Stella:
Buonasera signore e signori! Eccoci con un altro capitolo
(in ritardo) della nostra fanfiction!
Andry:
Sembri la presentatrice di un talk-show…
Stella:
Volevo dare una parvenza di serietà a questa storia!
Andry:
Non ci sei riuscita.
Stella:
Grrrrazie… Comunque, parlando di cose serie: tutti coloro
che hanno mandato la scheda di un oc shinigami sono pregati di
controllare…
Andry:
Ora sembri una hostess…
Stella:
MA LA VUOI PIANTARE?!
Andry…
Stella:
Dov’ero arrivata?! *parla tra sé e sé*
Andry:
*sussurra* …sono pregati controllare le cinture di
sicurezza, le noccioline saranno servite durante il volo…
Stella:
…sono pregati di controllare le cintur…DANNAZIONE
*lo
colpisce* Sii serio!
Andry:
Parla lei…
Stella:
CHI HA MANDATO LO SHINIGAMI CONTROLLI DI AVERCI MANDATO IL
COMANDO DI RILASCIO, IL NOME E LA DESCRIZIONE DELLA SPADA! SE
COSI’ NON FOSSE
INVIATECELI! *si accasci esausta per lo sforzo ma contenta di aver
portato a
termine la sua missione*
Andry:
Per gli Arrancar: controllate la formula di rilascio e il
nome della spada, altrimenti inviateli. Detto questo buona lettura a
tutti!
Strategie
e sotterfugi: la guerra ha inizio!
Calore.
Era questo quello che sentiva Mitsuki. Semplice calore, ma
non in tutto il corpo. Lo avvertiva principalmente sul lato sinistro
della
faccia e non capiva il perché. I sensi iniziarono a
risvegliarsi dal torpore e
riuscì a sentire qualcos'altro.
Tu-Tum............Tu-Tum............Tu-Tum............Tu-Tum............Tu-Tum............Tu-Tum............
-Un tamburo?- pensò la ragazza aprendo leggermente l'occhio
destro
richiudendolo subito a causa del sole che la stava accecando.
Lentamente, ruotò la testa, in modo da poggiarsi sul mento e
riprovò ad aprire
gli occhi, ritrovandosi di fronte a due occhi color cremisi che la
fissavano
divertiti.
“Buongiorno tappetta.” disse Ashuros
Mitsuki lo fissò qualche secondo poi, sbadigliando, disse
“Buongiorno stupida
lumaca...” dopodiché tornò nella
posizione iniziale, chiudendo di nuovo gli
occhi e cercando di riprendere sonno.
Ashuros alzò un sopracciglio pensando -Nessuna reazione?-
ma, il fatto di
essere a “stretto contatto” con Mitsuki, gli
permise di percepire l'improvviso
arresto del cuore della ragazza.
-Adesso voglio proprio vederla.- pensò l'albino con un
ghigno.
Lentamente e con dei piccoli scatti, Mitsuki tornò a fissare
Ashuros che per
poco non scoppiò a ridere visto il rossore presente sulle
guance della ragazza
e le piccole colonne di vapore che le uscivano dalla pelle.
“Buongiorno di nuovo. Che ne diresti di alzarti? Dovrei
sgranchirmi le gambe.”
disse Ashuros
Per qualche secondo Mitsuki continuò a fissarlo poi
iniziò a balbettare
“K...K...K...K...KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Con un balzo ferino, raggiunse l'altra parte della stanza, prendendo di
nuovo
il ramo di salice, appiattendosi contro il muro e minacciando Ashuros
con il
suddetto ramo.
“T...TU! Maledetta lumaca pervertita!!! Lo sapevo che non
dovevo fidarmi! Confessa!!!
Cosa mi hai fatto? Un incantesimo? Hai usato una specie di
Ero-Kido?” sbottò la
ragazza iniziando a tremare al pensiero delle torture che poteva aver
subito
quella notte.
Ashuros si alzò pigramente e quasi tutte le ossa del suo
corpo fecero rumore.
In fondo era la prima volta da anni che stava fermo per così
tante ore ma
questo non gli impedì di prendere la palla al balzo.
Diede subito le spalle alla ragazza, infilandosi la camicia e poi la
giacca. Il
tutto con uno strano ghigno sulle labbra.
“Oh non è successo nulla di particolare miss
abbraccio.” disse l'albino
avviandosi verso la porta
-Nulla di particolare? Miss abbraccio?- pensò confusa
Mitsuki seguendolo con lo
sguardo
“Ah un'ultima cosa!” aggiunse poi Ashuros
fermandosi sulla soglia della stanza,
guadagnandosi un'occhiata confusa e curiosa da parte di Mitsuki
“Quelle
“posizioni” erano veramente difficili. Complimenti
per l'inventario!” concluse
l'albino con un tono atrocemente malizioso e scoccando un occhiolino a
Mitsuki,
per poi uscire chiudendosi la porta alle spalle.
Mitsuki rimase imbambolata sul posto, ancora rossa in viso. Quando,
dopo
qualche secondo, le parole del ragazzo trovarono un significato, il
rossore
aumentò a dismisura e le sue povere gambe, ora budini, non
poterono trattenerla
oltre, facendola cadere sul futon.
Fuori dalla porta, Ashuros rimase fermo anch'egli qualche secondo,
ripensando
alle parole da lui appena pronunciate e, proprio come Mitsuki non
poté fare a
meno di arrossire iniziando poi a prendere a testate il muro.
-Che. Cazzo. Mi. E'. Preso!!!- pensò il ragazzo prima di
incamminarsi, a passo
spedito, verso il Senkaimon. Mancavano ancora due arrancar, tanto
valeva
trovarli subito.
Per i corridoi, incrociò Yachiru che gli chiese subito
“Allora? Dormito bene?”
“Splendidamente! Una notte coi fiocchi!!!” disse
Ashuros sorpassandola senza
degnarla di uno sguardo.
L'anziana shinigami, leggermente confusa, si diresse verso la loro
stanza e,
aprendo di poco la porta, per poco non le venne un infarto nel vedere
Mitsuki
accasciata a terra, tremante e con gli occhi a girandola mentre
pronunciava
“Non è successo davvero...non è
successo davvero...”
Un gocciolone stile manga le cadde sulla testa e pensò
-Uhm...forse metterli
nella stessa stanza non è stata un'idea...azzeccata...-
* * *
Ashuros camminava spedito per i corridoi dell'edificio, sperando di
poter
tornare nell'Hueco Mundo il più velocemente possibile.
All'improvviso, il
pavimento diventò di colpo lucido e ricoperto di cera,
talmente tanto che il
povero arrancar si fece una bella pattinata finendo schiantato contro
un muro
poco più avanti.
“Cazzo che male...si può sapere chi ha passato la
cera?” urlò Ashuros
“Sono stato io, il pavimento era troppo sporco.”
disse Jean comparendo
all'improvviso
“Dovevi proprio pulirlo ora?” chiese Ashuros
fissandolo male
“Non vedo perché no.”
commentò Jean
Ashuros sospirò quando, con la coda dell'occhio, vide Stun
avvicinarsi...dalla
stessa direzione da cui era arrivato lui...
“No! Fermo Stun!” urlò Ashuros ma, senza
avere il tempo di spostarsi, venne
cilindrato in pieno da Stun, scivolato anch'egli sul pavimento
ricoperto di
cera.
“Uhm...forse ho messo troppa cera.” disse Jean
fissando il pavimento.
“For...se...” biascicò Ashuros, formato
sottiletta, mentre Stun cercava in
tutti i modi di rimetterlo in piedi.
Una porta li vicino si aprì e ne uscì un
assonnato Edward “La volete smettere
di far casino? La gente sta cercando di dormire!”
Davanti
a lui, si aprì un'altra porta da cui uscì Shi
che, vedendo
Edward, esibì un ghigno bastardo e disse “Se il
buongiorno si vede dal
mattino...questa sarà una giornata schifosa dato che la
prima cosa che ho visto
è stata la tua brutta faccia.”
Edward,
senza neanche commentare gli si lanciò addosso facendo
scattare una piccola rissa tra i due che causò non poco
casino. Jean sospirò
vedendo piccole nuvolette di polvere uscire dalla stanza mentre Stun
annuiva
soddisfatto nel vedere Ashuros di nuovo in piedi.
In quel momento arrivò anche Yuuko che, vedendo i due
shinigami pestarsi, non
potè fare a meno di ghignare e avviarsi verso i due per
potersi unire al
divertimento ma, purtroppo per lei, qualcun'altro non era di
quell'avviso.
“Non
ti permetterò di unirti a quella rissa Hime! Non ti si
addice!” urlò Hiro afferrandola per un braccio ma
l'arrancar non sembrò
apprezzare il gesto e, con una mossa di judo, afferrò il
braccio del fratello e
lo proiettò a terra, facendolo sbattere con la testa,
dopodiché fu libera di
lanciarsi nella rissa.
Ashuros osservò la sua compagna intenta a malmenare entrambi
gli shinigami.
Potevano anche mettersi ad attaccarla in due, ma un arrancar con anni
di
esperienza non era alla portata di due shinigami appena arruolatisi.
Sbadigliando annoiato, si diresse verso la sua destinazione e, come il
giorno
prima, dovette attendere qualche minuto perché il portale
fosse impostato
sull'Hueco Mundo. Con un balzo, salto nel suddetto portale,
ritrovandosi ancora
nel suo mondo natio.
Rimase fermo sulla duna di sabbia per diversi secondi. Mancavano due
soli
arrancar poi per chissà quanto tempo non sarebbe
più potuto tornare in
quell'immenso deserto. Prima che potesse muovere un solo passo,
avvertì subito
una presenza alle sue spalle ed era una presenza tutt'altro che
pacifica.
L'albino
si voltò di scatto, estraendo nel contempo la sua
zampaktou riuscendo a puntarla alla gola della ragazza che gli aveva
appena
trasmesso quella sensazione. Si trattava di una giovane dalla pelle
chiara alta
sul metro e settanta, dai lunghi capelli neri e con dei grandi occhi
marroni
che lo fissavano divertiti. Le labbra erano carnose mentre il seno era
prosperoso. La sua maschera, o ciò che ne restava, erano due
corna bianche che,
partendo da poco dietro le tempie, puntavano in avanti.
La
giovane indossava degli stivali bianchi con i bordi neri, una
lunga gonna bianca che però lasciava scoperti i fianchi
delle cosce, una fascia
nera come cintura e una maglietta senza maniche bianca coi bordi neri
che le
copriva la parte attorno alla gola per poi scendere e lasciar scoperto
il
ventre e parte dei seni, mentre la schiena era completamente coperta.
“Che
c'è? Ti ho spaventato forse?” chiese lei ghignando
“Izumi
Wakoto...” disse Ashuros rinfoderando la sua arma
“...che
strano trovarti qui.”
“Beh,
sono un arrancar e questo è l'Hueco Mundo. Cosa
c'è di
strano?” chiese Izumi inclinando la testa di lato.
“Lasciamo
stare, tanto ti avrei cercata in ogni caso. Devi venire
con me.” disse Ashuros voltandosi
“E
perché mai? Non vorrai mica farmi qualcosa vero? Voi maschi
siete tutti uguali!” sibilò la ragazza
“Primo,
quel genere di cose non mi interessano. Secondo, di certo
esistono delle ragazze più invitanti di te. Terzo, sono
venuto a chiederti di
arruolarti in un'accademia di Arrancar e Shinigami per sconfiggere i
nemici
umani.” spiegò Ashuros visibilmente infastidito
dalla giovane. La mattina era
già iniziata nel peggiore dei modi e questo non avrebbe
portato ad un
miglioramento...poco ma sicuro.
“Un'accademia?
Uhm...l'idea non è male!” disse Izumi annuendo
“Va
bene ci sto!”
“Perfetto,
ora dobbiamo solo trovare l'ultimo Arrancar e poi
potremo tornare nella Soul Society...” disse Ashuros
estraendo il cellulare.
Senza
neanche darsi un via, scattarono con il Sonido lungo le dune
di quel mondo. In pochi minuti, il radar dell'apparecchio
individuò l'ultimo
arrancar e glielo segnò con un puntino luminoso. Senza
esitare, Ashuros si
fiondò verso quella direzione, seguito a ruota dalla ragazza.
Trovarono l'ultimo arrancar intento a massacrare degli Hollow dall'aria
ben
poco combattiva. Erano spaventati da lui.
L'arrancar in questione era un ragazzo alto sul metro e novanta e con
le spalle
larghe. Aveva dei corti capelli neri e due pozze grigio-azzurre negli
occhi che
avrebbero intimorito anche i più coraggiosi. Il buco tipico
della sua razza si
trovava sotto l'ombelico mentre ciò che restava della
maschera erano due corna
bianche che partivano dalle tempie. La sinistra era spezzata a
metà.
I muscoli ben visibili e definiti erano coperti da una giacca bianca
lunga fino
al costato bianca. Le gambe lo erano da dei pantaloni a vita bassa
bianchi e
morbidi e ai piedi calzava degli stivali neri mentre, su un fianco,
portava una
katana nera con la guardia che ricordava delle fiamme e delle catene.
Il moro ghignò davanti agli Hollow e ne uccise due con un
solo potente Cero
sparato dalla sua mano destra.
“Tsk,
che delusione. Da queste parti non troverò mai nessuno in
grado di battersi alla pari con me.” disse quello per poi
eliminare gli ultimi
con dei veloci Bala che distrussero le maschere degli ultimi rimasti.
Ashuros fissò l'arrancar mentre gli dava le spalle e, solo
quando quello si
girò verso di lui, scoprì di conoscerlo da
diverso tempo ma forse il moro non
la pensava come lui. Con una forza mostruosa, saltò in alto,
superando di
diversi metri l'albino e gli scagliò contro un Cero alla
quale Ashuros
controbatté con un altro Cero. I due attacchi si annullarono
creando un
polverone a mezz'aria.
L'albino fissò quel polverone, cercando di cogliere il
minimo movimento ma,
dopo neanche un secondo, il moro lo attaccò frontalmente,
zampaktou sfoderata
nella mano destra. L'albino non si fece trovare impreparato e, dopo
aver
estratto a sua volta l'arma, parò il colpo del moro e dalle
loro lame
scaturirono diverse scintille.
I due rimasero fermi un istante a fissarsi quando Ashuros disse
“Amlach Lumbar,
detto Wolf, allievo di Grimmjow Jaegerjaques.”
Il
moro ghignò e, a sua volta, disse “Ashuros
Bleeder, detto
Unborn, allievo di Tia Halibel. Cosa ci fai da queste parti?”
“Sto
cercando un certo arrancar e guarda caso l'ho appena
trovato.” spiegò Ashuros rinfoderando la sua lama.
“Cercavi
me? E perché?” chiese Amlach con uno sguardo
annoiato,
rinfoderando anch'egli la sua arma.
“Potrà
sembrati assurdo ma una shinigami ha deciso di aprire una
scuola per shinigami e arrancar e sta reclutando nuovi membri per poter
contrastare l’Atarashī kami. Credo che ti possa interessare
no?” chiese Ashuros
benchè sapesse già la risposta e, come previsto,
un potente reiatsu scaturì da
Amlach la cui espressione si era trasformata in un ghigno divertito con
gli
occhi iniettati di sangue, cosa che divertì parecchio Izumi.
“Dici
il vero. Sì, vi aiuterò così
io...potrò diventare il Re e
vendicare Grimmjow!” disse Amlach.
“Keh,
sei proprio uguale a lui. Su muoviamoci e andiamo nella Soul
Society.” disse l'albino per poi avviarsi al portale
più vicino.
Pochi minuti dopo, i tre erano di nuovo nella Soul Society e Ashuros
indicò ai
nuovi arrivati l'edificio dove si trovavano tutti gli altri,
consigliandogli di
andare a presentarsi. Li vide allontanarsi e, sulla stessa strada,
notò Mitsuki
procedere verso il Senkaimon con lo sguardo inchiodato a terra e una
strana
aura blu che la circondava. Di sicuro non si era ancora ripresa dallo
scherzo.
Lentamente, la shinigami arrivò davanti all'arrancar e, con
voce flebile, gli
chiese “Ehi...lumaca...stanotte...io e te...si
insomma...abbiamo fatto...” ma
la voce dell'albino la interruppe “Era uno
scherzo.”
“Eh?”
disse Mitsuki alzando lo sguardo mentre Ashuros si era
voltato verso sinistra lasciando visibile solo l'occhio coperto dalla
maschera
“C...che vuoi dire?”
“Quello che ho detto. Era uno scherzo. Non abbiamo fatto
niente di niente. Ieri
sera ti sei addormentata e quando ho cercato di coprirti con una
coperta ti sei
avvinghiata a me e non mi hai più mollato fino a
stamattina.” spiegò Ashuros
con voce piatta.
“COSA?!?
Tu lurido arrancar pezzo d'idiota!!! Come ti è venuto in
mente di farmi uno scherzo del genere?!?” sbottò
Mitsuki.
“Beh
una piccola vendetta me la meritavo dopo aver passato
l'intera notte con una nana attaccata al collo che mi trattava come un
orsacchiotto di peluche!” ribatté Ashuros
Mitsuki stava per saltargli alla gola. Voleva farlo! Uno scherzo del
genere non
glielo avrebbe mai perdonato ma la sua sete di sangue fu repressa
all'arrivo di
Yachiru che, rivolgendosi all'arrancar, disse “Ottimo lavoro
Ashuros, tutti gli
arrancar utili sono stati trovati. Purtroppo mancano ancora alcuni
shinigami e
vorrei che tu andassi con Mitsuki alla ricerca di
quest'ultimi.”
“EH?!?”
fu il semplicissimo commento di Mitsuki e Ashuros. Non
solo dovevano vivere sotto lo stesso tetto e, soprattutto, nella stessa
stanza
ma ora avrebbero anche dovuto collaborare per trovare gli ultimi
shinigami? Ma
che le avevano fatto di così orribile per meritarsi un
simile trattamento?
“Se ce la farete in mattinata, oggi pomeriggio potremo
già iniziare a lavorare
ad un primo piano.” spiegò Yachiru e i due si
trovarono costretti ad
acconsentire alla richiesta dell'anziana shinigami e, in pochi minuti,
furono
teletrasportati nel Rukungai.
Com'era prevedibile, tutti gli abitanti nelle vicinanze, si girarono
spaventai
verso i due, fissando con degli sguardi carichi di odio e terrore
Ashuros il
quale, per la prima volta, si trovò a disagio. Ma Mitsuki
neanche se ne
accorse, troppo presa dalla frustrazione e dall’imbarazzo per
lo scherzo della
lumaca, e con passo di marcia prese una direzione a caso.
Ashuros
si affrettò a seguirla raggiungendola con poche falcate.
“Ehi
tappetta! Non dovresti guardare il cellulare?” le fece notare
pacato guardandosi intorno insofferente, mentre le persone lo spiavano
dalle
finestre socchiuse, i bambini lo indicavano e parlottavano tra loro con
le
mamme che li cercavano di tirare in casa.
Lei
non disse niente e tirò fuori il cellulare masticando
insulti
poco chiari contro l’Arrancar. Ma perché
quell’essere inutile continuava a
irritarla, ma soprattutto ad avere ragione?! Gli avrebbe dimostrato che
era
capacissima di cavarsela da sola. Alla faccia sua!
E
dopo aver analizzato per qualche secondo la mappa pianificando
vendetta, con Ashuros che sbirciava da sopra la spalla, si
incamminò verso
destra.
“Ehm
tappetta, dobbiamo andare a sinistra…”le fece
notare
divertito il ragazzo.
Mitsuki
ancora decisa a non rivolgergli parola riaprì il cellulare
e dopo una breve occhiata si incamminò nella direzione
opposta a quella di
prima, bordeaux.
Ashuros
scoppiò a ridere.
“La
vuoi piantare?!” sbottò lei infine girandosi a
fulminarlo per
poi riprendere a marciare.
“Hai
interrotto la tua strategia del silenzio?!” chiese divertito
seguendola, mentre Mitsuki lo insultava gesticolando.
“Sei
uno stupido arrancar! Mi ero solo distratta!” si difese lei
piccata.
“Ne
sono sicuro…” ribatté Ashuros marcando
l’ironia, tanto da far
fermare e voltare la ragazza.
“Ma
davvero?! E questo cosa vorrebbe insinuare?!” chiese la
ragazza con gli occhi assottigliati incrociando le braccia; la
piazzetta al
limitare del bosco in cui si erano fermati si svuotò di
colpo.
“Che
non ne azzecchi una neanche per sbaglio.”
“Ma
per favore! Me la cavo cento volte meglio di te!”
sibilò lei
avanzando di un passo.
“Disse
dopo essersi persa con una mappa in mano.” Osservò
lui
sarcastico incrociando le braccia come per farle capire che non le
incuteva il
minimo timore.
“Lurida
Lumaca! RITIRA SUBITO QUELLO CHE HAI DETTO! CHI TI CREDI
DI ESSERE?! POSSO FARTI FUORI QUANDO MI PARE E PIACE!” gli
urlò lei contro
appoggiando una mano sul fodero della katana. Adesso lo avrebbe fatto
pentire
di averla sottovalutata…
“Non
ti umiliare nana e stai buona, dobbiamo ancora trovare gli
shinigami.” Le
ricordò lui fingendosi
annoiato.
“Che
c’è? Ora che non c’è Stun a
proteggerti hai paura di
fronteggiarmi?” insinuò lei con un sorriso felino
e strafottente.
“Ripetilo
nana se hai il coraggio!” le sibilò lui colpito
nell’orgoglio voltandosi finalmente a fronteggiarla
guardandola negli occhi.
“Tu…”
ringhiò la ragazza accucciandosi leggermente, come pronta a
saltargli addosso, ma una voce li interruppe prima che potessero
iniziare una
rissa.
“Potreste
smetterla? Finirete con lo svegliarla.” I due si
voltarono ancora lividi di rabbia e si trovarono davanti un ragazzo
dalla
carnagione abbronzata e i capelli neri spettinati, con il tipico kimono
degli
shinigami ma smanicato e una collana di grosse perle rosse al collo; in
spalletta portava una ragazza addormentata: aveva lunghi capelli
bianchi, con
la frangetta spettinata tenuta in ordine da alcune mollettine, un viso
tenero
dalla carnagione tanto bianca da sembrare una statua di neve e il naso
leggermente all’insù.
“Jin
Mishima?” chiese Mitsuki leggermente stupita riacquistando
una posizione rilassata e ignorando completamente Ashuros.
“Esatto,
piacere di rivederti Yuki!” le rispose con un sorriso
mentre con estrema delicatezza appoggiava la ragazza seduta contro un
albero.
“Mi
conosci?” chiese lei stupita. Aveva sentito parlare di lui,
si
diceva avesse fatto fuori molti hollow ancora prima di diventare
shinigami e
diplomato in un battito di ciglia.
“Sono
uno degli Shinigami che aveva presenziato al tuo arrivo
nella Soul Society, ma immagino che non ti ricorderai di me. Sono
felice di
vederti così viva rispetto al nostro ultimo
incontro…” le disse con un sorriso
sincero.
“Scusami,
ma proprio non mi ricordo di te. Spero non fossi uno di quelli
che…” mormorò imbarazzata e con un
leggero tremolio nella voce, sotto lo
sguardo perplesso di Ashuros.
“E
invece sì, non dimenticherò il tuo gancio destro
per un po’!”
rise lui prima di scuotere la testa, “Ma non preoccuparti,
è tutta acqua
passata!” la rassicurò.
“Grazie
Jin.” gli rispose accennando un sorriso, ma senza che il
senso di colpa si affievolisse.
“E
ora potrei chiederti cosa ci fai con un Arrancar prima che io
metta mano alla zampaktou?” chiese tornando serio e
appoggiando una mano all’elsa
della grossa spada rossa che portava sulla schiena.
Shikai
continuo…osservò Mitsuki colpita, mentre Ashuros
lo
fulminava con un'occhiata.
“Provaci
pure…” gli ringhiò contro.
“Lui
è con me, è un alleato.”
spiegò Mitsuki con fermezza
mettendosi in mezzo tra i due “E a questo proposito dovremmo
parlarti.” gli
disse diplomatica accennando con la testa alla base
dell’albero.
Tutti
e tre si sedettero, Jin ancora diffidente verso Ashuros che
lo fulminava irritato.
Dopo
dieci minuti di spiegazione Jin sorrise contento.
“Sarò
felice di aiutarvi! sono secoli che non torno a casa! Anche
se prima devo capire cosa fare con questa ragazza: è caduta
addormentata in
mezzo alla strada di punto in bianco e l’ho soccorsa ma non
so nemmeno chi
sia…” disse loro ridendo, “E scusami per
prima Ashuros.” si scusò con
l’Arrancar tendendogli la mano, che dopo qualche secondo
l’altro accettò con un
ghigno.
“Non
vedo l’ora di vedere quel che sai fare…”
“L’interesse
è reciproco…” rispose Jin mentre
Mitsuki controllava
la mappa.
“LUMACA!”
esordì improvvisamente stupita.
“Cosa?”
rispose automaticamente Ashuros, mentre Jin ghignava sotto
i baffi: lumaca?!
“Anche
questa ragazza è da portare con noi!” gli
svelò indicando
l’albina, che aprì gli occhi azzurro ghiaccio
leggermente stupita.
“Io?”
chiese con voce fievole e cristallina.
“Sì.”
le disse Mitsuki leggermente scioccata: da quanto era
sveglia?!
“V-va
bene…” rispose ancora lei per poi rimanere a
fissare per
terra imbarazzata in silenzio.
“Ehi
tu, hai un nome?” le chiese stranito Ashuros con un tatto
invidiabile, tanto da meritarsi una gomitata nelle costole da Mitsuki.
Iri lo
guardò terrorizzata.
“Scusa
la sua maleducazione,” le disse porgendogli una mano,
“Io
mi chiamo Mitsuki Hitsugaya, detta Yuki, e loro sono Ashuros,
l’arrancar, e il ragazzo
che ti ha salvata, Jin Mishima.”
La
ragazza le strinse timidamente la mano.
“Iri
Flina.” mormorò con un accenno triste di sorriso,
poi si
voltò a guardare Jin e si prostrò in una posa
antica e formale: rannicchiata
con il volto rivolto a terra e le mani poggiate a terra davanti al
capo.
“Grazie per avermi soccorso.”
“D-di
niente!” rispose lui a disagio scompigliandosi i capelli
accorgendosi inoltre che il corpo di lei tremava lievemente,
“E ora alzati per
favore!” la ragazza fece ciò che le era stato
detto e si inginocchiò composta
ad attendere.
“Per
quanto riguarda le spiegazioni…” iniziò
Mitsuki non sapendo
bene come rapportarsi.
“Ho
sentito.” intervenne Iri in un sussurro.
“Ah…o-okay….allora
possiamo andare a cercare l’ultimo shinigami e
poi tornare in base.” Disse alzandosi in piedi insieme agli
altri e, dopo aver
scrupolosamente guardato la mappa, iniziando a camminare verso
l’ultimo
obbiettivo, seguita da Iri, che le stava vicinissima, come se volesse
stare il
più lontano possibile dai due ragazzi.
Neanche
trenta secondi che camminavano in silenzio, un po’
intimiditi dalla nuova ragazza, che in contemporanea, come se si
fossero messe
d’accordo, sia Iri che Mitsuki inciamparono in un sasso e
caddero a terra.
Con
la leggera differenza che Jin prese al volo Iri prima che si
spiaccicasse al suolo ma nessuno prese Mitsuki, la cui faccia
incontrò
dolorosamente il terreno.
“Oh
no un’altra!” sbuffò Ashuros passandosi
il palmo della mano
sugli occhi, “Di questo passo torneremo stanotte!”
borbottò prima di afferrare
per la collottola Mitsuki e rimetterla in piedi con una mano sola.
“Non
avevo bisogno di aiuto!” gli ringhiò lei
ricominciando a
camminare impettita, ma dopo tre passi cadde nuovamente a terra.
“Si
è visto…” ghignò Ashuros
rimettendola nuovamente in piedi.
Lei
non rispose imbarazzata e tornò a camminare, questa volta
guardando attentamente il terreno.
Intanto
Iri, dopo aver guardato confusa e spaventata il suo
salvatore, si era di nuovo prostrata a ringraziare Jin che cercava di
farla
rialzare a disagio.
“Non
c’è bisogno di tutto questo! Ringraziami come una
persona
normale!” le disse infine prendendola delicatamente per le
spalle e tirandola
su.
“Come…una
persona normale?” chiese lei perplessa e tremante,
“Io…io dovevo scusarmi sempre così
quando ero vita…” spiegò in un mormorio
abbassando gli occhi, la malinconia che accarezzava i suoi lineamenti.
“Cosa?
Ma da che epoca vieni?” le chiese perso Jin. Lei
non si sarebbe mai scusata così...
“Sengoku.”
rispose lei dopo qualche secondo, torturando il bordo
delle maniche con le mani sottili.
“Ora
si spiega tutto…” sospirò invece il
ragazzo passandosi una
mano tra i capelli, “Beh Iri, i tempi sono cambiati, non
c’è più bisogno di
comportarsi così! Per ringraziare una persona basta dire
‘grazie!’ sorridendo”
le spiegò con un sorriso.
Lei
lo guardò dubbiosa e indecisa su cosa fare, poi prese
coraggio
e strinse le mani a pugno.
“G-grazie…?”
tentò abbozzando un lieve sorriso, ancora tinto di
malinconia ma già più luminoso, con le guance
lievemente arrossate.
“Perfetto!”
rise Jin accarezzandole la testa e facendola diventare
scarlatta, prima di tornare a camminare con gli altri due come se
niente fosse;
Iri camminava al suo fianco confusa e curiosa.
-I
tempi sono cambiati?- pensò con un velo di tristezza. Lei
odiava gli uomini, la terrorizzavano…eppure…quel
ragazzo era stato gentile, la
trattava da pari…
“Jin?”
chiamò Ashuros il ragazzo facendogli cenno di rallentare un
attimo per distanziare le due ragazze, con Mitsuki che cercava di
rassicurare
Iri sull’Accademia e gli altri ragazzi.
“Si?”
chiese il ragazzo curioso.
“A
cosa ti riferivi parlando del tuo incontro con la tappetta?”
gli chiese dando un occhiata alla ragazza.
“Non
lo sapevi?” chiese Jin leggermente sorpreso, “Non
conosco i
dettagli sinceramente, ma a quanto ho capito, i genitori e la sorella
di Yuki
erano degli shinigami ritiratisi nel mondo reale e una sera, mentre lei
era
fuori, furono massacrati dall’Atarashi Kami. Quando
è tornata e ha…visto, ha
avuto una specie di attacco ma Yachiru è intervenuta in
tempo e l’ha salvata.
Allora le ha spiegato tutto e l’ha portata nella Soul
Society” si interruppe un
secondo per accennare un sorriso triste, “Mi sembra
ieri…noi Shinigami dovevamo
accoglierla al meglio ed eravamo perfino disarmati, per non metterla a
disagio:
quando arrivò sembrava morta. Non c’era niente nei
suoi occhi, non una luce,
non un ombra…niente. Non parlava, si muoveva il minimo
indispensabile. Una
statua di ghiaccio. E poi accadde: mentre passava sentì
qualcuno fare dei
piccoli commenti sul suo aspetto, niente di particolarmente cattivo, ma
lei
divenne una belva. Sembrava impazzita, una bestia folle e ferita che si
sfogava, asseta di sangue e vendetta. Il suo reiatsu, prima nella
norma,
diventò talmente pressante che nella stanza
iniziò a nevicare…degna discendente
di suo nonno direi. Attaccò chiunque trovasse sulla sua
strada e metà di noi
vennero messi k.o. prima che Yachiru intervenisse a fermarla. Poi io
ripartii e
non la vidi più. Ogni tanto giungevano le notizie di qualche
sua impresa o
massacro di hollow, il suo soprannome… ma non
l’avevo ancora rincontrata.”
terminò cercando di leggere l’impenetrabile volto
dell'arrancar, ma questo si
limitò a ringraziarlo guardando Mitsuki e riprendere a
camminare.
Per
diversi minuti non accadde nulla quando all'improvviso, mentre
stava tranquillamente camminando dietro agli altri, per un secondo
percepì un
forte reiatsu.
Poi
scomparve.
Confuso,
si fermò guardando il boschetto che costeggiava la
strada: non poteva esserselo immaginato…
Non
fece in tempo a dire una parola che in un lampo una figura si
scagliò contro di lui.
Con
un salto Ashuros l’evitò e una katana rinfoderata
si abbatté
sul terreno, con tanta forza da creparlo.
“Gli
Arrancar non dovrebbero entrare nella Soul Society”
ringhiò
la sua proprietaria rialzando la katana e preparandosi a un secondo
attacco:
una bella ragazza di corporatura esile con i capelli rossi e gli occhi
color
del fuoco, avvolta nella tipica divisa degli shinigami.
“Ma
chi abbiamo qui…” ringhiò di rimando
Ashuros scrocchiandosi le
nocche.
“Ferma!”
urlò Mitsuki frapponendosi fra lei e Ashuros e bloccando
con il fodero della sua zampaktou quella avversaria. Ci mancava solo
che
facessero a botte ora! Non che potesse darle torto, anche lei
l’avrebbe
attaccato non sapendo che era un alleato…In
realtà anche ora che lo conosceva
lo avrebbe attaccato volentieri, ma non era questo il punto!
“Gli
Shinigami non devono proteggere gli Arrancar”
continuò
l’altra imperterrita cercando di colpire Mitsuki con la
katana, ma lei gli
teneva testa tranquillamente e parava gli attacchi senza retrocedere di
un
passo.
“Tappetta
fatti da parte, se questa vuole prenderle io non mi tiro
indietro…” sibilò Ashuros guardando
dall’alto la rossa con avversione e
cercando di scostare la ragazza che lo proteggeva.
“Sarebbe
il caso di fermarli” mormorò Jin pronto ad
intervenire
mentre Iri assisteva in silenzio.
“Questo
Arrancar è un alleato! È un ordine del capo
supremo del
Gotei 13! Non vorrai disobbedire alla vecchia Yachiru!”
urlò allora Mitsuki in
un ultimo tentativo. All’istante la ragazza saltò
all’indietro e ripose la
katana, scrutandoli diffidente.
“Spiegati!
E sappi che se stai mentendo te la farò pagare”
ringhiò
sedendosi a gambe incrociate per terra.
“Non
mento.” la gelò Mitsuki lanciandole
un’occhiata fredda,
riponendo anche lei la zampaktou, e iniziando a spiegarle il motivo
della
presenza di Ashuros.
“E
questo è quanto” concluse una decina di minuti
dopo dando
un'occhiata di sfuggita al suo cellulare, “A quanto dice il
mio localizzatore
sei anche tu una delle reclute, quindi se potessi unirti a
noi…?”
“Kyoko
Date. Essendo un ordine del Comandante Supremo non posso
rifiutare, anche se mi sarebbe piaciuta una bella rissa col tizio
qua…” sospirò
delusa lanciando un'occhiata ad Ashuros che ghignò.
“Non
ti preoccupare, nessuno ci impedisce di lanciarci in risse al
Quartier generale, anzi da quando sono arrivato non ci sono state altro
che
risse.” ghignò Ashuros.
“Perfetto,
una volta là risolveremo la faccenda!”
ghignò lei
rialzandosi insieme a Mitsuki, che passò a fare le
presentazioni.
“Io
mi chiamo Mitsuki Hitsugaya, ma chiamami Yuki, lo shinigami
è
Jin Mishima e la ragazza Iri Flina, mentre la lumaca qua presente
è Ashuros
Bleeder.” esordì porgendole una mano e indicando
gli altri uno ad uno man mano
che parlava.
“Lumaca?”
chiese Kyoko dopo aver salutato Iri.
“Sì
l’Arrancar!” rispose stranita Mitsuki.
“Ehm…io
non vedo più nessuna lumaca…” le fece
notare l’altra
titubante e un po’ perplessa.
“Ma
com…?” chiese Mitsuki confusa voltandosi e
accorgendosi che
Ashuros era completamente svanito.
Per
alcuni secondi si guardò attorno in silenzio, cercando di
localizzare il suo reiatsu.
Niente.
Mitsuki
strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche e il suo
corpo iniziò a tremare dalla rabbia.
“DOVE
SEI FINITO RAZZA DI IDIOTA?!” urlò al cielo
assatanata.
* * *
Ashuros
stava camminando per le vie del Rukungai
a passo
spedito. Probabilmente dava l'idea di uno che sapeva esattamente dove
andare ma
la realtà era tutt'altra cosa. Era da diversi minuti, ormai,
che sentiva un
suono flebile, quasi impercettibile anche per il suo udito sviluppato.
La
gente che lo vedeva avvicinarsi si spostava in fretta e furia.
La maggior parte delle persone si chiudevano in casa mentre i
più temerari, che
comunque non osavano avvicinarsi, restavano in strada, appoggiati ai
muri.
-Spero
solo che quella nanetta non mi urli in faccia per essere
scomparso nel nulla.- pensò l'albino continuando a camminare
dritto -Anzi, ora
che ci penso, avrà di sicuro pensato che io mi sia perso e
starà gongolando
credendo di aver vinto...per una volta.-
Il
corso dei suoi pensieri venne interrotto dal quel suono. Era
cambiato. Ora era più forte e, dato che poteva sentirlo
bene, gli sembrava una
melodia e, per qualche strano motivo, gli sembrò
incredibilmente familiare
anche se non riusciva a ricollegarlo a niente di conosciuto.
Nel
giro di pochi minuti si ritrovò in un bosco posto poco fuori
dal Rukungai. L'arrancar si guardò attorno leggermente
colpito. Era la prima
volta che vedeva un luogo come quello dato che nell'Hueco Mundo
esistevano solo
delle foreste di alberi enormi e spogli.
Ad
un certo punto, un fruscio piuttosto forte di alcune foglie
vicino a lui, catturò la sua attenzione. Senza farsi troppe
domande, Ashuros si
avvicinò all'albero dalla quale proveniva quel fruscio e,
all'improvviso, uno
scoiattolo marrone gli salto in testa per passare sulla spalla ed
infine per
terra.
L'arrancar
seguì con lo sguardo il piccolo animale finché
non lo
vide salare sopra una grossa radice sulla quale era seduta una bambina.
Non
doveva avere più di quattordici anni e il fisico minuto
rafforzava
quest'ipotesi. Aveva dei lunghi capelli azzurri con le punte rosse
mentre gli
occhi erano chiusi, chiaro segno della concentrazione della bambina
intenta a
produrre quel suono che aveva guidato Ashuros.
Solo
allora l'arrancar si accorse del fatto che la bambina, per
produrre quel suono, stava suonando una piccola foglia, tenendola
vicino alla
bocca e soffiandoci sopra. La piccola smise di produrre quel suono non
appena
si accorse del piccolo animale che, messosi vicino a lei,
posò sulla radice
alcune bacche per poi arrampicarsi sull'albero.
La
bambina posò la foglia sulla radice ed aprì gli
occhi,
mostrando due grosse pozze rosso-arancio dall'iride leggermente
allungata che,
incredibilmente, misero in soggezione l'arrancar per qualche secondo,
benchè la
giovane non si fosse ancora accorta di lui.
Neanche
lui seppe il motivo della sua decisione, ma si avviò verso
la bambina, camminando lentamente. Quando fu a pochi metri da lei
potè notare
che indossava solo degli abiti logori e di sicuro non erano della sua
taglia,
dato che la maglietta marrone le arrivava fino alle cosce. Inoltre era
anche
scalza.
Finalmente
la bambina si accorse di lui e, dopo aver ingoiato
l'ultima bacca, gli chiese “Chi sei tu...?”
Ashuros
restò un attimo turbato. Non per la domanda ma per il
fatto che la bambina parlava con un tono di voce bassissimo. Per
fortuna aveva
l'udito sviluppato sennò le avrebbe dovuto chiedere di
ripetersi chissà quante
volte.
“Mi
chiamo Ashuros Bleeder. Sono un Arrancar.” disse il ragazzo
avvicinandosi ancora e fermandosi ad appena un metro dalla bambina che
lo
continuava a fissare con uno sguardo a metà strada tra lo
svogliato e il
meravigliato.
“Cos'è
un Arrancar...?” chiese ancora la bambina mantenendo quel
volume della voce appena udibile.
“Beh...è
un po' difficile da spiegare...piuttosto, perché parli a
bassa voce?” chiese a sua volta l'arrancar piegando le gambe
per portarsi alla
stessa altezza della bambina.
“Parlare
ad alta voce fa consumare più energie...e io ne ho
poche...” spiegò la bambina portandosi le
ginocchia al petto.
“Capisco...posso
sapere il tuo nome?” chiese Ashuros notando un
leggerissimo tremolio delle spalle della bambina.
“Aika...Aika
Virsten...” disse la bambina guardandolo di nuovo
negli occhi e riuscendo nuovamente a metterlo a disagio. Ashuros
preferì
volgere lo sguardo verso le case poco lontane per poi chiedere
“Non vai a casa?
Ormai credo che per voi sia ora di pranzo.”
“Io
non ho una casa...sono arrivata qui da appena tre giorni...”
spiegò Aika. Ashuros la fissò sorpreso. Era
già da tre giorni nella Soul
Society e ancora non aveva una casa? In teoria aveva sempre creduto che
gli
Shinigami si occupassero dei morti ma, effettivamente, coi pochi membri
rimasti
era normale che molte anime non avessero avuto il giusto trattamento.
“Capisco...di
dove sei? Nel senso...quando eri ancora viva, dove
vivevi?” chiese l'albino riassumendo una posizione eretta.
“Tokyo...Giappone...”
disse Aika per poi starnutire un paio di
volte. Ashuros si sorprese di come, anche negli starnutì,
quella bambina
riuscisse a non fare rumore.
“Credo
che ti ammalerai se continui a stare li ferma con quegli
stracci addosso.” disse Ashuros per poi togliersi la giacca e
lanciargliela
addosso “Avrei ancora una domanda...quella melodia che stavi
suonando con la
foglia...dove l'hai imparata?”
“Me
la suonava sempre mia mamma prima di mettermi a dormire...”
spiegò Aika sistemandosi la giacca sulle spalle e
stringendola forte. Ashuros
socchiuse di poco gli occhi. Ora ricordava. Quando anche lui era
piccolo,
Halibel era solita suonargli una melodia simile per farlo addormentare
anche se
entrambi sapevano che lui non aveva bisogno d dormire. Il giovane era
sempre
rimasto affascinato dal fatto che riuscisse a produrre quel suono
malgrado la
maschera ma per lui andava benissimo.
“Ashuros...?”
la voce di Aika lo riscosse dai suoi ricordi e, non
appena posò lo sguardo di nuovo sulla bambina, le chiese
“Hai fame?”
“No...ho
mangiato delle bacche...” disse Aika negando con la testa
ma un sonoro brontolio proveniente dal suo stomaco convinsero Ashuros
del
contrario. Aika lo fissò leggermente rossa in viso per
qualche secondo e per
poco lui non scoppiò a ridere. La sua pancia era davvero
rumorosa, a differenza
di tutto il resto.
“Su
andiamo, credo che quei pazzoidi stiano per mettersi a
mangiare ed è meglio sbrigarsi, altrimenti la tappetta non
ti lascerà neanche
una briciola.” disse l'albino ghignando per poi notare lo
sguardo confuso di
Aika
“Perchè...mi
aiuti...?”
“Bella
domanda...attualmente non lo so neanche io...ma penso sia
per il fatto che non mi va a genio l'idea che ti debba vivere da sola
malgrado
la presenza di tutti gli altri.” disse Ashuros tornando a
guardare le case poco
lontano
“Grazie...”
disse Aika in un sussurro alzandosi in piedi. Ashuros
stava per avviarsi quando si accorse del fatto che Aika lo stava
tenendo per la
camicia e si sorprese nel vedere quanto fosse gracile e minuta.
Lentamente
si avviò verso il Rukungai ma, a causa della sua
debolezza fisica, Aika camminava piano e si teneva sempre alla camicia
di
Ashuros per non cadere. L'arrancar sospirò per poi prenderla
in braccio e farla
sedere sulla spalla destra, dopodichè scattò in
avanti con il suo Sonido e non
potè non ghignare nel vedere il piccolo sorriso sulle labbra
della bambina.
Dopo
pochi minuti, Ashuros sentì una voce, fin troppo familiare,
intenta ad urlare “Stupida lumaca!!! Dove diavolo sei andato
a cacciarti?!?”
L'albino
si fermò di botto e posò a terra Aika, iniziando
poi a
proseguire ad una velocità normale finché, ad un
incrocio tra più vie, non
incontrarono Mitsuki insieme a Jin, Iri e Kyoko.
“Eccoti
qua lurida lumaca!!! Hai idea di quanto tempo ci hai fatto
perdere?!? Ora muoviamoci, che...!” la furia di Mitsuki venne
fermata
nell'esatto momento in cui mise a fuoco la bambina che si stava
nascondendo
dietro alle gambe di Ashuros, mostrando solo una parte del viso.
“E
lei chi è?” chiese Mitsuki fissando Ashuros e poi
la bambina,
addolcendosi.
“Si
chiama Aika e l'ho trovata nel bosco poco lontano da qui. La
stavo portando all'accademia.” spiegò Ashuros
Mitsuki
guardò per qualche istante la ragazzina e per un attimo le
sembrò di rivedersi da piccola, aggrappata alla
sorella…
“Ciao
piccola! Lo sai che sei davvero carina?” le chiese
avvicinandosi un pochino e accucciandosi per essere alla sua altezza,
con un
sorriso dolce che pochi gli avevano visto in volto, “Non
l’avrai rapita
lumaca!” insinuò invece fulminando Ashuros con lo
sguardo
“Non
l'ho rapita. L'ho trovata.” puntualizzò Ashuros
visibilmente
annoiato dalla conversazione.
Mitsuki
stava per controbattere quando si accorse di un piccolo
dettaglio: la giacca di Ashuros era sulle spalle di Aika che, in quel
momento,
la stava fissando con uno sguardo...assassino?
“Non
prenderlo in giro...tappetta...” disse Aika scioccando
Mitsuki e facendo ridere Ashuros.
“Tappetta
a chi? Sono più alta di te!” sbottò
Mitsuki presa in
contropiede e a nulla valsero i tentativi di Jin di farla calmare. Un
conto era
se ad insultarla sull'altezza erano quelli più alti ma farsi
dare della
“tappetta” da una bambina non le andava proprio
giù, per quanto le sembrasse
carina. Poi si ricordò che era più grande e
doveva essere matura, quindi fece
un respiro mooolto profondo.
“Posso
essere più alta di te...” disse Aika continuando a
fissarla
male.
“Ah
sì? E come?” la sfidò Mitsuki con un
sorriso divertito e
assecondante ma il suo momento di maturità ebbe vita breve
in quanto Aika, dopo
aver tirato un po' la camicia ad Ashuros, venne sollevata dal suddetto
e fatta
accomodare sulla sua spalla. Ora la differenza di altezza era
nettamente a suo
vantaggio.
Per
qualche secondo Mitsuki rimase allibita. Non solo dal fatto
che Ashuros avesse aiutato quella bambina ma anche dal fatto che era
Aika ora a
guardare lei con uno sguardo divertito e assecondante.
“Beh
mi sembra che abbiamo scherzato abbastanza. E' ora di
andare.” disse Ashuros invece per poi avviarsi verso
l'accademia con Kyoko che
lo seguiva a qualche metro di distanza continuando a squadrarlo da capo
a
piedi.
“Chi
l'avrebbe mai detto, eh? Quell'Ashuros ha un cuore in fondo!”
disse Jin divertito rivolgendosi a Mitsuki ancora irritata per
l'affronto
subito da quella bambina e allo stesso tempo depressa per esser stata
tratta
così ostilmente da quest’ultima. La giovane
però dovette ammettere che Jin
aveva ragione. Aveva sempre pensato che Ashuros fosse un idiota, lento
ed
insensibile Arrancar, e lo continuava a pensare tutt'ora, ma ora
scopriva un
lato nuovo del suo carattere.
La
domanda era: ora che sapeva di questo suo lato, come sarebbe andata la
seconda
notte? E, grazie a questa sua domanda, riuscì a rovinarsi
tutto il viaggio di
rientro.
Gli
ci volle relativamente poco per tornare all'accademia. Uno dei vantaggi
di
“lavorare” in casa che sarebbe stato sprecato se a
far strada fosse stata
Mitsuki, ma Ashuros non aveva proprio voglia di perdere tempo
così aveva fatto
strada lui.
Al
loro rientro, come al solito, li aveva accolti Yachiru che, dopo aver
salutato
Jin, Kyoko e Iri, si concentrò su Aika.
“E
lei chi sarebbe?” chiese la vecchia shinigami con un sorriso
“Si
chiama Aika e l'ho trovata in un bosco poco lontano da qui. A quanto
pare non
ha una casa.” spiegò Ashuros
“Oh
oh oh ma allora anche un duro come te ha un cuore.”
commentò Yachiru divertita
nel vedere Ashuros in imbarazzo “Immagino che tu voglia
chiedermi se possiamo
tenerla con noi, giusto?”
L'arrancar
si limitò ad annuire mentre Aika fissava la vecchia
shinigami.
“Beh,
il compito di noi shinigami è aiutare la gente no?
Può restare senza problemi.”
sentenziò Yachiru sorridendo per poi rivolgersi alla bambina
“I tuoi vestiti
sono parecchio rovinati, su vieni. Dovrei avere qualcosa della tua
taglia.” e
Aika, dopo un attimo di esitazione, le prese la mano e la
seguì lungo un
corridoio mentre Ashuros e Mitsuki si diressero verso la stanza per il
pranzo.
Non
appena furono nella stanza, Mitsuki si accorse di una cosa: tutti i
novizi
shinigami ora indossavano la divisa nera che contraddistingueva la loro
razza,
anche se ognuno aveva avuto modo di modificarla a proprio piacimento.
Ryoko,
ad esempio, indossava la classica divisa ma con una fascia verde
intorno alla
vita; Meiko aveva appeso alla fascia della divisa un ciondolo di quarzo
rosa;
Edward, stranamente, indossava la classica divisa senza modifiche e, ad
uno
sguardo attento, gli donava anche; Shi invece aveva strappato la manica
destra
della sua divisa e aveva dei pantaloni molto più stretti
rispetto ai soliti;
Norie invece indossava la classica divisa ma con dei pantaloni
più attillati in
modo da poter restare comoda; Iri, invece, era quella che aveva
più modificato
la divisa, ora indossava una maglia bianca coperta da un kimono nero e
una
fascia bianca intorno alla vita, inoltre il kimono era lungo fino a
poco sotto
il fondo-schiena mentre le spalle erano scoperte in quanto la parte del
kimono
che doveva coprirle era stata abbassata all'altezza del seno.
Come
ogni pasto, gli arrancar erano seduti sulla destra mentre gli shinigami
sulla
sinistra. Dopo qualche minuto, durante la quale i nuovi arrivati
avevano potuto
scambiare qualche parola con gli altri, entrò Yachiru,
seguita a ruota da Aika
che ora indossava una delle vecchie divise da shinigami dell'anziana
donna.
Ashuros
fissò ghignando Aika e Mitsuki, stranamente, non
potè trattenersi dallo
sbuffare notandolo. Il Capo Supremo del Gotei 13 si sedette con calma a
capotavola, con Aika seduta di fianco a lei, vicino ad Ashuros.
Il
pranzo iniziò tranquillo e continuò
così per una decina di minuti ma, essendo
tutti i presenti dei pazzi scapestrati, eccetto alcune eccezioni, era
ovvio che
quella calma non sarebbe durata a lungo. Il punto di innescò
si verificò nel
momento in cui Stun e Ryoko, inconsciamente, misero mano sull'ultimo
dolcetto
alla crema presente su un vassoio.
I
due fissarono prima il dolcetto e poi il loro
“avversario”, entrambi con uno
sguardo carico di sfida. Normalmente Stun si sarebbe imbarazzato
nell'aver
toccato una ragazza in quella maniera ma il fatto di essere vicino ad
altri
ragazzi gli dava la forza e la possibilità di perdere
l'ultimo dolcetto gli
infondeva una carica di coraggio non indifferente.
Però
a quanto pare non c'era abbastanza carne al fuoco così si
aggiunse pure Izumi
che afferrò Stun per un polso e gli disse “Lo ha
visto prima lei, mollalo.”
Ryoko
fissò sorpresa la sua compagna. La stava aiutando anche se
la conosceva da poco
ed era una shinigam? Beh tanto meglio ma purtroppo per lei Shi non era
di
questo avviso.
“Ehi
io e lui dopo dobbiamo sfidarci e mi serve al pieno delle forze, quindi
molla
quel dolcetto.” sibilò il ragazzo con un ghigno e,
nel giro di pochi secondi,
la maggior parte dei presenti si stavano guardando in cagnesco.
-Oh
oh...- pensò Mitsuki -Qui c'è aria di
tempesta...- ma in realtà lei era
speranzosa che qualcosa desse fuoco a quella polveriera così
da potersi
scatenare un po'. La shinigami, così come molti altri,
tesero i muscoli, pronti
a scattare al minimo segnale ma, per bontà divina, Yachiru
placcò i bollenti
spiriti con un colpo di tosse volontario
Tutti
i presenti si voltarono verso di lei. Yachiru attese ancora qualche
secondo
poi, dopo aver constatato di aver catturato la loro attenzione, si
alzò in
piedi e iniziò a parlare.
“Come
sapete, da diverso tempo gli umani hanno scoperto l'esistenza della
Soul
Society così come dell'Hueco Mundo. In pochi giorni sono
riusciti ad eliminare
diversi Hollow e persino alcuni shinigami, riscuotendo un enorme
successo tra
la gente che è stata più che lieta di finanziare
le loro ricerche.” la donna si
fermò qualche secondo per osservare i ragazzi presenti, di
cui molti avevano
indurito lo sguardo sentendo quelle parole “Ora hanno un
equipaggiamento tale
da poter competere anche con gli shinigami più abili e anche
con i Menos e gli
arrancar. Sono decisamente troppo pericolosi ed è per questo
che noi dobbiamo
fermarli così da poter garantire un futuro ai nostri due
mondi.”
Yachiru
fece un'altra pausa per poi voltarsi verso Ashuros e dirgli
“Alzati in piedi,
per favore.”
L'arrancar
eseguì senza obbiettare e, non appena fu in piedi davanti
all'anziana, questa
gli tese la mano “Da ora in avanti, Arrancar e Shinigami
saranno alleati fino
alla fine di questa guerra e mi piacerebbe sperare che lo saremo anche
dopo.”
Ashuros
guardò la mano tesa verso di lui e fece per stringerla ma
ovviamente a
qualcuno, quel tipo di accordo non andava proprio a genio.
“Anche
dopo? Tsk, non farti strane idee nonnina!”
Tutti
gli shinigami seduti al tavolo si voltarono verso Yuuko, fulminandola
con lo
sguardo ma lei non batté ciglio, anzi rincarò la
dose “E' già un'enorme
umiliazione dover collaborare con gente come voi. Non sperare che
continui a
farlo anche dopo aver raggiunto l'obbiettivo finale!
“Modera
il linguaggio, arrancar.” sibilò Jin con tono
freddo.
“Tu
fatti gli affari tuoi!” ribattè prontamente Yuuko
alzandosi in piedi “Voi siete
impossibili! Andate in giro per la Terra come più vi aggrada
e volete farmi
credere che non vi siete mai accorti dei progressi degli umani?!?
Questa è
proprio bella! Inoltre avete una bella faccia tosta a chiedere il
nostro aiuto
quando un tempo ce lo negaste!”
“Che
cosa vorresti insinuare?” sbottò Mitsuki alzandosi
a sua volta. Un conto era se
la diretta interessata era lei ma Yuuko stava andando troppo oltre
gettando
fango sulla vecchia Yachiru e sui suoi compagni.
“Esattamente
quello che ha detto.” intervenne Kurari visibilmente stizzita
“Anni fa, quando
i Quincy iniziarono la loro campagna di conquista, iniziarono con
l'Hueco
Mundo. Noi non eravamo molti, da poco era finita la guerra di Aizen
contro la
Soul Society e i nostri elementi migliori erano dispersi o morti ma
questo non
ci impedì di combattere anche se sapevamo già che
saremmo stati sconfitti.
Quando ormai la situazione stava ormai degenerando, chiedemmo aiuto
alla Soul
Society ma voi ci negaste l'aiuto dicendo che i Quincy erano prossimi
ad
invadere la Soul Society.”
“Non
mi è mai giunta voce di questa richiesta.”
commentò Hiro squadrando Kurari.
“E'
ovvio che tu non ne sappia nulla! Il capo del Gotei 13 Yamamoto non
rese mai
pubblica quella richiesta di soccorso in quanto non ne ebbe mai
occasione. Lo
stesso giorno in cui la ricevette, il suo vice venne fatto fuori dai
Quincy.”
spiegò Yuuko “E come risultato della vostra
lentezza nell'apprendere il
comportamento del nemico, il nostro mondo era ormai stato conquistato!
Il
nostro comandante Halibel fu catturata e torturata per...!”
“Yuuko.
Basta.” sibilò Ashuros con voce gelida,
trapassandola con lo sguardo ma la
ragazza sostenne senza problemi il suo sguardo e controbatté
“Eeeeeh? Dovrei
smetterla? Ti ricordo che Arrancar e Hollow sono nemici naturali degli
Shinigami! Io non ho alcun problema a uccidere qualche umano per farli
tornare
al loro posto ma non posso accettare che questa vecchia speri che
continueremo
ad essere alleati fino alla fine dei nostri giorni! Inoltre come puoi
tu
consolidare questa alleanza?!? E' a causa loro che tua
madre...!”
Non
fece in tempo a continuare che si ritrovò la lama di Ashuros
puntata alla gola.
Ma non era la sola in quanto, veloce come un fulmine, anche Hiro aveva
estratto
la sua zampaktou e l'aveva puntata alla gola dell'albino ma si era
ritrovato la
gola chiusa nella stretta ferrea della mano di Stun.
La
tensione si poteva tranquillamente tagliare e la sottile linea che
impediva a
quella situazione di degenerare in un bagno di sangue era ormai
prossima ad
essere superata.
Yuuko
ghignò fregandosene della situazione nella quale si trovava
e portò un mano
sulla sua arma ma, prima che potesse estrarla, sentì la
punta di una lama sulla
schiena.
“Ehi
ma da che parte stai Amlach?” chiese la ragazza rivolgendosi
al ragazzo seduto
di fianco a lei.
“Dalla
parte dei più forti.” disse il moro bevendo un
sorso di sakè “Penso di sapere
come si sente Ashuros in questo momento, non è l'unico ad
aver avuto un maestro
Espada che gli è stato portato via e il mio obbiettivo
è vendicare Grimmjow
perciò se devo allearmi con questi qua mi va benissimo ma
non permetterò che
una mocciosa come te mandi tutto all'aria.”
Yuuko
ruotò di poco la testa. Quel tanto che bastava per lanciare
un'occhiataccia
assassina all'indirizzo di Amlach che non si scompose minimamente. Con
un gesto
automatico, anche Mitsuki e Jin portarono una mano sull'elsa delle loro
spade
quando, all'improvviso si accorsero di una cosa: Yuuko e Amlach stavano
accumulando reiatsu dentro le loro armi.
-Quei
due...non vorranno usare la loro Resurrecciòn?!?-
pensò Mitsuki allarmata
lanciando un'occhiata a Yachiru la quale, stranamente stava sorridendo.
“Yuuko.”
la chiamò l'anziana shinigami allorché l'arrancar
si girò verso di lei “Capisco
benissimo il tuo punto di vista e vorrei scusarmi per averti fatto
alterare.
Attualmente ho chiesto ad Ashuros di consolidare questa alleanza
perché è stato
il primo Arrancar ad aiutarci con questa idea e so bene che lui non
è il vostro
capo perciò, alla fine della guerra, sarai liberissima di
fare quello che
vorrai. Questo vale per tutti i presenti in questa sala.”
Yuuko
alzò un sopracciglio per poi sospirare e rilassare i
muscoli, interrompendo
anche l'afflusso di reiatsu nella sua zampaktou. Pochi secondi dopo,
Ashuros,
Hiro e Amlach rinfoderarono le loro spade mentre Stun lasciò
andare Hiro e
tutti tornarono a sedersi tranne Ashuros che andò a
stringere la mano a
Yachiru, consolidando definitamente l'alleanza tra Shinigami e Arrancar.
Il
pranzo si concluse pochi minuti dopo e, per inciso, Ryoko e Stun
avevano deciso
di dividersi il dolcetto per evitare altre liti inutili. Quando tutti
fecero
per andarsene dalla sala, Mitsuki batté un paio di volte le
mani per attirare
l'attenzione degli altri.
“Per
favore, gli Shinigami vengano con me. E' arrivato il
momento.” disse la ragazza
fissando soprattutto i novizi.
“Il
momento?” chiese Shi ghignando immaginandosi
chissà cosa.
“Sì,
il momento in cui otterrete le vostre personali zampaktou! Non potete
definirvi
Shinigami senza la vostra arma!” spiegò Mitsuki
ghignando a sua volta per poi
uscire dalla stanza, seguita a ruota da Kei, Ryoko, Hiro, Edward, Shi,
Norie,
Iri, Jin, Kyoko e Meiko.
Nella
sala rimasero Yachiru, Aika e tutti i vari Arrancar che si fissarono
con
sguardo curioso.
“E
adesso che facciamo?” chiese Kurari sbadigliando
“Possiamo andare a uccidere
qualche umano?”
“No,
prima dovete aspettare che gli altri ottengano la loro
zampaktou.” spiegò
Yachiru
“Bene,
vorrà dire che li aspetteremo.” disse Ashuros per
poi voltarsi verso gli altri
e dirgli “Venite con me un attimo.”
Gli
Arrancar lo fissarono curiosi ma poi decisero di seguirlo fuori dalla
stanza
mentre Yachiru uscì dalla stessa porta dalla quale erano
usciti gli Shinigami
insieme ad Aika che, nel giro di pochi minuti, si era già
affezionata alla
donna.
***
Ashuros
entrò in una grossa sala dove era presente solo un tavolo
basso e vari cuscini
per terra dove sedersi. L'albino si sedette a capo tavola e tutti gli
altri,
intorno a tavolo.
“Allora?
Perché ci hai portati qui?” chiese Izumi euforica
“Vuoi organizzare un colpo di
stato e prendere possesso della Soul Society?”
“Oh!
Questa idea non è affatto male!”
commentò Yuuko ghignando e dandosi il cinque
con la compagna.
“Beh,
di sicuro è un posto più pulito dell'Hueco Mundo
ma qua fa troppo
caldo...inoltre se Ashuros non ci darà un ordine non
parteciperò a questo
vostro folle piano.” disse Jean incrociando le braccia al
petto.
“Uhm...attualmente
siamo in inferiorità numerica ma molti di loro non hanno
ancora ottenuto la
loro zampaktou.” disse Amlach ghignando “In effetti
un dominio in più non
farebbe male.”
“L'idea
non è male in effetti! E' da troppo tempo che non ammazzo
qualcuno...e uno o
due Shinigami morenti e doloranti mi illuminerebbero la
giornata.” aggiunse
Kurari
Stun
indicò il soffitto per poi tirare il pugno destro contro il
palmo della mano
sinistra. Fatto questo, si indicò con l'indice per poi
battersi un pugno sul
petto ed infine incrociare le braccia sul torace a mo’ di X.
“Credo
che voglia dirci che è dei nostri.” disse Yuuko
ghignando e l'Arrancar
corazzato annuì.
“Devo
dire che è una proposta parecchio allettante.”
ammise Ashuros ghignando “Ma non
vi ho chiamato qui per parlare di questo e...Jean, io non sono il
vostro capo.”
“Allora
di che volevi parlare?” chiese Amlach che aveva perso
l'entusiasmo.
“Dei
Vasto Lorde.” sibilò freddo Ashuros suscitando un
moto di interesse negli altri
fatta eccezione per Jean e Kurari.
“Continua...”
lo incitò Izumi visibilmente interessata a quell'argomento.
“Giusto
ieri, quando sono tornato nell'Hueco Mundo, sono stato trasportato
lungo il
confine di Las Noches e lì ho trovato Jean. Dopo pochi
minuti abbiamo avvertito
un reiatsu incredibilmente potente. Talmente potente da essere
superiore a
quello degli Espada, Yammy compreso.” spiegò
Ashuros sorprendendo gli altri.
“Quanto
era vicino?” chiese Izumi.
“Troppo.
Mai prima di adesso i Vasto Lorde si erano avvicinati così
tanto al confine di
Las Noches e Kurari mi ha detto che quelli non sono più gli
stessi Vasto Lorde
che erano presenti al tempo di Aizen.” continuò
Ashuros guardando poi Kurari
come a volerle chiedere di continuare.
“Neanche
io so di preciso quanti Vasto Lorde ci fossero un tempo...”
iniziò la ragazza
“...ma so per certo che qualcuno li ha eliminati, per
l'appunto sono stati
fuori da questi nuovi Vasto Lorde.
“Una
volta Grimmjow mi disse che erano poco più di una trentina i
Vasto Lorde totali
presenti nell'Hueco Mundo. Se fosse vero, la loro potenza dovrebbe
essere
sconfinata! Come diavolo è possibile che siano stati
sconfitti?” chiese Amlach
“Semplice.
I nuovi Vasto Lorde hanno qualcosa in più rispetto a quelli
vecchi: i poteri
degli Shinigami.” spiegò Kurari
“Cosa?”
il volto di Amlach, Yuuko e Izumi era un'espressione di pura sorpresa
ma in
realtà quella notizia li aveva resi felici in quanto
potevano essere solo due
le opzioni possibili. I nuovi Vasto Lorde erano degli Arrancar che
avevano superato
il limite della Resurrecciòn oppure erano degli Shinigami
con i poteri degli
Hollow proprio come lo fu Kurosagi Ichigo anni addietro.
“Un
tempo erano conosciuti come Vizard, uno dei primi esperimenti di Aizen
per
poter unire Hollow e Shinigami. Incredibilmente riuscirono a soggiogare
l'Hollow dentro di loro potendo accedere al suo potere e insegnarono a
Kurosagi
Ichigo il modo per poter controllare il suo potere ma quando venne il
momento
della guerra coi Quincy, persero il controllo e si trasformarono in
Vasto
Lorde, eliminando centinaia di Shinigami e Quincy, dopodichè
fuggirono
nell'Hueco Mundo dove eliminarono gli altri Vasto Lorde.”
spiegò Kurari
fissando gli altri “Ecco come mai sono più forti.
I precedenti Vasto Lorde
potevano contare solo sui poteri da Hollow ma i Vizard posseggono anche
i
poteri da Shinigami.”
“Questo
è quanto.” disse Ashuros “Attualmente
sembra che non si siano avventurati
ancora nel territorio di Las Noches ma non so per quanto tempo
esiteranno.
Quello di cui voglio parlarvi ora, è un modo per far
sì che i nostri due
nemici, i Vasto Lorde e gli
Atarashī kami, collidano
tra di loro. Se tutto va bene, moriranno molti umani e gli Hollow
potranno
cibarsi delle loro anime, trasformandoli in Hollow a loro
volta.”
“Interessante...ma
resta il fatto che siano solo Hollow.” fece
notare Jean.
“Oh
di quello non ti preoccupare. Ho un piccolo trucchetto che ci
permetterà di ottenere un esercito molto più
potente.” spiegò Ashuros con un
ghigno e, non appena ebbe spiegato il tutto agli altri, il ghigno delle
sue
labbra contagiò anche gli altri.
Entro
sera, gli Shinigami e gli Arrancar sarebbero stati pronti
per il loro compito e la guerra sarebbe potuta iniziare in tutto e per
tutto!
***
Mitsuki
si fermò all'incrocio dei corridoi che portavano alle camere
con quelli che
portavano alle stanze per gli allenamenti.
"Tutti
quelli senza zampaktou," disse ai novizi, "Corrano nelle loro camere:
troveranno una pietra bianca, sferica: aiuterà a ottenere le
vostre zampaktou
ed entrare nel suo mondo." i ragazzi gli lanciarono degli sguardi
perplessi: cosa avrebbero dovuto fare?!
"Andate
a prenderla, noi vi aspettiamo qui!" li incitò Mitsuki
facendogli cenno di
andare e in pochi secondi rimasero solo i già shinigami.
"Allora..."
esordì Jin dopo alcuni secondi di silenzio, "Cosa pensate
degli
Arrancar?" chiese ponendo una delle questioni che non avevano ancora
avuto
il coraggio di affrontare.
"Non
ci si può fidare! Sono da sempre i peggiori nemici degli
shinigami, non mi
stupirei se avessero già pronto un piano per distruggerci!
È contro ogni legge
allearsi con loro." rispose Kyoko decisa, un fuoco che bruciava nei
suoi
occhi.
"La
mia Hime non farebbe mai una cosa del genere!" si intromise Hiro in
difesa
della sua sorellina.
"Io
credo che invece sarebbe la prima a farlo." commentò Kei,
"Avete
visto a pranzo...È un Arrancar ormai Hiro, devi accettarlo."
"Arrancar
o meno, non lo farebbe!" ripetè lui con calma ma allo stesso
tempo senza
l'ombra di dubbio. Si fidava ciecamente di Yuuko.
"Fai
come vuoi. Io non mi fido e consiglio a tutti di stare attenti."
suggerì
Kei portando una mano all'elsa della zampaktou.
"Neanche
io mi fiderei troppo, nonostante Ashuros non mi abbia fatto una cattiva
impressione..." mormorò Jin, "Tu cosa ne pensi Mitsuki?
Dopotutto hai
perfino dormito nella sua stessa stanza…"
La
ragazza trasalì: bella domanda, avrebbe voluto saperlo anche
lei.
"Ti
fidi?" chiese esplicita Kyoko in attesa di una sua risposta.
"Io..."
lei cosa?! Si chiese abbassando lo sguardo. Avrebbe voluto rispondere
che no,
non si fidava; ma allo stesso tempo era rimasta impressa nella sua
mente
l'immagine di Ashuros con Aika. Perché?! Non poteva essere
il mostro che tutti
lo avevano dipinto?! Sarebbe stato più facile
odiarlo...Invece a parte
prenderla in giro o irritarla, non aveva fatto niente che lo rendesse
un
mostro, l'aveva anche aiutata, a modo suo: era troppo umano.
"Non
posso crederci che ti fidi." le disse Kei leggermente incredulo,
interpretando il suo silenzio. Una delle sue doti era leggere le
persone e la
tappetta se abbassava guardia era facile da interpretare.
Mitsuki
conficcò le unghie nei palmi: neanche lei ci credeva; non si
fidava delle
persone, dar loro fiducia è il modo più veloce
per ricevere una pugnalata tra
le scapole quando meno te lo aspetti, eppure non riusciva a rispondere
un no
deciso. Quando...quando sua sorella era morta, si era giurata che
avrebbe fatto
ogni cosa pur di vendicarla, perfino un patto col diavolo. Era quello
che stava
facendo? Quale sarebbe stato il prezzo? Era disposta a pagarlo?
"Non
è una questione di fidarsi o meno," disse infine alzando lo
sguardo,
freddo come il ghiaccio, "Per eliminare gli Atarshi Kami ho bisogno di
loro, quindi potremmo dire che mi fiderò; ma se passata
l'emergenza ci
tradiranno, non avrò nessun problema a puntare la mia
zampaktou contro di
loro." spiegò senza nessuna emozione nella voce. La tigre
delle nevi era
tornata al posto di Mitsuki. Eliminare le emozioni o le affezioni:
più facile
che affrontarle.
Hiro
la guardò triste e Jin scosse la testa.
"Non
hai risposto...stai scappando..." mormorò a bassa voce.
“Minacciare
è un conto, uccidere un altro.” le fece notare
Ryoko.
“Non
avrò problemi.” ringhiò gelida Mitsuki.
"Ne
sarai davvero capace come dici?" insinuò invece Kei
perforandola con lo
sguardo, come se il tradimento degli Arrancar fosse una certezza e non
un’ipotesi.
Non
lo sapeva. La verità è che non lo sapeva.
Ma
sperava fosse così, altrimenti era morta.
"Ci
siamo!" le voci di Ryoko e Meiko, seguite da tutti gli altri,
interruppero
la discussione e Mitsuki forzò un sorriso.
"Andiamo
allora!" li esortò guidandoli.
Grazie
alla presenza degli altri shinigami Mitsuki riuscì a non
perdersi e arrivare a
destinazione; aprì sicura le porte di una grande dalle
pareti in legno chiaro
come il pavimento, vuota se non per un grosso tatami rosso scuro al
centro.
I
nuovi arrivati si guardarono intorno perplessi, mentre gli
shinigami andarono senza indugio a sedersi sul tatami a gambe
incrociate.
“Cosa
dobbiamo fare?” chiese svogliata Norie, “Spero non
sia faticoso…”
“Perfino
respirare sarebbe faticoso per te…”
commentò Ed
lanciandole un'occhiata sarcastica, al quale la ragazza rispose con
un’occhiata
assassina.
“Anche
io spero non ci sia troppo lavoro…”
mormorò Meiko facendo
sogghignare Ryoko.
“Io
spero ci facciano combattere!” ghignò Shi
guardandosi intorno,
ansioso di riprendersi la rivincita su un certo moicano.
“Invece
di fare stupide supposizioni muovetevi a sedervi in
cerchio!” sbuffò spazientito Kei, scompigliandosi
i capelli con la mano.
“Iri
per favore non dormire anche in piedi!” disse leggermente
esasperato Jin
alzandosi e trascinando la ragazza a sedersi accanto a se.
“Ancora
non ci avete detto cosa stiamo facendo…” fece
notare Ryoko
lanciando un'occhiata interrogativa a Kei, seduto accanto a lei.
“Ve
lo spiego subito” attirò la loro attenzione
Mitsuki ponendosi al centro del
cerchio, “Come vi sarete accorti ognuno di noi shinigami ha
già la sua
zampaktou e anche voi dovete risvegliare la vostra se volete poter
combattere.”
disse guardandoli uno a uno.
“Ogni
zampaktou ha due stadi di rilascio: Shikai, il rilascio
base, e Bankai lo stadio ultimo. Alcune
zampaktou, come quella di Jin” illustrò indicando
l’enorme spadone a due mani
scarlatto dall’impugnatura nera ricoperta di pelliccia,
“Sono a rilascio continuo,
ovvero sono perennemente in Shikai.”
“Per
ottenere una zampaktou è necessario per ogni shinigami
entrare in contatto con
l’anima, lo spirito della zampaktou, accedere al suo mondo,
conoscerlo e
costringerlo a svelare il suo nome e le sue tecniche; è
probabile che di notte
abbiate fatto sogni che possano parervi strani: una voce che tenta di
parlarvi,
delle immagini sfocate... è lo spirito che cerca di
raggiungervi e ora tocca a
voi raggiungere lui. Fino a che non ci riuscirete vi sarà
impossibile combattere.”
terminò sedendosi tra Meiko e Norie. Il suo discorso
sembrava aver risvegliato
l’interessa di tutti, Ed e Norie compresi: se c’era
da combattere erano
disposti a tutto.
“Appunto
per questo oggi, prima di tutto, tramite meditazione vi
mostrerò come entrare nel “mondo della
zampaktou” portandovi con me e
successivamente io, Jin, Hiro, Kei e Kyoko con i nostri spiriti vi
aiuteremo a
raggiungere e fronteggiare il vostro per ottenere almeno lo
Shikai.”
“Ma
sia chiaro noi siamo solo il sostegno” spiegò Kei
ponendo la
sua zampaktou sulle ginocchia, “Il grosso del lavoro dovete
farlo voi.”
“Come
sono gli Spiriti?” chiese Ryoko curiosa.
“Cambiano
in base alla persone, vi possono assomigliare in
carattere come possono essere l’esatto opposto, come la mia
Ka-chan.” le
rispose Hiro con un sorriso gentile che fece sbavare Meiko,
accarezzando la sua
katana che si pose in grembo.
“Se
non ce la fate non esagerate, potrete riprovare.” li
avvisò Kyoko appoggiando
anche lei la katana blu sulle ginocchia.
“Bene,
ora prendete le vostre pietre, che fungeranno da incanalatori, e
tenetele tra
le mani.” li istruì Mitsuki estraendo dal fodero
la sua katana dalla lama
azzurro ghiaccio e l’elsa nera con un fiocco blu alle cui
estremità tintinnavo
due mezzelune.
“Ora
chiudete gli occhi e concentratevi, fate in modo che le ginocchia si
sfiorino
con quelle dei vicini così mi facilitate il
compito” li incitò chiudendo gli
occhi e sfiorando con le mani l’elsa.
“Ci
pensi tu?” chiese Kyoko e la ragazza annuì.
“Sei
sicura di farcela?” insinuò Kei scettico, ma la
ragazza fece un ghignetto.
“Non
mi sottovalutare…” mormorò e nello
stesso tempo la temperatura nella stanza
iniziò a calare drasticamente.
“Concentratevi
sull’immagine dei vostri sogni, sulla voce dentro di voi, sul
vostro reiatsu…”
mormorò ancora ai ragazzi che lottavano contro il desiderio
di aprire gli
occhi.
All’improvviso
sentirono come uno strattone all’altezza dello stomaco e il
freddo si fece
ancora più intenso. Sentirono qualcosa di soffice iniziare a
cadere su di loro.
“Ma
cos…?” borbottò Shi infreddolito.
“Potete
aprire gli occhi!” lo interruppe invece Mitsuki con una nota
di gioia nella
voce.
I
ragazzi lo fecero e trattennero meravigliati il fiato: si trovavano
sulla cima
di una montagna innevata, punteggiata con alberi, cespugli e rocce
interamente
in ghiaccio; era notte e splendeva una gigantesca mezzaluna, ma
nonostante il
cielo fosse limpido migliaia di fiocchi di neve cadevano in una lenta
danza
coprendo tutto con un bianco manto.
“È
incredibile!” mormorò Ryoko deliziata alzandosi,
mentre Iri guardava curiosa i
fiocchi sulla sua mano, più simile a una dea della neve che
una shinigami.
“Ma
fa un freddo…” ringhiò Norie mentre
Meiko annuiva convinta stringendosi nelle
spalle.
“Ma
dove sono gli altri?” chiese Ed guardandosi intorno e non
vedendo gli shinigami
veterani.
“Stanno
arrivando!” sorrise Mitsuki guardando alla sua destra; da un
boschetto di
ghiaccio uscirono Hiro, con al suo fianco una bellissima donna dai
lunghi
capelli verdi prato, il corpo decisamente prosperoso avvolto in un
corto yukata
verde smeraldo con petali di ciliegio e due grandi e vivaci pozze
acquamarina
come occhi; dietro di lui Kei, seguito da due copie di se stesso dotate
di
grandi ali da angelo, una bianca e luminosa, l’altra come
d’ombra nera; Kyoko
si accompagnava con ragazzo alto più o meno quanto lei, ma
delle fattezze
leonine. Infatti, sul petto era presente il teschio di una mandibola e
di una
mascella leonina con tanto di zanne, circondato da una folta criniera
dorata
simile a quella intorno al collo e sulle spalle. In alcune parti del
corpo
comparivano tracce di pelliccia e dalle mani spuntavano degli artigli
affilati,
situati tra le nocche coperte di pelliccia. Infine Jin era seguito da
un leone
nero dalla criniera infuocata.
“Vi
presento Ka-chan!” esordì smagliante Hiro
indicando la ragazza che entusiasta
si buttò al collo di tutti i presenti salutandoli.
“È
un piacere conoscervi! Anche se devo dire che questo posto non
è dei
migliori…tutto questo freddo non fa bene né alla
pelle né ai miei capelli! Hiro
cosa ci facciamo qui!?” la sua parlantina era invidiabile.
“Dobbiamo
aiutarli Ka-chan, te l’ho già spiegato”
le rispose Hiro tranquillo
accarezzandola sulla testa, mentre lei esibiva un broncio infantile.
“Va
bene…”
“Lui
è Gareki” spiegò invece Kyoko mentre il
ragazzo leonino li guardava sprezzante.
“Mai
che porti un avversario alla mia altezza Kyoko!”
ringhiò osservandoli uno a uno
e ricevendo così un pugno in testa da Kyoko.
“Comportati
bene Gareki!” gli sibilò irritata.
“Ma
sentitelo…” mormorò invece scocciato il
leone nero.
“E lui è Jigoku no goon, in breve J.” Lo presentò Jin, ricevendo un occhiataccia dal leon che evidentemente non gradiva il soprannome.
“La
tua dov’è?” chiese allora Norie a
Mitsuki, che aspettava tranquilla.
“Sta
arrivando!” ripose lei sibillina prima di salire su una
sporgenza rocciosa
innevata, a picco sul vuoto, con grande terrore di Meiko.
“TAAAAAAAIGA!”
urlò dalla montagna e un ruggito si levò in
lontananza; non ebbe il tempo di
aggiungere niente che dalla profondità della notte, con un
solo balzò una
gigantesca tigre bianca delle nevi saltò tra i ragazzi.
“Mitsuki!”
ruggì cercando con gli occhi rossi come il sangue la sua
shinigami, “Cosa ci
fanno qui loro?” chiese evidentemente piccata guardando la
massa di invasori
nel suo territorio.
“Calma
calma Taiga!” la cercò di rabbonire Mitsuki
avvicinandosi a lei, che era tanto
grossa da doversi accucciare per lasciare che Mitsuki arrivasse al suo
muso, e
accarezzandola.
“Non
hai risposto.” le fece presente la tigre con uno ringhio
soffocato.
“Allenamento.
Dobbiamo dare una mano ai nuovi shinigami con i loro
Spiriti.” le spiegò in
breve con fermezza.
La
tigre la guardò per alcuni secondi.
“Sul
mio cadavere!” le ringhiò in faccia facendo per
andarsene.
“La
solita…” mormorò il leone di Jin,
beccandosi un ruggito da Taiga.
“Abbiamo
acconsentito anche noi!” le fece presente Gareki con una
risata, “Non puoi tirarti
indietro.”
“Io
non mi tiro indietro! Ma non mi abbasso a fare da babysitter a dei
mocciosi!”
Edward
la guardò scettico: mocciosi?
“Dai
Taiga!” la implorò Ka-chan saltellandole incontro.
“Non
è una tua scelta.” disse la copia luminosa di Kei.
“Deciditi!”
la incitò l’altra.
“Sì
che è una scelta mia!” ringhiò testarda
Taiga.
Gli
Shinigami stavano assistendo increduli a quello scambio di battute
quando il
vento cominciò a farsi più forte e tagliente ed
il cielo a rannuvolarsi; la
mezzaluna si assottigliò drasticamente.
“TAIGA!”
la richiamò Mitsuki imbestialita scadendo ogni lettera: ci
mancava solo che si
mettesse a contraddirla davanti a tutti.
“TU
ORA FARAI QUELLO CHE TI DICO E MI AIUTERAI CON LORO CHIARO?!”
le ordinò
puntandole un dito contro.
La
tigre ruggì e si acquatto in posizione d’attacco.
“Obbligami!”
ringhiò prima di scagliarsi contro Mitsuki con un balzo. La
ragazza schivò con
un salto laterale e fece perno sul piedi destro per tornare a
fronteggiare la
tigre, che si stava preparando per un nuovo assalto.
Per
un attimo tutti pensarono che avrebbe estratto la katana, ma contro
ogni
aspettativa si accucciò anche lei e nello stesso istante
dell’avversaria
scattò. A mani nude.
Nell’impatto
Mitsuki venne ferita da uno degli artigli di Taiga sulla guancia e
venne
atterrata, dato il peso superiore della tigre, ma senza scomporsi
iniziò a fare
forza, mani contro zampe, per spostarla da sopra di se.
“Non
ce la farà…” mormorò Shi
osservandole con in ghigno.
“Ti
arrendi?” ringhiò Taiga soffiandole contro.
Mitsuki
ghignò e con un ultimo sforzo riuscì a spostarla
di quel tanto che le bastava
per rotolare di lato e con un balzo felino scattare sulla schiena della
tigre.
Come un amazzone si attaccò alla pelliccia candida.
“Chi
è che si doveva arrendere?” rise vittoriosa, ma
Taiga si gettò a terra
rotolandosi sulla schiena e Mitsuki fu costretta a buttarsi di lato per
non
essere schiacciata.
“Non
sono tutti così, vero?” sussurrò
scioccata Iri con gli occhi sbarrati.
“No,
non ti preoccupare…” rise Jin pattandole la testa
comprensivo.
“Questo
è un chiaro esempio,” intervenne Kei dopo alcuni
secondi, “In cui lo spirito è
identico al padrone. Anche se non è chiaro chi delle due sia
la vera belva…”
“Ehi!”
gli ringhiarono piccata sia Taiga che Mitsuki, nel mezzo dello scontro.
“Adesso
basta ragazze, abbiamo un compito da portare a termine.”
intervenne finalmente
Hiro, nella speranza di placarle.
“STANNE
FUORI TU!” gli ruggirono invece contro le due, mentre si
alzava una vera e
propria bufera di neve.
“Se
continuate così congeleremo tutti e lo stesso
accadrà alla stanza; poi Yachiru
ti obbligherà a pulirla…” a quelle
parole Mitsuki, che si era attaccata con le
gambe alla collottola della tigre, distolse la concentrazione
dall’avversaria e
lo guardò terrorizzata.
Taiga
fece quella che doveva essere una risata e ne approfittò per
disarcionarla,
afferrarla per il colletto coi denti e scagliarla in aria.
“E
poi verrà qui a dare una lezione a te Taiga”
aggiunse il leone nero, facendo
rizzare tutti i peli alla tigre, che si affrettò a prendere
Mitsuki al volo e
poggiarla a terra.
“Siamo
pronte!” esplosero entrambe col terrore negli occhi.
“Fa
così paura la vecchia Yachiru?” chiese Meiko
perplessa.
“Non
puoi nemmeno immaginare…” le rispose Kyoko
rabbrividendo.
“Allora,
come ci dividiamo?” chiese poi Hiro agli altri shinigami
veterani.
Mentre
tutti si radunavano per decidere Mitsuki tirò dolcemente la
pelliccia di Taiga
perché si abbassasse.
“Grazie”
le sussurrò all’orecchio, “Avevo bisogno
di sfogarmi…” svelò con sguardo
malinconico
pensando alla conversazione sugli arrancar.
“Lo
so.” rispose Taiga dandole un buffetto sulla testa col muso e
raggiungendo gli
altri.
“Vediamo…”
disse Hiro analizzando tutti i presenti con occhio critico.
“Io
vado con lui.” si prenotò Taiga, raggiungendo a
passo felpato Edward, che la
guardò scettico.
“Con
un moccioso?” le chiese incrociando le braccia.
“Tu
sarai anche un moccioso, ma la tua zampaktou emana un reiatsu degno di
nota.
Vedremo se sarà così.” gli
spiegò abbassando il muso all’altezza del suo viso.
Edward
ghignò, negli occhi una luce di sfida, e Taiga si sedette
dietro di lui in
attesa.
“Io
vengo con Iri se lei vuole!” si propose Jin gentile, ma la
ragazza indietreggiò
spaventata e scosse la testa. Anche se era gentile, stare da sola con
lui
era…troppo.
Jin
per un attimo ci rimase di sasso, ma poi tornò a sorridere e
diede una pacca al
leone.
“Vai
con lei!” e il leone annuendo si porto al fianco di Iri.
“S-scusa…”
provò a spiegarsi lei triste, ma Jin le fece cenno che non
c’erano problemi e
fece un cenno a Shi.
“Ti
dispiace se vengo?” gli chiese.
“Finché
non mi intralci no.” Ghignò l’altro.
“Hiro-sama?”
chiese Meiko al suo idolo speranzosa.
“Certo
Meiko!” le sorrise Hiro gentile ed entusiasta,
“Ka-chan puoi andare con lei?”
“Certo!”
annuì l’altra entusiasta.
La
mascella di Meiko cadde a terra: quel ragazzo non capiva assolutamente
un tubo.
“Noi
veniamo con te.” avvisò Kei Ryoko, indicando con
le mani il suo duplice
spirito.
“Invece
io e Gareki accompagneremo te Norie.” si propose Kyoko mentre
il suo compagno
ringhiava all’indirizzo della ragazza, che invece di farsi
intimidire ricambiò
l’occhiataccia.
Hiro
e Mitsuki erano rimasti soli, quindi decisero di andare coi loro
spiriti, con
grande gioia di Meiko.
“Bene,
concentratevi nuovamente e cercate di percepire l’anima della
vostra
zampaktou…” suggerì Mitsuki,
concentrandosi per ritrovare la calma così che il
vento si placasse e la notte tornasse limpida.
“Noi
vi seguiamo…” li rassicurò Hiro.
***
Quando
Meiko riaprì gli occhi si trovò in un mondo in
rovina. Macerie, rimasugli di
case, palazzi e di vite, fuochi che bruciavano, fumi neri che
offuscavano
l’aria. Il cielo era rosso sangue e il sole nero.
“Ma
dove sono?” si chiese leggermente intimorita.
“Nel
suo mondo.” rispose con una serietà che non si
credeva potesse avere Ka-chan,
seguita da Hiro, altrettanto teso.
Al
centro della desolazione, seduta sotto un albero avvizzito,
c’era una donna con
indosso un kimono giapponese nero come il carbone. Come i sui capelli.
“Benvenuta
Meiko Shirai, io sono la tua zampaktou: Shiroken della
Distruzione.” Si
presentò trafiggendola con i suoi occhi azzurri come il
cielo d’ottobre.
E
in quel momento una voce risuonò nel mondo.
***
Ryoko
si guardò attorno meravigliata: si trovava su una grande
roccia bianca e
liscia…nel cielo. Intorno a lei vedeva solo il cielo al
tramonto e nuvole
bianche dalle morbide volute; qua e là nell’aria
c’erano altre piattaforme
circolari sospese nel nulla come quella su cui erano, ma erano troppo
lontane
perché un semplice umano potesse raggiungerle con un salto.
“È
bellissimo.” mormorò incredula.
Kei
annuì in silenzio, con gli occhi alla ricerca del loro
obbiettivo.
“Ce
ne hai messo di tempo!” una voce cristallina fece voltare la
ragazza, ma non
trovò nessuno.
“Sono
qui!” ridacchiò la voce e questa volta Meiko
alzando la testa individuò su una
sporgenza rocciosa una ragazzina con indosso un vestito da
sacerdotessa, color
bianco e sfumato di blu scuro.
“Chi
sei?” chiese Ryoko, nonostante sapesse già la
risposta.
“Sono
Kazenomiko,” rispose la ragazzina giocando con i suoi capelli
neri, legati in
una coda laterale e scrutandola divertita con i suoi occhi rossi,
“La tua
zampaktou.”
E
in quel momento una voce risuonò nel mondo.
***
Iri
si guardò intorno meravigliata: si trovava alla base di una
collina innevata ed
era circondata da una distesa di salici piangenti di ghiaccio, i cui
lunghi
rami tintinnavano per il vento freddo che spirava da nord.
“Non
ti distrarre.” le disse J. portandosi al suo
fianco.
Iri
annuì in silenzio e scrutò il mondo attorno
attenta.
“In
cima alla collina” la invitò lo spirito facendole
cenno di rivolgere lo sguardo
in alto.
Sulla
cima della collina in mezzo alla neve, c’era un salice
rigoglioso, come se per
lui fosse primavera, minimamente intaccato dal ghiaccio ma dal tronco
bianco, e
seduta sulle sue radici una donna dalla pelle cadaverica e una maschera
bianca,
come il suo lungo abito, a coprirle il volto.
“Vieni,”
la chiamò con voce soffice, “Io sono Osiris e ti
stavo aspettando.”
In
quel momento una voce risuonò nel mondo.
***
“Che
posto è questo?!” si chiese Norie con la pelle
d’oca guardandosi attorno.
Quando
aveva riaperto gli occhi, si era ritrovata con Kyoko e Gareki sopra una
grande
croce di pietra nera interamente circondata da acqua rossa, talvolta
punteggiata da piccole sporgenze rocciose nere che uscivano come
artigli o
denti acuminati.
“Acqua…acqua
ovunque…” mormorò terrorizzata
guardandosi attorno.
Gareki
scoppiò a ridere.
“Non
ci posso credere! Hai paura dell’acqua! Ragazzina mi sa che
dovrai rinunciare…”
ghignò sadico, mentre Norie tornava un attimo se stessa per
fulminarlo.
“Non
è acqua…” intervenne Kyoko
avvicinandosi al bordo roccioso e immergendo una
mano, “È sangue.”
Norie
per un secondo ebbe un brivido freddo, poi il suo cervello
razionalizzò che
quindi quella non era acqua, di nessun tipo, e si rilasso leggermente.
Non che
ora non avesse più paura, ma era un passo avanti.
“Cosa
c’è Norie? Non ti piace casa mia?”
chiese una voce profonda e seducente.
“Chi…?”
chiese lei già pronta a rispondere per le rime quando da
un’altra sporgenza
rocciosa saltò sulla loro una grossa pantera rosso sangue
dagli occhi argentati
e dai canini affilati.
Norie
sgranò gli occhi all’inverosimile e poi, di punto
in bianco, saltò verso la
pantera con l’intento di afferrarla, la quale
balzò all’indietro confusa.
“Vieni
qua gattone!” la richiamò Norie con sguardo
adorante tentando un altro assalto.
“MA
QUALE GATTONE RAZZA DI IDIOTA?!” gli ringhiò
contro scioccata e irritata la
pantera saltando nuovamente all’indietro.
“Micio
micio…” continuò Norie implacabile,
mentre Kyoko si passava sugli occhi il
palmo della mano e Gareki si rotolava dalle risate.
“SMETTILA
DI DARMI DEL GATTO! SONO UNA PANTERA! UNA PAN-TE-RA! E LA TUA
ZAMPAKTOU!”
continuò la pantera evitando ancora gli attacchi coccolosi
di Norie, che
improvvisamente prestò attenzione.
“La
mia zampaktou è un gatto?” chiese con gli occhi
che brillavano.
“Oh
cielo…è un idiota.” commentò
esasperata la pantera.
“Gareki
non morire.” disse Kyoko anche lei scioccata che Norie
potesse avere un tale
lato, guardando il suo spirito contorcersi dalla risate fino a
soffocare.
In
quel momento una voce risuonò nel mondo.
***
Shi
aprì gli occhi e ghignò ancora più
ampiamente: si trovava alle pendici di un
grosso vulcano al centro di un grossa foresta.
“Non
male!” commentò Jin guardandosi attorno,
“Hai qualche idea su come possa
essere?” gli chiese poi appoggiando una mano
sull’elsa della sua.
“Fuoco.”
rispose Shi, “Deve avere a che fare col
fuoco…” e non appena finì di parlare il
vulcano eruttò una cascata di magma bollente e insieme ad
esso ne uscì una
maestosa fenice viola.
“Trovata!”
sogghignò il ragazzo pregustando la sfida.
“Piacere
di conoscerti Shi Kurai” si presentò calando
nell’aria fino a distare venti o
venticinque metri da terra, “Io sono Fenikkusuburu, e se
riuscirai a domarmi
diverrò la tua fedele zampaktou.” gli
spiegò perforandolo con gli occhi dorati.
“Detto
fatto!” gli rispose lui.
In
quel momento una voce risuonò nel mondo.
***
Quando
Edward aprì gli occhi si ritrovò su un pontile in
legno, in mezzo a una palude
buia e immersa nella nebbia, tanto che non si vedeva dove conduceva.
“Bel
posto, complimenti all’arredatore.”
commentò Taiga sarcastica guardandosi
intorno.
“Stai
pronta.” le disse invece Mitsuki tesa, scrutando la nebbia:
cosa poteva esserci
nascosto dentro?
Edward,
senza dire una parola, si incamminò facendo scricchiolare
tutte le assi
putrescenti e le due gli tennero dietro in silenzio.
Dopo
alcuni minuti giunsero davanti a un piccolo tempietto in legno scuro,
di quelli
usati per rendere omaggio alle divinità in tempi antichi.
“Finalmente
ci incontriamo Edward Yoshina…” esordì
una voce profonda dal tempio, “Ma sarai
in grado di dimostrarti all’altezza?” chiese in
tono di sfida.
Edward
ghignò con gli occhi accesi per l’eccitazione ed
entrò nel tempio.
“Mi
piace il moccioso!” osservò compiaciuta Taiga,
“Tu stanne fuori Mistuki, se ha
bisogno ci penso io.”
La
ragazza alzò gli occhi al cielo ma annuì.
L’interno
del tempio era una grossa stanza in legno scuro con ai lati una serie
parallela
di colonne strette alla cui base ardevano delle fiamme violacee a
illuminare
quella specie di corridoio che guidava lo sguardo verso il centro della
parete
in fondo. Lì sedeva un demone dalle fattezze umanoidi, ma
con tre teste e sei
braccia; il fisico scolpito faceva presupporre che fosse un uomo. Le
tre facce
erano completamente inespressive, i loro occhi erano vuoti mentre i
capelli
erano corti e neri. Indossava una veste simile a quella degli shinigami
solo che
la sua era rossa e viola.
“Sono
Ashura, la tua zampaktou.” dissero le tre teste all'unisono
fissando Edward “Ti
avviso fin da subito. Se mi accorgerò che non sei degno del
mio potere...ti
ucciderò!”
In
quel momento una voce risuonò nel mondo.
“ALLIEVI
SHINIGAMI: QUESTA È LA VOSTRA PRIMA PROVA! NON
DELUDETEMI!” li incitò la
vecchia Yachiru prima di lasciarli alla loro sfida.
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