La citta' dei sospetti...

di LIttlE_PePpErmIt
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno (Risveglio) ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ( Nuova identità) ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre (Nuove conoscenze) ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ( Bleed it out) ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque (una serata per sei) ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei (Sparizioni) ***
Capitolo 7: *** Un viaggio con esito tragico (Parte uno) ***
Capitolo 8: *** Un viaggio con esito tragico (Parte 2) ***
Capitolo 9: *** INCUBI ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ( DISCORSI INGANNEVOLI E SIRINGHE) ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 (Ritrovamenti) ***
Capitolo 12: *** ... AVVISO .... ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno (Risveglio) ***


CAPITOLO UNO

 
Siamo in un paese sperduto dello stato americano del Montana di nome Brigman. Abitanti 599. Non è molto esteso, solo 2,50Km2, probabilmente per colpa della natura montuosa del luogo dove è stato costruito.
 E’ formato da una strada principale, l’unica pressoché in piano dove si trovano i negozi principali e gli edifici di servizio pubblico. Sul lato destro della strada abbiamo il panettiere,  il bar “Limbo”, l’unico negozio di vestiti gestito dalla dolce e rotonda signora Chopper,  il comune e, vicino alla piazza, gli edifici scolastici.
 
Sulla sinistra invece ci sono l’unico supermarket di Brigman, il rinomato ristorante “Da Carlos” il quale si spaccia come un vero ristorante italiano quando il suo proprietario conosce l’Italia solo grazie a Wikipedia ed infine un negozio di musica.
 
La strada si conclude con una grande piazza circolare in porfido dove si festeggiano tutti gli eventi più importanti per gli abitanti di Brigman. Nella piazza è incluso anche un piccolo auditorium, utilizzato soprattutto per proiettare vecchie pellicole e raramente film appena usciti nei cinema più importanti.
Dalla strada principale partono cinque strade sul lato destro e quello opposto, lungo le quali sono costruite le varie abitazioni.
 
Brigman esiste dal 1920. Da quell’anno non è molto cambiato, ma la gente che lo abita è cambiata parecchio, soprattutto i suoi giovani. Per diversi decenni sul piccolo paese è regnato un clima di pace e collaborazione. Tutti i suoi abitanti erano contadini o piccoli negozianti e si aiutavano a vicenda. Se una famiglia aveva problemi economici tutta la comunità si adoperava per darle del sostegno, per esempio organizzando una colletta tra tutti gli abitanti.
 
Col tempo però questo clima è andato affievolendosi. Ora regna una pace apparente, anche se negli animi dei giovani vive uno spirito di ribellione e fuoco, che negli ultimi tempi è sfociato più volte in risse violente nei quartieri periferici di Brigman.
 
Ma questo equilibrio già instabile un giorno, viene totalmente sconvolto dal ritrovamento di una ragazza svenuta nei boschi intorno al paese da il figlio maggiore della famiglia Tomlinson.
E che dire? Che la nostra storia abbia inizio.
 
 

 

10 MARZO 2010 13.55
 

 
Dal bar Limbo stanno uscendo due uomini di mezza età. Uno è alto e secco come un ramo d’albero l’altro invece è basso e rotondo. Volendo essere sinceri ricordano un po' Stalio e Olio.
Discutono animatamente sull’argomento di cui prima stava parlando Jerry, il barista baffuto del Limbo.
- E’ un cosa molto strana però … - Commenta l’ometto tarchiato.
- Tu dici Bob? Una ragazza trovata svenuta in un bosco. No che non è normale. – Dice l’altro sventolando in aria le mani come se tentasse di spiccare il volo.
- Ma non siamo neanche certi che sia vero … Con tutte le mali lingue e le dicerie messe in giro per rendere l’atmosfera più frizzante non si sa più a cosa credere . –
- Si, ma in quei casi si sapeva che la voce era messa in circolazione da quelle due pettegole, la Mary e sua sorella Janet. Questa volta invece la prima ha raccontare questa storia è stata la migliore amica di Johannah Tomlinson, Victoria.
Bob guarda l’amico con sguardo perso. Poi alza le sopracciglia e spalanca gli occhi come colto da un lampo di illuminazione improvvisa, una di quelle da cogliere al volo prima che abbandoni per sempre la nostra mente.
- Victoria già … Lei è sempre stata una brava donna, una di cui fidarsi.
- Infatti Bob, è per questo che tutti credono che sia vera la faccenda – Spiega con molta pazienza Martin,
-  Ma i Tomlinson non hanno ancora confermato niente ..
- I Tomlinson? Cosa centrano loro adesso? – Chiede Bob, confuso come non mai. Martin gli vorrebbe spaccare la faccia ma si contiene grazie ai suoi nervi saldi
- Si i Tomlinson. E’ stato loro figlio maggiore .. Louis mi pare che si chiami, a trovarla ieri mattina nel bosco. Ora è a casa loro, ma non si è ancora svegliata. –
Bob si gratta la testa pelata e commenta. – Forte … -
Un rumore di passi sull’asfalto risuona nel silenzio della strada. I due uomini si girano e vedono una bella signora venire verso di loro. Cammina decisa, gli stivali col tacco che mangiano l’asfalto ad ogni passo, lo sguardo tranquillo che scruta ogni oggetto, ogni persona.
I due amici si lanciano delle occhiate che parlano da sole. Martin si sistema la camicia e Bob passa una mano sulla testa, come se  ci fossero ancora attaccati i suoi vecchi capelli.
- Signora Anne Buongiorno! – La saluta Martin sfoderando un mega sorriso.
La donna rallenta fino a fermarsi accanto a loro.
Butta la testa indietro per staccare i lunghi capelli castani dal collo sudato.
- Buongiorno a te Martin, anche a te Bob. – Risponde lei
Il suddetto Bob si accontenta di annuire con sguardo sognante.
- Tutto bene Anne? Avete per caso problemi con i vostri figli? Mi sembrate in ansia … - Fa notare Martin con fare protettivo
Anne sospira. Tutti con quella domanda. Tutto bene? La gente in quella città non si fa mai i fatti suoi, ma pur pensandola così si obbliga ad essere educata
- No non ho problemi con i miei figli .. Gemma è la solita ragazza studiosa, anzi a volte fin troppo, e anche Harry non mi da alcun pensiero però .. Sono preoccupata. Ho sentito di quella ragazza trovata ieri mattina nel bosco … -
- Oh si proprio una brutta faccenda .. – Bofonchia Bob nel vano tentativo di fare una bella figura. Anne non lo nota nemmeno
- Ne parlava poco prima  Jerry, non sappiamo se è vero o se sia la solita fesseria. – Continua Martin
- Nemmeno io è per questo che sto andando a casa dei Tomlinson. Johannah è una cara amica sapete. –
I due annuiscono.
- Poi ci racconterà anche a noi come stanno davvero le cose okay? – Dice Bob con fare cospiratorio.
Anne assicura che avrebbe raccontato tutto ai due uomini, poi li saluta e continua per la sua strada. Forse anche lei è stata contagiata dal clima pettegolo del paese. Pensa la donna divertita da quella osservazione.
 
 
***
 
Poco più in la, davanti al negozio di musica, un bel ragazzo biondo sta discutendo con altri tre ragazzi all’incirca della sua stessa età.
- Mi ha avvisato solo qualche minuto fa. Louis oggi non  può venire. – Spiega il biondino
Uno dei altri tre ragazzi, un tipo alto e con i capelli mori pettinati in un ciuffo ribelle, sbuffa infastidito.
- Cavolo è sempre il solito. Non rispetta mai gli impegni presi! –
- Ma tu che ne sai, probabilmente avrà avuto un contrattempo imprevisto. – Dice un ragazzo con gli occhi color cioccolato.
- Tu lo difendi sempre Liam! – si lamenta il ragazzo col ciuffo
- Tu invece fai un sacco di polemiche inutili Zayn! – Ribatte l’altro.
Liam e Zayn si guardano in cagnesco per qualche secondo, poi con una scrollata di spalle lasciano cadere lì il litigio.
- Ragazzi, che ne dite d’andare a casa sua? Così vediamo cosa gli è successo, sempre che si trovi lì. – A parlare era stato un ragazzo riccioluto che fino a quel momento era stato in silenzio osservando i suoi amici che discutevano.
Gli altri tre si guardano e sorridono.
- Si Harry ha assolutamente ragione! – Decreta Liam
- Emm .. Ragazzi, dall’altra parte della strada c’è quel cretino di Max. – Dice Niall preoccupato.
 
Appoggiato al ingresso del negozio di vestiti della signora Chopper un alto  ragazzo rasato osserva il gruppo di amici con sguardo di sfida.
Zayn si lecca le labbra. – Bene, ora ci divertiamo! –
- Io non voglio litigare anche oggi. – Sbotta Liam nel vano tentativo di persuadere l’amico dal fare stupidaggini.
- Oh, io invece si! – Zayn si tira su le maniche del maglione rosso. Sta per attraversare la strada quando il riccio lo blocca dicendo:
- Malik fermo che sta arrivando mia mamma! – Zayn arretra di qualche passo e, proprio in quel momento, Anne passa davanti al gruppo di ragazzi. Harry si fa piccolo piccolo tentando di nascondersi allo sguardo inquisitore della madre.
- Buongiorno signora Styles. – Salutano in coro Zayn Liam e Niall
- Oh buongiorno a voi ragazzi …. Ciao anche te Harry. Mica dovevi stare a casa di tua cugina  Cristal a studiare fisica? –
Anne incrocia le braccia al petto ed inizia a battere ritmicamente un piede a terra. Il ragazzo è costretto ad alzarsi in piedi
- Hey mamma! Davvero ti ho detto così? No temo che tu abbia sbagliato a capire io Cristal non l’ho neanche nomin .. –
Lo sguardo di fuoco di Anne gli cuce la bocca
- Ora vado a casa dei Tomlinson, se quando torno non ti trovo a casa a studiare fisica guai! Detto questo Anne volta le spalle ai ragazzi ed imbocca la strada laterale che si trova subito dopo il negozio di musica
- Hai sempre un grande culo vero Harry. – Scherza Liam
- Ripetizioni di fisica da quella cessa di Cristal. Ahah potevi inventarti una scusa migliore. – Lo prende in giro il biondo, poi scoppia a ridere
- Stai zitto Horan. Beh non ho molte possibilità .. Io vado. Ci vediamo domani a scuola. – Detto questo il riccio se ne va.
- Buona fisica! – Gli urla Liam. I tre ragazzi scoppiano a ridere. Harry manda mentalmente a quel paese tutti e tre.
- Noi cosa facciamo? –
- Andiamo a casa di Lou ovvio. –
- Si Liam, ma possiamo andarci dopo che la mamma di Harry se ne andata? Mi fa paura quella donna. – Dice Niall
Zayn alza gli occhi al cielo di fronte all’osservazione dell’amico. Poi si ricorda di Max: guarda dall’altra parte della strada ma del ragazzo nessuna traccia.
 
 
* * *
 
La strada presa da Anne è tortuosa e difficile da percorrere. Probabilmente quella è la strada più ripida di tutta Brigman. Alla fine della strada si trova una piccola casa in legno circondata da un giardino ben curato.  Anne bussa alla porta e le apre una ragazza bionda dai grandi occhi azzurri.
- ‘Giorno Anne. – La saluta la ragazza
- Ciao Lottie. C’è la mamma? – chiede Anne
- Si è in cucina. Dai entra. –
Entrando la donna è accolta da un piccolo salotto, ma arredato con molta cura. Per terra un uomo sta giocando con due bambine molto simili.
- Ehi Anne! – la saluta l’uomo cordiale. – Bambine salutate Anne! –
- Ciao Anne – Salutano loro
- Ciao Daisy, ciao Phoebe. – Le saluta Anne
Si siede sul divano rosso e dice – Ma Mark .. quindi le voci che girano sono fondate? –
Mark sospira – Perché che voci girano? –
- Beh si dice che ieri vostro figlio Louis abbia trovato una ragazza svenuta nel bosco e che ora lei si trovi qui da voi. -
- E’ tutto vero cara la mia Anne! – Quella affermazione improvvisa fa sobbalzare sia Anne che Mark.
- Amore mio … Avvisa la prossima volta che sei dietro di noi. – Suggerisce Mark premendosi una mano sul cuore.
Anne si alza per abbracciare l’amica, nonché madre della numerosa famiglia Tomlinson
- Johannah! –
- Cara Anne, pensavo che il clima rozzo e pettegolo di Brigman non ti avrebbe mai contagiato, invece eccoti qui a chiederci conferma di una voce messa in giro il giorno prima. La rimprovera scherzando Johannah
- Già, non l’avrei mai giurato. Ormai le mie vecchie abitudini, che avevo quando abitavo a Helena, non sono così presenti. –
Johannah si siede sul divano.
- Povero tesoro. Dovevi vederla ieri mattina: sdraiata tra le braccia di Lou, la testa reclinata inerte su un lato. Ci siamo spaventati tutti. Poco dopo è arrivato il dottore George. Ha detto che non era grave, probabilmente aveva sbattuto la testa da qualche parte. George tornerà quando lei si sveglierà, ma per ora non ha ancora aperto gli occhi. –
La donna abbassa lo sguardo sulle sue mani congiunte sulle gambe magre.
Anne guarda verso le finestre del salotto: intravede le figure degli amici di Harry che aveva icontrato poco prima.
Saranno lì per Louis. Pensa.
- Mamma Papà. Lou è stanco. Gli do il cambio per guardare la ragazza. –
La voce è di una ragazza, che avrà avuto più o meno 16/17 anni.
- Piccina mia, è meglio se Louis sta lì con te a controllarti. Non si sa mai. –
La ragazza sbuffa. – Mamma, primo non chiamarmi piccina; secondo sono abbastanza grande da non necessitare più dell’aiuto di Louis! –
La ragazza esce dal salotto pestando pesantemente i piedi a terra
Mark sospira. – Fizzy .. La nostra piccola ribelle. –
Anne sorride all’uomo poi trasale: è tardissimo, non può rimanere a lungo dai Tomlinson.
- Oddio guardate che ora è! Devo assolutamente andare! – Esclama dirigendosi verso la porta.
Mark e Johannah la salutano, lei ricambia, poi esce velocemente.
I due adulti hanno solo qualche attimo di silenzio prima che un urlo squarciasse quella calma momentanea.
- Mamma Papà! Venite la ragazza si è appena svegliata! Presto! – Urla Fizzy precipitandosi come un razzo nel soggiorno.


SPAZIO AUTRICE
L'ho ammetto, al primo capitolo ho sempre poco da commentare, dico solo che questo è il mio primo crossover, quindi siate clementi :) AHAHAHAHAH
Ora vi lascio
Al prossimo capitolo!!!

Little_Peppermit 

 
 

 
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo due ( Nuova identità) ***


 CAPITOLO DUE
 

La ragazza apre lentamente gli occhi. Sente un gran male alla testa, come delle pulsazioni regolari che le premono sulle tempie. Si mette a sedere e si guarda attorno per capire dove si trova. Seduto per terra c’è un  bel ragazzo  che sta guardando distrattamente fuori dalla finestra, ha i lineamenti delicati e gli occhi di un azzurro chiarissimo. La sua bocca è leggermente dischiusa.
Poi un urlo femminile rompe il silenzio . I due ragazzi si girano contemporaneamente: Fizzy è appena entrata e indica la ragazza con un espressione incredula.
- Mamma Papà! Venite la ragazza si è appena svegliata! Presto!- Urla Fizzy recipitandosi fuori dalla stanza diretta verso il soggiorno.  Solo in quel momento anche Louis, il ragazzo nella camera, si accorge che la ragazza che controllava da quasi un’intera giornata si è svegliata.
Louis le si avvicina e le sorride. Non la conosce ancora, ma vuole allo stesso essere cortese con lei.  La ragazza, incontrando quel sorriso, sente una strana sensazione allo stomaco, come se un fuoco ardesse nel centro esatto del petto. Imbarazzata gli sorride a sua volta. La porta si apre e la stanza di riempie del resto della famiglia: Johannah, Mark Fizzy, Lottie e le due gemelline.
I due genitori guardano la ragazza con l’affetto che solo un genitore può provare, Daisy e Phoebe con curiosità mentre Lottie e Fizzy con velata ostilità. La ragazza capisce le loro emozioni da tanti piccoli dettagli: l’espressione degli occhi e della bocca, dal modo in cui si guardano e tengono le braccia.  Johannah si avvicina alla ragazza e prende parola.
- Ehi ciao! – La saluta. La ragazza ricambia il saluto in automatico. Anche Mark e le bambine si avvicinano, mentre le sorelle maggiori rimangono sulla porta.
- Come stai? Come ti senti? Ti fa male qualcosa? – Le domanda Mark. Quelle domande rimangono sospese in aria, in attesa di dissolversi grazie alla risposta della ragazza.
In modo naturale nella mente della ragazza si materializzano le parole da dire.
- Credo bene, mi fa solo un po’ male la testa e .. sono piuttosto confusa. –
- Tranquilla qui sei al sicuro. Io mi chiamo Johannah, lui è mio marito Mark, loro sono le nostre figlie Lottie, Fizzy, Daisy e Phoebe, mentre lui è nostro figlio Louis. –
Louis sorride nuovamente alla ragazza.
- Tu invece come ti chiami? – Le domanda Mark.
Silenzio. Tutti gli occhi sono puntati su di lei. La ragazza deglutisce, forse troppo rumorosamente, e prova a pensarci.
Il nome .. Il mio nome … Ma l’unica cosa che ottiene è il peggioramento del suo mal di testa. La sua mente  è  come una lavagna nera. Non riesce a leggerci niente. Non riesce a ricordare niente su di se.
-  N – Non lo so. Non riesco a ricordare niente. – Dichiara con le lacrime agli occhi per la frustrazione.
La sua affermazione è seguita da un fischio di derisione e incredulità da parte di Lottie. Quella falsa smemorata non le piace per niente, le sembra terribilmente falsa ma purtroppo quasi tutta la sua famiglia crede a quella brutta messa in scena. Mark le lancia un occhiataccia.
- Chiamo il dottor George Mark? Forse lui le potrà dare una mano. – Dice Johannah
- Va bene, ma io vengo con te. Voi intanto state con lei intesi? –
I figli Tomlinson annuiscono, ma poco dopo che i due adulti sono usciti dalla camera Lottie interviene dicendo
- Vado pure io. Ho un impegno importante. E Fizzy viene con me.
- Ma Papà ha detto di stare qui con lei. – Dice ingenuamente Phoebe.
Le due ragazze fanno spallucce ed escono. Louis scuote la testa. Sempre le solite che non ascoltano mai, beh di solito faccio anch’io così, ma oggi è un caso speciale. Non posso lasciare sola questa ragazza. Pensa il ragazzo mentre osserva la ragazza alzarsi e toccare qualsiasi oggetto presente nella stanza, anche i più insignificanti.
Con le dita sfiora la sua sveglia che gli aveva regalato l’anno prima Harry. Louis ha sempre pensato che fosse un regalo orribile ( chi mai vorrebbe una sveglia a forma di mucca rossa?!), ma per non offendere l’amico riccio la tiene in bella mostra sulla sua scrivania.
Afferra una penna nera e la rigira tra le dita, poi sfoglia un quaderno con in copertina la foto della statua della libertà. In quel momento il moro si agita un po’. Quel quaderno non lo ha mai fatto toccare a nessuno, lo utilizza per sfogarsi e scrivere i propri pensieri sulla giornata trascorsa, ma per fortuna lei non ci fa caso e dopo poco lo chiude.
Daisy si avvicina alla ragazza e la tira per un braccio. Lei si gira e vedendola le sorride.
- Ma come fai a non ricordarti il tuo nome? – chiede
- Lo vorrei sapere anch’io.  – Dice l’altra e le sorride. Quella bambina le sta simpatica. In quel momento Fizzy entra nella stanza
- Louis in cortile ci sono i ragazzi che ti aspettano! –
Il ragazzo si alza da terra velocemente
- Oh .. Ma ci sono tutti? – Chiede
Fizzy abbassa lo sguardo – Tutti tranne Harry. – Dal tono della voce sembra dispiaciuta
Louis ride. – Se vuoi chiamo il riccio e gli dico di venire qui se ti dispiace così tanto che non ci sia. –
Fizzy arrossisce violentemente.
- Louis William Tomlinson! Esci subito di qui! Immediatamente! – Gli urla dietro.
Lui abbandona la stanza ridendo sguaiatamente
Fizzy sorride, poi sul suo volto si dipinge un’espressione ostile
- Daisy Phoebe, venite in soggiorno con me. – Ed afferrandole per le sottili braccia le trascina fuori. La ragazza senza nome rimane da sola.
 
                                                                          ***
 
- Caro Tomlinson! Ti sei scordato che oggi avevamo un appuntamento davanti al negozio di musica? E’ da giorni che ne parlavamo, e non ti degni neanche di avvisarci. –
Ecco come Zayn Malik accoglie l’amico vedendolo attraversare il giardino intorno all’abitazione.
- Sei sempre il solito Zayn. Ho avuto un imprevisto, è per quello che non sono venuto. – Si scusa Louis una volta vicino ai ragazzi.
- Perché che cosa ti è successo? Dai spiegati. – Dice Liam apprensivo.
Louis prende un bel respiro ed inizia a raccontare i fatti di quel giorno e di  quello precedente.
I tre ragazzi lo stanno ad ascoltare interessati.
Finito il racconto Niall commenta – Spero almeno che sia una bella ragazza. –
Gli altri tre scoppiano a ridere. Niall è piuttosto confuso
- Ma che ho detto di male. – Si scusa lui
- Beh, ci aspettavamo da Harry una frase così, non da te. – Ammette Liam divertito.
- Ma quindi è bella o no questa ragazza senza memoria? – Insiste Zayn
Louis ci pensa un attimo – Credo che la si possa definire carina nel complesso. Ha gli occhi azzurri e i capelli ramati che le arrivano fino al seno … Non è molto alta, ma ha la bocca troppo larga e il naso troppo piccolo.
- Nel complesso sembra bella – Dice Niall. Anche Zayn e Liam annuiscono.
- Ehi Tomlinson, stai raccontando dell’ennesima ragazza che non ti fila?! – Urla una voce dietro Louis.
Il ragazzo si irrigidisce immediatamente. Anche Liam, Niall e Zayn non appena capiscono chi è la persona che ha detto questo cambiano subito atteggiamento.
Louis si gira: dalla salita stanno salendo tre ragazzi. Quello in mezzo è Max, alla sua destra c’è un ragazzo molto alto, con un ciuffo simile a quello di Zayn e la pelle color ebano, mentre alla sua sinistra  c’è un  altro ragazzo castano  che sostiene lo sguardo tagliente di Louis.
- Ma perché loro sono sempre a rompere? Perché? Si chiede Liam esasperato. Ormai i loro litigi e discussioni vanno avanti da quasi tre anni, e più volte sono  ricorsi alle mani.
E ogni volta sembra quasi che Max e la sua cricca lo facciano apposta a trovarsi nel luogo esatto in cui si trovano loro. Ma se Liam vorrebbe mettere fine a quegli stupidi litigi, Zayn e Louis non si tirano mai indietro.
Niall ed Harry invece di solito se ne stanno in disparte, ed intervengono solo per calmare le acque.
- Che volete? – Sbotta Zayn.
- Giravamo qui intorno … - Risponde Max
- Vattene pelato idiota, abbiamo di meglio da fare che discutere con te. – Lo insulta Louis.
Il ragazzo stringe le mani a pugno. Lou sorride per la sua reazione.
Max si avvicina a Zayn e gli dice in tono di sfida
- Ho sentito che non sei stato preso nel gruppo di Jake …. E lui mi ha anche detto che sei il peggior chitarrista che abbia mai sentito fino ad ora. –
Zayn gli vorrebbe spaccare la faccia. Tre mesi prima Jake Morgan, uno dei ragazzi più popolari ed apprezzati di tutta Brigman, aveva annunciato che voleva creare una band nella quale lui sarebbe stata la voce solista.
Zayn si era fatto in quattro per riuscire a passare quei provini: passarli significava per lui potersi finalmente far notare a Brigman in quello che lui adorava di più in assoluto: la musica
Ma purtroppo non era riuscito a essere preso nelle audizioni ed era stato immediatamente scartato, subendo un’umiliazione davanti a tutta la scuola.
Liam si fa avanti per difendere l’amico
- Zayn non ha bisogno di Jake e della sua stupida band, dato che ne stiamo creando una noi! –
Tutti rimangono ammutoliti davanti a quella frase. Tom si lascia sfuggire un “ Non ci credo”
mentre anche Niall Louis e Zayn ci rimangono di sasso. Per ora quella era solo un’idea, niente di definito e lui l’aveva annunciata così a cuor leggero.
- Impossibile, nessuno di voi sarebbe capace di cantare e o suonare uno strumento. – Gli aggredisce Tom
- Sempre meglio di te testa di cavolo! – Urla Louis
Un silenzio carico di tensione cala sui sette ragazzi. Ma il suono di un campanello lo frantuma come vetro. Un uomo in bicicletta sta arrivando verso di loro: è il dottor George, il padre di Max.
- Ehi Ciao ragazzi! – Li saluta mentre appoggia la bici allo steccato della casa Tomlinson.
La tensione di placa fino a scomparire. Tutti lo salutano cordiali.
- Max come mai qui? – Chiede i l dottore
- Facevo un giro con Tom e Siva, ma stavamo già tornado indietro. – Detto questo fa un cenno ai due amici e se vanno.
- Quindi è dentro la ragazza? – Chiede il dottor George a Louis
- Si, l’accompagno in salotto. –

 

***
 

 
La ragazza, prima rimasta sola, ora cammina in corridoio. Sfiora le cornici delle foto appese ai muri: in una c’è Louis da piccolo che tiene in braccio una piccolissima Lottie. In un’altra si vede Fizzy insieme  a Phoebe e Daisy e, accanto a questa foto, un’altra dove c’è tutta la famiglia.
La ragazza si sente terribilmente spaesata ogni minuto che passa: non sa chi è e da dove viene, metre quelle persone sono unite da profondi legami e ricordi comuni. Lei non sa perché, ma si sente terribilmente vuota.
Proprio in quel momento le si avvicina Johannah
- Vieni, c’è una persona che ti vuole vedere. –
La ragazza rimane piuttosto sorpresa da quella frase. Segue Johannah in soggiorno dove il dottor George la sta aspettando seduto sul divano. La fa sedere accanto a lui
- Ehi Ciao! Come ti chiami? – Le chiede
Ma qui le persone conoscono solo questa frase?! Pensa lei infastidita e si trova costretta a rispondere
- Non lo so. Non me lo ricordo. –
Il dottor George prende una lucetta e gliela punta negli occhi, le prende la testa tra le mani e la guarda in ogni angolatura possibile, poi le fa varie domande su di se alle quali lei continua a rispondere con un Non lo so, non me lo ricordo, boh e alla fine le fa vedere dei fogli bianchi con sopra delle macchie nere e le domanda cosa vede. Il dottore si alza:
- Credo che il vuoto di memoria sia dovuto allo shock dell’incidente che ha probabilmente subito, forse col tempo ricorderà tutto. –
Si dirige verso l’uscita.
- Nel frattempo cosa facciamo? – Chiede Mark
- Prendetevi cura di lei e trovatele un nome: la potrà sicuramente aiutare. – Detto questo esce dalla casa, sul volto dipinto un finto sorriso: è preoccupato per quella ragazza senza nome. Sa bene che quello che ha raccontato ai signori Tomlinson era una grossa menzogna. Forse lei non recupererà mai la memoria.
 
***
- Jasmine! – Urla Daisy
- Ma che Jasmine, Jade o Mary sono molto molto meglio! – Si lamenta Phoebe sbattendo i piedini a terra
Da quando il dottore se ne era andato in casa si è aperta una vivace discussione sul nome da dare alla nuova arrivata. Da subito Daisy e Phoebe hanno iniziato a dire un sacco di nomi, come dei fiumi in piena.
La ragazza era rimasta in silenzio, sorridendo delle reazioni delle due bimbe e del mo0do in cui i due genitori tentavano di moderare il loro entusiasmo
Louis è in piedi e pensa in silenzio.
- Anzi no Avril è il migliore! – Esulta Phoebe
- Dai bambine, questa è una cosa seria! – Le sgrida Mark
- Ma a lei piace il nome Avril, vero?! – Le chiede Phoebe speranzosa
La ragazza le sorride – Si è un nome bellissimo … Ma non so scegliere, fosse per me mi chiamerei anche Phoebe, come te. –
La bimba arrossisce. Louis si stacca dalla parete, gli è venuto in mente il nome giusto per lei, anche se sa che questo lo farà soffrire parecchio. Le calzerà a pennello, pensa, ma la cosa non dovrà influire su di me. Spera.
- Che ne dici di Amy?– Le dice speranzoso. Per lui quel nome è pieno di ricordi, alcuni stupendi altri terribilmente dolorosi.
Al sentire quel nome lei si gira immediatamente. Si, è quello il nome giusto per lei, lo ha capito fin dalla prima lettera. Annuisce felice
- Si, è assolutamente perfetto! – Sta quasi urlando dalla felicità.
Gli altri famigliari osservano Louis con sguardi severi e preoccupati. Anche Lottie e Fizzy escono dallo stato di indifferenza in cui sono sprofondate. Johannah si chiede come mai il figlio ha proposto proprio quel nome. Forse il dolore si è attenuato e ha deciso di affrontare finalmente il trauma, così almeno spera.
Amy, ignara di tutti quei pensieri e quei dubbi, è serena. Quella gente sembra buona, non sembra volere farle del male, le hanno anche dato una nuova identità.
Guarda Louis e gli sorride: non sa perché, ma già vuole bene a quel ragazzo.

SPAZIO AUTRICE
E' il secondo capitolo che pubblico in un giorno! AHAHAAH
Comunque se siete arrivati a questo Spazio autrice avrete sicuramente capito chi è il secondo "gruppo" protagonista della mia FanFiction: The wanted
Io non sono proprio una loro fan, però era da molto tempo che volevo scrivere qualcosa su di loro e, perchè no, qualcosa in cui ci fossero anche i One Direction.... Ed ecco che è nata questa storia!

Al prossimo capitolo!!
Little_Peppermit

 

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Capitolo 3
*** Capitolo tre (Nuove conoscenze) ***


CAPITOLO 3

 

Sono trascorsi tre giorni dal risveglio di Amy, e la vita a Brigman ha ripreso il suo normale corso. I ragazzi vanno a scuola, e tornano il pomeriggio, Mark invece lavora al comune come assessore, mentre Amy rimane a casa insieme a Johannah, occupandosi con lei della casa.

Amy inizia a conoscere meglio il paese e soprattutto la famiglia Tomlinson, che la tratta come una figlia o come una sorella.

La casa è piccola: un soggiorno con accanto una stanza con sala pranzo e cucina, poi delle scale di legno conducono al secondo piano dove si trovano le quattro camere da letto: quella di Lottie e Fizzy, di Daisy e Phoebe, dei due genitori e quella di Louis. Amy dorme nella stessa stanza del fratello maggiore, su una brandina posizionata sotto la finestra di fronte alla porta d'ingresso.

Ogni membro di quella famiglia ha una caratteristica particolare: Johannah è un'ottima cuoca. Cucina di tutto, da un semplice piatto di pasta a complessi dolci. Una sua specialità sono le torte, sia dolci che salate. Durante le feste che vengono organizzate a Brigman ella viene incaricata di preparare tutto il necessario per rifocillare la popolazione. Mark è una persona introversa, parla solo quando è strettamente necessario, ma riesce a trasmettere affetto attraverso tanti piccoli gesti concreti: un sorriso, alcuni soldi sul comodino o un consiglio prezioso.

Le due gemelline sono tenerissime e adorabili (così le definisce Amy a tutti quelli che le chiedono di descriverle) sono ingenue, ma nella loro innocenza e ingenuità nascondono una vivace intelligenza.

Lottie è un tornado: parla sempre, è attivissima ed adora disegnare e spettegolare su tutto e tutti, mentre Fizzy, che è altrettanto esuberante è un'amante dei vestiti, soprattutto delle gonne. Ne possiede di tutti i tipi: lunghe fino alla caviglia o cortissime, colorate o nere, eleganti o sportive.

Entrando nella loro camera ci si imbatte in un disordine colossale nel quale però si nota come una linea di divisione: da una parte matite, pennelli e album da disegno, dall'altra riviste di moda e vestiti sparsi a casaccio per terra o appoggiati sulle sedie.

Ma per Amy la persona più misteriosa ed interessante della famiglia è Louis. Fin dal primo giorno tra loro si è instaurato un legame particolare fatto di sguardi e piccoli gesti affettuosi. Trascorrono molte sere chiusi in camera a chiacchierare delle loro giornate, o semplicemente a scherzare. Lui infatti è un ragazzo molto solare ed allegro, pronto sempre alla battuta, ma in alcuni momenti sul suo volto si dipinge un'espressione cupa e nei suoi occhi color del ghiaccio sembra scatenarsi una tempesta glaciale.

Una mattina particolarmente soleggiata Johannah propone ad Amy di uscire con lei per fare la spesa.

- Ormai abbiamo finito tutto il cibo ... Ti va di venire?

- Non saprei ... - Risponde vaga Amy. In realtà non se la sente ancora di uscire in paese, in mezzo a tutta quella gente sconosciuta. Come minimo la additeranno tutti, aumentando il suo imbarazzo. Ma Johannah non demorde.

- Dai, oggi è giovedì, e in piazza allestiscono il mercato.

Amy sospira: non ha molto scelta, deve andare con la donna.

- Okay dai vengo.

Come previsto tutti la guardano. Mentre passano per strada molti salutano amichevolmente Johannah, tanti altri indicano Amy e si bisbigliano nelle orecchie parole maliziose. Il viso di Amy è più rosso dei suoi capelli ramati.

- Su quella testa! Non vorrai sembrare un cagnolino indifeso. - La rimprovera la donna tirandola per un braccio. Entrano presto nella piazza. Lì vi sono un sacco di piccole bancarelle che vendono pesce, frutta e verdura, carne, ma anche vestiti e dolci. La piazza è un misto di odori, suoni e colori. Le persone si muovono da una bancarella ad un'altra attratti da questo alimento o da quell'altro, o semplicemente si allontano infastiditi dalle urla del venditore speranzoso di racimolare dei clienti.

- Io vado a comprare la verdura e, forse, anche della frutta, un po' di pane e della carne. Tu se vuoi guarda in giro se c'è qualcosa che ti interessa. - Così Johannah la lascia, poco prima di fiondarsi nello shopping casalingo.

Amy inizia a girovagare per la piazza piena di gente senza una meta precisa. Osserva le persone: le camminano accanto e, stranamente, a lei non fanno caso, probabilmente troppo presi nelle loro faccende. La ragazza si avvicina ad una bancarella che vende un sacco di fiori. Lei, notando che non c'è nessuno a controllare, ne afferra uno e lo annusa. Ha un odore buonissimo, forte e inebriante.

- Noto che ti piacciono i tulipani. - Dice una voce dietro di lei facendola sobbalzare. Amy si gira e vede, dietro di se, un ragazzo piuttosto carino: ha due enormi occhi grigio-verdi, i capelli castani che scendono in un piccolo ciuffo sulla fronte, il naso leggermente a patata. Tiene le mani nelle tasche dei jeans scuri e osserva Amy sorridente, aspettando da lei una risposta.

- In realtà è il primo fiore che ho preso ...

Lui le gira attorno, poi si sposta dall'altra parte della bancarella. Afferra un vaso pieno di tanti piccoli fiori viola.

- I tulipani sono bellissimi, ma io ti consiglio le pervinche, sono il mio fiore preferito.

Lei sorride timida. - La prossima volta allora scegliero' quelle. -

Appoggia il tulipano nel suo vaso, rialza lo sguardo ma del ragazzo con cui stava parlando nessuna traccia: è come scomparso.

Lei inizia a guardarsi attorno, ma non lo trova. In quel momento le si avvicina Louis, sul viso dipinta un'espressione corrucciata.

- Ehi Amy! Ma con chi stavi parlando? - Le domanda quando le arriva accanto.

- Con un ragazzo perchè? -

Louis fa un bel respiro profondo e le dice - Non parlargli più. E' una cattiva persona. Poco raccomandabile.

Ora è Amy ad arrabbiarsi - Con me è stato gentile.

- Beh, perchè tu sei ...

- Ragazzi! Dai venite! Andiamo a casa! - Il richiamo di Johannah blocca immediatamente il loro battibecco. I due ragazzi si avviano verso la donna in un silenzio teso.

Una volta vicini a casa Tomlinson Louis si rivolge a sua mamma - Oggi a casa nostra vengono i ragazzi. Studiamo insieme.

- Okay, ma non fate troppo rumore, mi raccomando.

Louis si volta verso Amy e le sorride gioioso. - Ti staranno sicuramente simpatici!

Amy è contenta di rivederlo allegro come se il loro litigio non ci fosse mai stato: non vuole rovinare il loro buon rapporto.

- Ma Louis ti avverto. - Lo ammonisce sua madre. - Alle 19.00 arriva zia Victoria quindi ...

- Si lo so, per quell'ora i ragazzi devono essere usciti. Lo so mamma. - Sbuffa Louis. Johannah sorride e scompiglia i capelli a Louis, il quale si ritrae poco dopo, dicendo con voce piagnucolosa.

- Ma dai mamma!

Johannah ed Amy scoppiano a ridere.

Un paio di ore dopo i quattro amici di Louis, Zayn, Niall, Harry e Liam, sono nella camera di Louis ed Amy. La ragazza è fuori dalla camera ad ascoltare le loro risate.

In quel momento davanti alla camera passa Fizzy che, vedendo la rossa lì fuori, le domanda

- Che fai? Non entri?

- Beh ... Mi vergogno un po' ... - Ammette Amy in un sospiro.

Fizzy scoppia a ridere, ma si blocca nel vedere il viso offeso di Amy. - Scusa non volevo urtarti, ma non devi avere vergogna di loro. Sono solo cinque scemi! Te lo dimostro.

Fizzy apre la porta della camera e quello che Amy vede la fa sorridere: seduti sopra ad un povero Harry ci sono Louis, Niall e Liam mentre Zayn filma, con il suo cellulare, tutta la scena. Il riccio si lamenta malamente, pregando gli altri tre di alzarsi.

- Dai alzatevi! Pesate! - Urla Harry

- No caro, almeno altri 30 secondi di video, mi sto divertendo troppo. - Ride Zayn.

- Visto Amy, sono solo scemi. - Dice Fizzy. Louis si gira e saluta la sorella.

- Dai entrate, non mordiamo. - La seconda parte della frase è rivolta in particolare ad Amy, ancora un pochino titubante.

Le due si siedono sul letto di Louis. - Dai levatevi da Harry povero ragazzo. - Dice Fizzie.

Niall sorride. - Tranquilla che non te lo sciupiamo. - Lei arrossisce terribilmente.

Quando finalmente il riccio riesce a riprendere a respirare regolarmente Liam squadra Amy dall'alto al basso e dice serio - Sei proprio come ti immaginavamo sai?! -

Lei non sa cosa dire: è una cosa positiva o negativa?

Zayn aggiunge - Come ti chiami rossa?

Felice di sapere cosa rispondere a quella domanda che l'aveva per tanto tempo dannata dice

- Amy, è grazie a Louis che mi chiamo così.

- Ah ... Grazie a Louis ... - Borbotta Harry lanciando occhiate bieche all'amico, ma Niall cambia presto discorso.

- Già è stato gentile non trovi?

Lei annuisce. - Molto, soprattutto perchè mi ha lasciato dormire nella sua stessa stanza.

- Chissà quanto gli sarà dispiaciuto. - Per quella affermazione Zayn riceve una forte gomitata da parte di Louis.

- Aouch!

- Così impari a parlare a vanvera! - Ribatte Louis

- Ehi ragazzi ... Qualcuno di voi sa risolvere questo esercizio di fisica? - Domanda Niall. Tutti scrollano le spalle, probabilmente poco interessanti a cervellarsi per aiutarlo. Amy gli si avvicina ed osserva il quaderno del ragazzo: è aperto su un grafico con rappresentate due rette che partono dall'incrocio dei due assi del grafico, sotto di esso ci sono scritte diverse formule.

Nella mente della ragazza iniziano a formularsi dei penseri confusi, che in pochi secondi, diventano più chiari e comprensibili.

- Tu cosa dovresti trovare?

- Beh vedi questo è un grafico che rapprensenta la velocità costante dei due corpi, io devo trovare la loro velocità e quello che arriva prima. Il mio professore non ha spiegato molto bene. - Spiega Niall con rammanico.

- E' semplice... Avendo la velocità dei due corpi, il loro punto di partenza, il punto d'arrivo devi solo trovare gli istanti in cui i corpi arrivano alla fine. Quello con istante minore arriva primo.

Niall la osserva confuso per qualche secondo poi annuisce. - Mi pare che si faccia così si ... Ma Louis ha detto che non ricordavi niente. Le hai studiate in questi giorni queste cose?

Lei scuote la testa. - No, me le sono ricordate. E poi non è difficilissimo come argomento ...

La sua frase attira l'attenzione degli altri quattro ragazzi che iniziano a tempestarla di domande sugli argomenti più svariati: scienza, chimica, letteratura, lingue straniere, storia e geografia.

Ad alcune domande la ragazza risponde senza incertezze, di fronte ad altre balbetta o rimane in un muto silenzio.

Alla fine di quell'interrogatorio scolastico i cinque hanno preso una decisione molto importante.

- Secondo me dovresti frequentare la nostra scuola! - Esclama Harry.

- Infatti! Inoltre ti aiuterebbe ad ambientarti... E a conoscere nuova gente. - Aggiunge Liam.

- L'importante è che siano quelle giuste. - Conclude Zayn

- Louis, Fizzie, voi cosa ne pensate? - Domanda Niall.

Louis parla per primo. - Ottima idea secondo me.

Fizzie si limita a scuotere le spalle e dire. - Dovete chiederlo ad Amy, non a me.

Tutti si voltano verso la rossa che annaspa imbarazzata. Infatti, lei voleva? E perchè quei ragazzi, che l'avevano appena conosciuta, si davano tanto da fare per darle una mano?

Ma, proprio mentre apre la bocca per parlare, nella camera entra la signora Tomlinson per avvertire i ragazzi che erano le 18.30, e che tra poco sarebbe arrivata la famosa zia Victoria.

- Se c'è tua zia Louis potrei anche rimanere .. - Dice Zayn mentre esce dalla casa.

L'amico gli da una bella spinta e lo manda a quel paese. - Tu mia zia la vedrai con il binocolo bello mio! - Gli dice vedendolo allontanarsi.

Ormai lontani dalla casa i quattro si bisbigliano:

- Amy è ... - Inizia Niall.

- Uguale a lei. Già. - Conclude Harry cupo.

- Solo io la trovo una cosa inquietante?

- Io no Liam. Questa è la nostra seconda occasione. Non dobbiamo lasciarcela sfuggire ragazzi! - Dice Zayn.

 

***

 

Dopo una ventina di minuti ecco che alla casa dei Tomlinson si avvicina una donna: ha circa 30 anni, i capelli biondi sono legati in una lunga treccia che arriva oltre le spalle, la pelle è abbronzata, sul viso dai tratti decisi spiccano gli occhi grigi e forti e le labbra carnose piegate in un sorriso sicuro. Indossa una maglietta che lascia intravedere buona parte della pancia, mentre degli attillati jeans a vita bassa fasciano le gambe sottili. A completare il tutto un paio di scarpe con tacco altissimo e una borsa di pelle che pende dal braccio destro.

- Johannah! - Dice non appena entra in casa.

- Cara Victoria! Come stai? - Chiede l'altra abbracciandola.

- Io bene come state voi piuttosto. - Nel dire questo Victoria lancia un'occhiata ad Amy ma, capendo che anche lei la fissava, trasforma l'occhiataccia in un grande sorriso. Amy sorride a sua volta, poco convinta.

Dopo si siedono tutti in sala da pranzo intorno al grande tavolo che è stato preparato per l'occasione: i posti sono contrassegnati da due piatti, uno piatto e una fondina, davanti un bicchiere e, accanto al piatto, un coltello, una forchetta e un cucchiaio appoggiati in modo ordinato su un tovagliolo rosso.

La cena è buonissima ed aiuta a rendere il clima più confidenziale: Victoria scherza e ride con tutti i membri della famiglia, ed Amy si scopre meno diffidente nei confronti di quella donna che, in un primo momento, le era sembrata una persona falsa.

Quando la cena è ormai giunta al termine Victoria si alza dal tavolo, prende la sua borsa di pelle e dice: - Io esco un attimo a fumare, torno immediatamente.

- Fai con comodo, tranquilla. - Risponde Johannah sorridente.

Anche Amy esce dalla stanza inventandosi una scusa qualsiasi: vuole parlare con Victoria, quella donna le interessa. La trova in piedi appena fuori dalla casa, appoggiata al muro esterno e con una sigaretta fumante che le pende dalle dita.

- Come mai anche tu fuori Amy? Fumi pure tu per caso? - Le domanda Victoria con un tono vagamente annoiato.

- O no, non ci ho mai provato.

- O non ricordi di averlo mai fatto. - La corregge la donna. Poi le sorride rassicurante. - Non voglio essere scortese, ma davvero non ricordi nulla?

- No purtroppo ...

-Capisco, ma Birgman come ti sembra?

Amy sorride. - Un bel posto, la gente sembra simpatica e la famiglia Tomlinson mi ha fin da subito trattata amichevolmente.

- Sono felice per te. Ma, da donna a donna, ti do un consiglio prezioso. - Victoria le si avvicina e, bisbigliando, le dice - Non ci si può fidare di tutti a Brigman, alcune persone sono ... Poco rassicuranti, meschine e false. Quindi ... Attenta a chi dai confidenza.

E detto questo Victoria ritorna nell'abitazione, il rumore dei tacchi che risuona sul pavimento.

 

ANGOLO AUTRICE
Finalmente ho trovato il tempo di risistemare e pubblicare i capitoli. Purtroppo tra la scuola e i miei vari impegni non ho avuto proprio il tempo materiale per aggiornare.
Spero che qualcuno apprezzi questo cambiamento e ... Ringrazio dal profondo le poche anime che leggono questa mia storia :)
A presto (SPERO... AHAHA)

Little_Peppermit

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ( Bleed it out) ***


 CAPITOLO QUATTRO
 
Il ragazzo si alza e le porge una mano per aiutarla ad alzarsi. Amy l'accetta volentireri.
-Scusa ancora, di prima mattina sono particolarmente sbadato. -
-Non preoccuparti, anch'io sono molto imbranata. Oggi è il primo giorno che vengo a questa scuola e sono piuttosto disorientata. -
Solo in quel momento anche il ragazzo la riconosce.
-Ma tu sei la ragazza che rastrellava le foglie nel giardino dei Tomlinson vero? - E' sorpreso nel vederla lì. - Sei la ragazza che hanno trovato una settimana fa, giusto? -
-Si .... Sono io. - Forse è vero che tutti parlano di me.
Il ragazzo sorride. - Che scemo io non mi sono ancora presentato. Mi chiamo Nathan Sykes.
-Io Amy, Amy e basta. - Risponde lei
-Hai detto che è il tuo primo giorno qui. In quale classe devi andare?
-Nella 2'G, ma non so dov'è. Mi diresti dove si trova? -
-In fondo al corridoio, l'aula a destra. -
-Oh, grazie mille.
Il suono della campanella ricorda ai due ragazzi il fattore tempo.
-Devo andare. Ci si vede in giro. - Dice Nathan
-Certo. Ciao Nathan.
-Ciao Amy. -
Questa volta la ragazza non si perde e arriva velocemente alla sua classe. Si siede accanto a Harry, che non appena la vede inizia a sventolare le braccia in aria per farsi notare.
- Ragazzi questa è la vostra nuova compagna di classe, Amy Tomlinson. Trattatela bene mi raccomando. Ora la nostra emozionante lezione di matematica può iniziare. - Queste le poche parole della professoressa di matematica per presentarla. I nuovi compagni iniziano a  bisbigliare. Amy capisce solo poche parole delle due ragazza sedute dietro lei ed Harry.
Ma è davvero lei? Si, a quanto pare.
Io non le parlo. Non mi fido di lei.
 Nemmeno io. Ho capito che è strana dal primo momento che ha messo piede in questa classe. Inoltre si è seduta accanto ad Harry-Sfigato-Styles. La dobbiamo ignorare.
Quelle poche parole la feriscono come pugnali affilati. Cosa ha fatto a quelle ragazze per farsi odiare in quel modo? E perché non sopportano Harry?
Quelle cinque ore trascorrono con una lentezza incredibile. All'inizio di ogni ora tutti i professori fanno le stesse inutili raccomandazioni agli studenti riguardo Amy, poi iniziano la loro lezione.
Dopo matematica, si susseguono arte, francese, fisica e inglese. Amy si concentra al massimo delle sue possibilità, soprattutto dopo che ha visto Harry annotare, su un piccolo quadernetto, ogni parola dei professori. Concentrarsi sulle spiegazioni aiuta la ragazza a dimenticare le parole delle due amiche.
Poi suona la campanella dell'ultima ora.
-Ragazzi uscite in modo ordinato. - La professoressa di inglese, la signora Mayer, non fa in tempo a terminare la frase che tutta la classe si precipita in corridoio, simile ad una mandria di buoi inferociti. In aula rimangono solo Harry ed Amy.
-Andiamo a mensa okay?! Intanto ti insegno un po' di cose sulla gente da frequentare e quella da evitare e su come sopravvivere in questa odiosa scuola. - Le dice Harry mentre camminano in corridoio.
- Che vuoi Styles, cerchi rogna? - Chiede con arroganza un ragazzo accanto a loro, che poi li sorpassa dando un coppino al malcapitato Harry.
-Lui è Jake, uno dei più popolari e insopportabili della scuola. Da evitare. -
-Ma ti ha dato un coppino, perché prima non ti sei ribellato? - Domanda la ragazza sconvolta. Il riccio alza le spalle sconsolato.
-Ci ho fatto l'abitudine. Non sempre puoi essere IL FIGO della situazione. Qualcuno dovrà fare lo SFIGATO non trovi? Beh andiamo avanti con la nostra lezione. Quelli in fondo al corridoio sono Max, Tom, Siva, Jay e Nathan i soliti bulli senza cervello. Evita evita evita. -
Lo sguardo di Amy indugia su Nathan. Le era sembrato un così bravo ragazzo, non si aspettava che facesse parte di un gruppo di bulli.
Intanto i due ragazzi arrivano alla mensa e si siedono al tavolo dove si trovano Liam, Zayn, Louis, Niall e Becky.
-Tutto bene il primo giorno? - Le chiede Louis.
-Avrebbe potuto andare meglio. - Sbuffa Amy cadendo pesantemente sulla panca.
-Ma perché non ti hanno nemmeno interrogato o fatto alzare per fare qualche stupido esercizio alla lavagna. - Dice Harry
Lei spiega il motivo.
-Sono le pettegole della classe. Ignorale qualsiasi cosa dicono. -
-Seguirò il tuo consiglio riccio. -
-Litighiamo ragazzi? Ho ancora un conto in sospeso con quel cretino di Max. - Dice Zayn stringendo le mani a pugno. Infatti in quel istante nella mensa entrano Max, Jay, Tom, Siva e Nathan.
-Zayn ti ho detto di lasciarlo perdere.  Se ieri ti ha provocato, non significa che tu gli debba per forza rispondere. - Lo consiglia Liam, ma nel frattempo il moro si è già alzato.
-Liam hai davvero ragione, ma sai quanto mi divertente insultare quel idiota. -
-Zayn aspetta! - Urla Niall. Louis sbuffa
-E' fiato sprecato biondo. L'unica cosa che possiamo fare è stare a guardare. -
Zayn si avvicina al tavolo di Max con aria minacciosa.
-Sbaglio o io e te abbiamo un conto in sospeso? -
Max mette i piedi sul tavolo e sogghigna. Sapeva che Malik, prima o poi, si sarebbe rifatto vivo. Il giorno prima si era lasciato insultare senza rispondere, un fatto molto insolito.
-No, non credo. Ieri ho solo detto cose assolutamente vere, come che sei un inutile frocio senza palle. -
-Ripetilo se hai il coraggio. - Urla Zayn in collera. Nella mensa cala un silenzio di tomba: tutti gli orecchi e gli occhi sono puntati sui due litiganti, proprio quello che Max voleva ottenere.
-Ascoltami bene: se vuoi risolvere la faccenda vediamoci oggi alle 17.00 alla fabbrica abbandonata, poco fuori Brigman. Ti aspetto: non fare tardi. –
 
***
 
Tom guarda Max come per rimproverarlo.
-Oggi ci sei andato un po’ troppo pesante per i miei gusti. -
Max fa spallucce. - Non preoccuparti, voglio solo far capire a Malik chi comanda tra noi due. Tutto qui. -
I due ragazzi, insieme a Nathan Siva e Jay sono seduti sulle panchine nella piazza del paese. L'argomento è il litigio di quel giorno a scuola. Nathan non riesce a stare seduto: si alza e inizia a camminare avanti ed indietro.
-Ehi Nate che hai? - Gli chiede Jay, ma in realtà sa benissimo il motivo dell'agitazione dell'amico. Quei litigi tra di loro sono iniziati tre anni prima per un motivo preciso, che tutti conoscono ma preferiscono ignorare e dimenticare.
Jay sente su di se lo sguardo dei suoi tre amici, che lo invitano silenziosamente a parlare con Nathan.
-Ti aspettiamo oggi alla fabbrica. - Dice Siva.
Jay prende Nathan per un braccio e lo porta via. Solo allora il moro si sfoga.
-E' colpa mia! - Esclama in lacrime. Preso da un impeto d'ira tira un calcio ad un sasso, poi si infila le mani nelle tasche dei jeans.
-Non è vero, perché mai dovrebbe esserlo?
-Non essere idiota. Io e te sappiamo benissimo il motivo. Anche tu c'eri quel giorno.
-E' stato un incidente, te lo vuoi ficcare nella tua testina esaltata? Non è ne colpa tua ne ... tantomeno mia. -
Nathan guarda l'amico con gratitudine.
- Voglio credere che sia come dici tu sinceramente. -
I due sorridono. - Basta fare le persone serie, sai anche tu che non mi piace fare questi discorsi! - Esclama Jay e si incammina verso le panchine della piazza.
 
***
 
- E' colpa di Max! - Urla Louis
- Lo so, ma una scazzottata non è sicuramente il modo migliore per risolvere la faccenda. - Dice Amy infervorata.
- A volte si. Ascolta Amy non ti impicciare, questa è una storia troppo lunga ... Dura da ormai tre anni.... - Louis si rabbuia. E' colpa loro, solo loro. Pensa arrabbiato.
Guarda Amy con disprezzo, un disprezzo di cui non capisce nemmeno il motivo.
Afferra lo zaino ed esce.
- Se mi cerchi sono alla fabbrica. E un ultima cosa .... Non dire niente di questo litigio ai miei okay?! -
E sbatte la porta.
 
 
Cretino, Louis, cretino. Amy cammina sola lungo la strada principale pestando con forza i piedi  a terra. L'ha trattata malissimo e non ne capisce il perché.
Poi la sua rabbia sbollisce e viene sostituita da un terrore innaturale. Sente lo stomaco restringersi e il panico avvolgerla fin dentro le vene.
Si sente stranamente osservata. Si guarda lentamente attorno, ma la strada è deserta.
Allora perché quella brutta sensazione di non essere sola ...
- Ciao Amy! - La saluta una voce amichevole. La ragazza caccia un urlo spaventato, ha il cuore in gola. A salutarla è stato Nathan e accanto a lui c'è il suo amico riccio.
- Mi hai spaventato Nathan! -
Lui scoppia a ridere. - Non volevo. Stai andando alla fabbrica? -
- Si e scommetto anche voi. Andate per sostenere il vostro amico scommetto. -
Il riccio sbuffa - Si, ma in realtà pensiamo entrambi che oggi abbia esagerato. Comunque mi chiamo James, Jay per gli amici. –
- Io sono Amy. -
Si incamminano verso la fabbrica. Entrano nella seconda strada a destra, da lì camminano per circa 500m arrivando all'inizio del bosco. Lì si trovano vari edifici vuoti ed abbandonati. Sono disposti parallelamente l'uno all'altro.
All'interno del terzo edificio a sinistra Amy nota che si è riunito un considerevole numero di ragazzi e ragazze, disposti a cerchio.
C'è chi incita, chi urla e chi invece guarda in silenzio. I tre ragazzi si fanno largo tra la folla e vedono che la lotta è già iniziata e apparentemente quello che sta avendo la meglio è Max. Zayn barcolla contro il muro di spettatori, il labbro inferiore che sanguina copiosamente. Il suo avversario è mandido di sudore, ma molto determinato.
Zayn si avventa sull'altro e lo butta a terra. Max si alza ed inizia a saltellare qua e la.
Zayn gli lancia un pugno, ma l'altro riesce ad evitarlo e gli sferra un calcio assestato negli stinchi. Lui si inginocchia ma si obbliga a non cedere.
Non gliela darò vinta, non davanti a tutta la scuola. Con fatica si alza e sputa a terra.
- Vai Zayn! - Urla Louis seguito poi anche da Harry, Liam e Niall. Sono dalla parte opposta ad Amy.
- Si faranno del male seriamente, perché non gli fermiamo? - Sussurra Amy all'orecchio di Nathan.
- E' meglio non fare niente, fidati. -
Lei sbuffa nervosa. Zayn lancia un altro pugno a Max, ma ora lui non riesce ad evitarlo, barlocca e l'altro ne approfitta per dargli un calcio nel centro del ventre.
Amy trattiene il fiato, accanto a lei Jay freme.
Max cade a terra. Su di lui torreggia la figura di Zayn, sul suo viso è dipinto un sorriso sfrontato e beffardo. Ho vinto!
Ma si sbaglia. Max si rialza e scoppia a ridere.
- Non c'è la farai mai Malik. Rinunciaci. -
Il rumore si pneumatici sull'asfalto blocca tutti. Amy sorride.
Due macchine si fermano fuori dall'edificio ed escono da una Johannah e dall'altra la madre di Zayn. Ora finirà questo stupido litigio, pensa felice la ragazza. Prima di uscire per venire alla fabbrica Amy aveva lasciato sul tavolo del soggiorno un biglietto con scritto:
 
Sono alla fabbrica abbandonata per vedere una scazzottata.
Non preoccupatevi per me
PS Con me c'è anche Louis e i ragazzi
 
- Cosa state combinando? Uscite tutti subito! - Ordina la mamma di Louis. La folla si dilegua.
Rimangono solo gli amici dei due avversari.
- Zayn spiegami: cos'è questa storia? - Gli domanda sua madre
- Una semplice litigata. - Spiega lui come fosse la cosa più naturale del mondo. Lei afferra per un braccio il figlio e lo trascina via nella sua macchina.
- E voi cinque venite con me. - Dice Johannah rivolgendosi a Liam, Niall, Harry, Louis ed Amy.
Louis guarda la ragazza con uno sguardo torvo - Ti avevo detto di non dirle nulla. -Dice a denti stretti.
- Infatti io non ho detto niente. Ho scritto. - Replica lei sostenendo il suo sguardo ostile.
Amy si gira verso Nathan e Jay: li vede avvicinarsi all'amico coinvolto nella rissa, insieme a Siva e Tom.
Amy saluta Nathan, lui le risponde con un rapido cenno del capo.
- Johannah ... Preferisco tornare a casa a piedi. -
La donna ci rimane di stucco.
- Va bene .. Ma pretendo che torni entro un quarto d'ora, intesi? -
Lei annuisce. La donna entra in macchina con i quattro ragazzi, seguita dalla macchina della madre di Zayn.
Amy segue da lontano le macchine.
Si sente agitata, ma non sa perché. Vorrebbe scomparire per qualche minuto, essere in posto diverso da quello, ma non sa quale. D'altronde da quel che riesce a ricordare Brigman è l'unico posto che conosce.
Sente le lacrime pizzicarle gli occhi. Quel paese sembra nascondere un segreto, inconfessabile e che pesa nel cuore di tutti e lei si sente coinvolta in tutta quella storia.
Un rumore di clacson la risveglia dai suoi pensieri. In quel momento si accorge che si trova nel mezzo della strada, e che una macchina le sta andando addosso.
Amy stringe gli occhi spaventata. Poi percepisce una sensazione strana, come se ogni sua molecola si rimpicciolisse e si spostasse in armonia con le altre.
Vede ogni cosa spostarsi molto più velocemente del normale, sembra che qualcuno abbia schiacciato il pulsante d’avanzamento rapido
Poi cade a terra. Amy si sente disorientata e le gira la testa.
Si alza in piedi e si guarda intorno, ma non è più in mezzo alla strada principale di Brigman.  Si trova in una raduna circolare in mezzo ad un bosco di pini.
Come cavolo sono finita qui? E' sola, non c'è nessuno insieme a lei.
Forse si è immaginata tutto, non è mai stata lungo la strada. No ne è sicura era davvero lì, ed ora è in mezzo ad un bosco che non conosce.
Anzi si lo conosce, gliela aveva parlato Louis la sera prima che lei andasse a scuola.
- Fuori da Brigman c'è un bosco molto bello, da piccolo ci andavo spesso a camminare con i miei genitori. Un giorno ci potremmo andare insieme ai ragazzi, ti va? -
Si ,probabilmente è quello il bosco di cui mi parlava Louis ma in ogni caso non so come tornare a casa.
Forse .... Per "teletrasportami" qui ho pensato a questo posto involontariamente, allora se penso a casa Tomlinson ...
Amy ci prova. Chiude  gli occhi e pensa alla camera di Louis, alla sua camera.
Voglio andare lì, voglio andare lì.
Di nuovo quella scombussolante sensazione di libertà poi Bum! Cade sul pavimento.
- Ahia questa volta ha fatto male, molto male. - Dice tra se e se massaggiandosi il fondoschiena.
- Amy? Come sei entrata? La porta era chiusa. - E' la voce di Louis.
E' piuttosto sorpreso di vederla lì.
Amy tenta di trovare una scusa plausibile
- Beh sono ... entrata dalla finestra. - Infatti la finestra per sua fortuna è aperta.
- E perché mai? - Chiede Louis sempre perplesso.
- Devo andare in bagno .. Un bisogno urgente. - E detto questo esce di fretta dalla camera e si chiude in bagno.
Domani cercherò di capire meglio cosa mi sta succedendo, ora sono troppo coinvolta e scioccata per pensarci.


 

SPAZIO AUTRICE
Anche questa volta non ho molto da dire sui capitoli .... Da ora comunque la storia inizierà a diventare più interessante! ;)
Ringrazio tutti quelli che la seguono, silenziosamente e con delle recensioni!
Al prossimo capitolo!!!!

Little_Peppermit

 


 

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque (una serata per sei) ***


CAPITOLO CINQUE ( UNA SERATA PER SEI)
 

-Cosa fai oggi dopo scuola? Sai, vorrei tanto uscire insieme. Mangiamo qualcosa, entriamo nel negozio della signora Chopper ed intanto chiaccheriamo. Mi sembri molto simpatica e vorrei conoscerti meglio. -
Così Becky accoglie Amy all'entrata di scuola. Amy quella notte non aveva dormito per niente, troppo scossa dai fatti del giorno precedente. In realtà lei aveva altri piani per quel pomeriggio ...
-Be Becky mi farebbe piacere uscire con te ma ... - Amy si inventa la prima scusa che le viene in mente – Ma oggi devo studiare per una verifica importante. Se vuoi facciamo per domani pomeriggio. -

 
Amy prega tutti i santi del paradiso d'essere stata abbastanza convincente
-Okay facciamo per domani. Ciao ci vediamo a mensa! -
-A dopo.
Amy cerca Louis con lo sguardo: quella mattina era uscito prestissimo senza dire niente a nessuno. Lei non si era neanche accorta che era uscito dalla camera. Ma invece di trovare lui incotra Nathan.
Il ragazzo la saluta da lontano, poi la raggiunge. Ricordando l'ultima scenata di Louis quando aveva incontrato Nathan, Amy controlla che lui non sia in giro. Via libera!
- Ciao Nathan! Tutto bene? -
- Si. Oggi sarà una terribile giornata: ho un'interrogazione di scienze e non so niente. Ma c'è qualcosa che potrebbe migliorare la giornata. - Dice lasciando a lei il compito di terminare la frase.
- Come cosa? Non aspettarti qualcosa da me, ne rimarresti solo deluso. -
- Quanta poca fiducia che hai in te! Oggi vengo a casa tua. Alle 20.30. Fatti trovare pronta mi raccomando. Vestiti comoda! - E detto questo corse via.
Ma .... Amy non ebbe nemmeno il tempo di ribattere. E sarebbe questo quel "qualcosa" che migliorerebbe la giornata?
Se ne va in classe leggermente imbronciata, anche se dentro di se brucia un fuoco ispiegabile.
- Tutto bene Amy? Sembra che hai appena avuto un'apparizione divina o qualcosa del genere. - Le fa notare Harry non appena lei entra in classe
- Ma di che parli? Va tutto benissimo. -
Harry fa spallucce. Le donne. Chi le capisce?!
Le ore di scuola sembrano durare un battito di ciglia, Amy non fa nemmeno caso allo scorrere del tempo.
Al suono della campanella dell'ultima ora Amy afferra il quaderno e la biro appoggiati sul suo banco e li ficca rapidamente nello zaino.
- Oggi non ci sono a mensa.
- Perchè dove vai? - Le chiede Harry ma lei è già fuori
Forse è colpa del ciclo... Pensa Harry mentre, con calma, si alza dalla sedia.
Amy entra nel bagno delle ragazze e chiude a chiave la porta.
Devo solo pensare al posto dove ero ieri, no?
Amy chiude gli occhi e si concentra su quella raduna sperduta in mezzo al bosco. Zap!
La ragazza riapre gli occhi ma non è in mezzo alla raduna. Forse sono nello stesso bosco... Infatti si trova in mezzo ad alti alberi, ma oltre a questo non sa dove si trova.
Cammina in avanti, seguendo il suo istinto. Mi sono persa, per la seconda volta in due giorni. Che noia!
Poi tra gli alberi si apri uno spiazzo circolare.
- Quindi non ero molto lontana... Dovevo solo concentrarmi di più... - Dice tra se Amy.
Si posiziona sotto un albero e punta il suo obiettivo: una roccia dall'altra parte della raduna. Devo teletrasportarmi lì. Non è molto lontana, sarà facile.
Ma finisce 50m dopo la roccia. Amy sbuffa.
Ci devo riprovare. Questa volta vuole ritrovarsi dove si era teletrasportata la prima volta. Chiude gli occhi e si concentra: ancora una volta sbaglia.
La ragazza ci riprova per più di tre ore. Alla fine si sente stanchissima: ha le braccia e le gambe indolenziote e la testa le duole come mai prima d'ora.
Si appoggia al tronco di un albero e fa due lunghi respiri profondi.
Non capisce da dove venga quel suo potere, così strano ed anormale, ma vuole imparare ad usarlo e per ora continua a sbagliare.
Vuole arrivare ad un certo albero, e si trova davanti a quello accanto o  poco prima o poco dopo. Non c'è la fa più, ma vuole riprovare un'ultima volta.
Poi andrò a casa, ho bisogno di un bicchiere pieno d'acqua. Di tanti bicchieri d'acqua.
Si rialza in piedi e pensa alla sua stanza. Stringe le mani a pugno e focalizza la camera nella sua mente: la sua brandina sotto alla finestra, la scrivania e il letto di Louis, la piccola libreria quasi vuota e l'armadio accanto alla porta.
Chiude gli occhi e in un attimo si ritrova sdraiata sul proprio letto.
- C'è l'ho fatta! C'è l'ho fatta! - Urla felicissima.
Tre dure ore sono servite a qualcosa per fortuna. Poi in un attimo la sua mente si ricorda di un fatto avvenuto quella mattina:
Quanta poca fiducia che hai in te! Oggi vengo a casa tua. Alle 20.30. Fatti trovare pronta mi raccomando. Vestiti comoda!
Nathan verrà quella sera a casa sua, ed Amy non ha ancora pensato come dirlo a Louis!
 
- Come sei entrata in casa?
Le domanda Louis quando Amy varca lo soglia della cucina. La ragazza apre il frigo ed afferra una bella mela rossa e l'addenta.
-Dalla porta, come tutte le persone normali! -
-Giusto … Ma oggi ho visto che parlavi con Sykes … Siete amici per caso? -
Amy sente dubbio e ostilità nella voce del ragazzo.
-Si, siamo amici. E' un tipo apposto. -
Louis scoppia in una grassa risata.  - Nathan Sykes un tipo apposto? Cosa ti sei fumata? -
Amy esce dalla cucina con le mani che vorrebbero stringere la gola di Louis.
Poi si ritrova all'improvviso davanti a camera loro. Amy ha il cuore in gola.
Si rende conto d'essersi teletrasportata per sbaglio. Si guarda intorno per controllare che nessuno l'abbia vista.
No, sembrerebbe di no.
Forse quando sono troppo coinvolta emotivamente non controllo il teletrasporto. Ragiona tra se e se Amy.
-Amy aspetta! - Le urla Louis dalla cucina ma, prima che la potesse raggiungere, Amy si è già chiusa a chiave nella stanza.
 
- Lottie, ti prego mi presti uno dei tuoi vestiti? - Le chiede disperatamente Amy.
Sono le 20 e lei non sa cosa mettersi, dato che lei ha solo due paio di Jeans, una felpa, un paio di scarpe, tre t-shirt e il pigiama ( oltre ovviamente molti ricambi di intimo)
La bionda la guarda dall'alto al basso.
- E perchè mai dovrei?
- Questa sera esco con un ragazzo e .. -
Al sentire la frase “ uscire con un ragazzo” si ridesta la curiosità di Lottie.
- Uh, e lui chi è? –
- Beh, è meglio se non te lo dico. –
- Di chi parlate? – Nella stanza delle due sorelle entra anche Fizzy, sul volto ha dipinto un sorriso sognante.
- Amy questa sera esce con un ragazzo ma non vuole dire chi è. Amy se non mi dici come si chiama non ti presto nessun vestito! – Dice Lottie testarda.
Amy sospira. Tanto in un paesino piccolo come quello qualcuno l’avrebbe sicuramente scoperto prima o poi.
- Nathan Sykes. –
Silenzio, poi le due sorelle le saltano addosso.
- Davvero? Quel tipo è davvero figo, anche se non nemmeno che voce abbia! –
- Wow che fortuna! Tutte le mie compagne di classe sono perse per lui e i suoi amici. –
Amy non si aspettava un simile entusiasmo da parte delle due ragazze, che fino a quel momento l’avevano solo snobbata.
Lottie si fionda nel suo armadio, e ne esce solo dopo sette minuti buoni.
- Allora ti presto questi leggins blu e la mia maglietta larga bianca con disegnato un fiocco nero e …. Le mie ballerine. Sarai uno splendore! Abbiamo la stessa taglia giusto?-
Chiede porgendole i vestiti.
- Credo di si. –
- Dai forza provali! – Insiste Fizzy curiosa
- Stai benissimo! Lo sapevo che era il look giusto! –
Amy si guarda allo specchio. Fizzy le aveva pettinato all’indietro i lunghi capelli ramati che ora le ricadono ordinati sulla schiena.
I leggings mettono in evidenza le gambe magre. Le ballerine le calzano a pennello.
Amy guarda l’ora: mancano cinque minuti alle 20.30
- Sarà meglio che scendo. Ormai dovrà essere arrivato. –
Le due ragazze la salutano e lei esce. In corridoio c’è un Louis piuttosto cupo che la sta aspettando.
Lei si irrigidisce immediatamente.
- Ehi stai benissimo vestita così. – Le dice.
Amy arrossisce e bofonchia un grazie imbarazzato
- Volevo chiederti scusa per prima. Io … Ultimamente non sto usando il cervello e sto continuando a trattarti da schifo. Scusami. –
Amy si avvicina al ragazzo. – Non preoccuparti .. Ma c’è una cosa che non capisco: come mai voi e loro non andate d’accordo? Di me non devi preoccuparti, se sono arrabbiata mi passa abbastanza presto. –
Louis sorride poi le risponde – E’ una storia lunga .. Forse troppo. Te la racconterò ma … Non ora. –
Le si avvicina e le stringe una mano. Amy abbassa lo sguardo sulle loro dita intrecciate, poi lo rialza su di lui.
A Louis brillano gli occhi. Sa che sta per fare una cavolata. Si era promesso che non si sarebbe lasciato coinvolgere, invece eccolo lì a stringerle una mano.
Il cuore di Amy batte come se avesse la tachicardia.
Si stacca rapidamente e se va dicendo – Scusa ma devo uscire questa sera. – E corre più rapidamente possibile alla porta.
- Cretino! – Urla Louis una volta  rimasto solo.
 
Amy si chiude la porta alle spalle. Sulle dita ha ancora la sensazione del tatto di Louis.
Percorre il giardino a lunghi passi e respirando appieno l’aria serale.
Si appoggia alla staccionata, ma dopo pochi minuti arriva Nathan. Indossa dei semplici jeans e una t-shirt blu.
- Ehi ciao! Stai benissimo! – Esclama vedendola. Amy si scopre ad arrossire per la seconda volta dopo pochi minuti.
- Allora signor Misterioso, dove vuoi andare? Oggi non mi hai lasciato nenache il tempo di dirti di si che sei scappato via. –
- Davo per scontato che saresti venuta. Allora … non sarà un’uscita solitaria, ma sarà divertente vedrai! –
Scendono verso la strada principale per poi imboccare una stradina vicino al supermarket.
E’ abbastanza stretta, illuminata ogni tanto dalla fioca luce di qualche lampione. Amy rimane per tutto il tempo attaccata al ragazzo, data la sua profonda paura del buio. Dopo pochi minuti Nathan si ferma.
- Siamo arrivati. Questa è casa nostra, o meglio mia e dei ragazzi. Dai entra! -
Il ragazzo indica un edificio sulla sinistra della strada. E' costruito con mattoni rossi e dalle due grandi vetrate ai lati della porta si intravede l'interno, dello stesso colore dell'esterno.
Dalla casa proviene della musica piuttosto alta. Nathan bussa alla porta.
- Avanti! - Gli risponde una voce dall'interno.
Appena entra Amy nota che la casa è piuttosto grande: la prima parte è adibita da soggiorno; lo capisce dal grande divano nero lungo un  lato della parete sul quale sono seduti Max e Jay. I due ragazzi sono impegnati in un'importante partita alla playstation.
- Ciao ragazzi! - Li saluta Nate
- Oh, non ci avevi avvisati che avremmo avuto compagnia! - Dice Max.
- No, idiota non devi fare così! Mi farai perdere. - Esclama Jay
Max scoppia a ridere - Era quello che volevo fare! -
Verso il fondo della stanza si trova un muretto alto poco più di un metro, che separa cucina e soggiorno. Per entrare da una stanza  all'altra c'è uno spazio apposito nel muro.
- Non viviamo proprio qui, ma ci passiamo molte serate. - Spiega Nathan ad Amy.
- E mai da soli. - Aggiunge Tom con un sorriso furbo dipinto sul volto.  E' appena entrato nel soggiorno e si siede accanto a Max.
 - Vinto! - Urla Max
- Non vale hai barato. - Si lamenta Jay.
- Tutta invidia la tua. -
- Vogliamo vedere? - E si inziano a rincorrere per tutto il soggiorno, travolgendo il povero Siva che entrava in casa proprio in quel momento.
Tutti scoppiano a ridere.
- Siete i soliti cretini. - Si lamenta Siva, ma anche lui ride divertito dalla propria caduta.
La serata passa rapidamente tra battute, chiaccherate e scherzi ed Amy capisce che quei cinque ragazzi forse non sono tanto male come dicono tutti o come dice Louis.
 
 
Amy non è ancora tornata a casa. Pensa Fizzy guardando l'ora: sono le 24.00.
Un vento freddo le scompiglia i capelli. Ancora pochi minuti e lo avrebbe incontrato. Si vedono solo di nascosto, è l'unico modo.
24.03. Fizzy sorride. Piano esce dal letto, apre e scende le scale tentando di fare tutto con meno rumore possibile.
Clack - clack. La serratura si apre.
Rumore di passi, leggeri ma decisi. Pesta leggermente di più sul destro. Fizzy ha imparato a riconoscere quei piccoli dettagli che lo rendevano speciale.
Una figura le si avvicina e lei gli porge la mano.
Con l'altra  Fizzy gli scompiglia i ricci castani e ride a bassa voce.
- Ciao splendore. - La saluta lui.
Lei arrossisce e gli da un bacio rapido sulle labbra. Si siedono sotto il grande albero in giardino, lei in braccio a lui, mentre egli la stringe da dietro.
- Ieri è stata una giornata orribile, oggi terribilmente pallosa. - Si lamenta Harry
- Io sono solo felice che Zayn non si sia fatto niente di grave. Pensa se quel tipo gli spaccava qualcosa? -
Harry le da un bacio sulla guancia
- Zayn è un tipo forte. Non devi preoccuparti per lui. -
- Già ... E' per te che devo porre tutta la mia attenzione.  -
Le sue mani sulle sue braccia, la sua stretta forte, la sua voce roca ma dolce, il sollettichio dei suoi capelli sul suo collo. Unica spettatrice silenziosa dei loro incontri è la luna.
Fizzy non l'ha detto a nessuno, ha paura di cosa penserebbero e di cosa direbbero.
Vuole solo Harry e nient'altro.
 
 
- Beh, spero che ti sia divertita. -
- Si da morire. Tu e tuoi amici siete dei pazzi.  -Commenta Amy ridendo
Anche Nathan ride.
- Già soprattutto quando Max ha provato a fare l'imitazione di uno scimpanzè. -
I due ragazzi scoppiano a ridere. Sembra che siano amici da una vita.
Ormai sono arrivati davanti a casa Tomlinson.
-Beh allora .... Ciao. - Amy se ne sta ferma a guardare il ragazzo che si allontana, anche se vorrebbe che rimanesse ancora per un pò accanto a lei.
- Nate! - Lo chiama.
Lui si gira verso di lei. - Si? -
Lei gli va incontro e lo abbraccia. Per un attimo il ragazzo rimane interdetto, non sa come reagire a quel gesto d'affetto, poi ricambia l'abbraccio.
A malincuore Amy si stacca, le sue braccia desiderano ancora il contatto con il corpo di lui.
- Ciao, a domani. -
Nate sorride. - A domani Amy. -
 
 
 
 
 
 
 
 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo sei (Sparizioni) ***


CAPITOLO SEI (SPARIZIONI)
 
 
Il giorno dopo il suono metallico della sveglia desta Amy dal suo sonno senza sogni. Non vorrebbe alzarsi, ma solo girarsi dall'altra parte e continuare a dormire.
- Dai dormigliona, svegliati! - Urla Louis togliendole le coperte di dosso. Ecco l 'aspetto negativo di dormire con un ragazzo nella stessa camera, pensa Amy e  risponde con un grugnito stanco.
Louis la tira su per un braccio. - Dai Amy, oggi sarà una bellissima giornata! Allegra, felice e piena di vita! -
Infatti poco dopo a colazione ...
- Il figlio dei Williams è scomparso. Ieri non è tornato a casa, l'hanno cercato tutta la notte in utilmente. Oggi andranno dalla polizia. - Dice la signora Tomlinson.
Alla tavola è seduta tutta la famiglia. Louis addenta un biscotto al cioccolato, troppo intento a mangiare per prestare attenzione agli sproloqui della madre.
Alle tre ragazze passa l'appetito: Fizzy appoggia la tazza di latte sul tavolo mentre Lottie si alza dal tavolo per andare in stanza.
- E' vero? - Chiede Amy preoccupata.
- Si, e non è il solo. E' successo lo stesso alla ragazza più piccola della famiglia Watson. - Dice cupo Mark.
- No, povera Leigh. - Esclama Daisy triste.
- Ma voi ragazzi non dovete preoccuparvi. Ce ne occuperemo noi adulti. Voi pensate a prepararvi per andare a scuola. -
- Non dovete preoccuparvi, ce ne occuperemo noi... Blah, blah, blah. L'hai sentita oggi? Ci sono ragazzi che scompaiono e poi noi non dobbiamo preoccuparci!  - Esclama Louis sulla strada per andare a scuola.
- Ha ragione invece, noi non possiamo fare niente. - Dice Lottie.
Louis ci pensa un attimo. - Li potremmo cercare noi! -
Fizzy ride. - Tu sei tutto matto. Lo fanno già i nostri genitori noi saremmo inutili.  -
Louis non ha più niente da ribattere. Amy è triste: e se quelle sparizioni centrassero con il suo strano potere e con la persona che l'osservava due giorni prima? Ma purtroppo per ora non ha risposte che possano risolvere i suoi dubbi.
A scuola quelle sparizioni sono sulla bocca di tutti. La paura, il  dubbio per versano tra ragazzi e professori.
- Forse è solo una fuga d'amore. - Ipotizza Becky poco convinta.
-E' stata sicuramente una qualche setta, sapete in questi tempi ce ne sono parecchie ….
-Ma che dici Nialler? Ti stai sognando le cose. Sarà un gruppo di rapitori. Tra qualche giorno chiederanno il riscatto sicuramente.  - Afferma Liam.
- Ma i Watson e i Williams non sono ricchi. Nessuno a Brigman lo è. - Dice Harry cupo.
Amy ascolta le loro congetture in silenzio. Il suono della campanella gli costringe a dividersi.
Nella classe di Harry ed Amy nessuno presta davvero ascolto alle lezioni. 
- Gli ritroveranno presto. - Questa è l'opinione di Spencer, un ragazzone alto e grosso che si siede sempre nell'ultimo banco a sinistra.
- Sono scomparsi già da un giorno … Conoscendo Chris Williams si sarà perso nel bosco come suo solito. - Dice Janet, una delle due ragazze sedute dietro Harry ed Amy.
- Tu sempre a insultare gli altri vero? - Sottolinea Harry. Janet gli lancia un'occhiataccia.
Ben presto le cinque ore di lezioni finiscono, ma nessuno studente quel giorno torna a casa arricchito da un bagaglio culturale.
Fuori da scuola Louis riprende le sue congetture.
- Oggi molti nostri compagni hanno raccontato di aver sentito degli strani rumori provenire dalla fabbrica abbandonata .. Che ne dite d’andare a vedere? –
- Louis … - Liam sospira. Quel ragazzo avrà due anni più di lui, ma certe volte è davvero immaturo.
- Wow … Andiamoci! – Dice Niall convinto. Tutti lo guardano sorpresi.
- Sul serio vuoi venire? – Gli chiede Louis. Credeva che tutti lo avrebbero snobbato invece Niall lo sta sostenendo.
- Ovvio. Questa faccenda mi sembra stranissima. Voglio indagare anch’io! –
- Vengo pure io. Non posso lasciare soli due pazzi come voi. – Aggiunge Liam per niente entusiasta.
- Allora anche noi ragazze, giusto Amy? – Dice Becky                                                            
Amy annuisce. Quella faccenda non le piace per niente ma preferisce andare con i suoi amici: magari il suo “potere” gli può aiutare.
Alla fine tutti e sette si recano alla fabbrica abbandonata. Durante il tragitto ognuno è perso nei propri pensieri e nessuno parla.
- Ecco, oggi raccontavano che i rumori sospetti provengono dall’ultimo edificio a destra. –
Si avvicinano.
- Per me è tutto normale … - Commenta Zayn.
Non sentono alcun suono oltre le loro voci e i loro passi.
- Proviamo ad entrare? – Chiede Louis.
- Si! – Dice Becky determinata ed entra nell’edificio. Gli altri la seguono riluttanti. All’interno l’edificio è immerso nell’oscurità più totale.
Amy non vede a un palmo dal suo naso: cammina senza punti di riferimento e questo la spaventa.
Cavolo possibile che non ci sia nemmeno una piccola finestra?
Con le mani cerca gli altri ragazzi ma non li trova.
- Ragazzi … Ragazzi dove siete? – Urla nel panico.
Poi nel silenzio di quel luogo sente una voce flebile e pericolosa. E’ poco più di un sussurro, ma alle orecchie della ragazza arriva chiara e nitida.
Vorrebbe chiamare Louis, ma l’urlo le muore in gola quando vede intorno a se tante paia di occhi, occhi rossi che la stanno osservando.
- Katy … Non pensavo di rivederti così presto e .. soprattutto in compagnia. –
Quella voce è maledettamente famigliare ma lei non si ricorda perché. Katy, perché l’ha chiamata così?  Con la bocca secca articola:
- Chi sei? –
- Non mi ricordi? – Poi ride freddamente. – Sarà colpa degli effetti collaterali, sai ce ne sono di insidiosi come cambio di personalità o … Amnesia come nel tuo caso. Sei un caso molto interessante. –
Amy gira su stessa per capire da dove viene la sua voce, ma non vede nessuno. Gli occhi la osservano ancora con fare maligno; la studiano nei minimi particolare.
Devo andare via, devo tornare dagli altri.
Ora la voce è più vicina. - Vuoi scappare? E' plausibile Katy, ma fuggire non aiuterà nessuno.
Lei sbotta. - Il mio nome è Amy, non Katy. - E detto questo si teletrasporta fuori dall'edificio.
Amy cade miseramente a terra, sbattendo il sedere sul terreno sabbioso.
Non entrerò mai più in un luogo buio, mai mai mai più. Pensa Amy mentre si alza in piedi e si pulisce i pantaloni.
- Amy! Amy! - Sono le voci di Liam e Niall. La stanno cercando.
Ma un'altra persona attira l'attenzione della ragazza: Becky è a pochi metri di distanza da lei e la guarda con la bocca spalancata.
Un dubbio si insinua nella mente di Amy.
- B-Becky non dire niente. - Balbetta Amy avvicinandosi alla mora
L'altra indietreggia di qualche passo
- Tu sei comparsa qui, dal nulla ... - Becky ha gli occhi sgranati dallo stupore. Amy in fondo le era sembrata una ragazza normale, ma a quanto pare si sbagliava.
- Becky posso spiegarti tutto ma … per piacere tu non dire niente a nessuno di quello che hai visto, okay? – L’implora Amy. Becky annuisce anche se è ancora molto scossa.
- Amy, ma dove sei stata? – Le chiede Harry non appena le è accanto. Dopo di lui arrivano anche gli altri ragazzi.
- Oh, eccoti qui. Ci siamo spaventati quando siamo usciti dall'edificio e non ti abbiamo vista con noi. Credevamo che ... - Spiega Niall ma viene interrotto da Louis
- Pensavamo che ti avessero rapito. - Conclude in tono severo, poi inaspettatamente si porge verso di lei e l'abbraccia.
Amy non sa se è lei quella più sorpresa per quel gesto o gli altri ragazzi che li guardano con la bocca spalancata.
- Non lo fare mai più, capito? - Le sussurra Louis protettivo. Lei annuisce. Si sente molto confusa: dopo tutti i loro litigi non si aspettava proprio quel gesto d'affetto.
Tornando al paese ognuno esprime le proprie opinioni
- Per me c’era qualcosa … - Commenta Zayn sovrappensiero
- Già .. Si respirava un’aria strana. – Aggiunge Niall
- E guarda caso proveniva da te. Sarà stata una delle tue molte emanazioni maleodoranti. – Lo sfotte Louis. Niall diventa rosso come un peperone.
- Vieni qui Louis! Se ti prendo non scherzerai ancora a lungo. – Niall e Louis si iniziano ad inseguire correndo in mezzo alla strada e per poco non vengono investiti da un’auto. Louis urla imitando una bimba terrorizzata mentre Niall ride e si sdraia sul marciapiede.
Tutti scoppiano a ridere
- Siete degli idioti. – Urla Liam ma in fondo anche lui è divertito da quella scena.
Amy e Becky sorridono, ma entrambe hanno il cuore pesante.
Dopo dieci minuti Amy è nella camera dell’amica che aspetta una spiegazione.
- Mi fai vedere come fai? – Le chiede non appena entrano. Amy si teletrasporta sul letto di Becky. Lei si lascia fuggire un verso di sorpresa.
- Wow .. Incredibile, ma da quanto lo sai fare? – Le domanda
- L’ho scoperto solo ieri e .. non so se sapevo farlo anche prima. –
- Ah .. vero. – Poi Becky ritorna con le domande
- Chi altro lo sa di questa tua .. particolarità? –
- Nessuno oltre a te. In realtà non volevo farlo sapere a nessuno.. Ma tu mi hai scoperto. –
Rimangono in silenzio per diversi minuti, ognuna studia l’altra con attenzione.
Amy non conosce ancora bene Becky, anzi a dirla tutta non la conosce per niente e ha paura che racconti a tutti del suo potersi teletrasportare dove vuole. Se ora la gente la tratta solamente con indifferenza dopo l’avrebbero sicuramente cacciata dal paese.
Becky dal canto suo è curiosa e spaventata da Amy.
- Non dirò niente a nessuno Amy ..
- Lo so, c'è mi fido di te e.. - Amy non finisce la frase che Becky la interrompe
- Tu non devi parlare ne a me ne ai ragazzi, hai capito? O racconterò del tuo potere a tutti.  -
Il tono della sua voce è freddo e distaccato. Amy sente come se un pugnale le trafiggesse il cuore.
Esce dalla casa di Becky il più velocemente e silenziosamente possibile, poi appena fuori si mette a piangere.
Ecco che la sua paura maggiore è diventata realtà. Ora sarebbe rimasta sola, cosa avrebbe raccontato a Louis? Le lacrime le continuano a rigare il volto quando una voce famigliare le dice
- Ehi, Amy. Tutto bene? -
Lei alza lo sguardo incontrando quello azzurro oceano di lui.
 
***
 
- Quindi hai litigato con Becky ... Quella tipa non mi è mai piaciuta. -
Dice Jay sedendosi su una delle panchine della piazza e fa segno ad Amy di fare lo stesso. Poco prima lei gli aveva raccontato una propria versione modificata della sua discussione con Becky, mentre lui l'ascoltava con attenzione.
Finito il suo racconto Jay le offre uno dei famosi gelati del bar Limbo
- Quando sei giù di morale un gelato è quello che ci vuole! - Aveva affermato allegro contagiando anche Amy.
- Tu non devi ascoltarla: continua tranquillamente a frequentare Louis e i suoi amici se ti stanno simpatici, poi in ogni caso puoi venire da me e Nathan. Sai, a lui non dispiacerebbe affatto. -
Le guance di Amy si dipingo di un colorito rossastro che il ragazzo nota immediatamente scoppiando a ridere.
- Ehi, cosa ridi? -
- Niente tranquilla.
Un vento leggero sfiora il viso di Amy e le asciuga le ultime lacrime. La ragazza guarda di sottecchi Jay pensando che forse non sarebbe mai stata sola in quel paese.
- Beh emm ... Io vado. Ci vediamo domani a scuola. -
- A domani Jay. Grazie mille. -
Lui si gira e le sorride, poi prosegue per la sua strada.
 
***
 
E' sera, e ormai il cielo si tinge di nero. Il leggero vento che soffiava nel pomeriggio si è tramutato in un vento sferzante che obbliga tutte le persone a rientrare  nelle proprie abitazioni.
Solo un ragazzo cammina per le strade ormai deserte di Brigman. Ha la testa coperta dal cappuccio della felpa, le mani nelle tasche e cammina a passo spedito.
Se sua madre fosse una persona responsabile si starebbe preoccupando per lui e suo fratello Jake, ma ormai da più di un anno è come se loro due vivessero da soli in quel buco d’appartamento, da quando lei si è messa insieme a quel lurido verme di Brian.
Il ragazzo tira un calcio ad una lattina sul marciapiede e sbuffa. Al momento suo fratello sarà in pensiero per lui
- Mi avevi detto che tornavi per le cinque ed indovina che ora sono? Le otto! - Gli urla dietro non appena varca la soglia di casa.
Il ragazzo si toglie il cappuccio e gli sorride.
- Jake, io sono il fratello maggiore, so quello che faccio. - E avvicinandosi all'altro gli scompiglia i capelli; poi entra in cucina ed apre il frigo: ha una fame da lupi
Jake mugugna offeso. Perchè Max lo tratta ancora come il fratello minore? Beh, certo è pur sempre e sarà sempre il minore, ma ormai non è più un bimbo!
- Ehi Jake! Ti siedi a guardare la partita di calcio con me? Dai che gioca il Manchester United contro il Brasile! -
Jake dimentica all'istante il torto subito e si precipita in soggiorno. Non riesce a resistere ad una partita di calcio!
 
***
 
Becky socchiude la finestra e si chiude la felpa rossa.  Si siede sul letto e ripensa a quel pomeriggio: si, un po’ si sente in colpa per come ha trattato Amy ma quella ragazza bisogna tenerla a distanza dalle persone ... normali.
Da poco tempo in paese è tornata la pace, e Becky non vuole che una come Amy arrivi e la distrugga in un batter d'occhio. In fondo, a lei manca così tanto la sua vecchia Amy ...
Una piccola lacrima le riga la guancia. Poi una leggera musica invade l'aria di quella sera tempestosa.
E' bella, molto bella quella musica: le annebbia la mente e le intorpidisce i sensi.
Becky esce di casa in punta di piedi per non farsi sentire dai suoi. Vuole vedere da dove viene quella strana melodia, così bella e perfetta ...
Percorre tutto il paese, fino ad arrivare ai margini del bosco. Ad ogni passo la melodia diventa sempre più forte, più forte, più forte e ... all'improvviso si interrompe e un silenzio innaturale cala su Becky.
Ma come ci è finita lì? Becky si guarda intorno spaventata non accorgendosi di alcune radici che le stanno avvolgendo le caviglie e pian piano le circondano anche le gambe.
La ragazza abbassa lo sguardo: non è normale che le radici si muovano da sole...
Cerca di togliersele ma inutilmente, ed esse continuano a salire. Ormai le stanno avvolgendo anche il busto.
Becky grida - Aiuto! Qualcuno mi aiuti! - Ma sente una mano premerle sulla bocca e una voce sussurrarle
- Ssh.. Non vorrai mica che ti sentano tutti no? -
Il cuore della ragazza batte all'impazzata mentre le radici continuano a salire inesorabili e lei non può fare nulla per fermarle.
Una figura esce dal oscurità del bosco: prima una mano poi due occhi rossi vermiglio.
Quell'immagine è l'ultima che Becky riesce a vedere prima che le piante l'avvolgessero completamente e lei sprofondasse nel buio più totale.
 
 
Hoola!!
Allora, non uccidetemi se ho aggiornato così tardi, ma tra la scuola e la mia perdita d’ispirazione ero completamente andata! XD
Povera Becky, cosa le succederà? E chi sarà il responsabile delle sparizioni? Lo scoprirete solo leggendo.
Ringrazio di cuore tutte quelle anime pie che mi hanno scritto delle recensioni (VI AMO!!) e anche tutte quelle che hanno messo questa storia tra le preferite, le seguite e pure chi legge di sfuggita la mia storia!!
A presto!
 
Little_Peppermit

 

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Capitolo 7
*** Un viaggio con esito tragico (Parte uno) ***


CAPITOLO SETTE:
UNA PICCOLA VACANZA DAL TRAGICO ESITO (PARTE 1)


- Vieni a prenderlo! Forza!

- Uffa! Nathan, ridammi il mio block notes! - Urla Amy in mezzo alla piazza di Brigman. Il ragazzo sta sventolando una piccola agendina rossa, che pochi minuti prima Amy stringeva tra le braccia, insieme ad altri libri di scuola.

- Dai scamorza! Io sono qui, devi solo fare una corsetta per riaverlo!

Amy sbuffa infastidita. Quel ragazzo, a volte, è davvero insopportabile!

La ragazza appoggia i libri su una panchina e parte al inseguimento di Nathan. Intanto lui, vedendola avvicinarsi, ha ricominciato a correre allontanandosi da lei e ridendo come un pazzo.

Almeno ha una bella risata... Pensa Amy, ma cancella subito quelle parole dalla sua mente.

Finalmente Amy ha raggiunto il ragazzo, il quale vedendo la lentezza di lei aveva rallentato il ritmo, e gli grida: - Ora me lo dai!

- Assolutamente no! - Le mostra un sorriso di sfida.

Lei allunga un braccio per prendere il block notes, ma lui lo allontana, allora Amy si butta su di lui, facendolo cadere a terra.

- Ahio! - Si lamenta Nathan. Amy è a cavalcioni su di lui, e vittoriosa esulta

- Ho il block notes! Ho il block notes!

Nathan arrossisce non appena comprende il luogo in cui si trovano, e la loro posizione

- Amy .... Ti alzi?

Lei lo guarda stranita per qualche secondo, poi comprende anche lei la situazione. Lentamente si mette in piedi e porge al ragazzo una mano per alzarsi.

- Grazie. - Le dice Nathan

- Di niente... - Amy è piuttosto imbarazzata.

Spero proprio che nessuno ci abbia visto. Proprio mentre Nathan formula questo pensiero vede Tom e Jay seduti su una panchina che si sbellicano dalle risate. Capisce immediatamente che è lui il motivo di tale ilarità dal modo concitato che Tom usa per indicarlo.

- Beh .. E' meglio che vada. - Annuncia Amy

- Ci vediamo in giro.

I due si sorridono per un attimo, poi Amy se ne va, lanciando un occhiataccia a Jay e Tom.

Ormai sono passati diversi giorni dalle prime sparizioni ed invece di diminuire, esse sono continuate.

Quando tutti compresero che anche Becky era stata rapita quello che soffrì più di tutti fu Louis. Passava le sere a guardare fuori dalla finestra di camera sua con lo sguardo perso in chissà pensieri. Per fortuna Amy riusciva sempre a tirargli su il morale in qualche modo, dato che anche a lei, come tutti gli altri, non piaceva quel nuovo e riflessivo Louis.

Per quanto riguarda i pensieri di Amy sul rapimento di Becky, in tutta sincerità non ne era molto dispiaciuta. Tentava in tutti i modi di non far notare quella sua indifferenza, ed ogni volta che qualcuno iniziava il discorso "Becky", lei con una scusa si dileguava ed andava da Nathan e i suoi amici.

Nel frattempo Amy arriva a casa sua. Ormai si è quasi fatta sera, ed è ora di cena. Appena apre la porta un buon profumo di cibo appena cotto l'accoglie a braccia aperte. Appoggia su un tavolo i libri ed entrando in cucina chiede

- Uh, cosa c'è di nuovo?

Johanna emerse in quel momento dal forno. In mano tiene una teglia con sopra una delle sue fantastiche torte salate, leggendarie in tutta Brigman.

- Una bella fetta di torta. Ti va Amy?

- Eccome se mi va! Amo le tue torte.

Johanna arrossisce, adora quando qualcuno le fa dei complimenti sulla sua cucina.

- Salgo a chiamare Louis e gli altri?

- Si, brava. Intanto io metto giù la tavola.

Amy sale gli scalini due a due. Entra in camera sua per chiamare Lou e trova lui insieme a Lottie e Fizzie, che confabulano in maniera sospetta. Non si accorgono nemmeno che lei è entrata.

Amy si avvicina in silenzio e sente Lottie dire a Louis

- Quindi partiamo questa sera?

- Si, si. E' tutto pronto, ho avvisato anche i ragazzi.

- Ma con cosa andiamo?

- Il padre di Zayn ha un piccolo camper. Useremo quello... -

Amy imita un colpo di tosse per farsi notare. Tutti e tre si girano contemporaneamente e la guardano con occhi stralunati.

- E' pronta la cena.

- Arriviamo dacci solo un minu.. - Inizia Lottie, che viene però interrotta da Louis

- Ragazze voi scendete, Amy ed io vi raggiungiamo tra un momento.

Esse, un po contrariate, escono dalla stanza e li lasciano soli. Amy lancia un'occhiata molto loquace al ragazzo che si giustifica

- Te lo avrei detto presto ma ..

- Ma? Ma cosa? Volete scappare, per andare dove? E.. E a me non avete detto niente. Credevo di far parte di questa famiglia, che ormai mi consideraste con un minimo d'importanza e ..

Louis le afferra una mano e lei tace.

- Non sono riuscito a dirtelo perché in questi giorni non sei mai stata presente ... Non appena riuscivi te ne andavi, non so dove, e non ho avuto tempo. Dopo cena ti spiegherò meglio, se vuoi puoi ... Anzi tu vieni con noi.

- Con voi .. E dove andate?

- Ti spiego dopo cena! Dai ora scendiamo, se no mamma e papà si insospettiscono!

Scendendo le scale Amy ripensa alla loro conversazione di poco prima. Quindi gli dispiaceva che lei non era stata presente, quindi forse ci teneva davvero a lei ...

- Ma .. Da come eravate circospetti, direi che Johanna e Mark non ne sanno niente vero?

- Perché di cosa dovrei essere informato? - Davanti alla sala da pranzo Mark li guarda sospettoso.

- Niente. - Esclamano insieme Amy e Louis. Mark alza un sopracciglio, ma lascia correre ed entra nella sala da pranzo.

- In questo momento ti odio Amy. - Le sussurra Louis una volta seduti a tavola

- Scusami .. Non l'ho fatto apposta.

- Si tranquilla ...

Il resto della cena trascorre rapidamente e in modo tranquillo. Le uniche che chiacchierano sono le piccole gemelle, che cercano in tutti i modi di attirare l'attenzione.

Sul viso di Fizzie è dipinta una insolita agitazione, mentre Lottie mangia a stento. Louis finge normalità, ed ogni tanto inizia un discorso, per lasciarlo poi portare avanti dai suoi genitori. Amy se ne sta sulle sue, curiosa di sapere cosa stanno combinando Louis, Fizzie e Lottie. Finita la cena tutti e quattro si precipitano nella camera di Amy e Louis.

- Qundi spiegatemi.

- Beh .. Ma lei viene con noi?

- Si, Fizzie, lei verrà con noi. - Spiega Louis. Lei fa spallucce

- In pratica l'altro giorno abbiamo preso la decisione di partire ..

- Perché?

- Beh .. per allontanarci da questo posto ormai divenuto pericoloso

- Si Louis, ma credi che fuori è meglio? E .. Dove volete andare precisamente e per quanto tempo?

- Tre o quattro giorni e il posto non l'abbiamo ancora definito bene ... Ma saremo ,lontani da Brigman ed immersi nella natura. - Conclude il moro

Amy sbuffa - Ma chi è quello che ha avuto questa brillante, per così dire, idea?

- Io, mi sembra ovvio. - Esclama il ragazzo. E ti pareva .. Pensa lei

- Ma se non vuoi venire puoi anche rimanere qui

- Ovvio che no, io vengo con voi!

Louis sorride - Beh, allora non criticare la mia idea. Ci troviamo alle 12.00 davanti alla nostra camera okay? Valigie pronte, i ragazzi ci aspettano in piazza.

- In piazza? Non è un posto troppo in vista? - Chiede Lottie

Louis alza le spalle -Non ci sarà in giro nessuno, tranquilla.

Dopo poco le due sorelle escono dalla camera, ed Amy prende una borsa dall'armadio accanto al suo letto e ci ficca dentro un po di vestiti alla rinfusa. Louis l'osserva sdraiato sul suo letto, con un piccolo sorriso stampato in viso.

Amy prende i vestiti tenendo lo sguardo basso. Il sorriso di Louis e il suo sguardo fisso su di lei la mettono a disagio, cosa che prima non era mai successa.

- Perché mi continui a guardare? - Chiede ad un tratto lei

- Beh, sei la cosa più interessante in questa camera ...

- Lo devo prendere come un complimento? - Chiede di nuovo lei, ma ora il tono della sua voce è leggermente incrinato.

Lei alza il busto dal suo zaino e si trova Louis in piedi davanti a lei. La tira su del tutto, e l'avvicina leggermente a se mettendole un braccio intorno alla vita.

- Dire proprio che è un complimento ... Non trovi?

Amy si perde nello sguardo glaciale del ragazzo, ma il suono della porta che si apre la riporta con i piedi per terra.

- Amy!!! Louis!!! C'è Fizzie che vi cerca! -Urla Phoebe entrando nella camera.

- Arriviamo subito Phoebe. Grazie per avercelo detto.

- Io vado da Fizzie...

- Okay Louis .. Sicuramente non ha bisogno di me. - Louis sta per uscire, ma si ferma un attimo sulla porta, nella speranza d'incrociare lo sguardo di Amy, ma lei gli gira la schiena e guarda fuori dalla finestra. Alla fine il ragazzo esce.

Il cuore di Amy batte ancora come un tamburo, e non ne vuole sentire di fermarsi un momento. Si teletrasporta sul suo letto, e si infila sotto le coperte, vestita così com'è.

Sente lo scricchiolio del uscio che si riapre, ma finge di dormire ben sapendo che quello è Louis. Lei non lo odia, anzi gli vuole molto bene, ma una parte di lei non vuole che scocchi la scintilla tra loro, perché sarebbe come stare con proprio fratello .. Ecco cos'è Louis per Amy ... Un fratello e niente di più. Almeno crede.

La mezza notte arriva presto, il tempo vola come polvere nel vento.

- Amy ... Alzati. E' ora. - Louis la scuote leggermente, svegliandola dal suo dolce sonno.

- Mmm .. E' già mezzanotte?

- Si, alzati forza.

Con passo felpato Lottie, Fizzie, Louis ed Amy si dirigono in piazza. Ognuno di loro è immerso nei propri pensieri.

- Ehi ragazzi! Ce ne avete tenuto di tempo! Ci stavamo preoccupando. - Gli accoglie Harry non appena i quattro ragazzi arrivano in piazza

- E' colpa di Amy, non si decideva ad alzarsi.

La ragazza rifila a Louis una bella gomitata in pieno petto.

- Ahio! - Si lamenta l'altro massaggiandosi lo stomaco

- Così impari a prendermi in giro. - E detto questo entra nel piccolo camper. Dentro si trovano già Niall, Liam e Zayn, tutti e tre piuttosto stanchi.

Appena Amy entra i tre la salutano, ravvivandosi un po'. - Ci sono anche Fizzie e Lottie, giusto? - Domanda il biondo

Lei annuisce. - Perché ti interessa? - Chiede Liam circospetto

Niall fa spallucce - Così ... Era per chiedere.

Dopo cinque minuti sono tutti saliti sul furgoncino. Louis si mette sul sedile del guidatore e alle lamentele di Zayn, il quale voleva guidare al posto suo, aveva replicato

- So che è tuo Zayn, ma io sono il più grande della compagnia quindi sono io che ho il diritto di guidare, non tu.

Louis infila e gira la chiave, e il motore si avvia con qualche sbuffo e lamentela. Schiaccia l'acceleratore, mette la prima e partono.

Nella parte dietro del furgone vi è un sottofondo monotono di chiacchiere sussurrate.

- Secondo me dovremmo fare più rumore, se no quello là davanti si addormenta ... - Commenta Niall

- Guardate che sento tutto io da qui. - Urla Louis

- Ma quindi dove andiamo? - Chiede Lottie

- Non molto lontano da qui c'è un piccolo campeggio .. Che, dato la stagione è sicuramente vuoto o quasi. Lì intorno ci sono un sacco di bei posti da visitare .. Ci divertiremo un sacco fidatevi! - Spiega Liam. Nella sua voce si legge emozione e decisione.

- Lo spero ... Mi chiedo perché mi sono fatta coinvolgere in tutta questa storia .. - Dice a bassa voce Fizzie. Harry, accanto a lei, le accarezza una mano. I due si sorridono dolcemente.

- Ahio! Liam mi hai pestato un piede! - Urla Zayn

- Come? Sono seduto è impossibile...

- Dillo al mio alluce!

- Se vuoi ti abbraccio così passa la bua. - Lo sfotte Harry

Zayn gli lancia un'occhiataccia. - Stai zitto riccio.

L'atmosfera pian piano si rilassa, e si anima ad ogni battuta, ad ogni sguardo e sorriso.

Amy si alza, tentando di non ammazzare nessuno.

- Ehilà! - Saluta Louis una volta arrivata davanti.

- Tu qui? Perché non sei con gli altri ..

- Pensavo che ti annoiavi stando tutto solo ..

- Beh .. Un pochino mi stavo annoiando. - Amy si siede sul sedile accanto a quello di Louis.

- E' la prima volta che esco da Brigman .. - Lo sguardo del ragazzo si illumina

- E' vero... Magari questo ti aiuterà a ricordare!

Lei sorride - Lo spero. Ma .. Se quello che ricorderò è triste, cioè ... E se quello che non ricordo è meglio che rimanga dimenticato? Se il mio passato è orribile? - Quei dubbi l'assaliscono tutti in una volta sola, facendole venire le lacrime agli occhi.

- L'unica cosa che puoi fare è goderti il presente e fidarti di quelli che ti stanno accanto ORA. -

Chissà cosa farei senza le sue parole .. Si domanda Amy guardando Louis con ammirazione ed affetto. Si appoggia sulla spalla di lui, regolando il suo respiro a quello del ragazzo.

- Grazie Lou. Cosa farei senza di te? - Sussurra la ragazza

Louis ride in silenzio, ma la vibrazione della sua risata si propaga fino al viso di Amy. Dopo pochi minuti la ragazza di appisola, coccolata dal suono del motore e del respiro di Louis.


SPAZIO AUTRICE
Ora, probabilmente mi ucciderete. Lo so, è da più di un mese che non aggiorno, ma .. Purtroppo non ero molto convinta a continuare questa storia. Ma ora ho deciso di continuarla, anche se pochi o nessuno la leggeranno.
Mi sono affezionata troppo a questi personaggi. Spero che ci sia ancora qualcuno che segue questa storia ... E lasciatemi una recensione, anche piccolina.... <3
Ora vi lascio augurando a tutte/i (?) buon hallowen!!!!
PS Avete visto la bellissime esibizione dei The Wanted a XFactor UK? *___* Perfetta...<3
PPS Amo Story of my life...Non vedo l'ora che esca il video!
Ora mi dileguo...
Baci
Little_Peppermit

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Un viaggio con esito tragico (Parte 2) ***


Un leggero e timido raggio di sole si infiltra tra le palpebre chiuse di Amy obbligandola a svegliarsi.

La ragazza si stiracchia per un paio di secondi, poi si guarda intorno. Si trova nel camper del padre di Zayn, sdraiata in una piccola brandina, che lei probabilmente non aveva notato la sera prima.

Poi una voce allegra la prende alla sorpresa.

- Ehi, ben svegliata bella addormentata! - La saluta Liam che ha messo la testa nel abitacolo del furgone.

- Ciao! Dove sono gli altri?

- Fuori a fare colazione. Mi hanno mandato a vedere se eri sveglia, e nel caso per svegliarti. Avrai sicuramente fame, vieni fuori!

- Arrivo...

Il posto dove si trovano è una grande radura dall'erba alta fino al ginocchio e circondata da alti pini ed abeti. Più in fondo vi è un cancello in ferro. Nel mezzo si trova un piccolo braciere, dove poter accendere un bel falò alla sera, e tutte intorno delle panche di legno. Sotto degli alberi si intravedono dei tavoli di legno e delle sedie.

I ragazzi sono tutti seduti sulle panche intorno al braciere, hanno delle scodelle in mano e si fanno passare un pacchetto di biscotti al cioccolato.

Il primo che la nota è come al solito Louis, che le sorride e la saluta dicendo

- Ehi Amy! Vieni qui a sederti vicino a me! Ti abbiamo lasciato alcuni biscotti ..

-Quelli che siamo riusciti a salvare dalle fauci di Niall! - Scherza Fizzie

- Non è fefo .. - Mugugna lui con la bocca piena

Tutti ridono. Se la sera prima si respirava un clima un po' teso, ora l'ansia e la tensione sono completamente scomparse, sostituite da un'allegria contagiosa. Tutti non vedono l'ora di godersi fino in fondo quei quattro giorni di libertà, lontani da tutti i problemi di Brigman e dei suoi abitanti.

 

- Ehi, guardatemi! - Urla Harry.

Il ragazzo si trova su una sporgenza rocciosa di una alta cascata che terminava in un laghetto piuttosto profondo.

Per raggiungere quel luogo avevano camminato tutta la mattina.

- Non fare cavolate, scendi. - Gli urla Liam, ben sapendo che tutte le sue parole sarebbero andate a vuoto.

- Sembra divertente .. Dai andiamo anche noi! -

- Ma ... Zayn. - Sbotta Liam

- Su dai non fare il guasta feste! - Lottie gli da un pacca sulla spalla, poi si toglie la t-shirt e l'appoggia su una roccia, rimanendo solo con il top.

- Io seguo il riccio e la bionda. - Dice Niall.

- Vieni anche tu Amy? - Le chiede Fizzie.

- Si certo e tu? - Amy non sta più nella pelle. Solo a vedere da lontano quella cascata le era salita in corpo una voglia matta di tuffarsi, ma l'entusiasmo non sembra contagiare anche l'altra.

- Beh .. Io preferirei rimanere qui con Liam...

- Hai paura?

- Soffro di vertigini...

Amy le afferra una mano, e le dice

- Fidati di me! Sarà divertente!

- Okay ti seguo ....

Mentre salgono sulla cascata le due ragazze sentono un urlo euforico. Si guardano indietro e vedono Harry uscire dal laghetto.

- Wow è magnifico! Non è pericoloso, fatelo anche voi! - Urla

- Quel ragazzo è pazzo .. - Sbotta a bassa voce Fizzie. Amy ride.

- Pronte? - Chiede Zayn alle ragazze. Sulla cima ci sono tutti, tranne Liam ed Harry.

-Io prontissima! - Esulta Amy. Fizzie non è così convinta

- Dai sorellina saltiamo giù insieme okay? - Lottie le afferra una mano.

- Al mio tre, pronta? Uno, Due ... Tre!!! - E si lanciano nel vuoto.

Louis, dopo che loro due si sono buttate, dice - Ora ragazzi, tutti e tre insieme..

Amy tossisce per farsi notare e picchietta un piede a terra. - Louis non dimentichi qualcuno?

Il ragazzo la guarda con sguardo interrogativo, poi capisce.

- Intendevo tutti e quattro ovvio. - Si corregge.

- Ah, ecco. - Amy sorride soddisfatta.

I quattro amici prendono la rincorsa, poi si buttano nel lago. Il volo dura pochi secondi; l'aria preme sui timpani di Amy e poco dopo viene sostituita dall'acqua fredda del lago. La ragazza tocca il fondo sassoso con le punte dei piedi, per tornare poi in superficie con un bel respiro.

- Un'altra volta! - Urla il biondo tra le risate generali.

Il pomeriggio trascorre tranquillamente tra risate, schizzi e momenti passati sdraiati sotto il sole. Alla sera però sono costretti a tornare al campeggio dove avevano lasciato il camper.

 

Sono le 23.00 quando finalmente tornano al camper, e vengono accolti dallo sguardo acido di un vecchio signore:

- Ma vi sembra l'ora di tornare? Se volete affittare questo terreno dovete tornare al massimo per le nove, avete capito?! Passerò a controllarvi ogni sera! - Li sgrida con la sua voce ruvida e rinsecchita come il suo aspetto. Louis si scusa in qualche modo e lui finalmente se ne va. Per il resto della serata prendono in giro il vecchio guardiano e la sua acidità, poi stanchi vanno tutti a dormire.

Nello spiazzo piantano una tenda per sei, mentre due di loro dormiranno nelle due brandine presenti nel camper.

- Ehi Zayn, dormiamo noi due nel camper per questa sera?

- Si dai. Sempre meglio che nella tenda.. Notte ragazzi!

- Ciao a domani!

- Buona notte ragazzi!

- Ciao!

Sta quasi per entrare in tenda quando Amy chiede a Louis

- Ma chi ha portato i sacchi a pelo?

- Harry .. Ma non preoccuparti .. Pensa solo a riposarti. - Lui le sorride.

Appena entra nella tenda Amy si cambia e si infila immediatamente nel suo caldo sacco a pelo. Alla mattina tutti si svegliano piuttosto tardi, all'incirca verso le 10.00.

Amy apre lentamente gli occhi, trovandosi di fronte il viso di Louis addormentato. Amy arrossisce e sorride osservando con attenzione i dolci lineamenti di lui. Solo in quel momento la ragazza di rende davvero conto di tutto il bene che prova per quel pazzo fratello adottivo. Chissà dove sarebbe ora se lui non l'avesse trovata in quel bosco, sicuramente non sarebbe lì a guardarlo dormire, circondata da persone a cui vuole e che le vogliono bene. Le sale un groppo alla gola che si costringe a mandar giù.

- Buongiorno! Già sveglia? - Le chiede Louis non appena apre gli occhi.

-Si, gli altri dormono ancora. Beati loro. - Louis, dentro di se, sorride: può approfittare di quella situazione a proprio vantaggio. Si siede accanto ad Amy ed appoggia la propria mano su quella della ragazza, che si guarda intorno a disagio. Non capisce le intenzioni del ragazzo, e va ancora più in confusione quando lui le si avvicina ulteriormente. I loro sguardi si perdono in quello dell'altro. In quel silenzio mattutino gli unici suoni sono i loro respiri e i battiti dei loro cuori.

- Buongiorno! - Esclama un voce improvvisamente.

Amy si allontana di scatto da Louis, come se fosse punta da un'ape. Louis sbuffa a bassa voce, imprecando contro l'ospite inopportuno.

- Ciao Harry ... - Lo saluta a mala voglia

-Ehi Louis, tutto bene? - Il riccio posa lo sguardo prima sul amico, poi su Amy studiandone il comportamento.

- Benissimo, perchè? -

Harry fa spallucce. - Vi tengo d'occhio .. Sappiatelo!

Il resto della giornata trascorre tranquillamente e senza altri momenti intimi tra i due. Per idea di Liam tutti e otto esplorano i boschi intorno al loro campeggio, quindi non si spingono molto lontano. A pranzo mangiano un panino sotto l'ombra di alti castagni. La sera verso le otto vanno nel paese più vicino al loro campeggio e prendono una pizza. Tornati alla radura ognuno si divide: Louis e Liam giocano a palla, mentre Lottie e Fizze si sdraiano sulle brandine nel camper mentre Niall e Zayn si siedono intorno al fuoco, Niall armato della sua inseparabile chitarra. Harry afferra Amy per un braccio e la trascina rudemente nella tenda.

- Ti devo chiedere una cosa... - Forse so già cosa mi deve chiedere, pensa Amy ma gli risponde

- Chiedi pure Harry. -

Il riccio punta i suoi enormi occhi smeraldo sul viso pallido della ragazza.

- Ma ... Tra te e Louis ... Che succede? - Amy si colora di un rosso porpora super acceso.

- Nu - Nulla.

- Nulla? Ma se questa mattina quasi vi baciavate!

- Non significa niente, e poi non è vero, stavamo solo parlando.

- A me non sembrava.

- Si invece

- Io non ci credo molto.

I due ragazzi si lanciano sguardi taglienti, ognuno sicuro nella propria posizione e deciso a non mollare la propria idea.

- Beh, ti crederò. Ma se un giorno tra voi accadrà qualcosa, non so tipo lo scoppio di qualche bella fiammella, voglio essere il primo ad esserne avvisato, capito?!

Amy alza gli occhi al cielo esasperata. - Si riccio pazzo.

- Grazie ragazza dai capelli in fiamme. - E detto questo le avvolge un braccio intorno alla vita e l'abbraccia con fare protettivo. Quella notte tutti dormono sodo; stanchi per quella bella ed intensa giornata, o meglio tutti tranne Amy, il cui sonno è pullulato da strani ed inquietanti incubi.

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Capitolo 9
*** INCUBI ***


INCUBI

 

Il cielo era buio e cupo. Una macchina solitaria viaggiava tra gli stretti sentieri del bosco Ytens,  un bosco poco distante da Brigman. All'esterno regnava il silenzio più totale, mentre al suo interno c'era un gran casino.

- Spiegami perchè hai voluto uscire.- Si lamentava Jay.
-Dai su! Non fare il guastafeste! - Lo prende in giro Max, mentre guardava la strada da percorrere, dato che alla guida c'era lui.
- Vorrei vedere te al mio posto .. Buttato letteralmente giù dal letto da due cretini alle 2.00 di notte. - Jay incrociò le braccia e mise il broncio.
Tom e Siva, i colpevoli del mismatto, si misero a ridere sotto i baffi.
Nell'abitacolo affollato rimbombavano le note di Bring me to life dei Evanescence.
- E tu Nate, non dici nulla? -  Gli chiese Tom.
- Dovete capirlo ragazzi, ora che la sua bellissima Amy se ne è andata via con quei cinque coglioni il nostro piccolo Nate è triste ... -
- Max, tappati la bocca! - Sbottò il moro nascondendo a stento l'irritazione.
- Dai ... Non te la prendere. - Gli sussurrò il biondo mettendogli un braccio intorno alle spalle. Nathan gli diede un'amichevole gomitata nel fianco.
La macchina frenò di colpo e, tutto felice, Max disse: - Ecco siamo arrivati!
Siva guardò fuori dal finestrino. - Beh ... Ci hai portato in un bosco.
- Osservazione molto acuta Seev, non ti facevo così inteliggente, davvero. - Scherzò Tom ricevendo un insulto non verbale dall'amico.
- Però, questo posto è piuttosto inquietante. - Commentò Jay
- Io lo trovo rilassante, ci vengo molto spesso. - Rispose Max mentre apriva la portiera. I cinque ragazzi uscirono dall'auto, e iniziarono a percorrere un piccolo sentiero che si trovava non molto distante a dove avevano parcheggiato. Camminavano guidati dalla fioca luce di una torcia nelle mani di Max,il quale apriva la fila.
Sopra di loro gli alti pini incombevano maestosi, e tra le fronde filtravano gli argentei raggi lunari, donando a quel bosco una strana e statica atmosfera. Dopo dieci minuti di silenzioso cammino un rumore attirò la loro attenzione.
- Avete sentito? - Domandò Nathan.
- Sembrava una specie di ringhio. - Sussurrò spaventato Tom ed iniziò a guardarsi intorno con aria sospetta.
- Io non ho sentito niente. Ve lo sarete immaginato. - Cercò di tranquilizzarli Max con il suo solito tono strafottente
- Ma l'ho sentito pure io .. - La frase di Jay venne interrotta da un fruscio sospetto. Tutti e cinque si girarono verso il suono. La tensione era così palpabile che la si poteva tagliare con un coltello.
- E quel fruscio?
- Non preoccuparti Siva, sarà un animale notturno. -
Ma nemmeno lo stesso Max era convinto delle parole che uscivano dalla sua bocca. Un rumore di pesanti passi sulla ghiaia del sentiero sovrastò ogni possibile suono. I passi si avvicinarono, e i ragazzi se ne stavano fermi senza muovere un muscolo. Si guardarono negli occhi e presero una decisione silenziosa: vedere cosa era quel essere davanti a loro. Max prese un bel respiro profondo e puntò la torcia sul luogo dal quale provenivano i passi.  Quello che la torcia illuminò fu uno spettacolo raccapricciante: prima delle enormi zampe ricoperte di peli neri e ispidi, poi due fauci enormi grondanti di una bava verdognola, e due piccoli e maligni occhi rossi. Dalla gola del mostro proveniva un ringhio cavernoso ed aggressivo.  Nel buio della foresta si intravedevano tanti altri sguardi rossi e perfidi. A Max cadde la torcia di mano e i cinque ragazzi iniziarono a correre a perdifiato verso la loro macchina. I mostri, non volendo lasciarseli scappare, partirono al loro inseguimento.
Proprio mentre correva più veloce possibile Max inciampò in una radice presente sul sentiero. Cadde a terra e sentiva la caviglia sinistra pulsargli di dolore. Tutti i ragazzi si accorsero della sua caduta, ma solo Tom si fermò per aiutarlo. Gli altri rimasero distanti a guardarli.
- Che fai idiota? Vattene, non stare qui ad aiutarmi. Andatetevene via tutti cretini!
- Col cavolo che ti lascio qui George! - Tom afferrò una mano del ragazzo e tentò di alzarlo, ma faceva fatica: con quella caviglia Max non riusciva a muoversi. Intanto i mostri si stavano avvicinando sempre di più, macinando il terreno sotto le loro pesanti zampe.
- Tom vai via! Ahi! -
- Max non lamentarti ed alzati.
- Cosa facciamo noi? - Chiese Jay a Siva e Nathan. Entrambi erano confusi su cosa fare: se rimanere lì ad aiutare Max o scappare alla macchina. I ringhi erano sempre più vicini. Finalmente Tom riuscì ad alzare l'amico e mettergli un braccio intorno alle spalle. Alzò lo sguardo verso i tre amici e li urlò di andarsene per chiedere aiuto in paese.
- Noi ce la caveremo. - Concluse
I tre a malincuore seguirono il suo consiglio e se ne andarono il più rapidamente possibile. Erano ormai parecchio distanti quando udirono un urlo purtroppo a loro famigliare: quello di Max.
Siva, Jay e Nathan si lanciarono sguardi preoccupati: volevano fingere di non sapere quello che era appena successo al loro amico, ma lo potevano benissimo immaginare. Corsero fino alla macchina e vedendola in lontananza si rallegrarono un po'. Siva si buttò letteralmente sulla portiera del guidatore tentando di aprirla, dimenticando che era chiusa a chiave.
- Siva, tieni le chiavi! - Nathan le lanciò al ragazzo, il quale però non riuscì a prenderle al volo.
Jay sbottò. - Dai forza raccoglile
- Okay, stati calmi. - Rispose il moro con un tono di voce molto acuto, probabilmente colpa dell'agitazione.  A tentoni le cercò sul terreno erboso. Intanto i mostri avevano ricominciato la loro corsa, spinti dal bisogno di sangue e morte.
- Li sento avvicinarsi... Sbrigati Seev! - Urlò Jay.
- Si, le ho trovate. - Siva si alzò e con mani tremanti infilò le chiavi nella serratura dell'auto. In quel momento accaddero molte cose contemporaneamente: Nathan si voltò verso il bosco, e vide quei maledetti occhi rossi. Non ebbe nemmeno tempo di urlare che uno dei mostri  si lanciò su di lui, schiacciandolo con il suo grosso corpo.
Jay, vedendolo in difficoltà, non ragionò nemmeno su quello che stava facendo e prese un masso da terra e lo scagliò sul mostro. Esso lo ignorò e iniziò a trascinare verso il bosco il povero Nathan, ormai quasi senza forze.
Ma quel mostro non era solo: un secondo attaccò Jay e con le fauci morse una spalla del ragazzo. I denti affilatissimi squarciarono la pelle e penetrarono nel muscolo e ruppero le ossa. Poi lo alzò per poi buttarlo a terra con ferocia.
Siva si era del tutto estraniato da quella situazione e, solo dopo aver aperto la portiera si girò accorgendosi del corpo sanguinante di Jay steso sull'erba umida e di Nathan che veniva rudemente trascinato via.
Quest'ultimo con voce flebile chiamava in aiuto Siva, il quale però non sapeva cosa fare. La paura si era completamente impadronita di lui: il corpo gli tremava, e gli occhi era offuscati dalle lacrime.  Il secondo mostro, con un'intelligenza fredda ed estranea a qualsiasi altro animale, percepì la debolezza emotiva del ragazzo e lo spinse con forza contro l'auto. Il ragazzo sbatte la testa sul finestrino, il quale si ruppe in tanti pezzetti. Il suo corpo cadde a terra, ormai quasi senza forze: l'ultima cosa che vide fu Nathan che si allontanava sempre di più, poi tutto divenne nero.

Amy si sveglia urlando. Il cuore le batte a mille e la fronte imperlata di sudore. Delle mani le afferrano le braccia, bloccandola nel buio della tenda.
- Amy tranquilla era solo un sogno, tranquilla. - La voce di Lottie cerca di calmarla.
La ragazza annuisce poco convinta. Ora che i suoi occhi si sono abituati meglio al buio distingue che intorno a lei ci sono tutti i ragazzi, ed anche Fizzy e capisce d'essere stata lei a svegliarli nel bel mezzo della notte.
- Oh, non volevo svegliarvi... - Tenta di scusarsi ma senza successo dato che Liam la interrompe quasi subito.
- No, non preoccuparti. Non è colpa tua... - Ma ora è il suo turno di venire interronto per il suono della zip della tenda, che viene aperta in quell'istante da Niall.
- Se non è successo niente io me ne torno a dormire nel furgoncino, vieni anche tu Harry?
Il riccio annuisce e saluta gli altri per poi uscire anche lui dalla tenda. Anche gli altri si rinfilano nei propri sacchi a pelo.
Amy si accuccia sul fianco nel proprio e, non riuscendo a dormire, ripensa al suo sogno. Era troppo reale per essere solo un incubo...Tutto quel dolore, le loro urla, il corpo insaguinato di Jay e Nathan che veniva trascinato via, e quei occhi rossi, occhi rossi d'apperttutto...
Una mano scuote la spalla destra di Amy risvegliandola da suoi cupi pensieri.
- Ehi Amy perchè tremi?
E' Louis. - Ma no, non sto tremando. Non preoccuparti. - Ma la voce di Amy non è abbastanza convinta e il ragazzo non ci casca. Louis apre il proprio sacco a pelo per unirlo poi a quello della ragazza. Amy lo osserva senza dire niente, abbastanza imbarazzata.
- Che fai? - Gli chiede con la bocca secca.
- Così se tremi ancora ci sono io accanto a te. - Il suo tono è così dolce che Amy non può far altro che sorridergli. Timidamente lei appoggia la testa sul forte petto di lui, mentre Louis l'abbraccia prottettivo. I due ragazzi si addormentano poco dopo, cullati dal battito dell'altro.

- Sono stanchissima! - Sbotta Fizzy mentre si sciacqua i lunghi capelli insaponati.
- A chi lo dici, è tutto il giorno che camminiamo, per fortuna siamo tornati ad un orario decente per lavarci.. Ne avevo bisogno. - Dice Amy.
Quella mattina il gruppo di amici era salito fino alla cima di un monte poco distante dal loro campeggio, ma anche se la strada non era lunga era piuttosto ripida e nel pomeriggio tornarono sfiniti.
- Ieri sera ho visto nel  bosco, a circa 50 m dal nostro campeggio, un bel ruscello non molto piccolo, anzi l'ideale per fare un bagno. - Tutti furono felici di quella affermazione di Zayn, detta poco prima di arrivare al camper. Le prime a lavarsi furono le tre ragazze. L'acqua fredda del ruscello è sulla pelle come una gelida mano che rinvigorisce il corpo, donandogli nuova vitalità.
- Ora che siamo finalmente noi tre da sole possiamo spettegolare un po'... - La frase di Lottie è seguita dalle risatine delle altre due ragazze.
- ... Comiciamo da Fizzy?
- Oh cara sorellina io non ho niente da nascondere!
- Come no, Amy hai visto come si guardavano oggi Harry e Fizzy?! - Lottie fa l'occhiolino alla rossa che scoppia a ridere. Fizzy diventa paonazza. E' vero, quel giorno i due ragazzi avevano continuato a lanciarsi sguardi molto significativi, e che non erano sfuggiti allo sguardo allenato di Charlotte.
- Io ed Harry? Ma va!
- Ma dai non fare così, eravate teneri. - Lottie fa l'occhiolino alla sorella che in risposta le caccia la lingua fuori.
- Dato che vuoi spettegolare....A te mica piace quel ragazzo alto, biondo con gli occhi azzurri? - Infierisce Felicite.
- Niall? Non l'avrei mai detto.. - Amy è stupita.
- No, non lui. Uno degli amici di Sykes.. - dice Fizzy
- Ah...Davvero di piace Jay? - Domanda Amy sempre sorpresa.
- Si chiama così? Non lo sapevo. Ma non è che mi piace, ho solo detto che è carino... - Risponde vaga la bionda. - Invece la tua vita privata Amy?
- Niente di che. Non c'è molto materiale su cui pettegolare.
- Come no. Primo: come va con Sykes?
- Beh... Lottie io e lui siamo solo amici...
- Tocca a me fare una domanda ad Amy: questa mattina hai dormito con nostro fratello o sbaglio?-
Beccata sul fatto!
- L'ha fatto solo per i miei incubi, niente di più- Amy si abbassa per sciacquarsi le braccia.
Fizzy le si avvicina e le appoggia una mano sulla schiena.
- Se ti piacesse nostro fratello a noi non darebbe fastidio.
- E' vero, anzi saremmo felici e ti aiuteremmo a conquistarlo! - Aggiunge Lottie. Amy sorride, le ringrazia per l'aiuto ed aggiunge che lei non prova nulla per Louis.
Una volta finito di lavarsi le tre ragazze si dirigono verso il camper incrociando i ragazzi, che ovviamente sono tutti a dorso nudo, pronti per farsi il bagno.
Lo sguardo di Amy si sposta rapidamente su Louis e suoi muscoli appena accennati, ritornando poi fisso sul terreno erboso ai suoi piedi.

La sera sono tutti intorno al braciere accesso, a scherzare e cantare con in sottofondo la fedele chitarra di Niall. Il cielo è sereno e le stelle, piccoli puntini luminosi, osservano quella sera carica di allegria e novità. Amy e Louis sono leggermente distanti dal resto del gruppo (Louis era riuscito a farla allontanare dal gruppo con una stupida scusa).
- Per ora non mi hai ancora detto niente di importante. - Dice Amy riferendosi alla scusa inventata poco prima dal ragazzo.
- Lo so .. Vuoi una birra? - Chiede Louis cambiando discorso.
- No grazie, non mi piace bere.
- Okay, allora ne  prendo una solo per me. - Louis allunga un braccio verso una lattina appoggiata poco distante da lui.
- Volevo scusarmi per ieri mattina..Non abbiamo fatto una gran bella figura. - Dice Louis dopo aver sorseggiato la sua birra.
Amy risponde - Beh si è stato un po' imbarazzante, ma l'unico che ci ha visto è Harry, e non ha detto niente a nessuno, quindi non ci sono problemi. - La ragazza fa una risatina a bassa voce, poco adatta ad una persona come lei.
- Ti avrebbe infastidito se lo avesse raccontato in giro?-
Amy non risponde subito, ma poi si trova costretta a dire qualcosa. - Forse, non saprei sinceramente...
- A me non avrebbe infastidito. - Risponde Louis. Amy non capisce il senso di quell'affermazione.
Il ragazzo sa che quello è il momento giusto per dirle quello che pensa e prova: appena l'aveva conosciuta si era promesso di non affezionarsi a lei, ma purtroppo non aveva tenuto fede a quella promessa: Amy le assomiglia troppo per non innamorarsi ancora.
- Voglio essere sincero con te. Ieri mentre eravamo così vicini ero felice, felice come non lo ero da davvero tanto tempo. - Louis abbassa lo sguardo. Amy si domanda se anche lei era felice in quel momento, ma ricorda solo molta confusione ed imbarazzo. Poi guarda Louis, il quale la osserva con quel suo mezzo sorriso che lei adora tanto e capisce: ora è felice, lì seduta accanto a lui, sotto le stelle ed attorno al fuoco scoppiettante.
- Louis io sono felice ora. Ieri sentivo solo molta confusione. - Non riesce a mentire davanti a quei occhi di ghiaccio. Louis involontariamente le appoggia una mano sulla sua guancia, per ritrarla subito dopo. Amy gliela blocca e dolcemente gliela riappoggia. I loro visi si avvicinano sempre di più, fino ad azzerare la distanza. Le loro labbra si uniscono in un dolce e timido bacio, che ad entrambi sembra quasi uno scherzo innocente. Dopo essersi staccato a Louis pare di poter toccare il cielo con un dito. Le afferra una mano e dice ad Amy - Dai torniamo dagli altri ragazzi!
Si siedono l'uno accanto all'altra, ma Louis nota qualcosa che non quadra: non ci sono ne Harry ne Niall.
- Ma dove sono il riccio e l'irlandese? - Chiede preoccupato. Zayn risponde dicendo che erano andati in bagno nella foresta.
- E voi li avete lasciati? - Scatta l'altro.
- Calmo Louis cosa dovevamo fare secondo te? Lasciare che se la facessero addosso?! - Scherza Lottie.
- Scusatemi, ma con quello che sta succendo a Brigman sto diventando paranoico.
Tutti ridono e la serata ricomincia. Ma dopo venti minuti di attesa Louis non è più il solo ad essere preoccupato.
- Non sono ancora tornati..- Osserva Liam.
- Dite che dovremmo cercarli? - Chiede Zayn, ma la sua domanda è come se avesse già una risposta sottintesa: tutti si alzano, corrono a prendere l'occorrente e si dirigono in massa verso il bosco.
Le ricerche durano per tutta la notte e la giornata successiva. La sera cercano tutti insieme per paura di quello che avrebbero potuto trovare, ma non vedono niente e non trovano nemmeno i loro amici. Con la scusa di voler cercare da sola Amy inizia a teletrasportarsi sulle chiome degli alberi più alti per avere una visuale migliore e provare a scorgere movimenti sospetti ma nessun risultato, è come se si fossero volatilizzati.
Il giorno dopo invece si danno i turni: in gruppi di due o tre perlustrano la zona per un paio d'ore, poi tornano al campo dando il compito all'altro piccolo gruppo. Ma niente anche in quel caso. Ormai è il tardo pomeriggio del quarto giorno di permanenza in quel accampamento, ed ormai tempo di tornare a Brigman.
I restanti componenti del gruppo si siedono intorno al fuoco spento: tutti sono sfiniti e sfiduciati.
- Ora cosa facciamo? Cosa diciamo una volta tornati a casa? Cosa racconteremo ai genitori di Niall ed Harry? - Le domande di Liam rimangono sospese in aria senza risposte. Tutti sono terribilmente preoccupati, soprattutto Louis: l'idea di scappare via è stata sua e lui è il più grande del gruppo, quindi su di lui cadono le conseguenze di quello che è appena successo. Insomma la sua situazione è piuttosto incasinata, e lui se ne rende conto benissimo.
Amy si accorge del suo stato d'animo e gli poggia una mano sulla spalla.
- Non preoccuparti, tutto si risolverà.
Il ragazzo le rivolge un sorriso triste, smentito dagli occhi velati di lacrime. - Non ne sono così convinto io. -
Poco dopo i ragazzi si alzano, sistemano il campeggio e mettono i loro vestiti e le cose che si sono portati dietro nel camper, pagato il vecchio e acido custode e se ne tornano a Brigman con i cuori pesanti, pronti a subire le conseguenze della sparizione di Niall ed Harry.


BUON NATALE!
ALLORA, SPERO SINCERAMENTE CHE CI SIA QUALCUNO A CUI AUGURARE DAVVERO BUON NATALE, NELLA SPERAZA CHE ANCHE LE POCHE CHE LEGGONO QUESTO OBROBRIO DI STORIA NN MI ABBANDONINO PROPRIO SUL PIU' BELLO!
MI SCUSO PER IL RITARDO, MA NON HO AVUTO TEMPO PER SCRIVERE! XD
ANCORA A TUTTI BUON NATALE E FELICE 2014 <3
BACIIII

LITTLE_PEPPERMIT

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ( DISCORSI INGANNEVOLI E SIRINGHE) ***


CAPITOLO 10 ( DISCORSI INGANNEVOLI E SIRINGHE)
 
Per tutta la casa di sentono le urla di disperazione di Anne e della madre di Niall, Maura.  Sono nel piccolo soggiorno di casa Tomlinson, insieme a Johanna e Mark che cercano in qualche modo di chetare la loro rabbia, ma con scarsi risultati.
- E' colpa di vostro figlio! - Sbraita Maura
- Si! Mio figlio gli voleva bene, lo avrebbe seguito in capo al mondo, fregandosene delle conseguenze! - Urla Anne con le lacrime agli occhi.
- Li ritroveremo, non preoccupatevi ...
- No Mark! Tutti i ragazzi e i bambini scomparsi non sono ancora tornati! Niall e Harry non torneranno più.... E' come se fossero morti...
Anne scoppia in lacrime e Johanna le si fa vicino e l'abbraccia. Anne accetta quel gesto d'affetto, pur sapendo che quel abbraccio non le può riportare indietro suo figlio.
Amy, che fino a quel momento se ne stava seduta su una delle poltrone del soggiorno, si alza ed esce, non riuscendo più a sopportare la vista delle due mamme in lacrime.
Sono passati due giorni da quando i ragazzi sono tornati a Brigman. Si erano separati davanti alla casa di Zayn, promettendosi di rincontrarsi il più presto possibile. Non appena Louis, Amy, Lottie e Fizzie entrarono in casa si beccarono una bella sgridata da parte dei due genitori, che erano rimasti in ansia per 4 giorni. Per il resto della giornata rimasero in casa, tentando in tutti i modi d'evitare contatti con il resto del paese.
Il giorno dopo, come era prevedibile, Anne e Maura andarono a casa dei Tomlinson a chiedere spiegazioni: avevano saputo che tutti erano tornati al paese il giorno precedente, tranne i loro figli.
Quando capirono il motivo della loro assenza, il cielo piombò su di loro, schiacciandole a terra e facendole soffrire, solo come una mamma potrebbe addolorarsi.
Amy, seduto sulle scale fuori dal soggiorno, trova Louis. Il suo aspetto non è dei migliori: tiene il viso tra le mani, il suo petto è sconvolto dai singhiozzi. Quella vista fa soffrire Amy, che si siede accanto a lui e avvolge un suo braccio intorno alle spalle di lui. Louis appoggia il suo viso sul petto di lei, inzuppandole la felpa arancione di lacrime.
- Dai si risolverà tutto ...
- Non ne sono così convinto, le hai sentite: è colpa mia se Niall ed Harry non ritornano più.
- Ritorneranno, ne sono sicura.
Louis ride. - Amy devi piantarla, sei una pessima bugiarda.
Amy sorride - Ma almeno ti ho fatto ridere!
I due si guardano per qualche secondo, specchiandosi negli occhi dell'altro. Louis avvicina il suo volto a quello della ragazza, ma Amy si allontana leggermente. Louis si accorge di questo e le rivolge uno sguardo interrogativo.
Ma non c'è tempo di fare domande: la porta d'ingresso di spalanca, rivelando le figure di Liam e Zayn.
- Ciao ragazzi! - Esclama Zayn con un tono troppo allegro per l'atmosfera che si respira nella casa.
- Abbiamo interrotto qualcosa? - Domanda Liam con una nota maliziosa nella voce.
Amy si alza in piede ed afferra la giacca attacca all'appendiabito accanto alla porta d'ingresso.
- No, non hai interrotto niente. Anzi io stavo proprio per uscire! - Detto questo li saluta ed esce per davvero.
Si allaccia la giacca intorno alla vita, poiché la temperatura è tiepida, e inizia a camminare per le strade di Brigman, lasciando che la sua mente venga trasportata dal fiume dei suoi innumerevoli pensieri. Ormai il suo rapporto con Louis è un groviglio di malintesi e scelte sbagliate, e quel bacio ha solo peggiorato le cose: si era lasciata prendere dalla passione del momento, senza pensare alle conseguenze delle sue azioni. Amy vuole bene a Louis, ma solo come fosse  suo fratello, prova l'affetto che si potrebbe provare verso colui che ti ha permesso una nuova vita e che ti ha regalato un  nome, un'identità.
Ma ora come ora quello non è il problema più importante: il più rilevante sono sicuramente quelle sparizioni ... Chissà dove sono Harry e Niall, chissà cosa gli sta succedendo ...
Sulle porte di molte case vi sono attaccate le foto dei ragazzi scomparsi da quella abitazione. Le foto sono molte, forse troppe. Amy inizia a contarle: 1, 2, 3, ..... 25, 26, 27.
Ma una foto attira la sua attenzione ed Amy si ferma. Quegli occhi, quel sorriso sono così famigliari .. Poi capisce: il ragazzo nella foto è Nathan.
Alla ragazza quasi viene un colpo. Nathan è stato rapito, come lei aveva sognato... Poi la porta della casa si apre ed esce un alto ragazzo moro e con la pelle color ebano.
- Ciao Amy! - La saluta lui.
- Oh, ciao anche a te Siva. - Per un momento Amy rimane interdetta, perché non capisce il motivo per cui Siva fosse lì a casa di Nathan ora che lui non c'è. Poi ci ripensa  e capisce che probabilmente era a trovare i genitori dell'amico.
- Siete tornati oggi tu e gli altri?
- No, ieri mattina. Ma per caso già tutto il paese è a conoscenza della nostra fuga?
- Più o meno. - I due ridono a bassa voce. Camminano  verso la piazza a passo lento, guardandosi intono a parlando ogni tanto.
Sono quasi arrivati, quando Amy chiede a Siva - Quindi ... Anche Nathan è stato rapito?
Il ragazzo abbassa lo sguardo a terra.  - Si, insieme a Tom e Max.
I dubbi della ragazza riguardo il suo sogno si consolidano ancora di più. Arrivati il ragazzo si siede su una delle panchine nella piazza. Amy segue il suo esempio.
 - Come è successo? - Domanda il più gentilmente possibile.
Siva sospira, ma inizia allo stesso a raccontare. Tutto è come Amy aveva sognato: i mostri che gli avevano inseguiti, la fuga, Max che inciampò in una radice e Tom che si fermò per aiutarlo, Nathan che veniva trascinato via e Jay e Siva che assistettero a tutto questo impotenti.
I dubbi ormai sono certezze: come aveva fatto a vedere tutto questo senza essere lì presente?
- Amy tutto bene? - Le chiede Siva visibilmente preoccupato.
- Si ... Mi ero persa nei miei pensieri! - Lei sorride per non farlo allarmare.
- Non devi preoccuparti per Max, Tom e Nate ... Torneranno prima o poi, e sono sicura che saranno esattamente gli stessi di prima, solo con meno voglia di entrare di notte in un bosco!
Siva scoppia a ridere, seguito a ruota dalla ragazza. - Amy, grazie mille.
Lei è stupita  -  Di cosa mi ringrazi?
- Per la tua gentilezza. Una qualsiasi altra persona avrebbe potuto benissimo dire qualche frase già fatta, o ignorarmi del tutto. Tu invece ... In meno di dieci minuti sei riuscita a farmi ridere già due volte... Sai, negli ultimi quattro giorni sono un po' giù.
Tra i due cala un silenzio imbarazzante. La ragazza non sa come rispondergli, quello che lui le aveva detto l'aveva colpita nel profondo.
Siva le accarezza una guancia. - Sai .. Mi chiedo come fai ad assomigliarle così tanto, sembrate due gocce d'acqua.
- A chi ti riferisci? -
Siva sgrana gli occhi. - Come, nessuno dei ragazzi non ti ha mai detto niente? Louis non ti ha  mai parlato della Felton? E' impossibile!
La mente di Amy  è persa nelle sue parole, come un uomo in una bufera di neve.
- Ehi Seev, ecco dov'eri! - La voce di Jay interrompe i pensieri di Amy e rompe il silenzio tra lei e Siva. Jay non è messo molto bene: ha una spalla fasciata e cammina zoppicando un poco.
- Ciao Jay!! - Lo saluta Amy felice. Gli corre incontro e lo abbraccia troppo forte.
- Aho! Attenta stretta di ferro! - Dice lui sorridendo.
- Sono felice di vederti sano e salvo! Siva mi ha raccontato quello che vi è successo ...
Con il braccio sano il ragazzo si scompiglia i ricci piuttosto impacciato.
- Davvero? Una storia interessante non trovi? Tutti quelli a cui lo abbiamo raccontato ci hanno presi per .. Come ci hanno chiamato Siva?
- Schizofrenici pazzi senza alcun senso della realtà e del umorismo.  - Risponde l'altro.
- Insomma  un titolo molto simpatico ... Tu invece ci credi?
- Certo! Perché mai dovreste raccontare balle su una cosa così seria? Tre dei vostri migliori amici sono stati rapiti... Sarebbe davvero immaturo e poco simpatico scherzarci su no?
- E' quello che abbiamo replicato inutilmente... Ma va beh.
I tre cambiano argomento ed iniziano a chiacchierare di questioni più allegre e più leggere.
Dopo dieci minuti Amy li saluta e torna a casa Tomlinson, con la mente e il cuore carichi di nuove domande per ora ancora senza risposte: cosa significava il suo sogno? Come aveva fatto a vedere il rapimento dei tre ragazzi? E chi era quella Felton alla quale lei assomiglia tanto? Perché non aveva mai sentito quel cognome a Brigman? E soprattutto: se era tanto importante, perché ne Louis ne nessuno degli altri ragazzi gliene aveva mai parlato?
Torna a casa risoluta nel ottenere delle risposte.
 
 * - * - *
 
Un rumore improvviso e Tom apre gli occhi. Intorno a lui tutto è buio, tranne per delle lampade che emanano una luce rossastra e che sono attaccate ad intervalli regolari alle pareti della stanza rettangolare.
Il ragazzo si guarda intorno spaesato. Vede poco e quel poco che riesce ad intravedere sono una serie di barelle con sdraiati sopra dei ragazzi e delle ragazze.
Sono tutti quelli scomparsi nei giorni addietro. Allora Tom si ricorda del suo di rapimento. Si alza di scatto ma non riesce a muoversi: il suo corpo è attaccato con delle cinghie di cuoio al lettino sul quale è sdraiato.
Sembra di essere nel film di Saw ... Pensa lui piuttosto preoccupato. Inizia a muoversi sempre di più per tentare in qualche modo di allentare la presa delle cinghie, ma inutilmente: ad ogni tentativo  le cinghie sembrano stringersi sempre di più.
Ad un certo punto il ragazzo ode delle grida strazianti. Probabilmente provengono da una stanza accanto. La preoccupazione si tramuta in pura ansia e ritorna a muoversi ancora di più. In quei attimi di paura Tom intravede la figura di un ragazzo ben conosciuto ma mai apprezzato: Harry.
- Harry! Harry svegliati! Harry! - Urla Tom.
Una porta si apre ed una luce gialla invade la stanza buia. Tre figure si stagliano su quella luce abbagliante.
- Prendetelo, così la smette di urlare ...
Dice la figura al centro. Le due al lato si muovono molto velocemente, afferrano il lettino e trasportano con la stessa velocità Tom nella stanza da cui provenivano le urla. Tom suda freddo. Nel mezzo della stanza ci sono una serie di strani macchinari, molto simili a quelli in una sala chirurgica, solo più inquietanti. Accanto ad essi vi è uno dei lettini nella sala accanto, con sdraiata la figura di una ragazza che si muove in preda da forti convulzioni.
Il sudore aumenta e l'ansia pure. Tom di nuovo si muove ancora di più, ma la mano della figura al centro lo blocca.
- No, no. Tu stai fermo. Ora. Ci dobbiamo ancora divertire con te, lo sai? -
Il suo tono di voce è cinico, quasi divertito nel vedere la preoccupazione del ragazzo. Egli porta due grossi lenti nere, e i capelli dello stesso colore sparano in tutte le direzioni dietro alla testa quasi del tutto pelata se non fosse per quei pochi capelli. Non è molto alto, e veste un camice bianco da scienziato. Sul viso ha dipinto un grossolano sorriso, dal quale spuntano dei denti gialli e marci. Le altre due figure sono di un ragazzo e di una ragazza: hanno la pelle di colore blu molto scuro, come i capelli. Gli occhi sono due sfere rosse, come gli occhi dei mostri che lo avevano rapito.
Spostano la ragazza e,al suo posto, ettono Tom. Nella sua poca lucidità Tom riconosce nella ragazza  Becky.
Il dottore prende una grossa siringa e la intinge in un liquido verde contenuto in un grosso contenitore cilindrico. Nel liquido salgono e scendono molte bolle.
Il dottore sorride in modo inquietante. - Caro ragazzo, diventerai una creatura straordinaria ...
Ma Tom non ne è così convinto e guarda con inquietudine quella siringa. La ragazza intinge un tampone di cotone nel disinfettante e lo passa sul braccio del ragazzo. Il dottore, con movimenti veloci, infila la siringa nel punto in cui la ragazza aveva passato il cotone. Un dolore fortissimo invade il corpo di Tom. Sente come se un fuoco lo bruciasse e carbonizzasse in ogni più minima parte del suo giovane corpo. Ogni secondo che passa il dolore si intensifica fino a diventare umanamente insopportabile.
Il ragazzo inizia ad urlare, per riuscire ad eliminare dalla bocca tutto quel dolore dal proprio corpo. Da quel momento la sua mente non riesce più a ragionare in modo lucido, troppo persa in quel  supplizio.



 
ANGOLO AUTRICE
Sono felice di avere aggiornato presto ... :)
Rimgrazio di cuore tutti quelli che fino ad ora mi hanno lasciato delle recensioni, o tutte quelle che hanno messo questa storia nelle ricordate, seguite .. ecc ... O anche coloro che leggono solo... :)
Spero che questo capitolo vi piaccia e che l'abbia scritto bene!
Ci vediamo al prossimo!!!!
Baci
Little_Peppermit

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 (Ritrovamenti) ***


CAPITOLO 10 

Il cielo si è fatto cupo, e grossi nuvoloni grigi si avvicinano minacciosi al paese. Amy cammina a capo basso, respingendo con il proprio corpo il forte vento che si è creato,  che sferza ed ulula per le   strette vie di Brigman. Finalmente Amy arriva a casa Tomlinson. Apre la porta e si imbatte in Maura ed Anne: avendo capito che rimanere lì non avrebbe aiutato il ritorno dei loro figli, grazie anche alle parole dei coniugi Tomlinson, esse avevano salutato Johanna e Mark e si erano avviate verso l'ingresso della casa. Amy le saluta con un cenno del capo e un sorriso timido, che viene ricambiato dalle due donne.
Quanto vorrei che Harry e Niall non fossero spariti, pensa Amy osservando le due donne attraversare il giardino della casa.
- Avete risolto? - Chiede Amy a Johanna. La donna è seduta su una delle sedie poste intorno al grande tavolo rotondo della cucina, lo sguardo fisso su un punto indefinito.
- Risolto ... Siamo solo riusciti a convincerle a tornare alle rispettive case, niente di più. Domani torneranno di sicuro e ... Non saprò cosa dirli. -
Più che risponderle sembra parlare da sola. Comprendendo lo stato d'animo della donna Amy esce dalla cucina e sale verso la sua camera, ancora vogliosa d'ottenere una spiegazione decente da Louis.
Dalle camere non proviene alcun rumore: probabilmente saranno tutti a dormire, riflette lei. Domani torneranno a scuola, tentando invano di riprende il vecchio ritmo e le vecchie abitudini. Dovranno far finta che tutti i ragazzi rapiti non fossero mai scomparsi per riuscire a riprendere la vita com'era prima, ma tutti sono consapevoli che non sarà facile, se non quasi impossibile.
Amy entra in camera e il suo sguardo si posa sulla figura di Louis, che dorme sdraiato supino sul suo letto. Le braccia sono incrociate dietro la testa e il petto si muove regolato dai suoi lenti respiri. Ha un'espressione tranquilla e rilassata.
La ragazza si siede accanto a lui e lo osserva in silenzio. Quando dorme, pensa Amy con un sorrisone dipinto in volto, è davvero tenero. Quella vista quasi le scrolla di dosso tutta la rabbia che aveva prima.
Louis apre lentamente gli occhi e, alla vista della ragazza seduta sul suo letto, sorride dentro di sé.
- Ciao, da quanto tempo mi stai fissando? - Le domanda innocentemente.
Lei gli lancia un'occhiataccia, poi risponde - Mi sono appena seduta. E ... Dovrei .. - Fa un bel respiro profondo e continua la frase - Chiederti-una-cosa-importante. - Dice tutto in un fiato.
- Certo, chiedi pure. - Ma proprio, nel momento in cui Amy apre la bocca, la porta della camera si apre ed entra la piccola Daisy.
- Lou ... Non riesco a dormire, stai un po' con me?
Il ragazzo si avvicina alla bambina, la prende in braccio, e dice - Che fratello maggiore sarei non lo facessi? Amy aspettami, arrivo subito.
Non appena la porta si chiude la ragazza impreca dentro di se. Si può che ogni volta che è da sola con Louis, nella loro camera, arrivano sempre una delle due gemelle?! Deve essere una maledizione del destino.
Amy si teletrasporta sul proprio letto, abbraccia il cuscino ed aspetta. Quando Louis torna nella camera lei si è addormentata.
Lui la scuote un poco - Amy, mica di dovevi chiedere qualcosa?
Lei si stropiccia gli occhi e di malavoglia e con la bocca ancora impastata dal sonno gli dice
- Beh in pratica oggi stavo chiacchierando con Siva e ...
- Scusa, con chi stavi parlando? - L'aggredisce Louis. Okay, questo non è il modo migliore per iniziare il discorso ...
Poi lei continua a parlare, reprimendo a stento l'irritazione - Non ti deve importare con chi parlo. Comunque tornando alla parte importante del discorso, lui mi ha detto che assomiglio ad una ragazza ... - Nelle ultime tre parole Amy ha rallentato la velocità per l'espressione dipinta sul volto del ragazzo: rabbia e ... odio? Lei non riesce a distinguere con chiarezza quel secondo sentimento.
- Ti ha detto come si chiama, vero?! E' per questo che sei venuta da me!
- Mi - mi ha solo detto il suo cognome. Felton. -
Louis si alza dal letto e con una manata butta a terra tutti i libri appoggiati alla loro scrivania.
- Doveva stare zitto quel cretino! Non toccava a lui  parlarti di questo! E' solo un emerito idiota! E tu pure! Non capisci niente, niente di niente! - Louis sputa quelle parole acide come veleno che corrode lentamente il cuore di Amy. Si avventa sulla porta e, mentre sta per uscire le urla di nuovo
- Non chiedermi più niente su questo? Okay?! - Poi sbatte la porta con ferocia.
Amy, piuttosto scossa, si accuccia sul proprio letto, lasciando che calde, silenziose e confortarti lacrime scivolino sulle sue bianche guance. Dopo un tempo indefinito la porta si riapre ed appare l'amichevole figura di Johanna che, al sentire tutto quel trambusto creato di Louis, aveva deciso d'andare a controllare cosa fosse successo. Non appena vede Amy piangere le si sdraia accanto, la coccola con la dolcezza di cui solo una mamma è capace e le canticchia questa canzone:
 

Dolce, piccolo fiore,
stella luminosa del cielo,
Tienimi accanto a te, angelo del paradiso.
Vedrai, un giorno, dorati campi di grano
e il blu più profondo del mare.
E sempre ricordarti:
sii forte, fallo per me.

 
Dopo qualche minuto di silenzio, nei quali i singhiozzi di Amy si erano fatti man mano più rari, fino a scomparire, Johanna dice:
- Questa canzone me la cantava sempre mia nonna quando, da bambina ero triste o di cattivo umore. Si sedeva sul suo cigolante dondolo, mi prendeva sulle sue gambe malferme e, mentre eravamo cullate dal movimento regolare del dondolo, cantava con la sua voce roca questa filastrocca. Mi faceva sentire subito meglio, ogni volta che la sentivo, soprattutto se a cantarla era lei.
Amy si asciuga gli occhi ancora un po' umidi e dice a Johanna - E' molto bella, ed ha fatto effetto anche su di me. La donna sorride e le schiocca dolcemente un bacio sui capelli rosso fuoco. - Lo so, è molto bella.
 

* * *

 
Nel paesino trascorrono tre giorni di apparente tranquillità. La scuola è ricominciata, ma ne professori, ne alunni hanno voglia di ricominciare. Le classi sono dimezzate, e senza tutti quei ragazzi la scuola sembra quasi un istituto fantasma per quegli studenti che sono rimasti. Nel cuore di tutti c'è solo paura e tristezza, poiché ognuno teme d'essere il prossimo ad essere strappato alla propria famiglia. Louis ed Amy trascorrono quei giorni senza parlarsi. La ragazza preferisce di gran lunga la compagnia di Siva e Jay, seppellendo per poche ore il pensiero dei suoi litigi con lui.
- Ma tu stai sempre con noi? - Chiede un giorno Jay alla ragazza. Lei risponde con una scrollata di spalle e dice
- Se vi do fastidio vado via senza problemi.
Siva l'abbraccia da dietro e scherzando la rimprovera - Dai Amy! Non fare la permalosa!
Lei si lascia coccolare da quelle braccia forti, che tanto le ricordano quelle di Nathan.
I tre escono dal scuola ed iniziano a camminare per le strade del paese, riparati dalla pioggia grazie ai loro ombrelli.
- Sapete, la pioggia di questi giorni è la prima che vedo da quando mi sono trovata qui a Brigman... - Osserva Amy con tono sognante.
- Davvero? Allora dovresti andare nel bosco a nord di Brigman. Lì, dopo circa 10 minuti di cammino, c'è uno spiazzo chiamato  "Radura del pianto", poiché è pieno di salici piangenti. Quando piove lo spettacolo è stupendo. - Le dice Jay.
- Perché non ci andiamo? Tanto oggi nessuno di noi ha di meglio da fare, vero?! - Propone Siva. Gli altri due accettano volentieri la sua idea, e quindi si incamminano verso la radura.
La pioggia, così fitta ma allo stesso tempo così leggera, rende difficile vedere con chiarezza. Il contatto delle gocce con l'asfalto, con i tetti delle case, con le folte fronde degli alberi, produce un dolce e ritmico picchiettio. Le nuvole non sono pesanti, ma di un colore tra il grigio e il bianco e lasciano filtrare i raggio solari, che donano all'ambiente una sfumatura gialla. L'aria è impregnata di un forte odore di erba bagnata.
I tre camminano a passo lento, interrompendosi molte volte per osservare questo, o quello, o per chiacchierare con tranquillità.
- Sono felice d'essere qui ...
- Ti capisco Amy, in fondo Brigman è un bel paese. - Dice Jay. Amy scoppia a ridere. Si avvinghia al braccio destro del biondo ed appoggia la testa sulla sua spalla.
- Cretino, intendevo che sono felice di trovarmi con voi in questo momento.
- Sei così tenerella piccola testa rossa. - La prende in giro Siva usando un tono volutamente a falsetto.
- Sei insopportabile Seev! D'ora in poi parlerò solo con Jay. - Amy caccia fuori la lingua al moro. Tutti e tre scoppiano a ridere. Ma qualcosa alla fine della via attira l'attenzione della ragazza: sembra una persona, ma cammina in modo strano, come se zoppicasse o portasse un grosso peso.
Quando sta per parlare ed indicare quella figura ai due ragazzi, nota che loro se ne sono già accorti, poiché guardano nella sua medesima direzione.
- Avete visto? - Chiede Jay. Il suo volto esprime curiosità, ma anche paura e speranza: paura che quella figura possa rivelarsi l'ennesimo mostro pronto a rubargli le persone alle quali tiene di più, ma anche speranza che possa essere uno dei suoi amici scomparsi.
- Forza! Andiamo a vedere! - Amy butta a terra l'ombrello ed inizia a correre sotto la pioggia battente.
Jay e Siva si guardano scambiandosi uno sguardo che sembra dire:"E' una pazza e piccola testa rossa, cosa ci vuoi fare?" e le corrono dietro.
Amy vorrebbe teletrasportarsi, sente come uno strano formicolio nel centro della pancia, ma si trattiene per paura che qualcun altro possa venire a conoscenza del suo segreto. Più si avvicina, più la figura si fa nitida, e lei riesce a distinguere un ragazzo che cammina tenendo tra le braccia e sulle spalle altre due persone. Il cuore di Amy fa una capovolta: quelli sono Max, Tom e Nathan.
La ragazza fa un balzo in avanti, appena in tempo per afferrare Max, ormai stremato da quella camminata. Poco dopo arrivano anche Jay e Siva, che non riescono a trattenere un'imprecazione di stupore; finalmente i tre ragazzi sono tornati, ma la loro gioia viene repressa dalla costatazione delle loro condizioni: i corpi sono mantidi di sudore, i vestiti sporchi e fradici, sul viso un'espressione assente e sconvolta.
- Invece di stare lì a fissarli come se foste dei baccalà prendete Nathan e Tom. Io non riesco a tenerli tutti e tre. – Li ammonisce Amy.
- Ai suoi ordini nostra signora-padrona. – La prende in giro Jay. Afferra Nathan e, ignorando le fitte della spalla non del tutto guarita, lo prende in braccio. Lo stesso fa Siva con Tom.
- Amy, secondo me non riesci a portare Max, anche con tutta la tua buona volontà. – Commenta Siva. Già, purtroppo non sono un ragazzone alto un 1,80 m come voi, ma forse una soluzione al problema ce l’ho.
Amy scuote con energia Max, ma lui non si riprende. Allora  inizia a chiamarlo più volte per nome ed egli risponde producendo suoni inarticolati dalla bocca. Più sicura Amy lo alza e appoggia un braccio del ragazzo intorno alle sue spalle, usandole come stampelle umane.
- Sicura quindi? Riesci? – Le domanda premuroso il riccio. Lei annuisce e lui continua – Perfetto. Allora portiamoli a casa del dottor George, avranno sicuramente bisogno di cure.
Detto questo i tre si incamminano verso l’abitazione. Dopo circa 10 minuti sono arrivati: la casa è un comunissimo edificio di Brigman, se non fosse per quell’aura di austerità che irradia da ogni parte, forse per colpa delle pareti in legno dipinte di bianco, per l’ordine e la cura con cui è tenuto il giardino, o per la scritta in oro sul citofono che dice “Casa  e studio del dottor William George.”
Siva suona. Dal citofono una voce roca risponde – Si, chi è?
- Scusi sono Siva Kaneswaran e ho qui delle persone che hanno bisogno delle sue cure e..
- Non sarà un altro dei vostri scherzo, vero?!
- No. Abbiamo … Ritrovato Max e gli altri.
Silenzio di qualche secondo, poi la voce risponde – Entrate forza! – E il cancello si apre con un clic metallico.
L’interno dell’abitazione è austero e ordinato come l’esterno. Niente fuori posto, tutto pulito e le pareti di ogni stanza sono di color bianco.
Deve avere una personale fissazione verso questo colore, pensa Amy ironicamente.
Vedendo il divano vi si precipita con l’intenzione di appoggiarci il corpo svenuto di Max, ma una voce la blocca.
- Non lì, venite in quest’altra stanza, ho tutto il necessario per curarli.
I tre seguono il dottor George in una stanza accanto al soggiorno: è molto luminosa ed è arredata esattamente come una camera d’ospedale, solo più piccola.
- Non pensavo che aveste tutta questa attrezzatura. – Commenta Jay
- Brigman è un paese piccolo, ma bisogna essere pronti per ogni evenienza, soprattutto perché l’ospedale più vicino è a 30km da qui.
Nella stanza ci sono due letti. Siva appoggia su uno Tom e lo fa sdraiare.
- Insomma … Una passeggiata.
- Jay tu vieni con me. Ho ancora un’altra stanza come questa dove mettere Nathan.
I due escono. Amy, finalmente libera dal peso del corpo del ragazzo, sbuffa stanca.
- Per fortuna almeno loro sono di nuovo qui. – Siva non riesce a nascondere la propria gioia.
- Anch’io sono felice, ora il dottor George li curerà, si riprenderanno presto e tutto tornerà come prima! – Amy è ottimista, ma non sa che la sua premonizione è completamente sbagliata: niente sarà più come prima, ma loro questo non lo sanno ancora.
Mentre il dottore controlla e cura i tre ragazzi, Amy Siva e Jay si accomodano in soggiorno, aspettando con ansia il responso del uomo.
- Beh, per fortuna è tutto apposto. Non sembra che abbiano niente di strano o rotto, ma poi devo fare altri controlli quando si sveglieranno, ora se volete potete tornare alle vostre case. – Annuncia il dottore dopo circa un’ora di attesa.
Jay si alza e con sguardo cupo annuncia – Scusi, ma con questo tempaccio preferirei stare qui.
George si avvicina alla finestra – Perché che temp … - Le parole gli muoiono in gola al vedere lo spettacolo esterno: la pioggia di quel pomeriggio si è tramutata in una vera e propria tempesta, il cielo è nero e gli unici suoni che si sentono sono lo scrosciare della pioggia e i tuoni.
Ad intervalli regolari i lampi rischiarono per pochi secondi quell’oscurità quasi totale.
- Beh .. In compenso è meglio che state qui. Ma io ho solo un letto, non so dove mettervi … - Il tono del uomo è pieno di rammarico.
- Nella camera di Nathan c’è un secondo letto?
- Si Amy, perché?
- Posso dormire lì io.
- Perfetto e .. voi ragazzi?
I due si guardano e Siva risponde per entrambi.  – Il divano andrà benissimo.
- Perfetto, se volete chiamare le vostre famiglie è meglio, io intanto preparo un bel piatto di spaghetti al pomodoro per tutti.
La serata passa in fretta, dopo aver avvisato e mangiato i tre amici rimangono un po’ a parlare nel soggiorno, mentre il dottore si chiude nel suo studio al piano terra.
- Sono stanca, io vado a dormire.
- Okay Amy. Buona notte!
- Buona notte ragazzi.
La ragazza entra in camera e, sul secondo letto, vede appoggiati una maglietta e un pantalone lungo fino alle caviglie. Sorride, il dottore è riservato, ma sa come trattare degli ospiti. Si cambia e si infila sotto le coperte ed osserva per un po’ Nathan.
 
Fuori la tempesta infuria, ma in quella camera regna la pace. Guardando il ragazzo Amy è felice come non mai, perché lui è lì, accanto a lei.  Dopo il suo sogno e il racconto di Siva la sua preoccupazione per la sorte di Nathan si era tramutata in un vero e proprio chiodo fisso, che la sera la teneva sveglia per ore.
Ora potrà tornare a riposare con un peso in meno sul cuore. Rapidamente appoggia le sue labbra su una guancia del ragazzo, per paura che si potesse svegliare, poi torna sotto le coperte.
La mattina seguente i raggi del sole entrano violenti nella camera, diffondendo la luce in ogni punto. Amy si sveglia producendo un rumoroso sbadiglio. Si gira ma vede il letto accanto a lei vuoto. Spaventata si mette a sedere ma si rilassa vedendo un ragazzo, quel ragazzo, girato di spalle che guarda fuori dalla finestra.
Amy si alza, si avvicina a lui, e lo abbraccia da dietro. Lui sobbalza, ma intravedendo una massa di capelli rossi si calma e sorride felice.
- Ehi ciao. – La saluta.
- Ehi ciao? Sei scomparso per una settimana, rapito da chissà chi, ti abbiamo ritrovato mezzo morto, e tu quello che dici è solo ciao?! – Amy è arrabbiata, ma in fondo anche felice di potergli parlare di nuovo. Lui le scompiglia i capelli e la stringe fra le sue braccia. Lei si lascia avvolgere, godendosi il contatto fra i loro corpi.
- Non sai quanto mi sei mancata. – Le sussurra dopo diversi minuti di silenzio.
- Anche tu, un sacco. Ma cosa hai fatto in questi giorni lontano dal paese? Cosa ti è successo?
Lui si stacca per riuscire a guardarla bene in viso.
- Sinceramente? L’ultima cosa che mi ricordo è il bosco e .. Quelle specie di mostri … Poi niente. Jay e Siva stanno bene?
- Si loro sono riusciti a scappare
- Tom  e Max?
- Li abbiamo trovati ieri insieme a te.
- Un’ultima cosa, ma ora dove ci troviamo?
- Oh, giusto. Siamo a casa del dottor George. Ieri vi ha curato lui.
Mentre Amy sta parlando, lei e Nathan sentono degli strani suoni provenienti dal corridoio. Escono per vedere cosa sta accadendo e si trovano davanti ad un bello, ma strano spettacolo: Max e Tom, erano appena usciti dalla loro stanza, piuttosto confusi, mentre Siva e Jay si trovavano in fondo al corridoio. Non appena li vede, Jay li corre incontro con un urlo disumano. Loro si girano, realizzano chi è il soggetto pazzo che sta correndo, e a loro volta gli saltano addosso, urlando frasi senza senso.
Nathan ed Amy scoppiano a ridere. – Basta, siete ufficialmente dei pazzi. – Dice Amy tra una risata e l’altra. Lui le fa l’occhiolino, poi si unisce all’abbraccio di gruppo proprio mentre Siva salta in groppa al riccio biondo.
I cinque si sciolgono dopo un po’. – Sapeste come siamo stati in pensiero.
- Posso immaginare, con una mammina come te Siva – Scherza Max.
- Ehi ci sono anch’io! – Urla Amy.
Tutti si girano e la salutano. – Andiamo al bar Limbo, ho una certa fame. – Dice Tom passandosi una mano sulla pancia.
- Ringraziamo prima il dottor George. Mi sembra il caso dato che siamo a casa sua. – Suggerisce Nathan. Max si rabbuia
- Perché siamo qui? – Chiede
- Perché è l’unico dottore in tutta Brigman. Ascolta, sappiamo tutti che non vai d’accordo con tuo zio, ma non potevamo per questo lasciarti svenuto in mezzo alla strada. –
- Jay ha ragione. – Aggiunge Siva.
- Si, non fa nulla. Scendiamo allora, poi andiamo a mangiare. – Il ragazzo sembra aver riacquistato un tono gioviale. L’uomo è in cucina, che cuoce in un piccolo padellino uova e pancetta.
Quando li vede tutti sulla soglia sorride – Già svegli? Sono solo le otto di mattina.
- Già. La volevamo ringraziare per le sue cure. – Inizia Tom
- Ringraziarmi? E’ il mio dovere. Piuttosto ora come state?
- Bene. – Rispondono insieme i tre interessati.
- Tra qualche ora verrò alle vostre case a farvi un’ulteriore controllo, vedete di esserci, okay?! – Mentre dice questo squadra in modo particolare Max, che risponde con uno sbuffo, poi annuncia
- Dai ragazzi usciamo. Grazie mille zio.
Ringraziando per l’ennesima volta tutti escono.
L’atmosfera è fresca e luminosa. La pioggia del giorno prima ha lasciato nell’aria un’atmosfera umida, ma anche frizzante. Si sente odore di cambiamento in ogni dettaglio delle vecchie vie di Brigman.
- Non so voi, ma io ho una strana sensazione … - Dice Nathan.
- Sarà solo una tua impressione. – Dice Amy. Lui la guarda negli occhi, per poi dire – No, ne sono convintissimo, oggi accadrà qualcosa.
Non appena arrivano in piazza non credono ai propri occhi: per terra vi sono tutti i corpi dei ragazzi che erano spariti nei giorni addietro. Da qualche casa partono delle grida di gioia. 

SPAZIO AUTRICE
OH, FINALMENTE IL CAPITOLO 11! :)
CI HO TENUTO UN SACCO A SCRIVERLO, MA CREDO CHE IN GENERALE MI SIA USCITO BENINO <3
SPERO DI RICEVERE QUALCHE RECENSIONE PER CAPIRE COSA MIGLIORARE IN QUESTA STORIA, PER RICEVERE CONSIGLI E, FORSE, ANCHE DELLE CRITICHE.
RINGRAZIO TUTTI QUELLE CHE LEGGONO, HANNO MESSE NELLE PREFERITE, SEGUITE E SOPRATTUTTO CHI HA RECENSITO!!!!!!
GRAZIE MILLE! <3
ORA SCAPPO, QUI A CASA MIA RECLAMANO IL POSSESSO DEL PC
A PRESTO
Little_Peppermit

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Capitolo 12
*** ... AVVISO .... ***


AVVISO
Vorrei dire a tutte quelle (o quelli se ci sono) che stanno seguendo la mia storia, che per un po’ di tempo, mi fermerò con questa storia, perché voglio sistemare i vari errori e o imprecisioni presenti nei capitoli già pubblicati, sistemarli, allungarli, aggiungere o togliere personaggi o scene …. Beh un sacco di cose :)

Mi piace scrivere questa storia (non fraintendetemi), ma trovo che ci sono un sacco di aspetti da migliorare. Ogni volta che sistemerò ripubblicherò il capitolo, quindi fatemi sapere cosa ne pensate delle modifiche!

Grazie mille per il sostegno dato fin ora, tra un po’ di tempo, prometto, questa storia sarà ancora meglio!

A presto

Little_Peppermit


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