Non sarà mai amore

di CastaDiva
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo giorno di scuola. ***
Capitolo 2: *** Club scolastici ***
Capitolo 3: *** Scuse ***
Capitolo 4: *** Selezioni ***



Capitolo 1
*** Primo giorno di scuola. ***


<< Roberto, sveglia!! >>
Il ragazzo mosse il proprio braccio, come per scacciare una mosca molesta per poi ricominciarea ronfare.
<< Roby!! >> il bambino, imperterrito, continuava a cercare di svegliare il fratello maggiore senza però alcun risultato. In suo soccorso arrivò però un aiuto inaspettato. Nella stanza entrò sua sorella che come una furia si precipitò vicino al letto del gemello.
<< Vedi di svegliarti cretino che riesci a farmi arrivare in ritardo il primo giorno di scuola!! >> per enfatizzare di più il concetto la ragazza pestò la faccia dell'addormentato.
<< Leva il tuo piede puzzolente!! >> scattò lui mettendosi seduto.
<< Oh, finalmente il principino si è svegliato >> si congratulò la sorella << Ora, se sua grazia si sbriga, papà fa in tempo ad accompagnarci a scuola e magari anche a prendere Luciano >>
<< Sei la solita maleducata Anna >> continuò Roberto alzandosi dal letto, guardandola dall'alto al basso. Dal suo metro ottanta sovrastava di parecchi centimetri la sorella. << Non potresti essere più femminile? >>
<< Sicuro, la prossima volta ti sveglio con un bacio >> ironizzò lei uscendo dalla stanza. << Sbrigati. >>
<< Sì, me l'hai già detto >> lo sguardo del ragazzo si posò sul fratello minore << E tu cosa ci fai ancora qui? >> gli chiese << Non devi prepararti anche tu per la scuola? Non vorrai arrivare in ritardo al primo giorno di elementari. >>
<< Proprio perchè è il primo giorno tutti gli alunni di prima elementare entrano un'ora dopo insieme ai genitori e invece di iniziare le lezioni viene spiegato il funzionamento della scuola >>spiegò sua madre apparendo dal corridoio.
<< Sei sicura di poterlo fare? Non sarebbe meglio che restassi a casa a riposare? >> chiese premuroso lui, alludendo al suo stato.
<< Tu e tuo padre avete proprio la stessa testa >> sospirò la donna << Sono incinta non ho una malattia terminale, sono in grado di partecipare a una riunione >>
<< Ma ricorda cosa ha detto il dottore, devi stare a riposo >> disse Roberto << Non è meglio che vada papà al tuo posto? >>
<< E' importante che lui lavori >> dichiarò lei << Con questo bambino in arrivo i soldi non sono mai abbastanza. E anche se tuo fratello è rimasto coi nonni non dobbiamo allentare troppo la cinghia >>
<< Allora Roberto,ti vuoi muovere? >> urlò dal soggiorno Anna.
<< Sì, non c'è biogno che mi controlli!! >>strillò di rimando lui.
<< Potete fare a meno di urlarvi addosso sin dal primo mattino? >> pregò la madre.
<< E' colpa sua, mi sta sempre addosso!! >> protestò il giovane.
<< Non puoi darle torto però >> disse lei << Sono quasi le otto e sei ancora in pigiama >>
<< Non è colpa mia se non ho potuto dormire perchè questa piccola peste è stato tutta la notte a raccontarmi come sarebbe stato il suo primo giorno di scuola >> si giustificò il figlio indicando il bambino << Non la smetteva più di parlare e quando vedeva che non l'ascoltavo mi saltava sul letto!! Si può sapere perchè la stanza singola se l'è dovuta beccare Anna e io sono finito con la peste? >>
<< Suvvia, non fare il bambino >> sospirò sua madre << Tua sorella ormai è una donna ha bisogno dei suoi spazi >>
<< E io sono un uomo!! >> esclamò lui.
<< Un uomo un par de palle, sbrigati!! >> dal soggiorno Anna lanciò una delle sue ciabatte in faccia al fratello. Sebbene sua madre fosse davanti a lui andava sul sicuro, il metro e cinquanta della donna infatti non era di nessuno ostacolo alla traiettoria della ciabatta.
<< Io quella l'ammazzo!! >> dichiarò Roberto rilanciandole l'oggetto per poi andare come una furia nel bagno.
 
Luciano guardò il suo orologio da polso. Le otto e dieci. Guardò gli angoli della strada cercando di scorgere la macchina del padre del suo amico. Nessun risultato. Sospirò immaginando di chi fosse la colpa di quel ritardo.Poteva mettere una mano sul fuoco che Anna sarebbe sempre arrivata puntuale, se non in anticipo, a qualunque appuntamento ma purtroppo non poteva dire lo stesso per il suo amico. Spesso sua madre scherzava dei ritardi cronici del figlio ricordando che persino il parto fu posticipato perchè da parte del bambino non vi era alcuna iniziativa ad uscire e che il motivo per cui alla fine riuscì a partorire senza cesareo fu che, al contrario di Roberto, la sorella cominciò a muoversi più del dovuto provocando la rottura delle acque. Quell'aneddoto lo faceva sempre ridere.Proprio mentre sorrideva si sentì chiamare.
<< Luciano!! >> A chiamarlo era proprio Roberto, dal finestrino dell'auto del padre. Lo salutò di rimando avvicinandosi alla vettura.
<< Finalmente siete arrivati >> esclamò.
<< Sai già chi devi ringraziare del ritardo >> dichiarò in modo burberò Anna che aveva preso il posto davanti.
<< Cosa ti ha impedito questa volta di arrivare puntuale? >> chiese Luciano entrando nella macchina, facendo ben attenzione a non picchiare la testa.
<< Alessandro, esagitato per il suo primo giorno di scuola >> rispose l'altro facendogli spazio << Dio, ma quanta energia può avere un bambino così piccolo? >>
<< Anche tu eri così alla sua età >> lo giustificò il padre per poi rivolgersi al nuovo arrivato << Luciano, come va? Ti sei già sistemato nella nuova casa? >>
<< Sì, tanto non avevamo troppe cose nella nostra vecchia casa >> rispose il giovane.
<< Noi invece siamo ancora in alto mare >> sbuffò Roberto incrociando le braccia dietro la testa.<< Metà della mia roba è ancora negli scatoloni >>
<< La mia camera è a posto >> intervenne Anna enfatizzando su "la mia camera".
<< Questo perchè non hai una piccola peste con cui dividerla che ti interrompe sempre >> affermò il fratello.
<< Certo, certo, accampa sempre scuse >> disse lei.
<< Su non litigate ragazzi >> esclamò il padre << Ho bisogno di concentrarmi per riuscire a trovare la strada per la vostra scuola, Milano non è di certo Marino. >>
<< Non preoccuparti >> disse la figlia aprendo il cruscotto,facendo uscire una cartina opportunatamente inserita il giorno prima. << Ho segnato il percorso più breve per arrivare alla nostra scuola. >>
<< Efficente come sempre Anna >> si congratulò il genitore.
<< Ovviamente ho anche segnato delle strade alternative nel caso incontrassimo degli intoppi in quella principale >> continuò la ragazza con orgoglio. << Una buona pianificazione risolve ogni problema >>
<< Tsk, pianificando tutto non ti godi niente >> disse il fratello.
<< Roberto non ricominciare >> lo rimproverò il padre consapevole che quell'affemazione fosse solo l'inizio di un ulteriore litigio con la sorella.
<< Tuo padre ha ragione, goditi il viaggio e non attaccare briga con Anna >> disse Luciano.
Il ragazzo sbuffò, battibeccare con Anna era l'unico modo per divertirsi un pò. Il suo amico guardava fuori dal finestrino ignorandolo completamente. Come faceva a rimanere così incantato davanti al panorama? Insomma, è di Milano che stiamo parlando, mica di Firenze o Parigi. Beh, dal canto suo anche quelle suddette città non avevano alcuna attrattiva, per Luciano invece qualunque cosa di artistico o storico era un tesoro inestimabile. A lui fregava poco o niente di arte e storia,e una citta valeva l 'altra anche se c'era da dire che era affezionato al suo vecchio paese. Gli era dispiacito andarsene per venire a Milano ma sapeva che era la scelta migliore. A suo padre era stato offerto un posto di rilievo nella sezione milanese della sua azienda, era un'offerta che non poteva rifiutare. In estate avevano così traslocato ad eccezione di suo fratello maggiore che era rimasto a Roma dai nonni. Ma del resto non cambiava molto visto che Alberto viveva in pianta stabile da loro da almeno un anno a causa dell'università e non tornava spesso a casa. Gli era dispiaciuto lasciare la scuola, i suoi amici, i suoi compagni di squadra. Fortunatamente però anche a Milano era riuscito a trovare un centro sportivo che gli consentisse di praticare il suo sport preferito, il rugby. A differenza della maggior parte dei suoi coetanei non amava il calcio troppo poco fisico. Invece il rugby era il suo ideale. Uno sport maschio in cui poteva esprimere al meglio le sue potenzialità. Roberto era infatti l'archetipo del giocatore di rugby. Alto, massiccio e con una resistenza ai colpi fuori dal comune. Si voltò verso Luciano, ancora intento ad osservare il paesaggio. Gli aveva spesso chiesto di provare a giocare ma l'amico si era sempre rifiutato. E dire chei ll fisico lo aveva. Non era certo muscoloso come lui ma in compenso lo superava in altezza. Luciano infatti era alto un metro e novanta, ed aveva appena diciotto anni!! Il ragazzo però preferiva dedicarsi alla lettura nei suoi rari momenti liberi piuttosto che allo sport. In compenso però aveva acconsentito ad accompanarlo in palestra almeno una volta a settimana. Se non fosse stato per lui Luciano sarebbe rimasto lo scricciolo che aveva conosciuto in prima elementare, almeno con la palestra aveva messo su una massa muscolare di tutto rispetto.
Mentre Roberto era immerso in questi pensieri anche l'altro ragazzo rifletteva. Il suo guardare incessantemente il finestrino non aveva l'unico scopo di ammirare il paesaggio ma serviva anche ad evitare di guardare l'amico. Da tempo si era infatti accordo di provare più di una semplice amicizia verso l'altro. Non sapeva dire esattamente quando era successo,forse era capitato poco a poco ma ormai era arrivato al punto da non poter più negare i suoi sentimenti.Si era innamorato,innamorato del suo migliore amico. Quanto si era vergognato una volta appresa questa verità, e lo era tutt'ora. Non aveva idea di come fare. Era certo che il suo fosse un amore a senso unico. Sebbene Roberto non si fosse mai interessato alle ragazze, troppo impegnato con lo sport,era certo che non avrebbe mai potuto ricambiarlo. Luciano voltò leggermente il capo per vedere cosa stesse facendo l'amico ma ritornò immediatamente con lo sguardo al finestrino notando come l'altro lo stesse guardando. Cercò di mascherare il suo imbarazzo come poteva. Durante l'estate era diventato ancora più bello.I suoi capelli si erano leggermente schiariti a causa del sole, cosa che a causa del suo biondo naturale poteva non essere notata dalle persone ma lui conosceva ormai ogni singolo dettaglio del corpo dell'amico. Si sentiva tremendamente in colpa nel guardare il suo corpo durante la palestra mentre nella sua mente apparivano immagini ben poco casta. Roberto si fidava di lui e così gli sembrava di tradire la sua fiducia. L'altro ragazzo si spogliava davanti a lui senza alcun problema mentre lui si beava della vista che gli offriva. La voce del padre di Roberto lo riscosse dai suoi pensieri. Erano infatti arrivati all'entrata della loro nuova scuola, liceo scientifico Marconi. Scese dall'auto ringraziando l'uomo della sua disponibilità. Come sempre il signor Giuliani gli diceva di non essere sempre così formale nei suoi confronti visto che ormai era uno di famiglia. Lui annuiva scusandosi mentalmente per fare pensieri peccaminosi nei riguardi di suo figlio.
<< Non si sa come ma siamo riusciti ad arrivare in tempo >>  esclamò Anna sentendo la campanella annunciare l'inizio delle lezioni.
<< Visto,abbiamo fatto in tempo,e tu che me la menavi tanto >> replicò il fratello.
<< Se non fosse stato per me a quest'ora non eravamo neanche entrati in macchina >>a ffermò lei.
<< Luciano per favore, occupati di questi due >> lo pregò il padre dei ragazzi. << Ehi, se vi mettete a litigare nel cortile arriverete in ritardo in aula, ricordate che dovete anche chiedere in segreteria dove dovete andare. >>
<< Non ti preoccupare pà, scommetto che questa qui si è già informata anzitempo >>disse Roberto.
<< Secondo piano aula 5 a >>esclamò la sorella confermando l'affermazione del ragazzo.
<< Andiamo allora >> intervenne Luciano mettendosi tra i due fratelli. I tre insieme entranrono nell'edificio dirigendosi verso la propria aula.
 
<< Ragazzi, da oggi avrete tre nuovi compagni di classe >> annunciò l'insegnante agli alunni, facendo poi segno ai tre di entrare in aula. I ragazzi smisero immediatamente di parlare tra loro, curiosi dei nuovi arrivi. Non era una cosa di tutti i giorni che arrivassero ben tre nuovi compagni. Roberto Anna e Luciano fecero il loro ingresso e diligentemente si misero affianco all'insegnante.
<< Coraggio, presentatevi alla classe >>l i incitò l'uomo.
Fu Roberto il primo a parlare << Mi chiamo Roberto Giuliani diciotto anni e vengo da Marino. >>
<< Anna Giuliani, sono sua sorella gemella e ovviamente vengo anch'io da lì. >>
Un brusio generale si levò dalla stanza. Anche se erano gemelli i due non si somigliavano molto. Certo, erano entrambi biondi ma quella era l'unica cosa che avevano in comune. Il fratelllo era un gigante mentre la sorella era molto bassa e di corporatura minuta. 
<< Ehi Katy, sembra che qualcuno minerà alla tua posizione di tappa della classe >> scherzò una ragazza picchiettando sulla schiena della sua amica.
<< Non è una cosa a cui tengo più di tanto >> disse l'altra voltandosi leggermente.
<< Io non penso che sia più bassa di te >> affermò un'altra alunna seduta affianco alla più piccola.<< Secondo me ti supera di qualche centimetro. >>
<< Katy, la tua nomea è salva !! >> esclamò con giubilo la giovane seduta dietro.
<< Vanessa, ho detto che non ci tengo a questa cosa >> ripetè la bionda.
<< Eh ? Non ci tieni ad essere la più carina e coccolosa della classe ? >> chiese Vanessa accarezzandole il capo,come se fosse un animaletto. Caterina era la mascotte della classe, alta appena un metro e quarantacinque era una vera bambolina. Bionda, occhi azzurri e con la pelle vellutata, semplicemente adorabile. Di contro, la sua vicina di banco era l'opposto .Cordelia era la ragazza più alta della classe, capelli scuri trattenuti da una coda e sguardo perennemente torvo. Veniva costantemente scambiata per un maschio a causa del suo abbigliamento fatto di soli jeans, magliette e tute e per il suo atteggiamento. A completare il trio di amiche c'era Vanessa. Amica d'infanzia di Cordelia era poco più bassa di lei ma a differenza sua nessuno avrebbe mai potuto scambiarla con un maschio. Seno prosperoso e labbra carnose Vanessa era ciò che la gente considera una bellezza. I suoi lungi capelli ricci adornavano un viso perfetto senza neanche un difetto e i suoi grandi occhi verdi ammaliavano al primo sguardo. Un'altra cosa che la distingueva dall'amica era il carattere espansivo, a differenza di quello chiuso dell'altra, carattere che invece condivideva con la bionda. Mentre Cordelia nascondeva le sue gambe chilometriche sotta a dei jeans larghi Vanessa non si faceva alcun problema nell'indissare minigonne che nascondessero il minimo indispensabile.
<< Tsk, anche se esistesse qualcuno più basso di lei non sarebbe comunque al suo livello >> affermò la compagna di banco di Caterina.
<< Voi due mi state mitizzando >>esclamò sicura la ragazza.
<< Ma và, dopo di me sei la ragazza più popolare dell'istituto >> dichiarò Vanessa  << E io sono la prima perchè praticamente mi sono portata a letto tutti i ragazzi della scuola.  >>
<< Non è una cosa si cui andrei fiera >> disse Cordelia con biasimo scuotendo il capo.
<< Effettivamente... >>convenne Katy
<< Tsk,voi due siete rimaste all'800 >>esclamò la ragazza incrociando le braccia << Siamo donne moderne,dobbiamo goderci la vita,anche per onorare tutte le donne che hanno perso la vita per concerci la libertà!! >>
<< Non nascondere dietro a una retorica femminista la tua abitudine ad aprire le gambe ad ogni essere di sesso maschile >> l'ammonì Cordy << Sul serio, dovresti darti una calmata >>
<< Carpe Diem, cogli l'attimo >>esclamò Vanessa.
<< Non citare cose a caso invece di fare un discorso sensato!! >> strillò l'altra.
<< Laggiù in fondo, fate silenzio >> le ammonì il professore avvicinandosi per poi sospirare. << Come volevasi dimostrare. Boni, perchè se c'è qualche problema tu ne sei la causa? >>
<< Ehi, la colpa è anche di queste due!! >> si giustificò lei.
<< Orlandi, Parodi, voltatevi e non fatevi coinvolgere da Boni >> disse l'uomo.
<< Ehi, ora che ci penso perchè voi due vi siete messe in banco assieme lasciandomi sola come una povera pirla ?! >> esclamò Vanessa.
<< Boni, moderi il linguaggio!! >> la sgridò il professore << Vuole dare subito una brutta impressione ai nuovi arrivati ? >>la ragazza si sporse leggermete per guardare i nuovi compagni di classe << Effettivamente sono due bei ragazzi, meglio fare una buona impressione. >>
<< Santo cielo eccola che ricomincia >> sospirò Cordelia portandosi una mano sul volto.
<< Però Cordy,Vanessa ha ragione,non è giusto escluderla così >> disse Caternina << L'abbiamo estromessa senza ascoltare la sua opinione >>
<< Oh, questa è la mia Katy, dolce e comprensiva come sempre!! >> esclamò Vanessa alzandosi dalla siedia e abbracciandola da dietro.
<< Ehi,dacci un taglio!! >> scattò la mora separandole.
<< Sei sempre così puritana Cordy >> sospirò la riccia risedendosi.
<< Boni, anche se è il primo giorno non tollererò più alcuna insubordinazione da parte sua!! >>dichiarò l'insegnante.
<< Eh? Sono per caso finita in un'accademia milit... >>Vanessa non fece in tempo a finire la frase che Cordelia le tappò la bocca con la mano. Possibile che non capisse mai quando era il momento di tacere?
Il professore tornò dalla cattedra per dare indicazioni ai nuovi arrivati. << Giuliani Roberto, prenda posto vicino a Boni, penultimo banco a destra. La signorina Giuliani invece siederà insieme a Parisi nell'ultimo banco a sinistra. >>
I tre si mossero per andare nei rispettivi banchi. Anna e Luciano si sedettero e inziarono subito ad aprire le rispettive cartelle. Roberto invece iniziò presentandosi alla sua compagna di banco.
<< Piacere Roberto. >> si presentò.
<< Vanessa, piacere tutto mio. >> rispose con il suo tono più ammaliante.
<< Ehi nuovo arrivato, vedi di non cadere nella rete di questa qui. >>lo ragguardò Corderlia voltandosi.
<< Non farmi cattiva pubblicità!! >>protestò l'amica.
<< Non è necessario che io lo faccia, ci pensa la tua nomea >> replicò l'altra.
<< Dai ragazze, non vedete che lo state mettendo in imbarazzo? >>intervenne Katy per poi rivolgersi al ragazzo con uno dei suoi migliori sorrisi  << Io sono Caterina ma tutti mi chiamano Katy >>
Roberto fu letteralmente folgorato da lei. Non aveva mai visto una ragazza così adorabile e carina.
<< Ehi pesce lesso, vedi di riprenderti. >> esclamò Cordy notando la sua espressione da ebete davanti alla bionda. Ecco un altro bellimbusto da tenere lontano da Katy.
<< Cordy, non fare la solita musona, presentati >> disse Vanessa.
<< Tra poco si fa l'appello, sentirà lì il mio nome >>replicò la mora voltandosi.
<< La solita simpaticona >> mormorò la riccia per poi dondolarsi sulla sedia. L'insegnante intanto stava per iniziare l'appello.
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Club scolastici ***


 
La campanella dell'intervallo suonò, decretando la fine delle lezioni mattutine e l'inizio della pausa pranzo. Tutte le attenzioni della classe furono rivolte verso i nuovi arrivati visto che durante l'intervallo erano stati chiamati nell'aula insegnanti e dunque non vi era stato il tempo per conoscerli meglio. Come sempre fu Veronica a prendere l'iniziativa.
<< Ehi, sapete dov'è la mensa vero? >>
<< Primo piano, dall'ingresso seconda porta a sinistra >> rispose prontamente Anna lasciando il suo posto.
<< Oh, non dirmi che conosci a memoria ogni anfratto di questa scuola! >> esclamò Roberto. Per tutta risposta la sorella fece uscire dalla sua cartella un'innumervole mole di volantini esplicativi. 
<< Santo cielo Anna perchè non ti decidi una buona volta ad abbandonare questi sistemi arcaici e imparare ad usare un computer? >> sbottò lui prendendo fra le mani i depliant.
<< Tsk, non ne vedo il motivo visto che i metodi classici funzionano ancora >> ribattè la sorella risistemando i volantini nello zaino dopo averli strappati malamente dalle mani del fratello.
<< Diciamo piuttosto che sei totalmente negata per qualunque cosa abbia a che fare con la tecnologia >> affermò il ragazzo.
<< Sempre meglio di qualcuno che è allergico alla puntualità >> ribattè prontamente lei.
<< Vi prego, non incominciate ora. >> li pregò Luciano. << Piuttosto, direi che è meglio muoversi prima che la pausa pranzo finisca >>
<< Il tuo amico ha ragione >> disse Vanessa  alzandosi e avvicinandosi alle sue amiche  << Non so come funzionasse da voi ma qui la pausa pranzo dura trenta minuti. >>
<< Eh?! Così poco? >> esclamò Roberto alzandosi anch'esso.
<< Già, noi studenti ci siamo lamentati parecchie volte del tempo risicato ma ci siamo scontrati contro un muro >> spiegò la ragazza per poi prenderlo a braccetto << Allora, visto che abbiamo poco tempo direi di muoverci, ci sono una marea di cose che dobbiamo chiedervi. >>Vedendo la piega che stava prendendo la situazione Cordelia fece cenno a Caterina di allontanarsi e lo stesso fece Anna.
<< C...cosa ci dovete chiedere? >> chiese lui arrossendo a causa del contatto tra il suo braccio e il seno prosperoso della compagna di classe.
<< Mmm...non saprei... >> fece sibillina lei << Per esempio, hai la fidanzata? >>
<< No io... >>
<< Guardate che se ne stanno andando >> intervenne Luciano leggermente irritato mentre indicava le compagne di classe. 
<< Ehi Anna, io non so mica dov'è la mensa, aspettami!! >> urlò il ragazzo liberandosi dalla stretta della studentessa per poi correre dietro alla sorella, lasciando soli Luciano e Vanessa.
<< E' carino ma a quanto pare un pò tardo >> si fece sfuggire lei.
<< Non gli sono mai interessate certe cose >> dichiarò Luciano cercando malamente di farla desistere dal suo intento. Non aveva mai pensato all'eventualità che una ragazza potesse provarci così spudoratemente con Roberto. E' vero che l'amico pensava allo sport ventiquattro ore su ventiquattro ma Luciano non era certo della reazione dell'altro ragazzo di fronte all'inisistenza di Vanessa. E quello non era l'unico problema. Aveva visto come Roberto era rimasto folgorato da quell'altra ragazza. Caterina se ricordava bene. Di certo l'approccio della giovane non era aggressivo come quello della sua amica, ma per questo non era meno pericolosa anzi, la dolcezza della bionda poteva renderla anche più temibile di Vanessa. Luciano fece una smorfia. Pericolose, temibili, ma che cosa stava pensando? Qualunque ragazza agli occhi dell'amico sarebbe stata preferita rispetto a lui.
<< Addormentato torna nella realtà se non vuoi rimanere qui >> gli urlò Vanessa dalla porta << Meglio che mi segui altrimenti non ci arrivi più in mensa. Speriamo che il tuo amico sia riuscito a incontrare qualcuno o a raggiungere le ragazze. Non penso che sia un tipo organizzato come la sorella >>
<< Per niente >> affermò il ragazzo raggiungendola.
 
 
<< Finalmente sei arrivato casanova >> ironizzò Anna mentre prendeva il suo vassoio dall'apposito scompartimento. 
<< Potevi almeno aspettarmi, avrei girovagato per tutta la scuola se non avessi incontrato uno di quarta. >> disse lui indicando il ragazzo.
<< Oh, quanto mi sarebbe dispiaciuto... >> mentì lei prendendo posto nella fila. << A proposito, ce li hai i soldi per pagare vero? >>
Roberto cercò nelle sue tasche, trovandole vuote << Sorellina... >>
<< E' arrivato il mio turno. >> disse lei ignorandolo completamente.
<< Eddai Anna, un piccolo prestito >> la pregò Roberto invano.
Vedendo la scena Luciano, appena arrivato insieme a Vanessa,  si avvicinò all'amico con l'intenzione di prestargli i soldi necessari a comprare il pranzo, ma purtroppo fu battuto sul tempo.Roberto infatti si sentì tirare la manica della maglia. La colpevole era Caterina che cercava di ottenere l'attenzione del nuovo arrivato. 
<< Se vuoi te li presto io e poi me li restituisci >> si offrì lei con la sua solita voce pacata.
<< Oh, sei un angelo!! >>accettò Roberto prendendole le mani tra le sue.
<< Non dovresti prestare soldi a qualcuno che non conosci >> intervenne Cordelia avvicinandosi ai due, tenendo il proprio vassoio e quello dell'amica.
<< Ma Cordy,  è un nostro compagno di classe >> disse la bionda voltandosi verso di lei << Sono sicura che me li restituirà, vero? >> chiese conferma guardando nuovamente il volto del ragazzo, per quanto permetteva l'abissale differenza di altezza tra i due.
<< Ma certo. >> confermò lui sorridendole affabile << Anzi, se vuoi ti aiuto anche con il tuo vassoio >> si offrì avvicinandosi a Cordelia. Lo sguardo gelido di lei però lo fece desistere dall'intento. Come si permetteva quel nuovo arrivato di prendere subito l'iniziativa? Il suo primo giorno non era ancora finito e già si approcciava troppo amichevolmente con la bionda. La ragazza pensava che lasciandolo tra le grinfie di Vanessa se lo sarebbe tolto facilmente dai piedi, ma a quanto pare non poteva contare sul fascino dell'amica. Mah, forse stava esagerando, il gesto del nuovo arrivato poteva essere un semplice atto di gratitudine verso la bionda. In ogni caso era sempre meglio non dargli troppe opportunità, concluse tra sè risoluta. 
<< Coooordy!! >> lupus in fabula Vanessa si avvicinò a Cordelia facendo per stringerla a sè.
 << Non ci provare >>la bloccò questa per quanto fosse possibile vista la sua situazione coi vassoi << So cosa vuoi, non ti presterò i soldi per il pranzo. >>
L'attenzione della ragazza si spostò allora sull'altra amica << Kaaaty... >>
<< Li ha già prestati al nuovo arrivato, non ha niente da darti >> spiegò la mora 
<< Coordy!! >> esclamò allora Vanessa modificando nuovamente il suo obbiettivo 
<< Ti ho detto di no!! >>sentenziò Cordelia irremovibile.
<< Oh beh, allora... >> mormorò sibillina la riccia avvicinandosi sinuamente a Caterina << Katy, non mi potresti dare un pò del tuo pranzo visto che sono senza soldi? >>
<< Prendi >> la bloccò Cordy dandole del denaro. << E che questa sia l'ultima volta >> aggiunse, sapendo però che la sua richiesta non sarebbe stata sicuramente esaudita.
<< Grazie mille!! >> le sorrise l'amica per poi andare vicino a Roberto << Su, ora che abbiamo il denaro muoviamoci a metterci in fila altrimenti finisce che non troviamo più nulla >>
<< Sì certo. >> Roberto si guardò intorno << Hai per caso visto Luciano? >>
<< E' arrivato qui con me >> rispose la ragazza << Probabilmente si sarà messo subito in fila. >>
<< Probabilmente... >> ripetè lui.
<< Ehi Vanessa, quando hai finito portalo nel nostro solito tavolo >>disse Caterina che nel frattempo aveva fermato vicino a sè Anna  << La rappresentante ha detto che vuole parlare con i nuovi arrivati. >>
<< Perche diavolo dobbiamo ubbidire a quella? >> scattò la ragazza che mal sopportava la loro rappresentante di classe oltre che d'istituto.
<< Non fare tante storie, tanto avevi intenzione già dall'inizio di farli sedere vicino a noi, per questo Andrea ci ha chiesto questo favore. >> intervenne Cordelia.
<< Tsk, va bene >>acconsentì Vanessa sbuffando.
 
Anna aveva finito la portata principale. Prima di passare al secondo perse tempo ad osservare le sue due nuove compagne di classe. Parevano essere molto in confidenza tra loro. Non era mai stata una persona di grandi parole, per cui si ritrovava spesso ad osservare le persone per capirne le caratteristiche e questa volta la sua attenzione era ricaduta sulle ragazze che le stavano di fronte.  La più alta, Cordelia se ricordava bene, all'inizio le pareva una persona chiusa e taciturna. Sia chiaro, lo pensava ancora, ma la bionda aveva scoperto come l'altra cambiasse completamente carattere quando si trovava insieme a Caterina. Scherzava con lei, la prendeva in giro, in un certo senso aveva anche degli atteggiamenti affettuosi. L' altra ragazza invece era proprio come se l'era immaginata, coerentemente con il suo aspetto esteriore la bionda era una ragazza pacata ed estremamente gentile. Anche piuttosto socievole e chiacchierona visto che cercava in tutti i modi di coinvolgerla in una discussione ottenendo però scarsi risultati. Era immersa nei suoi pensieri quando Luciano le si avvicinò.
<< Posso sedermi qui? >> le chiese. Per tutta risposta lei gli spostò la sedia. Era strano, chissà come mai il ragazzo fosse arrivato da solo e non avesse aspettato quell'idiota di suo fratello. Da quando poteva ricordare, i due ragazzi erano sempre stati inseparabili. Beh, anche per lei era lo stesso. Loro tre erano cresciuti insieme e dunque si era ritrovata a passare con Luciano tanto tempo quanto Roberto . Del resto, è sempre stato difficile fare amicizia a causa del suo carattere.
<< Vanessa e il nuovo studente non sono ancora arrivati? >>chiese una ragazza a lei ancora sconosciuta.Anna guardò la nuova arrivata. Cordelia le aveva detto che era la rappresentante d'istituto. Abbastanza alta, corti capelli neri e occhi scuri, adornati da un paio di occhiali. Di certo però la caratteristica che spiccava su tutte era il suo enorme seno, superiore in dimensioni pure a quello di Vanessa. A differenza della riccia però la rapresentante non ostentava questa sua "dote" indossando abiti con scollature vertiginose anzi, era molto sobria nell'abbigliamento. Affianco a lei c'era un ragazzo,biondo, occhi azzurri, praticamente sembrava la versione femminile di Caterina. E ora che guardava meglio non doveva essere tanto più alto di lei.
<< Non ancora >> rispose Cordelia << Siediti comunque, non dovrebbero tardare ad arrivare >> Come predetto dalla ragazza, poco tempo dopo Roberto e Vanessa arrivarono.
<< Che fortuna, siamo riusciti a prendere le ultime porzioni rimaste >> esclamò lei sedendosi.
<< Buon per voi >> disse Cordelia << Avete quindici minuti ad iniziare da... ora  >>enunciò guardando il proprio orologio da polso.
<< Se non vi dispiace... >>esordì la rapprensentante rivolgendosi ai nuovi arrivati << Dovrei disturbarvi per spiegarvi come funziona la scuola . >>
<< Pot...an...noi >> mormorò Vanessa con la bocca piena.
<< Deglutisci prima di parlare >>l'ammonì Cordy << Continua pure Andrea >>
<< Stavo dicendo... >>continuò la ragazza sistemandosi gli occhiali << Ah già, prima è meglio se mi presento. Io sono Andrea Villa la rappresentante di istiututo e anche della nostra classe. Lui è Luca Beretta il vice- rappresentante ed è in un'altra quinta >>
<< Piacere di conoscervi >> disse lui << Potrei sapere i vostri nomi? >>
Fu Anna a prendere parola << Mi chiamo Anna Giuliani, lui è mio fratello Roberto mentre lui è Luciano Parisi >>
<< Voi tre vi conoscevate già? >> chiese il vice- rappresentante notando come la nuova arrivata fosse in confidenza con Luciano.
<< E' vero, è strana come cosa >> esclamò Caterina.
<< La ditta dove lavora mio padre ha offerto ad alcuni membri del personale il trasferimento nella filare principale >> spiegò Roberto << La sorella di Luciano ha accettato di venire a Milano come la nostra famiglia. Del resto hanno ricevuto un buon aumento di st... >>un calcio sottobanco tiratogli dalla sorella lo fece fermare di parlare << Anna maledetta!! >> inveì.
<< Non penso sia il caso di spiattellare i suoi affari a tutto il mondo >> disse semplicemente lei.
<< Eh? >> esclamò sorpreso il fratello 
<< Così vivi con tua sorella >> disse Vanessa << E i tuoi genitori? >>
<< Sono morti >> rispose semplicemente Luciano e dal tono del ragazzo si capì che non voleva entrare nei dettagli. 
<< Ehm, ehm >> tossì Andrea per attirare l'attenzione su di sè e al contempo stemperare la situazione creatasi << Per prima cosa vorrei spiegarvi come funzionano i corsi extra- curricolari. >>
<< Cosa? Bisogna fare dei corsi ? >> domandò allarmato Roberto.
<< Non ti preoccupare, non sono obbligatori >>lo tranquillizzò Luca << Sono delle opportunità che la scuola offre agli studenti. Ci sono dei corsi di fotografia, cucina, teatro, disegno oh, e ovviamente ci sono anche i club sportivi. >>
<< In che senso club sportivi? >> chiese Anna. 
<< La scuola è convenzionata con un impianto sportivo che offre agli studenti della scuola i propri campi da gioco ad un prezzo scontato >>spiegò Andrea << Nella fattispecie la scuola è riuscita a formare per entrambi i sessi un club di pallacanestro e pallavolo e una squadra femminile di nuoto e maschile di calcio. Alla fine dell'anno poi ci sarà un torneo con le classi di altre scuole.  >>
<< Sembra interessante >> disse Roberto << Purtroppo non amo molto quegli sport. Se ci  fosse stato il rugby sarei stato dei vostri >>
<< Tu invece? >> chiese il vice-rappresentante a Luciano.
<< Mi dispiace ma preferisco cercarmi un lavoro da fare per quando non sono a scuola >> rispose il ragazzo << Anche se mia sorella ha ricevuto un aumento i soldi non bastano mai >>
<< Oh ma non ti devi preoccupare di questo >> intervenne Andrea << I club sportivi svolgono le loro attività durante le normali ore di educazione fisica e fanno un allenamento extracurricolare il sabato >>
<< Dai Luciano >>lo incoraggiò l'amico << Per una volta vedi di fare un pò di sano sport >>
<< Ma... io non sono portato... >> cercò di tirarsi indietro lui, evitando lo sguardo di Roberto. Se non l'avesse fatto, avrebbe finito col cedere.
<< Figuriamoci, col corpo che ti ritrovi >> continuò l'altro ragazzo inconsapevole di mettere l'amico in imbarazzo.
<< Secondo me sei portato per la pallacanetro >> si inserì nel discorso Cordelia << Certe altezze è difficile trovarle alle superiori >> disse alludendo al metro e novanta del ragazzo.
<< Ci proverò va bene? >> esclamò Luciano arrendendosi.
<< Bravo, verrò a vedere tutte le tue partite >> gli sorrise Roberto. A quella frase il cuore del ragazzo fece un salto. Forse non era un'idea così malvagia entrare in un club sportivo.
<< Eccellente >> esclamò la rappresentate << Cordelia, ci pensi tu a informare il capitano della squadra maschile? >>
<< Certo, lo farò non appena finisce la pausa pranzo >> acconsentì lei << A proposito, quando è prevista la prima riunione dell'anno con i capitani? >>
<< Non preoccuparti >> la rassicurò Andrea << Finito il rientro fermati un attimo in classe e dillo anche a Pietro quando lo incontri. Io dirò la stessa cosa a tutti gli altri.  >>
<< A Giovanni posso pensarci io >> esclamò Luca << Tanto siamo nella stessa classe. >>
<< Va bene, dunque mancano solo Maria e Davide  >> disse lei << A questo punto vado a parlar loro ora. >>
<< Organizzata come sempre >> si complimentò Caterina. 
<< Non è un caso se è nel consiglio studentesco sin dalla prima superiore >> affermò Cordy.
<< Potreste diventare grandi amiche >>ironizzò Robertò rivolgendosi alla sorella << Due fanatiche dell'organizzazione, pagherei per vedervi uscire insieme >>
<< Anche se fosse arriveresti come minimo venti minuti in ritardo rispetto a un nostro ipotetico appuntamento dunque vedresti ben poco >> controbattè la ragazza tranquilla.
Per tutta risposta il fratello le fece il verso.
<< Così sei una tipa organizzata >> si interessò alla questione la rappresentante << Perchè non ti candidi per il consiglio studentesco? Purtroppo solo io e Luca siamo elementi validi >>
<< Non ci provare Andrea!! >> strillò Vanessa andando ad abbracciare la bionda << Lei è già prenotata per il club di pallavolo. >>
<< Io non ricordo nessuna proposta del genere >> protestò Anna visibilmente irritata dall'atteggiamento dell'altra.
<< Non c'è alcun problema, essere nel consiglio studentesco non è un compito così gravoso da impedire l'appartenenza a un club >> disse impassibile Andrea. << Io stessa ne frequento uno. >>
<< Tsk, essere nel club di fotografia è completamente diverso dal fare parte di una squadra sportiva >> asserì la ragazza dai capelli ricci << E' molto più impegnativo. >>
<< E a proposito di impegno, a me non sembra di averne preso nessuno >> continuò Anna cercando di tirarsi fuori.
<< Eddai An, abbiamo proprio bisogno di una come te >> piagnucolò Vanessa.
<< Una come me cosa?! >> esclamò la bionda.
<< Una tappa che giochi come alzatrice >> rispose prontamente l'altra ragazza << Ho chiesto mille volte a Katy di entrare nel club ma lei ha sempre rifiutato. >>
<< Lo sai che sono negata per gli sport >> si giustificò Caterina sentendosi presa in causa.
<< Potevi sempre fare la nostra mascotte invece che andare nel club di teatro >> mugugnò l'amica. << Con te saremmo sicuramente riuscite a surclassare in popolarità quelle smorfiose nuotatrici >>
<< Oh santo cielo risparmiaci le tue prediche contro il club di nuoto >> la pregò Cordelia << Non ti è bastato prendertela con Andrea? >>
<< Il mio odio verso di loro supera perfino quello per Andrea  >> sentenziò Vanessa..
<< E' un caso disperato >> sentenziò Andrea << Meglio tornare a parlare della scuola. >> detto ciò si rivolse nuovamente a Cordelia. La rappresentante d'istituto aveva sempre avuto un'ottima opinione della ragazza. Studiosa, sportiva, affidabile e per niente frivola a differnza della maggior parte delle studentesse della scuola. Il solo motivo per cui non le aveva chiesto di entrare nel consiglio studentesco erano i numerosi impegni che la occupavano. E che sarebbero sicuramente aumentati. Stava per darle l'ingrata, a suo dire, notizia quando Luca la battè sul tempo.
<< Hai saputo di Enea? >> chiese il ragazzo alla mora.
<< No, cosa avrei dovuto sapere? >> domandò lei di rimando.
<< E' entrato nella primavera del Milan >> raccontò lui << Quindi mi sa che quest'anno ti toccherà prendere il suo posto >>
<< Ci mancava solo questa >> sospirò Cordelia.portandosi una mano sul volto.
<< Ehi, di cosa state parlando? >> chiese Roberto stufo di sentirsi escluso dalla discussione.
<< Enea Gentile, un ragazzo di terza >> rispose Luca << E' l'asso della squadra di calcio e sin dalle medie militava nel vivaio del Milan. Quest'estate è entrato nella primavera quindi è probabile che dovrà rinunciare al club di teatro visto che penso che non avrà molto tempo da impegnare. Ovviamente per il club di calcio non c'è alcun problema visto che può fare a meno di allenarsi con i compagni di classe il sabato. >>
<< Caspita, quindi abbiamo un fenomeno a scuola >> esclamò stupefatto il nuovo arrivato << Però non ho capito come la cosa possa coinvolgere lei >> disse, rivolgendosi a Cordelia.
<< Il club di teatro ogni anno mette in scena uno spettacolo finale >> esordì la ragazza << Sin dalla prima superiore Enea era sempre scelto come protagonista maschile e io come sua sostituta. Mi andava bene visto che potevo studiare la parte sommariamente senza impegnarmi troppo. Per lo più mi limitavo ad aiutarlo a studiare la parte. Quest'anno però dovrò per forza prendere il suo posto. >>
<< Puoi sempre rifiutare no? >> si inserì nel discorso Luciano << O forse l'iscrizione al club è così vincolante? >>
<< Assolutamente no >> rispose Andrea << Ogni studente può smettere quando vuole. Certo, una volta che sono iniziati i tornei sportivi o le varie dimostrazioni degli altri club non può certo tirarsi indietro. Comunque in linea di massima si può mollare a piacimento e l'aver partecipato un anno a un club non pregiudica la reiscrizione nell'anno seguente. >>
<< Perfetto, allora basta non reiscriverti al club di teatro >> affermò Roberto.
<< Effettivamente ha ragione >> convenne la rappresentante << Tra la pallacanetro e il club di cucina sei fin troppo impegnata. In questi anni non hai avuto alcun problema a far quadrare gli impegni ma quest'anno abbiamo la maturità, io non rischierei di abbassarmi la media.  >>
Cordelia sembrò pensarci sù ma non fece in tempo a formulare qualche pensiero che subito Caterina la tirò per una manica.
<< Cordy, vuoi abbandonare il club? >> piagnucolò la bionda << Io come faccio senza di te? >>
<< Ecco io... >> Cordelia ora era messa alle strette. Sapeva che non poteva resisterle, lei era l'unico motivo per il quale si era scritta a quel club di cui, detto sinceramente, poco le importava.
<< Penso che tu sia abbastanza grande per non dover essere costantemente sostenuta da lei >> dichiarò Andrea in modo autoritario. Alla rappresentante non era mai piaciuta la bionda.Aveva sempre pensato, e ora stava per riceverne l'ennesima conferma, che fosse una palla al piede per l'altra ragazza, che la sfruttasse senza ritegno. In cinque anni di scuola poteva contare sulle dita di una mano le volte che aveva visto le due ragazze separate. E la maggior parte delle volte che le vedeva insieme per un motivo o per l'altro Cordelia stava aiutando la bionda. O le stava portando la cartella, a suo dire troppo pesante per Caterina, o la stava aiutando con le battute da recitare, o l'aiutava con i compiti etc. Andrea era più che certa che senza la presenza di Caterina l'altra ragazza sarebbe stata ancora più straordinaria.
<< Io però ho bisogno di lei... >> mormorò Caterina.
<< Su Katy, ti aiuterò io >> si offrì Luca, anch'esso iscritto allo stesso club.
<< E va bene, non lascio il teatro >> si arrese come da programma Cordelia << Speriamo almeno che quest'anno la svitata si trattenga. >>
<< Dai, non disperarti, magari non ti da il ruolo da protagonista >> disse, cercando di trattenersi dal ridere, Vanessa. Sapeva che la cosa era assolutamente impossibile.
<< Devi essere veramente brava per essere sicura di avere il ruolo principale >> esclamò Luciano.
<< Non è la mia bravura che mi farà ottenere il ruolo >> affermò Cordy sconsolata. << Del resto, come ho detto, fin dall'anno scorso ho sempre fatto la sostituta >>
<< Ma allora perchè... >> Luciano stava per fare una domanda quando l'arrivo di una nuova ragazza lo interruppe.Questa andò vicino a Cordelia e Luca, mettendo le mani sulle spalle dei ragazzi. << Allora mie star, siete pronte a brillare? >> chiese. << Visto che questo sarà il mio ultimo anno metteremo in scena la più bella opera teatrale che la scuola abbia mai visto. >>
<< A quanto pare sai di Enea >> mormorò Cordelia.
<< Oh, è stato un colpo al cuore >> disse la ragazza tastandosi il petto << Fortunatamente ci sei tu a disposizione vero? >>
<< Vero >> confermò afflitta la mora.<< E visto che prendo il posto di Enea tu potresti variare un pò i tuoi soliti clichè no? >>
<< Assolutamente no, rimarrò fedele fino alla fine al mio credo!! >> dichiarò solennemente l'altra ragazza << Quindi voi due preparatevi >>disse a Cordelia e Luca strizzando l'occhio con fare d'intesa. Proprio in quel momento la campanella suonò.
<< Fine della pausa pranzo >> annunciò Andrea alzandosi. << Meglio che mi sbrighi ad andare in aula di fotografia. >>
<< Ah, anche io devo andare al club di disegno!! >> esclamò Sara << Peccato, avrei voluto parlare ancora un pò con le mie star, va beh, discuteremo della sceneggiatura durante la prossima riunione.Alla prossima ragazzi >>
Cordelia e Luca salutarono con riluttanza la ragazza consci di cosa si sarebbero dovuti aspettare.
<< Ehi, adesso che lezioni abbiamo? >> chiese Roberto.
<< Ma tu hai letto qualcosa riguardo questa scuola?! >> domandò  Anna.
<< Nah, non leggo certe cose >> ribattè il fratello. << Cosa avrei dovuto sapere? >>
<< La nostra scuola non fa rientri >> spiegò Caterina << O meglio, non fa rientri che comprendano lezioni curricolari. Dal lunedì al venerdì certe aule della scuola sono a disposizione degli studenti. Oggi è un giorno speciale poichè tutti i vari club cercheranno di prendere nuovi membri tra i primini e i nuovi arrivati. >>
<< Non hai notato che gli studenti presenti in mensa siano infinitamente inferiori a quelli che frequentano le lezioni? >>gli fece notare la sorella.
<< Non sto attento a certi dettagli >>si giustificò lui.
Katy gli sorrise cercando di metterlo a suo agio. Cosa che le riuscì perfettamente visto che il ragazzo pendeva letteralmente dalle sue labbra. << Oggi hanno fatto il rientro... >>esordì la bionda << Solo chi è iscritto a uno o più club,  oltre ai ragazzi di prima e tutti i nuovi iscritti ovviamente. Ora infatti ci sarà un orientamento organizzato dai ragazzi per farvi conoscere i vari club. Ad ognuno di essi è stata assegnata un'aula e in segreteria è esposta una mappa con le varie indicazioni. >>
<< Mah, a me non me ne interessa nessuno >> affermò Roberto portandosi le braccia dietro alla nuca.
<< Potresti iscriverti al club di teatro >> esclamò la bionda << Non devi per forza recitare, puoi anche aiutarci solamente sistemando le luci o spostando le scenografie. Muscoloso come sei non dovresti avere alcun problema. >>
<< Potrei farci un pensierino >> disse lusingato il ragazzo.
<< E poi come faresti con gli allenamenti di rugby? >> intervenne Luciano che aveva fiutato il pericolo. Come aveva immaginato Caterina riusciva ad ammaliare fin troppo bene il suo amico.
<< Non ti preoccupare >> si intromise Cordelia << Se si limiterà ai soli lavori fisici senza recitare la sua presenza sarà richiesta solamente verso la fine dell'anno. In genere il club di teatro quando si appresta la data dello spettacolo chiede sempre ai ragazzi dei club sportivi un aiuto per spostare tutti i materiali. E con grande gioia di Gino Caterina riesce sempre ad attirare gli atleti che così si offrono di aiutarci >>
<< Già, e poi rimangono a bocca asciutta perchè il mastino di Katy impedisce a chiunque di avvicinarsi alla sua protetta >> scherzò Vanessa.
<< Tu non dovevi portare il tuo nuovo acquisto ad iscriversi ? >> le ricordò Cordy.
<< Ah, giusto!! >> Vanessa si alzò improvvisamente da tavola tirandosi dietro Anna << Andiamo An, prima che Andrea si faccia strane idee. >>
<< Io non ho accettato niente di... >> la ragazza non riuscì a finire la frase che come una furia l'altra la trascinò con sè fuori dalla mensa.
<< Luca io vado >> annunciò Andrea << Come presidente del club di fotografia sarebbe alquanto indecoroso arrivare dopo gli altri membri >>
<< Giusto, meglio che vada anch'io >> disse il ragazzo << Katy, vieni con me? >>
<< Ok >> gli sorrise la bionda << Allora Roberto, vieni con noi? >>
<< Perchè no, tanto devo trovare qualcosa da fare visto che non posso ancora uscire >> affermò il nuovo arrivato alzandosi.Luciano si alzò facendo per seguire l'amico quando Cordelia lo fermò. << Ehi gigante, tu vieni con me. Ti porto dal club di pallacanestro maschile >>
<< Vedi io... >>
<< Eddai Luciano, non tirarti indietro ora >> esclamò Roberto << Avevi detto che avresti provato. Vuoi rimangiarti la parola data? >>
<< No >> negò il ragazzo << Però... >>
<< Non ti preoccupare il tuo amico è in buone mani >> disse Cordelia che rivolse poi uno sguardo a Luca come per dirgli " attento che il tipo non alzi le mani su Caterina" , messaggio che il biondo decifrò immediatamente. Il gruppo così di divise dirigendosi ognuno per direzioni opposte.
 
<< Presto, dobbiamo andare a fare l' iscrizione il prima possibile!! >> esclamò Vanessa mentre correva a predifiato nei corridoi dell'istituto portando con sè Anna.
<< Sempre di fretta Vanessa ? >> la canzonò una ragazza.Immediatamente la riccia si fermò. Davanti ai suoi occhi si mostrò la figura del capitano della squadra di nuoto, Maria Stella. Ammirata e venerata da tutta la scuola per Vanessa non era altro che la sua rivale più temibile. L'insofferenza che provava verso di lei era maggiore persino a quella che rivolgeva ad Andrea e non era un mistero per nessuno questa antipatia , a differenza di quella unilaterare con la rappresentante d'istituto, era reciproca. Le due ragazze erano come il giorno e la notte. Tanto spontanea e sfrontata Vanessa, tanto calcolatrice,diplomatica  e leggermente snob Maria. Se la prima non si faceva problemi ad esprimere la propria antipatia spudoratamente, la seconda preferiva delle frecciatine mirate o insinuazioni. Persino il loro aspetto era agli antipodi. La riccia era la classica bellona di turno che mostrava bellamente le sue grazie fregandosene di marche o firme mentre l'altra ragazza vestiva in modo molto più ricercato e costoso come ci si aspetterebbe dalla figlia di una nota stilista . Anche le loro esperienze amorose erano quanto più distante possibile. Molto libertina Vanessa, fidanzata da più di un anno Maria. Il fidanzato della più giovane è tra l'altro la causa di uno tra i mille dissapori tra le due visto che lui è uno dei pochi ragazzi che Vanessa non era riuscita ad ottenere. Il fatto però che l'impresa fosse ardua non convinse però la ragazza a desistere dal suo intento. 
 << Non dovresti essere nell'aula assegnata al tuo club di nuoto ? >> domandò sprezzante la riccia 
<< Ci stavo giusto andando >> rispose l'altra << Prima però sono andata da Riyoko per chiederle se poteva accompagnarmi ma a quanto pare è troppo impegnata con il club di disegno >>
<< Oh che peccato, dovrai fare a meno della tua ombra >> la sbeffeggiò Vanessa. In seconda posizione tra le sue antipatie figurava Riyoko Kamikaze. Anche lei frequentante il quarto anno era la migliore amica di Maria e seconda in comando nel club di nuoto. Di origini orientali, cosa evidente dal nome, come l'amica era la classica signorina di buona famiglia. Figlia di un noto pittore e di un' organizzatrice di aste d'arte fu logico per lei ottenere la carica di presidente del club d'arte. La cosa positiva era che essendo i club sportivi diversi dagli altri non doveva incontrarla nelle riunioni tra capitani a differenza di Maria. Ciò non toglieva però che solo incontrarla per i corridoi le dava l'orticaria. Se non altro almeno Riyoko adottava la stessa tattica di Andrea, ovvero ignorare le provocazioni di Vanessa limitando al minimo la conversazione tra loro.
<< Questo è un nuovo membro della squadra di pallavolo? >> chiese Maria.
<< Esatto >> confermò << Dunque giù le mani da lei >>
<< A me non sembra molto convinta >> affermò l'altra ragazza sistemandosi i capelli << Prima di decidere potrebbe vedere altre alternative. Ho come l'impressione che tu l'abbia leggermente forzata a venire con te. >>
<< Giusto un pochino >> mormorò Anna.
<< Tsk, come capitano della squadra di pallavolo so riconoscere il talento e ti posso assicurare è perfetta per il mio club >> dichiarò Vanessa.
<< Ma se mi conosci da poche ore e non mi hai mai visto giocare >> obbiettò la bionda.
<< Il mio intuito non sbaglia mai!! >> proclamò solenne la riccia
<< Buon per te allora. Speriamo che almeno quest'anno tu riesca ad ottenere un buon piazzamento >> le sorrise Maria. Non era un mistero che la squadra femminle di pallavolo della loro scuola non se la passasse benissimo. A parte il capitano le altre ragazze non erano molto portate. Tutto l'opposto del club di nuoto che ogni anno riusciva ad ottenere un ottimo piazzamento e negli ultimi due anni, ovvero da quando Maria era diventato il capitano, dominavano sugli altri club scolastici ottenendo il primo posto sia nella staffetta che nei singoli. << E visto che mi pare che tu sia di buon umore perchè non convinci la tua amica Cordelia a passare nella squadra di nuoto? E' da quando sono capitano che cerco di farla iscrivere. >> continuò la ragazza.
<< Scordatelo, non l'avrete mai nella vostra setta!! >> tuonò Vanessa per poi prendere tra le mani il viso di Anna << Osserva bene il volto del male An, non farti mai circuire da lei e le sue adepte. >>  Il motivo principale per il quale Vanessa non riunciava a cercare di far suo il fidanzato di Maria era che la ragazza cercava continuamente di far entrare nella sua squadra Cordelia. E visto che lei voleva appropriarsi di qualcosa di suo Vanessa riteneva giusto fare altrettanto.
<< Mi sembra esagerato chiamarci setta >> rise composta l'altra.
<< Sì, come no >> disse la riccia. Effettivamente il termine setta era un pò esagerato, però non ci andava molto lontano. Così come nelle scuole americane le cheerleader sono una casta, lo stesso accadeva nella loro scuola. Il club di nuoto era formato dalle più belle ragazze dell'istituto. Il loro era un mondo elittario e farne parte voleva dire essere qualcuno. Erano l'unico club a fare severe selezioni per scegliere i nuovi membri. Non solo bisognava essere portate per il nuoto ma bisognava avere uno stile impeccabile e un aspetto notevole.Persino la media scolastica era sotto osservamento. Sembra un controsenso il fatto che il club cerchi ogni anno di iscrivere un elemento come Cordelia che, media decisamente elevata e attitudine allo sport  a parte, era decisamente fuori dai canoni estetici richiesti. Questo per un occhio poco attento almeno. Maria e Riyoko, forse a causa dell'ambiente artistico in cui vivevano, avevano riconosciuto il potenziale della ragazza. << An andiamocene, non abbiamo niente di che spartire con questa >>
<< Veramente io non avrei niente da spartire neanche con te >> replicò la bionda seccata dalla situazione creatasi per poi venire trascinata nuovamente via da Vanessa.
 
<< Ecco, questa è l'aula magna, è qui che il club di teatro fa le prove >> spiegò Caterina che faceva da Cicerone a Roberto. << In genere dividiamo l'aula a metà. Una parte è occupata dagli attori mentre l'altra da chi si occupa dei costumi e delle scenografie. >>
<< Siete parecchio organizzati >> constatò il ragazzo << E anche molto numerosi >> aggiunse, notando la marea di studenti lì raccolti.
<< Sì >> confermò Luca << Tra chi recita e chi lavora dietro le quinte siamo il club più numeroso.In genere poi chi è nel club di disegno è iscritto anche a questo. Oh, eccolo finalmente.Gino!! >> il biondo fece un cenno a un tipo che stava dando indicazioni ad alcuni ragazzi. Questo, sentendosi chiamare, lo raggiunse.
<< Luca, non c'è bisogno di fare tutto questo chiasso. >> lo ammonì, sistemandosi al contempo gli occhiali.
<< Sì scusa, volevo solo dirti che io e Katy abbiamo trovato un possibile nuovo acquisto >> spiegò lui indicando Roberto.
Gino squadrò il ragazzo da capo a piedi << Un vero armadio, immagino che sarà utile quando dovremo montare le scenografie >>
<< Ha già detto che è impegnato con il rugby ma non sarà un problema vero? >> chiese Caterina.
<< No affatto >> confermò Gino << Se non recita il suo aiuto ci servirà solamente verso la fine dell'anno >>
<< Perfetto, allora direi che posso tranquillamente iscrivermi >> esclamò Roberto.
<< Ho giusto qui il registro delle iscrizioni >> disse l'altro ragazzo mostrando un quaderno << Ah, ovviamente voi due dovete riconfermare la vostra iscrizione, sempre che ne abbiate intenzione  >>
<< Non ti preoccupare >> lo tranquillizzò Luca << Anche volendo non potrei, poi chi la sente Sara? >>
<< Già >> sospirò Gino << Stamattina appena mi ha visto fuori da scuola  mi ha dato decine di quaderni con su scritte varie sceneggiature. Una volta a casa vedrò di leggermele con calma ma ho già un'idea su chi saranno i protagonisti. E a proposito di protagonisti, Cordelia non è ancora passata a riconfermare la sua iscrizione. >>
<< Penso che lo farà all'ultimo >> ipotizzò Caterina << Del resto è impegnata con la squadra di pallacanestro e il club di cucina e inoltre ha trovato un nuovo membro per la squadra maschile di pallacanestro quindi immagino che al momento stia andando da Pietro. >>
<< Va bene >> disse il ragazzo << Basta che faccia in tempo a iscriversi. In ogni caso basta indugiare, firmate qui >> Gino diede loro il registro e uno ad uno i tre firmarono.
 
Luciano mostrava chiari segni di nervosismo mentre percorreva i corridoi. Era stato un bene lasciare Roberto insieme a quei due?
<< Non ti preoccupare >> disse Cordelia come se riuscisse a leggere i suoi pensieri << Con Luca presente dubito che il tuo amichetto possa provarci con Caterina.  >>
<< Non stavo pensando a questo >> mentì il ragazzo arrossendo.<< Sono solo teso perchè non sono mai stato in una squadra sportiva. >>
<< Ah, allora è sempre per questo motivo che guardavi con occhi di ghiaccio Caterina? >> domandò lei.
<< Non mi è molto simpatica, tutto qui >> si mise sulla difensiva Luciano.
<< Caterina può stare antipatica solamente a chi ha paura di perdere qualcuno di importante per causa sua >> sentenziò Cordelia << Non è raro dunque che non piaccia a qualche ragazza ma è la prima volta che capita con un ragazzo. >>
<< Sono soltanto sorpreso perchè Roberto non si è mai interessato a nessuna ragazza >> cercò di giustificarsi lui << Ecco tutto >> 
La ragazza rise << Le tue sembrano le preoccupazioni di una ragazza innamorata piuttosto che di un amico >>
Sentendo ciò Luciano si alterò non poco.Come si permetteva di parlargli così? Si conoscevano da poco più di sei ore e già sparava sentenze?
<< Mi sembra che le mie parole ti abbiano dato fastidio >> constatò lei.
<< Non mi piacciono le persone che sparano sentenze >> disse Luciano << Soprattutto quando sono all'oscuro dei fatti. >>
<< Non ci vuole un genio per capire che hai una cotta per quel tipo >> ribattè la ragazza << E che temi il fatto che da un momento all'altro potrebbe trovarsi una ragazza. >>
<< Non ti permetto di fare simili insinuazioni >> scattò veemente lui. Cordelia gli fece cenno di abbassare i toni, del resto erano ancora per i corridoi della scuola.
<< Non sono insinuazioni >> disse poi la ragazza << Sono dei fatti. >>
<< E per quale motivo mi stai dicendo questi fatti? Non penso volessi fare della semplice conversazione >> ribattè Luciano.
<< Ciò che mi impensierisce di più... >> esordì lei << Non sono tanto i ragazzi che ci provano con Caterina, sono le persone gelose di lei che mi preoccupano. Lei è buona, veramente buona e sapere che qualcuno soffre per causa sua la distruggerebbe. >> detto questo Cordelia  si fermò e guardò freddamente il ragazzo negli occhi << Quindi vedi di non fare niente che potrebbe ferirla intesi? >>
<< Intesi >> acconsentì lui. I due ripresero immediatamente a camminare. Cordelia pensava che la discussione fosse stata chiusa ma inaspettatamente Luciano richiamò la sua attenzione con una domanda.
<< E' così evidente... >>iniziò << ... che lui mi piace? >>. Dopo il discorso con la ragazza a Luciano era sorto il terribile dubbio che qualcun'altro potesse capire ciò che provava realmente per Roberto.
<< Direi di no >> gli rispose lei << Forse io sono stata in grado di capirlo perchè mi trovo in una situazione simile >>
<< Quindi anche tu... >>
<< Siamo arrivati >> lo fermò Cordelia sulla porta di un'aula. << Adesso ti presento al capitano della squadra. Ti parlerà un pò del club e ti darà gli orari, per i nuovi arrivati ci sono tre giorni per decidere se iscriversi o meno. >>
<< Ok >> disse semplicemente Luciano comprendendo che la ragazza non avesse alcuna intenzione di proseguire la loro chicchierata. Cordelia aprè così la porta e insieme entrarono nella stanza.
 
<< Finalmente liberi!! >> esultò Roberto uscendo dalla scuola.
<< Se sei così felice per aver passato il primo giorno non riesco a immaginare come passerai l'anno >> disse Anna accanto a lui.
<< Sempre la solita simpaticona >> affermò il fratello
<< Comunque si può sapere che cosa stiamo aspettando? >> chiese lei vedendo che Roberto non accennava ad andarsene.
<< Lo vorrei sapere pure io >> intervenne Luciano << Avevo in mente di tornare subito a casa per vedere se riesco a trovare qualche buona offerta di lavoro su internet >>
<< Caterina mi ha chiesto di aspettarla qui >> spiegò Roberto. 
<< Ah >> mormorò semplicemente l'altro ragazzo << Beh allora io vado >>
<< No aspetta!! >> lo fermò l'amico << Mi ha detto che... >>
<< Roberto!! >> dall'alto della gradinata che precedeva la porta principale della scuola Caterina chiamava il nuovo arrivato. Quando ottenne la sua attenzione si precipitò giù dalle scale seguita dalle sue due amiche e da Luca.<< Grazie al cielo... >> disse affannata << Ho fatto in tempo. >>
<< Hei, respira ,respira  tanto non scappiamo mica >> cercò di calmarla il ragazzo. Quando la bionda ebbe ripreso fiato Roberto le chiese per quale motivo gli avesse chiesto di aspettarla fuori da scuola e perchè doveva trattenere anche Luciano.
<< Luciano ha detto che voleva trovarsi un lavoro vero? >> chiese lei.
<< Sì esatto >> rispose il diretto interessato.
<< Stavo pensando che magari poteva venire a lavorare nel maneggio di mio padre >> spiegò Caterina << Ci lavora anche Luca, penso che se sei interessato lui ti possa spiegare meglio di me come funziona >>
<< Veramente io non so se... >>
<< Ti assicuro che la paga è buona >> intervenne Luca << E inoltre abbiamo due giorni liberi a scelta nella settimana. Io fino all'anno scorso avevo il giovedì e la domenica così potevo partecipare al club di teatro. >>
<< Ma io non ho nessuna qualifica per lavorare coi cavalli >> ammise Luciano
<< Oh non ti preoccupare >> lo tranquillizzò l'altro << Si tratta solo di dar loro da mangiare, spalare il letame pulirli e qualche volta sellarli, niente di così gravoso e se ce la fa uno mingherlino come me per te sarà una passeggiata. >>
<< Mi sembra un'ottima occasione no? >> disse Roberto dando delle leggere gomitate all'amico.
<< Sì, lo è >> convenne Luciano.
<< Se vuoi posso parlarne con mio padre >> si offrì Caterina.
<< E...e anche io parlerò bene di te al capo >> le andò dietro Luca.
Luciano guardò dall'alto al basso i due ragazzi. Sembravano proprio due bimbetti delle elementari felici di poter aiutare un amico. Il ragazzo si meravigliò di come quei due si fossero prodigati così tanto per lui sebbene si conoscessero da poco. Doveva riconoscere che Cordelia aveva ragione, a parte la gelosia, non c'era nessun altro motivo valido per non farsi piacere Caterina. << Se lo fate mi fareste un piacere >> disse loro infine.
<< Perfetto, dovevo giusto andare al lavoro >> esultò il biondo.
<< Io invece ne parlerò a mio padre questa sera >> seguì la ragazza << Non ti preoccupare Luciano, ti assumerà sicuramente. >>
<< Grazie >> ringraziò imbarazzato lui grattandosi la nuca. Ora si sentiva in colpa dei suoi sentimenti di gelosia verso la ragazza. 
<< Non è grandioso Luciano ? >> esclamò Roberto dandogli una pacca sulla spalla << Grazie a Caterina non dovrai faticare più di tanto per trovare un lavoro. E inoltre potrai frequentare tranquillamente la squadra di pallacanestro. Ora non hai più alcun motivo per non accettare no? >>
<< Effettivamente >> ammise l'amico.
<< Prima ho parlato con Pietro è mi è sembrato entusiasta di te >> si intromise Cordelia << Certo, anche se la tua stazza aiuta dovrai comunque fare i provini in palestra. Quello smemorato te ne ha parlato vero? >>
<< Veramente non ne sapevo niente >> rispose Luciano.
<< Santo cielo, e quello sarebbe un capitano? >> sbuffò la ragazza pensando che alla fine era sempre lei a dover badare all'organizzazione di entrambe le squadre di pallacanestro e tutto a causa dell'incompentenza di Pietro per qualcunque cosa non rientrasse nel campo sportivo. Non che il ragazzo non sia un buon capitano anzi, come motivatore della squadra e regista era un genio ma per il resto...
<< Domani pomeriggio finite le lezioni chi ha fatto l' iscrizione a una squadra dovrà andare in questo impianto >> spiegò Anna dando a Luciano un foglietto con su segnato l'indirizzo. << Non ti preoccupare se non sai dov'è, Vanessa si è offerta di accompagnarmi e non penso che abbia problemi se ti aggreghi a noi. >>
<< Affatto >> disse Vanessa.
<< Eh?Hai deciso di iscriverti veramente al club di pallavolo?! >> esclamò allibito il fratello. Anna infatti non aveva mai mostrato alcun interesse per lo sport, ma sopratutto mai si sarebbe aspettato che la sorella si sarebbe fatta convimcere da una persona assillante come Vanessa.
<< Ho pensato che non fosse così male provare >> liquidò la questione Anna << In ogni caso ora basta chiacchiere, dobbiamo andare in Centrale per fare gli abbonamenti per i mezzi pubblici >>
<< Ah è vero >> sbuffò Roberto << Ehi Luciano vieni con noi? >>
<< Sì, tanto anche io devo fare l'abbonamento >> affermò il ragazzo.
<< Bene, allora a domani >> disse il biondo rivolto ai nuovi compagni di scuola. Questi salutarono di rimando e ognuno prese direzioni diverse.
 
<< Sono a casa >> annunciò Luciano entrando in casa.  Immediatamente il ragazzo sentì nell'aria un penetrante odore di carne provenire dalla cucina. << Cosa si mangia di buono? >> chiese alla donna che gli dava le spalle. Indossava un grembiule lungo per non sporcarsi, i lunghi capelli neri erano raccolti in una coda alta. Indossava ancora la tenuta di lavoro, segno che doveva essere tornata da poco.
<< Involtini di carne >> rispose lei senza voltarsi << Sono quasi pronto quindi va in camera tua a mettere la roba a posto e poi fai la tavola. >> Il ragazzo ubbidì immediatamente. Posò la sua cartella nella propria camera e poi apparecchiò. La cena impiegò ancora pochi minuti prima di essere servita in tavola.
<< Allora, come è andato il primo giorno di scuola?  >> chiese la sorella.
<< Bene direi >> rispose lui.
<< Ti sei fatto degli amici o sei rimasto incollato a Roberto ed Anna come sempre? >> scherzò la donna.
<< Sandra!! >> esclamò imbarazzato il fratello 
<< Scusa, scusa >> rise lei per poi tornare a parlare seriamente << Su, raccontami >>
<< Mah, non è successo niente di che >> disse Luciano mentre tagliava la carne << I professori ci hanno spiegato gli orari provvisori, il mio posto è vicino ad Annie e... ah, forse entro nel club di pallacanestro della scuola. >>
<< Ma è una notizia fantastica!! >> esultò la sorella << Verrò a vedere tutte le tue partite. Tanto saranno di domenica vero? >>
<< Immagino di sì >> disse lui << Comunque non è che sono in squadra, prima mi devono fare un provino. >>
<< Oh, lo passerai di certo >> affermò Sandra.
<< Tu invece? >> chiese Luciano << Come è andato il lavoro? >>
<< Non c'è male >> rispose la commensale << Devo ancora ambientarmi ma penso proprio di aver fatto la scelta giusta trasferendomi. >>
<< Mi fa piacere >> disse sincero il fratello << Anche io forse ho trovato un lavoro >>
<< Luciano... >> sospirò la donna << Ti ho già detto di goderti la tua adolescenza, ci penso io ai soldi >>
<< Hai solo sei anni più di me >> affermò Luciano << Anche tu dovresti goderti la vita senza il timore costante delle bollette da pagare >>
<< Ti ho già detto che a me non pesa >> dichiarò lei << Ciò che mi preme di più è che tu sia felice, io lo sono anche così. >>
<< Sarei felice se potessi alleggerirti almeno un pò dal tuo carico di lavoro >> disse lui << Non voglio che tu finisca come nostra madre. >>
<< Questo non succederà fidati >> cercò di tranquillizzarlo Sandra.
<< Ah no? >> scattò il ragazzo alzandosi furioso da tavola << Allora com'è che continui a mantere quel nullafacente? Dovresti fregartene e lasciarlo morire in quella bettola >>
<< Luciano, non permetterti di parlare in questo modo di... >>
<< Ho finito >> annunciò Luciano << Chiamami quando c'è da lavare i piatti >> detto ciò il ragazzo andò in camera sua chiudendosi dentro. Si gettò sul letto esausto. Perchè diavolo Sandra doveva sacrificarsi per lui? Pensava sul serio che in quella casa dai muri sottili come carta da riso non si accorgesse di quando la notte piangeva nel suo letto? Tsk, letto, che poi non era altro che il divano del salotto risistemato alla bene e meglio per dormirci sopra. Anche in quel frangente Sandra aveva deciso che l'unica camera da letto di quella casa sarebbe stata assegnata a lui. Era un ragazzo in piena crescita diceva lei, e dunque necessitava della propria privacy. Perchè lei invece no? Questa situazione lo snervava all'inverosimile. Per lo meno forse era riuscito a trovare un lavoro per aiutarla e se Luca diceva il vero era pure ben pagato. Certo, spalare letame non era la più grande delle sue aspirazioni, ma meglio che niente. Gli pesava un pò il fatto che quel lavoro glielo avesse trovato Caterina, ma non poteva di certo fare lo schizzinoso. Le urla della sorella che lo chiamavano per lavare i piatti lo riscossero dai suoi pensieri facendolo alzare ed uscire dalla camera.

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Capitolo 3
*** Scuse ***


La sveglia suonò come sempre inondando la stanza con un suono ben poco gradevole. Luca la spense immediatamente prima che il suono prolungato della stessa svegliasse sua madre che dormiva nella stanza accanto. Con ancora i postumi del sonno il ragazzo si alzò da letto andando in cucina. Mise l'acqua a bollire e nel mentre andò a lavarsi facendo ben attenzione a non far rumore. Una volta finito e constatato che l'acqua non era ancora pronta ritornò nella propria camera per vestirsi. Generalmente impiegava poco tempo visto che ogni sera diligentemente decideva cosa avrebbe indossato per il giorno dopo. Come sempre prese i vestiti posti sul letto accanto al suo, questa volta però soffermandosi per un pò. Accarezzò con malinconia le lenzuola perfettamente in ordine. Sorrise. Anche se ormai non aveva più senso rifarlo la madre ogni settimana cambiava le lenzuola e quando, raramente, entrava nella stanza si arrabbiava con lui se vedeva i suoi vestiti su quel letto. Il suono del gorgoglio dell'acqua lo sveglò, facendolo tornare al presente. Uscì dalla camera e dopo essere giunto in cucina preparò il suo the. Mentre, con estrema lentezza, inzuppava le fette biscottate nel the ( abitudine che sua madre aborriva) guardò distrattamente l'orologio a pendolo che troneggiava nella stanza. Ancora pochi minuti e sarebbe dovuto uscire di casa.
<< Buongiorno >> un saluto, seguito da uno sbadiglio, annunciò al ragazzo l'entrata in scena di sua madre. << Non devi andare a scuola? >>
<< Sono in perfetto orario >> le sorrise lui << Oggi ti sei svegliata prima del solito >>
<< A quanto pare >> constatò la donna guardando l'orologio 
<< Spero che la colpa non sia della mia sveglia >> disse Luca.
<< No, non ti preoccupare >> lo rassicurò lei baciandogli la fronte.
<< Mamma, non sono più un bambino!! >> protestò il giovane arrossendo.
<< Tu rimarrai sempre il mio bambino >> affermò la madre abbracciandolo da dietro << Il mio solo ed unico bambino >> aggiunse con una nota di tristezza nella voce. Il suono assordante di un rombo di motore echeggiò nel vicinanto riscuotendo i due.
<< A quanto pare la tua amica è arrivata >> constatò la donna.
<< Già >> convenne Luca alzandosi da tavola. Dopo aver posato la tazza nel lavandino e preso la cartella andò verso la scarpiera.
<< Andate piano >> si raccomandò la madre passandogli il casco.
<< Non ti preoccupare >> la rassicurò il figlio aprendo la porta << Ci vediamo stasera >>
<< A stasera >> lo salutò la donna mentre lui si era già precipitato giù dalle scale.
<< Finalmente arrivi >> esclamò spazientita Cordelia in sella alla sua moto. << Non ne potevo più degli sguardi indagatori dei tuoi vicini >> disse indicando le numerose casalinghe annoiate che la stanvano fissando dalle finestre delle loro case. Era da quando aveva iniziato a fare da autista a Luca che la leggenda del bel motociclista si era sparsa per tutto il vicinato con la conseguenza di far aumentare le voci di una possibile omosessualità del povero ragazzo. Come se il suo aspetto delicato e femminile non fosse abbastanza. Non erano servite a niente le continue spiegazioni di come il famoso motociclista fosse una sua compagna ( e il giovane sottolineava con veemenza il genere femminile della parola ) di scuola. Finche non vi era una prova tangibile Cordelia ai loro occhi sarebbe rimasta il bel ragazzo che ogni giorno accompagnava il suo amico speciale a scuola. 
<< La prossima volta potresti evitare di suonare il clakson? >> la pregò lui indossando il casco << Alcune persone dormono ancora >>
Borbottando qualcosa di incomprensibile la ragazza gli fece segno di salire per poi mettere in moto la sua vettura.
 
L'aria del mattino scompigliava i capelli di Caterina. Benchè l'ultimo giorno delle vacanze estive avesse dato loro una spuntanta i ciuffi più ribelli le cadevano costantemente sul volto. Ormai aveva riunciato a dar loro una qualche sistemata, accettando il fatto di arrivare a scuola in disordine.
<< Mi dispiace di averti accompagnato con quest'auto >> si scusò l'uomo alla guida adduccendo alla mancanza di tettuccio della sua porsche << Purtroppo dovevo portarla dal meccanico in mattinata >>
<< Non fa niente >> disse lei << Anzi, sono io che devo scusarmi di approffitare di te. Purtroppo mio padre non si fida a mandarmi a scuola con la metro. >> Il genitore su questo punto è sempre stato irremovibile. Benchè ormai fosse maggiorenne continuava ad avere nei suoi confronti un' esagerata protettività. Il suo aspetto poi di certo non aiutava a farla sembrare una persona adulta ed indipendente, a volte quando le capitava di passare vicino a una scuola media durante l'orario di uscita vedeva delle ragazzine che sembravano molto più mature di lei. Ma del resto, cosa ci poteva fare se era nata così? Ormai aveva perso la speranza di crescere di qualche centimetro o che il suo volto somigliasse di più a quello di una ragazza della sua età. Il suo corpo almeno, bassezza a parte, aveva le curve al punto giusto . Spesso si era ritrovata ad invidiare le sue amiche,  persino Cordelia, sotto a vestiti decisamente più grandi della sua taglia, aveva un corpo di tutto rispetto.
<< Non mi disturba affatto portarti a scuola >> asserì lui mentre si fermava a causa di un semaforo rosso << Tanto il tuo orario scolastico coincide con il mio lavoro e portare una persona in più non in macchina non è questo gran peso >>
Caterina gli sorrise. Augusto Bellini, questo era il nome del suo accompagnatore abituale. Figlio di una ricca e nobile famiglia milanese, il padre era un amico di vecchia data del suo. Come ogni giovane rampollo che si rispetti una volta finita l'università gli era toccato un ruolo di rilievo nell'azienda di famiglia. Sebbene la sua fosse stata un'esistenza programmata lui non pareva farsi problemi anzi, sembrava proprio a suo agio nell'ambiente che i suoi geniori avevano progettato per lui. Certo, a parte quel piccolo dettaglio...
<< Tsk, a quanto pare non è il nostro giorno fortunato >> bofonchiò Augusto davanti al loro terzo semaforo rosso di fila guardandosi poi l'orologio << In ogni caso dovremmo arrivare in tempo per la scuola >>
<< Ma tu non farai tardi al lavoro? >> si preoccupò Caterina.
<< Sono il figlio del capo, nessuno si lamenterà >> liquidò la cosa lui facendo un gesto di non curanza con la mano. A dispetto di ciò che Augusto disse la ragazza sapeva che non gli piaceva arrivare in ritardo al lavoro, essere puntuale era indice di serietà cosa a cui lui teneva moltissimo. Il suo era un modo per farla sentire meglio, Augusto la conosceva abbastanza per sapere quanto lei detestasse essere di peso agli altri. I modi dell'uomo potevano apparire snob e menefreghisti, il suo atteggiamento tipico dei figli di papà ma sotto le sue parole audaci e sprezzanti vi era una persona buona e altruista, che cercava di mascherare queste sue caratteristiche sotto a una corazza fatta su misura. In un certo senso le ricordava Cordelia.
<< Come va il lavoro? >> chiese la ragazza cercando di cambiare argomento.
<< Non c'è male, poco a poco mio padre mi sta aumentando le responsabilità >> rispose Augusto << Anche se continua a obbiettare i miei metodi, deve capire che non siamo più ai suoi tempi, ci vuole una modernizzazione di tutto l'apparato amministrativo. Oh, grazie al cielo un semaforo verde!!  >>
<< Ormai manca poco >> constatò Caterina guardando il paesaggio, ormai familiare, che precedeva la sua scuola. Nel giro di pochi minuti i due arrivarono finalmente nel grande spiazzo presente davanti all'edificio, giusto in tempo per il suono della prima campanella.
 
<< Ehi!! >> Vanessa sventolò il proprio braccio richiamando l'attenzione di Roberto, Anna e Luciano << Pronti per il secondo giorno? >>
<< Insomma >> rispose il biondo << Devo ancora decidere se rimanere anche di pomeriggio o tornare a casa. Tanto visto che non vado in nessun club sportivo non devo superare nessuna selezione. >>
<< Potresti andara a vedere le loro selezioni >> suggerì la ragazza.
<< Lo stavo dicendo, ma questi due non ne vogliono proprio sapere >> replicò lui.
<< Lo sai che non sono uno che ama essere osservato >> si giustificò Luciano. Già non amava essere al centro dell'attenzione ( cosa che risultava difficile visto che a causa della sua altezza spiccava ovunque) figuriamoci essere guardato da Roberto durante una selezione. Il suo essere imbranato non aveva bisogno di ulteriori stimoli.
<< Dovrai farci l'abitudine allora >> disse Vanessa << Le partite del tornero inter-scolastico sono molto seguite >>
<< Le tue amiche non vengono a scuola con te? >> le chiese Anna.
<< No, abitiamo in posti distanti >> spiegò l'altra ragazza << Oh, ecco che arrivano Cordelia e Luca >>
Il rombo della Bmw della ragazza annunciò la loro entrata in scena e l'amica corse loro incontro.
<< Buon giorno coppia felice >> ironizzò Vanessa una volta di fronte a loro << Mi raccomando, non fare vedere siparietti del genere a Sara >>
<< Caterina non è ancora arrivata? >> chiese Cordelia levandosi il casco ignorando l'insinuazione dell'altra.
<< Non ancora >> le rispose l'amica << Ma dovrebe essere qui tra poco, se non vuole arrivare in ritardo almeno >>
<< Caspita, ma questa è una bmw K1300R >> esclamò ammirato Roberto accarezzando il telaio.
<< Mh, a quanto pare te ne intendi di moto >> constatò la ragazza scendendo dalla vettura aiutando poi Luca a fare lo stesso.
<< Non sai quanto ne vorrei una >> confessò lui ammirando la bmw << Purtroppo tra benzina, bollo, assicurazione e il costo della moto non potrei proprio permettermela . C'è da dire però che questa è una moto sportiva, non è molto adatta a trasportare passeggeri extra >>
<< A chi lo dici >> si lamentò Luca massaggiandosi le natiche.
<< Oh, scusami tanto, la prossima volta ti vengo a prendere con la limousine >> esclamò piccata  Cordelia.
Il suono della campana interruppe i ragazzi, annunciandò l'inizio della lezione. Contemporaneamente Caterina arrivò attirando la loro attenzione.
<< E quella cos'è ?! >> esclamò Roberto andando incontro alla vettura appena arrivata. In estasi il ragazzo osservò quella macchina che probabilmente costava quanto il mutuo della loro casa.
<< Una porsche carrera, niente male >> disse Anna.
<< Ehi Napoleone, hai ripreso a farle d'autista? >> chiese Vanessa appoggiandosi allo sportello della macchina. << Strano però che tu sia uscito con la porsche in una giornata ventosa come questa >>
La bionda rise davanti all'appellativo che l'amica aveva dato ad Augusto. Nato come uno scherzo ormai, inspiegabilmente, era diventato di dominio pubblico e c'erano più persone che lo chiamavano così che con il suo vero nome. Del resto poi a lui non dispiaceva quell'appellativo anzi, in un certo senso lo gratificava. La ragazza l'aveva chiamato così unicamente per la bassezza e l'atteggiamento da generale oltre per l'inspiegabile fascino che esercitava sulle donne, cosa che non era da imputare al suo patrimonio sebbene questo facesse gola a molte rampolle della società bene.
<< Dovevo portarla dal meccanico >> spiegò lui << E' da un pò di tempo che fa dei rumori strani >>
<< E tu l'hai fatta salire su una macchina non sicura? >> l'accusò Cordelia che al contempo faceva uscire, prendendola di peso, Caterina dalla macchina.
<< Certo che no, per chi mi hai preso? >> scattò irritandosi Augusto che mai, e per nessun motivo, avrebbe messo in pericolo qualcuno. Soprattutto se appartenente al gentil sesso.  << Ho un semplice problema all'olio, niente che pregiudichi la sicurezza della macchina >>
<< In ogni caso non era necessario che l'accompagnassi >> sentenziò la ragazza posando Caterina  << Ormai è abbastanza grande per prendere la metro da sola >>
<< Cordy, non lo sgridare, mi ha fatto solo un favore >> si intromise la bionda cercando di calmare gli animi.
<< E tu, finiscila di pesare sugli altri >> l'accusò Cordelia guardandola duramente negli occhi. La bionda non seppe più cosa dire, si voltò di scatto e fece per andarsene nell'edificio senza mai voltarsi.
<< Mi sa che stavolta hai esagerato >> sospirò Vanessa guardandola con biasimo
<< Non sono affari tuoi >> replicò scorbuticamente la ragazza incamminandosi a sua volta verso la scuola per poi essere seguita dagli altri.
 
<< Posso sedermi? >> chiese Vanessa a Cordelia la quale non rispose. Beh, chi tace acconsente no? La ragazza si sedette così di fianco all'altra. Era iniziato da poco l'intervallo e, non vedendo la sua amica la riccia aveva subito capito dove fosse finita. Ogni qual volta Cordelia era arrabbiata andava a mangiare la sua merenda da sola sulle scale antincendio, in barba ai bidelli che costantemente si raccomandavano di non uscire dalla porta di sicurezza che precedeva le scale.
<< Ah, il vederti qui tutta sola mi fa ritornare in mente i tempi delle elmentari... >> esordì Vanessa per attaccare bottone visto il totale disinteresse di Cordelia ad iniziare una qualunque conversazione. << Noi bambini che giocavamo insieme mentre tu rimanevi in disparte tutta sola. Ah, come passano gli anni... >>
<< Ti prego, sembri mia madre quando parli così >> parlò finalmente la mora.
<< Oh, ma allora non hai perso l'uso della parola >> ironizzò l'amica 
<< Non sono in vena di chiacchiere oggi >> sentenziò Cordelia voltandosi.
<< Non sei l'unica >> disse Vanessa << La differenza è che lei ha una buona ragione per essere offesa >>
<< Non hai proprio intenzione di lasciarmi in pace vero? >> chiese la mora sospirando.
<< L'ho mai fatto? >> le sorrise l'amica.
<< Effettivamente no, mai >> le concesse l'altra ragazza.  E aveva ragione. Mai una volta che Vanessa le si fosse allontanata a causa del suo atteggiamento brusco e poco incline ad aprirsi agli altri, caratteristiche che possedeva sin dalla prima volta che si incontrarono, in prima elementare. Anche a sei anni Cordelia preferiva tenersi in disparte dagli altri bambini mentre, come è facile immaginare, Vanessa era il fulcro di tutti i giochi, tutti i loro compagni di classe gravitavano intorno a lei manco fossero la luna e lei il sole. Creò non poco scalpore tra i bambini il giorno in cui Vanessa si impuntò di fare amicizia con quella che veniva considerata l'emarginata della classe. Molti, tra i quali anche le insegnanti, vedevano la cosa come il capriccio di una bambina che voleva piacere a tutti, a dispetto delle diversità intrinsiche di ogni individuo che a volte impediscono il nascere di un'amicizia. Con il passare degli anni fu chiaro che Vanessa non è una persona che smania per avere l'amicizia altrui anzi, come sanno bene Andrea, Maria e Riyoko, la ragazza non si fa problemi a manifestare le proprie antipatie. Ma ai tempi questo lato del suo carattere era ancora sconosciuto, del resto, non vedeva ancora le altre bambine come possibili rivali, e i maschi non erano altro che compagni di giochi tanto quanto le femmine. Indi per cui il suo non era un interesse egoistico ma anche se le sue motivazioni non avevano alcun tornaconto ciò non significava che Cordelia avrebbe ceduto così facilmente. Inizialmente aveva pensato che continuando a ignorarla quella bambina bizzarra avrebbe smesso di assillarla. Macchè, più lei cercava di evitarla più questa le si attaccava come una calamita. Dopo che era passato un mese Cordelia aveva deciso di chiedere aiuto a Lavinia. E' così che insegnano no? A mali estremi estremi rimedi e la Cordelia provò con la soluzione più estrema che potesse immaginare una bambina della sua età. Se lei veniva esclusa per suo preciso volere lo stesso non si poteva dire della sorella. Versione occidentate dell'allora ancora sconosciuta Sadako Yamamura Lavinia incuteva un primordiale terrore a chiunque le si avvicinasse. Chiese così alla sorella di venirla a prendere al posto di sua madre una volta finita la scuola. Cordelia era certa che, una volta visto con chi era imparentata Vanessa avrebbe desistito da ogni intento d'amicizia. Il giorno propizio mise così in atto il suo piano, chiedendo all'altra bambina se voleva venire a giocare con lei a casa sua. Come facilmente intuibile Vanessa accettò di buon grado, rimandado però l' offerta al giorno dopo visto che avrebbe dovuto chiedere il permesso alla madre. Cordelia accettò di buon grado dicendo inoltre che le sarebbe venute a prendere sua sorella. La notizia  venne accolta nella classe come l'avvenimento del secolo e il giorno dopo i bambini causando non poca ressa durante la fine delle lezioni. Tutti si appostarono dai cancelli in attesa non si sa se più di vedere dal vivo la famosa Lavinia ( varie leggende erano state create quando la sorella di Cordelia frequentava ancora la loro scuola, alcuni dei fratelli maggiori dei suoi compagni di classe ne parlavano ai fratelli come di un essere mitologico)o di vedere Vanessa andarsene insieme a Cordelia. Ingara di ciò che stava architettando la bambina al suo fianco Vanessa continuò a camminare nella direzione indicatele dall'altra. Cordelia stava già pregustando il momento in cui finalmente quella scocciatrice l'avrebbe lasciata in pace. Le cose andarono però diversamente dalle sue previsioni infatti non solo Vanessa non si spaventò minimamente alla vista di sua sorella ( a differenza di tutti i loro compagni di classe) ma passò tutto il tempo impiegato per raggiugere la loro abitazione a parlare con la più grande. In cuor suo Cordelia si dichiarò sconfitta. Da quel giorno cominciò ad accettare la presenza di quella petulante bambina nella sua vita, e più gli anni passarono e più il suo stato raggiunse quello che, una persona comune catalogherebbe come migliore amica, che per Cordelia significava "la persona autorizzata a scocciarla più di tutte senza dover temere per la propria incollumità".
<< Terra chiama Cordelia, terra chiama Cordelia >> ripetè incessantemente Vanessa per richiamare l'attenzione della ragazza.
<< Che c'è? >> esclamò questa.Neanche il tempo di perdersi un attimo nel viale dei ricordi che la rompiscatole reclamava la sua presenza.
<< Ti decidi ad andare a chiederle scusa o no? >> domandò la riccia 
<< Non ho assolutamente intenzione di scusarmi >> procalmò Cordelia incrociando le braccia << Ho ragione, deve imparare a non dipendere costantemente dagli altri >>
<< O meglio dovrebbe imparare a dipendere unicamente da te >> esclamò Vanessa sapendo di essere riuscita a colpire nel vivo l'amica, cosa confermata dall'impercettibile sgranatura che fecero gli occhi dell'altra.
<< Non so di cosa stai parlando >> mentì l'altra voltandosi.
<< Sì certo >> rise la riccia facendo per alzarsi << Ti dico soltanto che ti conviene andare a scusarti adesso, non sia mai che visto il suo umore non proprio roseo si lasci abbindolare da qualche lusinga maschile >>
Bastò quella semplice insinuazione per far scattare Cordelia la quale si alzò all'istante andando verso la porta, fece per aprire ma qualcuno,dall'interno la precedette. La ragazza era già pronta a sentire le lamentele di un bidello ma con sua sorpresa si ritrovò di fronte Luciano. 
<< Co..Cordelia, ti stavo cercando >> balbettò il ragazzo dopo un attimo di smarrimento.
<< Ah sì? >> fece lei con noncuranza.
<< Dovevo parlarti riguardo... >>
<<  Qualunque sia il motivo ora non ho tempo >> lo interruppe bruscamente lei scostandolo di malo modo dalla porta rivolgendosi poi all'amica << Evita di dire in giro dove potermi trovare >>
<< Ehi, sono innocente!! >> professò Vanessa << E poi pensi davvero che direi a un bel ragazzo dove riuscire a trovarti? >>
Cordelia fece una smorfia prima di abbandonare definitivamente la conversazione, avviandosi verso la sua classe.
 
<< E quindi questo tipo ti accompagna a scuola ogni giorno? >> chiese Roberto a Caterina.
<< Solo quando mio padre non può >> rispose lei.
<< Certo che deve avere proprio tanti soldi per permettersi un'auto del genere, vorrei avere anch'io un amico così >> sospirò il ragazzo dondolandosi sulla sedia.
<< Anche la famiglia di Caterina ha un alto tenore di vita >> intervenne Andrea girandosi  << Probabilmente i suoi genitori stanno cercando di combinare un matrimonio d'interesse >>
<< Matrimonio?! >> ripetè scioccato il biondo << Non è un pò troppo presto per pensare a queste cose? >>
<< Sì, non esagerare Andrea >> disse Luca entrando nel discorso << Forse è vero che c'è qualche pressione ma niente è deciso. E poi non mi sembra il caso di parlare dei suoi affari >>
<< Vero >> convenne Anna seduta insieme ai due rappresentanti << Meglio tornare a concentrarsi sulle richieste >> aggiunse poi prendendo dei fogli da una pila posta nel banco affianco.
<< Ehi, si può sapere cosa ci fai insieme a loro due? >> domandò Roberto che solo ora si accorgeva di cosa stava facendo la sorella << E poi perchè Luca è qui? >>
<< Le ho chiesto io di aiutarci >> rispose per lei la rappresentante d'istituto << Ieri i capi dei club non sportivi mi hanno già dato qualche preventivo sul materiale da comprare. Visto che in questi club non c'è nessuna selezione i dati che mi hanno fornito sono certi al 100%, dunque volevo portarmi avanti con il lavoro visto che a breve avrò anche le domande dei club sportivi. >>
<< Eh? La scuola paga il materiale ai vari club?! >> esclamò allibito il ragazzo << Siamo sul serio in una scuola italiana? >>
<< Non so se l'hai notato... >> esordì Anna << Ma questa è una scuola privata e di alto livello. >>
<< Mi sorpende che tu non ne fossi al corrente >> disse Andrea << Quando vi siete iscritti non avete valutato queste cose? E dire che la retta è piuttosto alta >>
<< Ci pensa mio nonno a pagare le rette scolastiche a noi e ai nostri fratelli >> spiegò Roberto << Lui non ha problemi di soldi e anche se è molto tirchio è sempre stato intransigente sui nostri studi. Non navighiamo certo nell'oro ma abbiamo sempre frequentato le scuole migliori, tutto spesato dal nonno. A lui i soldi non mancano di certo >>
<< Oh, hai altri fratelli? >> chiese Caterina curiosa.
<< Sì >> rispose lui << Ho un fratello maggiore che fa l'univeristà e uno minore che ha appena iniziato le elementari. Ah, e mia madre ne aspetta un altro, però i miei non hanno voluto sapere il sesso >>
<< Però, piuttosto inusuale oggigiorno una famiglia così numerosa >> constatò Luca.
<< Lo so >> replicò Roberto << Voi avete fratelli o sorelle? >> chiese poi.
<< Figlia unica >> rispose brevemente Andrea.
<< Io ho un fratello maggiore >> disse invece Caterina.
<< Io... >> Luca esitò per qualche secondo prima di concludere la frase, i suoi occhi si incupirono leggermente e serrò i pugni << Io sono figlio unico >> concluse.
<< Immaginavo, non ho ancora trovato nessuno con una famiglia come la mia >> affermò Roberto.
<< Beh, non sarà numerosa come la tua ma Cordelia ha due sorelle >> disse Caterina rabbiuandosi poi immediatamente per aver nominato l'altra ragazza e come se non bastasse Cordelia fece il suo ingresso in aula. La ragazza si innervosì non poco nell'osservare come la bionda stesse chiacchierando amichevolmente con il nuovo arrivato.
<< Oh Cordelia, ti stava cercando Luciano >> esclamò la rappresentante
<< Sì, l'ho incontrato ma non avevo tempo per perdermi in chiacchiere >> disse lei senza spostare lo sguardo dal suo obbiettivo.  
<< Oh, mi dispiace, l'avevo mandato da te pensando che volesse qualche informazione sul club di pallacanestro, se sapevo che eri impegnata avrei evitato >> si scusò Andrea.
<< Tsk, allora è vero che Vanessa ha parlato con qualcuno su dove trovarmi >> mormorò Cordelia << Dovrò trovarmi un nuovo posto >>
<< No, non mi ha detto niente >> esclamò Andrea discolpando la riccia << Io...ehm...sapevo dove trovarti ecco tutto >>aggiunse arrossendo e sistemandosi gli occhiali.
Finito quel breve e conciso chiarimento Cordelia si mosse in direzione di Caterina. Guardò Roberto in una maniera che esplicava chiaramente il fatto di volerlo vedere allontanarsi dall'amica, cosa che il ragazzo capì all'istante con conseguente spostamento. La ragazza si sedette così nel posto occupato precedentemente dal biondo ed iniziò a parlare.
<< Ciao >> esordì.
<< Ciao >> ripetè Caterina.
<< Volevo dirti una cosa >> disse Cordelia iniziando a tamburellare sul banco con le dita.
<< Cosa? >> chiese la bionda guardandola fissa negli occhi cosa che non facilitava di certo l'altra ragazza.
<< Riguarda ciò che ho detto stamattina... >> iniziò la più grande << Ecco, è vero che dovresti essere più indipendente ma forse sono stata troppo diretta a dirtelo >>
<< Queste sarebbero delle scuse? >> inquisì l'altra
<< Una specie >> ammise Cordelia. Non era mai stata brava in quel genere di cose, che almeno apprezzasse la sua buona volontà!
<< Ah, apprezzo lo sforzo >> sospirò la bionda per poi sorriderle, consapevole che quell'accenno di scusa era costato molto all'amica.  << Davvero >>
<< Bene, allora direi che è tutto sistemato tra voi due >> intervenne Roberto tornando alla carica subito frenato però dalla campanella che segnò l'inizio delle lezioni.
<< Meglio che me ne vada >> disse Luca alzandosi e prendendo con sè alcune delle carte poste sul banco di Andrea << Oggi andiamo anche noi all'impianto sportivo? >> chiese alla ragazza.
<< Possiamo evitare, i capitani mi consegneranno domani i nominativi con tutti gli iscritti definitivi >> rispose lei << Piuttosto, che ne dici di venire a casa mia? Concludiamo la verifica di queste carte e poi studiamo insieme. Anche se la scuola è appena iniziata è meglio approffittare dei giorni in cui non sei impegnato con il lavoro o con il club >>
<< Direi che è un'ottima idea >> accettò il biondo prima di tornare nella sua classe e contemporaneamente alla sua uscita di scene in classe entrarono Vanessa e Luciano, la prima gioviale come sempre mentre il ragazzo pareva molto inquieto, cosa che continuò per tutta la durata delle lezioni.
 
 

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Capitolo 4
*** Selezioni ***


 

Luciano si guardava intorno cercando di mettere bene a fuoco il luogo in cui si trovava. Era un'ambia struttura suddivisa in diversi settori, ognuno per lo sport di riferimento. Appena si entrava nell'edificio ad attendere gli sportivi vi era una reception, andando a parlare con gli addetti venivano fornite tutte le informazioni necessarie riguardo abbonamenti, indicazioni o altro.

<< Ehi, ma guarda un pò chi c'è!! >>

Il ragazzo si voltò e vide Vanessa insieme ad Anna ed alle ragazze della sua squadra. Questa lo raggiunse radiosa in volto e inizi a parlargli. L'argomento ovviamente era l'assenza di Roberto.

<< Te l'ho già detto io che è andato in palestra >> esclamò Anna avvicinandosi ai due << Quell'idiota ha trovato un altro modo per spillare soldi, non bastava andare semplicemente in palestra no, lui vuole anche un personal trainer >>

<< Non essere così dura, sai quanto ci tiene alla forma fisica >> cercò di difenderlo lui. Alla sua fantastica forma fisica, avrebbe voluto aggiungere.

<< Io sono completamente favorevole a qualunque cosa gli permetta di mantenere quel suo fisico scultoreo >> intervenne Vanessa esprimendo a parole ciò che Luciano poteva solo pensare tra sè.<< E' un vero peccato che non esista una squadra di nuoto maschile, sarebbe stato un bel vedere >>

<< Ma che casualità, Vanessa che sbava dietro a un altro ragazzo >> La diretta interessata  si voltò verso l'origine di quella familiare e irritante voce.

<< Maria, che piacere vederti >> disse con ironia la riccia. << Oh, e c'è anche la squadriglia del male al completo, pronta ad acquisire nuove adepte? >>

<< Certo, e tu sei pronta a prendere i nostri scarti? >> ribattè l'altra ragazza. << A quanto pare ne hai già ottenuti qualcuni dalla pre-selezione >> Entrambe erano sul piede di guerra e si sarebbe creato un nuovo scontro se Gino non si fosse frapposto tra le due.

<< Vedete di non incominciare con la vostra solita faida >> disse lui mettendosi di fronte a Vanessa << Maria, immagino che Riyoko ti stia aspettando in piscina insieme alle altre, meglio che tu vada da lei >>

<< Sempre diplomatico eh? >> gli sorrise il capitano della squadra di nuoto avanzando oltre i ragazzi << A dopo >>

<< Brutta strega >> mormorò a denti stretti Vanessa una volta che l'altra ragazza se ne era andata.

<< Ehi ragazzi, qui la tensione si taglia con il coltello, cosa è successo? >> chiese il capitano della squadra di pallacanestro avvicinandosi.

<< I soliti battibecchi tra Vanessa e Maria >> spiegò Gino sistemandosi gli occhiali. << Nulla di nuovo insomma >>

<< Tsk, due belle ragazze non dovrebbero mai litigare, a meno che non sia una battaglia nel fango >> sentenziò l'altro ragazzo.

<< Ecco, ci mancava solo una delle massime di Pietro >> disse Gino sospirando. << Piuttosto, non hai delle selezioni da fare invece di chiacchierare? >>

<< Sempre il solito simpatico >> replicò il capitano << Non sarai mica tu a farci da scribacchino vero? >>

<< No, lui è con noi >> intervenne Vanessa << E se non ti dispiace ora me lo porto via, ragazze in palestra !! >>

<< Non devi fare prima l'accettazione? >> chiese Anna indicando la recption.

<< Ragazze, all'accettazione!! >> si corresse il capitano trascinando la squadra dietro di sè.

 

Il ticchettio dell'orologio della sala d'attesa scandiva i minuti che passavano inesorabilmente. Roberto fissava immobile il suo telefono da dieci minuti buoni. Finalmente dopo poco quella che per lui fu un'interminabile attesa finì. Da una porta posta sulla destra della stanza uscì un uomo che gli fece cenno di seguirlo, cosa che il ragazzo fece immediatamente ritrovandosi dentro un ufficio.

<< Siediti pure, ci vorrà un minuto >> gli disse l'uomo indicandogli la sedia posta di fronte alla sua scrivania. Roberto si sedette attendendo che l'altro iniziasse a parlargli, cosa per cui non dovette aspettare molto.

<< Scusa se ti ho fatto attendere >> disse infatti lui << Come puoi vedere dall'ordine qui dentro sono oberato di lavoro ma del resto è anche naturale visto che ci siamo appena trasferiti >> Finiti i preamboli l'uomo andò dritto al punto < Allora, hai detto di volere un personal trainer giusto? >>

<< Sì, faccio rugby e il mio allenatore una volta saputo che avrei voluto fare palestra per rinforzarmi mi ha detto che avrei fatto bene a prendere un personal trainer per evitare di rovinarmi in fisico sbagliando a fare gli esercizi >> spiegò il ragazzo

<< Hai proprio un bravo coatch >> si lasciò sfuggire l'uomo << Non sai quanti atleti, anche amatoriali, si rovinano il fisico perchè pompati oltremisura >> dopo aver detto questa massima si perse qualche minuto nel leggere i referti medici portategli da Roberto ( ovviamente messi nella cartella del ragazzo dalla sorella che, come previsto, immaginava che sarebbero serviti) << Da quanto vedo... >> esordì << Sembri avere un'ossatura abbastanza possente dunque la tua muscolatura mi sembra adeguata. Quale obbiettivo avevi in mente di raggiungere? >>

<< Purtroppo ho la tendenza ad ingrassare se sgarro troppo con gli allenamenti >> ammise Roberto << Invece mio fratello maggiore qualunque cosa mangi rimane magro come un chiodo così come mia sorella >>

<< Dunque hai un metabolismo lento... >> riflettè il capo della palestra << Se fai delle analisi del sangue il personal trainer potrà anche darti dei consigli sull'alimentazione >>

<< Può farlo? >> chiese dubbioso il ragazzo.

<< Certo >> rispose l'altro << Non sarà accurato come un nutrizionista, e del resto non ne ha le compentenze, ma per quanto riguarda l'alimentazione per un atleta è in grado di svolgere anche questo compito >> detto questo si alz dalla scrivania << Se ora mi segui te lo presento, al momento sta seguendo un' altra cliente, vi metterete daccordo insieme per gli orari degli allenamenti >>

Roberto lo seguì fuori dalla stanza e insieme si recarono nella palestra vera e propria. Era una stanza piuttosto grande fornita di tutti i macchinari del caso. Il proprietario chiamò a sè un suo collaboratore.

<< Roberto, questo è Matteo >> lo presentò << E' uno dei nostri migliori personal trainer, vorrei che fosse lui a occuparti del tuo allenamento >>

<< Piacere >> disse il ragazzo tendendogli la mano.

<< Piacere mio >> replicò Matteo << Allora, a che tipo di allenamento saresti interessato ? >>

Roberto spese  qualche minuto per spiegare nel dettaglio le sue esigenze e i suoi problemi.

<< Una volta che hai finito con il tuo turno passa nel mio ufficio a prendere i suoi dati >> si intromise il capo che doveva tornare alle sue mansioni.

<< Una bella gatta da pelare >> disse il preparatore grattandosi la testa << E capitano sempre a me eh Simone? >>

<< Sei il migliore fratello, non a caso ti mando i clienti più problematici >> affermò l'altro << Ora vi lascio da soli, io vado a sbrigare delle noiose pratiche >> detto questo il maggiore dei due fratelli se ne andò lasciando il ragazzo alle cure di Matteo. Il più grande gli fece vedere i vari macchinari presenti nella palestra chiedendogli ogni tanto se ne avesse già fatto uso e come, giusto per rendersi conto se si trovava di fronte a un novizio o meno. Per quanto riguarda il fronte allenamenti Roberto si dimostrava preparato, quando però Matteo andò a parlare di alimentazioni le conoscenze del ragazzo si dimostrarono scarse. Alla fine della loro breve chiacchierata il preparatore decise di iniziare a mettersi daccordo sul programma d'allenamento. Si sedette insieme al ragazzo su una panca attaccata al muro e iniziò a parlare.

<< Allora, per adesso non ti do nessun programma alimentare, prima voglio vedere bene i referti che ci hai portato, nel caso ci servisse qualcosa te lo diremo subito >> esordì. << Parlando di allenamenti invece dovrei sapere in quali giorni e quali orari sei disponibile >>

<< Ho allenamento di rugby ogni lunedì e giovedi >> spiegò Roberto << Inoltre qualche domenica avrò delle partite >>

<< Lunedì e giovedì eh? >> riflettè Matteo << Se ti va bene facciamo tre appuntamenti a settimana, martedì,venerdì e sabato. I primi due giorni faremo un allenamento più defaticante mentre al sabato sarà più ntenso >>

<< Mi pare perfetto >> disse il giovane.

<< Per quanto riguarda gli orari come sei messo? >> chiese il preparatore. << Sai, in quei giorni alleno un'altra persona che casualmente fa un tipo di allenamento non dissimile da quello che vorrei impostare per te. Mi verrebbe comodo fare due lezioni insieme e penso che anche per te sarà d'aiuto confrontarti con qualcuno >>

<< Per me non c'è nessun problema >> concesse Roberto. Ed era vero, non gli dispiaceva l'idea di avere un parthner di allenamento con cui magari parlare di esercizi, della fatica che comporta mantenere un certo livello etc.  Non aveva mai avuto qualcuno con cui condividere queste cose, a Luciano tutto ciò attinente all'allenamento fisico non era degno di interesse, nella sua famiglia non ne parliamo poi. Suo fratello maggiore è una testa d'uovo sempre chino sui libri, il minore è un bambino. Di Anna manco a parlarne. Gli unici con cui aveva avuto un minimo di dialogo in proposito erano i suoi vecchi compagni di rugby. Il loro interesse in ogni caso non andava oltre il pompare i muscoli per piacere alle ragazze indi per cui Roberto non aveva trovato in loro ciò che voleva.

<< Ok, allora vi presento >> disse l'uomo alzandosi << Ora dovrebbe essere sulla panca per gli addominali sempre che non batta la fiacca come al solito >> detto questo si allontanò lasciando solo il ragazzo. Nel giro di qualche minuto fu di ritorno e Roberto si sorprese non poco nel vedere il suo compagno di allenamento.

<< Roberto, ti presento Rebecca >> fece le presentazioni Matteo. Roberto non poteva credere ai proprio occhi. Una donna?! La sua parthner di allenamento sarebbe stata una donna?

<< Piacere di conoscerti Roberto >> sorrise lei tendendogli la mano

<< Piacere mio >> disse lui mentre l'osservava dal capo ai piedi. Alta all'incirca un metro e settanta,indossava un semplice top e pantaloncini per allenarsi i quali mettevano in bella vista un corpo temprato dai numerosi allenamenti. Ciò che però attirava maggiormente l'attenzione di Roberto era la vistosa cicatrice che solcava la sua spalla sinistra. Di prima vista, sembrava essere il risultato di un taglio parecchio serio.

<< Coraggio Roberto,  segui gli allenamenti di Rebecca, così ti renderai conto di cosa ti aspetta >> disse l'istruttore.

Il giovane ubbidì, lasciandosi guidare dalla donna. Doveva riconoscere che ci sapeva fare, sebbene i suoi carichi fossero decisamente inferiori rispetto ai suoi Rebecca dimostrava una notevole abilità nei vari esercizi. Dimostrava qualche difficoltà giusto quando erano tirate in causa le spalle, a causa della ferità immaginò lui. Avrebbe voluto chiederle a cosa era dovuta ma Roberto riconobbe come fosse una domanda troppo indistreta da fare a una persona appena conosciuta, sebbene questa si sia dimostrata fin da subito molto alla mano. Difatti durante tutto il tempo non aveva fatto altro che trovare qualche espediente per chiacchierare benchè Matteo la sgridasse ogni volta che interrompeva qualche eserciziò perchè troppo impegnata a parlare. Questa cosa andò avanti fino allo scadere del suo allenamento. Mentre lei si dirigeva verso le docce della palestra il preparatore parlà ancora un pò con il ragazzo e dopo una breve discussione su come gli erano sembrati gli esercizi lo lasciò andare a casa mentre lui si preparava ad accogliere un nuovo assistito.

 

<< Alla buon ora Pietro >> esclamò Cordelia con una nota di disappunto << Non ti hanno insegnato che non bisogna mai far aspettare le signore? >>

<< Dubito che ti si possa catalogare nel gruppo delle signore >> ribattè ironico il ragazzo muovendosi verso il centro del campo di pallacanestro seguito dagli altri . A differenza degli altri club sportivi che, o per mancanza di mezzi o di individui, eseguivano le selezioni divisi per sesso le due squadre di pallacanestro esaminavano i canditati insieme. Se la cosa aveva mandato su di giri i ragazzi del club (sebbene le appartenenti alla squadra di pallacanestro non avessero lo stesso blasone di quelle della squadra di nuoto )lo stesso non era per Luciano che tremava al solo pensiero di trovarsi a stretto contatto col loro capitano.

<< Oh, mi sento profondamente offesa dalle tue parole >> scherzò lei tornando poi immediatamente seria << Ti sei ricordato di portare i nominativi di chi si vuole iscrivere? >>

<< Tsk, per chi mi hai preso? >> disse Pietro consegnando i fogli a Caterina che quel giorno sarebbe stata la loro segretaria.

<< Per uno che pensa alla pallacanestro ventiquattro ore su ventiquattro mettendo il resto in secondo piano >> rispose Cordelia incorociando le braccia.

<< Ehm... >> Caterina richiamò l'attenzione di Pietro tirandogli il risvolto della divisa << Non c'è scritta la loro taglia sui nominativi >>

<< Ti sei scordato di chiederla vero? >> indovinò Cordelia.

<< Oh, è una questione di minuti >> il capitano si voltò verso gli altri ragazzi << Ehi, venite qua e dite a Caterina la vostra taglia >>

<< Hai spiegato loro almeno perchè ci serve sapere che taglia portano? >> chiese l'altro capitano.

Il sorrisetto di circostanza di Pietro fece ben capire alla ragazza che non aveva dato nessuna informazione ai nuovi arrivati. Sbuffando Cordelia andò dalle nuove leve, li squadrò uno per uno e iniziò a parlare << Il mio nome è Cordelia, sono il capitano della squadra di pallacanestro femminile, tenetelo bene a mente visto che per ogni domanda riguardante orari, luoghi e qualunque altra questione riguardante la squadra dovrete rivolgervi a me. Per chi se la facesse sotto a venirmi a contattare in classe parlate con lo spilungone e lui mi riferirà >> concluse indicando Luciano. << Ora iniziamo l'allenamento, una volta finito le ragazze andranno alle docce mentre voi vi fermerete con me e Caterina per le questioni burocratiche >>

I ragazzi annuirono e a quel punto Pietro riprese in mano le redini del comando. << Su, fate cinque minuti di corsa intorno al campo come riscaldamento >>. I presenti salvo i capitani e Caterina iniziarono a correre. Una volta finito fu il momento degli esercizi di stretching. Quando finalmente il riscaldamento fu concluso Pietro e Cordelia fornirono le palle ordinando un'altra corsa, questa volta però palleggiando. Come previsto oltre al notevole rallentamento nell'andatura il palleggio comportava diverse difficoltà ai ragazzi soprattutto quelli più alti che fecero più fatica a coordinarsi. Inituile dire che Luciano fu quello con più impedimenti, erano più le volte che rincorreva la palla persa che quelle in cui correva palleggiando. Vedendo che senza un aiuto il ragazzo sarebbe rimasto lì fino a sera Cordelia si mosse in suo soccorso. Gli si avvicinò e con abilità gli sfilò la palla dalle mani per poi palleggiare a sua volta.

<< Tieni il baricentro troppo alto >>lo ragguardò << Non puoi pensare di palleggiare correndo come faresti con una corsa normale, devi coordinare braccia e gambe >>

<< Lo dicevo di non essere portato >> si avvilì lui.

<< Smettila di fare la donnicciola, nessuno nasce imparato >> lo sgridò per poi lanciargli il pallone << Ora concludi la corsa che dopo ti aspettano i tiri liberi >>. Il ragazzo ricominciò a correre cercando di mettere in pratica i consigli di Cordelia. Effettivamente ora riusciva a muoversi decisamente meglio. Come anticipato dal capitano della squadra una volta conclusa la corsa i ragazzi furono richiamati al centro del campo, vennero creati due file per sesso, ognuna posta davanti ai canestri. Dopo un tiro dimostrativo dei rispettivi capitani ogni ragazzo e ragazza fece a turno qualche tiro.

<< Ehi Luciano, vieni un attimo >> disse Pietro. Il ragazzo obbedì al capitano avvicinandosi.

<< Ammetto che è stata colpa mia >> mise le mani avanti Pietro prima che Luciano pensasse subito di aver sbagliato per propria incapacità. << Tu sei molto alto dunque quando sei sottorete non hai bisogno di abbassarti per effettuare uno slancio >>. Il capitano si fece consegnare la palla per mostrargli come fare. << Vedi, non abbassarti, fai questo movimento con il polso e vedrai che riuscirai a centrare il canestro da questa distanza. Per quanto riguarda i tiri da tre invece usa l'altro metodo >>

<< Ti ringrazio >> gli sorrise Luciano che fece per tornare con i suoi probabili futuri compagni di squadra ma il capitano lo bloccò.

<< Oh, dovevi farmi un'altra osservazione? >> chiese cordiale il ragazzo. Rispetto a Cordelia si trovava molto più a suo agio e anche le sue prestazioni, oltre che il suo umore, miglioravano.

<< Solo una semplice curiosità >> disse Pietro avvicinandosi a lui. Gli fece segno di abbassarsi per potergli parlare con la sicurezza di non essere sentito. << Dimmi, da quanto conosci Cordelia? >>

<< Da poco più di un giorno, mi sono trasferito da un'altra scuola >> rispose Luciano.

<< Un giorno?! >> esclamò stupito l'altro ragazzo, abbassando poi istantaneamente la voce una volta accortasi che Cordelia si era voltata verso di loro. << Io pensavo che vi conosceste già al di fuori della scuola, come diavolo hai fatto a entrare così in intimità con lei in così poco tempo? >>

<< In..in intimità?! >> ripetè con vocina stridula Luciano.

<< Sì, intimità >> confermò Pietro << Ha raccomandato di venire a parlare con te se c'è qualche problema... >>

<< Solo perchè siamo in classe assieme >> fece notare il ragazzo

<< E ti è venuta subito ad aiutare alla prima difficoltà >> continuò il capitano << Credimi, non l'ho mai vista fare una cosa del genere durante le altre selezioni. >>

<< Sarà >> disse Luciano dubbioso << Ma in ogni caso non ho capito il tuo interesse >>

<< E' da cinque anni che ci provo con lei senza successo >> confessò Pietro << Ti prego, svelami il segreto del tuo successo >>

<< Ehi voi due, mi dispiace interrompervi ma sarebbe anche ora della partitella >> esclamò Cordelia << Siete con noi o preferite uscire a prendere il the come due signorine a modo? >>

<< Arriviamo, già fatto le squadre? >> chiese l'altro capitano.

<< Certo, per chi mi hai preso?Maschi contro femmine >> rispose lei. << Caterina arbitra e tu spilungone... >> disse indicando Luciano << Io marcherò te e viceversa capito? >>

<< Ehi calma Cordelia, perchè marchi un novellino? Non pensi di metterlo troppo sotto pressione? >> esclamò Pietro.

<< Mi preoccupa di più che lui metta fisicamente sotto pressione una delle ragazze >> disse la ragazza << Mi sembra sia chiaro che sia un completo novizio, non voglio che marcando ci metta troppa fisicità, o al contrario temendo di far loro del male si tenga troppo a distanza. Non penso che tu abbia problemi a marcarmi giusto? Sono il capitano del resto >>

<< No, farò del mio meglio >> rispose il diretto interessato.

<< Perfetto e non ti limitare >> si raccomandò lei << Tanto nel peggiore dei casi oggi mia sorella ha il turno all'ospedale >>

<< E io chi devo marcare? >> chiese Pietro

<< Ginevra, quella ragazza là >> disse Cordelia indicando una giovane che tutto aveva fuorchè una qualche parvenza femminile.

<< Tu mi odi vero? >> domandò ironicamente il ragazzo.

<< Smettila di fare il buffone e prendi, palla a voi >> disse lei lanciandogli la palla per poi dirigersi verso Caterina << Tu sei pronta? >>

<< Prontissima >> rispose lei che in una mano teneva il fischietto.

<< Fatti prima sistemare le maniche >> sospirò Cordelia accorciandogliele << Già è inutile che tu la indossi visto che non ti alleni ma si può sapere perchè hai dovuto metterti la mia vecchia tuta? >>

<< Eh? Questa sarebbe la tua vecchia tuta? >> esclamò stupito Pietro che si era avvicinato alle due.

<< Non è evidente?Guarda come le sta larga >> gli fece vedere la ragazza per poi rivolgersi alla bionda << Tu e le tue strampalate idee >>

<< Ma scusa  tu la volevi buttare, era un peccato, è ancora utilizzabile oltre che piena di ricordi, è con questa che hai vinto il tuo primo torneo inter-scolastico >> disse la più piccola.

<< La volevo buttare perchè non mi stava più e per quanto riguarda i ricordi mi basta che siano nella mia testa, non ho bisogno di un feticcio >> dichiarò Cordelia << Ora però basta chiacchiere, giochiamo prima che faccia notte >>

I due capitani si diressero al centro del campo insieme a Caterina in veste di arbitro. La bionda lanciò la palla in aria con tutta la sua forza, sancendo l'inizio della partita. Con l'ausilio della sua maggiore capacità di salto che compensava la minore altezza Cordelia riuscì ad lanciare la palla a una delle sue compagne di squadra. Immediatamente queste corsero verso il canestro avversario. Non ancora abituate al gioco però non osavano tirare a canestro preferendo attendere la presenza del loro capitano che però era marcata da Luciano. Sebbene inesperte era chiaro per tutte che un passaggio sarebbe stato impossibile, il ragazzo era un novizio come loro ma grazie alla sua stazza non sarebbe stato difficile per lui intercettare la palla diretta a Cordelia tanto più che il capitano gli si era raccomandata di non preoccuparsi di marcare stretto. Vedendo che le ragazze non accennavano a prendere una decisione Cordelia urlò loro.

<< Fate un passaggio basso!! >>

Come svegliata dall'ordine del capitano la ragazza che al momento aveva la palla la lanciò rasoterra verso Cordelia. Questa si allungò verso essa riuscendo a recuperarla per poi riuscire a smarcarsi da Luciano e segnare il primo punto della partita.

<< Non male la marcatura >> lo lodò Cordelia << Tieni presente che però chiunque marcato da te cercherà un approccio basso >>

<< Quindi l'essere alto non è poi questo vantaggio >> disse il ragazzo

<< Certo che lo è, sei molto facilitato nei tiri, nei passaggi alti, oltre ad avere una gambata più lunga >> spiegò lei. << Comunque queste cose te le spiegherà pietro, ora pensa solo a fare buona impressione nella partita >>

Il gioco riprese regolarmente e si concluse dopo appena mezz'ora, tempo che i capitani avevano considerato adeguato per rendersi conto delle capacità di tutti.

<< Ragazze alle docce >> ordinò Cordelia << Voi invece rimanete qui con me >> disse poi rivolta ai ragazzi. Li radunò attorno a sè, iniziando a spiegare. << Ora, in ordine alfabetico dite a Caterina la vostra taglia, lei la trascriverà e una volta che Pietro avrà confermato le nuove iscrizioni vi forniremo la divisa per giocare.  >>

Mentre i ragazzi, uno alla volta parlavano con Caterina il capitano della squadra femminile continuò a parlare << Vi ricordo inoltre, o ve lo dico nel caso Pietro se lo sia scordato, che per rimanere in squadra non dovrete avere neanche una insufficienza. Nel caso accadesse sareste immediatamente esplulsi con possibile riammissione nel caso si rimedi, ma questo rimane a discrezione dei capitani. Chiaro? >>

I diversi cenni di assenso le fecero capire che il messaggio era stato compreso mentre dagli spogliatoi provenivano diversi schiamazzi chiaro segno che le ragazze erano appena uscite dalle docce.

<< Ora andate a lavarvi, io sistemo le ultime cose burocratiche e vedete di non incappare casualmente nello spogliatoio prima che le ragazze siano uscite altrimenti vi prometto che passerete dei grossi guai >> li minacciò Cordelia.

<< Ehm... >> timidamente un novizio cercò di parlare << Il capitano non ci ha parlato delle docce, non abbiamo le cose per lavarci >>

Cordelia si voltò di scatto verso Pietro che cercò di giustificarsi in ogni maniera possibile. Dopo la solita ramanzina la ragazza disse loro di non preoccuparsi e di andare comuque alle docce, ci avrebbe pensato lei a questa incombenza.

I ragazzi andarono così alle docce. Si trovavano in una stanza non lontana dagli spogliatoi. All'interno vi erano una decina di cabinati in cui era garantita la massima privacy.

<< Ehi, siete ancora presentabili? >> chiese Cordelia bussando fuori dalla stanza.

<< Entra pure >> le disse Pietro. Non aspettando un minuto di più la ragazza entrò, portando con sè numerosi prodotti per il bagno spiegando loro che avrebbero dovuto renderli alle sue compagne di squadra una volta finito. Con riluttanza presero i prodotti, tra bagno schiuma profumati, shampoo in grado di mantenere i ricci perfetti e balsami vari c'era l'imbarazzo della scelta.

<< Oh che bello, ora potrò tirare un sospiro di sollievo riguardo alle mie doppiepunte >> scherzò un ragazzo mentre si insaponava i suoi cortissimi capelli.

<< Per non parlare di questo fantastico bagno schiuma con aloe vera, sarò una vera principessa >> gli diede corda un suo amico nel cabinato affianco, facendo una leggera giravolta.

<< Ehi, muovetevi >> intervenne Pietro, l'unico insieme a Luciano a superare in altezza delle porte dei cabinati << Dopo di noi deve venire Cordelia e non ho voglia di beccarmi una ramanzina riguardante la durata della nostra doccia >>

<< Non ti da proprio tregua eh capitano? >> rise di nuovo il ragazzo di prima.

<< Ormai ci sono abituato >> sospirò il ragazzo << Però devo dire che un pochino me lo merito. >>

<< Un pochino? >> ripeterono all'unisono numerosi ragazzi per poi scoppiare a ridere del tentativo del giovane di difendersi. L'atmosfera tesa che c'era durante la partita era completamente scomparsa salvo per Luciano che non una volta aveva alzato lo sguardo da terra. La sua statura infatti gli consentiva facilmente di vedere oltre la porta della sua doccia. Certo, l'essere attratto dai ragazzi non voleva dire sbavare per qualunque corpo maschile avesse visto ma in ogni caso voleva evitare qualsiasi contatto visivo. Da quando Cordelia lo aveva preso in contropiede facendolo, in un certo senso  confessare, temeva che qualunque sua azione avrebbe potuto comprometterlo agli occhi degli altri. Per questo motivo, sebbene avesse concluso da un bel pezzo di lavarsi, aspettò che tutti i compagni di squadra uscissero dalle docce per poi dirigersi negli spogliatoi. Dopo aver atteso qualche altro minuto, sufficienete a parer suo per vestirsi, uscì anch'esso dalla doccia e andò a vestirsi.

 

<< Accidenti, le chiavi della palestra!! >> esclamò Pietro mettendosi le mani nei capelli.

<< Cosa è successo ora? >> chiese un compagno di squadra.

<< Dovrei consegnare le chiavi alla reception ma non riesco proprio a trovarle >> spiegò il ragazzo cercandole disperatamente prima nelle tasche e poi nella borsa.

<< Forse le hai perse nello spogliatoio >> suggerì un altro ragazzo.

<< Forse >> convenne Pietro << Cavolo, non ci voleva questo contrattempo, ancora qualche minuto e mi scade il tiket della macchina >>

<< Posso andare io al tuo posto >> si offrì Luciano << Tanto devo aspettare una mia amica >>

<< Oh mio salvatore!! >> esclamò il capitano << Ti devo un favore, se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiedere >>

Luciano salutò i ragazzi per poi andare nuovamente nello spogliatoio. Per prima cosa controllò le panche dove erano posati gli zaini. Non trovando niente si concentò sul pavimento, magari erano cadute mentre si stava vestendo.

<< Perso qualcosa spilungone? >>

Il giovane alzò gli occhi da terra trovandosi di fronte una Cordelia mezza nuda, con il solo asciugamano a coprirle le parti intime e tra le mani aveva la chiave della palestra. Preso alla sprovvista da questa inaspettata apparizione Luciano indietreggiò grossolanamente, perdendo l'equilibrio cadendo rovinosamente sul pavimento.

<< Non dovrei essere io quella agitata? >> chiese tranquilla lei sedendosi a cavalcioni su di lui, le sue gambe strette intorno alla sua vita.

<< P..perdonami >> si scusò Luciano che nel mentre si era coperto gli occhi << Non era mia intenzione spiarti, cercavo soltanto... >>

<< Oh, non ne dubito >> lo interruppe Cordelia << Non mi sembri proprio il tipo che corre dietro alle ragazze semi-nude. Anzi, in verità direi alle ragazze in generale. >>

Luciano aprì uno spiraglio tra le sue dita per guardare negli occhi la ragazza.

<< Sai...  >> continuò lei << Sono proprio curiosa di sapere perchè hai cercato di evitarmi tutto il tempo quando poche ore prima eri perfino venuto a cercarmi. >>

Il ragazzo tentò invano di scrollarsela di dosso, ottenendo come unico risultato una risata carica di biasimo.

<< Vado in moto da quando ero bambina >> disse Cordelia << Non saranno di certo due scossoni a farmi staccare le mie cosce dalla tua vita. >>

<< Mi metti a disagio >> confessò infine lui << Però allo stesso tempo voglio starti vicino >>

<< Se devo basarmi sulla reazione del tuo amico... >> esordì la mora toccandolo sotto la cintura << Deduco che la tua idea di stare vicino non è sentimentale. Anche così però non è piuttosto prematuro farsi certe idee su qualcuno che conosci da poco? >>

Disse quella che bellamente si siede completamente nuda su un ragazzo. Pensò Luciano.

<< In ogni caso, a cosa è dovuta questa tua affezione nei miei confronti? >> gli chiese avvicinandosi sinuosamente al suo volto, ridendo fra sè della reazione, o per meglio dire, della mancanza di reazione del giovane.

<< Sei stata l'unica a cui ho confessato il mio segreto >> rispose lui.

<< Confessato? >> ripetè Cordelia << Diciamo che ti sei tradito. Comunque non comprendo lo stesso il tuo atteggiamento. >>

<< Avevo, anzi ho, paura di confrontarmi con te >> confessò.

<< Oh, non preoccuparti di questo, non ho intenzione di spifferare ai quattro venti la tua cotta per quel tizio tutto muscoli e niente cervello >> lo tranquillizò lei. << Ora che però abbiamo chiarito il perchè volevi evitarmi mi è ancora oscuro il motivo per cui vorresti avere un rapporto con me >>

<< Vorrei avere qualcuno con cui parlare >> spiegò Luciano << Anche se è da solo un anno che va avanti questa storia comincia a pesarmi tenermi tutto dentro. Vorrei confrontarmi con qualcuno a anche solo sfogarmi. >>

<< E hai deciso tutto da solo che io sarei la persona adatta? >> domandò la ragazza.

<< Beh sì. >> confermò lui << Sei l'unica che ne è a conoscenza e poi sei nella mia stessa situazione. >>

<< Cosa vorresti dire? >> lo attaccò rabbiosa.

<< Caterina >> disse Luciano << Ti piace vero? Insomma, il tuo non mi pare proprio l'atteggiamento di una semplice amica. >>

<< E tu cosa ne vuoi sapere, non mi pare che tu possa farmi la morale sull'amicizia disinteressata >> esclamò lei alzandosi di scatto. << Ci penso io alle chiavi della palestra, tu vattene pure >>

<< Non risolverai niente continuando a negare >> fece lui alzandosi a sua volta.

<< Ho detto che non ho bisogno della morale di un ipocrita >> ribadì il concetto Cordelia. << E ora vedi di andartene prima che chiami qualcuno. >>

Completamente sconfitto Luciano uscì dallo spogliatoio, lasciandola sola. Senza nessuno a disturbarla la ragazza impiegò poco tempo per vestirsi e una volta riportarte le chiavi della palestra all'accettazione si diresse verso l'uscita.

<< Perdonami, Pietro aveva dimenticato le chiavi nello spogliatoio e ho dovuto portarle alla reception al suo posto >> si giustificò di fronte a Caterina che sostava davanti alla sua moto con in mano un casco.

<< Figurati, non ho aspettato molto, e poi non posso proprio lamentarmi visto che mi stai facendo un favore >> disse la bionda.

Cordelia aprì il cruscotto della sua moto facendoci poi entrare a fatica la sua sacca contenente la divisa. Dopodichè si mise il casco e Caterina fece lo stesso. Infine salirono entrambe sulla vettura.

<< Tieniti forte >> si raccomandò la mora all'altra.

<< Sì, però non andare troppo veloce >> disse Caterina stringendosi al corpo dell'altra sapendo come l'amica avesse il vizio di premere troppo sull'accelleratore.

<< Non ti preoccupare, arriverai a casa sana e salva >> la tranquillizzò Cordelia mettendo in moto. Percorsero a velocità moderata la distanza che le separava dalla casa della bionda. In pochi minuti furono di fronte all'ampio cancello che costeggiava la villa della ragazza. Cordelia suonò il citofono e Caterina chiese di aprire il cancello, cosa che fu prontamente eseguita. Lentamente Cordelia guidò la moto fino a raggiungere la soglia della villa. Una volta raggiunta fece scendere l'altra ragazza. Entrambe non si accorsero che qualcuno le stava osservando da una delle numerose finestre della casa.

<< Grazie ancora del passaggio >> disse la bionda togliendosi il casco.

<< Per quante volte vorrai dirmelo? >> rise Cordelia.

<< E'solo che mi dispiace esserti di peso >> si giustificò l'altra imbarazzata.

La mora le sorrise dolcemente per poi posarle un bacio sulla fronte << Tu non mi sarai mai di peso >> A seguito di questo gesto inaspettato dalla villa uscì tutto trafelato un uomo.<< Ehi bellimbusto, togli le mani da mia figlia!! >>urlò.

<< Papà!! >> esclamò Caterina voltandosi di scatto.

<< Niente papà, ti ho già detto che potrai avere un ragazzo solo dopo esserti sposata!! >> sentenziò duro.

<< Ma non ha senso!! >> fece notare giustamente la figlia.

<< Buona sera signore >> salutò cordialmente Cordelia risalendo sulla moto.

<< Non cercare di ingannarmi con la tua cortesia >> esclamò lui << Soprattutto non essere così indisponente verso qualcuno che non conosci >>

<< Papà, ti ha solo salutato >> disse Caterina << E poi ti conosce già >>

<< Davvero? >> chiese stupito l'uomo << Eppure non mi pare di averlo mai visto. Ah, forse lavora per il mio maneggio >>

<< Sono Cordelia signore >> disse la ragazza << Sono amica di sua figlia da quasi cinque anni ormai >>

Il padre impiegò qualche minuto per metabolizzare la notizia << Cordelia, che piacere rivederti, diventi ogni anno più bella, scusa se non ti avevo riconosciuo >> disse infine.

<< Papà... >> Caterina sarebbe potuta sprofondare dall'imbarazzo seduta stante, fortunatamente l'amica non pareva essersela presa e dopo averli salutati entrambi uscì dalla loro proprietà.

 

 

Roberto era appena uscito dalla palestra e si stava dirigendo verso la fermata dell'autobus quando sentì qualcuno suonare il clackson. Incurante del rumore sentito continuò a camminare fino a quando il suonare non si fece più insistente e, per curiosità si voltò.

<< Ehi ragazzone, vuoi un passaggio? >> propose Rebecca agiatando la mano per farsi vedere meglio. In genere Roberto avrebbe rifiutato una proposta del genere, oltre a non voler approfittare della gentilezza altrui non era sua abitudine accettare favori di parsone appena conosciute. La macchina dell'altra però era troppo invitante per desistere, in meno di ventiquattro ore aveva visto da vicino due porsche, mica male. Il ragazzo accettò di buon grado l'offerta di Rebecca. Questa si avvicinò al marciapiede per farlo salire e una volta sistemato ripartì.

<< Allora, dove ti porto? >> chiese lei.

<< Eh?Ah, via Keplero >> rispose Roberto che era intendo a rimirare la macchina.

<< Sei un appassionato eh? >> scherzò Rebecca mentre inseriva nel gps il nome della via.

<< Oh, non sai cosa darei per guidare anch'io una bellezza del genere >> confessò il ragazzo << Purtroppo non penso di potermela mai permettere >>

<< Neanche io >> disse lei << La sto guidando perchè oggi le ho aggiustato un problemino al motore e dopo averti accompagnato la consegnerò al suo proprietario >>

<< Ti permettono di guidare le auto che ripari?! >> esclamò allibito Roberto.

<< Certo che no >> rise di gusto la donna << Quest'auto appartiene al mio fidanzato, me l'ha detto lui di riportargliela una volta aggiustata. Con il mio solo stipendio non potrei prendere neanche le chiavi di questo gioiellino >>

Auto del fidanzato?Una porsche da riparare?Non è che...

<< Per caso il tuo fidanzato è un tipo basso, capelli neri che sembra essere pieno di sè? >> chiese lui per chiarire i suoi dubbi.

<< Sì, è proprio la descrizione di Augusto!! >> continuò a ridere Rebecca. << Lo conosci? >>

<< Oh no, l'ho incontrato per caso a scuola, aveva accompagnato una mia compagna di classe >> spiegò il ragazzo

<< Caterina giusto? >> indovinò lei << Stamattina avrà avuto i capelli tutti in disordine stando su questa macchina >>

<< Non sei gelosa? >> chiese d'istinto Roberto ricordando ciò che in classe si era detto riguardo al matrimonio combinato.

<< Di lei?E perchè dovrei? >> domandò sinceramente sorpresa la donna << E' vero che le vuole bene, ma è un affetto paragonabile a quello che si ha per una sorellina, non c'è niente di romantico e penso che valga lo stesso per lei >>

Un ragionamento adulto senza ombra di dubbio, constatò lui, soprattutto se messo in confronto a quelli che avevano fatto le sue compagne di classe.

<< Siamo arrivati!! >> annunciò Rebecca. Il ragazzo si guardò intorno riconoscendo la via. Dopo averle dato indicazioni sul dove parcheggiare scese dalla vettura.

<< Non ti starai dimenticando questa vero? >> sorrise la donna lanciandogli la cartella.

<< Grazie >> ringraziò lui e dopo averla salutata si diresse verso il suo appartamento.

 

 

 << Papà, mi hai messo in imbarazzo >> si lamentò Caterina mentre insieme al genitore percorreva il viale di casa.

<< Oh, mi sono già scusato, non mi sembra il caso di fare una tragedia >> si difese lui << E poi non è colpa mia se Cordelia sembra un ragazzo >>

<< Così ferisci i suoi sentimenti!! >> protestò la bionda << A nessuna ragazza piace essere scambiata per un maschio >>

<< Va bene, hai ragione, hai ragione >> si arrese il padre alzando le mani in segno di resa << Domani porgile ancora le mie scuse. >>

<<  La cena è quasi pronta, sbrigatevi >>  Caterina e suo padre volsero lo sguardo verso la porta principale della loro casa incontrando l'austera figura della moglie dell'uomo. Capelli castani raccolti in uno chignon, occhi del medesimo colore dal taglio severo così come la sua postura, rigida come una statua, disapprovava qualunque segno di rilassatezza. Sebbene la donna superasse i cinquant'anni ben poche rughe solcavano il suo viso ma  la sua inflessibilità , nell'aspetto come nel parlato la faceva apparire più vecchia rispetto all'età anagrafica. Del resto, fu educata a quella rigida compostezza fin da bambina e con gli anni quegli insegnamenti non fecero altro che rafforzarsi marchiando irrimediabilmente la sua personalità .

<< Posso sapere il motivo del vostro discutere? >> chiese la donna che ora camminava poco davanti a loro.

<< Papà ha scambiato Cordelia per un ragazzo. Di nuovo >> rispose la figlia.

<< Su Adriana,dimmi se non lo sembra >> disse il marito cercando il suo supporto.

Cordelia... Adriana non aveva mai visto di buon occhio quella ragazza. La sua media era ineccepibile e doveva riconoscerglielo ma i suoi modi, oltre che il suo vestiario, erano decisamente inappropriati e la sua amicizia con la figlia la impensieriva. Non voleva che Caterina fosse influenzata negativamente dalla ragazza, non dopo tutta la fatica che aveva impiegato per farla diventare una signorina adatta alla società bene.

<< Per quanto l'atteggiamento e gli abiti possano confondere è senza alcun dubbio una ragazza >> rispose al consorte chiudendo definitivamente quella conversazione a suo dire noiosa e inappropriata.

La cena si svolse come al solito con i genitori impegnati a discutere del maneggio.

<< Filippo non c'è? >> chiese la ragazza notando la mancanza del fratello.

<< E' in camera sua e si rifiuta di scendere >> spiegò la madre << Poco male, dirò alla cameriera di portargli da mangiare in camera una volta che avremo finito  >>

<< Posso farlo io adesso >> si offrì Caterina

<< Libera di farlo ma solo dopo che avremo cenato >> disse la donna << E' tempo che si renda conto di non essere più un bambino >>

<< Non pensi di essere troppo dura con lui Adriana? >> fece notare il marito.

<< Siamo stati fin troppo teneri in questi ultimi anni Riccardo >> tuonò lei << Deve rendersi conto che la vita va avanti, o pensa che lo manterremo fino alla fine dei nostri giorni? >>

<< Come sempre hai ragione >> le concesse malvolentieri lui che al contempo dava ordine alla cameriera di servire il dolce.

<< Io no grazie >> disse Caterina alla domestica << Piuttosto, mi puoi dare la porzione di Filippo che gliela porto in camera? >>

<< Come mai niente dolce? >> inquisì la madre << Devi per caso far colpo su qualcuno? >>

<< No, no, no >> si affrettò a negare la bionda arrossendo all'istante per poi rivolgersi nuovamente alla cameriera sotto lo sguardo preoccupato del padre e vigile della madre. La ragazza seguì la cameriera in cucina uscendo dopo poco con un ampio vassoio che sorreggeva la cena del fratello.

<< Rosario per cortesia leva la zuppa e il dolce dal vassoio >> disse la padrona di casa. La donna ubbidì all'ordine impartitele.

<< Ma mamma, perchè? >> protestò Caterina.

<< E' troppo pesante per te >> rispose Adriana << Non ti preoccupare, riuscirà a sopravvivere anche con ciò che è rimasto >>

Poco convinta Caterina si diresse verso il piccolo ascensore che da ormai quasi sei anni faceva parte della loro casa. Un pò come lei del resto. Premette il pulsante, l'unico, che indicava il primo piano e salì. Percorse il breve corridoio e si fermò davanti all'ultima porta. Bussò sapendo quanto facesse fastidio al fratello che qualcuno entrasse nella sua stanza senza permesso.

<< Filippo, posso entrare? >> chiese da fuori dopo che il suo ripetuto bussare non aveva sortito alcun effetto << Filippo? >>

<< Entra!! >> esclamò brusco il fratello dall'interno della camera. Avendo ottenuto il permesso la ragazza entrò. Ad accoglierla vi era una stanza tenuta quasi del tutto al buio, illuminata appena dallo schermo del computer e dalla lampada posta sul comodino accanto al letto. Filippo si trovava disteso sul letto intento ad osservare chissà cosa sul soffitto.

<< Ti hanno degradato al ruolo di cameriera? >> ironizzò beffardo lui.

<< No, ho chiesto io alla mamma se potevo portarti la cena >> spiegò lei appoggiando il vassoio sulla scrivania del fratello. << Ah, purtroppo non sono riuscita a portare tutto e... >>

<< Adriana >> disse Filippo interrompendola.

<< Cosa? >> chiese lei voltandosi verso di lui.

<< Il suo nome è Adriana ed è mia madre, non la tua >> ruggì il fratello mettendosi seduto sul letto grazie all'ausilio delle braccia. La foga con cui eseguì l'operazione però lo sbilanciò facendogli perdere l'equilibrio. Caterina si mosse velocemente verso il letto cercando di aiutarlo ma un gesto brusco di Filippo le fece capire che non aveva alcuna intenzione di farsi aiutare da lei.

<< Sei solo la figlia dell'amante >> continuò lui a denti stretti << Non chiamarla madre >>

<< E' stata lei a dirmi di chiamarla così >> si giustifico, pur non essendoci alcun motivo per farlo, la bionda. Le sue parole infatti dicevano il vero, era stata proprio Adriana anni fa a dirle che, dal momento in cui lei era entrata a far parte della loro famiglia,  sarebbe stata sua figlia e come tale doveva comportarsi. Certo, all'inizio non fu facile per lei rapportarsi con la donna, ai i suoi modi freddi e impersonali ma il padre le aveva fatto capire che il distacco della moglie non aveva niente a che fare col fatto della sua natura di figlia nata da un tradimento. Col passare degli anni,e vedendo come Adriana si comportasse anche coi famigliari più stretti,le parole del genitore le sembrarono più credibili, non riuscendo però a dissolvere completamente la barriera di formalità presente tutt'ora nel loro rapporto. Questa cosa pesava parecchio alla giovane soprattutto perchè da quando era entrata in quella casa aveva completamente rotto i rapporti con la sua madre naturale. Questo era infatti ciò che i coniugi Parodi messo come condizione alla donna per accettare di inserire Caterina nella loro famiglia. In un certo senso li capiva, già non era facile accogliere da un giorno all'altro un nuovo membro nella propria famiglia. Presentarla agli amici, agli altri famigliari, quella parte iniziale della sua nuova vita non fu certo facile e le cose sarebbero state di sicuro peggiori se oltre alla figlia nella loro vita fosse entrata anche la vecchia amante, soprattutto dal punto di vista di Adriana che oltre a dover accettare e crescere una figlia non sua avrebbe dovuto rapportarsi anche con la donna che, per un breve tempo, le aveva rubato il marito.

<< Tsk, non hai ancora capito che l'unico motivo per cui ha accettato di farsi chiamare così da te è perchè non vuole rischiare di essere abbandonata? >> esclamò beffardo Filippo che finalmente era riuscito a sedersi in maniera composta sul letto. << Del resto, da quando sono diventato un handicappato e tu sei tempestivamente entrata a far parte della famiglia è chiaro chi sarà l'erede della fortuna. Certo, per salvaguardare l'apparenza e il patrimonio è sempre meglio che mia madre rimani la moglie ufficiale ma per essere più sicura della propria posizione quella vecchia volpe ha deciso di creare un surrogato di rapporto materno con te. Non la biasimo per questo, solo perchè suo vero figlio è diventato inutile non deve per forza succedere anche a lei. >>

<< Smettila di parlare così della mamma!! Lei non pensa a certe cose >> strillò la sorella più per autoconvincimento che per una reale replica.

<< Ti ho detto di non chiamarla mamma!! >> urlò lui in maniera così violenta da farlo cadere dal letto. Il suo rimanere rintanato nella propria stanza, il riufiutarsi di compiere qualunque allenamento riabilitativo aveva ridotto il suo corpo ad avere meno forza di un anziano. Le sue gambe, irremediabilmente paralizzate, avevano lo stesso aspetto di quelle di un vecchio. Non che il resto del corpo fosse messo tanto meglio, giusto le braccia e le spalle,  per necessità più che altro, richiamavano con il loro aspetto ciò che fu un tempo Filippo Parodi.

<< Aspetta, ti aiuto >> disse Caterina muovendosi verso la sedia a rotelle del fratello.

<< Non ne ho bisogno. Non ho bisogno di niente!! >> continuò ad urlare lui mentre cercava di tirarsi su << Non ti basta aver rovinato la mia vita? Esci da camera mia, non ho bisogno di te, nessuno ne ha bisogno!! >>

Con gli occhi che le bruciavano dal pianto represso la bionda uscì di corsa dalla stanza dirigendosi verso la propria camera. Una volta chusa la porta alle proprie spalle si abbandonò a un pianto liberatorio.

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