Se fosse andata diversamente?

di _Takkun_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fine dei giochi, ammiraglio. ***
Capitolo 2: *** Whitebeard's Family. ***
Capitolo 3: *** One Piece. ***
Capitolo 4: *** Andare avanti ***
Capitolo 5: *** Fratelli ***
Capitolo 6: *** Silvers Rayleigh ***



Capitolo 1
*** Fine dei giochi, ammiraglio. ***


1. Fine dei giochi, ammiraglio.
 
 
 Barbabianca aveva dato il suo ultimo ordine. Ora che Ace era salvo, poteva andarsene senza il rimpianto di aver visto morire uno dei suoi figli. L’uomo più forte del mondo aveva vissuto la sua epoca, era arrivato il momento di mettere la parola fine al lungo viaggio vissuto e lasciare il posto alla nuova generazione. Molti si erano opposti alla decisione di quest’ultimo, ma alla fine tutti avevano accettato il suo volere. Anche Ace aveva deciso di non opporsi, non avrebbe voluto rendere le cose più difficili al suo Capitano di quanto già non fossero. Ora la sua unica priorità era scappare per riuscire a portare Rufy in salvo, per non rendere vani tutti gli sforzi compiuti per salvarlo. Ormai ce l’avevano quasi fatta, le navi erano lì, pronte a salpare e a portarli in salvo lontano da quel posto che, molto presto,  sarebbe scomparso. La libertà era vicina, mancava davvero poco…
“Liberano Ace e si ritirano immediatamente, che branco di codardi questi pirati di Barbabianca! Ma un Capitano è un Capitano e su questo c’è poco da fare. Dopotutto, Barbabianca non è che un perdente della generazione passata!”  Era bastata solo questa piccola provocazione per interrompere la corsa di Pugno di fuoco. Akainu era ben a conoscenza della devozione di quei pirati nei confronti del loro Capitano e di quanto fosse testardo ed impulsivo il comandante della seconda flotta, di sicuro il suo piano sarebbe andato a buon fine.
“Perdente… ? Ritira subito… quello che hai detto!” Non poteva permettere ad un verme di poter parlare così di suo padre, della persona che non si era fatta problemi quando venne a sapere di chi era figlio, di colui che in quel preciso istante stava rischiando la propria vita per poter dare un futuro ai propri figli… non poteva parlare così dell’uomo che lo aveva salvato!
“Ace! Lascia perdere! Non ti fermare!”
“Sta infangando il nome di nostro padre!” Ringhiò Ace verso i suoi compagni. Possibile che a loro non facesse né caldo né freddo?!
“Lo sta facendo per provocarti!”
Cercarono di urlare invano i suoi compagni. Ormai nessuno sarebbe riuscito a fargli cambiare idea e Rufy lo sapeva bene. Tra lui ed Ace, in fatto di testardaggine, la gara era aperta.
“Rufy-kun non fare più di quanto tu possa. Sei praticamente al limite.” Lo avvertì Jinbe, il Cavaliere del Mare.
Aveva ragione, il suo corpo si reggeva a malapena in piedi. Ma, se solo avesse avuto un po’ più di forze, lo avrebbe portato via con la forza quello stupido di suo fratello! In cuor suo, però, non aveva paura per lui. Sapeva che non lo avrebbe abbandonato, glielo aveva promesso.
“Roger, il tuo vero padre, ha impedito a Barbabianca di diventare Re. È stato lui a renderlo un eterno perdente. O forse, sbaglio? Si porta dietro una banda di delinquenti di terza categoria che lo chiamano padre… ma altro che famiglia. È solo una farsa per permettergli di spadroneggiare in giro tra un mare e l’altro.” Continuò imperterrito l’ammiraglio.
“Smettila!”
“Dopo anni e anni a fare il bello e il cattivo tempo in mare non è diventato Re. Non ha ottenuto niente! E come se non bastasse è riuscito a farsi pugnalare da uno di quegli stupidi che chiama figli, che si è fatto abbindolare! E il vecchio folle sta morendo per proteggerli! Dimmi tu se questa non è una vita senza senso…”
“Piantala!” Ace, praticamente fuori di sé, cominciò a infuocare il pugno, pronto ad attaccare.
“Non ci cascare, Ace! Vattene!” Urlò Izou stringendo i denti. Quanto poteva essere idiota quel ragazzo?!
“Nostro padre ci ha dato un posto a questo mondo! Che cavolo ne sai tu di quanto grande sia quest’uomo?!”
“Se una vita non viene vissuta nella retta via, allora non vale la pena di viverla! I pirati come voi non meritano un posto dove vivere! Barbabianca morirà da perdente! E in fondo, è la fine che si merita il capo di un’accozzaglia di rifiuti!”
“Nostro padre è un grande pirata che ha costruito questa intera Era! Il nome di quest’epoca… è Barbabianca!” Esclamò il corvino, scagliandosi contro Sakazuki senza alcun tipo di esitazione con il suo Pugno di fuoco, finendo però con l’essere ustionato dall’attacco di lava dell’ammiraglio.
Rufy perse più di un battito nel vedere il corpo del maggiore volare per diversi metri. “Ace!” Urlò, cercando di avvicinarsi il più possibile al fratello, finendo solo col cadere a terra, esausto, perse ormai anche le ultime forze per potersi reggere in piedi.
“Rufy-kun non puoi fare nulla, il tuo corpo ha raggiunto il livello massimo di sopportazione, ormai.” Gli intimò ancora il Cavaliere del Mare, preoccupato per entrambi i fratelli.
“Questo lo so, Jinbe!” Si voltò verso l’uomo-pesce, guardandolo male. La sua predica era l’ultima cosa della quale curarsi in quel momento. “Uh?” In quell’istante, qualcosa di molto importante lo portò ad una breve deconcentrazione dallo scontro. “La vivre card di Ace…” Il respiro si stava facendo sempre più pesante e faticoso, ma non poteva permettersi di perdere quel pezzo di carta. “… devo prenderla.”
“Il Re dei Pirati, Gol D. Roger,  e Dragon il Rivoluzionario! Non c’è che dire, è un bel tiro del destino che i loro figli siano cresciuti come fratelli. Il sangue che scorre nelle vostre vene fa di voi dei criminali patentati in partenza! Non mi importa se qualcun altro riesce a fuggire,  ma voi, dannati fratelli, non farete un passo fuori da quest’isola! Goditi lo spettacolo, Pugno di fuoco…” L’ammiraglio ghignò, godendosi l’espressione del pirata che, probabilmente, aveva realizzato le sue intenzioni.
“Ehi! Aspetta!”
Doveva sbrigarsi, doveva fare qualcosa, non poteva permettere che succedesse qualcosa a…
 “Rufy!”
Nessuno osò prendere fiato durante quell’azione. L’ammiraglio sferrò il suo pugno magmatico verso il minore dei due fratelli, stupendosi quanto gli altri nel vedere che il suo intento non era andato a buon fine. Un corpo totalmente ricoperto di fiamme si intromise tra il pugno di Sakazuki e Cappello di Paglia, lasciando a bocca aperta quest’ultimo.
“Mi dispiace, ammiraglio, ma qui si conclude il gioco.” Quell’espressione costantemente apatica, quel tono arrogante, quelle fiamme blu…
“Marco.” Pugno di fuoco pronunciò il nome del compagno in un flebile sussurro, felice di poter tirare un sospiro di sollievo per il fratellino. 
Ecco l'ennesimo debito che si ritrovava ad avere nei confronti di quell'ananas apatico.
 


To be continued...
 
 


Angolo autrice:
 
Salve a tutti!
Innanzitutto, ringrazio tutte quelle persone di buon cuore che si sono prese la briga di leggere la mia storia!
Sono riuscita ad entusiasmarvi (parolone ^^”) almeno un po’? Vi ho incuriositi? Fatemelo sapere tramite una recensione! Vorrei sapere la vostra opinione! Il prossimo capitolo arriverà a breve! ;)
Grazie ancora e alla prossima!
Fire 

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Capitolo 2
*** Whitebeard's Family. ***


2. Whitebeard’s Family.
 
 
 “Marco la Fenice.” Fece con rabbia e disgusto l’ammiraglio, indietreggiando di qualche passo. “Dove sono finite le catene di Agalmatolite?”
“Ah, quelle.” Fece svanire le proprie fiamme il comandante, portandosi entrambe le mani sui fianchi. “I miei compagni sono riusciti a trovare quel tipo con i poteri della cera che aveva aiutato Ace poco prima. Sono riuscito a farmi procurare una chiave. Parlando di manette, avrei qualcosa da ridire sulla comodità di queste ultime. Dovreste lavorarci su, voi della Marina.”
Le labbra di Ace si incurvarono in un sorriso a quella frase. Conosceva il biondo, il tono poteva sembrare calmo e composto, ma dietro a ciò c’era pura rabbia, lo percepiva.
“Ti stai prendendo gioco di me, inutile scarto della società?!” Ringhiò il “Cane Rosso” verso la Fenice. Uno sciocco pirata non aveva alcun diritto di parlargli in quel modo.
“Oh no, non mi permetterei mai.” Si infilò una mano in tasca, Marco. “Sa, mio padre mi ha insegnato la buona educazione. Ah, a tal proposito, volevo cogliere l’occasione per scusarmi a nome di Ace. Su di lui ci stiamo ancora lavorando.” Scosse teatralmente la testa, fintamente deluso, facendo scoppiare in una risata generale i pirati lì attorno, compreso il diretto interessato che, a poco a poco, si stava riprendendo dall’attacco di prima. “Come mai sembra così arrabbiato? Ho forse rovinato i suoi piani, ammiraglio?” Fece Marco in tono di sfida, ottenendo il risultato di far aumentare maggiormente l’ira del marine.
“Akainu!” Una voce forte e potente, ma allo stesso tempo affaticata, lo chiamò deridendolo. “Che ne pensi dei miei amati figli?! Gurararara!!” Per un attimo, anche Barbabianca aveva temuto il peggio per quel pivellino. Era certo che quel ragazzo dal buffo cappello di paglia, sarebbe stato in grado di grandi cose nella prossima epoca. Si portò una mano all’altezza del cuore, ansimando. Le fitte per adesso erano ancora lievi, poteva sopportarle, ma non gli era sfuggito il fatto che fossero aumentate di intensità rispetto a prima.
“Maledetto vecchio bisbetico…” Digrignò i denti, lanciando un’occhiataccia al pirata, per poi ritornare con lo sguardo sul vice. “Tu, spostati se non vuoi fare una brutta fine!” Ordinò, pretendendo che gli ubbidisse.
“Scordatelo, Sakazuki.” Lo fulminò con il suo sguardo glaciale. “Questo ragazzo non solo è il fratello di un mio amico, ma mi è anche stato ordinato da mio padre: non lasciare che quel ragazzino muoia. Eseguirò l’ordine del mio Capitano anche a costo della vita, ed eliminerò chiunque osi avvicinarsi a lui!” Era raro per Marco perdere la solita calma in questo tipo di situazioni ma, arrivati a questo punto, non sembrava nemmeno poi così strano. Ace poteva immaginare la rabbia del suo compagno in questo momento, perché era la stessa che aveva avvertito lui poco prima, durante quella provocazione. Ma loro erano diversi, e di conseguenza agivano in modo diverso. Lui combinava guai su guai a causa della sua impulsività, e Marco, con la sua calma e il suo essere razionale, si occupava sempre di risolvere ogni situazione. Lo faceva esasperare, infuriare, ma alla fine lui c’era sempre, e c’era stato anche questa volta. Si alzò, diretto verso il biondo e suo fratello. Posò una mano sulla spalla del comandante in prima, e avvicinandosi al suo orecchio gli sussurrò un sono in debito, ottenendo in risposta uno sguardo che stava a significare: come se fosse la prima volta. Ace sorrise, abbassandosi poi all’altezza del fratello, afferrandogli il viso tra le mani. 
“Rufy, stai bene?” chiese con titubanza, esaminandolo con attenzione.
“Lascia perdere me! Tu come stai piuttosto?! Ti sei fatto molto male?! Se solo potessi fare qualcosa per-”
“Hai già fatto abbastanza, fratellino, e non preoccuparti, sto bene.” Lo tranquillizzò Ace. “Jinbe!”
“Eccomi, Ace-san!” Si avvicinò ancora di più ai due l’uomo-pesce.
“Devo chiederti un favore: porta via Rufy, qui è troppo pericoloso.”
“Scordatelo!” Si ribellò alla decisione del maggiore il più piccolo. “Dovrei lasciarti solo?! Non ci penso nemmeno! Se ti succede qualcosa non potrei mai perdonarmelo! Ti prego, non abbandonarmi anche tu…”
Ace gli sorrise amorevolmente e scompigliandogli un po’ i capelli lo rassicurò.
“Non succederà nulla, Rufy, non morirò. Ricordi? Te l’avevo promesso, no?” Gli disse, riportando alla mente quel preciso istante in cui gli fece la promessa di non abbandonarlo.
 
Ti prego, Ace, tu non morire mai…”
“Scemo! Ma che stai dicendo?! Pensa a non morire tu, piuttosto! Tra di noi quello più debole sei tu, perciò sta’ zitto!”
“…”
“Stammi bene a sentire, Rufy! Io non morirò! E poi me l’ha chiesto anche Sabo, ti prometto che non morirò! Non posso di certo morire e lasciare da solo un fratello pappamolla come te!”
 
Ora avrebbe dovuto rimangiarsi quell’ultima frase. Rufy non era più debole, era diventato un uomo forte e coraggioso, non il solito piagnucolone di un tempo. Era davvero orgoglioso del suo fratellino.
“E poi devo rimanere in vita ancora un po’, fino al momento in cui mio fratello diventerà Re dei pirati! Ma, per adesso, ho bisogno che tu vada con Jinbe. Finito qui ti raggiungerò il prima possibile.” Assicurò con decisione, convincendo definitivamente il minore con le sue parole.
“Va bene, farò come dici, ma tieni sempre presente la tua promessa!” Gli urlò contro, puntandogli l’indice sul petto.
“Ricevuto, ma adesso devi- Cosa c’è, Rufy?” Domandò, notando il suo sguardo abbassato. Forse non era riuscito a convincerlo del tutto.
“Ti voglio bene, Ace, fa’ attenzione.” Mormorò chiudendo con forza gli occhi. Non si aspettava nessuna risposta dal fratello, sapeva che lui non era un tipo da simili sdolcinerie, eppure sentiva il bisogno di dirglielo. All’abbraccio inaspettato di Ace riaprì nuovamente gli occhi, e ne approfittò per ricambiare la stretta del fratello, sperando che non si trattasse dell’ultima volta. “Ti voglio bene anche io fratellino, ma ora va’! Jinbe, prenditi cura di lui in mia assenza.”
“Non preoccuparti, è in buone mani, Ace-san! Andiamo, Rufy-kun!” Fece il Cavaliere del Mare avviandosi insieme a Rufy verso una nave alleata.
“Ricorda la tua promessa, Ace!” Preferì ricordargli un’ennesima volta per sicurezza. Ace annuì, facendogli un saluto con la mano.
“Credi davvero che lo lascerò scappare così facilmente? Quanto potete essere stupidi voi pirati?” Un suo possibile attacco fu fermato dalla realizzazione del suo stato: tutti e quindici i comandanti di Barbabianca accerchiarono l’ammiraglio, senza dargli alcuna via d’uscita.
“Non osare sfiorare mio fratello, lurido verme, ce l’hai davanti il tuo avversario!” Ringhiò il comandante in seconda, ricoprendosi di fiamme.
“Vuoi ustionarti ancora, Pugno di fuoco? Non ti è bastato prima? Quando capirai che non puoi nulla contro di me? Io sono il magma, mentre tu sei solo fuoco!” Esclamò guardandolo dall’alto in basso.
“Un po’ pieno di sé questo ammiraglio, non trovate?” Fece con fare ironico Izou, alzando un sopracciglio in direzione del marine.
“Ace non è solo, per tua sfortuna.” Entrò nella conversazione il biondo. “Mi sembra di averlo chiarito all’inizio della guerra: non esiste angolo del mare dove non si sappia che cosa succede a chi osa alzare un dito sui nostri compagni! Ma sembra che la cosa non vi sia entrata nel cervello, quindi è arrivato il momento di ricordarlo come lezione per tutti i marine presenti.” Delle meravigliose fiamme blu ricoprirono una parte del viso di Marco. “Avrai l’onore di provare sulla tua pelle la forza della nostra famiglia, Sakazuki!” Urlò, seguito da un grido di battaglia degli altri.
Ace strinse con forza i pugni, concedendosi un ennesimo sorriso, incapace di evitarlo. Dopo tutto quello che li aveva fatto passare, erano ancora pronti a combattere con lui, per lui.
“Non so davvero come ringraziarvi, ragazzi, siete grandi. Non so cosa farei senza di voi.”
“Oh, andiamo! Non vorrai farci piangere, Ace.” Fece divertito lo spadaccino, Vista, arricciandosi tranquillamente i baffi.
“Giusto, i sentimentalismi lasciamogli a dopo. Ora pensiamo a questo vulcano vivente e andiamocene.” Continuò Izou mettendosi in posizione d’attacco come gli altri.
“E quindi vorreste darmi una lezione, eh? Sono proprio curioso di vedere chi vincerà: la giustizia assoluta o le vostre stupide convinzioni da famigliola felice? Fatevi sotto, non vedo l’ora!”
 
 
 
To be continued...
 
 

Angolo autrice:
 

Rieccomi di nuovo con un nuovo capitolo! (non pensiate che sia così veloce ad aggiornare, il fatto è che avevo questo capitolo pronto già da un po’ quindi…^^”) Ehm, ehm! Finalmente lo scontro finale sta per cominciare! Che ne dite? Vi va se faccio fare ad Ace il colpo di grazia?
 Lettori: Tu DEVI far fare ad Ace il colpo di grazia!!
Giusto, sono d’accordo… pubblico caldo qui ad Efp, eh? Comunque, bando alle ciance! Spero che anche questo capitolo sia piaciuto, quindi siate buoni e fatemi almeno una recensione!
Ringrazio: ankoku e  Mistery_Lawliet per aver recensito il precedente capitolo (grazie ancora!) e poi, ringrazio sempre ankoku per averla messa tra i preferiti!
Al prossimo capitolo,
Fire

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Capitolo 3
*** One Piece. ***


3. One Piece.
 
 
Mentre a Marineford lo scontro tra i quindici comandanti e l’ammiraglio Akainu proseguiva, nel resto del mondo, la curiosità mista alla preoccupazione di sapere le sorti di questa guerra non facevano che crescere di minuto in minuto…
"Allora, Dogura? Ci sono novità?- Chiese una donna dalla, visibilmente nervosa, dai rossi capelli ricci.
"Niente di niente, capo, i collegamenti con Marineford sono ancora interrotti." Rispose il bandito di montagna.
"Dannazione a quei due! Riescono solo a combinare guai! Non appena li rivedo, giuro che li gonfio di botte insieme a quello sconsiderato di Garp che si spaccia loro nonno!” Batté un potente pugno sul bancone, lanciando un’occhiata all’altra donna in sua compagnia. “Makino, come fai a rimanere così tranquilla?!" Urlò Dadan assumendo un’aria minacciosa, spaventando i clienti presenti nel locale.
"Sono molto preoccupata anch’io, Dadan, ma sono sicura che il vice-ammiraglio Garp non permetterà che succeda qualcosa ai suoi nipoti. Quindi non agitarti, aspettiamo e speriamo in bene." Cercò di tranquillizzarla la verde. A quelle parole, Dadan decise di darle retta e di aspettare l’arrivo di qualche buona notizia, spegnendo l’ennesima sigaretta, finendo con l’accenderne un’altra.
“Spero tu abbia ragione, Makino.  Ace, Rufy, fate attenzione,  vi prego.” Pensò il capo dei banditi.
 

****
 
 
"Ho cambiato idea! Fatemi tornare da Ace al più presto!" Si mise ad urlare Cappello di paglia cercando di prendere il controllo del timone.
"Piantala immediatamente! Non puoi comportarti come un bambino!" Intervenne Jinbe tirandogli un pugno in testa.
"Ahia! Piantala, tu! Non puoi nemmeno immaginare come mi senta! A Sabaody ho perso tutti i miei compagni, non sono riuscito a proteggerli, e ora si ritrovano in chissà quale posto! E poi, Sabo…" Sussurrò. "Non posso permettere che anche Ace mi lasci! È l’unico fratello che ho! Riesci a capirlo, Jinbe?!" Continuò aggrappandosi a quest’ultimo.
"Cappellino…" Pronunciò Iva, che in silenzio stava assistendo alla scena.
"Posso immaginare il tuo stato d’animo, Rufy-kun, ma prova a pensare ad Ace. Credi veramente che ti lascerà rischiare la vita per salvare la sua?! Anch’io in questo momento vorrei tornare indietro e cercare di dare una mano, ma così facendo sarei solo d’intralcio. Ho promesso ad Ace-san di proteggerti fino al suo arrivo, ed è quello che farò. Non complicare le cose, sii comprensivo, per favore."
Rufy, dopo aver ascoltato attentamente il discorso di Jinbe, si staccò da lui accasciandosi a terra in ginocchio, cominciando a bagnare lentamente il ponte della nave con lacrime piene di rabbia e consapevolezza.
"Hai perfettamente ragione, sono solo un debole… altro che Re dei prati… perdonami, A-Ace…" Disse, perdendo subito dopo conoscenza.
"Cappellino boy!” Si abbassò a terra, vicino al corpo del ragazzo, il rivoluzionario, cominciando a scuoterlo. “Jinbe, fa’ qualcosa!" Cominciò ad urlare in preda al panico.
"Abbiamo un medico di bordo qui?!" Si rivolse il cavaliere del mare ad uno dell’equipaggio.
"Purtroppo no, sono rimasti tutti a Marineford per curare le ferite dei nostri…" Ammise dispiaciuto.
"E ora cosa facciamo?! Se non avrà le cure necessarie morirà!" Disse il transgender, sbraitando e sputacchiando in faccia all’uomo-pesce.
"Credi che non lo sappia?!"
"Ehi, voi della nave!" Disse una voce, attirando l’attenzione dei due.
Jinbe si avvicinò al parapetto e, sporgendosi, vide un sottomarino giallo e un ragazzo più o meno sulla ventina con un buffo cappello maculato affiancato da un orso.
"E tu chi sei?" Chiese Iva, che nel frattempo aveva raggiunto l’ex membro della flotta dei sette.
"Credo che adesso non sia importante, posso solo dirvi che sono un medico. A Mugiwara-ya ci posso pensare io, sempre che siate d’accordo." Disse Law ghignando leggermente. I due non avevano molta scelta a riguardo.
Iva e Jinbe si scambiarono uno sguardo. Potevano veramente fidarsi di quel ragazzo dall’espressione poco rassicurante? Si girarono per vedere in che stato fosse Rufy.
"Ace… A-Ace…" Sussurrava tra gli ansimi di dolore.
"Sali velocemente a bordo, è in fin di vita!" Ordinò il Cavaliere del Mare, buttandogli giù una scaletta.
"Oh, ma pensa, sono proprio i miei pazienti preferiti." Ghignò nuovamente, prima di salire.
 

****
 
 
"Adesso utilizzate anche l’haki? Avete capito un po’ troppo tardi con chi avete a che fare." Rise Akainu, colpendo Marco e Vista dopo aver ricevuto un loro attacco.
“Dannazione! Non siamo riusciti nemmeno a fargli un graffio!” Pensò il comandante della prima flotta, lanciando uno sguardo al corvino. “Se solo Ace…”
"Ragazzi, state bene?" Fece Pugno di fuoco ansimante. Era più forte di quanto potessero immaginare, sembrava invincibile!
"Sì, tranquillo, è un osso duro ma sono sicuro che possiamo farcela." Disse Marco, ripartendo all’attacco insieme agli altri.
"Seriamente, arriva ad un limite la vostra stupidità o volete semplicemente andarvene all’altro mondo? Ryūsei Kazan! (Meteore vulcaniche)" Pronunciò, creando decine di pugni di lava, che colpirono tutti eccetto il ragazzo di fuoco.
"Ragazzi!” Urlò voltandosi di scatto verso i suoi compagni, accertandosi che stessero bene. “Perché?! Perché hai colpito solo loro?!" Ringhiò Ace.
"Non è ovvio? Voglio vederti soffrire eliminando tutte le persone a cui tieni, e dopo farò fuori anche te figlio del demonio, non preoccuparti. Ahahaha!"
"Maledetto… Enjōmō! (Rete fiammeggiante)"
"Ace! Che cavolo stai facendo?!" Urlò Halta che, come gli altri, si ritrovò al di là dello muro di fiamme creato dal fratello.
"Non l’avete sentito?! Non permetterò che succeda! È solo colpa mia se ci ritroviamo tutti in questa situazione e me ne assumo la responsabilità! E poi, se dovessi finire male me ne andrei contento."
"Di che stai parlando?" Chiese Vista rivolto al fuoco, non riuscendo a trovare la figura del minore.
"Fin da bambino ho sempre voluto trovare una risposta a questa domanda: è stato un bene che io sia nato? Ho sempre creduto che la mia esistenza fosse inutile, anche se fossi morto non avrebbe fatto alcuna differenza. Ma voi, venendo qui quest’oggi, mi avete dimostrato che in fondo sono riuscito a fare qualcosa di buono nella mia vita. Sapere che uno come me, nelle cui vene scorre il sangue del demonio, è così amato non può che rendermi felice e soddisfatto. Vi ringrazio per avermi voluto bene, davvero."
Attraverso le fiamme si poté intravedere il suo sorriso. Un sorriso che, dalla morte di Satch e dal tradimento di Barbanera non rivedevano da tempo. Cosa potevano fare? Ace era forte, certo, ma contro quell’ammiraglio avrebbe avuto scarse possibilità di uscire vivo dal combattimento.
"La tua esistenza è inutile, per questo non appena mi sbarazzerò di te, Pugno di fuoco, mi occuperò anche del figlio di Dragon. Ah! E non dimentichiamoci del vecchio Barbabianca! Perché non provi a scappare? Potrebbe rendere la cosa ancora più divertente." Disse avvicinandosi lentamente ad Ace con il suo pugno di magma.
"Marco! Cosa facciamo? Non possiamo starcene con le mani in mano mentre quello sta per colpirlo!" Urlò Jaws.
"Aspettiamo." Disse incrociando le braccia al petto, rimanendo tranquillo.
"Come sarebbe aspettiamo?!"
"Non è totalmente pazzo, sa quello che fa, c’è un motivo se papà l’ha nominato comandante della seconda flotta, quindi aspettiamo, potresti vederne delle belle."
 "È impazzito anche lui…” Pensò Jaws
"Voltare la schiena al nemico e macchiarmi di codardia? Non è nel mio stile, mi spiace." Ghignò il corvino con fare strafottente, fronteggiando a testa alta il nemico con il suo pugno infuocato.
"Il coraggio e la sicurezza in te stesso non ti aiuteranno! Preparati a soccombere! Meigō! (cane oscuro)"
Nello stesso istante in cui l’ammiraglio pronunciò il nome dell’attacco, Ace creò un enorme muro di fiamme che, seppure per poco, lo aiutò a schivare il pugno.
"Ora ti farò vedere di che pasta è fatto il comandante della flotta del pirata più potente al mondo! Hiken! (Pugno di fuoco)"
Riuscì a colpirlo. Un bel pugno dritto allo stomaco e Akainu si ritrovò scaraventato verso una delle mura di Marineford.
"Ammiraglio Sakazuki!" Urlarono i marines.
“Quello è mio nipote!” Urlò pieno di orgoglio il vice-ammiraglio, venendo immediatamente fulminato dallo sguardo del Buddha.
“Ricorda da che parte devi stare, Garp!” Gli fece presente, furioso.
“Oh, so perfettamente da che parte devo stare. La famiglia viene prima di tutto, Sengoku.”Disse, senza ammettere altre repliche da parte dell’amico, ritornando a guardare fiero il ragazzo.
“Come diavolo ha fatto a colpirmi?! E questo è… sangue?” Pensò l’ammiraglio, pulendosi con il dorso della mano il volto.
"Ohhh, deve aver fatto male." Disse Kizaru che come tutti era rimasto senza parole alla vista il potente attacco del ragazzo di fuoco.
"Tsk. È quello che si merita." Disse semplicemente Aokiji, impassibile.
Persino Ace era rimasto confuso, insomma, non credeva di riuscire a colpirlo veramente.
"Ma cosa…?"
"Perfetto, Ace! Sapevo che ce l’avresti fatta!" Disse Marco attirando non solo l’attenzione del ragazzo, ma quella di tutti. Evidentemente lui aveva capito.
"Cosa ho fatto?" Chiese.
"L’hai colpito!" Rispose il biondo con fare ovvio.
"Questo l’avevamo capito, Pennuto!" Dissero in coro i comandanti.
"Hai utilizzato l’haki, per questo ci sei riuscito. Sia io che papà sapevamo che un giorno anche tu saresti riuscito a svilupparlo!" Spiegò semplicemente.
"Ma Marco, anche io e te prima abbiamo…" Cercò di dire Vista che venne prontamente interrotto dal biondo.
"Noi non ce l’abbiamo fatta perché Akainu è un rogia, il suo haki è molto più potente del nostro, ed Ace, essendo anche lui un rogia ha avuto la meglio. A quanto pare il nostro fratellino è molto più forte di quello lì." Disse indicando distrattamente l’ammiraglio col pollice.
"Ahhh! Ora abbiamo capito!" Dissero sempre in coro i comandanti, seguiti da pirati e marines.
"Allora posso farti fuori subito, no? Forza, finiamola qui!" Disse Ace facendo scrocchiare le nocche, ritornando completamente coperto di fiamme.
“Dannazione a te, figlio di Roger! Non pensavo potesse utilizzare l’haki! Devo inventarmi qualcosa, la reputazione della Marina dipende da questa guerra non possiamo perdere, non posso perdere! Se non Pugno di fuoco, qualcun altro dovrà morire, a lui ci penseremo più avanti.” Pensò Akainu, rivolgendo poi lo sguardo verso Barbabianca che ormai vecchio e affaticato, appariva la preda migliore.
"Oh Ace, ora si che sono spacciato. Mi hai sorpreso, non credevo che anche tu potessi utilizzare l’haki. Credo proprio che dovrò arrendermi. Avete vinto, potete lasciare l’isola nessuno, vi inseguirà."
"E tu credi veramente che io ci caschi?" Disse.
"Personalmente ci speravo, ma  a quanto pare non sei così stupido, buon per te. Ho cambiato idea Sengoku! Spero che anche tu sarai d’accordo con quello che sto per fare!"
"Di che stai parlando, Sakazuki?!"
"Ora vedrai…"
Evitò con uno scatto Ace e, proprio come un predatore fa con la sua preda, si scagliò sul vecchio Barbabianca facendo sprofondare il suo pugno di lava nella ferita che Squardo era riuscito a procurargli prima.
“Ugh…!” Trattenne un gemito, incapace di evitare l’attacco. Era anziano ormai, e il suo stato fisico era via via peggiorato durante la battaglia.
"Padre!" Urlarono i pirati.
"Addio Barbabianca…" Disse Akainu, prima di essere scaraventato da un calcio di Marco trasformato in Fenice.
"Padre!" Disse il biondo ritornando alla sua forma originale. "Non fare sforzi, ti prego!"
"Tranquillo, è… cosa da nulla… Gahh!" Fece accasciandosi a terra, respirando molto più affannosamente di prima, se possibile.
"Jaws! Vieni qui e aiutami a tenerlo su!" Ordinò con una debole voce tremante. Non poteva perdere la sua sicurezza proprio adesso, doveva essere forte, doveva sforzarsi!
"A-arrivo!"
"P-papà! Akainu sei un lurido vigliacco! Ti farò a pezzi, quant’è vero che sono un pirata!"
"A-Ace… non farlo… scenderesti al suo stesso livello… Cough! Cough!" Gli disse Barbabianca che, ormai, riusciva a reggersi in piedi solo grazie all’aiuto dei due comandanti.
E-era sangue quello che stava sputando? No, non poteva essere vero. Suo padre non poteva morire, non in questo modo almeno. Non per colpa di questo qui!
"Papà, mi dispiace ma devo disobbedire!" Detto questo non tardò molto prima che Akainu si ritrovasse sovrastato dal peso di Ace che, cieco dalla rabbia, aveva cominciato a massacrarlo di pugni.
"Continuando... a colpirmi… non risolverai... niente." Cercò di dire tra un pugno e l’altro.
"Taci! È quello che ti meriti! Devi pagarla! Devi morire!" Disse tirando nuovamente  un altro pugno allo stomaco, facendogli uscire molto più sangue di prima.
"Muori! Muori!" Gridò completamente in lacrime. Poi venne fermato da qualcuno che, da dietro, gli aveva fermato le braccia.
"Basta, Ace." Cercò di dirgli Garp.
"Lasciami fare, vecchio! È ciò che si merita!" Li ringhiò contro.
"Non vedi che ormai ha perso i sensi? Ragiona, non ti riconosco più."
A quelle parole si fermò. Volse lo sguardo verso il corpo sotto di lui. Il vecchio aveva ragione, aveva perso i sensi e forse già da un po’. Un attimo…come stava papà?
"Papà!" Andò verso di lui. Aveva perso fin troppo sangue e i volti dei suoi compagni non gli piacevano proprio per niente. "Marco, c-come sta?" Chiese con voce tremante.
"Non bene da come puoi vedere…" Abbassò lo sguardo.
"F-figli m-miei…" Cominciò il vecchio, trovando un briciolo di forza per parlare. "Sembra che ormai sia arrivata la mia ora, eh? Gurarara…" Tossì pesantemente, sputando dell’altro sangue.
"N-non dire così, papà…" Anche Marco aveva cominciato a piangere seguito dagli altri, che ormai si erano radunati intorno all'uomo che per anni avevano considerato come un vero padre.
"Di sicuro c’è un modo per curare queste ferite! Non possiamo arrenderci così facilmente!"  Fece Ace, cercando di asciugarsi qualche lacrima con il dorso della mano.
"No, non ce n’è bisogno. Ho vissuto la mia vita fino a questo punto insieme a voi, mie amate canaglie… e ne sono felice. Ho avuto quello che desideravo realmente... dei figli, una vera famiglia. Siete riusciti a darmi tutto questo e io ve ne sono grato…" Sulle guance dell’uomo più potente del mondo scorrevano lente delle calde lacrime. Era finito anche lui per farsi prendere dalle emozioni.
"Siamo noi c-che ti siamo grati, papà! Sei tu che ci hai dato un p-posto a questo mondo, dove n-non ci voleva nessuno! È inutile che c-ci ringrazi!" Disse Izou tra i singhiozzi nel pianto.
"G-gurarara! Allora sono felice anche per questo. Figli miei… qualsiasi cosa succeda, ricordate sempre di pensare sempre al futuro, sappiate che io veglierò su di voi… e ora…"
"Uh? Capitano Buggy! La lumacamera ha ripreso a funzionare!" Disse uno degli ex prigionieri di Impel down all’azzurro.
"Sta’ zitto! Sto ascoltando il discorso di Barbabianca!" Disse prontamente il pirata pagliaccio, anche lui in lacrime per la scena commovente che gli si presentava davanti, non volendo perdere una singola parola pronunciata dall’Imperator Bianco.
"Certo, mi scusi grande capitano Buggy!" Rispose cominciando comunque a riprendere la scena.
"Ascoltatemi tutti attentamente!" Urlò Barbabianca con l’ultimo briciolo di voce rimanente. "Dovete sapere…"
"No! Sta’ zitto Barbabianca!" Cercò di fermarlo Sengoku inutilmente, capendo quali potessero essere le sue ultime parole.
"… che One piece esiste!" Continuò, esalando l’ultimo respiro, e cadendo subito dopo a terra, circondato dai comandanti.
"Padre!"
Ci fu un silenzio generale da parte di tutti, sia per il rispetto nei confronti di un grande pirata come Barbabianca, sia per ciò che aveva affermato: il grande tesoro, lasciato da Gol D. Roger, esisteva veramente.
"Ehi! M-ma quella è… la Red Force!" Ruppe il silenzio un marine.
"Il Rosso… che ci fa qui?" Si domandò Garp.
"Shanks?!" Urlò Buggy, sconvolto di rivedere l’ex-compagno di ciurma.
Shanks il Rosso, seguito dal vice-capitano Benn Beckman, Yasopp e Lucky Lou si ritrovò in mezzo alla piazza.
"Shanks il Rosso, cosa sei venuto a fare qui?" Chiese il Grand’ammiraglio.
"Sono venuto… per porre fine a questa guerra!"
 
 

To be continued...
 
 
 
 
 Angolo autrice:
 

Un nuovo capitolo! Chi è contento alzi la manina!
Allora…sinceramente, non mi soddisfa molto pensavo ne uscisse qualcosa di più decente… -.-
E voi che ne pensate? Fatemi una recensione, anche critica mi sta bene,  ho bisogno di migliorarmi ^^
Prima di salutarvi, ringrazio chi ha recensito e chi ha messo la storia tra le preferite/seguite (siete grandi! ^^)
E grazie anche per chi solo legge nell’ombra…però voglio dirvi una cosa: ricordate che una recensione al giorno, toglie il medico di torno!
Marco: Cosa si inventa per elemosinare qualche recensione…-.-
Io: zitto tu! *lo manda via a calci*
Vi aspetto al prossimo capitolo!
Baci,
Fire

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Capitolo 4
*** Andare avanti ***



4. Andare avanti

 

Con l’arrivo del Rosso, una delle più grandi guerre mai combattute poteva definirsi giunta al termine. Shanks guardava impotente la scena che gli si presentava davanti. I pirati più forti e temuti al mondo erano lì, accasciati a terra vicino al corpo del loro capitano, mentre piangevano ininterrottamente lacrime su lacrime. Riportò alla mente il ricordo di ventidue anni fa, a Rogue Town, durante la pubblica esecuzione del Re dei pirati, il suo amato capitano. Come potersi dimenticare il pianto di quel giorno? Poteva capire perfettamente quale fosse il loro stato d’animo in quel momento.
"P-papà…" Singhiozzò Ace.
"Smettila di p-piangere stupido… s-siamo pirati non d-donnicciole…" Cercò di “riprenderlo”  Marco.
"D-da che pulpito v-viene la predica, eh pennuto?..." Provò a sdrammatizzare Vista, senza successo.
"Non è affatto giusto! Perché deve finire così? Perché?!" Urlò Ace, mentre una lacrima scendeva lentamente dal suo viso a quello del babbo…poi, qualcosa attirò la sua attenzione. La mano di Barbabianca si era mossa,
anche se solo per un istante, aveva sentito quel piccolo movimento che riuscì ad accendere in lui nuova speranza.
"N-non può essere…" Prese il polso dell’uomo per sentire il battito. C’era. Era debole, ma lo sentiva!
"Ragazzi! Papà è ancora vivo!" Disse alzandosi di scatto preso dall’entusiasmo.
"Non è divertente…" Lo guardò male il biondo.
"Non sto scherzando! Deve aver perso conoscenza! Forse a causa di tutto il sangue perso!" Ipotizzò ricevendo altre occhiatacce. "Ho tastato il polso e si sente il suo battito! Forse siamo ancora in tempo!" Andò avanti sperando che qualcuno cominciasse a dargli retta.
Marco, si avvicinò lentamente al corpo di Barbabianca, mise una mano sotto al naso di quest’ultimo e poté sentire dell’aria muoversi. Era vero, respirava ancora.
"Ha ragione." Disse rivolgendosi agli altri.
"Era ora!" Esclamò Ace. "Ci serve un dottore, subito!"
"Jaws, tu riesci a sollevarlo, vero?" Gli chiese Marco.
"Lasciate fare a me!" Disse sicuro di sé.
In molti non avevano capito che cosa stesse succedendo. Pochi minuti prima erano entrati in una fase avanzata di disperazione, mentre adesso…uno di loro stava cercando di sollevare il corpo del defunto?!
"Che diamine state combinando?! Non avete un minimo di rispetto per il vostro capitano?!" Urlò Garp.
"Sta zitto vecchio, non è il momento…" Tagliò corto Ace.
"Cooosa?! Razza di nipote degenere io…"
"È ancora vivo, potremmo riuscire a salvarlo." Lo interruppe la Fenice.
"Come sarebbe ancora vivo?! In questo caso non possiamo permettere che lasci l’isola!" Disse Sengoku pronto a dare nuovi ordini ai soldati.
"La prego…" Cominciò Pugno di fuoco. “Non mi importa dell’orgoglio, non mi importa dell’onore… ora l’importante è la vita di mio padre!” Pensò, per riuscire ad autoconvincersi.
"Dobbiamo dargli le cure necessarie o morirà… capisco che possa essere difficile, per lei, accettare questa mia richiesta ma, la prego ci lasci andare. Non possiamo metterci a combattere mentre nostro padre è in bilico tra la vita e la morte!" Continuò pregandolo in ginocchio.
Il Grand'ammiraglio era rimasto stupito dall’azione del ragazzo. Non poteva lasciare andare così uno dei pezzi grossi della pirateria per il quale, però, nutriva un forte rispetto. La reputazione della marina dipendeva da
quella scelta. La risposta divenne ancora più difficile da dare quando, non solo Ace, ma tutti i pirati presenti imitarono il gesto del compagno facendo la sua stessa richiesta. A loro, si unì anche Garp che si mise al fianco del nipote.
"Vecchio…" Sussurrò Ace quando se lo trovò di fianco.
"Lo faccio solo perché stimo molto Barbabianca… non montarti la testa moccioso." Disse sorridendo ampliamente.
"Garp ci mancavi solo tu." Diede un'occhiata all'amico sospirando. Riusciva solo a complicargli le cose, lo faceva sicuramente apposta. "Bene, andate. Nessuno vi attaccherà." Concesse Sengoku.
"Grazie infinitamente! Ragazzi presto alla nave!" Urlò pieno di entusiasmo il ragazzo di fuoco.
"Rosso, possiamo salire sulla tua?" Chiese Marco.
"Certo, sbrigatevi. Benn portali dal medico di bordo."
"Vado." Disse il vice capitano seguendoli di corsa.
"Ma Grandammiraglio Sengoku…" Cercò di ribattere un marine che venne prontamente interrotto.
"Me ne assumo la completa responsabilità…" Disse con sguardo serio per far intendere che qualsiasi altra obiezione sarebbe stata inutile.
Shanks gli rivolse un ultimo sguardo di gratitudine dirigendosi poi, verso la Red Force insieme agli altri.
"Allora anche tu hai un cuore, eh Sengoku?" Disse Garp con un espressione divertita in volto.
"Sta zitto Garp! E poi che ti è saltato in mente?! Ne hai fatte di cose stupide ma, schierarti dalla parte del nemico è anche troppo per te!" Gli urlò.
"Ahahah! Non hai tutti i torti vecchio mio!" Rise di gusto il vice ammiraglio.

****

"Ha visto capitano? Sembra che Ace e Cappello di paglia siano riusciti ad uscire vivi da questa guerra…" Disse un uomo nell’ombra con in dosso un cappello a cilindro nero, facendo roteare il suo bastone da passeggio.
"Zehahahahaha! Non mi stupisce affatto! Cappello di paglia ha sempre avuto una fortuna sfacciata in qualunque situazione si trovasse! Non vedo l’ora di rivederli entrambi nel Nuovo Mondo!" Gli rispose il capitano dalla
corporatura massiccia regalando a tutta la ciurma un sorriso inquietante.
"È un peccato però, sembra che anche quel vecchio abbia la pellaccia dura, una parte del piano non potrà compiersi…" Disse lanciando un’occhiataccia in direzione della Red Force che, ormai, stava salpando.
"E ora che facciamo?" Chiese uno dell’equipaggio.
"Possiamo anche andarcene, non abbiamo niente da fare qui… Alla prossima Ace, spero di poterti incontrare presto! Zehahahah!" Disse sparendo insieme agli altri sempre nell’ombra.

****

"Ora aspettate qui, farò del mio meglio…" Disse il medico di bordo, chiudendo dietro di se la porta della cabina dove avrebbe cominciato ad operare.
"Lei non deve fare del suo meglio deve salvarlo!" Urlò Pugno di fuoco verso la porta ormai chiusa.
"Non dovete preoccuparvi ragazzi…" Disse arrivando alle loro spalle, Shanks. "È uno dei migliori medici in circolazione, Barbabianca è in buone mani." Gli rassicurò.
"Speriamo in bene…" Sussurrò Marco.
Il tempo passava lento e inesorabile. Perché quelle maledettissime lancette dovevano muoversi così lentamente?! E poi quel ticchettio… Ace giurò che lo avrebbe incenerito presto quello stupido orologio! Infatti, fu il primo a perdere le staffe.
"Quanto ci vuole ancora?! Siamo qui da ore ormai e quel medico non si è fatto ancora vedere!" Urlò.
"Fa silenzio e calmati. Sta operando, vuoi che si interrompa di tanto in tanto per fare quattro chiacchere?" Gli disse pacato Marco con un’espressione fin troppo stanca in volto.
"Come puoi chiedermi di calmarmi?! Hai capito perché siamo qui, vero?!" Sbottò Ace.
"Io si, invece, ho i miei dubbi che tu ci sia arrivato…" Rispose il biondo.
"Stammi a sentire…!" Cercò di andare avanti Ace che venne interrotto da Vista.
"Smettetela voi due, non è il momento adatto per litigare!" Gli riprese, al che i due, si guardarono per poi rigirare lo sguardo altrove.
"Ace…" Lo chiamò Jaws.
"Cosa?"
"Non devi arrabbiarti così, sai com’è fatto Marco. Forse a guardarlo non sembra, ma anche lui è molto preoccupato per papà. Quindi tranquillizzati, vedrai che arriveranno presto buone notizie." Gli sorrise il comandante della terza flotta.
"Sì… forse hai ragione." Disse Ace, accovacciandosi e stringendosi nelle spalle.
Ormai si era fatta notte fonda e, finalmente, il medico uscì dalla cabina venendo assalito dalle mille domande dei pirati.
"Allora? Come sta?"
"Si rimetterà presto, vero?!"
Ed altre ancora. Lui, però,  decise di non di rispondere a nessuna di esse, limitandosi a dire.
"Capitano, posso parlarle un attimo?" Disse rivolgendosi a Shanks che acconsentì annuendo.
Marco sorrise amaramente. “Lo immaginavo…” Pensò.
"Dimmi, ce l’ha fatta?" Chiese in tono speranzoso.
L’uomo negò con la testa.
"Il suo cuore ha smesso di battere circa un’ora fa. Ho provato il tutto per tutto per poterlo rianimare ma è stato inutile. Mi dispiace." Abbassò lo sguardo.
"Non devi sentirti in colpa. Avevo visto le sue ferite, solo un miracolo avrebbe potuto salvarlo… il difficile sarà dirlo ai ragazzi." Disse girandosi verso di loro incontrando poi, lo sguardo del biondo.
"Ora puoi andare a riposarti, ci penso io adesso." Il medico si congedò, e Shanks girandosi nuovamente verso Marco gli fece cenno di avvicinarsi.
Si allontanò dai compagni e si diresse verso di lui.
"Senti Marco…" Cominciò l’Imperatore venendo subito interrotto.
"Non c’è bisogno di girarci intorno, Rosso. È morto, vero?" Disse freddamente.
"Si..." Si limitò a dire Shanks, guardandolo dritto negli occhi.
Marco non sentì più la forza di reggersi in piedi. Si accasciò a terra, mentre lente e calde lacrime gli solcavano il viso. In quel momento si sentiva come se nulla avesse più senso. Suo padre non c’era più e lui non era riuscito ad evitarlo. Che cosa avrebbe fatto adesso? Avrebbe avuto la forza necessaria per andare avanti sia per per lui che per i suoi compagni? Shanks si abbassò alla sua altezza scompigliandoli leggermente i capelli e sorridendogli… quasi come un padre.
"Ce la farai Marco. Sei un tipo in gamba, riuscirai a superare tutto. E poi, non dimenticare che ci sono loro al tuo fianco." Disse indicandoli con un dito.
Marco si girò verso i suoi compagni, la sua famiglia. Ormai avevano capito tutti la situazione e si erano lasciati andare ad un pianto liberatorio.
“Che razza di idioti…” Pensò sorridendo.
Il Rosso aveva ragione. Non poteva arrendersi ora. I suoi compagni avevano bisogno di lui e per loro ci sarebbe stato, sempre. Si avvicinò a loro, senza perdere il sorriso sulle labbra, e cominciò a parlare: "S-sapete che siete veramente b-brutti quando vi mettete a p-piangere?" Disse lui che nel frattempo aveva la voce impastata dal suo stesso pianto.
"T-ti sei visto allo specchio, p-pennuto? D-di sicuro, sei peggio di tutti noi messi assieme…" Lo prese in giro Ace anche lui in lacrime, scatenando una risata generale.
"Ascoltate…" Riprese la parola il biondo. “So che non potrò mai essere all’altezza di… papà…" Si fermò un attimo. "… ma vi prometto che, se mi volete come capitano, farò del mio meglio per tenere sempre alto il nome dei pirati di Barbabianca. Cosa ne pens-" Cercò di finire ma venne assalito da tutti i comandanti che gli saltarono addosso.
"Quanto sei stupido pennuto!" Disse uno.
"Togli pure quel se, perché da oggi sarai tu il nostro capitano!" Gli tirò un amichevole pugno in testa Vista.
"Qualcuno ha qualcosa da obbiettare con questa decisone?" Urlò Ace.
"Assolutamente no!" Si sentì rispondere.
"Sei più tranquillo adesso?"  Gli sorrise l’amico di fuoco.
"Grazie…" Sussurrò. "… ma adesso levatevi immediatamente! Credete di essere tutti dei pesi piuma?! Soprattutto tu Jaws!" Urlò.
"Quanto sei antipatico Marco…" Borbottò il povero comandate, provocando un’altra risata generale.

****

"Ace Pugno di fuoco, Shanks." Gli disse Benn.
"Lo so…" Rispose.
"Il fratello di Rufy…" Continuò.
"Lo so…" Disse nuovamente.
"Hai dimenticato che l’ultima volta che lo abbiamo incontrato ci ha finito le intere scorte di cibo?" Si intromise Lucky Lou nella conversazione.
"Lo so! Lo so!" Urlò esasperato Shanks, mentre davanti a lui Ace stava “mangiando” tutto ciò che gli si presentava davanti continuando a chiedere tranquillamente il bis se non il tris.
"Ace, piantala di fare l’aspirapolvere umano, vuoi farci cacciare dalla nave?" Gli disse Marco mettendosi a braccia conserte serio.
"Ma il cibo è così buono! A proposito… posso avere un altro cosciotto di carne?" Chiese mentre si stava divorando l’ultimo.
"Scordatelo! E noi cosa dovremmo mangiare?!" Urlarono i componenti della ciurma del Rosso. Gli altri, ormai, ci erano abituati.
"Ma io ho fame!" Urlò mettendosi in piedi e sbattendo la mani sul tavolo. Poi, osservò cosa teneva in mano Lucky Lou, il quale si accorse subito dell’espressione che il ragazzo aveva assunto.
"No, eh! Non ti avvicinare!" Si mise sulla difensiva l’uomo.
Ace non ascoltò nemmeno le parole di quest’ultimo e con un balzo fu pronto a saltargli addosso… se non fosse stato per il pugno di un certo pennuto.
"Marco!" Gli urlò contro mentre si massaggiava il bernoccolo dolorante.
"Ti avevo avvertito…" Disse semplicemente socchiudendo gli occhi e riacquistando la posizione di prima.
Shanks rimase a fissarli. Quella scena gli sembrava molto familiare. Gli ricordavano un po’ Rayliegh e il capitano Roger. Sorrise a quei ricordi.
"Ragazzi, io esco a prendere una boccata d’aria." Disse alzandosi e dirigendosi verso la porta.
"Un attimo, Rosso! Devo parlarti!" Lo seguì Ace.
"Cosa c'è?" Gli chiese avvicinandosi al parapetto della nave.
"Ti volevo ringraziare a nome di tutti per ciò che stai facendo per noi. Te ne saremo per sempre grati." Disse chinandosi leggermente in avanti.
"Figurati, non devi nemmeno dirlo. Sarò ben felice di occuparmi della sepoltura di Barbabianca e… del vostro compagno Satch, giusto?" Disse.
"S-si ma… tu come lo sai?" Chiese perplesso.
"Ho parlato con Marco prima e mi ha detto che avrebbe fatto piacere a tutti seppellire il vostro compagno vicino al proprio capitano. E guardando l’espressione sul tuo viso credo che abbia centrato in pieno."
"Già…" Disse affiancandosi a Shanks. "È sempre stato lui quello dalle idee geniali." Sorrise.
"Senti Ace…"
"Si, che c’è?" Chiese.
"Devi sapere che… quando ero ancora un pirata novellino, ho fatto parte della ciurma di tuo..." Si fermò guardandolo. "… di Roger."
"Ah…" Disse solamente abbassando lo sguardo.
"È stato uno dei più grandi pirati che abbia mai conosciuto, insieme a Barbabianca, un tipo veramente particolare e…"
"Shanks, le storie su di lui non mi interessano…" Lo interruppe mantenendo sempre lo sguardo basso.
"Come vuoi… ma, lascia che ti dica solo una cosa." Lo guardò facendo in modo che alzasse la testa per incontrare il suo sguardo.
"Quando sono venuto a sapere come hai reagito alla provocazione di Akainu me l’hai ricordato subito.  Delle volte avrei voluto che il capitano scappasse o che addirittura piangesse ma, non importava in quale situazione si trovasse e contro chi. Se veniva offeso uno della ciurma, perdeva le staffe e si lanciava all’attacco senza nemmeno riflettere. Non sai quante volte ci ha fatto stare in pena…" Gli raccontò sorridendo amaramente.
"Beh… grazie per avermelo detto ma, questo non  cambierà ciò che ho sempre pensato su di lui. Per me, rimarrà sempre un essere inutile." Lo guardò duro Ace.
Shanks sospirò. "Tu e Rufy non sarete fratelli di sangue ma vi assomigliate fin troppo per certi aspetti…"
“Dannazione Rufy! Come ho potuto dimenticarmi di lui?! Starà bene? E se gli fosse successo qualcosa?!” Pensò entrando nel panico.
"Devo partire immediatamente! Rufy ha bisogno di me!" Urlò.
"Si, si non preoccuparti starà bene."
"Come fai a dirlo?! Ho paura che… " Si bloccò sentendo qualcosa sulla sua testa.
"I-il mio cappello… " Disse.
"Già. L’ha trovato Benn quando siamo andati a vedere che cosa avevate combinato tu e Teach a quella povera isola."
"Pensavo di averlo perso per sempre." Sorrise. "Comunque, hai un’imbarcazione da prestarmi?" Chiese senza perdere tempo.
"Si ma, come lo troverai?" Disse mentre Ace aveva assunto un’aria pensierosa. Poi, aprì il suo marsupio azzurro intento a cercare qualcosa.
"Eccola!" Ne estrasse un pezzo di carta.
"Una vivre card?"
"Si, è quella di Jinbe. È insieme a lui quindi mi basterà seguire la direzione che mi indicherà!" Disse entusiasta.
"E quando vorresti partire?" Gli chiese temendo la risposta.
"Domani."
"Domani?! Hai affrontato un duro combattimento, il tuo corpo ha bisogno di riposo Ace! Non puoi pretendere di partire domani!"
"Non m’importa. Il mio fratellino avrà bisogno di me e non mi farò di certo fermare da qualche graffio." Disse dirigendosi nuovamente nella sala da pranzo.
"Parli di qualche graffio?! Hai il corpo ricoperto di bende!" Urlò invano, dato che,  dopo aver avvisato gli altri della sua decisione ed aver ricevuto un “cerca di non combinare altri guai e fa buon viaggio” da parte del loro nuovo capitano, Ace si diresse verso la sua stanza per andare a riposarsi.
"Ah! Questi giovani d’oggi!" Disse Shanks grattandosi la testa.
"È proprio sangue del tuo sangue capitano…” Pensò alzando lo sguardo verso il cielo stellato.


Il giorno seguente

"Allora io vado!" Disse Ace salutando i propri compagni con la mano, mentre la barca si stava lentamente allontanando.
"Come ti ho già detto non fare altri guai e salutaci tuo fratello!" Urlò Marco, ricambiando il saluto insieme agli altri.
"Tranquillo, farò più attenzione promesso!"
"Ah! Un’ultima cosa! Tieni!" Fece Marco lanciandogli la sua vivre card.
"Così saprai dove trovarci!"
"Grazie! Ci vediamo presto allora! Ciao!" Gli salutò un’ultima volta, ormai lontano dalla Red Force.
“Aspettami fratellino…sto arrivando!” 

 
To be continued...

Angolo autrice:
 
Nuovo capitolo gente! Accorrete numerosi!
Nel quarto capitolo il nostro povero babbo, purtroppo, ci ha lasciati definitivamente. Sigh…sigh…
Ma niente paura! Il nostro amato pennuto sarà all’altezza della situazione e prenderà il suo posto!
Marco: e qui voglio fare un annuncio. Visto che ora sono diventato capitano, esigo più rispetto quindi basta prendermi in giro con nomi del tipo pennuto *fulmina l’autrice*, testa d’ananas o quello che vi passa per la testa, chiaro?
Lettori/autrice:  solo alla fine del mondo succederà una cosa così, pennuto! -.-
Marco: *cade NUOVAMENTE in depressione*
Lasciamo stare il nostro nuovo capitano. Ora Ace è partito per andare da Rufy! Che succederà dopo?
Lo saprete nel prossimo episodio! (?)
Prima di salutare, voglio ringraziare chi recensisce e chi l’ha aggiunta alle preferite/seguite e anche chi legge e basta.
Alla prossima, e recensite in tanti! ;)
Baci,
Fire

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Capitolo 5
*** Fratelli ***


 
5. Fratelli
 
 

Ormai erano già passati due giorni da quando aveva lasciato la Red Force e i suoi compagni per potersi dirigere da Rufy.
Ace, se ne stava sdraiato sulla piccola imbarcazione con il cappello calato sugli occhi, mentre provava a prendere sonno.
"…non importava in quale situazione si trovasse e contro chi, se veniva offeso uno della ciurma, perdeva le staffe e si lanciava all’attacco senza nemmeno riflettere. Non sai quante volte ci ha fatto stare in pena…"
Ripensava alle parole che il Rosso gli aveva detto qualche giorno fa, non riusciva a togliersele dalla testa.
"In fin dei conti, non dev’essere stato tanto male…" Si disse tra se e se. "Ahhh! Ma che sto dicendo?!" Si diede torto da solo, alzandosi di colpo per poi spostarsi il cappello, cominciando ad arruffarsi i capelli con foga.
"Non posso pensare certe cose di lui. Uh?" Alzò lo sguardo e riuscì ad intravedere in lontananza un’isola. "Bene, sono quasi arrivato." Sorrise.


****
 
"Allora? Lui dov’è?" Chiese il chirurgo della morte a Jinbe di ritorno dalla foresta di Amazon Lily, mentre i componenti della sua ciurma giacevano esausti, dopo aver rincorso da una parte all’altra Rufy.
"È crollato a terra esausto dopo aver abbattuto una decina di alberi. Per adesso è tranquillo ma, non appena si sveglierà avremo altri problemi. Non starà male dopo?"
"Te l’ho già detto. Se non si riposerà a dovere le ferite potrebbero riaprirsi, sinceramente più di così non so che fare e poi, anche tu dovresti fare più attenzione. Dipende solo da voi. Comunque, è stata una fortuna che Boa Hancock ci abbia permesso di stare qui. Perlomeno quelli della marina non ci daranno fastidio." Disse Law.
"Già…" Si limitò a dire Jinbe, ripensando all’arrivo dell’imperatrice serpente.
 

"Se succede qualcosa a Cappellino boy, Dragon mi ucciderà! Quindi vedi di fare il possibile!" Urlò Iva rivolto  a Law avvicinandosi e assumendo un’aria minacciosa. 
Il chirurgo della morte lo guardò con indifferenza. "Prima di tutto stammi più lontano. E secondo, non sono sicuro di poterlo salvare al cento per cento ma, vedrò di fare del mio meglio."
Iva,  a quelle parole, andò a deprimersi in un angolino pensando già all’atroce fine che gli avrebbe fatto fare il capo dei rivoluzionari se quel ragazzino non si fosse salvato.
"Ehi, tu!" Disse Trafalgar indicando Jinbe. "Vieni, così mi occupo anche di te."
"No, io posso aspettare. Per adesso occupati di Rufy-kun!" Disse il cavaliere del mare, mentre vedeva il volto del ragazzo dal cappello di paglia contrarsi in smorfie di dolore.
Il chirurgo della morte fu pronto a ribattere quando sentì l’attacco di un colpo di cannone colpirli in direzione della nave.
"Che sta succedendo?" Chiese uno degli zuccherini di Iva.
"La marina ha cominciato ad attaccarci…" Disse Law con un ghigno in volto. "Abbi ancora un po’ di pazienza Mugiwara-ya, mi occupo di loro e cominciamo con l’operazione." Continuò avvicinandosi al parapetto della nave in attesa che quelli della marina 
si avvicinassero il più possibile. Aspettò ma, stranamente, dopo svariati minuti gli altri attacchi tardarono ad arrivare.
"Non capisco…" Disse confuso Jinbe.
"Che abbiano deciso di lasciarci in pace?" Ipotizzò Iva.
"Lo escluderei, stiamo parlando del figlio di Dragon il Rivoluzionario… nessun marine con un po’ di sale in zucca se lo lascerebbe scappare, soprattutto tenendo conto delle sue condizioni." Disse Law.
I dubbi vennero presto risolti quando la nave di questi ultimi si ritrovò affiancata all’altra. Sul ponte vi erano marines pietrificati, alcuni intenti a dare ordini, altri mentre stavano mettendo palle di cannone pronti a sparare. Solo una persona avrebbe potuto 
fare una cosa del genere.
"Boa Hancock…” Sussurrò l’ex membro della flotta dei sette.
"Jinbe!" Urlò l’imperatrice serpente. "Spero per te che il mio amato Rufy stia bene!" Lo guardò severa.
"Lo sarà tra poco…" Si allontanò Law -Bepo, prendilo e portalo da me. Cominciamo.- Fece Law indicando Rufy .
"Subito!"  Rispose all’ordine l’orso.
"Ascoltami, Jinbe! Per evitare che veniate attaccati ancora, potete attraccare ad Amazon Lily. Farò in modo che abbiate tutte le cure necessarie non dovrete preoccuparvi di niente."
"Bene, ti ringrazio."
 

"È stato strano da parte sua aiutarci. Stiamo pur sempre parlando di uomini…" Disse Jinbe tra qualche smorfia di dolore. "Spero solo che Ace-san e gli altri se la stiano cavando." Continuò assumendo un’aria pensierosa.
"Pugno di fuoco, dici? Credo sia più vicino di quanto pensi." Disse, vedendo avvicinarsi sempre più un’imbarcazione alla riva.


****
 
Rufy si trovava addormentato ai piedi di un albero completamente ricoperto di bende. Dopo essere stato operato da Law, non tardò molto prima che cominciasse a riprendere conoscenza. Appena sveglio, si era messo a correre da una parte all’altra urlando il nome del fratello, cominciando poi, a prendersela con la natura circostante. Aveva e, stava avendo tutt’ora un incubo. Un incubo che sembrava così maledettamente reale.
Era ancora a Marineford e nel momento in cui stava per recuperare la vivre card di Ace, quell’ammiraglio era sul punto di colpirlo quando un corpo totalmente ricoperto di fiamme si intromise tra lui e quell’attacco. Questa volta però, non era stato merito di quel ragazzo, Marco, se era ancora vivo… questa volta, era stato suo fratello ad evitare tutto ciò. Il pugno di lava gli aveva trapassato il corpo.
"Ace…" Sussurrò nel sonno mentre una lacrima cominciò a scendere lenta sul suo viso.
No, non poteva essere vero. Ace non poteva morire… Ace era la sua famiglia! Non poteva… lui…
Ad un tratto l’ambientazione del sogno cambiò. Ora si ritrovava da solo, sul loro promontorio. Si guardò la mano ricoperta di sangue e cominciò a ridere in modo isterico tra le lacrime.

"Ahahah! È soltanto uno stupido sogno, tra poco mi sveglierò questo è sicuro! Il fuoco non può essere bruciato, è ridicolo!" Si disse quando una figura gli comparve davanti… Ace, era lui in carne ed ossa.
"Ecco lo sapevo! Sei qui davanti a me! Ahahaha! Lo sai Ace? Ho fatto proprio uno strano sogno… ho sognato che… tu… mi abbandonavi venendo ucciso da Akainu. Ma per fortuna sei qui!" Disse tutto
contento aspettando che il 
fratello gli desse ragione ma, non ricevette alcuna risposta.
"A-ace… tu sei… vivo, vero?" Chiese titubante.
"Grazie fratellino… grazie di tutto, ricorda che ti vorrò sempre bene, sempre!" Si limitò a dire il maggiore scomparendo nel nulla.
"N-no… No! No! No! ACEEE!!" Urlò ormai in preda ad un pianto che difficilmente si sarebbe fermato…

"Ace!" Si svegliò di soprassalto Rufy, guardandosi intorno cercando la figura del fratello.
"N-niente…a-allora, non era un sogno… A-ace tu..." Cercò di dire venendo sopraffatto dalle lacrime.
"Sono uno stupido! Un debole! Ho fallito! Ho fallito!" Cominciò a tirare dei pugni al terreno il più forte che poteva. Doveva farsi del male fisico. La morte di suo fratello era… fin troppo dura da accettare.
"Ace… Ace… Ace!!" Diceva tra un pugno e l’altro.
Dei passi, intanto, si facevano sempre più vicini e si poté intravedere una figura comparire dietro un albero.
"Rufy?" Pronunciò quella figura.
Il ragazzo al suono di quella voce, alzò lo sguardo girandosi in quella direzione e…
"Scusa per averti fatto preoccupare così tanto fratellino." Gli sorrise Ace.
Non poteva credere ai suoi occhi. Credeva di averlo perso per sempre e invece, era proprio lì, davanti a lui.
"S-sei reale?" Chiese tirando su col naso.
"Ehi, sono proprio qui… sono vivo, Rufy." Gli disse intenerito.
Rufy si alzò barcollando leggermente e, con le ultime forze rimanenti cominciò a correre verso di lui che, intanto lo stava aspettando a braccia aperte per poterlo finalmente abbracciare.
"Proprio come ti avevo promesso…" Cominciò Ace.
 "Grazie per avermi salvato fratellino… sono veramente felice di essere vivo." Gli sussurrò vicino all’orecchio.
"Ma…" Lo allontanò dall’abbraccio. "... ora sono qui con te, sei diventato forte, quindi smettila di piangere come un bambino." Gli sorrise nuovamente asciugandoli qualche lacrima con il pollice.
"Non… immagini… nemmeno… quanto sia… felice di vederti e… di poterti toccare…" Disse Rufy tra i singhiozzi.
"Sciocco, non me ne andrò mai. Se lo facessi, chi si prenderebbe cura di un fratello combina guai come te?" Gli sorrise. "Ah, un’altra cosa… Quello che hai fatto, riguardo Marineford, è stato molto stupido e 
pericoloso! Come punizione per non avermi ascoltato, niente carne per una settimana!" Ghignò, la risposta del fratello la conosceva già.  
"Nemmeno per sogno!" Ribatté Rufy, mentre si asciugava le lacrime con il dorso della mano.
Rise leggermente davanti a quella reazione. In fin dei conti non era cambiato.
"Grazie Rufy…" Lo abbracciò nuovamente.  "…sono molto orgoglioso di te. E ricorda... tu, non mi perderai mai!"
A quelle parole e al tono di voce che aveva utilizzato per pronunciarle, Rufy si accoccolò al petto del fratello abbracciandolo quanto più forte poteva.
Per fortuna, si trattava solo di un incubo.

****
 
"Guardi capo! Rufy, Cappello di paglia è riuscito nel suo intento ed ha salvato Pugno di fuoco! È proprio incredibile quel ragazzo…" Disse un rivoluzionario rivolto a Dragon mentre leggeva le ultime notizie sul giornale.
"Fammi dare un’occhiata!" Si intromise un ragazzo più o meno sulla ventina, alto, biondo e con un buffo cappello a cilindro dall’aria vecchia e consumata.
"Alla fine ce l’hai fatta Rufy…" Sorrise.
"Ragazzino, hai poltrito abbastanza! Ci sono altre missioni da compiere!" Lo riprese Dragon.
"Come?! Ma se sono appena tornato!" Si ribellò il ragazzo.
"Vuoi disobbedirmi per caso?" Assunse un’aria minacciosa il capo dei rivoluzionari.
Il biondo sbuffò. "Agli ordini capo, vado." Si arrese alla fine.
"Ace, Rufy... un giorno non molto lontano ci ritroveremo. Ne sono certo."
 

FINE?
 

Angolo autrice:

Sono stata veloce con questo capitolo, eh? (un po’ cortino forse… ^^)
Allora, sinceramente non ho molto da dire credo che parli da sé.
Avete notato che ho messo il punto di domanda alla parola “fine”? Ora vi spiego il motivo.
Nell’ultimo pezzo ho lasciato un piccolo spazio anche al nostro “sperduto” Sabo, perché sono fermamente convinta che lui sia ancora vivo… quindi, volete che continui la storia e farli incontrare (ovviamente partendo dopo i due anni, ecc…) oppure preferite che la lasci così? Rispondetemi tramite recensione ;)
 
Passiamo ai ringraziamenti!
 
Per aver recensito:
ankoku
Mistery_Lawliet
Sugar_Ginger
E L E N A
Ryuu Koori
Monkey D_Nami
Yellow Canadair
TheBlackWolf97
 
Per averla messe tra le preferite:
ankoku 
anna_nalisi 
Itacina 
Monkey D_Nami 
shine moria 
Sugar_Ginger 
 
Per averla messa tra le seguite:
AceDPortogas 
AlexisSlyterin
 IlovePolli 
Mistery_Lawliet
 Monkey D_Nami 
Ryuu Koori 
Sugar_Ginger 
TheLadyVampire97 
 
Grazie mille a tutte/I voi! Mi piacerebbe ricevere una recensione, anche piccola, da parte di chi non l’ha fatto.
Con questo vi saluto! Forse ci rivedremo presto con questa storia o forse no!
Ma vi ringrazio ancora tanto per averla seguita! (anche per chi l’ha letta in silenzio)
Baci,
Fire

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Capitolo 6
*** Silvers Rayleigh ***


 
6. Silvers Rayleigh

 

Il continuo camminare avanti e indietro di Jinbe stava mettendo a dura prova la nota pazienza della supernova.
"Jinbe, siediti…" Cercò di dirgli il più calmo possibile ma, il cavaliere del mare non sembrava dargli retta.  "Stai cominciando ad innervosirmi…" Una vena prese a pulsargli pericolosamente sotto lo sguardo spaventato di Bepo e gli altri. L’uomo-pesce andò avanti, sospirando pesantemente di tanto in tanto.
"C-capitano, s-si tranquillizzi, è-è solo preoccupa-" Penguin non fece in tempo a finire la frase che Law, si alzò di scatto urlando: "Se non ti fermi in questo preciso istante, ti faccio a pezzi nel vero senso della parola!"
“Alla fine è esploso…” Pensarono tra l’affranto e l’impaurito i componenti della sua ciurma.
"Uh? Che hai da urlare? Non vedi che sono impegnato?" Si limitò a dire Jinbe, ritornando ai suoi pensieri.
"Ora basta. Ragazzi, spero vi piaccia il sushi." Fece Law sguainando la katana quando, delle voci provenienti dalla foresta riuscirono ad interrompere il suo istinto omicida.
"Ehi! Fa un pò attenzione! Mi stai sbavando su tutta la spalla!" Urlò una delle voci.

"Shishishi! Scusa fratellone, mi ero addormentato…" Rise divertita l’altra.
"Stanno tornando…" Constatò Bepo.
Jinbe, alle parole dell’orso, si riscosse completamente dai suoi pensieri, rivolgendo poi l’attenzione nel punto esatto in cui sentiva provenire le voci dei due fratelli. Non distolse lo sguardo fino a quando non riuscì a vederli chiaramente, liberando un sospiro di sollievo.
Ace stava camminando lentamente verso la loro direzione portando in spalla Rufy. Il minore aveva provato a camminare ma, la stanchezza era tale che le gambe avevano ceduto al peso del ragazzo facendolo accasciare
a terra. Così, utilizzando una scusa per non far preoccupare il suo adorato fratellone si era fatto portare in spalle.
"Visto? Non è stato divertente?" Disse Rufy scendendo dalle sue spalle e sedendosi subito dopo sull’erba. "Mi sono venute in mente tutte le volte che lo facevi quando ero piccolo!" Sorrise ampliamente.
"Appunto, quando eri piccolo!" Disse Ace premendoli il cappello di paglia sugli occhi.
“Come se non lo avessi capito, sciocco di un fratello…” 
"Noto che ti sei ripreso in fretta, Mugiwara-ya…" Fece Law riacquistando la calma, tornando poi a sedersi.
"Si si! Ed è tutto merito tuo Traffy! Shishishi! Non so veramente come ringraziarti!" Disse sistemandosi l’adorato cappello.
Law al solo sentire quello stupido soprannome inorridì. Traffy, uno peggiore non ne poteva scegliere.
Ace si girò in direzione del ragazzo dal cappello maculato, chinandosi in avanti. "Grazie per aver aiutato questo sconsiderato di mio fratello, te ne sono debitore Trafalgar Law." Il diretto interessato si stupì.
"Conosci il mio nome?"
"Certo. Sono uno che si tiene aggiornato, devo sempre sapere cosa combina questo pazzo… e poi, anche Rufy è una delle undici Supernove quindi mi sembra naturale." Spiegò semplicemente.
"Beh, in questo caso ne sono onorato. Non capita tutti i giorni di essere riconosciuto da uno dei migliori uomini di Barbabianca, nonché figlio del…" Jinbe si intromise prontamente nella conversazione prima che potesse
finire la frase. "U-um, A-Ace-san! T-tu stai bene? Come è andato alla fine il combattimento?" Chiese. Ace lo ringraziò mentalmente distogliendo poi lo sguardo, rivolgendosi verso l’oceano. "Purtroppo… papà…" Si fermò un attimo. "… lui, non ce l’ha fatta…"
"Dannazione!" Imprecò l’uomo-pesce stringendo i pugni. 
"Oh, Ace, m-mi dispiace per il vecchio… " Ammise dispiaciuto Rufy.
"Ormai è passato…"
No, non era vero. Ma era inutile piangersi addosso. 
"Quindi quelli della marina sono riusciti nel loro intento in parte… avete le mie condoglianze per Barbabianca." Disse Law.
"Ti ringrazio. E ringrazio anche te Jinbe, devo un favore a un po’ di persone." Sorrise grattandosi leggermente la nuca.
"Puoi chiedermi qualsiasi cosa, sai bene che ti aiuterò sempre. Mentre che mi dici degli altri?" Chiese Jinbe.
"Diciamo che ci stiamo riprendendo tutti un po’ lentamente… e, indovina chi sarà il nostro nuovo capitano?"
"Marco." Rispose con ovvietà il cavaliere del mare lasciando spiazzato Ace. Non credeva ci azzeccasse al primo colpo.
"Ma come…?" Cercò di chiedere.
"E me lo chiedi anche? Tra voi tutti è l’unico ad avere un briciolo di buon senso!" Gli rispose pronto.
"Ha ragione Jinbe." Si intromise Rufy. "Mi è sembrato uno a posto. Anche se sinceramente… la sua testa mi ricordava un ananas! Ahahaha!" Scoppiò in una risata trascinando anche il fratello.
"Ahahah! Anche io e la ciurma lo diciamo sempre! Anzi no, qualsiasi persona lo veda glielo fa notare! Dovresti vedere quando si arrabbia, è così divertente!"
“Sono senza speranze…” Pensarono Law e Jinbe.
"Capitano! Per quanto ancora dobbiamo stare su quest’isola? Insomma, io mi sto annoiando!" Si lamentò Bepo.
"Hai ragione. Qui non abbiamo più niente da fare, quindi possiamo anche toglie-" Si interruppe. Qualcosa aveva attirato la sua attenzione.
"Ehi? Traffy, ci sei?" Gli sventolò una mano davanti alla faccia Rufy.
Law gli prese il polso con forza fermandoglielo, indicando con un cenno del capo un Re del Mare dal comportamento strano.
"Sembra stia lottando!" Urlò Rufy in preda all’eccitazione.
"Si ma, contro chi?" Chiese Ace. Dopo una dura lotta, contro Dio solo sa che cosa, il mostro marino si ritrovò a galleggiare sul pelo dell’acqua senza vita.
"Questo mare mi fa sempre più paura!" Urlò terrorizzato Penguin. "Era enorme! Qualsiasi cosa fosse stata, era sicuramente molto forte!"
Ogni dubbio venne presto risolto. Dall’acqua cominciò a riemergere una persona.
"N-non può essere…" Disse sconvolto Law.
"Ah, ragazzi che faticaccia…" Cominciò a stiracchiarsi leggermente l’uomo arrivato a riva.
"S-Silvers Rayleigh?!" Urlarono in coro i Pirati Heart.
"Rayleigh! Che sorpresa! Anche tu qui?" Chiese tranquillamente Cappello di paglia.
"Uh? Oh, Rufy! Che fortuna, sono riuscito a trovarti subito." Gli sorrise il Re oscuro. Intanto, Ace preferì allontanarsi dal gruppo. L’arrivo di quell’uomo, non gli avrebbe fatto di certo piacere. A Rayleigh, però, questa cosa
non sfuggì ma, per adesso, avrebbe fatto finta di niente.
"Come diamine hai fatto a far fuori quel mostro?! La leggenda sulla tua forza è vera, allora!" Gli urlò Bepo che nel frattempo era ancora rimasto scioccato.
"Ah, quello? Roba da niente, potresti farcela tranquillamente anche tu orso! Ahahah!" Gli rispose.
"Lo credi veramente?" Chiese con occhi luccicanti Bepo, ricevendo in risposta un pugno in testa da parte dei suoi compagni. "Non farti stupide illusioni!" Gli urlarono.
"Allora? Ci dev’essere un motivo se una leggenda come te è voluta giungere a nuoto fin qui, o forse sbaglio?" Disse Law, riacquistando la sua attenzione.
"Giusto. Grazie per avermelo ricordato. Rufy ho bisogno di parlarti… e questo riguarda anche te, Ace." Disse facendo sobbalzare quest’ultimo. Di cosa voleva parlargli se era la prima volta in vita sua che lo vedeva? Una
mezza idea ce l’aveva ma, pregò mentalmente che non si trattasse di quella cosa.
"Bene, ora che stai bene Cappello di paglia posso anche andarmene. Bepo prepara il sottomarino, ce ne andiamo." Ordinò Law.
"Agli ordini capitano!"
"Ma come? Te ne vai di già?!" Piagnucolò contrariato Rufy. Law ghignò a quella reazione. Quel ragazzo gli stava sempre più simpatico.
"Mi dispiace, ma non possiamo stare dietro i tuoi comodi. Ricordate, dovete stare a riposo per due settimane. Qualsiasi sforzo inutile è assolutamente vietato, chiaro? E questo riguarda anche te Ace." Disse in realtà più rivolto a Rayleigh che a quei tre.
"Chiaro!" Risposero in coro.
"Capitano! Noi siamo pronti per partire! Manca solo lei!" Lo chiamò come al solito il suo fidato compagno.
"Arrivo! Ci vediamo nel Nuovo Mondo Mugiwara-ya, non vedo l’ora." Disse per poi dirigersi verso il sottomarino e andarsene.
"Peccato! Mi stava simpatico…" Gonfiò le guance il ragazzo di gomma.
"Veniamo a noi." Cominciò il Re oscuro. "Quali sono i tuoi piani adesso, Rufy?"
"Semplice! Farò entrare Ace nella mia ciurma e insieme a lui tornerò a Sabaody. Credo che i miei compagni mi stiano già aspetando!- Sorrise a trentadue denti.
"Chi ti ha detto che mi unirò alla tua ciurma?!- Scattò Ace, che dall’arrivo di Rayleigh non aveva aperto bocca.
"Shishishi! Tanto lo farai!" Continuò a sfoggiare il suo sorriso, fino a quando non ricevette un pugno dal fratello.          
"Ahia! Mi hai fatto male, Ace!" Cominciò a massaggiarsi il punto in cui lo aveva colpito.
"E tu mi fai esaurire!" Sbottò.
"Devi avere pazienza Rayleigh..." Si sedette al suo fianco Jinbe. "Molta pazienza…" Disse sospirando guardando quei due che avevano preso a picchiarsi “amorevolmente”.
"Sei una testa bacata!" Gli urlò il maggiore mentre aveva cominciato a tirargli una guancia.
"Non rubare il soprannome che ho dato a quella testa bacata di Foxy!" Gli rispose lui.

Nel frattempo, in una qualche isola

"Mi hanno dato del testa bacata…" Disse l’uomo cominciando a piagnucolare e cadendo in depressione.
"No, ma cosa stai dicendo…" Cercarono di rincuorarlo Hamburg e Polluce.
“Questo qui è talmente idiota che si inventa anche le cose…” Pensarono.
"Ecco! Lo sento ancora!" Si lamentò il loro capitano, al che i due, caddero a terra.

Ritornando ad Amazon Lily


"Cosa più importante, come facevi a sapere che Rufy si trovava proprio qui ad Amazon Lily?" Chiese l’ex-membro della flotta dei sette.
"È una storia lunga mio caro Jinbe, posso solo dirti che l’intuito femminile è davvero infallibile." Sorrise tra se e se lasciando perplesso Jinbe, che decise di lasciar perdere.
"Piuttosto, andranno avanti ancora per molto?" Jinbe si alzò sbuffando. "Se dopo dieci minuti non si fermano…" Si posizionò dietro i due fratelli, sotto lo sguardo curioso di Rayliegh.  "… devi ricorrere a questo!" Disse tirando un pugno in testa ad entrambi.
"Ahia! Jinbe maledizione!" Imprecò Ace.
"Ohi, ohi…" Si lamentò Rufy massaggiandosi il nuovo bernoccolo. "Che ho fatto di male?!"
Il cavaliere del mare non diede retta a nessuno dei due, ritornando tranquillamente seduto esattamente dev’era prima. "Sono tutti tuoi." Si limitò a dire, facendo scappare a Rayleigh una piccola risata.
"Bene…" Cominciò. "… Rufy, sei veramente sicuro di voler tornare a Sabaody e di riprendere il tuo viaggio? Ricordi quello che è successo l’ultima volta, vero?"
A quelle parole Rufy si immobilizzò. Come poteva dimenticare il giorno peggiore della sua vita? Zoro, Sanji, Nami, Usopp, Brook, Chopper, Franky, Robin… il solo ricordo riaccendeva in lui ancora più voglia di vederli, per potersi anche scusare. Perché quel giorno, non era stato degno di portare il titolo di capitano.
"S-si…" Disse abbassando il capo.
"Rufy..." Sussurrò al suo fianco Ace. Lui ancora non sapeva.
"Ascoltate, volevo proporvi una cosa…"
“Proporvi? Perché ha usato il plurale?” Pensò Ace, aspettando che continuasse la frase.
 

****

 
"Ohhhh! Il mio amato Rufy si è risvegliato! Non vedo l’ora di fargli assaggiare tutte queste cose!" Disse la principessa serpente con le guance leggermente tinte di rosso, intenta a fantasticare sulla vita che, secondo lei, le sarebbe spettata con il suo futuro  pseudo-marito.
"Smettila di blaterale, principessa serpente! Non è il momento!" La riprese la vecchia Nyon.
"Taci! Tu non puoi capire certe cose!" Rispose prontamente.
"Per tua informazione, anche io sono stata innamorata!" Gli urlò contro.
"Vecchia Nyon, è inutile che tu glielo dica... tanto lo sai che non ti ascolta." Le disse una delle sorelle gorgoni.
"Ragazzina, insolente!"  Sbuffò la donna, offesa.
 

****

 
"Fa come ti pare!" Si alzò bruscamente Ace urlando.
"Ace!" Provò a fermarlo Rufy.
"Perché mai dovrei accettare il suo aiuto?! Mi sono sempre allenato da solo, con le mie sole forze e di sicuro, quell’uomo è l’ultima persona al mondo a cui chiederei una mano!"  Se ne andò definitivamente, dirigendosi all’interno della foresta.
"Aspetta Ace! Vengo-" Rayleigh lo fermò. "Lascia che ci parli io…" Gli disse, cominciando a seguirlo.
"E tu Rufy? Che ne pensi?" Gli chiese Jinbe.
"Se servirà a farmi diventare più forte per poter proteggere i miei nakama, allora si. Io accetto.- Disse sicuro di sé. Poi, prese ad accarezzarsi il braccio destro. "E conosco anche un modo per poterli avvertire della mia decisione." Si abbassò il cappello di paglia sugli occhi, dal quale si poté intravedere un leggero sorriso.
 

****

 
Camminava velocemente, nervoso, con le mani in tasca. Di tanto in tanto calciava qualche sassolino per terra tirandolo il più lontano possibile. Ripensava con rabbia al discorso di prima.


"È un allenamento di due anni, che vi permetterà di potenziare al meglio l’utilizzo del vostro Haki."
"Come sai che il nostro Haki è latente?" Chiese subito sospettoso Ace.
"Diciamo che le notizie mi giungono in fretta." Sorrise il Re oscuro.
"Haki? Cos’è? È forse qualcosa che si mangia?" Chiese ingenuamente Rufy.
"Ahahah! No ragazzo, mi dispiace." Rise divertito Rayleigh, facendo imbronciare il ragazzo di gomma.
"L’Haki è una particolare capacità che solo pochi possiedono. Ce ne sono di tre tipi: la tonalità dell’osservazione, dell’armatura e del Re conquistatore. Con l’allenamento che vi sto proponendo, avete la possibilità di imparare a controllare queste tre tonalità." Si fermò, aspettando la reazione dei due ragazzi. "Che ne pensate?" Chiese.

"È una bellissima offerta! Veramente sei disposto ad aiutarci?" Chiese Rufy con uno sbrilluccichio negli occhi.
"Assolutamente." Rispose.
"Per me è…” Provò a rispondere Rufy, venendo interrotto dalla voce dura di Ace.
"Non accettiamo, ma grazie dell’offerta." Rispose secco.
"Ma Ace! Ti rendi conto di chi abbiamo davanti?! Il vice capitano del…" Provò a ribattere ricevendo in risposta un’occhiataccia dal fratello.
"Posso sapere il motivo?" Chiese Rayleigh con sguardo serio.
"Non c’è un motivo, non voglio, punto."Tagliò corto.
"Ace-san, ti stai comportando come un moccioso!" Lo riprese Jinbe.
"Io ho i miei valori! E di sicuro anche Rufy è d’accordo con me, vero fratellino?"
"Ace, i-io… io credo veramente che Rayleigh ci possa aiutare con questa storia del Kaki…"
"Haki!" Lo corressero Jinbe e il Re oscuro.
"Fa lo stesso." Rispose.
Quindi anche lui aveva ceduto. Era caduto nella sua trappola. Si era fatto fregare dal suo stupido titolo! 
"Fa come ti pare!" Gli aveva urlato per poi andarsene.


Si fermò accovacciandosi ai piedi di un albero. Il tranquillo cinguettare degli uccellini, il leggero venticello che muoveva le foglie degli alberi creando quel fruscio così piacevole…
Forse aveva sbagliato a reagire così impulsivamente. In fin dei conti, non significa che essendo stato il suo vice capitano sia una persona da tenere alla larga. Lasciò scivolare una mano tra i capelli tirandoseli un po’.
Perché per lui, qualsiasi cosa doveva rappresentare un problema se si parlava di quell’essere inutile? Forse è questa la vera domanda alla quale non sarebbe riuscito a trovare una risposta.
"Non torturarti così tanto figliolo… non ne hai motivo, te lo posso assicurare."  Gli disse una voce.
"Come fai a dirlo? Sono io il figlio del demonio, come molti amano definirmi." Rispose socchiudendo gli occhi appoggiando la testa al tronco del grande albero.
"Addirittura il figlio del demonio, certo che ne hanno di fantasia!" Si sedette davanti a lui. "Ace, è per lui che non vuoi accettare la mia proposta?"
Annuì riaprendo gli occhi, incontrando il suo sguardo.
"Lo immaginavo…" Gli sorrise, grattandosi la nuca leggermente imbarazzato.
"Che c’è?" Gli chiese Ace. Che razza di reazione era quella?
"Oh, scusa, ripensavo solo ad una cosa." Sorrise di nuovo tra se e se.
"La posso sapere o dobbiamo girarci attorno ancora per molto?" Fece spazientito.
"Devi sapere che… io sono venuto a sapere insieme al resto del mondo che quello sconsiderato di Roger avesse un figlio…" Ammise davanti l’espressione stupita di Ace. Come sarebbe a dire? Quell’idiota non aveva detto niente ai suoi compagni? Possibile che abbia preferito affidarlo ad un marine… per il suo bene?
"Insomma, ero a conoscenza della relazione tra lui e Rouge ma, non credevo che fosse addirittura incinta! Mi ha fatto un certo effetto vederti di persona… le lentiggini le hai prese sicuramente da lei! Ahahah!" Rise ripensando ai vecchi tempi.
"T-tu conoscevi mia madre?" Chiese un po’ impacciato, al che Rayleigh, non poté che intenerirsi davanti quella domanda.
"Assolutamente. È stata la donna più straordinaria che abbia mai conosciuto, una persona che amava combattere per ciò che credeva veramente importante. Aveva un carattere deciso ma allo stesso tempo gentile ed altruista… poi ha incontrato Roger! Ahahaha! Povera donna, quante volte quello sciocco l’ha fatta preoccupare!" Ci scherzò sopra. La cosa, però, ottenne l’effetto contrario facendo rabbuiare Ace.
"Già, se non si fossero incontrati forse adesso lei sarebbe ancora viva e, non sarebbe morta per colpa mia."
"Ascoltami Ace, i tuoi genitori si amavano. È solo grazie al loro amore se sei stato concepito. Non devi crearti colpe che non hai. Hanno deciso di vivere la loro vita in questo modo, è stata una loro scelta e ne saranno stati consapevoli." Alzò lo sguardo rivolto al cielo. -Non so se può aiutarti o meno, ma una frase che Roger mi diceva sempre era: -Vivi come ti pare e piace amico mio, più libero di chiunque altro!- " Sorrise malinconico. "Non smetteva mai di ripeterla, ogni occasione era buona  per 
urlarlo a chiunque con il suo solito sorriso stampato in faccia. Era diventato il suo motto per così dire." Sospirò. "Ti lascio un po’ da solo per pensare, seriamente, alla mia proposta." Si alzò cominciando ad andarsene.
"Ah, un’ultima cosa. Se vuoi, puoi chiamarmi zio Ray…"
"Te lo puoi scordare." Ribatté subito.
"Peccato, non sarebbe stato male sentirtelo dire… Ace."
“Vivi come ti pare e piace, più libero di chiunque altro!" Razza di padre degenere, mi hai rubato la frase prima ancora che nascessi. Devo odiarti ancora di più per questo?  Sorrise pensando a lui, per la prima volta nella sua vita.
 

****
 
Rayleigh aveva capito che quel ragazzo dal cappello di paglia era un tipo particolare e anche molto buffo ma, vederlo ingoiare enormi quantità di cibo tutte in una volta lo lasciava sempre senza parole. Come poteva ingurgitare così tanto? Tutto quello spazio dove lo trovava? Sarebbe rimasto per sempre uno dei tanti misteri della vita.
"Uh? Ehi! Rayleigh! Forza vieni a…" Diede un morso al cosciotto che teneva in mano. "… mangiare qui con noi! Hammock… " Un altro morso. "… ci ha portato delle cose deliziose!" Disse tutto contento davanti al cibo che gli si presentava davanti.
"Certo, arrivo…"
"Dopo un’eternità ci incontriamo ancora Re oscuro…" Gli disse una voce apparentemente famigliare.
"Gloriosa, che piacere rivederti." Rispose. "E,  ragazze, siete cresciute così tanto che ho fatto fatica a riconoscervi." Disse rivolgendosi alle due sorelle gorgoni.
"Il piacere è tutto nostro Rayleigh ma, passiamo alle cose importanti ora." Cominciò la vecchia Nyon. "Come faremo con Cappello di paglia? Se tu sei arrivato fin qui riuscendo a trovarlo, significa che nemmeno gli uomini della marina tarderanno ad arrivare. Dobbiamo trovarli un posto sicuro."
"Non ti preoccupare, io ci sono riuscito solo grazie alle supposizioni di Shakky, che tali tanto più non sono considerato che aveva ragione." Disse rivolgendo lo sguardo verso Hancock che emanava cuoricini da tutti i pori vicino al “suo” Rufy.
"Possiamo stare tranquilli, la marina non penserà mai che lui ed Ace si trovino qui."
"Come?! Pugno di fuoco si trova qui ad Amazon Lily?! Perché nessuno mi ha avvertita?!" Urlò tra l’arrabbiato e lo sconvolto l’ex-imperatrice.
"Come?! Il mio futuro cognato si trova su quest’isola?! Perché nessuno mi ha avvertita?! Portate subito dell’altro cibo!" Ordinò.
"A proposito… alla fine che cosa ha deciso Ace?" Chiese Rufy, ignorando le reazioni delle due donne e ficcandosi un'anguria in bocca.
E, come se fosse stato fatto apposta, la risposta alla sua domanda stava per giungere. Dei passi si facevano sempre più vicini, sempre più veloci come se qualcuno o qualcosa stesse correndo. Hancock si mise davanti al suo amato per poterlo difendere da qualsiasi pericolo mentre lui, era tranquillamente intento ad abbuffarsi come più poteva. Alla fine, da dietro un albero, comparve la figura di Ace dal respiro affannato. 
"Allora? Cosa hai deciso?" Chiese Rayleigh, sperando di conoscere la risposta.
"Insegnami tutto quello che sai! Voglio migliorarmi e diventare sempre più forte!" Più che una richiesta sembrava un ordine.
"Shishsishi! Ottima scelta, fratellone!"
“La stessa determinazione, la stessa luce negli occhi… la stessa voglia di vivere. La nuova era promette bene, Roger…”  Pensò.
 

To be continued...


Angolo autrice:
 
Eccomi qui! Sono tornata dopo una vita! (a me è sembrata una vita u.u)
Questo capitolo è… troppo lungo per i miei gusti. Dovrebbero fare una statua a chiunque sia riuscito ad arrivare fin qui. Che dire? Come al solito, non mi soddisfa… bah, sono strana io punto. ^^”
L’ho fatta finire così perché, andare avanti e scrivere anche di quando Rufy ritorna a Marineford ecc… era fin troppo barboso per me, figuriamoci per voi lettori! Si, in poche parole vi sto dicendo: “Il resto della storia lo sapete e come dice il mio odiatissimo George Clooney “Immagina, puoi”
Per il prossimo capitolo ci sarà un seguito! E verrà pubblicato non appena la malattia “Lascio-sempre-alla-fine-i-compiti-delle-vacanze” mi sarà passata! Speriamo in bene ^^”
Marco: non ci sono stato nella storia oggi :D
Io: eh no! Rileggi bene ^^
Marco: *comincia a leggere* Maledetta autrice -.-
Io: Ma dai! Lo sai che ti adoro! Anzi, no… ti adoriamo! Giusto lettrici?
Lettrici: W il pennuto!
Marco: Sigh, sigh… sono commosso… quindi rimarrete con me nonostante Zoro, Shanks e Ace siano mezzi nudi sulla… *rimane da solo* …spiaggia -.-“
Ringrazio chi ha recensito, chi l’ha messa tra le preferite/seguite e anche voi lettori silenziosi! :D
Ci vediamo al seguito "One Piece - New World!", e le recensioni (positive o negative che siano) sono ben accette! Fatemi sapere se questa storiella in fondo vi è piaciuta o meno ;)
Baci,
Fire

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