Lurida Mezzosangue (stupenda strega)

di fer_vioia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** M.A.G.O. (Ma Ancora non Guardi Oltre?) ***
Capitolo 2: *** La rivincita ***



Capitolo 1
*** M.A.G.O. (Ma Ancora non Guardi Oltre?) ***



Non capiva. Era finita finalmente. La scuola, la guerra, eppure si sentiva svuotato e confuso come mai. Lui che era sempre stato sicuro, suo malgrado, di sé e del suo destino, da quando l'Oscuro Signore era stato sconfitto non si riconosceva più. L'unica sua grande debolezza, quel sentimento incontrollato che lo aveva sempre perseguitato che lui aveva cercato di soffocare e di rinnegare per la sua Casa, per suo padre, per la sua educazione e per il suo orgoglio lo perseguitava. Ora che si trovava di nuovo,e per l'ultima volta tra le mura del castello, e tutte le sue sicurezze erano crollate, ora si sentiva libero di essere quello che era e non solamente quello che i suoi genitori avrebbero voluto che fosse. Così quel sentimento che sembrava essere stato cancellato dalla paura e dal male era tornato più forte di prima.

Durante tutti e sette gli anni della scuola il suo sentimento l'aveva tormentato rendendolo aggressivo e cupo. Com'era possibile che nessuno si fosse mai accorto che dietro alla sua arrogaza e prepotenza si celava un'indole insicura? Non era stato capace di definire, di accettare, fino a quel momento, la sua debolezza, il suo desiderio segreto.

Draco era sdraiato sulla schiena nel suo verde letto a baldacchino per la sua ultima notte a Hogwarts, e pensava con nostalgia e rimpianto agli anni straordinari passati al castello:ai periodi bui come il suo sesto anno, a quelli spensierati e felici insieme a tutti i compagni, i pochi amici che erano rimasti fino all'ultimo dalla parte sbagliata. Pensava all'umidità del sotterraneo di Piton, all'adorabile abitudine che Mirtilla aveva preso di comparire ululando nel pieno delle notti di tempesta quando non riusciva a dormire. Pensava a tutti gli errori che aveva commesso anche se non l'avrebbe mai e poi mai ammesso con nessuno, alle crudeltà che aveva esercitato sui suoi compagni più deboli e se ne pentiva.Pensava a lei. Lei che era una delle ragioni per cui alla fine aveva deciso di prendere la via più difficile ma forse la più giusta.Tutto ad un tratto gli venne una grande nostalgia e sobbalzò nel letto quando la lettera sotto il cuscino scricchiolò improvvisamente, in risposta alle sue inquietudini.

Il ragazzo si alzò di scatto, prese la lettera e il mantello scese in sala comune. Era l'una passata e non c'era più nessuno lì, nei due quadri alla parete lunga Merlino e Salazar dormivano tranquillamente, le barbe vicine. Draco aprì di scatto il passaggio che dava sul corridoio di pozioni, il più vicino alla Sala Grande, e quasi correndo percorse i primi due piani fino al corridoio dell'ala est, poi si bloccò. Il suono della sua corsa aveva svegliato il grosso drago rosso scuro di un arazzo vicino, ma lui non se ne accorse nemmeno. Non era sicuro di volerlo fare. Anche se i rapporti con il trio si era tramutato da odio reciproco a tolleranza formale, adesso non gli sembrava più una buona idea consegnarle la lettera. Lei l'avrebbe di sicuro letta a Potter e si sarebbero presi gioco di lui facendolo sapere a tutti i Serpeverde... Draco Malfoy pentito... Draco Malfoy che... non riusciva neanche a pensarlo... una mezzosangue! ma proprio lei... che da sempre l'aveva odiato e disprezzato per le sue debolezze senza capire quello che in realtà celavano. Basta. Non gli importava più di nulla: tutto era diverso ora e doveva decidersi. Draco salì le scale fino al terrazzo della Torre di Astronomia che dava sul dormitorio delle ragazze di Grifondoro e fece quello che oramai aveva preso l'abitudine di fare da quando aveva capito cosa provava.
“Accio diario” sussurrò il ragazzo. Una finestra dl dormitorio si aprì silenziosa e un piccolo quadernetto rigido foderato di stoffa blu volò tra le sue mani. Draco lo sfogliò, leggendo qualche appunto e il programma della settimana di Hermione. Poi prese finalmente la lettera e la infilò tra la fodera e la stoffa, quasi sperando che lei non la trovasse mai.

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Capitolo 2
*** La rivincita ***



Questo è il secondo capitolo, spero che vi piaccia. So che non è molto lungo ma personalmente mi fanno impazzire quelle mattonate di ventordici pagine che ti fanno diventare strabica...e ora a voi! :)

-V







L'ultimo giorno ad Hogwarts per il trio passò in fretta, tra saluti degli amici e le ultime ore passate nel castello a riempirsi gli occhi di tutti quei particolari che avevano fatto per tanto tempo di Hogwarts la loro casa.

Harry, Ron, Hermione, Neville, Luna e Ginny passarono la giornata insieme, circondati da uno stuolo di ragazzetti adoranti che gli saltellavano intorno, come aveva fatto Colin solo sei anni prima, chiedendo autografi e scattando fotografie o semplicemente congratulandosi con loro. Persino qualche timido Serpeverde del primo anno si era avvicinato per stringere la mano a Neville o per salutare frettolosamente Ron... C'era qualcosa di diverso nell'aria e oramai nessuno poteva negarlo: le cose stavano cambiando ad Hogwarts.


Draco stava passeggiando per i corridoi del settimo piano, era appena sfuggito ad un gruppo di ragazze davvero appiccicose e desiderava solo stare solo per un po' a pensare al suo futuro, ma soprattutto aveva voglia di pensare a lei... Ultimamente aveva cercato di essere gentile, per quanto Draco Malfoy possa esserlo, con i Grifondoro e aveva addirittura smesso di insultare i Tassi dopo la fine della guerra. Certo non si poteva dire che fossero in ottimi rapporti, ma in generale ora si salutavano nei corridoi. Si salutavano. Lei lo salutava. La sua voce non era sprezzante, non era disgustata, non era arrabbiata, era neutrale, anzi quasi cortese. Potter e Weasley lo trattavano sempre con freddezza, ma lei, lei sempre così inflessibile e corretta, aveva preso a sorridergli di tanto in tanto, di sfuggita, come si sorride ad un conoscente, ma gli sorrideva e ogni volta si sentiva mancare il fiato per qualche secondo e doveva fare dei lunghi sospiri per riprendersi, tanto che Blaise aveva cominciato a chiedersi se non soffrisse di attacchi di cuore.


Draco si era fermato davanti all'entrata della stanza delle necessità: “Mi serve un luogo dove poter riflettere, mi serve un luogo dove poter riflettere tranquillamente, mi serve un luogo dove poter riflettereâ€. Al terzo passaggio la porta comparve sulla parete e il ragazzo entrò.

La Stanza era cambiata molto dopo l'incendio: era più piccola e meno precisa nell'esaudire le richieste, ma era come se si stesse rafforzando lentamente. In quel momento il luogo era piccolo e fresco, ma luminoso con tre finestre che davano sul giardino e qualche poltrona sparsa su una spessa moquette color burro, e nell'angolo più nascosto stava un piccolo bacile di pietra che riluceva debolmente di riflessi argentei. Draco si lasciò subito cadere sul pavimento cercando di non pensare a nulla per qualche minuto, poi si alzò avvicinandosi al pensatoio nell'angolo.

In quel momento la porta della stanza si aprì ed entrò Neville Paciock.


I due ragazzi si bloccarono immediatamente cercando di capire chi si trovavano di fronte poi Neville disse, scattando verso di lui, la bacchetta tesa:

-Malfoy! Cosa stai facendo sul mio pensatoio? Non provare a spiare i miei ricordi!-

-Tranquillo Paciock, non pensavo che anche uno come te...cioè che anche tu avessi usato la stanza, ora non ti scaldare-in fondo, pensò Draco, Neville era un Purosangue e si era dimostrato ben più di quella lagna cacasotto ultimamente quindi si meritava un po' di...(oddio non ci poteva credere neanche lui)...rispetto. Neville lo fissò per un lungo istante, sospettoso, poi abbassò la bacchetta.

-Fai come vuoi, tanto non ho più paura di te e delle tue arie da cretino impomatato, Malfoy!-

-Attento Paciock non è che se hai commesso un atto di coraggio stupido e disperato per la tua sete di gloria o di riscatto, di colpo ti meriti...-

-Taci Malfoy! Come al solito non hai capito nulla! Non sono una stupida e vanagloriosa Serpe io, avevo paura, ma non ero disperato, ho solo fatto quello che dovevo per tutti noi. Ora se non vuoi che ti affatturi sparisci, non ho intenzione di sopportarti più.- Disse Neville diventando paonazzo e alzando nuovamente la bacchetta.




Draco rimase esterrefatto. Non sapeva proprio come reagire. Probabilmente qualche anno prima avrebbe maledetto Paciock molto volentieri umiliandolo e insultandolo, ma se voleva cambiare, se voleva dimostrare a se stesso di poter essere diverso da suo padre, se voleva lei, sapeva ciò che doveva fare. Il problema era appunto farlo.

-Emh ok ok Paciock non volevo insultarti calmiamoci eh! Per favore metti giù la bacchetta e ascolta... senti per me è molto difficile fare una cosa del genere...ma....ti chiedo scusa ok? Per quello che ti ho fatto in questi anni, per come ti ho trattato non lo meritavi...beh a parte quella volta al quarto anno quando mi sei inciampato sui piedi facendomi cadere...poi gli zoccoli sono spariti subito e...al diavolo!- Draco diventò paonazzo e si girò di scatto lasciando Neville basito di fronte al pensatoio.

-Hey aspetta Malfoy! Giuro che non lo dirò a nessuno ma c'è una cosa cosa che ti devo chiedere! Come mai tutto questo? Cos'è che vuoi, cos'è successo?-

-Ho deciso che non voglio essere come mio padre-oramai aveva cominciato tanto valeva completare la sua umiliazione-ho deciso che voglio cambiare, e se per farlo dovrò chiedere scusa anche a tutta la Casa di Grifondoro lo farò.-

-Non so se crederti o chiamare Madama Chips con qualcosa per la pazzia fulminante...-

-Fidati è decisamente più strano per me che per te...-

-Ah ci credo!...allora Hermione aveva ragione a dire che secondo lei sei cambiato...ok Malfoy ti voglio dare fiducia e quindi accetto le tue scuse, ma solo se mi prometti che prima di partire, alla cerimonia di consegna dei M.A.G.O., chiederai scusa per davvero a tutti gli altri. Pubblicamente.- Disse Neville con un sogghigno; finalmente avrebbe avuto la sua piccola vendetta...ma Draco non lo ascoltava nemmeno. Lei gli credeva! L'aveva perdonato!

-Si lo farò, ma ti prego fai in modo che il trio sia in prima fila quando mi umilierò pubblicamente-

Disse Draco tornando ai suoi modi altezzosi con un sussulto. Il ragazzo guardò ancora per qualche secondo l'espressione determinata e trionfante sul volto di Neville, poi girò i suoi tacchi e usci dalla stanza con uno svolazzo.




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