne sono andato convinto di farle del bene, inconsciamente sicuro del fatto, che in un qualsiasi momento sarei tornato, lei mi avrebbe accolto a braccia aperte. Ma che uomo sono io? Continuo a ripetermi questa domanda ormai da troppo tempo senza trovare alcuna risposta. Continua ad avanzare cercando di colpirmi, ormai sono spalle al muro e nel momento stesso in cui pronuncia la parola "Codardo" decido di smettere di schivare i suoi colpi e finalmente il suo pugno colpisce il mio viso.
D'un tratto cala un profondo silenzio nel dojo. Akane mi fissa spaventata, o forse semplicemente sorpresa di avermi realmente colpito. Il pugno non mi provoca troppo dolore, almeno non paragonato alle sue parole. E' vederla così che mi fa del male insopportabile. E' vedere quanto male ho fatto io a lei che mi provoca un dolore lancinante al cuore. Piange. Piange in silenzio. Quante volte lo avrà fatto ormai da quando l'ho lasciata sola? Quante volte si sarà chiesta il perché senza riuscire a darsi una spiegazione? Si lascia improvvisamente cadere a terra sulle ginocchia, si porta le mani al viso e cerca di nascondere le sue lacrime. Mi lascio scivolare giù appoggiato al muro. Le circondo i polsi con le mani, questa volta con garbo, e faccio poi pressione per allontanare le sue mani dal viso. Ora torna finalmente a guardarmi negli occhi. Libero i suo polsi e le asciugo le guance bagnate dalle lacrime, ma questo non serve perché Akane continua a piangere. Le lacrime continuano a scendere come fossero infinite. Avvicino il mio viso al suo e appoggio la mia fronte sulla sua. Ora i nostri sguardi sono vicinissimi.
"Ti prego, perdonami." mi dice all'improvviso. Continuo a piangere senza riuscire a trattenermi. Sento che ormai nessun muscolo risponde ai miei comandi. Non riesco nemmeno più a parlare. Continuo a guardare i suoi bellissimi occhi blu mare e vorrei stringerlo forte a me. Vorrei dirgli che lo amo, ma l'unica cosa che riesco a fare è continuare a piangere restando immobile. E poi d'improvviso sempre continuando a guardarmi cominci a piangere anche tu.. Ranma. Perché ci facciamo del male a vicenda? Perché da quando sei entrato nella mia vita, io ho continuato a ferire te e tu a ferire me? Perché abbiamo così paura di essere felici e preferiamo continuare a soffrire? Io non voglio più questo.
"Io voglio essere felice.." dico senza nemmeno accorgermi d'esser stata io a parlare. Vedo il tuo sguardo rabbuiarsi.. che cosa stai pensando? Possibile che dopo tutto questo tu ancora non abbia capito niente. Faccio ricorso a tutte le mie forze e mentre tu spaventato allontani il tuo viso dal mio, io avvicino il mio al tuo fino a coprire completamente la distanza con un bacio sulle tue labbra. E tu resti dapprima sorpreso poi, finalmente ti rilassi e schiudi le tue labbra. Entrambi pronti finalmente ad abbandonarci a noi stessi chiudiamo gli occhi, le mie braccia attorno al tuo collo e le tue a stringermi i fianchi. Un bacio lungo, intenso, pieno di amore che finalmente decide una volta per tutte le nostre sorti.
E in quel momento tutta la famiglia esce allo scoperto. Impiccioni e pettegoli come sempre. Festeggiate e vi abbracciate fra di voi contenti della tanto attesa unione.
Vedo mia mamma e Kasumi commuoversi e sorridersi a vicenda, Nabiki appunta qualcosa sul suo block notes, ma un certo non so che mi dice che stai solo facendo finta di volerci usare come scoop, almeno per questa volta metterai da parte il tuo animo venale. Mio padre esulta felice abbracciando Soun, forse più lieto di non dover fare Harakiri che dell'unione di suo figlio con la figlia del suo migliore amico. Non vedo Ryoga ed Ukyo.. saranno andati via, capisco quello che avete passato per noi due e per questo ve ne sarò eternamente riconoscente. Grazie amici. Grazie a voi ora Akane è finalmente qui, di nuovo fra le mie braccia.
Epilogo.
La prima neve quell'anno scese precocemente, erano solo i primi giorni di Novembre e Nerima era già ricoperta da un manto bianco.
Sul Tendo-Dojo regnava il silenzio. Era tardi e tutti erano già andati a letto nelle loro stanze. Akane era in camera sua seduta sulla sedia, appoggiata alla scrivania a guardare i grandi fiocchi di neve che dal cielo andavano fin giù a coprire il terreno. Ripensò agli ultimi mesi. Da quando Ranma era tornato e aveva chiarito con tutti, famiglia e amici, la loro "situazione", così l'aveva chiamata imbarazzato per spiegare che stavano ufficialmente insieme, lei era tornata finalmente a sorridere. I giorni passavano come al solito, andavano a scuola, litigavano e si insultavano davanti agli altri, ma poi nell'intimità i piccoli gesti d'affetto, le frasi dolci, le carezze, i baci facevano sembrare gli screzi passati come barzellette. Mentre ripensava ai loro momenti intimi, un rossore le colorò tutta la faccia, e proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta "Ehi sono io.. posso entrare?".
Era Ranma. Akane presa alla sprovvista si lasciò scappare un piccolo e stridulo "Ah" e Ranma entrò subito senza aspettare il permesso, allarmato dall'urlo. "Ehi che succede?" le chiese preoccupato. Ma questo non fece altro che rendere Akane sempre più simile ad un pomodoro. Ranma le si avvicinò e poggiò le labbra sulla sua fronte. "Hai mica la febbre? Sei bollente.." disse infine. "No.. cioè.. è che pensavo" - "Pensavi a cosa?" gli chiese lui non capendo. Ci furono secondi di silenzio, Akane sempre più rossa e paonazza in viso. Poi le labbra di Ranma cominciarono a baciarla sul collo salendo poi all'orecchio, sulla guancia, sul bordo delle labbra.. "Pensavi a questo..?" le chiese infine prima di baciarle le labbra. Akane disse si facendo un cenno con la testa. Poi lui la prese in braccio e la sistemò sul letto. "Ero venuto a darti la buonanotte.. ora ti lascio dormire" fece per allontanarsi ma Akane lo trattenne tirando un lembo del suo boxer "Dormi con me stanotte.." disse infine guardando da un'atra parte per la vergogna delle parole appena pronunciate. Ranma rimase immobile sul posto, anche lui sorpreso e imbarazzato dalla proposta della sua fidanzata. Poi lei, non ricevendo risposta alzò lo sguardo a lui titubante, e quando lo incrociò lui le sorrise e s'infilò con lei sotto le coperte.
La neve continuava a scendere con ritmo regolare su tutta Nerima, e in quella fredda notte due ragazzi riscoprivano il loro amore sotto un'altra forma..
Ma questa è un'altra storia.