HOGWARTS: CRONACHE DAL BASSO (Tratto dal diario di Fred W.)

di ChocoCat
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** "Ti presento George", o gli incredibili racconti di un mago ***
Capitolo 2: *** "Georgie il Patetico, parte I" o una vecchia pergamena macchiata d'inchiostro ***
Capitolo 3: *** "In saecula saeculorum!" o una strana formula di magia ***
Capitolo 4: *** "Di chi facesse sparire le scarpe di Lunatica Lovegood", o il Primo Racconto ***
Capitolo 5: *** "Quella Tassorosso dal cuore tenero", o il Secondo Racconto ***
Capitolo 6: *** "Thestral e altre miserie", o il Terzo Racconto ***
Capitolo 7: *** "Di paludi tascabili e strane alleanze", o il Quarto Racconto ***
Capitolo 8: *** "La Tana delle Serpi", o il Sesto Racconto ***
Capitolo 9: *** "Di proposte inaspettate e cuori che piangono", o il Settimo Racconto ***



Capitolo 1
*** "Ti presento George", o gli incredibili racconti di un mago ***



Al mio lettore.
Ti ringrazio di aver aperto la mia storia e spero che sarà abbastanza interessante da farti continuare la lettura.
Non esitare a recensire, potrebbe permettermi di avere uno sguardo d'insieme migliore e aggiustare qualche svista.
Con affetto,
Choco.


Disclaimer: i personaggi non mi appartengono (tranne il Nuovo Personaggio) e sono di proprietà di J.K. Rowling.

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Non celare il segreto del tuo cuore.
Dillo a me, solo a me, in segreto.
Tu che sorridi tanto gentilmente,
sussurralo sommessamente,
il mio cuore l’udrà,
non le mie orecchie.
La notte è fonda,
la casa è silenziosa,
i nidi degli uccelli
son coperti di sonno.
Dimmi tra lacrime esitanti,
tra sorrisi titubanti,
tra dolore e dolce vergogna,
il segreto del tuo cuore!
Rabindranath Tagore



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Anariel adora gironzolare fra i capannoni in fondo al campo dei nonni. È una ragazza bellissima, è slanciata e ha un portamento grazioso; i suoi occhi verdi sono illuminati da uno sguardo cosciente e una mente laboriosa. Giusto sotto ad essi, un naso piccolo e dritto, che prude spesso e la fa starnutire. Attorno ci sono due guance rosse come mele mature; infine, una bocca piccola piccola con una forma perfetta di bacio.

Ma questi sono dettagli, lei è prima di tutto un'esploratrice. Le grosse scarpe da montagna le stringono le caviglie -il nonno le ha detto che se no se le rompe- e la gonna a balze le svolazza attorno in preda alle folate di vento.
Anariel ha trovato un vecchio casolare abbandonato, nessuna persona normale entrerebbe mai lì dentro. Lei invece salta dalla finestra e finisce in un salotto impolverato; l'ambiente è desolante, ma non si dà per vinta.
Qua e là mobili rosi dalle tarme, tappeti con buchi grossi come sbadigli, una cucinetta piccola piccola e molto sporca. Che strano orologio, ci sono delle fotografie oscurate e decisamente troppe lancette!
Ecco un bagno in disuso con una decina di spazzolini da denti colorati.
E lì, in fondo a quel corridoio scuro cosa c'è? Delle scale, che meraviglia.
Evitando gli scalini marci e quelli pericolanti, come una vera arrampicatrice raggiunge una stanza in cui filtra un raggio polveroso di luce solare.
C'è un boccale con dell'acqua piena di alghe puzzolenti, come se nessuno se ne occupasse più.
Mucchi di scatole racchiudono strani oggetti, ma Anariel che ha degli occhi molto buoni si china a raccogliere un libro con la copertina di cuoio rosso.
Cos'è? Affascinata, si siede su un vecchio materasso che esprime tutti i suoi anni su una maglia di ferro cigolante, e incomincia a leggere.


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Dato che voglio fargli ricordare quel momento tutta la vita, ho deciso di metterlo nero su bianco proprio qui, e di renderlo pubblico.


Mi chiamo Fred Weasley, ho i capelli rossi e gli occhi verde smeraldo, come il resto della mia famiglia, ma non mi pare il caso di parlare di loro perché sprecherei troppe pagine, diciamo solo che ho 17 anni e sono il fratello gemello di George.


Cosa dire di noi, se non che tutte le cose più belle le ho fatte in sua compagnia, dalle innocenti malefatte ai cambiamenti radicali. Abbiamo rapidamente sfondato le porte dei segreti di Hogwarts, in quanto ad originalità nessuno ci ha mai eguagliati, e la nostra uscita di scuola è stata così memorabile che è entrata nei ricordi e nei modi di dire degli studenti!!
Ma tutto questo lo sapere sicuramente, non è così?

Nel caso in cui foste i soliti studenti mogi e privi di iniziativa, sappiate che vi basterà guardarvi un po' intorno (il messaggio, senza scorza, è usare il cervello per qualcosa di utile, gente!)... e la scuola sarà lieta di aprirvi le porte nella via del divertimento!


Quanto siamo magnanimi…


Non lo ammetterei mai davanti a lui, ma mi sarei davvero annoiato senza George.


La nostra vera vita è cominciata qualche anno fa, quando ci siamo ribellati alla nuova preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, Dolores Umbridge. Solo a scrivere il nome mi spuntano i brufoli. Da quando siamo fuggiti, modestamente in modo straordinario, abbiamo messo su un commercio di articoli magici per fare gli scherzi.
Il nostro negozio si trova a Hogsmeade, lo abbiamo chiamato “Tiri Vispi Weasley”.


Non immaginate quali aggeggi abbiamo ideato… la mamma a momenti ci sbatteva fuori di casa. Almeno due volte alla settimana la “sua” bacchetta magica si trasformava misteriosamente in un topone di gomma… le risate che ci facevamo… lei non rideva molto.


Beh, torniamo a noi, è di mio fratello che vi voglio parlare.


Quell’anno che siamo scappati avevamo appena imparato a smaterializzarci, non che ci riuscisse male, anzi. Ma abbiamo sbagliato una volta. Una sola.

Ed è stato lui, George, a finire nel posto che meno si aspettava.

Volete sapere quale?

Allora leggete la storia che sto per raccontarvi, e mi raccomando… ricordatevi che io sono il gemello furbo, quello che sa materializzarsi, e lui quello scemo, che non lo sa fare!!

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Capitolo 2
*** "Georgie il Patetico, parte I" o una vecchia pergamena macchiata d'inchiostro ***


Anariel volta le pagine, ma non riesce a tralasciarne una. Incredula, stupita, piacevolmente sconvolta divora ogni parola.
Sotto una data anonima, ecco che invece del solito diario trova un racconto.
È un foglio vecchio -una pergamena?- che è stato incollato alla bell'e meglio in una pagina del libercolo.
Fiorisce sulla sua bocca un sorriso spontaneo all'ultima frase scritta in grassetto e leggermente sbavata di inchiostro.


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Quel pomeriggio Fred e George avevano scaricato la merce senza sosta fino al tramonto.

Erano appena arrivate tonnellate di Polvere Buiopesto e altri articoli di dubbia origine per qualsiasi mago per bene, che naturalmente andavano a ruba nel loro negozio di scherzi.


Quando finalmente si sedettero in soggiorno a bere un bel boccale di burrobirra, a momenti si addormentarono sul posto.


Chiacchierando delle solite cose si fece tardi e Fred, troppo pigro per salire quei tre piani di scale che lo separavano dal suo letto, decise di materializzarsi.


Con un sonoro “crack” sparì dalla stanza.
(NDA: clamorose le sue doti e le sue capacità, non è così?)

George invece finì di bere l’ultimo rimasuglio e fece per smaterializzarsi.


Ma qualcosa andò storto.
Era cosi stanco che non aveva pensato con abbastanza forza al suo letto, e si ritrovò nel buio di una stanza sconosciuta, su qualcosa di particolarmente morbido e fresco.


Nonostante il buio fece il gesto involontario di guardarsi attorno. “Fred? Perché diamine hai spento la luce?” la sua voce era poco più di un sussurro spaventato, qualcosa gli aveva suggerito che suo fratello non era con lui.


Nessuna risposta. Provò più forte.


"Fred? Freddino Fredduccio?"


Per le mutande di Merlino… Sono sul piumone di uno sconosciuto in una casa sconosciuta, pensò.


Si massaggiò le tempie, mentre s’insinuava nella sua mente l’odiosa risata di scherno del fratello.

Poi un pensiero ancora più spiazzante gli balenò in testa.


Un movimento che sentì non appartenergli gli mise la pulce all’orecchio… E se fosse sdraiato proprio sulla coperta di qualcuno che dormiva giusto sotto di lui?


Respirò lentamente, sgomitò più avanti, verso quello che doveva essere il cuscino.
La paura di sbagliare di nuovo un incantesimo lo aveva costretto a tenere la bacchetta in tasca.

Si fermò all’improvviso, scoprendo sotto di se un groviglio di capelli scuri.


Era cosi terrorizzato che non ebbe neanche la forza di smaterializzarsi.


Per una volta che suo fratello sarebbe stato utile, ecco che non c’era. La situazione era critica, anche perché quell’essere tutto capelli aveva cominciato a muoversi, probabilmente sentendo il soffio leggero ma ansimante del ragazzo.

George cercò di trattenere il respiro, cosa che gli causò un grande sforzo.


Non appena soffiò fuori l’aria –una tromba d’aria, praticamente- spostò i capelli dal viso dell’esserino, che si rivelò essere una ragazza. Mugugnò qualche imprecazione indirizzata alla giovane malcapitata.

Ancora più preoccupato, George pensò ansiosamente a una soluzione.


Non voleva smaterializzarsi, con la possibilità di finire sul letto di qualcun altro,

magari un vecchio lumacone rubicondo. Ci manca solo che trovo punti positivi in questa situazione, pensò.

In effetti non era cosi drammatico. Dopotutto lei non si era nemmeno svegliata.


Fatto. Il nuvolone nero di nome Azkaban si allontanò dai suoi pensieri così come se n’era venuto, ma ecco che nel momento in cui aveva deciso che avrebbe trovato un modo per sgattaiolare giù dal letto, la ragazza aprì gli occhi.


Sbatté le palpebre. Una volta, due, credendo di star sognando.


Poi li spalancò e fece per urlare, ma la mano fredda e sudata di George le tappò la bocca.

“shh!” supplicò George “Per favore, non credere… devi stare calma, io…” Cominciò a balbettare quando si rese conto che non poteva avere alcuna scusa per trovarsi nel suo letto.

E se fosse stata babbana? Ancora meno poteva spiegarle che era finito li per errore mentre si smaterializzava.
Accidenti… per la prima volta nella sua vita maledì l’intera popolazione magica.


Ormai la frittata era fatta… decise di usare un’altra strategia, un’idea folle che gli balenò per la testa molto, troppo, improvvisamente.

Non ebbe però il tempo di metterla in atto, perchè subì un irrimediabile morsicone alle dita.


“Ommioddio chi sei?” bofonchiò lei, ora libera dalle dita del mago “parla immediatamente o chiamo la polizia”

“Ti prego, non chiamare la pulizia… è stato un errore, mi dispiace moltissimo! Adesso me ne vado e tu ti rimetti a dormire, che ne dici? Sono solo un sogno…”





  Ehm ehm, riguardo al "parte I" non vi preoccupate, miei cari, non appena si sarà distratto mi rimetterò all'opera... per ora la ferita è troppo fresca e temo che se trovasse questo mio diario proverebbe seriamente a cacciarmi di casa! Con affetto, Fred

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Capitolo 3
*** "In saecula saeculorum!" o una strana formula di magia ***


La ragazza porta ancora quel meraviglioso sorriso mentre volta la pagina rovinata dallo scotch e dal vecchio foglio leggermente accartocciato sugli angoli.
La scrittura riprende normale, in prima persona, e lei prosegue, più curiosa che mai.
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Oh si, ragazzi miei.


Ci sono voluti i rinforzi in pompa magna per tirarlo fuori da quel pasticcio!


Meno male che aveva in tasca il buon vecchio galeone dell'ES, e io avevo appena infilato il pigiama facendo cadere gli spiccioli dalle tasche dei pantaloni...


Era talmente scosso che ho dovuto obliviare la ragazza personalmente mentre lui se ne stava lì come un sacco di carne inutile.

Posso assicurarvi che non ha più fatto incantesimi per una settimana!

Ma ora lasciate che vi dica una cosa. Vi ricordate, quando ho parlato di innocenti malefatte?

Non potevo - non potevamo- permettere che tutto quel sapere andasse perso...
Insomma, sono cosa che vanno tramandate da una generazione di studenti all'altra, in seacula saeculorum!

Quando i pomeriggi di studio diventano noiosi e le pasticche Vomitose vi offrono solo un lungo pomeriggio a ravanarvi in sala comune davanti al fuoco... quando né gli scacchi magici, né le Gobbiglie, né una sana limonata con un mago o una strega avvenente riempiono il vostro tempo...

In quei momenti, seguite bene il nostro consiglio, rivolgete un pensierino al caro Platano Picchiatore.

Sembra un albero scorbutico, ma basta "punzecchiarlo" in certi punti e vedrete che lui si calmerà.

Ora, ai piedi dell'albero, pronunciate scandendo bene le parole "Fred e George Weasley, sovrani indiscussi di Hogwarts, desiderano rivolgersi ai loro sudditi"
Non ridacchiate, e lo so che lo state facendo, è una pergamena stregata questa!

Aspettate qualche istante e vedrete porzioni di corteggia cambiare forma e mescolarsi per diventare un Magirilievo di noi (devo ammettere che questo è opera di George, ma dopotutto per servire una mente brillante è indispensabile una bacchetta brillante).

Se sarete davvero disposti ad ascoltarci, chiedeteci qualunque cosa vogliate sapere di Hogwarts... e noi ve lo riveleremo.



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Note dell'autore
Ciao, studenti, studentesse ed ex frequentatori del castello di Hogwarts.
Scrivetemi le vostre domande, sono più che ben accette... oserei dire necessarie, se c'è qualcosa che vorreste sapere... e non dimenticatevi di pronunciare la tiritera dei sudditi... o non vi resterà che la speranza di avere la stessa curiosità di qualcuno di più coraggioso di voi!
Alla prossima, buona lettura! Con affetto, Fred.

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Capitolo 4
*** "Di chi facesse sparire le scarpe di Lunatica Lovegood", o il Primo Racconto ***



Anariel non vuole perdere tempo, è con fervore che volta la pagina.

Un'altra scrittura, sembra fatta a macchina; possibile, in un diario già rilegato?
Mentre gli interrogativi aumentano, lei continua a leggere, cercando le risposte.
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Ottobre 1995




E così il Magirilievo si animò.


I pivelli non se l'aspettavano, come al solito!

"Parlate, giovani inetti"

"Vorremmo sapere, riguardo all'anno scorso e a quelli precedenti, chi era il ladro degli effetti personali di Luna Lovegood, e perchè quest'anno abbia smesso così repentinamente"

"Che sciocca curiosità! Ma dopotutto, desiderate davvero saperlo. Eccovi accontentati"

I due piccoli Corvonero si misero più comodi.

"Non era raro che qualcuno si divertisse a fare scherzi agli altri a Hogwarts. Dopotutto stiamo parlando di una scuola.

Cervelli acerbi, professoroni e quant'altro.

Ma da quando Luna Lovegood si era iscritta, fare scherzi aveva preso una piega diversa, quasi demenziale.

Nel giro di qualche settimana, tutti si chiedevano come potesse esserci qualcuno di tanto svitato in una casa sobria e rinomata come quella di Corvonero!

Eppure il cerebro non le mancava. Forse erano le Prugne Dirigibili che portava alle orecchie (già, non sono rapanelli, ignoranti che non siete altro!)"

George lo interruppe "Detto da uno che ha avuto solo una manciata di GUFO..."

"E se non sbaglio, Georgie, non ne hai avuti più di me. E adesso lasciami continuare, per le mutande bianche a cuori rossi di Merlino!

In ogni caso Luna aveva la mente di chi vede al di là di certe banalità.

Come ad esempio il fatto che i Ricciocorni Schiattosi non esistono, oppure che Ronald Bilius Weasley" il viso in legno di Fred aveva preso un'aria arcigna e la sua bocca si era increspata in un gran sogghigno "non sia poi un ragazzo così simpatico da sganasciarsi dalle risate ad ogni sua battuta."

George, il sovrano numero due, (ok, ok, George!! Siamo sovrani alla pari... che razza di Zuccone), riprese il racconto, massaggiandosi il mento con fare intellettuale:

"Ma veniamo al dunque! C'era chi, nella sua stessa casa, tramava contro di lei. Perchè non deve esistere un Corvonero cosi' manchevole.
La cosa è inaccettabile.

Quel pomeriggio in cui tutto aveva preso inizio, Luna aveva appena undici anni e stava posando parecchi esemplari del Cavillo in giro per la scuola nella speranza di diffondere un'importante scoperta di suo padre.

Quatti quatti, due studentucoli di Corvonero, accecati dalle loro manie di grandezza, si erano precipitati nel dormitorio e avevano svuotato il suo baule.

Usando incantesimi degni della loro reputazione, avevano stregato scarpe, calzini, libri e strani oggetti per nasconderli a Luna, fin quando si fosse decisa a << darsi una calmata >> . In tal caso, sarebbe tornati da lei rapidamente.

Personalmente non mi piacquero i loro modi ed i loro toni. Gli scherzi si fanno ai poveri imbecilli, non alle tenere pulzelle svampite"

"George, sei indegno di questo pezzo di legno magico! Adesso taci, tocca a me.

Stavo dicendo... Ah, si. Ovviamente gli oggetti tardavano ad arrivare. Per fortuna, l'incantesimo prevedeva anche che gli oggetti le tornassero indietro alla fine dell'anno scolastico perchè, dopotutto, << Luna poteva comportarsi come diamine voleva a casa, a loro non importava niente! >> !

Ogni anno, dunque, ritrovava i suoi oggetti sparsi in giro per la scuola, senza capire come se ne fossero andati, producendo ipotesi più strampalate una dell'altra, che fecero sghignazzare alle sue spalle gli artefici della malefatta.

Non vi ho ancora detto chi erano, non è cosi? Vi dicono niente i nomi di Roger Davies e Marcus Belby?"

Il più grande dei due maghi di Corvonero disse, con tono impertinente e quell'aria saccente tipica della casata: " Ma tutti sanno che i maschi non possono salire ai dormitori delle femmine. Come hanno fatto?!"

"Con l'aiuto di una ragazza, ovviamente. Ci stavo arrivando, non mettermi fretta! Indovinate chi era? Porta ancora le cicatrici inflitte dall'aver fatto la spia... forse voleva sfogarsi e vendicarsi su qualcuno dell'ES? Il suo nome è Marietta Edgecombe. Ma dove ero rimasto? Ah, giusto...

L'anno scorso, per loro immensa sfortuna, accaddero due cose molto importanti. La prima, fu che Luna aprì il suo cuore a San Potter, ovvero il Ragazzo che è Sopravvissuo (sai che roba, pff!), conosciuto anche come "Ma-io-sono-il-Prescelto".

Era successo un pomeriggio in mezzo ai boschi, mentre lei nutriva a suon di bisteccone di drago gli amabili thestral di Hagrid.

Harry ovviamente - ma certo, lui aveva altro a cui pensare! Benedetto ragazzo...- non colse l'occasione per fare una buona azione, ma dobbiamo
essere onesti, la cosa lo turbò e quando se ne tornò in sala comune, glielo si leggeva in faccia che era arrabbiato.

Mentre San Potter rimuginava e si diceva che probabilmente la strega era abituata a scherzi del genere, un grifondoro con un cuor di leone da far paura aveva origliato tutta la conversazione, occupato com'era a portare a spasso con aria ebete il suo vasetto di Mimbulus Mimbletonia.

Neville, che un giorno su due non riusciva a finire di allacciarsi le scarpe e cadeva disteso per i corridoi, quel giorno aveva deciso che avrebbe scoperto i malfattori e gliel'avrebbe fatta pagare molto cara. E questa era la seconda cosa molto importante.

Indovinate un po' chi ha colto nel sacco i due antipatici Corvonero? Chi secondo voi gli ha fatto trovare Pus di Bubotubero nelle loro mutande pulite la mattina seguente? Chi aveva versato succo di Pianta Grassorancido nella loro colazione e li aveva fatti finire in infermeria per una settimana?!

Proprio così, pivelli. Neville Paciock".

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Capitolo 5
*** "Quella Tassorosso dal cuore tenero", o il Secondo Racconto ***



Anariel non sa proprio chi possa essere questo Neville Paciock, ma prova uno spontaneo moto di simpatia verso di lui.
Con sua enorme sorpresa legge nuovamente il suo nome anche nella pagina successiva...

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Febbraio 1995

E così il Magirilievo si animò.


"Ma io ti conosco... Hannah Abbott?" gracchiò Fred

"Ehm, si sono io" la strega si torceva le mani, i due gemelli si scambiarono un'occhiata in tralice che la diceva lunga.

"Tu sei membro dell'ES! Una volta hai scaraventato George sul tappeto con un sortilegio Scudo. Non lo dimenticherò mai. Hai fegato per una... ehm, si, insomma..."

George sulla corteccia diede un pestone al fratello per farlo tacere, e si apprestò a riaggiustare il tiro "Ehm, una strega molto, molto brava..."

"Per una Tassorosso, n-non è così?! Ma io vi conosco per fama. So che scherzate con tutti, e non me la prendo. Ho davvero bisogno di un consiglio, riguarda un ragazzo Grifondoro che dovreste conoscere..."

Fred stava per ragliarle contro che loro non erano una Magi-agenzìa matrimoniale o checchessìa del genere e che se voleva dei consigli bastava che andasse dritta dritta nella torre di Divinazione, ma suo fratello s'interpose rapidamente:

"Se vuoi fargli uno scherzo, siamo tutt'orecchi" all'espressione atterrita di Hannah, aggiunse "ma anche se non si tratta di uno scherzo, naturalmente! Cosa vuoi sapere? Sappi che devi volerlo sapere davvero, pero'..." le fece un occhiolino con aria complice.

Hannah arrossì.

"Voi, ehm... per caso, anzi sicuramente, conoscete... insomma, si, lo conoscete! ...quello che vorrei sapere è-se-Paciock-è-davvero-innamorato-di-Luna-Lovegood" disse tutto d'un fiato.

Per fortuna non erano in carne ed ossa, ma solo di legno, per cui le loro mimiche facciali erano vagamente cammuffate.

Wesleay e Weasley strabuzzarono gli occhi e tossirono come due vecchi col catarro; diedero la colpa a qualche formica che era sicuramente entrata loro nelle narici sugherose, e George prese la parola, con fare abbastanza diplomatico:

"Bè, come tu sai sicuramente, noi possiamo solo rivelarti cose che sono già successe... e che abbiamo visto, o che ci hanno raccontato in gran segreto! Però posso rassicurarti, se è quello che ti preoccupa. Non penso che Paciock abbia mai respirato quell'aria lì, se capisci cosa intendo."

"Cosa vorresti dire?"

"Che Paciock non si è manco mai sognato di provarci con una ragazza, figuriamoci poi con Luna! No, no. Che siano amici è indubbio. Ma, andiamo, ce li vedresti insieme? Fred, siamo sprecati, ora ci tocca anche stirare i cuori stropicciati! Mpf... Paciock e Lunatica... no, proprio no! E poi, se proprio vuoi averne la certezza... c'è una cosa che sappiamo di lei. Ma ti interessa davvero?"

Hannah spostò il proprio peso da un piede all'altro. I gemelli lo notarono, ma aspettarono posatamente sua risposta, che non tardò troppo a venire:

"Si, voglio saperlo. E'... è davvero importante, per me. Lui... Cioè, non intendo che lui è importante per me, io parlo dell'informazione... anche se..."

"Si tratta di un segreto però, e dovrai pagarci con un altro altrettanto interessante..."

Lei li guardò torva, aveva capito esattamente dove stavano andando a parare, eppure non si sottrasse all'inquisizione e rispose, con quanto coraggio aveva in corpo:

"A me Neville Paciock piace un sacco. È meno impacciato di quanto crediate, ed è migliorato tantissimo nel giro di qualche anno!" alla parola < anno >, i due risero di gusto sotto i baffi " L'avete visto anche voi, con l'ES.

È coraggioso e non ha paura di battersi! In più lui sa essere delicato con i più deboli, ed è il più bravo studente di erbologia del mio anno! L'ho visto all'opera nelle serre, mai una volta il Tranello del Diavolo ha cercato di acchiapparlo, e vi assicuro che se la prende anche con la professoressa Sprite!! Da quando l'ho visto fare il suo primo Patronus ho cominciato a pensare a lui come un... ehm, mago interessante. P-perchè lui lo è davvero, un... un mago interessante! Allora, mi farete parte di questo segreto si o no?!"

I gemelli si scambiarono l'ennesima occhiata di sottecchi, e Fred parlò come se stesse presentando una di quelle loro trovate per saltare le lezioni:

"Le nostre fonti sono sicure, e tu sai sicuramente quanto nostra sorella sia amica di entrambi Neville e Luna. È lei la nostra fonte.

Ci ha detto, durante una colazione qui a Hogwarts, che un giorno ha sorpreso Luna in compagnia di un ragazzo, e posso assicurarti che era furibonda!

Luna non gliene aveva parlato, l'unico a saperlo era Neville, il suo migliore amico.

Ti starai chiedendo perchè era furibonda, vero?

Per prima cosa, non ti offendere, ma Ginny era una gran sostenitrice della coppia "Paciock-Lovegood", ed era davvero convinta che un giorno i due avrebbero potuto rendersi conto dell'amore infuocato che ardeva i loro cuori da..."

"Adesso basta, George! Comunque, la seconda ragione era che l'identità del fantomatico compagno delle romantiche scorribande di Luna non era di suo gusto personale. Senza contare che voleva essere messa al corrente per prima, invece Paciock l'ha superata!

E questo per farti capire che la strada, per te, mia cara, è libera."

Hannah parve rasserenata, ma qualcos'altro crucciava ancora il suo bel viso tondo.

"Se posso chiederlo... chi era quel ragazzo?"

"Un emerito idiota di serpeverde, un damerino impagliato, canaglia fino al midollo, con le chiappe al posto della faccia, di nome Adrian Pucey.

Ma a lei PIACEVA, dunque che altro c'è da dire?" Fred alzò gli occhi al cielo con fare teatrale.

George riprese la parola, con un sorriso sghembo rivolto alla ragazza:

"Allora, soddisfatta?

Per la tua incolumità, ti consiglio di mantenere il segreto.

Con quel troll instupidito di Pucey non mi stupirei di trovare la notizia della tua morte sulla Gazzetta del Profeta con accanto un'inserto su quanto le celle di Azkaban siano piene fino a scoppiare di quegli idioti di Serpeverde!

E non contare su Luna per fermarlo, quella ragazza è proprio svitata"


"Al tuo servizio" aggiunse Fred, e il Magirilievo si dissolse.

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Capitolo 6
*** "Thestral e altre miserie", o il Terzo Racconto ***



Anariel non capisce granché in quel guazzabuglio di parole inventate, l'idea di fondo è che questi "serpiverdi" siano delle persone cattive, così come i "mangiamorte"?
Ride. Devono essere quegli strani battibecchi, la colpiscono dritta al cuore. Si toglie le scarpe per mettersi comoda e riprende in mano il diario, l'angolo della bocca rivolto verso l'alto, pronta a sorridere ancora.


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Marzo 1995

E così il Magirilievo si animò.

"Per il reggipetto di Morgana! Dobbiamo chiamare i veri gemelli, SUBITO! Allarme rosso! Anzi VERDE"

"Cosa vai blaterando, George?!"

"Guarda chi ci ha chiamati, razza di sifonattero!"

"Non sia mai... un Serpeverde in carne ed ossa!"

Il ragazzo aveva gli zigomi alti e gli occhi azzurri, leggermente cerchiati da occhiaie. Aveva anche un'aria nobile (un damerino, così l'avrebbero descritto i gemelli) anche se pareva un po' smunto. Li guardava assorto e contemporaneamente leggermente a disagio, ma poi lo video tentare un sorriso storto.

"Chi sei?" disse Fred con un'occhiata minacciosa.

"Mi chiamo Theodore, Theodore Nott. Sono del quinto anno"

"E cosa vorresti sapere?" riprese nient'affatto rassicurato.

"Si, infatti. Non è che magari poi usi la nostra utilissima conoscenza per qualcosa di losco?"

"Volevo dirvi che vi ammiro"

Fred-di-legno cadde stecchito per la sorpresa, ma suo fratello lo acchiappò a qualche spanna da terra per le ascelle.

"Come hai detto scusa? Credo di avere un po' di truciolato su per l'orecchio!" disse George scuotendo la testa, allucinato.

"Che vi ammiro, razza di sgorbio di legno! Hai capito!?" disse lui infastidito e visibilmente imbarazzato.

"Tu sei pazzo" ridacchiò Fred rianimandosi come se non gli fosse successo niente e posando una mano sulla spalla del fratello per ringraziarlo.

"Vedetela come volete. Io me ne vado" disse lui leggermente imbronciato.

Era arrossito.

Fece per andarsene, i gemelli si scambiarono il loro solito sguardo.

"Ma va, torna qui. Hai un'aria onesta, accettiamo volentieri la tua visita... ovviamente ne conosci il prezzo, se sei arrivato fino a noi"

"Già. Ma non vi ho ancora fatto una sola domanda"

"Veniamo al dunque!" lo accontentò George incrociando le braccia con in viso un'espressione da mercante.

"Che bestie sono quelle che tirano le carrozze di Hogwarts? Perchè io le vedo e i miei compagni quando glielo chiedo ridono di me? Non vogliono dirmi la verità, ma non so se sia perchè lo sanno e non vogliono dirmelo oppure che li vedono anche loro e mi stanno tutti prendendo per i fondelli" strappò una manciata d'erba rabbiosamente "mi fanno sentire così stupido" aggiunse sottovoce.

"Non se ne parla, questo è un segreto troppo-" cominciò Fred, ma suo fratello lo interruppe.

"Non c'è problema. Però non ci prendiamo la responsabilità di ciò che potrebbe rappresentare per te"

"George! Stai fraternizzando con un Serpeverde"

"Ma guardalo, non è come gli altri" disse lui, convinto; costrinse suo fratello a lanciare un'occhiata furtiva al loro interlocutore.

"È un mangiamorte"

"No ti dico"

"Forse lo diventerò" disse improvvisamente il ragazzo, spaventandoli entrambi.

"E perchè lo diresti a noi? Non ci crediamo affatto. Non siamo mica stupidi sai!" si corrucciò Fred.

"Perchè non dovrei dirvelo? Almeno non siete di carne. Un segreto per un segreto, voi non lo direte a nessuno" disse sicuro si sé, poi proseguì guardando i ritagli di tramonto fra i rami tremolanti del Platano Picchiatore "Se ci tenete a saperlo, anzi, io vorrei non essere mai nato nella mia famiglia. Siamo dalla parte sbagliata, lo so bene, me la sento stretta e sbagliata. Sembra olio, mi soffoca la pelle. E io impazzisco"

I gemelli non dissero nulla. Lo guardavano assorti, per una volta erano stati presi in contropiede; erano loro i curiosi.

"Credete che abbia la scelta? Faranno del male a mio padre e ai miei cari se decidessi di cambiare la situazione. A me basta questo. Non basterebbe anche a voi?"

"Ragionate tutti così da quella parte, vero?" disse Fred schifato.

"Fred, tu non ammazzeresti per proteggere Ginny? o per Ron?" disse George con amarezza, cercando di far riflettere il fratello.

"Certo che sì!"

"Vedila così allora. Theo... posso chiamarti Theo vero? ...Ad ogni modo credo che tu abbia la possibilità di scegliere. Sono sicuro che ti proteggerebbero. Il governo, l'Ordine della Fenice. Sai, tutti quanti" aggiunse poi, alzando il sopracciglio in direzione di Theodore.

"Forse" disse lui "ma non sono disposto a rischiare"

"Io mi rifiuto di dire alcunché a questo energumeno" sostenne Fred.

"Andiamo, Fred... e poi ricordati della sua richiesta..." disse lui, assumendo un'espressione piena di sottintesi.

"Già. Ma lo stesso, non è giusto così. È troppo facile" disse sprezzante.

"Non è affatto facile" soggiunse Theodore, alzando lo sguardo leggermente lucido.

"Abbiamo toccato un tasto dolente!"

"Fred, per il sinistro floscio... datti una calmata!"

"Sentiamo, cos'altro pesa sulla tua scelta? Soldi, fama presso il Signore Oscuro, paura di farsela nelle mutande? Sei solo un vigliacco"

"la ragazza che amo" sussurrò il Serpeverde, come parlando fra se e se.

"Come?"

"Daphne Greengrass"

"Mi dice qualcosa quel nome" Fred assume un'aria pensosa;

"Certo, somaro. È una delle più antiche famiglie purosangue. Si vocifera che sua sorella abbia da imparentarsi con i Malfoy. Io le auguro che non sia il nostro Dracuccio il fortunato" ghignò George.

"È così" confermò il Serpeverde.

"...Serio?" chiese Fred "esistono ancora i matrimoni combinati?"

"Oh si"

"Daphne, dicevi?" sorrise Fred, ora burbero "in tal caso, non ho nient'altro da dire"

"Perchè?"

"Perchè fare una cattiva scelta per salvarsi le chiappe è una cosa. Se si tratta di mettere al riparo terze persone..."

"Tu parli così solo perchè sei innamorato, non hai capito un'acca di quello che cercavo di farti capire!" gli gridò contro George.

"E che cambia?"

George si portò una mano sugli occhi.

"Stendiamo un velo pietoso"

"Ebbene, mi dite il vostro segreto adesso? O è chiedere troppo?" disse Theodore.

"Sono Thestral" disse Fred, prendendo in contropiede il fratello "Creature che studierai fra qualche anno, se scegli il corso di Cura delle Creature Magiche. Sono equidi alati che si possono vedere solo se si ha visto la morte. Credo che i tuoi compagni ti prendano in giro perchè nemmeno loro sanno la risposta, e sono dei poveri idioti"

"Dici sul serio?" chiese il ragazzo, ancora inquieto e diffidente.

"Puoi giurarci. Garantisco io!" sostenne George, rincarando la dose.

"Se vuoi ulteriore conferma puoi sempre chiedere al nostro amico..." disse Fred sorridendo a suo fratello.

"...Ma-io-sono-il-Prescelto, altrimenti conosciuto come Harry Potter" continuò George.

"Io non ci parlo con quello" disse con leggerezza il Serpeverde.

"Paura che Malfoy dica qualcosa a suo padre?" ghignarono i gemelli.

Il ragazzo non rispose, forse avevano colpito nel segno, forse no. Fatto era che il discorso si stava allungando e in cielo il sole calava rapido colorando tutto d'arancio.

"Vi ringrazio, ora devo andare a cena. A presto"

"Oh no, grazie a te per le succose verità" disse Fred.

"E grazie per averci detto tutte quelle cose... sai cosa intendo" aggiunse George con mezzo sorriso, prima di sparire fra le rughe della corteccia.

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Capitolo 7
*** "Di paludi tascabili e strane alleanze", o il Quarto Racconto ***




Alza gli occhi alla finestra, c'è ancora chiaro in cielo.
Anariel si tranquillizza e, dopo aver voltato pagina, si rimette a leggere.


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Maggio 1996

E così il Magirilievo si animò.

I gemelli rimasero estasiati davanti a quella visione: capelli biondi, occhi azzurri, viso caparbio; no, non era una Veela e nemmeno una strega con la scopa in un certo posto proveniente da Beaubatons. E non era per la sua bellezza che entrambi si erano prodigati in fior di sorrisi. Dietro di lei c'era anche Katie Bell.

"Alicia! Katie!" disse George saltando sull'attenti e togliendosi un cappello invisibile.

"Ragazzi! Non sapete quanto ci mancate!" esclamò la ragazza con un gran sorriso.

"Si, infatti... non sareste dovuti partire" aggiunse Katie, mordendosi un labbro, un po' emozionata.

"Ma siamo appena partiti, suvvia; e poi guardate qui cosa vi abbiamo lasciato?" ammiccò George facendo lo spaccone "Come vanno le cose?"

"Lasciamo perdere, guarda! Passando a cose più interessanti, di chi è stata quest'idea geniale? È così bello, sembra di essere davvero con voi. Devo assolutamente parlarne con Angie..."

"Ehm, ecco, a proposito di quello" cominciò Fred, portando una mano alla nuca con imbarazzo.

"Oh, Alis. Lo sai vero, che lui ha una cotta colossale per lei?" disse George con un'occhiolino sapiente.

"Per chi mi hai presa" ridacchiò lei sorniona. Katie scoppiò in una grossa risata irrefrenabile e l'amica dovette darle qualche colpetto sulla schiena per farla calmare.

"Alle ultime notizie il negozio va benone, per cui..." cercò di distrarli lui, per niente a suo agio.

"Insomma, Alicia! Non ci racconti niente?" disse George salvando suo fratello.

"Oh, nulla. La Umbridge ne combina una alla settimana, ma le cose sono cambiate da quando avete fatto saltare in aria la Sala Grande. Gli esami si avvicinano di nuovo e non sappiamo come si risolverà la situazione... la scuola è in subbiglio, non sanno più come gestire le cose. Ah, e per finire, Lee è diventato depressivo" aggiunse poi, come niente fosse. Aveva appena sganciato una bomba nucleare nei loro cuori di legno.

"Ma no, non ci crediamo" disse Fred "lui è un grande... non ha bisogno di noi"

"Oh, beh! Puoi pensare quello che preferisci, caro" ribatté Katie con asprezza "Lo sai cosa l'ho sorpreso a fare l'altro giorno?"

Gli occhi dei gemelli s'illuminarono di una luce pazzamente malvagia.

"Ma dopo dovrete darci qualcosa in cambio" disse Alicia sorridendo mesta.

"Ma certo, ragazze! Allora, parlate! PARLATE" tuonarono i gemelli con entusiasmo.

"Era un pomeriggio di lezioni ma lui aveva un'ora buca, stava camminando per i corridoi e sapeva che recentemente c'erano stati dei problemi tra Pix e Gazza, tanto per cambiare; il problema è che la Umbridge sta cercando seriamente il modo di mandarlo fuori dalla scuola, sai..."

"Lurida ibridofoba" ringhiò Fred.

"E quel giorno Pix ne aveva appena combinata un'altra delle sue: ha convinto i cuscini di un dormitorio intero delle prime a scoppiare in mezzo alla gabbia delle scale davanti alla Sala Grande! Non c'erano molti studenti, per fortuna. Era abbastanza perchè la Umbridge lo facesse imprigionare, Gazza l'aveva incastrato con uno strano retino probabilmente incantato fornito dalla rospa in persona, quando..."

"Sì?" chiese George con bramosia.

"Vi ricordate il prototipo di palude che gli avevate lasciato?"

"Non l'avrà mica..."

"Sì. L'ha aperta ai piedi di Gazza e si è nascosto. Pix è riuscito a sfuggire a quel maledetto leccapiedi, e quando siamo arrivate vicino a lui l'abbiamo sentito dire con le nostre orecchie <<  questa volta io, la prossima volta tu, schiappa  >>. Proprio così!"

"Un barlume di lealtà alla Poltergeist" disse Fred fingendo di togliersi una lacrimuccia con la punta dell'indice.

"Grandioso, ragazze..." continuò George, con occhi sognanti.

"Si, però quello è stato l'ultimo scherzo di Pix per quest'anno. Non ci ha più riprovato!" disse Katie sconsolata.

"Non dire così, vedrai che quando se ne va quel mostro di... essere ignobile... quella strega...indicibile, quella rospa della Umbridge, lui tornerà a creare caos a scuola!" disse Fred con forza. Non poteva essere altrimenti!

"Oh, non ne dubito" convenne Alicia "Ragazzi, vorremmo sapere qualcosa in cambio. Per favore, siate sinceri"

"Di che si tratta?"

"Lee. Cosa dobbiamo fare per tirarlo su? È in uno stato terribile, fidati. Nessuno gli dà più corda nei suoi attimi di follia. Si è dovuto alleare con Pix... non so se rendo l'idea!"

"Glielo dobbiamo" dissero i gemelli, scambiandosi un'occhiata alla Weasley.

"Katie, ci hai fatto un pensierino? Non è affatto male come ragazzo" disse Fred, spezzando l'atmosfera grigia che cominciava ad aleggiare sotto ai rami del Platano.

"Fred, sei un rinnomato idiota e questo te lo accordo, ma insomma! Sono anni che Oliver le va dietro, non puoi proporle..."

"MERLINO, COSA STATE DICENDO? SIETE IMPAZZITI?!" ululò lei, rossa in volto e con gli occhi stravolti.

"Katie, dai su. Lo sapevo anch'io" mormorò l'amica tentando di consolarla e fulminandoli con lo sguardo.

"Ci abbiamo preso in pieno, come al solito" sogghignò Fred, che conosceva il fratello e sapeva il vero motivo della sua affermazione: tiriamo un petardo e guardiamo se scoppia!

"Scherzetto! In realtà non sapevamo niente... ma quindi la cosa è ricambiata, eh?" continuò poi, ammiccante e simpatico come un gatto appeso ai cosiddetti.

"Certo che la è" gli rispose suo fratello in tono perentorio.

"Bravi, siete proprio buoni solo a spalare cacca di drago! Riprendetevi, e lo dico con affetto" s'inasprì Alicia, accarezzando meccanicamente la testa dell'altra come per calmare un cagnolino impaurito.

"Lee... vecchio mio... per quanto mi riguarda... devo pensarci su" disse Fred, e si mise a pensare.

"Dovrebbero esserci ancora degli snasi, da Hagrid, o sbaglio?" chiese George che aveva sempre strane idee per la testa.

"No, e comunque li ha liberati tutti nell'ufficio della Umbridge recentemente, se non erro" ricordò Katie.

"Lui? Mamma mia, un grand'uomo Lee. Un grand'uomo. La cosa migliore per lui sarebbe svagarsi! Portatelo a fare una gita nelle cucine"

"Sei fuori come un balcone! E se ci beccano? Siamo al sesto anno ti ricordo, razza di... di..."

"Ti faccio perdere l'eloquenza, mia cara?" chiese Fred, fascinoso, sbattendo le ciglia ripetutamente.

"Io so andare alle cucine, ma non ci sono mai entrata" ammise Alicia meditabonda.

"Chiedete di Dobby, l'elfo libero. Si farà un piacere di preparargli una torta. La preferita di Lee è il clafoutis di ciliegie, me lo diceva ogni volta che mangiavamo la crostata al rabarbaro. Ne prendeva sempre due porzioni a cena ma non era mai soddisfatto. Fidatevi di me! E poi andateci tutti e tre insieme, vedrete che sarà contento..."

"Certo non siete alla nostra altezza in quanto a compagnia, ma si può rimediare"

"Come no" ringhiarono le ragazze.

"Altrimenti fate man bassa nelle scorte di Piton per una pozione Polisucco e fatevi mandare una ciocca dei nostri capelli dai gemelli veri. Saranno lieti di mandarveli via gufo" snocciolò George.

"Io? Nel tuo corpo? Bleah" gli fece verso Katie tirando la lingua.

"Insomma, ragazze. Stategli appresso. Ha bisogno di voi"

"Si, infatti. Non abbandonatelo, che razza di amiche siete?" le rimproverò Fred, subito fulminato da un'occhiataccia di Katie e Alicia.

I gemelli non parlarono per un po'. Nonostante fossero solo intagli sul vecchio Platano, sentivano le budella attorcigliarsi per i sensi di colpa.

Avevano abbandonato Lee.

Stupidi gemelli veri!

Le ragazze si guardavano e sembravano comunicare telepaticamente; non volevano cedere, ma erano dispiaciute per Lee e per i fratelli Weasley.

Dopo qualche istante, sembrava che avessero finalmente preso una decisione.

L'aria risoluta rasserenò rapidamente Fred e George, che ritrovarono il sorriso - anzi, il ghigno.

"Oh e va bene. Vada per la gita nelle cucine" sentenziò la prima, riavviandosi i capelli chiari.

"Per me non c'è problema" rincarò l'altra.

"Ragazze, chapeau. Non esitate a tornare, ci farebbe piacere sapere come l'ha presa. E..."

"Si?"

"Ditegli che noi siamo qui, sull'albero, se c'è bisogno"

"NON GLIEL'AVETE DETTO?"

Fred portò le mani alle orecchie per tapparle e George squittì atterrito; decisamente, quel giorno, le ragazze non erano di buon umore.

"Perchè avremmo dovuto? Non sapevamo ancora se avrebbe funzionato"

"Si che lo sapevamo" s'inalberò George, ferito nell'orgoglio; dopotutto era stato lui a fare l'incantesimo.

"E io ti dico di no!"

"Si invece!"

"Merlana e Morgino! No, ti dico!"

Si azzuffarono come ragazzini, in un modo che ricordò alle altre due quando avevano tentato una pozione invecchiante per il Torneo Tremaghi. Un fallimento totale. Eppure li avevano avvertiti! Risero di gusto entrambe.

"Ciao, ragazzi"

"EHI! Un attimo!" gridarono, mentre loro posavano delicatamente un bacio gentile sulla corteccia e si voltavano verso il sentiero poco lontano.

Alicia e Katie erano già andate via, e loro sparirono, gli occhi fissi verso quei due puntini sulla collina che avanzavano piano piano verso il castello.

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Sono tornate una settimana dopo: la gita si è rivelata un successone! Dobby ha preparato due torte, una da mangiare sul posto e l'altra da portare in dormitorio... "in caso di necessità, signor Jordan, signore! È così gentile, Lee Jordan, signore... Dobby non ha parole per descriverlo! È un piacere, un piacere aiutare gli amici di Harry Potter! Se ha ancora bisogno, viene da Dobby!"

A buon intenditore...
Con affetto, Fred.







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Capitolo 8
*** "La Tana delle Serpi", o il Sesto Racconto ***


La ragazza si mordicchia un'unghia distrattamente e il dolore acuto di una pellicina strappata la fa imprecare ad alta voce. Per fortuna che è sola! Mentre si succhia il dito per diminuire il bruciore si distrae con un'altra pagina firmata Fred Weasley...

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Giugno 1995

E così il Magirilievo si animò.

"OH, Fred, guarda qua. Un'orda di mocciosi indemoniati nella sofferta attesa di ascoltare almeno il dolce suono delle nostre voci... Come sono felice"

"Lasciatelo perdere. Allora, cos'avete da dire, mocciosi indemoniati?" proseguì imperturbabile il ragazzo.

Quattro ragazzini, di cui due in divisa Grifondoro, un Corvonero e una piccola Tassorosso, si erano seduti ai piei del grande Platano. Il più coraggioso di tutti parlò:

"Mi chiamo Kilian, questo qui è Sebastian, il corvonero è Quentin e lei è Rebecca. Volevamo chiedervi se siete mai riusciti ad avvicinarvi al dormitorio dei serpeverde! E vogliamo anche sapere se hanno davvero dei serpenti che gli tengono su i baldacchini del letto, e se le loro candele fanno la luce verde come i loro stendardi! E poi volevamo anche..."

"Una cosa alla volta giovanotto! Impavido come un vero grifone a quanto vedo! Bene bene bene. Certamente noi siamo riusciti ad entrare nei dormitori dei Serpeverde, e certamente potremmo raccontarvelo, ma... siete di sicuri di volerlo sapere davvero?"

I quattri ragazzini, che avevano tutti sui dodici anni, annuirono famelici, così Fred cominciò a raccontare:

"È successo uno di quei sabato mattina senza compiti"

"Veramente i compiti c'erano, Freddy. E' solo che eri obnubilato da quella << Dandelion Cattermole >> o non so che!".

"Stavo dicendo, mocciosi, prima che mi interrompesse quello zuccone di mio fratello, che era una mattina senza pensieri, quindi ci siamo alzati e abbiamo deciso che era venuto il momento di scoprire dove dormissero quei dannati serpenti. Io e George siamo scesi nei sotterranei, perchè con il nostro indiscutibile acume ci siamo resi conto che dove sguizzavano allegri nell'aria i capelli unticci di Piton gatta ci covava. Ovviamente avevamo ragione"

"Fred, smettila, non gliela racconti giusta così. Guarda i loro faccini! Non credi che abbiamo diritto alla verità?" soggiunse George, in un impeto di discutibile bontà.

"Oh e va bene. Ragazzi, vi dirò la verità, giusto perchè mi sembrate dei tosti, ma fate attenzione: avevo quindici anni e gli ormoni impazziti. Mi ero preso una terribile cotta per questa Dandelion Cattermole, sesto anno, serpeverde... Non giudicatemi, vi prego! Ve l'ho detto, erano gli ormoni. Poi non mi hanno mai più ingannato... ve lo giuro" e la bocca gli si aprì in un ghigno.

I ragazzi, prima pronti a sputacchiare per il disgusto di immaginarlo a pomiciare con una serpeverde, ora pendevano dalle sue labbra.

"Tornando a noi" riprese George "Si era preso questa cotta per Dandelion, una ragazza deliziosa se non per il fatto che fosse una serpeverde e che si chiamasse come quel dannato fiore giallo, povera figliola. Fatto sta che mentre lui sgattaiolava nei sotterranei per pomiciare con lei, io li ho seguiti di nascosto. Quella ragazza era andata in brodo di giuggiole per Fred, e ne aveva ben donde. Avete mai visto due ragazzi così avvenenti? Scommetto di no' concluse, rapido, poi disse "Sicuramente sarete d'accordo con me sul fatto che le mie lentiggini siano molto più ordinate e più belle delle sue però. E Concordete anche sul fatto che il mio taglio di capelli..." suo fratello gli diede un coppino così forte che lui si mise a tossire.

"Quella ragazza era così carina, non potevo non approfittarne! E poi erano mesi che cercavamo il covo dei serpenti, non l'avevamo mai trovato. Invece, ecco una buona occasione per farlo! Mio fratello si è auto-Disilluso e..."

"Scusi signor Fred, cosa vuol dire disilluso?" disse la piccola Rebecca.

"Mia ignorante ma non per questo meno bella ragazza, ti consiglio di impararlo, si tratta di un incantesimo che permette di confondersi con l'ambiente in modo da non essere visto. Estremamente utile! Non che ce ne fosse davvero bisogno, io tenevo l'attenzione di Dands in pugno, proprio così" disse stringendo la mano per aria, atteggiandosi a fiero combattente

"Come no, Fred, come no. Ecco, siamo riusciti ad arrivare fino alla porta e l'orrendo quadro all'entrata non ha detto niente vedendo mio fratello entrare! Ovviamente non aveva visto me, li si che si sarebbe insospettito. Comunque, vi lascio immaginare quali strane parole d'ordine usassero! Cose come "Viscida striscia la serpe" o "freme e saetta la biscia" giusto per rendere le cose difficili da pronunciare!"

"E mentre quel damerino di mio fratello pomiciava deliberatamente sotto al mio naso, io ne ho approfittato per farmi un giretto!" commentò allegro George "Rassicuratevi, mocciosi indemoniati. Non c'erano bisce vere a formare i loro baldacchini! E nemmeno quell'altra cosa strampalata che mi avevate chiesto era vera, anche se sinceramente ora mi sfugge. Si vede che non era importante! Comunque, i muri sono scuri, le poltrone verdi, i candelabri d'argento, e tutto sembra umido e tetro nel covo delle serpi..."

"Credevate che i sotterranei fossero nel cuore della terra, vicine al caldo nocciolo del pianeta? Vi sbagliate! Come un lenzuolo verdognolo una strana patina luminosa copriva le cose! Non indovinate cosa fosse?"

"Bava di basilisco e uova di serpente?"

"Ci sei quasi"

"Olio di polpa di drago?"

"Fuochino"

"Fred, finiscila, idiota. No bambini, si trattava del terribile Lago Nero! Una vetrata attraversa tutta la loro sala comune! E' una cosa spaventosa! Mentre quel coiote di mio fratello limonava con Dandelion, ho perfino visto un paio di sirene farmi qualche cenno per raggiungerle, attraverso il vetro!"

I ragazzini impallidirono, il piccolo Corvonero disse:
"Ma non potevano raggiungerti, vero? George, signore?"

"Ovviamente no, sicuramente c'erano numerosi incantesimi a proteggermi!"

"Non è che fossero proprio li per proteggere te, sai" lo rimbeccò Fred.

"E cosa fanno i serpeverde quando sono tutti insieme?" continuò Kilian, corrucciato per la curiosità.

"Secondo te cosa fanno, ragazzino?"

"Si scambiano formule per fare dispetti" disse Rebecca, coi lucciconi agli occhi.

"Chi ha osato farti del male, piccola?" gridò George, tendendole una mano con galanteria.

"Un c-certo Bulstrode" balbettò in tutta risposta, tirando su col naso.

"Conoscevamo sua sorella, Millicent. Un nome fin troppo delizioso per quel tricheco iperagressivo. Se posso darti un consiglio, mia cara, procurati un buon dolcetto ai Tiri Vispi, Diagon Alley. Non è per farci pubblicità, ma..."

"Invece si che lo è" disse suo fratello ridacchiando, senza però riuscire a contrariarlo.

"Oh, insomma! Vieni a trovarci di persona, ce ne saranno di cose interessanti... potrai vendicarti in tutti i modi possibili!"

"Arrive-"

"No, no, aspettate! Non ci avete detto cosa fanno quegli sporchi serpeverde rintanati tutti insieme! Scommetto che richiamano i demoni dal mondo a cui appartengono, e che..."

"Ragazzo mio, tu hai davvero la testa immersa in una bolla di porridge. Possibile che crediate davvero a tutte quelle fandonie? I serpeverde sono come voi, solo più cattivi."

"Giusto un tantino, quel pizzico in più che basta a fare la differenza tra Harry Potter e Colui-che-non-deve-essere-nominato" disse suo fratello, riaggiustando il tiro.

"Una cosa è sicura, comunque. Mai fidarsi dei serpeverde. Siate sempre preparati a una pugnalata fra le costole!"

"Perchè?" chiese il più piccolo dei grifoni, atterrito.

"Perchè Dandelion un giorno l'ha beccato a guardare Angelina Johnson, e gli ha fatto trovare un bel regalino sul letto quella sera!"

"Che genere di regalino?" chiese il ragazzino, rapito.

"Oh una cosina da nulla" disse Fred, a disagio.

"Era una scatola piena di ragni" rise George, e fece l'occhiolino ai ragazzi, prima di scomparire come per magia.



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Capitolo 9
*** "Di proposte inaspettate e cuori che piangono", o il Settimo Racconto ***


Note d'amore a pié di pagina... Anariel sente un vero proprio batticuore nel petto. Le sembra di essere una di quelle curiose che leggono le lettere che si mandavano i genitori da ragazzini, o di quelle che vanno al cinema e si siedono dietro alle coppiette. Volta le pagine, ancora una volta, ammaliata.

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Settembre 1996

E così il Magirilievo si animò.

"Angelina, cosa ci fai qui?" urlarono i gemelli, terrorizzati.

La ragazza era seduta a gambe incrociate e l'aria calma che esprimeva ricordava molto la famigerata quiete prima della tempesta.

"Mi è giunta voce che sei stato con una serpeverde prima di me, razza di schiopodo sparacoda che non sei altro!"

"Non dire così, cara..." sussurrò Fred, il cui magirilievo esprimeva disagio allo stato puro.

Angelina li guardò entrambi; terribilmente arrabbiata, non riuscì a trattersi:

"Mi avevi giurato. Mi hai detto che non eri stato con nessuno, bugiardo! Credevo che non ci fosse nessun altro! Mi hai raccontato tante di quelle frottole, Fred, che se tu non fossi a Diagon Alley in questo momento sappi che ti appenderei per le orecchie agli anelli del campo di Quidditch!"

I ragazzi di legno rabbrividirono. E pensare che volevano aprire un secondo filone a Hogsmeade...

"Aspetta che venga sabato prossimo, razza di sorcio ignobile..."

"Ehi, piantagrane. Smettila di dargli contro e ti dirò qualcosa che ti interessa sul serio, non queste baggianate da pochi soldi che noi usiamo per far fremere i bambocci e guadagnare fama" disse George, alla riscossa per proteggere suo fratello dalle ingiurie discutibilmente meritate.

"Sentiamo, avanti" disse lei, ma aggiunse poi con tono minaccioso "ti avviso subito, però. Se è un'altra delle vostre stupide trovate per farmi perdere tempo, sappi che tuo fratello non sarà l'unico a farsi trovare al campo sabato prossimo!"

"Ci sarebbero un paio di clausole..."

"Accorcia" grugnì lei inferocita.

"Se non ci racconti un segreto, io non ti dirò un bel niente"

"E va bene, devo solo pensarci un po'. Dammi un attimo"

Angelina si mise una mano sotto al mento, appoggiò il gomito al ginocchio e si mise a pensare.

"Ok, ho trovato"

"Dicci, mia cara" tentarono i gemelli, guardandosi l'un l'altro in cerca di conforto.

"Non ci provate con me. Prima il fatto, poi il segreto. Altrimenti prendo in mano la scopa e vi raggiungo ADESSO"

"Angelina, rovini tutto il suspense! La solita guasta feste. Perchè mio fratello è così idiota da..."

"Chiudi quella boccaccia, starai mica pensando di dirgli quello che penso io?"

Fred lo guardò, il viso esprimeva un'angoscia tale da lasciar credere che difronte a lui ci fosse una mandria di bufali indemoniati.

"Invece sì. Svegliati, sciocco. L'ultima volta ti sei fidato di me con lei, non ricordi?"

"Si, ma era diverso! Quella volta..."

"Angie, Fred ti ama davvero. Sta mettendo da parte i soldi. Ti sembrerà assurdo, ma ha già comprato un anello..."

Fred-faccia-di-sughero si avventò contro il fratello cercando di abbatterlo per tappargli la bocca, ma ormai le orecchie che non dovevano sentire avevano sentito tutto.

Angelina aveva perso la voce; non disse più niente per qualche tempo.

"Angie cara, non ascoltarlo. Ti spiegherà tutto il mio vero io, ne sono sicuro. Sono tutte balle"

"George"

"Dimmi, Angie" rispose lui, con un sorriso allargato da una gioia selvaggia.

"Mi sa che... Oh dio..."

"Fred, te l'avevo detto. Siamo troppo belli, guarda che effetto le facciamo?"

"Sta zitto, fratello scemo. Guardala, sta piangendo"

"Non piangere, Angie! Lui ti ama, sciocca ragazza"

"È questo il punto"

"Si è emozionata..." il viso di Fred s'illuminò all'istante "Si è emozionata, non è triste! Oh dio... per tutta la biancheria di Merlino..."

"Piano, gente. Scendete un attimo dalle nuvole. Non ci hai detto il tuo segreto, mia cara"

"Non riguarda me. Si tratta di un professore. Va bene lo stesso?" disse Angelina, asciugandosi le lacrime con la manica della veste, sorridendo suo malgrado.

"Dimmi! Adoro quando si tratta di loro..." ghignò George, e Fred gli fece eco subito con una risata alla Weasley.

"Il professor Vitious... la Mc Grannit"

"Come scusa, non abbiamo sentito?" disse Fred strabuzzando gli occhi di legno, mettendo la mano a cono dietro l'orecchio.

"Il professor Vitious... lui ama la professoressa Mc Grannit. Dovreste vedere come la guarda... io... ho trovato una sua lettera per terra. Lo stavo seguendo dopo la lezione di Incantesimi per farmi correggere un compito, ho visto la pergamena cadergli dalle tasche... e non sono riuscita a trattenermi, l'ho letta tutta"

"Sei la degna ragazza di mio fratello" disse George estasiato.

"Sul serio? Beh, queste sono notizie!" aggiunse Fred, ancora inebetito per la super "notizia" di prima.

"Le ha scritto che sa bene di essere troppo basso, troppo brutto per essere alla sua.. ehm, altezza. La considera nobile, e... ehm... oh insomma, ragazzi. Non ci riesco. Se volete ve la faccio leggere. Non so se si sia mai accorto di averla persa. In ogni caso è un... un uomo che soffre molto per il proprio aspetto. Un gran mago, proprio così. Vi prego, non raccontatelo in giro, però. Mi sentirei seriamente colpevole se qualcun altro venisse a sapere di questo fatto"

"Qualcun altro... come la Mc Grannit" disse Fred, in un lampo d'ispirazione.

"Non ci provare, razza di..."

Ma i ragazzi erano scomparsi, non prima di salutarla con un occhiolino.



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Tranquilla, Angelina, amore mio. Non abbiamo mai raccontato a nessuno il tuo segreto.







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