Sinners

di _ayachan_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Passo a due ***
Capitolo 2: *** Problemi di coppia ***
Capitolo 3: *** Voci dalla Pioggia ***
Capitolo 4: *** Oltre il massimo grado ***
Capitolo 5: *** Pioggia ***
Capitolo 6: *** Split up ***
Capitolo 7: *** Il serpente e la donnola ***
Capitolo 8: *** Uno stupido ***
Capitolo 9: *** Rinforzi ***
Capitolo 10: *** Meteoropatia ***
Capitolo 11: *** La seconda morte del Rin'negan ***
Capitolo 12: *** Il nemico del mio nemico è mio nemico ***
Capitolo 13: *** Nel cuore ***
Capitolo 14: *** Il Giorno ***
Capitolo 15: *** Nine tails' tale ***
Capitolo 16: *** Mistaken (prima parte) ***
Capitolo 17: *** Mistaken (seconda parte) ***
Capitolo 18: *** Fratelli ***
Capitolo 19: *** Ritorno a Konoha ***
Capitolo 20: *** Strascichi ***
Capitolo 21: *** Rabbia, ansia, rimorso, delusione ***
Capitolo 22: *** L'anima occulta dell'Akatsuki ***
Capitolo 23: *** Sorelle ***
Capitolo 24: *** La teoria dell'harem ***
Capitolo 25: *** Caldo ***
Capitolo 26: *** Anbu e Radice ***
Capitolo 27: *** Silenzio; l'era del quinto Hokage ha inizio ***
Capitolo 28: *** Condanna ***
Capitolo 29: *** Vecchi legami ***
Capitolo 30: *** Il ritorno del Serpente ***
Capitolo 31: *** Draghi su Konoha ***
Capitolo 32: *** Contrasti ***
Capitolo 33: *** Tempo scaduto ***
Capitolo 34: *** Randagio ***
Capitolo 35: *** Dimmelo ancora ***
Capitolo 36: *** Tre opzioni ***
Capitolo 37: *** Ostacoli e prigioni ***
Capitolo 38: *** L'altro Naruto ***
Capitolo 39: *** Tracce di un sogno ***
Capitolo 40: *** Relazioni ingarbugliate ***
Capitolo 41: *** Il segreto tra due fuochi ***
Capitolo 42: *** La prima mossa ***
Capitolo 43: *** Solo sesso ***
Capitolo 44: *** L'unico uomo ***
Capitolo 45: *** Il cavallo e la regina ***
Capitolo 46: *** Prendere l'iniziativa ***
Capitolo 47: *** La caduta ***
Capitolo 48: *** Blackout ***
Capitolo 49: *** Passo a tre ***
Capitolo 50: *** Ramen naruto ***
Capitolo 51: *** Invidia ***
Capitolo 52: *** In caso di incontro, si consiglia la fuga ***
Capitolo 53: *** Sinners ***
Capitolo 54: *** Egoista ***
Capitolo 55: *** Predatore ***
Capitolo 56: *** La barriera ***
Capitolo 57: *** La Volpe ***
Capitolo 58: *** Il ragazzo ***
Capitolo 59: *** Attesa ***
Capitolo 60: *** Primi passi ***
Capitolo 61: *** Tutto cambia ***
Capitolo 62: *** Il Nulla ***
Capitolo 63: *** Tra le pagine ***
Capitolo 64: *** Sette anni dopo ***



Capitolo 1
*** Passo a due ***


Naruto-1



Questa è la storia di un ritorno.

E’ la storia di un nuovo incontro e di vecchi scheletri che tornano a vivere.
E’ la storia di un amore, se vogliamo, ma anche la storia di un’amicizia.
E di una vendetta.
Perché in ogni storia che si rispetti,
ogni fiore ha la sua spina…










Capitolo primo

Passo a due






Il Villaggio della Foglia.

Pochi sanno dove si trovi esattamente all’interno del vasto paese del Fuoco, e ancora meno sanno come arrivarci.
Quei rari personaggi che per un motivo o per l’altro lo hanno visitato, sono legati al giuramento di non rivelarne mai l’ubicazione; ma se dovessero parlare racconterebbero di un sentiero quasi invisibile nel bosco, disseminato di trappole, che si fa strada vera e propria nei pressi dell’abitato. Racconterebbero di mura in legno alte e guardate a vista, di due porte principali immense, di un’alta parete di granito con cinque volti scolpiti, di case dagli stili più disparati. Racconterebbero di terme, negozi, chioschi di ramen, parchi per bambini, racconterebbero delle persone e della vita che si respira nelle strade, vita apparentemente uguale a quella degli altri mille villaggi comuni.
Poi, racconterebbero dell’Accademia ninja. E dell’Hokage, il ninja più forte, capo e protettore del villaggio. E di tutti i genin, chunin e jonin che bazzicano quotidianamente da una casa all’altra, da un ufficio all’altro, come se niente fosse, mostrando i loro coprifronte con disinvoltura.
Perché il Villaggio della Foglia, Konoha, è un villaggio ninja.
Un villaggio misterioso, protetto e protettore, un villaggio in cui è difficile entrare e ancora più difficile uscire.
Qualcuno ritiene che sia abitato da menti eccelse.
Quel qualcuno, secondo Sakura Haruno, doveva essere un gran cretino.
Diciotto anni, capelli chiari e lisci fino alle spalle, occhi verdi e fisico longilineo, Sakura era uno dei più validi ninja del villaggio, stretta collaboratrice del quinto Hokage e mente geniale, secondo chi la conosceva. Nonostante la giovane età già era jonin, e in quel momento era appena tornata da una missione con Sai e Kakashi Hatake, rispettivamente un coetaneo dal bizzarro carattere e il suo maestro.
Al suo rientro aveva trovato un biglietto, lasciatole all’ufficio per lo smistamento delle missioni, in cui una certa persona la informava di essere andata a sostenere l’esame per diventare jonin.
Così, di punto in bianco.
“E’ un deficiente!” pensò Sakura, accartocciando il foglietto e riducendolo in polvere davanti a un attonito smistatore di missioni. “Quando pensava di dirmi che aveva intenzione di farlo, eh? E poi pensa davvero che sia possibile? Lui non è neanche chunin!”
«Qualcosa non va?» chiese Kakashi accanto a lei, con un’occhiata moderatamente curiosa da parte dell’unico occhio visibile.
«Naruto» ringhiò Sakura stringendo il pugno, ora che la carta non era più disponibile. «A quanto pare si è svegliato stamattina e ha deciso di tentare l’esame per jonin»
«Lui?» fece Kakashi, inarcando le sopracciglia.
«Già, lui!» sputò Sakura come fosse stato un insulto. «E ovviamente non ha ritenuto opportuno avvisarmi»
«Ma perché ha voluto dare l’esame?»
«Vai a capirlo! Cioè, come se ce ne fosse bisogno!»
«Forse voleva semplicemente un riconoscimento ufficiale» suggerì Sai diplomaticamente. «Ci ha sempre tenuto molto, no?»
«Sai cosa me ne frega?!» sbottò Sakura fulminando il compagno con lo sguardo. Lui le rivolse un sorriso che aveva un che di zen. «Non appena rimette piede nel suo appartamento gli stacco la testa, ecco cosa succede!»
Tra fuoco e fiamme, ancora parlando, Sakura piantò in asso Kakashi e Sai e decise di uscire dall’ufficio. I due si scambiarono un’occhiata neutra.
«Qual è il problema, insomma?» chiese Sai.
«Non l’ho mica capito» rispose Kakashi.
In fondo, che male c’era anche se Naruto decideva di volere un riconoscimento ufficiale per la propria forza? Cioè… erano diciotto anni che non faceva che cercarlo, ora che poteva averlo Sakura non avrebbe dovuto essere contenta per lui?
I due jonin decisero di comune accordo che le ragazze erano creature troppo complesse.

Ma Sakura sapeva cosa faceva e di cosa parlava. Lo sapeva fin troppo bene. Così come anche quel maledetto impulsivo di Naruto doveva saperlo alla perfezione.
“Proprio adesso? All’improvviso?” si chiese attraversando il villaggio a passo spedito, il cuore leggermente accelerato. “Perché così in fretta?”
«Ehi Sakura! Dove stai…?»
Sakura sorpassò Ino Yamanaka senza nemmeno vederla, lasciandola impalata in mezzo alla strada con la mano ancora alzata e il saluto incompleto.
Probabilmente in quel momento non avrebbe ascoltato nemmeno il quinto Hokage, se le si fosse parato davanti. A dire il vero, non vedeva neanche dove stava andando; anche se sapeva quale sarebbe stata la sua meta finale.
Si infilò in una stradina secondaria, in cui le ombre già iniziavano ad allungarsi, e a passo di carica l’attraversò spaventando un gatto che ronfava su un cornicione. Interruppe la sua marcia solo davanti a un edificio che si avviava ad essere anziano, con una serie di campanelli accanto a un ingresso decoroso ma irrimediabilmente segnato dal tempo. Una delle targhette indicava, in una scrittura tremolante, “Narudo Uttumagi”. Evidentemente all’epoca della sua creazione “l’artista” doveva aver avuto seri problemi con l'ortografia.
Tuttavia Sakura non si curò del campanello, ma sfilò di tasca un paio di chiavi e le infilò nella serratura come avrebbe conficcato un kunai in un albero, girandole ferocemente. Con un secco clack la porta si aprì, permettendole di entrare in un atrio buio e stretto, e come un gatto si mosse nell’oscurità fino a raggiungere le scale a colpo sicuro. Le salì, facendo rimbombare i propri passi sugli scalini, e passò una rampa, due, e poi altre, fino a fermarsi a un piano intermedio.
Il pianerottolo qui era peggio tenuto che altrove, con batuffoli di polvere cacciati negli angoli e una macchia dalla natura misteriosa sul consumato tappetino d’ingresso.
A quella vista Sakura fece una smorfia, e, sollevando il piede per evitare la chiazza, raggiunse la porta di legno un tempo bianco. Estrasse altre chiavi e tentò di far scattare la serratura come nell’ingresso, ma questa volta constatò con stupore che la porta era aperta.
“Quel cretino non imparerà mai!” pensò irritata, spalancando la porta con un gesto secco e facendo irruzione in quello che, per mancanza di migliori definizioni, tutti definivano l’appartamento di Naruto.
La prima cosa che notò fu l’odore. Rancido e marcio insieme, come una confezione di latte dimenticata fuori dal frigo troppo a lungo, accanto a un frutto putrescente. Poi, con un’occhiata disgustata tutt’attorno, vide che effettivamente sul tavolo c’era una confezione di latte evidentemente scaduto, accanto a incarti vuoti di ramen take-away, mollati per terra o sulle sedie, e avanzi di cibo ovunque, mescolati a cartacce di vario genere, calzini, kunai e rotoli ninja e, sotto un kit medico aperto, un disegno di Sai spiegazzato.
Per un attimo Sakura contemplò l’ipotesi di dare fuoco a tutto. Quel posto non era un appartamento, era una discarica.
Poi la sua natura fondamentalmente buona ebbe la meglio, e con un profondo, profondissimo sospiro e un’occhiata cupa prese la sua decisione.
Richiudendo la porta, si trovò a pensare: “In fondo ho un po’ di tempo da perdere… e comunque credo che finirà per essere nel mio interesse…”
Un’ora dopo se qualcuno avesse aperto la porta dell’appartamento di Naruto avrebbe creduto di aver sbagliato indirizzo: le confezioni di ramen erano sparite, così come il latte e gli avanzi di cibo; i calzini e la biancheria sporca erano stati raccolti in un cumulo che stava nella cesta apposita – la quale prima era stata nascosta sotto una grande mappa con una macchia di sugo; i kunai, il kit medico e tutte le altre armi che Sakura aveva trovato in giro giacevano sul tavolo pulito in bell’ordine, scintillanti e pronti all’uso; il divano era stato liberato dalla spazzatura che lo ricopriva, i cuscini sprimacciati, il disegno di Sai appeso a una parete nonostante un angolo fosse rovinato, e infine ai pavimenti era stata data un’energica spazzata e una lavata con un detergente profumato.
Seduta sul davanzale della finestra aperta, in attesa della completa asciugatura della sua opera, Sakura si guardava attorno facendo ciondolare mollemente le gambe. Inspirò a fondo. Profumo di pesca. Un netto miglioramento, senza ombra di dubbio.
Ora doveva solo attendere, sia che il pavimento si asciugasse, sia che Naruto tornasse…
…O almeno così pensava.
Perché la porta si aprì all’improvviso e, con l’acqua ancora per terra, un piede si fece strada lasciando un’impronta drammaticamente netta del suo passaggio.
Sakura raggelò.
«Non ti muovere!» abbaiò, e il piede sulla soglia si bloccò pietrificato.
«Ehi, ma chi… che…?» fece una la voce di Naruto dietro la porta mezza aperta. «Ho sbagliato piano?»
«No, razza di cretino! Ma ho lavato il pavimento, quindi non muoverti da lì!»
«Sakura?»
«Chi altri avrebbe avuto il coraggio di mettere piede qui dentro?»
«Hai pulito tutto tu?»
«No, i folletti»
«Ahah! Grazie! Ehi, ma questo che sento è profumo di pesca? E’ tuo?»
«E il detersivo per pavimenti»
«Ah. Però è molto buono»
Calò il silenzio.
Fuori dalla finestra il sole si avviava a scendere verso ovest, e il cielo era solcato dal volo di uccelli scuri, che di tanto in tanto lanciavano il loro richiamo. Una leggera brezza entrava nella stanza, scompigliando lievemente i capelli di Sakura. Lei abbassò lo sguardo, senza sapere da dove iniziare a chiedere ciò che davvero le premeva.
«Sono jonin» buttò lì Naruto prima che lei potesse decidere.
«Ah… ah sì?» mormorò alzando lo sguardo sulla porta che lo nascondeva. «Bene… Congratulazioni»
«Quando sono arrivato da Tsunade a chiederle di sostenere l’esame non sapeva se ridermi in faccia o darmi una botta in testa… Dice che le ho solo procurato lavoro extra. E che sono un cretino, ovviamente» Naruto rise brevemente dietro la porta, poi scese altro silenzio. Il pavimento iniziava ad asciugarsi, ma nessuno dei due si mosse da dov’era.
Poi fu Naruto a parlare di nuovo:
«Ti ricordi quella promessa, vero?» chiese con tono vagamente ansioso.
Sakura esitò prima di rispondere, grata che la porta che li divideva nascondesse il suo rossore.
«Sì» mormorò poi, così piano che quasi lui non la sentì. E un attimo dopo aggiunse in fretta: «Ma perché così all’improvviso?»
Naruto tacque.
«…C’è qualche problema?» chiese cauto.
«…No. No, certo che no…» sussurrò lei incassando la testa tra le spalle. «Solo… avrei voluto un preavviso, che so… Un attimo di tempo per metabolizzare la cosa…»
«Vuoi tirarti indietro?»
«No!» Sakura scattò, rischiando di perdere l’equilibrio dal davanzale. «No, te l’ho promesso e manterrò la parola!»
Dietro la porta, Naruto sorrise.
«Ah, meno male… per un attimo ho avuto paura»
Di nuovo zitti. La tensione era palpabile, l’aria densa nella luce del tardo pomeriggio, il pavimento ormai pressoché asciutto.
«Quindi… vieni a vivere con me?» domandò Naruto in tono neutro, ma la sua voce tremò appena sulle ultime parole, rovinando l’effetto noncurante.
Sakura si fissò i piedi nervosamente.
«Sì» confermò stringendo le dita sul davanzale.
Mesi prima, scherzando, Naruto le aveva detto: “Il giorno che diventerò jonin tu verrai a vivere con me”. Poi, Sakura non sapeva come, quella battuta era diventata dannatamente seria… E ora… ora era arrivato il momento.
Ma lei voleva davvero vivere con lui?
Cioè, la convivenza era una cosa abbastanza importante… lei aveva sempre vissuto con la sua famiglia, chi le garantiva che non avrebbe cercato di uccidere Naruto dopo il terzo giorno?
“Non essere stupida” si disse irritata. “Sei tu che ti sei innamorata di lui, sei tu che hai voluto che vi metteste insieme… non puoi tirarti indietro adesso!”
Senza che se ne fosse accorta, Naruto l’aveva avvicinata, dopo aver attraversato il pavimento finalmente asciutto. Vedendo i suoi piedi davanti alla finestra Sakura alzò lo sguardo, e  lo vide. Non sorrideva.
Naruto era contemporaneamente diversissimo e uguale a quando aveva dodici anni.
I capelli biondi non erano mai stati domati, ma ora erano più lunghi, e gli occhi azzurri erano limpidi come il giorno della prima missione. Era diventato più alto, Naruto, molto più alto di lei ora; ed era diventato anche forte, spaventosamente forte… tanto da inquietarla, qualche volta.
Ma con lei era sempre stato infinitamente dolce, fin da ragazzino.
E lei aveva visto il suo lato più fragile, lo aveva conosciuto e aveva desiderato proteggerlo… finendo per arrivare a quel giorno.
Era stata una scelta del tutto consapevole, ripensarci ora non aveva alcun senso.
E poi…
…Naruto era l’unico che potesse amare, ora che di Sasuke si era persa ogni traccia.
«Sì» ripeté Sakura, guardandolo negli occhi, senza più esitare.
Lui finalmente le sorrise, con il sorriso che in quegli anni era rimasto sempre lo stesso, e poi le circondò le spalle con le braccia e la strinse a sé.
Sakura ricambiò l’abbraccio, chiudendo gli occhi, e un sorriso incurvò anche le sue labbra.
Dopotutto rimettere a posto alla fine le avrebbe davvero giovato, se doveva vivere lì.
«Ma perché hai deciso di diventare jonin così all’improvviso?» chiese.
Naruto, senza lasciarla, fissò un gatto che passeggiava sul tetto di fronte, con occhi cupi. Aumentò leggermente la stretta attorno alle sue spalle, e, esitando appena, mormorò:
«…Abbiamo una traccia. Sappiamo dov’è Itachi»
Sakura spalancò gli occhi.
Dire Itachi… significava dire Sasuke.
Perché l’unica cosa che sapevano del minore degli Uchiha era che non avrebbe smesso di cercare suo fratello fino alla morte.
E loro avevano una traccia di Itachi.
Una possibilità di trovare anche Sasuke...
Né lei, né Naruto si mossero o accennarono a voler sciogliere l’abbraccio.
Eppure, nella stanza che da quel giorno avrebbero dovuto condividere, in cui avrebbero dormito, aperto gli occhi al mattino, riso, mangiato, litigato e scherzato, l’aria si raffreddò, e il profumo di pesca che aveva aleggiato, dolce fino a un attimo prima, sembrò all’improvviso nauseante…

…Sasuke…









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Spazio autore

Salve a tutti, sono nuova su questo sito e non so bene come muovermi...
Come molti di voi, provengo dal bacino di manga.it,
in cui le regole sono molto meno e le cose molto più semplici!
Quindi sono qui per chiedervi sostanzialmente una mano:
se faccio qualcosa di sbagliato, se fraintendo una regola, se avete qualunque consiglio da darmi,
non esitate a scrivermelo via mail!
Il vostro aiuto è davvero indispensabile!
Grazie in anticipo!

Aya
(-aya-chan- su manga.it... prima che mi accusiate di plagio! XD)

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Capitolo 2
*** Problemi di coppia ***


Naruto2


Capitolo secondo

Problemi di coppia







La notizia che Sakura Haruno se ne andava di casa per vivere con Naruto Uzumaki fece il giro del villaggio in meno di una giornata, lasciando metà delle persone a bocca aperta e l’altra metà piegate in due dal ridere.

I protagonisti del pettegolezzo sembravano fare del loro meglio per ignorare le occhiate, le frecciatine, le teste scosse e i consigli che piovevano da ogni parte, ma scoprirono che era anche più difficile di una missione di livello S. Il primo a esplodere fu Naruto.
«Un’altra parola e ti rapisco il cane!» disse a Kiba Inuzuka il giorno in cui per la quarta volta gli scoppiò a ridere in faccia.
«Come se Akamaru si lasciasse prendere così» sghignazzò Kiba, gli occhi pieni di lacrime. «E poi… dai, ammetti che è assurdo! Sakura è una delle ragazze più in gamba del villaggio, e… e si è messa con…»
Non si seppe mai con chi – o cosa – esattamente si fosse messa Sakura, perché un altro scoppio di risa gli impedì di continuare.
Sulla fronte di Naruto si gonfiò una vena pulsante. I suoi occhi saettarono su Akamaru, acciambellato ai piedi del padrone sotto il tavolo del ristorante, e quello alzò la testa e ringhiò piano.
«Ahh, che palle» sbuffò Shikamaru Nara, stravaccato nell’angolo del divanetto, con la testa reclinata all’indietro. «Lasciatelo in pace, non è colpa sua se Sakura ha preso una botta in testa»
La battuta scatenò altre risate, e Naruto evitò di ribaltare il tavolo solo perché non aveva ancora finito di mangiare.
«Ora capisco il vero valore dell’amicizia, grazie eh» commentò acido, affondando le bacchette in un pezzo di carne con insolito impegno.
«Amicizia» disse Sai, sollevando un rotolo con l’ideogramma corrispondente, perfettamente serio in faccia. «Non significa divertirsi tutti insieme?»
«Tu stai zitto» Naruto assottigliò gli occhi, puntando le bacchette contro Sai come due spiedi. «Un giorno o l’altro voglio avere per le mani quel maledetto libro che dici sempre di aver letto… Vedi come te lo concio»
«Dai, ragazzi» intervenne Neji Hyuga, in tono vago. «Siamo qua per festeggiare, no?»
«Giusto!» approvò Rock Lee riemergendo dalla sua ciotola di zuppa con un alone di salsa di soia attorno alla bocca. «E allora festeggiamo!»
Si protese verso il sakè al centro del tavolo, ma un attimo prima che lo toccasse tre mani glielo portarono via.
«Meglio evitare» disse Neji impassibile, facendolo scivolare verso Shikamaru, dall’altra parte del tavolo.
«Perché?» piagnucolò Lee deluso.
A tutti venne in mente la sera di Natale dell’anno prima, quando per sbaglio gli avevano dato in mano una bottiglia di birra. Se non si sbagliavano, il mattino dopo il locale che avevano affittato era quasi demolito. E naturalmente loro avevano dovuto risarcire tutto.
Il fatto che Lee fosse un genio inconsapevole nella tecnica dell’ubriaco poteva rivelarsi inaspettatamente pericoloso.
«Gaara?» domandò Shino, aprendo la bocca per la prima volta dopo almeno venti minuti di cupo – e assolutamente normale – silenzio.
«Gli ho inviato un messaggio l’altro giorno, ma non ha ancora risposto» rispose Naruto a bocca piena.
Dalla sua parte del tavolo Shikamaru si lasciò sfuggire un gemito.
«No, dimmi che non ha intenzione di farti un’improvvisata…» si lamentò.
Choji sogghignò. «Temari ti fa una paura del diavolo, eh?»
«Lascia perdere» mormorò il Nara cupo. «Quella ragazza è un demone, altro che il fratello»
«In effetti è l’unica cui Gaara porti evidente rispetto» confermò Naruto con un piccolo ghigno. «A quanto pare, comunque, non sono l’unico impegolato con una ragazza…»
«Voi quando andrete a vivere insieme?» si informò Sai in perfetta buona fede.
Shikamaru, che in quel momento stava buttando giù un sorso di tè, si strozzò e sputò metà del bicchiere in faccia agli altri.
«Ma sei scemo?» esclamò Choji orripilato, vedendo il suo piatto ancora mezzo pieno irrimediabilmente rovinato.
«Io?!» replicò quello, sputando l’anima nel tentativo di liberare i polmoni dal tè. «Chiedilo a lui!» sbottò additando Sai. «Fare questo genere di affermazioni da film dell’orrore mentre bevo…!»
«Tu e Temari non state insieme?» chiese Sai corrugando appena la fronte, senza capire.
«Mai!» esclamò Shikamaru sbattendo i palmi sulla tavola. «Prima di cedere a Satana vedrete il mio cadavere!»
Gli altri gli lanciarono un’occhiata scettica.
L’unico a dimostrare un po’ di comprensione fu Neji, che gli batté una pacca sulla spalla e disse, in tono rassegnato:
«Buona fortuna. Preferisci sepoltura o cremazione?»

Dall’altra parte del villaggio, nell’appartamento di Naruto, Sakura e Ino erano impegnate nelle ultime opere di sistemazione, e stavano riponendo i libri sulle mensole altrimenti deserte.
«Ecco fatto, abbiamo finito» disse Ino con un sogghigno soddisfatto. «Ora sembra quasi la casa di una persona intelligente»
Sakura non rispose, fissando la costola di “Il chakra come fonte di vita” che stava davanti ai suoi occhi.
«Ino…» mormorò, abbassando lo sguardo. «Secondo te ho fatto un errore?»
Nella stanza scese il silenzio.
Fuori dalla finestra i grilli frinivano nell’oscurità della sera, e una falena volteggiava attorno alla lampada accesa sul tavolino.
Ino guardò Sakura.
«Non sono io che posso dirtelo» le fece notare. «Sei tu che hai fatto una scelta, e credo che ci abbia pensato un po’ prima di decidere, giusto?»
Sakura esitò.
Ci aveva pensato prima di decidere?
No, non ne aveva avuto il tempo.
Naruto aveva tentato l’esame di jonin così all’improvviso da spiazzarla completamente, e tre giorni prima, quando le aveva ricordato la promessa di vivere insieme che si erano fatti, lei era davvero caduta dal pero.
Era stata convinta che quel giorno sarebbe venuto solo in un lontano futuro, che per il momento poteva anche posticipare la riflessione…
…Ma forse alla fine avrebbe accettato comunque, perché amava davvero Naruto, e non aveva alcun genere di ripensamento, e…
…Se non fosse stato per quella cosa
«Abbiamo una traccia di Itachi Uchiha» mormorò piano.
Ino corrugò appena la fronte.
«Sasuke?» chiese.
Sakura si strinse nelle spalle. «Forse…»
«Ah. E tu… è per questo che ci stai ripensando?»
Sakura si morse il labbro, distogliendo lo sguardo.
Si era arresa per quanto riguardava Sasuke.
Lui se ne era andato, li aveva traditi, aveva preferito rincorrere la sua vendetta da solo… E inoltre, un anno prima, l’ultima volta che lo avevano visto, aveva fatto capire chiaramente a lei e a Naruto che non si curava più di loro, e che non sarebbe mai tornato indietro.
Lei si era convinta che il gruppo 7 non sarebbe mai più tornato quello di un tempo.
Ma ora…
…Ora che avevano notizie di Itachi…
…Ora che potevano ritrovare Sasuke, sulle tracce del fratello…
…Ora che c’era una speranza che la sua vendetta si compisse, definitivamente…
…Ora… ora forse poteva sperare che tornasse…
O no?
Cosa avrebbe fatto Sasuke dopo la scomparsa di Itachi?
«Sakura»
Ino la distolse dai suoi pensieri, facendola quasi trasalire. La fissò scura in volto, le braccia incrociate sul petto e la lunga coda bionda che ricadeva su una spalla.
«Se non sei convinta riguardo a Naruto, lo prenderai solo in giro» le disse piano.
«Lo so» mormorò lei. «Non sono stupida, lo so… E’ che… non so nemmeno io cosa voglio»
Ino sospirò, e poi le rivolse un mezzo sorriso.
«Ti vanti tanto di essere cambiata… Ma in fondo sei rimasta l’indecisa che eri da bambina, per le cose importanti»
Sakura arrossì indignata.
«Vorrei vedere te al mio posto…» bofonchiò risentita.
«Io avrei già preso una decisione. E avrei scelto Sasuke, mi sembra ovvio»
«Perché dovrebbe essere ovvio?» chiese Sakura ansiosamente.
«Ma li hai guardati un attimo, uno accanto all’altro? Cioè, ti ricordi il divario immenso che c’era quando avevano dodici anni?»
«Naruto è molto migliorato da allora…»
«E quindi immagina quanto possa essere migliorato Sasuke»
Sakura fece mente locale.
L’ultima volta che aveva visto Sasuke aveva la pelle scura, occhi rosso sangue immersi nell’oscurità, e un’unica ala dalla forma ripugnante sulla schiena, appaiata a una serie di serpenti che emergevano dall’altra scapola.
No, non lo avrebbe definito esattamente attraente.
Però, prima che si trasformasse, lo aveva visto per come era naturalmente… e, lo ammetteva con tutto il rimorso di cui era capace, era diventato bello da togliere il respiro.
Naturalmente anche Naruto era diventato bello, a modo suo; si era fatto alto, i suoi capelli avevano assunto un che di affascinante, e aveva due occhi azzurri che disarmavano… ma non avrebbe mai potuto competere con l’aura di nobile superiorità che circondava gli Uchiha, sia Sasuke, sia Itachi.
«Se lo dici tu…» mormorò Sakura evasiva, prendendo un libro dalla mensola e cambiandolo di posto. «Però Naruto mi ama, no? Mentre Sasuke… ha sempre detto che sono insopportabile»
“Eppure, quel ‘grazie’... Appena sussurrato, prima di andarsene...”
«Ma se tu stai con Naruto pensando a Sasuke fai del male sia a lui che a te stessa» disse Ino distogliendola dai suoi pensieri. «Se lui ti ama si accorgerà che pensi a un altro, e non credo che la prenderà bene, per quanto possa essere un pezzo di pane e adorarti. Potrà anche considerare Sasuke il suo migliore amico, suo fratello se proprio vuole, ma se c’è di mezzo una donna dubito che gli lascerà il campo in virtù del suo buon cuore»
Sakura si accigliò, irritata.
Perché Ino le faceva notare tutte quelle cose? Credeva che non ci avesse pensato? Certo che lo aveva fatto… e aveva deciso di confinarle nella parte più profonda della sua anima, dove non poteva vederle né sentirle.
«Va bene, grazie per l’aiuto» disse sbrigativa. «Scusa se ti ho trattenuta così a lungo, puoi andare»
Ino la fissò inarcando un sopracciglio. «Non ricordavo che scappassi così spudoratamente»
«Buona notte» insisté Sakura.
Ino sospirò, scosse la testa, e si arrese.
«Buona notte…» salutò. «Non disturbarti, so dov’è l’uscita»
Ferma davanti alla solita mensola, Sakura sentì i passi di Ino nell’ingresso, poi sentì la porta aprirsi e richiudersi. Rimase sola.
Si sentiva uno schifo. Non ricordava di essere stata così male nemmeno quando era stata avvelenata da Sasori della Sabbia, più di due anni prima. Forse nemmeno quando Sasuke se ne era andato. Stanca, si avvicinò alla finestra e posò una mano sul davanzale, guardando le stelle che scintillavano debolmente.
“Naruto…” pensò con un senso di soffocamento. “Hai voluto che venissi a vivere con te perché hai paura del ritorno di Sasuke…?”

Il villaggio era silenzioso.
Notte fonda, tutti dormivano nei loro letti, l’aria era tiepida e profumata d’erba; era una notte meravigliosa, di quelle che capitano sì e no una volta l’anno, e in cui tutto sembra essere perfetto. Anche i ninja di guardia sulle mura del villaggio giocavano a carte passandosi una bottiglia di sakè, ridendo tra loro, e tutti davano per scontato che nulla avrebbe turbato la pace di Konoha.
Naruto raggiunse il suo appartamento su piedi un po’ instabili, e si appoggiò al muro per evitare di vomitare tutto ciò che aveva nello stomaco. Forse non aveva bevuto un granché, ma lui l’alcool non lo reggeva, e poi aveva mangiato davvero troppo. Ruttò nell’oscurità, sperando che il rumore non entrasse dalla finestra aperta del suo appartamento, e soprattutto non raggiungesse le orecchie addormentate di Sakura, e scosse la testa per schiarirsi i pensieri.
“Buono lì, maledetto d’un pavimento ondeggiante…” pensò accigliandosi, frugando in tasca alla ricerca delle chiavi. Fu un’ardua impresa, perché le dita non volevano saperne di chiudersi attorno al mazzo tintinnante, ma alla fine riuscì a tirarle fuori e ad avvicinarle alla serratura. Gli scivolarono. Imprecando si chinò e le tirò su, ritentò una seconda volta, in qualche modo riuscì ad aprire e quasi cadde dentro, mantenendosi in equilibrio solo per un pelo. Richiuse la porta e guardò le scale debolmente illuminate da lampadine elettriche. Represse un gemito sconsolato: si supponeva davvero che salisse su di lì? Afferrandosi al corrimano iniziò la scalata, sentendo lo stomaco brontolare debolmente per l’allenamento imprevisto. Lo calmò con qualche parola vaga e proseguì, impavido, fino a raggiungere il terzo piano e il tappetino macchiato da qualcosa di misterioso e sconosciuto, l’unico indizio che gli permise di capire che era arrivato, e allora si fermò ansante. Che diamine, perché le scale erano diventate più faticose di un percorso di sopravvivenza?
Ancora una volta dovette cercare le chiavi, imprecando tra i denti, ma finalmente, dopo un paio di tentativi a vuoto, riuscì a entrare nel suo appartamento e a lasciarsi cadere sul divano che per fortuna era a un passo dalla porta.
“Meno male che Sakura ha pulito” pensò di sfuggita, mentre il suo stomaco lanciava segnali preoccupanti.
Naruto ritenne opportuno un bicchiere d’acqua, quindi si rialzò di malavoglia, aprì il frigo mezzo vuoto e prelevò la bottiglia nella portiera, svuotandone quasi metà.
Incredibilmente, l’acqua sembrò dissipare la nebbia che avvolgeva i suoi sensi, e lo lasciò parzialmente lucido e rinfrescato. Guardò la bottiglia inarcando le sopracciglia.
«Wow. Sei sicura di essere solo acqua?» chiese come se la plastica avesse potuto rispondere.
Ma la bottiglia restò muta, naturalmente, e lui la rimise al suo posto con un mezzo sorriso. Il suo secondo pensiero fu per una doccia; poteva ancora sentirsi addosso la puzza di fritto del ristorante in cui aveva festeggiato con gli altri, e di quel maledetto cane che alla fine aveva minacciato di mordergli una caviglia. E che cavolo, non era certo colpa sua se quella bestia aveva lasciato in giro la coda e quella gli era finita sotto i piedi, no?
Con uno sbadiglio si avviò verso il bagno, cercando di fare meno rumore possibile. Non poté impedire all’acqua di scrosciare, ma poté permetterle di farlo solo per poche frazioni di secondo alla volta, lavandosi a spizzichi e bocconi. Alla fine in qualche modo uscì pulito, e gettò un’occhiata al suo riflesso nello specchio sopra il lavandino.
“Sono un bel ragazzo” si complimentò con sé stesso, esibendosi in un sorriso da playboy piuttosto malriuscito. “E Sakura, quella Sakura, ora vive con me”
Il sorriso scomparve dalle sue labbra, lasciando il posto a un’espressione più cupa e dura.
“Sasuke… hai visto cosa hai perso andandotene?”
Per un attimo scorse nello specchio un’altra immagine, un volto pallido e regolare incorniciato da capelli neri come l’ebano. Vide negli occhi rossi incisi dallo sharingan un’espressione di disprezzo e velata indifferenza, l’ultima occhiata che suo fratello gli aveva rivolto prima di scomparire, un anno prima, promettendo che non si sarebbero mai più rivisti.
Eppure, ora, sembrava che ci fosse qualche probabilità di incontrarsi di nuovo.
Tsunade aveva detto a Naruto che avevano localizzato Itachi Uchiha ad ovest, nel Paese della Pioggia, e che sembrava impegnato in qualcosa che lo avrebbe tenuto fermo per un certo periodo. Secondo lei, e anche secondo Naruto, Sasuke lo avrebbe individuato e raggiunto quanto prima.
‘Non abbiamo tempo da perdere’ aveva detto il quinto Hokage, seria, mentre alle sue spalle Shizune stringeva tra le braccia il maiale che le accompagnava sempre, se possibile ancora più serio di entrambe. ‘Abbiamo al massimo una settimana per organizzare le cose, poi voglio che tu, Sakura, Sai e Kakashi partiate per recuperare entrambi i fratelli Uchiha’
‘Tutti e due?’ aveva chiesto Naruto accigliandosi.
‘Preferibilmente’
‘Anche Itachi… vivo?’
‘Pensi di riuscirci?’
Silenzio.
‘Possiamo provare… ma non garantisco niente’
Il quinto Hokage aveva annuito. ‘Mi basta questo’
Già, a lei bastava quello.
Itachi Uchiha e Sasuke Uchiha legati insieme dal Paese della Pioggia a quello del Fuoco. Come dire un barile di olio su un fiammifero.
Naruto appoggiò le mani al lavandino, fissandosi attraverso lo specchio.
Sasuke, Sasuke… aveva ancora paura di lui?
Aveva ancora paura del suo ritorno, paura che gli portasse via Sakura?
No, Sakura lo amava, diceva di amarlo…
…E allora perché, come aveva sentito di Itachi, si era buttato a capofitto nell’esame per diventare Jonin? Perché aveva voluto che vivessero insieme, perché aveva voluto legarla a sé così improvvisamente?
La stretta delle sue dita sulla ceramica bianca aumentò, così come la ruga tra le sopracciglia.
“E’ perché potremmo anche non tornare vivi da questa missione” cercò di convincersi. “Itachi è il ninja più forte che la Foglia abbia mai visto, forse anche più forte del quarto Hokage… potremmo anche morire…”
Distolse lo sguardo, trattenendo l’ultimo pensiero nella sua testa come se avesse potuto fare davvero la differenza.
Lui amava Sakura e Sakura amava lui, e stop. Non c’era altro da dire.
Non c’erano altre persone che potevano intromettersi.
Ancora umido dopo la doccia, infilò un paio di boxer che Sakura gli aveva lasciato in bagno e decise che aveva troppo caldo per la maglietta.
Andò in camera senza accendere luci, muovendosi in punta di piedi per non svegliare lei, che dormiva dandogli la schiena. La vide respirare piano, la spalla nuda sollevarsi lenta e poi abbassarsi, illuminata appena da un raggio di luna che penetrava dalla finestra.
Era la sua Sakura, e dormiva nel suo letto.
Nessun Sasuke avrebbe mai potuto cambiare una cosa come quella, vero?
Senza fare rumore scivolò carponi sul materasso, e si spinse fino a lei. Si sporse per vedere il suo viso addormentato, una ciocca dei capelli chiari a sfiorarle il naso, e con un sorriso ricolmo di tenerezza la scostò delicatamente. Sakura aprì gli occhi.
«Scusa… ti ho svegliata?» mormorò Naruto in un sussurro appena udibile.
«Mm… mi ero appena addormentata…» mugolò lei riabbassando le palpebre sulle iridi verdi.
«Scusa…» ripeté lui, chinandosi a baciarle la spalla. Posò le labbra sulla pelle morbida che conosceva tanto bene, poi scese verso il collo, salì all’orecchio, alla tempia. Sakura sospirò, lasciandolo fare, lasciandosi invadere da una piacevole sensazione di torpore venata soltanto da una riga d’ansia.
Naruto fece scivolare un braccio oltre il suo corpo, intrappolandola, e aspettò che lo guardasse per cercare la sua bocca. Lei si girò appena, incontrò i suoi occhi stanchi eppure svegli, che in ogni attimo del giorno e della notte le gridavano quanto l’amasse e quanto sarebbe stato disperato se lei lo avesse lasciato. Naruto si chinò, e a un soffio dalle sue labbra lei parlò:
«Naruto…»
«Cosa c’è?» chiese lui, mentre il suo cuore mancava un battito.
In quel momento pensarono entrambi alla stessa persona, pur senza saperlo. Alla stessa macchia che incombeva su entrambi, così lontana eppure così pericolosa.
«Niente…» mormorò poi Sakura, cancellando in fretta il viso di Sasuke dalla sua mente.
No, non sarebbe successo.
Lei amava Naruto, lui amava lei, sarebbero rimasti insieme qualunque cosa fosse accaduta.
Tese un braccio sopra la spalla di lui, e posò le dita sottili sulla sua nuca, attirandolo verso il basso.
Le loro labbra si incontrarono, piene di dolcezza e di passione, e le lenzuola frusciarono quando Sakura si girò completamente, e gli cinse il collo anche con l’altro braccio.
La pelle di Naruto profumava di bagnoschiuma, i capelli umidi di shampoo, e il petto nudo era ancora solcato da qualche goccia leggera che scendeva dalle punte dei capelli.
«Bagnerai le lenzuola» sorrise Sakura fermando una goccia con le labbra.
«Farò di peggio a queste lenzuola» promise lui, strappandole una minuscola risata.
Scostò la stoffa leggera, inutile ostacolo che lo separava dal corpo tiepido di lei, e di nuovo chinò il capo sulla sua spalla, facendo correre le mani alla canotta nera e levandogliela con un unico gesto fluido. Cercò il suo seno con le labbra, sorprendendosi, come sempre, perché era più morbido di quanto appariva, e lottando contro la tentazione di morderla per sentirla gemere, e avvertì le sue dita tra i capelli e il suo sospiro di piacere.
Era sua, e sempre lo sarebbe stata, nei momenti in cui facevano l’amore e quando uscivano in missione. Era la sua Sakura, maledizione, Sasuke non poteva ricomparire all’improvviso e distruggere il loro mondo perfetto!
Preso da una sorta di frenesia, in un attimo in un attimo si liberò dei vestiti di entrambi, ed entrò dentro di lei senza la solita mezzora canonica di preliminari e giochetti, che lui e Sakura tanto amavano. Ma neppure lei si lamentò; aveva bisogno di annullarsi, di perdersi nel piacere e non pensare a nulla, perché l’immagine di un'altra persona non si sovrapponesse a quella di Naruto, e alle sue labbra serrate tra i denti non sfuggisse il nome sbagliato…
Dio, perché era così distante eppure così ossessionante?
Ebbe inizio la serie infinita di movimenti lenti e coordinati che avevano imparato insieme, e che presto accelerò, aumentò il ritmo dei loro cuori e dei loro respiri, fece sì che dalle loro gole uscissero gemiti e ansiti. I loro corpi umidi di sudore sfregavano l’uno contro l’altro in una danza inebriante, finché Sakura non affondò le unghie nella schiena di Naruto e si lasciò andare quasi a un urlo nel momento dell’amplesso.
Allora, ansimanti, scivolarono l’uno lontano dall’altra; Naruto rotolò sulla schiena fino al suo lato del letto e lì giacque supino, sudato come se non avesse nemmeno fatto la doccia, gli occhi puntati sul soffitto buio.
Non era stato come al solito… e sapeva che anche lei se ne era accorta.
Non ebbe bisogno di guardarla per sapere che si era girata su un fianco, che si era alzata dal letto ed era uscita, presumibilmente per andare a farsi una doccia. In un silenzio terribilmente eloquente.
Allora Naruto nascose gli occhi dietro alle mani e affondò le dita sulle tempie, furioso con sé stesso.
“Sasuke, Sasuke, sempre Sasuke! Quando smetterà di essere un incubo?” urlò dentro di sé.
All’improvviso sentiva il fortissimo desiderio che, dieci anni prima, Itachi avesse eliminato tutti i membri della casata Uchiha…

Il mattino dopo aveva già cambiato idea.
Come la maggior parte dei pensieri notturni, soprattutto se influenzati da alcool e sesso, anche quel particolare desiderio era evaporato, lasciando il posto a un blando rimprovero e biasimo per sé stesso.
Lavandosi i denti dopo colazione, Naruto pensò che dopotutto era un pensiero giustificabile, considerato il contesto, e che l’importante era che quel mattino avesse cambiato idea.
In fondo sapeva che non avrebbe mai potuto desiderare razionalmente che Sasuke fosse morto anni prima con la sua famiglia: con Sasuke aveva vissuto alcuni tra i momenti più belli della sua vita, di Sasuke aveva fatto il fratello che non aveva mai avuto, lui era il suo rivale e il suo più grande compagno d’allenamento.
Come aveva lottato per superarlo da ninja, ora Naruto avrebbe lottato anche per Sakura.
E poco importava che anni prima lei fosse stata innamorata di Sasuke, e che forse anche adesso lo pensasse… in ogni caso lui avrebbe vinto, e l’avrebbe tenuta stretta a sé.
Sputò nel lavandino e si sciacquò la bocca, infinitamente più spavaldo di quanto sia lecito aspettarsi dal reduce di una sbronza, e poi lasciò cadere lo spazzolino nel bicchiere che conteneva anche quello rosa di Sakura.
«Forza» si disse, come un condottiero pronto alla battaglia.
Uscì dal bagno e trovò la colazione pronta sul tavolo, mentre Sakura, dandogli la schiena, preparava le ultime cose.
«Che buon profumo» disse cercando di usare il solito tono leggero e spensierato. Lei non rispose.
Un po’ demoralizzato, Naruto si sedette e prese in mano le bacchette.
«Kakashi è tornato dalla sua ultima missione» riferì Sakura a quel punto.
«Sì?» replicò Naruto alzando la testa, ansioso di trovare un appiglio per conversare.
«Sì. Quindi suppongo che potremo partire a breve»
Cadde il silenzio. Argomento spinoso.
«Dovremo muoverci in fretta» continuò Sakura, sempre rivolgendogli le spalle. «Se Itachi si muovesse… o se Sasuke arrivasse prima di noi…»
«Sì, sarebbe inutile» tagliò corto Naruto, infilandosi in bocca del riso bruscamente.
Perché Sakura voleva parlare di quello? Perché insisteva con quell’argomento che non faceva piacere a nessuno dei due? Perché non si comportava con un minimo di dolcezza, considerato che quella notte non era stata esattamente idilliaca per loro?
Lei finalmente si voltò, e lui vide che teneva gli occhi bassi. Non erano arrossati, ma lo evitavano. Sakura posò sul tavolo l’ultima ciotola e si sedette all’altra sedia, alla destra della sua. Lui la fissò, senza mangiare altro, costringendola a sentire il suo sguardo sulla pelle, a sentirlo bruciare e insistere, finché non cedette e finalmente incontrò i suoi occhi.
«Mi dispiace» le disse a quel punto, tutto d’un fiato. «Per questa notte… ero… ero un po’ brillo, sono stato troppo brusco»
Lei esitò per un istante. Poi riabbassò gli occhi e riprese a mangiare, piano. «Non importa» mormorò.
E non disse nient’altro.

«Sono un maledetto cretino!»
Coricato su una panchina nel parco del villaggio, Naruto teneva un braccio sulla faccia e i pugni serrati.
«Questa non è una novità» disse Shikamaru pragmatico, accanto a lui; fermo con le mani in tasca, in piedi, lo fissava con blanda curiosità e l’espressione vagamente annoiata.
«Tu sì che sai confortare» brontolò il biondo lanciandogli un’occhiata offesa.
L’altro sospirò. «Non prendiamoci in giro, sappiamo tutti e due che Sasuke aleggerà sempre sulla storia tra te e Sakura, non è un segreto per nessuno» commentò.
Naruto non ribatté, chiudendosi in un silenzio ostinato.
«Adesso andate a recuperarlo, e magari riuscite a sistemare definitivamente la cosa, no?»
«Ah, certo!» esclamò Naruto sprezzante. «Lo vediamo, ci dà la sua benedizione e viviamo felici e contenti! E’ così semplice!»
«Hai paura che Sakura faccia marcia indietro?»
Altro silenzio.
(Sì che aveva paura)
No, Sakura lo amava!
«Stronzate» masticò tra i denti. «Non ho paura di quello»
«E allora qual è il problema?»
Naruto si alzò a sedere di scatto. «Okay, va bene, la psicanalisi finisce qui» disse secco.
«Come vuoi…» sospirò Shikamaru guardando distrattamente il cielo azzurro. «Però credevo che volessi una mano quando mi hai portato qui»
«Io… no! Non ho bisogno di nessuna mano!»
«Ah okay. Il sesso turbolento sarà un effetto collaterale della convivenza, allora»
«Non dovevo accennartelo!» ringhiò Naruto additandolo astioso. «Il tuo problema è che non hai mai problemi! Non ti preoccupi mai per nulla!»
«Ho valanghe di problemi…»
«Ah! La battuta del giorno» disse una voce sarcastica che non era né di Shikamaru, né di Naruto.
Nell’istante in cui la sentì, lungo la schiena del moro corse un brivido gelido, e il sudore gli imperlò la fronte. Chiuse gli occhi, disperato, mentre Naruto si voltava e inarcava le sopracciglia.
«Gaara!» esclamò. E poi: «Anche Temari e Kankuro!»
A parlare era stata l’unica ragazza del gruppo che si avvicinava, la quale rivolse un ghignetto pieno di strafottenza all’indirizzo di Shikamaru.
«Hai ricevuto il mio messaggio, allora!» continuò Naruto di umore decisamente più allegro, alzandosi dalla panchina per andare incontro al Kazekage e ai suoi fratelli.
Gaara annuì, salutando con un cenno anche Shikamaru. «Congratulazioni per essere diventato jonin. Ma… avevo capito che c’era una festa» disse.
«Davvero?» fece Naruto perplesso. «Ho scritto così?»
Per un attimo Gaara lo fissò, impassibile. «Te ne sei scordato» constatò poi, in tono piatto.
«Beh… può darsi…» fece Naruto vago. «Sai, l’euforia del momento, la novità… ehm… fatto buon viaggio?»
«Uno schifo» commentò Temari pragmatica, squadrando con un’occhiata Shikamaru, che cercava di diventare invisibile senza ricorrere al chakra. «Ma è sempre così quando veniamo qua»
“Allora potevi restartene a casa” pensarono i ninja della Foglia contemporaneamente.
«Siamo venuti qui per niente?» chiese Kankuro a quel punto. «Non c’è una festa?»
«Beh, ehm… c’è stato una specie di party ieri sera…» borbottò Naruto imbarazzato. «Se foste arrivati un giorno prima…»
«Non si può replicare?» insisté il burattinaio, con voce desiderosa.
Naruto lo fissò vagamente scioccato: da quando Kankuro era un festaiolo?
«Non saprei… Molto presto dovremo partire… una missione…» rispose incerto, e poi guardò Gaara. «Sasuke» spiegò con una sola parola.
Il Kazekage ricambiò l’occhiata senza una reazione, mentre Kankuro fissava entrambi senza capire cosa succedesse. Temari, lì accanto, decise di rompere il silenzio.
«L’Uchiha?» domandò piazzando le mani sui fianchi. «Avete intenzione di riportarlo indietro, vivo o morto, volente o nolente?»
«Ehm… questa sarebbe l’idea…» rispose Naruto tralasciando il particolare Itachi.
«Se fossi in voi l’avrei lasciato perdere da tempo» sbuffò lei. «E’ evidente che non vuole tornare. E poi sai che sbattimento trascinarlo indietro per tutta la strada? Non credo che sia nel Paese del Fuoco, vero?»
Naruto non poté che concordare sull’ultima parte… riportare indietro Sasuke, soprattutto se insieme a Itachi, sarebbe stato un incubo…
Fu allora che l’illuminazione lo colpì come un fulmine a ciel sereno:
«Ehi, potreste venire con noi!» esclamò raggiante.
Mentre i ninja della Sabbia inarcavano le sopracciglia all’unisono, Shikamaru nascose il viso dietro una mano.
“Quel cretino di Naruto…” pensò.
«Stai chiedendo di scomodare il Kazekage per inseguire un ninja della Foglia che non vuole neanche essere portato indietro?» chiese Temari, apparentemente sconvolta dall’audacia della richiesta.
«Ehm… non si può?» fece Naruto perplesso. «Il Fuoco e il Vento non sono alleati?»
«No, evidentemente non capisci la portata della cosa… stai scomodando il Kazekage per un unico ninja di un altro villaggio, pure traditore…»
«Naruto» interruppe Shikamaru, facendosi avanti controvoglia. «Non puoi chiedere ad altri di risolvere le beghe del nostro villaggio. E poi credevo che volessi recuperare Sasuke da solo, no?»
Naruto mugugnò qualcosa di indistinto, sbuffando. «Avrei voluto soltanto una mano per il ritorno…» borbottò, vedendo scomparire l’immagine mentale di Itachi e Sasuke che, separati, venivano riportati a Konoha. Ma nessuno degli altri riuscì a capire cosa intendesse, e Gaara si limitò a rivolgergli un mezzo sorriso.
«Sono sicuro che riuscirai a riportarlo indietro con le tue forze» disse tranquillo.
Naruto lo guardò e sorrise a sua volta, riconfortato.
«Sì» disse convinto.
«Va bene, problema risolto, io vado…» borbottò Shikamaru, defilandosi alla velocità della luce.
Ma prima ancora che fosse sparito lungo la strada, Temari gli scoccò un’occhiata furba, sorrise appena a Naruto e annunciò che aveva una cosa da fare al villaggio. E anche lei se ne andò lungo la stessa strada presa da Shikamaru, a passi rapidi.
Naruto corrugò la fronte. Una confusa immagine di Shikamaru che negava con forza di avere a che fare con Temari – che definiva “Satana” – aleggiò per un attimo davanti ai suoi occhi. Guardò Gaara e tese un dito verso la strada.
«Ma quei due…?» chiese, lasciando in sospeso la frase.
«Boh» rispose il Kazekage vago. «Non l’ho ben capito»
«Ah…»
«Ve la spiego io» intervenne Kankuro, incrociando le braccia sul petto e sbuffando. «La caccia è aperta»









*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *


Spazio autore

Wow, grazie davvero per le recensioni e le letture!
Mi hanno fatto tantissimo piacere!
Spero di poter continuare a scrivere qualcosa che vi entusiasmi tanto anche in futuro,
e di migliorare ad ogni capitolo!
Grazie mille ancora,
a tutti!

Aya



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Capitolo 3
*** Voci dalla Pioggia ***


Naruto-3








Capitolo terzo


Voci dalla Pioggia








«Il villaggio della Pioggia, eh…» mormorò Tsunade assottigliando gli occhi.
I gomiti sulla scrivania e il mento appoggiato alle mani, fissava Jiraya in piedi davanti a lei.
«Ne sei proprio sicuro? Prima avevi parlato solo del Paese…» tentò.
«Sfortunatamente si tratta proprio del villaggio ninja» ribatté Jiraya con un sospiro.
«E’ la cosa peggiore che potesse capitarci: quel paese è il più difficile da penetrare»
«D’altronde è comprensibile, no? Gli ultimi resti dell’Akatsuki non potevano trovare luogo più sicuro per stabilirsi»ghignò il sannin.
«Sembra quasi che tu li stia ammirando…» borbottò Tsunade con una punta d’irritazione.
«Non è decisamente così» rise lui con un cenno vago. « Anche perché il villaggio non è proprio così difficile da espugnare… è uscire che può rivelarsi problematico. Ho sudato sette camicie per venire fuori da quella trappola, lo sai?»
«Ma hai portato le informazioni su Itachi Uchiha e sull’Akatsuki… e hai anche ridotto ulteriormente il loro numero»
«Bella roba. Ho una prognosi di due mesi per questo»
Jiraya sollevò il braccio sano per grattarsi il mento con aria seccata. Oltre ai graffi e alle ferite più o meno profonde che costellavano la sua faccia, era coperto di bende su tutto il petto e attorno a un braccio, immobilizzato attorno al collo.
Tsunade fece scorrere gli occhi sul suo corpo ammaccato, e ricordò il momento in cui lo aveva visto in quella stanza di ospedale, ormai quattro giorni prima.
L’avevano chiamata d’urgenza dal suo studio, e l’avevano fatta correre sotto il diluvio fino trovare quell’uomo più morto che vivo, con più ferite che sangue, steso su una brandina e accudito da medici nel panico e convinti che sarebbe morto.
Aveva lavorato tutta la notte per salvargli la vita.
E… aveva scoperto che a ridurlo così erano stati i suoi ex allievi. Ninja che lei aveva conosciuto da bambini, e che aveva aiutato a sopravvivere... arrivando a quel giorno.
«Hn? Cos’è quella faccia?» chiese Jiraya di fronte al suo silenzio prolungato. «Stai pensando a cose stupide, vero?»
Tsunade si riscosse dai suoi pensieri e tornò ad assumere l’aria professionale che riservava allo studio dell’Hokage.
«Niente» disse rapida. «Allora se hai finito puoi andare…»
«Non ho finito»
Lei inarcò un sopracciglio, e alzando gli occhi vide Jiraya insolitamente serio.
«C’è una cosa che non ho potuto dirti in ospedale» spiegò lui a voce bassa, mentre due rughe profonde si disegnavano ai lati della bocca.
Tsunade corrugò la fronte, in attesa.
Alla fine, dalle labbra del sannin dai capelli bianchi uscirono queste parole:
«Ho preso contatto con Itachi Uchiha»


Sakura infilò le ultime cose nello zaino, con movimenti lenti e monotoni. Non stava davvero attenta a ciò che faceva, si limitava ad eseguire mosse ripetute migliaia di volte e ormai incise nelle sue ossa.
Con la testa era altrove.
In un luogo e in un tempo lontani, in un’ora in cui Sasuke “graziava” lei e Naruto e se ne andava, dicendo che non si sarebbero mai più rivisti…
Un’ora in cui Naruto era stato a un passo dalla morte.
Strinse la borraccia tra le dita senza accorgersene.
“Sasuke… Ci avresti davvero uccisi?” si chiese per la milionesima volta.
A distrarla intervenne un sommesso bussare.
«Sì? Chi è?» chiese sussultando, e la borraccia cadde a terra.
«Sono io» disse la voce attutita dall’altra parte, e Sakura la riconobbe per quella di Kakashi. Raccolse la borraccia e andò ad aprire.
«Avevo sentito dire che ti eri trasferita… ma ora che lo vedo con i miei occhi fa tutto un altro effetto» fu il primo commento del jonin quando mise piede nell’appartamento lindo e profumato. «L’ultima volta che sono stato qua dentro era una discarica… Certo che una presenza femminile fa proprio miracoli» sorrise, e lei ricambiò con una smorfia sforzata.
«Vuole un tè, maestro Kakashi?» chiese affrettandosi a dargli le spalle.
«No grazie, ero venuto a informarmi sul programma della missione, per organizzarci, preparare qualcosa… ma Naruto non c’è, a quanto pare»
Sakura si rabbuiò. Kakashi non fece domande.
«Vado a cercarlo, va bene?» si limitò a dire. «Porto qui lui e Sai, e ci prepariamo insieme»
«Viene anche Sai?» chiese Sakura sorpresa.
«Così ha ordinato Tsunade. Credo che ormai si possa considerare a tutti gli effetti un membro del “team Kakashi”… e, comunque, è stato presente tutte le volte che avete incontrato Sasuke»
Sakura tornò con il pensiero all’immagine che l’aveva impegnata prima dell’arrivo del jonin.
Accanto a lei e a Naruto privo di sensi, c’era Sai. A malapena cosciente.
Sospirò.
A quel punto, tra i suoi ricordi di ninja appartenente a un gruppo, Sai ricorreva più spesso di Sasuke.
«Vado e torno in dieci minuti» disse Kakashi per rompere l’improvviso silenzio. «Tu prepara il tè, se ti va»
«Va… Va bene»
Come era arrivato, così se ne andò.
Silenzioso e cortese.
Per molti versi impenetrabile.
Era il loro maestro, erano insieme da tanti anni, li aveva praticamente visti crescere… ma né Naruto né Sakura riuscivano ancora a dire esattamente cosa gli frullasse per la testa.
Buona parte della colpa era anche di quella maschera, probabilmente. Quella specie di mezzo passamontagna che non si era tolto mai una volta, che non aveva abbassato nemmeno per un istante in tutti quegli anni.
Poteva essere ferito, moribondo, o distratto, ma il suo viso restava sempre nascosto. Sakura sospettava che fosse un retaggio di quando era parte della squadra Anbu, ma ancora una volta non poteva esserne certa.
E invece lui sembrava comprenderli così bene… lei soprattutto.
Ogni volta che si trovavano soli le sembrava che lui la leggesse come un libro aperto, che trovasse le sue debolezze come se fossero state fosforescenti… e in quel momento aveva debolezze che nessuno doveva scoprire.
Nemmeno il maestro Kakashi.
Si accorse di essere rimasta ferma per almeno un minuto, e all’improvviso si riscosse.
“Il tè. Devo preparare il tè” si disse allontanandosi dallo zaino. “Devo fargli credere che vada tutto bene… entro ragionevoli limiti”

Kakashi Hatake.
Trentatré anni ancora da compiere e un curriculum ninja da far invidia al veterano più resistente.
Figlio della Zanna Bianca della Foglia, leggenda finita tragicamente, era già stato membro della squadra speciale Anbu, maestro di un gruppo di tre genin, ne aveva visto uno tradire il villaggio e aveva tentato invano di riportarlo indietro con gli altri due. Ora i ragazzini che aveva aiutato a maturare e crescere erano diventati suoi compagni, e ancora cercavano di ripristinare il gruppo originario, seguendo un sogno, forse un’utopia che li rendeva immaturi ma anche degni del più profondo rispetto.
A Konoha Kakashi era guardato con ammirazione. Nonostante l’aria perennemente distratta tutti affermavano di potersi fidare ciecamente di lui, e molti lo candidavano a prossimo Hokage, una volta che Tsunade si fosse ritirata.
Ma lui sembrava sentire questi discorsi con un solo orecchio.
Non era mai stato vanitoso, o desideroso di gloria e celebrità, non aveva mai voluto dimostrare niente a nessuno fuorché a sé stesso, perché credeva che fosse il suo parere l’unico davvero importante. L’idea di diventare Hokage non lo sfiorava nemmeno, ma forse se glielo avessero proposto avrebbe accettato.
Lui viveva per essere ninja. Per servire e proteggere il suo villaggio meglio che poteva.
Il resto era poco influente.
Un’unica cosa riusciva a turbarlo, ed era un vecchio ricordo… un compagno d’infanzia morto in missione. Ma lentamente, anche il suo senso di colpa stava scemando.
Mentre camminava attraverso il villaggio, pensando a dove cercare dopo essere stato inutilmente al ramen Ichiraku, non si accorse delle occhiate ammirate che la gente gli lanciava, e degli inchini rispettosi che qualcuno si azzardò a fare.
Imperterrito proseguì lungo la sua strada guardandosi attorno con aria svagata.
Ma dove era andato a finire Naruto in un momento come quello?

Naruto era nell’ufficio del quinto Hokage. Per Tsunade era la terza visita del giorno, dopo Jiraya e il capo della squadra Anbu.
E lei non era di buonumore. Per niente.
Le notizie che Jiraya le aveva portato non l’avevano resa affatto tranquilla, soprattutto l’ultima e più pericolosa, e la squadra Anbu aveva gettato benzina sul fuoco comunicandole che era stato bloccato un tentativo di intrusione nel suo studio da parte di un ninja della Roccia. Oltre ai problemi di ordine interno, ora doveva anche occuparsi della diplomazia estera: l’alleanza tra il Paese del Fuoco e quello del Vento aveva visto molto contrariati Roccia, Nebbie e Nuvola, che a loro volta avevano formato una coalizione. Il paese della Roccia e il suo daimyo, in particolare, diventavano più aggressivi e arditi ogni giorno che passava… e l’ultimo tentativo di intrusione dimostrava che i loro rapporti erano in bilico sul filo del rasoio.
E proprio in quel momento, loro avrebbero dovuto infiltrarsi nel paese della Pioggia, terreno tradizionalmente conteso da tutti.
Da un punto di vista puramente diplomatico era un suicidio.
E adesso, mentre lei era così impegnata con potenziali guai di proporzioni colossali, Naruto si presentava alla porta accompagnato nientemeno che dal Kazekage – e dal suo inutile fratello, rimasto in un angolo a borbottare.
Ma non era tutto; alla sua allibita domanda: ‘che ci fa lui qui?’ era in grado di rispondere soltanto ‘l’ho invitato per festeggiare tutta la faccenda di Sakura’.
Aveva una gran voglia di ammazzarlo.
«Ma non sono venuto solo per questo» intervenne Gaara un attimo prima che Tsunade esplodesse. «In realtà ho colto il suo invito come pretesto per muovermi da Suna senza un corteo a seguirmi. Ci sono alcune cose di cui vorrei informarvi… cose che non possono essere scritte e inviate con un falco»
L’ira di Tsunade sbollì in un istante, per trasformarsi in fredda e incuriosita cautela.
Si profilava un’altra grana all’orizzonte?
«I ninja del mio villaggio hanno sentito strane voci ultimamente» spiegò Gaara, seduto elegantemente sulla sedia davanti alla scrivania. «Sussurri di eserciti che si vanno preparando oltre i confini della Roccia. Patti segreti. Interi gruppi di mercenari assoldati o in procinto di farsi comprare… nulla di piacevole, in ogni caso»
Il quinto Hokage sospirò, e il suo sembrò quasi uno sbuffo.
«Quell’uomo è pazzo…» disse tra i denti, alludendo al daimyo del Paese della Roccia. «Completamente folle… sta imbastendo una guerra da solo!»
«Ma non è tutto» aggiunse Naruto, con tono vagamente impaziente.
«Abbiamo anche strane notizie dal Paese della Pioggia» spiegò Gaara. «Voci secondo cui la guerra civile è finita. Ma da anni. E qualcuno dice che ora nel villaggio ninja sta succedendo qualcosa di strano… movimenti sospetti, una confusione nuova, grandi cambiamenti. La situazione sembra molto instabile»
Tsunade si accigliò. Sapeva già quelle cose.
«Inoltre… pare che Itachi Uchiha sia stato avvistato laggiù» completò il Kazekage. «E’ ricercato in tutti i paesi, ma personalmente ritengo che la Foglia abbia una certa priorità»
Naruto cercò lo sguardo dell’Hokage per trasmettergli la sua impazienza di partire e la sua ansia, ma Tsunade tenne gli occhi nocciola fissi in quelli verdi di Gaara.
Quella era forse la notizia peggiore.
Se le informazioni circa Itachi si diffondevano più velocemente, il loro obiettivo rischiava di prendere il volo. E una volta che lo avesse fatto… addio possibilità di ritrovarlo tanto presto.
Non si fidava affatto del presunto patto che l’Uchiha aveva stretto con Jiraya.
Quella terza visita, esattamente come aveva temuto, era riuscita a portarle ulteriori complicazioni: aveva dato un pesante scossone alla loro lenta macchina organizzativa, e ora li avrebbe costretti ad accelerare bruscamente i tempi.
«Bene» disse Tsunade dopo qualche istante di silenzio, e finalmente guardò Naruto. «Trova Sakura, Sai e Kakashi. Vi voglio qui immediatamente… dovete partire subito»
Il jonin biondo annuì. E con l’ansia, la trepidazione e l’inquietudine che gli riempivano la testa e lo stomaco lasciò lo studio e i due Kage che lo occupavano – più il solito Kankuro, da tutti ignorato.

“Qui dovrebbe andare bene. Non credo si azzardi a venirmi a cerc…”
«“Non credo si azzardi a venirmi a cercare nei bidoni della spazzatura”. E’ questo che stai pensando?»
La luce del sole venne coperta da una testa bionda.
Shikamaru alzò lentamente gli occhi, ormai quasi rassegnato, e riconobbe il ghigno soddisfatto di Temari su di lui.
Mh. Situazione decisamente romantica. Poetica, anzi.
Lui, lei e un bidone dei rifiuti.
Per non parlare dell’odore.
«Vieni fuori» ordinò la bionda facendosi da parte, e a lui non restò altra scelta che obbedire.
Tutto perché non poteva picchiare una donna. Uff… crescere diventava sempre più problematico.
Con una svogliatezza invidiabile, Shikamaru si tirò fuori dal bidone e spolverò dai pantaloni un pezzo di carta unta che era rimasto attaccato.
«Che schifo, sei disgustoso» commentò Temari arricciando il naso. «Forza, vieni con me»
Lui mugugnò, disperato. Aveva pregato perché l’odore bastasse a tenerla lontana… ma evidentemente non aveva funzionato.
«Hai detto qualcosa?» chiese Temari scoccandogli un’occhiata assassina.
«Ehm… no. Dove andiamo?»
«Nel solito posto, ovviamente»
La bionda gli diede le spalle, e si incamminò lungo il vicolo in cui lui aveva tentato vanamente di nascondersi.
Prima di raggiungere la strada principale Temari si fermò per un attimo, si guardò attorno, unì le mani davanti al petto e poi cambiò aspetto con la tecnica della trasformazione, mutandosi in una giovane donna dai capelli neri e gli occhi verdi, assolutamente anonima. A quel punto guardò Shikamaru e, arricciando il naso ancora nello stesso modo, gli disse: «Sì. Dobbiamo proprio muoverci»
“Maledetta…” pensò lui, seguendola nel flusso di gente.
A causa della sua nuova acqua di colonia, scoprì che la folla non era più un problema: tutti lo scansavano naturalmente, con smorfie disgustate, e dopo il primo sguardo sbalordito evitavano accuratamente di incrociare i suoi occhi.
Da un lato era ovviamente imbarazzante e mortificante, ma dall’altro poteva rivelarsi piuttosto conveniente.
“Forse avrei dovuto pensarci prima” si disse Shikamaru.
E poi commise l’errore di inspirare a fondo.
“No, ritratto tutto”
«Siamo arrivati» disse Temari fermandosi davanti a un albergo dall’aria dichiaratamente equivoca. Davanti all’atrio protetto da paraventi e tende scure, campeggiava un cartello che annunciava a colori squillanti “una vasta disponibilità di stanze a ore, a tema e provviste di Jacuzzi!!!”
Qualunque cosa avesse più di un singolo punto esclamativo per Shikamaru era una stronzata.
Figurarsi quella.
«Tu resta un po’ indietro» gli intimò Temari mentre con disinvoltura si avviava verso l’ingresso. «Non vorrei che dicessero che puzzi troppo per entrare»
Gentile e romantica.
Un amore di donna.
Shikamaru si tenne a qualche metro di distanza mentre entrambi entravano, e restò nell’angolo quando Temari raggiunse la reception e scambiò poche parole con l’uomo dietro il banco, un signore di mezz’età dall’aria discreta e rispettabile. Questo per dire quanto possono essere sbagliate le prime impressioni.
Si sentiva a disagio, voleva fare una doccia e soprattutto voleva essere a mille metri da lì.
Ma sapeva che alla fine sarebbe rimasto, come sempre aveva fatto e, sospettava, sempre avrebbe fatto. Almeno finché lei lo voleva.
In pochi minuti Temari fu indietro, stringendo tra le mani un tintinnante mazzo di chiavi, e lo condusse al primo piano canticchiando una melodia sconosciuta.
La stanza che aveva preso non era a tema, per fortuna. L’ultima volta aveva il copriletto zebrato e cuoio da tutte le parti… e per Shikamaru alla fine si era trasformata in un incubo. Era stata la giornata peggiore della sua vita, forse… un sacco di fatica e nessun piacere.
Con noncuranza Temari gettò le chiavi su un comodino e tornò al suo solito aspetto. La prima, elegante cosa che disse fu: «Fatti una doccia o vomito»
«Tanto avevo intenzione di farla già da solo…» borbottò Shikamaru incassando la testa tra le spalle e avviandosi verso il bagno.
Mentre chiudeva la porta, dalla stanza sentì di nuovo la voce di lei: «Non più di un quarto d’ora, o butto giù la porta e vengo a riprenderti! E non scappare!»
Con un sospiro afflitto il jonin si barricò in bagno.
“Non è possibile” rifletté. “Ho diciotto anni, sono un ragazzo forte e in salute… e ancora finisco per farmi violentare da quella donna. Ma perché?”
Perché non ti dispiace poi tanto, gli suggerì una vocina malvagia.
La mandò al diavolo.
Se non altro la doccia fu un sollievo. La sensazione dell’acqua tiepida sulla pelle, il profumo del sapone, lo scroscio delle mille gocce che cadevano dall’alto… e, oltre la porta, la voce di Temari che a bocca chiusa canticchiava.
In fondo aveva finito per abituarsi a quel rito.
Stanza d’albergo, doccia – prima lui, poi lei – e dopo… sesso.
Ovviamente non giocavano a carte.
Chiuse l’acqua quando sentì che non avrebbe potuto concedersi un altro minuto – o lei gliel’avrebbe fatta pagare. Uscì dalla doccia e si avvolse nel grande asciugamano non troppo morbido che l’albergo metteva a disposizione, cercando di asciugarsi il più rapidamente possibile. I capelli un po’ lunghi gli ricadevano sulle spalle, caldi e umidi, e piccole gocce gli solleticavano la schiena bianca. Si guardò allo specchio, e fece una smorfia al suo riflesso.
Che pena, sembrava dirgli.
«‘Fanculo» rispose a mezza voce.
«Ehi, hai finito là dentro?» lo chiamò Temari da fuori.
«Un attimo!» rispose riprendendo ad asciugarsi frettolosamente.
Cinque minuti dopo, sperando di essere preparato spiritualmente, aprì la porta del bagno e uscì con solo un asciugamano legato in vita.
Temari gli gettò a malapena un’occhiata – com’erano lontani i tempi in cui se lo squadrava per bene – e si tirò su dal letto che aveva inaugurato rotolandosi senza scopo.
«Tu aspettami da bravo» gli disse con un mezzo ghigno. «Dieci minuti e sono da te»
«Fai con comodo» ribatté lui.
“Anzi, se riesci scivola nella doccia” le augurò mentalmente, una volta che la porta si fu richiusa tra loro.
Era rimasto solo. Beh. Anche a quello era abituato.
Si guardò attorno con vago interesse; stanza tradizionale, niente fronzoli né zebrature. La finestra dava su un cortile interno deserto, e il vocio della strada era lontano e ovattato. A voler essere poco pignoli, non era neanche tanto male quello squallido motel.
Sperando di essere abbastanza asciutto, Shikamaru si lasciò cadere seduto sul letto, e lasciò vagare i pensieri.
Molte volte aveva sognato di scappare da quelle stanze, piantare in asso la sua aguzzina e svignarsela, libero come una nuvola…
Una sola volta ci aveva provato.
E per poco uno shuriken non lo aveva inchiodato alla porta.
‘Pensavi che non me ne sarei accorta?’ le aveva chiesto Temari dalla soglia del bagno, con addosso solo altri due shuriken. ‘Ora, da bravo, rimettiti seduto’
Era stato allora che aveva capito di essere irrimediabilmente in trappola.
Aveva sognato ancora un po’, perché la speranza è l’ultima a morire, ma alla fine si era arreso e aveva imparato semplicemente ad aspettare in buon ordine. Bastava pensare ad altro, e il tempo passava in fretta.
Anche perché quando lei usciva dal bagno non c’era più tempo per pensare a nulla.
L’acqua della doccia fu spenta all’improvviso, facendolo trasalire. Era già pronta? Aveva fatto prima del solito.
Il jonin deglutì, inquieto. Avrebbe capito di che umore era lei soltanto quando fosse uscita dalla doccia, non prima… e allora avrebbe saputo quale destino lo attendeva.
La immaginò prendere l’asciugamano. Mezzo minuto per asciugare i capelli, altri due per il corpo. Un’occhiata veloce allo specchio, un attimo per controllare che lui fosse ancora al suo posto – diede un colpo di tosse, tanto per farla stare tranquilla – e qualche secondo per dare un senso alla testa scompigliata.
E infine la maniglia che si abbassa.
Temari comparve sulla soglia con un altro asciugamano legato sopra il seno, e guardò Shikamaru con un ghigno soddisfatto.
«Vedo che hai fatto il bravo bambino» gli disse avvicinandosi.
«Ci tengo ad arrivare ai vent’anni» replicò lui indispettito.
«Ottima scelta» approvò lei facendo scivolare un ginocchio accanto alla sua gamba.
Gli passò le braccia attorno alle spalle e si chinò sul suo collo, sfiorandolo con il naso.
«Dai, che sei fortunato» gli sussurrò. «Oggi sono di buon umore. Non so se hai notato che non ho più preso la stanza Safari»
«Ho ringraziato Dio per questo»
Temari si lasciò andare a una breve risata, non il ghigno sprezzante che riservava al pubblico, ma una risata spontanea che tirava fuori solo quando era con lui.
Lui non gliel’aveva mai detto, ma gli piaceva quel suo modo di ridere.
«Hai un buon profumo» le concesse, sfiorandole con le dita la schiena liscia e abbronzata.
«Detto da uno che è uscito da un cassonetto sembra più un dato di fatto che un complimento» ribatté lei.
«Brava. Giocati l’unico complimento che ti farò mai»
«No…» sospirò Temari, sentendo le dita di lui che trovavano il nodo dell’asciugamano e lo scioglievano. «Ridimmelo»
«Brava. Giocati l’unico complimento che…»
«Non quello! Quello che hai detto prima»
«Oh, quello?»
L’asciugamano scivolò a terra con un fruscio. Shikamaru fece un sorrisino di superiorità. «Devi guadagnartelo…» mormorò scostandole una ciocca di capelli dall’orecchio.
Temari non si scompose più di tanto.
Si limitò a schiaffarlo sul copriletto con una mano sola e a premere due dita sulla sua carotide.
«Me lo sono guadagnato?» chiese piatta.
«Ehm… ehm, sì» si arrese lui, con un sospiro.
Sigh. Aveva sperato che per una volta le cose sarebbero state diverse, ma invano.
Come una nenia ormai priva di valore, soddisfò la richiesta di Temari:
«Hai un buon profumo»
Nonostante il tono monotono, lei sembrò soddisfatta.


Naruto stava correndo verso casa.
Sentiva il cuore battere all’impazzata nel petto, ma perché?
Era ansia la sua? Paura? Desiderio?
Voleva rivedere Sasuke o voleva impedire che Sakura lo incontrasse?
Non avrebbe saputo dirlo, né voleva soffermarsi a pensarci.
In quel momento aveva bisogno solo di agire, di impegnare la mente in qualche modo… e anche consumare ossigeno correndo sembrava una valida alternativa.
Finché non andò a sbattere contro qualcuno.
«Ahia! Ehi, attendo a dove… Naruto! Sei tu!»
Naruto alzò la testa massaggiandosi la fronte, e con sorpresa vide che si trovava davanti a Iruka.
Per un attimo tutti i suoi problemi evaporarono come neve al sole, e un sorriso lo illuminò come quando aveva dodici anni.
«Maestro Iruka!» esclamò felice. «E’ un sacco di tempo che non ci vediamo!»
«E di chi è la colpa, eh? Chi è sempre in missione, giorno e notte?»
«Certo! Sono diventato fortissimo!»
«Ahah, non ne dubito!» anche se ormai erano alti uguali, anzi forse Naruto un po’ di più, Iruka gli posò una mano sui capelli. «E… eheheh…» aggiunse dopo un attimo, cambiando completamente espressione. «Ho sentito una voce interessante…» ghignò, dandogli di gomito. «Così alla fine sei riuscito ad accaparrarti Sakura Haruno, eh?»
Naruto sfoderò un sorriso orgoglioso e compiaciuto al tempo stesso. «Sì» disse sicuro.
L’immagine di Sasuke gli sfrecciò davanti agli occhi.
«Oh» si rabbuiò.
«Che c’è?» chiese Iruka vedendolo incupirsi.
«Mh… no, niente» si affrettò a rispondere scuotendo la testa. «Mi sarebbe tanto piaciuto mangiare un ramen con lei, maestro, ma sto partendo per un’altra missione»
«Ancora?» sbuffò Iruka. «Ormai sei più impegnato dello stesso Hokage»
«Questo perché sarò io il prossimo Hokage!» ribatté Naruto con un sorriso sicuro.
«Certo. Io l’ho sempre detto» sorrise il maestro con espressione affettuosa. «Ora vai, o farai tardi. Quando torni offrimi un ramen»
Di umore molto migliore, Naruto lasciò Iruka e riprese a correre verso casa, dove Sakura lo attendeva.
Sì.
Lui sarebbe diventato il prossimo Hokage.
Non poteva lasciarsi abbattere da un pensiero vago e lontano, da una paura del tutto immotivata.
Avrebbe lottato e combattuto, se necessario.
Avrebbe riportato a Konoha Sasuke, e avrebbe avuto anche l’amore di Sakura.
Il futuro Hokage non poteva non riuscire a conquistare la propria felicità.
Non poteva pretendere di proteggere e rendere felici tutti se non era in grado di farlo nemmeno con sé stesso.
Sì.
Sarebbe diventato Hokage.
Sarebbe stato felice.














*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *


Spazio autore

Ok.
Chiedo perdono a tutte/i coloro che non amano le ShikaxTema!
Penso che questo capitolo sia stato disgustoso per costoro...
...ma la storia va così, punto e basta.
Giusto a titolo informativo, posso chiedervi quanti tra voi preferiscono le InoxShika o le ShikaxTema? XD
Ah, già: e Shikamaru non è gay.
(come qualcuno ha già ipotizzato)
E' soltanto un uomo molto pigro... e Temari può diventare un tantino pesante, alla lunga.
Quindi, stando anche alle sagge affermazioni della "vocina malvagia",
in fondo non gli dispiace.
Affatto.

Grazie a tutti per i commenti! ^.^
Li leggo sempre con infinito piacere, davvero!
Forse un giorno riuscirò anche a scoprire come rispondere in qualche modo... ò_O

Aya


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Capitolo 4
*** Oltre il massimo grado ***


Naruto-4




Capitolo quarto

Oltre il massimo grado







«Mi spiace dirvelo, ma dobbiamo accelerare le cose»
Niente male come esordio, pensò Sai. Magari se lo sarebbe segnato, faceva molto effetto.
Tsunade, assolutamente seria, fissava lui, Naruto, Sakura e Kakashi dall’altra parte della scrivania di legno lucido. Shizune, alle sue spalle, teneva il solito maiale ormai vecchiotto tra le braccia.
L’Hokage fece qualche secondo di pausa ad effetto, e poi inspirò a fondo.
«Sapete già in cosa consiste la missione:» disse in tono professionale. «il recupero di Sasuke Uchiha e, vivo o morto, di Itachi Uchiha. Fonti attendibili garantiscono che il fratello maggiore si trova nel Villaggio della Pioggia, ed è quasi sicuro che il minore lo sappia e stia per raggiungerlo. Non sappiamo in che condizioni si trovi Itachi Uchiha né se sia solo o meno, anche se abbiamo ragione di credere che sia l’ultimo membro rimasto dell’Akatsuki, insieme a un altro trascurabile, un certo Tobi di cui non sappiamo molto. Per quanto riguarda Sasuke, viaggia accompagnato da tre persone su cui non abbiamo nessun dato. Posso fornirvi solo le loro descrizioni, ma non so nulla delle abilità che si portano dietro» Tsunade fece scorrere gli occhi sui ragazzi che gli stavano davanti. «Credo vi rendiate conto del grado di questa missione…» mormorò. «Supera ogni classificazione che abbiamo al villaggio, va al di là di ogni previsione di pericolosità che potevamo fare. E’ come una guerra, ma senza il vantaggio del numero e dell’appoggio del Daimyo. Senza contare che prevede l’infiltrazione in un Paese che ha pessimi rapporti con tutti gli altri» chiuse gli occhi, accigliata. «Mando voi non solo perché avete un legame con Sasuke Uchiha, ma anche perché ritengo che siate gli unici in grado di portare a termine questa missione» risollevò le palpebre, e posò le iridi nocciola su Naruto. «Ho sentito dei tuoi ultimi allenamenti… E’ tutto a posto?»
Sakura, Sai e Kakashi scoccarono a Naruto occhiate sorprese.
Che allenamenti?
Lui, senza muovere un muscolo del viso, si limitò ad annuire. «Va tutto bene» assicurò.
Tsunade annuì soddisfatta.
«C’è solo un’altra cosa di cui vorrei mettervi al corrente…» aggiunse dopo un attimo, pensierosa. «Qualcosa che non mi convince, ma che è bene conosciate: riguarda Itachi»
I quattro oltre la scrivania si fecero immediatamente attenti: qualunque informazione sull’Uchiha sarebbe stata accolta con la massima gioia e attenzione.
«Sembra… che abbia stretto un patto con Jiraya»
Onestamente, si aspettavano tutto fuorché quello.
Tutti sbatterono le palpebre, spiazzati, e attesero che l’Hokage proseguisse.
Lei sbuffò e continuò. «Si sono incontrati qualche giorno fa, mentre Jiraya era ancora in missione, e Itachi ha voluto parlare con lui. Ha detto che aveva qualcosa da fare in quel luogo, e che aveva bisogno di tempo. Sapeva che la notizia della sua presenza lì presto si sarebbe diffusa, e che Sasuke lo avrebbe cercato… sapeva anche che noi lo avremmo cercato. E… beh, è assurdo… chiede di trattenere Sasuke per un certo tempo. In cambio, quando avrò finito ciò che deve fare, si consegnerà alla Foglia»
Okay. Era anche peggio della notizia del patto in sé.
I quattro jonin davanti a Tsunade rimasero senza parole, assolutamente confusi e increduli.
«E… noi ci crediamo?» domandò dopo qualche istante Sakura, cauta. «Crediamo davvero che si consegnerà?»
Tsunade la fissò. «No. Io non ci credo per niente» confessò dura. «Jiraya dice di avere una certa fiducia in Itachi… ma per quel che mi riguarda non crederò mai a una sola parola che provenga dalla sua bocca. E’ per questo che voglio che lo catturiate senza esitare né aspettare nulla»
Sakura, lentamente, annuì.
Catturare Itachi Uchiha…
Aveva sentito parlare di lui fin da bambina, quando ancora non poteva capire appieno cosa avesse fatto né aveva avuto interesse a comprendere, e poi, crescendo, aveva sentito e letto mille cose su di lui, cose da mettere i brividi.
Ora si trovava davanti alla prospettiva di combatterci davvero, di nuovo.
La prima volta non lo aveva nemmeno riconosciuto. Aveva affrontato una sua debole copia, e aveva tremato…
Adesso se lo sarebbe trovato davanti in carne e ossa.
Davvero.
Deglutì.
«Forse tutti insieme possiamo avere qualche possibilità» intervenne Kakashi. «Sempre se li troviamo separati… perché in due forse potrebbero rivelarsi un po’ più difficili»
«Tendi a minimizzare, eh?» ghignò Tsunade. «“Forse potrebbero rivelarsi un po’ più difficili?” Di’ pure che potrebbe diventare impossibile… Ma io ho fiducia in voi.
Andate e tornate con i fratelli Uchiha»

Uscirono dall’ufficio in un insolito silenzio.
Sakura lanciò un’occhiata a Naruto; sembrava pensoso. Poi, per caso, incrociò il suo sguardo, e lei si affrettò a distogliere gli occhi.
Che scema. Come se avesse avuto qualcosa da nascondere…
Ricordò come dieci minuti prima era piombato in casa pieno di entusiasmo, rischiando di farle rovesciare il tè che stava versando nella tazza, e di come l’aveva trattata normalmente, con il suo solito modo di fare… era sembrato tanto spontaneo che, invece di irritarla, le aveva fatto piacere. Si era detta: “per fortuna non è di cattivo umore”, e non perché la cosa ricadesse su di lei, ma proprio per lui.
“Io lo amo” si ripeté per la millesima volta. “E non c’è altro da dire. E’ solo che… non è un bel periodo, ecco”
Ai piedi delle scale del palazzo dell’Hokage trovarono ad attenderli Gaara e Kankuro, usciti dallo studio appena prima che entrassero loro.
«Siete in partenza?» chiese il Kazekage.
«Sì, subito» rispose Naruto. «Giusto il tempo di prendere gli zaini e trovarci ai cancelli di Konoha»
Gaara annuì, imperturbabile.
«Quindi niente festa?» chiese Kankuro con uno sbuffo deluso, mentre Sakura, Sai e Kakashi si chiedevano di che diavolo parlasse.
«Ehm… no…» fu costretto ad ammettere Naruto.
Il jonin della Sabbia iniziò allora a borbottare tra sé, lasciandosi scappare parole come: ‘tutto il divertimento a lei’… ‘tanto ha quel Shika-coso’… ‘e io qua a rompermi’…
Naruto scoccò un’occhiata in tralice a Gaara.
«Che cos’ha?» chiese in un soffio.
«…Pare sia stato lasciato» rispose il Kazekage con una certa reticenza. «E tradito»
«Oh» fece soltanto il biondo, con la bocca improvvisamente secca.
Che brutta, brutta sensazione aveva provato a quelle parole. Come una vaga ansia…
Involontariamente guardò Sakura, e si costrinse a cancellare l’inquietudine dalla sua mente.
«Bene» disse schiarendosi la voce. «Allora noi andiamo»
«Buona fortuna» augurò loro Gaara.
«Grazie. Ne avremo un gran bisogno…»
Nonostante non conoscessero con esattezza i termini della loro missione, i due ninja della Sabbia capirono che Naruto diceva sul serio.
E, quando lo lasciarono andare, per un attimo un’ombra di inquietudine passò anche nelle loro menti solitamente fredde e razionali. Poi Kankuro sbuffò.
«Bene. che si fa finché Temari non torna?» domandò.
Gaara ci pensò un attimo, e poi lo fissò. «Naruto mi ha parlato mille volte di un posto chiamato “ramen Ichiraku”… pare si mangi bene»
«Okay… speriamo che ci siano belle ragazze nei paraggi»
Il Kazekage dissimulò l’esasperazione con un’espressione compassata. Ma che fine avevano fatto l’orgoglio e la dignità di suo fratello?

In neanche mezzora Naruto era pronto.
Sakura lo aveva aspettato mentre, nel panico, cercava di ricordare e decidere cosa mettere in borsa. Alla fine, dopo avergli dato una mano e avergli impedito di infilare nello zaino la sedicesima confezione di ramen istantaneo, lo aveva costretto a uscire con lei e si era accertata che avesse chiuso porte e finestre.
«Scommetto che Sai e Kakashi sono già là da un bel po’» si lamentò quando lui cercò di rientrare per riprendere il ramen. «Quindi lascia perdere e andiamo!»
Finalmente riuscì ad allontanarlo dal pianerottolo e a tirarlo giù per le scale, fino all’ingresso. Una volta in strada costituirono qualche secondo di intrattenimento per i passanti, mentre Naruto continuava a scoprire di aver dimenticato qualcosa e Sakura a riacciuffarlo, ma poi il biondo sembrò calmarsi e riacquistare il suo solito umore da “wow-una-missione-wow!”. Si stampò in faccia il suo sorriso più convinto e prese ad avanzare con aria tracotante.
“E’ scemo” concluse Sakura fissandolo sconsolata.
Arrivarono alle porte di Konoha in pochi minuti, e, come aveva pronosticato la jonin, trovarono Sai e Kakashi già pronti e in attesa.
«Ci siamo?» chiese il più anziano, sorvolando sul loro ritardo.
«Sì» esclamò Naruto con enfasi.
Sakura avrebbe voluto ammazzarlo: solo due minuti prima considerava la faccenda più importante del mondo portarsi dietro il sedicesimo pacchetto di ramen istantaneo…
Ma sospirò; in fondo ci era abituata. Anche Sai, di fianco a Kakashi, sorrideva appena.
E poi, accanto a lui, ci fu un movimento.
Sakura abbassò lo sguardo, e vide un rospo saltellare con nonchalance in mezzo a loro. Tutti lo fissarono. Era giallo, di un giallo malaticcio, e lungo il tragitto divorò un moscerino che volava a un metro d’altezza.
«Uh?» fece Naruto corrugando la fronte. «Ma io questo lo…»
Non finì la frase. Prima che potesse farlo la bocca della bestiola si aprì di nuovo, e questa volta ne uscì una mano. E poi un braccio, una spalla, una testa coperta di capelli bianchi, e… Jiraya.
«Uff… Per fortuna ho fatto in tempo!» disse sistemando il braccio malato con una piccola smorfia.
“Odio questo suo mezzo di trasporto” pensò Sakura con un filo di disgusto, mentre il rospo giallo li salutava con un cenno e se ne andava a balzi.
«Perché siete fuori dal vostro letto?» chiese Kakashi al nuovo arrivato.
Quello tirò fuori un biglietto piegato fino ad essere piccolissimo, e glielo tese con aria grave.
«E’ appena arrivato» si limitò a spiegare, mentre l’altro lo apriva e lo scorreva rapidamente.
Alla fine della lettura si accigliò.
«Come sarebbe a dire?» fece, cupo.
«Cosa?» intervenne Naruto.
«Qua c’è scritto che l’Akatsuki continua a esistere» rispose Kakashi tendendo nuovamente il biglietto a Jiraya. «Che sta reclutando nuovi membri»
«Ma non era rimasto solo Itachi?» esclamò Sakura. «Il loro capo non era stato ucciso?»
«Era quello che credevo anche io, quando ho lasciato il suo cadavere in quel fiume» borbottò Jiraya. «Ma a quanto pare qualcuno ha preso in mano le redini del gruppo…»
«Itachi Uchiha?» propose Sai.
«Forse» mormorò Kakashi. «Ma c’è anche quell’altro ninja, quel Tobi di cui sappiamo poco, che è rimasto in vita»
«Però l’Hokage ha detto che non era preoccupante…» protestò Sakura.
«Potrebbe essersi sbagliata»
«Beh, e allora?» intervenne Naruto sbuffando. «A noi non interessa l’Akatsuki in questa missione… noi dobbiamo riportare indietro Sasuke»
«E Itachi» lo corresse Kakashi. «E se lui sta combinando qualcosa di strano, potremmo trovarci in guai seri»
Il biondo borbottò qualcosa tra sé, parole che suonavano molto come “che palle ‘sto Uchiha…”.
L’odio di Naruto per Itachi era noto soltanto a chi lo conosceva bene. Non era palese come la rivalità tra lui e Sasuke, ma chi li aveva visti l’uno di fronte all’altro, e chi conosceva il complicato rapporto che legava lui al minore degli Uchiha, poteva capire fino a che punto detestasse il maggiore.
Sakura gli lanciò un’occhiata turbata; quella missione si prospettava parecchio difficile per Naruto…
…Almeno lei doveva impegnarsi a non dargli preoccupazioni.
«Beh, io vi ho avvertito» disse Jiraya a quel punto. «Ora credo che quelle graziose infermiere dell’ospedale mi stiano cercando…» ghignò felice. «…e chi sono io per farle attendere?»
«Anche perché se Tsunade ti trova in giro, ti rompe anche l’altro braccio» insinuò Naruto a bassa voce.
Jiraya lo guardò offeso. «Pensa per te» mugugnò. «E vedi di mantenere la calma…» aggiunse più piano.
Tra il maestro e l’allievo passò per un istante uno sguardo indecifrabile.
«Forza, andiamo» sospirò Kakashi. «Abbiamo già perso troppo tempo»

«Hai sentito?» chiese Neji a Rock Lee, mentre camminavano insieme verso l’Ufficio per lo smistamento delle missioni. «Sembra che il gruppo di Kakashi sia ripartito a caccia di Sasuke»
«Davvero? E quando?» ribatté l’altro, stupito.
«Poche ore fa»
«E tu come fai a saperlo di già?»
Lo Hyuga sogghignò. «Ho i miei informatori» disse sibillino.
La verità era che l’Hokage aveva convocato Gai, Asuma e Kurenai nel suo studio e li aveva avvertiti di tenere pronta la loro squadra per ogni evenienza, perché da un momento all’altro avrebbe potuto richiamarli per dare man forte agli altri. Gai aveva poi informato Neji chiedendogli di parlarne ai suoi compagni di squadra, prima di partire con l’ennesimo allenamento stupido e annunciare che avrebbe catturato duecento scoiattoli entro mezzogiorno, chissà poi perché.
Rock Lee si accigliò. «Che spacconata» borbottò offeso, mentre imboccavano la strada in cui si trovava l’Ufficio.
«Ehi!» chiamò dall’ingresso Tenten, facendo un cenno con la mano. «Avete saputo la novità?»
Per l’ennesima volta Neji si trovò involontariamente a spiare la reazione di Rock Lee alla sua comparsa, ma la scoprì assolutamente entro i canoni.
Si vociferava che quei due uscissero insieme. Eppure lui, che era il loro compagno di squadra, non aveva notato nulla. Anche perché era personalmente convinto che Rock Lee non avesse dimenticato Sakura, e che Tenten… beh, sì, che Tenten avesse da anni una cotta per lui.
«Che novità?» chiese Rock Lee mentre la raggiungevano.
Lei sorrise con l’aria di chi abbia un segreto particolarmente succoso da rivelare: «Shikamaru e Temari»
«E dove starebbe la sorpresa?» ribatté Neji neutro.
«No!» esclamò Rock Lee spalancando gli occhi tondi.
«Shh, è un segreto!» sibilò la kunoichi, gongolante. «Li ho beccati fuori da un albergo a ore… ma ci credete? Che squallore»
«E tu cosa ci facevi lì?» chiese Neji.
Tenten arrossì. Per un breve istante.
«Era la strada più breve per tornare a casa» rispose secca, fulminandolo con lo sguardo.
Neji si accigliò leggermente.
La casa di Tenten era dalla parte opposta del villaggio, per quanto ne sapeva lui. Cosa c’era in linea d’aria oltre il quartiere riservato agli adulti? Il bosco. E la casa di Jiraya, uno dei ninja supremi. Che fosse stata lì? Ma perché?
«Ieri sera vi siete divertiti?» svicolò lei, mentre entravano nell’Ufficio. «Non c’era la festa di Naruto?»
«Sì» ribatté Rock Lee. «L’unico problema è che oggi ho un mal di testa lancinante…»
«Il solito scemo» commentò Tenten lanciandogli un’occhiataccia. «Devi smettere di bere»
Lui si strinse nelle spalle, sbadigliando, e lei tese una mano verso il rotolo delle missioni di livello A.
«Oh… scusate, voi siete il gruppo di Gai Maito?» la fermò uno dei ninja che stavano seduti oltre il banco, un novellino appena entrato in servizio.
«Sì, perché?»
«Voi non potete andare in missione»
«Che cosa?» scattarono Tenten e Rock Lee.
«Ah, è vero» fece Neji ricordando. «Se dobbiamo stare pronti non possiamo essere in giro»
Per studiare i suoi compagni di squadra aveva dimenticato una cosa tanto importante. Che stupido!
«Pronti per cosa?» chiese Tenten senza capire.
«Come? Niente missioni?» realizzò Rock Lee demoralizzato. «Beh… allora dovrò allenarmi un po’»
Neji sbuffò.
Maledizione al maestro Gai… ultimamente gli lasciava in mano le cose un po’ troppo spesso.













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *


Spazio autore


Allora!
Grazie mille a tutti voi che avete recensito!
Mi riferisco in particolare a (in ordine cronologico):
Mala_Mela (ormai stabile lettrice, direi)
GgPoulain (grazie per i consigli e gli incoraggiamenti!)
Tsuyuko
Rina (eheh... altra pietra miliare!)
Julia83 (grazie per il commento analitico, amo questo genere di cose! XD)
Kaho_chan (tutti i tuoi commenti sono un piacere per i miei poveri occhi! XD Davvero, mi spronano un sacco!
E grazie per le dritte su come rispondere!)
meichan (wow, il commento sull'IC è uno dei più belli che mi abbiano mai fatto!)
Lolly
Kairi84 (devo forse dire qualcosa? XD)
Felicia91 (wow, sei addirittura andata a cercare il seguito? Grazie!)
Solarial (mi sono imbattuta per caso in altre tue recensioni, e quando ho scoperto che leggevi anche questa fic
mi sono sentita decisamente onorata! E' un onore avere come lettrice una persona come te!
O almeno... come immagino che tu possa essere a giudicare dalle tue recensioni: puntuale, cortese, analitica.
Grazie davvero!)
Ora vorrei dire due parole sulla storia:
come avete detto in molti, mi muovo su un terreno difficile...
confesso di sapere già come andranno a finire le cose
(e i lettori di vecchia data sanno perché),
ma tuttavia ci sono alcune parti centrali che devo ancora sistemare!
Quindi non so esattamente come evolverà la vicenda... spero solo che continuerete a seguire la fan
anche quando le coppie (o gli avvenimenti) non saranno di vostro gusto!
Per chi non mi conosce, lascio detto solo questo:
basta un istante per cambiare ogni cosa...

Post Scriptum:
questi capitoli annoiano anche me... ma devo arrivare in qualche modo al sesto, in cui succede finalmente qualcosa!
XD


Aya




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Capitolo 5
*** Pioggia ***


Naruto-5


Capitolo quinto

Pioggia




«Mh. Piove» commentò Sai imperturbabile, sotto il diluvio peggiore che Naruto e Sakura avessero mai visto. «Ecco perché si chiama villaggio della Pioggia»
«Non siamo ancora in quello stramaledetto villaggio!» scattò Sakura, con i nervi a fior di pelle.
«Non siamo nemmeno nel paese della Pioggia, se è per questo» puntualizzò Kakashi scrutando il sentiero fangoso che si snodava davanti a loro.
Mano a mano che si erano allontanati dal centro del Paese del Fuoco, diretti verso il confine che aveva visto tanti combattimenti, villaggi e infrastrutture si erano fatti fatiscenti, antiquati... il cielo si era coperto, l’aria era diventata fredda, e le persone li avevano guardati con diffidenza.
Ora si trovavano a meno di duecento metri dal sorvegliatissimo confine, nascosti tra le fronde del sottobosco, inzuppati e infreddoliti. E le condizioni dei capelli di Sakura la rendevano infinitamente irritabile.
Da lì in poi le cose si sarebbero fatte complicate...
Prima di tutto infilarono i coprifronte in tasca: nella remota e per nulla augurabile ipotesi che li avessero visti, almeno non avrebbero scatenato l’ennesimo bisticcio diplomatico. Il secondo passo fu stabilire il piano d’azione; la via principale era da escludersi: tra guardie e trappole era impossibile passare inosservati.
Tuttavia il tecnologicissimo paese della Pioggia aveva una grandissima debolezza, che era poi una comune debolezza dell’uomo: trasferiva sugli altri i propri paradigmi di pensiero. Il che lo portava a credere che ogni tentativo di intrusione si sarebbe svolto davanti all’ingresso principale, nel coraggioso tentativo di superare le guardie in astuzia e abilità.
Chi si sarebbe mai degradato al punto da sgattaiolare tra cespugli e rovi, e infiltrarsi nel paese coperto di fango dopo essere passato dalla strada sul retro? Nessuno. Ovviamente.
Ovviamente no.
In quel tardo pomeriggio di fine primavera, sotto una pioggerella fine e fredda, quattro ninja silenziosi si muovevano tra i rovi e nel fango, strisciando ventre a terra con le narici intrise dell’odore denso del muschio.
Non un rumore turbava l’umida quiete del bosco, e a pochi passi da Kakashi, il primo del gruppo, i cespugli si interrompevano bruscamente davanti a un tratto di terreno diboscato e spoglio. In lontananza si intravedeva un villaggio grigio.
Quello era il tratto più difficile e scoperto. Avrebbero dovuto muoversi con estrema cautela per non correre alcun rischio, almeno fino ad arrivare all’abitato.
Kakashi fece un cenno per ordinare alla sua squadra di seguirlo. Strisciò avanti, e la pioggia prese a cadere su di lui ticchettando piano. Naruto lo seguì a ruota, e dietro a lui Sakura e poi Sai. Procedettero in silenzio, arrancando nel fango, lo sharingan di Kakashi scoperto e pronto all’azione, e impiegarono quasi un quarto d’ora di tensione prima di raggiungere sani e salvi la barriera di un caseggiato fatiscente, il cui portone arrugginito era socchiuso.
Scivolarono rapidamente all’interno, nella fredda oscurità del capannone, e una volta lì tirarono fuori dallo zaino i vestiti da mercanti della Pioggia che avevano preparato prima di partire. Solo quando furono avvolti da pesanti mantelli malmessi e si furono calati sopra gli occhi cappelli dalla tesa larga, uscirono allo scoperto.
«E’ tardi» mormorò Kakashi scrutando il cielo grigio. «Per questa notte ci fermeremo qui. Domattina riprenderemo il viaggio»
Scoprirono che c’era un solo albergo nel paese, e puzzava di muffa – ma lì ogni cosa aveva quell’odore. La vecchia che lo gestiva li squadrò tutti almeno cinque volte, e alla fine accettò il loro denaro e borbottò qualcosa contro Sakura, colpevole di viaggiare sola insieme a tanti uomini. Naruto dovette trattenerla prima che distruggesse il pianterreno.
Presero una grande camera al primo piano, ampia abbastanza per tutti, e misero a terra le loro coperte dividendosi nei vari angoli della stanza.
«Domattina all’alba vi voglio pronti» disse Kakashi mentre mangiavano, seduti a gambe incrociate uno davanti all’altro. Ormai non era nemmeno più necessario dirlo, ma era un rituale che a tutti faceva piacere seguire.
Finirono la loro magra cena e si infilarono sotto le coperte, spegnendo la luce.
Nel silenzio della notte, il rumore delle gocce che cadevano sul tetto diventò ben presto una monotona ninnananna.
Naruto, sotto le coperte, si trovò sveglio e ansioso.
L’indomani sarebbero entrati nel Villaggio della Pioggia.
Dove c’era Itachi.
E, presumibilmente, anche Sasuke.
Non doveva preoccuparsi.
Sarebbe stato felice.
Sarebbe stato Hokage.
Anche dopo il ritorno di Sasuke.
Se lo ripeté mille e mille volte, invece di contare le pecore.
Poi, all’improvviso, sentì una coperta frusciare. Dei passi leggeri, quasi impercettibili, che si avvicinavano a lui. Un corpo caldo che si stendeva contro la sua schiena. Le braccia di Sakura attorno alla sua vita.
«Non riesci a dormire?» le sussurrò, più piano possibile.
«E’ la pioggia…» bisbigliò lei, mentendo.
E lui lo sapeva. Lo sentiva dalla sua voce.
«Ah» si limitò a dire, sovrapponendo le sue mani grandi a quelle piccole di lei.
Se Sai e Kakashi si erano accorti di qualcosa, ebbero il buon gusto di fingersi addormentati.

La mattina dopo pioveva ancora.
Parlando con la vecchia proprietaria della locanda, che a quanto pare lo aveva preso in simpatia, Kakashi scoprì che lì era sempre così. I giorni di sole in un anno si contavano sulle dita di una sola mano, ed erano considerati quasi miracoli.
«Perché non capitano a noi?» sospirò Sakura, ferma sulla soglia dell’atrio.
Guardò sconsolata la pioggia che scrosciava, e pensò ai suoi poveri capelli.
«Sakura, muoviti!» la chiamò Naruto, già avanti con gli altri
Lei esitò. E poi sentì l’occhiata penetrante della vecchia nella schiena.
Si affrettò a raggiungerli.
Uscirono dal villaggio senza più essere squadrati in maniera strana, e si trovarono ad attraversare una campagna desolata in cui il fango si stendeva a perdita d’occhio. Di tanto in tanto si imbattevano nei resti di un villaggio distrutto da qualche guerra, ma per la maggior parte del tempo furono completamente soli.
Finché non raggiunsero un paese nettamente più evoluto del primo che avevano incontrato.
«Siamo vicini al villaggio della Pioggia» spiegò Kakashi mentre si avvicinavano. «Qui troveremo qualcuno che ci aiuterà a entrare»
«L’eremita porcello usa i rospi» obiettò Naruto. «Perché non possiamo farlo anche noi?»
Per un terribile istante Kakashi e Sakura ebbero la disgustosa visione di loro che uscivano dalla bocca di Pak.
«Perché no» si affrettò a dire Kakashi.
«Oh...» fece Naruto deluso.
Ogni secondo che perdevano era un secondo in più dal suo incontro con Sasuke... ma non era lui il capogruppo. Non poteva fare nulla.
Entrarono nel paese senza essere notati, e camminando per le strade scoprirono che in quel luogo la gente era molta di più e, almeno a una prima occhiata, in condizioni economiche nettamente migliori.
Kakashi li guidò attraverso un dedalo di stradine, affiancate ora da alti palazzi tecnologici, ora da baracche di legno malridotte, fino a un locale che, secondo l’insegna, vendeva ramen. Solo al vederlo lo stomaco di Naruto brontolò.
«Ci fermiamo a mangiare?» chiese, allo stesso tempo speranzoso e incredulo.
«No» rispose Kakashi, demolendo i suoi sogni. «Qui troveremo chi ci aiuterà a penetrare nel villaggio della Pioggia. Seguitemi»
Entrarono nell’edificio di legno gonfio, dal soffitto basso, e si trovarono in un ambiente dimesso ma tutto sommato pulito. Kakashi si avvicinò al banco, scambiò poche parole con l’uomo che cucinava, e quello annuì brevemente e fece cenno a tutti di seguirlo nel retro.
Obbedirono, e raggiunsero una stanzetta spoglia in cui stava un vecchio curvo, seduto a fumare la pipa in un angolo. Disegnava ideogrammi su un foglio umido.
«Hn?» fece, quando li vide.
«Siete voi che procurate una via d’accesso al villaggio della Pioggia?» domandò Kakashi.
Il vecchio strinse gli occhi e lo studiò. Poi si esibì in un ghigno sdentato.
«Giusto, figliolo» disse con voce roca, levandosi la pipa di bocca. «Deve essersi diffusa la notizia, eh?» rise, di una risata asmatica che culminò con un accesso di tosse. «Neanche due giorni fa ho aiutato a passare quattro ragazzi suppergiù come voi. Tipi strani, davvero… tipi strani»
Sorrise.
Ma Kakashi e gli altri non riuscirono a ricambiare.
Quattro ragazzi.
Sasuke e i suoi tre compagni.
Dunque erano già nel villaggio della Pioggia.


«Che bel posto» commentò Suigetsu con un ghigno, mentre l’acqua che scendeva dal cielo scorreva sui suoi capelli.
I tre avanti a lui, con il cappuccio ben fermo sulla testa, lo ignorarono. Ad eccezione di Karin.
«Muoviti, brutto stupido!» lo richiamò, astiosa. «Non perdere tempo a fare l’anfibio!»
I suoi occhiali erano bagnati. Il che la disturbava parecchio.
«See, see… zitella» masticò il ninja tra i denti.
«Che cosa?» scattò la kunoichi, sul piede di battaglia.
«Piantatela» li raggiunse una terza voce, bassa e fredda.
Sotto il suo cappuccio, Sasuke Uchiha era insolitamente cupo.
Sapeva con certezza che Itachi era lì.
Lo sentiva.
E non era dell’umore giusto per tollerare i litigi di Karin e Suigetsu.
Juugo, l’ultimo del gruppo, si guardava attorno in silenzio.
«…Qui gli uccelli non volano» commentò dopo qualche attimo, scrutando il cielo plumbeo tra gli alti palazzi che si stendevano davanti a loro.
«Andiamo» ordinò Sasuke, incamminandosi. «Abbiamo un lavoro da portare a termine»
«Ma certo» Suigetsu ghignò. «A proposito, pensi che ci raggiungeranno anche quei simpaticoni dei tuoi amichetti della Foglia?»
L’occhiata gelida lo colse impreparato.
«Eheh… scherzavo» ritrattò, il sudore sulla sua fronte che si confondeva con la pioggia.
La verità era che aveva un conto in sospeso con uno dei quattro che seguivano Sasuke.
E, anche se il leader del Serpente non sembrava ansioso di incontrare di nuovo il suo passato, lui invece fremeva dalla voglia...

Era già trascorso un anno dal loro incontro.
Era successo un anno dopo che Sasuke aveva arruolato lui, Karin e Juugo, ovvero a metà della loro nuova vita.
In quel periodo erano sulle tracce di Itachi Uchiha, ed erano straordinariamente vicini… Poi erano comparsi quei quattro ninja della Foglia, che a quanto pare conoscevano Sasuke. E avevano mandato in fumo il loro inseguimento, mettendo in fuga Itachi.
A Sasuke non era affatto piaciuto.
Ahh, se ci pensava poteva ancora sentire il piacere di quello scontro… il morbido affondare della sua lama, un tempo appartenuta a Zabuza, nella carne bianca di quel ragazzo tanto impassibile. Anche nel dolore aveva fatto una smorfia contenuta e misera.
Quanto desiderava vedere il suo volto straziato…

«Ti sei fermato di nuovo!» lo accusò Karin, e Suigetsu si accorse che gli altri erano più avanti lungo la strada.
«E’ che sono particolarmente di buon umore» si scusò allungando il passo. «Questo clima è davvero fantastico»
Alzò il viso verso il cielo, la bocca costellata di denti aguzzi aperta per ricevere le gocce fredde.
Sulla fronte di Karin si gonfiò una vena.
«Questo clima è una schifezza» lo contraddisse. «I miei capelli sono orribili con questa pioggia»
«Quelli sono sempre orribili » mugugnò lui a mezze labbra.


«Buona fortuna, qualunque cosa dobbiate fare» augurò il vecchio, davanti al tratto di confine che aveva indicato ai ragazzi per introdursi nel villaggio. Lì non c’erano mezzi di rilevazione né guardie, e il semplice recinto metallico che delimitava il territorio era stato tagliato con un paio di cesoie. Dal momento che era nascosto in un tratto coperto di umida foresta, nessuno si era dato la pena di controllarlo.
«Per curiosità…» disse Kakashi vago, mentre gli allungava il denaro. «I ragazzi che avete aiutato prima di noi… quando vi hanno contattato?»
«Mh… un paio di giorni fa» rispose il vecchio dopo una breve riflessione. «Anzi no, ieri. Sembrava che avessero fretta… Li ho fatti passare da qui, come voi»
«…Grazie» sorrise il capogruppo, sotto la maschera.
«Ma vi pare? In gamba, figlioli!»
Con un cenno del cappello a tesa larga che lo riparava dalla pioggia, l’uomo diede loro le spalle e si allontanò lungo il sentiero quasi invisibile che lo avrebbe riportato al suo villaggio.
Kakashi guardò Naruto.
«Ora che siamo praticamente arrivati, credo non sia più possibile rimandare una spiegazione circa i tuoi ultimi “allenamenti”…» disse grave. «Dobbiamo sapere esattamente quali armi abbiamo in mano»
Il biondo si accigliò, distogliendo lo sguardo, mentre Sakura cercava invano di incontrare i suoi occhi.
Non avrebbe voluto parlarne, onestamente.
Aveva evitato il discorso più che poteva, ma… ora doveva farlo. Lo diceva anche Kakashi, dovevano sapere esattamente cosa aveva a disposizione.
Inspirò a fondo.
Cosa avrebbero pensato di lui dopo ciò che stava per dire?
«…Posso controllare la volpe» mormorò piano, ad occhi bassi.
Silenzio.
«Questo… lo sapevi fare anche prima» disse Sakura esitante. «Persino adesso lo stai facendo. La stai controllando»
Ma lui scosse la testa.
«No… di solito mi limito a trattenere completamente il suo chakra. Ma ora sono in grado di usarlo. Tutto» deglutì. «E’… una specie di evocazione…»
«Aspetta un attimo» lo interruppe Sakura, spalancando lentamente gli occhi. «Stai dicendo… che liberi consapevolmente quel mostro?»
Lui le lanciò un’occhiata ansiosa. «Posso gestirla» assicurò. «Mi sono allenato con Jiraya, ora è perfettamente sotto controllo…»
«Stiamo parlando della volpe a nove code!» esclamò lei, turbata. «E’… un demone! Ha distrutto il villaggio chissà quante volte! E’… malvagia
Ricordava ancora la volta in cui Naruto, con sole quattro code libere, l’aveva ferita.
Pensare che ne tirasse fuori, consapevolmente, nove…
«Posso controllarla!» ripeté Naruto con insistenza. «Te lo giuro. Ho fatto un’infinità di prove, ed è praticamente mia!»
Lo rendeva ansioso sentirla così inquieta. E quel “malvagia” uscito dalle sue labbra, così… duro… e… disgustato… lo aveva ferito.
Era esattamente ciò che aveva temuto.
Perché in parte lui era Kyuubi.
«Ne sei certo?» intervenne Kakashi prima che Sakura ribattesse. «Sei assolutamente certo di riuscire a controllare il suo potere, in ogni situazione?»
Naruto esitò.
«Anche quando sei arrabbiato?» aggiunse Kakashi, impassibile.
Naruto strinse i pugni.
L’avvertimento di Jiraya prima di partire per la missione risuonò nelle sue orecchie: “e vedi di mantenere la calma...”
Quando si arrabbiava, aveva scoperto, la sua volontà tendeva a… coincidere con quella della volpe. Non è che ne perdesse proprio il controllo… più che altro si uniformava al suo pensiero.
Ma, di fatto, la lasciava libera di fare ciò che voleva.
«Sì» mentì, con più intensità di quanto avrebbe voluto. «Anche quando sono arrabbiato»
Doveva guadagnare la loro fiducia.
Non poteva permettersi di essere squadrato con sospetto.
Sostenne lo sguardo di Kakashi per tutto il tempo che fu necessario.
Alla fine il jonin chiuse gli occhi e annuì.
«Va bene. Allora andiamo…» disse. «La nostra priorità è trovare Sasuke, ora. Prima che incontri Itachi… La volpe potrà anche essere una creatura malvagia, ma se Naruto dice di riuscire a controllarla, il suo potere ci sarà indubbiamente utile»
Si incamminarono in un clima insolitamente pesante, e, dopo aver scavalcato i resti del recinto, avanzarono nel sottobosco coperto di ostacoli.
Sakura non staccò gli occhi da Naruto una sola volta.
Fin da bambino si era lamentato di quella presenza estranea nel suo corpo. Anche quando non sapeva cosa fosse, malediceva quel qualcosa che lo rendeva diverso… e lo odiava. Poi, crescendo, aveva imparato a fare a meno della sua forza. Si era rifiutato di farsi controllare, l’aveva respinta in un angolo della sua coscienza, si era sforzato di dividersi da lei, di diventare un’entità indipendente. Aveva voluto recidere ogni legame con il mostro che lo divorava dall’interno.
E ora…
L’aveva accolta.
Domata, sottomessa, forse asservita… ma l’aveva accettata.
Solo lei vedeva il pericolo insito in quell’avvenimento?
Solo lei vedeva che lui… era cambiato?
Solo lei si preoccupava?
«Sakura, muoviti!» la chiamò Naruto, oltre un leggero dislivello e lei si accorse di essersi fermata.
«Sì… arrivo!» rispose, riprendendo il passo.

Bene.
Se nessuno se ne accorgeva… ci avrebbe pensato lei a tenerlo d’occhio.
E a intervenire al momento giusto, prima che…
…Prima che lui e Kyuubi diventassero una cosa sola.

Su di loro, tra le foglie, la pioggia cadeva uniforme.
E, nello stesso momento, bagnava anche il Serpente e Itachi Uchiha…













*      *     *   *  
  ȣ    *   *     *      *


Spazio autore

E rieccomi di nuovo qui ad aggiornare!
Finalmente in questo capitolo fa la sua comparsa Sasuke!
Per tutti coloro che attendono con ansia Itachi,
pazientate, pazientate...
Al prossimo aggiornamento i vostri desideri saranno esauditi!
Ringrazio ancora una volta chi legge e recensisce;
dal prossimo capitolo inizieranno i veri casini,
non perdeteli!
XD

Aya


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Capitolo 6
*** Split up ***


Naruto-6


Capitolo sesto

Split up





Il Paese della Pioggia era tecnologicamente più evoluto delle altre Grandi Terre.

Gli alti palazzi che si ergevano verso il cielo già dimostravano un grado tecnologico enormemente avanzato, rispetto a, per fare un esempio, il Paese del Vento: da una parte c’erano grattacieli grigi e cavi che correvano attraverso il cielo, dall’altra case di roccia squadrata, perennemente spazzate dalle tempeste di sabbia.
Il Paese della Pioggia era sempre stato terra di contese e guerre. Probabilmente la necessità di ricostruire ogni pochi anni aveva spinto i suoi abitanti a progredire nel campo della scienza e della tecnica, fino a raggiungere nuovi straordinari livelli.
Da quel punto di vista, non era affatto strano che l’accesso al Paese fosse assolutamente ristretto, e sottoposto a rigidissimi controlli.
Tuttavia la tendenza ad attribuire agli altri le proprie caratteristiche è tipica dell’animo umano, e laddove gli ingressi al Paese erano sorvegliati fino all’ultimo centimetro, le zone in cui la natura si sviluppava incontrastata erano lasciate pressoché al loro destino. Tratti boschivi, grotte sotterranee, pareti scoscese... non interessavano alle guardie. Non quanto i canali delle fogne, almeno.
Ma quella volta una semplice debolezza si sarebbe rivelata un’imprudenza fatale.
Perché non solo il Paese aveva già involontariamente accolto un elemento di potenziale instabilità nella figura dell’Akatsuki… ma aveva anche permesso all’unica cosa in grado di innescare la miccia di fare il suo ingresso indisturbata.
E quella cosa si incarnava in due gruppi di quattro persone: il Serpente e il Team Kakashi.
Attualmente erano entrambi nel Villaggio della Pioggia, il sorvegliatissimo villaggio ninja del Paese, a pochi metri di distanza ma ignari l’uno della presenza dell’altro.
Era stato facile entrare nel villaggio, nettamente più semplice che penetrare nel Paese.
Innanzitutto non avevano dovuto cercare tramiti né attraversare distese di rovi, e in secondo luogo avevano trovato nelle grotte sotterranee della foresta un varco inaspettato. Probabilmente un tempo quei sotterranei erano serviti come rifugio e via di fuga, ma con gli anni e le generazioni i ninja della Pioggia li avevano imprudentemente dimenticati.
Il che avrebbe finito per rappresentare un enorme pericolo.
Kakashi e il suo gruppo camminavano per le strade del villaggio travestiti da mercanti della Pioggia. I ninja del Paese erano tanto sicuri del proprio sistema di sicurezza che quasi sicuramente non avrebbero effettuato controlli, quindi erano relativamente tranquilli.
Come il resto del territorio, anche il villaggio mostrava da subito i segni della tecnologia: il palazzo del capo-villaggio, per fare un esempio, era quanto di più modernamente squallido ci fosse; un edificio squadrato, grigio, coperto di vetrate. Anche le guardie sembravano grigie come il villaggio e il cielo. A loro discolpa si poteva dire che la pioggia perenne non invoglia al buonumore.
I ninja della Foglia camminarono in silenzio fino a imbattersi in una locanda frusta che dava sulla strada principale; l’insegna recitava “Il temporale”, e nel momento in cui i ninja di Konoha la lessero un tuono rombò cupo.
«Decisamente azzeccato…» mormorò Sakura mentre entravano nell’edificio di cemento che, inutile a dirsi, era di un grigio spento.
All’interno una lampadina fredda illuminava un atrio sterile, e l’uomo al di là del bancone leggeva il giornale con aria distratta. Quando li vide arrivare alzò lo sguardo annoiato.
«Una quadrupla?» chiese laconico, ricavando dagli abiti la loro disponibilità economica.
Kakashi scostò appena la tesa del cappello largo, mostrando soltanto l’occhio destro, e, il resto del viso avvolto in una sciarpa blu, assolutamente irriconoscibile, ringraziò e tirò fuori delle banconote usurate.
Le pareti della loro stanza erano troppo sottili per mettere loro di parlare a volume più alto di un bisbiglio, così dovettero sedersi sul pavimento non troppo pulito e preparare un piano d’azione sussurrando.
Con una cartina stesa tra loro, Kakashi indicava diversi punti del villaggio.
«Il grande Jiraya ha incontrato Itachi Uchiha qui» mormorò indicando un vicolo ad ovest del paese. «E ha sconfitto Pain dell’Akatsuki qui» fece scivolare il dito fino a una zona in periferia, nei pressi di un corso d’acqua. «Muovendoci attraverso il villaggio ho captato i discorsi dei ninja: sembra che Pain fosse una sorta di colonna portante del Paese, e tutti sono molto preoccupati per la sua scomparsa… il che mi porta a ipotizzare che la notizia della sua morte non si sia ancora diffusa. Non so se il suo cadavere sia stato ritrovato o meno, ma se così fosse qualcuno ha ritenuto opportuno non divulgare la notizia. Per quanto riguarda noi, ci troviamo qui» additò la strada principale, e un edificio uguale a tanti altri. «Siamo all’incirca nel centro del villaggio, e anche se forse non è una posizione molto sicura, ci permetterà di avere un controllo maggiore su quello che succede nell’intero paese. Ho già liberato i cani ninja per le strade, tra qualche ora torneranno a riferire. Questa pioggia li disturberà parecchio, ma potremmo anche essere fortunati e scoprire che hanno trovato tracce di Sasuke o Itachi»
«Qual è la base dell’Akatsuki?» chiese Sai.
«Questa» Kakashi indicò un grande edificio camuffato tra alti grattacieli. «Ma ora dovrebbe essere deserta…»
«L’Akatsuki non stava rinascendo?» lo interruppe Sakura.
«Sì, ma non credo che si riuniscano ancora nello stesso posto. Sarebbe un’imprudenza troppo grave da parte loro»
«Però… se a ricostituire il gruppo è quel ninja “poco preoccupante” di cui ci ha parlato Tsunade…» ipotizzò Naruto. «Potrebbe aver commesso un errore del genere»
«Dubito che un membro dell’Akatsuki sia stupido, per quanto inferiore agli altri» obiettò Kakashi. «Ma è anche vero che questo Tobi avrebbe potuto fare lo stesso nostro ragionamento, e tornare in quel palazzo credendo che noi lo scartassimo… Quindi domani andremo a controllarlo, per sicurezza. Sempre se i miei cani non portano notizie interessanti»
Sakura, Sai e Naruto annuirono.
«Non sappiamo cosa ha in mente esattamente Itachi?» chiese poi il biondo. «Ha detto che voleva fare una cosa… ma cosa?»
«Il grande Jiraya non lo sapeva. Ma comunque non ci interessa, perché il nostro obiettivo è catturarlo non appena lo vediamo, indipendentemente da ciò che sta facendo. Anche se stesse sviluppando una nuova strabiliante tecnica, non gli lasceremmo il tempo di completarla»
«Maestro Kakashi… posso chiederti una cosa?» domandò Naruto, piatto. «Smetti di chiamare l’eremita porcello “il grande Jiraya”: mi fai venire i brividi…»


Per ora erano solo in tre.
Tobi, Itachi Uchiha e l’ultimo acquisto dell’Akatsuki, un ninja della Pioggia a capo coperto, piuttosto cupo e taciturno.
Si erano radunati in quella stanza buia per la prima volta da quando Pain e Konan erano stati sconfitti, e Tobi giocherellava allegro con i sei anelli dell’Akatsuki che ora gli ornavano le dita.
Itachi e l’altro ninja lo ignoravano.
«Chi stiamo aspettando?» chiese a un tratto quest’ultimo, rivelando una voce bassa e gutturale. Nella penombra i tratti del suo viso non erano distinguibili.
Itachi spostò lentamente gli occhi su Tobi.
Lui fece saltare un anello in aria e lo riprese al volo.
«Cosa?» disse accorgendosi all’improvviso dell’insolita attenzione a lui riservata. «Ah sì! Chi aspettiamo?»
«Sei stato tu a dire di radunarci!» ringhiò il ninja aggressivo.
«Io? Ah, è vero! Su, Kamaro, non essere così spigoloso! Sta per arrivare»
«Chi?» ripeté l’altro, sempre più irritato. Era onorato di essere entrato nell’Akatsuki, ma quello stupido ragazzino proprio non lo reggeva. Come poteva un idiota simile essere nel gruppo?
«Io»
Tutti posarono gli occhi – nel caso di Tobi qualunque cosa ci fosse dietro la maschera – sull’ingresso della stanza, nell’angolo più buio.
Un’ombra era comparsa all’improvviso, perfettamente silenziosa, e aveva parlato con voce neutra.
«Oh» fece Tobi. «Eccolo»
Itachi non commentò. Kamaro assottigliò gli occhi.
«Fatti avanti» ordinò secco. «Chi sei?»
«…Per oggi passi…» mormorò la figura camminando verso di loro, e rendendosi mano a mano più visibile. «Ma la prossima volta che ti rivolgerai a me con parole irrispettose…» ormai era nella penombra leggera, e la sua sagoma era ben delineata. «…Ti ucciderò»
Non aveva alzato la voce.
Non ne aveva neanche avuto bisogno.
Perché Kamaro aveva riconosciuto all’istante quelle iridi a cerchi concentrici, il rin’negan di cui pochi intendevano la natura, e in un secondo momento anche l’anello al suo indice.
Tutti li avrebbero riconosciuti.
Pain era ancora vivo.
Ci fu un istante di silenzio nella stanza.
«Credevo foste morto» mormorò poi Kamaro, passando istantaneamente al voi. «Per mano di Jiraya della Foglia»
«Eppure sono qui» ribatté Pain con indifferenza. «Evidentemente qualcuno ha diffuso una notizia falsa»
A quel punto guardò Itachi. «Non sembri sorpreso di rivedermi» gli disse.
«Dovrei?» ribatté l’Uchiha, impassibile. «La pioggia cade ancora»
Pain si limitò a guardarlo senza ribattere, e posò gli occhi su Tobi per ultimo.
Si fissarono un istante, poi il ninja mascherato sollevò un pollice nella sua direzione – un pollice su cui brillava un anello dell’Akatsuki.
«Tobi è un bravo ragazzo!» affermò orgoglioso. «Li ho portati tutti qui!»
«Hai fatto un buon lavoro» gli concesse Pain.
Lui sembrò profondamente onorato dal complimento.
Il capo formale dell’Akatsuki fece girare lo sguardo su tutti i suoi vecchi e nuovi sottoposti, e prese fiato per iniziare il discorso che si era proposto; un discorso che iniziava con:
«Il nostro obiettivo non è cambiato: la nove code deve ancora essere catturata»


I cani tornarono senza notizie utili.
Se anche Sasuke era passato per il villaggio, la pioggia aveva cancellato ogni sua traccia.
«Me lo aspettavo» confessò Kakashi senza troppa sorpresa. «Questo Paese è pessimo per chi segue il fiuto. Domani ricominceremo a cercare» annunciò prima di andare a dormire.
E il mattino dopo mantenne la promessa, svegliandoli all’alba con loro somma gioia.
«Ci divideremo, e ognuno perlustrerà una zona del villaggio insieme a uno dei cani. Io andrò ad ovest, nella zona in cui Jiraya ha incontrato Itachi, Naruto andrà a sud, Sai ad est e Sakura a nord. Voglio che Pak segua Naruto, e a voi due darò altri cani»
«Perché Pak?» scattò Naruto, corrucciato.
Non si fidavano di lui?
Kakashi inarcò le sopracciglia. «Perché a sud c’è il vecchio quartier generale dell’Akatsuki, che tu dovrai controllare. Non volevo correre rischi, ma se ti disturba…»
Naruto arrossì, rendendosi conto della propria totale idiozia.
«No, va bene…» borbottò rapido, abbassando lo sguardo.
Sakura gli lanciò un’occhiata veloce.
«Okay, andiamo» ordinò Kakashi, indossando i suoi abiti da squallido mercante.
Gli altri lo imitarono, e insieme uscirono dalla locanda come comuni commercianti squattrinati in cerca dell’affare d’oro. Camminarono per qualche minuto, fino a raggiungere la piazza del villaggio, davanti al palazzo del capo. Lì, sotto la pioggia, una fontana zampillava tristemente, e dai quattro lati dello spiazzo partivano altrettante strade che dividevano il paese nello stesso numero di zone. A Kakashi bastò un cenno impercettibile perché i ragazzi capissero dove dovevano andare, e le guardie davanti al palazzo del capo-villaggio non si disturbarono a controllare gli uomini cenciosi che camminavano lenti per il piazzale.
Senza movimenti bruschi Kakashi condusse il gruppo in una stradina secondaria, un vicolo umido e deserto in cui la luce scarseggiava. Lì evocò quattro cani, tra cui Pak, e li affidò a ciascuno di loro.
«Niente colpi di testa» raccomandò prima che si dividessero. «Se trovate una traccia limitatevi ad avvisare. Non c’è alcun bisogno di fare gli eroi… o di lasciarsi prendere dall’emozione» fissò intensamente Naruto. «Sono stato chiaro?»
Lui annuì, serio.
Niente colpi di testa.
Solo raccolta informazioni.
Certo che aveva capito. Non era uno stupido.
«Allora andate»
Partirono tutti simultaneamente.


«Andate»
Pain li congedò nella sua caratteristica maniera fredda e un po’ brusca, voltando loro le spalle.
Tobi, Itachi e Kamaro rimasero fermi mentre lui usciva dalla stanza in penombra, e poi ancora quando furono soli.
Il primo a parlare fu il ninja della Pioggia.
«Io cercherò nuove reclute nel paese del Fuoco» annunciò con la sua voce leggermente roca. «Non intralciatemi»
«E dire che sono il tuo nuovo compagno di squadra!» piagnucolò Tobi.
Kamaro lo fulminò con lo sguardo. «Se dipendesse da me saresti solo una pozza di sangue» ringhiò quasi. «Ma se devi proprio seguirmi, vedi di non farti notare»
«Che paura!» si lamentò lui, terrorizzato. «Ma prima di partire mangiamo qualcosa?» aggiunse subito, allegro come una berta.
Kamaro digrignò i denti. Sarebbe stato un incubo, se lo sentiva. Lanciò uno sguardo invidioso a Itachi, che sembrava immerso in qualche profonda riflessione, e richiamò la sua attenzione. «Sei fortunato» gli disse risentito. «Tu ora sei in coppia con Pain»
L’Uchiha lo degnò a malapena di un’occhiata. Sistemò con noncuranza il colletto della divisa dell’Akatsuki e poi si avviò alla porta.
«Tsk» fece Kamaro indispettito. Non lo rispettavano abbastanza, lì dentro… avrebbe dovuto mostrare in fretta di che pasta era fatto. «Muoviti» abbaiò a Tobi, e si dissolse in un breve mulinello d’aria e polvere.
«Come?» esclamò Tobi deluso. «Allora non si mangia? Accidenti…» e, con un sospiro desolato, scomparve come il compagno.
Itachi, prima di uscire dalla porta, gettò uno sguardo indietro da sopra la spalla.
E i suoi occhi, all’improvviso scarlatti, si ridussero a cupe fessure rosseggianti.


Naruto e Pak camminavano silenziosi sotto la pioggia scrosciante, il cane naso a terra. A un tratto si fermò e scrollò il pelo bagnato, mugugnando qualcosa sulla bandana che gli avevano tolto e che invece lo avrebbe riparato tanto bene.
«Zitto» gli sussurrò Naruto. «Ora sei un cane normale»
«E’ un insulto, ragazzino» ribatté Pak offeso. «Al prossimo ti azzanno la caviglia»
«Sei qua per lavorare, non puoi farlo a bocca chiusa?» ribatté il ninja indispettito.
Il cane abbaiò minaccioso, e un paio di persone si voltarono nella sua direzione.
Naruto si affrettò ad allungare il passo, svoltando in una via stretta tra due alti palazzi. Una volta al sicuro da sguardi indiscreti si lasciò andare a una ramanzina discretamente farcita di insulti, che Pak accolse leccandosi il didietro con noncuranza. Alla fine gli rivolse un’occhiata annoiata, con quei suoi grandi occhi acquosi.
«Hai finito?» chiese sbadigliando.
Naruto aveva una gran voglia di portarlo a un ristorante cinese.
«Mentre tu blateravi cose senza senso» proseguì il cane mettendosi ad annusare in giro «io ho avvertito una traccia. Se non ti disturba seguirmi, credo di aver trovato l’ingresso al vecchio quartier generale»
«Davvero?» fece Naruto, suo malgrado colpito.
«Ti sembro uno che scherza?» ribatté Pak scoccandogli un’occhiataccia.
“Mi sembri uno che ha una gran voglia di morire” avrebbe voluto ribattere il ninja, ma si morse la lingua.
Ora aveva problemi ben più grandi di un cane rompiballe.
Prima di tutto, adesso avevano iniziato davvero.
Finché non avevano raggiunto il villaggio della Pioggia aveva quasi fatto finta che la loro fosse una missione normale, una di routine.
Che non riguardasse Sasuke.
Ma ora, ora che erano sul campo e che davvero lo stavano cercando… l’ansia tornò a serrargli lo stomaco.
Lo voleva rivedere.
Disperatamente.
Anche se l’ultima volta era stato quasi ucciso da lui.
Anche se rischiava di perdere Sakura.
Lui era il suo migliore amico.
La cosa più vicina ad un fratello che avesse mai avuto… e lo voleva indietro.
A costo di uccidere tutti coloro che si fossero messi sulla sua strada.
Niente colpi di testa, gli risuonò nelle orecchie.
“Ah già” realizzò, ricordando le parole di Kakashi. “Devo starmene buono… o almeno provarci”
Pak abbaiò, poco più avanti, e Naruto si affrettò a raggiungerlo.
«Qua dietro» disse il cane accennando a una catasta di rifiuti.
Naruto arricciò il naso disgustato, e lanciò un’occhiata sospettosa al compagno. «Ne sei sicuro?» indagò.
«Muoviti!» abbaiò quello.
«Va bene, va bene…» bofonchiò il ninja, e si diede da fare per spostare la spazzatura.
Nel giro di due minuti aveva liberato il muro; e soprattutto la porta di metallo arrugginito che lo tagliava.
«Entriamo» disse Pak zampettando avanti, e Naruto aprì, sentendosi inspiegabilmente la parte debole del gruppo.
All’interno regnava l’oscurità più completa, e un pungente odore di muffa.
Naruto estrasse dal marsupio la torcia e l’accese, illuminando una stanza ampia e spoglia. Non c’era assolutamente nulla, là dentro, solo cemento e calce. Dall’altra parte del pavimento, però, vide una scala che saliva verso l’alto.
«Di qua» Pak annusò il terreno e si diresse verso la gradinata, scodinzolando piano.
Naruto lo seguì, illuminando la strada davanti a entrambi, e iniziarono a salire gli scalini. I loro passi rimbombavano nel silenzio, anche le unghie del cane che graffiavano il pavimento. La pioggia non era nemmeno un mormorio lontano.
Naruto si sentiva inquieto.
«Le tracce sono fresche?» chiese quando furono in cima.
«No» ammise Pak fiutando rumorosamente il pavimento. «E’ passato parecchio tempo dall’ultima volta che qualcuno ha camminato qui…»
Naruto fece correre la luce della torcia lungo le pareti della seconda stanza, esattamente identiche alla sua gemella del piano inferiore. Anche lì, dall’altra parte della sala, una scala saliva verso l’alto.
Non nutriva molte speranze di trovare qualcosa, ad essere onesto.
L’agitazione, la trepidazione, l’ansia… erano state placate dalla delusione.
Lui e Pak salirono al piano superiore, in fretta. E una volta lì Naruto dovette spegnere la torcia; erano al capolinea.
«Pak?» chiamò il ninja.
Il cane fiutò l’aria e scosse la testa. «Niente. Qui non c’è nessuno» borbottò.
Naruto si accigliò, inquieto, e fece correre lo sguardo sui tubi e le colonne che tagliavano l’aria. Davanti a lui, dove la parete era costituita soltanto da pilastri, la pioggia scrosciava monotona, e i palazzi si stagliavano nel cielo plumbeo.
Neanche un mese prima in quello stesso posto erano stati Pain, Tobi e Konan dell’Akatsuki.
Poi, all’improvviso, Pak drizzò le orecchie e voltò la testa.
«Arriva qualcuno»

Kakashi era fermo su un tetto, accucciato e pressoché invisibile dal basso. La pioggia sferzava il cappello a tesa larga e il vento faceva ondeggiare le falde del mantello, ma lui non si muoveva.
Era solo.
A un tratto mosse appena il capo, e colse un’ombra alle sue spalle, accompagnata da un ticchettio sommesso di unghie. Il cane che lo accompagnava gli si accostò.
«Niente da fare, nessuna traccia» comunicò scrollando il pelo.
«Andiamo avanti» ribatté il ninja alzandosi in piedi. «Il prossimo palazzo è alto più o meno come questo. Dovrebbe essere l’archivio generale della Pioggia»
Il cane abbaiò piano in segno di approvazione, e seguì il padrone che correva sul cemento verso un edificio dall’altra parte della strada.
Spiccarono il balzo insieme, silenziosi come gatti, e atterrarono contemporaneamente senza il più piccolo rumore. Dalla via più in basso nessuno aveva notato nulla.
«Qui c’è una botola» comunicò il cane dopo una breve esplorazione. «E ci sono tracce recenti di un passaggio»
«Itachi?» chiese il jonin.
«No, qualcun altro. E’ un odore totalmente diverso»
«Lo riconosci?»
Il cane scosse la testa.
E in quell’istante uno shuriken fischiò per l’aria, andando a conficcarsi nel cappello di Kakashi.
Lui si mosse rapido, ma non abbastanza, e il cappello gli fu strappato dalla testa. Il cane scattò in posizione d’attacco, abbassando le orecchie e ringhiando, e il suo padrone ricambiò il gentile benvenuto con un kunai ben mirato.
L’ombra vestita di nero dall’altra parte del tetto lo evitò piegandosi di lato, fulminea, e in un attimo fu davanti a lui, a sua volta kunai alla mano. Incrociò l’arma di Kakashi a mezz’aria, facendola tintinnare, e a quel punto entrambi rimasero immobili, i muscoli tesi nello sforzo di non cedere.
Kakashi, con lo sharingan piantato negli occhi dell’aggressore, fece un cenno minuscolo al cane.
Il suo avversario, con il volto completamente coperto, all’improvviso si accigliò.
Saltò indietro all’ultimo istante, evitando il morso, e per un attimo sembrò confuso.
«Kakashi dello sharingan?» chiese, con voce di donna.
«Con chi ho l’onore di parlare?» ribatté lui, senza abbassare il braccio che stringeva il kunai.
La kunoichi che aveva di fronte portò una mano alla maschera che le nascondeva naso e bocca, pronta ad abbassarla, ma un attimo prima che potesse farlo qualcosa catturò il suo orecchio.
«Maledizione…» imprecò, interrompendosi bruscamente. Lanciò un’occhiata veloce a Kakashi. «Vattene, stanno per arrivare quelli della Pioggia» disse brusca, e in un balzo raggiunse il tetto di un altro edificio.
«Ha ragione» abbaiò il cane, fiutando intensamente l’aria. «Sta arrivando qualcuno»
Kakashi esitò per un attimo, accigliato, poi raccolse in fretta il cappello che gli era stato tolto e se lo calcò sul capo.
Mentre imitava la kunoichi di prima saltando fino a un altro palazzo, analizzò la situazione: una sconosciuta aveva appena cercato di ucciderlo. E l’attimo dopo gli aveva salvato la vita.
C’era indubbiamente qualcosa che non andava.
Balzò a un altro tetto ancora, poi giù in un vicolo, sempre accanto al cane, e una volta lì corse fino a svoltare in una strada più ampia e confondersi tra la gente.
Fu allora che vide il piccolo terrier marrone correre nella sua direzione.
E si accorse che lo conosceva.

Sai aveva controllato metà della sua zona senza scoprire nulla di interessante.
Il cagnetto che lo accompagnava annusava freneticamente il terreno, scodinzolando entusiasta, ma lui non riusciva a condividere la sua emozione.
Pioveva.
Erano in missione.
Di nuovo a caccia di Sasuke.
Un altro fallimento avrebbe potuto essere fatale per l’orgoglio di Naruto.
No. Non c’era assolutamente nulla per cui essere allegri. Senza contare che l’ultima volta che erano incappati nell’Uchiha se l’era vista brutta… l’uomo d’acqua – così l’aveva soprannominato – che era con lui e che poteva modificare il proprio corpo fino a decuplicarne la forza, lo aveva ridotto davvero male. Lui e quella sua pesante e affilata spada.
Portava ancora le cicatrici sulla schiena, e, nonostante una piccola parte di lui desiderasse la rivincita, la parte più grande e razionale riconosceva che avrebbe fatto molto meglio a tenersi alla larga.
Però Sai era un ninja, e aveva una missione.
Trovare Sasuke Uchiha. Anche se avesse significato incontrare di nuovo quel Suigetsu.
Il suo cane abbaiò all’improvviso, arricciando le labbra in un ringhio contenuto.
In quel momento si trovavano in una strada abbastanza ampia e affollata, nonostante la pioggia. Sai alzò lo sguardo e lo fece vagare attorno, alla ricerca di ciò che aveva messo in allarme l’animale.
Non dovette guardare molto.
Il Serpente era esattamente davanti a lui.
«Oho…» sogghignò Suigetsu, snudando i denti affilati. «Che fortuna»
Sai si accigliò impercettibilmente, registrando al volo i cambiamenti avvenuti in quell’anno: nessuno, a prima vista. Se non considerava la spada in più sulle spalle di Suigetsu.
Rimase impassibile, fermo nel flusso delle persone che camminavano, con il cagnetto fremente al suo fianco.
Avrebbe dovuto avvisare gli altri.
Il segnale concordato era moltiplicarsi e trasformare le copie nei propri cani, per spedirli poi agli altri, e nel frattempo mantenere il contatto visivo.
Ovviamente nessuno aveva previsto che incappasse nel Serpente in una situazione simile.
“Merda” fu il suo fine pensiero.
«Tu sei di Konoha» disse Sasuke, senza scomporsi. «Significa che anche Naruto è qui?» mosse appena gli occhi sulla ragazza al suo fianco. «Karin»
Lei chiuse gli occhi per qualche secondo, e alla fine annuì. «A sud» mormorò.
«Non sapete veramente quando smettere…» sussurrò Sasuke, accigliandosi impercettibilmente.
Sai tenne ancora la bocca chiusa.
«Posso giocarci un po’?» chiese Suigetsu, leccandosi le labbra. «Ho anche la spada nuova»
«No» rispose l’Uchiha secco.
“Dobbiamo ucciderlo direttamente” pensò, muovendo le mani sotto il mantello.
Sai vide a malapena la stoffa che ondeggiava, e in quel momento seppe cosa fare: scartò bruscamente, infilandosi in un vicolo stretto.
«Tsk» fece Sasuke, inseguendolo al volo, e Suigetsu scoppiò a ridere e balzò sul tetto di una casa che correva parallela alla stradina.
«Ora posso giocarci?» chiese di nuovo.
«Devi ucciderlo, razza d’idiota!» gli urlò Karin. «Non l’hai ancora capito?»
«E io che ho chiesto?»
Suigetsu ghignò, felice, e saltò giù dal tetto.
La lama un tempo appartenuta a Zabuza si conficcò nel cemento crepandolo in profondità, e Sai fu costretto a fermarsi per non finirci addosso. Si voltò, e scoprì che Sasuke lo aveva praticamente raggiunto.
Davanti e dietro aveva i nemici. Di fianco le strette pareti del vicolo.
L’unica sua speranza era il cane che era rimasto indietro, apparentemente ignorato dagli altri.
Ciò che non sapeva era che Juugo se ne era già occupato.
Con dolore, sì, ma se ne era occupato.

A nord del villaggio della Pioggia non doveva esserci niente, in teoria.
Itachi era stato visto a ovest, l’ex quartiere generale dell’Akatsuki era a sud, perché Sasuke avrebbe dovuto essere a nord? Anche se non avesse saputo dell’ultimo avvistamento di Itachi, per lui sarebbe stato senz’altro più conveniente trovarsi a est, ovest o sud. Di certo non a nord.
Sakura non credeva che sarebbe davvero incappata in tracce rilevanti, in quella zona.
Sembrava la parte più povera del villaggio, quella con l’architettura più arretrata e fatiscente, le strade più sporche e i bambini più cenciosi.
L’Akatsuki avrebbe cercato un posto con più disponibilità tecnologica, sicuramente.
Lei, se fosse stata in loro, lo avrebbe fatto.
Il piccolo terrier marrone che la accompagnava annusava scrupolosamente il terreno, per essere certo di non lasciarsi sfuggire qualche traccia. Sfortunatamente per lui l’asfalto crepato era un’unica pozzanghera, e il suo lavoro si preannunciava quanto mai difficile. Ma lei lo lasciava fare senza mettergli fretta, e intanto si guardava attorno.
Il Paese della Pioggia poteva essere il più avanzato tecnologicamente, ma le zone di povertà erano uguali dovunque: aveva perso il conto di tutte le persone che stavano appoggiate ai muri delle case altrui, chiedendo stancamente la carità o lanciandole occhiate poco rassicuranti; gli scarsi negozi erano più che squallidi e deserti, i negozianti fermi sulla soglia con le mani sui fianchi; la sporcizia era incalcolabile.
Probabilmente quella gente non conosceva neppure le più elementari norme igieniche.
Sakura, come medico, non poteva che soffrire per una situazione del genere. Non poteva che provare pietà per quelle persone e desiderare di aiutarle.
Chi, si chiedeva, potrebbe passare accanto a questi bambini e non fare qualcosa per loro?
Poco più avanti un uomo coperto da un mantello scuro camminava. Passò accanto a un bambino, e proseguì oltre senza nemmeno notarlo.
“Già. C’è sempre qualcuno che può” si disse lei amara.
Poi notò un lembo della veste sotto il mantello.
Nera.
Con un frammento di nuvola.
Scarlatta.
Il suo cuore mancò un battito.
Senza pensarci si gettò in una stradina, trattenendo il fiato, e si appiattì contro il muro. Il terrier che la accompagnava aveva le orecchie basse e la coda tra le gambe, nonostante il coraggioso tentativo di snudare le piccole zanne.
«Lo riconosci?» gli chiese Sakura in un bisbiglio.
Il cane annuì.
«E’ Itachi Uchiha»
Sakura inspirò bruscamente.
Maledizione.
Proprio lui!
E dire che era stata così sicura che non avrebbe incontrato nessuno…
…ma non aveva tempo da perdere piagnucolando.
Niente colpi di testa. Se trovate una traccia limitatevi ad avvisare. Non c’è alcun bisogno di fare gli eroi… o di lasciarsi prendere dall’emozione, aveva detto Kakashi.
Avvisare.
Doveva avvisare gli altri.
Congiunse le mani sotto il mento e creò tre copie di sé stessa, alle quali fece prendere le sembianze del piccolo terrier marrone che la accompagnava. Le guardò partire di corsa, dirette verso i loro obiettivi, e a quel punto inspirò a fondo.
Adesso doveva trattenere Itachi.
Tornò sulla strada più ampia, e vide il mantello nero in lontananza. Insieme al cane, che si sforzava eroicamente di scodinzolare come niente fosse, allungò il passo sulle sue tracce. Lo raggiunse presto, forse troppo, e si chiese se non fosse stata imprudente; ma lui non sembrava averla notata.
Continuava a camminare, e lei sperò che fosse diretto al nuovo quartier generale, finché a un tratto non lo vide svoltare in una stradina secondaria.
Lo seguì in fretta, per paura di perderlo, ma quando imboccò la via presa da lui lo vide fermo in mezzo alla strada deserta, girato dalla sua parte.
La fissava.
«Tu sei la ragazza che è con Naruto Uzumaki» commentò, la voce piena di fredda indifferenza.
Lei sentì un brivido correre lungo la schiena, mentre il terrier al suo fianco ringhiava aggressivo.
Deglutì, sotto il cappello dalla cui tesa le gocce di pioggia cadevano a terra, e corrugò la fronte.
Lui era l’origine di ogni male.
Per causa sua Sasuke se ne era andato.
Per causa sua Sasuke era ossessionato dalla vendetta, e metteva ogni altra cosa al secondo posto.
Per causa sua Sasuke aveva sofferto e soffriva.
«Il mio nome…» mormorò, stringendo i pugni e sentendo la rabbia che rapidamente sostituiva il terrore «…è Sakura Haruno. Sono qua per catturarti»














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Spazio autore


C'è una cosa che avrei voluto fare da tanto tempo,
e che non ho mai fatto:
ringrazio davvero sentitamente Kaho_chan,
che ogni volta mi lascia commenti lunghi e, onestamente, lusinghieri! =^^=
Leggerli è sempre un vero piacere!
Passando alla storia, ecco che iniziano i preannunciati casini!
In questo momento sto scrivendo il capitolo tredici, e vi anticipo soltanto che nel dodici succede davvero di tutto...!
Ahh, non vedo l'ora di aggiornare! XD


Aya


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Capitolo 7
*** Il serpente e la donnola ***


Naruto-7

Capitolo settimo

Il Serpente e la donnola



«Ahh, maledizione!»
Ansante, Naruto cadde in ginocchio e colpì il pavimento con un pugno.
Solo, nel suo appartamento, circondato dalle cianfrusaglie, fissò con astio il pesante kunai dalla forma bizzarra posato sul tavolo dall’altra parte della stanza. Sul manico era riportata una formula complessa.
All’epoca non viveva insieme a Sakura. Ed era ancora un chunin.
Qualcuno avrebbe detto che era pazzo a voler imparare quella tecnica al suo livello… ma, oltre al fatto che personalmente era convinto di essere già più forte di parecchi jonin di Konoha, da quando aveva sentito Kakashi parlarne, e da quando aveva sentito che era stata una tecnica del quarto Hokage… beh. Aveva deciso che doveva essere sua.
Non sapeva esattamente perché, semplicemente la voleva.
Forse, dopo aver appreso il Rasengan, aveva iniziato a illudersi di poter maneggiare qualunque tecnica di Yondaime.
Dislocazione istantanea.
Ecco come si chiamava.
Un nome semplice, facile da imparare… e una tecnica pressoché impossibile.
Aveva chiesto a Kakashi di prestargli il kunai appartenuto al quarto Hokage, quello che aveva la formula riportata sul manico, e di spiegargli a grandi linee la tecnica.
Era davvero convinto che ce l’avrebbe fatta da solo.
Povero sciocco…
Ancora una volta, si era trovato davanti alla genialità di Yondaime.
Innanzitutto doveva raccogliere un’immensa quantità di chakra.
Ma a quello era abituato.
Poi doveva focalizzare la formula nella sua mente.
E già era più complesso, perché la formula era una mostruosità di linee impossibili da memorizzare. Ma con un po’ di impegno poteva farcela.
Infine doveva “indirizzare sé stesso” verso la formula.
Quello davvero non capiva cosa cavolo significasse.
Kakashi gli aveva parlato di una sorta di teletrasporto visivo… Doveva “visualizzare sé stesso nel luogo della formula”.
Sì, okay, parole splendide… ma come cavolo si faceva?
Già doveva concentrarsi per accumulare il chakra e focalizzare la formula, se poi doveva anche “immaginarsi da un’altra parte” ne usciva pazzo.
Si rialzò da terra, congiungendo le mani davanti al petto. Tremavano per lo sforzo.
Non posso arrendermi” si disse stringendo i denti. “Pensavo che anche il Rasengan fosse impossibile, e invece l’ho addirittura superato…”
Peccato che quella non fosse una tecnica sistemabile con la moltiplicazione superiore del corpo, come le precedenti: lì a moltiplicarsi avrebbe solo triplicato la fatica.
Raccolse il chakra, gridando per la frustrazione, e lo sentì vorticare attorno al suo corpo e sollevare i rifiuti sparsi per il pavimento. Chiuse gli occhi, serrando le palpebre più che poteva, e cercò di visualizzare nella sua mente il complesso disegno della formula… ora doveva solo vedersi accanto a lei.
Naruto e la formula.
La formula e Naruto.
Lui e lei.
Poteva farcela!
Il chakra venne a mancare all’improvviso, e lui ricadde di nuovo sulle ginocchia, senza fiato.
Col cavolo che poteva farcela.
Spossato, si lasciò cadere in avanti e rimase ansante sul pavimento, gli occhi vacui e fissi sulle gambe del tavolo.
Maledetto Yondaime… lui e le sue tecniche.
«Mm… immaginavo qualcosa del genere» mormorò la familiare voce di Kakashi, e Naruto spostò faticosamente la testa per guardare la finestra.
Eccolo lì, sul davanzale, a fissarlo scuotendo il capo.
«Guarda come ti sei ridotto» commentò saltando giù e aiutandolo a rialzarsi.
«Bah… dettagli» bofonchiò Naruto lasciandosi ricadere sul divano. Spostò da sotto il sedere un set di kunai. «Domani ci riuscirò»
«No, non credo»
«Sì invece!»
«Non da solo»
Silenzio.
«Oh. Beh, forse…»
«Anche il Rasengan, l’hai imparato insieme al grande Jiraya»
«Sì, ma…»
«E quando sviluppavi la sua evoluzione, c’era Yamato»
«Però…»
«Sei forte, Naruto» Kakashi sorrise. «Ma per l’apprendimento sei davvero negato. Chiedere aiuto non è una debolezza»
Naruto esitò, arrossendo.
Alla fine sbuffò.
«E va bene!» si arrese. «Ma devi garantirmi che riuscirò a imparare questa cavolo di tecnica entro tre giorni!»


Non ci era riuscito neanche in sei mesi.
Era arrivato a un passo dal farcela, sì… ma non ci era davvero riuscito.
Aveva raccolto il chakra, focalizzato la formula, visualizzato sé stesso… ma c’era sempre qualcosa che mancava. E la tecnica non si attivava.
Ora, fermo davanti alla copia di Sakura che un attimo prima era stata un piccolo terrier marrone, tutti gli allenamenti fatti con e senza Kakashi gli si presentarono alla memoria in un solo colpo.
«Sveglia Naruto!» abbaiò Pak, vedendolo immobile. «Dobbiamo andare!»
Cinque minuti prima aveva sentito qualcuno avvicinarsi, e avevano scoperto che si trattava del cane insieme a Sakura. Quando poi la bestiola aveva preso le sembianze della kunoichi e aveva riferito di aver trovato Itachi Uchiha, lui, povero animale che cercava soltanto di fare il suo dovere, si era ritrovato di fianco un imbecille in catalessi.
«Naruto!» chiamò anche Sakura. «Non perdere tempo qui!»
Lui la fissò.
Sakura.
La sua Sakura.
Non davanti a Sasuke, che pure sembrava la più grande minaccia…
…ma davanti a Itachi Uchiha.
Determinata a combatterlo.
Non poteva permettere che le accadesse qualcosa.
Congiunse le mani con tanta forza che i muscoli guizzarono sotto la pelle.
«Che stai facendo?» abbaiò Pak.
Raccolse il chakra, e una folata di vento spazzò il pavimento polveroso.
«Naruto!» esclamò Sakura, riparandosi il viso.
Focalizzò la formula.
Visualizzò sé stesso.
Lui e la formula.
Lui e Sakura.
E, per la prima volta, davanti agli occhi stupefatti di Pak e della copia di Sakura, completò la tecnica di dislocazione istantanea del quarto Hokage.


«Il mio nome è Sakura Haruno. Sono qua per catturarti»
Itachi rimase in silenzio, sotto la pioggia scrosciante. Con esasperante lentezza fece scivolare una mano fuori dal kimono, e la osservò.
«Spiegami una cosa…» mormorò. «Perché sprecate tante energie per Sasuke? Lui vi ha tradito»
Sakura strinse i denti.
«Tu non potrai mai capire noi o Sasuke!» gridò. «Non potrai mai capire il sentimento che ci lega, o perché lo vogliamo indietro!»
«No, infatti non lo capisco…» ammise Itachi, peraltro senza apparire molto turbato. «Lui ha espresso chiaramente il suo desiderio di non avere più nulla a che fare con il villaggio della Foglia… eppure voi insistete nel volerlo riportare a Konoha. Il che va anche contro la sua volontà. E quindi non è nel suo interesse. Vuoi forse dirmi che lo fate “per il suo bene”? Sarebbe una sciocchezza. Capirei se lo amaste…»
Involontariamente, Sakura sussultò appena.
Itachi si interruppe.
«Oh. Dunque è così» mormorò.
«No!» gridò Sakura. «Il sentimento che ci lega a lui è diverso!»
«E il sentimento che ti lega a lui?»
«E’ diverso!» ripeté lei, furibonda.
Dove voleva portarla quel bastardo?
Voleva spingerla a dire qualcosa di cui si sarebbe pentita per sempre?
«Ah» si limitò a bisbigliare Itachi, senza staccare gli occhi da lei. «Dunque non lo ami»
E all’improvviso i suoi occhi furono scarlatti.
E lui non fu più Itachi, ma Sasuke.
“E’ un’illusione” realizzò Sakura nel momento in cui il Sasuke che le stava davanti le sorrise.
«Ti amo…» le sussurrò, e lei sentì un brivido correrle giù per la schiena.
«No!» gridò, premendosi una mano sulla fronte e lasciando scorrere il chakra.
L’illusione prese contorni sfilacciati e si dissolse rapidamente, lasciandola solo leggermente stordita. Lei fissò il maggiore dei fratelli Uchiha con astio.
«Ti sei liberata…» commentò lui, accigliandosi. «Significa che non bastava»
Sakura vide i suoi occhi mutare leggermente nel disegno dello sharingan.
Fu solo un attimo, ma bastò per richiamare alla memoria vecchie parole del maestro Kakashi:
Lo sharingan ipnotico non è una comune tecnica illusoria. Non si può contrastare con i metodi tradizionali, e neanche io che possiedo lo sharingan sono in grado di fermarla una volta che è iniziata. Non ha punti deboli. Si può solo evitarla chiudendo gli occhi
Abbassò le palpebre in fretta, irrigidendosi in attesa di un eventuale attacco.
Maestro Kakashi, come possiamo combattere un possessore di sharingan ipnotico, allora?
Sentì un impercettibile spostamento d’aria davanti a sé, e rapida raccolse il chakra nella mano destra, scagliando un pugno verso il basso.
Tu vuoi sapere come battere Itachi Uchiha, non è così Sakura?
L’asfalto si frantumò con un crack secco, e grossi frammenti taglienti le graffiarono braccia e viso. Sentì il cappello volare via.
Ehm…
Sakura scattò indietro, tendendo al massimo ogni suo senso per cogliere anche il minimo rumore o spostamento.
Lo sharingan non si può battere, in teoria. Ma Itachi Uchiha ha un grosso punto debole: la vista. Continuando a usare i suoi occhi indiscriminatamente si stanca presto… e sono sicuro al 95% che ormai la sua vista sia molto compromessa. Al momento è ancora forte perché il suo sharingan gli premette di anticipare le mosse dell’avversario, e perché la sua esperienza sul campo di battaglia è immensa… ma credo che veda molto poco
Sakura riaprì gli occhi di scatto.
Non poteva combattere cieca.
Non poteva dare questo vantaggio a lui, che già vedeva così poco.
Per una frazione di secondo le parve di incrociare il cremisi intenso dello sharingan ipnotico, ma distolse in fretta lo sguardo scartando di lato.
Fece scivolare una mano nel marsupio, afferrando una manciata di polvere urticante, e mentre Itachi si voltava nella sua direzione lei colpì di nuovo l’asfalto già martoriato, facendogli perdere l’equilibrio. Itachi spiccò un balzo, e lei con lui. Mentre i frammenti più leggeri della pavimentazione erano ancora sospesi in aria, Sakura scagliò la polvere verso i suoi occhi.
L’aveva preparata lei stessa.
Finissima, quasi invisibile, all’inizio aveva pensato di lasciarla a casa.
Non credeva che le sarebbe servita.
Itachi la vide tendere la mano verso di lui, e il suo sharingan gli disse che scagliava qualcosa nell’aria davanti ai suoi occhi opachi. Scartò bruscamente, pur senza vedere la polvere, ma quando atterrò di nuovo sentì la prima, bruciante fitta.
Portò una mano alle palpebre, corrucciato.
Sakura, con i piedi a terra a qualche passo di distanza, esultò.
Ce l’aveva fatta!
Rapida afferrò uno dei kunai che teneva sotto il mantello, e lo scagliò verso Itachi.
All’ultimo istante lui lo deviò con il braccio, e le lanciò un’occhiata irritata.
Il kunai cadde a terra. Sul suo manico era disegnata una formula complessa.
Naruto ne aveva regalato uno sia a lei che a Sai.
«Non ti lascio scappare!» gridò Sakura scattando in avanti.
Itachi spalancò gli occhi scarlatti, incurante del dolore e delle lacrime che li offuscavano, e, nonostante il mal di testa pulsante che avvertì subito dopo, attivò lo sharingan ipnotico.
Sakura non riuscì ad evitarlo.
E mentre lei cadeva all’improvviso in avanti, una nube di fumo si originò sopra il kunai regalatole da Naruto.


Era dannatamente più difficile del previsto.
Sai schivò la spada di Suigetsu, e si trovò Sasuke alle spalle. Per evitare la sua katana fece una complicata contorsione, e cadde sul polso in malo modo. Si gettò di lato, per incappare nelle mani di Karin, ma prima che potesse stupirsi si trovò di nuovo la lama di Suigetsu a un passo dalla gola. Piegò la testa di scatto, e sentì lo sfregio sul collo, mentre rotolava indietro.
«Che bestiolina agile» ghignò Suigetsu divertito.
Gli arrivò un pugno di Karin, che gli liquefece la testa.
«Guarda!» gridò la kunoichi, piazzandogli sotto gli occhi in via di formazione una ciocca di capelli tagliata di netto.
Sasuke li ignorò, e fu di nuovo su Sai. Il jonin cercò di farsi indietro, ma la katana dell’Uchiha fu prolungata dal Raikiri e penetrò nella sua spalla, strappandogli un gemito.
«Ah! Ehi, era mio!» protestò Suigetsu, spingendo da parte Karin.
Sai infilò una mano nella borsa e ne estrasse un rotolo. Un’altra scarica di elettricità gli fece perdere la presa, ma la riacquistò subito. Stringendo i denti strappò il laccio e liberò una tigre d’inchiostro, che si avventò su Sasuke. Per non essere morso lui dovette estrarre la katana e lacerare l’animale, mentre Sai sfruttava l’improvvisa libertà e con un balzo raggiungeva un davanzale al primo piano.
«Non di qui» ghignò Suigetsu, conficcando la spada nel muro accanto a lui.
Sai raccolse in fretta il chakra, ma il suo avversario, gongolante, mollò la presa sulla sua lama e afferrò l’altra che portava sulla schiena, fasciata in bende strette. Gli bastò muoverla una sola volta, senza nemmeno sfiorarlo, e il ninja della foglia non sentì più una briciola di chakra nella tecnica.
«Wow» commentò Suigetsu. «Era la prima volta che la usavo»
Sai cercò di raggiungere un altro davanzale, ma Sasuke gli sbarrò la strada. Il chakra che lo teneva attaccato al muro si interruppe, mentre Suigetsu agitava nell’aria la spada un tempo appartenuta a Kisame, e lui scivolò lungo la parete fino ad atterrare di nuovo nel vicolo.
E ora, davanti a lui, c’era un uomo alto quasi due metri dall’espressione neutra… e uno schizzo di sangue sul viso. Sai cercò di schivarlo e passare oltre, ma si sentì afferrare per la collottola, e un attimo dopo un pugno lo colpì tra le costole. Ne sentì almeno due incrinarsi, mentre cadeva in ginocchio sputando sangue, e un calcio lo raggiunse sotto il mento facendolo rotolare fino al muro.
«Vedi? Lui sì che sa come si fa» commentò Karin sarcastica, verso Suigetsu.
«Parla lei che non ha alzato un dito» ringhiò lui in risposta.
Sasuke raggiunse Sai.
Lo fissò, accasciato contro il muro, ansante, stremato, con il bel viso macchiato di sangue.
Eppure anche in quella situazione non riusciva a leggere vero odio nel suo sguardo.
Era come se quel ragazzo fosse stato seriamente limitato nelle emozioni.
Alzò la katana, guardandolo negli occhi.
«Non ho neanche dovuto usare lo sharingan» mormorò.
Calò il colpo.
La lama si conficcò in un rotolo estratto all’ultimo minuto.
Sasuke inarcò un sopracciglio, perplesso.
«E’ questa la tua ultima difesa?» domandò.
E allora vide l’inchiostro colare sulla carta.
Lento, denso come sangue, gocciolò a terra. Poi, come dotato di vita propria, prese a risalire la katana ribollendo.
«Lascia la spada!» gridò Karin all’improvviso.
Sasuke obbedì d’istinto, e la lama restò conficcata nel rotolo.
Prese a vibrare, tremante, e un sottile filo di fumo iniziò ad alzarsi dall’acciaio.
Sai strinse le dita attorno all’inchiostro che l’avvolgeva come una guaina, e la estrasse con un colpo secco, gettandola a terra. Quando riaprì la mano, era seriamente ustionata. Ma non ci fece caso; aprì il rotolo, e mentre i suoi avversari cercavano di capire cosa tentasse di fare, una colata di inchiostro denso e rovente si sprigionò dalla carta e andò a invadere il vicolo.
Il Serpente balzò simultaneamente fino a raggiungere i davanzali del primo piano, mentre Karin intimava a tutti di non sfiorare la strana sostanza per nulla al mondo; quella sorta di sangue nero, come animato di vita propria, prese allora a seguirli lungo le pareti, arrampicandosi come mani viscide e roventi, e li costrinse a risalire ancora.
Sai, in un’isola preservata dal veleno, stringeva ancora il rotolo, ansante.
Suigetsu lo vide e ghignò.
Spiccò un salto – con Karin che gli dava dell’idiota – e agitò in aria la spada di Kisame.
A Sai mancò il fiato, così come il chakra.
Nello stesso attimo l’inchiostro smise di muoversi, e come al rallentatore si staccò dalle pareti, precipitando al suolo. Lo vide colare lungo i muri e lasciare tracce color carbone, e poi… lo vide divorare in fretta i limiti che lui aveva disegnato poco prima.
Lo avrebbe raggiunto.
Non aveva scampo.
Si tirò in piedi con le ultime energie, mentre Suigetsu, attaccato al muro, ghignava, e cercò in fretta una soluzione. Estrasse un altro rotolo, in cerca di un uccello, ma uno shuriken proveniente da Sasuke glielo strappò di mano.
Prima che l’inchiostro lo raggiungesse, lui alzò gli occhi neri a incontrare quelli altrettanto scuri dell’Uchiha.
Li fissò, senza distogliere lo sguardo.
«Naruto non si fermerà» disse, abbastanza forte perché tutti lo sentissero. «Mai»
Sasuke non fece una piega.
L’inchiostro rovente lambì i piedi di Sai.
E la strada intera andò in frantumi.
Grossi frammenti d’asfalto scomposto salirono verso l’alto, innaturalmente lenti nell’ottica da moviola di Sai. Nere gocce d’inchiostro costellarono l’aria, tremolanti, disegnando scie lucenti insieme alle gocce di pioggia.
Poi, quasi fiaccamente, ogni elemento della composizione prese a cadere verso il basso… e, oltre le schegge più grosse, Sai vide… Sakura. Con il pugno ancora calato.
Anche Sasuke la vide.
E lei vide lui.
Fu uno scambio di sguardi lungo un istante…
…poi Sasuke fece un cenno agli altri.
E il Serpente fuggì.


Sasuke era lì, davanti a lei.
In un bagno di sangue.
E Itachi, su di lui, colpiva.
E colpiva e colpiva e colpiva, infierendo sulla sua carne bianca, mentre le sue grida aumentavano di tono e volume… ma non supplicava, perché non lo avrebbe mai fatto… non lui, non l’Uchiha sopravvissuto… e lei guardava, impotente, legata, e le corde le incidevano la carne… il suo sangue cadeva verso il basso, in un’oscurità senza fine… le sue lacrime cadevano con lui… le sua urla si perdevano nel vuoto, con l’unico scopo di superare quelle di Sasuke, di azzerarle, di non fargliele sentire…
«Sakura!»
No!
No, non Naruto, per favore, ti prego… non lui, non lui!
Un grido straziante.
Un ruggito.
E la volpe, un ammasso di chakra scarlatto, che dilaniava le sue carni… suoi capelli dorati, quei capelli che amava tanto, intrisi di sangue… l’aria impregnata di grida, le sue, quelle di Naruto, quelle di Sasuke…
ore… ore… ore… e ore…
e, alla fine, in un silenzio irreale, la morbida voce di Itachi.
Lui, immacolato, davanti ai suoi occhi senza più lacrime.
«Non avresti dovuto cercarmi»
Sakura cadde in ginocchio, senza fiato.
«Sakura!» la chiamò la voce di Naruto.
Lei si portò le mani alle orecchie, gli occhi sbarrati.
No, lui non poteva essere lì, non così in fretta… era l’illusione... non voleva sentirlo gridare ancora! No!
«Nooo!» urlò.
«Sono io! Sono qui!» le disse lui, inginocchiandosi davanti a lei.
Sakura sentì le mani di lui sulle proprie, calde, reali.
Tremante alzò lo sguardo inondato di lacrime e incontrò i suoi occhi celesti, ansiosi, ma… non disperati. Non urlanti.
«N…Naruto…» balbettò, sfiorandogli il viso con dita gelide.
«Era un’illusione!» esclamò lui, prendendole le mani con apprensione. «Stai bene? Non era vero. Non era vero!»
“Ma certo che non era vero” le disse la parte più razionale del suo cervello. “Stai affrontando Itachi Uchiha, devi aspettarti questo ed altro”
Sakura deglutì.
Anni prima Kakashi l’aveva messa davanti a un’illusione simile, ma infinitamente più leggera… e lei era svenuta.
Credeva di essere migliorata da allora.
Credeva di essere diventata più forte non solo nelle tecniche, ma anche nell’animo.
“Stai affrontando Itachi Uchiha” le ripeté la vocina nella sua testa. “E’ tutto un altro livello”
Lei si morse le labbra.
Oltre le spalle di Naruto, vide una sua copia scambiare colpi violenti con l’Uchiha, da un lato all’altro della strada. Ecco perché l’illusione si era interrotta.
E’ tutto un altro livello
Allontanò le mani di Naruto.
“E io sono un’altra Sakura” si disse, corrugando la fronte.
Erano lì per catturare Itachi Uchiha e riportare Sasuke a Konoha.
Non poteva cedere.
Non poteva avere paura.
Doveva combattere.
Fece per alzarsi sulle gambe ancora tremanti, quando la mano di Naruto si posò sulla sua spalla e la tenne giù.
«Ho bisogno che tu stia qui» le disse, grave. Lei fece per ribattere, ma lui fu più veloce. «Devi stare lontana!» esclamò. «Non devi avvicinarti!»
«Perché?» ribatté lei, furiosa.
Lui voleva proteggerla, e le stava bene, ma lei non era una sciocca ragazzina debole!
Poi sentì le sue dita, affondate nella spalla, tremare.
«Perché…» mormorò Naruto, quasi gli costasse fatica. «…Perché ho bisogno che mi fermi… dopo»
Sakura corrugò la fronte.
E vide la sua pupilla stringersi, e diventare verticale.
Attorno l’iride era di un rosso cupo.
La sua mano scottava.
«Naruto…» bisbigliò, spalancando lentamente le palpebre. «Avevi detto che potevi controllarla!»
Lui le rivolse un sorriso sghembo. «Ma certo» assicurò.
«No! Non è vero! Avevi detto che era…»
«Sakura»
Lei ammutolì.
«Io la sto già controllando. Solo che… non funziona esattamente come pensi tu»
«E allora come…» tentò di dire lei, ma inutilmente.
Naruto scosse la testa, e gli artigli comparsi improvvisamente alle sue mani rischiarono di penetrarle nella pelle.
«Me ne occupo io» disse, la voce leggermente distorta. «Ci penso io… tu fermami, dopo. Ti chiedo solo di fermarmi»
«Ma…»
«Giuramelo!» ruggì.
Sakura sussultò, e un brivido le corse lungo la schiena.
«Va bene…» fu costretta a mormorare.
Vide Naruto sorriderle, snudando le zanne già accentuate, e poi… scomparve.
E di lui rimase un’unica immagine, ferma davanti a Itachi, ansante.
Pronta a combattere davvero.

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Capitolo 8
*** Uno stupido ***


Naruto-8


Capitolo ottavo

Uno stupido






«Naruto Uzumaki» disse Itachi Uchiha, leggermente accaldato. «Sei migliorato dall’ultima volta. Ma sei anche rimasto lo sciocco di sempre… ti sei letteralmente gettato nelle loro mani»

Sakura lo aveva trovato.
Lui lo stava combattendo.
Per lei, per Sasuke, per sé stesso.
Perché era furioso, e perché... aveva avuto paura.
Paura di perderla.
La pioggia cadeva leggera su entrambi, sparendo nell’oscurità dei capelli di Itachi e sfrigolando sul corpo cocente di Naruto.
Lo aveva tenuto impegnato fino a quel momento, solo per vedere se Sakura stava bene, ma ora… era arrivato il momento di fare sul serio.
«Stai zitto!» ringhiò Naruto con voce vibrante. Il chakra rosso della volpe scorreva nelle sue vene come fuoco, lo ricopriva ribollendo, e solo un leggero strato del proprio chakra impediva alla sua pelle di ustionarsi e corrodersi.
Niente colpi di testa, aveva detto Kakashi. Non c’è nessun bisogno di fare gli eroi… o di lasciarsi prendere dall’emozione.
«Ancora ossessionato da Sasuke…» mormorò Itachi, gli occhi a malapena arrossati, ora che la pioggia aveva lavato la polvere urticante di Sakura. «Questa fissazione ti porterà alla morte, uno di questi giorni. Presto. Molto presto»
Niente colpi di testa…
«Chiudi la bocca!» ruggì Naruto, e si scagliò contro il suo avversario.
Itachi schivò il pugno per un soffio, ma il chakra scarlatto scartò da solo e lo afferrò per il collo del mantello, scaraventandolo a terra. L’asfalto si frantumò ancora di più, sollevando una nube di polvere subito cancellata dalla pioggia, ma l’Uchiha era già in piedi e pronto con la tecnica creata dalla sua famiglia, la palla di fuoco suprema. Le fiamme esplosero riempiendo completamente la strada, e solo la volpe impedì alla vampata di raggiungere e carbonizzare la pelle di Naruto.
Con un ruggito il suo chakra sembro gonfiarsi fino a scoppiare, dissipando il fuoco così come era già avvenuto molti anni prima di fronte a un avversario diverso. La smorfia impassibile di Itachi si incrinò leggermente, mentre faceva un salto indietro per schivare un kunai che andò a conficcarsi in profondità nell’asfalto devastato. Quel giorno era già ricorso allo sharingan ipnotico una volta, non poteva usarlo di nuovo senza stancarsi troppo… e anche se avesse sconfitto Naruto, c’era la sua compagna pronta a sostituirlo.
«Non voglio ucciderti» disse all’improvviso, occhi scarlatti in occhi scarlatti.
«Stai cercando di usare lo sharingan ipnotico?» chiese Naruto con un ghigno. E la sua voce a un tratto fu completamente diversa, distorta. «Oh no, ragazzino… tu non ne sei in grado»
Itachi si accigliò impercettibilmente.
«Nemmeno tu sembri in grado di controllarti…» mormorò.
Naruto corrugò la fronte.
Non era vero.
Stava bene.
Aveva tutto sotto controllo.
A parte quell’unica, strana frase che gli era scivolata di bocca…
Ma quella non contava. Erano solo parole.
Lui era perfettamente consapevole di ciò che faceva.
Anche prima, non sapeva perché aveva detto a Sakura di fermarlo.
Non aveva senso, poteva benissimo bloccarsi da solo.
Fuori controllo.
Che assurdità.
Era soltanto incazzato.
Ed era ovvio e comprensibile, considerato chi si trovava davanti…
Era… naturale che fosse incazzato.
Terribilmente incazzato.
E un po’ divertito.
No, quello no.
Quella era la volpe, non lui… doveva marcare la differenza, ricordarsene. Era la cosa più importante: la differenza. Finché riusciva a sentire la voce della volpe, era certo di non essere lei. Jiraya glielo aveva ripetuto almeno un milione di volte.
La voce. La voce roca della volpe era importante.
Doveva smettere di ripetersi le cose in quel modo.
E perché stava… scodinzolando?
Girò la testa, e vide le nove pallide ombre delle code di Kyuubi frustare l’aria come quelle di un gatto felice.
Sapeva perché era di buon umore.
Perché voleva combattere.
Voleva sentire il sapore del sangue.
Scosse la testa, cercando di snebbiarla.
Stava usando sì e no il settanta percento del potere della volpe, eppure… eppure all’improvviso era difficile.
Perché?
Con Jiraya aveva gestito fino al novantacinque percento, la quasi totalità… cos’era cambiato ora?
Di nuovo, gli risuonò nelle orecchie la voce di Kakashi.
Ne sei certo? Sei assolutamente certo di riuscire a controllare il suo potere, in ogni situazione?
Sì! Lui poteva controllare la volpe, lo aveva già provato a Jiraya! Lui pot…
Anche quando sei arrabbiato?
Un pericoloso silenzio si dilatò nel suo cervello.
Una pausa lunga una vita.
Ma certo.
Certo che poteva.
Lo stava facendo… e poi non era neanche arrabbiato.
Anche se era davanti a Itachi Uchiha…
Okay, okay, era arrabbiato.
Ma la controllava.
Tanto per dirne una, combatteva per catturare il suo avversario, e non per fare a pezzi quei suoi maledetti occhi, e sentirlo gridare mentre gli artigli penetrano nella carne, e affondare i denti nella sua pelle candida, e sentire il sapore dolce del…
«No!» gridò, scuotendo di nuovo la testa.
«Che c’è, Naruto Uzumaki?» chiese Itachi, senza staccare gli occhi dai suoi. Ci voleva tempo. Ancora un po’. «Nutri qualche dubbio?» Silenzio. Naruto non riuscì ad aprire bocca. «Inizi a pensare di aver mirato troppo alto? Inizi a credere di non essere abbastanza forte per controllare Kyuubi…?»
«Stai… zitto!» un ringhio basso, un gorgoglio nella sua gola riarsa.
Niente colpi di testa.
«Pensavi davvero che sarebbe stato facile? Tu e il mostro che ti porti dentro, in un attimo, avreste dovuto atterrarmi?»
Niente colpi di testa!
«Come se tu potessi davvero controllarlo… non ne sei in grado, Naruto. Non lo sei mai stato, né lo sei in questo momento»
I frammenti di asfalto sotto i suoi piedi si creparono, spaccandosi sonoramente.
«Naruto!» gridò Sakura, sentendo il suo chakra aumentare all’improvviso.
Le pallide code sulla schiena di Naruto sferzarono l’aria, sempre più nette.
Niente colpi di testa.
Niente colpi di testa!
Certo che aveva capito.
Non era uno stupido.
E poi, due occhi rossi come braci nell’oscurità più nera.
E un ghigno malevolo.
A chi vuoi darla a bere? Dopotutto, tu sei uno stupido

Finché senti la voce della volpe va tutto bene”
E quando non la sento più, eremita porcello?”
Allora prega di trovarti accanto a qualcuno di forte… e che ti voglia davvero, ma davvero bene”

La voce di Kyuubi scomparve, inghiottita nelle tenebre che celavano i suoi occhi.
Naruto ebbe un ultimo attimo di lucidità prima di precipitare completamente, e il suo pensiero tentò di indirizzarsi verso qualcuno, qualcuno a lui caro… ma non trovò la via, e si disperse nel buio…
Il sottile strato di chakra che lo ricopriva si infranse.

«Naruto!» gridò di nuovo Sakura, quando la bordata di chakra fu così violenta da frantumare i resti dell’asfalto. Anche Itachi dovette riparare il viso, ma bene o male tirò un sospiro di sollievo.
Naruto Uzumaki non era un ninja imbattibile.
Ma era assolutamente imprevedibile.
Il potere della volpe e la sua fantasia avrebbero potuto rivelarsi fatali, se combinati… mentre la volpe da sola…
…era perfettamente gestibile.
Rapidamente unì le mani davanti al petto, storcendo il naso davanti al ruggito di giubilo del demone.
Quando aveva parlato con Naruto, all’inizio, gli aveva detto “ti sei gettato nelle loro mani”.
E in effetti, lui non aveva alcuna intenzione di catturare Kyuubi e consegnarla a Pain. Né l’aveva mai avuta.
Anche per lui, se la volpe fosse stata catturata, le cose si sarebbero fatte più difficili… Doveva limitarsi a neutralizzarla.
Furono poche semplici pozioni delle mani, completate in pochissimi secondi. Una tecnica insegnata appena usciti dall’Accademia ninja, di una banalità estrema ma pesantemente condizionata dal livello di chi la utilizzava.
Quando dall’asfalto si sollevarono lingue di fuoco in forma di corda, Kyuubi non fece in tempo a vederle, impegnata com’era a godere dell’aria che le invadeva i polmoni. La afferrarono, avvolgendosi attorno al suo corpo, stringendola e strinandola, forti, indistruttibili e dotate di vita propria. La costrinsero ventre a terra, le tolsero il fiato, e alla fine la obbligarono a rivolgere gli occhi di brace sull’autore della tecnica.
«Tu…» ringhiò la volpe, con voce intrisa d’odio. «Non puoi nulla contro di me! Nulla!»
Il volume del chakra aumentò di nuovo all’improvviso, e le funi sembrarono cedere per un istante.
Itachi alzò lo sguardo verso il cielo e le nubi da cui la pioggia cadeva monotona.
Era troppo forte.
Di quel passo anche Pain l’avrebbe sentita…
Abbassò gli occhi.
E solo grazie allo sharingan riuscì ad evitare il Raikiri di Kakashi.
Le funi che stringevano Kyuubi si dissolsero in un istante, mentre lui saltava indietro rimediando solo uno strappo sul mantello.
«Naruto!» gridò Kakashi, senza staccare gli occhi dall’Uchiha. «Avevi detto che la controllavi! Sakura! Che cosa stai aspettando?!»
«S-Sì!» balbettò lei, riprendendosi all’improvviso. Scattò in piedi, frugò nel marsupio con le mani tremanti, ed estrasse un rotolo bordato di nero, chiedendosi come avesse potuto essere tanto idiota da scordarlo.
La volpe la vide, e le sue pupille verticali si strinsero ulteriormente.
«Oh, no che non lo farai!» ringhiò scagliandosi su di lei.
Kakashi ebbe un istante di esitazione, anzi meno.
Ma per Itachi fu abbastanza.
Portò due dita sotto il mento, e scomparve nella pioggia.
«Maledizione!» imprecò Kakashi, voltandosi di scatto. «Sakura, attenta!» gridò correndo verso Kyuubi.
Ma non avrebbe fatto in tempo.
La prima coda stava per abbattersi su di lei, fremente di rabbia, quando… semplicemente, scomparve.
Evaporò nell’aria, sollevando un leggero filo di fumo. E con lei anche il resto del chakra del demone.
Sakura, ancora tremante, stringeva tra le dita un rotolo completamente bianco. Quando vide Naruto cadere a terra senza forze, lo gettò da una parte e lo raggiunse di corsa.
Kakashi si fermò, cupo, e inspirò a fondo un paio di volte prima di guardarsi attorno.
La strada era distrutta, la pioggia si accumulava nelle voragini aperte prima da Sakura e poi da Naruto; il cane che lo accompagnava e quello che aveva affidato a Sakura gli si avvicinarono, bagnati e a muso basso. Dov’era Pak?
Si guardò attorno per un istante, cercandolo con lo sguardo, e alla fine vide il manico del kunai che Naruto aveva regalato a Sakura spuntare tra i frammenti d’asfalto. Si chinò e lo raccolse, fissandolo per un lungo istante.
Alla fine guardò Naruto, sotto le mani premurose della compagna. La pioggia lavava il sangue dal suo corpo.
“Allora ce l’hai fatta, eh…” si disse.
Ma sotto la maschera non brillava nessun sorriso.


C’erano molte cose che avrebbe potuto dire.
“Grazie”.
“Scusatemi”.
“Ho fatto male i miei calcoli”.
E invece disse l’unica che poteva essere l’equivalente di: “Non vi fidate di me?
«Cos’era quel rotolo?»
Seduto a gambe incrociate sul pavimento della loro stanza, Naruto fissava le assi consunte del legno sotto di lui, evitando di incrociare gli sguardi degli altri. A breve distanza Sakura curava Sai là dove la spada di Sasuke gli aveva trapassato la spalla, mentre Kakashi rifletteva in un angolo. La pioggia mormorava fuori dalla finestra chiusa.
Dopo le sue parole, tutti lo fissarono. Sakura scambiò un’occhiata preoccupata con Kakashi, e lui annuì impercettibilmente, facendosi avanti.
«E’ stato il grande Jiraya a procurarcelo» spiegò. «Ognuno di noi ne ha uno. Ha detto che sarebbero serviti nel caso in cui tu avessi perso la testa»
Naruto strinse i denti, frustrato.
Neanche Jiraya si fidava di lui?
«Quindi…» disse amaramente, senza quasi volerlo. «Davate per scontato che non sarei riuscito a controllare la volpe?»
«No» ribatté Kakashi. «Ma alla fine è successo. Dovresti essere felice per l’esistenza di quei rotoli, e perché Sakura ha usato il suo»
Naruto strinse i pugni.
Sapeva che il suo maestro aveva ragione.
Lo sapeva perfettamente, dannazione!
Però…
Però…
«E quindi?» se ne uscì, incapace di tacere. «Adesso non vi fidate più di me?»
Silenzio.
Sakura smise di far fluire il chakra nella ferita di Sai, alzando gli occhi allarmata.
«No, questo non è vero!» si affrettò a garantire.
Ma non aveva neanche finito di parlare, che la voce di Kakashi si sovrappose alla sua con un freddo: «forse»
Tutti lo fissarono sbalorditi, Naruto compreso.
«Non fraintendermi» spiegò allora lui. «Io mi fido di Naruto. E’ del Naruto che si affida alla volpe che non posso essere certo»
«Ma si tratta della stessa persona!» insorse Naruto. «Sono sempre io!»
«No. Il Naruto che conoscevo e di cui mi fido combatte con le sue forze: usa il suo chakra, i suoi pugni, i suoi kunai… Non le risorse di un altro. Perché hai deciso di imparare a evocare la volpe?»
Naruto distolse lo sguardo, stringendo i denti. «Perché pensavo di poterla controllare» ammise controvoglia.
«E dunque pensavi di essere più forte di lei» continuò Kakashi. «Perché dovresti servirti di qualcosa che è più debole di te?»
Naruto si bloccò.
Essere più forte… di Kyuubi?
In effetti, anni prima, Yamato gli aveva detto qualcosa del genere. Gli aveva detto che il suo chakra, che riusciva a resistere a quello della volpe, era straordinario…
…e lui all’epoca aveva deciso di non ricorrere più a Kyuubi. Di andare avanti con le sue sole forze.
Perché se ne era dimenticato?
Ricordò cosa aveva pensato quando aveva deciso di iniziare gli allenamenti speciali, e si accorse con stupore che il suo pensiero era stato esattamente quello che lo aveva dominato all’epoca dell’avvertimento di Yamato: “sono disposto a qualunque cosa pur di riportarlo indietro… pur di riavere Sasuke. Userò tutto ciò che ho a disposizione, e anche di più…
L’ultima sconfitta ancora bruciava sul suo orgoglio... e aveva finito per lasciarsi prendere dalla disperazione, dalla smania di raggiungere un obiettivo qualunque.
Dove erano finite le parole che lo avevano tanto colpito?
Perché aveva smesso di cercare Sasuke attraverso i propri occhi, e non quelli di Kyuubi?
Lentamente, portò una mano allo stomaco. Sotto la stoffa, lì sul suo addome, c’era il sigillo con cui il quarto Hokage aveva sigillato la volpe.
Quando Mizuki gli aveva rivelato del demone al suo interno, un pensiero era passato nella sua mente:
Perché a me?
Era andato avanti a rimuginare un bel po’ su quelle poche parole.
Prima si era chiesto perché tutti ce l’avessero con lui, e poi, quando l’aveva scoperto, aveva iniziato a chiedersi perché fosse toccato proprio a lui.
Era l’unico bambino disponibile?
No.
Aveva qualche caratteristica particolare?
No. A quell’età non si può sapere.
E allora perché?
Perché la volpe era stata sigillata dentro di lui?
Perché il quarto Hokage gli aveva fatto una cosa simile?
Se lo era chiesto a lungo.
Ma poi… altre cose avevano riempito la sua testa.
Le missioni, i nuovi incontri, gli allenamenti, Orochimaru, e poi la fuga di Sasuke… la sua nuova vita aveva finito per soppiantare i vecchi timori.
E lui, diventando sempre più forte, aveva finito per dimenticare cosa fosse davvero Kyuubi: non una sorgente di potere cui attingere; non una parte inevitabile di sé; nemmeno uno strumento.
Kyuubi era un mostro.
Un mostro che gli aveva rovinato l’infanzia e che avrebbe gravato sul suo futuro fino all’ultimo dei giorni che gli restavano da vivere.
Strinse le dita sulla stoffa della giacca, frustrato.
Jiraya era stato subito disposto ad aiutarlo, quando lui gli aveva detto di avere intenzione di controllare pienamente Kyuubi.
Perché?
Perché non gli aveva detto di usare le sue sole forze?
Perché gli aveva permesso di appoggiarsi a un mostro?
Aveva sempre avuto fiducia in Jiraya… ma questa volta il sannin aveva sbagliato. Aveva commesso un grosso errore.
Aveva ragione Kakashi, lui doveva contare sulle sue forze.
Kyuubi era un demone, era malvagia. Era un cataclisma.
E nessuno sano di mente avrebbe pensato di migliorare la propria situazione liberandola consapevolmente.
Naruto rialzò la testa, fissando Kakashi dritto negli occhi.
«Cosa devo fare perché vi fidiate di nuovo di me?» chiese.
Kakashi lo studiò per qualche istante.
«Non libererò più la volpe» promise lui. «D’ora in poi conterò solo sulle mie forze»
Il maestro sospirò segretamente. «Limitati a una cosa: tieni la testa bassa» mormorò.
Naruto annuì.
Testa bassa.
Ragionare prima di attaccare. Non lanciarsi senza criterio.
Inspirò a fondo, e prese la sua risoluzione. Un accordo con sé stesso, inscindibile e più forte del diamante.
Non evocherò mai più Kyuubi. Non voglio essere un mostro!
Un accordo perenne... o così pensava...
«Va bene...» Kakashi sospirò piano, e decise di lasciar cadere l'argomento. «Ora c'è un'altra cosa di cui voglio parlarvi» si fece grave. «Siamo stati scoperti»
«Che cosa?» scattò Sakura allarmata. «Da chi? Quando?»
«Calmati... non hanno scoperto la missione» la rabbonì lui. «Solo me. Ho incontrato qualcuno che sembrava conoscermi... ma non ha cercato di uccidermi. Anzi, in un certo senso mi ha aiutato a evitare di incrociare ninja della Pioggia, credo»
«Quindi è qualcuno dalla nostra parte?» chiese Sai piano.
«Non lo so. Però non possiamo rischiare. Per questo ritengo opportuno chiedere al quinto Hokage una squadra di supporto. Rischiamo di diventare più visibili, ma allo stesso tempo aumenteremo le nostre probabilità di trovare Itachi e Sasuke... senza imbatterci in loro da soli» gli caddero gli occhi su Sai, le cui ferite erano di nuovo sotto le cure di Sakura. La mano ustionata dall’inchiostro rovente giaceva posata sul ginocchio, di un rosso lucido e sinistro. «Singolarmente nessuno di noi è in grado di affrontarli: Itachi è troppo forte, e Sasuke ha i suoi compagni; ci serve una squadra di supporto»
«Ma perderemo giorni preziosi» obiettò Naruto accigliandosi. «Prima che arrivino passerà un sacco di tempo! E noi non possiamo permettercelo!»
«Naruto» lo interruppe Kakashi, calmo. «Cosa ti ho detto dieci minuti fa?»
Lui arrossì, abbassando lo sguardo. «Testa bassa...» borbottò tra i denti.
«Bravo» annuì il maestro. «Non possiamo rischiare che le cose finiscano di nuovo come oggi. Questo non possiamo permettercelo»








Nel prossimo capitolo:


«Sasuke!» chiamò all’improvviso Karin, e lui la degnò appena di un’occhiata. Ma, a sorpresa, questa volta la kunoichi aveva notizie utili: «Sono comparsi quattro nuovi ninja nel villaggio! Sembrano forti... potrebbero essere una squadra di sostegno della Foglia?»

Ora la liscia fronte dell’Uchiha dovette corrugarsi impercettibilmente.
Sostegni dalla Foglia?
Dannazione... c’era il rischio che diventassero pericolosi.
«Karin» disse freddo, senza rallentare. «Dobbiamo fare una deviazione
»












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Spazio autore



Dunque, c'è una cosa che sento l'esigenza di spiegarvi:
sto praticamente aggiornando ogni due giorni, come avrete notato.
La cosa in sé non è buona né cattiva, ma deriva da un piccolo fattuccio:
al momento ho finito di scrivere il quindicesimo capitolo di questa storia.
E sono molto impaziente di portarvelo.
Tuttavia è molto probabile che andando avanti le cose cambieranno... e gli aggiornamenti si faranno più lenti.
Mi scuso in anticipo per quando ciò accadrà, sperando che non avvenga nel bel mezzo di "capitoli interessanti"...
Nel frattempo ringrazio tutti coloro che leggono!
A presto!


Aya

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Capitolo 9
*** Rinforzi ***


Naruto-9

Capitolo nono

Rinforzi






Tsunade trattenne un gemito, mentre apriva la porta del suo ufficio.
Era l’alba.
Aveva sonno.
Aveva fatto un bel sogno ma si era interrotto nel punto migliore.
Tutto perché era arrivato un messaggio di Kakashi.
Certe volte sospettava che i suoi assistenti non fossero umani: come diavolo facevano ad essere sempre svegli e pronti? Probabilmente erano vampiri. Anzi, demoni: non portavano mai buone notizie.
La scrivania si piegava come sempre sotto il peso di mille dispacci, e dalla finestra socchiusa entrava un filo di aria fresca. Ad est, in lontananza, il cielo era grigio piombo.
Tsunade sbadigliò, andando alla sedia e lasciandocisi cadere sopra. Davanti a lei, sul piano di legno lucido, giaceva un singolo foglio che riportava i segni di una piegatura stretta. L’Hokage lo prese e fece scorrere gli occhi nocciola sulla calligrafia familiare di Kakashi. Al termine della lettura corrugò la fronte.
«Maledizione...» mormorò, improvvisamente lucida. «Shizune!» chiamò a voce alta.
«Mi avete chiamata?» disse lei entrando al volo, diabolicamente pronta e scattante.
«Devi andare a chiamare una persona»

La pioggia continuava a scrosciare, fredda e grigia. Le nubi plumbee gravavano come una pesante coperta sul villaggio della Pioggia, sporcando la luce del sole e rendendo il cielo più basso.
Kakashi e la sua squadra avevano passato un giorno intero a elaborare strategie.
Solo e soltanto strategie.
Più volte Naruto aveva sfiorato l’attacco isterico, ma per tutto il tempo si era costretto a tenere la testa bassa, come gli aveva ordinato Kakashi.
E ora, dopo una notte pressoché insonne trascorsa a rodersi il fegato, una nuova cupa alba lo vedeva affacciato alla finestra nell’ansiosa ricerca di un messaggio.
«Non hai dormito?» chiese Sakura avvicinandosi silenziosa, mentre Sai e Kakashi, di nuovo, fingevano di essere assopiti.
«Poco» borbottò Naruto, mostrando nuove e profonde occhiaie. «Stiamo perdendo un sacco di tempo!» aggiunse poi, frustrato. «Itachi e Sasuke potrebbero incontrarsi ad ogni momento, e noi saremmo qui a... giocare a monopoli! Perché è questo che stiamo facendo, niente di più! A che serve progettare strategie e piani d’azione, se poi stiamo seduti a guardare la pioggia? Perché siamo venuti fin qui se abbiamo paura di affrontare Itachi e Sasuke?»
«Non possiamo andare allo sbaraglio» gli fece Notare Sakura.
«Ma non possiamo nemmeno restare immobili!»
«Non siamo immobili. Ci stiamo preparando...»
«Non basta! Così non basta!» Naruto serrò il pugno, trattenendosi a stento dal colpire il muro davanti a lui.
Sakura non ribatté. Sospirando piano, gli posò una mano sul braccio, e avvertì i muscoli tesi sotto la pelle.
«Naruto...» sussurrò, deglutendo. «Tutti noi vogliamo riportare indietro Sasuke il più in fretta possibile...» lo sentì irrigidirsi impercettibilmente sotto il suo tocco. «Ma... non possiamo rischiare di mandare all’aria l’intera missione. Kakashi è stato scoperto, Sai ha rischiato la vita... Non è facile. Sapevamo dal principio che non sarebbe stato facile»
Cadde il silenzio. La pioggia scrosciava sempre uguale, oltre il vetro leggermente appannato. Alla fine, dopo secondi lunghissimi, Naruto si rilassò e sbuffò piano.
«Lo so» disse. «Lo so... sono solo nervoso. Mi sembra di non combinare niente... e non ho nemmeno visto Sasuke...»
Sakura tacque.
Lei invece lo aveva visto, attraverso gli occhi della sua copia.
Lo aveva visto, e aveva incrociato il suo sguardo per un breve istante...
Allontanò la mano dal braccio di Naruto.
«Ce la faremo» mormorò con voce lievemente arrochita. «Vedrai»
Naruto alzò gli occhi alla ricerca dei suoi, ma lei li evitò e gli diede le spalle.
In quel momento udirono un becchettio gentile alla finestra.

«In piedi. Muovetevi»
Sasuke non aveva mai bisogno di alzare la voce.
Bastava un ordine sussurrato, e l’intero Serpente era subito pronto e scattante. Lo temevano troppo per non stare sull’attenti ad ogni istante.
Anche in quell’alba grigia, nello stesso momento in cui un passero bagnato attraversava la finestra della stanza del gruppo di Kakashi, in un’altra locanda bastava un suo mormorio perché Karin, Suigetsu e Juugo aprissero gli occhi. Anche perché da un paio di giorni Sasuke era davvero intrattabile.
Da quando si erano imbattuti nel ragazzo che era insieme a Naruto, per l’esattezza... da quando avevano intravisto per un istante la ragazza che era venuta a salvarlo.
Karin fu in piedi in meno di un secondo, pronta ed efficiente come la migliore delle segretarie – e con i capelli misteriosamente in ordine. Fu al fianco di Sasuke prima ancora che Suigetsu finisse di sbadigliare.
«Oggi dove cerchiamo?» chiese al volo. «Ci è rimasta la zona sud del villaggio da perlustrare»
«Va bene» disse Sasuke stringato, ignorandola. «Andiamo» ordinò, e le voltò le spalle.
«Yawn...» mugugnò Suigetsu, tirandosi faticosamente in pedi. « E andiamo...»
Uscirono dalla stanza in silenzio, tirandosi i cappucci neri sulla testa, e passarono davanti alla reception in ombra cogliendo solo una brevissima occhiata dall’uomo oltre il banco.
La locanda era in un quartiere tra i peggiori. Scura e malmessa, era incastrata tra due edifici alti che la circondavano quasi opprimendola. Strisce scure si erano formate là dove la pioggia perenne colava lungo le pareti, e in molti punti il legno era gonfio e nero.
Quando uscirono un tuono rombò cupo sulle loro teste, facendo tremare i vetri malmessi degli edifici. Il Serpente percorse la strada con passo veloce e silenzioso, inosservato. I quattro ragazzi scivolarono nel primo vicolo scuro che incontrarono, e lì si fermarono per un istante.
«Allora a sud?» chiese Juugo in tono neutro. Tutti gli sguardi si rivolsero istintivamente a Sasuke.
Lui fece un impercettibile cenno del capo, e il Serpente scattò.
Quando correvano così le cose andavano bene. A quella velocità non erano più che semplici macchie scure, un’ombra in un battito di ciglia... erano un gruppo ma erano anche soli, ognuno con sé stesso.
E a Sasuke faceva piacere.
Aveva dei compagni per necessità, non per un vero desiderio.
Perché la sua era una vendetta personale, necessaria al suo orgoglio.
E poi... perché aveva già avuto dei compagni in passato... gli unici compagni...
...e li aveva persi.
Ho una vendetta da compiere, si diceva. Un compito che posso portare a termine solo io.
Eppure... ogni tanto, se ci ripensava... ricordava un Sasuke diverso.
Un ragazzino.
Che lottava per conservare il poco che gli era rimasto.
Degli amici.
Un fratello...
...Sì, ma quale dei due?
La sua meta, l’oggetto della sua venerazione infantile e del suo odio maturo... o il ragazzo che aveva salvato e da cui era stato salvato tante volte e in tanti modi...? La persona che doveva uccidere o il suo eterno rivale?
Itachi o Naruto?
Quale dei due poteva chiamare fratello?
Non importava.
In fondo non importava davvero.
Un tempo aveva detto di avere un unico legame, quello con Itachi... e aveva intenzione di lasciare le cose in quello stato.
Un legame è un peso.
Una zavorra che ti porti appresso, che ti rallenta, che ti frena.
La sua zavorra era la vendetta, ed era troppo pesante perché potesse essere accompagnata da qualcos’altro.
Lui... aveva una missione.
Era un vendicatore.
Non esisteva se non in quanto tale; non aveva ragioni per vivere se non quella.
Non esitava.
Aveva aspettato troppo, troppo a lungo... e aveva odiato altrettanto intensamente. Ora doveva trovare Itachi e ucciderlo, ora ne aveva la possibilità, ora sentiva che poteva raggiungerlo... Karin aveva avvertito la sua presenza, le voci che circolavano lo dicevano lì, e anche lui sentiva che erano giunti all’agognata resa dei conti.
L’ultimo atto.
Non poteva lasciarsi sfuggire la meta... non ora.
Non alla sua ultima occasione.
Non poteva permettersi distrazioni.
Soprattutto ora che anche Naruto sapeva della sua presenza... e lo cercava.
Avrebbe voluto uccidere il ragazzo che era con lui, per spaventarlo e creare confusione tra le sue fila... ma poi aveva visto Sakura, o meglio la sua copia, e aveva capito che ormai era troppo tardi. Uccidere il ragazzo sarebbe stato inutile, avrebbe solo aumentato il suo desiderio di trovarlo.
Dovevano accelerare le ricerche di Itachi.
Il giorno prima avevano lavorato per un giorno intero, setacciando metà del villaggio sotto il temporale, eppure sembrava scomparso. Nemmeno Karin era riuscita a localizzarlo – e si era fatta abbastanza insopportabile, per questo.
Sasuke aveva la sensazione di essere a un passo da qualcosa... e di rischiare di lasciarselo scivolare dalle mani.
Era insopportabile.
Doveva agire.
Corrugò la fronte, e accelerò il passo.
Tanto per dirne una: come mai anche il gruppo di Kakashi sembrava tanto tranquillo?
«Sasuke!» chiamò all’improvviso Karin, e lui la degnò appena di un’occhiata. Ma, a sorpresa, questa volta la kunoichi aveva notizie utili: «Sono comparsi quattro nuovi ninja nel villaggio! Sembrano forti... potrebbero essere una squadra di sostegno della Foglia?»
Ora la liscia fronte dell’Uchiha dovette corrugarsi impercettibilmente.
Sostegni dalla Foglia?
Dannazione... c’era il rischio che diventassero pericolosi.
«Karin» disse freddo, senza rallentare. «Dobbiamo fare una deviazione»
Mentre l’intero Serpente scartava bruscamente, avvolgendo le sue spire invisibili attorno al gruppo di Kakashi, le nubi si fecero più dense sul villaggio, cupo presagio degli avvenimenti che sarebbero accaduti di lì a poco...

L’ex palazzo dell’Akatsuki non era un luogo sicuro. Ma dal suo terrazzo si godeva la migliore vista sulla città: non era troppo in alto né troppo in basso, era al riparo da sguardi indiscreti ma permetteva di vedere ogni cosa... e, soprattutto, per la gente comune era soltanto un edificio abbandonato. Nessuno alzava gli occhi fin lì.
Per questo, in quella grigia mattina, nessuno vide la figura ammantata di nero e d’alba che si stagliava contro le colonne di cemento, e osservava... nessuno vide lei, e nemmeno l’ombra che la raggiunse, indossando gli stessi abiti.
«Credevo che avessi una missione» disse Pain con voce neutra, avvicinando Itachi.
L’Uchiha distolse appena lo sguardo dal villaggio.
«La sto portando a termine» mormorò. «Nella zona est del paese c’è qualcuno di promettente»
«Davvero? Ma un bacino di ricerca ristretto diminuisce le probabilità di trovare veri geni. Non dovresti stare fermo qui»
Itachi non rispose, né si mosse.
Pain gettò un’occhiata distratta al paesaggio davanti a loro.
«Sembra che due giorni fa a nord ci sia stato un certo tafferuglio...» mormorò. «Tu che osservi sempre da quassù, sai di cosa si tratta?»
Itachi non rispose subito. Senza muovere neppure un muscolo, ponderò attentamente la risposta.
«No» rispose poi, in tono neutro. «Quel giorno non sono venuto qui»
«Ah. Capisco» fu la bassa risposta di Pain.
Alzò lo sguardo, e Itachi incontrò i suoi occhi. Rimasero entrambi immobili per alcuni lunghi secondi, poi il capo dell’Akatsuki distolse il volto.
«Non restare sempre qui» si raccomandò, girando sui tacchi e allontanandosi silenzioso. «O hai forse paura di poche gocce di pioggia?»
Itachi lo seguì con lo sguardo da sopra la spalla, senza ribattere.
Lo sa” realizzò, senza particolare turbamento.
Tra le nubi grevi, un tuono rombò.
Eppure quella pioggia... era strana. Strana e sospetta.


Periferia nord del villaggio della Pioggia.
Una strada stretta tra palazzi fatiscenti era bloccata da un nastro giallo teso tra due muri, e l’asfalto, ridotto a frammenti scomposti, giaceva abbandonato al suo destino. Quelli erano i quartieri più poveri del villaggio: ci sarebbero voluti mesi prima che qualcuno si accorgesse del danno e decidesse di prendere provvedimenti.
Sotto la pioggia incessante, i vagabondi stavano seduti per la strada. Si gettavano occhiate opache. Qualche parola. Una risata roca ogni tanto.
Poi quattro persone incappucciate di bianco comparvero silenziose da un vicolo, per un breve istante.
Qualcuno le degnò di uno sguardo. La maggior parte delle persone notò a malapena il loro passaggio. E loro si infilarono in un’altra stradina stretta e umida, al riparo da occhi indiscreti.
Camminarono per qualche minuto, con passo silente e misurato, finché non raggiunsero una porta malandata e socchiusa. Uno dei quattro si fermò, e fece cenno agli altri di imitarlo. A quel punto, con cautela, spinse l’anta; quella cigolò lievemente, aprendosi su uno spazio completamente buio e odoroso di muffa.
Il primo uomo sembrò scrutare nell’oscurità per qualche secondo, e finalmente si fece avanti, seguito dai compagni. L’ultimo richiuse la porta.
Passò un istante, in cui tutti trattennero il respiro...
Poi una luce si accese in un angolo, illuminando la stanza spoglia e coperta di muffa.
Da un lato c’erano i quattro incappucciati di bianco. Dall’altro altri quattro vestiti allo stesso modo, e uno di loro teneva in mano una torcia.
Impasse.
Chi avrebbe iniziato a parlare?
«Il primo principio ninja...» mormorò una voce bassa, indefinibile, sotto il cappuccio della figura che stringeva la torcia.
«...non è affatto una parola d’ordine» disse quello dell’altro gruppo che aveva aperto la porta.
Simultaneamente entrambi abbassarono il cappuccio, con un sorriso impercettibilmente teso.
«Kakashi...» mormorò il capogruppo appena arrivato.
«Kurenai...» ribatté Kakashi con un cenno del capo. «Avete fatto in fretta»
«Sì...» rispose lei nervosamente. «Per questo non sono affatto sicura che nessuno ci abbia notato... dobbiamo muoverci con cautela»
Mentre lei parlava, anche Hinata, Shino e Kiba abbassarono il cappuccio, prontamente imitati da Sai, Sakura e Naruto.
«Loro?» chiese quest’ultimo, perplesso. «Maestro Kakashi, pensi che il fiuto di Kiba e Akamaru possa servire con questa pioggia? O che Hinata riesca a perlustrare tutto il villaggio con il byakugan?»
«No, naturalmente» rispose il jonin.
«E allora perché quando è arrivato il messaggio ha detto ‘nessuno avrebbe potuto andare meglio’?»
«Perché mi riferivo a Shino»
Silenzio.
Ancora silenzio.
E poi un incredulo: «Ehh?!»
Shino sistemò gli occhiali sul naso, la fronte aggrottata. Sembrava leggermente offeso.
«Naruto!» sussurrò Sakura con una gomitata.
«Come può lui essere ciò che ci serve?» protestò Naruto a bassa voce.
«Là dove il fiuto fallisce...» spiegò Shino schiarendosi la voce. «...possono essere utili altre... qualità»
«Cioè?» chiese Naruto piatto.
Shino ghignò appena.
«Il numero» sussurrò, lievemente inquietante.
Mosse a malapena un dito, e all’improvviso, nel silenzioso mormorio della pioggia, si udì un lieve fruscio... come di migliaia, milioni di zampette in movimento...
Con orrore, Sakura e Naruto videro minuscoli insetti neri sgorgare dalle fessure dei muri come lava dalla terra. Creature minuscole, impercettibili, che raggruppate insieme assumevano una consistenza quanto mai reale... Erano tante da invadere l’intera stanza, rigurgitate dalle pareti e dal pavimento, brulicanti tutt’attorno a loro.
Naruto deglutì.
«E le tenevi tutte dentro il tuo corpo?» chiese incerto.
Shino gli elargì un minuscolo ghigno di superiorità – evento quanto mai raro. «Naturalmente no» rispose freddo.
«Va bene, basta chiacchiere» intervenne Kurenai brusca. «Non abbiamo tempo da perdere, siamo pur sempre in territorio nemico... iniziamo subito, se per voi non è un problema»
Kakashi annuì.
«Ha ragione» confermò. «Suggerisco di dividerci in coppie, e riprendere l’esplorazione. In caso di pericolo o di avvistamento degli obiettivi, gli insetti di Shino fungeranno da tramite e avviseranno gli altri. Ci sono domande?»
Com’era prevedibile, la mano di Sakura scattò verso l’alto.
«Gli insetti faranno tutto da soli?» chiese scettica.
«Ho fornito loro precise istruzioni» rispose Shino. «Sono estremamente intelligenti»
«Se lo dici tu...» bofonchiò Naruto.
«Altre richieste?» domandò ancora Kakashi. «No? Allora informo il gruppo di Kurenai sugli ultimi sviluppi, poi facciamo le coppie e partiamo»
Non ci vollero più di cinque minuti per spiegare ciò che era successo due giorni prima e qual era la situazione attuale. Gli insetti erano di nuovo scomparsi nelle viscere della terra, spie silenziose e assolutamente invisibili, e la pioggia era tornata a riempire il silenzio.
Naruto ancora non si capacitava della situazione.
Shino?
Shino?
Quel maledetto freddo asociale era la loro arma segreta?
Inconcepibile!
E lui, invece, che era davvero forte... doveva
tenere la testa bassa.
Che rabbia...!
«N-Naruto...» mormorò la familiare voce di Hinata a un tratto.
Lui si distrasse e alzò lo sguardo su di lei.
«Uh?» fece, riscuotendosi. «Che c’è?»
«E-ecco, io...» sussurrò lei, guardando con infinita attenzione un angolo sporco e torcendosi le mani. «V-volevo solo dirti c-che... mi impegnerò al massimo! R-riporteremo indietro Sasuke!»
Naruto la fissò confuso.
«Ehm... sì...» ribatté incerto. «Ti senti bene?»
Involontariamente Hinata incontrò i suoi occhi.
Per un attimo ci fu un pesante silenzio.
Ma alla fine sulle labbra della kunoichi spuntò soltanto un sorriso mesto.
«Sì. Si, mi sento bene» disse piano. «B-Buona fortuna...!»
A qualche passo di distanza, inosservata, Sakura scrutava la coppia con un misto di ansia e apprensione a tormentarle lo stomaco.
Lei e Hinata non avevano mai parlato molto.
All’Accademia erano state su due livelli diversi, e una volta terminati gli studi in gruppi differenti... ma tutti a Konoha, tutti, sapevano che da sempre l’erede degli Hyuuga era stata molto più che attratta da Naruto – tutti tranne il diretto interessato, naturalmente.
Sakura stava con lui da mesi. Quasi un anno. Era una notizia che tutti conoscevano, diffusa in lungo e in largo, e lei presumeva che Hinata se ne fosse fatta una ragione. Da quando lei e Naruto erano insieme, la Hyuuga si era vista poco...
...Ma...
...In quel momento... in quel luogo... in quella situazione...
...C’era una nota stonata.
Sakura, Naruto, Hinata e Sasuke riuniti insieme.
Un accordo sbagliato.
Una distorsione.
Un terribile presentimento...
Sakura si torse involontariamente le mani, accigliata.
Naruto incrociò il suo sguardo, e le rivolse un mezzo sorriso interrogativo. Lei non rispose.
«Bene» disse Kakashi all’improvviso, richiamando l’attenzione di tutti. «Siamo pronti»
«Io e Kakashi abbiamo optato per queste coppie...» continuò Kurenai svelta. «Naruto e Sai. Kiba e Hinata. Shino e Kakashi. Io e Sakura»
Gli interessati si scambiarono uno sguardo veloce.
Naruto si accigliò leggermente: stare con Sai voleva dire avere un rotolo di Jiraya sempre a disposizione...
«Ci sono obiezioni?» chiese Kurenai. Silenzio. «Bene. Allora possiamo andare»
Quello che non sapevano, e che nessuno di loro poteva immaginare, era che in quello stesso momento, al centro del villaggio, una squadra ninja speciale si stava preparando.
Qualcuno li aveva informati della presenza di intrusi nel villaggio, e di dove si trovavano... e quel qualcuno si era firmato con un minuscolo Serpente.








Nel prossimo capitolo:

Brutta, bruttissima situazione... non solo Shino era ancora privo di sensi, e quindi non avevano notizie degli altri, ma erano nelle mani del nemico, e soprattutto... non sapeva quale fosse lo scopo della donna mascherata. Era pressoché certo che si trattasse della stessa persona che due giorni prima lo aveva quasi ucciso e poi salvato, ma mai avrebbe pensato che fosse un membro della squadra speciale della Pioggia...














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Spazio autore


Capitolo abbastanza inutile, mi serve per introdurre il nuovo team,
e perché capitoli del genere esistono sempre.
(mettiamola così: per ognuno di questi, ce n'è uno in cui succede di tutto)
Ah, piccola nota:
ho cambiato l'introduzione della fan,
perché mi sono resa conto che ciò che c'è scritto ora accadrà solo fra mille anni...
e poi, come mi succede sempre, in corso d'opera ho inserito altri elementi.
Ma vi chiederete: è a noi che frega?
Niente, rispondo.
Solo, tendo a dare spiegazioni inutili ogni volta che NON sono richieste! XD

Post Scriptum: questo era il vostro ultimo "capitolo di calma"...
(almeno per un po')

Aya

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Capitolo 10
*** Meteoropatia ***


Naruto-10


Capitolo decimo

Meteoropatia




A lui e Sai era toccata la zona sud. Naruto sbuffò sonoramente quando si trovò di nuovo a camminare per le strade che aveva perlustrato neanche due giorni prima.
«Qui mi si sottovaluta...» borbottò imbronciato.
«Non credo» ribatté Sai tranquillo. «Sono passati due giorni dall’incontro con Itachi e Sasuke... potrebbero essere ovunque, e farti tornare in questa zona vuol dire semplicemente sfruttare la conoscenza delle strade che hai già acquisito»
«Balle» mugugnò il biondo. «La verità è che Kakashi non vuole che io perda di nuovo il controllo»
«Beh, ma neanche tu vuoi, giusto?»
«Certo che no!» Naruto arrossì, indignato.
«Allora il problema non esiste» Sai inclinò la testa di lato, perplesso, e Naruto distolse lo sguardo sentendosi inspiegabilmente scemo.
Naturalmente pioveva ancora.
Fredde gocce d’acqua simili a lacrime bagnavano muri grigi e asfalto sbiadito, scorrendo in rigagnoli sporchi fino a scomparire nei tombini. Il cielo coperto si rifiutava di lasciar apparire il sole, chiuso nella sua ostinata malinconia, e ancora una volta gli uccelli disertavano l’aria.
«Certo che... questo è un villaggio davvero triste» mormorò Naruto alzando gli occhi celesti verso il cielo che non conosceva quello stesso colore.
«Sembra che negli ultimi anni abbia smesso di piovere soltanto per un giorno, poco tempo fa» disse Sai sistemando meglio il cappuccio sui capelli.
«Davvero?» chiese Naruto sorpreso.
«Sì. Non credo sia passata una settimana da allora... ho captato alcune voci: pare che sia accaduto un pomeriggio, subito dopo pranzo... all’improvviso le nubi si sono diradate ed è spuntato il sole. Tutti gli abitanti della Pioggia sono usciti di casa per ammirarlo, almeno una volta, e hanno sperato che continuasse per un po’, ma inutilmente: la mattina seguente aveva ricominciato a piovere»
«Che brutto...»
«Indubbiamente l’agricoltura ne è danneggiata...»
«Non per quello. Cioè... è un po’ difficile da spiegare, ma prova un attimo a pensare se non dovessi più vedere il sole su Konoha. Sarebbe terribile, no?»
Sai provò a visualizzare uno scenario del genere. In effetti, al di là dei problemi di ordine tecnico e logistico, l’idea della parete degli Hokage sempre bagnata di pioggia gli metteva addosso un sentimento strano, che avrebbe anche potuto classificare come tristezza.
«Il sole... è il sole» proseguì Naruto, la fronte corrugata nel tentativo di trasformare in parole un vago pensiero. «E’ indispensabile, no? Nelle belle giornate ti senti felice, e hai voglia di fare mille cose... se non ci fosse, nessuno avrebbe voglia di fare niente. Nessuno si sentirebbe felice. Guarda noi: siamo qui da tre giorni e già siamo depressi...»
«Depressi?» ripeté Sai.
«Ah già. Tu sei così di tuo» bofonchiò Naruto. «Va beh, comunque hai capito, no? Il sole è importante. Anzi, importantissimo. Io vorrei vorrei vivere in un mondo in cui ci fosse sempre il sole»
Sai esitò un istante. Alla fine sorrise. «Sì, credo di sì»
E nello stesso tempo, un pensiero sfiorò la sua mente: “ancora una volta, Naruto, tu sei l’unico che riesca a farmi capire...

Hinata Hyuga era l’importantissima erede del migliore clan della Foglia. E in quel momento si aggirava per le strade della zona ovest di un villaggio nemico vestita solo di stracci e alla ricerca di un avversario potenzialmente letale.
Probabilmente alla sua elegantissima nonna materna sarebbe venuto un colpo, se lo avesse saputo. Fortunatamente per lei, il colpo c’era già stato e l’aveva stroncata, risparmiandole quella terribile notizia.
Per amor di verità, c’è da aggiungere che l’erede non viaggiava sola: con lei c’era un cavaliere senza scintillante armatura né nobile destriero, ma dotato di coraggio e fiuto. E di un cane ninja, che all’occorrenza può rivelarsi infinitamente più utile di un misero cavallo bianco.
Sfortunatamente, l’avversario letale era molto peggio del drago delle favole: era un Serpente, nero, immenso, le cui spire si avvolgevano lente e silenziose attorno alla vittima... una minaccia nascosta e subdola, ma quanto mai reale.
Eppure la principessa non sembrava troppo turbata.
«Non credo che lo troveremo noi due» disse Kiba guardandosi attorno, nella zona est del villaggio. «Insomma, c’è solo una probabilità su quattro. Stai tranquilla, Hinata»
«Non dire così, Kiba» rispose lei con leggero rimprovero. «Siamo ninja. Non possiamo aver paura di incontrare Sasuke o Itachi Uchiha... è la nostra missione»
«Ah, non possiamo avere paura di incontrarli?» ripetè l’Inuzuka, accigliato. «E allora perché hai quella ruga sulla fronte?»
Involontariamente Hinata portò una mano alla fronte, arrossendo, ma la scoprì liscia come sempre.
«Scherzavo» Kiba si strinse nelle spalle. «Però è vero che sei agitata, bastano gli occhi per dirlo»
Lei distolse lo sguardo.
«Non... Non è per la missione» mormorò impercettibilmente.
«Cos’hai detto?» fece lui, senza capire. «Non ho sentito»
«Sei un impiccione» rispose lei, rialzando il mento.
«Oh beh, forse è vero. Quando torniamo ti offro un takoyaki per farmi perdonare, ci stai?»
Hinata arrossì di nuovo.
Ultimamente Kiba le faceva spesso quel genere di inviti... e lei non sapeva mai come prenderli.
«Mmh... vedremo» disse evasiva. «Ora concentriamoci»
L’Inuzuka sbuffò, e lanciò un’occhiata contrariata ad Akamaru, che camminava al suo fianco.
Quando si deciderà a lasciar perdere Naruto, accidentaccio?”

Ad est c’erano Sakura e Kurenai, in un clima discretamente teso.
La kunoichi più giovane aveva la testa piena di pensieri, nomi, volti, e trovava difficile concentrarsi sulla missione; la più vecchia le gettava occhiate corrucciate, perplessa.
Cosa le prende oggi? Perché è così distratta?” si interrogava.
«...Posso chiederle una cosa?» domandò all’improvviso Sakura, senza alzare gli occhi dall’asfalto che percorreva.
«Cosa?» rispose Kurenai colta alla sprovvista.
«Co...com’è avere una famiglia di cui occuparsi?»
Silenzio allibito.
«Perché mi fai questa domanda?»
Sakura arrossì leggermente. «Me... me lo chiedevo» balbettò vaga. «Perché lei ha un figlio, eppure continua ad andare in missione... e... come ha fatto a...»
...a sapere che Asuma era l’uomo giusto?”
«...a conciliare le due cose?»
«Non sei un po’ giovane per questo genere di discorsi?» Krenai sorrise, leggermente confusa. «Tu e Naruto avete ancora tanto tempo...»
«Mh... sì...» mormorò Sakura, pentendosi di aver fatto la domanda; alla menzione del nome di Naruto una fitta di rimorso le aveva perforato lo stomaco.
Perché i volti che si alternavano nei sogni sul suo futuro erano sempre due?
«A meno che...» Kurenai si accigliò, e per un terribile istante Sakura temette che avesse capito. «...Non sei incinta, vero?»
Sakura inciampò e per poco non finì lunga distesa sull’asfalto.
«C-Che cosa?!» sbottò avvampando. «No, certo che no!»
«Oh, scusa...» fece Kurenai, sinceramente dispiaciuta ma anche vagamente divertita. «Sai, la tua domanda sul piccolo Tobi mi aveva impensierita...»
Sono un’idiota” si disse Sakura passandosi una mano sul viso. “Perché perdo tempo a pensare a stupidaggini simili quando ho una missione potenzialmente mortale da portare a termine? Anzi, ora che lei ha menzionato suo figlio... mi viene in mente che c’è un altro Tobi nell’Akatsuki. Dovremmo stare attenti anche a lui. E in futuro devo ricordarmi di chiudere questa mia stupida bocca”

L’accoppiata Shino-Kakashi era indubbiamente la più silenziosa. Muti ed efficienti, i due jonin avevano perlustrato metodicamente quasi metà della zona nord del villaggio, peraltro senza trovare nulla ad eccezione dei resti del combattimento tra Naruto e Itachi di due giorni prima.
Procedevano veloci, senza perdere tempo, e ogni pochi minuti Shino riferiva la situazione complessiva, che spesso era riassumibile con un semplice “tutto a posto”. Eppure ad ogni rapporto Kakashi si innervosiva sempre più.
Il fatto che tutto fosse tranquillo garantiva che Sasuke non avesse ancora incontrato Itachi, ma allo stesso tempo indicava che il maggiore degli Uchiha stava combinando qualcosa; e quasi sicuramente non era nulla di bello.
A un tratto, tuttavia, Shino si fermò.
«Che c’è?» chiese Kakashi imitandolo.
Lui corrugò la fronte, in ascolto... e all’improvviso alzò lo sguardo verso l’alto.
«Accidenti!» si lasciò sfuggire, mentre il suo compagno realizzava cosa lo avesse messo in allarme: sui tetti della strada, tutt’intorno a loro, non meno di dieci ninja della pioggia vestiti di nero e mascherati li fissavano.
Erano circondati.
Non ebbero quasi il tempo di stupirsi, e sicuramente non quello di reagire in qualche modo, che entrambi avvertirono il lieve pizzicore di una puntura minuscola, sul collo, e capirono che non c’era nulla che potessero fare.
Mentre cadeva in ginocchio, e sentiva il sonnifero agire e correre attraverso il suo sangue, Kakashi vide i ninja della pioggia saltare a terra e raggiungerli. Prima di perdere conoscenza, vide quello che sembrava il capo avvicinarsi, e lo sentì gridare un ordine.
Con sua grande sorpresa, si accorse che la sua voce era quella della donna che aveva incontrato due giorni prima su un tetto.
Poi ci fu solo silenzio.

«...Sono loro?...»
«...Solo due?...»
«...Non so cosa dirti. Lì abbiamo trovato solo questi»
«Mph. Mi aspettavo di meglio... due miseri ninja della Foglia. Probabilmente sono spie, vogliono impossessarsi della nostra tecnologia. Uccidiamoli»
«No»
Kakashi aprì lentamente gli occhi.
La prima cosa che vide fu un pavimento bianco, di piastrelle linde. E il suo travestimento da mercante che giaceva in un angolo insieme a un altro, presumibilmente quello di Shino.
Poi si accorse che già da qualche secondo sentiva delle voci.
«Interroghiamoli, invece» disse una donna, e suonò stranamente familiare alle sue orecchie. «Potremmo anche scoprire qualcosa di interessante, e poi vendere l’informazione alla Roccia»
«Mh... che palle. Occupatevene tu e Yota, allora. Io non ho voglia di perdere tempo qui. Chiamatemi se dovete ucciderli»
Rumore di passi, leggeri, che si allontanano.
Kakashi si sforzò di riprendere coscienza di sé stesso, e alzò faticosamente la testa; l’effetto del sonnifero si faceva ancora sentire... quanto tempo era passato? Dov’era?
Sentì i polsi legati tra loro da corde strette, e avvertì contro la schiena un muro gelido.
Era in una stanzetta piastrellata troppo illuminata. Probabilmente lì venivano interrogati i prigionieri.
«Uno si è svegliato» disse una voce di uomo leggermente nasale, e davanti all’occhio offuscato di Kakashi comparve un viso coperto da una maschera. «Iniziamo da lui?»
«Va bene» ribatté la voce di donna, più in là.
Kakashi si sentì tirare in piedi a forza, e per un attimo ebbe un giramento di testa. Fu trascinato attraverso la stanza fino a un tavolo nero, e una volta lì lo spinsero su una sedia scomoda.
«Allora...» disse l’uomo con la maschera, frugandosi in tasca. «Foglia, eh?»
La donna era alle sue spalle, appoggiata al muro, e teneva le braccia incrociate sul petto. Anche lei aveva il volto coperto.
«Senti, ti spiace se fumo una sigaretta?» continuò l’uomo, sarcastico, stringendo un pacchetto di cicche nella sinistra. Si tolse la maschera e la posò sul piano nero della scrivania, rivelando lineamenti spigolosi e una barba rossiccia di almeno due giorni.
«Yota» lo richiamò la donna. «La faccia»
«Uff, credi davvero che sopravvivrà per raccontarlo a qualcuno?» sbuffò lui, stringendo la sigaretta tra le labbra e facendo scattare la pietra focaia. Una fiammella guizzò verso l’alto e il tabacco prese fuoco. «Allora...» cominciò, espirando lentamente. «Perché tu e il tuo giovane amico siete qui?»
Kakashi rimase in silenzio.
Brutta, bruttissima situazione... non solo Shino era ancora privo di sensi, e quindi non avevano notizie degli altri, ma erano nelle mani del nemico, e soprattutto... non sapeva quale fosse lo scopo della donna mascherata. Era pressoché certo che si trattasse della stessa persona che due giorni prima lo aveva quasi ucciso e poi salvato, ma mai avrebbe pensato che fosse un membro della squadra speciale della Pioggia.
«No, non dirmi che sei uno di quelli che vogliono essere torturati!» gemette Yota, con una smorfia. «Senti, tanto alla fine parli, no? Tu puoi risparmiare un sacco di dolore e io un sacco di tempo. Avanti, è spionaggio tecnologico, giusto?»
Kakashi non aprì bocca.
L’uomo davanti a lui inspirò ed espirò una volta. Poi sospirò.
«Che palle... devo andare a prendere la roba? Tutti quegli aggeggi sono pesanti»
Silenzio.
Il manrovescio fu veloce, dovette ammettere il jonin della Foglia. Veloce e preciso, e gli fece voltare la testa di scatto. Sentì il sapore metallico del sangue in bocca.
«Allora?» sibilò Yota afferrandolo bruscamente per i capelli, con un ginocchio sulla scrivania. «Devo andare a prendere la roba per la tortura o mi fai il favore di sputare tutto quello che sai adesso? E cos’è questa moda di nascondere la faccia, eh? Sei troppo bello per farti vedere?» Mentre ancora parlava scostò secco il coprifronte, rivelando la palpebra coperta dalla cicatrice di Kakashi. Ghignò. «No, con questa non sei di certo bello... Forse è meglio se rimettiamo a posto il coprifronte, eh?» lo riabbassò brusco. «E questa maschera? Cosa te ne fai?»
Le dita ruvide dell’uomo artigliarono la stoffa, ma un attimo prima che potesse abbassarla la donna aprì bocca.
«Yota!» disse dura. «Smetti di giocare!»
Lui sbuffò contrariato. «Magari potresti fare qualcosa anche tu, invece di stare lì a girarti i pollici, che ne dici?»
Lei tacque. Nonostante la maschera che le copriva il viso, Kakashi ebbe la netta sensazione che fosse nel bel mezzo di un travaglio interiore.
«Hn» fece alla fine, staccandosi dal muro. «Hai ragione»
Raggiunse la scrivania, sotto il ghigno divertito del compagno, e sfilò di tasca un coltello dalla lama lucente e affilata.
«Oho... passi già a quel giocattolino?» chiese Yota in un gorgheggio.
«Non sai quanto mi dispiace sporcarlo di simile sangue...» mormorò lei.
«Certo, è comprensibile...» ribatté lui. «Per un ninja di questo liv...»
La sua carotide fu recisa di netto.
Il sangue schizzò dalla ferita e andò a macchiare le piastrelle bianche del muro, mentre il corpo dell’uomo cadeva a terra con un elegante parabola. La sigaretta si spense nel sangue, sfrigolando appena.
Kakashi inarcò le sopracciglia, mentre la donna si strappava la maschera dal volto e la gettava nell’angolo in cui giacevano i costumi da mercanti.
«Abbiamo poco tempo» sibilò rapida, chinandosi a pulire la lama sugli abiti dello sfortunato Yota. «Vi farò uscire di qui... ma tu dovrai conciarmi un po’ male prima di andartene, okay?» si rialzò, e per la seconda volta Kakashi incrociò i suoi occhi, scoprendoli di un blu denso e quasi nero. Dal cappuccio stretto che le incorniciava il volto delicato sfuggivano ciocche rosse.
«Chi sei?» le chiese. «Perché fai tutto questo?»
«Mi chiamo Haruka Muto» rispose lei rapida, aggirando la scrivania per raggiungerlo. Prima di recidere le corde che gli bloccavano i polsi scostò un tratto della stoffa che le copriva il collo, appena dietro l’orecchio. Lì, prima dell’attaccatura dei capelli rossi, c’era un piccolo tatuaggio sbiadito, del colore di una voglia: una piuma. Kakashi corrugò la fronte.
«Un’infiltrata?» chiese sbalordito mentre lei gli liberava polsi e caviglie. «Ma la piuma... quel marchio risale a diciassette anni fa! Da quanto tempo...?»
«Esattamente diciassette anni» lo interruppe lei. «Ora ascoltami: tu mi concerai male, e porterai con te questo coltello» glielo mise in mano. «Prima ti aprirò la porta, così, quando sarò moribonda in un angolo, tu e il ragazzo potrete darvela a gambe. Fuori di qui c’è un corridoio con una serie di porte, e in fondo dovrete girare a destra. Prendete poi la prima a sinistra e arriverete alle scale... salitele, percorrete ancora un corridoio, svoltate a destra e vi troverete nell’atrio del palazzo del capo villaggio. Da lì purtroppo dovrete cavarvela da soli, e state attenti alle guardie all’ingresso, va bene?»
Kakashi ingoiò le domande che premevano per uscire dalla sua gola, e si limitò ad annuire.
«Io me la caverò» continuò lei. «Mi rimprovereranno, forse degraderanno... non potrò più inviare informazioni come prima, probabilmente, ma sarò a posto. Non so quale sia la vostra missione, ma se hanno inviato il celebre Kakashi dello sharingan deve essere importante; quindi ha la priorità su tutto»
Kakashi annuì, alzandosi dalla sedia; raggiunse Shino, colpendolo per farlo svegliare e liberandogli mani e piedi. Mentre il ragazzo apriva gli occhi confusi, Haruka andò ad aprire la porta. Le chiavi scattarono nella serratura stridendo leggermente, e in quel momento la terra tremò.
«Cos’era?» scattò Kakashi.
La kunoichi alzò gli occhi verso il soffitto, corrucciata. «Un’esplosione» rispose inquieta. «A una certa distanza...»
«...Ahh... maledizione...» bofonchiò Shino portandosi una mano alla testa. Un insetto corse lungo il suo dito fino a scomparire nella manica. «Siamo nei guai... in guai grossissimi... il peggio che potesse capitarci!»
«Cosa?» chiese Kakashi ansiosamente.
«Le spiegazioni a dopo! Ora dovete muovervi!» intervenne Haruka pressante. «Qualcuno potrebbe decidere di venire qui!»
«Dannazione...» imprecò Kakashi. «Shino, riesci ad alzarti?»
«Sì...»
Mentre il ragazzo si tirava su, Haruka tese l’orecchio ai suoni al di là della porta, e un altro tremore scosse il pavimento.
«Troppo tardi!» esclamò lei con disappunto, sentendo avvicinarsi dei passi rapidi. Rifletté rapidamente, frenetica, e alla fine giunse all’unica soluzione possibile. «...Non avrei mai voluto arrivare a questo...» mormorò, spalancando la porta davanti agli occhi allibiti di Kakashi.
Lungo il corridoio all’esterno tre ninja mascherati correvano nella sua direzione, ma si bloccarono vedendola apparire.
«Lascia perdere i prigionieri» le ordinò uno. «Di sopra sta succ...»
Le parole gli morirono in gola: aveva visto il corpo di Yota sul pavimento.
Haruka approfittò del suo attimo di confusione per scagliare uno shuriken dritto verso il suo collo. Nel momento in cui la stelletta si conficcava nella carne del ninja, lei si lanciò contro gli altri, kunai alla mano. Il primo parò a mezz’aria, rimediando solo un graffio leggero sul polso, e il secondo fece per intervenire in suo aiuto.
«Chiama gli altri» gli gridò però il compagno.
Il ninja esitò un istante, poi si voltò e corse all’impazzata lungo il corridoio.
Haruka estrasse un altro shuriken e lo lanciò di nuovo, ma colpì soltanto un braccio dell’ora nemico, che scomparve oltre una curva. L’attimo dopo si sentì spingere contro il muro dall’uomo che stava affrontando, e si abbassò un attimo prima che un pugno la colpisse tra gli occhi. Da sotto, si aggrappò alla gamba del ninja e gli fece perdere l’equilibrio, buttandolo a terra, e a quel punto conficcò un kunai nella sua coscia, recidendo il quadricipite. L’uomo lanciò un urlo, che si diffuse amplificato lungo il corridoio, ma a soffocarlo intervenne Kakashi. Con un rantolo flebile il ninja smise di agitarsi.
«La copertura è saltata» ansimò Haruka rialzandosi. «Vengo con voi» Nella lotta la cuffia nera sulla sua testa era scivolata, e ora una massa di folti capelli color del rame cadeva sulle sue spalle in onde regolari. «Il ragazzo?»
«Ci sono» rispose Shino raggiungendola, ancora un po’ stordito. «Dobbiamo muoverci... gli insetti sono nel panico, là fuori sta succedendo il finimondo...!»
«E’ Naruto?» chiese ansioso Kakashi, affrettandosi lungo il corridoio con gli altri.
Shino fece una smorfia, mentre gli insetti correvano frenetici lungo il suo corpo, e sul pavimento, attraverso le fessure dei muri.... «Magari il problema fosse solo quello» rispose amaro. «Le cose sono molto peggio... l’Akatsuki... entrambi i fratelli Uchiha... che cosa? Un altro Uchiha? E...» si bloccò all’improvviso, subito dopo una svolta.
«Cosa?» chiese Kakashi bloccandosi poco più avanti.
«Dobbiamo muoverci!» premette Haruka.
Ma Shino era immobile, a bocca aperta. Con lentezza esasperante, deglutì.
«Mi dispiace dirglielo...» mormorò, con voce roca. «Ma sembra che... Naruto Uzumaki... sia morto»

...Altrove, a sud, sotto un cielo che lentamente si schiariva...
...un corpo giaceva immobile tra frammenti di palazzi e strade.
L’acqua non lavava il sangue che gli impregnava i capelli dorati.
E neppure quello che sgorgava dalla profonda ferita sul petto, in corrispondenza del cuore.
La pioggia aveva smesso di cadere.










Il sole... è il sole.

E’ indispensabile, no?
E’ importante. Anzi importantissimo.
...Vorrei vivere in un mondo in cui ci fosse sempre il sole...


Sarò Hokage.
Sarò felice.











Meteoropatia:
s. f. (med.) insieme di disturbi psichici e neurovegetativi conseguenti a determinate condizioni e variazioni meteorologiche; (dal dizionario Garzanti online). In parole povere, la tendenza a cambiare di umore con i cambiamenti climatici.











Nel prossimo capitolo
:


«Mi aspettavo qualcosa di diverso» commentò Pain, illeso, dalla cima di un alto palo della luce. «Qualcosa dotato di... code»
«Non mi serve la volpe» ribatté Naruto, in piedi tra gli occhi di Gamabunta. «Posso batterti da solo!»
Per la seconda volta in quella giornata, Pain sorrise.
«Quel rospo...» mormorò. «Mi riporta davvero indietro nel tempo»













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore


Prima che vi illudiate che nel prossimo capitolo tutto si sistemi, a causa dell'anticipazione ambigua,
sappiate che in realtà il capitolo 11 tornerà indietro nel tempo, a prima del rapimento di Shino e Kakashi.
Comunque, ecco a voi un capitolo discretamente traumatizzante (spero),
che darà inizio alla serie di eventi che caratterizzano una delle parti centrali di questa storia!
Ahh, non vedo l'ora di regalarvi il 12 e 13...

Post Scriptum, successivo al capitolo di diversi giorni:
come dire... ma vi siete presi male?
Giù i forconi, e aspettate...
...il più delle volte, ciò che dico e ciò che scrivo sono malefiche menzogne...
(e, giusto per la cronaca, Naruto è il mio personaggio preferito!)

Aya



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Capitolo 11
*** La seconda morte del Rin'negan ***


Naruto-11


Capitolo undicesimo

La seconda morte del rin’negan








Oggi...

...è il giorno.



Mille e mille gocce d’acqua, frammenti cristallizzati di un cielo nascosto...
Pioggia.
Lacrime.
Il cielo piange.
Ma non è un male.
Se il cielo piange, nasconde le lacrime degli uomini.
Se il cielo piange, anche tu puoi farlo.
Non che lui ne avesse bisogno.
Fermo sul tetto di un palazzo, sotto la pioggia scrosciante, Pain dell’Akatsuki puntava gli occhi marchiati dal rin’negan sul villaggio della Pioggia, nella sua parte più a sud.
E, straordinariamente, sorrideva.
Un sorriso freddo, quasi difficoltoso... più una smorfia che altro.
Ma dentro di sé era tranquillo.
Tranquillo e soddisfatto.
Sciocco, sciocco Itachi...”


«Di lì non c’è niente» sbuffò Naruto, liquidando con un cenno una stradina sudicia. «Ci sono già stato l’altra volta»
Ma, com’era ovvio, Sai non lo ascoltò nemmeno; entrò nel vicolo, lo perlustrò per qualche minuto, e alla fine ne uscì con un nulla di fatto.
«Visto?» puntualizzò Naruto in tono sostenuto.
«Abbiamo altri impegni?» ribatté il moro. «No. E allora facciamo le cose per bene»
Il biondo sbuffò.
Sicuramente in quel momento Sasuke era a mille miglia da lì, dannazione!
E lui doveva perdere tempo nell’unica parte di villaggio in cui non succedeva niente!
Pur senza saperlo, in effetti aveva un po’ di ragione: in quello stesso momento, nei sotterranei del palazzo del capovillaggio, Kakashi e Shino venivano portati in una stanzetta piastrellata di bianco, privi di sensi; ma di fatto non succedeva altro. E soprattutto si sbagliava sulla posizione di Sasuke.
«Mancano solo poche altre strade» disse Sai guardandosi attorno. «Abbiamo quasi finito, stai tranquillo. E poi andremo a riferire a Kakashi»
Naruto strinse i pugni.
Riferire, riferire, sempre riferire e basta! Ma cosa?
Nessuna novità.
Che frustrazione!
Con la fronte corrugata, alzò il viso al cielo grigio, lasciando che le gocce di pioggia scivolassero sulla sua pelle.
Sasuke... dove sei?” si chiese.
In quegli anni se lo era domandato troppe, troppe volte...
Sai riprese a camminare, con il cappuccio bianco ben calato sugli occhi. Naruto lo seguì, cupo, lungo l’ampia strada che stavano percorrendo.
Erano dalle parti del quartier generale dell’Akatsuki, se non sbagliava. In fondo, a destra, c’era il vicolo che portava all’ingresso del palazzo. Deserto.
Lì non c’era più nessuno, era innegabile.
Alzò lo sguardo oltre gli edifici grigi che costeggiavano la strada, fino a quello più alto che spiccava sugli altri. Riconobbe le colonne, e l’antro in cui si era fermato con Pak... e poi una figura umana.
Si fermò di colpo.
«Cosa c’è?» chiese Sai, imitandolo.
Naruto si distrasse per un secondo... e l’attimo dopo non c’era più nessuno.
«...Mi era sembrato di vedere qualcuno» mormorò, perplesso. «Ma forse mi sono sbagliato...»
«Dove?»
«Là, nel palazzo dell’Akatsuki»
Sai si accigliò impercettibilmente.
«Controlliamo... non si sa mai» decise.
«Tanto dobbiamo farlo comunque, no?» mugugnò Naruto.
Percorsero rapidamente il tratto di strada che li separava dal palazzo, si infilarono nel vicolo che nascondeva il suo ingresso, e raggiunsero la porta arrugginita nella penombra. Con cautela la aprirono, sentendola cigolare leggermente, e di nuovo Naruto si trovò nella stanza buia che aveva visitato la prima volta con Pak. Sai estrasse la torcia e l’accese. C’erano solo loro.
«Ci sono altri due piani» gli fece notare Naruto, avviandosi verso la scala.
La salì a passo pesante, certo di non trovare nessuno nell’edificio, e raggiunse il secondo livello senza che la torcia di Sai illuminasse l’ambiente.
«Muoviti!» lo chiamò, girandosi indietro.
E sentì un soffio d’aria sul collo.
Un brivido.
Qualcosa di... inspiegabilmente noto.
Lento, mentre la luce risaliva i gradini e gli lambiva i piedi, si voltò...
Pavimento grigio.
Polvere.
Impronte, sue e di Pak...
...e poi...
...sandali neri.
Le falde di un mantello color della notte.
Nuvole scarlatte.
Sai raggiunse il secondo piano, e la torcia si alzò a illuminare il volto regolare di un uomo dai capelli color carota.
I suoi occhi erano cerchi concentrici.
Naruto corrugò la fronte, imitato da Sai.
E questo chi è?” si chiesero contemporaneamente.
«Che nostalgia...» mormorò Pain dell’Akatsuki, soffermandosi su Naruto. «E’ passato così tanto tempo...»
Naruto scambiò un’occhiata sconcertata con Sai.
E nello stesso tempo gli parve di udire un brontolio all’altezza dello stomaco, un ringhio sommesso che poteva essere una minaccia o fusa di piacere...
«Tu sei Tobi?» chiese Sai, guardingo.
«No» fu la risposta. «Il mio nome, al momento... è Pain»
I ninja della Foglia scattarono in posizione di difesa, improvvisamente all’erta.
«Pain è morto!» esclamò Naruto, mentre il suo cuore accelerava i battiti.
«Non direi» ribatté l’altro distrattamente, e poi posò gli occhi su Sai. «Tu... non servi» mormorò.
L’attimo dopo il ninja della Foglia si trovò a volare contro il muro, con una violenza inaudita.
Nell’intonaco si aprirono crepe profonde, e frammenti di tintura grigia si staccarono dal soffitto per sgretolarsi a terra. Il moro scivolò sul pavimento, senza fiato, e ai suoi occhi doloranti sembrò che la stanza ondeggiasse.
«Sai!» esclamò Naruto facendo per raggiungerlo, ma fu afferrato per il braccio prima che potesse muoversi, e subito dopo sentì una mano premere sulla sua faccia, le dita affondare dolorosamente nella fronte.
«Ridammi ciò che è mio» sibilò Pain, e lui provò un istante di puro panico.
Era come quando aveva affrontato Zabuza, anni prima.
La gelida sensazione di non poter fare nulla... di essere morti prima di perdere una coscienza.
Ma Naruto era un ninja.
Non uno sciocco ragazzino.
Aveva reagito allora, e lo avrebbe fatto anche in quel momento, anzi, lo avrebbe fatto meglio.
Piegò la schiena all’indietro, liberandosi della stretta sul suo viso, e sferrò un calcio allo stomaco dell’avversario, mandandolo a urtare la parete alle sue spalle.
Questo non lo posso sconfiggere così” sfrecciò nella sua mente.
Jiraya era tornato dalla Pioggia in fin di vita, dopo averlo affrontato, e Naruto da solo poteva dire di essere al suo livello, forse... ma non ne era neppure sicuro. Aveva bisogno d’aiuto.
Addentò il pollice, sporcandosi le labbra di sangue, e mentre Pain si raddrizzava tenendosi lo stomaco lui posizionò le mani per la tecnica del Richiamo.
Sai se ne accorse appena in tempo e, barcollante, si lanciò verso i gradini che portavano al piano superiore. Raggiunse il terrazzo appena in tempo, un attimo prima che le scale venissero demolite in una nube di fumo. Le pareti del palazzo si sgretolarono, collassando all’esterno dell’edificio, e le colonne cedettero sotto il peso dei frammenti troppo grandi. Sai dovette saltare fino al tetto di un altro caseggiato, rischiando di mancare la presa, e aggrapparsi al cornicione umido di pioggia per non cadere di sotto, mentre alle sue spalle anche il terrazzo scompariva in una nube di intonaco e polvere, crollando sulla strada sottostante.
Si issò faticosamente al sicuro, e passò una mano sul rivolo di sangue che scorreva dalla sua tempia, misto all’acqua. Solo allora si guardò alle spalle.
Ciò che vide fu Gamabunta, il re dei rospi, troneggiare là dove fino a un attimo prima era stato un palazzo grigio.
Ansimò, lasciandosi cadere seduto, e cercò di riprendere fiato.
Ecco, era andata.
Ora lui non avrebbe più potuto intervenire.

Il crollo dell’ex quartiere generale dell’Akatsuki fece tremare l’intero villaggio della Pioggia.
Da est, ovest, e anche da nord tutti gli sguardi si volsero, impauriti, alla nube di fumo che sfidando la pioggia si sforzava di annebbiare l’aria.
Kiba e Hinata la videro.
Sakura e Kurenai la videro.
Itachi la vide.
Gli insetti, nelle profonde umidità della terra, correvano impazziti alla ricerca di uno Shino che giaceva privo di sensi.
E tutti, come un sol uomo, capirono che era là che dovevano dirigersi.
Anche il Serpente, il più vicino, la vide.
Ma il suo leader, Sasuke Uchiha, chiese a uno dei membri di informarlo sulla posizione di una precisa persona.
E quando quel membro disse che non si trovava là, lui decise che non si sarebbe fatto coinvolgere...
...Come se la sua decisione avesse avuto importanza.

«Mi aspettavo qualcosa di diverso» commentò Pain, illeso, dalla cima di un alto palo della luce. «Qualcosa dotato di... code»
«Non mi serve la volpe» ribatté Naruto, in piedi tra gli occhi di Gamabunta. «Posso batterti da solo!»
Per la seconda volta in quella giornata, Pain sorrise.
«Quel rospo...» mormorò. «Mi riporta davvero indietro nel tempo»
«Che diavolo stai blaterando?!» sbottò Naruto irritato.
Lui non sapeva chi era Pain, non lo aveva mai visto! Perché continuava a parlare come se si conoscessero?
«In effetti, le cose erano leggermente diverse...» rettificò il rosso. «Ma i personaggi principali ci sono tutti. Oh, a onor del vero... uno c’è solo per metà»
«Stai zitto! Capo! Dobbiamo catturarlo!»
Gamabunta restò fermo.
«Capo?» lo richiamò Naruto.
Il rospo assottigliò gli occhi tondi.
Quel chakra... gli sembrava di conoscerlo.
Chi era l’uomo che gli stava davanti?
«Capo!» esclamò Naruto. «Allora!»
«Mh... Sta’ zitto» bofonchiò, sfilando la spada dal fodero. «Questo è peggio della reliquia della Sabbia. Ma te li trovi tutti tu?»
«Non è il momento!» gli fece notare Naruto, risentito.
«Va bene, va bene...» grugnì il rospo, passandosi la lingua sulle labbra. «Allora tieniti stretto»
Balzò, incrinando un tratto di asfalto al di sotto delle macerie, e l’intero villaggio lo vide svettare al di sopra degli edifici, animale gigantesco e armato troppo agile per la sua mole.
Pain non si mosse fino all’ultimo istante, quando con un balzo leggero saltò sulla lama che avrebbe dovuto tranciarlo a metà. Naruto colse il momento per scagliare una pioggia di shuriken contro di lui, ma il rosso fece ondeggiare il mantello, e quelli tintinnando deviarono la loro corsa.
Ma con cosa è fatto?” si chiese il biondo indispettito, mentre Pain saltava dalla spada al braccio di Gamabunta.
Naruto si moltiplicò, e gli mandò contro almeno otto copie. Le vide scomparire una dopo l’altra, in un istante, falciate come ragazzini inesperti. Bunta fece un brusco giro su sé stesso, rischiando di far perdere l’equilibrio a Naruto, ma riuscì a scrollarsi di dosso l’avversario.
«Mettici un po’ più di impegno!» gridò al compagno.
«Ci sto provando!» ribatté lui irritato.
Ma senza il chakra della volpe le cose erano molto più difficili, maledizione!
Lo aveva usato troppe volte, ormai si era abituato a contare su di lei...
Mentre pensava queste cose, sentì una risata bassa risuonare nelle sue orecchie.
Credi davvero che io sia qui per te?” mormorò una voce roca. “Quale presunzione... degna di uno stupido del tuo stampo
Naruto strinse i denti.
Io sono più forte di te!” gridò dentro di sé. “Tu non mi servi!”
Ma la volpe, beffarda, si chiuse in un silenzio colmo d’aspettativa.
«Maledizione!» imprecò Naruto, irritato.
Nessuno, nessuno si fidava di lui, alla fine!
Cosa diavolo doveva fare per convincere tutti delle proprie capacità?
Cosa diavolo doveva
diventare?
Guardò Pain, che fermo sul tetto di un edificio lo fissava a sua volta.
E poi guardò Sai, accasciato su un altro tetto che cercava sommariamente di tamponare le proprie ferite. Incrociò i suoi occhi scuri. Intercettò il suo ‘sì’ appena accennato.
Io ho fiducia in te”, diceva quello sguardo.
Sai aveva il rotolo nero di Jiraya.
Ma non voleva tirarlo fuori.
Lui credeva in Naruto, dal giorno lontano in cui aveva riconosciuto suo fratello in lui... Era davvero convinto che lui avrebbe realizzato ciò per cui era nato: essere Hokage; proteggere tutti; essere felice.
I loro occhi si incontrarono per un istante, forse meno... ma fu sufficiente.
L’animo umano muta con il minimo alito di vento.
E anche Naruto, all’improvviso, seppe che poteva farcela... senza scomodare la volpe. Con le sue capacità.
Lui e solo lui.
«E va bene...» ringhiò piano, congiungendo le mani al di sotto del mento. «Ha inizio la serie delle arti magiche di Naruto Uzumaki! Ultima versione!»

Il Caso.
O Fato, Fortuna, Sorte che dir si voglia.
Sfiga, magari.
Beh, quella maledetta cosa, governa le sorti del mondo.
E’ innegabile.
Possiamo credere che tutto sia predestinato, che Dio abbia un suo Disegno, che l’universo abbia una fine e uno scopo... ma se così fosse l’architetto primordiale doveva essere una persona necessariamente disturbata. *
Perché il più delle volte le cose che succedono sono al di là di ogni logica, previsione e comprensione.
Come quell’incontro.
Improvviso, e semplicemente assurdo; lui non voleva avere niente a che fare con l’esplosione del palazzo dell’Akatsuki, lei ci si stava dirigendo a tutta velocità.
E inspiegabilmente si erano imbattuti l’uno nell’altra. Per la seconda volta.
Mentre Naruto cercava Sasuke da giorni senza mai riuscire a incrociarlo, Sakura era incappata in lui di nuovo.
Quando i loro sguardi si incrociarono, erano ormai in vista l’uno dell’altro, e Sakura dovette fermare bruscamente la sua corsa, imitata da Kurenai.
Ed eccoli di nuovo lì, faccia a faccia. Dopo neanche due giorni.
Sasuke scoccò un’occhiataccia a Karin.
«E’ esattamente questo il genere di seccature che tu dovresti evitarci» le fece notare, e gli occhiali di lei si appannarono leggermente.
«B-Beh, io...!» balbettò risentita, pensando come fino a un secondo prima fosse immersa in un piacevole pensiero che comprendeva il leader del Serpente bagnato e senza vestiti.
«Hm?» fece Suigetsu con una smorfia di disappunto. «Non c’è il ragazzo»
Sakura esitò per un lungo istante.
Correre da Naruto.
Era questo che stava facendo.
Ma catturare Sasuke... era la sua missione.
E le sue gambe... si rifiutavano di muoversi. I suoi occhi di staccarsi da quelli dell’Uchiha. Il suo cuore di rallentare.
Sasuke.
Sasuke!
Quella poteva benissimo essere l’ultima volta che lo avevano a portata di mano, non doveva lasciarsi sfuggire l’occasione! Per sé, e anche per Naruto.
Scambiò un’occhiata veloce con Kurenai, e vide che era già pronta ad attaccare.
Già. Lei non doveva scegliere tra la missione e Naruto...
Basta così!” si impose. “Devo smettere di pensarci, prima dobbiamo riportare Sasuke a Konoha!”
Kurenai partì per prima, scagliando una selva di shuriken sul Serpente, ma tutti li evitarono facilmente; le persone che percorrevano la strada dietro di loro, ferme a osservare stupite la nube di polvere che si sollevava dal palazzo dell’Akatsuki, all’improvviso ebbero qualcosa di più interessante a portata di mano.
Si scatenò il panico.
Grida, urla, gente che correva da ogni parte.
Sasuke cercò di sfruttare la confusione per dileguarsi, ma prima che potesse farlo Sakura fece crollare con un pugno l’edificio che costeggiava il vicolo che stava per imboccare.
«Non questa volta!» gridò, correndo verso di lui.
La fronte liscia dell’Uchiha si increspò impercettibilmente, persa in calcoli che ruotavano tutti attorno a Itachi: quanto tempo avrebbe perso lì? Quanta strada avrebbe potuto fare suo fratello?
Doveva liberarsi di Sakura in fretta.
Senza che nessuno dei presenti se ne accorgesse, una nuova esplosione scosse Konoha.
Sasuke estrasse la spada, senza pensarci. Sakura gli fu addosso, con il pugno levato, e lui sollevò la lama pronto a ferirla; fu allora che la vide gettare qualcosa contro di lui, e saltò indietro per evitarlo.
L’asfalto andò in frantumi, di nuovo, cedendo alla forza inumana dell’allieva di Tsunade. La polvere urticante che già aveva usato contro Itachi restò sospesa nell’aria per un istante, prima di essere dispersa dalla pioggia, ma nel frattempo aveva già avuto inizio un altro assalto.
Non gli avrebbe lasciato il tempo di reagire o di fuggire, lo avrebbe catturato ad ogni costo!
Senza che nessuno se ne accorgesse, la pioggia smise di cadere...
Kurenai, per contro, doveva occuparsi contemporaneamente di Karin, Juugo e Suigetsu.
Già ansante dopo solo pochi minuti di scontro, si vide attaccare su due lati diversi. Schivò un fendente, un pugno; ruotò su sé stessa e scagliò un kunai verso i suoi avversari, che lo deviarono come niente.
«Maledizione!» imprecò tra i denti.
Erano forti, maledettamente forti... e forse lei iniziava ad essere troppo vecchia.
Si abbassò un attimo prima che la spada di Suigetsu le tranciasse la testa, lasciando sul campo di battaglia una ciocca di capelli, e intrecciò rapida le dita.
Tecnica illusoria: prigione di specchi!”
I tre membri del Serpente si trovarono all’improvviso in un limbo silenzioso, avvolto nella nebbia.
Suigetsu si guardò attorno, non particolarmente inquieto, e vide la propria immagine riflessa in uno specchio a un braccio di distanza. Un attimo dopo non fu più il suo riflesso, ma una Kurenai nitida e armata. E il kunai non rimase al di là del vetro, ma schizzò fuori e lo colpì di striscio a un braccio.
Lui ghignò, snudando i denti aguzzi.
«Stiamo scherzando?» chiese, e con un pugno di dimensioni anomale frantumò lo specchio. «Questi sono giochetti in confronto a quello che fa Sasuke»
La nebbia si dissolse velocemente, e le cose tornarono ad assumere contorni netti e grigi.
Kurenai strinse i denti.
Maledettamente forti era un eufemismo, con loro; si era esercitata per mesi, anzi anni con quella tecnica! Pensava che solo un possessore di sharingan o byakugan avrebbe potuto resistervi, e invece quei tre l’avevano liquidata come un gioco da ragazzi.
Come faccio?” si chiese, facendo lavorare febbrilmente il cervello. “Con cosa posso fermarli?”
Per sua fortuna non dovette pensarci a lungo.
Perché in quell’istante un’altra esplosione dilaniò la parte sud del villaggio, un’esplosione più potente di entrambe le precedenti.
E questa volta non ci fu bisogno di Karin per dire che quello era il chakra di un Uchiha... e di Naruto.
Sasuke gettò un’occhiata a Karin, e lei scagliò uno spillone verso Kurenai, mandandolo a conficcarsi tra collo e spalla. La kunoichi, con un’esclamazione soffocata, portò una mano alla ferita e crollò in ginocchio. Era stata colpita un’arteria, e il sangue sgorgava sui vestiti in fretta, troppo in fretta secondo l’occhio allenato di Sakura.
Di nuovo, il suo sguardo incrociò quello dell’Uchiha per un frammento di secondo... e lui, ancora una volta, fuggì.
Lei sentì un pezzo di cuore andarsene con lui, quel pezzo più fiducioso, e positivo, e coraggioso... Per un terribile istante si sentì svuotata e inerme.
Poi le sue gambe si mossero automaticamente verso Kurenai, e la sua mente si snebbiò da sola.
Non è finita. So dove sta andando... Non è finita!”

Decine e decine di copie, forse un centinaio, distribuite lungo ogni superficie nell’arco di cinquanta metri.
Naruto da ogni parte. Occhi celesti in quantità tale da creare un cielo inesistente. Una distesa di grano maturo.
Pain non sembrava molto impressionato.
«Io sto solo aspettando che tu evochi la volpe» disse atono.
«Non succederà» ribatté Naruto. «Ti catturerò prima che tu te ne accorga!»
L’avversario non rispose nemmeno.
Naruto sollevò un braccio verso il cielo, più determinato che mai, e lo calò bruscamente.
«Andate!» ordinò.
Le sue copie si mossero simultaneamente, come l’onda di un maremoto, e conversero verso il palazzo su cui Pain era ritto. Si avventarono su di lui, lo sommersero, lo coprirono di calci e pugni, uno dopo l’altro, uno più dell’altro; lo scagliarono verso il cielo e di nuovo a terra, creando una lunga crepa nell’intonaco della copertura... e a quel punto non meno di dieci Rasengan gli piombarono addosso.
L’ultimo piano dell’edificio cedette, sprofondando su quello precedente. I muri tremarono, franarono, e i vetri andarono in frantumi con uno scroscio assordante.
Un tuono rombò cupo in lontananza, unendosi al rumore della pioggia, e l’improvviso silenzio risuonò nelle orecchie di Naruto come un grido.
«No... non ci siamo...» borbottò Bunta, cupo.
E anche Naruto si accigliò quando vide Pain in cima a un frammento di cemento, illeso. Una leggera macchia di sangue gli sporcava le labbra, e il suo mantello era impolverato, ma per il resto era in perfetta salute.
«Ho provato a darti fiducia» disse, e la sua voce risuonò sinistra, rimbalzando di palazzo in palazzo. «Ma senza volpe non vali davvero nulla...»
Qualcosa scattò dentro Naruto.
Forse la risata bassa e roca che gorgogliò nel suo stomaco non aiutò...
...Ma certo è che per un istante, un infinitesimo di secondo... desiderò lanciarsi a corpo morto sull’avversario, e coprirlo irrazionalmente di pugni fino a spappolargli la faccia.
Durò meno di un battito di ciglia... e poi passò.
Perché?
Cos’era quella sensazione?
E soprattutto... veniva da lui o...?
No.
No, non poteva essere.
Non voleva, non doveva nemmeno pensarci!
«Dannazione!» imprecò, lasciando scomparire la gran parte delle copie.
«Cosa vuoi fare?» gli chiese Bunta allarmato.
Due ultime copie lo raggiunsero sulla sua testa, già pronte, e lui stese una mano davanti a sé.
Il chakra prese a vorticare sul palmo, di un azzurro abbagliante. La pioggia deviò il suo corso, schizzando tutt’attorno, ma lui non distolse lo sguardo.
«No, ragazzo!» esclamò Bunta. «Non devi usare quella tecnica, sai cosa succede ogni volta...!»
«Stai zitto!» rispose tra i denti. «Non mi resta altro!»
Sapeva che il suo braccio andava in pezzi quando usava il rasenshuriken. Lo sapeva fin troppo bene, lo sentiva ogni volta... ogni, singolo, osso... che andava in pezzi...
...Ma era la sua arma più forte.
La tecnica con cui aveva superato il quarto Hokage.
Il suo orgoglio.
E l’avrebbe usata, con o senza il consenso del rospo.
Lame di vento acutissime andarono a prendere la forma di uno shuriken, attorno alla sfera di chakra abbagliante.
Naruto sentì il dolore dilagare lungo il braccio, sottile ma capillare; gli parve di udire il rumore dei vasi del chakra che si spezzavano, ma sapeva che non era nulla se confrontato con ciò che sentiva chi subiva quella tecnica.
Pain, dalla sua posizione, corrugò appena la fronte.
Cos’è quello?” si chiese. “Assomiglia al rasengan... ma è infinitamente più potente e pericoloso”
Per la prima volta, la calma indifferenza che lo circondava si stemperò in una moderata curiosità. Non si trattava di ansia, questo no, ma non era più tranquillo come prima.
Finché lo evito, va tutto bene” disse dentro di sé, adocchiando Naruto e le due copie sulla testa di Gamabunta.
Non sembrava difficile.
Poi si sentì afferrare per le spalle.
Ebbe a malapena il tempo di vedere una terza copia con la coda dell’occhio, di chiedersi vagamente da quanto tempo fosse lì... che si accorse che l’originale era davanti a lui, rasenshuriken alla mano.
Lo prese in pieno.
Il rosso capo dell’Akatsuki inarcò le sopracciglia in un istante di muta sorpresa... e poi cadde... giù dal palazzo, lungo tutti i sette piani che lo componevano. Una sfera immensa si allargò attorno a lui, una sfera in cui l’aria vorticava e sferzava, tagliente come rasoi, e raggiunse il suolo disintegrando l’asfalto come fragile creta, pur senza superare la cima dei palazzi che la circondavano.
Il villaggio della Pioggia tremò di nuovo.
Pain non gridò.
Non emise neanche un fiato.
Semplicemente il suo corpo rimase sospeso, torturato e lacerato per un tempo lunghissimo; e alla fine, come un fagotto di stracci, ricadde al suolo.
Naruto, ansante, cadde in ginocchio sul cornicione dell’edificio, mentre le altre due copie svanivano in uno sbuffo di polvere.
Le gocce di pioggia che scivolavano su di lui erano un tocco piacevole per il braccio, quel braccio pulsante che stringeva nella speranza di ignorare... Poi Sai lo raggiunse.
«Tutto bene?» chiese, nonostante a sua volta fosse ferito.
«...Sì» mormorò Naruto, gli occhi fissi sul corpo distante, molti piani più sotto.
Con il rasenshuriken uccideva.
Sempre.
Per questo non lo aveva mai usato su Sasuke... Per questo aveva giurato che non lo avrebbe mai fatto.
Ma... senza il rasenshuriken, senza la volpe, senza uccidere... sarebbe stato abbastanza forte per salvarlo?
Tutti gli strumenti che aveva a disposizione si erano rivelati fallaci e dannosi, alla fine.
...Cosa gli restava ora...?
E’ fondamentale che tu riesca a controllare la volpe, Naruto” gli aveva detto Jiraya.“Se non vuoi diventare il suo strumento, devi farla tua. Devi governarla, devi sottometterla... Devi farla diventare il tuo strumento”
Ma Kyuubi era solo un cataclisma, non poteva, non doveva controllarla...
...E allora...
Perché, perché Jiraya aveva insistito tanto...?
«Credo che il braccio sia rotto» mormorò Sai studiando per sommi capi le condizioni di Naruto. «Qui ci vuole Sakura... e comunque è una brutta situazione, se resta fuori uso»
«Sto bene» ribatté lui allontanandolo. «Guarirò presto»
«Stupido ragazzino!» ruggì Gamabunta, furioso. «Perché mi evochi se poi non hai alcuna intenzione di ascoltarmi?! Sei rimasto il dodicenne che eri la prima volta che ti ho incontrato! Non pensi alle conseguenze! Ti getti verso il pericolo senza riflettere, sei...»
«Mi dispiace, capo»
«...assolutamente privo di controllo!» Bunta si bloccò di colpo. «Cosa hai detto?» aggiunse dopo un attimo di sconcerto.
«Mi dispiace, capo» ripeté Naruto, rialzandosi. «Ma... grazie per l’aiuto»
Altro che scuse.
Quello era un congedo in piena regola.
Come osa, questo moccioso...?” si chiese il re dei rospi, sentendo l’indignazione montare dalle zampe all’ultimo porro sulla fronte.
Gracidò, oltraggiato, e scomparve in un rumoroso sbuffo di polvere.
Nella fretta di andarsene, dimenticò di parlare dello strano chakra che aveva sentito provenire da Pain... e negli attimi seguenti alla sua scomparsa, né Naruto né Sai si preoccuparono di gettare un’occhiata al corpo del capo dell’Akatsuki.
Se lo avessero guardato, lo avrebbero visto perdere lo sguardo nel cielo grigio... e poi sorridere.
A metà tra un ghigno e il sollievo.
E come una settimana prima, quando la pioggia aveva cessato di cadere... quando Jiraya si era allontanato dal cadavere di un allievo, maledicendo il sole che non nascondeva le sue lacrime... ancora una volta le gocce smisero di cadere dal cielo.
E le palpebre si abbassarono su un rin’negan tanto falso quanto simile all’originale.
Pain dell’Akatsuki era morto.
Una settimana prima ma anche in quel momento.
Nagato del villaggio della Pioggia era morto.
Anni, e anni prima, in un tempo di guerre che aveva ucciso la sua infanzia...
E il suo corpo, quella pallida imitazione di corpo... scomparve.
In una nuvoletta di polvere subito cancellata dalla pioggia.

...A chilometri di distanza, nel paese del Fuoco, una testa si sollevò bruscamente.
«Oh... questo non me l’aspettavo» mormorò una voce.
«Mh? Hai detto qualcosa?» sbottò un’altra, più roca e irritata. «Chiudi quella bocca, siamo vicini al villaggio della Foglia»
Una mano adornata di anelli si sollevò fin sotto un mento nascosto da una maschera.
«Non ho più tempo da perdere qui» disse Tobi, in un tono diametralmente opposto a quello che utilizzava di solito.
«Hn? E questo che diavolo vuol...?» iniziò Kamaro, scaldandosi, ma prima che potesse tendere a mano e afferrare il compagno per il bavero, quello scomparve in uno sbuffo di fumo.
Tra le sue dita ancora tese rimase solo l’aria.
In compenso uno stormo di uccelli si sollevò verso il cielo terso, urlando il suo richiamo.
E dalle mura della Foglia, Ibiki Morino e Asuma Sarutobi, in quel momento di guardia, se ne accorsero.







* Essendo che la sottoscritta può considerarsi la creatrice, e dunque Dio, di questo mondo fittizio che è la fan... sì. Garantisco che la mente dell’architetto primordiale (ovvero la mia) è disturbata.










Nel prossimo capitolo:


Avanti... lo sai perchésussurrò suadente la voce della volpe.Tu sai chi è. Lo hai sempre saputo.
Io te l’ho sempre suggerito













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Se Dio vuole, riuscirò di rado a connettermi...
Mi è saltata la rete che piratavo (inconsapevolmente) a casa,
e quindi d'ora in poi dovrò usare quella pubblica!
Dovrei riuscire lo stesso ad aggiornare con una certa regolarità, comunque, quindi non vi preoccupate troppo! XD
A proposito... PIGRI CHE NON SIETE ALTRO!
Perché c'è un numero di letture così disgustosamente alto (che mi fa infinitamente piacere)
e un numero di commenti così disgustosamente basso?
Tsk tsk...
E dire che io mi impegno tanto... T_T

Informazione di servizio: nella mia pagina personale troverete sempre il titolo del capitolo successivo all'ultimo pubblicato!

Aya

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Capitolo 12
*** Il nemico del mio nemico è mio nemico ***


Naruto-12

Capitolo dodicesimo

Il nemico del mio nemico è mio nemico




«Che nostalgia...»
Una voce fredda, controllata.
Vagamente familiare.
Sai e Naruto si voltarono contemporaneamente, e alle loro spalle videro un uomo avvolto nel mantello dell’Akatsuki, con una maschera arancione sul volto. Immediatamente scattarono sull’attenti.
«Questo deve essere Tobi» mormorò Sai, mentre Naruto imprecava mentalmente: aveva consumato troppo chakra per Gamabunta e il rasenshuriken... sperava soltanto che il nuovo arrivato fosse un totale incapace.
«Non pensavo davvero che avresti sconfitto la mia copia» continuò Tobi, fermandosi a qualche passo dai ninja della Foglia. «Senza usare la volpe. Notevole... davvero notevole. Pur essendo una copia, aveva tutte le caratteristiche di Pain del villaggio della Pioggia, la stessa forza, le stesse tecniche. Naturalmente replicare il rin’negan mi è stato impossibile, anche analizzando il suo cadavere, corrotto dall’acqua di quel fiume; ma mi sono avvicinato molto all’originale. E tu... lo hai sconfitto. Mi hai piacevolmente stupito»
«Chi diavolo sei?» sbottò Naruto.
Quella era la seconda volta che si trovava davanti qualcuno che parlava come se conoscesse tutto di lui... ed era infinitamente irritante!
«Senza contare che...» proseguì Tobi senza degnarlo della minima attenzione. «...quella tecnica, quel rasengan modificato, è davvero straordinaria. Combinazione di manipolazione e natura del chakra, vero? Terribile»
Sai e Naruto non potevano vedere il suo volto, ma furono certi che stesse sorridendo.
Poi, dopo una breve pausa, parlò di nuovo.
«In fin dei conti, sei diverso da tuo padre»

Hinata, Kiba e Akamaru correvano a perdifiato verso sud, attraversando strade su strade e vicoli sudici.
La pioggia aveva improvvisamente smesso di cadere, ma all’erede del clan Hyuuga non era sembrato affatto un buon segno. Con il byakugan attivato, teneva il passo di Kiba ansando, e scrutava con sempre maggior preoccupazione le tracce di chakra sul loro cammino.
Più avanti, due grandi accumuli e uno più debole. Uno era Naruto, lo riconosceva, quello più trascurabile Sai... e il terzo aveva un che di familiare, ma... era come confuso, perturbato. Instabile come un composto chimico sul punto di esplodere.
«Com’è la situazione?» chiese Kiba.
«Non riesco a capire!» ribatté lei, frustrata. «Naruto è davanti a un avversario strano... il suo chakra è anomalo»
«Cosa significa?»
«Non lo so!»
«Maledizione... e gli altri?»
Hinata fece vagare lo sguardo tutt’attorno, attraversando gli edifici e gli ostacoli.
«Sakura e Kurenai... stanno affrontando Sasuke»
«Che cosa?» scattò Kiba. «Dobbiamo raggiungerli?»
Hinata esitò. Il Serpente era sicuramente più vicino... ma dall’altra parte... c’era Naruto....
«No» si sentì dire, prima ancora di poter prendere una decisione. «L’avversario di Naruto sembra peggio»
Kiba le gettò un’occhiata di striscio.
Sì, come no...” pensò demoralizzato, ma non obiettò.
«E Shino e Kakashi?» chiese invece.
Hinata li cercò con lo sguardo dappertutto, ma non riuscì a individuarli.
«Strano... non li vedo» disse, sforzando al massimo il byakugan.
Non sapeva che erano qualche metro sotto terra, ben oltre la sua capacità di localizzazione.
«In effetti...» mormorò Kiba, accigliandosi. «...gli insetti avrebbero dovuto avvisarli molto prima dell’esplosione, non credi? Loro due dovrebbero già essere sul posto»
«Ma non ci sono» ripeté Hinata in ansia. «E se fosse successo qualcosa?»
«Dovranno cavarsela da soli» sbottò Kiba duro. «Ora dobbiamo raggiungere Naruto, giusto? Non avevi detto che il suo avversario sembra il più pericoloso?»
Hinata incrociò lo sguardo dell’Inuzuka, e vi colse una sorta di rimprovero malcelato. Si affrettò a distogliere gli occhi, a disagio.
Lui si sentì immediatamente in colpa.
Accidenti a me” pensò. “E’ inutile che le faccia una colpa perché ancora pensa a Naruto: in fondo mi piace proprio per questo suo carattere bizzarro...”

Gelo.
Vuoto.
Un istante di nulla assoluto, un secondo di pausa nella frenetica attività del suo cervello.
Black out.
Poi, un’unica domanda che si fa strada veloce, riattivando neuroni e muscoli, facendo scorrere nuovamente il sangue nelle sue vene.
«Mio... padre?»
Un alito di voce.
Non riuscì neanche a gridare, come avrebbe voluto e come sarebbe stato naturale per lui.
Tobi tacque, lasciandogli il suo attimo di shock.
«Ero convinto che fossi più debole di lui» proseguì poi, in tono discorsivo. «Ma mi hai stupito. Complimenti. Beh... questo non significa certo che tu sia più forte di me, ma è già qualcosa»
«Mio padre?!» ripeté Naruto a voce più alta, riacquistando rapidamente tutti i tratti che lo caratterizzavano. «Che ne sai tu di mio padre?!»
Perché quell’uomo tirava fuori un argomento simile, perché?
Chi diavolo era?
«Dovresti essere onorato dalle mie parole» continuò Tobi. «Che i figli superino i loro padri è normale... ma il tuo era particolarmente dotato. E’ riuscito a strapparmi il giocattolo preferito, dopotutto»
«Smettila di blaterare!» ruggì Naruto, fuori di sé. «Di chi stai parlando?! Chi è mio padre e che ne sai tu?!»
Tobi fece una pausa, lasciando che l’eco delle sue parole si spegnesse.
Poi sembrò ricordare all’improvviso una cosa.
«Ah, è vero» commentò. «Tu non servi, te l’ho già detto»
E Sai, ancora accanto a Naruto, fu sbalzato all’indietro, oltre il cornicione del tetto.
Naruto si voltò di scatto, e al rallenty lo vide oltrepassare il confortante muretto di protezione, restare sospeso nel vuoto... incrociò i suoi occhi, leggermente stupiti... e poi lo vide cadere. Scomparire oltre il bordo.
«Sai!» gridò scattando indietro, fino al muretto.
Si sporse verso il basso, gli occhi sbarrati, e con orrore lo vide giacere a terra, sette piani più sotto, sopra un cumulo di rifiuti bagnati.
Il suo cuore perse un battito.
Smise di respirare.
«Certe cose sono private...» mormorò Tobi senza muoversi. «E magari... così tiri finalmente fuori la volpe»
Naruto avvertì un brivido correre lungo la schiena.
Una risata gorgogliante, nei pressi dello stomaco...
...Quanto... quanto sarebbe stato facile liberare Kyuubi, ora... cederle il suo corpo, il suo sangue, il suo chakra... lasciare che si scatenasse e facesse a brandelli quell’uomo.
Le mani di Naruto tremarono, scaldandosi impercettibilmente.
Ma...
La volpe era più debole di lui.
Non sarebbe servito a nulla.
E poi... gli avrebbe impedito di sentire... di suo padre.
Strinse i pugni, e sentì il mormorio dì Kyuubi affievolirsi.
Tobi, sotto la maschera, corrugò appena la fronte.
Male. Non perdeva il controllo...
«Dimmi... chi è» disse Naruto tra i denti, dandogli le spalle. «Mio padre. Se sai qualcosa di lui... dimmi chi è»
Era imperdonabile.
Pensare a una stronzata come quella mentre Sai era venti metri più in basso, chissà se vivo o morto... era imperdonabile. Dopotutto aveva vissuto fino a quel momento senza saperlo, giusto?
Perché all’improvviso diventava tanto importante?
Avanti... lo sai perché” sussurrò suadente la voce della volpe. “Tu sai chi è. Lo hai sempre saputo.
Io te l’ho sempre suggerito
Tobi sorrise, freddo.
«Lo sai» disse, come Kyuubi poco prima. «Ma fingi di non saperlo... fingi di ignorare la somiglianza, l’istinto, e le parole che vengono sussurrate alle tue orecchie... Fingi di ignorare che il quarto Hokage sia tuo padre»

Crack

Qualcosa andò in frantumi, nel suo petto.
Una crepa sottile prese a dipanarsi lungo un vetro spesso e scuro... una barriera, che lo aveva protetto per diciotto anni da una consapevolezza di cui non voleva sapere nulla.
Un diamante che temprava le sue convinzioni... e che dava sostanza ai suoi giuramenti.
Lo aveva sempre circondato, difeso... lo aveva illuso.
Il maestro Iruka è come un padre per te. A che serve pensare a un altro? Lascia perdere, non conviene neppure perdere tempo...
...Non hai bisogno di qualcuno che ti ha abbandonato.
Yondaime.
Il suo obiettivo.
L’eroe del villaggio.
L’Hokage.
Colui che aveva sacrificato la vita per la Foglia...
...invece di stargli accanto.
Che pensiero... idiota. Idiota ed egoista.
Anche lui avrebbe fatto lo stesso, ne era certo.
Proteggendo il villaggio aveva protetto anche il suo prezioso bambino...
...per poi infilargli un demone nelle viscere.
E condannarlo alla solitudine e al disprezzo. Strappandogli anche il conforto dell’amore paterno.
Che razza di padre... vero?” ghignò Kyuubi, sarcastica.
«Zitta!» gridò Naruto, e nella sua voce risuonò una nota bassa simile a un ruggito.
Strinse le mani attorno al muretto di protezione, e sentì le dita incrinare l’intonaco.
Non l’aveva messo in dubbio neanche per un istante, da quando era sfuggito alle labbra di quel Tobi...
Yondaime...
Suo padre...
Suo padre...
Suo padre...
Suo padre...!
Si voltò di scatto, furioso e completamente privo di controllo.
I suoi occhi si tinsero di cremisi, le pupille si strinsero nello sguardo di un felino, e nella sua mano, ora artigliata, brillò la luce accecante del rasengan... che in un attimo si trasformò nel rasenshuriken, senza bisogno di copie che lo aiutassero.
Infranse l’accordo stretto con sé stesso.
Lo scordò completamente.
Naruto ruggì, e il cemento sotto i suoi piedi si incrinò di fronte alla potenza della tecnica, mai così densa fino a quel momento.
Tobi, dall’altra parte del tetto, per un attimo sperimentò un vago barlume di paura.
Evitarlo?
Difficile.
Ma poteva contrastarlo.
In un istante raccolse una quantità incredibile di chakra, che spazzò l’aria come un vento caldo, e si preparò per la palla di fuoco suprema.
Quando Naruto fu a un passo da lui, i diversi flussi di chakra si scontrarono, esplodendo.
L’uno scagliò il rasenshuriken, con abbastanza forza da permettergli di allontanarsi dalla sua mano senza scemare, l’altro sputò una sfera incandescente di proporzioni colossali.
L’intero villaggio tremò per la terza volta, più violentemente delle precedenti.
La luce che si sprigionò fu accecante, e disegnò lunghe ombre per un raggio di centinaia di metri.
Il palazzo su cui si stavano affrontando non resse, e crollò su sé stesso come un castello di carte, mentre gli ultimi tre piani si disintegravano con violenza inaudita. Anche i primi edifici nei dintorni furono dilaniati dall’onda d’urto.
Qualunque essere umano non sarebbe uscito vivo da un’esplosione simile. Forse neanche Kyuubi.
Ma, quando la polvere si fu depositata, lenta e pesante... uno scenario surreale si aprì alla vista.
Da un lato, sulla cima di quel che restava di un palazzo, Naruto e Hinata.
Dall’altro, nella stessa situazione, Tobi e Itachi Uchiha.
Kiba, ansante in una stradina secondaria, lasciò che Akamaru leccasse le ferite di Sai, ancora privo di conoscenza, e guardò su; lui si era precipitato a salvare il moro, mentre Hinata, sotto i suoi occhi attoniti, si era lanciata al centro dell’inferno per Naruto.
Non l’aveva mai vista usare la rotazione suprema del suo clan prima di quel momento, sebbene il risultato non fosse perfetto quanto quello di Neji. Ma a quanto pare era bastato: lei e Naruto erano stati sbalzati contro un palazzo che aveva rischiato il crollo, ma a parte qualche ustione su Hinata, si erano entrambi salvati.
L’Inuzuka spostò lo sguardo da loro all’altra coppia... e cercò di decifrare l’immagine confusa che gli era parso di captare: la palla di fuoco del membro dell’Akatsuki era esplosa a un metro da Naruto... ma in qualche modo era stata deviata dall’Uchiha, forse con la stessa tecnica, ed entrambi erano stati sbalzati via, come Naruto e Hinata. Restando miracolosamente illesi, a parte il mantello andato distrutto.
La domanda era: perché?
Perché Itachi avrebbe dovuto voler salvare Naruto?

Frammenti di cemento si staccarono dall’impalcatura d’acciaio contorta, cadendo sul pavimento con un lieve acciottolio.
Nel silenzio dilagante, l’unico rumore era quello di un respiro affannato.
«...Hinata?» disse Naruto sbalordito, quando si accorse che lei era davanti a lui, accasciata sul suo ginocchio. «Stai bene?»
Accigliandosi, la prese per le spalle ignorando il dolore al braccio destro danneggiato dal rasenshuriken, già in via di guarigione grazie a Kyuubi, e la girò, costringendola a guardarlo.
Sul viso solitamente bianco della kunoichi ora c’erano tracce di ustioni leggere, e un arrossamento generale.
«Io... sì...» rispose lei con un tentativo di sorriso. Naruto vide che in corrispondenza delle braccia gli abiti erano inceneriti, e che la pelle era più danneggiata che non sulla faccia.
«Cosa hai fatto?» le chiese, sentendosi inspiegabilmente irritato. «Perché ti sei infilata in quell’inferno?»
«Perché... volevo proteggerti» mormorò lei senza pensarci. E poi arrossì furiosamente. «C-cioè» balbettò. «Pensavo che p-poteva essere pericoloso, e-e allora ho usato l-la rotazione suprema... M-ma non sono brava come N-Neji, quindi n-non è venuta troppo bene...! Però sono a posto, d-davvero!»
Naruto la fissò, senza sapere cosa dire.
Poi lo seppe.
«Sei una stupida!»
Hinata sussultò, spaventata.
«Io non mi sarei fatto niente!» continuò lui, e i suoi occhi cremisi non erano affatto rassicuranti. «Tu invece, guarda come ti sei ridotta!»
«M-ma io...» balbettò lei, nel panico.
«E dov’è Kiba?» scattò Naruto. «Quell’imbecille! Come ha potuto permetterti di fare una cosa del genere?»
«L-lui...»
«Quando lo trovo gliele suono! A lui e a quel maledetto cane!»
«P-però...»
«Stai zitta!»
Hinata ammutolì, ad occhi sbarrati.
«Ce la fai a stare in piedi?»
Lei annuì piano.
«Allora vattene da qui» ordinò lui, alzando gli occhi da lei per posarli sul palazzo che ospitava Itachi e Tobi. Le sue iridi si fecero improvvisamente gelide, non più calde e infervorate come quando parlava con lei. «Siamo solo all’inizio»
E Sai, l’unico che avesse a disposizione uno dei rotoli di Jiraya, giaceva privo di sensi tra le rovine.

I mantelli dell’Akatsuki erano andati distrutti nell’esplosione, insieme a brandelli degli abiti che celavano al di sotto.
Nuvole scarlatte su campo nero, incenerite in un’unica fiammata, l’anelito agonizzante di un’organizzazione morta da tempo... e forse mai neanche nata davvero.
Tobi e Itachi erano l’uno davanti all’altro, in piedi, in silenzio.
«Mi hai ostacolato...» disse il primo, piano. «Devo interpretarlo come un tradimento?»
«Come se non lo avessi sempre saputo» ribatté l’altro, impassibile. «L’unico motivo per cui sono entrato nell’Akatsuki... sei tu»
Tobi ghignò sotto la maschera.
«Interessante» commentò. «Pensi davvero di essere più forte di me? Tu... con quel tuo debole sharingan e i tuoi occhi quasi ciechi?»
«E tu? Che di occhio ne hai solo uno?»
«Hn... quanto sei informato...» mormorò sarcastico. «Per te un occhio sarà più che sufficiente. Tu... sciocco ragazzino ossessionato dall’idea di essere forte... Vuoi radere al suolo l’intero clan?»
«Sì. Il sangue Uchiha è un sangue maledetto»
«Uhuh... è così che la pensi, dunque? Non avrai frainteso? Non sarà che l’unico maledetto qui... sei tu?»
Itachi si accigliò impercettibilmente.
«Se il sangue Uchiha è tanto velenoso,» continuò Tobi. «perché hai lasciato in vita tuo fratello? Perché hai alimentato la sua maledizione con la fiamma dell’odio?»
Itachi non rispose.
Aveva lasciato in vita Sasuke... perché c’era bisogno di un ultimo Uchiha, uno il cui sangue non fosse contaminato come quello degli altri.
Un bambino.
C’era bisogno di una persona così, per eliminare lui.
Lui, lo sterminatore.
Il più impuro di tutti.
Sasuke doveva odiarlo, per diventare forte... doveva superarlo, migliorare fino a raggiungere e superare i suoi limiti...
Lui aveva bisogno di una garanzia.
La garanzia di non restare l’ ultimo.
«Oggi, qui...» mormorò, con gli occhi cremisi fissi sulla maschera di Tobi. «Il clan Uchiha avrà definitivamente fine»
«In effetti... oggi è il Giorno» sorrise Tobi. «Ma hai frainteso di cosa»
In quel momento entrambi voltarono la testa di scatto, e videro Naruto balzare sul palazzo che occupavano con passo silenzioso.
Il chakra rosso della volpe brillava, sfilacciato, attorno al suo corpo, denso là dove assumeva il cremisi degli occhi.
Non sorrideva, né ghignava.
Tobi passò lo sguardo da lui a Itachi.
«Uhm... Il nemico del mio nemico è mio amico. Si dice così? Quindi... ora mi affronterete in due?»
Naruto spostò gli occhi sull’Uchiha che gli stava accanto.
«Non è esatto» rispose, con voce roca. «Io sono qui per entrambi»
«Ma io e te non possiamo allearci...» disse Tobi rivolto a Itachi. «Uhm... strana situazione. In questo caso mi sembra più appropriato il nemico del mio nemico è mio nemico. Per quanto non abbia senso»
«Naruto, vattene» ordinò Itachi freddo. «Il suo obiettivo è Kyuubi, se riuscirà ad ottenerla sarà la fine»
«No» ringhiò Naruto. «Io sono qui per catturarti. E lui... ho bisogno di sapere chi è»
L’Uchiha si accigliò.
Che Naruto restasse lì era la cosa più pericolosa che poteva accadere.
Non doveva permetterlo.
«Tutto qui?» disse, freddo. «Come ho già detto a Jiraya il sannin, quando avrò concluso ciò che mi preme fare, mi consegnerò nelle vostre mani. E per quanto riguarda la sua identità...» spostò gli occhi su Tobi. «Lui è Uchiha Madara, fondatore del clan Uchiha della Foglia»













Nel prossimo capitolo
:


Sasuke estrasse la mano dalla ferita di scatto, lasciando che il sangue zampillasse e gli macchiasse il kimono.
Ad occhi ancora sbarrati, vide Naruto piegarsi lentamente all’indietro... e cadere, verso il basso.
Cinque piani più sotto, giacque tra le macerie della strada e dei palazzi.
Le nubi in cielo lasciarono trapelare un singolo, debole, raggio di sole...














*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Ed ecco a voi il famoso capitolo 12, di cui ho continuato a parlare!
Sicuramente qualcosa succede, non vi sembra?
Da questo e fino al capitolo 18 ci sarà un casino dietro l'altro,
e confesso che questa è forse la cosa più difficile che io abbia mai scritto in termini di "azzardo";
siamo nel campo dell'immaginazione più pura, ognuna delle parole che leggerete di seguito è da me inventata
e non costituisce spoiler in alcun modo...
(anche perché sono consapevole del fatto che Pain non avrà un ruolo marginale nella saga regolare,
mentre io me ne sono liberata decisamente in fretta...! XD)
Sperando che possa risultare godibile,
auguro a tutti un buon capitolo 13!
A giudicare dall'anticipazione, avete bisogno di tutti gli auguri possibili! XD
Un'ultima cosa:
un saluto e un grosso abbraccio a
Urdi, Talpina Pensierosa, La fidanzata di Goku e ShAiW,
le uniche a sconfiggere la pigrizia dilagante...

Aya

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Capitolo 13
*** Nel cuore ***


Naruto-13


Capitolo tredicesimo

Nel cuore








«...Il fondatore?» allibì Naruto. «Ma... com’è possibile? Dovrebbe avere centinaia d’anni!»

«La Tecnica Proibita» mormorò Itachi.
Tobi, che fino a quel momento non aveva detto una parola, ora rise. Piano, quasi gentilmente, ma un brivido corse lungo la schiena di Naruto. E un ringhio basso si liberò dal suo stomaco.
«La stessa di Orochimaru?» chiese il ninja della Foglia.
«Esatto» rispose il diretto interessato. «Sebbene sia più corretto dire la mia, dal momento che sono stato io il primo a parlarne»
Con un fruscio silenzioso, portò la mano alla maschera che gli copriva il volto.
«Orochimaru ha provato a imitarla, ma non ci è riuscito. Non del tutto, almeno. Il problema... è lo sharingan. Uno dei tre grandi poteri oculari, davvero incredibile... possederlo è una specie di jolly. Ma lui non sarebbe nemmeno stato in grado di usarlo, pur avendolo a disposizione» abbassò la maschera, e davanti agli occhi attoniti di Naruto svelò un volto di adolescente, per metà devastato.
L’intera parte destra era un’unica cicatrice, la pelle cadente. La parte sinistra era priva di un occhio. L’unica nota di vita su quel volto pallido, incorniciato da capelli neri e sparati, era il brillante sharingan scarlatto di destra.
«Solo il sangue degli Uchiha permette il vero utilizzo dello sharingan» proseguì Madara. «Nemmeno Kakashi Hatake riuscirà mai a padroneggiarlo completamente. E io, grazie a questo occhio, posso realizzare tecniche che saranno per sempre al di là delle vostre possibilità»
«Ma... perché?» sfuggì a Naruto. «Perché restare in vita tutto questo tempo?!»
Madara sorrise.
«Per ricordare a ragazzini come questo» accennò a Itachi. «che il vero potere risiede solo nel sangue più puro. E che loro lo hanno sporcato, indebolendo irrimediabilmente lo sharingan»
«Non ha senso!» sbottò Naruto.
«Lo sharingan è il simbolo della casata Uchiha, cui io ho dato origine» ribatté Madara, smettendo di sorridere. «Indebolirlo significa infangare il nome del clan, il mio nome»
«E tu... saresti rimasto in vita... incarnandoti di volta in volta... per questo?»
Naruto non riusciva a capire.
Quella storia assurda andava al di là delle sue capacità di comprensione...
«Sei pazzo» intervenne Itachi, rivolto all’altro Uchiha. «L’uomo ha una vita limitata perché la sua mente non può restare sana per troppo tempo. Ma tu, continuando a esistere, hai perso completamente la ragione. Se il mio sangue è sporco, perché sei venuto a cercarmi quand’ero solo un ragazzino? Perché ti sei offerto di prendermi come allievo e di aiutarmi a sviluppare lo sharingan? Già undici anni fa mi è bastato guardare in quel tuo unico occhio per capire che eri completamente pazzo... ora è ancora più evidente. Madara Uchiha, per te è arrivato il momento di morire»
«Sono pazzo?» ripeté Madara, con un ghigno. «Ma sono più pazzo io che ti ordinai di sterminare il clan Uchiha... o tu che mi obbedisti?»
«Siete pazzi entrambi!» sbottò Naruto. «Completamente fuori di testa!»
Il chakra rosso che lo ricopriva blandamente si intensificò come una fiammata.
«Sarò io a mettere fine a questa follia!»
Madara gli lanciò un’occhiata di compatimento.
«Dire simili spacconate...» mormorò. «E poi servirsi del mio animale domestico. Quanta presunzione...»
«Stai parlando di Kyuubi?» ringhiò Naruto.
«E di chi altri?»
Un ghigno si disegnò sulle labbra del biondo.
«A quanto pare, lei non è affatto convinta di essere il tuo animale domestico»
E iniziò.

Hinata si lasciò cadere lungo l’ultimo dislivello, e atterrò sulle gambe leggermente instabili.
Ansante, aggirò un enorme frammento di muro e si trovò accanto a Kiba, Akamaru e Sai.
«Hinata!» esclamò il primo, scattando in piedi. «Stai bene?» fece correre lo sguardo alle ustioni sulle braccia e il viso.
«Sì» rispose lei nascondendo la pelle con i resti delle maniche. «Sai?» lo raggiunse, e gli si inginocchiò accanto. Posò due dita sul suo collo, e avvertì un battito leggero; si accigliò.
«Ha bisogno di cure» mormorò preoccupata. «Se solo ci fosse Sakura...»
«Starà arrivando» le assicurò Kiba. «Penso che l’esplosione di prima sia stata visibile anche dal Fuoco e dal Vento, figurati se non l’hanno vista lei e Sasuke... Probabilmente a quest’ora si stanno inseguendo per arrivare qui»
«Già...» Hinata fece un sorriso mesto. «Sakura sarà molto preoccupata per Naruto»
Kiba si accigliò.
E poi esplose.
«Adesso basta!» esclamò, facendola sussultare. «Devi smetterla di pensare a lui! E’ un anno che sta con Sakura, devi metterci una pietra sopra! Non puoi stare ancora male perché lui non ha saputo vedere cosa aveva davanti!»
«Cosa... a-aveva davanti?» balbettò lei, confusa.
Kiba arrossì.
«Lascia perdere!» sbottò dandole le spalle. «Devi smettere di farti del male, tutto qui!»
Hinata guardò la sua schiena tesa, e poi abbassò la testa.
«Sì» mormorò. «So che hai ragione... ma... non è mica tanto facile, sai?»
Certo che lo so!” pensò frustrato. “Maledizione... lo so quanto te!”
Fu allora che sentirono il primo crollo.

Era un battaglia, indubbiamente.
Perché prevedeva pugni, tecniche e sangue.
Ma non era assolutamente normale, di questo erano certi tutti e tre.
Lo scontro tra Itachi, Naruto e Madara procedeva secondo regole tutte sue, nuove e assolutamente incomprensibili. Le tecniche avevano inizio, si dirigevano verso uno degli avversari, e venivano contrastate da quelle di un altro, senza soluzione di continuità. Era un tutti contro tutti anomalo, in cui Itachi cercava di uccidere Madara e salvare Naruto contemporaneamente, Madara cercava di uccidere entrambi e di difendersi, e Naruto cercava di catturare vivi tutti e due.
E la cosa peggiore non era la confusione: era la potenza devastante dei colpi.
Un pugno andato a vuoto e un muro cedeva.
Una palla di fuoco ed esplodeva il piano di un palazzo.
Tutt’attorno alla zona i crolli si susseguivano, con un brontolio sordo e continuo. Il villaggio intero vibrava, e le nubi nel cielo iniziavano a disperdersi, smarrite.
Nel caos generale, c’era però qualcuno che si divertiva.
Kyuubi.
Poter distruggere ciò che voleva la riportava al passato... e affrontare Madara, che tanto a lungo l’aveva tenuta prigioniera, le dava un piacere inebriante.
E dire che Naruto non le aveva nemmeno dato via libera, ma ancora la tratteneva: nell’aria si agitavano soltanto cinque code, poco più della metà.
Vuoi più potere?” gli chiese tentatrice.
Tu non puoi rendermi più forte” ribatté lui mentre un suo pugno si abbatteva a meno di dieci centimetri dalla faccia di Itachi.
E allora perché tuo padre mi avrebbe sigillata dentro di te?
Lo stomaco di Naruto si contrasse a quelle parole.
Da quando Hinata si era frapposta tra lui e l’esplosione, quel particolare pensiero era rimasto confinato in un angolo buio della coscienza, sotto l’etichetta ‘dopo’.
...Ora non è il momento!” ringhiò dentro di sé, furioso, e raccolse tra le mani una sfera di chakra per creare il rasengan.
Lo scagliò verso Madara, al che l’Uchiha rispose con una pioggia di fuoco, che lo disperse come nebbia. Itachi colse l’attimo per premere i palmi sul cemento ai suoi piedi e far sorgere dalla calce spire metalliche, che si avvolsero attorno al suo corpo. Che all’improvviso non fu più umano, ma un grosso frammento di muro. Naruto vide il vero Madara a pochi passi da lui, appena più indietro, e una delle code di Kyuubi scattò e frustò l’aria, abbattendosi violentemente sul cemento. Una parte generosa di muro andò in pezzi, facendo tremare l’intero edificio, e il soffitto si inclinò leggermente.
Come un sol uomo tutti e tre i contendenti balzarono su un altro tetto, senza smettere di avventarsi l’uno sull’altro, allontanandosi da Sai, Kiba e Hinata, che avevano trovato rifugio tra le macerie già crollate dell’ex palazzo dell’Akatsuki. Naruto si trovò improvvisamente davanti a Itachi, e digrignando i denti lo afferrò per il bavero del mantello in un suo attimo di distrazione. Sollevò il pugno, pronto a colpirlo, quando accadde qualcosa di totalmente inaspettato: all’improvviso sia lui che Itachi si trovarono serrati nelle spire ruvide di due serpenti neri.
L’aria sembrò congelarsi in un istante di muta e reciproca comprensione.
E poi, la sua voce.
«Naruto, allontanati... Lui è mio»
Il Serpente era arrivato.
Itachi si accigliò leggermente, gettando un’occhiata distratta verso il gruppetto che li aveva raggiunti, e che ora era fermo sul loro stesso tetto. Intravide Sasuke, che lo fissava ad occhi sbarrati, lo sharingan che brillava minaccioso nelle iridi scarlatte; poi guardò Madara, fermo e lievemente incuriosito; e infine Naruto, che si era voltato lentamente verso il compagno di un tempo.
Anche con una vista appannata come la sua, distinse il leggero cambiamento di tonalità negli occhi del ninja di Konoha: da rossi, il colore della volpe, a celesti. Il colore del cielo.
«...Sasuke» si lasciò sfuggire il biondo, per un attimo completamente dimentico del combattimento.
«Levati di mezzo, Naruto» ripeté l’Uchiha più giovane, con voce vibrante. Non staccò le iridi da quelle del fratello per un solo istante.
«Cosa vuoi, Sasuke?» gli chiese questo, quasi stancamente. «Non è il momento»
«Sta’ zitto!» esclamò lui. «Non hai il diritto di scegliere come o dove morire!»
Finalmente Itachi si degnò di guardarlo.
«Credi davvero che si tratti solo di questo, ormai?» chiese.
«Non me ne frega niente!» rispose Sasuke. «Io voglio solo questo!»
Madara, a qualche passo di distanza, sorrise impercettibilmente.
Interessante...” si trovò a pensare. “E se mi fossi sbagliato sul serpentello? Se fosse lui... il più adatto?”
Bisognava testarli.
«Che situazione incantevole» disse a voce alta, e solo allora Sasuke sembrò accorgersi di lui. Itachi corrugò la fronte. «Ora che siamo quattro» proseguì Madara «possiamo combattere molto meglio, no? Voi due lì, da una parte... e io e Naruto qui»
Naruto, sentitosi tirato in causa, distolse bruscamente lo sguardo da Sasuke e puntò le iridi di nuovo scarlatte su Madara, ringhiando piano. Itachi fece schioccare la lingua con disappunto.
«Non contarci» disse secco, e il serpente che lo avvolgeva si sciolse sfrigolando, come colpito da un acido.
Prima che potesse fare una sola mossa, la katana di Sasuke fu sotto la sua gola.
«Tu ed io» sibilò il minore degli Uchiha. «Non scapperai di nuovo!»
Madara ghignò, e puntò l’unico occhio su Naruto, ancora immobilizzato.
Lui si accorse del rischio quando ormai era troppo tardi... e rimase intrappolato nello sharingan.

Nero.
Ovunque.
E solitudine... tanta solitudine...

Il panico gli artigliò lo stomaco, mentre il suo grido si perdeva nell’oscurità senza fine, senza eco e senza risposta.
E all’improvviso fu di nuovo indietro, nel mondo reale.
Ma su un altro palazzo.
Ansimò, il viso coperto di sudore, e vide Madara fissarlo sorridente.
«Guarda Kyuubi...» mormorò. «Ha imparato a contrastarlo, un po’. Ma direi che siamo abbastanza distanti» guardò un palazzo a qualche metro, sulla cui cima stavano Itachi e il Serpente. «Qui nessuno ci disturberà»
Naruto corrugò la fronte.
Spostò gli occhi su Sasuke, in lontananza, e poi strinse i denti.
Lo rivedeva, dopo un anno... e non riusciva neanche a dirgli una parola.
E ora lui era davanti a Itachi, e sia che vincesse, sia che perdesse... il Sasuke che lui conosceva sarebbe morto per sempre, lì.
Non lo avrebbe salvato.
E il responsabile... era Madara.
Naruto ringhiò, e il chakra di Kyuubi pulsò debolmente, avvolgendosi attorno alle spire del serpente nero che ancora lo bloccava. Le squame ruvide sfrigolarono, un sibilo di sofferenza pervase l’aria, e poi, contorcendosi nei rantoli della morte, l’animale scivolò a terra.
«Tutti voi Uchiha... siete malati!» ringhiò. «Perché non lo lasciate in pace?!»
Si lanciò sull’avversario con un ruggito, e gli artigli della volpe si conficcarono nel cemento un attimo dopo che lui si fu allontanato. Naruto girò su sé stesso, e avvolse una delle code attorno all’avversario. Madara ghignò, e come pioggia d’argento si dissolse, rivelando l’illusione; una sfera di fuoco, inaspettata, raggiunse Naruto alla schiena, strappandogli un gemito di dolore, e lui strinse i denti e liberò un’altra coda. Sentì il chakra di Kyuubi lambire la pelle, scottarla, e rafforzò il proprio. Una leggera nebbiolina rossa gli oscurava la vista... la volpe, nelle profondità della sua coscienza, mormorava sempre più forte.
Uccidilo” sussurrava. “Anche lui vuole portarti via Sasuke...”
«Stai zitta!» si trovò a gridare di nuovo, mentre il rasengan prendeva ancora forma tra le sue dita.
Madara sorrise.
Mancava poco.
Anche sull’altro tetto, le cose sembravano mettersi bene...

Silenzio.
Mentre Madara portava via Naruto, Itachi fu costretto a restare immobile.
A guardare la tragedia che lentamente prendeva forma.
Chiuse gli occhi.
«Sasuke...» mormorò. «Tu non hai la minima idea di cosa stia succedendo»
«Stai zitto» sibilò il minore degli Uchiha, premendo la lama sul collo del fratello.
«Sei accecato...» proseguì Itachi, ignorandolo. «La vendetta ti ha tolto ogni capacità di giudizio, non vedi più in là del tuo odio...»
«E di chi è la colpa, eh?» lo interruppe Sasuke a denti stretti, avvicinando il volto. «
Odiami. Sei
stato tu a dirmelo, anni fa... ricordi? Chi uccise i nostri genitori? Chi mi lasciò solo
La lama della katana cambiò impercettibilmente inclinazione contro il collo di Itachi. Una goccia di sangue si formò sul bordo, lucente, e tremolò appena.
Il maggiore degli Uchiha non ribatté alle accuse.
Silenzioso, riaprì gli occhi.
«Non sei in grado di battermi» disse, per l’ennesima volta. «Non hai nemmeno un abbozzo di sharingan ipnotico, e sei così inesperto... Rischi di mandare all’aria molto più della tua vendetta, solo per un capriccio»
«Non osare definirlo capriccio!» gridò Sasuke, sferrandogli un pugno.
Le nocche colpirono esattamente alla tempia, precise. Itachi voltò la testa di scatto, colto alla sprovvista, ma così facendo la katana si allontanò dal suo collo. Prima ancora di essersi ripreso, il maggiore degli Uchiha tese una mano e strinse il braccio del minore. Il dolore colpì all’improvviso, strappando a Sasuke un’esclamazione soffocata. Con un calcio si liberò della stretta e arretrò di un passo, stringendo nella destra il braccio sinistro, su cui la stoffa carbonizzata aderiva alla pelle ustionata.
Karin lanciò un gridolino angosciato.
«Non muovetevi!» ordinò Sasuke, a denti stretti. «Lui è mio
L’eco delle sue parole non si era ancora spenta, che dovette scansare una sfera di fuoco. Ribatté evocando un serpente, che rapido andò ad attorcigliare le sue spire attorno a Itachi, ma l’Uchiha se lo staccò di dosso quasi con noncuranza, come una vaga appendice scomoda. I denti imbevuti di veleno del rettile schioccarono a vuoto, prima che la sua testa finisse sotto il piede di colui che avrebbe dovuto mordere.
Itachi raggiunse il fratello, veloce, e schivò appena in tempo il fendente della katana diretta al suo collo; e il seguente; e quello dopo ancora.
Non si allenavano insieme da anni, e comunque non avevano mai combattuto con una spada... ma entrambi sembravano seguire un’invisibile coreografia di affondi e schivate, con una sincronia pressoché perfetta.
L’aria sibilava attorno ad entrambi, e il loro respiro si faceva affrettato.
Itachi era nervoso.
Non riusciva a capire cosa succedesse tra Naruto e Madara, sebbene intuisse che stavano combattendo. E i suoi occhi erano stanchi. Doveva liberarsi di Sasuke immediatamente.
La katana tagliò l’aria accanto al suo viso, affondando per pochi millimetri nella pelle liscia della guancia, e mozzando un frammento di orecchio.
Sasuke ghignò, mentre il sangue scorreva sulla lama.
«Sostieni ancora che io non sia in grado di batterti?» insinuò.
Itachi non sorrise.
Impassibile, sentì il sangue tiepido scorrere lungo il mento e il collo.
Doveva liberarsi di Sasuke immediatamente.
Per l’ennesima volta nella sua vita, il minore degli Uchiha commise l’imprudenza più grave: fissò il fratello dritto negli occhi.
E lo sharingan ipnotico colpì con la rapidità del lampo.

Di nuovo quella scena.
«Cosa pensi di ottenere?»
I suoi genitori, sotto i suoi occhi freddi ma segretamente ribollenti, venivano uccisi ancora, forse per la trecentesima volta.
Nessuno rispose alla sua domanda.
«Così non farai che aumentare il mio odio...» sibilò tra i denti.
Sua madre cadde, una scia di sangue si disegnò nell’aria. Il suo grido d’agonia strinse lo stomaco di Sasuke.
Sapeva come funzionava lo sharingan. Bisognava attendere che finisse, e restare impassibili.
«Tu credi?» sussurrò l’Itachi più giovane che compiva il massacro, sollevando i suoi occhi di sangue sul fratello cresciuto.
Scagliò uno shuriken verso il suo collo, ma Sasuke lo schivò appena in tempo, rimediando solo un graffio leggero.
«Credi che restare impassibili sia facile?»
Sollevò la testa della madre, tenendola per i capelli.
Dai suoi occhi neri ricolmi di terrore provenne una supplica. Le sue labbra, già macchiate di rosso, si dischiusero... e poi la sua gola fu tagliata.
Senza clemenza.
Senza esitazione.
Il sangue caldo schizzò sul viso di Sasuke, che sussultò suo malgrado.
«Questa è la fine che farai anche tu» sibilò Itachi, macchiato dello stesso liquido denso e rosso che copriva il fratello. «Se ora insisterai... dovrò uccidere anche te»
Sasuke abbassò appena lo sguardo, mentre una ruga si disegnava tra le sue sopracciglia.
Si fissò le mani, imbrattate e appiccicose.
Sua madre.
Suo padre.
Il suo intero clan.
Lui era il loro vendicatore.
Lui era cresciuto odiando. Fino alla nausea, fino allo stremo... Solo e soltanto odiando.
...Non sarebbe morto senza compiere la sua missione.
Non sarebbe morto senza che il suo clan fosse vendicato.
«Ho capito» mormorò, lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi.
Itachi lo fissò, ancora sospettoso.
E quando il chakra improvvisamente invase l’aria, lui rimase immobile, ma sospirò.
Non avrebbe voluto essere l’ultimo Uchiha.
Ma non poteva permettere che Madara vivesse e mettesse le mani su Kyuubi.
Quindi... avrebbe ucciso la sua unica speranza di redenzione.
Dal nulla comparvero catene di ferro, che andarono ad avvolgersi attorno al corpo di Sasuke.
Il minore degli Uchiha non mosse un solo muscolo, lasciò che fosse il chakra a parlare per lui.
Fu come se una tempesta si fosse abbattuta improvvisamente su loro e loro soltanto. L’aria turbinava, le scosse di elettricità schioccavano sfrigolando, e i capelli neri di entrambi si muovevano, sbattendo sui visi pallidi.
«Qui non puoi nulla» mormorò Itachi, e le catene si strinsero sulla carne di Sasuke. «Questa è la mia dimensione»
Un fulmine illuminò l’oscurità tra i due, rimbalzando sulle catene e avvolgendosi attorno a Sasuke, inoffensivo.
Il minore degli Uchiha all’improvviso alzò gli occhi.
«Non sono più il ragazzino che vide i cadaveri dei suoi genitori!» sibilò.
Le catene si spezzarono con uno schianto secco.
Una scarica di elettricità si abbatté su un sorpreso Itachi, con un bagliore sinistro.
Negli occhi scarlatti di Sasuke, brillava un unico, incerto tratto di sharingan ipnotico.

L’illusione si dissolse bruscamente, ed entrambi i fratelli Uchiha barcollarono e ripresero il controllo di sé.
«Come ci sei riuscito?» chiese Itachi, suo malgrado sorpreso. «Avresti dovuto uccidere il tuo più caro amico...»
«Io non sono te» rispose Sasuke, un ghigno di trionfo stampato sulle labbra. «Io l’ho raggiunto a modo mio»
«Ma è incompleto» fece notare Itachi dopo qualche istante di silenzio. «Non può competere con il mio»
«A me sembra di sì!» esclamò Sasuke, e di nuovo si avventò contro di lui.

Madara gettò un’occhiata veloce al tetto dell’altro palazzo.
Lo scontro pareva, sorprendentemente, volgere a favore di Sasuke. L’Uchiha attaccava, schivava, fintava, il tutto con abilità ammirevole e un entusiasmo fuori dal normale. Il fratello evitava i colpi più pesanti, nel peggiore dei casi restava con un graffio, ma sembrava incapace di controbattere.
Madara sorrise.
Forse si era davvero sbagliato.
Undici anni prima aveva cercato Itachi, convinto di trovare in lui il sangue più puro e l’abilità meglio conservata... Non aveva degnato nemmeno di uno sguardo il suo ordinario fratello, un ragazzino che per essere un Uchiha valeva poco.
Aveva desiderato Itachi.
Uno sharingan completo e potente, un corpo allenato.
Tutto ciò di cui aveva bisogno per il suo progetto.
E invece... sembrava che ora il ragazzino ordinario si fosse trasformato; il serpente si era liberato della pelle e aveva preso il volo.
Senza staccare gli occhi dal combattimento che si svolgeva sull’altro tetto, schivò un pugno di Naruto. Quello si abbatté sul muro alle sue spalle, frantumandolo.
Le code libere erano ormai otto, e il chakra rosso fremeva e ribolliva.
Dall’altra parte la pelle di Sasuke si era fatta scura, e un’ala nodosa aveva preso forma dalla sua scapola.
Madara congiunse le mani sotto il mento e sputò una palla di fuoco verso Naruto, colpendolo in pieno. Il ruggito di dolore e rabbia di Kyuubi fu assordante.
Itachi schivò un raikiri e afferrò Sasuke alle spalle, spingendolo a terra.
Naruto agitò le code, mentre il rasengan si addensava nella sua mano. Si scagliò ferocemente su Madara, che schivò con la tecnica della sostituzione.
E mentre il capostipite degli Uchiha arricciava il naso di fronte all’improvviso capovolgimento di situazione sul fronte Itachi/Sasuke, fu colpito da un’idea.
Lui aveva bisogno di provare fin dove poteva spingersi Sasuke.
Di riavere Kyuubi.
Eventualmente di liberarsi di Itachi.
E poteva ottenere tutto quanto con una semplice mossa.
Ghignò, soddisfatto. Ora doveva solo creare l’occasione propizia.

Itachi estrasse un kunai e lo puntò alla nuca di Sasuke, seduto sulla sua schiena a bloccargli ogni movimento.
«Non avrei voluto che finisse così» disse freddamente.
Karin fece un passo avanti, ma Suigetsu tese la spada di Zabuza davanti a lei.
«Ha detto di aspettare» ghignò.
«Tu mi ci hai costretto...» mormorò il maggiore degli Uchiha alzando il kunai.
Uno shuriken si conficcò nel suo polso, facendogli perdere la presa.
Uno shuriken che proveniva da Madara.
Sasuke sfruttò il suo attimo di distrazione per liberarsi e tornare in piedi. Itachi barcollò tenendosi il braccio, finché non si accorse di essere pericolosamente vicino al bordo. Il suo sguardo corse alla strada, cinque piani più sotto.
«Ora sei mio» sussurrò Sasuke, e il chakra attorno alla sua mano, denso e visibile, stridette acuto.
Gli occhi degli Uchiha si incontrarono.
Sharingan ipnotico ferito contro un suo abbozzo.
E, a sorpresa, fu Itachi che non riuscì a muoversi.
Per un attimo sperimentò l’ineluttabilità.
L’impossibilità totale di evitare ciò che deve accadere... il suo sharingan già gli mostrava il raikiri che affondava nel suo petto... la sua mente si congedava dalle cose terrene.
Aveva fallito ed era riuscito nello stesso tempo.
Non aveva potuto distruggere Madara... ma non sarebbe sopravvissuto, lui solo, al suo clan.
Smise di cercare di divincolarsi, e lasciò che i suoi muscoli si rilassassero.
Guardò Sasuke.
«Non farti usare da lui» mormorò piano.
«Muori» ribatté suo fratello, sollevando la sinistra avvolta dal raikiri.
E poi gli si lanciò contro, gridando.

Anni e anni di sofferenze.
Di lacrime.
Di terrore.
Anni di odio, che non sarebbero stati cancellati con un colpo di spugna... potevano però essere compensati da un attimo di esaltazione pura.
Gioia, euforia, soddisfazione, piacere... mille emozioni in un unico, indimenticabile istante...

Sentì la mano che incontrava una resistenza calda e inaspettata, ma la superò prima ancora di capire cosa fosse.
E poi ecco la stoffa degli abiti. La pelle. La carne viva... e il cuore.
Palpitante.
Tutto in un attimo.
Strinse le dita attorno al muscolo pulsante, sentendo la vita che si irradiava da esso. Vene e arterie, canali del chakra, ossigeno... ogni cosa aveva il suo inizio e la sua fine lì.
Nel cuore.
Un gemito soffocato gli giunse alle orecchie.
«S...Sasuke...»
I suoi occhi annebbiati sembrarono realizzare con un istante di ritardo ciò che vedevano.
La sua mano, in profondità nel petto... e... una giacca.
Arancione.
Risalirono, lenti e increduli, fino a un viso noto... drammaticamente noto e diverso da quello che doveva essere... occhi scarlatti, sì, ma non marchiati dallo sharingan... e una zazzera bionda.
Il sangue colò, denso, lungo il polso di Sasuke.
I suoi occhi, lentamente, si spalancarono.
La consapevolezza lo travolse come una cascata gelida.
La resistenza che aveva avvertito... il chakra della volpe...
La carne che aveva attraversato... di nuovo quella di Naruto, come anni prima...
Ma se allora aveva perforato un polmone... ora le sue dita erano strette attorno al cuore ancora pulsante.
Di nuovo, incontrò lo sguardo sconcertato di Naruto.
Vide le sue labbra, macchiate di rosso, articolare una parola muta... poi, il chakra scarlatto che lo ricopriva tremolò, dissolvendosi.
I suoi occhi tornarono celesti.

Il suo cuore smise di agitarsi sotto le dita.

Sasuke estrasse la mano dalla ferita di scatto, lasciando che il sangue zampillasse e gli macchiasse il kimono.
Ad occhi ancora sbarrati, vide Naruto piegarsi lentamente all’indietro... e cadere, verso il basso.
Cinque piani più sotto, giacque tra le macerie della strada e dei palazzi.
Le nubi in cielo lasciarono trapelare un singolo, debole, raggio di sole...


Sull’altro palazzo, Madara scioglieva le dita dalla posizione che avevano mantenuto fino a un attimo prima.
Sorrise, e guardò Itachi che gli stava davanti.
Lui si accigliò.
«Tecnica del trasferimento reciproco?» chiese.
«Esattamente» rispose l’altro. Guardò Sasuke, che volgeva le spalle a entrambi. «Così Naruto Uzumaki era il suo migliore amico, eh...?» mormorò, ghignando. «E ora cosa succederà?»











Nel prossimo capitolo:


«Lasciami!» esclamò Itachi, cercando di sciogliere la stretta di Sasuke sul suo polso.
Ma lui non si mosse. A testa china, riprendeva fiato.

«Stupido fratello... Se mi vuoi uccidere, mi devi odiare! Devi sopravvivere come un miserabile, continuare a scappare, e aggrapparti alla vita. E un giorno presentati davanti a me con i miei stessi occhi»

Alzò lo sguardo.
«Il giorno è arrivato»














*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Ok.
Calmi.
Fate un respiro profondo, abbassate i forconi, e lasciatemi parlare.
Prima di abbandonare la lettura e farcirmi di insulti, lasciatemi finire la fic!
Please!
Il prossimo sarà un capitolo breve e inutile
(come ogni cosa che veda Sasuke protagonista),
ma quello successivo potrebbe essere molto piacevole e...
...illuminante.
Ricordate sempre questo:
io sono una gran bastarda, e traggo il massimo diletto nel torturare i miei poveri lettori...
MA
in fondo sono anche irrimediabilmente buona...
...e soprattutto amo alla follia Naruto.
A voi le conclusioni.

PS: di medicina ne so un po', ma questa è una fanfic, e in quanto tale ho voluto prendermi un po' di libertà...
Me lo perdonerete, vero? ^^'

PPS: ce l'ho fatta! Erano 5 anni e almeno 8 fiere che volevo prenderlo, ma non lo avevo ancora fatto...
FINO A IERI!
E oggi posso dire con orgoglio che finalmente sono una ninja anche io!
Ho il coprifronte di Naruto!!
Beh... a voler essere pignoli sarebbe quello di Itachi... ma in fondo è ancora meglio! XD
Evvai! Adesso il coprifronte sul mio peluche di Pak avrà un compagno!
(inutile dire che l'ho dimenticato sulla macchina dell'amica che ci ha traghettati fino a Lucca... ma lo riprenderò! XD)


Angolino saltuario delle risposte ai commenti!

ShAiW:
ahahah! XD Con tutto quello che succede tu mi chiedi di Sai? XD

Urdi: ah, magari fossi perfetta! XD Stare dalla parte del lettore ha un indubbio vantaggio: spesso le cose sembrano molto più belle di quanto siano in realtà. Io come scrittrice non posso fare a meno di notare tutte le differenze che ci sono tra la mia immagine mentale della scena e la miseria che riesco a regalarvi con le parole, e per questo deprimermi. Poche volte sono riuscita davvero a mettere per iscritto ciò che visualizzavo, e sono tuttora scene che mi danno i brividi (di piacere, ovviamente). Il capitolo 12 è stato un bel capitolo, perché io amo i colpi di scena e perché venero Naruto e Kyuubi insieme, ma purtroppo non è perfetto. E meno male, oserei aggiungere, dal momento che se la perfezione è un punto d'arrivo, nel momento in cui dovessi mai raggiungerla perderei uno scopo nella mia vita, e probabilmente smetterei di scrivere! XD
Se sono riuscita a ispirarti non posso fare a meno di esserne davvero contenta! ^^ Mi sento come una di quelle autrici di fanfic, o anche di libri, che dopo aver finito di leggere ti fanno venir voglia di prendere in mano il pc, o, se non ce l'hai, la penna; o, se non hai nemmeno quella, il tuo stesso sangue! XD
Dare una spinta alle persone ed entusiasmarle è davvero una bellissima sensazione! ^__^
(PS: si capiva tutto, tranquilla! Non mi ero neanche accorta che c'era l'apostrofo anziché l'accento! XD)
Kaho_Chan: ma certo che ho sentito la tua mancanza! Io AMO le tue recensioni! *_*
Lo scorso capitolo è stato uno dei miei preferiti in assoluto, tra le centinaia che ho scritto nella mia vita, per cui i tuoi complimenti mi lusingano da matti!! Personalmente non riesco a considerare Itachi completamente marcio (forse è troppo bello per esserlo... eheh), quindi HO DOVUTO in qualche modo redimerlo per quella che è la sua più grande (e al momento inspiegata) colpa... e la soluzione che ho trovato è questa. Al 100% Kishimoto mi smentirà, perché Pain avrà sicuramente un ruolo più importante... ma intanto a me le cose vanno bene così! XD
Ahh, Tobi mi manca da matti!! Hai ragione, lo scambio con Madara non è stato affatto conveniente! XD

Ahh... chissà che fine ha fatto GgPoulain?

Come avrete notato, sono logorroica nelle risposte...
Sigh, su manga.it è tutto più semplice!

Aya

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Capitolo 14
*** Il Giorno ***


Naruto-14


Capitolo quattordicesimo

Il Giorno







Kure
nai era meno grave di quanto avesse pensato.
A Sakura bastarono pochi minuti per arrestare l’emorragia, e alcuni altri per medicarla alla bell’e meglio.
Ogni venti secondi, però, i suoi occhi inquieti si spostavano dalla paziente verso sud, là dove i rumori della battaglia giungevano attutiti e confusi. Kurenai lo notò, e semplificò le cose sostenendo che stava bene quando invece così non era. Sakura la ringraziò silenziosamente.
Insieme si affrettarono verso il luogo dello scontro, correndo per quanto era possibile alla kunoichi ferita, e Sakura continuò a pregare durante tutto il tragitto.
Fa’ che non sia successo niente” si ripeteva angosciata, rivolgendosi a tutti e a nessuno. “Fa’ che arriviamo in tempo!”
Avvistarono i primi palazzi dilaniati dalle esplosioni, i coraggiosi che si tenevano ai margini dello scontro e mormoravano, chiedendosi dove fosse la squadra speciale e perché avesse smesso di piovere. Oltrepassarono entrambi, aumentando il passo, e Sakura finì involontariamente per lasciare indietro Kurenai.
Il battito del suo cuore era un eco assordante nelle sue orecchie.
Davanti ai suoi occhi passavano immagini confuse, timori, terrori: il corpo di Naruto. Quello di Sasuke. E Itachi, accanto a loro...
Non avresti dovuto cercarmi”, le aveva detto.
E lei pregò che non avesse mai ragione.
Ansante, si trovò davanti a un frammento di muro particolarmente alto.
Vi si arrampicò, graffiandosi le mani e le ginocchia, e lo scavalcò agilmente. Atterrò dall’altra parte, tirando il fiato per un attimo, e allora si accorse di essere arrivata.
Alla sua destra e alla sua sinistra, su due palazzi, due coppie si fronteggiavano.
Ma nel momento in cui lei alzava lo sguardo verso l’alto, e metteva a fuoco ciò che accadeva su uno dei due tetti...
...ciò che vide bloccò il suo cuore.
La mano di Sasuke.
Il petto di Naruto.
Il suo corpo che cadeva, lento, verso il basso... e poi che restava immobile.
Un raggio di sole cadde a metà tra i due palazzi.
Il grido di Sakura riecheggiò tra le macerie.
«Naruto!»

Hinata smise di respirare.
Ad occhi sbarrati, vide il corpo di Naruto cadere oltre il bordo del tetto, per scomparire alla sua vista dietro un frammento d’asfalto.
«Naruto!» gridò angosciata, facendo per lanciarsi in avanti, ma Kiba la fermò prima che si allontanasse.
«Non muoverti!» le ordinò, con voce resa roca dall’ansia. «Stanno ancora combattendo!»
«D-devo andare!» balbettò lei, mentre le lacrime prendevano a scorrere dai suoi occhi, inarrestabili. «E’ caduto... E’ ferito...!»
«Non butterai la tua vita così stupidamente!» ringhiò Kiba, tirandola indietro. «In questo momento non c’è nulla che tu possa fare per lui!»
«Ma io devo andare!» supplicò lei, aggrappandosi ai suoi vestiti. Akamaru uggiolò lì accanto. «Per favore...!» singhiozzò, affondando le unghie nella stoffa.
Kiba strinse i denti.
Anche lui era preoccupato per Naruto.
Anche lui... avrebbe voluto correre verso il punto in cui era caduto.
Ma non poteva permettere che succedesse qualcosa a Hinata.
E soprattutto... non sopportava di vederla piangere.
«Mi dispiace» mormorò.
E con un colpo netto dietro la sua nuca, le fece perdere i sensi.
Il corpo inanimato di Hinata cadde, accasciandosi sul suo braccio pronto a sorreggerla. Lui la adagiò dolcemente a terra, accanto a Sai, e poi guardò quest’ultimo.
Ma bene. Ora i motivi per cui non poteva allontanarsi erano due.
Spostò gli occhi su Akamaru.
«Vai e dimmi com’è la situazione»

Presto. Più veloce!”
Con un gemito soffocato il ninja della Pioggia cadde, i denti del cane affondati nella gola morbida. Un altro degli animali si avventò sul suo compagno, riservandogli lo stesso trattamento, e Shino, Kakashi e Haruka superarono di corsa gli avversari che avevano tentato di fermarli.
Stavano correndo oltre le loro possibilità.
I loro polmoni erano in fiamme, i muscoli gemevano. I ninja della pioggia che incontravano sul loro cammino non facevano in tempo a capire che loro erano della Foglia, che i cani di Kakashi li eliminavano, impedendo loro di raggiungere la parte sud del villaggio.
L’ultima cosa di cui il jonin della Foglia sentiva il bisogno era l’ennesimo problema.
...sembra che... Naruto Uzumaki... sia morto
La voce di Shino non smetteva di ossessionarlo.
Naruto morto.
Non poteva crederci.
Non voleva farlo.
Non aveva osato chiedere in che modo, non ci era riuscito... Si era limitato a costringere i suoi muscoli a muoversi, e a correre verso sud con ogni briciolo di forza che gli restava.
Appena dietro di sé sentiva il respiro ansante di Shino e della donna che li aveva salvati, rivelandosi un’infiltrata della Foglia nel Paese della Pioggia. Haruka, aveva detto di chiamarsi.
Ma non poteva permettere al suo cervello di divagare.
Ora doveva solo pensare a raggiungere Naruto.
Ora solo lui era importante.
E la sua mente, crudelmente, lo riportò indietro di sei anni, a una giornata nuvolosa e cupa come quella...
...al giorno in cui Sasuke se n’era andato, tradendo Konoha.



Stava respirando?
Oppure no?
Ma era importante?
Il sigillo di Orochimaru si era disattivato, all’improvviso e senza che lui se ne accorgesse.
Immobile, raggelato, Sasuke non riusciva a staccare gli occhi dalla propria mano.
Il rosso cupo e intenso del sangue, che lo macchiava fino al gomito. E sotto, assieme a un dolore sordo e pulsante, il rosso lucido delle ustioni sulla sua pelle. Il chakra della volpe aveva tentato di difendere Naruto, ma non ci era riuscito...

«Te lo riconosco... sei forte. E lo sei perché come me conosci il dolore della solitudine. Un dolore che rende più forti»

Non aveva mai ucciso nessuno prima.
Aveva sempre pensato che la sua vittima dovesse essere Itachi...

«Cosa ne sai tu di me, che sei sempre stato solo?! Si soffre proprio quando esistono legami! Che ne sai tu di cosa significhi perdere qualcuno?!»
«E’ vero che non so niente di genitori e di fratelli... però... quando sono con il maestro Iruka... mi immagino che sarebbe così avere un papà. Mentre quando sono con te... penso che sarebbe così avere un fratello»
«Perché? Perché fai tutto questo per me?»

«...Perché tu sei quel legame che ho cercato a lungo»

La sua mano prese a tremare.
Il sangue che la sporcava era ancora tiepido.

«Vorresti dire che ormai per te io non conto più nulla?! Tutto quello che abbiamo fatto col gruppo sette per te non ha avuto alcun significato?!»
«No. Non è stato privo di significato... perché tu sei diventato il mio più caro amico»

Inspiegabilmente, sentì qualcosa di caldo solleticare le sue guance. Portò la destra al viso, e quando la ritrasse scoprì le dita sporche di sangue... e acqua.
Lacrime.

«Anche in te un giorno si svilupperà lo sharingan ipnotico... ma a una condizione: dovrai uccidere il tuo più caro amico»

Aveva giurato che sarebbe diventato forte a modo suo.
Lo aveva giurato.
Avrebbe acquisito lo sharingan ipnotico da solo, avrebbe ucciso Itachi, avrebbe vendicato il suo clan... a modo suo.
Tenendo le redini della sua vita.
Ma all’improvviso... davanti a quella mano tremante...
...tutto crollava.
Una fitta lancinante gli trapassò la fronte.
Gridò, premendo le mani sul viso nel vano tentativo di arginare il dolore, e cadde in ginocchio, inarcando la schiena.
«Sasuke!» gridò Karin, spintonando Suigetsu e raggiungendo il suo leader. Si chinò accanto a lui, ansiosa. «Sasuke, cosa succede?»
Lui la colpì, facendola strusciare per diversi metri.
Non c’era più nulla attorno a lui.
Solo quel dolore terrificante, quella lama incandescente dietro agli occhi... che lo avrebbe ucciso, ne era sicuro. Un universo di sofferenza, e poi la morte.
Urlò. Ancora e ancora.
Sembrava l’unico modo per non impazzire.
Le dita gli lasciarono scie di sangue sul viso, là dove premevano la pelle, quasi a voler strappare la fonte di tanto dolore. Anche l’ustione alla sinistra non era più che una vaga sensazione, per quanto la carne fosse a nudo.
Quanto sarebbe durato?
Quando sarebbe arrivato il sollievo della morte?
Poi, all’improvviso, cessò.


Itachi corrugò la fronte, guardando Sasuke che si contorceva sull’altro tetto.
Ma ora non era il fratello a preoccuparlo; era Naruto.
Cosa sarebbe successo alla sua morte?
Scambiò un’occhiata con Madara, e lo vide ghignare.
Lui lo sapeva.
E se lo rendeva felice... non poteva essere nulla di buono.
Si mossero contemporaneamente, entrambi diretti verso il punto in cui era caduto il ninja della Foglia. Itachi scagliò un kunai verso Madara, nel tentativo di bloccarlo, ma fu inutile.
«Hai paura?» gli chiese il fondatore degli Uchiha.
Lui non rispose.
Atterrarono insieme sul tetto occupato da Sasuke, diretti verso il parapetto. Ignorarono Karin, che si riprendeva solo allora, e corsero avanti il più velocemente possibile.
Passarono accanto a Sasuke.
Una mano coperta di sangue si serrò attorno al polso di Itachi.
Il sorriso di Madara si allargò, mentre, ora solo, oltrepassava il minore degli Uchiha e scavalcava il muretto, scomparendo alla vista.
«Lasciami!» esclamò Itachi, cercando di sciogliere la stretta di Sasuke sul suo polso.
Ma lui non si mosse. A testa china, riprendeva fiato.

«Stupido fratello... Se mi vuoi uccidere, mi devi odiare! Devi sopravvivere come un miserabile, continuare a scappare, e aggrapparti alla vita. E un giorno presentati davanti a me con i miei stessi occhi»

Alzò il viso dalla pelle d’alabastro, macchiata del sangue di Naruto.
«Il giorno è arrivato»
Dietro alle lacrime che ancora scorrevano, nelle iridi scarlatte di Sasuke brillava lo sharingan ipnotico.

Kurenai sorpassò ansante il frammento di asfalto che le ostruiva il cammino.
Le girava la testa.
Vide Sakura, più avanti, e poi... il corpo di Naruto.
Accidenti...” pensò confusamente.“E’ tardi...?”
Le palpebre si abbassarono sui sui occhi.
Si piegò in avanti, e cadde... priva di sensi.

Sakura si gettò su Naruto, a corto di fiato, e quasi strappò la stoffa della giacca imbrattata di sangue.
Le sue mani si mossero veloci alla ricerca di un segno di vita, di un appiglio cui aggrapparsi, di qualunque cosa.
Non trovarono nulla.
«No, maledizione, no!» disse tra i denti, gli occhi offuscati dalle lacrime. Raccolse il chakra, posò i palmi sulla ferita al petto. L’avrebbe rappezzata, e poi avrebbe tentato con il massaggio cardiaco... ma qualcosa le diceva che non sarebbe servito.
«Dov’è quella maledetta volpe quando serve?!» gridò, singhiozzando.
«Hai fatto la domanda giusta» le rispose una voce fredda.
Alzò la testa di scatto, in tempo per vedere Madara Uchiha che atterrava a qualche passo da loro.
«Che cos...?» mormorò, confusa.
Poi una bordata di chakra la scaraventò contro un muro, facendole perdere i sensi.
«Ora levati dai piedi» disse Madara, incurante del fatto che lei non potesse sentirlo.
Si avvicinò a Naruto, e gli si inginocchiò accanto.
Nel suo unico occhio brillava una luce fredda. Tese due dita, e le posò sul suo collo ancora tiepido, alla ricerca di battito. Non ne trovò. E allora un sorriso si allargò sul suo volto.
«Oggi è il giorno...» mormorò, e la sua mano corse lungo il petto, fino all’addome.
Il sigillo di Kyuubi, di un rosso intenso e sporcato dal sangue, era ancora lì, attorno al suo ombelico. Intatto.
Le dita di Madara lo sfiorarono, e poi aumentarono la pressione.
«Sciogliti»
E il complesso disegno del sigillo sfumò, fino a scomparire.
Non accadde altro.



Akamaru tornò dal suo padrone uggiolando miseramente.
Kiba lo ascoltò attentamente... e alla fine chiuse gli occhi.
Portò una mano alle palpebre.
«Naruto...» sussurrò con voce rotta, e i suoi occhi velati si posarono su Hinata, ancora priva di sensi accanto a Sai.
Dio... come glielo avrebbe detto?











Nel prossimo capitolo:


In un attimo di orrore puro, alzò gli occhi... e vide che ormai erano praticamente davanti alla persona che i ninja avevano chiamato ‘quarto Hokage’.
Da un lato lui, tra le orecchie della volpe, ritto in piedi; dall’altro l’uomo biondo, fermo tra gli occhi del rospo.
Lo vide congiungere le mani sotto il mento... e si accorse che i suoi occhi erano di un azzurro infinitamente intenso.
Duri come diamante.
E offuscati dalle lacrime.














*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Come precedentemente annunciato, questo è stato un capitolo inutile!
Ma dovete darmi conto del fatto che ho spulciato per bene i numeri 25 e 26 del manga, per tirare fuori tutte le frasi di Naruto, Sasuke e Itachi!
XD
In compenso il prossimo capitolo sarà un po' più interessante
(almeno dal mio punto di vista, dal momento che prevede Kyuubi e Minato... *ç*),
e qualcuno ha molto apprezzato il suo finale...
Spero che piacerà anche a voi!
Io l'ho scritto sbavando! XD
(Il finale. La parte prima l'ho scritta sudando sette camicie, altroché!)


Angolino saltuario delle risposte ai commenti!

Io vi odio tutti, lo sapete?
Ogni volta che leggo i vostri commenti vado in brodo di giuggiole! Inizio a ridacchiare come una cretina e a contorcermi sulla sedia (che in un luogo pubblico, ovvero l'unico posto in cui posso accedere a internet ultimamente, mi fa sembrare una schizofrenica in fuga dalla neuro), e finisce che mi monto la testa!! >///<
Uff uff, sono talmente affamata di commenti come questi che sto scrivendo come un'invasata! XD
Insomma, non è che ci sarebbe molto da ridere... ma passiamo alle risposte analitiche!
Kaho_chan: ti ringrazio davvero tantissimo! L'ho detto io che amavo i tuoi commenti! XD E soprattutto è confortante vedere che non sono l'unica logorroica che bazzica questo sito! (Non fraintendere: io ADORO le persone logorroiche! *_*) Il capitolo 13 è stato uno dei miei preferiti, in effetti. Mi sono impegnata da matti per la parte finale, quella con lo scambio di persona, e confesso che il mio stile punta dichiaratamente ad essere "visivo", a creare immagini davanti agli occhi del lettore; è per questo che quando scrivi che hai visto tutta la scena mi porti vicina alla commozione! Grazie, grazie davvero!
Per quanto riguarda Lucca, come al solito sono stati due giorni bellissimi, anche se il mio portafogli potrebbe dissentire...! XD Spero che riuscirai ad andarci l'anno prossimo, perché merita davvero! Se non per i gadget (che si trovano anche in tutte le altre fiere), sicuramente per l'atmosfera e i cosplay!
PS: "l'eredità di Kishimoto", io? °/////° Con questo commento mi hai stesa definitivamente, giuro! Anche perché una volta Naruto è stato definito da Itachi "l'eredità del quarto Hokage", e non so bene da dove mi sia uscita la connessione, ma per un attimo mi sono sentita parte integrante del manga! XD
OneWingedAngel: credo che dovrei pagarti! XD Se per caso qualcuno vedesse la storia per la prima volta e desse un'occhiata alle recensioni per sapere di cosa parla, tu mi procureresti un sacco di pubblico! Al di là dei complimenti, che ormai credo tutti si aspettino di leggere nelle recensioni (sono rare le recensioni negative), l'accenno a come è cambiata la tua idea in corso d'opera potrebbe attirare gente! Credo che tante persone abbiano pensato come te che all'inizio fosse solo una NaruSaku, ben fatta quanto vuoi, ma comunque già vista e rivista. Ma non è così. Perché, mi spiace ammetterlo, io amo complicarmi la vita. No, più che altro... Naruto è un mondo intero. Non riesco a soffermarmi su due personaggi in particolare, tre magari, senza che l'universo che li circonda si muova con loro. Sento il masochistico bisogno di seguire il destino anche degli altri! XD (e non hai la minima idea di quanti problemi mi stia creando questa cosa... T_T)
Ti ringrazio tantissimo per i complimenti sullo stile! E' la prima volta che qualcuno mi dice che scrivo con "umanità", e probabilmente aspettavo un complimento del genere da anni...! Ogni volta che parlo di un personaggio cerco di calarmi nella sua mentalità, di capire cosa pensa e cosa dice, cerco di comprenderlo e di mettermi dalla sua parte, anche quando non è piacevole (mettermi dalla parte di Sasuke è una vera sofferenza, lo giuro =_=). Per questo cerco sempre di non esprimere giudizi troppo severi, e di lasciare questo compito ai personaggi del manga. Se voi riuscite a capire cosa penso io soltanto dalle parole dei personaggi, giuro che vi do un premio! XD
Il seguito è presto in arrivo, tranquillo! ^_*
Julia83: guarda, perché spoilerare va contro la mia etica "professionale"... ma sarei tentata di darti la risposta riguardo al mantenimento o meno della shikatema! XD Purtroppo per te non lo farò, perché ritengo che sia molto più piacevole leggere una storia senza sapere come prosegue, ma godendosela passo per passo, e dunque... armati di santa pazienza! XD Presto Shikamaru tornerà in cima ai miei pensieri! (diciamo che ci è già tornato... ma voi non lo sapete ancora!)
Quando ho letto che la mia è "una storia che fa la differenza", mi sono sciolta! Probabilmente non sono in grado di essere obiettiva, in quanto autrice, ma ho sempre pensato di essere a un livello medio, medio/alto nei momenti di massima autostima, e invece sempre più spesso mi capita di sentirmi dire di essere qualcosa di più... Ora, magari mi sto montando la testa e basta, ma non posso fare a meno di ringraziare dal profondo del cuore te e chi come te mi incita! Sicuramente fate tantissimo per la mia autostima (forse fate addirittura TROPPO per il mio ego! XD), e soprattutto siete il vero motore della storia! Quando leggo i vostri commenti, inizio a scrivere e non mi fermo più (ed escono i capitoli migliori)! Grazie mille, di nuovo!

Non fate caso ai milioni di ringraziamenti... è un viziaccio che ho da qualche anno: anche se mi passate una matita,  vi ringrazio come se mi aveste salvato la vita! XD
E tu, utente chiamato Kyuubi, sappi che sei assolutamente il mio mito! *_*

Aya

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Capitolo 15
*** Nine tails' tale ***


Naruto-15


Capitolo quindicesimo

Nine tails’ tale









Allora... era questo ciò che si provava.


Niente caldo, né freddo.
Non c’era dolore.
Non c’era sofferenza.
Nemmeno rimpianto.
Ma neanche gioia.
Era... il nulla più assoluto.
Circondato da un candore accecante, non ricordava nemmeno il suo nome.
E’ questo il momento della morte?” si chiese. “Anche Gaara l’avrà provato?”
Chi era Gaara?
Non importava.
Ora doveva attendere, forse.
Ma per quanto?
Abbassò lo sguardo su una mano, che non avrebbe saputo dire di chi fosse.
Era bianca, traslucida. Sul punto di scomparire.
Ah, meno male; non doveva aspettare troppo a lungo.
Però... c’era qualcosa che lo disturbava.
Un fastidio sottile, un disturbo che increspava le acque del nulla.
C’era qualcosa che doveva ricordare.
Qualcuno.
Dei nomi, dei volti si susseguivano ai margini della sua coscienza, inafferrabili...
Un simbolo, una foglia.
Occhi neri.
Occhi verdi.
Una parola, fratello.
Un sospiro di piacere, profumo di pesca...
Un ringhio.
Code che frustano l’aria.
...Io te l’ho sempre suggerito...”
Si voltò di scatto, seguendo l’eco della voce che aveva invaso il suo universo di nulla.
Ogni altro suono era scomparso, ogni altra sensazione si era spenta.
C’era solo quel mormorio gorgogliante, quelle parole indefinite che lo facevano sentire strano...
...Cos’era?
Paura?
Ma anche... sollievo.
Un timore in qualche modo familiare.
...Quanto sei debole, ragazzino...”
Voleva continuare a sentire quella voce, anche se non sapeva a chi appartenesse.
Non voleva perderla...
...Ma anche lei si stava allontanando.
...E’ tutto buio...!”
Il candore uniforme iniziò a corrompersi.
Macchie grigie, come muffa, presero a crearsi tutt’attorno a lui.
Si guardò nuovamente le mani; ora il suo sguardo le attraversava.
Ahh... ci siamo” pensò, e ogni emozione si annullò.
Chiuse gli occhi, in attesa.
E all’improvviso ci fu un sussulto nel suo mondo vuoto.
Risollevò le palpebre, senza capire, e si accorse che il nulla si era... riempito.
Ora attorno a lui c’era una foresta.
Alberi, foglie, insetti... ogni più piccolo particolare era replicato perfettamente. Anche il profumo dell’erba e della pioggia caduta di recente.
Quel luogo gli era in qualche modo familiare, ma non avrebbe saputo dire perché né quando lo aveva visto.
Cosa è successo?” si chiese, senza muoversi.“Cos’è questo?”
Voci.
A breve distanza.
...Gli sembrava di conoscerle.
Con insolita curiosità si fece largo tra i cespugli, fino a intravedere una sagoma nel folto. Si fermò, in attesa, in un punto da cui fosse impossibile scorgerlo.
L’uomo, perché di un uomo si trattava, indossava un mantello nero e aveva capelli lisci e sparati dello stesso colore. Sembrava parlare con qualcosa che stringeva tra le dita.
«Di nuovo?» chiese il qualcosa, con voce bassa e gorgogliante.
«Ti dispiace?» ribatté l’altro, ironico.
Un ringhio basso in risposta.
«Ora esci e devasta il villaggio» proseguì l’uomo, questa volta duro. «In fondo sei il mio animale domestico...»
L’attimo seguente ci fu una luce accecante, un lampo e un rombo basso.
Una folata di vento frustò il suo viso, costringendolo a coprirsi con le mani, e sentì un brivido nel momento in cui un chakra anomalo, malvagio, gli lambì e braccia.
Cos’è?” si chiese con una stretta allo stomaco.
Quando riuscì a riaprire gli occhi, dovette alzarli molto più su per capire... e vide un essere che andava al di là di ogni suo peggiore incubo: una volpe, immensa e terribile.
Il pelo rossiccio era ispido, una sua zampa più grande di un uomo, le zanne acute e lucenti... e... aveva nove code. Ad ogni loro movimento l’aria vibrava, il terreno tremava.
Cos’è questa mostruosità?” si chiese con un brivido. “E chi ha osato evocarla?”
Istintivamente riabbassò gli occhi sull’uomo che parlava prima, e lo vide guardare verso l’alto. Il suo volto era coperto da una maschera arancione, stranamente familiare.
«Vai» ordinò. «Io mi occuperò di un’altra faccenda...»
Con un ruggito – di rabbia o cosa? – la volpe affondò gli artigli nel terreno e spiccò un balzo.
L’uomo ammantato di nero rimase fermo ancora un istante... poi portò due dita sotto il mento e scomparve in uno sbuffo di polvere.

All’improvviso si ritrovò molto più in alto.
Un sussulto gli fece perdere l’equilibrio, e istintivamente si aggrappò a ciò che aveva di più vicino. Con sconcerto, si rese conto che stava stringendo spessi peli caldi e rossicci. Abbassò lo sguardo... e si rese conto con orrore di essere sulla testa della volpe, tra le sue orecchie.
Ma che...?!” si chiese, mentre un secondo balzo dell’animale rischiava di catapultarlo a terra.
Si costrinse a guardare avanti, per avere almeno un’idea di quanto stava succedendo, e vide a breve distanza alte mura, che da quell’altezza sembravano poco più di un recinto da giardino. Più oltre, su una grande parete, erano scolpiti quattro volti di pietra; quello più a destra sembrava molto recente... guardandolo, inspiegabilmente avvertì una stretta allo stomaco.
Gli uomini sulle mura, formiche da lassù, videro la volpe e presero ad agitarsi. Il suono di una campana si diffuse per l’aria, accompagnato dopo un istante da un ruggito. E quella volta fu sicuro di capire che era di ebbrezza.
Dal grande portone del villaggio presero a sciamare uomini, che lui riconobbe in qualche modo come ninja. La volpe smise di avanzare, e snudò le zanne in un ghigno.
Con un attimo di ritardo, lui si rese conto che stava per finire nel mezzo di uno scontro di proporzioni epiche. Il primo kunai volò fin lassù, costringendolo a chinarsi bruscamente, e per un attimo ponderò l’idea di saltare a terra. Gli occhi gli caddero verso il basso. Decise immediatamente di lasciar perdere.
Ma restare in equilibrio sulla testa frenetica della volpe non era così facile. Dovette aggrapparsi alle setole ruvide con tutte le sue forze, e spesso le sue mani persero la presa, scivolarono. Rischiò di cadere fino al muso, ma all’ultimo istante si afferrò a un ciuffo robusto.
Dal basso sentiva provenire grida e ordini. Gettò un’occhiata per un istante, e nella confusione riuscì a distinguere solo il sangue. Vicino alle mura, un bambino ferito trasversalmente sul naso veniva trascinato via urlante. Guardandolo, avvertì una leggera fitta di nostalgia e dolore... e una consapevolezza improvvisa lo colse: da qualche parte, nel villaggio, un neonato attendeva un destino che avrebbe odiato per sempre.
Ma chi era quel bambino, che ancora non poteva capire o pensare e che nonostante tutto gli creava una sorta di ansia nel petto?
Dal basso gli giunse una voce più acuta delle altre: «E’ arrivato il quarto Hokage!»
Istintivamente alzò lo sguardo, alla ricerca di una figura che non sapeva nemmeno come fosse... Senza conoscerne la ragione, sentiva che era importante che vedesse.
Ed ecco, in lontananza, un rospo enorme con una spada al fianco... e sulla sua testa, tra gli occhi, un uomo.
Da quella distanza poteva solo vederne i capelli, biondi e scompigliati... ma smise di respirare.
Perché?” si chiese. “Chi è questa persona...?”
La volpe ringhiò, vedendolo. Le sue code frustarono l’aria, abbattendo segmenti di foresta, e i ninja ai suoi piedi si allontanarono veloci.
Quale uomo poteva da solo affrontare un simile mostro?
Morirà!” realizzò angosciato, mentre la volpe spiccava un balzo verso di lui.
E si accorse che non voleva che ciò accadesse.
«Fermati!» gridò, serrando le dita attorno a una delle lunghe orecchie. «Lascialo stare!»
Ma la sua voce non sembrava risuonare. Era come... se la sentisse solo lui.
In un attimo di orrore puro, alzò gli occhi... e vide che ormai erano praticamente davanti alla persona che i ninja avevano chiamato ‘quarto Hokage’.
Da un lato lui, tra le orecchie della volpe, ritto in piedi; dall’altro l’uomo biondo, fermo tra gli occhi del rospo.
Lo vide congiungere le mani sotto il mento... e si accorse che i suoi occhi erano di un azzurro infinitamente intenso.
Duri come diamante.
E offuscati dalle lacrime.
La volpe mosse la testa all’improvviso, e la sua mano perse la presa.
Mentre cadeva verso il basso, si sorprese a soffrire. Per il destino di quell’uomo, e per quello di un bambino che non conosceva... e vide le lacrime, le proprie lacrime, brillare nell’aria.
La volpe lanciò un ruggito di rabbia.

Non toccò mai il suolo.
All’improvviso fu altrove, presumibilmente all’interno del villaggio, in piedi accanto all’uomo mascherato che aveva evocato la volpe. In quel momento era fermo in un vicolo, nascosto, e osservava un’abitazione lussuosa.
Davanti all’ingresso un bambino sui cinque anni sedeva sul patio, leggendo un rotolo con espressione intenta.
La porta si aprì improvvisamente, e ne uscì una donna dai lucenti capelli neri, con in braccio un neonato addormentato.
«Itachi, vieni dentro!» disse in fretta, afferrando il bambino che leggeva per un braccio.
Quello alzò gli occhi color dell’ossidiana, per nulla turbato.
«Yondaime sta per vincere» commentò atono.
«Tu vieni dentro!» insisté la madre.
Il bambino finì per lasciarsi trascinare all’interno... ma un attimo prima che la porta venisse richiusa, puntò gli occhi verso l’uomo mascherato.
Ne era sicuro: lo aveva notato.
In quell’istante un ruggito dilaniò l’aria.
L’uomo mascherato voltò la testa di scatto, e lui lo imitò.
In lontananza, la volpe agitò un’ultima volta le sue code nel cielo... e poi si disfece in mille e mille bolle di chakra, che sembrarono sfumare nell’aria. Le vide vorticare per un breve istante, e poi sfrecciare via più veloci del suo sguardo.
Cercò con gli occhi il grande rospo e il ninja che lo guidava... ma non li vide.
«Maledizione...» imprecò l’uomo mascherato al suo fianco. Estrasse da una tasca un rotolo bianco, lo aprì e vi premette le dita. Dalla carta si sollevò un filo di fumo, e un complesso intreccio di segni scarlatti... che a un tratto smisero di formarsi, lasciando il disegno incompleto.
«E questo cosa vuol dire?» si chiese l’uomo mascherato.
Poi, facendo schioccare la lingua, portò due dita sotto il mento e scomparve.

Gli attimi seguenti furono molto confusi: ci fu un vorticare di immagini indistinguibili, e ruggiti e gemiti di rabbia e dolore nelle sue orecchie.
Intravide una stanza scura. Molti visi.
Sentì il pianto di un bambino... e per una frazione di secondo, gli parve di intravedere un neonato dai capelli biondi. Attorno al suo ombelico c’erano segni di sangue.
Ma la scena tornò confusa, indefinita.
A un tratto ci fu una foresta. La voce dell’uomo mascherato, e il suo viso... quegli occhi rossi, dallo strano disegno.
«Sei mia»
Un altro ruggito.
Sofferenza.
Prigionia...
E poi, d’improvviso, di nuovo il candido nulla in cui si era trovato prima.
Si accorse che le lacrime scendevano ancora dai suoi occhi, e si rese conto che non riusciva a spiegarselo...
Tese le mani avanti a sé, sperando di vederle quasi trasparenti... ma tutto ciò che vide fu la pelle bianca... e una goccia scarlatta.
Poi un’altra. E un’altra ancora.
Alzò lo sguardo, e vide larghe chiazze di un rosso scuro e denso allargarsi nel bianco, malsane, tiepide... come sangue.
Cadevano su di lui a gocce spesse, sul suo viso, sui suoi capelli... e non scivolavano, ma si fermavano, lo ricoprivano.
Cosa sta succedendo?” si chiese, mentre il suo cuore accelerava, e le sensazioni tornavano a riempirlo come un’ondata di piena.
Spalancò gli occhi azzurri, a corto d’aria, e una voce gorgogliante invase l’ambiente.
...Finalmente sarò libera” riecheggiò. “Il tuo corpo sarà mio... e dietro le sbarre ci sarai tu”
Dalle oscure profondità del suo limbo si sollevarono sbarre d’acciaio davanti a lui. Pareti di cemento lo circondarono su tre lati, mentre il sangue gli bruciava la pelle e gli impediva di muoversi.
Con orrore, vide la sua prigione prendere forma.
Ringrazia tuo padre per questo, ragazzino...” ghignò la voce della volpe. “Ringrazia il quarto Hokage, Naruto Uzumaki...”
L’immagine dell’uomo biondo sul capo del rospo si impose prepotente alla sua testa.
Suo padre...
Yondaime...
Ma certo... ogni cosa tornava al suo posto... le sensazioni, le persone... quindi aveva visto un ricordo della volpe? Aveva partecipato alla battaglia in cui suo padre era morto?
E lo aveva visto... piangere.
Aveva visto sé stesso bambino.
Aveva visto il maestro Iruka...
...Suo padre... aveva dato la vita per salvare tutte quelle persone...

...Lasciò che il sangue lo ricoprisse.
Chiuse gli occhi.






Madara attendeva.
Era un uomo paziente.
Aveva aspettato per secoli qualcuno come Itachi Uchiha... aveva aspettato diciotto anni per riavere Kyuubi... ora avrebbe pazientato due minuti.
Era questione di poco, pochissimo tempo... e già stringeva in mano il rotolo per l’evocazione, quello che conteneva anche il chakra malvagio che Yondaime non aveva sigillato in Naruto.
All’epoca il quarto Hokage aveva diviso l’essenza della volpe, separando Yin e Yang che la componevano, e aveva conservato la parte cosiddetta buona, quella che non avrebbe potuto danneggiare il suo straordinario bambino. Il figlio che un giorno l’avrebbe governata, che sarebbe stato al livello di Madara...
Un ghigno si disegnò sul suo volto devastato.
Sogni.
Soltanto illusioni... nessun uomo comune sarebbe mai stato al livello di un possessore di sharingan.
Il rotolo iniziò debolmente a scaldarsi tra le sue dita. Lo guardò, sorridendo, e vide sbiadire il disegno che lo copriva per metà, fino a scomparire del tutto.
Spostò l’unico occhio sul corpo di Naruto, sull’addome ora bianco... e lo vide sussultare impercettibilmente.
«Ci siamo...» mormorò.
Le palpebre abbassate fremettero.
Le sue labbra si dischiusero, nel rantolo di un respiro.
E all’improvviso aprì gli occhi.
Occhi scarlatti.
Si alzò a sedere con un unico movimento fluido, e la sua testa ricadde mollemente sul petto.
Il coprifronte che gli cingeva il capo si slacciò, scivolando sulle sue ginocchia, e i capelli gli caddero sugli occhi.
Non lo raccolse.
Era il simbolo della Foglia, ciò in cui credeva, ciò per cui avrebbe dato la vita...
...Eppure non lo raccolse.
Sputò un grumo di sangue.
«...Non avrai mica intenzione di mantenere questa ridicola forma?» chiese Madara, con una punta di impazienza nel tono. «Dove sono le code?»
Kyuubi inclinò la testa di lato fino a guardarlo.
Ghignò, snudando le zanne acuminate.
«Chi ne ha più bisogno?» chiese.
La sua voce era un gorgoglio basso e roco...








Nel prossimo capitolo:

Alzò lo sguardo, seguendo la traccia del suo chakra, e lo sentì provenire dal tetto su cui si affrontavano gli Uchiha. Corrugò la fronte indispettito: era stato messo al secondo posto?
Da Kyuubi?
Stava per seguirla e riprendere da dove si era interrotto... quando una voce sconosciuta lo chiamò, con il nome sbagliato:
«Obito?»
Abbassò lo sguardo infastidito, e incontrò...
...l’occhio che gli mancava.














*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Ebbene sì.
L'ho fatto.
Mi sono azzardata a spaziare nel passato e ad inventarmi completamente qualcosa di cui Kishi non ci ha mai detto nulla!
Certe volte mi stupisco della mia faccia tosta...
Comunque, ecco il capitolo.
Sinceramente, amo parecchio il finale! XD Sarà perché adoro i buoni che diventano cattivi,
sarà che è Kyuubi a parlare, ma mi piace da matti!
Sulla mia pagina personale, come sempre, trovate il titolo del prossimo capitolo!


Kaho_Chan: e chi ha mai detto che siamo vicini alla fine? Dopo questo capitolo, è ormai chiaro che Naruto è vivo... non si capisce in che rapporti sia con la volpe, ma è vivo. E ci sono ancora un sacco di questioni da sistemare! Senza contare che, sfortunatamente, sono logorroica non solo quando rispondo alle recensioni, ma anche quando scrivo... Realisticamente, ti direi di aspettarti una trentina di capitoli minimo (anche perché ora come ora ho scritto fino al 28! XD)
Urdi: ho capito che era un complimento, tranquilla! Anzi, grazie ancora! Il mio problema è che i complimenti non so mai da che parte prenderli, e spesso finisco così come è successo ora! XD Ti sembra che le cose siano migliorate in questo capitolo, comunque? Ovviamente dipende da quello che penso di Kyuubi... se fosse per me, terrei questa situazione costantemente! *ç* Solo che dopo la volpacchiotta mi piace anche Naruto, non posso fare a meno di lui... uhm... accidentaccio a Kishimoto, non poteva mettermeli divisi?
Ancora per un po' le atmosfere saranno tristi, ma poi si tornerà più o meno alla solita, idiota normalità! XD Non dovrai attendere molto!
OneWingedAngel: uff uff, adesso arrossisco! >///< Le tue analisi e i tuoi commenti sono un balsamo per i miei due neuroni stanchi, una vera manna dal cielo! Grazie per aver trovato qualcosa di bello anche in un capitolo che vede Sasuke praticamente protagonista (XD), e spero che continuerai a leggere e che continuerà a piacerti!
Kage_Naru89: ma come, perché ti cade un mito con la liberazione di Kyuubi? Se non fosse accaduta, non ci sarebbe stato questo capitolo, e quindi nemmeno la breve comparsata del caro Minato! Eheh... sei ansiosa di sapere come andrà a finire? Purtroppo dovrai aspettare ancora un po', mi sa! XD Come ho già detto, sono logorroica... e poi ho così tanti personaggi da sistemare! @_@
La fidanzata di Goku: grazie mille per i complimenti, e mi dispiace di averti fatto commuovere! XD Cioè, da un lato sono felice, perché vuol dire che sono riuscita ad avere una reazione, ma dall'altro mi spiace per te! Cercherò di farti anche ridere! XD

Aya

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Capitolo 16
*** Mistaken (prima parte) ***


Naruto-16

Capitolo sedicesimo

Mistaken (prima parte)








Le code sono un simbolo, una mera emanazione di chakra.
Più il loro numero aumenta, maggiore è il chakra che il demone ha a disposizione.
Certo, hanno la loro utilità: possono frustare l’aria, spazzando dieci nemici in un colpo solo; oppure possono trasformarsi in mani con cui afferrare gli avversari.
Ma in ogni caso, la maggior parte delle volte, servono solo a mostrare il proprio potere.
I demoni sono creature vanesie...
E tuttavia il più forte di loro, la celebre e temuta volpe a nove code... stava rinunciando alla sua fama. A ciò che la rendeva il terrore del paese del Fuoco.

«Stai dicendo...» mormorò Madara, accigliandosi lentamente. «...che hai intenzione di conservare quel corpo?»
«Perché no?» replicò Kyuubi, ghignando con le labbra di Naruto. I suoi occhi scarlatti si posarono su una mano sporca di sangue, e aprirono e chiusero le dita meccanicamente. «Non hai la minima idea di quanto potere racchiuda... Lo sento scorrere nelle vene, lo sento bruciare...» Strinse la giacca in corrispondenza del cuore, dove era lacerata e macchiata. La carne al di sotto si era rigenerata completamente. «Questo cuore batte con una violenza che non ho mai sentito prima. E’ la cosa più viva che abbia mai incontrato...!» guardò Madara, gli occhi brillanti. «E’ semplicemente meraviglioso!»
«Quel corpo è mortale» gli fece notare l’Uchiha secco. «E ha molte meno possibilità del tuo aspetto precedente. Smettila di dire sciocchezze e riprendi la tua forma originale»
Nelle iridi feline di Kyuubi guizzò un lampo divertito.
«Pensi che le cose siano come diciotto anni fa?» domandò.
«Cosa intendi?»
«Pensi... che io sia ancora sotto il tuo controllo?»
Madara serrò impercettibilmente le labbra. Dopo una pausa lunga un istante, le stirò in un sorriso.
«Il rotolo della tua evocazione è nelle mie mani» rispose calmo. «Posso sigillarti in un attimo»
Naruto sorrise.
«Ed è qui che sei in errore»
Sollevò appena una mano, in uno scatto che mosse a malapena l’aria attorno al braccio. Eppure il rotolo che Madara stringeva tra le dita crepitò, e prese fuoco. L’Uchiha lo lasciò andare di scatto, e quello ondeggiò fino a terra, dove si consumò del tutto. Davanti a uno sharingan sconcertato, dell’arma più potente di Madara Uchiha rimase solo un mucchietto di cenere.
«Ora non sono più quella di una volta...» mormorò Kyuubi, alzandosi lentamente in piedi. Il coprifronte sulle sue ginocchia scivolò nella polvere, dimenticato. «Il mio chakra è stato ripristinato completamente. Ho un nuovo corpo, infinitamente più forte del precedente» posò una mano dietro la nuca, e inclinò la testa facendo scrocchiare il collo. «E... ho persino un obiettivo» snudò le zanne. «Ucciderti»
La fronte di Madara si corrugò.
Il cuore che non era davvero suo ebbe una piccola esitazione, nel petto.
Una nuova Kyuubi, più forte?
No. Stava mentendo... e che avesse distrutto il rotolo era solo un caso fortuito. In ogni caso avrebbe potuto procurarsene un altro nel paese del Vento. Avrebbe sicuramente trovato qualcuno in grado di crearne uno uguale... quello non era un problema. E non dimostrava nulla.
«Gli animali che si ribellano non fanno mai una bella fine...» mormorò minaccioso. «Dovresti saperlo»
«E invece sono ansiosa di dimostrare il contrario» replicò Kyuubi gorgogliando, nel vano tentativo di imitare le fusa di un felino. «Ora sono io ad avere un nuovo giocattolo»


Itachi riconobbe lo sharingan ipnotico negli occhi di Sasuke, come aveva desiderato per anni.
Lo vide brillare, intenso e minaccioso, dietro a un velo di lacrime.
«...Piangi, Sasuke?» chiese piano, scordando momentaneamente Naruto e Madara.
Ricordò un sé stesso molto più giovane, che anni prima si era trovato nella stessa situazione... con le guance rigate nello stesso identico modo.
«Sta’ zitto» sibilò il minore degli Uchiha, tirandosi in piedi. «Non hai alcun diritto di aprire bocca... Tu mi hai portato a questo!»
«Ed era ciò che volevo» Itachi si accigliò. «Solo... avrei preferito un altro momento»
«Te l’ho già detto: non hai la facoltà di scegliere!» esclamò Sasuke, e la stretta della sua mano si fece più forte sul polso del fratello. «Oggi tu morirai qui!»
Il maggiore degli Uchiha fece lavorare in fretta il cervello.
Per quanto conosceva Sasuke, poteva essere certo che non avrebbe accettato intromissioni da parte dei suoi cosiddetti compagni. E per quanto conosceva lo sharingan ipnotico... poteva essere certo che il suo ingenuo fratellino non sarebbe stato in grado di usarlo contro di lui. Non in quel momento.
«Vuoi mettere alla prova i tuoi occhi, ora, subito?» chiese a bruciapelo.
«Sì» rispose Sasuke, secco.
«Va bene. Ricorda che lo hai chiesto tu»
Li attivarono contemporaneamente.
Lo sharingan ipnotico di Itachi, allenato ma abusato... e quello di Sasuke, fresco ed inesperto.
Entrambi si trovarono in una sorta di limbo oscuro, in una dimensione parallela e solitaria.
Il buio li avvolgeva come un manto, facendo scintillare sinistramente il rosso dei loro occhi.
«E ora?» chiese Itachi, e la sua voce si dilatò nello spazio infinito. «Cosa hai intenzione di fare?»
Si trovò improvvisamente circondato da Sasuke, su tutti i lati. Copie ovunque, tutte perfette, tutte determinate a farlo soffrire. A distruggerlo.
«Da questo momento e per venti ore...» mormorò l’originale, riecheggiando le parole che il fratello aveva pronunciato un tempo. «...Verrai ferito a morte da me»
Nelle mani dei suoi aguzzini si materializzarono centinaia di katane.
Itachi mosse a malapena gli occhi.
«Davvero?» chiese in un sussurro.
Non accennò a spostarsi nemmeno per un istante.
Lasciò che le copie del fratello si avvicinassero, fino a impedirgli qualunque movimento. Non distolse lo sguardo dal suo. Mai.
La prima katana penetrò tra le costole.
La seconda in una gamba.
La terza perforò un polmone.
La quarta un rene.
Tutte le altre... ogni centimetro di corpo restante.
Ma Itachi sorrise, sussultando debolmente.
Un filo di sangue corse dalle sue labbra fino al mento.
«Ora come ti senti?» chiese con voce roca.
«Non ne hai idea» rispose Sasuke.
Ma non sorrideva.
Inspiegabilmente, sentiva solo una gran voglia di piangere. Ancora.
«No... non hai capito» proseguì Itachi, sorridendo appena. «Non voglio sapere cosa provi ad uccidermi... voglio sapere come ti senti fisicamente»
«Cosa intendi?» chiese Sasuke, accigliandosi.
«Intendo...» le copie del minore degli Uchiha scomparvero bruscamente. «...usare quell’occhio non sarà troppo faticoso?»
Un frammento di oscurità si staccò dall’alto, e precipitò tra i due fratelli, infrangendosi come vetro nero... un cupo tintinnio riecheggiò nel buio.
Là dove era stato un attimo prima si aprì un prisma di luce. Attorno alla fessura si formarono crepe scricchiolanti, a migliaia. Un reticolo che si espandeva, che rombava, che si faceva avanti minaccioso...
...E il tetto di nera oscurità che li sovrastava si sgretolò, andando in frantumi.
Una pioggia di cristallo si rovesciò su entrambi, senza che loro ne risentissero minimamente.
La luce d’improvviso si fece accecante.
«Ora... è il mal di testa» mormorò Itachi.
Sasuke avvertì una fitta lancinante dietro gli occhi.
«...Come una lama incandescente che taglia in due il cervello...» continuò l’altro, senza clemenza.
«Ahh...!» gemette il minore degli Uchiha piegando la schiena e coprendosi gli occhi con le mani.
«...E inizi a pregare di morire, perché finisca»
Sasuke cadde in ginocchio, e premette la fronte sul pavimento gelido nel vano tentativo di alleviare il dolore.
«Sei stato ingenuo, Sasuke» mormorò Itachi, con una nota di rimpianto nella voce. «Non puoi pensare davvero di riuscire a usare lo sharingan ipnotico al primo tentativo...»
«Stai... zitto!» ansimò il minore dei due, sollevando gli occhi ricolmi d’ira sul maggiore. Attorno all’iride ancora marchiata dallo sharingan erano innaturalmente rossi, come sul punto di piangere.
Itachi sospirò appena.
Poi fu come se qualcosa avesse attirato la sua attenzione.
Voltò la testa, tendendo l’orecchio a un suono che Sasuke non poteva udire.
Si accigliò.
Sasuke credette di udire una parola scivolare dalle sue labbra, qualcosa che suonava come ‘la volpe...?’, ma non riuscì ad accertarsene.
«Sbrighiamocela in fretta» disse secco. «Settantacinque ore. E vedi di non disturbarmi più»
Questa volta a riempire lo spazio furono centinaia di Itachi.
Abbaglianti, nello splendore della luce che invadeva l’aria... demoni di nera oscurità in un inferno bianco.

Il pugno di Naruto si abbatté sul muro di cemento armato subito alle spalle di Madara.
Nell’intonaco si aprì una spessa crepa, che risalì fino al secondo piano... e poi la parete cedette, trascinando con sé metà dell’edificio.
«Non scappare!» ghignò la volpe, esaltata. «Lasciati colpire, dai: provami di essere più resistente di me!»
Madara balzò distante, riflettendo rapidamente.
Doveva fermarla.
Avrebbe potuto sigillarla più tardi... ma prima occorreva bloccare i suoi movimenti, se non altro.
Il problema era che la sua forza era davvero aumentata. Sentiva il suo chakra lambirgli il viso, invadere l’ambiente circostante... la stessa aria si era fatta più calda, e non era merito del sole, anche ora illuminava ampi tratti del terreno di combattimento.
Fermare Kyuubi.
Ma come?
Congiunse le mani sotto il mento, ed evocò lingue di fiamma che andarono ad aggredire Naruto.
Bastò un suo ruggito perché si dissolvessero nel nulla.
«Tsk, maledizione!» imprecò, facendo schioccare la lingua.
«Ah, chissà se ne sono in grado...» gorgheggiò Kyuubi, sollevando una mano davanti a sé.
Un chakra rosso e denso prese a vorticare lentamente sul palmo, sotto gli occhi ora realmente inquieti di Madara.
«Che peccato...» mormorò la volpe, con leggero disappunto. «Sembra che io non riesca ad andare avanti più di così» sollevò lo sguardo ardente sull’Uchiha. «Ma in fondo posso sempre provare con questo e vedere che succede...»
Stirò le labbra in un sorriso che snudò le zanne.
E scagliò la sfera di chakra, vicina al rasengan ma incompleta, come un sasso qualunque.
Madara non riuscì ad evitarla.
Fu colpito alla spalla, appena sopra il cuore, e sentì il chakra bruciare gli abiti e ustionare la pelle, mentre la dilaniava vorticando. Lanciò un grido, portando la mano alla zona lesa, e strinse i denti in un gemito di dolore.
Quel corpo era già malandato, maledizione... lo aveva da vent’anni, ormai reggeva per miracolo. Non poteva sopportare ferite.
«Tu... piccola bastarda...» disse tra i denti, scoccando un’occhiata rovente a Kyuubi.
Ma lei sembrava distratta.
La testa inclinata, era come in ascolto di qualcosa.
Si riscosse all’improvviso.
«Già...» disse cupa. «Devo farla finita con lui. Una volta per tutte»
Si scagliò verso Madara, e là dove i suoi piedi fecero pressione l’asfalto devastato si incrinò ulteriormente.
Ogni colpo era di una pesantezza inaudita.
Parare un pugno significava sentire le ossa gemere, talvolta incrinarsi. Un calcio scatenava dolori intensi lungo tutto il corpo. Il suo chakra era come olio bollente che devastava i tessuti.
Madara cercò i suoi occhi, scoprendo l’ultima carta.
Quando li incontrò, scatenò lo sharingan ipnotico.
La volpe si sbilanciò per un attimo, stordita.
Poi scosse la testa e riacquistò lucidità.
«Non funziona più» ghignò, gongolante.
E il pugno colpì in pieno la guancia sinistra di Madara.
«Permetti? Fammi divertire un po’, che ne dici?» chiese afferrandolo per i capelli neri. «Lasciati torturare»
Le sue dita persero la presa all’improvviso.
I suoi occhi si fecero turbati.
Voltò la testa di scatto.
Vide Sakura, ancora accasciata contro il palazzo dove Madara l’aveva scagliata. E più oltre, da una stradina secondaria... vide Kakashi, Shino e un’altra sconosciuta avvicinarsi.
Ebbe un attimo di esitazione, che Madara sfruttò per liberarsi barcollante.
Scrollò di nuovo la testa, rimettendosi sulle sue tracce ringhiando.
Non si curò dei nuovi arrivati.
Non li vide raggiungere Sakura... e non vide gli occhi di Kakashi posarsi su Madara e sbarrarsi.
Non sentì le sillabe scioccate che sfuggirono alle sue labbra...
«...Obito?!»

Sasuke cadde in ginocchio, ansante.
Si accorse di tremare, e un conato di vomito gli strinse lo stomaco.
Itachi, leggermente pallido, chiuse per un attimo gli occhi.
Poi li riaprì, neri come l’inchiostro, e scoccò un’occhiata veloce a Juugo e Suigetsu, posizionati su due lati del palazzo. Erano immobili, in attesa. Non avrebbero fatto un passo senza un ordine preciso.
Itachi intrecciò le dita.
Con loro enorme sorpresa, entrambi si trovarono improvvisamente ad essere scagliati lontano, fino a fermarsi contro una parete, e una volta lì cavi d’acciaio robusto presero vita dal cemento e li avvolsero stretti.
«Che caz...?» imprecò Suigetsu, sentendo le sue due spade premere tra le costole. Cercò di divincolarsi, ma non riuscì nemmeno a modificare la sua struttura muscolare.
Juugo non era in condizioni migliori: i cavi gli toglievano persino il fiato. Avvertì una fitta alla testa, e questa volta non cercò di fermarla... lasciò che il suo sangue prendesse a ribollire, e che la sua pelle si coprisse di segni... Lasciò che la sua mente perdesse il controllo. Si divincolò, si agitò... ma tutto ciò che ottenne furono tagli profondi, e molto, molto sangue sui suoi vestiti...
Itachi posò gli occhi su Karin.
Lei sentì un brivido correre lungo la sua schiena...
Bastò un gesto minimo. Andò a sbattere contro il muretto di protezione del tetto, e la sua testa urtò pesantemente il cemento.
Perse i sensi.
«Non... è finita...!» ansimò Sasuke, sollevando gli occhi iniettati di sangue sul fratello.
Le vene del suo collo si gonfiarono nello sforzo, mentre tentava di nuovo di usare lo sharingan ipnotico.
Ancora una volta, sentì la lama incandescente che tagliava il suo cervello.
Per un attimo i suoi occhi si offuscarono, la sua vista fu incerta.
Itachi si accigliò.
«Sei uno stupido...» mormorò. «Se continuerai, finirai per ucciderti»
«Stai zitto!» gridò Sasuke, e intensificò lo sforzo.
Il suo cuore mancò un battito.
Uccidere suo fratello... era tutto ciò che voleva. Non aveva senso vivere sapendo di essere scappato.
Restò senza fiato, ma insisté comunque.
Itachi chiuse gli occhi.
«Non mi lasci scelta...» mormorò con un filo di voce. «Preferisco ucciderti con le mie mani... che vederti fare questa fine»
Intrecciò le dita.
Le sollevò davanti al petto.
«Addio, Sasuke»

Kyuubi riuscì a mettere le mani sul bavero di Madara, e a bloccarlo contro un muro.
Il fondatore degli Uchiha rimase senza fiato quando sentì la pressione sullo sterno, e istintivamente affondò le unghie nei polsi di Naruto.
«Che bella sensazione!» gridò la volpe, piena di entusiasmo. «Questo è ciò che voglio, questo è ciò che ho sempre desiderato!»
Madara strinse i denti. Lentamente, a fatica, portò due dita sotto il mento.
Non si sarebbe arreso.
Non al suo animale domestico.
L’aveva sconfitta una volta, quando l’aveva ammaestrata... lo avrebbe fatto di nuovo, ora.
«Sì, dai, provaci» lo incitò Kyuubi. «Fammi divertire»
Poi voltò la testa di scatto, verso l’alto. Verso il palazzo su cui combattevano Itachi e Sasuke.
Madara la vide distratta, e attivò la tecnica.
Ma prima che potesse davvero colpire, Naruto era scomparso.
La sua mano non gli stringeva più il collo, la pressione sullo sterno era scomparsa.
Un intero essere umano si era dileguato nel nulla.
O meglio... si era spostato così velocemente che il suo unico occhio stanco non lo aveva individuato.
Alzò lo sguardo, seguendo la traccia del suo chakra, e lo sentì provenire dal tetto su cui si affrontavano gli Uchiha. Corrugò la fronte indispettito: era stato messo al secondo posto?
Da Kyuubi?
Stava per seguirla e riprendere da dove si era interrotto... quando una voce sconosciuta lo chiamò, con il nome sbagliato:
«Obito?»
Abbassò lo sguardo, infastidito, e incontrò...
...l’occhio che gli mancava.

Sasuke non staccò gli occhi da quelli del fratello nemmeno per un istante.
Se doveva morire... senza vendicare il suo clan... coprendosi di vergogna... almeno non avrebbe abbassato lo sguardo.
Mai.
Avrebbe guardato la morte in faccia.
Sarebbe sprofondato negli occhi di ossidiana di suo fratello, accusandolo fino alla fine, odiandolo fino alla fine...
...Ma, all’ultimo istante, un’ombra guizzò tra loro.
Sentì una mano afferrarlo per i capelli, brusca, e spingerlo indietro fino a farlo cadere sulla schiena. Lo sharingan scomparve.
Confuso, alzò lo sguardo sul nuovo arrivato, e spalancò le palpebre incredulo.
Davanti a Itachi, con le mani serrate attorno ai suoi polsi, c’era Naruto.
Vivo.
Dalla sua posizione vedeva la sua schiena larga, le braccia forti che riuscivano a costringere Itachi a sciogliere la posizione delle mani, e la zazzera bionda ora macchiata di rosso.
Poi... una sorta di alone scarlatto che lo circondava.
Lo sentì ringhiare piano.
Itachi si accigliò.
«...Kyuubi?» chiese, quasi incerto.
Fu scaraventato a terra, senza che potesse ribellarsi, e strisciò sul cemento per un lungo tratto.
Sasuke strinse i denti.
Naruto... era intervenuto a salvarlo?
Da Itachi?
Non solo lui si era fatto sopraffare, non solo scopriva di non essere riuscito a ucciderlo nemmeno con il raikiri...
...ma era anche stato salvato da Naruto?!
Ricordi che pensava di aver dimenticato, immagini di un passato morto e sepolto tornarono ad affollarsi nella sua mente.
Stai bene, fifone?”
Le nocche delle sue mani sbiancarono mentre le dita premevano sul cemento.
No.
No, non ci stava!
Si era allenato fino allo stremo, aveva seguito Orochimaru, distrutto ciò che era, venduto la sua anima e quasi il suo orgoglio... e non era cambiato niente?
«Itachi!» gridò, fuori di sé dalla rabbia.
Come si permetteva, il suo invincibile e diabolico fratello, di farsi atterrare così?
Da Naruto?
Si avventò su di lui senza quasi rendersene conto, per sfogare la rabbia che provava contro sé stesso e contro gli altri, quegli altri che, per quanto lui facesse, erano sempre un passo avanti...
Tutti sostenevano che era un genio.
Itachi diceva che era colui che lo avrebbe raggiunto.
Naruto che era il suo rivale.
Orochimaru che era il suo corpo perfetto.
Kakashi gli aveva insegnato il raikiri!
Ma c’era sempre qualcosa che non andava.
Per quanto fosse dotato, per quanto fosse forte... c’era sempre qualcosa che non andava!
Itachi lo vide gettarsi su di lui, con una ferocia sconosciuta negli occhi.
Con disperazione.
Non vedeva uno sguardo del genere da anni, dalla notte in cui, obbedendo a Madara, aveva testato le proprie capacità.
Sorrise, e lo fermò stringendo le dita attorno al suo collo un attimo prima che gli fosse addosso.
«...Sei un vero Uchiha» mormorò.
Primo e ultimo segno di stima disinteressata che gli avrebbe mai mostrato...
Sasuke sentì le dita aumentare la pressione, la trachea serrarsi dolorosamente.

In quel momento... accaddero molte cose.







Nel prossimo capitolo:

La prima cosa che i suoi occhi cercarono fu Itachi.
Quando lo trovarono, il suo cuore mancò un battito.
Si alzò, barcollando su una caviglia dolorante, e lo raggiunse ansando.
Ricadde in ginocchio.
Suo fratello teneva gli occhi chiusi, come addormentato. I capelli giacevano scomposti attorno al suo capo, di un nero lucido e intenso, ma impolverato. Il suo corpo sembrava integro.
Eppure era inequivocabilmente morto.














*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Di solito metto un capitolo diviso in due in ogni fanfic, e questo è il capitolo scelto per questa!
Qualcuno dice che l'ho interrotto in un punto bastardissimo, ma a me va benissimo così e non ho intenzione di cambiarlo!
XD
Nei prossimi due capitoli, con i quali finalmente terminerà lo scontro infinito, mi sbizzarrirò a torturare Sasuke...
Li dedico a tutti coloro che non lo sopportano! XD
(ci saranno capitoli simili anche per altri personaggi, eh!)

GloGlo the best: sì, devi sentirti profondamente in colpa per non aver mai commentato! XD Scherzi a parte... questa è una cosa che dico a te e a tutti: io vedo quando mettete la fan nei preferiti, e quindi so che bene o male apprezzate... e, se non leggo mai vostri commenti, so altrettanto bene che siete irrimediabilmente PIGRI! Nel momento in cui, quindi, mi trovo a leggere un vostro parere, prima di tutto sono felice. E soltanto in un secondo momento un tantino irritata! XD Grazie per i complimenti, dunque, e spero di poterti risentire ancora in futuro! ^^
Kaho_chan: noooooo! Non paragonare il mio adorato Voldemort a Madara! XD Comunque hai ragione: per una volta anche io mi trovo davanti a un cattivo che non capisco per niente (a livello emotivo, intendo), e probabilmente questo si vede in ciò che scrivo; credo che sia per questo che Madara è uscito così bastardo! Kyuubi invece... beh, è Kyuubi! Io la amo troppo, non posso farne a meno! XD
OneWingedAngel: wow, sono lusingata! Prima di tutto dal commento sullo stile, che dici essere stato una vera sorpresa, e poi anche per il paragone con Kishimoto! Non so quanto sia meritato, ma grazie davvero! Eh, cosa sta succedendo a Naruto? XD E ti sembra che te lo dico adesso? Impara una cosa: essendo io logorroica, le spiegazioni spesso vengono differite di un bel po'! Quindi con me bisogna armarsi di santa pazienza e aspettare i due capitoli che di solito mi servono per tenervi sulle spine! (nello specifico... capirai bene cosa succede a Naruto con il prossimo aggiornamento!)

Una lieta novella per tutti!
Con il capitolo 18 si conclude questo combattimento infinito!
Gioite! XD
(naturalmente non tutti ne usciranno vivi...)

Aya

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Capitolo 17
*** Mistaken (seconda parte) ***


Naruto-17


Capitolo diciassettesimo

Mistaken (seconda parte)









Aveva trovato quel corpo anni e anni prima, moribondo.

Era a un passo dalla fine, privo di un occhio e sommerso da una cascata di rocce.
Ma gli restava un alito di vita.
All’epoca il suo precedente corpo era agli sgoccioli... non avrebbe retto a lungo, e per sostituirlo aveva atteso troppo, con il risultato che ora sarebbe stato difficile mettere le mani su un Uchiha dei migliori e farlo suo.
Quel corpo a un passo dalla morte gli era sembrato un dono del cielo.
Lo aveva preso senza un attimo di esitazione.
Riparare le ossa non era un problema.
Che avesse un occhio solo sì.
Ma a caval donato non si guarda in bocca, e quello era tutto ciò che era riuscito a reperire.
Nel momento in cui si era trasferito dentro di lui, la sua mente era stata invasa da ricordi che non gli appartenevano.
Tre volti in particolare continuavano ad alternarsi, quello di un uomo biondo, di un ragazzino supponente e di una lagnosa.
Erano fastidiosi... e poi vide che fine aveva fatto l’altro occhio.
Trapiantato nel ragazzino supponente.
Che spreco...
Un uomo normale non sarebbe mai stato in grado di utilizzare appieno lo sharingan.
Lo avrebbe recuperato.
In fondo gli apparteneva di diritto.
Poco tempo dopo aveva attaccato la Foglia insieme a Kyuubi... e, prima di cercare il ragazzino dai capelli d’argento, aveva voluto controllare la sua ultima scoperta, un bambino di pochi anni ma straordinariamente dotato. In ogni villaggio non si faceva che parlare di lui, Itachi Uchiha, e del suo incredibile talento.
Se era tanto giovane, forse sarebbe riuscito ad averlo, anche senza scomodarsi a recuperare l’altro occhio.
Poi... era successo tutto quanto.
Kyuubi sigillata, il quarto Hokage, Naruto, e... la fuga.
Non era ancora abbastanza forte per affrontare una battaglia simile senza il suo animale domestico.
Quanta bile aveva masticato dopo quel giorno.
Se il suo ‘dono del cielo’ avesse avuto entrambi gli occhi, le cose sarebbero andate diversamente.
Invece...

«Obito?» alitò Kakashi, incapace di credere ai propri occhi.
Madara si accigliò.
Ecco il ninja verso il quale aveva portato rancore tanto a lungo... forse la causa principale del suo fallimento.
Kakashi Hatake, celebre figlio della Zanna Bianca della Foglia, maestro di Sasuke ed ex membro della squadra Anbu.
Sapeva tante cose di lui... aveva pensato spesso di cercarlo, per riprendersi ciò che gli apparteneva.
Ma ora quell’uomo si presentava di sua spontanea volontà, proprio in un momento del genere.
Madara sorrise.
Un altro dono del cielo.
«Parli di questo corpo?» chiese freddamente, e la sua voce era quella che doveva essere, la voce di Obito Uchiha.
Kakashi corrugò la fronte.
«Un tempo quello era il suo nome... ma ora direi che non c’è nessun rapporto tra le due cose» proseguì Madara sbrigativo. «E ciò che davvero interessa... è completarlo.
Ridammi il mio occhio»

La prima cosa che sentì fu un dolore intenso lungo tutta la schiena.
La seconda, il gemito di sofferenza che uscì dalla sua gola.
«Come stai?» le chiese una voce sconosciuta.
Sakura aprì faticosamente gli occhi, sentendo la testa girare e la nausea attanagliarle lo stomaco.
Davanti a lei c’erano Shino e una donna che non aveva mai visto prima, dai lunghi capelli color fuoco.
«...Credo... di avere una costola incrinata» ansimò, mentre una lama di dolore le mozzava il respiro.
Poi alzò la testa di scatto.
«Naruto!» gridò sbarrando gli occhi.
«Non ti muovere» le ordinò la donna, bloccandole i movimenti con un’unica mano.
«Sta bene» le garantì Shino in fretta. «Non ho la minima idea di come sia possibile... ma il suo cuore ha ricominciato a battere»
«C...Che cosa?» balbettò Sakura.
Fece lavorare in fretta il cervello.
A livello medico... era possibile. Se l’arresto cardiaco non era troppo prolungato...
...Ma la ferita sul suo petto era troppo profonda!
Come...?
La risposta le giunse in un lampo: la volpe.
Da un lato provò sollievo per la sua esistenza... un immenso, sconfinato sollievo.
Ma, dall’altro, la odiò.
Perché ancora una volta Naruto era vivo grazie a lei.
Ancora una volta... non era il solo padrone di sé stesso.
«Dov’è?» sibilò con la poca aria che riusciva a respirare, mentre le sue dita correvano veloci ad arginare i danni.
«Prima combatteva con un uomo...» Shino alzò gli occhi alla ricerca di Madara, e lo vide davanti a Kakashi. «Poi è scomparso»
Sakura tese i sensi.
Avvertiva il chakra della volpe... dall’alto.
Sollevò gli occhi, non riuscì a vedere fin sul tetto dell’edificio lì accanto.
«Maledizione!» imprecò.
Lo sguardo le cadde sulla donna che l’aveva svegliata, e la vide fissare accigliata lo scambio di battute tra Madara e Kakashi.
«Chi è quello?» le chiese.
«Non ne ho idea» mormorò lei. «Ma...»
Non finì di parlare.
La sua mano si mosse veloce, e nel giro di mezzo secondo uno shuriken fendeva l’aria. Colpì Madara di striscio, un istante prima che le sue dita coperte di chakra affondassero nel viso di un Kakashi colto alla sprovvista.
L’Uchiha le scoccò un’occhiata rovente, mentre lei si alzava in piedi.
«Non l’ho salvato perché morisse ora» disse secca.
Kakashi sbatté le palpebre, realizzando in fretta cosa stava succedendo, e poi corrugò la fronte.
«Quel corpo...?» ripeté, ricalcando le parole udite poco prima. «Significa che quello... è il corpo di Obito?»
Madara passò lo sguardo da Haruka a lui.
Affrontarne due, senza l’effetto a sorpresa e con una bomba a orologeria a due passi... forse poteva essere un tantino azzardato.
Se solo avesse avuto Kyuubi, se solo avesse avuto due occhi, se solo avesse avuto il corpo di Itachi...! Si sarebbe liberato di simili insetti in meno di un secondo!
Sentì la rabbia salire, di pari passo con la frustrazione.
Io sono Madara Uchiha! Il fondatore di Konoha, il fondatore del clan Uchiha!” gridò dentro di sé. “Non ho vissuto fino a oggi per vedere il mondo che io ho creato sgretolarsi!”
E in quell’istante, a sgretolarsi fu il palazzo su cui Naruto, Sasuke e Itachi si affrontavano.

«Merda!» gridò finemente Kiba, quando vide il muro precipitare dritto verso il punto in cui lui, Sai e Hinata erano.
Intrecciò le dita con una rapidità tale che i suoi muscoli gemettero, e creò una barriera un attimo prima che fosse troppo tardi. L’improvvisa perdita di chakra lo stordì leggermente, ma servì a salvarli. Akamaru gli si avvicinò uggiolando.
«Sto bene...» ansimò lui.
Posò lo sguardo su Hinata.
Mentre la polvere ancora si depositava, le sfiorò la fronte con le dita, scostando la frangia.
Le sue guance recavano i segni delle lacrime.
«Tu... non devi morire» le sussurrò. «Non devi morire»
Non devi seguirlo...”
Il pensiero di Naruto gli fece contrarre lo stomaco.
Gemette piano.
Un’ondata di chakra lo investì all’improvviso, facendolo piegare per istinto a proteggere il corpo di Hinata.
Il vento caldo percorse gentilmente la sua schiena, si insinuò tra i suoi capelli e scompigliò il pelo di Akamaru, che prima abbaiò, e poi uggiolò.
Kiba si tirò su lentamente, annusando l’aria.
«Questo...» mormorò, incredulo, cercando con gli occhi la fonte del chakra.
E tra le macerie vide, in piedi... Naruto.






La fine.
Si riduceva a quello, dopotutto.
Dita strette attorno alla sua gola, un dolore sordo, i polmoni che reclamano aria...
E gli occhi di Itachi.
Forse aveva sempre saputo che sarebbe stato così.
Forse ci aveva sperato.
Undici anni prima, avrebbe dovuto morire quella notte... con i suoi genitori e tutti quelli che amava, per mano del suo odiato fratello.
In fondo aveva solo posticipato le cose.
La vendetta, l’onore, tutto ciò che aveva fatto...
...perché all’improvviso gli sembravano privi di importanza?
Perché?
Si trovava alla fine della sua vita... e scopriva che aveva sbagliato tutto.
Che non c’era nulla che avesse valore.
Ah, no...
C’era una cosa che rimpiangeva.
Il tempo del gruppo sette...
L’unica cosa degna di essere ricordata che avesse fatto. L’unica cosa davvero importante... e lui l’aveva gettata via così in fretta... e così stupidamente...
Alla fine non era riuscito a vendicare il suo clan né ad essere il più forte.
Niente, non aveva fatto niente!
Che rabbia...!
Sentì le proprie unghie affondare nel polso di Itachi, in uno spasmo incontrollato.
«Reagisci» lo sentì sussurrare. «O vuoi davvero che ti uccida qui?»
Ma forse erano parole della sua stessa mente.
Non capiva.
Non riusciva a comprendere, era confuso...
...e Naruto?
Dov’era Naruto?
La stretta si allentò all’improvviso, lasciandolo ricadere sulla schiena.
Tossì, mentre i suoi polmoni si riempivano dolorosamente di ossigeno, mentre lo costringevano a vivere quando lui era tanto indeciso... e alzò gli occhi su Itachi.
Naruto lo teneva per un braccio, le dita affondate nella pelle e il chakra rosso che sfrigolava, corrodendola.
L’Uchiha lo guardava, senza rancore, senza nulla nell’espressione.
«Così distruggerai ciò per cui vive» mormorò.
«No» rispose lui tra i denti. «Così lo salverò»
Sasuke fu certo che fosse un’allucinazione: i suoi occhi... erano azzurri.
E il chakra dilaniò l’edificio.





Si era sbagliato.
Credeva di aver capito, di aver finalmente trovato la soluzione e la comprensione perfetta.
Kyuubi è un mostro, un cataclisma’
Che idiota.
Kyuubi esisteva da prima di lui, prima degli Hokage, prima di Konoha.
Il semplice fatto di aver passato al mondo tutto quel tempo non poteva non aver creato una mente pensante.
Kyuubi aveva dei ricordi.
Emozioni.
Desideri.
Era una creatura complessa, impossibile da definire con un termine solo.
Forse era malvagia, forse la sua natura aveva una vena di follia... ma non era solo questo.
Naruto aveva visto la sua rabbia.
Il suo desiderio di essere libera.
Aveva sentito l’odio che provava per Madara Uchiha, e lo aveva condiviso.
Era rimasto dietro alle sue sbarre.
Le aveva lasciato usare il suo corpo e il suo chakra.
Aveva cercato di capire... lei.
E anche suo padre.
Perché il quarto Hokage aveva sigillato un mostro all’interno del suo stesso figlio?
Perché Jiraya aveva insistito affinché imparasse a controllarne il chakra?

E perché lui stesso era sopravvissuto a quella forza maledetta e corrosiva?
Si era lasciato avvolgere dall’essenza di Kyuubi, aveva scavato nei suoi ricordi, letto negli occhi di suo padre attraverso quelli della volpe.
Non aveva mai usato così a lungo il cervello per sforzarsi di capire... questa volta nessuna intuizione istintiva l’avrebbe salvato.
E alla fine, forse ci era arrivato.
Non aveva compreso tutto. C’erano ancora mille cose che gli sfuggivano, certo...
Ma credeva di aver raggiunto almeno una risposta.
Lui e la volpe erano soli.
Nel momento della morte di Yondaime, Naruto era diventato un orfano, e Kyuubi era un demone senza alcun legame, esclusa l’odiata prigionia di Madara.
Forse il quarto Hokage era giunto alla sua stessa conclusione: la volpe è una creatura complessa.
Forse aveva avuto compassione di lei.
O forse aveva cercato di cambiarla, e non distruggerla.
E per farlo le aveva donato un compagno. Una prigionia diversa, non un limbo oscuro e basta, ma un posto in prima fila da cui guardare un mondo nuovo, un mondo non da distruggere ma da scoprire con gli occhi di un bambino.
Un compagno... e un custode. Lui doveva donarle un nuovo punto di vista, e nello stesso tempo controllarla. Per questo Jiraya aveva insistito perché imparasse a gestirlo... perché conosceva Yondaime.
Quello di suo padre era stato un modo azzardato e contorto per salvare entrambi dalla solitudine?
Naruto non ne era stato certo.
Ma gli era piaciuto pensarlo.
E quando aveva raggiunto questa conclusione, aveva riaperto gli occhi.
Lui era più forte di Kyuubi.
Mentre scavava nei suoi ricordi aveva mantenuto un vago controllo su ciò che accadeva all’esterno, anche se così facendo aveva attirato l’attenzione della volpe un paio di volte.
E quando si era reso conto di quello che stava succedendo tra Sasuke e Itachi, non era stato difficile riprendere il controllo.


I calcinacci cadevano ancora, rotolando l’uno sull’altro.
La polvere si depositava lenta, danzando negli sparuti raggi di sole.
Kakashi tossì, sollevandosi sulle ginocchia. Per poco non era rimasto schiacciato sono un grosso frammento di parete, ma lo aveva scansato appena in tempo. Sentì un gemito alle sue spalle, e vide Sakura riemergere dalle macerie con una mano alla tempia. Estrasse a forza anche Shino, con una smorfia di dolore, e ne controllò il battito cardiaco. Era svenuto, ma stava bene. Haruka si spolverava i vestiti poco più in là, i capelli in disordine e grigi di polvere. Era ferita ad una spalla, ma per il resto sembrava a posto.
Kakashi spostò lo sguardo da lei ai resti del palazzo crollato.
Vide Sasuke tossire, semi-accasciato su un frammento di cemento, e vide il sangue macchiargli la fronte.
Per un attimo si perse in un pensiero stupido, da nostalgico: “non è cambiato molto, di viso”.
Poi vide Naruto, in piedi nel mezzo della devastazione, circondato da un alone morbido e rossastro.
E Itachi, steso malamente accanto ai suoi piedi.
Che diavolo era successo?
E soprattutto: dov’era Madara?


La prima cosa che i suoi occhi cercarono fu Itachi.
Quando lo trovarono, il suo cuore mancò un battito.
Si alzò, barcollando su una caviglia dolorante, e lo raggiunse ansando.
Ricadde in ginocchio.
Suo fratello teneva gli occhi chiusi, come addormentato. I capelli giacevano scomposti attorno al suo capo, di un nero lucido e intenso, ma impolverato. Il suo corpo sembrava integro.
Eppure era inequivocabilmente morto.
E allora cosa l’aveva colpito?
Una lingua di chakra ondeggiò ai margini del suo campo visivo, come vento tiepido e rossastro.
Sasuke alzò lo sguardo, seguendo i contorni del corpo di Naruto, su, fino al viso.
No, non si era sbagliato, né era stata un’illusione: nonostante l’alone scarlatto che lo circondava, i suoi occhi erano tornati azzurri.
Quindi... aveva il pieno controllo della volpe?

Cosa sapeva lui di Kyuubi?
Che era il demone più potente tra quelli dotati di code.
Che nessuno era mai riuscito a sopraffarla, e che persino il quarto Hokage aveva perso la vita riuscendo soltanto a sigillarla.
Che albergava all’interno di Naruto, sin da quando era un neonato.
Che, fino a quel momento, era stata lei a dominare lui.
E dunque?
Dunque Naruto era la persona più maledettamente forte che avesse mai visto.

Il che...
...non toglieva che avesse appena distrutto l’unico scopo della sua vita.
La rabbia lo invase.
Fu in piedi senza sapere come, e si trovò con le mani strette al bavero di Naruto, i denti serrati e gli occhi sbarrati.
«Tu!» gridò, fuori di sé.
Naruto lo lasciò fare, senza reagire, senza abbassare lo sguardo.
Fu colpito da un pugno, e si limitò ad assecondare il movimento spontaneo del collo. Poi lo guardò ancora.
Sasuke lo colpì di nuovo. E un’altra volta, e un’altra, e un’altra.
«Perché?» gridò alla fine, le vene del collo gonfie per lo sforzo. «Perché non reagisci?!»
«...E cosa dovrei fare?» ribatté lui, stancamente. «Vuoi che ti uccida? Non è per questo che sono qui»
Sasuke serrò i pugni.
Però lui sì, maledizione!
Lui era lì per uccidere, per uccidere Itachi!
Ed ora che suo fratello era morto, per mano altrui... cosa avrebbe fatto?
Staccò le mani da Naruto, colto da un conato di vomito.
Si piegò di lato, e svuotò lo stomaco ansando.
La testa gli si spaccava in due... aveva usato troppo a lungo lo sharingan ipnotico... e anche il segno maledetto, pulsava sul suo collo...
«Dannazione...!» imprecò, affondando le unghie nel palmo della mano.
Naruto lo guardò, con occhi tristi.
Aveva appena distrutto l’unica ragione di vita di Sasuke.
Ne era consapevole.
E aveva appena ucciso.
Di nuovo.
Ma... non avrebbe mai potuto permettere che accadesse qualcosa al suo prezioso fratello.
Né che si sporcasse le mani, per una vendetta che non gli avrebbe dato alcuna felicità.
Cosa avrebbe potuto dirgli, per alleviare anche solo in minima parte la sua disperazione?
Non sapeva nemmeno se esistevano parole in grado di farlo.
Non sapeva cosa volesse Sasuke, non poteva comprendere che marginalmente cosa provava... si rese conto che, in quel momento, non lo conosceva.
Erano stati distanti così a lungo... e forse, ora, lui era una persona diversa.
Quel pensiero faceva un male dannato.

Concentrati su sé stessi, ignari di cosa accadeva attorno a loro... né Naruto né Sasuke sentirono l’acciottolio leggero tra i resti del palazzo.
E neppure videro l’occhio, scarlatto e marchiato dallo sharingan, che si celava tra le ombre.
Il corpo di Itachi era ancora caldo...














Nel prossimo capitolo:


Volevi che fossi io a finirti. Mi hai lasciato in vita perché nessuno dicesse che gli Uchiha erano stati sterminati da una persona qualunque... Odiavi il clan, lo definivi maledetto, ma in fondo ne eri pienamente parte. Ogni singola goccia del tuo sangue dannato era Uchiha... e... anche ogni singola goccia del mio”
Il raikiri crepitò nell’aria, attirando l’attenzione di Naruto e Madara.
Oggi... il clan Uchiha si estinguerà”














*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

C'è una cosa che forse non sapete:
ogni volta che uno di voi mi inserisce tra i preferiti, io vado e mi leggo la sua pagina personale,
magari dando anche un'occhiata alle storie che scrive, se ne scrive.
Così, per conoscervi un po'.
E quindi mi piacerebbe, una volta che saremo arrivati all'ultimo capitolo, che anche chi non ha mai scritto mi lasciasse un commento.
Così, sempre per conoscervi un po'.
Una cosa che in questo sito manca, e che invece su manga.it, è molto presente, è il contatto personale...
...e, confesso, io semplicemente adoro le persone che lasciano traccia del loro passaggio e mi dicono anche solo
"ciao, leggo la tua storia!"
Prima dell'ultimo capitolo vi ricorderò ancora questo mio piccolo e sciocco desiderio, quindi ora non fateci tanto caso,
ma, se vi annoiaste, io sono sempre qui! XD

Parlando del capitolo...
come avrete notato, ormai non ho più ritegno!
Prendo la storia e la piego al mio volere, e chi si è visto si è visto!
Maestro Kishimoto, mi perdoni se può...


ShAiW:
sì, hai ragione! Aggiorno molto in fretta! XD La verità è che al momento sto scrivendo il capitolo 30, che è più o meno cento pagine dopo questo, e dunque posso permettermi di metterne uno dietro l'altro! Anche perché con la testa sono già avanti, e quindi mi sento un po' lontana da ciò che succede adesso nella storia... So che è terribile a dirsi, e infatti neanche a me piace. E' per questo che il ritmo di aggiornamento è tanto veloce: spero di mettermi in pari in fretta, ora che ho da studiare! XD
OneWingedAngel: come ho già scritto poco sopra, sono veloce ad aggiornare perché ho molti capitoli già pronti! Poi, beh, confesso che ci sono weekend in cui butto giù quattro capitoli di fila, e poi non riesco mai a stare un giorno senza scrivere, e quindi a sprazzi mi esce un capitolo ogni due giorni... beh, sì, hai ragione: sono veloce! XD E' che ormai il mio tempo libero lo passo a scrivere! Una volta leggevo, ora sono passata di grado, diciamo così! (Sì, sarò anche veloce ad aggiornare... ma sono logorroica a scrivere! Quindi alla fine passeremo molto tempo insieme, se continuerai a leggere! XD)
Urdi: wow, grazie mille per il paragone con i libri! ^.^ Mi onora profondamente! Kyuubi in realtà è meno difficile da gestire di Sai, ma forse solo perché la adoro da impazzire... e Sai, senza emozioni, è molto più arduo da muovere! Se vorrai picchiarmi per quello che succederà a Naruto, sarò lieta di lasciarti sfogare! Purtroppo per me, la mia indole perversa mi porta a trattare peggio i personaggi che amo di più, ma potrei anche sovvertire ogni legge della fisica (della MIA fisica) e cambiare le carte in tavola quando meno te lo aspetti... Grazie ancora per il commento sull'incontro Madara/Kakashi, volevo che facesse effetto, e sembra che ci sia riuscita!
Kaho_chan: io ho deciso d'arbitrio che Kyuubi è femmina! XD (perché le femmine sono più malvage... eheheh) Sasuke più che altro è messo alla prova da me, anzi no, lo torturo e basta... purtroppo però non posso permettermi di fargli del male quanto vorrei, se no poi mi incasino con gli altri personaggi! (per dire... se lo faccio a pezzettini, poi Sakura e Naruto devono entrare in terapia) Grazie per il complimento sul combattimento, sarà che a me piacciono da matti questi momenti e quindi mi ci impegno, ma in effetti dicono che mi vengono bene! ^^' In questo periodo però son più orientata alle scene di vita quotidiana... beh, in futuro mi saprai dire quali preferisci! ^_^
Talpina Pensierosa: Maria! Eccoti, finalmente! XD Deduco che da questo momento seguirai la fan qui? Bene, perché tanto adesso siamo a pari!
kage_naru89: ahh, non dirmi nulla di film...! Ora che faccio il dams, inizio a favoleggiare di scrivere sceneggiature... XD Sono pazza! Grazie mille per il commento!
Kyuubi:
ok, sto per svenire... *____*  Ho un commento di Kyuubi, ho un commento di Kyuubi! Lo sognavo fin dal giorno in cui ho visto il tuo nome tra coloro che avevano messo la storia tra i preferiti! Eheh, sono talmente partita per quella volpe che ormai impazzisco anche per queste cose! ^^' Comunque, grazie mille per i complimenti e i pareri! Sono felice che la storia ti abbia preso, e spero di continuare su questa linea anche in futuro! Non ti preoccupare se sei lento a leggere (anche perché il problema è che sono veloce io a scrivere...!), l'mportante è che alla fine mi lasci un commento! Ah... NATURALMENTE Naruto è tornato in scena in grande stile, come hai visto! XD
La fidanzata di Goku: detto fatto, desiderio esaudito!


Wow... siete aumentati, eh! XD

Aya

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Capitolo 18
*** Fratelli ***


Naruto-18

Capitolo diciottesimo

Fratelli




Questa volta non fu un’esplosione.
Non fu niente di eclatante, ma una tecnica silenziosa e impercettibile.
Se Karin avesse potuto parlare, avrebbe messo tutti in allarme nel momento in cui avesse sentito la tremenda concentrazione di chakra poco al di sotto delle materie.
Ma Karin giaceva, inerme, sotto quintali di cemento. Senza vita.
E nessun altro aveva abbastanza sensibilità per distinguere il chakra vibrante di Madara da quello altrettanto malvagio di Kyuubi.
Nemmeno lo stesso Naruto.
Fu per questo che il capostipite degli Uchiha poté agire indisturbato; mentre Kakashi lo cercava con gli occhi, lui si nascondeva là dove lo sguardo non poteva arrivare.
E raccoglieva il chakra.
Ci voleva una concentrazione mostruosa: doveva radunare ogni singola briciola di energia che scorreva nelle sue vene, condensarla in un unico nucleo terribilmente denso, e mantenerla stabile. Non poteva disperdere la propria forza, quando trasmigrava in un altro corpo.
Nascosto al di sotto di un frammento di cemento in bilico, sorrise.
Il corpo di Itachi era ufficialmente morto... ma lui, come Orochimaru, aveva sviluppato una capacità di guarigione fuori dal comune. Anche supponendo che la tecnica di Naruto avesse provocato danni cellulari e ai condotti del chakra, confidava nelle sue capacità di recupero abbastanza da tentare l’impresa.
In fondo... il corpo di Itachi era sempre stato il suo sogno.
Si era illuso di poter avere Sasuke, per un attimo, ma ora che lo vedeva gemere e portare la mano al sigillo maledetto, ora che lo vedeva soffrire per lo sharingan ipnotico appena acquisito, si rendeva conto che l’unico corpo davvero in grado di accoglierlo era quello del fratello maggiore. In fondo il suo cuore aveva smesso di battere soltanto da pochi minuti... lui, come Kyuubi con Naruto poco prima, lo avrebbe riportato in vita.
Era pronto.
Nessuno prestava attenzione al corpo di Itachi, nessuno prestava attenzione alle macerie deserte...
...E lui agì.

Naruto sentì l’ondata di chakra quando ormai era troppo tardi.
Si voltò di scatto, imitato con un attimo di ritardo da Sasuke, e si trovò davanti a una sfera luminosa di una densità come non aveva mai visto prima. Prevedendo un’esplosione, protesse istintivamente il viso... ma quella non avvenne.
La luce si estinse, e con lei il vento, e tutto ciò che accadde fu che qualche ciottolo franò rotolando.
«Che cosa...?» mormorò Naruto, senza capire.
Sasuke, senza sapere il perché, cercò subito Itachi con lo sguardo.
Vide il suo corpo fermo là dove l’aveva lasciato, nella stessa posizione... e poi, vide i suoi occhi spalancarsi.
Scarlatti.
Tutti li videro.
E tutti sentirono un fremito lungo la schiena.
Sotto lo sguardo sconcertato di Naruto, Itachi si alzò a sedere, i lunghi capelli che scendevano scomposti attorno al viso pallido. Lentamente, il sangue tornava a colorire la pelle già chiara, mentre il petto si alzava e sollevava piano, con una sottile eleganza. Sorrise.
«Ora le cose sono come dovrebbero essere» disse, snudando i denti in un ghigno.
L’eccitazione nel suo sguardo era anomala sul volto solitamente impassibile di Itachi... anomala e infinitamente inquietante.
Naruto e Sasuke si accigliarono, senza muoversi.
Che cosa...? Come...? Non riuscivano neanche a formulare pensieri coerenti.
«Ora, Sasuke, devi scegliere da che parte stare» riprese Itachi, alzandosi con cautela, quasi testando i suoi nuovi muscoli. Accidenti, gli occhi di quel corpo erano molto compromessi... ma poteva compensare con l’esperienza.
«Che diavolo vuol dire?» chiese Sasuke, la voce arrochita per il dolore, che ancora non lo abbandonava nonostante lo shock.
«Puoi venire con me, e dare vita a un nuovo clan Uchiha, uno migliore... Oppure morire qui»
«...Madara...» sibilò Naruto, in un istante di improvvisa comprensione.
Quello sorrise. «Grazie. Mi hai dato esattamente ciò di cui avevo bisogno» sussurrò con voce carezzevole. «E ora mi restituirai anche Kyuubi»
Il biondo ringhiò, e lo strato di chakra che lo ricopriva si fece più denso.
«Non ti darò mai Kyuubi!» esclamò, mentre i ciottoli ai suoi piedi venivano sospinti lontano da un vento rossastro.
Sasuke fu sfiorato da un lembo di chakra, e sentì la pelle sfrigolare. Si ritrasse di scatto, una mano sul braccio ustionato, e fissò ad occhi sbarrati Madara nel corpo di Itachi.
Nel corpo... di suo fratello.
Nel suo corpo...
Come... come osava?
«Esci... da lì» alitò, senza quasi rendersene conto. «Esci da lì!»
«Sasuke, sta’ indietro» gli intimò Naruto, con voce bassa e gorgogliante.
«Te lo scordi» ringhiò Sasuke in risposta. «Quel corpo non riguarda te!»
Il biondo gli gettò un’occhiata stizzita. «Non ti reggi in piedi!»
«E tu sei morto!» Sasuke attivò lo sharingan, nonostante la fitta di dolore che lo colse un attimo dopo. «Quello è il corpo di Itachi! Mi hai tolto la possibilità di ucciderlo, e ora qualcuno ha anche il coraggio di usarlo come contenitore...! E’ mio di diritto!»
«Non ho piantato tutto questo casino per vederti morire come un idiota adesso!»
«Tu non c’entravi dall’inizio!»
«Bene» li interruppe Madara, con voce innaturalmente calma. «Mi pare di capire che scegli la seconda opzione, Sasuke»
Sia il moro sia il biondo lo fulminarono con lo sguardo. Lui sorrise.
«Allora ritengo che sia giunto il momento di usare quelli...»

Non capivano più nulla di ciò che succedeva. Assolutamente nulla.
Kakashi, Sakura e Haruka, accanto a Shino ancora svenuto, non potevano che osservare il trio che discuteva a qualche metro di distanza, senza sentire altro che brevi stralci, generalmente insulti.
Non capivano perché Itachi fosse in piedi, dato che sembrava morto fino a pochi attimi prima, né capivano perché il chakra della volpe si fosse intensificato attorno a Naruto, o perché lui e Sasuke avessero iniziato a urlarsi in faccia come due ragazzini.
Poi, oltre i tre protagonisti della scena, videro un volto noto...
«Kiba!» esclamò Sakura, additandolo. «Quello è Kiba!»
Anche lui sembrò notarla nello stesso momento, e dopo la prima sorpresa iniziale, si sbracciò nella loro direzione.
«Vuole che lo raggiungiamo» comprese Sakura. «Non vedo Hinata... Forse potrebbe essere ferita?»
Kakashi rifletté per qualche attimo.
«Qualunque cosa stia succedendo...» mormorò poi, sempre più inquieto per la scomparsa di Madara. «...E’ meglio per tutti se restiamo uniti. Raggiungiamoli»
Si mossero veloci, mentre ancora Sasuke e Naruto erano impegnati a insultarsi, e quando raggiunsero Kiba videro Sai e Hinata stesi ai suoi piedi, privi di sensi.
«Occupati di Sai» spiegò al volo l’Inuzuka. «Hinata è... ehm... a posto» borbottò vago. «E sapete dirmi cosa sta succedendo laggiù?»
Sakura posò rapida gli occhi su Sasuke e Naruto, che ora fissavano Itachi senza più discutere. Mentre le sue mani scivolavano veloci sul corpo di Sai, si scoprì a nascondere un pensiero colpevole...
...Il pensiero che vederli, uno accanto all’altro, dopo tanto tempo...
...non riusciva a capire se la rendeva felice o no.

«Quelli?» ripeté Naruto accigliandosi. «Quelli cosa?»
«Non importa!» ringhiò Sasuke, e il gemito di dolore successivo comunicò a Naruto che il segno maledetto era stato attivato.
Stupido imbecille!” ringhiò dentro di sé il biondo. “Hai deciso che oggi vuoi proprio morire, eh?!”
«Fai un solo passo...» sibilò, e nei suoi occhi, come una macchia di petrolio, si allargò una chiazza rossa. «...e ti uccido con le mie mani, visto che ne sembri tanto entusiasta»
Suo malgrado, Sasuke sentì un brivido correre lungo la schiena.
Non era un idiota.
Sapeva cosa era in grado di fare, sapeva fino a che punto era consumato il suo chakra... Nemmeno la capacità di recupero ereditata da Orochimaru avrebbe potuto rimetterlo in sesto tanto in fretta, dopo che aveva rischiato di morire così spesso, quel giorno.
Ma... si trattava del corpo di Itachi.
Di suo fratello.
Del suo clan.
Dell’unica cosa che in quel momento, di fronte alla sua mente confusa, avesse un senso!
«Non ce ne sarà bisogno» si intromise Madara, congiungendo le mani sotto il mento e sotto un ghigno tronfio. «Lascia che se ne occupi qualcuno che tu conosci bene... lascia che se ne occupino i demoni che ho raccolto in questi anni... dalla prima all’ultima coda!»
Gli occhi di Naruto tornarono bruscamente all’azzurro, spalancandosi.
Aveva intravisto qualcosa a quel proposito, nei ricordi di Kyuubi... devastazione pura.
C’era stato un tempo in cui i demoni erano liberi, in grado di muoversi come meglio credevano. Si incrociavano, si affrontavano, si coalizzavano... e ogni volta che entravano in contatto, gli esseri umani morivano.
Ogni volta. A centinaia.
«Sei pazzo...» alitò. «Tu non hai idea di quello che succederà!»
«Stupido» ribatté Madara. «Io posso controllarli. Io sono un Uchiha... il capostipite degli Uchiha, il clan più forte!»
Gridò, e Naruto si rese conto che non sarebbe riuscito a fermarlo una volta iniziato...
...cosa che invece non sembrò realizzare Sasuke, che invece gli si gettò addosso a corpo morto.
Contro ogni previsione, i due Uchiha ricaddero insieme, senza che nessuna esplosione dilaniasse l’aria, e senza che qualche mostro facesse la sua comparsa.
Sasuke strinse le dita attorno al collo di Madara, inginocchiato su di lui. Quello lo spinse via, affondando le dita nel suo fianco e scrollandoselo di dosso. Si rialzò, stranamente ansante, e fece un passo indietro, gli occhi sbarrati.
Perché?
Perché non si era attivata la tecnica?!
Congiunse di nuovo le mani, veloce, e... si accorse che non sentiva il chakra.
Naruto lo guardò.
Sorrise.
«Ah... ma certo» sussurrò, mentre Sasuke, poco più in là, ansava senza più sharingan né segno maledetto.
Madara alzò gli occhi su di lui, e sentì un fastidioso pizzicorino alla gola... tossì sangue.
«Che diav...» sbottò, senza comprendere.
«Non lo hai capito?» intervenne Naruto, e il chakra che lo avvolgeva scemò, restando solo un pallido alone attorno al suo corpo. «Tu... pensavi davvero che uccidere Itachi Uchiha fosse così semplice? Pensavi davvero che i danni che gli avevo provocato... fossero riparabili?»
Madara si accigliò, portando istintivamente una mano al cuore.
Faticava a respirare.
Perché?
Perché?
La sua capacità di rigenerazione era pressoché totale... il suo chakra... la sua abilità... lo sharingan avrebbe dovuto...
«Credevi di aver capito tutto di me e del rasenshuriken?» riprese Naruto. «Credevi che fosse solo una tecnica elementale? Lame di vento che danneggiano l’avversario, nulla di più semplice...
E invece non è così.
Se fossero semplici lame di vento, sarebbe una tecnica banale, non credi? Ciò che faccio io è molto, molto più complesso: riduco il chakra ad aghi millimetrici, che passano attraverso la carne, e giungono direttamente alle cellule... distruggo ciò che di più piccolo c’è in un corpo, ciò che lo fa funzionare. E con Itachi, ho usato il chakra della volpe... il che significa aghi di veleno.
Forse sei in grado di far ripartire un cuore, e di rappezzare un sistema circolatorio... ma riesci a ricostruire ogni singolo vaso del chakra? Ogni singola membrana cellulare? Riesci ad arrestare il corso del sangue avvelenato?
A pensarci bene, è stupefacente che tu sia riuscito a muoverti fino ad ora...»
Madara lo ascoltò, senza essere in grado di ribattere.
Avrebbe voluto smentirlo.
Dimostrargli che si sbagliava.
Ma... ad ogni secondo che passava... la dilagante certezza che avesse ragione cresceva.
«Credevi di aver fatto un affare, con quel corpo» Naruto sorrise. «Ma ti sei trovato soltanto una tomba»
«No!» gridò Madara all’improvviso, colto da un terrore assolutamente irrazionale. «Io sono un Uchiha! Io ho fondato il clan più potente, io ho lo sharingan!»
«Il clan più potente?» sibilò Naruto, e quello che era iniziato con un sussurro ben presto si trasformò in un grido. «E allora perché nessun Uchiha è mai diventato Hokage, il ninja più forte? Eh? Perché nessun Uchiha, nessuno Hyuuga ha mai ricoperto quella carica? Non è successo neanche in tempo di guerra, quando a pochi importa della moralità! Mai, mai una volta dalla fondazione di Konoha siete stati i più forti! Avete passato la vostra esistenza a ritenervi superiori, non ve ne è mai fregato niente degli altri se non nel momento in cui volevate la loro adulazione! Ma non siete forti! Così non si diventa forti!»
Parole taglienti.
Una sentenza inappellabile.
Penetrarono fisicamente nella carne di Sasuke, dolorose, terribilmente vere.
Aveva lasciato la Foglia.
Aveva seguito Orochimaru.
Aveva abbandonato le poche persone che per lui contavano qualcosa.
E ora ansimava, senza forze, accanto a un Naruto straordinariamente potente.
Che scena patetica.
Si sollevò sulle ginocchia, sentendo i muscoli lamentarsi per lo sforzo. Vide una goccia di sudore scivolare dalla sua fronte sul cemento.
Era giunto fin lì per una ragione.
Un’unica, sola, ragione.
E ora... l’aveva persa.
Cosa ne sarebbe stato di lui, non importava di più.
Adesso, doveva fare un’ultima cosa... e al diavolo tutto il resto.
Si alzò su gambe instabili, la vista annebbiata.
Madara ansava, da una parte, e Naruto attendeva, dall’altra.
«Non c’è nemmeno bisogno che ti uccida» disse il biondo, sprezzante. «Nel giro di pochi istanti sarai morto da solo... finalmente»
Stupido...” pensò Sasuke, barcollando avanti. “Non dargli l’opportunità di inventarsi qualcosa di nuovo”
Intrecciò le dita davanti al petto, e raccolse il chakra che gli restava.
Sapeva che utilizzare l’ultima briciola di esso avrebbe significato porre fine alla sua vita... ma non gli interessava.
Voleva concludere con un raikiri, il migliore che avesse mai fatto.
Voleva concludere con una tecnica che non fosse degli Uchiha, con una tecnica sua, imparata espressamente per Itachi...
«Sei un vero Uchiha»
L’unico vero complimento che suo fratello gli avesse mai fatto.
Ripensandoci, sorrise.
Volevi che fossi io a finirti. Mi hai lasciato in vita perché nessuno dicesse che gli Uchiha erano stati sterminati da una persona qualunque... Odiavi il clan, lo definivi maledetto, ma in fondo ne eri pienamente parte. Ogni singola goccia del tuo sangue dannato era Uchiha... e... anche ogni singola goccia del mio
Il raikiri crepitò nell’aria, attirando l’attenzione di Naruto e Madara.
Oggi... il clan Uchiha si estinguerà
Alzò lo sguardo. Lo sharingan brillava intenso, consumando la sua stessa energia vitale.
Madara non riuscì a reagire: se lo vide davanti un secondo dopo, e spalancò gli occhi quasi ciechi di Itachi... solo per vedere il sangue che schizzava il viso pallido di Sasuke.
Sentì un dolore intenso nel petto, per un istante...
...Poi, il nulla.
Oh...
A questo si riduceva, dunque...
Il nulla.

«Sasuke!» gridò Naruto, balzando avanti.
Vide l’Uchiha piegarsi, crollare addosso al corpo del fratello, ed entrambi giacquero tra le macerie, l’uno sull’altro.
«Stupido idiota!» Naruto lo raggiunse e lo afferrò bruscamente, voltandolo sulla schiena.
Il kimono già sporco del sangue di Naruto ora era di nuovo tiepido e appiccicoso. Sasuke aveva le palpebre socchiuse, gli occhi neri e asciutti, e respirava a malapena.
«Cosa hai fatto?!» ruggì Naruto, afferrandolo per gli abiti e sollevandolo di peso.
«Sta’ zitto... testa quadra» sussurrò lui, con un ghigno minuscolo. «Hai distrutto il mio sogno... almeno lasciami il suo corpo»
«Ma quale sogno?!» ribatté l’altro, furibondo. «Una vendetta non è un sogno, è soltanto una stronzata!»
«Siamo troppo diversi, io e te...»
«Non è vero, e lo sai anche tu! Maledizione!» Naruto sentì le lacrime salirgli agli occhi, e non fece nulla per fermarle. «Perché vuoi a tutti i costi essere un Uchiha? Perché non puoi essere semplicemente Sasuke?!»
«Perché... non posso...»
Un sibilo fievole.
Un rantolo.
Il cuore di Naruto mancò un battito.
«No!» gridò, nel panico. «Sasuke!»
E il raggio di sole che gli illuminava il viso fu coperto da un corpo, che si frappose tra lui e la luce.
«Spostati» disse una voce leggermente incrinata, e una mano tremante lo scostò delicatamente.
Due ginocchia si piegarono sui frammenti d’asfalto, graffiate, e dita bianche e sottili scivolarono sul petto macchiato di sangue di Sasuke, avvolte dalla luce soffusa del chakra.
Naruto fissò il profilo di Sakura come se non avesse mai visto nulla di simile.
«Come... quando sei arrivata?» balbettò, confuso.
Lei fece un sorriso che era più una smorfia. «Mentre tu... eri morto» sussurrò, fallendo miseramente nel suo tentativo di essere ironica. «Sai è vivo... ci metterà un bel po’ a recuperare, ma ce la farà. E anche Hinata, Kiba, Shino e Kakashi stanno tutti bene...»
«Tu stai bene?» chiese lui ansioso.
«Sì» rispose lei, mordendosi il labbro inferiore. «Ora fai silenzio per un attimo»
Il sudore brillava sulla sua fronte, in piccole perle lucenti.
Naruto si rese conto che la sua ansia lo rendeva inquieto... e si diede dell’idiota. Anche lui era preoccupato per Sasuke, era normale, erano compagni di squadra, era come un fratello... sì, ma lei non doveva considerarlo così.
No. Che pensiero idiota.
Certo che lei doveva considerarlo un fratello.
E basta.
Perché? C’era forse altro?
No. No, non c’era.
Idiota.
Idiota.
Che stronzata. Parlava con sé stesso, ora.
All’improvviso Sasuke inspirò bruscamente, colto da un accesso di tosse. Il viso di Sakura si illuminò, e nei suoi occhi brillarono le lacrime.
«S...Sasuke!» balbettò, sporgendosi in avanti per abbracciarlo, come anni prima. Ma si bloccò, rigida, un attimo dopo – e a Naruto non sfuggì. «Come ti senti?» si affrettò a chiedere ansiosa.
Sasuke, ansante, sollevò gli occhi opachi su di lei.
«Sono... ancora vivo...?» chiese con un filo di voce.
«Sì» rispose Naruto. «E tornerai a Konoha con noi»
L’Uchiha lasciò ricadere la testa all’indietro, senza emozioni sul viso sporco. Il suo sguardo si perse sul cielo che schiariva lentamente.
«...Per quel che importa, ormai...» sussurrò.
Naruto sentì un fremito di rabbia scuoterlo.
«Che cazzo dici?!» sbottò. «Importa eccome! E’ la cosa più importante di tutte!»
«No» la voce atona di Sasuke fu peggio di una ferita fisica. «No, importava vendicare il mio clan... e ora, per causa tua, non sarà più possibile»
Naruto scattò in piedi, i pugni serrati.
«Vuoi parlare di sogni, eh?» disse tra i denti, la voce fremente. «Il tuo era quello di uccidere tuo fratello... il mio era di riportarlo a Konoha! Se per te i sogni sono tanto importanti, prova a capire l’entità del mio!»
«Tu non vuoi riportarmi indietro» Sasuke nascose gli occhi dietro un braccio, stancamente. «Tu vuoi diventare Hokage... io sono solo un passo verso quell’obiettivo»
«Naruto, no!» gridò Sakura, fermandolo un attimo prima che si avventasse su Sasuke.
«Sei un grandissimo idiota!» urlò, le vene del collo gonfie e l’aura rossastra di Kyuubi intensa attorno al suo corpo. «Anzi, un completo stronzo!»
Si liberò bruscamente della stretta di Sakura e, voltando le spalle a entrambi, si allontanò con passo pesante.
Lei abbassò lo sguardo sulle proprie mani. La pelle era lievemente ustionata, e pulsava.
Rialzò gli occhi, preoccupata, posandoli sulla schiena di Naruto che si faceva più piccola mentre si allontanava. Lo vide guardarsi attorno, fremente di rabbia, come alla ricerca di qualcosa... e poi lo vide chinarsi e raccogliere il coprifronte impolverato che aveva perso mentre lei era ancora svenuta.
Avevano parlato della salute di tutti.
Da Shino a Hinata, a lei, a Sasuke...
E non della sua.
Naruto, ma tu stai bene...?” si trovò a chiedersi.
Alle sue spalle, Sasuke non mosse un muscolo.


Suigetsu era pensieroso.
Nel momento in cui Itachi era stato avvolto dallo strano chakra del ragazzo della volpe, le catene d’acciaio che lo tenevano imprigionato si erano sciolte, lasciandogli mezzo secondo per evitare di restare coinvolto nella successiva esplosione. Era balzato su un palazzo più lontano e, appoggiato alla spada di Zabuza, era rimasto a guardare dall’inizio alla fine.
Dunque Sasuke aveva perso.
Immagino che questo significhi lo scioglimento del Serpente” rifletté, senza particolare cordoglio.
Supponeva che Karin fosse da qualche parte, ma non gli interessava sapere se viva o morta, e per quanto riguardava Juugo... non era un problema suo.
L’unica persona per cui in quel momento provasse un minimo di interesse era il ninja della Foglia che non aveva potuto affrontare di nuovo. Dalla sua posizione privilegiata lo vedeva, privo di sensi, tra i compagni. Impensabile attaccarlo ora. E probabilmente deludente.
Sorrise, snudando i dentini aguzzi e affilati.
«Rimetti in fretta...» sussurrò. «Tornerò a trovarti»
A quel punto alzò il viso al cielo e alle nubi che si allontanavano fiacche, come indecise.
«Tsk... Ora il clima fa schifo»


«Torniamo a Konoha» annunciò Kakashi non appena Sakura ebbe portato da loro Sasuke.
Lo avevano legato, per pura precauzione, ma lui non sembrava avere la minima intenzione di fare o dire qualcosa. Kakashi si sentì in pena per lui; sembrava totalmente apatico.
Con loro c’erano anche il corpo di Itachi e di Obito, recuperato a fatica tra i resti dei palazzi e della strada. Guardandolo, Kakashi scoprì di provare sentimenti confusi: dolore, indignazione, ma anche sollievo... perché ora poteva piangere su qualcosa di concreto.
Mentre gli altri attendevano, Kiba e Akamaru erano andati a cercare Kurenai e l’avevano trovata svenuta tra le macerie, ma solo per la perdita di sangue. Non era in condizioni critiche, e riusciva anche a camminare da sola.
Svegliarono Sai e Hinata – la quale sembrò parecchio confusa circa il motivo della sua perdita di conoscenza, ma infinitamente sollevata perché Naruto ora stava bene – e decisero di partire subito, anche a costo di andare più lenti.
«Abbiamo distrutto mezzo villaggio...» mormorò Haruka cupa. «Le squadre di supporto della Pioggia saranno qui tra poco, ora che le cose si sono calmate»
«Sono pericolose?» chiese Kakashi. «Sembri nervosa»
«Mh... Non particolarmente» ribatté lei. «Ma... Accidenti! Hanno fatto più in fretta del previsto!»
Un gruppo di ninja era comparso all’improvviso là dove le ultime macerie giacevano. Questa volta erano a viso scoperto, non più di dieci. Essendo poco più che riserve, forse non avrebbero rappresentato un problema... ma loro erano tutti ammaccati. E Haruka, l’elemento più sano insieme a lui e Kiba, sembrava molto turbata dai nuovi arrivati.
«...Scappiamo» propose Kakashi. «Uno resterà indietro a distrarli... Ki...»
«Io» lo interruppe lei al volo. «Resto io»
«Se ti prenderanno...»
«Se mi prenderanno sarò stata un’idiota. Ora muovetevi e scappate! In fondo alla strada svoltate a sinistra, vi troverete nella periferia. Lì c’è un bosco, sfruttatelo per nascondervi e proseguite verso sud-ovest, fino alla breccia nella recinzione. Andate!»
Aveva parlato così in fretta e con tale convinzione che, anche volendo, sarebbe stato impossibile ribattere.
«Ha ragione» approvò Kurenai. «Dobbiamo andare»
«E va bene» borbottò Kakashi. «Ma tu ricordati che l’obiettivo è tornare a Konoha con noi, non lasciarti prendere»
Haruka gli rivolse un mezzo sorriso freddo.
«L’obiettivo è uscirne viva» replicò, e poi diede loro le spalle, facendo scivolare le mani dietro la schiena. Lì, incrociati tra le scapole e nascosti dai capelli, c’erano due lunghi pugnali a tre denti.
Sakura posò una mano sul braccio di Kakashi. Lui distolse lo sguardo da Haruka e si allontanò con loro.
Lei rimase sola, tra le macerie, e un sottile filo di vento le scompigliò i capelli.
I ninja della Pioggia esitarono.
La conoscevano di fama, sapevano che se si fossero messi a inseguire i ninja della Foglia lei li avrebbe falciati senza pietà.
«Circondiamola» ordinò quella che appariva come il loro capo, una ragazzina di neanche vent’anni. Nella sua voce vibrò una nota d’odio nient’affatto celata, e gli altri si affrettarono ad obbedire.
Haruka li contò con la coda dell’occhio. Nove.
Un po’ tanti... ma nemmeno troppi.
La attaccarono contemporaneamente su tutti i lati, e la pioggia di shuriken fu veloce e improvvisa. Saltò in alto, trovandosi subito davanti la ragazzina, e dovette schivare un colpo di wakizashi (tipo di spada simile alla katana, ma più corta Nda) diretto al suo collo. Una ciocca di capelli rossi restò nell’aria.
Haruka atterrò agile, davanti a uno dei ninja della Pioggia, e facendo perno con la mano lo colpì con un calcio al viso. Si abbassò in fretta quando un kunai volò nella sua direzione, e replicò nello stesso modo. Un altro degli avversari cadde con un gemito.
Il terzo e il quarto resistettero pochi secondi di più, mentre la ragazzina che era il loro capo tentava inutilmente di fermare Haruka, e il quinto e il sesto non ebbero miglior fortuna. Il settimo si difese, all’inizio. Poi fu atterrato da un calcio tra le gambe, e finito con uno dei pugnali.
Haruka si avventò sull’ultimo, e lo stordì con un pugno, ansante.
Erano rimaste lei e la ragazzina.
Si scambiarono uno sguardo; avevano entrambe gli occhi blu.
«Perché lo stai facendo?» gridò aspra la più giovane, dai corti capelli castani spettinati attorno al viso. «Perché ci tradisci?»
L’altra rimase impassibile, riprendendo lentamente fiato. «Si compiono delle scelte, nella vita. Un giorno capirai anche tu, forse...»
«Stronzate!» la interruppe la prima. «Sono solo parole di comodo!»
«...Interpretale come preferisci, Natsumi» mormorò Haruka. «In fondo non mi interessa»
Scagliò uno dei pugnali, e la ragazza lo evitò. Mentre riprendeva l’equilibrio, però, non riuscì a scansare il secondo... e con un gemito strozzato lo sentì penetrare nel fianco sinistro.
Haruka colse l’attimo per darsi alla fuga.


Juugo aprì stancamente gli occhi nella luce del sole morente.
Era solo; e il cielo ormai era sgombro dalle nubi.
Si sentiva debole, sfibrato... la sua testa faceva un male cane. Portò una mano alla nuca e la ritrasse macchiata di sangue. Troppo sangue.
Ma dov’era Sasuke?
Si sollevò sulle braccia tremanti, scrollandosi dalla schiena un frammento di cemento. Gemette per il dolore, quando si accorse di avere una gamba rotta.
Cosa era successo?
Itachi lo aveva sbattuto contro un muro, riservando lo stesso trattamento anche a Suigetsu, e poi li aveva bloccati con catene d’acciaio... dopo? Ah, non ricordava... ma certo... perché aveva perso il controllo.
Si guardò, e vide i tagli profondi che costellavano il suo corpo là dove le corde gli avevano inciso la pelle.
Dov’era Sasuke?
Dov’era... la sua unica garanzia?
Lo cercò con gli occhi.
Ma lì lui non c’era. E non c’era nemmeno nessun altro.
Era rimasto solo... lo avevano lasciato indietro.
Un capogiro lo fece ricadere viso a terra.
Sangue... aveva perso troppo sangue...
Ma sì...” si trovò a pensare stancamente. “In fondo va bene così... In questo modo... non ucciderò più nessuno”
Sentì un pigolio lieve, sulla sua testa, e dopo pochi istanti un passero si posò davanti ai suoi occhi.
Juugo sorrise.
«Gli uccelli... sono tornati a volare...» mormorò con voce fioca.
...Le palpebre si abbassarono per sempre sui suoi occhi.

Quasi un quarto del villaggio della Pioggia era uscito devastato da quella giornata.
Ma ora, la pioggia non cadeva più...













Nel prossimo capitolo:


«Io... mi dispiace» borbottò. «Immaginavo che fosse qua... per la faccenda del suo amico. Ma... ehm... ecco... c’è una cosa che vorrei chiederle...» deglutì.
«A me?» ribatté il jonin, moderatamente sorpreso.
Ma mai si sarebbe aspettato la domanda che seguì:
«Per favore... può parlarmi di mio padre?»













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Ci siamo! Lo scontro è ufficialmente terminato!
Stappate lo champagne e brindiamo, gente, perché per almeno un capitolo e mezzo regnerà la
CALMA!
(Sì, so che è strano leggerlo da me... anche io mi sento scombussolata da queste parole!
Ma credetemi, non ci sarà nemmeno una goccia di sangue!)
Dunque, che dire? Ho finito di vedere le ultime puntate di Heroes dieci minuti fa (le ho registrate),
mi sono disidratata a forza di piangere e ora sono qui perché ho bisogno di buttare giù qualcosa
(non di alcolico)
e non ho l'ispirazione per continuare la fan...
Ebbene sì, mi sono arenata!
Ma state tranquilli: prevedendo tale pericolo, mi sono preparata un sacco di capitoli mentre ero ispirata, e dunque non dovete temere rallentamenti!
Dalla prossima puntata si torna a Konoha!
E, se volete fare le cose per bene, scaricatevi "Memories" e "Forgiven" dei Within Temptation, e ascoltatele come sottofondo mentre leggete...!
A giudicare dall'anticipazione, direi che un pochino ne avrete bisogno! ^_*

Non so bene per quale motivo... ma le new entry tra i commentatori sono state tante questa volta! XD Grazie mille a tutti!

Kaho_chan:
wow, il tuo commento mi ha fatta un po' agitare! >///< Grazie, grazie mille per tutto ciò che hai detto! Ho cercato davvero di infilarmi nella testa di ognuno dei personaggi, anche di quelli che odio di più (cioè... sono arrivata a capire Sasuke! E in certi momenti di follia persino Madara!). Non posso che essere felicissima se il mio sforzo viene premiato con un così entusiastico apprezzamento! Il rapporto tra Naruto e Kyuubi, in particolare, verrà sviscerato ancora un bel po'... perché è più complesso di quel che sembra (e perché questi due sono i miei personaggi preferiti! XD).
1992:  grazie mille per aver trovato il tempo di lasciare due righe! Mi hanno fatto davvero tanto tanto piacere! Sono felice che la storia  ti piaccia e ti emozioni, io mi ci metto davvero d'impegno! Non oso pensare a cosa accadrebbe se dovessi collaborare con qualcuno per scrivere... ma un giorno forse farò questo terribile esperimento e ve lo sottoporrò! XD
harryherm: questo era un commento che volevo proprio, lo confesso! Da quando ho visto il tuo nome tra gli utenti che mi hanno inserito negli autori preferiti, sono sempre stata in trepidante attesa! D'altronde... comprendo benissimo la pigrizia. U_U Ebbene sì, sto per fare una confessione molto personale... anche io ho tra i preferiti un paio di fan che non ho mai commentato! ARGH! L'ho detto!! Me misera e meschina! >_< Parlando della storia... non credere che io non perda il filo! Anzi, spesso e volentieri mi devo rileggere decine e decine di pagine alla ricerca di elementi che ho trascurato o lasciato indietro, e ho post-it ovunque con appuntate le cose che intendo sviluppare più avanti! XD Le coppie finali sono già stabilite, da questo punto di vista posso darti soltanto tale garanzia, ma non mi sbilancerò a lasciare indizi... Una delle cose più interessanti, alla fine, è vedere come si evolvono i rapporti; inserire i pairing finali già nella presentazione della fan per me è quasi un delitto! Qualunque cosa succeda, però, spero che abbia abbastanza senso da convincere tutti, anche i detrattori di alcune coppie!
kospades: grazie per avermi lasciato almeno due righe, e per i complimenti sulla storia e sullo stile! Il tempo è una gran b...rutta cosa, non dirmi niente... se una giornata avesse 45 ore sarei molto più felice! XD
OneWingedAngel: guarda, neanche io capisco con quale forza nascosta riesca ad analizzare Sasuke! XD Quando parlo di lui inizio meccanicamente a scagliare oggetti nella stanza, ma quando scrivo riesco inpiegabilmente a comprenderlo, nei limiti del possibile! E' davvero un mistero! Mentre Kyuubi... eheheh, Kyuubi riuscirò a descriverla sempre, quell'adorabile morbida volpacchiotta! (non sto parlando di un peluche della Trudi! ^^') Kakashi  in realtà è stato abbastanza inutile in questo combattimento, ma Haruka (la spia) tornerà eccome. E' l'unico personaggio originale che ho intenzione di inserire, e soltanto perché le altre donne di Konoha non mi ispirano molto, ad eccezione di Kurenai che però è già impegnata! XD


Aya

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Capitolo 19
*** Ritorno a Konoha ***


Naruto-19

Capitolo diciannovesimo

Ritorno a Konoha




«Risultato della missione: parzialmente compiuta» decretò Tsunade da dietro la sua scrivania. «Avete riportato a Konoha Sasuke Uchiha, ma di Itachi avete solo il cadavere. Che comunque non è poco. Anzi, i miei complimenti»
Naruto non ribatté.
Non era in vena di sorrisi, e soprattutto non riteneva di dover essere ringraziato per aver ucciso Itachi.
Sasuke sicuramente non pensava di doverlo ringraziare.
Sakura, Sai e Kakashi si limitarono a un cenno leggero del capo, fermi accanto a Naruto.
«Vi siete guadagnati una settimana di riposo assoluto» proseguì l’Hokage in tono leggermente sostenuto, offesa per lo scarso entusiasmo tributato alle sue lodi. «Usatelo per riprendervi dalle ferite» passò gli occhi in particolare su Sai, che sfoggiava una vistosa ingessatura alla gamba destra e un braccio steccato, più numerosi cerotti e bendaggi su tutto il corpo. Tsunade ancora non si capacitava di come fosse sopravvissuto a un volo come quello che aveva fatto.
I quattro jonin annuirono di nuovo, senza energia.
Sakura si tormentò il labbro inferiore, alla ricerca del coraggio di fare la domanda che le premeva... e alla fine lo trovò.
«Mi scusi...» sussurrò fissando l’Hokage dritto negli occhi. «Dove tengono Sasuke?»
Silenzio.
Naturalmente il ritorno dell’ultimo degli Uchiha non era stato preso come una festa.
Sasuke era rientrato al villaggio come un comune traditore, scortato dai ninja che lo avevano catturato e sottoposto agli sguardi sorpresi e accusatori di chiunque lo avesse incontrato sul suo cammino, e non appena aveva messo piede oltre le mura era stato preso in consegna dalla squadra Anbu e portato in una località assolutamente segreta – con la scusa del ‘i suoi compagni potrebbero volerlo salvare’, scusa assolutamente stupida dal momento che i suoi compagni erano probabilmente morti, e se così non fosse stato, non sembravano interessati a riaverlo indietro. O almeno, non avevano fatto molto per recuperarlo quando Sakura gli aveva salvato la vita.
Tsunade la fissò per quasi mezzo minuto prima di rispondere, e quando aprì la bocca i suoi occhi scivolarono per un microsecondo su Naruto, che a testa bassa si era irrigidito impercettibilmente.
«Non posso dirvelo, lo sapete» rispose, rivolgendosi a tutti. «Per ora questi non sono affari che vi riguardino»
«Sono sempre affari che ci riguardano, se si tratta di Sasuke!» sbottò Naruto.
«Tu sei stato dalla squadra medica?» replicò lei secca. «Prima di preoccuparti degli altri, pensa a te stesso: se non sbaglio il sigillo è scomparso, ma Kyuubi è ancora lì dentro. Anche se ti abbiamo accordato la nostra fiducia e abbiamo deciso di credere che riesci a tenerla a bada, non puoi sottrarti ai nostri controlli»
Il biondo strinse i pugni, frustrato.
Erano tornati solo il giorno prima, e già erano iniziati i casini che non sopportava!
Burocrazia! Che cosa disgustosa!
E, oltretutto, quella notte lui e Sakura avevano dormito alle estremità più lontane del letto, per le poche ore che erano riusciti a chiudere occhio.
«Bene. Avete altre domande?» chiese Tsunade sbuffando, e pregando perché se ne andassero e la lasciassero tirare il fiato. Aveva il consiglio sul collo, pressioni da tutte le parti, e quei quattro stavano pure a cavillare. Perché non si fidavano di lei e basta?
«Vorrei chiedere una cosa» disse Kakashi, sorprendendo tutti. «La donna che è fuggita con noi dal villaggio della Pioggia, Haruka Muto... dov’è?»
L’Hokage grugnì.
Ecco la seconda domanda scomoda.
«E’ sotto verifica» rispose di malavoglia. «E’ una procedura standard quando un ninja abbandona all’improvviso la sua posizione di infiltrato e torna al paese d’origine»
Kakashi si limitò ad annuire, contrariamente a quanto aveva fatto Naruto, e Tsunade decise di troncare sul nascere altre eventuali richieste.
«Ora andate» disse sbrigativa. «Ho molto da fare»
Quando loro furono fuori, lei sbuffò e appoggiò il mento a una mano.
Haruka Muto, Sasuke Uchiha... due belle gatte da pelare. Se non altro, Itachi era morto; il che significava almeno un problema risolto.
Ricordava ancora quel giorno, risalente a undici anni prima...
...L’intero quartiere disseminato di cadaveri...
...le pozze di sangue...
...tutti quegli occhi spenti...
Non si era fidata di Itachi, quando aveva proposto il suo patto a Jiraya.
Non si era fidata di lui allora e non lo avrebbe fatto nemmeno adesso, se fosse stato ancora vivo.
I suoi occhi nocciola, solitamente sornioni e distanti, si fecero duri.
Lei ricordava ancora.
E non avrebbe mai perdonato Itachi Uchiha, qualunque motivazione le avessero fornito.

Ibiki Morino era stanco.
Aveva passato in piedi tutta la notte, e solo per interrogare quella donna. Aveva capito che non nascondeva nulla più o meno dalla prima parola, ma aveva dovuto seguire la procedura e andare fino in fondo al copione.
Solo alle prime luci dell’alba, quando i suoi occhi stanchi avevano visto il cielo tingersi di grigio tra le fessure delle persiane, era riuscito a liberarsi e a lasciarla andare.
«Sei pulita» le aveva detto stancamente, sbadigliando. «E, a proposito... i miei complimenti: in questi diciassette anni hai fatto un lavoro impeccabile»
Haruka Muto aveva sorriso, forse un po’ amaramente, e leggermente pallida si era allontanata.
Ora Ibiki attraversava il villaggio nell’aria frizzante, stretto nelle spalle larghe e desideroso solo di un buon letto. Purtroppo per lui ricoprire una posizione di rilievo comportava anche oneri a non finire, e infatti il suo compito in quella giornata troppo lunga non era ancora terminato.
Impiegò pochi minuti per raggiungere la grande porta a sud del villaggio, intirizzito e stanco. Le guardie che vigilavano gli fecero un cenno sbadigliando, vicine al cambio di turno, e lui ricambiò a malapena. Si appoggiò al muro, in un angolo in cui la leggera brezza non poteva raggiungerlo, e attese.
Non dovette restare fermo a lungo: nel giro di pochi istanti il suo orecchio bene allenato captò il leggero rumore di passi che si avvicinano. Prima che le guardie si rendessero conto che stava arrivando qualcuno, lui intravide delle ombre nella foschia. Quando si fecero più vicine, le riconobbe per i quattro del team Asuma.
«Allora?» chiese subito.
«Niente» rispose il capogruppo, gettando a terra un mozzicone umido e ormai spento. «Abbiamo trovato delle tracce recenti, ma sembrano girare tutt’attorno al villaggio. L’ipotesi più probabile è che ci abbia depistati... e quindi potrebbe essere ovunque»
«Va bene così» Ibiki sospirò. «Cioè, non va bene per niente... ma siete troppo stanchi per continuare. Tornate a casa, io chiederò a qualcun altro di proseguire le ricerche»
Asuma annuì, grato.
Il giorno prima uno stormo di uccelli si era sollevato all’improvviso dalla foresta. Insospettiti, loro avevano chiesto a Neji di dare un’occhiata con il byakugan... e avevano scoperto un intruso. Con il mantello dell'Akatsuki. Asuma aveva quindi raccolto la sua squadra ed era partito per catturarlo, ma invano: a quanto pare il loro uomo si era accorto dell’inseguimento ed era riuscito a farla franca. Lo avevano cercato per tutto il giorno e tutta la notte, senza successo, ed ora erano esausti: Choji dormiva praticamente in piedi, il mento appoggiato al petto, Ino continuava a sbattere le palpebre ed era instabile sulle gambe, e le occhiaie di Shikamaru erano più profonde che mai, coronate dal suo sguardo omicida.
«Anche tu hai bisogno di riposo» continuò Asuma dopo un attimo, scrutando attentamente Ibiki. «Hai fatto le ore piccole?»
«Non sono ancora andato a dormire» bofonchiò l’altro. «Ho passato tutta la notte a interrogare la figlia dei Muto, te la ricordi?»
Asuma inarcò le sopracciglia. «E’ tornata?»
«Sì, la sua copertura è saltata... Ah, ma voi non lo sapete: il team Kakashi è rientrato mentre eravate via. Lei era con loro»
«Che cosa?» fecero contemporaneamente Ino e il suo capogruppo.
«E stanno bene?» domandò lui ansiosamente.
«A parte qualche ammaccatura sono tutti a posto, anche il team Kurenai» sorrise appena, sornione. «Quello messo peggio è Sai, ma non ha nulla di grave»
«E la missione?» chiese Ino, con voce a malapena tremante.
«Completata a metà: Itachi Uchiha è morto, ma Sasuke è stato catturato»
«Itachi Uchiha è morto?» ripeté, scioccato, Asuma. «E come diavolo sono riusciti a farlo fuori?»
Ino non si curò di questa parte del discorso. Con una mano sul cuore, trasse un profondo sospiro di sollievo. Il senso di colpa si insinuò leggero fino al suo stomaco, però lei decise di ignorarlo... certo, che Sasuke fosse vivo e a Konoha significava che Sakura si sarebbe trovata in difficoltà... ma lei non poteva fare a meno di sentirsi infinitamente sollevata.
«Ho visto il corpo» Ibiki si strinse nelle spalle. «A occhio e croce, se dovessi azzardare un’ipotesi, direi che è stato Sasuke con il raikiri, anche se questo significherebbe che è diventato mostruosamente forte»
«Quindi ha portato a termine la sua vendetta?»
«Così sembra. Ma, da quello che ho saputo, non sembra affatto più felice, ora...»
Asuma fece un sorriso amaro.
Gli Uchiha erano sempre stati un clan problematico, anche nel momento del loro massimo splendore.
«Beh... dopo una buona dormita le cose sembreranno migliori» commentò gettando un’occhiata a Choji, che russava piano. «Se non ti spiace, noi andiamo»
«Prego. Non sapete quanto vorrei imitarvi immediatamente...»
Asuma gli batté una pacca sulla spalla, comprensivo, e poi congedò in fretta il suo gruppo. A quel punto si allontanò veloce, e il suo pensiero corse alla casa in cui lo aspettavano sua moglie e suo figlio...


Kamaro si maledisse mille e mille volte per quell’imprudenza, e anche in futuro avrebbe avuto di che pentirsene.
Immobile, fermo in quel vicolo scuro che i raggi del sole nascente non illuminavano, si chiese come aveva potuto essere tanto idiota.
Si era rifugiato lì durante la notte, dopo aver sparso tracce confuse tutt’attorno alle mura, e aveva pensato che nascondersi in casa del cacciatore sarebbe stata la mossa migliore. Peccato che, come l’ultimo dei cretini, si fosse addormentato.
Ancora non riusciva a capire come potesse essere successo.
E ora si svegliava e trovava quella donna, lì, in piedi a fissarlo.
Non male per un membro del prestigioso gruppo Akatsuki.
Ora cosa doveva fare? Ucciderla prima che si mettesse a gridare?
Stava ponderando la cosa, senza che né lui, né lei si muovessero, quando sentì un rotolio poco più su. Alzò lo sguardo, giusto in tempo per vedere una tegola scivolare oltre la grondaia... dritta su di lui.
La donna inarcò le sopracciglia scure vedendolo colpito in piena fronte, con una precisione micidiale. Sbatté le palpebre sugli occhi verdi, incerta, quando Kamaro si accasciò contro il muro privo di sensi. Vide una goccia di sangue sporcargli il mento, unica cosa distinguibile al di sotto del cappuccio.
Che ne doveva fare di lui?


La casa doveva essere quella. Secondo le informazioni che aveva raccolto, lì avevano abitato i Muto fino a diciassette anni prima.
Kakashi era fermo davanti a una villetta color terra con un giardinetto incolto sul davanti. Era da poco sorto il sole, e facendo qualche domanda alle persone giuste aveva saputo che Haruka era stata trovata pulita, e che le era stato dato il permesso di tornare nella casa dei suoi genitori.
Non sapeva esattamente perché era lì.
In testa gli frullavano pensieri indistinti, tra cui ringraziamenti, curiosità, una vaga ammirazione e... immagini dai libri della pomiciata scritti da Jiraya.
Bizzarro.
E inquietante.
Il jonin scrollò la testa, prima di avvicinarsi al cancelletto e cercare il campanello da suonare. Gli ideogrammi che componevano il nome Muto erano sbiaditi e quasi illeggibili, ma dato che erano gli unici presenti, Kakashi andò a colpo sicuro. Sentì uno scampanellio lontano, e solo in quel momento gli venne in mente che probabilmente lei era stanca, e forse appena addormentata...
Però, con sua sorpresa, la porta si aprì quasi subito.
«Oh, sei tu» disse Haruka dalla soglia, con addosso una vecchia camicia da notte che le arrivava a metà coscia e un asciugamano drappeggiato sulle spalle.
«Scusa se ti disturbo, volevo solo sapere come vanno le cose...» ribatté lui dal cancelletto.
«Una meraviglia» rispose lei sarcastica, raggiungendolo. «Se escludiamo che mi hanno interrogata tutta la notte e che a quanto pare hanno staccato l’acqua calda»
Ora che era a un passo da lui, Kakashi notò che i capelli, raccolti sulla nuca con un mollettone, erano bagnati. Anche da quella distanza sentiva il profumo del suo shampoo.
«Vuoi entrare?» gli chiese lei, aprendo il cancelletto con un cigolio prolungato.
Perché no?” si disse Kakashi, accettando.
La prima stanza che incontrò fu il salotto, dove i mobili erano ancora coperti dalle lenzuola e la polvere danzava nell’aria. La luce fendeva l’oscurità, penetrando dalle persiane chiuse, e ovunque aleggiava un leggerissimo profumo di lavanda, misto all’aroma dello shampoo.
«Scusa il disordine, sono appena tornata» disse Haruka senza un filo di imbarazzo, facendosi largo tra il divano e il tavolino. Afferrò un lembo del lenzuolo che copriva il primo e lo sollevò bruscamente, spargendo una nube di polvere tutt’attorno. Kakashi, il cui viso era coperto dalla maschera, non ne risentì, ma lei scoppiò in un accesso di tosse.
«Accidenti...» borbottò con voce roca, agitando una mano nell’aria. «Devo essere deficiente»
Lui sbatté le palpebre.
Onestamente, non sapeva che pensare di quella donna.
«Il problema...» continuò Haruka, lasciandosi cadere sul divano di stoffa rossa. Accavallò le lunghe gambe, con noncuranza. «...è che delle faccende di casa non capisco niente. Che idiozia... so uccidere un uomo in duecento modi diversi, e non so spazzare un pavimento»
«Si può sempre imparare» commentò Kakashi.
«Sì, se ti insegnano» ribatté lei freddamente. «E alla mia età nessuno ti insegna più nulla»
«Non sei così vecchia»
«Ho trent’anni, sai?» Haruka gli rivolse un breve ghigno.
«Non li dimostri» ribatté Kakashi, rendendosi conto con perplessità che stava ricalcando uno dei passaggi fondamentali de Le tattiche della Pomiciata.
Lei inarcò un sopracciglio, squadrandolo per un istante.
«Ci stai per caso provando?» chiese subito dopo.
«No, mi spiace» si scusò lui. «Mi è uscita senza pensarci»
«Peccato» commentò lei. «Ci sarei stata»
Silenzio.
«Davvero?»
Haruka guardò Kakashi sorridendo sorniona. «Hai una vaga idea di chi tu sia? Il tuo nome è famoso in tutte le grandi Terre, il celeberrimo Kakashi dello sharingan viene indicato come “da evitare ad ogni costo” in ognuno dei manuali segreti che girano nei villaggi ninja. Sei una rockstar, praticamente»
«E per questo ci staresti?»
Haruka rise. «No, non credo. Non solo per questo. Ma così, a prima vista, direi che la tua fama è meritata. Ti ho visto combattere e ti ho sentito parlare. Sei uno a posto»
«Oh» Kakashi si trovò senza parole. «Ehm... devo ringraziare?» chiese.
«Se ti va» replicò lei con noncuranza. «Ah, che scema... vuoi qualcosa? Un tè?»
«No, niente... immagino che sarai stanca» rifiutò lui.
«Meno male. Non ho la minima idea di cosa ci sia e dove sia in questa casa»
«Quando ve ne siete andati?»
«Quando avevo tredici anni. I miei sconsiderati genitori sono stati gli sciocchi che hanno accettato di infiltrarsi a tempo indeterminato nella Pioggia, trascinando con sé le loro due figlie. So che il terzo Hokage, all’epoca appena rientrato in carica, non approvava un granché questo genere di progetto... Ma Danzo aveva premuto per attivarlo comunque, e quello era un periodo confuso... insomma, alla fine siamo rimasti coinvolti noi» Haruka tacque per un attimo, persa nei suoi pensieri. Quando riprese, la sua voce era più fredda e il tono più duro. «Ci vollero anni, ma riuscimmo a inserirci tra i ninja della Pioggia. Più o meno dieci mesi dopo il nostro ingresso, entrambi i miei genitori rimasero uccisi in missione. E io, a neanche diciotto anni, dovetti a prendermi cura della sorellina di sei»
«E tua sorella ora dov’è?» chiese Kakashi con tatto.
«Hai presente la ragazza che guidava la squadra di ninja che ha tentato di bloccarci la fuga?» ribatté Haruka. «E’ lei»
Kakashi inarcò le sopracciglia, sorpreso.
«Ah, ma non spaventarti: anche lei è un’infiltrata» continuò la rossa dopo un attimo, come nulla fosse.
Questa volta il jonin della Foglia strabuzzò gli occhi.
«Ma quanti anni aveva quando vi siete trasferiti?» chiese sconcertato.
«Uno» rispose Haruka tranquilla. «E’ stata cresciuta a pane e tradimento, insomma. Quando sono rimasta indietro, mentre scappavamo, io e lei abbiamo inscenato un addio pieno di rancore e odio... Per fortuna Natsumi è ancora molto più debole di me, così ha potuto impegnarsi sul serio, e non credo che alla Pioggia nutriranno qualche sospetto sulla sua fedeltà. Soprattutto dopo che le ho fatto fuori la milza, mi sa» sorrise, mesta e vagamente triste. «E’ una ragazza in gamba, anche se ha solo diciotto anni»
«Aspetta... stai dicendo che adesso è laggiù da sola?»
«Sì. Ma se la caverà benissimo. Presumo che adotterà la linea del ‘oh quanto odio la mia sorellona traditrice!’» Per un attimo la smorfia impassibile che caratterizzava il suo viso si sciolse. «Anche se... confesso che sentirò molto la sua mancanza»
«Mi dispiace»
Che idiota. Era davvero l’unica cosa che gli veniva da dire in un momento del genere?
Haruka riprese al volo la solita espressione, e gli lanciò un’occhiata divertita. «Sai che tu sei praticamente il suo idolo?» se ne uscì. «E’ rimasta folgorata da te e dalla tua storia, a partire da tuo padre, passando per l’allievo del celebre Yondaime, e fino allo sharingan trapiantato nel tuo occhio. Natsumi dice che sei... aspetta, com’era? Assolutamente favoloso»
Kakashi rimase in silenzio.
«Non dici nulla?» lo stuzzicò Haruka.
«Cosa dovrei dire?» replicò lui.
Lei scoppiò a ridere. «Ahh, che uomo freddo!» commentò scuotendo la testa, e una ciocca rossa si libero dalla molletta e le ricadde sul viso. «Accidenti... devo asciugarli in fretta» mormorò arrotolandola attorno a un dito. «Il clima qui è molto meno umido, se non mi sbrigo a metterli in piega questi diventano ingestibili»
«Allora sarà meglio che vada» disse Kakashi.
«Sì, credo di sì» ribatté Haruka alzandosi dal divano. «In effetti ora che ci penso ho sonno»
«Ora che ci pensi?» ripeté lui, spiazzato.
«Uff, non dovresti prendere sul serio le mie parole. Ho fatto la notte in bianco, io»
Lo accompagnò alla porta e oltre il giardinetto selvaggio, fino al cancello.
«Vieni pure quando vuoi» lo salutò una volta lì, appoggiata con la spalla alle sbarre di ferro arrugginito. «Se sono in casa e se me ne ricordo, sarò lieta di offrirti un tè»
«Va bene» sorrise lui sotto la maschera.
Haruka strizzò l’occhio e gli diede le spalle, tornando verso casa.
Lui rimase fermo davanti al cancello per un attimo.
Che donna... assolutamente incomprensibile.
Un attimo prima sembrava seria e responsabile, e l’attimo dopo era una ragazzina inesperta.
E poi... perché era andato a trovarla?
Ci stai per caso provando?, gli aveva chiesto.
Mentre si allontanava, ignorando gli sguardi scioccati dei vicini che avevano visto l’intero commiato – e soprattuto la generosa porzione di coscia che Haruka aveva lasciata scoperta – Kakashi si sorprese a pensare che, dopotutto, se così fosse stato non gli sarebbe dispiaciuto.
Da quanto tempo non usciva con una donna?
Decisamente troppo.
Forse doveva rispolverare Le tattiche della Pomiciata...



Il tramonto.
Un’intera giornata era passata, senza che nulla interrompesse l’inquieta immobilità dell’aria.
Da qualche parte il Consiglio degli Anziani riunito decideva il destino di Sasuke; altrove Haruka forse rimpiangeva una vita che per lei era finita per sempre; in un’altra zona del villaggio, Sasuke giaceva apatico in una stanza buia.
Non era stato un bel giorno.
E lui ne aveva passato la gran parte lì, fermo davanti a quella lapide nera che ormai conosceva a memoria.
Che uomo era uno che prima andava a casa di una donna e imbastiva un mezzo flirt, e poi andava sulla tomba del suo migliore amico a deprimersi?
Un uomo che continua a sbagliare. Ancora e ancora...”
«Maestro Kakashi...?» lo chiamò una voce.
Prima di voltarsi, chiuse gli occhi e sospirò.
Perdonami, Obito” si accomiatò. “Non ho potuto seppellire subito il tuo corpo...”
«Sì, Naruto?» chiese pacato, guardando il nuovo venuto.
Naruto era fermo a qualche passo di distanza, ad occhi bassi, e sembrava in profondo imbarazzo.
«Io... mi dispiace» borbottò. «Immaginavo che fosse qua... per la faccenda del suo amico. Ma... ehm... ecco... c’è una cosa che vorrei chiederle...» deglutì.
«A me?» ribatté il jonin, moderatamente sorpreso.
Ma mai si sarebbe aspettato la domanda che seguì:
«Per favore... può parlarmi di mio padre?»
Sbarrò gli occhi, sbalordito.
«Come?» fu l’unica cosa che riuscì a dire.
«Il quarto Hokage... mio padre...» spiegò Naruto, quasi a fatica. «E’ stato il suo maestro, non è così? Potrebbe... raccontarmi qualcosa di lui?»
L’espressione di sorpresa di Kakashi lasciò lentamente spazio alla rassegnazione.
Prima o poi questo momento avrebbe dovuto arrivare...” si disse.
«Chi te ne ha parlato?» domandò piano.
«Madara Uchiha»
«Ah... già. C’era anche questa possibilità, sì...» mormorò Kakashi. «Il maestro Minato era... molto simile a te» sorrise, sotto la maschera. «Gli assomigli sempre più, ad ogni anno che passa. E’ stato lui a insegnarmi l’importanza dei compagni, insieme a Obito, ed era tutto ciò che avrei voluto diventare. Era intelligente, e forte, straordinariamente forte. Riusciva a occuparsi di tutto e di tutti, era sempre presente dove doveva essere, sapeva risolvere tutti i problemi. Non aveva la tua arroganza e la tua impulsività, ma aveva il tuo stesso senso dell’onore e del dovere. Era... E’ il miglior ninja che io abbia mai conosciuto»
Naruto, i cui occhi ora erano alti e fissi nell’unico visibile di Kakashi, brillavano nella luce del tramonto, ansiosi di altre notizie.
«E... mia madre?» domandò, con voce quasi tremante.
«So poco di lei» rispose Kakashi, scuotendo la testa. «Era una ninja di un altro villaggio, aveva i capelli rossi e il tuo carattere. Ma non conosco nessun altro particolare su di lei, non saprei dirti nemmeno se sia morta o viva»
Naruto si incupì. «Oh...» sussurrò abbattuto.
«Uzumaki Kushina. Questo era il suo nome» rifletté il maestro.
«Perché non ho il cognome di mio padre?» domandò d’impulso Naruto. «Perché mi è stato dato quello di mia madre?»
Kakashi lo fissò, senza parlare.
Con una sorta di triste rassegnazione nello sguardo, vide la sua espressione passare dalla perplessità alla concentrazione del ragionamento, per approdare poi a una conclusione niente affatto piacevole.
«Se avessi avuto il cognome di mio padre...» disse, accigliandosi. «...sarei stato trattato diversamente. Se al villaggio avessero saputo di chi ero figlio, non mi avrebbero tenuto a distanza! Mi avrebbero considerato un eroe, non un mostro!» strinse i pugni, improvvisamente furioso. «Perché non è andata così?! Chi ha deciso che avrei dovuto avere il cognome di mia madre?!»
Kakashi chiuse gli occhi.
«Naruto... gli altri lo sapevano. E... anche noi. Io, Tsunade, Jiraya, tutti i ninja che c'erano quando la volpe è stata sigillata»
Fu come quando gli avevano detto che Yondaime era suo padre.
Ebbe un attimo di freddo vuoto nella testa, e la rabbia che aveva provato fino a un attimo prima evaporò in un istante.
«...Cosa?» domandò, con un filo di voce.
«Gli abitanti del villaggio, quelli con una certa età... sanno di chi sei figlio» spiegò Kakashi, piano. «Lo hanno sempre saputo»
Le migliaia di occhiate disgustate, sprezzanti, timorose... i sussurri, i bisbigli alle sue spalle... tutto, tutto gli tornò alla mente in un singolo istante di terribile lucidità.
«Ma... ma allora... perché...?» balbettò, confuso. «Perché mi hanno riservato quel trattamento se ero il figlio dell’eroe che li aveva salvati tutti? E perché nessuno mi ha detto prima chi era mio padre?»
«Perché l’uomo... è una creatura sciocca» mormorò Kakashi, sinceramente dispiaciuto. «Yondaime aveva espresso il desiderio che tu fossi considerato un eroe... voleva davvero che tu crescessi amato... Ma... evidentemente ha sopravvalutato gli abitanti della Foglia. Avevano paura, Naruto. La volpe a nove code è sempre stata il terrore del villaggio, il demone che nessuno riusciva a sconfiggere... per loro era impossibile che un bambino riuscisse a tenerla a bada. Erano sicuri che un giorno avrebbe preso il sopravvento, qualcuno temeva che lo avesse già fatto senza che noi ce ne rendessimo conto...»
«M-Ma...» balbettò Naruto, con voce tremante. «Come... come potevano pensarlo? Ero solo un bambino! Reagivo al loro disprezzo! Se mi comportavo male, era solo perché... volevo che mi guardassero!» la voce gli si spezzò in gola.
«Lo so» disse piano Kakashi. «Lo so, davvero. Anche se te lo avessimo detto, però... non sarebbe cambiato niente. E so che non servirà a nulla... ma mi dispiace»
Naruto fece un cenno brusco con la mano, pieno di rabbia e frustrazione.
«Non mi interessa se le dispiace!» gridò con voce roca. «Cambia forse qualcosa?!»
«No. Non cambia niente...»
«E allora non perda tempo con parole vuote!»
Si passò una mano sul viso, costringendosi a respirare più lentamente.
Faceva male.
Faceva male sapere che anche la parentela con suo padre non poteva salvarlo.
Faceva doppiamente male... perché ci aveva sperato con tutto sé stesso.
Aveva sognato un futuro diverso... in cui gli sguardi su di lui fossero ammirati. Invidiosi. Fiduciosi.
Ma un futuro simile non esisteva.
Non esisteva.
Anche se suo padre aveva voluto che fosse considerato un eroe, la gente era abbastanza stupida da non prendere nemmeno in considerazione l’idea; anche se a proporla era stato il quarto Hokage che tutti stimavano e amavano, suo figlio non era degno di essere tale.
Suo figlio era un mostro.
E anche aver saputo prima da chi discendeva, non avrebbe cambiato nulla.
«...Voglio altre informazioni su di lui. Su mio padre» disse bruscamente, per occupare la testa con altri pensieri. «Non voglio le notizie che si trovano sui libri di storia... voglio sapere chi era davvero»
«Ma certo» acconsentì Kakashi, delicatamente. «Ti offro un ramen e ne parliamo, ci stai?»
Lui, lentamente annuì.
Il suo maestro sorrise sotto la maschera, sollevato nel vedere che sembrava essersi calmato.
«Ci vorrà del tempo...» mormorò, raggiungendolo. «Ma riconosceranno il tuo valore. Guarda quante persone hai già conquistato, senza sapere di chi eri figlio. Guadagnerai la fiducia di tutti per come sei, non per il tuo sangue»
Naruto fece un mezzo sorriso amaro.
«Sì... forse ha ragione» commentò piano.
«Ah, ora che ci penso... Se vuoi sapere altro su Yondaime, passa anche da Jiraya: è stato il suo maestro, può raccontarti com’era alla tua età» propose Kakashi.
«Lo farò» assicurò lui.
E poi insieme si avviarono verso il villaggio.
«A proposito... la volpe? Come va?» chiese Kakashi mentre si incamminavano, con un cenno al suo stomaco.
Naruto portò una mano all’addome, stringendo la stoffa della giacca.
«Per ora tutto bene» rispose. «So che è lì, la sento... ma è totalmente sotto il mio controllo»
«Bene» annuì il maestro. «Molto bene... Vedi? Sei già più forte di tuo padre... lui era riuscito solo a sigillarla, non a superarla. Non ci vorrà molto perché anche gli altri lo comprendano»
«Già...» il biondo stirò un sorriso, che ebbe però breve durata.
Quando Kakashi allontanò gli occhi dai suoi, la sua mente prese da sola una via inaspettata.
Senza volerlo, si soffermò sui suoi ricordi di bambino, quando chi gli stava attorno lo disprezzava e lo temeva... quando era solo. Disperatamente solo.
Il suo sguardo si incupì. I suoi occhi si fecero leggermente più scuri, quasi tendenti al viola.
Se mi comportavo male, era solo perché... volevo che mi guardassero!
Che razza di persone, vero?” mormorò una voce roca e suadente, nel fondo della sua coscienza. “E tu... vuoi davvero rischiare la tua vita per loro?”
Stai zitta” ordinò turbato. “Se vuoi che le cose restino così, tra noi, stai zitta
Sentì una risata bassa, un gorgoglio di piacere nel profondo dello stomaco.
Spinse la volpe nelle profondità della sua anima, là dove l’oscurità era più fitta. E chiuse la porta che di solito teneva aperta, la porta che permetteva a Kyuubi di gettare un occhio sul mondo.
Il mormorio delle fusa si spense nelle sue orecchie...
...Ma il calore bruciante di quelle nove code avvolte attorno al suo cuore, era ancora lì.











Nel prossimo capitolo:


Shizune corrugò la fronte. «Ma infiltrarsi nel villaggio della Pioggia in questo momento è quasi un suicidio... la settimana scorsa gli abbiamo distrutto un quarto dell’abitato, sono in allarme, hanno triplicato i controlli...»
«E infatti non è un caso che io abbia chiamato Kakashi» ribatté l’Hokage. «Evidentemente ritengo che sia in grado di portare a termine questo compito»













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

E con questo capitolo andiamo in pari con la pubblicazione su manga.it!
Gioite!
Cioè... gioite per due secondi.
Perché subito dopo vi dico che da questo lunedì mi inizia un altro corso, e dal momento che non avrò internet a casa
mi sarà molto difficile connettermi e aggiornare.
Volendo essere ottimisti, mi resteranno due volte alla settimana per farlo.
Guardate, dispiace più a me che a voi, ma temo di non riuscire a fare altrimenti.
In compenso, durante le vacanze di Natale avrete un nuovo capitolo ogni due giorni, come li avete ora
(perché suppongo che scriverò come una dannata, sentendo la vostra mancanza)
Come sempre, il titolo del nuovo capitolo vi aspetta sulla mia pagina personale! ^^
PS: ma cosa c'è di tanto interessante nel capitolo 12...? Perché le letture solo lì hanno un'impennata? O_O


1992: non so ancora come e quando collaborerò con qualcuno, ma ho in mente un paio di nomi! XD Ora bisogna solo aspettare l'ispirazione... Il capitolo, come avrai notato, non è poi di assoluta e pura semplicità, dato che non ho resistito alla tentazione di fare la cattivella con l'accenno finale a Kyuubi, ma già dal prossimo (dalla seconda metà del prossimo, per essere precisi) tornerà un po' di azione. Il vero problema è che con questa fan devo raggiungere una certa situazione finale, chiara solo a me, che prevede passaggi obbligati... ^^' Ad ogni modo da ora in poi il filo conduttore sotterraneo sarà Sasuke! Il resto sono avvenimenti più o meno scollegati... (ma, ribadisco: mi servono! E all'ultimo capitolo saprete perché)
kage_naru89: ti ho mai detto che il tuo nick suona molto bene, in termini di ritmo e musicalità? Il mio è un commento assolutamente idiota, ma ho sentito la necessità di farlo! XD Tranquilla, con i complimenti non cadi mai nella banalità! (o meglio... vado in brodo di giuggiole anche se mi dici per la trecento milionesiam volta la stessa cosa! ^///^') Per quanto riguarda il triangolo Sasu/Saku/Naru, tutto ciò che dici è assolutamente vero. Io adoro Naruto, e ritengo che lui, che è rimasto a Konoha nonostante la sua vita difficile, sia mille volte meglio di Sasuke. D'altro canto... Sakura non ha mai smesso di pensare a Sasuke, anche dopo il tradimento, e anche ad anni di distanza. E nello stesso tempo si è innamorata di Naruto... Come dire... le cose sono molto complesse (sì, amo farmi del male creando trame tanto contorte! XD). So già come andrà a finire, ma non voglio dirti nulla né lasciar trapelare qualcosa dai miei commenti. Prendili così come vengono, senza immaginare che io voglia dare indizi o altro.
ShAiW: uhm... sì, credo che ci siano altre lotte del genere. Non tanto lunghe e incasinate, perché comunque questo era lo Scontro con la S maiuscola, la battaglia in cui Itachi Uchiha muore e Naruto si riprende Sasuke, però ci saranno ancora parecchie scene d'azione. Anche perché... insomma, stiamo parlando di ninja! XD Da che mondo e mondo quelli vivono combattendo! (non a caso la scelta "azione" nel genere era pressoché obbligata... almeno dal mio punto di vista. Non si scrive una longfic su Naruto senza infilarci un po' di sangue! XD)
Talpina Pensierosa: è fantastico leggere i vostri pareri su come dovrebbe concludersi la fic, le coppie che volete e che sperate si creino...! XD In realtà con te questo discorso è un po' stupido, dato che sai già come andrà a finire (che nessuno glielo chieda! E se ti fanno la domanda, non azzardarti a rispondere!), però, parlando in termini generali, se vedo diverse opzioni mi sento realizzata: vuol dire che per ora il finale è imprevedibile!
Kyuubi: l'ispirazione è già tornata, ma solo per un salutino veloce... E poi è ripartita! XD Comunque, come hai visto, gli aggiornamenti non subiranno un rallentamento per colpa della mia lentezza, ma solo per problemi tecnici con internet (sigh...). Naruto è ovviamente stato un grande, perché, lo confesso, quando scrivo questa storia non posso fare a meno di averlo sempre in cima ai miei pensieri! E' sempre lui il vero eroe! (anche perché il maledetto Kishi non ce lo fa vedere da un sacco di tempo!)
Urdi: sì, Naruto è assolutamente il meglio sulla piazza! E d'altro canto... il manga si chiama "Naruto", mica "Sasuke"! XD (a meno che Kishi alla fine non ci sveli qualcosa sul significato profondo di questa parola, che magari nel villaggio della Foglia vuol dire... ok, sto deviando dal discorso principale) La sua frase sulla vendetta, comunque, erano secoli che volevo scriverla! XD E sinceramente sto pregando perché un giorno dica davvero qualcosa del genere nel manga! La fine di Heroes ovviamente non è una vera fine, dato che si sapeva per certo che ci sarebbe stato un seguito. Forse è stata un tantino sbrigativa nel momento in cui Sylar viene accerchiato, e forse avrei voluto un filino più di introspezione per Nathan... ma in generale, mi ha molto soddisfatta. L'unica cosa che mi rende triste è che Claire e Peter siano parenti, maledizione! XD Dopo la scomparsa di Zack, io già mi facevo un sacco di film... Olè! Un'altra amante dei Within Temptation! Evviva, evviva! Mi auguro che tu abbia letto il capitolo con le dovute canzoni! XD
Julia83: premesso che mi sento davvero ma davvero lusingata dal tuo commento, preciso, puntuale e profondo, non ho la benché minima intenzione di lasciarti qualche indizio sulla conclusione del triangolo! XD Sì, sono perfidissima, e lungo la storia avrai occasione di dubitare più volte della piega che prenderanno gli eventi (o almeno lo spero...)! Il rapporto Sasuke/Naruto è qualcosa di mostruosamente complesso (Kishi, Kishi... mi sa che avere un gemello ti ha fatto ingarbugliare le cose! Sasuke è molto più del fratello di Naruto, anche se non saprei dire se in direzione yaoi o no...); personalmente ritengo che Naruto sia mille volte più forte di Sasuke (basti pensare alla sua frase "che Hokage sarebbe uno che non riesce neanche a salvare un amico?", che dimostra la sua determinazione, e il suo desiderio di salvare TUTTO, sogno e amici, laddove Sasuke non ha trovato la forza di conservare entrambi e ha scelto di abbandonare uno dei due), d'altro canto lo adora e non potrebbe fare a meno di lui (per motivi che mi sfuggono... -.-), e nello stesso tempo Sakura interviene a complicare ancora di più le cose, con la sua indecisione, la sua incapacità di capire cosa vuole davvero (e parlo della fanfic ma anche del manga), la sua fondamentale bontà, che le impedisce di "tradire" la memoria di Sasuke e allo stesso tempo di lasciar perdere Naruto, per il quale prova, e questo è sicuro, un grande affetto (di che tipo, poi... è ancora tutto da vedere. Ah, parlo del manga, qui). In ogni caso, dal momento che sei fan sia della Sasu/Saku che della Naru/Saku, l'unica mia preoccupazione è che non resterai delusa dal finale! Certo, c'è anche da ricordare che ho ancora tutto il tempo per uccidere uno qualsiasi dei personaggi... uhuhuh... Bacioni! ^^ (sorriso maligno, ovviamente)
harryherm: il lato positivo del soffrire come una vittima sacrificale di Hidan è che lui è bello! XD Almeno questo! Il lato negativo, ovviamente, è che si soffre. E purtroppo la sofferenza potrebbe aumentare, visto che gli aggiornamenti rallenteranno bruscamente... Mi spiace davvero tanto, lo ripeto, ma non riesco a fare altrimenti. Dall'anno prossimo (intendo anno scolastico) le cose, comunque, dovrebbero migliorare. Passando alla storia, la battaglia è durata 7 o 8 capitoli (urca! °_°), e ora ci sarà un po' di calma per davvero (fidati, fidati! Almeno questo capitolo era tranquillo, a parte l'accenno finale a Kyuubi!). Il vero problema di Naruto, invece, è che lui adora sia Sakura che Sasuke. Non ha alcuna intenzione di lasciar andare Sakura solo per "pietà fraterna", ma d'altro canto se Sasuke la volesse per sé, come reagirebbe? E' un bel dilemma, poveretto. Ed è per questo che non riesce a prendere decisioni secche, come invece vedrai fare a Kiba nel prossimo capitolo! (lui sì che è un vero uomo! XD) Comunque non preoccuparti se finisci sempre a parlare di Sasuke, Naruto e Sakura: gran parte della fanfic si basa proprio sul loro rapporto! Anzi... si può dire che tutta questa parte del recupero di Sasuke sia quasi una sorta di preliminare, e che le cose prendano davvero il via da adesso! O meglio... prenderanno il via tra qualche capitolo, come vedrai! ^^ A presto, e non perdere il sonno solo per i miei trip malvagi! XD
Kaho_chan: i commenti non sono MAI superflui, e di sicuro NON rompono le scatole! Per carità, ci metto un'ora a rispondere (giuro! XD), e questo spazio sta diventando infinitamente lungo, ma è solo per voi che io vado avanti a scrivere! Quindi non dire mai più che è inutile! (o mi deprimerò e non produrrrò più... T_T) Comunque no, non ci credo quando dici che non ci sono errori nella storia! XD In realtà io ne vedo mille in ogni capitolo, ma penso anche che sia una deformazione professionale... so come dovrebbe essere la scena, ma solo raramente riesco a metterla giù davvero come voglio. Per questo non sarò mai completamente soddisfatta di ciò che scrivo, e per questo il mio lavoro è continuamente in revisione! Il che, naturalmente, non toglie che io sappia di avere i miei meriti. D'altronde, quando tante persone mi dicono "brava", rifiutare di ascoltarle è stupido e arrogante. Lo stile è in continuo miglioramento (o così spero), le introspezioni dovrebbero in teoria farsi sempre più aderenti ai personaggi, dal momento che mi impratichisco utilizzandoli e, inevitabilmente, finisco per farli un po' "miei", e di Sasuke non mi fido per niente neanche io! XD Infatti vedrai che andrà completamente nel pallone! Ancora peggio di quando si impunta che deve sconfiggere Naruto (e se lo prende dritto dritto in quel posto nel confronto Raikiri-Rasengan). Noooo, dici che Haruka ricorda Yoruichi? *_* Allora inconsciamente ho modellato il personaggio su di lei? Ahah, se l'ho fatto, non me ne sono accorta per niente! XD (comunque... Evvai! Io AMO Yoruichi, soprattuto in versione felina! XD)

Ok, le cose si fanno preoccupanti... O_O Non credo vada molto bene che le mie risposte ai commenti siano così lunghe, ma che ci volete fare? Più che altro... se il numero di commenti aumenterà, sarà la mia e la vostra fine! XD (nonostante ciò, lo ammetto, io sarò anche felicissima!)

Aya

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Capitolo 20
*** Strascichi ***


Naruto-20

Capitolo ventesimo

Strascichi




«Com’è possibile che dopo una settimana sia ancora impossibile vederlo?!»
Naruto sbatté con forza le mani sulla scrivania ingombra di Tsunade.
L’Hokage, con una guancia appoggiata alla mano e due occhiaie lunghe fino al mento, gli restituì uno sguardo seccato.
«Pensi che ce lo giochiamo a carte?» sbottò. «Sono giorni che litigo con quelli del consiglio, e vederti qui a fare queste scene non mi rende certo le cose più facili!»
Naruto si passò una mano tra i capelli, prendendo a camminare avanti e indietro lungo l’ufficio.
Sicuramente avevano piazzato Sasuke in uno scantinato buio e umido, in attesa di giudizio... e lui lo conosceva, sapeva che l’oscurità non gli faceva bene.
«Riesci ad avere un briciolo di fiducia in me?» chiese Tsunade stancamente. «Sai che sto facendo tutto il possibile per affrettare le cose...»
«Però...» Naruto si fermò, e si appoggiò alla scrivania. Crollò la testa. «Maledizione!»
L’Hokage sospirò.
«Cambiando argomento... ho saputo che la squadra medica non riesce a spiegarsi come tu possa controllare Kyuubi» disse piano.
«E chi se ne frega!» scattò lui. «A quello ci penso io! E’ ovvio che quattro dottori idioti non riescano a capire cosa c’è che non va: tutto va
«Tra i ‘quattro medici idioti’ ci sono anche Sakura e Shizune, brutto cretino» gli fece notare lei. «E comunque... non è una cosa normale. Il sigillo che ti aveva impresso il quarto Hokage serviva a controllare il potere della volpe; il suo chakra, ma anche la sua capacità corrosiva. Ora che è scomparso, tu non solo dovresti essere completamente sotto il suo controllo, ma dovresti essere letteralmente distrutto»
Naruto rimase in silenzio.
Nel fondo della sua coscienza, sentì mormorare la voce della volpe.
Ah... chissà come avrebbero reagito al villaggio se avessero saputo che lui aveva stretto un patto con Kyuubi... se avessero saputo ciò che le aveva permesso di avere...
«Finché sto bene non ci sono problemi, no?» disse brusco dopo un istante. «Finché la controllo e sto bene, è tutto a posto»
Tsunade sbuffò. «Sei un ragazzino cocciuto!» lo accusò, additandolo. «L’ultima cosa che abbiamo bisogno in questo momento è ulteriori problemi, immagino che tu ne sia consapevole. Perché ti ostini a complicare le cose?»
«Non sto complicando niente!» insorse lui, indignato.
Prima che l’Hokage potesse ribattere, qualcuno bussò con insistenza alla porta.
«Chi è?» chiese Tsunade irritata.
«Sono Shizune!» rispose la voce da fuori. «E’ urgente, un messaggio dalla Pioggia!»
L’Hokage drizzò le orecchie.
Dopo la ‘questione Itachi’, in quel villaggio era rimasta solo Natsumi Muto, la sorella di Haruka... e lei era molto in ansia per quella ragazzina, improvvisamente sola in un paese nemico.
«Entra» disse rapida, gettando un’occhiataccia a Naruto. «E tu vai. La prossima volta continueremo il nostro discorso»
«Ma Sasuke?» insisté lui, piccato.
«Di quello lascia che mi occupi io!»
Naruto strinse i denti, frustrato, e le voltò le spalle di scatto. Mentre usciva, urtò malamente Shizune; non si fermò nemmeno per chiederle scusa.
«Ahi...» fece lei portando una mano al braccio, mentre lui usciva sbattendosi la porta alle spalle. «Accidenti... deve essere proprio nervoso»
Tsunade sospirò.
Oh, eccome se era nervoso... aveva scoperto che Yondaime era suo padre, aveva ucciso l’unico motivo che teneva in vita Sasuke, vedeva Sakura allontanarsi ogni giorno di più, e probabilmente lui stesso non stava bene come diceva.
Se lei fosse stata al suo posto, sarebbe già impazzita.
«Dammi il messaggio» disse tendendo una mano.
Prese il foglio di Shizune e fece scorrere lo sguardo sul codice che ormai conosceva a memoria, ma che adesso era riportato da una mano diversa.
E, alla fine, si lasciò sfuggire una fine imprecazione.
«Merda! Shizune, vai a chiamarmi Kakashi»

Il team Gai era il più unito della Foglia, in quel periodo.
Non c’era giorno che non si vedessero in giro assieme i tre jonin che lo componevano, e spesso anche il loro capogruppo li accompagnava, coinvolgendo Rock Lee in allenamenti sempre diversi e sempre più assurdi.
Facevano una bella impressione, suscitavano sorrisi fiduciosi da ogni parte.
Neji Hyuuga era una garanzia solo per il nome che portava: serio, posato, e straordinariamente forte, era una persona su cui si poteva contare. Rock Lee emanava entusiasmo da ogni poro, sbandierava il suo amore per il villaggio ogni due secondi e spesso aveva momenti di gentilezza inaspettata, che lasciavano piacevolmente stupite le vecchiette che aiutava ad attraversare la strada. Tenten, l’unica ragazza del gruppo, era l’elemento che equilibrava gli altri due, il ponte tra l’euforia e la freddezza. Compensava la sostanziale non eccezionalità delle sue tecniche con un buon cervello e un sangue freddo invidiabile, e trovava sempre un compromesso quando il gruppo si divideva per qualche motivo.
I più maliziosi, al villaggio, insinuavano che avesse una cotta per il facoltoso Neji. E che Rock Lee, come nel più classico dei triangoli, l’avesse per lei.
Poi c’era il maestro Gai, il dodicenne mai cresciuto che li guidava con ‘il furore della giovinezza e la fiamma inestinguibile dell’ardimento!’, l’eterno rivale del pacato Kakashi che spendeva la sua vita nel tentativo di superarlo.
Ultimamente, da quando si erano sparse voci che affiancavano Kakashi a Haruka Muto, l’eroina dell’ultimo combattimento, colei che aveva rischiato la propria vita per salvare quella dei compagni della Foglia, il suo obiettivo non era più soltanto quello di superarlo nel combattimento: ora aveva deciso che doveva trovarsi una donna.
«Se facesse qualcosa per quei capelli, magari qualche povera disperata ci sarebbe anche...» mormorò Tenten irritata, mentre trascorreva la sua seconda ora ferma sul muretto del parco. Le braccia conserte e le gambe accavallate, muoveva ritmicamente il piede e fissava malevola il suo maestro, impegnato in una discussione con una giovane ragazza spaventata.
«Lui conquisterà la donna della sua vita con il fuoco della giovinezza che arde nel suo cuore!» esclamò Rock Lee, infervorato.
«E tu farai la sua fine...» mormorò Neji, scuotendo la testa.
Tenten sbuffò. «Ma insomma, non c’è nessuna missione da fare per noi?!» si chiese a voce alta, esasperata.
«Certo che c’è» rispose una voce divertita alle sue spalle. «Ci sono sempre missioni da fare, ma non quando si ha un maestro come il vostro»
Lei si voltò, seccata, e vide Kiba, Shino e Hinata che sopraggiungevano.
«Cosa vuoi insinuare?» insorse Rock Lee. «Il maestro Gai è il miglior ninja della Foglia dopo l’Hokage!»
«Mh. Si vede» commentò Kiba accennando alla scena che si svolgeva poco più avanti. Il rumore sonoro di uno schiaffo risuonò per tutto il parco. «E mentre voi guardate le nuvole in cielo, i nostri portafogli si riempiono...» ghignò, battendo una pacca sulla tasca rigonfia.
«K-Kiba...» mormorò Hinata, imbarazzata per lui.
«Noi aspettiamo missioni più importanti!» disse Rock Lee, convinto.
«Aha» ribatté Kiba, sarcastico.
«Hn?» fece Neji, fulminandolo con lo sguardo. L’Inuzuka arretrò di un passo. «Insomma, cosa volete?» chiese irritato. I suoi occhi scivolarono su Hinata, e le rivolse un cenno rispettoso; lei ricambiò timidamente.
«Noi... s-stavamo facendo una passeggiata» mormorò la Hyuuga. «Siamo finiti qua per caso»
«Ehi, che magnifica idea!» esclamò Kiba all’improvviso. «Shino, che ne dici di restare con Neji e Rock Lee?»
«Ehi, e io chi sono?» protestò Tenten, mentre Shino inarcava un sopracciglio perplesso.
«Ma sì, ma sì!» continuò l’Inuzuka, gongolante. «Ti lasciamo qui e io e Hinata continuiamo la passeggiata, eh? Guarda, è pieno di farfalle e deliziosi insetti tutti per te! Allora a dopo, ci vediamo!»
Prima che qualcuno potesse anche solo aprire la bocca per protestare, lui prese Hinata per le spalle e la trascinò via, insieme a un Akamaru scodinzolante.
Shino rimase raggelato.
Tenten lo guardò di sottecchi.
«Guarda, forse ti è andata meglio così» disse, cercando di consolarlo. «Piuttosto che reggere la candela a quei due...»
«Come come?» se ne uscì Rock Lee. «Kiba e Hinata? E da quando? Lei non era innamorata di Naruto?»
«Lei se ne sarà fatta una ragione, se non vuole soffrire troppo» commentò Tenten stringendosi nelle spalle. «Ormai Naruto sta con Sakura, lo sanno tutti»
Neji fece scivolare gli occhi su Rock Lee.
Nessuna reazione da parte sua.
Ma allora la sua cotta per Sakura era passata davvero?
«Bah...» fece Shino, offeso, e si sistemò gli occhiali sul naso. «A questo punto me ne tornerò a casa...»
Nessuno tentò di fermarlo. Povero ragazzo.
Mentre lui si allontanava, il maestro Gai tornò dal suo gruppo, con una guancia rossa e dolorante.
«Accidenti... devo affinare la mia tecnica» borbottò contrariato.
«Maestro, consiglio un parrucchiere» suggerì Tenten.
«Cosa? E perché?» chiese lui senza capire.
Neji sospirò.
Talvolta si sentiva un pesce fuor d’acqua, in quel gruppo...
...Ma, d’altronde, non era a suo agio nemmeno tra gli Hyuuga.
Anche se ora i suoi rapporti con Hiashi erano migliorati, l’atmosfera che regnava nella residenza principale era rimasta la stessa. Fredda. Diffidente.
In fondo lui era solo un membro della casata cadetta... come osava essere tanto in confidenza con il capo di quella principale? Come osava allenarsi con lui? Come osava essere più forte di loro?
Si chiese cosa avrebbero detto se avessero conosciuto i piani di Hiashi... e, mentre i suoi pensieri tornavano su quell’argomento, i suoi occhi caddero nel punto in cui era stata Hinata fino a pochi attimi prima.

«Neji... tu cosa penseresti di un capoclan che scegliesse per succedergli non il ninja migliore, ma quello che più gli fa comodo?»
«Come avete detto, padron Hiashi?»
«Rispondimi»
«Beh... lo riterrei uno sciocco»
«Mi fa piacere sentirlo; significa che la pensi come me»
«...Non capisco il motivo della domanda, padron Hiashi»
«Non è importante che tu capisca ora. Limitati a rispondere. Dimmi ancora una cosa: che cosa ne pensi delle tue cugine?»
«Cosa penso di Hinata e Hanabi?»
«Sì. Quale delle due riterresti migliore per succedermi?»
«Beh... Hinata è l’erede... la primogenita. Ma Hanabi è una ninja più forte. Tuttavia... ritengo che per governare un clan non sia necessaria tanto la forza, quanto la comprensione, la capacità di valutazione e la capacità di scendere a compromessi. Personalmente, se fossi in voi e dovessi scegliere, credo che alla fine opterei per Hinata»

«Mh... Però Hinata avrebbe bisogno di qualcuno accanto. Una persona che fosse più severa di lei, che la guidasse e l’aiutasse nel momento in cui si trovasse in difficoltà»
«Indubbiamente le sarebbe d’aiuto»
«Sono lieto di sentirtelo dire. Perché ho pensato a te per questo ruolo»
«Come? Perdonatemi padron Hiashi, ma non credo di capire...»
«Sto dicendo, Neji, che ho intenzione di farti sposare Hinata»

«Ehi, sei tra noi?»
Due dita schioccarono davanti al suo naso, riportandolo bruscamente alla realtà. Tenten, a pochi centimetri dal suo viso, gli gettò un’occhiataccia e sbuffò.
«Guarda che stiamo andando» gli fece notare, accennando a Gai e Rock Lee, già oltre. Per qualche incomprensibile ragione, avanzavano su una mano sola.
«...Arrivo» mormorò, ormai rassegnato.
Si alzò dal muretto e li seguì in silenzio.
Mentre camminava, posò gli occhi sulla schiena di Tenten.
Se lei avesse saputo dei piani di Hiashi... come l’avrebbe presa?

«N-Non è stato affatto carino lasciare Shino da solo!» protestò Hinata, quando ormai lei e Kiba erano ad almeno tre strade di distanza.
«Eh? E perché?» ribatté lui allegro. «Era pieno di insetti lì. E poi c’era il gruppo del maestro Gai, non era mica solo!» Akamaru abbaiò, girandogli intorno, e corse avanti ad annusare un angolo. «Oh, io ti devo un takoyaki, vero?» ricordò il suo padrone all’improvviso.
Hinata arrossì bruscamente.
«M-Ma non devi, non è il caso...!» balbettò impacciata.
Perché era finita da sola con Kiba?
Odiava quel genere di situazioni... si sentiva sempre fuori luogo, a disagio...
«Oh beh, già che ci siamo offro comunque!» insisté lui, adocchiando – casualmente – il banchetto dei takoyaki poco più in là. «Vieni!»
La afferrò per la mano, provocando il suo ennesimo arrossimento furioso, e corse fino alla bancarella. Una volta arrivati, Hinata liberò la mano in fretta.
Tsk” pensò lui rendendosene conto.
«Tre porzioni di takoyaki, grazie» ordinò, facendo finta di niente.
Hinata rimase ad aspettare accanto a lui, torcendosi nervosamente le mani, e si rese conto che tutta la situazione era... sbagliata. Che l’atmosfera era sbagliata. Che la sua stessa presenza lì, con lui, era sbagliata.
Kiba prese il cibo che il venditore gli porgeva e gliene tese una parte.
«Tieni. Mangiali, finché sono caldi» le consigliò con un sorriso. «Akamaru, vieni qui! Ne ho presi anche per te!»
Il cane si avvicinò festante, agitando la coda per aria, e Hinata si trovò con un cartoccio di polpette di polipo bollenti in mano e una gran confusione in testa.
«Guarda, là ci sono delle panchine» disse Kiba additando dall’altra parte della strada. «Andiamo a sederci»
«M-Ma...» tentò di protestare Hinata, e ancora una volta restò inascoltata, mentre Kiba partiva da solo, con il preciso scopo di demolire ogni suo tentativo di rifiuto. In un attimo fu dall’altra parte della strada, pronto ad occupare la panchina, e si girò a guardarla.
«Vieni!» la incitò, con il suo miglior sorriso.
Lei arrossì e sospirò, cedendo.
Lo raggiunse, mentre Akamaru si infilava sotto la panchina e divorava i takoyaki che gli lasciava cadere il suo padrone, e si sedette il più lontano possibile.
«Non li hai ancora toccati!» si indignò Kiba, scivolandole immediatamente accanto. «Guarda che si raffreddano!»
Inaspettatamente, si tese su di lei e rubò una polpetta dal suo cartoccio. Hinata si irrigidì quando la testa di lui fu a pochi centimetri dal suo viso, e trattenne il fiato finché non si fu allontanato di nuovo.
«Mh. Sono ancora tiepidi» commentò Kiba sacrificando il bottino della sua azione temeraria, che ovviamente non aveva nulla di casuale, ancora una volta.
Hinata non riuscì ad aprire la bocca per ribattere. Lui lottò con l’istinto di lanciare via i suoi takoyaki e urlarle in faccia che quello era un maledetto appuntamento, e che lui forse non riusciva più a fare il bravo ragazzo. Akamaru leccò coscienziosamente le ultime briciole da terra.
«Senti...» iniziò l’Inuzuka, determinato a imbastire un argomento che fino a quel momento si era guardato bene dall’iniziare. E sul più bello, mentre Hinata gli lanciava uno sguardo spaventato e si faceva un po’ indietro, lui si distrasse.
«Ma quello non è il maestro Kakashi?» chiese basito, vedendolo avanzare lungo la strada accompagnato. «Che ci fa con una donna
Hinata si sentì avvolgere da una sconfinata ondata di sollievo.
Il suo cuore agitato rallentò, ringraziando silenziosamente la causa dell’interruzione di Kiba, e le mani che stringevano angosciate i takoyaki si rilassarono notevolmente.
Per quanto non amasse ammetterlo, sapeva di cosa lui voleva parlarle. Lo aveva intuito, da qualche tempo... e aveva paura.
Non voleva ferire Kiba. Ma non voleva neanche ferire sé stessa.
Era stupido, stupido e masochista... ma lei ancora non aveva occhi che per Naruto. Lui e solo lui.
E, se Kiba avesse parlato, lei temeva che, questa volta, il coraggio per dire no lo avrebbe trovato eccome.
«Aspetta, io quella la conosco» continuò lui, senza accorgersi del suo evidente sollievo. «Fa parte della squadra medica, è una certa Rin... una in gamba»
«D-Davvero?» chiese Hinata, fingendosi interessata al discorso. «B-Beh, ma... è normale. Il maestro Kakashi ha una certa età... E’ ora che si sistemi...»
«Guarda che avrà si e no trent’anni» borbottò Kiba. «Ehi, guarda! Lei sta ridendo! E quella è la risata delle ragazze che ci stanno! Pazzesco!»

«N-Non sta bene spiarli così...» mormorò Hinata, vergognosa. Akamaru tese il muso verso il suo cartoccio di takoyaki. Ma a metà strada drizzò le orecchie, e voltò il muso annusando l’aria. Abbaiò.
«Uh? Che c’è?» fece Kiba, seguendo la direzione dei suoi occhi.
Lungo la strada un’altra donna sopraggiungeva di corsa, trafelata.
«No, non ci credo...» borbottò Kiba accigliandosi. «Ma perché anche l’assistente del quinto Hokage gli corre incontro? Quale trucco usa?»
Hinata decise di cogliere la palla al balzo. Di scatto, gli piazzò i Takoyaki in mano e sfoderò uno sguardo determinato come poche volte le si era visto.
«Non ti preoccupare Kiba, i-il mondo è pieno di ragazze! Anche tu troverai quella giusta!» esclamò convinta, fissandolo dritto negli occhi. «O-Ora devo andare, ci vediamo domattina!»
Sorrise veloce, alzandosi in fretta e furia, e prima che Kiba si riprendesse dallo shock e richiudesse la bocca, lei si era già allontanata.
L’Inuzuka guardò tristemente il cartoccio ormai freddo, e crollò il capo.
«Tieni, Akamaru...» mormorò tristemente, lasciandogli le polpette.
E questo? L’avrà fatto apposta o no?” si chiese, per la prima volta dubbioso.
Hinata, che fuggiva veloce, strinse le mani al petto.
Mi dispiace, Kiba... mi dispiace tanto” disse a sé stessa. “Ma è meglio per tutti e due se non inizi mai quel discorso”
Indietro, mentre né lui né lei guardavano, Kakashi e Shizune avevano lasciato Rin per dirigersi veloci verso il palazzo dell’Hokage...

«E’ un maledetto casino» se ne uscì Tsunade quando entrambi furono nel suo studio. «Riguarda Haruka Muto»
Kakashi si accigliò.
«Prima di tradire la Pioggia, aveva nascosto in casa alcuni importanti documenti che avrebbe dovuto inviarci a breve, documenti che era riuscita a prelevare a rischio della vita quando vi siete incontrati per la prima volta» continuò l’Hokage, rapida. «Il problema è che ora là sono sospettosi, e hanno deciso di rivoltare la casa come un calzino alla ricerca di qualunque informazione compromettente. Noi abbiamo bisogno di quei fogli prima che loro se li riprendano»
«La sorella di Haruka non può fare qualcosa?» domandò Kakashi.
«E’ un miracolo se Natsumi non è sospettata di tradimento insieme a Haruka» sbottò Tsunade. «E in ogni caso una settimana fa hanno dovuto asportarle la milza, ed è ancora confinata in ospedale»
«Quindi devo andare a prendere quei fogli?» chiese lui.
«Esatto. Sei stato in quel villaggio la settimana scorsa, se c’è qualcuno che sa come muoversi in questo momento sei tu»
«Ma avranno aumentato la sorveglianza...»
«E tu sarai solo, senza l’impiccio di tre ragazzini ansiosi. Siete pari»
«Perchè non mandare la figlia dei Muto?» propose Shizune, intervenendo. «E’ rischioso, me ne rendo conto, ma lei potrebbe muoversi ancora meglio di Kakashi...»
«Tu credi davvero che io sia libera di disporre di quella ragazza?» Tsunade sbuffò. «E’ il consiglio che decide come e quando lei si deve muovere. Nonostante le garanzie di Ibiki, loro non sono affatto sicuri della sua buona fede, e la tengono praticamente agli arresti domiciliari. Non accetterebbero mai di rimandarla indietro, neanche per cinque minuti; figuriamoci per una missione così importante»
Shizune corrugò la fronte. «Ma infiltrarsi nel villaggio della Pioggia in questo momento è quasi un suicidio... la settimana scorsa gli abbiamo distrutto un quarto dell’abitato, sono in allarme, hanno triplicato i controlli...»
«E infatti non è un caso che io abbia chiamato Kakashi» ribatté l’Hokage. «Evidentemente ritengo che sia in grado di portare a termine questo compito»
Lui, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, prese la parola.
«Lo farò» si limitò a dire, impassibile.
Shizune serrò le labbra.
«Bene. Allora ti do i dettagli della missione»
Per i dieci minuti successivi, mentre Tsunade spiegava a Kakashi dove e cosa doveva cercare, lei rimase rigida e immobile, in piedi accanto a lui. Alla fine furono entrambi congedati, ed uscirono dall’ufficio insieme.
«E’ una follia» sbottò Shizune non appena furono fuori. «Non riuscirai mai ad entrare nel villaggio!»
«Non pensi di sottovalutarmi un po’?» ribatté lui, vagamente deluso.
Lei, contro ogni sua aspettativa, arrossì.
«Senti... Stai attento» mormorò veloce. E poi, evitando il suo sguardo, si allontanò rapida lungo il corridoio.
Kakashi rimase impalato davanti alla porta.
Ehi, ehi... cos’era quella novità?
Perché da una settimana a quella parte tutte le donne in età da marito avevano iniziato a guardarlo con occhi adoranti? Che diavolo stava succedendo?
La guardia che presidiava l’ufficio dell’Hokage lo squadrò, appoggiata al muro.
«Complimenti per la conquista» ghignò, con un cenno.
Kakashi sbatté le palpebre, perplesso.



Non andava affatto bene.
Così non andava, no.
Per niente.
Fermo sulla sommità di una rampa di scale stretta e buia, Naruto teneva una mano sulla maniglia della porta e lasciava che la luce illuminasse almeno i primi gradini.
Come era arrivato fin lì?
E perché sapeva che quello era il luogo in cui tenevano rinchiuso Sasuke?
Si guardò alle spalle; era in una zona del villaggio che non conosceva bene, davanti a una specie di capanno per gli attrezzi circondato da un giardino selvaggio. Non riusciva nemmeno a vedere la strada, da lì. Il silenzio che lo circondava era totale, interrotto solo dal canto dei grilli e delle cicale, e il suo respiro risuonava in maniera sinistra.
Perché non ricordava come era arrivato lì?
Quale mano aveva abbassato la maniglia che stringeva?
Deglutì, nervoso. Dal fondo delle scale non proveniva un suono, ma soltanto un sibilo di aria fredda e odorosa di muschio. Il cuore gli rimbombava nelle orecchie.
Cosa stai aspettando?” gli chiese la voce suadente della volpe, sussurrando al suo orecchio. “Non volevi vederlo?
Tu... c’entri qualcosa?” chiese lui, la gola riarsa.
Una risata gorgogliò a livello del suo stomaco.
Limitati a ringraziarmi, ragazzino. Non fare domande, se non vuoi risposte spiacevoli
Naruto deglutì a vuoto.
Cosa hai fatto?” insisté, aumentando la stretta sulla maniglia.
Ti ho dato una mano... Una grossa mano. E’ bastato fare le domande giuste alle persone giuste
Davanti ai suoi occhi sfilarono per un istante immagini che non ricordava di aver mai visto: un volto spaventato. Una mano, la sua mano, premuta contro il muro accanto a quello stesso volto. Una minaccia. Il proprio stesso ghigno riflesso negli occhi del ninja che annuiva frenetico. Un ghigno malevolo. E occhi azzurri. I suoi.
«Cosa vuol dire?» chiese a voce alta, con il cuore accelerato. «Cosa sta succedendo? Che diavolo stai combinando?»
Kyuubi ringhiò piano.
Ti facilito le cose” rispose minacciosa. “E faresti bene a dire grazie e basta. Non volevi vedere l’Uchiha? Non lo volevi disperatamente?
Naruto ripensò agli ultimi sette giorni.
Erano successe così tante cose... aveva saputo di suo padre, e Sasuke era tornato... poi aveva detto a Sakura di chi era figlio. Lei aveva spalancato incredula quei suoi occhi verdi, sbalordita, e lui si era offeso per la sua meraviglia. Poi c’erano state le scuse. I sorrisi. Le congratulazioni. Per un giorno avevano dimenticato tutto ciò che non fosse ‘loro’... Ed erano tornati a scaldare quel letto che sembrava tanto freddo.
Non era durata molto.
La mattina dopo Sakura si era risvegliata cupa e taciturna, con la testa tra le nuvole... e lui sospettava che fosse per Sasuke.
Perché lei, in qualche modo... si sentiva in colpa.
Ma non avrebbe saputo dire da dove gli venisse questa consapevolezza, e ogni volta che ci pensava udiva un rumore di fondo che disturbava le sue supposizioni, come un brontolio basso che assomigliava tanto alle fusa di un gatto...
Spalancò gli occhi.
Sentì una risata bassa nel profondo.
«Tu...» mormorò, con voce a malapena tremante. «Che cosa mi stai facendo?»
Ringrazia e scendi questi maledetti gradini...” rispose la volpe. “Non sei qui solo per lei, per dirle che lui sta bene. Sei qui perché anche tu vuoi vederlo. Perché non ti va giù di aver distrutto il suo sogno, e perché ricordi il suo sguardo apatico e vorresti dargli un pugno. Quindi smetti di esitare con un piede su e uno giù, e vai
Naruto esitò.
Da quando Kyuubi lo conosceva meglio di lui stesso?
Deglutì, a vuoto, e poi lasciò la maniglia.
Decise che ci avrebbe pensato dopo.
Ora sarebbe sceso per quelle scale.











Nel prossimo capitolo:

Ansante, Sasuke gettò un’occhiata malevola a Naruto.
«Vattene» gli intimò, distogliendo gli occhi. «Non voglio stare nella stessa stanza in cui sei tu»
Il pugno si abbatté sulla parete accanto alla sua testa, a meno di dieci centimetri di distanza.
Naruto, cui occhi ora erano screziati di cremisi, ringhiò a voce bassa.
«E invece dovrai sopportare la mia presenza ancora un po’» minacciò, mentre frammenti di intonaco si staccavano dal cemento crepato e cadevano a terra frusciando. «Perché tornerò qui ogni giorno, finché non avranno deciso di liberarti... e ti impedirò di lasciarti morire. A costo di romperti ogni singolo osso»













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Ahh, la mia piccola Kyuubi inizia a folleggiare...! XD
E finalmente introduco anche l'argomento Hinata... poveretta, circondata da ogni lato, mira ancora al vecchio obiettivo!
Come avete visto, ho ricominciato a puntare il dito sugli altri ninja di Konoha, che avranno ognuno la loro parte;
per vedere all'opera anche il Team Kurenai, però, dovrete aspettare ancora un po'!
(Ehh, Shikamaru...)

Aggiornamento non rapido come al solito, ma non avendo più internet a casa le cose andranno così da ora in poi.
Dovrete aspettare le vacanze per vedere di nuovo i vecchi ritmi!
Voi non smettete di commentare, comunque, perché troverò sempre il tempo e il modo di rispondervi!

E, a proposito... giusto per tenervi informati... domani ho il primo esame all'università!


Surprise Surprise!
A causa del ritardo, oggi doppio aggiornamento!
Siete gentilmente pregati di lasciare DUE commenti, uno per ogni capitolo
(eh sì!),
in modo tale che io non mi deprima e possa darvi il prossimo sabato!
Ah, le risposte ai commenti sono di là! ^^


Aya

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Capitolo 21
*** Rabbia, ansia, rimorso, delusione ***


Naruto-21


Capitolo ventunesimo

Rabbia, ansia, rimorso, delusione




Il buio era assolutamente impenetrabile, esattamente come si era aspettato.
Naruto cercò a tentoni un interruttore, accanto alle scale che aveva appena disceso, e quando lo trovò lo premette. Con una scintilla e uno schiocco ovattato una lampadina dalla luce giallastra si accese nel centro del soffitto, diffondendo un alone malato per la stanza.
Era un locale quadrato, squallido, completamente in cemento. Su una parete c’erano le tracce di una vecchia finestrella ora murata, ma l’aria puzzava di stantio e il freddo pungente penetrava nelle ossa, nonostante ormai si fosse alla metà di giugno.
In un angolo era sistemato un materasso. Lì accanto un vassoio di cibo, intatto.
Con la schiena appoggiata al muro e il mento contro il petto, Sasuke era immobile.
Naruto vide che gli avevano dato degli abiti nuovi, bianchi... così inadatti a lui. Così simili al kimono di Orochimaru.
Sasuke stava bene con il nero, e una spruzzata di bianco e rosso. Come la maglia che indossava a dodici anni, quella con il simbolo della sua casata sulla schiena.
E invece ora vestiva di bianco... e viveva nelle tenebre.
Era tutto troppo simile a quando Sasuke era allievo di Orochimaru...
...e a Naruto non piaceva per niente.
«Guarda come ti sei ridotto...» mormorò, accigliato.
Sasuke non si mosse.
Lui posò gli occhi sul cibo intatto. Poi vide un polso che spuntava dalla manica della maglia, e constatò che era dimagrito.
«Hai intenzione di lasciarti morire?» chiese aspro.
Ancora nessuna risposta.
In un impeto di rabbia Naruto fu su di lui, inginocchiato sul materasso troppo duro, e lo costrinse ad alzare la testa e guardarlo. La sua mano si serrò sul bavero della sua maglia.
«Ti ho fatto una domanda!» gridò, a due passi dal suo viso.
Gli occhi neri di Sasuke, vacui, si posarono su di lui con il massimo disinteresse.
«...Che vuoi?» chiese, con la voce roca di chi è abituato a non parlare da molto tempo.
«Voglio sapere cosa stai combinando!»
Un ghigno vuoto si disegnò sulle labbra del moro.
«Niente. Pensi che qui dentro ci sia qualcosa da fare? O che ci sia ancora qualcosa che io voglia fare?» rispose in un sibilo.
Le pupille di Naruto si assottigliarono, assumendo le sembianze di quelle di un felino.
«Stronzate» ringhiò furente, e la volpe fu ben lieta di unirsi a lui. «Non sei mai stato il tipo che si arrende così facilmente! Hai inseguito Itachi per anni e anni, anche se sembrava più forte di te! Tu non getti mai la spugna!»
«E’ questo il punto» ribatté l’Uchiha, e i suoi occhi si tinsero di un barlume di vita. «Lui era più forte di me. E sei stato tu a ucciderlo. Non io»
«Quindi è questo il tuo problema?» sbottò il biondo. «E allora, se questo è il problema, dimmi cosa avresti fatto se lo avessi ucciso tu!»
Silenzio.
Sasuke si accigliò impercettibilmente.
«Non lo sai, vero?» continuò Naruto, implacabile. «E allora te lo dico io: saresti finito esattamente così, come sei ora. Tu non ti sei mai posto il problema del dopo, hai sempre parlato di uccidere Itachi, ma mai di cosa sarebbe successo una volta che lui fosse morto! Non ti è mai interessato!» la stretta sugli abiti dell’Uchiha aumentò. «Non ti è mai fregato niente di te stesso, hai solo e soltanto voluto vendicare il tuo maledetto clan! Ma non hai mai pensato a cosa ne sarebbe stato di te, dopo!»
Sasuke distolse lo sguardo, suo malgrado turbato.
Era vero.
Non aveva mai riflettuto su un ipotetico ‘dopo Itachi’...
Ricordò cosa aveva pensato quando le dita del fratello si erano serrate attorno alla sua gola: forse lo aveva sempre saputo... ci aveva sperato...
Che avesse previsto di non uscire vivo dallo scontro?
Che, dentro di sé, fosse stato sicuro che lui e Itachi si sarebbero annientati a vicenda?
«Avrei potuto non ucciderlo» mormorò Naruto dopo una pausa, lasciandolo andare all’improvviso.
Gli occhi di Sasuke saettarono nei suoi, e li trovarono di nuovo normali.
«...Avrei potuto limitarmi a salvarti» continuò lui, ricordando il momento in cui aveva affrontato per l’ultima volta Itachi. «Ma se lo avessi fatto... saresti stato tu a ucciderlo. E io non potevo permettere che ti rovinassi con le tue stesse mani... non potevo permettere che ti restasse quell’omicidio sulla coscienza per sempre»
«E quindi... te ne sei sobbarcato il peso?» domandò l’Uchiha, con un mezzo ghigno sarcastico. «
Non farmi ridere» ringhiò subito dopo, e con un gesto stanco della mano spinse Naruto indietro. «Lui doveva essere la mia vittima. Doveva morire per mano mia! Era il mio avversario, il mio unico avversario! Avevo risparmiato tutti i ninja che avevo incontrato, perché le mie mani dovevano colpire solo lui! E tu me l’hai portato via!»
Ansante, Sasuke gettò un’occhiata malevola a Naruto.
«Vattene» gli intimò, distogliendo gli occhi. «Non voglio stare nella stessa stanza in cui sei tu»
Il pugno si abbatté sulla parete accanto alla sua testa, a meno di dieci centimetri di distanza.
Naruto, cui occhi ora erano screziati di cremisi, ringhiò a voce bassa.
«E invece dovrai sopportare la mia presenza ancora un po’» minacciò, mentre frammenti di intonaco si staccavano dal cemento crepato e cadevano a terra frusciando. «Perché tornerò qui ogni giorno, finché non avranno deciso di liberarti... e ti impedirò di lasciarti morire. A costo di romperti ogni singolo osso»
Sasuke gli lanciò un’occhiata vuota.
«Ho già sentito queste parole» mormorò freddo.
E poi smise di guardarlo del tutto.
Lasciò ricadere il mento sul petto, una mano appoggiata al ginocchio, la schiena contro il muro... e i capelli andarono a coprirgli il volto.
Naruto strinse i denti.
Maledizione!” imprecò dentro di sé, alzandosi in piedi di scatto.
Furioso, con sé stesso e con Sasuke, raggiunse le scale e le risalì a passo pesante.
Non mi arrenderò” si ripromise. “Non lo farò mai. Perché questo è ciò in cui credo!”
La volpe, nel suo abisso di oscurità, sorrise sorniona.
Rabbia... che sentimento delizioso
Il frammento di luce da cui osservava il mondo si faceva più grande di giorno in giorno...


I raggi del sole attraversavano la stanza tenui, stemperati dalle tendine chiare, e andavano a illuminare le lenzuola bianche del letto.
Un leggero fruscio di carta riempiva l’aria, e la polvere danzava lenta nella luce.
«Ottimo» disse Shizune con un sorriso. «Se escludiamo la gamba rotta, sei praticamente guarito»
Sai ricambiò il sorriso con uno dei suoi, freddi e impassibili.
«Bene» commentò. «Allora potete dimettermi?»
«Direi di sì» commentò lei, rimettendo al suo posto la cartella che aveva sfogliato. «Ma dovrai tornare qui per un controllo al braccio. E, naturalmente, anche per quella gamba»
«Va bene» annuì lui.
Shizune spostò gli occhi sul blocco da disegno che giaceva sul comodino.
«Finalmente avrai qualcosa di diverso da disegnare» disse.
Prima che lui potesse ribattere, si sentirono dei colpi leggeri alla porta.
«E’ permesso?» chiese Sakura, entrando. «Ah, c’è una visita?»
«No, entra pura» la rassicurò Shizune. «Sono solo venuta a comunicargli che lo dimettiamo»
«Così presto?» si sorprese lei, facendosi avanti. Tra le mani stringeva un blocco da disegno nuovo, e un giglio bianco.
«Siamo rimasti stupiti anche noi» l’assistente di Tsunade si strinse nelle spalle. «Kiba ha detto che quando è caduto era in fin di vita, per cui... evidentemente il merito è tutto tuo»
Sakura arrossì leggermente.
E dire che quando si era occupata di Sai aveva la testa da tutt’altra parte...
«...Ti ho portato questo» disse rivolgendosi a lui, e glissando sul complimento di Shizune. Gli tese l’album. «Ho pensato che poteva esserti utile, anche se ormai ti hanno dimesso... Ah, e poi ho anche questo» tolse la carta argentata che avvolgeva lo stelo del giglio e lo mise nel vaso vuoto sul comodino. «Che, a voler vedere, è assolutamente inutile, adesso. Credevo che avrebbe potuto essere una buona variazione di soggetto...»
Shizune sorrise, guardandola.
Al suo occhio di medico non sfuggì il leggero pallore del viso, ma Sakura sembrava più in forma di quanto lei e Tsunade si aspettassero.
«Ora scusatemi, ho altri pazienti che mi aspettano» disse per congedarsi. «Sakura, tu puoi restare quanto vuoi, anche se non è orario di visita» le strizzò l’occhio.
«Grazie» replicò lei con un sorriso.
Shizune salutò anche Sai, e poi li lasciò soli.
Calò un lungo istante di silenzio.
«Quindi... non sapete ancora dove tengono Sasuke?» chiese lui dopo un po’.
Sakura si incupì, e scosse la testa.
«Naruto è stato dalla maestra Tsunade anche ieri, ma lei non gli ha detto niente» mormorò. «E poi è rimasto via tutto il pomeriggio, credo a sbattere testate da qualche parte»
«Sì, sarebbe tipico di lui» replicò Sai.
Sakura si morse il labbro inferiore, incerta.
«Io... credo che lui non stia bene» si lasciò sfuggire alla fine. «Che... ci sia qualcosa che non va»
«Cosa intendi?»
«...Mentre tu eri svenuto, la settimana scorsa, sai che sono successe un po’ di cose. Sai che è ‘morto’, no? Beh... quando è successo, Madara Uchiha ha... sciolto il sigillo della volpe a nove code. Ma ora lei è ancora dentro di lui. Senza nessun tipo di barriera... e io... sì, sono un po’ preoccupata...»
Sai, accigliandosi appena, la guardò.
«Sei preoccupata perché hai paura che il chakra della volpe lo danneggi, o perché hai paura che lui possa cambiare?» chiese poi, con il tatto inesistente che era la sua principale caratteristica.
Lei arrossì bruscamente.
«La volpe è un demone» disse secca, stringendo i pugni. «E’ malvagia. Non potrà mai influenzarlo positivamente...!»
Ricordava l’inizio della loro missione nel Paese della Pioggia, quando lei era stata l’unica a pensare che Naruto non facesse bene ad accettare con tanta facilità Kyuubi. Ora era successo esattamente ciò che temeva: sebbene lui le avesse assicurato mille volte che la volpe era pressoché inoffensiva, che era abbastanza forte per tenerla a bada, che non c’era nulla di cui preoccuparsi... lei non poteva fare a meno di sentirsi in ansia.
Prima il demone era imprigionato nel corpo di Naruto.
Ora lo condivideva con lui.
C’era una sottile differenza in quel ragionamento... e non in bene.
Sai rifletté per qualche attimo, prima di parlare.
«Io non credo che ci sia da preoccuparsi» se ne uscì alla fine. «Naruto è in gamba, sa quello che fa. Se dice di poter controllare la volpe, io gli credo. E poi... è o non è il figlio del grande Yondaime?»
«Shh!» lo zittì Sakura al volo. «Non dirlo a voce tanto alta, se passasse qualcuno fuori dalla porta? Sai che lui non vuole che la notizia circoli»
«Ah, è vero. Chissà perché, poi...»
Lei sapeva perché.
Perché Naruto voleva guadagnarsi il rispetto altrui con le sue sole forze, con le sue azioni. Non con un cognome famoso.
Anche se... al tempo stesso sapeva che era stato allettato dall’idea. Che aveva fantasticato su una vita diversa, una vita più facile...
Sospirò, cupa.
Le cose non stavano andando affatto bene, in quel periodo. Tra Naruto e Sasuke, lei si scopriva sempre più spesso a svegliarsi in un bagno di sudore e con dei gran mal di testa.
E la persona che avrebbe potuto capirla e consigliarla, la persona che, per assurdo, lei avrebbe voluto sentire a quel proposito... era in missione. Già, Kakashi era tornato nel Paese della Pioggia, dato che Haruka aveva dimenticato indietro un pezzo.
E lei non aveva il coraggio di mostrare una simile debolezza a Tsunade... la fortissima, rigidissima e perfetta Tsunade idealizzata che in quel momento era l’unica immagine di lei che avesse in mente...
Dobbiamo imparare a cavarcela da soli” si disse, dandosi una scrollata. “Ormai siamo adulti, non possiamo sempre contare sul maestro Kakashi per ogni minimo problema” sorrise di sé, scuotendo la testa. “Tra tutte le persone che potrebbero essere la mia guida... sono andata a beccare lui. Qualcuno potrebbe prenderla in modo strano...”
Ma, per quel che la riguardava, il pericolo ‘cotta per il maestro’ era assolutamente lontano.
Aveva già troppi problemi con i compagni di squadra...
Bloccò il pensiero a metà, interdetta.
No. No, lei non aveva problemi con i compagni di squadra.
Lei amava Naruto.
Lei amava Naruto.
«Sakura?» Sai la richiamò alla realtà, facendola sussultare. «C’è qualcosa che non va? Sei in silenzio da dieci minuti»
«Ah... niente» rispose lei in fretta. «Stavo pensando che la mia settimana di pausa è finita, e devo andare a vedere se hanno qualche missione per me» stiracchiò un sorriso. «Ora ti lascio riposare, va bene? Ci vediamo fuori di qui»

Da qualche giorno Jiraya era pensieroso.
Seduto al bancone del suo bar preferito, con una bottiglia di sakè davanti e il braccio legato al collo, centellinava il liquore nel bicchierino senza berlo.
Neanche una settimana prima, di ritorno dalla missione alla Pioggia, Naruto si era presentato alla sua porta chiedendogli di Minato.
Al di là della sorpresa per la richiesta e del leggero dolore che lo aveva colpito nel ricordare il suo vecchio allievo, era rimasto stupito e preoccupato dal racconto di Naruto.
Quindi i suoi assurdi sospetti si erano rivelati sorprendentemente esatti, alla fine.
Madara Uchiha... era un nome che lui aveva sentito qualche volta sulle labbra di Orochimaru, quando erano ancora compagni. Per questo aveva pensato a lui nella faccenda di Kyuubi. Per questo nella sua mente aveva iniziato a baluginare l’idea che qualcuno avesse completato la Tecnica Proibita...
Scosse la testa, buttando giù il sakè in un sol colpo.
Il mondo stava impazzendo.
Le confortanti regole che lo avevano governato fino a quel giorno stavano crollando una a una... anche la morte non era più una costante. E, dopo aver sentito di Kabuto Yakushi e della fine che aveva fatto, si disse che in fondo avrebbe dovuto aspettarselo.
Era successo all’incirca un anno e mezzo prima, e a dire il vero erano solo voci.
Sembrava che Kabuto, trapiantati i resti di Orochimaru nel suo corpo, avesse finito per impazzire. Due coscienze si contendevano la sua mente e la sua carne, e lui non aveva retto.
Qualcuno diceva che fosse esploso come un macabro palloncino, qualcun altro che fosse sparito nelle profondità di una foresta urlando, altri ancora che si fosse ucciso.
In ogni caso, l’Orochimaru che era cresciuto con lui aveva smesso di esistere già da molto tempo...
Naruto...” si trovò a pensare, cupo. “Non lasciare che Sasuke si allontani. Te ne pentiresti per tutta la tua vita...”
E lui lo sapeva bene.




Miracolosamente, era riuscito a entrare nel villaggio della Pioggia.
Nascosto sotto le mentite spoglie di un mercante, Kakashi camminava curvo lungo un vicolo buio. Accennava anche a una camminata un po’ zoppa, per completare l’illusione.
Come avevano previsto alla Foglia, i controlli al confine si erano triplicati. Anche il passaggio che aveva usato per entrare con la sua squadra ora era stato riparato e posto sotto sorveglianza, e lui aveva dovuto infilarsi nelle acque putride di un torrente fangoso e procedere in apnea per non sapeva neanche quanto. Quando ne era uscito, aveva provato un moto di insopprimibile irritazione per i ninja della Pioggia che avevano deciso di perlustrare la casa di Haruka, costringendolo a quella maledetta trasferta.
Ma ora le cose andavano molto meglio.
Ora era asciutto – e anche le strade lo erano, da quando la pioggia aveva smesso di cadere – ed era dentro. Anzi, era a pochi passi dalla casa di Haruka.
Si fermò all’angolo della strada e sbirciò verso l’alto da sotto il cappello a tesa larga – inutile, ora che il clima era cambiato. Davanti ai suoi occhi stava un condominio alto e grigio, dalle finestre tutte uguali. Sapeva che l’appartamento di Haruka era al primo piano, il che voleva dire che in caso di fuga precipitosa non avrebbe avuto grossi problemi, e sapeva che poteva entrarci attraverso la terza finestra da sinistra, quella nascosta in una rientranza della parete.
Si liberò dei suoi abiti da mercante, ora che non servivano più, e agile raggiunse un punto da cui la finestra fosse visibile.
Guardò in strada. Passava qualche persona, ma tutti erano distratti e fissavano i propri piedi.
Gli ci volle meno di un istante per balzare fino all’obiettivo e aggrapparsi al davanzale, e ancora meno per incidere il vetro della finestra, farlo saltare via e aprire dall’interno. In pochi secondi era dentro, silenzioso e invisibile.
Se aveva pensato che il bagno fosse buio, quando mise piede nel salotto capì che l’oscurità era una condizione generale di quella casa. Le finestre erano poche e strette, e se la luce che entrava ora era così poca, quando ancora nel villaggio pioveva sempre doveva essere al limite della sopportazione visiva. Attese per qualche minuto che il suo occhio si abituasse alla penombra, e lentamente cominciò a distinguere i mobili e l’arredamento.
Era una casa completamente diversa da quella che i Muto avevano lasciato alla Foglia: la villetta color terra nel Paese del Fuoco, nonostante i lenzuoli e l’aria di abbandono, conservava un che di caldo e accogliente; questo appartamento era totalmente asettico, privo dell’atmosfera di una casa vera e propria. In varie tonalità di blu, grigio e bianco, dava l’impressione di una stanza d’albergo di seconda categoria.
Vivere in un luogo simile non doveva essere un toccasana, per la salute mentale e fisica... come aveva fatto Haruka a resistere, sapendo che a qualche chilometro di distanza c’era una casa mille volte migliore che l’attendeva? E come avevano fatto i Muto ad accettare quello scambio assolutamente ineguale?
...Noi ninja siamo creature incomprensibili” rifletté cupo.
Secondo quanto gli aveva spiegato Tsunade, i documenti che Haruka aveva sottratto alla Pioggia si trovavano nella stanza da letto, in un comparto segreto del muro dietro alla libreria. La sua camera era la seconda a destra lungo il corridoio, e fu facile trovarla. Entrando la scoprì ancora più buia del salotto, ma riuscì ad orientarsi abbastanza bene.
Le informazioni che Natsumi aveva mandato erano molto precise: dietro il secondo scaffale dal basso, sul lato destro, c’era una sezione di muro inesistente, nascosta dietro due pesanti volumi dell’Enciclopedia Generale delle più Comuni Malattie dei Bambini, un’edizione vecchia e chiaramente risalente ai genitori di Haruka.
Lui individuò il punto e scostò i libri. Ed ecco, subito dietro, una nicchia scura che conteneva dei fogli accuratamente ripiegati. Tese una mano per prenderli...
...e uno shuriken si conficcò nel punto esatto in cui sarebbe stata la sua gola se lui non si fosse spostato all’ultimo momento.
«Preso» disse una voce.
Lui si girò. E, con un ghigno per nulla rassicurante stampato in faccia, vide Natsumi Muto sulla soglia della stanza. Alle sue spalle c’erano tre ninja a volto coperto.
«Il topolino è caduto in trappola...» mormorò lei, rigirando tra le dita un altro shuriken.
Kakashi si mosse verso la finestra, veloce, ma lei scagliò la stelletta e questa volta lo colpì, alla spalla. Immediatamente gli altri ninja furono su di lui, e nell’ambiente stretto e scuro lo sopraffecero con relativa facilità. La libreria, urtata con violenza, cadde e rovesciò sul pavimento e sul letto tutto il suo contenuto.
Kakashi, ansante, si trovò a terra con i polsi bloccati dietro la schiena.
Natsumi lo raggiunse, e gli si accucciò davanti, il mento appoggiato alla mano.
«Dunque dunque...» mormorò inclinando la testa di lato. Nei suoi occhi la freddezza era la più totale. «Credevo che tu fossi una leggenda... ma a quanto pare sei già finito. Che delusione» guardò i compagni mascherati. «Andiamo. Il capovillaggio sarà immensamente felice di fare quattro chiacchiere con lui»









Nel prossimo capitolo:

«Quando aveva intenzione di dircelo?!» esplose Naruto, mentre la guardia tentava, dalla porta, di spiegare che il pugno che aveva ricevuto non gli aveva permesso di fermarlo.
«Che diavolo ti salta in mente?» sbottò Tsunade, scoccandogli un’occhiata irosa. «Fare irruzione nel mio ufficio, in questo modo...!»
«Quando ci avrebbe detto che il maestro Kakashi non dà sue notizie?» insisté lui, sbattendo le mani sulla scrivania. «O ce lo avrebbe tenuto nascosto?!»
«Non urlare, brutto cretino!» replicò lei, mentre Haruka richiudeva saggiamente la porta. «Vuoi mandare all’aria tutti i miei piani?»













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Spazio autore

Ahh... vi ho mai detto quanto io ami i tradimenti?
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Talpina Pensierosa: beh, non è necessario portare il segreto nella tomba! XD Mi auguro che morirai ben dopo che l'avrò svelato io stessa!
1992: e secondo te esiste anche solo una minima possibilità che io ti dica se Sakura e Naruto si lasceranno? Ovviamente no che non esiste! Passerò metà delle mie future giornate a instillare in tutti voi lettori il dubbio,  non mi sognerei mai di tirarmi la zappa sui piedi ora! XD Eh, anche io non vedo l'ora di leggere l'ultimo capitolo della fan! So come sarà, ma non ho la minima idea di QUANDO sarà! So cosa devo ancora sistemare prima della fine,  ma non so quanti capitoli impiegherò! XD In ogni caso non ne mancano poi moltissimi (mi riferisco al punto in cui sono io... capitolo 32), don't worry!
harryherm: wah, davvero ti è venuto il magone leggendo la parte tra Naruto e Kakashi? Non sai quanto mi fai felice, dicendomelo!  Kyuubi continuerà a gironzolare per le pagine ancora per un bel po', invece... eheheh... come già ai potuto intuire da questo capitolo, dopotutto! Ahh, accidenti a voi lettori! NON MI SCOCCIATE MAI, mettetevelo in testa! Io amo i commenti, vivo per i commenti! XD Qualunque frase, anche la più strampalata, sarà sempre fonte di gioia per me!
kage_naru89: a dire il vero non si è parlato molto di Naruto e Sakura, in questo capitolo... ^^' E' che al momento ho altre faccende più pressanti, come puoi notare anche senza che te lo dica io! Lo confesso: prima di trattare nel dettaglio loro due, ho un po' di cose da sistemare... in modo che poi la situazione sia più tranquilla. Ma loro sono sempre lì, eh, e non credo ci sia la possibilità di scordarli! XD
Urdi: ho riso come una cretina leggendo il tuo commento! XD Concordo pienamente sullo starci con Kakashi (chi non lo farebbe, dopotutto?), ma purtroppo devo già deludere le tue speranze: a causa del rating, non ci saranno scene bollenti tra Kakashi e Haruka! (e non ho intenzione di cambiare il rating! XD) Di side story non se ne parla, per motivi che capirai solo in seguito, al momento accontentati di vederli giocherellare tra seduzione e ironia (o almeno ci provo! XD)! Per quanto Naruto soffra, avrà un momento in cui le cose andranno meglio, dici... ehm... ^^' come dire... al momento le cose stanno decisamente volgendo al peggio, ma non ho ancora messo la parola fine... tutto è possibile! (e quando dico tutto, intendo proprio TUTTO!) Ahahah, ma povero Sasuke! XD In realtà da quando in questa storia ha riconosciuto la sua assoluta pateticità, mi sta simpatico! °_° Sì, la cosa lascia sconvolta anche me... ma è così! Il che, ovviamente, non significa che mi piaccia nel manga originale. Anzi, lì lo odio ancora con tutto il mio cuoricino. Hai visto giusto con Haruka e Natsumi, ho scelto questi due nomi perché sapevo cosa vogliono dire! ^^ Nello specifico, Haruka significa "profumo di primavera", e Natsumi "bella estate" (o almeno... questo è ciò a cui mi hanno portato le mie scarse conoscenze di giapponese e la mia amica mezza giapponese il cui nome è Mika - sembra uno scioglilingua, lo so... Se poi mi ha raccontato balle, prenditela con lei! XD)
kaho_chan: eh, anche io sarei curiosa di sapere qualcosa di più su Minato! XD Maledetto Kishi, perché non ti dai da fare? L'accenno SasuIno sarà davvero minimerrimo (neologismo, per l'occasione!), non ho alcuna intenzione di complicare le cose più di quanto siano già complesse! E poi... io Ino non la digerisco molto... ^^'
OneWingedAngel: ahahah, iniziano le risposte? See, magari! XD La vedo ancora lunga, per quello! Haruka e Kakashi li vedremo per un bel po', almeno in termini di presenza, non ti preoccupare... Per quanto riguarda il titolo... eheh, quello si capirà più avanti. I capitoli che hai letto finora sono stati una sorta di introduzione obbligata a ciò che succederà a partire dal trentatreesimo capitolo (sì, so che sarà molto in là... -.-), e purtroppo per ora non posso dirti di più. Ciò che ti garantisco è che esiste un capitolo centrale della fic, che si chiamerà "Sinners" e spiegherà tutto sulla scelta del titolo! ^^ Per ora pazienta, figliolo, pazienta...

Aya

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Capitolo 22
*** L'anima occulta dell'Akatsuki ***


Naruto-22

Capitolo ventiduesimo

L’anima occulta dell’Akatsuki




La prima volta che aveva aperto gli occhi sul soffitto bianco di quella stanza era scattato a sedere, guardingo. Si era accorto che non indossava più il mantello dell’Akatsuki, e che anche il cappuccio che usava per nascondere il viso era scomparso. E poi si era accorto del dolore intenso tra gli occhi, là dove le sopracciglia si allineavano.
Un attimo dopo era entrata quella donna.
E lui aveva tentato di ucciderla.
Che vergogna. Era crollato non appena aveva messo un piede giù dal letto.
Ora, una settimana dopo quegli avvenimenti, era di nuovo nello stesso letto e guardava le tende rosa tirate sulla finestra.
Da giorni provava una rabbia fremente, la frustrante consapevolezza che il fastidioso pulsare dietro ai suoi occhi gli impediva di andarsene.
E poi, l’umiliazione di essere proprio con quella donna.
Colei che, vedendolo cadere a terra, aveva appena inarcato le sopracciglia e lo aveva oltrepassato, scavalcandolo come un insetto morto, per andare a posare sul comodino una bacinella di acqua.
«Baka» gli aveva detto, aiutandolo ad alzarsi.
Nella bruciante umiliazione, lui si era dovuto far rimettere a letto.
Si passò una mano sulla fronte, dove il cerotto formava un rigonfiamento morbido. Il dolore al di sotto si intensificò con il contatto.
Quanto ancora sarebbe rimasto prigioniero lì?
Qualcuno bussò alla porta e, senza attendere risposta, entrò. Non ebbe bisogno di guardare per sapere che era lei.
«Hai fame?» gli domandò senza convenevoli.
«Sì» rispose lui altrettanto secco.
«Tieni» lei gli mise sulle ginocchia un vassoio con del riso e del pesce.
Lui iniziò a mangiare in silenzio, sotto il suo sguardo vigile.
Poi, quando ebbe finito, mentre lei prendeva i piatti vuoti per portarli fuori, chiese, aspro:
«Perché non mi hai denunciato?»
«Come, prego?» ribatté la donna, sollevando su di lui gli occhi verdi.
«Immagino che tu sappia cosa significa il mio mantello»
«Oh, quello. Akatsuki. Ma non era affatto scontato che lo sapessi»
«Sì invece. Tu sei un ninja»
La donna lo guardò sorpresa per un attimo, e poi sorrise. «Ero ninja» lo corresse. «Ma qualche mese fa ho interrotto l’attività. Definiamolo un incidente di percorso»
«Non mi interessa. Perché non mi hai venduto ai tuoi compagni?»
La donna rimase in silenzio per un attimo.
Posò il vassoio sul comodino, e si sedette sulla sedia lì accanto, accavallando le gambe.
«Quando ho smesso di andare in missione, sono stata assegnata al lavoro d’ufficio. Sai chi è il mio capo?» disse, diretta.
«Perché diavolo dovrei saperlo?»
Lei sorrise. «Evidentemente non hanno ritenuto opportuno avvisarti... Madara era un uomo che impiegava molto a fidarsi delle persone»
«Chi è Madara?»
«Il capo che non hai mai saputo di avere. Comunque... tornando all’uomo per cui lavoro: lui era il sovvenzionatore non ufficiale dell’Akatsuki, il principale promotore dell’intero gruppo. Hai mai sentito nominare Danzo?»
«No»
«Lo immaginavo. Beh, da oggi dovrai farti entrare bene in testa questo nome... perché lavorerai per lui»



«...Portatelo via»
La voce roca e irritata del capovillaggio della Pioggia risuonò dura nell’ufficio. Due ninja della squadra speciale obbedirono all’istante, e sollevarono Kakashi per le braccia.
Lui, con il capo reclinato in avanti, respirava piano e cercava di ignorare il dolore continuo.
Quante ore erano passate?
Quanto a lungo lo avevano torturato?

Non lo sapeva. Aveva la gola riarsa, ma non avrebbe potuto dire da quanto tempo. Aveva fame, ma non sapeva quando aveva iniziato a provarne. E comunque quella poteva essere determinata anche dall’anemia. Quanto sangue aveva perso?
Instabile sulle gambe, sentì che veniva trasportato lungo quello che immaginava essere un corridoio. Sentiva fitte lancinanti là dove la sua carne era stata incisa, e l’unica cosa che si scoprì in grado di pensare fu che per fortuna non gli avevano spezzato nessun osso. Forse il capovillaggio non era forte di stomaco come voleva far credere.
Fu un viaggio breve e avvolto nella nebbia, e terminò in una stanza buia, contro un muro gelido.
Mentre la sua testa andava a posarsi sulla spalla, e un gemito sfuggiva alle sue labbra, sentì una porta chiudersi bruscamente. Tirò un sospiro di sollievo.
Avrebbe dovuto insospettirsi quando le cose stavano andando bene... avrebbe dovuto rendersi conto che era stato un po’ troppo fortunato.
E avrebbe dovuto immaginare che avessero installato un sistema di allarme nell’appartamento di Haruka.
Si spostò appena, e una fitta di dolore gli strappò un altro lamento. Cercò con le dita la ferita pulsante, sul fianco sinistro, e sentì il sangue tiepido e appiccicoso imbrattargli i polpastrelli. Era più profonda del previsto... avevano deciso di sbarazzarsi di lui?
Respirò piano, cercando di ignorare che ogni movimento della cassa toracica era un’agonia, e si raddrizzò per quanto gli era possibile.
Erano stati fregati tutti.
Dal primo all’ultimo, da lui, a Tsunade, a Haruka stessa.
Natsumi era davvero cresciuta a pane e tradimento... ma non dalla parte che credevano loro.
Aveva assistito a tutto l’interrogatorio, dall'inizio alla fine. Ferma, la schiena appoggiata al muro dietro il capovillaggio, lo aveva fissato negli occhi per tutto il tempo. Non aveva abbassato lo sguardo nemmeno per un secondo.
Probabilmente in quel momento era da qualche parte a festeggiare con i suoi compagni...
...Oppure era lì.
«Mh. Riesci a muoverti» disse la sua, voce, sorprendentemente vicina.
Quando era entrata? Kakashi non aveva sentito la porta aprirsi... si era forse addormentato?
Sentì delle dita affondare nei suoi capelli, e fu costretto ad alzare il viso. Incontrò il ghigno soddisfatto della minore delle sorelle Muto, e più oltre vide due guardie che osservavano la scena, annoiate, dalla soglia.
«Volevo vedere com’era ridotto il celebre Kakashi dello sharingan» commentò Natsumi divertita. «Il mio eroe di bambina, il ninja straordinario che vedeva il futuro... Hn. Sei stato una delusione. Ma forse è perché ormai stai invecchiando. Perché ormai sei finito» lo lasciò andare bruscamente, e lui riuscì miracolosamente a tenere la testa dritta. «E Haruka avrebbe tradito il villaggio per te?» una smorfia di sprezzante disgusto si disegnò sul suo viso.
«Tua sorella... ha molto più coraggio di quanto tu ne avrai mai...» ribatté lui con voce roca.
Gli arrivò uno schiaffo, veloce e rabbioso.
«Ehi, non farlo fuori...» disse una delle guardie, laconica.
«No... non subito» ribatté lei, con voce vibrante. «Dobbiamo ancora interrogarlo un po’» Con un gesto brusco gettò ai suoi piedi un sacchetto scuro. «Tieni, mangia. E’ cibo. E non è avvelenato... preferisco di gran lunga tirarti fuori le cose a forza, piuttosto che stordirti per farti parlare» ghignò, minacciosa.
«Gli ordini non erano di tenerlo lontano da ogni tipo di nutrimento...?» domandò l’altra guardia, accigliandosi.
«Perché lasciarlo morire così facilmente?» replicò Natsumi, sbuffando. «Lasciamo che si riprenda un po’... e poi ricominciamo da capo»
La guardia non parve convinta. Senza una parola si avvicinò a Kakashi, prese il sacchetto e ne controllò il contenuto. Alla fine lo gettò di nuovo a terra, con una specie di grugnito.
«Che c’è? Non ti fidi?» chiese Natsumi, gelida.
«La traditrice è pur sempre tua sorella»
Lei lo sbatté contro il muro violentemente, una mano stretta al suo collo.
«Quella non è più mia sorella!» disse tra i denti, rabbiosa.
«Giù le mani!» intervenne l’altra guardia, allontanandola a forza. «Abbiamo capito... E tu chiuditi quella stupida bocca: sai che non sopporta di sentir parlare di quella donna»
L’uomo si massaggiò il collo dolorante, gettando un’occhiataccia a Natsumi.
«Tsk» disse con voce roca. «Basta così, la visita è conclusa»


Haruka bussò piano alla porta dello studio dell’Hokage. Dall’interno le venne il permesso di entrare.
«Mi avete fatta chiamare?» domandò, chiudendosi la porta alle spalle.
«Sì» rispose Tsunade, in tono insolitamente grave. «Kakashi non ha mandato sue notizie, come eravamo d’accordo. Il che mi porta a pensare che lo abbiano catturato»
Silenzio. Shizune, alle spalle dell’Hokage, fissava ansiosamente i documenti sulla scrivania, senza vederli davvero.
«E... non potrebbe essere...» tentò Haruka, piano.
«Morto?» completò Tsunade per lei. «Personalmente ne dubito. Alla Pioggia conviene mille volte di più prenderlo vivo e fargli sputare tutto quello che possono. Ma...» si accigliò. «Lui non parlerà. Non tradirebbe mai la Foglia. E se loro lo capissero troppo in fretta... non c’è bisogno che continui, vero?»
«No» ammise Haruka.
«Tua sorella come è messa laggiù? Intendo... è a livelli tali per cui potrebbe esserci utile?»
«No. Non è molto più di una ninja comune... o almeno, la era una settimana fa. Ora potrebbe anche essere scesa in graduatoria, con una sorella traditrice...»
«Accidenti» Tsunade si morse il labbro inferiore, e abbassò gli occhi sul peluche di un orso che sembrava ghignare dalla sua scrivania.
Lo aveva vinto neanche due ore prima, e solo perché era la milionesima persona che ordinava sakè dall’apertura del locale in cui era stata.
Se lo sentiva che era un brutto segno...
«Come avete intenzione di muovervi?» domandò Haruka, piano.
L’Hokage esitò. Poi alzò gli occhi nocciola su di lei.
«Non possiamo permetterci di perdere Kakashi» disse, scandendo lentamente le parole. «Ma non possiamo nemmeno mettere a repentaglio la vita di altri ninja... il Paese della Pioggia è troppo sorvegliato, e nessuno dei nostri sarebbe in grado di muoversi agevolmente al suo interno... Per questo voglio che sia tu a recuperarlo»
Shizune alzò la testa di scatto, e Haruka inarcò le sopracciglia.
«Il consiglio non sa della mia decisione» proseguì Tsunade. « E se siamo fortunate non lo saprà mai. La mia è una scelta completamente autonoma, me ne assumo ogni responsabilità... Voglio fidarmi di te e delle tue capacità»
Haruka rimase in silenzio, sostenendo il suo sguardo.
Alla fine piegò la testa in un inchino.
«Lo farò»
La scena sarebbe stata solenne e terribilmente seria, se in quel momento la porta non fosse stata spalancata con violenza da un ciclone dai capelli biondi.
«Quando aveva intenzione di dircelo?!» esplose Naruto, mentre la guardia tentava, dalla porta, di spiegare che il pugno che aveva ricevuto non gli aveva permesso di fermarlo.
«Che diavolo ti salta in mente?» sbottò Tsunade, scoccandogli un’occhiata irosa. «Fare irruzione nel mio ufficio, in questo modo...!»
«Quando ci avrebbe detto che il maestro Kakashi non dà sue notizie?» insisté lui, sbattendo le mani sulla scrivania. «O ce lo avrebbe tenuto nascosto?!»
«Non urlare, brutto cretino!» replicò lei, mentre Haruka richiudeva saggiamente la porta. «Vuoi mandare all’aria tutti i miei piani?»
«Lei non ce lo avrebbe detto! Avrebbe mandato questa donna» additò Haruka. «a riprenderlo, senza nemmeno farcelo sapere! E se qualcosa dovesse andare storto?!»
«Adesso chiudi la bocca e lascia parlare me!» esplose l’Hokage. «Sai non può ancora muoversi, e tu e Sakura avete la testa altrove! Mandarvi in missione, e soprattutto in una missione di questo livello, sarebbe un suicidio!»
«E’ il nostro maestro! E siamo perfettamente in grado di riportarlo indietro!»
«Ah, ma davvero?» fece Tsunade, minacciosa. «E allora dimmi, come hai fatto a sentire il nostro discorso da fuori? Le pareti di questa stanza sono insonorizzate, e solo un udito molto, troppo sviluppato avrebbe captato qualcosa! Tu non controlli la volpe! Tu e lei state diventando una cosa sola! E io non ho la benché minima intenzione di mandarti in missione in queste condizioni!»
Naruto sentì il forte impulso di rovesciare la scrivania.
E invece una voce suadente dentro di lui lo convinse ad optare per un’altra strategia.
Rigido, staccò le mani dal piano di legno lucido e raddrizzò la schiena. Livido, puntò gli occhi azzurri in quelli nocciola dell’Hokage.
«Lei si sbaglia» disse, con voce insospettabilmente calma. «Ho sentito il vostro discorso perché, mentre aspettavo per chiederle di nuovo di Sasuke, avevo tutte le intenzioni di origliare, e come ninja sono in grado di farlo. E mi dispiace sentire che pensa che io stia diventando un tutt’uno con la volpe... anzi, ne sono offeso. Lei non ha fiducia nelle mie capacità! Ma in questo momento sono anche disposto a fare finta di niente... purché lei mi permetta di andare in missione con questa donna» accennò a Haruka.
Tsunade rimase interdetta dall’improvviso cambio di tono.
Un Naruto normale avrebbe gridato e strepitato. Un Naruto con volpe avrebbe ribaltato la scrivania. Ma quale Naruto avrebbe parlato in tono tanto pacato eppure deciso?
Esitante, chiese aiuto a Shizune con gli occhi. Lei si avvicinò.
«Signorina Tsunade... forse dovrebbe lasciarlo andare» suggerì al suo orecchio. «Così lui potrà controllare Haruka Muto, e Sakura, insieme a loro, potrà controllare lui. Alla fine avrà raccolto dati importanti su entrambi, non crede?»
L’Hokage tentennò.
Quale Naruto avrebbe parlato in tono tanto pacato eppure deciso?
Quella le sembrava l’unica domanda importante.
Ma... dal momento che aveva escluso il Naruto influenzato dalla volpe...
...forse non era un vero problema.
Forse si era davvero sbagliata.
Forse poteva fidarsi.
E forse non aveva il tempo di dubitare.
«E va bene» se ne uscì, brusca e insoddisfatta. «Hai il permesso di andare. Ma deve venire anche Sakura, e non accetto alternative»
«Va bene» annuì Naruto, ancora rigido. «Avrebbe voluto seguirci in ogni caso»
«Ora andate» ordinò Tsunade, smettendo di guardarli. «Muovetevi»

Shikamaru era steso sul prato, con un filo d’erba stretto tra le labbra.
Lui non si annoiava mai. Eppure, quel giorno, era insoddisfatto.
Sputò l’erba e si alzò a sedere, seccato.
Cosa c’era che non andava? Qual era il problema?
Un sospiro di piacere, un ricordo gli sfiorò l’orecchio.
 “Ehi, ehi... non scherziamo” si disse con un brivido.
Da quando sentiva la mancanza di
quella là?
Scosse la testa, per liberarla dalla disgustosa sensazione di tradire sé stesso, e si alzò in piedi. Evidentemente non aveva messo in bocca semplice erba.
Forse se fosse andato alla ricerca di Ino e Choji sarebbe riuscito a distrarsi e tornare normale. Valeva la pena tentare...
Ma, mentre lui si avviava verso il villaggio, allontanandosi dal bosco di proprietà della sua famiglia, qualcosa attirò la sua attenzione.
Un fruscio lontano. Un segnale d’allarme.
I Nara avevano uno strano legame con quella foresta... un legame intenso e misterioso. Di solito non ignoravano gli avvertimenti che provenivano da lì.
Shikamaru si guardò alle spalle.
Si accigliò.
E decise che Ino e Choji sarebbero rimasti soli ancora per un po’.
Tornò sui suoi passi, e si addentrò tra gli alberi alti e sottili. Tutto era silenzioso; un po’ troppo silenzioso. Tra le fronde, occhieggiavano i cervi... perché restavano nascosti?
Poi, gli giunse il suono di voci ovattate.
Si fece più cauto, mentre si avvicinava, e tese l’orecchio.
«...il nuovo leader» disse un uomo.
«Quale onore» disse un altro, dalla voce più roca.
«E quale onere» replicò il primo severamente.
Shikamaru si fece più vicino, e riuscì a sbirciare tra le fronde di un cespuglio. Con sua enorme sorpresa, ciò che vide lo lasciò impietrito: da un lato, Danzo. Dall’altro, un uomo con addosso il mantello dell’Akatsuki. Tra loro, una donna... se non si sbagliava era la segretaria di Danzo.
«Avrai un compito molto difficile, in qualità di nuovo leader» continuò quest’ultimo, stringendo il suo bastone nero tra le dita. «Dovrai raccogliere l’eredità di Madara Uchiha e riprendere da dove lui si era interrotto»
«Devo catturare di nuovo i demoni?» chiese l’uomo ammantato, in tono seccato.

«No, quello era un capriccio di Madara... limitati ad attaccare la Foglia, e a devastare il villaggio al mio comando, non mi interessa come. Quello che accadrà dopo sarà affar mio. E tu riceverai un’adeguata ricompensa, oltre alla fama»
Shikamaru fu sicuro che l’interlocutore di Danzo sorridesse.
«E’ un ottimo accordo» commentò. «Dammi solo il tempo di trovare dei validi membri»
«Bene» concluse Danzo ruvido. «D’ora in poi i nostri contatti saranno attraverso Reira» la segretaria dagli occhi verdi annuì. «Non ci incontreremo mai più... fino al completamento del nostro progetto»
L’uomo dell’Akatsuki chinò la testa, ironico.
Sotto il piede di Shikamaru un rametto si spezzò. Classico.
Meno di un attimo dopo, uno shuriken volò fino al punto in cui si trovava, lo oltrepassò, e si conficcò nel tronco di una betulla alle sue spalle. Lui trattenne il fiato.
«...Sarà stato un animale» commentò Reira, abbassando il braccio che aveva lanciato l’arma.
«Separiamoci» ordinò Danzo. «Questa foresta è proprietà del clan Nara, l’ho scelta perché nessuno ci entra mai... ma potremmo anche essere sfortunati e incappare in qualcuno della famiglia»
L’altro uomo e la segretaria annuirono. Poi presero una direzione, e Danzo l’altra.
Shikamaru si acquattò tra i cespugli mentre passavano a un soffio dal suo nascondiglio.
Vide la segretaria gettare un’occhiata al cespuglio che lo riparava, ma quando proseguì oltre senza dar segno di essersi accorta della sua presenza, lui tirò un sospiro di sollievo.
Accidenti...” pensò subito dopo. “Devo avvisare l’Hokage”










Nel prossimo capitolo:

«Lascia perdere» suggerì una delle guardie, laconica. «Tanto ormai è chiaro che non aprirà bocca. Te lo dico io, questa volta lo fanno fuori»
Un pensiero si fece strada nella mente di Haruka, lento e pesante.
Sua sorella... era dalla parte della Pioggia.
Per davvero.
E a confermare il suo tremendo sospetto, vennero le stesse parole di lei:
«Già, mi sa di sì. Allora forse posso chiedere di essere io a finirlo»












*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

E' ormai evidente: io amo complicarmi la vita.
Ed è per questo che sono anche riuscita a trovare un collegamento tra la Radice e l'Akatsuki!
D'altronde... perché no, mi chiedo?
In fondo l'Akatsuki è guidata da un ex membro della Foglia, è plausibile che Danzo abbia armi anche all'esterno del villaggio,
e sia lui che Madara sono due psicopatici guerrafondai.
Se fossero andati a scuola insieme sarebbero stati compagni di banco, insomma.
Quindi, per un attimo lasciamo da parte Sasuke (evvai!) e occupiamoci di faccende politiche...
(per poco, eh. Nel prossimo capitolo sistemiamo la faccenda della Pioggia, e poi torniamo a Konoha)


Ehi, ma perché tanti di voi hanno capito che avrei aggiornato sabato prossimo?
Almeno fino alla prossima settimana, nel weekend sono a casa e ho a disposizione la connessione normale!

L'esame è andato.
Punto.
Non ho la minima idea di come verrà valutato, ma sinceramente non voglio neanche pensarci!
E ora via con il prossimo, 11 dicembre...

Talpina Pensierosa: tu hai sempre problemi con le coppie un po' particolari, eh? XD Ma guarda che in giappone il matrimonio tra cugini non è incesto, e Hinata e Neji fanno parte di un clan nobiliare, che generalmente con queste cose ci va (è il caso di dirlo) a nozze! Mentre Kyuubi... Beh, vorrei che rappresentasse la mia parte sadica, ma in realtà non credo di avere abbastanza palle! Se riuscissi ad essere bastarda come lei sarei ben felice, credimi... solo che mi manca la superiorità sul genere umano e la coscienza inesistente. Ma sto già provvedendo...
Killkenny: niente Apocalissi all'orizzonte, almeno per ora. Ma ho già in programma qualcosina, naturalmente... E Kyuubi sa psicanalizzare Naruto da quando ha capito che è facilmente manovrabile (per colpa di Sakura, naturalmente; di solito è molto superiore!). Gai che ci prova con una donna è stata una scena che ho scritto allibita... Davvero, non mi aspettavo che un giorno sarei riuscita a tirare fuori qualcosa di tanto assurdo! U_U
harryherm: fai benissimo a preoccuparti! XD Insomma, dal mio punto di vista il titolo e cosa significherà è scontato, devo solo portarvici nel modo più bastardo...! Ehi, perché tutti mi paragonano a Kyuubi? Per carità, la cosa mi lusinga profondamente... ma io in realtà sono buona! Vorrei essere cattiva, ma non ci riesco mai fino in fondo! Kakashi sarà il personaggio contro cui mi accanirò fino al prossimo capitolo (eh sì, tocca a tutti!), ma tanto lui è un Vero Uomo! No problem, no problem! Grazie mille per i complimenti su Haruka, mi sono impegnata molto per crearla (e, ahimé, è fondamentale ai fini dello svolgimento delle cose future...) e sono felice se la apprezzi! ^^ Non deprimerti in attesa dei prossimi capitoli, tanto aggiorno comunque con una certa regolarità... Ovviamente, in questo periodo avrò qualche problema dal punto di vista della scrittura, a causa di questi stupidi esami che assorbono tutte le mie energie creative, ma almeno fino a Natale ho le spalle coperte!
OneWingedAngel: ed è questo il momento in cui gongolo! Il paragone tra Anakin e Naruto mi manda in brodo di giuggiole, davvero! Io ho semplicemente adorato la trasformazione di quel personaggio, e se mi dici che il mio Naruto te la ricorda... sì, rischio di montarmi un po' troppo la testa! XD Confesso che mi piacerebbe da matti un Naruto cattivo... ma per quello ho già in mente qualcosa d'altro. Qui, almeno per ora, voglio più che altro tenere la problematicità. solo alla fine mi lascerò andare sulla conclusione! Lieta che ti siano piaciute anche le parti tranquille, come te anche io preferisco le scene d'azione, e quindi mi ci metto d'impegno per non rendere noioso il resto. Tra Kiba e gli Hyuuga e Gai, spero di esserci riuscita! Anche perché, come ho già ripetuto molte volte, io devo arrivare a una certa situazione finale... e alcuni passaggi sono obbligati! Eheh, chissà a che gioco gioca la sorella di Haruka? Lo scoprirai soltanto nel prossimo capitolo! Ma attento... tutto può succedere!
Rina: oh... ehm... non devo fare male a Kakashi? Ehm... se sei già qui hai letto il capitolo, vero? ^^' Su, su! Lui è forte, se la caverà! Che dire? A te ho già risposto in un'altra sede! XD Comunque grazie ancora per l'entusiasmo, è la cosa che più amo! E con Gai... uhm... sai, non sono molto sicura che il problema sia solo il parrucchiere... sai, anche quella tutina... e le sopracciglia... e il modo di fare... ecco, se mi capisci... ci vorrebbe più una Fata Madrina in stile Shrek! XD
kage_naru89: uhm... forse un pochettino ci hai azzeccato, con un'opzione. Ma lo saprai solo nel prossimo capitolo! XD Kyuubi invece diventerà sempre più "birichina", per usare le tue parole, perché sì. Perché la amo. Perché è LEI!! >_< (delirio kyuubesco) Grazie per gli auguri riguardo all'esame, non so se mi siano serviti ma spero tanto di sì! XD
kaho_chan: vuoi risposte? AHAHAHAHAH!! Che simpatica! Vuole risposte! Ahah! Ehh, questi desideri insoddisfabili... XD I commenti sull'IC mi fanno veramente piacere, grazie mille! La mia vera sfida sarà però al capitolo 32 e 33, quando gli eventi prenderanno una piega un po' più netta... Lì sì che avrò bisogno di un parere sincero! Sai è il mio jolly. XD Quando una cosa NON va detta, lui la dice! E così almeno dà una mossa alle cose! XD Ehh, Jiraya... poveretto, di recente ho finito per dargli un ruolo più importante, nei capitoli che verranno! ^^ Spero che gradirai!

Aya

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Capitolo 23
*** Sorelle ***


Naruto-23

Capitolo ventitreesimo

Sorelle




Per loro era stato più difficile entrare. Anche se contavano sull’esperienza e l’abilita di Haruka, Naruto e Sakura scoprirono che i ninja della Pioggia avevano fatto i loro stessi calcoli, bloccando ognuno degli ingressi che lei conosceva.
Per fortuna c’erano anche vie di cui loro non erano al corrente, e fu proprio da una di esse che passarono per introdursi nel villaggio.
Riemersero dallo stesso ruscello fangoso che Kakashi aveva attraversato due giorni prima, sputacchiando melma e guardandosi disgustati, ma Haruka non lasciò loro il tempo di ripulirsi. Rapida ed efficiente li condusse lungo le strade del villaggio, ormai tristemente familiari, fino al palazzo del capovillaggio.
Si appostarono in un vicolo che dava sulla piazza principale, fuori dalla portata dell’occhio delle guardie all’ingresso, e Haruka spiegò loro il suo piano: lei si sarebbe travestita da membro della squadra speciale, dal momento che a loro non facevano mai domande, e si sarebbe introdotta nel palazzo alla ricerca di informazioni. Sakura e Naruto l’avrebbero aspettata lì.
«Non se ne parla» si oppose subito Naruto. «Noi entriamo con te»
«Non ho travestimenti per tutti» replicò lei stringata.
«E allora saremo i tuoi prigionieri» propose Sakura. «I ninja che hanno tentato di liberare Kakashi, e che tu hai catturato al confine. Non puoi lasciarci ad aspettare»
Haruka sbuffò, esasperata.
Purtroppo, la cocciutaggine di quei ragazzini le ricordava troppo quella di sua sorella, perché riuscisse a resistere.
«E va bene. Ma vedete di non intralciarmi» si arrese.


«Sapevo che Danzo stava macchinando qualcosa!» sbottò Tsunade, facendo schioccare la lingua per il disappunto. «La stava tirando troppo lunga con Sasuke, avrei dovuto immaginare che voleva distogliere la nostra attenzione da qualcosa di più importante!»
Shikamaru, in piedi davanti alla sua scrivania, le aveva appena riferito quanto aveva sentito nel bosco del suo clan.
«So bene come ha intenzione di occuparsi del villaggio una volta che sarà devastato...» continuò l’Hokage, frustrata. «Vuole sedersi su questa maledetta poltrona!»
«Però sappiamo dov’è il membro dell’Akatsuki da cui dovrebbe partire tutto...» mormorò Shikamaru. «Se riuscissimo a provare che è in contatto con Danzo, riusciremmo a liberarci di lui e dei resti dell’Akatsuki in un colpo solo»
«Anche questo è vero...» rifletté Tsunade. «Ma dovremmo muoverci con infinita cautela...»
«Non abbiamo infiltrati nella Radice?» chiese lui. «Oltre a Sai, intendo»
Lei scambiò uno sguardo con Shizune.
«A voler essere sinceri... una persona ci sarebbe» ammise alla fine, accigliandosi. «Ma è la segretaria che tu hai visto con loro. E lei... avrebbe dovuto avvisarci prima...»
«Quindi non è sicura?»
«Non lo sappiamo. Qualcuno dovrebbe controllarla...»
Entrambe le donne puntarono gli occhi su Shikamaru.
«Eh? Cosa... No, non starete mica pensando...» si difese lui, arretrando di un passo.
Tsunade sorrise.
«Ti ho appena affidato questa missione: scopri da che parte sta Reira Mizuno»
Lui deglutì, e crollò il capo in un profondo sospiro.
Sono un maledetto idiota”


«Il capovillaggio è impegnato in questo momento... lasciali in consegna a noi»
Le guardie che dissero queste parole, laconiche, degnarono Haruka a malapena di uno sguardo. Lei fece una smorfia, dietro la maschera. Aveva sperato di trovare direttamente il grande capo, così da farlo parlare in fretta, ma non le era andata bene.
Sakura e Naruto, legati e leggermente ammaccati, mostrarono la debole intenzione di liberarsi. Una delle guardie assestò al biondo un calcio.
«Portiamoli alle celle, giù da basso» propose l’altra. «Così, per fargli rinfrescare le idee. Forse stando nei pressi del compagno che volevano salvare, diventeranno un po’ più morbidi»
Bingo” pensò Haruka. Ora sapeva dove doveva andare.
«Ci penso io» si affrettò a proporre. «In ogni caso non ho nulla da fare»
«Come preferisci»
Nessuno diceva di no a un membro della squadra speciale.
E così si trovò a trascinare Naruto e Sakura giù per la rampa di scale che quasi due settimane prima aveva salito con Kakashi e Shino, strattonandoli un po’ più del dovuto per consolidare la sua immagine di freddo membro del’élite della pioggia. Non era difficile, in fondo: era stata tale per quasi dieci anni della sua vita, come testimoniava il tatuaggio sulla sua spalla, un disegno simile a una saetta che era stato inciso sulla pelle sua e di tutti i suoi vecchi compagni.
Percorse il lungo corridoio che portava alle sale degli interrogatori, le oltrepassò e raggiunse un altra stanza lunga e stretta, su cui si aprivano numerose porte di ferro. Dietro ad alcune si sentivano sussurri, lamenti. Dietro ad altre soltanto un terrificante silenzio.
Sakura rabbrividì mentre avanzava, legata a Naruto.
Sasuke... non era in un posto del genere, vero?
A Konoha non esistevano luoghi simili...
vero?
Haruka fece schioccare la lingua.
«Maledizione...» mormorò piano. «Dovremo guardare dietro ognuna delle porte»
E in quel momento un rumore di passi secchi risuonò nell’aria.
La rossa si irrigidì, e trasse un po’ più vicini i suoi prigionieri. Voltandosi verso l’ingresso del corridoio, vide comparire da una svolta Natsumi.
Tirò un sospiro di sollievo, rilassandosi impercettibilmente... e allora vide le due guardie dietro di lei.
L’hanno scoperta?” fu il suo primo, ansioso pensiero.
Ma poi non scorse catene ai suoi polsi e, incontrando il suo sguardo, non lesse paura o preoccupazione. Soltanto una fredda determinazione, che per qualche ragione... la inquietò.
«Accidenti a quell’uomo...» borbottava facendosi avanti.
Haruka la vide coprire con la mano un piccolo livido rossastro sul collo, con evidente disgusto.
Poi la guardò.
«Ah, eccoti» disse a voce più alta. «Il capovillaggio ora è libero, puoi riportarli su»
Haruka rifletté in fretta.
Punto primo: perché Natsumi sembrava ricoprire una carica tanto alta, tutt’a un tratto?
Punto secondo: se avesse attaccato le guardie alle sue spalle, sarebbe riuscita a ucciderle prima che reagissero?
«Oh, ma come sono piccoli...» commentò sua sorella, dando un’occhiata a Naruto e Sakura. «Li mandano nei villaggi nemici già così giovani? Quanti anni hai, eh?» chiese, sollevando il mento di Naruto.
Haruka inarcò le sopracciglia sotto la maschera.
Da quando Natsumi sfoggiava tutta quell’arroganza?
Sentiva che c’era qualcosa di storto... qualcosa che le sfuggiva. Ma cosa?
I suoi occhi scivolarono sulla spalla di lei, lasciata nuda dalla maglia. Scoprì una fasciatura bianca. E in un attimo ricordò il giorno in cui lei era stata marchiata come membro della squadra speciale.
Cosa diavolo era successo in quel poco tempo?
«Non rispondi?» insisté Natsumi, lasciando andare il mento di un Naruto oltremodo irritato. «Non è una buona abitudine... ma l’interrogatorio ti farà cambiare idea. E’ un peccato che debbano ferire questo bel faccino» sorrise, fredda.
Le guardie alle sue spalle si scambiarono un’occhiata che la diceva lunga, e Haruka inorridì sotto la maschera.
Cosa diavolo era successo?!
«Puoi andare» la congedò Natsumi, con un’insopportabile aria di superiorità. «Io mi occupo di Kakashi Hatake...» sorrise. «E’ divertente, sai?»
Le guardie sospirarono, cupe, con la faccia di chi sa che sta per passare un quarto d’ora molto spiacevole. Haruka ormai non capiva più niente. I tre della Pioggia la oltrepassarono, diretti all’ultima cella, e lei istintivamente si voltò a guardarli... Natsumi, che di solito camminava a passi piccoli e leggeri, ora sfoggiava una camminata militare che non le si addiceva per niente.
Ma dov’era l’ingranaggio che non funzionava?
Dov’era la molla rotta?
Qual era il pezzo che le mancava per capire?
Si aprì la porta dell’ultima cella, con un cigolio prolungato.
Naruto, accanto a Haruka, fece sentire la sua presenza.
«Sappiamo dov’è, agiamo!» sibilò impaziente.
Ah, certo... aveva ragione.
Però... c’era una cosa che voleva controllare...
«Non azzardatevi a muovervi senza un mio preciso ordine» sussurrò, liberando in fretta lui e Sakura. «Zitti»
In punta di piedi si avvicinò all’ultima cella, seguita a breve distanza dagli altri due, e si acquattò contro il muro. Le guardie erano dentro, ai lati dell’ingresso, e avevano lasciato la porta aperta perché entrasse un filo di luce.
«...e quindi questa è l’ultima occasione che hai di parlare con le buone» stava dicendo Natsumi, accucciata davanti a Kakashi.
Lui, accasciato contro la parete, non mosse nemmeno il capo. Aveva ferite su tutto il corpo, respirava pesantemente e tremava per il freddo intenso.
E la nota di gelida indifferenza nella voce di sua sorella fece corre un brivido lungo la schiena di Haruka.
Natsumi sbuffò.
«Eddai, in fondo cerco solo di farti un favore» brontolò, colpendo la guancia di Kakashi con uno schiaffo leggero. «Preferisci che il capovillaggio si diverta ancora un po’ a scoprire di che colore sei sotto la pelle?»
Lui non parlò neppure ora.
«Lascia perdere» suggerì una delle guardie, laconica. «Tanto ormai è chiaro che non aprirà bocca. Te lo dico io, questa volta lo fanno fuori»
Un pensiero si fece strada nella mente di Haruka, lento e pesante.
Sua sorella... era dalla parte della Pioggia.
Per davvero.
E a confermare il suo tremendo sospetto, vennero le stesse parole di lei:
«Già, mi sa di sì. Allora forse posso chiedere di essere io a finirlo»
Non riuscì ad ascoltare altro.
Senza nemmeno fare il cenno concordato con Sakura e Naruto, scattò in avanti.
Si avventò sul primo ninja con la rapidità di un felino, conficcando il kunai nella sua gola, e quando si voltò per colpire il secondo scoprì che Natsumi l’aveva anticipata, sbattendolo contro il muro e affondando la stessa arma nel suo stomaco, una mano premuta sulla bocca a soffocare il suo gemito di dolore. Per un attimo Haruka esitò, il kunai sporco di sangue ancora alzato, poi lo abbassò su di lei.
Natsumi parò all’ultimo istante, e una goccia di sangue andò a macchiarle il viso.
«Non male come accoglienza...» mormorò con un mezzo sorriso.
«Che diavolo stai facendo?» sibilò Haruka, senza muoversi.
Sua sorella la spinse indietro, liberando il braccio con cui aveva parato.
«Cerco di sopravvivere» disse in tono amaro, passando una mano sulla goccia che la macchiava e trasformandola in una striscia cremisi. «Me la cavo come posso»
Dalla porta, Naruto e Sakura osservavano confusi lo scambio di battute, senza azzardarsi a oltrepassare le due ragazze e raggiungere il maestro Kakashi. Dal canto suo, lui aveva alzato l’occhio opaco, altrettanto interdetto.
«Tradendo tutto ciò per cui mamma e papà sono morti?!» esclamò Haruka.
«Tu non hai nemmeno idea di cosa io abbia passato per continuare a seguire le loro maledette orme!» replicò Natsumi sullo stesso tono. «Non ho tradito nessuno, sto semplicemente agendo come loro si aspettano da me! Perché ci hai messo così tanto a intervenire, quando ti ho fatto capire dov’era la cella di Kakashi?»
«Perché ero sconvolta da quello che usciva dalla tua bocca!»
«Andiamo, erano tutte palle! E’ da quando ho due anni che sono in grado di fregare chiunque con le mie bugie!»
«E secondo te come faccio ad esserne sicura?»

«Non esserlo» mormorò, inaspettata, la voce di Kakashi. L’unico occhio visibile si puntò, accusatorio, su Natsumi. «E’ stata lei a mandare il messaggio con le indicazioni sul nascondiglio dei documenti... e a trovarsi lì l’attimo dopo. E’ stata tutta una trappola»
Il labbro inferiore di Natsumi tremò.
«Quella volta non ero lì per catturarti» scattò. «Ci sono due tipi di allarme in quell’appartamento, uno che scatta per la squadra speciale e uno che scatta per me, e quando Haruka era qui anche per lei. Io ho semplicemente cercato di arrivare prima dei ninja della Pioggia, ma per sfortuna sono arrivata esattamente insieme a loro. Ho dovuto unirmi al gruppo! Avevo ancora una ferita aperta nel fianco, e ho dovuto fingere di essere in perfetta salute, lì perché convocata come loro!»
«E quali prove ci sono?» insisté Kakashi, con voce roca.
«Eccole le tue maledette prove» sibilò lei, raggiungendolo in una falcata.
Naruto intervenne, fulmineo, e si frappose tra lei e lui.
Natsumi gli mostrò una chiave di metallo arrugginito, impaziente.
«Voglio solo liberarlo» sibilò.
Naruto si spostò, guardingo.
Lei si chinò e seguì il contorno dei polsi di Kakashi fino agli anelli di ferro che li bloccavano al muro. Mentre la chiave scattava nella serratura, le sue mani tremavano.
Liberò la destra, e poi la sinistra. Il jonin di Konoha si massaggiò le braccia doloranti, ancora non del tutto convinto, e lei, evitando il suo sguardo, frugò nel marsupio che teneva legato in vita ed estrasse un plico di fogli strettamente ripiegato.
«Sono i documenti di quella volta» spiegò mettendoglieli in mano. «Quelli che hanno preso la squadra speciale erano copie create ad arte. Questi sono gli originali, ed erano in uno scomparto dietro la nicchia che tu hai visto. Chiedi a Haruka se non mi credi»
Kakashi alzò lo sguardo sulla sorella maggiore.

Lei, che nel frattempo si era liberata della maschera della squadra speciale, annuì lentamente.
«Perché sei così importante ora?» chiese a bruciapelo. «Se non hai tradito tutti gli ideali con cui sei stata cresciuta... come hai fatto a guadagnare la loro fiducia?»
Natsumi evitò di incrociare il suo sguardo.
«Non ti piacerebbe saperlo» mormorò asciutta, e la sua mano corse istintiva a coprire il piccolo livido rosso che spiccava sul suo collo.
Haruka ricordò all’improvviso alcune voci che circolavano sul conto del capovillaggio... voci che di certo non gli rendevano unore... e un fremito di rabbia e indignazione la scosse.
«Cosa diavolo hai fatto?!» scattò furente, afferrando la sorella per il braccio e allontanando la mano dal collo.
«Tutti devono fare sacrifici!» sibilò Natsumi, a un passo dal suo viso. «Mamma è papà sono morti, tu hai dovuto occuparti di me per tutta la vita... e questo è il prezzo che devo pagare io!» liberò la mano con uno strattone. «Non pensarci, ok? Questo non ti riguarda!»
«Certo che mi riguarda! Sei mia sorella!»
«Questo non vuol dire niente...» disse Natsumi, amara. «Ufficialmente ti ho disconosciuta, e ufficialmente tu disconoscerai me. Da oggi in poi non dovrai più cercarmi o chiedere mie notizie. Per te sarà come se fossi morta»
Haruka si morse il labbro inferiore.
Fingere che l’ultimo membro della sua famiglia non esistesse più? Smettere di preoccuparsi per lei?
Era come chiederle di veder morire di nuovo i suoi genitori... era troppo.

«Vieni con noi» disse all’improvviso. «Torna a Konoha, ci rifaremo una vita là...»
Prima ancora che lei avesse finito di parlare, però, Natsumi scosse la testa.

«Sono l’ultimo aggancio rimasto in questo Paese» spiegò. «Ricopro una posizione importante, ho accesso a informazioni preziose... sarò molto più utile alla Foglia restando qui»
«Ma la tua vita sarà un inferno! Io lo so, l’ho provato!»
«E io no?» Natsumi fece un sorriso stanco. «Credimi, mi è bastata una settimana per capire... ma ho scelto così. Me lo farò andare bene. Ora smettiamo di perdere tempo: il capovillaggio non ci metterà molto a chiedersi che fine avete fatto»
«No, non ci sto» protestò Haruka. «Non posso lasciarti qui e...»
Ma Natsumi aveva smesso di ascoltarla.
Volgendole le spalle, si era avvicinata a Kakashi e aveva tirato fuori dal marsupio una pillola avvolta in un pezzetto di stoffa.
«Tieni, è un tonico da guerra» spiegò tendendoglielo. La sua mano tremava ancora. «Ti rimetterà in sesto. E... tutto quello che ti ho detto... non era vero» arrossì. «Non sei stato una delusione»
Kakashi prese ciò che lei offriva, e lo ingoiò in un sol colpo.
«...Grazie» mormorò alla fine.
«Mi dispiace anche per... lo schiaffo... e tutto il resto...» continuò Natsumi, evidentemente a disagio. «Però dovevo convincerli... lo capisci, vero?» domandò ansiosa.
Lui rimase in silenzio per un attimo.
Poi, di fronte alle sue mani tremanti e ai suoi occhi blu supplici, annuì.
Secondo quanto aveva detto Haruka, lui era l’eroe di Natsumi... forse non riusciva neanche a immaginare come lei si era sentita fino a pochi minuti prima, comportandosi come aveva fatto.
«Stai tremando» disse Sakura, notando le sue mani inquiete. Assottigliò gli occhi verdi. «C’è qualcosa che non va...?» domandò sospettosa.
Natsumi fece una smorfia.
«Non è niente di preoccupante» borbottò amara. «E’ solo per una cosa che dovrò fare... ma non vi riguarda, state tranquilli. Ora dovete andare, e in fretta pure. Io non posso accompagnarvi...»
«Aspetta... hai davvero intenzione di restare qui?» intervenne Naruto, accigliato. Natsumi gli lanciò un’occhiata perplessa. Che voleva questo? «Non sei la sorella di Haruka? Non staresti mille volte meglio a Konoha? Perché non vuoi tornare?» domandò lui a raffica.
«L’ho già spiegato» sbuffò lei.
La ruga sulla fronte del biondo si ispessì.
«Ma la tua spiegazione non aveva senso. Saresti utile alla Foglia in altri mille modi, tornando con noi! Qua... beh, mi è parso di capire che non hai davanti un bel futuro»
Natsumi aprì la bocca per ribattere, ma in quel momento un leggero bip-bip proveniente dal suo fianco la distrasse. Prese una specie di piccolo cerca-persone e scorse con gli occhi il messaggio appena arrivato.
«Merda» le sfuggì, mentre si accigliava a sua volta. «Non c’è più tempo, il capovillaggio vuole vedere Kakashi e voi due» rialzò lo sguardo, e nonostante la penombra fu chiara la nota di definitività che traspariva dagli occhi. «Da qua in poi dovrete cavarvela da soli»
Senza il minimo preavviso, prese il kunai sporco di sangue che aveva riappeso alla cintura e lo conficcò nel proprio stesso addome, a pochi centimetri dalla ferita di una settimana prima che si stava lentamente rimarginando. Lo fece in fretta, per non bloccarsi all’ultimo istante, perché il tremito non le impedisse di mirare con cura... e perché nessuno la fermasse.
«Natsumi!» gridò Haruka, spalancando gli occhi, ma lei la spinse indietro con una mano macchiata di rosso.
«Muoviti!» disse tra i denti, le labbra già tinte di sangue. «Vi lascio due minuti di numero, e poi chiedo aiuto! Anche se voleste portarmi indietro con la forza, non sopravvivrei al viaggio di ritorno...!» un colpo di tosse le impedì di continuare.
«Posso fare qualcosa io...» intervenne Sakura, facendo un passo avanti, ma l’occhiata che Natsumi le lanciò bastò a farla desistere.
«Muovetevi» disse, con voce roca. «Avete un minuto e mezzo!»
Haruka esitò.
Alla fine imprecò tra i denti, e strinse la sorella in abbraccio impulsivo.
«Non morire» le sussurrò all’orecchio. «E se le cose si fanno troppo difficili torna indietro! Per favore!»
Natsumi si sforzò di sorridere. «Vai» mormorò, allontanandola da sé. Sulla divisa di Haruka era rimasta una larga chiazza rossa.
Sakura, Naruto e Kakashi, che si era notevolmente ripreso, erano già sulla soglia. Il biondo fissò la minore delle due sorelle scuotendo la testa... e il paragone, per contrasto, con i fratelli Uchiha gli sorse spontaneo.
Haruka guardò un’ultima volta Natsumi. Poi si voltò di scatto, per evitare ogni ripensamento, e insieme agli altri corse via lungo il corridoio.
Lei, la traditrice, la sorella ritrovata, l’infiltrata e la bugiarda, si lasciò cadere contro la parete di cemento che aveva accolto la schiena di Kakashi fino a poco prima.
Ansante, chiuse gli occhi.
La ferita al fianco pulsava e bruciava come il fuoco. Senza sapere perché, portò la mano alla spalla fasciata; sotto le bende c’era il tatuaggio della squadra speciale, fresco del giorno prima.
Le sarebbe piaciuto poterne essere orgogliosa... le sarebbe piaciuto vivere in un villaggio senza doversi nascondere... le sarebbe piaciuto conoscere il suo idolo di sempre in altre condizioni.
Al pensiero di Kakashi, un sorriso amaro le piegò le labbra.
In quel momento odiò conoscere tanto bene sua sorella... perché aveva capito che tra quei due c’era qualcosa di più di un generico rispetto. Aveva visto l’occhio di Kakashi posarsi su di lei. E ne era stata gelosa.
«Che egoista...» mormorò da sola.
Haruka aveva vissuto per lei, da dodici anni a quella parte. Per lei e solo per lei.
Merita un po’ di felicità” si trovò a pensare.
Guardò l’orologio al polso, sporco di sangue. Il minuto che aveva promesso era passato da un pezzo.
Con la mano che lentamente perdeva sensibilità, prese il cerca-persone e premette un tastino rosso sul lato. Ci fu un altro pigolio basso, e una luce prese a brillare a intermittenza.
Lei inspirò a fondo, gemendo per il dolore.
Sarebbero arrivati nel giro di mezzo minuto.
Era abbastanza stordita?
Sì.

Sapeva che la ferita al fianco non sarebbe bastata come scusa per non essersi lanciata all’inseguimento dei prigionieri, per non averci nemmeno provato.
Ci voleva qualcosa d’altro.
E il miglior anestetico era lo stordimento.
Rialzò il kunai, con la mano ancora tremante, e si morse il labbro inferiore. Iniziava a non vedere bene i contorni, ma le sembrava che fosse a perpendicolo sul quadricipite.
Avanti...” si disse amara. “Non avrai mica paura adesso?”
Chiuse gli occhi.
Calò la mano.
Alle labbra strette tra i denti non sfuggì nessun lamento; ma una goccia di sangue colò lenta verso il mento...






Nel prossimo capitolo:

«Vedi... le donne sono animali complessi» borbottò il sannin, versandosi un goccio di sakè dalla bottiglia che il jonin gli aveva portato in regalo. «Spesso incomprensibili» buttò giù il sorso. «Io ho passato la mia intera vita a studiarle, e ancora non capisco i complicati meccanismi che regolano i loro rapporti sociali. Per esempio, perché un giorno si strappano i capelli e quello dopo si fanno i complimenti per la manicure? E quale scopo avrebbe l’emarginazione sociale? A una basta cambiare gruppo, no? No. Perché per loro un gruppo è una specie di marchio indelebile... E, naturalmente, ci sono anche i rapporti con gli uomini. I ‘te lo lascio – me lo lasci – è mio di diritto – lo amo più di te’ che per me non hanno alcun senso: sono di tutte, se volete! E’ all’interno di questa branca della sociologia femminile che si inserisce la teoria dell’harem»












*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Ed è con questo capitolo che si concludono le vicende riguardanti il villaggio della Pioggia e le sorelle Muto!
Di Natsumi non saprete più nulla per moooolto, molto tempo (se l'è cavata? No? Chi lo sa!),
e Haruka... diciamo che andrà a caccia, per un po'.
Dal prossimo aggiornamento si torna alle calme atmosfere di Konoha...
...scusate, devo essermi confusa.
Dicevo, si torna alle molto poco calme atmosfere di Konoha,
dove Kakashi, le bizzarre teorie di Jiraya e la famiglia Hyuuga la faranno da padroni!
E dove finalmente l'affare Sasuke inizierà a muoversi...

Ora, minuscolo messaggio pubblicitario! XD
Per quanti di voi non lo sapessero, da domenica scorsa su questo sito esistono non più una, ma due mie fanficitions;
l'altra è una specie di breve esperimento, che vi consiglio di leggere se volete deprimervi,
o se vi sentite troppo allegri e avete bisogno di tornare alla normalità,
o se pensate che i Within Temptation siano qualcosa di splendido!
(PENSATELO!)
Inutile a dirsi, troverete maggiori dettagli e il link nella mia pagina personale.
^^

sammy1987: grazie mille per aver lasciato un commento, è sempre bello trovarsi davanti persone nuove! Eheh, chissà con chi finirà Sakura...? Io lo so, c'è solo questa certezza! Per il resto... tutto più accadere... XD
harryherm: Haruka ringrazia, e si complimenta per i tuoi ottimi gusti... spero che sia sarcastica, altrimenti me la ritroverei più arrogante del previsto! XD Comunque io non sono sadica, uffa... Li maltratto un po', ma non faccio mai del male vero e proprio a nessuno! (nell'altra fic sì che li torturo... qua mi limito a giocherellarci) Kakashi è forte e giovane, quante storie... se non sopravvive lui a cose come questa, tutti i ninja possono appendere gli shuriken al chiodo! Naruto è tanto caruccio, vero? >_< Mi piace da mattiiii! Giusto ieri, scrivendo il trentaquattresimo capitolo sul treno (invece di studiare come avrei dovuto...), me lo sono ritrovato davvero puccioso! Ebbene sì, me ne sono (ri)innamorata...! *ç* Per quanto riguarda l'Akatsuki, il nuovo capo (nonché unico membro) è una vecchia conoscenza pur non essendo un personaggio di Kishi... Su, su... chi stava girando attorno a Konoha mentre Naruto faceva fuori Madara e Itachi...?
kaho_chan: erano questi i guai che avevi previsto? Ma no, dai, che sono stata brava... non ci sono andata tanto pesante, e non l'ho tirata per le lunghe. Diciamo che mi serviva che Natsumi conoscesse l'intero gruppo... uhuhuh... (Sasuke ovviamente non conta, possiamo anche dimenticarlo).
1992: strano modo di dimostrare la tua ammirazione per Kakashi! XD Allora posso torturarlo ancora un po'? XDD Naruto è volutamente ingarbugliato... è confuso, non si capisce bene chi e come ha il controllo, quanto la volpe influisca su di lui e quanto lui la gestisca... nemmeno lui riesce a capirsi, in questo momento, e non vedo perché i lettori invece dovrebbero riuscire a comprenderlo! XD (persino io ho qualche problema con lui!) Wow, sono contenta che ti piaccia Haruka! XD Ha riscosso un buon successo... ora inizio quasi a pensare che la mia vita sia in pericolo per ciò che succederà più avanti... Grazie mille per gli auguri, non so ancora come sia andato l'esame, ma quando mi arriverà il voto lo comunicherò a tutti! (nel bene e nel male...) Un bacione! ^.^
Jana: evviva, grazie mille per i complimenti! Ma esattamente... quali sono le tue coppie preferite? Per ora sto viaggiando molto su triangoli e supposizioni, tu in particolare a chi ti riferisci? ^_^
killkenny: tienila bene d'occhio, la segretaria di Danzo... perché scoprirai qualcosa di molto interessante su di lei... oserei dire di sconvolgente! XD (e te lo dico perché vieni da manga.it) Il superstite dell'Akatsuki è una nuova conoscenza (e con nuova intendo: risalente a questa fan), ma se ricordi chi si aggirava attorno a Konoha insieme a Tobi qualche tempo fa ci arrivi... ^^ Ehi, Itachi fantasma è un'idea che mi piacerebbe mettere in pratica! XD Giusto per rivederlo, anche solo un istante... sigh. Sono stata un'idiota ad ucciderlo! >_<
OneWingedAngel: Kakashi non è asino, povero piccolo... è caduto in trappola. E, per colmo di sfortuna, si è trovato ad essere gestito da un'autrice bastarda come me... Comunque ora starà bene, direi! ^^ anzi, dal prossimo capitolo il suo "nemico" saranno le donne! Meglio di così...! XD La mia Kyuubi è femmina! Non so cosa ne pensi Kishi, ma per me è una gentil donzella... XD E' molto più romantico, visto che sta dentro Naruto! Più che altro... così ho due punti di vista totalmente diversi: bene/male, maschio/femmina, amore/odio, eccetera eccetera... E poi, anche se ormai più o meno ho imparato a entrare anche nella testa dei maschi, con le femmine mi trovo indubitabilmente meglio! Soprattutto se sono infide e malvagie... XD
ShAiW: beh, hai visto che Natsumi non è affatto male! XD Anzi, è più dalla tua parte che contro, direi! Fan delle NejiTen, eh... uhm... chissà, chissà... XD La speranza è l'ultima a morire!


Aya

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Capitolo 24
*** La teoria dell'harem ***


Naruto-24

Capitolo ventiquattresimo

La teoria dell’harem




«Hinata, vieni. Dobbiamo parlare»
Hiashi Hyuuga placcò la sua primogenita mentre cercava di attraversare il corridoio senza fare il minimo rumore. Lei, vedendosi scoperta, trasalì.
«M-Mi dispiace, padre...» disse in fretta. «Ma il mio gruppo ha una missione e sono già in ritardo»
Prima che Hiashi si riprendesse dallo shock emotivo di vedersi contraddetto, Hinata sgusciò via rapida.
Mentre correva leggera sul parquet della residenza principale del clan, il suo cuore batteva veloce nel petto.
Perché ultimamente sapeva con terribile chiarezza di cosa la gente voleva parlarle?
E perché era sempre lo stesso argomento?


Un’altra settimana era trascorsa da che Haruka, Naruto e Sakura avevano portato in salvo Kakashi.
Si era ormai alla fine di giugno, e il jonin dai capelli d'argento si era ripreso in fretta, dopo essere tornato alla Foglia. Le cure di Shizune e un paio di giorni in ospedale lo avevano rimesso completamente a nuovo. I medici che lo avevano visitato si erano complimentati con lui per il tonico da guerra che aveva ingerito, sostenendo che fosse uno dei migliori che avessero mai visto.
E lui, si era trovato all’improvviso al centro di mille attenzioni femminili.
Shizune.
Rin.
Ayane del ramen Ichiraku – con cui aveva parlato sì e no tre volte in vita sua.
Anko – Anko!
E Haruka, naturalmente.
L’unica che non fosse venuta a trovarlo con un gigantesco mazzo di fiori in mano e un sorriso standard stampato sulle labbra – oltre a Haruka, che non si sarebbe mai sognata di presentarsi così – era Kurenai... La quale però non aveva perso occasione per fargli notare che era sommerso dalle rose – rose! – e che non avrebbe dovuto comprare frutta per i prossimi dieci anni.
Era abbastanza irritante... soprattutto quando si presentava con Asuma e Tobi, il loro terribile figlio in piena ‘età dei perché’.
Ma finalmente anche quella tortura era finita, e Kakashi aveva potuto tornare nel suo confortevole appartamento. Sommerso dalla polvere.
Mentre faceva le pulizie, si chiese come l’avrebbero presa le sue ammiratrici dell’ultim’ora vedendolo in quelle condizioni... e si trovò a rispondersi che probabilmente lo avrebbero trovato ‘tenero’.
Rabbrividì.
Doveva vedere Jiraya, e chiedere consiglio... ormai i libri della Pomiciata non bastavano più.

La situazione per quanto riguardava Sasuke era rimasta invariata.
Naruto andava di nascosto a trovarlo tutti i giorni e, se per entrare nella sua prigione doveva ricorrere a Kyuubi, non aveva il minimo scrupolo a farlo.
D’altronde doveva fare qualcosa per quel suo sciocco fratello. Non poteva permettere che si lasciasse morire così...
...Anche perché, di riflesso, se Sasuke stava male, Sakura stava male. E se Sakura stava male, lui stava male. Se poi sia Sakura che Sasuke stavano male, lui andava in crisi.
Senza contare che ultimamente c’era una cosa che preoccupava profondamente Naruto, riguardo a Sasuke: il sigillo maledetto impresso da Orochimaru sul suo corpo.
Sembrava che ultimamente desse problemi all’Uchiha – e anche alle guardie che lo sorvegliavano: si attivava senza preavviso, era instabile, doloroso... era come se Sasuke ne avesse perso il controllo. Probabilmente ciò era dovuto alla sua crescente debolezza, a sua volta provocata dal suo fermo rifiuto di ingoiare qualsiasi tipo di alimento... Ma era comunque un’altra fonte di preoccupazione.
Di ritorno da una missione in solitaria, dopo aver consegnato il bottino all’Ufficio per lo smistamento delle missioni, Naruto decise di fermarsi nel parco della zona sud del villaggio, seduto su una panchina.
Poco più di due settimane prima, in quello stesso luogo, Gaara si era presentato convinto di essere stato invitato a una festa.
Una festa... sicuramente il pensiero di farla ora era ridicolo. Anzi, no: esilarante.
Naruto rise, di una risata amara e dura, e una bambina che stava giocando con la palla lo guardò spaventata. Lui si passò una mano tra i capelli, senza accorgersi che quella scappava via veloce.
Mi sembra di notare che le cose non stiano andando tanto bene...
Eccola. Ogni volta che qualcosa non era come a lui sarebbe piaciuto, Kyuubi era lì, a farglielo gentilmente notare.
Non è il momento” replicò irritato.
Lo è mai?” domandò la volpe, divertita. “Tu non vuoi mai sentire la verità, ragazzino. Non ti piace accorgerti che tutto ciò che fai viene ricambiato a pesci in faccia. Non ti piace che io ti faccia notare come tutte le persone che ti circondano si servono di te... Non c’è Sasuke, allora va bene Naruto; la ragazzina e il tuo maestro la pensano così, lo sai. Non c’è il quarto Hokage, allora va bene Naruto; la vecchia e il tizio con i capelli bianchi la pensano così, sai anche questo. Ma sei sempre la seconda scelta. Ironicamente, chi ti voleva davvero perché sei tu era quel bastardo di Madara. Sei ricercato solo quando vogliono ucciderti
«Stai zitta!» gridò Naruto, a voce alta.
Kyuubi si ritrasse nelle profondità della sua coscienza, mormorando piano, e molte teste si voltarono nella sua direzione. Occhi inquieti. Madri preoccupate.
Cosa mi sta succedendo?” si chiese Naruto, alzandosi dalla panchina e passandosi una mano sul viso.
Ascoltare le parole della volpe era stata una tortura più piacevole di quanto avrebbe mai immaginato... perché? Perché si faceva del male?
Si allontanò dal parchetto, confuso. Mille idee si agitavano nella sua testa, pensieri l’uno meno piacevole dell’altro.
Lui aveva salvato innumerevoli volte Sakura e Sasuke. E anche il maestro Kakashi, la settimana prima. Perché erano suoi compagni. Perché avrebbero fatto lo stesso per lui!
Ah, davvero? Sasuke avrebbe fatto lo stesso per te? E quante volte te lo ha dimostrato?
Quello non contava! Sasuke era ossessionato da Itachi, ma se così non fosse stato...
Ti ha affondato una mano nel cuore. Ti ha ucciso!
Non lo ha fatto apposta!
Non è un genere di errore che si sistema con un ‘non lo ha fatto apposta’...
Basta! Ma che diavolo sei, tu?!
La voce nella sua mente tacque, e tutto fu silenzio.
Naruto si fermò, in mezzo alla strada.
Ottimo. Stava impazzendo.
Non bastava la volpe, no, ci voleva anche la schizofrenia.
All’improvviso sentiva una gran voglia di buttarsi su una bottiglia di sakè, come il maestro Jiraya.
Ma sentì che qualcuno lo osservava.
Alzò lo sguardo, alla ricerca degli occhi puntati sui suoi, e, oltre un muro, vide spuntare la testa di Hinata. Quando lei si accorse di essere stata scoperta, si ritrasse frettolosamente.
Ah! Mi ha visto!” pensò arrossendo, e si appiattì contro la parete.
«Hinata? Che ci fai qui?» le chiese Naruto, spuntando alla sua sinistra.
Lei trasalì, e per poco non svenne – per quella che sarebbe stata l’ennesima volta.
«I-I-Io...» balbettò, senza sapere come continuare.
Io sono scappata dalla mia casa e da mio padre inventandomi una missione che non esiste, perché sono tanto stupida da non riuscire a smettere di pensare a te, e ho il terrore di sentire qualcuno farmi proposte sentimentali.
No. Non era un’opzione di risposta.
«I-Io... ero in giro...» sintetizzò dopo un lungo istante, con un sorriso tiratissimo.
«Ah. Il tuo gruppo non ha missioni?» domandò Naruto, perplesso.
«E’ il nostro giorno di riposo...» mormorò lei, vagamente delusa.
Non la considerava se non era insieme a Kiba e Shino?
«E perché sei in giro da sola?»
«Ehm...»
Che domanda del cavolo!” si riproverò lui, vedendola in difficoltà. “Tatto zero!”
«Senti, ti va un ramen?» le propose, senza quasi rendersene conto.
«C-Cosa?» balbettò lei spalancando gli occhi candidi. «I-Io e t-te?»
«Ehm... non vedo altra gente attorno a noi»
E questa volta sì che Hinata svenne.

«Ah, è elementare» commentò Jiraya con l’aria di chi la sa lunga. «La teoria dell’harem»
Kakashi gli lanciò uno sguardo smarrito.
«Cioè?» chiese, senza aver capito nulla.
«Vedi... le donne sono animali complessi» borbottò il sannin, versandosi un goccio di sakè dalla bottiglia che il jonin gli aveva portato in regalo. «Spesso incomprensibili» buttò giù il sorso. «Io ho passato la mia intera vita a studiarle, e ancora non capisco i complicati meccanismi che regolano i loro rapporti sociali. Per esempio, perché un giorno si strappano i capelli e quello dopo si fanno i complimenti per la manicure? E quale scopo avrebbe l’emarginazione sociale? A una basta cambiare gruppo, no? No. Perché per loro un gruppo è una specie di marchio indelebile... E, naturalmente, ci sono anche i rapporti con gli uomini. I ‘te lo lascio – me lo lasci – è mio di diritto – lo amo più di te’ che per me non hanno alcun senso: sono di tutte, se volete! E’ all’interno di questa branca della sociologia femminile che si inserisce la teoria dell’harem»
Kakashi corrugò la fronte, impegnandosi a non perdere nemmeno una parola.
«Vedi, l’uomo tendenzialmente è davvero di tutte» spiegò Jiraya, disegnando sul tavolo, con poche gocce di sakè, uno schema elementare. Al momento vedeva un puntino centrale e tanti altri intorno. «Ma loro restano alla stessa distanza, così... se non che l’uomo ha bisogno di contatto fisico. E allora se ne sceglie una» tracciò una freccia, che congiungeva il puntino centrale a uno di quelli che lo circondavano. «Ma è in questo momento che scatta il meccanismo dell’harem! Tutte, all’improvviso, partono alla carica per conquistare l’uomo!» colto da una sorta di raptus creativo, Jiraya delineò un’infinità di frecce, tutte che miravano dritte verso il punto al centro. «Ed è il caos più completo!» con una mano, cancellò tutto il disegno; sollevò gli occhi, leggermente appannati, su Kakashi. «Hai capito?»
«Ehm... dove sta l’harem in tutto questo?»
«Qui!» esasperato, il sannin batté una manata sul suo disegno rovinato. «Finché ogni donna è equidistante dall’uomo, va tutto bene, nessuna chiede di più! Ma quando lui inizia ad avere una favorita, l’harem insorge! Una donna che infrange la regola dell’harem non verrà mai perdonata dalle altre!»
«Aspetti... ma chi ha fatto il primo passo, nel mio caso?»
«La figlia dei Muto, ovvio»
«Oh. Ma c’è qualcosa d’altro che non quadra: io non ho mai avuto un harem»

«No, tu non te ne sei mai accorto, che è diverso» Jiraya agitò un dito sotto il naso di Kakashi. «Sei un ninja in gamba, e con quella maschera hai fatto centro: il mistero è la chiave del fascino. Ma sei sempre così impegnato con le missioni, o tieni il naso sui miei libri – che, per carità, sono la lettura migliore che potrei mai consigliarti... Non hai passato molto tempo a guardarti intorno, eh? E gli appuntamenti ti sono piovuti dal cielo. Ti sei mai chiesto perché non hai ancora sposato nessuna, oltre all’ovvio motivo che per metà del tuo tempo non ci sei con la testa e/o con il corpo? Te lo dico io» si sporse sul tavolo, in tono cospiratorio. «Perché il resto dell’harem ha fatto fuori le traditrici!»
Kakashi rabbrividì involontariamente.
«Non starà esagerando...?» chiese alla fine, con un sospiro scettico. «In fondo le donne sono esseri umani come tutti... non riesco a credere che siano i mostri che lei mi descrive»
Jiraya ghignò, tornando a sedersi normalmente.
«Sei ancora giovane Kakashi... te ne accorgerai, con il tempo... te ne accorgerai...»
A dire il vero... a Kakashi non ci volle poi molto per accorgersene.
Bastarono più o meno due settimane, e la lotta attorno a lui divampò feroce.

Il pettegolezzo è la macchina più veloce e più diabolica che mente umana abbia mai concepito.
Viaggia all’incirca alla velocità della luce, vola da un capo all’altro del mondo, supera ostacoli e barriere, si libra nel vento e raggiunge anche le località più remote e impenetrabili... è la vera arma definitiva.
E fu per questo che, nel giro di neanche mezzora, tutti quelli che dovevano sapere seppero: Hinata e Naruto erano a pranzo insieme.
La notizia poteva rivelarsi sconvolgente per due motivi diversi: o Naruto stava cornificando Sakura, il che avrebbe significato gettare al vento dieci anni di sproloqui riguardanti il suo amore per lei, o Hinata aveva finalmente trovato il fegato per dichiararsi, e in quel caso la reazione di Hiashi Hyuuga avrebbe fatto tremare Konoha.
In ogni caso, non era uno spettacolo che ci si poteva permettere di perdere.
I protagonisti dello show non se ne rendevano conto... ma se avessero prestato un briciolo di attenzione a ciò che accadeva attorno a loro, avrebbero scoperto un affollato movimento dietro gli angoli e sui tetti.
Da Tenten, che aveva costretto due recalcitranti Neji e Rock Lee a seguirla, alle ragazze più grandi che non perdevano mai l’occasione di spettegolare, passando per i ragazzini che avevano eletto Naruto a loro mito e cercavano di carpirgli qualche segreto, guidati da Konohamaru; tutti aspettavano soltanto che succedesse qualcosa degno di nota.
Neji, la pecora nera, si rifiutava di guardare.
Meno avesse avuto a che fare con Hinata, meno Hiashi avrebbe iniziato a combinargli matrimoni.
Eppure nulla succedeva.
Sì, Hinata aveva fatto cadere le bacchette almeno cinque volte, rovesciato una ciotola di ramen, rischiato di cadere dallo sgabello e si era impigliata nella tendina con l’insegna della bancarella, ma oltre al tremito persistente non faceva nulla. Nemmeno parlava.
Naruto, accanto a lei, le lanciava occhiate perplesse.
Aveva la strana sensazione che lei fosse... a disagio.
Da quando metteva a disagio le persone? Lui?
Tu non c’entri niente, vero?” si trovò a chiedere a Kyuubi, in automatico.
L’unica risposta che ottenne fu una risata gorgogliante. Chissà perché, ebbe la netta sensazione che la volpe scuotesse la testa.
Il che non risolveva i suoi problemi.
Aveva invitato a pranzo Hinata perché l’aveva vista in difficoltà; ma se così facendo la metteva in crisi, allora c’era una falla nel suo piano.
Io non capisco questa ragazza!” arrivò a gridare dentro di sé. “Tutte le altre sono mille volte più comprensibili! Sakura, Ino, Tenten... persino Temari!”
Hinata, lì accanto, si arrovellava da quasi mezzora nella disperata ricerca di un argomento di conversazione intelligente. Purtroppo per lei, scoprì di avere la mente completamente vuota, cava, deserta, riecheggiante. Non riusciva a trovare nemmeno un barlume di arguzia residua, uno qualsiasi dei mille argomenti che le avevano fatto studiare a lezione di etichetta, una barzelletta del cavolo che aveva sentito da Kiba. Niente di niente.
Era vicina alle lacrime. E il suo ramen era praticamente freddo.
Penserà che sono una sciocca” si disse, disperata. “Me ne sto qui da mezzora, senza aprire bocca, e ho stroncato tutti i suoi tentativi di conversazione rispondendo a monosillabi! Accidenti, ma in tutto questo tempo non ho imparato niente? Non ho acquisito un po’ di sicurezza anche come persona, oltre che come ninja?”
«N-Naruto...» mormorò con un filo di voce, e lui, com’era ovvio, non la sentì.
Hinata avvampò, rifugiandosi nella sua ciotola di ramen.
Terribile. Era stato solo un tentativo sparuto, ma aveva rischiato di farla svenire di nuovo.
Con suo profondo orrore, sentì le bacchette di Naruto tintinnare sul fondo della ciotola.
«Beh... io sono pieno» disse lui, esitante e al tempo stesso desideroso di concludere in fretta quella parentesi imbarazzante. «Tu... ehm... vuoi che resto con te finché non hai finito?»
Complimenti Naruto, questo sì che è tatto!” si maledisse subito dopo aver parlato. Con la coda dell’occhio individuò il proprietario del banco, che cercava di indicargli che si era appena suicidato socialmente.
«N-No!» scattò Hinata, rischiando di rovesciare ancora la ciotola. «N-Non devi restare per forza! Se... Se hai altro da fare... p-puoi andare»
Involontariamente, i suoi occhi lo supplicarono di rimanere.
Lui sembrò captare qualcosa... ma non era mai stato bravo in quel genere di faccende.
Se lei diceva che poteva andare, allora doveva essere così. Se lo avesse voluto lì lo avrebbe fermato, no?
«Sicura?» chiese, per esserne certo.
Hinata esitò, e poi annuì.
Stupida che non sono altro!”
«Allora... beh, ci vediamo!» salutò lui, sfoggiando un sorriso poco convinto.
Lei replicò con una smorfia più triste che felice, e rimase a guardarlo mentre pagava per entrambi e poi se ne andava.
Quando svoltò dietro l’angolo, a lei venne in mente che non avrebbe dovuto lasciarlo pagare.
Sono davvero una maledetta stupida...

Kiba, abbarbicato sul tetto di un palazzo che dava sul ramen Ichiraku, fremeva di rabbia.
Quell’idiota!” rabbioso, colpì le tegole con un pugno. Akamaru, accanto a lui, uggiolò. “Come può non accorgersi di niente?! E’ chiaro anche a un cieco che lei vede solo lui! E lui perde tempo dietro a Sakura, che lo sanno tutti che pensa ancora a Sasuke! Dio, che voglia di prenderlo per il collo e attaccarlo a un muro!”
Pensava, pensava... ma in realtà non voleva davvero che Naruto sapesse dei sentimenti di Hinata. Non era masochista fino a quel punto.
E tuttavia soffriva nel vederla star male, come era ovvio. Provava un vero dolore fisico, una fitta allo stomaco che gli faceva desiderare di spaccare tutto.
Avrebbe voluto essere lui a renderla felice.
Avrebbe voluto prendere il posto di Naruto nel suo cuore.
Forse doveva prenderla a quattr’occhi e parlarle...


Piangere era facile, in fin dei conti.
Bastava rannicchiarsi in un angolo, chiudere gli occhi, e sfogarsi.
Lasciar uscire tutta la rabbia, l’amarezza, la solitudine... stringere le braccia al petto e soffocare i singhiozzi nel cuscino.
Dopo passava tutto, o quasi.
Ma quel giorno non era destino che la lasciassero piangere in pace: un pugno leggero picchiò piano alla sua porta.
«Madamigella Hinata, padron Hiashi desidera parlarvi»
Una voce cortese. Cortese e fredda. Indifferente.
Hinata si sollevò dal cuscino e asciugò in fretta le lacrime che le rigavano il viso.
«A-Arrivo!» balbettò, frugando nel comodino alla ricerca di un collirio. «Un attimo!»
Fu in piedi in un istante, sul pavimento di legno chiaro, e attraversò la grande stanza fino allo specchio che copriva buona parte di una parete.
Ahh, quant’era sciupata. Bianca come i mobili della sua stanza, pallida come la luce che attraversava la carta di riso.
Applicò il collirio in fretta, operazione abituale, e si massaggiò le palpebre per qualche secondo. Quando riaprì gli occhi, era come se non avesse mai pianto. Quel preparato era davvero miracoloso.
Con una stretta allo stomaco, ragionò solo in quel momento sulla convocazione da parte di suo padre; quando lo aveva evitato, quella mattina, si era creduta in gamba e fortunata. Ora la sua vanità si scontrava con la dura realtà, quella realtà cruda che prevedeva che lui fosse il capo, e che chiunque abitava nella sua casa fosse tenuto ad obbedirgli.
Ma in quel momento non l’aveva neanche, la forza per opporsi.
Raggiunse la porta della stanza e aprì, trovandosi davanti una cameriera come tutte le altre. Quella chinò il capo rispettosamente, e la accompagnò lungo gli infiniti corridoi che separavano le stanze della famiglia da quelle pubbliche.
Con lo spirito di un condannato a morte, lei la seguì a bocca chiusa.
Non sapeva nemmeno come fosse arrivata da suo padre, alla fine. A un certo punto, semplicemente, si trovò in una stanza con lui, inginocchiata davanti alla sua rigida persona.
«Oggi il tuo gruppo non aveva nessuna missione» esordì Hiashi, secco.
«Perdonatemi, padre...» mormorò lei, gli occhi bassi. «Mi ero sbagliata»
Lui assottigliò gli occhi candidi. «Eppure hai trascorso tutta la mattinata e parte del pomeriggio fuori. Mi sono giunte strane voci circa il tuo pranzo...»
Hinata si irrigidì.

«Naruto Uzumaki non è una buona compagnia» decretò il capoclan degli Hyuuga, in tono definitivo. «Non si sa chi siano i suoi genitori, è uno scapestrato, ed è... pericoloso. Non è persona che tu possa frequentare serenamente»
Lei rimase assolutamente immobile, senza quasi respirare.
«Non dovrai più avere contatti con lui, o con chi ha a che fare con lui. Mi riferisco ai membri del suo gruppo e ai suoi amici, naturalmente. Tu sei una Hyuuga, e gli Hyuuga occupano un livello superiore all’interno del villaggio... mi auguro che questo ti sia chiaro»
«Sì, padre» rispose lei meccanicamente, stringendo i pugni. «Ma...»
«Inoltre» la interruppe lui. «Ormai hai raggiunto l’età giusta per iniziare a pensare al matrimonio»
Hinata alzò la testa di scatto, gli occhi spalancati.
«Sei la primogenita, colei che erediterà tutto» proseguì Hiashi, impassibile. «Dovrai avere al tuo fianco una persona meritevole, che possa affiancarti e guidarti nella gestione del clan...»
«Io non voglio sposarmi!» sfuggì a Hinata, con voce angosciata.
«Come?» ribatté suo padre, accigliandosi.
Lei si affrettò a riabbassare lo sguardo. «I-Io penso...» mormorò, tremando. «Penso di essere troppo giovane... ci sono a-ancora tante cose che non so... devo... devo migliorare...»
«Avrai tempo di migliorare in seguito» la interruppe lui, di nuovo. «Ora è prioritario che venga scelto l’uomo che starà al tuo fianco»
«Ma padre...!»

«Non ne farò mistero: ho pensato a tuo cugino Neji, sebbene faccia parte della casata cadetta... ritengo che possieda tutte le qualità per guidare il clan con consapevolezza, e...»
...A quanto pare lui non aveva la benché minima intenzione di ascoltare ciò che lei aveva da dire.
Hinata riabbassò il capo, sentendo le lacrime che premevano ancora per uscire dai suoi occhi.
Quando avrebbe trovato il coraggio di gridare ciò che pensava?
A suo padre, a Naruto, a Kiba... quando sarebbe stata abbastanza forte da parlare?
Chiuse gli occhi, serrando le palpebre sul pianto imminente, e affondò le unghie nel palmo della mano.
Sono debole” pensò, in un istante di lucida chiarezza.
«Perdonatemi, mi sento poco bene...» disse in fretta, con voce tremante, e, portando una mano alla bocca, si alzò in piedi.
«Che succede? Dove vai?» le chiese Hiashi accigliandosi.
«Perdonatemi...» ripeté lei, ignorando le sue domande, e aprì la porta scorrevole della stanza.
Corse via, lungo il corridoio, con l’angosciante sensazione di trovarsi all’interno di un labirinto senza uscita...
...Perché all’improvviso tutti si interessavano a lei?
Tutti... tranne l’unica persona che a lei interessasse davvero...

Non poteva saperlo, ma in quel momento Kiba si aggirava attorno alla residenza principale con aria nervosa, ponendosi come l’ennesimo elemento che la accerchiava, togliendole l’aria e ogni possibile via di fuga.
Jiraya non lo avrebbe mai ammesso, ma la teoria dell’harem, in quel particolare caso, poteva benissimo essere applicata anche agli uomini.


«...difficilmente gestibile. Le sue condizioni di salute peggiorano, non mangia, risente della lunga reclusione, e il sigillo reagisce in maniera imprevedibile. Forse dovremmo spostarlo»
Il ninja terminò il suo resoconto in maniera insolita, ovvero con un suggerimento.
Gli anziani del consiglio gli scoccarono un’occhiataccia per la sua audacia.
Non sapevano che il poveretto, da giorni ormai, sopportava le minacce di Kyuubi senza aprire bocca. Non sapevano che il suo pallore non era dovuto ai turni di guardia, ma al terrore di un paio di occhi tendenti al viola...
«Smidollato...» mormorò qualcuno, scuotendo la testa.
Tsunade, a capo tavola, assottigliò gli occhi castani posandoli su Danzo.
«Spostarlo? E dove?» chiese uno degli anziani, laconico. «Il luogo in cui è rinchiuso ora è l’unico che non sia noto a nessuno, noi esclusi»
Come no” pensò il ninja amaramente, reprimendo un brivido.
«Ma forse...» iniziò Danzo, alzandosi in piedi. «...se lo collocassimo in una prigione regolare, sottoposto a sorveglianza strettissima e con una piccola finestra per risollevargli l’umore... potremmo anche evitare che si lasci morire senza parlare. E’ pur sempre un membro della nobile casata degli Uchiha, un elemento importante per il villaggio»
«E’ un traditore!» commentò aspro uno dei consiglieri.
«E’ un ragazzo» ribatté Danzo. «E i ragazzi commettono errori»
«E se invece lo processassimo?» buttò lì Tsunade.
Sulla tavolata scese il silenzio.
«Come?» fece Danzo, rivolgendole una lunga occhiata indagatrice.
L’Hokage sorrise, appoggiando il mento sulle mani.
«E’ questo l’obiettivo finale, no? Processarlo come traditore. Decidere se vogliamo reintegrarlo tra i ninja di Konoha, riconoscendo la sua giovane età e il desiderio di vendicare il suo clan... oppure se vogliamo liberarcene per sempre. Sono più di due settimane che tergiversiamo, non credo che ormai sia rimasto molto altro da dire; per quel che mi riguarda, dovremmo passare direttamente al processo» fece una piccola pausa. «Anche perché ci sono altre faccende che richiedono la nostra attenzione, non possiamo consumare tutte le nostre energie su un singolo caso»
Danzo si risedette, senza scomporsi. Se colse la lieve minaccia e l’accusa, fece finta di niente.
Al contrario, lungo il tavolo si diffuse un mormorio concitato.
«...Un processo pubblico...?»
«...Ma lo merita?...»
«...E’ un Uchiha... sangue malato...»
«...E’ un ragazzo, in fondo...»
«...Era una questione d’onore...»
Tsunade lasciò che gli anziani borbottassero per qualche minuto, esprimendo liberamente il loro parere, e poi alzò una mano a zittirli.
«Verrà giudicato come un traditore comune» annunciò. «Il processo sarà accessibile soltanto ai membri del consiglio e ai chunin e jonin della Foglia. Verranno ascoltate le sue parole, eventuali testimonianze... verranno vagliati pro e contro, come in ogni processo. Mi rendo conto di come Sasuke Uchiha non sia un criminale comune: è forte, pericoloso e, a mio giudizio, mentalmente instabile. Ma ciò non toglie che sia stato allevato come un ninja di Konoha fino ai sette anni, per di più in una delle casate migliori. Nelle radici della sua educazione, probabilmente, sopravvive ancora qualcosa della persona che era prima... e noi dobbiamo verificare se sia così oppure no. Se così fosse, e noi tergiversassimo ancora, e il ragazzo morisse nella sua cella, avremmo perso un elemento potenzialmente valido per la Foglia. Se così non fosse, non sarebbe mai troppo tardi per prendere le dovute misure di sicurezza»
Un altro mormorio si diffuse lungo il tavolo. Molte teste annuirono. Danzo rimase impassibile.
Tsunade concesse agli anziani qualche altro minuto, e poi si schiarì la voce.
«Ho bisogno di un vostro parere immediato» disse in tono autoritario. «La mia proposta è che il processo si tenga a una settimana da oggi. Chi è favorevole?»
Giochi di sguardi.
Impercettibili movimenti di capo.
E poi, le prime mani che si alzano. E le altre. Tante altre.
La maggioranza.
L’Hokage sorrise, trattenendosi a stento dal gettare un’occhiata trionfante a Danzo.
«Bene. Tra sette giorni avrà luogo il processo per tradimento a Sasuke Uchiha» annunciò definitivamente.
E per allora Naruto sarà in missione...” aggiunse tra sé e sé. “Non possiamo permetterci alzate di testa in un momento tanto delicato”
Danzo, fermo al suo posto, era tra i pochi che non avevano sollevato la mano.
E tuttavia il processo era una proposta che approvava pienamente: quale migliore occasione per attaccare Konoha del momento in cui i ninja più abili erano assiepati in un unico luogo e lasciavano incustoditi i confini?
Se fosse stata sua abitudine farlo, avrebbe sorriso...



Nel prossimo capitolo:

«Sei un idiota!» sbottò, tossendo. «Pensi che il mio obiettivo sia quello di irritarti? Pensi che io sia così cretina?»
«E allora cosa vuoi?» ringhiò l’uomo, stringendo i denti.
Reira lo raggiunse, e lo costrinse a guardarla.
«Ora ascoltami bene» disse veloce, a voce bassa. «Danzo è pazzo. Vuole distruggere Konoha e riedificarla a modo suo. Ma non ci riuscirà, non con la sua mentalità, e io non voglio che ciò accada»












*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Ho appena riletto il capitolo, e devo dire che mi piace più del previsto! XD
E' piuttosto scorrevole, e anche se non succede nulla di eclatante, non mi sembra troppo noioso!
(siete liberi di pensarla in modo diverso, ovviamente)
Sfortunatamente per me e per voi, il prossimo capitolo sarà pressoché inutile, ma complicherà un po' le cose a livello sentimentale...
beh, per oggi è tutto!
...Ah, no!
Risultato del primo esame universitario: 30
Evvai!!

Talpina Pensierosa: sei perdonata per non aver avvisato! XD Ma non farlo più!
Mala_Mela: ti ho già insultata a sufficienza in diretta, mi pare! XD Comunque... c'è una cosa che non ti ho detto riguardo alla recensione... Non è poi così priva di dubbi la fine che fanno *ehm-ehm* e *ehm-ehm*... a buon intenditor... (sì, lo so che anche un buon intenditor non capirebbe una cippa di questa frase, ma sono volutamente bastarda ed enigmatica! Sei autorizzata a farmela pagare, ma lasciati scappare qualche altro semi-spoiler, e giuro che trovo il modo di rubarti la borsa di p-chan e l'akabag... lasciandoti tutti i libri di scuola che contiene!) (minaccia terribile minaccia)
harryherm: ehm... (guarda altrove) (sono certa che capirai che non posso dilungarmi oltre, o mi lascio scappare spoiler involontari! XD)
1992: non ho mai detto che avrei ucciso Haruka! ^^ Ma il tuo paragone tra me e Kyuubi mi lusinga profondamente! Per quanto riguarda Natsumi e Haruka, onestamente nemmeno io saprei dire quale delle due preferisco... per me sono più o meno allo stesso livello! XD E Kakashi, come avrai visto da questo capitolo, non è che all'inizio dei veri problemi...! Altro che torture: le donne di Konoha sono molto peggio! XD
lale16: credimi, ho conosciuto "di peggio"! XD Persone che iniziavano a leggere attorno al capitolo 30, o addirittura quando la storia era finita sul 36... 23 capitoli non sono proprio nulla, anche perché siamo a malapena a pagina 170! (dico "a malapena", perché di solito mi aggiro sulle 300...) Comunque... benvenuta! ^.^ Lieta di fare la tua conoscenza, ancora di più se sei una fan dei Within Temptation! *_*
OneWingedAngel: ehi, non c'è da scusarsi per le recensioni brevi. Non tutti i capitoli sono ricchi di avvenimenti, e le recensioni vanno di pari passo! Ebbene sì, Natsumi alla fine non ha tradito il villaggio, anzi! Molto, molto più avanti, tornerà a catturare la mia (e la vostra) attenzione indossando vesti del tutto nuove... ma per parlare di questo c'è tempo. Anzi, per ora dimentica queste mie parole, vivrai più sereno! XD

Aya

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Capitolo 25
*** Caldo ***


Naruto-25

Capitolo venticinquesimo

Caldo







Certo che sono un bel soggetto...”

Sakura sospirò, il mento appoggiato alla mano e lo sguardo perso oltre i vetri della finestra.
Quando il maestro Kakashi era via, io ero convinta che lui fosse l’unica persona in grado di ascoltarmi e capire i miei problemi... e ora che è tornato lo tengo a distanza come un appestato”
Sapeva perché lo faceva: aveva una paura dannata.
Paura che lui le leggesse negli occhi i suoi dubbi, paura che capisse cosa la tormentava... e, più di tutto, temeva di leggere la delusione nel suo sguardo.
Si allontanò dal davanzale di malavoglia, muovendosi nella stanza che ultimamente si era fatta insopportabilmente stretta: lì tutto le ricordava Naruto, dalla scatola di ramen take-away nella spazzatura ai libri scarabocchiati sulla mensola, all’odore persistente del suo bagnoschiuma.
Tutto le ricordava lui, e tutto... la faceva sentire in colpa.
C’era una goccia sul tavolo. La pulì meccanicamente.
Devo trovarmi qualcosa da fare” realizzò all’improvviso. “O finirò per impazzire. Forse posso invitare Ino a prendere un gelato...”
Qualunque cosa, pur di uscire di lì.

Dieci minuti dopo aveva messo in atto il suo progetto, e insieme a Ino attraversava il villaggio diretta verso la gelateria migliore.
«Quest’anno il caldo è insopportabile!» si lamentava la Yamanaka, sventolandosi con ostentazione al suo fianco. «E non siamo ancora a luglio!»
«Ci saremo fra una settimana, però» le fece notare Sakura, con un sospiro.
Ino sopportava malissimo il caldo, ogni volta che arrivava l’estate diventava una vera piaga. Ma era pur sempre meglio della solitudine e dei cattivi pensieri.
«Per fortuna non ci sono missioni, in questo periodo» continuò la bionda. «Se dovessi anche scapicollarmi da qualche parte, trascinandomi appresso quei lazzaroni di Shikamaru e Choji, credo che darei fuori! Che poi Shikamaru è anche sparito, ultimamente! Ma quanto manca a questa maledetta gelateria?»
«Siamo arrivate» Sakura accennò all’elegante negozio ce si apriva sulla piazza principale, davanti al palazzo dell’Hokage. La fila si prolungava ben oltre l’ingresso del negozio, snodandosi per un tratto lungo la strada.
Ino gemette – e Sakura, interiormente, con lei.
«Un gelato meno buono ma più rapido?» propose la Yamanaka, con un’occhiata ansiosa alla compagna.
«Ci sto» si affrettò ad assicurare lei, e presero una delle strade che partivano dalla piazza e si inoltravano nel villaggio.
Nel giro di due minuti trovarono un’altra gelateria, quasi deserta, e con profondo sollievo di entrambe – sebbene per diversi motivi – entrarono e comprarono un cono a testa.
Quando uscirono di nuovo, Ino era di umore decisamente migliore, e Sakura tirò un sospiro di sollievo. Forse quella giornata iniziava ad andare per il verso giusto...
«Ehi, ti hanno tolto il gesso!» esclamò la bionda all’improvviso.
Sakura seguì la direzione del suo sguardo, e si trovò davanti a un Sai senza più braccio al collo.
«Non era ingessato» precisò lui, avvicinandole con un sorriso freddo. «Era solo steccato. Sakura, Ino, buongiorno»
«Arrivi dall’ospedale?» chiese l’Haruno, ricordando che la strada che avevano preso portava lì.
«Sì. Già che c’erano mi hanno fatto un check-up completo... e ho la vaga impressione che le infermiere abbiano toccato anche dove non dovevano»
Ino e Sakura per poco non si strozzarono con il gelato. Accidenti alla faccia tosta di Sai! Come faceva a dire certe cose restando impassibile?
«Spero per te che almeno fossero carine» commentò la bionda, con un ghigno.
«Insomma» lui fece una smorfia, schietto. «Diciamo che preferisco le bionde»
«Oh, davvero?» cinguettò Ino, improvvisamente sorridente e rilassata. Sakura le lanciò un’occhiata scioccata.
«Quel gelato sembra buono» proseguì Sai, indicando il suo cono.
«Vuoi assaggiare?» propose lei accattivante.
Sakura spalancò la bocca. «Ho... ehm... una cosa da fare» buttò lì in fretta, sentendosi inspiegabilmente e infinitamente a disagio. «Scusatemi, devo scappare!»
Con tutta la rapidità con cui si potevano muovere le sue gambe schizzò via, lasciandoli soli.
Roba da matti!” pensò, irritata e sconvolta al tempo stesso. “Flirtare così spudoratamente in mezzo alla strada! Con il caldo che fa!”
Sì, probabilmente era colpa della temperatura se la gente entrava letteralmente in calore.
Scosse la testa, mentre il gelato le colava sulla mano, inosservato.
E da quando Ino ha smesso di pensare a Sasuke?” si chiese senza quasi accorgersene.
Ma quello era un pensiero da non fare... perché non riusciva a capire come la facesse sentire...


«Perché tieni quel cappuccio fin sugli occhi? Non hai caldo?»
Reira, appoggiata allo stipite della porta, fissava l’ultimo superstite dell’Akatsuki con le braccia incrociate sul petto.
Lui, in piedi accanto al letto, mosse appena la testa.
«Che domanda idiota» ribatté aspro, finendo di allacciare il mantello
«Gli altri membri non lo portavano mai» si giustificò lei.
«E infatti sono morti»
«Non credo che l’assenza del cappuccio sia la causa fondamentale...»
«Taci! La tua voce è irritante»
«Baka»
L’uomo si voltò di scatto, e le fu davanti in meno di un secondo. La sua mano si abbatté sullo stipite contro il quale lei era appoggiata, e il legno scricchiolò debolmente.
«Smettila di chiamarmi così» sibilò.
Reira non si mosse di un millimetro, né abbassò lo sguardo.
«Sei lo schiavo di Danzo, ora» disse piano. «Io la sua segretaria. Fino a prova contraria, sono un livello più su»
«Se non chiudi la bocca sei morta, e basta» ringhiò lui, minaccioso. «E io non sono lo schiavo di nessuno»
«Lo credi davvero?» un minuscolo sorriso le stirò le labbra. «Tu... sei ingenuo»
La mano che si serrò al suo collo fu rapida e forte. Le dita affondarono nella trachea, serrandola con uno scatto, e il dolore fu repentino e intenso.
Reira gemette debolmente, stringendo la mano attorno al polso che le mozzava il fiato.
«Ti avevo avvisato» sussurrò lui.
Lei gli fece arrivare un calcio tra le gambe.
Con un grido strozzato l’uomo la lasciò andare, arretrando di un passo e piegato in due dal dolore.
«Brutta...!» iniziò lui, ma lei lo interruppe.
«Sei un idiota!» sbottò, tossendo. «Pensi che il mio obiettivo sia quello di irritarti? Pensi che io sia così cretina?»
«E allora cosa vuoi?» ringhiò quello, stringendo i denti.
Reira lo raggiunse, e lo costrinse a guardarla.
«Ora ascoltami bene» disse veloce, a voce bassa. «Danzo è pazzo. Vuole distruggere Konoha e riedificarla a modo suo. Ma non ci riuscirà, non con la sua mentalità, e io non voglio che ciò accada»
Da sotto il cappuccio, l’uomo ghignò.
«Guarda guarda... una traditrice» mormorò.
«A questa traditrice devi la vita, quindi tieni chiusa la bocca e ascolta» Reira serrò le dita sulle sue spalle. «Io avrei dovuto avvisare l’Hokage della tua presenza dal momento in cui ti ho trovato. Ma non l’ho fatto. Non so perché, non ne ho la minima idea, eppure non l’ho fatto. E, dal momento che non ti ho consegnato alla Foglia, non ho intenzione di lasciarti morire nella folle impresa di attaccare il villaggio»
Lui corrugò le sopracciglia.
«Perché?» la interruppe, aspro.
Lei non rispose.
Se lo era chiesta e se lo chiedeva da giorni, senza trovare una risposta.
Fece un mezzo sorriso, in parte sardonico e in parte rassegnato.
«Chimica, forse» mormorò. «Ora ascoltami... Danzo verrà catturato molto prima di dare il segnale per l’attacco al villaggio. Lo fermeranno. E tu, per allora, dovrai essere molto lontano da qui; non dovrai nemmeno ricordarti della sua esistenza»
«Stronzate» sbottò lui, scrollandosi di dosso le sue mani. «E sarai tu a tradire Danzo, eh? A farlo prendere?»
«Sì» rispose Reira, senza un’esitazione. «E’ sempre stato questo il mio compito. E ho raccolto abbastanza prove perché passi il resto della sua vita in carcere»
L’uomo rimase in silenzio, studiandola da sotto il cappuccio.
Tutta quella situazione... cosa significava per lui?
Come cambiava i suoi piani?
«Che diavolo significa ‘chimica’?» se ne uscì alla fine, irritato. «Cosa vuol dire che il motivo per cui mi dici queste cose è la chimica?»
Reira sospirò profondamente.
«Voi uomini siete degli idioti, dal primo all’ultimo» disse a mezze labbra. «Capite le cose a metà e non volete crederci, così aspettate che siamo noi a spiegare tutto...»
«Stai cercando di irritarmi?» chiese lui tra i denti.
Lei gli si avvicinò.
«Te l’ho già detto: no» ripeté, sollevando lo sguardo fino agli occhi sotto il cappuccio.
Con un unico movimento veloce, afferrò la stoffa che gli copriva il capo e la tirò giù, rivelando corti capelli castani e occhi di un azzurro chiarissimo, slavato. Era un bell’uomo, Kamaro dell’Akatsuki; aveva un viso dai tratti morbidi e regolari, labbra sottili e mascella larga quanto bastava.
Reira passò la mano sulla sua nuca e lo attrasse verso il basso, chiudendogli la bocca con la propria.
«Gli uomini sono veramente degli idioti...» mormorò sulle sue labbra.
Lui, dopo il primo attimo di stupore, si lasciò andare a un sorriso freddo.
«Oh» commentò. «Chimica»
Le afferrò i fianchi con le mani e se la avvicinò con un gesto brusco.
«Va bene» sussurrò al suo orecchio, con gelido piacere. «Fammi divertire un po’ prima di partire»

Shikamaru spense la ricetrasmittente, con uno sbuffo annoiato.
Aveva nascosto delle cimici nella stanza dell’uomo dell’Akatsuki, qualche tempo prima, e ogni volta che Reira era entrata lui si era messo in ascolto.
Da un lato era contento di poter riferire a Tsunade che il suo uomo... pardon, donna era a posto, per quanto i suoi gusti in fatto di uomini fossero discutibili; dall’altro quella Reira gli aveva ricordato un’altra femmina diabolica, e la cosa lo aveva reso inquieto.
Brutti ricordi?
No, sfortunatamente no.
Purtroppo il problema era proprio che non sembravano più tanto brutti...


Neji Hyuuga era di cattivo umore.
Suo zio Hiashi aveva tentato di bloccarlo quella mattina con discorsi strani e inquietanti... Sembrava nervoso. Forse aveva sentito del famoso ramen che Naruto e Hinata avevano condiviso, e che poi si era rivelato una bolla di sapone, dal momento che non c’erano stati altri incontri. Ma il problema era che lui ci stava andando di mezzo. Il che non era affatto confortante.
Non aveva la benché minima intenzione di sposare Hinata.
Era onorato di essere stato scelto, non nascondeva il suo desiderio di guidare il clan, se non altro come rivincita della casata cadetta e di suo padre sulla casta principale, ma, sebbene avesse smesso di nutrire un odio inconsulto verso sua cugina, non poteva neppure dire di volerle tanto bene da sposarla. Era una ragazza carina, timida e innocua. Ora non le avrebbe più fatto del male, ma c’erano lati della sua personalità che non era disposto a tollerare; la sua arrendevolezza, per esempio.
Lui era un tipo più... uhm... da donna combattiva. Voleva una ragazza che sapesse cosa faceva e come farlo. Voleva una ragazza che avesse polso e determinazione, che non si lasciasse smontare in fretta e che potesse stare al suo fianco senza appoggiarsi completamente a lui.
Forse voleva troppo.
Uno shuriken fischiò accanto al suo orecchio, sparendo alle sue spalle.
«Sei distratto!» sbottò Tenten, scoccandogli un’occhiataccia. «Avrei potuto ucciderti due volte, e non te ne saresti nemmeno accorto»
«Neji, che ti succede?» chiese al volo il maestro Gai, corrugando le spesse sopracciglia.
«Ah... scusatemi» rispose lui, rimproverandosi mentalmente.
Era in missione, non poteva perdersi dietro a pensieri futili... rischiava di lasciarci la pelle.
Rock Lee gli lanciò un’occhiata di leggera supponenza.
«Eh... So che i miei progressi sono strabilianti, e al confronto i tuoi non reggono... ma anche tu non te la cavi male...! Non abbatterti!» commentò, strizzandogli l’occhio.
Non vale neanche la pena rispondergli...” pensò lo Hyuuga piatto.
Camminarono per altri venti minuti, senza che altre cose degne di nota accadessero, finché il maestro Gai non li fermò e si acquattò dietro a un cespuglio. Fece un cenno a Neji, e lui attivò il byakugan.
«Sono tre, duecento metri ad est» mormorò, perlustrando la zona. «Stanno mangiando, probabilmente sono distratti»
«Allora basterà un attacco sulla media e lunga distanza» commentò il maestro. «Tenten»
«Sono pronta» lei si fece avanti. «Mi avvicino»
«Neji, tu coprila. Io e Rock Lee andiamo dall’altra parte»
«Agli ordini!» scattò il ragazzo dalle sopracciglia cespugliose, sull’attenti.
Neji gli scoccò un’occhiata di striscio; tra lui e Tenten non era passato nemmeno un cenno, o qualunque cosa che facesse trapelare un minimo di ansia.
Che sciocchezza” si disse lo Hyuuga. “Questi due sono soltanto compagni di squadra. Devo smetterla di dar credito ai pettegolezzi”
Lui e Tenten si allontanarono dritti verso est, mentre gli altri due membri del gruppo facevano un giro più largo per sorprendere i nemici dall’altro lato.
Secondo le loro fonti, si trattava di spie del Fulmine in procinto di raggiungere la Foglia. Ma erano state individuate non appena avevano oltrepassato il confine, il che li portava a pensare che non fossero poi quel granché; non a caso la missione era soltanto un livello B.
Tuttavia il loro gruppo non dava mai nulla per scontato. Ogni avversario poteva essere un ottimo allenamento, e anche la mente andava esercitata con il corpo; le strategie erano importanti.
Tenten si fermò acquattata su un albero, a una distanza tale per cui le fosse possibile intravedere il bivacco attorno al quale erano seduti i ninja del Fulmine. Neji rimase di poco più indietro, pronto a intervenire.
Lei prese dalla cintura due rotoli, e ne mise un terzo in bocca. Appena prima di muoversi, calcolò attentamente le distanze... E poi partì.
I ninja della Roccia ebbero appena il tempo di accorgersi della palla chiodata che mirava su di loro, che quella si abbatté dritta sul fuoco. Sconcertati, rimasero a guardarla un attimo di troppo, e quella esplose spargendo tutt’attorno frammenti appuntiti di metallo. Uno degli avversari cadde sulla schiena, con il collo squarciato da un pezzo di ferro, ma gli altri due si ripararono appena in tempo.
«Da che parte?!» gridò uno, guardandosi attorno freneticamente.
Una pioggia di kunai cadde su di loro, conficcandosi nella pelle con una facilità disumana. I due ninja gridarono, e cercarono di ripararsi alla bell’e meglio. Alla fine dell’attacco erano ancora in piedi, ma in condizioni piuttosto precarie.
Tenten, impassibile, aprì l’ultimo rotolo. Questa volta si trattava di shuriken, che andarono ad attaccare gli avversari come i kunai di poco prima. I due ninja li schivarono, e uno riuscì a capire da dove provenivano le armi.
«Là!» gridò, scagliando il suo kunai.
Neji intervenne, deviandolo con il proprio, e Tenten, senza nemmeno accennare a spostarsi, sfilò dalla cintura un quarto rotolo. Lo aprì, con mani abili, ed evocò tre kunai con un ciondolo appeso al manico. Li strinse tra le dita, senza togliere gli occhi di dosso ai suoi avversari, e li scagliò.
Il primo si conficcò nella gamba di uno dei ninja, che si lasciò sfuggire un grido di dolore. Abbassò lo sguardo sulla ferita, e spalancò gli occhi un attimo prima che l’esplosione gli dilaniasse metà gamba. Con un urlo, cadde a terra.
Il secondo colpì il suo compagno tra collo e spalla. Della sua testa rimase soltanto un frammento di mandibola ancora collegato al collo.
Tenten si accigliò. Ce ne era ancora uno vivo?
Frugò nel marsupio alla ricerca dell’ultimo rotolo. Lo trovò, lo aprì, e richiamò una sfera simile a quella che aveva lanciato all’inizio, ma avvolta da cartabombe. Portò due dita sotto il mento, convogliando rapidamente il chakra, e poi la scagliò.
Il ninja a terra alzò le pupille dilatate per il panico quando sentì il sibilo acuto che fendeva l’aria.
Vide il proiettile avvicinarsi, e la gamba rimastagli scivolò sulla polvere nel vano tentativo di farlo strisciare via. Fu colpito in pieno allo stomaco.
Ci fu un’esplosione, e di nuovo frammenti taglienti che volavano ovunque.
Uno si diresse verso Neji, sbalzato troppo lontano. Tenten scagliò uno shuriken all’ultimo istante, deviandolo.
Lui la guardò accigliato.
«Lo avrei scansato da solo» le fece notare.
«Non ne dubito» replicò lei, saltando giù dall’albero con un’indifferenza invidiabile e un mezzo sorriso. «Ma sarebbe stata una pecca nel mio lavoro»
Neji la fissò, interdetto.
Quella ragazza... aveva appena massacrato da sola tre uomini, e non era minimamente turbata.
Scese dal suo ramo, imitandola, e qualche passo dietro di lei raggiunse l’accampamento su cui giacevano i resti dei tre ninja della Roccia.
«Accidenti... non ci sei andata leggera, eh Tenten?» commentò il maestro Gai, già sul posto con Rock Lee. «Non ci hai lasciato neanche il tempo di arrivare in posizione»
«Siete voi ad essere lenti» replicò lei incrociando le braccia sul petto. «E gli ordini erano di eliminarli, non di catturarli»
«Sì, e guarda caso questa missione era firmata da Danzo...» bofonchiò Rock Lee, cupo.
«Lascia perdere la politica, è meglio se non ci impicciamo» borbottò Tenten. «Non al nostro livello, comunque. Dovresti essere un membro del Consiglio per avere un minimo di voce in capitolo»
Però. Era anche pragmatica, rifletté Neji.
La studiò, inclinando la testa di lato.
Lui era un tipo più... uhm... da donna combattiva. Voleva una ragazza che sapesse cosa faceva e come farlo. Voleva una ragazza che avesse polso e determinazione, che non si lasciasse smontare in fretta e che potesse stare al suo fianco senza appoggiarsi completamente a lui.
Forse voleva troppo.
O forse no.
Per caso... Tenten ce l’aveva ancora una cotta per lui?


Strano.
Molto strano.
Qualche giorno prima, più o meno quando aveva invitato Hinata a pranzo, Naruto si era sentito... bene. La volpe se ne era rimasta buona buona nel profondo della sua coscienza, come assopita.
E ora era tornata a mormorare, all’improvviso.
Forse dipendeva dal fatto che era stato ancora da Sasuke?
Con lo spazzolino da denti in bocca, Naruto fissò accigliato il proprio riflesso.
Le cose non andavano affatto bene, nello scantinato in cui lo tenevano: il segno maledetto diventava ogni giorno più forte e incontrollabile, si rifiutava ancora di mangiare ed era sempre più apatico.
Le aveva tentate tutte per farlo riprendere, le buone, le cattive, i ragionamenti, gli insulti... ma Sasuke non aveva reagito a nulla. Nemmeno il suo clan era più un argomento che funzionava. E quando aveva iniziato a restare impassibile al nome di Itachi, Naruto aveva capito che le cose andavano davvero male.
Devo tirarlo fuori da lì” si disse per l’ennesima volta. “Quel posto è come un veleno...!”
Lui sapeva cosa volesse dire essere immersi nell’oscurità.
Lo aveva provato, con Kyuubi... e anche da bambino.
La porta del bagno si aprì senza preavviso.
«Ah, ci sei tu... scusa» borbottò Sakura sbadigliando.
«Ho quashi finito!» ribatté lui, con la bocca piena di dentifricio. Sputò nel lavandino.
Sakura si appoggiò al vetro della doccia, assonnata. Guardò la schiena nuda di Naruto, china davanti a lei, e il ricordo della notte appena trascorsa le portò una fastidiosa stretta allo stomaco.
Il suo respiro pesante... la sua pelle coperta di sudore... le lenzuola che frusciavano, sotto di loro... la sua voce... che sussurrava il suo nome...
E lei?
Lei che nome sussurrava?
Nessuno.
Che cosa... patetica.
«Hai... hai saputo qualcosa di Sasuke?» si chiese, odiandosi per averlo fatto.
Naruto si irrigidì impercettibilmente.
Non glielo aveva detto.
Non le aveva detto che lui lo vedeva tutti i giorni...
E come avrebbe potuto? Con quale coraggio le avrebbe detto che permetteva a Kyuubi di minacciare a morte la guardia di Sasuke per vederlo? E... con quale coraggio le avrebbe dato l’opportunità di desiderare di vederlo?
«No... niente» mormorò, evitando il suo sguardo riflesso dallo specchio.
«Oh...» fece Sakura, abbassando gli occhi. «Sono preoccupata... mi chiedo come stia, dopo quello che è successo»
«Ce lo diranno presto» svicolò lui, asciugandosi il viso con l’asciugamano. «Ecco, ora ti lascio il bagno. E sbrigati, che Tsunade ci vuole nel suo studio tra mezzora»
«No, l’appuntamento è tra un’ora» sbadigliò Sakura, staccandosi dalla doccia. «L’ho anticipato per te, così magari ti saresti svegliato in tempo...»
Naruto le lanciò un’occhiata indignata,
Lei ricambiò con un sorriso serafico, e gli sbatté la porta in faccia.

Mezzora dopo lui non aveva ancora digerito lo sgarbo.
Nello studio dell’Hokage, con le braccia incrociate sul petto, Naruto borbottava frasi incomprensibili tra sé e sé, muovendo la testa da una parte e dall’altra. Tsunade lo fissava da almeno cinque minuti, la fronte corrugata e la bocca aperta nel tentativo di capire cosa diavolo avesse. La sua espressione era discretamente stupida.
A salvare la situazione intervenne Sakura, che si schiarì rumorosamente la voce.
«A-hem... scusate?» disse. «Possiamo sapere perché siamo qui?»
«Eh? Oh, sì» si riscosse Tsunade, tossicchiando. «Ho un missione per voi»
Iniziò a frugare tra i fogli che ingombravano la sua scrivania, facendone cadere una pila intera e scoprendo nel frattempo che fine aveva fatto la penna che cercava da due settimane. Alla fine ripescò un documento spiegazzato e lo lisciò sul piano di lavoro.
«Dunque...» mormorò, scorrendo con gli occhi la calligrafia minuta che lo copriva. «Paese del Tè. Dovete scortare l’ultimo scemo che ha combinato un matrimonio con il paese del Fuoco, tale Ijuin... Ovviamente ci sono mille persone che lo vorrebbero morto, e lui viaggia con un seguito di settantasette cortigiani. A voi» tese il foglio a Sakura.
«S-Settantasette?» balbettò lei spalancando gli occhi, mentre lo prendeva. «Noi due da soli?»
Anche Naruto, che bene o male aveva ascoltato gli ordini, fu costretto a prestare attenzione.
«Oh, ma voi siete i migliori ninja di Konoha» li adulò Tsunade, con un sorriso falso come Giuda. «Avanti, non avete molto tempo. Anzi, partite subito, che dovete raggiungere la capitale del paese del Fuoco: nessuno si muoverà di là fino al vostro arrivo, e voi non volete mica farli aspettare, giusto?»
«N-No, ma...» tentò Sakura. «Almeno un’altra persona...»
«Devi avere più fiducia in te, Sakura» l’Hokage sfoggiò il suo miglior sorriso convinto, quello che riservava alle partite di poker più accanite. «Io ho fiducia in voi»
Ecco le parole magiche.
«Non si preoccupi» intervenne Naruto, con insospettata sicurezza. «Lo consideri già fatto»
«Tu non ti rendi conto...!» sibilò Sakura, piazzandogli davanti al naso la missione. «Sono settantasette persone, settantotto con lui! Come diavolo facciamo a controllarli tutti?»
«Sakura, mi stupisci» ghignò Naruto, trasudando arroganza da ogni poro. «Hai davanti a te il genio indiscusso della tecnica della moltiplicazione, e fai di queste domande?»
Sulla fronte della ragazza si gonfiò una vena.
«Bene, direi che non ci sono problemi!» intervenne Tsunade, un attimo prima che scoppiasse la replica di Sakura. «Forza, cosa ci fate ancora qui? Andate!»
I due jonin esitarono per un attimo.
Quell’entusiasmo per una missione tanto banale era strano... era come se... Tsunade volesse liberarsi di loro.
Ma no, che sciocchezza” pensarono all’unisono.
Si inchinarono, salutando con il dovuto rispetto, e alla fine lasciarono l’ufficio. Come la porta si fu richiusa alle loro spalle, iniziarono i battibecchi.
Il sorriso si spense sul viso di Tsunade, lasciando il posto a un cupo turbamento. Mentre la voce dei due era ancora udibile attraverso la porta, lei aprì un cassetto e tirò fuori un foglio in perfette condizioni, studiandolo per un lungo istante. Si accigliò, e prese il timbro rosso sulla scrivania.
Si parte...” pensò con un sospiro, e marchiò il documento con il sigillo dell’Hokage.
Di lì a tre giorni, i nobili, i membri del consiglio e i chunin e jonin della Foglia erano chiamati ad assistere al processo per tradimento di Sasuke Uchiha.












Nel prossimo capitolo:

Non ancora...”
Una goccia di sudore colò lenta lungo la fronte ampia di Shikamaru.
Non ancora...”
Deglutì a vuoto, e anche l’ultimo ninja nemico ebbe oltrepassato il primo alleato.
Non ancora...!”
Serrò il pugno in uno scatto convulso.
La retroguardia degli avversari si guardò indietro per un istante, e poi, rassicurata, tornò a volgersi avanti.
«Ora!»













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Capitolo noioso per la sottoscritta, dal momento che lascia un po' in disparte Naruto! XD
Ma qualcosa succede, per gli altri! E soprattutto, si gettano le basi per ciò che accadrà nei prossimi capitoli...
...Preparatevi...
...Perché saranno l'apoteosi della noia...
Ma...
Quando meno ve lo aspettate, succederà qualcosa di molto importante!
Tenete gli occhi aperti!
XD
(Mi spiace, ma le faccende burocratiche sono faccende burocratiche.
Devo sistemarle prima o poi, in ogni caso ci toccano...)

Tra parentesi... ho notato un po' di lieve
panico
da parte dei fan del NaruxSaku, nei commenti!
Insomma ragazzi, io non vi ho detto nulla sulle mie coppie preferite esattamente perché voi non dovete immaginare come finirà!
Deve essere una sorpresa totale!
(sono una donna che ama il rischio, a quanto pare)
Quando pubblicherò l'ultimo capitolo di questa storia, nella mia pagina personale ci sarà un elenco dei pairing che amo!
^_^
Intanto... posso chiedervi un favore?
Ormai ho capito che milioni di voi sono per le NaruSaku, ma le altre coppie come le vedete?
Il mio è una specie di sondaggio stupido... quali altri pairing vi ispirano?
E quali, a questo punto della storia, ritenete almeno vagamente attendibili come risultato finale?
(nota: probabilmente tra dieci capitoli avrò cambiato tutte le vostre convinzioni,
ma intanto lasciate che ve lo chieda! XD)

OneWingedAngel: l'idea di un Kakashi popolare tra il gentil sesso mi è venuta un giorno per caso, mentre guardando distrattamente una puntata di Naruto l'ho visto salvare una giovin fanciulla dalle grinfie di alcuni banditi (non ricordo nemmeno quando sia successo precisamente!)... E poi c'è l'extra della maschera, che mostra come Ayane (e Ichiraku) siano rimasti totalmente ammaliati dal suo viso! Senza contare che, quando una persona inizia a notare i pregi di un'altra, automaticamente le persone che la circondano li scoprono, come l'acqua calda. E' scientificamente provato! E' da qui che nasce l'idea dell'harem di kakashi! XD Mentre Hinata è un personaggio che mi sta molto a cuore... voglio occuparmi per bene anche di lei! Il segno maledetto di Sasuke sarà qualcosa che avrà una certa importanza andando avanti nella storia, quindi per ora non voglio svelarti nulla! Solo che... personalmente dubito che Danzo possa avere influenza anche su quello! ò_O (per quanto sia davvero la fonte del male in generale! XD)
kage_naru89: Naruto che si accorge di Hinata? Ora che ha per la testa Sakura e Sasuke (e poi anche qualche altra gana)? Ma se non la vede nemmeno quando va tutto bene, mi dici come fa a notarla ora? XD Forse se lei si facesse avanti, potrebbe vederla. Ma anche in quel caso in testa non avrebbe spazio per altri che per Sakura e Sasuke! Insomma, al momento è un po' difficile, diciamocelo! E poi qua i triangoli si intersecano da matti! XD Anche Ino e Sai ci mancavano! Per Sasuke non è questione di capire l'errore... è questione di farsi venir voglia di andare avanti. Il problema sta tutto lì: al momento non gliene frega niente di avere ragione o torto, ha semplicemente perso ogni voglia di vivere. Ehh, Jiraya è sempre Jiraya! XD E poi... ho dovuto ricominciare a infilarcelo... tra un po' scoprirai perché... uhuhuh...
lale16: Jiraya è un bel personaggio da muovere; può essere serio o comico, forte o stupido, è discretamente maneggevole e sa cosa vuole! E' un vero piacere usarlo in questa storia! XD
killkenny: wow, un 10! *_* Quale onore, mister! E io che lo ritenevo un capitolo noioso! XD (ciò dimostra che la mia capacità di autovalutazione ancora una volta fa davvero schifo!) La turba di femmine indemoniate, comunque, non si vedrà almeno per una decina di capitoli. Prima delvo sistemare altre cose, e poi mi occupo di Kakashi!
harryherm: beh, io non ti dico niente... ma qualunque sia il risultato finale del triangolo, sappi che cercherò in tutti i modi di renderlo il più plausibile e "accettabile" possibile. Indipendentemente dai pairing che verranno fuori, voglio che ci sia una patina di realismo in tutto quanto. Non forzerò nulla, lascerò che le cose vadano come devono andare... e alla fine saranno gli stessi personaggi a decidere che piega prenderanno gli eventi! (in ogni caso, io so già come concludere la cosa! XD E alla fine scoprirai anche perché!) Eh, pensa un po' alla povera Tsunade alla prospettiva di trovarsi Naruto al processo... significa rissa assicurata, e a quel punto chi lo assolve più Sasuke? XD Eh no, il biondino deve andarsene! E poi... anche lui è meglio se sta da solo... soprattutto per un certo incontro che è in procinto di fare... D'altronde... Naruto è o non è il ninja più imprevedibile della Foglia? Da lui possiamo aspettarci di tutto...! Mi dispiace, ma per quanto gli spoiler siano bene accetti, vanno contro la mia etica personale! XD Se proprio sono costretta a dirti qualcosa, cerco di farlo nella maniera più ambigua e sviante possibile! Se vuoi un'informazione prima che le cose accadano, leggi la storia... e poi ribalta completamente i concetti! Così avrai delle anticipazioni sul futuro! XD (tradotto in parole povere: sono una gran bastarda, indirizzo il lettore da una parte e poi lo faccio voltare bruscamente! XD)
kaho_chan: come ho già avuto occasione di dire altre volte, qualunque sia il risultato finale dei pairing, cercherò in tutti i modi di renderli plausibili e non forzati! Ho un progetto in testa, un progetto che necessita di determinate soluzioni, e non lo modificherò. Però mi impegnerò con tutta me stessa perché riuslti in un certo senso quasi "naturale", perché nessuno o quasi abbia di che lamentarsi! Wow, grazie per i commenti sulla teoria dell'harem! XD mi è uscita all'improvviso un giorno che dovevo spiegare a un ragazzo perché gli succedeva quel che succede qua a Kakashi! XD Sarei una sociologa di discreta abilità, credo! XD
1992: pochi movimenti tra Naruto e Sakura anche qui... finché sono solo loro due, non può succedere nulla, ti pare? Ma prima o poi entrerà in gioco il Terzo Uomo, e allora le cose prenderanno una piega netta! XD Solo che il Terzo Uomo deve svegliarsi, prima! XD
Talpina Pensierosa: oooh, che anima pia! *_* Il custode di Sasuke ti ringrazia infinitamente per aver pensato a lui! XD (anche io ci ho pensato tanto, povero cucciolo!) Uhm... fammici pensare... c'è una coppia che mi piacerebbe vedere tra le drabble? Ohh, sì! ç_ç oh no, adesso mi commuovo... una ObitoxRin! Credi di riuscirci? So che non sappiamo molto di nessuno dei due... ma se ci riuscissi sarebbe davvero bellissimo! Vista da lei o vista da lui, come preferisci!
kyuubi: "però non mi fare una SasuSaku o giuro che non ci sarà sigillo che impedirà alle mie 9 code di devastare ogni cosa fino a che non ti avrò trovato" <-- *_* è una promessa? Ti prego, mantienila! Se liberi le code, metto giù subito una SasuSaku!! >_< Ahh, Kyuubi che devasta è qualcosa di meravigliosooooo!! XD Mi dispiace per i tuoi problemi con la connessione, ma va bene anche così! *_* Ogni tuo commento è un balsamo per i miei occhi! (sì, devo decisamente smetterla di identificarti con la kyuubi "originale"... -.-) Grazie ancora per i complimenti, in effetti buona parte della fan si basa sulla suspance... già dal primo capitolo, direi. Mi ci metto molto d'impegno per crearla, spero che si veda! XD


Aya

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Capitolo 26
*** Anbu e Radice ***


Naruto-26

Capitolo ventiseiesimo

Anbu e Radice







L’unica struttura di Konoha che fosse in grado di contenere tutti i nobili e i ninja di rango superiore al genin era lo stadio in cui si disputavano l’esame di selezione dei chunin e gli eventuali tornei. Per questo solitamente era utilizzata come tribunale nel caso in cui l’accusa richiedesse un auditorio allargato.

E il processo per tradimento a Sasuke Uchiha richiedeva esattamente quel genere di auditorio.
I mormorii sulle gradinate erano un ronzio confuso, che si mescolava a quello delle cicale sugli alberi. Il caldo faceva tremolare l’aria al di sopra delle teste, e qualche ventaglio si muoveva pigramente.
Era arrivato luglio. Il sole svettava alto in un cielo di un blu accecante, e non un filo d’aria mitigava l’afa che opprimeva il villaggio.
Nonostante ciò nessuno era assente.
Non uno dei posti a disposizione era vuoto, e tutti puntavano gli occhi sul centro dell’arena, in fremente attesa.
Là, al centro dello spiazzo, c’era una pensilina bianca che nelle intenzioni degli organizzatori avrebbe dovuto riparare l’imputato dalla clemenza del sole, e che in realtà faceva poco o niente.
Ma sotto di essa non c’era nessuno.
E anche la pedana dell’Hokage era vuota.
Il processo avrebbe dovuto iniziare già da mezzora... eppure nulla ancora era accaduto.
Nella tribuna di destra, Ino si muoveva nervosamente sul suo sedile.
«Mi fai venire caldo» borbottò Choji guardandola, e sgranocchiando pigramente un sacchetto di patatine.
«No, tu fai venire caldo» ribatté lei irritata. «Fagocitare quelle schifezze mentre ci sono quaranta gradi all’ombra... disgustoso!»
«Se mi rendono felice, che problema c’è?»
Ino sbuffò. «Dove diavolo è finito Shikamaru?» ringhiò, forse per la trecentesima volta. Il posto accanto al suo era occupato dalla sua borsa, ma del legittimo proprietario non c’era alcuna traccia.
Asuma, seduto nella tribuna centrale insieme a Kurenai e a suo figlio, che evidentemente riteneva di fondamentale importanza scoprire cosa ci fosse sotto tutti i sedili della platea, la vide agitarsi e sospirò. Per fortuna non era lì accanto, altrimenti non sarebbe riuscito a tacere.
Lui sapeva dov’era Shikamaru,
Il che non implicava affatto che non fosse preoccupato, anzi; probabilmente la sua ansia era anche maggiore di quella di Ino.
«Tobi, no! Lascia stare quel piede!»
Kurenai si riprese il figlio, tutto intento a studiare l’elegante scarpina di una cugina di Hinata Hyuuga, e lui espresse il suo disappunto lanciando uno strillo molto più che acuto.
Quel lato degli spalti era riservato alla nobiltà. Dal momento che negli ultimi giorni Hiashi Hyuuga aveva sviluppato un insano attaccamento alla sua primogenita, aveva insistito affinché Hinata sedesse con la famiglia. E dal momento che Kiba si era altrettanto insanamente impuntato, sostenendo che il gruppo doveva restare unito, anche lui e Shino avevano ottenuto il permesso straordinario di sedere lì – permesso accordato da una Tsunade parecchio distratta, peraltro. Kurenai, preoccupata per Hinata e per il suo gruppo, aveva chiesto di unirsi alla compagnia, e aveva ricevuto come risposta un inaspettato sì. Anzi, un incredibile sì, dal momento che includeva anche il resto della sua famiglia.
A quel punto aveva iniziato a pensare che l’Hokage avesse qualche serio problema.
Aveva provato a parlarne a suo marito, ma lui non era parso minimamente interessato, trincerato com’era dietro al suo giornale, e praticamente non l’aveva ascoltata.
Asuma, quella sera, aveva ringraziato Dio per l’esistenza di cose ingombranti come i giornali, perfette per nascondere un’intera faccia.
Ma in quel pomeriggio afoso non aveva nulla che potesse aiutarlo a difendersi dagli occhi di Kurenai, e stava facendo sforzi immani per mantenersi impassibile e, nel contempo, tendere le orecchie.
«Per favore, puoi tenerlo tu?» sbuffò lei a un tratto, piazzandogli sulle ginocchia il piccolo Tobi.
Il bambino si aggrappò alla sua sigaretta, ed entrambi i genitori raggelarono.
«Lasciala subito!» esclamò Kurenai allontanandogli la mano. Lui scoppiò a piangere. I nobili che li circondavano scoccarono loro occhiate fulminanti.
Asuma sospirò profondamente, e per caso incrociò lo sguardo freddo di Danzo, in prima fila.
Shikamaru... vedi di non combinare casini. Perché ho la terribile impressione che qui avrò molto da fare, senza dovermi occupare anche di te...”


Le strade del villaggio erano deserte, come se tutti gli abitanti di Konoha fossero scomparsi in un unico istante. Le cicale regnavano incontrastate sul silenzio, dagli alberi, e il sole colpiva inclemente ovunque riuscisse a far arrivare i suoi raggi.
Nell’afa immobile un insetto ronzava lento, appesantito, e andò a posarsi sul corrimano di un balcone. Rimase immobile per un lungo istante, prima di riprendere il suo volo annoiato e allontanarsi.
Nell’ombra, nel minuscolo anfratto che si celava dietro a un tubo accanto al balcone, c’era una figura nera.
Non si muoveva.
Non respirava neppure, o almeno questa era l’impressione.
E i vaghi contorni della sua sagoma sembravano disegnare una maschera là dove avrebbe dovuto trovarsi la faccia.
Duecento metri più avanti, lungo la strada, in un altro cono d’ombra si celava una seconda sagoma, altrettanto immobile.
Oltre, una terza. E poi una quarta, e una quinta.
Non erano disposte lungo la via principale di Konoha, ma in una secondaria. Era un accesso poco frequentato, distante dall’arena che catalizzava tutte le attenzioni, e in una zona del villaggio che era assolutamente indifferente alle autorità, non particolarmente caotica, ma nemmeno troppo tranquilla.
Era una strada come tante, una qualunque... ma era quella giusta.
Lo sapevano.
Shikamaru aveva la posizione migliore, in fondo alla via. Dal suo angolo avrebbe potuto tenere sotto controllo l’intera zona, e dare il segnale per la partenza agli altri. Controllò con un velo di nervosismo l’auricolare che sfuggiva alla pelle sudata.
Non erano ammessi errori.
Un suo sbaglio, e tutta l’operazione sarebbe andata a puttane, letteralmente.
Aveva calcolato ogni dettaglio nei minimi particolari, per giorni; aveva previsto come si sarebbero mossi gli avversari, aveva ipotizzato una contromossa, aveva vagliato tutte le possibilità e preparato piani di emergenza a non finire. Si era spaccato la testa, da quanto aveva pensato.
Maledetta Hokage. Sadica.
«Ho assoluta fiducia in te, Shikamaru. Porta a termine questa missione»
“‘Fanculo!” pensò frustrato.
Lui odiava avere quel genere di incarichi... significavano un sacco di lavoro!
L’auricolare nel suo orecchio crepitò, e lui trattenne il respiro.
«Squadra A in posizione» gli giunse in un sussurro metallico.
Ci fu un altro crepitio.
«Squadra B in posizione» una voce diversa.
«Bene» sussurrò piano, senza staccare gli occhi dalla strada. «Restate in attesa di ordini»
Dall’altra parte della ricetrasmittente, tutto tacque.
L’aria calda si era fatta solida per la tensione, nella sua testa.
Ahh, odiava quegli incarichi...!
All’improvviso qualcosa catturò la sua attenzione.
Immediatamente vigile, assottigliò gli occhi in direzione dell’ingresso della strada, a diversi metri di distanza. Dapprima non vide nulla. Poi, un movimento quasi impercettibile.
Portò una mano all’orecchio.
«Sono qui» sibilò, tendendo i muscoli.
Un’ombra fugace, a capo coperto, uno scatto silenzioso. Un’altra. Due, no, tre... quattro, cinque, otto... sicuramente di più. Oltrepassarono la prima figura nascosta nell’ombra, e anche quella successiva.
Non facevano alcun rumore, e conoscevano alla perfezione la conformazione del territorio. Erano in gamba, mostruosamente in gamba.
Ma anche i ninja di Konoha lo erano. Anzi, erano migliori.
Non ancora...”
Una goccia di sudore colò lenta lungo la fronte ampia di Shikamaru.
Non ancora...”
Deglutì a vuoto, e anche l’ultimo ninja nemico ebbe oltrepassato il primo alleato.
Non ancora...!”
Serrò il pugno in uno scatto convulso.
La retroguardia degli avversari si guardò indietro per un istante, e poi, rassicurata, tornò a volgersi avanti.
«Ora!»
Come un sol uomo, la squadra Anbu agì in meno di un istante.
Dai tetti, dai vicoli, dai balconi, i ninja spuntarono veloci e assolutamente silenziosi, armi alla mano. Sulle loro spalle nude spiccava il tatuaggio della squadra speciale.
Gli avversari impiegarono un tempo sorprendentemente breve per reagire, e riuscirono a resistere al primo assalto: uno di loro estrasse una carta bomba e la fece esplodere nel mucchio, sollevando una nube di fumo. Nessuno parlò, per non svelare la propria posizione. Gli shuriken fischiarono nell’aria, accanto ai corpi che frusciavano, ma nessun gemito tagliò il silenzio.
Shikamaru, dalla sua posizione privilegiata, schioccò la lingua per il disappunto. Quella era una delle peggiori situazioni che aveva ipotizzato, insieme a un suo errore nella tempistica dell’ordine.
«Uno A!» chiamò nell’auricolare.
Ci fu un attimo in cui nulla cambiò. Poi, all’improvviso, un piccolo ciclone d’aria spazzò il fumo e rese visibile la strada. Il ninja che aveva evocato la tecnica schivò due shuriken, ma il terzo si conficcò nella sua scapola; non emise un solo gemito, dietro la maschera.
Ora che erano completamente visibili e abbastanza vicini, Shikamaru riconobbe al volo i ninja che li stavano attaccando, dalle maschere che anche loro portavano: erano tutti alle dipendenze di Danzo; erano gli uomini della Radice.
Di nuovo, mentre sulla strada il combattimento proseguiva, lui portò una mano all’orecchio.
«Li vede?» chiese teso.
«Sì» rispose una voce di donna. «E’ abbastanza»
Esattamente in quel momento la squadra Anbu riuscì ad aver ragione degli attaccanti.
Shikamaru si accigliò, guardandoli.
Saranno stati una decina, feriti e morto compresi. Ma la radice prevedeva molte, molte più persone... dov’erano?
«Ne mancan...» iniziò a dire all’auricolare, e non riuscì a terminare la frase.
Un kunai si conficcò nel braccio che teneva sollevato.
«Merda!» imprecò spostandosi bruscamente, e per farlo rimase allo scoperto.
Nel punto in cui era stato fino a un attimo prima c’era un ninja che indossava la maschera della Radice. Shikamaru alzò lo sguardo sui tetti che circondavano la strada, e scoprì che ogni singola tegola era occupata da nemici.
Accidentaccio... Io odio questi maledetti incarichi!” pensò spalancando gli occhi scuri.


Sai era seduto tre file dietro Danzo, con un sorriso impassibile stampato in faccia.
Immerso nei mormorii concitati dei nobili che lo circondavano, non si univa a nessuno dei commenti indignati che venivano pronunciati nei riguardi dell’organizzazione, assolutamente inadeguata, pessima anzi!
Lui sapeva che l’organizzazione dell’evento era perfetta. Sapeva che tutto stava andando come doveva andare.
E sapeva che il vero centro dell’azione non era lì, ma altrove... in una stradina evacuata silenziosamente qualche ora prima.
Teneva gli occhi puntati su Danzo, immobile nella fila riservata agli esponenti più importanti della Radice, e vedeva la sua testa scura stare eretta, appena girata verso la sua segretaria che gli sussurrava qualcosa.
Era al corrente di tutto, Sai.
Sapeva anche più di Shikamaru.
E conosceva il suo posto.
Se c’era una cosa che lo preoccupava, a dire il vero, era la missione di Naruto.
Sapeva che sia lui che Sakura erano molto nervosi per la questione di Sasuke, e non poteva fare a meno di chiedersi se la loro ansia non avrebbe messo in pericolo i loro protetti o loro stessi.
Avrebbe voluto andare con loro, a dire il vero.
Ma la sua gamba non glielo permetteva. Anche se l’Hokage aveva chiesto alla sua assistente di fare tutto il possibile perché guarisse prima del giorno del processo, non erano riuscite a sistemarla del tutto. E quindi ora doveva stare seduto e attendere con la massima attenzione gli ordini che gli sarebbero stati impartiti, per muoversi con un largo margine di anticipo.
Non poteva sbagliare.
Nessuno di loro poteva sbagliare in quel momento...
L’organizzazione doveva essere perfetta.
Con nonchalance, portò una mano all’orecchio e sistemò l’auricolare discreto che vi era sistemato.
«Fa davvero caldo, non è così?» disse educatamente alla grassa e sudata donna che gli stava di fianco.
Quella lo guardò come si guarda qualcosa di molto sgradevole attaccato a una scarpa.
Lui, fresco e sereno, le sorrise.

Lontano da lì, una mano si posò leggera su un orecchio.
Fa davvero caldo, non è così?, era una frase in codice, che stava per ‘nulla di nuovo all’orizzonte’.
Un alito di vento a malapena percepibile soffiò sul tetto del caseggiato, sollevando un lungo ciuffo di capelli biondi.
Tsunade corrugò la fronte.
Non sarai così tranquillo ancora per molto, Danzo...” pensò, mentre i suoi occhi saettavano sulla strada poco distante, seguendo attenti la scena che vi si svolgeva.
Vide Shikamaru lasciare improvvisamente la sua posizione, con un kunai conficcato nel braccio, e vide i ninja della Radice comparire sui tetti lì attorno, in un perfetto accerchiamento.
Evidentemente si aspettavano una mossa da parte loro. Quasi certamente Danzo sospettava che ci fosse una spia tra i suoi.
Quello che non sapeva era che loro non erano soli.
Sfiorò con le dita l’auricolare all’orecchio sinistro, attivando una linea riservata, e lanciò soltanto un ordine breve e secco: «Ora»

Shikamaru si gettò a terra per evitare una pioggia di shuriken, e si sbucciò dolorosamente un gomito.
Cercò di ragionare velocemente, e di trovare il modo di vincere mentre erano in quindici, circondati da almeno venticinque nemici, stretti in una strada polverosa e con altri dieci avversari pronti a creare scompiglio al centro.
Che cavolo.
Non trovava vie d’uscita.
«Se qualcuno ha intenzione di intervenire, questo potrebbe essere il momento buono per farlo!» esclamò a voce alta, con il preciso intento di farsi sentire da chi ascoltava ogni cosa.
E non aveva nemmeno finito di parlare, che il ninja che si trovava davanti fu colpito alla nuca da un oggetto grande, pesante e... familiare.
Seduto sul didietro, Shikamaru sgranò gli occhi.
Quello era... un maledetto ventaglio.
E quindi, quella era... la maledetta lei.
«Hn... una scena già vista, mi pare» commentò una voce nota.
Appoggiata al ventaglio con aria arrogante, Temari puntò gli occhi grigio-verdi su Shikamaru, con una strafottenza che rasentava la tracotanza più completa.
Lui, a bocca aperta, si lasciò andare a un sospiro profondissimo, e chiuse gli occhi.
Tutt’attorno poteva sentire che i rumori della battaglia erano cambiati: ora non erano più i ninja della Foglia a soccombere, ma la Radice...
Risollevando le palpebre, vide una quantità non meglio precisata di ninja della Sabbia spuntare da ogni angolo, e avventarsi sui nemici degli Anbu con precisione letale. Tra di loro c’erano anche Kankuro e le sue tre marionette.
Guardò Temari, che stava riprendendo in mano il ventaglio per unirsi alla battaglia.
«Sei ancora lì per terra?» gli disse lei facendo schioccare la lingua con disappunto. «Ah, ma in fondo mi aspetto davvero qualcosa da te?»
Lui le rivolse un mezzo sorriso, rialzandosi in piedi. Estrasse il kunai dal braccio, con una leggera smorfia, e distrattamente lo scagliò per terra.
«Sta’ zitta» bofonchiò. «Sto arrivando»
Lei sogghignò.
«Vedi di non stancarti troppo...» sussurrò un attimo dopo, minacciosa e maliziosa allo stesso tempo.
Con sua stessa sorpresa, Shikamaru scoprì che, dopotutto, non avrebbe fatto una smorfia contrariata. E, soprattutto, che aveva una gran voglia di risponderle «va bene».
Alla fine si guardò attentamente dal farlo, e ingoiò fino all’ultima sillaba.

Accanto a Tsunade ora c’era un’altra persona. Ma mentre il quinto Hokage della Foglia sorrideva compiaciuta di fronte alla schiacciante vittoria del suo piano perfetto, il sesto Kazekage della Sabbia sfoggiava la sua perenne espressione impassibile.
«Non pensavo che avrebbe allontanato Naruto» disse a un tratto.
«Oh, ho dovuto» replicò Tsunade, con una smorfia. «Ultimamente è un po’... instabile. Avrebbe creato problemi al processo» borbottò, mantenendosi sul vago ed evitando ogni accenno alla volpe e ai sospetti che aveva su di lei. Alleati sì, ma non era il caso di rivelare proprio tutto al Vento...
«Quando tornerà sarà molto contrariato» commentò Gaara.
«Dovrà farsene una ragione» lei incrociò le braccia sul petto. «E poi lo distrarrò dicendogli che può vederlo. Basterà, ne sono certa»
«E’ così sicura che non verrà giudicato colpevole?»
Tsunade ghignò.
«Oh, sì. Penso proprio che dopo quello che accadrà tra poco all’arena del Giudizio, quasi tutti i membri del consiglio si affretteranno a votare con me»
Gaara le gettò un’occhiata veloce.
Aveva ricevuto una richiesta di intervento dalla Foglia un paio di giorni prima. Un falco aveva portato al suo studio un messaggio firmato direttamente da Tsunade, in cui gli si chiedeva di approntare una squadra di ninja e di trovarsi a Konoha due giorni dopo, per ‘una questione di ordine interno che avrebbe potuto avere strascichi importanti anche per quanto riguardava i rapporti tra i loro villaggi’.
E poi c’era stato quell’accenno al processo di Sasuke.
Più che per la richiesta in sé, Gaara era lì per Naruto.
Probabilmente non si sarebbe scomodato da Suna in persona solo per una missione di supporto; ma se si trattava di Naruto davanti al processo di Sasuke... le cose cambiavano.
E poi aveva scoperto che Tsunade Naruto lo aveva allontanato.
E aveva capito che sapeva benissimo cosa faceva mentre gli scriveva il messaggio.
Quella donna era diabolica. Ed era anche un politico nato.
Ora cosa si sarebbe inventata?
Già era riuscita ad avere al suo fianco il Kazekage, cosa che le avrebbe dato molto più credito agli occhi del Consiglio, il prossimo passo quale sarebbe stato? Fare fuori il capo della fazione opposta?
Mentre la studiava, eretta sul tetto con il mento sollevato e gli occhi brillanti di orgoglio, si chiese se ne sarebbe davvero stata in grado...

...Non sapeva che la risposta alla sua domanda era già in atto.

Il mormorio si era trasformato in un vero e proprio boato.
Quasi un’ora di ritardo non era assolutamente tollerabile, secondo i nobili di Konoha, e qualcuno già aveva iniziato ad alzarsi e andarsene.
L’espressione impassibile di Sai non cambiò di una virgola, mentre portava educatamente una mano all’orecchio e ascoltava. Pochi secondi, e cercò con lo sguardo Asuma; gli rivolse un cenno quasi impercettibile, che lui ricambiò allo stesso modo, poi entrambi si alzarono in piedi.
I nobili seduti al loro fianco li guardarono irritati: se loro attendevano ancora, come osavano quei villici plebei abbandonare il loro posto a sedere?
Asuma si chinò verso Kurenai, sussurrandole qualcosa all’orecchio, e lei inarcò le sopracciglia e gli lanciò un’occhiata confusa.
«Vai» mormorò lui; lei questa volta obbedì, stringendo Tobi tra le braccia, e si allontanò alla massima velocità consentitale per non destare sospetti.
Senza che fossero notati, altri uomini e donne, sparsi lungo tutta la tribuna nobiliare, si alzarono silenziosamente in piedi. Efficienti e precisi, sciamarono lungo le scale e fino alla prima fila, fermandosi davanti a Danzo e al suo gruppo.
Lui alzò lo sguardo, corrugando appena la fronte.
«Cosa succede?» domandò, mentre l’attenzione dell’intera platea veniva improvvisamente dirottata dal centro dell’arena deserta alla tribuna nobiliare.
Asuma, tra i ninja che si erano mossi, si fece avanti.
«A nome del quinto Hokage, la dichiaro in arresto con l’accusa di alto tradimento»










Nel prossimo capitolo:

«Silenzio!» ordinò il portavoce che aveva parlato prima, e lo stadio intero ammutolì.

Tsunade si rialzò dalla sedia, e fece un passo avanti.
«Mi scuso per il terribile ritardo!» iniziò, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro e sprizzava tutto fuorché cordoglio. «Questioni di ordine interno mi hanno tenuta lontana, ma vi assicuro che ora la situazione è tornata alla normalità più perfetta. So che c’è stato qualche inconveniente anche qui, ma non dovete temere: tutto ciò che è accaduto, è accaduto su mio preciso ordine. Al termine del processo, che al momento è la mia preoccupazione più pressante, convocherò il Consiglio e indirremo una riunione per analizzare la situazione. Adesso, procediamo; il motivo per cui siamo riuniti qui è per processare Sasuke Uchiha come traditore della Foglia. Fatelo entrare!»













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Eh, lo so.
Parlare di Sasuke è sempre una rottura... anche quando lo si fa indirettamente. U_U
(e Naruto non è comparso mai! T_T)
Ma guardate il lato positivo: erano un po' di capitoli che non leggevate scene d'azione!
E poi... C'è Gaara!
Direi che questo compensa ampiamente tutto il resto!
(Anche se Tsunade lo ha fregato in maniera magistrale XD)
Ho notato che l'accenno InoSai non è dispiaciuto! Insomma, cari lettori, mi sorprendete sempre! XD

Nota: la faccenda del processo pubblico a Sasuke va asteriscata a tonyesp, utente di manga.it.
Per quanto io ritenessi un processo del genere più o meno scontato
(almeno nell'ottica di Tsunade, e poi capirete cosa intendo),
sembra invece che il mio stupido inconscio abbia preso l'idea da lui e dalla sua fanfic...
Nel dubbio, mi dichiaro colpevole!


Attenzione: l'anticipazione del prossimo capitolo può essere fuorviante!


Talpina Pensierosa: ti piace l'inizio della NejiTen, eh? Uhm... vediamo un po'... riparliamone al capitolo 36, intese? (ma tanto tu sai già come vanno tutte le cose! XD)
Sammy1987: wow, una fan delle SasuSaku! Merce rara tra i commentatori di questa fic! XD Il che non fa altro che complicarmi le cose... qualunque sia il risultato finale del triangolo, ci sarà sempre qualcuno pronto a linciarmi! XD (tra parentesi... è OVVIO che quei due si incontrino! Solo, ti farò aspettare un po' per questo!)
Julia83:  lo confesso: la rapidità è il mio vanto! XD C'è stata una volta in cui ho messo gli ultimi capitoli di una fan uno al giorno, perché poi avrei avuto dei problemi ad aggiornare con regolarità! E' che quando ho l'ispirazione scrivo in blocco! E quindi ho molti capitoli già pronti per essere pubblicati. I tuoi pairing... sai che hai un certo intuito? Ma non ho la minima intenzione di dirti PER COSA! XD Limitati a sapere che qualcosa era giusto e qualcosa no!
Killkenny: ullallà, Danzo addirittura a morte? (sì, concordo in pieno! XD) E... sì, mi sa che è meglio se tu non ti esprimi riguardo alle coppie!XD
GloGlo the best: wow, i capitoli dal 17 al 25 tutti insieme? Che coraggio, sono una sessantina di pagine! XD Per quello che vale, grazie per l'apprezzamento! Sei la prima persona che conosco a non sopportare Hinata, lo sai? XD Purtroppo per te, a me lei piace parecchio! Il che vuol dire che la si vedrà con una certa regolarità, anche a causa della sua cotta storica  per Naruto... il quale, c'è da dirlo, prima della fine passerà attraverso una serie di ribaltamenti di situazione pressoché infinita. Il mio consiglio è di non dare nulla per scontato finché non metterò la parola FINE a questa storia! Anche nell'ultimo capitolo potrebbe accadere qualcosa di totalmente imprevisto! (a proposito... la tua "analisi della situazione" mi ha fatta sbellicare dalle risate! XDD "quello sfigato di Sasuke"!!)  La questione "Naruto può, Sakura no" in realtà è molto semplice: dal punto di vista di Naruto, Hinata è una compagna che vede di tanto in tanto... PUNTO. Non la vede assolutamente sotto un'ottica "pericolosa", e il fatto che Kyuubi abbia smesso di borbottare in sua presenza lo ha impensierito dal punto di vista della volpe, non della Hyuuga! Detto in parole povere: lui a Hinata non pensa minimamente! E' su Sakura che continua a rimuginare, e così facendo vede una miriade di pericoli che minacciano la loro relazione (in effetti, Sasuke potrebbe essere un Pericolo con la P maiuscola). Per questo si fa trip su di lei e non su di lui e hinata; perché da quel punto di vista non vede assolutamente nulla. Se riuscirai a recensire spesso mi renderai davvero felice! ^^ Ma non preoccuparti, se avrai altri impegni io aspetterò con pazienza!
_Kirjava_: ed eccola! Mannaggia a te, non spoilerarti le cose e segui il ritmo di manga.it! Lo dico a tuo vantaggio, perché poi ti troverai a dover aspettare di più per "quell'altra cosa"! (se non capisci, chiedi in fermoposta XD) Le faccende burocratiche sono una gran rottura di p...adiglioni. -.- Sapevo che Sasuke sarebbe stato solo una fonte di grane! E che cavolo! Itachi, non potevi semplificare la vita a tutti e far fuori anche lui?!
lale16: ti informo ufficialmente che hai guadagnato un gradino nella mia stima! E' raro trovare qualcuno che dica davvero cosa pensa dei capitoli, e tu sei tra quelli! Presumo di doverti ringraziare! Mi impegnerò per migliorare (anche se al momento la vedo grigia... stupido Sasuke, perché devo perdere tempo dietro a lui?!)! ShikaTema e NejiTen, eh? Uhm... buono a sapersi! XD La NejiTen ha un sacco di successo, pare!

1992:
"rovinarli"? XD se ipoteticamente le cose finissero con una SasuSaku e una NaruHina sarebbe rovinare i personaggi? XD Conosco qualcuno che potrebbe scuoiarti viva per questo parere! (non io, tranquilla: sono di vedute aperte, al proposito... e poi mentre scrivo questa fan mi accorgo che le mie idee stanno lentamente mutando... ò_O) E, tra parentesi, scrivo anche di coppie che non mi piacciono alla follia (come la ShikaIno, per esempio. O, più genericamente, la Ino-resto-del-mondo). Comunque ti consiglio di non rinunciare a nulla, ora come ora. Anzi, segnati il capitolo 36... penso che ti piacerà! ;-) (E per Kakashi... non chiedermi niente, ti prego... T_T)
kaho_chan: penso che sia normale cercare di "sponsorizzare" le proprie coppie preferite, non scusarti! XD E' logico e naturale desiderare che le cose vadano in un certo modo... io non prego forse tutte le sere perché Kishi faccia morire Sasuke in maniera dolorosa e umiliante? XD Se vuoi leggere altre NaruSaku, se non erro qualcuno me ne aveva consigliata una... se vuoi more infos, basta chiedere, e andrò a scavare nella cronologia del mio msn per trovare la fic incriminata! Ad ogni modo, quando metterò l'elenco dei miei pairing preferiti, troverai delle sorprese... per il semplice motivo che mentre scrivo questa fic sto cambiando un sacco di idee! XD E mi sa che per allora mi andranno bene anche coppie che al momento non considero neppure! Dico solo che ultimamente sto rimuginando sulle NaruSasu... O_O E io non sono MAI stata per lo yaoi, MAI! Tornando a temi "normali" (XD)... SHIKAINO? Ok, qui potrei davvero ucciderti! Di sicuro questo è un accoppiamento che non apprezzerò mai e poi mai, nemmeno sotto tortura! E' più forte di me, io lei non la reggo proprio! (il che non significa che gli eventi nella storia non possano prendere la via del triangolo InoShikaTema, con esiti anche imprevisti... Non a caso in "Redenzione" c'è proprio una ShikaIno - sebbene io abbia ancora tutte le possibilità di uccidere lei! *_*) Sulle PainKonan non ho opinioni... ne so troppo poco per farmene! E poi Pain mi sta antipatico. -.- Cioè, stiamo perdendo pagine preziose di presenza di Naruto (e Itachi *ç* Ma quanto è figo nel capitolo 380?) per vedere lui che fa del male al mio adorabile Jiraya! No no, non esiste! Che poi è opinione comune (cioè MIA) che la profezia del rospo non si riferisca neanche a lui! U_U Grazie per i complimenti sul capitolo, è difficile descrivere la normale vita a Konoha... Ne sapevo qualcosa finché Naruto & Co erano dodicenni, ma poi, quando sono cresciuti, l'ambiente è stato più che altro quello dei campi di battaglia. E' facile parlare di grandi sentimenti e azioni eclatanti, il difficile è descrivere le piccole cose di tutti i giorni... Lo shock di Naruto di fronte alla scoperta che Yondaime è suo padre, lo shock di Sasuke per la morte di Itachi, Kiba che vede Hinata rischiare la vita per Naruto, sono cose che bene o male si possono gestire con una certa agilità. Ciò che davvero è difficile, e intendo difficile nel senso di "mantenere i personaggi IC", è la vita a Konoha, i piccoli turbamenti, le liti per il bagno, gli accenni di flirt... Stare "tra le righe", senza stravolgere le personalità con cui si ha a che fare, è di una difficoltà davvero abissale! Tranquillizzati per il "fattore threesome": resterà tale per un beeeeeeel po'! Insomma, la vera storia si regge sul triangolo! Finché Sakura e Sasuke non si incontreranno, si può ben dire che siamo ancora in pieno prologo! (un prologo più lungo della "vera fic", mi sa! XD) La NejiTen, o meglio: il suo accenno, ha riscosso un successo inaspettato! D'altronde ho scoperto che tantissime persone si interessano a Mr Neji, è un uomo amato! Mentre Reira e Kamaro... hanno un loro perché. Giuro. Al momento è assolutamente incomprensibile, e sembrerà che siano lì per niente... ma Kamaro non avrebbe avuto ragione di esistere senza un mio preciso e malefico piano. Che vi sarà chiaro solo verso gli ultimi capitoli! XD E le coppie attive sono, in effetti, divertenti da muovere! Per dire... quando Hinata e Naruto si incontrano, non succede niente di niente! Ci fosse un quadrilatero attivo, beh, mi sparerei per la complessità della cosa ma mi divertirei anche! E invece no, nulla si muove da quel lato! per fortuna ci pensano Shikamaru e Temari a tener viva "l'azione"! XD                Oh signore, ma quanto è lunga questa risposta? O_O
OneWingedAngel: eh sì. Prima o poi doveva arrivare questo momento... il temutissimo istante della Domanda: da dove arriva il tuo nick? La verità è, nella sua assurdità, un tantino originale: suonava bene. All'epoca non ricordo nemmeno perché lo scelsi... era il lontano 2005, non so più neppure che fumetti leggevo allora! Poi, con il tempo, si può dire che aya sia diventata "me". Nel senso: mi chiedi da dove arriva "aya". Bene, ti rispondo "da me". Come il nome con cui mi conoscono fuori dal web è Susanna, qua dentro sono aya, punto. Potrei trovare nick diversi e che riflettano qualcosa di particolare, preferenze, sentimenti, o quello che diavolo mi pare... ma la verità è che io sono soltanto aya. Un altro nick non avrebbe senso, questo ormai è un secondo nome! Poi, con il tempo, mi sono identificata di volta in volta in personaggi diversi... ho fatto un test una volta che mi qualificava come "Aya" di Gals!, amo alla follia Ayame Soma di fruits Basket, Aya Mikage di Ayashi no Ceres non mi dispiaceva poi tanto, e così via... ma alla fine la verità è una sola: aya sono io. Io e nessun altro.
ShAiW: ahi. ^^' E' meglio se non cambi gusti leggendo la mia fic, sono conosciuta per rigirare le carte in tavola ad ogni momento, e potresti doverlo fare una volta ogni dieci capitoli! XD Facciamo così: tieni buono il triangolo SasuSakuNaru, ok? Almeno per quanto riguarda loro... Gli altri gestiscili come più preferisci!
harryherm: commento dell'ultimo minuto, mannaggia! Comunque... è vero che tendo a fare sorprese bastarde, ma sulla NejiTen io ce li terrei gli occhi... non sarebbe una cattiva idea. Ooh, sarebbe stato sicuramente interessante avere Sakura e Naruto al processo... se io e Tsunade fossimo due pazze masochiste in cerca di guai. Parecchi guai. E poi se Naruto avesse sentito Sasuke aprire la bocca come farà... beh, diciamocelo: ci avrebbe pensato lui a scuoiarlo vivo. E non sono nemmeno tanto sicura che avrebbe trattenuto la volpe... Dunque, personalmente sono DAVVERO felice che lui sia via! E Sakura... beh, lo ammetto: lei ho bisogno che sia via! XD

Aya

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Capitolo 27
*** Silenzio; l'era del quinto Hokage ha inizio ***


Naruto-27

Capitolo ventisettesimo

Silenzio; l’era del quinto Hokage ha inizio





Il silenzio ha un’infinità di aggettivi: può essere profondo, come quello tra due persone che non hanno più nulla da dirsi; può essere complice, come quello tra due persone che non hanno bisogno delle parole per comunicare; può essere teso, come quello che nasce quando si è detto troppo; può essere imbarazzato, come quando ci sono tante cose che si vorrebbero dire e non si trova il coraggio di farlo.

E poi, esiste un silenzio freddo, glaciale; un silenzio che assomiglia a quello della morte.
Ed è il silenzio di chi ha commesso molti errori.
Di chi ha sbagliato... e non sa rimediare.
E non può rimediare.
Quello era il genere di silenzio che aleggiava nella stanzetta buia in cui Sasuke Uchiha attendeva di essere convocato.
Con lui c’erano una guardia palesemente a disagio... e Kakashi Hatake.
Un rombo attutito attraversava la porta di metallo, giungendo fino a loro; la folla si stava agitando, ed era comprensibile.
Come tanti anni prima, durante il torneo di selezione dei chunin, tutti erano lì per Sasuke Uchiha, e tutti lamentavano il suo ritardo. Con la differenza che allora volevano ammirarne l’abilità ed elogiarlo... e oggi probabilmente lo volevano morto.
La folla è volubile. Ma non dimentica mai un torto. E i ninja di Konoha erano molto attaccati al loro villaggio...
Kakashi gettò un’occhiata di striscio a Sasuke, seduto su una sedia con i gomiti appoggiati alle ginocchia e i capelli a coprire il viso. I suoi polsi erano legati assieme.
Era dimagrito. E si era fatto più pallido. Ma era sempre il Sasuke che era stato suo allievo... il ragazzino ambizioso cui aveva insegnato il raikiri... l’adolescente in cui aveva rivisto sé stesso.
E tuttavia era più alto. Più adulto.
E tuttavia i suoi occhi... erano spenti.
La luce della vendetta non è una bella luce. E’ un brillio malsano, ossessionato, maledetto. Ma qualunque luce, per quanto oscura e venefica, sarebbe stata meglio del vuoto assoluto che c’era adesso nel suo sguardo.
Diciotto anni... e nessuno scopo.
Nessuna vita.
In parte era anche colpa sua... del maestro che non era stato in grado di fermarlo. Che, forse, non aveva visto... o aveva finto di non vedere.
Era così geniale, Sasuke...
Naruto era il figlio del quarto Hokage, ma non mostrava traccia del minimo talento. Lui invece era un Uchiha, fino all’ultima goccia di sangue.
Kakashi aveva conosciuto Itachi, anni prima.
E anche se in Sasuke aveva colto qualche segnale allarmante, particolari che lo riconducevano a lui... aveva chiuso gli occhi.
Avere per le mani una simile materia, potergli insegnare ciò che sapeva, poterlo veder crescere, riconoscersi in lui e in un certo senso ‘ricrescere’ insieme... era stato troppo allettante.
Una debolezza.
Una stupida, terribile debolezza... che forse era stata parte della causa del disastro.
Chiuse gli occhi, interrompendo il flusso spontaneo dei suoi pensieri.
Non gli faceva bene ricordare cose tristi quando si trovava al buio... poi il pensiero di Obito tornava ad ossessionarlo.
Obito... il cui corpo non aveva ancora una tomba.
I ninja medici della Foglia volevano studiarlo più a lungo, a quanto pareva, per tutta la questione di Madara e della Tecnica Proibita.
E Tsunade aveva dato loro il permesso.
Ecco, sentiva lo stomaco contrarsi.
Non doveva pensarci, accidenti, non doveva pensarci!
Il brusio all’esterno si acquietò di colpo.
Kakashi riaprì gli occhi, lieto per la distrazione, e tese l’orecchio. La guarda che era con lui gli gettò un’occhiata, incerta, e lui la mandò a vedere cosa fosse successo.
La porta si aprì e si richiuse, lasciandolo solo con Sasuke.
Silenzio.
Ancora e ancora silenzio...
Il silenzio gelido della morte.


«A nome del quinto Hokage, la dichiaro in arresto con l’accusa di alto tradimento»
Sulla platea calò un silenzio di tomba, che durò a malapena un istante. L’attimo dopo l’intero gruppo di Danzo scattò in piedi, indignato, e un mormorio si diffuse rapidissimo lungo tutte le tribune, passando di bocca in bocca e informando tutti i ninja della novità.
Danzo, il fulcro di tanta attenzione, si alzò in piedi lentamente e guardò Asuma.
«Alto tradimento?» chiese, impassibile. «Sulla base di quali prove?»
«Una grossa sezione della Radice è appena stata fermata mentre tentava di attaccare il villaggio» rispose Asuma senza scomporsi. Un altro mormorio serpeggiò veloce.
«Non ne sapevo nulla» ribatté Danzo.
Asuma restò in silenzio. Ahi, se si metteva a negare lui non sapeva come ribattere; non è ch avesse poi tante informazioni. Lanciò un’occhiata a Sai, che si fece avanti chiedendo cortesemente ‘permesso’.
«In questo momento la squadra Anbu sta prendendo i custodia i membri della Radice» informò, con un sorriso gentile. «Non ci vorrà molto perché parlino»
Danzo spostò lo sguardo su di lui, pensieroso.
«Sapevo che non avrei dovuto fidarmi di te» mormorò. «Ma che un ninja sostenga di lavorare per mio conto, non significa necessariamente che sia vero»
«Certo che non vi fidate di me, infatti non mi avevate detto nulla di questa missione...» Sai, inspiegabilmente, rise piano. «Ma ci sono altre prove. Prove certe»
Danzo sembrò irrigidirsi appena.
«Prove?» chiese, mantenendo un tono di voce controllato.
Reira, la segretaria ancora seduta al suo fianco, si schiarì leggermente la voce.
«Documenti» spiegò, alzando gli occhi verdi a incontrare quelli del suo capo. «Ordini, firmati e controfirmati, pagamenti, messaggi, contatti, ogni cosa. Dai legami con l’Akatsuki all’attacco di oggi. E’ tutto nell’ufficio dell’Hokage»
Per la prima volta la maschera di freddezza di Danzo vacillò, e la sua fronte si corrugò formando rughe profonde. Ora capiva perché Kamaro non aveva risposto al segnale che gli era stato mandato: qualcuno doveva aver fatto in modo che si tenesse alla larga.
Non aprì bocca, per non compromettersi con le parole, ma i suoi occhi comunicarono esattamente tutto quello che c’era da sapere su ciò che pensava di lei.
«E, per la cronaca,» continuò Reira, gli sguardi di tutti puntati addosso. «non vi ho traditi. Semplicemente, non sono mai stata dalla vostra parte»
Ci fu un attimo di immobilità generale, un secondo in cui tutti trattennero il respiro.
In quel preciso istante si stava facendo la storia. Uno dei grandi poli di Konoha crollava, e con lui una parte sostanziosa del tessuto sociale ai piani alti...
Quando Asuma fece cenno ai ninja al suo fianco di muoversi, e loro prelevarono Danzo, ebbe ufficialmente inizio quella che in seguito sarebbe stata conosciuta come l’era del quinto Hokage.

«Insomma, hai fatto poco o niente» se ne uscì Temari alla fine del combattimento, squadrando con arroganza Shikamaru. «Quanti ne hai presi? Tre? Quattro?»
«Sette» rettificò lui, sbuffando. «E con un braccio malandato. Ma non ho nessuna voglia di stare qui a contare i prigionieri...»
I ninja della Radice erano stati radunati in un gruppo compatto dalla squadra Anbu, mentre i ninja della Sabbia attendevano pazientemente gli ordini dal loro Kazekage. Non c’erano stati molti feriti nella lotta, e nessuno di loro era grave; un ottimo risultato.
Gaara, accanto a Tsunade, osservava la scena con malcelato disinteresse, facendo scorrere gli occhi sulla Radice ormai recisa; l’Hokage, invece, ascoltava attentamente le parole che provenivano dal suo auricolare.
A un tratto annuì, e sorrise.
«Bene» disse a Gaara. «Anche all’arena hanno sistemato tutto. Danzo è stato preso in custodia dai nostri uomini, e non appena sarò sicura della fedeltà del corpo di polizia, lo affiderò a loro. Per il momento considero questa faccenda conclusa... possiamo passare al processo»
«Immagino che sia richiesta la mia presenza» mormorò Gaara, piatto.
«Beh, proprio richiesta no...» gongolò Tsunade. «Ma già che sei qui, non vedo perché non partecipare!»
Lui sbuffò piano.
Si preannunciava una giornata niente affatto rilassante. Tanto più che era sì abituato al caldo... ma non al clima umido del Paese del Fuoco.
E nonostante ciò, non sudava.
Lui non sudava mai.




Settantotto piaghe; ecco cosa erano in realtà, secondo Naruto.
Settantotto maledetti lombrichi che strisciavano a una velocità esasperante e si lamentavano con una vocetta stridula che lo spingeva alla strage di massa.
Perché, perché doveva avere a che fare con i nobili, in quella missione?
«Una pausa! Abbiamo bisogno di una pausa!» gridò dal centro del corteo il venerabile Ijuin, la larva più disgustosa e patetica di tutte. «La portantina non procede più spedita»
E certo, con il grasso sedere che ti ritrovi!” pensò Naruto irritato.
Ci stavano mettendo più del previsto. Molto più del previsto. Troppo più del previsto.
Se si fosse trattato di una squadra ninja, avrebbero percorso la distanza che separava il paese del Fuoco e quello del Tè in un paio di giorni al massimo, prendendosela comoda; ma con quel corteo il viaggio si preannunciava infinitamente più lungo...
E cosa succederà a Sasuke nel frattempo?”
«Fermiamoci!» ordinò Sakura in coda, alzando un braccio verso l’inizio della fila.
La copia di Naruto che guidava il gruppo si arrestò, sbuffando sonoramente.
«Ma ci vogliamo arrivare o no, al Paese del Tè?» chiese contrariata.
«Eh, essere tanto scorbutico non ti migliora la vita!» commentò una delle guardie ai primi posti, sollevando in suo onore una fiaschetta d’alcool. «Rilassati, ragazzo, prenditela comoda!»
«Prendila comoda un corno» bofonchiò lui di rimando, passandosi una manica sulla fronte sudata.
Faceva troppo caldo... si annoiava... avrebbe voluto essere a Konoha...
...Ed era nervoso.
Stranamente e inspiegabilmente nervoso, incapace di stare fermo troppo a lungo, frenetico, ansioso e irritabile.
E poi c’era quella maledetta vocina che ancora non era riuscito a identificare.
Guardala. Non ti sembra un po’ distratta? Starà pensando a Sasuke?
Fuori dai piedi, e che cavolo! Non è il momento!
Perché poi iniziava sempre con lo stesso argomento?
Sakura, Sakura e ancora Sakura.

Certo, le cose non stavano andando particolarmente bene, ultimamente... ma girare il coltello nella piaga era pur sempre una gran bastardata.
Scosse la testa, per schiarirsi le idee, e quando riaprì gli occhi la vide avvicinarsi, come richiamata dai suoi pensieri.
«Di questo passo arriveremo a destinazione dopodomani» sbuffò, raggiungendolo. Con le mani piantate sui fianchi, lanciò un’occhiata esasperata alla comitiva che si riposava. «Non riesco assolutamente a capire come mai siano così pigri...»
«E io non riesco assolutamente a capire come fai a trovare sempre la copia originale» ribatté lui, piatto. «Tra tutti questi me stesso, becchi sempre il vero io»
Sakura inarcò le sopracciglia chiare.
«Non lo so» rispose schietta. «Mi viene naturale, penso»
«Ehi, signorina!» la chiamò una voce dal fondo. «Lei, con quel curioso colore di capelli... venga un attimo qui, per piacere. La mia amica sta male»
«Hn... cortigiane»
Con una smorfia, la kunoichi si scusò con Naruto e si allontanò svogliatamente.
Lui rimase a guardarla.
Le veniva naturale...? Quindi... si poteva dire che avevano un legame molto forte...?
Pura coincidenza. Non le viene naturale per niente.
Rieccola. Subdola e infida, la voce tornava a rodere la sua coscienza malridotta.
E tra quanti Sasuke riconoscerebbe l’originale? Mille? Duemila? E perché non le hai ancora detto che tu sai dove lo tengono?
Strinse i pugni, turbato, e distolse lo sguardo in fretta.
Prima... doveva sistemare una faccenda privata con Sasuke. Solo dopo avrebbe detto a Sakura che c’era il modo di incontrarlo...
...Aveva bisogno di un po’ di tempo, tutto qui.
Soltanto un po’ di tempo.
E nel profondo della sua coscienza, nove code si muovevano lente nel buio, avvolgendosi sempre più strette al suo cuore inquieto...




Il boato era tornato intenso come nell’attimo precedente la cattura di Danzo; da ogni tribuna dell’arena, su ogni lato, la gente parlottava e gesticolava, si muoveva, cercava parenti e amici, discuteva e si preoccupava. Almeno una decina di nobili, con relativo seguito, dopo l’allontanamento di Danzo si erano alzati e se ne erano andati in tutta fretta.
Sai era rimasto a controllare la situazione. Che, tradotto, voleva dire che si era appoggiato al muretto e si era immerso nei suoi pensieri, lasciando che le cose prendessero la piega che pareva loro.
«Scusi...» tentò una nobildonna, facendo un cenno con una mano pesantemente inanellata. «Giovanotto, saprebbe dirmi cosa succede ora? Il processo all’Uchiha si farà?»
«Hn?» fece Sai, distratto. «Oh, il processo. Non saprei»
«Come sarebbe a dire che non lo sa?» si indignò quella, ma la sua replica fu soffocata da una voce acuta.
«Sai!» gridò Ino, raggiungendolo quasi di corsa. «Cosa è successo? Abbiamo visto del trambusto, dicono che Danzo è stato portato via...»
«Ciao» la salutò lui rilassato, rivolgendo un cenno anche a Choji, che la seguiva pigramente sgranocchiando patatine. «Asuma ha catturato Danzo, va tutto bene»
«Va tutto bene un corno!» sbottò la bionda. «Catturato Danzo? Che diavolo vuol dire? Cosa sta succedendo? Dov’è l’Hokage, e Sasuke? Quando cavolo inizia il processo?»
«Troppe domande, fiorellino» sorrise Sai.
Choji si strozzò con le patatine, e Ino spalancò la bocca a corto di parole.
«F-Fiorellino?» tossì l’Akimichi, a metà tra lo sconvolto e l’esilarato.
Ma Ino non sembrava dello stesso parere, dal momento che arrossì violentemente.
«B-Beh...» balbettò, spostando una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «S-Se tu dici che va tutto bene...»
Choji le gettò un’occhiata piatta.
Dove ho già visto una scena simile?” si chiese.
E poi ricordò Sakura, da piccola, nelle rare occasioni in cui trovava il coraggio di rivolgere la parola a Sasuke.
Ah, ecco”
Scosse la testa, rassegnato, e prese l’ennesimo pacchetto di patatine.
Ino si avvicinò con noncuranza a Sai, e si appoggiò alla balaustra scordandosi completamente il motivo per cui era lì.
«Fa caldo, eh?» se ne uscì, con un sorriso smagliante. «Ci starebbe proprio bene un gelato!»
«Dopo il processo te ne offro uno, se ti va» propose lui.
«Oh, ma certo!» cinguettò lei.
Choji sentì l’insolito impulso a vomitare.
A salvarlo intervenne, per sua fortuna, una voce alta e stentorea che si diffuse nell’aria, mettendo a tacere ogni altro mormorio.
«Attenzione prego!» gridò un ninja, comparendo sulla pedana dell’Hokage in atteggiamento impettito. «Il quinto Hokage!»
Tutti si alzarono in piedi, mentre Tsunade faceva il suo ingresso scortata solennemente da due membri della squadra Anbu, e un ‘ohh’ sorpreso si diffuse per lo stadio quando Gaara la seguì, a pochi passi di distanza.
L’Hokage andò a sedersi sulla poltrona a lei riservata, facendo frusciare le lunghe vesti bianche delle occasioni ufficiali, e il Kazekage prese posto al suo fianco, su un altro seggio. Kankuro si posizionò alle sue spalle.
Improvvisamente il mormorio riprese, ronzando più forte nella tribuna centrale.
«Avrebbe dovuto parlare prima con noi...»
«Esigo spiegazioni...!»
«Che comportamento indecente!»
«Perché c’è anche il Kazekage?»
Sai gettò un’occhiata annoiata ai nobili alle sue spalle, e sbuffò.
«Scusate?» chiese, tagliente ma cortesissimo. «Non riesco a sentire»
Non meno di duecento paia di occhi lo fulminarono seduta stante, e lui, incurante, ringraziò e tornò a guardare la pedana dell’Hokage.
La sua intelligenza sociale è ancora ai minimi storici” commentò mentalmente Ino.
«Silenzio!» ordinò il portavoce che aveva parlato prima, e lo stadio intero ammutolì.
Tsunade si rialzò dalla sedia, e fece un passo avanti.
«Mi scuso per il terribile ritardo!» iniziò, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro e sprizzava tutto fuorché cordoglio. «Questioni di ordine interno mi hanno tenuta lontana, ma vi assicuro che ora la situazione è tornata alla normalità più perfetta. So che c’è stato qualche inconveniente anche qui, ma non dovete temere: tutto ciò che è accaduto, è accaduto su mio preciso ordine. Al termine del processo, che al momento è la mia preoccupazione più pressante, convocherò il Consiglio e indirremo una riunione per analizzare la situazione. Adesso, procediamo; il motivo per cui siamo riuniti è per processare Sasuke Uchiha come traditore della Foglia. Fatelo entrare!»
Tsunade tornò a sedersi, e il mormorio riprese, basso e sibilante.
L’Hokage aveva detto tante belle parole, ma di fatto non aveva spiegato niente; e la gente era insoddisfatta. D’altro canto, se il processo aveva inizio loro si trovavano con qualcosa d’altro cui pensare.
Mentre un ninja scompariva veloce alle spalle di Tsunade, per andare a sollecitare l’ingresso di Sasuke nell’arena, Ino fece vagare distrattamente lo sguardo sulla tribuna d’onore.
Forse conosceva di vista gli Anbu dietro all’Hokage, e poi notò che Gaara era diventato, se possibile, ancora più affascinante. Il suo cupo fratello, invece, non la attirava molto da quel punto di vista... ma dov’era Temari? Quei tre si muovevano sempre insieme.
La cercò con gli occhi, e finì per individuarla in un angolo, appoggiata alla parete con le braccia incrociate sul petto.
E quando vide chi le stava accanto, sgranò leggermente gli occhi.
Shikamaru?”
Lui sbuffava, apparentemente irritato. Ma Ino lo conosceva; Sapeva che non si dava la pena di reagire, quando qualcosa non lo interessava... e invece lì lo faceva eccome. Ribatteva, si accigliava, guardava altrove. E Temari continuava a sorridere.
Giravano strane voci, nel villaggio, ultimamente...
Dopo la morte dei pettegolezzi su Tenten e Rock Lee, che pure continuavano a insospettire qualcuno, la nuova coppia più chiacchierata era diventata la fantomatica Shikamaru-Temari.
Qualcuno diceva di averli visti passare da un quartiere a luci rosse, qualcun altro sogghignava parlando di tutto il tempo che trascorrevano assieme, e altri davano per certo che uscissero insieme.
Ma Ino non ci aveva mai creduto.
Io mi fido di Shikamaru. Non andrebbe mai a impegolarsi con una donna problematica come quella. E poi è vecchia
Però... davanti al sorriso di Temari... qualcosa di fastidioso andava a solleticarle lo stomaco.
Vide la kunoichi della Sabbia sporgersi e sussurrare qualcosa all’orecchio di Shikamaru. Lui non ribatté. Ma nemmeno sbuffò, o si accigliò, o fece qualunque gesto di fastidio.
E a Ino fece male.


Il rumore delle nocche sulla porta di metallo fu come una cannonata nel silenzio profondo.
Kakashi alzò la testa di scatto, e fece cenno alla guardia che era con lui di andare ad aprire.
Diversi minuti prima lo aveva mandato a controllare la situazione, quando era improvvisamente calato il silenzio, e aveva scoperto che il piano di Tsunade stava andando come doveva. Con qualche rapido calcolo, era giunto alla conclusione che a breve lui e Sasuke sarebbero stati chiamati.
«E’ ora?» chiese la guardia, aprendo.
Il ninja oltre la soglia annuì. «Vi accompagno»
Kakashi inspirò a fondo.
Si partiva.
Raggiunse Sasuke e gli disse di alzarsi. Lui, docile, obbedì senza aprire bocca. I suoi polsi erano legati abbastanza stretti da impedirgli qualunque posizione delle mani, ma la precauzione era assolutamente inutile: l’Uchiha non dimostrava la benché minima intenzione di ribellarsi.
Anzi... Kakashi aveva l’impressione che non gli sarebbe dispiaciuto poi tanto essere condannato, e scontare il resto della sua vita in carcere.
Il resto della sua vita... quel poco che gli sarebbe rimasto, dal momento che ancora si rifiutava di mangiare. Forse confidava addirittura nella pena di morte.
«Andiamo, Sasuke» disse piano, sospingendolo avanti.
Lui obbedì senza un cenno.
Da quando lo aveva rivisto, non aveva ancora sentito una parola dalla sua bocca.
Sempre il solito, maledetto silenzio...
Lo avrebbe rotto per difendersi?
Kakashi ne dubitava.
Era per questo che lui era lì.
Per essere quella difesa che Sasuke rifiutava... per salvarlo, anche se lui non lo desiderava.
Ho fatto tanti errori, e alla maggior parte di essi non posso rimediare. Ma non getterò la spugna ora che sei tornato indietro. Lo devo a te, a Sakura e a Naruto... e anche a me stesso. E a Obito. Un ninja che abbandona i suoi compagni è feccia della peggior specie!






Nel prossimo capitolo:


«E’ espressa richiesta del quinto Hokage che questo processo si concluda oggi» annunciò. «Per questo vi chiedo, signori, di votare ora. Quanti di voi sono per l’assoluzione, si alzino in piedi. Quanti di voi sono per la condanna, restino seduti. Se desiderate astenervi, lasciate l’arena»













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Questo capitolo è dedicato a tutti gli/le amanti di Kakashi!
(io l'ho trovato molto "apprezzabile" qui! XD)
Sapete che ultimemente mi ronzano in testa cose improbabili come
le KakaxSaku (!)
e le SasuNaru (?!)
Io, che non ho mai amato particolarmente lo yaoi... sbilanciarmi in un accoppiamento simile...!
Già la maestro/allieva è plausibile da me, ma non con Sakura!
Bah... soprassediamo... chissà, forse un giorno sorprenderò anche me stessa...

Ok, i motivi mi sfuggono completamente... ma sembra che lo scorso capitolo abbia riscosso un certo successo! XD
Sarà merito di Shikamaru? Del combattimento?
Della noia? (vi stavate annoiando prima di leggere?)
Non ne ho idea!
In ogni caso, anche se l'impressione della scorsa anticipazione era che sarebbe iniziato il processo...
...beh, non è così!
L'ho detto io che era fuorviante...
Ma voi no, stoici, sostenevate che fosse limpida!
E vi ho fregati!
[Nota: l'anticipazione di questa volta, però, è corretta!
E, se fossi in voi, andrei a guardarmi il titolo del prossimo capitolo nella mia pagina personale...]

La parte che state per leggere è stata completamente modificata all'ultimo istante!
Perché?
Ma perché l'esame che dovevo avere martedì, e che mi stava succhiando il sangue dalle vene, è saltato!
E dunque ho un intero weekend di libertà da godermi in santa pace!
Lato negativo: ho studiato per una settimana inutilmente.
Lato positivo: ho un weekend libero imprevisto e...
...mentre cercavo i filmati che ha fatto vedere a lezione, mi sono trovata a scaricare Real Player.
Sapete cosa vuol dire?
Che ora psso ascoltare tutte le canzoni dei Within Temptation che media player non mi apriva!!
Dio, questa è la felicità!
(Avrò beccato almeno 10 nuove meravigliose ossessioni!)

NOTIZIA NUMERO 2
E' risorta la connessione casalinga!!
Gioite, poiché il paradiso è qui!

A causa dell'imperdonabile ritardo causato dal mio presunto esame, ci sarà un momento durante le vacanze di Natale
in cui, impegni permettendo, metterò quattro capitoli in quattro giorni.
Devo rimettermi in pari con la tabella di marcia, gente!
(sì, ho anche una tabella di marcia!)
Sperando che per voi non sia un problema troppo grave, vi lascio alle risposte alle recensioni!

Talpina Pensierosa: sigh, problemi universitari mi tengono lontana da ogni possibile svago! A questo punto prevedo che leggerò tutto quello che devo leggere durante le vacanze... T_T <-- Non è affatto vero! Essendo saltato l'esame, leggerò non appena sarò a casa, stravaccata sul divano! ^_^
Killkenny: ehi, con tutti questi 10 finirò per montarmi la testa! XD (sì, lo so, mi aspetto la stangata da un momento all'altro...) Di Danzo personalmente tenderò a disinteressarmi, per il semplice motivo che altre faccende più pressanti cattureranno la mia attenzione! Lascerò la sua sorte alle vostre menti immaginifiche, limitandomi a darvi le coordinate essenziali! (e Tsunade... beh, è semplicemente diabolica!)
OneWingedAngel: c'è una cosa su cui mi interrogo con una certa perplessità: perché tutti i ragazzi che mi commentano le fic tendono ad assomigliarsi? XD Sarà che il mio stile attira un certo tipo di persone, ma generalmente siete a) intelligenti (già per il semplice fatto che leggete... ok, me la potevo risparmiare); b) adoratori di Shikamaru; c) amanti dell'azione ma soprattutto dell'intrigo; d) avete un lato leggermente perverso (cioè, non è colpa di Tsunade se è così prosperosa! Magari è anche complessata a tal proposito! E voi, senza un briciolo di tatto, non fate che ricordarle le sue misure! Ahh, i maschi...). Certo, ognuno di voi poi è diverso e particolare, ma chissà perché finisco, a grandi linee, per sapere in anticipo cosa catturerà la vostra attenzione...! XD Ad ogni modo, il paragone del capitolo con la spy story mi manda in brodo di giuggiole! XD Amo quel genere, e in effetti cerco inconsciamente di infilarlo in ciò che scrivo! Senza contare che questa parte, essendo praticamente dedicata a Sasuke, mi risulta particolarmente pesante da gestire... Spero di riuscire a renderla gradevole (o almeno sopportabile) anche a voi!
harryherm: abbiamo fatto un bel casino, eh? XD La risposta all'altra recensione è nel capitolo precedente, l'ho modificato all'ultimo istante ma a quanto pare ci siamo incastrate comunque! XD Danzo e la Radice erano due cose di cui dovevo liberarmi per ragioni di praticità: ci saranno già abbastanza problemi interni ed esterni a Konoha, senza che la politica di quel deficiente di un vecchio babbuino mi scombini ulteriormente le cose. Anche Kishi scioglierà il nodo prima o poi, solo che se continua a divagare con scontri secondari come quello tra Pain e Jiraya (oh, per me è secondario... per quanto io adori Jiraya, ritengo che Pain sia un inutile cretino -.-) e divagazioni sul passato di Suigetsu e Kisame, saranno i miei nipoti a leggerlo... La partecipazione di Gaara sarà estremamente limitata e marginale! XD Diciamocelo: mi serve per Temari (e lei mi serve per Ino, che mi serve per Sakura... ehh, sono tutti legati!), e poco altro. Però è un gran figo, quindi va tutto bene! :-3 Eheh... C'è bisogno che Sakura sia via, sì. Diciamo che ti do un altro indizio: c'è bisogno che Sakura non incroci Sasuke... almeno secondo Naruto... (basta così! Non strapparmi altro!)
lale16: Gaara è un magnifico jolly! XD Tutti lo amano, tutti! E Naruto, quando scoprirà l'accaduto... beh, vedrai cosa farà. Il punto è... per allora, quali saranno le sue priorità? (ghigno malvagio)
1992: bah, personalmente non mi sento mai in colpa, a meno che non si tratti di uccidere un personaggio... (ehm...) Tsunade ultimamente mi piace parecchio. Sarà colpa di Kishi che le punta i riflettori contro, con la storia di Jiraya e Pain? Non so, ma intanto spadroneggia un po'! XD E poi è bella da gestire, con quel suo lato un po' infantile ma non troppo. ^^ Sei curiosa di sapere come finisce? Tesoro, armati di santa pazienza... (un mio amico ti ammazzerebbe per i tuoi pairing e i tuoi odi! XD Ma non ti preoccupare, non gli dirò della tua esistenza, sei salva!)
nixy: una sasu naru? Beh, forse potrei anche infilarcela, in un certo qual modo... ma personalmente la vedo improbabile! ^^' Cioè... mi incasinerebbe ancora di più, e dovrei suicidarmi per la disperazione! Il che porterebbe voi lettori a non conoscere il finale, e la cosa non sarebbe positiva per nessuno!
kyuubi: questo posso dirtelo: Pain è davvero morto. E' inutile, per come si stanno mettendo le cose nel manga mi rendo conto che lo odio più di Sasuke! E, dal momento che non è indispensabile, me ne sono liberata il prima possibile (me ne sono liberata ancora prima che iniziasse la fic, a ben vedere! XD) Il processo a Sasuke sarà nel prossimo capitolo, e personalmente lo ritengo abbastanza noiosetto... ma io non faccio testo, dal momento che nulla che riguardi Sasuke mi piace! XD Spero che la tua connessione risorga presto!
kaho_chan: vedo che per il NaruSasu abbiamo la stessa opinione! XD Alletta e non dovrebbe! Per quanto riguarda Ino e Sai... sappi che la fine della fan è ancora lontana. Mille e mille cose possono accadere nel frattempo! ^_* (e poi... da questo capitolo mi pare che ci sia un accenno su quelli che sono i veri sentimenti di Ino e su quello che sarà il prossimo triangolo da me considerato... ^.^) Sulle beghe politiche non dovresti farti troppi trip: in realtà sono marginali, le sistemo con una certa rapidità perché non funzionali alla narrazione... ciò che davvero deve preoccuparti è l'evoluzione dei rapporti tra i personaggi (kyuubi inclusa). Ci sarà solo una questione diplomatica di una certa importanza... e sarà quella che nascerà nel capitolo 32. Fino ad allora, diciamo che voglio semplicemente semplificarmi la scena! E se Kishi uccide Itachi per mano del Microbo, giuro che gli mando una lettera minatoria. Idem se replica con Jiraya. Insomma... Itachi è troppo figo per morie così! Io già soffro per averlo ucciso nella fan... ma almeno gli ho dato la dignità di schiattare per mano di Naruto! XD
ShAiW: ok, tranquilla, non sei la prima che ama questa fanfic! Eppure ogni volta che qualcuno la apprezza quanto te mi sento una donna realizzata, credimi! Grazie mille, di cuore!
GloGlo the best: il figlio di Asuma e Kurenai, Tobi, è lì in parte per esigenze di copione (io amo quel bambino! XD) e in parte perché in effetti non sapevano dove lasciarlo! Ma va bene così, in fondo ci vuole un po' di vita nella noiosa tribuna nobiliare! Ino e Sai non sta scritto da nessuna parte che si sposeranno! Prima dovranno incasinarmi le cose un bel po'! XD Tsunade è un personaggio che mi sta a cuore, a causa di Kishi e della faccenda di Jiraya, e in effetti io me la vedo "scema" solo fino a un certo punto. Ogni volta che penso a lei, mi ricordo la scena in cui si incazza per la prima volta, davanti a Orochimaru, e frantuma una parete... Credo che la mia ammirazione per lei sia nata lì! La cattura di Danzo sarà davvero così facile, anche perché, onestamente, lei ha fatto un buon lavoro. Gli ha tolto il suo esercito, lo ha incastrato con le prove, lo ha preso davanti a tutti, così che un'eventuale ribellione sarebbe un'ammissione di colpevolezza, e con Gaara al suo fianco acquista prestigio anche agli occhi del Consiglio! Insomma, Tsunade rulez! XD E il processo a Sasuke è stato organizzato in modo che le cose vadano come vuole lei... Ha scelto una modalità di giudizio che le garantisce una vittoria quasi certa, diciamocelo! XD (la tua descrizione psicologica di Sasuke mi ha ucciso dalle risate, giuro! XD) ...O_O... Ho appena avuto un flash malato: Hinata cattiva. No, dico davvero, e se avesse sempre fregato tutti? Ok, non avrebbe senso né scopo, ma sarebbe interessante da scrivere! (potrei quasi farci un pensierino, in un momento di noia! XD) Comunque... personalmente non credo che sia falsa, o "troppo buona". Credo soltanto che sia fondamentalmente debole... ed è per questo che mi piace analizzare come cambia grazie a Naruto (tutto ruota sempre attorno a lui! XD) Alla prossima recensione, un bacio!


Aya

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Capitolo 28
*** Condanna ***


Naruto-28

Capitolo ventottesimo
Condanna






Haruka non era ancora stata reintegrata ufficialmente nel corpo dei ninja della Foglia.
Dopo essere tornata dalla missione di recupero di Kakashi, sembrava che qualche voce si fosse diffusa, e che il Consiglio si fosse un tantino inalberato, irritandosi con Tsunade per la sua leggerezza. Fortunatamente l’Hokage aveva già altri pensieri per la testa, e non se l’era presa a male. Anzi, aveva optato per una linea d’azione trasversale: aveva dirottato l’attenzione del Consiglio su ciò che a lei premeva di più, ovvero la questione Uchiha.
E così Haruka era stata messa da parte, lasciata in sospeso.
A lei non dispiaceva.
In quei giorni si era riposata, aveva dato una ripulita alla casa, aveva fatto spesa e vissuto una vita noiosamente normale. Ogni tanto aveva visto Kakashi, e riso di tutte le donne che all’improvviso gli ronzavano intorno, e poi si era fatta un giro per il villaggio che ricordava a malapena.
Ora, impossibilitata a sedere tra i ninja veri e propri, era appollaiata su un alto tetto e osservava il processo a distanza. Il brusio era così intenso da raggiungerla anche lì, ma personalmente dubitava che avrebbe sentito la voce dell’Hokage.
Vide l’ingresso di Kakashi, che accompagnava Sasuke, e cercò di studiare a distanza l’allievo per cui il jonin era stato tanto preoccupato ultimamente.
Quando lo avevano catturato non gli aveva prestato molta attenzione, ma in effetti era un bel ragazzo. Forse un po’ troppo smunto e cupo, ma con qualche chilo di più sicuramente prestante.
Lo aveva visto combattere, e sapeva che era forte, ma tutto il resto era un’incognita... non sapeva in che rapporti fosse con Kakashi, Naruto e Sakura, né perché avesse tradito o cosa lo avesse reso tanto apatico.
A lei interessava conoscere Kakashi più a fondo, non lo negava.
E dunque, conoscere l’allievo che più gli era caro era un importante passo avanti.
Avrebbe seguito il processo con attenzione...


Il sole era ancora più rovente, dopo che erano stati rinchiusi al buio tanto a lungo.
Nonostante il parasole al centro dell’arena, Kakashi aveva già iniziato a sudare, e Sasuke non riusciva a tenere gli occhi aperti . La pelle bianca dell’Uchiha sembrava quasi trasparente nella luce accecante, e i capelli neri divoravano ogni raggio di sole.
Erano al centro di tutte le attenzioni, avevano migliaia di occhi puntati addosso.
Kakashi era teso.
Nonostante sapesse perfettamente che Tsunade aveva tutte le intenzioni di assolvere Sasuke, non era del tutto certo che l’assemblea sarebbe stata d’accordo.
Tutti temevano l’ultimo degli Uchiha.
La notizia – errata, tra l’altro – che lui avesse ucciso Itachi aveva messo sul chi vive gli abitanti del villaggio, che ora avevano paura fosse troppo forte, incontrollabile.
Probabilmente si sarebbero sentiti molto più sicuri se il clan Uchiha si fosse definitivamente estinto.
«Il processo ha inizio!» annunciò stentoreo il portavoce. «Ora vi leggerò le accuse: tradimento, tentato omicidio, divulgazione di informazioni riservate, creazione e direzione di un gruppo terroristico, utilizzo indiscriminato di tecniche dichiarate proibite dal consiglio. Ognuno di questi punti è stato attentamente analizzato, e sono state raccolte prove e testimonianze che ne accertano l’autenticità. E’ altresì vero che l’imputato si è mosso in questa direzione non con il preciso intento di danneggiare la Foglia, ma perseguendo un obiettivo personale, fatto di cui è stato tenuto conto. Verranno ora riassunti brevemente gli anni che l’imputato ha passato lontano dal villaggio, per fornirvi un quadro più chiaro della situazione...»
Shikamaru staccò il cervello. Si preannunciava una spiegazione lunga e barbosa, e lui non aveva alcuna intenzione di far stancare i suoi neuroni seguendola.
Temari, al suo fianco, si studiava le unghie annoiata.
«E se ce ne andassimo?» chiese all’improvviso. «Sono tutti qui, nessuno farebbe caso a noi»
«Mi piacerebbe» rispose lui, laconico. «Ma voglio vedere come va a finire. Per quanto Sasuke Uchiha non sia esattamente il mio migliore amico, mi sono sbattuto troppo per non vedere come si concluderanno le cose»
Temari sbuffò.
«Puah... politica» bofonchiò a mezze labbra.
Mentre la voce monotona del ninja si diffondeva nell’aria, mescolandosi al ronzio dei calabroni e conciliando il sonno, Shikamaru si perse a studiare il movimento delle nuvole.
Quel giorno aveva lavorato decisamente troppo... e il braccio ferito gli faceva male.
Temari, crocerossina improvvisata, si era offerta di medicarlo; lui sospettava che lo avesse fatto spinta dal suo istinto sadico, perché gli aveva fatto più male di quando era stato colpito.
E subito dopo gli aveva proposto di andarsene da qualche parte, da soli. Sì, con Tsunade che non gli staccava gli occhi di dosso? Era assolutamente fuori discussione; non aveva la benché minima voglia di rispondere alle noiose e impiccione domande di chicchessia, Hokage incluso.
Abbassò svogliatamente lo sguardo, con uno sbadiglio, e l’occhio gli cadde dall’altra parte dello stadio, sull’arena nobiliare. Seduti in una prima fila deserta, vide Ino, Choji e Sai. Alzò la mano in un cenno di saluto, e loro risposero impercettibilmente.
Ahh, gli sarebbe tanto piaciuto essere lì, in quel momento. Stravaccato su una sedia morbida, a dormire pacifico e beato... un sogno.
«Io vado a sedermi...» tentò, con nonchalance.
La mano di Temari si serrò sulla sua collottola con rapidità fulminea.
«Non credo proprio» lo bloccò. «Io e te abbiamo qualcosa da fare dopo»
Lui mugugnò qualcosa di indefinito. «Ti hanno mai detto che sei una ninfomane assatanata?» bofonchiò.
«No, in effetti mi manca. Aspetta che me la segno»
«Ah-ah, esilarante»
«Devo pur compensare la tua pigrizia cronica, non ti pare? Se non ci fossi io, saresti ancora un casto verginello»
«E avrei un sacco di capelli in più. Ma, grazie allo stress che mi causi, rischio di diventare calvo prima dei trent’anni»
Temari sbuffò. «Allora, la cosa è una sola: qualunque uomo sarebbe più che contento di avere a che fare con una donna come me. Quindi, probabilmente, per tutto questo tempo mi hai tenuto nascosto di essere gay»
«Non sono gay!» disse Shikamaru, esasperato. «Sei tu che sei dannatamente esigente!»
«Ah, come se ti dispiacesse, in fondo»
Shikamaru si coprì gli occhi con una mano.
Non verrò mai a capo di niente, con lei” pensò. “Finirò sempre, invariabilmente, per soccombere. Accidenti!”
Ancora una volta il suo cervello geniale aveva ragione.
Ma lo avrebbe scoperto soltanto più avanti.

Ci volle quasi un’ora perché il ‘riassunto’ degli anni che Sasuke aveva passato lontano da Konoha si concludesse. Al termine di questo lasso di tempo il sole aveva mutato la sua posizione, e un sacco di persone con lui, cadendo pressoché addormentate.
L’uomo si schiarì la voce, leggermente roca, e riavvolse il rotolo che aveva letto fino a quel momento.
«L’accusa!» annunciò, e i semi-addormentati si ripresero leggermente.
Un anziano del Consiglio si fece avanti, impettito, e si posizionò accanto al portavoce sulla pedana dell’Hokage.
«L’accusa richiede il massimo della pena: morte» annunciò secco. «I motivi sono evidenti: il tradimento di Sasuke Uchiha è imperdonabile, data la sua gravità»
Immediatamente un mormorio si diffuse lungo la platea.
«Silenzio!» gridò il portavoce. «La difesa!»
Con un nuovo ‘ohh’ sorpreso da parte della folla, Tsunade si alzò in piedi.
Era raro che l’Hokage prendesse una parte; solitamente si manteneva imparziale, limitandosi a esprimere pareri caghi... ma quella non era destinata ad essere l’unica cosa strana di quel processo.
«La difesa chiede l’assoluzione da tutti i capi d’accusa» annunciò, faticando a trattenere un ghigno di trionfo. Andiamo, chi si sarebbe mai messo contro l’Hokage?
Questa volta il brusio si alzò di volume, sbalordito.
«L’imputato» proseguì Tsunade, alzando la voce. «ha agito sotto il condizionamento del fratello, Itachi Uchiha. Tutti conoscete la storia del clan Uchiha, e sapete che Sasuke Uchiha si è auto-eletto vendicatore della sua gente. L’intento è nobile e discutibile al tempo stesso, ma non è ciò che conta: all’epoca dei fatti l’imputato aveva sette anni, ed era assolutamente influenzabile; il fratello ha inculcato nella sua mente l’idea fissa della vendetta, vendetta da conseguire ad ogni costo... anche infrangendo le regole del villaggio della Foglia. Affermo dunque che non era pienamente in sé, quando ha tradito Konoha e commesso tutte le azioni di cui è imputato»
L’anziano dell’accusa si accigliò.
«E cosa avrebbe dovuto renderlo sano all’improvviso?» domandò. «Cosa ci assicura che non tradirà di nuovo?»
Questa volta l’Hokage sorrise. «Itachi Uchiha è morto. Non ci sono più ragioni per tradire» ribatté, trasudando sicurezza da ogni poro.
«Ma potrebbe esserci un nuovo Itachi Uchiha» ribatté l’anziano. «Un nuovo motivo d’odio per lui, e potrebbe tornare ad essere una minaccia»
«Potrebbe succedere a uno qualunque dei ninja qui presenti, non è una motivazione valida»
«Ma uno qualunque dei ninja qui presenti non lo ha già fatto una volta!»
«Non siamo qua per giudicare il suo futuro, ma il suo passato!»
«Eppure voi basate la sua difesa sulla certezza che in futuro non commetterà atti simili!»
«No, la baso sulla certezza che in passato è stato condizionato, e che nel presente ha perso ogni motivo per mantenere tale condizionamento!»
Ormai i toni si erano alzati, e gli occhi inquieti della folla si spostavano dall’uno all’altro dei contendenti, seguendo ansiosamente il dibattito.
«Ne avete la certezza scientifica? Come potete mettere a rischio il villaggio avvalendovi soltanto di una vostra sensazione personale?» esclamò l’anziano.
«Sono anni che il villaggio va avanti perché io mi fido del mio giudizio!» replicò l’Hokage. «Soltanto un’ora fa ho sventato l’ennesimo attacco alla Foglia, e innumerevoli volte ho dovuto prendere decisioni difficili! Eppure ho sempre agito bene! Sono Hokage perché evidentemente il mio giudizio è adatto a questo ruolo!»
«Nessuno può governare soltanto con il cuore!»
«Senti un po’, con chi diavolo credi di parlare, eh?»
Il portavoce si schiarì educatamente la voce.
Tsunade, che si accorse solo in quel momento di avere un piede sulla balaustra e la manica destra tirata su fino alla spalla, tossicchiò e si ricompose.
«Personalmente ritengo di potermi fidare di Sasuke Uchiha, ora che Itachi Uchiha non rappresenta più una minaccia» affermò secca. «Ho fatto i miei calcoli e i miei ragionamenti, e sono giunta alla conclusione che sarà molto più utile al villaggio da vivo che non da morto» tornò a sedersi, facendo schioccare la lingua, e il portavoce guardò l’anziano in attesa di una replica che non venne.
«Allora... qualcuno dell’assemblea vuole parlare contro l’imputato?» chiese, rivolto a tutti.
Il silenzio che seguì fu assoluto. Non una mano si alzò, non una persona fece un movimento che potesse essere male interpretato. Anche dalla tribuna nobiliare non provenne un solo suono, sebbene Hiashi Hyuuga avesse corrugato la fronte, incerto.
Hinata gli lanciò un’occhiata ansiosa: per Naruto era fondamentale che Sasuke fosse assolto, e lei pregò che suo padre tenesse la bocca chiusa.
Sapeva che permettere a un Uchiha di rifondare il clan era rischioso, che avrebbe potuto intaccare il prestigio degli Hyuuga... ma in quel momento, sinceramente, le importava poco. In quel momento pensava solo e soltanto a Naruto.
«Allora... qualcuno vuole parlare a favore?» tentò di nuovo il portavoce.
Questa volta fu Kakashi a farsi avanti.
«Per un certo tempo sono stato maestro di Sasuke» iniziò, con voce calma e forte. «Ritengo di conoscerlo abbastanza da poter garantire che non tradirà ancora la Foglia»
«E’ un’affermazione molto pesante...» commentò il portavoce. «Vuole farsi suo garante?»
Kakashi alzò lo sguardo fino all’Hokage.
«Sì»
Un mormorio si diffuse tra la folla.
Haruka, da lontano, sorrise. Se lo era aspettato.
Sasuke, dalla sedia su cui era sistemato, i gomiti ancora una volta appoggiati alle ginocchia e i capelli sugli occhi, alzò appena la testa.
«Da quando Itachi Uchiha è morto, Sasuke ha perso l’unica cosa che potesse distrarlo dal comportarsi come è stato educato a fare» continuò Kakashi. «Non dimentichiamo che proviene dal clan Uchiha, il clan che si è sempre occupato di far rispettare la giustizia a Konoha. Fino ai sette anni è stato cresciuto secondo i principi di fedeltà più assoluta, e soltanto un evento come lo sterminio di tutta la sua gente è riuscito a deviarlo da questo modo di pensare. Ora che la sua vendetta è stata compiuta, non c’è più nulla che...»
«...Compiuta?»
Kakashi si interruppe, interdetto.
Un mormorio quasi impercettibile si diffuse per lo stadio, e molte mani andarono a indicare Sasuke sotto il parasole.
L’Uchiha aveva alzato la testa.
Non solo... aveva anche parlato, con una voce roca e quasi irriconoscibile.
«L’imputato potrà parlare soltanto...» iniziò il portavoce, ma non riuscì a finire.
«Compiuta?» ripeté Sasuke a voce più forte, interrompendolo.
Sulla platea piombò il silenzio più completo.
Kakashi guardò Sasuke, accigliato, e constatò che nei suoi occhi non c’era ancora nessuna luce.
Pessimo, pessimo segno...
«La mia vendetta non è stata compiuta!» sibilò l’Uchiha, nel silenzio irreale che era piombato all’improvviso. «La mia vendetta mi è stata tolta!»
Tsunade corrugò la fronte. Questo non andava affatto bene...
«L’unica ragione per cui vivessi... mi è stata strappata di mano in meno di un istante!»
Gaara si fece più avanti sulla sedia.
«E da questa Foglia che voi volete che protegga di nuovo!»
Sulla fronte di Sai si disegnò una ruga impercettibile.
«...Io odio questo maledetto villaggio e tutto ciò che rappresenta!»
La voce di Sasuke si spense nel silenzio pesante, rotto soltanto dal suo respiro affannoso.
Kakashi si guardò attorno, e vide sui volti dei ninja e dei nobili che assistevano una preoccupazione niente affatto celata.
Le cose si stavano mettendo indubbiamente male.
Maledizione, sarebbe stato molto meglio se Sasuke avesse tenuto quella sua maledetta boccaccia chiusa!
«Non voglio essere assolto!» continuò l’Uchiha, ormai lanciato in un impeto di autolesionismo distruttivo. «Voglio essere condannato! Stare in questo villaggio, essere ninja, non ha più alcun senso! Riprendetemi, e sarò soltanto un peso!»
Che ve ne fareste di un ninja che non è neanche stato in grado di portare a termine l’unica cosa che contasse davvero?
Tsunade strinse i denti.
Lei aveva bisogno di Sasuke.
Aveva bisogno di una vittoria schiacciante in quel processo, aveva bisogno di riaffermare la sua autorità e di non perdere un elemento importante come lui. Sapeva che Sasuke era in crisi, che aveva perso la voglia di vivere... ma contava di risollevarlo, in qualche modo.
Anche arrivando a usare Sakura, e facendo soffrire Naruto.
A discapito di quanti credevano che Sasuke fosse il più forte tra i due, sotto ogni aspetto, lei sapeva bene che in realtà Naruto era quello che riusciva a sopportare i colpi più pesanti. Entrambi avevano avuto un’infanzia difficile, avevano vissuto situazioni simili ed erano cresciuti all’incirca nello stesso modo.
Eppure, Naruto era riuscito a costruirsi una vita normale.
Sasuke no.
Sasuke si era lasciato sopraffare da un destino che non aveva scelto e che odiava, aveva gettato la spugna e si era lasciato trascinare dagli eventi.
Naruto aveva deviato il suo presunto destino, lo aveva plasmato e deformato, si era conquistato la vita che voleva... ed era diventato forte.
Davvero forte.
Tsunade non dubitava che sarebbe stato disposto anche al sacrificio più grande, per Sasuke.
E... per quanto a lei dispiacesse... per quanto le facesse fisicamente male l’idea di farlo soffrire...
...sapeva che avrebbe retto.
Perché lui era Naruto.
Quindi, ora, avrebbe tirato fuori la sua ultima carta, quella che sperava di non dover mai usare.
Aveva dovuto impedire a Naruto di partecipare a quel processo... perché, anche se aveva sperato con tutte le sue forze che non accadesse, sapeva che si sarebbe potuti arrivare a quel punto.
«Stai scappando?» chiese, e la sua voce suonò gelida anche nella calura estiva. «Perché lui ti ha superato... tu ti ritiri? Fuggi? Hai paura di scoprire che hai perso?»
Normalmente Sasuke non avrebbe ribattuto.
Ormai parole del genere non avevano più effetto sul suo orgoglio frantumato.
Ma... dopo l’exploit di poco prima, dopo l’invettiva contro la Foglia... qualcosa si era mosso in lui.
Qualcosa di fragile e facilmente influenzabile.
Qualcosa che ancora reagiva.
«Non sto scappando!» gridò, tra i denti, prima di riuscire a fermarsi.
Tsunade sorrise.
«Bene» ribatté. «Perché lui è ancora lì, che ti aspetta. Non è affatto convinto che sia finita, e anche tu lo sai»
Sasuke strinse i pugni.
Naruto, Naruto, Naruto.
Sempre Naruto!
Perché era sempre lui la causa dei suoi problemi?
Perché era sempre lui a fargli cambiare punto di vista?
Perché era sempre lui a salvarlo?
«Non mi convincerete!» ansimò, aspro. «Non mi convincerete...!»
«La difesa di un bambino» ribatté Tsunade, in tono di sufficienza. «Un bambino che faremo diventare grande in fretta» spostò gli occhi nocciola sulla platea. «Avete sentito tutti? Lui afferma di non voler tornare ad essere ninja. Ma io vi garantisco,e sono pronta a scommetterci, che invece saremo in grado di trasformarlo in uno degli elementi migliori della Foglia! Pensateci: la situazione politica, ora come ora, è molto incerta. Ci sono elevatissime possibilità che nel giro di dieci, quindici anni la pace sia solo un ricordo. Abbiamo bisogno di elementi forti. Abbiamo bisogno di Sasuke Uchiha»
L’assemblea riprese a mormorare.
C’era incertezza, tanta.
E poi... fiducia.
L’Hokage era un politico nato. Sapeva guidare la folla, aveva carisma, e conosceva i suoi obiettivi e i suoi limiti.
L’assemblea nobiliare non era dello stesso parere, naturalmente. Non si mantiene una certa posizione tanto a lungo senza evitare come la peste ogni tipo di rischio.
E Sasuke Uchiha era un rischio. Enorme, per di più.
Il portavoce si guardò attorno, incerto. Gettò un’occhiata al vecchio del consiglio, irrigidito da diversi minuti, senza parole, e una a Tsunade, che annuì. Allora richiamò l’attenzione del pubblico.
«E’ espressa richiesta del quinto Hokage che questo processo si concluda oggi» annunciò. «Per questo vi chiedo, signori, di votare ora. Quanti di voi sono per l’assoluzione, si alzino in piedi. Quanti di voi sono per la condanna, restino seduti. Se desiderate astenervi, lasciate l’arena»
Il trambusto fu pressoché immediato.
Il flusso di persone che sciamava fuori dallo stadio era consistente, forse troppo, e Tsunade si inquietò per un attimo.
Poi, vide la tribuna nobiliare: ad eccezione di Ino, Choji e Sai in prima fila, e Kiba e Shino più indietro, tutti gli altri erano seduti.
Alla fine, vide le altre due.
Tutti in piedi.
Ed erano molto più numerosi dei nobili.
Tsunade sorrise.
Di sicuro non si poteva dire che non avesse carisma.
E la cattura di Danzo aveva contribuito enormemente a togliere sicurezza alla fazione opposta.
Nella tribuna centrale, Hinata si torceva le mani.
Era rimasta seduta, come tutto il suo clan... e aveva visto i suoi compagni di squadra scattare in piedi senza di lei.
Avrebbe disperatamente voluto unirsi a loro.
Lei voleva che Sasuke fosse assolto... ma così... qualcuno avrebbe potuto pensare che invece...
Le tremarono le labbra.
Devo alzarmi!” pensò. “Devo farlo, se voglio che cambi qualcosa!”
Anche le sue gambe tremarono.
Prese un respiro profondo.
Alzarsi... significava sfidare dichiaratamente e deliberatamente il volere del clan e di suo padre.
Alzarsi... significava ribellarsi.
Si alzò.
Hiashi sollevò di scatto lo sguardo, corrucciato, e un mormorio si diffuse tra le fila degli Hyuuga.
«Che stai facendo?» chiese il capoclan, freddo.
«Padre... mi dispiace» mormorò lei, evitando il suo sguardo. «Ma io la penso così»
Sentiva il suo cuore martellare nel petto, doloroso e veloce.
Non aveva mai fatto nulla di tanto audace... contraddire suo padre in pubblico... avrebbe avuto sicuramente conseguenze.
Ma andava bene così.
Andava bene così.
Kiba, al suo fianco, nascose un sorriso orgoglioso.
Esitò per almeno venti secondi... e poi fece scivolare la mano fino a quella di lei, e la strinse forte.
Hinata lo guardò, arrossendo all’improvviso, e lui avvicinò le labbra al suo orecchio.
«Bravissima»
Lei, per una volta, lo lasciò fare.

Il portavoce prese un respiro profondo.
«L’imputato Sasuke Uchiha è assolto da ogni accusa!»
Dallo stadio si sollevò un boato, come da tradizione; anche quando la folla fino a un attimo prima pensa a tutt’altro, nel momento del trionfo della democrazia sente l’insaziabile bisogno di esultare.
Tsunade sorrise. Kakashi tirò un sospiro di sollievo. Gaara annuì, pensando a Naruto. Temari lanciò un’occhiata impaziente a Shikamaru. Ino saltò al collo di Sai.
Sasuke crollò la testa, affondando le mani ancora legate assieme nei capelli neri.
«Merda!» sibilò.
Non doveva andare così, maledizione!
Non doveva andare così!
Sotto il kimono, nei pressi del collo, il segno maledetto di Orochimaru pulsava intensamente.
La sua condanna.
Una vita da vivere.








Nel prossimo capitolo:


«Ah... Hai incontrato Shikamaru in giro?»
«Era sul palco dell’Hokage, insieme a Temari. Ma poi l’ho perso di vista»
Asuma fece due calcoli.
Insieme a Temari.
Non lo avrebbe rivisto per un po’.
Con un sospiro vago, si grattò distrattamente il mento.
Chissà se il suo pigro allievo si era mai reso conto di essere coinvolto in un triangolo potenzialmente mortale?













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Lo confesso: questo capitolo è stato molto difficile da scrivere.
Non solo perché, onestamente, salvare Sasuke era quasi un'impresa impossibile,
ma anche perché l'unica cosa che so dei processi è che sono
noiosi.
E non potevo fare un intero capitolo preciso ma noioso.
Diciamocelo: per quanto io ami essere accurata e puntuale, qui lasciatemi fare uno strappo e semplificare le cose.
Personalmente provo molta pena per quel pover'uomo del portavoce... non una volta hanno fatto quello che diceva lui!
Parlavano come e quando volevano, litigavano, lo ignoravano...
Mi auguro che almeno lo abbiano pagato bene.

Perdonate l'aggiornamento rapido, ma avendo la connessione casalinga non ho resistito...
Ho iniziato a portarmi un po' avanti sulla tabella di marcia, diciamo.
(incoraggiat anche da tutte le recensioni che siete riusciti a lasciarmi in un solo giorno! *_*)
Martedì metterò il prossimo... se fossi in voi ci starei attenta! :-3

Ed è con la fine di questo capitolo che
la vera storia
ha ufficialmente inizio!
Sasuke è tornato, e ora...
ora Sinners prenderà forma.

Nicole_chan: argh! Un'aspettativa! Mammina mia, come faccio ora?? E se ti deluderò? PANICO! @_@ Allora... mettiamola così: io mi impegnerò il più possibile per continuare a scrivere come ho fatto finora, ok? ^^ Grazie mille per aver lasciato un commento!
arwen5786: ecco, io mi rendo conto delle cose sempre con un ritardo disgustoso... ma finalmente ho capito chi sei. Sei l'autrice che ha scritto "Cosa vuol dire... normale?" E a questo punto mi viene spontaneo chiederti: che diavolo ci fai qui? O_O Cioè... co-come è possibile che io ti senta farmi tutti questi complimenti? Dici che sei "annichilita dalla mia bravura e maestria" (parole tue), ma io non sono nulla di tutto ciò! Davvero, non... non so come reagire a un complimento simile! >///< Santi numi, finirò per montarmi la testa, di questo passo... -///- Comunque... per mia natura non riesco a non rispondere punto per punto ai commenti che mi vengono lasciati, ed è così con grande e profondo imbarazzo che cercherò di barcamenarmi tra le lodi e i complimenti... Naruto lo amo veramente tanto. E' inutile, è più forte di me... ormai mi infilo nella sua testa e dimentico me stessa pur di tirarlo fuori veritiero. Lui è il fulcro dell'azione, il mio mito ed eroe... se non venisse fuori come dico io, non riuscirei a dormirci la notte! Sakura e Sasuke sono personaggi che non amo particolarmente per l'unica ragione che fanno soffrire Naruto, in un modo o nell'altro (sì, l'ho detto!)... però lui li ama. E li ama così tanto che non posso non impegnarmi con loro quanto mi impegno con lui. Non posso. Shikamaru e Temari non riesco a non vederli insieme. Dai, anche nel manga non fanno che girare accoppiati! XD Mi dispiace (moooolto vagamente) per Ino, ma le cose stanno così! (attenzione: le mie convinzioni riguardano lo stato attuale del manga, NON la mia fanfic. Qui tutto può succedere!) Per quanto riguarda Neji avrai una "bella" sorpresa, alla fine... eheh, vedrai! Mentre Hinata, come penso sia evidente, mi sta molto a cuore. E visto che mi sta molto a cuore, avrà ancora da soffrire molto! XD Kiba invece, almeno da questo capitolo sembra avanzare verso un'ipotetica felicità... ma chissà cosa ho in serbo per lui? Kakashi... eh, Kakashi... nei prossimi capitoli sarà un po' un padre, per Sasuke! Sigh, a me sembra così tenero! ç_ç Ohh, povero Sai... devo dire che lo tratto proprio male: prima Ino, poi quello che gli accadrà tra due capitoli... Sono abbastanza perfida, lo ammetto. La mia non è inventiva, è sadismo puro! Sai che non so ancora qual è la canzone che preferisco dei Within Temptation? Sono in crisi, me ne piacciono troppe! XD Al momento in pole position ci sono Angels, Memories, Forgiven, Bittersweet, What have you done, Our farewell, Pale... e sopretutto Overcome! Questa notte sono andata avanti ad ascoltarla fino a quando non sono andata a dormire, alle 3.40... Ultimamente sono molto per quelle un po' più tristi, il che non toglie che Stand my ground sia spettacolare, così come The howling o The truth beneath the rose, un po' più ritmate! Ehh, i WT sono i WT! Amo quasi tutto ciò che hanno composto!
Mala_Mela: lascia perdere i tentativi in modalità no-spoiler... tanto non ci riesci! XD Quindi, infilaci pure gli spoiler ma almeno metticeli infinitamente enigmatici! XD Ahahah, l'abbinamento maestro-allieva per Tenten... XD Beh, non andrebbe tanto bene nemmeno ad Asuma, diciamocelo! (Ino-out rulez!) E Kakashi... senti, per me è l'unica ragione per cui un essere vivente dotato di cervello possa palesemente ignorare Naruto in favore dello psico-sociopatico emoboy! Quali altre motivazioni ci sarebbero? Schizofrenia acuta? Se vogliamo salvare Kakashi, dobbiamo accettare che un po' assomiglia a Sasuke... Sigh.
nixy: ok, lo confesso: la narusasu esiste già sul mio pc. Ma dal momento che non ne sono molto soddisfatta, e dal momento che è un regalo di compleanno, almeno fino al 18-20 di dicembre voi non la vedrete! XD Prima verrà rimaneggiata, modificata, riscritta, regalata... e poi presentata al gentil pubblico. Wa, chissà che diavolo mi è uscito...
1992: oh, sì... lusingami ancora! Crudelmente crudele non mi basta! XD Comunque ora sai che Sasuke, purtroppo, non ci libera della sua ingombrante presenza ancora per un po'! (eh, se no che scrivo una threesome a fare?) Mi spiace che in questo capitolo Naruto non sia comparso, ma tornerà trionfalmente martedì... pronto per soffrire a causa mia! E Kakashi è il mio magico jolly... dove lui c'è, il sole splende! (nella mia anima grigia, non necessariamente nella fanfic...) XD
lale16: per compensarti di quattro giorni di attesa, hai visto quanto ho aggiornato in fretta? ^^ Qualcuno sostiene che ci sia da ringraziare Dio perché mi ha resuscitato l'adsl... io sostengo che ci sia da ringraziare il firewall che ha smesso di funzionare, ovunque esso sia! XD Scoprirai una delle tante cose che affliggeranno Naruto soltanto nel prossimo capitolo... Occhio! Quando meno te lo aspetterai, zac! Io sarò lì a colpire!
harryherm: non so ancora come io abbia fatto, ma sono riuscita a visualizzarti mentre scrivevi il commento! XD Davvero, è venuto fuori molto espressivo! (magari sono solo io che mi illudo, da pazza psicopatica quale sono) Ora sai come è andato a finire il processo, comunque, e sai che questo scombinerà molte cose nei piani di kyuubi... perché scombinerà parecchio Naruto. Ma come, e in che misura? Lo scoprirai soltanto tra un po'! XD Ehi, non crederai davvero che io chiarisca la situazione tra Naruto e Sakura prima dell'ultimo capitolo? XDD Ah, che simpatica! Ehm... quanti capitoli avrà la storia...? Dunque... c'è una domanda di riserva? -.-'' (ancora un po', diciamo così. Supererò sicuramente la quarantina!)
kage_naru89: hai letto ora? Beh, il titolo non mentiva! Per Sasuke l'assoluzione è praticamente una condanna! (il solito emo...) La suspance per ora sembra finita, ma non abbasserei la guardia se fossi in te... già dal prossimo capitolo torno all'attacco!
Talpina pensierosa: così se l'è cavata Sasuke! XD Ma non ho resistito all'idea di farlo perdere, comunque, in qualche modo! XD
OneWingedAngel: non è che voi lettori maschi tendete ad assomigliarvi... sono io che attiro solo un certo tipo di persone! XD Beh, finché mi fa piacere, che vengano! Ho cercato di creare un certo equilibrio nella storia... non voglio essere melensa, ma non voglio nemmeno perdere il lato romantico della cosa (uno dei pochi privilegi dell'essere donna è che lo si può sempre usare!); e allo stesso tempo voglio l'azione ma non solo violenza. E intrighi, ma anche linearità... insomma, voglio la vita vera! XD Ma perché tutti danno per scontato che Ino e Sai siano una coppia nel senso canonico del termine? Ehh, vedrai... Sai è un gran bastardo, in fondo. E Ino... una poveraccia. Ma è colpa mia, sono un po' cattiva con lei! ^^'
Jana: evvai, dopo Kyuubi ho anche tra i lettori una Shikamaru al femminile! XD E, attenzione attenzione, si è mossa per me! Quale onore! *_* Tornando alla normalità... innanzitutto grazie mille per i complimenti, mi rendono sempre tanto felice! ^^ Al di là delle mie preferenze in termini di pairing, confesso che il triangolo SasuSakuNaru è quello che più stimola la mia immaginazione, nel vasto panorama dei manga... forse è per questo che mi ci dedico con particolare cura. Sakura è il perno di tutto, lei è il dubbio e il desiderio, il rimpianto e la tenzione al futuro... lei è il centro del trio (anche se Sasuke al momento sembra sbattersene altamente). Per questo, sebbene di norma non impazzisca per lei, ci tengo a far sì che non appaia troppo "stronza" o smaccatamente buona. E' una ragazza complessa, intelligente ma contorta. Il semplice fatto che abbia due personalità la rende molto ostica da gestire! Povera Ino! XD Potrei anche decidere di volerle un po' più bene, se tutti inizieranno ad odiarla! (no, non credo... al massimo potrei volerle un po' più bene solo perché la tratterò così male che mi farà pena! XD) Non temere per i pairing che mi girano in testa, quelli sono sicuramente extra-fic. La verità è che tutto quanto, qua dentro, è già stato deciso... e non si cambia. Ogni idea estemporanea è un buon bacino per ALTRE cose, non per questa! ^^ Se ogni tanto riuscirai a sconfiggere la pigrizia dilagante, sarò felice di leggere un tuo commento! XD


Aya

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Capitolo 29
*** Vecchi legami ***


Naruto-29

Capitolo ventinovesimo

Vecchi legami




«Ahh, lo sapevo che saremmo arrivati tardi!»
Il pugno di Rock Lee si abbatté frustrato sul terreno, sollevando una nuvoletta di polvere.
Il team Gai, ancora sudato dopo la corsa, era fermo davanti agli ingressi dello stadio della Foglia, a fare da spartiacque per la folla che usciva mormorando.
Il giorno prima avevano ricevuto una missione urgente da portare a termine, documenti fondamentali che un villaggio di un paese tra il Fuoco e la Roccia doveva avere... e così, anche correndo con tutte le loro forze, avevano finito per perdersi il processo.
Loro, gli unici in tutto il villaggio!
«Come saranno andate le cose?» si chiese Tenten a voce alta.
Erano di fronte a uno degli ingressi laterali, ma a soli pochi passi da quello centrale riservato ai nobili. Neji si guardò brevemente attorno, e vide il suo clan uscire in quel momento.
«Torno subito» disse ai compagni, allontanandosi.
Con discrezione avvicinò un membro della casata cadetta, e gli chiese che ne era di Sasuke.
«Assolto» rispose quello a mezze labbra. «Danzo è stato catturato poco prima che iniziasse il processo, e la maggior parte di quelli che volevano l’Uchiha morto non ha avuto il coraggio di alzarsi e e contrastare l’Hokage, dopo che lui è stato preso. Ah, e madamigella Hinata ha pubblicamente contraddetto padron Hiashi, votando per l’assoluzione...!»
Neji corrugò la fronte, e cercò con gli occhi candidi il capoclan.
Eccolo alla testa del gruppo; camminava rigido e a passo svelto, e sul suo viso era possibile leggere una preoccupazione profonda.
Ma certo... ecco perché aveva iniziato a fare strani discorsi sul matrimonio.
Non era Naruto a preoccuparlo davvero... a renderlo ansioso era l’idea che Hinata iniziasse ad opporglisi.
Lui voleva una figlia forte, sì; ma una figlia che avesse le sue stesse idee e lo seguisse. Non una ragazzina piena di ideali e ancora incantata, che all’improvviso iniziasse a lottare per i sogni in cui scioccamente credeva. Aveva bisogno di un’erede più realistica. Voleva riportarla con i piedi per terra.
Ma dov’era Hinata?
Neji la cercò con gli occhi, e la vide lontana dagli Hyuuga, insieme a Kiba e Shino in un angolo. Incrociò il suo sguardo, e lei gli fece un timido saluto, arrossendo.
Sicuramente sapeva a cosa sarebbe andata incontro ribellandosi al volere di Hiashi.
Eppure... aveva avuto il coraggio di farlo.
Neji le sorrise, e dentro di sé dovette complimentarsi con lei.
Dopotutto, non era tanto male.
Un breve cenno a Kiba e Shino, e poi lo Hyuuga decise di tornare dalla sua squadra, a riferire l’accaduto. Purtroppo per le sue notizie fresche, scoprì che era già stato anticipato da Ino, Sai e Choji.
«...andato via con Kakashi» stava spiegando Ino in quel momento. «Non sappiamo dove lo abbia portato, quindi pensavamo di cercarlo e chiedergli di poterlo vedere»
«Non ci darà il permesso» masticò Choji, realistico. «Per un po’ di tempo Sasuke non vorrà vedere nessuno»
«Neanche noi?» sbuffò Ino, offesa.
«Hm? E perché? Chi credi di essere?»
Gli arrivò un pugno in pieno stomaco. Senza fiato, prese a tossire disperatamente.
«Tsk» fece la sua aguzzina, squadrandolo dall’alto in basso. «Non hai ancora imparato a trattare con le donne...»
«Dov’è Shikamaru?» chiese Tenten innocentemente, non vedendolo in giro.
Ino ebbe un flash del compagno di squadra che si dileguava con Temari.
«Ah... Si sarà addormentato da qualche parte!» esclamò con una risata forzata. «Sappiamo tutti com’è fatto! Ora che ne direste di un gelato? Si muore dal caldo, vero?»
«Naruto e Sakura dove sono? Con Kakashi?» domandò Rock Lee, ignorandola.
«A dire il vero sono in missione» gli rispose Sai. «Da un paio di giorni»
«Che cosa?» allibì l’altro. «E si sono persi il processo?»
Ino si accigliò, incrociando le braccia sul petto, e si fece seria tutt’a un tratto.
«Non credo proprio che sia stata una loro scelta»


Il rumore dei loro passi riecheggiava lungo il corridoio buio, rimbalzando di parete in parete. Il suono secco di un bastone che batteva il pavimento si alternava a quello dei tacchi delle scarpe.
Mentre veniva scortato verso le celle di massima sicurezza della Foglia, Danzo non aprì bocca.
Asuma sbuffò piano.
Che inutile sfoggio di dignità.
Sarebbe stato condannato, avevano troppe prove a suo carico... avrebbe fatto meglio a patteggiare, e in fretta.
Ma se Danzo non parlava, passava il suo tempo a pensare.
Ora capiva il perché del processo pubblico.
Perché Tsunade amava guidare le folle.
Se il giudizio fosse stato privato, se ogni cosa fosse stata nelle mani del Consiglio, l’Hokage non avrebbe avuto la certezza della vittoria... ma così... così non solo aveva fatto centro per quanto riguardava l’ultimo degli Uchiha, ma era anche riuscita a realizzare un arresto in grande stile e ad affermare innegabilmente la sua autorità.
Asuma lo condusse fino in fondo al corridoio, nella cella più buia e distante.
«Chiudetelo dentro» ordinò ai ninja che erano con lui, e mentre quelli obbedivano si accese una sigaretta. «Bene. Voi due, restate qua. Noi andiamo a vedere com’è la situazione allo stadio»
Danzo entrò nello stanzino buio e umido, e rimase in piedi al centro del pavimento.
Per quanto gli costasse ammetterlo, da un punto di vista prettamente strategico Tsunade aveva operato in maniera ineccepibile.

Era passata più di un’ora dal blitz all’arena, ma lungo la strada avevano dovuto smistare i fedelissimi di Danzo arrestati con lui, e avevano perso almeno dieci minuti a postazione per un resoconto dell’accaduto. Fare la guardia in quel genere di luoghi doveva essere infinitamente noioso.
Mentre tornava indietro accompagnato da un altro ninja, Asuma si accese una sigaretta.
Doveva cercare Kurenai e Tobi, prima di tutto; li aveva lasciati alla tribuna nobiliare, chissà se erano rimasti lì, e chissà se il processo era finito o meno.
Si affrettò lungo la strada del ritorno a passo spedito, attraversando il villaggio con il compagno alle calcagna. Nel giro di dieci minuti arrivò allo stadio, in tempo per vedere la gente che sciamava dalle uscite principali, e schioccò la lingua con disappunto.
«Chissà com’è andata...» borbottò gettando a terra il mozzicone della sua seconda sigaretta.
«Assolto» disse una voce alle sue spalle, accompagnata da un gorgheggio leggero. «E da ogni accusa, per di più, senza pene di sorta»
Asuma si voltò, e un sorriso sghembo gli stirò le labbra al vedere Kurenai e Tobi che lo aspettavano in una zona libera dalla folla.
«C’è stato qualche problema?» chiese raggiungendoli, e prendendo in braccio il figlio che reclamava attenzione.
«Nessuno, a parte i nobili che si sono dati alla fuga» rispose lei stringendosi nelle spalle. «Le cose sono successe talmente in fretta che pochi hanno avuto il tempo di pensare al da farsi»
«Anche noi siamo stati avvisati all’ultimo momento» sbuffò Asuma, ricordando come solo il giorno prima Tsunade avesse avuto la bella pensata di organizzare il blitz a Danzo. «Ah... Hai incontrato Shikamaru in giro?»
«Era sul palco dell’Hokage, insieme a Temari. Ma poi l’ho perso di vista»
Asuma fece due calcoli.
Insieme a Temari.
Non lo avrebbe rivisto per un po’.
Con un sospiro vago, si grattò distrattamente il mento.
Chissà se il suo pigro allievo si era mai reso conto di essere coinvolto in un triangolo potenzialmente mortale?


A dire il vero Shikamaru era fuggito.
Vergognosamente, pateticamente, e velocemente.
Non appena era stata pronunciata la sentenza finale, lui era sgusciato via lungo il tunnel, tallonato da Temari, e poi con nonchalance le aveva detto di aver dimenticato una cosa a casa, e di andare avanti da sola che l’avrebbe raggiunta subito. Lei lo aveva squadrato sospettosa, ma poi lo aveva lasciato andare.
E ora lui sperava di guadagnare almeno tre ore e mezza di sonno pesante, dal momento che quella mattina si era svegliato all’alba per preparare l’operazione.
Si sarebbe trovato un bel prato, magari nascosto dai cespugli, si sarebbe piazzato sull’erba, pancia all’aria, e avrebbe guardato le nuvole finché non si fosse addormentato... un piano perfetto.
Se non fosse stato per la ferita al braccio.
Faceva un male cane, porca miseria; e la fasciatura di Temari era più uno strumento di tortura che altro... già che era sulla strada, gli conveniva passare un attimo da casa e sistemare le cose.
Deviò la sua corsa, infilandosi in una stradina ombrosa, e attraversò il vicolo a passo sostenuto. Sbucò in una via più ampia, in cui i primi gruppetti di reduci dal processo parlottavano mentre si avviavano verso casa, e, incassando la testa tra le spalle, li superò tutti fino a raggiungere la residenza dei Nara.
Pregando perché entrambi i suoi genitori fossero ancora fuori – soprattutto sua madre – sgusciò fino all’ingresso, attraversando il giardino in stile tipicamente giapponese, ed entrò con passo felpato.
Tese le orecchie; nessun rumore.
Tirò un sospiro di sollievo, rilassandosi impercettibilmente, e si massaggiò il braccio dolorante, mentre cercava di sciogliere il nodo. Levatosi le scarpe, attraversò il corridoio camminando sul tatami fino a raggiungere la sua stanza, sul fondo; lì dentro, ai piedi del letto alto, c’era il kit medico che avrebbe sempre dovuto portare con sé, e che puntualmente lasciava a casa per pigrizia.
Dieci minuti dopo, mentre era seduto sulle coperte a torso nudo, il suo braccio ringraziava.
Certo, il disinfettante bruciava sulla ferita aperta, e la maglia era da lavare e rammendare, ma la benda pulita faceva tutta un’altra impressione, e dava un sollievo completamente nuovo. Buffo, non si era mai accorto che il disinfettante profumasse di fiori... dove se lo era procurato? Ah sì, era un regalo di Ino.
«Molto poco virile»
Un brivido gli corse lungo la schiena.
No.
No, no e no!
Non era possibile!
Non. Era. Assolutamente. Possibile!
Sentì il leggero rumore di un naso che esamina l’aria.
Il fruscio di un vestito. Un passo alle sue spalle.
Il Terrore più puro che prendeva possesso del suo corpo.
«E così... hai tentato di scappare, eh?» chiese una voce vellutata e minacciosa. Il letto si inclinò leggermente quando un ginocchio pesò a un’estremità, e Shikamaru sentì una mano che scivolava leggera dalla sua schiena all’addome glabro. «Era da tanto che non ci provavi» sogghignò Temari, al suo orecchio.
«Ehm... sarei tornato» borbottò lui, con una curiosa e stranamente gradevole sensazione lungo il corpo, come un formicolio lieve. «Ero qua per... ehm... la fasciatura»
«Quindi quella che ti ho fatto io non andava bene?»
«No, certo che no. Era perfetta. Perfetta. Ma... ehm... era il momento di cambiarla, e...»
«Sta’ zitto» lo interruppe bruscamente lei, e le sue unghie premettero minacciose sulla pelle liscia del petto. «Non mi interessano davvero le tue scuse»
«No, immagino di no» borbottò lui. «Ma... non hai intenzione di saltarmi addosso qui, vero?»
«E perché no?»
«Perché i miei genitori potrebbero tornare da un momento all’altro, ecco perché»
Temari rise brevemente, staccandosi dalla sua schiena. Shikamaru scoprì che la cosa gli dispiaceva.
Ma fu una delusione di breve durata; l’attimo dopo si trovò steso sulle coperte, con una mano di Temari premuta inclemente sul suo petto.
«Scherzi?» mormorò lei, chinandosi a cavalcioni su di lui. «Il rischio lo rende soltanto più eccitante»
«...Oh» fu tutto ciò che lui riuscì a dire, sorridendo in automatico. «Faticoso... ma eccitante. Credo di sì»
Temari sogghignò, piegandosi a sfiorargli il collo con le labbra. Mentre la sua mano scivolava lenta verso il basso, Shikamaru cercò di calcolare in quanto tempo i suoi sarebbero tornati. Due secondi dopo, il suo cervello smise di funzionare.
Affondò le dita nei capelli di Temari, crespi ma stranamente morbidi, e inspirò il leggero profumo di shampoo e di sale che emanavano. Lei si sollevò dal suo collo, e cercò la sua bocca con la prepotenza che le era solita.
All’improvviso si bloccò.
«Oh accidenti» borbottò, accigliata.
«Che c’è?» chiese lui contrariato.
«Non ho preservativi»
Squisitamente romantico.
Shikamaru sbuffò, trattenendo un sorrisino per l’assurdità della situazione, e poi fece un cenno verso il comodino accanto al letto.
«Primo cassetto, sul fondo, dietro ai kunai»
Temari inarcò le sopracciglia.
«Ma dai, li hai comprati?» chiese sbalordita. «Ma non ero io a violentarti? Cos’è, hai un’altra?»
«E secondo te sarei in grado di reggerla? Certo che non ho un’altra... è che passavo per caso, e avevo qualche soldo in tasca...»
Lei ghignò.
«Aha» fece, sporgendosi per raggiungere il cassetto. «Non tirarla per le lunghe, e confessa: non ti dispiace affatto essere violentato da me... anzi, ci speri»
«Tecnicamente sono pur sempre un uomo» borbottò lui, mentre lei frugava tra i kunai, e giusto per tenersi occupato diede una lunga e minuziosa occhiata al suo fondoschiena «Se tu non fossi così maledettamente sadica, potrebbe anche essere molto piacevole»
«Ah, mi vuoi più mielata?» domandò Temari, trovando finalmente quello che cercava e richiudendo il cassetto. Sventolò la confezione intatta davanti al naso di Shikamaru. «Credo che la scena sarebbe disgustosa»
Lui provò a visualizzarla.
«Mah, chissà... si potrebbe sempre provare, una volta» tentò speranzoso.
«Ohh, ma chiudi un po’ quella bocca» lo seccò lei.
Quella donna non aveva elasticità, ecco qual era il suo problema.


Kakashi lanciò la milionesima occhiata preoccupata a Sasuke, mentre attendeva che il lentissimo burocrate davanti a loro comunicasse la nuova residenza dell’Uchiha – e possibilmente anche chi era incaricato di sorvegliarlo, per il suo stesso bene.
Lui, d’altro canto, stava in piedi con le braccia lungo i fianchi e l’espressione truce, ma non sembrava per niente uno che ha appena vinto una causa. Semmai, il contrario.
«Ah, ecco...» mormorò il burocrate, dopo aver sfogliato la seicentesima pagina. «Tutte le proprietà del clan Uchiha sono state confiscate dall’Hokage nel momento in cui l’imputato... ah, volevo dire il legittimo erede ha lasciato il villaggio... ma le disposizioni sono di restituirle nel caso in cui Sasuke Uchiha si ripresenti e abbia il consenso dell’Hokage» alzò gli occhi acquosi da rospo su Sasuke. «Ha questo consenso?»
«Non ne sapevo nulla» intervenne Kakashi tempestivamente.
«Ah... allora non posso consegnarle gli atti di proprietà» fece notare il burocrate.
Kakashi si accigliò. Tenere Sasuke ancora lì non avrebbe fatto bene a nessuno, meno che mai a lui. Andare alla ricerca di Tsunade in quel momento era un suicidio. E se quel maledetto burocrate apriva ancora una volta la bocca, gli strappava quei suoi maledetti occhi tremolanti.
«Lasci stare» si affrettò a dire, con un cenno. «Torneremo per quelle proprietà un altro giorno. Ora lo porto a casa mia»
«Ah... ma ha il consenso dell’Hokage?»
«Serve anche per questo?»
«Certo. Si tratta pur sempre di un pericoloso...»
«In questo momento» lo interruppe Kakashi. «la persona pericolosa sono io. Soprattutto per lei. L’Hokage non ci ha dato assolutamente nessun documento, eravamo qui per sapere se c’è già un alloggio destinato a Sasuke, ma se non c’è me ne occupo io, va bene?»
Il burocrate sbatté lentamente le palpebre.
«Ah... se se ne assume la responsabilità...» sussurrò laconico.
«Sì, sì... mi assumo tutto quello che devo» sbuffò lui. «Ora posso andare?»
«Ovviamente»
Trattenendo un altro sospiro esasperato, Kakashi sospinse in avanti Sasuke, che obbedì senza protestare, e uscì dal piccolo ufficio soffocante in cui aveva dovuto sprecare un quarto d’ora della sua vita.
«Almeno per i primi tempi starai da me» disse a Sasuke una volta che furono fuori. «Purtroppo dovrai dormire sul divano, ma si tratta di una sistemazione temporanea...» la sua voce scemò, e si spense. L’altro non lo stava ascoltando.
Sospirò cupo, e scosse il capo.
«Andiamo» si limitò a dire, e lo condusse via.
Da una strada laterale, Haruka osservò la scena inclinando la testa da un lato.
«Uhm...» mormorò piano. «E adesso come faccio a vederlo da solo?»




Arrivo...
Che parola sublime!
Finalmente erano arrivati!
Dio, non riusciva a crederci. Aveva la folle tentazione di infilarsi nel primo tempio che trovava e accendere tutto l’incenso che poteva... ma sarebbe stato uno spreco di tempo.

E Naruto non voleva perdere nemmeno mezzo secondo.
«Sì, va bene, siete tutti a posto?» chiese sbrigativo, davanti al portone dell’immensa villa del venerabile Ijuin.
«Noi...» iniziò lui, pomposo, ma Naruto lo zittì.
«Bene!» esclamò sovrastando la sua voce. «Allora io e Sakura ce ne andiamo. A mai più rivederci!»
«Naruto!» sibilò lei scioccata.
«Tu vuoi rivederli?» sibilò lui di rimando.
«Se non ci pagano, Tsunade se la prenderà con te!»
«Se osa aprire la bocca, non mi interessa chi è: gliele do. Lo sapeva che non era una missione adatta a noi, lo sapeva! Quindi che non si lamenti!»
«Lasciami dieci minuti per parlare con loro, va bene?»
«Così tanto?»
«Tu inizia ad andare, se ci tieni. Sono in grado di tornare da sola»
Naruto esitò, bofonchiando tra sé.
Non voleva piantare lì Sakura... ma al villaggio lo aspettava Sasuke...
Ahh, che dilemma!
«Proseguo solo un po’» se ne uscì alla fine. «Se al confine non mi hai ancora raggiunto, mi fermo e ti aspetto. Ma tu fai veloce, eh»
Sakura sbuffò. «Sì, sì... come vuoi. Vattene» lo liquidò.
Lui, leggermente offeso, si voltò e prese ad allontanarsi.
Quasi quasi non gli dispiaceva più lasciarla lì.
Ignorò i saluti allegri delle cortigiane che agitavano i ventagli nella sua direzione, arrossendo leggermente. Le sue maledette copie ogni tanto si erano lasciate... ehm... trascinare, e lui aveva dovuto eliminarle prima che Sakura le vedesse. Purtroppo le malefiche seduttrici ricordavano tutto, invece, e smaniavano dalla voglia di renderlo noto anche a lui. Con le orecchie in fiamme, si portò velocemente fuori vista, diretto verso la campagna.
In quel Paese, se possibile, faceva ancora più caldo che nel Paese del Fuoco.
Il terreno friabile era coperto di erba secca e giallastra, e l’aria tremolava lenta nel silenzio opprimente.
Forse fu per quel motivo che pensò a un miraggio, all’inizio.
Quando lo vide lì, fermo in mezzo alla strada, e ricordò che era morto... pensò a un inganno del caldo, un’illusione della sua mente.
Ma poi Kabuto Yakushi gli sorrise... con il ghigno serpentino di Orochimaru.
«Naruto... E’ passato molto, molto tempo dal nostro ultimo incontro...»

Al villaggio, Sakura avvertì un brivido lungo la schiena.
E non era dovuto all’occhiata lasciva lanciatale dal venerabile Ijuin.
«Qualcosa non va?» le chiese lui, vedendola improvvisamente turbata.
«No... nulla» mormorò lei in risposta, corrugando la fronte. «Ad ogni modo... ancora una volta, ci scusiamo per il passo svelto che abbiamo tenuto, e personalmente mi scuso per i modi bruschi del mio compagno»
«Oh no, è stato così disponibile...!» cinguettò una cortigiana.
«Taci» la zittì il nobile, laconico, mentre Sakura digrignava i denti. «Non vi preoccupate, pagheremo tutto ciò che vi dobbiamo» proseguì lui poi, tornando a rivolgerle un sorriso mellifluo. «Possiamo permettercelo»
Giuro che se usa ancora una volta il plurale maiestatis non rispondo di me”, si trovò a pensare Sakura.
«Oh, grazie infinite!» fu invece ciò che disse. «Ricordatevi di rivolgervi ancora a noi, se mai aveste bisogno di una scorta»
«Senz’altro» ridacchiò il nobile, con un’occhiata significativa.
Sakura si affrettò ad andarsene.
Era inutile, i ceti alti erano qualcosa che sfuggiva totalmente alla sua comprensione.
Ripensò al brivido provato poco prima, e il suo primo pensiero, colpevolmente, andò a Sasuke.
Era lontano, prigioniero in un posto sconosciuto, e accusato dei crimini più terribili. Ahh, quanto avrebbe voluto vederlo, e parlargli... non le avevano concesso neanche quello.
D’altro canto... se era rinchiuso, era difficile che corresse pericoli.
Chi invece poteva incappare in una trappola, in quel momento... era Naruto.
Sakura alzò lo sguardo verso il confine lontano.
«Naruto... stai bene, vero?» chiese a tutti e nessuno.
Non ottenne alcuna risposta.






Nel prossimo capitolo:

«Io gli ho donato il potere» ribatté Orochimaru, senza smettere di ghignare. «Gli ho dato esattamente ciò che cercava... E’ stato lui a non rispettare i patti, a sottrarsi al pagamento»
«Tu lo hai avvelenato!» esplose Naruto, all’improvviso. «Gli hai dato una prigione, nient’altro! Quel segno maledetto lo sta corrodendo, lo divora dall’interno come una larva! E osi anche dichiararti suo benefattore?!»
«Tu hai forse fatto qualcosa di più, per lui?»













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Tadaaaan!
E' tornato in scena Naruto, e lo ha fatto con il botto! XD
Per l'occasione ho persino resuscitato Orochimaru, avete visto? E dire che tutti lo davamo per morto!
Questo capitolo è conclusivo di una parte sostanziosa della fanfic, quella che prevede una sorta di "assestamento" della situazione,
e da questo momento inizierò sul serio a ingarbugliare le cose, ma gli elementi sono comparsi tutti!
Se pensavate che la situazione fosse già complessa così, preparatevi a vedere attorcigliamenti nuovi e su ogni lato!
(sì, lo confesso: da ora in poi la mia bastardaggine raggiungerà nuove inaudite vette)
Eheh... in tutto questo marasma di faccende "serie", vorrei farvi notare, sono comunque riuscita a inserire un siparietto dedicato a Shika e Tema...
Hope you enjoyed it!

Attenzione attenzione... qui succede qualcosa di molto strano.
Sto iniziando a rivalutare Sasuke!
O_O
Sì, la cosa preoccupa anche me, tranquilli, ma non influirà sugli sviluppi della storia...
...almeno qui stiamo sicuri!

Noticina: ho leggermente modificato la mia pagina personale, se ci fate un salto troverete anche un *fantastico* riassunto della storia fin qui!
Insomma... E' evidente che in questo periodo mi sto annoiando un sacco...
(mentre scrivo queste parole, l'orologio del mio pc segna le 2.14 di martedì 11/12/2007... vi prego, comprendetemi...)
XD

kage_naru89: normalmente, dopo la tua "intuizione", ti avrei detto "mah, chi lo sa... forse hai ragione, forse no...". Ma sei fortunata! Perché oggi riecheggiano nelle mie orecchie le parole di una mia cara amica, parole coronate di molteplici insulti, che mi facevano delicatamente notare come, almeno quando uno ci azzecca, sarebbe educato dirglielo. XD E quindi sì, hai notato bene! Qui si parla di Sinners, non Sinner! ^_* Solo... non hai azzeccato il "motivo" del peccato... eheheh... (tra parentesi, non sei la prima che si trova a pensare a questa fanfic sotto la doccia... il che mi porta a chiedermi: ma sempre in bagno devo attirare l'attenzione mentale dei lettori?!)
Kyuubi: qui c'è Naruto, ma non è ancora tornato! Lo farà nel capitolo 31, abbi un po' di pazienza! Nel frattempo... "goditi" Orochimaru che lo maltratta! XD
Killkenny: ma Shikamaru è un uomo forte! XD Lui sa resistere ad ogni tipo di assalto, ha gli attributi al posto giusto! (anche se sarebbe molto contento se quelle due se la sbrigassero da sole... XD) Per quanto riguarda Sasuke, ne ha ancora di strada da fare per imparare a guardare avanti... dopotutto, non ne ha mai fatto mistero: il suo sogno è nel passato...
lale16: beh, sono contenta di sapere che conservo ancora una certa imprevedibilità! XD Ebbene sì, Sasuke si è salvato... ma lui non ne è affatto felice, come vedi. Da questo capitolo in poi mi concentro un tantino sul rapporto che lo lega a Kakashi, e lo presento un po' più fragile e meno bastardo del solito... o almeno ci provo! XD NAZIONALE? O_O E nazionale di cosa, tesoro? Conosco un'eroina sportiva??
sammy1987: e credi che io non lo sappia? XD Ohh, conosco esattamente i desideri dei lettori... ma non puoi negarmi il sottile piacere di tenervi un po' sulle spine! Naruto tornerà soltanto con il capitolo 31, abbi un po' di pazienza! Per ora goditi Orochok che lo tormenta! XD
1992: se vuoi vedere Kakashi in azione, sarai lieta di sapere che bazzicherà i capitoli a venire con una certa frequenza! E mostrerà il suo lato più paterno, che personalmente amo da impazzire! (giusto oggi mi sono rivista la puntata in cui Sasuke e Naruto si affrontano sul tetto dell'ospedale, e lui che rassicura Sakura... *ç* Sì, beh, mi ha messo in testa più una KakaSaku che non un loro rapporto paterno, ma va beh... XD) Eh, Sasuke circola ancora per forza. Fortunatamente per lui, è fondamentale che sopravviva se chi gli sta attorno vuole continuare ad essere felice... e se io non voglio impegolarmi con situazioni tanto complicate da spingermi al suicidio! XD Tsunade nutre per Naruto grandissimo affetto... ma anche una profonda stima. E' convinta che sotto la scorza del bambinone ci sia una persona assennata (ricordi la scena dell'ospedale, quando sasuke si risveglia e Sakura lo abbraccia?), e soprattutto è convinta che sia davvero ma davvero forte, dentro e fuori. Peccato che lui le stia tenendo nascoste un bel po' di cose, e quindi il suo giudizio sia inevitabilmente... uhm... frammentario. Ma di questo discuteremo più avanti! Eheh, parlando del triangolo KibaHinaNaru tocchi un territorio pericoloso... Io voglio molto bene al personaggio di Kiba, ma ho la straordinaria tendenza a far soffrire chi più amo... e quindi se fossi in te lo terrei d'occhio. Anche perché ora come ora Naruto non sospetta minimamente dei sentimenti di Hinata per lui, ma se un giorno dovesse scoprirli? Anche l'altro terzetto, quello InoShikaTema, vede una situazione simile... ma in questo caso non c'è un personaggio che amo particolarmente, bensì uno che odio! XD Ino! Chissà come andranno le cose? E... quelli che ho citato saranno mai veri triangoli? (non chiederti cosa intendo, è volutamente enigmatico. Senza contare che è l'una di notte, sono un tantino stordita! XD) Naruto e Sakura torneranno mai a Konoha? Certo che sì, nel capitolo 31! (anche loro sono stufi di stare in giro) Facendo un rapido calcolo... direi sabato, se riesco ad aggiornare come vorrei.
nicole_chan: ma certo che i veri problemi iniziano ora! XD Altrimenti perché sul mio computer sarebbero pronti i capitoli fino al 38? Il fatto che Sasuke sia stato scagionato, comunque, non deve essere interpretato come un buon segno... Anzi, forse le cose sarebbero state molto più semplici se così non fosse stato! O forse no? ò_O Ollallà. Ora mi vengono i dubbi! XD
Julia83: Sasuke è emo fin nel midollo, e questo spiega ogni cosa, dall'autolesionismo, alle manie di persecuzione, alla tendenza a vedere tutto, invariabilmente, nero... Certo, una buona parola ce l'ha messa Itachi, ma anche da piccolo era ben complessato! XD Ciò che mi chiedo è... perché a tutti fa pena, nel processo? A me personalmente fa girare i cosiddetti, altro che pena! Misteri dell'Uchihanesimo... In effetti, ora che mi ci fai pensare, lo scorso capitolo è stato abbastanza eroico per molti personaggi, da Hinata a Kakashi a Tsunade! Wow, bravi ragazzi!
ShAiW: pinpon, comunicazione di servizio! Nel capitolo 27, alla fine, Naruto non sta parlando con Kyuubi... ma con l'altra vocina bastarda che si diverte a torturarlo. La differenza nello script è minima, lo so, ma indicativamente riassumibile come: "bla"=Kyuubi, bla=vocina. Ti spiegherò bene cos'è soltanto tra un po'...! ^_* Il mio preciso scopo nella scelta dei titoli è cercare di sviare il lettore il più possibile, comunque in modo da incuriosirlo! XD Direi che con l'ultimo ci sono riuscita, eh? Mentre le motivazioni per cui ho assolto Sasuke le ho ponderate e riponderate mille volte nella mia testa, infilandomi nella mente di Tsunade per capire come ragionava... spero davvero di essere stata convincente!
nixy: non ci sarà nulla di sasunaru in questa fanfic, se non un sano (sano? SANO? Qualcosa che riguarda Sasuke, può essere sano?) rapporto fraterno di odio/amicizia. Ciò a cui mi riferivo nello scorso capitolo era una one-shot unica, staccata da questa storia!
Talpina pensierosa: ti hanno mai detto che fai davvero grandi cose per l'autostima? XD
harryherm: il processo più avvincente della battaglia? Wow, questo sì che è un complimentone! Sasuke, come ho avuto occasione di ribadire più volte, è un personaggio complesso ma fondamentale. Naruto lo ama (non per forza in senso yaoi), e dunque metto tutta me stessa nel processo di creazione della sua personalità. E' un ragazzo turbato, confuso, convinto di non avere mai la possibilità di scegliere, e sempre trascinato dai suoi sentimenti impetuosi... un po' riesco a capirlo, sebbene senta il forte impulso a prenderlo a schiaffi, e forse è per questo che riesco a delinearlo in maniera convincente. In fondo non è tanto male muoverlo. Piuttosto che gettare Naruto nella disperazione più cupa, preferisco usare lui direttamente! Il piccolo peso che senti sul petto è voluto, credimi. Quando Naruto e Sakura torneranno dalla loro missione (capitolo 31) capirai che anche lui sente la stessa cosa... ma moltiplicata per decine di volte. Amo lasciare indizi e presagi sparsi lungo i capitoli... XD Ahi ahi, abbiamo una non-amante delle Shika-Tema? Immagino che tu abbia sofferto un sacco in questo capitolo, allora! XD [Sono riuscita "a visualizzarti" perché è stato come se per un attimo ti avessi vista davanti al tuo computer, a scrivere la recensione... Per carità, non avevi una faccia definita né sembianze nette, ma l'impressione era quella di vederti davvero! XD Lo so, sono pazza!]
arwen5786: io non ho la minima idea di come sia possibile... ma pare che Sasuke sia il mio cavallo di battaglia, in termini di IC! XD E dire che io soffro quando devo immedesimarmi in lui... Sarà perché è tanto tormentato? Perché sono disturbata io? Chi lo sa! Comunque sembra che esca molto bene! XD Spero di giocarmelo nello stesso modo anche in futuro, soprattutto ora che mi si prospettano tempi duri in questo senso... Sigh, povero Kakashi. Non sa cosa lo aspetta portandoselo a casa. La mia ShikaTema pende molto di più dalla parte di Temari che non da quella di Shikamaru, come vedi! Ma in questo capitolo lui ha fatto almeno mezzo passetto in avanti, no? E' pur sempre un inizio! XD Per tutti i riferimenti a "Cosa vuol dire... normale?", vedi tra le recensioni della suddetta storia!
Mala_Mela: sigh, mi scuso tanto... davvero, l'ultima cosa che voglio è "obbligarti" a lasciarmi recensioni...! Solo che mi piace da matti vedere il tuo nome nell'elenco! E poi... per me è motivo di vanto averti tra i lettori! Comunque... quanto tempo era che non sentivo il termine "tapina"? XD Forse dall'ultimo numero di topolino che ho letto, anni fa...! Devo complimentarmi con te, tesoruccio, perché sei riuscita davvero a non fare spoiler! So quanto odi Sasuke (anche se la mia adesione al CXIMDSU ora è in bilico... non so più cosa provo davvero per l'emoboy, ormai!)(e... sì, non avevo il coraggio di dirtelo via msn! XD), e quanto ami Temari con Shikamaru. D'altro canto tu sai anche che ogni cosa è prevista, e quindi nulla di ciò che dirai influenzerà le mie decisioni... (ma se tu fossi davvero, davvero insistente... uhm... no. Nemmeno in questo caso. XD) Naruto è stato vergognosamente abbandonato a sé stesso da Kakashi. Gli ha insegnato a camminare sugli alberi e poi lo ha mollato lì per andare a Raikirizzare Sasuke! Non si fa, no no! Meno male che ci ha pensato Jiraya... Sì, poi ha provato a rifarsi con il rasenshuriken, ma guarda caso salta fuori che è una tecnica da perfezionare da soli...! BAH! Forse le KakaSasu che girano non sono poi tanto irreali...!

Wa, questa volta è stata dura! @_@ Però ho raggiunto un nuovo record nel numero di recensioni (XD) e di questo non posso che esservi infinitamente grata! Grazie a tutti!

Aya

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Capitolo 30
*** Il ritorno del Serpente ***


Naruto-30

Capitolo trentesimo

Il ritorno del Serpente





«Ehi, che strano vederti in giro»
Jiraya ghignò, alticcio, sollevando il bicchierino di sakè in direzione di Tsunade.
L’Hokage, ancora sulla soglia del locale, corrugò la fronte indispettita.
«Il sole non è ancora tramontato e sei già ubriaco?» chiese secca, raggiungendolo e accomodandosi accanto a lui. «Non ti vergogni?»
Il sannin si strinse nelle spalle, indifferente.
«Ormai sono vecchio» borbottò. «A nessuno importa più davvero cosa faccio o non faccio»
«Tsk. Che sciocchezza...» commentò Tsunade, prendendogli il bicchierino e svuotandolo al suo posto.
«E tu? Perché sei qui, Tsunade, se è tanto deplorevole?»
Lei sbuffò. «Il processo a Sasuke Uchiha è finito» mormorò, versandosi dell’altro sakè. «E Danzo è stato catturato. Avevo bisogno di schiarirmi le idee, prima di convocare il consiglio e sovvertire totalmente le regole di Konoha...»
«Ah, grane politiche» sorrise il sannin, facendosi dare un nuovo bicchierino. «Dovresti iniziare a guardarti attorno in cerca di un successore, e a delegare qualche compito... Così avresti più tempo libero e io potrei chiederti di uscire!»
Tsunade gli rivolse un sorriso sghembo. «Sei più ubriaco di quanto pensassi» commentò.
«Devo prenderlo come un rifiuto?»
«Assolutamente»
Mentre la luce aranciata del tramonto tagliava l’aria polverosa del locale, sia lei che Jiraya svuotarono in silenzio la bottiglia. Erano gli unici clienti, e l’afa era tanta.
L’Hokage sospirò, abbassando il capo.
«Se le cose fossero andate diversamente...» iniziò, con voce esitante, nascondendo gli occhi dietro i capelli. «Se anche Orochimaru avesse avuto un processo del genere... se fosse stato assolto... se fosse tornato... credi che avrebbe potuto sedersi qui, accanto a noi?»
Jiraya scrutò il fondo del suo bicchierino, con lo sguardo perso.
«...Non gli piaceva l’alcool» disse atono. «Perché annebbiava i sensi. Non credo che si sarebbe seduto in un posto del genere»
Tsunade sorrise amara.
«Già... Me ne ero quasi dimenticata»
Ma in fondo non importava più... perché Orochimaru era morto, e non sarebbe tornato da loro.
Mai più.


«Naruto... E’ passato molto, molto tempo dal nostro ultimo incontro...»
Quella voce fredda, e leggermente sibilante... Il timbro vellutato e roco al tempo stesso, oggi macchiato da una lieve traccia della tonalità di Kabuto.
Naruto lo avrebbe riconosciuto ad occhi chiusi, anche senza vedere quelle iridi dalla pupilla verticale.
Le iridi di un serpente.
(così simili a quelle di Kyuubi...)
«...Dicevano che eri morto» deglutì, tendendo i sensi per essere pronto ad agire.
«Io non posso morire» replicò lui quasi dolcemente, come se fosse stato davanti a un bambino. «Lo sai, Naruto»
«Bene...» mormorò lui, sforzandosi di sfoggiare un ghigno soddisfatto. «...Così posso ucciderti con le mie mani»
A sorpresa, Orochimaru scoppiò a ridere.
«Uccidermi, Naruto? E da quando questo è diventato il tuo obiettivo? Da quando uccidi così in fretta? Una volta non volevi soltanto catturarmi? O forse... ora che Sasuke è tornato nelle tue mani puoi sfogarti, e vendicarti di me?»
Naruto si irrigidì, e strinse i pugni in fretta.
«Voglio ancora catturarti» si corresse. «Con la semplice morte non pagheresti abbastanza per quello che hai fatto a Sasuke!»

...A terra, nella sua cella buia e angusta, Sasuke si contorceva.
La destra era affondata sul collo, le unghie graffiavano il segno maledetto lasciando scie di sangue rossastro...
...La sua voce... ascoltarla era un’agonia, per Naruto.
Ma non poteva fare niente.
Non poteva intervenire.
Il segno maledetto era qualcosa contro cui era assolutamente impotente...

«Io gli ho donato il potere» ribatté Orochimaru, senza smettere di ghignare. «Gli ho dato esattamente ciò che cercava... E’ stato lui a non rispettare i patti, a sottrarsi al pagamento»
«Tu lo hai avvelenato!» esplose Naruto, all’improvviso. «Gli hai dato una prigione, nient’altro! Quel segno maledetto lo sta corrodendo, lo divora dall’interno come una larva! E osi anche dichiararti suo benefattore?!»
«Tu hai forse fatto qualcosa di più, per lui?»
Naruto serrò i denti tanto da farsi male.
«Io l’ho salvato!» gridò. «L’ho riportato indietro, e tutto tornerà com’era una volta!»
Il sorriso di Orochimaru si allargò, pieno di sardonica compassione.
«...Ma davvero?» sussurrò, gelido.
Naruto perse la testa. Senza riflettere, si trovò con il rasengan in una mano e i piedi già staccati da terra, diretto verso il corpo corrotto di Kabuto con la testa piena di un singolo, agghiacciante urlo.
Non voleva sentire quella voce.
Non voleva sentire quelle parole...
...così vere...
Le cose non saranno mai più come prima.
Guardati.
Tu e Sakura.
Itachi morto.
Credi davvero che potrete tornare ad avere dodici anni...?
Orochimaru scansò il colpo all’ultimo istante, afferrando il polso di Naruto con dita straordinariamente forti.
«Ah...» rise piano. «Mi sembra che qualcuno qui abbia qualche piccolo problema...»
Gli occhi che si piantarono, rabbiosi, nei suoi... erano scarlatti. Solcati da una pupilla stretta e verticale. Sotto la mano che stringeva il braccio di Naruto, sentì un calore nuovo e doloroso.
«Lasciami...» ringhiò quest’ultimo, tra i denti innaturalmente acuminati.
«Voglio il tuo corpo» ribatté lui, senza esitare.
Per la sorpresa, gli occhi di Naruto tornarono bruscamente celesti.
«Che cosa?» alitò, allibito.
«Sasuke è irraggiungibile e senza un briciolo di scintilla vitale» spiegò lui. «Itachi è morto... e a ucciderlo sei stato tu. Sembra che lo sharingan non sia tanto essenziale, dopotutto... forse... il sangue di quel famoso Namikaze Minato è meglio...»
...Quel famoso Namikaze Minato... che era stato preferito a lui come Hokage...
Naruto sentì un brivido gelido correre lungo la sua schiena, la bocca improvvisamente secca.
Orochimaru spalancò le fauci, rivelando canini ancora più acuti di quelli di Kyuubi, denti intrisi di un veleno denso... lui cercò di divincolarsi dalla sua stretta... ma il panico gli bloccava le gambe.
Muoviti!” gridò dentro di sé. “Stupido corpo, muoviti!”
Non ti preoccupare...”
La familiare risata bassa della volpe, da qualche parte.
E poi... il dolore alla base del collo.
Naruto gridò, e fu come se dai denti di Orochimaru una vampata di fuoco si riversasse nella sua carne, fino alla spalla, fino al mento. Affondò le dita nel suo braccio, cercò di allontanarlo... e alla fine lo sentì cedere, e arretrare barcollando.
Gemette, la vista offuscata dalle lacrime, e cadde in ginocchio senza fiato.
«Che cos’è questo...?» sentì dire a Orochimaru, con una strana voce impastata. «Cosa vuol dire?»
Una risata sgorgò spontanea dalla sua gola, senza che lui l’avesse richiamata. La sua testa si alzò da sola, senza il suo ordine... e la sua voce... non fu la sua.
«Un solo corpo per due demoni è un po’ troppo...» sussurrò Kyuubi.
Il volto di Kabuto, dal naso in giù, era completamente sfigurato. Come corroso da un acido... la pelle a brandelli, i muscoli in vista, e, in alcuni punti, tratti di osso vivo.
Naruto sentì il dolore che lentamente scemava, ritirandosi lungo la spalla, e abbassò lo sguardo sul punto che la sua mano stringeva spasmodicamente. Scostò le dita... appena in tempo per vedere i leggeri segni del morso che scomparivano, perfettamente guariti.
«Capisco...» ribatté Orochimaru, faticando a muovere i resti della sua bocca. «Ma Naruto... è il più forte dei due... non è così?»
Kyuubi mosse la testa in un gesto di stizza.
«Lui ti sta contenendo... limita la tua forza...»
«Non è vero!»
«Ma io... posso liberarti» Orochimaru si esibì nella macabra imitazione di un sorriso. «Conosco la formula per farlo. E prima che il contenitore muoia, sarà mio»
Naruto sentì l’esitazione della volpe agitarsi dentro di lui.
Kyuubi aveva già elogiato i pregi del suo corpo.
Aveva detto che era potente, che era resistente... che era perfetto.
D’altronde... l’idea di essere libera non poteva non tentarla...
Lui la bloccava.
Sì, ci riusciva.
E lei... lei era una creatura libera come l’aria.
Ringhiò piano, in tono sommesso.
Orochimaru sollevò la testa di scatto, in ascolto, e poi tornò a guardarlo.
«Sembra che qualcuno ci interromperà» disse. «Ricorda la mia offerta, Kyuubi...»
E, unite due dita sotto il mento, scomparve in uno sbuffo di fumo.
Naruto rimase solo, a terra.
Il suo respiro era tornato normale, ma il cuore non voleva saperne di rallentare. E, da qualche parte dietro il suo ombelico, nove code si agitavano inquiete.
Si accorse di tremare. Si costrinse a inspirare a fondo e riacquistare la calma. Si rialzò.
Appena in tempo per sentire la voce di Sakura dietro di lui.
«Naruto!» gridò la kunoichi, raggiungendolo. «Perché sei ancora qui? E’ successo qualcosa?» chiese preoccupata. La sua fronte era imperlata di sudore, come se avesse corso.
Naruto esitò per un lungo istante.
Sapeva di essere pallido; e scosso. Eppure... avrebbe mentito. Spudoratamente.
«Ti ho aspettata» ribatté, forzando un ghigno. «Insomma, sarai anche una ninja, ma di questi tempi non si sa mai chi c’è in giro... e poi abbiamo il coprifronte in testa, è come sbandierare ai nemici da che parte stiamo! E meglio restare uniti»
Sakura corrugò la fronte, studiando i suoi occhi.
«Naruto... sei pallido» mormorò; gli sfiorò una guancia. «E sei freddo. Gelido. Non è normale con il caldo che fa, cosa è successo?»
Lui rise, senza risultare molto convincente.
«Non è successo niente!» ribatté in fretta, scostandole la mano. «Ti sbagli. Al massimo potrei essere vicino all’esaurimento nervoso per colpa di questa stupida missione... ma va tutto bene. Davvero»
Si fece quasi del male, per quell’ultima bugia.
Si costrinse a guardarla, a sorridere con convinzione.
Affondò Kyuubi nei recessi della sua coscienza.
Sakura aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse dopo un istante.
Ah, che idiota...” realizzò abbassando gli occhi. “Riguarderà Sasuke... è ovvio che non voglia parlarne con me”
Spesso la soluzione ai problemi è quella più semplice che ci si para innanzi.
Spesso.
Non sempre.
«Va bene... scusa» disse piano, e Naruto le scompigliò i capelli bruscamente.
«E di cosa?» esclamò. «Chiunque impazzirebbe dopo tutto il tempo che abbiamo passato con quei settantotto palloni gonfiati!»
Sakura gli rivolse un tenue sorriso.
«Torniamo a Konoha in fretta»
In fondo, anche lei aveva una gran voglia di vedere Sasuke...
Naruto annuì, incamminandosi.
Le sue gambe non tremavano più.
Il caldo tornava lentamente a farsi sentire.
E la viscida sensazione della presenza di Orochimaru, lentamente svaniva... portando con sé tutte le ansie e i brividi.
Kyuubi è stata affidata a me. Come non l’avrei mai consegnata a Madara, non permetterò a nessuno di portarla via...”
Non fa una piega. In fondo è l’unico regalo di tuo padre, no? Potresti quasi definirla... una parte di te.


La prima notte che Sasuke passò sul divano di Kakashi fu un susseguirsi di ore buie e insonni.
Steso sui cuscini a fissare il soffitto, l’ultimo degli Uchiha si scoprì ad avere la testa vuota.
Io... che cosa ho fatto in tutti questi anni?”
Come una proiezione a sé stante, che non lo riguardava, rivide l’attimo in cui Naruto uccideva Itachi. Risentì le sue parole. Rivide gli occhi del suo unico fratello, marchiati dallo sharingan.
E poi... il passato. Il suo sogno infranto.
«Perdonami Sasuke, ti insegnerò la prossima volta»
«Bugiardo...» mormorò inconsapevolmente.
Il segno maledetto sul suo collo lanciò una fitta di dolore acuto, costringendolo a tendere la schiena per un lungo istante. Mille aghi incandescenti gli trapassarono i muscoli e la testa, certo non era come il dolore provato con lo sharingan ipnotico, ma era infinitamente più lungo, e ripetuto... ripetuto... ripetuto... doveva fermarlo, e per ciò lo sopportava... sopportava... sopportava...
Quando scemò, non avrebbe saputo dire quanto fosse durato.
Coperto di sudore, ansante, si trovò con il viso affondato nello schienale del divano e i muscoli tremanti per il dolore.
«Hn... Merda!» biascicò, stringendo il pugno.
Quel segno maledetto, quella larva che lo corrodeva dall’interno, l’aveva accettato solo per sconfiggere Itachi.
E alla fine, invece, non era servito nemmeno a quello!
Aveva buttato via il suo orgoglio, i suoi amici, la sua vecchia vita, e persino quel suo inutile e troppo debole corpo! Per niente!
Sentiva il segno scottare, sotto le sue dita gelide e sudate, e sentiva l’aria calda della notte, immobile, e i grilli che cantavano fuori dalla finestra, incuranti.
Perché lo avevano riportato indietro?
Perché non lo avevano lasciato morire accanto a Itachi?
Che se ne faceva Konoha di uno come lui?
Che me ne faccio io di uno come me...?”
Chiuse gli occhi e premette la fronte contro la fodera del divano, rannicchiato in un angolo.
Sulla porta, immobile, Kakashi era fermo.
E lo guardava.
Sasuke...”


«Direi che finalmente puoi considerarti davvero guarito!» Shizune sorrise, mentre staccava le dita dalla gamba bianca di Sai. «L’osso si è riparato perfettamente»
«Ne sono lieto» ribatté lui, con un sorriso da diabete. «E devo tutto alle sue ottime cure»
Suo malgrado, l’assistente dell’Hokage si scoprì ad arrossire leggermente.
M-Ma che...?” balbettò dentro di sé, e poi si schiarì rumorosamente la voce.
«Sì, ecco... va... va bene» disse rapida. «Ho già firmato la cartella, puoi raccogliere le tue cose e andartene anche subito»
«Grazie»
Shizune gli voltò le spalle in fretta: quel ragazzino aveva un maledetto viso d’angelo... e sapeva fare i complimenti come nessun altro. Mentre usciva e si richiudeva la porta alle spalle, sospirò.
Se anche Kakashi mi dicesse qualcosa del genere con una simile espressione...”
All’interno della stanza delle visite, Sai si rivestiva con cura.
Il nero gli donava, a suo modesto avviso. Certo, lo rendeva un po’ pallido... ma a quanto pareva il pallore stimolava il prossimo a trattarlo con gentilezza. Forse perché lo credevano sempre malato.
Davanti allo specchio appeso alla parete si sistemò i capelli perfettamente lisci, con dita esperte, e poi gli cadde l’occhio sul riflesso del blocco da disegno che Sakura gli aveva portato qualche giorno prima, appoggiato in un angolo insieme alla borsa. Ormai era quasi pieno.
E lei non si era più vista, da quando era venuta a comunicargli che sarebbe andata in missione con Naruto.
Mi chiedo se sia andato tutto bene...” si disse, abbassando appena le palpebre.
Già, né Naruto né Sakura sapevano del processo a Sasuke... probabilmente Tsunade li aveva allontanati apposta, conoscendo il primo dei due. Il processo era qualcosa di estremamente delicato... l’Hokage aveva vinto solo grazie al suo carisma, e se Naruto avesse alzato la testa in un momento cruciale avrebbe potuto mandare all’aria tutto. Così come aveva rischiato di fare già Sasuke.
E tuttavia... anche se capiva la sua decisione, non gli sembrava giusto.
Naruto avrebbe voluto esserci, avrebbe voluto partecipare a un evento tanto importante.
Avrebbe voluto fare qualcosa anche lui, per Sasuke.
E invece non gli era stata data la possibilità di fare nulla.
Al suo ritorno, sarebbe stato parecchio incazzato...
Sai raccolse le sue cose, sistemando la borsa a tracolla e infilandosi l’album sotto il braccio. Uscì dalla saletta con passo silenzioso, perfetto ora che la sua gamba era completamente guarita, e si trovò nel corridoio deserto.
Mentre lo attraversava per raggiungere l’uscita dell’ospedale della Foglia, passò davanti a una finestra aperta, e una zaffata di aria calda gli mosse i capelli sulla fronte.
Non si disturbò a guardare fuori.
Se lo avesse fatto, su un tetto distante avrebbe visto una figura accovacciata, con una bottiglia di acqua tra le mani e due lunghi involti sulla schiena.
Suigetsu buttò giù l’ultima goccia, e poi ghignò, accartocciando la bottiglia tra le dita.
«Felice guarigione» sussurrò, e i suoi occhi non si staccarono per un istante dalle pareti lisce dell’ospedale.
Su di lui, il sole di mezzogiorno batteva impietoso.
Di lì a dieci ore, Sakura Haruno e Naruto Uzumaki sarebbero rientrati dal paese del Tè.







Nel prossimo capitolo:

Dalla finestra in pezzi la tenue luce della luna illuminava l’interno della stanza, la sagoma longilinea ferma davanti al letto... e la spessa lama conficcata nel materasso, là dove due secondi prima c’era stato il cuore di Sai.
«...Tu eri insieme a Sasuke...» mormorò il moro, cauto.
Suigetsu ghignò, estraendo dalle lenzuola la spada appartenuta a Zabuza.
«Mi devi ancora qualcosa» ribatté, tendendola verso di lui. «Sono qui per averlo»













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Capitoletto corto, ma molto "denso" di avvenimenti e anticipazioni, no?
Insomma, ormai avete capito che questa è la fanfic della rivincita di Naruto su Sasuke,
era pressoché scontato che Orochimaru non sarebbe riuscito a marchiarlo come invece ha fatto con l'Uchiha.
E questo perché Naruto (con Kyuubi) è un gran figo! *ç*
Nel prossimo capitolo, finalmente, la nostra coppia d'oro torna a Konoha!
Ma per allora... che ne sarà stato di Sai?
E soprattutto... come reagirà Naruto alla notizia dell'assoluzione di Sasuke?

(Nota: stupida connessione altalenante, questo capitolo doveva essere pubblicato ieri! Il prossimo, quindi, a domani!)

Voglio spendere due parole extra-storia, ora.
Prima di tutto,
mi paro le spalle sugli avvenimenti futuri dicendovi che ogni cosa è già stata preparata.
Anche le parti che non ho ancora scritto sono già chiaramente progettate nei tratti salienti,
e qualunque accusa mi verrà rivolta - dal plagio alla poca originalità - beh, mi spiace per chi la farà.
Quando ho progettato la trama, di fanfic su Naruto ne avevo lette si e no due, nemmeno long-fic,
e quindi, per quanto alcuni avvenimenti possano essere banali o bistrattati, sono tutti farina del mio sacco.
Secondariamente,
voglio ringraziare dal profondo del cuore non solo le persone che hanno inserito questa storia tra i preferiti
(anche se non commentano... accidenti a loro),
ma anche e soprattutto chi ha reputato la mia abilità degna di conquistare un posto tra gli autori favoriti.
Ho visto che generalmente siete molto selettivi da questo punto di vista,
e, davvero, essere stata "scelta" mi riempie di orgoglio.
Grazie a tutti!

Post Scriptum: sono una deficiente... ci credete che fino a ieri non avevo mai visto lo shippuuden (anime)?
E guardandolo... ho scoperto cose che mi hanno spinta a sbattere la testa contro il muro, maledizione!
Va beh, non cambierò nulla della storia, ma intanto sono una vera deficiente!!
>_<

Mini angolo della pubblicità:
pubblicata la prima drabble della mia vita, dedicata a Gaara.
Se lasciate un commentino mi fate felice!
(voce di una morta di recensioni)

arwen5786: ehh, Ino, Ino... dando un'occhiata veloce a uno dei capitoli futuri, mi sono resa conto che anche per lei, come per Sasuke, le cose funzionano in maniera strana: sebbene io la odi, finisco per descriverla con più sentimento di quello che uso, per esempio, per Sakura. E' strano, ma è così. E forse è per questo che mano a mano che mi avvicino alla fine, inizio ad apprezzare personaggi che prima non sopportavo... Mi ci calo troppo dentro, insomma. Hai visto che ho "resuscitato" Orochimaru? XD Sigh, Jiraya e Tsunade mi intristiscono da matti quando parlano del passato... mi vien quasi voglia di picchiare Kishi-sensei!
Mala_Mela: uhm... non so se la mia infatuazione per Sasuke sia momentanea o meno (devo smetterla di guardare fanart in cui non sembra un emoboy psicopatico...), ma per ora è funzionale alla storia! XD (e tu sai perché) Quindi va bene così... può anche darsi che sia perché ultimamente kishi si disinteressa di Naruto, eh. Potrei rinsavire da un momento all'altro! ...No, dico... Ma secondo te, se io avessi per le mani le copie di Naruto, sprecherei il mio tempo a scriverne?! Me lo legherei al letto e me lo... CENSURA. RICORDATI CHE SEI MINORENNE, CLAUDIA! In sostanza, ciò che voglio dire è che NON ho copie di Naruto da regalarti per Natale! Accontentati della tua RoyEd per il compleanno!
lale16:
pallanuoto?! Wow, la nazionale è anche forte in quel campo! O_O Un giorno voglio un tuo autografo via mail! XD Ebbene sì, ho resuscitato Orochibuto! (e NON è una coppia yaoi) Per il ritorno di Naruto non preoccuparti, nel prossimo capitolo avrai tutte le risposte che cerchi! ^_* E dovrai attendere solo fino a Sabato!
harryherm: tu sei una ragazza molto intuitiva, lo sai...? Non ti dirò cosa di preciso hai azzeccato, ma una cosa c'è! XD L'unico "appunto" che ho da farti è... NON PARLARE DELLA MORTE DI ITACHIIII! Finché nessuno la ipotizzerà, potrò illudermi che sia lontana! T_T Itachi... sigh, perché è così impossibile che sia Sasuke a lasciarci le penne?! Come ho già detto a MalaMela, te la scordi la copia di Naruto! Se anche l'avessi, sarebbe tutta miaaaa! *ç*
Talpina pensierosa: visto lo scontro? E visto il mio commento alla ObiRin? T_T Li rivoglio vivi...!
Killkenny; finché restano vivi, tutti i personaggi possono essere riutilizzati! E, mi pare, fino a prova contraria Orochimaru non è morto... per ora. Chissà cosa accadrà in futuro? (wow, un altro 10! Davvero, mi commuovo ogni volta di più!)
nixy: non so di preciso quanto sarà ancora lunga la storia... per ora sto scrivendo il capitolo 39, sono piuttosto sicura di arrivare oltre il 45, non so se fino al 50... Di solito mi aggiro sulle 300 pagine, per ora sono a 270, ma mi sa che questa volta vado oltre... è che c'è una cosa che vorrei posticipare il più possibile! ^^' Purtroppo è uno snodo fondamentale per la trama, e ormai... ormai mi tocca. Sigh. So già che la mia vita avrà fine il giorno in cui posterò quel capitolo...
Kyuubi: hai fatto esattamente la domanda che dovevi fare sulla "sofferenza" di Naruto... Poi chi le trattiene le nove code? Sì, ormai posso confessarlo: prima della fine Kyuubi avrà la sua scena madre! La amo troppo per negargliela! (e sarà anche un omaggio a te! XD)
1992: te lo dico io perché non ti immaginavi Orochimaru in questa fanfic: perché fino al capitolo 10 mi ero dimenticata di lui! XD Sapevo che doveva esserci, ma non lo calcolavo XD Temari è abbastanza aggressiva, hai ragione... ma un giorno ti spiegherò perché! ^_* E comunque... esiste un capitolo, con un titolo assolutamente anonimo, che vedrà "la rivincita di Shikamaru"! XD Sasuke non mi piace (aspetta, è un termine troppo forte... anziché "piacere", diciamo "sopportare") perché è "un ragazzo incompreso"; è che per sbaglio sono entrata nella sua mente nel momento in cui ha lasciato Konoha... e ci ho trovato tutta la sua esitazione, e il dolore, e la consapevolezza di quello che stava facendo... per un attimo mi è parso di capirlo. Ti trovarlo molto coraggioso: in fondo ha lasciato una vita più o meno felice per una che sapeva sarebbe stata molto meno appagante... Per quanto io non condivida il motivo della sua decisione, la scelta in sé è molto coraggiosa. Ancora grazie mille per tutti i complimenti e per il commento, che leggo ogni volta con piacere! A presto, spero! (ma, se hai tanto da studiare, non perdere tempo qui con me! XD O qualcuno mi accuserà di abbassare la tua media!)


Aya

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Capitolo 31
*** Draghi su Konoha ***


Naruto-31

So che fioccheranno drabbles e commenti su ciò che è accaduto nel manga,
ma io voglio lasciare il mio omaggio a lui, quella persona speciale,
qui, per tutti voi.

La mia prima reazione è stato un rifiuto. Netto.
Non volevo assolutamente pensarci.
E invece... continuavo a tormentarmi, a rileggere nella mia mente le scene e le parole...

Forse mi prenderete per pazza o melodrammatica, ma questo è ciò che ho provato davanti al capitolo 382 di Naruto,
insieme alla chiara sensazione di non poter più scrivere, alla sensazione di...
...di essere stata tradita, quasi.
Poi... è subentrata l’ammirazione.
Per Kishimoto, che è stato in grado di creare un personaggio come lui, e per lui stesso, per i suoi sentimenti e il suo modo di essere.
Ma non è bastato.
Non è bastato, perché faceva ancora male.
E allora... nonostante il primo rifiuto, mi sono buttata nella scrittura, in questo mio mondo sempre meno plausibile
(Kishimoto, purtroppo per noi, è un genio imprevedibile)
ma che non fa così male.
Certo, gli ultimi sviluppi cambiano leggermente i miei piani, ma non la trama in sé.

Con la sicurezza di essere meno traumatica del manga,

 interrompo qui questo mio sproloquio, di cui sentivo davvero la necessità,
e vi lascio ora alla lettura...


Susanna, venerdì 14 dicembre 2007, Bologna






Capitolo trentunesimo

Draghi su Konoha






Vetro nero che va in frantumi.
Cristalli, a milioni, che restano sospesi per un istante... e poi cadono, con un tintinnio acuto, si spargono sul pavimento e riflettono mille volte l’oscurità.
Lui, e l’altro; faccia a faccia.
Non c’è luce.
Non questa volta.
«Sei un vero Uchiha»
La sua voce, così bassa e calma.
I suoi occhi, così letali.
«Non scappare! Se sono un vero Uchiha, non scappare!»
Il suo sorriso... così sprezzante.
«Ti insegnerò la prossima volta»
«Non fare promesse che non puoi mantenere!»
«Ora... è il dolore»

Un grido lacerò l’oscurità, e Sasuke scattò a sedere, una mano serrata sul collo e la gola bruciante.
«Ahh...» gemette, ripiegandosi su sé stesso, e avvertì l’intenso pulsare del segno maledetto sotto le dita. Subito dopo... unghie.
«No... Maledizione...» imprecò, cercando disperatamente di controllarsi.
Ma il sua marchio diventava più forte ad ogni giorno che passava... o forse era lui a indebolirsi sempre più. Lo sentiva, dentro di sé... come una larva, un insetto che lo corrodeva dall’interno.
E sapeva che avrebbe vinto.
Lui non poteva sconfiggerlo.
Non gli interessava più.
«Sasuke»
Una voce, vicina.
Voltò appena la testa, con gli occhi marchiati dallo sharingan velati e offuscati, e intravide un’ombra al suo fianco, nel buio, chinata alla sua altezza.
«Bevi questo»
Gli fu teso un bicchiere. La sua mano, tremando, lo prese autonomamente. Bevve.
Un toccasana...
Fresco, pungente, e... efficace.
Gli aghi di fuoco che pungevano ogni centimetro del suo corpo si ritirarono, fino a scomparire lentamente, e anche la sua pelle tornò del solito pallore uniforme. Un sospiro tremulo gli sfuggì dalla gola, mentre le gocce di sudore scivolavano lungo la sua schiena.
«Va meglio?»
Si sforzò di annuire.
«...Ora cerca di riposare»
Una mano si posò sulla sua spalla, e lo costrinse delicatamente a stendersi di nuovo.
Sasuke richiuse gli occhi...
...Incubi...
Inconsciamente, pregò di non farne più. Mai più.
Kakashi si riprese il bicchiere, e si allontanò silenzioso...
Naruto... sbrigati a tornare”


La finestra andò in frantumi.
I frammenti del vetro rimasero sospesi nel buio per un istante, prima di precipitare al suolo tintinnando... ma fu sufficiente.
Sai aprì gli occhi, e la sua mano corse istintivamente verso il kunai sotto il cuscino. Nella rapida confusione che seguì, intravide soltanto un’ombra troppo grande per essere fermata, e rotolò giù dal letto con un colpo di reni.
«Ecco, sì, così è divertente!» rise una voce aspra, su di lui.
Rotolò di lato, rialzandosi in piedi, e tese il kunai davanti a sé.
Dalla finestra in pezzi la tenue luce della luna illuminava l’interno della stanza, la sagoma longilinea ferma davanti al letto... e la spessa lama conficcata nel materasso, là dove due secondi prima c’era stato il cuore di Sai.
«...Tu eri insieme a Sasuke...» mormorò il moro, cauto.
Suigetsu ghignò, estraendo dalle lenzuola la spada appartenuta a Zabuza.
«Mi devi ancora qualcosa» ribatté, tendendola verso di lui. «Sono qui per averlo»
Sai rifletté rapidamente, mentre il suo volto restava impassibile.
Aveva bisogno di rotoli. E armi. Non poteva cavarsela solo con un kunai, tanto più che indossava giusto i boxer, e quindi era molto più esposto agli attacchi.
Sarebbe riuscito a raggiungere il suo zaino?
«Aha, non ci pensare» lo anticipò Suigetsu, spostando leggermente la lama. «Non farmi perdere tempo»
«Cosa vuoi?» chiese allora lui, per guadagnare qualche secondo.
«Il tuo dolore»
Sai si accigliò impercettibilmente.
«Voglio vedere quei tuoi occhi freddi pieni di paura... voglio sentirti supplicare, e gemere... Non sopporto la tua maledetta espressione indifferente!»
Sai scattò, all’improvviso, mentre Suigetsu parlava ancora. Schivò la spada, in un balzo fu allo zaino, lo afferrò, lo sollevò... e se lo vide lacerato dalla lama affilata di Zabuza.
«Ti avevo detto di non pensarci!» esclamò Suigetsu, abbassandola verso il suo stomaco.
Lui schivò all’ultimo istante, appiattendosi contro il muro, e si abbassò quel tanto che bastava per afferrare il primo rotolo che gli capitò sottomano. Si gettò a terra, ruzzolando dall’altra parte della stanza, e la spada si abbatté sul pavimento a mezzo centimetro dal suo piede.
Cosa aveva preso? Sentì sotto le dita un sigillo, cercò di ricordare a cosa corrispondeva... e imprecò.
Era troppo grande per essere evocato lì dentro!
Adocchiò la finestra, e Suigetsu se ne accorse, sbarrandogli la strada.
«Non. Farmi. Perdere. Tempo!» sibilò.
Sai fece perno con la mano e cercò di falciarlo, ma quello saltò ed evitò il colpo. Ancora a mezz’aria, calò la spada su di lui, e un lungo taglio si aprì lungo la scapola, mentre schivava per un pelo. Cercò di rotolare oltre Suigetsu, ma all’ultimo istante vide la sua seconda spada abbattersi poco avanti, e dovette deviare bruscamente.
Ansando, raggiunse una parete e vi premette la schiena, lasciandovi una striscia di sangue scuro.
«Usare la Samehada come una mazza...» commentò Suigetsu, contemplando la spada di Kisame accigliato. «Mi costringi a cose orribili»
Devo uscire di qui, o non combinerò niente” si disse Sai.
In un istante si cacciò il rotolo in bocca e creò due copie.
«Non puoi confondermi in un luogo così stretto!» esclamò Suigetsu, sollevando la spada, e in quel mentre i due Sai gli furono addosso, in un attacco assolutamente kamikaze, e lo spinsero a terra. Bastò meno di un secondo perché la spada di Zabuza trapassasse l’una e l’altra, ma quando Suigetsu alzò lo sguardo, l’originale stava già saltando dal cornicione, fino al tetto poco distante.
«Ah, che bastardo...» ghignò, rialzandosi e raggiungendo la finestra.
Lo vide stagliarsi contro il cielo nero, innaturalmente pallido nella luce lunare, e lo vide sciogliere il sigillo attorno al rotolo.
«E va bene...» sussurrò, salendo sul davanzale e tendendo la spada davanti a sé. «Allora giochiamo»
La carta frusciò, nel silenzio ormai non più interrotto dai grilli, e il chakra brillò tenue attorno alla mano di Sai. Un’ombra nera, più scura della notte, uscì dal foglio con una rapidità disarmante, per stagliarsi sopra il capo di chi l’aveva evocata.
Un drago, lungo e sinuoso, si snodò al di sopra del tetto, perfetto in ogni più piccolo dettaglio; dalle squame, alle zanne, alla coda, e fino agli occhi di un verde intenso e brillante, emanava potere.
«Ma è solo inchiostro!» esclamò Suigetsu, per nulla intimorito.
Spiccò un balzo, e il drago si mosse contemporaneamente, con un ruggito che attraversò il villaggio da cima a fondo.
La spada di Zabuza incontrò le zanne nere, e nello scontro ci fu un clangore cupo e prolungato. La zampa dell’animale ghermì l’aria a pochi centimetri dalla gamba dell’avversario, che si diede la spinta con le braccia e tornò al muro dell’appartamento di Sai, aderendovi con il chakra. Una volta lì sfoderò la Samehada, ghignando. La sollevò, e la agitò in aria, convinto che così facendo il drago si sarebbe dissolto in un istante... e invece non accadde nulla.
Suigetsu si accigliò, e cercò Sai con gli occhi.
Lo vide, fermo sul suo tetto, e vide le sue dita sporche di sangue e premute sul rotolo, non per caso. Evidentemente la creatura che aveva evocato non era soltanto inchiostro e chakra... c’era qualcosa di più.
Sbuffò, e vide le fauci della bestia snudarsi di nuovo. Saltò, schivandole, ma un piede non si allontanò in tempo, e si liquefece al contatto con le zanne acuminate. Mentre era sospeso in aria, vide le luci nel villaggio che si accendevano, e le porte che si aprivano sulle strade.
Merda. Il ruggito di prima doveva aver svegliato tutti.

Kakashi si accigliò, con ancora il bicchiere di Sasuke in mano.
Nel cielo, a una certa distanza, si stagliava la sagoma nera di una creatura di inchiostro tra le più potenti di Sai, che lui conosceva solo per sentito dire.
Cosa succede?” si chiese preoccupato, e poi lanciò un’occhiata a Sasuke, ancora rannicchiato sul divano.
Il tranquillante che gli aveva dato era abbastanza potente da tenerlo addormentato... ma per quanto?
Avrebbe potuto allontanarsi?
O sarebbe stato rischioso?
Esitò.
Aveva sentito parlare di Sai anche prima che conoscesse Naruto... Era forte. Poteva cavarsela.
O almeno lo spero...” pensò cupo, senza allontanarsi dalla finestra.

La tecnica lo colse impreparato, mentre cercava inutilmente di affettare almeno uno degli artigli del drago – che era sorprendentemente veloce, per la sua mole. Suigetsu sentì un risucchio alle sue spalle, e vide il proiettile d’acqua. Un istante dopo stava rigenerando la testa.
Non funziona” realizzò Sai, corrucciato. “Avrei dovuto immaginarlo...”
Ma non era in grado di utilizzare un altra tecnica mentre manteneva attiva anche quella che rafforzava il drago. Con l’acqua era tutto più semplice, le cose gli venivano naturali... non era così con gli altri elementi.
In questo modo non lo sconfiggerò mai” pensò in uno sprazzo di lucidità, mentre il drago evitava l’ennesimo fendente con una capriola aerea. La lama lo colpì di striscio, e spesse gocce di inchiostro schizzarono fino a Sai, macchiandogli il viso.
Inchiostro misto al suo sangue. Quasi vivo, e sicuramente letale in quella forma.
Inchiostro... acqua... e sangue...
Ah...
C’era una cosa che poteva fare... forse...
...Qualcosa di mai tentato prima... di probabilmente pericoloso...
...Qualcosa che era la sua unica speranza di sistemare per sempre Suigetsu.
Non gli passò nemmeno per l’anticamera del cervello di aspettare rinforzi. I membri della Radice imparavano fin da piccoli a cavarsela da soli, e anche se ormai la Radice era estinta, e anche se ormai aveva qualcuno su cui contare, le vecchie abitudini sono dure a morire.
Era un buon rischio.
Aveva il cinquanta per cento di probabilità di riuscita.
Più o meno.
Suigetsu si scagliò verso il drago, mirando al lungo ventre, e quello si scostò con una brusca virata; all’improvviso, davanti ai suoi occhi, c’era Sai. Completamente scoperto.
Ghignò, e si diede la spinta contro il muro dell’appartamento, la spada tesa avanti a sé.
«Fammi vedere quell’espressione!» gridò in aria.
Sai si accigliò, calcolando i tempi, e si spostò all’ultimo istante, perché la lama evitasse il cuore. La sentì penetrare sotto lo sterno, mozzandogli il fiato, e un gemito gli sfuggì dalle labbra, mentre una smorfia di dolore si dipingeva sul suo viso.
«Ahh... così» sussurrò Suigetsu, andando più a fondo.
Sai tossì, e il suo sangue andò a macchiare la guancia dell’altro. Un rantolo corse nella sua gola.
La sua mano si serrò su quella di Suigetsu, stretta attorno all’elsa della spada.
«Hn? Che cosa vuoi?» chiese lui, sarcastico. «Mi stai chiedendo di estrarla?»
Sai inspirò a fatica, e sollevò lo sguardo. Le sue labbra sporche di sangue si tesero nella pallida imitazione di un sorriso freddo.
«Sangue... inchiostro...» mormorò, e il drago ruggì, tonante, scivolando rapido sulla sua testa. Esplose, quasi come un fuoco d’artificio, e la materia di cui era fatto si sparse tutt’attorno, schizzando muri e tetti, impregnando abiti e capelli. «...Acqua»
Le dita di Sai affondarono nel polso di Suigetsu, improvvisamente liquido.
Lui si accigliò, senza capire, e abbassò lo sguardo sul suo corpo. Le gocce scure che lo ricoprivano, e che scivolavano lente verso il tetto su cui era ritto... si stavano portando via parti di lui.
«Che cosa succede?» chiese, leggermente inquieto. «Che cosa stai facendo?»
Sai non rispose, e Suigetsu sentì un brivido correre lungo la spina dorsale. Per un attimo si sentì minacciato.
Con un gesto secco estrasse la spada, e un fiotto di sangue caldo macchiò le tegole, insieme al rantolo di Sai. Ma la distanza non parve avere effetti.
«Che stai facendo...?» chiese di nuovo, cercando di ripulirsi e ottenendo solo di velocizzare le cose. «Cosa succede? Cosa succede?!» gridò, ormai realmente spaventato.
«Inchiostro... sangue... e acqua...» ripeté Sai, con un filo di voce. «E’ così che creo...» sorrise, a malapena. «E tu... sei la mia acqua»
Suigetsu sbarrò gli occhi, incapace di capire.
«Cosa? Che hai detto?» esclamò, mentre già i suoi lineamenti perdevano forma, mentre le spade di cui andava tanto fiero cadevano rumorosamente sul tetto e poi giù, nella strada nera. «Non è vero! Non è vero! Io non posso morire!»
«Infatti... l’arte è eterna» sussurrò Sai.
Tese una mano tremante, e la vide sfocata davanti agli occhi. Raccolse il chakra, con le ultime energie, e vide Suigetsu agitarsi ancora una volta... prima di perdere consistenza.
Attirò a sé la massa informe e scura che galleggiava nell’aria. Con l’altra mano, tentoni, cercò il rotolo con cui aveva evocato il drago, e se lo tirò vicino.
Posò la mano sulla carta, chiuse gli occhi.
Nessuno aveva mai fatto ciò che lui stava cercando di portare a termine.
Ma d’altronde, nessuno si era mai trovato davanti Suigetsu.
Sentì l’inchiostro fluire verso la carta, con il suo sangue e con l’acqua... e lo sentì incredibilmente vivo e vitale.
Riaprì gli occhi, ansante; il foglio era completamente, uniformemente, nero; ma di un nero ambiguo, incerto e indefinito... quasi vivo.
«Ah...» sussurrò, chinando il capo. «Che schifo di disegno»
Tossì di nuovo, e questa volta non riuscì a riempire i polmoni d’ossigeno.
Mentre cadeva, riverso in avanti, sul foglio totalmente coperto di inchiostro, due pensieri balenarono nella sua mente.
Fratello... Naruto...





«Che diavolo succede qui?» esclamò Naruto quando, ansante, raggiunse Konoha con Sakura.
Contrariamente ad ogni loro aspettativa, il villaggio non era addormentato, ma in pieno fermento.
Le luci erano accese, le porte aperte, e per la strada c’era un viavai ininterrotto di persone in pigiama. Un paio di ninja tentavano di ristabilire la calma, ma nessuno sembrava ascoltarli.
«Cosa è successo?» chiese Naruto, fermandone uno. Per sua fortuna, lui e quel chuunin si conoscevano di vista, e riuscì ad avere qualche informazione in più:
«C’è stato un combattimento, presumibilmente... e sembra che Sai sia rimasto gravemente ferito» gli fu detto, in un sussurro.
«Sai?» ripeté Sakura ansiosamente. «E come sta?»
«Lo hanno portato all’ospedale della Foglia, ma ho sentito che era in pessime condizioni»
«Si sa chi è stato?» chiese Naruto, preoccupato e furioso. Chi aveva osato entrare nel villaggio e attaccare un ninja della Foglia, un suo compagno?
«E’ questo il problema: quando lo hanno trovato, era completamente solo. C’erano segni di lotta, ma non una goccia di sangue non suo, o una traccia dell’avversario. C’era soltanto un rotolo completamente nero, ma pensiamo fosse suo»
Sia Sakura che Naruto si accigliarono. Cos’era successo?
Si scambiarono un’occhiata, ed entrambi annuirono.
Lasciando il chuunin con un saluto frettoloso, entrambi ripresero a correre, diretti questa volta verso l’ospedale della Foglia. Nonostante fossero esausti e tutto ciò che desiderassero fosse una doccia, costrinsero le loro gambe stanche a portarli un po’ più in là, fino a quello che ormai consideravano a buon diritto un membro della loro squadra. Raggiunsero la meta in pochi minuti, ed oltrepassarono le porte scorrevoli dell’ospedale senza rallentare.
«Posso aiutarvi?» chiese l’infermiera dall’altra parte del banco all’ingresso, con un sorriso standard.
«Questa notte un ninja è stato ferito» disse Naruto in fretta. «Si chiama Sai. Siamo qui per lui»
«Oh...» fece l’infermiera, assumendo improvvisamente un’espressione turbata. «Quel ragazzo... l’ho visto entrare. Ad ogni modo, in questo momento lo stanno operando. E’ nelle mani di Shizune, e l’Hokage ha detto che l’avrebbe raggiunta appena possibile»
«Io posso dare una mano» si offrì Sakura prontamente.
«No, sei stanca» negò Naruto.
«Sto bene! Posso ancora fare qualcosa!» insisté lei.
«Ma è tutto il giorno che corriamo, e anche la scorsa notte avremo dormito sì e no due ore!»
Sakura lo fulminò con lo sguardo. «Almeno per lui posso fare qualcosa?» chiese, con voce tagliente e nello stesso tempo tremante.
Il riferimento era ovvio.
Sasuke.
Sakura doveva sentirsi... così impotente. E lui non le aveva nemmeno detto che sapeva dove lo tenevano...
Strinse i pugni, roso dal senso di colpa, e scacciò dalla mente l’immagine di Kyuubi e di tutte le altre cose che non le aveva permesso di sapere... Orochimaru incluso.
«Va bene» disse alla fine, in tono amaro. «Vai»
Lei annuì, e chiese all’infermiera dove doveva presentarsi. Mentre quella rispondeva, Naruto si passò una mano tra i capelli sudati.
Dannazione! Ci mancava solo Sai...
Sakura si allontanò su per le scale, nell’ospedale che conosceva bene, e lui si lasciò cadere su uno dei divanetti nell’atrio, a quell’ora deserto. Appoggiò i gomiti alle ginocchia, e si prese la testa tra le mani.
Le cose si stavano facendo troppo complicate... Sasuke, Sakura, Kyuubi, Orochimaru, e ora anche Sai! Che altro sarebbe venuto dopo?
Non avrebbe saputo dire per quanto tempo fosse rimasto fermo ad aspettare, nel silenzio opprimente della stanza bene illuminata, ma a un tratto sentì le porte dell’ingresso frusciare, e la voce dell’infermiera dietro il banco che esclamava: «Quinto Hokage!»
Alzò la testa di scatto, e vide Tsunade avanzare insieme a Jiraya.
«Allora?» chiese lei in fretta, procedendo verso le scale.
«Se la stanno cavando» rispose pronta l’infermiera. «Dieci minuti fa ho saputo che non è più in pericolo di vita, e...»
«Sakura è con lui» si intromise Naruto, dalla sua postazione.
Tsunade smise di camminare, abbastanza bruscamente perché Jiraya rischiasse di inciamparle addosso.
«E tu che ci fai qui?» chiese stupita.
«Siamo appena tornati...» sospirò lui. «Abbiamo visto la confusione, abbiamo chiesto in giro... e abbiamo saputo»
L’Hokage sospirò profondamente, massaggiandosi una spalla. «Se c’è Sakura, allora lascio tutto a lei e a Shizune» bofonchiò a voce bassa. «Sono due giorni che non faccio altro che indire riunioni speciali, non ne posso davvero più...»
Naruto esitò, aprendo e chiudendo i pugni più volte.
La domanda che premeva nella sua gola era, come al solito, una...
«Ehm...» iniziò, esitante, con un tono così diverso dall’ultima volta. «E... Sasuke? Si sa nulla di nuovo?»
Tsunade smise di massaggiare. Scambiò una rapida occhiata con Jiraya, che annuì impercettibilmente. Allora sospirò a fondo.
«Mentre eravate via...» disse cauta. «Si è tenuto il processo»
Vide Naruto irrigidirsi e sgranare gli occhi, e allora si affrettò a continuare:
«E’ stato assolto da ogni accusa. Ora è ospite di Kakashi, finché non avrà di nuovo in mano le proprietà del suo clan»
«Mentre eravamo via?» ripeté Naruto allibito. «Perché... come avete potuto tenerci lontano da un evento così importante?»
L’ho fatto proprio perché è un evento così importante, razza di cretino!” sfrecciò nella mente di lei, già provata da ore di interminabili discussioni politiche.
«Non è stato intenzionale» mentì spudoratamente. «La missione che vi ho affidato è piombata all’improvviso, e le cose si sono mosse molto in fretta...»
Naruto distolse lo sguardo, irritato.
Si vergogna di te. E come biasimarla? Immagina solo i casini che avresti potuto combinare in un processo del genere...
Silenzio!
Serrò i pugni, inspiegabilmente pieno di energie, ora.
Oh, quanto avrebbe voluto fare una sfuriata...!
Ma... poi si accorse che c’era un dettaglio molto più importante cui fare attenzione: Sasuke era stato assolto. Era ospite di Kakashi.
Era... fuori.
Il gelo scese su di lui.
Ora, quello che lui ancora considerava un fratello era libero. Non più immerso nelle tenebre cupe della sua prigione, non più segregato al buio, ma nella luce; e con Kakashi al suo fianco.
Il che era un bene.
Ora, avrebbe potuto parlare. Dire a tutti di come Naruto riusciva incredibilmente ad andarlo a trovare nella sua cella... di come erano strani i suoi occhi rossi...
...Ora, avrebbe potuto dire tutto questo a Sakura. E lei avrebbe potuto rivederlo.
Il che era indubitabilmente un male.
Oh... Situazione rischiosa.
Un panico assolutamente irrazionale gli chiuse la gola, e quasi mozzò il fiato nei suoi polmoni.
Non devono incontrarsi.
Che pensiero stupido ed egoista!
Ma non devono incontrarsi!
No... No, forse è meglio se non lo fanno.
NON DEVONO!
Già. Non devono.
«...Ho un favore da chiedervi» mormorò, e la sua voce bassa risuonò sinistra per l’atrio deserto. Quasi non la riconobbe. «Sakura non ne deve sapere nulla. Almeno per un po’»
Jiraya e Tsunade si accigliarono, perplessi.

«Cosa? E perché?» chiese l’Hokage.
«Per... favore» disse Naruto tra i denti. «Lasciatemi qualche tempo... voglio parlargli... senza che lei lo sappia»
Silenzio.
Tsunade aveva una vaga idea di quello che passava nella scompigliata testa bionda che gli stava davanti. Ne aveva una vaga idea, perché conosceva come andava il mondo, e bene o male conosceva anche la situazione dei tre membri del gruppo sette originario. Ricordava ancora l’abbraccio di Sakura a Sasuke, la prima volta che l’aveva vista; e anche il defilarsi silenzioso di Naruto. Ora loro due vivevano insieme, Sasuke aveva tradito la Foglia, e infine era ritornato... Era normale che Naruto fosse turbato.
Sospirò.
«Sarà difficile» commentò.
«Affidatele la cura di Sai» propose lui. «Datele il compito di stargli accanto giorno e notte, e fate attenzione a che nessuno si lasci scappare una parola...»
«Ma anche Sai lo sa»
«Possiamo chiedergli di non parlare, no?»
«Mh... Sì, suppongo di sì» Tsunade fece una smorfia poco convinta. «Però... prima o poi dovrà essere messa al corrente, ne sei consapevole?»
«Certo che lo so!»
Ma speri che accada molto, molto in là, vero?
«Non voglio che non lo sappia mai... voglio solo un po’ di tempo» mormorò a disagio.
L’Hokage sbuffò piano. « E va bene» cedette. «Ci proveremo, se non altro. Tu vedi di non tirarla per le lunghe»
Naruto si sforzò di mostrare un sorriso teso.
A dire il vero, nemmeno lui aveva la benché minima idea di cosa avrebbe o non avrebbe fatto con Sasuke...



Nel prossimo capitolo:

Naruto inspirò a fondo.
Espirò.
Inspirò di nuovo.
Va tutto bene” si disse. “Non è successo niente. Se Sasuke avesse detto qualcosa a qualcuno, avrei già gli Anbu alle calcagna. Va tutto bene. Devo solo bussare... e entrare. E poi prenderlo a pugni, se è ancora il depresso cronico che era in quel buco di cella. Posso farcela. Non è nulla di traumatico...”
Hai intenzione di espirare, prima o poi?
Ah, già.













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

E con questo mi sono liberata anche dell'ultimo membro del Serpente, quel Suigetsu la cui esistenza è profondamente irritante!
(diciamocelo, di Hebi si salva solo Juugo)
Il lato negativo è che per farlo ho dovuto maltrattare un po' (di nuovo) Sai,
ma quello positivo è che si è fatto tutta la scena pressoché ignudo... eheheh...
Finalmente Naruto è tornato a Konoha, e con lui Sakura, e finalmente sapete qual è la sua reazione alla "notizia Sasuke"...
...La domanda che, oggi, si pone è: quanto a lungo riuscirà a tirare il segreto?
(per tutti quelli che lo avevano chiesto: ora sapete perché avevo bisogno che Sakura fosse via, e che quindi non incontrasse Sasuke...)
Nel prossimo capitolo, Naruto e Sasuke, Sakura, team Asuma e clan Hyuuga!
A lunedì, miei amati lettori!

Colgo l'occasione per chiedervi: i tre capitoli che metterò in sequenza, uno al giorno,
li volete tra il 20 e il 24, tra il 26 e il 30 o nella prima settimana di gennaio?

Nota-spoiler del manga:
la breve introduzione a questo capitolo
è ovviamente dedicata
a Jiraya.
Uno dei più grandi personaggi che Kishimoto abbia mai creato.
Scusate la melodrammaticità intrinseca del pezzo,
ma così è nato e così rimane.

nixy: certo che c'è qualcuno che si fida di Naruto, c'è un'intera schiera di persone simili! E anche lui si fida di tanta gente, è solo che ci sono cose che non si ammettono nemmeno con sé stessi, e a quel punto è impossibile parlarne con altri! Il capitolo che segnerà inesorabilmente la mia fine è ancora lontano, per tua fortuna. Ma quando lo posterò ti renderai immediatamente conto che è lui... oh, se lo saprai...
sammy1987: per vedere l'incontro tra Naruto, Sakura e Sasuke dovrai aspettare ancora un po', come già sai! XD
harryherm: non è colpa mia per il ritardo negli aggiornamenti... è la stupida rete casalinga che va e viene senza preavviso! Comunque da oggi sono tornata al mio paese, e qui resterò fino alla prima settimana di gennaio... di problemi non ce ne saranno per un po'! Di Jiraya non voglio parlare... la ferita è ancora aperta... T__T (sto seriamente pensando di scrivere una lettera di insulti a Kishimoto), e per quanto riguarda la coppia Naruto-Sakura, tutto è ancora possibile! Come ho già anticipato, prima della fine ci sarà un capovolgimento dopo l'altro, in una catena ininterrotta... fino all'ultimo atto. L'ultima frase dello scorso capitolo non c'entrava nulla con Suigetsu! XD Era solo per dare il contentino a voi lettori e assicurarvi che Naruto sarebbe finalmente tornato!
Talpina pensierosa: detto, fatto! ^_* Ormai sono più efficiente di un qualunque ninja! XD
1992: la scena malinconica riguardante i tre sannin mi è venuta in mente ripensando al momento in cui Jiraya cerca di fermare Orochimaru e non ci riesce... ho pensato che in quel momento deve essersi sentito come Naruto quando ha combattuto con Sasuke, e ho provato tanta pena per lui! Quando piango io, piangono anche i miei personaggi... (ora, poi, con quello che succede nel manga, verranno versati interi fiumi di lacrime!) Mah, a dire il vero Sakura non capisce un tubo di quello che è successo davvero a Naruto! XD Vede che è scosso, ma da un punto di vista medico... infatti fraintende totalmente le motivazioni psicologiche (un tantinello influenzata da quelli che sono i suoi desideri...)! Una malattia quella che mi porta a scrivere "capitoli stupendi"? Boh, sinceramente ho scritto di meglio... o almeno così mi pare... ^^' Ma se a voi piacciono, ben venga! Non sarò certo io a lamentarmi! Anche se dovesse significare un maggior coinvolgimento di Sasuke! (devil)
lale16: Kyuubi è uno dei personaggi che voglio rendere più complessi, all'interno della storia. Kishi ci ha lasciato solo vaghi accenni su di lei... quando ha detto a Sasuke "non uccidere Naruto, te ne pentirai", cosa voleva dire davvero, per esempio? Insomma, finora ci è stata presentata solo come un agglomerato di chakra straordinariamente malvagio... ma io non riesco a vederla così. Per me è e deve essere qualcosa di più, indipendentemente da ciò che pensa Kishi.
kage_naru89: certo, nelle fiabe c'è sempre il protagonista e l'antagonista... ma l'antagonista non è un viscido traditore che si piange addosso e dà fuori, iniziando a pensare di uccidere tutti i suoi vecchi amici! Per quanto il colpo di scena, ai suoi tempi, sia stato davvero fenomenale, non puoi negare che, con tutta la problematicità del caso e i suoi pregi (che ho elencato nel capitolo scorso, o in quello prima), Sasuke sia una bella testa di c***o! Capisco che la storia non avrebbe lo stesso fascino senza di lui e senza il desiderio di salvarlo di Naruto, ma permettimi almeno di odiarlo quanto merita! XD Personalmente credo anche io che alla fine "si redimerà", ma senza dimenticare che, confrontato con Naruto, perde su tutta la linea in termini di coraggio, forza di volontà e talento (l'ultima è una piccola aggiunta personale! XD). Nonché figosità... ma questo è soggettivo! *ç* E non tiriamo in ballo traumi infantili, perché anche naruto ha avuto i suoi bei problemi! Eppure non è cresciuto come uno psicopatico schizoide! Anzi, a voler ben vedere, Sasuke partiva con un netto vantaggio... aveva a disposizione un intero villaggio pronto a fare il comprensivo e ad elogiarlo a ogni piè sospinto, laddove Naruto aveva occhiate ostili e mormorii alle spalle... Va beh, ma questo argomento mi entusiasma un po' troppo, meglio lasciar perdere per ora! XD "Il mio cuore crede che Naruto alla fine riuscirà a contenere la volpe.. e che lei nn si lascierà influenzare dal serpentello orociock ... altrimenti.. nn saprò che fare..-!!!!"
: oh, tesoro, ma tu non devi preoccuparti di nulla! E' esattamente per questo genere di grane che ci sono io! XD Ahh, lo shippuuden... voglio da morire la puntata in cui Naruto libera quattro codeeeee! >_< La voglio, la voglio, la voglio! Devo vederla!
Killkenny: ebbene è successo: mi sono montata la testa! XD Colpa dei tuoi votoni stratosferici, eh sì! D'altronde... capisco che vedere Orociok che subisce sia una bella soddisfazione XD Anche a me è piaciuto parecchio scriverne! E Sai se l'è cavata bene anche senza aiuti altrui, non ti pare? Certo, ora è in coma, con un buco nel petto e mezzo dissanguato... ma sono solo dettagli nella lunga e luminosa carriera del ninja! XD
arwen5786:  me lo spieghi per cosa stanno i numeri alla fine del nick? XD Forse se avrò un motivo logico per la loro esistenza, riuscirò a ricordarli più facilmente! Ohohoh, sono intrinsecamente bastarda, e quindi non ho alcuna intenzione di dirti se la ShikaIno avrà un futuro o romperà le uova nel paniere a Temari... C'è qualcuno che lo sa (rileggiti qualche vecchia recensione di Mala_Mela, potresti trovarci qualche perfido ed enigmatico suggerimento...), ma non certo perché l'ho svelato io! Lo sa... perché sì. Alla fine di questa storia comprenderai il motivo... (oggi mi sento criptica! XD) Per tirarmi su dopo aver letto le ultime scan, ho ripreso in mano il volumetto 33 del manga... ed ho conseguentemente deciso che IO ODIO SASUKE UCHIHA! Insomma, solo a vedere quanto fa soffrire Naruto e Sakura mi ribolle il sangue nelle vene! Capisco che quel cretino di Naruto straveda per lui, e quindi lo tollero per amor suo... ma se così non fosse, lo appiccicherei alla prima croce che trovo e gli darei fuoco! (questa si chiama "conversione del dolore in rabbia furiosa") Con l'anime ho un solo, grande problema: mi annoia -.- Cioè... se quel maledetto b******o di Kishimoto non lasciasse volontariamente delle cose in sospeso per poi svilupparle in quella sede (come tutta la storia del rasengan superiore, per esempio), non lo considerei nemmeno lontanamente (ad eccezione delle scene d'azione, che con l'animazione acquistano duecentomila punti). Diciamocelo, tante volte allunga i combattimenti senza alcuna ragione logica, in certe puntate è disegnato da schifo, e alcune voci non riesco ad accettarle... (quella di Naruto sì, eccome... *ç* E anche quella di Kakashi! *ç*) Per non parlare poi della versione italiana, il cui adattamento testi è semplicemente terrificante e dove non posso assolutamente tollerare la pacotto e (mi dispiace dirlo) la voce di Shikamaru! Laddove i fratelli Uchiha e Naruto me li ascolterei anche venti ore al giorno... *ç* se non sparassero le cazzate che gli fanno sparare [chiedo scusa per lo sfogo, con il doppiaggio sono molto più che puntigliosa] Ok, con questo passo e chiudo, "alla prossima puntata"! XD
nicole-chan: dai, facciamo che questo te lo anticipo: la prossima volta che Orociok tornerà a imperversare in questa fic, saremo vicini alla fine...! E Sai... beh, ormai hai letto come è andato il suo combattimento, no? XD
OneWingedAngel: bentornato! Lieta di rivederti in questi foschi lidi! XD Ebbene sì, Orociok ha fatto la sua comparsa e hai avuto il tuo capitolo movimentato! Purtroppo per te, dopo Suigetsu non ci saranno scontri epici (fuori dalle lenzuola, intendo... poi ricordiamoci sempre che c'è Shikamaru!)... fino all'ultimo che ho previsto, e che - ovviamente - coinvolgerà Kyuubi in grande stile (ma non ti saprei dire se anche Sasuke scenderà in campo, devo ancora deciderlo! XD)! (dopo aver letto le scan, poi, ho deciso di apportarvi una piccola modifica...) Diciamo che prima di quello devo far succedere un paio di cose a livello psico-emotivo... Insomma, devo spiegare il titolo della fic! XD Mi spiace soltanto di essermi sbarazzata di Suigetsu così presto, visto che sembri amarlo tanto! D'altronde sarebbe stato soltanto una brutta grana da gestire, e ne ho già abbastanza...!

Aya

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Capitolo 32
*** Contrasti ***


Naruto-32

Capitolo trentaduesimo

Contrasti





Il villaggio della Nuvola era coperto da nubi alte e chiare, che si muovevano lente verso est.
Ogni cosa era come doveva essere, lungo le strade e per le piazze. Il pomeriggio lasciava lentamente il posto alla sera, e una leggera brezza spirava tra le case.
L’abitato non era molto esteso, ma piuttosto compatto. C’era una via principale lunga e tortuosa, e tante vie secondarie che si diramavano come una ragnatela. La piazza centrale, leggermente rialzata, ospitava un ampio e alto edificio di un giallo intenso.
Davanti all’ingresso, annoiati, stavano quattro ninja con il coprifronte della Nuvola; contavano i minuti alla fine del turno. A un tratto dall’interno giunsero altri quattro ninja. E i loro erano coprifronte della Roccia.
«Quando finite?» chiese uno dei nuovi arrivati.
«Dieci minuti» grugnì uno degli altri, sbuffando. «Una birra?»
«Perché no?»
«E quelli dell’Acqua? Che fanno, si uniscono a noi?»
«Che ne so? Non si muovono mai, quelli... sempre lì, ad aspettare davanti alla porta. Certe volte ho il sospetto che non siano neanche umani!»
L’ultima affermazione fece serpeggiare un ghigno tra i ninja.
«Lasciamoli qui» se ne uscì poi uno della Nuvola. «Che importa?»
«Ahh, come sei meschino!» esclamò un suo compagno, in tono melodrammatico. «Non sei preoccupato per le sorti dell’incontro? Potrebbe anche nascerne una nuova guerra mondiale!»
«Ma sta’ zitto» bofonchiò il primo, rifilandogli un pugno amichevole. «Se sei così in ansia ti lasciamo qui senza troppi problemi»
«Col cavolo!»
Risero, incuranti e di umore leggero.
Ma sopra le loro teste, due piani più in alto, i toni erano profondamente diversi.
L’aria nella sala del Consiglio era greve.
I Kage seduti al tavolo erano tre, i funzionari almeno nove, provenienti da paesi diversi. Ognuno aveva davanti un plico di carta più volte sfogliato e commentato, e una caraffa d’acqua con bicchiere.
Il Raikage gettò un’occhiata fuori dalla finestra, dove il cielo grigio imbruniva. Trattenne un borbottio.
«Bene... il giorno sta per terminare» disse in tono stanco. «Siamo finalmente giunti a un accordo?»
Il Mizukage e lo Tsuchikage mormorarono qualcosa ai loro funzionari, esitanti. Sfogliarono di nuovo la documentazione, si schiarirono la voce, nascosero uno sbadiglio dietro la mano... e alla fine si guardarono, stringendosi nelle spalle.
«Sì, direi di sì» rispose lo Tsuchikage, raddrizzando la schiena. «A una condizione»
Il Raikage e il Mizukage trattennero un gemito.
«Come sapete, la mia posizione è quella più a rischio nell’ipotesi di una guerra. Dei presenti, il mio è l’unico Paese raggiungibile via terra dal Fuoco... e quindi pretendo alcuni diritti in più»
«Di questo potremo discutere più avanti...» cincischiò il padrone di casa. «In fondo per ora si tratta soltanto di ammonire il Fuoco e il Vento, non stiamo ancora parlando di un vero e proprio conflitto...»
«Non ne dubito» interruppe l’altro. «Solo, vorrei fosse messo agli atti che alla prima ipotesi di guerra ci sarà un’altra riunione, e discuteremo delle clausole riservate al mio Paese»
Il Raikage e il Mizukage si guardarono.
Erano lì già da due giorni. Erano stanchi. Poteva anche essere che la guerra non si sarebbe mai raggiunta...
«E sia» annunciò il primo, stentoreo. «Sia messo agli atti: oggi nasce l’Alleanza a scopo difensivo tra Nuvola, Nebbia e Roccia; nell’ipotesi in cui tale Alleanza si vedesse a fronteggiare un rischio effettivo, un’ulteriore riunione stabilirà i privilegi particolari di cui la Terra godrà, in quanto Paese più esposto. L’Alleanza nasce a causa dei timori sollevati di recente dalle trattative politico-militari intrattenute tra il Vento e il Fuoco, trattative che hanno sconfinato pochi giorni fa in un intervento di ordine sociale ad opera del Vento sul territorio del Fuoco. Noi siamo molto in ansia circa i reali rapporti che intercorrono tra questi due Paesi; è per questo che chiediamo conto a entrambi degli scambi che avvengono in termini di merci, informazioni, e quant’altro possa portare a un danneggiamento dell’equilibrio mondiale faticosamente conseguito in questi anni...»
Mentre la voce del Raikage risuonava nella stanza, il leggero fruscio di una penna sulla carta era l’unico altro rumore udibile...



I caldi raggi del sole mattutino erano schermati dalle tende bianche alle finestre. L’aria nella stanza era fresca, nonostante i trenta gradi e più dell’esterno, acuiti dall’afa, e il ronzio basso di un condizionatore la attraversava vibrando.
C’era silenzio. Un silenzio leggero e vuoto, rotto soltanto dal bip-bip dell’apparecchio collegato al cuore di Sai. Lui, nel letto, dormiva; da ore.
Sakura era seduta sull’unica sedia della stanza, vicino al muro. Con la nuca appoggiata alla parete, fissava il soffitto.
Da quanto tempo era lì?
Dopo aver contribuito a ricucire la ferita di Sai con Shizune, le avevano concesso di riposarsi su una branda, nonostante lei avesse insistito per tornare a casa. Anche Naruto, che l’aveva aspettata fino alla fine, l’aveva convinta a restare. Poi, quando aveva aperto gli occhi, le avevano detto che si sarebbe occupata a tempo pieno di Sai, e che non avrebbe potuto allontanarsi dalla stanza se non quando qualcuno fosse venuto a visitarlo.
Maledetti schiavisti...” pensò, corrugando le sopracciglia chiare. “Cos’hanno in mente?”
Era appena tornata da una missione, e loro non le concedevano nemmeno un giorno di riposo; avrebbe voluto sapere di Sasuke, e loro a malapena le rivolgevano la parola; le sarebbe almeno piaciuto restare con Naruto, ma le impedivano persino quello...
Nascose gli occhi dietro un braccio, inquieta.
Si sentiva in trappola.
Come il suono della campana a fine lezione, il bussare sommesso intervenne a salvarla nel momento in cui pensava di essere finita. Scattò in piedi come una molla e andò ad aprire, speranzosa: quella poteva essere la prima visita, il che significava del tempo da passare come voleva...
Non restò delusa: sulla soglia trovò Ino, Shikamaru e Choji, e la prima della fila teneva in mano un mazzo di fiori grosso quasi quanto lei.
«Sakura!» esclamò Ino, da dietro un giglio di proporzioni epiche.
«Siete venuti a trovare Sai?» chiese lei veloce, gettando una rapida occhiata verso il tanto ambito corridoio. «Che cosa carina!» cinguettò, trascinandoli dentro. «Non vi preoccupate, state pure qui tutto il tempo che volete, io intanto vado un attimo a...»
Un colpo di tosse leggero la interruppe. Voltandosi verso la soglia, Sakura vide una delle giovani infermiere dell’ospedale che la guardava sorridente.
«Chiedo scusa...» disse, con un cenno del capo. «Dal momento che ha qualche attimo libero, avremmo bisogno di un suo parere riguardo a un paio di ammalati»
«Che cosa? Ma io...» tentò di protestare lei, e non riuscì a proseguire.
«Come?» fece l’infermiera, senza smettere di sfoggiare il suo sorriso abbagliante e disarmante.
Sakura gemette interiormente. Era un ninja medico. Non poteva sottrarsi ai suoi compiti per capriccio. Si passò una mano tra i capelli, rassegnata, e raggiunse la soglia.
«Torno tra poco...» disse sconsolata ai tre rimasti nella stanza, e cupa si richiuse la porta alle spalle, sperando di avere almeno il tempo di andare in bagno.
Ino guardò il punto in cui era scomparsa sbattendo le palpebre.
«Perché è qui?» chiese a voce alta. «Pensavo che, appena tornata dalla missione, sarebbe andata da Sasuke...»
«Sasuke non era in pericolo di vita» spiegò Choji pragmaticamente, succhiando un lecca-lecca con impegno.
«Pensavo che una notizia del genere ti avrebbe fatto piacere» commentò invece Shikamaru, inarcando un sopracciglio.
Ino arrossì bruscamente, e si affrettò a dargli le spalle fingendo di cercare un posto in cui lasciare i fiori. «S-Sakura non è Sakura, se non si preoccupa per Sasuke!» balbettò in fretta, posando il mazzo sul comodino.
Shikamaru, per nulla convinto, si grattò la nuca.
Donne: creature decisamente troppo complesse. Che Ino avesse definitivamente sostituito Sai a Sasuke? Strano, però: ora che l’Uchiha era tornato e Sakura era impegnata con Naruto, sarebbe stata la sua occasione...
No. No, non doveva pensarci troppo, o si sarebbe fritto il cervello.
Le donne erano semplicemente di un altro pianeta, quella era indubbiamente la soluzione migliore e più semplice.
Ne aveva avuto un esempio neanche due giorni prima, quando aveva saputo che Temari era tornata a Suna senza neanche passare a salutarlo; e dire che l’ultima volta che si erano visti lei aveva dovuto scavalcare la finestra per evitare la signora Nara, di ritorno dal processo di Sasuke...


Naruto inspirò a fondo.
Espirò.
Inspirò di nuovo.
Va tutto bene” si disse. “Non è successo niente. Se Sasuke avesse detto qualcosa a qualcuno, avrei già gli Anbu alle calcagna. Va tutto bene. Devo solo bussare... e entrare. E poi prenderlo a pugni, se è ancora il depresso cronico che era in quel buco di cella. Posso farcela. Non è nulla di traumatico...”
Hai intenzione di espirare, prima o poi?
Ah, già.
Espirò, rendendosi conto solo in quel momento del leggero giramento di testa che lo aveva colto, e spolverò nervosamente i vestiti, fermo sul pianerottolo dell’appartamento di Kakashi.
Quella notte non aveva dormito granché: l’ansia per Sasuke e per Sakura non gli aveva permesso di riposarsi come avrebbe dovuto e voluto, con il risultato che quella mattina si era svegliato nervoso e irritabile. La stanchezza non era un problema, a quella sopperiva Kyuubi, ma l’umore era completamente nelle sue mani.
L’ora di pranzo si avvicina...
Lo so! E che cavolo, mi sarà concessa almeno un po’ di esitazione?
Settantadue minuti di esitazione?
Sta’ zitta! Sei soltanto frutto della mia coscienza!
Naruto tossicchiò. Sbuffò. E, prima che il suo sistema nervoso tentasse di fermarlo, bussò.
Qualche istante di silenzio... poi passi.
«Chi è?»
«Sono... ehm... Naruto»
Il rumore di una chiave che gira nella serratura, una lama di luce che taglia la calda penombra del pianerottolo, e poi la rassicurante visione di Kakashi, senza coprifronte calato sullo sharingan, ma con la sempiterna maschera nera a coprirgli il volto. Come diavolo faceva a non avere caldo?
«Immaginavo che saresti venuto» disse semplicemente, facendosi da parte per lasciar entrare Naruto. «Ho sentito di quello che è successo questa notte... So che Sakura si è occupata di Sai, come sta ora?»
«Bene...» rispose Naruto, guardandosi ansiosamente attorno. «Ehm... Sasuke dov’è?»
Kakashi fece un cenno con il capo, dicendogli di seguirlo. Lo condusse lungo il corridoio fino al salotto, arredato con mobili dai colori chiari e inondato di luce, e lì si fermò.
Naruto spinse lo sguardo all’interno della stanza, nell’ansiosa ricerca di un corpo a lui familiare, e alla fine lo trovò, seduto in un angolo in ombra, la schiena appoggiata alla parete e i gomiti alle ginocchia. Teneva la testa china, ed era sempre vestito di bianco.
Guardò Kakashi, leggermente irritato.
«Perché ha ancora quei vestiti?» chiese.
«L’abbigliamento non è la prima delle mie preoccupazioni» ribatté lui, senza scomporsi.
Naruto tornò a guardare Sasuke, cupo. «Ha... ha detto qualcosa?» domandò ancora, tradendo soltanto una lievissima incertezza nella voce.
«Borbottii sconnessi nel sonno... credo abbia molti incubi» spiegò Kakashi senza notare nulla. «Ma quando è sveglio non apre bocca, se non per lamentarsi. Il segno maledetto sembra quasi divorarlo dall’interno...»
Naruto corrugò la fronte.
I polsi di Sasuke sembravano più sottili dell’ultima volta, e i capelli avevano perso completamente la loro lucentezza. Era pallido, più del solito, pallido come un malato... e sul collo, appena nascosto dai capelli ora più lunghi, il segno era circondato da un alone rossastro, come un’infezione.
Andando avanti così non durerà a lungo.
Naruto strinse i pugni, e prese un respiro profondo.
«Maestro Kakashi... puoi lasciarci soli per qualche tempo?» chiese piano.
Kakashi lo guardò, accigliandosi, e sentì una vaga inquietudine a livello dello stomaco. «Cos’hai intenzione di fare?»
«Cerco di svegliarlo. Non preoccuparti se sentirai un certo trambusto»
La fronte del jonin dai capelli d’argento si spianò in un cenno rassegnato. Naruto amava i metodi pratici, più che le parole.
«Ricordati che è debilitato» si limitò a dire, ancora con una leggera ansia, poi, posata una mano sulla sua spalla, lo lasciò solo e uscì.
Naruto esitò ancora per un lungo istante, sulla soglia, e infine si decise ad attraversare la stanza fino alla parete contro cui stava Sasuke. Gli si fermò davanti, in piedi. Lo guardò dall’alto in basso, ma non sentì nessun senso di superiorità, nessuna soddisfazione, nessuna gioia nel farlo.
Forse era più forte dell’Uchiha, forse lo aveva superato... ma non c’era gusto così. Faceva schifo, così.
«Che stai facendo, eh?» chiese piano.
La testa di Sasuke si mosse impercettibilmente, ma non accennò a volersi rialzare.
«Ora sei fuori, eppure ti comporti ancora come il solito imbecille»
Nessuna reazione.
«Dannazione, ti hanno dato un’altra opportunità!» esclamò Naruto, perdendo la calma. «C’è gente che ucciderebbe per averla, e tu la getti al vento così?»
«Naruto...» una voce roca, aspra. «...Vattene»
«No»
Nascosto dietro ai capelli, Sasuke fece un sorriso amaro, e le labbra screpolate si tesero dolorosamente.
«Sei sempre il solito coglione...» disse, sprezzante. E il suo non era il tono che usavano da ragazzini, quello che mandava in bestia il Naruto dodicenne, ma un tono più adulto e... doloroso.
Non era soltanto un insulto; lui ci credeva davvero.
Arrogante, eh?
Senza quasi rendersene conto, Naruto lo afferrò bruscamente per il bavero e lo sollevò, come se non avesse peso, sbattendolo contro la parete.
«Apri bene le orecchie» sibilò, a pochi centimetri dal suo viso ancora più pallido e scavato dell’ultima volta. «Non ti ho salvato la vita per vedertela sprecare così! Sei di nuovo a Konoha, gli abitanti di questo villaggio hanno deciso di darti la loro fiducia un’altra volta, e io mi rifiuto di credere che non ricordi più nulla di quello che eri un tempo!» la stretta sulla stoffa dei suoi abiti aumentò, facendosi dolorosa contro il petto dell’Uchiha.
Lui si lasciò sfuggire una smorfia, e affondò le unghie nel polso di Naruto. Si sforzò di puntare gli occhi neri e spenti in quelli azzurri e accesi di lui, e strinse i denti.
«Io non volevo essere salvato!» ringhiò aggressivo. «Non volevo tornare in questo villaggio, non volevo essere assolto, e non volevo vedere di nuovo la tua stupida faccia!»
Naruto lo scagliò verso il divano, mandandolo a urtare pesantemente un bracciolo.
«Non puoi decidere da solo queste cose!» ruggì. «Ci sono persone che si aspettano qualcosa da te! Che fanno qualcosa per te! Che non vogliono perderti! Ma tu, nel tuo egoismo del cazzo, te ne freghi! Vuoi fare l’ultimo dell’Uchiha, vuoi essere l’eroe romantico triste e solitario, vuoi morire tragicamente ed essere ricordato! L’unico vero coglione sei tu, non io!»
Nello sguardo di Sasuke, per un attimo, brillò una breve scintilla.
«Che ne sai tu?» sibilò tra i denti, alzandosi a fatica e premendo una mano sul fianco dolorante. «Sai cosa vuol dire perdere l’unica maledetta cosa che ti fa andare avanti?»
Parole già sentite, diverse ma familiari... un dialogo noto e fastidioso.
«Tu non hai perso niente!» in una falcata, Naruto fu davanti a lui. «Itachi è morto, esattamente come volevi! Ora puoi iniziare con la nuova fase, puoi fare esattamente ciò che avresti fatto se lo avessi ucciso tu! Ma la verità è che non ci hai mai pensato davvero! Degli eroi nessuno sa niente dopo la grande missione, non è così?»
«Smettila!» Sasuke afferrò Naruto per la maglia, all’improvviso. La sua stretta era debole, e il suo sguardo ancora spento, ma qualcosa si agitava nel fondo delle pupille scure. «Io non sono un eroe! Io volevo vendetta, non giustizia! Volevo solo farlo a pezzi con le mie mani!»
«Per cosa, eh?» Naruto strinse le dita attorno a quelle dell’Uchiha, che lo tenevano ancora. Aumentò la sua presa, quasi a dargli la forza che mancava, e non staccò gli occhi dai suoi nemmeno per un istante. «Perché volevi farlo a pezzi?»
«Lui ha ucciso i nostri genitori! Ha distrutto il clan! E mi ha lasciato senza nessuno al mondo!»
«Ti sembra di essere solo, ora?!» esplose Naruto, affondando le unghie nella sua mano. «Il fatto che io, Sakura, il maestro Kakashi e Sai, e anche Hinata, Kiba, Shino, Kurenai... il fatto che tutti noi abbiamo rischiato la vita per portarti indietro non significa forse qualcosa?!»
Sasuke liberò di scatto la mano, distogliendo lo sguardo.
Non è questo che voglio...” riuscì soltanto a pensare, senza dirlo. “Non siete voi che voglio...! Io... rivoglio il mio sogno...
Una fitta di dolore gli attraversò la spalla, nel momento più propizio. Con un gemito strozzato portò una mano al segno maledetto, che bruciava sulla sua pelle, e si piegò verso il divano.
«Sasuke? Sasuke, cosa succede?» scattò Naruto, improvvisamente ansioso. Gli allontanò la mano, e vide il sigillo di Orochimaru, di un nero più intenso del solito, e la zona arrossata che lo circondava, più ampia di prima. Lo sfiorò, e lo sentì bruciare sotto le dita. «...Maestro Kakashi!» chiamò, mentre la pelle bianca dell’Uchiha si faceva rapidamente scura, a macchia d’olio.
Kakashi fu lì in meno di un istante, e schioccando la lingua prese dalla tasca una confezione di pillole. Ne prelevò una, aprì a forza la bocca di Sasuke, e lo costrinse a ingoiarla.
«E’ un tranquillante» spiegò allo sguardo interrogativo di Naruto. «E’ stato creato apposta per lui, prima che se ne andasse dal villaggio. Controlla per un certo tempo il segno maledetto»
Ansante, Sasuke si accasciò sul suo braccio, tornando del solito pallore uniforme. I suoi occhi cercarono per un ultimo istante Naruto... poi le palpebre si abbassarono.

«Dormirà per un po’» mormorò Kakashi, mentre insieme a Naruto lo adagiava sul divano. «Ormai gliene devo dare due al giorno, e di questo passo finiranno presto... Forse Sakura potrebbe cercare di...»
«No» lo interruppe Naruto, turbato. «Lei... non sa ancora del processo. E non dovrà saperlo, per un po’»
Kakashi si accigliò impercettibilmente. «Posso chiedere perché?» domandò cauto.
«Prima vorrei... provare a svegliarlo» borbottò Naruto, nascondendo il senso di colpa con l’imbarazzo. «Vorrei che lo vedesse in maniera diversa... ecco...»
Scuse.
Patetiche, sbrigative, e deboli scuse. Era palese.
Ma Kakashi capiva anche come si sentiva Naruto, almeno a grandi linee.
Ah... certe volte gli ricordava così tanto Obito, con il suo imbarazzo e le scuse confuse, per proteggersi, per nascondere le debolezze...
«Va bene» disse annuendo.
Spero soltanto che riuscirai a cavartela quando lei lo scoprirà” aggiunse mentalmente.


Hanabi Hyuuga nutriva una grande ammirazione per suo cugino Neji.
Lui incarnava l’ideale del nobile per eccellenza: era intelligente, forte, rispettoso dell’etichetta e cortese. Conosceva il suo posto, ma sapeva anche fin dove poteva spingersi e su quali tasti fare leva per migliorare la sua posizione.
Hanabi era ancora molto giovane, ma già aveva capito a grandi linee come funziona il mondo.
E aveva deciso che un giorno lo avrebbe sposato.
Non perché ne fosse innamorata, o perché lui era come il candido eroe sul nobile destriero, ma per il semplice motivo che era ragionevole supporre che un giorno suo padre le avrebbe lasciato in mano la gestione del clan. E quale miglior consorte del cugino tanto dotato e apprezzato da tutti?
Nessuno si sarebbe opposto a un simile matrimonio, nessuno di assennato e importante, se non altro.
Hanabi aveva già fatto i suoi calcoli, e negli ultimi anni aveva investito un po’ di tempo prezioso cercando di stabilire un qualche dialogo con Neji. Si era rivelata un’impresa più ardua del previsto: certo, lui era sempre gentile e disposto ad ascoltare, ma anche straordinariamente impegnato. Erano più i giorni in cui era via, in missione o ad allenarsi, di quelli che passava a casa.
Ma quel giorno era disponibile.
Lo trovò, assolutamente per caso, mentre passeggiava in giardino con suo padre. Sembravano immersi in una profonda discussione, e nessuno dei due l’aveva vista.
Silenziosa come un gatto, Hanabi scivolò dietro ai cespugli fino a raggiungerli, e si mise in ascolto curiosa – magari avrebbe tratto lo spunto per una qualche conversazione...
«...vantaggi per te e per tutto il clan» stava dicendo in quel momento Hiashi.
«Non lo metto in dubbio» ribatté Neji, corrucciato. «Ma non credo sia giusto imporre un matrimonio con la forza, per quanto sarebbe indubbiamente utile»
Un matrimonio? Hanabi si illuminò, vedendo tutti i suoi piani che prendevano improvvisamente consistenza.
«Stai cercando di dirmi che il matrimonio d’amore è una soluzione possibile, ai livelli in cui ci muoviamo?» ribatté Hiashi, sarcastico. «Tra la nobiltà il matrimonio è soltanto un contratto; e bisogna fare le mosse giuste per stringere quello migliore»
«Perdonatemi se vi contraddico... ma stiamo pur sempre parlando di vostra figlia...»
Hanabi dovette trattenere un urlo di giubilo, nascosta dietro il cespuglio.
«Che è ciò che io posso offrire, in questo contratto» proseguì Hiashi senza lasciarsi impressionare. «Può darsi che non sia un ninja eccezionale quanto te, Neji, ma ha ereditato la bellezza di sua madre e non si ribellerà ai tuoi desideri...» Hiashi si fermò, e guardò il nipote. «Inoltre, per me sarebbe molto rassicurante saperti al suo fianco... E’ una merce di scambio, certo, ma entro certi limiti: Hinata è pur sempre mia figlia...»
Alt.
Cosa aveva detto?
«Io... sono molto onorato dalla vostra proposta, davvero» Neji sospirò profondamente. «Ma non ho alcuna intenzione di obbligare madamigella Hinata o chicchessia a un passo come il matrimonio. Se sarà lei ad accettare per prima... allora e solo allora, sarò disposto a prendere seriamente in considerazione l’idea. Fino a quel momento non voglio neppure pensarci»
Hinata non smetterà mai di pensare a Naruto, se va bene. E anche quando dovesse succedere... c’è Kiba che attende la sua occasione con impazienza” aggiunse mentalmente.
Hiashi aggrottò la fronte, meditando.
«Dunque si tratta solo di convincere Hinata?» domandò.
«No» lo corresse Neji. «Si tratta di attendere che lei prenda una decisione, non di convincerla»
Il capoclan degli Hyuuga dovette trattenere il sorriso che gli sorgeva spontaneo, davanti all’ingenuità del suo giovane nipote.
«Ma certo» disse conciliante. «Sono lieto che abbiamo trovato un accordo»
Neji annuì, sfoderando lo stesso falso sorriso che gli veniva rivolto in quel momento, e poi mormorò qualcosa a proposito di un allenamento speciale proposto dal maestro Gai. Hiashi lo congedò, e rimase a guardarlo finché non fu scomparso all’interno. Solo allora il ghigno che aveva trattenuto spuntò sulle sue labbra.
Ma un fruscio distolse la sua attenzione.
Si voltò, attivando il byakugan, e... vide Hanabi, ritta dietro un cespuglio, che gli puntava addosso due occhi candidi e accusatori.
«Hanabi?» fece, sorpreso. «Non ti abbiamo sentita...»
«Io lo sposerei senza crearti problemi» disse lei bruscamente, arrossendo.
«Come?»
«Neji. Lo sposerei al volo, padre. Se tu decidessi di lasciare il clan a me, invece che a Hinata, io seguirei il tuo volere! Esaudirei ogni tuo desiderio!»

La bocca di Hiashi assunse una piega dura.
«Cosa stai dicendo, Hanabi?» chiese secco.
«Ho... Ho sentito quello di cui stavate discutendo» si scusò lei. «Padre... tu hai sempre detto che io sono migliore di mia sorella! Io pensavo... pensavo che...»
«Tu pensi un po’ troppo» la interruppe lui. «E a cose che non capisci»
Hanabi arrossì bruscamente, umiliata.
«V...Vuoi lasciare il clan nelle mani di Hinata, quindi?» chiese con un filo di voce.
«Queste non sono cose che ti riguardano» sbottò Hiashi. «Se hai tempo da perdere, torna ad allenarti»
La minore delle sorelle Hyuuga strinse i pugni.
«Padre, perché mi hai illusa, se non avevi intenzione di rendermi il tuo successore?» chiese, quasi urlando. «Io... io... ti avrei reso orgoglioso di me! Avrei portato avanti la nostra tradizione, mi sarei affidata alla tua guida...!»
«E’ esattamente questo il motivo per cui non ti ho scelta, Hanabi» la interruppe lui. «Non ho bisogno di un burattino che si limiti ad eseguire gli ordini, ma di qualcuno che sia in grado di agire autonomamente»
«E Hinata sarebbe questa persona?» allibì Hanabi. «Hinata, che non sa nemmeno parlarti tenendo alto lo sguardo?»
«Tu sei un’ottima ninja, Hanabi. Ma Hinata ha qualità che non hai, e che fanno di lei una guida migliore»
Il rossore sulle guance della ragazzina si trasformò rapidamente in bianco livore. Strinse pugni e denti, irrigidendosi.
Una guida migliore?
Quell’Hinata che fino agli otto anni si perdeva ancora nella residenza principale?
Era un affronto.
«Va bene padre...» mormorò, gelida, e gli rivolse un inchino frettoloso. «Ti auguro una buona giornata»
Senza aggiungere altro, gli voltò le spalle e si allontanò. Mentre camminava, un pensiero fisso danzava davanti ai suoi occhi velati dalle lacrime.
Non vuoi un burattino che esegua gli ordini, eh?” pensò, avanzando con passo militare. “Vuoi una persona che sia in grado di prendere decisioni autonome, che pensi con la sua testa... va bene. Ti darò questa persona, padre. Renderò Hinata ciò che tu vuoi che sia... e scoprirai che era molto meglio prima”









Nel prossimo capitolo:

«Ah...» sussurrò lui, e cercò i suoi occhi con lo sguardo. «Siete tornati...» realizzò all’improvviso. «Dov’è Naruto?»
Sakura si incupì. «Vorrei saperlo anche io. Sono tre giorni che non si vede... mi hanno mollata qui, dicendomi che non dovevo perderti d’occhio... mi hanno praticamente rinchiusa in questa stupida stanza, e lui non si è nemmeno degnato di venire a trovarmi»
«Sasuke...»
Sakura si irrigidì. «Cosa?»
«Forse è con Sasuke...»













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Allora, la parte dedicata a Naruto e Sasuke ha riscosso molto successo tra le mie due lettrici anticipate
(che un po' mi fanno da beta)...
ma non è la cosa davvero importante.
Insomma, le liti furibonde civili discussioni tra quei due sono all'ordine del giorno.
Ciò che conta, e questo è solo un consiglio su "cosa tenere d'occhio", è la noiosissima parte politica...
Ne sentirete riparlare davvero tanto, credetemi!
Nel prossimo capitolo, come avrete intuito dall'anticipazione, Sakura scopre di Sasuke!
Come reagirà?
(ecco, il 33 è quel capitolo, per chi mi capisce...)
Vi saluto, e vado a ordinarmi la bara!

Chiedo scusa per le risposte brevi, ma sono assolutamente di fretta e il tempo stringe!
Dalla prossima volta torna l'angolino chilometrico, per cui...
...non smettete di scrivermi papiri! XD

Sono
molto,
MOLTO
incazzata.
Questo capitolo lo avevo messo lunedì sera, ne sono sicura!
Perché è sparito?!
Sapete cosa significa?
Che la mia tabella di marcia va letteralmente a puttane (e scusate la volgarità),
e che diventa inutile che io mi faccia in quattro per restare nei tempi!
STUPIDO SITO!!!

Talpina pensierosa: Naruto non ha ancora nemmeno iniziato ad essere preoccupante... aspetta il capitolo 34, per stare davvero in ansia!
arwen5786: ora ho memorizzato i numeri, non dovrei più avere problemi! XD Beh, per una volta non ho voluto che Naruto fosse sempre perfetto e corretto. Anche lui ha le sue debolezze, ed è giusto che ogni tanto escano fuori (non posso sempre prendermela con Sasuke! XD) E poi... diciamocelo: lui ha davvero paura che Sakura perda la testa a vedere Sasuke (e non ha neanche torto). Ad ogni modo, a me piace da impazzire quando fa il fiero sui tetti dei palazzi e sconfigge i cattivi... ma lo adoro alla follia quando sbaglia, e cerca di cavarsela senza riuscirci. Non è terribilmente tenero? Ecco, non guardando l'anime ti anticipo subito che in questa fic non vedrai nemmeno il più pallido accenno a Matsuri! Confesso anzi che tollero la sua esistenza soltanto nella ff di dionea, "Quello che vorrei", e giusto perché comunque lì sono tutti un po' "fuori dalle righe"! Per il resto, ho il preconcetto burino del "l'opera è quella del mangaka, il cartone animato è qualcosa di diverso!", che mi porta a perdermi molte cose, ma allo stesso tempo a infilarmi nel mondo del manga con tutta me stessa! ^_^
harryherm: maledettamente intuitiva! "Ormai mi sono accorta che più tu ami un personaggio più lo fai soffrire, che maledetta che sei :)" <-- non ho mai trovato sintesi più perfetta della mia personalità di autrice! XD Sasuke inizia a fare pena anche a me, ma come hai potuto leggere nell'anticipazione, il momento dell'incontro è vicino! (o forse no, e ho inserito di nuovo un preview sviante?) Comunque hai ragione: Sinners inizia soltanto adesso... Per quanto riguarda gli aggiornamenti, non temere: quelli ravvicinati non influiranno assolutamente sul ritmo degli altri, perché la tabella di marcia che seguo, e che mi costringe a metterli in fila, prevede aggiornamenti ogni due giorni!
Mala_Mela: è ormai palese: sei malata. Tu che parli di Sasuke senza citare nemmeno una delle migliaia di morti cruente che ti passano nella testa è qualcosa di molto, molto insolito e preoccupante! Devo chiamare Gregorio Casa? XD Sai è Sai. Il mio giocattolino. Il pupazzetto da maltrattare. Quello da far girare come una trottola per strappare un sorriso a voi lettrici, insomma. Meno male che a lui non dispiace mica! XD
lale16: ultimamente Kishi è un po' distratto, sì sì... Io aspetto solo che Naruto torni alla ribalta, per ora si è fatto un inutile giro di valzer con Tobi e basta! é_è Grazie per i complimenti, cercherò di sfornare sempre idee che piacciano a voi lettori! XD
killkenny: ed ecco che torno con i piedi per terra! XD Beh, in fondo me lo aspettavo! Non ho sempre assi nella manica come il ritorno di Orociok!
kage_naru89: se VUOI sapere cosa succede nel capitolo 382, continua a leggere; ALTRIMENTI chiudi subito gli occhi! Allora, ci sei? Spoiler! Jiraya muore! T___T Sì, tutti noi siamo in lutto per questo...
nicole_chan: amo le ripetizioni quando sono in termini di complimenti! XD
sammy1987: non so bene com'è, ma quando un personaggio muore diventa all'improvviso uno dei migliori mai creati! XD C'è stata la stessa scena ai tempi di Asuma, anche se in misura molto più ridotta! (nota: anche io sono tra coloro che stanno piangendo e proclamando l'assoluta perfezione di Jiraya! XD) L'incontro tra Sakura e Sasuke sarà presto, non temere! Mi spiace solo che probabilmente salterò un aggiornamento, proprio ora che ho messo quest'anticipazione così bastardella... credimi, non è colpa mia! Non avevo previsto che sarebbe caduto proprio qui!
sofipuf92: il dolore unisce, lo so... T__T Siamo tutti in lutto!
nixy: no no, nella testa di naruto, alla fine dello scorso capitolo, a parlare era "la sua coscienza" (chiamiamola così in mancanza di termini migliori), la vocina bastarda che gli fa notare tutto ciò che lui cerca di nascondere a sé stesso... A parlare è Kyuubi quando ci sono le virgolette! (es: "bla bla") Ehh, so che è un po' complicato, ma ha un suo perché! Kyu resterà un po' in sordina da qui in poi... e anche per questo, ho già pronta una ragione! XD Mamma mia, quanto sono efficiente!


Aya

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Capitolo 33
*** Tempo scaduto ***


Naruto-33

Capitolo trentatreesimo

Tempo scaduto







Terzo giorno di sonno per Sai.
Ormai la metà di luglio si avvicinava, e il caldo si faceva sempre più asfissiante.
Terzo giorno di prigionia per Sakura.
La nevrastenia era pericolosamente vicina.
«Buongiorno, sono qui per cambiare la flebo...»
Il semplice ingresso di un’infermiera significava scatti inconsulti, a quel punto. Sakura si avventava su ogni poveretta che mettesse piede nella stanza, chiedendo insistentemente di poter uscire, di avere almeno dieci minuti di aria e di vita, ma quelle, terrorizzate, balbettavano qualcosa di sconnesso e se ne andavano in tutta fretta.
E’ una cospirazione” realizzò lei la sera del terzo giorno, mentre con la fronte premuta contro il vetro freddo della finestra fissava l’esterno come un drogato fissa la dose che non prende da giorni. “Per qualche assurda ragione vogliono tenermi chiusa qua dentro...”
Il suo respiro formava un cerchio bianco sulla superficie liscia e trasparente, e la vita che scorreva là fuori sembrava infinitamente distante.
Se solo Sai si fosse svegliato, maledizione! Almeno quello! E invece no: coma indotto. La sua ferita sarebbe guarita meglio in quelle condizioni... al diavolo tutti i medici!


«Senti un po’, a che punto sei?» chiese Tsunade senza girarci attorno, appoggiata con i fianchi alla scrivania dell’Hokage.
Naruto guardò altrove, improvvisamente interessatissimo a una mosca che volava alta nell’ufficio.
A che punto era con Sasuke?
Ovviamente a zero.
Sì, lui reagiva alle provocazioni, ma in ogni caso non aveva le forze per farlo come si deve. Ancora si rifiutava di mangiare, e se ribatteva a ciò che gli veniva detto era per puro spirito di ribellione, non per una vera volontà di ripresa. Senza contare che il segno maledetto diventava più forte di giorno in giorno.
«...A buon punto» borbottò Naruto, vago.
«Mh...» fece Tsunade, assottigliando gli occhi castani. «Era tanto che non vedevo una bugia così spudorata e così pessima»
«Non sto mentendo!» si indignò Naruto, e mentre inveiva sentì la risata sarcastica della volpe riecheggiare nelle orecchie.
«Mi hai preso per una cretina?» sbuffò l’Hokage, ora quasi minacciosa. «Credi che non sappia cosa ti frulla in testa? Ho capito perché non vuoi che quei due si incontrino; ma non puoi tenerli separati per sempre. E’ vero, un Sasuke così debilitato può facilmente risvegliare l’istinto materno di Sakura, ma allo stesso tempo se non ti fidi di lei non andrete molto lontano. E ormai sono tre giorni che la teniamo confinata nella stanza di Sai: di questo passo impazzirà, o uscirà dalla finestra mettendo le ali»
Naruto arrossì, fissandosi le mani saldamente intrecciate.
Sapeva che ognuna delle parole di Tsunade era giusta, lo sapeva bene.
E sapeva che il quadro di lui che ne usciva non era molto lusinghiero.
Ma, anni prima, di fronte a un abbraccio che non aveva voluto interrompere, si era sentito così impotente... ed era terrorizzato all’idea di rivivere la stessa esperienza.
«...Mi serve ancora un po’» bofonchiò.
«Un po’ quanto?» lo incalzò lei.
«Ehm... un po’... di tempo»
L’Hokage sbuffò.
«Un giorno» disse secca. «Ti concedo ventiquattr’ore, non di più. Poi lascerò libera Sakura»


La manicure è una faccenda seria.
Bisogna controllare la lunghezza delle unghie, regolarla, rifinire la curvatura, eliminare le pellicine, e poi passare lo smalto – in due strati – aspettare che asciughi, esaminarlo e pregare che non presenti imperfezioni. Quando magari il risultato finale assomiglia in tutto e per tutto a unghie normali, solo un po’ più lucide del solito.
Haruka aveva un sacco di tempo da dedicare alla manicure.
Ma quel giorno, miracolosamente, aveva altro da fare.
Eppure passò anche mezzora in più a lucidare e limare le unghie, per l’unica e semplice ragione... che il suo ‘altro da fare’ era un appuntamento. Dopo almeno cinque giorni di silenzio completo della controparte interessata.
Insomma... non è che Kakashi sapesse che dovevano vedersi... è che lei aveva deciso di andarlo a trovare. Sasuke o non Sasuke.
Dedicò l’intera mattina a manicure e capelli, e poi scavò nell’armadio dei suoi genitori alla ricerca di qualcosa di riutilizzabile. Alla fine ciò che riuscì a reperire l’avrebbe resa immensamente affascinante... vent’anni prima. Guardò con occhio critico gli abiti stinti e fuori moda, e alla fine lanciò tutto di nuovo nell’armadio.
Al diavolo.
La cara vecchia divisa da ninja sarebbe andata benissimo... anche con lo smalto.
Si vestì in cinque minuti e passò i successivi venti ad aggiustare i capelli, che quel giorno avevano lottato e vinto per l’indipendenza. Alla fine si arrese, lasciando che andassero dove volevano, e uscì di casa a passo spedito.
Non era una donna che si faceva molti problemi con gli uomini: era cresciuta ricordando sempre che ognuna delle persone che incontrava avrebbe potuto esserle utile se sapeva quale tasto premere, e per questo aveva imparato molto della psicologia umana. Con l’animale uomo di sesso maschile, poi, le cose erano ancora più semplici.
E Kakashi non faceva eccezione, anche se per una volta non le interessava in quanto potenziale detentore di documenti top-secret.
Raggiunse il suo appartamento in pochi minuti, si infilò nell’ingresso lasciato aperto per il caldo e salì le scale con la miglior camminata ninja. Arrivata al suo piano, si fermò davanti alla porta nel punto esatto in cui Naruto aveva atteso per più di un’ora qualche giorno prima, e bussò senza esitazioni.
Non dovette attendere molto per sentire la serratura scattare, e attraverso uno spiraglio vide Kakashi.
«Ciao» lo salutò sorridendo.
Lui inarcò le sopracciglia, spiazzato, e aprì del tutto. «Haruka? Che ci fai qui?» le chiese.
«Sono passata a trovarti. Sai, non sei più uscito di casa dal processo a Sasuke. Mi chiedevo se eri ancora vivo»
«Sì, ma... ecco... a dire il vero in questo momento...»
Qualcosa, da qualche parte nell’appartamento, andò in frantumi. Una voce si sollevò e gridò parole indistinte. Haruka inclinò la testa di lato, con aria interrogativa, e Kakashi sospirò profondamente.
«C’è anche Naruto» borbottò. «Sta ehm... cercando di ‘svegliare’ Sasuke. O così sostiene lui»
«Mh. Sembra divertente» commentò lei. «Posso entrare o è pericoloso?»
«Sei fuori allenamento?»
«Sono in perfetta forma»
«Allora prego»
Kakashi si fece da parte, e la lasciò passare.
Haruka entrò e si guardò attorno senza il minimo pudore.
«Wow. Non avrei mai detto che fosse così... uhm in stile ‘casa dolce casa’» disse con un sorrisino. «Sembra quasi che una donna ci abbia messo lo zampino» lo guardò di sottecchi.
«Allora ho un lato molto femminile» replicò lui.
Haruka rise, e scosse la testa. «Va bene. Mi offri qualcosa?»
«Solo un attimo... prima vado a controllare che quei due non si siano buttati dalla finestra nell’entusiasmo della terapia. Intanto vieni, purtroppo il salotto è occupato, ma c’è la cucina»
Kakashi la portò nell’ultima stanza in fondo, quella più calda e luminosa, e la lasciò seduta su una sedia mentre tornava da Naruto e Sasuke.
Come previsto, il salotto era in condizioni pietose: i cuscini erano sparsi ovunque – e uno diffondeva piuma d’oca per l’aria – il suo unico vaso di un certo valore era in pezzi, le tende lacerate, una sedia mancava di una gamba, e pagine di libro strappate svolazzavano ovunque.
Dulcis in fundo, Sasuke era piegato sullo schienale del divano, ansante, e Naruto lo teneva per una spalla, affondando le unghie nella scapola in maniera dolorosa, almeno a prima vista.
Unghie... un po’ troppo lunghe, in effetti.
Kakashi si accigliò, ma quando cercò di guardare meglio tutto era normale.
«Naruto... Non ti sembra di esagerare un po’?» chiese piano. «Cosa ti prende oggi?»
Naruto, con il fiato leggermente corto, lasciò andare Sasuke e fece un brusco passo indietro. Mentre l’Uchiha si lasciava andare contro il divano, pulendo il labbro macchiato di sangue con il dorso della mano, lui si passò le dita tra i capelli.
«Tsunade mi ha dato l’ultimatum» disse tra i denti. «Ho meno di venti ore, al momento»
«...Capisco» si limitò a commentare Kakashi. «Ma non credo che ucciderlo sia la soluzione»
Il pugno di Naruto si abbatté sulla parete. «Lo so!»
Sasuke alzò appena lo sguardo, corrugando la fronte.
Venti ore? Ultimatum? Cosa sarebbe successo allo scadere del tempo? Cosa poteva rendere Naruto tanto inquieto da mostrargli di nuovo quegli occhi scarlatti, prima che Kakashi arrivasse?
Non riuscì a trovare la risposta, perché in quel momento il segno maledetto si rifece vivo, con una fitta più lancinante che mai. Il dolore fu tale che non riuscì nemmeno a provare a controllarlo, e vide le sue mani scurirsi senza poter far niente per impedirlo. Sentì un conato di vomito, e non riuscì a fermarlo, rovinando per sempre il divano di Kakashi. Avvertì un familiare dolore tra le scapole, e poi il sapore del sangue in bocca.
Gemette, e due mani forti si serrarono sulle sue braccia, bloccandole, mentre altre mani lo costringevano a ingoiare qualcosa di piccolo e viscido. Tossì, rischiando di strozzarsi, e solo dopo secondi che parvero ore sentì il dolore affievolirsi, e ritirarsi.
Ansante, si trovò steso sul divano con i capelli appiccicati alla fronte sudata. I suoi occhi vagarono senza posarsi su nulla... vide Naruto, vide Kakashi, ma non gli importò riconoscerli. Sollevò una mano tremante e la portò al segno maledetto... sotto le sue dita, sentì il tiepido calore del sangue, trasudato attraverso la pelle come da una piaga purulenta e malsana.
Naruto lo guardava, corrucciato, e Kakashi accanto a lui non mostrava un’espressione migliore.
«E’ la crisi più veloce e intensa che gli abbia mai visto» commentò quest’ultimo, cupo.
«Dannazione...» imprecò l’altro, lottando contro l’impulso di prendere a calci la prima cosa che gli fosse capitata sottomano.
Ormai non era più soltanto questione di svegliare Sasuke. Ormai era questione di salvargli la vita... e lui non avrebbe potuto fare niente.
Ma Sakura sì.
Sakura sì...


«...Credo che ormai si possa considerare fuori pericolo» disse Sakura, passandosi una mano sulla fronte. «Possiamo smettere di tenerlo in coma»
L’infermiera che era con lei nella stanza di Sai esitò.
Sapeva che doveva impedire alla kunoichi di uscire dall’ospedale e avere contatti con chicchessia, ma non sapeva se ‘chicchessia’ comprendesse anche il paziente. Se avesse permesso che si svegliasse, sarebbe stato un errore?
«Cosa c’è?» chiese Sakura, irritata. «Devo fare da sola?»
«No. No, mi scusi...» mormorò l’infermiera, mortificata, affrettandosi a raggiungere la flebo.
Gli ordini dei medici non si discutevano; qualunque cosa fosse successa, sperava solo che non riversassero la responsabilità su di lei.
Come le era stato detto, chiuse la flebo e attese qualche secondo, prima di sfilare delicatamente l’ago dal braccio del paziente. Controllò i monitor che riportavano le sue condizioni fisiche, e li trovò normali.
«Dovrebbe svegliarsi in qualche minuto» comunicò piano.
«Va bene» annuì Sakura. «Puoi andare»
L’infermiera si defilò silenziosa, lasciandola sola, e lei rimase ai piedi del letto di Sai, a fissarlo con le braccia conserte.
Aveva atteso per giorni il momento in cui fosse stato possibile svegliarlo... perché avrebbe significato libertà. Nessun malato sveglio, per quanto messo male, aveva bisogno di una guardia ventiquattrore al giorno.
Voleva vedere Naruto.
E voleva vedere Sasuke.
E voleva uscire di lì, maledizione!
Le lancette dell’orologio sul muro si muovevano con esasperante lentezza. Quanto tempo ci sarebbe voluto perché il farmaco smettesse di fare effetto?
Le scivolò lo sguardo su una mano di Sai, e per un attimo le sembrò che si muovesse. Scattò avanti, ma non successe altro; allora, delusa, tornò alla fine del letto. Tornò a fissare il suo viso pallido... e lo trovò ad occhi aperti.
«Sai!» esclamò, tornando al suo fianco. «Come ti senti? Fa male?» chiese rapida, mentre le sue dita si muovevano veloci a controllare i sensori sul suo corpo e gli occhi ai monitor.
Lui gemette, e lei gli tolse la maschera ad ossigeno.
«Fa male...» mormorò, cercando di portare una mano al petto.
«Avevi un buco sotto lo sterno» spiegò lei, fermandolo. «Ti abbiamo ricucito come potevamo, ma per qualche tempo non sarà piacevole»
«Ah...» sussurrò lui, e cercò i suoi occhi con lo sguardo. «Siete tornati...» realizzò all’improvviso. «Dov’è Naruto?»
Sakura si incupì. «Vorrei saperlo anche io. Sono tre giorni che non si vede... mi hanno mollata qui, dicendomi che non dovevo perderti d’occhio... mi hanno praticamente rinchiusa in questa stupida stanza, e lui non si è nemmeno degnato di venire a trovarmi»
«Sasuke...»
Sakura si irrigidì. «Cosa?»
«Forse è con Sasuke...»
All’improvviso l’aria condizionata nella stanza sembrò decisamente troppo alta.
«Con... Sasuke?» ripeté Sakura, immobile. «Cosa vuol dire? Dov’è Sasuke?»
Sai chiuse gli occhi, cercando di mettere ordine nei suoi pensieri confusi. «C’è stato il processo... lo hanno assolto... ora è con Kakashi»
Le labbra di Sakura si dischiusero lentamente.
Sasuke... era libero?
Perché avevano fatto il processo mentre lei e Naruto erano via? Perché, quando erano tornati, nessuno aveva detto niente...?
E perché... perché Naruto non era venuto a trovarla nemmeno una volta, in quei tre giorni...?
Sentì qualcosa di pesante e gelido scendere fino al suo stomaco, come un blocco di ghiaccio.
Se Sasuke era libero... e Naruto non era lì con lei... c’era un unico posto in cui poteva essere.
Ma... non le aveva detto niente.
Non una parola, non un accenno... Quando lo aveva saputo? Da chi? E perché nessuno le aveva parlato? Perché... all’improvviso se ne rendeva conto... perché avevano cercato di tenerglielo nascosto?
«Sakura...?» chiamò Sai, senza capire il suo improvviso mutismo.
Lei richiuse la bocca, pallida, e ricambiò il suo sguardo senza vederlo. Si voltò, come un automa, e raggiunse la finestra; posò le mani sul davanzale; fissò il giardino all’esterno; premette la fronte sul vetro freddo.
E lì rimase, immobile.


Di nuovo fermo davanti a una porta chiusa. Succedeva un po’ troppo spesso, di recente...
Naruto si mosse nervoso sui piedi.
Una porta bianca, questa volta. Un corridoio silenzioso. Aria condizionata.
Eppure il sudore colava lungo la sua schiena in quantità industriali.
Mi ucciderà” pensò, atterrito. “Non c’è alcuna possibilità che me la cavi... Mi ucciderà. E poi mi lascerà. No, forse devo invertire l’ordine”
Si guardò attorno, alla ricerca di un appiglio qualunque, ma il corridoio dell’ospedale era completamente deserto.
Inspirò a fondo.
Tsunade glielo avrebbe detto comunque, il giorno dopo. E ogni secondo che sprecava nell’indecisione era un secondo che avrebbe potuto aiutare Sasuke.
Non fare l’imbecille, non ora!” si disse stringendo i pugni. “Hai fatto la cazzata di non dirglielo prima, adesso non complicare le cose! Non lasciare che sia Tsunade a parlarle!”
Ahh, in quel momento sì che avrebbe voluto essere spronato dalla voce irritante che dispensava un sacco di consigli non richiesti.
Intendi me?
Oh. Eccola.
Ma non mi sembra di dover fare qualcosa.
E allora vai al diavolo!
Perché poi il prodotto della sua coscienza doveva avere una voce femminile?
Sospirò profondamente.
Basta esitazioni.
Doveva prendersi le sue responsabilità.
Bussò, piano, e attese trattenendo il fiato.
Nessuna risposta dall’interno.
Accigliato, tentò di nuovo, un po’ più forte. Ancora niente.
Ora l’ansia iniziava a farsi sentire.
Si guardò attorno nervosamente, ma il corridoio era sempre deserto. Allora decise di prendere il coraggio a due mani e aprire leggermente.
«...Sakura?» chiamò con un filo di voce.
La vide quasi subito, davanti alla finestra; volgeva le spalle alla porta. Nel suo letto, Sai dormiva, senza più maschera d’ossigeno.
«Ho bussato...» tentò di dire Naruto impacciato, richiudendo con cura. «...ma non ha risposto nessuno»
Sakura non aprì bocca.
Lui si torse le mani, a disagio. C’era una strana atmosfera... e non gli piaceva per niente. Era come se un vago senso di pericolo aleggiasse sulla stanza.
«Sakura» iniziò, inspirando a fondo. «C’è... una cosa che devo dirti. Per favore, ascoltami»
Ancora nessuna reazione.
«Va bene anche se non mi guardi... lo so, non mi sono mai fatto vedere... ma c’è un motivo» deglutì, improvvisamente a corto di parole. «Ero... ecco, ero...» si interruppe di nuovo, e dovette respirare un paio di volte. Diavolo. Era più difficile del previsto. «Ero... con Sasuke»
Silenzio.
«Mentre eravamo in missione... c’è stato il processo. Lo hanno assolto. E ora sta con il maestro Kakashi» le sue parole si facevano più veloci di secondo in secondo. «Io ho stupidamente cercato di ‘svegliarlo’ da solo, mi dispiace... Avrei voluto che tu lo vedessi in un altro modo, ma... me ne vergogno, ma non sono riuscito a combinare niente. Scusa. Mi dispiace. Ho... Ho chiesto a Tsunade che ti fosse tenuto nascosto, perché... volevo che lo vedessi in un altro... in un altro modo» sulla menzogna, la menzogna ripetuta, si impappinò leggermente. «Loro non hanno nessuna responsabilità, è tutta colpa mia. Perdonami. Scusami... Lui... è come un fratello per me... avrei voluto aiutarlo... e so che anche tu lo vuoi, non sto cercando di giustificarmi! E’ che... non ho pensato... sono stato un idiota. Ti prego, perdonami... Ora però... ho bisogno del tuo aiuto... lui ha bisogno del tuo aiuto» dovette fare una pausa, a causa della bocca secca. «Il segno maledetto... lo sta uccidendo»
Per la prima volta, la testa di Sakura si mosse impercettibilmente.
«Tu devi aiutarlo, Sakura. Sei l’unica che può fare qualcosa, che può visitarlo, studiare una cura... Solo tu e la vecchia Tsunade potete farcela»
Di nuovo silenzio.
Naruto esitò, nervoso.
«...Sakura?» la chiamò piano. «Di’ qualcosa...»
Lei allontanò le mani dal davanzale, pur continuando a dargli le spalle.
«...Se non ci fosse stato il sigillo maledetto, quando avresti pensato di dirmelo?» chiese, piano, e la sua voce suonò gelida nella stanza già fresca.
Naruto sentì un brivido correre lungo la schiena.
«Presto» si sentì rispondere, in tono patetico.
Sakura chinò la testa.
«Ah...» disse soltanto. «Allora è un bene che Sai si sia svegliato e mi abbia già spiegato molte cose»
Naruto corrugò la fronte, spostando lo sguardo sul letto.
Oho. A quanto pare sei comunque in ritardo.
«...Te lo avrei detto, davvero» si giustificò. «Già domani, al massimo... devi credermi»
Sakura si voltò, e nei suoi occhi verdi non c’era comprensione, né perdono.
C’era accusa. E... un velo di disprezzo.
Attraversò la stanza, senza correre ma senza andare nemmeno lentamente, e si fermò solo quando fu al suo fianco.
Non lo guardò; si limitò a parlare, con voce appena incrinata.
«...Hai così tanta paura di lui?» chiese. «E... ti fidi così poco di me?»
Non attese la sua risposta, ma andò avanti fino alla porta.
Naruto la sentì aprirla, e poi richiuderla.
Rimase solo, con il monotono bip-bip del cuore di Sai nelle orecchie.
E un rombo lontano.
Come... il rumore di qualcosa che si sgretola, e va in frantumi... per sempre.
Alla fine, l’ultima cosa che sentì fu la stupida e irritante voce nella sua testa.
Ma ti ha lasciato o no?

E poi soltanto nebbia.













Nel prossimo capitolo:


«...Non lo so» confessò, tirando fuori le mani di tasca. Le tese verso di lui, e Sai vide i graffi sui palmi, alcuni profondi; era come se Naruto avesse voluto raschiare qualcosa dalla pelle «Non guariscono» mormorò, con un filo di voce. «Di solito guarivano subito... ma queste non se ne vanno» deglutì. «E... ho l’impressione che sia perché io non voglio che guariscano. Ma perché non dovrei?»













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Posate i forconi e inspirate a fondo!
Ricordate che amo far soffrire la gente ma solo fino a un certo punto, e soprattutto ricordate che cosa vi ho detto:
prima della fine ci saranno un po' di capovolgimenti di situazione!
(insomma, bene o male questa è una threesome, è ovvio che non sia tutto così semplice)
L'anticipazione del prossimo capitolo non vi spaventi:
Naruto non si è dato all'autolesionismo, è... qualcosa di molto più grave, a dire il vero.
Uhm.
Ma forse questo non vi fa stare tranquilli...

(l'altra volta ho scritto che mi spiaceva "lasciarvi a piedi" sul capitolo 32...
Beh. Rileggendo il 33 mi rendo conto che vi è andata bene che fossi un capitolo indietro! XD)

Allora, l'irritazione per i problemi con il server mi è passata...
Ieri ero un tantino fuori di me, ma poi ho ragionato a mente fredda e mi sono messa il cuore in pace.
Mi spiace soltanto che resteremo indietro di un capitolo sulla tabella di marcia, a questo punto...
...ma, per vostra fortuna, questo intoppo mi porta a mettere un altro capitolo già domani!
(nota: sto per finire i capitoli a disposizione, e le mie giornate si preannunciano subissate di impegni... VOGLIO MORIRE! @_@)

Ho letto tra i commenti che questo Sasuke patetico inizia involontariamente ad attirare le vostre simpatie...
Beh, mi spiace! XD
In ogni caso, in questi giorni pubblicherò una cosuccia...
...un regaluccio di compleanno fatto a una cara amica...
Diciamo che potrebbe essere definita
"la svolta narusasu che non vedrete mai"!
Ma perché sia comprensibile dovrete aspettare un altro paio di capitoli della fic! ^_*

L'avviso che non avreste mai voluto leggere:
questo non era l'unico capitolo per cui mi vorrete morta.

OneWingedAngel: "segno maledettopatia"! XD Questa me la segno, giuro! E se riesco la faccio usare a qualcuno nella fic! XD Ehh, Sasuke è Sasuke. Fa girare le scatole, ma mi serve patetico per ora.... nel prossimo capitolo intuirai il perché. Gli Hyuuga invece sono qualcosa a cui tengo molto. E' inutile, sono così bastardi già di per loro che non devo nemmeno forzarli! XD (e... sì, lo so che né Hiashi né Neji sono poi così stronzi... ma insomma, un cattivo mi ci vuole di tanto in tanto!)
arwen5786: ARGH! Aspettative! ç_ç Mi mettono una gran paura, le aspettative... sigh. Cercherò di fare del mio meglio! >_< Comunque grazie per i complimenti, sono sempre davvero benaccetti (e, di fatto, sono tutto ciò che mi spinge ad andare avanti! T_T) Per quanto riguarda la threesome che hai scritto, appena ho un briciolo di tempo vado a darci un'occhiata! ^.^
killkenny: uhm... credo che se Sakura avesse fatto una sfuriata per Naruto sarebbe stato meno brutto. Invece così, con quel suo silenzio e quello sguardo, gli ha davvero dato il colpo di grazia... e chissà che Kyuubi non sia contenta della situazione...
harryherm: che ti succede, tesoro? Mi fai preoccupare, se sei tutta mogia e inizi a trovare sopportabile lo yaoi... Insomma, capisco che iniziare a guardare con occhi nuovi Sasuke possa portare a un po' di emoite, ma non devi abbatterti così! é_è Posso fare qualcosa per tirarti su il morale?
Talpina Pensierosa: grazie, me è commossa per il sostegno! T_T
lale16: festa di compleanno?? Wow, auguri! Quand'era di preciso? E quanti anni hai fatto? ^.^ Guarda, per la faccenda del server mi sono un po' ripresa... certo che potevano anche avvisare prima che avrebbero fatto dei lavori! (o lo hanno fatto e io me lo sono perso? ò_O)
1992: il tuo commento mi ha fatta piegare in due dal ridere! XD A partire dalla mia superiorità nei confronti di Kyuubi per quanto riguarda la rabbia (oh sì, anche lei davanti alla mia ira diventerebbe un gattino tremante! *_*), alle tue "ipotesi per il finale"! XD Sasuke che muore per mano di Sasuke è stato esilarante, per non parlare di Kakashi che alla fine se la spassa allegramente! XD Ehh, l'ho capito eccome che non vuoi provare pietà per Sasuke. Neanche io vorrei, credimi, ma quando uno raggiunge simili livelli di pateticità, o lo odi o ti fa pena! Non c'è scampo! Wow, davvero sono imprevedibile? °_° A me le cose che scrivo sembrano sempre tanto logiche da sembrare banali... ^^' Ma evidentemente faccio proprio schifo nell'autovalutazione!


Aya

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Capitolo 34
*** Randagio ***


Naruto-34

Capitolo trentaquattresimo

Randagio






«...E questo che diavolo significa?»
Ad occhi sbarrati, Tsunade fissò il foglio che aveva davanti come avrebbe fissato un biglietto vincente della lotteria.
Alzò lo sguardo sul messaggero della Nuvola che fregava nervosamente i piedi sul tappeto, infinitamente concentrato su un angolo della scrivania, e poi tornò a fissare il pezzo di carta sigillata, firmata e controfirmata che si trovava davanti.
«...Alleanza a scopo difensivo... Nuvola, Nebbia e Roccia...» rilesse a mezze labbra, incredula. «...Nasce a causa dei timori sollevati di recente dalle trattative politico-militari intrattenute tra il Vento e il Fuoco... Noi siamo molto in ansia? ...circa i reali rapporti che intercorrono tra questi due Paesi...! E’ per questo che chiediamo conto a entrambi degli scam...!» si interruppe, e sbatté il foglio sulla scrivania. «E’ assurdo!» sbottò, furiosa. «L’alleanza tra Fuoco e Vento non mira a danneggiare niente e nessuno! Sono completamente pazzi!»
Il ninja della Nuvola fece istintivamente un passo indietro, e lei lo fulminò con lo sguardo.
«Il tuo stupido Raikage ha piantato un casino che non immagina nemmeno!» esclamò, passandosi una mano sugli occhi. «Okay. Va bene, calma... le cose si possono ancora sistemare»
Si alzò bruscamente, e attraversò la stanza fino a raggiungere il messaggero della Nuvola.
«Tu resterai qui per qualche giorno» gli intimò. «Adesso cercheremo di sistemare la faccenda, e finché non avremo pronta una risposta non ti muoverai dal villaggio. E’ chiaro?»
«Ma io...» tentò di protestare l’uomo, e si trovò il peggior sguardo di Tsunade negli occhi. «Sissignora» si corresse all’istante, scattando sull’attenti.
«Hn. Sembri più intelligente del tuo Kage» bofonchiò lei.


Non sapeva identificare esattamente il miscuglio di emozioni che si susseguivano, una dietro l’altra...
Rabbia... delusione... rimorso... ansia... offesa... umiliazione... tutte invariabilmente collegate da quella che ne era il sottofondo: dolore.
Mentre attraversava il villaggio quasi di corsa, Sakura si accorse a malapena che la visione di ciò che la circondava era distorta dalle lacrime.
Era furiosa.
E triste.
E non voleva vedere Naruto... e voleva disperatamente vedere Sasuke.
Si trovò sotto l’appartamento di Kakashi, ansante, e alzò lo sguardo alla ricerca della sua finestra. Ah, che idiota: non ricordava più nemmeno il piano, nella confusione che aveva in testa. Dovette cercarlo tra i campanelli, scoprendolo al terzo. Entrò, ripercorrendo lo stesso tragitto che Naruto aveva fatto solo poche ore prima, e salì le scale di corsa, facendo i gradini due a due.
Sasuke... Sasuke era lì, a portata di mano.
E lo era stato così a lungo... senza che lei lo sapesse...
Raggiunse la porta, e bussò con troppa forza. Prima che le fosse aperto, si ricordò di asciugare le guance rigate di lacrime.
La serratura scattò.
Lei alzò lo sguardo... e incontrò quello di Kakashi.
Non era sorpreso.
«...Entra» si limitò a dirle, facendosi da parte.
Lei, all’improvviso, esitò.
Aveva corso fin lì, si era precipitata su per le scale, aveva quasi sfondato la porta... e ora tentennava.
All’improvviso, ebbe paura.
Perché, poi?
Per le condizioni in cui lo avrebbe trovato?
No.
Per quello che si sarebbero o non si sarebbero detti?
No.
Per la reazione di lui?
No.
O meglio... non solo.
Il suo era un timore indefinito e irrazionale, una paura che le stringeva lo stomaco in una morsa d’acciaio, un orrore che non aveva nome.
E forse proprio per questo era ancora peggio.
«Sakura?» la chiamò Kakashi, vedendola ferma sulla soglia.
Lei deglutì, e strinse i pugni sudati.
Andando contro tutto ciò che il suo istinto codardo le gridava, fece un passo avanti... e fu dentro.
La porta si richiuse silenziosamente alle sue spalle.
Dal fondo del corridoio, Haruka si affacciò con un bicchiere di tè freddo in mano, e le rivolse un cenno che lei vide appena. In quel momento, tutti i suoi sensi erano tesi in un’unica direzione.
«Lui... dov’è?» chiese con voce tremante.
«Vieni con me. E’ in salotto» rispose Kakashi, guidandola lungo il corridoio.
Sakura lo seguì in automatico, senza nemmeno rendersene conto. Mano a mano che la porta si avvicinava, i suoi occhi si sgranavano un po’ di più... alla fine, tra lei e la stanza ci fu solo Kakashi.
«Ora dorme, ho dovuto dargli un tranquillante» spiegò il jonin, piano, ma lei non lo ascoltava.
Sollevò una mano, e lo scostò leggermente, facendosi avanti. I suoi occhi vagarono per la camera devastata, e infine si fermarono sul divano.
...Lo vide.
Finalmente, dopo giorni e giorni... lo vide. Steso sui cuscini sopravvissuti alla devastazione, addormentato.
Le lacrime che le invasero gli occhi si trasformarono in un fastidioso ostacolo, e le cancellò quasi rabbiosamente, ingoiando quelle che ancora dovevano venire. Si fece avanti, tremando appena, e raggiunse Sasuke.
Si inginocchiò davanti al divano, restando a guardarlo, senza osare sfiorarlo...
Gli aveva salvato la vita, l’ultima volta che si erano incontrati. Ora lui dormiva, pallido e debilitato... Mostrava evidenti segni di denutrizione, insonnia, e malattia. Scorgendo la chiazza rossa attorno al segno maledetto, poté intuire quale ne fosse la causa.
«Sasuke...» sussurrò con un filo di voce.
Kakashi se ne era andato già da qualche minuto, lasciandola sola con lui. Sakura non se ne era nemmeno accorta... ma, a dire il vero, non sarebbe stata conscia della sua presenza nemmeno se le fosse stato accanto.
Dopo lunghi e interminabili secondi di sola contemplazione, mentre i pensieri si susseguivano confusi nella sua testa e il suo cuore aumentava il caos pompando troppo sangue troppo velocemente, trovò il coraggio di sollevare una mano e sfiorargli a malapena la fronte.
Era calda, sotto le sue dita.
Ma era lì.
Chiuse gli occhi, lasciò che le lacrime rigassero di nuovo le guance, e sostituì la propria fronte alla mano.
Era lì...


All’improvviso Naruto si ritrovò nel suo appartamento.
Non ricordava di esserci tornato, non ricordava nemmeno di essere uscito dall’ospedale... Ma tutt’a un tratto era lì. E sentiva un cerchio terribile alla testa.
Che ore sono?” si chiese confusamente, cercando un orologio.
Sapeva di essere stato da Sakura nel primo pomeriggio, ma adesso era già il tramonto. Si passò un braccio sulla fronte, e barcollò fino al frigorifero alla ricerca di qualcosa di fresco. Non trovò nulla. Sbatté la portiera così forte che tornò indietro, colpendolo allo stomaco, e allora si lasciò sfuggire un’imprecazione secca.
Solo in quel momento lo sguardo gli cadde sulle proprie mani...
...e le scoprì sporche di sangue rappreso.


Il concludersi della riunione non aveva affatto significato un miglioramento della situazione. Tsunade uscì dalla sala del Consiglio con un diavolo per capello, inveendo mentalmente contro Raikage, Mizukage e Tsuchikage, e il desiderio più forte che prese forma nella sua testa fu quello di bere qualcosa con Jiraya, qualunque cosa... pur di dimenticare per qualche ora quell’immenso casino.
Ma non aveva tempo.
Prima doveva occuparsi dei suoi doveri di Hokage... e doveva comunicare con il Kazekage.
Tornò nel suo studio, ordinando alle guardie di non lasciar passare nessuno se non era questione di vita o di morte, dopodiché si sedette alla scrivania e prese un foglio pulito e la penna.
Si dedicò alla stesura del messaggio per almeno mezzora, rileggendolo più volte e riflettendo su ogni frase, ponderando tutte le parole dalla prima all’ultima sillaba. Alla fine guardò il risultato con occhio critico, e decise che poteva andare bene.
Le mancava soltanto un messaggero. Qualcuno di intelligente e diplomatico, qualcuno che sapesse come trattare la Sabbia, qualcuno di cui potersi fidare e di cui poter fare a meno per qualche tempo...
...E l’intuizione venne spontanea.
Chiamò una delle guardie, che entrò sull’attenti, e sorrise, con una smorfia più simile a un ghigno.
«Fai chiamare Shikamaru Nara»
Dieci minuti dopo il poveretto in questione bussava alla sua porta, con un pessimo, pessimo presentimento in fondo al cuore...
...E quando sentì che non solo si sarebbe dovuto imbarcare in un viaggio di tre giorni, ma avrebbe anche dovuto dirigersi verso il paese di Temari, decise che da quel momento non avrebbe più dato retta ai presentimenti: per quanto potessero essere negativi, non arrivavano mai, mai, alle vette di sfiga che la sua vita era in grado di raggiungere.


Sai era ancora in ospedale. Ultimamente ci viveva, praticamente – con gran gioia delle infermiere.
Ormai poteva chiamare ‘sua’ la stanza che gli avevano assegnato per l’ennesima volta, e si era riservato di riempirla di fiori regalati da varie donne.
Seduto elegantemente sotto le coperte – sì, lui anche con un buco sotto lo sterno ci riusciva – stava facendo una copia dal vero di un gran mazzo di fiordalisi azzurri, quando qualcuno bussò alla porta.
«Avanti» disse, senza staccare gli occhi.
«E’ permesso?» chiese Ino, entrando allegra dietro a una foresta di rose bianche. «Allora, come ti senti dopo il risveglio?» continuò, depositando del tutto casualmente il suo mazzo davanti ai fiordalisi che lui stava ritraendo.
Sai depositò la penna e si accigliò impercettibilmente. «Puoi spostare i fiori?» chiese senza girarci attorno, e Ino obbedì sbuffando.
«Come stai?» ripeté poi, sedendosi sulla sedia accanto al letto.
«Bene» rispose lui, riprendendo a disegnare. «Per quanto possa stare bene una persona nelle mie condizioni... soprattutto dopo che l’Hokage mi ha interrogato per un’ora sull’orribile ‘disegno dell’uomo d’acqua’»
«Immagino» commentò lei, comprensiva, per poi dirottare al volo la conversazione su argomenti molto più interessanti. «Alla fine non abbiamo mai preso quel gelato che ci eravamo ripromessi... Quando esci di qui me lo devi offrire, eh. E non farti ridurre di nuovo in fin di vita solo per risparmiare»
Sai si concesse un mezzo sorriso, senza distrarsi.
«Tu perché sei qui?» chiese all’improvviso.
«Che cosa?» fece lei senza capire.
«Perché sei qui?»
«Beh... per te. Che domande. Per quali altre ragioni dovrei essere qui?»
Sai corrugò la fronte, studiando un bocciolo per qualche secondo.
«Forse per evitare Shikamaru» disse poi, mentre la matita riprendeva a scorrere sul foglio.
Nella stanza calò il silenzio.
Ino fissò Sai, sbattendo le palpebre, e alla fine arrossì leggermente. Incrociò le braccia sul petto.
«E quindi?» chiese in tono sostenuto. «Se anche fosse?»
«Niente» lui si strinse nelle spalle. «Non mi dà fastidio. Era solo per mettere in chiaro le cose»
«Sei un tipo veramente incomprensibile» borbottò lei, a disagio. «Insomma, perché me lo hai chiesto se non ti interessa davvero?»
«Perché mi interessa»
«Cos...? Ma hai appena detto che...»
«Che non mi dà fastidio. Non che non mi interessa»
Ino spalancò la bocca. «Okay. Non ti seguo più»
Sai sorrise lievemente.
«Per favore, mi prendi una bottiglia d’acqua al distributore?» chiese, lasciando perdere la matita e prendendo il marsupio sul comodino.
«Lascia stare... offro io» bofonchiò lei alzandosi dalla sedia. «Naturale o gasata?»
«Come vuoi tu»
Ino scosse la testa, esasperata, e uscì senza dire più nulla. Per quanto potesse essere affascinante, Sai era senza dubbio la persona più strana e incomprensibile che conoscesse.
Lui riprese a disegnare, in silenzio; finché la porta non si aprì di nuovo, senza che qualcuno bussasse.
Alzò gli occhi.
Vide Naruto.
Non sorrideva.
Si guardarono per almeno un minuto, in silenzio. Poi lui si avvicinò, e rimase in piedi davanti al letto, le mani affondate nelle tasche.
«Glielo hai detto» mormorò piano, con voce innaturalmente calma.
«Che cosa?» chiese Sai, senza capire.
«Hai detto a Sakura di Sasuke»
Silenzio.
«Non dovevo?»
«No»
«Oh. Mi dispiace, non ne sapevo nulla»
«Già... immagino che sia così...» borbottò Naruto, mentre i suoi occhi vagavano inquieti posandosi su ogni oggetto nella stanza. «Però glielo hai detto»
Sai inclinò la testa di lato, senza ribattere.
C’era qualcosa di strano, in Naruto. Qualcosa di vagamente inquietante.
«Va tutto bene?» chiese piano.
Lui finalmente alzò gli occhi fino a incontrare i suoi. Erano azzurri, ma di un azzurro cupo e tendente al blu, ed erano turbati. Insieme alla barba sfatta, lo rendevano... diverso.
«...Non lo so» confessò, tirando fuori le mani di tasca. Le tese verso di lui, e Sai vide i graffi sui palmi, alcuni profondi; era come se Naruto avesse voluto raschiare qualcosa dalla pelle «Non guariscono» mormorò, con un filo di voce. «Di solito guarivano subito... ma queste non se ne vanno» deglutì. «E... ho l’impressione che sia perché io non voglio che guariscano. Ma perché non dovrei?»
«Non lo so» disse Sai piano, tornando a guardare nei suoi occhi.
Naruto annuì, in un gesto meccanico, e di nuovo ficcò le mani in tasca.
Chi è che non vuole che guariscano?
Io.
Ah. Beh, se lo dici tu...
Chi altri dovrebbe essere? La volpe?
Perché no?
Perché non avrebbe senso!
E che sia tu ha molto più senso, invece?
«Naruto?» chiamò Sai, distraendolo.
«Cosa?» fece lui, alzando la testa.
«...Tutto questo... è perché è tornato Sasuke?»
Naruto rifletté su quelle parole, accigliato. Aprì la bocca per rispondere, ma esitò; alla fine, parlò senza quasi rendersene conto.
«No. No... non solo» sussurrò, sovrappensiero. «Credo... di dover parlare con Tsunade»
«Ehi, c’era solo natur... oh» esclamò Ino, rientrando senza bussare. Si fermò, a un passo dalla soglia, con una bottiglia d’acqua in mano. «Scusate»
«No, adesso me ne vado» borbottò Naruto, raggiungendola in due rapide falcate. «Resta pure»
«A...Aspetta» lo fermò lei, prima che uscisse. «So che Sasuke ora sta da Kakashi, per questo non... non ho avuto il coraggio di andare a... sì, beh, comunque... come sta?» chiese, palesemente a disagio.
Naruto le lanciò un’occhiata fosca. «Starà bene» si limitò a dire, e poi se ne andò, richiudendosi la porta alle spalle.
Ino sbatté le palpebre; da Naruto si sarebbe aspettata una risposta più imbarazzata, un po’ burlona... non tutto quel cupo grigiore.
Tra le sopracciglia di Sai, sulla fronte chiara, si disegnò una ruga verticale; era un evento quanto mai raro...


Perché era andato da Sai?
Perché non da Kakashi? O da Shikamaru? O da chiunque altro?
Perché aveva scelto di dirlo a Sai, anche se sapeva che non gli sarebbe stato di alcun aiuto?
Se lo chiedeva, Naruto, mentre camminava lento per le strade del villaggio.
Le mani gli facevano male, affondate nelle tasche.
Aveva paura, Naruto.
Paura di chiedere le risposte che cercava all’unica creatura che gliele avrebbe sicuramente date.
Paura di sentire la voce di Kyuubi che confermava i suoi sospetti.
Perché era stato da Sai?
Perché era come non essere stati da nessuno.
Perché lui non avrebbe fatto storie. Non lo avrebbe assillato, non si sarebbe preoccupato eccessivamente, e avrebbe lasciato tutto nelle sue mani.
Perché Sai si fidava di lui.
Ma faceva bene?
Forse Naruto voleva soltanto alleggerirsi la coscienza. Parlarne con qualcuno, in modo da poter dire “ehi, io vi ho informati”. Che poi non aveva detto niente in realtà... non aveva detto del sangue che si era trovato sulle mani, né della mezzora che aveva passato al lavandino, a raschiare le macchie che non se ne andavano dai suoi occhi...
Perché?
Di cosa aveva paura?
Di te stesso, genio. Cioè, l’ho capito anche io...
Mh. Che conquista. Tu sei me.
Si fermò in mezzo alla strada, all’improvviso, e alzando lo sguardo si accorse di non sapere dove fosse. Girò la testa tutt’attorno, smarrito.
Era in periferia, a giudicare dal paesaggio. Le ultime case erano ben più indietro del tratto in cui si era fermato, e la strada puntava verso la foresta.
C’era un prato, davanti ai suoi occhi.
Sarebbe stato un bel posto per vivere.
Tutt’a un tratto, senza che le avesse richiamate, una serie di immagini si imposero alla sua mente.
Una casa, dipinta di bianco. Un giardino, e un gatto. Bambini. Una moglie. Una vita felice.
Però... la moglie non aveva un volto.
I bambini sì. Erano biondi, ed erano bellissimi.
Ma la moglie... era solo un vago fantasma.
Naruto si passò una mano sul viso, sentendo il mento ruvido e le occhiaie profonde.
Che cosa mi sta succedendo?” si chiese angosciato. “Chi o cosa sto diventando?”
Il silenzio che lo circondava non fornì alcuna risposta.
Poi, fievole, nell’aria si sollevò un miagolio leggero.
Naruto girò lo sguardo tutt’attorno, perplesso. Lo aveva sentito davvero? O era uno strascico del suo sogno ad occhi aperti?
A malapena udibile, il suono si ripeté, vago e quasi tremolante.
C’era davvero.
Naruto tese attentamente le orecchie, cercando di capire da dove veniva. Si girò, seguì il contorno del prato che lo circondava... e lo vide, fermo, seduto nell’erba.
Un gatto.
Non cucciolo, non adulto.
Fermo.
Aveva il pelo di uno strano color crema, tendente al biondo miele, e gli occhi azzurri. Si limitava a starsene seduto, e lo guardava miagolando di tanto in tanto. Il suo pelo non era lucido e folto, ma rado e irregolare. Era magro, e la sua coda spelacchiata ondeggiava pigramente nell’aria.
Lo fissava.
Guardingo, sospettoso, lo teneva d’occhio.
Forse aveva fame.
Naruto si accucciò, guardandolo negli occhi. Avevano un colore simile a quello dei suoi.
«Ehi...» mormorò, stiracchiando un sorriso. «Ciao»
Il gatto non mosse un muscolo.
Naruto si fece un po’ più avanti, e quello scattò in piedi.
Fu uno strano attimo.
Una specie di illuminazione improvvisa.
E quel gatto... divenne un ragazzino sempre solo. Trascurato, affamato, logorato dalla solitudine.
Un ragazzino spaventato ma aggressivo.
Un ragazzino che avrebbe potuto diventare un mostro.
Naruto guardò la mano che stava tendendo verso l’animale, ancora graffiata e dolorante.
Lui... era stato in quelle stesse condizioni, un tempo.
Solo. Selvatico.
Randagio.
Ma poi qualcuno gli aveva teso una mano, con la forza. Sgridandolo, preoccupandosi per lui anche quando lui non voleva, si era avvicinato sempre più, giorno dopo giorno.
Il maestro Iruka.
L’uomo che tuttora considerava suo padre, indipendentemente da Namikaze Minato.
Dopo, c’erano stati il maestro Kakashi, Sakura, anche Sasuke... e tutto un intero mondo.
Naruto... sapeva cosa significava essere soli.
E ora, con il suo comportamento, rischiava di perdere le persone che gli erano care e anche la testa.
Rischiava di tornare a quel tempo.
Cosa diavolo stava combinando?
Cosa significavano quella mano che non guariva, la occhiaie, la barba sfatta... anche la paura di Sasuke?
Aveva fatto l’eroe con Tsunade, si era vantato di poter controllare la volpe, e ora si scopriva atemerla.
Si accigliò, sentendo la rabbia che lentamente montava.
Sasuke era tornato. Sakura se ne sarebbe occupata, lo avrebbe salvato. E lui l’avrebbe tenuta stretta, lo avrebbe fatto ad ogni costo. E avrebbe tenuto anche Kyuubi.
Un giorno sarebbe stato Hokage, e che diavolo! Non c’era nulla che non potesse fare!
Non c’era nulla che potesse abbatterlo!
Fissò il gatto, che ricambiò lo sguardo come a sfidarlo.
Ghignò, e si acquattò a terra.
«Tu hai bisogno di qualcuno» disse risoluto, e quello arretrò di un passo, agitando la coda per aria, fremente.
Naruto sorrise. E partì all’inseguimento.
Senza che se ne accorgesse, i graffi sulle sue mani guarirono a vista d’occhio... e una voce, nel fondo della sua coscienza, rise piano.
L’hai fatto una volta, lo rifarai ancora... Non si scappa, ragazzino...











Nel prossimo capitolo:

Beh, già che c’era... magari poteva fare il grande passo.
In fondo non c’era niente da studiare, no? Si trattava soltanto di farsi avanti, parlare, esporre le proprie ragioni... non era una cosa che necessitasse di preparazione, insomma!
Lui aveva affrontato Itachi Uchiha! Madara Uchiha! Aveva battuto sharingan, byakugan e anche, in parte, rin’negan! Non si sarebbe fatto spaventare da una cosa simile!
La vide oltre la porta a vetri.
L’attimo dopo era accuratamente nascosto tra le fronde dell’albero più vicino, con il cuore a mille.
Ok... non mi ha beccato, vero?” si chiese trattenendo il fiato. “No, non può averlo fatto, stava guardando altrove...”













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Beh, arrivati a questo punto della storia un po' di angst mi sembra d'obbligo, no?
E' il momento in cui Naruto si mette nei casini, in cui Sakura scopre di Sasuke, in cui Kyuubi inizia a fare il suo gioco...
Tuttavia, da qui in poi le cose si faranno più leggere.
Non a caso, le piccole parti riguardanti Tsunade in questo capitolo sono nate all'unico scopo di prepararvi per il viaggio di Shikamaru verso la Sabbia...
Uhuhuh...
Lì sì che ci sarà da divertirsi! XD
Comunque, tenete gli occhi sul gatto, perché
a) lo adoro;
b) avrà una certa rilevanza...

Prossimo capitolo, postato alle 0.00 (più o meno) del 25 dicembre!
Il mio regalo di Natale a tutti voi...
...ma sarà bello o brutto?

Oggi ho letto il capitolo 383 di Naruto...
...no comment.
T__T

sammy1987: e sì, avrei dovuto aspettarmi almeno un commento di questo tipo! XD Doveva pur esserci qualcuno che fosse contento per la lite tra Naruto e Sakura! Chissà se le cose prenderanno una piega definita, ora...
arwen5786: sì, lascio tante cose in sospeso... ma non aggiorno una volta alla settimana, maledetta! I miei capitoli sono molto, molto più ravvicinati dei tuoi! Comunque... in effetti la reazione di Sakura era quanto di peggio potesse capitare a Naruto. Avrebbe potuto urlare e fare una sfuriata, ma d'altro canto lei non è solo arrabbiata... è anche profondamente delusa. E poi non è più l'oca dodicenne che saltava su per ogni minima cosa, ho voluto sottolineare il suo lato maturo qui. I cenni ShikaTema che aspetti hanno inizio in questo capitolo... e poi... uhuhuh, ce ne sarà uno intero dedicato a loro due! E' stato parecchio divertente scriverlo! XD Non sprecare tempo e materia grigia a farti viaggi con la mia fic, non credo ne valga la pena! XD Almeno... di solito mi dicono che sono assolutamente imprevedibile, e quindi ti consiglio di gettare la spugna già da subito!
Talpina Pensierosa: eeeh, tu sai benissimo perché Naruto è ancora vivo, non fare l'ingenua! XD
harryherm: allora, iniziamo con il tranquillizzarti. La fic NON finirà in un mare di sangue, sebbene prima dell'ultimo capitolo ne scorrerà un po'. L'angst degli ultimi tempi si stempererà abbastanza con il proseguire della fic, Naruto sta già iniziando a tornare quello di sempre, e Sasuke - attenzione attenzione - si riprenderà lentamente... quindi le prospettive (almeno per un po') sembrano rosee. (Tra parentesi... nel dizionario esiste una definizione di angst??) Per quanto riguarda i tuoi problemi personali, tesoro (se ti fa piacere continuo a chiamarti così! ^_^), lasciatelo dire da una che ha passato un periodo davvero brutto: le cose non sono mai terribili come sembrano. Credimi, in questo momento, come dici tu, ti sembra che la felicità si stia sgretolando sotto i tuoi occhi e che la tua vita debba distruggersi... ma non è così. C'è sempre un angolo che non stai guardando, un frammento di panorama illuminato dal sole... e tu, semplicemente, non te ne accorgi. Perché, in fondo, è più facile restare nel proprio guscio e chinare il capo, e perché alzare la testa richiede davvero tanta tanta energia. Ma non devi abbatterti, va bene anche così. Non devi per forza essere sempre forte e reagire, ci sono momenti in cui vuoi stare come stai, e basta... solo, non devi mai, mai dimenticarti di quel raggio di sole. Non devi mai dimenticarti che qualcosa c'è sempre, anche se tu non la vedi. Ci proverai, almeno?
nixy: evvai, un commento come quelli che volevo sentire! XD L'indignazione mi piace, mi piace un sacco! Ormai ti sarà chiaro che il motivo per cui Naruto è un po'... come dire... confuso, è misterioso ma non troppo. Insomma, Kyuubi gli sta facendo qualcosa, ma cosa? E perché? Qual è il suo obiettivo? Lo scoprirai solo tra un po', purtroppo! XD Nel frattempo, preparati per il capitolo di Natale... credo ti piacerà ^_*
OneWingedAngel: il punto è che Naruto non "fa lo stronzo come Sasuke"; anzi, mentre Sasuke se ne sbatteva di Sakura, Naruto ha fatto quel che ha fatto proprio perché se ne preoccupa, anche un po' troppo. E la reazione "alla Tsunade" ci sarebbe stata se Naruto avesse fatto una cazzata meno importante... ma dal momento che è in ballo una questione di fiducia, mi sembra anche normale che lei la prenda un po' sul serio, nel senso che sfogarsi a pestarlo non le basterebbe. Uhm, spero di essere stata chiara...! ò_O'
lale16: ma dai, il 21 è anche il compleanno di una mia amica! XD Che coincidenza, io pure ero alla sua festa! Su, su... Naruto soffrirà un pochettino, non poi tantissimo... Ok, soffrirà parecchio, ma alla fine avrà la sua bella ricompensa, dai! XD Mettiamola così! ç_ç sono un po' commossa per il commento su Saseuke IC, mi fa davvero piacere! Dato che non mi diverte particolarmente muoverlo (cioè... mi diverte fargli del male, ma non immedesimarmi in lui XD), ho sempre paura che non vada tanto bene! Ma tu mi conforti! ^^


Aya

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Capitolo 35
*** Dimmelo ancora ***


Naruto-35

Capitolo trentacinquesimo

Dimmelo ancora




«Ok, dimmi chi ti ha ridotto così che gli stringo la mano per l'abilità» commentò Iruka al ramen Ichiraku, fissando Naruto perplesso: su tutta la faccia e le braccia, il biondo sembrava coperto di graffi e... morsi?
«Ah, non ce l’ha una mano» rispose allegramente Naruto, divorando la sua ciotola di ramen doppio con insolita energia.
«Eh?» fece Iruka senza capire.
«Non ce l’ha una mano. Ma ha una zampa, se per te fa lo stesso»
«Eh?»
«Uh, forse non te l’ho detto, maestro... Ho preso un gatto»
«Tu hai preso cosa? Ma sei pazzo? Non sai prenderti cura neanche di te stesso, figuriamoci di un altro animale!»
«Mah, forse è davvero un po’ azzardato... soprattutto visto che mi sta distruggendo la casa. Ma in fondo stiamo bene insieme. E’ una lotta per la sopravvivenza, ma funziona»
Iruka sbatté le palpebre, allibito. Si guardò attorno, a disagio, e alla fine, arrossendo leggermente, si sporse verso il suo ex allievo.
«Ehm... tu non stai facendo le prove generali, vero...?» gli sussurrò in tono cospiratorio.
«Le cosa?» replicò Naruto a bocca piena.
«Ehm... ehm... insomma... Sakura non è incinta, vero?» spiegò Iruka, sudando freddo.
Dio, Naruto che alla sua età si prendeva cura di un figlio... tremava per il povero eventuale bambino.
«Non che io sappia» rispose però il biondo, rilassato. «Anche perché sono tre giorni che è tornata dai suoi»
Iruka impietrì.
«Che cosa? E perché?» chiese preoccupato.
«Beh... diciamo che ho fatto una cazzata» borbottò lui, affondando il viso nel ramen. «E me la sta facendo scontare. Ma ho intenzione di far tornare tutto alla normalità, non preoccuparti maestro»
«Ah... d-davvero?» Iruka, incredulo, sbatté di nuovo le palpebre.
Da quando Naruto faceva casini e li sapeva anche risolvere?
Tossicchiò, assottigliando gli occhi, e si avvicinò per sussurrargli qualcosa d’altro.
«...Non le avrai mica messo le corna?» chiese in un sibilo.
«Potrebbe anche essere» ammise lui, ricordando le ore di oblio seguite al loro litigio. Iruka inorridì. «Ma non mi sembra, quindi non ci do peso»
«Eh? Che cosa? Che diavolo vuol dire?» sbottò il chunin, nel pallone più completo.
«Ahah, non preoccuparti maestro Iruka!» esclamò lui allegramente, svuotando la ciotola e sbattendola quasi sul bancone. «Ora devo andare, ho una missioncina in solitaria che durerà sì e no qualche ora... offro io, mettete tutto sul mio conto»
«Il tuo conto sta raggiungendo le stelle, Naruto, quando hai intenzione di saldarlo?» intervenne Ayane con uno sbuffo, appoggiata al ripiano di legno.
«Ah. Dici?» commentò lui corrucciato, frugando nel marsupio. Dopo ardua e perigliosa ricerca, estrasse l’immortale e ormai malridotto portamonete a forma di rospo, vicino a esplodere per quanto era pieno, e lo aprì. Ne studiò il contenuto, sfilò un paio di banconote, e le gettò sul banco. «Bastano?» chiese, sforzandosi di rimettere tutto a posto.
«Oh. Wow, non mi aspettavo che pagassi davvero!» commentò Ayane sorpresa. «E soprattutto non mi aspettavo che il tuo portafoglio fosse così ricco!»
«Eh? Ah sì... un po’. Ora devo proprio andare, ci vediamo!» salutò lui veloce, e schizzò via di corsa.
Iruka lo fissò a bocca aperta, e poi guardò Ayane.
«Ma io... con chi ho pranzato?» chiese, allibito.


Suna.
Sabbia, sabbia, e ancora sabbia ovunque posasse lo sguardo.
Shikamaru si passò la mano sulla fronte madida di sudore, guardandosi attorno corrucciato. Che posto del cavolo da visitare a luglio!
Il ninja vestito di bianco che lo aveva accolto al suo arrivo si era assentato per chiedere se poteva farlo passare, e nel frattempo lui cuoceva sotto il sole rovente e masticava quella maledetta e onnipresente sabbia.
Ormai è ufficiale: io odio l’Hokage” pensò cupo.
Per sua fortuna la guardia non impiegò molto a tornare, e con un sorriso assolutamente inappropriato lo invitò a rinfrescarsi all’interno.
«Oh, grazie» sussurrò lui tra i denti, seguendolo nell’ufficio.
Naturalmente ‘climatizzazione’ non sembrava essere nel vocabolario della Sabbia. Lo stanzino era ancora più caldo e soffocante del deserto, e la penombra non faceva che peggiorare le cose. Il lato positivo era che l’acqua almeno era fresca. Shikamaru la buttò giù in un unico sorso, mentre la sua gola intonava un canto di gioia e migliaia di angioletti dotati di cornamuse si univano al coro, comparsi chissà da dove, e a quel punto le cose gli apparvero sotto una prospettiva migliore.
«Allora, come mai in viaggio con questo caldo?» chiese la guardia, riempiendogli di nuovo il bicchiere»
«Un messaggio» borbottò lui stringato.
«Ahh, capisco» il ninja annuì. «Dev’essere qualcosa di importante se non hanno usato un falco»
«Mah, chissà...»
E in effetti Shikamaru non sapeva cosa ci fosse scritto nel pacchetto che trasportava, ma non gli interessava neppure. Sicuramente significava guai; e lui già se ne sarebbe trovati davanti un bel po’, in quel luogo.
Finì il secondo bicchiere e si congedò, avviandosi lungo lo stretto passaggio tra le mura a gradoni. Ogni tot metri una guardia lo studiava, e riconoscendo il coprifronte legato al braccio faceva un cenno di rispettoso saluto. Era discretamente gratificante. E la strada era in ombra, grazie al cielo.
Shikamaru raggiunse il centro abitato, e immediatamente l’alto palazzo del Kazekage gli si stagliò davanti in tutta la sua imponenza. Fece una smorfia. Chissà che fatica le scale.
Proseguì svogliatamente, a passo lento e annoiato, sperando forse di fermarsi per inerzia prima della meta, così da avere una scusa perfetta per non mettere piede nella tana del lupo... ma la sua meta si avvicinò improvvisamente e in maniera subdola, e gli comparve di fronte decisamente troppo presto.
Il portone principale, alto e squadrato. Le guardie che studiavano il suo arrivo, perplesse. La loro richiesta di identificazione.
«Sono qui per vedere il Kazekage, ho un messaggio dell’Hokage»
L’attesa, l’accertamento. Il maledetto sole. E poi eccole, le fatidiche scale. Forse erano più di quelle che aveva immaginato...
Furono una sfida. Un’odiosa, orribile sfida... dalla quale comunque uscì vincitore. Ma perché i Kage avevano la fastidiosa mania di tenere gli uffici all’ultimo piano? Cosa ci guadagnavano?
Davanti alla porta dello studio c’era un’altra guardia, che vedendolo arrivare annuì e bussò. Dall’interno provenne una voce indistinta, cui fu data una rapida risposta.
«Prego» disse poi il ninja, rivolto a Shikamaru, e aprì.
Lo studio del Kazekage era un inno alla semplice ricercatezza; non c’era una briciola più del necessario, i colori si armonizzavano perfettamente con il paesaggio – ma anche con i capelli del Kazekage – e la scrivania, visione quasi sconvolgente per un ninja della Foglia, era assolutamente sgombra e lucida.
Gaara, seduto oltre il piano chiaro, alzò gli occhi dallo spesso plico che stava leggendo.
«Accomodati» disse, dedicando subito ogni attenzione a Shikamaru. «Sono stato avvisato del tuo arrivo dall’Hokage»
Lui obbedì, e prese posto sulla sedia davanti alla scrivania, depositando il pacchetto di Tsunade accanto a un portapenne d’argilla. Gaara se lo tirò vicino e lo aprì, infrangendo il sigillo della Foglia. All’interno dell’involucro, c’era solo un foglio accuratamente ripiegato, un messaggio non troppo breve e dall’aria ufficiale.
Al termine della lettura, sulla fronte del Kazekage si disegnò una ruga quasi impercettibile.
«...Questo potrebbe essere un problema» mormorò corrucciato.
Shikamaru si guardò bene dal fare un qualsivoglia commento; prima usciva di lì, più sarebbe stato felice. Il problema era che la sua anima pigra, spalleggiata dalla sua anima lussuriosa, gli stava facendo gentilmente notare che una notte di ospitalità sarebbe stata molto gradita.
«Va bene» disse Gaara all’improvviso, posando sulla scrivania il messaggio. «Devo chiederti di restare a Suna per qualche giorno...» Shikamaru gemette interiormente, e la sua anima lussuriosa si esibì in un gesto di gioia discretamente osceno, meritando per questo un severo ammonimento. «...devo convocare una riunione, e temo che le cose andranno per le lunghe. Nel frattempo ti sarà data una stanza in questo palazzo, sei pregato di restare nei dintorni»
«Mi ci chiuderò dentro» assicurò Shikamaru.
Da solo?” chiese una vocina ridacchiante nella sua testa. La scacciò con un metaforico cenno irritato.
Grazie al cielo almeno il Kazekage conservava un briciolo di serietà... non si era lasciato scappare nessun commento fuori posto.
«Ah, nel caso volessi fare un giro per il villaggio, ti affiderò Temari come guida» se ne uscì Gaara in quel preciso istante, mentre Shikamaru si alzava in piedi.
E il jonin della foglia cancellò all’istante ogni buona opinione avesse mai avuto di lui.


Sakura corrugò la fronte, concentrata.
I fogli tra le sue mani erano stropicciati per il troppo uso, e le cifre riportate sulla carta bianca ondeggiavano davanti agli occhi che le avevano studiate per troppo tempo.
La kunoichi si passò una mano sulla fronte, frustrata.
Così non andava affatto bene. I risultati delle analisi di Sasuke non erano per niente incoraggianti.
Mentre li rileggeva per la trecentesima volta, alla ricerca di un errore qualunque, qualcuno bussò alla porta dello studio medico che aveva occupato come quartier generale, facendole alzare lo sguardo irritata.
«Sì?» chiese secca.
«Chiedo scusa... posso entrare?» ribatté Kakashi, facendosi avanti.
«Oh, maestro Kakashi...» sospirò Sakura stancamente. «Scusa... entra pure»
«Come sta andando?» si informò lui, raggiungendola e sbirciando i fogli da sopra la sua spalla.
«Male» mormorò lei, tendendoglieli. «E’ un virus. Potenziato con qualche tecnica magica... Eliminarlo non sarà uno scherzo»
Kakashi esaminò i risultati delle analisi per qualche secondo, e alla fine annuì piano. «C’era da aspettarselo... Orochimaru era un esperto in questo genere di esperimenti. Il segno maledetto è soltanto l’ultima delle sue diavolerie»
«E Sasuke come sta?» chiese Sakura. «Ha mangiato?»
«Non volontariamente» rispose lui. «E’ ancora nutrito a forza per flebo, il suo corpo rigetta qualunque tipo di cibo... e le crisi ormai avvengono a intervalli regolari, ogni sei ore circa. Le infermiere lo sedano, ma non possono fare altro, anche ora che è in ospedale»
«Se lo sta mangiando, maestro Kakashi...» Sakura nascose gli occhi dietro la mano. «Quel virus lo sta divorando pezzo a pezzo... e non so se riusciremo a fermarlo»
«Certo che ci riusciremo» la contraddisse lui, posandole una mano sulla spalla. «Siamo qui per questo»
Lei si sforzò di sorridere, con scarsi risultati, e poi inspirò a fondo per calmarsi.
«E tu come stai?» le domandò Kakashi. «Mi sembri stanca...»
«Ma no, va tutto bene» mormorò Sakura. «E’ un po’ di tensione... lo stress... L’importante ora è occuparsi di Sasuke. Lo abbiamo fatto trasferire qui apposta»
Kakashi annuì, ma non smise di fissarla. Esitò per un lungo istante... poi se ne uscì con la domanda che gli premeva davvero.
«Ho sentito che sei tornata dai tuoi genitori... tu e Naruto avete litigato a causa di Sasuke?»
«Tu saresti rimasto?» ribatté Sakura con un cenno stanco. «Mi ha mentito. Nonostante sapesse perfettamente quanto volevo vederlo, me lo ha tenuto nascosto... e quel che è peggio, ha anche costretto voi altri a unirsi a lui in questo stupido gioco»
«Non era un gioco»
«Lo so. Era un modo di dire»
Calò il silenzio.
«E’ solo che...» riprese lei dopo un attimo, a disagio. «E’ che... lui non si fida di me, capisce? Ha paura di Sasuke, e pensa che tenendoci lontani andrà tutto bene... Ma le cose non funzionano così. Più ciò a cui tieni è lontano, più ti ossessiona. Se mi avesse detto subito che era libero, non sarebbe cambiato nulla tra di noi. Ma così...»
Ne sei davvero sicura?” chiese Kakashi mentalmente, senza osare dirlo ad alta voce.
«Comunque non abbiamo rotto» si giustificò Sakura, arrossendo appena. «Me ne sono andata, ma non abbiamo deciso niente da quel lato... immagino che significhi che non abbiamo rotto»
«Hai ragione» annuì lui, conciliante.
Lei gli sorrise. «Scusa per la lagna. Mi sono lasciata prendere un po’ la mano...»
«Va bene così. Stai già facendo tanto, Sakura»
Lei arrossì di piacere. Poche volte il maestro Kakashi le aveva fatto dei complimenti... e ogni volta si erano rivelati graditissimi.
Lui se ne andò, lasciandola sola, e nell’atrio dell’ospedale si imbatté in Rin, che aveva appena portato ai medici un ninja ferito in missione. Lei lo fermò, con un ampio sorriso, e lui rimase a scambiare qualche parola gentile. Ma la sua immagine di creatura femminile dolce e cortese era destinata ad infrangersi di lì a poco...

«Ahia! No! No, ti ho detto di no! Non lì, maledizione! Ti ho detto di...!»
I libri precipitarono al suolo con tonfi inquietanti, uno dietro l’altro, e il gatto schizzò sotto il divano veloce come la luce, la coda ingrossata come un piumino e il pelo ritto sulla schiena.
«Sei un cretino!» urlò Naruto, con le mani nei capelli. «Te l’avevo detto di non salire sulla mensola!»
Da sotto il divano, si sentì un soffio minaccioso.
«E non protestare, sai? Razza di stupida bestia...» ringhiò il padrone di casa, chinandosi per raccogliere le vittime dell’ultima devastazione. Sulla sua mano brillava un nuovo graffio.
«Allora, io e te dobbiamo stabilire delle regole» declamò secco, mentre continuava a lavorare. «Prima di tutto, non si sale sui mobili. Puoi usare il divano e anche il letto, il tavolo se non ti vedo... ma non le mensole. E nemmeno il piano da cucina, è chiaro?»
Il gatto, acquattato nel suo nascondiglio, lo fissò dalla penombra facendo ondeggiare piano la coda.
«Poi: si mangia quando lo decido io, non tu!» proseguì Naruto, rialzandosi e iniziando a risistemare i libri sulla mensola. «E tu mangi la tua pappa e lasci stare la mia, chiaro? Il ramen non si tocca!»
Sul tavolo e sparsi un po’ in tutta la stanza facevano bella mostra di sé una discreta quantità di cartoni vuoti di ramen take-away. «E soprattutto devi smetterla di mangiarmi le mutande! Su questo non transigo! Oltretutto non so se lo fai apposta o se è solo il tuo istinto bastardo, ma riesci sempre a bucare esattament...» la voce gli morì in gola.
Calò il silenzio.
I suoi occhi rimasero fissi sulla copertina de “Il chakra come fonte di vita”... il libro che Sakura leggeva prima di addormentarsi accanto a lui. Quando lo aveva finito? Non se ne era nemmeno accorto.
Abbassò le palpebre.
Aveva fatto l’ottimista con Iruka, gli aveva assicurato che avrebbe sistemato tutto, si era mostrato più coraggioso di quanto non si sentisse davvero.
In realtà... aveva ancora paura. Di sapere cosa aveva fatto, e di vedere Sakura.
...Perché lei era la sua forza. Se si allontanava, lui perdeva ogni entusiasmo.
E poi aveva paura di Sasuke. Di lui accanto a lei.
Sono un idiota...” si disse, abbattuto.
...Sentì un fruscio morbido attorno alle caviglie. Abbassò lo sguardo, e vide il gatto che si strusciava contro le sue gambe.
Sorpreso, inarcò le sopracciglia e incontrò i suoi occhi azzurri; quello lo guardava con supponenza, come se gli avesse fatto un grosso favore, quasi si aspettasse un ringraziamento.
«Ehi, non fare il ruffiano quando mi vedi debole» lo accusò, offeso.
Il gatto assottigliò gli occhi, sornione, e fregò la testa contro i suoi pantaloni. Naruto sospirò, e si accucciò tenendo ancora in mano il libro di Sakura.
«Non sarà così che mi conquisterai» borbottò, allungando un dito verso il suo naso.
Fino a quel momento la belva non si era mai lasciata accarezzare; dopo la sua adozione forzata, aveva evitato ogni contatto non strettamente necessario con Naruto – ovvero tutti i contatti con Naruto – ma ora sembrava più propensa al dialogo.
Il gatto rimase fermo, a due centimetri dal dito. Naruto diminuì la distanza, e lui non si mosse. Alla fine, gli sfiorò il naso tiepido e umido, senza che lui si scostasse. Anzi, annusò il dito con educata curiosità, e poi strusciò la testa contro la sua mano.
Naruto sentì qualcosa di tiepido sciogliersi nel suo petto, e un sorriso gli spuntò sulle labbra.
«...Uhm... forse sì, mi conquisterai» sussurrò, roco, e strinse inconsapevolmente il libro di Sakura.

Mezzora dopo, senza sapere perché, si trovò davanti all’ospedale, coperto di sudore freddo. Il sole tramontava ad ovest, lento e rossastro. Sotto il suo braccio pesava “Il chakra come fonte di vita”. Perché diavolo se lo era portato dietro?
E soprattutto, perché diavolo era lì?
Non era pronto. Era assolutamente sicuro di non sentirsi pronto.
...Eppure era lì.
E’ colpa di quel maledetto felino” decise arbitrariamente. “Mi influenza in qualche modo... è una bestia strana”
Deglutì nervosamente, mentre l’ennesima persona gli passava davanti lanciandogli occhiate stranite, e inspirò a fondo.
Beh, già che c’era... magari poteva fare il grande passo.
In fondo non c’era niente da studiare, no? Si trattava soltanto di farsi avanti, parlare, esporre le proprie ragioni... non era una cosa che necessitasse di preparazione, insomma!
Lui aveva affrontato Itachi Uchiha! Madara Uchiha! Aveva battuto sharingan, byakugan e anche, in parte, rin’negan! Non si sarebbe lasciato spaventare da una cosa simile!
La vide oltre la porta a vetri.
L’attimo dopo era accuratamente nascosto tra le fronde dell’albero più vicino, con il cuore a mille.
“Ok... non mi ha beccato, vero?” si chiese trattenendo il fiato. “No, non può averlo fatto, stava guardando altrove...”
Dalla sua postazione privilegiata, la vide uscire dall’ospedale con espressione cupa. La vide massaggiarsi una spalla indolenzita, e provò il fortissimo desiderio di sostituire la sua mano a quella di lei, nonostante non avesse mai ottenuto grandi risultati con i massaggi.
La verità, mentre spiava dalla chioma dell’albero, lo colpì con tutta la durezza del caso: gli mancava.
Gli mancava da morire.
«Sakura...» sussurrò con voce roca, vedendola allontanarsi a passo stanco.
Chissà quanto stava lavorando, per stare accanto a Sasuke... Se la conosceva solo un po’, sapeva che probabilmente non dormiva la notte pur di salvarlo; che stava facendo tutto quanto era in suo potere e anche di più; che quello era il momento in cui più di tutto aveva bisogno di un sostegno.
E lui... si nascondeva sugli alberi perché aveva paura dei suoi occhi, di leggervi che lei lo odiava.
Ma in quel momento non sembrava importante.
Che lei lo odiasse o meno, non sembrava davvero essenziale.
Ora l’essenziale era che lei aveva bisogno di qualcuno... e che lui era lì.
Saltò giù dal ramo che lo ospitava, silenzioso più di un gatto, e di corsa la raggiunse prima che svoltasse in una via laterale.
«Sakura!» la chiamò, afferrandola per il polso.
Lei si voltò, sorpresa, e spalancò gli occhi verdi quando lo riconobbe. Il suo cuore mancò un battito.
«N-Naruto?» balbettò spiazzata. «Che cosa... come mai sei qui?»
Lui deglutì, senza lasciarla andare. «Hai... Hai dimenticato questo» bofonchiò stupidamente, tendendole “Il chakra come fonte di vita” e distogliendo lo sguardo.
“Questo e altri ottocento libri” aggiunse mentalmente, maledicendosi.
«...Ah...» fu tutto ciò che disse lei, abbassando gli occhi sul volume dalla copertina rigida. «Non... non era necessario portarmelo fin qua...» mormorò delusa.
Cosa si era aspettata? Che lui fosse lì per rappacificarsi?
Dopo ciò che gli aveva detto l’ultima volta, dopo il tono che aveva usato con lui?
Lo aveva ferito, e lo aveva fatto consapevolmente... Era arrabbiata, sì, ma ora che era passato qualche tempo tutti gli errori di Naruto le sembravano in qualche modo giustificabili... ragionevoli... In fondo non voleva perderla. La amava. Era... scusabile.
Non come lei. Non come lei e la sua ira... il suo disprezzo, anche.
Un errore, un errore enorme e incancellabile.
Forse non meritava nemmeno il suo perdono.
E la verità... la verità era una sola: lei si era arrabbiata con lui, aveva reagito impulsivamente e lo aveva allontanato... ma non voleva perderlo. No, mai.
Allungò la mano per prendere il libro, ma Naruto non lo lasciò andare. Sakura gli lanciò un’occhiata interrogativa, e vide nei suoi occhi un profondo turbamento.
«Non sono qui per questo» le confessò lui, con un filo di voce. «Sakura... mi manchi. Torna a casa, per favore»
Glielo aveva detto.
Così, con poche parole raffazzonate in fretta e furia, a malapena udibili, tanto ingenue e stupide... aveva sprecato la sua unica opportunità? Si sarebbe sentito rispondere con un no secco?
«So... che devi stare vicino a Sasuke» si affrettò ad aggiungere, con la bocca asciutta. «E anche io voglio che tu gli stia vicina... perché sei l’unica che può salvarlo. Ma... per favore... dimentica quello che ho fatto. Ho sbagliato, avevo paura, e...»
“...ne ho ancora...”
«...ho commesso un errore. Per favore, facciamo finta che non sia successo... io... ho bisogno di te» la voce gli si incrinò. «Ho anche preso un gatto»
Tacque, e per qualche istante ci fu silenzio.
Sakura non allontanò gli occhi dai suoi per un solo istante. Alla fine, la prima cosa che riuscì a dire, incerta, fu:
«Un... gatto?»
«L’ho trovato» si giustificò Naruto, arrossendo senza motivo. «Non è che volessi sostituirti, sia chiaro... è che era lì, tutto solo... Ha gli occhi azzurri, lo sai?»
«Ah... bene» mormorò lei, deglutendo a vuoto. «Allora... io...»
«Dimmi di sì» la interruppe lui. «Dimmi solo di sì»
Sakura ricordò il dialogo avuto con Kakashi poche ore prima. Aveva insistito tanto sul fatto che lei e Naruto non avessero rotto... perché in fondo non ne era sicura. Non sapeva esattamente come fossero rimasti... e aveva paura di averlo perso per sempre, di averlo ferito più di quanto le fosse permesso.
Invece, ora, lui si presentava così, all’improvviso... e le chiedeva di perdonarlo e di tornare. Era disposto a saperla accanto a Sasuke, era disposto a correre il rischio... pur di riaverla al suo fianco.
...Lei meritava una simile dedizione?
A dodici anni Naruto diceva di amarla.
A sedici anni lo ripeteva, più raramente ma con più forza.
A diciassette si era dichiarato, con tutta la serietà del mondo.
E ora... era disposto a soffrire, a rischiare, pur di riaverla con sé.
Sakura si sentì arrossire, e contemporaneamente sentì gli occhi riempirsi di lacrime.
Sasuke... cosa aveva fatto in tutto quel tempo?
A dodici anni l’aveva abbandonata, con un misero grazie che poteva avere significato come poteva non averne.
A sedici aveva tentato di ucciderla.
A diciassette ci era quasi riuscito.
E ora... voleva soltanto morire.
Lei non era mai stata una parte importante della sua vita. Lei si era sempre e soltanto illusa, era corsa dietro a un sogno stupido per anni e anni e anni...
...quando tutto ciò che poteva desiderare era sempre stato lì, a un soffio.
Quando la persona che davvero la considerava il centro del mondo non l’aveva mai lasciata.
Chinò il capo, permise alle lacrime di scivolare lungo le guance e poi a terra. Lasciò andare “Il chakra come fonte di vita”, e nascose il viso dietro le mani.
«...Sì...» sfuggì alle sue labbra, un singhiozzo spezzato in un filo di voce.
Naruto sforzò ogni suo senso pur di udirlo, e quando ne fu certo si illuminò.
«Davvero?» chiese, trattenendo il fiato.
«Sì» annuì lei, asciugandosi gli occhi.
«Davvero davvero?»
«Sì!» sbottò, con un’occhiataccia. «Quante volte ancora hai intenzione di farmelo ripetere?»
Lui sorrise, le si avvicinò, e posò la fronte contro la sua. «Ancora mille volte...» sussurrò roco. «Finché non avrai più voce, finché io non sentirò più niente... non mi stancherò mai di chiedertelo»
Sakura sorrise. «Sì»
«Mi ami?»
«Sì»
«Io ti amo»
«Sì... lo so da tanto tempo»











Nel prossimo capitolo:

«E se fosse?» chiese, fissandola negli occhi.
Il sorriso di lei si allargò, mentre si faceva avanti lungo il tavolo. «Allora saresti uno stupido»
Risposta insidiosa. Poteva voler dire almeno tre cose:
1) sei uno stupido perché non c’è niente di cui essere gelosi, lui è solo un idiota che passa per caso;
2) sei uno stupido perché non hai il diritto di essere geloso, dal momento che conti meno di zero;
3) sei uno stupido perché sei caduto nel mio perfetto piano per farti ingelosire, come l’ultimo dei cretini.













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Spazio autore

Confessatelo:
non vi sareste mai aspettati che "la crisi" tra Naruto e Sakura si sistemasse tanto in fretta!
E' solo che ho provato a infilarmi nella testa di entrambi, e mi sono resa conto che, nonostante il rancore, tutti e due sostanzialmente vogliono stare insieme.
E, dopo una lite con chi si ama, il più delle volte si finisce a pensare che forse siamo stati noi a fare un errore,
si finisce per credere che la colpa sia nostra, e non dell'altro.
Per queste e per altre ragioni che non sto a spiegarvi, mi è sembrato che entrambi sentissero una certa urgenza nel far tornare le cose come prima.
Questo, naturalmente, non significa che la lite sia stata leggera, né che non avrà ripercussioni future...

Il gatto ha avuto un successo strabiliante, eh? XD Vero che è pucciosissimo? Anche quando devasta la casa di Naruto!

In diciannove anni di onorata carriera nel mondo dei vivi, mai mi era capitato di essere malata a Natale...
...fino ad oggi.
T__T
Questa notte, per la prima volta in vita mia, ho sperimentato il delirio:
mentre decidevo se soffiarmi prima il naso o tossire (alle 3 del mattino sono scelte difficili),
mi sono vista due schiere di ninja che cercavano di convincermi a fare l'una o l'altra cosa.
Da lì alle 8 di mattina, poi, è stata una battaglia campale tra loro, me, e strani pistoleri che sembravano usciti da Trigun...
Insomma, l'influenza è davvero una brutta bestia, più di quanto possiate immaginare!

Angolino del mentitore:
per sbaglio (cioè del tutto intenzionalmente) ho messo nel nick di msn della morte di Jiraya...
E un amico mi ha insultata, dicendomi che non si fanno questi spoiler, che non è giusto, che sono un'idiota, bla bla bla...
Indovinate come me la sono cavata?
Dicendogli: "ma no, non hai capito! Era una fanfic scritta troppo bene!"
...Siano ringraziate le fanfic. U_U

In ogni caso,
BUON NATALE A TUTTI!!
Se siete amanti delle NaruSaku, questo capitolo è stato un bel regalo.
In caso contrario, aspettate il prossimo, che sarà dedicato a Shikamaru e Temari!
Lì sicuramente ci sarà da divertirsi!

nixy: il micio è bellino, vero? Io lo adoro, è così puccioso! >_< Shika si divertirà da matti a Suna, non prendiamoci in giro... XD E Naruto e Kyuubi se la spasseranno alla grande! (insomma...)
kaho_chan: se fossi una persona sana di mente (e soprattutto non febbricitante) ti direi di non preoccuparti se non riesci a commentare, che non è un problema, che non sei obbligata... MA malamela ama i tuoi commenti, e dunque io mi faccio bella davanti a lei sventolandole in faccia il tuo nome tra le recensioni! XD Quindi... commenta, donna, commenta! (parte razionale di me: ignora... -.-) Ma dai! Possibile che tutti vogliate il gatto?? Come devo dirvelo: sia lui che le copie di Naruto, se fossero nelle mie mani, lì resterebbero fino alla mia morte! Mai, mai ve li cederei! Per vedere il magico trio (e non sto parlando di Harry Potter, ma del team 7) di nuovo riunito, dovrai aspettare il capitolo 37... Peccato che quei tre insieme siano un mezzo incubo da muovere! @_@ Comunque, lo yaoi sta lentamente creando una breccia nelle mie difese... non credo diventerà mai una mia passione, ma con naruto e sasuke sembra quasi plausibile... per cui, tra un paio di capitoli posterò una specie di extra staccato dalla storia, un siparietto shonen ai dedicato a tutti coloro che vorrebbero una svolta narusasu e che invece non la vedranno mai nella serie regolare... comunque avviserò quando sarà giunto il momento! XD A proposito, grazie mille per i complimenti riguardo Tsunade, ormai è diventata un personaggio cui tengo molto! (soprattutto dopo la storia di Jiraya... T_T)
killkenny: ehi, ehi, piano con le "intuizioni"! XD
harryherm: lo confesso. Purtroppo io amo i lieto fine (Redenzione è un caso a parte...), e amo Naruto... Per questo per lui le cose finiranno bene. Solo, bisogna vedere "quanto" bene. La faccenda delle ferite di Naruto era volutamente ambigua, ci sono cose che spiegherò solo più avanti (se mi ricordo! XD), e comunque non sono entrata nella sua testa apposta perché voi lettori non capiste tutto... L'incontro tra Sakura e Sasuke volevo davvero posticiparlo il più possibile, sapendo cosa vorrà dire... ma purtroppo mi è toccato. Accidenti a me e alla mia testaccia quando ho deciso la trama! Parlando di cose extra fic, guarda... io non sono una bella persona o qualcosa di particolare. E' solo che ho passato un momento (che io definisco "il mio periodo blu", citando Lilo & Stitch! XD) abbastanza brutto nella mia vita, ed essere riuscita a uscirne mi ha fatto venire una gran voglia di spronare gli altri, di dire alle persone che si può essere felici, che non è tutto solo nero, che c'è sempre una speranza. Sai, finché te lo dice uno che non ha mai avuto un problema nella vita, ci credi poco... ma quando a dirtelo è qualcuno che più o meno ci è passato, ha tutto un altro significato. Io ci credo. Guarda, il gatto te lo invierei come pet therapy... ma non ce l'ho! XD Anche se darei il mio dito mignolo per trovarlo, un piccolo diavolo così! I gatti dispettosi ma ruffiani sono la cosa che amo di più! XD
sammy1987: in realtà l'incontro con Sasuke finisce lì, perché lui è steso dai tranquillanti! XD Quello che succede dopo è che lo trascinano di peso all'ospedale, e per quando apre gli occhi Sakura è calata in modalità medico... quindi niente avvenimenti eclatanti! (non ora, almeno) Per rivedere Sasuke, purtroppo, dovrai attendere fino al capitolo 37! ^_*
arwen5786: beh, se "questi" capitoli ti rendono felice, cosa farai quando le cose andranno bene? XD Mi piace parecchio l'analisi che hai fatto dell'incontro Sakura-Sasuke... era esattamente quello che volevo trasmettere! *_* Nel prossimo capitolo, con Shika a Suna, ci sarà davvero da divertirsi... non per le povere amanti della coppia ShikaIno, ma va beh... non posso mica far felici tutti contemporaneamente, no? XD
OneWingedAngel: le ferite di Naruto guariscono in fretta, si sa. Il punto è... quanto resta ferito Naruto psicologicamente? Questo è il vero obiettivo di Kyuubi, questo è ciò a cui punta... indebolire il nostro eroe fisicamente non è facile. Ma quando si riesce a far breccia nella sua testa... cosa succede?
Mala_Mela: beh, è facile provare simpatia per due sfig... *cough cough!* sfortunati personaggi come Sakura e Sasuke in Redenzione... molto più difficile è trovarli simpatici qui, soprattutto quando si ama Naruto! (e soprattutto quando si sanno cose che non si dovrebbero sapere...) ARGH! Devo rileggermi tutto FMA per farti il maledetto regalo di compleanno! E oltretutto il numero 15 è momentaneamente di stanza a Genova, accidenti alla mia memoria... T_T Sai cosa farò? Andrò a leggermi le fic di chi so io, e poi... uhuhuh... poi sarà il momento di darsi da fare! *_* (sperando che mi sia passata l'influenza)
lale16: per ora Jiraya nella fic si sta godendo la sua vita di ero-scrittore! XD Tornerà in auge tra un po', giusto per permettermi di fargli una certa bastardata... ma fintanto che può, lasciamolo essere felice! T__T
Talpina pensierosa: ed ecco qua il nuovo capitolo, più o meno puntuale! XD Spero sia stato di tuo gradimento!

Io non pensavo che sarebbe mai arrivato il giorno in cui avrei scritto una cosa simile... ma quel giorno è qui: troppi commentiiii! @_@ (ATTENZIONE: non ascoltatemi, è la mia parte malata che straparla! I commenti vanno sempre benissimo, più sono e meglio è!)


Aya

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Capitolo 36
*** Tre opzioni ***


Naruto-36

Capitolo trentaseiesimo

Tre opzioni





«...E quindi quella mattina non riuscivamo nemmeno ad alzarci dal letto! Un altro ramen, grazie!»
Naruto tese la ciotola vuota verso il padrone del chiosco, con ancora la bocca piena. Sai, seduto su uno sgabello al suo fianco, mangiava con calma la sua porzione.
«Insomma...» riprese il biondo, tirando vicino il nuovo piatto. «...sei volte, capisci? Ci siamo svegliati alle tre di notte e siamo andati avanti fino all’alba! E’ tornata già da due settimane, ma è ancora come il primo giorno!»
«Naruto...» lo interruppe lui, serafico. «Capisco che le tue avventure sessuali siano qualcosa di cui andare orgogliosi, ma sto mangiando»
«Uh? Anche io sto mangiando»
Sai sospirò piano. «Cercherò di essere chiaro...» sorrise. «Un altro particolare riguardante le tue notti di fuoco e vomito tutto nel tuo ramen»
«Oh» fece Naruto, sbattendo le palpebre. «Non ti facevo così casto e puro, Sai. Insomma... mi pareva di aver capito che stai uscendo più o meno con i tre quarti delle ragazze del villaggio, e contemporaneamente. Pensavo che fossi uno che se ne intende di queste cose»
Il che in effetti si avvicinava di molto alla realtà.
Solo che non erano i tre quarti delle ragazze a uscire con lui; erano solo la metà.
Con le altre era già finita. Un paio di appuntamenti, qualche complimento studiato, e poi l’immancabile errore, la frecciatina da non lasciarsi scappare... e lo schiaffo. Seguono schemi ripetitivi, le donne.
«Può anche essere» ammise Sai, senza dilungarsi in particolari. «Ma ciò non toglie che sentirti parlare di tutto il tempo che passi a rotolarti tra le lenzuola possa avere influssi negativi sulla mia digestione»
Naruto sbuffò.
«Ehi, non è colpa mia» si lamentò. «E’ Shikamaru che non torna più dalla Sabbia... ormai è via da due settimane. Certo, immagino che anche lui si stia discretamente divertendo, laggiù... ma mi manca un confidente»
Sai sospirò.
Amici, fratelli, compagni di gruppo... erano tutti ruoli che comportavano un mucchio di difficoltà, purtroppo.
Accidenti a Sasuke il giorno in cui aveva tradito, perché ora era lui ad accollarsi l’etichetta di fratello. Che, a voler ben vedere, non gli andava tanto male; solo, non era il massimo quando si trovava davanti a un ramen e l’argomento di conversazione era il sesso.
«Sai!» trillò una voce alle sue spalle, e due braccia si strinsero al suo collo in una stretta che profumava di fiori. «Che coincidenza!»
«Ino» disse lui, allontanando per precauzione la ciotola di ramen con ancora il brodo, che non beveva mai.
«Ah Naruto, ci sei anche tu? Come sta Sasuke?» chiese Ino al biondo, piuttosto in fretta.
«Un po’ meglio. Sta ricominciando a mangiare! Secondo me è merito di Sakura, ma lei dice che fa tutto lui...» Rispose a bocca piena. «Non sei ancora passata a trovarlo, cosa aspetti? E’ pallido, flaccido e stupido, ma riconoscibile»
«Eh sì, hai ragione!»
Per qualche strano motivo, il sorriso della kunoichi sembrò parecchio... tirato.
«Appena trovo un pomeriggio libero, vengo all’ospedale» garantì rapida, e poi dirottò tutte le sue attenzioni su Sai. «Ce lo prendiamo un gelato? E’ già agosto, e tu me ne hai offerti solo due da quando sei tornato tra i sani!» esclamò allegra.
«Sì. Staccati, fa caldo» ribatté lui in automatico.
Ino obbedì, sprizzando gioia da ogni poro, e Sai si alzò e lasciò sul banco i soldi per il pranzo.
«Ci vediamo più tardi, Naruto» sorrise salutando il compagno. «E trova un altro argomento di conversazione, per allora»
Naruto sbuffò, affondando il viso nel ramen, e mentre Sai e Ino si allontanavano, lei praticamente avvinghiata al braccio di lui, non poté fare a meno di chiedersi perché la loro felicità gli sembrasse così strana... artificiale. Forzata, quasi.
Beh, io e Sakura siamo un’eccezione... non posso pretendere che tutti siano perfetti come noi!” si disse, scrollando le spalle.
E poi iniziò a fare l’elenco mentale delle cose che avrebbe detto a Shikamaru una volta che fosse tornato...

Già. Shikamaru. Che se la spassava alla Sabbia.
Mica tanto.
In quell’afoso pomeriggio di inizio agosto era steso sul letto, di pessimo umore.
Due settimane di nulla assoluto...
Il suo sogno, in teoria.
Il suo incubo, in pratica.
Da che aveva messo piede in quel maledetto villaggio, lei non lo aveva degnato di uno sguardo.
Prima di partire era stato vagamente inquieto: se Temari era tanto spavalda alla Foglia, giocando in casa si sarebbe probabilmente trasformata in una belva assatanata, no?
...E invece niente.
L’aveva incrociata nei corridoi qualche volta.
Minuscoli cenni.
Vaghi sorrisi.
Nulla di più.
Non una parola, non un tentativo di approccio, non una volta che avesse bussato alla sua porta. Che lui ci fosse o non ci fosse, a lei non sembrava importare proprio niente.
E poi c’era l’altro.
Quel tracotante chuunin dall’aria stupida che le ronzava intorno.
Alto, biondo, belloccio e arrogante.
Erano insieme un po’ troppo spesso... Lui lo sapeva. Li aveva visti dalla finestra, e li aveva incrociati nelle rare volte in cui era sgattaiolato da solo fuori dal palazzo, prima che Gaara gli affidasse la sua guida personale.
Ma ora, quasi quasi, a Shikamaru la guida non sarebbe dispiaciuta.
Peccato che il Kazekage fosse decisamente troppo impegnato per perdere tempo dietro a lui: dopo il messaggio dalla Foglia non aveva fatto altro che indire una riunione dopo l’altra. I falchi e i ninja avevano iniziato a fare avanti e indietro periodicamente, per il palazzo c’era tensione, e lungo i corridoi la gente bisbigliava.
Ma perché lui era rimasto lì?
«Quando avremo preso una decisione, ti consegnerò un messaggio per l’Hokage. Nel frattempo desidero che tu non ti muova da Suna»
Parole di Gaara in persona.
Ecco perché era rimasto. Perché era un maledetto messaggero.
Corrugò la fronte, irritato.
Incredibilmente, per la prima volta nella sua vita aveva quasi voglia di muoversi e fare un giro... magari solo nei corridoi. Così, per sgranchirsi le gambe.
E per vederla.
Ma anche no!
Chiuse gli occhi, sbuffando.
«Stupido caldo...» bofonchiò a mezze labbra.
Si addormentò, senza nemmeno accorgersene.
Quando riaprì gli occhi, ore e ore dopo, scoprì di avere un braccio completamente addormentato, quello rimasto sotto la sua testa, e poi scoprì che era il tramonto.
La luce scarlatta del cielo infuocato illuminava la stanza come un grande incendio, disegnando ombre nette color del sangue, e l’afa sembrava essere lentamente scemata.
Shikamaru si alzò a sedere, massaggiando il braccio dolorante, e si rese conto di avere un mal di testa pulsate, a livello della nuca. Grugnì piano.
Aveva anche fame.
«E che cavolo...» disse tra i denti, costringendosi ad alzarsi. «Perché devo restare in questo posto?»
Uscì dalla stanza che gli avevano assegnato, di pessimo umore, e attraversò i corridoi leggermente più freschi. Non incrociò un cane, non un segretario o anche l’ultimo dei fattorini... tutti sembravano avere di meglio da fare. Mentre lui, l’unico pirla, camminava nella solitudine diretto verso il primo venditore di cibo che avesse incrociato.
Uscì dal palazzo, accolto dall’afa del tramonto, e dovette schermare gli occhi dalla luce trasversale del sole, un semicerchio incandescente sopra le mura.
A un centinaio di metri dall’ingresso del palazzo, lungo una via trasversale, c’era un ristorante economico in cui facevano bene da mangiare; ci era già stato un paio di volte, in quei giorni, e ne era rimasto soddisfatto. Tanto valeva tornarci.
Entrò, e scoprì con sollievo che l’ambiente era fresco e avvolto nella penombra. I tavoli, per metà occupati, erano disposti regolarmente attraverso la stanza, e un mormorio diffuso riempiva l’aria.
Shikamaru andò a sedersi a un tavolo d’angolo, nel cantuccio più buio del locale; incarognito, affondò le mani nelle tasche e allungò i piedi, appoggiandosi al muro alle sue spalle.
Solitudine.
La si avverte di più quando si è circondati da altre persone... e si è esclusi dalla loro vita.
Mentre attendeva che un cameriere si avvicinasse per prendere la sua ordinazione, afferrò svogliatamente il menu e gli diede un’occhiata veloce.
«Scusi... ha già scelto?» chiese una voce oltre la carta.
«Hn?» fece lui, abbassandola e trovandosi davanti una cameriera dalla lunga coda bionda e gli occhi chiari. «Ah, sì... non mi serve il menù, lo leggevo per passare il tempo» borbottò, e ordinò il solito.
La ragazza segnò tutto, gli rivolse un sorriso e se ne andò.
Shikamaru la osservò allontanarsi tra i tavoli, ancheggiando per evitare borse e sedie. La sua coda sbatteva piano sulla schiena, con un movimento lento e regolare.
Gli ricordava Ino. E il ragazzo seduto dall’altra parte della sala, con davanti tre piatti diversi, assomigliava un po’ a Choji. Poi c’era il biondino, di lato, che da quell’angolazione aveva i capelli di Naruto. Era seduto davanti a una copia sputata di Tenten...
Shikamaru scosse la testa, turbato.
Che razza di immagine.
Era davvero troppo tempo che non li vedeva, se iniziava a fare di quei pensieri...
Sbuffò, e chiuse gli occhi.
Che mal di testa.
«Scusi... ha dimenticato di ordinare le bevande. E... mi chiedevo... posso sapere il suo nome?»
Riaprì gli occhi.
No, non era la cameriera.
Era Temari.
«Oh. Qual buon vento» commentò Shikamaru a mezze labbra, senza muoversi. Come aveva saputo che era lì?
«Carina la cameriera, eh» ribatté lei sedendosi sulla sedia davanti alla sua.
«Mh. Sì. Né bella né brutta, sembra piuttosto docile... da sposare, insomma»
«Sai che noia» Temari alzò un braccio, con nonchalance, e richiamò un cameriere. Gli chiese di portarle ciò che aveva ordinato Shikamaru. «Cioè, una di quelle ti vien voglia di tradirla dopo due giorni» continuò, appoggiando il mento alla mano e rivolgendogli un sorriso vago.
Shikamaru sbuffò. «Senti, ho mal di testa... Se hai deciso di smettere di ignorarmi solo per rompere le palle, risparmiatelo» disse secco.
E poi se lo lasciò sfuggire.
Davvero, non ne aveva alcuna intenzione...
...Ma se lo lasciò sfuggire.
«Torna dal biondino»
Si maledisse alla seconda sillaba, pur senza riuscire a fermarsi.
Temari rimase interdetta per un istante, e poi inarcò le sopracciglia. Sorrise, divertita.
«Ma dai. Sei geloso?» chiese sottovoce, ridendo piano.
Doveva essere colpa del mal di testa, concluse Shikamaru. Perché quella sera proprio non riusciva a tenere la bocca chiusa.
«E se fosse?» chiese, fissandola negli occhi.
Il sorriso di lei si allargò, mentre si faceva avanti lungo il tavolo. «Allora saresti uno stupido»
Risposta insidiosa. Poteva voler dire almeno tre cose:
1) sei uno stupido perché non c’è niente di cui essere gelosi, lui è solo un idiota che passa per caso;
2) sei uno stupido perché non hai il diritto di essere geloso, dal momento che conti meno di zero;
3) sei uno stupido perché sei caduto nel mio perfetto piano per farti ingelosire, come l’ultimo dei cretini.
Qual era l’opzione giusta?
Ed era tra quelle tre?

Nell’indecisione, rimase a guardarla senza ribattere.
Temari, lentamente, si fece indietro; non staccò gli occhi dai suoi nemmeno per un secondo. Alla fine si appoggiò allo schienale della sedia e gli lanciò uno sguardo di malcelata superiorità.
«Allora, com’è Suna?» chiese in tono colloquiale.
«Sabbiosa» grugnì lui in risposta, irritato.
Cosa gliene fregava del panorama? Niente.
Quale delle tre maledette opzioni era giusta?
«Ma come, in quindici giorni non hai visitato nulla?» insisté lei, restando volutamente sull’argomento.
«La mia guida era impegnata»
«Ah già... Gaara mi aveva accennato qualcosa» fece un cenno annoiato con la mano. «Ma non sei un bambino, giusto? Potevi anche andare da solo, non ti perdi mica...»
«Pigrizia»
«Giusto. Dimenticavo»
Che maledetta stronza.
Come poteva dimenticarselo, viste tutte le volte che aveva dovuto trascinarlo per fare qualunque cosa?
Lo stava deliberatamente provocando.
E lui era irritato.
Aveva mal di testa.
Caldo.
E fame.
Oh.
Se non altro il cibo stava arrivando... forse avrebbe migliorato le cose.

No.
Decisamente.
Mezzora di conversazione all’insegna delle frecciatine e delle contro-frecciatine, bacchette strette tra le dita come la carotide di un nemico particolarmente odiato, il mal di testa che aumentava e le forze con lui, e con il cibo ingerito.
Risultato: alla fine del pasto il sole era tramontato, e Shikamaru aveva una gran voglia di sbattere Temari contro il muro e torturarla a morte.
Si alzò dalla sedia, nervoso.
«Vado a pagare e me ne torno nella mia stanza» la informò secco. «Dormire mi sembra più gratificante che stare qua con te»
«Ti accompagno?» propose lei, con un piccolo ghigno.
«Non ci tengo particolarmente» ribatté lui tra i denti. «E probabilmente non sai nemmeno dov’è la mia stanza»
«Terzo piano, corridoio C, quarta porta sulla sinistra, di fianco al vaso di fiori fucsia»
Shikamaru la guardò.
Lei sorrise.
Una vena si gonfiò sulla fronte di lui.
Quindi lo sapeva.
E nonostante ciò non si era presentata neanche una volta.
Che. Nervoso. Maledetto!
Che poi... che cosa gliene fregava a lui?
Niente.
Era meglio se lei non gli saltava addosso.
E la sua anima lussuriosa avrebbe fatto bene a chiudere la stupida bocca che si ritrovava.
«Tsk» commentò secco, allontanandosi in direzione della cassa.
Temari si alzò a sua volta e lo seguì, con nonchalance.
«Lui paga anche per me» disse sorridendo al cassiere.
Shikamaru la fulminò con lo sguardo, e, vicino a una crisi di nervi, tirò fuori il doppio delle banconote dal portafoglio.
Detto schiettamente: perché doveva sborsare se lei non gliela dava neppure?
E questo che razza di pensiero è?” si chiese allibito.
Portò una mano alla tempia; l’emicrania si era spostata dalla nuca alla fronte, subito dietro gli occhi. Sembrava anche peggiorata.
«Mal di testa?» gli chiese Temari mentre uscivano dal locale.
«Che tu mi procuri» replicò lui.
«Meglio questo dell’indifferenza, ti pare?»
Ma quale indifferenza?
Erano anni che lei non gli era indifferente.
Anni che quando metteva piede alla Foglia lui se ne accorgeva.
Anche prima che lo trascinasse in uno squallido motel, anche prima di accorgersi che a lui non dispiaceva... semplicemente, sapeva quando c’era. Senza necessariamente esserne irritato, dispiaciuto o felice... lui lo sapeva. E tanto bastava.
Lei non gli era indifferente.
Sbuffò, a metà tra l’irritazione e l’umiliazione.
Chi era il chuunin che le ronzava attorno?
E quale delle tre opzioni era giusta?
Raggiunse il palazzo del Kazekage, senza accorgersene, e si rese conto che lei era ancora al suo fianco, in silenzio.
«Hai intenzione di accompagnarmi fino alla porta?» chiese ironico.
«Non ho niente da fare» rispose lei.
Ma certo.
Non c’erano altri motivi.
Salirono le scale con insospettata premura, Shikamaru un gradino più avanti di Temari, e raggiunsero il terzo piano in meno di due minuti. Corridoio C. Vaso di fiori fucsia.
«Sono arrivato» disse lui frugando in tasca alla ricerca delle chiavi.
Le luci erano accese, fredde nel silenzio del piano deserto. Erano gli unici in giro a quell’ora.
Shikamaru trovò le chiavi, aprì la porta.
Si fermò.
Guardò Temari.
Lei gli sorrise.
«Allora buona notte» disse serafica.
«Perché?» chiese lui, prima ancora che fosse arrivata all’ultima sillaba. «Qui e a Konoha le cose sono completamente diverse, perché?»
«...Allora sei proprio geloso» mormorò lei, appoggiandosi al muro con una spalla.
«Non è questo il punto. E’ che sono qui da quindici giorni e ti vedo solo ora... e alla Foglia mi salti addosso appena metti piede oltre le mura»
«Ti spiace che non lo faccia?»
«Secondo te?»
«Sì. Ti spiace. Ma non possiamo farci niente, lo sai?»
«E perché?»
«Perché questo è il mio villaggio. Se mi danno della ‘facile’ alla Foglia non mi interessa, ma qua ho una reputazione da difendere»
«Una cosa? E da quando ti importa?» allibì Shikamaru.
Temari si strinse nelle spalle. «Sono la sorella del Kazekage, modello di perfezione di ogni ninja... Devo mantenere un certo standard. E poi sono una donna fredda, scostante, irraggiungibile, e bla, bla, bla... sai come sono le voci»
«E perché con me sei diversa?»
«Hn... chi lo sa» Temari sorrise, staccandosi dal muro. «Beh, io vado. Buona notte»
Si voltò, dandogli le spalle, e il rumore dei suoi passi riecheggiò sinistramente per il corridoio.
Shikamaru la guardò.
Le braccia lungo i fianchi, rigide.
Le gambe che si muovevano sicure, con un ritmo preciso.
Il collo... così maledettamente invitante sotto la luce artificiale.
La fermò prima di rendersene conto, afferrandola per un braccio, e la tirò bruscamente indietro.
«Ehi...!» protestò lei, e lui la spinse contro il muro, quasi violentemente, bloccandole le braccia sopra la testa.
«Non me ne frega assolutamente niente della tua reputazione» sibilò a due centimetri dalle sue labbra. «Tu stanotte resti qui»
Temari rimase a bocca aperta, sbalordita.
Ad occhi sgranati, incapace di allontanare lo sguardo, si trovò a fissare due pozzi neri che per una volta non erano affatto vacui, o annoiati, o distratti. Che la inchiodavano.
Shikamaru premette il corpo contro il suo, le dita strette attorno ai suoi polsi, e le sfiorò il collo con il naso. Il suo respiro sulla pelle era caldo, diverso eppure familiare.
Dove nascondeva tutta quella forza? La sua presa era dolorosa...
«Shi...» tentò di dire, e lui le chiuse la bocca prima che potesse finire.
Le sue mani scivolarono lungo le braccia, fino ai fianchi, e si insinuarono sotto la maglietta. Rapide. Decise. Come mai prima di quel momento.
Per un attimo le mancò il fiato.
Il bacio di Shikamaru era qualcosa di totalmente diverso e inaspettato, nuovo, eccitante e... oh diavolo. Era per caso stordimento, quello?
Riprese fiato per miracolo, mentre lui si spostava dalla bocca al collo e poi giù fino al seno, che, chissà quando, era già stato liberato dalla sua prigione di stoffa, e con orrore si rese conto che le sue stupide mani, invece di respingerlo, stavano posate inermi sulle sue spalle, ben liete di non dover costringere nessuno.
Che...?” riuscì a malapena a chiedersi, confusa, e poi un gemito le sfuggì alle labbra.
E smise di pensare.
Shikamaru, al contrario, pensò ancora per qualche minuto.
Quindici giorni.
Quindici giorni di maledetto biondino che lo avevano reso nervoso.
E adesso, andando contro tutti i suoi principi e la sua indole, l’aveva davvero sbattuta contro un muro... non certo per farle del male.
Sentì le sue braccia attorno al collo, il suo respiro spezzato nell’orecchio, e le sollevò la gamba fino al fianco.
Non era come a Konoha. Per niente.
Era... era il piacere, per una volta. Quello vero.
Sentirla tra le sue braccia e sapere che non era lei a comandare. Sentirla respirare sulla sua spalla e sapere che non era lei a decidere il ritmo. Sentire la sua pelle sotto le labbra, e sapere che non era calda per la doccia, ma perché erano le sue mani a renderla tale.
A toglierle la consapevolezza di ciò che accadeva.
A toglierle il controllo.
A toglierle la ragione.
Una volta lei gli aveva detto che se fosse stata più dolce, la scena sarebbe stata disgustosa.
Quanto si sbagliava.
La sentì stringersi a lui, sentì i suoi baci sul collo, le mani che si aggrappavano alla stoffa della maglietta, il suo cuore battere sotto la pelle, veloce, così veloce...
E sapeva che era merito suo.
Suo e soltanto suo...
...Era inebriante.
Portò una mano alla sua nuca, avvicinò le labbra al suo orecchio, e sussurrò il suo nome. La sentì fremere, e sentì che non ricambiava.
Niente più ‘Shikamaru’ detti con un sogghigno, sapendo di gestire il gioco e di essere il capo... ora parlare avrebbe significato cedere. Avrebbe significato... che il capo era lui.
Shikamaru era pigro.
Molto pigro.
Ma quella sfida... la voleva vincere. La doveva vincere.
Sorrise, e la sua mano scivolò giù, lungo il fianco e poi all’ombelico, e sempre più giù.
Ed eccolo, in un sussurro appena udibile e spezzato.
Il suo nome.
All’improvviso quale delle tre opzioni fosse esatta non sembrava più tanto importante...


L’ultima missione era stata più dura del previsto. Mentre il gruppo era fermo nella foresta di Konoha, Tenten sembrava preoccupata.
Neji la studiò senza farsi notare, intanto che il maestro Gai e Rock Lee blateravano qualcosa su un nuovo strabiliante allenamento che avevano in mente di fare. Erano rimasti a qualche passo di distanza, soli, e tra i due regnava il silenzio.
«Sei ferita» lo ruppe lui, notando il taglio sulla sua spalla.
«Cosa?» fece lei, accorgendosene solo in quel momento. «Ah, è un graffio...» lo liquidò.
«Aspetta» insisté, frugando nel marsupio alla ricerca del kit medico.
«Che stai facendo?»
«Disinfetto»
«Non ce n’è bisogno...»
A disagio, Tenten cercò di scostarsi; ma Neji la bloccò, andando avanti a fare quello che voleva.
«Lo faccio con piacere» le disse, calcolando al millimetro il tono di ogni sillaba.
Tenten gli lanciò un’occhiata stralunata.
Poi guardò avanti, in direzione del maestro Gai e di Rock Lee, e per un attimo apparve... nervosa.
Scostò il braccio che Neji stava medicando, e fece un passo indietro.
«Neji... che stai combinando?» gli chiese piano.
Lui esitò per un istante, ma alla fine decise di non girarci attorno.
«Mi chiedevo se sei libera domani sera» disse senza incertezze.
Tenten lo fissò.
Sospirò.
«Neji, Neji... sai quanto a lungo ho aspettato di sentirti chiedere una cosa del genere?» domandò, scuotendo la testa.
Lui si accigliò. «C’è qualche problema?»
«Sì... Neji... sei in ritardo. Troppo in ritardo»
Silenzio.
«Ah. E... posso chiedere per quale motivo?»
Non c’era particolare sofferenza nella sua voce... solo una certa delusione e un lieve disappunto.
«Quali motivi, vorrai dire» replicò Tenten. «Il primo sono io. Io che mi sono stufata di aspettare, e che ho deciso di smetterla di farmi del male con te... E il secondo...» chinò il capo, grattandosi la nuca con aria mesta. «...Beh, il secondo dipende solo in parte da me. Ed è un problema che non posso eliminare»
Neji corrugò la fronte, senza capire.
Il primo motivo gli stava bene, aveva un senso... ma il secondo?
«Mi dispiace» continuò lei, sbuffando piano. «Non esiste nessuna possibilità, davvero»
«...Ah. Ne sei assolutamente certa?» insisté lui.
«Sì» lei, stranamente, gli sorrise. E, per un attimo, a lui sembrò più bella del solito.
Forse perché le cose appaiono in tutto il loro splendore solo nel momento in cui le perdiamo.
«Beh, andiamo. Gli altri si sono mossi» disse Tenten dopo qualche attimo di silenzio, accennando al maestro Gai e a Rock Lee, che erano partiti saltellando su un piede solo.
«...Sì» mormorò Neji piano.
Per carità, non è che la sua fosse proprio una delusione amorosa... e comunque lui non era un ragazzino che scoppiava in lacrime al primo due di picche... ma... era comunque un rifiuto.
Anche se poco, faceva pur sempre male.

Arrivati al villaggio, venne il momento di dividersi.
Neji, impegnato nelle sue elucubrazioni mentali e abbastanza inquieto circa i piani matrimoniali di suo zio, si accorse con qualche secondo di ritardo che il gruppo si stava sciogliendo... e dello strano discorso del maestro Gai.
«...più in missione con noi» stava dicendo il jonin in quel momento, quasi incredulo di fronte alle sue stesse parole.
Tenten, al suo fianco, guardava ovunque tranne che nella loro direzione.
«Che cosa? Ma perché?» chiese Rock Lee accigliato, fissandola. «Abbiamo fatto qualcosa di sbagliato?»
«No... è... insomma, è una cosa un po’ complicata...» mugugnò lei, sbuffando.
«Nulla è mai così complicato!» esplose il maestro, piombando alle sue ginocchia e afferrandole le mani, con le lacrime agli occhi. «Ripensaci Tenten, non puoi lasciare il gruppo!»
Neji si irrigidì all’improvviso.
Che cosa?
Allora... era quello il secondo problema?
Tenten se ne andava?
Ma dove? Perché?
Lo Hyuuga gettò un’occhiata a Rock Lee: sembrava sconvolto quanto e più di lui.
«Sentite, ho fatto i miei calcoli, ok?» sbottò lei, liberando le mani dalla stretta del maestro, e arrossì leggermente. «Smetterò di andare regolarmente in missione, punto. Non ho intenzione di discuterne con voi, l’ho già fatto abbastanza con chi di dovere!»
Chi di dovere?
Doveva riferirsi a Tsunade, solo lei aveva l’autorità per decidere una cosa simile...

...E quindi... se anche il suo idolo di sempre non le aveva fatto cambiare idea, doveva essere per un motivo molto più che valido.
Ma quale?
Impotenti, sia Neji che Rock Lee la videro allontanarsi a passo spedito, mentre il maestro Gai borbottava qualcosa circa l’Hokage e nuovi, strani tentativi di persuasione, e alla fine lo Hyuuga cercò lo sguardo del compagno.
Lo vide fissare avanti a sé, turbato, e non sembrò nemmeno accorgersi dei suoi tentativi di contatto.
Solo in quel momento si rese conto che aveva ancora in mano la pezza imbevuta di disinfettante con cui aveva tentato di essere gentile...










Nel prossimo capitolo:

«...E’... un problema... abbastanza improvviso» mormorò, esitante. «Senti, non credi che anche io vorrei continuare a vivere come vivo ora? Amo essere ninja, il mio idolo è la principessa Tsunade, mi sono sempre trovata a mio agio in quell’ambiente... Ma... succedono cose, nella vita, che uno non si aspetta. Imprevisti. E tutto cambia. Io... non ho smesso di essere ninja. Semplicemente, d’ora in poi mi muoverò soltanto sporadicamente»
«Questa non è una spiegazione» protestò Neji. «Che genere di imprevisti? Cosa è successo esattamente?»
«Non c’è bisogno che tu lo sappia» lo liquidò lei, sbrigativa. «Queste non sono faccende che ti riguardano»













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Sì, ok, calmi.
Lo so, sono passate all'improvviso due settimane e io non vi ho nemmeno fatto vedere il primo incontro fra i nostri tre protagonisti...
...ma c'è un motivo, ed è anche molto semplice:
tutto vi verrà raccontato a tempo debito.
Prima di occuparmi del nostro adorabile (?) triangolo, però, ho bisogno di dare una sistemata alle vicende di contorno,
nello specifico al team Gai e a Shikamaru e Temari.
(a proposito, questo è chiaramente il capitolo della rivincita di Shika! XD)
Credetemi, le cose mi si complicheranno abbastanza anche senza avere loro tra i piedi!
T___T

Voglio ringraziarvi profondamente per tutti i commenti che mi avete lasciato allo scorso capitolo!
Temevo di aver affrettato troppo le cose, di aver sbagliato da qualche parte, di aver fatto non so nemmeno io quale sciocchezza...
...e invece sembra che abbiate apprezzato!
(con le dovute eccezioni, ovvero fan del SasuSaku! XD)
E così abbiamo raggiunto il nuovo record!
YEEEE!

Dopo il prossimo capitolo vorrei postare la sottospecie di "spin-off in un universo parallelo",
cioè quella one-shot SasuNaru di cui vi ho parlato tante volte...
Se me lo dimentico, mi date una strigliata?
^^'

Inoltre, tra l'1 e il 6 ci sarà un'altra carrellata di capitoli in fila (ancora 3), sempre per la storia della tabella di marcia...
...Certo che se non scrivo qualcosa, di qui a due settimane ci areniamo.
Uhm...
Mi darò da fare!

Una volta per tutte: quel gatto è miooooooooo!!
(e ha già un nome, per cui rassegnatevi! XD)
*__*


Ok, non avevo intenzione di chiederlo, ma...
...almeno le personcine che mi hanno inserito tra gli autori preferiti e ancora non mi hanno lasciato due righe,
me lo lasceranno prima o poi un commentino?
T____T


sammy1987: Ahh, volevo proprio iniziare con il tuo commento! XD Davvero, quando l'ho letto mi sono sbellicata dalle risate, sapevo che doveva essercene almeno uno così, e mi spiace soltanto che l'unica a ridere sia io! Comunque... mai dire mai... E direi che la situazione tra Shikamaru e Temari si è evoluta eccome! XD
Talpina Pensierosa: sono la maga delle sorprese, dovresti saperlo! XD E il gatto è adorabile, lo so... giuro che se ne trovo uno così me lo porto a casa, a costo di rapirlo e coprirmi di graffi! XD
Nicole_chan:
purtroppo Sasuke è in via di ripresa... Sakura, ahinoi, ci si sta davvero impegnando anima e corpo (quando non si rotola tra le lenzuola con Naruto), e sfortunatamente ci sa pure fare... sigh. Tra un po' ce lo troveremo di nuovo tra i piedi... Il gatto ringrazia per l'elezione a idolo! O meglio... ti getta un'occhiata di superiorità perché è convinto che tu gli abbia soltanto dato ciò che è suo di diritto... ò_O Strana bestia.
kimi: 1) anche io amavo alla follia Itachi... T_T Mi sono già fustigata mille volte per averlo ucciso, tranquilla... 2) c'è un sacco di tempo per sapere con chi finirà davvero Sakura... 3) ShikaIno o ShikaTema? E se qui ci fosse uno InoShikaTema, in fondo? Chi la vincerebbe? 4) Neji dovrei studiarmelo più a fondo, lo so... è che ho sempre in testa lo scontro nell'esame per chuunin, quello in cui viene fatto a pezzi da Naruto, e in quelle pagine non posso che trovarlo un tantinello insopportabile (sì, questi si chiamano pregiudizi), così lo sfaso un po'... 5) Kakashi è Kakashi, c'è poco da dire! XD Lo vorrei anche io, se esistesse! Anzi, chi non lo vorrebbe? Se poi uscisse con me sarebbe perfetto: tutti e due arriveremmo all'appuntamento con un'ora minimo di ritardo, e nessuno dei due dovrebbe aspettare! XD ___ Et voilà, risposto punto per punto! Spero di essere stata abbastanza ambigua da ammorbidire anche i punti che ti sono meno graditi! XD (tranne per quanto riguarda Itachi... ma, ahimé, contro la morte non posso ancora nulla! Qui non ho le sfere del drago, e le vecchie Chiyo non si trovano dietro l'angolo!)
OneWingedAngel: cough cough cough... ehm... sì... diciamo che... COUGH COUGH COUGH! Mamma mia, ma che tosse!! ^^'' (NON farmi dire nulla, ti prego...)
queen of night: non oso immaginare quanto tempo devi aver passato davanti allo schermo per far fuori 35 capitoli in una volta sola...! Hai la mia stima solo per questo! XD E poi... *_* Sei la prma persona che mi dice "ho iniziato a commentare grazie a te", e non hai idea di quanto ciò mi renda felice!! Temevo che il mio appella cadesse dimenticato, nel nulla... e invece no! Quando ho letto quello che hai iniziato a fare, mi sono sentita utile al mondo! XD (esagerata... -.-'') Comunque, grazie mille innanzitutto per la recensione, e poi anche per i complimenti, che ogni volta mi fanno sentire Alice nel paese delle meraviglie (non la parte angosciante, ma quella... ehm... "meravigliosa")! E' la prima volta che qualcuno mi dice che "trascino gli animi", e in effetti, ora che ci penso, qualcuno mi ha detto di iniziare a provare simpatia per l'uno o per l'altro personaggio da quando ha iniziato a leggere... Sarà che io mi ci metto con tutto l'impegno di cui sono in grado, sarà che mi infilo nella testa anche di chi odio di più (un nome a caso: Sasuke), sarà che... non so cosa, ma, davvero, grazie! Sono arrossita a leggere le tue parole! Per ora non prevedo di smettere di scrivere, perché sono pressoché drogata dal pc e dai file di word (di open office, nel mio caso), solo devo trovare del tempo tra le mille cose che ho in agenda! Mi sa che a breve dovrò tagliare le ore di sonno...! XD
harryherm: tu stai iniziando a diventare un po' troppo intuitiva... non va mica bene, lo sai? XD Comunque, l'incontro tra A,B e C (e sai di chi parlo) verrà raccontato in flashback tra un paio di capitoli... e questo perché entro breve avrai momenti ben più elettrici con cui affinare le unghie. Credimi, non rimpiangerai la bassa tensione in quel momento, perché ne avrai un bel po' (davvero un bel po') più avanti! Sakura non ho intenzione di sminuirla. Più che altro... ho intenzione di renderla umana. Molto umana. Con molte debolezze umane. (ohohoh, come sono cattiva...) In realtà, fino all'ultima riga, mi vedrai sempre, sempre, sempre giustificare ognuno dei personaggi... forse gli unici che ho ammazzato senza tanti rimpianti sono Madara e Suigetsu! XD Anche Orociok e Itachi hanno una loro motivazione, dal mio punto di vista persino comprensibile... Basta, cambio il titolo della fic; da oggi sarà: "Il Gatto Che Tutti Volevano"! XD. ...Guarda, ora ti faccio ridere: ieri pomeriggio, finalmente guarita dalla febbre, mi sono unita ai parenti tutti nel tradizionale S. Stefano di giochi da tavola. Quando per sbaglio mi sono lasciata scappare che qualcuno mi considera una "persona meravigliosa" o - attenzione attenzione - addirittura "dolce",  sai qual è stata la loro reazione? Si sono strozzati dal ridere. Il loro gentil parere sulla mia persona è che sono egoista, meschina, attaccabrghe, avida, vendicativa, pigra, musona... uhm... anche bugiarda? Non ricordo. Comunque, non che io ci dia molto peso, per carità, perché so benissimo che in buona parte mi prendono in giro, però ora capisci da dove arriva la mia scarsa autostima? XD Avrei dovuto ascoltare di più il prof di italiano, che diceva che ero matura e sensibile! XDD (come no!)
killkenny: bah, più Sasuke soffre, più io sono contenta. Mi spiace solo che Naruto ci stia un po' male, ma va beh... capita! XD E di Kakashi saprai qualcosa soltanto tra qualche capitolo! Perché nel frattempo... è successa una certa cosa...
lale16: certo, a Natale siamo tutti più buoni... vallo a dire a Kishimoto... T___T  Oh no, anche tu influenzata? A me ora è passata (misteriosamente e all'improvviso! O_O), e tu? Sei ancora bloccata a letto?
arwen5786: ah, quanto mi dispiace! XD Il gatto è solo mio, non si discute! Sta girellando nella mia testa, in questo momento, e si diverte a fare confusione tra i post-it appiccicati alle pareti! Ahh, dunque tifi per Naruto e Sakura ora? Bene. Molto bene. Vado a ordinarmi la bara. XD Scherzi a parte, in effetti se Sakura non facesse un ragionamento del genere non sarebbe la ragazza intelligente che è. A livello puramente logico, Naruto è sempre stato lì, l'ha sempre amata, le è sempre stato accanto, è sempre, sempre, sempre stato pronto per lei. Mentre Sasuke... Sasuke cosa ha fatto? Niente. E' innegabile che sia sempre stato più legato a Naruto che a lei. Certo, poi non esiste solo il livello logico e puramente razionale... Non sono sicura di quale indirizzo io abbia messo per questo sito... XD Controllo e ti so dire se è arrivata la mail! Non dovesse esserci, ti mando io una mail con il mio indirizzo msn! ^^
1992: sono davvero scoppiata a ridere quando ho letto il tuo messaggio! XD Fantastico! L'unico appunto che devo farti è... perché la vasectomia devo farmela io?! Insomma, proponi le idee e assumitene la responsabilità fino in fondo! Falla tu! Il gatto, purtroppo per te, ha già un nome. Cioè, lo scoprirai tra qualche capitolo... uhuhuh... e in ogni caso, sarebbe difficile chiamarlo Giugy e non incorrere nelle sue ire, dal momento che è un maschio! XD
kage_naru89: Naruto è molto più che innamorato: in questo momento Sakura è tutto o quasi... diciamo un buon 90% della totalità. In più c'è tutta la questione di Kyuubi e Orociok, e lui è insicuro, incerto, in fondo anche un po' debole... Ha bisogno di lei, ne ha un bisogno disperato. Cucciolo... avesse bisogno di me, altro che sei volte, dalle tre di notte all'alba! XD (oh mammina mia, ma che volgarità!)
kyuubi: beh, ad essere un demone di chakra con nove code che causano frane e terremoti, suppongo che la temperatura corporea sia un tantino elevata! ...Uhm... Oh accidenti. Ti ho di nuovo sovrapposto all'altra Kyuubi! XD Quanto tempo che non accadeva! Comunque... mal comune mezzo gaudio, non eri l'unico: anche io e un altro po' di gente eravamo malati, vedi che è stata una piaga diffusa? Ahh, che bello, che bello! Se leggendo una scena ti parte la colonna sonora, allora ho raggiunto l'obiettivo che mi ero prefissata! E Shikamaru... beh, alla luce di quest'ultimo capitolo, non mi sembra che gli sia andata tanto male! XD Divertiti in vacanza, ovunque tu stia andando! Fallo anche per me, che non muoverò un piede da casa e probabilmente dovrò pure studiare un sacco! T__T
Mala_Mela: sììì! Finalmente qualcuno che dice chiaramente ciò che io non posso dire, in quanto autrice e teoricamente creatura neutrale! Naruto rulez! Sasuke al rogo! E il tuo regalo di Natale arriverà, arriverà... le cose che ci sono care trovano sempre il modo di tornare da noi! (Luna Lovegood) E tu NON sei onnisciente. Sai quello che sai perché io sono quella che sono. Punto. XD
kaho_chan: oh, mi dispiace! Mi dispiace tantissimo per averti obbligato alla lettura di questo capitolo! (sempre che tu non lo abbia saltato tutto! XD) Cercherò di distrarti parlando un po' del gatto, che ha già un nome - anche se non sembra gradirlo molto... XD In effetti hai ragione, involontariamente devo aver attinto al mitico Puss in Boots di Shrek per delinearlo! E' che... beh, in realtà ho preso spunto da un altro personaggio per il suo carattere, e sarà ovvio quando gli verrà dato il nome... uhuhuh... ma lo scoprirai solo tra un po'. Tra poco, a voler essere precisi. Per quanto riguarda le tue "previsioni" sui momenti Narusaku, purtroppo sono drammaticamente esatte: con tutte queste threesome, troverò sempre meno tempo per delineare il loro rapporto... quindi fai bene a goderti i momenti di pace quando ci sono! Wow, davvero riesco sempre a tenere i personaggi IC? Anche quando Shikamaru si spupazza allegramente Temari? XD
Hila92: ok. Chiedo perdono, perché ho molto peccato... U_U Prima di tutto, non dire mai a nessuno, nemmeno a me, che questa storia è meglio di Naruto! Rischierei la pellaccia, e non sono sicura di volerlo! ^^' Poi... ahahah, non mi sogno nemmeno lontanamente di essere un genio o addirittura perfetta! I tuoi complimenti mi rendono davvero felice, ma per fortuna mi tengo ancora con i piedi per terra, altrimenti vagherei già nella mesosfera, come un palloncino alla deriva...! E poi... davvero, qui è il momento di chiedere perdono: ascoltami bene. Tu non devi mai e poi mai cambiare idea su qualcosa dopo aver letto questa fic! Lo dico per te, devi credermi...! La mia più grande caratteristica è la bastardaggine, oggi scrivo una cosa e domani potrei scrivere l'opposto! Prendi sempre con le pinze le mie parole, per carità! >_< Comunque, dopo i dovuti avvertimenti... Piacere di conoscerti! ^^ Non credevo che all'alba del capitolo 36 ci fosse ancora gente con il coraggio di leggere la fic a partire dall'inizio, e soprattutto di arrivare alla fine con un tale entusiasmo! Mi rendi davvero felice! Spero che continuerai a seguire anche i prossimi capitoli, e se ogni tanto ti verrà voglia di commentare, io sono sempre qui a rispondere! ^^ [E sì, hai capito bene! Al momento sono di stanza a Bologna per l'università!]

Aya

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Capitolo 37
*** Ostacoli e prigioni ***


Naruto-37

Capitolo trentasettesimo

Ostacoli e prigioni





E no.

No, non aveva senso.
Non senza una motivazione chiara e valida.
Neji ci aveva meditato sopra tutta la notte, ed era giunto alla conclusione che l’abbandono di Tenten non poteva essere accettato così, con una scrollata di spalle. Il suo sogno era sempre stato quello di emulare Tsunade, il quinto Hokage; non era neppure concepibile che all’improvviso smettesse di uscire in missione.
Per questo quella mattina bussò alla porta di casa sua.
La madre di Tenten per poco non ebbe un mancamento a vederselo sulla soglia, in tutto il suo nobile – e soprattutto ricco – splendore, e mentre lo faceva entrare non smise un istante di tormentare una ciocca di capelli tra le dita. Capelli neri come quelli di sua figlia, non poté fare a meno di notare Neji. E lisci. E brillanti.
E’ buffo come cose cui non abbiamo mai fatto caso all’improvviso diventino immensamente evidenti, quando la prospettiva cambia.
«Tenten!» chiamò la madre, con voce visibilmente nervosa. «Ci sono visite!»
«Mamma...» sbuffò lei da un’altra stanza, in tono esasperato. «Se mi hai chiamato perché c’è di nuov...» le parole le morirono in gola, quando mise piede nel corridoio.
Si fermò sulla soglia della stanza, una mano sullo stipite, e fissò Neji.
«Oh» mormorò piano. «Sei tu»
Sua madre passò lo sguardo dall’uno all’altra, in ansiosa attesa.
«Mamma» disse Tenten, sbuffando leggermente. «Puoi preparare del tè e portarcelo in camera? Neji, vieni»
Mentre la prima scompariva in cucina, nonostante il palese desiderio di restare ad origliare – la passione per il pettegolezzo era un difetto di famiglia – il secondo raggiunse Tenten nella sua stanza.
Non ci era mai entrato prima, e la trovò... molto più femminile di quanto si aspettasse. Tendine rosa, colori chiari, ordinata, pulita... kunai sulla scrivania e orsetti di peluche sul comodino. Un contrasto bizzarro.
«Ehi, non ti guardare troppo attorno» lo rimproverò lei, arrossendo. «Sei qui per parlare con me, non con i soprammobili»
«Ah, sì... scusa» borbottò lui, raggiungendola attorno a un tavolino basso. Si inginocchiò davanti a lei, rigido, e la fissò. «Sai perché sono qui» disse, e non era una domanda.
«Immagino che tu voglia una spiegazione per quello che è successo ieri...» sbuffò Tenten. «Senti, mettiamo in chiaro le cose: io ti ho fatto accomodare per gentilezza, e perché mia madre è quasi svenuta quando ha saputo che sarei stata in gruppo con te, figurarsi se ti avrebbe lasciato andar via senza una degna ospitalità... ma, francamente, ritengo che tu sia l’ultima persona cui devo spiegare qualcosa»
Neji si accigliò immediatamente.
«L’ultima persona?» ripeté, discretamente offeso.
Tenten appoggiò il gomito al tavolino e il mento alla mano, con l’aria di chi si trova a spiegare una cosa ovvia e molto noiosa a un bambino particolarmente irritante.
«Ho passato anni a morirti dietro, diciamocelo» esordì senza girarci intorno. «Tu mi hai mai considerata una sola volta? E non dirmi che non lo sapevi, non sottovalutarmi così. Allora, finalmente ho deciso di mettere la testa a posto e iniziare a vivere la mia vita senza di te... e tu all’improvviso mi chiedi di uscire, vuoi conoscere i miei problemi, fai il comprensivo... E’ perlomeno logico che io mi senta un tantino irritata dalla tua persona, se permetti»
«Io sono qua come compagno di squadra» puntualizzò lui. «I secondi fini sono unicamente nella tua testa, il che dimostra che bene o male ci pensi ancora, comunque» Tenten arrossì di nuovo, seccata. «Ma non è questo il punto. Il punto è che anche se ti conoscessi soltanto da una settimana, mi verrebbe spontaneo chiedermi ‘perché ha lasciato il gruppo così all’improvviso’? Non hai dato nessun tipo di segnali prima, non hai lasciato intendere nulla, non una parola, un cenno... La tua decisione ci è piombata tra capo e collo, spero tu te ne renda conto»
Tenten distolse lo sguardo, a disagio.
«...E’... un problema... abbastanza improvviso» mormorò, esitante. «Senti, non credi che anche io vorrei continuare a vivere come vivo ora? Amo essere ninja, il mio idolo è la principessa Tsunade, mi sono sempre trovata a mio agio in quell’ambiente... Ma... succedono cose, nella vita, che uno non si aspetta. Imprevisti. E tutto cambia. Io... non ho smesso di essere ninja. Semplicemente, d’ora in poi mi muoverò solo sporadicamente»
«Questa non è una spiegazione» protestò Neji. «Che genere di imprevisti? Cosa è successo esattamente?»
«Non c’è bisogno che tu lo sappia» lo liquidò lei, sbrigativa. «Queste non sono faccende che ti riguardano»
Quanto tempo era passato dall’ultima volta che Neji si era arrabbiato?
E quanto tempo era passato dall’ultima volta che qualcuno aveva osato contraddirlo così apertamente?

Probabilmente anni.
E ora una ragazzina qualunque ci stava riuscendo, di nuovo.
Ahh... che fine aveva fatto l’autocontrollo della nobile casata Hyuga?
«Non sono faccende che mi riguardano?» esclamò, a voce alta.
E sul più bello un bussare sommesso lo interruppe.
«Chiedo scusa... ho portato il tè» disse la madre di Tenten, entrando con un mezzo sorriso. «C’è anche qualche dolcetto, se avete fame. E... ehm... N-Neji... non esitare a chiedere altro»
Ci mancava solo il balbettio sul nome...!” si trovò a pensare Tenten, esasperata.
«E... figliola...» aggiunse sua madre, avvicinandosi con tono cospiratorio. «Ho sentito per caso quello che dicevate...» il suo mormorio era quanto di più udibile ci fosse. «...Sei sicura che quelle faccende... non potrebbero riguardarlo?» domandò con un’occhiata desiderosa.
«Sì mamma, ne sono più che sicura» rispose Tenten tra i denti, vicina a una crisi di nervi. «Ora potresti gentilmente lasciarci in pace?»
«Oh. Oh, certo» sua madre si esibì nella scarsissima imitazione di una risata rilassata, si schiarì la voce e si rassettò i vestiti. «Bene. Vi lascio... vi lascio mangiare. Chiamatemi se avete bisogno. Anche tu, Neji»
Per fortuna si era trattenuta dal dire ‘Neji caro’.
Uscì dalla stanza, lasciandoli di nuovo soli, e Neji aprì subito la bocca per continuare il discorso su cui era stato interrotto; ma Tenten lo zittì alzando una mano. Lui si accigliò, mentre lei si alzava in piedi. La vide raggiungere la porta e spalancarla all’improvviso, e vide, oltre la soglia, sua madre. In perfetto nonché compromettente atteggiamento da spia consumata.
«Mamma» sibilò, assottigliando gli occhi scuri.
Quella arrossì e fece un passo indietro.
«Beh, stavo andando...» bofonchiò, e finalmente si allontanò davvero, controllata dalla figlia fino all’ultimo passo.
Solo allora Tenten richiuse la porta e tornò a sedersi, sbuffando.
«Scusala» disse secca. «E’ fatta così...» all’improvviso la sua espressione si addolcì, ma non si diede la pena di spiegare a Neji perché. E prima che lui potesse anche solo farsi venire in mente di chiederglielo, tornò alla solita faccia. «Beh, comunque... bevi il tè e poi alza le tende. Senza offesa, eh»
«Quindi posso stare qui finché la tazza non è vuota?» chiese lui, subdolo.
«Tra dieci minuti te la rovescio in testa, se non te ne sei andato» rettificò lei.
«Perché devi per forza essere così?»
«Così come?»
«Perché devi fare la sostenuta, la misteriosa? Che ci guadagni? E’ solo una vendetta?»
Tenten si passò una mano sul viso. «Per favore...» disse tra i denti, sospirando profondamente. «Puoi farmi una gentilezza? Se proprio senti l’irresistibile impulso di sapere, riesci almeno ad aspettare un po’?»
Neji corrugò la fronte perplesso. «Perché?»
Lei lo fulminò con lo sguardo. «Sai che sei seccante?»
«E’ una domanda legittima!» protestò lui.
«Perché sì» rispose lei fredda. «Anche questa è una risposta legittima»
«Inizio a trovarti insopportabile»
Tenten crollò la testa sul tavolo.
«Ti prego...» sibilò. «Finisci quel maledetto tè»
«Non mi hai ancora risposto»
Lei rialzò il capo. «Ti fidi di me?» chiese a bruciapelo.
«Non ne sono sicuro» ribatté lui. «Dopo che ci hai piantati, all’improvviso...»
«Dopo tutti gli anni che abbiamo passato nello stesso gruppo, dopo tutto quello che abbiamo visto e vissuto, pensi di non poterti fidare di me?» allibì Tenten.
«...No. Mi fido» fu costretto ad ammettere Neji.
«E allora aspetta»


«Il 23 luglio era il compleanno di Sasuke!» esclamò Ino, piombando disperata nell’appartamento di Naruto.
Sakura, che gli aveva aperto quando l’aveva sentita sfondare la porta a pugni, inarcò un sopracciglio.
«Lo so» sospirò, facendosi da parte per lasciarla entrare. «Ma non mi sembrava il caso di fargli una festa, e soprattutto non mi sembrava il caso di pubblicizzarlo troppo...»
«Ahh, che persona orribile sono!» gemette Ino facendosi avanti, e si lasciò cadere sul divano con aria melodrammatica. «Come ho potuto scordarlo?»
Sakura aprì il frigo e tirò fuori una bottiglia di tè freddo, gettandole un’occhiata.
«Eri con Sai, vero?» chiese, in tono discorsivo.
L’altra non ebbe bisogno di rispondere. Bastò il suo rossore a confermare.
«Ultimamente... state molto insieme» continuò Sakura, riempiendo un bicchiere di tè e portandoglielo. «Soprattutto in questi quindici giorni»
Ino affondò il naso nella sua bevanda, nascondendosi dagli occhi troppo acuti dell’amica.
«Ha qualcosa a che fare con la missione di Shikamaru?»
La bionda si strozzò.
Prima che il bicchiere crollasse al suolo e si frantumasse sul tappeto, Sakura glielo tolse dalle mani e le tese un fazzoletto di carta.
«C-che cavolo dici?» sbottò Ino, con il volto arrossato e gli occhi velati. «Io amo solo Sasuke, lo sai! Ora che tu stai insieme a Naruto, poi...! Cough! Cough!»
Sakura abbassò le palpebre, e si appoggiò al tavolo con i fianchi.
«Ino... Quanto ancora hai intenzione di portare avanti questa storia?» chiese, piano.
L’altra evitò di incrociare i suoi occhi. Lentamente smise di tossire e riprese a respirare normalmente. Il suo bicchiere mezzo vuoto, ancora tra le mani di Sakura, rifletteva la luce che entrava dalla finestra, frammentandola in raggi colorati che andavano a colpirla baluginando.
«Credi che io sia una stupida, eh Ino?» insisté, senza alzare la voce.
«Hn... tu?» sorrise lei, amara. «Tu che sei sempre stata così intelligente...? Tu, che ho scelto come fonte per superare l’esame da chuunin, quella volta che poi non l’abbiamo passato?»
«Allora mi stai solo prendendo in giro?»
Ino scosse la testa, ad occhi bassi.
Sakura la guardò.
«...Lo stai facendo per me, vero?» mormorò. «Continui a ricordarmi che ora lui può essere tuo, perché io ho Naruto... Continui a dirmi di non distrarmi, di pensare a chi amo... perché non vuoi vedermi ingarbugliare le cose, vero? In realtà... tu non pensi più a Sasuke già da molto, molto tempo...»
Ino rise piano, amaramente.
«Non è del tutto vero...» ribatté, alzando finalmente gli occhi. «Sasuke è stato il mio primo amore. Non riuscirà mai ad essermi indifferente, avrà sempre un posto nel mio cuore... ma... se ne è andato, Sakura. E’ stato via così a lungo... e in fondo... anche quando era a Konoha... chi di noi gli era più vicina? Io o tu? E’ una risposta semplice. Con te, in fondo... ho sempre perso. Sempre»
«Ino...»
«Ahh, risparmiamoci la scena strappalacrime!» Ino si alzò in piedi di scatto, passandosi una mano sugli occhi e sbuffando sonoramente. «Almeno questa volta non devo lottare contro di te!»
Ma questa volta, forse, è una battaglia persa in partenza...” si trovò a pensare Sakura, con un moto di sincero dispiacere per l’amica. Un’amica con cui, da piccola, aveva condiviso tutto. Che l’aveva salvata dalla solitudine, che le aveva dato il coraggio che a lei mancava... che le era stata accanto, finché Sasuke non le aveva divise.
Perché erano sempre gli uomini a far soffrire Ino?
«Lui...» disse, d’impulso. «Se... Se non si accorge di te, è un idiota»
Ino la fissò, vagamente sorpresa, e poi sorrise.
«Lo so» si limitò a dire, strizzandole l’occhio. «Ora... Ora vado, però. Ero venuta solo per la faccenda del compleanno... non avevo previsto di trattenermi» rise nervosamente, scostando una ciocca ribelle dietro l’orecchio. «Ci... Ci vediamo, Sakura. E non deviare dalla retta via!»
Sull’ultima frase sembrò riguadagnare parte del suo vecchio cipiglio, ma il suo sorriso si spense troppo in fretta.
Le voltò le spalle, quasi a proteggersi, e raggiunse la porta da sola. Non attese che Sakura la facesse uscire, ci pensò da sé.
La padrona di casa la lasciò andare, comprendendo il suo turbamento e il suo imbarazzo... Probabilmente anche Ino si rendeva conto della difficoltà del suo ultimo amore... probabilmente anche lei vedeva scarsissime speranze. D’altro canto... non poteva continuare ad illudersi di amare Sasuke.
Sakura sospirò.
Con l’età, anche i problemi si facevano sempre più grandi. E la sofferenza li seguiva di pari passo.
Si avvicinò al lavandino e rovesciò il tè rimasto nel bicchiere di Ino, guardando come ipnotizzata le gocce ambrate che brillavano nell’aria, e poi sul metallo lucido. Alla fine sospirò, e l’occhio le cadde sui fogli spiegazzati accanto a una pentola da lavare.
Tese la mano automaticamente, e quelli crepitarono tra le sue dita.
Li guardò.
Righe lette mille e mille volte, righe che sapeva a memoria, parole e lettere consumate dal suo sguardo indagatore, mentre cercava una soluzione che sembrava impossibile... E un nome, in alto.
Sasuke Uchiha.
Le sue maledette analisi... che lasciavano ben poche speranze di eliminare il virus del sigillo maledetto.
Sakura si passò una mano tra i capelli, sopra la fronte sudata.
Lei sapeva che poteva salvarlo.
Lo sapeva.
Altrimenti tutto ciò che avevano fatto in quegli anni non avrebbe avuto alcun senso!
Strinse i denti.
L’indomani doveva incontrarsi con Tsunade, avrebbero studiato la situazione insieme e cercato una nuova soluzione... ma sinceramente nutriva ben poche speranze in qualche mutamento.
Sasuke... Perché, perché quella volta non siamo riusciti a impedirgli di marchiarti per sempre?”
Forse studiare Orochimaru, o quel che ne restava, avrebbe potuto aiutarli... ma Orochimaru era morto.
Non c’era più nulla cui aggrapparsi, se non l’ostinata speranza...
Dal suo angolo in ombra, nascosto sotto il divano, il gatto assottigliò gli occhi azzurri.
Silenzioso, uscì allo scoperto e si stiracchiò. Sakura lo vide, e gli sorrise.
Quella bestiola era strana; con Naruto era schiva e imbronciata, per poi mostrare sprazzi di affetto improvvisi di tanto in tanto, mentre con lei... si poteva dire che l’adorasse. Non perdeva occasione per strusciarsi contro le sue gambe, si acciambellava sul suo cuscino la notte – solo dopo che Naruto si era addormentato – e la svegliava al mattino facendo le fusa accanto alle sue orecchie. Ecco, se aveva un difetto era forse l’eccessiva insistenza... ma gliela perdonava facilmente.
Come si poteva non perdonare tutto a due occhi come quelli?


«No, no e poi no! Non esiste, mi rifiuto categoricamente!» gridò Naruto, sbattendo le mani sulla scrivania dell’Hokage.
Tsunade lo fissò inarcando un sopracciglio.
«...Non avevo dubbi» bofonchiò atona. «Il che tuttavia non implica che il Consiglio tenga automaticamente conto del tuo parere»
«L’alleanza con il Vento non ha nessuno scopo ‘pericoloso’!» insisté lui, furibondo. «Gaara non è un pazzo guerrafondaio come gli altri Kage!»
«Me inclusa o esclusa?»
«Non sto scherzando!»
«Ah sì? Strano. Sai, penso che tu possa parlare di queste cose solo scherzando, in realtà... Guardiamoci in faccia: a livello amministrativo non sei nessuno, Naruto. E’ molto meglio se chiudi la bocca e tieni per te i pareri più estremi»
Naruto avvampò di indignazione. «Adesso non posso più nemmeno parlare?» esclamò.
«Certo che puoi. Ma non in presenza di politici, grazie. Mi semplificheresti molto le cose... Sai, potrebbero usare le tue idee e il fatto che sei notoriamente un mio protetto per affibbiarle a me. Non sarebbe molto utile, diplomaticamente parlando...»
Naruto la fulminò con lo sguardo.
«Mi sembra che la stai prendendo un po’ sottogamba, nonna Tsunade...» bofonchiò.
L’Hokage sospirò, passandosi una mano sul viso.
«Hai una vaga idea di tutte le cose di cui mi devo occupare?» chiese stancamente. «C’è questa faccenda, Sasuke, i corpi di Obito e Itachi Uchiha, Haruka Muto, Danzo... ed è tutto sulle mie spalle. Se dovessi sputare sangue su ogni singolo problema, morirei in breve tempo, credimi»
Naruto sbuffò.
Beh, anche lui aveva le sue belle grane! Ma non prendeva niente alla leggera!
«Questo è il lavoro dell’Hokage!» sbottò secco. «Visto che mi hai rubato il posto, almeno occupalo bene»
«Come come?» ribatté Tsunade, una vena pulsante sulla fronte. «Rubato il posto? Ma se avevi dodici anni quando me lo hanno affidato! Eri un ranocchietto spocchioso e insolente... e non sei cambiato poi molto! Se reggo su questa poltrona da sei anni è perché evidentemente non c’è ancora nessuno in grado di soffiarmela! Te compreso, signorino!»
«Se tu fossi così stronza anche con il Consiglio, non ci vorrebbero mesi per decidere anche le cose più semplici!» bofonchiò lui tra i denti.
«Ho sentito uno ‘stronza’ uscire dalle tue labbra?» indagò lei assottigliando gli occhi.
«Ho detto ‘solida’» ritrattò lui in fretta.
«Come no. Alza i tacchi, moccioso. E in fretta»
Naruto non se lo fece ripetere due volte.
Comunque, restava della sua idea.
Mentre scendeva le scale del palazzo degli Hokage, con le mani affondate in tasca, lasciandosi alle spalle i volti dei protettori del villaggio, sbuffò.
La politica era una cosa stupida.
Stupida e complicata.
E inutile.
Non potevano semplicemente essere tutti dalla stessa parte? I nemici non erano i ‘cattivi’ come l’Akatsuki?
Non ci capiva niente di quelle cose, accidentaccio! Il che... poteva essere un problema, se un giorno avesse voluto essere il sesto faccione scavato nella pietra.
Mugugnò tra sé, di cattivo umore, senza guardare dove camminava.
E fu per questo che andò a sbattere dritto contro qualcuno, nella piazza del villaggio.
«Ehi, attento a dove metti i piedi!» lo apostrofò una voce seccata.
«Questo dovrei dirlo io!» ribatté in automatico, e alzando gli occhi si trovò davanti Kiba e Akamaru. Alle loro spalle, Shino mosse appena il capo, e Hinata chinò bruscamente il suo, arrossendo sotto la frangia.
«Ehi, quanto tempo!» esclamò allora Naruto, piacevolmente sorpreso. «Era un bel po’ che non ci incontravamo in giro! Ho sentito che siete subissati di missioni!»
A quelle parole Hinata sembrò farsi piccola piccola, mentre Kiba fulminava il biondo con lo sguardo.
«Sì, infatti siamo impegnati fino al collo» disse brusco, e automaticamente mise un braccio sulle spalle di Hinata, che andò nel panico più completo. «Quindi ce ne andiamo, se non ti spiace»
Naruto sbatté le palpebre perplesso.
Che strano... gli sembrava di avvertire una certa... ostilità. Come mai?
Eppure Kiba era sempre stato un suo grande amico, sin dai tempi dell’Accademia. Senza contare che ultimamente, più o meno da quando si era messo con Sakura, aveva sempre avuto la sua più completa approvazione... E ora cosa succedeva all’improvviso?
«Ah... beh, se avete da fare...» mormorò, mettendo avanti le mani come a scusarsi. «Non voglio certo disturbarvi»
«Tu non disturbi mai, Naruto...» farfugliò Hinata, in un sussurro a malapena udibile. La stretta di Kiba sulla sua spalla si rinforzò impercettibilmente.
«Ahah, no, non importa! Davvero!» insisté Naruto con una risata tirata. «Anche io... ehm... sì, devo fare una cosa... un ramen! Devo mangiare un ramen con... qualcuno! Anzi, sarà proprio il caso che vada...!»
Hinata rialzò la testa in fretta, ricordando con una stretta allo stomaco lo spiacevole episodio del ramen che lei e Naruto avevano diviso. Era stata un’esperienza triste e umiliante... ma era anche stato molto più delle solite parole vaghe che scambiava con lui. Era stato importante, a suo modo.
Con chi avrebbe mangiato ramen, quel giorno, Naruto?
Sicuramente con qualcuno che sarebbe stato molto più di compagnia...
«Sì, bravo, vai» approvò Kiba sbrigativo, sotto lo sguardo smarrito di un Naruto confuso.
Shino, che non aveva aperto bocca una sola volta, si limitò ad osservare la scena e a fare i suoi calcoli. La situazione era palese, i legami evidenti. Ma, per quanto si sforzasse di essere positivo, lui non riusciva proprio a vedere un finale felice per Hinata... non se le cose restavano in quel modo.
Naruto li salutò, incerto, e si allontanò grattandosi perplesso la nuca.
Il team Kurenai rimase fermo dove si trovava, apparentemente dimentico di tutti i mille impegni che avrebbero dovuto tenerlo lontano... poi, quando la zazzera bionda del jonin fu scomparsa oltre una curva, Hinata si liberò con gentilezza ma fermezza del braccio di Kiba.
«Non... non avresti dovuto» mormorò avvampando, umiliata.
E io non avrei dovuto lasciartelo fare” aggiunse mentalmente.
Ma dopo il processo, e dopo quella stretta di mano e quel sussurro, Kiba aveva iniziato a prendersi molte più libertà... e lei non era in grado di fermarlo.
«Non te la sarai mica presa?» scherzò lui con un’occhiata rapida a Shino, sperando che captasse il suo ordine telepatico a levare le tende.
Ma l’Aburame, dato che aveva analizzato la situazione, sapeva anche che lasciare soli Hinata e Kiba in un momento come quello non sarebbe stato affatto saggio. E non sarebbe nemmeno stato bello, da parte sua... perché Hinata sarebbe crollata.
Sì, in quel periodo erano subissati di missioni.
Perché lei si era ribellata, al processo di Sasuke. Perché era andata contro la volontà del suo clan, con l’unico scopo di avvicinarsi un poco a Naruto.
Shino non osava nemmeno immaginare cosa dovesse aver passato la primogenita della casata Hyuga di ritorno dal processo... cosa dovesse aver subito, in una casa del genere.
E poi c’era stata la storia di Naruto stesso.
Le voci secondo cui lui e Sakura avevano rotto si erano diffuse per il villaggio a macchia d’olio, accompagnate di pari passo dai mormorii su un presunto tradimento dell’Haruno con Sasuke.
Hinata avrebbe voluto cogliere l’occasione per avvicinarsi al suo idolo... dire qualche parola di conforto, consolarlo, forse... offrirsi come spalla su cui piangere – il suo coraggio non la portava più in là.
E invece Hiashi Hyuga aveva fatto in modo che non potesse avvicinarlo.
L’aveva tenuta impegnata con le missioni, segregata in casa, le aveva impedito di comunicare con chiunque ad eccezione del suo clan e del suo gruppo.
Aveva fiutato il pericolo, Hiashi.
E poi, Sakura e Naruto erano tornati a popolare il paradiso degli innamorati perfetti, l’eden idilliaco in cui le sofferenze altrui sono come vaghi baluginii, irrilevanti, ininfluenti...
Per Hinata doveva essere stato un duro colpo.
Shino ricordava che i primi giorni, al mattino, la incontravano sempre con gli occhi rossi e gonfi, come era successo l’anno prima quando Naruto e Sakura si erano messi insieme.
Lasciarla sola con Kiba, adesso, lasciarla in balia della sua irruenza e delle sue insistenze, sarebbe equivalso a condannarla.
Forse, da quel punto di vista, poteva dire di essere più al sicuro nella casa paterna.
«Dobbiamo tornare» disse atono, sistemandosi gli occhialetti scuri sul naso. «E’ tardi, e il padre di Hinata starà attendendo il suo ritorno»
Lei gli lanciò un’occhiata tristemente grata, mentre Kiba non guardava.
L’Inuzuka sbuffò, contrariato. Ma anche lui temeva Hiashi Hyuga, e non aveva abbastanza coraggio per sfidarlo.
«Va bene...» borbottò cupo. «Andiamo»
Non ci volle molto per raggiungere la residenza principale del clan; la villa, immensa e circondata da un giardino rigoglioso, era così imponente da essere chiaramente riconoscibile anche da una certa distanza. Ai cancelli due guardie della casata cadetta chinarono il capo quando videro sopraggiungere Hinata, Shino e Kiba, e mormorarono un saluto rispettoso.
«B-Buon pomeriggio...» balbettò lei in risposta, mite, mentre i suoi accompagnatori si fermavano prima di mettere un piede dentro.
«Allora ci vediamo domani» la salutò Kiba con un cenno.
«Sì, immagino di sì...» sospirò lei.
«Riposa, questa notte» le consigliò Shino. «E, se riesci, cerca di farti una bella dormita»
«Ci proverò» sorrise lei tenuemente, mentre Kiba assottigliava gli occhi in direzione di Shino. Ehi, che cos’era tutta quella premura improvvisa? E il sorriso di lei?
«A domani» li salutò Hinata, per poi voltare loro le spalle e scomparire oltre il nero cancello degli Hyuga. Inghiottita da molto più di un giardino, o dal silenzio, o dalla penombra... inghiottita dalla sua prigione.
Il carcere in cui suo padre non faceva che ossessionarla con l’idea di sposare Neji.
Il luogo in cui nessuno si curava davvero di lei e di come sentiva.
L’incubo dal quale non riusciva a svegliarsi.

Nella sua stanza, soffocava i singhiozzi con il viso affondato nel cuscino.
Poi, all’improvviso, sentì una mano posarsi sul suo capo.
Per un istante pensò che fosse sua madre. Ogni tanto le capitava di immaginarla... di sentirla accanto a sé. Ma erano sempre le solite illusioni.
Alzò la testa, incerta, e scoprì che davvero una mano le accarezzava i capelli... ma apparteneva alla persona da cui meno si sarebbe aspettata quel gesto.
«Sorellona, non devi piangere così tanto» le sussurrò Hanabi, accucciandosi accanto al suo letto.
«Hanabi! Che ci fai qui?» chiese lei spaventata, asciugando le lacrime in fretta e affogando nell’imbarazzo. «Non dovresti... le tue stanze... nostro padre...»
«Va tutto bene» le assicurò lei, con un sorriso. «Nessuno mi ha vista, siamo al sicuro»

«Ma... P-Perché sei qui?» balbettò Hinata confusa, tornando a respirare con una certa regolarità.
«Avresti voluto restare ancora sola?»
«...Io...»
«Non girarci attorno, sono tua sorella. A me puoi dirlo»
«...No» ammise Hinata arrossendo.
«Bene. Io sono qui esattamente per questo» Hanabi estrasse di tasca un fazzoletto e lo tese alla sorella con gentilezza. «Tieni, asciugati il viso. Le lacrime ti rendono meno bella, non lo sapevi? Poi come farai ad attirare l’attenzione di Naruto Uzumaki?»
Hinata arrossì furiosamente. «C-Cos...? Che stai dic...? Come...?»
«Sorellona, lo sanno tutti tranne lui» sospirò Hanabi. «Non è questa grande novità»
Hinata raggelò.
«Tutti...» sussurrò. «Quindi... anche Sakura?»
«Credo di sì»
Hinata si sentì realmente male. Posò la fronte sul cuscino fresco, gli occhi serrati, e si morse il labbro inferiore.
Ah, che sciocca!
Come aveva potuto sorridere a Sakura, tutte le volte che si erano incrociate?
Sicuramente lei l’aveva presa per un’ipocrita... una sciocca, falsa ipocrita.

Stava male. Ora sì che stava davvero male.
«Rilassati, sorellona» intervenne Hanabi, accarezzandole di nuovo i capelli. «Nessuno pensa male di te. E un giorno tutto sarà come deve essere»
Hinata risollevò le palpebre, sconsolatamente incredula.
Personalmente dubitava che un giorno Naruto avrebbe lasciato Sakura, che dichiarava di amare da anni e anni, per accorgersi di lei... la ragazza della quale ricordava a malapena il nome, forse.
Però... le parole di Hanabi le facevano bene.
Le permettevano di sognare, solo un po’... di dimenticare suo padre, Neji, Kiba, ogni cosa... e di ricordare lui e solo lui.
Non si soffermò a chiedersi perché sua sorella, di solito schiva, intollerante e sempre dalla parte di Hiashi, questa volta avesse deciso di schierarsi con lei... riteneva che non ce ne fosse bisogno.
In fondo era pur sempre la sua amata sorellina.
Non poteva avere cattive intenzioni.









Nel prossimo capitolo:

«Vedi... molti studi sostengono che gli animali possano rivelarsi una cura nei casi psicologici» spiegò lei. «E io pensavo che, magari, potremmo provare a portare il gatto da Sasuke... e vedere se succede qualcosa»
«La bestia assassina che fa fuori i tuoi libri, intendi? Il piccolo diavolo che lascia peli ovunque, mangia come un maiale, graffia ogni cosa su cui riesce a mettere le zampe e la notte miagola come un ossesso, senza scordare tutti gli angoli che ha deciso di marcare?»
«Non è così terribile»
«No? Tu ricordi in quanti pezzetti abbiamo trovato la tua preziosa copia di “Crescere con il chakra”?»













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Capitolo dedicato ai personaggi di contorno, come avrete notato.
Probabilmente il pezzo che mi è più caro questa volta è quello di Ino...
Cioè, io non la sopporto. Ma all'improvviso se ne è uscita con questa scena, e un pochettino mi ha fatto pena...
Va beh che neanche Hinata ha tanto da stare allegra...
Uff.
Dai, c'è sempre il momento di crisi prima della felicità, se no la felicità non si gode appieno!
(Perle di Saggezza)
(Sì, l'ho trovata nei Baci perugina)

Ho notato che il nostro Shika ha riscosso un certo successo nello scorso capitolo... XD
Sapevo che avreste apprezzato! ^_*

Nel prossimo capitolo, finalmente, il magico trio di nuovo riunito!
E poi... per tutti gli appassionati... Kakashi e il suo angolino nostalgia!

Ah, dopo aver aggiornato qui vado a postare la one-shot NaruSasu che vi avevo promesso.
Se vi interessa, sapete dove trovarla.

Hila92: ahah! XD "sarà che il mio subconscio è fermamente convinto che debba essere io a mettermi con Shikamaru"! XD Il tuo subconscio ha molto buongusto, lasciatelo dire! Beh, sono contenta che l'odio per Sasuke si diffonda anche autonomamente. Diciamocelo, se lo merita tutto... e poi, automaticamente, se le quotazioni di Sasuke calano, quelle di Naruto si alzano! Purtroppo quel brutto rospo di Kishimoto ha annunciato che l'anno prossimo parlerà di Sakura, Sasuke e Kakashi, e che Narutino dovrà attendere... il che significa che alla fine, se faranno un altro sondaggio di gradimento, ci sarà ancora il malefico scoiattolo in testa. -.-* Tornando a cose che sono un po' più alla nostra portata, grazie per i complimenti sulla lunghezza, non avevo mai notato che, in effetti, riesco a scrivere un sacco di cose diverse! XD E' che nella mia testa la storia va avanti per punti fissi, e tutto il resto ci gira attorno... meno male che ci siete voi lettori a farmi notare certe cose, almeno posso montarmi la testa ancora un po'! XD (e, credimi, nemmeno Sai scorderà facilmente Naruto e i suoi discorsi davanti al ramen... XD)
Julia83: mi rifiuto di rispondere questa recensione... Davvero, sollevo bandiera bianca.
kimi: eh, Tenten può tutto ciò che vuole, perché è una donna! E in quanto donna, gli uomini sono tutti burattini nelle sue mani... Muahahahah! *__* Ok, scusa lo sprazzo di follia, mi è scappato. Il rapporto tra Neji e lei, comunque, è la mia spina nel fianco. Ho davvero un sacco di problemi a gestire quest'uomo, principalmente perché ha un ruolo attivo più che altro nell'anime, che io non ho (ancora) avuto tempo e voglia di vedere tutto... Quindi... Beh. Prendetevelo così com'è! U_U
harryherm: Naruto non è Superman: Superman confrontato a lui non è nessuno! *__* Insomma, il piccolo e dolce Narutino è un tipo molto impulsivo, energico, coccoloso... Se tanto mi da tanto, Sakura deve darsi molto da fare! U_U Ora, non voglio dirti nulla sulla fine della fanfic, ma posso dirti che esistono sul mio pc i primi capitoli del prequel... ovvero di "come Naruto e Sakura sono arrivati alla situazione attuale". Sarà una cosina breve, nell'arco di tempo di una settimana, ma appena la finisco la metto, per dilettare voi fan della NaruSaku! XD (attenzione: è nata quando ho saputo di Jiraya... O_O) Shikamaru... eh. Shikamaru è Shikamaru. *ç* Aspettavo di scrivere quel capitolo dall'inizio della fic! XD Non vedevo l'ora di piazzarvelo sotto il naso, per far tacere tutte le voci che davano Shikamaru per gay! XD E Neji e Tenten (immagino sia questa l'altra coppia cui accennavi XD)... beh, se leggi le altre recensioni saprai che sono la mia spina nel fianco. -.- Ma va bene così, tanto avevo già progettato tutto. Sinceramente non mi ritengo fortunata ad essere viva; per il semplice motivo che essere viva implica sentire dolore. E io so come andrà a finire tutto. E so che mi farete un gran male... -.-'' Certo è che sono una gran stronza... ma va beh, capita! ^^ Buone Feste! (ah, ovviamente parlavo di te con i miei parenti! XD Ma non eri sola, tranquilla, e comunque il mio saggio cervellino mi fa tenere più in conto il tuo lusinghiero parere che non quello deprimente della famiglia! XD)
kaho_chan: povera, mi spiace tanto per tutta la sofferenza che devo averti causato! XD Ma rilassati: per un bel po' non sentirai più parlare di questi due che fanno la coppietta (più o meno) felice. Ora c'è da concentrarsi sul magico trio. U_U Oh, bene bene bene... il rifiuto di Tenten era inaspettato, eh? Mi fa piacere! Adoro mandare in confusione i lettori... *_* è il mio sport preferito! E Ino... ç_ç immagino che questa volta non ti abbia divertita molto, eh... Poveretta. Fa pena persino a me!
vegani: wow, un viso nuovo! ^^ ("viso" si fa per dire...) Grazie mille per aver lasciato un commento! Dunque, mi chiedi della trama eh... a dire il vero ora nel fumetto sono ancora qualche anno indietro. Sasuke sta ancora cercando Itachi per i fatti suoi e Naruto e Sakura stanno cercando lui. Dal lato romantico, però, Kishi non ha fatto succedere proprio nulla, quindi si può dire che io mi sono inventata tutto! XD Certo, ho cercato di leggere tra le righe e immaginare come potessero evolversi i diversi rapporti, ma di ufficiale non c'è ancora niente! Spero di essere stata abbastanza chiara, senza rivelarti troppo! XD
arwen5786: incredibile. Ultimamente ricevo un sacco di dichiarazioni d'amore... mamma mia, tremo al pensiero di quello che mi succederà al penultimo capitolo... Comunque, godiamoci la gioia finché possiamo! XD Il tuo commento era esattamente ciò che volevo da un'amante dello ShikaTema come te! Sentire che sono riuscita a far apprezzare questi due anche a chi li odia è piacevole, ma farli amare ancora di più a chi già li ama è profondamente appagante! XD Quella scena contro il muro era nella mia testa dall'alba dei tempi, aspettare fino al capitolo 36 per scriverla è stato un vero tormento... meno male che alla fine sembra sia venuta bene! ^^ Per quanto riguarda Sai, povero ragazzo, quando lui ferisce lo fa senza saperlo. Quindi, qualunque cosa succeda o non succeda, la colpa non sarà mai tutta sua... E Naruto è ovviamente invidioso di Sasuke. Ne parla come ne parla perché ormai è tornato e si sente in diritto di tornare ai vecchi rapporti con lui, ma non è un caso che abbia paura a lasciarlo solo con Sakura... Come lui è attratto dall'Uchiha (ehm... so che sembra yaoi, ma il senso non è quello), pensa che tutti debbano per forza trovarlo magnetico. In realtà non ha capito che gli unici cretini a vivere in funzione di Sasukkia sono loro, i pirla del gruppo 7 originario. -.- E che cavolo, la mail non è ancora arrivata! Qui c'è qualcosa di molto strano, maledetto sito... che si fa? é_è
queen of night: io invece le taglierei volentieri le mie ore di sonno per scrivere (come in effetti sto facendo XD). Una volta dormire era piacevole, facevo sogni interessanti e al mattino me li ricordavo pure... ora lo considero soltanto una perdita di tempo. U_U Credo che il mio cervellino esaurisca la creatività da sveglio, quando scrivo, e quindi mi dia gli scarti la notte... Ah, ecco un'altra fan ShikaIno! Non ho capito bene come sia possibile, ma tra i commentatori ci sono fan per tutti i gusti! E dire che le coppie le ho messe in chiaro già dai primissimi capitoli, almeno quelle che io considero fondamentali! XD Wow, lo considero un complimento, seguire anche quando i pairings non sono quelli più amati! Il pezzo di Naruto e Sai l'ho scritto anche io per divertirmi, lo confesso. Volevo far sentire un po' di atmosfera "da ramen", un po' di sano cameratismo maschile, anche se Sasuke e Shikamaru non erano disponibili! Peccato che Sai non sia esattamente il miglior interlocutore per un certo genere di discorsi...
sammy1987: la speranza è l'ultima a morire, con il magico trio! U_U E Shikamaru... beh, lui starebbe indubbiamente molto bene con ME (*ç*), ma se proprio devo scegliere una kunoichi da appaiargli... è inutile: io Ino non la reggo, la mia scelta è ovvia! U_U (e poi, quando Naruto torna a Konoha e trova quei due in giro insieme, non so perché ma la reazione di lui mi ha ricordato tantissimo quella di Asuma quando Kakashi lo ha beccato in giro con Kurenai... e sappiamo tutti come sono finiti quei due! XD)
lale16: "
ammiccando con fare da idiota e da semi-nifomane" <-- XD Solo per questa frase ho deciso che ti adoro! Comunque, giusto per la cronaca, Naruto era molto "sveglio" anche prima. Solo che io non ve lo dicevo! ^_* Shikamaru invece non avrà occasione di vantarsi della sua conquista... e tra qualche capitolo capirai perché... Mentre Neji e Tenten... Scusa, non sei felice che lei gli abbia dato il due di picche? Così lui è libero per te, no? ^_^ E tranquilla, la recensione si capiva bene! Sono un mago delle cose ingarbugliate! ^_*
1992: perché ho la vaga impressione che i tuoi messaggi degenerino sempre un po' di più...? XD Comunque, se devo scegliere tra parto e vasectomia, preferisco il parto. U_U Almeno non è definitivo. Credo di aver capito cosa volevi dire riguardo a Shikamaru e Temari! XD Insomma, ogni tanto anche lui deve tirar fuori il suo cromosoma Y, no? E Naruto e Sakura, dopotutto, non sono davvero conigli. Insomma, lei è un medico, sa come impedire certe cosucce... Di Tenten non vi dirò nulla ancora per un bel po'. Al momento ho cose più pressanti di cui occuparmi, quindi salutala con questo capitolo e dimenticala finché non saremo arrivati quasi alla fine... (Post Scriptum: sì, è un gran peccato che Sasuke stia meglio... XD)
lucy6: tu guarda, un'altra coraggiosa che all'alba del capitolo 36 decide di leggere la fanfic! Benvenuta in questa valle di lacrime e follia, non spaventarti se mi vedi totalmente priva di cervello, è normale così! XD  Mi fa piacere che tu sia un'altra affezionata alla NaruSaku, anche se non posso garantire che siano insieme anche alla fine! XD
OneWingedAngel: XD Ti lascio passare l'affermazione su Shika e Tema solo perché lei alla fine è stata ben felice di come sono andate le cose! Ah, potrei scrivere romanzi erotico/sentimentali? Come Jiraya? Questo mi onora, ma, a dire il vero, non ho abbastanza fegato per spingermi oltre la scena di Shikamaru e Temari, almeno non per ora! Oh, suppongo che esistano anche maschi che si schifano di certi discorsi a pranzo... Ne conosco qualcuno che è convinto che siano solo faccende personali, e quel qualcuno non è gay. Mettiti l'anima in pace, Sai grazie a dio non punta Sakura, e Ino è tesa per i motivi che hai letto in questo capitolo... Direi che complicarmi ulteriormente la vita sarebbe folle, da parte mia!


Aya

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Capitolo 38
*** L'altro Naruto ***


Naruto-38

Capitolo trentottesimo

L'altro Naruto





Obito.
Lo ricordava come se lo avesse visto soltanto il giorno prima.
I suoi capelli neri, sparati e così scuri; la voce squillante e viva, sempre pronta a inventare una scusa dopo l’altra; il suo collirio, dalla natura ignota e dagli effetti ancora più misteriosi; i suoi occhi, pezzi di carbone dietro la maschera... spesso velati di lacrime. Il suo tremito, durante le missioni. Il suo sharingan.
La sua morte.
Kakashi portò una mano al coprifronte, abbassato a coprire l’occhio che non era suo.
Fermo davanti alla lapide degli eroi, era solo sotto il sole cocente.
Obito.
Che ancora non aveva una tomba.
Il suo più caro amico... la persona che più ammirava, dopo il quarto Hokage. Il suo eroe, con lui.
Che ancora non aveva pace.
Cosa speravano di trovare, gli scienziati della Foglia?
Cosa speravano di capire di Madara Uchiha, l’uomo che aveva raggiunto quanto di più vicino ci fosse all’immortalità, che aveva ingannato tutti, che aveva domato Kyuubi, che aveva tirato i fili di Konoha per decine di anni, fin dalla sua fondazione?
Pensavano che una persona simile avrebbe lasciato tracce?
No.
No, non ne aveva lasciate, Kakashi ne era sicuro.
E allora perché non lo lasciavano riposare?
Perché non lasciavano che la memoria di Obito si posasse sui sui resti, sotto la terra del villaggio che amava e che aveva voluto difendere?
Era arrabbiato, Kakashi.
Dopo tanto tempo, era arrabbiato di fronte alla lapide degli eroi, luogo che di solito lo vedeva malinconico, nostalgico... non iroso.
Lì si era arrabbiato poche volte, in quegli anni.
Quando la vita era ingiusta, quando si sentiva colpevole, quando succedeva qualcosa che lo irritava.
E ora... era di nuovo arrabbiato.
Ma, a dire il vero, non lo era per colpa degli scienziati della Foglia.
Lo era... a causa sua. Di sé stesso.

«Kakashi... So che è passato tanto tempo, che siamo stati lontani a lungo... So che ognuno di noi ha vissuto la sua vita... ma... ho paura che ciò che provavo per te vent’anni fa non sia mai morto del tutto...»

Rin.
Che se ne usciva all’improvviso con quelle parole.
Rin.
Che Obito amava con tutto sé stesso.
Kakashi si sentiva ancora in colpa per non averlo salvato, per l’occhio che lui gli aveva donato, per la tomba che gli era negata... come poteva darle una risposta?
Anche se l’avesse amata, cosa peraltro di cui dubitava, con che coraggio avrebbe vissuto la vita che avrebbe potuto essere di Obito?
Con che coraggio sarebbe riuscito là dove lui non aveva nemmeno potuto provare?
Eppure... se le avesse detto che voleva stare con lei... che ricambiava i suoi sentimenti... se fosse riuscito ad essere abbastanza convincente... avrebbe potuto tornare a quel tempo.
Ricordare Obito, giorno dopo giorno dopo giorno...
Una tortura.
Una tortura piacevole... troppo piacevole.
Chiuse gli occhi, turbato.
Rin, Rin... Così... mi metti in difficoltà molto più di quanto immagini...”


L’ultimo piano dell’Ospedale della Foglia era sempre riservato ai ninja che meritavano un certo riguardo.
Era il più irraggiungibile, il più silenzioso, quello con meno stanze e con più infermiere.
Era il reparto d’élite, il piccolo paradiso pacifico in cui gli eroi del villaggio curavano le loro ferite e si riprendevano, pronti a rimettere in gioco la loro vita una volta guariti.
Davanti all’ultima porta, la più distante dalle scale, quella nell’angolo più silenzioso, due chuunin annoiati giocavano a morra cinese.
Una targhetta sul legno dipinto di bianco recitava: Uchiha Sasuke.
Non erano lì perché temevano che potesse scappare. Erano lì perché Tsunade temeva che potesse farsi del male. Peccato che il loro personale parere fosse che quel ragazzo smunto non avrebbe avuto nemmeno la forza per alzarsi dal letto, meno che mai per ferirsi in qualche modo.
E poi con lui c’era sempre, invariabilmente, qualcuno.
Poteva essere la giovane dottoressa dai capelli rosa – sulla quale commentavano spesso e volentieri – o il biondino esagitato; poteva essere l’Hokage stesso, o un’infermiera fidata. Ma c’era sempre almeno una persona.
In quel momento, addirittura, nella stanza stavano sia Sakura Haruno che Naruto Uzumaki.
«So che il cibo dell’ospedale fa schifo, ma devi mangiarlo comunque» stava dicendo quest’ultimo, con le braccia fermamente incrociate sul petto e l’espressione seccata. «Non c’è alcun gusto a proclamarsi superiori a te se tu sei ridotto a uno straccio»
Sasuke, dal suo letto, non alzò nemmeno lo sguardo. Pallido, magro, rimase immobile a fissare il piatto scarno posato sul vassoio, sopra le ginocchia. Dal suo braccio un piccolo tubicino correva fino a una flebo trasparente, che si svuotava goccia a goccia. Un blando tranquillante per il sigillo, misto a un integratore vitaminico.
«Sasuke... dai, fai uno sforzo» disse Sakura piano, ignorando Naruto e tendendo un cucchiaio di riso verso la sua bocca. «Come ieri»
«Non ho fame» mormorò lui roco, distogliendo il viso. «Andatevene»
«Ah, prova a costringermi se ci riesci!» ribatté Naruto tracotante. «Dai, alzati e costringimi»
«Tu sì che conosci i metodi giusti» sbuffò Sakura gettandogli un’occhiataccia. «Non fare caso a lui, Sasuke. Devi mangiare un po’, se vuoi resistere al sigillo di Orochimaru... devi riacquistare un po’ di forze»
«A che scopo?» chiese l’Uchiha, cupo.
«Per alzarti da quel letto e lasciare che io ti prenda a pugni» rispose Naruto.
«No!» lo corresse Sakura fulminandolo con lo sguardo. «Perché solo quando sarai un po’ più in te potrai decidere lucidamente cosa fare... ora non sei in grado di giudicare, lasci che gli eventi ti scivolino addosso senza fare nulla... ma se tu avessi le forze per rifletterci... solo un po’... forse troveresti qualcosa di diverso. Qualcosa per cui vale ancora la pena vivere»
Sasuke rimase in silenzio, immobile.
Anche Naruto non aprì bocca, per una volta, leggermente turbato dalla voce carezzevole di Sakura.
Eppure la situazione era tranquilla.
Due settimane prima, quando per la prima volta erano stati tutti e tre nella stessa stanza, nessuno avrebbe mai nemmeno lontanamente pensato che il clima avrebbe potuto essere sopportabile. All’epoca, Sakura non sapeva nemmeno quando respirare, nel timore di dire o fare qualcosa di sbagliato, Sasuke se ne stava rinchiuso nel suo cupo e sprezzante mutismo, e Naruto tratteneva il fiato nell’ansia costante che Sasuke nominasse i loro precedenti incontri: Sakura lo amava, certo, ma gli avrebbe perdonato tutte le botte che aveva dato all’Uchiha per ‘svegliarlo’? E soprattutto... cosa sarebbe successo se avesse saputo della volpe?
Le prime erano state visite al cardiopalma, insomma... almeno per chi aveva qualcosa da perdere. Poi, lentamente, Sasuke aveva iniziato a riprendersi, Sakura aveva iniziato a ricordare che era prima di tutto un medico, e Naruto aveva capito che l’Uchiha non sembrava minimamente intenzionato a parlare più dello stretto necessario, che generalmente si riduceva a scarni monosillabi.
In qualche modo, anche se mantenevano una certa patina di artificiosità, i loro rapporti avevano finito per stabilizzarsi su un cauto cameratismo con un’unica preferenza evidente per il vertice debole del triangolo, e così proseguivano tuttora.
Lentamente, Sasuke voltò la testa.
Lasciò che Sakura lo imboccasse, con una certa reticenza. Deglutì, a fatica. Sentì il suo stomaco ribellarsi, poco abituato a lavorare, ma lei gli disse di respirare piano e allora lo sentì calmarsi.
Sakura sorrise.
«Vedi? Non è stato tanto difficile»
Non riuscì a fargli mangiare tutto ciò che c’era nel piatto, sebbene fosse già una quantità scarsa, ma dopo quasi un quarto d’ora giudicò che potesse bastare.
«Per adesso va bene così» disse allontanando il vassoio. «Io e Naruto ce ne andiamo... Mando un’infermiera a cambiarti la flebo, va bene? Tornerò più tardi, per vedere se ti va di mangiare qualcos’altro»
Sasuke non ribatté, richiuso nel silenzio che solo raramente rompeva, e rimase a fissare le proprie mani posate sulle lenzuola, bianche quasi quanto il tessuto fresco. Il segno maledetto pulsava debolmente, a malapena percettibile, sul suo collo.
Di giorno in giorno lo sentiva più potente... ma riusciva anche a controllarlo un poco di più. Le cure di Sakura stavano davvero facendo effetto.
Lei e Naruto uscirono dalla stanza, richiudendo piano la porta, e salutarono con un cenno i chuunin di guardia.
«Che hai? Ti vedo pensierosa» le chiese lui mentre attraversavano il corridoio diretti verso le scale. «Andiamo a farci un ramen?»
«Mh... va bene» rispose lei distratta. «...Sai, stavo pensando...»
«Riguardo a Sasuke o al nostro pranzo?»
«A Sasuke, scemo. Mi chiedevo se non dovremmo provare una cosa che mi è venuta in mente... una terapia un po’... anti-convenzionale, diciamo»
«Ovvero?»
«Il gatto»
«Eh? E quello che c’entra adesso?»
«Il gatto è la terapia. Pet therapy»
Mentre scendevano i gradini lisci, e il rumore dei loro passi risuonava insieme alla loro voce, Naruto corrugò la fronte.
«Non ti seguo» ammise perplesso.
«Vedi... diversi studi sostengono che gli animali possano rivelarsi una cura nei casi psicologici» spiegò lei. «E io pensavo che, magari, potremmo provare a portare il gatto da Sasuke... e vedere se succede qualcosa»
«La bestia assassina che fa fuori i tuoi libri, intendi? Il piccolo diavolo che lascia peli ovunque, mangia come un maiale, graffia ogni cosa su cui riesce a mettere le zampe e la notte miagola come un ossesso, senza scordare tutti gli angoli che ha deciso di marcare?»
«Non è così terribile»
«No? Tu ricordi in quanti pezzetti abbiamo trovato la tua preziosa copia di “Crescere con il chakra”?»
Sakura arrossì impercettibilmente. Aveva amato quel libro, una prima edizione originale che non si stancava mai di rileggere... e il giorno in cui il gatto di casa ci aveva giocato fino a distruggerlo aveva anche pianto.
«Con me è molto dolce» si giustificò, sorvolando sullo scempio. «E affettuoso. Magari sei tu che lo spingi ad essere così agitato... forse con Sasuke sarà diverso»
«E l’igiene dove la metti?» insisté Naruto, più che mai convinto che il gatto al massimo avrebbe dato il colpo di grazia all’Uchiha. «Pensi davvero di riuscire a catturarlo e lavarlo da cima a fondo?»
Sul pianerottolo tra due rampe, Sakura si fermò e piazzò le mani sui fianchi.
«Naruto Uzumaki!» sbottò secca. «Disfattista che non sei altro! La mia idea è buona, e verrà applicata! E tu, ricordo, ti vanti di essere il miglior ninja di questo villaggio dopo l’Hokage! Come potrebbe un misero gatto metterti in difficoltà?»
Naruto arrossì, arretrando di un passo.
«Beh... ma... i-io lo dicevo solo per Sasuke» borbottò. «Non voglio trovarmelo a striscioline, dopo il suo incontro con il diavolo»
«Non lo troverai a striscioline, fidati» sorrise lei, sicura di sé. «Ho tanti difetti, ma come medico sono brava. So che non andrà come temi»

Naruto ci mise quasi due ore a catturare il gatto.
Mentre ‘la stupida bestia malefica’ saltava dal soffitto al divano, passando per le mensole e i mobili, e lui inciampava sui resti della stanza distrutta, si ingarbugliava nelle tende cadute e sbatteva contro tutti gli angoli, ansante maledisse Sakura e le sue idee geniali.
«La prossima volta dico a lei di prenderlo!» ringhiò rialzandosi da terra.
Il gatto, nascosto dietro una gamba del divano, lo fissava diffidente scuotendo la coda.
«Tu» sibilò Naruto, assottigliando gli occhi. «Vieni immediatamente qui!»
Quello schizzò verso il tavolo, ci saltò sopra, scivolò, ricadde giù e si trascinò appresso il vaso di cristallo sulla sua tovaglietta, con un papavero dentro. Naruto nascose gli occhi dietro una mano, mentre quello si fracassava rumorosamente.
Iniziava a pensare che, dopotutto, quel gatto non fosse Satana.
Era direttamente l’Apocalisse.
«Senti, vediamo di parlarne» tentò, accucciandosi a una certa distanza.
Il micio, con il pelo ritto sulla schiena e gli occhi spalancati, lo fissava dal suo angolo, i muscoli tesi e pronti allo scatto.
«Abbiamo bisogno di te» esordì Naruto, cercando di essere convincente. «Per quanto io non condivida l’idea, Sakura pensa che potresti esserci d’aiuto...»
Di’, ma lo stai facendo davvero?
Si interruppe, contrariato.
Sì, lo sto facendo. Problemi?
No no... cioè, finché non lo sa nessuno...
Non è nulla di cui vergognarsi!
Stai parlando con un gatto, te ne sei accorto?
Solo per salvare Sasuke!
Ma se non ci credi nemmeno tu... Non funzionerà, non può funzionare.
E tu che cavolo ne sai? Sei solo la stupida voce della mia coscienza!
Mah, se ne sei convinto...
Sai che sei una bella rogna? Quasi quasi preferisco Kyuubi. Almeno lei dice chiaro e tondo da che parte sta.
Come richiamata dalle sue parole, la volpe fece udire una risata bassa e gorgogliante, da qualche parte nel profondo.
Già, Kyuubi sapeva bene da che parte stare. Purtroppo.
«Tornando a noi...» riprese Naruto, tornando a parlare con il gatto. «Non te lo chiedo per me, ma per Sakura. A te piace Sakura, no?»
La coda color miele della bestiola frustò l’aria. Era un sì? Un’indecisione? Difficile a dirsi.
«Daaaai...» piagnucolò Naruto. «Ti prego! Solo per questa volta! Poi non ti chiederò più niente! E’... per i miei amici. Per favore»
Immobilità da entrambe le parti.
La pet therapy assume come principio base che tra uomini e animali ci sia una sorta di empatia, una comprensione che va al di là del semplice linguaggio orale e raggiunge i sentimenti più profondi.
Naruto non credeva nella pet therapy. Ma neppure ne conosceva gli assunti fondamentali.
Quando il gatto, ancora diffidente, gli si avvicinò, se li avesse conosciuti forse si sarebbe ricreduto sulla sua efficacia...


Tsunade lasciò cadere la penna che stringeva tra le mani, e crollò il capo all’indietro.
Aveva un mal di testa allucinante.
Il plico che giaceva sulla scrivania di mogano lucido, aperto a pagina trecentoventinove, era una relazione dettagliata sui rapporti che intercorrevano tra le Grandi Terre e, oltre ad essere di una noiosità abissale, aveva ancora duecentodue pagine che dovevano essere lette.
L’Hokage si passò una mano sulla fronte, cercando di sciogliere i muscoli tesi. Quella maledetta grana avrebbe mai avuto fine? Shikamaru era alla Sabbia da diciotto giorni, il ninja del Fulmine che tenevano praticamente in ostaggio li trattava come fossero stati un albergo, e Danzo stava radunando una schiera di avvocati da far impallidire il diavolo. C’era mezzo che riuscisse anche a corrompere qualcuno del Consiglio.
Si era tanto impegnata per guadagnare il potere che le mancava, con il processo a Sasuke... Pensava che sarebbe riuscita a stare tranquilla per un po’, che sarebbe riuscita ad occuparsi dell’Uchiha e del villaggio in santa pace.
E invece niente.
La sua si era rivelata soltanto una pia illusione.
Con un gesto irritato richiuse il fascicolo sulla scrivania, e si prese la testa tra le mani.
Aveva bisogno di una pausa.
Ma a forza di pause non sarebbe mai arrivata a capo di nulla.
Ahh, dov’era Jiraya quando serviva? Voleva qualcuno che prendesse le decisioni per lei, che le dicesse qual era la cosa giusta da fare... Detestava trovarsi in quelle condizioni, ma ogni tanto succedeva, e lei non poteva evitarlo.
Poi, all’improvviso, la luce.
Bussarono alla sua porta.
Il Consiglio finalmente era pronto a riunirsi per la decisione finale.


«Io sono ancora molto diffidente» borbottò Naruto l’indomani, fermo a braccia conserte nella stanza di Sasuke. «Solo perché profuma di mughetto non vuol dire che sia meno letale»
Sakura, che teneva tra le braccia il gatto, gli gettò un’occhiataccia, sillabandogli di collaborare. La bestiola stretta a lei aveva l’aria tranquilla... ma le orecchie appiattite sulla testa e la coda che frustava l’aria non indicavano nulla di buono. Probabilmente la sua opinione su Sakura era mutata, dopo l’energico bagno che gli aveva riservato il giorno prima. Se non altro ora sembrava davvero un bel micio.
«Sasuke... questo è...» iniziò la ragazza, e dovette fermarsi subito. «E’...» ritentò, spaesata. Gettò un’occhiata a Naruto. «Come si chiama?» gli chiese. «Ce l’ha un nome?»
«Certo che sì. Satana» rispose il biondo prontamente.
«No, te lo scordi. I nomi hanno una grande influenza su chi li porta, non lo sai? Se vuoi un gatto decente, trovagliene un altro»
Sasuke, dal suo letto, mosse impercettibilmente gli occhi neri fino a incontrare quelli azzurri del gatto, e si accigliò impercettibilmente. Mentre Naruto bofonchiava qualcosa su scoiattoli e ciliegi, lui riconobbe la stessa tonalità delle iridi dell’ex compagno.
«Va bene, ho capito!» sbuffò Sakura esasperata. «Al nome ci pensiamo dopo! Sasuke, vorrei che tu socializzassi con questo gatto»
L’Uchiha la guardò come l’ultima delle cretine.
«No» disse poi, secco. «Mi rifiuto»
«Beh, è pur sempre una reazione» commentò Sakura stringendosi nelle spalle, e ignorando le ultime parole di Sasuke si avvicinò al suo letto e posò il micio sulle lenzuola.
«Ho detto di no!» insisté lui, spostandosi sul materasso con le poche energie che aveva. Perché doveva prestarsi a una simile idiozia?
«Paura, eh?» ghignò Naruto. «Ha delle belle unghie, vero?»
Il gatto annusò la nuova, inquietante realtà che lo circondava. Lanciò un’occhiata sospettosa a Sasuke, esaminando attentamente le lenzuola, e poi, senza alcuna ragione apparente, soffiò nella sua direzione.
L’Uchiha strinse i denti, irritato.
«Ehm... forse dovremmo rivedere il programma» corse ai ripari Sakura, riprendendosi il micio. «Siamo stati un po’ precipitosi, mi sa...»
«Sempre detto» bofonchiò Naruto a mezze labbra.
«Portatelo via» ringhiò Sasuke con un’occhiata infastidita alla bestia.
«Ehi, non usare quel tono con il mio gatto!» insorse Naruto, improvvisamente bellicoso.
Sakura lo guardò. Guardò Sasuke. Guardò il micio tra le sue braccia.
«Naruto» disse, sorpresa.
«Che c’è?» fece lui, irritato per essere stato interrotto nel bel mezzo della sua sviolinata.
«No, non tu. Lui» spiegò lei, additando il gatto. «Si chiamerà Naruto»
«Cosa?» allibì ‘l’originale’, spalancando la bocca. «E perché dovrei fare una cosa idiota come dargli il mio nome?! Stiamo scherzando? Il mio nome al gatto?!»
«Pensaci!» insisté Sakura, gli occhi brillanti. «E’ schivo, se ne sta sulle sue, ti si avvicina soltanto raramente... con me invece è affettuoso fino alla nausea, dolce, pieno di premure... e sembra odiare dal profondo del cuore Sasuke!»
L’Uchiha corrugò la fronte, interdetto.
«Guardalo, è uguale a te anche nel colore del pelo e degli occhi!»
«Io non odio Sasuke!» precisò Naruto, arrossendo d’indignazione. «Cioè, non mi sarei sbattuto tanto a salvarlo se lo odiassi, giusto? E non sono schivo, anzi sono decisamente socievole!»
«Ora, forse. Ma quando avevi dieci anni eri esattamente come questo gatto»
E’ meraviglioso come le persone che amiamo mostrino ogni giorno la sconfinata ammirazione che nutrono per noi, con paragoni lusinghieri e delicati.
Naruto si sentì profondamente offeso dalla similitudine, e non fece nulla per nasconderlo. Sfortunatamente, Sakura aveva già smesso di considerare le sue obiezioni o anche, più semplicemente, il suo parere, per dedicarsi tutta gongolante a istruire ‘l’altro Naruto’ sul suo nuovo nome. Il gatto, per tutta risposta, assottigliò gli occhi celesti in un’espressione molto minacciosa.
Il Naruto originale sbuffò.
«Che poi Naruto non è ‘sto gran nome in termini di significato!» bofonchiò indignato. «E i miei capelli hanno una sfumatura molto più bella del pelo arruffato di quella bestia»




Il messaggero non sospettava nulla.
E come avrebbe potuto, dopotutto?
Il suo nome era Ichiro Kuzo, trentadue anni. Carriera mediocre, non una nota sul suo curriculum, di merito o demerito, carattere posato e gentile. Non gli interessavano i pettegolezzi, non li ascoltava mai.
Grave errore.
Quella mattina, mentre attraversava il corridoio C del terzo piano, Ichiro Kuzo non sapeva a cosa andava incontro. Non lo immaginava neppure lontanamente.
Lui si limitava ad eseguire gli ordini. Portava a termine la missione, come gli avevano insegnato. Non faceva domande. Tirava dritto.
Gli avevano detto ‘chiama Shikamaru Nara, terzo piano, corridoio C, la porta accanto ai fiori fucsia’, e lui aveva annuito ed era partito.
Dal suo punto di vista il mestiere di ninja era semplice, elementare quasi.
Raggiunse il suo obiettivo, accanto ai fiori di un rosa intenso, e, senza presagire nulla, bussò delicatamente.
Silenzio dall’altra parte.
Si schiarì la voce, ritentò. In fondo era ancora presto, l’ospite poteva essere addormentato...
Questa volta gli parve di sentire un trapestio oltre la porta, e si azzardò a usare le corde vocali.
«...Shikamaru Nara?» chiese piano.
La chiave scattò nella serratura, e finalmente gli fu aperto.
«Shh...» bofonchiò l’assonnato ragazzo che si trovò davanti, con addosso soltanto i boxer e un paio di pesanti occhiaie. I suoi capelli assomigliavano curiosamente a un ananas. «Non fare casino... grazie a dio non si è ancora svegliata»
Ichiro Kuzo sbatté le palpebre interdetto.
Ma come, il prezioso messaggero della Foglia portava in camera le donne raccattate per il villaggio?
Questa era indubbiamente una nota a suo sfavore, e cambiava notevolmente l’opinione che aveva di lui.
Si schiarì la voce, abbastanza rumorosamente.
«Zitto!» sibilò Shikamaru fulminandolo con lo sguardo.
«Il Kazekage richiede la vostra presenza» ribatté lui senza curarsi di abbassare il tono.
Perché il ninja di Konoha non voleva che la donna nel suo letto si svegliasse? Voleva forse andarsene lasciandole del denaro sul comodino? Era tanto squallido?
Esattamente come aveva desiderato, sentì un fruscio provenire dalle lenzuola.
«Porca miseria...» bofonchiò Shikamaru passandosi una mano sul viso.
Ichiro Kuzo non amava i pettegolezzi. Ma aveva una grande integrità morale e un profondo desiderio di redimere il mondo e trasformarlo in un paradiso di persone oneste e rispettose – insieme a una buona dose di pregiudizi. Se decise di spingere lo sguardo oltre la spalla di Shikamaru e fino al letto, fu solo perché era convinto che ci avrebbe trovato una povera ragazza troppo truccata dal passato infelice... e invece ciò che vide era di natura totalmente differente: vide nientemeno che la sorella del Kazekage in persona, che lo fissava con occhi appannati e vagamente stizziti.
Vide Temari.
Uno dei suoi modelli di rigore e rettitudine, uno dei pochi schemi di perfezione che avesse mai percorso i corridoi del palazzo... ottima ninja, comportamento irreprensibile, ascendenza strabiliante, conoscenze giuste e modi severi ma educati.
Lì.
Tra le lenzuola in disordine del messaggero della Foglia, che presumibilmente aveva conosciuto nemmeno quindici giorni prima.
«Sono morto» sospirò Shikamaru, appoggiando la fronte alla porta socchiusa, e Temari, dal letto, si accorse all’improvviso dell’intera situazione. Lanciando un gridolino strozzato e un’imprecazione di rara finezza linguistica, si ingarbugliò nelle coperte e cadde dal letto con un tonfo sordo.
Ichiro Kuzo rimase senza parole e senza fiato, a bocca aperta.
Shikamaru inspirò a fondo.
«Grazie per il messaggio» disse cupo, e senza aspettare una risposta richiuse la porta.
Dall’interno della stanza, alle costernate orecchie del ninja di Suna giunsero imprecazioni di cui non sospettava nemmeno l’esistenza...








Nel prossimo capitolo:

Era come un villaggio fantasma in miniatura.
L’aria calda tremolava sotto il sole, rendendo i contorni offuscati e distorti. I rumori di Konoha erano lontani, soffocati... era come essere in un’altra dimensione.
«Non sarà un po’ troppo caldo?» chiese Sakura preoccupata, mentre con Kakashi e Sasuke era ferma nella strada principale del quartiere Uchiha.
«Forse... quindi vediamo di sbrigarci» ribatté il jonin guardandosi attorno distrattamente.









*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *


Spazio autore

Ed ecco svelato il nome del gatto!
Andiamo, ha i colori di Naruto ed è adorabile come lui!
E' nato per avere quel nome!
(e quel carattere... e, sostanzialmente, è nato per il ruolo simbolico che avrà in futuro! U_U)
Poi, l'angolino nostalgico di Kakashi mi è uscito senza che fosse previsto, dal momento che questo doveva essere un capitolo divertente,
però mi piace e mi tornerà utile in futuro, quindi va bene così.
Infine, il baldo Ichiro Kuzo e il patatrac di Temari.
Che la relazione tra lei e Shikamaru subisca dei danni dopo lo sfortunato incidente?
(ovviamente, questa è stata l'unica comparsata di Ichiro Kuzo.
Dimenticatevi di lui)

A proposito... ma lo sapete che One Piece è proprio bellino?
(sì, lo leggo da 7 anni e me ne sono accorta solo ora. Capita)

[Il 2, 3 e 4 gennaio vedrete i famosi tre aggiornamenti in fila! Non lasciatemi senza commenti, please! T_T]
[E occhio alle risposte alle vostre recensioni di oggi... troppa bontà dilagante mi porta a sbottonarmi leggermente...]

Ah, quasi dimenticavo...!

!!BUON ANNO!!
Un felice 2008 a tutti voi,
che siete stati così pazienti da seguirmi fin qui
e che spero mi seguirete fino alla fine!

lucy6: sì, questo posso dirtelo: Naruto si merita di essere felice. E visto che con il Natale e il nuovo anno siamo tutti più buoni, ti dico anche che sì, sarà felice. Perché io lo amo, è innegabile, e amandolo non posso non volerlo felice almeno alla fine, considerato tutto quello che gli sto facendo (e gli farò) passare! Per quanto riguarda il segreto di Tenten, pazienta figliola, pazienta... quanod nella fanfic saremo arrivati a settembre, diventerà di dominio pubblico! ^^
killkenny: ma no, perché uccidere Hiashi? Prima della fine avrà il suo - piccolo, quasi invisibile, minuscolo, irrilevante e ritardatario nonché inutile - momento di redenzione!
Julia83: a dire il vero non è affatto fastidioso che i lettori provino a indovinare il finale, anzi mi è molto utile per capire qual è l'impressione che riesco a dare! L'unico problema è che non posso, davvero, tutta me stessa si ribella all'idea di lasciarmi scappare degli spoiler! Il mio piccolo, forse stupido parere è che sia bello leggere (fanfic ma anche manga o libri) e scoprire le cose nel modo migliore, cioè come l'autore decide di presentarcele. Sapere i fatti ma solo come uno sterile elenco toglie tutto il piacere! Potrei anche dirti: Sasuke perderà la testa per Sakura, si suiciderà quando scoprirà che sta con Naruto, e lui in una notte di ubriachezza finirà a letto con Hinata, la quale resterà incinta e lo costringerà a sposarlo. Sakura, disperata, si darà alla macchia e incontrerà il buon vecchio Kamaro, ultimo membro della defunta Akatsuki, con il quale darà vita alla Momotsuki, in onore del colore dei suoi capelli (Aka = rosso, Momo = rosa), e deciderà di radere al suolo Konoha perché una donna tradita e disperata è quanto di più pericoloso e folle ci sia in giro... (ATTENZIONE: tutto ciò, ovviamente, non succederà!) Potrei dirti la trama della fanfic in questo modo, ma non sarebbe bella come leggerla, ti pare? Per questo non potevo rispondere alla tua scorsa recensione, perché inevitabilmente mi sarei lasciata scappare particolari compromettenti! Parlando dello scorso capitolo, mi occuperò personalmente di far arrivare alla madre di Tenten il suo oscar, e ti dico soltanto che tendenzialmente odio Ino, ma ultimamente mi fa parecchia pena... Poi, nel momento in cui il triangolo InoShikaTema entrerà nel vivo, vedremo chi la spunterà! Ora che hai visto il team sette riunito, pensi davvero che le cose resteranno così semplici e felici? Ti anticipo già da ora che nel prossimo capitolo ci sarà una svolta importante... forse passerà un po' in sordina, ma, credimi, sarà fondamentale. Un bacione, e tanti auguri per il nuovo anno! ^^
harryherm: dovete smetterla di leggere le recensioni altrui e affidarvi alle loro teorie! XD Insomma, scervellatevi un po' da soli sui misteri della fanfic! XD A proposito di Ino... chi lo sa... ultimamente mi sta più simpatica del previsto! ^_*
kimi: tu non lo sai, ma il tuo commento è stato illuminante per quanto riguarda i capitoli 43 e 44, che ho scritto giusto ieri. U_U Non ho intenzione di dirti né come, né riguardo a chi o cosa, ma sappi che mi hai ricordato una cosa che rischiavo di dimenticare perché la davo per scontata... Naruto, invece, purtroppo per te non si sta accorgendo di un tubo su Hinata. E' troppo preso dai suoi problemi personali per pensare a qualcosa d'altro, e, anche se mi fa male dirlo (perché so cosa sta passando Hinata e mi è molto cara), al momento se ne frega abbastanza di lei. Se Kiba non fosse tanto insistente, accidenti a lui, sarebbe un bel sostegno. Personalmente ritengo che se in questa situazione le si avvicinasse solo come amico, avrebbe molte possibilità in più... Comunque, se speri nella SasuSaku, devi considerare anche Sakura e Sasuke, appunto. Indipendentemente da ciò che farà o non farà Naruto, come si comporteranno loro due...?
lale16: povero Kiba, in realtà lui è abbastanza incazzato con Naruto per come fa stare Hinata, non può farci niente se ha perso la testa così, è più forte di lui. E io lo vedo molto istintivo, per cui... mi sembra che il suo comportamento sia, da certi punti di vista, anche comprensibile. (attenzione: tendo a vedere come "comprensibile" ogni comportamento, quando scrivo. Mi spiace dirlo, ma anche la strage di massa di Itachi, che pure non sappiamo ancora perché abbia ufficialmente avuto origine, per me deve avere una ragione logica e "giusta"! XD Da un lato è un gran pregio, perché riesco a infilarmi davvero nella testa dei personaggi e a capire - più o meno - le loro motivazioni, ma dall'altra mi impedisce di giudicare in maniera oggettiva, maledizione! Devo ancora crescere...) La madre di Tenten ha avuto un successo inaspettato, magari più avanti la farò ricomparire, chissà! XD Purtroppo per un po' (un bel po') non sentiremo più parlare di quella vicenda, ma quando ci tornerò sopra... chissà, potrei farci un pensierino...! (Hai visto quando metterò i capitoli di fila?)
arwen5786: in realtà i miei "misteri" sono, il più delle volte, grandissime cazzate! XD Cose che, quando vengono allo scoperto, ti fanno provare il forte desiderio di mandarmi al diavolo perché l'ho tirata tanto lunga! Ma va bene così, in fondo è divertente! XD E no, cara mia! Adesso che hai accennato alle "ipotesi strane" su Tenten e Neji, le voglio conoscere! Quindi ti impongo senza alcuna vergogna di scrivermele, anche solo per farmi fare quattro risate! XD Grazie per i complimenti su di lui, comunque, confesso che è piuttosto improvvisato, e se mi dici che più o meno regge mi fai felice! (viva le tre C, che gli hanno dato vita!) Ino fa pena anche a me, di recente, e non so davvero come mai... O_O Inizio a pensare di star degenerando, ma tant'è... così van le cose! Mentre Hanabi che è stata definita la reincarnazione di Satana mi ha fatto morire dal ridere! Per un attimo ti ho sovrapposta a Naruto quando ha a che fare con il gatto, in questo capitolo! XD Il trio riunito, al momento, è quello che hai letto. Dal prossimo capitolo, però, le cose cambieranno! Ero troppo stufa dell'ameba Sasuke, dai... dovevo fare qualcosa per movimentare la scena. La comparsa di Kakashi è stata meno allegra del previsto, ma si rifarà ampiamente tra qualche capitolo, quando inizierà il vero assalto delle donne di Konoha... uhuhuh... il mio piano per lui è davvero diabolico...! Parlando extra-storia, sappi che se ti ho lasciato i commenti alle one-shot è perché mi sentivo di farlo, tutto qui. Essendo io una povera pezzente che vive di commenti, so cosa vuol dire scrivere e conoscere le opinioni di chi legge, soprattutto quando conosciamo questa persona e, magari, la stimiamo. La questione della mail la risolviamo davvero quando ti lascio il commento alla fanfic, perché qua mi sa che è il sito ad essere pazzo, visto che l'ultima volta ho spedito il commento a dionea via mail (era lungo un'intera pagina di word, non potevo metterlo tra le recensioni! >_<) ed è arrivato benissimo... Mah!
queen of night: ehh, dal mio punto di vista tutti si meritano un finale felice. Ormai mi sento un po' la mamma di questi miei personaggi, che sono sì quelli di Kishimoto, ma sono anche un po' miei, e se fosse per me moltiplicherei un po' di gente per dare il lieto fine a tutti. Purtroppo, essendomi io impegolata con le threesome, alla fine dovrò far piangere qualcuno, è inevitabile. Allo stesso tempo, qualcun altro sorriderà, e ci sarà anche chi non vedrà cambiare nulla. Mi piacciono le tue ipotesi su Tenten, per una volta c'è qualcuno che non dà per scontato che sia incinta! E in effetti, hai perfettamente ragione: chi sarebbe il padre in quel caso? Lo Spirito Santo? XD
1992: come hai visto, il gatto ci ha provato a fare a fette Sasuke, ci ha provato con tutto sé stesso. Purtroppo gli è andata male, Sakura è intervenuta troppo presto... U_U No, Ino e Sasuke insieme no! Non puoi chiedermi un simile sacrificio, mi taglierei le vene mentre scrivo!! Già da soli sono difficilmente tollerabili, in coppia sarebbero un cocktail letale...! La mamma di Tenten, vista da fuori, è molto divertente. Vista da dentro, è un incubo. Dal momento che mia madre è esattamente l'opposto, cioè non potrebbe fregarsene di meno di quello che faccio o non faccio, penso che se mi trovassi al posto di Tenten lo troverei quasi divertente... ma capisco che lei sia vicina all'esaurimento, invece! XD Il ritorno di Kakashi è stato un po' triste, nevvero? Ma quando le "vere donne" entreranno in scena, ogni cosa cambierà, oh yeah! E Hinata... eh, Hinata dovrà soffrire ancora molto... ma voglio che diventi forte, sì sì, perché se lo merita! U_U ____________Extra-storia: non ti prendo affatto per pazza, credimi. So che scrivendo finisco involontariamente per lasciar trasparire molto della mia personalità, e so che tutti voi lettori mi conoscete molto, molto più di quanto io potrò mai conoscervi. E' così, non c'è modo né motivo di cambiare le cose, e d'altro canto a me non dispiace nemmeno che qualcuno veda come sono davvero, al di là di tutte le recite che si fanno continuamente nella "vita vera", quella al di fuori del pc e del web. Il bello delle fanfic è trovarne una scritta bene, che ci piaccia, e poter anche parlare con la persona che l'ha scritta, per capire che tipo è, per vedere che, dopotutto, è una persona normale con i suoi pregi e i suoi difetti, le sue forze e le sue debolezze. Ora tu mi vedi da questa parte della barricata, ma anche io sono una commentatrice, e anche io leggo fanfic che mi lasciano con il fiato sospeso e mi fanno contattare l'autore con un po' di batticuore. Ci sono autori/autrici che ammiro davvero tanto, e ringrazio il cielo che scrivano fanfic, perché così sono molto più contattabili degli autori di libri, che invece sono là, sul loro piedistallo irraggiungibile, e qualche volta si rifiutano di scendere al livello dei comuni mortali... In definitiva, mi fa piacere che tu mi consideri un'amica, perché ci sono buonissime probabilità che tu mi conosca più di molti cosiddetti amici di tutti i giorni! Visto che so che quando scrivo ci metto molto di me, sappi che nessuno di loro - o quasi - ha il mio permesso di leggere... quindi ritieniti fortunata! Conosci lati di me che loro non vedranno mai! (ricordo ancora i terribili momenti in cui il prof di italiano voleva che leggessi il mio tema alla classe... T_T ok che era fatto bene, ok che mi dava voti altissimi e quindi c'era solo di che vantarsi, però ho lasciato metà della classe basita... diciamo che mi credevano molto più bastarda e decisamente meno profonda! XD) ^_^ Alla fine, si dice che il web non presenta i veri sé stessi, ma delle facciate, e che non ci si può conoscere davvero se non di persona... ma per quel che mi riguarda, è esattamente il contrario. Qui me ne sbatto molto dell'opinione altrui, e faccio e dico tutto quello che voglio. Nella realtà, per quanto sia patetico, le cose sono ben diverse...


Aya

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Capitolo 39
*** Tracce di un sogno ***


Naruto-39

Capitolo trentanovesimo

Tracce di un sogno





Era stato un piano malvagio, lo riconosceva.
Un piano degno del peggior mafioso, degno di un criminale, di un falso, di un bugiardo, di un millantatore...
...Ma era stato efficace.
Qualche parola ben mirata, vecchi archivi rispolverati, minacce latenti, sussurri nei posti giusti... e all’improvviso la schiera di avvocati di Danzo era evaporata come neve al sole, adducendo mille scuse diverse e asserendo con convinzione che era meglio patteggiare in fretta.
Tsunade era molto orgogliosa del suo operato.
L’Hokage un po’ meno.
Ma, visto che erano due aspetti della stessa persona, avevano trovato un compromesso nella comoda opzione del ‘non pensarci, che è meglio’.
Poi, c’era stato il piano eroico-suicida.
In qualche modo era riuscita a convincere il Consiglio che l’alleanza con la Sabbia era fondamentale, o comunque troppo redditizia per essere sciolta in quel momento, e loro avevano deciso che non avrebbero ceduto alle minacce della nuova Alleanza tra le altre Grandi Terre.
Il messaggero del Fulmine era stato rispedito a casa e Shikamaru richiamato all’ordine, e il Fuoco si sentiva molto in forma e battagliero. In fondo era notoriamente il Pese che vantava il villaggio ninja più forte, nessuno si sarebbe messo contro di loro a cuor leggero.
Canticchiando sommessamente tra sé, Tsunade firmò con uno svolazzo il foglio che le stava davanti; lo fissò, e decise di aggiungere un cuoricino alla fine. Ci stava bene.
Poi si diede dell’idiota, e chiamò il segretario perché le dessero una nuova copia del documento.
Il poveretto, con un sospiro profondo, andò alla sua scrivania, aprì un cassetto e tirò fuori il foglio che aveva preparato in precedenza, da persona prudente qual era, tendendoglielo con rassegnazione.
Che ne era stato della perfetta manovratrice che aveva catturato Danzo e assolto Sasuke Uchiha in un colpo solo?
«Per l’amor del cielo...» la implorò. «Ora che siete un po’ più libera, potreste...»
«Sì sì» lo interruppe lei con un cenno vago. «Mi occuperò dei documenti... magari domani. Ora dammi la penna, che firmo di nuovo e poi vado a bere qualcosa! Ma dove diavolo l’ho messa?»
«Quinto Hokage...» gemette il segretario, mentre gli occhiali scivolavano lungo il suo naso sconsolato.
«Che diamine! Brio, ragazzo! Sei ancora giovane!» esclamò lei battendogli un’energica pacca sulla spalla – che quasi gli fece sputare i polmoni. «Cos’è ‘sto umore cupo? Oh, la penna!»
Riprendendo a canticchiare, Tsunade ripeté la firma – senza cuoricino – e tese il foglio al segretario.
«Ecco a te» disse con un sorriso. «Porta questo a quel grasso rospo di un burocrate al pianterreno... e manda un messaggero a Kakashi Hatake. Digli che c’è bisogno che Sasuke si alzi dal suo bel letto e venga qui»


Kakashi aveva l’abitudine di bere un bicchiere di latte gelato, nelle mattine estive.
Fermo davanti alla finestra aperta, con il bicchiere imperlato in mano, fissava il sole che sorgeva con le ciglia abbassate a difendere le pupille sensibili. Nonostante fosse ancora presto, l’aria era già tiepida, e ventilata da una brezza calda.
Le cose a lui non andavano bene quanto a Tsunade.
Qualche tempo prima c’era stata la confessione di Rin, più recentemente Anko si era presentata a casa sua con un gigantesco cesto di frutta – adducendo l’improbabile scusa che pensava Sasuke fosse ancora lì – e giusto il giorno prima Haruka, con il sorrisino enigmatico che non scompariva mai dalle sue labbra, le aveva comunicato che aveva ricevuto la riabilitazione ufficiale e che sarebbe tornata in missione, magari con lui.
Svuotò il bicchiere e sospirò profondamente.
Se avesse dovuto guardare solo a sé stesso, sarebbe stato tutto molto più semplice.
Delle donne che gli ronzavano attorno, ce n’era una che era sicuro avesse la sua preferenza.
Tuttavia... non poteva guardare solo a sé stesso. C’erano tante cose da considerare, fattori importanti di cui tenere conto... era un ninja. Era stato un compagno di Obito. Doveva ricordarsi che qualcuno aveva aspettative più alte e qualcuno più basse per il suo futuro... insomma, era tutto molto più complicato di quanto avesse previsto.
Diede le spalle alla finestra e si avvicinò al lavello, posando il bicchiere sul metallo lucido. Mentre il vetro tintinnava piano, un fruscio lo spinse a voltarsi di nuovo verso il panorama di Konoha che si snodava davanti al suo appartamento. Che ora era offuscato da un chunin sorridente.
«Buongiorno» lo salutò con un cenno timido, abbarbicato al davanzale. «Chiedo scusa per l’intrusione, ma c’è un messaggio per voi da parte dell’Hokage»

Un quarto d’ora dopo Kakashi era all’Ospedale della Foglia, all’ultimo piano, nella stanza di Sasuke. Con lui, mattiniera come sempre, anche Sakura.
«...Pensi di riuscire ad alzarti?» chiese il jonin fissando quello che un tempo aveva chiamato allievo.
Sasuke si accigliò, senza dar segno di volersi muovere. «Non vado» disse infatti, dopo qualche istante. «Non ce n’è bisogno»
«Non sei tu a decidere» gli fece notare Kakashi, pacato. «Se l’Hokage ti ha convocato, tu devi presentarti. E basta. Così si comporta un ninja di Konoha»
«Io non sono...»
«Sasuke!» lo interruppe Sakura, turbata. «Tu sei un ninja della Foglia!»
Lui schioccò la lingua, irritato.
Ninja della Foglia?
No, decisamente non si sentiva tale.
Era tanto se si sentiva vivo, figurarsi se poteva arrivare al punto di...
«In ogni caso» Kakashi interruppe le sue riflessioni. «sei tenuto ad obbedire agli ordini dell’Hokage, volente o nolente. Sei stato assolto, sì, ma le guardie fuori dalla tua porta sono un chiaro segno di quella che è la tua vera situazione. Ne sei consapevole, vero?» all’improvviso il suo tono si ammorbidì, pacato. «Sasuke... non sarà nulla di troppo spiacevole, credo. Anche Tsunade sa che non è bene stancarti troppo»
«Giusto» aggiunse Sakura, annuendo con forza. « E noi... io e il maestro Kakashi... saremo con te tutto il tempo» lanciò un’occhiata esitante al jonin, temendo di aver osato troppo, ma lui annuì rassicurante. Lei sorrise.
Naruto, a giudicare dall’ora, stava ancora dormendo. Il giorno prima gli avevano affidato una missione che si era conclusa molto tardi, e lei non aveva intenzione di svegliarlo troppo presto... Non lo avrebbe avvisato della chiamata di Tsunade. Non subito, almeno.
Sasuke strinse i pugni sulle lenzuola, frustrato.
Assoluzione?
Ma quale assoluzione!
La verità era che la sua prigionia continuava, con catene diverse, invisibili, ma altrettanto strette...
Non era libero.
Non lo sarebbe stato mai.
Rilassò i muscoli, chinando la testa.
«Va bene» mormorò atono.
Sakura sospirò di sollievo, avvicinandosi al letto premurosa.
«Ti aiuto ad alzarti» disse solerte, e fece scivolare un braccio attorno alla schiena troppo magra di Sasuke.
Non lo toccava così dal giorno in cui Itachi era morto.
E, inaspettatamente, un fremito le corse lungo la schiena.
Nonostante fosse impregnata dell’odore intenso dei medicinali, la pelle di Sasuke, così bianca e trasparente, conservava ancora pallide tracce del suo profumo... del profumo degli Uchiha.
Sakura distolse lo sguardo, trattenendo il respiro, mentre lui, docile, faceva appello alle sue scarse forze e cercava di alzarsi in piedi.
Kakashi piantò gli occhi sulla nuca chiara di lei, e vide la sua mano posarsi sul braccio di Sasuke con un leggero tremito...
Non disse nulla.
Ma, nascosta dalla maschera e dal coprifronte, la sua espressione afflitta era quanto di più rassegnato ci fosse.

Non dovettero arrampicarsi su per le scale fino all’ufficio dell’Hokage, perché Tsunade risparmiò loro la fatica facendosi trovare accanto al burocrate al pianterreno.
«Ah, finalmente» commentò quando li vide arrivare, al passo lento di Sasuke. «Vediamo di non perdere tempo, la faccenda è irritante ma banale... In sostanza, Sasuke, anche se al processo non si era parlato di pene, sottobanco il Consiglio vuole un minimo risarcimento – per il disturbo, suppongo. Ho provato a farli desistere, ma quando si parla di soldi quelli diventano morti di fame, e così abbiamo deciso che ‘donerai’ al villaggio due o tre degli edifici che appartenevano al tuo clan, e che ora sono soltanto tuoi. Lascerò che sia tu a decidere quali, non ho tempo né voglia di farlo, per questo la tua mattinata sarà un sicuramente esaltante viaggetto nelle tue nuove proprietà, alla ricerca delle vittime sacrificali»
Senza lasciare a nessuno il tempo di ribattere, Tsunade prese dalla scrivania dell’annoiato burocrate il foglio che aveva firmato neanche un’ora prima, e lo fece svolazzare in aria.
«Qui c’è il tuo atto di proprietà» sorrise tendendolo a Sasuke.
Immobilità.
«Non lo voglio» disse poi lui, piatto. Era la sua frase topica, ultimamente.
«Lo terrò in custodia io» intervenne Kakashi, adocchiando il lampo di insofferenza negli occhi dell’Hokage, e glielo sfilò di mano prima che potesse ribattere.
«Hn... come preferite» bofonchiò Tsunade irritata. Dio, quel piccolo bastardo – come tutti gli Uchiha, del resto – era davvero mille volte più debole e noioso di Naruto. Il suo secondo pensiero andò a Sakura, che lo sosteneva con cura – troppa cura – e si trattenne a malapena dal sospirare; perché quella ragazza era così ossessionata da Sasuke? Perché non accettava Naruto e basta?
...Se non fosse stato che avevano bisogno di Sasuke, li avrebbe tenuti lontani mille miglia.
Per il suo bene, e anche per quello di Naruto.
Lasciò il gruppetto di umore decisamente peggiore, evitando accuratamente lo sguardo di Kakashi che gli chiedeva di Obito, e si defilò in fretta ai piani superiori, sperando di ritagliare una mezzoretta per dormire con la testa sulla scrivania.
I tre rimasti con il burocrate non aprirono bocca per alcuni, lunghi secondi.
«Sasuke... te la senti di...?» iniziò Sakura esitante, ma Kakashi le tolse la parola.
«Tsunade sa quali sono le sue condizioni fisiche e cosa può o non può fare» disse pacato. «Credo che la visita al quartiere Uchiha sia obbligatoria»
La kunoichi gettò un’occhiata preoccupata al suo paziente.
Quello non mostrò la benché minima traccia di emozione sul viso, né si degnò di reagire in qualche modo.
«Lo prendo per un sì» commentò allora il jonin.


Il sole era alto nel cielo, e l’aria insopportabilmente calda.
Naruto aprì gli occhi nella penombra del suo appartamento, e la prima cosa di cui si rese conto fu che aveva un mal di testa lancinante.
Il giorno prima aveva dovuto combattere con due jonin del Mare, e ricordava di essersi preso qualche botta... che fosse per quello?
Sbadigliò, rizzandosi a sedere con sguardo appannato. Tese la mano alla ricerca della rassicurante presenza di Sakura, ma scoprì che le lenzuola non conservavano traccia del suo calore. Mugugnò, deluso.
Quella mattina aveva una gran voglia di abbracciarla, chissà poi perché. Era assolutamente convinto che il profumo del suo shampoo avrebbe fatto scomparire al volo il mal di testa, e che le sue carezze... beh, non avrebbero fatto sparire niente, dal momento che non c’era altro, ma qualcosa avrebbero fatto, sicuramente.
Grattandosi distrattamente la nuca, gettò indietro il lenzuolo troppo caldo e fece scivolare i piedi giù dal letto. Abbassò lo sguardo alla ricerca delle ciabatte, quando qualcosa attirò la sua attenzione.
Erba.
Macchie verdi, sui suoi talloni e sotto la pianta, tracce inconfondibili del passaggio su qualche prato.
Si accigliò.
«Ma che...» mormorò a bassa voce, confuso. Era sicuro di aver fatto una doccia la sera prima, era sicuro di essere andato a letto completamente pulito. Lo sapeva, perché quando si era accoccolato vicino a Sakura lei gli aveva detto che aveva un buon profumo.
Appoggiò la caviglia sul ginocchio e studiò le macchie. Erano inconfondibili.
Eppure... lui era sicuro di aver dormito.
Un’immagine incerta si fece strada davanti ai suoi occhi.
Un prato, dalle parti del bosco, il posto in cui aveva trovato l’altro Naruto. Il posto in cui... aveva sognato un futuro felice.
Perché gli tornava in mente proprio in quel momento?
E perché nella sua testa... era notte?
Riusciva a vederlo. Il cielo nero, punteggiato di stelle pallide... e la luna, che illuminava ogni singolo filo d’erba nella calura.
Ma lui non era stato lì a quell’ora. Lui aveva trovato quel posto verso il tramonto...
Mentre un’ansia indefinita sussurrava lieve su per il suo stomaco, sentì Kyuubi fare le fusa nel profondo della sua coscienza... e, chissà perché, gli sembrarono un gesto molto minaccioso.
Chiediglielo.
No.
Sai che è l’unica a poterti rispondere.
No, non voglio farlo!
Non vuoi chiedere o non vuoi conoscere la risposta?
Naruto non ribatté.
Era fin troppo scontato.
Si alzò bruscamente dal letto, ansioso di lavarsi di nuovo, e nella foga non si accorse dell’altro Naruto, rannicchiato sulla soglia. Non si accorse dei suoi muscoli guizzanti sotto la pelle, o della coda che si agitava inquieta. Non si accorse neppure dei suoi occhi spalancati, e solcati da una pupilla incredibilmente stretta.
Chissà cosa vedeva...


Era come un villaggio fantasma in miniatura.
L’aria calda tremolava sotto il sole, rendendo i contorni offuscati e distorti. I rumori di Konoha erano lontani, soffocati... era come essere in un’altra dimensione.
«Non sarà un po’ troppo caldo?» chiese Sakura preoccupata, mentre con Kakashi e Sasuke era ferma nella strada principale del quartiere Uchiha.
«Forse... quindi vediamo di sbrigarci» ribatté il jonin guardandosi attorno distrattamente.
Nessuno aveva messo più piede in quel luogo da quando Sasuke se ne era andato. Senza che venisse detto apertamente, per quelle vie e lungo quei vicoli aleggiava una sorta di maledizione... il sussurro silenzioso delle anime che non trovavano pace.
Ora che Itachi era morto, sarebbero scomparse?
Presero ad avanzare in un’atmosfera surreale, seguendo il passo lento di Sasuke.
L’Uchiha scoprì che il suo cuore era ancora in grado di accelerare i propri battiti.
Era convinto che ormai più nulla avrebbe avuto effetto sul suo spirito morto e sul suo corpo stanco, ma a quanto pare... si sbagliava.
Forse era colpa dei medicinali, forse della sua debolezza, ma ad ogni passo che faceva i ricordi tornavano prepotenti, sfondando le barriere della sua memoria e presentandosi vivi e vitali davanti ai suoi occhi.
Come era accaduto anni prima, quando, bambino, era tornato sul luogo della strage, gli sembrò che tutto fosse... come doveva essere. Bancarelle ben fornite, sorrisi gentili da ogni parte, richiami, voci, e, ovunque, l’atmosfera della sua infanzia.
Poco importava che i vestiti che indossavano le persone fossero fuori moda, o che la tecnologia tutt’attorno lasciasse a desiderare... era comunque un’illusione perfetta.
E anche Sasuke, l’alto Sasuke, vedeva le cose con gli occhi di un bambino che deve guardare tutto dal basso.
Corrugò la fronte, colto da una nausea improvvisa.
Perché Itachi aveva distrutto tutto quanto?
No... perché Madara glielo aveva ordinato?
Perché quel pazzo... aveva rovinato ogni cosa?
Proseguendo lungo la strada, in silenzio, Sasuke vide il passato... e anche quello che avrebbe potuto essere.
Vide strade rimesse a nuovo, ragazzini di tempi più recenti che si rincorrevano da una parte all’altra, genitori preoccupati che confabulavano sulla situazione politica... e poi... vide suo padre e sua madre. E un bambino, tra di loro. Vide Itachi, un Itachi adulto, come lo aveva visto prima che morisse, con la divisa degli Anbu; li osservava sorridendo, appoggiato a una parete. Vide una donna al suo fianco, che posava la testa sulla sua spalla.
E alla fine... vide sé stesso, tra i due piccoli gruppi.
Un sé stesso appagato e felice, un sé stesso che si guardava attorno ed era soddisfatto della sua vita, di ciò che era riuscito a realizzare.
Vide... un sorriso, sul viso florido e sereno.
E vide una donna, alle sue spalle.
Probabilmente era solo un’influenza momentanea... una sciocca abitudine, il suo profumo che aveva finito per diventare normale e a impregnare l’aria che lo circondava...
...Ma la riconobbe: Sakura.
Accanto a lui, con un braccio a cingergli la vita, e il suo sorriso tenue. Lo guardava, si tese a sfiorargli appena le labbra...
L’illusione si dissolse bruscamente, e Sasuke ebbe un capogiro.
«Stai bene?» si affrettò a chiedere Sakura, sentendolo pesare di più sul suo braccio.
Lui chiuse gli occhi, recuperando l’equilibrio, e bofonchiò una risposta rassicurante.
«Vuoi riposare un po’?» domandò Kakashi.
«No...» rispose, scuotendo la testa.
Alzò lo sguardo.
Riconobbe la casa in cui era cresciuto.
E capì il perché del suo sogno ad occhi aperti.
Era stato incredibilmente sfortunato, nella sua vita...
...Aveva guardato la felicità, l’aveva sfiorata, amata, desiderata... e poi gli era stata bruscamente strappata di mano.
Tante e tante volte.
Era normale che, alla fine, fosse crollato.
Era ovvio, naturale.
Eppure... qualcosa, nella sua ostinata natura di essere umano, non smetteva di lottare.
Qualcosa, nel profondo, non smetteva di agitarsi e fremere e ribollire, alla disperata ricerca di aria e di... un motivo. Un motivo per non interrompere gli sforzi.
Era convinto di essere morto dentro.
E poi, eccolo a resuscitare un intero clan, solo per crogiolarsi nel ricordo... e per tormentarsi all’idea di quello che avrebbe potuto essere.
Qualcosa sopravviveva in lui.
Qualcosa... voleva ottenere l’impossibile.
Voleva, per l’ennesima volta, accarezzare un sogno... la felicità.
Strinse i pugni, serrò i denti.
Era frustrante, maledettamente frustrante non avere forze!
Se avesse potuto... se solo fosse riuscito a...
...a cosa?
Cosa voleva fare, cosa voleva ottenere?
Parlare di felicità era troppo semplice, troppo vago.
Cosa voleva davvero l’erede degli Uchiha?
Cosa cercava con tutte le sue forze, da sempre...?
...Un sogno.
Il suo sogno.
Un sogno che viveva nel passato... ma che, forse, poteva...
Il cuore di Sasuke accelerò all’improvviso davanti a un pensiero tanto audace.
Aveva sempre pensato alla felicità come a una cosa persa per sempre. Non si era mai illuso che la morte di Itachi avrebbe reso la sua vita migliore, non era sciocco fino a questo punto.
Ma ora, all’improvviso...
...non era più sicuro di nulla.
«Sei davvero certo di stare bene?» chiese Sakura nervosamente. «Sediamoci un attimo, sei più bianco del solito»
Non le permise di condurlo fino a un muretto.
Rimase fermo dove si trovava, a testa china, e cercò di gestire le nuove emozioni che gli inondavano la mente.
Com’era possibile?
Perché quattro case e due strade erano riuscite a confonderlo in quel modo?
«Sasuke... forse dovremmo tornare in ospedale» suggerì Kakashi pacato.
«...Sì» si trovò a rispondere lui, con voce meno roca del solito. «Sì, torniamo...»
Inaspettatamente, sollevò il capo.
Sakura avvertì istantaneamente una fitta di colpa... ma non poté fare a meno di emozionarsi di fronte al suo sguardo.
Era tanto, tanto tempo... che non vedeva quella scintilla di vita in fondo alle sue pupille. Da quando il gruppo sette svolgeva le prime missioni.
«L’Hokage capirà...» mormorò Kakashi vago, studiando il volto di Sasuke con attenzione.
C’era qualcosa, in fondo a quegli occhi... qualcosa che gli piaceva. Qualcosa che cercava da tanto.
«No» disse l’Uchiha a sorpresa, con un tono che non aveva nulla a che vedere con l’apatia di prima, e l’intera mappa del quartiere si dispiegò nella sua memoria. «Ditele che dono al consiglio gli edifici nella parte sud, quelli vicino alle mura. Le prime tre case della strada sono abbastanza grandi da soddisfarli, credo»
Kakashi annuì, nascondendo un sorriso trionfante sotto la maschera. Sakura non trovò nulla con cui celare le proprie emozioni, ma si affrettò a cancellare le lacrime che premevano agli angoli degli occhi.
«Sasuke...» sussurrò, reprimendo un singhiozzo.
Lui abbassò lo sguardo sulla sua testa, posata contro il suo braccio.
Quei capelli rosa che non aveva mai compreso, all’improvviso, divennero gli stessi che comparivano nella sua illusione.
Non disse nulla.
Ma le sue palpebre si abbassarono impercettibilmente... quasi... nostalgiche...


Naruto fissò il proprio riflesso, stagliato nello specchio appannato.
Quello gli restituì un’occhiata torva.
C’era... qualcosa di diverso. Qualcosa che non gli piaceva, nella sua immagine.
Si avvicinò alla fredda superficie riflettente e assottigliò gli occhi.
Per un attimo gli parve di scorgere una nota violacea nell’iride... ma scomparve non appena cercò di guardare meglio.
«Che cavolo...» bofonchiò, voltandosi bruscamente.
Sentiva il cuore, nel suo petto, battere un po’ più forte.
Era un’ansia indefinita, un timore che non aveva nome... come... come se...
...Come se il suo corpo si stesse preparando a cambiare.
Ad adattarsi a qualcosa... che aveva bisogno di più energia.
Molta più energia.
Premette una mano sul petto nudo e ancora umido, illudendosi che quel semplice gesto bastasse a calmare la sua tachicardia, ma ciò che occupava la sua mente non era il cuore...
...Era l’addome.
Quell’ombelico spoglio e senza sigillo...
Li aveva portati sempre, nei suoi ricordi erano lì, ogni volta.
Quei segni rossi sulla sua pelle, in fondo, facevano parte di lui.
E ora...
...ora non c’erano più...
...ora...

...anche lui era cambiato.








Nel prossimo capitolo:

Quella mattina pensava che non sarebbe successo nulla di eclatante. Pensava che avrebbe portato a termine la missione del giorno, che sarebbe andato a trovare Sasuke, che avrebbe fatto un salto alla lapide degli eroi... Sì, forse sarebbe incappato in una delle donne che lo assediavano ultimamente, ma con un po’ di fortuna se ne sarebbe liberato in fretta.
Soltanto illusioni.









*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *


Spazio autore

Nuvole all'orizzonte per Naruto...
Kyuubi e Sakura hanno scelto lo stesso momento per iniziare a creargli problemi, anche se lui non lo sa ancora.
A cosa porterà tutto questo?
Beh, non lo saprete a breve.
Per il semplice motivo che prima succederanno un altro po' di cose... di una discreta importanza.
Nel frattempo rimboccatevi le maniche,
perché nel prossimo capitolo Kakashi scende in campo!
E con lui anche Kiba!

Ragazzi, nuovo record di recensioni!!
Un milione di grazie a tutti, sono commossa!
Piango! T__T

killkenny: non so cosa faranno a Suna, ma io sicuramente rimpiango Shukaku... Cioè, scherzi? Un altro demone con cui incasinare la storia, sarebbe davvero il massimo...!
sammy1987: questo capitolo ti ha dato un po' di speranza per Sakura e Sasuke? ^_* E hai visto che sembra aver iniziato il lento risveglio? Ora le cose si faranno complicate, sì sì! (povera me... T__T Come me la sbroglierò? So la fine, ma non quello che c'è in mezzo! XD)
Talpina pensierosa: ma porca miseria, solo io me li becco gli alberghi senza computer! Va beh, meno male che di solito non sto via troppo a lungo... Come avrai visto, in questi giorni metterò tre capitoli di fila. Mi spiace che tu sia via, è che poi non so davvero quanto tempo avrò a disposizione per aggiornare... (non a caso, in questi giorni ho bellamente ignorato che dovevo studiare per scrivere a più non posso!)
1992: ecco, sì, come dire... al momento il pericolo più grave per la storia tra Naruto e Sakura mi sembra Sasuke, e non Hinata... ^^' Ma chissà, tutto può cambiare. Potrebbe anche succedere che Sakura resista alla tentazione e sia invece Naruto a cedere! Chi lo sa! Il gatto Naruto sta seriamente valutando la proposta di ingaggio per l'uccisione di Sasuke e Ino... richiede pagamento anticipato, otto chili di acciughe di prima qualità e venti barattoli di ramen istantaneo. Devo mettervi in contatto? Shikamaru si troverà con qualcosa di molto peggio di qualche livido, e lo scoprirai o nel prossimo capitolo, o in quello dopo. Diciamo che le persone si accorgono di quello che hanno soltanto una volta che lo hanno perso... Ohohoh, Kakashi...! Il prossimo capitolo è per buona parte suo, vedrai quanto mi sono sbizzarrita! XD Non esageriamo con le parole rivolte a me! Idolo no, grazie! Non reggerei alla pressione delle aspettative...! XD Diciamo che ogni tanto mi scappano le parole più o meno giuste, e che è culo e non merito! XD
Mala_Mela: il mio Dio non ha concepito l'impegno, quando ha creato il mondo, lo so. Ma ogni tanto i profeti mettono alla prova il loro Dio, perché due non fa tre e San Tommaso non ci crede se non mette il naso... Tesorino mio, scendendo per un attimo dal settimo cielo, mi dici cosa non ti è chiaro dell'affermazione NIENTE SPOILER? ^_^ (sorriso seraficamente terrorizzante) Te la lascio passare perché era il tuo compleanno (lo sapevi, vero? Hai agito come hai agito perché sapevi di godere dell'immunità diplomatica... maledetta), ma la prossima volta non sarò tanto indulgente... e tu potresti trovarti ad attendere MOLTO a lungo una CERTA cosa... Ma come diavolo si fa a sghignazzare su Kakashi che ricorda Obito?! Io piango non appena apro il volume 27 e leggo di lui, e tu ridi?! Ahh, non c'è più religione!!
arwen5786: riportare agli antichi splendori Sasuke? Scusa, quali splendori? XD Ahh, e dire che l'altra notte ho sognato che era ospite a casa mia, che mi preoccupavo per lui (?!) e che... era alto un metro e mezzo. Al risveglio ho realizzato che a 12 anni è davvero alto un metro e mezzo, e mi sono un po' depressa... XD Meno male che con lui, sempre a casa mia, c'era anche Naruto! *_* (non chiederti cosa c'era nella mia cena prima di andare a dormire, grazie). Kakashi è sempre così... Kakashi! *_* Anche quando è assediato da una torma di femmine sbavanti (come accadrà nel prossimo capitolo XD). Gli Hyuuga torneranno, anche se non con molto onore (eh, capita), e già dal prossimo capitolo vedrai un'Hinata un pochettino maltrattata... è che mi viene così facile...! ^^' Shikamaru e Temari sono in Crisi Grossa, ho intenzione di incasinare eccome le cose, perché più amo un personaggio, e più gli rendo la vita difficile... E loro li amo entrambi, sai! XD Mentre, per quanto riguarda Tenten... Uhm... naa, a pensarci bene non ho voglia di sbottonarmi su di lei! XD Mi ha fatto piacere leggere cosa ne pensavi, ma qualunque cosa io dicessi sarebbe spoiler, per cui mi cucirò ben bene la boccuccia! XD Quando ho aggiornato qui mi faccio un giro su msn, vedo se ci sei!
harryherm: sì, appunto: Sakura fino ad ora si è comportata bene... Già in questo capitolo ha iniziato a sgarrare! XD Per quel che mi riguarda, Sasuke da qui in poi non è affatto tenero, anzi... E' un piccolo bastardo macchinoso, ecco cos'è. Ma, siccome lo odio, dovrà ancora soffrire molto... *_* Oh accidenti, come hai fatto a scoprire la mia Imperius? Pensavo di avertela lanciata di nascosto, dietro la schiena! Uhm... ora dovrò ucciderti. Avada Kedavra!
kage_naru89: Sasuke non sarà un personaggio utile, una volta in sesto; sarà un personaggio che vorrò prendere a badilate in testa, perché mi incasinerà tuuuuuutto!! Maledizione a lui! Poteva schiattare in silenzio, buttando una buona parola per Naruto e Sakura così non mi andavano in paranoia?! Comunque Shikamaru e Temari sono la coppia più passionale della storia, decisamente, è solo che Shika era troppo pigro per dimostrarlo... e il nome al gatto... beh, era dovuto. ^_* E' nato come versione felina di Naruto, in fondo! XD La questione dell'aggiornamento è molto semplice in realtà: oggi sono stata al cinema, e tornata indietro mi ha colto un mal di testa del cavolo che mi ha messa a letto per un po' di ore... così sono riuscita a risvegliarmi soltanto adesso (c'è già mia madre che mi tira padelle perché ho invertito i ritmi sonno-veglia...), e la prima cosa che ho fatto è stata correre qua! Se riesco a postare entro mezzanotte, mi faccio una statua! (così risulterà aggiornato il 2 gennaio! Ahh, sono diabolica...)
Jenna Uchiha: innanzitutto, benvenuta! ^^ E grazie mille per aver lasciato un commento, mi hai fatta davvero felice! Considerando poi tutti i complimenti... beh, la mia felicità triplica! XD Quindi sei una fan della SasuSaku e NaruHina? Bene... credo che questo capitolo ti sia piaciuto, allora! Al di là del mio odio per Sasuke, capisco che per certi versi possa anche essere apprezzato... è solo che io parteggio dichiaratamente per Naruto, e quando qualcuno lo fa soffrire, anche involontariamente, conquista immediatamente il mio odio. Sasuke è sicuramente la persona che più fa soffrire naruto, e quindi vorrei prenderlo a calci nel... beh, hai capito. U_U Gaara tornerà presto in scena, in chiave pseudo-comica ma anche piuttosto inquietante... aspetta soltanto qualche capitolo. Sulla NejiTen non ho alcuna intenzione di lasciarmi scappare nulla! ^.^ Chi vivrà vedrà!
lucy6: no, in questa storia non ci saranno coppie yaoi, per una mia scelta precisa... Innanzitutto lo yaoi mi fa storcere un po' il naso (gli unici che potrei quasi vedere insieme sono giusto Sasuke e Naruto... ma solo perché girano voci che dicono che nei progetti di Kishimoto era prevista una cosa simile! °_°), e poi... beh, io adoro il rapporto tra Sasuke e Naruto così com'è quando hanno dodici anni: la storia del fratello, la rivalità...  Mi piace farli battibeccare e farli riunire, ma senza sconfinare nello yaoi, diciamo. Per sapere cosa succederà tra Kakashi e Rin, ci sarà da attendere pochi capitoli... davvero pochi...
Reina: guarda, se appena appena trovo un po' di spazio per infilarci una scenetta con il "problema dell'omonimia a casa Uzumaki", giuro che la scrivo! XD Ci avevo già pensato, credimi, ed è anche uno dei motivi per cui ho scelto quel nome... quattro sane risate! XD E Sasuke meriterebbe qualcosa di molto doloroso, sì... ma penso di avergli già fatto abbastanza male uccidendo Itachi davanti ai suoi occhietti impotenti... *_* L'unica nota stonata nel mio piano malvagio è che ora si sta riprendendo... T_T Comunque... grazie mille per il commento! ^^
lale16: Satana era la mia seconda opzione per il gatto, lo confesso. U_U Ma alla fine ho optato per il più puccioso Naruto...! XD Personalmente vedrei molto bene Jiraya e Tsunade insieme... solo che devono darsi una svegliata (soprattutto lei). Il problema è che ormai hanno una certa età, e non si lasciano andare a colpi di testa come i nostri ingestibili diciottenni... chissà... Tanti auguri di buon anno anche a te!! ^^
queen of night: "il poverino"? Ma stiamo parlando dello stesso Sasuke? Il lucido bastardo che ha cercato di uccidere Naruto, che si è spontaneamente consegnato a Orochimaru, che se ne va in giro tutto tronfio con la sua spadina del cavolo? °_°* Comunque... sì, ha un secondo obiettivo nella vita. Solo che lo shock per la prematura fine del primo gli ha fatto scordare il secondo... Una cosa del tipo: non sono riuscito a vendicarmi, non riuscirò nemmeno a rifondare il clan! E però... sembra che da questo capitolo gli sia venuta una mezza idea in proposito...
Rory_chan: tranquilla, non ti ucciderò certo per essere una fan del SasuSaku! XD In fondo questa è una threesome, e io non ho mai detto quali sono le mie coppie preferite... uhuhuh... e poi: lettore che commenta non si uccide mai! U_U A proposito, grazie mille per aver commentato, è sempre un grandissimo piacere!
kimi: Rin non è morta, per carità! Se Kishi mi avesse ucciso anche lei, non mi sarei mai più ripresa dallo shock! XD E le tue ipotesi su Sakura e Sasuke... beh, da questo capitolo potrebbero non essere tanto campate per aria... Il punto, eventualmente, sarebbe: dove lo mettiamo Naruto?
Hila92: wow, sono felice di aver tirato fuori un capitolo che ti è piaciuto tanto! XD Il gatto ha strani e misteriosi poteri, è una bestiola bizzarra... uhuhuh... Grazie infinite per i complimenti su Kakashi, essendo un personaggio un po' più in là con l'età, e avendo sempre la faccia nascosta, all'inizio trovavo abbastanza difficile muoverlo... per fortuna sembra che l'allenamento abbia dato i suoi frutti! Di Shikamaru, ti conviene farti una ragione in fretta... perché tra un po' se ne parlerà intensamente!
Julia83: l'irritante e patetico Sasuke sembra verrà sostituito da un redivivo e ancora più irritante erede degli Uchiha! XD Cosa succederà ora? Ohoh, lo so che il finto spoiler non era male... è un'idea esageratamente catastrofica, ma a scriverla mi ci divertirei un sacco, anche se sarebbe drammatica! XD


Aya

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Capitolo 40
*** Relazioni ingarbugliate ***


Naruto-40

Capitolo quarantesimo

Relazioni ingarbugliate





«...Insomma non è andata tanto bene alla Sabbia» commentò Choji, divorando con entusiasmo il terzo pacchetto di patatine del pomeriggio.

«‘Non tanto bene’ è un gentile eufemismo, Choji» sbuffò Shikamaru, stravaccato su una panchina nel parco. «Dopo tutto il discorso che mi ha fatto sulle apparenze e sull’integrità, sono riuscito a farla beccare nel mio letto, senza vestiti, e dal ninja più moralista del suo maledetto villaggio, a sentire lei»
«Non c’è che dire, tu fai le cose in grande»
Il problema, in sé, non era l’entità del danno.
Perché, anche se Temari gli aveva urlato – e tirato – di tutto, e gli aveva intimato di sparire dalla sua vista se non voleva trovarsi senza... beh, senza quello, fino a poco tempo prima lui l’avrebbe presa con filosofia e se ne sarebbe fatto una ragione.
Il problema era che a Suna le cose erano cambiate.
Il problema era che a Suna... si era reso conto che lei non si limitava a infliggergli una ‘piacevole tortura’.
A Suna, per la prima volta, Shikamaru aveva reagito all’indifferenza.
Temari era bella, secondo lui, molto bella. Non si preoccupava troppo di come appariva, e nonostante questo era sempre bellissima. Nonché terribile.
Ma Shikamaru era una persona pragmatica, sapeva che per uno come lui ci voleva una donna di polso... sapeva che una persona come, per esempio, Hinata, non sarebbe riuscita a scuotere nulla nella sua coscienza o nel suo corpo. Anche Ino, che pure sapeva essere irritante e insistente, non aveva lo stesso effetto di Temari.
A lei bastava ordinare... e lui doveva eseguire, punto. Non c’era possibilità di scelta.
Gli uomini del clan Nara erano sempre stati un po’ masochisti.
Eppure, mentre era nel villaggio della Sabbia, per la prima volta lui aveva guidato il gioco, era stato lui a ordinare e comandare, e lei a cedere docile tra le sue braccia, la prima notte e le poche successive.
E in quel momento... Shikamaru aveva scoperto che era esattamente ciò che voleva.
Una donna che fuori dal letto fosse inflessibile, e tra le lenzuola soltanto sua.
Una donna come Temari.
No, non come lei...
Voleva lei, e basta.
Naturalmente, nel momento in cui se ne era reso conto era successo il patatrac, e lui era tornato a Konoha senza riuscire a chiarire la situazione. Non aveva potuto parlarle, o vederla... non aveva potuto fare niente.
E lei gli aveva detto chiaro e tondo di girare al largo.
«Bah, in qualche modo la sistemerai» commentò Choji di fronte al suo prolungato silenzio, masticando pigramente. «Tu sistemi sempre tutto. Sei intelligente e fortunato»
«La sistemerò? Fortunato?» ripeté Shikamaru guardandolo stralunato. «Choji, è il momento che tu analizzi ciò che hai appena detto e ti renda conto delle cazzate che hai messo in fila»
«Perché? Io ci credo» ribatté l’Akimichi ingenuamente.
«Hn. Meno male» bofonchiò il Nara, cupamente sarcastico.
Temari era bella.
Ma la era ancora di più, ora che era anche irraggiungibile.

Shikamaru non era l’unico a cavillare per faccende di donne, comunque.
All’altro capo del villaggio stava per consumarsi una delle tragedie più cruente che Konoha avesse mai conosciuto... e nessuno, nessuno l’aveva previsto. Ad eccezione di un uomo.
Kakashi richiuse il portone con un gesto automatico, muovendo la mano alla ricerca de Le Tattiche della Pomiciata ormai consunto che stava rileggendo per la trecentesima volta. Dopo i recenti sviluppi del suo ‘lato sociale’, aveva sentito il bisogno di un ripasso intensivo delle norme più elementari del rapporto uomo-donna, giusto per rinfrescarsi la memoria – essere un ottimo ninja gli aveva tolto la pratica in quel campo.
Ciò che non aveva immaginato, sfortunatamente per lui, era che non avrebbe fatto in tempo ad arrivare al capitolo dedicato alle Emergenze... e che ciò gli sarebbe costato molto, molto caro...
Quella mattina pensava che non sarebbe successo nulla di eclatante. Pensava che avrebbe portato a termine la missione del giorno, che sarebbe andato a trovare Sasuke, che avrebbe fatto un salto alla lapide degli eroi... Sì, forse sarebbe incappato in una delle donne che lo assediavano ultimamente, ma con un po’ di fortuna se ne sarebbe liberato in fretta.
Soltanto illusioni.
Non riuscì a fare nemmeno un passo... che si trovò davanti Shizune.
«Ancora a leggere quella roba?» gli chiese lei con una smorfia rassegnata. «Pensavo che ormai la conoscessi a memoria»
«...Sono troppe le cose che dovrei conoscere a memoria» ribatté lui sospirando interiormente. «Ogni tanto devo fare spazio per le novità, e poi mi tocca ripassare»
Aveva cercato di evitarla, nei giorni in cui era andato a trovare Sasuke. Sapeva che Shizune si aggirava per l’ospedale sperando di incrociarlo, e facendo sfoggio delle più raffinate tecniche ninja l’aveva evitata... Ma avrebbe dovuto immaginare che non ci sarebbe riuscito per sempre.
«Missione stamattina?» si informò lei, affiancandolo nella sua camminata sciolta.
«Sì»
«In solitaria?»
«Sì»
«In bocca al lupo» Shizune sorrise, e lui si sentì vagamente minacciato. «Sicuro di non volere un ninja medico al tuo fianco? E’ sempre utile» propose all’improvviso.
«...Sakura è impegnata con Sasuke» svicolò lui.
«Oh, lo so bene. Ma veramente... ecco, io pensavo a.... me» arrossì leggermente, mentre Kakashi affondava il naso nel suo libro.
«Non mi sognerei mai di allontanarti dall’ospedale...» tentò, mantenendo un tono sciolto.
«Questa mattina sono libera» ribatté lei pronta. «E non mi pesa, davvero. Anzi, verrei volentieri»
Shizune era una cara ragazza. Ma, ecco, non era esattamente ciò che lui voleva... era un po’ troppo rigida su certe cose, un po’ troppo ‘mamma’, e poi era davvero eccessivamente impegnata, per i suoi gusti. Con l’ospedale, con l’Hokage, con quel suo buffo maiale... lui aveva bisogno di qualcosa di diverso.
«Non credo ci sia tutta questa necessità...» iniziò a dire cauto, cercando di usare tutto il tatto a sua disposizione, ma in quel momento il suo unico occhio scivolò più avanti, e intravide le prime nubi della futura tempesta: Ayane avanzava nella loro direzione.
«Kakashi!» esclamò incrociandoli, mentre loro si fermavano. «Che sorpresa vederti in giro!»
Shizune si accigliò, indispettita. Da quando una mezza cameriera dava del tu a uno dei jonin migliori di Konoha? E come osava ignorarla completamente?
«Mi sono trovata per caso con qualche biglietto omaggio per il ramen...» continuò la donna, sfilando di tasca un mazzetto di almeno venti ticket. «...e ho pensato a te» concluse, mentre le sue guance si imporporavano leggermente.
«Ehm... davvero gentile...» mormorò lui, tendendo automaticamente la mano a prenderli.
«Splendido!» intervenne Shizune, anticipandolo e afferrandoli bruscamente. «Potremmo andarci insieme, no?» esclamò con voce squillante, rivolgendo un ampio sorriso a Kakashi.
Ayane spalancò la bocca, indignata.
«Non erano per lei» disse stizzita, e arrossendo per la propria audacia. Conosceva Shizune di fama, sapeva che era un membro di spicco del villaggio... ma, in quel momento, il rispetto che si sentiva di tributarle si fermava al ‘lei’. «Erano per Kakashi» insisté.
«Infatti ho detto che li useremo insieme» sibilò la kunoichi, una vena pulsante sulla fronte.
«Io dovrei andare...» tentò il jonin, subodorando il pericolo.
«E io con lui» aggiunse Shizune in fretta, timorosa di perdere l’appiglio.
«Oh, davvero?» cinguettò Ayane, ma la sua voce era tirata e vagamente aggressiva. «Una missione?Ah, sembra difficile credere che anche una persona come te abbia bisogno di supporto...» disse a Kakashi. «O forse sei tu il supporto?»
«No, veramente...»
«Ah, ma certo che no» un sorriso vagamente perfido si dipinse sul suo volto. «E’ ovvio che lei sia solo di supporto»
«Non è ovvio per niente» protestò Shizune tra i denti.
«Ah, giusto tu, Kakashi!» esclamò una voce all’improvviso, e Anko li raggiunse a passo veloce. «Ti cercano all’ufficio per lo smistamento delle missioni» avvisò, scoccando una veloce occhiata alle altre due donne. Sorrise, con aria di vaga superiorità. «Ti accompagno?» propose solerte.
«Non credo che ci sia biso...» mormorò il poveruomo, ma la sua voce fu soffocata da quelle di Shizune e Ayane, che si sollevarono contemporaneamente:
«Sto già provvedendo io!»
«Non ha bisogno di una balia!»
Le due donne ammutolirono, e si scoccarono un’occhiata truce. Anko incrociò le braccia sul petto, senza smettere di sorridere.
«Mentre decidete io lo accompagno, se non vi spiace» ghignò.
«Non hai mai niente da fare tu?» sibilò Shizune.
«In questo momento lui è la mia missione»
«Ah, ninja!» sputò quasi Ayane, contrariata.
«Cosa credi che sia Kakashi? Un giocatore di bocce?» le fece notare Anko irritata.
«Non ce l’ho con lui, ma con voi!»
«Sentitela... come si permette... una semplice cameriera...!»
«Che io sia una cameriera non vuol dire che valga meno di voi!»
«Ma di certo vuol dire che...!»
Kakashi smise di ascoltare.
Con infinita cautela, arretrò, un passo dopo l’altro, lentamente... ma, ancora una volta, una voce lo fece sussultare.
«Che cosa succede?»
Trattenne un gemito. Ci mancava solo Rin.
Il ricordo dell’ultima volta che le aveva parlato, e della sua confessione, tornò rapido alla sua memoria.
«Uhm... sembrano molto alterate, vero?» chiese lei, con un sospiro di vaga superiorità.
«Ehm...» commentò Kakashi, scavando nella memoria alla disperata ricerca del contenuto del capitolo Emergenze, che non era ancora riuscito a ripassare. Era piuttosto sicuro che prevedesse la sezione ‘Cosa fare quando sono troppe e troppo agguerrite’, accanto a ‘Come dirle di no – pazzi!’.
Incrociò lo sguardo di Rin, e lei arrossì appena.
«Senti... so che forse non è il momento adatto...» gli disse, scostando nervosamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Ma mi chiedevo... se hai pensato... a quello che... sì, insomma, a quello che ti ho detto l’ultima volta»
Lui lottò contro l’impulso di affondare il viso nelle mani e gemere.
Cercò di elaborare una risposta di senso compiuto, ma si trovò davanti a decine di opzioni diverse... tutte accomunate da un’insolita tendenza alla brutalità.
Alla fine, tuttavia, fu sollevato dall’onere. Perché le tre donne che si era lasciato alle spalle si erano improvvisamente rese conto che il loro territorio era seriamente minacciato.
«Oh, Rin!» esclamò Shizune tra i denti, raggiungendoli con le altre. «Ma cosa ci fai qui? Non ti avevo dato quel plico di ottocento pagine da esaminare per domani?»
«Mi sono presa mezzora di pausa...»
«E credi di riuscire a finire il compito che ti ho affidato, così?»
«Non tutti sono lenti come te, evidentemente...» frecciò Anko.
«Detto da una che non ha mai niente da fare...!»
«Ah, da che pulpito!» esclamò Ayane. «Il bue che dà del cornuto all’asino!»
«Tu che vuoi?» scattarono entrambe, mentre Kakashi pregava, pregava sul serio che qualcosa intervenisse, anche un fulmine, e lo salvasse dagli impicci.
Anche Rin finì per essere coinvolta nella discussione, e di lì a trenta secondi Kakashi si trovò completamente accerchiato, impossibilitato a fuggire ma anche a fermarle. Le pagine del suo libro scorsero davanti ai suoi occhi, senza portare consiglio, e l’ansia si impadronì velocemente del suo intero corpo.
Aveva affrontato di tutto, nella sua vita.
Ninja leggendari, missioni impossibili, tempeste, mostri... ma quell’assalto andava oltre le sue possibilità. Oltre la sua comprensione.
E, all’improvviso, qualcuno ascoltò le sue preghiere.
Un kunai si piantò a un passo da Anko, che con Shizune e Rin se ne accorse al volo, e prima che chiunque potesse fare qualcosa un fumogeno esplose, riempiendo l’aria di vapore azzurrino.
La gola di tutti fu aggredita all’istante, e prese a pizzicare dolorosamente; gli occhi si riempirono di lacrime, il naso fu un solletico unico.
Mentre chi era rimasto coinvolto boccheggiava, senza fiato, Kakashi, riparato dalla maschera, approfittò della confusione per farsi largo nel capannello e guadagnare la libertà.
Corse via, fuori dalla nube di fumo, e quando poté di nuovo respirare la prima cosa che vide fu ciò che avrebbe potuto segnare per sempre la sua fine, e che invece rappresentò la salvezza: Haruka Muto, ferma in mezzo alla strada, con un sorrisino compiaciuto stampato in faccia.
«...Ora so chi devo ringraziare» mormorò lui raggiungendola.
«Non ti disturbare» ribatté lei, tendendogli un rotolo con nonchalance. «E’ solo che sei il mio nuovo compagno per la missione di stamattina... Ho pensato che salvarti sarebbe andato a mio vantaggio»
Lui prese l’ordine e gli diede un’occhiata veloce; Haruka non mentiva, erano assegnati allo stesso compito.
Gettò uno sguardo indietro, dove la nube di fumogeno si dissolveva lentamente, e iniziò a sentire le voci delle altre che si sollevavano e decidevano di organizzarsi. Tornò a fissare Haruka.
«E se partissimo subito?» propose.
Lei sorrise. «Come vuoi» approvò sorniona.
Insieme spiccarono un balzo, lasciando il campo di battaglia, e mentre saltavano di tetto in tetto, veloci e precisi, nella mente di Haruka si fece largo un placido senso di soddisfazione.
Perché infilarsi nella cagnara e perdere tempo a litigare quando poteva molto più semplicemente attirare l’attenzione da sola?


Che fine hanno fatto i miei buoni propositi?”
Una panchina, il sole alto nel cielo.
...Io... non mi ero ripromessa di essere forte?”
Lo sbadiglio di un cane, una mosca che ronza pigramente.
Perché... perché alla fine fallisco sempre...?”
«Oplà!»
Un attimo prima che cadesse a terra, Kiba leccò il gelato semi-sciolto dal cono di Hinata, e le lanciò un’occhiata di rimprovero.
«Ehi, non lo stai nemmeno toccando» borbottò. «Potrei offendermi, visto che te l’ho offerto io»
E lei lo aveva rifiutato. Non aveva fame. Anzi, aveva lo stomaco chiuso.
Ma, come sempre, alla fine si era trovata a fare ciò che non voleva, e aveva accettato di mangiare quel maledetto cono con lui.
Era davvero una persona debole. Un caso senza speranza.
Sapeva, sapeva benissimo che il suo comportamento non faceva che alimentare le speranze di Kiba, ma non riusciva a opporsi; aveva sempre paura di dire la cosa sbagliata, di ferirlo, di compromettere irrimediabilmente il loro rapporto...
Un anno prima, quando Sakura e Naruto avevano iniziato a uscire insieme, ricordava che tra loro e Lee era sceso il gelo per un certo tempo.
Lei non voleva perdere Kiba.
Era una persona divertente. Era coraggioso. Era sempre attivo.
Era... un po’ come Naruto.
Ma non era lui.
Era soltanto un amico.
Perché crescendo quel compagno tanto prezioso aveva iniziato a pensare che l’amicizia non gli bastasse? Perché le cose avevano preso quell’orribile piega?
«Hinata?» la richiamò all’ordine lui, vedendola in silenzio. «Ti sta colando sulle mani»
«Ah...» fece lei riscuotendosi bruscamente. «N-Non me ne ero accorta! Scusa...!»
Una goccia di gelato alla vaniglia cadde sull’asfalto sotto i loro piedi. Akamaru, acciambellato sotto la panchina, si tese pigramente e la leccò.
Kiba sbuffò. «Hai la testa tra le nuvole, ultimamente» la accusò. «Soprattutto quando stai con me»
Hinata arrossì in fretta. Da quando era così schietto? Di solito si limitava a girare intorno all’argomento ‘loro’, senza trattarlo direttamente.

«E’... E’ che... problemi a casa... problemi, sì...» balbettò evasiva.
Lui sbuffò, senza crederle nemmeno per un istante. Tese la mano e le prese il cono, e con un borbottio indistinto lo fece arrivare fino ad Akamaru.
«...Non ti fa molto bene... ma per una volta ci sta» mormorò al cane, che sgranocchiava felice la cialda. A quel punto si cacciò in bocca i resti del suo ed estrasse di tasca un fazzoletto, prendendo le mani di Hinata sporche di gelato.
«Sei dimagrita, eh» disse piano, mentre la ripuliva con gesti gentili ma ruvidi. «Si sentono le ossa»
«E’ ovvio che si sentano, sono le dita» protestò lei arrossendo di nuovo.
Kiba sorrise, e le sfiorò delicatamente il palmo. Lei rabbrividì.
«...Kiba?» chiamò con un filo di voce.
«Shh...» sussurrò lui, portandosi la mano di lei al viso. Senza alzare lo sguardo posò le labbra sulle sue nocche, così evidenti sotto la pelle, e poi, lentamente, lungo le dita, fino alle unghie corte. «Sai di vaniglia...» commentò con un mezzo sorriso.
«Kiba, smettila» ribatté lei nervosamente, tirandosi il braccio contro il petto, rossa ed agitata.
«Scusa» sospirò lui, ma non si fece indietro.
Con il braccio posato sullo schienale della panchina, dietro la sua schiena, e il corpo di tre quarti verso di lei, si avvicinò un po’ di più.
«Presto... ci sarà qualcosa che devo dirti» mormorò, costringendola a guardarlo negli occhi. «Mi ascolterai, eh Hinata?»
Lei, nonostante i trenta e passa gradi dell’aria che li circondava, si sentì gelare.
No, no, non ti ascolterò!” gridò dentro di sé.
«Io...» fu tutto ciò che riuscì a mormorare.
Perché in quel momento furono interrotti.
«Tu guarda! E’ mica un appuntamento?» chiese una voce squillante.
E, questa volta, Hinata si sentì morire.
Naruto era lì.
Incrociò i suoi occhi azzurri, così limpidi e sorpresi... e con una stretta al cuore scoprì che la sorpresa per lui era piacevole.
«Questo caldo dà alla testa un po’ a tutti, eh?» commentò con il ghigno che era solo suo, a metà tra l’ingenuo e il malizioso. «Ma voi avete fatto le cose per bene, almeno. E bravo Kiba!» batté una pacca sulla spalla dell’Inuzuka che, rigido stava ancora cercando di elaborare la situazione. Sotto la panchina, Akamaru ringhiò piano. «Non ti offendi se qualche volta offro un ramen a Hinata, vero?» continuò Naruto allegramente. «E’ che l’ultima volta non mi pare sia andata molto bene, e vorrei rimediare con un secondo tentativo... ma io sono fedelissimo a Sakura, non hai nulla da temere!»
Mentre Kiba si chiedeva se il deficiente c’era o ci faceva, Hinata strinse i pugni per fermare il tremito che li scuoteva.
No...
...No, se Naruto fraintendeva... se pensava che lei e Kiba... che loro... no... no, non doveva succedere... lui stava con Sakura, era vero, e lei, sciocca e timorosa com’era, non aveva la minima possibilità di... però... però non voleva...!
Scattò in piedi senza accorgersene.
«Non è un appuntamento!» ansimò, a voce abbastanza alta da far girare tutte le persone che camminavano per la strada. Il sangue affluì al suo viso così in fretta che ebbe un capogiro.
Sia Naruto che Kiba la fissarono con tanto d’occhi.
Poi, molto lentamente, Naruto sollevò la mano dalla spalla di Kiba, all’improvviso esitante.
«Io... ehm... chiedo scusa...» mormorò imbarazzato, grattandosi la nuca. «Credo di aver fatto una gaffe tremenda... Avevo pensato che...» rise forzatamente, a disagio. «...Ma mi sa che mi sbagliavo. Mi dispiace, mi dispiace davvero!» si affrettò a garantire.
Hinata, incapace di guardarlo negli occhi, tenne i pugni serrati tanto forte da sentire le unghie premere sulla pelle dei palmi, le braccia tanto rigide da tremare; trattenne il fiato, sentendo l’impulso a piangere che si faceva strada rapidamente su per la sua gola. Aprì bocca per dire qualcosa, ma si rese conto che non sapeva nemmeno cosa ne sarebbe uscito, e allora, semplicemente, desisté.
Voltò le spalle sia a Naruto che a Kiba e se ne andò a passo insolitamente veloce, i lunghi capelli neri che sbattevano sulle spalle più esili.
Naruto gettò un’occhiata incerta a Kiba, che lo incenerì con lo sguardo.
«Grazie» sibilò cupo, alzandosi in piedi a sua volta. Con Akamaru che ringhiava dietro le sue caviglie, si allontanò lungo una strada diversa da quella presa da Hinata, e lasciò Naruto solo accanto alla panchina deserta.
Lui sbatté le palpebre e poi sbuffò, passandosi una mano tra i capelli. Dell’espressione allegra e ingenua di prima era rimasta soltanto una smorfia amara.
No, neanche così funzionava.
Anche provando ad essere il solito cretino, non riusciva a dimenticare totalmente tutte le cose strane che gli accadevano ultimamente... e per questo finiva per combinare pasticci come quello.
Aveva visto Hinata e Kiba seduti vicini, aveva pensato che avrebbero potuto essere un ottimo appiglio per distrarsi... e aveva parlato a sproposito.
L’espressione ferita e umiliata di Hinata bruciava ancora davanti ai suoi occhi.
Si passò una mano sul viso.
Così non andava affatto bene...


I fogli ingialliti crepitavano tra le mani bianche, in un bizzarro e insolito contrasto. L’inchiostro, sbiadito in più punti, sembrava marrone-rossiccio nel sole del tramonto.
Gli occhi di Sasuke, di nuovo neri e brillanti, scorrevano attenti lungo le righe dall’aria formale, senza perdere una parola di quello che leggevano. Sul comodino al suo fianco, insieme a una bottiglia d’acqua e un bicchiere, c’era uno spesso plico altrettanto malridotto.
All’improvviso qualcuno bussò alla porta della sua stanza.
«Avanti...» borbottò lui senza alzare lo sguardo.
«E’ permesso?» chiese Sakura facendosi avanti con un sorriso. «Ma stai ancora leggendo quei documenti?» indagò poi, accigliandosi, e lo raggiunse accanto al letto. «E’ tutto il giorno che vai avanti, ti stancherai troppo, Sasuke»
«Ho quasi finito» ribatté lui, allontanando lo sguardo solo per un istante. «E a pranzo ho mangiato, quindi sono pieno di energie»
«Come un gattino debilitato» sbuffò lei, sfilandogli dalle mani i fogli. «Adesso piantala; è il tuo medico che te lo ordina»
Sasuke sbuffò, contrariato. «Devo leggere quella roba» insisté.
Sakura abbassò lo sguardo sui documenti che gli aveva preso, e socchiuse gli occhi. Quello era tutto il materiale riservato riguardante la casata Uchiha, dalla prima all’ultima sillaba: famiglie, proprietà, avvenimenti importanti, privilegi, note di merito... probabilmente l’ultima pagina si concludeva con il nome di Itachi.
«Non è esattamente la lettura che consiglierei prima di andare a dormire...» borbottò. «E comunque... cosa hai intenzione di fare una volta che sarai arrivato alla fine?»
A quella domanda Sasuke sembrò ripiegarsi su sé stesso, guardingo. Distolse lo sguardo e strinse le dita attorno al lenzuolo, fissando ostinatamente una macchia sul muro.
«...Non vuoi dirmelo?» sussurrò Sakura, vagamente delusa.
Lui le gettò un’occhiata di striscio.
L’illusione che gli si era parata davanti agli occhi nel quartiere Uchiha tornò prepotente alla sua memoria, e la sua fronte si corrugò appena.
Non è che non volesse dirglielo.
E’ che... si trattava di un’idea ancora acerba, incerta... e non era nemmeno sicuro di come l’avrebbe messa in atto.
Sakura chinò il capo, sospirando silenziosamente.
Sasuke poteva anche aver recuperato una scintilla di vita... ma sarebbe mai arrivato il giorno in cui si sarebbe fidato, fidato davvero dei suoi compagni?
«Non importa» disse piano, posando i fogli sul comodino, insieme agli altri. «Forse un giorno me ne parlerai. Per adesso ti ordino categoricamente di riposare, e di non riempirti la testa di cose complicate. Sono stata chiara?»
Sasuke mugugnò contrariato, ma non si oppose. Sbuffò, e si appoggiò al cuscino con aria rassegnata.
Per qualche istante regnò il silenzio nella stanza, mentre Sakura esaminava la flebo e la cartella clinica senza parlare. Poi, a sorpresa, fu l’Uchiha a prendere la parola.
«Dov’è Naruto?» chiese cercando di mantenere un tono più neutro possibile. «Non lo vedo da un po’»
«E’ parecchio impegnato» rispose Sakura, sorridendo di fronte al suo insolito interesse. «Lo spediscono in missione quasi ogni giorno, è un miracolo se lo vedo anche io che...»
Si bloccò.
...anche io che vivo con lui”, sarebbe stata la frase completa.
Ma si rifiutava di uscire dalla sua bocca.
«...che... che sono una sua compagna» fu tutto ciò che riuscì a mettere insieme, parlando in fretta e distogliendo lo sguardo. «E’ diventato forte, ormai, non gli serve più un gruppo per completare le missioni, anche quelle di livello più alto»
Sasuke si accigliò impercettibilmente.
Sapeva che Naruto era forte, lo aveva visto con i suoi stessi occhi... non era necessario che glielo rinfacciassero con tanto entusiasmo.
Naruto aveva ucciso Itachi.
Era riuscito dove l’idiota che si era bruciato per la vendetta aveva fallito. Dove lui aveva fallito.
Mai come in quel momento la sconfitta gli sembrò più bruciante...
Senza una ragione, senza un motivo logico, senza un perché... all’improvviso la sua inferiorità gli sembrò insopportabile.
Lui, l’ultimo erede della nobile casata degli Uchiha, era un gattino debilitato... e quel randagio, quel ragazzino fanfarone che non riusciva a farne una giusta, all’improvviso era il grande eroe.
Non era giusto.
Per nascita, per volontà, per sacrificio... lui avrebbe dovuto essere il più forte.
Veniva da un clan celebre. Si era dannato l’anima per ottenere ciò che voleva. Aveva lasciato tutte le cose che lo rendevano sereno, consapevole di quello che faceva, per non arrendersi e portare a termine la sua missione.
Mentre Naruto... non era nessuno.
Non aveva parenti. Blaterava di voler essere Hokage, ma passava un sacco di tempo a fare l’idiota in giro per il villaggio. Non aveva dovuto abbandonare nulla, nulla. Era rimasto nel confortevole nido di Konoha coccolato e vezzeggiato da tutti, e chissà con quale botta di fortuna, senza una vera ragione, era diventato abbastanza forte da riuscire dove lui aveva fallito.
Che fosse merito della volpe?
Che fosse Kyuubi, dentro di lui, a dargli tutta quella forza?

No... no, ricordava che alla morte di Itachi gli occhi di Naruto erano stati azzurri. Ricordava di aver percepito nettamente che la volpe era sotto il suo controllo...
«A cosa pensi?» domandò Sakura improvvisamente, distogliendolo dai suoi pensieri.
Ansiosa, studiò il suo viso alla ricerca di un appiglio per interpretare le sue emozioni, e riuscì a scorgere soltanto una grande amarezza nel suo sguardo.
Che idiota! Come aveva potuto fare quella tirata su Naruto proprio davanti a lui?
«In realtà... Naruto è più che altro il solito scemo» si affrettò a correggersi. «Si dà arie da grand’eroe, ma quando torna a casa devo rimetterlo insieme con lo scotch, non fa che mangiare ramen e dormire, e si vanta di cose altamente improbabili... Ha davvero poco di cui gloriarsi»
L’espressione di Sasuke si ammorbidì appena, e i suoi occhi cercarono quelli di lei.
Naruto poteva anche essere un idiota.
Ma lui aveva visto la sua forza.
Probabilmente anche Sakura se ne rendeva conto... eppure aveva cercato di rigirare le cose in modo da sminuirlo.
Perché?
La cosa, da un lato, lo irritava: non c’era bisogno di fingere che Naruto fosse debole solo per dargli un contentino, sapeva anche da solo di essere un rottame. Ma, dall’altro lato... gli faceva inaspettatamente piacere.
Sakura era sempre stata solita denigrare Naruto quando poteva esaltare Sasuke, ma soltanto finché era una ragazzina sciocca. Da che lui era stato riportato a Konoha, non una volta l’aveva sentita dire stupidaggini a sproposito, o criticare gli altri solo per il gusto di aprire bocca.
Ora, per lui, era tornata un istante la dodicenne con la testa vuota...
...Il pensiero gli strappò un sorrisino.
Sakura si illuminò.
Forse insultare Naruto era la strada giusta per riavere il vecchio Sasuke?, pensò in un attimo di insanità mentale.
Poi, di colpo, realizzò che forse la chiave non era insultare Naruto.
In fondo anche ai tempi del gruppo sette quelli più legati erano loro due, mentre lei... lei era una femmina. Lei tante volte non aveva capito i loro comportamenti. Lei tante e tante volte li aveva criticati per le sciocchezze che facevano, mentre loro si lanciavano sguardi complici...
La chiave non era insultare Naruto.
La chiave era Naruto.

Per qualche ragione... si sentì invidiosa del loro rapporto.








Nel prossimo capitolo:

Quello non era proprio previsto.

Anzi, a voler essere precisi, c’era una probabilità su miliardi e miliardi che accadesse.
Era pressoché impossibile.
Eppure, chiuso tra due fuochi roventi, sentendo tutti gli occhi puntati su di lui, Naruto si rese conto che stava accadendo davvero...













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Oh, quanto detesto i capitoli che devono venire... voi non ne avete idea.
Sigh, Sasuke che inizia a muoversi con la sua tipica arroganza mi fa girare i cosiddetti come trottole...
Comunque, la storia va così, anche se non mi piace. -.-
I fan dell'emo psicolabile saranno soddisfatti, mi auguro.
In tutto questo grigiume marca Uchiha, spero che abbiate gradito la parte dedicata a Kakashi!
Era tanto che non si vedeva Haruka, vero?
Mentre Hinata... ehh, di male in peggio per lei.
Il pezzo che la vede protagonista è frutto della mia recente passione per la KibaHina!
(colpa di dionea! E se chi dico io lo scoprisse... beh, ha già minacciato di uccidermi, in effetti -.-'')
Nel prossimo, Naruto rulez (nel senso di: è il protagonista indiscusso)!
(godetevi quel capitolo... perché sarà l'ultimo di "pace".
Anche per me)

Angolino del sognatore
Io devo smetterla di aggiornare prima di andare a dormire... perché poi mi escono cose come questa:
stanotte il mio ospite era Sai, con il quale - attenzione attenzione - avevo intrecciato una...
...ehm... "relazione molto poco platonica", diciamo così.
Fin qui tutto bene, cioè, bene per niente, ma regolare.
Finché non è comparso un inquietante ibrido con il corpo di Sasuke e l'essenza di Itachi.
E si è scoperto che lui e Sai erano al servizio di Voldemort.
Ora. Freud cosa ne avrebbe ricavato?
...In fondo non credo di volerlo davvero sapere...
°_°
Jenna Uchiha: ok, credo che i prossimi capitoli ti piaceranno parecchio! XD Anche se mi risulta parecchio difficile vedere Sasuke come un cucciolo smarrito... ma va beh, io con la testa sono già "oltre", lo ammetto! Come hai potuto leggere in questo capitolo, Naruto è a mille miglia dal rendersi conto che Hinata non fa che aspettare un suo cenno... e, d'altronde, ha tanti altri problemi in questo momento! Più che altro è Kiba l'idiota, perché se si comportasse solo da amico, senza mettere pressione a Hinata, probabilmente otterrebbe molto, molto di più!
kage_naru89: ehm... sì... ecco... a te non piaceranno decisamente, i prossimi capitoli! ^^' Ma tutto può succedere e ogni cosa può cambiare, quindi non è detta l'ultima parola finché non avrò scritto FINE! Naruto e Sakura insieme sono adorabili, è vero, ma anche la SasuSaku ha il suo fascino, e Hinata è cresciuta tanto, e dovrà crescere ancora. Nonostante tutto, nella mia testa ogni coppia ha un suo perché... spero solo che alla fine riuscirò a rendervelo chiaro! ^^
Talpina Pensierosa: ehhhh, come no! XD Lì sulla neve a divertirti, e mi dici che non vedi l'ora di perdere tempo davanti al pc?! PAZZA! Divertiti anche per me, nei pochi giorni che ti restano!
1992: ormai ogni volta che leggo un tuo commento mi faccio, invariabilmente, dieci minuti di risate incredule. Davvero, ma come diavolo le tiri fuori tutte quelle cose?! XD Tu e Kakashi sulla tomba di Sasuke e Ino (tu e Kakashi sposati!), Shikamaru tra lividi e sangue, una Kyuubi segreta dentro di te, GIOTTO! Cioè, no, ripeto: GIOTTO! XDDD Ti chiedi come si fa a innamorarsi di Sasuke? Beh, Sakura è la persona giusta cui chiederlo, visto che è sempre morta dietro a lui finché Narutino bello non si è fatto figo! Le KakaSaku sono anche un mio recente pallino, lo confesso! XD Anche io mi sono chiesta come passavano il tempo maestro e allieva, soli, mentre Naruto e Sasuke erano via... In effetti è un interrogativo più che legittimo... *_* A me non la danno mica a bere! Lei si allenava, lui andava in missione... come no! Uahahah! "Ricordiamo i bei vecchi tempi del team 7!", piuttosto. "Beviamoci su!", "Oh, sono un po' brillo"... e il resto è storia. U_U Uhm... immagino che questo capitolo ti abbia fatto un po' storcere il naso, con Sasuke più emo che mai e Sakura che fa strani pensieri... lo vuoi un consiglio spassionato? Comprati un antistress per leggere i prossimi.
Julia83: non dirlooooo... T__T Itachi... Non passa giorno in cui non mi penta di averlo ucciso! ç_ç L'aspetto estetico della storia ne ha decisamente risentito parecchio! Insomma, diciamocelo: non c'è alcuna possibilità che Sasuke intraprenda la strada del fratello, quelle vette di figosità sono per lui assolutamente irraggiungibili! Che si limiti a vagare per il suo quartiere fantasma e a vagheggiare di Sakura, è tutto ciò che può permettersi! U_U Piaciuto Kiba...? ^_*
Rory_chan: non hai mai trovato errori di battitura perché sei distratta! XD Io ogni tanto li pesco nei vecchi capitoli, c'era un "caghi" al posto di "vaghi", nel processo a Sasuke, che era davvero esilarante... anche perché la situazione era davvero seria! XD Comunque è vero, cerco di starci molto attenta. Quando li trovo nelle fanfic che leggo mi danno abbastanza fastidio, per cui cerco di limitarli al massimo! Ohohoh, abbiamo un'incerta, eh... adesso verrà fuori il vero triangolo, preparati a oscillare da una parte e dall'altra insieme all'umore di Sakura! Sasuke è IC, dici? Sinceramente non mi pongo il problema... diciamo che cerco di pensare a lui il meno possibile, così mi evito travasi di bile! XD (e, nonostante ciò, sembra che sia uno dei personaggi meglio riusciti! °_°)
kimi: mi dispiaceeeeeee! In questi tre giorni gli aggiornamenti sono in tarda ora, va così! ç_ç E' che sono gli ultimi giorni che passo a casa, c'è la neve e quindi non posso nemmeno andare in giro, e cerco di non far capire a maman che sto troppo al pc! (senza contare che devo pure studiare... urg...) Ullallà, mi dai già per buona la SasuSaku e NaruHina? Guarda che tutto deve ancora succedere, e faccio in tempo a uccidere un sacco di gente! XD
arwen5786: mi fai sciogliere, dico davvero! Sapere che cambi opinione a seconda di quello che scrivo mi fa sentire davvero onnipotente! Muahahah!!! Ehm... scusa. U_U'' Dicevo... prevedi bene: cambierai idea un bel po' di volte, su Sasuke, Sakura e Naruto... la cambierai con Sakura, e la cambierai anche con me, perché ho intenzione di oscillare parecchio su questi tre! Naruto... uff... Naruto, Naruto... ecco, ora sono triste pensando a lui! ç_ç (attenzione: NON è come sembra) Tsunade è il mio giocattolino! XD La adoro, gestirla è un sollievo per il cuore e per la mente, soprattutto quando parte con i cuoricini del buonumore! E Kakashi... poverino, è un caso disperato. Morire se riesce a liberarsi delle sue inseguitrici, eh! XD A-ehm... ShikaIno... firulì, firulà... chissà cosa mai accadrà...? PS: mapporc... su msn io viaggio la sera, invece! Va beh, quando torno a Bologna dovrei orientarmi sul pomeriggio, visto che non ho la connessione a ore... poi chissà, magari domani mi viene il pallino e mi connetto con te! XD
sammy1987: il buon vecchio quartiere Uchiha è un jolly quando si vuole commuovere la gente! (anche se, personalmente, avrei trovato davvero difficile commuovermi per Sasuke! XD) Mi fa piacere che tu abbia apprezzato la scena, ho cercato di farla molto sfumata, vaga... cioè, Itachi che sorride... ma dai, Sasuke! Che robe immagini? XD Sakura e lui insieme, credimi, li rivedrai un po' di volte con gli occhi dell'Uchiha: ci penserà su un bel po'...
lale16: sì, in effetti tormentare Naruto è il nuovo sport nazionale... e sono piuttosto bravina a farlo! XD Comunque, mi fa piacere che tu abbia apprezzato la parte ambientata nel quartiere Uchiha, so che l'avevo scritta con "Memories" sotto (tanto per stare in tema! XD) e la volevo un po' struggente... Ma Sakura è Sakura, si sa. Quando c'è Sasuke nei paraggi, è discretamente irritante! XD
killkenny: la vera domanda riguardo a Gaara è: come Kankuro sa della relazione tra Shikamaru e Temari, lo saprà anche lui...? Chissà, magari, in fondo, è anche d'accordo. Per la serie: "anche se non mi va tanto a genio, se piace a lei..." Kakashi, purtroppo, si rende conto delle grane altrui con mesi di anticipo, e delle proprie quando ormai è troppo tardi! U_U E Sasuke... uff. Maledetta palla al piede che non è altro!
Reina: ullallà, questa è una sfida! XD La raccolgo, e spero di riuscire a tener testa alle tue aspettative! (sigh... aspettative... ç_ç) Essere riuscita a emozionarti almeno un po' è già un buon  passo, no? (dimmi di sì, ti prego... T_T)
harryherm: come dire... non credo che questo capitolo abbia addolcito la pillola, eh? XD Non ho la minima intenzione di dirti se questa storia sarà, alla fine, NaruSaku o SasuSaku, ma posso dirti che oscillerà un bel po' tra le due coppie! Su, dai, take it easy! Anche Naruto, è risorto una volta e potrà farlo di nuovo! XD (non si sa mai...) Purtroppo mi duole dirti che avrai molti altri spaventi. Il mio divertimento più grande sta nel torturare gli amati lettori, per cui... compra anche tu un antistress! XD (e non temere: le mangio le verdure, le mangio...) PS: no, il cuoricino non era per Jiraya: ci stava bene, e basta! XD
Hila92: sì, devi preoccuparti! Iniziare ad apprezzare Sasuke non è mai un buon segno, anche io ci sono passata e ti dico che fa male, anzi malissimo... Sakura vuole bene a Naruto, non lo ferirebbe mai intenzionalmente... solo che la povera ragazza non sa che io tramo alle sue spalle, e la muovo come un bel burattino rosa confetto. Dove la condurrò? E dove porterò Naruto? Che la sua strada sia destinata a intrecciarsi con quella di Hinata? Al momento lui non sembra molto propenso, veramente... diciamo che per ora è più fissato su Kyuubi! Non Ino, eh? XD Farò prendere un infarto a un bel po' di gente...
ShAiW: bentornata!! Giusto l'altro giorno mi stavo chiedendo che fine avessi fatto...! ;_; Che piacere risentirti! >_< Comunque il piccolo zombi pallido (Sasuke) sembra davvero essersi svegliato, per la gioia delle fan SasuSaku, ma il povero Naruto dovrà soffrire per questo...! Alla fine chi la spunterà? Su Obito io piango ancora adesso... non posso farci niente, è più forte di me...! E' comparso per poche pagine, ma mi è rimasto nel cuore! E le parole di Kakashi: "Rin, Obito ti amava... ti amava con tutto sé stesso..." T___T Me le ricorderò per sempre! (ok, fine dell'angolino nostalgia! XD)

Aya

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Capitolo 41
*** Il segreto tra due fuochi ***


Naruto-41

Capitolo quarantunesimo

Il segreto tra due fuochi






Quello non era proprio previsto.
Anzi, a voler essere precisi, c’era una probabilità su miliardi e miliardi che accadesse.
Era pressoché impossibile.
Eppure, chiuso tra due fuochi roventi, sentendo tutti gli occhi puntati su di lui, Naruto si rese conto che stava accadendo davvero...




...Anche impegnandosi come un matto, non avrebbe potuto impedire l’arrivo di quel momento.
La causa scatenante, in fondo, aveva avuto origine anni e anni prima, quando era decisamente fuori dalla sua portata. Ma... volendo restare in tempi più brevi, si poteva risalire alla nottata appena trascorsa.

Ancora una volta, Naruto si svegliò da solo nel letto.
Sapeva che quella notte era tornato tardi – si buttava in tutte le missioni per distrarsi e tenersi impegnato – sapeva che Sakura si era svegliata quando lui l’aveva raggiunta, e sapeva che un uomo ha il diritto di avere una ricompensa quando compie il suo dovere. E quella ricompensa gli era stata data con estrema cura e solerzia, arrivando quasi a fargli dimenticare i problemi che lo preoccupavano, dal primo all’ultimo. Sakura sapeva sempre come prenderlo.
Poi c’era stato il triste risveglio solitario, a mattina inoltrata.
E, di nuovo, tracce di terriccio su piedi e mani.
Naruto studiò meticolosamente ogni singola macchia, alla ricerca di sangue o di qualunque altra cosa potesse renderlo davvero ansioso, ma non ne trovò. Allora corse in bagno e si fece una doccia, raschiando a fondo la pelle, e i brividi che lo scossero sotto l’acqua non avevano niente a che vedere con la sua temperatura.
Si asciugò in fretta, controllando di nuovo di essere perfettamente pulito, ma questa volta schivò il proprio riflesso nello specchio, colto da una vaga nausea. Aveva la pessima sensazione che non avrebbe visto il solito Naruto, sulla superficie liscia e un po’ appannata.
Iniziava ad essere spaventato.
Eppure sapeva che gli sarebbe bastata una semplice domanda nel posto giusto... sapeva che avrebbe avuto tutte le risposte... il problema era che non voleva quelle brutte.
Va tutto bene” continuava a ripetersi, mentre con lo stomaco gorgogliante attraversava il villaggio diretto al chiosco Ichiraku. “C’è Sakura con me. Sasuke è tornato. Il maestro Kakashi è qui. Tutti sono sereni, per una volta possiamo avvicinarci alla felicità... Va tutto bene. Per forza. Deve andare tutto bene”
«Naruto!»
Era così immerso nei suoi pensieri che per poco non si perse il richiamo. Poi, per fortuna, il suo udito fino di ninja captò la voce familiare anche al di sopra dei mormorii della sua testa, e lo spinse a fermarsi. In tempo per vedere Iruka che lo raggiungeva di corsa.

«Naruto!» ripeté, con il fiato leggermente corto. «Hai il passo troppo lungo... dove stai andando?»
«A dire il vero volevo riempirmi lo stomaco» rispose lui, e la sua pancia gorgogliò sonoramente, giusto in tempo per sottolineare la fame.
«Oh, ottimo! Allora andiamo insieme, anche io devo pranzare!» sorrise Iruka.
Naruto ricambiò, con soltanto una minima esitazione. Poi decise di accantonare le preoccupazioni e godersi il tempo con il suo vecchio maestro.
Presero tutti e due una porzione gigante, nonostante il caldo, e mentre la facevano fuori ognuno a modo suo, parlarono di missioni, dell’Accademia, dell’imminente esame per chuunin – in forse, ora che le recenti tensioni internazionali avevano raffreddato i rapporti tra le coalizioni – e, naturalmente, di Sasuke e Sakura.
«Si rimetterà per forza» bofonchiò Naruto a bocca piena. «E’ troppo in gamba per lasciarsi andare così. E poi Sakura mi ha detto che l’altro giorno lo hanno portato nel suo vecchio quartiere e che gli è cambiato sguardo... E’ vero, io l’ho visto. I suoi occhi assomigliano un po’ a quelli che aveva prima di seguire Orochimaru, ai tempi del gruppo sette... Sono ancora un po’ spenti, ma è sulla strada giusta»
«Mi fa piacere» sorrise Iruka.
A dire il vero non era molto tranquillo riguardo alla guarigione di Sasuke... non perché credesse che non poteva farcela, ma proprio perché temeva che ci riuscisse: non era sicuro di ciò che sarebbe accaduto nel momento in cui Sakura si fosse trovata davanti il vecchio Sasuke.
«E il gatto? Ti dà ancora problemi?» si informò, per dirottare la conversazione su argomenti più leggeri.
«Come sempre, è un cataclisma...» sbuffò Naruto. Poi, all’improvviso, si accigliò. «...Che strano. Stamattina non l’ho visto, ora che ci penso. E non l’ho nemmeno sentito miagolare, quando di solito attacca il concerto verso le dieci...»
«Può darsi che avesse la ciotola piena e si fosse addormentato sotto il divano» ipotizzò Iruka. «Non mi dicevi che era il suo posto preferito?»
«Mh... Sì...»
Eppure... di solito, la mattina, almeno per un attimo riusciva a intravedere l’altro Naruto – come aveva preso a definirlo dentro di sé. Era una specie di rito, un rapido scambio di sguardi tra il letto e il bagno, e poi il gatto se ne tornava alla sua vita con la coda ben dritta in aria.
Ma quella mattina non lo aveva visto da nessuna parte...
«Hai paura che sia scappato?» chiese Iruka davanti al suo prolungato silenzio. «Ma va’, non ci pensare nemmeno: lì da te ha cibo a volontà e la possibilità di fare quello che vuole, nemmeno se fosse l’animale più stupido del mondo vorrebbe andarsene!»
«Per avere la libertà...» mormorò Naruto.
«Come?»
«...Niente»
La libertà...
Ciò che Orochimaru aveva offerto a Kyuubi, e che l’aveva tanto allettata, nonostante sapesse che ottenerla avrebbe significato perdere il corpo che le piaceva tanto.
Non avrebbe dovuto comprendere quel sentimento, non avrebbe dovuto trovarlo... giusto.
E invece era così.
Una parte di lui, e neanche tanto piccola, riteneva che Kyuubi avesse il diritto di essere libera e indipendente. Che avesse il diritto di tornare alla sua vera forma. Che avesse il diritto di essere semplicemente... sé stessa.
Una fitta d’ansia gli serrò lo stomaco.
Quel genere di pensieri era sbagliato, doveva smettere di rimuginarci sopra.
«Bah, sarà sotto il divano come al solito!» se ne uscì con un ghigno forzato, riprendendo l’argomento gatto. «In fondo è pigro da morire, la mattina, proprio come me»
«Hn... si può dire che vi siete proprio trovati» sorrise Iruka.
Però, anche se Naruto scherzava, e divorava il suo ramen, e parlava gesticolando come sempre, in lui c’era qualcosa di diverso... qualcosa di... storto.
Qualcosa che agli occhi di un padre non sfugge.
Il sorriso scemò sulle labbra di Iruka fino a scomparire. Rimase a guardare il suo sciocco figlioccio che mangiava a quattro palmenti, domandandosi se avrebbe potuto chiedergli schiettamente cosa lo turbava... poi commise l’errore di incrociare il suo sguardo. E le sue intenzioni divennero chiare.
Per certe – molte – cose Naruto aveva un istinto molto vicino a quello animale. Nello specifico, quando la gente si preoccupava per lui e stava per dire o chiedere qualcosa che lo avrebbe messo in difficoltà, lui ci arrivava un secondo prima e bloccava le cose sul nascere. Quel giorno non fece eccezione.
«Ah!» esclamò sbattendo la ciotola di ramen ormai vuota sul bancone. «Bene! Ho finito! Grazie mille per il pranzo maestro Iruka, la prossima volta offro io! Ora mi scuso ma devo scappare, mi pare di avere una missione che aspetta... Ma ci vediamo presto, eh! Ci conto!»
Con un sorriso tanto smagliante quanto finto, in un attimo fu in piedi e in quello successivo già lontano. Iruka, che aveva miseramente provato a fermarlo, rimase impalato con una mano sollevata e l’espressione ebete di chi non capisce bene la piega presa dagli eventi. Sbatté le palpebre un paio di volte, e infine sospirò sconsolato, appoggiando il gomito al banco.
«Se ne è andato piuttosto in fretta, vero?» commentò Ayane seguendo la direzione del suo sguardo.
«Già...» borbottò lui in risposta.
Troppo in fretta.

Naruto trottò attraverso il villaggio a passo spedito, stampandosi in faccia la sua miglior espressione da ninja che ha un entusiasmante lavoro da compiere, e si appuntò mentalmente di fare molta attenzione la prossima volta che fosse incappato nel maestro Iruka.
C’erano altri da cui doveva ‘guardarsi’? Sì, Sai... e poi basta. Forse. Nessun altro, per ora, sembrava aver notato nulla di strano... Oh, l’Hokage. Ma Tsunade era già abbastanza impegnata senza stare a preoccuparsi anche di Naruto.
E poi lui non aveva problemi.
Poteva gestire Kyuubi, ci riusciva benissimo.
Senza quasi accorgersene, raggiunse l’ufficio per lo smistamento delle missioni, che in effetti era stato il suo obiettivo. I suoi programmi prevedevano un qualche compito pressoché impossibile da svolgersi nel pomeriggio, tanto per sgranchirsi le gambe, e una seratina rilassante insieme a Sakura... con l’occasionale capatina da Sasuke tra le due cose. Giusto perché quei due non restassero soli troppo a lungo, ecco.
Ma il suo piano era destinato a infrangersi contro la barriera di un inaspettato Sai.
«Oh. Naruto, quanto tempo» disse il Jonin, placcandolo all’ingresso.
«S-S-S-Sai!» trasalì lui, e una grande scritta lampeggiante si disegnò nella sua testa: pericolo n° 2!
«Missione?» chiese il moro educatamente, con il solito, falsissimo sorriso.
«Ehm... sì... questa era l’intenzione...» rispose Naruto arretrando involontariamente di un passo.
Gli occhi di Sai scivolarono alle sue mani, e lui se ne accorse.
«Oh, ehm... sono guariti. I graffi, intendo. Adesso ce ne è ancora qualcuno, ma sono dell’altro Nar... volevo dire, della bestia assassina che mi sono preso in casa. Del gatto, cioè» spiegò impacciato.
«Mi fa piacere» commentò Sai pacato. «E... hai scoperto anche perché non guarivano?»
«Ehm... no... no, veramente no» Naruto arretrò ancora. «Senti... guarda... mi sono ricordato di una cosa... la vecchia Tsunade mi aveva fatto chiamare, sì, aveva detto che c’era una cosa che voleva... ecco, sì, insomma devo andare... non ti spiace, vero? Magari ci becchiamo in giro, o ci danno una missione di gruppo! In qualche modo ci vediamo, eh! A presto!»
E, senza lasciare il tempo a Sai di ribattere, schizzò via come già aveva fatto con Iruka.
Sai rimase fermo dove si trovava, pensieroso.
Ultimamente il comportamento di Naruto si era fatto molto strano... più schivo, quasi guardingo. Era come se nascondesse qualcosa... ma cosa? Forse aveva scoperto perché i graffi di quella volta non erano guariti. E forse non era stata una bella novità. Però non poteva esserne certo.
In ogni caso, Naruto aveva detto di essere lì per una missione e poi se ne era andato bofonchiando qualcosa sull’Hokage che doveva parlargli... e quello era quanto mai sospetto.
Mentre ancora rimuginava e cercava i collegamenti tra gli avvenimenti più recenti, una voce squillante lo raggiunse alle spalle, insieme a un abbraccio che sapeva di fiori.
«Buongiorno!» cinguettò Ino saltandogli al collo. «Scusa, scusa, scusa! Aspetti da tanto? Sì, lo so che sono in ritardo, ma non riuscivo a decidere quale ferma-capelli mettere!»
«Ino, staccati... fa caldo»
Perché era sempre quella la prima cosa che doveva dirle?
Non vedeva l’ora che arrivasse l’inverno.
Sempre che per allora uscissero ancora insieme.

Questa volta Naruto non perse tempo a fingere di essere un ninja sereno e felice, e decise di troncare i problemi passando per i tetti. Che poi non sapeva nemmeno dove andare, visto che senza missioni e senza fratelli da salvare le sue giornate erano un po’ vuote.
Mentre balzava da un cornicione all’altro, libero di avere l’espressione inquieta che meglio lo rappresentava, iniziò a pensare che, forse, quella giornata non sarebbe stata esattamente il massimo.
Non sapeva che le cose erano destinate a peggiorare ancora.
Proseguiva senza guardare dove metteva i piedi, seguendo il ritmo del suo cuore agitato, e lungo tutto il tragitto continuò insistentemente a rodersi nell’incertezza: arrivati a quel punto, avrebbe dovuto chiedere a Kyuubi la verità o avrebbe potuto fare finta di niente ancora per un po’?
All’improvviso sentì che c’era qualcosa di strano. Corrugò la fronte, accigliato, e rallentò l’andatura per capire cosa fosse. Abbassò lo sguardo sulla strada al di sotto... e la scoprì deserta.
Si arrestò bruscamente su una grondaia.
«Ma che...» mormorò confuso, senza capire.
Ecco cosa lo disturbava: il silenzio. Dove erano finiti tutti gli abitanti di Konoha? Fece correre lo sguardo lungo la via, da cima a fondo, si insinuò in un paio di vicoli e dentro le finestre, ma non trovò la minima traccia di esseri viventi. Quando il panico iniziò a tendere i suoi tentacoli verso di lui, ecco che se ne accorse: non era Konoha ad essere sparita; era lui ad essere finito nella zona sbagliata.
Tirò un profondo sospiro di sollievo, e lo spettro della solitudine tornò nei recessi della sua coscienza, mormorando cupo. Naruto si diede dell’imbecille, e per punizione si diede un pugno da solo.
Coda di paglia, eh? Hai sempre paura di aver fatto qualcosa di sbagliato...
Ignorò la vocina che gli rintronava in testa, e invece cercò di capire dove era finito. In lontananza gli sembrava di udire il fievole ronzio della città, alle sue spalle, e facendo quattro calcoli approssimativi... se la parete degli Hokage era là... e le mura erano di là... allora... era in una zona che non conosceva affatto, nemmeno di nome.
«Accidenti» borbottò a mezza voce. «Avrei dovuto studiare di più all’Accademia... Non mi resta che tornare indietro»
Sbuffò, e si voltò.
Per scoprire che era circondato.
Due uomini a volto scoperto stavano sul suo stesso tetto, e altri tre erano disposti tutt’attorno, in modo da non lasciargli via di fuga. Tutti indossavano una divisa scura che Naruto non conosceva, e lo fissavano con sguardo severo.
«Naruto Uzumaki?» chiese quello che gli stava davanti, un uomo di mezza età dalla mascella squadrata.
«...Dipende...» rispose Naruto guardingo, tendendo i muscoli.
Intrusi a Konoha? Ma a volto scoperto?
Ce n’era uno alle sue spalle che non gli piaceva per niente: un colosso dagli occhi neri che gli trasmetteva un vago senso di inquietudine... il suo sguardo assomigliava troppo a quello di Itachi Uchiha.
«Calmati» proseguì l’uomo, addolcendo leggermente i toni. «Il mio nome è Reiki. Non siamo nemici, facciamo parte del corpo di polizia della Foglia; non hai mai avuto a che fare con noi»
Solo allora Naruto si accorse che sulla divisa di ognuno era ricamato lo stesso simbolo che campeggiava sul suo coprifronte, e si diede dell’idiota.
«Ah... Ahah, ma certo!» esclamò, scoppiando in una risata liberatoria. «Me... me ne ero accorto... ovviamente... E quindi... che... che cosa volete da me?» chiese poi, tornando inquieto.
L’uomo che aveva detto di chiamarsi Reiki spostò il peso da un piede all’altro, mantenendo la solita espressione neutra.
«...E’ per... qualcosa che è successo questa notte» rispose pacato dopo un istante.
Naruto raggelò.
«Que...questa notte?» ripeté, con un sorriso forzato.
«Sì» confermò il poliziotto. «C’è stato qualche disordine in periferia, forse una lite tra ubriachi...»
«E io come potrei saperne qualcosa?» sfuggì a Naruto, forse un po’ troppo in fretta. «Sono rientrato tardi da una missione, ed ero molto stanco... sono andato subito a dormire»
Reiki rimase in silenzio, e lo fissò.
In un secondo Naruto fu assolutamente certo che sulla sua fronte si stavano formando una miriade di goccioline di sudore.
Non doveva deglutire. Non. Doveva. Deglutire!
Era una cosa che facevano sempre i colpevoli, e lui di certo non lo era. Qualunque cosa fosse successa.
«A dire il vero...» riprese l’uomo della polizia, e in quel momento Naruto fece un passo falso.
Quando aveva dato un’occhiata alla strada in basso, non si era reso conto dello stato degli edifici tutt’attorno; ora, senza riflettere, si trovò a portare tutto il peso sul piede che stava sulla grondaia. E la grondaia cedette.
Con uno stridio da spaccare i timpani il metallo si piegò verso il centro della strada, e Naruto, colto alla sprovvista, cacciò un grido e si aggrappò al tubo. Non riuscì a fermare la caduta, ma se non altro all’ultimo secondo si ricordo di essere un ninja, e attutì l’impatto liberando chakra dai piedi.
«Tutto bene?» si affrettò a chiedergli uno degli uomini della polizia, mentre tutti lo raggiungevano a terra.
«S-Sì» balbettò lui, tenendo ancora in mano il tubo divelto della grondaia. «C-Chiedo scusa, ha ceduto all’improvviso...»
E perché dovresti scusarti con noi?” pensarono tutti all’unisono.
Reiki si schiarì la voce.
«Dicevo...» ricominciò. «A dire il vero, abbiamo dei testimoni che sostengono di averti visto andar via in fretta dal luogo della rissa»
Calò il silenzio.
Naruto fissò il poliziotto, senza sapere come ribattere.
La sua bocca non voleva saperne di aprirsi, il suo cervello era entrato in sciopero e anche l’irritante vocina interiore che di solito esprimeva il suo parere questa volta taceva.
Deglutì una, due volte. Poi, finalmente, le sue corde vocali ripresero a funzionare.
«Ma... è successo qualcosa in particolare...?» chiese incerto. «Insomma, per una banale rissa... presentarsi qui in cinque...»
Gli uomini si scambiarono una rapida occhiata.
«In effetti, nella rissa è morto un uomo» ammise Reiki.
«Ehi, non starete mica pensando che io...!» scattò Naruto sulla difensiva. «No, non esiste! Io sono tornato dalla missione e sono andato a dormire! Non ho niente a che fare con questa faccenda, i vostri testimoni erano ubriachi!»
«Non siamo qua per accusare nessuno...»
«Ah no? Allora stavate per caso passeggiando in cinque
Di nuovo, piombò il silenzio. Gli sguardi dei poliziotti si fecero tesi, l’aria sembrò diventare più calda.
Finché una voce non spezzò l’incantesimo.
«Ma voi... sapete con chi state parlando?»
Immediatamente tutte le teste si voltarono in un’unica direzione, e, nello sbigottimento generale, gli occhi si puntarono su Sasuke Uchiha.
Pallido, magro, sembrava reggersi in piedi per miracolo... ma era lì, solo, ritto in mezzo alla strada. Con ancora indosso pantaloni e maglietta dell’ospedale.
«Che... che diavolo ci fai fuori dal letto?!» fu la prima reazione di Naruto, dopo almeno dieci secondi di allibito silenzio.
«Sembra che tu non te ne sia accorto, ma questo è il quartiere Uchiha...» borbottò lui vago, e subito spostò l’attenzione sui poliziotti che circondavano il biondo. Abbassò appena le palpebre.
Naruto trattenne il fiato.
Sasuke aveva sentito tutto il discorso? Le loro accuse? La sua esitazione?
Lui sapeva dei suoi occhi rossi. Sapeva delle sue unghie. Della sua voce.

Lui sapeva di Kyuubi.
E... se avesse fatto due più due...?
Era assurdo.
Non poteva accadere davvero... C’era... c’era sì e no una probabilità su miliardi e miliardi che succedesse!
E invece... era così.
Da un lato Sasuke, dall’altra la legge, e in mezzo... il suo segreto. Pericolosamente in bilico.
I cinque uomini della polizia si scambiarono sguardi incerti, esitando. Poi Reiki, quello che sembrava in un certo senso il comandante, si schiarì la voce.
«...Non avevamo intenzione di penetrare nel territorio degli Uchiha» disse, mantenendosi rispettoso ma senza mostrarsi troppo propenso a chinare la testa.
«Non mi interessa» lo interruppe Sasuke. «Vi ho fatto un’altra domanda»
Se Reiki fu irritato dal suo tono, lo mascherò molto bene.
«Sappiamo chi abbiamo cercato» ribatté. «Naruto Uzumaki, diciotto anni tra due mesi e qualche giorno, jonin della Foglia, allievo di Kakashi Hatake, contenitore della volpe a nove code...»
Sasuke, inaspettatamente, si esibì nella discreta imitazione del ghigno dei suoi dodici anni.
«E se lo sapete... perché si è venuta a creare questa situazione?» chiese, sovrapponendosi di nuovo alla voce del poliziotto. «In cinque, circondato, interrogato... Anche se la vostra voce è pacata, avete tutte le intenzioni di fargli pressione, non è così? Volete che si agiti, che commetta un passo falso, che confessi qualcosa, qualunque cosa...» smise di sorridere. «Siete degli sciocchi. Il vostro testimone era chiaramente ubriaco. Naruto potrà anche essere un’idiota, ma non ce lo vedo a iniziare una rissa dopo una missione, e a darsela a gambe quando ci scappa il morto. Se avete così tante informazioni su di lui, queste sono cose che anche voi dovreste sapere»
Gli uomini si scambiarono occhiate incerte. Reiki continuò a fissare Sasuke, senza abbassare lo sguardo, e alla fine inspirò a fondo.
Fregati. Con quattro parole buttate lì da un moribondo, erano stati fregati.
Ma, forse, c’era ancora qualcosa che potevano ribattere, almeno per non perdere la faccia.
«Sasuke Uchiha, esatto...?» chiese, anche se era una domanda inutile. «Sei stato lontano da questo villaggio a lungo, ci sono molte cose che non conosci, e di cui non sei stato messo al corrente... Forse non sai che il sigillo che tiene imprigionata la volpe a nove code si è spezzato, e che Naruto Uzumaki sostiene di poter controllare il demone da solo... ma se così non fosse? Se in realtà Kyuubi potesse... prendere il sopravvento?»
Naruto sentì un brivido gelido correre giù per la schiena.
No. No, non gli piaceva quell’argomento di conversazione...
Vide Sasuke, e incrociò il suo sguardo.
Per un attimo restarono entrambi immobili, occhi negli occhi, poi l’Uchiha distolse i suoi.
«Se Kyuubi prendesse il sopravvento, Konoha verrebbe rasa al suolo» disse, senza particolari inflessioni nel tono. «Dubito che un demone del suo calibro sia soddisfatto dopo una rissa finita male...»
Uno dei poliziotti sussurrò qualcosa a un collega. Reiki se ne accorse con la coda dell’occhio, e trattenne un moto di irritazione.
Ecco, quando il dubbio iniziava a serpeggiare tra le fila dei suoi, voleva dire che era davvero finita.
E addio anche alla faccia.
Sbuffò piano.
«Hai un buon avvocato difensore, Naruto Uzumaki» disse a Naruto, con labbra che sorridevano e occhi freddi. «Ma ti terremo d’occhio. Ragazzi, andiamocene»
Mentre Naruto rabbrividiva, lui rivolse un cenno a Sasuke, e poi, insieme alla sua squadra, in un balzo tornò sui tetti e scomparve.
Sasuke lo seguì con lo sguardo.
Il corpo di polizia... un tempo a indossare quelle divise erano gli Uchiha...
«...Perché sei qui?» chiese Naruto a quel punto, sentendo il sudore gelido che colava lungo la schiena. «Questo quartiere non è a due passi dall’ospedale... e mi rifiuto di credere che ti avrebbero lasciato uscire da solo per venire fin qui... per cui... devi aver oltrepassato le guardie senza che ti scoprissero. Quali sono le tue intenzioni?»
Sasuke abbassò gli occhi fino a lui, con poco più di un vago interesse nelle iridi nere.
«A dire il vero, volevo analizzare la situazione del quartiere di persona» spiegò neutro. «La documentazione sul suo stato risale a dieci anni fa. E hai ragione, non mi avrebbero mai permesso di fare tutta questa strada; è per questo che sono uscito di nascosto. Tu invece cosa ci fai sul mio terreno?»
Naruto si sentì pungere sul vivo da quel mio.
Lui non ce l’aveva ancora un terreno suo.
«Non guardavo dove mettevo i piedi» bofonchiò. «Ero sovrappensiero»
«Il solito idiota»
«Ehi!»
«Dove stavi andando?»
«Non sono affari tuoi!»
«Direi che ti ho appena tirato fuori da una situazione scomoda, quindi come minimo mi devi un favore»
«Io ti ho salvato la vita!»
«Togliendomi l’unica ragione che avessi di viverla. Non credo che ripescare questa faccenda vada a tuo vantaggio»
Naruto strinse i denti, irritato oltre ogni dire.
«Ti preferivo moribondo e zitto!» ringhiò, e non si rese conto che lungo tutto lo scambio di battute si era sentito e comportato come quando aveva dodici anni.
«Naruto» ripeté Sasuke, e questa volta inchiodò gli occhi nei suoi. «Dove stavi andando?»
L’atmosfera ovattata dell’infanzia si dissolse bruscamente, lasciando l’afa amara dei loro diciotto anni.
Naruto lesse lo sguardo di Sasuke soltanto per pochi istanti, e poi distolse il viso e serrò i pugni.
«Non sono affari tuoi» sibilò di nuovo tra i denti, con il cuore a mille.
No.
Nessuno doveva sapere di Kyuubi.
Nessuno.
Kyuubi riguardava solo Naruto. Solo lui.
Lui e la volpe, la volpe e lui.
Nessun altro.
Si voltò di scatto, facendo per andarsene, ma la voce dell’Uchiha ancora una volta lo fermò.
«Non dimenticarti che è un demone» disse, piano. «Non è umana. Non è buona. Non è la tua migliore amica. E’ un concentrato di chakra corrosivo, un amalgama di male allo stato puro...» fece una pausa. «Ma questo lo sai già, immagino»
Naruto, che in quel momento gli dava le spalle, si morse il labbro inferiore.
Non è la tua migliore amica.
...In fondo è l’unico regalo di tuo padre, no? Potresti quasi definirla... una parte di te...
Entrambe le affermazioni erano vere.
Lo sapeva, lo sentiva dentro si sé.
Kyuubi era con lui da sempre, era stata la sua unica compagna per molto, molto tempo.
Ma, allo stesso tempo, era un agglomerato di veleno che vorticava all’interno del suo corpo, e che poteva liberarsi in ogni momento, per una sua distrazione.
Sapeva cosa voleva dire essere una forza portante.
Lui lo sapeva, lui lo era!
Sasuke no! Sasuke... si permetteva di fare certe affermazioni, senza capire... senza conoscere...
...Lui non sapeva della lotta quotidiana con Kyuubi. Non sapeva del tormento, del pensiero fisso: “se lei non fosse stata dentro di me, io sarei stato diverso? Fino a che punto Naruto è Naruto, e dove Naruto è Kyuubi?
Eppure... anche se non capiva niente, si permetteva di parlare! Si permetteva di sputare sentenze...!
Naruto stirò le labbra in un ghigno per nascondere la smorfia di rabbia.
«Parole arroganti...» mormorò, senza guardarlo. «...per uno che si è fatto marchiare come una mucca e ha al suo interno un demone simile al mio. Risparmiamele, Sasuke. Tu, almeno, hai avuto scelta»
Senza attendere la sua risposta, in un balzo fu su un tetto, sicuro che l’Uchiha non avrebbe potuto seguirlo. Non si voltò indietro nemmeno per un istante, e invece scomparve rapido dalla sua vista, fuggendo i suoi occhi troppo acuti e le domande troppo difficili.
Sasuke rimase in strada, da solo, accanto ai resti della grondaia divelta.
Con il volto pallido rivolto verso l’alto, verso il punto in cui Naruto era scappato, lasciò che i raggi bollenti del sole gli bruciassero la pelle. Alla fine chinò il capo.
Ricordava gli occhi azzurri di Naruto, quando aveva ucciso Itachi.
Ma allo stesso tempo ricordava i suoi occhi rossi mentre era ospite da Kakashi.
Quale dei due era il vero Naruto?
Quello che lottava contro Kyuubi per il proprio corpo, o quello che diventava lentamente parte della volpe...?

Qualche anno prima, non avrebbe avuto dubbi nel rispondere.
Ma ora, all’improvviso, le sue certezze vacillavano...
...E se Naruto non era più una certezza...
...allora... allora a lui non restava più nulla...


«...Sei un idiota!» sbottò Sakura, affondando l’ago nella sua pelle con insolito accanimento. «Fuggire dall’ospedale, andartene a zonzo per il villaggio con questo caldo, e farti riportare indietro svenuto! Solo tu potevi collezionare una serie così in un unico giorno!»
Collegò il tubo della flebo, aprì la valvola che ne regolava il flusso, e poi posò bruscamente una mano sulla fronte di Sasuke.
«Eccolo» rognò irritata. «Insolazione. Complimenti»
L’Uchiha aprì a malapena gli occhi, lanciandole uno sguardo vago.
Era troppo stanco per ribattere... qualunque cosa avesse detto, a lui sarebbe andata bene.
Quel giorno era tornato, da solo, al quartiere in cui era stata sterminata la sua famiglia. Aveva assistito, senza nessuno accanto, alla solita allucinazione della sua infanzia... quella spensierata, ma anche quella segnata da Itachi. E poi era incappato in Naruto e nella polizia che lo circondava, e la tensione si era fatta tanta da portarlo a un cedimento fisico.
Non era strano che fosse svenuto lungo la strada del ritorno.
«Hai in mente di rifare una cosa simile?» chiese Sakura fissandolo severa. «Se è così, mi assicurerò personalmente che tu venga obbligato a restare in ospedale. Sono stata chiara?»
Lui richiuse gli occhi.
Sakura sapeva dei problemi di Naruto?
Di Kyuubi, della polizia... sapeva quelle cose? Lui gliele aveva dette?
Quando avevano dodici anni Naruto blaterava ai quattro venti di amarla, ma ora che erano cresciuti com’era la situazione?
Quando erano tutti e tre insieme, lì all’ospedale, sembrava che fossero rimasti amici, compagni di gruppo, nulla di più. Poi, ogni tanto, Naruto si irrigidiva. Quando magari Sakura mostrava un gesto di particolare gentilezza, o rivolgeva un sorriso un po’ più lungo al suo paziente preferito.

Mentre scivolava lentamente in un mondo popolato di sogni confusi, Sasuke sentì una leggera fitta di rimpianto.
Mi sono perso tante cose, in questi anni...”









Nel prossimo capitolo:

Sakura lo guardò, così sereno e ingenuo.
Il contorno del suo viso era liscio e regolare; niente di straordinario, nulla a che vedere con i tratti perfetti di Namikaze Minato, ma sicuramente riconducibile a lui. Le ciglia abbassate erano corte e scure, le labbra ancora socchiuse contro la sua pelle. Sentiva il suo respiro caldo stuzzicarle il braccio, e per un attimo desiderò davvero che non avesse preso le pillole per dormire.
Si rannicchiò un po’ più vicina a lui, smettendo di accarezzare il gatto per circondargli il viso con entrambe le mani.
«Io ti amo, lo sai?» sussurrò alle sue palpebre abbassate. «Ti amo. Ti amo. Ti amo...»
Chiuse gli occhi, premette la fronte contro la sua, e desiderò di restare così per sempre.
Lei e lui.
Nessun problema.
Per una volta, nessun villaggio da proteggere.
Per una volta, nessun Sasuke da salvare.
A tutto il resto... avrebbe pensato dopo.












*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

La polizia.
Ebbene sì, ho tirato fuori anche loro.
E... avranno una certa importanza in futuro! ^^
Insomma, Naruto è stato protagonista del capitolo, ma non ne è uscito affatto bene!
Sì, sono piuttosto bastardella... e nel prossimo capitolo...
...l'anticipazione dice una cosa, e ne succederà un'altra!
Un'altra MOLTO diversa... °_°
Ci vediamo il 6, giorno del mio compleanno!
(non è vero XD)
E comprate tutti il settimo ed ultimo libro di Harry Potter!

Talpina Pensierosa: su, c'è un lato positivo in ogni cosa... tornerai ad aggiornare le tue fanfic! XD
lale16: povera Hinata! Per ora non riesce ad alzare la testa, è vero, ma bisogna cercare di comprenderla! In fondo è guidata dalle diaboliche dita della diabolica sottoscritta! XD E colui-che-non-deve-essere-nominato (ma stiamo parlando di Voldemort? XD) sta rialzando davvero tanto la testa, almeno da questo capitolo! Certo, il suo ruolo è un po' troppo da figo... ma capita, in fondo! Insomma, era prevedibile! XD (e Sakura in fronte ha scritto soltanto "confetto", nient'altro!) Kakashi è un super ninja, ma le donne... uhuhuh, le donne sono le donne... sappiamo tutti che l'evoluzione premierà NOI! XD
ShAiW: al cuor non si comanda, Hinata non può costringersi ad amare Kiba e dimenticare Naruto, e io non ho intenzione di farle del male fino a questo punto! (gliene farò di più XD) Immagino che ora ti sarà chiaro cosa Sasuke sa e non sa... in ogni caso, tra qualche capitolo lo saprai con certezza! Sì, comunque... si sta mettendo male per la SakuNaru! U_U
1992: ...Credo che questo sia il messaggio più assurdo che mi hai spedito finora! XD Ma quanto tempo ci hai messo per scriverlo? Suppongo che questo capitolo non ti abbia resa particolarmente felice, considerata l'eccessiva presenza di Mr emoboy, ma bisogna farci l'abitudine... (è un consiglio da amica XD) Hai visto che è ricomparso Sai? Anche se per poco, e anche se con Ino... ma non si può avere tutto dalla vita. Una fusione tra Voldemort e Orochimaru... uhm... mi avevano mandato una fanart, una volta, in cui c'era Harry Potter alla ricerca di Voldemort, che lo confondeva con Orociok... XD era bellissima, c'era pure Kabuto che aveva la scheda su Harry! Hai intenzione di scrivere una fic comica? Occhio che sono le più difficili, ma se mai lo farai mandami il link in qualche modo, o avvisami! XD
Jenna Uchiha: Shikamaru avrà altre occasioni per farsi valere, basta avere un po' di pazienza...! Per gli sviluppi più interessanti di Kakashi, ci sarà da attendere un po', ovviamente, ma in compenso Sasuke si riprenderà in fretta (anche se è abbastanza cretino da prendersi un'insolazione). E Naruto... avrà abbastanza casini per i prossimi tre mesi! XD Gaara non si vedrà per qualche tempo, ma quando tornerà lo farà in grande stile! XD
Sammy1987: Naruto ha tante cose in testa, e già quando era libero et felice non si accorgeva di Hinata, figuriamoci quando ha la testa così piena di pensieri! E Sakura... ehh, Sakura... nel prossimo capitolo succederà qualcosa da quel lato... Sakura e Sasuke, Sakura e Sasuke... la mia spina nel fianco!
arwen5786: ok, cercherò di convincere Kakashi a scegliere te! XD Non so quanto mi ascolterà, ma se gli passo la tua foto di msn credo che potresti avere buone chances! Sasuke sta tornando alle brutte vecchie abitudini, la bastardaggine d'altronde è nel suo DNA, e Sakura è abbastanza pera da cascarci... forse... Shika potrebbe anche subire certi attacchi, ma potrebbe anche difendersi alla grande! E' pur sempre il genio (ananas) della Foglia! XD Kiba mi piace parecchio, ma Hinata deciderà mai di cedere alle sue avances? (cribbio, se la scena del gelato l'avesse fatta a me lo avrei sbattuto sulla panchina e... il resto è storia) Per Neji e Tenten dovrai attendere un bel po', mi sa. Quando voi lettori avrete scordato loro due... (se mai accadrà) torneranno all'improvviso sulla scena!
killkenny: sai che non mi ricordavo più che Sasuke non sa di yondi e Naruto? XD Meno male che me lo hai ricordato, se mi tornerà utile ce lo infilerò da qualche parte!
kage_naru89: ok, lo dico: a me Kiba e Hinata insieme piacciono da matti (colpa di dionea)! Sapendolo, spero che il dubbio si sia insinuato in te... So che Sasuke può provocare spiacevoli momenti di gradimento, ma, credimi è una fase passeggera. Guarirai in fretta! Kakashi, secondo Jiraya, è un uomo molto fortunato. Secondo me, un povero cristo. Ma ognuno ha le sue opinioni! XD
Hila92: che bello leggere che qualcuno trova Haruka così simpatica! Essendo un personaggio che ho creato io, mi fa molto piacere! (anche se ultimamente, non so perché, non mi sta molto simpatica...!) E alle spalle di voi lettori tramo da sempre di tutto, non è questa grande novità...! XD Sasuke e Hinata a cuccia? Ai suoi ordini signora... come no! XD (mi ucciderai nel prossimo capitolo, oh se mi ucciderai!) Fai bene a scrivermi commenti lunghi, mi piacciono tanto! Anche se poi al momento di rispondere vorrei suicidarmi... XD
harryherm: uhm... se non erro, nel periodo in cui ho scritto questo capitolo ero abbastanza presa dalla SasuNaru... si sente, eh! XD Comunque Sasuke si sta davvero riprendendo, purtroppo per noi tutti... e... ora che me lo hai detto, sono tentata di metterli davvero insieme e fargli sfornare tanti piccoli Uchiha dai capelli rosa confetto! XD Mi fa piacere leggere che la parte dedicata a Kakashi ti sia piaciuta, mi sono divertita a scriverla! XD
kimi: Ino vaga senza meta appresso a Sai, e Tenten non si vedrà per un bel po', mettiti il cuore in pace! Wow, le caratteristiche delle ragazze che ronzano attorno a Kakashi mi piacciono, non ci avevo mai pensato! XD
Reina: gli accenni alla mamma di Tenten e a Hanabi sono da prendersi come una richiesta? XD Vedrò cosa posso fare, vedrò... e dai, Kakashi se avesse un po' di cervello mi ringrazierebbe e agirebbe come un Vero Uomo! XD Naruto e Kyuubi... sì, ho intenzione di portare avanti questo piiiiiccolo particolare per un po'...
Julia83: nel mio sogno non avevo proprio niente per cui lamentarmi di Sai... XD Kiba e Hinata, ho già detto, mi piacciono molto insieme. Tutto dipende da lei... Uhm... non ricordo, tu eri per la SasuSaku o NaruSaku?


Aya

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Capitolo 42
*** La prima mossa ***


Naruto-42

Capitolo quarantaduesimo

La prima mossa





Il giorno in cui il segreto di Naruto era stato a un passo dall’essere scoperto, lui aveva deciso di prendersi le ferie. Non era nelle condizioni di portare a termine una missione, e non voleva incrociare nessuno per la strada, così era tornato a casa in fretta e si era infilato di nuovo sotto le lenzuola.
La nota positiva era che, rientrando, aveva finalmente visto il gatto sul tavolo della cucina. Aveva incrociato i suoi occhi azzurri, lo aveva visto sbadigliare, gli aveva riempito la ciotola, grattato le orecchie, e poi se ne era tornato a dormire. Aveva mal di testa.
Prima di cadere in un sudato dormiveglia, gli era sembrato di sentire un peso caldo accanto allo stomaco, e il rumore leggero di fusa...


Kakashi doveva prendere in mano la situazione.
Le cose non potevano andare avanti così, o non sarebbe arrivato vivo a settembre. E visto che era già il dieci agosto, non era una prospettiva allettante.
D’altro canto...
Anche fare una mossa decisa poteva rivelarsi rischioso.
Soprattutto se considerava che Anko era un tipino facile all’ira, e che Rin e Shizune sapevano esattamente dove colpire per uccidere con un colpo solo.
Poi, naturalmente, c’era la questione di Obito, Obito che amava Rin e che non aveva una tomba.
Se Tsunade gli avesse detto che, finalmente, avevano finito di studiare il suo corpo e poteva riposare in pace, forse le cose sarebbero state più semplici. Forse sarebbe riuscito a metterci una pietra sopra.
O forse no.
Forse non ce l’avrebbe messa mai.
Ma era sicuro che sarebbe stato un buon incentivo.
Dopo la fuga dall’ultimo attacco, salvato dal provvidenziale intervento di Haruka, Kakashi aveva constatato che le visite delle sue pretendenti si erano moltiplicate a vista d’occhio. Un giorno, mentre Haruka beveva un bicchiere di tè freddo nella sua cucina, gli aveva confessato ridendo che Ayane e Anko l’avevano avvicinata per parlarle della sua ‘slealtà’, e che sfortunatamente lei non sembrava averle soddisfatte con le sue risposte. Forse Haruka l’aveva trovato divertente, ma lui sicuramente no.
Passi per Ayane, ma Anko è una kunoichi le aveva ricordato. Ed è anche piuttosto umorale: non provocarla
Haruka si era limitata a sorridergli, e poi aveva svuotato il bicchiere.
Certe volte Kakashi aveva l’impressione che si prendesse gioco di lui.
Quel giorno, di ritorno da una missione in coppia con Asuma, era più pensieroso del solito. Lungo il viaggio non aveva nemmeno tirato fuori l’ultimo libro della serie della Pomiciata, e il suo compagno lo fissava preoccupato già da una buona mezzora.
«Kakashi... qualcosa non va?» chiese, quando non riuscì più a trattenersi.
«Uh?» fece lui, cascando dal pero.
«Sei silenzioso. E non hai ancora tirato fuori il tuo libro»
«Ah...» Kakashi sospirò. «In effetti c’è qualcosa che mi dà da pensare... Asuma... Per te e Kurenai, com’è andata?»
«Ahh, ma certo. Problemi di donne» Asuma annuì comprensivo. «Avevo sentito qualcosa di simile, voci di corridoio...» si grattò la nuca. «Com’è andata per noi, eh? Ormai è passato qualche anno, chissà se mi ricordo... se non sbaglio, le ho chiesto di uscire un paio di volte. La prima mi ha mandato al diavolo, la seconda è arrossita e ha accettato. Poi, quando abbiamo saputo di Tobi, le ho chiesto di sposarmi. Tutto molto semplice, direi»
Kakashi sospirò di nuovo, sotto la maschera.
Per tutti le cose erano semplici, tranne che per lui. Forse doveva tornare da Jiraya e farsi dare un consiglio pratico e immediato.
E così fece.
Peccato che l’unico suggerimento che gliene venne fu un sorriso da uomo vissuto, una pacca sulla spalla e un commosso: «Ragazzo mio, tu non sai quale immensa fortuna ti sia capitata... invece di pensare a come liberarti di loro, inizia a pensare a come uscire con tutte senza che lo sappiano»
In effetti, però, era una verità che poteva tornare utile, a modo suo...


Ultimamente Hinata era stanca.
Il suo gruppo completava una missione dietro l’altra, Kiba le stava ancora appiccicato, Naruto era tutto preso dai suoi problemi, e Hiashi cercava di placcarla dietro ogni angolo per mostrarle gli indubbi vantaggi di un matrimonio con Neji.
L’unica luce di speranza nella nebbia densa in cui vagava sembrava essere Hanabi, che giorno dopo giorno le ricordava di non arrendersi e le stava accanto, consolandola e dandole coraggio.
Hinata non sapeva a cosa fosse dovuto il suo improvviso cambiamento, ma non poteva che ringraziare con tutta sé stessa la causa misteriosa che lo aveva provocato.
Un’altra fonte di ansia, ultimamente, sembrava essere diventato Neji.
Non era per qualcosa che aveva fatto o detto, e probabilmente la colpa era tutta dei piani matrimoniali di Hiashi, ma ogni volta che Hinata lo incrociava per i corridoi il suo cuore accelerava il ritmo, e iniziavano a sudarle le mani.
Il solo pensiero di diventare sua moglie, di doverlo, un giorno, affiancare alla guida del casato, di servirgli da bere, di chiamarlo marito, per non parlare della clausola figli... tutte quelle cose le mettevano addosso un vero e proprio terrore di lui, una paura irrazionale e immotivata che però non riusciva a contrastare.
Neji se ne era accorto.
Aveva visto il lampo di panico nei suoi occhi quando si incontravano, aveva visto le sue mani torcersi nervose, e il sudore imperlare la sua fronte. Sapeva a cosa era dovuto il suo timore, e sinceramente se ne dispiaceva... ma non poteva far nulla per lei.
Purtroppo, era già abbastanza impegnato a cavarsi dagli impicci lui, dal momento che si era lasciato scappare quella promessa affrettata con Hiashi... Ora che Tenten gli aveva detto chiaro e tondo che non aveva speranze, urgeva trovare in fretta un’altra ragazza che fosse una spiaggia sicura. In quel modo, anche se Hinata alla fine avesse ceduto alle pressioni paterne, lui avrebbe potuto svicolare adducendo la scusa che nel frattempo era approdato a più fruttuosi lidi, perché non poteva essere sicuro di Hinata, perché al mondo bisogna prendere quello che viene, perché lui avrebbe raggiunto la posizione che voleva da solo, e qualche altra scusa simile.
Era diventato un ragazzo previdente, Neji.
Ma Hinata non sapeva nulla dei suoi piani, e neppure li immaginava. Poteva solo vivere nel costante terrore del giorno in cui Hiashi le avrebbe ordinato di sposarlo, e pregare con tutta sé stessa che quel momento non arrivasse mai.
In fondo lui era suo padre. Anche se pensava di agire per il suo bene, non sarebbe mai arrivato a costringerla a un passo simile... vero?
In quell’afoso pomeriggio di agosto, mentre cercava invano di mitigare la calura nel giardino più periferico della residenza Hyuuga, Hinata aveva abbassato tutte le difese. Con addosso un semplice kimono bianco, seduta a piedi nudi contro il tronco di un ciliegio, teneva gli occhi chiusi e la testa reclinata all’indietro, sventolandosi piano con un ventaglio.
Finché qualcosa di umido e caldo non le sfregò improvvisamente la faccia, facendole prendere un infarto.
Riaprì gli occhi di scatto, spaventata, ma tutto ciò che vide fu il grosso muso peloso di Akamaru, a un centimetro dal suo. Scodinzolava.
«Che... che cosa?» balbettò Hinata, confusa.
«Shh!» fece Akamaru, e lei sbatté le palpebre.
«...Eh?» chiese, con un filo di voce. «Hai... hai parlato?»
«Oh, lui parla sempre» ridacchiò la stessa voce che le aveva intimato il silenzio, e da dietro la criniera del cane spuntò la testa di Kiba, con un ghignetto furbo stampato sulle labbra. «Ma non tutti capiscono quello che dice»
«K-Kiba!» esclamò Hinata, arrossendo vistosamente. «C-Come sei entrato?»
«Passando dal muro» rispose lui additando la parete a una certa distanza. «Ho sentito il tuo odore, e ho pensato di fare un salto a trovarti!»
«N-Non dovevi... Se i domestici ti scoprissero...»
Per un attimo ebbe un flash di suo padre che la scopriva nel giardino più intimo della casa con Kiba. Vide lui morto e lei sposata con Neji, e non fu affatto piacevole.
«Devi andartene» disse in fretta, in ginocchio. «Se mio padre dovesse vederti sarebbe una catastrofe!»
«Perché?» chiese lui sornione. «Abbiamo intenzione di fare qualcosa di male?»
Hinata avvampò. «Per favore!» supplicò. «Così mi metti in difficoltà!»
«E tu?» sussurrò lui di rimando, avvicinandosi al suo viso spaventato. «Tu non mi metti in difficoltà, ogni giorno, ogni ora?»
«C...Come?» balbettò lei, con voce a malapena udibile.
Non erano state quelle le intenzioni di Kiba.
Davvero, lui aveva soltanto sentito il profumo di Hinata, e aveva pensato di andarla a trovare... per vederla, per scambiare due parole.
Poi, con addosso quel kimono semplice come lei, gli era sembrata troppo bella.
Era rimasto a guardarla per almeno dieci minuti, combattuto, incerto se continuare con il piano originario o, finalmente, confessarle i suoi sentimenti. Il momento sembrava perfetto, l’atmosfera adatta... forse sarebbe riuscito a stupirla, a commuoverla, a strapparle qualcosa di più di un vago interesse...
...Alla fine si era mosso.
E ora, a così breve distanza dal suo viso, sapeva che gli sarebbe bastato tendersi leggermente per spingerla schiena a terra e bloccarla sotto il suo corpo. Sapeva che gli sarebbe bastato chiudere gli occhi e baciarla, e che lei non avrebbe potuto fare nulla per opporsi... perché lui la conosceva bene. Sapeva che per la sorpresa non avrebbe reagito.
...Ma non era una bestia.
Non aveva alcuna intenzione di obbligarla ad alcunché, soprattutto ora che la vedeva tanto spaventata.
Lui non voleva soltanto averla.
Lui voleva che lei lo amasse. Che dimenticasse Naruto e fosse felice con lui. Che fosse felice e basta.
In quel momento, voleva soltanto vedere un sorriso sul suo volto, e non il panico che invece vi leggeva.
Sospirò e si fece indietro.
«Niente» borbottò vago, grattandosi la nuca. «Dimentica quello che ho detto»
Akamaru, di fianco a lui, gli gettò un’occhiata di rimprovero per la sua arrendevolezza.
Hinata sbatté le palpebre, stupita. Che Kiba si fosse allontanato la rendeva felice, sì, ma era qualcosa di molto strano. Di inaspettato. Che stava succedendo?
«...K-Kiba?» lo chiamò incerta, senza sapere cosa fare.
Lui le rivolse un sorriso mesto, e senza preavviso le scompigliò i capelli sulla fronte.
«Non è ancora il momento» mormorò, avendo cura di non farsi sentire da lei. «Prima... dimenticalo»



Gli strumenti impazziti pigolavano frenetici nell’aria raffreddata dai condizionatori.
Il letto cigolava sotto la pressione di tante e tante mani, e la stanza era satura delle grida strazianti del suo unico occupante.
«Dov’è quella fiala?!» urlò Sakura, cercando di tenere giù Sasuke insieme ad altri tre infermieri e ai due chuunin di guardia. «Perché non è ancora arrivata?!»
Il marchio sulla spalla di Sasuke stillava di nuovo gocce di sangue, che andavano a imbrattare lenzuola e federe; la sua pelle, nera e tesa sulle ossa, sembrava cartapesta sotto le dita di chi lo teneva fermo; l’unica ala sotto la sua schiena, poi, non faceva che creare problemi. Ma la cosa peggiore erano gli occhi: gocce di sangue immerse nell’oscurità più completa, occhi persi in incubi che solo loro potevano vedere; distanti, spaventati, sofferenti.
Il sigillo si era attivato all’improvviso, mentre Sakura cambiava la flebo.
Sasuke aveva qualche linea di febbre, l’insolazione che si era preso conservava ancora qualche strascico... forse era colpa del fisico debilitato, o forse era colpa dei ricordi risvegliati dal quartiere degli Uchiha; in ogni caso la situazione non cambiava.
Era scattata l’emergenza, erano accorsi tutti quelli che erano nei paraggi, e ora cercavano disperatamente di impedire a Sasuke di fare del male a loro e a sé stesso.
Finalmente, dopo secondi che parvero ore, la porta della stanza si spalancò per lasciar entrare Shizune con una fiala di liquido rosa, vagamente simile a sangue disciolto in acqua.
«Scusa, non la trovavo» disse infilando l’ago nella chiusura di gomma. «Sono quasi finite, lo sai?» chiese, mentre Sakura teneva fermo il braccio di Sasuke. Per fortuna almeno vene e arterie erano in rilievo.
«Come sarebbe a dire finite?» sibilò la kunoichi, allibita. «E’ tutto ciò che lo tiene a bada, non possiamo farne a meno!»
«Ne sono consapevole!» ribatté tra i denti, spingendo lo stantuffo della siringa. Sasuke urlò più forte; probabilmente il liquido bruciava più del sigillo, in vena. «Ma ci vuole almeno un mese per prepararne dell’altra, e quella in laboratorio sarà pronta solo tra dieci giorni! Le nostre scorte si sono esaurite molto prima del previsto!»
«Dannazione!» imprecò Sakura. «Ogni volta che il sigillo si attiva, le sue cellule vengono sottoposte a un nuovo sforzo! Se non riusciremo a impedire le crisi, nel giro di due settimane sarà morto!»
L’ultimo grido di Sasuke si trasformò in un gemito, e lentamente la sua pelle prese a schiarirsi, sotto gli sguardi attoniti di chi lo vedeva per la prima volta. Pochi istanti, e l’erede degli Uchiha giaceva sulle lenzuola macchiate di sangue, di nuovo pallido e ansante.
Aprì gli occhi neri e opachi e cercò quelli di Sakura. Lei gli strinse la mano, e con l’altra scostò i capelli dalla sua fronte.
«Va tutto bene. E’ passato» gli assicurò. Ma sapeva che lui poteva percepire il tremito delle sue dita, così come doveva aver sentito i loro discorsi poco prima.
La kunoichi alzò lo sguardo sugli infermieri e i chuunin, che, ancora accanto al letto, sembravano più smarriti che mai.
«Grazie per l’aiuto, ora potete andare» li congedò.
Borbottando e lanciandosi occhiate inquiete, quelli obbedirono, lasciando nella stanza soltanto Sakura e Shizune.
Gli strumenti per il monitoraggio di Sasuke, i cui cavetti giacevano staccati o strappati, segnavano un unico e lungo bip cupo.
«...Quante ne sono rimaste?» chiese Sakura, quando le palpebre si furono riabbassate sugli occhi esausti dell’Uchiha.
«Sei o sette» rispose Shizune, piano. «Una decina a voler essere ottimisti»
Sakura strinse i denti.
«...Cercherò di sintetizzare qualcosa di simile a quel tranquillante...» mormorò rapida. «Qualcosa di meno efficace, ma che possiamo usare in dosi massicce finché l’altro non è pronto»
Tese una mano verso il carrello che gli infermieri avevano portato nella stanza all’inizio dell’emergenza, e prese un tampone di cotone. Con gesti delicati lo passò alla base del collo di Sasuke, sul sigillo macchiato di sangue.
«...Nel frattempo studierò anche questo. Se siamo fortunati, il veleno non si è evoluto»
«Hai bisogno di qualcosa in particolare?» chiese Shizune.
«Un laboratorio di quelli al pianterreno»
«Te lo farò avere entro domani. Ora torna a casa, ne hai bisogno. Farò chiamare qualcuno perché sistemino la stanza, intanto che lui dorme. A giudicare dalla crisi, direi che non aprirà gli occhi almeno per quindici ore»

«Grazie...» sospirò Sakura.
Abbassando lo sguardo, si accorse di avere ancora la mano stretta a quella di Sasuke.
Anche nel sonno, le dita di lui erano attorno alle sue...

Quando tornò a casa, trovò Naruto che prendeva due pillole bianche con un bicchiere d’acqua.
«Stai male?» gli chiese subito, preoccupata.
«Mm... mi sento la febbre» bofonchiò lui. «E non riesco a dormire senza fare incubi, quindi ho deciso di prendere queste»
«Fa’ vedere»
Sakura prese la confezione blu, riconoscendola al volo per quella che aveva acquistato quando si era trasferita lì.
«Queste sono piuttosto pesanti, lo sai?» chiese accigliata. «Erano proprio tanto brutti quegli incubi?»
Naruto rabbrividì. «Sì»
«Uhm... in effetti sei pallido»
Tese la mano e gliela posò sulla fronte sudata. Scottava, come quella di Sasuke. Erano pure empatici, adesso? In ogni caso, era meglio non preoccuparlo con i problemi medici dell’Uchiha.
«Dai, mettiti a letto. Resto con te finché non ti addormenti, va bene?» propose accarezzandogli una guancia.
Naruto sorrise. «Se avessi saputo che volevi restare a letto con me, col cavolo che prendevo questa roba» commentò. Lei gli diede uno scappellotto leggero.
Lo aiutò a spogliarsi e infilarsi sotto il lenzuolo, e si coricò al suo fianco. Neanche il tempo di sistemarsi come si deve, che l’altro Naruto decise che si sentiva solo e si mise in mezzo, acciambellandosi nella conca formata dalle loro ginocchia.
Sakura rise piano, e lo accarezzò lentamente. Naruto gli lanciò un’occhiata invidiosa.
«Solo perché lui ha la coda» bofonchiò offeso.
«Tu ne hai nove, in teoria» ribatté lei.
«Aha, divertente» commentò piatto.
«In realtà lo accarezzo perché ha il pelo morbido. Ma mi fermo a questo, con lui» gli lanciò un’occhiata maliziosa. «Sicuro che lo invidi ancora?»
«...Davvero, prendere quelle pillole è stata una grande cavolata»
Sakura rise, e Naruto le prese la mano con cui non accarezzava il gatto, portandosela alle labbra.
«Lo sai che sei la cosa più importante del mondo, per me?» sussurrò contro la sua pelle.
«...Sì» rispose lei, e sentì una vena d’ansia rigare la sua voce.
«Mh... meno male...» mormorò Naruto, chiudendo gli occhi, e depositò un leggero bacio sul suo palmo, poi sul polso, e lungo l’avambraccio. Arrivato all’incavo del gomito, si fermò. «...Proprio una gran cavolata...» disse con un filo di voce.
L’attimo dopo era caduto addormentato... con la curiosa sensazione che tra loro ci fosse un bambino biondo e bellissimo, e non il gatto acciambellato.
Sakura lo guardò, così sereno e ingenuo.
Il contorno del suo viso era liscio e regolare; niente di straordinario, nulla a che vedere con i tratti perfetti di Namikaze Minato, ma sicuramente riconducibile a lui. Le ciglia abbassate erano corte e scure, le labbra ancora socchiuse contro la sua pelle. Sentiva il suo respiro caldo stuzzicarle il braccio, e per un attimo desiderò davvero che non avesse preso le pillole per dormire.
Si rannicchiò un po’ più vicina a lui, smettendo di accarezzare il gatto per circondargli il viso con entrambe le mani.
«Io ti amo, lo sai?» sussurrò alle sue palpebre abbassate. «Ti amo. Ti amo. Ti amo...»
Chiuse gli occhi, premette la fronte contro la sua, e desiderò di restare così per sempre.
Lei e lui.
Nessun problema.
Per una volta, nessun villaggio da proteggere.
Per una volta, nessun Sasuke da salvare.
A tutto il resto... avrebbe pensato dopo.


«...E’ stata una serata divertente» disse Kakashi affabile, con un sorriso nascosto dalla maschera.
Ayane, davanti a casa, gli rivolse uno sguardo estasiato.
«Sì, è vero» ammise, arrossendo leggermente. «Mi sono divertita molto» si torse le mani. «Penso che dovremmo... rifarlo» azzardò audace.
«Lo penso anche io» ribatté lui a sorpresa.
Lei sbatté le palpebre, incredula. Poi si guardò attorno, nella strada buia e deserta. Alla fine puntò gli occhi sulla sua maschera.
«Quella... è proprio necessaria?» chiese vaga.
«Indispensabile» assicurò Kakashi.
«Oh» fece lei, delusa. «Quindi... ehm...»
«Quindi ci salutiamo qui. Buona notte Ayane»
«Buona notte...»
Rimase a guardare finché non fu entrata in casa, e a quel punto girò sui tacchi e scomparve nell’ombra.
E tre.
Con Ayane, quella sera aveva portato a cena fuori la terza donna.
Buffo come tutte, anche Anko e Shizune, gli avessero chiesto della maschera. A quel punto iniziava ad essere felice di averla sempre addosso, lo difendeva da assalti inopportuni.
Bene, per quel giorno poteva dirsi soddisfatto; aveva messo in pratica il consiglio di Jiraya, e in più stava macchinando la combinazione che lo avrebbe liberato da ogni problema... e la cosa migliore era che gli sarebbe costata solo un po’ di denaro.
Terribilmente soddisfatto di sé stesso, prese una scorciatoia per tornare a casa.
L’unico neo nella sua perfetta serata era un nome di tre lettere: Rin.
Ma per lei doveva trovare qualcosa di diverso... perché, in fondo, lei era più importante.


L’indomani Sakura lasciò Naruto che ancora dormiva per tornare in ospedale da Sasuke.
Quando arrivò all’Accettazione la informarono subito che le avevano assegnato il terzo laboratorio, quello accanto alla serra, e lei assicurò che ci avrebbe dato un’occhiata subito dopo essere stata dal suo paziente. A quel punto si cambiò in fretta e salì di corsa le scale, raggiungendo l’ultimo piano in pochi minuti. Attraversò tutto il corridoio, salutò le guardie annoiate davanti alla porta e bussò piano prima di entrare. Dall’interno non provenne nessuna risposta.
Aprì silenziosamente e si fece avanti in punta di piedi, gettando un’occhiata a Sasuke che dormiva sotto il suo lenzuolo, pallido quanto il giorno prima. Richiuse la porta alle spalle e si avvicinò al letto senza fare rumore. Sfilò la cartella clinica, le diede un’occhiata, e poi controllò che la flebo non fosse vuota. Era tutto in regola. Sentì la fronte di Sasuke; anche quella era fresca.
Sorrise. Dopotutto, le cose sembravano mettersi bene.
Mentre la mano di Sakura era ancora posata al di sopra dei suoi occhi, Sasuke sollevò le palpebre.
«Buongiorno» gli disse lei. «Hai sete?»
Lui annuì impercettibilmente, e lei riempì d’acqua il bicchiere sul comodino. Lo aiutò a tirarsi su, e controllò che non perdesse la presa o si strozzasse. Sasuke le lasciò fare ogni cosa, docile, e poi tornò a sdraiarsi, richiudendo per un attimo gli occhi.
«...Quanto ho dormito?» chiese con voce arrochita.
«Quasi diciassette ore» rispose lei con una veloce occhiata all’orologio. «Ma è normale, è stata una crisi intensa»
Sasuke nascose il viso dietro a un braccio, e strinse il pugno.
«Dannazione!» imprecò.
«Non è necessario prendersela...» ribatté lei. «Sei ancora debole, è stato un attacco improvviso...»
«Tu non capisci!» sbottò lui, scattando a sedere e lanciandole uno sguardo rovente. «Due giorni fa stavo bene! Sono riuscito a superare le guardie alla porta e ad arrivare fino al mio quartiere! Ero convinto che le cose potessero soltanto migliorare, invece guardami adesso! Sono tornato a una settimana fa, e solo per una stupida crisi del cazzo che non sono riuscito a fermare!»
«...E chi devi biasimare per questo, eh?» chiese lei, piano ma in tono severo. «Chi aveva deciso di lasciarsi morire? Chi ha indebolito il suo corpo, consapevolmente e volontariamente?»
Lui la fulminò con lo sguardo. «Avevo perso ogni motivo per vivere! Pensavo non mi servisse più a niente!» ringhiò. «Ma tu non puoi capirlo! Il tuo sogno non è andato in pezzi! Anzi, forse tu non lo hai nemmeno un sogno!»
«Certo che ho un sogno, per quanto banale» lo interruppe lei, infastidita e ferita. «Sogno di essere felice, come tutti. E, come tutti, anche io ho momenti in cui credo che la felicità sia impossibile. Ma non per questo mi lascio morire...!»
«Quello non è un sogno!» replicò Sasuke, indispettito. «Quello è un banale desiderio di tutti gli esseri umani! Io... Io avevo un obiettivo...! Maledizione!» affondò le dita nei capelli. «Dovevo uccidere mio fratello! Dovevo solo ucciderlo...! Non mi illudevo che saremmo tornati al passato... non ero così idiota da pensare che sarebbe stato come avere di nuovo sette anni...! Però... volevo solo ucciderlo! Era l’unico motivo per cui andavo avanti! La cosa per cui ho sacrificato tutto!»
Sakura trattenne il fiato, in silenzio.
Così, in un attimo, inaspettata... giungeva la confessione?
Era finalmente arrivato il momento in cui Sasuke si sarebbe aperto con lei?
«E mi è stata strappata di mano!» continuò lui, sempre più amareggiato. «In meno di un secondo, senza che io potessi fare niente... ho visto il mio unico obiettivo raggiunto da un altro, con una facilità per me impensabile. Hai idea di cosa io abbia provato?» aspro, alzò lo sguardo fino a trovare i suoi occhi. «Riesci a immaginare come mi sono sentito? No, non puoi! Perché a te non è successo! Itachi... Itachi doveva morire per mano mia!» gridò, le vene del collo gonfie e pulsanti. «Lui era mio fratello! Mio fratello! Naruto non doveva... come ha potuto... era una faccenda che riguardava solo noi due!» ansimò, i pugni serrati tanto stretti da sbiancare le nocche. «Era mio fratello!» serrò le palpebre. «Tutto ciò che mi era rimasto! Era... mio fratello...!» la sua voce si trasformò in un gemito roco. «...Il mio sogno... tutto ciò che era rimasto del mio sogno...!»
Sakura non riuscì ad aprire la bocca.
Per tutto quel tempo... aveva sempre pensato che Sasuke odiasse Itachi, che lo volesse vedere morto con ogni fibra di sé stesso... e ora... all’improvviso scopriva che non era così. Che Itachi era qualcosa di diverso per Sasuke, che era in qualche modo... necessario.
Forse il problema non era che Naruto avesse ucciso Itachi.
Forse il problema era che Itachi fosse morto, e basta.
Un bussare sommesso fece trasalire entrambi.
«Tutto bene...?» chiese una delle guardie all’esterno.
«S-Sì!» si affrettò a garantire Sakura. «E’... è tutto a posto» tornò a posare gli occhi su Sasuke, di nuovo a testa china.
«...Io volevo solo tornare a quel tempo» sussurrò l’Uchiha, con voce quasi irriconoscibile. «Volevo solo tornare indietro... almeno con lui. Volevo raggiungere il mio sogno morto e sepolto... e non ce l’ho fatta»
Sakura sentì gli occhi pizzicare. Era assolutamente certa di essere la prima persona cui Sasuke confessasse quelle cose... ma non se ne sentiva orgogliosa. In quel momento, l’unica cosa cui riusciva a pensare era che dall’inizio, da prima che finissero nel gruppo sette, forse da prima che si rivolgessero la parola da bambini... Sasuke aveva sempre inseguito un sogno morto, sapendo che non lo avrebbe raggiunto.
E la cosa... le metteva addosso una tristezza infinita.
«Sasuke...» mormorò, e istintivamente si chinò verso di lui, fece scivolare le braccia attorno al suo collo e lo abbracciò, affondando il viso nell’incavo della spalla, dove il segno maledetto bruciava ancora.
Lui ebbe l’impulso di allontanarla, come sarebbe stato nella sua natura, ma poi... per qualche strana ragione... l’allucinazione avuta nel suo quartiere gli tornò alla mente.
Un sé stesso più sereno, felice... con lei al suo fianco.
Il suo primo impulso fu soffocato bruscamente, di colpo.
Lentamente, molto lentamente, le sue mani riluttanti cercarono la sua schiena. Il cotone del camice era caldo contro la pelle, tiepido del suo tepore, intriso del suo profumo... le dita si strinsero alla stoffa, per la prima volta dopo non sapeva nemmeno più quanti anni, e scoprì che era una bella sensazione. La tirò sul letto, seduta accanto alle sue gambe.
Sakura trattenne il fiato, e il suo cuore prese a battere tanto forte da farle male.
Lui... stava davvero ricambiando l’abbraccio? Stava davvero succedendo?
L’aveva sognato per anni... ci aveva fantasticato, lo aveva visto nella sua mente, immaginato, atteso, sospirato...

...Ma lei amava Naruto.
Ora lei amava Naruto.
Soltanto la sera prima non aveva fatto che ripeterglielo, nel sonno, anche se lui non poteva sentirla...
Lei amava Naruto.
Prima che Sasuke si accorgesse di quanto batteva forte il suo cuore, decise di staccarsi. Era meglio per tutti, per lei soprattutto... ma lui non la lasciò allontanare.
Sentì il suo abbraccio sciogliersi e i suoi muscoli tendersi per farsi indietro, ma non tolse le mani dalla sua schiena. Le permise di mettere dieci centimetri tra loro due, la distanza minima per guardarla negli occhi, e poi la bloccò.
Lei avvertì una stretta allo stomaco.
Panico?
O cosa?
«Sasuke...» sussurrò, incapace di staccare gli occhi dai suoi, per una volta così neri, così intensi, così dolorosi.
Tutto ciò che era, tutto ciò che voleva essere, gridò, dentro di lei.
Le urlò di allontanarsi, di mettere fine a quella stupidaggine, di fare la persona razionale e non rovinare tutto.
Ma, quando Sasuke prese lentamente ad avvicinarsi, non un solo muscolo ascoltò quell’ordine. Non una sola fibra del suo corpo si mosse per obbedire...
...e rimase immobile, rigida, tra le sue braccia...
...finché le loro labbra non furono a meno di un soffio di distanza.

«...Io sto con Naruto»

Un sussurro.
Fievolissimo, a malapena udibile.
Le era sfuggito, ultima difesa involontaria della sua parte logica e razionale.
Ma era bastato a fermare Sasuke.
A un soffio dal bacio che lei sognava da sempre.
«Noi... viviamo insieme» proseguì, tremando, facendosi male. «Scusa»
Sasuke esitò per un istante, senza muoversi, ma alla fine si fece indietro e distolse lo sguardo.
«...Capisco» fu il suo sterile commento.
Le sue mani si allontanarono dalla schiena di Sakura, lasciandole la sensazione di un gelo impossibile da sciogliere, e ricaddero inerti accanto ai fianchi, richiuse a pugno. Lei aprì la bocca per dire qualcosa d’altro, forse per scusarsi, o chissà... ma poi la richiuse, e restò in silenzio.
Con il cuore che le faceva male, si alzò dal letto e si sistemò il camice stropicciato.
Aveva il viso in fiamme, le mani tremanti, e i suoi polmoni si rifiutavano di funzionare a dovere.
«...Manderò un’infermiera più tardi, per la flebo» mormorò nervosamente. «Ci... ci vediamo»
Sasuke non rispose.
Rimase immobile, a testa china, finché lei non fu uscita dalla stanza.
Solo allora, le sue mani si serrarono sulle lenzuola, livide, e i suoi denti si strinsero per la frustrazione e l’umiliazione.

Ancora una volta, aveva sbagliato tutto.
Ancora una volta, Naruto era arrivato prima.










Nel prossimo capitolo:

«Tu!» esclamò, quando Shikamaru fu abbastanza vicino da riconoscerlo, anche attraverso il velo del sonno.
«Uh?» ribatté il ‘tu’ in questione, a metà del terzo sbadiglio. «Ah. Kankuro»
«Ho sprecato un’ora della mia vita ad aspettarti! Sei un bradipo!»
«Non è esatto... A dire il vero sono sceso dal letto sette minuti fa, quindi a prepararmi sono piuttosto veloce...» Shikamaru si grattò distrattamente il mento. E finalmente il neurone dell’intelligenza, a otto minuti e dodici secondi dal risveglio, si attivò. «Ehi!» esclamò, improvvisamente attento. «E’ successo qualcosa a Temari?»













*      *     *   *  
  ȣ    *   *     *      *


Spazio autore

Ahi ahi ahi...
I guai hanno inizio sul serio...!
(e, a giudicare dall'anticipazione, non solo per Naruto, ma anche per Shikamaru! XD)
Ma quanto era puccioso Kiba in questo capitolo?
Dai, non gli sareste saltate tutte addosso, voi femminucce?!
(Io sì)
(XD)
E anche Jiraya... ç_ç
Oh, Jiraya...
Tra parentesi... questo era un altro dei capitoli per cui mi vorrete morta.
Di nuovo, NON l'ultimo!

Ahh, mi sa che questa volta non ci saranno tanti commenti...!
Tutti a leggere Harry Potter, eh?
Vi va bene che io l'ho finito quest'estate in inglese, se no mi arenavo con voi! XD

Angolino dell'incerta
Fino a prova contraria questa è la mia fanfic, right?
Quindi posso scriverci quello che voglio, right?
E allora...
...Perché Dio (o chi per lui) ha donato dita per digitare a gente che ha evidentemente sconnesso il cervello?
Possibile che ci sia qualcuno che, anche solo per provocare, scrive recensioni come quella che ha scatenato il putiferio Shika-Ino/Shika-Tema?
Personalmente tollero poco lo Shika-Ino, ma non vedo perché certa gente debba far passare il noioso tempo della sua vita
a rompere le scatole (per non dire di peggio) al resto del mondo!
Scusate se non capite il riferimento, non ho intenzione di fare pubblicità (positiva e negativa) a nessuno,
il mio era solo un piccolo sfogo davanti all'assurdità di certe persone...
No, davvero, ma hanno guano di pipistrello al posto di materia grigia?!
Il dubbio mi dilania:
provare compassione o ribrezzo?
(sì, lo so che le mie considerazioni arrivano sempre tardi... ma che ci posso fare? Sono a scoppio ritardato!)
(e grazie ad arwen per avermi fornito questo interessante spunto di riflessione)
(ah... naturalmente, grazie anche all'illuminante recensione, frutto di quelle nobilissime creature che stanno appese a testa in giù nelle caverne)

Oggi mi sento in vena di chiacchierare (nota: sono le 2 di notte...)
E quindi...
GRAZIE
a tutte le 60 persone che hanno inserito questa fanfic tra i preferiti!
Ogni capitolo supera le 200 letture, per arrivare a 300 e passa di tanto in tanto, e magari per voi non è nulla, ma per me è moltissimo!
Davvero, ringrazio infinitamente tutti voi!

lale16: wow, recensione piena di ardimento! XD Tra i tuoi capelli e "Noi-sappiamo-chi", non si capisce chi attiri di più il tuo odio...! Naruto non sta impazzendo. Diciamo che... ehm... è una fase transitoria... che... ehm... tutti gli adolescenti attraversano... ehm... oh, insomma! Io sono psicopatica, io lo sto gestendo, ergo anche lui è un tantino psicopatico! Mai come la tua parrucchiera, comunque. U_U (biondo-Ino... povera te. ç_ç)
1992: se Kyuubi si fosse impossessata di me, starei già saltellando da qualche parte nel mondo a seminare morte e distruzione, credimi. E prima di ogni altra cosa avrei già ridotto all'estinzione tutti gli esorcisti esistenti! ^_^ (sorriso angelico) La polizia di Konoha è giusto che ti stia sulle balle, visto quale ruolo avrà in futuro, e inoltre... uhuhuh... curioso che tu mi abbia chiesto se esiste una donnina destinata a Iruka... perché c'è. E, a onor del vero, ho già sparso indizi lungo la fanfic... Uhuhuhuh... Ah, sì. Puoi iniziare a costruire una bambolina woodoo con le sembianze di Sasuke, ormai mi sembra evidente. U_U (naturalmente mi rifiuto di ribattere alle altre assurdissime cose che hai scritto! XDDD)(però continua a scriverle, sono divertenti! XD)
sammy1987: Sasuke sta purtroppo tornando vispo... anche se la batosta di questo capitolo dovrebbe (dio voglia) averlo demoralizzato un tantino... Solo che le cose per Naruto d'ora in poi andranno sempre peggio (ovviamente). Per fortuna (o sfortuna?) i prossimi capitoli metteranno l'accento su Shikamaru e Temari, e loro tre verranno analizzati soltanto a sprazzi... eheheh... quando voglio fare l'autrice bastarda ci riesco benone!
kage_naru89: il tuo amico farebbe bene a non tirarsela, visto che un sacco di gente sa come va a finire Harry da luglio! (me inclusa) U_U Comunque è uscito alla mezzanotte del 5 gennaio, c'erano tutte le librerie aperte per l'occasione! (la mia città ha fatto un quiz, e chi lo vinceva aveva una copia gratis... mia sorella mi ci ha trascinata per vincere per lei, ma alla fine ha conquistato il primo posto da sola, con una domanda che le è arrivata di straculo! XDDD) Parlando di Naruto, dal mio punto di vista Sasuke è un rompiscatole. Cioè, oggettivamente è stato ammirevole, ha davvero salvato Naruto, ma... non sopporto che lui faccia bella figura, argh! >_< E in "quel" momento, sì, in effetti erano pensieri un po' miei... ma diciamo che Kyuubi ci ha messo una zampa! XD
Jenna Uchiha: Gaara farà la sua apparizione nel prossimo capitolo! E Sasuke, dopotutto, non è stato tanto figo qui, eh...? Uhuhuhuh... Ma... Sakura, fino a che punto sarà turbata dall'emo-mano-lesta? Per ora Hinata ha avuto un incontro con kiba, direi, e Neji ha fatto solo una comparsata... ma il suo rapporto con Tenten si svilupperà completamente soltanto verso le fine! U_U Sai e Ino hanno uno strano rapporto... lui assomiglia esteticamente un po' a Sasuke, quindi la attira, d'altro canto lei è innamorata di Shikamaru... mah, chissà come si evolveranno le cose tra quei due?
kimi: gli Uchiha sono dei grandi quando NON si chiamano "Scoiattolo" di nome... Che dici, puoi sperare in una SasuSaku dopo i recenti sviluppi? XD In ogni caso, per un po' non lo saprai! (me perfidissima) Ah, Satana non era andato lontano... ma solo tra un po' di tempo spiegherò bene la cosa! ^_*
Julia83: ora Sasuke sa della relazione tra Naruto e Sakura... ma avrà davvero lasciato perdere? Siamo sicuri che sia così semplice...? In ogni caso, il "pericolo yaoi" è lontano da questa fic, credimi. Preferisco di gran lunga privilegiare il rapporto di rivalità/complicità tra i due "fratelli", che non addentrarmi in meandri sconosciuti... °_° A dire il vero da piccolo Sasuke parlava anche con Ino... ma stai tranquilla: LORO non me li vedrai mai mettere insieme, a meno che io non abbia deciso che la mia vita è giunta al capolinea e che tagliarsi le vene è una buona soluzione. U_U Sai perché Kishimoto non fa proseguire a me il manga? Perché a) non so disegnare bene quanto lui, e b) ci sono mille cose che non so, e che vagolano nella sua bizzarra testolina...! XD Certo, se volesse comunque darmi una percentuale su ciò che guadagna... così, per sport... io mica mi offenderei! XD
Reina: Hanabi è stata a malapena citata in questo capitolo... uhm... e non mi sembra che sia prevista a breve termine, ma potrei infilarcela! XD Tanto non mi viene a cambiare troppe cose! E Gaara arriverà, arriverà... già dal prossimo capitolo!
arwen5786: ma no, dai... il gatto mica odia Naruto! XD In realtà gli vuole molto bene, solo che ha un modo tutto suo di dimostrarlo! E' timido, povera stellina! E la polizia... mi serve. Mi serve molto, credimi! Sakura e Sasuke sono stati di tuo gusto in questo capitolo...? ^_* (un po' sì e un po' no, eh?) Ah, ma nella foto sembri tutto fuorché un fantasma, credimi! Certo che... ehm... sì, credo che tua madre non capirebbe l'accenno a Kakashi...! XD
Hila92: cioè... tu stai ipotizzando Sakura e Sasuke felici e spensierati... e Naruto solo?! O_O M-M-Ma... Che crudeltà! Poverino, se proprio deve stare solo, almeno lasciagli il gatto!! Comunque... tornando ai fatti, ora SAI cosa succede di così opposto alla preview nel capitolo... e sai che qualcuno è da biasimare, qualcuno da elogiare... uhuhuh...
killkenny: ma no, dai, rilassati. In fondo prima o poi mi sarebbe venuto in mente, tranquillo! XD Non hai complicato proprio nulla, anche perché l'ascendenza di Naruto non cambia proprio niente! E... wow, un 10! *_* Quanto tempo che non succedeva! (di' un po', tu segretamente ami Sasuke, eh...)


Aya

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Capitolo 43
*** Solo sesso ***


Naruto-43

Capitolo quarantatreesimo

Solo sesso




«Sakura, c’è qualcosa che non va? E’ da ieri che mi sembri... nervosa»
«E’ una tua impressione»
Il piatto venne sbattuto sul tavolo con molta più forza del dovuto. Naruto avrebbe giurato di aver sentito il rumore di una crepa che si forma, ma si guardò bene dal dirlo.
La febbre era passata dopo una notte di buon sonno, come sempre. Al suo risveglio si era scoperto pulito – cioè senza ‘strane’ macchie – riposato e insieme all’altro Naruto... quale modo migliore per iniziare la giornata?
L’unico neo era la solita assenza di Sakura, ma quando fosse tornata dall’ospedale ci avrebbe pensato lui a rimediare... anche per bilanciare la notte sprecata a dormire.

Lei però non era tornata prima della tarda serata, e si era mostrata da subito fredda e distante. Era agitata, come se un pensiero fisso continuasse a ronzarle in testa e a tenerla staccata dal resto del mondo, e, dopo essersi fatta una doccia, si era rannicchiata nell’angolo più distante del letto e gli aveva fatto chiaramente capire che voleva dormire.
Naruto si era chiesto se fosse successo qualcosa con Sasuke.
Era stato il primo pensiero che gli era venuto in mente... ma non aveva avuto il coraggio di aprire la bocca.
Il giorno dopo la situazione non era migliorata. E ora, davanti alla colazione, a Naruto sembrava di essere tornato al giorno in cui Sakura aveva saputo che avevano una traccia di Itachi.
Quanto tempo era passato? Due mesi? Sembrava molto di più.
«Anche oggi torno in ospedale» se ne uscì lei a un tratto, gli occhi fissi sul suo piatto e nessuna espressione particolare sul volto. «Starò via tutto il giorno, non aspettarmi per cena»
Naruto strinse le dita sulle bacchette.
«E... posso chiedere perché?» chiese, più tagliente di quanto fosse sua intenzione.
Sakura alzò lo sguardo, stupita e vagamente offesa dal suo tono.
«I sedativi per il Sigillo di Orochimaru stanno finendo» spiegò secca. «Devo cercare di sintetizzarne un altro tipo finché non saranno pronti i soliti. Vuoi seguirmi per accertartene?»
«No...» borbottò lui, incassando la testa tra le spalle. «Scusa. Io pensavo... che fosse successo qualcosa, ieri all’ospedale. E’ da quando sei tornata che hai i nervi a fior di pelle»
«Non è successo niente» disse lei in fretta, troppo in fretta. «E’ solo che... ha avuto una delle solite crisi. E i calmanti stanno finendo. Sono... Sono solo un po’ nervosa»
«Due minuti fa hai detto che era una mia impressione»
Sakura lo fulminò con lo sguardo, e si alzò in piedi di scatto.
«Non ho più fame» disse brusca, prendendo il suo piatto e svuotandolo nella pattumiera. Lo depositò nel lavandino con poca grazia, e attraversò la stanza per prendere la sua borsa.
Naruto non aprì bocca mentre lei apriva la porta e usciva, e si limitò a sussultare leggermente quando lei se la sbatté alle spalle.
A quel punto sospirò, e gli cadde lo sguardo sull’altro Naruto, che lo fissava dal davanzale scondinzolando.
«Fino a ieri andava tutto così bene...» borbottò. «Tu sai mica cosa le è successo?»
Il gatto assottigliò gli occhi, sbadigliò, e si acciambellò su sé stesso, preparandosi a un tonificante riposino in posizione precaria.
Naruto sbuffò e lasciò cadere le bacchette nella ciotola di riso.
«Neanche io ho più fame...» bofonchiò.


All’improvviso, gli scienziati smisero di studiare il corpo di Obito.
Fu la stessa Tsunade a comunicare la notizia a Kakashi, verso la metà di agosto, e a chiedergli se c’era un luogo particolare in cui voleva seppellirlo.
«Vicino alla lapide degli eroi» rispose lui, senza esitare. Ormai la visita a quel pezzo di marmo nero era un rito, e parlare con Obito altrove non avrebbe avuto senso.
Tsunade gli rivolse un sorriso mesto. «Sarà fatto. E... mi dispiace che tu abbia dovuto aspettare tutto questo tempo»
Kakashi non ribatté.
Si occupò personalmente del piccolo funerale, e decise che soltanto Rin aveva il diritto di guardare con lui, in silenzio, la terra che cadeva sulla bara. Alla fine, quando furono rimasti soli, senza gli addetti alla sepoltura, lui non la sentì singhiozzare nemmeno una volta.
Ricordò la loro ultima missione, e quel piagnone di Obito con il suo sharingan nuovo. Ricordò il masso che lo aveva schiacciato, e ricordò di come aveva tirato indietro Rin all’ultimo istante. Ricordò le parole che avevano accompagnato il migliore e più prezioso regalo che avesse mai ricevuto...
«Io sto morendo. Ma diventerò il tuo occhio e continuerò a vedere l’avvenire...»
Avrebbe mai immaginato di vedere il proprio funerale?
Kakashi aveva una grande responsabilità.
La responsabilità di mostrare a Obito un futuro migliore, in cui lui e Rin fossero felici.
Ovunque fosse la sua anima, e se esisteva, Obito continuava a vivere attraverso l’occhio che gli aveva donato. Non poteva deluderlo.
«Rin»
Lentamente, slacciò il coprifronte e sollevò la palpebra che nascondeva lo sharingan.
La guardò, e non era solo lui a guardarla.
Rin sollevò gli occhi fino ai suoi, occhi asciutti e tristi.
«Mi dispiace. Io non ti amo»
Lei sorrise appena.
«Lo sapevo» mormorò. «Lo sapevo... eppure ci ho provato lo stesso. Forse... è stata anche colpa di Obito. La comparsa del suo corpo mi ha fatta tornare indietro nel tempo, mi ha fatto sperare... illudere... Scusami, Kakashi. Ti ho messo in difficoltà»
«Trovati un uomo in gamba, uno che sia migliore di me» replicò Kakashi, quasi dolcemente. «Obito non perdonerebbe nessuno dei due se non ci riuscissi»
E, solo in quel momento, una lacrima rigò il viso di Rin, deviata dal suo sorriso appena accennato.
«Obito... il solito piagnucolone»
Dallo sharingan di Kakashi, un’altra, singola lacrima cadde sulla terra smossa della tomba.


L’arrivo del Kazekage fu del tutto inaspettato.
Gaara si presentò all’improvviso alle porte di Konoha, accompagnato soltanto da Kankuro e da un piccolo gruppo di ninja fidati.
Tsunade fece fuoco e fiamme quando sentì che lui era davanti alle mura, in attesa del permesso di entrare, e decise di accoglierlo di persona e strigliarlo come si deve.
Il ragazzino sapeva quanto fosse rischioso viaggiare in quel periodo, ora che si apprestavano a dichiarare guerra alla Coalizione delle terre del nord-est? Perché si era spinto a tanto? Cosa c’era di tanto urgente da richiedere la sua presenza?
«Veramente, pensavo di discutere della strategia da adottare a questo punto» se ne uscì Gaara con tutta calma, una volta che fu seduto nello studio dell’Hokage con una tazza di tè davanti.
Sulla fronte di Tsunade si gonfiò una vena.
«Era tanto difficile mandare almeno un avviso?» chiese tra i denti.
«Il nostro falco si sarà perso...» rispose Gaara vago, e mentendo spudoratamente. «Ah, Kankuro, tu puoi andare a farti un giro»
Mentre Tsunade si passava una mano sul viso, incapace di comprendere gli sbalzi dell’eclettico Kazekage, il fratello maggiore di quest’ultimo si congedò con un rapido inchino, scambiò un’occhiata con lui e poi uscì dall’ufficio, come gli era stato detto.
Una volta fuori non perse tempo a guardarsi attorno: aveva una missione da compiere.
Scese le scale che portavano allo studio dell’Hokage con passo rapido e silenzioso, e arrivò nella piazza principale in pochi istanti. Si guardò attorno, cercando di ricordare la mappa di Konoha che un giorno gli avevano mostrato, e alla fine imboccò una strada che secondo la sua memoria lo avrebbe portato all’ufficio per lo smistamento delle missioni.
Gli andò bene, e raggiunse la meta desiderata. Sfortunatamente per lui, chi cercava non sembrava essere lì. Quello poteva essere un problema.
Poi, il colpo di fortuna: lungo la strada vide avvicinarsi Naruto.
«Naruto!» lo chiamò, inaspettatamente allegro. «Proprio tu!»
Lui si fermò, perplesso, e poi lo raggiunse. «Kankuro? Che ci fai qui? Vuol dire che c’è anche Gaara?»
«Sì, è con l’Hokage in questo momento» confermò l’altro. «Ma ora lascia perdere i pezzi grossi. Dov’è il tizio con un ananas in testa?»
«Shikamaru?»
«Sì, Shika-coso...»
«A quest’ora se la starà dormendo della grossa, credo. E’ l’alba, per lui»
Kankuro sbuffò vistosamente. «Non potevo aspettarmi altro...» bofonchiò irritato.
«Ma prima o poi si sveglierà» lo rassicurò Naruto. «E allora verrà qui. Se non hai altro da fare, puoi aspettarlo...»
«Per forza» si lamentò il ninja di Suna, cupo. «Grazie per l’informazione» poi, bruscamente, la sua espressione si trasformò in un sorriso gongolante. «A proposito, ricordi che l’ultima volta ero un po’ giù?»
«Sì...» rispose il biondo vago. A dire il vero aveva ricevuto tutti i dettagli da Gaara, e ricordare proprio in quel momento la strana sensazione avuta allora alla parola ‘tradimento’ fu piuttosto spiacevole.
«E’ tutto risolto!» esclamò Kankuro, senza accorgersi del suo cambiamento d’umore.
«Davvero?» domandò Naruto inarcando le sopracciglia.
Allora era tornato con quella ragazza? Le cose si erano sistemate?
Non sapeva perché, dato che lui e Kankuro non erano minimamente collegati, ma la cosa gli dava uno strano sollievo...

«Sì!» confermò il jonin, orgoglioso. Era evidente che non vedeva l’ora di raccontarlo a qualcuno. «La ragazza con cui sto adesso è mille volte meglio dell’altra»
Alt.
Cosa aveva detto?
«La ragazza con cui stai adesso?» ripeté Naruto, mentre il suo stomaco si serrava in una morsa dolorosa. «E quella di prima che fine ha fatto?»
«Non ho il minimo interesse a saperlo» rispose Kankuro lanciandogli un’occhiataccia. «Può anche restare con quello sgorbio, se le piace tanto... a me non fa né caldo, né freddo»
Naruto deglutì a vuoto, sbattendo le palpebre.
Oho.
Tutta quella storia non lo tranquillizzava affatto.
All’improvviso gli sembrò molto stupido che Kankuro non avesse provato a riallacciare i rapporti con l’altra... come poteva averla dimenticata tanto in fretta?
Non tutti sono maniacalmente attaccati a un’unica sottana, come te.
...Se sei tornata dopo tanto tempo solo per questa cazzata, potevi anche startene zitta, voce.
«Ehm... B-Bene» balbettò Naruto, accorgendosi all’improvviso che Kankuro aspettava ancora una risposta. «Sono... Sono felice per te. Ora scusa, c’è una missione che mi aspetta... ti spiace se vado? Ah, e di’ a Gaara che magari passo a salutarlo prima che riparta, se torno in tempo dalla missione...»
«Sarà fatto» garantì Kankuro. «Buon lavoro»
«Grazie...» mormorò Naruto cupo. Non sapeva come sarebbe andato il lavoro, ma di sicuro il suo umore non era uscito risollevato dalla chiacchierata.
Il povero Kankuro dovette attendere almeno un’ora prima che l’obiettivo della sua missione segreta comparisse, sbadigliando, all’orizzonte. A quel punto aveva già progettato un milione di diverse morti cruente, e aveva iniziato i preparativi per quella che avrebbe fatto più male.
«Tu!» esclamò, quando Shikamaru fu abbastanza vicino da riconoscerlo, anche attraverso il velo del sonno.
«Uh?» ribatté il ‘tu’ in questione, a metà del terzo sbadiglio. «Ah. Kankuro»
«Ho sprecato un’ora della mia vita ad aspettarti! Sei un bradipo!»
«Non è esatto... A dire il vero sono sceso dal letto sette minuti fa, quindi a prepararmi sono piuttosto veloce...» Shikamaru si grattò distrattamente il mento. E finalmente il neurone dell’intelligenza, a otto minuti e dodici secondi dal risveglio, si attivò. «Ehi!» esclamò, improvvisamente attento. «E’ successo qualcosa a Temari?»
Kankuro sogghignò, perfido. «Ah, finalmente ci arrivi» commentò. «Un po’ lento, per essere il genio che tutti dicono»
«Le è successo qualcosa?» ripeté Shikmaru, sudando freddo.
L’ultima volta che l’aveva vista, quasi due settimane prima, lei stava bene. Sì, gli stava anche tirando dietro di tutto e di più, ma stava bene. Stava bene.
«Sta male» Kankuro distrusse le sue convinzioni, e si fece serio. «Molto male. Non può muoversi da Suna»
Nello stomaco di Shikamaru piombò un macigno.
«E’ stata ferita?» chiese, intorpidito dalla doccia fredda. «E’ grave?»
«Non è stata ferita» ribatté Kankuro, incrociando le braccia sul petto. «Ma è grave»
«Allora è malata»
«Sì, direi di sì»
Silenzio.
Shikamaru fece lavorare il cervello freneticamente. Malata. Una malattia. Era curabile? Sì, doveva esserlo, ma solo se... Quanto era grave? Troppo? No, o Kankuro non sarebbe stato lì, non sarebbe stato così tranquillo...
«Mi stai prendendo per il culo?» tentò.
«A dire il vero sto rischiando la mia vita per dirtelo, visto che lei avrebbe preferito morire piuttosto che fartelo sapere»
«Che cosa? E perché?»
Kankuro dovette lottare a lungo con sé stesso per reprimere il sogghigno sprezzante che voleva stirargli le labbra. «Oh, se non lo sai tu...» bofonchiò alla fine, guardando altrove.
Shikamaru sentì il forte impulso a cacciargli due dita negli occhi. Quel maledetto bastardo godeva tanto a tenerlo sulle spine? Sapeva di non essergli molto simpatico, ma non era il momento né il luogo adatto per fare lo stronzo.
«...Almeno dimmi se guarirà» disse tra i denti, mentre il suo cuore minacciava di sfondargli la cassa toracica.
Per la seconda volta, Kankuro tornò serio. E lo fissò, come non lo aveva mai fissato prima.
«No» rispose, senza girarci attorno. «Non guarirà. E’ una malattia che si porterà dietro per tutta la vita, in ogni singolo istante della giornata... Non sarà più come prima. Non la lascerà mai»
Fu un pugno nello stomaco.
Temari. Malata. Grave. Per sempre.
La sua Temari... sempre forte, sempre sprezzante, sempre... sempre lei.
La sua Temari. Mai più come prima.
Shikamaru aveva sempre sognato una vita tranquilla.
Una moglie né bella né brutta, due bambini, una casa con giardino...
...Ma poi aveva incontrato lei.
Bella, ribelle, indipendente, decisamente fuori dal suo schema perfetto.
E lo aveva catturato.
E se ne era lasciato catturare.
Non aveva nemmeno provato a resistere, ora che si ricordava.
La prima volta che avevano fatto sesso era successo durante l’organizzazione di un esame per diventare chuunin. Lei era ospite al villaggio, lui si era sentito in dovere di accompagnarla alla sua stanza – anche se la sua pigrizia si era opposta con tutta sé stessa – e una volta lì una cosa aveva tirato l’altra... avevano bevuto un bicchiere di troppo insieme agli altri organizzatori per festeggiare la fine dei preparativi, tutti e due erano rilassati e bendisposti, avevano battibeccato per un po’, e poi... si erano ritrovati a rotolarsi tra le lenzuola, a respirare insieme, a gemere e sospirare nel buio, percorrendo ogni singolo centimetro dei loro corpi e scoprendo insieme quanto possono essere seccanti certi noiosi dettagli tecnici.
Era stata la prima volta per tutti e due.
In effetti, lui aveva immaginato che Temari non fosse esattamente il tipo da aspettarsi una prima volta condita di rose e musica in sottofondo, ma non avrebbe mai pensato che si sarebbe accontentata di uno come lui.
E invece era successo, ed era diventa la sua Temari.
Forse non avevano mai fatto semplice sesso.
Forse avevano fatto l’amore, già quella prima volta.
Forse lui... per lui... non era mai stato solo sesso.
Perché gli veniva in mente una cosa simile, in quel momento?
Perché proprio ora il suo stupido cervello gli suggeriva che, forse, lui amava Temari?
Aveva sempre pensato di volerle bene, sì, dopo Suna di desiderarla, anche... ma... amarla?
L’amore è un sentimento impegnativo.
Soprattutto quando non viene ricambiato.
E lui non era affatto certo di essere ricambiato, anzi avrebbe azzardato che Temari ora lo odiava, considerati i recenti sviluppi della loro relazione...
Quindi... non poteva essere tanto idiota da amarla, ora.
Era stupido. Era illogico. Era folle.
E poi cosa voleva dire amare?
La stretta che sentiva allo stomaco al pensiero di non rivederla più, al pensiero che la sua Temari sarebbe scomparsa per sempre, era abbastanza intensa da essere amore?
Come faceva ad esserne sicuro?
Non poteva.
Non lo sapeva.
Non sapeva niente di quelle cose.
E nella sua testa le immagini di Temari occupavano tutto lo spazio disponibile, impedendogli di ragionare lucidamente.
Ora cosa doveva fare?
Lei stava male. Non sarebbe più guarita.
E lui, lui ora lo sapeva.
Cosa doveva fare?
Kankuro studiò il suo viso, pallido e tirato. Si chiese che genere di pensieri vagassero dietro quegli occhi cupi, quali calcoli quel maledetto genio stesse facendo... Sperava di averlo spaventato abbastanza da correre a Suna. Era arrivato fino a Konoha solo per quello, dopotutto, e al suo ritorno sarebbe morto per mano di sua sorella, ma lo aveva fatto a fin di bene.
La malattia di Temari non era ‘giusta’. Era un orribile tiro mancino, la sfortuna più terribile che le potesse capitare... e lui non voleva che la affrontasse da sola.
Perché Temari non se lo meritava.
Perché tante volte si era preoccupata per lui, anche se lui era più grande, e perché era la sua unica, adorata sorellina. Prima che Gaara conoscesse Naruto, Temari era stata tutta la sua famiglia.
Decise di mettere un po’ di pressione addosso a Shikamaru, per affrettare i tempi, e a bruciapelo gli chiese: «Cosa hai intenzione di fare?»
Lui alzò lo sguardo, senza capire la domanda.
Cosa aveva intenzione di fare?
Gli sarebbe piaciuto saperlo.
Ma la verità era che aveva la testa vuota, che tutto ciò cui riusciva a pensare era lei e solo lei...
...Lei.
Sì. Lei.
Già... Lei.
E all’improvviso capì.
«Devo andare a Suna» disse bruscamente. «Non importa se mi ucciderà, non importa se non mi vuole... devo vederla»
Kankuro trattenne un sorriso.
«Vai da solo o aspetti anche me e Gaara?» si limitò a chiedere.
«Non ho tempo per aspettare voi due. Vado solo»

Shikamaru tornò a casa correndo come se dalla sua corsa fosse dipesa la sua vita. Quando sua madre se lo vide piombare davanti a meno di mezzora dalla partenza, ebbe per mezzo secondo l’idea di fargli una sfuriata colossale, inveendo contro la sua maledetta pigrizia e imbastendo un bel discorso sull’onore e il dovere... ma lui la precedette.
«Starò via per almeno una settimana» le disse senza guardarla, sfrecciando nella sua stanza. «Devo andare a Suna, e devo andarci subito»
«Cosa cosa?» chiese lei, seguendolo perplessa. «E’ la nuova missione?»
«No. Mi prendo una settimana di vacanza» rispose lui, riempiendo uno zaino con le prime cose che gli capitavano sotto mano.
«Tu cosa?!» sbottò sua madre, riconsiderando l’idea della strigliata, ma quando incrociò i suoi occhi, mentre lui apriva il cassetto del comodino e prendeva i kunai, le parole le morirono in gola. «Shikamaru, che diavolo è successo?» chiese.
«Non lo so» rispose lui tra i denti. «Te lo dico tra una settimana, se sono ancora vivo»
Chiuse lo zaino, se lo issò in spalla e attraversò in fretta la porta, costringendo sua madre a farsi di lato per non essere investita.
«Se sei ancora vivo?» ripeté lei, seguendolo contro il corridoio. «Cosa stai andando a fare?»
«Ti spiego tutto quando torno!» sbuffò lui esasperato, arrivando all’ingresso.
«Allora mettiamola così: azzardati a morire per strada che ti resuscito e ti ammazzo io, ok?»
«Cercherò di restare vivo, mamma»
Si infilò in fretta i sandali, strinse meglio l’elastico della coda, e aprì la porta dell’ingresso.
Si trovò davanti Ino.
«Wow, coordinazione perfetta» commentò la kunoichi, abbassando la mano con cui stava per bussare. «E hai lo zaino in spalla. Incredibile, pensavo che avrei dovuto buttarti giù dal letto... comunque, sei in rit...»
«Ino, non verrò in missione» la interruppe lui, oltrepassandola. «Dillo tu al maestro Asuma, mi prendo una settimana di vacanza. Quando torno farò tutte le missioni che vuole, se insiste, ok?»
«Eh? Che? Dove stai andando?» allibì Ino, affrettandosi a seguirlo.
«A Suna»
Ino per poco non trasalì. Suna significava Temari.
«Ti prendi una settimana di vacanza per stare con quella?» chiese, trattenendo a stento la rabbia e affiancandolo.
Shikamaru gemette interiormente. Perché si era imbattuto proprio in lei?
«Sta male. Devo scoprire cos’ha» disse sintetico.
«Non sei la sua famiglia» ringhiò Ino, mentre la gelosia insinuava i suoi tentacoli da ogni parte. «Avrà già chi si preoccupa per lei!»
«Io mi preoccupo per lei»
«Ma è stupido! Cosa credi di poter fare, anche se vai là? Non sei un genio della medicina, qualunque cosa abbia tu non migliorerai la sua situazione! Ed è anche... assurdo! Tutti sanno che... che... di quello che fate...» Ino strinse i denti, costringendosi a dirlo. «...Ma per lei non significa niente, te ne rendi conto? Per lei tu non significhi niente, e ora ti stai scapicollando fino al suo villaggio senza motivo! Ti daranno dell’idiota, Shikamaru, e avranno anche ragione!»
«Ino, chiudi la bocca!»
Shikamaru si fermò bruscamente, girandosi a guardarla. Ino, rossa in viso, non abbassò gli occhi azzurri.
«Non mi importa se per lei conto meno di zero, non potrebbe fregarmene di meno» sibilò rapido. «Sono io che ho bisogno di andare là e vederla. Sono io. E a spiegartelo perdo solo tempo»
Di nuovo, le voltò le spalle e riprese a camminare.
Ino rimase ferma dove si trovava, e strinse i pugni. Lacrime bollenti le riempirono gli occhi, rendendo la strada incerta e tremolante, ma l’umiliazione e il dolore erano troppo intensi per permettere a Shikamaru di andarsene e avere l’ultima parola.
«Lei non ti ama!» gridò, incurante delle teste che si voltarono a guardarla. «Sei un idiota, perché lei non ti ama
Lui non rallentò, né si girò a guardarla.
Ino represse un singhiozzo, e si passò la manica sugli occhi, le guance già rigate di lacrime.
Lei non ti ama... come ti amo io”










Nel prossimo capitolo:

«Che stai facendo?» le chiese Shikamaru, richiudendo la porta e – madornale errore – dimenticando di controllare che la cameriera se ne fosse andata davvero.
«Mi sembra evidente» rispose lei aspra, cacciando un mucchio di vestiti nella valigia.
«Vuoi andartene? E dove?»
«Dove? Oh, non importa!» prese l’unico peluche nella stanza, appoggiato al cuscino, e lo ficcò malamente tra una maglietta e un reggiseno. «Ma suppongo che dovrò scappare, una volta che avrò ucciso il Kazekage e il suo nobile fratello»













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Spazio autore

Non so che cosa pensare di questo capitolo.
Non so nemmeno perché, a dire il vero, ma mi sembra che abbia qualcosa di strano...
Bah. Me lo sarò immaginato.
ò_O
Comunque, mi dispiace informarvi che da qui e fino al capitolo 46 il centro dell'azione saranno Shikamaru e Temari
(chiedo umilmente perdono a tutti coloro che non amano questa coppia... u_u' Scusa, Kaho!)
e sapremo qualcosa sugli altri personaggi soltanto saltuariamente.
Ma con il capitolo 47 si torna sui vecchi binari, e finalmente anche il magico trio avrà il suo momento di gloria!
Ah, vorrei farvi notare che ci siamo liberati di Rin, per quanto riguarda le donne che ronzano attorno a Kakashi,
e che quindi restano "soltanto" Anko, Ayane, Shizune e Haruka...
Come se le gestirà il nostro prode eroe?
E... quanto state godendo, voi che non sopportate Ino? XD

Comunicazione di servizio: con lo scorso capitolo abbiamo oltrepassato pagina 300!
Stappiamo lo champagne!

Allora, signore e signori, avete voltato anche l'ultima pagina di Harry Potter?

Angolino tristezza
Di nuovo a Bologna.
La connessione non funziona.
Ho dimenticato le chiavi di casa nell'altra casa.
Dovrei studiare, ma... ma.

[Chiedo scusa per il ritardo, la connessione mi ha tradito... domani il prossimo capitolo!]

Hila92: credo che il tuo paragonare questa fanfic a Harry Potter, anche solo per una piccola parte, mi abbia definitivamente dato il colpo di grazia! Potresti essere l'involontaria causa della mia prematura dipartita, sappilo... Comunque devo ammettere che l'incipit del tuo commento era fantastico! XD Tutto quell'entusiasmo, quel pathos, quel "Sì BRUTTO IMBECILLE!!! SIIIIIIIIII *_*" mi hanno fatto sghignazzare per dieci minuti buoni! Mi sembra di capire che Sasuke NON sia il tuo personaggio preferito... XD D'altro canto, anche quando li ami, come capita con Kiba, non sono del tutto fuori pericolo: sinceramente dubito che stringerlo, stringerlo, stringerlo, stringerlo e stringerlo porti il bel Kiba a sopravvivere a lungo! XD Mi consola che un pochettino sembri capire Hinata... a quanto pare sono poche le persone che lo fanno! ç_ç Povera piccina, e dire che è tutta colpa mia...! A-hem... beh... diciamo che la parte logica e razionale di Sakura le ha parato il culo nello scorso capitolo, ma siamo proprio sicuri che lei abbia messo una pietra sopra Sasuke? Certo, lui ha un pessimo tempismo, però... quanto è "solida", lei? Non dimentichiamoci che devono ancora stare a stretto contatto per un po', e si sa... tutto può accadere... tutto e niente... Oh. Puntavi su Rin? ^^' Come dire... mi sa che dopo questo capitolo dovrai tirarci una riga sopra! XD
OneWingedAngel: bentornato! ^.^ Ma come, impegnato anche sotto le vacanze? Non si fa, non si fa! In periodo di siesta, si fa la siesta! Lo dice anche il medico (cioè IO)! XD Che Sasuke sia invidioso di Naruto in realtà non è affatto strano, per il semplice motivo che il rapporto tra rivali comprende anche l'invidia, quando l'altro fa un passo avanti. All'epoca del confronto Rasengan/Chidori, quello interrotto da Kakashi, Sasuke già è stato invidioso di Naruto, tanto per dirne una! E questa volta, dal momento che l'Uchiha è un rottame ambulante, il confronto è sul piano amoroso... Ora come ora è difficile dire come si evolveranno i rapporti tra i due. Credo che l'ago della bilancia sia Sakura, e ciò che deciderà del suo futuro... poi saranno loro a regolarsi come meglio credono (anche a scazzottate, se necessario!) Ohh, se ti piacciono Shikamaru e Temari preparati a farne indigestione nei prossimi tre capitoli! XD Per quanto riguarda gli Hyuuga, torneranno saltuariamente a popolare la scena, sia Hinata che Neji, e di conseguenza anche Kiba... Tenten, invece, resterà invisibile ancora per un po'! Su di lei il mistero si infittisce, uhuhuh... Chissà cos'ha in testa...
veleno94: la tua recensione mi ha insegnato una cosa importante: quando dovrò scegliere un nome per i miei figli, ci starò molto, molto attenta! A vedere il tuo nick mi sono presa davvero malissimo, ho immaginato chissà quale commento acido, terribile, stroncante! Ho lasciato la lettura del commento per ultima, pronta a sbattere la testa sulla tastiera, e invece... *_* Davvero, l'unica "pecca" della recensione al quarantaduesimo capitolo è che mi sono persa le quarantuno che avrebbero potuto esserci prima! XD Il tuo commento è stato lungo, dettagliato, esauriente, gratificante... Hai centrato in pieno il problema del rapporto NaruSakuSasu, e sei subito entrata nelle mie grazie quando hai detto di amare Kyuubi! Anche i tuoi "gusti facili" sono un bel sollievo per me, che con l'avviso "pairing variabili" mi sono messa sul ciglio di un burrone, pronta ad essere spinta giù dai lettori più intransigenti! La teoria dell'harem è rimasta impressa un po' a tutti, non ho capito perché! XD Ma mi fa piacere, visto che l'ho coniata io, e per questo me ne vanterò tutta la vita! Ohoh, vuoi sapere che ne è stato di Natsumi Muto? Mi spiace per te, ma il suo personaggio resterà avvolto nel mistero ancora mooooolto a lungo! Direi che, nonostante il trauma iniziale, il tuo commento mi ha fatto davvero molto piacere! ^_^ E' la prima volta che qualcuno mi dice che "si nota la passione che ho per la scrittura", ed è bastata questa semplice frase a mandarmi in brodo di giuggiole - cioè, la ero già per l'intera recensione, ma questa ha dato l'ultima spinta per lo scioglimento totale! Grazie, grazie mille per aver letto la storia e per aver commentato, conoscere il tuo parere mi ha davvero tirata su di morale, e, purtroppo per il mondo, ha incrementato la mia autostima! XD
kimi: "Fosse stato per me...altro che bacio!" Ecco, carissima, segnati questa frase... uhuhuh... Comunque, io non ce l'ho con le ShikaIno. Cioè, le tollero difficilmente, per il semplice motivo che il mio egoistico cervello dà per scontata la ShikaTema, ma il riferimento dell'altra volta era a un piccolo casino scoppiato tra le recensioni di una fic ShikaIno... pare che una ragazza sia sclerata e abbia iniziato a insultare l'autrice (peraltro bravissima) e il pairing, e io mi chiedevo perché a persone evidentemente cerebrolese come quella fosse stata data la capacità di ticchettare su una tastiera... Il mio semplice pensiero è: non piace il pairing? Non si legge! Così tutti ci evitiamo scene incresciose e noiosi travasi di bile... Gli Uchiha che si chiamano Donnola sono molto fighi, concordo assolutamente... sono gli Scoiattolini che mi creano qualche problema! XD
harryherm: wow, preveggente! °_° (sul "riproporsi" della vicenda...) Comunque... hai ragione, non mi aspettavo una cosa così saggia da una fan del narusaku come te! XD La tua analisi della situazione che si è venuta a creare tra Naruto, Sasuke e Sakura mi è piaciuta molto, spiega bene le motivazioni e le azioni di tutti, così come io le ho in testa, e sono contenta che tu abbia rivalutato un po' Kiba, ci tengo molto a lui! E' vero, in effetti i gruppi di Kishimoto finiscono per assomigliarsi di generazione in generazione... I tre ninja supremi, il team di Kakashi, Il team sette odierno... l'unica differenza è che, almeno per quanto ne sappiamo, Tsunade non moriva dietro a Orociok! XD Sarà che l'autore è affezionato alla tipologia di personaggi, soprattuto al "tipo Sasuke" e al "tipo Naruto"!
killkenny: ahahahah! Come dire... noto una leggera ostilità verso il nostro piccolo Uchiha, eh? XD E sei in attesa di crisi? Ma che cattivo! (perché sai che ci saranno? Non fare l'ingenuo, su! XD) Comunque il *BLARG* d'esordio è stato spettacolare! XD
arwen5786: rispondiamo con ordine! 1): io il gatto lo adoravo anche prima, ma se tu hai iniziato ad apprezzarlo adesso, beh... meglio tardi che mai! XD 2): ma certo che anche tu hai una speranza con Kakashi! Soprattutto dopo che gli ho mostrato la tua foto... Uhuhuh... Ha apprezzato molto, sai? 3): povera Hinata! XD Lo scorso capitolo ha messo Kiba su un piedistallo, ma per contro ha fatto precipitare Hinata nell'oscuro baratro dell'odio dei lettori! XD Ehh, si rifarà, si rifarà! (Hinata, intendo) 4): il "problema Sakura" è in realtà di facile soluzione: a interrompere quello che avrebbe potuto essere il momento catartico della fic è stata la sua parte razionale, che sa perfettamente che un tradimento con Sasuke distruggerebbe Naruto. La vera incognita è cosa farà la sua parte irrazionale... perché tutti ne hanno una, e soprattutto le donne. In sostanza, quanto a lungo reggerà? O interverrà qualcosa che la spingerà da una parte o dall'altra? Per quanto riguarda Temari... dai, mi aspetto l'intuizione geniale da te! XD (non ci vuole neanche un cervellone, a dire il vero!) Che io sia una persona divertente, intelligente, di spiccata eleganza nonché modestia, è indubbio! Bisogna solo scoprirlo! (e cercare di convincere mia madre che non sono l'anticristo, né la reincarnazione di Satana, magari...) Scherzi a parte, è sicuramente una bellissima cosa che riusciamo a chattare senza lanciarci virus da un pc all'altro, che abbiamo gusti simili e che io ti instilli un po' di sadismo (anzi no, il sadismo no! Già sprizza da ogni lettera della tua fanfic, se poi ci metto mano io è la fine...! ç_ç), non è mica scontato, quando si usa msn! Ho amici con cui sto benissimo al di là del pc, ma che su msn diventano improvvisamente silenziosi e cupi...! Quindi... ci è andata bene! XD
Talpina Pensierosa: tu devi smetterla di adularmi, disgraziata! Se un giorno troverò per terra un quaderno della morte e mi metterò in testa di diventare il nuovo Dio di un mondo perfetto ed epurato dal male, sarà solo colpa tua e dei tuoi complimenti! (citazione da Death Note XD)
Jana: wow, quando vinci la pigrizia ti dai da fare un bel po'! °_°  (e comunque... le versioni di latino si copiano, non te l'ha insegnato nessuno?) Wow, direi che tifi nettamente per Haruka, tra le donzelle dell'harem di Kakashi! XD Chissà se hai ragione oppure no? Chissà cosa frulla nella mia buffa testolina...? Hinata è una povera ragazza innamorata! (detto in tono melodrammatico) Capisco che avere accanto uno come Kiba e non svenirgli ai piedi sia assurdo, ma gli occhi di lei puntano in una sola direzione! Prova per un attimo a dimenticare Kiba e a pensarla soltanto come "colei che guarda Naruto da lontano, sapendo che lui ricorda a malapena che esiste"... non ti fa una gran pena? ç_ç Certo, il piano malvagio per accoppiare Tenten a Neji, liberandoci di entrambe le giovani rampolle Hyuuga, è accattivante (non è vero! XD), ma, ahimè, lo vedo un tantino infattibile! XD Cioè, insomma... tu per Sakura vorresti un harem? XD Già che ci siamo, dopo Naruto e Sasuke, diamole anche Kakashi! E pure Sai, dai! MA INSOMMAAAA! Manteniamo un minimo di contegno, questa è una fic perbene! (e soprattutto, è a rating giallo!) XD Ah, ovviamente continuerò ad aggiornare presto! Alla tabella di marcia non si scappa, no no! U_U
lale16: il buon Kakashi ha adottato metodi più tradizionali per uscire con tutte le ragazze: prendere il biglietto, prego. Nello specifico, una dopo l'altra! XD Il suo scopo? Se non è chiaro già ora, lo sarà tra pochi capitoli! Ahahahah! XD Il modo in cui hai elegantemente ignorato che Sasuke ci ha provato con Sakura e ci è quasi riuscito è stato fenomenale! Penso che riceverò un altro po' di recensioni di questo tipo... uhuhuh...
Jenna Uchiha: peccato che Kiba non si è dichiarato? Io direi: meno male! sai che casino me ne sarebbe uscito? Hinata in crisi, lui in crisi, Hiashi che allunga i tentacoli... no, grazie! XD Non ora che c'è il casino di Sasuke e Sakura in ballo, almeno! Tra l'altro, "queste occasioni" non accadono una sola volta, no no... Come dire... ho la vaga impressione che tu parteggi per la curva nord, quella SasuSaku... non so, potrei anche sbagliarmi... Sai, gli striscioni che inneggiano alla coppia e le trombette che intonano il canto "Sasuke e Sakura per sempre con noi" mi indirizzano da quella parte, ma non si è mai abbastanza certi... XD
Reina: "territorio già colonizzato"! XD Ottima definizione di Sakura, decisamente! Wow, sei la prima a scagliar pietre su Kiba dopo lo scorso capitolo! Mi piacciono le voci fuori dal coro! XD Anche se... povero pulcino, lui ci sta provando a far ri-orientare l'antenna di Hinata... è che è un lavoro difficile! Per quanto riguarda Kakashi, chi ti dice che non sia suo preciso obiettivo farsi scoprire...? Insomma, si sta muovendo in maniera un po' avventata, no...?
Julia83: fiuu, ho passato la prova del fuoco allora? Avevo qualche timore su quel capitolo, perché è una parte importante della storia e c'era il concreto rischio di finire OOC, ma fino ad ora le recensioni sono state positive, e quindi tiro un sospiro di sollievo! E' vero, Sakura non è esattamente il mio personaggio femminile preferito (credo che, assurdamente, sia Tsunade! XD Che, in effetti, è abbastanza simile a Sakura... però NON è come lei! >_<), ma mi rendo perfettamente conto di averla messa in una situazione difficile. Non a caso ho intenzione di trattarla con la dovuta attenzione, cercando di scavare nella sua coscienza e di tirar fuori tutti i suoi dubbi e le incertezze. Così come, d'altronde, farò per Sasuke. Nemmeno lui se la passa tanto bene, vede una luce di speranza e scopre che Naruto ci è arrivato prima, sta cercando di riprendersi, e scopre che c'è sempre qualcosa che tenta di abbatterlo... deve essere frustrante alla lunga (per quanto sia gratificante dal mio punto di vista... *_*)  Oh povero Hiashi, per una volta che non c'entra niente...! XD Lui di Kiba non si impiccia proprio, quello è un aspetto che riguarda solo ed esclusivamente Hinata! Mentre Neji fa tanto il calcolatore, ma sotto sotto... chissà se è davvero tanto freddo! Come hai visto Shikamaru è tornato in scena, ma per lui le cose non sembrano andare tanto bene! E nel prossimo capitolo... peggioreranno! u_u Bacio! ^^ (sì, dopo la preview cupa cupa, saluto con aria frivola e leggera! XD)
sammy1987: Kakashi è un Vero Duro! Se non riesce a uscire da questa situazione lui, allora l'intero genere maschile è perduto! U_U Sasuke ti ha fatto tenerezza? °_° Stiamo parlando dello stesso Sasuke?? Non ti starai confondendo con il piccolo Samurai della canzoncina...? XD Va beh, io sono un po' di parte e dico: Sasuke al rogo!! Muahahahah!! Però... beh, pena ci sta... ma tenerezza? Non era tanto "tenero" mentre si strusciava addosso a Sakura! u_u (sì, sto biecamente cercando di demolire la sua immagine! XD)
Rhymes: innanzitutto, ben arrivato in quest'angolino! Leggere tutti i 42 capitoli di questa fic in un giorno solo è davvero un'impresa titanica, perché sono ben 308 pagine di word scritte a Times New Roman 12! A te un riconoscimento speciale per il coraggio e l'abilità! XD In effetti hai ragione, gliene faccio passare di tutti i colori... è che ho un piano preciso in testa, e devo raggiungere un certo obiettivo (anzi, una serie di obiettivi) entro la fine... senza contare che, se ci fossero davvero periodi "di bonaccia", probabilmente li sintetizzerei con un "due settimane dopo..." XD Ammettilo, dai: che piacere ci sarebbe a leggere solo di missioni che vanno bene, amicizie che durano, tranquillità familiare... al terzo capitolo uno si addormenta sulla tastiera! XD Il ritmo degli aggiornamenti è fin troppo rapido, tranquillo! Ogni due giorni io sono qui!
Mala_Mela: ahh, i cari, vecchi compiti... quando arriverai all'università li rimpiangerai: quelli li puoi copiare, gli esami non te li prepara nessuno... Comunque, nella mia ingenuità avevo scordato quanto possono essere... uhm... come dire... indefinibilmente drammatici i tuoi commenti (anzi, indefinibili e basta XD). Cioè, sei arrivata al punto di dire che provi pena per Sasuke! PER SASUKE! Lo stesso esseruncolo che insultiamo allegramente via msn! Madonna, devo rivedere il mio stile con lui, a questo punto... rischio di traviare troppe menti! Comunque quarantadue capitoli non sono un granché, considerato che ne ho pronti 49 e che sono più o meno a pagina 360... e, in effetti, io prendo lo scrivere fanfic come un tirocinio per il mio futuro mestiere di scrittrice! (zitti tutti, io ci credo! >_<) E quella scena è in arrivo, è già sul mio pc... se un fulmine non me lo manda a catafascio, la leggerai presto! (se me la sono tirata addosso, mi tiro un pugno da sola, giuro) Tra parentesi... sempre più avanti, sempre se nulla scombina i miei piani... potresti trovarti un minuscolo siparietto interpretabile come NejiHina... dedicato a tutti coloro che, come te, "leggono tra le righe"! XD
Rory_chan: povera Sakura, l'unica donna insultata perché NON ha tradito! (sì, ho letto che è la sua unica scusante, ma il motivo dell'insulto non cambia! XD) Ehh, ma i fan della SasuSaku sono terribili, oh sì! XD In ogni caso, posso vantarmi di aver convinto con il NaruSaku, se sento che c'è gente che tifa spassionatamente SasuSaku, ma che ha apprezzato NaruSaku in questa fic! (so che con tutti questi pairing la frase è incomprensibile! XD) Comunque avrai modo di vedere con i tuoi occhi come si evolveranno le cose... Per qualche capitolo sapremo poco del magico trio, ma entro il 49 ci sarà una svolta molto importante! ^_^
tonyesp: oh maledizione! >_<

Aya

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Capitolo 44
*** L'unico uomo ***


Naruto-44

Capitolo quarantaquattresimo

L’unico uomo



Shikamaru arrivò a Suna in meno di tre giorni, rischiando per questo un infarto. Quando raggiunse le alte mura rossicce che circondavano il villaggio, i ninja di guardia insisterono per farlo sedere all’ombra e dargli un integratore vitaminico, convinti che altrimenti avrebbero avuto il suo cadavere sulla coscienza; lui provò a rifiutare, ma la corsa attraverso il deserto lo aveva sfiancato al punto che non riuscì ad opporsi. Fu quindi costretto a perdere mezzora per riprendersi, circondato dai ninja che tiravano un sospiro di sollievo, e poi qualcuno ebbe la bella idea di chiedergli cosa ci facesse nel Paese del Vento.
«Se cerchi l’Hokage, non è ancora tornato dal tuo villaggio» gli fecero notare.
«Lo so» rispose lui, svuotando in fretta la seconda brocca d’acqua e rialzandosi in piedi. «Sono qui per un’altra faccenda. Grazie per l’ospitalità, ma adesso devo proprio andare»
Le guardie lo lasciarono partire, senza fare commenti, ma quando fu fuori portata d’orecchio, tutte e due ghignarono.
Shikamaru Nara era diventato famoso a Suna. E se non era lì per un messaggio o una missione urgente... allora era lì per una persona.
«Dici che torna vivo?» chiese uno dei due ninja.
«Io punto sul no» rispose l’altro.
«Vada per il sì, per me»
Si strinsero la mano, senza rancore.
Per quel che li riguardava, c’erano esattamente le stesse possibilità che il ragazzo vivesse o morisse.
L’ignaro, però, non poteva saperlo; e neppure gli interessava. Corse attraverso Suna, ignorando la sua anima pigra che si lamentava per l’eccessiva attività fisica, fino a raggiungere il palazzo del Kazekage. Un mese prima avrebbe dato un braccio per non raggiungerlo mai, e ora invece avrebbe voluto abitarci di fianco.
Arrivato all’ingresso, si fermò e riprese fiato, asciugandosi il sudore dalla fronte.
«Cerco... Temari» ansimò, maledicendosi perché non sapeva già dove trovarla.
Vide un brillio furbo negli occhi delle guardie, e capì che svelare la sua meta così in fretta lo avrebbe portato un passo più vicino alla morte, dato che Temari aborriva lo spargersi della notizia dei loro ‘rapporti stretti’ – e glielo aveva fatto capire chiaramente quando aveva scagliato il comodino oltre il letto, diretto alla sua testa.
Ma morire gli sarebbe anche andato bene, se prima l’avesse vista.
Al momento sembrava un pensiero dotato di una sua logica.
«In teoria non dovremmo dirtelo...» sussurrò una guardia in tono cospiratorio, facendosi più vicina. «Ma è a casa sua, da quella parte» indicò una via traversa. «Prosegui per trecento metri, poi, sulla destra, vedrai una grande casa rossa. Non puoi sbagliarti, sopra la porta è scolpito il simbolo della Sabbia»
Ah già.
Ovviamente, se stava male, non poteva essere al palazzo del Kazekage.
«Grazie» bofonchiò, sentendosi discretamente stupido, e si avviò lungo la strada che gli avevano indicato.
Sì, ecco, ora c’era un problema.
Nei due giorni e mezzo che aveva impiegato per arrivare fin lì si era immaginato mille volte e in mille modi diversi il suo incontro con Temari. Ma avveniva sempre, invariabilmente, nel palazzo del Kazekage.
Insomma, non era preparato alla sua casa.
In più ci si mettevano anche le parole di Ino, che all’improvviso gli rintronavano in testa, e il suo coraggio veniva meno.
«Sei un idiota, perché lei non ti ama!»
Forse era vero.
Forse era davvero un idiota, e lei non lo amava.
Ma in fondo non importava.
«Sono io che ho bisogno di andare là e vederla»
Era lui che voleva vedere Temari.
Nel palazzo del Kazekage o a casa sua, alla fine era irrilevante. Lui voleva vederla.
Aumentò il passo, scrutando attentamente ognuna delle case sulla destra.
Cento metri.
Accidenti, erano tutte rosse.
Duecento metri.
Ma quella del Kazekage doveva essere più grande delle altre, la sua famiglia aveva sfornato ben due capi villaggio, i soldi avrebbero dovuto uscirgli dal... da tutte le parti.
Trecento metri.
Perché, perché si perdeva in pensieri cretini?
Quattrocento metri.
Ehi.
Era mica quella indietro?
Shikamaru fece dietrofront in fretta, e si accorse che in effetti aveva oltrepassato l’immensa casa rossa con la clessidra scolpita al di sopra della porta. Si diede dell’idiota, e si fermò davanti all’ingresso.
Inspirò a fondo.
«Razza di imbecille che non sei altro! Dovevi proprio aprirla quella porta, eh?! Non potevi svegliarmi e avvisarmi, no! Dovevi fare il figo con la donna nel letto! Sei un demente! Un minorato mentale! E ancora più stupida sono io che ti ho dato retta! Non farti vedere mai più davanti ai miei occhi, o la prossima volta ti tiro dietro il ventaglio! E non sto scherzando!»
No. L’ultimo ricordo che aveva di Temari non lo incoraggiava.
Poteva sperare che fosse tanto malata da non riuscire a sollevare pesi?
Deglutì a vuoto.
Avanti Shikamaru” si disse. “Cerca di ricordare come fa tuo padre a cavarsi dagli impicci con mamma...”
Scappando.
Beh... sarebbe stata una buona opzione...
...Ma lui non poteva scappare, quella volta. Non voleva farlo.
E allora non gli restava che andare avanti a testa alta, e sperare in un’illuminazione geniale al momento opportuno. Desiderò intensamente che i suoi duecento punti di Q.I. sprizzassero scintille come un fuoco d’artificio.
Sulla porta della casa rossa c’era un grande batacchio pesante, scolpito ancora una volta a forma di clessidra, e lui lo usò per bussare. Il suo colpo rimbombò all’interno, tanto forte da essere udito anche fuori, e si spense in un’eco profonda.
La serratura scattò.
La porta si aprì silenziosa, senza cigolare.
Sulla soglia comparve una graziosa domestica, che gli rivolse un sorriso cortese e chiese: «Sì?»
All’improvviso, Shikamaru si sentì la bocca completamente secca.
«Ehm... Temari» riuscì ad articolare alla fine, e quando vide negli occhi della cameriera lo stesso brillio di comprensione degli altri ninja, desiderò sprofondare fino all’inferno, in quel preciso istante e per sempre.
«Oh, entri, entri pure» cinguettò la ragazza, facendosi da parte. «La signorina Temari è in casa, gliela chiamo subito»
«Ehm... no, aspetta» la fermò lui. «Forse è meglio se mi accompagni da lei... non andare sola»
Non ti voglio sulla coscienza”
La domestica arrossì di piacere alla proposta, ansiosa di tendere l’orecchio e poter distribuire notizie fresche a chiunque fosse disposto ad ascoltarla, e fece strada a Shikamaru tutta contenta.
«In questo momento dovrebbe essere nella sua stanza» spiegò salendo le scale in marmo lucente. «Ultimamente ci passa un sacco di tempo, la vedo uscire così di rado...»
Quindi la notizia della malattia non è di pubblico dominio?” si chiese lui seguendola. Ad ogni gradino il suo cuore accelerava un po’ di più, minacciando davvero di fermarsi per sempre, e le sue orecchie smisero di ascoltare le chiacchiere vuote della domestica quando raggiunsero il primo piano e iniziarono a percorrere il corridoio.
Alla fine, com’era ovvio, si fermarono davanti a una porta assolutamente anonima, uguale a tutte le altre.
E fu lì che Shikamaru iniziò a pensare di aver fatto un grosso errore.
La domestica alzò il pugno per bussare, ma lui la fermò.
«Ehm...» si schiarì la voce. «Per caso... Temari tiene quel suo grosso ventaglio in camera?»
«Ma certo»
«Oh. Allora, quando avrai bussato, fatti indietro»
La ragazza gli lanciò un’occhiata perplessa, ma il desiderio di scoprire come si sarebbero evolute le cose era più forte di ogni altra cosa, e così bussò delicatamente.
«Signorina Temari? C’è un ospite per lei»
Dall’interno provenne il suono ovattato di una sedia che si sposta, e poi passi quasi impercettibili.
Shikamaru vide la maniglia della porta abbassarsi con un misto di orrore e trepidazione, e fece spostare la cameriera un poco più indietro.
Infine, la porta si aprì.
E se la trovò davanti.
Gli occhi di Temari erano esattamente uguali a quelli che ricordava, grigio-verdi e dalle ciglia lunghe, e i capelli erano raccolti come al solito, biondi e crespi.
Strano.
Non sembrava particolarmente pallida, o sbattuta, o dimagrita.
Anzi, a voler essere pignoli gli sembrava in salute più che ottima, come se fosse appena tornata da un centro di bellezza.
Ebbe meno di un secondo per ammirarla.
Poi la porta gli fu sbattuta in faccia.
Shikamaru sospirò.
«Sign...!» tentò la domestica, delusa dalla prematura fine del suo aneddoto per la comunità, ma lui tese una mano e le fece segno di stare zitta.
«Ora puoi andare, ci penso io» borbottò.
La luce negli occhi della ragazza si riaccese, insieme a una vena di nuova ammirazione. «Ehm... buona fortuna!» sussurrò emozionata, e lui rispose che gliene sarebbe servita parecchia.
Bussò piano, quasi stancamente.
«Temari? Sto per entrare» avvisò, e, cauto, aprì uno spiraglio.
Attese la bomba a mano, ma quella non venne. Allora, leggermente riconfortato, ebbe il coraggio di aprire del tutto ed entrare.
La stanza era grande ma semplice, essenziale; c’era un letto dalle coperte color ocra, un armadio, una scrivania. Sul piano di legno antico c’era un foglio mezzo scritto, e la sedia era spostata, con il risultato che andava a piegare un angolo dello spesso tappeto che copriva il pavimento. Tutto lo stile, in generale, era riconducibile a quello dello studio del Kazekage.
Temari in quel momento stava transitando dall’armadio al letto con aria corrucciata, e sulle coperte c’era una valigia aperta.
«Che stai facendo?» le chiese Shikamaru, richiudendo la porta e – madornale errore – dimenticando di controllare che la cameriera se ne fosse andata davvero.
«Mi sembra evidente» rispose lei aspra, cacciando un mucchio di vestiti nella valigia.
«Vuoi andartene? E dove?»
«Dove? Oh, non importa!» prese l’unico peluche nella stanza, appoggiato al cuscino, e lo ficcò malamente tra una maglietta e un reggiseno. «Ma suppongo che dovrò scappare, una volta che avrò ucciso il Kazekage e il suo nobile fratello»
Shikamaru faticò, faticò davvero a trattenere il sorriso. Ad ogni istante che passava gli sembrava decisamente meno malata che mai, e la cosa... era esilarante, a ben vedere.
Anche se sapeva che lei stava probabilmente fingendo.
«Solo perché Kankuro me lo ha detto?» ribatté, infilando le mani in tasca.
«Gli avevo espressamente vietato di farlo. Gli avevo detto che non volevo, gli avevo detto che se ti fossi presentato davanti ai miei occhi avrei ucciso te e lui... ma quello fa sempre di testa sua. Anche quando avevo quattro anni e mi piaceva quel bambino, lui si è messo in mezzo e ha rovinato tutto!» prese una manciata di kunai e li gettò sopra i vestiti e il tigrotto di pezza. «Ah già, dovrò far fuori anche te» ricordò all’improvviso.
Shikamaru sbuffò, di umore molto più leggero. Era sopravvissuto al primo incontro, e lei parlava di ucciderlo ma non degnava di un’occhiata i kunai nella valigia... le previsioni sembravano abbastanza rosee.
«Sei sempre la solita super-donna, eh?» commentò, studiando con interesse i suoi tentativi di richiudere la valigia che esplodeva. «Vuoi fare tutto da sola, superare tutto da sola... Ma non sei sola»
Si avvicinò, la scostò gentilmente, e si piegò sulla valigia. «Io... capisco che sia difficile» disse, sforzandosi di far combaciare i bordi e le cerniere. «Cambierà tutto, Kankuro me lo ha detto... ma non devi dimenticarti di me. Io ci sarò sempre, e...» piccola pausa per uno sforzo maggiore, il primo centimetro di cerniera. «...anche se questa malattia dovesse sfigurarti, o... avere danni permanenti... io sarò sempre al tuo... fianco! Oh! Fatto!»
Shikamaru si raddrizzò, e contemplò soddisfatto la sua opera: le cerniere della valigia sembravano sul punto di cedere e la stoffa era bitorzoluta e tesa, ma era indubbiamente chiusa.
A quel punto si voltò verso Temari.
«Mi permetterai di restarti vicino?» le chiese, serio, e non gli sarebbe importato, anche se lei non lo avesse amato. Voleva solo starle accanto.
Lei lo fissò ad occhi spalancati.
Aprì la bocca per dire qualcosa, poi la richiuse. Incrociò le braccia sul petto, gesticolò a vuoto, tornò a incrociarle. Lo oltrepassò, arrivò alla scrivania, prese il foglio che stava scrivendo, lo rimise giù, e raggiunse l’armadio.
Mentre Shikamaru si chiedeva se la sua malattia non compromettesse l’uso della ragione, lei si voltò bruscamente e lo fissò, con sguardo indagatore.
«Esattamente... che cosa ti ha detto Kankuro?» chiese in tono casuale.
«Ehm... che eri malata...» rispose lui, improvvisamente insicuro. «...Che non saresti guarita, che la tua malattia si sarebbe trascinata per tutta la vita... che non saresti mai più stata la stessa...»
Temari sbatté le palpebre, e poi chinò la testa, una mano a coprire gli occhi.
«Quella testa di...» mormorò, e l’ultima parola andò persa nel borbottio. Lentamente, risollevò il capo e inspirò a fondo.
«Shikamaru. Io non sono malata. Sono incinta»
E in quel momento le cerniere della valigia cedettero, e i kunai volarono da tutte le parti, insieme ai vestiti e al malcapitato tigrotto di peluche.


Da tre giorni non lo vedeva.
Da quell’infausto abbraccio che stava per trasformarsi in bacio, Sakura si era tenuta lontana dalla stanza di Sasuke. Aveva passato tutto il suo tempo nel laboratorio al pianterreno, aveva sintetizzato un nuovo, blando calmante, e ne aveva prodotto in quantità industriali. Aveva studiato le analisi dell’Uchiha, ne aveva fatte altre, aveva provato a fare ragionamenti strani per arrivare a una nuova soluzione, e aveva anche passato tante ore a fissare il cielo fuori dalla finestra, con la testa completamente vuota.
Ma questo né Sasuke né Naruto potevano saperlo.
Il biondo non poteva sapere nemmeno dell’abbraccio.
Eppure, nella stanza dell’Uchiha all’ultimo piano dell’ospedale, l’atmosfera era molto più che gelida.
«Mi sembra che tu stia meglio» commentò Naruto, a qualche passo dal letto.
«Sì» rispose Sasuke, senza staccare gli occhi dal libro che stava posato sulle sue ginocchia, e che trattava di economia.
«Le cure di Sakura hanno effetto, eh»
A quelle parole l’Uchiha si irrigidì impercettibilmente, e lui lo notò.
«Mh...» mormorò vago, stringendosi nelle spalle.
Naruto rimase in silenzio per qualche istante, ad occhi bassi.
Da quando Sasuke era tornato a Konoha, ormai quasi due mesi prima, in sua presenza non aveva mai fatto o detto nulla che lasciasse intendere che stava con Sakura. Non un gesto d’affetto, non un cenno di troppo, sempre la distanza giusta e il tono giusto.
Nemmeno lui sapeva perché l’aveva fatto.
Forse perché inconsciamente sapeva che Sakura si sarebbe trovata a disagio, o forse... perché aveva paura di scoprire la reazione di Sasuke.
Ma quel giorno aveva bisogno di conoscerla.
Sentiva che era la chiave di tutto.
«Sai... io e Sakura stiamo insieme» disse, studiando l’Uchiha di sottecchi. «Lei vive con me»
Sasuke smise di far scorrere gli occhi sulla pagina.
Sapeva benissimo che Naruto e Sakura stavano insieme, era stata lei stessa a dirglielo. Ma probabilmente Naruto non ne era al corrente, e quindi si aspettava una reazione.
«...Ah sì?» disse, cercando di mantenersi più neutro possibile, e riprese a leggere.
«Sì» replicò Naruto, con forza. «Io la amo. E anche lei mi ama»
«Ah... bene» un commento vago, disinteressato.
«Anche tu dovresti innamorarti di qualcuno, velocizzerebbe la tua guarigione»
Sasuke fece un sorriso sprezzante, e alzò gli occhi neri a incontrare i suoi azzurri. «Stai suggerendo una delle infermiere?» chiese sarcastico. «Non ce n’è una che meriti anche solo di essere guardata...»
«E tra i dottori?» insisté Naruto, cercando il minimo segno di colpevolezza come un drogato è alla ricerca del tormento dell’ago che penetra nella carne.
Sasuke lo fissò, in silenzio. «Dove vuoi arrivare?» chiese dopo alcuni lunghi secondi. «Gli unici dottori che si occupano di me sono Sakura, la donna dai capelli scuri e l’Hokage»
Altro silenzio, altra pausa.
«...Vuoi sapere se mi sto innamorando di lei, Naruto?»
Un muscolo guizzò sul collo del biondo, che pure rimase impassibile.
«Ti stai innamorando di lei?» chiese, freddo. Non c’era bisogno di fare il nome di Sakura per sapere di chi parlavano.
Sasuke sostenne il suo sguardo, senza rispondere. Poi, abbassò di nuovo gli occhi sul suo libro. «Non dire stronzate» mormorò. «Io non ho bisogno di innamorarmi di nessuno. Ora ho altre preoccupazioni più pressanti»
Naruto abbassò le palpebre, incerto.
Doveva credergli? Il suo tono era stato perfetto, indifferente e un po’ seccato... ma le sue esitazioni? Da dove uscivano quelle? Erano normali?
«...Va bene» disse piano.
Per quel giorno gli avrebbe creduto. Perché lui era Sasuke, e avrebbe creduto a qualunque cosa fosse uscita dalla sua bocca.
E anche... perché aveva detto esattamente le parole che voleva sentire.
«Ora devo andare, c’è una missione che mi aspetta» proseguì, di umore più leggero. «Tu continua a migliorare, la settimana prossima voglio sfidarti»
Gli sorrise, e con un cenno se ne andò, accantonando lo strano comportamento di Sakura e tutti i suoi timori.
Non sentì il gorgoglio basso nel suo stomaco, come le fusa di un grosso, grosso felino...
Sasuke, dal letto, aspettò che la porta si richiudesse e smise di muovere gli occhi sulla pagina della quale non capiva nulla.
Si passò una mano tra i capelli, stringendo i denti.
«Ti stai innamorando di lei?»
Lui l’aveva abbracciata, sì. Aveva provato a baciarla.
Ma era stato respinto.
Non aveva tempo per l’amore. Ora la sua unica preoccupazione doveva essere la salute, e il marchio maledetto che lo corrodeva... perché lui aveva un obiettivo.
Di nuovo, dopo tanto buio, aveva un obiettivo... ed era la cosa più importante di tutte.
Eppure, l’immagine di quell’illusione non se ne andava...


Il tigrotto di peluche era più morbido del previsto.
Nell’esplosione della valigia era volato fino al soffitto e gli era caduto in testa, e ora stava in bilico sul ciuffo ad ananas, con la coda che cadeva penzoloni sul suo naso.
Shikamaru non si diede la pena di spostarlo.
Immobile, rigido come un pezzo di legno, fissava Temari; e il mondo gli cadeva addosso.
Un bambino.
Che cresceva dentro di lei.
Oh, sicuramente Temari non sarebbe più stata la stessa. Sicuramente sarebbe cambiata ogni cosa. Sicuramente se lo sarebbe portato dietro tutta la vita... Kankuro, in fondo, non aveva mentito.
«...Di chi è?» chiese piano.
Un lampo di irritazione passò nello sguardo di lei. «E’ mio, solo mio. Non ti preoccupare, non ho la minima intenzione di obbligarti a prendertene cura, anzi non ne voglio sapere niente. Passare il resto della mia vita con te? Non riesco a immaginare futuro peggiore!» sbottò sprezzante, parlando un po’ troppo in fretta.
«Stai dicendo... che è nostro figlio?» domandò Shikamaru con un filo di voce, e se il mondo tornò a reggersi da solo, questa volta fu il terreno a scomparire da sotto i suoi piedi. «No» disse, come un automa. «No, non è possibile... abbiamo sempre usato tutte le precauzioni, non può...»
Lei sollevò un indice, interrompendolo.
«Mi spiace deluderti» sibilò. «Ma c’è stata una volta in cui non abbiamo pensato alle conseguenze. Un’unica, stupida volta... in cui tu hai voluto fare il grand’uomo e ti sei lasciato travolgere dalla passione contro il muro del palazzo del Kazekage»
I ricordi di quella notte tornarono a Shikamaru confusi, avvolti in una nebbia di piacere che distorceva tutto.
Possibile?
Era stato davvero tanto idiota?
«Ma... ne sei assolutamente certa?» chiese smarrito. «Non... non c’è stato nessun altro... nessuno che...?»
«Solo tu» rispose lei, e il suo tono era... ferito. «L’unico maledetto uomo della mia vita...» mormorò. «...E a quanto pare ho scelto anche male»
Distolse lo sguardo, e con la scusa di recuperare un reggiseno volato sull’armadio gli diede le spalle.
Sentiva un nodo in gola, gli occhi le bruciavano.
Aveva sempre avuto un ciclo perfetto, regolare come un orologio, e aveva sempre capito quando era malata e quando c’era qualcosa che non andava nel suo corpo.
Tre giorni dopo aver cacciato Shikamaru dalla sua stanza tra urla e insulti, c’era stato il ritardo.
E ora, a due settimane dalla famosa notte, era assolutamente certa di essere incinta.
Non aveva bisogno dei risultati delle analisi, lei lo sapeva. Lo sentiva. Se chiudeva gli occhi poteva vedere un puntino minuscolo che palpitava dentro di lei, sempre più grande ora dopo ora, e poteva immaginare come sarebbe stato nove mesi dopo, con tutte le sue ditina, e gli occhi grandi, e la bocca socchiusa...
...Lei lo vedeva.
E lo amava.
Lo aveva amato dal primo istante in cui ne aveva avuto il sospetto.
Nemmeno per un istante aveva pensato di liberarsene, anche se avesse significato crescerlo da sola.
Aveva avuto paura di dirlo a Shikamaru.
Era successo tutto così all’improvviso, dopo la lite a Suna... con che faccia poteva ripresentarsi davanti a lui e dirgli “prenditi le tue responsabilità di padre”?
Non ci sarebbe mai riuscita.
Il pigro, l’adolescente, immaturo Shikamaru Nara... Che prendeva in mano la situazione e cresceva all’improvviso, per essere padre.
Non sarebbe mai successo.
Mai, nemmeno nei suoi sogni più fantasiosi.
Aveva confessato a Gaara e Kankuro di essere incinta, perché loro erano la sua famiglia e dovevano sapere, ma nessun altro ne era a conoscenza.
E Shikamaru non avrebbe mai, mai dovuto scoprirlo...
...Così lei si sarebbe evitata la scena penosa che invece stava vivendo.
Lo aveva chiesto, ai suoi fratelli. Quando il più piccolo se ne era uscito con la proposta improvvisa di fare una riunione a quattr’occhi con Tsunade, lei li aveva avvertiti: “provate soltanto ad avvicinarvi a lui per dirglielo, e io giuro che vi uccido, incinta o meno”
Ma naturalmente non l’avevano ascoltata.
Probabilmente nutrivano un po’ troppa fiducia in Shikamaru... molta più di quanta ne meritava, se il suo primo commento era stato ‘di chi è?
E dire che gli aveva detto tante volte che lui era l’unico, che era speciale... pensava che lo sapesse, che lo avesse capito...
...La notte in cui l’aveva spinta contro il muro, la notte che li aveva portati a quel punto, era stata felice.
Per una volta, per la prima volta, aveva pensato che finalmente era riuscita a risvegliare il suo interesse, che non era solo lei a voler stare con lui, che per lui... contasse qualcosa.
Ma non aveva capito niente.
Di Shikamaru Nara, lei non aveva capito niente.
Asciugò in fretta le lacrime, lottando perché i singhiozzi non la tradissero, e continuò a raccogliere i vestiti sparsi per la stanza dandogli le spalle. Arrivata alla scrivania, vide che un kunai si era conficcato nella lettera che stava scrivendo prima che lui arrivasse.
Una lettera per lui.
Una lettera che non aveva intenzione di mandare, ma che l’aveva fatta stare un po’ meglio... finché non si era presentato alla sua porta, in carne ed ossa.
«Io...» mormorò Shikamaru a quel punto, con una voce strana che non gli apparteneva. «...Ho bisogno di tempo per pensare»
Lei, che aveva trattenuto il fiato quando lui aveva iniziato, chiuse gli occhi.
Tempo...
...Significava che non sarebbe più tornato.
«Vattene» disse, posando le mani sulla scrivania. «Vai al tuo villaggio»
«Quando avrò riflettuto su tutto quanto, tornerò» ribatté lui, avvicinandosi alle sue spalle. «Te lo prometto»
Lei sorrise amara, senza dire nulla, perché se avesse parlato la voce incrinata avrebbe svelato che piangeva.
Shikamaru tese una mano verso la sua schiena, esitante... poi la ritrasse, e se la passò sul viso tirato.
«Ciao...» la salutò, e uscì dalla stanza.
Temari rimase sola, lei e il suo bambino, lei e la creatura che avrebbe cresciuto senza l’aiuto di nessuno. Sarebbe stata forte, per il bene di lei o di lui, avrebbe lottato e sarebbe andata avanti.
Ma ora... almeno per un attimo... ora che quella piccola luce era soltanto un puntino lontano... voleva essere debole.
Voleva piangere.
Voleva Shikamaru e voleva un’altra realtà.
Non voleva essere sola.

Shikamaru scese le scale di marmo con la testa che girava.
Non sapeva che diavolo pensare, non riusciva a fare due più due, figurarsi a riflettere su una cosa simile.
Temari era incinta. Di suo figlio.
Da qualche parte, nel suo corpo, una nuova vita stava crescendo silenziosamente... e lui ne era il responsabile. Lui, per una notte di piacere, aveva creato un nuovo, minuscolo essere vivente... che un giorno lo avrebbe chiamato papà.
Forse.
Forse?
Cos’era quell’esitazione?
Si fermò, al penultimo gradino.
Lui era il padre di quel bambino. Aveva delle responsabilità. Non poteva permettersi i ‘forse’. Non esistevano, per lui.
D’altro canto...
...Un bambino...
Un bambino era una grande, grandissima responsabilità. Un po’ troppo grande per un ragazzo pigro e mai cresciuto.
Se non fosse stato in grado di essere un buon padre?
Il pensiero lo colpì come un pugno in pieno stomaco, togliendogli il respiro.
C’erano troppe cose che non sapeva... era stupido, infinitamente stupido. Con che coraggio avrebbe potuto dire a un bambino cosa era giusto e cosa era sbagliato? Come gli avrebbe insegnato a vivere, se non lo aveva capito neanche lui?
Si passò una mano sul viso, e la sua testa prese a pulsare dolorosamente.
Doveva tornare a casa.
Parlarne con suo padre, con il maestro Asuma, con Choji, persino con Naruto... Ascoltare i pareri degli altri lo avrebbe aiutato a capire cosa fare.
Fece gli ultimi due gradini, e fu nell’atrio. Dal momento che la domestica non si vedeva da nessuna parte, decise che avrebbe aperto la porta da solo, pur di non perdere altro tempo, e posò la mano sulla maniglia lucente.
«...Te ne vai?» gli chiese una voce fredda all’improvviso.
Un brivido corse lungo la sua schiena. Non si voltò, ma chinò il capo.
«Ho bisogno di riflettere» mormorò. «E per farlo devo parlare con qualcuno»
Silenzio alle sue spalle.
Shikamaru ricordava com’era fatto l’ingresso, e a giudicare dall’eco della voce, poteva immaginare cosa ci fosse dietro la sua schiena: c’erano le scale che si snodavano verso l’alto, preziose e imponenti, e, al di sotto, una zona d’ombra. Lì, molto probabilmente, stava Gaara, sesto Kazekage del villaggio della Sabbia.
La sua mente si rifiutava di immaginare la sua espressione: il tono della voce era sufficiente, e la memoria lo riportava all'esame di selezione dei chunin di sei anni prima, a una scena da incubo nell'ospedale della Foglia...
Quando era arrivato?
«...Non metterci troppo» una minaccia, nient’altro che una minaccia, e neanche velata. «E... attento a cosa decidi»
Un fruscio.
Shikamaru fu sicuro che, se si fosse voltato, non avrebbe più trovato Gaara alle sue spalle.
Ma non rimase ad accertarsene.











Nel prossimo capitolo:

«Però io... non so cosa devo fare. Da un lato vorrei occuparmi di ogni cosa, dirle che penserò a tutto e che andrà bene, e dall’altro la sola idea mi terrorizza. Ho parlato con il maestro Asuma, con Choji, con Naruto... ognuno di loro mi ha detto una cosa diversa, e tutti sembravano convinti che alla fine dovrei farmi carico del bambino. Ma io non so se sarò un buon padre, non so come andranno le cose, non so nemmeno se Temari mi vorrà più... e in questo momento la mia testa rischia di scoppiare, e non dormo non so da quante ore, e tu sei la mia ultima spiaggia, papà. Dimmi cosa devo fare»









*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *


Spazio autore

Altro capitolo che mi suona "strano", e non so davvero perché!
Inizio ad essere preoccupata... spero che sia solo colpa del fatto che sono un po' stanca, in questo momento.

Comunque, la malattia di Temari non era proprio una malattia.
Complimenti a tutti voi che lo avete indovinato (anche se non era così difficile)!
La domanda che voglio farvi, però, è...
ma siamo proprio sicuri che sia incinta?
Cioè, lei ne sembra convinta, ma non abbiamo esami, test, nulla di nulla...
...ci sarà da fidarsi del suo istinto?

E finalmente Sasuke ha sentito anche dalle labbra di Naruto della sua storia con Sakura,
e nonostante tenti di convincersi che non ha tempo per l'amore, quell'immagine non se ne va...
Forse avrete pensato che l'inserto su loro due fosse soltanto un'interruzione bastarda per creare suspance dopo la rivelazione della gravidanza,
ma in realtà sappiate che è tutta la faccenda di Temari e Shikamaru ad essere l'inserto.
Al centro dell'azione, nella mia testa, c'è sempre il magico trio...
...e, in questo momento, avevo bisogno che passasse un po' di tempo! XD
Non a caso, Sasuke tornerà a farsi vivo anche nel prossimo capitolo!

Attenzione attenzione, è stata inaugurata una nuova sezione nella mia pagina personale!
Ovvero...
Coming soon
Uhuhuh...

harryherm: a te l'onore (?) della prima risposta! Che dire? Il "sentore" era fondato, Temari è incinta (ne è convinta, se non altro)! Mi fa piacere che ti sia riuscita sopportabile in questa fic, a quanto pare è un "problema" comune... anche Sasuke, che pure sta sulle balle persino a me, risulta quasi simpatico! XD Ino, ahimè, avrà anche lei il suo momento di gloria (tutti ce l'hanno in questa fic, o quasi...), e l'emoboy, purtroppo, NON schiatterà per i sedativi... Cioè, se deve schiattare lasciagli almeno una morte più degna! XD (o più infima, chissà...) Mi chiedi a che punto siamo di Sinners, eh? Uhm... a buon punto, direi. Tra qualche capitolo ci sarà l'avvenimento principale di tutta la storia (quello che le dà il titolo), e poi le sue conseguenze, e la fine. Il problema sono le vicende di contorno, che devono raggiungere la loro naturale conclusione (e mi riferisco in particolar modo a ciò che riguarda Tenten, Neji, Hinata, Kiba, Ino, Sai e Kakashi)... e che probabilmente finiranno per dilatarmi qualche capitolo... ç_ç Facendo una previsione ottimistica, dovrei aggirarmi attorno ai 60 capitoli. Probabilmente andrò oltre... T__T In ogni caso... staremo insieme a lungo... uhuhuh...
killkenny: queste frecciatine, eh... "e chissà quante altre"... vedi lontano, eh? ^_*
1992: un'altra che ha previsto la dolce attesa di Temari, eh? XD Sarà merito della gioia provata nel vedere l'umiliazione di Sasuke e Ino? Chi può dirlo? Oh no, la tua demenzialità mi mancherà terribilmente! (sto, ovviamente, esagerando...) Come camperò fino al prossimo capitolo?? (camperò benissimo, credimi! Un po' depressa, ma indubbiamente viva! XD)
arwen5786: ebbene, signorina, alla fine la nostra Temari è in (presunta) dolce attesa! Ci avevi preso, visto? Ma non potevo aspettarmi altro, dai! Solo Shikamaru non ci è arrivato! XD Ino, povera crista, al momento non può intralciare un bel niente. Tornerà a farsi viva tra qualche capitolo, ma chissà in che toni... Eh, nessuno più di me si deprime per gli effetti devastanti di Sasuke... povero Narutino mio bello, perché ti tratto così male?? Meno male che avrai la tua rivincita! *_* Posso con assoluta certezza garantirti che Rin si è levata completamente dalle scatole! U_U Dal momento che ne resterà solo una, ho dovuto iniziare a sfoltire il gruppo... (sì, lo so che alla fine Kakashi sarà tuo, lo so... anche lui è piuttosto incline a questa piega degli eventi, sai?) Ohoh, visto che particina ha avuto il bel Gaara? Un po' di vecchio e sano terrore in corpo al nostro Shika... uhuhuh... come ai tempi dell'esame per chuunin! (prima della fine della fic, la sua immagine di Duro e Freddo verrà biecamente demolita dalla sottoscritta! XD)
Veleno94: come ho già detto più o meno a tutti, io AMO le recensioni-fiume! XD Anche perché se voi lettori commentate tanto, io rispondo tanto, e posso sbizzarrirmi con i miei pseudo-spoiler ingannatori! (imparerai a conoscerli... uhuhuh...) Il personaggio di Itachi mi è troppo caro per lasciarlo sadico bastardo e basta. Cioè, è una persona intelligente, no? Malvagio, ma intelligente. E mi rifiuto di credere che la sua personalità sia così "piatta" da poter essere definita con un'unica parola! U_U Visto che questa è una long-fic, ho avuto la possibilità di analizzarlo un po' più a fondo, e me ne sono ampiamente approfittata! XD (tranquilla, non ti chiamerò mai pazza finché mi dirai che i miei personaggi ti sembrano "umani"! Anzi, potrei inchinarmi e adorarti... XD) Ahh, la parte di Obito... per scriverla ho usato una canzone su cui normalmente sputerei, da quanto è melensa, e mi sono anche riletta la parte del passato di Kakashi... ç_ç Però ci tenevo, perché io Obito lo amo! (confesso che, se un giorno avrò tempo e voglia, è nei miei piani scrivere qualcosa su di lui...) Sai che giusto ieri stavo rimuginando su Shikamaru? E mi sono detta: ma quale Ino, quale Temari... nella sua testa c'è sempre stata un'unica persona! Però... non ti dirò chi, perché avrei una mezza idea di cavarne una one-shot...! XD Non sia mai ch'io rovini la sorpresa! Purtroppo anche questa volta il magico trio è comparso poco, e, fino al capitolo 47, le cose andranno avanti così... D'altro canto, ho bisogno di sbrogliare un po' di matasse prima dell'avvenimento clou della storia! U_U
Hila92: e chi ti dice che Sakura non stia "tornando in sé" ora? Chi ti dice che la Sakura che sta con Naruto sia la vera Sakura? (attenzione: tutto ciò che dico in questa sede serve a sviarti e mandarti in confusione, quindi credici solo a metà! XD) Ino è riuscita a impietosire, quindi? Mi spiace, non era mia intenzione...! (anche se, alla fine, anche io mi sono sentita un pochettino triste per lei...) Purtroppo ancora per un po' sarà abbastanza patetica da suscitare le tue simpatie, temo...  Ahh, finito Harry? Per quel che mi riguarda la fine è stata un po' deludente... non l'epilogo, ma la fine-fine. Cioè, mi è sembrata un po' frettolosa. Me lo rileggerò, comunque, anche perché quando l'ho terminato io era in inglese e avevo la vista offuscata dalle lacrime, chissà che non mi sia sfuggito qualcosa! XD
Reina: povero, povero Kiba... Visto e considerato che gliene farò passare ancora molte, non posso fare a meno di provare molta compassione per lui! Spero che ora dell'ultimo capitolo la tua opinione nei suoi confronti sarà un pochettino cambiata! E Kakashi... uhuhuh, chi ti dice che lui non voglia precisamente "rovinarsi la piazza"...?
sammy1987: Temari ti sembra ancora tanto forte e superdonna, dopo questo capitolo? ç_ç Ora come ora, nessuno dei miei personaggi è messo molto bene...! XD Forse giusto Haruka! Insomma, tu hai già tutto un piano in testa! Sakura molla Naruto, che si mette con Hinata, che libera Neji di un peso! Non fa una grinza! XD Peccato che Naruto non sarebbe tanto d'accordo, ora come ora... Un'altra che ha finito Harry! Ultimamente mi sento molto scienziata pazza... sto studiando le diverse reazioni alla fine della saga, come una scema di studiosa...! XD
Julia83: non ci credo! Sono riuscita a far provare pena per Ino anche a te! Ma basta! Perchè mi tiro la zappa sui piedi in questo modo?? Di questo passo, anche Shika finirà per averne compassione! XD Povero Kankuro, e dire che ha un ruolo infinitamente marginale nella fic! Viene definito addirittura detestabile! Guarda, se Sakura andasse fuori di testa il gatto si difenderebbe benissimo! XD Di sicuro è quello più attrezzato, in casa, niente e nessuno potrebbe fargli del male! E cosa vuoi che faccia a Ino, che è l'ultimo dei suoi problemi?? XD
Talpina pensierosa: ormai di tue "drabble che mi piacciono tanto" ce ne sono un'infinità! XD
kage_naru89: wow, il tuo ragionamento ricalca in pieno quello di Shika! °_° Mi fai paura... Comunque, in questo capitolo Temari ti è sembrata ancora tanto altezzosa e sadica? Personalmente la trovo una donna arrogante, sì, ma non riesco a dimenticare che quando Sakura ha salvato Kankuro dall'avvelenamento lei si è accasciata contro il muro per il sollievo... quindi ha anche un lato più fragile, che salta fuori quando si parla delle persone che per lei sono importanti! Sakura, Sasuke e Naruto hanno un rapporto complicato. Sakura è tra i due e continua ad ondeggiare, e sia per Naruto che per Sasuke il gruppo 7 è tutta la famiglia rimasta... se l'equilibrio del trio dovesse spezzarsi, sarebbe indubbiamente una tragedia. Sasuke è il bel tenebroso solitario, certo, ma lo era finché aveva Itachi da uccidere. Ora Itachi è morto, ciò che gli occupava completamente la testa è scomparso, ed è libero di ripensare la sua vita e rendersi conto che manca di tante cose... ma cosa deciderà di procurarsi, prima di tutto? Ah! Mi fa piacere sapere che anche Redenzione ti piace, ci ho messo un sacco di impegno a scriverla! (e tuttora sto rivedendo gli ultimi passaggi...) Il mio obiettivo era precisamente far piangere qualcuno, se mi dici che tu lo hai fatto non ti ritengo cretina, ma soltanto infinitamente gratificante! XD
Rhymes: rispondo sempre, per questo non devi preoccuparti! XD Ma, OVVIAMENTE, non rispondo a domande come "che hai in mente per Ino?" XD Su su, non mi vorrai mica far svelare i dettagli??
Mala_Mela: sei consapevole del fatto che "la tua scena preferita" è un composto di quattro righe messe per sfizio, senza alcuna utilità logica o che? XD Sarà un minuscolo siparietto che vedrai alla fine di un certo capitolo, niente di più! Accidentaccio, ho ancora il tempo contatooooo! Voglio una stramaledettissima connessione domestica! >_< (MA CHE DIAVOLO C'ENTRA "POTERE AI PICCOLI"?? XDD)

Aya

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Capitolo 45
*** Il cavallo e la regina ***


Naruto-45

Capitolo quarantacinquesimo

Il cavallo e la regina




Quando Sakura tornò a farsi viva nella stanza di Sasuke, lui stava mangiucchiando
svogliatamente una ciotola di riso e verdure bollite.
La porta si aprì senza che nessuno bussasse, e lei fece il suo ingresso guardandosi bene dall'alzare gli occhi dal plico di fogli stropicciati che teneva in mano. Lui rimase con il boccone a mezz’aria e la bocca aperta, a fissarla, e il suo stomaco si chiuse di scatto.
Un orgoglio ferito è un orgoglio ferito, dopotutto.
«...Sembra che le cose vadano meglio...» mormorò lei ai piedi del letto, sfogliando distrattamente le pagine. «...per quanto riguarda la tua salute. Ma il sigillo è ancora lì, e il veleno è ancora in circolo...»
Sasuke mise giù le bacchette, e fissò con ostentazione il vassoio sulle sue ginocchia. Sakura fece il giro del letto, fino a raggiungere il comodino, e sfilò di tasca un contenitore pieno di pillole di un colore indefinito per posarvelo sopra. A quel punto, evitando accuratamente di incrociare lo sguardo di Sasuke, gli sentì rapidamente il polso.
Era leggermente accelerato.
Per precauzione, spostò la mano alla fronte. No, non era caldo.
Allora la tachicardia?
Doveva essere colpa del sigillo. Il sigillo, certo.
Dovevano trovare in fretta una cura. Se solo avessero avuto a disposizione Orochimaru, o il suo corpo...
...Era dannatamente brava a pensare a tutto, fuorché a ciò cui doveva davvero pensare.
Sasuke rimase rigido e immobile nel letto, senza aprire bocca.
Si comportavano come due estranei, come se non fossero mai stati compagni di squadra, come se lei non gli avesse mai detto ‘ti amo’ e come se lui non avesse cercato di baciarla, fallendo miseramente.
Come se fossero sempre stati soltanto un medico e il suo paziente.
Dopo tutti i controlli di routine, Sakura si fermò tra il letto e la porta, gli occhi puntati fuori dalla finestra. Si morse il labbro inferiore, apparentemente distratta.
«Sasuke... Sei più stato nel tuo quartiere?» gli chiese vaga.
«No» rispose lui secco. «Non sono più uscito dall’ospedale»
«Ah. Dovresti farlo, invece, ti farebbe bene» mormorò lei. «Magari fatti accompagnare da qualcuno»
«Potrei chiedere a Naruto» disse lui, e sapeva che l’avrebbe vista irrigidirsi.
Finalmente incontrò i suoi occhi, spaventati e arrabbiati.
«...E’ stato qui?» domandò, ansiosa.
«Sì» rispose lui. «Ha paura di me»
«Che sciocchezza» Sakura si voltò bruscamente, raggiungendo la porta a grandi falcate per nascondere il rossore colpevole. «Non è vero. Non ha niente da temere»
Afferrò saldamente la maniglia, aprì la porta, e se ne andò così com’era arrivata, dopo neanche dieci minuti.
Sasuke fissò il suo pranzo, disgustato.
«Non ha niente da temere»
«Maledizione...!»
Perché era stata così brutale?
E perché a lui aveva fatto tanto male?
Non aveva tempo per l’amore, aveva un nuovo obiettivo e una nuova ragione cui dedicare tutto sé stesso... e allora perché se pensava a lei non riusciva più a concentrarsi su altro?
Strinse i pugni, e si piegò in avanti.
Se non fosse stato così debole, se non fosse stato marchiato, se Naruto non avesse ucciso Itachi, le cose avrebbero potuto essere molto diverse...
E invece...
...Invece...


«...Sono stati i cinque minuti peggiori della mia vita, anche più brutti di quando ho chiesto la mano di Kurenai»
Asuma inspirò dalla sua sigaretta, studiando la scacchiera davanti alle sue gambe incrociate.
«Per questo, Shikamaru...» proseguì, facendo la sua mossa. «...la prossima volta che decidi di prenderti una settimana di vacanza alla Sabbia, fammi il favore di non farti beccare da Ino. Scacco»
Shikamaru non tese un muscolo, dall’altra parte del tavolo di gioco. Lo sguardo fisso sulle sue pedine e le spalle curve, fissava la partita con occhi segnati. Quella notte, dopo essere tornato da Suna, nonostante la stanchezza non era riuscito a prendere sonno.
Asuma lo sbirciò di nascosto.
«Tocca a te» gli fece notare.
«...Sono indeciso» mormorò lui. «Potrei fare due mosse: con una sacrificherei la regina e metterei al sicuro il re... con l’altra sacrificherei il cavallo e salverei la regina, ma poi non saprei davvero cosa fare con il re...»
«Hn?» fece Asuma, perplesso. «Mi sembra una scelta ovvia»
«Già, sembra una scelta ovvia...» ripeté Shikamaru, piano.
Cadde il silenzio, mentre il più anziano dei due fissava l’altro, confuso.
«Shikamaru... è successo qualcosa alla Sabbia?» chiese cauto.
Shikamaru sbuffò, e appoggiò i gomiti alle ginocchia, chinando la testa.
«Temari è incinta»
«...Oh» Asuma diede un altro tiro. «...E tu stai così perché è di un altro o perché...?» lasciò in sospeso la domanda.
«Mi sa che è mio»
«Oh»
La cenere cadde silenziosa dalla sigaretta, precipitando sul legno del portico. Asuma la disperse con un breve movimento, sbattendo lentamente le palpebre.
Aveva sempre pensato che Shikamaru fosse un genio. Pigro, svogliato, brontolone, però intelligente.
Ma di tutte le cazzate e gli errori che avrebbe potuto fare, mai si sarebbe immaginato che sarebbe incappato nel più stupido e irrimediabile di tutti.
Pensava che un giorno si sarebbe trovato a dover scegliere tra Temari e Ino, e pensava che sarebbe stato il problema più grande della sua vita.
Evidentemente era stato troppo ottimista.
«...E quindi?» chiese piano. «Ora cosa succede? Lei vuole tenerlo?»
«Sì»
«E vuole qualcosa da te?»
«No. Ha detto che è soltanto figlio suo, e che sono troppo immaturo per occuparmene»
«E tu?»
«Io... non lo so. Si tratta di un bambino, di qualcosa di vivo... di fragile. Ho già fatto un errore quando l’ho involontariamente creato, se continuassi a sbagliare anche con lui? Sono troppo giovane, e ha ragione Temari, sono anche immaturo... che razza di padre sarei?»
Asuma inspirò in silenzio dalla sua sigaretta. «Quanti anni hai, Shikamaru?»
Shikamaru alzò la testa. «Devo farne diciotto a settembre»
«Hn» Asuma fece un mezzo sorriso. «Avere un figlio a diciotto anni o a trentacinque è esattamente la stessa cosa. Non si impara mai a vivere, si va avanti per tentativi e ci si rialza dopo ogni sconfitta: nessun padre è mai pronto per suo figlio, è scientificamente provato. Se il tuo unico problema è che ti senti inadeguato, sappi che sei nella stessa barca di tutti i genitori del mondo. Sei intelligente, sei un ragazzo in gamba; da quel punto di vista te la caverai, tranquillo. Se mai potresti avere problemi dal lato economico... ma anche in quel caso, la tua famiglia è abbastanza ricca per provvedere a tutto, almeno i primi anni» fece una pausa, durante la quale fissò la sigaretta accesa con aria assorta. «Solo... che devi averne voglia, se capisci cosa intendo. Non devi partire dicendo ‘non ce la farò’, devi scordarti lo Shikamaru pigro che sei stato fino ad ora, devi tirar fuori le palle e sforzarti di diventare adulto in fretta» spostò gli occhi sull’allievo, che lo fissava in silenzio. «Pensi di esserne in grado?»
Shikamaru non rispose.
Riabbassò lo sguardo sulla scacchiera e guardò le sue pedine, soffermandosi sulla regina e il cavallo.
Quale dei due avrebbe sacrificato?
Si passò una mano sul viso, e tolse il re dalla sua posizione.
«Mi arrendo» mormorò, alzandosi in piedi. Ficcò le mani in tasca, incassando la testa tra le spalle, e rivolse un’ultima occhiata ad Asuma. «Devo ancora pensarci»
Mentre lui si allontanava silenzioso, il maestro si lasciò andare a un profondo sospiro.
Quello sì che era un casino.

Shikamaru vagò senza meta lungo le strade del villaggio, chissà per quanto tempo. Alla fine, senza accorgersene, si trovò davanti alla casa di Choji, nel quartiere del clan Akimichi. Sospirò. Prima o poi ci sarebbe venuto comunque, tanto valeva entrare subito.
Quando Choji se lo vide spuntare in casa con due occhiaie fino alle ginocchia e l’aria tanto cupa, capì al volo che la discussione avrebbe necessitato di sostegno, e andò a procurarsi non meno di cinque pacchetti di patatine e due bottiglie d’acqua. Solo allora si sedette davanti al compagno, sul tappeto della sua stanza, e, aperto il primo dei rifornimenti, gli disse: «Va bene. Inizia»
Shikamaru gli raccontò tutto in poche parole, senza girarci attorno e senza modificare nulla; da Kankuro, alla scoperta della gravidanza, alla sua reazione, a Gaara, ai timori che provava, a ciò che pensava il maestro Asuma... Choji ascoltò tutto pazientemente, ruminando le sue patatine con aria attenta, e non lo interruppe nemmeno una volta. Alla fine del discorso, gli offrì un pacchetto.
«Scusa, ma ho lo stomaco chiuso» rifiutò lui.
«Uhm» fu il suo commento, mentre beveva un sorso d’acqua. Si passò la mano sulla bocca. «Beh. Forse, dopotutto, non sei tanto fortunato» ammise, ricordando la loro conversazione della settimana prima.
«Questo sì che è ciò che ho bisogno di sentire» bofonchiò Shikamaru irritato.
«Allora dimmi cosa vuoi che ascoltare» Ribatté Choji tranquillo. «Lo sai che tra noi due sei tu quello intelligente, è stupido che ti aspetti una perla di saggezza da me. Al massimo io posso dirti che andrà tutto bene, e offrirti una patatina. Posso lasciarti parlare e ripetere sempre le stesse cose finché non assumeranno un qualche senso nella tua complicatissima testa. Posso dirti che mi fido di te, e che è una stronzata che tu ti senta inadeguato a fare il padre. E, poi, posso ricordarti che Ino non la prenderà affatto bene... ma, se ti aspetti la soluzione ai tuoi problemi, non so se sei venuto nel posto giusto»
Shikamaru si prese la testa tra le mani. «Anche Ino...» ricordò con un gemito.
«Sì, anche lei» confermò Choji. «Questo bambino cambierà molte cose, lo sai. Qualunque decisione tu prenda»
«Non hai qualche stupido consiglio da darmi?» chiese il moro. «Anche la cosa più scontata, la più idiota... Una sola parola, Choji... perché io non so più dove sbattere la testa»
L’Akimichi aprì il quarto pacchetto di patatine, e sgranocchiò per due minuti buoni. Bevve di nuovo. Guardò l’amico di sempre, il primo che lo avesse accettato davvero per quello che era, il primo che lo avesse realmente apprezzato.
Lui stimava profondamente Shikamaru, come ninja e come persona.
Ma di lui stimava l’intelligenza, il senso di responsabilità, la sensibilità... vederlo così smarrito era una novità.
E vedere che si rivolgeva a lui per trovare un sostegno, era... gratificante.
Avrebbe davvero voluto avere la soluzione ai suoi problemi, tutti. Avrebbe voluto posargli una mano sulla spalla e garantire che avrebbe sistemato ogni cosa, avrebbe voluto dirgli di lasciar fare a lui e non preoccuparsi di niente.
Ma, tra loro due, non era lui ad essere quello con le risposte.
Lui era quello con i fatti e le domande, era quello un po’ tonto che sapeva ascoltare ma non parlava mai. Era quello che poteva dare una spalla su cui piangere, ma non poteva far tornare il sorriso.
Chiuse gli occhi, riflettendo a fondo.
«La settimana scorsa ti ho detto che eri intelligente e fortunato» disse alla fine, parlando lentamente e con attenzione. «Forse tu penserai che sia una cazzata, ma io ci credo ancora. E oggi aggiungo anche... che mi fido di te. Mi fido di te come di nessun altro, più di me stesso. Adesso ti sembrerà di non sapere cosa fare, che le cose non si sistemeranno mai, ma io so che ne uscirai a testa alta. Che prenderai la decisione giusta, come sempre... e io sarò alle tue spalle, e sarò ancora qui a offrirti le mie stupide patatine se avrai bisogno di parlare. Non posso fare altro Shikamaru, non posso dirti altro. Perché tutto ciò che so è che mi fido di te e del tuo giudizio. E anche tu dovresti fidartene»
Shikamaru rimase in silenzio.
Abbassò lo sguardo, senza parlare, e fissò il tappeto su cui era seduto per quasi tre minuti.
Alla fine sospirò a fondo, e tese una mano.
«...Dammi un po’ una patatina, va’...»

Trovò Naruto esattamente dove si era aspettato che fosse, considerato l’orario: al ramen Ichiraku.
«Yo» commentò, sedendosi sullo sgabello accanto al suo.
«Hn? Oh, ciao. Sei tu» replicò il biondo a bocca piena, senza il solito entusiasmo. «Credevo che ti fossi preso una settimana di vacanza alla Sabbia»
«Sono già tornato»
«Mh... Non è andata tanto bene, eh?»
«No, decisamente»
Shikamaru appoggiò i gomiti al bancone e prese a giocherellare con il contenitore della salsa di soia, pensieroso. Naruto lo lasciò fare, mangiando come suo solito, e l’aria profumata di cibo aleggiò attorno a entrambi, tranquilla e familiare.
«Diventerò padre»
Naruto si strozzò con il brodo del ramen.
«Cough cough... Eh?!» tossì tra le lacrime.
«Temari è incinta. E’ mio. Vuole tenerlo» sintetizzò Shikamaru in tono neutro. «E io non so cosa fare»
Non sapeva bene cosa si aspettasse da Naruto.
Dopotutto aveva a che fare con il ninja più imprevedibile del villaggio della Foglia, era lecito attendersi un’infinità di reazioni diverse... ma in quasi tutte era previsto un minimo di esitazione.
Ebbene, anche se pensava di essere preparato, riuscì a stupirsi.
Naruto non tentennò nemmeno per un istante, e lo afferrò per il bavero della maglietta con uno scatto brusco. Per la sorpresa Shikamaru lasciò cadere la boccetta della salsa di soia, che si rovesciò sul banco.
«Non sai cosa fare?!» ripeté, furioso. «Oh, sì che lo sai, invece! Nessun bambino dovrebbe restare senza padre, nessuno! Che cazzo hai in quella testa, eh?»
Shikamaru si liberò della sua stretta e gli gettò un’occhiata irritata. «Non è così semplice» ringhiò. «Non ho neanche vent’anni, e lei non ne vuole sapere niente di me. Tu parli perché la vedi solo dalla parte del bambino, ma le cose non sono così facili!»
«Facili?» sibilò Naruto, e nei suoi occhi brillò per un attimo un alone rossastro. «Pensi che per me le cose siano facili? Non sono un genio come te, ma non sono nemmeno un idiota: posso immaginare che ci saranno dei problemi, posso immaginare che ci siano tante cose che non si incastreranno... ma posso fare una cosa che tu, evidentemente, non ti preoccupi abbastanza di fare: posso vedere quel bambino, e posso dirti esattamente cosa proverà e cosa penserà, una volta che sarà cresciuto e avrà iniziato a chiedersi perché non ha un papà. Posso dirti parola per parola tutti i tormenti che patirà quando verrà assalito dai dubbi la notte, posso dirti quante volte esattamente si incolperà, credendo di aver sbagliato qualcosa e di aver fatto arrabbiare il padre che non ha, e posso dirti quanto odierà il mondo e tutte le persone che avranno due genitori da chiamare. Posso dirti che non sarà importante se suo padre è un eroe, se ha salvato centinaia di persone e neanche se lo ha amato... perché la cosa importante sarà che non c’è. Alla fine dei conti, la cosa importante sarà la sua assenza. E se per disgrazia un giorno quel bambino dovesse sapere il tuo nome, nulla di ciò che farai basterà a ripagare gli anni di sofferenza che avrà passato, nulla! Ti odierà, e non ti riconoscerà mai come suo padre, e a te farà più male di ogni altra cosa»
Shikamaru deglutì, investito dall’improvviso fiume di parole.
In effetti, ora che se ne rendeva conto, da quando aveva saputo che Temari era incinta aveva pensato poco al bambino vero e proprio. Aveva pensato a sé stesso come padre, come marito, come uomo adulto... aveva visto tutti i problemi pratici e le difficoltà con Temari, ma non si era mai fermato a pensare davvero alla piccola creatura cui aveva dato vita.
Sapeva che c’era, era perfettamente consapevole della sua esistenza, quasi fosse stato lui a portarla in grembo... ma non l’aveva mai vista.
Non aveva immaginato i suoi occhi, i suoi capelli, le sue mani, la sua voce... nulla di tutto ciò.
Il bambino, fin dall’inizio, era stato semplicemente ‘il bambino’. Il piccolo, incredibile problema che era piombato all’improvviso nella sua vita.
...Fino a quel momento nessuno gli aveva presentato le cose da quella prospettiva.
Ma Naruto, forse proprio perché era stato dalla parte di chi è costretto a crescere senza genitori, si era immedesimato subito nel centro del problema, quel centro che tutti consideravano pochissimo.
«Pensa bene a quello che fai» continuò Naruto dopo una pausa, minaccioso quanto Gaara a Suna. «Se lasci quel bambino senza un padre, per me hai finito di esistere»
Ehi, ehi... da quando in qua Naruto era tanto aggressivo?
Shikamaru si accigliò, ricomponendosi. La salsa di soia colava lenta dal bancone a terra, e Ayane e Ichiraku fingevano di non sentire e non capire nulla.
«Rilassati» borbottò il Nara. «Ho capito. E... cercherò di fare il possibile. Ma non farò automaticamente il bene di quel bambino decidendo di prendermene cura. Ci sono altre cose che devo considerare...»
Naruto distolse lo sguardo, nervoso.
Accidenti, si era lasciato andare un po’ troppo... ma anche Shikamaru, doveva proprio essere tanto coglione da non pensare a certe conseguenze quando era con Temari?
«Scusa» borbottò vago. «Mi hai preso in un momento un po’ così, non volevo essere aggressivo. Cancella l’ultima frase»
Shikamaru sospirò. «Siamo in due ad essere ‘in un momento così’» mormorò. «Comunque mi sei stato molto utile, Naruto. Non avevo mai pensato seriamente al bambino, prima d’ora, intendo davvero seriamente... grazie»
Naruto fece una smorfia amara. «Cerca di far funzionare le cose» disse con voce roca. «Alla fine il punto è sempre lo stesso: cerca di far funzionare le cose»
«Ci proverò»
Shikamaru si alzò dallo sgabello, gli rivolse un mezzo sorriso e un cenno, e poi si allontanò da solo.
La prossima tappa sarebbe stata l’ultima e più importante... suo padre.
Ma, mentre camminava verso casa, una parte del discorso di Naruto prese a ronzargli fastidiosamente in testa...
«...non sarà importante se suo padre è un eroe, se ha salvato centinaia di persone, e neanche se lo ha amato...»
Strane parole... quasi come se... riferite a qualcuno in particolare.
Una volta che avesse sistemato la questione di Temari e del bambino, in un modo o nell’altro, sarebbe tornato sul discorso con Naruto.

«Papà, ho fatto una cazzata»
Shikaku Nara era preparato a quel momento.
Sapeva che prima o poi suo figlio si sarebbe presentato con una frase del genere, e aveva pregato perché ‘la cazzata’ fosse aver provato a fumare, aver falsificato una pagella, o al massimo aver messo le corna a una ragazza.
Ci aveva davvero sperato con tutto sé stesso, dicendosi che in fondo Shikamaru era intelligente, e non sarebbe andato oltre quel genere di sciocchezza... ma non era preparato alla realtà che si trovò davanti all’improvviso. Davvero, a quella non era preparato...
«Temari è incinta di mio figlio» furono le brutali parole del più giovane dei Nara.
Shikaku, che in quel momento era seduto sul divano chiaro a lucidare kunai, smise di fare ciò che stava facendo per alzare gli occhi e fissarlo, impassibile.
Con invidiabile flemma, mise giù strumenti e attrezzi e intrecciò le dita sulle ginocchia.
Inspirò a fondo.
«E così è incinta...» mormorò, guardando il figlio di sottecchi. «Shikamaru, maledizione... pensavo di averti insegnato certe cose a dodici anni»
«Lo so» replicò lui contrito, dalla soglia del salotto. «Lo so bene... è stato un incidente. E lei vuole tenere il bambino. Dice che non vuole che abbia a che fare con me, perché non sono abbastanza maturo per prendermene cura, e dice che non ha bisogno del mio aiuto. Però...» strinse i pugni, e tutte le voci delle persone con cui aveva parlato quel giorno risuonarono nella sua testa contemporaneamente, assordandolo. «Però io... non so cosa devo fare. Da un lato vorrei occuparmi di ogni cosa, dirle che penserò a tutto e che andrà bene, e dall’altro la sola idea mi terrorizza. Ho parlato con il maestro Asuma, con Choji, con Naruto... ognuno di loro mi ha detto una cosa diversa, e tutti sembravano convinti che alla fine dovrei farmi carico del bambino. Ma io non so se sarò un buon padre, non so come andranno le cose, non so nemmeno se Temari mi vorrà più... e in questo momento la mia testa rischia di scoppiare, e non dormo non so da quante ore, e tu sei la mia ultima spiaggia, papà. Dimmi cosa devo fare»
Shikaku si grattò il mento, vago.
«A dire il vero» iniziò, sbuffando. «in questo momento vorrei prenderti a pugni per essere stato tanto idiota da combinare questo casino. Ma non credo che servirebbe a molto, se non a sfogarmi, quindi chiederò a Inoichi di allenarci un po’ insieme, più tardi, e ora mi limiterò a dirti quello che penso. Tua madre è una donna indisponente, autoritaria, qualche volta aggressiva e molto severa. Per te avrei sperato in qualcosa di più semplice e gestibile, magari una brava ragazza gentile e servizievole, o, al massimo, una come Ino, un po’ frivola e arrogante ma tutto sommato piuttosto carina. E invece sei andato a impegolarti con la copia bionda e più giovane di tua madre, per di più in una situazione simile... Le cose sono molto semplici: se è incazzata con te, non cederà mai; continuerà a pensare a tutti i motivi per cui l’hai fatta arrabbiare e li ingigantirà, finché la tua semplice presenza sarà motivo di irritazione. Ci sono forti probabilità che allevi vostro figlio insegnandogli a tirare kunai a una tua foto, e sicuramente ti impedirà di avere un ruolo nella sua vita»
Shikamaru deglutì, sbiancando. Alla faccia dello scenario apocalittico.
«Però...» riprese Shikaku, dopo una breve pausa. «...forse non è troppo tardi per riparare al danno. Ma prima devi decidere cosa vuoi fare, e intendo cosa vuoi fare davvero con quel bambino. Non sarò io a spingerti in una direzione o nell’altra, non ne ho alcun diritto e ritengo che se tu non fossi in grado di scegliere non saresti assolutamente in grado di crescere un figlio, per cui questo passo dovrai farlo da solo, e subito. Te lo chiedo qui, a bruciapelo. Ripensa a quello che ti hanno detto gli altri, se ti va, e poi ragiona da solo. Ma dammi una risposta adesso, perché se aspetterai ancora sarà troppo tardi»
«Come? Così, su due piedi?» allibì Shikamaru.
«Sì, su due piedi. L’unica cosa che posso dirti per aiutarti, è che economicamente non avrai problemi: noi e la famiglia di Temari, insieme, siamo perfettamente in grado di occuparci di un bambino»
Il cervello di Shikamaru si esibì in un discreto spettacolo di fuochi d’artificio, quando cercò di costringerlo a ragionare.
Era impossibile.
Non sarebbe mai riuscito a prendere una decisione in venti secondi, gli sarebbe esplosa la testa.
Però... però poteva essere la sua unica occasione... suo padre gli aveva detto senza mezzi termini che, stando così le cose, Temari lo avrebbe odiato.
E lui la amava, ormai era palese.
Se c’era anche una sola possibilità di evitare quell’orribile futuro, doveva almeno provarci...
Cercò di ricordare per filo e per segno il discorso di Naruto, tutto ciò che aveva detto sul bambino. Chiuse gli occhi, cercò di vederlo così come aveva fatto lui, ma c’era solo un muro nero dietro le sue palpebre.
No” si disse, stringendo i denti. “Mio figlio è da qualche parte in questa oscurità... e io voglio trovarlo. So che è possibile”
...E all’improvviso, con la sola forza di volontà, il bambino comparve dal nulla.
Maschio? Femmina? Non avrebbe saputo dirlo. Ma aveva capelli e occhi scuri, e lo sguardo di Temari. Era lì, e gli sorrideva con il suo ghigno furbo, un po’ minaccioso e un po’ ironico. Non doveva avere più di quattro o cinque anni, ma sembrava già così grande... così in gamba... così intelligente...
Voleva conoscerlo.
Voleva parlargli, e voleva vederlo crescere. Voleva vederlo muovere i primi passi, cadere e rialzarsi, voleva sentire la sua voce e il suo calore. Voleva che lo chiamasse papà.
Lo voleva disperatamente.
«...Voglio essere il padre di quel bambino» sussurrò, riaprendo gli occhi. Avvertiva un inspiegabile nodo in gola, che non se ne andava. «Non voglio essere escluso dalla sua vita, voglio prendermene cura e aiutarlo a rialzarsi quando cadrà. Non... non posso farne a meno»
Shikaku sorrise.
«Va bene» commentò. «Il bambino è a posto. Ora... la madre. Tu ami Temari?»
Shikamaru non dovette pensarci neanche un istante.
Se sulla scacchiera lui era il cavallo e il bambino che doveva ancora nascere era il re, la regina era indubbiamente lei. La sua Temari.
«Sì» rispose, senza un’esitazione.
La sua sicurezza lasciò un po’ spiazzato Shikaku, ma solo per un istante. Poi, lo fece sorridere di nuovo.
«E allora perché la lasci ancora a tormentarsi da sola, razza di stupido figlio?»
Shikamaru strinse i pugni.
Già, era proprio uno stupido figlio.
Era rimasto a scervellarsi tutto quel tempo per cose che in fondo già sapeva... era stato in dubbio, si era chiesto quale pedina avrebbe dovuto sacrificare per il bene del re, e alla fine... alla fine il bene del re sarebbe stato avere sia regina che cavallo, perché era tutto ciò di cui aveva bisogno.
Era tutto ciò per cui la regina e il cavallo erano venuti al mondo.
E adesso il cavallo avrebbe infranto qualche regola e si sarebbe mosso un po’ più velocemente, perché aveva perso tempo ad esitare.
«Papà, vado a Suna» annunciò. «Non so se o quando tornerò, dopotutto Temari potrebbe anche uccidermi, ma voglio provarci. Ehm... per favore... lo dici tu alla mamma?»
Negli occhi di Shikaku passò un lampo d’inquietudine.
«...Se proprio devo...» mormorò depresso.
«Grazie, papà. Non solo per la mamma, ma per tutto quanto»
Shikaku fece un cenno vago. «Vai, muoviti... ti aspettano tre giorni di viaggio»
«Non ti preoccupare per questo, li diminuirò drasticamente; so già come fare» Shikamaru sorrise con aria furba, e poi si voltò in fretta e scomparve lungo il corridoio.
Shikaku sospirò profondamente, fissando i kunai sul tavolino con aria abbattuta.
Quando si era svegliato, quella mattina, non avrebbe mai pensato di ricevere una notizia tanto pesante. E invece la sua giornata aveva preso quella piega bizzarra, senza che lui potesse impedirlo, e adesso si trovava con una gatta da pelare di proporzioni cosmiche.
Ahh, avrebbe anche dovuto dire a sua moglie che il loro grazioso bambino era stato tanto deficiente da mettere incinta la sua ragazza... forse Shikamaru non era l’unico a rischiare la vita.
Si grattò la nuca stancamente.
Ma porca miseria...” rifletté. “E’ nato stanco per tutto, ogni singola cosa sulla faccia della terra... e non per quello. Quando aveva dodici anni avrei anche dovuto dirgli che il sesso è estremamente faticoso”
Mentre tendeva una mano per riprendere a lucidare i kunai, in mancanza di altra attività manuale a portata di mano, un rumore di passi affrettati raggiunse le sue orecchie, e Shikamaru spuntò di nuovo sulla soglia, con il respiro corto.
«Nel caso non tornassi vivo...» disse, ghignando appena. «...ho avuto un buon esempio, come padre. Ciao, eh»


Correva attraverso il villaggio, sperando che chi cercava fosse ancora dove lo aveva lasciato, e le voci di tutte le persone con cui aveva parlato gli risuonavano nella testa, chiare e nitide.
Il maestro Asuma gli aveva mostrato che non esistevano problemi al di fuori di lui.
Choji gli aveva ricordato chi era e che doveva avere fiducia in sé stesso.
Naruto gli aveva permesso di vedere il suo bambino con i propri occhi.
E suo padre gli aveva dato la spinta finale, guidandolo quando lui non sapeva da che parte andare.
Sì. Se Temari non lo avesse ucciso, avrebbe voluto essere per suo figlio ciò che Shikaku Nara era per lui.






Nel prossimo capitolo:

Temari era di nuovo nella sua stanza, e fissava la busta bianca sulla sua scrivania con espressione neutra. Sul retro, c’era soltanto il suo nome.
Sbuffò, irritata.
Da dove veniva tutta quell’esitazione? Sapeva cosa ci sarebbe stato scritto, lo sapeva benissimo. Era inutile che facesse l’ansiosa.
Eppure non si muoveva da dieci minuti abbondanti.
Ricordò il momento in cui la cameriera si era presentata alla sua porta, con il messaggio in mano e gli occhi pieni di trepidazione, e ricordò la rigidità con cui aveva preso ciò che lei le tendeva.
Esami.
Il risultato finale dei test sulla sua gravidanza.









*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *


Spazio autore

Allora, prima di parlarvi di questo capitolo voglio fare un breve inciso sul precedente.
Ci sono stati pareri discordanti sulla ICità (passatemi il termine, vi prego! ^^') di Shikamaru.
Mi è stato detto che sarebbe stato più nel suo carattere decidere di prendersi immediatamente cura del bambino,
e allo stesso tempo mi è stato detto che la sua reazione è negli schemi.
Ora, sono qui per fare una cosa che non avrei mai pensato di fare:
giustificare le azioni di un personaggio.
Shikamaru è un genio, uno stratega, un Q.I. di 200. E' nato per decidere in fretta.
Ma, ragazzi miei, non ha ancora diciotto anni, e all'improvviso gli dicono che diventerà padre.
Penso che soltanto un'imbecille, o qualcuno di tanto sicuro di sé da rasentare l'idiozia, avrebbe detto su due piedi "alleviamo il bambino insieme".
Anche considerando che Temari non era nella migliore disposizione d'animo per una simile uscita.
E' per questo che lui, appunto in virtù della sua intelligenza, ha preferito prendersi un po' di tempo.
Qui non si tratta di decidere la strategia di un attacco, che può salvare la vita, certo,
ma che è qualcosa di temporalmente circoscritto e, il più delle volte, arraffazzonato all'ultimo momento.
Qui si parla di un'intera esistenza.
In via teorica i figli sopravvivono ai genitori, mettere al mondo un bambino vuol dire cambiare vita per sempre.
Per quanto Shikamaru sia svelto a prendere decisioni, per quanto sia un tipo da "in qualche modo ce la caviamo",
ho ritenuto che fosse naturale e doveroso per lui avere dei dubbi.
Se così non fosse stato, lo avrei considerato un insulto alla sua intelligenza.
Infine, vorrei farvi notare una frase che c'era già prima dei commenti che mi hanno spinto a scrivere questa giustificazione, e che era prevista fin dall'inizio:
"Era rimasto a scervellarsi tutto quel tempo per cose che in fondo già sapeva"
Nel profondo, quindi, Shikamaru aveva già preso la sua decisione.
Aveva soltanto bisogno che qualcuno glielo facesse notare; perché, oltre ad essere un genio - lo dico con tenerezza -
è anche il ninja più pigro di Konoha...

Capitolo denso di metafore, vero? XD
Comunque, Shikamaru ha fatto la Scelta, è coraggiosamente diretto a Suna, e forse potrebbe anche tornare vivo.
Forse.
I pareri dei quattro che consulta - e ve lo dico come curiosità - non erano ponderati, sono usciti spontanei...
...Con Choji soprattutto non sapevo bene che piega avrebbero preso gli eventi, ma devo dire che in generale non mi dispiace.
E non preoccupatevi se i personaggi vi sembrano un po' troppo tranquilli... è tutta apparenza! XD
Cioè, Asuma non dà mai in escandescenze, Choji è tranquillo per definizione (e, ingenuo, si fida davvero di Shika),
Naruto ha ben altro a cui pensare (e poi lui sì che se l'è presa per questo bimbo), e Shikaku... povero, lui è semplicemente sotto shock! XD
Deve dirlo alla moglie, ma vi rendete conto? E' sinonimo di suicidio!
E, in fondo, a parte Naruto tutti sono convinti che Shika se la caverà.
Forse.
XD

L'altro giorno stavo giocherellando con il correttore automatico... sapete che sono uscite cose assurde?!
(vien quasi voglia di scrivere una fanfic comica con i nomi del correttore...!)
Per questo ho deciso di inaugurare l'...

Angolino della correzione automatica

Nomi # 1

Kakashi Hatake: Fashion Shaker (è da questa correzione che ha avuto inizio tutto! XD)
Naruto: Nasuto, ma si sapeva
Sasuke: Rasure (questo sarebbe italiano?) o Nasute (quelli del correttore hanno capito del suo legame con Naruto??)
Itachi: Tachi (?)
l'Itachi: l'eustachio T___T
Sakura: Saura (sarà il femminile di sauro inteso come cavallo? Cioè è una CAVALLA?!)
dell'Haruno: dell'arrandello (...)
Neji Hyuuga: Nei Fruga
Hanabi Hyuuga: Sanabili Fruga
Hiashi: Chiassi; ma ovviamente anche FASHION (nome gettonatissimo) Fruga!
dell'Inuzuka: dell'imbudella (O_O)
Rock Lee: Rock Ree (perché, mi chiedo io?)
Shikamaru: Maraschino (ma da dove esce?)
Temari: Tempari (?)
Kankuro: Kurdistan (°__°)
Orochimaru: Agrochimica (?!)
Choji Akimichi: Choc Agrochimica (imparentato con Orociok?), o anche Choc Michigan (trendy, nè?)
Tenten: (le correzioni sono uno scioglilingua!) Entente, Tientene, Intente, Centeno, Utente (ditele tutte in fila, su)
Natsumi: Tatsumi (perché Tatsumi sì e Natsumi no?)
Haruka: Khartoum (perchè?!)
Gamabunta: Gambuta (per me è congolese, altro che italiano...)

E ce ne sono a iosa... ve li metterò poco a poco per alleggerire l'atmosfera cupa dei prossimi capitoli! U_U
(tanto voi non potete farci niente, gnè gnè, io li metto anche se non volete!)

...Lo spazio autore si sta dilatando in maniera inquietante...

sammy1987: anche se io non ne ho parlato nel dettaglio, quando Temari ha iniziato a pensare di essere incinta ha avuto la sua crisi. E' ragionevole: è giovane, senza compagno - aveva appena mollato Shikamaru - ed è la sorella di Gaara, decisamente non famoso per la sua temperanza... chiunque nella sua situazione sarebbe andato in crisi. Poi però, proprio perché è una donna molto forte, ha preso in mano le cose e in quattro e quattr'otto ha deciso di tenere il bambino a prescindere dal padre. Ciò non toglie, tuttavia, che abbia ancora i suoi momenti di debolezza - il suo futuro non appare roseo - e che, ricordiamolo, abbia una quantità di ormoni impazziti che girano per il corpo! XD Il caro, vecchio problema del triangolo NaruSakuSasu è irrisolvibile per via teorica! XD Solo Kishi potrà definitivamente svelare l'arcano mistero - SE decide di farlo, beninteso - io mi limito a scrivere ciò che secondo me potrebbe accadere e in che modo! (mettendoci anche un po' delle mie preferenze, ovviamente... :-3) Tutto ciò che posso fare è cercare di mantenermi aderente ai personaggi iniziali e dare briglia sciolta alla fantasia...
killkenny: ipocrita! XD Ma di che "speranze" parli, tu?? XDD
Reina: Kakashi NON passerà all'altra sponda, stai pure tranquilla! XD (scherziamo? Altri personaggi che gli ronzano attorno?!) Per quanto riguarda Kankuro e Gaara, avrai una spiegazione del loro comportamento nel prossimo capitolo... diciamo che... qualcuno ha fatto bene i suoi conti...
kimi: ma dunque! Le fan ShikaTema mi dicono che il fandom è pieno di ShikaIno, le fan ShikaIno mi dicono che è pieno di ShikaTema... decidetevi, insomma! Non sapete accontentarvi di niente! (nota: io sono per la ShikaTema, anche se mi autoescludo dalla competizione! XD) Il problema dell'aggiornamento troppo rapido è presto risolto: il capitolo 43 l'ho messo l'8 gennaio, verso le 7 di sera, il 44 l'ho messo il 9 nel primo pomeriggio. Chiedo scusa, è che essendo tornata a Bologna ho ricominciato ad avere i soliti problemi di connessione... T__T Poi, segnati bene questa tua recensione, perché un giorno resterai a bocca aperta... Bah! TECNICAMENTE Sasuke ha visto il massacro dei suoi soltanto in maniera indiretta, con lo sharingan di Itachi... e poi, pfui! Naruto ha visto "morire" Sasuke al tempo di Haku, e lui era un po' l'unico membro della sua famiglia! (mi sto palesemente arrampicando sui vetri...! XD) Ooooh, insomma! Sasuke è un maledetto essere unicellulare privo di spina dorsale! Ha passato la sua vita dietro ai rimpianti e ai rimorsi, è stato lui per primo a non volere la felicità! Poteva averla, restando a Konoha, poteva avere ogni cosa! E invece ha scelto consapevolmente di martirizzarsi ed emoizzarsi, ed ora è giusto che ne paghi le conseguenze! >_<
1992: ...sì. Dovevo aspettarmi un ritorno alle care vecchie abitudini! XD La follia dilagante si sparge, e si sparge, annacquando ogni angolo della recensione...! Ma no, dai, Temari non userà il ventaglio. Non sai che le donne incinte non devono fare sforzi? E poi perché sollevare un simile peso quando si può facilmente uccidere chiunque infilzandogli uno stuzzicadenti nell'occhio? Ahahah! XD Interessanti le ipotesi sulle origini di Tenten, le terrò presenti...! Ino... beh, Choji non ha molto da fare in questo periodo, così osserva un po' la gente... E poi, diciamocelo: quando lei ha urlato "non ti ama!" in mezzo alla strada, anche un cieco avrebbe capito...! Ino non è un'amica tanto disinteressata da prendersela così soltanto perché Shika ha scelto la "donna sbagliata".  Sakura NON sta preparando veleni per Sasuke, nonostante quello che potresti pensare! XD E' solo che non ha i mezzi materiali per curarlo, e quindi le ci vuole MOLTO tempo! Dunque, ricapitoliamo... I nostri figli saranno belli e intelligenti come te e avranno i miei difetti? Allora saranno bruttini, psico-labili, arroganti, egoisti, sadici, cocciuti, dotati di eccessiva autostima e pigri?! Accidenti, ma tu sei proprio ottimista, eh!!
OneWingedAngel: ah ah ah! Ino con Choji! .... ... ... ...ehm. Dicevamo?? ^^'' Ah sì, ecco: riguardo alla nostalgia, stai parlando con una che alla veneranda età di 19 anni si guarda indietro e non trattiene una lacrimuccia al pensiero dell'infanzia... quel fantastico periodo in cui le giornate sono lunghe, non si cresce mai, ci si annoia, e si scoprono tante cose nuove... ora mi chiedo che fine hanno fatto le ultime settimane, che ne sarà del mio futuro, perché cavolo non ho tempo libero... crescere è uno schifo, ecco la verità. Vorrei vivere sull'isola che non c'è con una provvista di libri inesauribile e il mio amato pc, e sarei felice per sempre! ç_ç Ma il passato non ritorna per nessuno, e anche il gruppo 7 come lo conoscevamo nei primi numeri del manga non ha più possibilità di esistere... Soprattutto con ciò che accadrà tra qualche capitolo... u_u E il suo nuovo obiettivo lo conoscerai a breve! Ma se ci pensi sono certa che ci arrivi...! XD PS: so cosa vuol dire calibrare ogni parola, non farmici pensare... ci sono momenti di grazia in cui mi vengono capitoli di getto, senza problemi, ma ci sono volte in cui mi soffermo su una parola per cinque minuti filati! E poi, quando ricorreggo, ho sempre qualcosa da modificare! @_@
lale16: spero almeno che la partita sia stata vinta! XD So perfettamente chi è Edward Cullen (*ç*), per Shikamaru ti rimando all'appunto nell'angolino dell'autore, lo gnorri (sì, si scrive così! XD) è, come dire, aggrappato alla sua unica speranza di salvezza (che potremmo anche demolire, per sport...), e la speranza, ovvero confettino, verrà maltrattata a sufficienza con il proseguire della fic! Wow, sono stata molto "a elenco"! XD Perchè poi? ò_ò Ah, il tigrotto... uhm... ci sto lavorando! XD Prima lascialo trovare a me, poi ne riparliamo!
Jana: infatti NON lo è! XD
Rhymes: il ciclo femminile è qualcosa di molto bastardo. U_U Non è normale, e di solito vuol dire che qualcosa non va, ma può anche saltare per un mese intero, certe volte, senza necessariamente significare gravidanza. E poi esistono le cosiddette gravidanze isteriche, ovvero quelle particolari condizioni per cui ci sono tutti i sintomi ma non il bambino, e generalmente si verificano quando la "mamma" si convince con assoluta certezza di essere incinta... vedi? Non è così scontato che Temari sia in dolce attesa! Ehi ehi ehi! Piano con i matrimoni per Hinata, poveretta! XD Ora come ora, sposarsi con Neji sarebbe la morte per lei! E su Ino non dico nieeeeente! Uhuhuh... tanto saprai tutto entro pochi capitoli! ^_*
tonyesp: vogliamo PIU' NaruHina, come affermazione, non ha motivo di esistere. U_U E' palese che NON c'è NaruHina in questa fic, fino a questo momento, e per Shikamaru, oltre alla discussioncina che abbiamo fatto su msn, ti rimando all'inizio dello spazio autore...
kaho_chan: *_* Da quanto non vedo il tuo augusto nome tra le recensioni!! Evvai, ora potrò tornare a vantarmi con Mala_Mela! XD Eh, mi spiace che questi capitoli siano intrisi di ShikaTema, purtroppo le cose vanno così, non ci si può fare nulla... ma Ino non resterà a bocca asciutaa, voglio occuparmi anche di lei prima di destreggiarmi con il magico trio! (e lì saran dolori... ç_ç) Grazie mille per aver lasciato una traccia del tuo passaggio, spero di continuare a scrivere con lo stesso impegno fino alla fine dei tempi! >_< (oddio, e questa da dove mi è uscita?)
Veleno94: ma quanto sono felice quando le persone apprezzano una frase specifica? *_* Per quelle "importanti" di solito mi ci metto d'impegno, dico sul serio, e i pensieri di Temari riguardo al bambino li ho scritti con una cura particolare...! E sono contentissima del fatto che lei ti sia piaciuta, perché, lo confesso, a me piace quando è un po' fragile e con i nervi a fior di pelle! XD Adoro i personaggi tutti d'un pezzo che mostrano i loro talloni di achille... (non ti preoccupare per Shika e la one-shot, è una cosettina sul comico andante, molto semplice, se la scrivo capirai cosa intendo quando parlo di "chi c'è nella testa di Shikamaru Nara?" XD) "Cioè non è che tu abbia molto da fare adesso." XDDDD Questa frase mi ha fatta sbellicare dalle risate! Povero Sasuke, e dire che lui sta studiando tanto! XD Ma su una cosa hai ragione: Naruto non si accontenterà a lungo. Peccato che prima succeda "una certa cosa"...
bambi88: non so se leggerai mai questa risposta, dal momento che dici di essere indietro con i capitoli, ma voglio lasciartela lo stesso! ^^ Innanzitutto grazie per aver lasciato una recensione! Arwen parla un sacco di te, e io sapevo che eri tra coloro che avevano messo la fic tra i preferiti, ma non avevo mai visto un tuo commento... ora che c'è mi ringalluzzisco come uno stupido pavone vanesio! XD Ti ringrazio davvero tanto per i complimenti, che quando vengono da qualcuno "di sicura reputazione" (?)(XD) fanno piacere il doppio, e spero che continuerai a leggere e che ogni tanto mi lascerai un commentino piccolo piccolo! Tra l'altro so che tifi spassionatamente ShikaTema, quindi questi capitoli dovrebbero essere di tuo gradimento...! XD
Talpina Pensierosa: ah ah ah! XD E sì che sai la risposta, furbetta! (furbetta? O_O E questo da dove esce? Dal correttore automatico?) Per quanto riguarda le shonen-ai, sono state una mia tiepida passione per circa due settimane (ma, in effetti, ricordo che te l'avevo chiesta... dovevo essere peggio che ubriaca! XD), passione che è già terminata! XD Non c'è bisogno di farti perdonare, ma vorrei lanciarti una sottospecie di sfida... so che è difficile, e che si scende nel campo del quasi impossibile, ma credi che chiederti una drabble dal punto di vista di Itachi sia troppo? (la controparte sceglila tu) So che sentirlo dire "ti amo" lascia un po' spiazzati (XD), ma mi piacerebbe vedere come la svilupperesti...! Mi rendo conto che è una richiesta difficile, se vuoi rifiutarla sentiti libera di farlo!
Julia83: certo che sono geniale, se scrivo una fic in cui il perché del titolo arriva dopo il quarantacinquesimo capitolo... T_T Però questa volta è andata così, gli avvenimenti si sono dilatati al di là delle mie possibilità di controllo! Secondo i calcoli preventivi mi sarei dovuta fermare attorno al capitolo 25, pur facendo succedere tutto quello che è successo... Ahh, che illusa ero! T__T Oh, che bello quando mi fanno i complimenti per le scene! ^///^ Una volta scrivevo a spanne, e poi disegnavo le scene per averle davanti agli occhi, ma ultimamente ho smesso di disegnare come prima... ora mi impegno completamente nella resa attraverso le parole, e se i risultati vengono apprezzati mi fa davvero piacere! (il tigrotto sull'ananas è stato un mio sfizio! XD Mentre scrivevo la scena mi sono trovata Temari che infilava 'sto peluche nella valigia, e poi le cerniere hanno ceduto, e una cosa tira l'altra... XD Non l'avevo previsto, lo giuro! Avrebbe dovuto essere un capitolo tragico, dall'arrivo nella stanza di Temari, e invece il tigrotto ha sdrammatizzato alla grande!) Ohoh, abbiamo un'altra detrattrice di Ino, eh? XD Uhm... ho la vaga idea di sapere chi sono i tuoi sospettati per il "peccato"...! D'altronde, sono fortissima a giocare a Cluedo! XD Se non indovino io l'assassino, non li indovina nessuno! Muahaha!! (oddio, e questa tracotanza da dove esce??)
arwen5786: il povero Shika era assolutamente convinto di essere stato attento! ç_ç Ne era certo al 100%! Per questo se ne è uscito con l'infelice domanda! D'altro canto, l'amore è un sentimento così illogico... se poi mescolato all'orgoglio e agli ormoni, chi può dire a cosa darà origine...? Sasuke, Naruto e Sakura, dal capitolo 47, torneranno a monopolizzare la scena. E... ci sarà anche un certo evento... diciamo che mercoledì ci saranno fuochi d'artificio! Se fossi in te a partire da oggi mi guarderei i titoli dei prossimi capitoli... Ah ah ah, davvero vorresti quelli futuri? XD Sì, in effetti sì... potresti volerli... ma poi ti areneresti con me quando sono in periodo di esami, e chi ti ripagherebbe di tutto il tempo perso? Su, pazienta... in fondo aggiorno tanto presto! ^_^ Un bacione! PS: estasiata dalla recensione? XD Guarda, ero partita scordandomi che quello sarebbe stato il capitolo di Itachi, e poi... poi mi sono persa nel carcere con Sakura, dico davvero! Mi hai coinvolta molto più del previsto, quindi non ringraziare me, ma solo te stessa! ^_^
Jenna Uchiha: chi lo sa... può darsi che Sasuke impari da solo che deve lottare per Sakura...! Potrebbe essere più pieno di risorse (bastardo) di quello che pensiamo... E il suo nuovo obiettivo è banale, dai! XD Se ci pensi solo un attimo, lo capisci! Gaara è lusingato dall'offerta come nuova fidanzata, ma si vede costretto a rifiutare a causa del tuo insano amore per Sasuke... U_U Lui sta dalla parte di Naruto, lo sanno tutti! Non li vede tanto bene gli Uchiha! XD
harryherm: bene. Abbiamo appurato che il servizio "contatta" di efp NON FUNZIONA. -.- La tua mail non mi è mai arrivata, la mia probabilmente non è arrivata a te, e in sostanza non ho il commento che volevo... ç_ç e che, essendo lungo una pagina e mezza, mi avrebbe riempita di gioia! Allora, facciamo così: mandamelo via mail "tradizionale" (l'indirizzo è ayachan152003@hotmail.com, da usarsi solo in caso di assoluta emergenza perché lo guardo poco! XD), al prossimo capitolo rispondo a quello e al nuovo, promesso! >_< E, per il futuro, se hai bisogno ancora di contattarmi in privato, sai dove farlo! ^^ (tra parentesi, è anche l'indirizzo di msn, se vuoi!) E poi... come dire... TU CONOSCI DIONEA?! Cosa aspetti a legarla alla sedia e farla scrivere?! >_<


Aya

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Capitolo 46
*** Prendere l'iniziativa ***


Naruto-46

Capitolo quarantaseiesimo

Prendere l’iniziativa





«Naruto! Fermo lì!» esclamò Shikamaru, bloccando Naruto un attimo prima che si allontanasse dal ramen Ichiraku.

Ansante per la lunga corsa, si fermò davanti al biondino e riprese fiato, piegato in due.
«As...Aspetta» disse sudato. «Ho bisogno di te»
Naruto inarcò le sopracciglia sorpreso. Solo un quarto d’ora prima Shikamaru aveva rischiato di farsi prendere a pugni da lui, e ora già si presentava con una richiesta d’aiuto?
«Mi presti uno dei tuoi rospi?» domandò il Nara a sorpresa, con un mezzo sorriso. «Ho bisogno di arrivare a Suna in fretta»
Naruto capì all’improvviso, e si illuminò.
«Il più veloce che ci sia» garantì con aria sicura, e intrecciò le dita sotto il mento.
«No, aspetta, non...!» esclamò Shikamaru, ma troppo tardi: in una nube di fumo, un grosso rospo dalle gambe lunghe e snelle era comparso in mezzo alla strada, strappando grida spaventate a chi ci stava camminando in mezzo. «...qui» concluse il Nara, con un sospiro profondo.
«Beh? Che c’è?» chiese Naruto in tono sostenuto. «Non ti va bene? Guarda che lui è Scheggia, il più veloce dei rospi!»
«No, no... va benissimo» si rassegnò Shikamaru, con un cenno vago. «E... grazie»
«Ma ti pare?» ghignò il biondo. «Muoviti, che quando torni ti offro da bere, papà


Il gran giorno era arrivato.
Kakashi lo capì immediatamente quando vide Anko, Ayane e Shizune marciare in fronte unito verso di lui, braccandolo all’uscita di casa.
Si fermò, senza nemmeno tentare la fuga, e attese ostentando una tranquillità inesistente.
«Dobbiamo parlarti» annunciarono le tre donne, piantandosi davanti a lui con aria minacciosamente decisa.
«...Immagino di sì» ribatté Kakashi, ripetendosi mentalmente che avrebbe solo dovuto superare quel momento, e poi tutto si sarebbe sistemato.
«Sappiamo cosa stai facendo» disse Anko, puntandolo con un dito.
Oh sì, lo sapeva bene anche lui.
Stava uscendo con tutte e tre, nella speranza che loro lo scoprissero e lo considerassero un poco di buono, decidendo così di lasciarlo perdere.
«Sappiamo che hai portato fuori ognuna di noi» proseguì la kunoichi, senza esitare.
Ok, ora sarebbe venuta la sfuriata, la rottura... dieci minuti e sarebbe stato libero.
«...Ma ora ti devi decidere»
Eh?
«Sì, è il momento che tu scelga» rincarò Ayane, arrossendo per la propria audacia.
Eh?
L’ira? L’indignazione? L’abbandono? Che fine avevano fatto?!
«Abbiamo deciso di essere comprensive» spiegò Shizune, di fronte alla sua espressione sgomenta – o almeno di fronte a quel poco che se ne vedeva. «Sappiamo che per te non deve essere semplice scegliere... quindi abbiamo capito che avevi bisogno di passare un po’ di tempo con ognuna di noi. Per questo non ci siamo arrabbiate quando lo abbiamo scoperto, perché dovevamo aspettarcelo da una persona intelligente come te. Ora però riteniamo che sia passato abbastanza tempo, e ti chiediamo di scegliere. Adesso»
Silenzio.
Sudore freddo lungo la schiena di Kakashi.
Non era così che aveva previsto quel momento, no...
Loro avrebbero dovuto arrabbiarsi. Chiunque si sarebbe arrabbiato se lui avesse fatto il triplo gioco, chiunque! Perché loro invece avevano deciso di fare le comprensive?!, si chiese con un pizzico di isterismo.
E adesso se le trovava davanti, con una luce negli occhi che lo avvisava; che gli diceva che se non avesse preso la sua maledetta decisione in quel preciso istante, allora sì che si sarebbero arrabbiate. E non sarebbe stato per niente piacevole.
Deglutì a vuoto, con la testa completamente vuota.
Le Tattiche della Pomiciata dedicava un intero capitolo al doppio gioco, ma spiegava come portarlo avanti, non come farsi beccare e attirarsi l’odio delle vittime.
Accidenti a Jiraya.
«Ehm...» disse, vago, chiedendosi se c’era un modo per fuggire. Guardò l’una e l’altra, e vide che sia Anko che Shizune avevano l’equipaggiamento con sé. Aveva la sensazione che avrebbe rischiato di trovarsi con un kunai al collo se avesse fatto la mossa sbagliata...

Haruka sbuffò piano.
Accucciata sul tetto della casa davanti all’appartamento di Kakashi, guardava in basso con espressione annoiata. C’era una brezza leggera, lassù, e i capelli rossi ondeggiavano pigramente sulle sue spalle.
Certo che quelle donne erano proprio diaboliche. Avevano messo Kakashi con le spalle al muro, anche se era palese che lui non avrebbe scelto nessuna delle tre, e forti del numero cercavano di costringerlo a una decisione impossibile.
Nemmeno il copia-ninja della Foglia sarebbe riuscito a cavarsela senza spargere sangue.
«Quando il problema è di natura femminile...» mormorò, alzandosi in piedi con un sorriso. «...allora la soluzione deve per forza essere dello stesso tipo»

Okay. Forza e coraggio. Doveva confessare che non voleva nessuna delle tre, e svelare il suo piano.
Con un po’ di fortuna, se la sarebbe cavata solo con qualche osso rotto.
«Sentite...» iniziò, cauto...
...Ma non riuscì mai a finire.
Vide Anko e Shizune scattare contemporaneamente, e i loro shuriken si conficcarono nel fumogeno che veniva dall’alto, facendolo scoppiare ben sopra le loro teste. Entrambe sorrisero, con aria di superiorità.
«Non due volte...» sussurrarono, afferrando un kunai ciascuna... e sulle loro spalle cadde una pioggia di shuriken, che schivarono in fretta. Ayane, con un gridolino stridulo, si gettò a terra.
«Da che parte?» gridò Anko guardandosi attorno, mentre Kakashi spalancava la bocca sotto la maschera, allibito.
Altri shuriken piovvero da tutte le direzioni, e le due kunoichi si trovarono schiena contro schiena.
Haruka, dall’alto del suo tetto, sorrise e spiccò un balzo leggero.
Atterrò accanto a Kakashi senza fare rumore, i capelli rossi sparsi nell’aria, e si raddrizzò con espressione sorniona.
«Lo sapevo!» ringhiò Shizune, stringendo la mano attorno al suo kunai.
«Brava» replicò Haruka gentilmente.
E una rete calò sulle due donne.
«Ehi! Cos’è?!»
«Ma che diavolo...?»
Entrambe iniziarono a imprecare, cercando di liberarsi dalle maglie resistenti, e Haruka lanciò un’occhiata ad Ayane, che ancora boccheggiava al suolo.
«Non ti avrei mai presa» commentò sorridendo. «Però devi capire che per stare attorno a Kakashi ci vogliono riflessi migliori dei tuoi. E ora scusate, ma siamo di nuovo stati assegnati alla stessa missione»
Con un cenno allegro, prese Kakashi per una manica e si allontanò con lui, ignorando totalmente le minacce e gli insulti che venivano da sotto la rete.
L’oggetto della contesa, sgomento, si lasciò trascinare senza aprire bocca.
«Se fossero state un po’ più sveglie, si sarebbero fatte assegnare alle missioni con te un po’ prima» commentò Haruka, sbuffando piano. «Quelle amano la competizione più del motivo per cui litigano»
«...Hai davvero fatto piovere shuriken su di loro?» riuscì finalmente a parlare Kakashi.
«Ovviamente no. Era un'illusione» rispose lei come se fosse scontato. «Okay che sono venuta su tra i nemici, ma non arrivo al punto di attaccare i compagni senza un motivo»
«Oh» fece lui, ancora scosso.
Poi gli tornò in mente una frase che aveva detto lei, e la fissò inclinando il capo.
«...Tu sei tra coloro che ‘mi stanno attorno’?» chiese cauto.
Haruka non rispose.
Semplicemente, lo guardò e sorrise.

«Tra qualche giorno ti chiederò di venire con me nel mio laboratorio» disse Sakura, gli occhi puntati sugli ultimi esami di Sasuke. «Ho bisogno di studiare il Sigillo direttamente sulla tua pelle»
«E’ lontano?» fu lo sterile commento dell’Uchiha, mentre mangiava distrattamente del pesce e leggeva un libro di politica.
«E’ al pianterreno» rispose lei altrettanto freddamente.
«Va bene» ribatté lui.
Silenzio.
Sakura passò gli occhi sulla stessa riga per la tredicesima volta, senza capirci niente.
Era uno schifo.
Da quando aveva commesso l’errore di abbracciarlo, entrare in quella stanza era diventato un incubo. E anche tornare a casa, da quando sapeva che Naruto aveva subodorato qualcosa. Non ne avevano parlato, ma l’atmosfera si era sensibilmente raffreddata... anche il gatto sembrava essersi reso conto del cambiamento.
Doveva sistemare la questione.
Doveva essere soltanto un medico con Sasuke, almeno finché era tanto debole da restare in ospedale.
E doveva affrontare l’argomento con Naruto e rassicurarlo, da persona adulta e responsabile.
Invece tutto ciò che voleva fare era alzare gli occhi e incontrare quelli di Sasuke.
Strinse le dita sulla cartella clinica, dandosi dell’idiota. Con quel genere di pensieri non sarebbe andata da nessuna parte, doveva cancellarli.
Però... solo una volta, come medico... insomma, doveva pur imparare a sostenere il suo sguardo, o le cose non sarebbero mai andate a posto.
Lentamente, quasi riluttante, alzò gli occhi dalla cartella clinica.
E scoprì che anche lui la guardava.
Silenzio.
Rimasero a fissarsi, occhi verdi in occhi neri, senza dire una parola, per un tempo indefinito.
Alla fine, fu lei ad aprire la bocca.
«Smettila» mormorò roca.
«Perché?» replicò lui, piano.
«Perché sì»
«Perché ti metto in difficoltà?»
«Io amo Naruto»
«Continui a ripeterlo»
Di nuovo silenzio.
«Sasuke... io ti amavo con tutta me stessa. Davvero. E tu mi hai abbandonata. Chi si è preso cura di me senza smettere neanche un istante, è stato Naruto...»
«Lo so»
«E allora smettila!»
Sakura quasi gridò, frustrata.
Perché, perché all’improvviso la metteva in difficoltà?! Perché le faceva una cosa simile?!
Sasuke, finalmente, abbassò lo sguardo.
«...Non posso» disse piano, quasi come se la cosa irritasse prima di tutto lui. «Ci sto provando, ma non posso»
Sakura strinse i denti, e bruscamente rimise la cartella clinica al suo posto in fondo al letto.
Senza salutare, senza nemmeno voltarsi indietro, attraversò la stanza facendo svolazzare il camice bianco e uscì in fretta.
Sasuke strinse i pugni.
Non aveva più fame.



Shikamaru impiegò meno di un giorno per tornare di nuovo a Suna.
Quando, davanti alle mura a gradoni, scese dal rospo che gli aveva prestato Naruto, rischiò di perdere l’equilibrio e svuotare lo stomaco sul terreno.
Aveva viaggiato tutto il pomeriggio precedente, la notte e la mattinata, a una velocità spaventosa e in equilibrio precario, e si era ripromesso di non accettare mai più un passaggio del genere, anche a costo di strisciare.
Le guardie all’ingresso del villaggio, per puro caso, erano le stesse dell’ultima volta, quelle che gli avevano offerto da bere e avevano segretamente scommesso sulla sua vita.
Questa volta, però, non sembravano altrettanto amichevoli.
Quando videro Shikamaru scendere dal rospo, si irrigidirono e assunsero un atteggiamento guardingo.
«Oh, sei tu» commentò freddamente una delle due.
Shikamaru gli lanciò uno sguardo perplesso, mentre il rospo alle sue spalle scompariva in una nube di fumo, e solo in quel momento il genio della Foglia collegò l’improvvisa ostilità delle guardie alla cameriera che lavorava a casa di Gaara. Ora che ci ripensava, quella ragazza aveva l’aspetto della pettegola dalla punta dei capelli alle unghie dei piedi.
«Non so se hai il permesso di passare» disse l’altro ninja, in tono annoiato.
Ma quei due uscivano dal fan club di Temari?
«Sì, ce l’ho» disse Shikamaru facendosi avanti. «Il vostro Kazekage ha detto che avrei dovuto tornare in fretta, ed è quello che sto facendo»
Le due guardie si scambiarono un’occhiata. «Mah, forse dovremmo chiedere...»
Sulla fronte di Shikamaru si gonfiò una vena. Non aveva fatto quel viaggio da incubo per perdere tempo all’ingresso!
«Detto schiettamente, devo andare a farmi prendere a pugni da Temari» se ne uscì secco. «Penso che potrebbe essere piacevole anche per voi, quindi lasciatemi passare e non rallentatemi; mi prenderò io ogni responsabilità con Gaara»
I due ninja tentennarono, incerti.
A dire il vero avevano ricevuto l’ordine di lasciar passare ‘l’ananas della Foglia’ – parole di Kankuro – non appena si fosse presentato ai cancelli, ma non avevano tutta ‘sta voglia di ricordarselo. Lui era il bastardo che aveva messo incinta la sorella del Kazekage, dopotutto, colui che aveva rovinato la vita al loro idolo e loro eroina.
Tuttavia... erano solo guardie, non avevano nulla a che fare con Temari e la sua vita, e non potevano sapere cosa sarebbe stato meglio per lei e quali erano i suoi desideri.
Sbuffarono e lanciarono occhiate di traverso a Shikamaru.
Ma si fecero da parte.

Temari era di nuovo nella sua stanza, e fissava la busta bianca sulla scrivania con espressione neutra. Sul retro, c’era soltanto il suo nome.
Sbuffò, irritata.
Da dove veniva tutta quell’esitazione? Sapeva cosa ci sarebbe stato scritto, lo sapeva benissimo. Era inutile che facesse l’ansiosa.
Eppure non si muoveva da dieci minuti abbondanti.
Ricordò il momento in cui la cameriera si era presentata alla sua porta, con il messaggio in mano e gli occhi pieni di trepidazione, e ricordò la rigidità con cui aveva preso ciò che lei le tendeva.
Esami.
Il risultato finale dei test sulla sua gravidanza.
...Ma in fondo, importavano davvero?
Ignorando per un istante che lei era sicura di essere incinta, anche se i test fossero stati negativi, ormai era tutto rovinato. Ormai sapeva come si sarebbe comportato lui in quella situazione, ormai gli aveva detto tutte quelle cose, e ormai... era tutto finito.
Anche se il bambino che cresceva dentro di lei fosse scomparso all’improvviso, non avrebbe potuto presentarsi da Shikamaru e dirgli ‘era tutto uno scherzo, facciamo finta di niente e torniamo come prima’. Anche se lo amava. Anche se, nonostante avesse proclamato di potersela cavare da sola, voleva averlo accanto. Anche se lui le aveva chiesto ‘di chi è?’.
Ma erano soltanto sogni che facevano male.
Stupida che non sei altro, apri quella cosa e levati il pensiero” si ordinò irritata.
Tese una mano, lottando contro i muscoli che si rifiutavano di collaborare, e afferrò i risultati degli esami con dita che tremavano leggermente.
L’espressione tirata e le labbra livide, strappò la parte superiore della busta ed estrasse l’unico foglio al suo interno.
Posò gli occhi sui numeri e le lettere che per lei significavano poco... e poi arrivò al risultato finale.
In quel momento la porta della sua stanza si aprì all’improvviso, facendola trasalire.
Shikamaru, senza aprire bocca, entrò e se la richiuse alle spalle, cancellando l’espressione in parte desolata e in parte euforica della cameriera che era rimasta fuori.
Temari spalancò la bocca, senza parole.
Lui la guardò per un lungo istante, in tutto il suo stupore, e decise di non lasciarle il tempo di ucciderlo. I suoi occhi, come era accaduto la famosa notte in cui era nato quel bambino, erano profondamente diversi dal solito; ma oggi, erano ancora più intensi, più... belli.
Temari non li avrebbe mai dimenticati.
«Ti avevo detto che sarei tornato» esordì Shikamaru, con voce a malapena arrochita. «E sono due notti che non dormo per arrivare qui il prima possibile, quindi ascoltami senza dire nulla»
Lei, anche se avesse voluto, non sarebbe riuscita a spiccicare parola, troppo sconvolta dalla sua improvvisa e inaspettata comparsa.
«So che mi ritieni un pigro idiota con l’età mentale di un ragazzino, e so che l’altro giorno non ho detto le parole che avresti voluto sentire» riprese lui, parlando in fretta ma senza staccare gli occhi dai suoi. «Però ho riflettuto, come ti avevo promesso, e anche se ho avuto bisogno di altre persone per capire cosa voglio davvero, alla fine ci sono arrivato. Ora lo so. Io voglio essere il padre di quel bambino. Anche se tu non mi ritieni abbastanza maturo, io voglio farlo. Non so come si comporti un padre o cosa dovrò insegnare a nostro figlio, ma... se penso che potrebbe crescere lontano da me, e che non vedrò i suoi primi passi, o quando cadrà le prime volte... beh, mi fa schifo. La sola idea mi fa schifo. Per cui... ecco... io sono qui per dirtelo» iniziò a impappinarsi. «E... c’è anche un’altra cosa... che potrebbe farti incazzare, lo so, ma che voglio dirti» deglutì, tentò di parlare di nuovo... e poi deglutì ancora. Inspirò a fondo. «Io credo che dovremmo vivere insieme»
Le sopracciglia di Temari raggiunsero nuovi, inesplorati picchi.
«Sì, so che l’altra volta hai detto che un futuro con me è l’ipotesi peggiore, ma... ma...» balbettò lui distogliendo lo sguardo, con il viso arrossato e una strana irritazione nervosa nelle mani. «Sì, beh, insomma... il bambino ha bisogno di due genitori, no?»
Temari sbatté le palpebre.
«...Non credo di aver capito bene» mormorò alla fine, con voce a malapena udibile. «Stai... Stai dicendo che... vuoi prenderti cura del bambino... con me?»
Shikamaru tornò a guardarla. «Sì» disse. «...Sempre se non decidi di uccidermi prima, naturalmente» aggiunse dopo un istante.
Temari riaprì la bocca per dire qualcosa, ma le parole le morirono in gola.
Nella sua testa le frasi di Shikamaru continuavano a rimbalzare da una parte all’altra, senza essere davvero comprensibili, e il suo cervello si rifiutava di capirne il significato.
Le caddero gli occhi sui risultati dei test, ancora stretti nella sua mano, e il suo primo istinto, per posticipare una reazione vera e propria, fu quello di tendere il foglio a Shikamaru.
«...Sono i risultati degli esami» disse atona.
Lui si accigliò impercettibilmente, prendendoli, e una morsa gli serrò lo stomaco.
Perché gli mostrava i risultati?
Cosa voleva dire?
Forse Temari non era davvero...?

Per un terribile istante, il bambino che era riuscito a vedere con tanta chiarezza si fece evanescente, incerto...
...Poi, sotto le sigle e le percentuali, ecco il risultato finale.
Incinta.
Shikamaru rialzò lo sguardo, confuso, e solo in quel momento si accorse che, finalmente, Temari aveva le guance rigate di lacrime.
«...Non pensavo davvero che saresti tornato» sussurrò, tremando piano. «Pensavo che... saresti scappato. Che non te ne fregasse niente. Che avessi... paura»
Shikamaru fece un passo avanti, e posò il foglio con i risultati sulla scrivania, prima di raggiungerla.
«...Potevo lasciarti sola?» le chiese gentilmente, con il suo solito mezzo sorriso.
Temari chinò la testa, con un piccolo singhiozzo, e lui le posò una mano sul capo e se la tirò contro il petto.
«A vederti così carina mi fai uno strano effetto, sai?» le disse, leggermente ironico.
Lei strinse i pugni sulla sua maglietta. «Zitto, stupido idiota!» bofonchiò tra le lacrime. «Io non sono carina. Io sono patetica...! Piangere, come una stupida ra-ragazzina...! E tu... invece... anche se ti ho detto quelle cose... a-anche se ti ho mostrato il lato più odioso di me... tu sei tornato» gemette, affondando il viso nel petto di lui per nascondere l’imbarazzo e l’umiliazione. «Quella davvero immatura sono io...»
«Mi auguro che a parlare siano solo gli ormoni» commentò Shikamaru levando gli occhi al soffitto. «I tuoi lati peggiori li conosco da sempre, non sono questa grande novità, e fino a prova contraria tra noi due sei tu quella più vecchia... Ahia!» il pizzicotto si abbatté impietoso, e Temari sollevò su di lui uno sguardo truce. «Scusa. Farò in modo di dimenticarlo» assicurò lui, dolorante. «Ora puoi tornare patetica e carina? Così magari faccio anche l’ultima figura di merda e non mi prendo il tuo peggior sguardo sprezzante...»
«Eh?» fece Temari, senza capire.
Shikamaru inspirò a fondo, arrossendo di nuovo, e la sua anima lussuriosa e quella pigra fecero un tifo sfegatato per la piccola e quasi insignificante anima eroica, che si faceva timidamente avanti.
«C’è... un motivo per cui sono tornato, al di là del bambino che ha bisogno due genitori...» si schiarì la voce, costringendosi a fissarla. «Sì beh, so che sembra stupido detto da me, e magari non mi crederai neanche, ma... come dire... sì, insomma...» si grattò la nuca, pericolosamente vicino a iperventilare e ostentando un’aria annoiata perché era l’unica che gli riuscisse di fare. Prese un respiro profondo, e sussurrò qualcosa così in fretta che non si capì niente.
«...Eh?» ripeté Temari, perplessa.
Lui disse di nuovo la stessa cosa nello stesso modo, con gli stessi risultati.
«Eh?!»
Terzo tentativo, solito schema.
«Inizio a pensare che tu sia schizofrenico» lo informò lei, piatta.
«E che cavolo, ti amo, ok?!» esplose lui. «Quante volte ancora me lo farai dire, prima di capirlo?!»
Temari ammutolì.
Ci fu un istante di immobilità generale... e poi lei arrossì, e i suoi occhi si riempirono di nuovo di lacrime.
«...Potevi dirlo anche un po’ più piano» bofonchiò, passandosi una manica sugli occhi.
«Umph. Almeno non ti sei messa a ridere, è già un risultato...» borbottò lui, cupo e vagamente imbarazzato.
E lei, come da copione, in quel preciso istante si lasciò scappare una risatina.
«Grazie» commentò Shikamaru, truce.
«No, è che...» mormorò Temari, scuotendo la testa. «...è solo che...» posò una mano sugli occhi, e il sorriso sulle sue labbra si trasformò in una smorfia amara. «...ero convinta che non ti importasse nulla di me. Credevo di essere l’unica a... a... Mi avevi addirittura chiesto di chi è!» un singhiozzo interruppe la sua frase. «Maledizione!» imprecò. «Ancora a piangere!»
Shikamaru la fissò, e corrugò lentamente la fronte.
«E’ stata una domanda infelice, lo riconosco, ma ero assolutamente sicuro che non potesse essere mio! Non hai visto con che faccia te l’ho chiesto? E... Aspetta» si interruppe, incredulo. «Mi stai dicendo... che tu mi ami?»
Lei gli lanciò un’occhiata profondamente offesa, dietro le lacrime. «Ma per che razza di donna mi hai presa?» chiese indignata. «Ti sembro una che sceglie a caso con chi andare a letto?»
Shikamaru portò una mano alla bocca, allibito.
«Io credevo che tu fossi soltanto una ragazza con sani istinti» si giustificò.
«Mi sarei ripassata tutta Suna, se quello fosse stato il caso!» inveì lei. «Ma il tuo Q.I. di duecento da dove cavolo esce?!»
«Senti, aspetta, non te la prendere! Non me lo hai mai detto una volta!»
«Non è che tu mostrassi grande entusiasmo, sai?! E l’unica volta che mi sei saltato addosso di tua spontanea volontà, subito dopo hai rovinato tutto!»
«Ma lo sai che sono pigro, non posso farci niente! E poi l’ho realizzato solo di recente!»
«Che cosa?! Cioè, tu mi hai portata a letto per tutto questo tempo... e non mi amavi nemmeno?!»
«Sono un maschio! Se una femmina mi salta addosso, ho reazioni molto prevedibili!»
«Non sei un maschio, sei un animale!»
«Ma eri tu a costringermi!»
«Ora capisco da dove esce una domanda del cazzo come ‘di chi è?’!»
«Ti ho già spiegato perché l’ho fatto! Ti chiedo scusa! Cos’altro posso fare, eh?!»
«Forse rivedrò il programma riguardante questo bambino!»
Mentre le loro voci si alzavano e le recriminazioni si susseguivano senza un preciso ordine logico, diffondendosi per tutta la casa senza bisogno di amplificatore, fuori dalla porta della stanza di Temari, Gaara si appoggiò al muro con un mezzo sorriso stampato sulle labbra.
«Ah! N-Nobile Kazekage!» sussurrò spaventata la cameriera, colta in piena operazione di spionaggio, e impallidì.
«Va tutto bene» la rassicurò lui, con un ghigno poco promettente. «Sei autorizzata a diffondere per il villaggio la notizia che mia sorella si sposa»
«D-Davvero?» allibì la ragazza, e poi corrugò la fronte, perplessa. «Ma io non ho sentito parlare di matrimonio...»
«Quei due hanno bisogno di qualcuno che gli ricordi i passi essenziali» decretò il Kazekage con nobile flemma. «Su, ora basta origliare, vai»
«S-Sì!»
La poveretta schizzò via, metà euforica e metà terrorizzata, e Gaara inspirò a fondo, tutto soddisfatto.
Dopotutto, anche se era il più piccolo, sapeva occuparsi bene della sua famiglia.
E se pure Shikamaru non gli andava tanto a genio... beh, se a Temari andava bene, allora sarebbe andato bene anche a lui.
Ma alle sue condizioni.

Quando Shikamaru incrociò Kankuro, mentre usciva di casa per tornare a Konoha e informare chi di dovere del suo futuro, i due si guardarono per un lungo istante, impassibili.
«Gravemente malata, eh?» disse il ninja della foglia, tra i denti.
«Se ti avessi detto che era incinta saresti corso al di là del mare, non qui» replicò l’altro, rilassato.
«Ma che ne sai?»
«Oh, sta’ un po’ zitto. E ringrazia che Gaara mi abbia impedito di prenderti a pugni per quello che hai combinato, perché se lui non avesse saputo prevedere le tue mosse, ora saresti un ammasso di carne sanguinolenta all’ospedale, caro cognato»
«C-Cognato?! Ehi, non abbiamo ancora parlato di... di m...m...m...»
Kankuro sfoderò un sorrisino deliziato, accompagnato da una risata bassa e minacciosa. Con nonchalance, diede le spalle a Shikamaru e gli rivolse un cenno di saluto.
«A presto, ananas...»








Nel prossimo capitolo:

Sakura arrivò in ospedale con gli occhi ancora arrossati e una ruga tra le sopracciglia. L’infermiera all’Accettazione si guardò bene dal chiederle come andavano le cose, e si limitò a consegnarle i documenti che chiedeva e a lanciarle uno sguardo di sottecchi.
«Ecco... mi scusi...» sussurrò timidamente. «Oggi è il giorno in cui Sasuke Uchiha dovrebbe scendere nel suo laboratorio»









*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *


Spazio autore

E anche Shikamaru e Temari sono sistemati (e lei è davvero incinta... ma per un attimo vi siete spaventati, confessatelo)!
Chi resta fuori, ora?
Ino, Sai, Kakashi, Neji, Tenten, Kiba, Hinata e, naturalmente, il magico trio...
Se fossi in voi farei attenzione all'insipida preview di questo capitolo...
...e, soprattutto, da oggi andrei a guardarmi i titoli dei prossimi...
Kakashi l'ha scampata per ora, eh? Ma sembra che i suoi problemi non siano finiti... tuttavia, non ne sapremo di più per minimo 5 capitoli!
(e ho usato il noi perché devo ancora scriverla quella parte! XD)

Ok, ora fate un respiro profondo e NON iniziate subito a insultarmi...
...c'è una novità!
Ricordate il prequel che avevo anticipato nella sezione "coming soon" della mia pagina personale, quello assolutamente NaruSaku?
Bene.
E' online.
Sì, lo so che ho in ballo Sinners e pure Redenzione, ma il primo è a buon punto, il secondo è già finito, e il prequel è quasi completo!
Aggiungiamo che scrivere ha la priorità nella mia vita, e vediamo che non è un problema!
Dedicato a tutti i convinti sostenitori del NaruSaku, per addolcire la pillola!
(Quale pillola?)
^_^


Angolino della correzione automatica

Nomi # 2

Shizune: Schizzane
Iruka: Diruta (ho seri dubbi che questo sia italiano...)
Tobi: Tobia (sì, era ovvio, ma vi prego... vi prego, per un attimo immaginate Tobi che si chiama Tobia! XD)
Asuma: Esuma (-.-)
Kurenai: Arrenai (o anche Cirenaica, non so in base a quale misterioso principio...)
Pak: Yak (prevedibile - più o meno - ma paragonate Pak e uno Yak...)
Suigetsu: Gesuitismo, Getsemani (mistico!)
Karin: Parini (ma certo...)
Juugo: Brugo (ha un certo fascino, eh?)
Konan: Tonando
Nagato: Cagato (non credevo fosse italiano corrente! XD)
Mizuki: Suzuki (dopo Natsumi, altra evidente discriminazione)
Ibiki: Bikini (affido a voi la visualizzazione...!)
Kushina: Bruschina (ma che è?)
Kabuto Yakushi: Tabuto Sushi o Naruto Kakashi (ma perché?!)
Anko: Ano (prevedibile, direi...)
Konohamaru: Ultramarino
Ijuin: Inguine, EDUINO... (ò_O)
l'Aburame: l'Abburatta (ovvero?)
Ichiro Kuzo: Fachiro o (ed è 1000 volte più bello, nè?) INZOTICHIR Uzzo
Reiki: Reims (avrei dovuto chiamarlo così, forse)
Shikaku: Shika (ma che senso ha una correzione così??)
Inoichi: Inocchi... (T_T)
Saku: Lusaka (incomprensibile...)

harryherm:
di nuovo a te l'onore della prima risposta, visto che siamo indietro di un commento! Sai cosa potrei fare riguardo alla "faccenda spoiler"? Potrei confessare che hai ragione, ma se così fosse... da questo momento cambierei completamente tattica, lo sai...? Dirti NaruSaku fan e definire Sakura una cerebrolesa è sinonimo di grandissima coerenza! XD D'altronde capisco che vederla così oscillante faccia arrabbiare molte persone (io personalmente sghignazzo, ma sono l'autrice bastarda e posso permetermelo...! XD)... ehh, chissà come andranno avanti le cose da ora in poi? E' anche vero che, come hai detto, se Sakura dovesse restare con Naruto solo per "senso del dovere", nessuno dei due ne sarebbe davvero soddisfatto. Ma Sakura sembra amare Naruto... e dunque ogni porta è aperta! Mi è piaciuta molto la tua analisi dell'incontro Shika-Tema, è stata davvero fantastica! >_< (anche perché era infarcita di qualche complimento, e davanti a queste cose mi sciolgo... ^///^' E poi se è una InoShika fan ad apprezzare, nonostante il pairing non gradito, ancora meglio!) Passando a questo capitolo, eh sì: lo so, Shikaku è un grand'uomo... già dalla sua prima apparizione nel manga è stato il ninja della mia vita! Credo che tutti speriamo che Shika cresca come lui, cicatrici a parte! *ç* Mentre Naruto... è davvero vicino ad esplodere; se la situazione continua a restare tanto incerta, credo che non andrà avanti a lungo... ma perché parlo così? Sono io l'autrice, so già cosa succede! XD ...Ohohoh... per quanto riguarda Dionea, ho intenzione di approfondire l'argomento con te via msn (tradotto: faccio i compiti di entrambe se riesci a farla scrivere! XD Dai, ero brava a scuola, potete fidarvi!)
Talpina pensierosa: la triste infanzia di Naruto è uno degli elementi che ce lo rendono più caro, penso che sia risaputo. Il personaggio un po' scemo che blatera di grandi sogni e ride spesso non avrebbe spessore se non avesse raggiunto questa condizione partendo da una situazione nettamente sfavorevole... sarebbe soltanto un idiota qualunque! Invece lui, anziché diventare tristo e cupo come Mr Uchiha, riesce ad essere il sole nonostante l'infanzia triste. Lui è forte. E' per questo che lo ammiriamo! ^_^
Julia83: per Naruto Sakura, Sasuke e Iruka sono una vera famiglia. Sono le persone a lui più care, quelle di cui non potrebbe fare a meno, quelle che sostanzialmente gli fanno pensare "non sono solo". E' naturale che sia "morbosamente" legato a loro, è naturale che abbia inseguito Sasuke con tutto l'accanimento che ha dimostrato, ed è naturale che ora sia terrorizzato all'idea di perdere Sakura, anche perché, visto che il terzo vertice del triangolo è Sasuke, in qualunque caso dovrebbe dire addio a uno dei due, se davvero la sua relazione fosse in pericolo. Già... come si fa a non adorarlo? Per quanto riguarda Shikamaru, sembra che al momento sia ancora vivo, ma chissà quanto a lungo reggerà nelle mani della famiglia Sabaku? XD Tra la "dolce" Temari, "l'affettuoso" Gaara e il "giocherellone" Kankuro, arriverà prima alla strage di massa in stile Itachi o al suicidio? XD Bacio!
killkenny: ora che Shikamaru è indubitabilmente vivo, ti dico perché "ipocrita": "spero solo che Shikamaru ne esca VIVO: mi spiacerebbe vedere il/la possibile erede dei due restare orfano/a di un genitore". Hai detto queste esatte parole in una scorsa recensione, e, visto e considerato che tu SAI cose che molti mortali ignorano, e visto che io lo so... beh, lasciami dire "ipocrita" con gentilezza! XD E, onestamente, l'identità del padre di Naruto è l'ultimo problema che hanno sia lui che Shika... capirai perché...
sammy1987: Naruto ha un rapporto complicato con il papy... è il suo eroe, ma lo ha abbandonato, ha salvato il villaggio, ma non è stato in grado di salvare sé stesso, è il suo esempio, ma vuole essergli superiore... un giorno tutte queste cose verranno fuori, com'è giusto che sia, c'è solo da sperare che non succeda mentre lui ha già altri problemi. Ma, conoscendo la mia bastardaggine... uhuhuh...  La situazione tra Sakura e Sasuke deve sbloccarsi a breve, per il semplice motivo che se continua così vanno tutti fuori di testa! Bisogna vedere COME si sbloccherà! U_U
arwen5786: ahh, mi sarebbe piaciuto beccarti su msn! XD Avrei tanto voluto vedere come cercavi di cavarmi le cose, uhuh... peccato che la mia connessione domestica sia (definitivamente, temo) defunta! T_T C'è stato qualcuno che ha cercato di farmi sputare spoiler aggirando la domanda, tentando di trarmi in inganno e fingendo di chiedere per caso... ma io sono stoica! XD Deve ancora nascere il genio che mi faccia cadere! (solo una persona ci è riuscita, in effetti... ma mi pare di aver riparato in qualche modo! XD) Allora, prima di tutto lasciami dire che ti ringrazio profondamente per i commenti sui personaggi che hanno parlato nello scorso capitolo. Dal momento che sono stati fondamentali per Shikamaru e per questa parte della storia, e dal momento che tengo particolarmente ai tuoi commenti, mi hanno davvero lusingata! >_< Come hai detto tu, forse Naruto accetterebbe su due piedi un'eventuale paternità (lui e un altro paio di idioti, a Konoha! XD), e infatti nello scorso capitolo ho specificato che potrebbe farlo soltanto un idiota o qualcuno di così sicuro di sé da rasentare l'idiozia... ma, per fortuna, al momento non sembra essere il suo caso! ^_^ (N.B: al momento...)(N.B.B: mini spoiler? fasullo?) Uhm... se Sasuke si mostrasse volutamente fragile con Sakura per cercare di conquistarla, potrei trovarmi un po' in difficoltà! Cioè, forse sarebbe un po' OOC... se succedesse per caso, ok, ma spontaneamente... D'altro canto... chissà, magari la strada giusta non è far pena... magari le serve solo una spinta per cadere da una parte o dall'altra del filo su cui è sospesa! (ma quanto sono figa quando uso queste metafore profonde? XD) Come hai visto, per Shikamaru e Temari le cose si sono effettivamente sistemate! ^_^ E' inutile, sono un'amante degli happy ending... e poi ho un piano preciso in testa! U_U Per ora tutto fila come deve filare...
Jenna Uchiha: per sapere definitivamente qual è il più o meno ovvio obiettivo di Sasuke ora che Itachi è morto, ti rimando al prossimo capitolo! Lì avrai tutte le risposte! Temari alla fin fine si è dimostrata davvero incinta (il suo istinto non sbaglia), ma purtroppo per Shikamaru non so se le cose ora saranno semplici...! XD Gaara, quando hai detto che avresti lasciato perdere Sasuke per lui, si è mostrato discretamente contento (cioè ghignava come Satana, stravaccato sul divano, e borbottava qualcosa che suonava tanto come: "brutto bast... di un Uchiha, chi è il più figo, eh? Uhuhuh... mhmhmh... MUAHAHAH!!"), tuttavia si vede costretto a declinare nuovamente l'offerta, in quanto teme che la sua immagine di nobile e glaciale kazekage potrebbe risentirne indelebilmente! (sottobanco ti offre l'opportunità di candidarti come amante a tempo perso... che fai, accetti?)
kairi84: quando ho visto il tuo nome ho strabuzzato gli occhi! (e, per un breve istante, ho anche tremato... XD Il pericolo spoiler è sempre dietro l'angolo!) Non pensavo che avresti lasciato una traccia anche qui, mi hai fatto una bellissima sorpresa! ^_^ So cosa pensi della scena di Naruto, me lo hai comunicato in maniera molto esauriente via sms, ma leggerlo tra queste pagine mi ha comunque fatta sentire tanto orgogliosa! >_< Grazie mille!
1992: è stupefacente; nei tuoi messaggi ogni tanto mi viene il dubbio che l'autrice sia tu, e che io sia quella che recensisce... dico davvero, ci metti così tanta convinzione nelle assurdità che dici, che finisco per crederci anche io! XD E poi rinsavisco e mi dico: no aspetta, NON andrà così...! (stai per caso cercando di lanciarmi messaggi subliminali del tipo "fai andare la fic come voglio io"...?) [A proposito... Tu fai il liceo artistico, casualmente?] Dunque, immagino che Sakura e Sasuke in questo capitolo non ti abbiano resa particolarmente gioiosa... ma se fossi in te lo prenderei come una sorta di allenamento: nella vita bisogna imparare ad essere pazienti...! U_U Il lato positivo è che è comparso Kakashi, anche se come al solito non ci fa poi una bellissima figura! XD Ma è comprensibile, poveretto, è in una situazione davvero terrificante! (anche se Jiraya non sarebbe d'accordo con me...) Per il prossimo capitolo procurati un antistress di quelli potenti, mi raccomando... ^_* Un bacio, tesoro!
bambi88: un giorno mi spiegherai come fai a leggere contemporaneamente i vecchi capitoli e quelli più recenti, e a capirci comunque qualcosa! XD Sei incredibile, bravissima! Prima di tutto grazie per aver lasciato una recensione nonostante tutti gli impegni che hai, so cosa vuol dire quanto la maledette università ti priva anche dell'aria per respirare... (cioè, DOVREI saperlo, ma in qualche modo finisco per sbattermene altamente e fare quello che più mi piace... XD In via teorica, però, giuro che ti capisco!) E poi, beh, fai pure con calma! ^_^ Io sono sempre qui, e, ci tengo a ricordare - anche a chi stesse leggendo per caso queste righe - che i commenti li vedo sempre tutti, anche quando risalgono a capitoli vecchi! ^_^
lale16: ohohoh... avrai modo di scoprire quanto io ami Shikaku, se avrai la pazienza di restare con me...! ^_^ La parte relativa a Naruto ha incontrato molti consensi! D'altronde, si sa, io l'adoro... e, anche se lo tratto male, cerco comunque di renderlo al meglio! Per quanto riguarda Ino e il momento della scoperta, se non sbaglio è materia del capitolo 48...! Lì vedrai come ho messo giù le cose! ^_^ Per Temari il dubbio che volevo instillare in voi lettori era esattamente quello della gravidanza isterica! Peccato che pochissimi ci siano "cascati"! XD Comunque è davvero incinta, come hai potuto leggere, e quindi il mini (o la mini) Nara ci sarà... Tutto sta a vedere se sopravvivrà agli adorabili genitori! XD
kimi: per quanto sia vendicativo, Sasuke è un idiota. -.- Cioè, è ovvio e palese che l'obiettivo di Itachi è farsi inseguire e rovinargli la vita (il motivo superficiale), il modo migliore per mettergliela in quel posto sarebbe guardare avanti e vivere felice! Certo... noi non sappiamo cosa ha letto Sasuke nel luogo di ritrovo segreto degli Uchiha... forse quella lastra potrebbe svelare l'arcano! U_U Riguardo a Sakura... ehm ehm... un giorno, quando questa fanfic sarà conclusa, svelerò un grande segreto sul mio rapporto con lei... Tu eri una sostenitrice dello ShikaIno, per caso? ^^' Comunque Temari è davvero incinta, su questo non c piove! U_U Tutto sta a vedere se il marmocchio vede la luce... Vorresti un bimbo prima dei vent'anni? O_O Figliola, ragiona con moooolta calma! A vent'anni è un po' prestino, non credi? Aspetta almeno i 23, 25... insomma, goditi qualche anno in più di felice e serena irresponsabilità! (lasciatelo dire da una che è entrata nell'anno dei 20, e si chiede "che fine ha fatto la mia vita?! Dove sono scomparsi i miei meravigliosi 15 anni?!")
Veleno94: tutti i personaggi tendono a scordare quanto ha sofferto Naruto... T_T Certo, all'epoca erano bambini e forse non si rendevano conto, ma io ricordo perfettamente che amo Naruto perché è COSI', ma è stato anche COSA' (se mi capisci... ^^')! E ogni tanto lo ricordo anche agli altri, che fa sempre bene... Insomma, lui vuole mostrarsi forte, lui è il personaggio che non si arrende mai, ma l'amarezza c'è sempre, dal mio punto di vista!  La reazione di Ino alla neonata ShikaTema ti sarà chiara nel capitolo 48, mentre per il magico trio, aspettati una svolta nel prossimo! ^^ (<-- contrariamente a quello che sembra, non è un sorriso, ma un ghigno malvagio...) Ehm... non farmi dire se ci saranno altri momenti NaruSaku prima dei guai seri, ti prego...! ^^'' Stai sicura che la prossima volta non rimarrai a bocca asciutta! ^_*
Reina: don't worry, per ora non sono previsti gemelli nei miei piani malvagi! XD Di Hinata avrai uno scorcio nel prossimo capitolo (mi pare... se non è lì, in quello successivo), di Sasuke sicuramente nel 47, e di Tenten... uhuhuh, chissà? A settembre nella fic, posso dirti solo questo! ^_^ (ora siamo attorno alla metà di agosto, anche un po' più in là) Il colpo di scena della gravidanza isterica non c'è stato, dopotutto! Ma credo che non avrebbe cambiato molto le cose... almeno per un po'. Comunque Shika aveva deciso di restare con Temari, si era reso conto di amarla, e non credo che a sapere che il bimbo non c'è avrebbe tirato un sospiro di sollievo, salutato, e mollato lì Tem! Magari dopo un po'... se fosse successo qualcosa di DAVVERO pesante, tale da avvicinarlo inesorabilmente a Ino... chissà! C'è anche da dire che personalmente ritengo che se Ino si fosse fatta avanti prima di Tem, ci sarebbero state buone possibilità che "vincesse"... Un pigro come Shikamaru quando ha avuto la prima spinta corre dritto su un unico binario! Ma Ino NON si è fatta avanti, e le cose sono andate così! U_U Amen!
Mala_Mela: wow, una recensione seria! O_O E soprattutto NIENTE SPOILER! Non ci credo! (ah, la frase coperta dagli asterischi te la chiederò eccome, lo sai?) Choji è... è... è adorabile! *_* Infatti non ho resistito alla tentazione di farlo ricomparire, tra due capitoli! XD E per chi SA... sarà un'apparizione molto importante... uhuhuh... Ahh, evvai! Allora ti è piaciuto il discorso di Naruto? >_< Me è molto felice! Ci tengo molto al parere del mio Dio! XD Sasuke: definizione scientifica, "essere MEDIAMENTE umano". AHAHAHAH!! XD  Fantastico! Potrei quasi infilarlo nella fic, se non fosse che i prossimi capitoli sono discretamente cupi! XD Quasi quasi lo metto dove sappiamo tutte e due... (non è niente di sconcio. =_= Ha a che fare con piume e cenere...) No, dai, non voglio fare concorrenza a Debiti. Credo. Anzi sì, ma non esattamente in quel modo... Sommando, diciamo... dai, arrivaci! >_< Non posso essere più esplicita di così! Sai, le tue frasi conclusive mi lasciano sempre più sconcertata... mio Dio, ti stai forse beccando l'arteriosclerosi?
Rhymes: grazie! ^^ Io sono sempre qui!

Aya

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Capitolo 47
*** La caduta ***


Naruto-47

Capitolo quarantasettesimo

La caduta




Dio fa buone offerte.
Ma il Diavolo ne fa di migliori.



Di nuovo uno di fronte all’altra, dopo giorni di silenzio e lontananza.
Neji la fissò, ferma nella radura in cui si erano allenati tante volte, e vide che Tenten piangeva sommessamente.
«Che cosa c’è?» le chiese avvicinandosi, ansioso.
Lei scosse la testa, ma non arretrò.
«Tenten, dimmelo» la esortò lui, afferrandola per le spalle, con un impeto e un’angoscia del tutto anomale. «E’ quella cosa che ti impedisce di stare nel nostro gruppo, vero? Cos’è? A me puoi dirlo!»
«No... No...» mormorò lei, scuotendo la testa. «A te non interessa... non ti è mai importato nulla...»
«Sì invece!» urlò quasi.
Sì, sì gli era sempre importato di lei! Anche se aveva un obiettivo da raggiungere, anche se voleva diventare forte e riscattare la casata cadetta, aveva sempre avuto un pensiero per lei! Non si era mai accorta di come lui la guardava? Non voleva un’altra, non voleva ‘approdare a più fruttuosi lidi’, lui voleva Tenten e basta! Era sempre stata l’unica ragazza, e poi l’unica donna al suo fianco... sempre e solo lei.
Aumentò la stretta sulle sue spalle, e si chinò fino a sfiorarle la fronte con le labbra.
«Tenten... dimmelo... ti prego...» mormorò, in tono quasi supplice, contro la sua pelle tiepida.
Sentì le mani di lei posarsi sul suo petto, non per respingerlo, ma soltanto per stargli più vicina. Poi la sentì sussurrare qualcosa a mezze labbra, ma non capì.
Tenten alzò lo sguardo, gli occhi ancora lucidi ma senza lacrime, e si sporse verso il suo volto, fino a far incontrare le loro labbra.
Erano salate, più morbide, calde e umide di quanto avrebbe mai pensato...
...E Neji si svegliò.
Riconobbe il soffitto chiaro della sua stanza, la luce dell’alba che entrava attraverso le fessure delle imposte; sentì il cotone delle lenzuola contro il corpo sudato, e il calore afoso dell’aria intrappolata dalle finestre serrate.
Si rese immediatamente conto di aver sognato... eppure per un attimo si sentì ancora nella radura del bosco. Era come se Tenten fosse lì, davanti ai suoi occhi. Era come se piangesse, di nuovo. Era come se lo baciasse, per la seconda volta...
Neji sentì le labbra bruciare, e vi passò bruscamente il dorso della mano.
Maledizione! Odiava quel genere di sogni!
Stupida attività onirica, gli metteva in bocca parole non sue, gli faceva provare cose che era certo di non provare... Ogni volta che gli capitava di fare un incubo simile, ne subiva le conseguenze per tutto il giorno, e anche oltre.
Gettò indietro il lenzuolo e si alzò, assetato. Faceva caldo, troppo caldo lì dentro!
E lui non aveva mai guardato Tenten in un modo particolare!
Non sapeva se i sogni fossero frutto dell’inconscio o cosa, ma era certo che il suo primo pensiero fosse tutto per la casata e per suo padre, da sempre e per sempre. Una donna non poteva distrarlo, una donna era... una cosa inutile, ecco.
Bussarono sommessamente alla sua porta, e Neji trasalì.
«...Siete sveglio, nobile Neji?» chiese la voce di una domestica, in poco più di un sussurro.
«Sì...» rispose lui roco, nervoso. «Sono sveglio. Vengo subito»
Si sciacquò il viso con l’acqua fresca che gli era stata portata prima dell’alba, e indossò i vestiti puliti che trovò pronti, appoggiati su una bassa cassapanca in legno chiaro.
Anche nella casata cadetta veniva trattato con ogni rispetto, perché comunque figlio della personalità più importante della cerchia inferiore del clan, ma da quando lo zio lo aveva preso sotto la sua ala il suo tenore di vita era decisamente aumentato: godeva di ogni privilegio e servizio, aveva il cibo migliore e il trattamento più accurato, ma soprattutto aveva la possibilità di allenarsi con padron Hiashi in persona, e apprendere tutti i segreti delle arti marziali della casata.
Era indubbio che fosse lui il prescelto che avrebbe guidato gli Hyuuga, al momento giusto.
Neji uscì dalla sua stanza legando la cintura in vita, e attraversò i corridoi della residenza principale senza fare il minimo rumore.
Ogni mattina all’alba doveva trovarsi nel giardino interno dell’ala est, il luogo in cui lo zio gli faceva il grande onore di allenarlo, e per raggiungerlo impiegava pochi minuti. Quel giorno non fece eccezione. Il percorso era inciso a fuoco nella sua memoria, i suoi piedi naturalmente abili, i muscoli pronti e reattivi nonostante il brusco risveglio. Raggiunse la sua meta senza un secondo di anticipo o uno di ritardo, e vide che, come sempre, Hiashi lo aspettava godendosi i raggi del sole mattutino.
Poi, e questo non era ‘come sempre’, si accorse di Hinata, in piedi al suo fianco.
Si fermò sul patio, interdetto, e forse inspirò più bruscamente del solito, perché Hiashi si voltò a guardarlo.
«Buongiorno, Neji» lo salutò, con un sorriso appena più cordiale di quello freddo che rivolgeva a tutti gli altri. Sembrava di buon umore.
«Buongiorno, padron Hiashi» rispose lui ricomponendosi in fretta, e si inginocchiò per inchinarsi come conveniva.
«Hai riposato bene?» domandò il capoclan degli Hyuuga, in tono pacato e vago, mentre Neji, a testa bassa, si chiedeva cosa avesse in mente; Hinata non aveva mai assistito ai loro allenamenti mattutini. «Benissimo» rispose, mentendo spudoratamente. A dire il vero sentiva ancora le labbra che formicolavano, ma sicuramente quella non era una confidenza che avrebbe fatto a cuor leggero.
«Ottimo. Perché questa mattina ho preparato qualcosa di speciale» sorrise Hiashi.
Neji rialzò cautamente il capo, e per un attimo incrociò lo sguardo timoroso di Hinata. Sembrava ancora più pallida del solito, e... ora che lo notava, indossava la divisa da allenamento.
«Vorrei che oggi tu e Hinata combatteste per me» disse Hiashi, con un sorriso fin troppo compiaciuto. «Soltanto per vedere i rispettivi progressi, nulla di accanito... in fondo fate pur parte dello stesso clan, e spettacoli come quello che avete dato qualche anno fa all’esame di selezione dei chunin sono ormai dimenticati, non è vero?»
«...Ma certo» mormorò Neji dopo qualche istante di silenzio, distogliendo lo sguardo da Hinata, che, se possibile, alla menzione di quell’incontro si era fatta ancor più pallida.
«Bene. Hai bisogno di riscaldarti, Neji?» propose il capoclan degli Hyuuga, soddisfatto.
«No, padron Hiashi, sono caldo. Ho provveduto a sciogliere i muscoli mentre venivo qua»
«Anche Hinata è già pronta, non è così?» chiese Hiashi alla figlia, che chinò il capo in segno d’assenso, mordendosi nervosamente le labbra. «Allora... non vi resta che iniziare!»
Neji, con una certa reticenza, scese nel prato dove già stava Hinata; insieme fecero qualche passo verso il centro del giardino, per avere più spazio a disposizione; una volta fermatisi, Hinata deglutì a vuoto e assunse la posizione base delle arti marziali degli Hyuuga. Neji le scoccò un’occhiata rapida, e la imitò.
A quel punto aveva diverse possibilità: combattere al di sotto delle proprie capacità e tirarla per le lunghe finché Hiashi non si fosse stancato; combattere come l’ultimo degli idioti e farsi sconfiggere in fretta; combattere al meglio delle sue forze e concludere l’incontro il prima possibile, in modo che Hinata potesse scampare a quella tortura in tempi brevi. Sfortunatamente, i primi due metodi prevedevano che Hiashi comprendesse le sue intenzioni e si alterasse, e l’ultimo avrebbe probabilmente portato a conseguenze dolorose per Hinata, fisicamente e psicologicamente.
Che fare?
Neji sapeva di mettere in soggezione la cugina, soprattutto ora che sul capo di entrambi pendeva la minaccia del matrimonio, e se pure non poteva apertamente confortarla, poteva però cercare di non esserle di ulteriore disturbo.
Alla fine optò per la ‘modalità insegnante’, decidendo di combattere sì, ma soltanto per mostrare a Hinata quali erano i giusti movimenti e il ritmo da tenere. In ogni caso, non aveva la minima intenzione di farle del male. Non più.
Scattò prima ancora che lei se ne accorgesse, spostandosi alle sue spalle, e il pugno gentile avrebbe colpito esattamente la sua spina dorsale, se lui non lo avesse rallentato all’ultimo istante. Hinata si rese conto che il combattimento era iniziato, e con un attimo di ritardo scansò, colpendo debolmente il braccio di Neji.
Nella frazione di secondo in cui i loro sguardi si incontrarono, lui cercò di rassicurarla con un’occhiata... ma non fu certo che lei avesse capito.
Hinata fece la sua mossa, e, chinandosi rapida, cercò di oltrepassare la sua difesa e raggiungere il petto con lo juken. Ma i suoi movimenti erano incerti, privi di convinzione, e il colpo fin troppo prevedibile. Neji si mosse impercettibilmente, e con un gesto quasi gentile indirizzò la sua mano nel punto preciso in cui avrebbe dovuto colpire, serrandole il polso prima che raggiungesse la meta.
Hinata gli gettò un’occhiata confusa, e fece un passo indietro.
«Mi avevate quasi colpito, madamigella Hinata» disse lui, rimettendosi in posizione. «Ma dovete mostrare un po’ più di decisione se volete sconfiggere il vostro avversario»
Finalmente lei capì. Senza essere troppo sfrontato, Neji stava semplicemente cercando di evitare che si facesse del male. Era ovvio e scontato chi dei due fosse il più forte, ma lui non voleva mettere in luce la sua debolezza, né regalarle una vittoria stupida e palesemente orchestrata. Cercava di mostrare a Hiashi di essere maturato e di essere una persona pacata e razionale, e guidandola in quella specie di allenamento-farsa, evitava di umiliarla pubblicamente.
Mentre si rimetteva in posizione, Hinata deglutì di nuovo.
Il tentativo del cugino era sicuramente apprezzabile, e non poteva che essergliene grata, se lo confrontava col suo atteggiamento nel loro ultimo scontro... purtroppo, temeva che su Hiashi avrebbe avuto un effetto fin troppo positivo.
Senza che nessuno dei due avesse il coraggio di guardare il capoclan, lui sorrise, seduto sul patio.
Neji si era fatto furbo, aveva trasformato la sfida in un allenamento... ma dal suo punto di vista era soltanto un bene. Se, con la scusa di correggere gli errori di Hinata, quei due si fossero avvicinati un po’ di più, il giorno in cui sarebbe riuscito a convincere sua figlia a sposare il cugino sarebbe stato decisamente più prossimo.
Invisibile dietro una finestra, Hanabi strinse i pugni.
Quella stupida!” pensò, furente. “Così non fa che alimentare le speranze di nostro padre! Cos’ha in testa?! Perché deve sempre essere tanto arrendevole? Eppure ho cercato di renderla più coraggiosa in tutti i modi!” La minore delle sorelle Hyuuga si morse le labbra per la frustrazione. “E va bene... a mali estremi, estremi rimedi...”

Shikamaru sgranocchiava patatine seduto sul tappeto di Choji, con aria meditabonda. Il compagno, metodico e preciso, aprì il sesto pacchetto e affondò la mano in un gesto consumato.
«Sì, insomma... ci sono ancora un sacco di cose da definire» commentò Shikamaru, studiando una patatina particolarmente contorta. «Dove vivremo, come ci organizzeremo... non credo che potremo permetterci del personale di servizio, quindi o molliamo il bambino ai nonni, o uno di noi diventa baby sitter a tempo pieno... e l’altro comunque deve portare in cassa abbastanza grana per vivere bene, no?»
«Ti ci vedo con il grembiulino a pulire la casa» rise Choji sotto i baffi.
«Urgh... io decisamente no»
«Ci vedi lei?»
«Meno che mai»
«Ecco, vedi? Mi sembra una scelta scontata»
Shikamaru gemette, cupo. «E poi... c’è anche la questione del m...m...m...»
«Matrimonio?» suggerì Choji.
«Ecco, quello. Gaara mi ha fatto capire chiaramente che se non la sposo invidierò la sorte di un frullato, e, sai, non è che quel maledetto demonio sia la persona più rassicurante del mondo...»
«Quindi la sposi?»
Shikamaru si rigirò tra le dita la solita patatina, fissandola a lungo.
Alla fine se la gettò in bocca e la fece a pezzi con i denti.
«Sì. Direi di sì» confermò. «Anche se devo ancora dirglielo, e non so quanto gradirà... mi sembra una cosa troppo convenzionale, per i suoi gusti... Ma in fondo se dobbiamo stare insieme per quel bambino, è per sempre, no? E poi... beh, a me non dispiace l’idea di stare con lei tanto a lungo»
Choji sorrise sornione, allungandogli una bottiglia di aranciata, ma, all’improvviso, si fece serio.
«...Hai già parlato con Ino?» gli chiese.
Shikamaru si incupì. «No. Da quando sono stato a Suna la prima volta, non l’ho più vista... credo che mi stia evitando»
«Ovvio. Se non sbaglio, sta passando un sacco di tempo con Sai...»
«Sì, l’ho sentito dire. C’è qualche speranza che abbia perso la testa per lui, visto che un po’ assomiglia a Sasuke?»
«Sinceramente? No»
«Uff... lo sospettavo» Shikamaru si grattò la nuca, avvilito. «Immagino di doverglielo dire di persona...» borbottò.
«Sarebbe carino» confermò Choji.
« E va bene» si arrese il Nara. «Ma prima lasciami raccogliere le energie; allungami quell’altro pacchetto, va’...»

Era una strana giornata.
Una di quelle giornate che ti fanno restare fermo in mezzo a una stanza, che ti fanno guardare tutt’attorno, perplesso, che ti fanno sentire... osservato.
Era come se ci fosse qualcosa che reclamava la sua attenzione.
Un presentimento.
Naruto, tenendo un cartone di latte in mano, fissava il davanzale della finestra con le sopracciglia corrugate.
Era il gatto a dargli quella sensazione d’inquietudine? No, lui se la ronfava sotto il divano, non lo guardava nemmeno. E allora cosa...?
«Io esco» annunciò Sakura passando svelta attraverso la stanza. «Sarò ancora in ospedale, non so quando torno»
«Sakura...» la chiamò lui, mentre lei già aveva una mano sulla maniglia. «Cos’è che fai di preciso, in ospedale...?»
Una domanda vaga, quasi disinteressata. Non la guardò neppure, mentre la faceva.
Sakura tentennò sulla soglia.
Cosa faceva in ospedale? Cercava di occupare il tempo e la mente, e di tenersi più lontana possibile dall’ultimo piano. Cercava di dimenticare che Sasuke la metteva in difficoltà, e cercava di ricordare che la persona che amava era Naruto.
Ma, naturalmente, non poteva metterla in quei termini.
«Per la maggior parte del tempo sto in laboratorio» rispose asciutta. «E’ il numero tre, al pianterreno, accanto alle serre. Cerco di salvare la vita a Sasuke, vuoi sapere esattamente come? Devo elencarti le sostanze che uso? I tempi di ebollizione dei liquidi?»
Involontariamente il suo tono era stato più brusco del previsto, le parole più sferzanti.
Voleva difendersi ed evitare di essere accusata, e aveva finito per accusare lui.
«No, ho capito» ribatté Naruto irrigidendosi, e, guardandola, le rivolse un’occhiata pungente. «Scusa se ho chiesto e se mi interesso della tua vita, visto che tu non mi dici mai niente»
Sakura strinse la mano attorno alla maniglia della porta.
«Non sono l’unica ad essere sempre fuori!» recriminò, alzando la voce. «Anche tu sei sempre in missione, e quando torno a casa ti trovo esausto o addormentato! Pretendi che io resti qui ad aspettarti ogni singola ora del giorno? A dire il vero non mi sembra che tu abbia un gran bisogno di me!»
Furiosa con Naruto e con sé stessa, per i propri tentennamenti e per essersi lasciata andare a rimproveri inopportuni, aprì bruscamente la porta e uscì, senza lasciargli il tempo di ribattere. Mentre scendeva le scale, si accorse di avere gli occhi lucidi, e ci passò sopra la manica con rabbia.
Dentro casa, Naruto aveva stretto il cartone del latte tanto da deformarlo.
«E Sasuke, invece... ha bisogno di te?» mormorò, rivolto a nessuno.
Gettò la confezione nel cestino dei rifiuti, e poi appoggiò le mani al muro, chinando la testa.
«Maledizione!» imprecò serrando i pugni e le palpebre. «Anche io ho bisogno di te!»
Da sotto il divano, l’altro Naruto lo fissava, gli occhi azzurri come fuochi fatui nella penombra. La sua coda si agitava silenziosa, spargendo qualche bioccolo di polvere...
...Davvero, chissà cosa vedeva...

Sakura arrivò in ospedale con gli occhi ancora arrossati e una ruga tra le sopracciglia. L’infermiera all’Accettazione si guardò bene dal chiederle come andavano le cose, e si limitò a consegnarle i documenti che chiedeva e a lanciarle uno sguardo di nascosto.
«Ecco... mi scusi...» sussurrò timidamente. «Oggi è il giorno in cui Sasuke Uchiha dovrebbe scendere nel suo laboratorio»
Sakura trattenne un moto di stizza.
Anche quello!
Non solo aveva litigato con Naruto, ma ora doveva affrontare la causa del suo nervosismo, e pure da sola! Da un paio di giorni i ninja a guardia di Sasuke erano stati sollevati dall’incarico, perché Tsunade si era stufata di pagargli lo stipendio per giocare a morra cinese, e nel laboratorio accanto alle serre solo lei aveva il permesso di entrare.
Forse avrebbe dovuto chiedere a Shizune di darle una mano, così, per sicurezza...
No, che assurdità” si rimproverò. “Non sono una stupida ragazzina, non ho bisogno di nessuno per gestire questa cosa. Io so cosa voglio”
«Fatelo scendere tra una mezzora» disse asciutta all’infermiera, e poi si allontanò verso il laboratorio a passo di carica.
Lo raggiunse, lo aprì con le chiavi che aveva solo lei, ed entrando gettò il plico di documenti che aveva ricevuto su un tavolo già ingombro di carte e sostanze misteriose. Si tolse la borsa e indossò il camice appeso dietro la porta, legando i capelli in una coda bassa.
Il laboratorio era un misto tra quello di un chimico e quello di un ninja: accanto alle ampolle, alle ciotoline e alle polveri di diversi colori, c’erano rotoli, spessi volumi di arti magiche, sigilli e appunti scarabocchiati in fretta. L’odore che permeava l’aria era pungente, ma anche vagamente dolciastro e strinato di zolfo. C’erano due grandi tavoli ingombri di oggetti, e un paio di sedie scomode che ospitavano volumi spessi pieni di segnalibri. In fondo alla parete opposta alla porta c’era un lettino medico, ma era occupato da un vaso che conteneva una pianta dalle foglie carnose e di un rosso intenso.
Sakura scostò la tenda che dava sul giardino dell’ospedale, un’ala ombrosa e poco frequentata, che lasciava entrare soltanto una luce morbida e opaca; guardò fuori per un lungo istante.
Ahh, maledizione... sarebbe voluta tornare a casa per scusarsi con Naruto... era stata troppo aggressiva, sulla difensiva... forse avrebbe dovuto dirgli chiaro e tondo che aveva avuto dei dubbi, ma che non aveva intenzione di cedere... certo, non gli avrebbe mai parlato del tentativo di bacio di Sasuke, o ci sarebbe scappato il morto, ma almeno quello glielo doveva.
Perché lei lo amava, e si rendeva conto che non meritava di subire la sua frustrazione.
Naruto le era sempre stato accanto, l’aveva sostenuta ed aiutata nei momenti di sconforto, aveva sorvolato sui suoi difetti, smosso mari e monti per lei... e lo avrebbe fatto mille volte ancora. La sua dedizione era assoluta, incondizionata...
...Forse un po’ pesante, da sopportare.
Lasciò ricadere la tenda e diede le spalle alla finestra, turbata.
E quel pensiero da dove usciva? Cosa voleva dire?
Sentì il suo cuore che accelerava nel petto, e si impose di calmarsi.
Basta pensare a vanvera” ordinò a sé stessa. “Adesso devo occuparmi del sigillo maledetto di Sasuke...”
Con la testa ancora confusa, cercò gli appunti del giorno prima e li studiò, rileggendoli più e più volte. Ma i suoi occhi si rifiutavano di capire le frasi che lei stessa aveva scritto, gli ideogrammi le sembravano segni senza senso... e poi, all’improvviso, bussarono; e lei fece cadere i fogli.
«A-Avanti!» balbettò chinandosi per raccoglierli, e la porta si aprì cautamente, a meno di un passo da lei.
«...Che stai facendo?» chiese la familiare voce di Sasuke, facendole correre un brivido lungo la schiena.
«Mi sono caduti dei dati» rispose nervosamente, finendo in fretta e rialzandosi bruscamente.
Si trovò a nemmeno mezzo metro da lui, la distanza più breve che ci fosse stata tra loro dal giorno di quel famoso abbraccio. Trattenne il fiato per un istante, e poi si voltò e raggiunse un tavolo, posandovi i documenti con un gesto secco.
«Libera una sedia e accomodati» gli ordinò senza guardarlo.
Sasuke obbedì senza aprire bocca, spostando i libri da una sedia al tavolo, e si sedette senza far rumore. Sakura cercò mentalmente di costringere il suo stupido cuore a tornare a ritmi normali, e frugò tra le carte alla ricerca degli esami più recenti. Solo all’ultimo istante ricordò che erano tra i fogli che le aveva dato l’infermiera mezzora prima, e li afferrò irritata.
Calma. Calma, non succede niente... Calma
Raggiunse la sedia su cui si era accomodato Sasuke, e sfoglio in fretta il plico che aveva in mano.
«...Il veleno si è leggermente evoluto» borbottò tra sé. «Bisognerà apportare una leggera modifica al siero che abbiamo usato fino ad ora, ma credo di sapere come fare... Però bisogna sapere se il marchio è rimasto esattamente lo stesso oppure no, dato che rappresenta la componente magica...»
Gettò una rapida occhiata a Sasuke, e al collo scoperto. Il sigillo maledetto era ancora lì in bella mostra, nero e lucente, pronto a stillare sangue da un momento all’altro.
Sakura appoggiò i documenti sul tavolo, deglutendo a vuoto.
E rieccola; di nuovo così vicina a lui, alla sua pelle, al suo maledetto viso. E soprattutto... di nuovo così nervosa.
Gli si avvicinò quasi reticente, sospettosa, e si fermò a pochi centimetri dalle sue ginocchia.
Sasuke sembrava concentrato su un’ampolla piena di un liquido aranciato, incurante di tutto il resto, ma era sempre stato bravo a fingere indifferenza.
«...Devo esaminare il marchio» disse lei piano, e lui le gettò a malapena un’occhiata, tendendo il collo.
Oh, diavolo.
Sembrava una preda che si esponesse volontariamente al suo morso.
Senza riuscire a calmarsi, Sakura si chinò su di lui e sfiorò il Sigillo con le dita.
Le parve di sentirlo fremere.
Ma era il marchio o era Sasuke? Forse aveva le mani troppo fredde.
Doveva smetterla di distrarsi.
Corrugò la fronte e si costrinse a concentrarsi e ad analizzare la situazione da un punto di vista scientifico.
Lei era un medico.
Soltanto un medico.
Doveva esserlo.
Ecco, si rendeva conto che il marchio era leggermente in rilievo, e più caldo della pelle che lo circondava... anche un po’ ruvido.
Era confortante sapere che riusciva ancora a notare tutti quei dettagli.
Molto meno confortante sarebbe stato per lei vedere lo sguardo di Sasuke, fisso sul suo profilo. E sicuramente destabilizzante sarebbe stato conoscere i pensieri che gli passavano per la testa in quel momento.
Sasuke non era calmo come si mostrava.
A dire il vero aveva atteso quel giorno con nervosismo e ansia.
Aveva abbracciato Sakura, aveva tentato di baciarla, era stato rifiutato e aveva ammesso di non poter fare a meno di ‘metterla in difficoltà’. Quella serie di eventi avrebbe mandato in confusione chiunque, persino un algido Uchiha votato alla vendetta e geneticamente predisposto all’eremitaggio in solitudine, ma ancora di più aveva effetto alla prospettiva di un tête à tête privato in un solitario laboratorio dimenticato dagli dei.
Anche se le mani di Sasuke erano posate sulle ginocchia, in atteggiamento apparentemente rilassato, i palmi erano sudati. Anche se si era mostrato interessato alle stranezze del laboratorio, non aveva occhi e orecchie che per ogni movimento di Sakura.
Era un maledetto idiota!
Lei stava con Naruto, lei amava Naruto!

Se non se la fosse levata dalla testa in fretta, si sarebbe soltanto fatto del male.
Aveva un obiettivo, aveva un proposito... non poteva concentrarsi su quello e basta?
Ora lo sapeva, si era ricordato... dopo la morte di Itachi, doveva riportare il clan Uchiha agli antichi fasti. Era il suo dovere, la nuova ragione per cui viveva.
Sì, e come si riporta in auge un clan senza eredi?, gli sussurrava una voce nel buio, quando ci pensava la notte.
Al diavolo gli eredi! Ci avrebbe pensato più tardi, quando fosse stato abbastanza in salute... che cavolo, fino a quel momento non aveva mai avuto neanche il tempo di baciare una ragazza, figurarsi di pensare agli eredi!
Eppure, quell’illusione... è stato davvero un caso? Sei sicuro che ci fosse lei al tuo fianco soltanto perché ti eri assuefatto alla sua presenza?
Sakura era sempre stata la ragazza più vicina a lui.
Quando aveva lasciato Konoha, lei era stata lì, lei aveva cercato di fermarlo. Quando erano in missione, c’era lei da salvare. Quando Orochimaru lo aveva marchiato, lei aveva vegliato tutta la notte.
Sempre, sempre, sempre lei... la sua irritante e costante presenza... la sua rassicurante presenza.
In un mondo che non gli aveva lasciato niente, i punti fissi erano qualcosa di estremamente prezioso.
E Sakura era un punto fisso.
Ma anche Naruto.
Desiderare Sakura... voleva dire perdere Naruto.
E poi lei non lo amava più, era un tentativo inutile...
Davvero? Sei davvero sicuro che sia così inutile...?
Sì che ne era sicuro. Doveva esserne sicuro, o non l’avrebbe mai lasciata andare...
...Ma... se così non fosse?
Se lei, in un angolino remoto della sua coscienza, non ti avesse mai dimenticato...?
...
No.
No, non doveva iniziare a fare pensieri del genere.
Era stupido, ed era deleterio.
Soprattutto ora che lei era tanto vicina, ora che il suo profumo lo avvolgeva come un abbraccio, ora che le sue dita scivolavano sulla sua pelle e lo facevano fremere involontariamente.
No.
No.
Maledizione, no!
Se si fosse sbagliato, se avesse fatto un passo falso, in un colpo solo avrebbe perso sia Naruto che Sakura!
Non poteva rischiare così tanto!
Non puoi rischiare? Ma chi credi di essere, eh? L’ultimo dei deficienti? Sei un Uchiha! Sei nobile, il tuo sangue parla di rischio fin dall’alba dei tempi! Hai puntato tutto sulla morte di Itachi, e se questo non era un rischio colossale, allora non so cosa lo è!
Rischia, avanti!
Rischia tutto, come hai sempre fatto!
Questo è il tuo modo di vivere.
Avrebbe voluto gridare. Gridare alla stupida voce nella sua testa di stare zitta, di non confonderlo più di così...
...Ma... sapeva che la voce nella testa era la sua. Sapeva che a parlare era il sangue Uchiha che scorreva nelle sue vene, lo stesso sangue che lo aveva portato sulle tracce di Itachi e che lo aveva costretto a vivere, anche quando non aveva niente e nessuno per cui farlo.
Era il vecchio Sasuke, il dodicenne che sapeva cosa voleva. E che ora cercava di tornare in superficie, di spingerlo verso un ponte che una volta attraversato sarebbe crollato alle sue spalle...
...Ahh... voleva solo che tacesse.
Che quella maledetta voce lo lasciasse in pace, che Sakura non fosse di Naruto, che Itachi non fosse morto... voleva solo tornare indietro.
Sempre, alla fine, tutto si riduceva a tornare indietro. Viveva di rimpianti e rimorsi, Sasuke.
Non seppe mai esattamente cosa gli avesse dato la spinta.
La voce nella sua testa? Lui stesso? L’istinto dell’animale uomo, quello che pensava di aver perduto insieme a Itachi e alla vendetta?
Chissà.
Solo, all’improvviso, sollevò una mano e sfiorò con le dita la pelle liscia della guancia di Sakura.
La sentì irrigidirsi al suo tocco, e vide i suoi occhi spostarsi fino ai suoi, spaventati e... esitanti.
«Sasuke...» sussurrò con un filo di voce, immobile.
Lui fece scorrere la mano lungo il contorno del suo viso, lo zigomo, la linea della mandibola, il mento... le labbra... La costrinse a guardarlo, alzò anche l’altro braccio e le prese il volto tra le mani, delicatamente ma senza possibilità di scampo.
«Sasuke...» ripeté lei, con gli occhi di un animale in trappola. «Io amo Naruto... Io sto con lui...»
«Lo so» le disse, fissandola.
E poi la attirò a sé, e premette le labbra contro le sue, puntando tutto su quel colossale azzardo.
Erano fredde, ed erano morbide. Erano ciò che da giorni desiderava, e se ne rendeva conto solo ora. Se ne allontanò per un istante, poi le cercò di nuovo, e ancora. Sakura rimase inerte tra le sue mani, senza fare nulla, senza opporsi. Dischiuse le labbra quando lui le lambì con la lingua, e, quasi senza accorgersene, si trovò con i palmi appoggiati allo schienale della sedia e il corpo verso di lui, verso il suo magnete naturale, teso e vibrante.
Sasuke, che fino a quel momento aveva trattenuto il respiro, non la sentì ribellarsi; allora la voce nella sua testa tacque, e con lui ogni altro suono. Anche il sussurro che voleva rammentargli cosa stava perdendo per sempre...
Allontanò le mani dal suo viso, le portò ai fianchi e la trasse a sé, facendola sedere sulle sue ginocchia. Sakura inarcò la schiena contro di lui, respirando sulla sua bocca, e un ultimo, fievole «No...» scivolò via, senza che nessuno lo udisse.
Sasuke scese con i baci al collo, strappandole un brivido di piacere, e scostò il camice da dottoressa facendolo frusciare sulla sua spalla calda. Glielo tolse, lo lasciò cadere silenziosamente a terra, e percorse lentamente il contorno delle sue braccia, godendosi ogni centimetro di pelle morbida e fremente.
Non sapeva cosa fare, nessuno glielo aveva insegnato o raccontato. Agiva per istinto, quell’istinto che era stato certo di non avere più, lasciava che fosse il suo corpo a muoversi e a prendere decisioni, perché ogni fibra del suo cervello era impegnata a non perdere nemmeno un frammento del milione di emozioni che lo invadeva.
Corse con le mani alla cerniera della maglia, la abbassò senza fretta, e poi, come già aveva fatto con il camice, la fece scivolare a terra.
«Sasuke... no...» sussurrò Sakura, cercando blandamente di fermarlo. «Sei ancora debole, non...»
«Shh...» soffiò lui al suo orecchio, arrivando al seno e accarezzandolo attraverso la stoffa del reggiseno. «So quello che posso»
E, mentre la sua ultima frase riecheggiava, sovrapposta al “so quello che voglio” che lei aveva arrogantemente pensato poco prima, la sua capacità di ragionare si esaurì bruscamente, lasciando il posto alla sua capacità di sentire.
Avvolse le braccia attorno al collo di Sasuke, cercò la sua bocca, e regolò il respiro sul suo.
Il cuore, difeso soltanto da carne palpitante, sembrò sintonizzarsi con quello di lui, altrettanto forte e accelerato...
...E fu così che cadde.

Fuori, nella zona più ombreggiata del giardino dell’ospedale, una leggera brezza calda fece stormire le fronde.
Davanti alla finestra del laboratorio, attirato da un pessimo quanto fondato presentimento, Naruto stava in piedi, immobile...





Nel prossimo capitolo...?

Francamene, mi sembra che una qualsivoglia preview questa volta sia esageratamente spoilerosa, o del tutto inutile. Per questo motivo, oggi non ci sarà. Take it easy!













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Neji e Tenten erano carini insieme, vero? Peccato che la mia bastardaggine abbia reso il loro incontro puramente onirico...
Ma come si evolverà il rapporto tra i due cugini Hyuuga? E cosa ha in mente Hanabi?
Eh eh, il suo ritorno è unicamente dovuto alle vostre richieste, cari lettori!
Volevate rivederla, volevate la reincarnazione di Satana... e io ve l'ho data!
Anche Shikamaru e Choji sono stati simpatici, vero? E le patatine che si mangiavano?
Per non parlare dell'aranciata...
^_^
...Sì, sto cercando di evitare l'argomento principale! Muahahahahah!
Ma cosa volete che vi dica?
Insomma, non può andare bene ai fan del NaruSaku per ovvi motivi,
d'altro canto anche i fan del SasuSaku devono convenire con me che sono stata proprio bastarda con Naruto...
Uhm... da una parte e dall'altra pioveranno pugnali, direi.
Spendiamo qualche parola su Sasuke, dai:
basta bradipo-mode.
Mi sono stufata della piattola che si piange addosso, Sakura è il suo nuovo obiettivo e lui l'ha puntata come un tempo aveva puntato Itachi.
La ama? La vuole solo per gli eredi? Solo perché è un punto fisso?
Non lo sa lui, e nemmeno ne sono tanto sicura io.
L'unica cosa di cui sono certa è che non si è dovuto impegnare tanto per avere ciò che voleva, e che Sakura non ha fatto poi molto per resistergli.
Parte istintiva 1 - Parte razionale 0
Solo una domanda... ma voi vi aspettavate che "a muoversi" fosse lui? O Sakura?
E a tutti coloro che minacciavano Hinata perché "rischiava" di mettere in pericolo la NaruSaku...
...fossi in voi le farei le mie più sentite scuse! U_U

Per ovvi motivi di "clima", diciamo così, questa volta non avrete l'angolino della correzione automatica...
...e, tra parentesi, vi consiglio di procurarvi la canzone Iris dei Goo Goo Dolls per il prossimo capitolo...
(non per i testi, non mi ricordo neanche cosa dice - XD - solo per l'atmosfera!)

Oh, quasi scordavo.
Niente 48 finché non ho il numero di commenti che dico io! U_U
(e voi NON sapete qual è... uhuhuh... commentate, commentate...)

Veleno94: beh, chissà che il matrimonio non si riveli una cosa positiva per Shikamaru? (No, decisamente no! XD) Comunque Gaara sa quello che fa... almeno per il bene di Temari! Nel prossimo capitolo, da quello che si è potuto intuire leggendo questo, Ino verrà a sapere del patatrac... e allo stesso tempo avremo modo di conoscere le prime reazioni a ciò che ha combinato Sakura... Per curiosità, la reazione di Naruto dell'ultima volta quale parte di Harry Potter 7 ti ha ricordato? L'ho letto quest'estate, non preoccuparti di farmi spoiler! ^_*
Jenna Uchiha: direi che ora SAI cosa ha combinato Sasuke! U_U Ne sei contenta? O scontenta? ^_* Con "amante a tempo perso" Gaara intende... ehm... come spiegarlo a parole...? Vediamo... una ragazza che... pur non essendo stabilmente legata a lui, come dire... goda dei privilegi... ehm... "tecnici" di una sua eventuale moglie o fidanzata... (ti prego, leggi tra le righe! ç_ç)
kaho_chan:
chiedo umilmente perdono per averti costretta a leggere tutto lo ShikaTema che vi ho fatto sorbire fin qui... non rovinarti i quadricipiti sgambettando! XD E tra l'altro l'incrollabile (?) Sasuke ha fatto il danno in questo capitolo! U_U Ahi ahi ahi, non sono bei momenti per te...! (se ti può consolare, non lo sono neanche per me) Comunque mi fa molto piacere che tu sia riuscita ad apprezzare almeno oggettivamente Shikamaru e Temari! Volevo riuscire a renderli in maniera naturale e credibile davvero con tutta me stessa, e che una persona come te che "se ne intende" (non di ShikaTema, ma di personaggi e fanfic! XD) dica che ci sono riuscita, è per me fonte di onore e gloria! >_< Me è davvero tanto felice!
OneWingedAngel: oooh, sei la prima persona a mettere in luce questo aspetto! Io non ne ho parlato apertamente, ma penso che si capisca... Shika è stato grande, si è preso le sue responsabilità e ha fatto la cosiddetta "scelta giusta", ma così facendo ha anche sacrificato il cavallo (e la regina con lui), per restare nella metafora scorsa. Si è condannato, ha messo la parola fine alla sua adolescenza, ed è diventato uomo come spunta un fungo! (XD) Sono contenta che Naruto ti sia piaciuto, mi ci sono impegnata tanto! E la rubrica del correttore automatico dovrebbe tornare dal prossimo capitolo, se non succede nulla di strano nel frattempo e/o non cambio idea!
bambi88: >_< E no, così mi emoziono troppo! >_< I complimenti, i complimenti... devo imparare a rispondere, uno di questi giorni, o morirò d'infarto entro i 30 anni! *_*
sammy1987: Sasuke ti è piaciuto anche oggi? XD Sakura è ancora "poverina"? Eheh, è stato un capitolo abbastanza intenso, non è vero? Per Ino dovrai aspettare ancora fino a venerdì, ma poi saprai tutto, o quasi! ^_* Porta pazienza, porta pazienza...
vegani: la discussione tra Naruto e Sakura c'è stata, come hai visto... ma direi che non è la cosa più importante che è successa in questo capitolo! XD Il tuo tifo, ahimé, è andato sprecato... Sakura ha ceduto. E ora che cosa succederà con Naruto? Come reagirà?
kimi: la tua voglia di SasuSaku è stata soddisfatta? Ti ritieni abbastanza felice o no? Dai, almeno per ora accetta quello che viene...! ^_* Shikamaru avrà molto di cui preoccuparsi nei prossimi tempi, moglie, figlio, lavoro, complicazioni di vario tipo... senza contare la nuova famiglia acquisita, i bizzarri Sabaku! XD Di Ino sapremo tutto lo scibile (o quasi) nel prossimo capitolo, porta pazienza...! ^_*
Talpina Pensierosa: ho operato una conversione! XD Lo ShikaTema fan club ha dunque un nuovo membro??
arwen5786:
*_* awaaaaa! Che bello, che bello! Allora la ShikaTema ti è piaciuta? Ne sono davvero orgogliosa, se sono riuscita a commuoverti un po' (anche aiutata dal raffreddore...! XD) mi sciolgo! >_< Lo confesso, sui capitoli di questa parte della storia sto trattenendo il fiato come non mai! Ogni volta è un attimo di sospensione, un continuo chiedersi "saranno IC?", "andrà bene così?", e fino ad oggi mi avete dato soltanto soddisfazioni! Certo, è QUESTO il capitolo che più mi rende nervosa... ma ora posso solo aspettare, da brava, e attendere. U_U Può darsi che ciò mi porterà alla morte! ç_ç  Bene... hai visto? Questa volta è successo qualcosa! Sasuke ha finalmente agito, e, così com'è successo nella tua fanfic... beh. E' successo! XD Insomma, hai già deciso che loro si mettono insieme, Naruto si fila Hinata, e Kiba va a spasso? ç_ç Ma povero! E' l'unico che sta male, insomma! Ah, visto che Neji ha fatto la sua apparizione? E in che termini, per giunta... anche se era solo un sogno, c'è stata la scena con Tenten! E poi, un pochettino, anche quella con Hinata... dici che lo Hyuugacest è ancora così improbabile...?
lale16: beh, direi che da questo momento in poi "come va a finire" tra Shika e Tema è piuttosto prevedibile... esiste essere umano senziente che oserebbe disobbedire a Gaara...?
"Confido che nel prossimo capitolo... si riapprofondirà il rapporto tra naruto e sakura... " <-- dimmi, devo davvero commentare questa tua affermazione, alla luce degli ultimi avvenimenti? ^^' Sasuke di certo non è tornato debole, fragile e malaticcio, anzi devo dire che mi sembra piuttosto in forma... chi invece potrebbe lasciar presto questo mondo sono io, mi sa. Diciamo che questa potrebbe essere l'ultima volta che rispondo a una recensione... U_U L'unica cosa che chiedo è che non mi si mandi un virus! ç_ç Più della vita, mi preme il pc!
Julia83: questo "SEMBRA non fermarsi davanti al fatto che lei è impegnata" può essere eliminato, ormai. Non si ferma proprio, e prosegue imperterrito come un bulldozer! XD Diciamo che, razionalmente, distruggere la relazione tra i tuoi due unici "punti fissi" non è il miglior modo per mantenerli, ma Sasuke Uchiha non ha mai brillato per intelligenza, in termini di "obiettivi da conseguire nella vita"! U_U E comunque per ora NON SI SA come andranno avanti le cose, perché Naruto è lì, davanti a quella finestra, ma io non vi ho ancora detto come reagirà a ciò che - poveretto - ha appena visto! Per favore, lasciatemi in vita abbastanza a lungo da proporvelo! ^^'
harryherm: no, non è successo nulla lungo il tragitto stanza-laboratorio. D'altro canto... quello che è successo non sarebbe avvenuto agevolmente contro un muro, direi! XD I palazzi deserti sono prerogativa di Suna e Shikamaru! Come dire... vuoi farmi a pezzi ora? Dai, io ho cercato di prepararti psicologicamente ieri pomeriggio, se il colpo è stato troppo forte devi imputarlo solamente alla tua debolezza! U_U E poi, onestamente, ho cercato di preparare tutti i lettori a questo momento fin dal primo capitolo! XD (fin dal titolo, addirittura!) In compenso, oltre ai due bamboli, ci sono stati anche Neji, - indirettamente - Tenten, Hinata e anche un po' di Shikamaru e Choji... Se per ora ti dici quasi convertita allo ShikaTemismo, sappi che dal prossimo capitolo tornerai alle precendenti convinzioni, mi sa... ma potrebbe anche non essere così. Magari nel prossimo capitolo vorrai soltanto farmi a brandelli! XD
Rhymes: messaggio ricevuto. Sto cercando il becchino per Sasuke! U_U E, forse, anche per me... ^^' Sicuramente Naruto NON è felice, mentre Sasuke E' felice, in questo particolare momento. Il che ci porta a dire che tu NON sei felice, e che io dovrei essere preoccupata! Ahahah! Ma perché rido? ç_ç
Killkenny: l'opzione "fai stuprare Sasuke da Sakura" mi sembra poco considerabile, per il semplice motivo che Sasuke sarebbe consenziente, e che, in effetti, le cose sono state più che altro... invertite! XD Alla fine è stato - incredibilmente - lui a fare il primo passo! Non che lei non lo abbia seguito al volo... Kakashi avrebbe preferito affrontare l'Akatsuki, l'alleanza delle terre del nord-est, Madara Uchiha e Kyuubi tutti insieme, invece delle femmine malefiche che lo hanno accerchiato. In quel caso almeno avrebbe saputo come muoversi... Sul "se lo meritava" non so se concordare, perché non sono sicura che le arpie si sarebbero fatte convincere a parole a lasciarlo perdere... forse ci volevano davvero le maniere forti! XD
Hila92: bentornata! XD Come come? Sasuke piaciuto?? E oggi sei dello stesso parere? XD Dai, ho cercato di indorare la pillola postando anche la NaruSaku... avrei potuto essere bastarda e lasciarla per quando avrò finito questa, invece l'ho messa ora... il che significa che dovrò scrivere ancora di più e che riuscirò a studiare sempre di meno! @_@ Maledizione, se solo non dovessi dormire...!! >_< Bacio! ^^ (forse ti starai chiedendo: "come osa sorridere?!", e io ti risponderò: perché POSSO! Muahahahah!)
Reina:  ehh, KK sa un sacco di cose che tu non sai! U_U Ha risorse inaspettate! (non per me, ovviamente!) La perfidia applicata a Shikamaru mi sembra NULLA se confrontata con quella applicata a Naruto... siamo ancora sadiche anime gemelle oppure ho osato troppo? La proposta di matrimonio è ancora valida? XD

Aya

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Capitolo 48
*** Blackout ***


Naruto-48

Capitolo quarantottesimo

Blackout




Naruto si allontanò come un automa dalla finestra del laboratorio numoero tre, accanto alle serre.
Voltò la schiena al vetro, alla tenda, alle polverine colorate, a Sakura e Sasuke... ma la loro immagine, su quella sedia, rimase impressa a fuoco davanti ai suoi occhi.
Era pallido, e le labbra bianche quasi scomparivano nell’incarnato. Le braccia cadevano lungo i fianchi, morbide, ma ogni singolo muscolo sotto la pelle si tendeva e si rilassava, senza soluzione di continuità.
Attraversò il giardino dell’ospedale, e poi le strade del villaggio.
Non sapeva se stesse camminando o se stesse correndo, non sapeva se qualcuno avesse provato a fermarlo o a salutarlo... C’era soltanto, davanti ai suoi occhi, quella scena che non avrebbe mai voluto vedere.
All’improvviso fu a casa, nel suo appartamento, e si trovò con le chiavi in mano e la porta aperta.
Si guardò attorno, senza quasi riconoscere i mobili e tutte le cose con cui aveva riempito la stanza nel corso della sua vita, e poi, lentamente, richiuse la porta.
...Fu allora che tutta la rabbia fino a quel momento sopita decise di esplodere.
Fu un grido, non soffocato, non represso, lasciato a briglia sciolta, libero di rimbalzare da una parete all’altra, vibrante e sofferente, l’urlo di un animale ferito e rabbioso.
Si voltò di scatto, si trovò davanti la mensola con i libri di Sakura, e con una mano li scaraventò a terra. Il gatto, rannicchiato sotto al divano, schizzò in un angolo con il pelo sollevato sulla schiena e gli occhi sbarrati; Naruto non lo vide, non si fermò. Raggiunse il tavolo, trovò la tazza che quella mattina aveva lasciato da lavare e la scagliò contro il muro, dove si frantumò in mille pezzi. Afferrò la sedia, la fece volare oltre il divano, poi fu la volta della pianta in vaso sul davanzale, della ciotola del gatto, della lampada, del mobiletto. Ogni cosa a portata di mano servì a sfogare la sua rabbia e la sua frustrazione, ma soprattutto il suo dolore.
Alla fine, senza fiato e senza voce, il suo sguardo cadde sullo specchio che Sakura aveva voluto appendere al muro, un piccolo specchio ovale dalla cornice rosa finemente cesellata.
E lì vide gli occhi scarlatti e i segni sulle guance.
Con un pugno, mandò in frantumi il vetro, il suo riflesso e sé stesso.
Ansante, rimase a fissare la ragnatela di crepe attorno alle sue nocche e le gocce di sangue che scorrevano fin sul muro.
«No, no! Maledizione, no!» imprecò a mezze labbra, chinando il capo.
Il dolore alla mano era sordo e lontano, se confrontato con quello che sentiva al cuore.
Ritrasse il braccio, e lasciò che dai tagli sulle dita il sangue stillasse sul pavimento. Rialzò la testa, si guardò attorno smarrito e arretrò fino al muro opposto. Una volta lì, si lasciò scivolare a terra e lasciò che le ondate di dolore lo assalissero, implacabili, come aghi sotto pelle, come artigli che incidevano la carne.
Appoggiò i gomiti alle ginocchia, si prese la testa tra le mani senza pensare al sangue che macchiava i capelli, e gemette piano.
«Sakura...» sussurrò, sentendo gli occhi bruciare di pianto.
La tua Sakura se ne è andata. Ora che si fa?
Finalmente, la prima lacrima cadde sul pavimento, seguita dalle altre, e altre ancora... Il corpo scosso da singhiozzi leggeri, Naruto rimase fermo nel mezzo della devastazione, senza uno scopo, senza un pensiero coerente...
Nella sua testa, c’erano soltanto loro due.
La donna che amava e suo fratello.
Insieme.
Senza di lui.
L’altro Naruto si avvicinò cautamente, facendo ondeggiare la coda. Non arrivò a toccarlo, si fermò a qualche passo di distanza, scrutando gli occhi che tornavano lentamente azzurri... ma si sedette, e lì rimase.




Sai, seduto sul divano della sua casa, osservava Ino senza particolari espressioni sul viso.
Lei, intenta a sistemare una composizione di fiori nel vaso sul tavolo, canticchiava sommessamente.
«Allora? Che te ne pare?» chiese soddisfatta quando ebbe finito, facendosi da parte.
«Mi pare che tutto sia esattamente come prima» rispose lui, piatto.
«Uffa...» si lagnò lei contrariata. «Non mi dai soddisfazioni»
«Neanche tu me ne dai molte»
«Ti hanno già detto che hai un tatto pressoché inesistente?»
Sai si alzò dal divano e la avvicinò. Ino non si fece indietro, ma sollevò il viso con una leggera inquietudine.
«Sto iniziando a stufarmi» le disse, appoggiando una mano al tavolo con noncuranza. «Mi va bene essere la tua distrazione, ma a un bel punto vorrei anche che la cosa fosse piacevole dal mio punto di vista»
Ino deglutì a vuoto. «...Non capisco dove vuoi arrivare»
«Ti facevo più intelligente» sussurrò lui, e si chinò sulle sue labbra.
Fu un bacio lungo una frazione di secondo, perché subito lei si fece indietro e portò una mano alla bocca, rossa in viso.
«C-Che cavolo...» bofonchiò irritata. «Avvisa prima di fare certe cose»
Lui la fissò per un istante. «Sì, ti facevo davvero più intelligente» decretò alla fine.
«E questo cosa vorrebbe dire?» scattò lei. «Hai appena cercato di baciarmi contro la mia volontà, e per questo io sarei la stupida?»
«Sei stupida perché stai qui con me anche se non hai la minima intenzione di andare più in là del mettermi fiori per casa» la corresse Sai. «Sei stupida perché anche mentre sistemi i tuoi fiori pensi a Shikamaru, lasciandomi sul divano a girarmi i pollici. E sei stupida perché credi davvero che a me le cose stiano bene così»
Ino impallidì leggermente.
Era tanto palese?
«Non è vero» masticò sulla difensiva. «Io... sto solo cercando di... di...»
Sai fece un passo verso di lei, accorciando di nuovo le distante. Ino, ormai contro la parete, non riuscì ad arretrare di nuovo.
«Cosa vuoi fare?» chiese guardinga.
«Diciamocelo: sei carina, ma non credo che potrei innamorarmi di te» ribatté lui in tono pratico. «A questo punto, se ti va bene passiamo il tempo in maniera costruttiva, se no... lascia libera la piazza, se mi capisci»
Ino arrossì d’indignazione.
«Cos...? Non ci credo, mi stai davvero facendo un discorso del genere?!» sbottò furiosa.
«Sì» replicò lui, come la cosa più naturale del mondo. «D’altro canto... non vedo perché prendersela tanto. Potresti anche scoprire che ciò che ti propongo è più divertente del previsto»
Ino tentennò, combattuta.
Da un lato avrebbe voluto tirare una ginocchiata tra le gambe al borioso arrogante che le proponeva una simile offerta, dall’altro... obiettivamente, Sai era molto carino. E se non c’erano in ballo sentimenti...
...No. No, lei non era una ragazza così immorale!
Però... Sai assomigliava vagamente a Sasuke, il suo primo amore... e in certi momenti la sua indifferenza somigliava tanto alla pigrizia di Shikamaru, il suo amore attuale...
...Il rischio, a voler ben vedere, non era che lei cadesse nell’immoralità: era il pericolo di innamorarsi di lui.
Sai era... una specie di seconda scelta.
«Allora?» le chiese, facendosi più vicino.
Ino appoggiò la schiena alla parete, e l’ultima immagine che aveva di Shikamaru tornò alla sua memoria.
«Non mi importa se per lei conto meno di zero, non potrebbe fregarmene di meno. Sono io che ho bisogno di andare là e vederla. Sono io. E a spiegartelo perdo solo tempo»
Shikamaru... aveva la testa così piena di quella Temari... Era sempre così lontano da lei con il pensiero, e anche quando la guardava non vedeva altro che la sciocca e frivola compagna di squadra.
Mentre Sai era lì.
E, guardandola, vedeva una ragazza come tante; ma, proprio perché come tante, al di sotto di nessuna.
Era una differenza importante.
Cercò di convincersene con tutta sé stessa, mentre Sai si chinava di nuovo sulla sua bocca.
Cercò di pensare che anche se Shikamaru avesse scelto Temari, lei avrebbe potuto tentare di far cadere Sai, e non sarebbe rimasta sola.
Chiuse gli occhi, dischiuse le labbra, assecondò il movimento del mento di lui, ripetendosi mille volte che la sua era solo un’assicurazione per il futuro, che Sai non era tanto male, che non c’era nulla di sbagliato in quello che faceva... Rispose al bacio, sentì le mani di lui che le accarezzavano il viso, lente ed esperte, le loro labbra che si staccavano e tornavano a congiungersi, al ritmo che lui stabiliva.
Ma lei, no. Lei riusciva solo a stare attaccata a quello stupido muro e a pensare che era giusto. Che doveva esserlo, che era la sua seconda scelta....
Poi, all’improvviso, si rese conto che non voleva contemplare l’ipotesi di una seconda scelta.
Che lei voleva Shikamaru e nessun altro, e che Sai non poteva essere nemmeno uno svago temporaneo.
C’era solo il pigro genio della Foglia, nella sua testa.
Respinse Sai, chinando il capo.
«Basta così» sussurrò vergognosa, odiandosi e disprezzandosi. «Me ne vado. Scusa se ti ho disturbato tanto a lungo»
Scostò il corpo del jonin e si staccò dalla parete, passandosi una mano sulle labbra umide. Non si voltò indietro mentre raggiungeva la porta di casa e usciva, e non vide Sai e la lunga occhiata che le lanciò.
Semplicemente, lo lasciò lì.
Uscì in strada, stordita e amareggiata.
Perché non gliene andava bene una? Perché Sasuke se ne era andato, perché Shikamaru pensava a un’altra, e perché anche la sua seconda scelta non era abbastanza?
Aveva passato ore e ore a curare i capelli, a progettare diete, a cercare di diventare forte per avere l’ammirazione di chi le piaceva... ma alla fine non serviva mai a niente. Dicevano che era bella, ma non veniva mai scelta.
Cosa c’era che non andava in lei?
Forse era il suo atteggiamento, forse avrebbe dovuto essere più debole e remissiva... forse ai ragazzi piacevano le ragazze che avevano bisogno di loro.
Ma Temari non era debole, né voleva sembrarlo. Eppure Shikamaru era a Suna.
Ino si passò una mano sugli occhi umidi, rallentando l’andatura.
Alla fine, anche quella Sakura incapace e dalla fronte spaziosa aveva più di lei...
«Uff, finalmente ti ho trovata»
Ino sussultò, alzando bruscamente la testa, e quando si trovò davanti Shikamaru arrossì violentemente.
Ebbe un flash delle sue condizioni attuali: occhi rossi e gonfi, colorito disomogeneo, capelli spettinati.
Inorridì.
«Oh, il redivivo» scattò acida, voltandogli le spalle e cercando di cancellare i residui delle lacrime dalla faccia. «Sei ancora un ninja di Konoha, quindi?»
Shikamaru sospirò a fondo.
Se lo era aspettato, ma era comunque difficile sopportarla quando faceva così. Avrebbe tanto voluto girare sui tacchi e andarsene, però... in realtà sentiva di doverle almeno una spiegazione a quattr’occhi.
«Devo dirti una cosa» se ne uscì, ignorando i suoi commenti. «Ci prendiamo un tè?»
Ino sentì un piccolo peso nello stomaco.
Quel tono di voce... era troppo serio, troppo poco da Shikamaru.
Non le piaceva.
Lentamente, abbassò le braccia lungo i fianchi.
«...Offri tu» mormorò scioccamente, mentre il cuore le rimbombava nelle orecchie.
Shikamaru fece un mezzo sorriso triste. «Va bene»




Quanto tempo era passato?
Non lo sapeva.
Ancora seduto contro la parete, sentiva la schiena dolorante e il sangue scorrere fragorosamente nella sua testa. Il gatto miagolava piano già da un po’.
Naruto sollevò il capo, con sguardo vacuo.
Sotto i suoi occhi passarono le immagini della devastazione che aveva compiuto con le sue mani, ma non riuscì a ricordare di averlo fatto. Si accorse di avere fame. Eppure era anche nauseato.
Il miagolio dell’altro Naruto si fece strada fino alle sue orecchie, e gli fece voltare la testa.
Vide il gatto color miele accovacciato accanto alla ciotola rovesciata, e lo vide tormentarla con la zampa, cercando di ribaltarla.
«...Hai fame?» chiese con voce roca. Quello rispose miagolando, e gli lanciò un’occhiata indecifrabile.
Naruto si guardò attorno smarrito, e solo dopo un po’ ricordò che teneva il cibo per gatti accanto al lavandino. Si tirò in piedi a fatica. Con passo incerto, senza sapere davvero cosa facesse, raggiunse la credenza e aprì l’anta. Prese la scatoletta, cercò l’apriscatole, la aprì, e raggiunse il gatto.
Mentre quello miagolava un po’ più forte, raddrizzò la ciotola e la riempì.
L’altro Naruto si gettò immediatamente sul cibo.
«Avevi fame, eh...» mormorò l’originale, alzando gli occhi al sole che tramontava fuori dalla finestra.
Quante ore erano passate? O era un giorno intero? Di più? Pochi minuti?
Non riusciva a ricordare, non ci riusciva.
L’altro Naruto, accanto ai suoi piedi, fece un paio di fusa profonde, e lui tornò a guardarlo.
«Per te è facile...» sussurrò. «Ti basta avere un angolino in cui rannicchiarti e una ciotola di cibo... e va tutto bene»
Si rese conto che la fame era scomparsa, ed era rimasta soltanto la nausea.
Non si era sentito tanto male nemmeno quando Madara gli aveva rivelato che il quarto Hokage era suo padre. Forse perché, allora, saperlo non cambiava niente; nulla di ciò che avesse fatto o detto avrebbe modificato quella situazione. Ma adesso... adesso c’erano tante cose che poteva fare, tante cose che poteva dire... e ogni singolo pensiero avrebbe cambiato tutto.
...Eppure, anche se lo sapeva, anche se era perfettamente consapevole del potere che aveva, tutto ciò cui riusciva a pensare, guardandosi attorno, era che... doveva mettere a posto.
Altrimenti... che cosa avrebbe detto Sakura al suo ritorno?
Ma Sakura tornerà?
Chiuse gli occhi, odiando la voce che gli rintronava nelle orecchie.
E anche se tornasse, perché lo farebbe? Probabilmente per dirti che è finita, e che ha scelto Sasuke.
Zitta.
Sono cose che già sai, non fingere che si tratti di novità...
«Sta’ zitta!» ruggì Naruto, e il gatto smise di mangiare per sollevare il pelo e soffiargli contro.
Ansante, si accorse che i canini nella sua bocca erano più affilati del dovuto, e si coprì il viso con le mani.
«Non lo so...» gemette, sentendo le lacrime che gli bagnavano i palmi. «Non lo so cosa dirà... Ma... lei tornerà. Deve tornare. Me lo deve...»
...Va bene. Mettiamo che sia così.
Tu, a quel punto, cosa farai?
Allontanò le mani dalla faccia.
Improvvisamente, aveva la testa vuota.
Cosa farai?
«...Non... non lo so...» alitò, smarrito. «Io non... non lo so»
Si guardò attorno di nuovo, e la voce tacque.
In tutto quel disordine, l’unica cosa che gli veniva in mente era, ancora, sistemare.




La migliore sala da tè di Konoha, con stoffe color panna e legni pregiati, un conto sicuramente stratosferico e musica classica in sottofondo.
Ino non era mai stata in quel locale con un ragazzo, e la prima cosa che le venne in mente fu che molto probabilmente gli altri li avrebbero scambiati per una coppia.
Nulla di più lontano dalla realtà.
Inginocchiati davanti a un tavolino basso finemente intarsiato, con due tazze del migliore tè che fumavano davanti ai loro nasi e un piattino di dolcetti assortiti nel mezzo, lei e Shikamaru stavano in silenzio, evitando di guardarsi.
Ino poteva sentire ogni singolo battito del suo cuore.
Bevve un sorso dalla tazza. Aveva il pessimo presentimento che non sarebbe riuscita a finirla.
«...Allora?» chiese bruscamente, per rompere il fastidioso attimo di impasse. «Mi hai trascinata qui soltanto per farmi bere il tè?»
Shikamaru inspirò a fondo. Maledizione, poteva lasciargli almeno un attimo per raccogliere le idee?
«No» rispose cupo. «Ovviamente no»
«E allora cosa c’è? Non ho tempo da perdere a girarmi i pollici io, le vacanze improvvise sono una tua prerogativa» frecciò lei, e le fece più male che a lui.
Shikamaru non ribatté, e tornò silenzioso. Ino temette di aver esagerato, e si diede della stupida, arrossendo e chinando il capo.
«Ti piace Sai?» se ne uscì lui all’improvviso, facendole spalancare gli occhi.
«Eh?»
«Mi pare che usciate insieme, no?»
Sì. Cioè, più o meno.
Aveva iniziato a vederlo sperando di far ingelosire Shikamaru, ma era palese che non avesse funzionato... quindi, in teoria, avrebbe dovuto smettere.
Cioè, avevano smesso già dieci minuti prima.
«...Mah, insomma...» bofonchiò confusa. «Più o meno...»
«Ah» si limitò a commentare Shikamaru, giocherellando con un biscotto di riso.
Altro silenzio.
«Perché?» chiese poi Ino, dubbiosa.
...L’improvviso interessamento di Shikamaru era strano. Non le aveva mai chiesto di Sai prima di quel momento... che, guarda caso, coincideva con il suo ritorno da Suna...
Una minuscola, flebile speranza si accese nel suo petto.
«Mah, per sapere...» mormorò lui, inascoltato, cercando di trovare le parole che davvero voleva dirle.
Forse... alla Sabbia le cose erano andate male.
Forse era successo qualcosa con Temari.
Forse... forse, e solo forse... Shikamaru si era accorto... che non era lei la ragazza per lui.
Ino lo fissò, in attesa.
Dai, dillo” pensò, aggrappandosi alla sua piccola speranza. “Dillo che avete litigato... dillo che non la vedrai più. Dillo che mi ami”
«Sposo Temari» alla fine Shikamaru riuscì a cavar fuori soltanto quello.
Blackout nella testa di Ino.
Sposo Temari.
No.
No, semplicemente no.
Era stupido, e folle.
Shikamaru non aveva ancora diciotto anni, lei era di un altro Paese, lui era un ninja del Fuoco, non stava bene che sposasse una ninja del Vento, e poi lei non era giusta per lui. Non era giusta.
Immobile, Ino fissò Shikamaru, senza che lui abbassasse gli occhi.
Avrebbe voluto dirgli tutto ciò che aveva pensato, spiegargli per filo e per segno perché ciò che aveva detto era assurdo e sbagliato... ma la sua bocca non si apriva. La sua stupida bocca non si apriva.
Lui abbassò lo sguardo, e continuò, piano: «...E’ incinta. E abbiamo deciso che vogliamo il bambino. Per questo dobbiamo vivere insieme. Poi... sì, beh, credo di amarla. E per questo ci sposiamo»
Fu più doloroso di quanto avrebbe potuto immaginare.
Come un pugno in pieno stomaco, le tolse il respiro e le fece girare la testa.
Sì, beh, credo di amarla.
Più di tutto, erano quelle parole a farle male.
Si portò una mano alla tempia, tremante, e cercò inutilmente di raccogliere le idee, di formulare un solo pensiero coerente... dov’erano le lacrime? Perché non era già scoppiata a piangere?
Scostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, aprì la bocca e la richiuse. Le tremavano le labbra, e non osava guardarlo.
Shikamaru le lanciò un’occhiata di sottecchi.
Sperava con tutto sé stesso che la prendesse bene, che non facesse scenate. E soprattutto sperava di non averle fatto troppo male, anche se non era mai stato pieno di tatto.
Ino posò le mani sul tavolo, ai lati della tazza di tè ancora mezza piena e tiepida. Inspirò a fondo, espirò. Doveva parlare, doveva dire qualcosa, qualunque cosa. Non poteva starsene zitta e immobile, era troppo patetico.
«...Dovevi dirmi questo?» chiese, con voce tremante.
«...Sì» rispose Shikamaru cauto, in attesa della reazione vera e propria.
«Tu... mi hai portato in questo posto, mi hai offerto un tè... per dirmi che ti sposi con lei?» insisté Ino, alzando progressivamente la voce. «Per dirmi che la ami
«Ho pensato che...»
«No, tu non hai pensato affatto!» gridò Ino, e tutte le teste nel locale si voltarono nella sua direzione. «Tu... non hai... pensato... a niente!» continuò, rossa in viso. «Sei un maledetto figlio di puttana! Potevi risparmiarti la scena, potevi risparmiarti la buffonata! Credevi davvero che qui sarebbe stato diverso? Ma dove ce l’hai il cervello, cazzo?!» si alzò in piedi di scatto, con un fastidioso ronzio in testa. «Non è possibile... non riesco a credere che tu sia stato così maledettamente idiota!»
«Ino...» tentò di fermarla lui, alzandosi a sua volta.
«Non parlarmi!» inveì lei, e quando lui tese una mano la scansò bruscamente. «Non toccarmi! Non presentarti più davanti ai miei occhi!»
Shikamaru rimase in piedi, accanto al tavolino, e lei se ne andò in fretta, con la coda bionda che le sbatteva tra le scapole. Nel locale, si sollevò un mormorio leggero...




In qualche modo era riuscito a rimettere tutto a posto, ad eccezione dello specchio in frantumi e del vaso che si era frantumato lanciandolo.
Aveva sistemato i libri e le sedie, aveva buttato via i cocci della tazza, aveva anche ripulito il muro e il pavimento macchiati del suo sangue, e poi si era fatto una doccia.
Tornato nella stanza, quando ormai il sole era calato, si guardò attorno e scoprì che tutto sembrava in ordine, se si escludeva la parete troppo bianca e troppo vuota. Il gatto dormiva sotto il divano, come suo solito, e il suo respiro leggero era confortante.
Naruto si sedette sul divano, e passò una mano tra i capelli umidi.
Perché Sakura non era ancora tornata?
Ormai era tardi, era buio... era con...?
Al solo pensiero il suo stomaco si contrasse.
Merda. Merda, merda e ancora merda!
Perché era successo?

Perché lo aveva visto?
Sarebbe stato meglio non sapere niente, non avere continuamente quell’incubo davanti agli occhi... Sakura... la sua Sakura... che dava i suoi baci a un altro. Che si lasciava toccare da un altro. Che sussurrava il nome di un altro.
E quell’altro... era la persona che lui considerava un fratello. Colui che aveva salvato rischiando la propria vita, colui che aveva riportato a Konoha con le sue mani...
Bel lavoro, Naruto, complimenti. Un vero genio.
Ma Sakura doveva tornare.
Non poteva semplicemente sparire così... non poteva.
Sarebbe sicuramente tornata. Bastava aspettare.




Ino sbatté la porta della sua stanza e si buttò sul letto, affondando il viso nel cuscino. Le lacrime che già le rigavano le guance, e che era miracolosamente riuscita a nascondere a Shikamaru, si trasformarono in singhiozzi rotti e soffocati.
Era finito tutto, tutto quanto... Ora nessuna ingenua speranza, nessuna infantile convinzione l’avrebbe persuasa che c’era una possibilità.
Shikamaru sposava Temari perché l’amava e perché stava per avere un bambino da lei.
Fine della storia.
E che Ino stesse zitta e non disturbasse. Non era compresa nella trama.
«Non è giusto!» esclamò nel cuscino. «Non è giusto, io gli sono rimasta vicino molto più a lungo! Non è giusto!»

Choji, sdraiato sul suo letto a leggere un fumetto, alzò gli occhi verso l’orologio sul comodino.
Shikamaru se ne era andato da un paio d’ore, il sole era calato e la sua riserva di cibo si era assottigliata... facendo quattro calcoli, anche se non era un genio, raggiunse la conclusione che il momento era arrivato.
Richiuse di scatto il fumetto e si alzò a sedere.
«Bene» disse a voce alta. «Mi procuro due pacchetti di patatine»

Qualcuno bussò alla porta della stanza di Ino.
«Non ci sono. Sono morta!» rispose lei dal cuscino, al buio.
«Sei loquace, per essere morta» commentò la voce di sua madre, ovattata e a metà tra l’ironico e l’incerto. «Allora lo mando via?»
Ino non alzò nemmeno la testa, e sperò che il suo silenzio fosse abbastanza eloquente.
Per un brevissimo attimo aveva creduto che Shikamaru fosse venuto a ritrattare tutto ciò che le aveva detto nel pomeriggio, ma subito si era resa conto che era un pensiero stupido, e che non poteva essere lui.
Udì un borbottio al di là della porta, una voce più profonda di quella di sua madre, e poi un pacifico: «Ci penso io»
Con profonda irritazione sentì la porta aprirsi, e, attraverso la lama di luce che tagliò il pavimento, vide Choji. Con due pacchetti di patatine e una bottiglia di aranciata in mano.
«Ciao» la salutò, sollevando in un cenno la bottiglia.
«Cosa ci fai tu qui?» ringhiò lei, furiosa. Vedere il migliore amico di Shikamaru in quel momento non era esattamente la sua massima aspirazione. Anche perché probabilmente sapeva cosa era successo tra lei e Shikamaru da prima ancora che accadesse.
«Io? Oh, niente di che...» replicò l’Akimichi accendendo la luce con nonchalance, e abbagliandola. «Avevo qualche provvista da condividere, e passavo qua davanti...» richiuse la porta.
«Vattene» gli disse Ino aggressiva. «Non ho voglia di vedere nessuno, meno che mai te»
«Fingi che io non ci sia» ribatté lui, accomodandosi sulla sedia davanti alla scrivania come fosse stato a casa sua.
«Cos...? Che diavolo stai facendo?» sbottò lei scattando a sedere. «Ti ho detto di andartene!»
Choji aprì il primo pacchetto di patatine, e lo tese verso di lei. «Vuoi?»
«No! Ma cos’avete tutti quanti nella testa, segatura?!»
Choji si cacciò in bocca la prima patatina, masticando con metodo.
«Ino...» se ne uscì poi, con il sorriso pacioso di sempre. «Tu sei una brava ragazza. Davvero»
Lei ammutolì.
«...E con questo...?» chiese dopo qualche istante, la voce roca e le labbra tremanti. «Non mi sembra che esserlo serva a qualcosa»
«Quando ero piccolo, mi prendevano sempre in giro perché ero grasso e lento...» ribatté lui, tranquillo. «E mio padre mi fece un certo discorso, che, rimaneggiato e adattato alla situazione, suona più o meno così: Ino, a Konoha non c’è ragazza più forte e testarda di te. Anche se non te ne va bene una, non smetti mai di guardare avanti e non pieghi mai la testa. Sicuramente troverai qualcuno che saprà apprezzare le tue qualità, e che sceglierà te»
Ino rimase rigida, i pugni serrati sul copriletto e la vista offuscata. Sapeva di essere rossa, spettinata, inguardabile. Ma in quel momento, assurdamente, non avrebbe potuto importargliene di meno.
Fissò Choji, e le tornarono in mente le volte che lo aveva preso in giro, in tutti quegli anni... A rigor di logica lui, ora, avrebbe dovuto deriderla e infierire. Se fosse stato una persona normale, lo avrebbe fatto.
E invece si era presentato alla sua porta con due pacchetti di patatine e quelle parole... stupidamente perfette.
Si passò un braccio sugli occhi, asciugandoli dalle lacrime.
Imbecille idiota di uno Shikamaru. Scegliendo Temari si condannava a una vita di sottomissione...
...Ben gli stava.
Ino tirò su con il naso e tese una mano verso Choji.
«Passami un pacchetto» bofonchiò con un mezzo sorriso, che lui ricambiò.
Ci sarebbe voluto del tempo... ma, alla fine, avrebbe dimenticato Shikamaru.
Perché lei era fatta così, quando una cosa le andava male rialzava la testa e andava avanti.
Mentre apriva la confezione e affondava la mano nel sacchetto, sentì che lentamente si stava calmando. Si riempì la bocca con una manciata di patatine, e poi rifletté per qualche istante.
«...Uhm... che sia l’unico, però» commentò guardando le provviste. «Da domani sono di nuovo a dieta»
Tanto valeva cominciare subito a guardare avanti, no?




Sakura non tornò fino a notte fonda, quando il rumore delle sue chiavi nella serratura fece drizzare le orecchie all’altro Naruto.
Entrò nella casa buia cercando di non fare rumore, in punta di piedi. Il gatto le si avvicinò immediatamente, strusciandosi contro le sue gambe, e mandò un miagolio fievole.
«Shh...» gli sussurrò lei, chinandosi ad accarezzarlo.
E in quel momento la luce si accese.
Sakura trasalì, voltandosi di scatto, e si trovò davanti Naruto con ancora la mano sull’interruttore.
«...Bentornata» le disse con un sorriso di plastica, mentre il gatto trottava via, facendo ondeggiare la coda.
«Ho... ho fatto tardi» ribatté lei dandogli le spalle, con la scusa di togliersi la borsa.
Il cuore le martellava nel petto, e ogni colpo era un dolore, un dolore che faceva male ma che sapeva di meritarsi.
Era stata con Sasuke solo la mattina. Poi, lui era tornato nella sua stanza all’ultimo piano, e lei era rimasta nel laboratorio con la testa tra le mani. Eppure, nonostante le ore passate a pensare alla sua situazione, non era riuscita a capire cosa dovesse fare. Alla fine era tornata a casa, e non sapeva nemmeno perché. Forse per non ‘destare sospetti’.
Lei amava Naruto. Ma lo aveva tradito.
Amava anche Sasuke. Ed era con lui che aveva tradito.
Questo era tutto ciò di cui si sentiva più o meno sicura – se mai poteva essere sicura di una cosa tanto contorta – così come era sicura che Naruto non avrebbe sopportato ciò che lei aveva fatto, e che lei non avrebbe sopportato di non farlo. Anzi... evitava di pensarci, ma era consapevole che in fondo non se ne pentiva. Che probabilmente lo avrebbe rifatto di nuovo, incapace di resistere.
Sasuke era... Sasuke. Il suo primo amore, il suo sogno, la sua ossessione... Si erano allontanati fisicamente, ma lei non aveva mai smesso di pensare a lui.
Naruto era stato lì quando lei si era sentita più debole e vulnerabile, le era sempre stato accanto e l’aveva sostenuta... amava anche lui, sì...
Ma Sasuke... era Sasuke.
...Non riusciva a immaginare situazione più complicata.
«Hai cenato? Hai fame?» le chiese Naruto, mentre lei schivava ancora il suo sguardo, con l’assurda sensazione che lui, in qualche modo, sapesse... Ma non era possibile, erano solo paranoie.
«Ho mangiato qualcosa in ospedale...» mormorò vaga.
Doveva dirglielo.
Doveva parlargli, doveva cavare qualcosa da quella situazione, o il suo cuore si sarebbe spappolato nella cassa toracica.
Sì, ma dirgli cosa?
Hai presente il tuo rivale di sempre, la persona da cui hai cercato di tenermi lontano? Sì, quella di cui io ti dicevo ‘non è un pericolo’? Come dire... lo è.
No, non era fattibile.
In qualunque modo avesse cercato di rigirare la faccenda, il suo era da catalogarsi come un disgustoso e imperdonabile tradimento. E dei peggiori, anche, perché lei amava sia il tradito che l’amante, e perché i due erano come fratelli.
Certo, questo implicava che pure Sasuke avesse le sue responsabilità, ma lei... lei avrebbe dovuto stare attenta. Naruto aveva cercato di difenderla, tutti l’avevano messa in guardia... e lei non aveva ascoltato nessuno.
Ricordava le parole di Ino risalenti a due mesi prima, quando ancora Itachi era vivo; ricordava i suoi timori, le sue sottili insinuazioni... e, più tardi, la sua messinscena sulla cotta per Sasuke.
Tutti, tutti avevano visto il pericolo... tranne lei.
«Naruto non ha nulla da temere»
Che parole vuote e arroganti, alla luce degli ultimi avvenimenti... e lei, che ragazzina sciocca e illusa.
«Ah...» mormorò Naruto, alle sue spalle, mentre Sakura fingeva di cercare qualcosa nella borsa. «Allora... com’è andata oggi? Perché sei rientrata tanto tardi?»
Riuscì a non trasalire soltanto grazie a uno sforzo sovrumano. Il suo cuore accelerò ancora, minacciando seriamente di non tenere il ritmo, e lei fece lavorare freneticamente il cervello.
Non poteva dirglielo.
Lo avrebbe ucciso.
Ma non poteva nemmeno tenerglielo nascosto, perché poi sarebbe stato peggio.
Allora cosa?
Cosa, cosa, cosa?
«...Il Sigillo si è evoluto» si sentì rispondere, con una voce che stentava a riconoscere per sua, così... normale, incurante. «Dobbiamo creare un altro siero per tenerlo a bada»
«Ah... e Sasuke come sta?»
Il suo nome nella bocca di Naruto fece male. Per assurdo, le sembrò che fosse stato detto calcando leggermente il tono.
«...Come al solito»
Non poteva dirglielo.
Ma non poteva nemmeno non dirglielo.
Però, forse, poteva... rimandare.
Soltanto un po’, giusto il tempo di trovare il coraggio, preparare il terreno...
...E poi?
E poi... qualcosa sarebbe successo.
Probabilmente un omicidio.
(di chi, e per mano di chi?)
«Ah» commentò Naruto, neutro.
«Scusa, ora... sono molto stanca» buttò lì lei, forzando uno sbadiglio e sgusciando in fretta al suo fianco, la testa china. «Mi faccio una doccia e mi butto a dormire, ne riparliamo domani, ok?»
Naruto lasciò che lo oltrepassasse, diretta verso il bagno.
Non la fermò, non ci provò nemmeno, ma si chiese cosa avrebbe risposto se lei si fosse interessata della sua giornata.
Seguendo un presentimento mi sono rovinato l’appetito, il sonno, e probabilmente la vita. Poi ho devastato casa e l’ho rimessa in ordine, e ho passato non so quante ore a chiedermi cosa fare con la donna che amo, che mi ha tradito con mio fratello.
Chissà come avrebbe reagito Sakura.
Era tornata da dieci minuti, ma non aveva ancora incrociato il suo sguardo, se non nella frazione di secondo in cui aveva acceso la luce. E, in tutto quel tempo, non aveva mai pronunciato il nome di Sasuke.
Naruto avrebbe voluto sentirglielo fare, per cercare morbosamente un’intonazione diversa, una sillaba più carezzevole... voleva le prove, doveva convincersi che non si era sognato lei e lui in quel laboratorio, che non era tutto un orribile incubo... perché in quel momento gli sembrava di muoversi in una realtà distorta, in un’aria pesante e oleosa. E lui sperava che fosse un sogno. E nello stesso tempo sapeva che quella speranza lo avrebbe distrutto, se si fosse rivelata vana.
Ma Sakura non aveva detto niente, non aveva accennato niente.
Si era comportata in maniera strana, aveva evitato il suo sguardo, era schizzata in bagno... però non aveva aperto bocca.
Non ha intenzione di dirtelo, eh. Vuole fare il doppio gioco, a quanto pare.
No. Non è vero, non è così!
La difese d’istinto, spontaneamente. Come se avessero accusato lui stesso.
Oh, scusa, hai ragione: si è momentaneamente ‘scordata’ di quello che ha fatto. Cosa strana, la memoria a breve termine.
Smettila! Non me ne faccio niente del tuo sarcasmo cinico! Sakura non vuole tenermelo nascosto... è solo stanca, scombussolata... domani me ne parlerà, domani discuteremo della cosa!
Discutere? Discutere?
La voce nella sua testa scoppiò a ridere, esilarata.
E cosa c’è da discutere, me lo spieghi? Ti ha tradito con il tuo migliore amico, con quello che tu ti vanti di considerare un fratello... dal mio punto di vista, le cose sono perfettamente chiare, anche se sei terrorizzato all’idea di rendertene conto!
No, non sono chiare per niente! Può essere stato un errore, una debolezza... in questo momento Sakura si starà tormentando nel rimorso, e avrà detto a Sasuke che non può... che non deve... magari non sono neanche arrivati fino in fondo, non sono mica rimasto a guardare...
Se si fossero fermati lei sarebbe tornata subito, ti avrebbe gettato le braccia al collo e ti avrebbe raccontato tutto, implorandoti di perdonarla. E questo genere di errori e debolezze non si riparano con uno ‘scusa’. Mi pare di avertelo ricordato anche riguardo al tuo caro fratellino... quando ti ha ucciso, se non erro. Ha invertito l’ordine di una comune relazione illecita, a ben pensarci; è quasi divertente, non trovi?
Perché devi essere per forza così? Tu sei me, sei dentro di me... per una volta, una sola volta, puoi stare dalla mia parte, senza cercare di demolirmi?
Io sono ciò che tu non vuoi essere. Io ti riporto con i piedi per terra, cancello le tue futili illusioni e tolgo i paraventi che ti crei. Sono quello che sono, non puoi cambiarmi. Dovresti ringraziarmi, invece.
Ti detesto.
Per quel che mi importa. Allora, facciamo finta di niente e lasciamo riposare la ‘povera’ Sakura?
Domani sarà lei stessa a parlarmene. E... anche se... anche se non dovesse farlo... sarà perché ha deciso di chiarire prima con lui. Io mi fido di lei.
Ancora? Auguri, caro. Prevedo un bel palco di corna in arrivo.









Nel prossimo capitolo:

C’erano sempre confessioni, lacrime e perdono nelle sue fantasie. Perché lui aveva bisogno di lei. Non concepiva neppure la possibilità di andare avanti da solo...
Ma se Sakura non avesse confessato? Se non lo avesse fatto, né al risveglio, né a cena, né dopo?
Probabilmente ci sarebbero state ancora lacrime... ma, questa volta, in questo particolare caso... ci sarebbe stato lo stesso il perdono...?













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Ed eccomi di nuovo qui, miracolosamente viva e incolume!
Penso proprio di dover ringraziare le distanze geografiche per questo, ma va bene così! XD
Allora, avete appena letto della reazione di Naruto, di quella di Sakura (se di reazione si può parlare),
di quella di Ino, e pure di Choji (non è semplicemente adorabile?).
Da qui e per i prossimi capitoli la vicenda verterà sul magico trio, con brevi excursus nelle vicende di contorno;
spero di riuscire a cavarmela, e soprattutto prego di riuscire a scrivere e studiare, perché qua ultimamente la vedo dura...! T_T
Ma dovrei farcela, dai... al massimo rallento il ritmo a un capitolo ogni tre giorni (di più non riuscirei a stare senza scrivere! Grafomane che non sono altro!)

Angolino della correzione automatica

Termini specifici

L'Hokage: prima corretto con un semplice Hokage, poi diventato misteriosamente LINKAGE (L'ESOFAGEO come seconda opzione...)
All'Hokage: all'ipallage, all'almagesto
dall'Hokage: dall'Hidalgo
dell'Hokage: dell'autoflagello (°_°)
Raikage: per variare un po', Brokerage
Tsuchikage: succhiatore
Yondaime: Grondaie... (T__T) o anche Spondaico (?)
Daimyo: dadaismo
kunoichi: manichino, tachipnoici (?), onichia (??)
chuunin: uninervio (T__T)
jonin: leonino
Anbu: Istanbul
Akatsuki: Tatsunari (T___T ma si può? E' giapponese! Ed è mille volte più complesso!)
dell'Akatsuki: dell'arrandellato (c'entrerà qualcosa con gli Haruno, che avevano la stessa correzione?)
sull'Akatsuki: sull'insultai
nellAkatsuki: nell'agnellatura (perché ogni volta è diverso?!)
Rasenshuriken: extrasensoriale (Mi sembra ovvio. così come extrasensibile)
Raikiri: karakiri (magari! "E Sasuke usò il karakiri... fine degli Uchiha") ma che diavolo vuol dire RIEDIRAI?
Byakugan: trafugando
Samehada: meharista (oh, sì, è molto probabile che io abbia sbagliato a scrivere, e che volessi scrivere meharista....)
wakizashi: Washington (dopo Michigan...)
Shuriken: esauriente (non c'entra un emerito c...!!)
Ichiraku: Chiragra
tatami: statami (???)
Baka: Bakù (molto più minaccioso, nè?)
Takoyaki: kayakista

Wow, miei venerati lettori!
Quando la volta scorsa ho detto che non avrei aggiornato senza "un adeguato numero di recensioni",
pensavo ragionevolmente di potermene aspettare una ventina... diciamocelo, volevo solo superare il record di 19!
E invece mi avete fatto la piacevolissima sorpresa di ben 26! >_<
Io vi amo!
(metaforicamente parlando, eh! XD)
(e vi amo anche se rispondere a tutti è stato sfiancante! XDD)

killkenny: Hanabi che possiede Satana deve essere l'ultima frontiera del male più oscuro! XD Ma hai perfettamente ragione, non dobbiamo insultare senza motivo chi non lo merita... il diavolo potrebbe offendersi. U_U Ok, ora che me lo hai presentato così, ho paura di conoscere Lord Martiya! ç_ç Non è in stile Hanabi, vero? Cioè, con il male più o scuro et similia non ha niente a che fare, vero...? Ah, e naturalmente Kakashi sceglierebbe Kyuubi piuttosto che le kunoichi. Magari, mentre la combatte usando soltanto la possente forza delle sue mani (?), si lascia scappare un commento su quanto è preferibile una bella lotta ad armi pari... e Kyuubi si interessa, fermano la lotta, prendono un tè e ne discutono. Insomma, l'argomento "uomini e donne" attira tutti, da che mondo è mondo. U_U Demoni in forma di volpe compresi.
vegani: wow, un concentrato di critiche! Ne hai proprio per tutti, eh! XD Naruto che è stato troppo permissivo (e che doveva fare, legarla a una sedia e impedirle di uscire di casa?), Sakura che deve soffrire... va beh che poteva risparmiarsi le corna ed essere più corretta, ma metterla giù proprio così drastica...! XD
Julia83: in effetti Sakura E' l'unica ragazza nel campo di Sasuke: Ino è distratta, e le altre hanno abbastanza cervello per non considerarlo minimamente... credo che sia naturale che lui finisca per interessarsi a lei. Se sulla faccia della terra restassero soltanto un uomo e una donna, istintivamente si cercherebbero, è scritto nel nostro dna! E per lui esiste solo lei. Al di là dell'amore più o meno spirituale, il suo istinto di diciottenne e di uomo lo porta a sentirsi attratto da Sakura. Che Naruto fosse fuori dalla finestra, beh, è stata una mia bastardata. U_U Ma non è rimasto a guardare, almeno questo... anche se ha visto abbastanza per starci male tutta la vita! (qualunque sia la sua durata) ç_ç Come dicevi tu, lui ama troppo Sakura per fare una sfuriata e perderla. Finché non sarà lei a parlarne, lui potrà mantenere la situazione così com'è... o almeno provarci. Ma Sakura quando cederà? Lei vuole bene sia a Sasuke che a Naruto, non può tenere troppo a lungo...
nixy: i dubbi di Sakura? Ormai mi sa che sono fatti e certezze, sai? XD Comunque, andiamo con ordine! Neji soffrirà abbastanza, ma è un uomo forte e intelligente e in qualche modo se la caverà! Hanabi è, come dice qualcuno, la vera origine di ogni male... ovvero una piccola viziatella invidiosa e con un gigantesco complesso di inferiorità nei confronti della sorella! Ora che Shika era nei pasticci volevo che uscisse il suo rapporto con Choji... spero di averli delineati bene! E chi farà il baby sitter, tra Shika e Tema? Uhuhuh... io la mia - sorprendente - idea ce l'ho già... ed è molto anacronistica! XD Gaara non è perfido. Gaara è un fratello che si preoccupa per la sorella. U_U Lui SA che bisogna togliere a Shikamaru ogni tentazione di fuga! XD Dai, ho aggiornato presto, no?
kaho_chan: i tuoi sgambettamenti stanno rapidamente diventando leggendari! XD E per me sono fonte di infinito orgoglio, perché vuol dire che un po' riesco ad emozionarti! ^_^ Comunque dai, è solo un caso che le SasuSaku si accumulino tutte insieme... se tu butti lì una NaruSaku io sono pure felice! XD (e contribuisco nel mio piccolo con "Ali di cera") Il tuo sfogo contro Sakura e sasuke, comunque, è stato semplicemente meraviglioso! Mai ho letto insulti più genuini e sentiti, e pensare che nella mia testa appaio te e Cami, e pensare che sulla cosa avete concetti così diversi... beh, mi fa morir dal ridere! XD Ma credo che tirare in causa Hinata sia un po' prematuro, non ti pare? ^^ Non si è nemmeno presentata in questo capitolo, e posso anticiparti che fino al 50 non incontrerà nemmeno Naruto! Ohh, mi fa piacere che apprezzi Hinata! Anche se la descrivo come una sadica bastarda, in realtà le sono discretamente affezionata, in questa fase della sua vita... mentre Neji... guarda, ti dico soltanto che oggi Cami mi ha messo in testa un mezzo progetto per uno Hyuugacest... XD Quindi ti dico che ora come ora non si sa mai! Ah, in questo capitolo hai letto della rivelazione a Ino e della sua reazione... poveretta, ho finito per provare pena anche per lei. In fondo la sua cocciutaggine è anche la sua forza, e per un certo verso è quasi ammirevole! U_U Non so se mi sbilancerò mai verso lo ShikaIno (o lo Ino-qualunque altra creatura), ma la disprezzo meno di prima! Prima di lasciarti, permettimi di farti gli occhioni sbrilluccicanti: *_* Wow, grazie mille per i complimenti! Anche se ciò che sta succedendo nella storia non ti garba, leggere quello che mi scrivi mi fa pensare che comunque qualcosa di buono ci sia! >_< Grazie, grazie davvero!
sonja: lo confesso, quando ho lanciato la minaccia del "voglio un tot di recensioni" l'ho fatto sperando di conoscere qualcuno dei miei lettori...! XD E' che vedo così tante letture, e mi chiedo chi c'è dall'altra parte dello schermo... comunque, capisco che non tutti abbiano sempre voglia di commentare! U_U Può anche succedere di non sapere cosa dire, è normale! Intanto ti ringrazio per avermi scritto, e ti risparmio dal commentare i prossimi capitoli, se non vuoi... a patto che all'ultimo una recensioncina me la lasci! XD Please!
Reina: come dire... sento odore di SasuSaku fan nell'aria! XD Allora prendo la tua proposta di matrimonio e la metto nella pila delle altre, ok? Devo ancora fare l'inventario e prendere una decisione! XD A meno che io non abbracci una religione poligama, ovviamente... Ebbene sì, Neji stava solo sognando, il poverello! XD Chissà se prima della fine avrà le sue soddisfazioni?
.. DuniettaS ..: grazie per aver lasciato una traccia del tuo passaggio! XD Spero di non aver messo troppa paura addosso ai lettori con la minaccia del numero di recensioni... non volevo obbligarvi a commentare, anche se è difficile crederlo! XD A dire il vero non so bene cosa volessi fare, ma se sono riuscita a conoscere qualcuno in più di voi, sono contenta! ^_^
arwen5786: "insomma, vedi di pubblicare al più presto il nuovo capitolo, tesoro mio, perchè non posso aspettare...io devo sapere cosa succede tra sakura e sasuke!!!" <-- direi che questa frase alla fine si è rivelata inutile, visto che il capitolo te l'ho passato via msn il giorno stesso! XD (ehh, i privilegi di chi ha il mio indirizzo... insieme ai mille spoiler devianti con cui torturo, ovviamente!) Aaaaaallora, come già sai ero un tantino esitante su questo capitolo... capiscimi, far muovere Sasuke per primo era obbligatorio, o Sakura da sola non avrebbe mai tradito Naruto, ma allo stesso tempo avevo bene in testa che era lei ad amare lui, da sempre... e che lui avrebbe dovuto avere motivazioni piuttosto solide per fare una cosa fuori dal personaggio come la prima mossa! Leggendo il tuo commento ho tirato un sospiro di sollievo... anche se è notevolmente di parte (forse anche se avessi scritto: "Sakura lo guardò, lui guardò lei, si baciarono e fecero l'amore", saresti stata ugualmente contenta, a livello puramente teorico-ideologico! XD)(scherzo...! Cioè... spero che non sia così! °_°), è pur sempre il commento di una persona che "ne sa" (per parafrasare il mio prof di cinema), e quindi mi manda in brodo di giuggiole! XD Purtroppo per me sono una che ha bisogno di conferme! XDD Riguardo agli Hyuuga non voglio dirti niente, perché ieri mi hai messo in testa una malefica idea che probabilmente attuerò in una one-shot... sempre senza garantire nulla, ovviamente! XD Di Shika e Ino hai saputo, ora non mi resta che conoscere il tuo parere! Per quanto riguarda Naruto, invece... ma povero, non pensi alla sua sofferenza? ç_ç Tu e tutte le altre SasuSaku fan mi dite di accasarlo con Hinata in quattro e quattr'otto, ma non pensate a quanto ci sta male lui? Cioè, ha solo quel maledetto gatto che gli fa compagnia! E' una cosa tristissima! (XD) Un bacione!
tonyesp: clima di festa, eh? Champagne, bagordi... ma Naruto non è uomo da passarci sopra così in fretta, come te! Lui ci sta male, poraccio... e, soprattutto, se l'è vista che cornificava davanti ai suoi occhi... penso che per chiunque sarebbe un duro colpo! U_U
harryherm: leggere la tua recensione dopo quella di arwen mi fa scompisciare dalle risate! XD Da una parte lei che saltella felice, dall'altra tu che mi minacci di morte... ma il mondo è bello perché è vario, nevvero? E dunque... credo che potresti volermi ancora più male dopo questo capitolo, visto che Sakura ha risolto di fare la z*****a (sfido chiunque a dire il contrario) e Naruto si trascina pateticamente nell'agonia...! D'altronde, sono stata abbastanza stronza a infilare anche la scena ShikaIno, sebbene l'intervento di Choji abbia ristabilito un po' di calma! ^_^ So che è stato un capitolo duro per te, ma fai un respiro profondo e pensa che la vita è bella, in fondo! U_U (già che ci sei, ricorda a dionea di farsi viva, magari! ç_ç) Se ti può consolare, anche solo un pochettino, ho messo online il secondo capitolo della NaruSaku! ^^ E sei ufficialmente autorizzata a infierire verbalmente su di me via msn!
kage_naru89: "nn appena ho letto che sakura gli stava spiegando perfettamente dove si trovava il laboratorio mi è balenato in testa il pensiero:" per me nel laboratorio succede qualcosa e naruto li sgama in pieno..." <-- wow, sei l'unica che ha colto il dettaglio (o almeno che me l'ha detto)! XD E dire che l'ho scritto apposta, per mettere un po' di ansia addosso alla gente... uhuhuh... Ah, dici di essere nella mia testa, eh... ma ci sono tante cose che non ho detto, lo sai? Tanto per spararne una... dimmi, che esito avrà la faccenda di Tenten? (non ti dirò se ci hai azzeccato o no, ma se sarà così mi inchinerò di fronte ai tuoi poteri superiori! XD) Ora come ora Naruto non ce l'ha neanche per le palle il "bene" di Sasuke e Sakura, se devo essere sincera. Forse, se lei gli avesse detto "guarda... sto esitando... credo che mi piaccia Sasuke, forse faremmo meglio a lasciarci..."; in quel caso, con un po' di (MOLTO) tempo, forse lui avrebbe pensato a loro e si sarebbe fatto da parte... ma così... così no. Così, porca miseria, lei è stata troppo stronza perché lui pensi "poverina, forse ama Sasuke". Comunque, al momento Sakura non ha ancora confessato niente... tutto sta a vedere cosa succederà più avanti...!
Veleno94: ora che conosci i pensieri di Naruto, come ti senti? ç_ç io personalmente, mentre scrivevo, mi davo della stronza da sola... T_T E' stato difficile proseguire senza picchiarmi! A parte la disperazione di Naruto (e la breve e marginale comparsata di Kyuubi nel riflesso dello specchio), mi fa davvero piacere vedere che Sasuke non è scaduto nell'OOC! >_< Ne avevo davvero tanta paura, invece a quanto pare mi è andata bene! Tranquillizzati per quanto riguarda lo Hyuugacest, non sei l'unica a lanciarmi frecciatine in quel senso... Pare che sia piuttosto gettonato, invece! XD Non ti dico cosa succederà nella fic, ma posso anticiparti che ho in mente un mezzo progetto per una one-shot... tutto in "forse", naturalmente! ^^' ah, ora ricordo quella scena di Harry! Sai che me ne ero totalmente scordata mentre scrivevo? XD beh, potrebbe essermi tornata in mente inconsciamente, certo... ma non ci ho fatto caso, giuro! (e di solito se mi ispiro a qualcosa o qualcuno lo ammetto senza problemi!) Prima di salutarti... guarda che non rompi mica! >_< Come sai, io amo i commenti lunghi! E se poi sono lunghi e dicono cose intelligenti, li amo ancora di più! A presto! ^^
Hila92: Naruto deve aver fatto davvero qualcosa di terribile nelle sue vite passate... per finire sotto le mie perfide mani in questa! XD Coooomunque, la tua rabbia mi ha fatto piacere! XD Sì, so che ora avresti voglia di prendermi a sberle, ma sono contenta che QUELLA SCENA abbia suscitato emozioni forti! Cioè, se non ci fosse riuscita avrei potuto benissimo fare CANCELLA sulla mia cartella del pc, e buttare all'aria i miei piani per il futuro... Per quanto riguarda Sasuke, tutti dobbiamo ancora capire cosa prova davvero (lui incluso), ma posso assicurarti che la sua non è affatto una vendetta nei confronti di Naruto, e ti sarà chiaro nei prossimi capitoli! Sakura no, a quanto pare non poteva accontentarsi... idiota che non è altro! Ora che sto scrivendo anche la NaruSaku non riesco a fare a meno di pensare che sia una vera demente! XD (personalmente, preferisco nettamente Naruto a Sasuke, in certe... ehm... situazioni! U_U) I sogni di Neji non sono desideri. Cioè, magari lo sono anche... ma più che altro sono macchinazioni dell'autrice bastarda! Muahahahah!! (hai notato? In QUESTO capitolo Sasuke non è mai nemmeno comparso!)
roby chan: ma no, dai... hanno ancora un po' di tempo per trovarselo! ^_^ (sembra un sorriso normale, ma è un ghigno satanico... diciamo soltanto che Kyuubi ancora non ha fatto la sua mossa)
kimi: davvero non ti aspettavi questa piega della storia?? Wow, credevo che ormai tutti ci fossero arrivati! XD Beh, se non altro come fan del SasuSaku non è stato un colpo tanto terribile per te... se invece vuoi sapere di Tenten, dovrai avere ancora una certa pazienza... almeno fino a settembre...
sammy1987: qualcuno è felice di come siano andate le cose, eh? (ghghgh...) Però mi fa piacere leggere che comunque ti spiace per Naruto... io gli voglio bene, sono contenta quando vi preoccupate per lui! U_U (e ve ne do anche parecchi motivi, eh?) Sakura soffre all'idea di far soffrire Naruto... Ma non è pentita. Questo no. Le cose, però, cambieranno davvero per sempre...
Talpina Pensierosa: per una volta non posso dirti "ma vuoi sapere cosa??"! XD Per una volta NON sapevi come avrebbe reagito Naruto, e quindi si suppone che sia stata davvero una sorpresa! ^.^ Dai, hai visto che alla fine ho aggiornato senza ritardi? ^_*
Immy: wah! Mi tieni d'occhio? Me ha paura! °_° (scherzo! XD Sono una donna coraggiosa!! *_*)
0000: wow, tu sì che hai le idee chiare! XD Non ho mai sentito nessuno più accanito contro Sakura... Uhuhuh... chissà, potresti scoprire che con l'avanzare della storia le cose andranno un po' come vuoi tu... Diciamocelo: Sasuke è stato stronzo perché sapeva che Sakura era di Naruto, ma se ha agito è perché lei gli ha lasciato capire che c'erano spazi di manovra... e quindi, come te, anche io penso che sia lei quella da biasimare. U_U
1992: ahh, quanto mi mancavi! XD Tra pianoforti e kage bunshin ho ritrovato subito l'atmosfera che cercavo! Per i riti vudù, mi sa che non puoi nulla... IO sono quella del vudù, so evitarlo benissimo! Ma se Giotto dovesse accanirsi contro di me... uhm... forse dovrei rivolgermi al mio Dio e organizzare un incontro tra i due! ò_O Ti chiedevo se fai l'artistico perché ho pensato che ne sapessi un po' troppo di storia dell'arte, ma a quanto pare non è così! XD Sei solo fissata! (frecciatina...) Cooomunque, lo confesso: è tutta una cospirazione tra me e il venditore di antistress, e alla fine del mese ci dividiamo l'incasso. U_U Io ti agito e lui ti rilassa, nulla di più semplice. Sasuke è ovviamente pagato da me, a proposito. Ehh, Tenten Tenten... quando dirò cos'ha tutti spalancherete la bocca e direte: lo sapevo! Cioè, no! Cacchio, lo sapevo ma è inaspettato! (o almeno lo spero! XD) Un bacio, tesoro!
Rhymes: io amo Naruto. E' ovvio che prima o poi Sasuke e Sakura "pagheranno" per quello che hanno fatto. Solo che devo ancora decidere in che modo! XD Sai, una visitina al terzo Hokage non mi spiacerebbe... ma magari da viva! XD
Jenna Uchiha: purtroppo Naruto ha aperto gli occhi nella maniera più dolorosa possibile... Sakura, inconsapevolmente, gli ha fatto più male del previsto. C'è da dire che l'unica vera responsabile del patatrac sono io, ma va beh... godo dell'immunità diplomatica perché se mi uccidete non saprete come va a finire! XD A proposito di Hinata, sono d'accordissimo con te: se vuole conquistare Naruto deve crescere, non c'è altro modo. Forse... la malvagia Hanabi potrebbe darle una mano in questo senso... Gaara si è molto spaventato per le tue parole, quelle riferite alle ragazze che gli ronzano intorno... XD Dice che forse nei prossimi mesi potrebbe essere molto impegnato dalle parti del Polo Nord (ma non sono sicura che mi abbia detto la meta esatta... fossi in te lo cercherei in Argentina), e che gli dispiace TANTISSIMO, ma dovete chiudere ora che le cose non sono tanto avanzate! U_U
lale16: la tua tranquillità è stata apprezzatissima! Soprattutto perché hai dato tutta la colpa a Sakura! XD D'altronde, giustifichi Sasuke dicendo che è in astinenza da 18 anni, ma lei sono almeno 10 anni che sbava per lui! Nonostante il suo sia stato un gesto basso, gretto, meschino nonché bastardissimo, non è stato dettato soltanto dal trip del momento, ma a modo suo è amore... Certo, che poi abbia taciuto a Naruto la cosa non è affatto positivo! è_é
violetta30: grazie mille! ^^
OneWingedAngel: Sakura è una donna in ogni senso, purtroppo: dubita, è incerta, oscilla, e, soprattutto, ama. Posso capire che le "modalità" del suo cedere a Sasuke siano particolarmente bastarde (era ancora con Naruto), ma non la vedo tanto come la caduta di un mito, quanto piuttosto il venir fuori della sua parte più fragile. Tutti commettono errori, lei inclusa. Mentre Sasuke... bah, non si è mai fatto troppi scrupoli per raggiungere i suoi obiettivi! -.-  Le vicende che coinvolgono gli Hyuuga sono molto contorte, dal momento che contorti sono loro! XD Ma alla fine la matassa si sbriglierà, stanne certo! So già come!
melly658: anche se mi hai commentato altrove (e provvederò a rispondere in quella sede), voglio ringraziarti qui! XD
Mala_Mela: mio amato dio, su... non offenderti! ç_ç Io vivo per te, sono la tua fedele profeta, lo sai! Ho mancato una volta, ma non accadrà più! Quindi, torna a recensire! E soprattutto, lascia un commento a Redenzione! ç_ç Ho bisogno dell'approvazione del mio dio, che diamine!!

Aya

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Capitolo 49
*** Passo a tre ***


Naruto-49

Capitolo quarantanovesimo

Passo a tre




Kyuubi.
Kyuubi.
So che ci sei, ti sento.
Un ronzio basso, come un gorgoglio sottile.
E’ strano che tu decida di convocarmi...
La voce roca della Volpe suonò familiare alle orecchie di Naruto, e in un certo senso rassicurante.
Kyuubi, tu che ne pensi?
Di cosa?
Di me e Sakura, di Sasuke e Sakura... avanti, sai di cosa parlo.
Le prime luci dell’alba attraversavano timidamente le persiane, cadendo ai piedi del letto. Naruto stava a pancia in su, fissando il soffitto in ombra, e Sakura respirava piano all’altra estremità del materasso, addormentata.
Francamente non potrebbe importarmene di meno, dei tuoi problemi sentimentali” borbottò Kyuubi con fredda indifferenza. “Purché tu non prenda la stupida decisione di suicidarti, sei libero di agire come meglio credi
Ma ce l’avrai pure un’opinione, no? Per ora io e la voce pensiamo due cose totalmente diverse... mi servi, sei il nostro ago della bilancia.
Io sono soltanto un ospite temporaneo di questo corpo” rettificò la Volpe. “e il mio solo obiettivo è prenderne possesso, se ben ricordi. Ogni volta che tu perdi fiducia in te stesso, ti indebolisci o sei confuso, io faccio un passo verso il mio scopo... mi sembra ovvio che vederti smarrito sia soltanto fonte di gioia per me
Sciocchezze. Sono più forte di te, lo sai... riesco a trattenerti anche senza sigillo; non c’è nessuna possibilità che tu ottenga il mio corpo.
Nelle profondità dell’addome di Naruto, gorgogliò una risata bassa e cupa.
Continua a crogiolarti nelle tue certezze... annaspa e cerca di sopravvivere, ragazzino. Prima o poi avrai bisogno di me, e allora...
La frase restò in sospeso, indefinita e minacciosa.
Naruto corrugò la fronte e deglutì a vuoto, colto da un vago senso di ansia. Le parole che una volta gli aveva detto Sasuke rimbombarono nella sua testa, ma solo ora gli sembrò che avessero davvero un senso...
«Non è la tua migliore amica»
Risparmiati le uscite melodrammatiche. Sono io che ho in mano la situazione, io” si difese.
L’unica replica che ottenne fu una risata lontana, che gli strappò un brivido.
Naruto si voltò su un fianco, inquieto, e rimase a guardare la schiena di Sakura e la sua spalla che si sollevava al ritmo lento del respiro.
Al suo risveglio, cosa sarebbe successo?
Gli avrebbe parlato? Non lo avrebbe fatto?
E se non lo avesse fatto, perché?
Aveva passato tutta la notte a porsi quegli stessi, identici interrogativi, Naruto. Aveva passato ore e ore immerso in immaginarie conversazioni con Sakura, dialoghi che andavano da una confessione seguita dal perdono, a una confessione estrapolata a forza, seguita dalle lacrime di lei e, di nuovo, dal perdono, al silenzio per un giorno, seguito dalla confessione, dalla garanzia di non ‘ricadere in tentazione’, altre lacrime e l’immancabile perdono.
C’erano sempre confessioni, lacrime e perdono nelle sue fantasie. Perché lui aveva bisogno di lei. Non concepiva neppure la possibilità di andare avanti da solo...
Ma se Sakura non avesse confessato? Se non lo avesse fatto, né al risveglio, né a cena, né dopo?
Probabilmente ci sarebbero state ancora lacrime... ma, questa volta, in questo particolare caso... ci sarebbe stato il perdono...?
Naruto affondò la faccia nel cuscino, imponendosi di calmarsi.
Va tutto bene...” si disse, cercando disperatamente di convincersi. “Lei me lo dirà. Lo so, io mi fido. Io la amo. E anche lei mi ama...”
Tanto quanto ama Sasuke?
Il cinico commento della voce gli provocò un moto di stizza, che represse appena in tempo.
Ama Sasuke come un fratello. E me... come me.
Come un fratello, eh? Si vede che sei figlio unico, tu. Forse non te l’hanno detto, ma i fratelli non fanno quel che hanno fatto loro due... Ricordi? Un laboratorio, una sedia...
Non c’è bisogno di descrivere la scena!
Forse sì, se tu ancora ti illudi di essere il suo preferito.
Smettila, basta! Perché devi per forza girare il coltello nella piaga?! Non ho più intenzione di starti a sentire!
Come vuoi. Non posso importi niente, in fondo. Solo... dovresti cercare di essere un po’ più razionale... lo dico per te.
Ti farà meno male.
Meno male? Meno male cosa?
Naruto riaprì gli occhi nella penombra, con una morsa allo stomaco. Ma la voce non rispose.
Era lì, solo in un letto freddo, e né Kyuubi né la vocetta irritante che dispensava consigli sembravano volerlo aiutare.
Aveva bisogno soltanto di un po’ di fiducia, diamine! Voleva che qualcuno gli dicesse ‘andrà tutto bene, non ti preoccupare’...
Ma a chi avrebbe parlato di Sakura e Sasuke? Con chi si sarebbe umiliato fino a quel punto, ammettendo di essere stato tradito, di averlo scoperto e di aver addirittura fatto finta di niente?
Era troppo patetico per essere raccontato ad alta voce...
Riabbassò le palpebre, rifugiandosi nella calda oscurità della sospensione... finché Sakura dormiva, poteva ancora crogiolarsi nei suoi dialoghi immaginari... finché dormiva, poteva ancora dirsi che avrebbe confessato, che avrebbero pianto, e che l’avrebbe perdonata...
...Ciò che non sapeva, e che nel suo delirio non aveva previsto, era che Sakura non dormiva.
Come Naruto, aveva trascorso l’intera nottata senza chiudere occhio, fingendo di respirare piano per non lasciar capire che era sveglia, e si era arrovellata sulla sua situazione senza venire a capo di nulla.
Attendere e poi dirglielo, certo. Ma attendere quanto, esattamente?
Ore? Giorni? Settimane?
E lei, cosa aveva intenzione di fare nel frattempo?
Di una sola cosa era sicura: non poteva tenere il piede in due staffe. Non poteva fingere che non fosse successo nulla con Naruto, magari passare la notte con lui, e poi andare da Sasuke e ripetere l’iter del giorno prima.
Per quanto al solo pensiero di quanto era accaduto si sentisse ancora sciogliere, sapeva perfettamente che era sbagliato, che era peccato.
Ricordava le mani di Sasuke sul suo corpo, il suo respiro contro le labbra, e la sua pelle chiara, quella pelle che aveva baciato non sapeva nemmeno quante volte... aveva dovuto insegnargli tutto, ogni più piccola carezza gli era nuova e sconosciuta. Era stato come avere per le mani qualcosa di fragile e duttile, un bambino che imparava a muovere i primi passi... Gli aveva fatto scoprire il piacere.
E lei aveva scoperto il dolore.
Chiunque avesse parlato di sottile piacere del peccato, non si era mai trovato nella sua situazione, evidentemente.
Perché lei, al pensiero del male che stava facendo a Naruto, rischiava di dimenticare il piacere di avere Sasuke. Fare l’amore con lui era stato l’avverarsi di un sogno, non lo negava, però... c’era sempre il pensiero di Naruto a tormentarla.
Dirglielo lo avrebbe ucciso.
Ma se l’avesse tirata troppo per le lunghe, sarebbe stata lei a morirne.
E ora, come un’idiota, fingeva di dormire per posticipare il momento della confessione.
Con un po’ di fortuna Naruto si sarebbe finalmente addormentato, e lei sarebbe sgusciata via dal letto e in ospedale, come faceva sempre. Lui non avrebbe avuto ragione di insospettirsi, e lei avrebbe cercato una soluzione al suo problema.
E avrebbe rivisto Sasuke.
Strinse i pugni, rannicchiandosi più stretta.
Era sbagliato... faceva male... ma non poteva impedirsi di desiderarlo. Voleva incontrare Sasuke, voleva trovarsi davanti i suoi occhi neri, e voleva sentire il calore delle sue mani.
Voleva di nuovo fare l’amore con lui.
E quello sì che era un peccato imperdonabile...

Naruto si addormentò.
La notte di veglia, l’agitazione, il cuscino... tutti questi elementi combinati assieme lo portarono a cedere al sonno, e a cadere in un dormiveglia inquieto. A un tratto gli parve di sentire un movimento delle lenzuola, gli sembrò che Sakura si stesse alzando... avrebbe voluto aprire gli occhi, intercettarla, attendere la sua confessione... sbatté le palpebre – a lui sembrò di sbatterle – e scattò a sedere, con una mano tesa... ma lei non c’era più. Il materasso era freddo, e il sole alto nel cielo.
Naruto si passò una mano sul viso, stordito, e, puntuale come sempre, la voce tornò a farsi viva.
Sembra proprio che sia scappata... questo cosa vuol dire, eh mio bel cervo?
La ignorò.
Con la mente confusa e il cuore che batteva all’impazzata, si alzò e rischiò di inciampare nei suoi stessi piedi.
Ma certo. Sakura era andata a chiarire con Sasuke. A dirgli che avevano commesso un errore, che amava Naruto, che quello del giorno prima doveva restare un caso isolato.
E poi sarebbe tornata da lui.
Ci credeva.
Doveva crederci.


In quegli stessi momenti, nell’ospedale della Foglia, Sakura era ferma davanti alla porta della stanza di Sasuke. Per sua fortuna il corridoio era deserto, o non sarebbe stata in grado di spiegare perché tanta esitazione nell’entrare. Da un lato voleva vedere Sasuke con tutta sé stessa, ma dall’altro il pensiero del peccato e il conseguente senso di colpa erano sempre in agguato... e, come aveva deciso di fare anche con Naruto, nell’incertezza aspettava.
Ma se la confessione era qualcosa che posticipava volentieri, la vista di Sasuke era l’opposto; il suo corpo si tendeva spontaneamente verso la porta, la sua mano aveva afferrato la maniglia chissà quante volte, e poi, sempre, all’ultimo istante si era trattenuta.
Non poteva reggere a lungo.
Di fatti, quando sentì un passo cadenzato farsi strada su per le scale, in fretta e furia aprì e sgusciò nella stanza di Sasuke.
Quando la sentì entrare, lui alzò gli occhi dal libro che stava leggendo e la fissò corrucciato.
Lei si sentì arrossire, e sistemò scioccamente i capelli. «Ho... aperto la porta con un po’ di impeto» si giustificò, affrettandosi ad abbassare lo sguardo sulle analisi che aveva per le mani.
Che idiota! Smaniava per vederlo, e quando se lo trovava davanti non lo guardava neppure!
Si avvicinò al letto accorgendosi che le tremavano le mani. Possibile che ancora la turbasse così tanto?
«Allora... sembra che il calmante funzioni, in dosi massicce» mormorò, ma erano parole vuote. «Però stai sviluppando una certa assuefazione, quindi...»
«Sakura»
«...Quindi... sì, quindi...» ripeté scioccamente, ogni fibra del suo essere concentrata sul fruscio delle lenzuola che venivano scostate, sul rumore impercettibile dei passi che si avvicinavano...
Una mano pallida e magra le tolse i fogli, e li gettò sul letto.
«Non saranno queste cose a guarirmi» disse Sasuke, sorprendentemente vicino a lei. «Lo sai anche tu che serve altro»
«Ci sto lavorando!» esclamò alzando lo sguardo. «Io e la maestra Tsunade stiamo davvero facendo tutto il possibile per...!»
«Lo so» la interruppe lui, e bastò una sua occhiata per zittirla all’istante. «Lo so bene... quello che voglio dire è che non mi interessa conoscere gli inutili passaggi intermedi»
Sakura riabbassò gli occhi, mortificata. «Mi spiace che siano inutili...» sussurrò, sentendosi come una bambina piccola rimproverata perché non riesce a fare una moltiplicazione.
Come mai Sasuke riusciva a farla sentire così esposta? Così fragile, così sciocca, così dodicenne, ancora? Eppure si era sforzata di migliorare, di diventare più forte... Davanti a tutti gli altri ne era perfettamente in grado.
Ma, con lui, tornava la ragazzina insicura che Ino aveva trovato in lacrime e consolato.
Sentì una mano sfiorarle delicatamente il mento, e alzò piano la testa.
Sasuke la guardò, e le sue dita scivolarono lungo la guancia, accompagnate dal palmo. Da qualunque angolazione la si guardasse, quella era una carezza. E lei avvertì un fremito.
Sasuke avvicinò il viso al suo, sfiorandole a malapena le labbra, senza soffermarsi. Sakura si spinse verso di lui, cercandole, e lui gliele negò, per posarle sul suo collo, per indugiarvi con la lingua, un solo, lungo istante. Le sue mani le si posarono sulle spalle, il camice scivolò come già il giorno prima, e lei si trovò ad aggrapparsi alla sua schiena senza pensare che chiunque poteva entrare, che potevano essere scoperti, che era imprudente...
Il senso di colpa le martellò la coscienza, improvviso, doloroso.
«...No, aspetta...» farfugliò, mentre già la sua razionalità si perdeva sotto il tocco di Sasuke, che per quanto inesperto poteva distruggerla in un secondo.
«Shh...» sussurrò lui al suo orecchio, addentandole delicatamente il lobo.
E lei obbedì, e il senso di colpa tacque.
Non avrebbe potuto essere altrimenti.


Il campanello di Sai era facile da individuare: era l’unico senza nome. Ino lo suonò con una discreta arroganza, il pomeriggio successivo alla notizia del matrimonio di Shikamaru, e prima che lui rispondesse controllò che i capelli fossero in ordine e gli occhi non fossero più gonfi.
«Sì?» chiese la voce di Sai, atona e metallica.
«Sono Ino. Posso salire?» disse lei, mettendo via lo specchietto.
Nessuna risposta, ma la porta dell’androne si aprì con uno scatto elettrico.
«Lo prendo come un sì...» mormorò Ino entrando.
Era stata in quell’appartamento soltanto il giorno prima, ma la sua disposizione d’animo era tanto diversa da farle apparire tutto sotto un’altra luce. Anche i fiori che aveva sistemato lei stessa le sembravano in qualche modo più belli.
«Per sapere se eri a casa ho dovuto mobilitare mezza Konoha» scherzò quando Sai l’ebbe fatta entrare. «Meno male che oggi è il giorno libero del mio gruppo, e che tu non sei in missione»
Sai la fissò. «Che ci fai qui?»
«Oh, curiosa domanda...» sorrise Ino. «Diciamo che... ho leggermente riveduto i miei piani»
«Ovvero?» suo malgrado curioso, Sai inarcò un sopracciglio.
«Hai presente il discorso di ieri, quello sul ‘passare il tempo in modo costruttivo’? Vedi, dopotutto mi sono accorta che non era proprio una cattiva proposta... e quindi eccomi»
Silenzio.
Sai non smise di fissarla.
«...Cos’è che ti ha fatto cambiare idea così in fretta?» chiese poi, in tono neutro.
Un muscolo guizzò sul viso di Ino. Ahi, faceva ancora male a voce alta...
«Shikamaru sposa Temari» spiegò guardandosi le unghie. «E non ho la minima voglia di fare l’amante a tempo perso, ammesso e non concesso che lui mi voglia. Qualcuno mi ha detto che devo guardare avanti. Per cui... sono approdata qui» tornò ad alzare gli occhi azzurri su di lui, con nonchalance. «Ti infastidisce la cosa?» domandò gentilmente.
«Non direi» replicò Sai, impassibile, e registrò che Ino sapeva molto bene quale tono usare quando voleva qualcosa. «Sempre che tu non abbia dei blocchi psicologici chiamati Shikamaru Nara... in quel caso, allora, potrei storcere il naso»
«Ah, quelli...» lei fece una smorfia. «Passeranno in fretta»
Spero” aggiunse mentalmente. In fondo era abbastanza realistica da rendersi conto che per un po’ Shikamaru sarebbe stato una ferita aperta. Sai era la sua seconda scelta... ma la perdita della prima non avrebbe smesso di far male.
Sai la studiò per qualche istante, valutando pro e contro.
Ma sì, alla fine poteva anche essere divertente provarci con lei. Era carina, era abbastanza assurda da stimolare il suo cervello, e non lo irritava troppo.
«Allora lo facciamo?» chiese con la massima calma, come se avesse offerto di prendere un tè.
«Cosa, esattamente?» indagò Ino.
«Sesso»
«Ah, ecco, mi pareva...» sospirò. «Va bene»
Lui, senza perder tempo in inutili convenevoli come offrire qualcosa, chiedere della vita altrui e parlare del tempo, le si avvicinò, chinando leggermente la testa fino a sfiorarle il naso con il suo.
«Ah...» sussurrò lei, posandogli un dito sulle labbra e fermandolo a un passo dalle proprie. «Ho detto che lo facciamo... ma alle mie condizioni»
Sai corrugò la fronte, allontanandosi impercettibilmente.
«Non fraintendere, non ha nulla a che vedere con Shikamaru» spiegò lei, facendo correre indice e medio lungo il suo petto, a piccoli passetti. «Questo è un mio piccolo capriccio. Un po’ per uno non fa male a nessuno, giusto?» sorrise accattivante, dandogli un colpetto sotto il mento.
Sai sbatté lentamente le palpebre.
«In sostanza... mi vuoi tenere sulla corda?» chiese.
«Sì, per un po’» rispose lei scrollando le spalle.
Lui sorrise. «Sembra interessante...» mormorò, facendosi di nuovo vicino. «Scommettiamo che non resisti due giorni?» la sua mano le sfiorò il fianco, lenta.
«Punto sul superamento dei sette, e anche oltre» ribatté lei, spostandola con fermezza nella sua.
«Affare fatto»
Tutti e due sembravano convinti di avere la vittoria in tasca.


Anche Sasuke Uchiha, in quanto essere umano, aveva una coscienza.
Mentre Sakura si infilava di nuovo il camice e cercava di pettinare i capelli con le dita, lui era già tornato a letto, da bravo paziente, e la osservava.
Non era uno stupido. Sapeva quel che faceva.
Consapevolmente e volutamente, aveva attirato a sé Sakura e aveva sperato che cedesse. E lo aveva fatto avendo ben presente che lei era di Naruto, e che Naruto la amava.
All’inizio era stato un azzardo, non sapeva se i sentimenti di Sakura per lui si fossero cancellati con il tempo; ma poi, quando l’aveva sentita sciogliersi tra le sue braccia, si era reso conto che, sin dall’inizio, lei era stata sospesa su un filo sottilissimo, pronta a cadere al minimo soffio di vento, al più piccolo accenno da parte sua... e aveva capito che, in definitiva, l’unica incognita non era lei: erano lui e Naruto. E soprattutto quello che sarebbe accaduto da quel momento.
Sasuke sapeva che Naruto era importante.
Lo aveva riportato a Konoha, senza smettere mai di cercarlo; lo aveva salvato, sempre, in un modo o nell’altro, fin da quando erano bambini; e anche Sasuke aveva salvato lui, si erano alternati, rincorsi, sorpassati a vicenda un’infinità di volte; Naruto lo chiamava fratello.
E lui, lui gli aveva rubato Sakura.
Dentro di sé era diviso: da un lato il suo obiettivo brillava forte e chiaro, irraggiungibile senza Sakura e indispensabile per vivere; dall’altro Naruto lo fissava, con occhi accusatori, e gli rinfacciava tutto ciò che aveva fatto per lui.
Aveva pari a dire “non è vero, tu non mi hai salvato. Tu hai ucciso Itachi, mi hai strappato la mia vendetta e mi hai lasciato una vita che fa schifo! Io ti detesto!”; sapeva che mentiva anche a sé stesso.
Perché, in fondo, lui e Naruto erano sempre stati simili... si erano sempre cercati, finché lui non si era lasciato accecare dal miraggio offertogli da Orochimaru. E non si inseguivano per uccidersi, come con Itachi. Il loro non era un legame d’odio, era qualcosa di diverso... e di importante.
Non lo avrebbe mai ammesso a voce alta.
Sarebbe morto piuttosto che dirlo a qualcuno, però... lo pensava. Con irritazione, con insofferenza, con un disgustoso e patetico senso di inferiorità, lui lo pensava.
E sapendo ciò che stava facendo a Naruto, non poteva fare finta di essere a posto con sé stesso.
C’era solo una cosa che avrebbe potuto fare più male al biondo, in quel momento, ed era una sua eventuale – e alquanto improbabile – nomina a sesto Hokage.
Sasuke si chiese se Naruto fosse già stato informato di quello che era successo... cercò di capirlo dai gesti di Sakura, da come si muoveva quando gli stava intorno, da come cercava o evitava il suo sguardo, ma non ci riuscì.
Per qualche lungo secondo combatté una lotta interiore: doveva saperlo, ma chiederlo a lei sarebbe stato patetico; d’altro canto, se non era lei per prima a parlare, lui non poteva sognarselo.
Sakura si avvicinò al letto, rassettata in qualche modo.
«Devo andare» gli disse, e nel suo tono era ben chiaro il rammarico. Esitò per un istante, poi si piegò alla ricerca della sua bocca.
Lui la lasciò fare, rispondendo al bacio con la pigrizia dell’amante soddisfatto, ma alla fine, quando era ancora a un soffio dalle sue labbra, parlò.
«Naruto lo sa?»
Per la seconda volta, mentre erano a quella distanza, spuntava il nome di Naruto. Era successo quando Sasuke era stato respinto, e succedeva di nuovo ora.
Sakura si irrigidì, come allora si era irrigidito lui. Rimase immobile per meno di un istante, e poi si voltò e gli diede bruscamente le spalle.
«Lui... ecco, lui... veramente io non...» balbettò, raccattando i suoi fogli con l’unico desiderio di andarsene e nascondere il viso arrossato. «Ci sto lavorando. Davvero, è solo questione di... tempo» fece una risatina vuota, scostando i capelli dietro un orecchio.
Sasuke abbassò lo sguardo.
Un po’ gli fece male.
Ma sarebbe stato da ingenui aspettarsi che lei gettasse al vento tutto quello che era stato con Naruto così, su due piedi.
«E... hai intenzione di dirglielo?» indagò, mentre lei si affannava alla ricerca del cartellino, caduto sotto il letto.
«Certo... con il tempo...» mormorò vaga, raccogliendolo e appuntandolo sul camice.
«Quando glielo dirai, chi sceglierai?» domandò Sasuke a bruciapelo.
«Devo... ora devo proprio andare» balbettò lei, nel panico più completo. «Tornerò... og... dom... beh, tornerò. Riposati»
Senza aspettare la sua risposta, si defilò in tutta fretta. Di nuovo, le sembrava che il suo cuore volesse scoppiare.
Lei avrebbe confessato, prima o poi, perché doveva farlo.
Ma in quell’istante, avrebbe anche dovuto fare una scelta.
Avrebbe dovuto perdere uno dei due.
Lo sapeva. Lo sapeva benissimo.
Ed era per quel motivo che voleva posticipare il più possibile il momento della verità...


«Bravissimo Akamaru! Ora voglio una rotazione con i contro fiocchi, hai capito?»
La voce di Kiba risuonava per la foresta, seguita dai latrati di un Akamaru entusiasta e pieno di energia. I fruscii e gli scricchiolii dei rami erano innumerevoli, e Shino osservava corrucciato l’andamento della passeggiata; se anche c’erano stati insetti da quelle parti, di sicuro se l’erano già data a gambe.
Pazienza” si disse con un sospiro. “Avrei dovuto immaginarlo... e comunque l’ho fatto a fin di bene”
Accanto a lui, Hinata sfogliava distrattamente una margherita.
Quando, il giorno prima, Kiba le aveva proposto una passeggiata nel bosco, lei era andata nel panico. Avevano appena concluso una missione, c’era ancora Kurenai con loro, e non aveva trovato il coraggio di rifiutare. Poi, per fortuna, Shino si era unito alla coppia con nonchalance, e Kiba non era riuscito a trovare una scusa per escluderlo. Aveva borbottato un po’, ma poi avevano deciso insieme il luogo dell’appuntamento.
Simili passeggiate non erano insolite per il loro gruppo, ma ultimamente le cose erano un po’ cambiate, e i rapporti si erano fatti più tesi... le missioni non ne risentivano, ma quando erano a riposo Hinata sembrava sempre una lepre braccata dal lupo. Shino sentiva che era suo dovere difenderla, in quanto membro neutrale del gruppo, e quando poteva si metteva tra lei e Kiba. Ma l’Inuzuka, di tanto in tanto, riusciva anche a ritagliarsi degli spazi di autonomia... era più insidioso di quanto desse a vedere.
«Wow, è incredibile!» gridò Kiba da lontano, all’improvviso. «Shino, vieni un po’ a vedere! Un alveare!»
Dietro agli occhiali scuri, gli occhi dell’Aburame ebbero un guizzo. Un alveare selvatico? Completo? Magari antico?
...Doveva vederlo. Assolutamente.
«Andiamo?» propose Hinata con un sorriso gentile, notando – incredibile a dirsi, considerando occhiali e cappuccio – la sua emozione.
Shino si limitò ad annuire, compassato, ma le mani affondate nelle tasche tremavano impercettibilmente.
Insieme avanzarono lungo il sentiero, finché Akamaru non li guidò scodinzolando fuori dalla pista, attraverso il sottobosco. E all’improvviso, appeso a un alto pino, Shino si trovò davanti il più splendido e meglio conservato esemplare di alveare naturale che avesse mai incontrato in vita sua.
Ovviamente non lo diede a vedere.
Con molta, molta calma, si avvicinò all’albero e guardò in su. Le api ronzavano attorno alla cera dorata, entrando e uscendo dalle tante cavità esagonali, e non una goccia di miele cadeva a terra. Era una struttura perfetta, affascinante, incantevole... una meraviglia per lo spirito. Forse avrebbe potuto mandare uno dei suoi insetti a dare un’occhiata, anche solo da lontano... magari, con un po’ di fortuna, sarebbe riuscito a catturare un’operaia... Ah. Poteva essere pericoloso, se lo sciame si imbizzarriva; avrebbe fatto meglio ad avvisare Hinata e Kiba.
Si voltò, per consigliare a entrambi di fare un passo indietro e tenersi pronti, ma scoprì che erano scomparsi nel nulla. Attorno a lui, la foresta mormorava come sempre, e le api ronzavano quiete.
Non una parola sfuggì alle sue labbra.
Ma, se fosse stato un tipo più loquace, avrebbe imprecato.

«...Non ci stiamo allontanando troppo da Shino?» chiese Hinata nervosamente, mentre Kiba la conduceva attraverso il sottobosco tenendola per mano.
«Ma è subito qui, te lo giuro» le sorrise lui. «A cento metri»
Mentre Shino era perso nell’estatica contemplazione del suo alveare, Kiba l’aveva presa per un braccio e l’aveva trascinata via, blaterando qualcosa su un campo di fiori. Hinata non era riuscita a opporsi che a balbettii sconnessi, e lui non l’aveva ascoltata.
Alla fine, non sapeva perché, ma Kiba non riusciva mai a dire di no.
«Ecco, ci siamo!» esclamò l’Inuzuka a un tratto, e scostando le ultime fronde mostrò una radura soleggiata circondata da cespugli di more in frutto. Tra l’erba bassa e folta, si aprivano migliaia di fiori delle più diverse qualità, e gli insetti ronzavano dall’uno all’altro incessantemente.
Hinata rimase senza parole.
«E’-E’ bellissimo!» balbettò poi facendosi avanti cautamente.
Arrossì al pensiero che, inizialmente, aveva pensato che quello di Kiba fosse soltanto un trucco.
«Visto? Che ti dicevo?» gongolò lui tutto orgoglioso, riprendendola per mano. «Vieni un po’ alla luce, sei troppo pallida» la incitò, tirandola avanti al seguito di Akamaru.
Hinata si lasciò condurre fino al centro della radura, dove i raggi del sole cadevano caldi e intensi. Dovette schermare gli occhi per non restare abbagliata dopo tutta la penombra della foresta, ma alla fine si abituò, e riuscì a guardarsi attorno.
«Ci sono le more!» esclamò notando i cespugli che circondavano la radura.
«Aspetta, te ne prendo un po’» disse subito Kiba, allontanandosi spedito. Hinata lo vide trafficare tra i rovi, lo sentì imprecare un paio di volte quando si punse, e poi lo guardò tornare indietro, con le mani piene di more color porpora. «Prego» le offrì con un sorriso.
Hinata arrossì leggermente e ne prese una. Era dolce e tiepida, ma con un retrogusto asprigno.
«Sono buone» disse, lasciandosi andare a un sorriso vero, senza la riga d’ansia che manteneva in presenza di Kiba.
Lui ricambiò, più che mai soddisfatto.
«Sapevo che ti sarebbero piaciute» commentò. «Io so quali sono le cose che preferisci e quelle che non sopporti, ciò che ti spaventa e ciò che ti fa felice... so tante cose di te»
Hinata si sentì arrossire, senza sapere cosa rispondere.
Kiba rimase in attesa per qualche istante, poi sospirò e le tese altre more. «Mangia» le disse in un borbottio. «Prima che diventino troppo calde nelle mie mani»
Voleva che lei dimenticasse Naruto, si stava adoperando per accelerare il processo... ma la sua impazienza lo portava a sentirsi sempre troppo lontano dall’obiettivo. Ed era frustrante.


Sakura ritornò a casa che il sole era già tramontato, non per caso. Sperò con tutta sé stessa che Naruto fosse già andato a letto, ma invece lo trovò sveglio e intento a litigare con il gatto.
«...Le mutande! Ti ho detto più di mille volte che non devi mangiarle, maledizione!» sbraitava, quando la porta si richiuse con un clack leggero. Si voltò bruscamente, e la vide sull’ingresso.
Per un attimo ci fu un silenzio pesante.
Poi lui mostrò un sorriso tirato.
«Anche oggi hai fatto tardi, eh?» chiese sforzandosi di suonare scanzonato.
Notò al volo che lei aveva gli occhi rossi, e in quel momento fu sicuro che avesse chiarito con Sasuke.
«Sì...» mormorò Sakura, abbassando lo sguardo e liberandosi della borsa. «E’ stata una giornata pesante»
«Vuoi mangiare qualcosa? Bere?» chiese lui sollecito, in attesa della confessione che, ne era certo, sarebbe venuta di lì a poco.
«No...» rifiutò lei, schivando le sue occhiate. «Voglio solo farmi una doccia e andare a dormire»
Come la sera prima, senza aggiungere altro, gli passò accanto rapida e scomparve in bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
Naruto rimase interdetto.
Le cose non sarebbero dovuto andare così.
Lei avrebbe dovuto togliersi il peso del tradimento, confessarglielo... poi avrebbe pianto, e lui con lei... alla fine l’avrebbe perdonata, perché l’amava e ne aveva bisogno, e avrebbero fatto l’amore e si sarebbero addormentati abbracciati.
Questo doveva essere l’iter. Non il freddo scambio di battute sperimentato il giorno prima.
...Io te l’avevo detto..., sussurrò l’odiosa vocina al suo orecchio. Proprio un bel cervo...
Naruto sentì lo stomaco contrarsi dolorosamente.
No.
No, Sakura non gli avrebbe mai fatto una cosa simile... non poteva, non... lei non... lei lo amava... glielo aveva ripetuto tante volte...
Si passò una mano sul viso, travolto dall’ansia.
Perché non parlava?
Perché non confessava?
E continuava ad essere schiva, ad evitare il suo sguardo... come se avesse qualcosa da nascondere.

«No» mormorò a mezze labbra. «No, deve esserci una spiegazione...»
L’uomo sa sempre trovare una giustificazione, quando la cerca. E anche Naruto ci riuscì.
Ma certo!” realizzò all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno. “Probabilmente si vergogna. E, dato che quello con Sasuke è stato solo un momento di debolezza passeggera, non vuole che io mi preoccupi per niente... deve essere così. Probabilmente pensa che parlarmene le servirebbe solo a scaricarsi la coscienza, e non vuole essere egoista... Sicuro. Ma certo. E io... io non voglio certo metterla in difficoltà”
Oh dei, ma quanto sei deficiente da uno a dieci? Tendi all’infinito?
Naruto ignorò il commento sarcastico della voce e prese a camminare avanti e indietro per la stanza, sotto lo sguardo vigile dell’altro Naruto.
Più ci pensava, e più la sua ipotesi gli sembrava plausibile. Sicuramente Sakura aveva fatto un ragionamento come quello... sapeva che il tradimento gli avrebbe fatto male, e voleva risparmiargli una sofferenza inutile. Si sarebbe tenuta tutto dentro, avrebbe sopportato da sola il peso della colpa, e, se non fosse riuscita a metabolizzarlo, un giorno sarebbe venuta da lui e glielo avrebbe – finalmente – confessato... così avrebbero pianto, lui le avrebbe detto ‘lo sapevo, ma non te ne ho mai fatta una colpa’, l’avrebbe perdonata e tutto sarebbe stato come prima. Era abbastanza intelligente per fare un ragionamento simile.
Di sicuro aveva già chiarito tutto con Sasuke. Di sicuro.
Con un sorriso ebete stampato in faccia, e ignorando i borbottii caustici della voce nelle sue orecchie, si liberò dei vestiti e rimase con quello che definiva ‘pigiama’ in mancanza di termini più brevi, ovvero boxer e canottiera. Si lasciò cadere sul letto, con il cuore leggero, e rimase a guardare il soffitto ascoltando l’acqua della doccia che scorreva.
Sorrideva; e non sapeva che Sakura, sotto il getto caldo, piangeva.
Si tratteneva a stento dal canticchiare; e non sapeva che lei soffocava i singhiozzi nella mano.
Era felice; e non sapeva che lei, invece, era disperata.
Dopo minuti che a Naruto sembrarono lunghi un’eternità, finalmente Sakura uscì dal bagno, emanando un tenue profumo di bagnoschiuma.
Naruto scattò a sedere, e poi in piedi, e la avvolse in un abbraccio stretto.
«Mmh... sai di buono» le sussurrò, ma la sentì irrigidirsi. Non se ne diede pena. Un’impressione, forse. «Voglio fare l’amore con te. Adesso» disse invece, a bassa voce.
«...Sono stanca, Naruto» rispose lei nervosamente, sciogliendosi dall’abbraccio. «Un’altra volta, eh? E poi ho mal di testa»
Naruto rimase interdetto per la seconda volta, quella sera.
Mentre Sakura raggiungeva la sua metà di letto e, di nuovo, si rannicchiava nell’angolo più lontano, un terribile sospetto si fece strada in lui...
...Forse, lei non aveva chiarito le cose con Sasuke.
Forse, come il giorno prima, era stata in ospedale da lui e...
No.
No, era impossibile.
Sakura non gli avrebbe mai e poi mai fatto una cosa del genere.
Non gli avrebbe fatto male fino a quel punto!
Si vergogna” ripeté, automaticamente. “Io so cosa è successo, quindi vorrei cancellare le tracce di Sasuke su di lei, ma Sakura non sa che lo so. Probabilmente si sente sporca, per questo non vuole che la tocchi. Sì. Probabilmente è così. Probabilmente chiarire le cose l’ha stressata molto, è per questo che ha mal di testa... Già. E’ così”
...Mi chiedo se, a questo punto, la mia presenza serva davvero a qualcosa, borbottò piano la voce.
Naruto la ignorò, andando a spegnere la luce.
E Sakura, nascondendo le lacrime sotto le palpebre serrate, si rese conto che per la prima volta dopo un anno e passa di relazione, aveva tirato in ballo la scusa del mal di testa.
Ma non poteva, non poteva assolutamente passare da Sasuke a Naruto come niente fosse. Andava contro gli ultimi brandelli di principi che le erano rimasti.
Doveva scegliere uno solo con cui fare l’amore intanto che prendeva tempo.
E lei aveva deciso.











Nel prossimo capitolo:


«Hinata, tu hai un sogno?» le chiese a bruciapelo.
Hinata sbatté le palpebre per qualche istante, spiazzata. Da qualche parte una cicala iniziò a cantare nella calura di fine agosto, resa afosa dalle nubi che si abbassavano su Konoha.
Il mio sogno è essere guardata da te. Essere amata da te, sfrecciò nella mente della Hyuuga, e bastò quel pensiero rapido a farla avvampare.













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Lo scorso capitolo ha fatto sollevare un'ondata di odio diretta contro Sakura.
Miei adoratissimi lettori, ma quanto siete severi?
Diamine, so anche io che da un punto di vista morale lei sta sbagliando, e sta facendo la cosa peggiore...
...Ma cercate per un attimo di calarvi nei suoi panni.
Lei ama sia Sasuke che Naruto.
Con il primo non è riuscita a resistere nonostante i buoni propositi, al secondo non vuole e non può fare del male...
L'ideale sarebbe stato non tradire, ma ormai la frittata è fatta.
(e, lo so, è tutta colpa mia)
Sakura è umana, contraddittoria, incerta... non poteva tornare a casa e dire a Naruto: "guarda, alla fine ho ceduto a Sasuke".
Avrebbe significato distruggere per sempre il gruppo sette, che con il ritorno di Sasuke sembra avere una piccola, fievole speranza...
(almeno agli occhi di lei; ricordate che è convinta che Naruto non sappia nulla)
Per questo, sia che ce l'abbiate con me, sia che ce l'abbiate con lei,
cercate di capire che Sakura non può semplicemente fare "la cosa giusta".
Perché spesso è la cosa più difficile di tutte.

Altra osservazione sullo scorso capitolo...
Naruto non poteva fare irruzione e distruggere tutto, lasciando libera Kyuubi.
Naruto non ha una famiglia, non ha appigli, non ha nulla all'infuori del gruppo sette.
Perdere la testa e seguire l'istinto avrebbe significato gettare all'aria ogni cosa, perché se, per assurdo, nell'impeto della furia avesse ucciso Sasuke,
o Sakura, o comunque ci avesse anche solo provato, avrebbe messo la parola fine al loro legame.
E' un legame sottile e fragile, quello che unisce loro tre.
E Naruto lo sa, e sa che ne ha bisogno.
Per questo non può fare a meno di confidare in Sakura e credere in lei, facendo finta di non aver visto nulla.
Non è questione di "spina dorsale", anche perché dal mio punto di vista è molto peggio perdere lentamente la fiducia in Sakura
che mettere la parola fine da subito, e quindi dimostra più masochistica tenacia fingendo che vada tutto bene.
Ma Naruto non vuole perdere Sasuke e Sakura, per quanto stia male.
Sa che sarebbe mille volte peggio.
(naturalmente è sempre aperto l'interrogativo: "quanto reggerà?")

Il titolo di questo capitolo si riallaccia evidentemente al titolo del primo (combinazione pensata già allora),
ed è quello che io definisco "il capitolo in cui Sakura tocca il fondo".
In sostanza, da qui non può che migliorare... no?
(No, purtroppo per voi! XD)
Comunque, avete avuto Ino e Sai, Kiba e Hinata (davvero, questi due mi stanno scappando di mano...),
e una panoramica della confusa situazione interiore di Sasuke, che di fatto, come Naruto, delega la responsabilità di scegliere a Sakura,
adoperandosi nel contempo per essere il miglior partito.
(Ahh, 'sti uomini...)
Il povero Naruto diventa più scemo ad ogni riga che passa, o meglio: si rifiuta sempre più di vedere la realtà,
ma Kyuubi cosa avrà in mente? Perché continuava a ridacchiare come un'ossessa...?

Capitolo 385 di Naruto.
(ATTENZIONE! SPOILER!)
Cose che ho azzeccato:
Madara e Itachi hanno confabulato insieme per sterminare gli Uchiha.
Madara poteva controllare Kyuubi (anche se già Jiraya aveva ventilato l'ipotesi...)
Cose che NON ho azzeccato:
il vero utilizzo dello sharingan ipnotico (perché non mi sono azzardata a proporre nulla, e perché tuttora mi rifiuto di credere che l'emoboy sia potenzialmente in grado
di asservire la mia adorata Kyuubi! -.-*)
la bastardaggine intrinseca di Itachi... (ma sto ancora pregando perché abbia fregato tutti, Madara compreso, e in realtà sia il vero genio del male nel manga
e abbia un obiettivo tutto suo)
il fatto che Sasuke avesse previsto che Itachi non avesse agito da solo (maledizione, non lo facevo così sveglio)
Nel complesso, mi stupisco di me stessa! U_U

Una volta per tutte, gente:
di Tenten non saprete nulla finché non saremo a settembre nella fanfic!
Piantatela di chiedermelo, tanto non vi dico niente! XD

Ancora tantissime recensioni, grazie a tuttiiiii! ç_ç
Mi commuovete!

Ino_Chan: ma salve! Benvenuta in questo folle e malefico angolino, prima di tutto, e poi... grazie mille per aver lasciato un commento! XD Quasi sempre le persone iniziano a leggere quello che scrivo per caso, e poi ci si appassionano... il che significa che nonostante le mie doti pubblicitarie siano pressoché inesistenti, poi riesco a sviluppare la trama come si deve! XD Dai, almeno questo... mi conforta un po'! Se continuerai a leggere ne sarò felicissima, e se ogni tanto vorrai lasciarmi una recensione la sarò ancora di più! ^_^
Rhymes: per le cosiddette "ragioni di Naruto" ti rimando a quello che ho scritto qui sopra, nello Spazio Autore! Invece per quanto riguarda il futuro e ciò che toccherà a Sakura e Sasuke... beh, forse è meglio se non mi lascio scappare troppo! In fondo siamo vicini alla fine, basta un po' di pazienza...! ^_*
Reina: Choji è... è... beh, non trovo parole per definirlo! >_< E' l'amico che vorrei, giuro! Se esistesse me lo legherei al collo e non lo mollerei mai più! Per quanto riguarda gli altri personaggi, di Kakashi saprai a breve, di Kiba e Hinata hai letto oggi e leggerai fra due giorni qualcosa, di Tenten NON saprai nulla ancora per un po' (XD Lo so, sono perfidissima... vi ho messo la pulce nell'orecchio e non ve la levo più!). Ino nella mia testa ha una precisa destinazione, anche se ancora non so bene come farcela arrivare... diciamo che c'è stata una frase nel manga che mi ha portata a pensare una certa cosa... vedremo un po'! XD
roby chan: uhuhuh... accennando ai "nove mesi" per quanto riguarda Sakura e Sasuke stai per caso insinuando qualcosa...? ^_^ (sorriso malvagio, di nuovo)
Hila92: "ma Sakura non lo farà... quella piccola cretina" <-- XD Non so perché, ma questa frase mi ha fatto ridere! E' l'insulto più... affettuoso? masticato? pieno di allitterazioni? (ecco, non riesco nemmeno a definirlo!) che io abbia mai letto! Comunque, anche se mi spiace di averti fatto stare male con Naruto, sono anche contenta per essere riuscita a coinvolgerti! Le sue reazioni dopo la scoperta del tradimento sono state abbastanza difficili da scrivere, ci tenevo molto... Sakura invece, nella mia testa ha una caratteristica fondamentale che spiegherò soltanto alla fine della fic... e che motiverà molte delle mie scelte per il suo comportamento. U_U Ora voglio farti una domanda: credi davvero che esista un modo "con tatto" per dire alla ragazza che sai che ti ama: "guarda, ho messo incinta quella che ho scoperto di amare, quindi me la sposo"? Francamente io penso di no. Conoscendo Shikamaru, ha pensato a duecento modi diversi per spiegare a Ino la cosa, ma poi si è reso conto che il risultato non sarebbe mai cambiato... Insomma, c'è da compatirlo e basta. Perché è finito nelle mani di un'autrice bastarda.
Mala_Mela: sai che qualcuno ha iniziato a subodorare la tua onniscienza? XD Sono venuti a dirmi, tra le righe: "uhm... secondo me Mala_Mela sa più di quanto pensiamo..." XDD Oh beh, un giorno raggiungeranno anche i tuoi livelli, purtroppo per te... ma resterai sempre il mio Dio, non temere! U_U Che Sakura e Sasuke ti schifino non mi fa né caldo né freddo, per il semplice motivo che tu SAI... uhuhuh...
tonyesp: ...non riesco a dire altro che: leggere i tuoi commenti mi fa ridere e piangere insieme. No, dico davvero... e immagino tu sappia perché... (se non capisci il "piangere", ne parliamo via msn! XD)
harryherm: suvvia, l'odio e l'amore in questa fic oscillano come una banderuola al vento! Prima della fine potresti cambiare idea cento volte, su Sakura, su Naruto, su Sasuke e su tutti i personaggi di contorno! Confesso che nello scorso capitolo avevo la precisa intenzione di elevare naruto a martire tragico della situazione e precipitare Sasuke e Sakura a viscidi bastardi indegni di esistere, ma non è detto che la situazione non si ribalti con l'andar del tempo... Il tuo tentativo di distrarmi con Anna non è riuscito, ti avverto! XD Purtroppo anche io ho qualche asso nella manica con lei, e così come lei mi tiene in scacco con "Quello che vorrei...", posso cercare di ribaltare la situazione grazie agli avatar traumatizzanti e a qualche velata minaccia... Avere sul pc fanart di ogni pairing aiuta da matti!
sonja: tranquillizzati riguardo a Naruto: ricorda sempre che è il mio personaggio preferito! ^^ (e ti dirai: ma se è il tuo preferito, perché lo fai soffrire così?? E ti risponderò: ehm... ^^'')
nixy: per la reazione di Naruto, rimando anche te all'inizio dello spazio autore! C'è da dire che la situazione è ancora in sospeso, e non si sa davvero cosa stia macchinando Kyuubi... può darsi che le tue speranze di devastazione di concretizzeranno...!
MarianTheRogue: *_* tu mi rendi felice! Sono molto contenta quando trovo recensioni di persone che hanno messo la fic nei preferiti e commentano subito, ma quando trovo nick che vedevo da tanto tempo senza conoscerli, sono ancora più felice! Grazie mille per tutto, per avermi lasciato un tuo pensiero, per quello che hai detto, per gli auguri che mi hai fatto... sono cose davvero molto importanti per me! Al di là di quanto tutti amiamo i personaggi di Naruto e i caratteri che Kishimoto ha donato loro, sapere che anche lo stile e le idee sono apprezzate mi rende immensamente felice! Può darsi che un giorno avrò il coraggio di scrivere qualcosa con personaggi tutti miei e postarlo qui, chissà...! XD Tutto sta nel trovare il tempo! (maledetta università...) Grazie ancora, davvero!
kimi: rilassati, siamo già a fine agosto nella fic... per sapere di Tenten non dovrai attendere a lungo, anche perché la storia di sicuro non arriva a ottobre, ma finisce prima...! Per le SasuSaku fan questo sarà un periodo d'oro, credo. Non so esattamente come e quanto durerà, ma dovrebbe essere piacevole... mi spiace solo che le cose tra Ino e Shikamaru non siano andate come volevi, ma purtroppo non posso farci nulla: nella mia testa lui e Temari sono fatti per stare insieme! XD Mentre Ino... per lei ho in mente qualcosina, eh sì...
arwen5786: "credo che si risolleverà presto, basta tenere lontano l'essere viscido, ovvero sai...giusto per preservarla eh" <-- riferito ad Ino. Pfff... Uahahahah!! XD Come no, tenere lontano Sai! a dire il vero è stata lei a cercarlo, per la serie "chiodo scaccia (o schiaccia? Mai capito...) chiodo"... Però c'è da dire che Sai qui non è il maledetto bastardo che è nella tua fic... ricordi? Io sto ancora aspettando che tagli il lenzuolo di Kiba, me lo vedo lì con il seghetto e un passamontagna in testa... Su Sasuke e Sakura sei liberissima di pensarla come più preferisci! Io spingo da una parte e dall'altra, rigiro le cose e cambio le carte in tavola, mi diverto e sghignazzo leggendo le vostre idee e le vostre presunte convinzioni... sinceramente non posso fare a meno di prendere le difese di Naruto in una situazione come quella che si è venuta a creare, ma solo perché mi fa una tenerezza infinita e perché è il mio personaggio preferito. Ino l'ho umanizzata più di quanto fosse mia intenzione, visto che il mio unico obiettivo era distruggerla, farla a pezzi, umiliarla, frullarla, sciogliera in acido solforico e gettarla nella fossa delle Marianne, ma... uff, come ho già detto, scrivendo questa fic ho cambiato un po' di idee... Di Tenten non dico ancora nullaaaaaaa! (pernacchia) Invece di Kiba hai saputo qualcosa oggi e saprai qualcos'altro fra due giorni... Eheheh... quest'uomo impulsivo che mi sfugge dalle mani...
vegani: calma, calma... in fondo gli aggiornamenti non sono affatto rallentati! Non ho tardato per niente! E non è detto che non succeda QUALCOSA al magico trio, di qui a poco... In fondo stiamo sempre parlando di Konoha, di ninja, di ME. La bastardaggine è di casa, nulla resta tranquillo troppo a lungo!
sammy1987: questi sono i capitoli della crisi nera di Naruto. Cioè, ce ne sono stati a bizzeffe prima d'ora, ma qui do il meglio di me... PER ADESSO (uhuhuh). Che Hinata tenti o non tenti di fare un passo avanti, puoi vederlo dal prossimo capitolo... marginalmente, in un episodio isolato, ma lo vedrai. Sakura e Sasuke per ora sono inguaiati e basta, nemmeno loro sanno bene da che parte girarsi, e tutto ciò che fanno sostanzialmente è "i conigli in calore". Diciamocelo, al momento solo Naruto potrebbe sbloccare la situazione... ma lui non vuole, ha troppa paura. Ino ha iniziato a guardare avanti, prendendo la "seconda scelta". Per quanto tendenzialmente non la ami molto come personaggio, devo ammettere che si è rivelata più forte di tutti, fino ad ora. Mentre gli altri si disperano, girano in tondo, fingono di non capire, lei ha compiuto il gesto più umano e normale: dopo la sconfitta, ha rialzato la testa e ha accettato dei compromessi. Purtroppo il mondo non è bianco o nero, e per reggere il grigio bisogna essere forti. Lei lo è. D'altronde... Sai è Sai... Con tutto il suo fascino, e la sua maledetta esperienza, e il suo "oh quanto sono freddo e figo"! XD
Julia83: ok, lo dico: faccio di tutto per far amare Naruto! XD Ma l'odio verso Sasuke è soltanto una conseguenza, in realtà vorrei soltanto che risultasse patetico... uhuhuh... Oh! Finalmente qualcuno si è ricordato che, ora come ora, Sasuke sta tirando le cuoia! Per quanto possa fare il figo, il sigillo di Orochimaru è ancora lì a rompere le scatole, bisogna ricordarsene! Ovviamente prima o poi Sakura dovrà fare una scelta (sempre se qualcun altro non la fa per lei...), ma come e quando? Ah, mi sembra evidente che i due fedifraghi hanno concluso. U_U Due volte. U_U Ma, ovviamente, non ti dirò come proseguiranno le cose... posso essere "banale", e far sì che lei resti incinta, oppure posso sistemarmela in altri centomila modi... chi lo sa? Potrei anche far morire Naruto, suicidare Sakura per il senso di colpa, e schiattare Sasuke perché nessuno più lo cura! *_* (prendi tre, paghi uno!) Shika e Tema adesso sono sistemati, Ino pure... ma non escludo di mostrarli ancora e incasinare un po' le cose...
Killkenny: LERD personalmente lo trovo molto più intriso di una certa aura di nobile carisma, una E è molto più flessuosa della volgare O, e l'accento inglese rende tutto decisamente più... ok, errore di battitura! XD Ho già corretto, tranquillo!
kage_naru89: guarda, in termini di sofferenza qui ce la stiamo cavando a meraviglia. Anzi, la vicenda è all'acqua di rose, direi. U_U (ok, lo ammetto, sono reduce da Redenzione...) Il rompicapo che ho creato NON ha soluzione. Non esiste un modo perché tutti ne escano incolumi, anzi tutti soffriranno e pagheranno per gli errori commessi... ma, come diceva qualcuno, non si può apprezzare davvero la gioia senza aver conosciuto prima il dolore. E, ricordati, io amo gli happy ending...
lale16: *_* Genio! No, dico davvero... "la calma prima della tempesta". E' la definizione migliore di questi ultimi capitoli! Ino e Shika sono stati una nota dolente per molti, ma c'è da concedere a Shika che non esiste un modo gentile per dire quello che lui ha dovuto dire... poveretto, l'ho messo in una situazione del cavolo e ce l'ho lasciato bellamente. Il mastellino di Nutella solletica il mio stomaco (e la mia salivazione...) Quasi quasi aggiorno e poi vado alla ricerca di provviste! XD
Jenna Uchiha: lo scorso capitolo ha sciolto e incasinato un bel po' di cose, me ne rendo conto... Naruto ama Sakura, ma non può lasciarla andare perché resterebbe senza più nulla; Shika ha allontanato Ino, ma c'è da dire che a parer mio lui e Temari si amano davvero, solo che hanno avuto bisogno di un bambino tra i piedi per capirlo; Hanabi è molto più intenzionata ad aiutare sé stessa che Hinata, e lo vedrai nel prossimo capitolo... che altro? Ah sì. Gaara, come Kakashi, non si è spaventato per la tua minaccia di sterminare chi gli ronza attorno, ma più che altro per il tuo... ehm... spirito combattivo! ^^' Gli uomini sono tutti dei fessacchiotti... XD (psst: secondo me se lo blocchi in un angolo e lo costingi con la forza, è tuo!)(o ti uccide, certo. C'è sempre anche questa possibilità)
Hipatya: meglio tardi che mai, dico io! XD Hai scoperto la storia solo una settimana fa, ma almeno non te ne sei pentita! La tua recensione non era affatto sconclusionata, anzi era completa, precisa, esaltante nonché lusinghiera! I complimenti sul Canon, sulla trama, sull'abilità di far piacere (per quanto possibile) anche pairing che non piacciono mi ha mandata in brodo di giuggiole! XD E' vero, Sasuke lo tollero poco e un po' si vede, ma ho cercato di essere imparziale... (fosse per me, all'epoca dello scontro con Itachi avrebbe dovuto essere vergognosamente sconfitto, additato e sbeffeggiato da tutti. U_U Purtroppo era un po' improbabile...! XD) Credo che tutti in fondo siano un po' egoisti, perché è umano e naturale pensare prima di tutto alla propria felicità: sacrificarsi per gli altri è un gesto nobile e bello, ma anche, obiettivamente, piuttosto stupido. Sì, sono una fervida sostenitrice del "chi fa da sé fa per tre" (anche perché tante volte non si ha la certezza di far del bene nemmeno a noi stessi, figuriamoci se si può avere la presunzione di farlo agli altri...). Sakura e Sasuke sono semplicemente umani, così come Naruto che, per quanto soffra e stia male e abbia tutte le mie simpatie... è debole. Irrimediabilmente debole. Bene! Con questo concludo e ti saluto! ^_^ I capitoli saranno online ogni due giorni (salvo problemi improvvisi), e la scuola... bah, in qualche modo me la caverò suppongo! XD Se sono sopravvissuta alla maturità posso reggere anche un'eruzione vulcanica!
.. DuniettaS ..: Sakura non è piaciuta per niente quasi a tutti, è un pensiero comune! XD E, velatamente (ma neanche tanto), il mio obiettivo era far pendere le preferenze dalla parte di Naruto... non potevo non farlo, considerato quanto lo adoro! >_< Sasuke resterà in bilico ancora un po', non si esporrà... d'altro canto anche lui è abbastanza combattuto (l'emosità non si scaccia tanto facilmente!). Ma prima o poi dovrà chiarirsi le idee, giusto? ^_*
Talpina Pensierosa: beh, almeno questo, visto che la fine la sai già...!
Veleno94: ora che me ne rendo conto... io tendo a complicarmi le cose in maniera non indifferente, vero? ç_ç Comunque, il tuo "cambio di bandiera" da un capitolo all'altro mi rende davvero felicissima! XD E' ciò che sogno di fare con i lettori, cioè confondere le loro idee e spiazzarli, facendoli ricredere su molte cose! Sakura e Sasuke avevano il loro fascino nel capitolo 47, ma Naruto che si dispera nel 48 fa una gran tenerezza... e ora, lui fa il vigliacco (oggettivamente, è così), Sakura mente e si dispera, Sasuke è indeciso... se non avessi già in testa un piano preciso, non saprei proprio come uscirmene, lo ammetto! XD Riguardo a Ino non ti dico niente, allora! ^.^ Sappi che ho i miei bei piani anche per lei! Uhuhuh...


Aya

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Capitolo 50
*** Ramen naruto ***


Naruto-50

Capitolo cinquantesimo

Ramen naruto




Akamaru era un cane ninja con abilità appena inferiori ai cani di Kakashi – gusto perché sprovvisto del dono della parola, come Pak. Aveva un fiuto perfetto, istinto, obbedienza, abilità, ed era la creatura più fedele che mente umana o divina potesse concepire. Sarebbe morto per il suo padrone, e lo avrebbe fatto senza esitare nemmeno un istante. Ma non per dovere, non per addestramento. Per affetto.
Kiba e Akamaru erano legati come fratelli da quando, ancora cucciolo, il cane era stato donato al ragazzino. Erano cresciuti insieme, erano diventati forti allo stesso ritmo, e si erano leccati le ferite a vicenda. Si capivano come se le loro menti fossero state legate da un filo invisibile.
Ogni tanto, scherzando, i genitori di Kiba insinuavano che il cane sognasse ciò che sognava il suo padrone.
Per fortuna di entrambi, non era affatto così.
Se non lo erano i suoi pensieri, almeno il mondo onirico di Kiba era protetto da qualsiasi tipo di intrusione; e quando dormivano insieme, Akamaru acciambellato sul tappeto della stanza, ognuno dei due seguiva un filo tutto personale nelle sue avventure notturne.
L’alba era un momento di sospensione, in casa Inuzuka.
L’attimo in cui i cani aprivano gli occhi e si stiravano sbadigliando, sapendo che avrebbero dovuto svegliare i padroni di lì a poco; e l’attimo in cui gli uomini raggiungevano un dormiveglia leggero, consci che da un momento all’altro avrebbero sentito una lingua umida sul viso e un uggiolio sommesso. Era l’attimo compreso tra l’immobilità della notte e la vita frenetica del giorno.
Ma Kiba, in quell’alba grigia, non ne voleva sapere di svegliarsi.
Era immerso in un sogno troppo bello per essere abbandonato senza rimpianti, e anche se sentiva un formicolio diffuso lungo tutto il corpo, e il ticchettio impercettibile delle unghie di Akamaru che si sgranchiva le zampe, si rifiutava di ascoltare i segnali dell’imminente risveglio.
Il suo cane era più responsabile di lui. Scrollando la schiena per completare la procedura di ogni mattina, scodinzolò piano e guardò il viso addormentato del padrone. Inclinò il muso da un lato, perplesso; di solito a quel punto Kiba mugugnava, si rannicchiava per un istante e poi sbadigliava, svegliandosi rumorosamente. Ma oggi non muoveva un muscolo.
Akamaru si avvicinò al letto uggiolando leggermente. Nulla. Sfiorò con il muso il naso del padrone. Un movimento impercettibile, ma niente di più. Uggiolò un po’ più forte, e ottenne che Kiba si rannicchiasse su sé stesso, ma non che aprisse gli occhi.
A quel punto iniziò a preoccuparsi, e decise di ricorrere alle maniere forti.
Senza farsi scrupoli, si leccò i baffi; e poi passò la lingua umida sulla faccia del padrone, dal mento alla fronte.
«Ma che cav...! Akamaru!» gridò Kiba, scattando a sedere. «Che schifo! Hai un alito pestilenziale!»
Il cane si sedette, pienamente soddisfatto, e scodinzolò tranquillo.
«Porca miseria...» bofonchiò l’Inuzuka, passandosi una manica sul viso. «Mi sarei svegliato anche da solo, tra un po’. Accidenti a te!»
Akamaru inclinò il testone peloso, senza capire il rimprovero che gli veniva rivolto, e Kiba sbuffò e gettò indietro le lenzuola.
«Va bene, va bene...» masticò tra i denti. «Scusa, hai ragione. Lo so... è ora di alzarsi»
Si tirò in piedi e accarezzò il cane tra le orecchie, grattandosi la pancia sbadigliando.
Gli strascichi del sogno che lo aveva piacevolmente intrattenuto tornarono in forma di visioni sfilacciate, richiamati con una certa fatica. La sua espressione si addolcì nettamente, per sconfinare poi in una certa aria ebete.
Sì. Gli sarebbe piaciuto continuare a tenere gli occhi chiusi ancora un po’... una decina di anni, magari.
«Ahh, Hinata, Hinata...» sospirò, guardando le nubi che si addensavano fuori dalla finestra. «Che devo fare con te?»
Si avvicinò al vetro e scostò la tendina con una mano, per poi aprire. L’aria frizzante del mattino invase la stanza, riempiendola anche del profumo della foresta poco distante e delle colazioni che venivano preparate altrove.
Ma il naso allenato di Kiba, più efficiente di quello di un cane, riuscì a captare un altro aroma sottile, impercettibile per la maggior parte degli uomini. Un odore che lo rabbuiò.
«Oggi pioverà...»


Naruto si svegliò che il sole era sorto da qualche ora, ma la luce che entrava nella stanza era grigia, schermata dalle nubi alte nel cielo. Inutile dire che Sakura non era al suo fianco.
L’altro Naruto piombò sul letto all’improvviso, atterrando precisamente sul suo stomaco, e per un attimo lo lasciò senza fiato, con il diaframma compresso e inutilizzabile.
«Argh... Stupido gatto...!» ansimò, piegandosi su un fianco e costringendolo a spostarsi.
Il micio miagolò a lungo, contrariato, e non gli lasciò nemmeno il tempo di riprendersi, perché strusciò la testa contro il suo naso e glielo riempì di peli.
«Cosa diavolo vuoi?» starnutì Naruto, alzandosi in fretta e furia per sfuggire all’attacco. «Ma non ti hanno dato da mangiare?»
Cercando la ciotola del gatto, scoprì che era vuota e sorprendentemente linda, come se una linguetta ruvida l’avesse passata e ripassata più volte. La tenne in mano, cupo, e le sue spalle si piegarono leggermente.
Sakura era uscita senza nemmeno riempirla.
Mentre raggiungeva la credenza con passo stanco, si passò una mano sul viso.
A che ora si era addormentato? Poco prima dell’alba, più o meno. E aveva avuto una quantità esagerata di incubi.
I suoi sogni non erano affatto stati come quelli di Kiba.
Riempì la ciotola dell’altro Naruto e gliela mise a terra; il gatto ci si fiondò al volo, scodinzolando, e lui si rese conto di essere altrettanto affamato.
Ma, ancora una volta, aveva anche la nausea.
Forse dovrei riempirmi lo stomaco” rifletté distrattamente, senza rendersi conto di ciò che pensava.
A dire il vero voleva solo uscire di lì.
Perché Sakura non aveva confessato e perché nell’aria c’era ancora il suo profumo. E lui non sapeva come muoversi.
Se ne andò dall’appartamento senza quasi accorgersene. Lasciò il gatto che ancora mangiava e il letto sfatto, e, vestitosi in qualche modo, si trovò in strada, diretto verso il ramen Ichiraku.


Dopo il primo incoraggiante risultato, Hiashi Hyuuga aveva deciso di proseguire con gli allenamenti mattutini per Hinata e Neji. La sua speranza era che, stando a stretto contatto, i due avrebbero scoperto le mille cose che avevano in comune – dopotutto avevano un po’ degli stessi geni, dovevano per forza scoprire affinità, no? – e, con una leggera spinta da parte sua, avrebbero compreso che il miglior modo per onorare la loro casata era seguire la volontà del saggio capoclan.
E poco importava che Hinata affrontasse le sedute mattutine di umore sempre peggiore, e che Neji fosse sempre più rigido: prima o poi si sarebbero piegati, non c’erano altre possibilità.
Così la pensava anche Hinata, seduta nel giardino interno dove Kiba l’aveva trovata una volta.
Di nuovo con la schiena appoggiata al tronco dell’unico ciliegio presente, di nuovo con indosso un kimono bianco, sentiva tutti i muscoli dolere. Gli allenamenti, per quanto condotti con il massimo della gentilezza, la sfibravano; dormiva poco la notte, e le levatacce non aiutavano, senza contare che il continuo stato d’ansia in cui passava le sue giornate le stava provocando un mal di stomaco persistente.
Avrebbe ceduto, se non lo avesse fatto prima Neji; ma in ogni caso Hiashi l’avrebbe avuta vinta, perché lei non era in grado di contrastarlo.
Ora come ora, la sua vita le sembrava uno stretto e angosciante vicolo cieco. Ed erano giorni e giorni che non vedeva Naruto, il che non poteva che deprimerla profondamente.
Sospirò, sentendosi fiacca e demotivata. A quel punto anche una visita di Kiba si sarebbe dimostrata piacevole... l’Inuzuka, se non altro, con qualche battuta o sorpresa le avrebbe risollevato un po’ il morale. L’ultima volta, portandola in quella radura nel bosco, ci era riuscito... anche se a un certo punto aveva minacciato di deviare su argomenti ‘difficili’.
Mentre rimuginava sulla sua triste sorte e sull’ingiustizia della vita, sicura di non essere disturbata, Hinata non si accorse dei passi leggeri che si avvicinavano sull’erba ben curata.
Soltanto quando fu ormai davanti a lei, i suoi sensi captarono la presenza di Hanabi.
«Alzati» le ordinò la secondogenita di Hiashi, in tono che non ammetteva repliche. «Vieni con me»
«Dove?» chiese Hinata sorpresa, obbedendo suo malgrado.
«Sta’ zitta e seguimi» senza dare altre spiegazioni, Hanabi la afferrò per una mano e la trascinò attraverso il giardino e fino in casa, a passo di marcia.
Qualche giorno prima, quando aveva visto la sorella allenarsi con Neji, aveva deciso che sarebbe intervenuta in maniera molto più decisa; e ora le sue ‘fonti’ - ovvero i ragazzini che aveva obbligato a lavorare come spie per lei – le avevano riferito che si presentava l’occasione perfetta per agire.
Lo faccio per il tuo bene...” pensò, ignorando le domande smarrite di Hinata. “...e soprattutto per il mio”

Un quarto d’ora dopo le due sorelle Hyuuga erano per le strade del villaggio, vestite di tutto punto, e Hinata sfoggiava con un certo imbarazzo un’acconciatura semplice ma perfetta, che le donava. Il collo, inusualmente scoperto, continuava a farla rabbrividire per il freddo.
«Dove stiamo andando?» chiese per la milionesima volta, mentre Hanabi la tirava con insistenza, guardando dritto avanti a sé.
Come sempre, la sorella non rispose, persa in chissà quali pensieri.
Ultimamente si era comportata in maniera strana con lei... ma di solito era gentile e comprensiva, non così brusca. Era successo qualcosa che l’aveva turbata? Forse lei aveva commesso uno sbaglio? L’aveva fatta arrabbiare?
All’improvviso Hanabi si bloccò, rischiando di farla inciampare, e, tutta scombussolata, Hinata si rese conto che erano nei pressi del ramen Ichiraku.
«Bene. Vai» le ordinò la sorella minore.
«V-Vai?» balbettò lei confusa.
Hanabi le indicò l’unico cliente del chiosco, seduto al bancone. Anche se la tendina del locale rendeva impossibile riconoscerne il viso, quella tuta arancione spiccava come un papavero in un campo di grano. Hinata arrossì bruscamente.
«Cosa... Cosa dovrei fare?» chiese nel panico, lisciandosi inutilmente le pieghe del kimono. Perché, perché la sorella le aveva fatto mettere quella roba? Era troppo elegante, troppo strana... aveva ricamati sopra pesci rossi che saltavano tra i fiori di loto, per la miseria!
«Devi andare là e sederti!» spiegò Hanabi, esasperata.
Anche l’ultima delle deficienti lo capirebbe al volo!” si sfogò mentalmente.
Ma Hinata impallidì, e scosse freneticamente la testa. «No... non posso...» sussurrò in fretta. «Hai detto che tutti lo sanno... che Naruto mi... mi...» deglutì a vuoto, soprassedendo sul termine ‘piace’, e proseguì parlando rapida. «Se adesso mi sedessi accanto a lui, spontaneamente, cosa penserebbero? Io non voglio rubarlo a Sakura!»
Hanabi le scoccò un’occhiata scettica. «Ah no?» chiese piatta.
Hinata arrossì, colpevole.
Sì. Sì, voleva rubarglielo... lo voleva con tutta sé stessa.
Ma allo stesso tempo non voleva, perché sapeva che lui con lei era felice, e che, in ogni caso, non la considerava minimamente.
«Nessuno penserà male di te» sbuffò sua sorella, con impazienza. «Vuoi solo mangiare una ciotola di ramen, non c’è niente di sbagliato in questo. Quindi muovi quelle gambe e vai a sederti di fianco a lui!»
Hinata cercò di protestare ancora, ci provò davvero.
Ma da che mondo è mondo, tra le due sorelle era sempre stata la minore a vincere i conflitti; era sempre stata la più cocciuta, testarda e convincente. E Hinata cedette.
Si trovò a raggiungere il chiosco incespicando, tanto rossa da temere di essere ridicola, e si accorse che le tremavano le mani. Ora che sapeva che il villaggio era a conoscenza del suo segreto più intimo, le sembrava che ogni occhio fosse puntato su di lei.
Scostò incerta la tendina, e si girò un’ultima volta verso Hanabi, che le fece un cenno stizzito. Di fronte alla sua espressione dura, deglutì e si fece avanti, racimolando tutto il suo coraggio per sedersi accanto a Naruto.
Ecco, adesso era sullo sgabello, con la schiena rigidamente eretta. Attese che lui la riconoscesse, ma... non provenne nessun cenno da quella parte.
Mortificata, Hinata gli gettò un’occhiata veloce... e lo vide rimescolare il ramen nella ciotola con sguardo cupo. Da che aveva memoria, non ricordava di aver mai visto i suoi occhi tanto scuri.
«N-Naruto, va tutto bene?» si trovò a chiedere contro ogni logica e razionalità, stupendo anche sé stessa.
Lui finalmente alzò lo sguardo e la fissò per un attimo, confuso. Poi un lampo di riconoscimento passò nei suoi occhi, seguito dalla sorpresa più pura.
«Hinata?» disse sbalordito. «Non ti avevo quasi riconosciuta... Stai bene così!» le sorrise.
Eppure c’era qualcosa di sbagliato nella sua espressione, qualcosa di tirato... Hinata riuscì a ricambiare soltanto a metà.
«G-Grazie» balbettò arrossendo, e chinando il capo.
Ecco, dopo il complimento dubitava che sarebbe riuscita a ragionare ancora, se mai ne era stata in grado con Naruto nei paraggi. Già aveva perso il coraggio per continuare a indagare i motivi del suo malumore.
«Signorina, vuoi ordinare qualcosa?» le chiese Ichiraku in quel momento, appoggiandosi al bancone con un gomito, galante.
«Ah...» mormorò Hinata, e si ricordò all’improvviso che non aveva denaro con sé.
«Offro io» intervenne Naruto. «Prendi pure quello che vuoi, devo pur sdebitarmi per l’ultima volta!»
Nonostante lo stomaco chiuso, Hinata mormorò in fretta la prima cosa che le venne in mente, e Ichiraku annuì e andò a prepararla.
Cadde il silenzio.
«...E’ strano vederti qui» lo ruppe Naruto dopo un po’, senza smettere di far girare il suo brodo con le bacchette. «Stavi andando da qualche parte?»
«No... non esattamente...» farfugliò lei, cercando una scusa. «Avevo... fame»
Patetica. Accidenti.
«Questa è una cosa che posso capire» ghignò però Naruto, per un attimo con il sorriso di sempre. «Sei venuta nel posto giusto, il ramen è la cosa più buona del mondo, e quello che prepara Ichiraku è senza dubbio il migliore!» esclamò convinto.
«Se lo dici tu...» sorrise Hinata timidamente.
Sentì che piano piano iniziava a rilassarsi. Quando Naruto era quello di sempre si sentiva emozionata, tratteneva il fiato... ma stava anche bene. Se lui invece era cupo, tormentato, taciturno, allora anche lei era più a disagio del solito.
Per un fugace istante si chiese se, per caso, non fosse successo qualcosa con Sakura...
Naruto si cacciò in bocca una generosa quantità di ramen, di umore leggermente migliore. Parlare di cose irrilevanti insieme a Hinata, che non aveva nulla a che fare con i suoi problemi, gli faceva quasi credere che tutto andasse bene, come al solito. Quand’era uscito di casa non avrebbe mai sperato che la situazione migliorasse fino a quel punto.
«Allora, come vanno le cose?» chiese a bocca piena. «Siete ancora pieni di missioni?»
«No...» rispose lei.
...Solo perché mio padre ha deciso di puntare sugli allenamenti con Neji” aggiunse mentalmente.
«Strano» borbottò lui. «Mi sembrava che la vecchia Tsunade usasse il tuo Byakugan da tutte le parti, no? Ho sentito che hai aiutato a prendere tre spie della Roccia la settimana scorsa»
Hinata arrossì di piacere.
Perché Naruto sapeva quelle cose di lei? Era convinta che conoscesse a malapena il suo nome, e invece non era così. Certo, probabilmente erano informazioni che aveva captato soltanto per caso, però... era bello scoprire che, un pochettino, pensava a lei.
«B-Beh...» balbettò. «Mio padre vuole che riposi...»
In effetti era vero. Così come era stato Hiashi a chiedere a Kurenai di intraprendere una missione dietro l’altra, ora le aveva detto di interromperle bruscamente.
Naruto mordicchiò la bacchetta con aria pensosa.
Con Hinata ogni argomento diventava ‘comune’. Parlare di missioni assassine era come parlare di tranquilli picnic nella foresta... faceva vedere le cose sotto un’altra prospettiva.
E lui in quel momento aveva decisamente bisogno di un’altra prospettiva.
«Hinata, tu hai un sogno?» le chiese a bruciapelo.
Hinata sbatté le palpebre per qualche istante, spiazzata. Da qualche parte una cicala iniziò a cantare nella calura di fine agosto, resa afosa dalle nubi che si abbassavano su Konoha.
Il mio sogno è essere guardata da te. Essere amata da te, sfrecciò nella mente della Hyuuga, e bastò quel pensiero rapido a farla avvampare.
«V-Voglio diventare più forte» farfugliò rapida. «Voglio essere degna della mia casata. Voglio che mio padre sia orgoglioso di me e che i parenti non si vergognino della mia debolezza...»
Naruto sorrise, amaro.
«E’ un bel sogno» commentò a bassa voce. «Un po’ assomiglia al mio... Essere Hokage... Essere più forte... rendere orgoglioso il maestro Iruka e tutti gli altri...»
«Ecco qua, signorina. Ramen naruto, come hai chiesto» intervenne Ichiraku in quel momento, piazzando davanti a Hinata una ciotola fumante.
Naruto inarcò le sopracciglia, mentre lei lo fissava a bocca aperta senza rendersi conto dell’arrivo del pranzo.
I loro sogni si assomigliavano? Avevano qualcosa di così personale in comune?
«Hai preso davvero quello?» chiese Naruto additando il suo ramen.
Lei lo guardò, e si rese conto della scelta. Arrossì bruscamente.
«Oh... ehm... sì» biascicò nel panico. «M-Mi piace»
Rendendosi conto di quanto suonassero ambigue le sue parole, il suo rossore aumentò.
«C-Cioè, il ramen! Mi piace il ramen!» esclamò, vicina a una crisi isterica.
«E’ vero, è buonissimo!» ghignò Naruto senza accorgersi del suo turbamento, con un certo orgoglio. «E poi...» il sorriso scemò impercettibilmente. «E’ da questo che deriva il mio nome»
Hinata sbatté le palpebre, lanciandogli un’occhiata interrogativa.
Di Naruto sapeva che era orfano, che nessuno conosceva l’identità dei suoi genitori... anche suo padre, il nobile e potente Hiashi, le aveva ripetuto di recente che non si sapeva da dove arrivasse il biondino.
Ma allora come faceva a sapere da cosa aveva origine il suo nome?
Naruto abbassò gli occhi sul suo ramen, prossimo alla fine. Per un attimo si perse nei suoi pensieri, lontano con la testa, poi riprese a parlare.
«Sai... Il maestro porcello... cioè, volevo dire il maestro Jiraya, ha scritto soltanto un libro serio – senza le sue porcate, insomma... non so se hai presente» Hinata arrossì leggermente. «E’ la storia di un ninja che non si arrende mai, una specie di mezza autobiografia... e il protagonista... si chiama Naruto, nome preso per caso mentre il vecchio mangiava un ramen. Una volta, circa due mesi fa, gli ho chiesto di raccontarmi dei miei genitori, e sai lui cosa mi ha detto?» alzò lo sguardo, e le fece un sorriso mesto. «Che mio padre ha scelto per me il nome di quel ragazzo, sperando che crescessi come lui»
«...Tuo... tuo padre...?» sussurrò Hinata, rigida.
Allora Naruto sapeva chi era?
Però... se lo sapeva... perché non lo aveva detto a tutti? Era un segreto? Ma... ma ora... lo stava dicendo a lei... una cosa così personale... così importante... a lei...
«Beh, mio padre è stato suo allievo...» disse Naruto, grattandosi la nuca.
Hinata corrugò la fronte. Lo aveva già sentito, da qualche parte... Allievo del ninja supremo Jiraya, allievo del ninja supremo Jiraya, allievo del... si bloccò.
Incredula, spalancò lentamente la bocca...
«Sembra difficile da credere, eh?» chiese Naruto, con un ghigno come di scuse miste a orgoglio. «Il quarto Hokage era mio padre»
Istintivamente, Hinata si coprì la bocca con le mani.
«Non è il caso di essere così sorpresa» borbottò Naruto, offeso. «Non faccio tanto schifo»
Lei arrossì. «N-Non è per quello!» si affrettò a garantire. «E’ che... è... è... inaspettato, ecco. Yondaime è l’eroe di Konoha... il grande Hokage... nessuno sapeva che avesse un figlio... e quel figlio sei tu...! E’ incredibile...!»
«Sì, ma non dirlo troppo in giro» sussurrò Naruto, guardandosi attorno. «Non voglio che cambino opinione su di me solo per questo, devo guadagnarmi da solo il loro rispetto»
Non aggiunse che gli altri adulti lo sapevano... non voleva essere il patetico ragazzino trattato male anche se era figlio di un eroe.
Ma, se fosse stato in grado di leggere negli occhi di Hinata, avrebbe capito che per lei non sarebbe mai stato patetico. Mai.
«Tu hai già il rispetto di tante persone!» affermò la Hyuuga con foga. «Il maestro Kakashi, Sakura, Kiba, Shino, e tutti gli altri...» arrossì. «A-Anche il mio... Sono sicura che guadagnerai presto la stima di tutti quelli che ancora non ti conoscono!»
Naruto la fissò, per un attimo sorpreso. Sentire Hinata parlare con tanta verve era un avvenimento più unico che raro... e si accorse che riusciva ad essere anche convincente. Suo malgrado sorrise, leggermente imbarazzato.
«Beh... grazie» replicò. «A dire il vero non so nemmeno come mi sia uscita questa confessione... non era prevista!»
Lei gli rivolse un sorriso timido. «E’-E’ solo quello che penso...» mormorò, affondando il viso nella ciotola ormai tiepida.
L’espressione serena sulla faccia di Naruto scemò all’improvviso, di fronte a un ricordo inaspettato.
«Anche Sakura mi ha fatto un discorso simile...» mormorò a mezze labbra.
Sentendo pronunciare quel nome, Hinata sentì il suo stomaco contrarsi.
No, no... non ora. Non ora che stava così bene, che erano così... in sintonia. Non poteva spuntare lei, ora!
«S-Senti...» buttò lì in fretta, pur di non ascoltare altro silenzio. «Quando mi sono seduta, mi sei sembrato preoccupato... posso... p-posso fare qualcosa per.. per...»
Naruto scosse la testa, di nuovo cupo come in quel primo momento.
«Lascia perdere, non riusciresti a cambiare nulla» disse asciutto, improvvisamente sulla difensiva.
Hinata si sentì ferita dal suo atteggiamento. Aveva soltanto cercato di essergli d’aiuto... aveva creduto che la sua confessione li avesse avvicinati un po’... invece lui la allontanava, ancora. Aveva esagerato, aveva osato troppo... era la solita immatura....
«Ahh, scusa!» sbuffò lui, scompigliandosi i capelli con una mano. «Sto appesantendo l’atmosfera, come un’idiota! Mi dispiace tanto, credimi... e dire che si stava tanto bene prima! Senti, facciamo così: per evitare di lasciarci con un ricordo spiacevole, me ne vado ora che possiamo ancora salvare la situazione, va bene?»
Hinata ebbe un tuffo al cuore.
Non solo il suo umore era precipitato bruscamente, ma ora voleva anche andarsene...
...D’altronde, lei non poteva impedirglielo.
«V-Va bene...» mormorò, chinando il capo.
«Scusami ancora, davvero» insisté lui, scendendo dallo sgabello. «A questo punto, dovrò offrirti un terzo ramen per farmi perdonare di questo!» tentò di scherzare.
Ma non poteva sapere che di lì a poco qualunque sua promessa avrebbe rischiato di perdere ogni validità...
Hinata annuì, senza alzare lo sguardo. Lo sentì scambiare due parole con Ichiraku, vide i soldi che dalle sue mani passavano al bancone, e poi sentì il suo ultimo saluto e i passi che si allontanavano.
Fissò tristemente il suo ramen, intatto, e poi quello di Naruto, avanzato.
Se lui lasciava una ciotola a metà, allora le cose andavano veramente male... e a lei... non era concesso di aiutarlo.
Dalle nubi che si erano addensate sul villaggio, cadde la prima goccia di quello che si sarebbe trasformato in un violento temporale.

Hanabi, appostata all’angolo della via che portava alla residenza degli Hyuuga, con un moto di stizza vide Naruto andarsene dal chiosco.
Non ci credo!” pensò esasperata. “E’ riuscita a farselo scappare! Ma allora a che cavolo è servito vestirla bene e mandarla fin lì? Non riesce a combinare niente da sola! Ahh, accidenti anche a Naruto! Non potrebbe essere un po’ più reattivo?”
Mentre imprecava tra sé e sé, incurante delle gocce spesse che iniziavano a macchiare l’asfalto, le cadde l’occhio sul grosso cane chiaro che attraversava la strada diretto al chiosco di Ichiraku. Accanto a lui camminava un ragazzo dai capelli castani che, unico in tutto il circondario, stringeva un ombrello nella mano.
Hanabi li riconobbe per Kiba e Akamaru, e all’improvviso ricordò una scena, risalente ormai a diversi mesi prima, davanti alla residenza degli Hyuuga... pochi minuti, brevissimi istanti in cui Kiba aveva detto a Hinata una scemenza qualunque... ma in un modo... che l’aveva irritata, e l’aveva portata a chiedersi: ‘ma come fa a piacergli mia sorella?’
Lo vide scostare la tenda di Ichiraku, e intuì che aveva rivolto la parola a Hinata.
Lentamente, un sorriso si fece strada sulle sue labbra... forse non tutto era perduto.
Forse qualcuno di reattivo c’era.

La trovò che piangeva in silenzio, esattamente come si era aspettato.
Era rimasto a spiarla – non si vergognava di usare quel termine, perché era ciò che aveva fatto – da quando Hanabi l’aveva trascinata fino alla strada e poi spinta verso il chiosco, ed era rimasto a osservare lei e Naruto che parlottavano, lottando con la tentazione di origliare la loro conversazione. Non era riuscito a vederli in faccia, ma non li aveva mai visti avvicinarsi, se non altro.
E ora Naruto se ne era andato, lasciandola di nuovo sola. Sempre sola.
Kiba sapeva che l’avrebbe trovata in lacrime, e invidiò Akamaru che poteva leccarle il dorso della mano e consolarla uggiolando.
«...Sono patetica, vero...?» chiese Hinata, passandosi una manica sugli occhi.
Patetica?” ripeté lui, soffermandosi con lo sguardo al collo scoperto, come ipnotizzato. “Io direi... da mangiare. Ma quell’idiota, naturalmente – e per fortuna – non se n’è accorto”
«Non sei patetica» si limitò a dirle a voce. «Vieni, ti riporto a casa»
Hinata lasciò che lui le prendesse la mano e la facesse scendere dallo sgabello, mentre Ichiraku fingeva educatamente di non sentire nulla, e in realtà ascoltava ogni più piccolo sussurro – che poi avrebbe riferito alla figlia, perché si sa, il pettegolezzo è lo sport nazionale di qualunque società civilizzata.
Kiba scostò la tendina del chiosco e alzò uno sguardo verso le nubi, che ormai lasciavano cadere gocce pesanti e ravvicinate. Aprì l’ombrello, e si assicurò che Hinata fosse protetta. Solo allora si lasciò sfuggire un’occhiata verso l’angolo in cui sapeva esserci Hanabi... e lo trovò deserto.
Accigliandosi impercettibilmente, si chiese cosa avesse in mente la minore delle Hyuuga... ma non riuscì a trovare una risposta.
«Non è necessario che mi accompagni fino a casa» se ne uscì Hinata all’improvviso, asciugandosi di nuovo gli occhi e cercando di liberare la mano che lui teneva stretta.
«E invece sì» insisté Kiba, senza lasciarla andare. «Permettimi di farlo»
Lei arrossì, tenendo lo sguardo basso. «Kiba...» sussurrò, con voce incrinata, e di nuovo le lacrime ripresero a scorrere sulle sue guance.
Sapeva che era sbagliato, sapeva che mostrarsi debole davanti al compagno di squadra era un errore... sapeva di essere cattiva a lasciarsi andare con lui, visto che poi, quando avesse chiesto un po’ di più, lo avrebbe respinto... ma in quel momento aveva bisogno di una spalla su cui piangere, e lui si offriva spontaneamente... In quel momento, aveva bisogno di Kiba...
Lui la guardò, mentre la pioggia ticchettava sull’ombrello; ma ad attirare la sua attenzione erano le guance rigate e le lacrime salate che indugiavano sul mento, prima di precipitare al suolo.
Come avevo previsto... piove”
Corrugò la fronte, cupo.
Dopo aver accompagnato a casa Hinata, avrebbe fatto un salto altrove...


Nell’ufficio per lo smistamento delle missioni si annoiavano.
Fuori diluviava, i tuoni rombavano cupi sulle loro teste, ed era altamente improbabile che qualche gruppo si avventurasse in missione con quel tempo da lupi.
Tanto valeva che li lasciassero tornare a casa, no?
Mentre il responsabile di turno stava in equilibrio su due gambe della sedia, tenendo la matita tra naso e labbra, accadde una cosa inaspettata.
All’improvviso un passo cadenzato si fece largo nel mormorio forte della pioggia, e una voce squillante e fin troppo nota fece trasalire i ninja presenti – e fece cadere la matita del responsabile.
«Salve!» esclamò Naruto, con un sorriso un po’ forzato. «Missione, grazie»
«...Ma tu non hai una vita da vivere?» bofonchiò il ninja, raccogliendo la matita con aria seccata. «In questi giorni pensavamo di esserci liberati di te, invece sei tornato alla carica... Non vuoi prenderti due settimane di ferie?»
«Poche ciance e fuori il rotolo del livello A!» gli intimò il jonin sbuffando. «Non è così faticoso assegnarmi una missione, su»
Il responsabile borbottò qualche insulto a mezze labbra, e prese l’elenco delle missioni più difficili, aprendolo svogliatamente. La maggior parte delle caselle era contrassegnata con una X, ma c’erano anche spazi ancora da coprire... e poi, c’era una missione con una S rossa cerchiata in un angolo.
Il responsabile ghignò.
Naruto Uzumaki, scassaballe per vocazione, voleva lavorare? Bene. Avrebbe avuto da lavorare.
«Paese del Fulmine, spionaggio» sintetizzò con un sorrisino malvagio. «Devi recuperare i documenti del trattato d’Alleanza tra le terre del nord-est»
«Va bene» annuì Naruto, senza scomporsi. «Ci vediamo fra meno di una settimana»
«Come no» si lasciò sfuggire il ninja, levando gli occhi al soffitto.
Naruto, che era già partito verso l’uscita, si fermò il tempo necessario a lanciargli un’occhiata e un ghigno... poi se ne andò.
Il responsabile deglutì, sotto gli sguardi incerti dei suoi colleghi.
«Non tornerà così presto» disse aspro. «E’ impossibile, il paese del Fulmine è troppo distante...»
Non aveva ancora finito di parlare, che davanti all’ingresso dell’ufficio ci fu un grande sbuffo di fumo, e Scheggia, il più veloce dei rospi, si materializzò sotto il diluvio.
Per la seconda volta, la matita del responsabile cadde a terra.

Parlare con Hinata aveva permesso a Naruto di dimenticare i suoi problemi per un quarto d’ora... ma poi quelli erano tornati tutti insieme, e tutti in una volta. Il solo ricordo di Sakura era bastato a gettarlo nella depressione più completa, e ripensare al letto vuoto, ai suoi ritorni ad ora tarda, ai suoi occhi sfuggenti... faceva male.
Preferiva buttarsi anima e corpo in una missione impossibile, e starle lontano finché tornare non fosse diventato una necessità fisica, finché rivederla non fosse diventata un’ossessione. Nel frattempo si sarebbe presa cura lei del gatto.
Lui doveva lavorare.
Ne aveva bisogno.


Terzo giorno, terza volta.
Ormai succedeva quotidianamente.
Sakura rimise il camice, pettinò i capelli con le dita, si rese conto che aveva allacciato i bottoni sbagliati, e li sistemò.
Sasuke, già nel letto come niente fosse, lasciò andare la testa sul cuscino e chiuse gli occhi.
«Stai bene?» gli chiese lei preoccupata, in modalità medico. «Forse sei troppo stanco...» posò due dita sul suo collo, gli ascoltò il battito, e poi passò al sigillo, tiepido al tatto.
«Sto bene» ribatté lui, afferrandola per il polso e allontanandolo. «Lasciami pochi minuti... i nuovi tranquillanti mi buttano un po’ a terra»
Sakura si fece indietro, abbattuta.
Lei faceva l’amore con Sasuke, non gli diceva mai di no – e non ne provava neppure il desiderio – ma ciò che avrebbe davvero voluto era guarirlo... guarirlo e farlo tornare il Sasuke di sempre, l’Uchiha forte e determinato che non si arrendeva davanti a nulla.
Avrebbe voluto ridonargli le forze, e invece poteva solo dargli il piacere.
«Mi dispiace...» disse piano, scioccamente.
Sasuke non ribatté.
Per essere franchi, a irritarlo non era soltanto la sua salute... ma anche il discorso rimasto in sospeso del giorno prima, quello dedicato a Naruto.
In quel momento, improvvisamente, qualcuno bussò con forza alla porta.
«S-Sì?» balbettò Sakura, lisciando nervosamente i capelli; ma quando vide chi si fece avanti, lasciò perdere per la sorpresa. Anche Sasuke, che pure era abbastanza indifferente al resto del mondo, corrugò leggermente la fronte.
Kiba, dalla soglia della stanza, fissò la kunoichi e riservò soltanto una breve occhiata all’Uchiha nel letto.
«Ciao... Scusa... potresti venire un attimo con me?» le chiese accennando al corridoio. «Devo parlarti»






Nel prossimo capitolo:

La porta della stanza di Sasuke venne richiusa con una certa delicatezza mista ad impazienza. Kiba staccò la mano dalla maniglia e guardò Sakura, che era uscita nel corridoio dopo che lui l’aveva chiamata.
«E’... E’ un problema medico?» chiese la ragazza nervosamente, senza smettere di lisciarsi i capelli con le dita.
«No, non c’entra niente con la salute» negò Kiba, già a disagio di per sé, senza Akamaru che era rimasto all’ingresso. «...Si tratta di Naruto»













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Ohh, era da tanto che non chiudevo con un finale simil-bastardo!
Mi sento... come dire... realizzata, ora. XD
Devil-Hanabi si fa più cattiva ad ogni capitolo che passa, io stessa certe volte mi chiedo quale sarà la sua prossima mossa...
Hinata invece sembra non capire un tubo come suo solito, ma per fortuna c'è Kiba a salvarla sempre all'ultimo momento.
Se non altro, voi che la odiate, potete tirare un sospiro di sollievo: nella testa di Naruto c'è un solo pensiero, ora. E non è per lei.
Prossimo capitolo, piccolo discorsetto Sakura-Kiba, e poi... altro finale bastardo.
Volete un indizio?
(anche se non lo volete, io ve lo do! XD)
"Ma non poteva sapere che di lì a poco qualunque sua promessa avrebbe rischiato di perdere ogni validità..."

Angolino della correzione automatica
(ultimo)

Varie

Jacuzzi: Beccuzzi (non ho idea del perché!)
sigh: spighe
ahia: asia (prevedibile...)
eheheh: gehenna (°_°)
nonchalance: algonchiane (viene da un pianeta alieno?)
cagnetto: c'è cagnetta, cagnette, e cagnotto... e pure ragnetto! Ma NON cagnetto!
jolly: Hollywood (???)
Mistaken: smistamento... O_O
dentini: lentini (?)
nient'affatto: contraffattore (mi sa che lo fanno per sport, a questo punto...)
dell'élite: incrudelite T_T
bla: ibla (ma siamo sicuri che esista una parola simile?)
tovaglietta: vettovaglie (tentativo malriuscito di anagramma?)
cuoricino: libricino (ma perchè?)
empatici: epatici (cambierà solo una M, ma se penso a un Sasuke e un Naruto EPATICI...)
maniacalmente: musicalmente, ovvio
figo: frigo (ma certo. Errore mio. -.-)
ditina: fitina (eh?)
easy: ecstasy, ureasi...
Umph: Thimphu (?!), Ulimpo (?), Phylum (?), Dumping (?) ...perché dovrei voler correggere con questi termini? ò_ò

Capitolo 50, gente!!
Non ci credo, e pensare che ero convinta mi sarei fermata attorno al 25!
Questa storia ha preso una piega del tutto imprevista, al di là di ogni più roseo pronostico... in termini di lunghezza ma anche di apprezzamento!
Mi sembra ieri che dicevo a Mala_Mela: "ma no, Sinners dura poco..."
Meno male che aggiorno in frettissima! XD (meno male per lei, ma non per me, ogni tanto...)
Grazie a tutti voi che mi avete seguito fino a qui!
Tenete duro, ormai manca poco!
(pag. 379! O_O)

Tra parentesi... oh, ma Shino e il suo alveare vi sono rimasti nel cuore, eh! XD
 
arwen5786: tutti hanno bisogno di avvocati difensori. U_U Personalmente, da un punto di vista logico e razionale, io comprendo perfettamente Sakura (perché un po' sono "nella sua testa"). D'altro canto se dovessi esprimere un parere "emotivamente parlando" saprei benissimo cosa dire (ma NON lo dirò, perché sono bastarda e non voglio lasciar trapelare nulla! XD Già in troppi stanno attentando ai miei pairing segreti!) HO LETTO COSA FA QUEL BASTARDO DI SAI (sai a cosa mi riferisco! -.-*)... Il mio commento arriverà presumibilmente giovedì o venerdì, perché prima devo costringermi a studiare per questo cacchio di ennesimo esame di italiano! Però... uhh, quanto mi prudevano le mani...!! (e sì, credimi, Madara ti piace perché sei pazza. U_U A proposito, conosci una certa FOTO che gira online...? Ora, so che non ami lo yaoi, e nemmeno io amo lo yaoi, però... guarda, ho iniziato a sbavare su Sasuke, dopo questa: http://i123.photobucket.com/albums/o306/EvFan4life/SasuNaru/Sasunaru_Showtime_by_Marie8.jpg Se già non l'hai vista, credo che avrai un collasso. U_U)
Urdi: oh, quanto tempo! *_* Giusto qualche giorno fa, girellando per il web, mi era capitato di incappare in tue recensioni ad altre storie, e mi ero chiesta che fine avessi fatto! E' davvero un piacere risentirti! Eh, lo so che gli aggiornamenti sono troppo rapidi... ma il progetto che naviga nella mia testolina richiede celerità. E pure il mio Dio Mala_Mela la richiede! XD (vado veloce su sua espressa richiesta, anche se non se lo ricorda!) Una cosa che mi ha fatto particolarmente piacere nella tua recensione è l'accenno al mio tentativo di "umanizzare" i personaggi... è vero, io ci metto sudore e sangue per renderli "veri", e anche se so che talvolta non è sempre la mossa "perfetta" (perché comunque nascono come personaggi di manga, conserveranno sempre una certa patina di artificiosità, debitrice della funzione di intrattenimento del medium)(O_O Ok. Questa da dove esce??), me li fa sentire un po' più vicini e per questo mi ci affeziono di più. E' inevitabile, ahimè. Sakura è la mia patata bollente, per ora. Ma nel prossimo capitolo, come dici tu, la figura di Naruto si "riscatterà" nel suo cuore, almeno un po'... e, visto che quando succedono i casini da me, succedono tutti insieme, ti lascio immaginare cosa tirerò in ballo per allora... *_* (tra parentesi, anche io sono d'accordo con te: si amano un po' tutti e tre! Anzi, a voler essere pignoli, un po' di più Naruto e Sasuke... XD Nel manga, dico. Qua, non lo so più ora! XD) "Oddea, non nascondo che mi piacerebbe vedere Naruto dirle "Guarda che t'ho visto, razza di t****!" <-- ...mi riservo di non commentare questa affermazione (ghigno ambiguo) "Uh, poi ci sono Ino e Sai: che belli insieme, mi piacciono proprio, anche se infondo spero sempre (sono l'unica al mondo credo) che lei si metta con Choji! Ahah!!!" No, non sei l'unica! Ho già ricevuto due o tre richieste di questo tipo! XD L'ultimo appello a Hinata (perché si svegli con Kiba) è purtroppo caduto nel vuoto, almeno in quest'ultimo capitolo... ma non è detto che sia Kiba a costringerla a svegliarsi prima o poi! U_U
Talpina Pensierosa: sei riuscita a entrare nella testa di Itachi! sei potenzialmente demoniaca! XD TI ADORO!
Rhymes: perdere il controllo sarà anche bello (sebbene mi senta di contraddirti... l'ultima volta che ho lanciato una sedia per l'aula non mi sono sentita meglio, poi ò_O), ma non risolverebbe la situazione di Naruto! Lui vuole sia Sakura che Sasuke, e vorrebbe non aver mai visto quello che ha visto... Purtroppo, obiettivamente, non c'è nulla che possa fare perché le cose tornino come prima. E scatenarsi, anzi, potrebbe peggiorarle.
0000: ullallà, come la facciamo tragica! XD In fondo non è detto che sia proprio Naruto a dover far qualcosa perché Sakura si senta una m... ehm, cacca. *_* Ricorda sempre che dietro la tastiera ci sono pure io, regina della malvagità...
.. DuniettaS ..: un po' di critica per Sakura è d'obbligo. Non perché non sappia scegliere, ma perché non vuole perdere Naruto, a costo di fargli del male. Tra lei, lui e Sasuke, sono tutti un po' egoisti... Se potessero inscenare una threesome e far finta di niente, credo che la imbastirebbero di corsa! D'altro canto è normale: non siamo tutti forti e spavaldi, e soprattutto due come Sasuke e Naruto non possono permettersi di rovinare dei rapporti a cuor leggero... non è che ne abbiano molti! ^^' Ahah, immagino che Hinata non sia stata di tuo gradimento in questo capitolo! Ma ricorda, Hanabi è sempre in agguato...
kimi: niente confessione di Hinata, anzi! Non è migliorato un tubo di niente, e Naruto che parte e va in missione sarà pure la scintilla per la serie di avvenimenti dei prossimi capitoli... serie di TERRIBILI avvenimenti dei prossimi capitoli... *_* Ah, interessante domanda quella sul/la figlio/a di Temari! Di fatto, farò di tutto per tenervi nascosto il suo sesso...! *_* (poi capirai perché!) Ahah, non sei la prima a proporre che Sakura molli entrambi e stia da sola! (anche se qualcuno ha proposto che, mentre lei sta sola, Sasuke e Naruto si mettano insieme... de gustibus...) Chissà, per assurdo potrebbe anche finire così, no? Oppure potrebbero morire tutti, naturalmente. U_U
Jenna Uchiha: ecco, come dire... scegliere è una cosa. Dirlo allo "scartato" un'altra! ^^' Guarda, è pura fortuna se per ora i nostri pairing coincidono, c'è gente che mi dice "te lo lascio passare, ma guarda che Ino e Shikamaru sono chiaramente pazzi d'amore l'uno per l'altra!" (mio commento: -.-) E quindi, la plausibilità dei comportamenti è condivisa solo fino a un certo punto...! XD Guarda, secondo me se blocchi Gaara in un angolo hai vinto. U_U Può essere spaventato quando vuole, ma un uomo è un uomo. E si sa che a spingerlo NON è il cervello. Persino Gaara. U_U XD
Julia83: beh, Sakura sa che sta facendo la stronza (nel senso che non lo sta dicendo a Naruto), non credo abbia tutta 'sta gran voglia di distruggere la sua immagine davanti a Tsunade confessandoglielo e chiedendole consiglio... e poi lei cosa potrebbe dirle? E' una scelta che deve fare Sakura e nessun altro, punto. (Tra l'altro, in questo momento Tsunade è impegnata in beghe politiche non indifferenti!) La strada che dovrebbe eventualmente portare Hinata a dichiararsi al momento è sbarrata da macigni grosse come case! ^^' Ino invece se la sa cavare, anche se non sembra è una ragazza in gamba (oddio, lo sto davvero dicendo?)... e Kyuubi... uhuhuh... aspetta il capitolo 52... Bacio! ^.^
lale16: non ti chiamo affatto bigotta, anzi. Io forse, diciamo "nella realtà", avrei accettato che cedesse a Sasuke e poi lasciasse Naruto, per coerenza. Così, ora che continua a tenere il piede in due staffe, non me la sento di scagionarla del tutto. Ma resta sempre "una mia creatura" (almeno in parte), e quindi trovo il modo di giustificarla perché "so" che ciò che la ferma è il non voler far del male a Naruto e, soprattutto, la sua debolezza. Oh, quando sono deboli io chiudo sempre un occhio! XD
Roby_chan: al momento siamo a fine agosto nella fic! I prossimi capitoli saranno un po' concentrati, è vero, ma non manca molto a settembre e, finalmente, alla rivelazione...
Kaho_chan: "E se dalle anticipazioni vedo che arriva Hinata, mi vengono i brividi lungo la schiena perchè sono certa che TU farai in modo che tiri fuori la parte più forte di sè quando è con Naruto!" <-- come dire... NO! XD Hinata non ha tirato fuori proprio niente, se mai è Kiba che ha sfoderato le p...istole! XD Ogni volta che parli di Naruto e hinata tendi a scordarti di lui... pensi per caso che si farà gentilmente da parte, dicendo: "ah, l'autrice ha detto così..."? Ovviamente no! Qualunque cosa io decida, LUI ha i suoi piani, e non li mollerà a costo della vita! Lo scontro Sasuke-Naruto in campo amoroso è su due piani nettamente diversi: quando Sakura sta con Naruto, è lui che guida le cose. E' lui quello impulsivo, quello che prende l'iniziativa, quello pieno di energie e, volendo, un po' ruvido. Sasuke è... stordimento. Confusione. Un ottimo allievo. Lei gli insegna a muoversi, ma lui impara in fretta. E dato che lei non capisce più nulla quando c'è lui in giro, parte veramente per la tangente... Sono due stili diversi (almeno nella mia testa perversa! XD), l'uno guida, l'altro si fa accompagnare. A questo punto Sakura ha semplicemente scelto di amare anziché essere amata. Sasuke poi, come sempre,  è emo. E un emo non può non farsi trip, e agire per farsi del male! A parte gli scherzi, il suo rapporto con Naruto, al di là della gratitudine, è ancora imperniato sulla rivalità... Forse al momento ciò che prova per Sakura è solo attrazione, ma in un angolino remoto della sua coscienza c'è sempre una vocina che gli dice: "lei era sua. Ora può essere tua. Sasuke 1, Naruto 0". XD Lo confesso: ho espressamente cercato di demolire Ino! U_U So che a te piace come personaggio, so che sei una InoShika fan, ma non sono riuscita a trattenermi dal far vincere spudoratamente Temari! XD Poi, lo ammetto, in corso d'opera mi sono sentita un po' meschina, e così le ho messo accanto Choji da una parte e Sai dall'altra, e le ho dato una capacità di ripresa non indifferente... Sbrogliandomela a livello di coscienza con uno splendido: "oh beh, tanto è forte! U_U" XD Kiba si è attivato, visto? E ora che Hanabi ha iniziato a pensare di mettergli gli occhi addosso... uhuhuh, penso a tutte le persone che mi dicevano "speriamo che Hinata si faccia convincere da Hanabi a dichiararsi a Naruto!" XD
sammy1987: il paragone tra i personaggi di Twilight e quelli di Kishi l'ho già sentito! D'altronde è un triangolo molto sfruttato, il bel tenebroso, il simpatico, e l'eterna indecisa... Tuttavia, mi viene da urlare se penso che in Twilight io parteggio per Edward, e che invece Sasuke non lo sopporto! XD Sarà che lui non ha i capelli rossi? (XD) O che non è morto, scintillante, e ossessivamente innamorato? Chi lo sa! In ogni caso, va così! Ino dovrebbe parlare a Shika per chiarire cosa? Lui sa come c'è rimasta lei, lei sa qual è la situazione di lui... non c'è nulla da chiarire, c'è da lasciar sbollire. Punto. Il tempo cura le ferite e quelle cose lì... e poi, beh, anche Sai cura le ferite! XD (a modo suo...)
Reina: uhuh, e che ne dici di Kiba oggi? Si sta dando da fare, eh... con Hanabi a tramare alle spalle, poi... "Con Sakura non riesco ad arrabbiarmi. Non si può proibirle di amare più persone, anche se la scelta è d'obbligo" <-- situazione centrata in pieno! Il problema non è la confusione, il problema è la coerenza! Scegli uno? Allora tira dritto per quella strada, e non guardarti indietro! Oh beh, io parlo e parlo, ma alla fine forse farei come lei... XD Ah, una che la pensa come me in merito a Tenten! XD Non ho mai capito precisamente quale fosse il suo scopo o funzione... gli altri personaggi femminili in un modo o nell'altro sono tutti legati al trio, ma lei no! XD
Killkenny: sei leggermente allergico al NaruSaku... E ME LO DICI AL CAPITOLO 50?! XD  La voce nella testa di Naruto verrà chiarita presto, molto presto... Posso dirti di tirare una riga sull'opzione "dal futuro", perché è troppo assurda persino per me, ma ti consiglio di tenere gli occhi aperti... soprattutto sul capitolo 52...
tonyesp: Kiba non si castra; Kiba si coccola. E, se persisti nei tuoi stolidi tentativi di demolire la sua immagine, mi vedo costretta a cambiare i miei piani per la fic e farlo muovere più in fretta e più decisamente... vedi tu... Naruto non è schizofrenico. Cioè, rientra ancora nei limiti dei "soggetti convinti di essere posseduti dal demone di una volpe a nove code", cioè è nella norma. U_U E, ma porca miseria, voi maschi se qualcuno non spacca tutto non siete mai felici!! [Ah. Ovviamente, come già sai, Sakura usa la pillola. E NON l'ha dimenticata prima di vedere Sasuke, quindi lascia perdere i marmocchi che spuntano ovunque... dopo un po' sarei ripetitiva!]
trinity87: ^///^ grazie mille per i complimenti! Non so fino a che punto io li meriti, ma mi fanno davvero un immenso piacere! L'unica cosa che ho fatto per scrivere questa storia è stato pensare a fondo a come potevano andare (e a come volevo che andassero XD) le cose, e poi mettermi al pc con pazienza e sviluppare la trama! (mi sono anche fatta una testa tanto quando le cose non mi tornavano, certo... ma in fondo scrivere è la cosa che mi diverte di più! ^^) Se continuerai a leggere, e se mi vorrai lasciare un commentino di tanto in tanto, io sono sempre qui!
Veleno94: (finalmente sono arrivata alla fine! @_@) Finalmente qualcuno che mi cita la scena del letto/doccia! Grazie, grazie, grazie! Era emblematica, dai! Lui che si convince che vada tutto bene, lei che non vede via d'uscita... era la sintesi dell'intera situazione! (ma da dove mi escono 'ste tirate? °_°) Noooooo! Come Sarebbe Sai odioso? XD Povero, e dire che è solo la seconda scelta, raccattato giusto perché la prima è indisponibile...! Hinata e Kiba sono sempre più carini ad ogni capitolo, vero...? Uhuhuh... e Naruto non capisce una bega... chissà, chissà...
Kyuubi: (pensavo di aver finito con la scorsa risposta, ma mi sbagliavo! XD) Guarda, stavo per mettere un appello alla fine della fic: Kyuubi cercasi! Tipo gli avvisi per gli animali smarriti! XD Ma per fortuna ti sei fatto vivo prima che lanciassi la campagna per la tua cattura! XD Mi spiace molto che tu abbia dei problemi (di ogni tipo), stai tranquillo se non riesci a commentare ogni volta! Ricordati solo di farmi un fischio ogni tanto, così so che ci sei e posso continuare a venerarti e a sovrapporre la tua immagine alla Kyuubi dotata di code! XD

Aya

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Capitolo 51
*** Invidia ***


Naruto-51

Capitolo cinquantunesimo

Invidia




Con l’approssimarsi dell’autunno, l’aria statica e afosa di agosto stava lentamente lasciando il posto alle prime brezze fresche; sugli alberi le foglie perdevano colore e vigore, il cielo non era più di un blu intenso, e le nuvole si addensavano sempre più spesso su Konoha.
Con settembre, poi, si avvicinava anche il trentatreesimo compleanno di Kakashi.
Una vita dal doppio volto la sua: per un verso, shinobi di indubbia abilità, genio e talento, “copia-ninja”, assassino e sensei; per l’altro, caso senza speranza.
Ebbene sì, il leggendario Kakashi dello sharingan in ambito sentimentale faceva schifo. Non c’erano altri termini che lo descrivessero con la stessa sintesi ed efficacia.
Durante la sua adolescenza, la ragazza che lo amava era stata amata dal suo migliore amico, che morendo gli aveva lasciato il suo occhio e lo avrebbe fatto sentire in colpa per sempre; crescendo si era trovato a uscire di tanto in tanto con qualche esponente del gentil sesso, ma nessuna aveva trovato piacevole la sua reticenza a togliere la maschera; ora che era adulto, che aveva fatto più missioni di quante potesse ricordare, che quasi quasi poteva iniziare a pensare di rallentare il ritmo e farsi una famiglia... ecco, ora si trovava circondato dalle donne.
Qualcuno sostiene che esista un periodo del genere nella vita di ognuno. Prima o poi, ci si guarderà attorno e si scoprirà di essere circondati da donne o uomini che non riescono a fare a meno di trovarci incredibilmente attraenti.
I più fortunati vivono questo periodo a quindici anni, quando scegliere non influenza un’intera esistenza; i meno fortunati, vengono intrappolati in età da marito.
Kakashi se l’era vista brutta: essere accerchiato a trent’anni suonati significava che la sua scelta molto probabilmente gli avrebbe condizionato la vita, e lui non era certo di potersi permettere una decisione sbagliata.
Ma in qualche modo, grazie anche a piccoli aiuti esterni, era miracolosamente riuscito a uscirne indenne.
Rigirandosi tra le mani la busta strappata che era arrivata con la posta di quella mattina, ripensò all’incontro di due giorni prima con Shizune.
«...Siamo state totalmente umiliate, ridicolizzate e prese in giro... e tu non hai mosso un’unghia. Tu te ne sei andato, con lei, fregandotene di noi che eravamo rimaste intrappolate sotto la rete. A questo punto... continuare a starti dietro diventa soltanto patetico...»
C’era stata qualche pausa, tra una frase e l’altra, tra le parole dette con voce incrinata e gli sguardi feriti. Ma tutto sommato Shizune aveva lasciato la scena a testa alta, mantenendo la sua dignità.
Chi invece non si era fatta scrupoli dal punto di vista dell’orgoglio era Ayane. Kakashi avvicinò alla maschera la busta della sua lettera, e sentì che profumava di gelsomino.
Un passo del suo messaggio recitava più o meno così:
...Non so cosa sia accaduto esattamente l’altro giorno, ma so che quella donna non è giusta per te. Quella donna vuole controllarti, pensa che tu non sia in grado di difenderti e scegliere da solo... ma io lo so. Io ti conosco, ti ho osservato tante volte da lontano... ho intravisto sotto la tua maschera. E so che devi ancora fare la tua scelta. Per questo ti prego, ti supplico di rifletterci bene... vedrai che la persona giusta sono io. Che voglio e posso starti accanto, occuparmi delle piccole cose per cui tu non hai tempo, che ti amo, e che ti amerò sempre. Ricordalo, mentre sceglierai...”
Kakashi sospirò profondamente.
Ahi, se si tirava in ballo l’amore le cose diventavano difficili... Forse avrebbe dovuto fare un salto al ramen Ichiraku e chiudere una volta per tutte; se non altro lei non gli avrebbe piantato una bacchetta per mangiare nel collo.
O sì?
Mentre rifletteva sull’ipotesi con un pizzico di preoccupazione, il campanello di casa trillò all’improvviso.
Kakashi tornò alla realtà; lasciò andare la busta, si alzò dal tavolo della cucina e, attraversato il corridoio, raggiunse il citofono.
«Sì?»
«Sono Anko. Fammi salire»
Un brivido gli corse lungo la schiena.
Oh no.
La più temibile di tutte; quella più aggressiva, megalomane, esaltata, e... armata. Non aveva nemmeno chiesto “posso”, si era subito appropriata del “fammi”.
Kakashi esitò almeno cinque secondi prima di premere il tasto per l’apertura del portone, ma poi fu costretto a farlo, pensando che un’eventuale riparazione gli sarebbe costata una discreta sommetta. Aprì, e mentre aspettava che lei raggiungesse il suo piano, cercò di trovare la condizione mentale migliore per affrontare la tempesta in arrivo. Su, non era la fine del mondo... doveva soltanto considerarla una normale missione di livello S.
Anko arrivò prima del previsto, bussando forte alla porta, e Kakashi le aprì cautamente.
«Ciao...» mormorò sotto la maschera, pronto a scappare se si fosse rivelato necessario.
Anko, sul pianerottolo, gli gettò un’occhiata fredda, con le mani sui fianchi e i kunai bene in vista.
«E’ finita» se ne uscì secca, gelida, irremovibile.
Kakashi sbatté l’unica palpebra visibile, e corrugò la fronte.
«Come prego?» domandò, perplesso.
«Tra di noi, è finita» ripeté Anko. «Vuoi uno schemino?»
«Ehm... no... credo... Comunque... o-okay» si affrettò a garantire lui, chiedendosi quando mai era iniziato qualcosa.
«Bene» lei annuì brevemente. «Allora non starmi tra i piedi per almeno un anno, perché al momento sono abbastanza irritata»
Senza aggiungere altro, non un saluto, non un commento, non un augurio, la kunoichi gli voltò le spalle e prese a scendere i gradini con passo di carica, come se ognuno dei centimetri del marmo sotto i suoi piedi le avesse fatto un torto personale.
Kakashi rimase basito a fissare il vuoto, la porta ancora aperta.
...Era sopravvissuto? Non c’erano state sfuriate? Niente ferite da arma da taglio? Lividi? Ossa rotte? Niente di niente?
Con una lentezza estrema, richiuse e rimase a fissare il legno degli infissi davanti a sé.
O era stato molto, molto, molto fortunato... o il suo era soltanto un sogno, e in quel momento giaceva in coma all’ospedale. Per sicurezza, si diede un pizzicotto.
Faceva male.


La porta della stanza di Sasuke venne richiusa con una certa delicatezza mista ad impazienza. Kiba staccò la mano dalla maniglia e guardò Sakura, che era uscita nel corridoio dopo che lui l’aveva chiamata.
«E’... E’ un problema medico?» chiese la ragazza nervosamente, senza smettere di lisciarsi i capelli con le dita.
«No, non c’entra niente con la salute» negò Kiba, già a disagio di per sé, senza Akamaru che era rimasto all’ingresso. «...Si tratta di Naruto»
Il cuore fece un piccolo balzo nel petto di Sakura. «Gli è successo qualcosa?» fu il suo primo pensiero.
«Mi lasci parlare?» rognò lui irritato, e lei arrossì e si fece piccola.
«Scusa...» mormorò, con il battito accelerato.
A dire il vero, il pensiero che fosse successo qualcosa a Naruto l’aveva fatta sentire in colpa perché lo tradiva, sollevata per lo stesso motivo, e di nuovo in colpa per aver pensato di essere sollevata. Ora che aveva la certezza che stava bene, non sapeva esattamente cosa provare.
Ma se non era successo nulla a Naruto, allora perché Kiba era lì?
L’Inuzuka si cacciò le mani in tasca, fissandola torvo.
«Accorcia il guinzaglio» furono le sue profonde e raffinate parole.
Naturalmente Sakura non ci capì un tubo. «...Eh?» chiese infatti, spaesata.
«Tieni d’occhio Naruto» spiegò Kiba, sempre più irritato. «Oggi ha offerto un ramen a Hinata, lo sapevi? E non è la prima volta, è successo anche verso la fine di giugno... te l’aveva detto?»
Sakura sbatté le palpebre, spaesata. La sua mente si rifiutò di comprendere le parole che ascoltava.
«...Cosa... cosa stai cercando di dirmi?» balbettò.
Kiba fece un gesto stizzito. «Sto cercando di dirti che se quel deficiente del tuo ragazzo ronza ancora attorno a Hinata, un pugno non glielo leva nessuno!»
Questa volta il messaggio raggiunse l’obiettivo, e per Sakura fu un piccolo colpo.
Naruto e Hinata.
Lei aveva da sempre una cotta per lui. Lui era abbastanza ingenuo da non essersene accorto... ma anche altrettanto da trovare la sua innocenza attraente, forse. Lui le aveva offerto un pranzo. Due volte. E lei aveva quella maledetta cotta.
E Sakura non avrebbe dovuto sentirsi... così.
Cercando di farlo apparire un movimento naturale, strinse le braccia al petto, contro il cuore che batteva veloce.
Allora Naruto... la tradiva? O era in procinto di farlo?
Forse era quello il motivo della sua recente irritabilità, forse era solo perché... perché
anche lui...
Si passò una mano sugli occhi, turbata.
(dall’improvviso senso di sollievo?)
No.
No, un eventuale tradimento di Naruto non poteva diventare una scusa... non era minimamente collegato a quello che lei stava facendo con Sasuke.
E poi... era così improbabile...
«Non dovresti preoccuparti...» mormorò con le labbra tremanti. «Naruto avrà soltanto voluto essere gentile... lui non sa nulla di quello che prova Hinata, non lo ha mai capito... né prova... prova qualcosa, per lei...»
«Me lo auguro» replicò Kiba, aspro. «Anche per te. Ma il problema è che ogni volta che lui le parla la trovo in lacrime... e sono davvero stufo di vederla così. Ho bisogno che lei lo dimentichi; e che Naruto le offra un ramen ogni volta che la incrocia per strada non aiuta di certo»
Sakura annuì vaga, soltanto per non ascoltare quelle parole così... irritanti, soltanto per liberarsi di Kiba in fretta e ragionare davvero su quanto aveva ascoltato.
«Mi inventerò qualcosa...» borbottò piano.
L’Inuzuka annuì secco. «Ci conto» disse asciutto. «Scusa ancora per averti disturbata... torna pure al tuo lavoro»
Sakura non sentì nemmeno il saluto smozzicato che le rivolse, impegnata com’era a rielaborare nella sua mente la conversazione appena avvenuta.
Hinata amava Naruto.
Ma Naruto amava lei, Sakura.
Eppure Naruto offriva un ramen a Hinata.
E Hinata piangeva.
In tutto questo, Sakura tradiva Naruto.
...Ciò nonostante, Sakura era gelosa di Hinata.
Perché lei aveva pranzato con lui, perché lui non glielo aveva detto, e perché Hinata lo amava incondizionatamente, con tutta sé stessa, da molto prima di Sakura.
Perché, dal confronto, Sakura usciva sconfitta.
Eppure, ancora, tradiva Naruto... con il pensiero era già a Sasuke nella stanza. Tradiva ed era gelosa e invidiosa al tempo stesso.
Si passò di nuovo una mano sul viso, sentendolo umido di sudore.
«...Ma che diavolo sto facendo...?» sussurrò a sé stessa.


Penetrare le difese del Paese del Fulmine era stato molto più semplice del previsto.
Naruto aveva raggiunto il confine in un giorno, a cavallo di Scheggia, e poi se ne era liberato e aveva proseguito a piedi per due. Finalmente era arrivato a Kumo, il villaggio ninja della Nuvola, e in quel momento sbirciava il palazzo del Raikage appostato su un tetto.
...Uhm... dove sarà l’archivio?” si chiese perplesso.
Forse avrebbe preferito spendere mezzora in più per avere le informazioni di base, prima di partire...
Fortuna volle che in quel momento una finestra nel palazzo del Raikage venisse aperta da un ninja, esattamente davanti a lui.
«I documenti devono prendere aria!» gridò l’uomo a qualcuno alle sue spalle.
Naruto ghignò. Bingo.
Silenzioso come una mosca strisciò verso il bordo del tetto; per l’occasione la tuta arancione che indossava sempre era stata coperta da un mantello mimetico, e il cielo coperto di nuvole intermittenti contribuiva a rendere incerti i colori. Naruto guardò giù, verso la piazza antistante il palazzo; le persone che la attraversavano erano poche e distratte, la distanza che lo separava dalla finestra comodamente superabile... si accucciò lentamente, e poi spiccò un balzo.
Il mantello sulle sue spalle frusciò al vento prima che si aggrappasse al tetto del palazzo del Raikage, e Naruto si affrettò a farlo aderire al corpo. A quel punto si chinò dalla grondaia e cercò di individuare la posizione della sua finestra. Quinta a partire da destra. Ottimo.
Dieci minuti dopo sgattaiolava lungo i corridoi del penultimo piano, cercando di orientarsi a memoria. La strada a un tratto svoltava bruscamente, e gli sembrò di sentire dei passi che si avvicinavano.
Alzare lo sguardo, vedere la bocchetta dell’aria condizionata e saltare furono azioni più o meno contemporanee. Tolse la mascherina con un gesto brusco e si infilò nel passaggio, rimettendola subito a posto. Nel canale di metallo, trattenne il fiato.
«Non ti è sembrato di sentire un rumore?» chiese una voce sotto di lui.
«Di che parli?» ribatté un’altra.
«Mah, non so... qualcosa di tintinnante»
«Ci sarà un topo nei condotti dell’aria condizionata»
«...Dici?»
«Ma sì, ovvio... chi vuoi che riesca a entrare qua dentro? Il palazzo è sorvegliato quanto e più del confine»
Naruto dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere.
Per quel che ricordava, al confine c’erano due guardie annoiate che giocavano a scacchi, e il palazzo era una casa delle bambole, quanto a misure di sicurezza.
Attese che i passi e le voci dei due sotto di lui si allontanassero, e poi cercò di raccapezzarsi nel tunnel in cui si trovava, steso sui gomiti. Forse avrebbe potuto seguire il serpente di metallo e raggiungere l’archivio, ma non doveva commettere errori. Fece qualche rapido calcolo, si accorse che i conti non tornavano, gettò al vento i ragionamenti e si diede da fare con l’istinto.
Curiosamente, ebbe la sensazione di essere guidato da un tenue odore di carta... ma doveva essere un’impressione; nessun essere umano avrebbe potuto sentirlo.
Strisciando senza far rumore – per quanto possibile – andò avanti qualche minuto, guardando attraverso le mascherine che incontrava per capire a che punto fosse. A un tratto vide che il tunnel si interrompeva bruscamente su un’ultima bocchetta, e corrugò la fronte.
Porca miseria. Si era perso.
«...Questo scatolone? “Dalla P alla S”, dove lo metto?» chiese una voce sotto di lui.
«Mh... Dietro lo scaffale dei top secret» rispose un’altra.
«Che palle! Con lo schifo che ci pagano potrebbero anche farci sgobbare meno»
Naruto tese l’orecchio e annusò l’aria. Odore di carta...
Con più cautela di prima, si trascinò fino alla mascherina in fondo al tunnel, e sbirciò di sotto; ai suoi occhi si presentò lo scorcio di una stanza luminosa ma disordinata, con fogli sparsi sul pavimento e scatoloni da tutte le parti.
«Inventario!» sputò quasi un uomo, chuunin a giudicare dalla divisa, mentre passava con uno scatolone per le mani. «Con tutto quello che succede nel mondo, noi dobbiamo fare l’inventario dell’archivio!»
Naruto sorrise. Allora non si era affatto perso.
«Sì, e pensa anche che io devo sopportare i tuoi sproloqui...» bofonchiò l’altro ninja, passando sotto di lui con un elenco spiegazzato.
«Ehi, ci facciamo una pausa?»
«Te lo scordi, prima finiamo e prima andiamo a casa...»
«Ma io sono distrutto! Tu non porti mai in giro gli scatoloni, scansafatiche!»
Il chuunin con l’elenco sbuffò sonoramente. «Ti dico di sì solo per farti stare zitto!» ringhiò alla fine, sbattendo i suoi fogli sul tavolo. «Forza, muoviamoci. Un quarto d’ora, non di più»
«Evvai!» esultò il ninja che si lamentava.
Naruto, incredulo davanti a un simile colpo di fortuna, trattenne il fiato finché non sentì una porta aprirsi e richiudersi. La serratura scattò nella porta, e le voci dei chuunin si allontanarono rapide.
Uno, due, tre, cinque, dieci!” contò – barando – il jonin della Foglia, giusto perché gli avevano insegnato ad aspettare dieci secondi prima di agire, e nel frattempo spinse la mascherina verso il basso, facendo saltare i bulloni.
Balzò sul pavimento, coperto da un sottile strato di polvere e impronte, e tese le orecchie per sicurezza. Nessun movimento.
Di bene in meglio, quel lavoro sembrava più semplice del previsto.
Raggiunse il tavolo in fretta e prese l’elenco lasciato dal chuunin di prima, sperando di trovarci un’indicazione... Scorse l’elenco fino a incontrare la sezione Trattati, ed esultò interiormente. Poi si depresse, perché era segnata tra quelle in corso di inventario.
Lentamente, Naruto alzò lo sguardo e scorse gli scatoloni che si accumulavano tutt’attorno alla stanza... Un sospiro profondo gli sorse spontaneo.
Come diavolo avrebbe trovato quel che cercava?
All’improvviso si accorse di una cosa: ogni scatolone era segnato.
Ma certo!” pensò ritrovando la sicurezza. “Avrei dovuto aspettarmelo”
Mise giù i fogli dell’elenco e intrecciò le dita sotto il mento, moltiplicandosi – in quel modo avrebbe ridotto notevolmente i tempi – e le sue copie si misero al lavoro immediatamente, efficienti e silenziose, nonostante i battibecchi che scoppiavano qua e là.
Non ci volle molto per trovare lo scatolone giusto, e Naruto sciolse la tecnica per avere almeno lo spazio di respirare. Aprì un contenitore semi-nascosto in un angolo, e si trovò davanti a una quantità infinita di fogli coperti da una calligrafia sottile e complicata. Strizzò gli occhi per leggere i titoli, ma si preannunciava un’ardua impresa... sfilò dal mucchio un plico dei documenti più recenti e li sfogliò rapido. Niente. Ne estrasse un altro e ripeté lo stesso iter. Altro buco nell’acqua. Finalmente, al quarto tentativo, gli capitò per le mani il trattato di Alleanza tra i Paesi del nord-est, e un sorriso a metà con il ghigno gli stirò le labbra. Aveva fatto prima del previsto.
Tutto soddisfatto piegò il blocco di carta e lo infilò faticosamente all’interno della felpa, sperando che stesse fermo. Tirò su la cerniera fino al mento, giusto per essere sicuro, e mentre lo faceva gli cadde lo sguardo su uno scatolone ai suoi piedi; uno scatolone che diceva: ninja pericolosi.
Fu questione di istanti prima che la vanità andasse a solleticargli lo stomaco.
Ninja pericolosi... c’era anche lui nell’elenco?
Gettò un’occhiata alla porta dell’archivio, oltre la quale c’era il corridoio silenzioso. Quando tempo poteva essergli rimasto? Pochi minuti, forse...
Si morse il labbro inferiore...
...E poi mandò al diavolo la prudenza.
Accucciatosi frettolosamente, aprì lo scatolone e cercò tra i documenti la sezione riservata a Konoha. La trovò, con gli occhi che brillavano, ed ebbe per le mani uno spesso plico di documenti.
C’erano molte informazioni lì dentro, più di quelle che si sarebbe aspettato: quelli del Fulmine avevano dati accurati su Yamato, Kakashi, Asuma... una certa parte dei jonin, e persino l’Hokage. Non c’erano molte informazioni sugli Anbu, ma c’era qualche nome sparso e... incredibile, persino dati su Orochimaru e Itachi! Ma perché cavolo li tenevano in quella sezione?
Per un attimo nei suoi ricordi aleggiò il viso di Orochimaru, e con lui le sue parole... e la sua promessa alla volpe.
Sentì un brivido correre lungo la schiena.
Stupidaggini. Finché avesse controllato Kyuubi, nessuno avrebbe potuto liberarla...
Riprese a sfogliare l’elenco, sperando di non trovare altre cose irritanti, e finalmente si imbatté nella sezione più recente, quella dei “giovani talenti”. Il primo viso che incontrò, con una punta di invidia, fu quello di Neji Hyuuga, coronato di indicazioni sulle sue tecniche e punti deboli. Gli diede un’occhiata, perché non si poteva mai sapere, e poi passò oltre.
C’era Sasuke.
Il suo stomaco si contrasse spiacevolmente, mentre alla fotografia senza espressione si sostituiva l’immagine dell’Uchiha insieme a Sakura... I suoi occhi chiusi, le labbra contro quelle di lei, le sue mani che...
Scosse la testa, stringendo i denti.
No.
Sakura aveva chiarito con Sasuke... aveva ceduto soltanto una volta, una stupida volta...
Ma non te l’ha ancora confessato.
Smettila di ripeterlo!
Sembra che tu tenda a scordarlo...
SMETTILA!
All’improvviso si accorse di aver stretto il foglio tanto intensamente da stropicciarlo. Lo lisciò, stizzito e nervoso, e passò oltre.
Nulla. I documenti finivano lì.
Cosa?
Cioè... lui non era compreso nell’elenco dei giovani talenti?!
Sentì il sangue salire al viso per la rabbia e l’indignazione, e sbatté il plico sul pavimento, accanto ai suoi piedi, per rimettersi a frugare nello scatolone.
Doveva esserci qualcosa su di lui, da qualche parte! Era un ninja assolutamente pericoloso, che cavolo! Non era da meno di nessuno!
C’era una sezione per ognuna delle grandi Terre, ma non le degnò di uno sguardo. Poi, trovò quella denominata “speciali”. Prese il plico sottile più per disperazione che per altro, e lo sfogliò febbrile.
A un tratto si rese conto che qualcosa non andava.
Quei fogli... erano davvero pochi.
E le foto...
Assottigliò gli occhi.
Gaara. E un disegno stilizzato, accanto a lui... Shukaku.
Voltò pagina, e vide la foto di un uomo e un altro animale accanto a lui... un gatto con due code.
Altri dati, tre code. E poi quattro, cinque, sei... fino ad arrivare...
...a lui.
L’ultimo foglio.
Una sua foto di qualche anno prima, e il disegno di Kyuubi accanto.
Il suo cuore batté pesantemente nel petto.
Orochimaru, Itachi... traditori, criminali, pazzi... erano ancora tra i ninja di Konoha.
Ma lui no.
Lui era tra i mostri.
Strinse la presa sul foglio, scorrendo i dati che lo riguardavano senza quasi vederli.
Figlio di Namikaze Minato, Yondaime Hokage, e Uzumaki Kushina.
Lo sapevano persino loro...
Jinchuuriki della nove code. Fuoco.
Di nuovo quel termine odioso...
Allievo di Kakashi Hatake, copia-ninja di Konoha, e successivamente di Jiraya il sannin.
Non mostra particolari abilità, se non quando libera il potere di Kyuubi. Nota: sa realizzare un Rasengan, ma non sempre riesce a sfruttarlo a suo vantaggio.
A una prima occhiata, appare ingenuo e sprovveduto.
Giudizio sospeso.
Cos... cosa?
Non mostra particolari abilità, ingenuo e sprovveduto...
...Come... come osavano?!
Lui aveva sviluppato il rasenshuriken, quando non si sapeva nemmeno che fosse possibile! Lui aveva sconfitto il leggendario rin’negan! Aveva combattuto Madara Uchiha, l’Akatsuki, Shukaku... Aveva fatto mille cose che quegli uomini non potevano nemmeno immaginare!
E si permettevano di sottovalutarlo?!
Lui era l’unico che fosse riuscito a salvare Kyuubi!
Tutti gli altri Jinchuuriki erano morti, e Gaara aveva dovuto essere resuscitato...! Solo lui se l’era cavata!
E loro osavano sottovalutarlo!
Questa volta appallottolò il foglio senza riuscire a fermarsi in tempo.
Agli occhi del mondo era soltanto un mostro racchiuso in un ragazzino ingenuo e sprovveduto, allora? Era solo quello?
Forse... forse anche Sakura...
...No, lei non lo considerava così, no...
...Ma Sasuke?
Se il pensiero di Sasuke fosse stato... e se lei gli avesse creduto... se l’avesse convinta...
Si prese la testa tra le mani, serrando strettamente le palpebre.
No!
Non poteva crederci!
Sakura lo amava! Lo stimava! Glielo aveva fatto capire tante volte, glielo aveva detto...!

All’improvviso sentì il rumore di una serratura che scatta, e sollevò bruscamente la testa.
In quell’esatto istante, i chuunin addetti all’inventario aprirono la porta dell’archivio.
E lo videro lì, accucciato davanti ad alcuni dei loro file più segreti.




Nel prossimo capitolo:

Non riuscì a finire il pensiero, che dovette abbassarsi bruscamente per schivare un calcio alto. Con un ringhio falciò la gamba a terra dell’avversario, e lo fece piombare al suolo.
Ora, uccidilo.
No! No, perché dovrei?
Un sorriso, un ghigno nel buio, dove i rumori della battaglia non arrivavano. Zanne che si incastravano con altre zanne, avide e spietate.
Perché lo vuoi.













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Azione, azione, azione!!!
Sììì, quanto mi mancava! >_<
Nel prossimo capitolo (che, per la cronaca, è l'ultimo che io abbia pronto... ma rimedierò in questi due giorni di libertà dallo studio)
ci sarà, dopo tanto tempo, un combattimento! *_*
E, come potete intuire dall'anticipazione, anche Kyuubi...
...uhuhuh...

AVVISO IMPORTANTISSIMO!
Come forse saprete, con i commenti allo scorso capitolo questa fanfiction ha raggiunto quota
500 recensioni!
Ebbene, in tale specialissima e irripetibile occasione,
ho deciso che concederò al fortunato autore del cinquecentesimo commento un grande onore! (mah, insomma...)
Può decidere di sfruttarlo o no, comunque l'offerta è la seguente:
una e una sola domanda sulla storia (trama o altro),
e la garanzia di una risposta sincera al 100%!
Spoiler inclusi.

Il fortunato vincitore è...

URDI

Congratulazioni! ^^

ATTENZIONE!
Mi dicono che non ho risposto ad alcune recensioni nei capitoli scorsi...
...visto che non so se è perché non mi sono arrivate o perché sono scema,
metto le mani avanti e mi scuso profondamente.
Potreste gentilmente controllare se sono davvero comparse tra i commenti?
(ho di nuovo la connessione limitata... ç_ç e il tempo è agli sgoccioli)

Risposte brevi questa volta, purtroppo.
Tempus Fugit (?)
Ma da lunedì mi arriva internet più o meno domestico, e allora sarà una pacchia!!
Sperate, lettori di buona fede, sperate!

roby chan: per ora è una tua impressione! XD Io direi soltanto che KIBA avanza!
Talpina Pensierosa: sei consapevole del fatto che questo ti rende particolarmente inquietante...? °_°
kimi: oh, lo so che sei curiosa di sapere se sarà bimba o bimbo... ma io non te lo dico lo stesso! XD Poi capirai le mie ragioni...! E comunque Kiba non può mollare di punto in bianco Hinata! U_U Così come lei non riesce a staccarsi da Naruto, lui non può staccarsi da lei. C'est l'amour...! (e l'autrice bastarda di turno)
Killkenny: cosa penso dell'OrochimaruTsunade? Che non ha motivo di esistere. -.- A Tsunade non piacciono i viscidi serpentelli emaciati, lei vuole quelli dallo sguardo limpido che blaterano grandi ideali ai quattro venti... o almeno, questo è il mio parere. Poi se qualcuno riesce a scriverne una che abbia senso, ben venga.
Jenna Uchiha: "e qualunque cosa tu metta,se la credi vera,allora andrà bene" <-- ...E Naruto si alzò in volo come una farfalla, volteggiando al di sopra del villaggio. Ecco Sasuke, là in basso, che giocava a "un due tre stella" insieme al fantasma del Terzo Hokage. E ecco anche Choji, che faceva le flessioni su una mano sola. E Gai, che meditava all'ombra di un ciliegio. Poi, Naruto vide i confini del villaggio e la cascata circolare che lo separava dal resto degli universi conosciuti, e, segretamente, sorrise. Aveva creato un mondo pressoché perfetto. <-- ANCHE UNA COSA SIMILE? XD Tornando sulla terra e mettendo giù le ali di farfalla... Hinata ha come caratteristica fondamentale l'insicurezza davanti a Naruto. A meno di spiegazioni che abbiano una forte valenza, mi rifiuto di cambiarla solo perché "è cresciuta"! U_U (e se tu sei un po' come lei, per me vai benone! XD Ne ho piene le scatole di "superdonne", mi sa...) Oh, luogo e ora con Gaara? Vediamo... Trentuno febbraio, ore 15.63, in fondo all'arcobaleno (non ti preoccupare, ho già fatto spostare la pentola d'oro... così non si distrae)
arwen5786: ok, lo confesso. Sasuke che "ama" mi fa torcere le budella. -.- Quindi, almeno per due capitoli, me lo evito...! XD L'impressione che hai avuto delle "sveltine" è in parte azzeccata, dunque. Anche se... Sakura ama. Solo che si preoccupa anche per la sua salute (e lui, orgoglioso bastardo, vuol fare il super uomo). Hinata e Naruto ne passeranno ancora un bel po' prima di raggiungere la felicità (insieme o separati) Più li amo e più li torturo, e loro li apprezzo davvero tanto...! *_* E non fare caso a quello che dice Mala_Mela! XD A dire il vero non gliene frega poi molto di quello che sarà il finale dei pairing! XD Lei vuole un'altra cosa... uhuhuh...
Julia83: e ora che ne pensi di Sakura? XD Guarda... non ti dico nulla sul momento dello scontro (o cosa?) Naruto-Sakura... ma voglio farti presente che ora come ora il capitolo 53 si intitola Sinners...
Ino_Chan: Kiba è un VERO UOMO! XD Dai, ci tiene davvero tanto a Hinata... ç_ç E' commovente!
.. DuniettaS ..: un vero conflitto di coscienza, eh? XD Chissà cosa frulla davvero in testa a Sasuke... Incapacità di amare o mero opportunismo? Kiba e Hinata insieme sono pucciosissimi, non lo nego, ma chissà se Hanabi non ci metterà lo zampino malamente...? I piani diabolici sono anche molto rischiosi...
Urdi: ma ciao mia adorata vincitrice! ^.^ Ehi, ehi, ehi! Non perdere le speranze sul KibaHina, chissà mai che le cose non si evolvano in maniera insperata? La frase della scorsa risposta mi chiedo ancora da dove sia uscita... -.- Credo che sia colpa degli esami che sto preparando, tu impara ad ignorarmi quando parto per la tangente! XD Ma che giro hai fatto per analizzare la situazione del magico trio! XD Confesso che a metà strada mi sono quasi persa! Comunque, l'ipotesi della "tragica morte di Naruto" che dovrebbe far sentire in colpa Sakura, non è tanto lontana dalla mia mentalità... chissà se la metterò in pratica o resterà soltanto un sogno? XD Ah, se devi studiare studia pure! So cosa vuol dire, ahimé... -.-* Un'ultima cosa prima di lasciarit: alla domanda del premio, se vuoi sfruttarla, darò solo una risposta secca. (Sì, no, non esattamente) Vedi di formularla bene...
tonyesp: come se le tue minacce mi facessero paura! U_U Hai già previsto di uccidermi il ventitrè di aprile, perché dovrei preoccuparmene?
Rhymes: piuttosto drastico, eh? XD Sai, probabilmente il finale non ti farà fare i salti di gioia... uhuhuh... (sì, sono perfida. Godo a farvi soffrire! U_U) Ma qualcosa di buono lo avrà! ^_*
sammy1987: ora sai cosa Kiba ha detto a Sakura! E Sasuke... si sveglierà a breve. Forse. Ricordati sempre che è praticamente destinato a morire, ora come ora... tendete tutti a scordarlo... uhuhuh...
lale16: tua sorella è giovane, diabolica, e dotata di byakugan? Allora è Hanabi! U_U Kiba, e te lo dico senza girarci attorno, non potrebbe essere meno acuto di così! XD Quando va da Sakura è tutto concentrato su un altro argomento, non sta mica lì a chiedersi cosa fanno i due vispi giovani insieme! XD
trinity87: non dirlo a me... sono riuscita a scrivere di Naruto così giù soltanto perché so che dal prossimo capitolo la musica cambia! *_* Oh, sì... Kyuubi rulez!
Veleno94: ma povera Hinata! XD Passi per gli insulti, però... metterla nelle mani di Hanabi è un po' troppo crudele! XD Comunque, ora sai cosa ha detto Kiba a Sakura, e sai anche che Sakura ha avuto una certa reazione... il punto è che nel prossimo capitolo ci sarà una svolta non indifferente! U_U E allora cosa succederà?
kage_naru89: non l'ho vista la tua recensioneeee!! ç_ç Scherzi? Rispondo sempre, io venero i miei lettori! a costo di non dormire e di slogarmi dall'indice al mignolo, rispondo sempre! >_< Comunque... Kiba non ha capito un tubo della crisi Sakura-Naruto. -.- E' troppo concentrato sulla SUA (e, diciamocelo, è troppo concentrato su Hinata) Hanabi sarà stronza, ma, credimi, in futuro la ringrazieremo tutti! U_U Ehm... non penso che ti inserirò per pestarla, sai? ^^' Però, posso dirti di ricordare che credo nella legge del contrappasso...
Reina: Kiba in una stazione meteo! XD Glielo suggerirò, magari come hobby! Non so quante volte farò comparire ancora Tenten... non molte, comunque. In fondo siamo vicini alla fine, e penso che le scene dedicate a lei da ora in poi saranno abbastanza consistenti da essere poche. U_U Ma si svelerà il suo famoso segreto, e, forse, le sue quotazioni saliranno un po'! XD
Maobh: non ci credo! Una nuova lettrice all'alba del capitolo 51! *_* Ormai la mia sorpresa non ha più limiti! Sono davvero felice dei complimenti che mi hai fatto, mi hanno resa infinitamente felice! ^^ Personalmente credo che riuscirai a metterti in pari, perché siamo vicini alla fine ma non troppo, e comunque, leggo i commenti anche a distanza di mesi! XD Quindi se vorrai lasciarlo comunque mi farai felice! Ah, grazie per i complimenti su Shikamaru e Temari, mi piacciono particolarmente e credo che si veda...! XD Per Neji e Tenten, invece, sappi che anche i lettori in pari non sanno ancora cosa io abbia macchinato precisamente! XD E mi sa che tu ti unirai a loro prima della fine della storia! ^^ Spero di risentirti presto!


Aya

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Capitolo 52
*** In caso di incontro, si consiglia la fuga ***


Naruto-52

Capitolo cinquantaduesimo

In caso di incontro, si consiglia la fuga




«...Qualche problema?» chiese Sasuke a Sakura quando la vide entrare di nuovo nella stanza.
Lei, di ritorno dal breve colloquio con Kiba, evitò di incrociare il suo sguardo. «No... una specie di... consulto» buttò lì nervosa.
Tradiva Naruto. Amava Sasuke. Eppure, egoisticamente, era gelosa di Hinata.
E la cosa non poteva che mandarla nella confusione più totale.
Cosa vuol dire?” si chiese senza notare gli occhi indagatori di Sasuke, e intanto scorse la cartella clinica senza vederla davvero. “Non dovrei provare queste cose... non con quello che sto facendo, non con tutto il male che gli sto infliggendo... Non ne ho alcun diritto”
Eppure sentiva distintamente l’invidia e la gelosia che le rodevano lentamente il petto, come tarli invisibili ma devastanti.
Forse era perché non aveva ancora fatto la sua scelta.
Forse era perché, nella sua mente, rinviava il confronto con Naruto il più possibile.
Non voleva vederlo soffrire, si diceva... ma in realtà aveva soltanto paura della scelta che avrebbe fatto in quel momento.
Avendo già deciso di fare l’amore solo con Sasuke, era consapevole di come stessero realmente le cose... Ma lasciare Naruto avrebbe significato lasciare lo scoglio che l’aveva sostenuta per tutti quegli anni... abbandonare il porto più sicuro che avesse mai avuto, e gettarsi in mare aperto senza nemmeno il conforto di un faro. Non se la sarebbe cavata, non ci sarebbe riuscita.
Lei aveva bisogno di Naruto.
«Davvero va tutto bene?» insisté Sasuke all’improvviso, cercando di intercettare il suo sguardo.
Sakura, sentendosi inspiegabilmente colpevole di qualcosa, rimise a posto la sua cartella in tutta fretta.
«Sì. Certo che sì» garantì, lisciando per l’ennesima volta i capelli. «Ora devo andare, ma tornerò presto...»
«Glielo hai detto?» la interruppe Sasuke a un tratto. «Hai detto a Naruto di noi due?»
Silenzio nella stanza.
«...No»
«...Non hai intenzione di farlo...?»
«Sì! Certo che sì!» scattò Sakura, sulla difensiva. «Ma non è così semplice!» aggiunse angosciata. «Lo ucciderà, lo sai! Lui mi ama, e considera te un fratello! Siamo la sua famiglia, non esiste un modo indolore per farglielo sapere!»
Un modo indolore per lui, ma anche per me...” aggiunse mentalmente, colpevole.
Sasuke strinse il pugno attorno al lenzuolo.
Lo sapeva perfettamente, non era un idiota.
Ma non era nemmeno disposto ad accettare che lei, fuori da quell’ospedale, fosse di Naruto. Che lui probabilmente la toccasse, che forse la baciasse, che magari facesse l’amore con lei...
Non voleva.
«Sei sicura che il problema sia questo?» chiese, nascondendo il turbamento dietro un velo di freddo cinismo. «Sei sicura che in realtà io non sia soltanto una specie di ruota di scorta?»
Sakura impallidì bruscamente, e questa volta fu lei a cercare i suoi occhi.
«Faccio l’amore solo con te» sussurrò impercettibilmente. «Non gli permetto neanche di baciarmi... Non ti basta come garanzia?»
Il peso sul cuore di Sasuke si alleggerì notevolmente. Non era tutto, ma era già molto... Era lui il favorito, il prescelto. Bisognava solo trovare il modo di tagliare il cordone ombelicale che legava Sakura a Naruto.
«...Come fai a restare indifferente?» chiese lei, con un mezzo gemito. «Lui ti considera un fratello, so che per te è importante... L’idea di farglielo scoprire non ti fa male?»
Per un attimo Sasuke cercò di immaginare lo sguardo di Naruto quando fosse venuto a conoscenza della notizia.
Non ci riuscì.
Al di là di un paio di occhi scarlatti e accusatori, tutto il resto era confuso, indistinto.
In termini di legami duraturi, lui aveva esperienza solo di quello con Itachi; conosceva soltanto l’odio e la vendetta, non l’amore. Per questo non poteva capire Naruto, né immaginare cosa avrebbe provato... per questo preferiva non pensarci.
So che è sbagliato... so che gliel’ho rubata” rifletteva. “Ma io ho bisogno di Sakura. Non riesco a immaginare di aver bisogno di qualcosa d’altro... Mentre lui... è forte. Ha superato tante cose, non ultimo il mio tradimento... supererà anche questo. Deve farlo”
«...Prima o poi lo verrà a sapere» mormorò Sasuke, piano. «Lo scoprirà, per forza... non appena uscirò dall’ospedale, sarà chiaro a tutti»
Non appena uscirò dall’ospedale.
Lo stomaco di Sakura si contrasse per l’ansia.
Uscire dall’ospedale... un’ipotesi spaventosa e, nello stesso tempo, improbabile. Allo stato attuale delle cose, il sigillo di Orochimaru avrebbe continuato a degenerare irreversibilmente, e un giorno lo avrebbe ucciso o lo avrebbe controllato del tutto.
Non avevano ancora trovato nessuna cura.
«...Dammi tempo» sussurrò, ripetendo parole che sentiva vuote. «Lo farò, dico davvero... ma dammi tempo»
Sasuke alzò su di lei uno sguardo indecifrabile, che Sakura non riuscì a sostenere a lungo.
Abbassò gli occhi, lisciò i capelli per l’ennesima volta, e poi uscì dalla stanza, apprestandosi a tornare a casa sotto la pioggia.
Lungo la strada, riparata soltanto da un braccio sopra la testa, continuò ad alternare stati di profonda convinzione e coraggio a momenti di sconforto, attimi di ottimismo esaltato a vortici di disperazione pessimistica, fino a giungere al compromesso del proseguimento della finzione, almeno per quella sera... Era stanca, aveva bisogno di dormire... e le sarebbe davvero piaciuto ricevere un po’ di coccole, da Naruto come da Sasuke – ma, ovviamente, in modi diversi.
...Al suo ritorno avrebbe scoperto che Naruto era partito per il Paese del Fulmine.
Ciò che non avrebbe ancora saputo, era che rischiava di non poter confessare mai più...


Il vetro dell’archivio si frantumò in un’esplosione multicolore, con un tintinnio profondo.
Naruto, a mezz’aria e con le braccia incrociate a difendere il viso, atterrò sull’asfalto della piazza principale con l’agilità di un felino. Sfortunatamente per lui, a venti metri di distanza le guardie del palazzo del Raikage lo videro piombare dall’alto, e, mirabile ed insolito esempio di efficienza, alzarono gli occhi e collegarono vetro rotto e ninja volante.
«Tu! Fermo!» gridarono, senza brillare per originalità; ma Naruto non rimase a commentare la loro fantasia, e invece prese a correre verso la strada più stretta che usciva dalla piazza.
Sentì i passi degli inseguitori alle sue spalle, mentre ansante cercava un appiglio sui muri che lo circondavano, scuri e scrostati. La luce che cadeva grigia dal cielo gli permetteva a malapena di vedere dove metteva i piedi, e sperava ardentemente che lo nascondesse agli occhi dei ninja del Fulmine.
Intravide un cornicione sbreccato, più o meno a metà della strada, e spiccò un balzo per afferrarlo. Come le sue dita si furono chiuse sul cemento, l’angolo si frantumò e lui strisciò di nuovo a terra, graffiandosi la mano e metà faccia.
«Merda!» imprecò, rialzandosi e rimettendosi a correre.
«Sei in trappola!» gridò qualcuno alle sue spalle, e Naruto capì cosa intendesse quando vide quattro ninja comparire all’altra estremità del vicolo.
Ebbe a malapena il tempo di raccogliere il chakra sulla pianta dei piedi, e poi si avventurò lungo le pareti dall’intonaco rovinato. Sentì brandelli di muro staccarsi, facendogli perdere la presa, e solo all’ultimo istante riuscì ad aggrapparsi ai resti di una finestra, evitando di cadere di sotto. Si issò stringendo i denti, e con una gomitata frantumò il vetro polveroso ed entrò nell’edificio.
«E’ dentro!» urlarono dalla strada.
Naruto, ansante, attese un paio di secondi perché i suoi occhi si abituassero all’oscurità.
Imprecò mentalmente, mentre cercava di ripulire il viso dal sangue e dai resti dell’intonaco di quando era scivolato lungo la parete, e fece un rapido punto della situazione: nel giro di pochi attimi avrebbe avuto alle calcagna metà dei ninja del Fulmine, perché quasi sicuramente sapevano cosa aveva portato via dall’archivio. Era solo in terra nemica, in trappola, e anche piuttosto incazzato per altri motivi.
Non sembrava il migliore dei panorami.
Poi l’elenco dei “giovani talenti” gli tornò alla mente, insieme alla punta d’invidia e irritazione provate al vedersene escluso.
Lo sottovalutavano, eh?
Va bene.
Avrebbe dimostrato a tutti di che pasta era fatto.
Non era tipo da accorte strategie o mosse di sviamento, Naruto. Era un combattente impulsivo, iperattivo, agitato e spaccone, e come tale si sarebbe comportato anche questa volta, e avrebbe vinto e sarebbe tornato a Konoha da eroe. Avrebbero dovuto rivedere il loro stupido archivio, quelli del Fulmine.
Ora che i suoi occhi riuscivano a intravedere almeno le forme, Naruto si fece avanti in una stanza in disuso e cosparsa di frammenti di mobilio. Inciampò nei resti di una sedia e rischiò di tirarsi dietro una tenda stracciata, ma alla fine raggiunse l’unica porta e la aprì. Si trovò su un ballatoio ancora più scuro, e tentoni trovò delle scale che salivano. Le percorse, pronto a balzare avanti nel caso in cui un gradino avesse ceduto, finché non arrivò a quello che aveva l’aria di essere l’ultimo piano. Una finestra polverosa in fondo al corridoio lasciava entrare un filo di luce grigiastra, e a un metro di distanza un’altra parete gli disse che si trovava davanti a uno stretto vicolo. Raggiunse la finestra, rinunciò ad aprirla per sfondarla con il gomito, e poi si issò sul davanzale. Sotto di lui, a metri e metri di distanza, un passaggio sudicio e claustrofobico mandava l’eco delle voci dei suoi inseguitori.
«E ora si balla...» mormorò Naruto, saltando contro l’altro edificio e aderendovi con il chakra. Questa volta i mattoni ressero alla tecnica, tanto da permettergli di salire fino a vedere il cielo, in cima al palazzo.
Ma non appena ebbe messo piede sul tetto, si accorse che lo avevano già circondato. A giudicare dalla loro maschera, dovevano essere jonin della squadra speciale.
Naruto tese i muscoli, contandoli mentalmente. Otto, e tutti dei migliori.
Inspirò a fondo, preparandosi ad agire... e poi vide il loro capo dare il segnale.
Tre dei ninja si mossero contemporaneamente, avventandosi su di lui con kunai e wakizashi alla mano. Saltò, schivandoli, ma vide un quarto che lo attendeva al varco con una tecnica di Fuoco. Non potendo usare il Resengan per respingerla, dal momento che Fuoco batte Vento, Naruto fu costretto a proteggersi soltanto con le braccia, e sentì le fiamme roventi mordergli la carne quasi come il chakra di Kyuubi. Strinse i denti, ricadendo a terra, ma si rialzò che già le ustioni stavano guarendo sulla sua pelle.
«E’ il Jinchuuriki!» gridò il capo della squadra speciale, avventandosi su di lui con una katana sguainata. «Si cura in meno di un secondo, non fermatevi!»
Naruto schivò il primo fendente, ma sentì il secondo colpirlo di striscio a un fianco. Alle sue spalle lo raggiunse un altro avversario, e per schivare entrambi spiccò un balzo all’indietro, piombando dietro la sua schiena. Prima che l’altro se ne accorgesse, conficcò il suo kunai a pochi centimetri dalla spina dorsale, raggiungendo il fegato. Sentì il gemito strozzato dell’avversario, e con una smorfia di disgusto misto a pietà lo spinse addosso al suo capitano.
Si voltò di scatto quando sentì il sibilo di una lama, e schivò per un pelo la wakizashi di un altro. Ansante, rotolò al suolo, raggiunse un terzo ninja e dovette evitare la sua tecnica elettrica.
Sono ovunque!” si trovò a pensare irritato, e nello stesso tempo un sospetto sottile e fondato gli comunicò che, probabilmente, Neji o Sasuke se ne sarebbero liberati già da un po’.
Ringhiò piano, frustrato, e balzò di nuovo in piedi. Vide quattro ninja davanti a sé, sapeva che alle sue spalle dovevano esserci gli altri tre, ma non diede a nessuno il tempo di intervenire.
Prima che potessero raggiungerlo, intrecciò le dita sotto il mento e creò un numero di copie tale da coprire l’intera superficie del tetto.
«Quello vero è al centro!» gridò uno dei ninja del Fulmine, eliminando una copia e affannandosi alla ricerca dell’originale.
Naruto, confondendosi tra le zazzere bionde e scompigliate che lo circondavano, si rese pienamente conto delle condizioni in cui versava: la sua pelle era rossa e lucida, in via di guarigione ma chiaramente danneggiata; aveva gli abiti bruciacchiati e sgualciti, macchie di sangue sul viso, e... i canini insolitamente acuminati...
A quel punto avrebbe dovuto scappare. Approfittare del tafferuglio per aprirsi un varco e correre al confine il più velocemente possibile.
Ma...
Era tanto che non combatteva.
Tanto che non usava i kage bunshin.
Tanto che non si sentiva... così.
Oh, davvero tanto..., mormorò la voce, nella sua testa.
Un ninja comparve al suo fianco, sollevando un kunai, e lui d’istinto lo colpì alla gola, lasciandolo senza fiato. Un calcio sulle rotule, e cadde in ginocchio con un grido strozzato. Mentre era a terra, un altro calciò alla testa... e il suo collo fece un rumore sinistro.
Qualcosa si agghiacciò dentro Naruto.
Stordito, guardò il corpo del ninja e la sua strana posizione. Sentiva il cuore battere forte nel petto, ma... non riusciva a ricordare la sequenza precisa degli avvenimenti.
Avrebbe potuto limitarsi a fargli perdere i sensi.
Aveva voluto limitarsi a quello, lo sapeva, lo ricordava... e invece...
Sentì un gorgoglio nello stomaco, non più tanto lontano ora, e avvertì un brivido lungo la schiena.
Quella sensazione... quei movimenti non previsti, non meditati... era tutto come...
Non riuscì a finire il pensiero, che dovette abbassarsi bruscamente per schivare un calcio alto. Con un ringhio falciò la gamba a terra dell’avversario, e lo fece piombare al suolo.
Ora, uccidilo.
No! No, perché dovrei?
Un sorriso, un ghigno nel buio, dove i rumori della battaglia non arrivavano. Zanne che si incastravano con altre zanne, avide e spietate.
Perché lo vuoi.
Naruto non si rese nemmeno conto del Rasengan che aveva preso forma nella sua mano, e solo quando sentì la resistenza opposta dalla carne tornò in sé, appena in tempo per sentire l’ultimo grido di agonia del ninja che aveva atterrato.
«Cosa... Cosa...? Io...» alitò, confuso, lasciando disperdere la tecnica.
Era certo che a parlare fosse stata la solita voce. Non Kyuubi, no. Riconosceva la tonalità.
Ma aveva avuto la netta impressione che fosse la volpe a ridere, dentro di lui. A incitarlo.
Seduto a cavalcioni sul cadavere del ninja del Fulmine, ebbe ribrezzo di ciò che aveva appena fatto.
Devo andarmene” pensò in maniera sconnessa. “Devo tornare a Konoha... è stupido rischiare, è stupido fare l’eroe così... non c’è nemmeno qualcuno che possa vedermi. Devo tornare subito a casa, da Sakura, dal maestro Iruka, dalla vecchia Tsunade... Devo tornare!”
Si alzò in piedi come un automa, ma si rese conto che i suoi muscoli non rispondevano completamente agli ordini che impartiva.
Sentì un dolore improvviso allo stomaco, si piegò su sé stesso, e si rese a malapena conto che altre copie stavano accusando gli stessi sintomi. Mentre le unghie delle sue mani crescevano con il caratteristico formicolio, vide un sottile strato di chakra scarlatto sprigionarsi dall’addome, sfuggendo alla prigione delle braccia, lo vide scivolare lungo le gambe con tentacoli baluginanti, morbidi, vivi.
«No...» ansimò, mentre la sua vista si offuscava.
Io sono più forte! Tu non puoi... non puoi...!
Tu vuoi ucciderli. Vuoi ucciderli tutti, lo sai, gli suggerì la voce, nella sua testa.
NO!
Sì che lo vuoi. Lo sento. E io me ne intendo di queste cose...” insinuò Kyuubi, facendo le fusa e avvolgendo lentamente le sue code...
No, non è vero! Io voglio tornare a casa!
Vuoi ucciderli!
No! voglio andarmene! Voglio... voglio scappare! Devo tornare a casa, devo tornare da Sakura... e farla a pezzi, lei che ti ha tradito, lei che ti ha lasciato, lei che non ti ama e non ti ha mai amato... No! Sakura mi ama! Lei... lei mi... mi... Lei ha scelto Sasuke. Lei non vuole te. Lei non vuole noi. Lei non vuole... me. No! Cosa succede? Questi pensieri non sono miei, non sono io!
«Smettila!» gridò inconsapevolmente, prendendosi la testa tra le mani.
La sua voce, e l’altra voce, e le fusa di Kyuubi... tutto, tutto si mescolava nella sua mente, tutto si confondeva, si faceva indefinito...
Voglio ucciderli.
No, non vuoi!
Chi parlava, e chi rispondeva? Chi aveva il controllo, chi decideva cosa fare?
Una fitta lancinante lo fece cadere in ginocchio, e boccheggiò, fronte a terra.
Perché devi farti del male?” sussurrò Kyuubi al suo orecchio, dolce. “Lo sai. Potrebbe essere tutto molto più semplice... loro non ti stimano. Non ti amano. Sakura ti ha tradito, gli altri ninja ti ritengono un ragazzino ingenuo e sprovveduto... dimostragli che sei forte. Che puoi fare a meno di loro. Lascia che ci pensi io
«Tu... sei... un mostro...» ansimò Naruto, e sentì la pelle sul dorso delle mani sfrigolare, corrosa dal chakra scarlatto. Per il dolore, fisico e mentale, sentì le lacrime affiorare agli occhi.
Cosa vuoi? Cosa vuoi, davvero?
La sua coscienza si perdeva, e cadeva, cadeva sempre più giù...

Io... voglio tornare a casa”






Kakashi inspirò a fondo.
Si era aspettato le lacrime, ma non in tale quantità.
Ayane doveva aver dato fondo a tutte le sue riserve, mentre si aggrappava alla sua divisa e singhiozzava che lo amava.
Un po’ gli era dispiaciuto, respingerla.
Ma, francamente, aveva saputo da subito che non avrebbe scelto lei.
Non era ninja, era ingenua, era una ragazza come tante. Meritava qualcuno di normale, che la facesse sentire felice.
Uff.
La metteva sempre così, loro ‘meritavano qualcosa di meglio’... ma la verità era che, semplicemente, era lui a volere qualcosa di diverso.
Più o meno, sapeva anche cosa.
Solo che il problema, al momento, non era quello.
Il problema era mille volte più grave, era tanto grosso da far impallidire e scomparire tutto il resto.
Mentre raggiungeva lo studio dell’Hokage a passo svelto, la fronte di Kakashi era corrugata. Sotto il coprifronte di tre quarti, si agitavano pensieri e preoccupazioni, ipotesi e timori...
Cosa era successo?
La previsione peggiore si affacciò alla sua mente, sovrapposta all’ultima immagine di Obito sotto il masso che lo aveva ucciso.
No” si disse turbato, scuotendo la testa. “No, è inutile essere pessimisti”
Arrivò al palazzo dell’Hokage senza quasi accorgersene, ma prima di salire le scale si fermò per un istante, e lanciò una lunga occhiata ai cinque volti di pietra che vegliavano sul villaggio.
Il suo occhio si soffermò su uno in particolare, incupendosi.
Abbassare lo sguardo fu quasi uno sforzo, e impedire alle visioni più catastrofiche di assalirlo una vera impresa. Fece i gradini due a due, per arrivare più in fretta, e finalmente raggiunse l’ultimo piano. I chuunin di guardia davanti allo studio dell’Hokage gli fecero un cenno, e uno di loro bussò.
«E’ arrivato Kakashi Hatake» disse attraverso la porta.
Quando al jonin fu permesso di entrare, sentì immediatamente che l’aria all’interno dell’ufficio era molto più che pesante. Tsunade era seduta dietro la scrivania, le mani intrecciate davanti al mento e una ruga a solcarle la fronte; Jiraya, alle sue spalle, teneva le braccia incrociate sul petto e guardava fuori dalla finestra, nascondendo i suoi pensieri a tutti; Sakura, per ultima, era seduta rigidamente su una sedia e non smetteva un solo istante di mordersi nervosamente il labbro.
«Ho ricevuto il messaggio» disse Kakashi, facendosi avanti cautamente. «Da quanto non abbiamo notizie?»
«Ha saltato tre comunicazioni» rispose Tsunade, e la ruga sulla sua fronte si approfondì. «Abbiamo avuto l’ultimo quattro giorni fa, quando ha detto di essere arrivato al villaggio e che avrebbe agito... e poi soltanto il silenzio»
«Nient’altro? Nemmeno voci, mormorii... le nostre spie al Fulmine non hanno sentito nulla?» insisté Kakashi, mentre il battito del suo cuore accelerava.
Tsunade abbassò lo sguardo sul foglio che stava tra i suoi gomiti, sulla scrivania. Era coperto da una fitta scrittura in codice, incomprensibile ai più.
«...Tieni» disse, allungandolo al jonin. «Guarda tu stesso»
Mentre Kakashi prendeva il messaggio e lo leggeva, Sakura strinse le dita sul bordo della sedia.
Il senso di colpa la lacerava centomila volte più di prima, più intensamente, e più a fondo.
Il suo cuore batteva forsennatamente nel petto, aveva voglia di piangere e gridare, voleva che qualcuno la rimproverasse e la facesse sentire in colpa, perché lei aveva tradito Naruto, perché amava Sasuke ed era sbagliato.
Ma nessuno sapeva niente, e lei era sola con i suoi fantasmi. Sola, la notte, quando dormiva in un letto vuoto, confortata soltanto dalle fusa profonde del gatto. Sola, quando si chiedeva: Naruto, dove sei?
Il giorno in cui lui era partito per la missione, lei aveva trovato soltanto un bigliettino sul tavolo con quattro parole e la richiesta di comprare le scatolette per il gatto.
Ne era stata sollevata, perché avrebbe rimandato ulteriormente la sua decisione... Ma non era durata a lungo.
Il giorno prima, dopo che lei era stata da Sasuke, dopo che aveva fatto tacere il senso di colpa a forza di baci e carezze, dopo che aveva cercato, inutilmente, di elaborare una nuova cura, era arrivato il messaggero di Tsunade.
E il suo paradiso di sospensione si era infranto bruscamente.
Naruto non dava sue notizie da tre giorni.
Nessuno aveva idea di cosa gli fosse successo.
E lei, all’improvviso, si era sentita stupida e meschina per averlo tradito. All’improvviso aveva desiderato soltanto che tornasse, e avrebbe voluto gettargli le braccia al collo e supplicarlo di perdonarla...
Kakashi arrivò in fondo al foglio, e scambiò un’occhiata con Tsunade. Sakura alzò lo sguardo, in ansiosa attesa... era arrivata nell’ufficio dell’Hokage da pochi istanti, e ancora non sapeva cosa ci fosse scritto nel messaggio.
«...Quanto sono fondate queste notizie?» chiese Kakashi, a voce bassa.
Tsunade chiuse gli occhi. «Molto, temo. Anzi, sono quasi certa che siano completamente esatte»
«Cioè?» domandò Sakura, incapace di trattenersi oltre.
L’Hokage prese un respiro profondo e appoggiò la schiena alla sedia, con un’occhiata fosca.
«Non è un caso che qua ci siate solo voi» mormorò. «Se Naruto fosse stato un ninja normale, avrei già convocato una squadra qualunque e l’avrei mandata alla sua ricerca. Ma dentro Naruto c’è la volpe a nove code, e non è una cosa che mi piace sbandierare ai quattro venti, soprattutto in questo momento... Perché non è solo scomparso. Al villaggio del Fulmine, prima che di lui si perdesse ogni notizia, sembra che si sia scatenato. Ha sterminato la migliore squadra del Paese, e il loro capitano, ritrovato agonizzante, vaneggiava qualcosa su un mostro rosso che bruciava come il fuoco, e centinaia di copie che si contorcevano al suolo...»
Involontariamente, Sakura rabbrividì.
«Kyuubi...» sussurrò Kakashi, esprimendo il pensiero di tutti.
«Ma Naruto può controllarla» obiettò Sakura, con voce tremante. «Lo può fare, no? Anche senza il sigillo di suo padre...»
«Lui ne era convinto» confermò Jiraya, voltandosi a guardarla e mostrando finalmente l’espressione preoccupata sul suo viso. «Ma non so fino a che punto sia possibile, concretamente. Minato aveva creato il sigillo perché contenesse la parte cosiddetta ‘buona’ della Volpe, e già così lei riusciva a liberarsi e a sfuggire al nostro controllo, di tanto in tanto. Ma ora anche la parte ‘cattiva’ di Kyuubi è nel corpo di Naruto, e il sigillo è stato eliminato da Madara Uchiha. Per quanto Naruto possa essere forte, per quanto abbia creato il Rasenshuriken e abbia appreso la tecnica di dislocazione istantanea, globalmente non è ancora al livello di Minato. E se lui era riuscito a stento a creare un sigillo per metà del potenziale della Volpe, è molto difficile che Naruto riesca a controllarla tutta intera, da solo...»
«Quindi state dicendo... state dicendo che...» balbettò Sakura.
«...Che forse Kyuubi si è liberata» confermò Tsunade cupa.
«...E Naruto...?» alitò lei, sbiancando.
Nessuno riuscì a risponderle.



...Ma di lì a poco sarebbe comparsa una nuova scheda nell’archivio del Fulmine, riguardante Naruto Uzumaki...

Per lui sarebbe stata creata una sezione speciale, singola, alla voce ‘da evitare assolutamente’.
Il suo file avrebbe parlato di invincibilità, di numero spropositato di copie, e del demone dentro il suo corpo, dal chakra mortale. E, in fondo, avrebbe riportato la dicitura: in caso di incontro, si consiglia la fuga.
Più o meno come era stato scritto un tempo per Namikaze Minato.
Esattamente come Naruto aveva desiderato.











Nel prossimo capitolo:

Haruka rise piano. «Certo, è facile fare il gradasso dietro quella maschera...» insinuò canzonatoria. «Non vediamo né sappiamo nulla delle tue vere reazioni, nemmeno un guizzo involontario dei muscoli... sei un vero mistero, Kakashi dello sharingan»
C’era qualcosa, nel tono di Haruka, una sorta di nota carezzevole e vibrante, una sfida nascosta dietro l’adulazione, che riuscì a penetrare la barriera di indifferenza di Kakashi.












*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Ed ecco che inizio a fare la stronza patentata.
Allora, Sasuke ho deciso che non lo sopporto più.
E' assolutamente ingestibile, intrattabile, inutile.
Certe volte ho il fortissimo desiderio di rendere Sakura una psicopatica innamorata di una bambola, così da non doverlo far parlare...
...uffa. Vorrei firmare una petizione per renderlo più malleabile o, all'occorrenza, morto!
In compenso, sono tornate le care, vecchie scene d'azione... e sangue, e Kyuubi che ridacchia.
Non male, come mix.
Poi, naturalmente, c'è Sakura che si sente in colpa...
...immagino che questo renderà felice qualcuno di voi...
Ah, vi consiglio di andare a leggere il titolo del prossimo capitolo!
^_^ (sorriso falsissimo)

Ora passiamo alle cose serie.
Sono ufficialmente
DEMENTE.
O, in alternativa, psicopatica.
SEI.
Lo ripeto, perché fa sempre bene... SEI.
Non so ancora come, e davvero la cosa mi lascia spiazzata, ma sono riuscita a dimenticare completamente sei recensioni!
E non perché erano le ultime, o le prime, o perché erano piccole e nascoste, ma solo perché...
...boh! Sinceramente non capisco neanche io come sia potuto accadere!
Anche perché, rileggendole, sono sicura di averle viste.
Quindi, chiedo scusa dal profondo del cuore alle persone che non si sono viste citate nei ringraziamenti del capitolo 50.
E vi chiedo scusa per aver insinuato che la vostra recensione non fosse arrivata, nel 51.
Non dovete assolutamente pensare che io ce l'abbia con voi, che sia pigra (cioè, la sono, ma non per questo), o altro.
Se avessi dovuto dirvi cose "poco piacevoli" lo avrei fatto senza problemi, non è questo il punto.
E' che proprio, e davvero non capisco come mai, mi sono sfuggite!
Credetemi, ci sono rimasta male quanto voi.
Qualcuno ha insinuato che io sottovaluti i miei lettori.
Questo è assolutamente falso.
Mi sembrava di avervelo detto a sufficienza: io vi venero, se potessi mi inchinerei a ringraziarvi perché leggete e recensite.
Personalmente ritengo che le persone che dicono di scrivere solo per sé stesse e poi pubblicano su efp siano un tantino ipocrite, magari anche solo inconsciamente.
Se una persona scrive e mette a disposizione di tutti le sue opere, è perché evidentemente vuole sapere cosa ne pensa qualcun altro.
Chiamatemi insicura, vanagloriosa, infantile...
...ma se io scrivo è perché voi leggiate.
Di storie "solo per me" ce ne sono poche, e sono chiuse ermeticamente nel mio pc, nascoste a tutti.
Le altre, sono in parte per divertire me (perché in fondo amo scrivere),
e soprattutto per voi.
Ad essere sincera, quando mi sono piovute accuse di noncuranza mi sono sentita un po' offesa.
Pensavo... speravo che ormai vi fosse chiaro che tengo tantissimo a voi.
Andiamo, pensate che eviterei di rispondere a Mala_Mela per capriccio?!
Devo supplicarla per avere un suo commento, e spesso non ottengo neanche i risultati sperati!
Se lei lascia due righe, io accendo un cero!
E anche quando rispondo a cose che solo lei può sapere su msn, comunque la cito tra i saluti!
Perché avrei dovuto avere qualcosa contro harryherm (mi sono pure presa il cazziatone via msn...), kage_naru89, Hila92, Hipatya o Ino_Chan?
Alcune sono lettrici di vecchia data, cui ho sempre risposto, altre sono nuove, e quindi ho ancora più ragione di ringraziarle!
Ma soprattutto... Che cavolo, anche se mi scrivete solo "brava!!!" io rispondo "grazie!!!"
Lo faccio sempre!
In sostanza, ho deciso di iniziare seriamente a preoccuparmi per la mia sanità mentale
(spero davvero che fosse soltanto colpa dell'esame che avrei avuto di lì a poco... e che ho preparato tutto sul treno il giorno prima, alla fine)
e, nonostante lo sfogo di poche righe fa,
vi chiedo scusa.
Sul serio, non so come sia potuto succedere.
Quindi, se vi siete offese perché non siete state ringraziate, provvederò ora, sommando le recensioni se avete avuto la gentilezza di continuare a lasciarle.
In caso contrario, spero che non siate troppo arrabbiate con me, e che ricominciate a scriverle.

Tra parentesi, posso farvi una richiesta?
Me lo dite quando compite gli anni?
Nel mio pazzo masochismo, ho una mezza idea di farvi un regalo, se la data cade quando Sinners è ancora in corso...

harryherm: mi hai fatto un c*** così su msn, minacciata di non commentare più, torturata psicologicamente per mezzora... ma ho deciso di lasciarti la prima risposta, dato che so che ci tieni. Spero che le scuse e le spiegazioni qui sopra siano abbastanza per discolparmi, perché altrimenti non so più che fare. Parlando della recensione al capitolo 49, posso dirti che non è che Sasuke "metta la donna prima dell'amico", perché anche io sono fermamente convinta che siano più legati i due maschietti tra loro, che con Sakura (nonostante io non sia un'amante dello yaoi)... il punto è che Sakura ora fa parte del grande progetto "un nuovo obiettivo per una vita non più da ameba!" (sì, l'ho coniato io il nome, non lui), e tutti sappiamo quanto Sasuke sia suscettibile agli obiettivi da conquistare per vivere... Già una volta ha lasciato Naruto per inseguire Itachi. Ora cosa arriverà a fare per rifondare il suo clan? Ad ogni modo, ora che Naruto è scomparso e che Sakura si sente in colpa, potrebbe cambiare qualcosa nei rapporti che legano i tre dell'Ave Maria (quanti modi diversi troverò per definirli, prima della fine della fic?)...
Mala_Mela: dopo l'esauriente e - mi duole dirlo - esilarante stream of consciousness(io ho studiato, e voglio che si veda! U_U) della tua mail, mi inchino e prostro ai tuoi piedi, chiedendoti umilmente di perdonarmi! Rileggendo il tuo messaggio mi domando come sia possibile che io lo abbia dimenticato, visto e considerato che contiene frasi in grassetto e corsivo, asterischi, risate sataniche (per modo di dire, dato che non crediamo in Satana), esclamazioni prive di senso... Per fortuna che, in quanto tua profeta, so tradurre i tuoi messaggi. E, a proposito, ricorda che sono la tua unica, indispensabile profeta... non disconoscermi! O la tua verrà considerata una religione morta! ç_ç Dicevamo... Io adoro Sai e basta, per essere pignoli. E tu lo sai bene, visto e considerato quello che succederà... quanto "comparirà", diciamo... (tra parentesi, tu non lo sai ancora - so che sembra un controsenso, mio Dio - ma ho avuto un'idea malsana per quel che lo riguarda...) Kyuubi-l'animaletto-adorabile è tornata in pompa magna, direi, con squilli di tromba e morti al seguito! certo, non si può ancora sapere fino a che punto influirà sugli avvenimenti futuri, ma confido che tu, in quanto Dio, possa immaginarlo. U_U Kiba e Hinata per un po' si prenderanno una pausa, ma quando torneranno in scena avranno al seguito anche devil-Hanabi... potrebbero succedere cose inaspettate! (ma non per te, naturalmente, mio Dio!) Chiedendoti ancora scusa, mi inchino umilmente. [e la prossima volta che ti allei con Silvia, giuro che uccido qualcuno dei mocciosi]
Hila92: mi scuso ancora profondamente per aver "perso" la tua recensione; purtroppo, per motivi a me ignoti, era nel blocco di quelle che sono scivolate lontano dai miei due neuroni... cercherò di rimediare rispondendo qui. Sapere cosa prova davvero Sasuke è un dilemma anche per me. Lui ha bisogno di Sakura per rifondare il clan, lui è geloso (perché è un uomo, ed è pure un segno di fuoco... per quanto io agli oroscopi creda relativamente), lui è possessivo. Ma è anche in grado di amare? Posso dirti che nel prossimo capitolo ho tentato di dare una risposta a questa domanda... ma che in effetti sto odiando questo periodo di transizione, per quanto lo riguarda. E' mille volte più complesso di quanto avessi previsto. -.- Sakura, come hai letto, ha scelto. Solo che non riesce a confessarlo. Non riesce a staccarsi dal passato e a lasciar andare Naruto, perché sa che non potranno essere "amici come prima", che cambierà tutto irreparabilmente. E una cosa del genere farebbe paura anche a persone ben più forti di lei. Come hai visto, Hinata non si è rivelata "un problema", anche perché Naruto si è già impegolato in qualcosa di molto più grosso. E per quanto riguarda Ino... sì, devi preoccuparti di pensarla come lei! XD No, scherzi a parte... se tu davvero avessi agito nello stesso modo, mi troverei a dire: hai un sacco di palle (metaforicamente parlando). Io forse sarei rimasta a piangermi addosso, arroccata sulle mie posizioni e sul mio dolore, e avrei riversato ogni colpa e responsabilità sull'imbecille che non ha capito che sono io quella giusta per lui. ^^' Kiba, eh, Kiba... Ma quanto lo adoro Kiba? ç_ç (non farmi dire di più, su! U_U) Kyuubi ha fatto la sua mossa. Punto. Con tutto ciò che comporta... Quanto resti in Germania? ç_ç Non tanto, vero??
Ino_Chan: sigh... tu sei sempre così gentile nei commenti, e io ho osato perdermi la tua recensione... ç_ç Spero tanto di farmi perdonare con l'avanzare della fic! Ma, per carità... non convertirti a nessuna coppia, più o meno il 90% di quelle attuali verrà sovvertito alla fine! ^^'
kage_naru89: mi scuso ancora dal profondo del cuore, vorrei tanto farvi sentire importanti per altre cose, non per una dimenticanza idiota come la mia... ç_ç Comunque in questo capitolo tutte le certezze che Sakura aveva fino ad ora sono andate a farsi... un giro! XD Ora che Naruto è scomparso, si sente solo terribilmente in colpa! (e le sta bene, oserei dire) Ma nel prossimo capitolo ci sono forti probabilità che riesca a farvi cambiare di nuovo idea, o venerati lettori! XD E allora sì che il nostro "scambio di opinioni" si farà infuocato!
Hipatya: scusa, scusa davvero! Quando ho visto che ho perso una recensione così lunga e ben scritta, mi sono sentita male! ç_ç Però la tua gentilezza mi ha commossa! Grazie! E' vero, siete in poche a "salvare" ancora Sakura, ma ormai dovresti sapere che tendo a far succedere cose impreviste che cambiano completamente il punto di vista... Può darsi che prima della fine salverai o condannerai tutti, chi lo sa? Può darsi che alla fine, per assurdo, si salvi solo Sasuke! XD (oh Dio, spero di no!) Non ti dico se ci sarà un duello all'ultimo sangue tra Naruto e Sasuke, ma se vuoi leggerne uno, dai un'occhiata a Redenzione, senza obbligo, eh! (momento pubblicità finito!) Hinata non so bene quando la farò ricomparire, per qualche capitolo sono già abbastanza impegolata senza tirare in ballo anche lei (pure Kiba)! Ino invece tornerà sulla scena a breve, insieme - indirettamente - a Sai (tra l'altro... stupratore? °_° Ossignore, si vede che non leggo molte fanfic, eh? XD)! I fili che si ingarbugliano ormai hanno formato una bella matassa, soprattutto adesso che Sakura si sente in colpa ed è più indecisa di prima. Meno male che so come dovranno andare alla fine, altrimenti arrivata a questo punto potrei anche decidere di piantarmi un coltello da burro su per il naso e farla finita... -.- (oddio, ma da dove mi escono 'ste frasi?) Ad ogni modo... la cazzata Uzumaki-mode è in arrivo. Attenta al prossimo capitolo, perché - spero - farà il botto!
Urdi: benvenuta in questo angolino, mia carissima vincitrice! ^_^ Quando ho deciso che la cinquecentesima recensione avrebbe vinto un premio, speravo tanto che fosse qualcuno che leggeva dai primi tempi, con il quale avevo un minimo di confidenza! Per fortuna mi è andata bene! Anche se... a te non è andata tanto bene con la domanda! XD Perché se la prevedibile risposta è SI', devo anche dirti che lo scoprirai a brevissimo! XD Giudicando dall'anticipazione, direi praticamente... nel prossimo capitolo! XD Diciamo che sei riuscita ad evitarti spoiler troppo pesanti! (se mi avessi chiesto con chi finisce Sakura, avrei dovuto risponderti in via privata! XD) Comunque vedrai come me la gioco con Kakashi, e chissà se la cosa ti soddisferà a meno? (ormai non so più nulla, giuro! Ad ogni capitolo che pubblico devo trattenere il fiato!)(a proposito... Scegliere Shizune solo per la frase finale sarebbe stato tristissimo... Anche se lui fosse rimasto colpito da quella, ci sarebbero stati altri mille motivi per cui rifiutarla, che ho già ampiamente spiegato) Naruto si è incazzato eccome! Kyuubi ha dato un cospicuo contributo, ma anche lui ci ha messo del suo! *_* Peccato solo che si sia sfogato con dei poveracci che non c'entravano niente! XD Mi chiedi quando Sasuke farà qualcosa... ma in che senso, esattamente? Con Sakura o con Naruto?
roby_chan: uhuhuh... Kakashi non ha dimenticato proprio nessuno... leggi l'anteprima del prossimo capitolo, e dimmi un po' cosa si può dedurre... (o almeno immaginare) Hanabi, effettivamente, sta pensando alla SUA vita sentimentale. Perché se Hinata si mette (indifferentemente) con Naruto o Kiba, lei può avere Neji (poveraccia, dà per scontato che lui accetti...), diventare capoclan, ed essere felice e contenta per il resto dei suoi giorni. Elementare, Watson. Peccato che non abbia fatto i conti con la sottoscritta autrice bastarda, che complicherà le cose in maniera inaudita! U_U
Julia83: ma povero Kiba! E' un ometto frustrato, lui! Ama Hinata, e vede che soffre, e vede che non riesce a fare niente per esserle d'aiuto, perché lei pensa soltanto a Naruto... E' geloso e frustrato, ed è un impulsivo! A me fa un sacco di tenerezza! *_* Naruto... Naruto si è infuriato eccome, direi. E ne ha ben donde, a parer mio! U_U [per il premio, non disperare... potresti aver modo di acciuffarne un altro...]
arwen5786: tu sei di parte! XD Ormai sei stra-sicurissima che Sakura ami Sasuke, ma ricordati che per lei anche Naruto è importante! Pure se non avesse intenzioni "pericolose" con Naruto, sarebbe sempre la prima ragazza ad avvicinarsi davvero a lui... anche solo come eventuale amica, non può non scatenare la gelosia di Sakura. La furia omicida di Naruto (Kyuubi) si è scatenata. E non sai quanto ci ho goduto! *_* Per ora non ha ammazzato Sasuke (impossibilità geografica?), ma chi può dire cosa riserva il futuro? Ora come ora non si sa dove sia Naruto, non si sa cosa stia tramando... e Kyuubi, fino a che punto avrà la possibilità di influenzarlo? Kakashi è molto indignato (leggi: impassibile) perché hai ventilato l'ipotesi di spostare le tue attenzioni su Gaara! Io ti dico: non si può, è troppo giovincello! U_U Cioè, come dire... lascialo a me! *_* Tieniti l'emo-boy e giocaci (termine soggetto a diverse interpretazioni) quanto ti pare e piace! XD Per quanto riguarda Anko, ti ricordo che all'esame di chuunin si è presentata sfondando una finestra e stendendo uno striscione... dopodiché ha messo le manine addosso pure a Naruto. Quella donna E' pazza. U_U Tra parentesi... il fatto che Mala_Mela sia fan della NaruSasu demolisce tutte le tue precedenti certezze, vero? XD
sammy1987: Kiba avrebbe potuto essere mille volte più stronzo. Avrebbe potuto sputar fango su Naruto, peggiorare ciò che ha fatto... invece si è limitato a dare una mezza sgridata a Sakura. Perché, poverino, è innamorato perso. ç_ç Forse ora come ora è il più innamorato di tutti, lì dentro! Direi che dopo questo capitolo il mondo smetterà di considerare Naruto una mezza sega! *_* Ne ha fatti fuori un po', eh... uhuhuh... Muahahahah!!! (okay, scusa, mi ricompongo)
tonyesp: capitoli "morti" esisteranno sempre. Si cerca di renderli vagamente interessanti, almeno nel finale, ma poi... beh, ci sono sempre i lettori ossessionati dal NaruHina che non considerano degno di essere letto un capitolo che ne è privo! U_U Senza contare che ritengo di essermi ampiamente rifatta con tutto il patatrac successo in questo!
kimi: ma Kiba non è che sia proprio assillante... insomma, nella sua goffaggine è anche tenero, concediglielo. Va beh, va beh... XD Io sono di parte! Comunque considera che Hinata finora non ha avuto le palle per dirgli NO chiaro e tondo, che Naruto sembra sempre più irraggiungibile, e che Kiba vuole solo che lei sia felice. E' un po' egoista, vero, ma io non riesco a non giustificarlo! Guarda che Naruto non ha affatto toccato Gaara! XD Lui lo adora! La sua è soltanto indignazione perché tra i ninja di Konoha ci sono elementi come Orochimaru, e lui invece ne é escluso. Ah, ovviamente... hai visto che la voglia di libertà di Kyuubi è esplosa in pieno durante questo capitolo! U_U
1992: abbiamo un problema. Perché tu avrai anche partorito una settimana fa... ma io non ti conoscevo ancora nove mesi fa. COME LA SPIEGHIAMO, EH?! Comunque... oggi ho avuto la malsana idea di pensare a una cosa eretica come "Sakura-Orochimaru". °_° Ovviamente con lei NON consenziente (dai, mica è scema). Sigh, si vede che sono partita... Comunque... le tue minacce non mi tangono. Puoi conoscere chi ti pare e piace, ma non sai che io sono un'aliena dai poteri misteriosi! U_U La mafia in realtà è sotto di me! Ora, il tempo stringe, le recensioni sono tante, io inizio a pensare che diventare emo potrebbe non essere tanto male, indi per cui ritengo sia il caso di chiudere qui! XD Un bacione, fedifraga che non sei altro!!
Talpina Pensierosa: eeeeesatto! Arriva Kyuubi! *_* Guarda, per l'associazione eccetera eccetera sarei anche d'accordo... Ma ho visto in giro certe storie da far rizzare i capelli sulla testa! XD Nel frattempo, se hai tempo e lacrime a disposizione, t consiglio "Legacy of the 4th", è tra i miei preferiti. Sempre se non l'hai già letta, eh! ^_^
Jenna Uchiha: povero Kiba, tutti a dargli contro! XD E, come hai visto, a Naruto le cose non sono andate affatto lisce... Sakura ha deciso, in effetti, però dirlo all'escluso non è mica facile! ç_ç Ah, l'arcobaleno è quello vicino a casa tua, sì. Forza e coraggio, io sono con te! *_*
killkenny: dai, dai... in realtà ho ridotto al minimo il sangue! XD E' tutto... uhm... DA INTUIRE, diciamo!
Rhymes: visto?? Naruto ha finalmente perso la testa, come chiedevi! XD E nel prossimo capitolo... uhuhuh, succederà altro, diciamocelo! *_*
kaho_chan: ok, non so perché, non lo so davvero... ma tutto ciò che voglio dirti questa volta è: prossimo capitolo. E Ali di cera. *_* I tuoi deliri sono pazzeschi, e chissà perché mi emozionano da matti! Tra l'altro, qualche volta ci azzecchi senza saperlo... Comunque in questo capitolo sakura è tornata un po' alla vecchia modalità, no? almeno un pochino-ino-ino... E lascia stare Hanabi, per carità, che poi mi si monta la testa e uccide sia Hiashi che Hinata, così diventa per forza il capo! -.-''
vegani: la battaglia c'è stata, come hai visto! Era tanto che non tornava un po' di azione, mi sono sentita felice io prima di tutti! XD
Reina: proverò ad essere convincente, lo giuro. Anche se più che altro sarò divertente, mi sa! XD Non vedo l'ora di scrivere quella scena... sarà carina, credo. La rissa c'è stata, ma niente tavoli volanti! Dovrai accontentarti delle sedie post tradimento, mi sa! XD Però potrei pensarci in un futuro prossimo... uhm...
Maobh: *_* Maestra! Laureata qua a Bologna, in comunicazioni...! UAAAAH! Ora mi sento molto più spronata a studiare!! *_* Passando a cose meno serie, Hinata per ora gli attributi non li ha affatto tirati fuori! Hiashi sta provando a fare le sue mosse, ma per ora gli va male... XD E non sanno che Hanabi sta tramando alle spalle di tutti! Tsunade è il mio personaggio preferito, anche se l'ho realizzato solo di recente! XD Cioè, quella che ammiro di più... poi, per preferirne uno... eheh, si saprà alla fine chi davvero preferisco! ^_^ Leggi con comodo, ancora per un po' avrò di che proseguire! E grazie ancora per aver commentato!
.. DuniettaS ..: mi ha fatto male quella scena... ç_ç Cioè, era necessaria, inevitabile, e doveva portare alla creazione della nuova sezione a lui dedicata... ma mi ha fatto male. Povero Naruto. ç_ç Perché, perché lo tratto così male? Comunque sono contenta di sapere che ti è piaciuta, mi sono tanto impegnata per scriverla bene! ç_ç

Oddio, ho davvero finito! @_@
Nel prossimo weekend dovrei finalmente procurarmi internet VERO, incrociamo tutti le dita!

(naturalmente, se ho scordato ancora qualcuno, ditemelo! Provvederò a fustigarmi! ç_ç)

Aya

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Capitolo 53
*** Sinners ***


Naruto-53

Capitolo cinquantatreesimo

Sinners




Kakashi rientrò nel suo appartamento senza quasi accorgersi della strada che aveva percorso. Ogni fibra del suo cervello era impegnata a elaborare, ipotizzare, temere e tentare di rassicurarsi, in un continuo circolo vizioso che aveva finito per causargli un’emicrania non indifferente.
Aprì la porta di casa, la richiuse meccanicamente, e senza riflettere entrò nel salotto che qualche mese prima aveva ospitato Sasuke. Tutto era in ordine, tutto era lindo e perfetto; dai cuscini nuovi alle tende ai libri, ogni cosa era impeccabile... eppure, davanti ai suoi occhi, c’era ancora il disastro della “terapia” tentata da Naruto; c’erano ancora le piume nell’aria, i brandelli di stoffa, le sedie rovesciate. E c’era ancora lui, il devastatore, arrabbiato e scalmanato, lui che si faceva in quattro per salvare Sasuke, lui... con le unghie più affilate del solito.
Kakashi si incupì.
Perché non ci aveva fatto caso allora?
Perché aveva liquidato la questione come una stupida impressione? Perché aveva fatto finta di niente?
Perché credevo che fosse invincibile” si trovò a pensare, con una fitta di rimorso. “Perché lo vedevo così forte... e pensavo che fosse come suo padre. Imbattibile”
Ora, gli sembrava soltanto di essersi illuso.
Aveva cercato Minato Namikaze in Naruto, aveva cercato il vecchio, ammirato e inappuntabile maestro... dimenticando che la persona che si trovava davanti era solo un ragazzo. Che, per quanto forte, era anche immensamente debole. Che era fragile.
E che lui avrebbe dovuto sempre averlo presente.
Adesso, Naruto era scomparso nel nulla. Probabilmente sopraffatto da Kyuubi, se ne era andato senza lasciare alcuna traccia. Dove era fuggito? Qual era il suo obiettivo?
Quanto del vero lui sopravviveva?
E quella parte... la sua parte umana... quanto stava soffrendo?
Siamo stati tutti idioti. Idioti e ciechi. Abbiamo preferito fingere che andasse tutto bene, abbiamo chiuso gli occhi perché era più facile credere che ormai Naruto fosse grande... lo abbiamo lascito andare. Lo abbiamo abbandonato”
Lentamente, slacciò il coprifronte e lo abbassò fino a tenerlo in mano, all’altezza del petto. Lo guardò.
Il simbolo della Foglia in cui credeva Naruto. Il simbolo per cui avrebbe dato la vita, il riconoscimento tanto atteso, l’espressione tangibile del suo credo...
Chissà se Kyuubi se ne sarebbe liberata.
Forse lo avrebbe tenuto, per ingannarli tutti e ottenere l’ingresso al villaggio. Forse avrebbe deciso di raderlo al suolo, per averla tenuta imprigionata tanto a lungo. O forse, se ne sarebbe andata lontano.
E loro non avrebbero mai più rivisto Naruto.
In ogni caso, a perdere erano sempre le stesse persone.
Proprio quando rischiava di precipitare nei pensieri più cupi e pessimisti, il campanello della porta trillò all’improvviso.
Kakashi alzò lo sguardo, ritornando alla realtà, e per un attimo restò sorpreso nel constatare che il salotto era in ordine, e che di Naruto e Sasuke non c’era traccia. Riacquistando in fretta la lucidità, raggiunse l’ingresso e chiese al citofono chi fosse.
«Haruka» gli rispose la voce dall’altra parte.
Esitò.
Haruka.
Farla entrare o non farla entrare? E, se sì, perché? Per quale ragione?
Non lo sapeva nemmeno lui.
Ma l’idea di non restare solo in quella casa, preda dei ricordi e dei sensi di colpa, era molto allettante. E fu così che le aprì.
L’arrivo di Haruka fu un’insolita ventata di normalità.
L’ultima volta che l’aveva vista erano stati in missione insieme, in un tempo che ora sembrava remoto e distante, e che invece risaliva soltanto a pochi giorni prima. Ma allora tutto andava ancora bene. Allora Naruto era lì con loro, e sorrideva e si arrabbiava ed era sempre il solito...
...O no?
Cos’era... quella vaga sensazione...? Come se... avesse scordato qualcosa... come se... il sorriso di Naruto... avesse avuto un certo non so che...
«Tutto bene?» chiese Haruka agitando una mano davanti ai suoi occhi persi, sotto le sopracciglia corrugate.
«Scusa» borbottò lui, passandosi una mano sul viso. «Non è un bellissimo momento»
«E si può sapere perché o è un segreto di stato?» domandò lei con il suo solito mezzo sorriso, ironico e freddo al tempo stesso.
Il silenzio di Kakashi fu eloquente.
«Va bene, va bene...» celiò lei senza prendersela, avviandosi lungo il corridoio con passo morbido. Avvolta nella solita divisa da ninja, sembrava trovarsi molto più a suo agio che in qualsiasi altro vestito. «Lo vuoi del tè?» offrì ironica.
«Aspetta, faccio io» sospirò lui, seguendola rassegnato.
Quando Haruka prendeva in mano la situazione, tentare di resisterle era una battaglia persa.
E, forse, non voleva nemmeno resisterle. Non ora che lei gli offriva l’opportunità di respirare, anche se poco.
Mentre il tè verde scorreva dalla brocca al bicchiere, insieme al ghiaccio, le nubi si addensavano lente nel pomeriggio spazzato dalla brezza. Haruka era seduta a tavola, con il mento sorretto dalle dita intrecciate; guardava Kakashi e cercava di indovinare il motivo della sua preoccupazione, da quel poco che si vedeva del suo viso.
«Si tratta di uno dei tuoi allievi, vero?» chiese a un tratto, dopo il primo sorso.
Kakashi le lanciò un’occhiata indecifrabile. «E da cosa lo dedurresti?» chiese, senza particolari intonazioni.
«Prima di tutto dal fatto che solitamente ti incupisci solo per uno di loro o per il tuo vecchio compagno di squadra... e poi dall’ovvia annotazione che non hai più donne per cui lambiccarti» un sorriso sornione si fece largo sul suo viso. «Infine, il mio istinto di spia e donna mi dice che a preoccuparti non è Obito Uchiha, ma qualcosa di più presente e pressante... ed è così che giungo ai tuoi allievi»
«...Analisi accurata, non c’è che dire» mormorò Kakashi, neutro.
Haruka rise piano. «Certo, è facile fare il gradasso dietro quella maschera...» insinuò canzonatoria. «Non vediamo né sappiamo nulla delle tue vere reazioni, nemmeno un guizzo involontario dei muscoli... sei un vero mistero, Kakashi dello sharingan»
C’era qualcosa, nel tono di Haruka, una sorta di nota carezzevole e vibrante, una sfida nascosta dietro l’adulazione, che riuscì a penetrare la barriera di indifferenza di Kakashi.
Il jonin abbassò lo sguardo, centellinando il tè nel suo bicchiere, senza decidersi ad abbassare la maschera e berlo. Fino ad allora, se proprio ci era stato costretto, aveva sempre fatto in modo di essere solo o incredibilmente rapido... Ma oggi non ne aveva voglia. Non voleva essere veloce, non voleva essere solo. Non voleva essere soltanto una maschera.
Ma avrebbe mai trovato il coraggio di mostrare il suo viso?
Quanti anni erano passati dall’ultima volta? Riusciva a ricordarlo?
Sentì la vibrazione della sedia che strisciava sul pavimento, più che il suo rumore.
Percepì i passi leggeri di Haruka sulle piastrelle, più che il fruscio dei suoi vestiti.
Inspirò il suo profumo, invece di vederla avvicinarsi.
Il bicchiere di tè gli fu tolto di mano, per essere posato gentilmente sul tavolo. Una massa indistinta di capelli rossi divenne l’aureola irreale di un viso bianco e regolare, dagli occhi blu come il mare più profondo.
Kakashi non si mosse, mentre Haruka arrivava quasi a sfiorarlo. Respirò piano, mentre le mani di lei si posavano sul suo petto, liscio e forte sotto i vestiti, e salivano lente, accarezzando, esplorando, fino al collo e al mento. Le dita percorsero il contorno della mandibola, la linea intravista delle labbra, quella del naso. Poi, si soffermarono sul bordo della maschera.
Haruka guardò Kakashi. Una richiesta silenziosa ma anche un avvertimento: sai cosa succederà quando l’abbasserò.
Nessuno dei due si mosse per un tempo indefinito. Immobili, a pochi centimetri l’uno dall’altro, consapevoli come non mai della reciproca presenza, restarono a sfidarsi, a vedere chi per primo avrebbe ceduto.
Ma non ci fu bisogno di cenni.
Semplicemente, a un certo punto, Haruka prese il lembo della maschera tra le dita e l’abbassò piano, quasi con cautela.
Kakashi la lasciò fare; lasciò che svelasse il naso dalla linea diritta, gli zigomi, le guance bianche, e, più in basso, le labbra ben disegnate, carnose quanto bastava. L’ultimo ostacolo, il mento liscio, fu superato senza aumentare la velocità o lasciarsi prendere dall’impazienza, e infine il misterioso volto di Kakashi Hatake, tanto a lungo celato, venne alla luce.
Haruka allontanò le mani dalla stoffa per sfiorare la guancia in una carezza leggera, appena accennata; polpastrelli sulla pelle, nulla di più.
«Hai il segno dell’abbronzatura» sussurrò con un piccolo sorriso.
«Probabile» commentò Kakashi senza scomporsi.
Le dita di lei si mossero lente, percorsero i contorni del suo viso, il dorso del naso, il tratto di pelle che lo separava dalla bocca, e le sue labbra, soffermandosi un secondo di più.
«Sei bello» fu il lieve commento di Haruka, sintetico ma esauriente. «Più di quanto avessi previsto»
E, in effetti, ora era comprensibile come Ayane fosse rimasta folgorata da Kakashi, tanto tempo prima: nonostante i tratti del ninja dai capelli d’argento non fossero nulla di speciale presi singolarmente, erano accostati con un gusto e un’accuratezza tutti particolari, che gli davano un’aria diversa e affascinante.
Kakashi sollevò la mano e la chiuse attorno al polso di Haruka, abbassandolo ed allontanando le sue dita. Lei non distolse lo sguardo, né diede segni di indecisione. Con una calma e una pazienza infinite, derivate da lunga esperienza e abilità naturale, si fece più vicina, fino a premere il seno contro il suo petto. Si sporse, dovette salire sulle punte dei piedi per acquistare qualche centimetro, e poi, con la mano ancora libera, si spinse ad affondare le dita nei capelli sulla sua nuca.
Il viso a pochi centimetri l’uno dall’altro, il respiro che si mescolava e vibrava sulla pelle di entrambi, le labbra leggermente schiuse, in attesa, per un lungo, lunghissimo istante.
E, finalmente, il bacio.
Fu ancora Haruka a muoversi, a posare le labbra su quelle di Kakashi, ma come l’ebbe fatto lui passò una mano attorno alla sua vita e la strinse a sé, cedendo ad ogni istinto animale, umano o maschile che fosse nel suo corpo. Le lasciò il polso che teneva imprigionato per catturare la massa dei capelli, morbidi e dal profumo inebriante, e, stretti in un abbraccio che sapeva di impazienza, insieme finirono per urtare il tavolo, e Haruka fece cadere il suo bicchiere, spargendo tè tutt’attorno.
Ma non ci badarono.
Non ci fu nulla cui prestarono attenzione di lì in poi, per essere sinceri.


Nella testa di Sakura regnava la confusione più completa, mista al turbamento e all’angoscia.
Naruto era scomparso, e lei lo tradiva, e poteva essergli accaduta qualunque cosa, e Kyuubi poteva aver preso il sopravvento, e lei lo tradiva, lo tradiva, lo tradiva.
E non glielo aveva mai confessato.
Non seppe mai come riuscì a raggiungere l’ospedale dal palazzo dell’Hokage, ma era certa che in quel momento ci fosse una sola persona che voleva vedere, e di cui aveva bisogno: Sasuke.
Arrivò alla sua stanza quasi barcollando, lacerata ad ogni passo da un senso di colpa sempre più incalzante e da un bisogno incontrollabile, il desiderio inarrestabile della dipendenza.
Entrò nella stanza e vide Sasuke che come suo solito leggeva un libro, ma non dovette dire nemmeno una parola: lui alzò lo sguardo, la vide, e immediatamente si accigliò e spinse indietro le lenzuola, alzandosi.
«Cosa è successo?» chiese in fretta, avvicinandola.
«Naruto... è scomparso» alitò lei, senza quasi capire cosa dicesse. «Forse Kyuubi si è liberata... e non sappiamo dove sia...» sentì una lacrima correre lungo il viso, incontrollata. «Non lo sappiamo...» ripeté, con un filo di voce. «E io non gliel’ho detto, non gliel’ho detto!»
Negli occhi di Sasuke passò un lampo di inquietudine.
Naruto scomparso?
Kyuubi libera? Non ne aveva il controllo totale? Non riusciva a tenerla a bada?
«Quando avete avuto le ultime notizie?» chiese, a metà tra il nervosismo e la rabbia.
Nervosismo, perché non sapeva cosa gli fosse accaduto. Rabbia, perché Naruto avrebbe dovuto controllare Kyuubi. Perché Sasuke non avrebbe accettato che lui, che lo aveva battuto, fosse più debole della Volpe. No.
«Era in missione... nel paese del Fulmine» balbettò Sakura confusamente. «Tre giorni fa. Poi abbiamo saputo... dicono che Kyuubi si è liberata... Sasuke! Non sappiamo dove sia! E non gli ho detto di noi due!» gemette, e d’istinto si aggrappò alla maglietta dell’Uchiha e affondò il viso nel suo petto.
Sasuke lottò solo per un istante contro l’istinto di irrigidirsi e spingerla via, a disagio, ancora inesperto di rapporti umani... ma bastò meno di un secondo perché le sue braccia l’avvolgessero e la stringessero, nel flebile tentativo di confortarla e in quello più intenso di mostrarsi forte e sicuro, per calmare lei e sé stesso.
«Non è detto che le cose stiano per forza così» disse tra i denti, sentendola tremare. «Forse abbiamo ricevuto messaggi sbagliati. Forse qualcuno ha intercettato i suoi... non c’è la certezza assoluta che Kyuubi si sia liberata»
«Ma se così fosse?» esclamò Sakura, alzando lo sguardo fino a lui, con il volto arrossato e le guance bagnate. «Io non gli ho mai detto di noi due! E lui... lui sospettava qualcosa, lo so. Per forza, devo aver commesso qualche errore, deve... deve aver sospettato... e io non gliel’ho mai detto! Non ho mai confessato! Maledizione, perché, perché gli ho fatto questo?!» singhiozzò, affondando le unghie nella stoffa della maglia di Sasuke. «E perché continuo a farlo?» continuò, disperata, stordita, incapace di fermarsi. «La verità è che non voglio confessare, non voglio dirgli nulla! Farebbe male a lui, e ancora di più a me! Naruto mi fa sentire amata, indispensabile... necessaria! Io ti amo, Sasuke, ti amo da anni e anni e non ho mai smesso... ma tu? Tu mi ami? Non lo so, e neppure ho il coraggio di chiedertelo! Eppure... continuo... a trascinarmi così! Continuo a cercarti, continuo a dire di no a lui... e ora forse l’ho perso per sempre! Dal primo momento che ti ho rivisto, sapevo che avrei finito per scegliere te, lo sapevo! Ma non... non sarebbe dovuto succedere così! Ho commesso un errore imperdonabile, il peccato peggiore, e non potrò mai più tornare indietro!»
Sasuke rimase ad ascoltare il fiume di parole che usciva dalla bocca di Sakura, senza trovare spiragli per inserirsi e interromperla. Alla domanda ‘tu mi ami?’ sentì una leggera contrazione allo stomaco, ma tutto ciò che fece fu irrigidire la mascella e corrugare di più la fronte.
Alla fine, tappò a forza la bocca di Sakura, premendo le dita contro le sue labbra, e la fece tacere.
Ci fu un attimo di pesante silenzio, da entrambe le parti.
Ognuno dei due sentiva il proprio cuore battere più veloce, anche se a ritmi diversi, e ognuno dei due aveva troppi pensieri che vorticavano in testa e premevano per uscire.
«...Io ho bisogno di te» mormorò Sasuke alla fine, chinando la testa turbato. «Non so se sia amore o cosa, ma... ho bisogno di te. Voglio ricostruire il mio clan, voglio che torni ad avere l’importanza di tanti anni fa... e voglio che ci sia tu al mio fianco. Perché ho sempre in testa quest’idea ossessionante, ho sempre davanti agli occhi l’immagine di me e te, insieme, felici... e non riesco a vedere nessun’altra al tuo posto. Non ci riesco» lentamente, allontanò le dita dalle labbra di Sakura, senza che lei lo interrompesse. «Lo so che stiamo facendo del male a Naruto. Lo so. Ma... se ti lasciassi andare... se ti dicessi di tornare da lui... farei del male a me. E non voglio. Non voglio lasciarti a Naruto, tu sei... sei troppo importante. Se davvero c’è stato un peccato, è stato commesso da entrambi, non da uno solo di noi»
Le lacrime si erano cristallizzate negli occhi spalancati di Sakura.
Le parole che da sempre sognava, erano lì, sulla bocca della persona che da sempre desiderava. Non erano un ‘ti amo’, non erano una promessa di eterna abnegazione... ma erano ugualmente terribili e serie. Ugualmente efficaci, su di lei.
Si sentì sciogliere, letteralmente, e dovette aggrapparsi a Sasuke con più forza per non barcollare, stordita.
Troppe emozioni in un giorno solo, troppi errori, troppe rivelazioni, troppo poche correzioni...
...e non sapeva che il peggio doveva ancora arrivare.
«...Sai quanto a lungo ho aspettato che mi dicessi queste parole?» chiese con un filo di voce, tremando. «Anni, e anni, e anni...»
«Lo so» mormorò lui, tornando a stringerla e affondando il viso nei suoi capelli. «Scusa... Scusa, Sakura»
«Ma ora... io cosa devo fare?» gemette lei, senza forze. «Dovrei dirlo a Naruto... Io vorrei... vorrei farglielo sapere. E’ giusto, no? Avrei dovuto farlo molto prima... eppure lui... lui non c’è» singhiozzò. «Non c’è»
«Non è detto che non ci siano speranze» la rassicurò Sasuke, per convincere anche sé stesso. «Forse ha usato solo il chakra di Kyuubi, non si è lasciato sopraffare. Forse sta tornando indietro, e vuole soltanto fare il gradasso... Può darsi che si sia perso, ne sarebbe capace. Tornerà. Deve tornare»
Sasuke non poteva saperlo... ma quelle erano le stesse parole pronunciate da Naruto e riferite a Sakura.

Rimasero abbracciati, soltanto abbracciati, per chissà quanto. Niente baci, niente carezze provocanti, niente amore in fretta e furia, di nascosto, con l’ansia di essere scoperti... soltanto loro, a lungo, in silenzio. Solo le mani di Sasuke che, lievi, le sfioravano i capelli, in un gesto inusuale e impacciato, ma di una tenerezza assoluta.
Alla fine, quando la luce filtrata dalle nuvole fu quasi scomparsa, Sakura si staccò da Sasuke, passandosi le mani sul viso.
«Adesso devi riposare...» mormorò. «E’ quasi l’ora dei calmanti, e anche io... devo tornare a casa»
«Non è vero» la corresse lui. «Puoi restare qui»
Lei gli sorrise, mesta. «Voglio andare a casa. Per favore» sussurrò.
E Sasuke, all’improvviso, capì. «...Se per caso dovesse tornare...?» mormorò, lasciando in sospeso la domanda.
Sakura annuì. «Voglio esserci. Voglio parlargli una volta per tutte. So che forse non sarà il momento, so che forse sbaglierò... ma se me lo tengo dentro ancora rischio di scoppiare. Non mi interessa quello che diranno tutti, non mi interessa il giudizio degli altri... ho bisogno, volgarmente, di scaricarmi la coscienza. Di dare un senso a quello che sono stata negli ultimi giorni»
Sasuke, dopo un istante, annuì. «Va bene. Allora vai» si limitò a dire, piano, facendo tacere la vocina ansiosa che lo metteva in guardia – da cosa?
Sakura sorrise, con gli occhi rossi e gonfi, e poi si avvicinò di nuovo e appoggiò la testa sotto il suo mento, nell’incavo rassicurante tra collo e clavicola.
«Tornerò da te» sussurrò.
«Lo so» rispose lui, le labbra contro i suoi capelli.
E lei lo lasciò, solo nella sua stanza, ignaro, e ignara, ignari entrambi di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco... della fragilità estrema delle loro promesse.

Sakura rientrò nell’appartamento di Naruto.
Il gatto, acciambellato sul divano, quando la sentì entrare drizzò le orecchie e lanciò un miagolio affamato.
«Eccomi, arrivo...» mormorò lei, mettendo giù la borsa. Stare sola in quella casa la spingeva sempre a parlare sottovoce. Come aveva fatto Naruto a vivere lì per tanti anni, senza nessuno?
Aprì una nuova scatoletta al gatto e riempì la ciotola, posandola a terra. Accucciata, poi, lo accarezzò distrattamente mentre mangiava.
Il suo pelo le ricordava tanto Naruto... così come i suoi occhi, e il suo modo prepotente di riempirla di attenzioni. Avevano davvero fatto la scelta più azzeccata con il nome, anche pensandoci una vita non avrebbero potuto trovare nulla di meglio.
Si rialzò, sbadigliando, e fece girare lo sguardo al piccolo appartamento che aveva quasi iniziato a considerare suo.
Dopo la confessione avrebbe dovuto andarsene, realizzò, e portare via tutte le sue cose.
Cosa avrebbe fatto a quel punto? Sarebbe tornata dai suoi genitori o avrebbe vissuto con Sasuke? Non lo sapeva... e pensarci era troppo faticoso. Anche perché prima di tutto avrebbe dovuto parlare con Naruto.
E lui non c’era.

Fu un rumore inesistente a svegliarla nel cuore della notte, all’improvviso.
Sakura aprì gli occhi nel buio, il cuore che batteva forte nel petto, e trattenne il fiato.
C’era qualcosa in casa.
Qualcosa che le dava una sensazione strana... inquietante.
Si alzò a sedere, senza far rumore, e tese l’orecchio. Nulla.
Non un suono fuori posto, non un fruscio... solo... il silenzio.
Troppo silenzio.
Dov’era l’altro Naruto?
Tese una mano sul cuscino, sentì l’affossamento tiepido lasciato dal gatto, ma non lui. Allora schioccò la lingua piano, chiamandolo senza accendere la luce. Nessuna risposta, nessun passo felpato che si avvicinava.
«...Naruto?» chiamò con un filo di voce, mentre i suoi occhi si abituavano alla luce della luna che entrava dalla finestra.
«Sakura...» sussurrò una voce, nel silenzio.
Un brivido le corse lungo la schiena.
«Naruto?» ripeté più forte, con il cuore in gola, e gettò indietro le coperte, si alzò in piedi.
Un’ombra guizzò davanti a lei, fermandosi a pochi centimetri di distanza, e spalancando gli occhi Sakura riconobbe Naruto.
«Cosa ti è successo?» alitò, quando vide i capelli scompigliati, i vestiti strappati, le macchie sugli abiti e sul viso.
«Io... non... non...» balbettò lui confuso. «Non lo so, non ricordo...» portò una mano al coprifronte, spaesato, e Sakura sentì un brivido correre lungo la schiena.
«E’ stata... Kyuubi...?» mormorò lei.
«...Credo di sì» gemette lui. «Sakura... aiutami... non so più cosa mi sta succedendo... la sento nella mia testa. Mi parla, mi suggerisce cose orribili... e io... non capisco più quando sono io e quando no. Non capisco più cosa sto facendo!» ansimò, afferrandosi ciocche di capelli con le dita.
Sakura riuscì soltanto a tendere le braccia e a stringerlo forte, come un bambino, una mano sul capo e il braccio attorno alla sua schiena larga.
«Va tutto bene» sussurrò, per tranquillizzarlo e non perché ci credesse davvero.
Come era accaduto qualche ora prima con Sasuke, anche adesso rimase stretta a lui, senza parlare, senza dire o fare nulla. Gli accarezzò la testa, la schiena, il collo. Sentì la stoffa rovinata sotto le dita, quasi... corrosa, o bruciata, e un brivido la scosse di nuovo.
Dopo lunghi minuti di silenzio, lo allontanò dolcemente.
«Eravamo tutti così in ansia...» sussurrò, prendendogli il viso tra le mani. «Non abbiamo avuto tue notizie per tre giorni, sapevamo soltanto che avevi usato il chakra di Kyuubi, al Fulmine... ma tu stai bene?»
«Sì» rispose Naruto, piano. «Questi sono solo graffi, guariscono subito...»
Le vere ferite si erano già curate. Le ustioni, laceranti, brucianti, roventi, gli effetti del chakra di Kyuubi, avevano impiegato quasi un intero giorno per sparire, poi però lo avevano fatto, lasciando soltanto pelle integra e uniforme.
Ma ciò che davvero faceva male, non era all’esterno.
Era dentro di lui.
Era la voce della Volpe, mescolata a quella interiore che sentiva sempre, erano le sue parole, i suoi accenni a Sakura, a Sasuke, a quanto sarebbe stato legittimo farli a pezzi... per dimostrare che non era un idiota... che era forte... per dimostrarlo a tutti, e ovunque.
Voleva farla tacere.
Voleva cancellare i suoni nella sua testa, ma non ci riusciva...
«Sei stato da Tsunade?» gli chiese Sakura. «Vuoi che andiamo insieme?»
Lui non la ascoltava nemmeno.
Chiediglielo. Chiedile cosa ha fatto mentre tu eri via... come ha passato il tempo.
Strinse i denti, chiuse gli occhi.
Ha lasciato Sasuke prima ancora che me ne andassi!” cercò di convincersi. “Sakura mi ama! Ama solo me!”
Se ne sei tanto sicuro, domandaglielo con la tua bocca” propose Kyuubi, con voce di una dolcezza e una tentazione disarmanti.
«Naruto?» lo chiamò Sakura, preoccupata, e gli posò una mano sul viso, costringendolo a sollevare gli occhi su di lei. «Va... Va tutto bene?»
...Era strano.
La sensazione che l’aveva svegliata continuava a permanere, anche se Naruto era lì, con la sua presenza rassicurante. Era come se... nell’aria ci fosse qualcosa.
Le venne in mente un dettaglio stupido.
«Dov’è l’altro Naruto?» sfuggì alle sue labbra.
«Non lo so» rispose il Naruto originale, senza capire. «Quando sono entrato non l’ho visto»
«Quando mi sono svegliata non c’era»
«Sarà sotto il divano»
«...Mh... Forse...» mormorò lei.
Ma, per qualche strana ragione, restava inquieta.
Si costrinse a pensare ad altro, scuotendo la testa.
«Dobbiamo andare da Tsunade» disse, cercando di prendere in mano la situazione. «Devi spiegarle cosa è successo, rassicurarla... era davvero preoccupata, e anche il maestro Jiraya, il maestro Kakashi...»
«E Sasuke?» si scoprì a dire Naruto, senza che fosse sua intenzione.
Scese un silenzio pesante.
«...Anche... anche lui, certo...» sussurrò Sakura, e il suo cuore minacciò di sfondare la cassa toracica.
Nella penombra, alla luce incerta della luna, scorse l’espressione di Naruto... ed ebbe un fremito.
Quando l’aveva visto comparire all’improvviso, ferito, confuso, smarrito... aveva deciso che per quella sera non gli avrebbe detto di Sasuke. Lo aveva visto troppo provato, e non aveva voluto infierire...
...Ma ora...
...Tutt’a un tratto...
...Nei suoi occhi lesse che lui sapeva già.
La voce le morì in gola.
Incapace di staccare gli occhi dai suoi, rimase rigida, a un passo dal letto e a pochi centimetri da lui.
Come lo sapeva?
Perché?
Aveva commesso un errore? Si era tradita? Da quando Naruto sospettava?
«Sakura...» mormorò lui, con voce roca. «Tu mi ami, vero?»
Silenzio.
Sì che lo amava.
Ma, fu costretta ad ammettere, non come prima.
Non più.
Da quando era tornato Sasuke, qualcosa era scattato dentro di lei, una molla che credeva di aver sepolto per sempre... Fino a qualche mese prima aveva davvero creduto di provare per Naruto il vero amore, quello profondo, importante, unico... ma... aveva scordato la dodicenne che sospirava per Sasuke. Aveva scordato l’ossessione, il pensiero fisso, sempre diretto a lui, sempre e solo per lui.
Poi, improvvisamente, l’aveva riscoperto.
Fuochi d’artificio. Ecco di cosa si trattava.
Mentre ciò che provava per Naruto era... come una coperta. Calda, rassicurante, avvolgente... ma soltanto una coperta. Niente batticuore, niente fremito al solo pensiero; un’infinita quantità di affetto... ma non palpiti veri e propri.
«Mi ami?» insisté Naruto, e la patina di certezza della domanda precedente si dissolse.
«Io...» mormorò Sakura, senza sapere da dove iniziare.
Quello non era il momento.
Ne era certa.
Non poteva essere l’attimo giusto, non poteva... ma lui... lui sapeva. Lui la guardava, e le diceva che mentire sarebbe stato soltanto peggio. Lui la guardava, e lei capiva che ogni secondo di esitazione era una pugnalata nel suo petto.
Naruto la fissò, inchiodandola con lo sguardo.
Una parte di lui avrebbe voluto gridare, urlare che non importava anche se lo aveva tradito, che era disposto a perdonarla se lei avesse continuato ad amarlo... ma l’altra... l’altra gli diceva che lei non lo amava più. Che lei era di Sasuke, completamente di Sasuke.
Lasciala perdere.
O uccidila”
Nella confusione che regnava tra i suoi pensieri, Naruto perse di vista la differenza tra sé e la voce.
Come era accaduto nel Paese del Fulmine, le due coscienze si trovarono a coesistere, amalgamandosi in maniera irregolare. Opinioni, decisioni, incitamenti si mescolarono, sovrapponendosi, contraddicendosi, sussurrando e strepitando, mandando al diavolo ogni sua capacità logica o razionale.
Al villaggio della Nuvola ciò si era tradotto in tre giorni di confusione completa, di zigzag irregolare tra il Fulmine e il Fuoco, diretto verso casa e nella direzione opposta allo stesso tempo. Si era tradotto nella perdita dei documenti che era andato a recuperare, caduti chissà dove, e nel silenzio completo e nella vita randagia.
Ora, si trasformò in qualcosa di peggio.
Le sue mani si serrarono attorno alle spalle di Sakura, e la spinse sul letto, sordo alla sua voce, sordo alle sue parole.
«Naruto!» gridò lei, cercando di liberarsi del suo peso, ma scoprì che la stretta era al di là delle sue possibilità.
Naruto le chiuse la bocca con la sua, e lei lo morse, spinta dalla paura e dall’orrore. Lui si fece indietro, ma solo per un breve istante.
«Tu mi ami» ringhiò, con voce roca e gorgogliante. «Tu mi ami! Dimmelo!»
«Basta Naruto, smettila!» replicò lei, affondando le unghie nelle sue braccia. «Per favore... per favore!»
Non la ascoltò.
La sua vista era annebbiata, i suoi sensi confusi.
Voleva che Sakura lo amasse, e voleva che fosse solo sua, voleva che dimenticasse Sasuke, e voleva farle del male, per punirla.
...Ma cosa sto facendo?” si chiese in un angolo della sua mente.
Se lo domandò, eppure le sue mani si muovevano sul corpo di lei bruscamente, graffiandola, stringendola con troppa forza. I suoi denti affondavano nella spalla, neanche tanto leggeri, e le sue orecchie non sentivano le suppliche, le lacrime, i calci deboli e disperati.
Poi, una parola, un appello disperato, lo colpì in profondità, oltre il velo della confusione.
«Sasuke!»
Naruto si fermò bruscamente, sollevandosi sulle braccia.
La nebbia nella sua testa era scomparsa tutto a un tratto, lasciando un vuoto e un silenzio assoluti. Il viso di Sakura, rigato di lacrime, si impresse a fuoco sulla sua retina.
«Smettila...» singhiozzò lei, coprendosi il viso con le braccia. «Per favore... ti prego...»
I muscoli di Naruto presero a tremare.
«S-Scusa...» balbettò, rendendosi conto dell’enormità di ciò che aveva quasi fatto. «Non... non è... Io non...» tentò di dire, senza riuscire a formulare un solo pensiero coerente.
«Io amo Sasuke» sussurrò Sakura, nascosta dietro le mani. «Non ho mai smesso di amarlo, anche se non lo sapevo... Ti ho tradito, Naruto. Scusa, scusa, scusa... scusa»
La confessione improvvisa lo stordì.
Lui lo sapeva, l’aveva saputo dal primo istante... ma sentirlo dalle sue labbra fu più terribile di ogni incubo.
Smise di tremare.
Per un attimo, solo per un attimo, si chiese perché fosse lei a chiedere scusa, con quello che lui stava per farle.
Poi, la rabbia e il dolore presero il sopravvento.
Strinse i pugni, sentì le unghie che si conficcavano nei palmi, e provò soltanto il desiderio di distruggere qualcosa.
Perché aveva scelto Sasuke?
Perché non lo aveva mai dimenticato.
«...Lo sapevo» disse roco. «Lo sapevo che non hai mai smesso di amarlo...»
Sakura non negò, non smentì. Nascosta dietro le mani, singhiozzò piano e attese che il suo cuore rallentasse il ritmo. I punti in cui Naruto l’aveva morsa o stretta con troppa forza pulsavano debolmente, lontani.
Lui rotolò di lato, e scese dal letto.
In piedi, si passò le mani tra i capelli, senza sapere cosa fare, cosa dire. La sua mente era in subbuglio, il cuore batteva impazzito nel petto, e le sue mani si aprivano e si chiudevano in continuazione, così come i muscoli guizzavano sotto la pelle.
La sentì calmarsi, dopo chissà quanto, e la sentì scostare le lenzuola e alzarsi. La sentì piangere ancora, sommessamente, e sentì il fruscio degli abiti e il rumore della lampo che veniva richiusa.
«...Credo che sia meglio che me ne vada» sussurrò con voce incrinata. «Naruto... mi dispiace. Davvero»
Lui non si mosse.
Immobile, faccia alla parete, rimase rigido come la pietra.
Sakura chinò la testa, e desisté. Senza aggiungere altro, se ne andò.
Naruto rimase nella stessa identica posizione per pochi minuti... poi sferrò un pugno al muro, aprendo una ragnatela di crepe nell’intonaco.
Sapevo che non hai mai smesso di amarlo... Ma volevo comunque illudermi di poter avere sia te che Sasuke. Sakura... io ti ho dato tutto ciò che sono... Avevo sperato con tutto me stesso che fosse abbastanza...
Per te sono più di un amico, non un fratello, diverso da un amante... io sono... io.
Ma la persona che tu ami...
...quella, no.
Non sono io
Tremando, ritrasse la mano.
Dentro di sé, sentiva un tintinnio leggero, come il rumore di qualcosa che scorre via, inafferrabile, scintillante... strappandogli luce e calore.
Tutto ciò che credevo sicuro, si è sgretolato tra le mie mani...
Pensavo di essere stato odiato perché sconosciuto...
...e invece l’unico a non sapere chi fossi ero io.
Credevo di avere Sakura al mio fianco, di poter contare su di lei...
...ma non c’è mai stata davvero.
Ero sicuro che con Sasuke di nuovo a Konoha le cose sarebbero tornate come prima che tradisse.
Mi illudevo e basta.
Ma allora...
...se tutto ciò che davo per certo si è sgretolato...
...Chi sono io?
Naruto o Kyuubi?

E fu in quel momento, quando la disperazione lo assalì, inesorabile, incontrastabile, che Kyuubi, sentendosi tirata in causa, sferrò l’attacco finale.

Immobili nell’angolo più scuro della stanza, gli occhi azzurri del gatto brillavano nel buio...










Nel prossimo capitolo:

«Sakura...?» chiamò Ino, agitata suo malgrado. «Cos’hai trovato?»
Ma lei non la ascoltava.
Piano, spaventata, desiderando con tutta sé stessa di sbagliarsi, alzò lo sguardo fino alla finestra...
...aperta.
Dava ad est, verso un cielo color grigio piombo.
E fu allora che vide l’esplosione.
Nella zona dell’ospedale.












*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Purtroppo, ho un discorso serio da farvi.
Sono in pieno blocco dello scrittore.
E quando sono in blocco dello scrittore, sono in crisi.
Il che mi riporta al blocco, alimentando un circolo vizioso infinito.
Ho scritto tutto il capitolo 54 tra ieri sera e questa mattina perché non avevo nulla da mettervi nella preview,
e ho la terribile impressione che non sia venuto come volevo.
Ora, capite bene quanto sia importante questa parte.
E' per questo che devo rallentare un pochettino il ritmo, e aggiornare ogni tre giorni anziché due.
Mi dispiace, non era davvero previsto...
(tra l'altro, nel prossimo capitolo ci scappano le due bastardate più grandi fino ad ora)
Prossimo titolo: egoista.

Tanto per tenervi al corrente...
E' online l'ultimo capitolo di Redenzione.

kimi: come posso odiare Sasuke? Boh, ormai non lo so più... (il che la dice lunga sulla mia crisi) Tutta colpa di una certa foto, di un certo Kishi che mi fa deviare da un fratello all'altro, e di un certo capitolo 54... uff. Voglio di nuovo i miei punti saldi! ç_ç Voglio odiare Sasuke e vedere Naruto con una certa persona, e poi voglio pure scrivere cinque ore al giorno! Odio l'apatia! Comunque... Naruto si è decisamente fatto rispettare, in questo capitolo. U_U Non so se odierete me, lui, Sakura o Sasuke per questo, ma le cose vanno così. Punto. Per quanto riguarda il tuo compleanno, fino a ieri non sapevo se Sinners sarebbe stato ancora in corso all'inizio di marzo, ma ora, con il rallentamento, potrebbe esserlo... quindi te lo dico da subito: per quel giorno chiedimi quello che vuoi, cercherò di esaudire il tuo desiderio! (con "quello che vuoi" intendo una domanda sulla fic, o anche particolari richieste in termini di pairing; sono masochista, ma anche disposta a scrivere qualcosa - sperando che per allora l'emergenza blocco sia rientrata. Ovviamente, se e solo se vuoi! E solo cose ottenibili via web! XD)
Rhymes: uhm... ho la vaga impressione che i prossimi capitoli ti piaceranno parecchio...
Ino_Chan: mi sa che devo procurarmi il testo di quella canzone, allora, perché al momento non ce l'ho in mente! XD Cioè, l'ho sentita, mi piace pure, ma ora non mi ricordo le parole! Grazie per avermi fatto passare la svista, di nuovo!
roby chan: i Namikaze sono fighi, forti e pericolosi. *_* (mio parere personale, ovviamente) E una mia amica aveva già ipotizzato un eventuale KonoHana, ma per quel che mi riguarda voglio troppo bene al povero Konohamaru per metterlo nelle mani di quella piccola arpia! XD
lale16: il tuo compleanno purtroppo è già passato, altrimenti avrei fatto anche a te la proposta che ho fatto a kimi! Mi spiace che il tuo pc sia KO, spero che le cose si sistemino in fretta! In tanto continua pure a fregare la sorella, è sempre buona norma! U_U Direi che le "gonfie vele" dello scorso capitolo sono state ammainate di brutto qui, eh...
Jenna Uchiha: alti e bassi sì, con Sasuke. Leggiti la risposta che ho dato a Kimi per sapere in quale cavolo di pasticcio mi sono infilata con lui... Sai lo odi, dunque? Oh beh, io non ti dico nulla... continua a guardare l'anime, però, continua...
kaho_chan: mi dicevi che in questo capitolo prevedevi che Naruto avrebbe trattato male Sakura... beh, direi che lo ha fatto eccome. Ma, in un certo senso, nel prossimo la tratterà peggio... indirettamente, diciamo. Kyuubi è Kyuubi, non c'è neanche da aprire bocca su di lei. Mi ci sbizzarrirò al massimo, e darò sfogo al mio lato più sadico e bastardo ... a costo di farmi odiare da tutti voi - se già non volete impiccarmi per la triste fine delle vostre aspirazioni di NaruSaku. Sai quando dicevi "la threesome qui la concludiamo solo con la morte di qualcuno"? Ecco. Aspetta il prossimo capitolo e poi ne riparliamo...
.. DuniettaS ...: Kyuubi farà la falcata nel prossimo capitolo... tutto sta a vedere se Naruto cede o resiste. Tra l'altro Hinata non si è vista neanche di striscio, hai notato? Naruto è tornato da solo, non si sa come... (ma lo spiegherò poi, tranquilla) Grazie mille per i complimenti sul finale dello scorso capitolo, ogni tanto tiro fuori di queste cosucce un po' strane! XD
Hipatya: ehm... le tue speranze sono... sono molto... ehm... problematiche, per me. -.-'' Capirai questa mia affermazione con il proseguire della fic, per ora accontentati di queste parole! Kakashi fa un certo effetto non solo a te, mi sa, anche se per quel che mi riguarda non è lo sharingan la molla del gradimento ma, probabilmente, la maschera. Di Ino e Sai, saprai cosa ne è stato nel prossimo capitolo, non temere, mentre Sakura, Naruto e Sasuke... uff, li aspettano giorni durissimi... (e aspettano pure me) Spero vivamente di aver finito Sinners ora di luglio! XD Ma potrei avere in ballo qualcosa d'altro, se fossi in te mi ricorderei delle promesse di questa pazza e masochista autrice... (leggi la risposta a kimi per maggiori dettagli)

kage_naru89: qualcuno odia proprio tanto Sakura, eh? Oh beh, sappi che nei prossimi capitoli potresti gongolare un pochettino! U_U E Naruto, mi sa, non smetterò mai di trattarlo male... anche se lo adoro, sigh. Per quanto riguarda il tuo compleanno, leggi quello che ho scritto a kimi! Non è detto che a maggio io non sia ancora nei paraggi, in qualche modo...
arwen5786: la sottoscritta ha precise idee su quello che sarà di Naruto e Sakura nel manga, e basa tali supposizioni su ciò che è accaduto fino al capitolo 385... ma, allo stesso tempo, la sottoscritta ha anche certi desideri, che non necessariamente corrispondono alle sue previsioni. La sottoscritta è molto tormentata, e che cavolo. Comunque, almeno qua me la sono gestita in qualche modo, con il magico trio... per ora. Poi, il prossimo capitolo potrebbe mettere in discussione ogni cosa. Perfino il "trio" stesso. Hai presente il tuo "sogno proibito"...? Ecco... se fossi in te non smetterei di sognare. Dico sul serio. (e quand'è il tuo compleanno, miss? ^^)
sonja: i tuoi desideri potrebbero essere soddisfatti. U_U Sono una donna dai mille colpi di scena, io! Per il compleanno l'11 febbraio, leggi la risposta che ho dato a kimi e segui le istruzioni! XD Io sono qui, se vuoi!
Hila92: 2 maggio, segnato! Non è detto che per allora io non sia ancora in circolazione... Comunque, le tue speranze si sono miseramente schiantate al suolo con questo capitolo. Addio Narusaku, e chissaà cosa sono in grado di infilare nel prossimo... D'altronde, c'è sempre un desiderio di tanti lettori che potrebbe trovare realizzazione... (tra i "tanti", includo anche me stessa. Sebbene di recente mi senta molto... uhm... oscillante)
0000: wow. Idee chiare direi. Mi sa che mi conviene prendere il primo volo per l'Alaska (o per un'altra destinazione a caso, che è meglio che non ti dico così non mi uccidi per quello che è successo in questo capitolo!)
gohan4ever: wow, tutta d'un fiato?? Incredibile, avrai avuto due occhi come due bocce da pesci rossi, alla fine! XD comunque mi fa piacere che ti piaccia la storia, e il tuo odio per Sasuke è largamente condiviso! XD Benvenuta anche qui!
Talpina Pensierosa: ti ordino categoricamente di leggere quella fanfic, non si discute! *_* (cioè, ovviamente scherzo... però te la consiglio davvero tantissimissimissimo! Fino all'ultimo capitolo!)
Mala_Mela: (mi rifiuto di mettere tutto il nick assurdo con cui ti sei firmata!) Naruto è figo a prescindere dalla sua odiosa madre (non tu, ma proprio Kushina, e lo sai... è uscita al momento sbagliatissimo!), anche se personalmente lo preferisco quando è controllato da Kyuubi. U_U (ovviamente parlo in un momento di follia. Io amo Naruto a prescindere, punto) Se vuoi Sakura e Sasuke morti, aspetta di leggere il prossimo capitolo (puf...! Come se potessero esserci sorprese per te! -.-), se vuoi tentare di lanciare kunai e ucciderli da sola, fai pure Kuro. Occhio a non beccarti i piedi, però.
Julia83: cosa farai quando sarà finita la fanfic? Oh, lo scoprirai presto, non temere... avrai subito di che consolarti. Comunque, la tua cronica indecisione è soltanto fonte di godimento, per me (sono sadica e bastarda, lo so) L'ipotesi threesome è difficilmente attuabile, visto che sakura ha una netta predilezione per uno dei due (e visto che in questo capitolo ha rotto con l'altro), e soprattutto... considerato quello che succederà nel prossimo. Ora, prima che tu e tutti gli altri mi linciate per tutte le velatissime allusioni che sto lanciando, mi eclisserò in uno sbuffo di fumo... adios!
Killkenny: ...e mi sa che vedi male, allora... stranamente male, oserei dire...
tonyesp: tu e il NaruHina mi state facendo 'na capa tanta! @_@ Basta! Sai quali sono i miei piani, smettila! Consolati con Naruto, in questo capitolo e nel prossimo. Un po' di sangue fa sempre bene allo spirito. U_U
harryherm: sei stata esaudita: in questo capitolo le indecisioni sono andate al diavolo, ed è stato detto tutto ciò che doveva essere detto. In compenso, Naruto è tornato sia integro che pieno di istinti omimcidi, quindi dovresti essere abbastanza felice! Uhuhuh... la rivalità con Minato... next chapter, my dear.
sammy1987: non perdere le speranze per il 4 maggio! Solo, ho notato che un sacco di gente compie gli anni all'inizio di quel mese, diavolo! Leggi ciò che ho detto a kimi e capirai perché la cosa mi preoccupa... Coooomunque, sorprendendo tutti Naruto è tornato a Konoha da solo, e la situazione sembra essere irrimediabilmente precipitata... tuttavia se pensavi che i colpi di scena fossero finiti qui, dovrai ricrederti: nel prossimo, ne avrai già un altro! U_U
maninja87: ah, esami... che orribile, orribile parola... anche se devo ammettere che quando sono sotto con lo studio mi sento più ispirata! XD Comunque, grazie per aver lasciato un commento, anche se dopo 52 capitoli! Meglio tardi che mai, verrebbe da dire! (in realtà ti ringrazio profondamente!) Sono contenta che la storia, lo stile, le descrizioni e i pensieri ti piacciano! mi sento molto lontana dalla perfezione (sapessi tutte le cose che ho in testa e non riesco a rendere come vorrei...), ma mi impegno ogni volta per dare il meglio di me! Spero di riuscire ad essere sempre la stessa, e di non deludervi mai! Al di là di quello che succederà nella trama, voglio almeno che il mio modo di scrivere sia sempre soddisfacente! Se avrai tempo di lasciare una piccola recensione, più in là, leggerò e risponderò volentieri! ^^
vegani: uhuhuh... e chi ha mai detto che Sakura sarebbe corsa dietro a Naruto? A dire il vero è andata dritta dritta da Sasuke... sorry, non credo che le cose siano andate come speravi! XD Ma nel prossimo capitolo potrei ribaltare tutto...
_Eleuthera_: *_* mi stanno sbrilluccicando gli occhi! Dico davvero, il tuo commento mi ha fatta sciogliere! Mantenere IC i personaggi è la cosa in assoluto più difficile di tutte (anche perché Kishi mi cambia le carte in tavola ogni settimana... -.-*), e tu mi dici che ci riesco! Wow! Non è la prima volta che lo sento, ma leggerlo ora, che mi sto spingendo in territori cosiddetti "inesplorati", mi leva un bel po' d'ansia! L'aggiornamento rallenterà leggermente proprio ora, purtroppo, ma comunque resterà su binari di tre giorni in tre giorni! Almeno finché non avrò un weekend di ispirazione pura e butterò giù quattro capitoli in una volta! XD Grazie ancora per aver lasciato una traccia, se vorrai scrivermi di nuovo sarò qui, felicissima di risponderti! ^.^
Reina: certo che mi ricordo che Naruto risente del troppo chakra. Così come mi ricordo che non ho detto esattamente per quanto resta sotto l'influsso completo di Kyuubi... uhuhuh... e comunque è già tornato, vivo e vegeto! U_U Solo che... non si sa bene cosa combino nel prossimo capitolo... dici che rischia di lasciarci le penne prima di Sasuke. Oh, ma davvero...? (e Hanabi, per ora, lasciamola fuori! XD Satana non riuscirei proprio a gestirlo in questo momento!)
trinity87: vuoi sapere chi è l'altra voce dentro Naruto? Bene. Ufficialmente è quella parte che c'è in tutti gli uomini e che cerchiamo di nascondere... quel lato che ci dice come stanno le cose, e che non ascoltiamo quando vogliamo illuderci. Ufficialmente. Poi, ufficiosamente... Per ora Kyuubi non ha fatto grandi danni, direi. Ma nel prossimo capitolo, ci sarà un patatrac grosso così!
Maobh: wow, un apprezzamento per Sai! A me piace tantissimo muoverlo, non so perché! XD Quando me lo trovo per le mani, sono feliiiiice! XD Continua la lettura, prima o poi riusciremo a trovarci sullo stesso capitolo! XD

Aya

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Capitolo 54
*** Egoista ***


Naruto-54

Capitolo cinquantaquattresimo

Egoista





Nella foresta attorno a Konoha il silenzio era un avvenimento insolito.
Fruscii, squittii, crepitii, lo stesso rumore impercettibile della terra e degli insetti permeavano l’aria in ogni istante, sin dall’alba dei tempi.
Ma, quella notte, la foresta tratteneva il respiro.
Quella notte, sapeva che il predatore più pericoloso era tornato.
Strisciante, impercettibile e letale, di nuovo posava il piede sul terriccio umido, diffondeva il suo non-odore, l’alito impercettibile e inesistente che per assurdo ne faceva percepire la presenza...
...E, mentre la luna calava lenta dietro la parete degli Hokage, gettando un’ombra scura sul villaggio, lui sorrideva.
In attesa.




Ho provato ad avvisarti
Sta’ zitta!
Naruto, seduto sul letto con la testa tra le mani, ansimava.
Era confuso, stordito, furioso e disperato. E poi, voleva uccidere. Ma sapeva che era la Volpe a suggerirglielo, che non era davvero ciò che desiderava... che... che non avrebbe mai potuto... a lui non piaceva uccidere, già dal suo incontro con Haku...
Non è una colpa” sussurrò Kyuubi, al suo orecchio. “E’ legittimo, lo sai. Sakura ti ha tradito. Sasuke ti ha tradito. Sapevano tutti e due quello che facevano, eppure lo hanno fatto. Hai il pieno diritto di ucciderli. Anzi, ne hai quasi il dovere... per salvare il tuo onore, almeno. O tutti continueranno a considerarti un ragazzino ingenuo e sprovveduto... ora, anche idiota
«Stai zitta!» gridò Naruto, scattando in piedi. «Io non voglio ucciderli! Io non... io... io...! Io...! Maledizione!»
Nel suo angolo, il gatto stava ancora immobile, i muscoli tesi.
«Non voglio ucciderli!» urlò ancora Naruto, percorrendo la stanza a grandi passi e tormentandosi i capelli. «Ma non so cosa fare! Non lo so!»
Sei troppo teso... hai bisogno di scaricare la tensione, o impazzirai. Avanti, lo senti, te ne rendi conto anche tu...” dolce, Kyuubi fece le fusa nel suo stomaco. “Lascia fare a me. Già una volta sono intervenuta quando eri stressato... e allora ha funzionato...
Lungo la schiena di Naruto corse un brivido.
Già una volta...?
Come d’incanto, le macchie di fango e d’erba che si era ritrovato addosso giorni prima gli tornarono alla mente, quasi... inviate, quasi un messaggio preciso.
E, a seguire, il sangue rappreso sulle sue mani.
Sì, ero io” sorrise Kyuubi nel profondo. “Sempre io. Avevi bisogno di... movimento, diciamo. Ma non crucciarti troppo: non hai ucciso nessuno... era soltanto un gatto
Il cuore di Naruto minacciò di sfondare la cassa toracica.
«Tu... fino a dove...?» alitò a voce alta, gli occhi sbarrati nel buio.
Fino a dove mi sono spinta?” completò la Volpe per lui. “Oh, molto, molto in là... senza rendertene conto, ragazzino, hai ascoltato le mie parole più di quanto tu creda...
Mi hai dato retta più di quanto tu possa immaginare.
Naruto spalancò la bocca.
La Voce.
Kyuubi.
Era... Allora era sempre stata lei? La stessa creatura? La stessa fonte?
No... no, non poteva essere... erano due tonalità differenti!
Ah sì?
Ne sei sicuro?”
«E’ inutile che le mescoli ora! Non è vero! Quella Voce era me! Era soltanto me!» gridò Naruto, furioso ma anche... spaventato.
Oh, certo che sono te... rise la Voce, canzonatoria, e nelle note finali gorgogliarono, basse, le fusa di un grosso felino.
Ormai si può dire quasi così” aggiunse la Volpe, nello stesso tono. “Hai seguito i miei consigli così tante volte, che hai quasi iniziato a pensare con me... La verità è che non ti dispiace, ragazzino...
«No! Non è vero!»
...che in fondo condividi molti dei miei punti di vista...
«NO!»
...che solo io posso comprenderti davvero... e solo tu sai davvero chi sono
Naruto ansimò, e questa volta non riuscì a ribattere.
Le persone che ti circondano parlano, parlano... Credono di sapere tutto di te, di me, del nostro legame... ma la verità è che non sanno nulla, e non potranno mai capire. Io e te siamo speciali, Naruto. Siamo uniti, siamo forti. Insieme, siamo più forti di chiunque di loro. Dalla Foglia abbiamo avuto solo disprezzo e odio... perché perdere ancora tempo a difendere questi ingrati?
«Io... I-io sono un ninja di Konoha...» balbettò Naruto, sentendo le lacrime che premevano per uscire. «Io amo il mio villaggio...»
Ma lui non ama te. Smettila di illuderti
Naruto scosse la testa, barcollando, e dovette appoggiare una mano al muro.
Il terzo Hokage, e poi il quinto, balzarono alla sua mente e ne furono subito cancellati. Il vecchio Sarutobi, nonna Tsunade... esempi luminosi, persone importanti, che avevano sempre nutrito fiducia in lui... che proteggevano tutti quanti... che erano il suo modello...
...E all’improvviso, il volto di Namikaze Minato.
Di suo padre.
Così nobile, e fiero, e bello... e freddo.
Scolpito nella pietra. Lontano. Irraggiungibile.
Ti piace illuderti che sia morto per proteggerti” disse Kyuubi, seguendo il filo dei suoi pensieri. “Ma è falso. Io c’ero, io ricordo. Quell’uomo non è morto per te solo, ma è morto per tutti quanti... non ti ha mai considerato speciale, nemmeno in quel momento. Come Hokage, ha sempre finito per mettere al primo posto gli altri. Lui, che avrebbe dovuto amarti più di chiunque... Se tuo padre non è stato in grado di prestarti l’attenzione che meritavi, perché qualcuno di meno legato a te dovrebbe disturbarsi a farlo? Perché dovresti avere ancora fiducia negli uomini?
«Smettila...» gemette Naruto, premendo la fronte contro la parete. «Mio padre è un eroe... l’Hokage... anche io voglio...»
Tu vuoi essere riconosciuto. Non è necessario diventare Hokage per questo
Naruto soffocò un singhiozzo, ansante.
«Smettila, smettila...» sussurrò, sordo alle sue stesse parole, con un unico rombo uniforme nelle orecchie. «Io voglio proteggere tutti...»
Tutti chi?” sibilò Kyuubi rabbiosa. “Il tuo maestro e gli amici, che non hanno saputo vedere che stavi male? O addirittura la donna che ami e il rifiuto umano che consideri un fratello, che ti hanno piantato un pugnale nel petto? Vuoi proteggerli, eh Naruto? Vuoi davvero proteggerli?
No che non vuoi.
«Smettila di confondermi!» ruggì Naruto, esasperato. «Tu vuoi farmi impazzire per avere il mio corpo!»
Ora come ora, io potrei liberarmi di te e andarmene seduta stante” gli fece notare la Volpe, gelida. “Non è indispensabile la tua collaborazione, sei tanto destabilizzato che potrei liberarmi da sola e lasciarti a morire sul pavimento. Ma voglio farti aprire gli occhi, ragazzino” il suo tono si ammorbidì notevolmente. “In fondo... sono l’unica che ti comprenda davvero. Non scordarlo
Naruto sentì il suo cuore rallentare, come se qualcuno lo avesse accarezzato gentilmente.
Tremando, fece un passo indietro.
La Volpe era malvagia.
Era l’unico ‘regalo’ di Yondaime.
Non era la sua migliore amica.
Era l’unica che lo comprendesse.
Lui non era solo.
Lo era sempre stato.
Guidati dolcemente, i suoi pensieri presero una piega dolorosa.
Tutti coloro che più aveva amato, in un modo o nell’altro, lo avevano tradito... Suo padre, Sakura, Sasuke... alla fine nessuno aveva mai fatto qualcosa per lui, per lui soltanto.
A Yondaime, lui aveva dato ammirazione e stima...
...Ma non era mai stato davvero importante ai suoi occhi.
A Sasuke, aveva dato cinque anni della sua vita e dei suoi pensieri.
...Ma non aveva mai ricevuto altro che indifferenza, e poi odio.
A Sakura... aveva dato la sua anima.
E lei l’aveva fatta a pezzi.
Il mondo era egoista.
Il mondo non meritava altro che egoismo, in cambio.
Insistere ad amarli non è grandezza di spirito” disse Kyuubi, tentatrice. “E’ soltanto paura di recidere ciò che vi lega
Naruto respirò piano.
Aveva le mani gelide.
Ma dentro, all’altezza dello stomaco... sentiva un piacevole tepore.
Perché soffrire tanto? Perché tormentarsi, perché decidere cosa fare?” chiese la Volpe. “Lascia che me ne occupi io...
Naruto sentì i suoi tentacoli avanzare, formicolando, lungo le vene.
Erano caldi.
Erano... delicati.
...Lasciati avvolgere dalle mie tenebre... Sono più piacevoli di quanto tu creda...
Kyuubi non gli aveva mai detto di volergli bene. Anzi, Naruto sapeva che lo odiava.
Ma, proprio per questo, non temeva ipocrisie da lei.
Lo sapeva. Lo sentiva.
Anche ora che si mostrava dalla sua parte, la Volpe stava solo cercando di ottenere qualcosa...
«Il mondo è egoista...» sussurrò, ad occhi asciutti, ma con le guance ancora rigate di lacrime.
...però... se pure era così...
...anche lui aveva un desiderio.
Un desiderio di puro egoismo.
Tremando sollevò una mano, lentamente, e la portò alla fronte.
Sotto le dita, sentì l’incisione della Foglia nel metallo del coprifronte.
La Foglia, simbolo di Konoha. Simbolo di tutto ciò in cui credeva.
La coprì, stringendo la placca fredda tra le dita, e serrò i denti.
Ciò che hai davvero imparato da loro è soltanto egoismo. Adesso basta” sussurrò Kyuubi.
Con un gesto secco, Naruto sfilò il coprifronte dalla testa, e... si sentì...
...perso.
Ma durò solo un istante.
L’attimo successivo, un ghigno balenò nel buio della sua coscienza... e poi il rosso rovente delle fiamme; catene brucianti si serrarono attorno ai suoi polsi, alle caviglie, al collo, e lo trascinarono giù, giù, giù... nella tenebra più fitta. Nella tiepida e morbida tenebra... in cui ogni pensiero si perdeva.
Il corpo di Naruto si fece più caldo.
Le sue labbra si stirarono in un sorriso.
La sua mano strinse il coprifronte tra le dita.
I capelli biondi, non più trattenuti, caddero su occhi rossi... rossi come il sangue.
«Ora, lascia che ci pensi io...» sussurrò Kyuubi attraverso la sua voce, vibrando d’eccitazione. E scoppiò in una risata fragorosa, piena di soddisfazione. «Ti concedo un favore, Naruto... Uno soltanto. Ma lo faccio giusto perché coincide con i miei scopi»
Con un gesto distratto, incurante, gettò il coprifronte sulle lenzuola sfatte.
Fu allora che sentì un fruscio. Come una coda che spazza l’aria.
Abbassò gli occhi bruscamente, e nel buio intravide la sagoma del gatto.
Ghignò.
«Cosa abbiamo qui...?» chiese, falsamente dolce, e lo raggiunse. Si accucciò davanti all’animale, sotto il suo sguardo cauto. Il sorriso si ampliò. «...Sei per caso parente di quello che ho ammazzato l’altra volta...?»



Ultimamente Ino soffriva d’insonnia.
Da un paio di notti, per la precisione.
Da quando rientrava verso le quattro del mattino, sgattaiolando dalla finestra, dopo essere stata da Sai.
Sdraiata nel buio della sua stanza, a fissare un soffitto invisibile, sorrideva ebete alle immagini che scorrevano nella sua memoria.
Dopotutto non aveva vinto né perso. Aveva ceduto esattamente allo scoccare dei sette giorni, così che né lei né Sai avevano potuto accampare diritti su qualsivoglia premio. Non lo aveva fatto apposta, ma lui forse si era particolarmente impegnato per non farle superare il limite concordato.
...E come avrebbe potuto resistergli, quella sera? Scema lei, che, arrogante, aveva pensato di essere al sicuro, a un passo dalla vittoria...
Era andata a casa sua. Primo errore.
Aveva riso della cena che le aveva preparato, convinta che non avrebbe avuto alcun effetto. Secondo errore.
Gli aveva permesso di baciarla. Terzo errore.
Non aveva ricordato che metà dei piatti nel suo stomaco erano notoriamente afrodisiaci. Errore fatale.
Poi... l’esperienza di Sai, i sussurri ben mirati, le mani delicate ma onnipresenti, e la sua bocca, il suo respiro... avevano fatto il resto. Aveva completamente perso la testa... tanto da ricordare la sua preziosa prima volta soltanto a sprazzi.
Dopo, naturalmente, c’erano state le repliche.
Che lei aveva cercato. Non che Sai si fosse mostrato restio, d’altro canto.
Ino rise piano, da sola, sentendosi discretamente stupida.
Eccola, ci era cascata... esattamente come aveva temuto, stava iniziando a innamorarsi di Sai; pensava a lui troppo spesso, ci perdeva ore e ore di sonno... Rotolò su un fianco, rannicchiandosi nella sua bolla di felicità.
Forse sarebbe riuscita ad ottenere il suo amore. Con un po’ di impegno, con un po’ di spinte giuste... sarebbe riuscita ad accantonare per sempre Shikamaru. In quel momento, si sentiva molto fiduciosa.
Finché non sentì le nocche che bussavano al vetro della finestra.
Si tirò a sedere, e il suo cuore mancò un battito.
Sai?
Per una volta, era disposto a fare una mossa azzardata come...?
Poi udì il singhiozzo sommesso, e la voce di Sakura che mormorava il suo nome.
Tornò bruscamente con i piedi per terra, scivolando giù dal letto e correndo alla finestra. Aprì, trattenendo il fiato, e la vide, in lacrime, nella luce incerta di un lampione.
«Sakura!» sussurrò, tendendole le braccia per scavalcare il davanzale. «Cosa è successo? Vieni dentro!»
«S-Scusa...» balbettò lei, cercando di soffocare i singhiozzi. «Non... Non sapevo dove altro andare... ti ho svegliata... scusa...»
«Non stavo dormendo» la rassicurò Ino, tenendole le mani. «Sakura... santo cielo, cosa ti è successo?»
«Sono un’idiota...» gemette lei, chinando il capo e stringendo i denti. «L’ho tradito, Ino. Sono stata con Sasuke, non una volta, ma molte di più... e poi... poi lui era scomparso... non avevamo sue notizie da giorni... ma questa notte è tornato, e... e... ed era... strano» singhiozzò. «...Non volevo dirglielo ora, sapevo che non era il momento... ma l’ho fatto! Ho dovuto farlo! E adesso è finita, è finita per sempre!»
Ino la abbracciò stretta, sentendola piangere sulla sua spalla.
Sapeva che Sakura non era lì in cerca di perdono o condanna, sapeva che voleva solo sfogarsi... ma, mentre le novità prendevano posto confusamente nella sua testa, si trattenne a stento dal prenderla a sberle.
L’aveva avvisata. Le aveva detto di stare lontana da Sasuke, aveva cercato di farglielo capire in ogni modo...
...Ma Sakura ci era cascata comunque.
Eppure... voleva prenderla a schiaffi, e, nello stesso tempo, voleva anche dirle che andava tutto bene. Che le cose si sarebbero sistemate in qualche modo, che non era colpa sua, che in un certo senso era inevitabile... e che anche lei, Ino, aveva qualche responsabilità.
Sapevo che prima o poi ci sarebbe stata una crisi” si disse, accarezzandole i capelli e sentendo che la sua piccola bolla di felicità era irrimediabilmente scomparsa. “Avrei dovuto starle più vicina... Non mi sono neanche accorta che aveva ceduto, che stupida! Ma dove ho la testa? Cosa diavolo ho fatto in tutto questo tempo? Shikamaru può andare al diavolo, e Sai con lui, se per stare dietro a loro mi dimentico di Sakura”
«Ehi, adesso va tutto bene...» le sussurrò rassicurante. «Non siete più ragazzini, e anche Naruto... se ne farà una ragione, vedrai» la allontanò di pochi centimetri, prendendole il viso tra le mani. «Sakura, tu non potevi fare altro. Lo sai. Sai che non hai mai, mai smesso di pensare a Sasuke... Naruto ti vuole bene, molto più di un ragazzo normale. Non può non capirlo»
Ma Sakura scosse la testa, senza smettere di piangere, e di nuovo si nascose sulla sua spalla.
Ino non sapeva... non aveva visto i suoi occhi... e Naruto... doveva anche vedersela con Kyuubi... era fragile, ora, troppo fragile...
...e il loro capitano, ritrovato agonizzante, vaneggiava qualcosa su un mostro rosso che bruciava come il fuoco, e centinaia di copie che si contorcevano al suolo...”
Spalancò gli occhi, ricordando le parole di Tsunade.
Naruto era fragile... e doveva vedersela con Kyuubi.
Ce l’avrebbe fatta?
Si staccò bruscamente da Ino, impallidendo.
«Dobbiamo tornare indietro!» ansimò, gli occhi improvvisamente asciutti. «Subito!»
«Cosa? Perché?» chiese lei confusa.
«Muoviti!»



L’alba.
Grigia, metallica, colorava l’oriente delle tonalità del metallo. Fredda.
Kyuubi era ferma su un tetto, dritta nella penombra ancora pesante. L’aria era immobile attorno al corpo di Naruto, ma più calda di quella circostante. I suoi occhi, scarlatti, erano fissi su una finestra.
Sorrise, snudando canini più affilati del normale.
«Un unico favore...» sussurrò.



Sakura spalancò la porta dell’appartamento con il fiatone, dopo aver corso a perdifiato dalla casa di Ino fino a lì. La bionda, alle sue spalle, l’aveva seguita senza capire cosa l’agitasse tanto.
«Naruto!» chiamò, accendendo la luce e guardandosi attorno freneticamente. «Naruto!» ripeté, spalancando la porta del bagno. «Naruto!» gridò, nell’appartamento deserto.
Ino rimase impalata a fissarla, confusa.
«Sarà uscito...» tentò di dire, ma l’altra scosse la testa freneticamente.
«Il gatto!» esclamò all’improvviso. «Dov’è?»
Si chinò sotto il letto, sotto il divano, dietro la libreria; lo cercò in ogni mobile o credenza, dietro le tende e nel bagno, e alla fine addirittura tra le lenzuola.
Fu allora che trovò il coprifronte.
Quando le sue dita sfiorarono il metallo freddo della placchetta, ebbe un brivido, e si irrigidì.
Lo prese, lentamente, e lo guardò scioccata.
Sapeva quanto Naruto tenesse a quel coprifronte.
Sapeva che conosceva esattamente ogni graffio, ogni irregolarità... che lo lucidava ogni sera, che lo venerava, quasi.
Che rappresentava il suo credo.
Le cadde l’occhio su una piega delle lenzuola.
Macchie di sangue, poche gocce...
...E dov’era il gatto...?
«Sakura...?» chiamò Ino, agitata suo malgrado. «Cos’hai trovato?»
Ma lei non la ascoltava.
Piano, spaventata, desiderando con tutta sé stessa di sbagliarsi, alzò lo sguardo fino alla finestra...
...aperta.
Dava ad est, verso un cielo color grigio piombo.
E fu allora che vide l’esplosione.
Nella zona dell’ospedale.



Sasuke dormiva di un sonno inquieto, verso l’alba. A quell’ora, generalmente, i suoi sogni diventavano confusi, spaventosi... e di solito lo facevano svegliare in un bagno di sudore.
Ma quella volta non aprì gli occhi da solo.
A svegliarlo fu lo scroscio della finestra che andava in frantumi.
Prima ancora che i vetri toccassero terra, lui era fuori dal letto, in piedi, in posizione di difesa. I tubicini della flebo staccati a forza guizzarono impazziti, per poi fermarsi ondeggiando a qualche centimetro del pavimento.
Sasuke corrugò la fronte, guardando chi aveva appena fatto irruzione nella sua stanza... la felpa arancione, i capelli dorati, gli occhi... non azzurri.
«...Kyuubi»
La Volpe ghignò, con la bocca di Naruto. «Ci si rivede... non che sia un vero e proprio piacere, si intende»
«Allora Naruto ha ceduto?» chiese lui, piano.
«Non esattamente» ridacchiò Kyuubi. «Ha soltanto aperto gli occhi»
L’Uchiha non ribatté, ma si accigliò un po’ di più.
«E ora tu sei qui per...?» domandò cauto.
La Volpe gli sorrise. Gelida.
«Secondo te cosa può avergli aperto gli occhi?» gorgogliò.
La risposta balzò alla mente di Sasuke, immediata.
E così aveva saputo.
«Dov’è Sakura?» chiese tagliente.
«Non saprei, tu che ne dici?»
Sasuke inspirò a fondo, sentendo il cuore accelerare leggermente nel petto.
Non era detto che fosse morta.
Non era detto.
...Doveva cercare di scoprirlo.
«Vuoi uccidermi?» chiese neutro. «E questo quali vantaggi ti porterebbe?»
«Giovane Uchiha, sei così ingenuo...» rise Kyuubi. «C’è sempre qualcosa che non sai, sempre... Anni fa, volevi uccidere Naruto, senza sapere che ti saresti soltanto condannato. Oggi, credi che io non abbia nessun motivo per volere estinta la tua casata maledetta. Tu conosci il segreto dello sharingan ipnotico, non è così?»
Sasuke rimase immobile.
«E conosci la storia di Madara Uchiha?» continuò la Volpe, implacabile. «Lo sharingan ipnotico lo rese cieco, come renderà cieco anche te e come avrebbe reso cieco tuo fratello Itachi, se fosse ancora vivo. E’ una maledizione, un’arma a doppio taglio... ma Madara trovò il modo di aggirare gli effetti negativi. Sai come...?»
Un brivido corse lungo la schiena di Sasuke, involontario.
«...Strappò gli occhi di suo fratello, marchiati con lo stesso sharingan. E scoprì che in quel modo poteva avere sia la vista che il potere» il sorriso di Kyuubi si ampliò. «Ora capisci perché uccidendo Naruto avresti distrutto prima di tutto te stesso? Capisci cosa sarebbe accaduto se avessi acquisito lo sharingan ipnotico, come desiderava tuo fratello...?»
Per un lungo istante, nella stanza regnò il silenzio più completo, insieme all’immobilità.
Sasuke non tese un solo muscolo, quasi non respirò.
Itachi gli avrebbe strappato gli occhi per il potere?
Forse.
Ma Itachi era morto.
E lui aveva ottenuto lo sharingan ipnotico senza uccidere Naruto.
«Ora la situazione è completamente diversa» disse, gelido.
«Ah, quindi ora saresti disposto ad uccidere il tuo caro amico, il fratello che ti ha salvato, riportandoti indietro...?» chiese Kyuubi ironica, una mano sul petto. «Quanta gratitudine, tipica della tua gente»
«Non voglio uccidere Naruto» rettificò Sasuke. «Ma... se sarò costretto a difendermi, non esiterò a usare tutto ciò che ho a disposizione»
La Volpe scoppiò a ridere.
«Non che tu abbia molto, sai?» gli fece notare. «Sei un relitto umano, ti reggi a malapena in piedi... mentre io... sono forte» un lampo di trionfo le attraversò lo sguardo. «Io e Naruto, insieme, siamo invincibili»
«Non ho molto, forse» ribatté Sasuke senza scomporsi, chiudendo gli occhi per un attimo. «Ma ho lo sharingan ipnotico» risollevò le palpebre, e le iridi scarlatte erano marchiate dai segni neri della tecnica più potente degli Uchiha. Ora era calmo. Ora sapeva che lei stava bene... «Io ho l’unica cosa di cui tu abbia paura»
Ed è anche il motivo per cui vuoi uccidermi... e per cui hai lasciato in vita Sakura. Lei non ti interessa”
Kyuubi non smise di sorridere.
«E’ esattamente per questo che, oggi, il tuo clan si estinguerà» sussurrò.
Si mosse prima ancora di aver richiuso la bocca, e Sasuke cercò di schivare... ma scoprì che i suoi riflessi erano troppo lenti. Sentì la mano di Naruto serrarsi sulla sua gola, si sentì spingere indietro, fino alla parete, e gli mancò il fiato nell’urto.
«Ora che ci penso...» sussurrò la Volpe, studiando la sua espressione, i suoi rantoli alla ricerca d’aria. «E’ meglio farti fuori o soltanto strapparti gli occhi, e lasciarti vivere nella sofferenza? Uhm... no, potresti sempre avere dei figli, e lo sharingan si tramanderebbe... Niente da fare, devo ucciderti» rifletté, in tono discorsivo. E sorrise. «Non hai idea di quanto sarà piacevole...»
Sasuke trovò le forze per alzare un braccio, e conficcò le unghie nel polso di Naruto. A fatica, riaprì gli occhi, e strinse i denti.
«Non lo sai usare» gli disse dolcemente Kyuubi. «Il tuo sharingan è troppo immaturo, non avrà il benché minimo effetto su di me»
Ma l’ultimo degli Uchiha era famoso per la sua testardaggine.
Ci provò.
Aveva utilizzato lo sharingan ipnotico una sola volta, contro Itachi, con risultati incerti... e ora si trovò ad aggrapparsi all’ultima speranza, consapevole della sorte che lo attendeva in caso di fallimento.
Lo attivò, utilizzando ogni briciola di energia, tutta la sua volontà e le sue forze. Immediatamente sentì il sigillo maledetto che bruciava, sul suo collo, che si faceva rovente... ma non poteva fermarsi.
La sua pelle si fece scura, sentì le scapole bruciare, le unghie allungarsi, penetrare nel braccio di Naruto...
...Ma gli occhi rossi della Volpe non scomparivano.
L’illusione non prendeva il via.
A un tratto, avvertì una fitta lancinante dietro la fronte, che gli strappò un gemito.
Gli si annebbiò la vista, sentì lo sharingan che scompariva... ma il segno maledetto continuava a corroderlo, senza fermarsi.
Kyuubi rise, della sua debolezza, della sua incapacità, del suo patetico tentativo.
«Naruto è sempre stato più forte di te» sibilò. «Il suo potenziale era maggiore già dieci anni fa... e lui ha saputo svilupparlo; tu no. Fai pena»
Sasuke sentì quelle parole penetrare nelle sue orecchie, e insediarsi nella sua mente come un tarlo fastidioso.
Facevano male.
Perché, nelle condizioni in cui si trovava, suonavano terribilmente vere.
...E allora perché nessun Uchiha è mai diventato Hokage, il ninja più forte?... Avete passato la vostra esistenza a ritenervi superiori, non ve ne è mai fregato niente degli altri se non nel momento in cui volevate la loro adulazione! Ma non siete forti! Così non si diventa forti!... Perché vuoi a tutti i costi essere un Uchiha? Perché non puoi essere semplicemente Sasuke?!...
Le parole che Naruto aveva detto quando ancora Madara era vivo tornarono a riecheggiare nella sua testa, sovrapponendosi a quelle della Volpe.
Aveva sempre fatto un vanto del suo cognome, la nobile, grande casata Uchiha... ma loro, gli eroi... si erano rivelati disgustosi.
Uccidevano gli amici.
Strappavano gli occhi ai fratelli.
E alla fine venivano sempre, invariabilmente, sconfitti, incapaci di sviluppare a fondo il potere per cui si erano condannati.
Perché non puoi essere semplicemente Sasuke?!”
Già... perché non poteva semplicemente essere... Sasuke?
Attraverso il velo del dolore, vide Kyuubi sorridere con le labbra di Naruto, per l’ultima volta.
«Addio...» la sentì sussurrare, con la sua voce.
Avvertì una stretta allo stomaco.
Poi, sentì la pelle d’oca quando il chakra prese a vorticare, spropositatamente denso, e sollevò una ventata calda tutt’attorno. Vide il rasengan nella mano di Naruto, vide i bagliori del chakra di vento che lo permeava... e capì che quella era la fine.
Di quel momento gli rimase un unica immagine, impressa a fuoco dietro le palpebre.
Gli occhi scarlatti di Naruto...
...e il ricordo della donna di cui forse era innamorato, che sussurrava contro il suo collo “tornerò da te”.

Mi dispiace, Sakura... probabilmente non mi troverai...”

Chiuse gli occhi.
Non sentì l’esplosione, né vide le tenebre calare su di lui...















Nel prossimo capitolo:

Tsunade scorse Shizune che correva verso le scale, e la chiamò sovrastando il brusio.
«Signorina Tsunade, per fortuna siete qui!» rispose quella, con il sollievo stampato su ogni centimetro di pelle del viso. «Seguitemi, per favore! C’è bisogno di voi!»
«Quanti feriti?» chiese l’Hokage seguendola al volo, Jiraya alle calcagna.
«Pochi, molti meno del previsto. L’ultimo piano era pressoché deserto, ma...» Shizune deglutì. «L’esplosione è avvenuta nella stanza di Sasuke Uchiha... e non sappiamo in che condizioni sia lui»











*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Allora, la crisi è passata.
Ma, visto che anche saltando i pasti non riesco a scrivere più di un capitolo ogni due giorni,
per qualche tempo resteremo sugli aggiornamenti ogni tre, almeno finché non avrò messo in cantiere una piccola scorta.
Mi dispiace, ma davvero, per andare più veloce dovrei privarmi del sonno, e a quel punto non garantirei il risultato...
Già sto vivendo solo di colazione e cena a tè verde (perché si fa da solo),
il che è indubbiamente positivo per la mia linea, ma un po' meno per la mia taglia di reggiseno,
se poi consideriamo che, ogni tanto, dovrei pure studiare,
abbiamo come risultato che spero di finire la fic prima del capitolo 60 (come no...), così da non morire d'inedia e sforzi! XD
Ma sono una donna forte!!
(e arriverò all'estate in formissima)

Parlando del capitolo, è del tutto inaspettato.
Davvero, mentre scrivevo io stessa mi sono detta: "che cavolo sta succedendo?!"
Il che significa... che dovrò fare i salti mortali per "riabilitare" Naruto, con il proseguire della storia!
Sigh, ma perché mi complico le cose?
(però Kyuubi è... *ç*
Soprattutto mentre fa a pezzi Sasuke...)
(le fan dell'emo-boy sono autorizzate a imprecare, ma NON alle percosse fisiche! U_U)

Anche se è già presente l'avviso "spoiler", voglio precisare che, se non seguite le scan,
qui avete letto una delle ultime novità.
Non voglio dirvi qual è, se ci arrivate da soli bene, altrimenti amici come prima! XD

Next: "Predatore"
(prima o poi riuscirò ad aggiornare la pagina personale, lo giuro)

akane_val: oh mamma mia, quando ho visto la tua recensione non sapevo se piangere o esultare per la lunghezza! XD Poi però l'ho letta e ho optato per le lacrime di gioia (io e i compromessi andiamo a nozze). Grazie mille per tutto quello che hai detto, ogni singola parola mi ha fatta sentire una principessa! Hai presente quando da bambina ti dicono: come sei brava! Ecco, così! XD E dire che vado per i venti! Ma te lo giuro, mi sono sentita davvero tanto bene! ^_^ L'unica cosa che forse stona è il tuo odio per la ShikaTema... ma ormai ho capito che devo imparare a convivere con le InoShika fan, ci sto facendo il callo! XD E poi non tutti sono perfetti... (scherzo! XD Ognuno può pensare quello che vuole, io per prima ho scritto una mezza ShikaIno... - anche se mi chiedo ancora con quale coraggio... sorvoliamo)  Mi chiedi come faccio a scrivere tanto e tanto in fretta? Dovresti vedere le mie studiate all'ultimo secondo, fatte leggendo a malapena i libri, di sera... oppure le mie sedute infinite davanti al pc, fino alle 3 di notte, colta dal raptus creativo che altrimenti mi impedirebbe di dormire! Si chiama malattia, nient'altro! XD E gli errori di battitura li noto per forza, visto che considerato che in un modo o nell'altro ogni capitolo me lo rileggo tre volte! Anche io ho i miei blocchi (rari e brevissimi), ma generalmente se sto senza scrivere per tre giorni inizio a deperire, quindi DEVO attaccarmi al pc! XD Qualcuno sostiene che non sono aliena... io sostengo di essere il male incarnato (la verità, probabilmente, è che soffro di schizofrenia! XD) E, naturalmente, le anticipazioni sono un basso trucco, lo so...! XD Ti ringrazio ancora tantissimo, e spero che continuerai a seguire la storia! Kishi mi sta scombinando un po' di cose, ma in un modo o nell'altro cerco di aggiustare tutto...! A presto spero! ^_^
_Eleuthera_: lo confesso, Haruka è nata per sbaglio. Il motivo ti sarà chiaro alla fine di Sinners, per ora non scervellarti sulla sua esistenza, ma sappi che me la sono trovata tra capo e collo a causa delle pallosissime lezioni di italiano di maggio, quelle di ripasso prima della maturità... o forse ero GIA' in maturità, non ricordo nemmeno! XD So che è spuntata all'improvviso, e mi sono resa conto che non potevo più toglierla! Così mi sono dovuta adattare e ho cercato di integrarla alla narrazione. E dire che ultimamente ODIO i pg creati da zero! XD Non so, è che tendono a monopolizzare la scena perché l'autore riesce - ovviamente - a gestirli meglio. Ma, visto che Haruka resta un mistero anche per la sottoscritta, forse sono riuscita ad evitare questo problema... La scena in cui viene tolta la maschera a Kakashi è qualcosa su cui sbavo ancora oggi. Volevo scriverla con tutta me stessa, giuro che lo avrei anche fatto finire con Anko la psicopatica se fosse stato necessario! XD Insomma, Kishi non ci dà la soddisfazione? Bene, ci penso io! U_U Nello scorso capitolo prevedevi che Naruto sarebbe andato in crisi. Bene. Ci hai azzaeccato in pieno. Così come avevi azzeccato che Sasuke se la sarebbe vista brutta... oserei dire, però, che quello di questo capitolo è un bel colpo di scena. Insomma, nemmeno io mi aspettavo che Kyuubi facesse tutti 'sti casini! XD Addirittura il rasenshuriken! Mamma mia... e vogliamo parlare del micio? ç_ç Comunque, l'ispirazione è tornata! Con lei ci sono anche le lezioni, però, quindi devo fare qualche salto mortale... ma ce la farò, a costo di non mangiare! *_* (al momento sono a diciassette ore di digiuno... =_= Sto solo aspettando di svenire davanti al bus)
Reina: ah, che simpatica... dà per scontato che ci sarà il matrimonio tra Shika e Tema... ^_^ (sorriso satanico) Nel caso dovesse esserci, terrò in considerazione il suggerimento dell'addio al celibato! Sigh, non sai che voglia che ho di scrivere scenette comiche ultimamente... ma 'sti qua sono tutti cupi e in crisi, maledizione! -.- (oh, il blocco se ne è già andato! XD Non sono umana!)
tonyesp: ma che giochini vuoi che si inventi il povero Kakashi con lo sharingan? Le conta le costole? Guarda che i vestiti se li sono tolti tutti. Tutti-tutti! XD E lui si ricorda quello che deve, tranquillo... è un ometto responsabile! U_U Divertente che tu dia per scontata la SasuSaku, ora. Personalmente la vedo difficile, sai com'è... lui potrebbe essere... ehm... "impossibilitato"... e vogliamo parlare della NaruHina? Un bel triangolo "lui, lei, Kyuubi"? Oh, il gatto ç_ç Perché lo hai nominato? Ora piango per mezza giornata!
MarianTheRogue: no, ovviamente NON sono un essere umano. Sono una pazza aliena che ha nell'ordine delle priorità "scrivere-respirare-mangiare", che pretendi? Comunque, grazie per avermi ricordato che infilo un colpo di scena dietro l'altro! XD Nella mia testa tutti i passaggi sono scontati (sì, lo so che è assurdo), quindi ogni tanto mi chiedo se ci sia ancora un po' di vitalità all'alba del capitolo 54... poi, mi escono scene come quella di questa volta, con Sasuke e Naruto. E allora mi do un pugno in testa e mi dico "cogliona". -.- L'allarme blocco è già rientrato, nessun problema! ora devo solo conciliare scrittura e vita, e siamo a posto! ^_^
kage_naru89: dunque dunque dunque. Ebbene sì, sembra proprio che Naruto abbia fatto qualcosa di irreparabile. Ma, visto che a smenarci è Sasuke, non credo che cadremo in lutto, giusto? XD (anche se il gatto... ç_ç) Kyuubi si darà alla pazza gioia, c'è solo da vedere QUANTO riuscirà a devastare il mondo! Kakashi invece al momento si sta sì divertendo... ma in altri modi più tradizionali, diciamocelo! XD Sotto la maschera avrà anche lui una faccia, insomma! Nella puntata speciale che hai citato non ricordo esattamente cosa dica, ma sono dell'opinione che stesse prendendo per il culo tutti! E poi Ayane e suo padre (ARGH) quando lo vedono senza perdono subito la testa... quindi... immagina tutte le ipotesi che sono fiorite nel mio cervellino! XD Da Orlando Bloom a Brad Pitt passando per Johnny Depp e Hayden Christensen, però giapponesi! XD
trinity87: c'è un motivo per il "celere ritorno" di Naruto. Così come c'è un motivo per tutto ciò che accade in questo capitolo... ma lo scoprirai soltanto tra un po'... Ora che hai letto delle prime "dolci azioni" di Kyuubi, immagino che l'impressione che il chiarimento non fosse positivo si sia rafforzata... Mi spiace, ma qualunque cosa faccia Kyuubi resta il mio idolo! *ç*
Maobh: "ma Sasuke uscirà sì o no da quell'ospedale?" <-- ...devo davvero rispondere? Parlando di cose meno spoilerose, sono contenta di essere riuscita a rendere bene la "kyubizzazione" di Naruto! era un passaggio fondamentale, ho sudato sangue nel meditarlo, una cosa assurda... @_@ Soprattutto visto che è il mio pg preferito! E ora, con quello che ha (ho) combinato, ti lascio solo immaginare i casini in cui sono andata a impelagarmi...
Talpina Pensierosa: ehi, guarda che tu sei la mia certezza numero uno! Dai tempi di manga.it, sei tu la persona che attendo sempre tra i commenti ai capitoli, spesso sei la prima recensione, e poi possiamo parlare su msn, non c'è problema! Scrivi solo quello che ti senti, non devi dilungarti per forza! ^_^
roby_chan: il pezzo Kakashi/Haruka è il mio sogno proibito. Sostituisci la sottoscritta a Haruka e hai un quadro abbastanza verosimile del mio immaginario a luci rosse! XD (poi, beh, c'è anche la versione con Naruto. E, nei momenti di follia emosa, pure con Sasuke... anche se è terribile che io lo dica) Hanabi non è male, no. E' peggio! XD Poverina, lei come Ino finirò per maltrattarla parecchio...
harryherm: uhm... la scena finale di Sasuke dovrebbe esserti piaciuta. Peccato che implichi che Sakura sicuramente non si getterà in lacrime tra le braccia di Naruto, visto e considerato che è stato lui sotto l'influsso di Kyuubi a fare il danno... Ahh, è evidente che amo complicarmi la vita! Dai, su! Non prendertela! In fondo il mondo è un bel posto, se lo guardi per obliquo! E poi... il peggio deve ancora arrivare... Com'è il tuo rapporto con Jiraya?
vegani: tecnicamente dovrei essere odiata, non piacerti! XD Do suggerimenti e poi stravolgo tutto, faccio un passo in una direzione e poi torno indietro e imbocco quella opposta... per me è molto divertente, ma a questo punto credo che per voi sia abbastanza frustrante! XD Oh beh, ormai ci avrete fatto l'abitudine... (me perfida)
Julia83: non è che i capitoli siano faticosi da scrivere... più che altro sono io ad essere perfezionista! XD Quando scopro dettagli che non funzionano mi mangio le mani! E poi mi rimetto a sistemare tutto... @_@ Ma è la cosa che mi diverte di più in assoluto, per cui andrò avanti così! *_* Lo spavento delle scorse anticipazioni si è concretizzato, eh? Sappi che il prossimo capitolo, così come questo, mi è uscito molto diverso da ciò che avevo pensato! Davvero, inizio ad aver paura di non riuscire a gestire tutto! XD Oh beh, un modo si trova! (optimistic mode - on)
Hipatya: come dire... ci hai azzeccato! XD Guarda, non farò mai una cosa come modificare la trama a seconda delle preferenze dei lettori, anche se tutti se ne uscissero all'improvviso dicendomi che Ino e Shika sono fatti l'uno per l'altra, farei orecchie da mercante! XD Anche perché non posso assolutamente sgarrare dal mio famoso (?) Piano! U_U Direi che al momento la situazione è piuttosto critica... il "Naruto coperta" si è totalmente volatilizzato, i fuochi d'artificio sono diventati inquietantemente reali, e le lacrime si sprecano... davvero, se non fossi l'autrice non vedrei vie d'uscita! XD Per il tuo compleanno, sarai tu  scegliere cosa vorrai! ^_^ Io sono disponibile a tutte le richieste (soddisfabili via web)(e SENZA webcam, prima che qualcuno travisi...)
Ino_Chan: è stata una breve attesa, diciamocelo! XD Sono tornata subito, e con un capitolo con i controfiocchi! Più o meno... diciamo che se amavi Sasuke non sarai propriamente felice di ciò che hai letto! XD Ma ormai dovresti conoscere la mia malvagità intrinseca, no? ^_*
Jana: figliola, io so che sei minorenne. E dunque, niente filmino di Kakashi e Haruka che fanno le cosacce! U_U (quello resta nella mia testa sottochiave, tsk!) Ahh, povera piccola ingenua. Naruto fare il c**o a Sasuke? Perché andarci così leggero...? E il gatto... hai visto che qualche rapporto con la Volpe l'ha avuto... ma sicuramente come nessuno desiderava (io per prima) ç_ç Il 53° livello del marchio di Sasuke è qualcosa che non vorrei mai vedere! XD Se al secondo mi diventa così brutto... brr, non oso immaginare il seguito! Cioè, l'unica cosa buona che ha è quel bel faccino pallido! XD Il blocco dello scrittore è già passato, come ben sai, la tua analisi psicologica era pressoché perfetta! (soprattutto la parte di notte) Un'unica cosa: IO NON VOGLIO ARRIVARE AL CAPITOLO 357 DI SINNERS!! Per l'amor del cielo!
arwen5786: ohh, ma perché uccidere sakura quando si possono mettere le mani su Sasuke? *_* Ti ricordi con chi stai parlando, eh? E poi... che motivi avrebbe avuto Kyuubi per far del male a lei, l'essere utile solo come cornificatrice? (Kyuubi vision) Oh, non vedi vie d'uscita? Ottimo. Meno male che io conosco già le scorciatoie, altrimenti mi metterei le mani nei capelli e piangerei! XD E dire che all'inizio non sapevo come sbrogliarmela... per fortuna ora so cosa accadrà passo dopo passo (se escludiamo gli exploit improvvisi come l'attacco a Sasuke e il micio... per quelli devo ancora trovare una soluzione...)! Ma ti sembra il caso di inserire TenTen adesso? Dai, sono già abbastanza incasinata così! A meno che, per assurdo, lei non abbia a che fare in qualche modo con Kyuubi... Sai che roba se lei fosse la protagonista femminile segreta di tutta la fic? XD (ipotesi molto più che irreale. Fantascientifica, direi) L'arcano resterà tale ancora per un pochino, Cami... ma abbi pazienza. Spero che riuscirò a stupirti! ^_^ (anche se ne dubito! XD)
Pink Angel: purtroppo so con certezza che non cambierò mai la trama perché qualcuno mi chiede di farlo! XD Il punto è che ho già un programma molto ben definito, e purtroppo non posso assolutamente cambiarlo... ma è anche una questione di principio! U_U Poi, dai... in qualche modo me la sbroglio sempre! ^_* Comunque, benvenuta in questo angolo! Mi ha fatto molto piacere leggere la tua recensione, ormai ho a che fare con ShikaIno e SasuSaku fan quotidianamente, ho imparato ad essere tollerante! XD Grazie infinite per i complimenti, sono sempre la mia fonte di gioia (e il mio carburante), e quando li leggo... sigh, mi viene tristezza a pensare che ogni tanto devo farvi restare male, voi lettori! ç_ç Mi dispiace di averti conosciuta in un momento così "scomodo"! (consiglio: lascia perdere le versioni di greco! Perché occupare preziosi Mb di memoria cerebrale con quella robaccia? XD)
0000: uhuh, ti aspettavo al varco... Sapevo che ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe commentato così, e potevo anche ragionevolmente scommettere su di te! XD Confesso che se Naruto avesse sbattuto in faccia a Sakura che è una st****a  e che lui c'era, sarebbe stato molto scenografico, molto "ad effetto". Ma, mentre scrivevo, mi sono resa conto che era inutile. Perché avrebbe dovuto dirglielo? Per farla sentire più in colpa? Ma a lui non interessa, lui sta già male così. Perché avrebbe dovuto perdere la testa, davanti a lei? Per rabbia? Sì, possibile. Ma Naruto non ha smesso di amarla solo perché lei non lo ama più. Lui non vuole (non vorrebbe) farle del male, e finché riesce ad evitarlo, è disposto a qualunque cosa. Quindi, mi spiace che la scena ti abbia deluso... ma ormai è stata scritta così, e tale resterà. Forse la scena con Sasuke di oggi potrebbe averti reso di umore leggermente migliore, o almeno me lo auguro! ^_^
Killkenny: sì, bravo, sogna le scene SasuSaku... con Minato come contorno! XD Se non altro Naruto è scoppiato sul serio. E non sai quanto la cosa mi ha fatto piacere... *_*
maninja87: ecco a te i fazzoletti. Su, su... prima o poi passa... forse. Io di certo non mi scoraggio, affronto a testa alta tutte le avversità e fischietto verso lidi felici! (si vede che la fame mi sta dando alla testa?) E anche tu dovresti fare lo stesso! Sasuke era pure carino, ma Kyuubi è Kyuubi! U_U Uhuh, ci risentiamo al prossimo capitolo...
sonja: Sakura al rogo, eh? Direi che ci è molto vicina, con quello che le ho combinato in questo capitolo! Potrebbe quasi mettercisi da sola sulla pira! XD E Naruto... è giusto che sivendichi, di tanto in tanto. Doveroso, come direbbe Kyuubi... *_*
rina: si che so di chi parli quando ti riferisci a Kakashi e Haruka... ma shht! Gli altri non devono sapere! XD L'altro messaggio è arrivato, e dovrei anche aver già risposto! ^^ Se non è arrivato dimmelo, provvederò a suicidarmi e rimandarlo! XD (non chiederti come io riesca a fare le due cose in quest'ordine...)
DuniettaS: ohh, tutti avevano pensato che Naruto sarebbe riuscito ad andare avanti anche senza Sakura. Da Sasuke a Tsunade, tutti avevano confidato sulla sua forza. Ma si sbagliavano. Si erano dimenticati del Naruto che ha paura di restare solo. E ora... ne subiranno le conseguenze. *_* (sì, la cosa mi rende particolarmente felice! Lo confesso, dall'inizio alla fine questa è la fanfic di Naruto! Tutti gli altri sono solo di contorno!)
kimi: uhm... meno male che mi hai ricordato Gaara! Allora lo infilo in uno dei prossimi capitoli in qualche modo! E' giusto che anche lui si faccia vivo ogni tanto! U_U Per quanto riguada Naruto... è successo. Kyuubi se l'è preso. E poi, dritta filata, è corsa verso Sasuke, l'ultimo degli Uchiha... Mi sono abbastanza sbizzarrita con la cattiveria in questo capitolo, ma credo di essere stata davvero perfida nel prossimo, anche se la maggior parte di voi non se ne accorgerà! Ora che il blocco è passato, spero di riuscire a mettere in cantiere qualcosa con un po' di rapidità! ^^ A presto!
gohan4ever: succedono anche queste cose nelle fanfic! U_U Consolati con l'altra, dai! XD Domenica aggiorno tutte e due, ma ti consiglio di lasciare l'altra per ultima, così smetti di leggere e ti senti un po' più felice! (o forse... no...? - devil)

Aya

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Capitolo 55
*** Predatore ***


Naruto-55

Capitolo cinquantacinquesimo

Predatore




Brandelli di intonaco, polvere, frammenti di muro e mobilio, ora giacevano inerti sul pavimento, immersi nella luce metallica dell’alba; ma non era difficile immaginarli mentre volavano in aria, lanciati dalla potenza dell’esplosione, e poi ricadevano a terra come micidiali proiettili di cemento.
Metà dell’ultimo piano era andata distrutta.
I primi medici e infermieri accorsi sul luogo dell’esplosione si trovarono davanti a uno scenario apocalittico, in cui il fumo ancora non si era abbassato, in cui i frammenti mormoravano, franando dai resti delle pareti... e in cui i gemiti dei feriti provenivano, flebili, dalle macerie.
I più impressionabili sbiancarono, ci fu anche chi dovette svuotare lo stomaco in un angolo, ma chi mantenne l’autocontrollo prese in mano la situazione.
«C’erano pazienti nella 601, 602 e 603!» gridò un infermiere, dando le direttive a quelli che stavano in piedi. «E quello della 609! Muoversi!»
Nessuno ebbe bisogno di ripetizioni, e uomini e donne si attivarono in fretta, cercando la fonte dei gemiti e studiando come spostare i macigni.
Forse erano passati due, tre minuti dall’esplosione.
Più o meno la metà del tempo necessario a percorrere la distanza che separava l’ospedale dall’appartamento di Naruto.
Eppure, Sakura riuscì a comparire in quel momento sull’ultimo gradino delle scale, senza fiato e senza pensieri coerenti in testa.
Già dalla strada aveva visto le condizioni dell’ultimo piano, già da lì aveva intuito che la stanza di Sasuke non esisteva più... ma non si era accasciata, non aveva perso le forze, non era scoppiata a piangere; non ci aveva creduto, e basta. Aveva voluto accertarsene con i suoi occhi.
Era corsa su per le scale, gradino dopo gradino, senza ascoltare nessuna delle persone che aveva incrociato, senza pensare a Ino, rimasta indietro già lungo la strada, senza chiedersi o sperare in nulla.
Poi, era arrivata lì.
Dietro le macerie aveva visto il sole sorgere, un disco piatto color del sangue... e si era pienamente resa conto della devastazione.
«...Sasuke» sussurrò fermandosi, gli occhi sbarrati.
Il fondo del corridoio... non c’era più. Era l’angolo più danneggiato, anzi.
Bastò un istante perché una carrellata di immagini attraversasse la sua mente, facendole un male quasi fisico.
Sasuke. I suoi occhi. La sua voce. Le sue mani. Il suo respiro. Il suo “ho bisogno di te”, risalente solo al giorno prima... e lei, lei che ignara gli diceva “tornerò”...
Un brivido corse dal collo alla schiena, raggelandola.
«Sasuke!» gridò all’improvviso, scattando in avanti, verso i resti del pavimento. Sentì delle braccia serrarsi attorno a lei, fermandola, e una voce che le urlava che proseguire era pericoloso, ma non la ascoltò. Se ne liberò con uno strattone, strinse i denti e andò avanti, la vista appannata dalle lacrime.
Lo ha ucciso, le sussurrò la sua parte razionale. Non puoi più fare nulla.
Sakura si rifiutò di ascoltarla.
Anche se la parete era scomparsa, anche se il pavimento era in frantumi, anche se riusciva a vedere il piano di sotto, anche se Sasuke era già debilitato, lei non voleva dimenticare che c’era pur sempre una minima probabilità che fosse sopravvissuto. Non poteva dimenticarlo.
Usò il chakra per non scivolare nei punti sdrucciolevoli, scostò con le mani i frammenti che la ostacolavano, e gridò il nome di Sasuke, pericolosamente in bilico sui resti del corridoio. Ansante, scivolò, si aggrappò a una sporgenza, non si rese conto di avere mani e ginocchia graffiate... le girava la testa... sentiva la nausea salire su per lo stomaco...
«...Ho trovato quello della 601!» gridò una voce, e le sembrò così distante da essere in un altro universo. «E’ ferito, ma respira...!»
«Sasuke!» urlò Sakura, sovrastando ogni altro suono. «Sasuke!»
...Ma a lei, nessuno rispondeva.
Un piccolo singhiozzo sfuggì alle labbra secche, morse a sangue. Strinse i denti, e si passò rabbiosamente una mano sugli occhi.
«Sasuke!» ripeté, tanto forte da sentire la gola bruciare.
Non si sarebbe arresa. Mai.
Finché non lo avesse visto con i suoi occhi.
Scivolò di nuovo, e questa volta anche le dita sfregarono contro la pietra senza trovare un appiglio.
Cadde al piano di sotto, in una stanza non utilizzata e invasa dai detriti, e nell’urto sentì una fitta dolorosa al ginocchio. Gemette, anche se era il dolore più leggero, e si rialzò.
«Sasuke!» gridò; «Sasuke!»
Ancora e ancora e ancora.
Come se fosse stata l’unica cosa che era in grado di dire.
«Sakura!» la chiamò una voce dall’alto, quella di Ino che finalmente l’aveva raggiunta. «Vieni via! E’ pericoloso, il pavimento non reggerà a tutto quel peso!» Sporgendosi dai resti del corridoio del piano superiore, la bionda cercò invano di attirare la sua attenzione.
Ma Sakura non ascoltava nulla.
Non poteva distrarsi. Doveva sentire la voce di Sasuke, quando le avesse risposto...
Scheggiandosi le unghie spostò a fatica un macigno pesante, ansimando.
E lì sotto vide la sua mano, bianca. Troppo bianca.
E il sangue, che gocciolava lento da una ferita sul palmo.


Scintille di fuoco nella nebbia sottile. Frammenti brillanti di luce e calore, impalpabili, lenti, danzavano nell’aria muovendosi sinuosi. Semplice polvere. Che, tagliata dalla luce intensa dell’alba, diventava fiamma.
La foresta taceva, mentre il sole si faceva strada tra foglie e radici, guadagnando centimetro dopo centimetro, spruzzando un alito di vita nell’ombra del sottobosco.
Il predatore era ancora lì, da qualche parte.
Ma ora un’altra minaccia incombeva nell’aria, una minaccia meno subdola ma più pressante... crepitante, quasi.
Kyuubi non aveva bisogno di seguire un sentiero per trovare la via. Si affidava all’istinto, alla memoria, e poi... si inebriava della libertà. Tolta la felpa, tolti i sandali, tolto il coprifronte, poteva dilatare le narici e muoversi agile come un felino, credersi ancora un corpo di fuoco e chakra... intoccabile, potente, letale.
L’unica padrona di sé stessa.
Mentre balzava da un ramo all’altro, sicura e perfetta, un ghigno stirava le labbra del corpo di cui si era impadronita, un corpo piccolo e fragile, ma così pieno di energia da farla fremere. Il ciondolo del primo Hokage ballonzolava sul suo petto, inutile, solo un leggero fastidio lontano... Naruto aveva accettato consapevolmente Kyuubi. Tre centimetri di chakra cristallizzato non potevano nulla contro il binomio volontà-potere. I capelli biondi di Naruto erano spinti indietro dalla velocità a cui si muoveva, ancora impolverati dopo l’episodio dell’ospedale, la pianta dei piedi era piena di schegge, ma non se ne curava, e i sensi impazzivano per l’insieme di odori, suoni, colori e gusti che captavano, contemporanei, mescolati, confusi, nuovi e insieme meravigliosamente antichi.
Da qualche parte, nel fondo della sua coscienza, sapeva che un ragazzino stava rannicchiato, volgendo le spalle al mondo. Sapeva che catene di tenebra rovente lo avvolgevano, che si lasciava cullare dal buio, che ne assorbiva il tepore ad occhi chiusi, e che si tappava le orecchie per non sentire...
...Ahh, cosa si perdeva.
Kyuubi scoppiò in una risata euforica, aggrappandosi a un ramo e balzando a terra, ferina.
Non era poi tanto male, quel corpo. In fondo era solo una sistemazione temporanea, un giocattolo da usare intanto che era nuovo... poteva sfruttarlo finché non se ne fosse stufata, adesso che ne aveva il pieno controllo. Naruto non era un problema. Era fragile, era solo. E lui odiava essere solo... lo faceva sentire debole. Sarebbero bastate poche parole ogni tanto, una leggera stretta alle catene... e non si sarebbe liberato mai più.
Forse avrebbe dovuto ringraziarlo, pensò con un sorriso intriso di sarcasmo. Le aveva permesso di eliminare l’ultima minaccia alla sua libertà, l’odioso sharingan degli Uchiha, e le aveva donato un corpo in grado di difenderla da chiunque, anche se per poco... Poi, ricordò che per diciotto anni l’aveva tenuta imprigionata, impedendole di vivere. E allora si disse che erano pari.
Kyuubi correva, di cespuglio in albero, di ramo in radice, e si rese conto che il suo corpo aveva fame. Dopo tanto tempo, avrebbe cacciato... ma, per la prima volta, lo avrebbe fatto per sopravvivere e non per divertimento.
Sembrava interessante.
Finché non si imbatté nell’altro predatore.
Lo percepì, prima ancora di vederlo o avvertirne l’odore.
Nell’esaltazione del primo momento non si era resa conto dell’innaturale silenzio del bosco, della scomparsa degli animali, dell’immobilità generale... ma ora, all’improvviso, notò ogni cosa.
E poi, ebbe la sensazione che lì attorno ci fosse... un altro, come lei.
Si fermò bruscamente nel mezzo del nulla, e tese ognuno dei suoi sensi.
Gli alberi che la circondavano non scricchiolavano neppure. Gli odori del bosco si erano fatti neutri, cauti... quasi volessero scomparire. I colori si confondevano, nel vago tentativo di mimetizzarsi, e l’aria... sapeva di paura.
Qualcosa strisciava, lì attorno.
E fu soltanto il sesto senso a capire di cosa si trattasse.
Kyuubi distese le labbra in un ghigno freddo.
«Esci fuori»


Dopo l’esplosione all’ospedale era scoppiato il putiferio. Tsunade si era vista piombare in casa ninja, medici, membri del consiglio... tutti convinti che, solo perché era Hokage, non avesse diritto a un minimo di privacy.
Aveva dovuto sbatterli fuori mentre era ancora in pigiama.
Poi si era rivestita, aveva imprecato contro il deficiente che aveva dato inizio al casino, e alla fine si era decisa a chiedere se sapevano chi fosse il responsabile. Nessuno aveva saputo risponderle.
Finché non aveva intravisto l’espressione di Jiraya, dietro le facce ansiose degli altri.
E un brivido l’aveva scossa; un nome le aveva attraversato la mente: Naruto.
Senza più ascoltare le voci concitate che la circondavano, aveva raggiunto Jiraya, aveva scambiato uno sguardo con lui, e, senza dire nulla, insieme si erano avviati a passo spedito verso l’ospedale, in un’aura di gravità irreale e del tutto insolita. Irradiavano autorità, al punto da farsi largo con una sola occhiata.
Raggiunsero il luogo dell’incidente mentre il sole superava le prime case, diffondendo la luce del giorno nel villaggio. La folla accalcatasi attorno all’ospedale si fece da parte non appena li intravide, e loro avanzarono fino all’ingresso e dentro l’edificio, dove un brulichio ininterrotto di infermieri e medici rendeva l’aria pressoché irrespirabile.
Tsunade scorse Shizune che correva verso le scale, e la chiamò sovrastando il brusio.
«Signorina Tsunade, per fortuna siete qui!» rispose quella, con il sollievo stampato su ogni centimetro di pelle del viso. «Seguitemi, per favore! C’è bisogno di voi!»
«Quanti feriti?» chiese l’Hokage seguendola al volo, Jiraya alle calcagna.
«Pochi, molti meno del previsto. L’ultimo piano era pressoché deserto, ma...» Shizune deglutì. «L’esplosione è avvenuta nella stanza di Sasuke Uchiha... e non sappiamo in che condizioni sia lui»
Jiraya e Tsunade si scambiarono un’occhiata.
Il nome che rimbombava nelle loro teste si fece assordante.
Salirono tutte le rampe di scale con passo affrettato, fino all’ultima, il piano il cui accesso era già riservato, e che era classificato come ‘pericolante’. L’infermiere che lo sorvegliava li fece passare al volo, riconoscendoli, e quando l’Hokage vide la devastazione che aveva colpito l’intero corridoio per un attimo spalancò gli occhi.
Ricordava quando avevano costruito quell’ospedale, tanti e tanti anni prima... ricordava come splendeva, nuovo e lucente; ricordava quanto ne era stata orgogliosa, perché lì avrebbe lavorato e passato buona parte della sua vita... poi... erano successe molte cose, i muri si erano ingrigiti, l’intonaco era stato rinnovato più volte, lei se ne era andata ed era tornata...
...Ma fino a quel giorno l’ospedale era sempre rimasto in piedi, integro.
Fino a quel giorno.
Sentì un moto di rabbia e dolore profondi nei confronti del sospetto che si concretizzava sempre più, nella sua mente... verso quel nome inciso in lettere di fuoco, e soprattutto verso ciò che stava alle sue spalle... e fu allora che sentì la voce di Ino sollevarsi sopra tutte le altre.
«Sakura, smettila!»
La cercò con lo sguardo, con un orribile presentimento... non la vide, ma capì dove si trovava.
«Merda» imprecò tra i denti, correndo avanti.
Raggiunse il limite del corridoio, il tratto più pericolante, e si sporse verso il basso. Eccola lì, ecco la chioma bionda, e poi... ecco anche Sakura, chinata con lei su...
Tsunade saltò giù, scivolando su un frammento di muro instabile, ma non perse l’equilibrio. Jiraya le fu subito dietro, ma rimase a qualche passo di distanza, e lei poté raggiungere Ino da sola. Per fortuna la vide farsi prontamente da parte, o avrebbe dovuto allontanarla. Si inginocchiò, e serrò la mano attorno al polso di Sakura, alzandolo a forza e togliendolo dal petto di Sasuke.
«Cosa stavi facendo?» le gridò, nell’attimo in cui lei barcollò, rischiando di cadere sull’Uchiha.
«Lui... è vivo...» ansimò la kunoichi, tentando di riprendere da dove si era interrotta. «Io... posso salvarlo... devo... devo salvarlo...» gemette, mentre Tsunade aumentava la stretta sul suo polso.
«Ino» disse secca. «Portala via subito»
«No!» urlò Sakura, spingendola indietro. «No! Sasuke è vivo! Si può salvare! Non voglio andarmene!»
Tsunade fece schioccare la lingua, mentre Ino, pallida, le lanciava un’occhiata spaventata.
«Jiraya» chiamò allora, e il sannin non se lo fece ripetere.
Nonostante le proteste di Sakura, la sollevò di peso e la tirò indietro, ignorando le sue lacrime e le sue suppliche.
«In quelle condizioni sei solo un disturbo» disse, tagliente, l’Hokage. «Gli stavi dando la tua vita, e non saresti riuscita comunque a salvarlo» mentre parlava, le sue mani correvano sul corpo di Sasuke, dal petto, al collo, al capo, alle braccia. Lo esaminava, rapida, attenta, concentrata. Studiava ogni centimetro di carne, cercava le ferite più profonde e le lesioni...
...e intanto l’immagine del suo corpo pressoché perfetto continuava a balzarle davanti agli occhi, nel contrasto con ciò che ne restava.
Ferite ovunque, tagli più o meno netti, coprivano quasi interamente la superficie della sua pelle. All’altezza dello stomaco le lesioni erano molto più profonde, la carne viva palpitava a vista, il sangue scorreva, caldo, e si portava via ogni sua energia.
Riconosceva ciò che si trovava davanti.
Gli effetti di un rasenshuriken incompleto, a metà con il rasengan.
Ci ha provato sul serio...” si trovò a pensare. “Voleva davvero ucciderlo”
Non perse tempo ad arrabbiarsi, o a fare altre congetture. Il battito di Sasuke era impercettibile, il respiro forse inesistente, ma non era ancora morto, Sakura aveva ragione.
Tsunade posò una mano sulla ferita aperta dell’addome, e fece scorrere il chakra fin nelle viscere, alla ricerca delle lesioni più gravi.
Non sapeva quanto ci sarebbe voluto, e non aveva nemmeno la certezza di riuscirci.
Ma doveva provare a salvarlo.
O chi lo aveva ridotto così non si sarebbe mai e poi mai perdonato...
«Ino, dammi una mano» disse, la fronte imperlata di sudore. «Occupati dei tagli profondi, cerca di arginare l’emorragia»
La kunoichi annuì, bianca come un lenzuolo, e si mise al lavoro. Sakura, ancora tenuta ferma da Jiraya, singhiozzava a testa china, senza più cercare di divincolarsi.
Ino si era sentita chiamare, quando aveva trovato Sasuke. Aveva visto Sakura spostare le macerie che lo coprivano, liberarlo dal peso dei detriti, e poi si era calata giù con lei, per darle una mano. Quando aveva visto il corpo martoriato dell’Uchiha aveva sentito i brividi correre lungo la schiena, ma non aveva avuto il tempo di sentirsi male... perché aveva visto il chakra con cui Sakura cercava di curarlo... e aveva capito che non era semplice chakra: lei gli stava dando la sua stessa vita, come la vecchia Chiyo aveva fatto con Gaara un anno prima. A quel punto era arrivata Tsunade, e grazie al cielo aveva preso in mano la situazione.
Ma ora... anche se c’era l’Hokage, e anche se era il miglior ninja medico della storia di Konoha, lei guardava il corpo sotto le sue dita e si chiedeva se davvero fosse possibile salvarlo... ma anche cosa l’avesse ridotto in quel modo.
«Jiraya» disse Tsunade all’improvviso, a denti stretti. «Manda i tuoi rospi a chiamare la squadra Anbu. E poi voglio qui anche il team Gai, Asuma e Kurenai. E Kakashi e Sai»
Jiraya esitò per un istante, chiedendosi quanto fosse opportuno lasciar andare Sakura. Ma poi la sentì rilassarsi tra le sue braccia, come a garantirgli che non avrebbe fatto nulla di stupido, e allora sciolse la stretta. La kunoichi rimase ferma, davanti a lui, a capo chino.
Lentamente, vedendo il chakra chiaro della sua maestra che sondava e ricopriva la ferita di Sasuke, aveva riacquistato un minimo di cognizione... ma a quel punto si era anche resa conto di qualcosa di terribile.
Se prima aveva perso la testa di fronte alle condizioni di Sasuke, ora, finalmente, si chiedeva cosa lo avesse colpito.
E, purtroppo, trovava la risposta.


Le capacità di guarigione di Orochimaru e Kabuto si dimostrarono ancora una volta sorprendenti.
Quando Kyuubi rivide il serpente, comparso quasi dal nulla, stentò a credere che neanche due mesi prima la sua mandibola fosse stata corrosa dal suo chakra.
Il viso di Kabuto Yakushi era liscio, regolare, forse solo un po’ più spigoloso. E poi, c’erano quelle pupille strette e verticali.
Ghignò, fissando gli occhi nei suoi. Occhi vagamente simili, non solo nell’espressione.
«Kyuubi» disse, con voce a metà tra il carezzevole e l’eccitato.
«Perché sei qui?» chiese la Volpe, studiandolo senza sorridere, ma con un vago brillio ironico nello sguardo.
«Ho sentito certe voci... riguardanti il Paese del Fulmine... E ho pensato che, forse, il momento era giunto...»
«Ah, la tua proposta...» vaga, Kyuubi assottigliò gli occhi, come per ricordare qualcosa di poco importante.
Orochimaru non ribatté, senza smettere di guardarla, le pupille ora dilatate sotto le palpebre sollevate in maniera innaturale.
La Volpe snudò le zanne in un sorriso compiaciuto.
«Non ne ho più bisogno»
Di nuovo, sulla foresta piombò un silenzio artificiale e pesante. Non un alito di vento mosse le foglie, non uno scricchiolio disturbò l’aria immobile.
«...Capisco» mormorò poi Orochimaru, ghignando a metà. «Sei talmente arrogante da pensare di poter controllare Naruto Uzumaki finché ti sarà utile...»
«Non è arroganza» lo corresse la Volpe. «E’ sicurezza. Il ragazzo è fragile, molto più di quanto tutti pensassero. E’ bastato che perdesse una o due certezze, ed è crollato» si portò una mano al petto, in atteggiamento quasi possessivo. «Ora è rinchiuso nelle tenebre, dietro le sbarre che un tempo erano mie. Non vuole vedere né sentire nulla, si è messo in isolamento da solo... lui vuole che sia io ad avere questo corpo. Lui vuole scomparire»
«Forse... ma per quanto?» insinuò Orochimaru. «Kyuubi, credi davvero di conoscere gli uomini? Pensi che non cambino idea ogni due giorni, che non siano gli essere più volubili sulla faccia della terra? Un giorno incontrerai i suoi compagni, perché quelli di Konoha sono fatti così, e forse, in quel momento, il ragazzo deciderà di aprire le orecchie. Cosa farai allora? Pensi di essere abbastanza forte da controllarlo, da tenerlo segregato?»
Silenzio. La Volpe aveva smesso di sorridere.
«Non li incontrerò» disse tagliente. «Ho sensi molto più sviluppati dei loro, posso evitarli anche per sempre»
«Ma ne hai la certezza assoluta?» sibilò Orochimaru, gli occhi brillanti. «Perché correre un rischio inutile? Liberati di quel corpo, torna quella di un tempo. Forse perderai qualcosa, ma alla fine il guadagno sarà molto maggiore...»
Kyuubi rimase zitta per lunghi minuti, immersa nelle sue riflessioni.
Il corpo di Naruto era un rischio, lo sapeva. Avrebbe dovuto prestare attenzione costante alla vecchia coscienza, controllare le sue catene, e mai, mai abbassare la guardia... ma... aveva un potenziale così grande... così allettante...
Lei era il demone più potente.
Era ribellione.
Era fuoco.
Lei rischiava.
Lentamente, un ghigno si aprì sul suo viso.
«Niente da fare» sussurrò. «Sto bene così come sono»
Orochimaru non sembrò scomporsi un granché.
Il rifiuto di Kyuubi disturbava i suoi piani, ma non più di tanto... e lui aveva ancora bisogno del corpo di Naruto Uzumaki...
Sorrise, solo vagamente inquieto.
«Allora vediamo di fare in fretta» disse, ed era una chiara minaccia. «Perché credo che dal villaggio vedranno il combattimento»
«Tranquillo, basterà meno di un minuto» assicurò la Volpe.


Sasuke non riprendeva colore.
Per quanto Ino curasse e chiudesse ferite, il suo sangue sembrava trovare sempre il modo di scorrere via, imbrattando il pavimento e macchiando le ginocchia delle kunoichi accanto all’Uchiha.
Il viso di Tsunade era coperto di sudore, più cupo di quanto fosse lecito. Sakura aveva provato a chiederle di dare una mano, l’aveva quasi supplicata... ma lei aveva visto le sua braccia tremanti, aveva capito che, per quanto fosse la miglior allieva di sempre, non era in grado di essere razionale con quel paziente... e poi, un sospetto si era fatto strada nella sua mente.
«Sakura» chiamò all’improvviso, prima che fossero raggiunti dagli altri. «Sono quasi certa che Kyuubi abbia temporaneamente il controllo di Naruto» disse schietta, senza girarci attorno. Non concepiva nemmeno che Naruto, lucidamente, avesse tentato di uccidere Sasuke. «Hai un’idea del perché?»
Silenzio. Ino sbirciò di sottecchi maestra e allieva, e vide la tensione palpabile che attraversava l’aria. Anche Jiraya sembrava partecipare, scuro in volto.
«...Sì» sussurrò poi Sakura, con voce a malapena udibile.
Tsunade schioccò la lingua.
«Maledizione!» imprecò, e il sospetto divenne certezza.
Oh, sapeva di essere ipocrita ad arrabbiarsi ora... sapeva che lei per prima si era detta “ho bisogno di Sasuke Uchiha, anche a costo di mettergli accanto Sakura. Naruto è forte, Naruto lo sopporterà”... ma ora riusciva solo a pensare che il suo Naruto, il ragazzino irritante che le ricordava tanto Nawaki e Dan, era fragile. Che era fragile e che Sakura aveva ceduto nel momento più sbagliato. Che, anche se sapeva che prima o poi sarebbe successo, anche se aveva letto negli occhi della sua allieva che Sasuke era sempre alle sue spalle, ora desiderava che tutto fosse come sei mesi prima: che gli Uchiha fossero un problema distante, e che Naruto e Sakura fossero insieme.
Che Naruto fosse felice.
Sentì la rabbia salire.
Contro Sakura, contro Sasuke, contro Kyuubi e anche contro Naruto, che si era arreso... ma, più di tutto, contro sé stessa.
Per aver creduto di poter essere soltanto un Hokage, quando si trattava di lui.
Stupida vecchia orgogliosa.
Mentre ancora cercava di stabilizzare il flusso del chakra, slegandolo dalle sue turbinose emozioni, giunsero i primi rinforzi: gli Anbu.
«La nove code è fuggita» disse lei, tagliente e sintetica, circondata dai suoi migliori ninja. «Se siamo fortunati è ancora nei dintorni, cercatela e riprendetela» deglutì, scoprendo che quelle che doveva ancora dire erano le parole più difficili. «...Se dovesse... ribellarsi... siete autorizzati a usare le maniere forti»
Che stronzata.
Certo che si sarebbe ribellata.
E qualcuno sarebbe morto.
Gli Anbu annuirono, e sparirono in uno sbuffo di fumo.
Tsunade gettò un’occhiata al viso di Sasuke. La ferita che lo attraversava dalla tempia destra al mento era scomparsa, curata da Ino. Aveva anche fatto in modo che non restasse la cicatrice... era più brava del previsto.
Ma non erano quei tagli che davvero lo tenevano appeso a un filo. Il problema era l’addome... la carne martoriata e devastata... con il preciso intento di uccidere.
Sperava soltanto che Naruto ne fosse completamente all’oscuro... perché ad ogni secondo che passava, il filo si assottigliava... e per Naruto, Sasuke era importante...
Anche se si è preso Sakura... non smetterà mai di essere suo fratello”
Dopo gli Anbu arrivò il team Gai, ora tutto maschile. Tsunade inspirò a fondo, maledicendo l’intera situazione, e fu costretta in quattro parole a svelare il più grande segreto del villaggio.
«In Naruto Uzumaki è sigillata la volpe a nove code. Ora si è ribellata. Forse è ancora nella foresta, trovatela e riportatela indietro»
Se Gai si limitò a rabbuiarsi e sudare un po’ più del normale, sia per Rock Lee che per l’impassibile Neji fu un discreto shock.
Il demone più pericoloso di sempre, il flagello del villaggio... era sigillato dentro Naruto? Oh, beh... ora molti tasselli prendevano il loro posto... il chakra terrificante che aveva mostrato all’esame per chuunin, gli strani exploit estemporanei... ma... Kyuubi era malvagia. Era potente. E Naruto... l’aveva tenuta dentro di sé per tutto quel tempo... senza mai smettere di sorridere e blaterare del suo sogno...
...Se la volpe si era ribellata... che ne era di Naruto?
«Muoviamoci» Gai li riportò bruscamente alla realtà, in tono insolitamente grave. «Dobbiamo fermarla prima che lasci il Paese»
Un attimo prima che i tre scomparissero come gli Anbu, dai resti del corridoio al piano di sopra arrivarono il team Kurenai, Kakashi, Sai e Asuma, Choji e Shikamaru.
Tsunade imprecò tra i denti, sempre più furiosa.
Così tante persone stavano per venire a sapere ciò che Naruto si era sforzato di nascondere... e tutto perché loro avevano dato per scontato che fosse forte. Tutto perché loro avevano sbagliato.
Ripeté le stesse parole che aveva detto agli altri, senza guardarli, e aggiunse che Ino sarebbe dovuta rimanere con lei.
Mentre i ragazzi ignari di tutto metabolizzavano le novità su Kyuubi, Sakura gettò un’occhiata angosciata al corpo di Sasuke. Lì non avrebbe potuto fare niente, Tsunade le avrebbe impedito qualunque mossa. Ma forse... se fosse andata con Kakashi e Sai...
«Maestra...» tentò di dire, e l’Hokage la interruppe.
«No. Tu non ti muovi da qui» ordinò asciutta.
Sakura sentì le lacrime riempirle gli occhi, di rabbia e frustrazione.
Avrebbe voluto salvare Sasuke. Avrebbe voluto cercare Kyuubi e riportare indietro Naruto. Avrebbe voluto urlare che era tutta colpa sua, per scaricarsi la coscienza... ma alla fine, era sempre inutile.
Non poteva fare nulla.
Kakashi la guardò. Guardò il corpo di Sasuke, con una stretta allo stomaco, e riconobbe gli effetti del rasenshuriken. Fare due più due fu automatico.
E, all’improvviso, capì cosa avesse di strano il sorriso di Naruto negli ultimi tempi: era falso.
Lui sapeva, già da tempo... e lo aveva tenuto nascosto.
Lo avevano lasciato solo, di fronte al suo incubo più grande.
«Lo riporteremo indietro» disse sotto la maschera, e anche senza vedere il suo viso tutti seppero che non erano solo spacconate. Che stava mettendo in gioco la sua stessa vita, per il figlio del suo maestro... per non perdere di nuovo qualcuno di importante, come Obito.
Pensò a Haruka, che quando era stata svegliata dall’esplosione all’ospedale lo aveva guardato assonnata, i capelli rossi arruffati sulle spalle nude. Pensò a quello che erano diventati, a quello che avrebbero potuto essere... e le chiese scusa, mentalmente.
Perché per Naruto avrebbe rischiato tutto.
Tutto quanto.














Nel prossimo capitolo:

Se la velocità di Naruto era elevata, l’agilità di Orochimaru era quasi demoniaca.
Al primo colpo della Volpe, il serpente schivò con una contorsione impossibile e tentò di afferrare la sua gamba. Kyuubi liberò il chakra, sentendo la pelle sfrigolare, ma ottenne di far balzare indietro il suo avversario.
Orochimaru ghignò.
«Non dovresti maltrattare i giocattoli nuovi, o si rovineranno subito...» sibilò.










*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Anticipazione assolutamente inutile, lo riconosco...
Ma qualunque altra cosa avessi scritto, sarebbe stata esageratamente spoilerosa, e dunque niente da fare!
In questo capitolo un sacco di gente ha saputo di Kyuubi, ma ho lasciato fuori i pensieri di qualcuno consapevolmente,
per svilupparli appieno nel prossimo capitolo. Tranquilli, tranquilli... secondo voi mi "dimentico" di gente come Hinata e Shikamaru?
E, a proposito, è tornato Orociok!
(giuro che immaginarlo con la faccia di Kabuto è traumatico...)

Ohh, sapete cosa potrebbe spingere la mia ispirazione verso nuove vette?
Canzoni.
Quindi, se avete qualcosa da consigliarmi, dite pure...
...e intanto procuratevi "I walk alone" di Tarja (ex cantante dei Nightwish), per il prossimo capitolo...
(ancora una volta, non per le parole ma per la musica)

[psst: ricordatemi quando compite gli anni almeno una decina di giorni prima della data! E fatemi le vostre richieste! ^^]

Festaggiate signori, poiché abbiamo superato pagina 400! °_°

Rory_chan: welcome back! E sei tornata proprio in un periodo un po' movimentato, diciamo! ^^ Ma sono felice di rivederti tra le recensioni, in un modo o nell'altro mi ricordo i nomi di tutte le persoe che hanno commentato almeno una volta! (rubando preziosi Mb di memoria allo studio...) Ehh, nemmeno in questo capitolo ho detto se Sasuke se la cava o no... ma, sinceramente, se fossi una lettrice mi interesserei molto più di Naruto! (attenzione: sono evidentemente di parte) Non preoccuparti assolutamente per la recensione "incasinata": da una che riesce a complicarsi la vita anche quando non ha niente da fare (che sarei io) aspettati capacità riordinative (?) superiori! XD
kage_naru89: un tantino pessimista, eh? "La vita di Naruto è rovinata". Su, su... ricorda sempre che ci sono un mucchio di cose che non dico se non alla fine... e che io amo alla follia Naruto... E' indubbiamente vero che ho creato un casino immenso, ma so anche come "sbrogliarlo" (in positivo o in negativo, questo non si sa...)! Abbi fede, figliola! XD
lale16: ovviamente in questo capitolo non ti dico se gli Uchiha si sono estinti o no! Me perfidissima, ho intenzione di godermi questi ultimi capitoli senza lasciarmi sfuggire nulla... anche se ormai è scontato che, in un modo o nell'altro, ci stiamo avvicinando alla fine... Kyuubi è il mio tenero cucciolo pucci-love. Anche se farà bastardate grosse così, non smetterò mai di ritenere che è adorabile! Anche se un giorno Kishi mi smentirà sulla sua natura, come ha già fatto con Itachi, io resterò sempre della mia idea! Kyuubi for president!!
maninja87: esami... che brutta parola. Devo prepararne quattro tra febbraio e marzo, e al momento navigo in alto mare, vivendo sostanzialmente di pc... devo trovare il modo di non dormire. U_U in bocca al lupo, eh! Comunque, parlando di cose più allegre (?), Sasuke è ancora sospeso al filo del mio desiderio, in balia di capricci più o meno nascosti... La fic è vicina alla fine per forza, ma anche se venissero a mancare gli interpreti principali, tirerei avanti fino a scrivere un finale per i comprimari! Io ci tengo a loro! XD E ci tenevo anche al micio... ç_ç Perché scrivo certe cose?
sonja: mah, diciamo che al momento Kyuubi è impegnata con un altro genere di problemucci...! XD Quel che ha fatto ha fatto, e ora se ne strasbatte allegramente! ^^ (sorriso angelico)
Killkenny: okay, ho provato a riempire gli asterischi del "certo urlo" nella scorsa recensione, ma con tutte le combinazioni della mia testolina bacata l'unica cosa che è venuta fuori è stata "suicidio!", e non sono del tutto certa che ci azzecchi... E la dolce (?) Kyuubi ha incontrato qualcuno che forse è anche peggio di Hanabi... (so che sembra un'eresia a dirsi)
vegani: Hinata calmava Naruto, più che la volpe. E se lui si tranquillizza, riesce a tenere sotto controllo anche lei... ma una volta che Kyuubi  ha acquisito il pieno controllo di Naruto, beh, credo che a parole nessuno riuscirebbe a fermarla...
DuniettaS: giuro, la coppia KakashiIruka mi mette i brividi addosso! XD Li abbiamo visti interagire nel manga giusto due volte, e in ognuna di quelle vignette Iruka era assolutamente patetico e Kakashi totalmente bastardo (o gelido), quindi... Brr, a sostituire la faccia del chunin a quella di Haruka! XD Oh, io essere assolutamente felice di ricevere complimenti ripetitivi! XD Se fossero critiche, già sbatterei la testa sul monitor chiedendomi perché sono tanto idiota, ma fino a quando sono messaggi come i tuoi sono soltanto contenta! ^^ Quindi non preoccuparti di nulla, e lasciami gongolare in pace! Ah, inizia a piacerti (più o meno) Sasuke...? °_° Oh, povera te... ma tranquilla, non è grave. Prima o poi si guarisce. U_U Mentre dall'amore per Naruto-Kyuubi sarebbe bene non guarire mai e poi mai... *ç*
Reina: ho risolto il problema delle gag in modo stupidissimo! XD Me le sono annotate a parte, e anzi mi sono proprio scritta le scene...! Ultimamente ho la testa zeppa di vere e proprie cavolate! (e, sempre ultimamente, mi sono data un po' alle one-shot! XD) Ma grazie per l'offerta d'aiuto, dovessi incagliarmi di nuovo so dovre trovarti! ^^
Kaho_chan: oh, ti adoro! *_* Solo tu hai colto il nesso micio-Naruto! L'unico scopo per l'esistenza di quel felino era questo! Ti adoro! >_< (e ti adoro ancora di più se ripenso alla Narusaku che ho letto ieri sera... eheh) Kyuubi si sta dando allegramente da fare, noti? ^^ E sasuke... uhuhuh, non si sa ancora che ne sarà di Sasuke... potrei essere più cattiva del previsto...
gohan4ever: ok, se hai già letto l'altra saprai che questo non è un bel periodo per te! XD Da nessuna parte c'è consolazione! Ma su, su... le cose stanno per cambiare...
sammy1987: tsk! Come puoi preoccuparti per l'emoboy quando Narutino mio bello se la vede con Orociok?? Dai, chi se ne frega dell'emo-ameba? Al rogo!! *_* Ok, ok... mi do una calmata! XD Come avrai già letto, di Sas'ke non si sa ancora nulla con certezza. Fosse per me sarebbe stato tagliuzzato in piccoli pezzettini morbidosi e sanguinolenti, ma si sa... sono l'autrice, non dio. U_U Naruto, al contrario, è in pieno fermento, anche se guidato dal nostro volpacchiotto del cuore! Ohh, avrò modo di riabilitarlo, credimi... ho ancora qualche asso nella manica...
kimi: qualcuno dice che la morte è parte della vita, no? U_U Bene, fai tua questa filosofia! XD Di Sakura si parlerà ancora, mi sa... perché i casini sono il mio pane quotidiano! E se non sto incasinando le cose adesso... Hai pianto leggendo questo capitolo? ò_O Uhm... non mi sembra particolarmente lacrimoso... cioè, il prossimo e quelli a venire sono peggio, secondo me! ç_ç (per la serie: l'ottimismo è il profumo della vita!)
akane_val: tu sei sconvolta? E io che dovrei dire?! Non ti piacciono né Shika, né Temari... °_° Giuro, sei la prima persona che sento parlare così! Questa cosa potrebbe destabilizzarmi in maniera permanente!! A questo punto non mi pento affatto di aver scritto questi capitoli, anzi ne sono contenta: occhio per occhio, shock per shock! Ora, cercando di tornare in un contesto pseudo normale e pure vagamente cool (?), ti ringrazio tantissimo per i complimenti! ^^ So che le cose sembrano davvero ma davvero incasinate ora, ma sapere che comunque la storia resta leggibile è fonte di grande conforto per me! Sono contenta di vedere che sono riuscita a spiegare la faccenda della voce, ero un pochino in ansia riguardo a quello... e posso tirare un sospiro di sollievo leggendo che i tre giorni non sono poi un grande problema... Perché ho realizzato che ci metto quel tempo per scrivere il nuovo capitolo! ^^' Un bacio anche a te, a presto!
Hipatya: ehh, nemmeno oggi la tua curiosità su Sasuke è stata soddisfatta, temo! E la riabilitazione di Naruto sembra sempre più distante...! Ahh, spero davvero di essere riuscita a mettervi un po' di ansia addosso! Riguardo alla "faccenda Uchiha"... (ATTENZIONE, SPOILER!) E' raccappricciante sì. ç_ç Ma non la faccenda degli occhi, bensì la faccia da maniaco psicopatico di Itachi! >_< Io lo volevo freddo e figo, maledizione!! Se vuoi le scan, posso suggerirti un paio di siti da cui scaricarle, in inglese o anche italiano! ^^ La qualità tante volte non è eccelsa, ma basta e avanza per comprendere, in attesa dell'edizione italiana!
Rhymes: ma no, dai! XD Non devi pensare così tanto a questa storiella senza pretese! Ci sono già io che me la sogno la notte, tu conserva la sanità mentale, per carità! Quello che volevo ottenere (anzi, quello che voleva ottenere il mio lato bastardo) per quanto riguarda Naruto era esattamente ciò che tu hai notato: fino a questo momento è come se tutti si fossero "accontentati" di Naruto, in mancanza di meglio. Ma ora, è giunto il momento che si rendano conto che il MEGLIO è lui! *_* Muahahahah! Ok, magari senza risata satanica e non proprio così... comunque è quello che mi piacerebbe, diciamocelo! ^^ E Sasuke... ehh, Sasuke...
roby chan: io sono stata traviata dal ghigno di Kyuubi, lo ammetto. U_U Quale essere sano di mente snuderebbe le zanne in quel modo perverso? E' per questa sua caratteristica che la vedo "double-faced", o gelida e stronza, o psicopatica. Un po' come Itachi, ecco! XD (ah, ho segnalato la presenza di spoiler nello scorso capitolo, dopo che me lo hai fatto notare... a dire il vero speravo bastasse l'avviso a inizio fic, ma comunque l'ho segnalato per maggior chiarezza. Mi spiace soltanto che qualcuno, incuriosito, sia andato a cercarsi gli spoiler... ç_ç)
Urdi: una domanda soddisfacente sarebbe stata molto, molto difficile da gestire... Soddisfacente sarebbe stata una richiesta astutamente sottile, di quelle che devo scervellarmi venti minuti per rispondere senza rivelare troppo... quindi diciamo che la tua mi ha risparmiato qualche difficoltà! XD Mi spiace solo che la risposta sia arrivata da sola poco dopo! é_è Sigh, non parlarmi di Naruto... a pensarci bene, la sua è una vicenda tristissima! Tutti prima o poi lo lasciano per "qualcosa di meglio", i maledetti! Ma ora, è giunto il momento di vendicarsi... Ohh, il tè verde si può bere in tutti i modi. Solo che ho pensato... siamo tra agosto e settembre, fa un caldo della madonna. Se hanno un po' di cervello, se lo prendono freddo! E, detto tra noi, si scaldano in ben altri modi... (Psst: il tuo commento mi è arrivato due secondi dopo che avevo aggiornato! -.- Quindi mi scuso profondamente per aver risposto soltanto qui!)
Julia83: se esiste un paradiso dei mici, credo che il gatto NON sia lì, diciamo così! XD Quel piccolo demonio... ç_ç Naruto si sta incasinando la vita giorno dopo giorno, povera stellina, e chissà se durerà ancora a lungo oppure no? Ino, come hai visto, non ha avuto questo grande ruolo! XD Era tra i piedi, diciamo, e doveva pur fare qualcosa! A presto, e grazie per i commenti sempre puntuali ed entusiasti! >_< Bacio!
Ino_Chan: ehh, avrei dovuto immaginare che saresti stata pro Ino! XD E dire che io non la sopporto un granché, lo confesso! Però ultimamente ci sta facendo delle figure da gran donna, chissà perché...? Mistero... U_U Oh, di Haruka e Kakashi tutto ciò che puoi sperare di sapere è quello che ti ho detto in due righe alla fine di questo capitolo! XD Mi spiace, ma va così! XD
arwen5786: ohohoh, com'è stato leggere dell'emoboy con un buco nello stomaco? ^^ (sorriso celestiale, seguito da schivata prodigiosa - perché SO che mi hai lanciato una padella, che credi?) Sarà vivo? No? Lo sarà? Boh! Io non te lo dico! Anche perché al momento sono molto, molto più preoccupata per Naruto, io! U_U Ehh, che ci vogliamo fare? Tra Sasuke e Naruto il vincitore è decisamente scontato! *_* Ora, le tue minacce mi inquietano profondamente, non lo nascondo... ma, stoica, non cambierò la trama per paura! E se... se... se dovesse succedere qualcosa di poco piacevole dove so io... beh. Diciamo che Milano potrebbe saltare in aria (sì, E' una minaccia). ARGH, non mi parlare di Itachi... T__T Sto cercando di rimuovere dalla mia mente il capitolo 386 e tenere il ricordo della sua fredda figosità... ç_ç Ma è dura, Cami... è durissima...
Maobh: io apprezzo Ino? Mah, forse... inconsciamente... un filino... Brr, solo a dirlo mi sento male! >_< (e anche io leggo qualcosa in cui è accoppiata con Kiba... Povero, povero ragazzo...) Parliamo di Kyuubi che è meglio, va'! XD Grazie, grazie, grazie per i complimenti su come la rendo! So che il mio stile è abbastanza "cinematografico", per immagini, e le sensazioni che voglio dare sono tante e spesso difficili da rendere... Kyuubi deve essere spaventosa, perché è così. Se ci riesco, sono davvero una donnina felice! ç_ç
1992: uhm... mi sa che ormai puoi solo ucciderla, Haruka... ^^' Non credo sia possibile toccare Kakashi più di quanto non abbia già fatto... Sulla Kyuubi-Sasuke non voglio esprimermi. Dico sul serio. -.- Povera, povera Kyuubi... E non parliamo del parto, va', che ho deciso che nostro figlio resterà UNICO! U_U (certo che... i tuoi messaggi si fanno sempre più bizzarri! Ma come cavolo ci riesci??)
Lily_90: wow, tu! *_* La mia guru indiscussa delle ShikaTema! (oddio... non che ne abbia lette molte, lo confesso! XD) E' un onore vederti tra queste pagine, anche se mi chiedo ancora come tu sia riuscita a capire qualcosa  della trama dal capitolo 54! XD O ti sei letta il riassunto sulla mia pagina personale, o non so! XD Comunque grazie davvero per avermi lasciato un commento! Mi ha fatto tantissimo piacere, tanto più che era anche pieno di complimenti! ^///^ Se, quando avrai tempo, ti verrà voglia di leggere le 400 pagine precedenti (lo so, non invoglio! XD), io ne sarò felicissima! ^^ Ovviamente... prima preoccupati di scrivere, eheh... (chiamasi minaccia)
trinity87: ohh, io amo le mission impossible! E la riabilitazione di Naruto è già nella mia testa, non temere... eheheh... ci sono cose che voi ancora non sapete... Comunque, lieta di aver visto Sasuke praticamente a pezzettini? XD
tonyesp: curioso che tu abbia citato Orociok e Jiraya e il sigillo, proprio ora... per una volta sono cose che NON dovresti sapere, e le hai azzeccate... Peccato che dimentichi una cosa... L'ultima volta che Kyuubi è stata sigillata Yondaime ci ha lasciato le penne... Su tutto il resto mi rifiuto di commentare. -.-
Talpina pensierosa: finalmente sono a casa, e posso usare internet più di tre ore al giorno!! >_< (o almeno posso usarlo dopo le 7! ç_ç) Quindi, mi sto leggendo la tua long! XD Dammi tempo di arrivare alla fine, e ti lascio una recensione! ^^
harryherm: e sentiamo, da dove ti esce la certezza che Naruto finirà con Hinata? Anzi, da dove ti esce la certezza che 'sti due arriveranno vivi alla fine? U_U Insomma, i colpi di scena "stile Susi" sono sempre, sempre, sempre in agguato... E, personalmente, considerei più scioccante la morte di Sasuke, piuttosto che la sua sopravvivenza! Sai i casini?? Tra l'altro... sbaglio o questa recensione sembrava quasi una di quelle recensioni serie dei primi tempi, in cui non mi riempivi di insulti e basta? XD E' stato strano e piacevole leggerla! E mentre la guardavo, pensavo a te mi dicevo: naaaaah, qualcuno si è appropriato del suo nickname... XD

Aya

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Capitolo 56
*** La barriera ***


Naruto-56

Capitolo cinquantaseiesimo

La barriera




Tu-tum.
Tu-tum.
Tu-tum.

La Volpe a nove code.
Namikaze Minato l’aveva sconfitta quasi diciotto anni prima, in cambio della sua vita.
Chi si era mai chiesto che fine avesse fatto?
Chi non aveva dato per scontato che fosse semplicemente scomparsa, evaporata come neve al sole?
Nessuno, tra i suoi conoscenti.
Nessuno parlava mai di Kyuubi, era tabù.
Ora, Hinata ne conosceva la ragione.
«Hinata!»
Una mano sventolò davanti alla sua faccia, facendola trasalire. Kiba sbuffò e abbassò il braccio, fissandola turbato. «Ci serve il byakugan» le ricordò.
«S-Sì, scusate» balbettò lei arrossendo.
L’Inuzuka distolse gli occhi, irritato.
Che in Naruto fosse sigillata la Volpe a nove code o un lecca-lecca alla fragola, per lui non cambiava nulla. Certo, quando glielo avevano detto era rimasto di sasso per un attimo... ma poi aveva ricordato che Naruto era sempre Naruto, qualunque cosa si nascondesse dentro di lui. Lo conosceva da anni, e, per quanto la cotta di Hinata per lui lo irritasse, gli piaceva. Era il suo “compagno di cazzate in libertà”, quando non c’era la bella Hyuuga in palio.
Ora, però, non poteva fare a meno di notare che lei invece era rimasta molto colpita dalla rivelazione. Non spaventata, questo no, ma lo shock era destinato a trasformarsi... Presumibilmente, di lì a mezzora avrebbe iniziato a pensare cose come “povero Naruto, avrà tanto bisogno di qualcuno che gli stia vicino!”.
Il che, ovviamente, lo mandava in bestia.
La foresta che li circondava era stranamente silenziosa. Akamaru annusava il sentiero, inquieto, e sembrava non trovare traccie né odori... sembrava quasi non raccapezzarsi più nel suo ambiente naturale.
«E’ inutile che vi ricordi quanto dobbiamo stare attenti» disse Kurenai a bassa voce. «Tutte le storie che avete sentito sulla nove code sono vere, anche le più spaventose. Non fatevi sorprendere, anche se a una prima occhiata vi sembrerà Naruto»
Lei ricordava l’attacco di Kyuubi, diciotto anni prima. All’epoca era più giovane di loro, e ai suoi occhi di ragazzina il demone era apparso come un incubo spaventoso, materializzatosi dal male più puro. Ricordava il suo chakra, e le sue code che frustavano l’aria. Li ricordava fin troppo bene.
Hinata deglutì, mentre il mondo le appariva distorto dal byakugan. Già sapeva che non sarebbe riuscita ad affrontarlo, ne era certa.
Lui era... Naruto...
«Se non riuscissimo a catturarlo?» chiese Shino all’improvviso, impenetrabile. Se la faccenda di Kyuubi lo aveva turbato, non lo dimostrava affatto.
Ma la domanda che non aveva fatto a voce alta era: “se dovessimo eliminarlo?
Per qualche istante nessuno rispose. Poi Kurenai si accigliò.
«Dobbiamo catturarlo» disse dura. «Non abbiamo scelta»
Ma la sua vera risposta era: “in quel caso saremmo morti prima di accorgercene

Shikamaru invidiò il maestro Asuma e la sua sigaretta.
Nicotina.
Tranquillante naturale.
Se ne sarebbe iniettato in vena due litri, se avesse potuto.
Non è che fosse proprio spaventato... era solo che all’improvviso le cose si erano ribaltate.
Tutt’a un tratto il nemico era diventato Naruto, l’unico dopo Choji su cui fosse assolutamente certo di poter contare, e di colpo si trovava in missione con l’ordine di riportarlo indietro a qualunque costo, il che significava vivo o morto.
Ma se si fosse trattato solo di Naruto non sarebbe stato poi così terribile, almeno in termini di probabilità.
L’incubo era che il vero obiettivo fosse il demone più potente della storia di Konoha... e che da diciotto anni fosse rinchiuso all’interno di un amico. Che da diciotto anni quell’amico si sobbarcasse il compito di contenerlo.
Lui, solo un ragazzo, prima ancora un bambino.
Che razza di persone potevano fare una cosa del genere?
Il quarto Hokage... come...?
Interruppe il filo dei suoi pensieri, mentre seguiva il maestro Asuma lungo i sentieri inquietantemente silenziosi della foresta.
Il quarto Hokage.
Che strano.
Perché si soffermava su quel particolare, adesso? Yondaime era un eroe... aveva perso la vita per salvare il villaggio... centinaia di persone...
...non sarà importante se suo padre è un eroe, se ha salvato centinaia di persone e neanche se lo ha amato...
Le parole di Naruto riecheggiarono da un orecchio all’altro, sovrapponendosi ai suoi pensieri.
Per un istante, un’ipotesi orribile prese forma nella sua testa.
E se il quarto Hokage fosse stato...?
No.
No, si rifiutava di crederlo.
...Anche se c’era una certa somiglianza... anche se era tecnicamente possibile... anche se...
No.
No, maledizione, no!
Che un padre dovesse lasciare al figlio soltanto un demone era troppo triste.
Ora che anche lui stava per diventare padre, sapeva come ci si sentiva, cosa si desiderava per il proprio bambino, cosa si voleva per il suo futuro... e la sola ipotesi che le cose fossero andate in quella maniera lo disgustava.
E lo rendeva triste.
«Shikamaru, tutto bene?» gli chiese Choji lanciandogli un’occhiata preoccupata.
«...Sì» si costrinse a rispondere lui, accantonando i suoi sospetti. Non voleva crederci, punto.
«Non preoccuparti, lo troveremo» gli assicurò l’amico con un sorriso incoraggiante. «Naruto non è uno sciocco, non si farà mettere i piedi in testa così»
Shikamaru ripensò all’ultimo piano dell’ospedale, distrutto per metà. Ripensò al corpo di Sasuke, coperto di sangue. Si incupì.
«Stai pensando a quello che ha fatto?» indovinò Choji, e per assurdo fece un mezzo sorriso, solo vagamente amaro. «E’ per questo che ti parlo così» commentò pacato. «Perché se davvero Naruto fosse... scomparso, la volpe avrebbe fatto ben di peggio. Ricordi cosa dicono di lei nei libri? Credi che di Sasuke sarebbe rimasto un solo pezzo riconoscibile se si fosse scatenata?»
Shikamaru inarcò le sopracciglia, suo malgrado stupito. A quello non aveva pensato.
«Dobbiamo avere fiducia in lui» continuò Choji, guardando dritto avanti a sé. «Beh, magari non quanta ne ho in te...» si corresse dopo un attimo. «Ma abbastanza per non andare nel panico»
Shikamaru sbatté le palpebre, e il maestro Asuma si concesse un attimo di moderata sorpresa mista a soddisfazione. Poi, il Nara sospirò e sorrise sghembo.
«Meno male che ci sei tu a ricordarmi queste cose» commentò.

Gli Anbu non si facevano battere da nessuno quando si trattava di muoversi in fretta e senza farsi notare.
Erano una squadra compatta e perfettamente organizzata, potevano davvero scovare il proverbiale ago nel pagliaio, e ci sarebbero riusciti in meno di dici minuti.
Nascondendo emozioni e volti dietro la maschera, attraversavano la foresta a una velocità spaventosa, senza turbarne la quiete irreale. C’erano ma non c’erano.
Erano a caccia.
Finché non si imbatterono nella barriera.


Se la velocità di Naruto era elevata, l’agilità di Orochimaru era quasi demoniaca.
Al primo colpo della Volpe, il serpente schivò con una contorsione impossibile e tentò di afferrare la sua gamba. Kyuubi liberò il chakra, sentendo la pelle sfrigolare, e ottenne di far balzare indietro il suo avversario.
Orochimaru ghignò.
«Non dovresti maltrattare i giocattoli nuovi, o si rovineranno subito...» sibilò.
«Potrei dirti lo stesso» ribatté la Volpe, e con uno scatto fu alle sue spalle, una mano già attorno al suo collo. Ma strinse aria, e anzi dovette abbassarsi di colpo per evitare la sua tecnica, dietro la schiena. Mentre ancora minuscole goccioline d’acqua restavano sospese come nebbia, una coda di chakra rovente fece accartocciare le foglie umide, abbattendosi contro il petto di Orochimaru e scaraventandolo contro il tronco di un albero.
Uno stormo di uccelli si alzò in volo, lanciando bassi richiami d’allarme.
Il serpente sorrise, un filo di sangue che colava dalle labbra.
Già, si trovò a pensare. Non stava affrontando l’inesperto ragazzino che tante volte gli aveva rotto le uova nel paniere... aveva davanti Kyuubi e duecento anni di pratica. Più che con la testa, la volpe si muoveva con l’istinto.
Non fece in tempo a concludere la riflessione, che il corpo di Naruto fu a un passo da lui, le zanne innaturalmente acuminate snudate in un ghigno di trionfo.
«Ho vinto» sibilò.
E affondò la mano nel suo petto, senza nemmeno ricoprirla di chakra.




Avevano trovato ancora vivi tutti i pazienti delle stanze all’ultimo piano, e li avevano trasferiti insieme a quelli del corridoio inferiore in altre ali dell’ospedale.
La frenesia, il mormorio brulicante e l’ansia erano scomparsi, lasciando il posto a un desolato e cupo silenzio. Il sole si alzava sopra le case di Konoha, e illuminava macerie grigie di polvere. All’ultimo piano non c’era più nessuno, al di fuori del ninja incaricato di sorvegliare gli accessi.
Nella stanza d’angolo invasa dalle macerie subito sotto, un’ampia pozza di sangue segnava il punto in cui Tsunade aveva trovato Sakura e Ino.
Ma di loro non c’era traccia.

Il corpo di Sasuke giaceva su un letto dalle lenzuola macchiate di sangue.
L’unica zona di pelle che non fosse imbrattata della stessa sostanza era il volto, bianco e immobile nella luce di quell’alba infinita. Nessun segno, nessuna ferita, nessuna cicatrice.
Solo lui, avvolto nel nobile splendore degli Uchiha.
Seduta accanto al letto, all’altezza del cuscino, Sakura affondava il viso tra le braccia, incrociate sul materasso macchiato. Le sue spalle erano scosse da singhiozzi leggeri.
Tsunade le si avvicinò, fissando l’Uchiha con espressione cupa.
«Non piangere» disse piano. «E’ vivo»
«Lo so» sussurrò Sakura, senza alzare la testa. «Lo so... lo so... lo so...»
E anche Tsunade lo sapeva.
Non era solo per lui che lei piangeva.
Non era per il sollievo, anche se era un vero miracolo che fosse sopravvissuto – con il contributo delle capacità di guarigione di Orochimaru – e non era perché il sigillo maledetto continuava a stillare sangue, rovente come mai prima d’ora... era perché era successo, e basta. Perché Naruto aveva davvero ceduto alla Volpe. Perché era quasi riuscito a uccidere Sasuke.
Perché Sakura sapeva di chi era la colpa.
«Sakura...» mormorò ancora Tsunade, chiudendo gli occhi. «Ti chiedo scusa. Lo sapevo. L’ho sempre saputo, probabilmente. E... ho lasciato che accadesse. Perché avevo bisogno di Sasuke»
Sakura non ebbe nessuna reazione, anzi sembrò non sentirla nemmeno.
«Io l’ho lasciato solo» si limitò a dire, con voce a malapena udibile. «Questa notte, l’ho lasciato solo... e lui ha il terrore di restare solo. Lo sapevo, ma comunque me ne sono andata... perché volevo vedere Ino, volevo sfogarmi... e l’ho lasciato solo. Con lei» Lentamente, alzò la testa e asciugò le lacrime. «Non chiedetemi scusa, non ce n’è motivo. La colpa resta sempre mia. Non ho saputo stargli vicino...»
Guardò Sasuke, che respirava piano, e sollevò una mano a sfiorargli la fronte, scostando una ciocca di capelli neri.
«Maestra...» spostò gli occhi su Tsunade, e la sannin vi scorse una scintilla di determinazione che aveva visto nel suo sguardo solo quando le aveva chiesto di diventare sua allieva. «Permettetemi di andare a cercare Naruto. Per favore»
Non era vendetta.
Lei non lo odiava.
...O almeno... non lui.
Sakura voleva riavere indietro Naruto, voleva strapparlo alla Volpe e rimediare ai suoi errori, standogli finalmente vicino. Non come prima, non avrebbe più potuto essere come prima, ma sapeva che amare Sasuke non significava automaticamente dover abbandonare Naruto.
E voleva dimostrarlo a tutti quanti.
A costo di ottenere il pubblico disprezzo, a costo di essere tacciata di ipocrisia, Sakura voleva una sola cosa, come l’aveva sempre voluta: il gruppo sette. Forse non come prima, forse mai più come prima... ma le cose cambiano. Non devono necessariamente sgretolarsi, possono... assumere un’altra forma. Glielo avevano dovuto spiegare un anno prima, e lei lo aveva capito.
E lei voleva vedere il nuovo gruppo sette.
Lo voleva disperatamente.
Tsunade la guardò, combattuta.
Se da un lato Sakura sembrava aver riacquistato una certa lucidità, dall’altro era altamente probabile che lasciarla andare avrebbe avuto come unica conseguenza il suo prematuro decesso. Le condizioni di Sasuke, le bende macchiate che gli avvolgevano l’addome, erano la dimostrazione tangibile di quanto Kyuubi avesse il controllo di Naruto.
Se al suo risveglio l’Uchiha si fosse ritrovato vivo ma solo, unico superstite per la seconda volta, allora lei si sarebbe trovata di fronte all’ennesimo problema, per non parlare dell’aumento del dolore... e dei ricordi...
...Però... Tsunade conosceva i sentimenti di chi vuole qualcosa con tutto sé stesso.
Di chi non può stare fermo, di chi deve agire.
Di chi ama.
Li conosceva e li scopriva sul viso di Sakura, così intensi da farla sentire una povera vecchia ormai inutile.
Avrebbe quasi ceduto... se Jiraya, appoggiato al muro della stanza con le braccia incrociate, non si fosse fatto avanti in quel momento.
«Tsunade» la chiamò, facendola voltare. La sua espressione era insolitamente grave, molto più del solito. «Ci sono»
Lei sentì il cuore fare un balzo nel petto. Una goccia di sudore le solcò la tempia, scivolando fino al collo. Deglutì. Poi annuì piano, sotto lo sguardo confuso di Sakura.
Jiraya sorrise.
«Non preoccupatevi più di nulla»




Il ghigno sul volto di Naruto era sporco di sangue, che colava lento dalle labbra.
La destra pendeva a lato del corpo, rilassata, gocciolando a terra piano.
Poi, c’era lo squarcio nel suo petto, grossomodo nel punto in cui Sasuke aveva colpito tanto tempo prima. E lì la chiazza rossa era molto più ampia.
Kyuubi tossì, senza smettere di sorridere. Gli occhi rossi si armonizzavano con il colore del sangue, in un macabro accostamento.
Orochimaru, illeso, stava davanti a lei, a qualche passo di distanza.
«Non sottovalutarmi» disse, soddisfatto. «Non sei l’unica a sapersi difendere»
La Volpe inspirò a fondo, sentendo il dolore lancinante che le attraversava le vene, irradiandosi come veleno. Il polmone perforato guariva a vista d’occhio, rigenerandosi con un filo di fumo, ma lei non avrebbe atteso che fosse guarito.
Quando aveva sentito la mano affondare nel petto di Orochimaru, non si era accorta che era una copia, e non aveva visto l’originale alle sue spalle. Probabilmente era stata colpita a destra per non danneggiare eccessivamente il prezioso corpo di Naruto Uzumaki.
Ghignò.
«Ti brucia, eh» sibilò, quasi dolcemente. «Sconfitto dallo sharingan, hai cercato di ottenerlo. Superato da Namikaze Minato, ora vuoi il corpo di suo figlio. C’è sempre qualcuno migliore di te, non è così? C’è sempre qualcuno che è un passo avanti...»
Orochimaru si irrigidì.
«E’ solo questione di tempo» ribatté tagliente, con un sorriso fin troppo ampio, forzato. «Sono immortale, posso provare mille volte... e alla fine sarò il migliore, alla fine conoscerò ogni tecnica»
«E verrai sconfitto lo stesso» Kyuubi gli gettò un’occhiata di sarcastico compatimento. «La storia è piena di esseri umani boriosi in cerca della perfezione... e nessuno ha ottenuto ciò che voleva. Ho giusto in mente un bell’esempio...» ghignò, ripensando a Madara. «Lo shinobi più forte del mondo, dicevano. Sconfitto una volta dal compagno che riteneva inferiore, e un altra dal ragazzino che considerava solo un ostacolo, il piccolo contenitore del suo animale da compagnia... E’ l’arroganza che fa commettere i peggiori passi falsi. Che, alla fine, vi fa sempre, sempre, sempre perdere»
Involontariamente, davanti agli occhi di Orochimaru scorsero le immagini di un’intera vita.
La sconfitta con Itachi, l’annuncio del quarto Hokage, il suo scontro con il maestro Sarutobi e quello con Jiraya, e anche il suo tentativo di avere Sasuke...
...Arrancava, questa era la verità.
Sconfitto da ogni parte, inseguiva l’immortalità per dimostrare che era il migliore, che nessuno sarebbe riuscito a superarlo.
E invece, anno dopo anno, gli avversari si moltiplicavano, ed erano sempre più forti... Mentre lui agonizzava, passando di corpo in corpo, e ogni volta si sottoponeva a riabilitazioni da incubo, ragazzini idioti crescevano nella bambagia e diventavano mostruosamente forti.
Itachi Uchiha.
Minato Namikaze.
E ora Sasuke Uchiha e Naruto Uzumaki.
La nuova generazione superava la precedente, e i vecchi restavano indietro, per quanto con un corpo giovane, per quanto... immortali...
Orochimaru strinse i denti.
E allora?
Dov’era il problema?
Bastava procurarsi ogni volta uno dei ragazzini idioti. Bastava cambiare, sempre cambiare. Essere immortali non significava restare uguali a sé stessi, anzi... significava migliorare.
Fino a raggiungere la perfezione.
«Mi costringi a danneggiare un po’ quel corpo» sibilò, ignorando volutamente le parole di Kyuubi. «Ma uscirai di lì, in un modo o nell’altro»
La Volpe alzò lo sguardo al cielo che si faceva azzurro, oltre la chioma degli alberi. Assottigliò gli occhi, annusò l’aria. Captò un odore familiare.
Ah... poteva essere un problema.
Riabbassò il capo, e questa volta non sorrideva.
«Il nostro tempo è scaduto» disse asciutta. «Un solo colpo»
Orochimaru non riuscì quasi a finire di ascoltarla, che una ventata d’aria rovente lo investì, strinando i capelli del corpo di Kabuto. Sotto i suoi occhi, bolle di chakra scarlatto presero vita, trasudando dalla pelle, corrodendola a sangue, sfrigolando come fuoco. In meno di un attimo avevano ricoperto Naruto, e altrettanto in fretta avevano preso sembianze familiari...
...Brillanti occhi scarlatti, solcati da una pupilla tanto stretta da essere una sola linea verticale, artigli in grado di affondare nel terreno duro senza il minimo sforzo, un corpo di chakra, danneggiato e protetto allo stesso tempo... poi, calde e ribollenti... e alte, alte fin sopra gli alberi strinati, accartocciati, feriti a morte...
...di nuovo, dopo diciotto anni, nove code si sollevarono su Konoha.
Prima di pensare a non danneggiare il corpo di Naruto, Orochimaru si rese conto che avrebbe dovuto preoccuparsi di quello di Kabuto.


Le code furono visibili fino alle mura del villaggio.
I ninja di guardia strabuzzarono gli occhi, e brividi e incubi che credevano sopiti si svegliarono bruscamente, facendoli fremere nei loro abiti.
Un attimo prima che, presi dal panico, suonassero l’allarme, videro l’Hokage arrivare a passo pesante, con l’espressione più dura che mai; era sola, ed era in abiti comuni, ma lo stesso capirono che era lei che dovevano temere, e non la nove code lontana.
«Via di lì!» esclamò, e lo shinobi che stava per dare l’allarme si fece indietro bruscamente. «Non una parola, sono stata chiara?» sibilò, raggiungendolo. «E’ tutto sotto controllo, non c’è nessuna emergenza in atto. Hai capito?»
Una minaccia in piena regola, ecco cos’era. Ma si trattava pur sempre dell’Hokage... bisognava obbedire... ordini, fiducia, rispetto... e anche... terrore.
Lo shinobi scambiò un’occhiata spaventata con il compagno di guardia, impietrito.
Poi, il cuore a mille, annuì veloce.
Tsunade distolse lo sguardo da lui e lo puntò sulla foresta, e sul chakra lontano. Le chiome degli alberi ondeggiavano, visibili anche a quella distanza, ma a circa seicento metri dall’epicentro tutto si faceva improvvisamente tranquillo... come se una grande cupola fosse stata tesa sulla zona.

«...Questo è un pessimo segno» mormorò Kakashi, fermo sulla cima di un pino, l’unico occhio fisso sulle code che si agitavano in aria. Nonostante il suo albero fosse immobile, a pochi metri di distanza le foglie si agitavano, scosse da un vento impetuoso.
Il jonin balzò a terra, dove Sai lo aspettava paziente.
«Nove» comunicò al jonin, che tuttavia non sembrò scomporsi più di tanto.
Senza commentare, gettò uno sguardo verso il sottobosco; neanche dieci passi più in là, i cespugli frusciavano, i rami gemevano, e le foglie crepitavano sferzate da un vento caldo.
Poi, c’era il rombo lontano, ovattato.
Distante ma ugualmente terribile.
Sai tese una mano verso la zona sconvolta, e le sue dita incontrarono una superficie invisibile e tiepida, di uno spessore e una consistenza invidiabili.
«...Bisognerebbe sapere di chi è opera...» mormorò.
Kakashi, alle sue spalle, non poté fare altro che annuire.
Avevano provato a oltrepassarla in mille modi, con mille tecniche diverse, ma non aveva ceduto. Non una crepa, non una fenditura, non un punto debole.
Era una barriera semplicemente perfetta.
Impotenti, i due erano rimasti a guardare il muro invisibile che sbarrava loro la strada, e la devastazione che si compiva più in là, nel folto.
E Kakashi si era sentito in colpa.
Perché avrebbe voluto fare di più... e invece non poteva proseguire.
Sai era rimasto impenetrabile, come sempre. Ma un occhio allenato avrebbe visto la ruga pressoché invisibile che gli solcava la fronte...
...e forse avrebbe intuito della memoria incerta, che iniziava a ricordare la sensazione di perdere un fratello...


Il boato dell’esplosione, benché attutito dalla barriera, fece sollevare in volo interi stormi di uccelli. Ci furono una luce accecante e un calore intenso, che trapelò oltre la cupola invisibile sotto forma di brezza tiepida.
Quando il team Kurenai e il team Asuma, che si erano incontrati sul cammino, riuscirono a riaprire gli occhi, videro che una parte della foresta, semplicemente, non esisteva più. O meglio, era stata piegata e spezzata tanto da essere rasa al suolo.
Hinata sbiancò, le mani sulla bocca.
Come poteva essere sopravvissuto qualcosa a un’esplosione del genere?
Non sapeva che, contro ogni aspettativa, all’interno della barriera tutti gli esseri umani erano rimasti pressoché illesi.
Il fumo si sollevava dalla pelle di Naruto in spire sottili, mentre le cellule si rigeneravano per l’ennesima volta, andando a ricoprire la carne viva e il sangue che trasudava dai tessuti.
Il chakra di Kyuubi era scomparso, di nuovo sigillato all’interno del suo corpo, e la Volpe era costretta ad ansimare pesantemente. Il che non le impediva di sorridere.
Di Orochimaru non si vedeva alcuna traccia, nella conca devastata.
Braccia e gambe erano gli ultimi a guarire, di solito. La riparazione iniziava dal petto, poi passava alle estremità, e al momento era più o meno al livello delle spalle. Le mani erano scosse da un lieve tremito, provate dagli sforzi insopportabili.
Ma Kyuubi non sapeva cosa volesse dire prendersi cura di un corpo.
E quando suoi artigli penetrarono nel terreno, affondando fino al gomito, si limitò a liquidare il dolore con una stretta di denti simile a un ghigno.
Sentì sotto le dita la pelle dura e fredda di Orochimaru, sentì le unghie affondare nella carne e artigliarla, mentre lo tirava su di peso e fuori dal suo nascondiglio.
Il serpente cercò di morderlo, puntando al collo, ma lui lo fermò piantandogli una mano sul viso, le dita premute su fronte e mandibola.
Si concesse qualche istante di piacere, nella contemplazione degli occhi irosi e iniettati di sangue di Orochimaru, e senza smettere di guardarlo bloccò il suo tentativo di liberarsi, afferrandogli una mano e stringendo fino a sentire le ossa che si spezzavano.
«Sei finito» sussurrò, e con un calciò gli tolse il fiato, affondando nella carne morbida dello stomaco.
Orochimaru cadde indietro, sollevando una nuvoletta di polvere, e sputò sangue in un rantolo.
Kyuubi non gli lasciò il tempo di rigenerarsi, e posò un piede sul suo orecchio premendo in una vaga minaccia. Sorrise, certa della vittoria, e aumentò la pressione.
Ma ancora una volta il serpente non aveva esaurito le sue carte. Il braccio a contatto con il terreno, nascosto dal corpo, si era già insinuato nel terriccio per ricomparire alle spalle di Naruto, e afferrare la caviglia che lo sosteneva, facendogli perdere l’equilibrio. Kyuubi barcollò e si piegò in avanti, rischiando di cadergli addosso; ma non si oppose alla gravità; anzi ricoprì il braccio di chakra e tentò di affondarlo nel corpo di Orochimaru, mentre lui tendeva una mano diretta al suo stomaco.
Si sarebbero trapassati a vicenda. Si sarebbero colpiti e rigenerati per l’ennesima volta, come un normale essere umano non avrebbe mai potuto sperare di fare...
...Se qualcosa non si fosse frapposto all’ultimo istante tra loro.
Furono scagliati indietro, colti alla sprovvista, ed entrambi dovettero frenarsi graffiando le mani sul terreno. Alzarono lo sguardo, indispettiti, e spalancarono gli occhi.
Jiraya occupava l’esatto punto in cui si erano trovati loro un attimo prima.
«Smettetela di giocare con corpi che non vi appartengono» ringhiò, e il suo sguardo si puntò su Kyuubi, duro come granito.




Sakura era ancora seduta sulla sedia accanto al letto di Sasuke, ma ogni suo pensiero era molto più distante, perso nella foresta... insieme a Naruto.
E le parole pronunciate da Jiraya pochi minuti prima tornarono nei suoi ricordi, riecheggiando.

«Non preoccupatevi più di nulla»
Tsunade guardò Jiraya, incapace di nascondere un’ansia leggera. «Lo hai trovato?» chiese nervosa.
Il sannin non smise di sorridere, ma per un attimo sembrò anche... amareggiato.
«C’è Orochimaru con lui»
Silenzio.
Scioccato silenzio, per la precisione.
«E’... vivo?» alitò Tsunade, incredula.
«Così sembra... se dovessi fare un’ipotesi, direi che ormai Kabuto Yakushi non esiste più» ribatté Jiraya, piano.
«E cosa vuole da Naruto?» chiese Sakura ad occhi spalancati.
I due sannin si scambiarono uno sguardo.
«Tirando ad indovinare...» mormorò lui, cupo. «...Il suo corpo»
«No!» gridò la kunoichi, allarmata, e scattò in piedi.
Le tornarono in mente le vicende di sei anni prima, quando l’obiettivo di Orochimaru era Sasuke... ricordò il segno maledetto che lo corrodeva e lo avrebbe ucciso, e ricordò l’espressione dell’Uchiha quando lo avevano rivisto, dopo più di due anni dal suo tradimento.
Pensare che Naruto potesse vivere le stesse esperienze... pensare di riviverle, lei... le mise addosso un terrore assolutamente irrazionale.
«Stai tranquilla, Sakura» le sorrise Jiraya, rassicurante. «Non lo avrà. Ci penso io»
Lei gli lanciò uno sguardo smarrito. «V-Vengo con...!» balbettò poi, facendosi avanti.
«Non puoi» la interruppe lui. «Quando li ho trovati e ho visto Orochimaru ho eretto una barriera attorno a loro, e nessuno riuscirà ad attraversarla in qualunque senso, credimi»
«Ma allora voi...»
«Io sono già dentro»
Tsunade, al corrente di ogni cosa, teneva lo sguardo basso.
«Io solo so come riattivare il sigillo del quarto Hokage...» spiegò Jiraya, pacato. «Riporterò indietro il vecchio Naruto»
«Riattivare il sigillo...? Ma...» Sakura esitò. «Yondaime... non era morto, creandolo...?»
Nel silenzio che seguì alla sua domanda, cercò lo sguardo dei due sannin, senza trovarlo.
Poi, Jiraya alzò la testa bruscamente.
«Oh, accidenti. La Volpe sta esagerando...» mormorò preoccupato. «Di questo passo tutti e due...»
«Jiraya» lo chiamò Tsunade, di sottecchi. Si guardarono, per un secondo. «Orochimaru... potrebbe salvare Sasuke» ricordò. «Cerca di riportarlo indietro» deglutì. «E... anche tu. Torna»
Nonostante l’accenno a Sasuke le avesse fatto contrarre lo stomaco, Sakura non si fece distrarre. «Ma... il sigillo... Yondaime...» ripeté ansiosamente.
Jiraya si limitò a sorriderle.
«Devo andare» disse, e si dissolse in uno sbuffo di fumo silenzioso.
Sakura fissò Tsunade, incapace di capire come potesse lasciarlo andare così, ma la sannin evitò il suo sguardo.
«Vado a organizzare un paio di cose» mormorò ostentando freddezza. «Tu resta qui con Sasuke, e non ti muovere per nessuna ragione»

Lei aveva obbedito, come una brava kunoichi.
Aveva ancora le mani sporche di sangue, le braccia tremanti, i capelli sconvolti... ed era rimasta lì.
Ma mai come in quel momento avrebbe desiderato essere altrove... là dove si decideva tutto.
Per Naruto, per Sasuke, e anche per la sua maestra.










Nel prossimo capitolo:

«E’ così dunque...» sussurrò, passandosi una mano sul labbro sporco di sangue. «E’ per questo che sei tanto fiducioso...»
Il sannin le lanciò uno sguardo cauto. Cosa aveva scoperto in quei dieci secondi?
«Naruto dovrebbe rivoluzionare il mondo dei ninja, eh?» spiegò la volpe, concedendosi una risata asciutta. «Sicuro che si tratti proprio lui?»











*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Questi ultimi capitoli li ho scritti in pieno blocco, vi rendete conto?
Ora, rileggendoli, mi viene da dirmi: caspita, fossi sempre in blocco!
Va beh... sarà che le scene d'azione mi entusiasmano...
Comunque!
Sasuke è vivo.
Sì, lo so, qualcuno di voi sarà felice, qualcun altro scuoterà la testa dandomi della pusillanime...
...ma i miei piani erano questi sin dall'inizio.
Per cui, prendete le cose così come vengono e fate le vostre ipotesi.
Chi ci lascerà le penne prima della fine?
(della fine sorprendentemente vicina, oserei aggiungere... diciamo che il capitolo 60 potrebbe essere un buon riferimento)

*___*
31 recensioni.
31!
Sto piangendo e ridendo allo stesso tempo,
perché sono incredibilmente felice (e quindi piango di commozione)
e perché ci metterò tre ore a rispondere a tutti (e quindi rido istericamente)!
E' un nuovo, elettrizzante record, signore e signori!
Non posso che ringraziarvi dal profondo del cuore!

Questione canzoni:
grazie a tutti per i suggerimenti che mi avete mandato!
Non ho messo nessuna indicazione sul genere che ascolto di solito perché mi piace pensare di essere aperta ad ogni novità,
e questo è anche un modo per allargare il mio panorama musicale!
Poi, in questi giorni mi è capitato sotto mano un famoso videogioco con una chitarra... (niente pubblicità)
*_* Io amo "Infected" dei Bad Religion! *_*
E mi è anche capitata sotto mano "Alive" dei P.O.D., che tra parentesi vi consiglio per il prossimo capitolo!
Insomma, gente: l'ispirazione naviga a gonfie vele!

Sono indignata!
Finalmente ricordo perché avevo smesso di guardare Naruto.
Una puntata splendida, toccante, stavo per piangere per Sasuke, sbavavo sul doppiaggio perfetto di Itachi...
...E loro mi hanno tagliato completamente le scene degli Uchiha morti!
Senza le quali si perde un bel pezzo di effetto!
Ora, non dico di far vedere il sangue che schizza, ma potrei giurare che c'erano scene visibili anche per gli idioti (a parere del MOIGE) ragazzini italiani!
Ahh, sono inviperita!
E' in questi momenti che vorrei diventare in fretta doppiatrice, e scalare la gerarchia dell'ambiente per avere in mano gli anime!
>__<
 
Kaho_chan: credo che il mio stile si possa agevolmente definire cinematografico. Procedo per immagini, per colpi di scena, inquadrature... forse non è un caso che io sia finita a fare DAMS indirizzo cinema, dopotutto (io ero convinta che lo fosse! XD). Ma non ci ho mai pensato troppo a lungo... più che altro, scrivo cercando di ottenere qualcosa che io sarei felice di leggere. E penso che facciano tutti così, bene o male. Certo, ogni tanto scivolo nel teatrale... ma, e che diamine, Kishi non lo fa ogni due pagine? Vogliamo parlare (SPOILER) dell'esplosione di Deidara? Del combattimento sulla testa delle statue in stile Signore degli Anelli? E poi stiamo sempre parlando di ninja che camminano sull'acqua... senza un briciolo di teatralità sarebbero ragazzini normali (belli da morire, ma pur sempre normali! XD). "La Volpe si fa i suoi giretti" <-- quando ho letto questa frase sono scoppiata a ridere! Mirabile esempio di sintesi: si fa i suoi giretti. Ovvero devasta mezzo ospedale, inizia un combattimento che rade al suolo parte della foresta (teatralità, teatralità...), e minaccia di tornare ad essere il più potente e incontrollato demone di sempre. I suoi giretti. XD Sasuke alla fine l'ha sfangata, come si è visto. Lo so, lo so... anche io storco il naso. U_U Ma se lui è a posto, tutti gli altri possono occuparsi a tempo pieno di Naruto, che quindi catalizza tutte le attenzioni! *_* Uhuhuh...
Oh, Tsunade. ç_ç E Jiraya. Sigh. Mi torna in mente il discorso di ieri sera con Cami...
_Eleuthera_: 18 marzo, eh? Io segno. E poi saprai, saprai... Dunque. Iniziamo con il dire che nella mia assoluta demenza mi sono accorta solo ieri di quanto tu sia brava a scrivere oltre che a commentare. U_U Lo so, che io faccia sempre così non è una giustificazione, ma permettimi di chiederti umilmente perdono e di sperare di essermi leggermente riabilitata con la recensione che ti ho lasciato! Poi, parlando di questi capitoletti "Sinnersiani" di poca importanza (lascia perdere... oggi sono strana, non far caso al mio stupido tono), mi ha fatto un grandissimo piacere sapere che le scene hanno avuto l'effetto sperato! Come ho già detto, li ho scritti mentre ero in crisi... e sul momento mi facevano davvero schifo! XD Ma per mia fortuna ho imparato a cestinare l'autovalutazione, e ora mi affido soltanto all'esperienza e alla clemenza dei lettori. Sakura l'ho mossa con una certa irritazione... sapevo che doveva essere preoccupata per Sasuke, che era normale, che era d'obbligo... ma continuavo a dirmi: "cacchio, preoccupati per Naruto invece! Sasuke rischia di schiattare ogni due capitoli, ma lui è nelle mani della Volpe!" Sono disgustosamente di parte... E infatti mi chiedo ancora perché l'emoboy sia sopravvissuto. ò_ò Eh, lo so che il micio è stato un brutto colpo... ç_ç Non sai quanto dispiace a me. Non a caso non ho avuto il coraggio di descrivere la scena! Mi spiaaaaace...! >_<
ShAiW: bentornata!! E auguroni per il compleanno! Ahh, mi sarebbe piaciuto farti un regalo, maledizione! >_< Una di quelle sciocchezze che ho promesso, una flashfic, o magari una risposta sincera - per una volta - a una domanda sulla storia... Se li accetti ancora, pure con un briciolo di ritardo, sono disposta a farli. Altrimenti, non dovessimo sentirci, ti dedico il prossimo capitolo, che sarà proprio sabato! ^^ Che dire? Shika e Tema sono i miei beniamini, lui soprattutto, e mi ci sono messa davvero d'impegno per renderli bene! Il conflitto tra NaruSakunesimo e SasuSakunesimo è una piaga comune, a quanto sembra... non sei l'unica e non sarai l'ultima a soffrirne! Ma soprattutto, confesso che sono stata io a fare in modo che venisse a crearsi. Era il mio preciso obiettivo! XD E, se mi ricordo, alla fine spiego anche il perché (al di là della mia presunta obiettività di autrice, che non vorrebbe indirizzare i lettori ma lasciare che siano loro a farsi un'idea). Kakashi, Kakashi... che ne sarà di lui? Fino a quale punto sarò stronza con l'orbo (XD) più amato di Kishi? Fin troppo, credimi... fin troppo. A presto, allora! ^^ E di nuovo auguri (anche se in anticipo forse portano sfortuna... °_°)
Lily_90: ma quale ultima degli ultimi? XD C'è sempre qualcuno che arriva due secondi prima dell'aggiornamento, non farti illusioni! E' mille volte più difficile essere l'ultima che non la prima! XD Comunque, ancora una volta mi trovo a ringraziarti per la recensione, con gli occhioni sbrilluccicanti! I commenti fanno sempre, sempre piacere... ma quando vengono da una persona che si ammira hanno tutto un altro valore! >_< Non ho mai capito bene perché, ma quando c'è Tsunade in un capitolo quasi tutti la citano nella recensione! XD Si vede che l'adoro proprio, anche se è un amore recente, e mi impegno parecchio per renderla bene! Sasuke è campato, ahimé. Ma se non altro ho fatto felice un po' di gente, forse anche te! ^^ A presto, allora! (magari... per commentare Beautiful Bore... *_*)(cogli la velata spintarella ad un aggiornamento rapido... XD)
Reina: fosse per me Ino avrebbe bisogno di un manuale di istruzioni anche solo per respirare. Ma, sebbene Kishi non ci abbia mai detto molto di lei (tranne in quei quattro capitoli mosci in cui combatte con Sakura, di cui avrei volentieri fatto a meno per avere un po' più di Naruto), penso sia ragionevole supporre che lei è un po' il ninja medico del suo team. Adesso non saprei dirti precisamente dove, ma mi pare di ricordare che ogni tanto è lì a curare qualcuno, almeno un po'. E poi... se non sapesse almeno un briciolo di teoria medica sarebbe assolutamente inutile! XD Parlando di altri esseri inutili, ebbene sì: Sasuke è vivo. Purtroppo. Davvero, se non avessi già previsto tutta la trama sarei stata molto, molto tentata di ucciderlo... ma poi mi sarei trovata con qualche problemuccio per quanto riguarda Sakura e Naruto, quindi mi sa che è meglio evitare... XD Magari, un giorno, in una flashfic... potrei togliermi lo sfizio... Un'ultima cosa: occhioni teneri di Orociok...? °_° Confessa: tu sei intima amica di Hanabi, vero?
tonyesp: non è che io ti abbia preso per idiota. E' che... uhm... ogni tanto mi capita di prendere le persone per sceme. Ma è normale e fisiologico. Non ti dico che casini ne uscivano quando lo facevo con i prof... (sì, ne ero capace) Le idee simili sono un bel problema. Penso che esistano già, e che ci siano almeno otto milioni di fanfic più o meno come la mia, ma quando due autori si conoscono le somiglianze balzano all'occhio. E a questo punto, "vince" chi pubblica prima! XD Per quanto riguarda la sopravvivenza di Naruto, ti rendo noto che in effetti ho già scritto qualcosa in cui ci lascia le penne. Per mano di Sasuke, pure. Quindi non darei per scontato che lo salvo, solo perché lo adoro... anzi. Oh, potresti essere come Kakashi solo se ti accecassi un occhio e andassi in giro con la maschera. Il 60% del suo fascino viene dall'imperscrutabilità! E tu, mio caro, sei un libro aperto da quel punto di vista! XD Niente cicatrici, niente misteri... tsk tsk, non ci siamo mica!
rina: uhm... sai che non sono tanto sicura di infilarci la rivelazione del quarto Hokage? XD Ora come ora, non saprei dove inserirla! Però almeno Kyuubi dovevo metterla... anche se all'inizio non era prevista! Meno male che i miei piani d'azione sono molto elastici! XD Sasuke e Sakura possono schiattare? Oh beh, è esattamente il mio pensiero, al momento!
Maobh: la "carcassa umana" dovrebbe fare un po' meno pena ora che è viva... Ma Orociok e Kabuto faranno sempre, sempre, sempre schifo! XD Il viscido leccapiedi unito al viscido serpentone... il disgusto avanza!
trinity87: ohh, Sasuke ha sofferto tanto? Che dici mai? Sasuke avrà ancora molto di che soffrire... da qui all'eternità, più o meno... *_* Per quanto a sette anni fosse praticamente adorabile, è, mi duole dirlo, cresciuto malissimo. E ne pagherà le conseguenze. Brr, la sola idea di Orociok all'interno di Naruto mi mette i brividi... piuttosto la morte, decisamente!
Talpina Pensierosa: per la recensione ho già provveduto, e il capitolo è qui adesso! ^^
arwen5786: ma come? Non ti fidi più della mia mente malvagia? E' la cosa più affidabile sulla faccia della terra! Certo, è imprevedibile, di umore variabile, soggetta a idee improvvise e incontrollate... ma nella sua mutevolezza hai la certezza che non ti dà certezze! (giuro che se hai capito questa frase ti regalo un ovetto kinder) XD A parte tutto... Sasuke è vivo. Gioisci, poiché, dopo tanto penare, l'ho salvato... Certo... c'è sempre il problema Naruto all'orizzonte, e c'è sempre la possibilità che lui e Sakura decidano allegramente (?) di andare ad affrontarlo, ridotti come sono... ma per ora c'è. E i riflettori si spostano su Jiraya... Dimmi un po', quante A ha nel nome? E Kakashi, quante ne ha? (nota: il numero non c'entra niente in realtà... è solo la presenza che conta) Io e i miei trabocchetti... che poi, non so come mai, finisco per starci più male io di voi. ç_ç (vedi micio) Oh, io tengo d'occhio gli aggiornamenti di "Cosa vuol dire... Normale?" in vista della recensione numero 500... Deve. Essere. Mia! E finalmente le mie domande su Choji avranno una risposta! *_* (il mio è un chiodo fisso!)
sammy1987: chi odiare di più tra Kyuubi e Orociok? Risposta molto semplice: il biscione. Dai, lui non ha nemmeno il corpo (*ç*) di Naruto! E' brutto, è a pezzi, ed è vecchio. E aveva pure un interesse morboso per Sasuke... Dai, fa schifo! XD Anche se... a ripensarci meglio... il corpo di Sasuke in sé, senza la sua anima bastarda... *ç* Però ora anche lui è praticamente a pezzi. -.- Se sopravvive, gli resteranno le cicatrici temo.
harryherm: sigh. Mi sono giocata la statua salvando Sasuke... ç_ç Ma l'atmosfera è sempre più cupa, e questo non è male! Anzi, come direbbe Clà, è cosa buona e giusta! E i sensi di colpa rodono e rodono Sakura... come la prenderebbe se, per ipotesi, Mr Jiraya dovesse...? Con che occhi potrebbe guardare ancora Tsunade? (ohh, non farmici pensare che gongolo... Soffri Sakura, soffri) Su, su, non dare per scontata la NaruHina. Clà blatera a vuoto, non dovresti ascoltarla. Ogni tanto quando siamo in multichat con te e Anna organizziamo dei mega scherzoni alle vostre spalle! (se glielo chiederai negherà con tutta se stessa! Lei è Dio, ufficialmente neutrale... ma io posso fregiarmi del titolo di "male supremo"!) Al momento, non è certo nemmeno chi vive e chi muore. C'è Kakashi in sospeso, e ora Jiraya, Naruto che è sempre lì, sul filo... le ipotesi possono essere mille mila! In sostanza, mi sa che devo prepararmi agli insulti! XD
Julia83: a proposito di Tsunade... tu hai mica sentito di una certa intervista a Kishi...? (lascio in sospeso la domanda perché potrebbe essere uno spoiler che non vuoi) Comunque, Sasuke è vivo e lontano dalla battaglia - per ora - e Naruto, anzi Kyuubi, si trova davanti Jiraya... hai ragione, dopo Redenzione da me puoi aspettarti di tutto... anche che io segua le orme di quel bastardo di Kishi... E dopo quest'ipotesi inquietante, saluto con un sorriso infido! ^_^ Bacio!
Kyuubi: tuuuuu! *_* Oh, che piacere rivedere questo nome tra le recensioni! Avessi le tue code scodinzolerei! (ecco, mi ci metto pure io a identificarti con Kyuubi!) Grazie per il commento! Spero che questo capitolo e i seguenti siano abbastanza per soddisfare la tua smania di distruz... ehm, di leggere della distruzione che fa Kyuubi. Ehm. L'altra Kyuubi, non tu. Ok, sto andando in confusione! XD Ma hai capito, no? XD A presto, spero! E per il compleanno... uhm, è un po' in là... ma vediamo di riuscire a fare qualcosa, se possiamo. Ho visto le immagini, e la mia opinione è... che Sakura potrebbe anche levarsi da lì e lasciarmi guardare in santa pace Naruto. U_U Scherzi a parte, sono molto belle! ^_^ Ah, per quanto riguarda le canzoni, degli Evanescence ho tutta la discografia! Solo che quando avevo quindici anni me li sono ascoltati un po' troppo, diciamo... e ora ho qulche problema a risentirli! XD Ma mi sto già procurando qualcosa di quel genere!
Rhymes: tranquillo, nessuno mi ha insultata! XD Erano solo discussioni stupide tra persone ancora più stupide! (io e qualcun altro XD) Comunque sono davvero contenta che la storia ti appassioni così tanto! Davvero, potresti essere tu il fan numero uno, nonostante quello che dice qualcuno! Sasuke è purtroppo vivo, ma le cose stanno andando in direzioni a noi piuttosto gradite, mi sembra... bene o male, tutti si stanno rendendo conto che avevano sottovalutato Naruto, e Kyuubi sta provvedendo a cambiare questa idea... chissà fin dove si spingerà... perché uccidere qualcuno va bene... ma se questa morte dovesse mandare in crisi Naruto, allora non ci saremmo più!
0000: le canzoni sono sempre utili, diciamocelo. Sia per questa fic, che per tutto il resto, vita compresa! XD Più che le parole, comunque, io presto attenzione alla musica, e alle atmosfere. Mi serve il sottofondo per dare il ritmo, in un certo senso. Ma se puoi consigliare qualcosa - qualunque cosa - io sono qui, in trepidante attesa!
Rory_chan: le tue preghiere sono state esaudite! Sasuke è vivo! Stappa pure lo champagne! XD Grazie davvero per i complimenti allo scorso capitolo, mi sono sciolta! Avendolo scritto in un periodo un po' difficile per la mia vena artistica, ero molto dubbiosa sul risultato... ma per fortuna sembra buono! Mi ha fatto piacerissimo il commento sull'IC dei personaggi (anche Ino, sì XD), e sull'atmosfera, e spero di riuscire a mantenere entrambe le cose fino alla fine! Ehh, ma che domande sono? CERTO che ho sentito Amaranth dei Nightwish! Me li sono passati tutti, i Nightwish! Ma grazie lo stesso per il suggerimento, gentilissima! ^^
Ino_Chan: io spero che Kishi NON prenda idee da me... è già abbastanza stronzo così. -.- Mi segno il tuo compleanno, e poi vediamo se per allora ci siamo ancora! XD
sonja: ebbene, sarai la prima a usufruire del "bonus compleanno"! Dimmi, carissima, cosa preferisci? Una domanda sulla trama - con garanzia di risposta sicura, anche se spoilerosissima - o una flashfic - soggetti a tua discrezione? Sfortunatamente sono le uniche due opzioni, perché via web non si può fare di più e con il disegno sono TROPPO arrugginita! XD Avanti, a te la scelta!
Hila92: beh, non è che Sasuke e Sakura abbiano "tramato" alle spalle di Naruto... è che è successo, si sono trovati a rotolarsi tra le lenzuola (o meglio, su una sedia), e non hanno avuto il coraggio di dirglielo subito... lei, ma anche lui. In fondo se è riuscito ad arrivare fino al suo quartiere una volta, nulla gli vietava di alzarsi, andare da Naruto e dirgli: "Sakura è mia!". Ma non farti ingannare: anche se razionalmente, come autrice, li giustifico... umanamente li indico e sghignazzo, sperando che muoiano tra atroci tormenti, o meglio che vivano tormentati e poi muoiano dolorosamente, dopo moooooolti anni. Non ti preoccupare per l'incasinamento della situazione... ho un piano. Ehm. Più o meno. XD
Hipatya: prima che mi dimentichi: per le scans italiane conosco solo www.gameternity.com (o .net? Boh, se non ti si apre provali un po' tutti! XD) e www.akatsukifan.org (e per trovare quest'ultimo mi sono riletta una delirante conversazione a 4 che mi ha distrutta psicologicamente). Se invece le vuoi in inglese (io le preferisco, perché l'italiano maccaronico con cui si rischia di trovarle mi distrugge...), le prendo da www.narutofan.com. E, ovviamente, c'è l'arcinoto www.mangashare.com, che però te le fa leggere solo online, forse... Ah, e anche www.gotnaruto.com. A questo punto, hai solo l'imbarazzo della scelta! ^^ Ora ti ringrazio per l'utilissimo elenco di canzoni, che mi servirà parecchio, me lo sento, e poi... faccio una confessione scioccante: ebbene sì, anche Sasuke può essere affascinante. Esteticamente parlando, è molto appetibile. Peccato che per tutto il resto vorrei farlo a pezzi... =_= E finalmente arriviamo alla risposta al commento! Grazie mille per i complimenti, la mia massima aspirazione in campo fanficciano (?) è tormentare i lettori e tenerli nell'angoscia... per poi dargli le soddisfazioni che meritano all'ultimo capitolo! *_* E, tra parentesi, ha visto? Sasuke è vivo!
Killkenny: aaah, ecco il misterioso significato degli asterischi! Grazie per la spiegazione! XD E, a proposito, dicevi che lo scontro Kyuubi-Orociok sarebbe stato un problema... ma vogliamo parlare dello scontro Kyuubi-Orociok-Jiraya? Qui si che son cavoli... (perché devono sempre essere 3, mi chiedo io?)
kimi: Gaara al momento prende il sole sul tetto del palazzo del Kazekage. O almeno, mi piace pensare che lo faccia... possibilmente in costume. O anche senza. *ç* Certo che ce l'hai un bel po' con Naruto! XD Povero, e dire che per una volta è lui la vittima! E la Volpe gli ha fatto un'offerta allettante... Insomma, sei compassionevole con Sakura e Sasuke ma non con lui?? Come puoi??
lale16: c'è sempre qualcuno che si ricorda della dispersa Tenten! XD Ebbene, fugherò i tuoi dubbi: siamo entrati in settembre! Il che significa... che prestissimo ci sarà la rivelazione...! Per quanto riguarda lo scorso capitolo, grazie mille per tutti i complimenti! >_< Anche in questo Tsunade ha una certa parte, spero che sia piacevole quanto la scorsa! E tranquilla, puoi riprendere a dormire sonni sereni (beh, più o meno...): Sasuke è vivo! U_U
DuniettaS: ed ecco la seconda che si ricorda di Tenten! XD Dai, che siamo entrati in settembre! Tra pochissimo scoprirai il suo misterioso segreto...! Per quanto riguarda Naruto e Orociok, invece, li vedrai combattere ancora un po', credo. Poi ora che è spuntato Jiraya... la tua ipotesi del "mi sacrifico per Naruto e lui si ripiglia" potrebbe avere un nuovo candidato nel ruolo di protagonista... E Tsunade... e Sakura... oh beh. Tutti faranno la loro mossa prima della fine. E la fine, ormai è vicina...
Urdi: ehi, smettila di pensarci! La tua domanda non mi ha delusa affatto! Anche io probabilmente, se fossi nella tua situazione, chiederei un dettaglio marginale! Il bello di una storia è la sorpresa, è scoprire le cose passo dopo passo! ^_^ Mi ha fatto piacere che a vincere fosse una lettrice di vecchia data, ma mi ha fatto piacere sapere anche che è una lettrice che non vuole tutto e subito, ma che ci arriva piano piano! E' la mia "tipologia" preferita! ^.^ Sfortunatamente, ora passiamo alle note dolenti: Sasuke è vivo. Lo so, è terribile anche per me. U_U E Jiraya lo vedo pure male... povera Tsu, cosa succederà adesso? Oh, per quanto riguarda Sakura... prima della fine si attiverà anche lei, vedrai...
roby chan: guarda, hai azzeccato in pieno i tre nomi a rischio. Ma, ora che si sa che Sasuke è vivo, il mio velato consiglio è di sostituirlo con Jiraya... così, per mantenere il numero...
Jenna Uchiha: infine la terza che si chiede che fine ha fatto Tenten! Ancora un po' di pazienza, per favore, lo saprete tra pochissimo! ^^ Allora, adesso che Sasuke è vivo tiri un sospiro di sollievo? Per quanto riguarda le canzoni, i Linkin Park sono già una certezza nella mia playlist, e degli altri gruppi o cantanti che hai nominato mi cercherò qualcosa sul tubo! XD Grazie per i consigli, e anzi, se hai qualche titolo in particolare da darmi, ne sarei davvero felice! ^^


Aya

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Capitolo 57
*** La Volpe ***


Naruto-57

Dedicato a ShAiW.

Colonna sonora (opzionale): "Alive", by P.O.D.



Capitolo cinquantasettesimo

La Volpe




Non un filo di vento oltrepassava la barriera. L’aria era immobile, ancora vagamente tiepida, e nessun suono turbava il silenzio.
Jiraya, Orochimaru e Kyuubi erano rigidi come pietra; si studiavano.
Il sannin sentiva il cuore battere pesantemente nel petto.
Da un lato, l’allievo che considerava quasi un nipote. Dall’altro, l’amico che non era riuscito a salvare. In mezzo, lui.
Che voleva avere indietro entrambi.
Un sogno sciocco... una speranza ingenua, nulla di più...
...Ma doveva crederci, per non arrendersi.
A rompere il silenzio per prima fu Kyuubi, snudando le zanne in un ghigno.
«...Non credi di essere un po’ troppo vecchio?» chiese tagliente.
Aveva sentito il suo odore, prima dell’esplosione che aveva sconvolto la foresta. Si era già accorta della sua presenza, ma era stata colta di sorpresa dal suo intervento.
Jiraya non si diede la pena di rispondere, e non abbassò la guardia.
Sarebbe stato attaccato da entrambe le parti, lo sapeva. Non poteva evitarlo.
«Quanto tempo...» sibilò invece Orochimaru, e il sannin spostò a malapena gli occhi. «Ti reggi ancora in piedi?»
Calma...” si disse, muovendo a malapena il piede nella polvere. “Sono soltanto provocazioni”
«Non parli?» intervenne Kyuubi. «Ci interrompi, te ne esci con una spacconata, e poi non ti degni di rispondere alle domande?»
Il cuore di Jiraya accelerò.
«...Imperdonabile» disse Orochimaru, con un sorriso sghembo.
E i due si mossero contemporaneamente, seguendo uno schema istintivo e improvvisato che funzionò inaspettatamente bene.
Per parare il pugno di Naruto, Jiraya lasciò scoperto il fianco, e fu scaraventato a terra da un calcio di Orochimaru. Strusciò sui resti spezzati dei rami che Kyuubi aveva abbattuto, ma si rialzò ancora prima di fermarsi; chinò la testa in fretta, e la coda di chakra passò sibilando poco sopra il bianco ciuffo disordinato, mancandolo per un soffio. Posò una mano a terra, fece perno e colpì con un calcio indietro, sentendo la resistenza del petto di Naruto. Rialzò la mano, intrecciò le dita e soffiò una palla di fuoco contro Orochimaru, un attimo prima che fosse abbastanza vicino da colpirlo.
Solo allora riprese fiato, e cercò con lo sguardo Kyuubi.
Ma non era alle sue spalle. Non più.
E capì con un attimo di ritardo che era sotto di lui; si sentì afferrare per una caviglia e tirare verso il basso, cercando di fermare la discesa aggrappandosi al terreno, ma avvertì uno scricchiolio intenso dove le mani di Naruto lo stringevano... e poi un bruciore dilaniante, che gli strappò un grido.
Stringendo i denti, intrecciò di nuovo le dita e il terreno divenne una palude, facendolo sprofondare d’improvviso. Sentì la stretta sulla caviglia allentarsi fino a scomparire, ma il bruciore rimase, e con lui il dolore. Jiraya arrancò fino alle rive solide, sottraendosi alla presa del fango, e si issò sul terreno con un grugnito. Gettò un’occhiata alla caviglia, scuotendola per liberarla dalla melma... e vide che la pelle era corrosa.
Quel maledetto chakra!” pensò con una smorfia, rialzandosi malgrado il dolore.
«Fa male, sì...?» sibilò la voce di Orochimaru, sorprendentemente vicina.
Jiraya sentì la lama della katana penetrare nel fianco, ed ebbe a malapena il tempo di rendersi conto che era meno doloroso del chakra di Kyuubi, che il suo corpo agì automaticamente: strinse una mano attorno alla spada, fece una rapida torsione, e la strappò dalle mani del suo proprietario. Estraendola con un piccolo grugnito, gli scoccò un’occhiata acuta.
«Stretta fiacca...» constatò, mentre Orochimaru digrignava i denti in una smorfia d’insofferenza.
Le sue mani tremavano impercettibilmente.
«Anche quel corpo è arrivato al limite?» chiese Jiraya, pulendosi un filo di sangue dalla bocca.
Si guardò attorno rapido. Nessuna traccia di Kyuubi.
«Nessuno di noi può andarsene!» gridò, con voce arrochita. «C’è una barriera attorno alla zona!»
Gli rispose solo il silenzio.
«Sempre a commettere gli stessi errori, eh Jiraya...» sussurrò Orochimaru, acido. «Sempre a fidarti stupidamente di chi ti sta attorno... Come un tempo ti sei fidato di me, ora credi che il figlio di Yondaime esista ancora, da qualche parte, in quel corpo... Che non si sia fatto da parte, volontariamente...»
«Io non lo credo» replicò Jiraya, i sensi all’erta.
Un’impercettibile vibrazione sotto i suoi piedi.
Spiccò un balzo, imitato da Orochimaru, e il terreno andò in frantumi, distrutto dal basso, ridotto a zolle e sassi; rami e resti di tronchi schizzarono verso l’alto, sospesi in un istante infinito...
E Kyuubi era tra i due, in un secondo, e il corpo di Naruto era coperto da un sottile strato di chakra scarlatto. Ghignò, una smorfia che di umano aveva poco, e due code guizzarono verso entrambi, colpendoli violentemente.
Sia Jiraya che Orochimaru furono scaraventati a terra, ricadendo insieme ai frammenti di terreno e vegetazione.
Ma il primo a sollevarsi in ginocchio fu il sannin dai capelli chiari, tossendo sangue.
E nonostante ciò, alzò lo sguardo verso Kyuubi e Orochimaru, ancora bocconi.
«Io non lo credo...» sussurrò, ansante. «Io lo so»



Non si era accorta del suo risveglio.
Assorta, Sakura si era persa in un mondo di pensieri e presentimenti del colore della notte più fonda... e non aveva visto gli occhi di Sasuke, aperti.
E fissi nei suoi.
La guardava, leggendo le ombre che oscuravano il verde delle sue iridi, e confusamente si chiedeva: “perché sono qui? Cosa è successo?
Ma non trovava una risposta.
La guardava, e basta, e scopriva che non riusciva a distogliere lo sguardo. Che le piaceva osservarla, mentre lei non lo sapeva... il suo profilo, familiare e diverso, non era cambiato molto da quando erano bambini. La fronte spaziosa, il naso lievemente all’insù, e quegli occhi dal colore sorprendente, ora velati di ombre cupe... poi, il contorno della mandibola, che lui sapeva essere morbido, e lieve, sotto il suo tocco... il mento, arrotondato e perfetto, e infine le labbra...
...Probabilmente il suo era un giudizio parziale. Molto parziale. Anche perché ignorava le macchie di sangue che la sporcavano... ma quelle labbra erano la cosa più desiderabile che avesse mai visto. Pallide, sì, eppure sempre le stesse. Era convinto che se le avesse baciate sarebbero state morbide come la prima volta, calde, accoglienti... dolci.

Le iridi scarlatte di Kyuubi. Il suo ghigno. Il rasenshuriken incompleto.

Involontariamente, Sasuke sussultò. I ricordi lo colpirono violentemente, all’improvviso, e il suo cuore mancò un battito.
Finalmente Sakura si accorse che era sveglio, e abbassò gli occhi spalancati su di lui.
«Sasuke!» esclamò, scattando in piedi.
Lui gemette, sentendo un’ondata di dolore attraversargli l’addome e risalire fino al petto. La mano di Sakura corse alle bende che lo fasciavano, avvolta da un sottile strato di chakra, e la fitta si attenuò, lasciandolo respirare.
«Come ti senti?» chiese lei ansiosa.
«N-Naruto...» balbettò lui, mentre le immagini dell’accaduto gli sfrecciavano davanti in brevi flash intensi. «La volpe...»
«Lo sappiamo» mormorò Sakura, mordendosi il labbro. «Jiraya si sta... occupando di lui...»
«Lo ha fermato?» chiese Sasuke, cercando il suo sguardo.
«Non... non lo so... ancora»
Un’altra fitta sottile fece irrigidire l’Uchiha.
Sakura lo guardò, fece correre gli occhi sulle ferite di cui era coperto, sui tagli, le bende, i lividi... e pensò a Naruto, al suo sguardo quando gli aveva confessato di lei e Sasuke; pensò allo scontro con Madara, e ai suoi occhi scarlatti... e poi... alle condizioni in cui si riduceva quando il chakra della volpe lo ricopriva, alla sua pelle, al sangue...
A un tratto, si trovò con gli occhi pieni di lacrime.
«...E’ tutta colpa mia...» sussurrò con un minuscolo singhiozzo, stringendo il pugno sul petto di Sasuke.
«No» la corresse lui, cercando il suo sguardo. «Ne abbiamo già parlato, siamo stati in due a...»
Ma lei continuava a scuotere la testa senza ascoltarlo.
«E’ colpa mia!» insisté. «Se io glielo avessi detto subito... se lo avessi fatto prima che lui andasse nel paese del Fulmine... ora non saresti in questo stato!»
«Ti sbagli, Sakura. Non mi ha attaccato a causa tua»
Lei alzò gli occhi, pronta a ribattere che non doveva trovare scuse, ma qualcosa nel suo sguardo le disse che Sasuke non stava cercando di farla sentire meno in colpa.
«La volpe voleva eliminare per sempre lo sharingan» spiegò lui, parlando piano. «Perché è l’unica cosa di cui abbia paura. E io... sono l’ultimo degli Uchiha»
Sakura ammutolì.
Allora... Kyuubi... aveva agito completamente da sola... Allora... Naruto non aveva nemmeno una minima parte di responsabilità...
Arrossì, vergognandosi del pensiero colpevole che aveva fatto capolino all’improvviso. Per un breve, brevissimo istante, si era chiesta se Naruto non avesse lasciato libera la volpe per vendicarsi di Sasuke...
Idiota che non sono altro” si disse, stringendo i denti. “Naruto non è quel tipo di persona. Per quanto noi gli abbiamo fatto male, lui non... lui mai... Non noi...”
Silenzio, nella stanzetta bianca.
E poi Sakura si guardò attorno.
...Ma cosa ci faccio qui...?” chiese a sé stessa, con le orecchie piene del battito del suo cuore. “Perché sono accanto al letto di Sasuke, che sta bene, che si riprenderà...? Perché non sono a cercare Naruto?”
«Sasuke...» sussurrò, senza guardarlo.
Ma lui aveva già capito.
«Vai» la interruppe, pacato.
Lei incontrò i suoi occhi, con una stretta allo stomaco.
«...Anche io se potessi... verrei con te» con una smorfia, Sasuke portò una mano sul bendaggio macchiato dell’addome. «Ma sono conciato peggio del previsto. Riesco a malapena a parlare. Quindi, Sakura... dovrai andare tu da Naruto. E dovrete tornare insieme» la fissò, gli occhi febbricitanti neri come petrolio. «Mi hai capito, Sakura? Tutti e due»
Lei gli rivolse un mezzo sorriso, dietro le lacrime.
«Detto da te, è quasi ironico» commentò. «Pensi che io abbia dimenticato tutte le volte in cui hai detto di non volerci più vedere?»
«Non scherzare»
«No... hai ragione»
Sakura si passò una mano sul viso, e inspirò a fondo. Quando risollevò le palpebre, negli occhi verdi non c’erano più ombre.
Posò una mano sulla guancia di Sasuke, e si chinò a baciare le sue labbra, secche e bianche quanto quelle di lei.
Poteva anche essere il loro ultimo bacio.
Di sicuro, fu quello più intenso, anche se morbido.
Dieci secondi che erano quasi una vita intera.
Poi, lei si allontanò, e i suoi capelli smisero di solleticare il viso dell’Uchiha.
Sasuke tese una mano e afferrò la sua.
«Torna» le ripeté, e nei suoi occhi c’era, per la prima volta dopo tanto tempo, angoscia.
Sakura sorrise soltanto...
...e sciolse la stretta.



Jiraya si rialzò passandosi una mano sul mento sporco di sangue.
Doveva fare attenzione a non sprecare troppo chakra. E poi... doveva cercare di prendere sia Kyuubi che Orochimaru.
Ma come faceva a tenerli fermi abbastanza a lungo da ferire uno e sigillare l’altra?
Ansante, ripassò per un attimo le posizioni del sigillo.
Ricordava ancora quando Minato gliene aveva parlato la prima volta, con quello sguardo serio e cupo. Ricordava che l’aveva guardato allibito, dicendogli che era pazzo, che era una tecnica troppo... troppo... troppo, e basta.
...E ora... stava per ripetere ciò che lui aveva fatto...
Un sorriso sghembo gli stirò le labbra, mentre Orochimaru si rialzava a fatica.
Adesso capiva molte cose...
Minato... Riporterò indietro tuo figlio. Ad ogni costo
Intrecciò le dita sotto il mento, e Kyuubi gli lanciò un’occhiata infastidita.
«Pensi che basti catturarmi per far tornare il ragazzo?» chiese aspra.
«Non ho mai detto di volerti catturare» replicò Jiraya. E cinque copie presero forma attorno a lui, creando un muro compatto.
La Volpe corrugò la fronte, con un velo d’ansia.
C’era qualcosa in quell’uomo... che le diceva di stare all’erta. Era pur sempre il maestro dello shinobi che l’aveva sigillata, forse...?
Strinse i pugni istintivamente, per trattenere un brivido.
Che fosse in grado di usare il sigillo?

Orochimaru si tastò il torace trattenendo una smorfia. Due costole incrinate, stomaco danneggiato, tre dita fratturate. Con un solo colpo, aveva ricevuto tanti danni... e sentiva che guarivano troppo lentamente.
Fissò la mano di Kabuto, scossa da un lieve tremito.
Quel corpo non avrebbe retto ancora a lungo.
Mentre il sudore gli solcava la fronte, strinse gli occhi verso Kyuubi e Jiraya, che parlavano ignorandolo.
Aveva bisogno del figlio di Namikaze Minato.
Lo voleva con tutto sé stesso.
Ma... forse... l’idea di ritirarsi momentaneamente non era tanto deprecabile...
Peccato che ci fosse Jiraya.
Lui e la sua barriera, lui e il suo sicuro tentativo di portare a Konoha anche il vecchio compagno di squadra... lui, l’irritante lui, come al solito.
Doveva liberarsene.

Si mossero tutti nello stesso istante, come in un tacito accordo.
Tre delle copie di Jiraya balzarono avanti, oltrepassando Kyuubi, e si diressero verso Orochimaru. Le altre due, insieme all’originale, puntarono Naruto, che aveva spiccato un salto.
«Si vede che vuoi morire» ringhiò la volpe, e nella sua mano prese forma il rasengan, attraversato da scariche di chakra elementale allo stato grezzo.
«Non lo farai» ribatté Jiraya, senza fermarsi, e lui e le copie la circondarono a mezz’aria.
Kyuubi ruggì, e il rasengan si abbatté su una copia facendola scomparire in uno sbuffo di fumo. Negli occhi di Jiraya brillò una scintilla, e ignorando il chakra scarlatto che copriva Naruto, strinse la mano sulla maglia, fissandolo negli occhi.
«Lo sapevo» sibilò, e con un unico colpo lo scagliò a terra violentemente.
Più in là, Orochimaru teneva testa alle altre copie, ma era a corto di fiato.
«Sciocco idiota!» esclamò, cercando di trapassare il Jiraya che voleva fermargli il braccio. «Naruto Uzumaki è spacciato! Non puoi fare più nulla per lui!»
«Non hai mai capito niente, Orochimaru!» ringhiò una delle copie, riuscendo finalmente a colpirlo alla schiena, e facendolo barcollare in avanti. «Mai, mai niente!»
La katana nella mani di Kabuto fendette l’aria all’improvviso, e una copia scomparve in uno sbuffo di fumo. Di scatto il serpente si voltò e ne afferrò un’altra per il braccio, ribaltandola in avanti, facendola strisciare sul terreno. D’un balzo, le fu sopra; e le trapassò lo stomaco.
«Sei tu che non hai mai capito» sibilò caustico. «E per questo hai sempre perso»
Il Jiraya sotto di lui tossì sangue, ma sorrise.
«Naruto ha un destino» sussurrò. «Lui rivoluzionerà il mondo dei ninja. E io sono l’unico che può influenzare il modo in cui lo farà... Non tu. Ancora una volta, non tu. Chi ha perso, allora?»
Le dita di Orochimaru si strinsero sull’impugnatura della katana, mentre la copia scompariva in uno sbuffo di fumo.
E fu allora che una mano gli trapassò il petto, mancando di pochi centimetri il cuore.
Alle sue spalle, il terzo clone di Jiraya non sorrideva.
Stringeva i denti, e, per l’ennesima volta, odiava la propria debolezza... che gli permetteva soltanto di catturarlo. Non di salvarlo.

Neanche un grammo di ossigeno nei polmoni, svuotatisi bruscamente.
L’urto con il terreno era stato più violento del previsto, e per un attimo Kyuubi provò un moto d’odio verso il fragile corpo che si trovava ad occupare.
Poi, il suo udito fino captò parole sussurrate a qualche metro da lì.
Riaprì gli occhi, riempì i polmoni, e ruotando sul fianco evitò che Jiraya la intrappolasse schiena a terra. Tossendo, si rialzò in piedi.
Ghignò.
«E’ così dunque...» sussurrò, passandosi una mano sul labbro sporco di sangue. «E’ per questo che sei tanto fiducioso...»
Il sannin le lanciò uno sguardo cauto. Cosa aveva scoperto in quei dieci secondi?
«Naruto dovrebbe rivoluzionare il mondo dei ninja, eh?» spiegò la volpe, concedendosi una risata asciutta. «Sicuro che si tratti proprio lui?»
Jiraya non esitò. «Sì»
«Fossi in te, ci penserei meglio» allargando il sorriso, Kyuubi portò una mano al petto. «Mi ha lasciato questo corpo di sua spontanea volontà» sibilò. «Lui non vuole più avere niente a che fare con il mondo che dovrebbe rivoluzionare»
«...Abbiamo commesso tutti degli errori» ribatté Jiraya, freddo. «Ce ne siamo resi conto. Abbiamo dato per scontato che Naruto avrebbe potuto sopportare tutto, abbiamo dato per scontato che sapesse che gli eravamo vicini... certe cose però vanno ricordate, di tanto in tanto. E certe altre non vanno mai dimenticate. Gli errori si pagano... ma bisogna provare a rimediare, se si vede anche solo uno spiraglio. E io lo vedo»
«Lo vedi?» Kyuubi ghignò, senza essere affatto divertita.
Allargò le braccia, abbassando la guardia, e per un attimo ogni cosa restò immobile.
Poi, le fiamme avvolsero il corpo di Naruto.
«E se accadesse questo?» gridò la volpe, al di sopra del crepitio del fuoco, mentre Jiraya spalancava gli occhi. «Se il tuo prezioso Naruto smettesse di esistere
In un attimo il sannin intrecciò le dita davanti al petto, e la tecnica acquatica colpì Kyuubi con insolita violenza. Sibilando, le fiamme si estinsero così come erano nate, e una nebbiolina sottile circondò l’origine del piccolo incendio.
Si udì una risata bassa, gorgogliante.
Quando il vapore si fu diradato, Naruto tornò visibile... lui, e le ustioni che gli costellavano il corpo, la maglia a brandelli, i capelli bagnati e sfilacciati... la pelle, che andava a ricoprire le bolle rossastre a vista d’occhio.
«Stupido vecchio» sorrise, gelido e folle. «Il destino non esiste. Ora ci sono solo io»
Il pugno colpì Jiraya di sorpresa, mozzandogli il respiro e incrinandogli almeno due costole. La copia che era ancora con lui intervenne con un attimo di ritardo, ma riuscì ad allontanare Kyuubi con un calcio al volto, mandandola a strisciare per terra. Il sannin ansimò, bocconi.
Così non andava affatto bene.
Di quel passo sarebbe stato costretto ad usare altre tecniche... altro chakra... e a quel punto... sarebbe riuscito ad attivare il sigillo?
Sputò un grumo di sangue, e strinse i denti.
Aveva bisogno di un aiuto extra...


«Conosco questo tipo di barriera»
Sakura aveva incrociato Sai e Kakashi lungo il cammino, fermi davanti alla cupola trasparente eretta da Kakashi. Dopo averla studiata per alcuni lunghi minuti, nonostante l’evidente nervosismo che rischiava di distrarla la kunoichi sembrava essere giunta a una conclusione.
Indicò a terra.
«Scaviamo. Dovrebbe arrivare al massimo a un paio di metri in profondità» spiegò, intrecciando le dita davanti al petto. «E poi passiamo dall’altra parte»
Sai gettò un’occhiata a Kakashi, mentre la tecnica di Sakura apriva i primi tratti di passaggio.
«Perché noi non ci abbiamo pensato?» chiese.


Orochimaru cadde in ginocchio, senza fiato. Entrambi i polmoni erano danneggiati, lo sterno a pezzi, esofago e parte dello stomaco erano lesionati gravemente, e il sangue sgorgava incontrollato sui resti della foresta, impregnando il terriccio e imbrattando le mani bianche di Kabuto.
La copia che lo aveva trafitto rimase a guardarlo boccheggiare, dall’alto, con una smorfia di dolore stampata in faccia.
Una ferita del genere avrebbe ucciso chiunque.
Ma non lui.
E tuttavia... sperava che gli avrebbe almeno impedito di muoversi.
Si concesse di cercare con lo sguardo l’originale da cui aveva preso vita e suo ‘fratello’, ancora alle prese con la volpe. Vide Jiraya a terra, in ginocchio, e la copia che scambiava rapidi colpi con la volpe.
Poi, sentì un sibilo simile a un rantolo... e abbassò lo sguardo in ritardo.

«Naruto!» gridò Jiraya. «So che mi senti!»
Era un tentativo disperato, stupido e folle. Si sarebbe sentito un idiota, se non fosse stato in una situazione tanto drammatica.
Kyuubi non lo degnò della minima attenzione, mentre schivava i colpi della copia.
«So che ci sei!» insisté il sannin, una mano premuta sull’addome dolorante. «E’ inutile fingere di non sentire, io lo so! Non hai usato il rasenshuriken contro di me! Avresti potuto, ma non lo hai fatto!»
Il chakra attorno alla Volpe sfrigolò, corrodendo la carne.
«E Sasuke... è vivo!» continuò Jiraya, alzandosi in piedi. «Avresti potuto non lasciarne nemmeno un frammento, lo sappiamo tutti e due. Con un rasenshuriken completo, lo avresti ucciso senza ombra di dubbio! E invece hai fatto in modo che sopravvivesse!»
Ogni parola era una fitta di dolore. Ogni respiro una lama nel petto.
All’improvviso sentì una copia dissolversi, e distrattamente vide Orochimaru far leva sulla spada per rialzarsi, con uno squarcio nel petto, coperto di sangue... Incrociò il suo sguardo, vi lesse l’odio che ormai conosceva a memoria, e lo vide voltargli le spalle, con l’intenzione di allontanarsi.
«Orochimaru sta scappando!» gridò, la voce roca. «E’ l’unica opportunità che abbiamo per salvare Sasuke! Studiandolo, forse troveremmo una cura, un antidoto, qualcosa per il sigillo maledetto! Lo hai salvato, Naruto! Non puoi lasciarlo morire così ora!»
Vide la volpe fare un gesto di stizza, e una coda guizzò improvvisa nell’aria, abbattendosi sul viso della copia che stava affrontando. Si dissolse in una nube di fumo.
«Di Sasuke non ci importa niente» sibilò, con un ghigno. «Può morire, insieme alla puttana che è con lui» in un attimo, fu a un passo da Jiraya. «E tu con loro»
La mano artigliata si serrò attorno al collo del sannin, in una stretta ferrea. Lo sollevò da terra, strappandogli un rantolo, e il suo sorriso si allargò.
E’ il momento...” pensò lui confusamente. “Ora potrei...”
Tento di intrecciare le dita nelle posizioni necessarie per il sigillo, ma non riuscì a ricordarle.
Annaspò, alla ricerca d’aria.
Allora... finisce tutto così...?” si chiese, mentre lampi di luce comparivano davanti ai suoi occhi, prima del volto distorto di quel Naruto cui teneva tanto...

«No»

La stretta sul suo collo si allentò all’improvviso, e Jiraya cadde sulle ginocchia, le gambe cedettero. Tossì, sentendo le costole gemere per il dolore, e poi alzò lo sguardo.
Gli occhi di Naruto erano ancora scarlatti, il braccio teso, e il viso era una smorfia di rabbia, contratto, quasi incredulo...
...Ma da qualche parte, nel buio, un ragazzino aveva alzato la testa.









Nel prossimo capitolo:

Incontrò gli occhi scarlatti di Kyuubi, spalancati e furibondi, e non provò pietà.
Lei, o Naruto.
E lui sapeva chi voleva.
Staccò le mani, e sulle dita della destra brillò un alone di chakra azzurrino.
Un attimo prima di muoversi, Jiraya strinse i denti.
Almeno un bacio...!” si trovò a pensare.
E premette i polpastrelli attorno all’ombelico di Naruto.










*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Voi non potete nemmeno immaginare quanto sonno io abbia in questo momento.
Così imparo a fare i venerdì "allegri", sigh...
Comunque, il titolo di questo capitolo assume un senso solo se collegato a quello del prossimo.
Che, per la cronaca, sarà quello conclusivo
di questa battaglia
(vi siete spaventati sul "conclusivo" e basta, eh? XD)
Ahh, Jiraya, Jiraya... ti danno tutti per morto, eh?
Per il prossimo capitolo, consiglio caldissimamente di procurarsi "Breathe into me" dei Red...

Che dire d'altro?
Ah, sì.
Sono online l'ultimo capitolo di "Ali di cera" (il cosiddetto prequel di Sinners)
e in più, per tutti voi che amate la coppia, una one-shot ShikaTema che era tra i miei progetti da molto tempo - dedicata a ShAiW, anche quella;
non contenta di essermi impegolata con tutto questo, vi dico pure che lunedì metterò i ringraziamenti a Redenzione (con un sorpresa...)
e anche un'altra one-shot per il compleanno di sonja. Sul gruppo sette, direi.
(nota: io devo dare quattro esami entro il 18 marzo... -.-)
Enjoy!

ShAiW: d'obbligo la prima risposta per te! XD Innanzitutto, auguri!! Spero che questa giornata sia stata divertente! ^^ Il regalo è stato improvvisato ma è arrivato... nel caso in cui la ShikaTema ti faccia storcere il naso, posso provvedere a unirti alla dedica per la one-shot di lunedì, che dovrebbe essere un po' più "neutrale"! XD Ora, andando su argomenti più contingenti (?): Sai e Madara?? Ragazza mia, hai gusti strani... se ci sono due imprevedibili psicopatici, sono quelli! XD Ma tranquilla, ne guarirai. (spero)(per te e per tutti noi! XD) L'azione la farà da padrona ancora per il prossimo capitolo, e poi... ci sarà l'inevitabile finale, da sempre previsto e non modificato di una virgola - che prevederà ovviamente un sacco di chiarimenti tra i superstiti. Sperando che nonostante tutto sia gradevole, io incrocio le dita, accendo un chilo d'incenso e ti saluto! Ancora tantissimi auguri! ^^
sonja: uhm... dicono che fare gli auguri prima porti sfortuna, quindi mi riservo di farteli lunedì, con la one-shot! XD E goditi il prossimo capitolo, perché sarà l'ultimo "movimentato"!
Kaho_chan: ed è con orgoglio che mi permetto di chiamarti Leti! (e con timidezza che ti chiedo: posso? ^^') Guarda, vorrei dirti riga per riga come ho reagito alla tua recensione, ma se lo facessi sarei troppo spoilerosa... quindi, mi limiterò alle cose neutre: mi spiace, ma siamo davvero vicini alla fine della fic! Pochi capitoli e i nodi saranno tutti al pettine! Rimorsi, recriminazioni, scuse, pentimenti, gioie e dolori... tutto quanto. Forse mi usciranno capitoli un po' più lunghi del solito, ma credo di riuscire a far stare tutto in... uhm...3 o 4 capitoli. La questione del sigillo di Kyuubi verrà risolta nel prossimo capitolo. Che, non essendo ancora completato, mi porta a dirti: non so se le conseguenze saranno visibili subito... ma comunque lo saranno la volta prossima, al massimo. (non chiederti cosa intendo con "conseguenze! XD) E soprattutto... come direbbe Naruto a Neji: "non dare ogni cosa per scontata!"
trinity87: quando Sakura è tornata all'appartamento di Naruto, dopo il ritorno in grande stile dell'adorabile Kyuubi, il gatto non c'era. E c'era del sangue sul letto. Ora, fai due più due... E, sempre in tema di morti, il fatto che io ami Naruto significa soltanto che, in caso, gli creerei una morte in grande stile. Idem per Jiraya. Intendiamoci: dovessi uccidere Sasuke, lo farei inciampare su un sasso, cadere di faccia, rompersi il naso e soffocare nel suo stesso sangue. -.- Ma non loro... non loro.
lale16: io sono fedele al manga solo per le cose che mi garbano. Non a caso Asuma sta ancora camminando su questa terra, se hai notato! XD Grazie per i commenti sullo scontro e soprattutto sull'entrata in scena di Jiraya, che ho calcolato al millimetro perché venisse come volevo io! La mancata estinzione degli Uchiha fa parte di un piano, come tutto del resto... ognuna delle cose che vedi accadere in queste righe, dalla più stupida alla più importante, avrà delle conseguenze. E tra poco capirai anche perché... abbi fede, abbi fede. Alla fine do soddisfazioni, dicono! XD
tonyesp: ora come ora, sei l'unico sostenitore sfegatato del NaruHina, qua dentro! Poi ci sono un po' di neutrali, e l'ala estremista che vorrebbe Naruto morto piuttosto che con Hinata! Ahh, ma cosa devo fare con te? Per il resto del commento, per ovvi motivi non posso risponderti qui... ma ricordami che devo dirti una cosa su msn, quando ci becchiamo!
Lily_90: oh, è vero! XD Visto che la "questione Shika" si è conclusa da qualche capitolo, ho finito per scordarla... ma disseminati lungo la storia credo che troverai pezzi molto interessanti... qualcuno parla bene del capitolo 36, tanto per dire, ma a me piacciono anche gli scorci precedenti! XD Ah, è sottinteso: fai con calma, senza preoccuparti. In questi capitoli troverai qualcosa di poco comprensibile, forse... ma neanche tanto. Credo. ò_ò Coooomunque, grazie infinite per il commento e per i complimenti! >_< (non finirò mai di dirlo!) E, già che ci siamo... come sta la Bellissima Seccatura di cui sappiamo? ^.^
Rory_chan: direi che la Sakura di questo capitolo dovrebbe averti soddisfatta... trabocca di spirito da team sette! XD Il punto è: perché l'ho fatta muovere? Non avrò mica intenzione di...? E Jiraya...? Per la questione "Naruto a destra e Sasuke a sinistra" non potrei essere più d'accordo! *_* E so bene quali desideri avrei da far diventare realtà... *ç* (ma, come ricordi tu, non si dice! XD) Ah, sai che non sei l'unica ad essere particolarmente affezionata a Sai? Io alzo timidamente la manina e confesso di essere dalla tua parte! XD Di solito gli imperscrutabili non mi piacciono, ma lui... beh, è imperscrutabile e idiota allo stesso tempo, e ha un lato vagamente fragile che vorrei tanto sviscerare... ma tanto, eh! *_* Quindi, per ragioni a me ignote, non mi dispiace! XD A presto! Bacio! ^.^
Jenna Uchiha: "a new beginning always starts at the end", dicono i Within Temptation! Quindi non impensierirti per la fine della fic! Mi metterò a tirar fuori dal cappello qualcos'altro! (la sezione "coming soon" della mia pagina personale trabocca di progetti a breve e lungo termine!) Non credo che avresti voluto che il triangolo continuasse a rompere le palle ancora per molto! XD Il doppiaggio di Naruto non sarebbe male se i dialoghi non fossero in mano e dei minorati mentali. -.- E se alle loro spalle non ci fosse il MOIGE, cacchio. Per fortuna il divino Simone d'Andrea - Itachi (ma quant'è bello quel doppiatore? Perché, perché è sposato?!), e l'altrettanto bravo (nonché quasi uguale!) Alessandro Rigotti - Sasuke danno un po' di gioia al mio cuoricino malato! E anche Naruto non mi dispiace, nonostante tutto. Sarà che non sopporto che i giapponesi mettano le donne a doppiare i maschi! XD Ah, grazie mille per le canzoni! mi sono innamorata follemente di "Breathe into me", e credo proprio che andrò a cercare qualcos'altro dei Red, che per motivi a me ignoti non conoscevo...! *_* Sia benedetto il tubo! XD
roby chan: io non sono affatto infame come Kishi. Solo che seguo ancora la legge del taglione, versione riveduta e corretta: lui mi fa piangere? Io faccio piangere voi. Mal comune mezzo gaudio...
sammy1987: non hai nemmeno fatto in tempo a dire "Sakura non proverà a salvare Naruto", che lei ha preso ed è andata! XD Chissà se sarà un bene o un male? Il mini Sasuke è semplicemente adorabile! Perché Itachi che fa il freddo bastardo con la voce di d'Andrea è figo... ma se non fosse così lo odierei per aver trasformato un esserino così puccioso (termine da fanghèrl! XD) in un emo demente! Lo ha rovinato per sempreeeeee! T___T Sigh sigh sigh...
DuniettaS: ma quali imbarazzanti figure? Stai parlando con una che si fregia del suo *fantastico* italiano in lungo e in largo e certe volte ci infila degli strafalcioni di grammatica nelle recensioni...! XD Che NON si possono correggere! XDD Per quel che riguarda Jiraya ho intenzione di restar muta come una tomba. Ciò che deve accadere accadrà nel prossimo capitolo... intanto prepara l'antistress. O no? (sorriso malefico)
Julia83: evidentemente ero in un periodo molto drammatico mentre scrivevo questi capitoli! XD Rileggendoli devo ammettere che mi soddisfano, nel loro piccolo, e ne sono davvero felice! Così come sono felice di essere riuscita a rendere in maniera efficace l'esitazione e il conflitto di Sakura, cosa su cui mi sono scervellata a lungo, giuro! Di Jiraya saprai a breve... e dell'intervista, sigh, era quella che intendevo io! ç_ç Cattivo Kishi, cattivo... capisco il ricambio generazionale e i clichè da: l'allievo-deve-diventare-indipendente, però... Bwaaaaa! >__< Oh, giusto... io ti ho già detto che sei un genio, vero...? (sorrisino misterioso molto, molto inquietante)
rina: piano con le scene teatrali! XD Le amo anche io, ma cerco di contenerle un po'... non posso piazzarci rivelazioni sconvolgenti ogni tre righe, se no quanto sarei megalomane! ^_* Ogni cosa a suo tempo... ogni cosa a suo tempo... PS: su manga.it sto aggiornando un po' a rilento, ma lo sto facendo! ^^' E' che la connessione mi fa davvero roteare quello che non dovrei avere... -.- E gli aggiornamenti lì mi portano via un po' di tempo!
Talpina Pensierosa: beh, sì, è un po' il mio viziaccio... tengo i capitoli scottanti per ultimi! Ma è giusto così, no? XD In questo modo hanno il doppio dell'effetto! *_* E poi adoro i finali in grande stile! XDD
Rhymes: il nuovo ritmo degli aggiornamenti non è dovuto a una mia scelta... è dovuto al fatto che non ho pronti i capitoli! XD E che non riesco oggettivamente a sfornarne più di uno ogni tre giorni! Fosse per me ve li butterei lì quotidianamente, ma proprio non ci riesco! In più dovrei anche studiare per gli esami, quindi mi capisci che sono un po' in difficoltà...! ^^' Parlando della recensione, devo ricordarti che c'è un piiiiiccolo elemento di cui non hai tenuto conto! Nonostante molte persone si ostinino ad affermare il contrario, la verità è che il legame più forte è quello che intercorre tra Sasuke e Naruto, non tra uno qualsiasi di loro e Sakura... per quanto possa non essere piacevole sentirlo, io sono fermamente convinta che sia così. E poi... ma chi ti dice che arriveranno a rivedersi tutti VIVI? (ghigno malefico) Insomma, la giustizia è un'utopia. Non esiste. L'unica cosa di cui puoi essere certo è che ogni cosa si svolgerà secondo il mio arbitrario desiderio, dimenticando assolutamente tutte le vostre lamentele! XD Questo non per essere cattiva, credimi, ma solo perché devo seguire il mio piano. E perché, anche se sembra difficile da credere, le cose si stanno svolgendo nel modo per me più facile da sbrogliare... questo per quanto riguarda il magico trio, ma anche per i comprimari...
Hipatya: "Lo sapevo che non potevi seccarlo perchè in verità tu ami maltrattarlo *_*! Era troppo facile liberarlo dai tormenti con una morte per spappolamento da Kyuubi, ehehehe!" <-- Hai centrato in pieno il mio malvagio pensiero riguardo a Sasuke! XD Grazie ancora una volta per i commenti e i complimenti, mi fanno felice! (e, soprattutto, mi spingono a scrivere ancora! XD) Sono contenta che tu abbia trovato le scans, anche se certe cose che succedono non sono proprio piacevoli... T_T
Killkenny: "perché mi è venuto in mente un fungo atomico?" Perché sei un ragazzo intelligente. U_U
gohan4ever: inizio a preoccuparmi... sempre più persone mi dicono che stranamente si stanno affezioanndo a Sasuke... spero che sia solo un'epidemia passeggera, altrimenti stiamo freschi! °_° E' su Naruto che bisogna tenere gli occhi, su Naruto! E soprattutto su Kyuubi...
arwen5786: guarda, forse per ora di "scene d'azione" scritte da te ho letto solo la memorabile volta in cui Sasuke prende per il collo Sakura... e devo dire che per quel che mi riguarda, anche nella sua brevità, era meravigliosa! (la scena di Temari mi rifiuto di ricordarla) L'unico motivo per cui mi "vengono bene" è che ci lavoro su con il triplo dell'impegno che metto di solito nello scrivere! Ci tengo particolarmente, perché sono tutte da visualizzare, è inutile. E sono movimenti rapidi, istanti, immagini... con lo stile che mi ritrovo se non faccio bene questi sono fritta! XD Uhm, conoscendoti un po' mi verrebbe da dire che in questo capitolo hai apprezzato la SasuSaku... anche se fa prevedere cose orribili! XD Ma ci stiamo avvicinando alla fine, è inevitabile che ormai escano allo scoperto tutte le cose che finora sono rimaste nascoste. Per Sasuke e Sakura avrei voluto farti ascoltare la canzone "Breathe into me" dei Red... non so come mai, ma su di loro mi piace da matti! Se riesci a sentirla, dimmi se sono una cretina o se non è vero! XD Ora, il momento commozione. ç_ç Ciò che hai detto nella parte finale del commento mi ha fatto venire i lucciconi, dico sul serio. Forse è in parte colpa della canzone, ma mi sono commossa. E' vero, la storia sta per finire, perché tutto ha una fine, ma di sicuro io non smetterò di scrivere. Long fic e one-shot, qualunque cosa... sai che sono una grafomane incallita! XD E più ho impegni, più ho voglia di scrivere! Quindi grazie, grazie davvero dal profondo del cuore...
Ino_Chan: scrivere è un mestieraccio, alla fine della fiera. E' difficile far ridere, è difficile far piangere, è difficile mettere giù i dialoghi ma anche le descrizioni... e poi, poi ci sono le scene d'azione. Un vero e proprio incubo. Con lo stile semi-cinematografico/fumettistico che ho io, devo sudare sette camicie perché vengano come voglio... e tante volte riscrivo interi paragrafi, insoddisfatta. Personalmente ho trovato un sacco di ispirazione leggendo Stephen King, che riesce a descrivere perfettamente la scena senza dilungarsi in dettagli inutili ma senza minimizzare. Ogni cosa ha un suo spazio, e le scene d'azione soprattutto. Sono difficili, ma spesso necessarie... sicuramente, io come lettrice le adoro quando sono fatte bene!
Hila92: ma voler bene a qualcuno significa anche sacrificare sé stessi? Sakura avrebbe dovuto soffocare ciò che da sempre prova per Sasuke, perché vuole bene a Naruto? Stare con lui forzatamente, sentendolo come un peso e un obbligo... perché gli vuole bene? Lei ama Naruto, a modo suo. Ma non ha potuto negare sé stessa... e poi ha commesso degli errori, perché non è perfetta, perché è umana. Ha cercato di rimediare, ci ha provato davvero... ma io ci ho messo lo zampino e ho complicato tutto. Non accusarla, perché lei ha provato a fare di tutto per salvare capra e cavoli. Ci ha provato davvero. Mi spiace di averti messo in agitazione lungo tutto il capitolo, e temo che anche oggi le cose non siano andate meglio! ^^' Ma SO come scasinare ogni cosa, non temere! E' tutto nella mia testolina, e tra poco sarà anche sul mio piccolo pc... morti compresi. "Ali di cera", purtroppo, è il prequel di Sinners. Ma, se fai come faccio io, puoi dimenticartelo e illuderti che tutto vada bene fino alla fine dei tempi! XD
kimi: oh accidenti. Mi sa che questi capitoli non siano esattamente il massimo per il tuo umore...! ^^' Sono desolata, dico davvero! Ma ti ringrazio profondamente per i commenti! Le cose si stanno sciogliendo, i nodi verranno al pettine, e la fine è vicina... avrai poco di che dubitare, credimi. Saprai ognuna delle cose che hai citato. Per quanto riguarda i crack pairing, non dirmi nulla... Sto tirando fuori cose strane dal cappello... KakaSaku (ultimamente va di moda! XD), NejiHina, ShikaIno (so che per qualcuno non sono crack, ma per me sì! XD)... per non parlare dei malsani progetti che ho su Kankuro! E sulle AU, dove veramente sfioro i limiti dell'impossibile addentrandomi nel campo delle terrificanti SASUHINA... °_° (credo e spero che cambierò idea presto!) Wow, grazie mille per l'elenco di canzoni! XD Ultimamente sono più in vena di "musica che spacca" (non è il termine che volevo usare, ma prendilo così come viene! XD), ma le terrò in considerazione! ^^
0000: dico che devo trovarle sul tubo! XD
Reina: ma dunque, quanto si è allungata la tua lista degli ipotetici decessi?? E' una carneficina, una strage! XD Così sembro davvero TROPPO cattiva, dai! Ridimensiona, ridimensiona... Ah, grazie per i suggerimenti musicali! Non appena avrò una connessione degna di essere definita tale, cercherò di procurarmi tutto!
_Eleuthera_: sono... sconvolta. °_° E'-E' la prima volta che qualcuno mi chiede di scrivere uno spin-off su qualcosa di mio! @///@ Argh, iperventilo! Oddio, se-se vuoi, se... se ti va... io sono d'accordissimo, anzi!! >///< (Hinata-mode on) Ahf, anf... ok, riacquisto la calma... (se mai l'ho avuta) Wa, grazie! Ogni singola parola nella scorsa recensione mi ha fatto sbrilluccicare gli occhioni! (modalità fanghèrl attivata! XD) Davvero, soprattutto dopo che ho letto cosa scrivi e come lo scrivi! *_* Mi sento davvero onorata per ogni frase e ogni complimento, sullo stile, sui personaggi, sulla passione... non so se sia un bene o un male (per il mio rendimento scolastico è sicuramente un male, però sorvoliamo...! XD), ma scrivere è effettivamente la cosa che più mi piace. E so che non è così scontato che le cose che più amiamo siano anche tra quelle che ci vengono meglio, quindi... sono davvero felice. Grazie. Spero soltanto di non crollare sul finale...! XD
kage_naru89: se all'ultimo capitolo verserai anche una sola lacrimuccia, io sarò contenta e mi riterrò soddisfatta! ^_^ Grazie per i complimenti, grazie per la tua fiducia, grazie per tutto quanto. Mi onori e mi rendi felice, ma non dare per scontato che io sforni sempre belle cose... Sono umana, commetto errori! Ed è giusto che qualcuno me lo faccia notare, ogni tanto, anche se questo generalmente mi porta a due giorni di depressione assoluta! XD Di sicuro, continuerò a scrivere. Perché altrimenti non avrei modo di contenere nella mia testolina limitata i milioni id idee che si formano ogni giorno!

Aya

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Capitolo 58
*** Il ragazzo ***


Naruto-58

Capitolo cinquantottesimo

Il ragazzo




Una calda oscurità. E catene roventi.
Un ragazzino. E le mani sulle orecchie.
Un viso. E occhi nascosti dietro le palpebre.

Non voglio vedere.
Non voglio sentire.
Perché fa male...

«...E’ l’unica opportunità che abbiamo per salvare Sasuke! ...Non puoi lasciarlo morire così ora!...»

Parole che oltrepassano la barriera dietro la quale si è rifugiato.
Parole che arrivano dritte alla meta, che colpiscono.
Ci vuole qualche secondo perché il ragazzino allontani le mani dalle orecchie... ma poi lo fa.
E alza la testa.
Apre gli occhi.
E’ buio, attorno a lui, buio e caldo.
Troppo caldo.
Qualcosa lo soffoca, lo stringe... e brucia, accidenti se brucia.
La mani corrono alla ricerca del qualcosa, incerte ma impazienti.
Vuole eliminarlo, è... fastidioso... e fa male...
Se me ne libero, starò peggio” si dice all’improvviso, esitando.
Poi, un altro pensiero, totalmente diverso. “Ma no, perché? Chi lo dice? Fanno male ora, dopo sarà quel che sarà...”
Riprende la sua ricerca. Trova anelli neri sul suo corpo, roventi, e scopre che per spostarli deve usare tutte le sue energie... Ma quando si staccano, quando lasciano la carne del suo piccolo corpo nudo, scompaiono con un tintinnio... e lui respira meglio.
Ecco, ne manca solo uno... lo avverte... lo cerca, lo cerca, lo cerca... ed è lì, all’improvviso. Sull’addome, attorno all’ombelico. Uno strano anello, spigoloso e più bruciante degli altri... Cerca di toglierlo, ma non si muove. Anzi, fa più male.
Eppure è quello che pesa più di tutti.
Si ustiona le dita toccandolo, e le succhia contrariato.
«Ahia...» mormora, e la sua voce riecheggia.
Alza la testa bionda, cerca di penetrare l’oscurità, ma non ci riesce. Tutto ciò che vede è il suo corpo, debole e inerme. Soltanto lui.
Si alza in piedi, gira lo sguardo tutt’attorno.
Sa che quel luogo non ha pareti.

Un gemito.

Si gira di scatto, ma alle sue spalle non c’è nessuno.

Un rantolo.

Si volta ancora, e di nuovo è solo.
Sente qualcosa nel petto, appoggia una mano alla pelle tiepida e avverte un rumore, ritmico, caldo, pesante.
Cos’è?
Di cosa si tratta?
All’improvviso, uno squarcio nell’oscurità.
Un viso... noto? Sconosciuto?
Capelli bianchi, scompigliati, e sangue sulle labbra...
Lo conosce?
Dovrebbe ricordare chi è?

Non lo sa.
Ma... guardandolo mentre annaspa, alla ricerca d’aria, sente la tristezza insinuarsi nel suo petto, anche se non sa darle un nome.

...E’ l’unica opportunità che abbiamo per salvare Sasuke! ...Non puoi lasciarlo morire così ora!...”

Ecco, succede di nuovo.
La cosa nel suo petto si muove, pesante, e un tum cupo gli riempie le orecchie ogni volta che la sente sussultare.
C’è qualcosa che dovrebbe sapere.
Che dovrebbe ricordare.
Non sa cos’è.
Ma sa che se l’uomo dai capelli bianchi non riprenderà a respirare, lui non lo scoprirà mai.
E non vuole restare all’oscuro.

«No» dice, a voce alta.

La sillaba non riecheggia, questa volta.
L’uomo bianco scompare, il buio torna ad avvolgerlo... ma non è più tanto caldo e confortevole. Ora è... umido. Viscido.
Ora gli dà fastidio.
«Voglio andare via!» grida, e soltanto l’eco gli risponde.
«Lo vuoi davvero?» chiede una voce diversa, all’improvviso.
Il ragazzino si volta di scatto, ed ecco che un ragazzo più grande lo guarda, immobile.
E’ nudo come lui, e i suoi capelli sono dello stesso biondo e scompigliati allo stesso modo. Il ragazzino non lo sa, ma anche gli occhi sono uguali ai suoi.
«Vuoi davvero andartene?» ripete, neutro.
«Sì!» risponde il ragazzino, ansioso.
«Anche se farà male? Anche se piangerai?»
Esita, il piccolo.
«Farà... male?» chiede incerto.
«Molto di più. Molto, molto di più»
Il ragazzino deglutisce a vuoto, e stringe i pugni.
«Però... non lo so, giusto? E qui invece fa male, e lo so» mormora. «Io... voglio andarmene» ripete, guardando negli occhi il ragazzo più grande.
Lui lo osserva senza dire nulla.
Alla fine sospira, e chiude gli occhi.
«E’ giusto così» mormora. «Avrei dovuto rendermene conto subito...»
Il piccolo lo guarda, senza capire.
«Proteggerti non vuol dire rinchiuderti» continua l’altro. «Il mondo non smette di fare male solo perché non si vede. Il mondo... ti trova sempre»
Il ragazzo si accuccia, così da essere alto quanto il ragazzino, e gli tende le braccia.
«Vieni qui» lo chiama.
L’altro esita, per un lungo istante.
«Ci penso io a proteggerti» lo incoraggia lui.
E allora si avvicina, fino a toccarlo.
Avvolge le piccole braccia attorno al suo collo, lo stringe, e chiude gli occhi...
Il ragazzo lo sente tremare.
«Ho paura. Farà male» lo sente dire.
«Sì» risponde.
«Ma ci sarai tu?»
«Sì...»
«E mi proteggerai?»
«...Diciamo che ci faremo forza a vicenda»
«Io non sono forte»
«Lo sarò io per tutti e due»
«Va bene...»
E all’improvviso, il ragazzino è sparito.
Assorbito, assimilato, respirato assieme all’aria che non c’è... torna da dove è nato.
E all’improvviso, le calde tenebre che lo avvolgevano si trasformano in un inferno di fuoco. Fiamme, crepitii, un rombo lontano riempie il buio, e la luce di colpo è accecante.
«Naruto» sibila una voce, gorgogliando piano.
Naruto, che ora non è più nudo, che ora porta il coprifronte e non ha paura, alza lo sguardo.
«Kyuubi»
L’enorme volpe che incombe su di lui è fuoco puro. Ne sente l’incredibile calore anche a metri di distanza.
«Mi hai lasciato il tuo corpo, ricordalo!» dice, ed è una minaccia.
«Te l’ho prestato» la corregge lui.
«Non sono il ricettacolo per le tue sofferenze!» sibila lei. «Non puoi usarmi quando hai troppa paura per affrontare il mondo, e poi ricacciarmi in un angolo!»
«Lo so» mormora, e non c’è arroganza nella sua voce. Solo una triste rassegnazione. «Ma ora devi smetterla. Devi restituirmi ciò che ti ho concesso»
«No!» ruggisce la volpe, furente. «Ora è il mio corpo, il mio
«Kyuubi... tu non hai un corpo. Non lo hai mai avuto. Tu sei una creatura di fuoco e chakra, tu in un corpo ci stai stretta... Potrai anche trovarlo piacevole, divertente se vuoi... ma non ne sarai mai davvero soddisfatta. Prima di rovinarlo per sempre, restituiscimelo»
Kyuubi ghigna.
«E se non volessi? Cosa faresti? Cosa credi di poter fare?»
Naruto sospira, chiude gli occhi.
«Non vedo altre possibilità...» risolleva le palpebre.
Occhi azzurri, intensi e limpidi.
L’unica nota fredda nell’inferno di fiamme che lo accoglie.
L’unico colore... che sembra vero.
E mentre le sue mani si uniscono davanti al petto, pronte all’unico tipo di lotta che conosca, a Kyuubi ricorda tanto un’altra persona... l’unica che sia riuscita a sottometterla, senza trucchi e senza inganni... l’unica, che si sia rivelata davvero più forte di lei.




Jiraya aveva qualche vaga conoscenza medica, che Tsunade aveva insistito per trasmettergli anni prima. All’epoca lui l’aveva considerata un’inutile sciocchezza: perché perdere tempo con le tecniche quando potevano, per esempio, indagare i meravigliosi limiti del suo prosperoso petto?
Per quella battuta si era preso un pugno che gli aveva lasciato il torcicollo una settimana.
Ma ora, mentre il suo chakra fluiva verso le costole e gli permetteva di respirare di nuovo, si trovò a ringraziarla, la vecchia megera che gli aveva precluso il suo davanzale. Si trovò a ringraziarla e a sentirne la mancanza, per un attimo...
Sorrise mesto.
Gli sarebbe piaciuto baciarla, almeno una volta.
Solo per poter dire “io l’ho fatto”.
E invece... sarebbe morto lì.
Per un ragazzino insopportabile che aveva finito con l’adorare.
Inspirò a fondo, sentendo una leggera fitta a livello della seconda costola. Beh, non poteva pretendere la perfezione.
Solo allora alzò lo sguardo su Naruto.
Le mani attorno alla testa, gli occhi sbarrati, ringhiava. E il chakra di Kyuubi ondeggiava instabile attorno al suo corpo, creando code e sciogliendole a una velocità impressionante.
Ma la sua carne non sfrigolava, non si corrodeva. Un sottile strato di chakra comune la difendeva da quello corrosivo della Volpe, e lo combatteva, lo arginava.
Jiraya radunò le idee.
Orochimaru era sparito alla vista da un paio di minuti. Doveva essere ai limiti della cupola, ormai, in attesa della sua scomparsa. Sì, Naruto poteva farcela, poteva fermarlo... se si fosse mosso subito.
Il sannin deglutì, e intrecciò le dita davanti al petto.
Non si mosse.
...Accidenti, pensò con un sorriso sghembo. Non pensava fosse tanto difficile.
Ma avrebbe avuto soltanto quella possibilità.
Non doveva sprecarla.
Come Minato, sarebbe andato avanti fino in fondo.
Fino in fondo.
Creò una copia, e insieme a lei scattò verso Naruto.
Prima che potessero raggiungerlo, lo videro girare la testa di scatto e riconoscerli, e una coda si abbatté violentemente tra loro, mancandoli per un soffio. La copia lo aggirò, prendendolo alle spalle; destreggiandosi tra i lembi di chakra che mutavano sotto i suoi occhi, arrivò fino alla schiena. Fece scivolare le braccia sotto quelle di Naruto, ignorando il sinistro sfrigolio che provenne dalla pelle quando entrò in contatto con il chakra, e lo bloccò, da dietro.
Jiraya non perse tempo, non si concesse esitazioni – non più.
Le dita si intrecciarono e si sciolsero più volte davanti a lui.
Incontrò gli occhi scarlatti di Kyuubi, spalancati e furibondi, e non provò pietà.
Lei, o Naruto.
E lui sapeva chi voleva.
Staccò le mani, e sulle dita della destra brillò un alone di chakra azzurrino.
Un attimo prima di muoversi, Jiraya strinse i denti.
Almeno un bacio...!” si trovò a pensare.
E premette i polpastrelli attorno all’ombelico di Naruto.
L’urlo fu agghiacciante.
Il grido di una bestia ferita a morte, l’ultimo tentativo di ribellarsi e sopravvivere, la rabbia, la paura, l’ostinazione.
Kyuubi cercò di divincolarsi dalla stretta della copia, affondò le unghie nelle braccia che la bloccavano, cercò di cadere sulla schiena e sulla pancia, ma non riuscì a far nulla.
E Jiraya, con il suo mezzo sorriso, sentiva il chakra che lo abbandonava velocemente, risucchiato dalla tecnica...
...Anche se la Volpe era già all’interno del corpo, a quanto pareva, avrebbe dovuto dare tutta la sua vita per ricreare il sigillo.
Gli mancò il fiato. Sentì le gambe cedere, ma i segni scarlatti sull’addome di Naruto non erano ancora comparsi...
...E poi... dov’era il chakra di Kyuubi?
Perché aveva smesso di divincolarsi?
A un tratto, una mano si serrò attorno al suo polso, senza violenza.
«Basta così...» mormorò una voce, e alzando lo sguardo appannato Jiraya rivide l’azzurro degli occhi di Naruto, finalmente. Sorrise, vago, vicino a perdere conoscenza. Sentì che la mano attorno al suo polso voleva allontanarlo, ma si oppose.
Doveva restare lì.
Doveva completare la tecnica.
Anche se avrebbe voluto baciare Tsunade...
Ma alla fine sentì le dita che perdevano il contatto con la pelle... e anche lui perse contatto con la realtà.

Solo un bacio...



L’aria tremò, distorta.
La barriera divenne visibile per un istante, distorcendo il panorama e le nuvole che attraversavano il cielo. Vibrò, quasi... e poi si infranse. O meglio, si dissolse senza lasciare traccia. Come la macchia sul muro di una casa, lavata dalla pioggia.
Tutti se ne accorsero immediatamente e, non appena riuscirono, oltrepassarono il limite per correre al centro della devastazione, là dove si era deciso? Si decideva? Beh, là dove era tutto.
Asuma, Choji, Shikamaru, Kurenai, Kiba, Shino e Hinata si mossero insieme, cauti e nervosi. Gli Anbu, a una certa distanza, avanzarono rapidi. Gai e Lee, affidandosi al byakugan di Neji, li imitarono inconsapevolmente.
Kakashi, Sai e Sakura, nel bel mezzo dei loro scavi, sentirono un brivido lungo la schiena.
Se la barriera si era sciolta... voleva dire che Jiraya non poteva più mantenerla... e allora...
Lasciarono perdere il tunnel, e oltrepassarono il limite come tutti gli altri. Ansanti, corsero avanti senza preoccuparsi della cautela, veloci come gli Anbu solo perché spaventati all’idea di quello che poteva essere successo.
La devastazione era pressoché totale. Loro forse non lo notarono, ma Shino vide i rami spezzati, i tronchi distrutti che giacevano in pezzi tra le foglie... vide i segni del calore, i fili d’erba accartocciati, e il legno annerito in alcuni punti. Vide tutto. E poté intuire quale inferno si fosse scatenato all’interno della barriera.
E rabbrividì, all’idea che un compagno che conosceva da tutta la vita fosse così spaventosamente forte.
Nonostante ciò, l’unico pensiero che riuscì a formulare fu: “per fortuna è dalla nostra parte”.

Sakura cercò di spingere lo sguardo avanti, alla ricerca di figure umane. Scandagliò tutta la zona, in tutte le direzioni, fino a dove arrivavano i suoi occhi... ma non incontrò nulla al di fuori dei resti della foresta.
«Non dovrebbero vedersi, da qui?» chiese ansiosa.
«Potrebbero essere nascosti da qualcosa...» ipotizzò Kakashi, aggrappandosi con lei a ogni barlume di speranza. Sai rimase in silenzio, ma la ruga sulla sua fronte non scomparve.
Videro gli Anbu a una certa distanza, che avanzavano veloci, e poi anche il team Asuma e il team Kurenai, che li raggiunsero in un clima di aspettativa carico d’angoscia.
«Non vedo più traccia del chakra di Kyuubi» mormorò Hinata nervosamente. «Non c’è»
Gli altri si scambiarono sguardi inquieti.
«Andiamo avanti» ordinò Kakashi, e senza aspettare l’assenso degli altri proseguì.
Vide Gai un attimo prima di incrociare di nuovo gli Anbu, e il cenno che gli stava rivolgendo si interruppe a metà.
...Tra i membri della squadra speciale, c’era Naruto.
E il corpo di Jiraya nelle sue braccia.




Tsunade era nella sala del Consiglio, circondata dalla meglio gioventù del villaggio – età media: sessantadue anni.
Era l’Hokage, era di fronte a una possibile crisi, sapeva che dopo la caduta di Danzo tutti si aspettavano che lei fosse abbastanza forte da affrontare qualunque cosa... ma non poteva impedirsi di essere altrove con la mente.
«Dobbiamo inviare una richiesta d’aiuto alla Sabbia» propose uno dei consiglieri.
«Sarebbe la guerra» sbottò un altro. «L’alleanza del nord-est aspetta solo una mossa del genere per dichiarare aperto il conflitto. Dopo l’ultima missione al Fulmine, ogni pretesto è buono»
«E dire che nemmeno l’hanno riconosciuta, l’intrusione...» bofonchiò un terzo.
«Non potevano ammettere pubblicamente che il loro sistema di difesa fa acqua da tutte le parti»
«E dire che se la Volpe si liberasse sarebbero guai per tutti, non solo per noi. Tra l’altro... i problemi vengono sempre da quel ragazzo» fece notare un altro, distaccato. «Anche l’alleanza con la Sabbia, in fondo, è nata a causa sua...»
Bruscamente Tsunade tornò a prestare attenzione a ciò che accadeva attorno al tavolo di mogano lucido.
«Io ho sempre avuto una mia idea in proposito...» mormorò un vecchio, guardandosi le unghie, e i mormorii si diffusero a macchia d’olio.
L’Hokage strinse i pugni.
«L’alleanza con la Sabbia» iniziò tagliente, zittendo ogni voce. «è merito di Naruto Uzumaki, non a causa sua. La missione al Fulmine era una normale missione, e come tale poteva fallire. Da diciotto anni a questa parte quel ragazzo sta sacrificando sé stesso perché voi possiate dormire sonni tranquilli. Un’altra parola contro di lui, e sciolgo il Consiglio su due piedi»
Ci fu un istante di imbarazzato silenzio, seguito da occhiatine ansiose.
«Andiamo...» tentò poi uno dei consiglieri, con un mezzo sorriso che voleva essere conciliante. «Sciogliere il Consiglio... Chi, poi...»
«Saprei già con chi sostituirvi» minacciò Tsunade, fredda. «Non provocatemi»
Altro silenzio. Più spaventato che imbarazzato, ora. Qualcuno si schiarì la voce.
«La squadra Anbu è già sul posto, pronta a far fronte all’emergenza» riprese lei in tono formale. «Con loro ci sono anche altri team, ho pensato che un supporto fosse cosa buona. Gli ordini sono di recuperare Naruto Uzumaki e... Orochimaru. Sembra sia con lui»
Di nuovo, i mormorii serpeggiarono lungo il tavolo, turbati.
«Personalmente» Tsunade alzò la voce. «ritengo che riusciranno a portare a termine la missione, portarla a termine completamente, intendo. Dopotutto, con loro c’è anche Jiraya»
Al nome del sannin, fu come se il livello d’ansia generale fosse calato di una tacca.
L’Hokage si trattenne a stento dal sorridere amaramente, e abbassò lo sguardo per evitare che gli altri vi leggessero la sua preoccupazione.
«Riattivare il sigillo...? Ma... Yondaime... non era morto, creandolo...?», aveva chiesto Sakura.
Sì che era morto.
Namikaze Minato, il ninja più forte della Foglia, non era stato in grado di sopravvivere a quella tecnica...
...E Jiraya... a più di cinquant’anni... probabilmente non sarebbe riuscito là dove lui aveva fallito.
Mentre lo pensava, con un senso di strozzamento all’altezza dello stomaco, la parte meno razionale di lei le sussurrò di continuare a sperare.
Di credere nei miracoli.
Di credere in Naruto.
Ma, in quello stesso istante, uno degli elastici che le stringevano i capelli si spezzò con un rumore impercettibile, e cadde a terra, ora con due estremità inconciliabili; che non si sarebbero unite mai più.
I capelli frusciarono morbidi sul collo e la guancia, e un brivido corse lungo la sua schiena.
I Consiglieri parlottavano tra loro, distratti.
Lei, strinse i pugni e sentì gli occhi vicini a velarsi di lacrime.
La sua parte irrazionale continuava a scommettere che Jiraya sarebbe tornato.
Stupida, stupida, stupida!” si disse, mordendosi il labbro. “Sai che perdi sempre!”




Era una scena surreale.
Naruto, con gli abiti strappati, i capelli anneriti, ustioni sulla pelle che guarivano a vista d’occhio, esalando un sottile filo di fumo.
E Jiraya, esanime, tra le sue braccia.
Gli Anbu erano fermi, guardinghi.
«Posa a terra il corpo» ordinò il loro capo, la voce leggermente distorta dalla maschera.
Ma Naruto non guardava loro. E non smise di camminare.
Mentre gli shinobi si allarmavano, e qualcuno portava le mani alle armi, lui non smise di fissare un punto oltre le loro spalle.
Finché la voce di Kakashi non si levò alta nell’aria.
«Naruto!»
«Maestro...» mormorò Naruto, quando Kakashi ebbe oltrepassato il cerchio degli Anbu.
«Indietro!» gridò il capo della squadra speciale.
«E’ tutto a posto» lo liquidò Kakashi, proseguendo fino a raggiungerlo. «I suoi occhi...»
Alle sue spalle, anche Sakura e Sai si fecero avanti, mentre tutti gli altri aspettavano fuori dall’accerchiamento. Hinata portò le mani alla bocca, alla vista delle condizioni di Naruto.
«Quello è...» alitò Sakura, sbarrando gli occhi di fronte al corpo tra le braccia del jonin biondo.
Era la prima volta che lo vedeva dopo... la confessione. Dopo quel congedo tra le lacrime, con il cuore a mille, con le spalle tremanti... I lividi sembrarono bruciare sulla sua pelle, ma li ignorò.
«Devo fare una cosa» disse lui, con una smorfia di rabbia, mista a rimorso. «Voi potete prendervene cura...?»
«Dove vuoi andare?» chiese Kakashi in fretta.
«A prendere Orochimaru»
Lungo la schiena di Sakura corse un brivido.
Orochimaru.
Sempre lui.
Le persone che lei amava, correvano sempre verso quell’... essere.
Avrebbe voluto gridare a Naruto di non farlo, che era troppo pericoloso, che avrebbero trovato un altro modo per salvare Sasuke... sempre che quella fosse la ragione.
...Ma una voce nella sua testa le suggerì che non l’avrebbe ascoltata. E, infida, le chiese con che coraggio avanzasse ancora richieste, a lui.
Kakashi prese Jiraya direttamente dalle braccia di Naruto, lieto che la maschera nascondesse le sue espressioni. Per assurdo, era meno pesante del previsto...
A quel punto guardò l’allievo che temeva di aver perso, scrutandone il volto alla ricerca di... segni...
Finché non capì che ciò che voleva vedere era al di sotto degli occhi, al di sotto del ciondolo del primo Hokage, il cui cordoncino era consumato dal fuoco... si trovava all’altezza dello stomaco, attorno all’ombelico.
Il sigillo, di un rosso intenso, era tornato a marchiare la pelle di Naruto.
«Torno presto» disse lui con voce roca, come di chi ha parlato troppo. «Non ci vorrà molto»
«No» intervenne il capo degli Anbu, sfilando la katana dal fodero. «Abbiamo l’ordine di riportarti indietro, volente o nolente»
Naruto mosse appena gli occhi nella sua direzione, e poi li posò su Jiraya, tra le braccia di Kakashi.
Orochimaru era stato ciò che Sasuke era per lui.
Ciò che il sannin voleva gli sembrava ovvio.
Voleva salvarlo.
Anche se forse non ne era in grado, anche se era solo il desiderio di uno stupido vecchio, anche se l’ex-compagno era ormai perduto... Jiraya non poteva smettere di tentare.
Naruto era il suo allievo.
Doveva rispettare il maestro.
E poi doveva superarlo, e riuscire là dove lui aveva fallito.
...Voleva regalargli ciò che aveva sempre desiderato. Anche se il passato non sarebbe tornato mai più.
«Verrò a Konoha da solo, quando avrò finito» disse, voltando le spalle a Kakashi.
Gli Anbu fecero un passo verso di lui, contemporaneamente, e tutti snudarono le loro armi.
Naruto si fermò.
«V...Vengo con te!» balbettò Sakura facendosi avanti, ansiosa di proteggerlo e di averlo sotto gli occhi... perché l’idea che si allontanasse di nuovo... che potesse non tornare... era insopportabile.
«No, Sakura-chan» ribatté lui, dandole la schiena.
Lei sussultò, sentendo il proprio nome tra le sue labbra, con il “chan” che avevano abolito tanto tempo prima.
Eppure... un angolo di lei si sentì sollevato.
Perché, nonostante Naruto avesse smesso di chiamarla come prima, come quando era il suo ragazzo, la sua voce non era diversa. Non c’erano note anomale, non c’erano vibrazioni strane, era tutto... come prima.
Come prima che Sasuke tradisse, per l’esattezza.
«E’ una cosa che devo fare da solo» continuò il biondo, usando una tipica frase da uomo che generalmente può essere tradotta come: “sono troppo educato per dirti che mi saresti d’intralcio”.
Lei deglutì, inquieta.
«Tu devi stare qui» mormorò lui. «Lo sai perché»
Sakura chinò il capo, mortificata.
Sì, lo sapeva.
Ma, per l’ennesima volta, sentiva dentro di sé il forte impulso ad agire in maniera egoistica.
Nel suo mondo solo due persone avevano tanto valore da condizionare la sua intera esistenza.
Solo Naruto e Sasuke potevano davvero decidere della sua vita.
E lei non avrebbe sopportato di perdere nessuno di loro.
«Però...» tentò di protestare, ma rialzando gli occhi vide i muscoli sulla schiena di Naruto guizzare impercettibilmente, mentre alzava le braccia e univa le mani.
«Ora, vi chiedo di perdonarmi» disse a voce alta. «Al mio ritorno prenderò ogni responsabilità»
Prima che gli Anbu potessero fare un solo movimento, i kage bunshin riempirono ogni centimetro di terreno, comparendo dal nulla. Tutti, dalla squadra speciale agli shinobi mandati in loro soccorso, si trovarono imbottigliati in una folla impossibile da attraversare, tanto fitta da comprimerli e quasi impedire il respiro.
«Fermatelo!» gridò il capo degli Anbu, ma né lui né i suoi subordinati riuscirono a muovere un passo, e soprattutto persero di vista l’originale. Dopo pochi minuti di colluttazioni frenetiche, di colpo, le copie si dissolsero in uno sbuffo di fumo.
E di Naruto non rimase traccia.
Shikamaru sbuffò, rassegnato. «Tipico» bofonchiò, e scambiò con Choji uno sguardo nervoso.
Ma a quel punto, la loro attenzione si spostò su Kakashi e sul corpo di Jiraya, tra le sue braccia.



Ogni rantolo era una lama di dolore nel mezzo del suo petto. Ad ogni respiro seguiva un colpo di tosse, e il sapore metallico del sangue in bocca.
Il piede di Orochimaru si incastrò nei resti di un tronco spezzato, facendogli perdere l’equilibrio, e l’intero corpo di Kabuto franò rovinosamente sull’ammasso di foglie accartocciate e rami caduti. Imprecò, rialzandosi su muscoli tremanti.
Era davvero al limite.
Ora come ora, non sapeva nemmeno se avrebbe recuperato le forze sufficienti a cercare un altro corpo, uno qualunque, e trasferirvisi...
Sorrise, un sorriso sghembo e folle bagnato di sangue.
Sì che ce l’avrebbe fatta.
Lui non poteva fallire, lui era destinato ad essere immortale!
Era destinato!
Con un brillio di trionfo, incontrò i primi cespugli sani, là dove la barriera di Jiraya si era interrotta prima di dissolversi.
Jiraya... lo sciocco, ingenuo Jiraya, anche dopo tutti quegli anni.
Morto, alla fine.
Kyuubi era un osso troppo duro, e lui era vecchio e debole... non avrebbe mai potuto farcela.
Non aveva mai potuto farcela, in nessuna cosa.
Strinse le dita frementi sulle spine dei rovi, e si trascinò avanti.
Non sapeva nemmeno quanto sangue avesse perso, non si preoccupò di abbassare gli occhi e accertarsene. Che importava? Si sarebbe rigenerato, lentamente. E avrebbe trovato un nuovo corpo. Nulla di più semplice. Nulla di più ovvio.
Un altro colpo di tosse gli squassò il petto, insieme a una fitta acuta di dolore. Strinse i denti, sentendo il sangue che colava lungo il mento, e proseguì comunque.
Era destino.
Era destino che riuscisse nella sua impresa, perché era il migliore, e solo i migliori...
«Orochimaru»
Si fermò, immobile. La destra, appoggiata al tronco di una betulla, lasciò tracce scarlatte sul tronco chiaro. E lui sorrise, con i denti macchiati dello stesso colore.
«Oh... che sorpresa» sibilò, voltando lentamente la testa.
Naruto, fermo là dove ancora la foresta era devastata, lo fissava. Nei suoi occhi, insieme all’azzurro più intenso, c’erano rabbia e disprezzo e odio... e amarezza. Tanta, tanta amarezza.
Orochimaru abbassò lo sguardo fino all’addome, al sigillo ripristinato, e una smorfia gli deformò per un istante il viso.
Addio corpo di Naruto Uzumaki.
«Vuoi catturarmi?» chiese di scatto, girando su se stesso per fronteggiarlo e barcollando leggermente. «Vuoi riportarmi a Konoha? Per onorare la memoria di quell’idiota di Jiraya?»
Naruto digrignò i denti, e un lampo d’irritazione balenò nella sua espressione.
«Fai ancora lo spaccone?» ringhiò. «Ti reggi a malapena in piedi, hai perso su tutti i fronti, e osi ancora aprire la bocca?»
Orochimaru ghignò. «Non ho perso. Questo è solo un contrattempo. E, d’altro canto, nemmeno tu sei uscito da questa faccenda senza ammaccature...»
«Sta’ zitto» alitò Naruto, chinando la testa. «Jiraya ha sempre voluto salvarti. Sempre. Ma io non sono buono come lui... io non voglio che torni a camminare per Konoha» alzò impercettibilmente il capo. «Io voglio solo il tuo maledetto corpo, per curare Sasuke. Moribondo andrai bene comunque»
«Ah, Sasuke!» esclamò Orochimaru sprezzante. «Vuoi farmi credere che ti preoccupi ancora per lui? Che lo vuoi vivo
Naruto ricordò, per un breve istante.
Flash confusi di ciò che era accaduto mentre era sotto il controllo della Volpe gli balenarono nella memoria...
L’ospedale. Il combattimento con Sasuke. L’intenzione di creare un rasenshuriken completo... e poi lui, la sua mano di ragazzino, che fermava la straordinaria potenza di Kyuubi. Il suo ‘no’ silenzioso, nel buio, perché sapeva che con quella tecnica uccideva, perché aveva giurato che non l’avrebbe mai usata su Sasuke, perché Sasuke non doveva morire... per Sakura. Ma anche per Naruto.
«...Loro sono tutto ciò che ho» disse, piano, stringendo i pugni. «Nonostante tutto, sono ancora l’unica cosa importante... e anche... anche se pensavo che non sarei riuscito a guardarli... che non volevo vedere... non era vero. Perché al di là di tutto, al di là del rancore, al di là del dolore, al di là dell’umiliazione... loro sono Sasuke e Sakura. Sono tutto ciò che ho. Tutto ciò che voglio, come sempre...»
«Patetico» fu il freddo commento di Orochimaru. «E debole. Mi aspettavo di più, da te. Ma sei ancora un ragazzino idiota attaccato ai suoi talloni d’Achille. Ti piace sentirti umano, vero?»
Naruto alzò lo sguardo.
«Sì»
Non c’erano incertezze nella sua voce, né nei suoi occhi, dell’azzurro più puro da molto tempo a quella parte.
«E se per esserlo devo ridurti a pezzi, non esiterò a farlo»
 sibilò, minaccioso.
«Per Sasuke?» chiese Orochimaru sardonico.
«Per Sasuke» rispose lui, serio come non mai.
Orochimaru sorrise, di nuovo. E un sibilo uscì dalla sua gola, tagliente. «Allora accomodati»
Fu uno scambio breve come un battito di ciglia.
Naruto scomparve, e riapparve alle sue spalle con un rasengan alla mano. Orochimaru lo avvertì, si abbassò cercando di schivare, ma si rese conto che il suo corpo non rispondeva a dovere. Vide la mano di Naruto sfiorarlo, e con lei il vorticante chakra che stringeva, e poi... la vide cambiare traiettoria, e abbassarsi per seguirlo. Fino a raggiungere la ferita infertagli dalla copia di Jiraya, non ancora rimarginata.
Il suo grido si levò alto sopra la foresta, facendo alzare in volo uno stormo di uccelli.
Lo squarcio nel suo petto si allargò tanto da essere inguaribile, con qualunque arte medica o tecnica speciale. Orochimaru si trovò steso a terra ansante, con un solo polmone malfunzionante, all’affannosa ricerca d’aria ma senza successo. Roteò gli occhi iniettati di sangue fino a incontrare quelli di Naruto, e distese le labbra snudando i denti.
«Ti è piaciuto essere la causa della sua morte?» alitò, un sussurro malevolo.
E in quel preciso istante gli Anbu comparvero attorno a loro in una nube di fumo, e non persero tempo con la cautela; le loro armi si sollevarono nell’istante in cui furono abbastanza vicine per farlo, e si fermarono solo a pochi centimetri dal petto nudo di Naruto, tra gli ordini gridati del loro capo.
Lui non li degnò di uno sguardo, e anzi non smise di fissare Orochimaru che rantolava a terra.
Dalla sua bocca uscirono solo poche parole sprezzanti.
«Idiota: l’eremita porcello non è morto»



Quasi un chilometro più in là, Sakura faceva scorrere le mani sul petto denudato di Jiraya, con la fronte imperlata di sudore.
«Come va?» le chiese Kakashi, scoccandole un’occhiata preoccupata.
«E’ arrivato al limite» rispose lei. «E’ vivo per un pelo... Ancora un attimo, e il suo chakra si sarebbe estinto completamente»
Sotto il suo tocco, la pelle del sannin prendeva colore con lentezza esasperante.
Kakashi annuì. «Ma ce la farà, vero?» domandò ancora, incapace di credere che il sigillo fosse tornato al suo posto e Jiraya fosse vivo. C'era qualcosa che gli sfuggiva... qualcosa che non riusciva ad afferrare con esattezza.
Sakura levò gli occhi su di lui, e gli rivolse un sorriso mesto. «Naruto me lo ha affidato perché lo salvassi. Lui sa cosa posso fare... e io non voglio deluderlo»
Non più” aggiunse tra sé. “Mai, mai più”










*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Niente panico!
L'anticipazione è assente solo perché non ho ancora scritto il prossimo capitolo!
Dio, non ho la minima idea di come farò a farlo in tre giorni, e a studiare...
...Ho la terribile impressione che dovremo giungere al compromesso di dare risposte striminzite ai vostri commenti.
O che darò l'esame tra un mese al prossimo appello.
(su, su... lo sapete qual è l'ordine delle mie priorità)
Comunque, aspettatevi gli ultimi capitoli parecchio lunghi.
Devono succedere un po' di cose a molte persone diverse, e spezzare gli avvenimenti mi disturba parecchio...
...quindi avrete a che fare con mezzi papiri.
Mi spiace, ma le cose vanno così.
Abbiate la consolazione di sapere che non sarà per molto...
(anzi, sarà davvero per pochissimo! Il tempo di spiegare le faccende in sospeso...)

Voglio ringraziare tutte le persone che hanno commentato le one-shot e/o le hanno inserite nei preferiti!
Dato che sono più avvezza a cose infinite e logorroiche come Sinners,
mai mi sarei aspettata una simile accoglienza!
Grazie infinite a tutti voi!
Prossimo obiettivo: scrivere in aereo *_* (cosa ne uscirà stavolta?)

Ah! Ricordatevi di ricordarmi il vostro compleanno con almeno dieci giorni d'anticipo! >_<

NaruGaa: non sai quanto vorrei le emoticons di msn qui, e ora, per poterti mostrare la mia faccia sconvolta quando hai detto di aver parlato ai tuoi compagni di questa fanfic! Oddio, lo hai fatto davvero? Waaaa!! @_@ Ho un mancamento! L'unica volta che ho trovato qualcosa di così bello da parlarne con i miei compagni ricordo che ero sulle nuvole, o anche più su... tipo verso Saturno. Quindi sentirti dire una cosa del genere mi onora tantissimo! Grazie per aver lasciato un commento nonostante gli impegni, mi ha fatto immensamente piacere! E grazie per i complimenti, anzi, per tutto quanto! Non sai che piacevole sorpresa è stata! >_<
maninja87:
sono contenta che gli esami siano andati bene! E' bello poter gioire almeno degli altri, visto che i miei saranno un disastro e prosciugheranno ogni mia energia! La fic purtroppo è vicina alla fine, perché tutto ha una fine (e anche Kishimoto ha detto che non ci sarà una terza serie di Naruto), ma non disperare. Non ho mai detto che scomparirò dalla scena... ed esistono sempre gli extra. Tra l'altro, non ho ancora concluso l'ultimo capitolo... e non ci sono ancora cadaveri. Io direi di stare all'erta...
Kaho_chan: maledizione! Se "Kyuubi-chan" non fosse così lungo sarebbe sicuramente stata la mia opzione! >_< Uffa... dovrò accontentarmi di Susi... Parlando di cose indubbiamente più interessanti, confesso che questi capitoli con Jiraya sono stati scritti sulla scia del famoso capitolo 387 di Kishimoto... l'ho fatto apposta, è stata la mia rivincita (?) sul malvagio papino dei nostri eroi. E alla fine l'ho salvato. Perché lui è Jiraya, che cavolo! non me ne frega niente dei cliché "l'eroe-deve-diventare-indipendente-perdendo-il-maestro", io lo voglio vivo! Per quanto riguarda Sasuke e il suo momento da eroe innamorato (più o meno), mi sento di dire una sola, esemplificativa parola: morfina. In conclusione... eheheh... Leti, Leti, Leti... come puoi anche solo lontanamente pensare che io non conosca i divini Nickelback? E' da tipo due mesi che cerco invano di procurarmi "Rockstar", per non parlare di quanto ho pianto mettendo sul cosiddetto "cd maturità" le loro canzoni... Io e le mie amiche in macchina, la notte prima degli esami, a cantare a squarciagola "How you remind me", e a piangere... io che non vedevo la strada... ehm... sorvoliamo...
Jenna Uchiha: le mie canzoni preferite variano con la forma delle nuvole, più o meno! XD In questo momento nella mia playlist ci sono "Alive" dei P.O.D., i Nightwish, i Within Temptation, Tarja, alcune degli Evanescence, Sonata Arctica, Rammstein (con molta cautela...), Korn - "Word up", le sigle di Naruto, quelle di Bleach, e mille altre canzoni sparse che se dovessi elencarti dovrei piantare una tenda e mettermi comoda. Ah, aggiungiamo "Infected" dei Bad Religion, che è particolarmente bella (guitar hero insegna), e poi... uhuhuh, prevedo che il mio mp3 vedrà un massiccio ingresso dei Red, tra un po'...
Maobh: lasciamo perdere le scan... dire che sono morta è risorta sarebbe riduttivo. Dovrei parlare dello shock, della rabbia, e del sollievo, e dello shock per il sollievo, e di mille altre sensazioni da psicopatica... -.- Quindi verterò su un più tranquillo capitolo di Sinners, e ti ringrazierò per i complimenti! XD
Reina: ovvio che per la barriera mi sono rifatta al combattimento con il terzo Hokage. Solo che la mia era a cupola, perché preferisco le forme arrotondate! XD E, vorrei far notare, alla fine il bagno di sangue non c'è stato... se non per Orochimaru.
kage_naru89: "ti diverti a vederci soffrire?!?! (naturalmente sto scherzando...)" <-- in realtà mi diverto proprio. °_° E tanto, pure. XD Dai, tira un sospiro di sollievo... i colpi di scena sono (quasi) finiti!
sammy1987: per Orociok niente Redenzione, mi spiace. Si è spinto troppo in là, ha oltrepassato i confini della sanità mentale. Certo, questo è un po' influenzato dal corpo che ha avuto la sfortuna di trovarsi... (Kabuto non è il migliore amico che tutti vorremmo, diciamocelo) Per quanto riguarda Sasuke e Sakura, non mi esprimo. Capirai tutto a tempo debito... [La KakaSaku deve essere metabolizzata ancora un po' dalla sottoscritta! XD]
Julia83: ok, da oggi risponderò ai tuoi commenti nella maniera più enigmatica possibile... perché qui sei un po' troppo intuitiva! XD Sasuke, per dirne una, ha nove vite... ma prima o poi finiranno, no? E l'amore... eh, l'amore, che parolona... Un eventuale seguito? Oh, vedi la pistola alla mia tempia? Vedi la mia mano che preme il grilletto? Ecco.
Lily_90: CHE COSA?! Ispirazione in pausa?! AAAAAAAAAAARGH! No! Non puoi dirmi questo, non puoi! IO SOFFRO! C'è qualcosa, una cosa qualsiasi, che io possa fare per dare una spinta alla tua ispirazione? Canzoni? Immagini shikatema? QUALUNQUE COSA!!
Rory_chan: e se ti dicessi che nella mia testa vagola un nebuloso progetto di OroSaku? °_° (sì, questa cosa sconvolge anche me) Il SasuSaku ha un suo perché... forse. O no. Non saprei. Lo saprai solo alla fine! E Sai... uff, dopo l'ultimo capitolo di arwen ho iniziato a odiarlo. -.-
Hipatya: Sasuke era proprio impossibilitato a muoversi, sai. Avrebbe voluto andare con Sakura, avrebbe voluto eccome. Il problema è che non riusciva neanche ad alzarsi! E' quesi morto, e i ninja non sono angeli in grado di compiere miracoli... era conciato malissimo, insomma. (Questa fic potrebbe chiamarsi anche "la-storia-in-cui-Sasuke-vegetò-a-letto-per-la-maggior-parte-dei-capitoli") E Naruto se l'è sistemata con Jiraya la faccenda di Kyuubi. Al diavolo Sakura, che diamine! Grazie ancora per i complimenti sulle scene d'azione! ^^
Rhymes: sarà, ma dal mio punto di vista Naruto e Sasuke non si sono mai odiati. O meglio, Sasuke ha sempre speso tutto il suo odio per Itachi, e Naruto... non lo ha mai, mai odiato. Non lo ha fatto quando ha tradito, non lo ha fatto quando ha cercato di ucciderlo... rubare Sakura è quasi una sciocchezza, a confronto con quello che è successo prima tra questi due. Da un lato la donna amata, dall'altro il fratello amato. Naruto NON PUO' fare a meno di loro, o di uno dei due. Lui ha assoluto bisogno di entrambi. A costo di scendere a compromessi. Sapeva cosa sarebbe successo se avesse lasciato a Kyuubi campo libero... ma sapeva anche cosa poteva permettere e cosa no. Per questo Sasuke è ancora vivo, e Jiraya con lui. Il che non significa che Naruto sia un buon samaritano in grado di passare sopra a tutto come se niente fosse.
GloGlo the best: esattamente: Sasuke, quello che ha fatto mille cose sbagliate, resta in vita per pentirsene e starci male. Direi che non fa una piega! L'egoismo dei personaggi di Kishimoto è assolutamente umano. Anzi, Naruto è fin troppo altruista con Sasuke... fossi in lui l'avrei mollato per strada tanto tempo fa. E, sinceramente, amo i persoaggi egoisti. Di solito quando lo sono palesemente sono anche meno ipocriti. Per ora solo Orociok si avvia alla tomba, gli atri stan tutti più o meno bene... beh... per ora... E su Kyuubi... non ho ancora detto tutto. No no. Tranquilla, il tuo monologo non ha sottratto niente al tempo dello studio! Mille altre cose lo fanno, tipo fissare la parete con sguardo vacuo per venti minuti, o stare a guardare il tè che si raffredda, o ancora mancare l'autobus e dover aspettare quello successivo... i commenti sono solo un piacere! Un piacere immenso, per la precisione. E i complimenti alzano la mia autostima e mi spingono a trovare le forze per studiare! XD
arwen5786: Sakura, Jiraya, Sasuke, Naruto... tutti quelli che dovevano sopravvivere al momento sono ancora corpi caldi. Tra due capitoli, chi lo sa... io dico soltanto che sono più cattiva di quanto tu possa immaginare... e non riuscirai mai a capire cosa ho in testa. Ho dovuto farmi lo schemino io ieri sera, cosa vuoi vederci in questo mare di post-it mentali? XD Dai, tranquillizzati per Tenten! E' lì, pronta a rispuntare quando meno ve lo aspettate! E a questo proposito... uhuhuh... scoprirai una cosa... (ah, domanda idiota ma che mi è venuta in mente e devo fare: quanta fatica ti è costata far scrivere a Hinata quel biglietto? XD)

Prima di lasciarvi, mi scuso profondamente per le risposte striminzite, e soprattutto imploro perdono per questi sterili saluti finali. Di solito riesco sempre a dire qualcosa di intellig... ehm, di senso comp... ehm... qualcosa. Ma, davvero, non posso sprecare nemmeno un secondo, e quindi mi vedo costretta agli odiosi saluti-lampo, per: trinity87, lale16 (quell'immagine me l'ha passata via web un'amica quello stesso giorno, e ha tentato di mandarmela anche un'altra, sempre in quel giorno! XD E' una maledizione!), tonyesp (io te l'ho sempre detto che non sei un angelo bianco, tesoro...), ShAiW, kimi (anche io sto rinsavendo sulle SasuHina...), 1992 (credimi, rispondere ai tuoi messaggi porta via davvero un'infinità di tempo! Ma non smettere di mandarli, che leggerli aiuta a tenere allenata la mente! XD Ah. MIO FIGLIO NON SI CHIAMERA' MAI MODESTINO!), _Eleuthera_ (beh, non è morto nessuno per ora! E per lo spin off... come dire... posso chiederti il contatto messenger - se l'hai - per parlarne un attimo in privato? Il mio è "ayachan152003@hotmail.com"), Hila92, sonja, gohan4ever, Killkenny (loro non hanno pensato a scavare perché ci sono volte, nella vita di un uomo, in cui la soluzione più ovvia sfugge. Ed è allora che subentrano le donne), Ino_Chan, DuniettaS, Talpina Pensierosa, roby chan.


Aya

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Capitolo 59
*** Attesa ***


Naruto-59

Capitolo cinquantanovesimo

Attesa





Era una stanza buia, piccola e spoglia. Il fascio di luce fioca che attraversava l’aria proveniva dall’unica finestrella che dava a nord – volutamente, per togliergli più sole possibile? – rettangolare, minuscola, sbarrata.
C’era solo una brandina, coperte sottili, e qualcosa che assomigliava orribilmente a un vaso da notte, in un angolo.
Ma almeno non puzzava.
Non eccessivamente.
A Naruto ricordava i corridoi del suo inconscio, quelli in cui era rinchiusa Kyuubi. Se abbassava le palpebre, poteva quasi sentire il plic sommesso delle gocce d’acqua.
Ancora a torso nudo, aveva appoggiato la schiena alla parete fredda e restava a guardare la finestra in alto, con occhi vacui.
Sul suo petto il ciondolo del primo Hokage mandava qualche bagliore, colpito dai raggi grigi del sole, e più in basso, il sigillo si stagliava netto attorno al suo ombelico.
Il sigillo... quel maledetto sigillo.
Oh, ricordava bene il momento in cui era stato riattivato... stava lottando con Kyuubi, in quell’attimo. Erano pari. Poi, le fiamme tutt’attorno erano bruscamente calate d’intensità, lasciando spazio alle tenebre di sempre. Kyuubi aveva lanciato un ruggito, distraendosi. Come un animale ferito, si era voltata ringhiando, e lui aveva agito, senza sbagliare il momento – non lo aveva mai sbagliato, con lei.
Ma non era un idiota, Naruto.
Sapeva cosa significasse riattivare il sigillo.
Morire, semplicemente.
Perché era una tecnica al si là di ogni classificazione, era una tecnica come quella con cui la vecchia Chiyo aveva portato indietro Gaara... era un suicidio, nient’altro.
E quando, di ritorno dall’inferno di fuoco, di fronte ai suoi occhi ancora violacei era comparso Jiraya, aveva capito cosa stava succedendo.
Aveva capito che il suo maestro stava morendo.
Come il terzo Hokage, prima di lui, e come suo padre, ancora più indietro nel tempo...
...Sarebbe stato quasi buffo, se non fosse già stato drammatico.
Lui, lo stupido Naruto, l’unico allievo dell’Accademia che non avesse superato l’esame per tre volte di fila, il pigro, svogliato, goffo studente che non capiva mai niente, improvvisamente aveva compreso ogni cosa, del Sigillo del Diavolo.
Il sacrificio c’era già stato, anni prima. Il Dio della morte aveva avuto la sua anima, non ne aveva bisogno un’altra. Ma la tecnica veniva attivata da un corpo vivo. Da chakra vero. Tanto chakra.
E il vecchio Jiraya aveva già combattuto a lungo...
Basta così!” gli aveva detto, cercando di allontanarlo.
Non aveva pensato alla necessità del sigillo, alla pericolosità di Kyuubi... aveva pensato solo a salvarlo.
Era riuscito a staccare la sua mano appena in tempo, e aveva sorretto il suo corpo mentre la copia che lo tratteneva si dissolveva in un filo di fumo. Lo aveva sentito respirare. Aveva sentito il cuore battere debolmente, sotto la pelle, e si era detto che c’era bisogno di cure mediche..
Poi, la fitta all’addome.
Aveva dovuto posare a terra il corpo di Jiraya, e, bocconi, aveva rantolato per un istante.
Nella sua testa si erano agitate immagini confuse, ricordi suoi e di Kyuubi, frammentati, mescolati... a fatica, aveva guardato la pancia che si sollevava e abbassava affannosamente, contraendosi per il dolore, e aveva visto segni indistinti, di un rosso sbiadito. La tecnica era iniziata, ma non era stata portata a termine, e Kyuubi, com’era nella sua natura, cercava di ribellarsi.
Naruto aveva stretto i denti.
Non è la tua migliore amica.
E’ l’unico regalo di tuo padre.
E’ una parte di te.
Le frasi che aveva sentito sulla Volpe in quei mesi si sprecavano, si contraddicevano... ma lui e solo lui sapeva cosa significasse davvero essere una forza portante.
Solo lui conosceva Kyuubi, e solo lui sapeva fino a che punto fosse pericolosa.
Ma soprattutto, solo lui sapeva fermarla.
«Non così in fretta» aveva ringhiato, stordito.
Poi, senza riflettere, si era lasciato cadere sulla schiena e aveva premuto le sue stesse dita attorno all’ombelico.
Cosa stai facendo?” aveva riecheggiato la voce di Kyuubi. “Smettila!”
Ma lui non l’aveva neppure sentita, perché il sigillo gli stava risucchiando le energie a una velocità spaventosa.
Smettila!” aveva insistito la Volpe, con una nota di panico nel tono. “Ti ammazzerai, e io con te!
Naruto aveva sorriso, rivolto al cielo, nelle orecchie il rumore troppo forte del sangue che scorreva.
«Allora dammi una mano a sopravvivere»
A pensarci bene, era ironico.
Kyuubi lo aveva davvero aiutato.
Probabilmente aveva fatto un calcolo rapido degli anni che gli restavano da vivere, forse si era spaventata, oppure aveva deciso semplicemente di aspettare un altro po’, invece di rischiare.
Ma lo aveva aiutato. Ed ora, se Naruto era vivo, lo doveva a lei.
La sentiva, da qualche parte nel profondo.
Sapeva che era rannicchiata nell’oscurità, dietro sbarre spesse e fredde, dietro un sigillo che ora brillava di colori nuovi e intensi.
Sapeva che diffondeva nell’aria un gorgoglio basso, caldo e minaccioso, e sapeva che le sue code erano avvolte attorno al corpo, ma... solo per quel momento.
Kyuubi aspettava.




Nei pressi dell’Accademia c’era un bar frequentato più che altro dai ragazzini e dai professori.
Era un locale niente affatto speciale, con un’insegna un po’ sbiadita, dai vetri leggermente impolverati. La maggior parte degli introiti veniva dagli alcolici e dai dolci a poco prezzo, e di sicuro non veniva consumata per migliorare l’estetica dell’ambiente.
C’erano dei tavolini sparsi qua e là, ma erano per la maggior parte deserti. Una luce morbida e aranciata si posava sulle pareti e sulle sedie, e il barista stava al bancone e giocava a briscola contro sé stesso, tenendo una sigaretta storta tra le labbra.
Tutto era stranamente silenzioso, in quel tardo pomeriggio, e il bar era più vuoto del solito.
Ma c’era la saletta riservata.
In fondo a destra, a pochi passi dai bagni, una porta con il cartello Privato restava a malapena socchiusa, lasciando trapelare qualche tintinnio vago. Di tanto in tanto, il barista gettava una delle sue occhiate in quella direzione, e poi tornava alle carte.
All’interno della stanzetta, molto più piccola del resto del locale, c’era un innaturale sovraffollamento, e un ancor più innaturale silenzio.
Seduti sulla panca e sulle sedie che correvano attorno all’unico tavolo – ottenuto unendone due – otto giovani shinobi erano immersi ognuno nelle proprie riflessioni; e se Choji masticava le sue patatine al solito ritmo, e Shikamaru fissava il soffitto con le sopracciglia corrugate, Kiba invece buttava giù qualcosa che assomigliava terribilmente a un bicchiere di qualche alcolico; Hinata al suo fianco occupava un angolo della propria sedia fissando la sua aranciata senza vederla; Shino, imperscrutabile come sempre, forse aveva smesso di respirare; lo sguardo di Neji era più grigio del solito, circondato dai capelli neri, e Rock Lee fissava con turbato desiderio il bicchiere tra le mani di Kiba. Infine, seduto in un angolo, Sai studiava con aria assente la sigaretta vicina all’estinzione che stringeva tra indice e medio, e Akamaru storceva il naso da sotto il tavolo a causa dell’odore acre del fumo.
Nessuno parlava.
Tutto ciò che si sentiva nell’aria era il rumore dei denti di Choji e il tintinnio del ghiaccio di Kiba.
All’improvviso l’Inuzkuka sbatté il bicchiere ormai vuoto sul tavolo, facendo sobbalzare tutti.
«Cazzo» se ne uscì, digrignando i denti. «L’hanno messo dentro»
«...Che pretendevi?» mormorò Neji ricomponendosi, a bassa voce. «Ha distrutto mezzo ospedale, raso al suolo quasi un ettaro di foresta, e sconfitto due sannin. Ed è noto cosa ne pensa delle regole e dell’autorità. Come minimo il Consiglio se la starà facendo addosso»
«Sì, ma l’hanno preso gli Anbu!» insisté Kiba, passandosi una mano tra i capelli. «Quelli non ci vanno leggeri!»
Nonostante la sua simpatia per Naruto fosse drasticamente diminuita negli ultimi tempi, Kiba era un tipico esemplare di essere umano che nelle difficoltà si nobilita. E, davanti alla prospettiva delle mille diverse torture con cui gli Anbu – si diceva – trattavano i loro prigionieri, non poteva fare a meno di sentirsi in pena per Naruto, e ricordarlo solo come l’amico delle ‘cazzate in libertà’. Un flash del cranio di Ibiki Morino continuava ad apparire e scomparire davanti ai suoi occhi, strappandogli un brivido.
«Non devono ottenere nessuna informazione da lui» mormorò Shikamaru, senza muoversi dalla panca e senza smettere di guardare il soffitto. «Vogliono solo essere sicuri che non perda di nuovo il controllo»
«Ma ormai ha il sigillo!» si fece sentire la voce di Hinata, mentre la sua padrona sprofondava la testa tra le spalle e si nascondeva dietro la frangia scura. «Ormai Kyuubi non può più...»
«In teoria, sì» la interruppe Sai, espirando lentamente un sottile filo di fumo. «Il sigillo non è onnipotente, e questa volta non è nemmeno stato creato nella maniera canonica... Nessuno sa come agirà»
Calò un silenzio carico di angoscia.
Tutti ricordavano le macerie dell’ospedale, e il corpo di Sasuke.
Tutti ricordavano e tutti tremavano all’idea di rivivere una cosa simile.
«Naruto... come può...» sussurrò Hinata, con voce incrinata. «Perché ha dovuto sopportare tutto questo da solo?»
Kiba le scoccò un’occhiata stizzita.
«Perché non è un fallito» mormorò Neji, con un sorriso amaro. «Non piange sul destino immutabile, ma va avanti... va sempre avanti» Si lasciò sfuggire un mezzo sospiro. «Ora capisco perché durante l’esame di chuunin mi ha detto quelle cose»
Mentre di nuovo calava il silenzio, la ruga sulla fronte di Shikamaru si approfondì, e l’intero viso si irrigidì lentamente.
Più ci pensava, e più l’ipotesi che Naruto fosse figlio del quarto Hokage gli sembrava assurda.
Logicamente era impossibile.
Se Naruto fosse stato il figlio di Yondaime avrebbe avuto un trattamento nettamente diverso al villaggio. Glielo avrebbero detto, lo avrebbero detto a tutti. Il figlio di un eroe è eroe di diritto, o qualcosa di simile.
E invece Naruto... era sempre stato additato, o guardato con disprezzo. Fin da piccolo, Shikamaru aveva captato tra i discorsi dei grandi una nota fredda quando parlavano del piccolo, solitario Uzumaki. Ma, ora che ci ripensava... era una nota fredda e spaventata...
Forse avevano paura di lui per via di Kyuubi?
Forse il demone aveva superato l’eroe, nelle loro menti?
Poteva essere, sì.
Poteva essere, ma faceva schifo.
«Lo lasceranno andare» disse all’improvviso Choji, con tono tranquillo.
Sette paia di occhi si puntarono su di lui, con espressioni che andavano dall’incredulo, allo stizzito, al perplesso.
«Ha salvato il grande Jiraya» spiegò l’Akimichi, con un sorriso. «E anche Sasuke. E poi ha preso Orochimaru il traditore. Nonostante i danni, alla fine si è rivelato utile. Senza contare che... l’Hokage lo adora, no?»
«Salvato Sasuke?» ripeté Kiba sprezzante.
«La volpe avrebbe potuto ucciderlo ad occhi chiusi» spiegò lui. «Se è vivo è perché Naruto è intervenuto in qualche modo, ne sono sicuro. E infatti alla fine ha trattenuto Kyuubi da solo»
«Sì, ma non basta» bofonchiò Shikamaru. «Il Consiglio avrà paura, adesso. Nell’ipotesi peggiore...» lasciò scemare la voce, abbassando lo sguardo.
«Nell’ipotesi peggiore?» chiese Lee, trattenendo il fiato.
«Lo rinchiuderanno» rispose Shino, cupo. «Per sempre»
Hinata sussultò sulla sedia, e strinse il bicchiere tra le dita fino a sbiancarsi le nocche; il cuore minacciò di fracassarle la cassa toracica nel suo battito convulso.
E Kiba, naturalmente, se ne accorse. E la sua pena per Naruto scemò di qualche tacca.
Fu in quel momento che sentirono bussare alla porta della saletta, e tutti girarono la testa come un sol uomo.
«Posso?» chiese la voce di Asuma, bassa e familiare, mentre la sua figura compariva sulla soglia.
«Allora? Che succede?» chiese Rock Lee ansiosamente, con le folte sopracciglia corrugate fin quasi a incontrarsi. «Hanno deciso qualcosa?»
«Sono ancora in riunione» rispose il jonin, facendosi avanti. Alle sue spalle, Ino spinse la testa oltre il suo braccio e cercò Sai con gli occhi. Quando vide la sigaretta tra le sue dita fece una smorfia e scoccò un’occhiataccia al maestro Asuma. «Tralascerò i particolari, perché ci sono frasi che potrebbero disturbare la vostra sensibilità – credetemi, è possibile» continuò lui ignorandola. «Ma diciamo che Naruto lo vedo bene»
«Cioè?» indagò Kiba.
«Cioè l’Hokage si sta battendo in sua difesa»
«S-Solo l’Hokage?» balbettò Hinata sbiancando.
Ma Asuma sorrise, a metà tra il rassicurante e il sardonico. «Non diresti ‘solo’ se l’avessi vista in Consiglio... quella donna è spaventosa» commentò.
E mentre lui parlava, Ino sgusciò silenziosa fino a Sai, sedendosi al suo fianco. Senza una parola, prese il mozzicone di sigaretta del jonin e lo affondò nel posacenere con insolita veemenza, spegnendolo.
Shikamaru le scoccò un’occhiata rapida. Sembrava in forma. Gli fece piacere.
«Quando pensa che arriveranno a una conclusione?» chiese Neji ad Asuma.
«Domanda divertente» rispose lui sfoderando il pacchetto delle sigarette e prendendone una tra le labbra. «Non prima di domani, a voler essere proprio ottimisti» bofonchiò accendendosela. «Ma prevedo altri giorni di discussioni»
Nella sala il malumore si intensificò, insieme all’ansia.
L’Hokage poteva anche essere una donna spaventosa, ma avrebbe retto tutte quelle ore contro l’intero Consiglio?
Senza farsi accorgere, Ino lanciò uno sguardo verso Shikamaru. A parte la preoccupazione per Naruto, sembrava che stesse bene. Le fece piacere e la intristì allo stesso tempo.
D’istinto, si fece leggermente più vicina a Sai e cercò la sua mano. Quando la trovò, posata sulla panca, fece scivolare le dita tra le sue e la strinse, piano, gentilmente, alla ricerca di calore.
Lui mosse appena gli occhi nella sua direzione. Poi alzò il mento verso la porta.
«Asuma» chiamò, omettendo il ‘maestro’ che tutti gli avevano sempre riservato, e guadagnandosi per questo occhiate astiose da Shikamaru e Choji e sbalordite dagli altri.
Ma il jonin non sembrò nemmeno notare la mancanza di rispetto, e in effetti non la vide proprio: gli altri ragazzi non potevano saperlo, ma nominalmente lui e Sai erano allo stesso livello, da quando lo shinobi della Radice si era unito alle fila dell’Hokage.
«Hn?» fece vago, inspirando dalla sua sigaretta.
«Me ne offri un’altra?» chiese il moro, accennando alla cicca tra le sue labbra.
«...Ci stai prendendo gusto, eh?» mormorò il jonin, sfilando il pacchetto dalla tasca.
«Ecco, lo sapevo!» insorse Ino. «Non ti azzardare a farlo, maestro Asuma! Il fumo uccide! C’è anche scritto sui pacchetti, che cavolo! Non puoi ammazzarti da solo, almeno?! Perché devi offrirle in giro?»
Asuma si affrettò a rimettere le sigarette in tasca, mentre la bionda continuava con la predica, infervorandosi parola dopo parola.
Avrebbe voluto dirle che era stato Sai il primo a chiederla, e che lui non c’entrava niente, ma ritenne più opportuno chiudere la bocca e aspettare che Ino sbollisse. Guardando gli altri, che fingevano elegantemente di non esistere per non darle modo di coinvolgerli, capì di aver fatto la scelta giusta.
Trattenendo un sospiro, decise quindi di abbandonarsi a piacevoli fantasie domestiche, e si perse pensando a Kurenai che lo aspettava a casa insieme al piccolo Tobi... quella sera, probabilmente, avrebbero lasciato il figlio ai nonni. Insomma, bisognava pur festeggiare la sopravvivenza, no?
Anzi... se solo non si fosse lasciato convincere da Kakashi a parlare con i ragazzi al posto suo, in quel momento sarebbe già stato nel suo beneamato nido.
Ma che diavolo aveva il copia-ninja da fare di così urgente?


Kakashi rientrò nel suo appartamento mentre il sole morente lo tingeva di un arancio accecante, colorando pareti e mobili dai toni ben più anonimi.
Nell’ingresso, dopo aver chiuso la porta alle sue spalle, rimase fermo per un istante.
Era ancora vivo, dopotutto.
Quand’era uscito di casa, quella mattina, non ci avrebbe scommesso. E invece non solo era salvo, ma era anche sano, e addirittura aveva tre allievi. Ex allievi, ormai.
Inspirò a fondo, chiudendo gli occhi.
Dopo Sasuke e il suo tradimento, pensava che il peggio fosse passato. Non avrebbe mai immaginato di dover inseguire Kyuubi nel corpo di Naruto, con tanto di Orochimaru annesso... e invece era accaduto.
E, per quanto alla fine le cose si fossero risolte nel – quasi – migliore dei modi, riusciva a capire perfettamente che essere tornato a casa con tutti gli arti attaccati al posto giusto era davvero un miracolo.
Sentendo la stanchezza della tensione piombare sulle sue spalle, appoggiò la schiena alla porta.
Aveva sbagliato qualcosa? Aveva fallito come maestro? O si trattava solo di sfortuna, di inevitabilità? Quanta parte aveva nell’attuale complicato carattere dei suoi allievi più problematici?
«Bentornato» disse una voce in quel momento.
Kakashi riaprì gli occhi e, in fondo al corridoio, vide... un incendio.
No, non è esatto.
Capelli rossi, mossi, ribelli, circondati dalla luce abbagliante del sole. E, nel mezzo, occhi di un blu scuro come il mare che divoravano ogni luminosità, inghiottendola.
Haruka sorrideva, con quel suo ghigno sottile che era a metà tra un benvenuto e una presa in giro, e per un attimo a Kakashi sembrò quasi di essere di nuovo davanti a Kyuubi, davanti alle sue code infuocate e roventi... gli sembrò di rivederne il fascino pericoloso, ma senza il terrore che di solito lo accompagnava.
«...Sei rimasta qui tutto il giorno?» le chiese, senza muoversi, tacendole che era tornato il prima possibile nella speranza di trovarla ancora lì.
«No, ho fatto un giretto nella foresta, prima che tornassi» ribatté lei in tono casuale.
Kakashi le gettò uno sguardo interrogativo.
«L’Hokage ha radunato qualcuno di fidato e ci ha mandati a dissimulare le tracce» spiegò lei. «Non ho capito bene cosa sia successo, considerato il disastro, ma gli ordini erano di far pensare a un combattimento tra ninja. Ho sentito volare il nome di Orochimaru il traditore, è possibile?»
Kakashi sospirò, staccando la schiena dalla porta. «Sì, più o meno...» borbottò.
Haruka non sapeva che Kyuubi era sigillata all’interno di Naruto, e lui non se la sentiva di diffondere ulteriormente il segreto del suo allievo. Già troppe persone ne erano venute a conoscenza, quel giorno.
«Tutto bene?» si informò lei, studiandolo mentre lui si avvicinava. «Non sembri ferito»
«Non ho nemmeno preso parte al combattimento» ribatté lui, mentre la raggiungeva.
Haruka si fece da parte e lo seguì in cucina, fermandosi sulla soglia. Lo vide aprire il frigo e prendere una lattina di birra, e poi lo vide abbassarsi la maschera e bere senza preoccuparsi di darle le spalle. Ormai cosa c’era più da nascondere, in effetti? Quella notte lei aveva studiato a lungo e approfonditamente ogni centimetro del suo viso, tanto da poter pensare – non senza un certo autocompiacimento – di conoscerlo meglio del suo proprietario. Sicuramente di apprezzarlo di più.
«Allora la mia presenza non è necessaria?» chiese, appoggiandosi con la spalla allo stipite, e sfoderando un sorriso ironico. «Niente crocerossina improvvisata?»
Kakashi allontanò la lattina dalle labbra e le gettò un’occhiata obliqua. «Crocerossina?» ripeté, neutro.
«Beh, certo, pensavi fossi qui per altri motivi?» domandò Haruka sbattendo le palpebre con un’occhiata fintamente sorpresa.
Lui sospirò, posò la birra sul tavolo, e senza dire nulla le si avvicinò, lasciando solo pochi centimetri tra i loro corpi.
Era più alto di lei, tanto che Haruka dovette sollevare leggermente il mento per continuare a guardarlo; ma la cosa non sembrava dispiacerle: a dispetto delle apparenze, amava sentirsi protetta.
Kakashi si chinò appena verso di lei, fermandosi a un soffio dal suo viso.
«Per avere una crocerossina, avrei scelto Rin» mormorò.
Negli occhi di Haruka brillò un lampo di divertimento. Senza prendersela, sollevò un braccio e fece correre la mano dietro alla sua nuca, alla ricerca del nodo del coprifronte. Lo trovò, lo sciolse, e glielo sfilò, gettandolo sul tavolo con noncuranza.
«Vorresti farmi ingelosire?» chiese, spingendosi con le labbra fino al suo orecchio, sfiorandolo con il respiro.
«Ci riuscirei?» ribatté lui, premendo il corpo contro il suo, scoprendo che quella sensazione gli era mancata.
Haruka sorrise, e fece scivolare le mani sulla sua schiena, sentendo le sue labbra posarsi sul collo.
«E cosa te ne verrebbe?» sussurrò, stringendo le dita sulla divisa da jonin.
Kakashi non rispose più.
Risalendo lento lungo la linea del collo, fino all’orecchio, e poi alla tempia, gli sembrò che il suo proposito di sacrificio per Naruto fosse qualcosa di parecchio stupido. Mentre sfiorava con i suoi baci la pelle di Haruka, e mentre le sue mani le accarezzavano lente i fianchi, si rese conto che morire senza poterla rivedere gli sarebbe spiaciuto molto più del previsto.
Chiuse gli occhi, appoggiando la fronte alla sua.
Lei lo lasciò fare, e gli sfiorò gentilmente una guancia.
«Sei stanco?» sussurrò.
Kakashi non rispose, combattuto tra la spossatezza e l’istinto, e allora fu Haruka a interpretare i suoi desideri. Prendendolo per le spalle, lo allontanò con delicatezza.
«A nanna, eroe» disse sorridendo.








Nel prossimo capitolo:

A torso nudo, coperto di sudore, si mosse agile sui piedi, da un fianco all’altro. Saltellò, a pugni colpì l’aria un paio di volte, e poi sferrò un calcio nel nulla, facendo frusciare le foglie dei cespugli poco distanti. La foresta osservava il suo allentamento in silenzio.
Bene. Era caldo.
Senza perdere il ritmo, si avvicinò al tronco contro cui si esercitava di solito e provò un paio di colpi veloci. Il legno risuonò di thud sordi là dove la corteccia era più rovinata, ma non si incrinò. Era antico, era resistente. Fino a quel giorno Rock Lee non era mai riuscito a scalfirlo.
Mentre lui respirava a tempo e ponderava ogni pugno e ogni calcio, con occhi attenti e infuocati, a qualche passo di distanza Tenten era seduta su un masso con il mento appoggiato alle mani.










*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Questo avrebbe dovuto essere il penultimo capitolo.
Poi, però, ho scoperto che mi era venuto lungo sedici pagine, e mi sono detta che era veramente troppo...
...anche perché nei miei programmi doveva essere lungo 8-10 pagine, e l'ultimo 12-15.
Ora, capite bene anche voi che quello che doveva essere il sessantesimo ed ultimo capitolo,
sarebbe venuto spropositatamente lungo.
Quindi, nonostante i miei programmi, mi vedo costretta a smembrare le parti.
Il che comporta che esisteranno altri capitoli come questo in cui succede poco o niente...
...Ma, dato che da qui ha inizio di fatto la conclusione,
sappiate che spesso le scene che leggerete saranno il congedo vero e proprio dei personaggi.
Nello specifico, oggi dite addio a Haruka, Hiashi, Ino, Sai, Shino, Asuma e Choji, perché credo che non ne parlerò più.
(E non pensiate che le 'faccende in sospeso' siano una mia dimenticanza...)
Visto che in questi tre giorni mi sono scritta ben sedici pagine, ho ritenuto opportuno mettere di nuovo la preview...
Per la vostra gioia, nel prossimo capitolo ci sarà l'ultima comparsa di Tenten!
E finalmente conoscerete il suo misterioso segreto!
(aggiornamento domenica o lunedì, non so con esattezza...)

Rhymes: eh sì, qui ci vuole lunga et esauriente spiegazione... Prima di tutto, Naruto non poteva piantare un casino con Sakura nel mezzo dello scorso capitolo, con gli Anbu attaccati al fondoschiena e Orochimaru che rischiava di scappare. Secondariamente, una delle caratteristiche principali di Naruto, che pure io non condivido, è l'ossessione per Sasuke. Detto francamente, se fossi stata in lui già alla fine della prima serie lo avrei mandato al diavolo e dimenticato - o, se proprio incappava sui miei passi, preso a calci nel... Ma Naruto non è così. Non so che diavolo avesse in mente Kishi quando lo ha creato, ma lo stereotipo del "ragazzo che non molla mai, mai, mai, ma proprio mai" è incarnato nel biondino. E' lui, punto. E' stupidamente convinto che Sasuke se ne sia andato perché traviato da Itachi e Orociok, e non - come invece è - perché idiota e deficiente, e non si arrenderà finché non lo avrà riportato indietro, perché è convinto - davvero convinto - che il Sasuke con cui litigava a dodici anni sia da qualche parte sotto il viscido bastardo serpentoso che è ora (e sto parlando del manga). A questo punto, mi sembra improbabile che Kishimoto prima o poi spezzi il legame tra i due, anche perché so che dopo la seconda non ha intenzione di scrivere altre serie, ed è ragionevole supporre che farà finire tutto - o quasi - bene. Passando a Sinners, invece, è ovvio che io non abbia chiuso la faccenda con le tre parole dello scorso capitolo. Quello è stato il primo impatto, nient'altro, e prima della fine ce ne sarà un secondo, e solo allora vedrai come ho intenzione di giocarmela. Ciò detto, capisco che il primo istinto di chiunque sarebbe di dirmi "cretina, come può Naruto starsene così tranquillo davanti a Sakura?". La mia risposta è altrettanto secca: sono passate solo poche ore, ma nel frattempo è successo di tutto. Leggendo uno non se ne rende conto, ma quando ti trovi a dover sconfiggere un demone, salvare il tuo maestro, recuperare il suo amico e - nel frattempo - sopravvivere, una cosuccia come un tradimento non dico passi in secondo piano, ma viene abbastanza ridimensionata. Non scompare, no, perché non è una cosa che possa scomparire, ma può attendere. E Naruto ha solo 18 anni, forse, ma nel mondo in cui vive ha imparato a crescere in fretta. Per quanto sembri strano anche a me che l'ho scritto, Naruto è maturato, e maturità significa non lasciarsi andare a schizzi improvvisi solo perché si è arrabbiati. Per quello c'è Kyuubi. E lui sa - lo ha visto - quanto sarebbe problematico lasciarsi andare con lei. A tutto questo unisci la sua assurda convinzione che quando gli altri sbagliano sono sempre in qualche modo scusabili, e otterrai il motivo per cui Naruto non ha fatto a pezzi Sakura (cosa che mi sembra, tra l'altro, molto improbabile in ogni caso... a meno di un coinvolgimento massiccio di Kyuubi) A questo punto spero di aver spiegato sufficientemente le mie ragioni fino a qui. Per tutto il resto, ti lascio leggere i prossimi capitoli... e se ti chiedi come mai questa lunga sviolinata, sappi che è solo perché voglio che il mio "fan n°1" (chissà? forse da questo momento non più... :'() capisca le mie motivazioni dalla prima all'ultima. Nonostante tutto, questa non è una fic scritta per sfogare le mie aspirazioni alla Mary Sue, come ha detto qualcuno. Anzi, ho persino la presunzione di voler sembrare realistica... nei limiti del realismo del manga, ovviamente.
Julia83:
guarda, sono veramente felice di essere alla fine... perché qui tu mi stai indovinando un po' troppe cose! XD Hai detto bene, il rapporto tra i membri del team sette non può tornare idilliaco, come se nulla fosse accaduto, e d'altro canto non c'è tempo perché Naruto trovi un nuovo amore, a meno che io non abbia un colpo di testa e salti all'improvviso di due anni in avanti! (cosa che non farò, ti dico subito) Mi chiedi della coppia Naruto-Sakura, eh... Guarda, non starò a dirti se mi piace o no. Dico solo che scrivendo questa fanfic tante volte mi sono trovata in bilico sull'indice di gradimento... ma fin dal primo capitolo le cose dovevano andare così come sono andate (e andranno), punto. Capirai il perché, fidati... Ti dico soltanto che non c'erano altre possibilità, e che non ho mai pensato di modificare la trama. Con tutto ciò, mi rendi davvero felice dicendo che sono riuscita a rendere bene la coppia! Grazie, non ci contavo, quasi! XD Bacio!
Jenna Uchiha: titoli di canzoni, eh... Vediamo un po': Amaranth e Eva dei Nightwish, poi Angels, Memories, Somewhere, The Howling e Stand My Ground dei Within Temptation, I Walk Alone di Tarja, The Red di Chevelle, Goodbye e My World degli SR-71, Sparks di Tori Amos, Hana Kagari di Yumi Shizukusa... ma anche Red Fraction di Mell, ed Everytime We Touch di Cascada (attenzione, ce ne sono milleuno versioni!) Questi sono solo quelli che mi vengono in mente a memoria, magari prossimamente scavo ancora un po' nelle canzoni del pc!
Hipatya: wow, mi lusinghi profondamente! I complimenti su Naruto sono tutto ciò che ho sempre bramato in effetti, e leggere un commento tanto entusiasta mi riempie di orgoglio! Grazie infinite, dico sul serio! >_<
arwen5786: le domande non ti rendono affatto patetica. Se mai, rendono me particolarmente sadica! Ma chi ha mai detto che sia un male? (ghgh) Chissà? Può darsi che alla fine di tutto sarai più serena e rilassata del previsto. Oppure no. Ma va beh, chissà cosa succederà prima della fine? Ho visto l'immagine, l'ho salvata, diffusa, largamente commentata... ma purtroppo per te la scena tra Jiraya e Tsunade l'ho già scritta, e non ho intenzione di cambiarla! Riguardo ai tuoi presentimenti... Sì, probabilmente accadrà qualcosa di triste, perché non può essere tutto rose e fiori, ma lo scoprirai tra poco... abbi solo un po' di pazienza... Ah, visto? Per un po' staremo ancora insieme su Sinners, mi sa... le cose mi si sono allungate! -.-
sammy1987: mi spiace, questo capitolo è stato anche più corto del solito! Ma sedici pagine erano davvero troppe! Comunque, dato che Jiraya è vivo e che dovrà ancora comparire prima della fine, ti dico di sperare ragionevolmente in una sua scena con Tsunade... mentre Orociok è pure eliminabile, ora. U_U Non è che mi interessi molto della sua sorte, anche se dovrò dire che fine ha fatto! XD
maninja87: sigh, perché tutti mi chiedete quali coppie preferisco? :'( Per favore, lasciamo questo argomento alla fine, così non togliamo sorprese (per quanto possano ancora esserci...)! Comunque, sappi che, al di là delle coppie che amo, io voglio provare a scrivere di tutto. In Redenzione c'è anche una InoShika, che di solito non tollero minimamente, e mi dicono pure che sia venuta realistica... Per cui non basarti su ciò che leggi per stabilire i miei gusti! In ogni caso mi impegno per rendere tutto plausibile! (e Sasuke sì, lo odio. Questo te lo posso dire. Lo odio ancora di più dopo la puntata di oggi... Anche se a sette anni era proprio carino, maledizione! ç_ç) Oh, non prendere il comportamento di Naruto nello scorso capitolo per Bontà d'Animo... prendilo più come un atteggiamento più maturo del solito, perché lui è buono sì, ma non scemo. E lasciar passare a Sakura il tradimento sarebbe da imbecilli. Non che, a mio avviso, un tantino OOC. Ciò detto, se ha perso la "Sakura" che amava, resta però da vedere come si comporterà con la "Sakura-chan" che è rimasta...
Maobh: anche se dovessero fare un processo a Naruto, non sarebbe sicuramente pubblico, come quello per Sasuke. Ricorda che Tsunade vuole tenere nascosto questo suo piccolo "problemino", e cercherà di sbrogliarsela da sola con il consiglio... Per il resto, grazie mille per i complimenti e gli auguri! Gli esami li vedo grigissimi, ma in qualche modo me la caverò... Spero! XD
izayoi007: benvenuta su queste pagine! Bramavi di farti traviare dai miei suggerimenti fuorvianti e dai miei accenni malvagi, vero? Allora, premetto che avevo già visto il tuo nome tra i preferiti, e che vederlo anche nelle recensioni mi rende davvero felice! Ma più di tutto mi fa gioire sapere che ti piace ciò che scrivo, e mi lusinga profondamente! 52 capitoli sono una bella botta, mi congratulo e mi levo tanto di cappello! Sapere che sei riuscita ad arrivare fino in fondo nonostante la lunghezza mi fa sentire molto felice, e mi fa sperare che, dopotutto, io non sia una completa incapace! (sì, ormai suona come falsa modestia, ma che ci posso fare? E' una frase che mi parte in automatico!) Poi, sapendo che i pairing attuali non sono i tuoi preferiti ma che comunque segui la storia... eheh, mi sciolgo! XD E' la cosa che fa più piacere, dopo i commenti lunghi ed esaurienti come il tuo! Quindi, ancora grazie, e spero di risentirti prima della fine! ^_^ PS: non so quanto tu lo voglia, ma se ti va sono disponibile per un regalo di compleanno il primo marzo! Chiedi pure!
Rory_chan: OROINO? Ma cos'è, l'ultimo incubo partorito da Moccia? °_° Per carità, già la OroSaku è inquietante, ma una OroIno potrebbe bloccarmi la crescita! T_T Jiraya e Tsunade avranno il loro giusto siparietto, tranquilla, ma il finale "happily ever after" sarà un po' mutilato, come vedrai... non è finito tutto bene per tutti...
Kaho_chan: soffice è la parola perfetta per descrivere il mio Naruto! Tralasciando il fisico scultoreo (*ç*) e l'aria malandata (*ç*), per me Naruto è sempre un peluche. Lo strapazzerei di coccole dal mattino alla sera! (e la descrizione dei suoi capelli nella tua NaruSaku è stata qualcosa di divino, che ho apprezzato davvero tantissimo!) I tuoi commenti sul ritmo, poi, sono stati meravigliosi! Mi hanno fatto brillare gli occhi come non mai! (e il fan club lo fondiamo eccome, ma con uno slogan diverso! XD In fondo anche Kyuubi deve essere molto morbidosa e strapazzabile... *_*) Oh, saluta Haruka in questo capitolo... perché di lei, né della sorella saprai più nulla...! ^_^ (sorriso malvagissimo e inquietante, che non dovrebbe farti presagire nulla di buono...)

Di nuovo, e me ne dispiaccio davvero, saluti striminziti ( :'( ) a: Ino_Chan, sonja, Killkenny (probabile... ma non è mai stato un mostro d'arguzia, Orociok...), tonyesp (certo, nella tragedia del ritrovamento di Jiraya, Hinata salta addosso a Naruto... Molto realistico. -.-), Hila92 (montagna? ** Wow, spero ti sia divertita!), roby chan (Orcomario è quello che preferisco! XD), kimi (il tuo commento sulla maturità di Naruto è stato il più gradito!), trinity87 (il tuo commento sulla maturità era azzeccatissimo, non ché graditissimo! Era esattamente quello che volevo dirti!), DuniettaS (la faccenda di Tenten al prossimo capitolo! E per Kiba e Hinata... attendi, attendi...), gohan4ever, Talpina Pensierosa, kage_naru89 (l'ipotesi NaruSasu è un po' estrema, in questa fic... XD Dopo tutta la menata con Sakura al vertice del triangolo, uno dei due se lo prende il confettino!), lale16 (grazie mille per i complimenti! E il tuo contatto mi fa molto piacere, infatti l'ho accettato! XD).


Aya

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Capitolo 60
*** Primi passi ***


Naruto-60

Capitolo sessantesimo

Primi passi




Plic.

Plic.

Plic...

Naruto aprì gli occhi nella penombra.
Steso sulla brandina, girò istintivamente il viso verso la parete che dava a nord, quella con la finestrella, e vide il cielo chiaro oltre le sbarre.
Richiuse gli occhi.
Di nuovo giorno.
Da quanto tempo era lì dentro?
Aveva provato a contare le volte in cui passava dal buio più fitto alla penombra, ma aveva subito perso il conto. Gli avevano dato una maglietta, gli avevano portato del cibo ogni tanto, ma né lui, né i suoi carcerieri avevano mai cercato di iniziare un discorso.
E, d’altro canto, cosa avrebbero potuto dirsi?
Le guardie erano Anbu, e lui era la Volpe – solo il demone – che dovevano catturare. L’élite degli shinobi della Foglia eseguiva gli ordini alla perfezione. L’élite non sbagliava. L’élite non simpatizzava con i mostri.
Naruto lo sentiva.
Quegli uomini avevano paura di lui. Tutto qui.
Non lo consideravano un compagno.
E lui?
Avrebbe voluto uscire da quella prigione?
Sì, cazzo!
Lui voleva rivedere il sole, voleva guardare il cielo, voleva uscire da quelle quattro pareti maledette! Lui avrebbe voluto vivere in un mondo in cui c’è sempre il sole!
Si alzò a sedere, flettendo gli addominali nel silenzio, e si passò le mani sul viso scompigliando i capelli. Sarebbe impazzito in quella prigione. Sarebbe diventato come Kyuubi. Ogni volta che chiudeva gli occhi l’odioso gocciolio dell’acqua gli riempiva le orecchie, fino a farsi assordante, e se sognava, sognava di essere rinchiuso dietro sbarre nere, e dietro un sigillo scarlatto.
Voleva. Uscire. Di. Lì!
«Cazzo...» mormorò tra i denti, chinando la testa tra le ginocchia raccolte.
Non avrebbe dovuto combinare quel casino, aveva fatto danni senza risolvere niente.
Si pentiva di aver lasciato libera Kyuubi, si pentiva di averle permesso di distruggere mezzo ospedale.
Avrebbe dovuto trovare un altro modo per sfogarsi, maledizione! Un modo meno rovinoso!
E invece cosa aveva ottenuto?
Sasuke mezzo morto, Sakura che ovviamente gli faceva da infermiera – nessuno glielo aveva detto, ma era sicuro che fosse così – e lui sbattuto in cella, con un orrendo vaso da notte che lo disgustava solo a guardarlo.
Affondò le mani nei capelli, frustrato.
Aveva ufficialmente trovato la cazzata numero uno nella lunga lista delle cazzate della sua vita.
Ora cosa sarebbe successo?
Lo avrebbero lasciato andare, prima o poi?
O forse...
Rabbrividì.
L’ipotesi di restare imprigionato per sempre gli fece contrarre lo stomaco in maniera sgradevole, procurandogli una nausea intensa.
«No» si disse a voce alta, con gli occhi chiusi. «No, non succederà... Non sono pericoloso, maledizione! Ho di nuovo il sigillo!»
Ma le sue erano speranze, più che certezze. Solo speranze.
Tuttavia la cosa peggiore non era l’ansia, o la solitudine; non era nemmeno il buio.
La cosa peggiore era il silenzio.
Perché nel silenzio le sue orecchie si riempivano delle voci più sibilanti e malevole.
Perché nel silenzio, Sakura continuava a ripetergli “Io amo Sasuke”.
Tapparsi le orecchie era inutile, non erano parole che venivano dall’esterno. E anche le ferite che lasciavano, erano ferite che non poteva curare con il chakra di Kyuubi.
Certe volte pensava di essere un idiota.
Perché l’aveva lasciata in vita, dandole la possibilità di tormentarlo.
Ma quando si rendeva conto di ciò che gli passava per la testa, si infuriava e si costringeva a cambiare pensiero.
Non l’avrebbe mai uccisa, mai.
Mai Sakura-chan.
Né Sasuke.
Forse.
Rendendosi conto dell’ultima parola nella sua mente, rabbrividì.
Quel posto aveva un effetto peggiore del previsto.
All’improvviso sentì delle voci fuori dalla porta, e sollevò di scatto la testa. Il suo stomaco gorgogliava sotto la nausea, forse era ora di mangiare?
Buttò giù i piedi dalla brandina e ascoltò il rumore della serratura che scattava. Quando la porta si aprì, e la luce invase per un attimo la stanzetta, il suo stomaco smise di borbottare per contrarsi fastidiosamente.
Sulla soglia, avvolta dalla luce fredda delle lampadine, c’era Tsunade.
L’Hokage in persona.
Buon segno o pessimo segno?, si chiese, mentre il cuore iniziava a martellare nel petto.
Dalla sua espressione non riusciva a capire. Perché faceva l’impassibile? Voleva fare l’acida? Oppure... non portava buone notizie?
Naruto deglutì.
«Allora?» chiese, incapace di sopportare il silenzio più a lungo.
E, finalmente, la vide sorridere.
«Secondo te?» chiese sorniona, incrociando le braccia sul petto abbondante. «Pensavi sul serio che mi sarei fatta mettere i piedi in testa da quei quattro vecchi balordi?»
Il viso di Naruto si illuminò, arrivando quasi a rischiarare la stanza, e il suo cuore accelerò, ma con un ritmo completamente diverso. D’un balzo fu in piedi, lanciato verso l’impulso – suicida – di saltarle al collo, senonché vide il sorriso sulle sue labbra scemare fino a scomparire.
Si bloccò, a un passo da lei.
«Non ho finito» gli fece notare Tsunade, rendendosi conto con una certa stizza che Naruto la superava di una spanna abbondante.
Lui corrugò la fronte, senza capire, e il suo cuore ridimensionò notevolmente l’andatura. All’improvviso gli occhi di Tsunade si erano fatti freddi.
«Ti avevo avvertito» mormorò l’Hokage, fissandolo severa. «Ti avevo espressamente chiesto di parlarmene, se avessi sentito la Volpe diventare più potente. Anzi, te l’avevo praticamente ordinato... Ma tu no, tu eri sicuro di controllarla, tu eri forte, tu eri il grande Naruto Uzumaki... E hai visto in che casini ci hai trascinato? Hai idea di quanto costerà sistemare l’ospedale, di quanto ci vorrà per guarire Sasuke, e della fatica che sto facendo per insabbiare l’intera faccenda sia a Konoha che negli altri Paesi?»
Naruto abbassò lo sguardo, sentendo una fitta di rimorso trapassarlo da cima a fondo.
«Immagino che tu ci abbia già pensato» borbottò Tsunade. «Qua dentro non avevi molto altro da fare... Ma mi sembrava opportuno ricordartelo»
«Sì» mormorò Naruto contrito, stringendo i pugni. «Sì, io... chiedo scusa»
Tsunade lo guardò per un lungo istante.
L’immagine del ragazzino dodicenne che sbraitava per diventare Hokage si fece indistinta, nella sua mente... ora aveva davanti un quasi uomo che – udite udite – era in grado di chiedere scusa. Di chiedere sinceramente scusa.
E non è cosa da tutti, perché i più non riescono nemmeno a capire i propri errori.
L’Hokage sospirò, e l’espressione severa sul suo volto si sciolse in un sorriso mesto.
Naruto non era l’unico responsabile, dopo tutto. Anche lei aveva sbagliato, e forse era più colpevole di lui, perché lo aveva fatto consapevolmente.
«Allora» disse, riacquistando un minimo di brio. «Vuoi uscire di qui?»
Naruto rialzò bruscamente la testa, con gli occhi brillanti d’entusiasmo.
«Sì!» esclamò.
E Tsunade sorrise, perché forse l’immagine del ragazzino dodicenne nella sua testa non era poi tanto scomparsa...
«Che stai aspettando?» chiese, facendosi da parte.
Naruto guardò il corridoio grigio che si stendeva davanti ai suoi occhi, illuminato dalla luce fredda delle lampadine, senza finestre. Deglutì, sentendo il cuore battere forte nel petto, ed evitò accuratamente di posare lo sguardo sugli Anbu fermi accanto alle altre porte, tutti a volto coperto.
Beh, non dava molto l’idea di libertà, a voler essere onesti.
Però uscire da quella stanzetta asfissiante era già qualcosa.
E non c’erano orridi vasi da notte, lì.
Fece un passo, oltrepassò la soglia. Poi un altro, e un altro ancora. E l’aria era ancora viziata, ma non quanto quella nella cella, e i suoi sandali riecheggiavano, ma non erano assordanti...
«Naruto»
L’euforia si interruppe bruscamente al sentire la nota bassa nella voce di Tsunade. Naruto si fermò, inquieto, e si voltò a guardarla.
Lei, appoggiata alla parete del corridoio, sorrideva ancora. Ma il suo era un sorriso molto più dolce del solito, senza la minima traccia di arroganza.
«Grazie per averlo riportato indietro» disse piano.
E Naruto capì, e sorrise.
«Scherziamo? Quello non muore neanche se lo ammazzi» ghignò. «Non si perderebbe mai l’occasione di vedere le mille ragazze che ancora non ha incontrato»
Tsunade sbuffò impercettibilmente, mentre lui tornava a darle la schiena e correva via – ignaro, l’ingenuo, di quello che lo aspettava all’esterno... – e gettò un’occhiata all’Anbu dall’altra parte del corridoio.
«Uhm... tu sei in vacanza» commentò in tono leggero. «Due settimane di permesso»
Quello rimase spiazzato per un istante, e poi, profondendosi in inchini e ringraziamenti, se ne andò a passo veloce, incredulo e sbalordito.
L’Hokage sorrise per l’ennesima volta, ripensando alla zazzera bionda che si era allontanata correndo; e un pensiero le sorse spontaneo, tra tanti e tanti ricordi.
Ho fatto bene a scommettere su di te...”



I pasti in casa Hyuuga potevano tranquillamente definirsi deprimenti.
Inginocchiati in una stanza troppo grande e troppo vuota, davanti a vassoi troppo lucidi e piatti troppo perfetti, Hiashi e le sue due figlie mangiavano in silenzio, gli occhi puntati a terra. I servitori ogni tanto entravano, portavano qualcosa di nuovo, e poi scomparivano senza dire una parola, come fantasmi.
Anche quel poco di appetito che aveva Hinata se ne andava terribilmente in fretta, a quella tavola.
Ultimamente, poi, si era aggiunto un commensale.
Che casualmente era stato seduto accanto alla primogenita, già alla destra di Hiashi.
E quel commensale non solo cancellava ogni minimo istinto famelico in Hinata, ma addirittura le provocava un vago senso di nausea.
Eppure Neji non faceva nulla di sbagliato. Si limitava a stare seduto in silenzio, e a mangiare ciò che gli veniva messo nel piatto.
Purtroppo, ciò che influiva su Hinata era la sua semplice presenza... e i motivi per cui era lì.
Quel giorno la scena non era diversa dal solito.
Seduti nella disposizione di sempre, gli Hyuuga mangiavano e tacevano. Fuori dalla stanza qualche sparuto uccellino cantava. Le bacchette tintinnavano sommessamente nelle ciotole. Hinata si costringeva a buttar giù qualcosa per non vedere lo sguardo severo del padre, e intanto pensava a Naruto ancora rinchiuso. Hanabi, inosservata, nascondeva un sorrisino compiaciuto dietro la tazza di tè.
A un tratto si udì un bussare sommesso.
«Sì?» fece Hiashi, alzando gli occhi dal suo vassoio, e quando la porta scorrevole si aprì frusciando, una cameriera inginocchiata piegò la fronte a terra.
«Chiedo perdono, porto notizie urgenti dal Consiglio» mormorò.
Tutti i presenti drizzarono le orecchie.
«Avvicinati» disse Hiashi, e la ragazza si rialzò, lo raggiunse, e si inginocchiò di nuovo. Con un certo timore intriso di rispetto, portò le labbra accanto al suo orecchio e sussurrò qualcosa.
Il capoclan degli Hyuuga si accigliò, finché lei non ebbe finito. «...Puoi andare» borbottò a quel punto. «Se dovessero chiedere il mio parere, mi schiero con l’Hokage e la Foglia, riferisci questo»
«Sì, signore» la cameriera chinò di nuovo il capo, si rialzò, e uscì silenziosa come era arrivata.
Hinata lanciò un’occhiata ansiosa al padre, ma lui la ignorò e riprese a mangiare.
Lei avvertì una stretta al cuore. Il Consiglio stava decidendo di Naruto, lo sapevano tutti. Anche suo padre avrebbe dovuto essere nella commissione, ma in quel momento stava sfruttando le sue ore di riposo.
E se gli anziani... Se erano giunti a una conclusione, allora...
«Padre...» si azzardò a domandare, stupendo anche sé stessa per la propria audacia. «Posso... posso chiedere cosa...»
Hiashi alzò gli occhi su di lei, freddo.
«Prego?» fu tutto ciò che disse.
Hinata avvampò, e tornò a chinare il capo sul suo vassoio, con gli occhi brucianti. «N-Niente...» sussurrò, stringendo le mani attorno alla ciotola del riso.
Hanabi, di fronte a lei, le gettò un’occhiata di sottecchi e si trattenne dallo sbuffare irritata. Neji, al suo fianco, sospirò impercettibilmente.
Hinata sentiva il cuore battere nel petto, molto più pesantemente del solito. Voleva sapere di Naruto, lo voleva con tutta sé stessa. E anche se le notizie provenienti dal Consiglio non fossero state buone, lei comunque voleva conoscerle.
Stupida Hinata!” si disse, ferita. “E’ così che vuoi diventare forte? Che vuoi imitare Naruto?”
Si morse il labbro, tremando.
Solo pochi giorni prima Naruto aveva affrontato e sconfitto Kyuubi praticamente da solo. Ricordava ancora il suo corpo coperto di ustioni, e i suoi occhi posati sul sannin che stringeva tra le braccia. Ricordava quanto le fosse apparso... forte. Non bello, non eroico. Forte, semplicemente. Di quella forza che non ha bisogno di essere ostentata.
E lei invece?
Da mesi, lei arrancava e brancolava, lasciandosi sospingere dalla corrente. Suo padre voleva che sposasse Neji, e lei non trovava il coraggio di opporglisi chiaramente. Kiba cercava di avvicinarla per avere qualcosa di più, e lei non era in grado di respingerlo. Hanabi tentava di renderla più forte, di darle una mano a crescere, ma lei aveva troppa paura per seguire i suoi consigli fino in fondo.
Lei non stava facendo niente.
Diceva di voler essere come Naruto, ma da troppo tempo si limitava a guardarlo e ammirarlo da lontano, senza più cercare di raggiungerlo.
Così non sarebbe mai andata avanti.
«Padre» si scoprì a ripetere, e, anche se la voce tremava, il tono era più forte del solito. Dovette costringersi ad alzare gli occhi, ma nello stupore generale sostenne lo sguardo accigliato di Hiashi. «Che notizie vengono dal Consiglio?»
Beh, ancora non riusciva a chiedere direttamente di Naruto.
Mentre Hanabi sbatteva le palpebre a bocca aperta e Neji tratteneva un sorriso sorpreso, la ruga sulla fronte del capoclan si fece più scura.
«...Noto con un certo piacere che inizi ad interessarti alle questioni degli Hyuuga» commentò, tornando a mangiare e mostrandosi volutamente distaccato.
Hinata non se la sentì di correggerlo, ma Hanabi per un istante ebbe l’impulso di farlo, e svelare che a interessare Hinata erano le questioni di un certo biondino, e non del clan. Tuttavia tacque, studiando gli eventi.
Hiashi masticò un boccone a lungo, prima di riprendere a parlare. «Naruto Uzumaki è stato liberato» disse poi, neutro. «Il Consiglio lo ha giudicato non pericoloso... Anche se personalmente nutro molti dubbi in proposito, e immagino che molti colleghi la pensino come me. Quasi sicuramente l’Hokage si è fatta garante per lui»
Hinata si illuminò, e un sorriso spontaneo le salì alle labbra. Lo spettro della prigione per Naruto si allontanò rapido dai suoi pensieri, e fu come se qualcuno all’improvviso avesse aperto una finestra e fatto entrare la primavera.
«Ma padre» intervenne Hanabi, corrucciata. «Dici di non credere che Naruto Uzumaki sia pericoloso, però ti ho sentito riferire alla cameriera che ti schieri con l’Hokage»
Hiashi le lanciò uno sguardo di sottecchi.
«La decisione è già stata presa» commentò. «Mostrarsi contrario a questo punto sarebbe soltanto controproducente. Questa è la politica, Hanabi»
La ragazzina sbatté le palpebre, interdetta.
A livello logico capiva la posizione del padre. Ma non riusciva a impedirsi di provare irritazione: gli Hyuuga erano il clan più importante di Konoha, eppure la loro parola contava così poco?
Quando ci sarò io alla guida della casata principale, le cose cambieranno” si ripromise.
«In ogni caso, non capisco perché l’Hokage rischi tanto per quel ragazzo» proseguì Hiashi, gettando un’occhiata rapida a Hinata. «E’ sempre stato una fonte di guai, e in ultima analisi si è rivelato realmente pericoloso per l’intero villaggio. La cosa più intelligente da fare sarebbe rinchiuderlo in un posto sicuro e gettare la chiave. Nessuno andrebbe a cercarlo: non ha parenti, e l’amicizia è un sentimento labile, di fronte alla necessità...»
Mano a mano che lui parlava, il sorriso sulle labbra di Hinata si spense, portandosi via anche il sangue che le coloriva il volto. La sua mano si serrò a pugno, d’istinto.
«L’Hokage dovrebbe pensare prima di tutto all’interesse del villaggio» continuò Hiashi, mentre sia Hanabi che Neji lanciavano occhiatine nervose da lui alla sua primogenita. «Lasciare in libertà quel ragazzo è un rischio troppo grande. E correrlo solo per uno sciocco sentimento d’affetto è più di quanto sia...»
«Padre» a sorpresa, Hinata lo interruppe.
Ci fu un istante di silenzio completo – e attonito – nella stanza.
Hanabi trattenne il fiato, e vide la sorella a capo chino, con i pugni chiusi e le nocche bianche. Nel parlare, la sua voce non aveva tremato; ma le sue spalle non riuscivano a stare ferme.
«...Tu sai di chi è figlio Naruto, non è così?» chiese, e la nota tagliente nel suo tono stupì tutti quanti. La sua domanda non ebbe risposta, ma d’altronde non ne attendeva neppure. Hinata deglutì, e sollevò appena il capo, senza osare alzare gli occhi. «Immagino... che tu conosca tutta la storia» continuò, e la sua voce non riuscì a mantenersi salda come prima. «Diciotto anni fa eri già un membro importante del clan, sicuramente lo sapevi... Allora... come puoi parlare così? Sai che suo padre era un eroe, che è morto per Konoha. E sai anche che Naruto non è un mostro... non è... soltanto il ricettacolo delle vostre paure» strinse i denti, sentendo le lacrime che premevano per scorrere lungo le guance. «Naruto è un eroe, esattamente come suo padre!» esclamò, sentendo il volto arrossato, lo sguardo di Hiashi su di sé, ma incapace di fermarsi. «L’unico pericolo che Konoha corre, è di perderlo perché nessuno si interessa a lui! E se solo voi membri del Consiglio vi rendeste conto che è una risorsa preziosa, e non un mostro, avreste molti meno problemi, e... e... lui sarebbe più felice!»
Le lacrime debordarono, e finalmente rotolarono lungo il viso scarlatto, bollenti, salate, amare.
Hinata non lasciò a Hiashi il tempo di ribattere, e in fretta si alzò in piedi. Passandosi una manica sugli occhi, lasciò la stanza senza salutare nessuno, e uscendo dimenticò di richiudere la porta.
Tra gli Hyuuga rimasti piombò il silenzio.
Ma se Neji era perfettamente in grado di nascondere il leggero sorriso che avrebbe voluto stirargli le labbra, Hanabi faticava a trattenere l’esultanza: con quell’uscita non solo sua sorella si era dimostrata in grado di reagire al padre, ma doveva essersi alienata per sempre ogni suo favore.
Hiashi, accigliato, rimase a fissare la porta per cui Hinata era uscita.
Non si aspettava una simile reazione; il suo intento era quello di mostrare quanto Naruto Uzumaki fosse pericoloso e poco attraente, ma mai si sarebbe aspettato che sua figlia sapesse il genere di cose che solo un uomo nella sua posizione era in grado di conoscere.
D’altro canto... la capacità di leggere il mondo e le persone è una dote fondamentale per un capoclan...
Se Hanabi avesse potuto vedere nella mente del padre, la sua euforia si sarebbe spenta come un fiammifero nell’acqua.




In quei giorni Rock Lee era pieno di fervore – di fuoco della giovinezza, avrebbe detto Gai.
Dopo aver visto la straordinaria potenza di Naruto, o meglio, dopo averla immaginata, considerando che era più forte della spaventosa Kyuubi, aveva deciso che si sarebbe allenato come un matto fino a raggiungere il suo livello.
La rivalità con Neji? Pfui, e chi se ne ricordava più? A occhio e croce il nuovo obiettivo per tutti, da quel giorno, sarebbe stato Naruto.
A torso nudo, coperto di sudore, si mosse agile sui piedi, da un fianco all’altro. Saltellò, a pugni colpì l’aria un paio di volte, e poi sferrò un calcio nel nulla, facendo frusciare le foglie dei cespugli poco distanti. La foresta osservava il suo allentamento in silenzio.
Bene. Era caldo.
Senza perdere il ritmo, si avvicinò al tronco contro cui si esercitava di solito e provò un paio di colpi veloci. Il legno risuonò di thud sordi là dove la corteccia era più rovinata, ma non si incrinò. Era antico, era resistente. Fino a quel giorno Rock Lee non era mai riuscito a scalfirlo.
Mentre lui respirava a tempo e ponderava ogni pugno e ogni calcio, con occhi attenti e infuocati, a qualche passo di distanza Tenten era seduta su un masso con il mento appoggiato alle mani.
Lo guardava, in paziente attesa, come faceva sempre da anni... e mentre vedeva i suoi colpi andare a segno e le gocce di sudore correre lungo la schiena muscolosa, le tornò alla mente un Lee diverso, molto diverso.
Si trattava dello scorso Natale, forse...

«Ehi, ehi! Chi è il cretino che gli ha messo in mano il sakè?» gridò Shikamaru quando la prima sedia volò per la stanza.
«A chi?» chiese Kiba, alticcio e incredibilmente allegro. La sedia si fracassò a meno di venti centimetri dalla sua testa, e lui scattò in piedi ringhiando. «Chi è stato?» sbraitò, tutt’a un tratto aggressivo.
«Il deficiente numero due» grugnì Shikamaru disinteressandosi di lui.
Tornò a guardare Rock Lee, che dopo aver lanciato la prima sedia aveva iniziato a schivare con un sorriso sghembo i tentativi di Neji di fermarlo.
«Lasciati prendere, decerebrato!» ringhiò lo Hyuuga, cercando di catturarlo per la trentesima volta.
«No no» ridacchiò lui, esibendosi in un pallido tentativo di diniego con l’indice, e ottenendo un segno che forse voleva simboleggiare un serpente ubriaco.
«Potrei...» propose Sakura, avvicinandosi a Shikamaru, ma lui la fermò con un cenno.
«Per carità, non muoverti» bofonchiò.
Da quando lei e Naruto avevano iniziato a uscire insieme, Rock Lee si rabbuiava solo a vederli. Metterglieli davanti in quel momento sarebbe stato decisamente controproducente. Per non dire potenzialmente fatale.
Tenten, accanto a Neji, sbuffò contrariata.
«Lee! Quanto hai bevuto?» gli chiese tagliente, le mani piantate sui fianchi.
L’interrogato la guardò storto. «Ehi! Non sono ubriaco!» protestò, e mentre lo diceva schivò il colpo di Neji con una fluidità a dir poco inumana.
Shikamaru si passò una mano sugli occhi, vicino alla disperazione. Tutti avevano tirato fuori dei soldi per affittare il locale in cui festeggiare Natale, ma se qualcuno non fermava quel pazzo avrebbero dovuto aprire un mutuo per risarcire i danni.
«Via tutti! Ci penso io!» gridò a quel punto una voce pericolosamente strascicata.
Shikamaru non fece in tempo a farsi prendere dal panico, che vide Naruto farsi largo a gomitate, con l’aria dell’eroe chiaramente brillo.
«No!» gridò il Nara, ma troppo tardi.
Rock Lee lo aveva visto.

Mezzora dopo nella sala non c’era un mobile sano e tre vetri erano in frantumi, il che significava che l’aria gelida di dicembre sibilava tra i tavolini rovesciati. Sulla parete con il murale, poi, si apriva una crepa spessa due centimetri, come una ragnatela, e le luci penzolavano fiaccamente dal soffitto.
Shikamaru era seduto sui resti di una panca, depresso. Sospirò profondamente, mentre Ino gli si avvicinava con aria sconvolta.
«Ma te la immagini mia madre quando le chiedo un prestito?» chiese alla ragazza, cupo.
«Shikamaru... non so se hai ben chiara la situazione» ribatté lei. «E’ un miracolo che siamo ancora vivi!»
Lui mugugnò, ma non sembrò affatto sollevato.
Finché avrò vita, lo terrò lontano da ogni tipo di alcolico” si ripromise.

Fuori, intanto, Tenten e Neji erano riusciti a trascinare Lee in un angolo appartato, e lasciavano che svuotasse lo stomaco e smaltisse la sbornia.
«Bravo! Genio!» bofonchiò lei, irritata. «Sai quanto dovremo sborsare adesso?»
«Mi... mi dispiace» ribatté lui, passandosi una mano sulla bocca.
«Vado a cercare dell’acqua» sospirò Neji. «Torno subito»
Tenten rimase sola con Rock Lee, e gli lanciò un’occhiata di compatimento.
«Ti ci sei buttato volontariamente sul sakè, eh?» chiese con uno sbuffo rassegnato.
Lui non rispose, né la guardò.
«Lee, devi lasciarla perdere. Sta con Naruto da mesi, ormai, è inutile che tu continui a starci male»
«Non è per quello!» scattò lui, punto sul vivo. «Non è per Sakura!»
«Ah no?» chiese lei, adocchiando le lacrime che spuntavano dai suoi occhi.
Lee si strofinò una manica sul viso.
Tenten sospirò, e gli batté una pacca leggera sulla spalla.
«Prima o poi passa» commentò, con un pizzico di tristezza. «Passa sempre...»
...E non parlava solo di lui.

Tenten sbuffò impercettibilmente, inclinando la testa da un lato.
«Lee» chiamò.
«Sì?» fece lui senza ascoltarla davvero, tutto concentrato su una mossa particolarmente complessa.
«Sono al secondo mese»
«Ah sì? Bene! E di cosa?» caricò un pugno, con il fuoco negli occhi.
«Di tuo figlio»
Il colpo sul tronco non fu seguito dal solito thud ovattato.
Questa volta ci fu un crack secco, e il legno si spaccò esattamente a metà, con precisione millimetrica. Nella fenditura tra le due parti, costellato di schegge, c’era il pugno di Rock Lee.
Silenzio.
«Ti sei fatto male?» chiese Tenten neutra.
Lui voltò lentamente la testa, gli occhi sbarrati.
«Tu...» alitò, senza parole.
«Rilassati» borbottò lei evitando il suo sguardo, ostentando sicurezza... ma sentiva il cuore battere in fretta nel petto. «Ho già deciso di tenerlo, e non ti darò problemi... puoi continuare a fare la tua vita, allenarti, andare in missione... non ho intenzione di farlo diventare un peso per te»

Forse una settimana dopo Natale, Tenten e Lee si erano trovati di nuovo da soli.
Chissà come, lei aveva finito per diventare qualcosa come il suo guru sentimentale, e si stava adoperando per permettergli di dimenticare finalmente Sakura.
Quel giorno, lui le comunicò euforico che era riuscito a fare un discorso sensato con Naruto senza essere assalito dalla depressione o dalla voglia di farlo a pezzi.
«Ottimo, stai facendo progressi» sorrise lei, seduta su un muretto con una lattina di aranciata in mano. Erano poco fuori da Konoha, su un sentiero in cui potevano parlare senza timore di essere interrotti, e il loro respiro si condensava in nuvolette bianche.
«Il fuoco della giovinezza sta maturando con ardore in me!» ribatté Lee, facendole roteare gli occhi verso il cielo.
«Sì, sì... va bene» bofonchiò Tenten con un cenno distratto. «E Sakura? L’hai vista?»
«Sì. E l’ho salutata con un sorriso, da persona perfettamente normale»
«Bravo. Sei vicino alla guarigione, diciamo così»
«Ehm, già, già...»
Tenten lo vide scavare nel terreno della strada con la punta del piede, le sopracciglia corrugate e la fronte imperlata di sudore.
«Lee, qualcosa non va?» chiese preoccupata.
Lui alzò lo sguardo di scatto, rigido come un manico di scopa. «Sì, beh, ho una domanda... una richiesta, anzi»
Lei sbatté le palpebre, perplessa. «Una richiesta?»
Lui annuì.
«Usciresti-con-me?» sputò poi tutto d’un fiato, avvampando fino alla radice dei capelli.
La lattina tra le dita di Tenten cadde a terra con un tonfo ovattato, spargendo l’aranciata rimasta, mentre lei spalancava la bocca.
«Eh?» si lasciò sfuggire, ma Rock Lee non abbassò gli occhi neanche per un istante.
«Un appuntamento» le disse, infervorato come nel suo ultimo allenamento. «Io e te. Sì, insomma, ovviamente solo se vuoi»
Lei ci pensò.
Il buffo Rock Lee dagli occhi a palla e i capelli assurdi.
Il testardo Rock Lee dalla mise improponibile.
Il determinato Rock Lee che prendeva ogni sfida come un’offesa personale.
Insieme a lei, la banale Tenten.
Innamorata di Neji, per di più.
«Lee, senti, io...» iniziò, incerta, arrossendo.
«Alt» la fermò lui, alzando una mano. «Se stai per dirmi che ti piace Neji, non sprecare fiato»
Tenten si accigliò.
«Te l’ho chiesto sapendolo» spiegò Lee, con tutta la concentrazione del mondo. «E’ solo che non ho potuto fare a meno di provare, perché... perché in questo tempo che siamo stati insieme... insomma, tu hai iniziato a piacermi... e io... sì, beh, ho pensato che magari potresti uscire con me, almeno una volta... In gioventù si fanno questi tentativi, giusto?»
Lei lo fissò a bocca aperta.
In gioventù si fanno questi tentativi, giusto?’
Oddio. Era una frase così fuori dal mondo da essere ridicola, a ben vedere.
Portò una mano alla fronte, e si lasciò sfuggire una mezza risata.
Poi, incomprensibilmente, gettò un’occhiata obliqua a Lee.
Voleva provarci.
Aspettare Neji si era fatto troppo doloroso.
«Solo una prova» gli concesse con un sorriso sghembo.

Altro che prova.
Avevano iniziato a uscire insieme regolarmente, all’insaputa di tutti... e, sorprendendo anche sé stessa, Tenten aveva scoperto che Lee non era irritante quanto credeva.
Più che altro era pieno di entusiasmo. Metteva tutto sé stesso anche nella cosa più stupida, e se da un lato qualche volta le faceva desiderare di sprofondare nel terreno, dall’altro le provocava un’indiscriminata ammirazione, che stupiva anche lei.
Aveva sempre pensato di amare i tipi come Neji, freddi, bellissimi e superiori.
Ma aveva scoperto che il caldo e ‘normale’ Rock Lee, in definitiva, non le dispiaceva affatto.
E se poi guardava al lato pragmatico della relazione... sì, beh, lo preferiva decisamente rovente.
Avevano iniziato a frequentare gli alberghi a ore, causa parenti un po’ troppo impiccioni, e una volta Neji li aveva quasi scoperti, attorno a giugno, quando lei si era lasciata scappare di aver visto Temari e Shikamaru nel quartiere a luci rosse. Ma la maggior parte del tempo la passavano nella foresta, magari mentre lui si allenava e blaterava frasi insensate sulla gioventù, e a lei bastava guardarlo in silenzio e rimproverarlo se si faceva male.
Qualche volta si sentiva un po’ sua madre.
Ma in fondo lui le piaceva non come un figlio.
Le piaceva come Rock Lee. Come il buffo, determinato Rock Lee, che era innamorato di lei.
E poi, ad agosto, si era resa conto di essere incinta.
Non ricordava nemmeno come fosse accaduto, le sembrava di essere sempre stata attenta... ma era successo. E non poteva essere che di Lee.
Aveva impiegato quasi un mese per decidere se dirglielo, perché aveva avuto paura.
Poi c’era stata la faccenda di Neji, e per un breve istante si era sentita dubbiosa... ma alla fine aveva risolto che il padre del bambino aveva almeno il diritto di saperlo, anche se probabilmente non era abbastanza maturo per scegliere di prendersene cura.
Ed era arrivata a quel giorno.
Ed era arrivata alla confessione, e agli occhi sbarrati di Lee, e al tronco spezzato in due.
Deglutì a vuoto, suo malgrado nervosa.
Cosa le avrebbe detto ora?
Il suo ardore adolescenziale, il suo spropositato coraggio, sarebbero venuti meno?
Strinse i pugni, imponendosi la calma.
Anche se lui non avesse voluto prendersi responsabilità, lei sapeva come andare avanti... sua madre le aveva dato ogni disponibilità, si era anche preparata psicologicamente...
«Ma è...» balbettò Lee, estraendo il pugno dal tronco distrutto. «E’ fantastico
Tenten alzò bruscamente lo sguardo, corrucciata.
«Cosa?» chiese secca.
«E’ fantastico!» ripeté lui radioso, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro. In un balzo la raggiunse, e si inginocchiò davanti a lei. «Sei già al secondo mese?» chiese entusiasta, prendendole le mani. «Allora è per questo che hai smesso di uscire in missione! Si sa se è maschio o femmina? Ah, ma che idiota! Dobbiamo sposarci!»
Tenten impallidì, e poi arrossì bruscamente.
«Aspetta un attimo!» lo interruppe, allontanando le mani dalle sue. «Così? Su due piedi? Mi dici già ‘alleviamolo insieme’?»
Rock Lee sbatté le palpebre. «E’ mio figlio, no?» chiese come se fosse ovvio.
«Sì!» sbottò lei. «Ma... ma non puoi... così... su due piedi...»
«Tenten, forse non te ne sei accorta, ma io ti amo» le fece notare lui.
«Me lo avrai ripetuto almeno ottocento volte, in questi mesi» ringhiò lei.
«Bene. Io ti amo. Io voglio sposarti. Io voglio crescere con te il bambino»
Tenten immerse le mani nei capelli, frustrata.
«Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo?! Qui si parla di un bambino! Si parla di ‘per sempre’!» gridò, quasi.
Lee la fissò, senza scomporsi. «Lo so» commentò come se fosse stata la cosa più normale del mondo. «Ah, però...» mormorò, con un brillio preoccupato nello sguardo. «Forse... forse tu...» all’improvviso esitò – scena insolita. «Tenten, tu... sei ancora innamorata di Neji?» si trovò a chiederle, turbato.
Lei lo guardò.
Con i suoi occhi a palla, che demolivano l’estetica.
Con il suo entusiasmo infantile, quasi irritante.
Con la sua ansia, all’idea che lei amasse un altro.
Ripensò a tutto il tempo che avevano passato insieme, ai pomeriggi, agli allenamenti, ai tè, alle lenzuola sempre diverse... e si accorse che ogni ricordo era felice. Davvero felice.
Amava ancora Neji?
No, probabilmente no... da tanto tempo, ormai.
L’indifferenza può essere affascinante... ma se resta tale, presto inizia soltanto a far male.
Mentre l’amore... l’amore donato incondizionatamente, ingenuamente, entusiasticamente... quel tipo di amore si diffonde. Contagia, come un virus, e passa da una persona all’altra in maniera impercettibile. Ma ha effetti profondi e indelebili.
«Stupido» mormorò Tenten, sentendo gli occhi bruciare. «Che domande idiote fai?»
«Ehm... come devo considerare questa risposta?» chiese Lee, perplesso.
Lei riprese le sue mani, chinando il capo.
«Io voglio te» disse con un groppo in gola.
Lee tornò ad illuminarsi, tutto sorridente.
«Allora ci sposiamo?» chiese, pieno di entusiasmo.
Tenten annuì, asciugando in fretta le lacrime.
«Magnifico!» esclamò Lui, saltando in piedi. «E poi, quando nascerà il bambino, gli insegnerò a crescere seguendo l’ardore della fiamma della giovinezza!»
Come far sfumare il romanticismo in due secondi o poco più.
Tenten sospirò profondamente, appoggiando il mento a una mano, e un cauto pessimismo prese il posto dell’ingenua emozione.
Chissà perché, aveva l’impressione di sapere chi avrebbe portato i pantaloni in casa...










*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Chiedo scusa ad Arwen per aver inculcato nella sua povera e ingenua testolina
l'immagine di un Lee sexy!
XD
Purtroppo, la svolta LeeTen era nei miei programmi ancor prima del primo capitolo,
quindi non potevo assolutamente evitarla, e nemmeno volevo, ad essere sinceri.
Insomma, siamo subissati di NejiTen!
E Lee?!
Non ha diritto a un po' di felicità anche lui?
Detto questo, noto con un leggero sgomento che il mio stile sta virando su toni da invasata che mi lasciano perplessa...
Abbiate pietà, per favore, e cercate di tollerare le sviolinate teatrali sul finale... Sigh.

Penso che soltanto un'imbecille, o qualcuno di tanto sicuro di sé da rasentare l'idiozia, avrebbe detto su due piedi "alleviamo il bambino insieme".
Queste parole, pronunciate nello spazio autore del capitolo quarantacinque,
erano ovviamente riferite a Lee XD

Ora vi chiedo profondamente perdono, mi inchino e arrivo con la fronte al terreno,
perché non riesco a rispondere ai vostri meravigliosi commenti!
La cosa fa più male a me che a voi, ma avrei dovuto scegliere tra: aggiornare oggi così, o domani con le risposte.
Spero di non aver sbagliando con la prima opzione!

In compenso, ho una buona e una cattiva notizia.
La buona è che il prossimo capitolo vedrà anche le risposte che avrebbero dovuto essere in questo.
La cattiva è che non so di preciso quando lo posterò. Sicuramente tra giovedì e sabato inclusi.
Chiedo ancora scusa a tutti, davvero.
(E finalmente la prossima volta ci sarà l'agognato confronto Naruto-Sakura...)


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Capitolo 61
*** Tutto cambia ***


Naruto-61

Canzone di sottofondo (caldamente cosigliata): Lost, dei "Red"




Capitolo sessantunesimo

Tutto cambia




Non riusciva ancora a credere di aver osato alzare la voce di fronte a suo padre.
Con il viso in fiamme e le mani sulla bocca, Hinata percorreva i corridoi della casa convinta che qualcuno avrebbe sentito il battito del suo cuore; perché era impossibile che non lo sentissero: di lì a poco le avrebbe sfondato la cassa toracica.
Cosa ho fatto... cosa ho fatto...” continuava a ripetersi, le lacrime congelate nei suoi occhi per lo shock.
L’ultima volta che si era ribellata al padre, al processo di Sasuke, la sua disobbedienza aveva finito per gravare anche sui suoi compagni di squadra, costretti come lei a missioni estenuanti dal mattino alla sera.
Ora Hiashi sarebbe riuscito a mettere le mani su Naruto?
La sola idea la faceva star male.
Più ci pensava, e più si pentiva di essere stata tanto brusca. Avrebbe dovuto usare diplomazia, tatto... non sputare sentenze a raffica.
Eppure...
...Eppure non riusciva a non pensare di aver fatto bene, in fondo.
Nonostante avesse sbagliato il tono, era orgogliosa di aver preso le parti di Naruto.
Lui l’aveva difesa tante volte, prima di quel giorno... le faceva piacere poter difendere lui, ogni tanto.
Hinata tornò bruscamente alla realtà, e si rese conto di aver sconfinato nei corridoi della casata cadetta.
Smarrita, si guardò attorno senza riuscire a capire esattamente dove si trovasse. Tutto era silenzioso, leggermente meno elegante che nell’altra ala della casa... e la colse un certo nervosismo.
Devo tornare indietro” pensò voltandosi, incerta. “Ma da che parte?”
Fu allora che qualcuno venne in suo soccorso.
«Madamigella Hinata» la chiamò la familiare voce di Neji, comparendo lungo il corridoio da cui lei era venuta. «Che ci fate qui?»
«Ah, io... mi-mi sono persa, credo» balbettò lei arrossendo.
Neji sorrise di fronte alla sua agitazione.
«Vi riaccompagno nell’ala della casata principale» si offrì, raggiungendola.
«Grazie...» mormorò lei, chinando il capo.
Mentre si incamminava insieme a lui lungo il corridoio, tornando indietro, Hinata si torse nervosamente le mani.
Neji veniva dal pranzo con Hiashi; dentro di sé avrebbe voluto chiedergli come il padre aveva preso la sua alzata di testa... ma non aveva il coraggio di conoscere la risposta.
«Prima...» iniziò lui all’improvviso, facendola quasi trasalire. «Quando avete parlato con vostro padre...» lei alzò appena gli occhi, scrutando il suo volto serio, fisso avanti a sé. «Per quello che avete detto, vorrei complimentarmi con voi»
Hinata arrossì furiosamente.
«I-Io veramente...» sussurrò nervosa. «Non avrei dovuto usare quel tono... mi sono lasciata trasportare, e...» si morse il labbro. «Mio padre come l’ha presa?» trovò il coraggio di chiedere alla fine.
Un angolo della bocca di Neji si piegò in un sorriso, mentre le lanciava un’occhiata un po’ amara.
«Meglio del previsto» commentò, stupendola. «Alla fine del pranzo, dopo aver congedato Hanabi, ha confessato di essere piacevolmente stupito dal vostro cambiamento. Dice che ora è più convinto di prima a lasciarvi la guida del clan»
Se da un lato Hinata tirò un sospiro di sollievo, dall’altro sentì un peso scendere sullo stomaco. Deglutì, abbassando gli occhi imbarazzata.
«Con... Con te, immagino...» trovò il coraggio di sussurrare.
«Sì, temo di sì» commentò lui sospirando impercettibilmente.
«Mi dispiace» disse lei contrita. «So che questa cosa ti sta causando dei problemi... ma credimi, io non ho la minima parte in...»
«Non dovete scusarvi con me» la interruppe Neji. «So fin troppo bene come vanno le cose all’interno del clan. Non ho mai pensato di imputarvi nessuna colpa»
Hinata sollevò lo sguardo stupita e sorpresa. L’ultima volta, per la morte di suo padre – in cui lei non aveva sicuramente parte – l’aveva pubblicamente umiliata e quasi uccisa. Anche se sapeva che da allora il cugino era cambiato, sentire quelle parole nella sua bocca le lasciò una strana sensazione.
Tutti stanno andando avanti, imparano dai propri errori...” si trovò a pensare. “Chissà se anch’io...”
«Ecco, da questo punto siete di nuovo nella vostra ala» Neji interruppe bruscamente il corso dei suoi pensieri, e Hinata si rese conto che erano tornati in territori familiari.
«Ah, g...grazie!» si affrettò a balbettare, sfoderando un sorriso incerto. «Non capisco ancora come sia potuta finire laggiù...»
Neji rispose al suo sorriso, pacato. Poi, prima di lasciarla andare, parlò ancora.
«Hinata» la chiamò, omettendo il ‘madamigella’ che le aveva sempre riservato. «Se doveste davvero assumere la guida del casato... penso che sareste un ottimo capoclan»
Lei avvampò. «I-I-Io veramente... n-non sa-saprei...!» balbettò nel panico, sentendo il sangue salirle alla testa.
«Fidatevi del mio parere» sorrise lui, troncando i suoi affannosi mormorii.
E ricordate che sarei un ottimo braccio destro” aggiunse mentalmente.
Hinata sbatté le palpebre confusa. Poi Neji le voltò le spalle, e se ne andò lasciandola sola.
Lei portò le mani al petto, più turbata del previsto.
Nonostante tutto, aveva sempre nutrito una grande ammirazione per suo cugino. Lui era forte, era nobile, era intelligente. Era un vero genio, il talento che lei avrebbe dovuto essere in quanto erede.
E quel genio, quell’obiettivo irraggiungibile... diceva di aver fiducia nella debole e incerta Hinata.
Si sbagliava?
No, lui non sbagliava mai.
Allora... forse era lei ad essere in errore.
Forse era solo lei a credere stupidamente di non essere mai cresciuta...
In fondo, ciò che era successo a pranzo non poteva dirsi un cambiamento? Non aveva forse fatto qualcosa di inaspettato, che fino a un mese prima non avrebbe nemmeno osato pensare?
La sola idea le fece balzare il cuore nel petto.
Forse... aveva fatto un passo verso Naruto, finalmente...?
Mentre i suoi pensieri turbinavano, emozionati e confusi, non si accorse dei passi rapidi che correvano verso di lei.
«Eccoti!» esclamò la voce acuta di Hanabi, facendola sussultare.
«Hanabi!» disse voltandosi, arrossendo senza ragione, come se la sorella avesse potuto leggere i suoi ‘audaci pensieri’.
La minore delle Hyuuga le sorrise, con gli occhi insolitamente brillanti. «Ho qualcosa per te!» annunciò afferrandola per la manica. «Dai, vieni, è importante!»
«Cosa? Ma... aspetta, Hanabi! Che succede?» tentò di protestare Hinata, mentre veniva trascinata suo malgrado. «Dove mi stai portando?»
«Lo vedrai! E’ una sorpresa!» ribatté lei con un ghignetto felice. «Mi ringrazierai, dopo!»
Senza lasciarle il tempo di ribellarsi, Hanabi attraversò con Hinata quasi metà della residenza degli Hyuuga, fino a fermarsi davanti a un giardino interno che aveva qualcosa di familiare.
«Eccoci!» sibilò emozionata, e la spinse fuori con impazienza. «Dai, sorellina!» la incitò, e richiuse la porta scorrevole sulla sua espressione costernata.
Sola nel corridoio, il sorriso ingenuo sul suo volto si trasformò in qualcosa di un po’ più adulto e denso di sottintesi.
Bisogna battere il ferro finché è caldo” si disse compiaciuta.
E il momento di ribellione di Hinata poteva diventare una condizione permanente, con le giuste spinte...



Agosto lasciava ancora i suoi strascichi nel primo settembre, e l’aria tiepida sapeva di sole.
A Naruto sembrò il profumo migliore della sua vita, dopo tanto chiuso e umido.
Appena fuori dalla porta delle prigioni degli Anbu, schermò gli occhi con una mano e si riempì i polmoni dei mille odori del villaggio, cercando inconsciamente quello del ramen Ichiraku. Respirando gli sembrava di assaporare finalmente la parola Libertà, che tante volte aveva dato per scontata... e, nel profondo, sentì una punta di compassione per Kyuubi che era tornata dietro il sigillo.
Ma il sole era caldo, e la brezza era fresca, e lui aveva fame ed era libero.
Sorrise inconsapevolmente, per un attimo dimentico della situazione non proprio rosea in cui si trovava, e si chiese se Ichiraku gli avrebbe offerto una ciotola in più per festeggiare la sua liberazione. Mosse lo sguardo tutt’attorno, cercando di ambientarsi e capire da che parte andare... finché i suoi occhi non si posarono su di lei.
E il sole, la brezza, la fame e la libertà avvizzirono improvvisamente.
Il sorriso si congelò sulle sue labbra, i muscoli della faccia si irrigidirono quasi convulsamente.
Sakura fece un passo verso Naruto, lenta, senza osare guardarlo.
«Scusa... Ho seguito la maestra...» mormorò tesa, cercandolo con la coda dell’occhio.
Lui non ribatté.
Lei deglutì. «Io... Ecco, io... volevo sapere...» balbettò confusamente. «Come... come stai?» se ne uscì alla fine, alzando su di lui un viso ansioso.
Naruto non abbassò gli occhi. Per qualche assurda ragione, tutto ciò che la sua mente riusciva a elaborare era: non distogliere lo sguardo.
Sakura avvertì una stretta al cuore di fronte al suo silenzio e al blu freddo e ferito che lui le riservava, e sentì il rimorso roderla dentro.
«Per favore... di’ qualcosa» lo supplicò, torcendosi le mani.
«...E cosa vuoi che dica?» se ne uscì lui dopo lunghi secondi di lotta per far funzionare il cervello. La sua voce era aspra, roca. Ma non rabbiosa.
«Naruto, mi dispiace... io non volevo... davvero, credimi... non so nemmeno cosa...»
«Sakura-chan» la interruppe, perché sentirla balbettare scuse faceva male quasi quanto l’immagine ossessionante di lei e Sasuke insieme. «E’ inutile che spieghi. Non c’è nulla da dire, punto. Tu hai sempre amato lui, e io sono stato un cretino e un illuso...»
«Io ti ho amato!» esclamò lei, impallidendo. «Non ti ho mai preso in giro, ci ho sempre creduto!»
«Finché lui non è tornato»
Cadde un silenzio teso e soffocante.
Sakura sentì le lacrime raccogliersi negli occhi, mentre l’orribile sensazione di perdere qualcosa si insinuava dentro di lei: Naruto scorreva via, semplicemente. Acqua e aria che le sue dita non riuscivano a trattenere.
«Senti... lasciamo perdere» mormorò lui dopo un po’, abbassando finalmente gli occhi.
Si voltò, dandole le spalle, e fece per allontanarsi; per scappare, sostanzialmente. Da lei, che gli faceva così male.
«Aspetta!» gridò Sakura spalancando gli occhi, consapevole che quella era la sua unica possibilità.
Lui si fermò, più per riflesso che altro.
«Finisce... finisce tutto così?» balbettò Sakura. «Ora... cosa succederà?»
Silenzio.
«Naruto... Naruto...» voce supplice, lacrime che ormai cadono lungo il viso. «Per favore... mi dispiace... Non voglio che le cose vadano in questo modo... Hai intenzione di non parlarmi più?»
Lui era indispensabile quanto Sasuke. Lei aveva bisogno di entrambi. Non poteva vivere senza il suo sole.
Naruto abbassò le palpebre, fissando un sassolino ai suoi piedi.
Aveva intenzione di non parlarle più?
Di cancellarla dalla sua vita?
Un sorriso amaro gli stirò le labbra.
Non vederli insieme, non avere mai più davanti agli occhi la loro immagine felice... Andarsene, magari. Trovare una missione a lungo termine, e lasciare Konoha per un po’.
Sembrava bello.
Però.
Però era un’idea stupida. Perché sia Sakura che Sasuke erano dietro le sue palpebre ogni volta che chiudeva gli occhi. Perché erano la cosa più importante della sua vita, e non sarebbero mai, mai, mai scomparsi.
Anche se gli avevano fatto del male. Molto male.
Naruto non si illudeva... aveva sempre inseguito i suoi sogni, per quanto agli altri sembrassero irrealizzabili, ma solo perché era davvero convinto che li avrebbe raggiunti.
Questa volta non c’era niente alla fine della strada.
Sakura non sarebbe tornata con lui.
Non lo avrebbe più amato.
E lei e Sasuke sarebbero rimasti insieme.
Avrebbe fatto male.
...Però...
...Non poteva nemmeno scappare, non più.
Non era il tipo. Non era disposto a mollare ogni cosa, lasciare gli amici, le persone che credevano in lui, chi gli stava attorno... non era come Sasuke; aveva bisogno di tutto quanto. E avrebbe lottato per averlo.
Aveva provato a nascondersi, a tappare le orecchie... ma alla fine se ne era pentito.
E dentro di sé si era ripromesso che sarebbe stata l’ultima volta.
Ora voleva solo che tutto tornasse indietro, indietro, indietro... tanto indietro da sbiadire, e assumere i contorni incerti di un team sette immerso nelle prime missioni.
Sarebbe più riuscito a guardare ai suoi compagni come allora?
Avrebbe parlato ancora a Sakura?
«Sakura-chan...» mormorò piano, senza illudere lei né sé stesso. «Ci vorrà del tempo... tanto tempo»
E senza aggiungere altro, se ne andò. Semplicemente.
Ma non era una fuga, la sua.
Era il primo passo verso una lenta e dolorosa riabilitazione...
Sakura singhiozzò, le mani sugli occhi, e si rese conto che solo un minuscolo frammento della sua anima era sollevato... mentre tutto il resto sapeva perfettamente che tutto era accaduto nel modo peggiore.
E che era colpa sua.
Sentì una mano posarsi sulla spalla, e capì che era Tsunade, uscita ora dalle prigioni per lasciare ai due il tempo di discutere. Cercò di asciugare gli occhi, di sollevare la testa... ma le lacrime non smettevano di scendere.
La maestra la lasciò piangere, e guardò la schiena arancione che si allontanava a una certa distanza.
Anche se si illudevano, tutti loro non erano ancora cresciuti.
Ci stavano lavorando, stavano salendo il pendio... ma erano ancora ragazzini.
Avrebbero sofferto a lungo, prima di raggiungere la cima...



Kiba accarezzava distrattamente Akamaru, rigirando nella mano sudata un pezzetto di carta ormai umidiccia.
Deglutì, o almeno ci provò, ma si accorse di aver la bocca completamente secca.
Avanti... non fare l’imbecille” si disse a denti stretti, accartocciando il foglietto d’istinto.
Era nervoso.
No. Non nervoso.
Era vicino a un attacco cardiaco, ecco. Questo ci si avvicinava di più.
Inspirò a fondo una, due, tre volte.
E, per calmarsi, cercò di ricordare il motivo per cui era lì.

«Scusa, posso parlarti un attimo?»
Allibito, Kiba guardò la ragazzina che gli si era parata davanti all’improvviso, mentre passeggiava con Akamaru nella foresta al termine del pranzo. Le rivolse un mezzo ghigno, perplesso.
«Non dovresti andartene in giro da sola, piccola Hyuuga» l’apostrofò.
Hanabi arrossì leggermente e assottigliò gli occhi candidi.
«In caso di attacco, io avrei più probabilità di sopravvivenza di te» ribatté tagliente.
«Mi piacerebbe provare» ghignò Kiba con tutta la strafottenza di cui era capace.
Sapeva che Hanabi non era la migliore amica di Hinata, e il fatto che, pur essendo sua sorella, non la aiutasse a tener testa al padre, ma anzi si schierasse dalla sua parte, lo irritava parecchio.
«Oh, sta’ un po’ zitto» scattò la ragazzina brusca. «Non ho tempo da perdere litigando: per quanto la cosa mi secchi, voglio aiutarti»
Kiba inarcò le sopracciglia, trasudando sarcasmo. «E come potresti aiutarmi, tu?» chiese divertito.
Hanabi stirò le labbra in un ghigno poco promettente...

Un rumore improvviso distrasse l’Inuzuka dai suoi pensieri, e fece alzare la testa ad Akamaru.
«Dai, sorellina!» trillò una voce, e Kiba, voltandosi, vide Hanabi che spingeva Hinata in giardino e poi richiudeva la porta scorrevole sulle sue richieste di spiegazioni.
Il cuore gli si fermò nel petto.
Di già?” si trovò a chiedersi, deglutendo ancora e dimenticandosi di non aver saliva.
Per quanto la cosa mi secchi, voglio aiutarti”, aveva detto Hanabi. E poi, alla sua domanda di spiegazioni, gli aveva indicato per filo e per segno ogni passaggio del diabolico piano che aveva architettato per fargli coronare il suo sogno d’amore.
Ecco, a quel punto era stato a un passo dal farla a pezzi.
Primo, perché tramava all’insaputa di Hinata; e secondo, perché lo aveva smascherato con una facilità inaudita.
Poi, però, il piccolo demonio gli aveva illustrato le condizioni psicologiche di Hinata, la mezza lite con il padre, il suo turbamento per la questione di Naruto, la sua insicurezza, persino l’ansia derivante dalla proposta di matrimonio con Neji, e si era profusa in un sentito discorso in cui – sinteticamente – si diceva più che convinta della necessità che accanto a sua sorella ci fosse una persona come Kiba.
L’ego dell’Inuzuka era stato piacevolmente solleticato da quelle parole: in fondo anche lui era convintissimo della loro fondatezza.
E così, nonostante la diffidenza di fondo che nutriva nei confronti di Hanabi, aveva accettato di seguirla fino alla residenza principale degli Hyuuga, e una volta lì di incontrare Hinata e mettere in tavola le sue carte, una volta per tutte. Forse solo in quel modo sarebbe finalmente riuscito a farle dimenticare Naruto.
L’unica condizione che aveva posto, era che l’incontro si svolgesse nel giardino interno in cui già una volta l’aveva trovata e le aveva parlato... perché gli piaceva pensare che quello fosse il loro posto.
Per questo ora si trovava sotto il ciliegio di allora, per questo guardava alla porta con il cuore in gola, e per questo stritolava in mano il bigliettino di ‘frasi ad effetto’ che Hanabi gli aveva fatto scivolare tra le dita, dopo aver deciso che in certe cose le sembrava un po’ tardo.
«Hanabi!» esclamò Hinata alla porta del corridoio, confusa. «Hanabi, aprì!»
«Hinata» la chiamò Kiba, e vide le sue spalle sussultare.
Lentamente, la kunoichi si voltò, gettando su di lui uno sguardo spaventato.
Kiba cercò di rassicurarla, con il suo sorriso più indulgente, e Akamaru scodinzolò sornione.
«...Cosa ci fai qui?» sussurrò lei senza muoversi dal patio.
«Ti aspettavo» rispose lui.
Presto... ci sarà qualcosa che devo dirti... Mi ascolterai, eh Hinata?
Sembravano parole di una vita precedente, così lontane, così impossibili...
...E invece il momento di farsi ascoltare all’improvviso era arrivato.
Hinata premette la schiena contro la parete alle sue spalle, con il cuore in gola.
Anche lei aveva ricordato quelle parole di Kiba, anche lei aveva intuito che quel giardino non era un luogo casuale, ma soprattutto aveva percepito che l’atmosfera non era la solita... e ne aveva paura.
«Hinata, non ti mangio» le sorrise lui, mesto. «Vieni avanti»
Lei si mosse solo perché non riuscì a trovare motivi plausibili con cui spiegare un rifiuto. Tremando leggermente, si spinse fino al bordo del patio.
Kiba sospirò e la raggiunse, prendendole le mani. Senza dire nulla la fece scendere sull’erba, e la tenne vicina.
«Hinata... c’è una cosa che... volevo dirti. Da tanto tempo» mormorò, le labbra a pochi centimetri dalla sua fronte china. Il suo respiro faceva ondeggiare qualche capello della frangia.
Lei deglutì e arrossì, a disagio.
Le mani che lui ancora teneva strette le formicolavano, sudate. Sentiva le dita di Kiba sfiorarle il palmo con movimenti impercettibili, delicati, e suo malgrado scoprì che erano carezze piacevoli.
«Kiba, per favore...» sussurrò trattenendo il fiato. «Non... se mio padre...»
«Lasciami parlare» la interruppe lui, aumentando la pressione sulla sua pelle. «E... guardami, Hinata»
Hinata chinò ancora di più il capo, con il cuore impazzito.
«No, no, Kiba...» ripeté, scuotendo la testa e stringendosi nelle spalle.
Lui lasciò le sue mani per sollevarle il mento, e trovare finalmente i suoi occhi spaventati, chiarissimi e trasparenti. Rendendosi conto dei pochi centimetri che lo separavano dal suo viso, per un attimo rimase senza parole, a mente completamente vuota.
Poi sbatté le palpebre, costringendosi a parlare di nuovo.
«I-Io... sono qui per... perché ho qualcosa che... vorrei farti sapere»
Dannazione, balbettava quasi quanto lei.
«Insomma, sto cercando di dire che... che...»
Si accigliò, impappinandosi, e la mano che teneva sotto il suo mento si spostò, scorrendo lungo il collo e fin sotto l’orecchio.
«Hinata, io...» mormorò roco, ipnotizzato dalle sue labbra leggermente dischiuse e umide, dagli occhi spalancati, dal tremito che la scuoteva e la rendeva così... fragile, e desiderabile.
Quando si mosse, lo fece senza pensarci. Come d’incanto, si chinò su di lei e la baciò, coprendo le sue labbra con le sue.
Hinata trasalì, colta alla sprovvista, e d’istinto lo spinse indietro, distogliendo il viso arrossato.
«No!» gridò, portando una mano alla bocca.
Kiba sbatté le palpebre, spiazzato, e la consapevolezza di averla appena baciata – baciata! – distrusse anche gli ultimi barlumi di lucidità che ancora sopravvivevano nella sua mente.
«Kiba, no...» ripeté Hinata, con gli occhi lucidi e le spalle tremanti.
Lui tornò bruscamente alla realtà. Impallidì, e poi arrossì d’indignazione.
«Sì, invece» se ne uscì, in tono più duro di quanto fosse sua intenzione. «Io sono innamorato di te, Hinata, e lo sai. Da tanto tempo»
Lei scosse la testa, desiderando di tapparsi le orecchie e non sentire più una parola.
«Potrei farti felice!» insisté lui alzando la voce. «Qualunque cosa! Chiedimi quello che vuoi, e io lo farò!»
«Allora smettila!» ribatté lei, soffocando un singhiozzo in gola. «Smettila... non renderlo ancora più penoso...»
«Perché non vuoi nemmeno considerare l’idea?» si infuriò lui, raggiungendola di nuovo e afferrandola per le spalle. «Tu vuoi farti del male stando dietro a Naruto! Ma lui ha la testa piena solo di Sakura, lo sai! Invece qui ci sono io! Ci sono sempre stato!»
«Lo so!» gemette Hinata, sentendo la stretta dolorosa. «Kiba, tu sei un amico... non posso... anche se volessi, non riuscirei a vederti in altro modo!»
«Perché?!»
«Perché io amo Naruto!»
Un grido inaspettato. Per lui, e anche per lei, che lo diceva a voce alta per la prima volta.
Lo shock fu tale da paralizzare entrambi, a pochi centimetri di distanza, con il respiro mozzo e il cuore in subbuglio.
«Io... io sono... innamorata di lui» ripeté lei, e nonostante sapesse che ogni parola era una ferita per Kiba, scoprì che quella frase suonava incredibilmente dolce nella sua gola.
Lui, lentamente, le lasciò andare le spalle.
«La tua... è un’ossessione» disse roco. «E ti fa solo male»
«Lo so...» mormorò Hinata, sentendo le lacrime debordare dagli occhi e scorrere lungo le guance. Alzò lo sguardo, ed era triste, eppure non vinto. «Lo so, Kiba. Ma non posso farne a meno»
Lui dovette lottare con sé stesso per non abbracciarla seduta stante, e implorarla di essere felice con lui.
Al di là del dolore, dell’umiliazione, della delusione... al di là di tutto, l’idea che lei dovesse soffrire era quella che gli faceva più male.
«Hinata... per favore...» tentò un’ultima volta, rivolgendole il suo sguardo più supplicante. «Non puoi nemmeno prendere in considerazione l’idea...?»
Lei, per la prima volta, esitò.
Kiba le voleva bene, glielo aveva dimostrato più volte e in più modi. Forse sarebbe davvero stato disposto a qualunque cosa pur di renderla felice.
Ma non era questo che lei voleva.
Hinata non voleva accontentarsi, come aveva sempre fatto nella sua vita.
Suo padre preferiva Hanabi. Andava bene.
Naruto preferiva Sakura. Andava bene.
Kiba preferiva lei, ma lei non preferiva lui. Andava bene.
No, invece!
Non andava bene per niente!

Hinata non voleva più restare passiva, lasciare che il tempo le scorresse addosso senza segnarla. Hinata voleva imitare Naruto, e scalfire il tempo che passava. Voleva la forza e il coraggio necessari per cambiare le cose. Voleva essere diversa. Lottare.
Tutti le avevano sempre fatto capire che non era portata per il combattimento, che era una persona troppo arrendevole; gentile, la chiamavano. Ma solo per educazione.
In realtà anche lei si trovava disgustosa quando non muoveva un dito, e non riusciva a sopportarsi se lasciava che tutti facessero i loro comodi senza considerarla.
Aveva provato orgoglio e stima per sé stessa soltanto durante il torneo per chunin, quando aveva affrontato Neji senza arrendersi, e poco prima, quando aveva trovato il coraggio di opporsi apertamente a suo padre. Ma per il resto... la sua vita era costellata di delusioni.
Eppure ora Neji le aveva detto che era cambiata.
Lui, che Hinata stimava tanto, aveva detto di aver fiducia in lei.
...Forse era arrivato il momento di dire basta alle delusioni.
Anche a costo di far male a qualcuno.
Lentamente, abbassò le spalle e sollevò il mento, senza distogliere lo sguardo.
«Mi dispiace, Kiba» disse, con voce solo lievemente incerta. E poi, un sorriso vagamente amaro le sfuggi alle labbra. «Io dico le cose come stanno e non torno indietro. Questo è il mio credo ninja»
Le parole di Naruto, di nuovo nella sua bocca dopo il torneo per chunin, fecero male a Kiba.
Sentirgliele pronunciare a testa alta, sapendo che lei ne conosceva le conseguenze e che lo stesso le usava, fu un duro colpo.
Strinse i denti, frustrato, e sentì il muso di Akamaru urtare il suo pugno uggiolando.
«Va bene allora» disse di scatto, sentendo la rabbia e l’umiliazione mescolarsi nello stomaco. «Continua a seguirlo» non voleva essere tagliente, ma le parole non uscivano in altro modo. «Spero che tu lo raggiunga, e riesca a fargli capire tutto quanto»
Si voltò bruscamente, odiandosi per il tono involontariamente acido della sua voce, e guardò il muro che lo separava dal resto del villaggio con la voglia intensa di scavalcarlo e correre, correre fino a sfinirsi, fino ad arrivare in un posto in cui avrebbe potuto gridare la sua frustrazione senza che nessuno lo trovasse.
Ma non poteva andarsene dopo essere stato così freddo.
«Hinata...» ripeté deglutendo, senza guardarla, e la sua voce ora era roca, e quasi morbida. «...Spero davvero che tu lo raggiunga» sussurrò.
Poi, il suo orgoglio non resse più.
D’un balzo raggiunse il muro, lo scavalcò, e si allontanò seguito da Akamaru.
Hinata, sola nel giardino, sentì la tristezza scendere lentamente su di lei; ma, per una volta, senza lacrime; era una desolazione più profonda, che non sarebbe scomparsa con un semplice pianto... era dolore, semplicemente.
Ora le cose sarebbero cambiate tra lei e Kiba, era inevitabile. Forse per un bel po’ di tempo l’aria sarebbe stata irrespirabile...
...Ma non avrebbe potuto comportarsi diversamente.
Non avrebbe voluto comportarsi diversamente.

E intanto, nel corridoio della residenza principale, Hanabi sbatteva testate contro il muro desiderando che la testa fosse quella della sorella.
Inutile dire che aveva origliato ogni singolo istante della conversazione nel giardino.





A una certa distanza da lì, davanti alle porte a vetri dell’ospedale della Foglia, una leggera brezza scompigliava i capelli biondi su una testa fin troppo nota...

...Entrare o no?














*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Il maledetto esame è andato!
Dopo otto ore (sì, avete letto bene) di accampamento in un corridoio trafficato,
nella torre più alta dell'edificio più squallido dell'intera bologna, senza ascensore (c'era, ma faceva solo i piani pari, e io ero al terzo),
con il bagno due piani più sotto e pure dotato di ingresso a tessera magnetica - che a me non funzionava mai,
finalmente ho portato a casa il mio degnissimo 29 e mi sono detta:
ora si scrive!
Ahh, non sapete che liberazione sia stata uscire da quell'ufficio...
(a proposito: ringrazio ufficialmente harryherm per avermi tenuto compagnia via cell durante l'attesa!)

Ora, parlando del capitolo, vi dico che non avete ancora visto niente.
Pensavate davvero che il match Naruto-Sakura sarebbe stato il più duro?
Tsk. Non vi ho ancora proposto quello Naruto-Sasuke.
Due parole su Kiba e Hinata:
ho fatto una fatica del diavolo a farla rifiutare!
Porca miseria, mi rendo conto che non poteva essere altrimenti, sia per i miei piani, sia per il personaggio,
ma dentro di me tutto si ribellava all'idea di non vederli insieme!
Ultimamente il KibaHina furoreggia nella mia testaccia... ò_ò
Meno male che ho altri progetti in altre fanfic per loro!

A proposito.
La mia pagina personale è stata aggiornata, finalmente!
Tutte le sezioni.
(compresa quella riguardante la lunghezza della fic...)

Prima di passare alle mie ritardatarie risposte ai commenti, un'ultima precisazione:
le coppie che usciranno da questa fanfic sono quelle che io ritengo se non probabili, almeno plausibili.
Con un'unica eccezione.
Rock Lee e Tenten.
Loro sono assolutamente inverosimili, me ne rendo conto, ma...
Oh, e che diamine!
Neji mi sta antipatico!
Ecco, l'ho detto!
Ultimamente lo sto rivalutando un po' (causa arwen), ma tra lui e Lee io preferisco il sopracciglione!
Viva la spontaneità!
>_<

Pubblicità-sfida!
(sarà lecito? Non sarà lecito?)
La qui presente aya si è iscritta a un contest dedicato al team Yamato!
Tutti coloro che vogliono cimentarsi con questo gruppo di solito lasciato in disparte
sono invitati a prendere parte alla sfida!
Mi piacerebbe scoprire tra i miei adorati lettori qualche talento che finora non si è mostrato!
=^^=

A domenica!
(sempre che riesca a scrivere in tempo il capitolo... prevedo la notte in bianco)

lale16: per l'amor del cielo, non osare immaginarmi con un Vaio rosa! A titolo informativo, il mio è un serissimo Compaq nero che ho teneramente battezzato Killer, indi per cui, se proprio devi visualizzarmi sadica e ghignante, fallo in una cornice più consona! XD Tenten e Lee sono la mia piccola fantasia proibita (nel senso di assurda), ho cercato di renderli teneri ma anche divertenti, come in effetti sono, e allo stesso tempo di far vedere come, in sostanza, anche loro abbiano un sacco di palle. Siamo abituati a leggere di Naruto, Sasuke, Kakashi... tutti che prendono decisioni difficili, che sono coraggiosi... ma la verità è che probabilmente nell'universo di Naruto il più forte a livello psicologico è Rock Lee, "il genio dell'impegno". E metterlo con Tenten è stato il mio piccolo tributo a lui! Grazie per i complimenti riguardanti Tsunade, ho tutte le intenzioni di farla apparire ancora una volta prima della fine... e spero in una veste "piacevole" (uhuhuh...)
Kaho_chan: ecco l'altra scema (detto affettuosamente) che con Cami ha creduto che fosse Neji ad accaparrarsi Tenten, tutto nudo e sudato! XD Insomma, non avete ancora imparato a diffidare delle apparenze, quando si tratta di me? Leggete tra le righe, e non aspettatevi mai nulla di scontato... anche quando tutto sembrerà avviato in una precisa direzione, ci sarà qualcosa che voi non avrete previsto! (altrimenti non mi divertirei abbastanza... uhuhuh) Tra l'altro, mentre scrivo queste righe (in treno, ovviamente), non ho un tuo commento sul capitolo di Lee e Tenten... il che mi fa ipotizzare ben due cose: a) sei stata falciata dallo shock; b) sei maledettamente pigra! XD (nota: la seconda opzione esce dalle righe di autocompiacimento nel commento che mi hai lasciato, in cui tutta contenta mi facevi notare di aver commentato il giorno stesso dell'aggiornamento! XD) Ora ho letto la nuova recensione! XD E mi è piaciuto molto il commento sul rapporto Naruto-Tsunade, ci tenevo parecchio! Poi ci sono i tuoi timori per la NaruHina e la gioia per la LeeTen... beh, non poteva essere tutto rose e fiori! XD Non ho ancora trovato nessuno che approvi in toto le coppie! Ehh, Sakura, Sakura... lei non è concreta come Tenten. Lei è una sognatrice, punto... non si può pretendere altro! (Ovviamente gli esami sono passati! Che credevi? Tsk, sono la donna che ha avuto il coraggio di partire con il NaruSaku e concludere con il SasuSaku deludendo mille lettori! Yeah! Ho coraggio io!)
maninja87: brava ragazza, hai anticipato l'incontro Naruto-Sasuke, laddove tutti si concentravano solo su Sakura! Solo, per favore, non parlarmi dell'anime... -.- I testi che ci mettono sono insentibili nel 90% dei casi. Simone d'Andrea salva un po' le cose doppiando Itachi magistralmente, ma l'adattamento testi perde un sacco di effetto... Sigh... un giorno le cose cambieranno, maledizione! Di Hiashi non saprai più nulla! (ghignetto malvagio) Il suo piano non è cambiato, vuole Hinata e Neji a capo del clan, e lotterà per averli... a questo punto sta a loro svicolare dalla trappola. Sasuke senza un braccio o un occhio è assolutamente inaccettabile. E' uno stronzo bastardo indegno di esistere, ma il suo unico lato positivo è la figosità esteriore, e quindi almeno quella la mantenga! (anzi, la incrementi eliminando la schifida ala-mano) Kishi deve stare attento a quello che fa... Per quanto riguarda il mio metodo di scrittura, è molto semplice. Di solito ho in testa uno schema vago con gli avvenimenti salienti (nel caso di Sinners erano: Sakura e Naruto - Itachi morto - Sasuke indietro - Naruto cornuto - rottura. Elementare, no?), che coprono la parte centrale e lasciano leggermente in sospeso la fine. Poi, in corso di scrittura, inserisco i dettagli e le scene più disparate, organizzando parte per parte e sfruttando anche le ispirazioni momentanee. Non sai quanti quaderni di scuola e università ho riempito di mini-scene da inserire, quanti post-it ho in giro, fogli, appunti sul pc... Esiste un file di 7 pagine in cui ho segnato le cose che volevo scrivere mano a mano che mi venivano in mente, e poi ho trovato per tutte un angolino - e trovato collegamenti e rimandi... un lavoraccio! Scene particolari che mi vengono in mente estemporaneamente le scrivo del tutto, come quelle che leggerai con Jiraya (sono piuttosto allegre, e all'epoca stavo scrivendo cose molto deprimenti... quindi ho voluto segnarle per non perderle) Poi, beh, la cosa fondamentale è conservare un minimo di libertà d'azione. Scrivo per divertirmi, per improvvisare, per immaginare... gli schemi troppo rigidi mi stanno stretti, e lavorare senza schemi a un progetto come Sinners, che DEVE seguire una certa linea, è improponibile. Ho cercato di adottare una via di mezzo, e per ora lavoro bene così. Nonostante la lunghezza della risposta, spero di essere stata sufficientemente esauriente! ^_^
Killkenny: bravo ragazzo, non mi deludi mai... se c'è un collegamento nascosto, tu lo trovi. In questo caso, i miei complimenti sono dovuti al tuo accenno a Gaara, cui nessuno aveva pensato... Parlando di Naruto, in effetti ogni tanto mi sembra che la sua infanzia sia stata un po' trascurata da Kishimoto. Mi spiego: un bambino non sopravvive da neonato da solo. Qualcuno si è per forza preso cura di lui nei primi anni della sua vita, non può aver vissuto sempre solo. Allo stesso modo, mi chiedo perché non abbia mai rotto le palle a qualcuno per sapere chi erano i suoi genitori, e perché nessuno dei suoi compagni abbia mai rotto le palle per saperlo a sua volta. Mi sembra un tantino strano, se non altro. Ora, può darsi che Kishi prima o poi ce lo dica, e che lo abbia tenuto nascosto apposta... ma intanto io medito e medito...
Hipatya: oh povero Sai! XD Perché non lo tolleri? A me sta simpatico, lo trovo divertente! (ma non troppo... in fondo c'è una ragione se l'ho messo con l'odiosa Ino! XD) I tuoi complimenti per come ho reso Tenten mi fanno tantissimo piacere! Di solito non l'ho mai considerata molto, ma anche io penso che sarebbe l'unica a poter stare davvero con Rock Lee... e poi in un paio di immagini del manga l'ho vista mentre lo guardava allenarsi... e non ho resistito alla tentazione di metterli insieme! XD (tutto questo prima di scoprire nell'anime certi sguardi tra lei e Neji... ma sono giustificabilissima: nel manga Tenten la si vede poco o niente!) "Naruto ti amo, ti ho sempre amato, con Sasuke stavo solo fingendo (e fingendo bene)!" <-- queste "parole di Sakura" sono state esilaranti! XD Credo che me le scriverò da qualche parte, perché sono meravigliose! Comunque no, il confettino non ha ritrattato. Almeno alla fine ha mostrato un pizzico di coerenza, anche se ne è uscita in lacrime... diamole il suo merito. Ora resta da vedere il confronto Naruto-Sasuke... (e, sul finale, aspettati qualche rivelazione leggerina... non troppo pesante, insomma. Credo che gli shock siano finiti dopo la LeeTen, almeno fino al capitolo "+1" cui accenno nella mia pagina personale...)
Julia83: ormai posso anche risparmiarmi di dirti che per i miei gusti sei un po' troppo intuitiva, vero? XD Dai, spostiamoci in un campo "neutro" e parliamo di Naruto e Kiba. Anche nella mia testa sono molto simili, in effetti. Forse è anche per questo che ho sofferto tanto a far scaricare Kiba, perché essendo simile a Naruto tutto sommato mi piace... Di sicuro amo muoverlo, è davvero entusiasmante! Che tutti i compagni di Naruto si siano riuniti per parlare di lui non deve sorprendere: nei diversi numeri del manga il nostro biondino non ha fatto altro che intrecciare legami e creare nuove relazioni, e se vuol diventare Hokage deve conquistare la fiducia di tutti! Poi... beh, Naruto negli scorsi capitoli era "una notizia". E si sa che le notizie producono voci e commenti. Penso che sia una reazione naturale, dopotutto. Per quanto riguarda Tenten e Rock Lee, in effetti mi rendo perfettamente conto di aver avuto un certo coraggio! XD D'altronde, direi che dopo il crack tra Naruto e Sakura tutto è diventato più o meno lecito! Questa fic è partita come una NaruSaku, e alla fine i due si sono mollati: se fossi un lettore, dopo questa mi aspetterei di scoprire pure che il Terzo non è mai davvero morto, perché in realtà è un alieno immortale del pianeta Zorb! Il tuo commento alla frase sull'indifferenza e l'amore mi ha tolto un peso dal cuore. Quelle tre righe sono state un'aggiunta dell'ultimo momento, e temevi si rivelassero soltanto un'inutile sviolinata... ma di recente mi sto convertendo ai "sentimenti assoluti", e anche se la cosa mi inquieta, non credo che la fermerò. Un po' di emozione non mi dispiace, in questo mondo nichilista e minimalista (cattivi influssi dell'esame di letteratura contemporanea...) Hinata sta facendo su coraggio a palate, in questi ultimi capitoli. Personalmente la vedo come una valanga, che parte da un sassolino e diventa un mare di neve... Naruto le ha dato la spinta, Neji con lui, e lei ha iniziato la sua rapida discesa. Con questo, non ho alcuna intenzione di dimenticare qual è il suo carattere di base - anche perché il suo lato fragile è quello che preferisco, proprio in contrasto con quello forte. Per cui sarà sempre la solita Hinata, ma con la spinta in più che ha sempre desiderato. Ohh, hai letto dell'incontro Naruto-Sakura! A dire la verità non lo trovo commovente, anzi; scrivendolo ci ghignavo sopra, vedendo quanto lui era freddo... Ma penso proprio che il punto in cui più mi sbizzarrirò sarà l'incontro Naruto-Sasuke. Lì sì che voleranno parole e astio! (vorrei la faccina sadica di msn...)
DuniettaS: mi spiace, ma Lee e Tenten questa volta staranno insieme, ho deciso! XD E il mio è l'unico parere che conta! *_* (poi, dai... vuoi mettere il colpo di scena?!) Il confronto NejiTen non ci sarà, a meno che non mi venga un certo ghiribizzo... se ti va di ricordarmelo ogni tanto, le probabilità di vederlo potrebbero aumentare! XD Anche se... personalmente trovo molto più interessante un confronto NejiLee... *_* Oh, di Hinata non mi preoccuparei molto, fossi in te. Sta acquistando coraggio, ma è ben lontana dalle scampagnate alla ricerca della consolazione di Naruto! (anche perché, ora come ora, non sa che lui è libero!) Mi hanno resa davvero felice le tue parole su Haruka, in compenso! Di solito io sono la prima a storcere il naso davanti ai personaggi originali, e quindi ritengo sia preciso dovere di ogni autore caratterizzarli ancora meglio degli altri che già conosciamo, ma sapere che sono riuscita a crearla "perfetta per Kakashi" è una gran fonte di consolazione! E' stato faticoso farli muovere, tutti e due erano lì ad aspettare che l'altro facesse il primo passo! XD E poi, per una volta volevo cimentarmi con un personaggio adulto, che fosse una vera ninja con le contropalle - non i nostri ragazzini pieni di buoni sentimenti - ma che non avesse perso la sua umanità. Fiuu, è stato faticoso, ma se ci sono riuscita sono una donna orgogliosa di sé! Ehh, Naruto... Non accetta mica proprio tutto, sai? E' buono, è bisognoso d'affetto, è puccioso... ma anche lui soffre. Anche lui sta male. Per fortuna sembra sapere che il tempo può lenire le ferite, con un po' d'aiuto... (l'ho già detto, ma lo ripeterò: bene o male, in questi capitoli è maturato!) Uhm... prima della fine non prevedo altri shock! Vai tranquilla! ^^
Rhymes: uhm... se ti chiedo di dirmi il tuo nome mi mandi al diavolo? Visto che finiamo sempre per parlare di cose personali, ogni tanto mi piacerebbe poter usare il nome vero! (sei libero di rifiutare, se non vuoi) Non preoccuparti se in qualche recensione metti "troppo entusiasmo". In realtà mi fa piacere leggere che ti appassiona tanto, e anche se qualche volta mi salta la mosca al naso su alcune frasi, di solito prima di rispondere ritrovo la ragione e la metto sul piano del dialogo! XD In compenso con questo capitolo hai scoperto quasi tutti i vari intrecci sentimentali che usciranno da questa storia... ma c'è ancora qualcosa che non ho detto! (C'è SEMPRE qualcosa che non ho detto! XD). Ora, parliamo della lunga recensione che mi hai lasciato. Prima di tutto, questo non è affatto l'ultimo capitolo! Se dai un'occhiata alla mia pagina personale, saprai quanto durerà ancora la storia (con una probabilità del 90%... può sempre succedere qualcosa!) Secondariamente, leggendo il tuo messaggio mi è sembrato di risentire i miei pensieri alla fine di Harry Potter! XD Ora, non so se siamo tutti e due pazzi o cosa, comunque voglio confortarti: io sono sopravvissuta a Harry Potter, tu sopravvivrai a Sinners, tranquillo. Questa storia è stata importante per me, come tutto ciò che ho scritto, e ha iniziato a farmi sperare di poter, un giorno, scrivere sul serio, sulla carta stampata. Può darsi che io sia solo una stupida e una visionaria, ma ora come ora mi piace crogiolarmi nel pensiero di avere almeno un briciolo di talento, e l'entusiasmo che proviene dalle tue parole mi fa sperare in bene. Ciò detto, so perfettamente di avere ancora un sacco di difetti, ma allo stesso tempo so che migliorerò, perché non smetterò mai di scrivere (è come la nicotina: causa dipendenza. E uccide. XD). Non credo di essere abbastanza matura per mettere giù un libro intero (o forse sì, ma avrei bisogno di un sacco di betaggio! XD), ma che tu abbia paragonato Sinners a un vero libro mi riempie di orgoglio. E per questo ti ringrazio (ecco, qui ci starebbe bene il tuo nome! XD). Scrivere è fisiologico per me, ma ricevere commenti positivi non è affatto scontato.
sammy1987: arrivati a questo punto della storia, ogni supplica è vana! I miei piani sono già scritti (metaforicamente parlando), e nulla di quanto mi direte li cambierà! Ora bisogna solo vedere se riesco a rendere tutto plausibile, così come mi sono adoperata perché la LeeTen funzionasse! (e, a proposito, sono contenta di averla resa credibile! Mi fa davvero piacere sentirlo!) Per il confronto Neji-Lee/Ten, devo purtroppo darti una brutta notizia: al momento è ancora in forse. Devo ricordarmi di inserirlo, suppongo... XD Naruto in cella è un'immagine che mi mette addosso un sacco di tristezza, e mi fa dire che il Consiglio è una manica di teste di... fagiano, che non capiscono che sbagliano tutto. Il mio pensiero riguardo a tutta la faccenda è sintetizzabile con le parole di Hinata nello scorso capitolo, la sua invettiva contro Hiashi. Solo che io sarei stata un po' meno educata! XD Nel prossimo capitolo, dopo il match con Sakura leggerai di quello con Sasuke! Spero che riuscirò a "contenere i toni"! XD
arwen5786: rumore di passi. Spostamento d'aria. La camera inquadra i piedi che si muovono agili, sale con un carrello alle gambe toniche, e ancora più su, al torace nudo e lucente. I pugni colpiscono l'aria, il sudore brilla nel sole... Ed ecco il primo piano sulle sopracciglia di Rock Lee e i suoi occhi a palla! XD E' così che mi sono immaginata il tuo shock! Tante belle aspettative, emozione, trepidazione... e poi LUI. Ahahah! E' stato esilarante leggere la tua reazione via sms! E dire che volevo scioccare solo limitatamente! Spero che il trauma non sia indelebile! XD Dunque dunque... in questo capitolo hai saputo della fine della NaruSaku (che apre ovviamente la strada alla SasuSaku), del naufragio della KibaHina mai iniziata (ehi! Non ho intenzione di uccidere Hinata! Io la adoro!), e... e basta, credo. Nel prossimo capitolo sulle coppie non saprai altro, ma quello successivo, che sarà pure l'ultimo, toglierà anche i residui di dubbi che potevano esserti rimasti! Ora dimmi: vuoi Neji o Gaara? Insomma, devi deciderti... NON puoi averli tutti e due! Anzi, facciamo che ti prendi direttamente Neji, e A ME lasci Gaara! (anche se Hinata dovesse finirci insieme, non credo disdegneresti una relazioncina carnale extraconiugale... così finalmente la scena del torso nudo e sudato diventerebbe realtà!) Beh, sono contenta che alla fine la LeeTen si sia rivelata sopportabile, e mi rendo conto che inserire Shikamaru nel flashback è stata una mossa geniale, se è riuscita a distrarti! XD (bello avere di queste idee...) Oh, Naruto... ma Naruto è figo da morire, si sa. Sasuke è troppo palliduccio, non è mica sano! U_U Mentre Naruto... abbronzato... a torso nudo... con lo sguardo un po' fosco e i capelli spettinati... *ç* Ahh (tu, anna e silvia dovete smetterla di traviarmi! ç_ç) Dunque, per le scene che hai chiesto... ti dico che alcune ci saranno, altre no. Ma ho cercato di inserire tutto ciò che POTEVO inserire, credimi, e spero che alla fine nessuno resterà deluso! Anche se non sembra (cioè... anche se non sembrerà. Anche se tento di nasconderlo. Anche se cozza con la mia vena malvagia), ti voglio bene anche io! ^^
0000: e infatti Naruto non ha perdonato Sasuke e Sakura. Anche se dice "era inevitabile", si rende conto che loro hanno scelto il modo peggiore per farlo accadere, e dunque il tradimento non verrà dimenticato tanto facilmente.
harryherm: uff... msn è una gran bella cosa, ma provoca un generale inaridimento dei commenti. -.- Sarà anche che il NaruSaku è scoppiato, sarà che la tensione è calata, ma ormai di Sinners noi si parla solo su msn o via telefono! -.-
sonja: direi che manca pochissimo, alla fine! Nella mia pagina personale puoi leggere esattamente quanto! ^^ Per quanto riguarda Naruto... beh, anche se Sakura sta con Sasuke, non è detto che Naruto debba trovare per forza qualcuno con cui fare coppia...
roby chan: beh, ormai hai visto dove sono Hiashi e Hanabi! Anche se non garantisco che il piccolo diavolo non si sfiguri a furia di sbattere testate contro il muro! XD
tonyesp: oh oh oh... Ho come la vaga impressione che in questo capitolo ci siano cose che ti sono piaciute, e cose che hai apprezzato un po' meno... E mi riferisco a un certo bacio... Riguardo a Sasuke e Sakura... no, ma dico, quanto ancora hai intenzione di fare il finto tonto? Guarda che ormai tutti hanno capito che sai molto più di quanto dovresti sapere! XD
kimi: oh signore, Sai non ti va bene, Lee non ti va bene, Haruka non ti va bene... XD Adesso nemmeno Sasuke ti andrà bene! L'unica mia consolazione è vedere che segui comunque la storia, nonostante tutto! XD Il bimbo di Shika... eheheh... chissà cosa sarà, quell'adorabile creaturina! Maschio? Femmina? Gemelli? (no, gemelli no) Sai? NON credo che lo dirò... (ghigno malvagio) Per Jiraya e Tsunade, invece, ti basterà pazientare un poco... Amo troppo quei due per farli scomparire così! (e... hai visto? Sono riuscita a postare prima di sabato! Mi spiace solo che segnerò la parola fine prima del tuo ritorno! ç_ç)
Talpina Pensierosa: uff, finalmente sono riuscita ad aggiornare e commentare! @_@ Ma della internet key ancora non si sa niente... ç_ç
gohan4ever: vedi, il problema è che sono sia logorroica che grafomane, quindi sia che scriva, sia che parli, non mi fermo più! XD E' così che escono 16 pagine di fila e storie di 63 capitoli! Ma, se non altro, alla fine il tanto atteso confronto Naruto-Sakura è arrivato!
1992: Sakura e Kiba? Uhm... ipotesi interessante, sai? XD No, dico davvero °_° Potrebbe quasi uscirci una one-shot... perché ormai è palese che lei starà con Sasuke, a meno di un infarto improvviso dell'emo kid! (La Zetsu-Sakura invece non esisterà MAI, finché avrò vita per impedirlo! Zetsu è solo di Ino. U_U Tra vegetali e fioristi ci si trova che è una meraviglia...) Ora mettiamo in chiaro le cose: non ho intenzione di inserirti nella fic, non ho intenzione di chiamare Giugy uno dei figli dei personaggi, ma soprattutto, e intendo SOPRATTUTTO, mio figlio/a non si chiamerà mai Modestino né Modestina, né Itctusmucios! Sono stata chiara? Altrimenti giuro che ti frego le cucuzze e scappo in messico con il mio amante... del quale tu ovviamente non sai nulla. Ehm. In compenso hai centrato un buon punto con la sorella di Haruka... peccato che di lei non saprai nulla di nulla! (uhuhuh...) Il mio stupido esame è andato bene per fortuna! ^^ E il tempo... brr, si gela! ç_ç Però c'è il sole. Almeno questo...
Reina: XD "La piccola fioraia, il grande capo Hyuuga e il pittore maledetto"! Mai visto sintesi migliore! XD Le comiche perle di saggezza invece mi sfuggono... cioè, sul comico ci arrivo, ma accostare me e perle di saggezza mi riesce un po' ostico! Wow, non avevi previsto che Lee fosse l'eroico padre del figlio di Tenten? XD Sembrava impossibile, vero? Ma la verità è che per tutto il tempo Lee e Tenten hanno fatto una vita parallela della quale io, semplicemente, non ho parlato. Ma c'è stata, e ha avuto le sue concretissime conseguenze! Oh, è vero. Con oggi ho sistemato anche Mr Kiba... che ne sarà ora di Hinata? Si preannuncia un triangolo NejiHinaNaru, forse...? (Ah, riguardo alla one-shot "Happiness"... ti svelo un segreto: nemmeno io ce lo vedo Naruto Hokage! XD Sarebbe una soddisfazione immensa, ma di certo non ha la stoffa del politico...)
Ino_Chan: ehh, se Neji si fosse svegliato un po' di tempo prima, avrebbe avuto il suo happy ending! Ma così si è giocato la carta migliore! U_U Chissà ora cosa farà?
Lily_90: guarda, sapendo che sei una ShikaTema fan, direi che se mai troverai il tempo di leggere gli scorsi capitoli avrai qualche soddisfazione... Ciò detto, grazie mille per i commenti, mi fanno davvero tanto piacere! >_< E non sai quanto mi abbia reso felice vedere che avevi aggiornato, lunedì! Anche se ero in piena preparazione di esame, mi sono messa a leggere il capitolo la sera, perché non potevo farne a meno! XD Ora l'esame è andato, credo che nel weekend riuscirò finalmente a commentare tutto quanto! ^^ Ma davvero, se l'ispirazione resta nella tua casa io sono una donnina felice! XD
Jenna Uchiha: eheh, consigliandomi gli Evanescence arrivi tardi! Ho tutto il loro cd, l'ultimo e il precedente! Comunque sono contenta di esserti stata utile con le canzoni! Fino a qualche anno fa non ne sapevo manco una, ero ignorantissima in questo anno... poi mi sono evoluta! XD Ho visto che la LeeTen ti lascia perplessa; sì, so che non è una coppia convenzionale, però da un lato voglio che Lee per una volta sia felice (è una fanfiction! Quindi si può! *_*), e dall'altro la considero quasi una sfida! Di solito sono sempre i belloni a vincere, e le altre coppie sono quasi considerate scadenti... lui ribalterà questo concetto! *_* (Psst: Gaara mi sta minacciando di morte... dice che se ti ricordo che il vostro appuntamento è il 31 febbraio sotto la parete degli Hokage, non arriverò alla fine di Sinners! ...Ops)
_Eleuthera_: non sai quanto ho gongolato quando mi hai detto che certe volte questa fic è più psicologica che di azione! Vedi, a me piacciono da matti i combattimenti e i momenti in cui Naruto batte il cattivo (per dirla in termini elementari), ma allo stesso tempo adoro vedere come si evolve psicologicamente e come cambia idea. Per me è assolutamente fondamentale spiegare il perché di ciò che fa e ciò che dice, perché spesso è a quel livello che ottiene le vittorie più grandi. Naruto sembra solo uno scemotto sognatore, ma in realtà a livello mentale è molto interessante, credo... Blatera, blatera, blaterà, però ci crede sul serio. E a modo suo è intelligente, anche se impulsivo. Senza contare che in questa fanfic l'ho preso in un'età e un momento parecchio probalematici, e ho dovuto mostrare cosa gli passava per la testa, o le sue sarebbero sembrate azioni campate per aria. Sono una gran sostenitrice della psicologia, diciamocelo! Solo che tante volte ho paura di non riuscire a rendere perfettamente un'idea. Descrivere i combattimenti è difficile, ma ancora di più lo è descrivere le sottili sfumature di un pensiero o un sentimento. Per questo spesso e volentieri attingo a piene mani dal serbatoio delle metafore, e, spero, con risultati soddisfacenti! Per quanto riguarda Jiraya, aspettati una sua ricomparsa! Mica posso lasciare che le cose tra lui e Tsunade restino in sospeso, giusto...? Non dopo quello che ha combinato Kishimoto! Invece, per quanto riguarda Ino e Sai... beh... attenta: non tutto è casuale...
izayoi007: tu devi essere una persona molto intelligente! Chiunque dica che Naruto è il suo personaggio preferito deve avere una capacità intellettuale invidiabile! (Oh, che caso...! E' anche il mio personaggio preferito! XD) Di sicuro non ti ucciderò se sarai logorroica anche in futuro, anzi! Leggo sempre con tantissimo piacere le recensioni lunghe, sono una cosa fantastica! XD Per la fic del tuo compleanno, mi ci metterò d'impegno! Certo, creare un Sasuke che sia solo "amico" mi sarà difficile... ma in fondo un'autrice che voglia definirsi "brava" deve anche riuscire a fare qualcosa del genere! (Ok, non chiederti da dove sia uscita questa, perché non ne ho la minima idea) E poi te lo devo, se non altro come consolazione per come sono andate le cose in Sinners! XD Riguardo a Redenzione, in effetti è un lavorettino grondante angst... Se fossi una lettrice, mi metterei a leggerlo solo in un pomeriggio particolarmente cupo e triste, altrimenti eviterei di rovinarmi la giornata in quel modo! XD Ciò detto, a favore di quella storia posso dirti che qualcuno la considera il mio miglior lavoro... boh. Non saprei che consigliarti! XD Se sei depressa, puoi provare a darci un'occhiata! (ma tieniti lontana da qualunque oggetto possa farti del male, o sentirai l'improvviso istinto di diventare emo! XD)
Hila92: non credo che dirti che la prossima volta ci sarà Sasuke migliorerà il tuo umore oggi! XD Ma, insomma, un'autrice deve far qualcosa per tenere alta l'attenzione! XD Oh povero Lee, lui è stato fantastico in questo capitolo! *_* Avrei quasi voglia di regalare a questi due una one-shot, ma mi sa che non troverò il tempo di farlo! XD (e che per qualcuno potrebbe essere fonte di incubi notturni...) In compenso ora sai che Kiba è stato scaricato. Il che non significa automaticamente che Hinata troverà il coraggio di gettarsi tra le braccia di Naruto, ma rende entrambi liberi e potenzialmente accoppiabili. E Neji?, ti chiederai. Eheheh... Neji, Neji, Neji... ho i miei tristi piani su di lui...
rina: beh, grazie mille per tutti i complimenti! ^^ Sono contenta che la ribellione di Hinata abbia scatenato i tuoi entusiasmi, ma, per carità, contieniti! XD Risparmia lo spumante per altre cose importanti! XD E, ora che mi ci fai pensare, non ho mai pensato a un'eventuale reazione di Gai alla gravidanza di Tenten! Penso che avrebbe un attimo di shock, come ogni adulto, ma alla fine, sapendo che Lee ha deciso di crescerlo con Tenten, scatterebbe la scenetta da "ardore della giovinezza", comprensiva di tramonto infuocato e onde che si infrangono sugli scogli... Eh sì, potrei quasi inventarmela...! XD Ah, com'è andato l'incontro Naruto-Sakura? lei c'è rimasta abbastanza male o avrei dovuto mettere in tasca a Naruto dei fiammiferi?
NaruGaa: e chi ha parlato di riposarsi? alla fine di questa fico ho già mille altri progetti da portare avanti! Da quando ho scoperto il meraviglioso mondo delle AU, ho deciso che amplierò i miei spazi anche lì! XD Per quanto riguarda la tua fic, finora sono riuscita solo a dargli un'occhiata rapidissima, causa stupida connessione impossibile... -.- Spero tanto di trovare il tempo di lasciarti un commento, magari domenica! ^^ Per adesso ti saluto, e ti raccomando di non esagerare con la scuola! E' il peggior veleno! XD
trinity87: oh, so benissimo cosa vuol dire non avere internet a casa... T_T Ancora mi chiedo come io sia riuscita ad aggiornare più o meno regolarmente fino ad ora! Oh, che bello sentire di qualcuno che è stufo delle NejiTen! Mi levi un peso dal cuore! XD Insomma, anche Lee ogni tanto si merita un briciolo di felicità! Io tifo per lui! XD
Maobh: certo... tecnicamente ora è via libera per Hinata... ma lei sfrutterà l'occasione o si tirerà indietro all'ultimo? Avere una possibilità e sfruttarla sono due cose diverse! Ohh, è fantastico sentire che ti sei un po' commossa sul finale della LeeTen! Mi rendi felice, Lee è un po' il mio beniamino! *_* E su Hinata e Neji non darei per scontate troppe cose... uhuhuh...
kage_naru89: ma non era l'ultimo capitolo, questo! XD Vi sembra che in una sola volta riesca a concludere tutto quanto? No! e infatti ci saranno altri due capitoli + 1, prima della fine... Staremo insieme ancora per un po'! (a occhio e croce, ancora fino a... sabato? Credo di sì, se non mi rallentano le cose all'improvviso!) Leggere della tua sorpresa su Lee e Tenten mi ha fatto sentire orgogliosa della mia opera di depistaggio! XD In tanti avevano già ipotizzato come sarebbero andate le cose, ma sapere di essere riuscita ad ingannare almeno qualcuno mi ha dato un sacco di entusiasmo! XD Senza cattiveria, eh! Diciamo che ogni tanto mi piace scioccare i lettori! (solo ogni tanto?)
GloGlo the best: ahi! XD Mi sa che devo già deludere le tue aspettative... la creatura che nascerà da Tenten sarà la copia sputata di Lee, esteticamente! Per fortuna, così non sarà in termini di carattere... dai, che problema c'è? Se ha trovato da sposarsi il padre, troverà anche il/la figlio/a! La NejiHanabi ha sfiorato la mia testolina... ma avrà piantato radici? Per NaruHina o NejiHina, voglio invece lasciarti ancora in sospeso! Insomma, concedimelo...! Manca poco alla fine, davvero poco... e molto verrà svelato a breve...

Aya

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Capitolo 62
*** Il Nulla ***


Naruto-62

Canzone di sottofondo (caldamente cosigliata): Pictures of you, dei "The last goodnight"




Capitolo sessantaduesimo

Il Nulla




I pazienti ricoverati all’ultimo piano erano stati trasferiti al penultimo, nella zona che non era stata danneggiata dal rasenshuriken di Naruto qualche giorno prima.
Nonostante i lavori di messa a nuovo fossero già in corso, per il momento i medici non avevano trovato altre soluzioni; e così anche i nobili eroi di Konoha avevano finito per condividere l’aria con i comuni mortali, attirando occhiatine ammirate o curiose da ogni parte.
Nella stanza più isolata dalle altre, l’unica singola del piano, Sasuke Uchiha dormiva sotto un lenzuolo troppo bianco, baciato dalla luce del sole ancora intenso, nonostante il mese. Come sempre, diversi tubicini trasparenti scomparivano sotto le coperte, allacciandosi alle sue vene e cercando blandamente di tenerlo in forze. L’infermiera se ne era andata da una decina di minuti, dopo avergli cambiato la flebo. Ora, con lui, c’era solo un ragazzo biondo dai capelli scompigliati e l’aria un po’ sbattuta.
Naruto era fermo a un passo dal letto, le mani affondate in tasca e lo sguardo scuro; i suoi occhi non tendevano al viola, ma viravano verso un blu inchiostro che poco aveva di rassicurante.
L’immagine del viso addormentato di Sasuke continuava a sovrapporsi a quella di lui e Sakura, nel laboratorio numero tre... ed era ogni volta un dolore.
Stupido che non sono altro” si disse Naruto, atono. “Così mi faccio solo del male”
Eppure non smetteva. Era quasi una sequenza ipnotica, impossibile da allontanare... In fondo non aveva più rivisto Sasuke, da allora; era stata Kyuubi ad attaccarlo, e anche se lui l’aveva trattenuta dall’ucciderlo, non lo aveva davvero guardato.
Ora scopriva che farlo faceva male.
E che non riusciva a interrompere quella lenta tortura.
Strinse i denti, chiuse gli occhi. Ma era tutto inutile, le immagini non se ne andavano, incise a fuoco dietro le sue palpebre.
Finché una parola non le scacciò improvvisamente.
«...Puzzi»
Silenzio.
Il primo istinto di Naruto fu di inveire e rovesciare il letto. Ma si sgonfiò praticamente subito, sostituito da uno sbuffo amaro.
«Che ci vuoi fare? Io non ho avuto belle infermiere che mi facevano le spugnature» rispose alla voce di Sasuke, riaprendo gli occhi e scoprendolo sveglio.
L’Uchiha, da sopra le occhiaie marcate, lo scrutò a lungo.
«Beh... non sei messo molto peggio di me» commentò alla fine.
Naruto ghignò, sarcastico ma non troppo.
«Vogliamo parlare delle ferite che non si vedono?» chiese insinuante, in un certo modo tagliente.
Il sorriso scomparve in fretta come era arrivato, lasciando il posto a una smorfia severa che stonava con il colore intenso degli occhi e dei capelli. Sasuke non ribatté, e allora fu Naruto a riprendere la parola, in tono piatto.
«Me l’hai rubata» disse soltanto.
Nessuno dei due distolse lo sguardo.
«Lo so» rispose l’Uchiha dopo almeno dieci secondi, ed era lo stesso ‘lo so’ che aveva detto a Sakura il giorno in cui erano caduti, insieme.
«Tutto qui?» chiese Naruto, e la sua voce ebbe una leggera incertezza.
«Cosa vuoi sentirti dire, Naruto?» ribatté Sasuke, senza cedere.
«‘Fanculo!» inveì il biondo, con un gesto brusco, e finalmente l’apatia lasciò il posto alla rabbia. «Sei uno stronzo! Un maledetto bastardo! Lei era mia! Eravamo felici! Sakura mi amava!» gridò, sbattendo un pugno contro la parete per non fracassarlo sul volto dell’Uchiha.
Sasuke lo lasciò sfogarsi, tirandosi faticosamente a sedere, e le bende sul suo petto spuntarono dalla chiusura della maglia.
«Con che diritto pensi di potermi parlare così?» chiese tra i denti, quando l’altro fece una pausa per respirare. Naruto lo fulminò con gli occhi. «Tu hai ucciso mio fratello» gli ricordò Sasuke aspro. «Hai distrutto il mio unico sogno»
«La tua era una maledetta ossessione! Io ti ho salvato!»
«No!» suo malgrado, Sasuke strinse i pugni, sentendo le vene del collo pulsare. «Era il mio obiettivo, nient’altro. Il mio unico obiettivo... e tu me l’hai strappato, senza averne alcun diritto, soltanto perché pensavi che fosse la cosa giusta. E invece non sapevi niente!»
«Stronzate! Le tue sono scuse! Vuoi dirmi che lo hai fatto per vendetta? E’ questo che stai insinuando? Che la stai... usando
«No!» gli occhi di Sasuke mandarono lampi.
«E allora cosa, eh?» in una falcata, Naruto fu accanto al letto, e sovrastò minaccioso l’Uchiha. «Sapevi che stavamo insieme, te l’avevo detto. E lo hai fatto lo stesso! Io ho ucciso Itachi per il tuo bene! Potrai anche pensare che abbia sbagliato, ma le mie intenzioni erano buone, maledizione! Tu puoi dire la stessa cosa?!»
Sulla fronte di Sasuke si disegnò una ruga verticale, mentre la frustrazione saliva d’intensità e il segno maledetto sul collo pulsava debolmente.
Lui voleva Sakura.
Aveva bisogno di Sakura.
E lei lo amava... lei lo amava, al di là di tutto.
Nonostante il suo tradimento, nonostante gli errori, gli insulti, l’atteggiamento... lei lo amava.
E lui aveva bisogno di quell’amore.
«Io la amo» disse roco, distogliendo lo sguardo. «O almeno... credo» aggiunse dopo un istante, per amor di coerenza.
Naruto sentì una stretta allo stomaco, che per un attimo congelò il rancore.
Che Sakura amasse Sasuke era risaputo; se l’era sentito ripetere un milione di volte.
Ma che la parola ‘amore’ uscisse dalla bocca di Sasuke era qualcosa di molto strano... straordinario anzi; e se era riferita a Sakura... faceva davvero male.
«Vaffanculo» bofonchiò Naruto, passandosi una mano sugli occhi. «Dovrebbe bastarmi questo? Eh? Io ti ho portato indietro perché volevo essere felice. Volevo mio fratello e la ragazza che amavo... E invece non ho avuto niente. E ho perso quel poco che avevo»
«Hn... fratello...» suo malgrado, Sasuke si lasciò sfuggire un sorriso amaro. «Un fratello non ruba la ragazza all’altro, immagino...»
«Un fratello si preoccupa dell’altro. Pensa a lui prima di fare stronzate» sibilò Naruto. «Come ho fatto io per tutto questo tempo, maledizione! Hai idea di cosa ho sacrificato per te? Ho perso anni della mia vita a cercarti, per riportarti indietro e riabilitarti! Anni! E tu cosa mi dai in cambio? Questo!»
«Stai dicendo che ora mi odi?» chiese Sasuke a bruciapelo, fissandolo di nuovo con occhi come carbone.
Naruto serrò i pugni, frustrato.
Odiare Sasuke?
Non sapeva nemmeno se ne sarebbe stato in grado, onestamente.

Ma era arrabbiato, questo sì.
Era furibondo e avrebbe voluto pestarlo per almeno due giorni, se non altro per sfogarsi.
«Allora perché hai riportato indietro Orochimaru?» riprese Sasuke davanti al suo silenzio.
Naruto gli scoccò un’occhiata rovente.
«L’ho sentito da Sakura» spiegò lui. «Lo hai catturato e riportato al villaggio...»
«L’ho fatto per l’eremita porcello» scattò , sulla difensiva. «Lui voleva che Orochimaru fosse fermato, e io l’ho fatto»
«...Ah» un attimo di silenzio. «E per nessun altro motivo?»
Naruto non rispose, incapace di mentire o di trovare scuse.
Oh, quanto odiava essergli inferiore a parole...!
Sasuke distolse lo sguardo lentamente, per posarlo sulla finestra e le tendine semi-trasparenti. Alla luce del sole la sua pelle sembrò ancora più chiara, e le occhiaie più profonde.
«Naruto... non ho potuto farne a meno» disse alla fine.
Non suonava come una spiegazione, non era una scusa... era soltanto una constatazione.
«Voglio riportare il mio clan agli antichi fasti. E lei... con lei sento di poterlo fare. Sakura mi ama, e io la amo... ho bisogno di credere che funzionerà. Ho bisogno che funzioni... altrimenti non mi resterà davvero altro»
Di fronte al suo tono volutamente dimesso, ma sotto sotto ribollente, Naruto sentì la rabbia scemare e scorrere via, lasciandogli addosso solo un orribile senso di pesantezza e la netta sensazione di essere completamente impotente.
Sakura amava Sasuke da sempre; Sasuke aveva bisogno di Sakura, e aveva scoperto di amarla a sua volta.
Cosa c’entrava Naruto in tutto questo?
Niente.

Non aveva mai contato davvero niente.
Si sentì... un idiota.
E solo.
Molto solo.
Gli occhi bruciavano, le mani tremavano... desiderò che Sasuke non si voltasse, che non lo guardasse... perché il suo attimo di debolezza era qualcosa di cui vergognarsi.
Mai come in quel momento desiderò che le cose fossero andate diversamente.
«...Non è certo che io sopravviva» mormorò Sasuke all’improvviso, sempre evitando di guardarlo. «Anche se abbiamo il corpo di Orochimaru, non è detto che Sakura e l’Hokage trovino una cura... e anche se la trovassero... potrebbe essere troppo tardi» chinò il capo, e il collo magro si tese tra i capelli corvini, in un bizzarro quanto intenso contrasto. «Ma ora ho di nuovo uno scopo, e farò ti tutto per raggiungerlo. Sopravvivrò, e riporterò gli Uchiha alla gloria di un tempo» riprese, in tono più secco. «Inoltre...» aprì e chiuse la bocca, deglutendo un paio di volte. «Sakura... io la renderò felice»
Dalla posizione in cui si trovava, Naruto vide le orecchie di Sasuke arrossarsi.
Il senso di desolante impotenza che già lo tormentava si acuì, facendolo sentire ancora peggio.
Ma bene.
Ora davvero era finita.
Sasuke non avrebbe lasciato andare Sakura, mai più.
Lui non l’avrebbe riavuta.
Mai, mai più.
Gli mancò il fiato.
Doveva uscire di lì, aveva bisogno d’aria... fece un passo indietro, stordito, e poi un altro.
Girò sui tacchi, raggiunse la porta quasi barcollando, l’aprì e fu fuori, nel corridoio. Non si guardò alle spalle, non cercò un’ultima volta gli occhi di Sasuke... ne aveva abbastanza. Davvero abbastanza. L’idea di lasciar perdere tutto e trovare una missione a lunga scadenza all’improvviso non gli sembrava più tanto vigliacca...
All’interno della stanza, Sasuke sentì la porta richiudersi e le gettò un’occhiata di striscio, con espressione turbata.
Ora che le carte erano tutte in tavola, ora che la situazione aveva preso una piega ben definita, aveva un unico rimorso: aver tradito la fiducia di Naruto.
Avrebbe potuto avere Sakura in un altro modo, in qualunque altro modo... ma aveva finito per averla nell’unico che avrebbe – e aveva – fatto del male a tutti.
Per la prima volta, anche se non lo avrebbe mai ammesso, si scoprì a desiderare qualcosa che aveva sempre considerato privo di valore: perdono.


Naruto si passò una mano sul viso sudato, stringendo i denti.
Si sentiva uno schifo.
E dire che era stato lui a cercare Sasuke, a volergli parlare... era stato lui a trovarsi nella sua stanza, e a iniziare il discorso riguardante Sakura.
Doveva smettere di farsi del male.
Scompigliò i capelli rabbiosamente, mentre scendeva le scale a passo veloce.
Via, via di lì.
L’odore del disinfettante gli dava fastidio, ogni sedia gli ricordava il giorno in cui tutto era crollato, e persino il colore delle pareti gli faceva girare la testa.
E, dietro all’ombelico, nove code si agitavano quiete, frusciando un debole: “te l’avevo detto...
Raggiungere l’atrio fu un sollievo, e uscire all’aria aperta una liberazione. L’odore del villaggio gli invase le narici, portandosi via parte dell’ansia e della nausea, e gli permise di inspirare a fondo e provare, almeno un po’, a calmarsi. Cercò la luce del sole con gli occhi, lasciò che i suoi raggi lo scaldassero, sciogliendo il gelo che gli irrigidiva i muscoli... finché non si accorse che, oltre al freddo, se ne erano andate anche le emozioni.
Tutte, purtroppo.
Lentamente riabbassò lo sguardo.
...E ora...?” si chiese, atono.
Il vuoto era desolante. Terribile.
Non più Sakura, non più Sasuke, non più amore, non più casa.
Nulla.
Sarebbe stato meglio incazzarsi, ribaltare qualche sedia, piangere, farsi del male... tutto sarebbe stato meglio di quello.
Ma qualcuno venne in suo soccorso.
«Naruto!» lo chiamarono all’improvviso.
Lui alzò la testa, si guardò attorno, e vide Shikamaru che usciva dall’ospedale con le mani in tasca.
«Yo» lo salutò il Nara, facendogli un cenno e un sorriso. «Ti hanno rilasciato?» chiese sollevato.
«...Sì, Tsunade ci ha messo una buona parola» si sforzò di ghignare lui, per sembrare normale, per sembrare... perfetto. Ma Shikamaru si accigliò impercettibilmente, subodorando la finzione; eppure non disse nulla.
«Sei passato da Sasuke?» domandò ostentando noncuranza.
«Sì, ma ora sto tornando a casa... ho assoluto bisogno di una doccia»
«Un po’, in effetti. Ti accompagno; vuoi?»
Lo stomaco di Naruto si contrasse leggermente.
In realtà voleva stare da solo.
Riflettere, crogiolarsi nel dolore, infilarsi sotto le lenzuola e fingere di non esistere... questo genere di cose.
Però, allo stesso tempo, l’idea di percorrere accanto a Shikamaru il tratto di strada che lo separava da casa era allettante. Si trattava solo di pochi minuti, una distrazione limitata e, tutto sommato, piacevole.
Un piccolo riempitivo per il Nulla.
E poi Shikamaru non era un seccatore. Anzi, sapeva essere un ottimo compagno, discreto al punto giusto.
«Ma sì» rispose, con un mezzo sorriso e un’alzata di spalle. «Se non hai niente di meglio da fare...»
«Libero come l’aria» assicurò Shikamaru. «Ho dovuto portare all’ospedale la cartella clinica di Temari, per quando si trasferirà qui... che poi non capisco perché io debba fare il fattorino... comunque, ho il resto della giornata assolutamente libero»
«Il tuo gruppo è in pausa?» si informò Naruto, mentre si avviavano lungo la strada gomito a gomito.
«Più che altro io sono in pausa. Il maestro Asuma e mia madre si sono coalizzati e dicono che da qui a nove mesi dovrò occuparmi solo e soltanto del bambino. Con quali soldi?, mi verrebbe da chiedere.. ma evidentemente loro non badano a queste futili sciocchezzuole»
Nonostante tutto, Naruto sorrise del tono annoiato del Nara.
Era bello vedere che al di là del suo mondo ora vuoto la vita proseguiva.
Era bello sentir parlare delle cose di tutti i giorni, di una nuova creatura che nasceva, di un bambino che sarebbe stato felice... provò una fitta di tenerezza per la piccola vita all’interno di Temari, e solo per un frammento di secondo si chiese come sarebbe stato avere un figlio con Sakura, vivere per sempre con lei, avere la vita che ora, lo sapeva, sarebbe stata di Sasuke...
...Ma anche quella riflessione scomparve subito, inghiottita dal Nulla, e il sorriso lasciò spazio a un’espressione neutra.
Shikamaru gli gettò un’occhiata di striscio.
Tutto ciò che sapeva era che Kyuubi, sigillata dentro Naruto, aveva trovato il modo di liberarsi e aveva devastato mezzo ospedale, per poi essere sigillata di nuovo grazie a Naruto e Jiraya. Ma non sapeva perché o come il demone fosse riuscito ad aprirsi un varco, non sapeva perché si fosse diretto prima di tutto verso Sasuke, e non riusciva nemmeno a immaginare, ora, come fosse ‘vivere la vita di Naruto’.
Soprattutto, non riusciva a capire dove fosse Sakura, invece di stargli accanto.
«...C’è una cosa che mi sono chiesto, ultimamente» se ne uscì, fissando la strada ai suoi piedi. «La Volpe... perché ha puntato subito su Sasuke?»
Naruto mosse appena gli occhi, quasi distratto.
«Lo sharingan» rivelò, parlando piano. «La tecnica degli Uchiha, se sviluppata, può controllare Kyuubi... e lei voleva eliminare l’ultimo pericolo per la sua libertà»
«E chi vorrebbe controllarla?» chiese Shikamaru accigliandosi. «E’ troppo pericolosa, sigillarla è l’unica sicurezza...»
«Oh, come no» commentò Naruto amaro. «Sicurezza, eh? Chiedilo agli infermieri dell’ospedale»
Shikamaru impiegò qualche secondo prima di parlare ancora. Poi, quando lo fece, cercò lo sguardo di Naruto. «...Perché non a Sasuke?»
«Come?» fece lui, con un lampo d’inquietudine negli occhi, un sentimento indefinito e vago.
«Perché hai detto ‘chiedilo agli infermieri’? Non sarebbe stato più logico dire ‘chiedilo a Sasuke’?»
«Beh... Ho detto la prima cosa che...»
La voce di Naruto scemò, fino a spegnersi.
Di nuovo, inghiottita dal Nulla.
Shikamaru assottigliò gli occhi.
«Naruto... dov’è Sakura ora?» chiese cauto.
L’altro si irrigidì visibilmente, smettendo di camminare. Lo sguardo fisso a terra, rimase in silenzio per alcuni lunghi secondi. E poi, all’improvviso, senza che l’avesse richiamato, un sorriso amaro si fece strada sulle sue labbra.
«Sei un po’ troppo intelligente, come sempre...» commentò con un’occhiata sghemba. «Pensavo che tu fossi discreto, ma dimenticavo che i geni tendono a capire tutto troppo in fretta... Ti stai chiedendo se ho cercato di far fuori Sasuke, con Kyuubi? Per Sakura?»
Shikamaru non rispose, e Naruto alzò lo sguardo al cielo, sorridendo a metà tra l’amarezza e la desolazione.
«Sono lo scemo più grande sulla faccia di questa terra» commentò. «Chiunque lo avrebbe fatto. Chiunque si sarebbe sfogato, avrebbe troncato ogni legame, li avrebbe odiati... Ma io... Io, stupido, e scemo, e idiota come sono... io non ci riesco» la sua voce si spezzò, e dovette chinare il capo per nascondere le lacrime a Shikamaru. «Non ce la faccio, è più forte di me... sono loro la mia famiglia, sono loro il mio mondo. Dovrei pensare ‘ecco, Sasuke è tornato e me l’ha portata via!’, e invece riesco solo a pensare ‘finalmente è tornato. E’ di nuovo qui’... Patetico!» strofinò gli occhi rabbiosamente, con il dorso della mano. «Dovrei rimpiangere di aver ucciso Itachi e averlo riportato a Konoha, ma invece sono grato perché è successo! Ed è... è incomprensibile! Mi hanno detto che Yondaime era mio padre, e io ho provato rabbia! Mi hanno detto che si è sacrificato per salvare il villaggio, e io l’ho odiato perché mi ha abbandonato! Sasuke se ne è andato, ha tradito tutto e tutti, e non sono mai riuscito a provare rancore per lui! E’ tornato, mi ha rubato Sakura, e ancora non riesco a odiarlo! Perché, maledizione, perché?!»
L’ultimo grido rauco di Naruto fu seguito da un silenzio pieno del suo respiro pesante.
Shikamaru, fermo davanti al suo capo chino, si scoprì suo malgrado meno sorpreso del previsto.
Allora il quarto Hokage era davvero padre di Naruto. La storia era realtà. Il dolore era vero.
E Sakura... Si era davvero lasciata prendere da Sasuke, e lo aveva abbandonato.
Ma, nonostante tutto, Naruto non li odiava.
Ne soffriva, ne soffriva fisicamente... ma non riusciva ad odiarli.
...Quei due sono molto più fortunati di quanto credano...” si trovò a pensare Shikamaru, con un peso scuro sullo stomaco.
Provava pena per Naruto.
E ammirazione.
Era sempre stato abbandonato, fino ad ora... ma sempre aveva avuto la forza per non abbandonare.
E’ facile crogiolarsi nel dolore e dimenticare tutto, è facile allontanare la sofferenza e chiudere gli occhi... Ma è per restare che serve forza. E’ per restare e andare avanti, per stringere i denti che serve coraggio.
E Naruto aveva entrambi, la forza e il coraggio.
Davanti a lui, Shikamaru si sentì poco meno di un bambino.
Pensava di aver dimostrato maturità decidendo di prendersi cura di Temari e di loro figlio, pensava di essere grande e forte... ma, di fronte a Naruto, non era quasi nulla.
Sorrise, e posò una mano sulla spalla del compagno.
«Va bene anche se non li odi» disse, piano. «Anche se adesso fa male, lentamente passerà... diventerà parte di te, e ti renderà una persona diversa. Non puoi farci niente, Naruto. Vai avanti, senza pensare cose stupide come ‘dovrei’ o ‘non dovrei’... e anche quando cambierai, ricordati di chi eri all’inizio. Non dimenticarlo mai»
La voce pacata di Shikamaru sembrò penetrare in Naruto attraverso la pelle.
Lenta, sottile, come un balsamo leggero che leniva le ferite e riempiva lentamente il Nulla.
Le lacrime smisero di scendere, il suo respiro si fece regolare, piano piano.
Si asciugò gli occhi, inspirò a fondo, e poi rialzò lo sguardo.
«Sì» disse, e i suoi occhi erano azzurri e intensi, chiari come il cielo. «Sì. Va bene»
Shikamaru sorrise, battendogli una pacca sulla spalla. «Adesso andiamo, la tua doccia non può attendere oltre»

Quando lasciò Naruto davanti al suo appartamento, Shikamaru provò lo strano desiderio di accendersi una sigaretta. Avrebbe voluto tenere una cicca tra le labbra, accenderla, inspirare nicotina a vagonate, e poi soffiare il fumo nell’aria con lo stesso aspetto del maestro Asuma.
Avrebbe voluto essere adulto, e aver superato la parte più difficile.
Ma poi gli venne in mente che c’era qualcosa che amava, della sua condizione di adolescente immaturo. E l’immagine di una Temari imbronciata all’idea del pancione gli sfiorò la mente, insieme al vago aroma salato della sabbia.
Sarebbe andato a prenderla di lì a un mese, perché volevano che viaggiasse quando ancora poteva muoversi agevolmente, e l’avrebbe portata a casa sua.
Certo, l’idea di presentarla a sua madre non lo entusiasmava affatto, soprattutto dopo i lividi che si era ritrovato quando le avevano detto che sarebbe diventata nonna – non era riuscito a schivare tutte le padelle – però la prospettiva di rivederla era inaspettatamente piacevole.
Sarebbe diventato il padre migliore dell’intero villaggio.
Avrebbe amato suo figlio, lo avrebbe cresciuto, e mai una volta lo avrebbe abbandonato, a costo di mettere a ferro e fuoco qualcosa – o qualcuno.
Altro che voglia di sigaretta.
Lui aveva voglia di Temari.
Aveva voglia di una famiglia.



A Suna il sole splendeva ancora con l’intensità dell’estate, rendendo roventi pietre e sabbia.
I contorni del palazzo del Kazekage tremolavano nell’afa pomeridiana, di un rosso sporco e avvolgente; ma all’interno l’aria condizionata rendeva il clima perfettamente sopportabile, fresco e profumato di mirra.
Nel suo ufficio, Gaara scrutava accigliato un foglio sulla scrivania, finché qualcuno non bussò alla porta.
«Sì?» fece, rialzando il capo.
«Nobile Kazekage, chiedo scusa...» il segretario chinò la testa, facendosi avanti con un pizzico di imbarazzo. «Mi avete chiesto di mandare a chiamare vostra sorella, ma... ecco... sembra che nessuno sappia che fine ha fatto»
Gaara si accigliò.
«Che cosa?» chiese tagliente.
«Non è nel palazzo, e nemmeno a casa vostra... abbiamo interrogato i domestici e persino vostro fratello, ma nessuno sembra sapere dove sia»
«E’ scomparsa?» il Kazekage scattò in piedi, con una stretta allo stomaco.
«Non allarmatevi, Kankuro è già...»
«Tornerò quando l’avrò trovata» lo interruppe Gaara, attraversando la stanza a grandi passi.
«Nobile Kazekage, il vostro lavoro...»
«Il mio lavoro può attendere!»
«Oh, che scansafatiche»
La voce flautata e bassa che aveva pronunciato l’ultima frase fece irrigidire sia Gaara che il segretario.
Con nonchalance e una posa che sarebbe stata provocante su qualunque ragazza, ma non su di lei, Temari fece la sua comparsa; appoggiata allo stipite della porta, irradiava arroganza da ogni poro della pelle.
«Dove sei stata?» chiese Gaara, rilassandosi lentamente.
«A fare esercizio» rispose lei con un ghigno strano. «Ah, tu... vai a fermare Kankuro, mi sembrava che stesse urlando il mio nome sul tetto del negozio di liquori» aggiunse rivolta al segretario.
Quello, incerto, chiese silenziosamente aiuto al Kazekage, e lui gli fece un cenno per congedarlo.
«Esercizio?» ripeté a quel punto, assottigliando gli occhi.
«Oh, sì. Con i bambini» spiegò Temari, lanciando un’occhiata lungo il corridoio. «Beh, veramente è un po’ grandicello, come esemplare... ma insomma, anche mio figlio sarà molto maturo, immagino»
Dal corridoio, con aria imbarazzata e totalmente a disagio, fece capolino una ragazza di neanche quindici anni, dai capelli rossi più scuri di quelli di Gaara e gli occhi castani. Gettò un’occhiata a Temari, e poi una al Kazekage.
«Ehm... mi dispiace...» borbottò arrossendo. «Non volevo disturbare... ma la signorina Temari ha tanto insistito...»
«Sai che sui mocciosi ne sa più di me?» intervenne Temari, con un cenno compiaciuto. «Mi ha spiegato un sacco di cose! Ha una nidiata di fratelli, sa esattamente come vanno presi... pensavo quasi di portarmela a Konoha»
Gaara vide la ragazzina sbiancare sotto le lentiggini appena accennate.
«Temari, non dire sciocchezze» intervenne allora. «Lasciala andare, le stai portando via tempo»
«Ma no, perché?» protestò la bionda, accigliandosi. «Dai, sarebbe perfetta come collaboratrice! Oltre che esperta, è anche intelligente: cos’è che sei? Terza? Seconda classificata all’Accademia?»
«V-Veramente, io...» balbettò la ragazza.
«Motivo in più per lasciarla qui» troncò Gaara. «E ora torna a casa, non devi stancarti con questo caldo»
Temari sbuffò irritata. «E va bene!» ringhiò nervosamente. «Loria, vai pure dove ti pare e piace. Tanto qui non siamo in regime di democrazia, è una dittatura...»
La ragazzina tirò un sospiro di sollievo interiore.
Con un inchino frettoloso, si scusò e letteralmente scappò via, ansiosa di respirare di nuovo l’aria soffocante ma libera dell’esterno.
Gaara la guardò allontanarsi, leggermente accigliato.
Loria... non gli era nuovo quel nome... dove lo aveva...?
All’improvviso ricordò.
Loria An, piccolo genio uscito dall’Accademia con due anni d’anticipo sui suoi compagni. Da quattro anni collaborava con il reparto logistico della Sabbia, nonostante fosse soltanto una bambina. Aveva un’infarinatura di tecniche ninja, ma più che altro un cervello straordinario... e Temari la voleva come collaboratrice domestica.
Il Kazekage scosse la testa, mentre sua sorella si allontanava borbottando, e si augurò che fosse colpa degli ormoni. Subdoli, gli ormoni di una gravidanza.
A quel punto rientrò nell’ufficio, e tornò a sedersi dietro la sua scrivania. Prese in mano il foglio che stava leggendo prima di essere interrotto, e gli diede un’ultima occhiata.
Veniva dalla Foglia, era firmato ‘Tsunade, quinto Hokage’. E parlava di Naruto.

Penso che questo sia un ottimo momento per una visita diplomatica.
Abbiamo avuto problemi con N., credo che la tua presenza gli farebbe molto bene.
Lui ne ha bisogno, e io te lo chiedo come favore personale, non come Hokage.

Gaara lasciò ricadere il foglio, e appoggiò la schiena alla sedia.
Una trasferta a Konoha in quel momento poteva essere rischiosa, anche Tsunade doveva rendersene conto. Roccia, Fulmine e Acqua si sarebbero appigliati subito a una cosa come quella, forse sarebbero riusciti a cavarne un motivo sufficiente per la guerra...
...D’altro canto... proprio perché il rischio era alto, capiva che a Konoha doveva essere successo qualcosa di importante.
E se si trattava di Naruto e lui poteva aiutare... allora doveva esserci.
Guardò la piccola pila di dispacci che attendeva ordinatamente in un angolo della scrivania.
Lavorando tutta la notte avrebbe dovuto finirla in tempo per partire l’indomani...
Tese una mano e si mise all’opera.













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

E' stato un capitolo complesso, diamine.
Da Shikamaru in poi sono andata liscia come l'olio, ma la parte di Sasuke è stata un parto...
Scritta la notte, ovviamente.
Chi salutiamo questa volta?
Shikamaru, Temari e Gaara.
Mi spiace per tutti coloro che aspettavano altri momenti ShikaTema, ma su di loro il sipario cala così.
E su Gaara... sì e no, diciamo. Insomma, prima o poi arriverà a Konoha, immagino...

Prossimo ed ultimo capitolo: mercoledì
(e finalmente... Jiraya e Tsunade!
...nonché un ritorno inatteso...
degna sorpresa dell'ultimo capitolo! ^_*)

Correzione
La volta scorsa ho parlato di un concorso,
ma era sul team YONDAIME, non YAMATO.
Abbiate pietà, come dice Harryherm sono vecchia e affetta da demenza senile
(sigh... e dire che non ho neanche vent'anni),
quindi passatemela per buona!

roby chan: e chi ha mai detto che Hanabi deve sedurre Konohamaru, povero figliolo? XD Il confronto Sasu-Saku non credo lo metterò in termini proprio canonici... Le loro riflessioni su tutta la faccenda bene o male ci sono state lungo l'arco degli avvenimenti, ora resta da vedere se l'emokid guarirà davvero o no. Comunque, grazie per i complimenti sul confronto Naru-Saku! ^^
julia83: io ho passato diverse fasi nella mia vita; dalla timida che si adegua a tutto quello che dicono gli altri, alla ribelle in controtendenza per puro spirito di ribellione, alla leader improvvisata che non chiude mai bocca. Ora come ora sono nella parentesi comico-demenziale che mi porta a parlare sempre a sproposito, cercando ogni due minuti di far cambiare l'opinione che gli altri hanno di me... e forse è per questo che, pur essendo un carattere abbastanza forte, riesco a capire e giustificare Hinata. Nonostante tutto so come ci si sente a non aver coraggio, e l'irritazione di chi ci sta intorno non aiuta affatto, anzi uccide persino gli ultimi brandelli di fiducia che magari avevamo nascosti nel cuore. E' per questo che davanti alle persone che dicono di non sopportare Hinata perché troppo arrendevole storco il naso. Anzi, io penso che lei sia un personaggio davvero bello, perché pur essendo debole, si sforza con tutta sé stessa di cambiare. Non tutti nasciamo con la forza di mostrare agli altri come siamo veramente, e spesso tante persone non si piacciono, e si nascondono anche per questo. Ma Hinata, pur con i suoi balbettii e la sua timidezza, ha momenti in cui riesce a mostrare come è fatta davvero, come è fatta dentro (mi basta ricordare lo scontro con Neji). E cerca di migliorare ogni giorno. E' per questo che mi piace tanto, e che la trovo più forte di - per esempio - Ino, che cerca costantemente di imporre la sua volontà e di mostrare la migliore immagine di sé senza davvero far capire chi è dentro, o Sakura, che addirittura si nasconde dietro una finta personalità docile e gentile. Ciò detto, ho voluto negli scorsi capitoli regalarle la marcia in più che ha sempre cercato, e donarle il coraggio che le mancava. Non so se la cosa sia risultata forzata o meno, tu dici che sono riuscita a darle spessore e a rendere il cambiamento in qualche modo naturale, e le tue parole mi lusingano. Ma ti dico da subito che non ho alcuna intenzione di far scomparire l'Hinata balbettante che non riesce a mettere in fila due parole davanti a Naruto. Anzi, voglio 'salvarla', e tenerla sempre in primo piano... perché solo così i suoi sprazzi di coraggio avranno ancor più valore. E poi... eheh, ho un debole per tutte le creaturine debolucce del mondo! Sono la paladina dei deboli, tifo sempre per la squadra che perde (inter, guarda caso... che dall'88, anno in cui sono nata io, non ha più vinto per vent'anni! XD), e mi sciolgo davanti alle persone dolci e gentili! Kiba, non a caso, era il perdente del triangolo KibaHinaNaru, e di fatti mi sono messa a sperare quasi che vincesse! Ma avevo un mio piano, e l'ho portato a compimento, più o meno... Per lui ci saranno altre storie e altri momenti! Ehi, io non amo affatto Sasuke! Finché era piccolo e complessato - cioè debole - sì, mi piaceva, ma da quando si è fatto borioso e arrogante ho iniziato a odiarlo! Più lui vinceva su Naruto, e più io lo detestavo... e andrà avanti così per sempre! XD
Reina: uhm... ma siamo proprio sicuri al 100% che Hiashi e Hizashi siano gemelli monozigoti? Potrebbe anche essere che si limitino ad essere molto, molto somiglianti. In fondo non mi pare che Kishi abbia mai detto che sono nati dallo stesso uovo! E sappiamo che esistono anche casi di fratelli di età diverse che sono gocce d'acqua! Chissà... Wow, grazie per il commento sulle "comiche perle di saggezza"! E dire che quando le scrivo ogni tanto scuoto la testa e mi chiedo se sono andata troppo sul filosofico... (ciò non vale, ovviamente, per Hanabi che sbatte craniate al muro! XD) Su Naruto Hokage invece ho riflettuto, e mi sono detta che forse non sarebbe tanto male. Certo, se il mondo rimanesse come è ora nel manga, sarebbe un disastro. Però Naruto ha la capacità di cambiare le persone, come ha fatto con Gaara, e credo che quando Kishi (SPOILER) parla della profezia che lo riguarda, intenda dire che con questa sua capacità sarà in grado di "rivoluzionare il mondo dei ninja", nel senso che cambierà totalmente i rapporti tra le persone. Se ci è riuscito con Gaara l'insonne psicopatico, con Neji il duro e puro e con Sai il pittore folle, direi che ha buone probabilità di successo su larga scala! Senza contare che ogni tanto ha intuizioni geniali che mi stupiscono... Come quando gli hanno detto "vento perde contro fuoco perché alimenta le fiamme!", e lui se ne è uscito dicendo che era l'unico in grado di alimentare la fiamma di Sasuke!
Talpina Pensierosa: detto fatto, ho visto Smeeney Todd! Tanto di cappello a Johnny, voce meravigliosa e interpretazione superba, ma c'era un po' troppo sangue per i miei gusti... Era un tantino splatter, insomma. E, per quanto io sappia che è lo stile di Tim Burton, ho storto un po' il naso... (senza contare che era un film PERICOLOSO: ho finito per immedesimarmi con l'assassino... °_°)
kimi: ahh, Dublino! *_* Ci sono stata quando avevo 15 anni, è bellissima! Maledettamente verde, almeno in periferia! XD E lo UCD (University College of Dublin, ho ancora la felpa...) era circondato da un giardino immenso! Ma anche il centro era bello, con la statua della pescivendola (morire se ho mai imparato come si chiamava) e quella di Joyce! Peccato che non ho potuto nemmeno mettere il naso in uno dei pub di Temple Bar, perché troppo piccina! ç_ç Ohoh, si parla di immagini? E allora eccoti al volo la mia mail (anche messenger, all'occorrenza): ayachan152003@hotmail.com Invia, invia! *_* Tanto ormai accetto qualsiasi tipo di pairing! Mi mandano perfino degli Uchihacest parecchio discutibili, ma sono una donnina stoica! XD
Hila92: XD Ma dai, povera Hinata! Lasciatela un po' in pace, che tanto non è il tipo da gettarsi a peso morto su Naruto, anche perché non sa ancora che è libero! Non hai bisogno di farti venire il sangue amaro con lei, se mai dovresti prendertela con me, che sono così sadica e perfida da far scoppiare la NaruSaku! Ma... erano davvero tanto bellini insieme? Lo chiedo perché io sapevo già che non avrebbero retto, e temevo che risultassero poco credibili... Per quanto riguarda Neji, ammesso che resti libero, dovrai spartirtelo con arwen5786, mi sa! In teoria lei si è prenotata prma, però è una SasuSaku fan, quindi una mezza soddisfazione l'ha già avuta... Vi concedo di lottare su un vero ring per il bel Hyuga! XD
DuniettaS: Kiba ha dato tanto a Hinata, è vero, e infatti ho sofferto parecchio per farli restare separati... ma l'amore è qualcosa che non si può controllare. Naruto è un idolo, un emblema, è il simbolo del coraggio e ciò che Hinata vorrebbe raggiungere. Oltre ad essere maledettamente sexy (ok, questo è un parere personale dell'autrice...), è anche, in un certo senso, una condizione. Se mai Hinata riuscirà a raggiungerlo, potrà dire di essere riuscita a fare ciò che voleva più di tutto nella sua vita. E' praticamente il suo sogno, l'equivalente del diventare Hokage per Naruto. Per questo, anche con tutto lo sforzo d'immaginazione del mondo, sebbene la mia anima KibaHina abbia sofferto della loro separazione, non riuscivo a vedere Hinata che all'improvviso mollava il suo sogno per avere soddisfazione immediata con Kiba. Ciò detto, sono contenta che almeno tu abbia apprezzato Naruto! Per quanto sia attaccato a Sakura e Sasuke, un minimo di sana incazzatura non poteva non mettercela. Insomma, oggettivamente sono stati un par da stronzi mia da poc (per dirla nel mio dialetto)! Ora, bisogna solo vedere quanto ci metteranno ad appianare le cose, e se ci riusciranno mai del tutto...
Ino_Chan: e c'è stato anche il match Naruto-Sasuke. Niente botte, niente morti, ma tanta tanta amarezza... Io mi chiedo: perché, se amo tanto sia Naruto che Kiba, li tratto così male? ç_ç Sono una scemaaaa!
kage_naru89: dunque, dopo il volumetto 35 la situazione sentimentale non fa praticamente passi avanti. -.- Kishi passa il suo tempo tra battaglie e allenamenti, e in effetti al momento sembra che Sakura si stia innamorando di Naruto. Però ti ricordo sempre che Sasuke non è nei paraggi... Nel senso: se tornasse, siamo sicuri che lei non ci ricadrebbe? E poi io continuo a chiedermi perché Kishi avrebbe creato Hinata se non aveva intenzione di darle un ruolo almeno vagamente utile. Naruto non è bello, né intelligente, né fascinoso (non a 12 anni, almeno), eppure c'è questa tipa strana che gli muore dietro... Se voleva creare la debole erede del clan Hyuuga che si ispirava a lui per diventare forte, poteva anche evitare che avesse pure una cotta. Sempre che tutti noi lettori non abbiamo frainteso e lei in realtà lo ha sempre e soltanto ammirato, senza sconfinare nell'amore...
sonja: single o appaiato, l'unica cosa che importa è che Naruto sia felice, dal mio punto di vista! E mi adopererà con tutta me stessa perché alla fine lo sia!
0000: ohibò, non ti ho più detto che ne penso delle canzoni? Ma mi sono piaciute, ovviamente! Sono più o meno una spugna da questo punto di vista, assorbo e assimilo, e qualunque canzone (o quasi) dopo il terzo ascolto mi diventa gradita... Senza contare che ho bisogno di ritmi sempre nuovi per scrivere le diverse scene! Quando poi mi arriverà la maledetta internet key, magari riuscirò anche a scaricare i pezzi che voglio, invece id limitarmi ad ascoltarli su youtube... ç_ç Per quanto riguarda lo scontro Naruto-Sakura, beh, direi che siamo a posto così. Lasciamo che non si odino, per l'amor del cielo... Hanno ancora una vita di convivenza forzata davanti, perché sono ninja di Konoha!
Killkenny:
se con "illegalità del NejiHina" intendi che sono figli di genitori gemelli omozigoti, ti rimando alla risposta che ho già dato a Reina. In caso contrario, se è solo perché sono cugini, ribatto che non è illegale il matrimonio!
lilithkyubi:
ahi! XD Tasto dolente, citare Matsuri...! La trovo tollerabile soltanto in una fanfic, ma per il resto sarei soddisfatta se non fosse mai comparsa nell'universo di Naruto! (anche perché ho la tendenza a non considerare personaggi e avvenimenti che non ci sono nel manga!) Ciò detto, benvenuta in questo angolino da pazzi! Mi fa piacere sapere che leggi la fanfic, anche se ormai la NaruSaku è scoppiata e tutto lascerebbe intendere che si delinei il pericolo Hinata all'orizzonte... Indipendentemente da come andranno le cose, grazie per essere arrivata fino a qui!
gohan4ever: su, su. Passa, prima o poi. Ci stai male un po', e poi te ne fai una ragione... Insomma, se se la fa Naruto, non vedo perché non dovresti fartela anche tu! Sopravvivrai al crack della Narusaku! E lasciamo stare Hinata, povera piccola! Per ora non sa nemmeno che questi due si sono mollati! XD
maninja87: alla fine del manga mi ricrederò su Sasuke solo se morirà per salvare Naruto. A quel punto potrei anche piangere un po' per lui, e lamentarmi della sorte avversa... ma fino ad allora, lo odierò con tutta me stessa! >_< (anche perché ultimamente ruba un sacco di pagine che invece potrebbero essere dedicate a Naruto! ma insomma, il manga si chiama "Uchihas"? - come mi diceva qualcuno) Parlando dello scorso scontro Naruto-Sakura, a dire il vero sto iniziando a convincermi che la ICità sia un'illusione. In realtà nessuno a parte l'autore può dirci davvero come reagirebbe un personaggio in una determinata situazione, e ciò che una brava scrittrice di fanfic può fare è soltanto presentare una serie di azioni in modo che risultino tanto plausibili da sembrare vere. Tutto qui. Confesso che il più delle volte sono sicura soltanto delle mosse che combinano i personaggi che ho creato di sana pianta... e probabilmente è per questo che ho un gran bisogno di sentire i vostri pareri: per capire se sono riuscita nel mio intento o no! Grazie ancora per tutti i commenti che mi lasci, e non bruciarti i neuroni sui libri di scuola! U_U Nuociono gravemente alla salute, ma mica ce lo scrivono sopra, i fetenti!
arwen5786: "non c'è storia... sasuke è (purtroppo?..) sasuke, e sakura avrà bisogno certo del sole... ma ancor più dell'aria per respirare" <-- questo è esattamente il pensiero che ho cercato di trasmettere! Per quanto Naruto sia meraviglioso e perfetto, Sasuke è purtroppo Sasuke. E Sakura non smetterà mai di amarlo, almeno nella mia modesta opinione. Vuoi sapere che pensa Neji di Hinata? Te lo dico chiaramente: "una gran brava ragazza. Ma tutto lì" Insomma, non c'è passione, almeno non qui. Quando si guardano non scoccano scintille, quando si sorridono non parte la colonna sonora degli uccellini della Bella Addormentata nel bosco, e se sono costretti a combattere la tensione sessuale è totalmente assente! Per questo, se mai dovessero finire insieme, sarebbe per volere di Hiashi. E, certo, l'amore può nascere con il tempo... ma per il momento non c'è assolutamente. Allora, Shika ha fatto la sua apparizione qui, idem Temari e Gaara (anche se non tutti insieme)... per Jiraya e Tsunade invece dovrai attendere ancora tre giorni, visto che sicuramente li inserisco nel prossimo e ultimo capitolo! Uhuhuh, la loro scena l'ho pronta da due settimane, credo... Per le cose che ho sul pc, devo prima informarmi sulla legalità di certi... ehm... dettagli. Immagino che tu capisca! XD Senza contare che avrei una mezza malvagia idea di conservarli per i compleanni che mi stanno capitando a grappoli ultimamente...! XD (non a caso, so che probabilmente ti darò una brutta notizia così, ma... prevedo che la NejiHina arriverà il cinque luglio...) Un bacione! Ci troviamo su msn! ^^
sammy1987: lasciamo il suo tempo a Hinata, su! Ora come ora non sa nemmeno che Naruto e Sakura si sono lasciati! XD Diamole modo di raccogliere le idee e il coraggio, e soprattutto di dribblare il malefico padre e la diabolica sorella! Il confronto Naruto-Sakura è stato piuttosto pacato, tutto sommato... e infatti la rabbia e la frustrazione hanno fatto capolino davanti a Sasuke! Per fortuna Naruto non gli ha messo le mani addosso, se no era la volta buona che lo ammazzava sul serio! Per l'incontro tra Hinata e Naruto... non è mica detto che ci sia per forza, sai? Ma lo scoprai fra tre giorni, con il prossimo ed ultimo capitolo...!
1992: alt, ferma tutto! Se vogliamo restare in buoni rapporti, smetti immediatamente di chiamarmi Susanna tutta panna! Non lo sopporto, e se insisterai mi vedrò costretta a chiedere il divorzio! Secondariamente, ma che emozione ed emozione?? Chattare con me significa chattare con una volgare bimbaminkia (vedere Nonciclopedia per ulteriori dettagli), al massimo puoi avere PAURA! Dai, Sas'ke purtroppo se l'è cavata anche questa volta, ma in compenso ti posso assicurare che la NejiKiba non ersisterà MAI (mi adopererò perché ciò non accada)! Così come la KibaSaku, a parer mio... mentre ci sarà qualche moccioso misteriosamente battezzato Yumi...! ^_*
lale16: leggere il tuo commento è stato un'iniezione di orgoglio! Mi hai fatto sentire che stavo facendo un buon lavoro con Naruto, e per me è stato davvero importante! ^^ Oho... fossi in te non getterei al vento le impressioni su Hinata...
Urdi: vero che era tenero Naruto nello scorso capitolo? Sigh, mi sono sentita un po' perfida a trattarlo tanto male... Per quanto riguarda il mio voto, il professore voleva darmi trenta in effetti! XD Mi ha quasi chiesto scusa per il 29, ma avevo uno scritto che faceva media ed era 26! Anche dandomi 30 e lode, non arrivava più su! XD Però grazie per l'interessamento!
Hipatya: guarda, so perfettamente di aver forzato un po' gli Hyuuga. Né Hiashi né Hanabi sono davvero tanto stronzi, ma mi servivano dei cattivi! XD E poi ho sempre nutrito un insano risentimento per quella famiglia, Neji compreso... solo Hinata si salva! Sai invece non mi dispiace. Secondo me non tradirà più, perché non ne ha motivo... e che sia fratello di QUELLO LA' mi sembra un po' improbabile, perché sapevo che Kishi non aveva intenzione di parlare di Hebi, e lo farà giusto perché costretto... Comunque, grazie per i complimenti sulle reazioni di Naruto! So che essendo allo sprint finale è qui che mi gioco tutto, e pur avendo in testa un'idea precisa, certe volte mi trovo a non riuscire a far collimare le cose... per cui è importante per me sapere come mi sto muovendo! Anche se... le SasuSaku fan tendono ad essere imparziali! XD (anche le NaruSaku fan, se è per questo! XD)
Rhymes: ahi. Rosario. Accidenti... tra tutti i nomi proprio questo... Oh, non pensare male! In realtà è un nome cui sono particolarmente legata, ma è un ricordo triste, per cui ogni volta che lo userò, sarà solo quando sentirò di non poterne fare a meno. Se vuoi il mio contatto, è ayachan152003@hotmail.com. Ho orari di connessione un po' sballati, ma non farci caso... ^^' Comunque per Harry Potter io sono a posto! U_U Ormai ho assimilato e me ne sono fatta una ragione! Il viaggio verso Suna sarebbe una bella idea, sai? Peccato che mi sballerebbe qualche piano, quindi al massimo potrei riutilizzarlo come ipotesi prima della fine...! Come probabilità, credo che Sasuke che chiede PERDONO rasenti lo zero. Diciamo che lo vuole, ma non arriverà mai a chiederlo... è pur sempre l'emo-scemo Uchiha! E invece Naruto ha bisogno in qualche modo di assicurarsi che sia davvero finita, di vedere anche Sasuke per sbattere il muso contro la realtà nuda e cruda. Se non vuole scappare, deve fare anche questo. Scemo lui e crudele io. -.-
rina: discreto livello di sadismo qui, eh? Tra Sakura, Kiba e Hanabi, non si salva nessuno! XD Meno male che sono l'autrice e voglio bene a tutti a prescindere!
izayoi007: Naruto non ha perdonato. Naruto spera soltanto che con il tempo il dolore si atrofizzi e impari ad accettare come sono andate le cose. In fondo è convinto che Sakura abbia sempre amato Sasuke, e stupidamente crede quasi di essersi messo "tra di loro" per un breve periodo... ma che loro lo abbiano tradito resta. E fa male. Ed è impossibile da scordare. Ho visto il commento a Happiness, e sono felice di darti il mio contatto! (tanto nessuno si avventura a leggere tra tutte le risposte ai commenti...! XD) ayachan152003@hotmail.com
Kaho_chan: ohoh, tranquilla, tranquilla... i pairing di cui scrivo sono molteplici! Dopo aver tirato fuori una ShikaIno in Redenzione, direi che potrei persino avventurarmi in una ZETSUINO! E quella certa persona che ha scritto quella certa recensione sa bene fin dove può spingersi e dove deve fermarsi... ne abbiamo parlato a lungo! Sì, dai, lo confesso... la NaruSaku mi piace. sebbene non sia il mio pairing preferito, è un bel pairing. Soprattutto quando ne scrivono bene (e parlo di persone come te e harryherm)! Anche la KibaHina mi piace, e infatti ho sofferto ad allontanare i due piccioncini, e mi piacerebbe davvero che Hinata potesse lasciarsi amare da qualcuno... ma se vuole seguire Naruto fino in fondo, sarà lei ad amare per prima. E a lasciarsi amare (tratto da Moulin Rouge) Oh, sul finale potrebbe succedere di tutto. L'ultimo capitolo prevede resurrezioni, bambini imprevisti, misteriosi personaggi alla porta... di tutto e di più, insomma! Quando vuoi ispirarmi, oh se sono qui! *ç* Ti scrivo tutto quello che vuoi, giuro! XD (e sto meditando seriamente sulla raccolta... eheh) Un bacione!
tonyesp: penso che il talento di uno scrittore si veda dalla capacità di trattare qualunque argomento, ton caro. Quindi questa volta devo deluderti... se io riuscissi a scrivere KibaHina sarei soltanto più brava di prima! (e ci riuscirò, vedrai... anzi, ci sto già riuscendo) Per tutto il resto, beh... ne abbiamo discusso via messenger, giusto? ^_*


Aya

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Capitolo 63
*** Tra le pagine ***


Naruto-63

Capitolo sessantatreesimo

Tra le pagine





Rientrare nel suo appartamento lasciò una strana sensazione in Naruto.

La porta era rimasta aperta, e all’interno tutto era come doveva essere, in ordine e leggermente impolverato. C’erano il tavolo, e il divano, e i mobili... e i libri di Sakura... una sua maglietta... le ciabatte accanto all’ingresso.
Ogni occhiata una ferita.
Però non era venuta a riprendere le sue cose. Non lo aveva mollato di punto in bianco, cancellando la sua presenza da ogni angolo della casa.
Naruto fece un passo avanti, richiudendosi la porta alle spalle.
C’era silenzio, tanto, troppo silenzio.
Lentamente raggiunse il tavolo, e passò una mano sul ripiano opaco. La polvere rimase sui suoi polpastrelli, soffice e impalpabile, e una striscia più scura si disegnò sul legno.
Lasciò ricadere il braccio lungo il fianco.
Quel posto gli sembrava troppo grande, ora. Spoglio, vuoto... abbandonato.
Ma forse era solo lui a sentirsi così.
Un ricordo gli sfiorò la mente, improvviso e doloroso.
Le lacrime di Sakura, bloccata sotto di lui, i suoi singhiozzi e la sua confessione, e la luce fredda della luna; il nome di Sasuke nella sua bocca.
Chissà se anche il letto era rimasto intatto, disordinato come allora.
Naruto lo cercò, con gli occhi e con il corpo.
Ma quando lo vide, e vide le lenzuola sfatte, non provò nulla.
Solo desolazione.
Il balsamo che erano state le parole di Shikamaru non arrivava a riempire fin lì.
Raggiunse il materasso con passo stanco, e rimase a fissarlo per un tempo interminabile, immobile.
Lì aveva dormito con lei.
Lì avevano fatto l’amore.
Lì si erano detti “ti amo”.
Ma ora era tutto finito.
A un tratto intravide un luccichio tra le lenzuola, e si piegò per intrufolare la mano sotto una piega della stoffa. Sentì le dita raggiungere qualcosa di freddo e liscio, metallico forse... e quando le tirò indietro, si scoprì a stringere il coprifronte. Il suo coprifronte. Lo stesso che Kyuubi aveva abbandonato con noncuranza.
Lo guardò, lo mosse appena nel palmo, e quello mandò riflessi opachi. Impolverato, come tutto del resto.
Con una mano, Naruto lo ripulì.
Quello era il simbolo della Foglia.
Ciò in cui credeva.
Ciò che lui era.
Kyuubi sapeva che lasciarlo indietro avrebbe avuto un significato preciso, e lo aveva fatto consapevolmente e subdolamente. Il coprifronte sarebbe stato un aiuto prezioso, per il debole Naruto che le aveva lasciato il suo corpo.
Ma il debole e sciocco Naruto era tornato anche da solo, e ora era lì, con il simbolo freddo del suo credo posato sul palmo.
Non gli serviva una placchetta di metallo per essere ninja. La Foglia era scolpita nel suo cuore così come il sigillo era scolpito attorno al suo ombelico.
Con cura e attenzione, avvolse i lembi di stoffa del coprifronte e lo posò sul comodino, accanto al libro che Sakura stava leggendo prima che le cose precipitassero. Stranamente, non era uno dei soliti pesanti volumi sul chakra o la medicina; per una volta, era un libro di favole. Favole di personaggi cattivi che ottenevano la redenzione. Leggendo il titolo, Naruto si chiese a chi pensava Sakura mentre le pagine scorrevano sotto i suoi occhi...
A distrarlo fu un colore, all’improvviso.
Con la coda dell’occhio, in tutto il candore delle lenzuola, gli sembrò di distinguere una macchia rossa.
Corrugando la fronte si sporse per guardare meglio... e sul materasso, sparse irregolarmente, trovò poche gocce di sangue ormai rappreso e tendente al marrone.
Sangue.
Perché c’era del sangue?
Il suo cuore fece un balzo nel petto, e immagini confuse sfrecciarono nella sua memoria, rapide e distorte dai pensieri opprimenti di Kyuubi.
Vide la propria mano sfilare il coprifronte e gettarlo sul letto nella notte in cui si era arreso; poi vide l’angolo in ombra, e lì... il gatto. L’altro Naruto.
Dov’era adesso?
Ricordò di essersi accucciato davanti a lui, di aver sorriso.
Chi gli aveva portato da mangiare in quei giorni?
Si allontanò bruscamente dal letto e corse a cercare le ciotole del gatto. Ancora sporche, erano al loro posto accanto alla parete, ed era chiaro che nessuno le lavava da giorni.
Mentre i suoi occhi si spalancavano lentamente, ricordò di aver teso un braccio e di aver afferrato l’altro Naruto per la collottola, nonostante le sue proteste. Ricordò il dolore leggero dei graffi sul polso, il miagolio minaccioso dell’animale, e poi il tonfo sordo che aveva fatto rimbalzando sul letto.
«Mi spiace per te, ti hanno dato un nome che fa schifo» aveva detto Kyuubi, bloccandolo contro il materasso, le dita strette sulle costole e affondate nel pelo dorato.
Un ultimo miagolio sordo, di chi non si arrende. I suoi occhi, due fari nel buio.
E poi...
Naruto piegò il collo, si passò una mano sul viso sudato.
E poi...
...Le gocce di sangue.
Sentì il cuore rallentare nel suo petto, mentre i ricordi si affievolivano e scomparivano nella nebbia. Con il dorso della mano asciugò il sudore tra bocca e naso, turbato.
Finché non sentì il passo felpato, impercettibile.
Sollevò la testa di scatto, i sensi attenti, e i suoi occhi si posarono sul panorama che si vedeva fuori dalla finestra, che qualcuno aveva lasciato aperta.
Vide il davanzale, la strada al di sotto, il tetto della casa accanto...
...E lì, seduto con la coda ondeggiante, un gatto.
Non cucciolo, non adulto.
Fermo.
Aveva il pelo di uno strano color crema, tendente al biondo miele, e gli occhi azzurri. Si limitava a starsene seduto, e lo guardava senza miagolare. Il suo pelo era lucido e folto, splendente sotto il sole. Era magro, ma della magrezza di un animale che si è mosso troppo pur mangiando, e la sua coda ondeggiava pigramente nell’aria.
Lo fissava.
Guardingo, sospettoso, lo teneva sotto controllo.
Forse aveva fame.
Naruto rimase immobile, guardandolo negli occhi. Avevano un colore simile al suo.
Poi, un sorriso si fece largo fino alle sue labbra, mentre raggiungeva la finestra e posava i gomiti sul davanzale.

«Hai fame?» chiese a voce alta, come se il gatto avesse davvero potuto capirlo.
Quello sembrò annuire, in un movimento casuale del muso più chiaro, e le sue orecchie si alzarono e abbassarono diffidenti.
Naruto scoppiò a ridere, chinando il capo, ma anche la risata scemò e scomparve, lasciando il posto a un sorriso amaro.
«...Mi stai dicendo che devo riguadagnarmela, la tua fiducia?» chiese in un sussurro roco, più a sé stesso che a lui.
Ricordò le dita strette attorno alle costole del gatto, ricordò il cuore che batteva forte sotto il suo pelo, e poi... ricordò il dolore delle unghie che penetravano nella pelle del braccio.
Le sue unghie, quelle della mano ancora libera.
Ricordò la sensazione, più che l’azione, il momento in cui aveva fermato Kyuubi, a costo di farsi del male.
Lui non c’entra”
Le gocce di sangue che dal braccio cadevano sul lenzuolo, il ghigno irritato della volpe.
E la stretta che si scioglieva dal gatto, i passi che arretravano nervosamente.
E va bene. Ma doniamogli almeno la libertà, non ti pare?”
La finestra che veniva aperta.
«Ah, ecco...» si trovò a mormorare, mentre ciocche disordinate di capelli gli sfioravano la fronte madida di sudore. «Non ricordavo questo dettaglio»
Probabilmente il gatto era passato dal cornicione, e poi aveva raggiunto gli altri tetti.
Naruto rialzò il capo e tornò a cercare gli occhi dell’altro Naruto, che non aveva mosso un muscolo.
«Vediamo chi ha più pazienza» lo provocò, con aria di sfida mista a pacatezza. «Io lascio la ciotola sul davanzale. Quando decidi di tornare, fammi un fischio»
E con un sorriso blando si fece indietro e voltò le spalle alla finestra, alla ricerca di una scatoletta ancora da aprire.

Dieci minuti e una doccia dopo, mentre rimetteva ordine stancamente e guardava afflitto la polvere che si era accumulata negli angoli, gettò un’occhiata verso la finestra. La ciotola era ancora lì, intatta.
Sospirò depresso, raccogliendo i vestiti di Sakura e piegandoli quasi con devozione. Li lasciò sul divano, in ordine, per quando fosse venuta a prenderli.
Aprì i cassetti, divise le sue cose da quelle di lei, cercando di non pensarci, cercando di non ricordare ogni singolo istante vissuto lì dentro, l’espressione di Sakura mentre sistemava tutto, i suoi rimproveri quando lui lasciava in giro i vestiti, le piccole liti sull’ordine... e a un tratto la sua mano urtò qualcosa di solido, tra gli abiti.
Naruto socchiuse le labbra, comprendendo immediatamente di cosa si trattava.
Chiuse le dita attorno all’involto freddo e lo estrasse dal cassetto.
Stoffa blu, attorno a un coprifronte, di nuovo. Liberò la placchetta di metallo e la guardò luccicare per qualche attimo, dopo anni di buio. Il simbolo inciso della foglia era sfregiato orizzontalmente, più o meno a metà altezza. Ricordava quel segno.
Perché lo aveva fatto lui.
Tanto tempo prima, in uno scontro che ancora ricordava perfettamente, con un rasengan tendente al viola e sotto una cascata scrosciante.
Quello era il coprifronte del Sasuke dodicenne che aveva tradito Konoha.
Naruto lo aveva conservato per tutti quegli anni, ansioso di restituirlo al legittimo proprietario, ma quando era arrivato il momento e Sasuke era tornato al villaggio erano successe tante cose che aveva finito per dimenticarsene.
Lo soppesò nella mano, guardandolo atono.
Quel coprifronte era il simbolo del tradimento. Dell’abbandono.
Ma allo stesso tempo, era il simbolo del rapporto che li univa... erano stati amici, fratelli, forse... ma prima di tutto rivali.
Strinse le dita attorno al metallo freddo, e rialzò il capo.
Raggiunse il comodino accanto al letto, si fermò davanti al proprio coprifronte, posato accanto al libro di favole, ed esitò per un istante. Poi, con la stessa delicatezza con cui aveva ripiegato i vestiti di Sakura, lo lasciò sul piano di legno, accanto agli altri due oggetti.
Uno per ogni membro del Team sette.
Uno per ognuno di loro.
Di nuovo uniti.
Almeno lì.
Chissà quanto tempo ci sarebbe voluto prima che potessero esserlo davvero, prima che il dolore scemasse... prima che la sola idea di Sakura e Sasuke insieme non togliesse il fiato a Naruto.
Chissà se.
...Ma era inutile pensarci ora.
Le cose erano andate nel peggiore dei modi, e basta.
Non si tornava indietro.
Voltò le spalle al comodino e tornò verso i cassetti, cupo.
Era triste essere soli... ormai aveva fatto l’abitudine alla presenza costante di Sakura – ma sì, anche a quella del gatto – e perderla all’improvviso era stato più brutto del previsto.
Mentre si crogiolava in un vortice di autocommiserazione paurosamente profondo, quasi non si accorse dei colpi alla porta. Gli arrivò soltanto una vaga eco, e ci mise non meno di tre secondi per realizzare che qualcuno stava bussando.
Il suo stomaco si contrasse sgradevolmente.
Sakura? Di già?
Raggiunse l’ingresso con i piedi di piombo, il cuore in gola.
Allora voleva concludere tutto tanto in fretta? Voleva cancellare anche le ultime tracce della sua presenza, da subito?
Naruto posò la mano sulla maniglia, deglutì un’ultima volta, e la abbassò.
«Oh. Ma allora ci sei?» chiese Iruka sulla soglia, con il pugno ancora sollevato e pronto per bussare di nuovo.
Lo stomaco di Naruto si sciolse in fretta, e le sue sopracciglia si inarcarono per la sorpresa.
«Maestro Iruka!» esclamò, illuminandosi.
«Ho saputo che ti hanno rilasciato, pericoloso criminale» sorrise il chuunin, ghignando sulle ultime due parole. «Così ho pensato di fare un salto a trovarti...»
«Hai fatto benissimo!» ribatté Naruto, facendosi da parte per lasciarlo entrare. «Mi spiace solo che la casa sia ancora in disordine... sono appena rientrato, stavo sistemando... Vuoi un tè? O andiamo a prenderci un ramen?»
«Preferirei restare in casa, se non ti spiace»
«Oh. Ehm. Allora dammi dieci minuti per trovare il tè, perché non ho idea di dove sia!»
Iruka entrò sorridendo, e guardò Naruto che apriva tutti gli armadietti e spostava le cose bofonchiando.
Quasi diciotto anni, e nonostante tutto gli ricordava ancora il ragazzino goffo che lo supplicava di provare il coprifronte da Ichiraku.
Eppure...
Il sorriso scemò fino a scomparire.
Solo pochi giorni prima quel ragazzino aveva rischiato di devastare il villaggio, di fuggire e quindi appiopparsi un’accusa di tradimento, e di uccidere il suo migliore amico, quasi un fratello.
Iruka aveva fatto qualche ricerca, poche domande alle persone giuste... ed era giunto alla conclusione che, insieme all’indebolimento del sigillo, c’era stato qualcos’altro che lo aveva spinto a cedere. Qualcun altro, anzi. Vedendo i vestiti di Sakura piegati sul divano ne ebbe la conferma.
«Trovato!» esultò Naruto in quel momento, sventolando tutto esultante una confezione di tè verde dall’aria vissuta. «Non ho dolcetti, ma c’è della carne per gatti. Va bene lo stesso?»
«Ehm... No» rifiutò Iruka, vagamente disgustato.
Naruto ghignò. «Scherzavo, eh»
Il tempo di far bollire l’acqua e depositare il tè, e i due si trovarono seduti attorno al tavolo, con un pacco di biscotti rimediato per miracolo tra loro.
«Gli Anbu ti hanno trattato bene?» chiese Iruka sgranocchiando un dolcetto.
Naruto fece una smorfia. «Domanda del cavolo» bofonchiò. «Odio stare rinchiuso, anche se fosse stato una reggia l’avrei detestato quel posto»
«Scusa, hai ragione... Quello che intendevo dire era... sì, beh... ti hanno fatto del...»
«Del male?» Naruto sbuffò amaramente. «Con il rischio che decidessi di mettere il pelo e farli fuori tutti? Avevano paura, maestro Iruka. Non mi hanno sfiorato neanche con un dito»
Iruka abbassò lo sguardo, stringendo le dita attorno alla sua tazza di tè.
«Naruto...» mormorò dopo un po’, tornando a fissarlo. «Da quanto... da quanto tempo c’era qualcosa che non andava?»
Naruto si incupì, e distolse gli occhi. Si strinse nelle spalle. «Forse da sempre» bofonchiò, vagamente melodrammatico. «No, beh... da quando Sasuke è tornato. Sakura non... non lo ha mai dimenticato, credo. E io probabilmente me ne ero reso conto... Poi il sigillo era stato sciolto, e Kyuubi... beh, Kyuubi ha fatto quel che ha fatto, e che era nella sua natura»
La giustifichi un po’ troppo, Naruto...” si trovò a pensare Iruka; ma lo tenne per sé, preferendo sorvolare.
«Perché non hai detto nulla a nessuno?» chiese invece. «Perché non ne hai parlato neanche a me?»
Naruto ricordò le emozioni di quei momenti, il terrore irrazionale che Sasuke gli portasse via Sakura, la confusione, i sentimenti incerti; e poi il tradimento, e l’impressione di essere più che patetico; si era sentito così da schifo, all’epoca... aveva temuto che anche gli altri lo avrebbero trovato debole, e basta.
«Io... non... non so, ecco...» mormorò nervosamente, stringendo la sua tazza di tè. «Credo... credo che... mi vergognassi» aggiunse alla fine, a voce bassissima, e arrossì bruscamente.
Iruka si lasciò sfuggire un sorriso.
Rieccolo, il ragazzino goffo.
«Scemo» gli disse affettuosamente. «Davvero credi che chi ti sta attorno avrebbe avuto da ridire qualcosa? Hai così poca fiducia in noi?»
Naruto non rispose, sentendo gli occhi pizzicare.
Certo, con il senno di poi chiedere aiuto a qualcuno sembrava la soluzione più immediata, la migliore. Ma all’epoca non aveva nemmeno voluto considerarla.
«...Penso che tutti, bene o male, ci fossimo accorti che qualcosa non andava» proseguì il chuunin dopo qualche istante di silenzio. «Ma tu sorridevi, e completavi una missione dopo l’altra... e pensavamo che fossi tanto forte e imbattibile...» sospirò, cupo. «Abbiamo sbagliato anche noi, Naruto. Non pensare che sia solo ‘colpa’ tua, se poi di colpa si può parlare...» alzò gli occhi, e gettò uno sguardo alla testa china di Naruto. «Hai capito?»
Il biondo annuì impercettibilmente, passandosi di nascosto una mano sugli occhi.
«Sì...» mormorò tirando su con il naso, e quando sollevò il capo insieme al solito ghigno c’erano i resti delle lacrime.

Mezzora dopo il maestro se n'era andato, tra le proteste di Naruto, dicendo che aveva da correggere cinquantadue compiti in classe per l’indomani e che Konohamaru voleva disperatamente chiedergli consiglio per l’esame di chunin che si sarebbe tenuto di lì a due anni, minimo.
Naruto aveva dovuto lasciarlo andare, e si era trovato di nuovo solo.
Il pomeriggio si tingeva lentamente di arancio, fuori dalla finestra, e la ciotola del gatto era ancora intatta sul davanzale. C’era silenzio, nell’appartamento.
Naruto si passò una mano tra i capelli, guardando tutti i lavori che ancora doveva fare, e preferì distrarsi pensando ancora un po’ al maestro Iruka.
Sorrise, arrossendo come un bambino, e la sensazione di calore che provava ogni volta che lo vedeva si irradiò dal ricordo, facendolo sentire particolarmente bene.
Quando pensava a Yondaime sentiva orgoglio, rancore, invidia, ammirazione... Fuoco e ghiaccio, nostalgia e sollievo.
Quando pensava al chunin che si era preso cura di lui, invece, provava soltanto un’uniforme sensazione di tepore.
Era piacevole.
Papà.
Che parola imbarazzante.
Arrossendo da solo, incassò la testa tra le spalle e raggiunse in fretta la libreria. Forse sistemando i complicati e noiosissimi libri di Sakura sarebbe tornato del ben più rassicurante umore cupo che aveva prima, rifletté.
Eliminò un intero ripiano intriso di parole come ‘chakra’, ‘curare’, e ‘manuale’, e poi passò al successivo, sentendo la depressione che tornava lentamente ad allungare i suoi tentacoli.
Finché, per assurdo, non incappò in un suo libro.
O almeno, sperava che fosse tale... Perché se Sakura fosse stata un’appassionata della serie della Pomiciata, avrebbe iniziato a pensare di essersi sbagliato su molte cose.
Lo estrasse dallo scaffale e lo sfogliò, perplesso. Ah, ecco, sulla prima pagina c’era una dedica del maestro Jiraya...
A Naruto, augurandogli di imparare a fondo da letture pregevoli come questa
Fece una smorfia scettica.
«Letture pregevoli...» commentò ridacchiando, e lo gettò sul divano con noncuranza. Tornò allo scaffale, e di nuovo incappò in un volume strano.
La copertina era rovinata, datata forse, tanto che non si leggeva nemmeno il titolo. Naruto prese in mano il libro e cercò di capire cosa si trovasse davanti, perplesso. Non ricordava di averlo mai visto, forse era di Sakura...? All’interno, una dedica sbiadita e illeggibile. Voltò un’altra pagina, e finalmente lesse il nome dell’autore.
Jiraya.
Corrugò la fronte, perplesso. Che diavolo era quella cosa?
Senza molte speranze, diede un’occhiata alla prima pagina. Niente donne prosperose, niente occhiate intrise di lussuria, niente cocktail ad alta gradazione... solo... un ninja.
Chiamato Naruto.
Naruto sbatté le palpebre, sorpreso.
«Ma che...?» si trovò a dire a voce alta, sentendo inspiegabilmente il cuore che accelerava.
Involontariamente, i suoi occhi continuarono a seguire l’andamento dell’inchiostro, una riga dopo l’altra, una pagina dopo l’altra... C’era curiosità, c’era emozione, e c’era... diavolo. Solo a pensarlo era assurdo, ma... c’era la voglia di sapere come andava avanti.
Non si accorse nemmeno di essersi seduto sul divano, i gomiti appoggiati alle ginocchia, lo sguardo fisso sulle pagine ingiallite.
Quel libro era completamente diverso da tutto ciò che aveva letto fino a quel momento di Jiraya, e in qualche modo... senza riuscire a spiegarselo... si sentiva legato al protagonista.
Finché non ricordò le parole di Jiraya, ormai lontane nel tempo. Il suo sorriso sghembo, mentre gli raccontava la genesi del suo nome.

E allora per la prima volta nella sua vita si immerse completamente nella lettura, nel mondo narrato dalla mano dell’autore, nelle vittorie e nelle sconfitte dei personaggi.
Era talmente concentrato che non vide la sagoma comparsa sul davanzale; non vide la coda color crema che ondeggiava cauta, il muso chiaro che si avvicinava alla ciotola con circospezione... Non incontrò gli occhi azzurri dell’altro Naruto che lo controllava, e non lo vide sedersi, avvolgere la coda attorno alle zampe, e iniziare a mangiare.



Jiraya fissava il soffitto contrariato.
Aveva sempre pensato che Shizune dovesse nascondere qualche segreto, perché nessuna persona normale avrebbe seguito Tsunade senza restarne un minimo influenzata – negativamente, purtroppo. Sfortunatamente il seno non era qualcosa che si trasmetteva. E infatti quel giorno aveva scoperto tutta la natura diabolica della malefica assistente dell’Hokage.
«Sono un convalescente, maledizione...» bofonchiò, con il lenzuolo tirato fin sotto il naso. «Non posso scendere dal letto, non posso lanciare occhiate alle infermiere, non posso nemmeno andare in bagno senza che uno stupido e orripilante uomo mi ci accompagni... Perché non mi è concessa neanche una rivista porno? Perché ha dovuto sequestrarmela?»
Si annoiava da morire.
Le forze gli stavano lentamente tornando, dopo qualche giorno di riposo assoluto, ma il suo chakra avrebbe impiegato più tempo a rigenerarsi, perché era arrivato a un soffio dal consumarlo completamente. Se Sakura non fosse intervenuta sul posto, non sarebbe arrivato vivo all’ospedale.
E poi... Poi, Tsunade si era occupata di lui.
Un incubo.
Anestesia? Pfui! Un incosciente del suo stampo non la meritava. Delicatezza? Per lui, che con gioia buttava al vento la sua vita? Neanche per sogno. Lo avrebbe curato solo per fargli un dispetto, visto che era dichiaratamente un aspirante suicida.
A nulla era servito ricordarle che era l’unico modo per portare indietro Naruto, a nulla era servito farle presente che lei era stata d’accordo... Tsunade doveva pur scaricare la tensione di averlo quasi visto morire.
E aveva scelto di usarlo come punching ball.
Jiraya sbuffò sotto il lenzuolo.
Che. Noia.
Tutto ciò che sapeva del mondo esterno era che Naruto era stato liberato e che il Consiglio intero tremava al solo nominare Tsunade. E, personalmente, si riteneva offeso dall’assenza del biondo al suo capezzale.
Insomma, per colpa di chi era in quelle condizioni?
Mentre si dilettava con pensieri allegri e piacevoli come questi, sentì qualcuno bussare delicatamente.
«Sì?» grugnì, sperando che non fosse Tsunade.
La porta si aprì e una delle visioni più dolci della sua vita si stagliò sulla soglia, in un alone dorato che sapeva di rosa.
Un’infermiera.
Carina, pure.
«E’ l’ora della medicazione?» chiese Jiraya speranzoso.
Quella gli sorrise – miele che colava sul suo cuore ferito – e poi, orrore, scosse la testa.
«No, ma c’è una visita per voi» annunciò, facendosi da parte.
E alla sua leggiadra figurina si sostituì quella decisamente meno eccitante di un Naruto in tuta arancione e scatoletta di ramen istantaneo alla mano.
«‘Giorno!» lo salutò con un ghigno, entrando nella stanza.
Jiraya cercò di intravedere l’infermiera alle sue spalle, ma lei richiuse la porta e scomparve, portandosi via anche il raggio di sole nella sua giornata.
«Ehilà?» fece Naruto, offeso per la scarsa attenzione tributatagli. «Eremita porcello, guardi che sono qui per lei» disse, posando il ramen sul comodino come generoso regalo per il convalescente.
Finalmente il sannin si degnò di guardarlo, e mise su un broncio degno di Ino. «Alla buonora» commentò sostenuto. «Potevi quasi aspettare che mi dimettessero»
«Ho avuto da fare!» si schermì Naruto, sedendosi sulla sedia accanto al letto a gambe larghe. «Dovevo sistemare tutta la casa, e dividere le mie cose da quelle di Sakura»
Sentendolo pronunciare il nome della kunoichi, Jiraya assottigliò gli occhi per un istante.

«...Tutto bene?» chiese dopo un attimo, in tono più serio.
Naruto si strinse nelle spalle, schivando il suo sguardo.
«Eremita porcello, io non mi abbatto mai» se ne uscì alla fine, forzando leggermente il tono.
Frugò per un attimo nel marsupio, e poi gettò sulle lenzuola di Jiraya una copia malridotta dell’unica sua opera che non fosse un distillato di erotismo e sensualità, la storia parzialmente autobiografica del ninja da cui prendeva il nome. «Sono come questo personaggio, direi» ghignò.
Jiraya, dopo l’iniziale sorpresa, si lasciò andare a un sorriso e un sospiro. «Sì, sei come lui»
E mentalmente, perché non c’era bisogno di dirlo a voce alta, aggiunse: “Minato e Kushina sarebbero fieri di te...”
«Ah, tra parentesi...» ricordò Naruto all’improvviso, dopo qualche istante di compiacimento; si rimise a cercare nel marsupio, e di colpo tirò fuori una copia del Paradiso della Pomiciata che Jiraya riconobbe per quella che gli aveva regalato al suo quindicesimo compleanno, autografata, con sovraccoperta rigida e tanto di dedica. «Ho iniziato a leggere anche questo» se ne uscì il biondo, perplesso lui per primo. «Sa, credo di averlo rivalutato»
Negli occhi di Jiraya passò un brillio di gioia. «Davvero?» chiese entusiasta.
«Sì, beh... ora posso capirlo molto di più» commentò Naruto solennemente.
Il sannin assottigliò gli occhi.
In poche parole... ora che il baldo giovane si era allegramente rotolato tra le lenzuola con Sakura poteva finalmente apprezzare un certo tipo d’opera? Strano, di solito era il contrario.
«Sa, qua, nella parte centrale...» spiegò Naruto, sfogliando le pagine fino a una contrassegnata. «...Dove il protagonista inizia a pensare che l’amica non è più tanto amica... Sì, insomma, è roba profonda» fissò intensamente Jiraya.
Lui si schiarì la voce. «Oh, ehm, certo» commentò cercando di apparire sicuro.
Per quel che ricordava, nel rapporto tra quei due c’era una sola cosa profonda. E non erano i dialoghi.
Ma se Naruto leggeva la sua Grande Opera, pur fraintendendone i veri scopi, beh... in ogni caso la leggeva. Era sempre un primo passo verso un futuro glorioso e luminoso. Come il suo.
Jiraya abbassò lo sguardo su di sé: era in un letto d’ospedale, senza una donna al suo capezzale, e in procinto di ricevere l’ennesima tortura dall’unico essere di sesso femminile che davvero lo terrorizzasse – la visita delle sei si avvicinava con preoccupante rapidità...
Okay, okay. Forse quello non era un presente glorioso e luminoso.

Ma il concetto era chiaro, no?

In fondo Naruto era destinato a rivoluzionare il mondo dei ninja, doveva pur farsi una cultura degna di rispetto.
«...Senta...» riprese il biondo dopo un attimo, ostentando un’aria noncurante assolutamente falsa. «Sa mica niente di Orochimaru...?»
Blando tentativo di chiedere di Sasuke girandoci intorno.
Jiraya chiuse gli occhi, sprofondando nel cuscino soffice.
«...Il corpo di Kabuto sta per cedere» rispose piano. «Tsunade dice che la coscienza di Orochimaru sta iniziando a mostrare le prime anomalie... ogni tanto è Kabuto a delirare, ogni tanto i suoi sono solo comportamenti istintivi e animaleschi... ma sono riusciti a prelevare un campione dei tessuti, nonostante Kabuto non avesse il marchio canonico... Sperano di riuscire a ricavarne un antidoto per Sasuke»
«Ah» si limitò a commentare Naruto, sentendosi leggermente in colpa.
Dunque Sasuke aveva la possibilità di salvarsi... e Orochimaru no. Il team sette avrebbe potuto riunirsi, in futuro... e i sannin no. Mai più.
Forse avrebbe dovuto fare di più, forse aveva conciato troppo male il corpo di Kabuto, forse, forse, forse...
«Ehi» lo richiamò Jiraya, scoccandogli un’occhiata severa. «Niente pensieri stupidi. Non è colpa tua»
Naruto si lasciò andare a un sorriso mesto.
«Ultimamente me lo dicono tutti...»

Un piano sopra, nella singola occupata da Sasuke Uchiha, tutto taceva.
L’unico paziente della stanza era seduto con i cuscini dietro la schiena e un libro tra le mani, Riabilitazione.
Leggeva senza muovere nulla oltre agli occhi, e mentre una parte del suo cervello era concentrata sulle parole, un’altra controllava che il segno maledetto sul suo collo pulsasse in sottofondo, abbastanza piano da non costituire un problema. Poi, c’era il neurone solitario che si chiedeva quando Sakura sarebbe entrata dalla porta.
Erano almeno due ore che nessuno si presentava, e la flebo tirava le cuoia gocciolando piano fin nelle sue vene.
Sasuke iniziava ad annoiarsi.
Per sport, decise di delegare tre o quattro neuroni all’ascolto di quello che succedeva lungo il piano; in fondo aveva pur sempre un udito straordinario, poteva captare qualche notizia dall’esterno e passare un paio di minuti. Se non che, la prima cosa che sentì fu un insolito trapestio, come una corsa. E quando la sua porta fu spalancata all’improvviso, fece un salto nel letto, e il libro volò per terra, ancora aperto.
«Sasuke!» gridò Sakura, insolitamente agitata, con gli occhi lucidi e le guance arrossate. «Ce l’abbiamo fatta, l’abbiamo trovato!» strillò, saltando sul suo letto incurante delle più elementari norme di sicurezza. Prima che Sasuke potesse riprendersi, si vide le sue braccia gettate al collo e la sentì che scoppiava a piangere contro la sua spalla. «Abbiamo l’antidoto, Sasuke, ce l’abbiamo!» singhiozzò tra le risate, stritolandolo nella sua presa ferrea.
L’Uchiha impiegò almeno due secondi per recepire la notizia.
E poi, evento quanto mai raro, sentì il sangue affluire al viso e il sollievo invaderlo.
Una vita da progettare, da pianificare sul serio.
Un clan da rifondare, il rispetto da riacquistare... e chissà, forse... anche la polizia, lo storico lavoro degli Uchiha, magari.
Senza pensarci due volte avvolse le braccia attorno alla schiena di Sakura e ricambiò il suo abbraccio, affondando il naso nel suo collo, e rimase ad ascoltare il battito del proprio cuore e di quello di lei, irregolari, in contro-tempo, ma così forti...
«Ce l’abbiamo fatta...!» sussurrò di nuovo Sakura, allontanandosi appena e tirando su con il naso. «Ci vorrà del tempo... e forse non riusciremo a eliminare del tutto il virus... ma smetterà di essere un pericolo. Abbiamo trovato questo enzima, che si combina con il sistema immunitario... era nel sangue di Orochimaru... e poi c’è la formula di contenimento che ha usato il maestro Kakashi...» rise, tra le lacrime. «Ce l’abbiamo fatta, Sasuke! Sopravvivrai, sicuramente!»
Lui l’ascoltò, con gli occhi brillanti, e poi, d’impulso, le prese il viso tra le mani e le impresse un bacio di rara intensità, considerato il soggetto. Sakura non perse tempo a sorprendersi, e optò per un più conveniente avvinghiamento alle sue spalle, comprensivo di risposta infuocata.
Ripresero fiato solo al primo fischio, e staccandosi videro che sulla soglia erano assiepati infermieri, medici e pazienti, con ghigni molto allusivi e applausi appena accennati.
Tutti e due avvamparono – e il contrasto tra il rosso delle guance e il rosa dei capelli di Sakura fu un vero pugno nello stomaco - e Sasuke la allontanò bruscamente, fulminando il pubblico con una delle sue occhiate peggiori.
«Ehm, lascia stare lo sharingan, per favore» borbottò Sakura, leggermente delusa per l’allontanamento repentino.
Sasuke decise di ritirarsi dignitosamente, e, voltate le spalle tutti, incrociò le braccia sul petto con il folle desiderio di lanciare il bastone della flebo verso la porta.
Sakura sospirò, lasciandosi andare a un mezzo sorriso.
No, Sasuke non era tipo da pubbliche effusioni, come Naruto.
Ma lei lo amava, nonostante tutto.
E lui amava lei.
E sarebbero stati insieme.
Finalmente.

Neanche mezzora dopo che Naruto se ne era andato, la tanto temuta visita delle sei arrivò anche per Jiraya.
Tsunade non bussò prima di entrare, si limitò a farsi avanti con passo marziale e a sfogliare la sua cartella clinica con sguardo severo. Jiraya deglutì, prevedendo la serie di innominabili dolori che lei gli avrebbe inflitto, e cercò di rannicchiarsi in un angolo del letto, con una smorfia.
«Poche balle» lo apostrofò Tsunade, vedendolo arretrare. «Tanto non scappi» gettò la cartella sul comodino e con un unico gesto secco tirò indietro le lenzuola.
«Ma tu ci godi così tanto a farmi del male?» piagnucolò l’eroico sannin, guardandola male.
«Chiudi la bocca» lo seccò lei, tirando fuori di tasca una siringa nuova e una boccetta scura. Senza commenti, infilò l’ago nella gomma dell’apertura e aspirò il liquido trasparente che conteneva, fino all’ultima goccia. Mentre spingeva lo stantuffo per far uscire eventuali bolle d’aria, Jiraya inarcò un sopracciglio.
«Anestetico?» chiese speranzoso.
«Sì» ribatté lei, e, posata un attimo la siringa, sfilò da un’altra tasca il laccio emostatico e lo strinse attorno al braccio del sannin, con discreta forza.
«Ahi» protestò lui, e lei incurante affondò l’ago nella pelle. «Ahi!» ripeté Jiraya, stringendo i denti. «E’ l’ultima trovata per farmi soffrire?» mugugnò, dopo che il cotone fu posato nell’incavo del suo gomito e il laccio tolto. «Preannunci il paradiso e poi infierisci?»
«Zitto» ribatté Tsunade.
E solo allora lui si rese conto che sembrava strana. Di cattivo umore, avrebbe detto, se non avesse saputo che ‘cattivo umore’ nel suo caso significava mobili scagliati per la stanza.
Corrugò la fronte, mentre sentiva un leggero torpore irradiarsi dal braccio al resto del corpo, e cercò di scrutare la sua espressione.
«E’ successo qualcosa?» chiese cauto.
Lei si morse le labbra, ma non rispose. «Apri la camicia» gli ordinò invece, le mani già avvolte da un sottile strato di chakra, e poi, senza più parlare, posò i palmi sulla pelle nuda del suo petto.
Normalmente questo tipo di visita poteva essere una tortura. Il chakra che lambiva i vasi del chakra bruciava, spingendosi fino alle zone più remote, e in breve tempo l’intero corpo iniziava a scottare. Con l’anestesia, tuttavia, Jiraya sentì soltanto un vago formicolio diffuso, quasi piacevole.
Avrebbe anche potuto addormentarsi sotto quelle carezze professionali, e la prospettiva da cui scrutava la scollatura di Tsunade gli suggeriva che avrebbe potuto anche avere un altro tipo di reazione, sotto quelle carezze provocanti.
Finché lei non aprì bocca.
«Orochimaru è in agonia»
Ogni minima traccia di piacere scomparve dal corpo di Jiraya.
Silenzio.
«...Capisco» mormorò il sannin dopo alcuni lunghi istanti, e un sorriso amaro si fece strada sulle sue labbra. «Allora era per questo l’anestesia...»
Tsunade si accigliò, senza ribattere.
«E tu? La tua anestesia è stato il sakè?» aggiunse lui dopo un attimo, sollevando una mano a sfiorarle una ciocca dei lunghi codini che cadevano sulla schiena.
«Non mentre lavoro» replicò lei secca, scuotendo la testa per allontanarlo. «Stai fermo, ho quasi finito»
Jiraya lasciò ricadere il braccio, rassegnato.
Prima della sua partenza per recuperare Naruto, lei era stata tanto dolce... o almeno, la era sembrata. Ma ora che lui era tornato vivo, evidentemente, non era più degno del suo affetto.
Dopotutto gli era stato predetto: sei destinato a fallire in ogni cosa che farai, eccetto una.
E quell’una era Naruto.
Non Tsunade.
«Finito» disse lei all’improvviso, tirando i lembi della camicia sul suo petto. «Ci vorrà ancora un po’ perché il chakra si formi del tutto, ma ti stai riprendendo»
Però...
Jiraya aveva sempre pensato che il ninja fosse ‘colui che resiste’. Colui che non si arrende mai.
«Chiamerò qualcuno a cambiarti la flebo, magari tornerò prima di stanotte» continuò Tsunade, raccogliendo siringa, laccio e boccetta abbandonati sul comodino.
Jiraya aveva provato a salvare Orochimaru... e alla fine era riuscito soltanto a vederlo tornare a Konoha per morire. Senza pentimento, senza perdono, senza neanche essere più lui.
Il tempo era trascorso e li aveva lasciati indietro.
Chi resta è perduto.
Inspirò a fondo prima di parlare, cercando di stemperare gli effetti dell’anestesia leggera.
«Tsunade, me lo darai mai un bacio prima che diventiamo troppo vecchi e tremolanti per centrare la bocca?» chiese con un mezzo sorriso.
Le guance dell’Hokage si tinsero di un rosa leggero, mentre cercava di mostrarsi irritata.
«E chi ti dice che io voglia?» frecciò altera.
Lui le lanciò un ghigno eloquente, al quale Tsunade non poté, oggettivamente, ribattere.
«Non scherzare, Jiraya» ribatté allora, scoccandogli un’occhiataccia. «Siamo già troppo vecchi per queste sciocchezze»
«Tu non sembri affatto vecchia. E io sono un tipo molto giovanile» la contraddisse lui.
«Ma quanti anni abbiamo ormai, eh?» sbuffò lei. «Cinquantasei. A quest’età uno non ha nemmeno più voglia di sprecare energie nel sesso»
«Parla per te» sorrise Jiraya.
Tsunade sentì una vena gonfiarsi sulla fronte, ma non riuscì a impedirsi di arrossire.
«Delirium tremens» sentenziò secca.
E, prima che potesse voltargli le spalle e allontanarsi dal letto, Jiraya sconfisse l’anestesia, si alzò a sedere, la afferrò per la nuca e la attirò a sé, strappandole il bacio che lei gli aveva sempre rifiutato.
Non fu un ardente intreccio di lingue, con gli ormoni che infiammano il corpo e i capelli che vengono strappati a ciocche... fu un bacio dato perché era il momento, e basta. Labbra contro labbra, un briciolo di passione in più nel primo attimo di sgomento... e poi il distacco, senza pretese.
Jiraya sorrise.
«Non mi sento affatto vecchio, ora» sussurrò.

Quando l’infermiera che passava nel corridoio sentì il fracasso proveniente dalla 404, pensò che fosse esplosa una bombola dell’ossigeno.

Poi, vide l’Hokage uscire dalla stanza con l’espressione più furibonda e il colorito più intenso di sempre. Si appiattì contro il muro per evitarla, trattenendo il fiato, e non si mosse finché l’eco dei suoi passi sulle scale non fu scomparsa. Solo allora, tremando impercettibilmente, si azzardò a sbirciare all’interno della stanza... e lanciò un gridolino strozzato vedendo il grande Jiraya accasciato in un angolo, in posizione scomposta, privo di sensi.


Al piano terra, Rin spuntava alcune caselle da un elenco, con espressione assorta.
«Bene... direi che ci siamo» commentò scrutando il risultato con aria critica, e finalmente alzò gli occhi su Reira, ex segretaria di Danzo, che la guardava con l’espressione serena di chi ha tutto sotto controllo. «Allora... sei proprio sicura di volerlo tenere?» chiese incerta.
«Sì» rispose l’altra, tranquilla.
«E il padre...?»
«E’ lui»
Silenzio. «Ah» commentò Rin, schiarendosi la voce.
Restare incinta di un pluriricercato probabilmente pazzo, e dopo un’unica volta. Lei l’avrebbe considerata sfiga, ma Reira sembrava tranquilla come un’asceta che ha raggiunto l’illuminazione.
«E per il cognome... darai il tuo al bambino?» chiese a titolo informativo.
Reira sorrise, posando una mano sul ventre ancora inesistente.
«No» mormorò, con un sorriso vago. «Una volta cresciuto mi odierà, ma... ho intenzione di chiamarlo come chiamavo il padre»
Rin inarcò un sopracciglio. «Ovvero?»
«Baka»





Naruto rientrò nel suo appartamento mentre il tramonto infiammava l’orizzonte, tingendolo di rosso e arancione. Nonostante i colori brillanti, lui si sentiva malinconico.
Un altro giorno moriva, e forse domani Orochimaru non sarebbe più esistito, e forse domani chissà quanti non ci sarebbero più stati... era triste pensarci.
Nell’ingresso, slacciò il marsupio e lo gettò sul divano, raggiungendo la finestra. La ciotola sul davanzale era vuota, come accadeva sempre negli ultimi tempi, ma l’altro Naruto non aveva ancora messo zampa in casa.
Pazienza. Ci sarebbe voluto un altro po’... e poi sarebbe tornato. Lo sapeva, lo sentiva... quel gatto stava troppo bene lì per abbandonarlo. La sua era soltanto una fase di ribellione adolescenziale.
Naruto sbadigliò, appoggiandosi al davanzale e lasciando vagare gli occhi sul panorama di Konoha che si avviava verso la notte.
Il suo villaggio.
La sua vita.
Lo avrebbe protetto e lo avrebbe amato finché avesse avuto fiato, a costo di sacrificarsi come suo padre... perché era fatto così.
Quello era il suo modo di essere ninja.
Sorrise, e una leggera brezza gli scompigliò i capelli arrossati dal sole.
Le cose non andavano tanto male, in fondo. Se escludeva la sottile malinconia che lo circondava da quando Sakura se n’era andata, si sentiva sereno.
Un po’ abulico, ma sereno.
Forse domani avrebbe chiesto di andare in missione. Magari a Suna... vedere Gaara gli avrebbe fatto bene.
Mentre ci pensava, e iniziava seriamente a considerare l’idea di un viaggetto attraverso il deserto, un pugno batté contro la porta leggermente.
Naruto si gettò un’occhiata alle spalle.
Buffo... aveva uno strano... come definirlo... presentimento?
Represse un brivido al ricordo del suo ultimo presentimento, quello che lo aveva portato alla finestra del laboratorio numero tre, e scrutò la porta con diffidenza.
Ma poi sbuffò e scosse la testa.
Presentimento. Ma va’. Che sciocchezza.
Raggiunse l’ingresso e fece scattare la serratura, aprendo. Ciò che si trovò davanti lo lasciò totalmente spiazzato.
«...Hi-Hinata?» chiese sbattendo le palpebre. «E... un gigantesco cesto di frutta, mi pare»
Hinata, semi-nascosta da una montagna di fiocchi e un ciuffo d’ananas, arrossì bruscamente.
«I-I-Io... e-e-ecco...» balbettò, vicina a una crisi isterica. «Ho-ho portato un... ehm... u-un presente...!»
«Un cosa?» ribatté Naruto perplesso.
«U-U-U-n regalo!» ansimò lei, prossima allo svenimento.
Oddio, oddio, oddio... non ce l’avrebbe fatta. Era impossibile. Non aveva abbastanza fegato!
Le avevano detto che Naruto era stato rilasciato – Neji l’aveva scoperto per vie traverse e l’aveva informata in segreto – e le avevano detto anche che lui e Sakura non stavano più insieme... al che Hanabi l’aveva bloccata in un angolo e quasi l’aveva minacciata di spezzarle le gambe se non fosse andata a suonare alla sua porta, ‘
dopo il casino che hai combinato con Kiba!’.

Oddio, non che l’idea non fosse estremamente invitante... ma... ma, ecco, si trattava della sua casa! Lei e lui, da soli, nella sua casa!
Era... era troppo! Avere coraggio sì, ma a piccole dosi, grazie.
«Ehm... quel cesto non è un po’ pesante?» chiese Naruto dopo venti secondi di penoso silenzio da entrambe le parti.
Hinata riusciva a metterlo a disagio, certe volte. Aveva sempre la buffa sensazione che dovesse dirgli qualcosa, ma alla fine non lo faceva mai.
«P-P-Pesante? N-No, no...!» ansimò lei sotto i dieci chili di vegetali che la stavano soffocando.
«Dammi, lo tengo io» si offrì Naruto, prendendo il cesto dalle sue braccia.
Hinata balbettò qualcosa di sconnesso, ma alla fine lasciò che lui la liberasse della zavorra, e scoprì che le mani potevano essere un’appendice molto ingombrante, quando non sapeva dove metterle.
«Wow, quanta roba!» aggiunse il biondo scrutando sotto i fiocchi e la plastica. Lanciò un’occhiata a Hinata da sopra il ciuffo dell’ananas, e per un attimo mise sulla bilancia l’educazione e una serata a struggersi nella malinconia delle anime solitarie. Nonostante tutto, si rese conto che il suo carattere poteva crogiolarsi nella malinconia solo per un tempo limitato... e che un po’ di compagnia non faceva poi male.
«Ti va di entrare?» offrì quindi.
Hinatà sentì chiaramente il suono di un’esplosione nella testa, causata probabilmente dallo schizzo violento di sangue che le aveva invaso il cervello e fatto sfrecciare il cuore su per la gola, e barcollò. Gon un gemito lieve, scivolò su sé stessa e si accasciò sul pavimento, metà nell’appartamento e metà sul pianerottolo.
Naruto gelò.
«Oddio!» esclamò poi, lasciando quasi cadere il cesto e chinandosi precipitosamente. «Hinata? Hinata! Cavolo, Hinata!» la chiamò, nel panico.
Doveva portarla dentro? Farla stendere sul divano? Perché poi era svenuta, diamine? Uh, portarla dentro... e quando Hiashi lo avesse saputo, subire la sua ira divina? La fragile e preziosa Hinata Hyuuga in casa di un poco di buono come lui, priva di sensi? Scandalo! Ma non poteva neppure lasciarla così, sul pavimento!
Sentì dei passi che scendevano lungo le scale, dal piano di sopra, e un brivido gli corse lungo la schiena. Già immaginava i pettegolezzi... Hinata Hyuuga svenuta davanti alla sua porta... e lui si era lasciato con Sakura da poco... e lei si abbassava proprio tanto... e lui, e lei, e loro...
«Hinata, che cavolo combini?» sibilò tra i denti, facendo scivolare le braccia sotto il suo collo e le ginocchia.
Con un movimento fluido si tirò in piedi, tenendola stretta, e poi cercò di equilibrarla su una mano sola per arretrare ed entrare nell’appartamento.
Un attimo prima che i piedi della vicina del piano di sopra comparissero sulla rampa, lui riuscì nell’impresa.
E la porta, un po’ bruscamente, un po’ maldestra, come era lui, si richiuse.















*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

E' questa la fine?
Chiudo tutto qui, senza svelare cosa è successo alla sorella di Haruka, il sesso dei vari nascituri, che ne sarà di tutti loro?
Concludo davvero ogni cosa su una porta che si richiude, un po' brusca, un po' maldestra, lasciando intendere che, forse, tra Naruto e Hinata nascerà qualcosa?
E Kiba? Neji? Hanabi? Gaara? Tsunade e Jiraya come proseguiranno? E perché mi sono disturbata a dare un nome a un personaggio come la Loria della volta scorsa?
O a parlare di nuovo di Reira, l'ex segretaria di Danzo? E la guerra? Ci sarà? Non ci sarà?
...
Miei adorati lettori,
se avete letto la mia pagina personale saprete che la lunghezza di questa fiction è prevista per 63 capitoli +1.
Il +1 si riferisce all'extra/epilogo che posterò sabato, e in cui tutte le vostre domande troveranno finalmente risposta!
Ambientato all'incirca sette anni dopo questo momento, vedrà il ritorno in grande stile dei personaggi che avete imparato ad amare
(tralasciando i pairing più o meno graditi),
e vedrà anche qualche sorpresa...
(Psst: visto? Il gatto era vivo!)

Parlando di pairing, sappiate che la mia pagina personale sarà modificata con le mie preferenze a breve.
Ma, di fatto, sono quelle che avete visto uscire da questa storia... eccetto una.
Perché quella sarà una sorpresa!
^_^

Unica precisazione che mi sento di fare:
so che sembra assurdo, so che dopo 63 capitoli mi prenderete per scema...
ma per quanto il NaruSaku non mi dispiaccia,
io odio Sakura quasi quanto odio Sasuke.
Lo so, ci ho pure scritto una fic P.O.V., mi avete detto che la muovo bene...
ma personalmente la trovo un personaggio odioso.
Prima di tutto perché fa soffrire Naruto, ed era scontato.
E poi perché la maggior parte delle persone sostiene di averla apprezzata a partire dallo Shippuuden,
e personalmente trovo che il suo cambiamento repentino sia stato eccessivamente forzato.
In soldoni, secondo me Kishimoto l'ha modificata perché così com'era non piaceva.
E dunque per me resta la piagnucolante ragazzina con rari sprazzi di figosità che piange dietro a Sasuke per una stupida ossessione infantile.
(uhh... non pensavo mi sarebbe uscita così dura, questa parentesi)
Ciò detto, continuerò a scrivere di lei al meglio delle mie capacità, cercando di assimilare il carattere che mostra nello shippuden e di renderlo il più verosimile possibile.
Così come sono riuscita a scrivere una InoShika, riuscirò a cavarmi da un sacco di impacci.
Spero.
Sempre che io sia davvero brava, e non solo casualmente capitata nella fic giusta.
(zitta Silvia, so cosa vuoi dirmi)

Per quanto riguarda Sasuke...
Fargli chiedere perdono mi sembrava eccessivo.
E' pur sempre il piccolo bastardo che ha mollato tutti per il suo egoistico sogno, sarebbe strano che all'improvviso sviluppasse una coscienza.
Però sinceramente non mi è dispiaciuto nello scorso capitolo.
Anche se non ha trovato il coraggio per ammettere apertamente ed esplicitamente i propri errori,
dentro di sé sa di aver sbagliato e ha i suoi rimorsi.
Segnatevi questa frase, perché non so se la ripeterò più, ma...
Io lo salvo.

Signore e signori che non avete mai commentato,
questa è la vostra ultima occasione per scrivermi e avere una risposta!
Daaai, cinque minutini! *_*


0000: credo che alla fine Naruto perdonerà Sakura, mi sa. Perché a) era nei miei piani, e b) non riesco a immaginarlo rancoroso e ossessionato dal passato, come Sasuke. Checché ne diciate, il sogno di Naruto era diventare Hokage, quindi ha ancora qualcosa che lo spinge avanti, dopo Sakura. E poi, finalmente, si trova ad essere circondato da persone che tengono davvero a lui e vogliono dimostrarglielo. Questo è importante. Naruto ama la vita, non credo sceglierebbe di morire solo perché ha avuto un dispiacere, per quanto grande. Lo ha insegnato a tutti, nel corso del manga: mai arrendersi. E lui non si arrende. Grazie per le canzoni, quella di Cascada la conosco e mi piace pure, l'altra cercherò di sentirla in qualche modo!
roby chan: brava, brava... sono contenta che tu abbia notato Loria, uhuh... E il/la figlio/a di Shika e Temari, credo sarà molto contento dei suoi genitori! ^^ Nonostante le padelle volanti, io li vedo in gamba come educatori! E poi... eheh, hanno ottimi geni!
tonyesp: dai, confessa: sei deluso, sì? Niente melensaggini NaruHina, niente romantiche scenette d'amore che sboccia all'improvviso... solo lei che crolla come un sacco di patate sulla porta! Quando mi ci metto so essere malvagia! Ma sabato mi rifarò, tranquillo... anche per quanto riguarda Shikamaru.
arwen5786: colei che per prima ha letto questo capitolo, e che mi ha regalato una specie di commento in diretta da leccarsi i baffi! Quanto punti esclamativi mi hai messo sul micio? XD So che hai apprezzato la scena SasuSaku (e come poteva essere altrimenti? Finalmente ne hai la certezza!), e ora sai anche (più o meno) su che strada si dirigeranno Hinata e Naruto... Gaara non è più comparso (sì, l'altra volta volevo solo depistarvi), ma lo rivedrai sabato con calma, e Kankuro, garantisco, è sceso dal tetto del negozio di liquori (o almeno lo spero) In conclusione, grazie per tutto quello che hai fatto per me in questi mesi che ci conosciamo. Sei stata una presenza preziosa, più di quanto tu creda, e mi ha fatto davvero piacere conoscerti meglio (a proposito... a fine maggio si vocifera ci sia un'altra fumettopoli... che ne dici?)
maninja87: eheh, la cura è stata trovata. L'antidoto per Sasuke è pronto, e Sakura può giocare allo scienziato pazzo su di lui (e poi può giocarci la notte, ma per parlare di queste cosucce dovrei cambiare il rating) Ti ringrazio per i complimenti sul confronto NaruSasu della volta scorsa, mi ha fatto davvero piacere leggere l'entusiasmo che trapelava dal tuo commento! E sapere che hai provato a metterti nei panni di tutte e tre, che è il lavoraccio che ogni volta cerco di fare anche io, mi ha resa orgogliosa, per qualche strana ragione! XD Grazie ancora!
Julia83: eh, ora sai che sia Ino che Sakura nella mia ottica sono personaggi odiosi, quindi, escludendo Tenten che non si capisce bene se sia carne o pesce, e Temari, che pur essendo ammirevole talvolta tende a esagerare, resta fuori Hinata! Non poteva che essere lei la mia preferita tra le ragazze! (in realtà il primo posto è occupato da Tsunade, ma dovendo scegliere tra le giovincelle...) Ti ringrazio per i complimenti ul confronto Naru-Sasu, mi sono un po' emozionata sul particolare dell'IC di Sasuke! Spero di essere riuscita a tenere tutto in equilibrio con quest'ultimo capitolo! ^^
gohan4ever: beh, dopo 63 capitoli +1, è anche giusto che prima o poi arrivi la fine! (pensa alle mie povere mani! XD)
Talpina Pensierosa: sei riuscita ad essere la prima, allora? XD
Hipatya: sì, se non mi occupo di ogni singolo dettaglio dell'intera vicenda non sono soddisfatta. Ho voluto prendere in mano una storia complessa come Naruto? E allora ho deciso di parlare di tutti, a prescindere dal mio indice di gradimento. Sasuke è sempre stato un po' un problema, da muovere... più che ragionare sulla probabilità delle sue azioni, ho cercato di ragionare sulla plausibilità. Non posso sapere come quell'emokid complesso si comporterebbe in una situazione estrema come quella in cui l'h infilato, per cui mi sono limitata a dargli comportamenti perlomeno plausibili. Se poi sono riuscita a creare l'illusione, mi fa tanto piacere! ^^
Maobh: non è stato un capitolo lunghissimo, ma abbastanza succoso (chiedo venia, per me Jiraya e Tsunade da soli varrebbero il prezzo del biglietto!) La volta scorsa ho penato con Sasuke, questa volta ho ridotto al minimo la sua partecipazione, ma spero di averlo congedato con un minimo di dignità! Gaara non è ricomparso (al momento dovrebbe essere nei pressi di Konoha, ma non è ancora arrivato), in compenso c'è stata una breve carrellata dei personaggi terziari, ovvero Iruka, l'accenno a Konohamaru, Rin... L'esame, invece, l'ho dato in via Zamboni, al dipartimento di italianistica (SEMBRA tecnologico, ma in realtà è solo un'illusione). Il DAMS, come sede, è in via Barberia, ma le aule sono in via Mascarella (per la serie: comodità saltami addosso! Tutto vicino, tutto raggiungibile! -.-) Penso che a Bologna il problema sia generale... scarsa illuminazione, i portici non aiutano... XD
Jana: Matsuri non comparirà in questa storia, perché non esiste nel manga. Ho deciso che qui ci saranno solo personaggi che hanno avuto a che fare con i nostri prodi in formato cartaceo, e lo stesso discorso vale per gli avvenimenti. Senza contare che... Matsuri non mi sta un granché simpatica. -.- La tollero solo nelle mani di dionea! (il che è un problema, perché in futuro avrei una mezza idea di scrivere su di lei! XD) Grazie per tutti i compilmenti, comunque, anche se ci sentiamo via msn fa piacere leggere per esteso cosa pensi, ogni tanto! E i tuoi gridolini sono molto espressivi! XD
lale16: sì, direi che "cosa vuoi che sia" ci stava perfettamente sullo scorso capitolo! Ottima scelta! E, come hai letto, questo era l'ultimo capitolo... extra escluso. Quindi staremo insieme ancora fino a sabato, e avrai occasione di sfogare le tue frustrazioni su Sasuke con tutta calma!
sammy1987: e sì, c'erano un po' troppe domande in sospeso... e infatti non ho risposto a tutte! XD Tranquilla, tranquilla... Tutto rientra nei miei programmi! Nel prossimo capitolo avrai le tue soddisfazioni! (mi spiace solo... beh, non è che proprio mi dispiaccia... comunque, intendevo che mi spiace non sia un capitolo poi così lungo! XD)
Rhymes: mi spiace per i tuoi propositi di vendetta, ma Sasuke vivrà! E' molto più appagante vederlo vivere una vita poco soddisfacente, che ucciderlo subito, no? E Naruto, credimi, sarà più felice di lui. Mi impegnerò personalmente perché sia così! *_* La questione odio/amore riguardo a Naruto è complessa. come dici tu, io ricordo sempre che molti dei rapporti "morbosi" che ha con le persone sono dovuti alla sua infanzia, che è un elemento da cui non possiamo prescindere. Tenuto conto di questo, c'è anche da dire che l'amore è duro da debellare. Quando una persona ama come Naruto (e parlo sia di sasuke che di Sakura), è difficile che l'amore si traformi in odio. Perché lui è disinteressato, altruista, quasi stupido. Prometteva a sakura di riportare indietro Sasuke, anche se gli faceva male, e alla fine non è riuscito a mettere il broncio e offendersi. Sinceramente, lo amo anche per questo! XD
DuniettaS: la fuga non è nel carattere di Naruto, è vero, ma la tentazione c'è per forza... almeno un briciolino! Poi, beh, forse non farà nemmeno in tempo a partire, perché Gaara è in dirittura d'arrivo! L'idea di farlo scappare per mettere un po' d'angoscia addosso agli altri però mi è venuta, lo confesso. Può darsi che la riutilizzerò! XD Il "grande ritorno" era il micio! XD Gli ho dato più importanza di quanto fosse lecito, ma io ci tenevo tanto! XD Chiunque avrebbe mandato al diavolo Sakura e Sasuke, ma non Naruto. Come è riuscito a tenere duro dopo il tradimento di Sasuke (dettaglio che tuttora mi tiene sveglia la notte), resiste anche con il tradimento di Sakura. Che uomo! *_* (ora, sei libera di dare della cogliona anche a me... ma purtroppo pure io sono come lui ç_ç)
trinity87: va bene, mi vergogno se lo dici tu! XD Da oggi lo scriverò nella mia fedina penale: ha la colpa di rendere apprezzabile il SasuSaku! XD Il tuo sfogo riguardo alla felice coppietta, comunque, è condiviso anche da me... In effetti per 63 capitoli non ho fatto che tormentare Naruto, nonostante sia il mio personaggio preferito. Ho deciso quindi che nel prossimo se la stragodrà! >_<
sonja: beh, spero di non aver deluso le tue aspettative con questo ultimo capitolo!
Killkenny: ohoh, su questo sono preparata! In giappone il matrimonio tra cugini è legale! Da questo punto di vista, se Hinata e Neji non sono fratellastri (e dunque se Hiashi e Hizashi hanno dna diverso), lo Hyuugacest non è illegale! (senza contare che non so bene coem o perché, ma anche dei miei parenti si sono sposati ed erano cugini di primo grado... °_°)
1992: su, su... ancora per una volta potrai insultarmi e farti rispondere a tono! XD Non demoralizzarti, tutte le cose prima o poi arrivano alla fine! E' naturale! Tra parentesi... ti ho mai detto che qualche volta sei pazza come la mia ex compagna di banco? Forse è per questo che mi fai tenerezza! XD Lei era molto tenera! (incredibile ma vero) Oh... mi sono quasi commossa sui "grazie"! ç_ç Non mi aspettavo tanto affetto e tanto calore, sei stata davvero uno zuccherino! (oddio... sono davvero parole che escono dalla mia tastiera?) ...Potrei avere una sorpresa in serbo per te...
Ino_Chan: e invece sì che finirete di farmi i complimenti: con la fine della fic, anche i commenti termineranno! XD
kage_naru89: orsù, poche lacrime! Fino a sabato potrai ancora leggere, non crucciarti! E lì avrai tutte le risposte che cerchi...! Direi che con le coppie ho dato almeno la certezza, no? Potranno anche essere pairing non apprezzati, ma se non altro, a differenza di Kishi, ci sono! XD
Jenna Uchiha: mi spiace, ma Gaara non lo ha visto Naruto! Non con noi a guardare, per lo meno! XD La volta scorsa, accennando al bel rosso, ho cercato di depistare tutti! Chiedo scusa, la mia indole malvagia mi spingeva a farlo... XD Dai, c'è ancora un ultimo capitolo!
rina: ma no, povero Sasuke. Il suo "io la amo, o almeno credo" è sincero. Lo avrei trovato troppo arrogante se avesse detto di amarla tutto convinto, perché in fondo non è che sappia esattamente cos'è l'amore... non ha avuto molto tempo per pensarci e impratichirsi! Oh, tranquilla che non riceverei oscar per questa fanfic, e mi va bene anche così. Non tocchiamo il tasto classifiche oggi, che è molto dolente... Kankuro è sceso da quel tetto, tranquilla, e il capitolo speciale... eheh, sì è proprio lui! (se mi ricordo esattamente cosa avevi chiesto! XD)
kimi: Sasuke appariva come uno stronzo? di grazia, è forse qualcos'altro? Scherzi a parte... non volevo scadesse nel melenso, e pù che tenerlo sulle sue, ho cercato d mostrare come ostentasse freddezza e nascondesse il dolore. E' pur sempre un Uchiha, non chiede scusa tanto facilmente, anche quando ha sbagliato. Ciò detto... che peccato per la compagnia dublinese! Cerca di goderti comunque la vacanza, nonostante le brutte facce!
Kyuubi: odi la SasuSaku? Oh beh, io la trovo molto conveniente per liberarmi dell'Uchiha e di confettino in una volta sola...! XD Comunque, grazie per continuare comunque a seguire, e grazie per le parole che hai speso su Naruto. Nonostante io lo abbia trattato molto male, mi fa piacere sapere che sono riuscita a farlo apprezzare ancora di più!
Urdi: non ti uccido per l'ipotesi "matrimonio NaruGaa", tranquilla! Anzi, essendo che sono due personaggi da me molto amati, ed essendo che ultimamente lo yaoi mi attira in maniera malsana... beh. Mica sarebbero male! XD Dopo la parentesi demenziale, passo a ringraziarti per i complimenti! Devo inchinarmi e profondermi in ringraziamenti, perché oltre ai complimenti su Naruto, mi hai fatto anche quelli sul rapporto che lega il team sette, ora diventato così sottile e incerto... e per me è stato importante! Grazie mille, dunque, e a risentirci al prossimo ed ultimo capitolo, mia fortunata vincitrice della cinquecentesima recensione! ^^
Nunichan: più che pentito, Sasuke si sente un po' una cacca! XD Ma non lo ammetterebbe mai, non è nella sua natura! (ahimè) Beh, sono contenta di leggere che ti è piaciuta la Narusaku, e allo stesso tempo hai salvato sul pc "Ali di cera"! Ottimo esempio di vedute ampie! Grzie per avermi seguito fin qui, e non esserti scoraggiata di fronte a questo papiro di fanfiction!


Aya

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Capitolo 64
*** Sette anni dopo ***


Naruto-64

Capitolo finale

Sette anni dopo





Non sapeva nemmeno cosa fosse, quel liquido trasparente e dall’odore forte.

Sakè? Vodka? Provò ad annusarlo, ma sentì soltanto gli occhi bruciare, e lo allontanò con un leggero capogiro.
«Un’aranciata» bofonchiò Shikamaru Nara rivolto al cameriere oltre il bancone, che puliva bicchieri con aria annoiata. Quello sbuffò, mise giù l’asciugamano e si piegò alla ricerca di una bottiglia che di solito non tirava mai fuori.
L’unico cliente del bar gli voltò le spalle, appoggiandosi con i gomiti al ripiano nero lucido, e irritato passò un dito nel colletto della maglia scura, decisamente troppo stretto.
Odiava vestirsi elegante; era una cosa scomodissima, gli attirava occhiate che poco gradiva – e soprattutto che Temari poco gradiva – e lo soffocava. E tenere il maledetto codino basso gli solleticava il collo.
Incrociò le gambe davanti a sé, fissando cupo il movimento concitato oltre i vetri del bar.
Gente ben vestita che mormorava, che si radunava in capannelli, che parlava con una mano davanti alla bocca. Pettegoli abbigliati a festa. E lui, accidenti, si era conciato come loro per niente.
Il matrimonio alla fine non c’era stato.
La sposa abbandonata sull’altare, in lacrime, il padre indignato che minacciava di mettere una taglia sul fuggitivo, gli ospiti che segretamente gongolavano per la possibilità di spettegolare, e chissà quanti ryo al vento, per il pranzo e tutto il resto.
Tutta un’immane perdita di tempo.
«Quell’idiota di Naruto...» borbottò Shikamaru, quando il barman gli tese discretamente la sua aranciata. «Scommetto che s’è svegliato tardi»
Ne sorseggiò un po’, guardando distrattamente gli invitati che ancora borbottavano. Vide la sposa, avvolta nel suo velo bianco, che veniva accompagnata via dal padre, e vide la gente che la seguiva come la scia di bava dietro un lumacone. Che immagine edificante.
Basta, si era stufato.
Svuotò in un sol colpo quel che restava dell’aranciata e posò il bicchiere sul banco.
«Paga la sposa» disse al cameriere, annoiato, e affondò le mani nei pantaloni scuri e che – neanche a dirlo – cadevano perfettamente fino alle scarpe lucide.
Con passo strascicato arrancò fino all’uscita, e storse il naso di fronte alla selva dei profumi per signora che si mescolavano nell’aria. Ma non si sarebbe lasciato abbattere, non lui, non l’uomo che aveva avuto il coraggio di sposare Sabaku no Temari e che dopo sette anni di convivenza ancora resisteva.
Si fece coraggio e decise che avrebbe attraversato la folla fino a guadagnare la strada di casa, ma la sua ferrea determinazione fu subito messa alla prova da un capannello di vecchie ingioiellate che lo intravidero in lontananza. Shikamaru notò la gioia sui loro volti, lo spasimante desiderio di parlargli, carpirgli dettagli sulla sua vita domestica, e poi sparlare di Temari per il puro gusto di dar aria ai denti; e si sentì minacciato.
Per fortuna, in quello stesso momento arrivò anche la sua ancora di salvezza.
«Shikamaru!» strillò una voce dall’alto.
Il Nara alzò gli occhi, e un’ombra oscurò il sole sulla sua testa.
Agile come un gatto, una sagoma indistinta atterrò tra lui e le vecchie, che si ritrassero spaventate, e una zazzera bionda più scompigliata che mai si voltò da una parte e dall’altra, sopra due occhi inquieti e delusi.
«Sono in ritardo?» chiese ansiosamente Naruto Uzumaki, alzando lo sguardo.
«Di un’ora» confermò Shikamaru, lieto di essersi liberato ‘dell’assalto over 50’.
«Ahh, maledizione!» imprecò Naruto, le mani nei capelli. «Lo sapevo che avrei dovuto puntare tre sveglie!»
«Per curiosità, quante ne hai puntate invece?» si informò Shikamaru, con un sorriso annoiato.
«Due»
«E sei arrivato lo stesso a quest’ora?»
«Dovevo prepararmi!» Naruto arrossì, stirando con gesti nervosi i vestiti eleganti che non era abituato a portare – e che erano usciti malconci dalla corsa sui tetti.
«Va beh, comunque non ti sei perso niente. Il matrimonio è saltato»
«Cosa?»
«Lo sposo non si è presentato, sembra che sia scomparso nel nulla. E il cugino di papà fino a dieci minuti fa proponeva di mettergli una taglia sulla testa. Ti interessa fare qualche soldo?»
«Ma che me ne frega dei soldi?» sbottò Naruto, scompigliando ancora di più i capelli sulla testa. «Io avevo bisogno di vedere come funzionava, maledizione!»
Shikamaru sospirò, guardando le nuvole che navigavano lente nel cielo.
Problemi, problemi, problemi. Ai suoi tempi i matrimoni erano più semplici.
«Dai, hai ancora una settimana per farti prendere dal panico» commentò tornando con i piedi per terra, e batté una pacca sulla spalla di Naruto.
«Ho solo una settimana» rettificò lui, impallidendo. «E non mi ricordo se devo stare a destra o a sinistra sotto l’ombrello»
«Pensa positivo: non curarti dei dettagli, della cerimonia, dell’etichetta; ricordati della prima notte di nozze»
«No, perché lo hai detto?!» scattò Naruto disperato. «Ora il tempo sembrerà andare troppo veloce per il matrimonio e troppo lento per la notte di nozze!»
«Il che ci porta a dire che mediamente sarà normale»
«Niente affatto! Argh, ti odio!»
Shikamaru sbuffò, vedendolo esibirsi in coreografie della disperazione di rara creatività, e si trovò a grattarsi una guancia.
Naruto, il solito casinista.
«Fidati, una settimana è sempre una settimana» tentò di rassicurarlo. «Sette giorni, centosessantotto ore, e diecimilaottanta minuti. Indipendentemente da come tu la percepisci»

Gran cazzata.
La quarta sveglia suonò, con il suo bip-bip irritante, e finalmente Naruto aprì gli occhi nell’alba.
I segni scuri sotto le palpebre sembravano scavare un solco nelle guance, e il cervello si rifiutava di collaborare. Sbadigliò, fissando il soffitto che si tingeva di rosa, e si chiese stordito che giorno fosse.
«Che palle...» bofonchiò spegnendo la sveglia, e raggomitolandosi su un fianco.
Cercò di ricordare cosa avesse sognato quella notte, e quando ci riuscì un sorriso gli stirò le labbra.
«Mmh... Hinata» mugolò nel cuscino, felice.
E, senza che lo volesse, i suoi pensieri scivolarono al passato.

Dopo la prima coraggiosa visita, Hinata non aveva più osato incrociare lo sguardo di Naruto per almeno sei mesi. Oltremodo imbarazzata dallo svenimento sulla porta della sua casa, aveva iniziato a evitarlo come la peste, convinta di essere assolutamente patetica e senza speranza.
Inutile dire che lui non ci aveva neanche fatto caso. Anzi, in quel periodo aveva fatto in modo di essere molto impegnato: tra missioni, visite a Suna e pranzi con Iruka, non aveva quasi il tempo di pensare a Sakura e Sasuke. E ciò lo sollevava profondamente.
Poi, c’era stato il matrimonio.
E lui aveva ricevuto l’invito, con una stretta allo stomaco.
Non sarebbe mai riuscito a capire dove avesse trovato il coraggio di presentarsi alla cerimonia, nel suo abito migliore e con il cuore in gola. Ma avrebbe ricordato per sempre gli occhi di Sakura mentre guardava Sasuke, e i loro abiti, e i loro gesti, e l’aura di felicità che irradiava da loro come la maledetta luce di una candela.
Era rimasto ai margini della festa per tutto il tempo, senza farsi vedere. Era rimasto in un angolo e li aveva guardati, tormentandosi, cercando di non pensare che avrebbe potuto esserci lui al posto dell’Uchiha. Erano passati solo sei mesi dalla sua rottura con Sakura, e il tradimento faceva ancora male.
Ma allo stesso tempo, nonostante il disagio e nonostante il dolore, una parte di lui si sentiva sollevata.
Lei è felice”
Anche se avevano sofferto tutti e due, almeno lei riusciva ad essere felice.
E Sasuke... Beh, aveva ricominciato a inseguire il suo sogno.
Soltanto verso la fine dei festeggiamenti Naruto aveva trovato il coraggio di avvicinare gli sposi. Sotto lo sguardo sorpreso e felice di Sakura e quello indecifrabile di Sasuke, si era scusato per non aver pensato a nessun regalo, e poi, ad occhi bassi, aveva fatto le sue congratulazioni.
«Grazie» avevano risposto loro, ed era tutto ciò che serviva.
Naruto si era allontanato dal matrimonio con un senso di soffocamento, quasi. La festa si svolgeva in un palazzo signorile nel centro di Konoha, circondato da un giardino tanto ampio che era difficile distinguerne i confini, e lui aveva raggiunto il laghetto delle carpe e aveva tirato il fiato, nel buio della sera appena calata.
Perché sono venuto qui?” si era chiesto, cupo.
E in quel momento aveva sentito un’esclamazione soffocata, e aveva visto Hinata a qualche metro di distanza.
Sorpresa, disagio, domande.
Lui fuggiva dagli sposi e dalla loro opprimente felicità, lei fuggiva dalla nobiltà del villaggio e da suo padre.
Cosa ci fai qui? Ah, capisco. Scusa se ho disturbato. Ma no, scusa tu. Silenzio. Di nuovo disagio.
Erano sei mesi che neppure si incontravano, e a Naruto era tornato in mente l’episodio dello svenimento. Aveva commesso l’errore di ricordarglielo, e Hinata aveva rischiato di ripetere l’esperienza per l’imbarazzo. Lui aveva riso. Davanti a quello stagno illuminato dalle lanterne di carta.
Poi, più o meno una settimana dopo, se l’era ritrovata alla porta, con un altro cesto di frutta, con un’altra crisi di iperventilazione, e il viso tanto caldo da cuocerci un uovo. Non gli aveva lasciato il tempo di invitarla dentro, ed era corsa via in fretta e furia.
La scena si era ripetuta parecchie volte, in seguito.
Per settimane, e mesi, e anni.
Senza che succedesse altro.
Naruto aveva iniziato a sentirsi piuttosto angosciato dalle visite-lampo di Hinata, raramente prolungate da qualche parola di circostanza. Poi, con inumano ritardo, aveva iniziato a sospettare che il rossore e il balbettio spuntassero solo con lui. Se ne era accertato, si era interrogato al riguardo, e aveva raggiunto la conclusione che era troppo esagitato, e la metteva a disagio.
(Idiota)
Aveva quindi cercato di moderarsi ed essere gentile, e aveva soltanto peggiorato le cose. Ma, nel frattempo, si era anche reso conto che le visite di Hinata erano piacevoli. Che aveva iniziato ad aspettarle, a sperarci.
E a un certo punto, dopo che i suoi amici avevano cominciato ad ingrandire le rispettive famiglie, si era chiesto: ‘cosa ho fatto io in questi sette anni?’.
Sette anni. Solo a nominarli sembravano troppi.
Aveva ripensato a Shikamaru, a Sasuke e Sakura, a Rock Lee... i loro figli crescevano e loro maturavano.
Ma lui?
Cosa era cambiato in lui da quando Sakura l’aveva lasciato?
Aveva cercato di capirlo da solo, ci si era scervellato per giorni... e gli era sembrato di essere rimasto lo stesso idiota di sempre, di non aver fatto nessun passo avanti. Ora la vista degli Uchiha (sì, gli Uchiha) non gli faceva più male come prima, ma ancora c’era qualcosa che mancava.
Come un vuoto nella serie dei kunai appesi in vita. E lui non osava muoversi senza quel kunai, perché un giorno avrebbe potuto doversi difendere, e se non lo avesse avuto...
Finché non c’era stata quella missione, ormai sei mesi prima.
In solitaria, livello A, paese dell’Acqua. Anche senza una dichiarazione di guerra ufficiale, tutti sentivano odor di conflitto nell’aria, e la situazione ai confini era tesa.
Naruto era rientrato dopo più di una settimana, esausto, nervoso. Si era fatto una doccia e aveva sentito suonare il campanello.
Pensava che si sarebbe irritato, vedendola.
Pensava che avrebbe accettato il suo regalo, come sempre, e poi l’avrebbe allontanata con parole magari un po’ brusche.
Invece, aprendo la porta, aveva visto i suoi occhi bianchi, esitanti, che si alzavano così di rado e così poco, le sue guance tinte di rosa; aveva sentito la sua voce sottile, il balbettio ormai familiare, e il nervosismo era sfumato, sostituito da un insolito senso di sollievo.
«Vieni dentro, non riesco mai a finire da solo tutto il cesto» le aveva offerto spontaneamente, prima che potesse andarsene.
Hinata era arrossita violentemente, aveva cercato di rifiutare, si era ricordata il triste svenimento di sette anni prima, e aveva fatto di tutto per svicolare. Ma Naruto l’aveva praticamente trascinata dentro, e l’aveva costretta a farsi offrire un tè.
Quel giorno aveva sentito che voleva un po’ di compagnia. Che i suoi amici rientravano a casa e trovavano qualcuno ad attenderli, e che anche a lui sarebbe piaciuto non essere solo, la sera.
Però... Hinata?
La timida Hinata, la fragile Hinata, quella stessa Hinata che non riusciva a mettere in fila tre parole quando c’era lui nei dintorni? Lei come avrebbe potuto essergli di compagnia?
Naruto era convinto di spaventarla a morte. Ne era davvero certo.
Così come era certo che la cosa gli dispiacesse, e molto.
Mentre le preparava il tè, parlando a raffica per non permetterle di dire ‘forse è meglio che me ne vada’, si era chiesto perché gli dispiacesse, e perché le sue visite gli risultassero tanto gradevoli.
Si era trovato involontariamente a confrontare Hinata e Sakura, ripetendosi che non c’era paragone, che erano su due pianeti diversi, l’una l’opposto dell’altra, e che lui aveva amato Sakura, e dunque Hinata non poteva piacergli, perché era timida, ed era insicura, ed era fragile, e gentile... ma aveva continuato a rimuginarci, contro ogni logica.
E poi, anche mentre bevevano il tè e la sua voce riempiva l’aria, si era accorto di essere nervoso. Si era accorto che l’idea che Hinata se ne potesse andare da un momento all’altro lo metteva di cattivo umore.
Non mi piace, non può piacermi” si era ripetuto, quasi con dispiacere, ma non era riuscito a staccare gli occhi dai suoi, schivi e inquieti.
E poi, al momento di lavare le tazze, lei si era alzata per portare la sua al lavandino.
«Faccio io!» l’aveva fermata lui, raggiungendola. E Hinata, vedendoselo tanto vicino all’improvviso, aveva sentito le gambe cedere.
Naruto l’aveva afferrata per le spalle, impedendole di cadere, e l’aveva portata fino al divano con aria preoccupata.
«Hai ancora quei problemi di pressione?» le aveva chiesto turbato.
(Sì, pressione)
Hinata aveva balbettato qualcosa di incoerente, nascondendo gli occhi dietro al braccio, e poi si era scusata mille volte, più che mai imbarazzata. Era umiliante che ogni volta che metteva piede in casa sua svenisse. Umiliante e orribile.
Naruto era sempre stato un tipo impulsivo. Sentirla mormorare le sue scuse con gli occhi lucidi e il viso arrossato gli fece provare uno slancio d’affetto improvviso, al di là delle somiglianze e delle differenze tra lei e Sakura.
Eppure, per una volta, insieme all’impulsività sentì anche una strana cautela; il desiderio forte di non spaventarla, di non farle del male con la sua irruenza.
E, per ultima, la voglia irrazionale di stupirla e baciarla. E di chiederle di restare lì ed essere ciò che avrebbe trovato al suo ritorno, la sera. Anche se lei e Sakura erano diverse, anche se lei aveva paura di lui.
Lentamente, aveva appoggiato una mano allo schienale del divano, protendendosi verso Hinata, oscurando la luce che veniva dall’alto. L’aveva vista irrigidirsi, arrossire, spalancare gli occhi, ma non si era fermato. Non finché non aveva raggiunto la sua bocca.
Un bacio leggero, gentile, per non spaventarla. Una carezza sulla pelle delle labbra.
E poi lei, tremando, gli aveva chiesto se era già stesa, e lui era scoppiato a ridere, anche se non ne aveva avuto l’intenzione. Forse per il sollievo di vederla, tutto sommato, meno sconvolta del previsto.
A quel punto, Hinata aveva iniziato a parlare. Con le mani sugli occhi, le guance arrossate, la voce spezzata, gli aveva detto che lo amava da anni, e che aveva sempre cercato di stargli vicino, anche se lui non l’aveva mai guardata. Gli aveva detto che lo ammirava, che era il suo modello, che aveva sempre sperato di attirare la sua attenzione, e che si impegnava con tutta sé stessa per riuscirci.
Naruto aveva ascoltato tutto a bocca aperta, incredulo.
Altro che spavento, altro che fastidio. Se Hinata arrossiva in sua presenza, era perché lo amava; se balbettava e teneva lo sguardo basso, era perché lo amava.
Era rimasto confuso dalla sua confessione. Confuso e sollevato.
Perché lei lo amava. Da sempre. E nulla le aveva fatto cambiare idea, anche se erano successe tante cose nel frattempo. Perché lei lo amava dello stesso amore con cui Sakura amava Sasuke. E Naruto, provandolo per la prima volta sulla sua pelle, si era sentito invadere da un calore piacevole quanto insolito.
«Perché non me l’hai mai detto prima?» le aveva chiesto.
Hinata aveva balbettato frasi sconnesse, nel panico, spingendolo a desistere immediatamente. Le aveva sorriso, aveva cercato la sua mano e l’aveva stretta. Poi, con espressione vagamente imbarazzata, le aveva chiesto di uscire con lui.
Come un ragazzino.

Gli era sempre piaciuto sognare Hinata.
Quando lei gli faceva visita nel suo mondo onirico, tutto diventava in qualche modo più bello, anche le cose brutte. Bastava la sua presenza per farlo sentire tranquillo, bastava il contatto con la sua pelle perché ogni angoscia svanisse.
Lei gli faceva quell’effetto sia nel sogno che nella realtà: in qualche modo riusciva sempre a dirgli che lo amava e che andava tutto bene, anche senza parlare. E lui ci credeva, ci credeva davvero.
Quella notte, prima che l’odiosa sveglia suonasse sul sorgere del sole, Naruto aveva sognato di essere con Hinata in una bella casa, vicino alla foresta. C’era un portico, e c’era un gatto, e c’erano una marea di bambini urlanti che correvano tutt’attorno. Lui, tra di loro, li guardava orgoglioso e soddisfatto; perché erano i suoi figli. La sua famiglia. Il posto in cui tornare. Poi, era arrivata anche Hinata. E tutto aveva iniziato a luccicare, letteralmente.
Fino al suono della sveglia.
Naruto sbuffò, affondando il viso nel cuscino. Perché l’aveva puntata all’alba? Quale folle e incomprensibile ragione era riuscita a...
Sbarrò gli occhi all’improvviso, sentendo lo stomaco che si contraeva.
«Oh cazzo!» se ne uscì, balzando in piedi all’istante. Afferrò il calendario appeso al muro, lo strappò dal suo chiodo, e gli si mozzò il respiro in gola. Le X sui giorni che avanzavano erano arrivate alla data cerchiata in rosso. Quella con la dicitura matrimonio.
Iniziò a iperventilare.
No. Non era possibile. Non poteva essere già lì! Fino alla sera prima mancavano ancora quattro giorni! E poi aveva fatto solo quella missione, e c’era stato l’addio al celibato, e quel problema con... okay, okay. Forse i giorni erano davvero passati. Ma a lui sembrava di essere ancora alla settimana precedente!
Con rabbia ricordò le parole di Shikamaru, risalenti a sette giorni prima.
«Fidati, una settima è sempre una settimana. Indipendentemente da come tu la percepisci»
Gran cazzata!
I giorni si erano contratti in ore, le ore in minuti, e i minuti si erano estinti prima di arrivare ad essere secondi. La settimana, porca miseria, era letteralmente volata via.
«Non sono pronto» realizzò Naruto, sconvolto. «Non ricordo nemmeno dove ho messo il kimono. E da che parte devo stare sotto l’ombrello? Dio, dio, dio! Perché mi sono imbarcato in questa cosa?» gemette disperato.
Aveva bisogno di aiuto.
Per questo, all’alba del giorno del suo matrimonio, decise di andare a bussare alla porta di Shikamaru.


Quando Neji Hyuuga indossava il kimono delle grandi occasioni, l’intera fauna femminile di Konoha non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
Sguardi ammirati e commenti a mezze labbra erano la regola, e il giovane rampollo della casata cadetta aveva imparato ben presto a non farci caso, e a fingere di essere molto impegnato a fissare il vuoto. Non gli dispiaceva che lo ammirassero – era umano dopotutto – ma certe volte restava profondamente turbato dalle parole che gli capitava di sentire; c’erano ragazzine dalla fantasia molto sviluppata, nel villaggio.
In quel momento Neji era solo. Suo zio gli aveva dato il permesso di separarsi momentaneamente dal clan per cercare i suoi amici tra la folla degli invitati, e lui non si era lasciato sfuggire l’occasione. Tanto più che tirava una brutta aria nella casata principale, per il comprensibile malumore di Hiashi – costretto ad accettare un matrimonio che disapprovava totalmente – e quello inspiegabile di Hanabi, che ormai ventenne aveva mostrato diverse volte di puntare alla guida del clan, e nell’allontanamento della sorella avrebbe dovuto vedere un motivo di gioia, e non di rabbia.
Aggirandosi per i sentieri del giardino che ospitava gli invitati, Neji scoprì che c’era molta più gente del previsto, e si chiese se sarebbe davvero riuscito a incontrare chi cercava. Poi, sul ponticello in legno che si arcuava al di sopra del ruscello, incappò in Rock Lee e Tenten.
«Ah, eccovi!» sorrise avvicinandoli.
«C’è troppo affollamento» sbuffò Tenten con un’occhiataccia ai gruppetti che si muovevano vociando.
«Dobbiamo stare attenti a non perderci Mei!» esclamò Lee con convinzione, e nella foga sollevò per un braccio la bambina sui tre anni che stava aggrappata alla sua mano. «Ah, scusa tesoro!» si affrettò ad aggiungere, rimettendola giù sotto l’occhiataccia di Tenten.
«Immagino che ci sia un posto per i bambini più grandi» commentò Neji, con un’occhiata condiscendente alla piccola dagli occhi e capelli scuri, fino ad ora simile più a sua madre che a suo padre – per fortuna.
«L’ultima volta che li ho visti, si stavano arrampicando sul fico dall’altra parte del giardino. Spero solo che non caschino di testa» sbuffò Tenten contrariata.
Neji si concesse un sorriso.
Ricordava limpidamente il giorno in cui gli avevano detto che sarebbe diventato ‘zio’; era stata Tenten la prima a parlargliene, con gli occhi bassi e la voce composta. Gli aveva detto che era incinta, che avrebbe sposato Rock Lee, e che sarebbe stata felice. Lui le aveva augurato ogni bene. Cos’altro avrebbe potuto fare?
Poi aveva parlato anche con Lee, e, unico istante di debolezza che si era concesso, aveva espresso il desiderio che i futuri figli assomigliassero alla mamma.
Ma la delusione non era durata a lungo; presto Hiashi aveva ricominciato a cercare di accoppiarlo con Hinata, e ogni sua energia era stata impiegata nel tentativo di aggirare l’ostacolo.
Era forte, Neji Hyuuga, dentro e fuori.
«Avete incontrato gli altri?» chiese guardandosi attorno. «Nella confusione riesco a malapena a capire dove mi trovo»
«Abbiamo incrociato Ino e Sai, poco fa. Credo che siano tornati insieme per la sesta volta, o qualcosa di simile – ho perso il conto. E c’erano anche Shino e Kiba, al bar» rispose Tenten. «Penso che Kiba fosse in procinto di far scoppiare una faida con il clan Nekozuka, ma spero che Shino lo abbia fermato. Poi mi pareva di aver intravisto gli Uchiha, ma non ne sono sicura»
«Vi spiace se mi unisco a voi?» chiese Neji. Piuttosto che tornare con il suo clan sarebbe stato disposto a farsi scuoiare vivo, ma per fortuna era riuscito a trovare un modo più piacevole di passare la giornata.
«Così ci aiuti a tenere d’occhio Mei!» approvò Lee entusiasta. «E poi devo raccontarti di quella missione nel paese delle Nebbie!»
Tenten fece roteare gli occhi, e Neji trattenne un sorriso.
Insomma, non era cambiato poi molto.

«Non ci metterò più di un’ora», le aveva detto.
«Vado e torno, sarà soltanto l’ennesima cazzata», assicurava.
«Tu vai avanti a dormire, ti sveglierai che sarò già a casa»
Mentre avanzava lungo il corridoio a passo di carica, Temari digrignò i denti, ricordando le parole pronunciate da Shikamaru all’alba. Nella luce aranciata del primo sole lo aveva visto uscire al seguito di un pallidissimo Naruto Uzumaki, e poi, sbadigliando, era tornata sotto le coperte.
Ma al suo risveglio lui non c’era. E nemmeno otto ore dopo.
Lo ammazzo!” si ripeté per la trecentesima volta, mentre le persone si scostavano bruscamente al suo passaggio. “Quando lo prendo lo faccio a pezzi, giuro!”
Shikamaru Nara avrebbe fatto bene a scappare dalla finestra, in quel momento. Ma non poteva sapere, l’ignaro, che la sua adorabile moglie stava per rendersi coscientemente vedova.
Temari arrivò in fondo al corridoio, svoltò a sinistra facendo frusciare il kimono elegante, e assottigliò gli occhi intravedendo sagome note in lontananza. Aumentò il passo, strinse i pugni, e quando fece il suo trionfante ingresso nel salone principale, non ci fu sguardo che non si posò automaticamente su di lei.
«Shikamaru Nara!» tuonò, e il diretto interessato sentì un brivido correre lungo la schiena. D’istinto incassò la testa tra le spalle, come una tartaruga nel guscio, e chiuse gli occhi. «Che ore sono?» ringhiò Temari raggiungendolo, e parandoglisi davanti in atteggiamento bellicoso.
«Ho avuto dei contrattempi...» borbottò lui vago, guardando altrove.
«Contrattempi?» sibilò lei. «Contrattempi?» ripeté, nel caso non fosse abbastanza chiaro. «Io definisco contrattempo il nostro matrimonio, pigro, menefreghista, irritante uomo! Ti costava tanto mandare un messaggio? Due righe? Anche un piccione viaggiatore! Ho aspettato come una deficiente per sei ore, sei! Te ne rendi conto?»
Naruto, che fino a quel momento si era fatto piccolo in un angolo, eclissato dal temperamento focoso della ‘padrona del castello Nara’, si schiarì la voce cercando di attirare l’attenzione e salvare l’amico.
«Veramente sono stato io a...» iniziò timidamente, ma prima che potesse continuare uno sguardo lo trapassò da parte a parte, congelandogli le parole in gola.
«E tu!» ringhiò Temari, additandolo minacciosamente. «Gaara ti cerca da un’ora! Sei lo sposo, non hai il diritto di scomparire chissà dove con mio marito!»
«E’ solo che...»
«Che niente! Tutti si sposano prima o poi, non sarai il primo a farsi prendere dal panico, né l’ultimo!Tira fuori il fegato e fammi il favore di arrangiarti da solo! Non è possibile che a venticinque anni uno debba ancora avere la balia! Che uomo sei?»
Naruto pigolò qualcosa di incomprensibile, sopraffatto, finché una voce calma e bassa non intervenne a ristabilire l’ordine.
«Temari, basta così»
La kunoichi si irrigidì e sbuffò. Di cattivo umore, si costrinse a voltarsi e gettò un’occhiataccia a Gaara, che avanzava insieme a Kankuro. Tutti e due indossavano i loro abiti migliori – il Kazekage aveva addirittura la divisa d’ordinanza – e mentre incedevano sembravano irradiare un’aura di autorità e carisma – che, ad essere onesti, era più concentrata sul rosso dei due. Inutile dirlo, a parlare era stato Gaara.
«Mh, elegante» commentò Kankuro con un’occhiatina supponente alla divisa ninja di Shikamaru. «Immagino che i jonin di Konoha guadagnino una miseria»
Shikamaru guardò altrove, ormai rassegnato. Era abituato alle osservazioni pungenti di Kankuro, ma di solito Temari lo difendeva. Quel giorno, tuttavia, qualcosa gli diceva che avrebbe dovuto cavarsela da solo.
Non aveva ancora finito di pensarlo, che sentì una mano serrarsi ferrea attorno al braccio e dovette trattenere un gemito.
«Oh, lui sta per andare a infilarsi nel vestito più stretto che gli trovo» promise Temari scoccandogli un’occhiata di fuoco. «Stiamo tutti soffrendo per l’eleganza, e Shikamaru si unirà presto a noi»
Il diretto interessato chiuse gli occhi, sospirando a fondo.
E dire che aveva voluto solo essere gentile con Naruto. Sigh.
Mentre lui veniva trascinato via impietosamente e ingloriosamente, il Naruto in questione si sentì in colpa.
Aveva supplicato Shikamaru di aiutarlo a calmarsi, pensando che le sue sagge parole gli avrebbero abbassato l’adrenalina, ma aveva scoperto che con il passare del tempo l’ansia poteva soltanto crescere e crescere e crescere. Mancava poco più di un’ora al matrimonio, e lui già faticava a respirare; non osava immaginare cosa sarebbe successo al momento della cerimonia.
«Sei nervoso?» gli chiese Gaara dopo averlo studiato per qualche minuto.
«Io? Ahah! Ma no!» si schermì lui in automatico, con un cenno molto poco naturale. «Cioè, sì. Da morire» crollò dopo un istante, impallidendo bruscamente.
«Non sai quanto vorrei una macchina fotografica» ghignò Kankuro. «Naruto Uzumaki nel suo momento di debolezza più profonda! Potrei ricattarti a vita»
«Ne riparliamo quando finalmente trovi una disposta a sposarti, okay?» ringhiò Naruto acido.
«Pensavo che saresti stato emozionato, non terrorizzato» commentò Gaara ignorando il battibecco.
«Diciamo che se la cerimonia fosse meno complicata io sarei molto più felice! Da che cavolo di parte devo stare sotto quell’ombrello?» gemette lui, vicino all’esaurimento nervoso.
«Beh, se tu sei in queste condizioni non oso immaginare la sposa... dicono sia la timidezza incarnata» se ne uscì Kankuro stringendosi nelle spalle.
Naruto raggelò.
Hinata.
Oh cavolo, Hinata!
Se lui andava nel panico, chi l’avrebbe guidata durante la cerimonia? Sì, lei aveva molta più esperienza con i rituali, e l’etichetta, e compagnia bella, ma aveva ancora il vizio di perdere la bussola stando nei suoi paraggi!
Doveva riacquistare un minimo di controllo, accidenti. Doveva farlo per Hinata.
Si batté pacche leggere sulle guance, inspirando ed espirando come prima di una missione.
«Okay. Okay, ce la posso fare» si disse a voce alta, sotto lo sguardo perplesso di Kankuro e quello educatamente indecifrabile di Gaara. «Sono Naruto Uzumaki, futuro sesto Hokage. Posso fare tutto»
«Diventa ogni giorno meno realista, vero?» commentò il maggiore dei fratelli di Suna, con un cenno vago.
«Perché ti ho invitato?» mugugnò Naruto offeso.
«Esiste persona che tu non abbia invitato?» replicò l’altro, sarcastico. «Tre quarti degli invitati che ho visto tra il giardino e il palazzo sono amici tuoi, e il restante quarto è la nobiltà di Konoha. C’è l’intero villaggio al tuo matrimonio, non so se te ne sei accorto. E ben due Kage»
«Oddio. E se sbaglio davanti a tutta questa gente?» inorridì lo sposo.
«Una volta non sbraitavi di voler dimostrare quanto valevi?»
«Sì, ma qui si parla di etichetta! E cerimonie! E rituali! E’ peggio di un esame ninja!»
«Lasciatelo dire, tu hai un problema di personalità multipla»
Kankuro scosse la testa, mentre Naruto ricominciava ad inoltrarsi nel ciclo vizioso depressione/entusiasmo che il matrimonio gli procurava. Gaara, apparentemente distratto, non sembrava un granché preoccupato.
«Dov’è il quinto Hokage?» chiese, cambiando completamente argomento.
«La vecchia Tsunade?» fece Naruto riprendendosi bruscamente. Si guardò attorno, corrucciato, e cercò di fare mente locale. «Avrebbe dovuto essere qui un’ora fa, ma ora mi viene in mente che non l’ho ancora vista» borbottò perplesso. «E manca soltanto... oddio, manca solo un’ora!» esclamò con voce strozzata. «E devo ancora fare quella cosa! Gaara, Kankuro, scusate tanto! Devo scappare via, ma vi ringrazio per essere venuti! E lasciate il vostro regalo sul tavolo nell’angolo!»
Prima che uno solo dei due fratelli potesse aprire la bocca, era già schizzato via, incurante del kimono di seta da migliaia di ryo che sbatteva attorno alle sue gambe rischiando di rovinarsi.


La stoffa si piegava sul pavimento in volute bianche, disegnando complicati intrecci sul tatami pregiato. La cintura dai lembi della veste si snodava fino ai piedi del futon, tracciando una strada sottile e sinuosa che attraversava la stanza con movimento lento. Il copricapo dell’Hokage era posato sul mobile nero, davanti allo specchio, ancora sul suo cuscino ricamato.
L’unico rumore che si udiva nella stanza inondata dal sole era un fruscio sottile e, in qualche modo, caldo.
Un piede si mosse piano, strusciando sulle coperte del futon.
«Che ore sono?» chiese una voce roca, leggermente affannata.
«Che ti importa?» ribatté un altra, quasi soffocata.
«M’importa eccome, vecchio balordo... Oh diavolo!»
Il fruscio sottile si trasformò in un rumore sordo e brusco quando Tsunade, quinto Hokage della Foglia, scattò a sedere. Dal futon provenne un grugnito contrariato, seguito da uno sbuffo.
«Dovevamo essere al matrimonio un’ora fa!» inorridì Tsunade, lottando perché i capelli liberi dai codini si spostassero dagli occhi.
«Almeno per un’altra ora non avranno davvero bisogno di te» bofonchiò l’altra voce, incarognita, e un braccio si protese lungo il fianco nudo dell’Hokage arrivando a circondarle la vita. «Torna giù. Solo mezzora, dai»
«No, non esiste!» imprecò Tsunade, cercando di opporsi, ma la stretta ferma che la cingeva riuscì a sopraffarla, e a trascinarla di nuovo con la schiena sul futon.
Jiraya si spostò su di lei, intrappolandola con il suo corpo, e lasciò che i capelli scivolassero a solleticarle il collo. Sorrise sornione, piegandosi sulla sua bocca, e lei cercò di scostarlo irritata.
«Siamo in ritardo!» sibilò cercando di spingerlo via.
«Solo mezzora» ripeté lui sfregando il naso dietro il suo orecchio. «Tanto sei l’Hokage, nessuno può dirti niente»
«E’ il matrimonio di Naruto! Vuoi arrivare tardi alla cerimonia? Che poi devo officiare anche io
Jiraya sorrise contro il suo collo. «Non se la prenderà» commentò leggero. «Ho il vago sospetto che a quest’ora sia nel panico, per un motivo o per l’altro; un ritardo non può che renderlo felice»
«Sei mai cresciuto, tu?» ringhiò Tsunade.
«Perché avrei dovuto?» replicò lui, accarezzandola lentamente e compiacendosi dei suoi apparenti vent’anni. «Senza contare che, se solo lo volessi, tu potresti farmi volare fuori dalla finestra con una sola mano... ma non l’hai ancora fatto»
Tsunade arrossì indispettita.
Okay, era debole davanti ad alcool, gioco d’azzardo e sesso. Ma era pur sempre l’Hokage! – anche se il motivo poteva sfuggire. Un minimo di rispetto doveva pretenderlo!
Con una spinta brusca fece cadere di lato Jiraya, che si lasciò andare sbuffando. «Ho capito!» si lamentò immusonito.
«Finalmente!» sospirò lei rialzandosi a sedere – e il suo lato più infantile si scoprì deluso perché lui aveva ceduto tanto in fretta. Dandogli le spalle si protese alla ricerca dei vestiti, e li raccolse rapidamente.
Jiraya rimase steso sulla schiena, a guardarla che cercava di rendersi presentabile. Sorrise quando la vide cercare il lato giusto della veste di Hokage, e provò un moto di tenerezza quando si incastrò infilandola.
«Aspetta, ti aiuto» le disse avvicinandosi. Con mani gentili ma precise scostò un lembo di stoffa e ne tirò un altro, e in un paio di secondi la liberò, facendo spuntare la testa spettinata dalla seta.
Tsunade, rossa in viso, si limitò a fare un cenno di ringraziamento. E lui rispose con una mano sotto la veste, al seno generoso. Lei gli stritolò il polso, lui sentì le ossa scricchiolare, e allora fece bruscamente marcia indietro.
«Ahia...» sussurrò facendosi da parte, mentre lei si alzava in piedi e legava la cintura in vita. «Non sei per niente romantica» le rinfacciò offeso.
«La tua concezione di romanticismo prevede una mano sotto il vestito?» ribatté lei lapidaria.
«Anche. Comunque non intendevo questo» senza alcun imbarazzo Jiraya si sedette a gambe incrociate e appoggiò i gomiti alle ginocchia. «Direi che per essere la prima volta ha avuto una conclusione piuttosto fredda» commentò.
Tsunade gli scoccò un’occhiataccia attraverso lo specchio, raccogliendo i capelli nei soliti codini.
«Cosa ti aspettavi?» ribatté secca. «Siamo adulti, non ragazzini tutti rose e candele»
«Appunto per questo» sorrise lui. «Arrivati alla nostra età, visto che non abbiamo tutto il tempo che hanno i ragazzini, mi aspettavo che dopo il sesso avrei avuto il tempo di farti la mia proposta»
Tsunade si irrigidì involontariamente sul secondo codino. «Proposta?» ripeté meccanicamente.
Il sorriso di Jiraya si allargò. «Di matrimonio»
La vide arrossire nel riflesso, e si sentì orgoglioso del proprio operato.
Poche persone al mondo riuscivano a imbarazzare il quinto Hokage della Foglia, e a lui piaceva pensare di essere il migliore tra quei pochi. Ne andava davvero fiero.
«Certe volte mi chiedo se tu sia pazzo o solo vecchio» bofonchiò Tsunade evitando di incrociare il suo sguardo.
«Perché? Non ti piacerebbe poter ripetere ogni notte quello che abbiamo fatto fino a dieci minuti fa?»
«Nessuno ha mai detto che il matrimonio sia necessario al sesso»
«Ma se vivessimo insieme saremmo più a portata di mano»
«Nessuno ha mai detto che il matrimonio sia necessario alla convivenza» con un gesto stizzito Tsunade lasciò andare le ciocche bionde e prese il copricapo dell’Hokage dal cuscino. «Ti sei lasciato influenzare troppo dalle nozze di Naruto, Jiraya» lo rimproverò severa, dandogli la schiena. «Noi abbiamo passato da tempo la soglia oltre la quale si smette di fare progetti»
Con una nota amara nella voce, fece per coprire i capelli biondi con il simbolo del fuoco.
Ma prima di riuscirci sentì le braccia di Jiraya che scivolavano ad abbracciarla, e avvertì il tepore del suo petto contro la schiena.
«Tsunade» sussurrò lui al suo orecchio, sentendola fremere impercettibilmente. Non sorrideva più, non scherzava più. «Diventa mia moglie»
Per un breve, brevissimo istante, a Tsunade sembrò di tornare davvero ventenne, non solo nel fisico. Per una frazione di secondo, una risposta assolutamente folle le attraversò la mente, forse portata dal sangue che le aveva scaldato le guance.
Ma durò il tempo di un battito di ciglia.
Poi, Jiraya cedette e le sue mani salirono dalla vita al seno.
Gli esiti della reazione dell’Hokage furono disastrosi per l’arredamento della stanza.


Naruto si guardò attorno ansiosamente, alla ricerca di qualcosa che conosceva fin troppo bene.
Nella folla che si era radunata davanti all’ingresso principale riusciva a distinguere sì e no due o tre persone. Vide Iruka e gli altri sensei dell’Accademia, e Sai e Ino con loro. Vide gli Hyuuga, nella zona della nobiltà, e incrociò per una frazione di secondo lo sguardo di Hiashi. Si concesse di perdere qualche istante sostenendolo, e poi riprese la sua ricerca. C’erano Ichiraku e sua figlia, in un angolo, e più in là vide la famiglia di Asuma, Ibiki Morino, Anko Mitarashi e Gai, circondato da ragazzini tanto pieni di energie da mandarlo in visibilio.
Tutti sembravano sereni, divertiti. Solo lui doveva essere tanto angosciato?
Beh, supponeva che fosse normale, dal momento che era lo sposo. Ma aveva la ferma convinzione che quando avesse trovato chi cercava le cose sarebbero andate decisamente meglio.
Si inoltrò lungo i sentieri del giardino, iniziando a pensare di moltiplicarsi per sveltire le operazioni, e finalmente, in un piccolo spiazzo in cui la luce del sole arrivava a macchie, raggiunse la sua meta.
Sorrise involontariamente, vedendo il quadretto che gli si offriva alla vista, e il sorriso si allargò al pensiero che presto anche lui sarebbe stato protagonista di qualcosa di simile.
«Ve la siete svignata dalla calca, vero?» chiese avvicinandosi con un sorriso.
Sasuke e Sakura alzarono gli occhi dal bambino sui due anni che disegnava nel terriccio davanti alla loro panchina, e lei ricambiò il sorriso.
«Ecco lo sposo» commentò facendo per alzarsi.
«Stai comoda» la fermò lui. «Dove vuoi andare con quella pancia?»
Sakura arrossì leggermente, posando una mano sul ventre arrotondato. «Ehi, è già il terzo; ormai sono esperta» si giustificò.
«Non ne dubito, ma sta’ giù» ghignò Naruto. Poi spostò gli occhi su Sasuke, e il suo sorriso si fece meno caldo e un po’ più tipicamente ‘mascolino’. Fece un cenno con il mento; l’Uchiha ricambiò.
«Nervoso?» gli chiese.
«Mh. Neanche tanto» mentì lui, ancora incapace di mostrarsi debole di fronte al rivale di sempre. «Sono qui perché c’era una cosa che volevo fare prima della cerimonia» spiegò infilando una mano sotto il kimono. Frugò per qualche istante, senza che né Sasuke né Sakura capissero cosa cercava, e alla fine tirò fuori un involto blu.
Si fece serio, tendendolo a Sasuke.
«Questo è tuo» disse senza distogliere lo sguardo. «L’ho tenuto per tutto questo tempo, sperando di potertelo restituire quando le cose tra noi fossero tornate quelle di un tempo. E credo che questo sia il momento giusto»
Sasuke lo prese, perplesso, e scostò i lembi di stoffa che lo avvolgevano; sotto gli strati di tessuto, scoprì una placchetta metallica con il simbolo sfregiato della Foglia.
Il suo vecchio coprifronte.
Alzò la testa di scatto, accigliato, e vide Naruto che gli rivolgeva un sorriso dei suoi.
«So che te ne hanno dato uno nuovo, ma questo era quello che avevi quando sei stato promosso all’Accademia, con me e Sakura. Ho pensato che fosse importante» si giustificò, con un velo d’imbarazzo. «E te l’ho dato adesso, perché sto per sposarmi. Perché finalmente ho trovato anche io qualcuno con cui passare il resto della mia vita, qualcuno con cui costruire una famiglia e invecchiare. Perché finalmente posso guardarvi e pensare soltanto ‘ah, tra qualche anno anche io e Hinata avremo dei bambini, e qualcuno ci vedrà e dirà ‘che bel quadretto!’, e io ne sarò orgoglioso’. Perché credo di aver finalmente capito cosa vuol dire amare ed essere amati al di là di tutto, non per abitudine, non perché è l’unica scelta, ma perché lo si vuole. E... sì, mi rendo conto che sembra un discorso campato per aria, ma volevo farvelo lo stesso» con un risolino imbarazzato, si grattò la nuca, a disagio.
Sakura sbatté le palpebre sugli occhi lucidi, sorridendo.
«Non è un discorso campato per aria» assicurò con voce roca.
Sasuke rimase in silenzio, fissando il coprifronte nella sua mano.
Quella Foglia sfregiata gli avrebbe ricordato molte cose.
I suoi dodici anni. Il tradimento. Il marchio di Orochimaru, ora un segno sbiadito che pulsava raramente sul suo collo. Suo fratello Itachi. E anche l’altro fratello, Naruto. Gli avrebbe ricordato che aveva lottato per superarli, che alla fine non ci era riuscito, e che aveva tradito di nuovo per avere Sakura.
Gli avrebbe ricordato i suoi sbagli e le sue sconfitte.
Ma gli avrebbe anche ricordato chi era adesso, cosa aveva ottenuto nonostante tutto.
Gli avrebbe ricordato la sua intera vita, e soprattutto Naruto. Il rivale, l’amico, il fratello. Tutto questo e molto di più.
Molto, molto più di quanto avesse osato sperare quando a sette anni era rimasto solo.
Strinse le dita sul metallo del coprifronte, e si lasciò sfuggire un sorriso appena accennato. Senza commentare, ripiegò la stoffa blu e infilò tutto in tasca, ostentando noncuranza.
Ma né Naruto né Sakura avevano bisogno di leggere la sua espressione per sapere cosa provasse davvero; ormai non era più necessario.
«Sembra che io sia arrivato al momento giusto» disse una voce alle spalle del biondo, all’improvviso.
Naruto si voltò, spalancando gli occhi, e davanti al suo sguardo sorpreso comparve Kakashi, con addosso ancora la divisa da ninja.
«Ho fatto appena in tempo» commentò il jonin in tono pacato.
«Maestro Kakashi!» esclamò Sakura, facendo di nuovo per alzarsi. Questa volta a fermarla intervenne la mano di Sasuke, che la tenne giù senza sforzo.
«Comoda» le disse infatti il copia-ninja, avvicinandosi. «Prima che partissi, il mese scorso, mi avevano detto che ti saresti sposato oggi, ma non sapevo se sarei riuscito a tornare prima della cerimonia» aggiunse rivolto a Naruto.
«Sono contento che ce l’abbia fatta!» sorrise lui, entusiasta. «Vedrai, Hinata sarà bellissima!»
«Ehi, tu non dovresti vedere la sposa prima del momento!» protestò Sakura.
«Infatti non l’ho vista. Ma so che sarà bellissima»
Mentre Sakura levava gli occhi al cielo e suo figlio continuava a disegnare forme astratte nel terriccio, Kakashi rimase in silenzio. Poi, la sua voce si sollevò di nuovo al di sopra del cicaleccio che veniva dal sentiero.
«Onestamente ero un po’ preoccupato» commentò piano.
Naruto gli scoccò un’occhiata perplessa, e anche Sasuke alzò lo sguardo.
«Sapevo che tu Hinata vi vedevate già da qualche tempo, ma quando ho saputo del matrimonio mi sono chiesto se fosse la cosa giusta. Se, per caso, non fosse soltanto un ripiego»
L’ultima parola pesò sul quartetto come un macigno. L’allusione ai fatti di sette anni prima aleggiò nell’aria, impalpabile eppure chiarissima; e Naruto si infuriò.
«Cioè io avrei sposato Hinata solo perché non sono riuscito ad avere Sakura?» scattò tagliente, gelando l’aria.
«Non puoi biasimarmi per averlo sospettato...» iniziò Kakashi, ma fu interrotto.
«Sì invece!» esclamò Naruto. «Come hai potuto anche solo pensare una cosa tanto disgustosa? Io amo Hinata! La sposo perché la amo, perché ho scelto lei! Non mi sognerei mai di sfruttarla, solo per la mia frustrazione! Se avessi cercato un ripiego, me lo sarei trovato anni fa!»
«Calmati, Naruto, non volevo offendere nessuno» lo fermò Kakashi, sollevando una mano. «Mi è bastata un’occhiata per capire che non avevo ragione di preoccuparmi. Sprizzi gioia da ogni poro, anche davanti a Sakura. Se tu sposassi Hinata solo per ripicca, non riusciresti ad essere tanto solare»
Naruto rilassò i pugni, ancora turbato.
Se il maestro Kakashi – che pure lo conosceva bene – aveva pensato una cosa simile, allora chissà cosa sussurrava il resto del villaggio alle spalle di Hinata.
Non aveva mai pensato a quel lato della faccenda.
Naruto la amava, e la amava così tanto da essere cieco a tutto il resto; ma forse l’opinione più comune era che si servisse di Hinata per vendicarsi di Sakura e Sasuke. Che si approfittasse della sua ingenuità.
«Io voglio dimostrare a tutti che non è vero» disse tra denti, con gli occhi bassi. «Voglio dimostrare all’intero villaggio che io e Hinata saremo felici insieme, a prescindere dagli altri!»
Kakashi annuì. «Non mi aspettavo nulla di meno» ammise.
E anche Sakura, sulla panchina, si trovò con la coscienza più leggera.
Sentire Naruto pronunciare quelle parole con una simile foga le aveva tolto un peso leggero dal cuore. In fondo anche lei si era chiesta fino a che punto l’amore tra Hinata e Naruto riguardasse entrambe le parti, e una simile conferma la sollevava profondamente. E la faceva sentire meno in colpa.
Ma dopo quel discorso l’aria si era fatta improvvisamente pesante, così decise di cambiare argomento per risollevare l’atmosfera.
«E Haruka?» chiese a Kakashi, con un sorriso. «E’ ancora in missione nel paese delle Risaie?»
Negli occhi del copia-ninja passò un’ombra cupa, così veloce che quasi non lasciò traccia.
«Sì» confermò tuttavia, con voce neutra. «Si sta infiltrando con successo, è sotto copertura»
«Immagino che non vederla sia terribile» commentò Sakura, dispiaciuta.
«Sì...» mormorò Kakashi, abbassando lo sguardo. «Sì»
Prima che lei potesse imbarazzarsi per l’infelice argomento scelto, una voce risuonò dal sentiero chiamando a gran voce Naruto.
«Naruto! Eccoti!» ansimò Kiba, raggiungendoli con il fiato corto e Akamaru al seguito. «E’ sorto improvvisamente un problema! Gigantesco, direi»
Naruto si irrigidì, tendendosi istintivamente. «Hinata?» chiese ansioso.


«Sì, lo so che porta sfortuna, ma non me ne potrebbe fregare di meno!»
La voce di Naruto risuonava per i corridoi, lasciando allibiti domestici e ospiti.
«P-Però...» balbettò la giovane Hyuuga che presidiava la porta dietro cui Hinata si preparava per la cerimonia. «Io non so se padron Hiashi...»
«‘Padron Hiashi’ può andare a far...!» iniziò Naruto, e Kiba gli tappò la bocca prima che completasse la frase.
«Lasciaci entrare, per questa volta dimentica i regolamenti, okay?» intervenne rapido. «Per favore»
La ragazza esitò, incerta. Poi chinò il capo e si fece da parte, e Naruto avanzò bruscamente.
Spalancò la porta con la solita irruenza, incurante del legno pregiato e – di nuovo – del kimono che indossava, e come l’ultimo degli eroi gridò il nome della sua bella mentre ancora aveva un piede nel corridoio.
Hinata sollevò la testa di scatto, voltandosi verso di lui, e Naruto per un attimo si lasciò tentare dal pensiero di ogni sposo alla vista della sposa, ovvero: prenderla e portarla nella prima stanza libera, e al contempo scappare a gambe levate, con la terribile sensazione di essere indegno di tanto splendore.
Pensiero stupido e decisamente fuori luogo, considerate le condizioni di Hinata: sotto il kimono bianco, perfetto, costosissimo, e l’acconciatura elaborata, il trucco non aveva retto alle lacrime e le macchiava le guance arrossate. Quando vide Naruto impallidì bruscamente e poi di nuovo si infiammò, scoppiando in singhiozzi.
Kiba le lanciò un’occhiata sospirante, dalla soglia, e fece un cenno alle domestiche nella stanza perché uscissero con lui. Poi, prima di chiudere la porta, gettò un ultimo sguardo alla schiena di Naruto, inginocchiato davanti a lei.
Ora che finalmente ti ha raggiunto, non lasciarla andare mai più” gli augurò.
Ma forse era una minaccia.
All’interno, Naruto cercava di calmare Hinata abbastanza da farla parlare.
«Cos’è successo? Hinata, cosa c’è che non va?» le chiedeva piano, accarezzandole la schiena preoccupato.
Ma lei scuoteva la testa, e riusciva soltanto a piangere.
«Kiba ha detto che è venuta Hanabi... cosa ti ha detto?»
Hinata si passò una mano sugli occhi, sbavando ancora di più il trucco, e si costrinse a inspirare a fondo per calmare i singhiozzi.
«Nostro padre ha organizzato il suo matrimonio» gemette, ad occhi bassi. «Vuole che sposi il figlio di un membro di spicco del clan, ma le ha detto chiaramente che non potrà prenderne la guida. E lei... lei è venuta da me, e...» chiuse gli occhi, piegando la schiena. «Io pensavo che fossimo riuscite a costruire qualcosa insieme! Pensavo che mi volesse bene, e io gliene volevo! In tutti questi anni mi ha sempre spronata ad essere più forte, mi ha spinta a farmi coraggio, ad avvicinarmi a te! Mi aveva fatto le congratulazioni per il matrimonio!» singhiozzò. «Ma la verità è che voleva solo liberarsi di me per sposare Neji e prendere il posto di nostro padre! Ha detto che non ha mai avuto fiducia nelle mie capacità, che... che non sono in grado di fare niente da sola! Ha detto che non mi ami, che mi sposi solo per compassione, e che lei mi odia, perché non è giusto che le cose non vadano come voleva, perché ci aveva lavorato tanto...»
La voce di Hinata scemò fino a confondersi di nuovo con il pianto, e Naruto le strinse una mano.
«E’ per questo che ora stai così male?» le chiese turbato, e lei annuì.
Naruto scattò in piedi. «Sto per renderti figlia unica» annunciò.
«No!» esclamò Hinata, fermandolo. «No, per favore, non andartene. L-Lo so che porta sfortuna, che non dovresti vedere la sposa prima della cerimonia, e lo so che il trucco sta colando, però non andartene!»
Lui si fermò, e la guardò di nuovo.
«Hinata» disse, prendendole il viso tra le mani. «Tua sorella ha detto quelle cose solo per invidia» le assicurò, tornando a inginocchiarsi. «Tu sei diventata una persona bellissima in tutti questi anni, sei diventata forte, sei diventata la mia Hinata. Io non mi sognerei mai di sposarti solo per compassione, io ti sposo perché ti amo. Mi ero innamorato di Sakura, è vero, ma forse era successo perché era l’unica ragazza che mi desse un minimo di corda. Con te è stato diverso. Con te ci è voluto del tempo, ci è voluta pazienza. Io ti ho scelta, sapendo cosa avrei potuto avere con Sakura o con altre, e ora voglio solo te. Mi hai capito, Hinata? Io voglio solo te. Non devi mai, mai permettere a nessuno di dire che non ti amo»
Hinata arrossì, chinando il capo, e strinse le dita sulla stoffa del kimono di Naruto. «P-Però...» mormorò con voce incrinata. «Io voglio bene a Hanabi. Io pensavo che anche... che anche lei...»
«Probabilmente quella ragazza è un clone di tuo padre, attributi esclusi» sbuffò Naruto. «E ora ho ancora più voglia di portarti fuori da quella casa di matti» sorrise, cercando i suoi occhi. «Hinata, questo è il nostro matrimonio. Nessuno può rovinarlo, okay? Oggi devi essere felice. E’ solo una cerimonia, passerà più in fretta di quanto tu non creda; e poi, questa sera, ti porterò nella nostra casa, quella che ho fatto costruire vicino alla foresta. E lì ci saranno l’altro Naruto e tutti i Narutini figli, e noi daremo una mano a colonizzare le stanze, a partire da questa notte. E saremo felici. Soprattutto felici» con il pollice, cancellò le lacrime dalla sua guancia. «Ora me lo fai un sorriso?»
Hinata obbedì, e si strinse al suo collo. «Scusami» sussurrò afflitta. «Non volevo causare problemi»
«Nessun problema» le assicurò lui. «Se non per Hanabi quando le metterò le mani addosso, ovvio. E comunque, ho più problemi ad abbracciarti adesso senza spogliarti, che non a consolarti quando piangi»
Hinata arrossì, facendosi indietro. «Credo che siamo in ritardo...» disse ansiosamente.
«Naa, la vecchia Tsunade è ancora chissà dove. E visto che manca anche l’eremita porcello, ho una mezza idea di sapere perché non la vedo»
«Oh. Pensi che...?»
«Non saprei, ma spero per loro che il nostro matrimonio sia fonte di ispirazione!»
Naruto si rialzò in piedi, accarezzando ancora una volta la guancia umida di Hinata.
«Ora vado» disse con un sorriso gentile. «E’ il nostro matrimonio, dobbiamo fingere di non esserci visti finché non ci troviamo davanti all’Hokage. E poi finalmente mi sono ricordato che sotto l'ombrello devo stare a destra»
Hinata ricambiò il sorriso, e l’angoscia che l’aveva invasa dopo la visita di Hanabi si diluì nel calore che Naruto le donava con un semplice tocco. Lo guardò allontanarsi, desiderando che la cerimonia fosse già superata, che fossero già marito e moglie, che fossero già loro due, e basta. Poi lui aprì la porta, e mentre le domestiche che dovevano aiutarla a prepararsi rientravano, nel corridoio lei intravide una folla ansiosa. Riconobbe Kiba, gli Uchiha, i Nara, Sai e Ino. Intravide i Lee e qualche maestro, tra cui Kakashi e Asuma e Kurenai, e persino i bambini più grandi che sbirciavano curiosi dalla porta: il maggiore, Tobi, ma anche Chiharu, Kotaro e Hitoshi, i primi dei figli dei suoi compagni d’accademia, quegli ‘incidenti’ che poi si erano rivelati un regalo della fortuna.
Le sembrò che arrivasse anche Tsunade, però non poté accertarsene. Perché Naruto aveva richiuso.
E si sarebbero rivisti soltanto un attimo prima di diventare marito e moglie.





Il Villaggio della Foglia.
Pochi sanno dove si trovi esattamente all’interno del vasto paese del Fuoco, e ancora meno sanno come arrivarci.
Quei rari personaggi che per un motivo o per l’altro lo hanno visitato, sono legati al giuramento di non rivelarne mai l’ubicazione; ma se dovessero parlare racconterebbero di un sentiero quasi invisibile nel bosco, disseminato di trappole, che si fa strada vera e propria nei pressi dell’abitato. Racconterebbero di mura in legno alte e guardate a vista, di due porte principali immense, di un’alta parete di granito con cinque volti scolpiti, di case dagli stili più disparati. Racconterebbero di terme, negozi, chioschi di ramen, parchi per bambini, racconterebbero delle persone e della vita che si respira nelle strade, vita apparentemente uguale a quella degli altri mille villaggi comuni.
Poi, racconterebbero dell’Accademia ninja. E dell’Hokage, il ninja più forte, capo e protettore del villaggio. E di tutti i genin, chunin e jonin che bazzicano quotidianamente da una casa all’altra, da un ufficio all’altro, come se niente fosse, mostrando i loro coprifronte con disinvoltura.
Perché il Villaggio della Foglia, Konoha, è un villaggio ninja.

Un villaggio misterioso, protetto e protettore, un villaggio in cui è difficile entrare e ancora più difficile uscire.
Un villaggio in cui i ragazzini crescono e diventano uomini, per difendere e proteggere ciò che amano. Sbagliando, tornando indietro, peccando forse.
Ma nonostante gli errori, è un villaggio in cui, davvero, i sogni si possono realizzare.






Fine






















*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Oggi ho realizzato il sogno della mia vita:
scrivere un capitolo (meglio ancora, l'ultimo!) stravaccata in giardino, con il sole a picco.
Prima della meravigliosa "era del portatile", tutto ciò era soltanto un'illusione...

Comunque, non credo sia questo che vi interessa!
Ebbene, signore e signori, questa è ufficialmente la fine di Sinners!
Avete capito bene.
Tutto ebbe inizio con il profilarsi di Itachi all'orizzonte, e tutto ha avuto fine con la consegna del coprifronte sfregiato,
a sancire la fine delle ostilità "sakuriane" tra Sasuke e Naruto (e senza neanche un morto, nonostante tutte le vostre previsioni!)
Ho cercato di creare un ipotetico prosieguo del manga, aggiungendo qua e là qualche tocco personale
(l'improbabilissima LeeTen, per esempio, o i mai morti Asuma e Jiraya),
e ho provato in tutti i modi a restare aderente a ciò che sappiamo dei personaggi di Kishimoto-sensei, o comunque a rendere plausibili le loro scelte.
(per gli avvenimenti e per dettagli quali Itachi Uchiha, beh, non sono ancora Dio! Concedetemi qualche svista!)
Ciò che ho letto nei commenti mi ha fatto ben sperare, e alla fine sono riuscita a tirar fuori ciò che avete letto.
Spero di essere riuscita a rendere sopportabile la NaruHina anche per i NaruSaku fan,
e spero di aver reso chiari i motivi che hanno portato Naruto a sposare Hinata.
So che è stato un grande azzardo iniziare con una NaruSaku e finire con una NaruHina,
ma chi mi conosce sa che da me è lecito aspettarsi di tutto, anche questo.
(ricordatevelo per i miei lavori futuri, se doveste mai leggerli!)
Spero di non avervi deluso con il finale!

Dal momento che non ho pronto nulla per il compleanno di Kimi (ç_ç),
spero di riparare dedicandole questo ultimo capitolo!

Ciò detto, vi ringrazio profondamente per avermi seguito in questa lunga, lunga avventura.
506 pagine, penso e spero più di 900 commenti, oltre il centinaio di preferenze, non so quante letture, 37 recensioni per il capitolo finale,
e tutte le cose gentili, divertenti, esaltanti che mi avete detto in questo tempo.
Ogni più piccolo dettaglio è inciso nella mia memoria, e mi fa davvero dire con tutto il cuore:
grazie.

Nota sul matrimonio: so soltanto a sprazzi come si svolge un matrimonio in giappone,
e il dettaglio dell'ombrello è uno dei pochi che mi vengono in mente insieme a quello della candela.
Tutto il resto è buio! Perciò passatemi eventuali inesattezze, o consideratele come particolarità di Konoha!

Ora, anche se sono stanca (scampagnata della domenica... @_@),
vi lascio all'ultima serie di risposte ai vostri commenti.
E... psst: quando avete letto la vostra parte, date un'occhiata in fondo alla pagina!

Talpina Pensierosa: la prima della fila per gli ultimi ringraziamenti! Grazie Maria, perché metà dei capitoli ha la tua come prima recensione. Ci sei sempre stata, puntualissima e gentilissima, e sono felice di averti conosciuta anche via msn! Tu sei tra coloro che possono chiedermi ciò che vogliono in ogni momento, non solo per il compleanno! (e... sì. "Baka" è proprio quello Stupido!)
arwen5786: eh, Cami, fino al penultimo capitolo ti ho tenuta sulla corda con il NaruHina! In tutto questo tempo sono riuscita a non farmi scappare assolutamente nulla della mia sfacciata preferenza per questa coppia, e sinceramente ne vado fiera! Nemmeno via msn sei riuscita a carpirmi il segreto finché non ho voluto rivelartelo (e allora perché continui a scrivere una NaruSaku dietro l'altra, ti chiederai? Dettagli...), e anzi mi ricordo ancora di tutte le immagini SasuSaku che mi mandavi per "cercare di influenzarmi" (tue testuali parole)! Il micio alla fine è sopravvissuto e si è pure moltiplicato, ma d'altro canto io amo troppo i gatti per far loro del male, anche solo in una fanfiction! Jiraya e Tsunade, invece, sono sempre i soliti. C'è stato il bacio la volta scorsa, oggi qualcosa di più, ma il matrimonio? Jiraya sarà destinato a "riuscire solo nell'allevare il rivoluzionario che cambierà il mondo", come gli hanno predetto? O riuscirà anche nella conquista di Tsunade? Ohohoh, il "pairing segreto" è ancora segreto! Ti dico solo che è il più improbabile dell'intero mondo di Naruto, dopo la LeeTen (in realtà per me non è poi così improbabile, ma va beh...), e che... beh, personalmente lo adoro! Ma tanto, eh! (sebbene non mi vedrai scrivere molte cose su quei due... e poi capirai anche perché!) Mi spiace solo che alla fine non sono riuscita a infilare Neji nudo e bagnato, per i tuoi occhi... ma potrei sempre riciclare l'idea per la famosa NejiHina che devo regalarti! Ora non mi vedrai dilungarmi in stucchevoli romanticherie sull'importanza che ha avuto conoscerti, perché prima di lasciarci andare ai ricordi, voglio che tu corra in fondo alla pagina...!
roby chan: il padre del famoso (?) "Baka" è il Kamaro che ha avuto qualche importanza nei capitoli successivi al ritorno di Sasuke, il "nuovo" membro dell'Akatsuki che Danzo voleva utilizzare per ricorstruire l'organizzazione. Reira lo aveva aiutato a fuggire, ma prima di farlo ci aveva passato la notte insieme. E queste sono le conseguenze. I tuoi sospetti sulla "nuova classe in Accademia" troveranno risposta in fondo a questa pagina... Per ora, mi limito a ringraziarti per aver commentato e anche per aver sopportato i miei scleri in questo angolo! Grazie mille!
rina: oh Fra (posso chiamarti così?), ecco qui un'altra che è rimasta scioccata dall'improvvisa comparsa di Baka! Eheh, sapevo che sarebbe stato un colpo per "chi sa"! Sasuke è vivo e con Sakura, Naruto è con Hinata, Shikamaru con Temari, e Lee con Tenten. Ma non dirmi che non lo sapevi, su! E finalmente anche gli altri potranno sapere... sebbene io sia stata abbastanza malvagia da fare una certa cosa... (oh, lo scoprirai) Spero che questo ultimo capitolo sia stato di tuo gradimento, è stato quasi un parto, e non sono nemmeno sicura che sia venuto come volevo, ma il finale in sé non mi dispiace! A risentirci su msn!
maninja87: see, "come si sono risolte le situazioni" dopo sette anni... Come no. In realtà ci sono cose ancora del tutto irrisolte, anche se ho cercato di cammuffarle come "dettagli lasciati volutamente in sospeso", e capirai il perché leggendo in fondo a questa pagina! Non so se apprezzerò mai Sasuke, ma posso sempre provare a scriverne cercando di mettere da parte la parzialità... confesso che quando viene "sconfitto", c'è una parte di me che soffre leggermente. Ma quella che gode in maniera malsana è molto più grande e forte, quindi per ora prevale nettamente! (diciamo che quando fa il figo contro Itachi è abbastanza piacevole da guardare... ma l'apprezzamento si ferma lì!) Ad ogni modo, voglio ringraziarti per tutti i commenti che mi hai lasciato, e per i complimenti e le cose gentili che mi hai detto ogni volta! Le tue recensioni erano un piacere da leggere, sempre lunghe e ben scritte! E' stato un piacere rispondere a fine capitolo!
sammy1987: Hinata è stata molto più di un incentivo, per Naruto! e' stata ciò che gli ha permesso di dimenticare definitivamente Sakura e andare avanti, imparando a guardare oltre. Dal mio punto di vista è stata fondamentale per il riavvicinamento tra Sasuke e Naruto, che ora sono ciò che avrebbero potuto essere se si fossero conosciuti senza la faccenda di Itachi e Sakura di mezzo; se fossero cresciuti soltanto come amici e rivali, senza tradimenti, senza abbandoni... Sono i degni adulti che vengono dai dodicenni che si sono incontrati all'Accademia, e il loro è il rapporto che spero conquistino alla fine del manga! (Kishimoto-sensei, per favore...) In tutto questo, c'è anche la SasuSaku, che so che ti piace! E i loro marmocchi, anche se ne hai visto direttamente uno solo, e indirettamente due... ma chissà che non ne vedrai qualche altro... scendi in fondo alla pagina, scendi... Intanto, grazie per i tuoi commenti, sempre piacevoli e ben scritti! Mi hanno fatto molto piacere!
Julia83: eh sì, nelle risposte ai commenti certe volte mi sono lasciata scappare qualche dettaglio sui pairing! Se non altro sono contenta di essere riuscita a trattare tutti (più o meno) con imparzialità, nella storia. Ci ho provato, almeno. E ci proverò ancora, tanto che ho una mezza intenzione di sfornare prima o poi una ShikaIno, pairing che assolutamente non tollero, ma che potrebbe rivelarsi un'interessante sfida! Hai ragione per quanto riguarda "Ali di cera", parte degli insulti che Sakura si rivolgeva erano miei, lo confesso! E' che "entrando nella sua testa" non potevo fare a meno di pensarli! E così hanno finito per scivolare anche nello scritto... Cercherò di non farlo più in futuro, promesso! Speri in un sequel? Davvero? Io non dico niente, ma prova a guardare in fondo a questa pagina... Per ora, grazie di tutto! Le cose che hai detto e i tuoi commenti sono stati molto importanti per me!
gohan4ever: mi spiace per te, ma questa storia si conclude sul NaruHina! Beh, hai la consolazione di sapere che sono un'autrice imprevedibile, può darsi che un giorno inizierò una fanfic con il NaruHina e la concluderò sul NaruSaku! In fondo, lo confesso, ultimamente mi piacciono entrambi i pairing! Se hai cinque minuti, dai un'occhiata in fondo alla pagina! E grazie per aver letto anche questa storia, nonostante alla fine di "Ali di cera" avessi avvisato che avrebbe potuto non piacere ai NaruSaku fan...
Maobh: Jiraya era convinto di lasciarci le penne, con Naruto. Dopo essere sopravvissuto contro Pain (almeno qui) e persino contro Kyuubi e Orochimaru, pensava di aver esaurito le riserve di fortuna, e invece l'ha sfangata ancora una volta! Meno male che ha preso un po' di iniziativa, diamine! Peccato solo che ci abbia messo sette anni per chiedere a Tsunade di sposarlo, e peccato anche che io non vi abbia rivelato se lei ha accettato o meno! (me perfida) Nel manga, onestamente, non so nemmeno se l'autore darà una soluzione a tutti i triangoli che ha creato. Mi sembra strano che abbia creato Hinata innamorata di Naruto se poi non ha intenzione di farci nulla con lei (e, razionalmente, di "segni" da parte di Kiba o, per assurdo, Neji, non se ne vedono), certo è che se Sasuke fa il latitante, tutto sembra indicare una futura NaruSaku... Io qui ho cercato di rendere plausibile la NaruHina, nulla di più. Se vuoi sapere nel dettaglio perché, dai un'occhiata in fondo alla pagina! Il nome Reira ha un suono piuttosto duro (con la pronuncia italiana che marca le R), e nella mia testa si accompagna a una personalità forte. Probabilmente ho inconsciamente attinto al panorama di Nana, ma so che non ho pensato molto a lungo al nome di questo personaggio! Dopotutto è praticamente terziario, gliel'ho dato perché chiamarla "quella donna" mi faceva schifo... (oh, non sono mai stata in zona fiera, ma se mi dici così mi faccio calare subito l'entusiasmo!) In conclusione, grazie per i commenti che mi hai lasciato ogni volta, e per le "istruzioni d'uso" riguardo a Bologna! E' bello poter parlare con qualcuno che, una volta tanto, sa a cosa mi riferisco quando dico "Sala Borsa"!
Killkenny: il serpentone malefico per fortuna ha finito di rompere le balle. Cioè, beh, era un antagonista "prét à porter" dalle indubbie qualità (sapeva tutto di tutti, aveva il dono dell'ubiquità e non moriva mai, il che lo rendeva estremamente riutilizzabile), ma dopo un po' ha iniziato a stufare! Nel manga continua "a vivere" dentro Sasuke, io qui ho deciso di liberarmene del tutto! Ciò detto, grazie per aver espresso sempre il tuo parere, sinceramente e senza girarci attorno. Mi ha fatto piacere conoscerti, e sono stata contenta di essere riuscita a tenerti con me fino a questo punto!

Urdi: in realtà questi ultimi capitoli sono stati scritti in maniera drammatica, cercando disperatamente di non tralasciare nulla e disperandomi per la mancanza di ispirazione! Ma se sono venuti bene, tanto meglio! Di sicuro hai ragione su Tsunade e Jiraya (entrambi affascinanti, entrambi innamorati, entrambi idioti perché non riescono mai a lasciarsi andare del tutto) e soprattutto su Sasuke. Doveva vivere. E se ti chiedi il perché di quel corsivo, sappi che troverai la tua risposta in fondo a questa pagina! Ed è la stessa risposta che posso darti anche in merito all'organicità della storia, e alla capacità di tenere insieme i fili (tra l'altro, esiste un file lunghissimo di appunti sul mio pc, con le cose che sarebbero dovute succedere e quelle di cui mi dovevo assolutamente ricordare...! Memoria sì, ma non solo!) Riguardo alla grammatica, voglio ringraziare i mille e passa libri che mi sono mangiata (metaforicamente) nel corso degli anni, e mandare al diavolo il mio simpatico correttore automatico (quello dell'ormai glorioso "Fashion Shaker"), secondo cui "eco" è maschile... No comment. Per tutto il resto, ti ringrazio di aver seguito questa storia così a lungo! Sei stata la vincitrice della famosa cinquecentesima recensione, e commentatrice preziosa! Mi ha fatto piacere conoscerti, e anche poterti dare il "premio più ambito"! (cioè, l'unico premio!)
Rhymes: a dire il vero nel paese delle Piogge Sakura ci ha provato, a dare la sua vita a Naruto. Peccato che prima di iniziare sia stata messa K.O. dall'amico Madara (ah, che uomo quello!), e che sia sfortunatamente sopravvissuta fino ad oggi. Personalmente trovo stupido che ogni volta cerchi di sacrificarsi per salvare qualcuno (ricordo nel manga quando si è buttata a peso morto contro Kyuubi... quante sberle le avrei dato!), anche se dà a vedere che vuole salvare senza schiattare (insomma, si sa che è troppo debole per uscirne viva! Fa tanto la fiera, ma anche quell'asparago di Kabuto potrebbe eliminarla). L'unico suo merito, però, è l'amore. Sì, amava Naruto, certo. Ma prima ancora amava Sasuke, è innegabile, e che abbia continuato ad amarlo fino ad oggi è - olre che segno di squilibrio mentale - molto... ehm, intenso, immagino si possa dire. Uff, è difficile giustificare un personaggio che in fondo si odia! Comunque, grazie per aver messo tutto il tuo entusiasmo nelle recensioni e nel leggere questa storia! Sapere che sono riuscita a coinvolgere qualcuno fino a questo punto è fonte di grandissimo orgoglio per me, e mi rende davvero felice! Ora, non chiederti perché questa risposta sia tanto breve... corri invece in fondo alla pagina, e capirai perché non ho potuto dirti altro!
Ziba: la zeta nell'elenco dei preferiti! Il tuo nick mi ha sempre ricordato qualcosa di esotico (che l'impressione venga dal classico "zi badrone" del genio della lampada?), e ne ero vagamente incuriosita! Per questo leggere un tuo commento mi ha fatto molto piacere, è stata una bellissima sorpresa! Naruto, lo si è capito, è il personaggio che amo di più nel mondo di Naruto. Ho sempre avuto un debole per i protagonisti un po' scemi ma "con le palle", e il biondino è solo l'ultimo dei miei grandi amori in questo senso! Visto che hai già commesso l'errore (sì, l'errore!) di leggere "Il peggior ninja del villaggio della Foglia", dovresti sapere fino a che punto arriva la mia venerazione per lui! Ora, so che con te sarà un po' inutile dirlo (se hai letto dei tre nomi in fondo a questo capitolo saprai perché), ma scendi in fondo alla pagina e scoprirai qualcosa... intanto, grazie per aver seguito questa storia e per aver trovato la forza di commentare, alla fine! Mi ha fatto davvero tanto piacere!

Jenna Uchiha: il gatto con il pelo nero? Ma quando mai? Lo avevano chiamato "Naruto" proprio perché come colori e atteggiamenti assomigliava all'originale, se fosse stato nero l'avrebbero probabilmente chiamato Sasuke (e io non lo avrei tenuto in vita)! Ma è una svista comprensibile, su. L'importante è che sia vivo! (amo troppo i gatti per ucciderlo) Naruto, nel manga, si sta avviando sulla strada del grande Jiraya. Dalla scena alle terme in cui Yamato gli prospetta un futuro di sofferenze se cercherà di spiare Sakura, mi è venuto il sospetto che prima o poi avrebbe imboccato la via dell'ero-sannin... ed è così che è nata la scena del "paradiso della pomiciata"! Guarda, per quanto riguarda Naruto e Hinata, era irrealistico che si baciassero già quel giorno. Naruto era ancora in trip per Sakura, lei era ancora tanto agitata da svenirgli sulla porta, e l'amore non spunta all'improvviso, come una margherita! Certo, poi 'sti due ci hanno messo una barbarità di tempo, è vero, ma alla fine sono arrivati comunque alla meta! Ciò detto, ti ringrazio per i commenti che mi hai sempre lasciato, anche se il tuo amore per Sasuke non incontrerà mai la mia simpatia! E' bello confrontarsi, lo ammetto, e alla fine in fondo la SasuSaku c'è, e prevede che entrambi siano vivi! Ora, ti consiglio di scendere in fondo a questa pagina e leggere le due righe di chiusura...
trinty87: mi davi della crudele perché avevo lasciato credere a tutti che il micio fosse morto, ma non avevi ancora letto questo capitolo grondante NaruHina! Dai, loro sono il lato puccioso (passami il termine da fangirl) della coppia con Naruto! Quando c'è Sakura nei paraggi sono giocosi, un po' maneschi, allegri. Quando c'è Hinata, diventano dolci. E poi io sono la paladina dei deboli, Hinata è la mia missione spirituale! Ti ringrazio per aver commentato fin qui, anche se la NaruSaku a un certo punto è scoppiata, e se non stai masticando troppa bile, dai un'occhiata in fondo alla pagina!
_Eleuthera_: ho deciso che in qualche modo riuscirò a parlare con te dello spin-off, devo solo scoprire come farlo senza svelare a tutti qualcosa che potrebbe turbarli profondamente... indi per cui, aspettati una mia mail dopo il 18 marzo (prima devo finire un certo esame... uffa) A questo punto, i miei occhi brillano di gioia e orgoglio leggendo i tuoi commenti! Conoscendo vagamente ciò che scrivi, e trovandomi di fronte a simili complimenti, il mio stupido ego si riempie di elio e vola su nel cielo blu (pesca la tua carta Sakura)(ignorami quando faccio così). Ti ringrazio per ciò che hai detto di Naruto, gli ultimi capitoli sono stati pesanti per lui, e ho cercato con tutta me stessa di far capire ai lettori come si sentisse e perché non potesse odiare Sakura e Sasuke, dal momento che l'odio sarebbe la reazione più spontanea. L'idea dell'epilogo viene da una necessità e anche dal desiderio di dare un'idea di ciò che è stato dei personaggi che sono arrivati all'ultimo capitolo, con i loro problemi e le loro conquiste. Soffro della classica sindrome dell'abbandono del personaggio, che mi impedisce di lasciar vivere ai personaggi la loro vita senza infilarmi nel loro futuro a rompere le scatole in qualche modo, quindi non potevo fare a meno di scrivere questa conclusione (e, tanto per cambiare, di infilarci la ciclicità che mi piace tanto e includere alla fine lo stesso pezzo che ho scritto all'inizio, con una leggera modifica). Ora, dopo essermi dilungata in questo excursus pseudo-melodrammatico, ti invito a leggere in fondo alla pagina per capire il termine "necessità" che ti ho scritto in corsivo poco più su!

Mala_Mela: oh sì che mi hai stupita, Clà! La tua recensione mi ha colta davvero in contropiede, è stata un fulmine a ciel sereno! Baka è, oltre che Stupido, anche parecchio sfortunato, direi. Con la madre e l'autrice che si ritrova, non poteva sperare in un nome meno virile e pomposo, povera stella. Ma lo amiamo così com'è! Jiraya e Tsunade, invece, sono i miei beniamini ultimamente, e tu lo sai. Per questo ho deciso che il nostro ero-sannin avrebbe centrato il bersaglio nell'epilogo, riuscendo almeno ad arrivare fino in fondo! Glielo dovevo, dopo quello che gli ha fatto il maledetto Kishimoto! E, in effetti, ultimamente mi piace molto anche il rapporto tra lui, lei e Orochimaru... devo scriverci qualcosa, un giorno. Detto ciò, c'è davvero altro che devo aggiungere, tesoro mio, mio ex Dio? Ma sì, dai: fatti quattro risate leggendo in fondo alla pagina!
Devilmaycry: ciò che mi hai scritto non era affatto scontato, sai? E sinceramente si contano sulle dita di una mano le volte in cui qualcuno ha commentato i tempi con cui si svolgeva l'azione! E' una cosa cui ho cercato di fare particolare attenzione, ma evidentemente sono anche riuscita a dissimulare tutti i calcoli e iragionamenti che ho fatto in proposito! E' bello tuttavia vedere che ci sono persone che notano comunque questo genere di dettagli, mi fa sentire in gamba! (come se il mio smisurato ego avesse bisogno di stimoli...) Comunque, ti ringrazio tanto per i commenti sullo stile in generale, e l'accenno a "potresti scrivere qualcosa che potrebbe piacere a molti, e non parlo di FF" mi ha fatta praticamente sciogliere! Grazie davvero! Se vorrai continuare a leggere qualcosa di mio anche dopo Sinners, mi farà piacere (pubblicità progresso)!
Hipatya: "Come si suol dire, le storie hanno un lieto fine quando si sa dove fermarsi" Ecco, sì. Io NON so mai dove fermarmi, sappilo! (per maggiori chiarimenti in merito, scivola in fondo alla pagina e leggi le due righe rosse che ho lasciato!) Comunque, alla fine hai avuto la NaruHina e la SasuSaku, e c'è pure stato l'exploit procreativo degli Uchiha! Senza contare che la guerra è ancora un mormorio lontano, e per ora tutti sembrano stare in pace e armonia (?)... Spero che questo epilogo ti sia piaciuto, anche il gatto ha avuto figli, diamine! Ci mancava solo che facessi cadere una cascata di rose e poi avremmo raggiunto l'apice dello smielato! Mi è piaciuta molto l'immagine della telecamera che si sposta sui diversi personaggi, e mi ha fatto davvero tanto piacere sentire che sono riuscita a dedicare a tutti il giusto spazio! E' quando sento queste cose che mi sento orgogliosa di ciò che ho scritto! Per questo, voglio ringraziarti! Per tutti i commenti che mi hai lasciato in questo tempo, per ciò che hai detto, per aver letto, semplicemente. Grazie.

harryherm: oh, sai che oggi mi sono trovata a fantasticare di un'assurda quanto impossibile NaruTema, silvia cara? Il sole deve avermi dato alla testa; comunque, quando ho letto la tua ipotesi NaruTen, non l'ho trovata tanto sconvolgente, dopo le mie strambe fantasie. E invece ho ridacchiato come una scema leggendo dei tuoi tormenti nel sapere che Sasuke e Sakura saranno felici e contenti, e Naruto sarà con Hinata. Ti dico che la prima parte di questo capitolo l'ho scritta pensando a te, ci ho infilato Shikamaru sperando di distrarti e convincerti a leggere fino in fondo! Non so se ci sono riuscita, ma la buona volontà da parte mia c'è stata! E poi c'erano ancora Tsunade e Jiraya, e il gatto e i suoi figli, e anche altri figli, che presto conoscerai... questo è un epilogo, l'unico capitolo spudoratamente NaruHinesco che ti ho fatto sopportare! Ora prendi un respiro profondo e sappi che non ce ne saranno più, che va tutto bene. Che prima o poi anche l'AU vedrà la luce! Dai, ora vedo di trovarti su messenger e farmi cazziare mezzora per la quantità esagerata di NaruHina che hai dovuto sopportare! Ma prima di chiudere la pagina, leggi le righe in fondo, anche se non ti stupiranno!
DuniettaS: hai perfettamente ragione. Se avessi concluso la vicenda di Jiraya e Tsunade con quell'unico bacio, sarebbe stato molto poetico. Ma, lo confesso, sono una fan sfegatata degli happy ending, e nello scorso capitolo mi sono trovata a rileggere della morte dell'ero-sannin... e la cosa mi ha buttata giù da matti! Per questo è nata la scena di questo capitolo, e la proposta di Jiraya. Jiraya che certo è un girovago e uno spirito libero, ma che a una certa età sente anche il desiderio di avere ciò che gli è sempre stato negato, finalmente. Jiraya, a cui io darei volentieri tutto ciò che vuole! (ok, questa potevo risparmiarmela) Per Naruto, lo confesso. Il mio piano era esattamente quello di fargliene passare di tutti i colori con Sakura fino a raggiungere la felicità con Hinata. Se vuoi sapere perché, dai un'occhiata alle righe in fondo a questa pagina! Credimi, saranno illuminanti. Ciò detto, spero di non averti dato il colpo di grazia con il Naruhina! Davvero, mi spiace se è così. Sapevo che iniziare con la NaruSaku e finire così sarebbe stato traumatico per certi lettori, ma tutto era già programmato...! A questo punto, voglio lo stesso ringraziarti per aver retto fino a qui, ed essere anche riuscita a lasciarmi una recensione la volta scorsa! Mi ha fatto piacere vedere che hai trovato il coraggio di andare oltre la NaruHina, almeno per cinque minuti!
kage_naru89: (non so se sei già andata a cercarti il padre di Baka, ma se non lo hai fatto ti risparmio un po' di fatica: era l'ultimo entrato nell'Akatsuki, il sopravvissuto che avrebbe dovuto guidare il nuovo gruppo sotto la guida di Danzo. Reira lo aveva fatto scappare, ma prima ha combinato il pasticcio Baka!) sapevo che il finale NaruHina sarebbe stato traumatico, ma sin dal primo capitolo era previsto. Se ti stai chiedendo "ma allora ci hai preso per il culo?", rispondo: più o meno. Cioè, tra Sakura e Hinata io preferisco nettamente Hinata, tuttavia, scrivendo Sinners, mi sono ricreduta sul pairing NaruSaku. Quei due insieme hanno qualcosa di bello, di allegro. Mentre il NaruHina è l'apoteosi della dolcezza, il NaruSaku è, come dire, naturale. Si potrebbe vedere girando per la strada ogni giorno. Quindi, mentre scrivevo, non ho pensato "ahah, prima o poi vi fregherò tutti!"; anzi, qualche volta mi sono trovata a pensare "uff, ma questi come li separo? Stanno un po' troppo bene insieme...", e alla fine sono stata davvero dispiaciuta dall'evolversi della situazione. Ma i miei piani non potevano cambiare, e scoprirai il perché leggendo ciò che ho scritto in fondo a questa pagina.
Parlando del tuo commento sull'atmosfera, sappi che mi ha fatto molto piacere leggerlo! Ho sempre cercato di bilanciare descrizioni, dialoghi e stati d'animo, e non sempre è facile. Spero di migliorare ogni volta, e forse un giorno leggerò una pagina e mi dirò: "ah, ci siamo!" O almeno, lo spero. A questo punto, ti ringrazio per aver letto fino a qui, anche se alla fine ho deluso le tue speranze! Spero che l'ultimo capitolo non ti abbia procurato un travaso di bile, e ti saluto con affetto, sperando di addolcire la pillola! (tra parentesi... ai suoi tempi l'avevo detto che ci sarebbe stato bisogno di "Ali di cera", per indorare ciò che sarebbe successo di lì a poco in Sinners...)
lale16: se tu sei amareggiata dalla fine di Sinners, pensa a in che condizioni mi trovo io, che avevo iniziato ad apprezzare il NaruSaku pur sapendo che lo avrei distrutto! Comunque, sono anche contenta di essere arrivata alla fine di questo progetto. Ogni volta che scrivo l'ultima parola mi sento come se avessi perso un pezzetto di me, ma allo stesso tempo mi sembra di aver fatto un passo avanti. E' una strana sensazione, ma non credo di poterla definire negativa. E poi, lo confesso, amo gli happy ending. Però so che è difficile che tutto sia rose e fiori, e che ci sarà sempre qualcuno che sta male per come sono andate le cose... Ah, sul commento riguardo alle "seghe mentali" di Naruto sono scoppiata a ridere! In effetti, è l'unico termine con cui definire i suoi più o meno strambi ragionamenti! Ciò detto, ti ringrazio per avermi seguito fin qui, e spero di trovarti un giorno su messenger!
kaho_chan: dire che ho avuto un mancamento davanti alla tua recensione è poco. Infinitamente poco. Ho deciso che risponderò senza pensare a quello che dico, perché se dovessi soffermarmi su tutto mi sparerei solo a pensarci! (però fa la sua ottima figura!) Allora, io giuro che non scorderò mai e poi mai le tue parole sullo ShikaTema. Le farò incidere in un blocco di amianto e te le spedirò a casa, e non importa se è cancerogeno. Davvero, sono straordinarie dette da te! Poi, Sasuke. Oh, sono riuscita a fartelo odiare? E quando tu odi qualcuno ci scrivi cose come "Chains"? Bene, direi che da domani inizierò a farti odiare tante cose e tante persone, perché evidentemente ti fa molto, molto bene! Il gatto e Tsunade erano evidentemente i miei assi nella manica, perché ho esaurito le mie riserve di angst con Redenzione, e avevo bisogno di tirare il fiato! (non a caso, sono stati citati anche in questo epilogo!) Ciò che hai scritto di Naruto mi ha resa davvero felice. Ho cercato in ogni modo di analizzarlo bene, di non lasciare nulla irrisolto, di renderlo comprensibile e soprattutto simpatico ai lettori (lo ammetto, mia debolezza), e mi auguro che qualcuno sia riuscito ad apprezzarlo un po' di più dopo aver letto questa storia! (se non altro perché gliene ho fatte passare così tante...) A questo punto, ti ringrazio tanto per aver commentato fino a qui! Soprattutto dopo il crack della NaruSaku! Ci rivediamo su messenger, intanto dai un'occhiata in fondo alla pagina!
Reina: su, su. Un nome non dice nulla! E poi Reira non è mica l'unica a trovarsi incinta senza un papy! E' solo l'ultima! Spero per te che tu non abbia altri nick simili a Temari e Tenten... Comunque, sono contenta che tu abbia apprezzato il pezzo NaruHina! Anche se, considerando che conosci Killkenny, avrei dovuto aspettarmelo! Grazie per aver lasciato ogni volta recensioni puntuali e serie, erano un validissimo modo per capire se scrivevo cazzate o no! E ora, anche se penso che lo saprai già, dai un'occhiata in fondo alla pagina...

Ino:Chan: sigh, anche a me spiace che tu non abbia commentato prima, ora! Penso che mi sarebbero piaciute le tue recensioni! Spero soltanto di essere riuscita a tenermi sul solito livello anche con quest'ultimo capitolo! E ora, se vuoi tirarti un po' su di morale, guarda le ultime righe in fondo alla pagina!
lilithkyubi: tadan! Gaara è ricomparso nella storia, dopotutto! Mica poteva mancare al matrimonio di Naruto, giusto? Grazie per i tuoi commenti, mi hanno fatto molto piacere! Sono contenta che tu sia riuscita a barcamenarti con il computer abbastanza per riuscire a commentare!
tonyesp: ti prego, ti prego, ti prego... permettimi di stringare al minimo la tua risposta! Lo so che ti ho obbligato a scrivere la recensione anche se me l'avevi già fatta per messenger, e che quindi sono una schiavista imperdonabile se non rispondo, ma il tempo stringe e devo ancora fare un sacco di cose! Quindi, diciamo che finalmente il tuo amato NaruHina è tornato a calcare le scene! Ho cercato di non piombare nello smielato, ma spero di aver soddisfatto le tue esigenze di romanticismo... stessa cosa per Jiraya e Tsunade! Ci ritroviamo su messenger!
kairi84: io ti odio. Sigh, una recensione in più cui rispondere in blocco! (ovviamente mi fa piacere averla ricevuta, non ascoltare ciò che dico. Dopo tre ore e mezza di risposte ai commenti tendo a sclerare un tantino) Uhm, direi che abbiamo parlato più o meno di tutto via messenger... l'unica cosa che mi sento di dire è che, in effetti, l'impressione di aver fatto una follia persiste tuttora! Ma in cosa mi sono imbarcata? (e tu sai a cosa mi riferisco) Comunque, oggi ti ho anche mandato un altro sms in cui ti comunicavo di aver finito Sinners, quindi direi che sei stata presente sia all'inizio che alla fine! Sei davvero la lettrice più longeva, in termini di conoscenza tra noi due! (dai, fatti due risare guardando in fondo alla pagina, e scopri come l'ho detto agli altri...)
1992: sai che non mi ricordo più a cosa alludevo parlando di regalo la volta scorsa? Comunque, per ora i mini Uchiha hanno tutti capelli neri e occhi neri, garantisco. In futuro chi può dirlo? Prima o poi spunterà un pargolo di rosa capelluto (?), quel gene c'è, e non si può schivare! Ciò detto, ti proibisco di stampare la fanfic! Sono 506 pagine, è più di un intero blocco di stampante! Un suicidio economico! Però le tue parole mi hanno commossa. Ricordo il periodo in cui ti sentivi giù, e mi fa piacere vedere che sia passato e che tu ne sia uscita tanto bene. Mi ha fatto piacere conoscerti, per quanto tu sia assolutamente fuori di testa (in senso buono, in senso buono!), e spero di parlarti ancora! Quando? Puoi scoprirlo leggendo in fondo alla pagina!

Nunichan: se fossi caduta sul sessantatreesimo capitolo, facendo scoccare improvvisamente la scintilla tra Naruto e Hinata, penso che mi sarei picchiata da sola! Per dedicarmi a un po' di NaruHina ho escogitato il metodo dell'epilogo, e spero di non essere precipitata nel mieloso! Sono contenta che ti sia piaciuta la soluzione, e mi ha fatto molto piacere leggere il tuo commento! Grazie!
gracy110: che tu abbia trovato il coraggio di leggere la fanfic quando già era oltre il capitolo 50 mi lusinga profondamente! Grazie mille per i complimenti che mi hai fatto, sono stati apprezzatissimi, e anche se so che il riassunto sulla mia pagina personale era parecchio confusionario, spero ti sia stato utile!
NemoTheNameless: tre giorni? Wow, rapidissimo! Erano quasi cinquecento pagine! Piango per i tuoi poveri occhi... comunque grazie mille per aver letto e lasciato un commento! Nel corso della fic ho cercato di alternare momenti allegri e momenti seri, e mi ha fatto piacere vedere che hai apprezzato equamente entrambi! Al di là dell'angst, delle scene drammatiche e delle tragedie, io mi sono impegnata molto anche nelle parti che si possono considerare divertenti! E sono felice se si nota! Ancora grazie per avermi dedicato un po' del tuo tempo!
izayoi007: guarda, sono riuscita più a scrivere il tuo regalo di compleanno che l'ultimo capitolo di Sinners! Ormai il Narusaku ha iniziato a piacermi davvero un po' troppo...! Devo fare qualcosa per arginare questa mania! Comunque sono contenta che ti sia piaciuto il regalo, era un'idea che mi ballava in testa già da qualche giorno! Grazie per aver commentato fino a oggi, e non scusarti! Anzi, posso solo essere felice quando mi lasci una recensione, non ti rimprovererò mai nulla!
kimi: mi spiace tantissimo, non sono riuscita a prepararti il regalo in tempo! Però mi sono ricordata che ti sarebbe piaciuto vedere un po' di NaruHina e il nuovo clan Uchiha, così ho pensato di dedicarti l'ultimo capitolo di Sinners, sperando di farti cosa gradita! L'unico rammarico è che non saprai ancora il sesso del figlio di Shika e Tema... ma potresti avere delle sorprese, se pensi che non lo svelerò mai... leggi qua sotto, leggi... E, intanto, ti ringrazio profondamente per i commenti che mi hai lasciato nel corso della storia e tutte le cose gentili che mi hai detto! Mi hanno fatto davvero tanto piacere!
endlesstars: ohh, mi sono esaltata! La tua recensione assomigliava tantissimo a un commento post-contest, e per qualche strana ragione mi sono sentita importante! Allora, andiamo con ordine. Che Rock Lee fosse un po' OOC lo sapevo. D'altronde è stata la forzatura di cui non potevo assolutamente fare a meno, perché per una volta volevo che la spuntasse su Neji! La "Mary Sue" della situazione non mi è sfuggita, tranquilla; so di averla fatta un po' sopra le righe, perchè di tanto in tanto stava antipatica pure a me, però ragionandoci mi sono detta: beh, ha dovuto cavarsela in un modo o nell'altro per anni, rischiando la vita ogni due passi. Almeno di facciata sembra una Mary Sue. A questo punto, avrei potuto sviluppare il suo lato più fragile (perché tutti ne hanno uno, a meno che non siano MS puri), e non l'ho fatto per una ragione precisa. Ho i miei piani, nei suoi riguardi. Ciò detto, ti ringrazio davvero tantissimo per i complimenti su come sono riuscita a giostrare le cose e a integrare gli svarioni dell'ultimo minuto di Kishimoto! Ogni tanto avrei voluto farlo a pezzi, giuro, ma in un modo o nell'altro credo di essere riuscita a barcamenarmi con la trama di Naruto! Grazie ancora per avermi lasciato il tuo parere, è stato forse il più apprezzato, tra quelli di sintesi, perché ha - finalmente - tirato fuori anche i problemi di questa fic!

Ci ho messo tre ore e mezza, ma sono riuscita a rispondere a tutti!
Ora sono qui per dirvi che finalmente la mia pagina personale è aggiornata con i pairings!
E, a proposito: molti di voi ci speravano, qualcuno lo sospettava, altri lo sapevano con certezza...
...ma esiste un sequel di Sinners. O meglio, Sinners è il prequel di qualcos'altro.
Per maggiori dettagli, visitate la mia pagina personale!
(sì, lo so, dirvelo all'ultima riga dell'epilogo è parecchio bastardo! )


Aya

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