I cinque battiti del cuore.

di Sam__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Il primo battito del cuore. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Il secondo battito del cuore. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Il terzo battito del cuore. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Il primo battito del cuore. ***


Angelica, l'unica donna che sia mai riuscita a farmi battere il cuore...Certo, non poi così tante volte, non sono mica un novellino che impazzisce d'amore per una donna!
Nossignore.
Ma ahimè, lo devo proprio ammettere. Lei c'è riuscita....esattamente, cinque volte.
Il mio cuore è aumentato di un battito per cinque volte a causa sua.

 Era una calda giornata d'estate...cioè credo fosse estate perché ricordo di avere molto caldo, o forse ricordo male visto che ero ubriaco.
Beh, ricordo che mentre camminavo per le strade di Siviglia in cerca di qualche buona compagnia, mi imbattei in una bella struttura completa di cortile, nel quale passeggiavano molte donne.
E' un bordello, sicuramente! 

 

Cercai di entrare, ma ovviamente la porta era chiusa. Così bussai e ad aprirmi fu una vecchia donna, con una tunica nera e un rosario al collo.
Sbalordita, mi guardò dalla testa ai piedi, poi mi diede uno schiaffo e mi chiuse la porta in faccia!
Si, mi parve strano che una donna di un bordello reagisse così a vedere un pirata, visto che noi eravamo i loro maggiori clienti.
Ma almeno lo schiaffo mi aveva svegliato dalla sbornia.
Comunque, non mi diedi per vinto.
C'erano abbastanza finestre per fare a meno della porta.
Così andai nel retro, dove tutto sembrava più tranquillo, e con la spada cercai di aprire la finestra.
Dopo svariati tentativi si aprì, entrai e mi ritrovai in una stanza al quanto piccola, contenente solo un letto, un armadio e diverse croci e quadri religiosi appesi al muro.
Una puttana religiosa? Dio ci metterà una vita ad assolvere i suoi peccati.

 
Mentre mi accingevo a ridere dei miei stessi pensieri, nella stanza entrò una ragazza vestita interamente di bianco. Non si accorse subito della mia presenza, perché stava ancora chiudendo la porta alle sue spalle. Mi avvicinai velocemente e quando si ritrovò davanti a me, cercò di urlare ma le misi subito una mano sopra la bocca.

"Sssh, silenzio" le dissi avanzando verso di lei, in modo da farla indietreggiare e farle aderire il corpo perfettamente alla porta. Così non avrebbe avuto modo di scappare.

Anche se, non cercava in alcun modo di divincolarsi e nei suoi occhi c'era una strana luce, che somigliava all'ammirazione.

"Okay, brava. Ora tolgo la mano, ma tu non urlare". Lei annuì piano col capo, mantenendo sempre gli occhi lucenti dritti sui miei.

Levai la mano e mi allontanai di qualche passo.

 Ora che la vedevo meglio, dovevo ammettere che era davvero bella. Aveva dei lunghi capelli castani, e anche gli occhi erano dello stesso colore. Il corpo, rivestito dalla tunica bianca, non lasciava intravedere molto ma si poteva senz'altro dire che era magra.

"S..sei un pirata?" chiese incerta.

"Si gioia, lo sono. E tu sei...?"

"Una novizia." rispose facendo un passo avanti "che ci fai qui?"

 Un convento. Ero in un convento, non in un bordello.

"Meglio che tu non sappia come sono finito qui." affermai sorridendo.

"Come ti chiami?" mi chiese.

"Capitan Jack Sparrow" risposi fiero.

Lei sorrise "io sono Angelica".

"Angelica...lo sai che sei sprecata in un posto così?" le chiesi girandole intorno e squadrandola per bene.

Lei sorrise imbarazzata e si mise a sedere sul letto "da dove vieni?" mi chiese curiosa.

"Dal mare" risposi sedendole accanto.

"E ce l'hai una ciurma, capitano?" domandò ironica.

"Certo che ce l'ho. Loro saranno nel posto giusto...non come me..." dissi guardandomi intorno.

"E hai..."

"No no no" la interruppi "ora tocca a me fare la domanda...perché non hai paura di me?"

"Perché mi hanno sempre affascinato i pirati" spiegò.

"A me hanno sempre affascinato le novizie, pensa un po’..." dissi con un sorriso, avvicinandomi sempre più.

 

Peccato che ad interromperci, fu il bussare alla porta.

"Angelica, sono suor Mariè...perché sei chiusa a chiave?" chiese una voce dall'altro lato della porta. Angelica schizzò in piedi e andò accanto alla porta "apro subito, mi dia un secondo" le disse.

Poi s'avvicinò a me "devi andartene" mi sussurrò "se ti scoprono sono guai per me e per te." Mi strattonò per un braccio costringendomi ad alzarmi.

Mi alzai di mal-voglia e andai alla finestra. Prima di uscire, mi voltai verso di lei e la baciai.

"Torno questa sera a prendere il resto." le dissi, per poi uscire dalla finestra.

"Non lo farai." rispose lei chiudendo la prima imposta della finestra.

La guardai confuso. Angelica sorrise "sei un pirata, ricordi?" affermò per poi chiudere l'altra imposta, scomparendo dalla mia vista.

 

Tornai alla locanda dove avevo lasciato la mia ciurma.

Almeno loro avevano la buona compagnia di qualche donna e del buon vecchio rum.

"Capitano!" annunciò Gibbs venendomi incontro "assaggi questo." mi porse una bottiglia contenente un qualche liquido.

Ne presi un sorso, non era affatto male.

"Dov'è il resto della ciurma?" chiesi non vedendo più nessuno di familiare nell'ammasso di persone dentro la locanda.

Gibbs fece spallucce "da qualche parte" rispose scoppiando a ridere.

Sorrisi bevendo ancora un po’ da quella bottiglia.

Forse bevvi ancora dopo quel sorso, e ancora, visto che mi ritrovai disteso su un tavolo, con metà della gente di prima presente nel locale. A giudicare dalla poca folla, doveva essere davvero tardi.

Corsi fuori e il cielo era già avvolto dalla notte, decisi di tornarmene dalla mia amata perla, quando camminando mi ritrovai vicino a quel convento.

Beh, direi che la perla poteva aspettare!

 

Andai nel retro e la finestra era chiusa, bussai più volte finché Angelica non aprì la finestra "Jack!" disse in un misto di sorpresa e contentezza.

"Troppo tardi, gioia?" chiesi mentre saltavo la finestra. Appena me la ritrovai di fronte, notai che aveva una camicia da notte che le lasciava il corpo più scoperto, rispetto alla tunica bianca.

"Mmmh..." dissi ammirandola dalla testa ai piedi.

"Non pensavo saresti tornato davvero" affermò richiudendo la finestra alla mie spalle.

"Noi pirati siamo uomini di parola" le dissi sorridendo.

Si voltò verso di me "Suor Mariè dice che i pirati sono uomini senza Dio, destinati all'inferno."

Sorrisi "...Beh ma pur sempre di parola!"

Mi avvicinai a lei e la baciai, questa volta con passione, assaporando meglio le sue labbra e la sua lingua.

Interruppe il bacio, distanziandosi un po’ "Jack, io non posso" disse come una supplica.

"Ma so che lo vuoi" risposi per poi riappropriarmi delle sue labbra. Scesi a baciarle il collo, per poi risalire alla sua bocca.

La presi in braccio e la distesi sul letto, mettendomi sopra di lei.

Entrambi cercammo di levare l'uno gli indumenti dell'altro.

Dopo vari minuti, ce ne disfammo e lei si fermò per un attimo dal baciarmi e mi guardò con gli occhi lucidi, per poi sorridere e continuare a baciarmi.

Quello sguardo, con quel sorriso in quella circostanza.

Provocò il primo battito del mio cuore per lei


NDA:

Eccomi qui con la mia prima Fan Fiction sulla mia OTP del cuore.

Sono sempre stata una lettrice silenziosa, ma dopo ben due anni, ho deciso che è arrivato il momento di mettermi alla prova.

Così ecco qui il primo capitolo della mia storia, che praticamente parla del primo incontro di Jack e Angelica e del famosissimo bordello convento  di Siviglia.

Lasciatemi una recensione per farmi sapere cosa ne pensate.

Mi scuso se sono troppo OOC i personaggi e per la lunghezza del capitolo. Vi prego, non datemi poca corda e caduta sorda è pur sempre la mia prima storia qui çç

Al prossimo capitolo :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Il secondo battito del cuore. ***


Capitolo 2: il secondo battito del cuore

 
Era mattina, quando nel sonno, sentivo l'insistente bussare a una porta e qualcuno che mi scuoteva chiamando il mio nome.
"Jack!" sussurrò Angelica scuotendomi.
"Mmh..." mugugnai a occhi chiusi.
"Alzati! Devi andartene." continuò sottovoce.
Aprii piano gli occhi, e la vidi, ancora accanto a me, con solo il lenzuolo a coprirla. Sorrisi.
"Perché devo andarmene?" chiesi con un tono di voce troppo alto.
"Sssh" rispose colpendomi affettuosamente sul petto.
Indicò la porta "è da almeno 10 minuti che Suor Mariè bussa insistentemente. Devi andartene!" continuò sempre con un basso tono di voce, in modo da non farsi sentire.
La fissai per qualche istante. "Scusa tanto, ma oltre a Suor Mariè non ci sono altre suore qui?" chiesi.
Angelica sorrise. "E' la suora madre e comunque non mi sembra il momento adatto per parlarne."
Un'altro colpo alla porta "Angelica apri immediatamente, inizio a preoccuparmi!" esclamò la suora dall'altro lato della porta.
"Arrivo, mi dia un secondo." Le rispose urlando l'altra.
 
Mi alzai di scatto, rivestendomi molto velocemente, recuperando i miei effetti e il cappello.
Stavo per uscire dalla finestra quando Angelica chiese "tornerai?" quasi come una supplica.
Mi girai per guardarla dritto negli occhi "ehm...no!" risposi per poi accingermi a uscire.
"Non puoi usarmi, rendermi impura, sconvolgere i miei piani e poi lasciarmi qui." disse arrabbiata.
Una volta fuori, mi ri-girai a guardarla "si che posso".
Lei si sporse quel tanto che bastava a non cadere, allungò il braccio e afferrò il mio amato cappello "allora questo lo prendo io, per sicurezza!" affermò facendomi l'occhiolino, per poi chiudermi la finestra in faccia con un gesto veloce, senza darmi il tempo di replicare.
 Diamine! Ci mancava solo che mi rubasse il cappello.
 
Andai a girare un po’ per le strade di Siviglia, per poi finire il mio giro al porto dove si trovava la mia amata Perla.
Fra tutte le navi, non riuscivo a vedere la mia dalle vele nere.
Mi parse così strano, che dovetti fare avanti e indietro per tutto il porto un bel po’ di volte, per accertarmi che non ci fosse.
Quando notai che in un angoletto di mare, c'era una barchetta a remi nella quale Gibbs dormiva in modo al quanto scomodo.
"Ehi!" esclamai. Ma lui non si mosse di un millimetro.
"Gibbs!" provai ancora, senza alcun risultato.
Salii a bordo della barchetta "miseriaccia Gibbs, alzati!" urlai dandogli un calcio.
Si svegliò urlando, preso dal panico "che tu sia maledetto vigliacco furfante!"
Mi guardò, sbattendo le palpebre un paio di volte "madre divina, Jack, che diamine fai?" chiese perplesso.
"Piccola domanda Gibbs, dov'è la Perla?" gli chiesi al quanto irritato.
"Barbossa l'ha portata via, lasciandoci qui." spiegò dispiaciuto.
"Barbossa cosa? Perché non l'hai fermato?"
"Ero uno solo contro un'intera ciurma." si giustificò.
"La Perla...la Perla Gibbs! Per la miseria, sapevo di non doverla lasciarla a quei mozzi infedeli!"
"Si può sapere dove sei stato questa notte? Se ci fossi stato magari non sarebbe successo." mi rimproverò.
 
Risalii nel porto, e Gibbs mi seguì "ho avuto da fare." risposi vago "e comunque un ammutinamento con o senza la mia presenza, l'avrebbero fatto ugualmente." Spiegai continuando a camminare, mi voltai di scatto e Gibbs si fermò a guardarmi preoccupato.
"Conosco quello sguardo...cos'hai in mente?" mi chiese sorridendo.
"Ci serve una nave per arrivare a Tortuga, dove recluteremo una ciurma, col quale salperemo per recuperare la Perla, comprendi?" chiesi ricambiando il sorriso.
"Penso di poterti trovare una nave."
"No, non pensi. Tu mi troverai una nave." Ordinai.
Gibbs annuì spaventato.
"Quanti giorni ti servono per trovarla?" chiesi infine.
Guardò in alto, facendo un paio di smorfie e annuendo a se stesso "Credo che tre giorni dovrebbero bastarmi." affermò.
"Perfetto Gibbs, ci vediamo qui fra tre giorni." dissi e così facendo me ne andai.
 
Decisi di tornare al convento, sperando che Angelica avesse finito con le sue preghiere e cosucce varie.
Bussai un paio di volte, e quando fui sicuro che lei non fosse lì, aprì la finestra come la prima volta. Forzando la serratura con la spada.
Entrai e mi distesi sul letto, aspettando che Angelica tornasse.
Riflettei sulla strana sensazione che avevo provato la sera prima, al battito del mio cuore che era accelerato.
 Si, era durato soltanto un attimo. Ma c'era pur sempre stato.
Non mi era mai successo con nessuna donna, e intendiamoci: sono Capitan Jack Sparrow, ho avuto donne a volontà nella mia vita.
Non ne avevo parlato con nessuno, anche perché chiunque, perfino il mio migliore amico (malgrado non ce l'abbia) avrebbe riso a crepa pelle alla mia confessione.
Una cosa così non era da me. Jack Sparrow che prova un sentimento per una donna? Jack Sparrow sul punto di innamorarsi?
Non era una nomina da farmi. Ero un pirata(il più grande dei pirati!) e il mio unico amore era il mare.
Lei era...era solo una delle tante. Che forse in un futuro, sarebbe stata un bel ricordo. Nient'altro.
Notai che il mio cappello era poggiato ai piedi del letto, potevo prendermelo e andarmene, senza mai più tornare...ma per qualche motivo, volevo rivederla.
 
La porta si aprì e Angelica, appena mi vide, entrò velocissima richiudendosi la porta alle spalle.
"Jack, che ci fai qui?" chiese perplessa
"Mi hai rubato il cappello, se non ricordo male..." iniziai alzandomi dal letto e andandole vicino "...Ed era un pretesto per farmi tornare, se sempre non ricordo male." dissi avvicinando le mie labbra alle sue.
Angelica sorrise e con gesto veloce, riuscì a sfuggirmi, ritrovandomela dietro le mie spalle.
"E' vero che volevo che tornassi, ma non per fare ciò che pensi." affermò provocandomi.
Mi girai per guardarla "e cosa proponi di fare, sentiamo..."
"Voglio che m'insegni a combattere!" esclamò entusiasta.
"Combattere?" chiesi sbalordito da quella sua richiesta.
Lei annuì sorridendo.
"Ma a che ti serve saper combattere?  Sei una novizia." dissi confuso.
"Perché nel caso succedesse qualcosa, saprei difendermi." spiegò tranquillamente.
"E cosa, di grazia, dovrebbe succedere?"
Angelica sorrise. "Beh, per esempio, che un pirata entri nella mia stanza. E invece di essere così innocuo come te, potrebbe voler farmi del male e nel caso saprei fermarlo!"
"Io non sono innocuo!" risposi offeso dalla sua affermazione.
"Va bene, va bene" disse roteando gli occhi "ora, mi insegni a usare la spada?" concluse entusiasta.
"Qui?" chiesi indicando l'ambiente in cui ci trovavamo.
"Già, non è proprio il posto adatto! Beh, usciamo e troviamone uno." propose.
"Puoi uscire di qui?" domandai stranito.
"Di nascosto, si!" rispose contenta, aprendo la finestra.
"Aspetta!" la fermai, prima che saltasse.
Uscii per primo, e una volta fuori le allungai le braccia "ti prendo io" le dissi.
Lei inarcò un sopraciglio."Jack, sarà si e no un metro di altezza."
"Scusa tanto se volevo essere gentile." dissi allargando le braccia.
"Va bene, aiutami." disse, sedendosi sul bordo della finestra, rivolta verso di me. Pronta per scendere.
Mi alzai sulle punte e le posai le mani sui fianchi, la strinsi in modo da non rischiare che mi cadesse(e non che mi dispiacesse toccarla, comunque) e lei mi cinse il collo con le braccia, per essere più sicura. La presi e in un attimo la misi giù di fronte a me.
Quella finestra era davvero alta meno di un metro. Beh, mi andava di aiutarla e l'ho fatto, ecco qui!
 
Angelica aveva lo sguardo basso, e le gote leggermente arrossate.
Che fosse imbarazzata?
"Inizierei con l'allontanarci da qui..." dissi avviandomi.
Lei mi seguì a ruota "conosci un posto abbastanza grande e magari isolato?"
"Mmh...a cosa ti serve un posto così?" chiesi malizioso.
Lei mi spinse scherzosamente "Jack! Devi insegnarmi a combattere, lo sai!" mi rimproverò.
Sorrisi per la sua reazione "Si si lo so, ma inizierei col trovarti dei vestiti adatti." dissi voltandomi verso di lei e osservandola dalla testa ai piedi.
"E dove li troviamo?" chiese perplessa.
"Ci penso io." risposi sorridendo.
La portai in una sottospecie di bottega, e le dissi di aspettare fuori mentre contrattavo col venditore.
Uscii dopo un paio di minuti e le porsi i vestiti "ecco qui, gioia." affermai entusiasta del mio affare.
Lei li osservò stranita "ma sono dei vestiti da uomo!"
"Beh, con cosa volevi combattere? Una gonna? I vestiti da uomo sono la cosa più comoda e meno costosa che c'erano." mi giustificai.
 
Poco dopo, trovai un fienile abbandonato. Era perfetto per insegnarle a combattere.
Lei si nascose dentro una stalla "Jack, non sbirciare." si raccomandò.
"Ma se ti ho già vista nuda." ribattei cercando di intravedere qualcosa.
"M-ma smettila! Alla luce del giorno è diverso." disse con tono imbarazzato.
"Va bene, non guardo." affermai girandomi di mal voglia, dando le spalle alla stalla.
Uscì dopo pochi minuti con una camicia bianca un po’ troppo larga e dei pantaloni neri, che malgrado la cintura, erano larghi e pure lunghi. E infine, degli stivali che sembrava gli calzassero abbastanza bene.
Scoppiai a ridere e lei mise il broncio "non ridere, ti prego!" disse irritata.
"Ti stanno grandissimi." spiegai.
"Maddai! Non me ne ero proprio accorta." rispose con sarcasmo.
"Forza, iniziamo." affermai girandomi e camminando verso uno spazio più ampio.
Anche se non glielo dissi...era bella anche con i vestiti grandi e da uomo.
 
Cominciai con l'insegnarle alcuni affondi e come schivare gli attacchi. Come muoversi velocemente, a recuperare la spada nel caso la disarmassero e come disarmare l'avversario.
Con mia gran sorpresa, imparò tutto molto velocemente.
Così decisi di insegnarle la mia mossa "speciale".
"Okay, pausa." le dissi fermandomi.
"Perché? Sto andando benissimo." ribatté lei.
"Perché ho deciso di insegnarti una mossa che nessuno conosce."
Non so perché volevo farlo, mi sembrava semplicemente degna di saperla eseguire.
"Ecco cosa si fa..." dissi avvicinandomi piano "ti devi muovere velocemente..." continuai mettendo i piedi l'uno davanti all'altro "...pesti un piede all'avversario" dissi facendo esattamente ciò che le dicevo "e ti sposti alle sue spalle, girandoti immediatamente".
Le scivolai dietro e quando mi girai lei mi dava ancora le spalle "in modo che quando si girerà..."
Angelica si voltò a guardarmi "lo colpisci ripetutamente mettendolo con le spalle al muro". spiegai mentre la colpivo con la spada.
Lei cercava di difendersi, indietreggiando.
Una volta che la sua schiena era quasi un tutt'uno con la parete dissi "infine, gli punti la spada alla gola. Puoi ucciderlo, o farti commuovere nel caso ti implori di lasciarlo andare."
Lanciai la spada in aria, riprendendola dalla lama. In modo da puntarle il manico.
Angelica sorrise e impugnò la spada.
"Quindi vediamo se ho capito..." disse pestandomi un piede, scivolando alle mie spalle aspettando che mi voltassi, colpendomi ripetutamente fino a quando non fui con le spalle al muro e concludendo puntandomi la spada al collo.
"E' così, giusto?" chiese entusiasta della tecnica appena imparata.
Restai a fissarla per un paio di minuti. Aveva imparato la mia tecnica in un batter d'occhio.
Deglutii un paio di volte, per cercare di liberarmi di un peso che sentivo nel petto.
Ecco...Quel peso...Fu il secondo battito del mio cuore per lei.


 
NDA:
Eccoci qui con il secondo capitolo!
Grazie a chi ha recensito con tanta bontà e gentilezza, e ai lettori silenziosi.
Allora, questo capitolo è sicuramente più lungo del primo e spero di essermela cavata con i personaggi, mantenendoli nel IC nonostante alcuni momenti quasi nel fluff.
La cosa di Jack che perde la Perla, come una volta precedente a quella dove l'abbandonano sull'isola, mi è venuta di colpo! Perché inizialmente non era così...poi però mi è piaciuta anche per far combaciare i capitoli successivi, e l'ho scritta.
Spero di essermela cavata con la descrizione di quando Jack aiuta Angie a scendere dalla finestra, e quella del combattimento. Che ripensando alla scena del quarto film (dove s'incontrano e combattono e come ultima mossa Angie fa quella che gli ha insegnato Jack) ho cercato di descrivere il meglio possibile.
Spero di non avervi delusi.
Al prossimo capitolo :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Il terzo battito del cuore. ***


 
Verso sera, ci incamminammo per tornare al convento.
"Credo che dovresti rientrare dal retro." suggerì arrivati davanti i cancelli della struttura.
"Si, credo non sia il massimo farmi vedere in queste vesti, accompagnata da un pirata." rispose ironica Angelica.
 
Giunti sul retro, dovetti ancora forzare la finestra per aprirla.
"Ad aprirla sempre così...si romperà prima o poi." si lamentò lei.
"Non vedo l'ora che si rompa." affermai sorridendo.
Finalmente riuscì ad aprirla.
"Okay, salgo io e poi tiro su te." dissi facendo per salire.
"Si può sapere perché mi tratti come se fossi rimbambita? So salire una finestra di appena un metro e mezzo." ribatté lei.
Arrivato dentro, mi sporsi porgendole la mano.
"La verità è che, non so come comportarmi." risposi. 
Angelica afferrò la mia mano, con l'altra si aggrappò alla sporgenza della finestra e dandosi una spinta riuscì ad entrare.
"Che cosa vuoi dire?" chiese confusa.
"Voglio dire che cerco solo di essere gentile perché sei una donna, ma sembra che tu voglia essere trattata come un uomo. E mi confondi su come comportarmi." spiegai.
 
 No, non era vero.
In realtà, io non ero il tipo che dopo una notte di passione, si faceva trovare al risveglio.
Non ritornavo mai più di una volta dalla stessa donna. E ancor più: non insegnavo alle donne come combattere.
Non sapevo come comportarmi con lei, perché non ero abituato a passare tanto tempo con una donna.
Ma non c'era bisogno che lo sapesse. 
 
"Non voglio essere trattata come un uomo, ma nemmeno essere come tutte le altre donne." replicò.
"E come sarebbero tutte le altre donne?"
"Pregare e servire. Io non sono così!" esclamò.
"Beh tu preghi...e pure tanto!" risposi sorridendo.
"Ma non sono serva di nessuno."
"Nessuno ha mai detto che tu lo sia." 
Angelica sorrise.
"Devo togliermi questi vestiti orribili!" disse guardandoseli.
"Oh, ci penso io!" proposi contento, allungando le mani per levarglieli.
"Jack!" mi rimproverò allontanandosi di scatto "giù le mani!"
Sbuffai, alzando gli occhi al cielo.
Lei sorrise divertita "vado a fare il bagno." disse voltandosi.
Non mi diede nemmeno il tempo di aprire bocca che subito disse "No Jack, tu non vieni!" e uscì dalla stanza. Lasciandomi con l'amaro in bocca.
 
 Okay Jack, è il momento giusto per andare via! Scappa, corri e non voltarti indietro!
Ma per qualche motivo i miei piedi erano inchiodati al pavimento.
Angelica era un bel guaio, era vero che non era come tutte le altre donne.
E questo era il guaio!
Riusciva a farmi fare quello che voleva anche senza che io lo volessi.
Non si faceva incantare tanto facilmente dai bei gesti e dalle parole.
Era furba, e levarmela dai piedi non sarebbe stato facile. Per lo più se quest'ultimi non volevano scollarsi da terra!
 
Mi arresi all'idea di restare lì. 
Mi distesi sul letto, aspettandola. Ma del tempo che ci mise mi addormentai.
Sentii un rumore e schiusi leggermente gli occhi, la vidi avvicinarsi a me "è ancora presto, torna a dormire." mi sussurrò, accoccolandosi accanto a me.
Sentii la sua testa sulla mia spalla e la sua mano che mi accarezzava il petto, chiusi gli occhi abbandonandomi a quella meravigliosa sensazione.
"Jack?" chiamò.
"Mmh..." mugugnai mantenendo gli occhi chiusi.
"Quanto resterai a Siviglia?" mi chiese.
"Tre giorni." sussurrai.
"E poi dove andrai?" 
"Ovunque."
"Posso venire con te?" 
"Se ci tieni tanto..."
La mia risposta doveva averla resa molto felice, visto che si strinse ancora di più al mio corpo.
 
La mattina seguente, nessuna suor Mariè venne a svegliarci.
Perché fu Angelica a costringermi ad alzarmi.
"Jack, dobbiamo andare prima che arrivi qualcuno a chiamarmi!" disse strattonandomi per un braccio.
"Andare dove?" chiesi perplesso.    
"Ricordi almeno vagamente la discussione di ieri notte?"
Ci pensai un attimo. O almeno, feci finta di pensarci.
La ricordavo perfettamente, ma io non potevo portarla con me.
"Ehm...no!"
"In sintesi: vado via da qui, vengo con te." affermò entusiasta.
"Cosa? No no!" replicai.
"Jack, io non posso più stare qui, ho peccato, non ne sono degna." spiegò tristemente.
"Non avete una qualche preghiera che vi dia la redenzione?" chiesi confuso.
"Senti, ora so che c'è di meglio là fuori. Non voglio restare qui." ammise.
"Okay, allora va e divertiti." dissi incoraggiandola.
"Non ho idea di come andarmene. Tu hai una nave, quindi vengo con te."
"Tecnicamente non ho proprio una nave..." iniziai imbarazzato.
Ma suor Mariè bussò alla porta, ordinando ad Angelica di uscire.
"...Magari te lo racconto strada facendo." conclusi, e così uscimmo per l'ultima volta attraverso quella finestra, e mettendoci a correre diedimo l'addio a quel convento.
 
"Cos'è... questa... storia... che non hai... una nave?" mi chiese col fiatone, dopo esserci appena nascosti in un vicolo.
"Ho una nave...ma non è proprio la mia." risposi, sdraiandomi a terra, sfinito per la corsa.
"Non pensavo che... una corsa ti... stremasse così." disse premendosi una mano nello stomaco, prendendo un profondo respiro.
"Beh non che... tu sia messa... meglio di me..." ribattei.
Angelica sorrise "allora dì, che cosa vuol dire che non è proprio la tua nave?"
"Che la mia devo andarla a recuperare con questa che ho ora." spiegai.
"Mai una spiegazione chiara tu, eh?" affermò ironica.
"Senti, ho una nave con cui andarmene. Questo è l'importante." conclusi.
"Andarcene." mi corresse subito lei.
"Non ti ho mai detto che puoi venire." replicai.
"Ormai siamo insieme Jack, non puoi abbandonarmi adesso!" esclamò decisa.
Una donna a bordo avrebbe portato decisamente male, ma sarebbe stato peggio non averla.
Mi odiavano già troppe persone e sopratutto donne, tanto valeva farla venire.
 Per il momento, non l'avrei abbandonata.
La guardai attentamente, e mi accorsi della borsa che portava in spalla.
"Cosa c'è lì dentro?" chiesi facendo cenno verso la borsa.
Lei la guardò "i vestiti che mi hai comprato, acqua e qualcosa da mangiare."
"Direi di tornare a quel fienile abbandonato." proposi sorridendo.
"Non possiamo salpare oggi stesso?" domandò perplessa.
"No! Si salpa tra due giorni." risposi alzandomi.
"Perché?"
"Perché la nave sarà pronta tra due giorni." m'incamminai e lei mi seguì a ruota.
"Sarei andata via dopo, se sapevo che saremmo dovuti stare due giorni in un fienile." ribatté.
"E' stata tua l'idea di andartene adesso, è te che le guardie di Siviglia cercano, è te che devo nascondere e quindi sono tue le conseguenze." conclusi.
 
I due giorni seguenti nel fienile, passarono in fretta.
Fra notti d'amore e allenamenti con le spade.
Arrivammo al porto di Siviglia, e quasi subito trovai Gibbs davanti  un enorme nave che si reggeva sul mare.
"Capitano!" esclamò venendomi incontro "come promesso, ecco la nave!" disse indicando quest'ultima dietro di lui.
Avanzai, sporgendomi di lato prima di salire a bordo.
 Royal Neptune.
Diceva il nome sullo specchio di poppa.
Salii a bordo e Angelica cercò di seguirmi, prima che Gibbs la bloccasse.
"Lei chi è?" chiese piazzandosi difronte a lei.
"Miss Angelica." gli rispose.
"Sono spiacente miss, ma lei non può salire."
"E' con noi!" urlai, scendendo giù.
Gibbs mi guardò preoccupato, s'avvicinò "Jack, lo sai che avere una donna a bordo..."
"Si si lo so." lo interruppi subito "questo è uno di quei casi in cui porterebbe male non averla." gli sussurrai.
Gibbs annuì confuso.
"Ora, leviamo le ancore. Sono stanco di stare sulla terra ferma!" ordinai, risalendo a bordo, seguito da Angelica.
Quando finalmente Gibbs salì a bordo, partemmo per Tortuga, lasciando per sempre Siviglia.
 
Conducevo il timone, annoiandomi terribilmente, quando vidi Angelica uscire dalla cabina, dirigendosi sul ponte.
Si appoggiò sul parapetto, fissando il tramonto.
"Gibbs, pensaci tu qui." gli dissi, lasciandogli il timone.
Mi avviai verso di lei.
"Mozzafiato." le sussurrai all'orecchio.
Lei sobbalzo, sorpresa dal mio arrivo.
"Avevi mai visto il tramonto da una nave?" le chiesi, mettendomi accanto a lei.
Angelica scosse il capo.
"A cosa pensi?" domandai stranito dal fatto che non avesse ancora aperto bocca.
"Non so se ho fatto bene ad andare via..." confessò.
"Tanto indietro io non ti ci porto, quindi ti conviene guardare avanti." le consigliai, cercando anche di ironizzare.
Non volevo cominciare discorsi seri, confortandola e promettendole che ci sarei stato io d'ora in poi, quando non sarebbe mai stato così.
"...Quel posto è stata la mia unica casa da...direi da sempre." disse tristemente.
"Oh Angelica, troverai tanti di quei posti in cui vorrai restare ma che per forza di cose dovrai lasciare...Meglio che tu ci faccia l'abitudine!"
"Jack, questa vita non ti sa di solitudine?"
Pensandoci si, ero solo.
Avevo una ciurma, ma poteva andare a venire in qualsiasi momento.
Avevo una nave, che altrettanto andava e veniva.
Ma non avevo niente e nessuno che restasse per sempre.
"Si beh, a me va bene così perciò..." risposi facendo spallucce.
Lei sorrise "aah Jack Sparrow, quanto vorrei essere come te!"
"Chi non vorrebbe essere me?" chiesi fiero.
Lei mi colpì al costato, lanciandomi uno sguardo scettico.
La voce di Gibbs ci distrasse dal discorso.
"Jack, dobbiamo invertire la rotta!" urlò.
Scattai subito verso di lui "che cosa? Perché mai?" gli chiesi irritato.
"Il vento e le maree sono a nostro sfavore, dobbiamo fare il giro passando dalla Francia!" spiegò lui.
"E magari fare anche qualche tappa?"
"Magari!" esclamò sorridendo.
Gli feci l'occhiolino "ammetto di non aver mai visitato la Francia..."
"Quindi ci fermiamo in Francia?" propose infine Gibbs.
"Si, ma davvero poco. Non voglio arrivare tardi per la perla..." conclusi.
Tornai da Angelica, restata lì a fissarci curiosa.
"Ci fermiamo in Francia!" annunciai sorridendo.
"E' dove volevi andare?" mi chiese perplessa.
No, non lo era affatto. Era solo una tappa da fare per forza di cose, ma lei questo non necessitava di saperlo.
"Io voglio andare ovunque..." risposi avvicinandomi al suo viso.
"Quindi anche in Francia." disse sorridendomi.
"Quindi anche in Francia..." le feci eco io, annullando la distanza delle nostre labbra.
 
Approdammo a La Martinique.
Mentre giravamo il posto, Angelica era due passi avanti di me e Gibbs, intenta a scrutare e stupirsi di ogni piccola cosa vedesse.
La fissavo, incantato dalle sue movenze e dai suoi sorrisi affascinati.
"Jack, chi è?" la voce di Gibbs mi riportò alla realtà.
Lo guardai, non capendo a chi si stesse riferendo. Mi fece un cenno verso Angelica.
"Te l'ha detto...Miss. Ang..."
"No, Jack non intendevo questo." m'interruppe "chi è per te? E perché dobbiamo portarcela con noi?"
"Avanti Gibbs, non vorrai dirmi che è la prima donna che portiamo a bordo..." risposi cercando di sviare l'argomento chi è per te?
"Si, è la prima!" ribatté.
Ah, miseriaccia! Aveva ragione, Angelica era la prima donna che portavo in un viaggio. Magari perché era l'unica di cui non riuscivo, o non volevo, liberarmi...almeno per ora. Era l'unica a portarmi testa e con cui sapessi conversare oltre ad andarci a letto.
"Allora Jack, che le hai fatto?" mi risvegliò Gibbs dai miei pensieri.
"Che cosa vuol dire 'che le hai fatto'?" domandai confuso.
"Hai un qualche debito da pagare verso di lei per averla portata qui, quindi, qual'è?" chiese come se fosse la cosa più normale del mondo.
Cioè, era la cosa più normale del mondo.
Mi soffermavo allungo con le donne solo quando dovevo ripagare a qualche danno che avevo causato.
Non che il danno questa volta non vi fosse...l'avevo pur sempre fatta uscire dalla retta via. Ma questa volta non dovevo ripagare nessun debito...
"Non ho fatto niente." risposi vago.
Gibbs aggrottò le sopracciglia "e allora perché è..." il viso gli s'illuminò e sorrise entusiasta "per tutte le palle di cannone con la barba...Jack Sparrow innamorato!" urlò.
Lo colpii alla spalla "Ssh, non è vero!"
"E allora perché è qui?" chiese con malizia.
"Perché voleva andare via e gli ho offerto un passaggio." risposi ovvio.
"Si certo...e io sono stupido." disse ironico.
Si fermò davanti la porta di una locanda "beh, puoi anche non ammetterlo...ma la verità  ce l'hai dipinta in faccia." affermò per poi entrare nella locanda e sparire alla mia vista.
Okay, dovevo seriamente finire questa storia.
 
Corsi fino a raggiungere Angelica, e presi un profondo respiro.
"Oi, dovrei parlarti di una cosuccia..." le sussurrai all'orecchio, mentre lei era intenta a guardare la piazza, seguii il suo sguardo e mi accorsi solo in quel momento di ciò che attirava la sua attenzione.
Una specie di festa, dove c'era chi suonava la chitarra e chi ballava.
Angelica ignorò la mia  affermazione e mi prese per mano "andiamo Jack!" esclamò tirandomi verso il mucchio di gente che continuava a ballare a ritmo di musica.
"No no, Angelica fermati!" urlai per sovrastare la musica, cercando di liberarmi dalla sua presa.
Lei si voltò a guardarmi "non mi dire che non sai ballare!" disse in tono di sfida.
"Vuoi mettermi alla prova?" chiesi.
Le misi una mano intorno alla vita, e lei ne appoggiò una sulla mia spalla.
Mentre le altre due erano legate in una salda stretta.
Cominciammo a ballare in modo classico a ritmo di musica, il quale era piuttosto lento.
Angelica si appoggiò al mio petto e io mi inebriai del suo odore.
Non dovevo lasciarmi abbindolare, avevo un obbiettivo e più andavo verso di lei, più mi allontanavo da ciò che volevo.
Per fortuna, la musica finì, ma ne iniziò subito un'altra che somigliava molto più a un Tango.
Angelica si allontanò e mi sorrise "niente male per un pirata...ma vediamo come te la cavi con i balli delle mie parti!" esclamò, per poi trascinarmi in una danza veloce e passionale, nel quale (anche se a fatica) riuscì a tenerle testa.
Tutta la gente che ballava, smise formando un cerchio intorno a noi.
"Appena la musica finisce...devi farmi un caschè." mi disse.
"Un cosa?" chiesi stranito.
"Basta che tu non mi lasci cadere, per il resto faccio io."
Annuii confuso, e quando la musica finì e la vidi piegarsi all'indietro tra le mie braccia, capì all'istante quello che mi aveva detto.
Fece un magnifico caschè, era una magnifica ballerina e malgrado non volessi, quel tango...fu il terzo battito del mio cuore per lei.

NDA:
Ed eccoci qui con il terzo capitolo!
Anche questo qui, non è male come lunghezza.
Scusate se a volte Jack mi esce troppo fuori dal IC, ma davvero non riesco a farlo spietato e senza cuore con Angelica.
Anche perché Jack poi non è così cattivo, e men che meno con Angie u.u 
A fine capitolo ci troviamo alla Martinique, dove c'è il famosissimo ballo, di cui ho letto tantissime versioni...ma questa è la mia, perciò non mi sembrava giusto scoppiazzarne un'altra!
E facciamo un pò di spoiler del prossimo capitolo (visto che penso ci metterà un pò ad arrivare), dove entrerà in scena quella fascia bianca che Jack tiene legata al polso. Avete presente POTC 4, quando Jack dice "ricordi Saint Dominique?" (anche se poi era La Martinique >.>) e mostra ad Angelica quella fascia?
Ecco, mi è sempre piaciuto da morire inventarci film mentali e perciò lo troverete nel prossimo capitolo!
Ringrazio chi recensisce e anche i lettori silenziosi.
Alla prossima :))
P.S.
I miei tesori vi salutano ♥


 

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