Way to back home

di misslegolas86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Deal, granpa ***
Capitolo 2: *** A special grandson ***
Capitolo 3: *** My boy ***
Capitolo 4: *** Fighting for True Love ***
Capitolo 5: *** Can you ever forgive me? ***
Capitolo 6: *** The power of love ***
Capitolo 7: *** A strange dinner ***



Capitolo 1
*** Deal, granpa ***


Rumpelstiltskin giaceva nella cuccetta della Jolly Roger. Sentiva le forze e i poteri venir meno giorno dopo giorno. Le ferite che aveva rimediato nello scontro con l’Ombra a Neverland erano scomparse grazie alla magia. Ma sebbene si fosse curato qualcosa si era spezzato per sempre dentro di lui. Sentiva la morte avvicinarsi e non c’era alcun rimedio. Sconfiggere l’Ombra aveva portato conseguenze sconosciute e incurabili nel suo corpo da umano. Il fato che la veggente gli aveva predetto si stava verificando ma, almeno, Henry era salvo. Proprio in quel momento il ragazzino entrò nella cabina.
“Come sta signor Gold? Le ho portato un po’ d’acqua” disse, avvicinandosi. Rumpelstiltskin bevve un sorso e fissò lo sguardo sul bambino. Era ancora un po’ pallido ma decisamente si stava riprendendo dalla prigionia sull’Isola che non c’è.
“Grazie, Henry.” Disse a fatica. Sembrava che l’aria lottasse per uscire dai polmoni.
“C’è qualcosa che posso fare? Lei mi ha salvato. Sono in debito.”
Rumpelstiltskin sorrise mentre scuoteva la testa. “Henry, tu non sei in debito con me. Tu sei mio nipote, sangue del mio sangue era mio dovere proteggerti.”
“Grazie nonno” disse il ragazzino sorridendogli, chiaramente aveva aspettato una sorta di suo consenso per chiamarlo come era giusto dopo lo scontro che avevano avuto a New York. “Però ti annoierai tutto solo quaggiù. Potrei leggerti qualche storia dal mio libro, che ne dici?” continuò con entusiasmo.
“Henry, dovresti stare sul ponte con la tua famiglia.” Ribattè Rumpelstiltskin, esitante.
“Anche tu sei la mia famiglia e io voglio stare qui.” Concluse con decisione Henry. Prese il suo libro di favole e si sedette sul bordo del letto accanto a suo nonno mentre Tremotino con gli occhi lucidi lo osservava con orgoglio.
 
 ******
 
Emma li ritrovò addormentati uno accanto all’altro. Nonno e nipote erano un quadro davvero insolito. Emma non ancora si era abituata a questo mega allargamento della famiglia ma una fitta di dolore le ricordò che presto Henry avrebbe perso un’altra persona a cui si stava affezionando. Non era sfuggito ai suoi occhi lo sguardo triste e rassegnato di Tremotino né il fatto che più i giorni passavano più peggiorava anche se non aveva ferite evidenti. Sentiva che Rumpelstiltskin si stava preparando a morire e Henry in poco tempo avrebbe perso l’ultimo legame con suo padre.
Emma rimase a guardare quella scena di pace fino a che Rumpelstiltskin non si risvegliò sorridendo con l’estrema dolcezza di un nonno al nipote ancora addormentato accanto a lui. Solo in quel momento notò Emma che si avvicinò. “Dobbiamo parlare” gli disse mentre Henry si svegliava. “Ragazzino,” disse poi rivolta al figlio “Charming ti cerca”.
Rimasti soli Emma, senza giri di parole come era nel suo stile, giunse subito al nocciolo della questione
“Gold allora che succede? C’è qualcosa che posso fare per te? Non voglio che Henry perda anche te.”
“Temo che sia inevitabile, dearie. Sapevo che questa sarebbe stata la conclusione del viaggio già prima di partire.” Ribattè Rumpelstiltskin sistemando un cuscino dietro le spalle per respirare un po’ meglio.
“Che vuoi dire?”
“Molto tempo fa mi fu rivelata una profezia. Il ragazzino che mi avrebbe fatto ritrovare mio figlio sarebbe stato anche la mia rovina.”
“Hai scelto di salvare Henry. Hai scelto di morire.” Esclamò stupefatta Emma.
“Sono pronto a pagare questo prezzo. E credimi ne sono contento.” Sussurrò Rumpelstiltskin. Parlare a lungo era troppo faticoso.  
Emma lo aiutò a bere un sorso d’acqua ma non aggiunse altro. L’emozione le aveva fatto morire in gola qualsiasi parola.
 
******
 
Henry uscito dalla cabina di Rumpelstiltskin non aveva alcuna intenzione di trovare nonno Charming. Aveva qualcosa di più importante da fare. L’idea gli era venuta al risveglio. Ora sapeva come saldare il suo debito con nonno Gold. La speranza era sempre stata la sua carta vincente e in fondo al cuore Henry sentiva che non tutto era perduto per Baelfire, forse c’era ancora una possibilità. Neal era caduto in un portale, era ferito è vero, ma nessuno aveva la certezza che fosse morto. E lui era l’unico che potesse fare qualcosa. Come aveva detto Gold “Sei sangue del mio sangue”. Regina gli aveva raccontato come il signor Gold aveva usato una goccia del suo sangue su uno strano mappamondo per ritrovarlo. Lui poteva fare lo stesso con Baelfire.
Henry si diresse senza esitazioni alla cabina del capitano che, come aveva sperato, era vuota. Non ci mise molto a trovare quello che cercava. Una sfera bianco opaca sormontata da un fuso. Con un sospiro si punse l’indice della mano e lasciò cadere il sangue sulla superficie. Turbini rossi la incresparono e poi lentamente delle terre comparvero e un puntino lampeggiò più intensamente. Il cuore di Henry accelerò di colpo. Aveva ragione. Ecco dove era suo padre. Afferrò il mappamondo e corse verso la cabina di Rumpelstiltskin. Spalancò la porta proprio mentre Emma stava uscendo.
“L’ho trovato! L’ho trovato!” urlava. Emma, che non aveva capito quello che stava accadendo, rimase di sasso ma Rumpelstiltskin colse al volo quello che Henry intendeva. Il ragazzino si precipitò verso di lui consegnandogli la sfera. “Dov’è il mio papà?” chiese poi pieno di speranze.
Rumpelstiltskin osservò il mappamondo con gli occhi che si inumidivano di lacrime “La Foresta Incantata” disse con voce rotta dall’emozione.
“E’ vivo allora?” riprese Henry pieno di entusiasmo abbracciando il nonno “Io ritroverò il mio papà e tu ritroverai tuo figlio. Lo sapevo c’è sempre un lieto fine.” Rumpelstiltskin ricambiò l’abbraccio del nipote mentre le lacrime gli bagnavano le guance poi, guardandolo negli occhi, disse “Sì Henry tu ritroverai tuo padre e sarete finalmente una famiglia.”
“Saremo una famiglia. Ci sarai anche tu, no?” chiese con innocenza il bambino “Papà ti perdonerà non appena saprà quello che hai fatto. Non sei più l’uomo che lo ha abbandonato. Glielo farò capire io e anche la mamma, vero Emma?”
Eppure nello sguardo che si scambiarono Gold ed Emma non c’era nulla di gioioso anzi anche gli occhi della ragazza erano pieni di lacrime. Lacrime di gioia per la speranza di ritrovare Neal ma anche di dolore per la drammatica realtà che dovevano rivelare al bambino. Fu Rumpelstiltskin a trovare il coraggio per parlare
“No Henry io non ci sarò. Mi dispiace molto.”
“No non puoi. Non puoi abbandonarci di nuovo.” Henry ormai era scoppiato a piangere “Tu sei l’Oscuro devi trovare una soluzione. Ed Emma tu sei la salvatrice. Dovete fare qualcosa.”
“Mi dispiace Henry ma questa volta non c’è nulla che possiamo fare” disse Emma accarezzando suo figlio e piangendo a suo volta.
“Belle!” esclamò all’improvviso Henry. “I baci del vero amore possono spezzare ogni maledizione. Qualsiasi cosa tu abbia, nonno, lei riuscirà a salvarti.”
“Piccolo, Belle è in un altro mondo, lontana e irraggiungibile.”
“Ma perché non l’hai portata con te?” Henry non si voleva rassegnare
“Perché sarebbe stata in pericolo e   io non potevo permetterlo.” Rispose con calma Tremotino. Emma lo guardò e in quel momento capì quanto era costato a Rumpelstiltskin l’addio sul molo. Aveva lasciato il suo Vero Amore per sempre ed era salito sulla nave certo di morire per salvare suo nipote. Capì in quel momento che tutte le azioni oscure o meno che Tremotino aveva compiuto nella sua vita erano state tutte ispirate dall’amore per le persone a cui voleva bene. Si sentì orgogliosa che fosse il nonno di suo figlio.
“Ma non capisci è come nella favola della Bella e la Bestia. Tu hai imparato ad amare veramente e lei ama te. Con il Bacio del Vero Amore tutto tornerà a posto!” continuò Henry caparbio.
“Henry è inutile farsi illusioni. Credimi i sogni sono belli fino a che non ti svegli. E’ meglio accettare la realtà o questa farà ancora più male.” Disse Rumpelstiltskin.
“No, tu devi resistere. Noi riusciremo a trovare Baelfire e a tornare insieme a Storybrooke. Belle ti salverà e tutto andrà bene.”
Emma e Rumpelstiltskin non parlarono. Come si fa a dire ad un bambino che quella era fantasia? Come si fa a dirgli che per attuare quel piano ci sarebbero voluti mesi e chiaramente Rumpelstiltskin non aveva tutto quel tempo? Ma Henry non si rassegnò
“Devi promettermi, nonno che tu resisterai, che farai di tutto per ritornare con me a Storybrooke.”
“Henry sai bene che non faccio mai un accordo che non posso mantenere.”
“Ma questo lo manterrai. Ti aiuterò io e poi, quando troveremo Baelfire, anche lui ci darà una mano. Non sei solo. Ti prego promettimelo.”
Rumpelstiltskin lentamente annuì “Te lo prometto,piccolo ma non giudicarmi male se verrò meno all’accordo.”
“Non lo farai. Ne sono sicuro.”         
 
SPAZIO AUTRICE
Ok l’astinenza da OUAT sta diventando ogni giorno più intensa e questi sono i risultati. Ebbene ho immaginato in una giornata casalinga per colpa della febbre una mia conclusione per il viaggio a Neverland.
Ho voluto approfondire il rapporto Henry/Emma/Rumple perché lo trovo un trio fantastico insieme. Li ho amati nel viaggio a New York.
Questo è solo il primo capitolo presto pubblicherò il seguito. Aspetto con ansia le vostre impressioni per capire se l’idea è passabile oppure no. Grazie per aver letto e ancora di più a chi recensisce.
A prestooo

 

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Capitolo 2
*** A special grandson ***


La nave era all’ancora proprio di fronte al rifugio costruito dai profughi della Foresta Incantata sfuggiti alla maledizione. Snow e Emma erano convinte che l’unico modo per ritrovare Bae era cercare aiuto da coloro che conoscevano quel territorio e i nuovi pericoli meglio di chiunque altro. Già una volta Mulan e Aurora erano state fondamentali e ancora una volta le avrebbero aiutate.
Henry, sotto coperta nella cabina di Rumpelstiltskin, osservava con preoccupazione suo nonno riposare. Il sonno era agitato e il respiro affannoso. Sebbene Rumpelstiltskin cercava di nascondergli il dolore non erano sfuggiti ad Henry il tremore e gli spasmi che lo torturavano. Passavano insieme buona parte della giornata. Rumpelstiltskin era una fonte inesauribile di storie, di aneddoti, di correzioni al libro di Henry. Si sforzava di intrattenerlo, di non farlo annoiare e il bambino amava sentirlo parlare, con lui il tempo volava
Strinse più forte la mano di Rumpelstiltskin e immediatamente in modo evidente il suo sonno divenne più tranquillo. Henry sapeva che se si fosse allontanato dal capezzale di Rumpelstiltskin questi avrebbe perso l’ultimo briciolo di vita che ancora albergava in lui. Non capiva come ma chiaramente in qualche modo lui riusciva a rallentare l’avanzata del male che bruciava il corpo di suo nonno. Rumpelstiltskin non migliorava ma neanche peggiorava in modo repentino come in precedenza. Era suo dovere restare accanto a suo nonno e lottare con lui affinchè sopravvivesse.
 
*****
 
Rumpelstiltskin aprì gli occhi sentendo il sollievo dell’acqua fredda sulla sua fronte bollente. Ci mise un po’ a mettere a fuoco il bambino che montava ormai senza sosta la guardia accanto a lui. A Rumpelstiltskin non era sfuggito che la vicinanza del nipote aveva come effetto il rallentare del male oscuro che lo stava sfinendo. Non capiva come era possibile ma sentiva come una sorta di energia emanare dal nipote che lo aiutava a restare legato a quel filo sottile che era la sua vita. Quel bambino era veramente speciale.
“Come ti senti nonno?” chiese Henry
“Meglio” rispose mentendo per l’ennesima volta. Ma stava diventando sempre più difficile nascondere i dolori lancinanti che scuotevano il suo corpo. Sorrise però incoraggiante al nipote
“Saresti dovuto scendere con Emma a terra.” Gli disse.
“No, non mi interessa vedere questa nuova terra” rispose con non curanza Henry.
“Mi stai mentendo, dearie. Dal tuo libro dovresti sapere che impossibile dire bugie all’Oscuro. Vedere la Foresta Incantata era il tuo più grande desiderio.”
“Hai ragione. Ma io e te abbiamo un accordo.”rispose serio Henry “La cosa che voglio di più al mondo è avere la mia famiglia.”
Il bambino aveva deciso di restare a bordo con lui. Aveva deciso di rinunciare all’avventura, alla scoperta di una nuova terra, all’esplorazione del luogo di cui tanto aveva letto nel suo libro. Si era sacrificato per uno come lui.
“Nonno sei pronto a continuare la lettura della storia di Hansel e Gretel?” riprese allegro il bambino. Rumpelstiltskin annuì, la commozione gli impedì di aggiungere altro.
 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi!! Piccolo capitolo intermedio prima del successivo. Ho deciso che  concentrerò la storia dal punto di vista in primo luogo di Rumple e poi di Henry, Bae e Belle. In fondo sono loro i protagonisti della storia. Giocoforza le azioni degli altri membri dell’equipaggio partito per Neverland verranno sacrificate e risulteranno all’interno del racconto. Il capitolo è senza  pretese. Giusto il frutto di un’ispirazione serale. Grazie per aver letto e mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate.
A presto 

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Capitolo 3
*** My boy ***


“Dov’è Emma?”
“E’ rimasta a terra, Henry.”
Biancaneve era appena tornata sulla nave ed era stata travolta dalle domande del bambino ansioso di sapere tutto quello che era successo.
“Avete trovato mio padre?” continuò implacabile Henry. Biancaneve non rispose ma lo sguardo triste che riservò al ragazzino non sfuggì a Rumpelstiltskin
“Che cosa è successo, Snow? Dov’è mio figlio?” chiese mentre l’ansia gli attanagliava il cuore.
“Non è successo niente. Va tutto bene.” Rispose Biancaneve senza guardarlo negli occhi
“Ma perché vi ostinate tutti a mentirmi? Vi dovrebbe essere chiaro che non è possibile farlo. Sono morente ma non stupido.” esplose Rumpelstiltskin con molto più forza di quanta si sentisse di avere. “Dov’è Bae?”
Alle urla Charming accorse al fianco della moglie.
“Lo sai era ferito quando ha attraversato il portale.” Cominciò Biancaneve “Sta molto male. I profughi del rifugio si sono presi cura di lui ma non sanno curare una ferita di arma da fuoco.”
Mentre Snow ancora parlava Rumpelstiltskin si tolse la benda bagnata dalla fronte e scese dal letto. Sentì le gambe venire meno e crollò a terra.
“Ma che fai?” chiese Biancaneve, preoccupata, precipitandosi verso di lui.
“Devo andare da mio figlio.” Rispose Rumpelstiltskin con un filo di voce.
“Ma non puoi, non ne hai la forza.”
“ Non me ne resterò qui ad aspettare che Bae muoia. Sono l’unico che può aiutarlo.”
“Ti costerà caro lo sai.” Disse serio Charming.
“E’ il mio ragazzo. Non ho scelta.” Scese il silenzio. Era la muta comprensione tra genitori. Per i propri figli sarebbero stati capaci di fare qualsiasi cosa.
Charming si avvicinò e aiutò Rumpelstiltskin ad alzarsi sostenendolo sulle spalle.
“Ok ti aiuteremo.”
 
*****
 
Dopo essere approdati con una piccola lancia sulle coste della Foresta Incantata il percorso fino al rifugio dove si trovava Bae non era eccessivo. Eppure a Rumpelstiltskin sembrava di aver percorso tutta FairyLand a piedi. Ogni passo era una tortura inimmaginabile. Charming per lunghi tratti lo trascinava letteralmente di peso. Eppure, nonostante questo, il respiro sempre più flebile lo costringeva spesso a chiedere di fermarsi. Gli sembrò di essere tornato indietro nel tempo ad un altro viaggio tanti secoli prima. Si rivide percorrere la Foresta Incantata affrettando il suo passo verso casa, cercando di abituarsi alla recente zoppia. Quella volta era solo ed il dolore era insignificante in confronto alla gioia di vedere il suo bambino. Ora il viaggio era ben diverso. Era un percorso di solo andata per lui ma aveva comunque fretta di giungere a destinazione. Ogni minuto che passava rendeva la salvezza del suo ragazzo più difficile.  
Bae era disteso su una stuoia all’interno di una delle costruzioni del rifugio ed Emma era accanto a lui. Era incosciente e pallido, Rumpelstiltskin si chiese se stava riposando o se era in quello stadio che precede la morte. Si lasciò cadere accanto a suo figlio accarezzandogli dolcemente la fronte mentre lo sguardo gli si appannava per le lacrime
“Bae” sussurrò ma non ottenne risposta. Capì che aveva poco tempo. Distese la mano sul petto di suo figlio concentrandosi per formulare l’incantesimo. Ma la magia non venne. Il panico rischiò di assalirlo. Non era possibile la magia non poteva abbandonarlo proprio adesso. Sospirò chiamando a raccolta tutte le sue residue forze. Non poteva fallire. Con sollievo osservò la mano diventare viola, l’incantesimo stava funzionando, non era potente come al solito ma la sua efficacia era intatta. Bae riacquistava colore a vista d’occhio. Rumpelstiltskin sentì le ultime forze abbandonarlo proprio quando Bae aprì gli occhi. I suoi occhi si oscurarono come se qualcuno avesse all’improvviso spento la luce. Cadde giù nel vuoto, nell’oblio.
 
*****
 
Bae avvertì il dolore scomparire e uno strano calore all’altezza del petto. I sogni oscuri in cui si era dibattuto negli ultimi tempi scomparvero e finalmente riuscì a riaprire gli occhi. La prima cosa che vide fu il volto di suo padre, gli sorrideva ma era pallido come un cadavere. Un attimo dopo lo vide cadere su di lui inanimato. “Papà!” urlò scuotendolo e distendendolo a terra.
“Papà!” urlò a vuoto ancora. Avvertì il freddo nel suo cuore. La fronte di Rumpelstiltskin  bruciava come se un fuoco lo stesse consumando dall’interno.
“Non puoi lasciarmi. Non lasciarmi di nuovo.” Sussurrò accasciato sul petto di suo padre in cui troppo flebile si avvertiva il battito del cuore e il respiro della vita.  
 
SPAZIO AUTRICE
Questa storia mi sta prendendo troppo. Non mi aspettavo di pubblicare così presto anche il 3 capitolo ma all’ispirazione non si comanda. Ecco l’atteso ricongiungimento Bae/Rumple. Lo so sono stata crudele ma volevo sottolineare ancora una volta l’inestinguibile amore di Rumple per suo figlio. Quell’amore che lo ha portato a sacrificare per lui la salute, la felicità, l’anima. Rumple perderebbe volentieri e senza esitazioni la sua vita per Bae. Ma non disperiamoci la storia non è ancora terminata.
Grazie per aver letto e mi raccomando fatemi sapere che ne pensate di questo prosieguo!!!
A presto

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Capitolo 4
*** Fighting for True Love ***


Belle voltò la pagina del pesante volume che aveva davanti, non le serviva il filtro per mutare aspetto.
Era passato più di un mese, ormai, da quando Rumplestiltskin si era imbarcato sulla Jolly Roger per salvare il piccolo Henry. Da allora tante cose erano cambiate. Ora era sindaco di Storybrooke. Gli abitanti l’avevano scelta perché era colei che aveva lanciato l’incantesimo che li aveva tenuti al sicuro da qualunque altra visita di estranei e, con  il suo coraggio, li aveva guidati con decisione nella difficile transizione in un paese senza più sindaco, né sceriffo, né famiglia reale .
Alla fine aveva lanciato la protezione sul paese praticamente da sola. La Fata Turchina si era rifiutata di essere responsabile di quell’incantesimo troppo oscuro per una fata e, anzi, l’aveva messa in guardia dal prezzo che può avere la magia. Come se fosse stato necessario ricordare questo proprio a lei. Quante volte aveva sentito Rumple ripetere il suo mantra “Every magic comes with a price”. Ma Belle aveva fatto quello che doveva essere fatto. Aveva protetto Storybrooke e non si era preoccupata per niente del prezzo dell’incantesimo. Sapeva che Rumple non le avrebbe mai fatto fare qualcosa di pericoloso e poi sentiva che entrambi stavano già pagando un conto salato. Erano di nuovo separati e lontani come non lo erano mai stati, addirittura in due mondi diversi.
Belle scacciò una lacrima dalla guancia. Era passato più di un mese eppure sentiva la mancanza di Rumple ogni giorno di più. Ogni cosa a Storybrooke era legata a lui: il suo negozio di pegni, la libreria che lui le aveva regalato, Granny e i loro appuntamenti. Ogni luogo colpiva Belle con una fitta al cuore di nostalgia e di rimpianto. Avevano perso così tante occasioni di stare insieme quando lei era diventata Lacey. 
Ma era la notte il momento più brutto per Belle. Incubi continui turbavano il suo sonno e ogni volta si risvegliava con la chiara immagine di Rumple ferito e in fin di vita. Era terribile. Per questo aveva deciso che doveva fare qualcosa, anche solo l’illusione di combattere per rivedere Rumple la faceva sentire meno inutile e triste. Così, dopo una notte più terribile delle altre in cui aveva visto in sogno  Rumple cadere esamine tra le braccia di suo figlio in modo così reale che si era svegliata urlando, aveva preso la sua decisione. La mattina dopo era entrata nella cantina della casa di Rumplestiltskin. Sapeva dove lui teneva le chiavi, per lei Rumple non aveva segreti. Le aveva affidato il suo pugnale, la sua vita figurarsi se le teneva nascosto il suo laboratorio. E lì, in quello scuro scantinato tra pozioni e alambicchi, aveva trovato una serie di vecchi libri di magia. Li aveva portati nel suo appartamento e aveva cominciato a leggerli. La speranza era quella di trovare qualcosa che potesse facilitare il ritorno di Rumple a Storybrooke, qualcosa che tenesse comunque al sicuro il paese ma che desse un’opportunità a Rumple di ritrovarla.
Con il tempo Belle si era anche fatta una mezza idea sull’importanza che poteva avere nel suo possibile piano il vecchio pozzo immerso nel bosco. Il luogo del loro bacio di ricongiungimento quando lui le aveva provato di amarla davvero e di non aver paura di quel sentimento. Rumple le aveva detto allora che quel pozzo aveva il potere di far ritornare quello che era perso e ricordava ancora quando Ruby si era lamentata con lei per essere stata stregata da Rumplestiltskin proprio davanti a quel pozzo. Era da lì che erano ritornate Emma e Mary Margaret. Belle si aggrappava a quella speranza e ai quei vecchi libri di magia in cui desiderava più di ogni altra cosa trovare una soluzione.
 
*****
 
Era notte fonda e Storybrooke era buia e silente. Gli abitanti si godevano il meritato riposo dopo una lunga giornata. Eppure una luce accesa nell’appartamento sopra la biblioteca indicava che non tutti dormivano. E, infatti, Belle era, come ormai di consueto, immersa nella lettura degli antichi volumi di magia, un bicchiere di the freddo e la tazzina sbeccata come suoi unici compagni. Non aveva trovato tra quelle pagine ancora nulla che potesse aiutarla. Aveva letto di tutto, filtri, pozioni e maledizioni talmente oscure da farle venire i brividi. Era certa che Rumplestiltskin le avesse provate tutte nella sua lunga vita ma, decisamente, non le interessava. Quello ormai era il passato ora, il suo Rumple, era una persona totalmente diversa come aveva provato il suo sacrificio per salvare il nipote. Si riscosse da quei pensieri e concentrò l’attenzione sulla pagina che stava leggendo.
 
I cristalli di Siloe posti in modo da formare i vertici di un triangolo consentono di spezzare qualsiasi incantesimo di cui è stata vittima una persona. Basta solo collocare il soggetto all’interno del perimetro del triangolo e l’effetto sarà ottenuto.
 
Belle trattenne il respiro. Rilesse più e più volte quelle righe convincendosi sempre di più di aver trovato una possibile soluzione. Era quasi l’alba ma non ci pensò minimamente. Si vestì in fretta e si diresse veloce al negozio di pegni. Era certa che i cristalli di Siloe erano lì, da qualche parte. Setacciò per l’intera giornata il negozio palmo a palmo scoprendo i mille oggetti che Rumplestiltskin aveva accumulato in un’intera vita di accordi. Non interruppe la sua ricerca fino a che, ormai a sera, in una scatola di velluto azzurro trovò tre splendide pietre grezze di un bianco perlaceo. Ne prese una con mani tremanti e la posizionò accanto all’immagine riportata dal libro di magia: era identica. Aveva trovato una soluzione ma le serviva una conferma.
 
******
 
Si rese conto che ormai era tardi solo dopo aver già suonato il campanello del convento delle suore di Storybrooke. Aveva bisogno di parlare con la Fata Turchina, doveva sapere se la sua speranza era vana.
Dopo un po’ di tempo la fata si presentò alla porta e la fece entrare, in fondo Belle era sempre il Sindaco.
“Che cosa è successo, Belle?” le chiese.
“Ho bisogno del tuo aiuto.” Cominciò la ragazza mettendo nelle mani della Fata la scatola con i cristalli  
“Dimmi, se metto queste pietre intorno al vecchio pozzo nel bosco spezzerò l’incantesimo di protezione solo lì, giusto?. Questo potrebbe consentire il passaggio da altri mondi se qualcuno riesce ad aprire un portale come hanno fatto Emma e Mary Margaret in passato?”
La ragazza restò in attesa della risposta con cuore trepidante. La Fata Turchina, silenziosa, continuò ad osservare i cristalli e Belle capì immediatamente che era riluttante ad aiutare qualcuno come l’Oscuro Signore.
“So che non scorre buon sangue tra voi fate e il Signore Oscuro” disse “ma ti chiedo di aiutare me e Rumplestiltskin. Dimentica il passato e concedi un’altra opportunità. Fallo per la tua fede nel Vero Amore. Aiutaci a ritrovarci.”
La Fata Turchina la guardò negli occhi, scossa da quell’appello così appassionato e sincero, poi, annuì. “Potrebbe funzionare” disse “ma questo non impedirà a chiunque di entrare e minacciare Storybrooke. Non voglio mettere in pericolo tutti gli abitanti. L’incantesimo che hai lanciato sarebbe inutile perché i nostri nemici potrebbero arrivare attraverso questa falla nella protezione.”
Belle sentì la delusione invaderla. Si era sentita davvero più vicina alla possibilità di rivedere Rumple.
“Ma forse” riprese la fata Turchina “potrei porre una protezione che impedisca il passaggio a chiunque voglia il male di Storybrooke e dei suoi abitanti” il dolore di Belle l’aveva decisamente colpita. “Capisci che questo, però, potrebbe impedire che proprio  Rumplestiltskin arrivi qui. Il suo cuore da Oscuro Signore potrebbe far scattare la protezione.”
“Ti sbagli, madre superiora” si infervorò Belle “Il cuore di Rumple è puro e sincero. Anche se l’oscuro potere è ancora presente in lui non ha mai intaccato il suo cuore. Ne sono sicura. Passo domattina così andremo insieme nel bosco.” Concluse, avviandosi verso la porta.
L’ostilità della Fata Turchina verso Rumplestiltskin la irritava, capiva che era nella natura stessa delle fate e dell’Oscuro contrastarsi ma come faceva proprio un essere come una fata, che è puro bene, a non capire che ogni uomo ha diritto ad una seconda possibilità? Perché non riusciva a vedere quello che per lei era così chiaro già nel mondo delle Fiabe? Dietro al mostro, dietro al potere non c’era null’altro che un uomo solo che aveva fatto di tutto solo per riavere la sua famiglia. Un uomo che aveva lottato con tutto se stesso per cambiare e che lì a Storybrooke si era redento scegliendo la sua rovina per salvare suo nipote.  
 
SPAZIO AUTRICE
Ed ecco il capitolo dedicato a Belle. Una combattente come lei non può restare senza far nulla a Storybrooke. Lei lotterà sempre per Rumple e lo difenderà da chiunque anche dalla Fata Turchina. Credo che dal capitolo si sia capito che non amo molto la Fata e mi è piaciuto scrivere di Belle che la contrasta e un po’ “la comanda” se mi fate passare l’espressione.
Aggiungo solo che l’idea dei cristalli fa molto “Streghe” (telefilm che ho adorato), ma credo che comunque la soluzione non è troppo OC rispetto ad OUAT.
Mi fermo anche perché il capitolo è stato già abbastanza lungo che non ha bisogno di note che annoino il lettore che è arrivato fino quaggiù a leggere.
Come al solito fatemi sapere le vostre impressioni. Ci tengo molto.
Alla prossima!!!
  

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Capitolo 5
*** Can you ever forgive me? ***


“Henry, va a dormire.” Neal scosse il figlio per una spalla. Il bambino si stava appisolando seduto scomodamente accanto al nonno tenendogli ancora la mano. Non si era allontanato un attimo dal capezzale di Rumpelstilskin.
“Resto io. Va a riposarti.” Continuò.
“Ok. Ma è importante che gli tieni la mano.” Si raccomandò serio il bambino stropicciandosi gli occhi “Lo aiuta a non peggiorare.”
Neal acconsentì con poca convinzione. Si trattava sicuramente di una fantasia di Henry ma per mandarlo a letto decise di non contrastarla pur, tuttavia, non prendendo la mano di suo padre.
Rimasto solo osservò con attenzione il volto dell’uomo che più aveva amato e odiato nella sua vita. Non aveva più ripreso conoscenza da quando lo aveva curato, era pallidissimo e il petto si sollevava impercettibilmente in modo fievole accompagnando di tanto in tanto un sommesso mormorio. Erano parole confuse ma dopo essere rimasto due interi giorni a vegliarlo Neal era certo di averle identificate. Suo padre ripeteva come un mantra due nomi “Bae…Belle…” come se quelle poche sillabe avessero il potere di tenerlo attaccato a quel filo sottilissimo che era la vita.
Neal si sentì a disagio ad essere affiancato a qualcun altro nei pensieri di suo padre. Non era geloso eppure non capiva che cosa aveva questa Belle che la rendeva tanto speciale da aver conquistato il cuore dell’Oscuro Signore al massimo della sua potenza. Quella ragazza volgare e lasciva che aveva intravisto lui a Storybrooke decisamente non gli sembrava capace di tirare fuori la parte migliore di suo padre, anzi decisamente insieme erano stati uno spettacolo urticante. Ma Emma gli aveva raccontato, in quei due giorni di veglia che cosa era successo a Belle e che la donna che aveva conosciuto non era realmente lei.
L’alba era ormai vicina e Neal si accorse effettivamente che suo padre stava peggiorando a vista d’occhio. Era muto e il respiro somigliava sempre di più ad un rantolo che faticava ad uscire dai polmoni. Istintivamente prese la mano di Rumpelstilskin tra le sue, era gelida, sembrava impossibile che appartenesse ad una persona ancora viva eppure, nell’attimo in cui le loro mani si congiunsero, suo padre aprì debolmente gli occhi “Bae” sussurrò, cercando a fatica di sorridergli “Bae…tu…tu sei salvo.” Disse con grande sforzo.
“Non ti affaticare” disse Neal, preoccupato “io sto bene e presto lo sarai anche tu.”
Suo padre scosse la testa “Non importa, non importa più. Ora ti ho ritrovato, sei salvo e potrai avere la tua vita con la tua famiglia, con tuo figlio.” Si interruppe tossendo poi riprese a fatica “Perdonami per tutto, figliolo. So di non essere stato un buon padre, di aver fatto tanti errori, di aver tradito la tua fiducia e di essere sempre stato un codardo. Potrai mai perdonarmi per quanto ti ho fatto soffrire?”
“Tu hai salvato mio figlio. Non c’è più nulla da perdonare. Questa volta non hai abbandonato Henry per il potere e la magia. Hai sacrificato tutto per lui. Hai rispettato il nostro patto. Sono orgoglioso di te, papà.” Disse Neal piangendo. Emma ed Henry gli avevano raccontato tutto quello che era accaduto, tutto quello che Rumpelstiltskin aveva fatto.
“Ma tu non morirai. Io ti salverò e torneremo ad essere una famiglia.” Concluse il ragazzo.
“Bae, non hai questo potere. Nessuno ce l’ha. Sapevo qual’era il mio destino quando sono partito. Ho avuto la gioia inattesa di ritrovarti, ora so che ho fatto tutto quello che dovevo. Tu avrai un futuro gioioso con la tua famiglia, ma senza di me, piccolo.” Concluse Rumpelstilskin accarezzandogli dolcemente la guancia.
“No! Non puoi lasciarmi di nuovo. Non ora. Abbiamo così tanto tempo da recuperare.”
“Lo vorrei tanto, figliolo. Non sai quanto lo vorrei. Ma il mio tempo sta finendo.”
“Invece no! C’è una persona che può salvarti, Belle. E io farò di tutto per riportarti da lei. Ascolta, è già tutto programmato. Charming e Snow sono andati al loro vecchio castello per recuperare i resti della polvere dell’armadio che ha portato Emma nel nostro mondo. Quando saranno tornati andremo tutti al lago di Nostos, Biancaneve dice che lì è possibile aprire un portale verso Storybrooke. Regina è convinta che se sarà Emma a tentare potrebbe davvero funzionare.” Neal espose il piano con convinzione anche se aspettava l’approvazione di suo padre come il ragazzino che era un tempo. Sapeva che suo padre aveva una cultura illimitata in materia di magia.
“Ma Storybrooke è irraggiungibile. Ho lasciato a Belle un incantesimo per nascondere la città. Il portale non si aprirà in quella direzione.” Disse Rumpelstilskin.
“Non puoi saperlo con certezza. Può darsi che l’incantesimo non sia stato lanciato oppure è possibile che non abbia funzionato bene o che si sia spezzato.”
Rumpelstilskin non rispose. Sapeva che l’incantesimo era perfetto avendolo creato proprio lui ed era certo che Belle, prima ancora di cercare il conforto di chi era rimasto a Storybrooke, aveva lanciato l’incantesimo in modo impeccabile. Bae non conosceva Belle come lui, lei era speciale e unica, una vera eroina che pensa prima al bene degli altri e poi ai suoi dolori. Questo era solo uno dei mille motivi per cui l’amava così tanto.
“Papà” lo riscosse Bae dai suoi pensieri “Tu devi però resistere. Me lo devi promettere.”
“Ho già fatto la stessa promessa ad Henry, ma tu Bea sei ormai un uomo. Capirai che non posso mantenerla.”   
Neal osservò le sue mani serrate intorno a quella di Rumpelstilskin e d’improvviso gli ritornarono alla mente le parole del bambino “Henry!” esclamò “ Aveva ragione. Non appena ti ho preso per mano ti sei risvegliato.”
Rumpelstiltskin lo guardò non capendo “Bae ma cosa…”
“Henry ha detto che dovevo tenerti per mano così non saresti peggiorato. E’ stato sempre qui accanto a te e tu sei peggiorato quando l’ho mandato a dormire. Ma come è possibile?” chiese confuso.
Suo padre rimase silenzioso. Ricordava la strana sensazione che provava quando c’era Henry accanto a lui e adesso con Bae era la stessa cosa. Era come se una forza invisibile gli attraversasse il corpo facendo indietreggiare il male oscuro per qualche tempo. Ma era troppo sfinito per riflettere su qualcosa di così complicato “Non ne ho idea, figliolo” si limitò a dire “Ma credo che Henry abbia ragione.”
“Benissimo allora non ti mollerò un attimo. Andrà tutto bene vedrai.” Disse con entusiasmo Neal.
“Bae, io non voglio che tu soffra ancora per causa mia. La vita mi ha insegnato che perdersi nelle illusioni e nella fantasia nasconde la realtà solo per qualche tempo. Poi quando precipitiamo nel mondo reale questo fa ancora più male. Non credo più ai sogni da tanto tempo.” Concluse con amarezza Rumpelstilskin. I dolori della sua vita erano stati davvero enormi per credere ancora alle illusioni.
Neal osservò suo padre e per la prima volta si accorse di sapere davvero poco del suo passato prima e dopo essere diventato l’Oscuro, quello che aveva fatto e sofferto, come la vita lo aveva trasformato in quello che era. “Io voglio credere a mio figlio, papà” esclamò poi all’improvviso. “Voglio fidarmi di lui.” Si trattenne dal dire che in passato lui non si era fidato di suo figlio quando aveva scelto la magia al posto della libertà, ormai, quello era il passato e doveva imparare a seppellirlo. Eppure a Rumpelstilskin non sfuggì anche quello che non era stato detto. “Va bene Bae, facciamo come dici tu. Mi fiderò questa volta davvero di te e di Henry. Ma ad una condizione.”
“Fai patti anche su letto di morte, papa?” chiese divertito Neal cercando di alleggerire l’aria
“Le vecchie abitudini sono dure a morire, figliolo.” Si giustificò Rumpelstilskin.
“Allora qual è il prezzo?” chiese il ragazzo
“Che tu non ce l’abbia con me se…” si interruppe non sapendo come continuare, poi con un sospirò scelse la verità, era finito il tempo delle menzogne “beh se dovessi morire. Ho anelato il tuo perdono per tutta la vita ed ora che l’ho ottenuto non lo sacrificherò proprio ad un passo dalla morte.” Concluse con sincerità.
“Abbiamo un accordo allora. Ma se Henry ha davvero ragione il nostro accordo è inutile.” 
 
SPAZIO AUTRICE
Ecco l'atteso chiarimento Rumple /Bae. Quando si scrive di loro è difficile non cadere nella flufflosità ma ho cercato di trattenermi. Non so se ci sono riuscita. Spero veramente che avremo qualcosa del genere in OUAT perchè vedere padre e figlio separati è una sofferenza. Rumple non potrà mai avere il suo happy ending se non chiarirà con Bae.
Come al solito aspetto con ansia i vostri commenti. Grazie per aver letto
Alla prossima!!!

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Capitolo 6
*** The power of love ***


Avanzavano lenti lungo le strade sterrate verso il lago di Nostos e il tempo scorreva inesorabile. Neal osservò suo padre. Dire che era pallido era un eufemismo. Le labbra avevano assunto un sinistro colorito viola e ormai il tremore del corpo era incontrollabile. La mano, che ancora stringeva, era fredda come il marmo. Avanzare con il carro significava triplicare il tempo necessario per arrivare al lago ma non avevano scelta. Rumpelstiltskin chiaramente non poteva camminare ed anzi, spesso, cadeva in un sinistro oblio che faceva tremare il cuore nel petto di Neal per il timore di non rivederlo più aprire gli occhi. Eppure, aldilà di ogni previsione, Rumpelstiltskin resisteva, teneva fede al suo patto, alla parola data, lottando con tutte le sue forze.
Seduto sul carro accanto al nonno c’era Henry mentre il resto della compagnia avanzava in ordine sparso ai lati o dietro. Erano tutti appiedati, sarebbero stati inutili i cavalli data l’andatura lenta del carro su  cui era disteso Rumpelstiltskin.
Presto Filippo e Charming ritornarono a passo spedito dalla ricognizione. “Ci siamo. Ancora qualche chilometro e arriveremo al lago” disse il Principe. Neal sentì il cuore un po’ più leggero, il tempo per suo padre stava davvero per finire, non avrebbe retto ancora a lungo quel viaggio.
Il lago era ormai una semplice pozza circolare, lontano dalla bellezza del luogo popolato dalla pericolosa sirena, eppure utile agli scopi della compagnia.
“Papà.” Neal chiamò suo padre dandogli dei leggeri colpi sul viso “Papà” una nota di panico incrinò la sua voce quando il suo chiamare non sortì effetti “Papà” ripetè quasi disperato. Rumpelstiltskin aprì lentamente gli occhi impiegando parecchi secondi per mettere a fuoco il viso di suo figlio “Bae” disse con un flebile respiro.
“Papà, ci siamo. Emma sta per aprire il portale. Dobbiamo andare.” Riprese Neal.
“Bae, non ti lascerò venire con me. E’ troppo pericoloso.” sussurrò Rumpelstiltskin, a fatica “Il portale potrebbe non funzionare e tu moriresti insieme a me. Andrò da solo.”
“Tu sei matto!” esclamò Neal. “Non ti lascerò andare mai da solo. Verrò con te qualsiasi cosa accada.”
“Ma la tua famiglia, tuo figlio.” Esalò Rumpelstiltskin.
“Io verrò con te.” Rispose prontamente Henry.
“Ed io non resterò di certo qui.” Aggiunse Emma.
“Andiamo tutti.” Concluse Snow.
“Qualsiasi cosa accada.” Sentenziò Charming.
Neal aiutò suo padre ad alzarsi e se lo caricò praticamente sulle spalle. Rumpelstiltskin non aveva più forza neanche per reggersi in piedi. Emma liberò le ceneri dell’armadio nel lago e subito l’acqua cominciò a vorticare. Neal rinsaldò la presa su suo padre e si lasciò cadere nel vuoto, ancora una volta, ma questa volta non era da solo. Finalmente padre e figlio erano insieme in quel viaggio verso la salvezza che tanti anni prima li aveva divisi.
 
*****
 
Belle aprì la biblioteca quella mattina con una strana sensazione. Era passata come al solito dal pozzo nella vecchia foresta. Ormai era diventato un rito per lei. Prima di iniziare la sua giornata si recava in quel posto pur non avendo molta speranza di trovare chissà che cosa. Nulla era accaduto da quando aveva provveduto ad aprire una breccia nella protezione di Storybrooke, eppure non riusciva a stare lontana neanche un giorno da quel pozzo.
Accese le luci della biblioteca continuando ad avere un peso sul cuore, un’angoscia che non riusciva a spiegarsi. Si era appena sistemata dietro al bancone quando la porta si spalancò con violenza. Bae era entrato di corsa impiegando qualche secondo ad adattarsi alla quieta penombra della stanza dopo il sole dell’esterno.
“Rumple!” esclamò Belle. Era successo qualcosa di grave a  Rumpelstiltskin, era il cuore che glielo diceva.
“Devi venire!” esclamò Neal sconvolto. Ma non c’era bisogno di dirlo. Prima ancora che il ragazzo parlasse Belle era già scattata in piedi e aveva preso dal bancone le chiavi della Cadillac di Rumpelstiltskin.
“Dov’è?” chiese Belle, anche se conosceva già la risposta, mentre salivano in macchina.
“Nella Foresta” rispose Neal. Fu con sollievo che il ragazzo entrò in auto. Aveva fatto di corsa tutta la strada dal pozzo alla biblioteca e tremava al pensiero del tempo che avrebbero impiegato a ritornare da suo padre. Ogni minuto che passava allontanava suo padre dalla vita.
“Sta morendo.” Disse all’improvviso Belle, cercando di mantenere la calma anche se il tremore alle mani tradiva la sua agitazione, ma doveva essere forte.
Non era stata una domanda eppure Neal sentì che doveva rispondere “Sì” sussurrò mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime e solo in quel momento focalizzò tutto quello che stava accadendo, stava perdendo di nuovo suo padre e questa volta lo avrebbe perso per sempre.
Belle gli strinse la mano sorridergli “Lo salveremo.” Disse, cercando di apparire molto più sicura di quello che in realtà era. Neal la osservò mentre guidava a tutta velocità verso il pozzo, Belle conosceva ormai quella strada a memoria. La ragazza appariva diversa dalla donna che aveva incontrato tempo prima a Storybrooke con suo padre. Era dolce, seria, forte nulla a che vedere con la donna lasciva e appariscente della volta precedente. Non parlarono per niente durante il tragitto, l’angoscia e la paura gravavano su di loro impedendo qualsiasi conversazione, ognuno rimase perso nei suoi pensieri mentre si avvicinavano alla foresta.
Giunti al pozzo scesero dall’auto e Belle accorse immediatamente al fianco di Rumpelstiltskin che era disteso con le spalle poggiate al tronco di un grosso albero vegliato da Emma e Henry.
“Rumple” esclamò accarezzandogli il viso e deponendo un bacio sulle sue labbra. Neal dietro di lei trattenne il respiro nella speranza che tutto si risolvesse.
“Belle…” esalò con un filo di voce Rumpelstiltskin aprendo gli occhi “ Belle tu..tu sei arrivata.”
“Sì Rumple, sono qui.” E lo baciò di nuovo ma, ancora una volta, nulla accadde. Belle sentì la disperazione assalirla.
“Sweetheart, non funzionerà” riprese Rumpelstiltskin.
“Tu lo sapevi?” chiese incredulo Neal.
“Lo immaginavo, figliolo. Mi dispiace ma non potrò rispettare il nostro patto. Non sai quanto avrei voluto che tutto fosse andato diversamente.  Mi raccomando spiegalo tu ad Henry.” Poi, rivolgendosi di nuovo a Belle i cui occhi si erano riempiti di lacrime, riprese “Io ho rifiutato il bacio del Vero Amore tanto tempo fa nel castello. Ti ho cacciata via e questo è il prezzo che devo pagare. Quella magia per me non funzionerà.”
“Ma tu sei cambiato, non è giusto” protestò Belle cercando di reprimere i singhiozzi.
“Every magic come with a price, darling. E’ giusto così.” Disse dolcemente Rumpelstiltskin asciugando le lacrime della ragazza “Non piangere. Sapevamo entrambi quale sarebbe stata la fine del mio viaggio. Almeno ho potuto vederti un’ultima volta. Come sempre avevi ragione.” Cercò di sorriderle.
“Ma ci deve essere qualcosa che posso fare per te. Non posso perderti un’altra volta. Non voglio perderti un’altra volta.”
“Neanche io, mia bellissima Belle, ma ancora una volta non abbiamo scelta.” Tossì faticando a riprendere fiato poi continuò “Sei stato il mio raggio di sole in un oceano di oscurità. E’ solo grazie a te se ho ritrovato me stesso, se ho riavuto l’affetto di mio figlio, l’amore di mio nipote. Non ti ho mai meritato, sweetheart, lo sai.”
“Rumple, ti prego” Belle ormai non riusciva più ad essere forte. Lo stava perdendo per sempre e non era pronta a dirgli addio.
“Ma sei la cosa migliore che mi sia capitata nella vita.” Continuò Rumpelstiltskin con le ultime forze che gli rimanevano “ Ti ho amato, ti amo e ti amerò per sempre come non ho mai amato nessuna altra donna in vita mia, Belle. Da oggi torni davvero libera. Avrai la tua vita e la felicità che meriti. Quella felicità che io non sono mai riuscito a darti.”
“Non è vero, Rumple. Sopporterei di nuovo ogni singolo giorno di prigionia e perderei altre mille volte la memoria ma sceglierei sempre e comunque te. Sempre.”
Belle gli sorrise e Rumpelstiltskin, perdendosi per l’ultima volta in quell’oceano azzurro, con un dolce sorriso, esalò l’ultimo respiro.
“Rumple, no!” urlò Belle “No, no, no ti prego non lasciarmi! Non lasciarmi” sussurrò, poi accarezzandogli il volto. “Io ti amo.” Neal si accasciò accanto a lei singhiozzando
“Papà! Non puoi abbandonarmi di nuovo, ti voglio bene”.
Le loro mani erano posate sul petto di Rumpelstiltskin e calde lacrime bagnavano la sua camicia scura. Fu allora che una folata di vento ebbe origine da quel sofferente abbraccio e con la luminosità di mille colori scosse la radura.
Rumpelstiltskin con un profondo respiro aprì gli occhi sentendo la vita ritornare in lui
“Rumple” “Papà” esclamarono all’unisono Belle e Neal prima di stringerlo in un unico abbraccio.
“Voi mi avete salvato ma…ma come?” sussurrò Rumpelstiltskin stringendo a sé le persone più importanti della sua vita.
“E’ stato l’amore, l’unica forza capace di spezzare ogni sortilegio” disse qualcuno. Si voltarono. La Fata Turchina era appena giunta nella radura “ Sono arrivata non appena ho sentito l’incantesimo di protezione che avevo lanciato infrangersi.” Continuò rispondendo agli sguardi interrogativi di tutti.
“Ma il bacio del Vero Amore non ha funzionato” disse Belle.
“Non ha funzionato perché in passato Rumpelstiltskin ha rifiutato l’amore.” Riprese la Fata “ Eppure alla fine ha imparato realmente ad amare. E’ riuscito a sacrificare qualsiasi cosa per amore della sua famiglia. E’ cambiato e per questo è stato a sua volta riamato. L’amore lo ha salvato.”
“E’ come nella favola del mio libro” si intromise Henry “Solo se avesse realmente imparato ad amare e fosse riuscita a sua volta a farsi riamare per lui ci sarebbe stata salvezza.” Citò a memoria il bambino.
“Esatto.” Confermò la Fata.
“L’avevo detto che ti avremmo salvato, nonno.  E poi Rumpelstiltskin rispetta sempre i suoi patti, lo sanno tutti.” Concluse Henry.
Rumpelstiltskin strinse forte suo nipote “Sei davvero un ragazzino speciale, Henry. E’ un onore essere tuo nonno.”
“Ti voglio bene, nonno. Ora abbiamo un sacco di tempo che dici mi insegni  qualche trucco di magia?” chiese  il bambino sciogliendosi dall’abbraccio.
“Non se ne parla proprio, ragazzino.” Intervenne Emma.
“Scherzavo, mamma.” Rise Henry.
 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi con la quasi fine del mio racconto. Questo non è l’ultimo capitolo. Ce ne sarà un altro conclusivo, una piccola sorpresa che sento il bisogno di scrivere. Rumple alla fine è stato salvato non solo da Belle ma anche da Bae. Insieme sono il suo happy ending e solo con loro Rumple può essere davvero felice. Mi sono lasciata andare molto al fluff lo so ma non mi sono trattenuta questa volta. In fondo Rumple stava morendo e sappiamo che quando è vicino alla morte (2x16 docet) diventa veramente super dolce. Ho messo qualche riferimento ai dialoghi della Bella e la Bestia disney che resta la mia stella polare per questa coppia. Ora mi fermo o continuo all’infinito.
Grazie per aver letto e mi raccomando recensite le vostre impressioni sono importantissime.
 

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Capitolo 7
*** A strange dinner ***


Rumpelstiltskin lasciò  cadere la teglia con il tacchino sulla cucina imprecando a voce alta ma riuscendo ad evitare che finisse tutto a terra. Aveva dimenticato di usare le presine per prendere la pentola dal forno. Curò con la magia la brutta scottatura alla mano e sospirando cercò di calmarsi. Non doveva essere così nervoso. Guardò l’orologio, erano quasi le 7, Belle tra poco avrebbe chiuso la biblioteca e sarebbe arrivata. Lui aveva disertato il suo negozio di pegni prendendosi il pomeriggio libero per preparare la cena. Quella sera era un’occasione speciale perchè anche Bae avrebbe mangiato con loro. Era stato Rumpelstiltskin ad organizzare la serata, voleva che finalmente suo figlio conoscesse Belle per quello che era veramente.
Era passata circa una settimana da quando Bae e Belle lo avevano salvato nella Foresta vicino al pozzo. In quei giorni Rumpelstiltskin e Belle non si erano separati mai. La paura di essersi persi per sempre era stata grande per entrambi e così avevano usato ogni singolo minuto per parlare raccontandosi tutto quello che era successo da quando si erano lasciati al molo, per amarsi o semplicemente per stare insieme beandosi della felice realtà della loro riunione. Eppure a Rumpelstiltskin non era sfuggito l’imbarazzo di Belle ogni volta che le parlava di Bae. La ragazza soffriva per quel loro primo incontro quando era ancora quell’oca giuliva di Lacey, Rumpelstiltskin lo capiva bene e per questo aveva deciso che era ora di organizzare un vero incontro tra i due. Era certo che, a Bae, Belle sarebbe piaciuta, lei era così perfetta, così speciale che non si poteva non apprezzarla.
Non era questo che lo rendeva nervoso.
In realtà aveva paura di Bae o meglio di stare con lui senza ferite o pericoli di morte che li tenesse uniti. Come si sarebbe comportato Bae con lui?
Di che cosa avrebbero parlato?
Avrebbe ancora apprezzato il suo modo di cucinare?
Mille dubbi e paure si moltiplicavano nella sua mente. Erano pensieri stupidi, in fondo erano sempre padre e figlio e Bae aveva capito che suo padre era davvero cambiato  ma l’ansia stava torturando Rumpelstiltskin raggiungendo i livelli di quando era andato a New York per ritrovare suo figlio. Quella sera dopo secoli avrebbe riavuto suo figlio a casa e si sarebbero di nuovo seduti allo stesso tavolo. Avrebbe avuto l’occasione, tanto desiderata e per cui tanto aveva lottato, di ricostituire la sua famiglia ma la paura di essere incapace di riallacciare il suo legame con Bae era talmente grande da mozzargli il respiro.
Rumpelstiltskin trasalì quando sentì il suono del campanello. Belle era arrivata.
La ragazza entrò posando sulle sue labbra un dolce bacio. “Scusami, Rumple sono in ritardo. Ti serve una mano?” chiese dirigendosi verso la cucina.
“No, darling è tutto pronto devo solo apparecchiare la tavola.” Rispose Rumpelstiltskin e così si diressero insieme verso la sala da pranzo. Rumpelstiltskin osservò Belle, era stupenda come sempre. Indossava un paio di jeans e una canotta gialla, il suo colore preferito, legata al collo che le lasciava scoperte le spalle. Ma la ragazza le aveva coperte con un copri spalla a maglia nero. Rumpelstiltskin non poteva immaginare che era stato proprio il dilemma su che cosa doveva indossare che aveva fatto fare tardi Belle. Aveva praticamente svuotato il suo armadio escludendo ogni singolo capo di abbigliamento. Però Rumpelstiltskin indovinò che Belle aveva scelto di indossare qualcosa che Lacey giammai avrebbe neanche comprato.
Un rumore riportò Rumpelstiltskin alla realtà distogliendolo dai suoi pensieri.
“Scusa, Rumple!” Esclamò Belle addolorata indicando a terra i vetri di un bicchiere che le era appena sfuggito di mano.
“Non importa, sweetheart. Lo rimettiamo subito a posto.” Disse tranquillizzante Rumpelstiltskin riparando il bicchiere con la magia e mettendolo a tavola. Poi si voltò e prese le mani di Belle guardandola negli occhi
“Non ti preoccupare” le sussurrò “ andrà tutto bene. Bae ti adorerà. Devi solo essere te stessa e Lacey scomparirà dai suoi ricordi in un attimo.”
“Come fai ad essere così sicuro?” chiese nervosa Belle senza riuscire a trattenersi, quell’incontro le faceva davvero paura. Sapeva quanto Bae fosse importante per suo padre e voleva davvero che Rumpelstiltskin avesse il suo happy ending con la sua famiglia senza l’ombra di Lacey a creare problemi o imbarazzi. Eppure il ricordo di quel primo incontro con Bae la faceva ancora arrossire e vergognare.
“Perché so quanto sei speciale e unica.” Riprese convinto Rumpelstiltskin “Nessuno lo può sapere meglio di me. E poi se anche stasera qualcosa non va abbiamo il tempo a nostra disposizione. Lacey è scomparsa e tu sei qui. Solo questo è importante, sweetheart.” Concluse abbracciandola.
Belle si sentì molto più calma tra le sue braccia, cullata dal ritmico battere del suo cuore.
Sussultarono entrambi al suono del campanello. Si sciolsero dall’abbraccio e Rumpelstiltskin le accarezzò la guancia, sorridendole, prima di andare verso l’ingresso.
Anche se aveva cercato di essere forte e fiducioso con Belle, Rumpelstiltskin sentiva il cuore battere a mille nel petto mentre abbassava la maniglia della porta. Bae comparve incorniciato dalla porta con una bottiglia di vino in mano.
“Hey” esalò Rumpelstiltskin con voce incerta, la tensione stava avendo la meglio.
“Ciao” disse Bae impacciato. Rimasero un attimo sulla porta poi Rumpelstiltskin si riprese e facendo un passo indietro esalò “Vieni,  entra.” Il ragazzo avanzò nell’ingresso guardandosi intorno, aspettò che suo padre richiudesse la porta alle sue spalle poi lo seguì in sala da pranzo.
Belle era lì, in piedi, in attesa che arrivassero. “Ciao” disse rivolta a Bae. Sebbene avesse cercato di comportarsi in modo naturale a Rumpelstiltskin non sfuggì l’esitazione nella voce della ragazza.
“Ciao” le rispose Bae posando la bottiglia sul tavolo.
“Apro il vino” propose incoraggiante Rumpelstiltskin cercando di dissipare l’imbarazzo evidente “E propongo un brindisi a questa serata.” I minuti successivi furono impegnati dall’apertura del vino poi Rumpelstiltskin cominciò a riempire i bicchieri.
“Per me solo un goccio, Rumple lo sai che non ho mai sopportato bene l’alcool e dopo le quantità che era solita bere Lacey amo ancora di più il mio the freddo.” Intervenne Belle indicando la caraffa di the con cubetti di ghiaccio che Rumpelstiltskin si era premurato di farle trovare a tavola conoscendo i suoi gusti meglio di chiunque altro.
I tre bicchieri tintinnarono quando furono avvicinati e ognuno bevve un sorso. Il silenzio calò come una coltre su di loro mentre prendevano posto.
Solo in quel momento Belle osservò padre e figlio e capì quanto era stata stupida. Persa nelle sue paure legate al fantasma di Lacey non aveva capito quanto quella cena era difficile per Rumple. Era la prima volta da secoli che si ritrovava seduto allo stesso tavolo con suo figlio. Anni e anni di sensi di colpa, di sbagli, di speranze gravavano su di lui bloccandolo. La paura di sbagliare, di non essere all’altezza delle aspettative del figlio era un peso sul suo cuore. Anche se aveva cercato di tranquillizzarla Rumpelstiltskin era più terrorizzato di lei da quella cena e lei non aveva capito. Osservò Rumpelstiltskin che giocherellava imbarazzato con il coltello come perso nel tentativo di trovare un modo per fare conversazione e Bae che guardava distrattamente i quadri alle pareti. Doveva fare qualcosa, doveva aiutare Rumple. Era sempre stata lei a rompere il ghiaccio, a superare le distanze, a creare legami anche per lui. Doveva essere coraggiosa e sconfiggere le sue paure per lui. Era o non era un’eroina? Sospirò e iniziò a parlare.
“Oggi è passato Henry in biblioteca. Mi ha riportato un libro che aveva preso appena due giorni fa. Ha già finito di leggerlo.” Disse rivolta a Bae. Pur se la voce era un po’ tremante il sorriso che riuscì a tirare fuori era decisamente incoraggiante.
“ Sì, è entusiasta della biblioteca. Da quando ha scoperto quel posto con decine di libri belli quanto il suo libro di favole non fa che leggere.” Disse Bae che sembrava contento di immergersi in una conversazione “Credo che si sia messo in testa di leggere tutti i libri della biblioteca.”
“Avrà preso la passione dal nonno.” Riprese Belle chiamando in causa Rumpelstiltskin.
Bae la guardò sorpreso così Belle continuò “Tuo padre mi ha regalato ben due librerie da quando ci conosciamo. E sono certa che aveva letto buona parte dei libri che contenevano.”
“Per Belle nessun gioiello può competere con una stanza traboccante di libri.” Disse Rumpelstiltskin quasi giustificandosi con suo figlio per un regalo così insolito da fare ad una donna.
“E per te non esiste alcuna magia che può competere con una storia ben raccontata. Ogni tua casa in questo mondo o nell’altro praticamente aveva una stanza dedicata solo ai libri.” Lo rimbeccò Belle. Rumpelstiltskin le sorrise disarmato, lei lo riusciva a capire come nessun altro al mondo.
“Colpito e affondato, papà.” Rise Bae, poi incupendosi aggiunse “Evidentemente sono io la pecora nera della famiglia in quanto a libri. Decisamente Henry non ha preso da me.”
“Stai scherzando?” esclamò sorpreso Rumpelstiltskin “ Hai dimenticato quanto eri fissato per le storie? Non riuscivo mai a metterti a letto se non ti raccontavo almeno tre storie ogni sera. E ne volevi sempre di nuove. La mia passione per i libri credo che sia nata proprio nel costante rimpianto delle nostre nottate.” Concluse Rumpelstiltskin “Non sai quanto mi sono mancate in questi anni e che cosa avrei dato per riaverti di nuovo con me” aggiunse imbarazzato in un sussurrò.
“Mi ricorda inevitabilmente qualcuno di nostra conoscenza. Henry è praticamente uguale.” Riprese allegra Belle, accarezzando contemporaneamente la mano di Rumpelstiltskin per dissipare la sua malinconia.
“Hai ragione, papà. Ora mi ricordo le mille storie che inventavi per me. Anche se avevi lavorato tutto il giorno e volevi solo andare a dormire, il nostro rito delle storie a letto è stato sempre rispettato.” Disse Bae perdendosi in quei ricordi lontani e così piacevoli. Rumpelstiltskin gli sorrise felice poi, per nascondere le lacrime che gli erano affiorate agli occhi, aggiunse “Vado a prendere il tacchino dal forno.”
Bae e Belle rimasero soli e questa volta fu il ragazzo a rompere il silenzio che era calato tra di loro.
“Sei diversa davvero. Non riuscivo a capire dal nostro precedente incontro che cosa avesse visto in te” disse facendo cenno verso la cucina in cui Rumpelstiltskin era scomparso per prendere la cena “ma ora è tutto chiaro. Sono felice che papà ti abbia trovato.” La sincerità di quelle parole era evidente.
Belle era veramente diversa da quella volgare donna che Bae aveva visto tempo prima accanto a suo padre. Era seria, gentile, allegra l’opposto praticante di Lacey. Era riuscita con delicatezza a rompere il ghiaccio in quella serata così imbarazzante per tutti. E non erano sfuggiti agli occhi del ragazzo gli sguardi e i sorrisi che suo padre lanciava a Belle e che lei ricambiava. Erano chiaramente innamorati l’uno dell’altra e ora Bae capiva quello che suo padre gli aveva detto. Belle era davvero speciale. Era stata l’unica che era riuscita a cambiare suo padre e a farlo innamorare veramente. E Bae era felice per lui. Finalmente suo padre avrebbe avuto un po’ di felicità. La meritava più di tutti dopo tanti anni di lavoro e solitudine, dopo il dolore che Milah gli aveva provocato e dopo un’intera vita di sacrificio per ritrovare suo figlio. Belle era la persona adatta a suo padre, era la sua forza e la sua sicurezza.
“Non l’ho mai visto così felice.” Soggiunse proprio mentre Rumpelstiltskin rientrava con il vassoio fumante. Belle gli sorrise poi si affrettò a fare posto sul tavolo.
“Che cosa stavate bisbigliando voi due eh?” chiese divertito Rumpelstiltskin dopo aver deposto il tacchino sul tavolo.
“Non parlavamo mica di te Rumple. Sai non tutto il mondo ruota intorno a te.” Rise Belle facendogli però l’occhiolino.
“Voi due non me la contate giusta.” Disse sospettoso Rumpelstiltskin anche se non riuscì ad evitare di sorridere alla sua donna.
“Ci hai scoperto, papà stavamo parlando male di te.” Disse serio Bae.
“Bae! Non dovevi dirglielo! Ora incapperemo nell’ira del Signore Oscuro!” anche Belle cercò di parlare sul serio ma la sua voce era chiaramente divertita.
“Questo non succederà mai. Con voi mai.” Rispose serio Rumpelstiltskin non riuscendo ad aggiungere altro, le parole soffocate in gola dall’emozione.
“Lo sappiamo, papà. Era uno scherzo!” riprese Bae accompagnando le parole con una pacca affettuosa sulla spalla di suo padre.
La cena passò in fretta. Rotto il ghiaccio grazie a Belle la conversazione fluì spensierata e piacevole. Finalmente Rumpelstiltskin era riuscito a ricostruire la famiglia che aveva sempre desiderato.
“Sabato sera vi aspetto a casa.” Disse Bae mentre salutava suo padre e Belle alla porta. “Certo la cucina di Emma e la mia non possono competere con la vostra…”
“Con quella di tuo padre vorrai dire” lo interruppe Belle “Io sono praticamente una frana in cucina.”
“Sweetheart, non sei così male.”
“Non mentirmi, Rumple. Lo sai che ti scopro sempre.”
“Mi arrendo, darling.”
 Bae rise di cuore insieme agli altri due. Era incredibile che fossero passati tanti secoli dall’ultima volta che era sto così bene con suo padre.
“Ma non preoccuparti della cucina, Bae. Rumple praticamente è abituato ai piatti che gli cucinavo quando ero la sua domestica. I vostri non potranno essere peggiori. Mi sono sempre chiesta come faceva a mangiarli.”
“Sono sempre stato un tipo educato.”
“Comunque nel caso più drammatico c’è sempre la cucina di Granny’s che potrà venirci in aiuto.” Disse Bae.
“Ci vediamo sabato allora.”
Bae era già fuori dalla porta quando Belle con una leggera spinta incoraggiò Rumpelstiltskin a parlare
“Bae, domani dopo aver accompagnato Henry a scuola perché non ti fermi al negozio? Potremmo prendere un caffè insieme. Che ne dici?” chiese esitante.
Bae si voltò “Ottima idea. A domani allora.”
Rumpelstiltskin sentì un caldo sollievo nel petto e mentre richiudeva la porta di casa tenendo ancora per mano Belle sentì che non era mai stato così felice in tutta la sua vita.
 
SPAZIO AUTRICE
E rieccomi con il vero finale di questa storia. C’ho messo un po’ a pubblicare ma le vacanze hanno distratto la mia ispirazione e dimezzato il mio tempo. Ho smarrito il mio cuore nelle lande scozzesi e nella meravigliosa Londra. Comunque ecco il meritatissimo happy ending per il nostro caro Rumple. Chi più di lui se lo merita? (peccato che gli autori non la pensino così)… La storia non poteva concludersi senza un chiarimento Bae – Belle e in una bella cena di famiglia. Spero vi sia piaciuta e come al solito aspetto i vostri commenti.
Grazieeeee! A presto

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