A Year of Secrets

di Kengha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sesto Anno ***
Capitolo 2: *** Annunci e Novità ***
Capitolo 3: *** Nemici pt.1 ***
Capitolo 4: *** Nemici pt.2 ***
Capitolo 5: *** Incontri ***
Capitolo 6: *** Tricks and Butterbeer ***
Capitolo 7: *** Colpe ***



Capitolo 1
*** Sesto Anno ***


Salve a tutti! Questa è la prima volta che scrivo in questa sezione e devo dire di essere parecchio agitata ^^" (anche perché esordire con una Long-Fic... probabilmente ero ubriaca quando mi è venuta quest'idea). I ragazzi del McKinley ad Hogwarts, non è proprio una novità ma volevo provarci! 
Spero non sia troppo oscena, scusate per gli errori di battitura :)

Sesto Anno 

11 Settembre, ore 10:55 il binario 9 ¾ della King’s Cross di Londra era pieno di famiglie che accompagnavano i propri figli verso il treno che li avrebbe condotti nella loro scuola.
Kurt Hummel era in ritardo, suo padre Burt aveva incontrato traffico lungo la strada e lui aveva finito per correre per evitare di perdere l’unico mezzo di trasporto per la sua scuola: l’Hogwarts Express. Si posizionò con il carrellino tra i binari 9 e 10 e, solamente dopo essersi accertato che nessun Babbano lo notasse, corse con decisione verso il muro che separava i binari per riuscire di corsa dall’altra parte del magico portale, esattamente nel binario 9 ¾ dove il treno si stava preparando a partire.
<< Dove eri finito?! >> Rachel Berry era la sua migliore amica praticamente da sempre, erano vicini di casa ed entrambi si erano riscoperti maghi all’età di undici anni. Non si erano parlati per quasi due settimane dopo quella singolare scoperta, sperando così di attenuare la tentazione di dire l’uno all’altro il proprio segreto, per finire poi a ridere come dei pazzi nel ritrovarsi nella stessa cabina sull’Hogwarts Express l’1 Settembre successivo. Il ragazzo sbuffò leggermente e lanciò un’occhiata prima all’orologio –che segnava le 10.58- poi alla sua amica che lo strattonava per un braccio.
<< Fa piano! E’ di cashmere e di Chanel! >> Disse con ovvietà staccandosi dalla morsa della mora e stirandosi delicatamente le pieghe che si erano inevitabilmente fatte sulla manica del suo maglioncino bianco dove poco prima la ragazza era aggrappata.
<< Non mi sembra il momento, adesso >>. Ribatté ovvia la Berry per poi riafferrarlo senza esitazione e trascinarlo a passo sostenuto sul treno.
<< Delicatezza! Non è presente nel tuo vocabolario, Rachel >>. Sbottò il ragazzo mentre faceva salire le sue cose sull’Espresso.
<< Così come la puntualità non è nel tuo! >> Esclamò stizzita Rachel per poi sospirare lentamente e guardare l’amico negli occhi <>. Sussurrò con un filo di voce tremolante.
Kurt distolse quasi immediatamente lo sguardo, in effetti l’anno precedente per lui era stato particolarmente duro: dopo tante esitazioni era riuscito ad ammettere di essere omosessuale –benché fosse più o meno chiaro a tutti, ormai- e questo non aveva fatto che accrescere gli atti di bullismo da parte dei Serpeverde, che ormai lo avevano come chiodo fisso.
<< E’ il sesto anno! >> Esclamò dopo qualche secondo come a tentare di rincuorare l’amica e sé stesso, ripetendo il discorso che mentalmente si era detto così tante volte nel corso dell’estate da aver perso il conto.
<< Siamo diventati grandi e maturi, sono pronto ad affrontare gli altri e me stesso. Non preoccuparti >>. Aggiunse poco dopo, mentre camminavano fianco a fianco lungo il corridoio del treno in cerca di uno scomparto libero in cui poter viaggiare indisturbati e raccontarsi delle loro vacanze.
<< Ehy, nana!  Il vagone di quelli del primo anno è lì avanti! >> La chiamò una voce femminile con pungente sarcasmo, lasciando annegare tutti i suoi compagni Serpeverde tra le risate.
Rachel si voltò quasi istintivamente e rimase un attimo a fissare lo scomparto dove erano radunati i Serpeverde, la ragazza che aveva appena parlato era sdraiata scompostamente sulle gambe di un ragazzo con la cresta che lanciava continuamente occhiate adoranti al suo petto e provava più volte a sfiorarla: Puck e Santana facevano coppia da quasi un anno e mezzo e tutti quanti sapevano che nella loro relazione non c’era  né amore, né affetto, semplicemente tanto sesso. Ad entrambi stava bene così, si facevano vedere in giro insieme solo per accrescere il loro livello di fama e popolarità ma ad entrambi capitava spesso e volentieri di fare delle sveltine con altre persone.
Sui sedili opposti ai loro c’era una ragazza bionda, bellissima, che pomiciava avidamente con un ragazzo altissimo, con i capelli tenuti all’insù e meravigliosi occhi castani… niente di strano non fosse stato che Finn Hudson fosse un Grifondoro e non un Serpeverde. Lui e Quinn Fabray si erano messi insieme poco prima di Puck e Santana, Finn non aveva mai nascosto le sue simpatie per i Serpeverde –dovute probabilmente anche al fatto che le famiglie Hudson e Puckerman, nobili e purosangue, fossero amiche da generazioni- e presto era riuscito a farsi accettare da loro, conquistando la reginetta della Casa.
Sullo stesso sedile di Quinn e Finn, seduto sull’estremo opposto, c’era Sebastian Smythe, un purosangue altezzoso e presuntuoso, chiaramente gay –non c’era mai stato bisogno di un coming out da parte sua-, che leggeva un libro interrompendosi di tanto in tanto per ridere alle battute dei suoi compagni.
Tutti avevano avuto modo di notare, negli anni, che Sebastian non era troppo simpatico neppure ai suoi compagni di Casa che, tuttavia, lo tenevano spesso tra i loro per via dell’agiata posizione sociale della famiglia Smythe e del fatto che fosse un abilissimo giocatore di Quidditch. In poche parole era una carta importante.
<< Gay-Berry smetti di fissare me e il mio ragazzo! Che c’è, adesso Hummel non ti basta più? >> Riattaccò la Lopez squadrando con aria di sufficienza la ragazza che era ancora imbambolata davanti il loro scomparto << Uh, aspetta…  >>. Aggiunse un istante dopo portandosi un mano sotto il mento e fingendosi pensierosa, come se si fosse improvvisamente ricordata di qualcosa che non avrebbe potuto far funzionare una possibile relazione tra la mora e il suo amico. Riuscì a rivolgerle un’ultima occhiata sprezzante e un sorrisetto vittorioso appena un attimo prima che Kurt la trascinasse via da lì.
<< Non devi darle retta, ogni tuo sguardo è un punto in più per lei! >> La rimproverò bonariamente l’amico, tenendola a braccetto.
<< Lo so ma non riuscivo a… insomma… che diamine aveva sul petto?! >> Esclamò all’improvviso Rachel come se fosse rimasta ossessionata da quell’unico pensiero per tutto quel tempo.
<< Silicone >>. Rispose con ovvietà Kurt lasciando un attimo di stucco Rachel.
<< E tu come accidenti lo sai? >>
<< Mi sono tenuto informato in questi tre mesi! Artie e Mike mi hanno scritto spesso e ogni tanto mi dicevano qualcosa di nuovo; il 3 Luglio, ad esempio, che Satana… erhm, Santana, si era rifatta il seno. Avrà l’egocentrismo alle stelle, quest’anno >>.
<< Quest’anno?! >> Una voce famigliare, alle loro spalle, li fece sobbalzare e sorridere.
<< Mercedes! >>La mezzosangue era ad un passo da loro e sorrideva amichevolmente. Kurt si fiondò tra le sue braccia e lei si lasciò abbracciare.
<< E non è da sola >>. Una voce maschile, delicata quasi quanto quella di Kurt fece sorridere ancor di più il ragazzo. Proprio dietro Mercedes c’era un altro Grifondoro: grandi occhiali, capelli biondo cenere, un cappellino all’ultima moda e un sorriso a trentadue denti.
<< Chandler! >> Il ragazzo si staccò dall’amica per abbracciare quello che, per un po’ di tempo, era stato il suo ragazzo. Si erano lasciati dopo nemmeno due mesi, entrambi preferendo la loro amicizia ad un rapporto decisamente più impegnativo e malvisto dagli altri compagni della scuola.
Rachel ne approfittò per abbracciare Mercedes e per dirle:
<< Mi sei mancata >>.
<< Non credevo di poterlo mai dire, ma anche tu mi sei mancata >>.
Le due ragazze si erano date contro per parecchio tempo a causa della mania di Rachel di eccellere in tutte le cose, ma alla fine del quinto anno si erano entrambe decise a sostenere e difendere Kurt e Chandler, finendo per diventare molto intime.
<< Amoreggiate fuori dal corridoio, finocchi! >> Esclamò brutalmente Karofsky, spintonando con poca grazia Kurt e Chandler, che erano ancora abbracciati, contro la parete del corridoio per poter passare.
<< Lasciali stare >>. Ringhiò Mercedes che aveva già la bacchetta in mano.
<< Che paura Jones! >> La schernì il ragazzo che, tuttavia, esitò un istante e si ritirò presto verso la cabina dei Serpeverde.
<< E’ una vergogna averlo tra i nostri >>. Biascicò Chandler , che si era piegato a raccogliere la borsa che il bullo gli aveva fatto cadere.
<< Concordo, perché il Cappello Parlante non l’ha smistato tra le Serpi? Tanto sta sempre con loro! >> Esclamò Rachel affacciandosi tra le cabine, continuando a cercarne una libera.
<< Anche Finn >>. Disse con un tono basso ma decisamente eloquente l’altra ragazza.
<< S-sì… sì, anche Finn >>. Biascicò incerta la mora.
La cotta di Rachel per Finn non era più tanto un segreto ormai, Kurt lo aveva sempre saputo, naturalmente, e Mercedes e Chandler erano diventati complici l’anno prima: per quanto la Berry si sforzasse, spesso non riusciva a smettere di fissarlo o di sorridergli durante le lezioni. Dovevano essersene accorti anche i Serpeverde che avevano iniziato a trattarla con ancor più disprezzo, particolarmente Quinn anche se in maniera più tacita, silenziosa e molto più dolorosa: anziché insultarla o gettarle addosso la burrobirra come facevano Puck e Santana, la Fabray si limitava a rivolgerle occhiate cattive e posare in maniera decisamente poco casta le sue labbra su quelle di Finn ogni qual volta che l’altra si ritrovava a passare dalle loro parti.
<< Dovresti smetterla di curarti così tanto di lui >>. Le disse Mercedes per la centesima volta.
La moretta era pronta a risponderle quando una voce proveniente dallo scomparto che stavano appena superando li fece girare.
<< Ciao amici Leoni! >> Esclamò allegro Artie.
Il ragazzo con la carrozzina aveva ottenuto uno scompartimento più grande dopo le assidue richieste dei genitori: da purosangue si erano potuti permettere di pagare la scuola affinché venissero unite due cabine per far sì che il figlio potesse muoversi comodamente con la sua sedia.
<< Vi unite a noi? >> Aggiunse una ragazza dai tipici tratti orientali, seduta accanto ad un altro ragazzo della medesima etnia. Tina e Mike erano due Corvonero, esattamente come Artie. I tre erano molto legati nonostante Tina avesse lasciato Artie per Mike appena un anno prima; nonostante la sofferenza il ragazzo ne era uscito più forte e determinato riuscendo –se possibile- ad alzare ancora di più la sua media scolastica.
<< Sì dai! >>
<< Magari ci raccontiamo qualcosa di bello che abbiamo fatto quest’estate! >>
Le voci appartenevano a due Tassorosso che erano nello scompartimento con gli altri tre: Sam Evans e Sugar Motta, entrambi purosangue, che frequentavano con regolarità assieme agli altri della loro Casa i Corvonero. A dire il vero, le Case erano in buoni rapporti tra loro fosse stata fatta eccezioni per gli eredi di Salazar Serperde.
<< Scusate ragazzi ma mi ritrovo a dover declinare l’invito, Shane mi starà aspettando >>.  Sorrise gentilmente Mercedes poco prima di salutare tutti ed avviarsi da sola verso le cabine più avanti.
<< Anche noi, scusateci ma dobbiamo discutere di un po’ di cose… sembra che Rachel sia vissuta al Polo Sud quest’estate! >> esclamò Kurt.
<< Uh! Che bello degli scoop! >> Esclamò allegra Sugar battendo le mani e aggiungendo subito dopo << Quali devi riferirgli ancora?! >>
<< RiferirLE >>. L’interruppe Artie alzando appena lo sguardo dal proprio libro, accigliato.
<< E’ uguale. Dicevo… sai che il mio papy ha ristrutturato il campo di Quidditch della scuola –e ci tengo a sottolineare che non è un Mangiamorte… o comunque si chiamino- ? O che Satana si è rifatta le tette? E che il professor Ryerson è stato licenziato e che voi Grifondoro avrete un nuovo Direttore? Oh beh, ma sicuramente saprai che la Gazzetta del Profeta ha eletto la così detta coppia “Fuinn” coppia dell’anno e che Finn tutto-muscoli Hudson è il nuovo capitano della vostra squadra di Quidditch! >>.
Gli sguardi balzarono da Sugar a Rachel che era diventata improvvisamente di uno strano colorito verdastro.
<< Grazie per il resoconto dettagliato, Sugar >>. La guardò accigliato Kurt.
<< Non c’è di che! >> Rispose allegra la ragazza tornando a concentrarsi su una rivista di moda.
<< Sto per svenire… >> biasciò Rachel.
Chandler e Kurt la presero prontamente per le braccia e la tennero in piedi.
<< Meglio che andiamo, ci vediamo dopo! >> Si congedò Chandler avviandosi con gli amici poco più avanti, entrando finalmente in uno scomparto vuoto. Dopo aver fatto stendere Rachel su un sedile lui e Kurt presero posto su quello opposto e attesero che fosse la diva a parlare.

Nel frattempo, nello scomparto dei Corvonero, Sam stava rimproverando dolcemente Sugar sapendo che data la sensibilità estrema della ragazza e la sua immaturità fosse da prendere con le pinze.
<< Potevi aspettare a dirle quelle cose, conosci Rachel… >>.
<< Ma andiamo! Chi è che non lo sapeva?! Sono notizie di più di un mese fa! >> Esclamò come fosse la cosa più scontata del mondo.
<< Ma Rachel non è del nostro mondo Sugar, lei vive con i babbani >>. Ripeté Artie cauto, come se stesse raccontando una storia ad un bambino.
<< Davvero?! >> Chiese la ragazza, fermandosi a pensare un istante << Oh beh, allora credo proprio di aver sbagliato! >> Aggiunse con una scrollata di spalle per poi tornare con indifferenza alla sua rivista di moda.
<< Ehy ragazzi! >> Un ragazzo si affacciò nella cabina dove i Corvonero e Tassorosso erano riuniti facendo sorridere tutti.
<< Jesse! >> Esclamarono quasi in coro con un misto di sorpresa e felicità nella voce.
<< Che piacere vederti, amico! >> Disse Mike alzandosi per stringere la mano al compagno di Casa.
<< Il piacere è mio! Posso sedermi con voi? >>
<< Ma certamente! >> Rispose Artie indicandogli lo spazio libero sui sedili.
<< Grazie mille >>.
<< Allora, Jesse St. James, come hai passato le vacanze estive?! >> Chiese Sam posando una mano sulla spalla dell’amico.
Il ragazzo scosse leggermente la testa con fare vago << Sono stato in Russia con i miei genitori, ho studiato e ripassato degli incantesimi e mi sono allenato per il Quidditch. Quest’anno la Coppa delle Case deve essere nostra! >> Esclamò sicuro di sé.
<< Assolutamente! >> Concordò Tina con decisione.
<< Non ci sperate nemmeno, la nostra casa vincerà anche quest’anno! >> Disse Sam con un ghigno.
<< Ammetto che è stata una bella soddisfazione vedere voi Tassorosso strappare il trofeo dalle grinfie dei Serpeverde dopo quattro anni di vittorie consecutive. Ma la vostra vittoria è stata un solo colpo di fortuna: avete vinto per un’aggiunta dell’ultimo minuto di 500 punti dovuti a Brittany che ha salvato quell’unicorno ferito trovato ai margini della Foresta Proibita! A meno che non porti in salvo un branco intero ritengo sia difficile che vinciate ancora, almeno statisticamente parlando >>. Riassunse Artie con fare ovvio.
<< Ma, ehy, stiamo parlando di Brittany! È così imprevedibile che potrebbe superare persino la matematica >>. Si affrettò ad aggiungere dopo aver elaborato la cosa.
Tutti scoppiarono a ridere concordando con quanto detto dal ragazzo sulla sedia a rotelle.
<< Mi chiedo ancora come mai l’abbiano fatta prefetto! Non ha tutti questi gran voti … >> Disse Mike ricordando che la ragazza avesse superato i G.U.F.O. per puro miracolo.
<< A volte i voti servono a poco, amico. Brittany è il capitano della nostra squadra di Quidditch, ispira fiducia a tutti quanti ed è molto simpatica. Sono qualità molto importanti nella nostra Casa! >>. Disse Sam, pronto a difendere l’amica che veniva spesso sottovalutata per via del suo noto infantilismo. 
<< Sì, hai ragione, ora che ci penso non l’ho mai vista neppure litigare con i Serpeverde: una volta ha chiesto una pergamena a Puck ed è rimasta umana! Cioè faticavo a crederci >>. Disse Tina ricordando quello strano episodio.
<< Mmmh… probabilmente se l’è portato al letto >>. Rispose Sugar con semplicità senza alzare neppure lo sguardo dalla rivista.
<< Shu… oddio ma che dici?! >> Balbettò in preda al panico Sam.
<< Andiamo, conosci la filosofia di Brittany! … O “Filosofiga” >>.
Il biondo divenne paonazzo e nella cabina piombò un silenzio piuttosto imbarazzante. Che la Pierce fosse molto amichevole ed espansiva era universalmente riconosciuto e tanti avevano capito che pur di entrare nelle grazie di tutti la ragazza non si sarebbe fatta problemi di alcun tipo. Sugar aveva dato voce ai pensieri degli altri e, sebbene fosse stata la bocca della verità, aveva tirato in ballo un argomento decisamente bollente. Almeno per la sua Casa.
<< Non è che ha comprato i favori dei professori? >> Domandò dopo qualche lungo istante di straziante silenzio Artie.
<< Assolutamente no! >> Si affrettò a difenderla Sam << L-lei… lei non è così. Ragazzi andiamo! La conoscete, è espansiva e forse un po’ ingenua ma di sicuro non è una puttana >>.
<< Hai una cotta per Brittany, Sammy? >> Lo schernì con un sorrisetto Jesse.
<< N-no! Ma che dite? >> Balbettò il biondo abbassando lo sguardo mentre le guance gli andavano a fuoco.
<< Ehy, sei tra amici! Non devi vergognarti di noi >>. Lo incitò Mike con un sorriso buono.
Il biondo si guardò attorno un paio di volte e dopo essersi assicurato che la porta scorrevole fosse ben chiusa prese un respiro profondo e decise di mettere al corrente anche gli amici della novità.
<< Brittany ha avuto dei… problemi >>. Buttò fuori a fatica, indugiando sull’ultima parte.
Tutti si guardarono un attimo straniti e poi rivolsero di nuovo uno sguardo al biondo che si stava facendo forza per proseguire il racconto.
<< E’ successo a fine anno scorso. Avevamo appena vinto la Coppa delle Case e ormai la scuola era prossima alla chiusura, tutti noi Tassorosso eravamo felici e pronti per l’estate che si proiettava davanti a noi: dopo quasi un decennio avevamo riportato la casa all’antica gloria ed eravamo stati tutti promossi ai G.U.F.O. un bel traguardo direi. Era sempre una festa nella Sala Comune –conoscete la professoressa Holliday- ma io vedevo che Brittany era sempre in disparte e partecipava poco, cosa che, converrete con me, era decisamente strana per una tipa come lei! >>
Tutti annuirono, concordando col ragazzo che riprese il racconto con maggior esitazione.
<< Beh… ecco… una volta, al secondo anno, mi accorsi che si rifugiava ai margini della Foresta Proibita quando aveva bisogno di pensare o di stare da sola, così decisi di seguirla per cercare di capire quale fosse il problema. Dopo una lunga chiacchierata mi disse che era arrivata una lettera dei suoi genitori, due babbani come sapete, che annunciava una malattia della madre. Qualcosa di grave da quanto ebbi modo di capire, qualcosa contro cui non avevano mai combattuto prima. La famiglia Pierce si era ritrovata a spendere quasi tutto il loro patrimonio in medicine che erano sempre insufficienti e il suo ritorno avrebbe implicato altri problemi. Era spaventata dall’idea di tornare a casa e dover affrontare una realtà diversa dalla nostra, più difficile e brutale.
Le voglio bene, mi dispiaceva abbandonarla così… e chiesi il permesso ai miei genitori di ospitarla da noi. Chiaramente suo padre accettò senza esitazione e inviò alla mia famiglia lettere di ringraziamenti per quasi due settimane intere. Ad ogni modo, da Giugno Brittany è a casa mia, dorme nella camera degli ospiti e vi posso assicurare che è una persona splendida! >>
<< Oddio Sam… noi non sapevamo >>. Cercò di giustificarsi Tina, improvvisamente in pena per la ragazza.
<< In effetti non lo sa nessuno. Solamente io. Non avrei dovuto dirvelo ma quando avete fatto quelle allusioni io… non so, mi sono sentito in vena di difenderla >>.
<< Ma certo, ti capiamo amico. Perdonaci se puoi >>. Disse comprensivo Jesse, guardando intensamente il compagno che si era rabbuiato. Sam si limitò ad annuire silenziosamente lasciando poi che a rompere la tensione fosse Artie.
<< Parlando di cose più allegre, indovinate chi è diventato caposcuola?! >> Chiese ironicamente indicando il Corvonero del settimo anno, Jesse.

<< Per l’amor di Barbra! >> Sbottò improvvisamente Rachel, che aveva appena finito di metabolizzare la scarica di informazioni che aveva ricevuto in meno di dieci secondi da Sugar.
<< 54 minuti di silenzio e riflessioni, vai migliorando! >> Esclamò Chandler premendo il tasto di spegnimento del cronometro che teneva in mano dal momento in cui erano entrati nella cabina.
<< Come ti senti? >> Chiese Kurt premurosamente offrendole un pacchetto di Cioccorane, che la ragazza rifiutò cortesemente.
<< Scombussolata. È in momenti come questi che avrei bisogno del mio analista! >>.
<< Andiamo Rachel, non esageriamo. Cioè, insomma, conoscendoti sono notizie un po’ pesanti ma… >>
<< Un po’ pesanti, Kurt? “Coppia dell’anno!” Cioè non vi sembra un titolo esagerato? >> Domandò in preda alla disperazione.
<< Beh, stiamo parlando di due purosangue… il loro fidanzamento non è proprio una notizia da seconda pagina. È vero che hanno solamente sedici anni ma l’unione della famiglia Fabray con la famiglia Hudson darebbe dei discendenti con un pedigree decisamente invidiabile! >> Disse Chandler, cercando di giustificare tutta l’euforia che aveva attraversato il mondo magico in quel periodo.
<< Non sei di aiuto >>. Sussurrò Kurt notando che Rachel si era solo rabbuiata ulteriormente.
<< E’ una cotta come tutte le altre, se ne hanno tante alla nostra età! Solo perché se ne parla spesso non vuol dire che domani saranno all’altare, insomma, l’amore è una cosa così imprevedibile! >> La rincuorò il ragazzo mentre si passava più volte le mani sull’amatissimo maglioncino, avendo la premura di rimuovere ogni pelo o pallina di lana di troppo.
La mora sorrise leggermente sapendo che, in cuor suo, Kurt avesse ragione. Certo, Quinn era di una bellezza invidiabile, un’abilissima strega, intelligente al punto che molti Corvonero si erano arrivati a chiedere perché non fosse dei loro –ricredendosi poi notando alcune sue scorrettezze e attenzione per la purità del sangue-, ma era anche possessiva e manipolatrice: Finn avrebbe potuto benissimo stancarsi.
La cabina era ancora avvolta nel silenzio quando improvvisamente la porta si aprì in un lampo ed entrò correndo una biondina che si affrettò a richiuderla e a nascondersi dietro Kurt.
<< Britt… ma che stai facendo? >> Domandò il ragazzo cercando di scollarsela di dosso.
La ragazza teneva gli occhi azzurri fissi sulla porta, come in attesa dell’apocalisse.
<< Volevo far vedere a dei nuovi amici un incantesimo che avevo imparato quest’estate e che avevo testato su Lord Tubbington, ma qualcosa è andato storto ed ho colpito il nuovo arrivato. Oddio i suoi capelli! Forse ho sbagliato qualche parola, comunque gli ho tolto tutto il gel e vuole vendicarsi. Non voglio che mi pietrifichi! >>. Spiegò così velocemente che gli altri fecero fatica a capire le parole e a separare i periodi.
Pochi secondi dopo aver ricevuto la risposta da Brittany un ragazzo si affacciò alla loro cabina, nessuno dei tre lo aveva mai visto prima di allora, era un nuovo arrivato –come aveva detto Brittany- ma non era sicuramente del primo anno, forse del quarto o addirittura del quinto. Comunque non aveva undici anni, il che significava una sola cosa: si era trasferito. Non era particolarmente alto per essere un ragazzo ma aveva un bel fisico, gli occhi chiari, di uno strano colore che era un misto tra il verde e il castano, sormontati da folte sopracciglia scure ben delineate, i capelli scuri e folti erano spettinati e ricci, troppo spettinati e ricci –e Rachel quasi capì perché l’amica l’avesse scambiato per una gorgone-, sicuramente una conseguenza dell’incantesimo mal riuscito di Brittany.
<< Scusate il disturbo >>. Disse con un sorriso rivolgendosi ai tre Grifondoro facendo balzare lo sguardo prima su Rachel e Chandler per poi soffermarsi un lungo istante su Kurt e spostarsi poi su Brittany che era ancora rannicchiata sul sedile.
<< Vieni fuori, abbi il coraggio di sfidarmi in un leale duello! >> Esclamò con finta espressione arrabbiata, tradita da un sorrisetto chiaramente buono.
La biondina si rassegnò e si alzò in piedi, tenendo però gli occhi fissi sul pavimento del treno.
<< Mi dispiace veramente un sacco! >> Si giustificò imbarazzata e visibilmente dispiaciuta << Non volevo trasformarti in Medusa, sul serio, volevo solo far comparire un tutù addosso a Lord T >>.
<< E così hai fatto sparire il gel dalla mia testa >>. Rispose con tono fermo, facendo però un occhiolino a Kurt che trattenne a stento una risata. Sì, quel ragazzo era simpatico.
<< Perdonami, ti prego. Non voglio essere pietrificata >>.
<< Non ti pietrificherò! >> Annunciò solennemente il ragazzo << Ma voglio maggiore attenzione da parte tua, la prossima volta >>. Disse guardando Brittany che annuì consapevole e uscì dalla cabina di corsa senza degnare nessuno di uno sguardo, probabilmente spaventata da un possibile ripensamento della “gorgone”.
<< Fa’ sempre così? >> Chiese ridendo, rivolgendosi ai tre che non parevano per niente sorpresi dal comportamento della biondina.
<< Sì, vive in un mondo tutto suo e a volte anche strano per gli standard della magia >>. Si limitò a spiegare Rachel tenendo bene a mente alcune strane allusioni fatte dalla Pierce durante gli anni ad Hogwarts.
<< Capisco. Oh, che scortese, non mi sono ancora presentato! Blaine Anderson >>. Disse porgendo la mano ad ognuno dei Grifondoro e stringendola calorosamente.
<< Chandler Kiehl >>.
<< Rachel Berry >>.
<< Kurt Hummel. Ti prego, accomodati con noi >>.
<< E così siete dei leoni, eh? >> Chiese tenendo il sorriso mentre si accomodava accanto a Rachel.
<< Già, tu invece sei nuovo, vero? Non mi sembra di averti mai visto prima d’ora >>. Disse la ragazza, parlando un po’ a nome di tutti.
<< Infatti, vengo dagli Stati Uniti, i miei genitori si sono trasferiti a Londra per lavoro e così, essendo minorenne, li ho dovuti seguire >>.
<< Che anno devi frequentare? >> Domandò Chandler
<< Il quinto >>.
<< Beh, sei solo un anno indietro rispetto a noi. Nel caso in cui ti dovesse servire una mano con i G.U.F.O. puoi chiedere senza esitazione! Non per vantarmi ma sono uscita con un ottimo punteggio >>.
<< Grazie davvero Rachel! >> Sorrise Blaine.
<< Figurati >>.
“ARRIVO AD HOGWARTS PREVISTO IN VENTI MINUTI”.
La voce rimbombò nelle orecchie di tutti i ragazzi, facendo cessare per qualche secondo il mormorio costante che era nel treno.
<< Oddio, che figura ci farò a presentarmi il primo giorno così? >> Sbottò, improvvisamente preoccupato, il nuovo arrivato che continuava a portarsi una mano alla testa spaventato dai suoi stessi capelli.
Kurt rovistò nella sua borsa ed estrasse poco dopo una bottiglietta colorata << Ecco qui! Fortuna che ne ho sempre almeno un tubetto a portata di mano >>. Disse con un sorriso porgendo a Blaine il suo gel per capelli e un pettine.
<< Oh, che carino che sei! Grazie di cuore, te lo restituisco alla prima occasione promesso! >>. Esclamò ravvivato alzandosi in piedi con un sorriso a trentadue denti che gli brillava sul volto.
<< Corro al bagno più vicino a sistemarmi e sarà meglio che mi sbrighi prima di pietrificare qualcuno. Spero di rivedervi presto! >> Concluse sparendo per il corridoio dell’Espresso.
Kurt rimase a fissare il punto in cui il ragazzo era scomparso, sorridendo inconsciamente.
Sì, Blaine Anderson era decisamente simpatico.



 

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Capitolo 2
*** Annunci e Novità ***


Annunci e Novità

In pochi si erano accorti del calar della sera, solo una volta scesi dal treno fu chiaro il fatto che fosse ora di cena e che la luna stesse rimpiazzando il sole.
La signorina Pillsbury, custode delle chiavi e “guardiacaccia” di Hogwarts, illuminava la strada per le carrozze con una piccola lanterna che teneva con una mano coperta da uno spesso guanto e da un fazzoletto igienico. A nessuno era ben chiaro il motivo della presenza di Emma Pillsbury al castello: soffriva di un gravissimo disturbo ossessivo compulsivo riguardante la pulizia e questo rendeva inevitabile il fatto che passasse intere giornate chiusa nella sua casetta, nel parco del castello, a pulire ogni cosa le capitasse sotto tiro. Si sarebbe occupata di molte più cose non fosse stata per la sua malattia, ma così era praticamente inutile –almeno a detta dei Serpeverde e della loro direttrice- e non faceva altro che accogliere i ragazzi ad inizio anno, accompagnarli ad Hogsmeade per le gite e ascoltarli in caso di necessità. A dirla tutta era lei che doveva essere ascoltata ed aiutata, almeno così avevano capito la professoressa Corcoran e la Holliday, che andavano spesso a trovarla per farle compagnia.
In tanti avevano fatto delle ricerche per scoprire il vero motivo per cui fosse lì, nonostante le chiare difficoltà nel rivestire il proprio compito, ma tutto ciò che si venne a sapere su di lei fu che era stata una Tassorosso e che il cappello parlante l’aveva scambiata per una tale Weasley.
Dopo qualche anno i ragazzi avevano smesso di indagare su di lei e nonostante la curiosità divorasse molti nessuno si era mai permesso di fare ricerche nelle sezioni proibite della biblioteca e rischiare un’espulsione per così poco.
<< Signorina P, come butta? >> Scherzò Puck abbracciandola con enfasi, sapendo che la donna si sarebbe innervosita parecchio a quel genere di contatto.
<< F-felice di… di rivederti, Noah. Ora potresti lasciarmi, per favore? >> Balbettò col cuore a mille, mentre tentava di staccarsi toccando il meno possibile il ragazzo, che non accennava a mollare la presa.
Le venne in aiuto –logicamente per puro egoismo- la fidanzata del Serpeverde che lo strattonò fino a quando questo non fu di nuovo tra le sue braccia a sussurrarle proposte sconce.
<< E’ bello vedere che certe cose non cambiano. Insomma, siamo stati via tre mesi eppure questo posto è identico! E lo è da anni… è come fermo nel tempo >>. Constatò Finn, meravigliato dinnanzi la magnificenza della scuola di stregoneria.
<< Viviamo un periodo di pace, dopo la sconfitta di Tu-Sai-Chi non ci sono stati più problemi… insomma sono passati più di vent’anni dalla Seconda Battaglia di Hogwarts e credo che il mondo magico non sia mai stato più tranquillo di come lo è adesso. Altri tempi, altre gestioni >>. Ribatté Quinn, il cui discorso non faceva una piega.
Nessuno osava più parlare di Voldemort, la paura era ancora tanta e per la maggioranza parlarne era come annunciarne l’imminente ritorno. La verità era che tutti quanti erano sicuri che dei seguaci dell’Oscuro Signore stessero cercando di continuare e concludere il suo progetto incompleto e questo rendeva i maghi decisamente inquieti.
<< Attento! >> Quinn strattonò Finn indietro appena in tempo: un Thestral imbizzarrito aveva appena tagliato loro la strada correndo al galoppo poco prima di spiccare il volo e sparire nel cielo.
La bionda rimase per qualche istante a fissare il punto in cui era scomparsa la creatura per poi venir ricatturata dalla voce del suo ragazzo.
<< Grazie >>. Disse solamente, lasciandole un bacio a fior di labbra. La Fabray si limitò a sorridere, poi con nonchalance salì su una carrozza, seguita dai compagni.
Che Quinn vedesse i Thestral era risultato chiaro dal primo anno, quando tutti erano rimasti meravigliati per via delle carrozze che si muovevano da sole e la bambina aveva insistito sul fatto che fossero trainate da queste enormi creature nere simili a dei cavalli e a dei rettili. Più di qualcuno l’aveva presa per pazza, ma gli adulti e gli studenti più grandi l’avevano guardata con stupore e compassione. La Direttrice Sylvester l’aveva allora presa da parte e le aveva spiegato che i Thestral potevano esser visti solamente da coloro che avevano assistito in persona alla morte di un essere umano . Da allora la ragazza capì che avrebbe fatto meglio a tacere e ad ignorare l’accaduto, cambiando argomento ogni volta che le veniva domandato perché li vedesse.

<< Tu sai chi è il nuovo Direttore dei Grifondoro? >> Domandò Artie a Jesse, con curiosità.
<< Naturalmente! Essere Caposcuola ha questi vantaggi, ma non posso dirtelo, mi dispiace, c’è il segreto professionale.
<< Ma che accidenti stai blaterando, St. James?! Non è da te fare tanto il misterioso! E comunque tra meno di un’ora lo vedremo… puoi anche rivelarcelo, arrivati a questo punto >>. Sbottò Tina, infastidita.
La ragazza era nota per la sua tranquillità e la sua calma, raramente dava di matto e quando lo faceva significava che era arrivata al limite. Ma questa volta lasciò tutti quanti perplessi, vista la superficialità della situazione.
<< Tesoro, sei in quel periodo lì del mese? >> Le domandò bisbigliando Mike, guardandola un attimo comprensivo.
<< Problemi a riguardo?! >> Ringhiò la Cohen-Chang, guardandolo truce.
<< Assolutamente! >> Esclamò il ragazzo alzando le mani in segno di difesa e poi voltandosi a lanciare un’occhiata eloquente ai compagni di casa che, già su una carrozza, vennero presto seguiti dai compagni orientali.

<< Ti stava divorando con gli occhi, te lo dico io! >> Esclamò Rachel entusiasta per il suo migliore amico. Erano appena scesi dall’Hogwarts Express e avevano approfittato dell’assenza di Chandler –che si era allontanato con gli altri- per parlare dell’incontro avuto poco prima col nuovo arrivato.
<< Non saltare a conclusioni così affrettate, non so neanche se  è gay >>. Disse con ovvietà Kurt, sistemandosi la cravatta poco prima di prendere posto su una carrozza.
<< Che lo sia o no ti stava mangiando con lo sguardo >>. Rispose con sicurezza la Berry.
<< Un po’ come tu stavi facendo con Finn quando ti sei affacciata alla cabina dei Serpeverde? >> Domandò con un ghigno il ragazzo, mentre accavallava le gambe e fissava gli occhi azzurri sull’amica che, nel frattempo, era diventata rossa come un peperone.
<< I-io… non lo stavo fissando >>. Disse a voce bassa, evitando lo sguardo di Kurt.
<< Certo Rach, certo >>. La prese in giro il ragazzo dandole due pacche sulla schiena.
La ragazza si ridestò quasi immediatamente e dopo essersi ricomposta si tirò indietro i capelli con fare teatrale e tornò a guardare l’amico con sicurezza.
<< Tornando a te… ti piace? >> Domandò con un sorriso che le arrivava alle orecchie.
<< Ma che discorsi stiamo facendo! L’ho visto sì e no dieci minuti! >>. Sbottò l’Hummel, seccato dalla supposizione più che azzeccata.
<< Ma ti piace >>.
<< Beh, insomma, è carino >>. Disse freddamente, guardando altrove.
<< Aaaah! Lo sapevo! >> Esclamò Rachel improvvisamente allegra.
<< Cos’è tutto quest’entusiasmo? >>
<< Me lo sento Kurt, sono sicura che sia arrivato >>. Disse con sicurezza lei, prendendogli le mani.
<< Che cosa? >> Chiese l’altro, un po’ scosso.
<< Il tuo turno di essere felice >>.

<< Oh, sei tornato normale! >> Esclamò Brittany con un sorriso e un sospiro di sollievo, notando che i capelli del nuovo arrivato fossero nuovamente in ordine.
<< Sì, ma se vuoi posso trasformarmi nuovamente… >>. La spaventò Blaine, ghignando furbo.
<< No, per favore! Sono troppo giovane per diventare una statua da giardino per qualche vecchietto pervertito >>. Disse sconvolta la bionda, affrettandosi a prendere le distanze dal ragazzo e lasciando leggermente perplessi tutti gli altri.
<< Dov’è Sugar? >> Domandò d’un tratto Joe, notando che la ragazza non era scesa con loro.
<< E’ andata a fare amicizia con un altro nuovo arrivato, un tale Flanagan, parla in modo strano! >> Spiegò Chandler, che tra i compagni era stato l’unico a notare quel buffo ragazzo Irlandese.
<< Oh, ho capito chi è. Poverino, già ha ricevuto l’amorevole accoglienza di Satana >>. Aggiunse Sam, come illuminandosi alle parole del Grifondoro.
<< Ragazzi, cosa vi ho chiesto? Quest’anno niente nomignoli  sgradevoli o pregiudizi. Meno nemici avremo più saranno le probabilità di vincere la Coppa delle Case! >> Li riprese prontamente Brittany che, essendo amica praticamente a tutta la scuola, riteneva inutile tutto quell’astio.
<< E’ difficile quando si ha a che fare con certi soggetti >>.Constatò Sam, beccandosi l’occhiataccia dell’amica.
<< E così vi date contro parecchio da queste parti, eh? >> Chiese Blaine, che da subito aveva notato come tutti si basassero sulle apparenze.
<< Non proprio. Cioè, sì. Cavolo, dipende! I Serpeverde sono insopportabili e su questo noi delle Case rivali siamo tutti d’accordo. Non abbiamo veri e propri problemi gli uni con gli altri, se si escludono le Serpi, ovviamente, c’è solamente una giusta dose di competitività  per via dei punteggi >>. Spiegò Chandler.
<< Capisco >>. Asserì Blaine, immagazzinando bene le informazioni.
<< Da voi non era così?  >> Chiese Joe, notando il ragazzo pensieroso.
<< Oh no, assolutamente. Alla Dalton eravamo tutti molto affiatati ed eravamo felici anche quando vincevano le Case rivali. Io facevo parte degli Usignoli e avendo vinto per due anni di fila abbiamo avuto l’onore di tenere la Coppa nella nostra Casa Comune per molto tempo. Ma questo non ha suscitato antipatie negli altri, che a dirla tutta ci guardavano con rispetto e ammirazione >>.
<< Ma da dove diavolo vieni tu? Rainbowlandia? >> Domandò stravolto Chandler a cui la cosa sembrava un’utopia.
<< No, gli Stati Uniti >>. Rispose con una certa ironia ed una scrollata di spalle il nuovo arrivato, suscitando le risate generali.
<< Amico mi piace la tua positività >> Iniziò Sam posandogli una mano sulle spalle << Ma da queste parti non funziona così. O impari a tirar fuori gli artigli… o verrai mangiato >>. Concluse con drammaticità, lasciando scosso e perplesso Blaine.

L’accoglienza fu veloce se fatta esclusione per i ragazzi del primo anno, che erano stati portati dal professor Martinez in un atrio isolato e che stavano ascoltando accuratamente le spiegazioni dell’uomo riguardo orari e materie di studio.
I ragazzi più grandi presero immediatamente posto ai tavoli delle rispettive Case ed iniziarono a chiacchierare in attesa dell’arrivo del preside e degli insegnanti.
<< Rachel, sei con noi? >> Domandò Kurt, notando che l’amica fosse rimasta imbambolata a fissare un determinato punto dall’altro lato del tavolo.
<< Uh, ehm, sì ci sono… >>. Rispose incerta, continuando a lanciare occhiate in direzione di Finn Hudson.
<< Guarda che se fai così non risolvi nulla: non gli parli, lo fissi lasciando che ti creda o una pazza o una stalker e in più vieni presa di mira dalla Fabray che, nonostante tu non l’abbia notato per via del tuo ultimissimo hobby, ti sta fulminando da quando ci siamo seduti >>. Le disse Kurt, ottenendo finalmente la completa attenzione della ragazza.
<< Hai ragione è che… insomma è così carino! >>.
<< Lo so, avevo una cotta per lui al secondo anno >>.  Rivelò il ragazzo lasciando di stucco Rachel che si ritrovò ad impallidire e a sgranare gli occhi in un istante.
<< E’ stato molto tempo fa, tranquilla! >>. La rassicurò con serietà. La Berry annuì e cercò di aprire conversazione per distrarsi.
<< Secondo voi la Lopez si è fatta fare una terza o una quarta? >>. Chiese con fin troppa enfasi, facendo strozzare Chandler con l’acqua. Kurt immediatamente prese a dargli delle pacche sulla schiena, mentre Mercedes la guardava eloquentemente:
<< Ci nascondi qualcosa, Berry? >>. Domandò a bruciapelo.
<< CHE COSA?! Assolutamente no! >> Sbottò la ragazza con un certo fastidio, per poi abbassare notevolmente il tono di voce dopo essersi accorto di aver richiamato numerose attenzioni su di lei.
<< Cercavo solo di parlare di qualcosa… beh, per non passare la serata a fissare Finn >>. Disse con un sussurro, facendo sospirare di sollievo tutti i suoi amici.
<< In ogni caso non ci sarebbe stato nulla di male, Rachel, vogliamo che questo sia chiaro. Ma non Satana, ok? >>. Ci tenne a precisare Chandler, che si era ripreso piuttosto bene.
<< Oddio, ma siete impazziti? Non mi piace quella lì e non sono gay! Era una semplicissima curiosità, per Barbra! >> Rispose con rabbia, ben accorta a non farsi sentire dagli altri nonostante il tono non proprio bassissimo.
<< Va bene, sorvoliamo >>. Sbuffò Mercedes e il silenzio avvolse il gruppo per qualche manciata di secondi.
<< Secondo me una quarta >>. Se ne uscì di punto in bianco Kurt facendo sbiancare tutti quanti e provocando le risate di Rachel.

I due vennero salvati dall’ingresso dei ragazzi del primo anno e dei nuovi arrivati, presto seguito da quello del corpo insegnante e del preside. Tutti i maghi si alzarono in piedi in segno di rispetto e attesero fino a quando tutti i loro professori non si furono accomodati.
<< Buonasera a tutti, giovani maghi e giovani streghe, Hogwarts è lieta di accogliervi! Per alcuni è un benvenuto, per molti altri solo un bentornato >>. Sorrise il preside Figgins, scatenando l’applauso generale degli studenti, felici di iniziare un nuovo anno nella scuola di Magia e Stregoneria più famosa del mondo.
Era riconosciuto da tutti quanti che Figgins fosse un incompetente e un vero e proprio insulto alla memoria dei grandi presidi del passato che, sicuramente, si stavano rivoltando nella tomba, ma per qualche motivo sconosciuto era lì e tutto sommato le sue incapacità avevano anche numerosi vantaggi, visto che non era in grado di farsi valere e che tutti quanti –professori e studenti- finivano per mettergli i piedi in testa e fare ciò che volevano.
<< La prima cosa da fare, questa sera, è accogliere gli studenti del primo anno e smistarli nelle rispettive case di appartenenza. Mi raccomando, siate buoni e ricordate che anche voi siete stati i più piccoli >>. Si raccomandò l’uomo, lasciando poi che il professor Martinez chiamasse uno dopo l’altro gli studenti da smistare. Uno smistamento piuttosto equilibrato e veloce, che lasciò presto il posto a quello dei ragazzi nuovi, che si erano trasferiti ad Hogwarts da altre scuole e che dovevano frequentare un anno differente dal primo. I maghi vennero chiamati in ordine alfabetico e in base alla loro età, dal più giovane al più anziano.
<< Rory Flanagan! >>
Secondi di silenzio vennero interrotti dal grido del Cappello Parlante che con enfasi annunciò:
<< GRIFONDORO! >>
Alcuni sbuffarono, evidentemente erano coloro che non si erano persi la scenetta di Santana, altri invece si ritrovarono a sorridere ed applaudire entusiasti, facendo presto posto al nuovo arrivato che, impacciato, andò a sedere.
<< Blaine Anderson! >>
<< Ecco il tuo Romeo, Giulietta >>. Disse Rachel con una gomitata, attirando in fretta l’attenzione di Kurt che si ritrovò a fissare speranzoso Blaine, a cui era stato appena posato in testa il cappello.
Si ritrovò ad incrociare le dita sotto il tavolo, ma anziché sperare che fosse un Grifondoro come lui pregò una sola cosa: “Fa che non sia un Serpeverde”.
<< TASSOROSSO! >> Esclamò il Cappello Parlante a gran voce, lasciando poi che la stanza fosse invasa dagli applausi. Rachel si ritrovò a guardare l’amico con un pizzico di delusione, che svanì non appena si rese conto che il ragazzo stesse non solo applaudendo, ma anche sorridendo.
<< Sei felice che non sia dei nostri? >> Sussurrò confusa, non appena Hummel fu di nuovo seduto al suo fianco.
<< Sono felice che non sia dei loro >>. Ribatté il ragazzo, indicando il tavolo dove splendeva un arazzo verde e argento e Quinn e Santana stavano facendo le gatte morte con dei ragazzi attorno a loro.
La Berry si ritrovò d’accordo e sorrise.

<< Immagino abbiate fame, quindi perché no-… >>.
La professoressa Holliday si schiarì un paio di volte la voce, interrompendo il preside Figgins, che la guardò in cerca di spiegazioni. L’uomo s’illuminò e parve ricordare improvvisamente di una cosa importante:
<< Quasi dimenticavo! Dopo le numerose lamentele ricevute riguardo il professor Ryderson, il ministero ha deciso di sollevarlo dal proprio incarico e di dare il suo posto di insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure e di Direttore della Casa dei Grifondoro al professor William Schuester >>. Annunciò, facendo che l’attenzione si spostasse su un mago che aveva incuriosito un po’ tutti.
Era alto, magro e con dei muscoli non indifferenti. Aveva i ricci capelli castano chiaro tirati indietro con del gel, gli occhi azzurri ed un mento pronunciato. Indossava una camicia azzurra e un maglioncino beije, un paio di classici pantaloni da cui spuntava un’elaboratissima bacchetta magica e dei mocassini.
L’uomo si fece avanti e dopo aver lanciato l’incantesimo di amplificazione della voce con la bacchetta puntata sul collo iniziò a parlare.
<< Salve a tutti! È un piacere per me essere qui nelle vesti di insegnante ed ancor di più è un onore essere Direttore della Casa a cui io stesso sono appartenuto molto tempo fa. Ho solo una domanda da farvi, Leoni: siete pronti a ruggire? >> Domandò con enfasi, guadagnandosi subito le simpatie della Casa rosso e oro e le antipatie di quella verde-argento. Il professor Schuester tornò al suo posto e Figgins finalmente fece comparire il banchetto, su cui tutti quanti finirono per scagliarsi, affamati.

<< E’ un peccato che Rory non sia dei nostri >>. Si lamentò Sugar, poco prima di addentare con gusto un pezzo di torta.
<< Già, sembra un lepricano simpatico >>. Biascicò Brittany, per poi volgere lo sguardo al ragazzo di fronte a lei e sorridere << Però abbiamo Blaine l’usignolo-Medusa! Insomma, possono tenersi la pentola d’oro quando noi abbiamo il potere dello sguardo di pietra >>. Concluse mandando giù un abbondante boccone di pollo.
Joe lanciò un’occhiata eloquente a Blaine per fargli capire che sarebbe stato meglio lasciare a Brittany la sua illusione.
<< Massì, tutto sommato con i Grifondoro ci sono buoni rapporti. Potrò continuare a frequentarlo! >> Esclamò Sugar allegra, battendo le mani mentre si serviva un bicchiere di succo al lampone.
<< Ma non stavi già uscendo con Artie? >> Chiese Sam, perplesso.
<< E Artie cosa c’entra con Rory? >> Ribatté la ragazza, non capendo.
<< Non puoi comportarti così. Tradire è sbagliato, secondo il credo di mia madre è peccato che… >>
<< Risparmiati la predica, Joe. Io non seguo il credo di tua madre o degli altri babbani, la cosa importante è non far sentire diversi né il nuovo arrivato né quello vecchio solo perché uno parla in modo strano e l’altro è su una sedia a rotelle >>. Spiegò la ragazza, con sicurezza e semplicità.
<< Se lo dici tu… non mangi niente di salato? >> Domandò Sam.
<< Oh no, solo tanto zucchero per iniziare l’anno col piede giusto! >> Esclamò la ragazza ridendo e coinvolgendo anche Brittany.

<< Quel tizio potrebbe darci del filo da torcere >>. Constatò Santana, rivolgendosi a Quinn.
<< A chi ti riferisci? >> Domandò la bionda, senza smettere di lanciare occhiatine a Finn, che la guardava con un certo coinvolgimento.
<< Smettila di scopartelo con lo sguardo e ascoltami! >> Sbottò la Lopez, costringendo l’amica a voltarsi per guardarla.
<< Innanzitutto io non scopo proprio nessuno, Santana. Quella è la tua specialità, non la mia. E poi non hai il diritto di dirmi cosa devo o non devo fare! >> Ribatté la Fabray, seccata.
<< Ne ho tutto il diritto visto che se continui così ci manderai allo sfracello! Sei il capitano della nostra squadra di Quidditch, nonché Cercatrice, in poche parole l’esito di una buona metà delle partite dipende da te e non puoi permetterti che quel bietolone ti distragga mentre il professor Schuester li trasforma da perdenti ad un gruppo quasi decente >>.
<< Ti stai preoccupando seriamente? >> Rise l’altra, a cui la situazione sembrava assurda.
<< Dico solo che è meglio prevenire che curare e che quello lì non mi sembra uno sprovveduto >>. Rispose la mora, indicando con la forchetta il nuovo insegnante.
<< Hai ragione, non è uno sprovveduto, glielo si legge in faccia >>.
<< E com’è che la cosa non ti turba? >>
<< Semplicemente perché l’ha notato anche la professoressa Sylvester >>. Ghignò Quinn, che presto contagiò anche Santana.
Sue Sylvester era Direttrice dei Serpeverde da anni e da buona Purosangue ex-Serpeverde che si rispetti ce l’aveva a morte con i Mezzosangue, i Nati Babbani, e soprattutto con i Grifondoro; la sua squadra di Quidditch, infatti, aveva solo giocatori Purosangue accuratamente scelti.
Ambiva da tempo alla cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure e dalle occhiate omicida che rivolgeva al nuovo arrivato era chiaro che avesse tutte le intenzioni di distruggerlo con le sue stesse mani.

<< Non mi sembra di averlo mai sentito prima d’ora. Perché non ce l’hai detto, Jesse? Tanto nessuno di noi lo conosce >>. Disse Artie, che continuava a guardare il Direttore dei Grifondoro aspettando che gli ricordasse qualcuno.
<< Sinceramente? Nemmeno a me ricorda nessuno, ma la professoressa Corcoran mi aveva espressamente vietato di parlarne e di spargere la voce. Mi sono limitato ad ubbidire >>.
<< Ma che bravo bambino! >> Lo prese in giro Mike, provando ad afferrargli le guance per stringerle.
<< Smettila! >> Rise l’altro, allontanandolo.
<< Dici che dobbiamo preoccuparci? >> Chiese d’un tratto Tina, attirando l’attenzione dei compagni, che si scambiarono un’occhiata eloquente.
<< Non lo so, ma teniamolo d’occhio. Non sappiamo come lavora >>. Rispose il più grande, ricevendo il consenso di tutti.

<< Quello fa sul serio! >> Esclamò Mercedes, colpita ed ammirata dall’audacia del loro nuovo Direttore. << Non mi sorprenderei troppo se fossimo la squadra con il punteggio più altro, a fine anno >>.
<< Aspetta a dirlo, la Sylvester non se ne starà con le mani in mano. Si è fatta sfuggire la coppa l’anno scorso dopo sei anni di vittorie indiscusse… se lo dovesse schedare come nemico ce l’avrà con lui almeno tanto quanto ce l’ha con la professoressa Holliday! >>. S’intromise Chandler, che aveva sentito cose orribili dagli amici Tassorosso.
<< Io terrei d’occhio anche la Corcoran, fossi in lei, quest’anno i Corvonero sembrano belli carichi e la Direttrice con loro >>.  Aggiunse Rachel.
<< Sarà una sfida all’ultimo sangue >>. Concluse Kurt, serissimo.

<< Attenzione! Ora che abbiamo tutti lo stomaco bello pieno direi che è giunto il momento per gli annunci interni. Innanzi tutto ci tengo a specificare che gli studenti del primo anno devono tenere sempre bene a mente che l’accesso alla Foresta Proibita è vietato a tutti gli alunni. E credo dovrebbero ricordarlo anche alcuni dei più anziani >>.
Ci fu un momento di silenzio e tutti gli sguardi si rivolsero verso Brittany che, incurante, accarezzava Lord Tubbington.
<< Le lezioni avranno inizio domani mattina, la sala mensa sarà aperta dalle ore 6.00 alle ore 8.00 per la colazione, dopo la quale gli alunni dovranno recarsi in aula puntuali per la lezione delle 9.00, troverete gli orari nei vostri dormitori. Le uscite ad Hogsmeade saranno concesse solamente ai ragazzi del terzo anno in poi e ci tengo a precisare che sono a puro e unico scopo istruttivo. Non distruttivo, capito signor Puckerman? >>
Il ragazzo con la cresta batté il cinque ad un paio di compagni, mentre qualcuno rideva ricordando le “balde imprese” di Puck a cavallo della sua scopa con la bacchetta in mano..
Non era un genio, anzi era riuscito persino a farsi bocciare (nessuno sapeva di preciso cosa avesse combinato per spingere il corpo insegnanti ad una punizione così severa), ma conosceva alla perfezione tutti gli incantesimi offensivi in grado di trasfigurare o imbarazzare qualcuno.
Figgins sospirò rassegnato e continuò:
<< Da quest’anno ci sarà una novità! Dopo aver ricevuto un solo dissenso >>. E qui guardò Sue << Si è deciso che a fine anno si terrà un ballo scolastico in cui verranno eletti il mago e la strega più promettenti della scuola! >>
Quell’annuncio scatenò qualcosa nella mente di Quinn Fabray. La ragazza era già amata, invidiata e super popolare, ma quale occasione migliore di farsi notare se non quella concessa da un ballo scolastico? Naturalmente aveva la vittoria in tasca e con un cavaliere come Finn –perché sì, le avrebbe fatto certamente da accompagnatore- sarebbe stata la più invidiata della scuola.
Notò solo allora che quella novità non aveva fatto fantasticare solo lei e dunque si rivolse con una certa autorità alla sua amica: << Non ci pensare nemmeno, quel titolo ce l’ho sotto il cuscino! >>.
<< Tu ce l’avrai pure sul letto, ma io ce l’ho nella manica, Fabray >>. Ribatté Santana con gli occhi ridotti a due spilli. Le due si fissarono truci per lunghi istanti, poi la latina allungò una mano.
<< Che vinca la migliore. Cioè io! >> Esclamò con un ghigno.
<< Nei tuoi sogni, Lopez >>. Ringhiò l’altra, afferrando la mano per poi distogliere presto lo sguardo. Del resto, essere la più popolare aveva un suo prezzo… e qualche rivalità interna ci poteva anche stare.

<< La stagione di Quidditch avrà inizio il mese prossimo, fino ad allora i capitani delle squadre potranno indire i provini per cercare dei nuovi giocatori.
Ricordo che la squadra dei Tassorosso necessita di un nuovo Cercatore, la squadra dei Corvonero di un Cacciatore di riserva, la squadra dei Serpeverde di un Battitore e quella dei Grifondoro di un Cercatore e di un Cacciatore. Il capitano dei Tassorosso, la signorina Brittany S. Pierce riceverà dal prossimo martedì; il signor Jesse St. James, capitano dei Corvonero, riceverà il mercoledì; la signorina Quinn Fabray, capitano dei Serpeverde, riceverà –assistita dalla Direttrice Sue Sylvester- il giovedì; infine, il signor Finn Hudson, nuovo capitano dei Grifondoro riceverà il venerdì  >>.
Il preside continuò a parlare ancora per qualche minuto ma ormai le sue parole suonavano vuote e prive di significato, Kurt, Chandler e Mercedes si erano voltati contemporaneamente a guardare Rachel che aveva gli occhi così brillanti da permetter loro di poter quasi vedere il riflesso degli ingranaggi che lavoravano nel suo cervellino da diva.
<< Non lo pensare nemmeno >>. Le disse Mercedes.
<< Infatti non l’ho pensato, l’ho deciso: venerdì pomeriggio andrò a fare l’audizione come Cercatrice per la nostra squadra di Quidditch! >> 


-L'angolo di Kengha-
E finalmente il secondo capitolo è scritto e pubblicato! :D
Anche questo è di "presentazione", la vera storia con gli intrecci e gli intrighi inizierà con i prossimi... questi primi due servivano per presentare i personaggi, i loro caratteri e sistemare ognuno in una Casa. Spero non sia stato deludente e che non ci siano troppi errori di battitura! 
Un grazie a tutti per il gran numero di visualizzazioni, uno agli undici lettori che hanno inserito la storia tra le seguite e alle due lettrici che hanno avuto la premura di recensirmi ♥ 
A presto,
Besos

   

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Capitolo 3
*** Nemici pt.1 ***


Nemici pt.1

Il giorno seguente Rachel era ancora in fibrillazione per la notizia ricevuta dal Preside Figgins, per quanto Finn l’avesse evitata fino a quel momento se fosse riuscita a diventare membro effettivo della squadra di Quidditch il ragazzo sarebbe stato costretto a considerarla. Senza contare che, per quanto Quinn lo monopolizzasse, non poteva assistere agli allenamenti in quanto membro e capitano di una squadra rivale.
<< Devi ripensarci, sei ancora in tempo, non sai neppure come funziona il Quidditch! >> Esclamò Kurt, al limite dell’esasperazione.
<< Per l’ennesima volta, non ho alcuna intenzione di rinunciare alla mia occasione per farmi notare da lui e diventare qualcuno anche agli occhi degli altri. Non saprò le regole del gioco ma sono bravissima a volare e la mia Nimbus 2000 sfreccia che è una meraviglia >>. Rispose la ragazza.
<< Ecco, mi hai appena ricordato un dettaglio importante: hai una Nimbus 2000! Sai che vuol dire? È troppo vecchia come scopa, non terresti testa agli altri giocatori neppure se fossi la migliore >>.
Rachel si fermò e posò le mani sulle spalle dell’amico, gli lanciò uno sguardo eloquente e poi concluse:
<< Il punto è che io sono la migliore, Kurt >>.
<< Mi chiedo ancora di cosa si era fatto il Cappello Parlante quando ti ha smistato tra i nostri! >> Strillò il ragazzo mentre la Berry spariva sculettando dietro un corridoio.
<< Ehy! >> La voce di Blaine arrivò calda alle sue spalle appena un istante dopo. Il Grifondoro sbiancò improvvisamente e si voltò imbarazzato.
<< C-ciao! >> Balbettò con le guance che gli andavano a fuoco.
<< Come mai urlavi? >> Domandò il Tassorosso con un sorriso carico di comprensione.
<< Oh, mi hai sentito? >> Chiese di rimando l’altro, ancora più rosso.
<< Credo che lo abbia fatto un po’ tutta la scuola >>. Sghignazzò l’Anderson.
<< Accidenti che figura! Bel modo di passare inosservati >>.  Sbottò Kurt, portandosi una mano al volto poco prima di andarsi a sedere su una panchina ad un angolo del lungo corridoio.
<< E perché uno come te vorrebbe passare inosservato? >> Chiese cauto l’altro, sedendosi al suo fianco.
<< Ho avuto un po’ di problemi lo scorso anno >>. Iniziò Kurt, guardando il pavimento con gli occhi azzurri tristi << Sono sempre circolate delle voci su me e Chandler, voci che con l’aiuto di Rachel e Mercedes avevamo sempre messo a tacere >>. S’interruppe un istante per prendere fiato e spostare finalmente lo sguardo sul compagno.
<< Insomma, eravamo andati ad Hogsmeade a Gennaio e io, Chandler, Rachel, Puck, Santana, Quinn e Finn avevamo visto Sebastian Smythe –purosangue e Serpeverde- flirtare in maniera più che eloquente con un ragazzo. Lì per lì io e Chandler pensammo che sarebbero corsi a minacciarlo di chiamare un esorcista, non lo so… ma non accadde nulla. Nemmeno i giorni seguenti nessuno disse una parola a riguardo e, nonostante fosse stato notato da molti, era rimasto in buoni rapporti coi compagni di Casa. Ci illudemmo che non era una cosa così importante, che nessuno stava più a vedere queste cose, quindi dicemmo apertamente di essere gay e le cose non sono andate proprio come avevamo sperato. Siamo stati vittime di bullismo sia da parte di Serpeverde come Puckerman e la Lopez, che dai nostri stessi compagni di Casa come David Karofsky… e non è una cosa bella >>.
Blaine gli posò una mano sulla gamba e annuì comprensivo.
<< Mentirei se ti dicessi che si risolverà presto perché c’è ancora tanta superficialità nel mondo, ma posso incoraggiarti dicendoti che per ogni persona che ci etichetta ce ne sono almeno il doppio che non ci giudicano per questo >>.
Kurt si ridestò improvvisamente a quelle parole << ci? >>. Chiese, sperando in cuor suo di aver capito bene. L’altro annuì e con un sorriso confermò << Sono gay anch’io >>.
L’Hummel rimase a fissarlo qualche lunghissimo istante tentando di rimanere lucido mentre dentro di lui non faceva altro che essere felice per quell’inaspettata rivelazione: non sapeva se era un bene per Blaine ma egoisticamente non poteva che gioirne. D’un tratto scosse la testa, per concentrarsi meglio e riprese bonariamente il compagno.
<< Non dirlo così forte, potrebbero sentirti! >> Esclamò, notando che alcuni ragazzi si erano fermati a guardarli.
<< E allora, non vedo dove sia il problema, non mi vergogno di quello che sono e i miei compagni di Casa ne sono già al corrente >>. Ribatté l’altro con una scrollata di spalle, mantenendo il sorriso.
<< Neanche io mi vergog-… un momento, tu hai detto una cosa di questo calibro, in questa scuola, ad un’intera Casa? >>.
<< Certo. Non vedo nulla di male >>.
<< Non c’è nulla di male, Blaine, ma vallo a spiegare alle Serpi! Se lo venissero a sapere saresti preso di mira di continuo e ti assicuro che la Burrobirra bollente addosso non è proprio piacevole >>. Disse Kurt, preoccupato visibilmente per l’incolumità dell’altro.
<< Vorrà dire che dovrò sempre tenere sotto mano la bacchetta! >> Esclamò l’Anderson con nonchalance facendo scuotere visibilmente la testa all’altro.
<< Sei un uomo morto. Qui dentro fremono dalla voglia di etichettarci e lo fanno già senza pretesti! A mio parere avresti dovuto riflettere bene prima di dirlo, almeno per capire se era il caso ecco… >>. Ribatté il Grifondoro, sempre più nervoso.
<< E lasciare che Brittany mi portasse al letto? >> Rise il Tassorosso.
<< C-che cosa? >>
<< Proprio così. Voleva farsi perdonare l’incidente in treno e mi aveva proposto una serata nella sua stanza, a quel punto ho semplicemente risposto che non rientrava nei miei gusti >>. 
<< Davanti a tutti quanti? >>
<< Sì, insomma, la Holliday aveva organizzato una delle sue famose feste nella Casa Comune, quindi immagino ci fossero più o meno tutti. Membro più membro meno >>.
Kurt si rese improvvisamente conto di ammirare Blaine: a lui ci erano voluti cinque anni per poter ammettere di essere omosessuale e ancora aveva problemi a dirlo se non era sicuro che la persona con cui stesse parlando non fosse di mentalità aperta; mentre l’Anderson –più piccolo di lui di un anno- era dichiarato da parecchio e aveva ammesso di essere interessato ai ragazzi, senza farsi problemi, davanti un centinaio di compagni sconosciuti.
Il suo cervello avrebbe continuato a venerare ed invidiare il Tassorosso, non fosse stato per le parole di quest’ultimo, che lo distolsero da quel suo piccolo isolamento mentale.
<< Chiaramente ho detto subito che se qualcuno aveva problemi a riguardo avremmo provveduto >>.
<< E… c-che ti hanno r-risposto? >> 
Blaine sorrise << Hanno detto che non contava quanto fossimo diversi, ma quanto fossimo simili >>.
E improvvisamente Kurt iniziò ad invidiare non solo la sua sicurezza ma anche i suoi amici, desiderando ardentemente una macchina nel tempo per supplicare il Cappello Parlante di smistarlo tra i Tassorosso.
<< Oh >>. Riuscì a dire solamente.
<< Direi che l’hanno presa bene! >> 
<< Direi di sì >>.
L’Anderson non tardò a notare lo stato d’animo dell’amico e si affrettò a cambiare discorso.
<< Comunque ero venuto a cercarti per riconsegnarti il gel e ringraziarti ancora, mi hai salvato la vita >>.
Kurt s’illuminò a quelle parole e prese con un sorriso la bottiglietta colorata che l’altro gli stava porgendo, mettendola delicatamente nello zaino.
<< Per così poco! >>. Esclamò, felice di poter esser stato così tanto di aiuto con un gesto apparentemente insignificante.
<< No, invece è significato tanto per me, mi ha fatto capire subito che anche qui ci sono delle persone su cui posso contare. È una cosa bella >>. 
Entrambi sorrisero dopo quelle parole che erano suonate straordinariamente sincere e spontanee. L’Anderson si alzò pochi secondi dopo, facendo un’ultima proposta:
<< Oggi pomeriggio farò il provino per far parte della squadra di Quidditch della mia Casa, ti andrebbe di accompagnarmi? >>
A Kurt il Quidditch non piaceva, non aveva mai capito che senso avesse rischiare di rompersi le ossa per quello che era definito “divertimento”: inseguire una palla non era divertente. Ma del resto non si trattava solo del Quidditch, non gli piaceva nemmeno il football babbano –contrariamente a suo padre Burt che era un appassionato-. Quella volta, però, pensò di fare un’eccezione.
<< Naturalmente >>. Rispose con un sorriso.
<< Davvero? Fantastico! >> Blaine saltò letteralmente sul posto e si elettrizzò quasi istantaneamente.
<< Allora ci vediamo in cortile alle cinque >>. Aggiunse poco dopo.
<< Benissimo! >>.
Dopo un rapido saluto l’Anderson si allontanò per il corridoio, imitato dall’Hummel che si diresse verso l’aula di Pozioni, al lato opposto. Stranamente, per la prima volta da quando aveva messo piede in quella scuola, l’idea di due ore con la Professoressa Sylvester non era così terrificante.
<< Kurt! >>. L’urlo di Blaine risuonò dall’estremo opposto del corridoio e assieme al diretto interessato fece voltare più di qualcuno.
<< Sì? >> Chiese il Grifondoro, sperando che notasse il suo sorriso nonostante la distanza.
Non arrivò alcuna risposta sonora, nessun grido, nessun gesto, ma al ragazzo non sfuggì un movimento delle labbra. Aveva parlato. Aveva sussurrato scandendo attentamente un’unica parola facendo sì che fosse capita anche senza il bisogno di pronunciarla. Kurt rifletté qualche lungo istante, fissando il punto dove Blaine era scomparso e visualizzando un paio di volte nella testa i movimenti compiuti dalle labbra del ragazzo. Non era un asso a leggere il labiale ma in quei movimenti riconobbe ugualmente una parola, che in cuor suo seppe di essere quella giusta:
“Coraggio”.

<< Buongiorno >>. Il volto di Finn venne illuminato da un dolce sorriso mentre salutava la sua ragazza, poco prima di chinarsi leggermente per darle un bacio.
<< Ciao >>. Sorrise Quinn sulle sue labbra.
<< Hai pozioni anche tu? >> Chiese poco dopo la ragazza;
<< No, a dire il vero stavo per andare al campo di Quidditch, il professor Schuester mi ha esonerato dalla lezione di pozioni di oggi. Dice che posso recuperarle ma che il torneo non può permettersi di iniziare in ritardo per colpa dei Grifondoro >>. Spiegò il ragazzo, ripetendo come una filastrocca le parole che aveva sentito stamattina dal nuovo insegnante.
<< Ma i vostri provini iniziano nel fine settimana! >>
<< Lo so ma il professore vuole valutare le mie abilità e rivedere degli schemi >>.
<< Capisco. Un momento… La professoressa Sylvester è a conoscenza di ciò? >> Domandò Quinn inarcando un sopracciglio.
<< Ecco… insomma, avrei un permesso ma so che non le vado troppo a genio >>.
<< Infatti, dice che mi distrai dai miei doveri di capitano e dai miei allenamenti >>. L’interruppe la bionda.
<< Appunto >>. Confermò l’Hudson << Però, ecco, se sei tu a consegnarle il permesso… >>. Provò con un sorrisino porgendole il foglietto firmato da William Schuester.
<< NON SE NE PARLA! >> Sbottò la Fabray, voltandosi di scatto.
<< Andiamo! Per favore! >> La supplico l’altro, inseguendola mentre si allontanava a passo svelto tra i corridoio che pullulavano di studenti.
<< Assolutamente no, Finn! La Professoressa è molto fiscale a riguardo e potrei doverne pagare le conseguenze. Solo perché sono una Serpeverde non significa che mi esoneri da allenamenti extra >>.
Il Grifondoro l’afferrò per un braccio e riuscì a farla voltare.
<< Tu non sei una Serpeverde. Tu sei la Serpeverde. Hai dei voti fantastica, sei la più carina della scuola e la migliore cercatrice dell’ultimo decennio >>.
<< Ventennio. Harry Potter studiava qui vent’anni fa >>. Lo corresse la ragazza.
<< Appunto. Inoltre stravedono tutti quanti per te e non venirmi a dire che un’ora in più sul campo da Quidditch ti da’ fastidio >>. Disse soavemente il ragazzo, accarezzandole una guancia.
Quinn adorava il Quidditch, per lei rappresentava tutto. Era diventata cercatrice al primo anno –cosa che, come aveva appena sottolineato, non accadeva da parecchio tempo- e questo aveva fatto sì che diventasse popolare dopo appena un paio di settimane passate ad Hogwarts. Non che la famiglia Fabray avesse bisogno di un pretesto per essere famosa, logicamente. Eppure la ragazza aveva sempre cercato di trovare la via del successo basandosi solo ed esclusivamente sulle sue forze, impegnandosi nello studio, nelle attività extrascolastiche, uscendo con i più ambiti purosangue e, soprattutto, passando ore ed ore a volteggiare nel cielo sopra il campo di Quidditch della scuola.
<< Mi stai comprando? >> Chiese d’un tratto, guardando il fidanzato di sottecchi.
<< Ti sto chiedendo un favore sottolineando il fatto che ci sarà un tornaconto >>. Insisté Finn, capendo dallo sguardo indagatore che Quinn stesse valutando la sua offerta.
<< Da quando una punizione sarebbe un tornaconto? >>
<< Da quando la Sylvester ti punisce regalandoti serate intere da passare a cavallo di un manico di scopa facendo fare i tuoi compiti sotto minaccia a dei Corvonero >>.
<< Uff, da’ qua! >> Sbuffò la bionda, strappandogli dalle mani il foglietto firmato dal Direttore dei Grifondoro e leggendo rapidamente le poche righe in cui si chiedeva di giustificare l’assenza di Finn Hudson.
<< Sei la migliore >>. Sorrise lui baciandola di nuovo.
<< Lo so >>.
<< Barbie se hai finito di pomiciare col mago panzone che ne dici di seguirmi in classe? >> Li schernì Santana, fermandosi al loro fianco con le braccia conserte e le sopracciglia aggrottate.
<< Da quanto ci stai ascoltando? >> Domandò Finn seccato all’idea che lui e la sua ragazza non avessero un briciolo di intimità. 
<< Da quel tanto che basta per poter essere a conoscenza del fatto che stamattina qualcuno se l’andrà a spassare al campo piuttosto che lavorare in aula >>.
<< Santana! Hai origliato tutta la conversazione?! >> La riprese Quinn, arrabbiata.
<< Oddio chissà che grandi segreti potevano confidarsi la presidentessa del Club della Castità e il verginello dei Grifondoro! >> Esclamò la latina roteando gli occhi e battendo con un piede per terra.
<< Questi non sono affari tuoi >>. Ringhiò Finn.
<< Infatti! E poi fai parte anche tu di quel Club! >> Aggiunse Quinn. 
<< Piantala Fabray, sai che sono lì solo per questioni di formalità >>. Ribatté la mora con un sorrisetto di vittoria << Vogliamo andare? >>.
La bionda sbuffò e dopo aver salutato un’ultima volta Finn camminò lentamente verso l’aula di pozioni al fianco della compagna.
<< La devi piantare >>. Ringhiò sottovoce, lanciandole un’occhiataccia.
<< Di fare cosa? >> Chiese l’amica con finta innocenza.
<< Di mettere i bastoni tra le ruote tra me e Finn! Solo perché non ci appartiamo per una sveltina al suono di ogni campanella come te e Puck non significa che non abbiamo mai parlato di un rapporto più… intimo >>.
<< Sesso, Quinn. Si dice sesso >>. 
<< No. Si dice amore, se come nel nostro caso ci sono i sentimenti. Ed è cento volte più complicato! >> Sottolineò la Fabray, fermandosi qualche metro prima dell’aula di pozioni per poter concludere il discorso.
<< Tks, i sentimenti! Andiamo complicano le cose e non servono a niente, se avessi aspettato i miei sentimenti sarei una sfigata come la Berry >>. Rispose l’altra.
<< Guarda che è inutile che cerchi di scoraggiare me e Finn e di farci lasciare. Non lasceremo che tu e Puck non vinciate i titoli strega e mago più promettenti! >> Ringhiò Quinn, con gli occhi ridotti a due spilli.
<< Questo è ancora tutto da vedere >>.
<< FABRAY! LOPEZ! >> L’urlo della professoressa Sylvester fece sobbalzare entrambe le ragazze che subito si raddrizzarono e la guardarono con sottomissione. << Smettetela di amoreggiare e camminate in classe! >>
<< Ah, professoressa, Finn mi ha chiesto di consegnarle questo >>. Disse immediatamente Quinn, ricordandosi del foglietto da consegnare. 
Sul naso di Sue comparvero un paio di piccoli occhiali da lettura e la donna ridusse gli occhi azzurri a due piccole fessure man mano che leggeva le poche righe scritte sulla pergamena bianca.
<< Hudson se la da’ a gambe e gli abominevoli riccioli di Will Schuester gli coprono le spalle. Cominciamo proprio male! >> Esclamò con un ghignò malefico e la fronte aggrottata << Fabray, sai che per aver appoggiato quest’immenso atto di codardia verrai punita con tre ore di volo, questa sera, sì? >>. Aggiunse poi rivolta alla biondina.
<< Sì signora >>. Rispose la ragazza, chinando leggermente la testa.
<< Che cosa?! Ma questo non è corretto, quelle ore extra non potranno altro che farle piacere e il suo ego crescerà così tanto che non potrò più rientrare nel dormitorio! >> Sbottò Santana, turbata.
Lo sguardo di Sue si spostò su di lei e per dei lunghissimi istanti la squadrò critica.
<< Che accidenti sono quelle, Lopez? >> Sibilò con lo sguardo che era un misto tra il raccapricciato e il furente.
<< Cosa? >> Chiese la ragazza, confusa. La Direttrice non parlò, si limitò ad additare con evidente disgusto il petto della latina.
<< Il mio seno >>. Rispose con una scrollata di spalle.
<< Il tuo seno? IL TUO SENO? Hai una minima idea di cosa sia un seno, Lopez? A me quelle non sembrano un paio di tette: a me quelle sembrano due enormi palle da bowling sul punto di esplodere! >>.
La ragazza boccheggiò un paio di volte, incapace di rispondere, mentre Quinn tentava di non ridere in maniera troppo rumorosa.
<< Cos’è, ti sei strozzata col silicone? >>. Ringhiò la bionda.
<< No >>. Riuscì a boccheggiare la Purosangue, aiutandosi con un movimento della testa.
<< Molto bene, perché voglio che tu mi risponda con un forte e chiaro “sì signora” non appena avrò finito di dirti queste parole, capito? >>.
La latina annuì.
<< Innanzi tutto trovo vergognoso il fatto che una ragazza della tua età decida di attuare un cambiamento così drastico ad un corpo ancora in formazione, ragion per cui scriverò una lettera di lamentele a tuo padre in cui gli chiederò di dimezzarti il credito da inserire in banca a causa di comportamenti scorretti avvenuti in sede scolastica. Dopodiché esigo per te una divisa di almeno una taglia più grande: non voglio il rischio di una guerra di bottoni volanti durante le mie lezioni. Infine il tuo ruolo di Cacciatrice della squadra verrà sostituito da quello di Battitrice >>.
<< Che cosa?! >> Sbottò Santana, stralunata.
<< Hai capito bene. Abbiamo detto di aver bisogno di un Battitore? Bene, avremo bisogno di un Cacciatore: tu e i tuoi airbag svolgerete meglio il compito di allontanare e colpire i Bolidi piuttosto che quello di inseguirli. Comunque anche se venissi colpita e disarcionata non avrei di che preoccuparmi visto che le tue zavorre attutirebbero notevolmente l’impatto col suolo facendoti rimbalzare come un insulso pallone babbano! >> Abbaiò la Sylvester, con lo sguardo sempre più crudele.
<< Ma professoressa Sylvester per diventare Battitore occorre una preparazione differente, inoltre io sono mancina e dovrei fare gli allenamenti con la mazza di farro al contrario e… >>.
<< Non. Mi. Interessa >>. Disse scandendo attentamente ogni parola << Obbiezioni? >> 
<< No signora >>.
<< Molto bene. Entrate in classe e posizionatevi in fondo all’aula in modo tale che in caso di esplosione la signorina siliconata possa fare scudo alla classe col suo corpo >>.

<< Ciao nuovo arrivato! >> Esclamò con un sorriso l’alta donna bionda uscendo dalla mensa, portandosi presto al fianco del nuovo professore.
<< Ciao! >> Ricambiò l’altro, sorridendo di rimando.
<< Non mi sono presentata ufficialmente >>. Constatò la bionda, fermandosi un attimo e porgendo all’uomo una mano << Holly Holliday, Direttrice dei Tassorosso >>.
<< E’ un piacere. Ho sentito parlare molto di te >>.
<< Spero bene >>.
<< Magnificamente dagli studenti… un po’ meno dal preside >>. Confessò Will, imbarazzato.
<< Mah, sai la grande novità!? Si lamenta un po’ troppo per quei festini che organizzo una volta a settimana nella mia Sala Comune >>. Spiegò Holly, incurante.
<< Festini? Festini con l’alcool e le sigarette? >>
<< Naturalmente! >> Esclamò la donna sorridendo.
<< Ma Holly non mi sembra un comportamento adeguato! Inoltre le Case comprendono anche studenti di undici anni! >> Rispose Will, leggermente esasperato.
<< Sì, ma vallo a spiegare a questa testona! >> Una voce femminile arrivò alle spalle dei due insegnanti che si voltarono e videro la professoressa Corcoran dirigersi a passo svelto e con un sorriso verso di loro.
<< Eppure non sono io quella ha organizzato una riunione notturna ad Hogsmeade, lo scorso anno >>. Ricordò Holly, fingendosi pensierosa.
<< Il nostro è stato un incontro totalmente innocuo e almeno i miei prefetti non hanno rischiato tre gravidanze in un solo anno >>. La rimbeccò la mora, con un ghigno.
<< Ancora con quella storia? Brittany è una tipa molto espansiva e le piace fare amicizia seguendo le sue regole, non ci vedo niente di male! E ci tengo a specificare che da quando le ho spiegato che il preservativo non era una cappello per gli Unicorni ha sempre la premura di tenerne una confezione nel comodino >>. Sorrise Holly, riprendendo a camminare con Will, affiancata dalla nuova arrivata.
<< Beh, allora siamo salvi >>. Constatò con sarcasmo la Direttrice dei Corvonero.
<< Credo di essere d’accordo con la professoressa Corcoran >>. Iniziò Will, che venne immediatamente interrotto dall’interessata:
<< Ti prego, Will, dammi del tu e chiamami pure Shelby: siamo colleghi e abbiamo più o meno la stessa età! >> Disse con un caldo sorriso.
Schuester annuì con un sorriso e riprese a parlare << Come stava dicendo Shelby… >>.
Questa volta ad interromperlo non furono delle parole, bensì una caduta. Will si ritrovò sul pavimento ancor prima di accorgersi che qualcuno era sbucato di corsa dal corridoio al suo fianco.
<< Accidenti, mi dispiace! Mi dispiace! Mi dispiace tantissimo! >> 
Aveva ancora gli occhi chiusi e si stava massaggiando la fronte con una mano quando una dolce voce melodiosa echeggiò nella sua testa dolorante.
Aprì a fatica gli occhi e ci mise qualche lungo istante per mettere a fuoco la mingherlina figura in piedi di fronte a sé. La prima cosa che vide distintamente furono un paio di enormi occhi da cerbiatto ambrati, seguiti da dei liscissimi e splendenti capelli fulvi. Si ridestò a fatica e si rialzò con l’aiuto di Shelby, che gli porse una mano. 
<< Ehy Emma, come mai tutta questa fretta? >> Sorrise Holly, posando un braccio attorno al collo della nuova arrivata, che sbiancò quasi istantaneamente e provò a sottrarsi più di una volta dalla salda stretta della più alta.
<< S-Sue… è... è davvero furiosa. Insomma era da quando le era stato vietato il torneo, tre anni fa, che non la vedevo così… >>. Balbettò la Pillsbury, con un filo di voce.
<< Qualcuno qui ha cominciato l’anno dal lato sbagliato della scopa! >> Cantilenò la bionda guardando, con gli occhi di chi la sapeva lunga, Shelby che però sembrava distratta da altro.
<< Perché non la lasci? >> Disse infatti la mora avvicinandosi alla Holliday costringendola a togliere il braccio da attorno le spalle di Emma la quale, non appena sentì la presa allentarsi, schizzò via per fermarsi solo qualche metrò più in là.
<< Sai perché era così arrabbiata? >> Domandò Will, che aveva appena riacquistato la facoltà di parola.
<< Per causa tua >>. Sussurrò la rossa, con gli occhi bassi e le guance visibilmente arrossate.
<< Per colpa mia?! >> Ripeté Schuester, sperando di aver capito male.
<< WILLIAM SCHUESTER! >> 
L’urlo della Sylvester echeggiò nei corridoi vuoti e si abbatté come un tuono sui presenti, facendo immediatamente effetto ad Emma che si dileguò correndo via. Al suo arrivo i tre Direttori piombarono nel silenzio più totale, ognuno schermandosi con la propria arma migliore: Shelby incrociò le braccia al petto in attesa e la guardò fingendosi sorpresa della sua incazzatura, Holly alzò le sopracciglia in maniera naturale e fece il classico sorriso di chi la sapeva lunga, mentre Will raddrizzò il più possibile la schiena e alzò il mento, preparandosi alla guerra.
<< Buon pomeriggio, professoressa Sylvester >>. Disse con tranquillità, senza tradire alcuna emozione, turbato già dal fatto che la donna ce l’avesse con lui senza un apparente motivo.
<< Che accidenti sono questi?! >> Abbaiò la bionda, sbattendogli un faccia un foglio di pergamena con la firma del preside Figgins.
<< Sono degli orari >>. La prese in giro Holly dopo aver dato un’occhiata a ciò che era scritto sulla pagina. Sue la fulminò quasi istantaneamente e Will prese presto parola:
<< Sono gli orari in cui i miei Grifondoro usufruiranno del campo da Quidditch per gli allenamenti >>. Spiegò con semplicità.
<< Tre giorni! Hai idea di quanti siano?! >> Ringhiò la Sylvester, con gli occhi ridotti a due fessure.
<< Più o meno un mezzo della settimana se escludiamo la domenica >>. Rispose l’uomo, accennando un sorriso divertito.
<< Non prenderti gioco di me, William >>.
<< Non mi sto prendendo gioco di te, Sue! Semplicemente ho proposto a Figgins un nuovo programma di allenamento! Io e Shelby faremo allenare le nostre squadre il Giovedì, il Venerdì e il Sabato in due lezioni da due ore l’una; tu e Holly avrete il Lunedì, il Martedì e il Mercoledì e seguirete lo stesso criterio >>.
<< Forse non hai ancora ben capito con chi hai a che fare >>. Sibilò la donna, avvicinandosi pericolosamente all’avversario e assumendo un’espressione che a Will fece istantaneamente pensare ad un serpente.
<< I miei Serpeverde devono allenarsi tutti i giorni per almeno quattro ore, il capitano anche sei. È da quando ci sono io in questa scuola che funziona così >>.
<< Allora direi che c’è bisogno di qualcuno che rimetti le cose a posto >>. Lo sguardo di Will era impenetrabile e sosteneva senza fatica quello della rivale.
<< Non finisce qui, Will Schuester: tu e i tuoi riccioli gelatinosi avete dei conti in sospeso con Sue Sylvester. Avrai pure la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure, ma non mi porterai via il campo di Quidditch! >> Concluse la donna con aria minacciosa, prima di avviarsi a grandi falcate verso il corridoio opposto.
<< La cattedra Difesa Contro le Arti Oscure? >>
Ripeté Will, accigliato, voltandosi verso le colleghe.
<< Che accidenti c’entra?! >>

<< Allora Blaine l’Usignolo, sei qui per pietrificarmi o perché hai ripensato alla mia offerta di ieri sera? >> Domandò la biondina che volteggiava ad un paio di metri da terra, a cavallo della sua Firebolt. 
Era quasi il tramonto e il campo da Quidditch era deserto, sugli spalti sedevano solamente i membri ufficiali della squadra dei Tassorosso, alcuni Corvonero –Artie e Tina, ad esempio-, Kurt e, poco distante, Puck che era lì in veste di spia della Direttrice Sylvester. Dopo esser stati sconfitti dai Tassi dopo anni di vittorie indiscusse, i Serpeverde erano diventati più cauti e seguivano molto da vicino i movimenti della Casa di Holly.
<< No e no, Brittany, sono qui per fare il provino da Cercatore della nostra squadra di Quidditch >>.
<< Nostra? >> Ripeté la ragazza, confusa.
<< Sì, i Tassorosso! >>. Esclamò Blaine, lanciando un’occhiata a Kurt in cerca di appoggio.
<< Oh, non sei un Corvonero?! >> Chiese la Pierce, curiosa.
<< Sono dei vostri, lo hai detto tu prima, ho partecipato alla festa di ieri sera! >>
<< Ah, quindi non eri un infiltrato! >> Disse Brittany illuminandosi, con gli occhi azzurri scintillanti. << E va bene, allora. Monta a cavallo della tua scopa, Blaine l’Usignolo, appena sarai pronto lascerò libero il boccino! >>. Annunciò solennemente la ragazza che stringeva tra due dita il boccino d’oro.
L’Anderson salì immediatamente sul suo manico di scopa e dopo aver fatto un brevissimo giro di manutenzione -in cui si avvicinò alla postazione di Kurt quel tanto che occorreva per poter sentire il “buona fortuna” del Grifondoro- diede l’okay alla compagna, che liberò in un istante la pallina alata.
Quasi immediatamente il ragazzo si lanciò verso l’alto raggiungendo in pochi secondi i venti metri d’altezza: iniziò a volteggiare tenendo gli occhi puntati sul campo alla ricerca di un qualsiasi minuscolo bagliore. Si muoveva disegnando enormi 8, in maniera apparentemente priva di logica, ben accorto a non volare mai troppo a lungo controluce. Ogni tanto sterzava bruscamente o scendeva per qualche metro in picchiata, facendo sobbalzare tutti quanti, per poi tornare sui suoi passi e ridisegnare i monotoni 8 più o meno alla solita altitudine.
Dopo quasi un quarto d’ora in cui non sembravano esserci stati sviluppi, Blaine si tuffò per l’ennesima volta lasciando per i primi istanti il pubblico indifferente. Kurt e Brittany capirono quasi contemporaneamente che questa volta il ragazzo avesse intenzioni diverse: la picchiata stava durando più a lungo e il ragazzo si avvicinava pericolosamente al suolo ad una velocità altissima. Si vide per un solo istante, in cui fu notato dagli occhi di tutti: il boccino d’oro era appena due metri avanti all’Anderson e non sembrava voler arrestare la sua corsa sfrenata verso il terreno. 
Mancavano meno di sei metri all’impatto.
Kurt si alzò in piedi col cuore in gola e il sangue al cervello, la vista gli si stava offuscando e per dei lunghissimi, terribili istanti pensò davvero che Blaine si sarebbe schiantato.
Mancava ormai poco più di un metro quando il ragazzo sterzò bruscamente e si lanciò dalla scopa con le braccia tese, per poi riatterrarvi in perfetto equilibrio e cavalcarla con i piedi sul manico e il boccino stretto in una mano.
Ci mancò poco che la mascella di Sam toccasse il pavimento –e con la sua bocca enorme sarebbe stato possibile-, mentre Sugar ebbe una reazione più istantanea: svenne. L’abilità del nuovo arrivato era degna dei più grandi giocatori delle squadre mondiali e sicuramente questo aveva sconvolto tutti quanti.
<< Come sono andato? >> Domandò il ragazzo con innocenza, porgendo il boccino a Brittany, che era ancora vagamente sconvolta. La Pierce lanciò una rapidissima occhiata ai suoi compagni e poi tornò a concentrarsi sul compagno, annunciando solennemente:
<< Allenamenti domani alle sei. Benvenuto in squadra, Blaine l’Usignolo! >>. 

Era ufficiale: i Tassorosso erano degli avversari più che temibili.

-L'angolo di Kengha- 
Eccoci al terzo capitolo in cui comincia ad esserci un po' Klaine, di Quinn e tante sanissime rivalità (che in Glee non bastano mai). So che avrei dovuto pubblicarlo ieri, rispettando la scadenza settimanale che mi sono prefissata, ma per cause di forza maggiore -mia madre- non ho avuto modo di concludere il capitolo prima di adesso. A questo proposito, non avrò modo di rileggerlo fino a domani quindi è probabile che ci siano errori di battitura e/o di distrazione, che naturalmente siete liberissimi di segnalarmi ^-^
A prestissimo col Chap number 4,
Besos

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Capitolo 4
*** Nemici pt.2 ***


Nemici pt.2

Si era parlata della straordinaria esibizione di Blaine per tutta la settimana e il ragazzo, dopo tre giorni dal provino, era ancora al centro delle attenzioni scolastiche.
Che fossero più o meno desiderate.
<< Fabray, due zavorre! >> Ringhiò Sue, facendo scattare al suo fianco le due fedelissime ragazze.
<< Spiate i Tassorosso. Ci hanno soffiato la coppa una volta e quel tipo laggiù non mi piace per niente >>. Sibilò indicando Blaine, accompagnato dai compagni, poco distante.
<< E come? >> Domandò Quinn, piuttosto scettica riguardo il piano della sua Direttrice.
<< Questo è affar vostro, ma ci tengo a sottolineare che nel caso in cui Holly Holliday dovesse soffiarci il trofeo da sotto il naso anche quest’anno potete pure scordarvi le raccomandazioni per le squadre nazionali! >>.
La Sylvester si allontanò a passo deciso, spintonando qua e là studenti innocenti, lasciando che la sua ira divampasse. Che Quinn e Santana aspirassero alle squadre nazionali di Quidditch era ormai cosa nota e –che fosse un bene o un male- la loro Direttrice tirava spesso in ballo questa carta: era un bene quando la usava per avere delle ore extra nel campo o per esimerle dalle lezioni, era un male quando le minacciava di toglier loro tutti quei privilegi e delle comodissime raccomandazioni per gli anni futuri.
L’Ispanica sbuffò scocciata all’idea che Sue le avesse ancora in pugno, mentre Quinn si limitò a scuotere la testa, più sottomissiva.
<< Come accidenti pensa che riusciremo a spiare quel branco di rammolliti?! >> Ringhiò la Lopez, mentre riprendeva a camminare al fianco dell’amica.
<< Non ne ho idea, ma sarà meglio trovare una soluzione prima che ci sbatta fuori dalla squadra >>. Ribatté la bionda, che nel frattempo stava già elaborando qualche strategia ripercorrendo mentalmente i vari passaggi segreti del castello.
<< A proposito di rammolliti, dov’è Finnocenza? >> Se ne uscì d’un tratto Santana, con un ghigno che non prometteva niente di buono. Quinn si bloccò improvvisamente, venendo imitata dalla compagna che rimase a guardarla senza far scomparire dal volto il sorrisetto arrogante.
<< Basta nomignoli >>. Ringhiò la Cercatrice, ricordando vagamente per qualche istante una giovanissima Sue Sylvester.
<< Altrimenti, Fabray?! Oh, ma andiamo lo sanno tutti che voi due finirete in uno di quei conventi per maghi in Cina! >> Esclamò con nonchalance, riprendendo a camminare lungo il corridoio, ignorando palesemente le grida contrariate dell’altra Serpeverde.
<< Non mi hai ancora detto dov’è >>. Le fece notare quando Quinn finalmente chiuse la bocca.
<< Usa il cervello –sempre ammesso che tu ce l’abbia- e dimmi: in quali momenti della giornata, solitamente, io e Finn non siamo insieme? >> La schernì la bionda, guardandola con sufficienza.
<< E secondo te io non ho niente di meglio da fare che star a vedere i vostri programmi quotidiani? >> Sbottò la mora, mentre inceneriva con lo sguardo un ragazzino del secondo anno che l’aveva fissata per qualche istante di troppo.
<< Sai com’è, visto che stai sempre ad origliare le nostre conversazioni! >> Abbaiò Quinn, improvvisamente furiosa al ricordo dell’ amica –se mai si poteva definire tale- che la prendeva in giro per qualche cosa che s’illudeva di aver detto, in situazioni più o meno intime, al suo ragazzo.
<< Tks, ancora questa storia? Te l’ho detto, ci ho provato a spiarvi ma alla fine eravate così noiosi che non ne valeva neppure la pena. Sai quante ore di sanissimo sesso mi hanno fatto perdere quei pedinamenti? >>
<< Adesso sei anche una stalker?! >>
<< Se lo fossi davvero saprei dov’è il tricheco e non starei qui a sprecare fiato –e un’altra occasione di andarmene nello sgabuzzino delle scope con Puck- con te >>. Rispose la latina con ovvietà, facendo sbuffare l’altra purosangue sonoramente.
<< E’ al campo di Quidditch. Oggi i Grifondoro hanno i provini >>.
Santana si fermò tanto improvvisamente da costringere Quinn a tornare indietro di qualche metro:
<< Che accidenti ti ha preso? >> Strillò, confusa dal gesto dell’altra.
<< La plebaglia ha i provini e il mago panzone li sta monitorando >>. Ripeté con lo sguardo vago, quasi stesse elaborando lentamente le parole.
<< E’ quello che ti ho appena det- ehy! Non chiamarlo in quel modo! >> Esclamò l’altra di risposta.
<< Andiamo >>. Disse secca la Lopez, avviandosi verso il parco di Hogwarts.
<< Dove?! >> Urlò Quinn, faticando a starle dietro visto il passo improvvisamente rapido e deciso.
<< Al campo da Quidditch, ovvio! >>
<< Santana, no! È vietato spiare le altre squadre >>. Le ricordò Quinn, afferrandola con forza per la manica della camicia, costringendola a fermarsi e a girarsi.
<< Lascia che ti ricordi un po’ di cose, Fabray, va bene?
1- Strattonami un’altra volta per la manica della camicia e ti ritroverai trasformata in una lucertola ancora prima di esserti resa conto di avermi sentita pronunciare l’incantesimo;
2- I provini sono aperti, proprio per permettere a noi delle altre squadre di valutare i nuovi giocatori prima dell’inizio del campionato;
3- Non voglio mica spiarli! Cosa ci sarebbe da spiare, la Berry che cade dalla scopa e si rompe quel nasone? Semplicemente non voglio perdermi quello spettacolo che darà il tuo ragazzo facendo stare tutta quella pancia su una firebolt! >> Riassunse, illuminandosi sull’ultimo punto, poco prima di correre via per non perdersi neppure un ulteriore istante di quelli che si prospettavano dei provini da sbellicarsi dalle risate.
Quinn rimase interdetta qualche istante, prima di rendersi conto di una cosa che le era rimasta oscura fino a quel momento:
<< La Berry?! >>


<< Rachel Barbra Berry! >>. Sentire la voce di Finn pronunciare il suo nome fece venire il batticuore a Rachel, che spostò il peso da una gamba all’altra per un paio di volte e poi si guardò un’ultima volta nello specchio dello spogliatoio prima di uscire all’aperto e di addentrarsi nell’immenso campo da Quidditch, dove volteggiava l’Hudson.
<< Ciao! Sono Rachel Berry e faccio il provino per il posto di Cacciatrice della squadra di noi straordinari Grifondoro. Ruolo che ritengo di fondamentale importanza e di assoluta nobiltà in quanto uno dei più antichi e- >>.
<< Grazie ma, sappiamo la storia del Quidditch >>. L’interruppe dolcemente e, imbarazzato, Finn. Conosceva Rachel solo di vista: condividevano diverse lezioni e sicuramente si erano incontrati più volte nella Casa Comune ma non avevano mai tenuto una conversazione e il ragazzo non faticò neppure ad immaginarne una in cui avrebbe parlato solamente lei.
Rachel rimase scossa e leggermente interdetta: il suo piano stava andando a rotoli ancora prima di un vero e proprio inizio! Secondo i suoi piani avrebbe fatto una figura così strabiliante nel ripetere tutte quelle noiosissime date e quegli inutili avvenimenti opera dei Cacciatori del passato che Finn le avrebbe dato il ruolo anche senza il bisogno vero e proprio di montare un manico di scopa. Chissà, magari l’avrebbe anche invitata a sedere con lui a cena!
<< E poi… abbiamo appena affidato l’ultimo e unico posto da Cacciatore ancora disponibile a Rory Flanagan >>.
No, decisamente non si sarebbe seduta al suo fianco, quella sera a cena.
<< Che cosa? Ma mi sto preparando a questo ruolo praticamente da tutta la vita! >> Esclamò con teatralità la mora, sperando di convincerlo almeno con le sue lacrime sceniche.
<< Mi dispiace. Puoi sempre ritentare l’anno prossimo! >> Esclamò Finn, sinceramente dispiaciuto.
Non poteva andare così, “ritentare l’anno prossimo” non era tra le risposte possibili. Rachel Berry doveva entrare in squadra. Rachel Berry doveva mettersi con Finn Hudson. Rachel Berry non avrebbe aspettato un altro anno!
<< Mi offro volontaria come Cercatrice! >> Esclamò improvvisamente, facendo sbiancare Kurt e Chandler sugli spalti.
<< Le avevo detto di non leggere Hunger Games! >> Sbottò l’Hummel, portandosi le mani al volto mentre immaginava la ragazza volare giù dalla scopa dopo un vano tentativo di emulare le gesta di Blaine di qualche giorno prima. Chandler si ritrovò a dargli della pacche sulla schiena, comprensivo.
<< Guarda il lato positivo: almeno non sa usare arco e frecce >>.

<< Saresti davvero in grado di ricoprire quel ruolo? >> Finn si avvicinò a Rachel molto più interessato e la diva iniziò a ripetersi mentalmente che non poteva assolutamente permettersi di fallire, che se solo quella frase aveva attirato così tanto l’attenzione di Finn, il boccino d’oro stretto dalle sue mani l’avrebbe resa praticamente il suo sole.
<< Ovviamente >>. Disse secca afferrando senza esitazione la Firebolt del ragazzo e sollevandosi lentamente da terra.
<< Quello è il mio manico di scopa! >> Le ricordò l’Hudson, un po’ perplesso.
<< Scusami, ma credo che una Firebolt sarà una scopa migliore della mia per questo provino >>.
Il ragazzo si ritrovò ad annuire con un sorriso, forse un po’ di determinazione avrebbe fatto bene alla sua squadra.
<< Pronta? >> Chiese poco dopo, sul punto di liberare il boccino d’oro.
<< Sono nata pronta >>. Rispose la Berry, infilando un paio di occhiali da volo e lanciandosi verso il cielo appena un istante prima che la piccola sfera alata venisse liberata.
Rachel non sapeva molto del Quidditch, anzi non ne sapeva praticamente niente. Aveva assistito a qualche partita dal momento che Finn era entrato in squadra, l’anno prima, ma seguendo veramente poco il gioco in sé… essendo attratta da altro. Aveva studiato qualcosa a riguardo poco prima di recarsi al campo per il provino: ricordava che il ruolo del Cercatore era quello di prendere il boccino d’oro e che in qualche modo questo lo rendeva un giocatore di fondamentale importanza. Niente di più. Niente di meno.
In quell’occasione se lo sarebbe fatto bastare.
Era bravissima in tutte le materie, volo compreso –per quanto potesse essere importante saper volare in quella scuola se non eri un giocatore di Quidditch-, doveva solamente unire le sue capacità di volo a quelle mentali e riuscire a prevedere le mosse del boccino e quelle di eventuali avversari che avrebbe incontrato in una partita vera.
Smise di salire solamente quando si ritenne abbastanza in alto da poter avere sotto un’unica visuale l’intero campo: sarebbe bastato il più piccolo movimento, il minimo bagliore. Ad attirare la sua attenzione, però, non fu un qualche movimento improvviso nel campo, bensì un ronzio alle sue spalle.
Con un prontissimo giro della morte si lanciò all’inseguimento del boccino, imitando ogni singolo movimento della piccolissima sfera d’oro: ci fu prima una lunga discesa in picchiata, poi una corsa ad appena venti centimetri dal terreno ed infine un inaspettatissimo slalom tra le colonne di legno che tenevano in piedi le tribune.
Contrariamente a quanto avrebbe potuto fare, Rachel preferì seguire ogni singolo movimento del boccino anziché tagliare a dritto nel lato interno sotto le tribune: preferiva percorrerle in alternanza piuttosto che aggirarle correndo su un rettilineo che avrebbe potuto distrarla dal suo reale obbiettivo. Il boccino sterzò improvvisamente e la ragazza non si fece sfuggire l’occasione, dopo averlo imitato si lanciò dalla scopa con le braccia protese, ruzzolando per un paio di metri una volta riatterrata sul campo.
<< Rachel! >> Kurt fu il primo a precipitarsi sul campo per soccorrere l’amica, venendo presto imitato da Finn e da Chandler, mentre sugli spalti più alti della tribuna dedicata ai Serpeverde Quinn e Santana si godevano ridendo la scena.
<< Ehy, tutto bene? >>
La voce del capitano dei Grifondoro riscosse la Berry dal suo stato confusionario dovuto alla caduta, dandole un po’ di forza per rialzarsi in piedi.
<< Fortuna che avevi le ginocchiere, altrimenti ti saresti fatta un bel po’ male! >> Esclamò il ragazzo, che l’aiutò a sostenersi.
<< Se vuoi puoi andare in infermeria per una visita rapida, anche se non penso tu abbia nulla di rotto. Comunque non preoccuparti, il ruolo di Cercatore è il più difficile e in pochi riescono a soddisfare i requisiti necessari per- >>.
Finn venne interrotto dalla mano di Rachel, che gli sventolò davanti al volto, senza la minima esitazione, il boccino d’oro. Lo stringeva tra il pollice e l’indice, in maniera delicata ma decisa.
<< Non ci credo >>. Biascicò Kurt, poco prima di cadere a terra svenuto.
<< T-tu… tu hai… >>. Balbettò Chandler, sconvolto.
<< Hai appena battuto il record mondiale: hai afferrato il boccino d’oro in appena 6 minuti e 43 secondi! >> Concluse l’Hudson, scioccato, meravigliato e orgoglioso.

<< Chi l’avrebbe mai detto, la nana è molto più brava di te, Fabray >>. Constatò Santana, che seppur seccata dalla nuova minaccia che rappresentavano i Grifondoro, provava un bel po’ di soddisfazione personale in quel momento.
<< Non. Dire. Una. Parola. Lopez >>.


Erano passati cinque giorni da quando Rachel era diventata ufficialmente Cercatrice dei Grifondoro, ricevendo non solo il privilegio di poter sedere vicino a Finn tutte le volte che voleva, ma anche quello di essere allenata privatamente dal ragazzo, che assisteva con stupore ai suoi impressionanti progressi.
Se la prima volta che Rachel Berry aveva inseguito ed afferrato il boccino d’oro era potuta sembrare una forza della natura, adesso era un vero e proprio spettacolo, era così precisa e così veloce che spesso doveva essere l’Hudson a pregarla di ritardare di qualche minuto per poter permettere agli altri giocatori di poter partecipare almeno un po’.
Will aveva parlato a lungo con Figgins ed era riuscito ad ottenere un’ora extra di allenamento settimanale esclusivamente per Rachel e Finn, il tutto all’oscuro di Sue e dei Serpeverde, naturalmente. La notizia, però, era circolata velocemente e la Sylvester anche aveva combattuto per delle ore extra, ottenendone due riservate al suo capitano.
<< Ehy Berry, sei uno schianto oggi! >> Esclamò un Grifondoro del settimo anno, incrociando Rachel e Kurt per un corridoio.
<< Grazie… >>. Biascicò la ragazza, imbarazzata dalle inaspettate attenzioni.
Ormai era una sorta di celebrità, si parlava dei suoi record di continuo eppure ancora non si era abituata a questa “nuova vita”… per quanto potesse amare il fatto di essere costantemente sotto i riflettori, ovvio.
<< Sai Rachel sono davvero molto contento per te! E non lo dico solo perché da quando sei Cercatrice dei Grifondoro i Serpeverde non sanno più se doversela prendere con noi o con i Tassorosso e perché non mi lanciano più la burrobirra… ma soprattutto perché te lo meriti, davvero! Hai dimostrato il tuo valore e hai fatto vedere che non importa se si è Purosangue o Nati Babbani, che alla fine siamo tutti uguali >>.
La ragazza sorrise a quelle parole e fece per rispondergli quando l’amico l’interruppe poco dopo aver gettato una rapidissima occhiata al suo orologio.
<< Accidenti! Che ora si è fatta, devo proprio andare al campo… ci vediamo a cena, ok? >> Disse, facendo per allontanarsi ma venendo prontamente bloccato dall’amica.
<< Non sono l’unica a cui le cose stanno andando molto bene, eh Kurt? >> Notò con un largo sorriso la mora, mentre l’Hummel diventava paonazzo.
<< Vai sempre a vedere gli allenamenti dei Tassorosso e ti vedo spesso in compagnia di un certo ragazzo del quinto anno… >>. Aggiunse senza perdere né il sorriso né la malizia.
<< E va bene! E va bene! >> Si arrese Kurt << Io e Blaine ci stiamo “sentendo” >>. Annunciò con un sorriso.
La Berry sorrise ancor più genuinamente e prese a saltellare sul posto, eccitata << Sì! Lo sapevo! >> Esclamò, felice.
<< Forse avevi ragione tu, sta arrivando anche il mio momento di essere felice >>. Confessò Kurt con un sorriso dolce.
<< Ancora non hai imparato? Io ho sempre ragione! E adesso va’, non voglio che tu ti perda il tuo bellissimo Tassorosso che gioca a Quidditch! >> Lo spinse via, contentissima per lui.
Lo meritava. Dopo tutto quello che gli avevano fatto passare, Kurt meritava davvero una persona con cui essere sé stesso e poter essere felice tutta la vita. Si avviò con un sorriso verso la biblioteca, venendo improvvisamente bloccata da una voce che non credeva si sarebbe mai potuta rivolgere a lei.
<< Devi piantarla >>. Disse semplicemente, arrivandole come una coltellata dritta alla schiena.
Si girò lentamente e vide la Serpeverde uscire dalla penombra, probabilmente era lì da un po’ e stava aspettando il momento giusto per poterle parlare.
<< Mi seguivi? >> Chiese Rachel, ingenuamente.
<< Che vuoi che t’importi? Non sono qui per un’allegra chiacchierata, Berry >>. Ringhiò, avvicinandosi lentamente, con i fianchi che ondeggiavano e i capelli biondi stretti nella solita coda di cavallo che la Sylvester imponeva a tutte le sue giocatrici di Quidditch.
Quando finalmente fu a meno di un metro da lei, illuminata dalla stessa candela che illuminava il suo volto, Rachel poté guardarla bene per la prima volta e l’unica cosa che si ritrovò a pensare fu che si ritrovasse davanti ad una creatura semplicemente meravigliosa: la pelle liscia e curata era priva della più minima imperfezione, era alta e con delle forme invidiabili, si muoveva con fierezza e tutto nel suo abbigliamento era così ordinato e perfetto da far sembrare la sua uniforme diversa da quella di tutti gli altri studenti, le labbra carnose non avevano nemmeno una piccola screpolatura dovuta al vento –ed, essendo Cercatrice, di vento in faccia ne beccava sicuramente un sacco-, le sopracciglia perfette rendevano il suo sguardo ancora più distante e sarebbe stata decisamente inumana non fosse stata per la sofferenza nei suoi occhi. I suoi occhi verdi, profondi, furbi, incantatori… la tradivano per un velo di tristezza, un velo a malapena percettibile ma che confermava il fatto che anche lei aveva sofferto e soffriva per qualcosa.
Una sofferenza che, se captata, faceva capire che anche Quinn Fabray si poteva spezzare.
La più bassa distolse lo sguardo per prima, biascicando in risposta un << Che volevi, allora? >>.
<< Volevo avvertirti. Sta’ lontana dal mio ragazzo se non vuoi vedertela con me! >>. Ringhiò, avvicinandosi pericolosamente con la bacchetta in mano, costringendo la mora ad appiattirsi contro la parete più vicina.
<< Io non sto facendo assolutamente nulla al tuo ragazzo, si da’ il caso che siamo nella stessa Casa e che mi stia allenando per il Quidditch! Potevi farti smistare tra i Grifondoro! >> Ribatté Rachel, decisa a tenerle testa.
<< Forse la tua testolina non sa che il cognome Fabray viene prima di Hudson, comunque non mi sarei mai fatta smistare nel vostro patetico gruppetto di sangue marcio! Piuttosto Finn avrebbe dovuto supplicare il Cappello Parlante di smistarlo tra i Serpeverde, visto che è noto che suo padre fosse stato uno di noi. Oh, aspetta, sicuramente tu non lo sai visto che prima di qualche anno fa non sapevi neppure cosa fosse un Serpeverde! >> La schernì la bionda, giocando pesantemente sull’unico punto debole dell’altra.
Rachel rimase per qualche istante interdetta, poi decise che non si sarebbe fatta sottomettere da Quinn Fabray… nonostante fosse Quinn Fabray.
<< E con questo? A me sembra che Finn stia comunque passando molto più tempo con me con te, ultimamente. Non eravate fidanzati, una volta? >> L’attacco, con altrettanta pesantezza.
<< Attenta a te, sangue marcio, stai per superare un limite. Un limite che non deve essere assolutamente superato >>. La minacciò la Serpeverde, con gli occhi ridotti a due spilli
<< Oh, ma sul serio?! >> Chiese con falsa innocenza l’altra, spingendola leggermente così da avere più spazio.
<< Uff, non respiravo più con tutto quel peso addosso! >> Sbottò poco dopo, sistemandosi i capelli e ritornando al centro del corridoio.
<< Stai insinuando che sono grassa?! >> Squittì Quinn, punta su un nervo scoperto.
<< Assolutamente. Ma sai com’è, credo che il peso sia proporzionale all’altezza, magari Finn potrebbe preferire qualcuno di più minuto e leggero… non credi? >> Ghignò la mora, voltandole le spalle e ritornando finalmente sui suoi passi << Ci vediamo in giro, Quinn Fabray >>. Concluse.
<< Oh no, non così in fretta! Stupeficium! >>.
<< Protego! >>
Se Quinn era stata rapida nell’afferrare la bacchetta e lanciare l’incantesimo, Rachel lo era stata ancora di più e non aveva concesso alla bionda neppure quella soddisfazione.
<< Non si possono ingaggiare duelli non autorizzati all’interno delle mura scolastiche, cerca di ricordarlo la prossima volta o potresti finire nei guai! >> L’avvisò la Berry, facendo per andarsene nuovamente.
<< Ma una partita di Quidditch sì >>. Ringhiò la Fabray, furiosa dall’esito di quella discussione.
<< Il regolamento dice di no >>. La corresse la mora.
<< Il regolamento dice di no >>. L’imitò la bionda prima di continuare << Te la fai addosso, Berry? O non vuoi che io ti veda piangere quando verrai schiacciata? >>.
La più bassa si riavvicinò a grandi falcate e puntò i suoi occhi in quelli dell’altra << Rachel Berry non si tira mai indietro. Dimmi ora e giorno, i Grifondoro saranno lì >>.
<< Domani. Al tramonto. Avvisa i professori e sei morta, Berry >>.
<< Stessa cosa per te, Fabray >>.


<< Perché continuo a pensare che sia una pessima idea? >> Ripeté per la decima volta Kurt, mentre si trascinava a fatica dietro la squadra dei Grifondoro, che si dirigeva al campo come stabilito.
<< Taci, finocchio >>. Ringhiò Karofsky, prima di rivolgersi a Finn guardando trucemente sia lui che Rachel, mentre si trascinava dietro la scopa << Hudson sei il capitano, spiegami perché dai retta a questa novellina! >>.
<< Innanzitutto Rachel fa parte della squadra, David, poi smettila di rivolgerti così a Kurt perché è suo amico, infine… devo capire cosa ha in mente Quinn >>. Rispose il ragazzo con calma ed autorità, senza voltarsi neppure per guardarlo in volto.
<< Gelosia. Succede alle fidanzate con scarsa autostima >>. Riassunse Rachel, pungente.
<< E dai Rachel, non parlare di lei in quel modo. Capisco che sia stata poco carina, ma è sempre la mia ragazza >>. La riprese Finn, improvvisamente incapace di imporsi.
<< Va bene, come ti pare >>. L’assecondò la Berry.
<< Fermi un attimo! >>. Esclamò Rory, poco prima di porsi davanti a Rachel per squadrarla attentamente.
<< Tu vorresti tener testa a Quinn Fabray con una Nimbus 2000? >>
<< Cos’ha che non va la mia scopa? >> Ringhiò la ragazza, offesa dalla sfacciataggine del nuovo arrivato.
<< E’ esattamente quello che le dicevo io! >> S’intromise Kurt, suscitando l’ira della ragazza << Non può assolutamente tenere testa agli altri cercatori, in primis a Quinn –e a Blaine- con quel manico di scopa! >>.
<< Sta’ zitto, Kurt >>. Lo riprese brusca la mora, guardandolo truce.
<< Mi dispiace Rachel… ma Kurt e Rory hanno ragione, per quanto tu possa essere brava la tua scopa ti penalizza >>. Spiegò cautamente Finn, conscio di andare a toccare un tasto dolente.
<< Ne riparleremo quando avrò il boccino in mano! >> Esclamò stizzita la ragazza, prima di entrare nel campo in testa al gruppo.
I Serpeverde erano già lì, sfrecciavano sul campo con le uniformi perfette e gli sguardi concentrati; solo Quinn, Puck e Santana non erano sul loro manico di scopa, semplicemente perché erano in piedi ad attendere i rivali con le braccia conserte.
<< Fortuna che ti avevo detto di non avvisare nessuno! >> Ringhiò Quinn, lanciando a Rachel un’occhiata eloquente.
<< Oh, andiamo, Kurt è innocuo! >> Si giustificò subito Rachel.
<< Inventane un’altra. Il tuo amichetto ha sparso la voce >>. Abbaiò Puck, con gli occhi ridotti a due fessure e i denti digrignati.
<< Ma che cav- >>.
<< Rachel… >>. Quello di Finn fu un sussurro, ma bastò a bloccare la ragazza che, finalmente, si guardò intorno: le tribune erano piene di studenti di tutte le età e di tutte le Case, i professori sedevano tra loro e un arbitro era al centro del campo.
<< E’ una partita in piena regola >>. Annunciò Santana.

<< Sei stato tu?! >> Sbottò Rachel, lanciando delle occhiate assassine a Kurt.
<< I-io… potrei aver accennato qualcosa a Blaine e… a Chandler e… >>. Balbettò il ragazzo, in seria difficoltà.
<< Lo sapevo! Mai fidarsi dei finocchi, mai! >> Sbottò Dave, lanciando per terra la sua Firebolt.
<< Va’ in tribuna Kurt, non è colpa tua… non hai fatto niente di male >>. Finn lasciò tutti di sasso, di certo nessuno aveva previsto che potesse reagire in quella maniera e difendere un ragazzo che aveva sempre o ignorato o deriso.
<< Amico, che ti ha preso? Spaccagli la faccia! >> Lo incitò Puck, sbattendo un pugno contro il palmo dell’altra mano.
<< Non oggi, Noah. Siete voi i miei nemici, adesso >>. Ghignò l’Hudson, con un sorriso di sfida.
<< Speravo lo dicessi! >> Ribatté Puckerman, afferrando la sua scopa, venendo presto imitato dalle compagne.
<< Un momento! Da quando lei è un Battitore? >> Chiese Finn, notando Santana con una mazza in mano.
<< Da quando la Direttrice Sylvester ha deciso così! >> Ribatté la Fabray, facendola sembrare la cosa più ovvia del mondo.
<< Ma… Quinn è sleale! Sai che la squadra avversaria ha diritto di conoscere almeno  i ruoli di quella contro cui si andrà a scontrare: voi conoscevate i nostri! >> Esclamò l’Hudson, sconvolto dall’inaspettata novità.
<< Problemi, panzone? Non ti piacciono i fuori programma o sai già che neppure tutto quel lardo che ti porti dietro riuscirà a proteggerti dai miei bolidi? >> Ringhiò la Lopez, con un ghigno divertito in volto.
<< Sai, ho sentito che è lo stesso difetto delle tue tette >>. Ribatté Rachel, suscitando le risate dei suoi compagni di squadra.
<< Taci nana o ti ritroverai con la testa conficcata nel terreno prima dell’inizio della partita! >> Abbaiò l’Ispanica, che venne trascinata via da Puck prontamente… giusto per evitare che ci scappasse il morto e che i Serpeverde venissero squalificati.
Il primo fischio della Coach Beiste fece mettere tutti in posizione e al secondo la partita iniziò.
La stagione del Quidditch sarebbe cominciata solo diverse settimane più tardi e sicuramente quest’incontro tra le due Case rivali per eccellenza era stato un piacevolissimo fuori programma per tutti gli studenti.
Quinn e Rachel si ritrovarono in un baleno alla stessa altezza, entrambe alla ricerca del boccino d’oro; la mora era bravissima ad individuarlo ma questa era la sua prima vera partita e sicuramente tutte quelle figure sotto di lei che si muovevano e si lanciavano pluffe e bolidi non l’aiutavano sicuramente: tutte quelle sfere che saltavano da una parte all’altra le stavano facendo venire la nausea.
<< Paura Berry? >> La schernì la Fabray, sfrecciandole accanto con estrema semplicità, atteggiandosi in maniera più che evidente.
La Grifondoro si sforzò di ricacciare indietro il groppo che le era salito alla gola e  si affrettò a raggiungerla portando al massimo delle sue possibilità la Nimbus 2000:
<< Ti piacerebbe! >> Esclamò con decisione, superandola e gettandosi a capofitto verso il basso. Quinn non se ne accorse subito, le servì qualche secondo per capire che Rachel aveva visto il boccino d’oro e che quello non era affatto un bluff. La partita era cominciata da appena venti minuti e il vantaggio dei Serpeverde era minimo: se i Grifondoro avessero vinto lei sarebbe diventata lo zimbello della scuola.
Con uno scatto fulmineo si lanciò all’inseguimento, raggiungendo senza troppe cerimonie la rivale, grazie alle potenzialità del suo straordinario manico di scopa.
<< Sai, forse dovevi dar retta al tuo amichetto Irlandese e prendere una Firebolt! >> La prese in giro, mentre la superava di qualche decina di centimetri.
<< E tu dovresti farti spiegare che le Nimbus 2000 sterzano più facilmente! >> Ribatté poco prima di compiere una manovra improvvisa, dovuta ad un cambio di direzione inaspettato da parte del boccino. La ragazza accelerò ed iniziò a mollare la presa di una mano dal suo manico di scopa, pronta a lanciarsi per prendere la piccola sfera alata.
<< Santana! >>
Quinn non aveva neppure finito di gridare aiuto che la Lopez aveva già scagliato un violentissimo bolide contro Rachel, spezzando parte del manico e destabilizzandola. Quinn approfittò del tempo che la nemica spese per tentare di tornare in equilibrio per superarla e portarsi al comando della situazione. Il bolide scagliato dalla Serpeverde aveva spezzato gran parte della parte superiore della Nimbus 2000 di Rachel, che adesso non aveva più un appoggio per le mani. Tentò il tutto per tutto, mettendosi in piedi sulla sua scopa così come aveva sentito avesse fatto Blaine, tentando di cavalcarla come facevano i surfisti Babbani con le loro tavole sulle spiagge di Los Angeles, non le riuscì particolarmente difficile, ma sicuramente era una pozione ottimale. Si affrettò a raggiungere Quinn e proprio quando fu al suo fianco, molto più pronta della bionda a saltare per afferrare il boccino, la Fabray diede un calcio alla sua scopa facendole perdere il controllo e lasciando che si schiantasse a terra, mentre la partita veniva vinta dai Serpeverde.


<< E con questo direi che il messaggio ti è arrivato forte e chiaro: giù le mani da ciò che è mio, Berry! >> Gridò Quinn, poco prima di volare via acclamata da tutta la sua squadra.
I Grifondoro al completo, seguiti da altri amici, furono presto attorno a Rachel che era rimasta allungata sul campo, immobile.
<< Ecco cosa succede nell’avere una donna nella squadra! >> Sbottò Karofsky prima di allontanarsi a passo sostenuto verso gli spogliatoi.
<< Rachel stai bene? >> Il professor Schuester era piegato sulla sua alunna che, fortunatamente, non era troppo in alto quando era caduta dalla sua scopa.
<< C-credo di sì, ma immagino avrò un bel bernoccolo domani >>. Constatò la ragazza, che venne fatta sedere da Finn e Mercedes.
<<  Mi dispiace, Finn. Sono stata sciocca ad accettare una sfida senza prima consultare te o anche lei, professore >>. Aggiunse poco dopo, mortificata.
<< Sei stata bravissima, davvero, non devi scusarti di nulla. Sono cose che capitano! Con un po’ più di allenamento… >>. Finn venne interrotto da Kurt, che prontamente prese le difese dell’amica.
<< Quinn ha imbrogliato >>.
<< Che cosa? >> Sbottò l’Hudson.
<< Sì. Ha dato un calcio alla scopa di Rachel ed è contro il regolamento >>. S’intromise Blaine, indicando una riga precisa del manuale di Quidditch.
<< No, vi sbagliate, Quinn non farebbe mai… >>
<< L’ho vista anche io, Finn. Mi dispiace, ma dovrò fare rapporto al preside Figgins >>. Concluse Will, alzandosi in piedi e avviandosi a passo deciso verso l’edificio scolastico.
<< Beh, guardiamo il lato positivo: Rachel dovrà per forza comprare un nuovo manico di scopa! >> Esclamò Rory, provocando le risate del resto del gruppo mentre la Berry si voltò a guardare sconvolta la sua bellissima Nimbus 2000 che ormai era ridotta ad un ammasso di legna da ardere.
<< La mia povera Barbra! >>

-L'angolo di Kengha-
Ed ecco qui il quarto capitolo in cui mi sono divertita a mettere la storica citazione di "Harry Potter e la Camera dei Segreti" e aggiungendo anche un riferimento ad Hunger Games, altra saga che adoro :)
Non credo ci sia molto altro da dire... se non "a presto col capitolo 5"! 

Besos

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Capitolo 5
*** Incontri ***


Incontri

<< Ti scaldi per così poco riccioli d’oro, non immagino neppure cosa farai quando inizierà il campionato! >> Ghignò Sue soddisfatta, mentre camminava a passo sostenuto al fianco di Will verso l’ufficio del Preside Figgins.
<< Non mi sarebbe interessato se aveste vinto la partita correttamente! >> Ribatté serissimo Schuester, arrestandosi solamente perché ormai di fronte all’enorme grifone di pietra, Holly gli aveva detto la parola d’ordine il primo giorno di scuola e nonostante non fosse proprio usuale non l’aveva più dimenticata dopo che la Tassorosso gliene aveva offerto un bicchiere.
<< Arak Rayan >>.  Pronunciò fermamente, osservando poi la statua di piena girare lentamente su sé stessa e spostarsi per rivelare il passaggio per raggiungere l’ufficio.
<< E poi si lamenta della dipendenza adolescenziale, lui e il suo stupidissimo alcolico indiano >>. Ringhiò tra sé e sé la Direttrice dei Serpeverde, scendendo per prima le scale.
Solo quando furono entrambi nell’ufficio si resero conto che il preside Figgins non fosse presente e dunque rimasero a lanciarsi delle occhiate cagnesche senza scambiarsi neppure una parola, lasciando che i loro sguardi di ghiaccio infuocati parlassero al loro posto.
<< Nemmeno un mese e già siete diventati peggio di Sibilla e Minerva! >> Esclamò improvvisamente Figgins, richiamando l’attenzione di entrambi che slacciarono i loro sguardi solamente per voltarsi e rivolgergli chi un’occhiata d’ammirazione e chi una di disprezzo.
<< Buon pomeriggio signor preside >>. L’accolse Will con un sorriso presto ricambiato dall’uomo, che si allontanò giusto un istante per arrotolare e riporre il suo tappeto volante in un angolo della presidenza.
<< Salve a te William! Sue, qual è il problema, stavolta? La signorina Fabray ha perso tre minuti di allenamento? >> La prese in giro il principale, facendole arricciare il labbro superiore e ridurre gli occhi a due spilli.
<< Non provocarmi >>. Sibilò con le sopracciglia aggrottate.
<< Signor preside a dire il vero siamo qui sotto mia richiesta… e comunque ha indovinato: c’entra la signorina Fabray >>. Spiegò Schuester, cercando di evitare una sfuriata ancor prima di aver illustrato le motivazioni del litigio.
<< Capisco, cosa è successo? >> Domandò con tranquillità l’altro, sedendosi sulla sua poltrona con le mani intrecciate sullo stomaco.
<< Il novellino non sa perdere >>. Riassunse Sue secca, senza degnare neppure di uno sguardo William, sconvolto.
<< Non è affatto vero! >> Si difese, infatti, prontamente << Voi avete imbrogliato! Avete disarcionato la mia cercatrice con un calcio, provocando una caduta di non indifferente pericolosità! >> Riassunse, stizzito.
<< A me pare che la nanetta stia bene >>. Ribatté l’altra.
<< Cercate di farmi capire qualcosa, per favore? >> Domandò Figgins, tentando di sovrastare con la voce quelle dei due professori, che erano già pronti a venire alle bacchette.
<< Sì, mi scusi. Durante la partita di Quidditch svoltasi ieri, due delle giocatrici dei Serpeverde hanno giocato un po’ troppo ecco beh… diciamo che erano fin troppo coinvolte. La Battitrice Santana Lopez e la Cercatrice Quinn Fabray hanno prima spezzato la scopa alla mia nuova giocatrice Rachel Berry e poi spinta a terra quando era ormai pronta a prendere il boccino d’oro. Ed è contro il regolamento! >>.
<< Balle! >> Tuonò Sue << Era una tecnica utilizzata e approvata nelle partite dei Gulag nel 1941 >>. Riassunse facendo comparire con un colpo di bacchetta un vecchio e impolverato libro Russo firmato da Doris Sylvester.
<< Mia madre e mio padre erano lì e approfittarono dell’occasione per scrivere questo interessantissimo manuale sulle regole più subdole e segrete del Quidditch. Capitolo 17, pagina 493, secondo paragrafo: un giocatore può disarcionare dalla scopa un giocatore della squadra avversaria. La famiglia ha diritto alla bacchetta in caso di morte >>.
<< Ma è orribile! >> Constatò scioccato Will, lanciando un’occhiata stralunata al preside Figgins, altrettanto scosso.
<< Sue queste regole… >> iniziò l’Indiano, che però venne prontamente zittito dalla donna.
<< Sai, proprio qualche giorno fa stavo sistemando le mie cose ed ho ritrovato degli interessantissimi ritagli di articoli Bengalesi e mi sono ricordata che è davvero un sacco di tempo che non faccio un salto al ministero >>. Ghignò, lanciando un’occhiata più che eloquente a Figgins, che sbiancò istantaneamente.
<< La ragazza sta bene? >> Balbettò, cercando di guardare Will, che annuì incerto.
<< Allora non posso fare nulla, mi dispiace. Niente danni, niente colpe! La scuola le darà una nuova scopa e le cure mediche di cui avrà bisogno. Per me è tutto >>. Concluse parlando quasi automaticamente, prima di scomparire in una nuvoletta di fumo dallo strano odore.
<< Quel fottutissimo incenso >>. Soffiò la Sylvester, scacciando con la bacchetta il fumo che le stava entrando nelle narici.
<< Che hai tra le mani? Lo ricatti? Sei davvero così debole da dover ricorrere a questi sporchi trucchetti pur di farla franca? >> Abbaiò Schuester, guardandola e sostenendo il suo sguardo senza il minimo timore.
<< Attento a te, William Ricciolo-Gelatinoso Schuester. Questo è il mio territorio, ricordatelo, se dovessi superare i confini sta’ sicuro che ti colpirò e ti scuoierò lasciando solamente le tue budella che saranno date in pasto a degli Ippogrifi che poi decapiterò e conserverò come trofeo nel mio ufficio >>. Spiegò a denti stretti, prima di fare dietrofront ed uscire dalla stanza.

Rachel era stata dimessa quella mattina dall’infermeria, la coach Beiste aveva insistito affinché la ragazza vi potesse passare la notte, così da essere monitorata in caso di un qualsiasi peggioramento. Fortunatamente, eccetto qualche livido e un bel bernoccolo, non aveva subito danni gravi e avrebbe potuto riprendere gli allenamenti di lì ad un paio di giorni. Kurt, Chandler e Blaine erano stati al suo fianco praticamente per tutto il tempo –anche se Kurt e Blaine più che guardare lei erano impegnati a fissarsi l’un l’altro-, contrariamente a Finn che non aveva più visto da quando era stata portata in infermeria. In cuor suo la ragazza aveva sperato che il compagno fosse andato a rimproverare la sua fidanzata per il comportamento scorretto sul campo da gioco, ma si era presto dovuta ricredere quando li aveva visti baciarsi nel cortile solo qualche ora prima.
S’incamminò a passo strascicato verso la biblioteca, sperando di trovare l’occasione di distrarsi anticipandosi la ricerca assegnatale dal professor Martinez. Si diresse abilmente nella sezione interessata ed iniziò a valutare i vari manuali, alla ricerca di quello più adatto alle sue esigenze.
<< Cercavi questo? >> Domandò una voce calda e suadente alla sue spalle. Una voce che, effettivamente, doveva aver sentito distrattamente in qualche occasione.
Quando la mora si voltò rimase per qualche istante a fissare il ragazzo che le si stava parando davanti, sorpresa: da che ne ricordasse aveva parlato forse una volta o due –pura circostanza- con Jesse St. James.
<< Già >>. Balbettò con un sorriso imbarazzato, prendendo lentamente il libro che il Corvonero le stava porgendo << Come facevi a saperlo? >> Aggiunse poco dopo, incuriosita.
<< Mike mi ha chiesto di riportarlo proprio poco fa ed ho notato che siete in classe insieme durante l’ora di Trasfigurazione del professor Martinez, che vi ha assegnato una ricerca per il prossimo Martedì >>.
<< Sì, decisamente un Corvonero >>. Sentenziò la Berry con un sorriso, ammirata.
<< Lo prendo come un complimento >>. Sorrise Jesse, con gli occhi chiari scintillanti.
<< Lo è >>. Confermò Rachel, avviandosi lentamente verso uno dei tavoli liberi della biblioteca. Dopo aver posato il tomo si concentrò sui suoi libri di scuola e sui suoi appunti, accuratamente ordinati e pronti per essere analizzati.
<< Ricordo benissimo questo capitolo >>. Constatò il ragazzo che, ancora alle sue spalle, aveva gettato delle rapide occhiate agli appunti della Grifondoro. Quando lei si voltò a guardarlo non poté fare a meno che sorridergli nuovamente: da quando un ragazzo del Settimo Anno, un ragazzo come Jesse St. James, era così interessato a lei?
<< Ti ho vista ieri, alla partita >>.
Ecco da quando.
<< Allora avrai visto anche la mia terribile caduta >>. Constatò con un filo di voce, imbarazzata al sol ricordo.
<< Ne ho viste di peggiori. E sicuramente non è stata colpa tua: abbiamo notato tutti quanti Quinn mentre ti spingeva giù; che rabbia sapere che non le faranno niente per questo! >> Sibilò irato, ben accorto a non alzare troppo il tono di voce per via del fatto che fossero in biblioteca.
<< Già >>. Biascicò lei con un sospiro, rattristata.
Se il suo intento era quello di dimenticare il giorno prima e la Fabray, con quelle parole il Caposcuola non la stava affatto aiutando. Impugnò una penna e provò con tutta sé stessa a concentrarsi sui paragrafi da studiare.
<< Hudson è un idiota >>.
Il sol nome di Finn le fece illuminare il viso e non poté continuare ad ignorare Jesse.
<< Perché? >> Si ritrovò a chiedere senza essersene bene resa conto, incuriosita dall’inaspettata confessione.
<< E me lo chiedi?! >> Sorrise St. James, sedendosi sulla sedia vuota al suo fianco poco prima di continuare:
<< Con una ragazza come te nella sua stessa Casa e nella sua stessa squadra va’ appresso a quell’oca di una Fabray >>.
La Berry sorrise senza accorgersene, l’appellativo appena usato da Jesse non le dispiaceva affatto.
<< E’ una purosangue, inoltre è anche molto carina >>. Cercò di spiegare Rachel. In verità stava cercando di spiegarlo più a sé stessa che al suo interlocutore.
<< Purosangue, Mezzosangue, Nati Babbani. Siamo tutti maghi alla fine! La purezza del sangue è una scusa che utilizzano le famiglie di maghi più antiche per conservare il loro perfetto pedigree. Tks, come se fosse importante! La grande battaglia di Hogwarts c’è stata più di vent’anni fa, c’è chi ha perso veramente tutto e poi ci sono le persone che hanno ancora il coraggio di attaccarsi a queste sciocchezze. Lo trovo davvero oltraggioso >>. Disse il ragazzo, visibilmente turbato dalla faccenda.
Jesse St. James era un Mezzosangue e questo non gli aveva mai creato alcun problema. I Serpeverde avevano spesso attaccato il suo papà Babbano ma lui non aveva mai reagito a quelle provocazioni, procurandosi un certo rispetto tra gli altri studenti. Era indubbiamente la persona più adatta ad essere Caposcuola, quell’anno.
<< Purtroppo non tutti la pensano come noi >>. Disse con un filo di voce Rachel, trovandosi pienamente d’accordo con tutte le sue parole.
<< Questo perché siamo circondati da codardi pronti ad additarti se sei un minimo diverso. Pronti a farti sentire inferiore. Ma sai che ti dico? Io quest’anno finirò la scuola e diverrò uno degli studenti migliori che Hogwarts abbia mai visto, farò vincere ai Corvonero la Coppa delle Case e sarò ricordato come un grande, alla faccia di quelli che hanno provato ad ostacolarmi e che finiranno sotto un ponte, a prescindere dalle loro discendenze! >>. Esclamò con enfasi e con voce un po’ troppo alta, totalmente coinvolto dalle sue stesse parole.
<< Arriverai lontano, ne sono certa. Sei il migliore qui dentro >>. Sorrise la mora, sinceramente felice.
<< Grazie, Rachel >>. Ricambiò lui, fissandola intensamente mentre le regalava un dolcissimo sorriso.
<< Ti va se ti do’ una mano a studiare? Cioè, non che tu ne abbia bisogno, figuriamoci, però è una buona occasione per passare del tempo insieme >>. Propose lui dopo pochi istanti di silenzio.
Lei si limitò ad annuire mentre spostava al centro il manuale e i suoi appunti, cercando di concentrarsi esclusivamente su di essi.
<< E comunque, tornando al discorso di prima, non hai nulla da invidiare alla Fabray >>. Concluse lui suadente, facendola arrossire.
Non aveva ancora capito bene quali fossero le intenzioni di Jesse… poteva essere seriamente interessato a lei? Era solamente un capriccio? Voleva che fossero amici?
Non lo sapeva.
Con un impercettibile sospiro, però, constatò che non era quello il problema. La vera domanda era:
“Rachel Berry è pronta a dimenticare Finn Hudson?”

Erano più o meno le sei di sera e Sam stava camminando lentamente lungo le rive del lago, ai margini della Foresta Probita. Si fermò un istante e dopo essersi accertato di non esser stato seguito da nessuno si addentrò nella foresta, camminando a passo deciso attraverso una strada invisibile solo a lui nota.
Dopo un paio di minuti di cammino sentì una leggera risata provenire dalla radura seminascosta che gli si apriva davanti; approfittò degli alberi per rimanere qualche istante in disparte ad osservare la sua compagna mentre accarezzava dolcemente un Ippogrifo.
Brittany passava la maggior parte delle sue giornate nella foresta, nessuno diceva nulla ma alla fine tutti quanti ne erano a conoscenza. Subito dopo pranzo, la ragazza scompariva per tornare solamente al calar del sole, qualche volta anche più tardi, verso l’ora di cena. Figgins aveva provato più volte, nel corso degli anni, a spiegarle che era proibito recarsi senza un’autorizzazione nella Foresta Proibita, anche Holly aveva provato a dissuaderla dall’andarci ma si sapeva: la Holliday era la prima ad avere un rapporto malsano con le regole e alla fine il patto era stato “non farti vedere e presentati agli allenamenti”.
Su questo la biondina era sempre stata impeccabile, aveva scelto una zona della foresta vicina il campo di Quidditch e non troppo distante dal lago, abbastanza nascosta ma semplice da ritrovare: non c’erano molte radure nella Foresta Proibita, inoltre quella della Pierce era “contrassegnata” da un albero cavo, dove la ragazza aveva trovato il cucciolo di unicorno ferito proprio l’anno prima.
Sam aveva trovato il posto dopo aver seguito di nascosto Brittany, l’anno prima, con l’estrema urgenza di parlarle. La ragazza era diventata troppo strana persino per lei e quando l’Evans aveva scoperto della malattia della madre non aveva esitato ad aiutarla.
<< Sai, mi ha sempre fatto sentire speciale il fatto di essere l’unico a sapere di questo tuo rifugio >>. Esordì il biondo, uscendo dall’ombra e sorridendo all’amica, che ricambiò felice.
<< Tu sei speciale >>. Confermò la ragazza, senza spegnere il sorriso.
Le si avvicinò e dopo un doveroso inchino all’Ippogrifo posò dolcemente una mano sul collo dell’animale.
<< E’ diventata davvero molto bella >>. Sorrise, senza smettere di guardare la creatura al suo fianco.
<< Piumargento è sempre stata bellissima! >> Esclamò risentita Brittany.
<< Hai ragione, ma in questo periodo lo è di più >>.
<< Io mi offenderei >>. Intimò la bionda all’Ippogrifo, lanciando un’occhiata a Sam.
<< Alisecco? >> Domandò il ragazzo, notando solo in quel momento l’assenza del secondo Ippogrifo di Hogwarts.
Alisecco Jr. era il figlio di quello che un tempo si era chiamato Fierobecco, -poi Alisecco- ed era materia di studio per gli studenti da praticamente cinque anni. Era elegante e fiero esattamente come il padre e aveva anche un bel caratterino, cosa che secondo Brittany era stata di fondamentale importanza per l’arrivo di Piumargento. La femmina dal piumaggio argentato era arrivata appena due anni prima e subito era diventata la protetta di Alisecco Jr. che non la perdeva mai di vista.
<< Sarà da queste parti >>.  Rispose la Tassorosso, allontanandosi dall’Ippogrifo e sedendosi a terra sotto un albero, seguita dall’amico.
<< Novità? >> Chiese il ragazzo, posando una mano su quello dell’amica per farle un po’ di coraggio, consapevole del fatto che la situazione fosse fin troppo complicata.
<< La situazione è stabile. Non so bene cosa significhi ma sicuramente non è un sinonimo di “bene” >>. Rispose Brittany cercando in tutti i modi di mascherare la tristezza.
<< Sì rimetterà >>. La rassicurò Sam, per niente sicuro delle sue parole.
<< Lo spero tanto >>. Biascicò la Pierce, posando la testolina sulla spalla muscolosa dell’amico. Il biondo sapeva che doveva essere forte per lei, che da quando si era resa conto della gravità della malattia della madre si stava spegnendo lentamente. Molti avevano paragonato Brittany ad un unicorno, per via della sua purezza e della sua innocenza, ma Sam la trovava molto più simile ad una candela. Una candela inconsumabile la cui fiamma rischiarava anche le notti più cupe e che portava la luce anche quando sembrava esserci solamente oscurità, ma fatta di una stabilità così precaria che un soffio di vento un po’ più forte degli altri sarebbe bastato a spegnerla per sempre.
Erano mesi che lui stava combattendo contro quel vento, che tentava di salvarla e proteggerla da quel soffio più forte che l’avrebbe fatta morire.
<< Io ci sarò sempre. Lo sai, sì? >> Volle accertarsi il ragazzo, cercando di darle l’ennesimo appiglio. Lei alzò la testa e si voltò a sorridergli malinconicamente, annuendo.
Rimasero immobili, in silenzio, per ancora molto tempo. Non avevano bisogno di parole, perché sapevano entrambi che sarebbero state inutili. Fu Brittany la prima a rompere il silenzio, quando ormai l’ora di cena era vicina:
<< Ormai è come se tu fossi diventato veramente mio fratello, ti prendi cura di me e mi proteggi. Sei una delle poche persone a non avermi chiamata stupida, forse l’unica. Per me significa molto, grazie Sam >>.
<< Stupido è chi lo stupido fa! >>. Esclamò il ragazzo con convinzione, in una mediocre imitazione di Forrest Gump. Sebbene fosse un Purosangue, Sam conosceva quel film, così come tanti altri, da quando era diventato così amico di Brittany aveva avuto numerose occasioni di andare nel mondo dei Babbani, che la ragazza sicuramente non aveva sprecato.
<< Lo ricordi ancora? >> Chiese la bionda, con gli occhi azzurri luccicanti.
<< E chi se lo scorda più! >> Rispose allegro l’altro, alzandosi in piedi con decisione. Poi porse una mano alla compagna e aiutò anche lei ad alzarsi.
<< E’ quasi ora di cena, sarà meglio tornare alla Casa Comune prima che ci diano per dispersi >>. Aggiunse poco dopo.
<< Dispersi? E’ un piatto che danno a quelli che vogliono mettere in punizione? >> Domandò la Pierce, preoccupata.
<< Non proprio Brit, non proprio >>. Sorrise Sam.

<< Con Rachel arriveremo lontano >>. Disse Finn mentre si metteva il maglioncino e si passava una mano tra i capelli ancora umidi: erano da poco rientrato dagli allenamenti e aveva chiesto a Rory di poter fare la doccia prima di lui, il Flanagan aveva immediatamente acconsentito.
<< Concordo, è un peccato che si sia persa l’allenamento di oggi >>. Rispose l’Irlandese.
<< Già, ma sta meglio: il professor Schuester mi ha detto che volevano tenerla sotto osservazione anche domani ma che si è rifiutata >>
<< Ha reagito nel modo giusto, Lady Fabray sicuramente non aspettava altro che vederla piangersi addosso… non avrà questa soddisfazione >>. Ghignò Rory, orgoglioso della compagna.
<< Non capisco perché ce l’abbia tanto con lei >>. Sbottò Finn, perplesso dal comportamento della sua ragazza.
<< Deve esser a causa di un tafferuglio non indifferente per averla obbligata a spingerla giù dalla scopa >>.
<< Quinn è troppo impulsiva, ma sicuramente non voleva farle del male >>. Tentò di giustificarla l’Hudson, che venne però bloccato dall’amico.
<< Perché non hai testimoniato? Eri l’unico che poteva fare qualcosa e invece sei corso dalla biondina come se fosse stata lei la vittima >>.
Lo sguardo di Rory era fermo e serio, Finn non l’aveva mai visto così. Certo, si era trasferito da poco ed era in squadra da appena una settimana, ma l’Irlandese si era sempre dimostrato aperto e giocoso.
Il Purosangue si ritrovò ad ammirarlo inconsciamente: lealtà e nobiltà d’animo. Era un vero Grifondoro e ci aveva messo davvero pochissimo a dimostrarlo; sicuramente –se la sua parola fosse valsa qualcosa- non avrebbe esitato ad aiutare la Berry.
<< Non c’è niente che possa fare >>. Mentì, fuggendo il suo sguardo.
<< Panzane! >> Esclamò l’altro, richiamando la sua attenzione per via del termine buffo << Avresti potuto incastrarla, lei e quella vipera della Sylvester! La verità è che hai così paura di apparire debole e di ritrovarti i Serpeverde contro che hai preferito scappare piuttosto che esporti >>. Ringhiò, frustrato dalla vigliaccheria dell’amico.
<< I-io… io non ti permetto di parlarmi in questo modo! >> Ribatté Finn, sperando di risultare più autoritario di quanto non si sentisse.
<< Altrimenti che mi fai? >> Lo provocò Flanagan.
<< Ti caccio dalla squadra! >> Urlò l’altro, avvicinandosi.
<< Non preoccuparti, stavo già pensando di andarmene. Non voglio un capitano così codardo a rappresentarmi >>. Sibilò guardandolo con gli occhi ridotti a due spilli.
<< Che succede qui? >> La voce squillante di Kurt echeggiò nella stanza e costrinse i due a tacere. L’Hummel arrivò accompagnato da Chandler ed entrambi avevano l’aria un po’ perplessa.
<< Niente, stavo giusto facendo due chiacchiere con Finn prima di andare a fare la doccia >>. Concluse Rory, prima di avviarsi verso il bagno.
<< E vedi di presentarti agli allenamenti di Sabato sennò sei fuori dalla squadra! >> Esclamò l’Hudson stizzito poco prima di sentir sbattere con prepotenza la porta.
Il Purosangue si lasciò cadere pesantemente sul letto, tentando di togliersi dalla testa le parole dell’Irlandese, con la consapevolezza che, tuttavia, avesse totalmente ragione.
<< Tutto bene? >> Azzardò Chandler, non erano mai stati in ottimi rapporti con Finn e con il gruppetto di Purosangue che frequentava i Serpeverde, però da quando Rachel era entrata in squadra questo si era dimostrato da subito molto aperto e disponibile. In un certo senso, Kurt e Chandler avevano iniziato a ritenersi suoi amici.
<< Sì, non preoccupatevi. Volevate dirci qualcosa? >> Chiese l’Hudson, rivolgendosi ai due compagni con un tono molto più calmo e accennando un sorriso.
<< Non proprio, stavamo solo controllando che fosse tutto ok, visto che mancate solamente voi a cena >>. Gli fece notare Kurt, con eloquenza.
<< Cazzo >>.

Quel Sabato mattina, quando Rachel entrò nell’aula di Divinazione, sentì subito gli sguardi di Quinn e Santana addosso. Di solito si limitavano ad ignorarla, o almeno così avevano fatto in tutti quegli anni, ma ormai era consapevole che essere la Cercatrice dei Grifondoro non la facesse apparire troppo simpatica agli occhi dei Serpeverde, che tra l’altro  già non la sopportavano.
Si sedette il più lontano possibile dalle due Purosangue, occupando i posti liberi accanto al suo per Mercedes, Kurt, Blaine e Chandler, sapendo che sarebbero arrivati di lì a poco.
Anche la professoressa Holliday era in ritardo, ma la cosa non era poi così sconvolgente visto che ormai era diventata un’abitudine, nell’aula c’era molto movimento e nonostante la confusione alla mora non sfuggirono la Lopez e la Fabray che si alzarono e le si avvicinarono prendendo posto rispettivamente alla sua sinistra e alla sua destra.
<< Scusate ragazze, ma questi posti sono occupati >>. Biascicò la Berry, sperando di apparire cortese nonostante la nota antipatia che provasse nei loro confronti.
<< Non preoccuparti, ci metteremo poco >>. Sentenziò l’Ispanica, accavallando le gambe senza preoccuparsi del sollevarsi della sua minigonna, lasciando dunque ben poco all’immaginazione. Un paio di ragazzi si fermarono a fissarla con gli occhi adoranti e pieni di desiderio, venendo entrambi respinti sgarbatamente.
<< Smammate, non mi pare di avervi dato il permesso di guardarmi! >> Sbottò schioccando un paio di volte le dita e fulminandoli con lo sguardo, costringendoli a battere in ritirata.
<< Dì un po’, sono vere le voci che circolano nei corridoi? >> Sorrise Quinn, in maniera fin troppo coinvolta.
<< C-che voci? >> Biascicò Rachel in risposta, confusa.
<< Oh andiamo Berry, non fare l’innocentina: ti ho vista ieri con St. James! >> Esclamò senza troppi problemi Santana, guadagnandosi un’occhiataccia della bionda.
<< Mi spiavi? >>
<< Non sei così interessante da essere seguita, nana. Semplicemente mi trovavo nel posto giusto al momento giusto >>. Si giustificò la Lopez, guardandosi le mani con nonchalance.
<< Ignorala, è un’idiota >>. Disse Quinn facendo voltare Rachel e venendo fulminata dalla compagna che era già pronta a venire alle mani.
<< Come mi hai chiamata, Fabray? >> Ringhiò afferrando la bacchetta.
<< Ricorda il motivo per cui siamo qui, Santana >>. Rise nervosamente la bionda, cercando di dissuadere l’amica dai suoi intenti omicida, per poi tornarsi a concentrare sulla Grifondoro, che stava assistendo al litigio senza proferir parola.
<< E’ vero che ti stai sentendo con Jesse St. James? >> Le chiese a bruciapelo, con gli occhi brillanti, se Rachel si stava davvero sentendo col Corvonero non sarebbe stata più un così grande problema e lei avrebbe potuto riavere Finn tutto per sé.
<< Sentire è una parola grossa… mi sta aiutando con una ricerca >>. Spiegò la ragazza, con le guance in fiamme.
<< Al diavolo, come se avessi bisogno di essere aiutata signorina sapientina! Gliel’hai data o no? >> Domandò la Lopez, interessata a ben altro.
<< SANTANA! >> Urlò Quinn, notando che la Berry fosse a dir poco scioccata.
<< Che c’è, non sono tutte caste e pie come te, Fabray! >> Sottolineò la più scura, con un sorrisetto di scherno.
La professoressa Holliday entrò quasi in contemporanea a Kurt, Blaine, Mercedes, Chandler, Finn e Puck. Immediatamente le due Serpeverde batterono in ritirata e corsero dai rispettivi ragazzi, lasciando che i posti liberi ai fianchi di Rachel venissero occupati dai ragazzi a cui erano stati riservati originariamente, che le lanciarono delle occhiate di perplessità.
<< Buongiorno ragazzi, come andiamo? I miei Tassi si sono ripresi dalla sbornia di ieri sera? >> Domandò Holly, accomodandosi al suo posto ed iniziando a guardare nella sfera di cristallo con un’espressione seria e concentrata che non le si addiceva per niente.
Tutti sapevano che la Holliday fosse solamente una cialtrona e Sue in particolare provava da anni a sbatterla fuori da Hogwarts: purtroppo per la Sylvester, per quanto Holly potesse essere un’incapace quando si trattava di predire il futuro, era comunque un’abilissima strega e l’insegnante più amata dai ragazzi, dunque Figgins non poteva permettersi di licenziarla. All’inizio era permesso di farle un paio di richiami che, tuttavia, era risultati più che vani visto che continuavano ad esserci feste su feste nella Casa dei Tassorosso, poi aveva rinunciato anche a quello arresosi all’idea che fosse tutto inutile.
<< Vedo un budino al cioccolato a ora di pranzo… >>. Iniziò, mantenendo gli occhi fissi sulla sfera.
<< Questa non è preveggenza, questa è corruzione degli Elfi Domestici! >> Disse Mercedes a bassa voce, lanciando un’occhiata eloquente agli amici.
<<… e le crocchette di patate >>.  Aggiunse dopo qualche secondo di silenzio, attirando istantaneamente l’attenzione della Jones che balzò in piedi urlando << Vai così sorella! >>.
<< Falla sedere, falla sedere >>. Disse Kurt a Chandler, che non perse tempo a trascinare di nuovo al suo posto l’amica che, come era ormai noto a tutti, aveva un vero debole per le crocchette di patate.
<< … vedo partite di Quidditch emozionanti … >>.
<< Tks, le partite di Quidditch sono sempre emozionanti >>. Disse Quinn rivolta ai suoi amici, che concordarono immediatamente.
<< … tante novità … >>.
<< Quelle ci sono ogni anno >>. Sussurrò Joe a Sam, che annuì facendogli capire che dovevano solamente assecondare la loro Direttrice.
<< … è una gita ad Hogsmeade in tempi prossimi! >> Concluse alzando il tono di voce, richiamando immediatamente l’attenzione di tutti i ragazzi che si alzarono in piedi per applaudirla e condividere la gioia della meravigliosa notizia.
Andare ad Hogsmeade era sempre entusiasmante, ci si divertiva un mondo ed era un buon modo di staccare dagli impegni scolastici: che l’avesse previsto o che avesse avuto una soffiata importava ben poco, quella notizia era a dir poco splendida! La campanella suonò poco dopo e tutti abbandonarono l’aula ringraziando la Holly per l’inaspettato annuncio.

<< Ehy Rach, che volevano Satana e Barbie? >> Si decise a chiedere Chandler quando ormai erano nel corridoio.
<< Infatti, non mi pare ti avessero mai rivolto la parola prima d’ora >>. Constatò Mercedes.
<< Tranne che per insultarti, ovvio >>. Aggiunse Kurt, facendo annuire tutti quanti.
Rachel tacque qualche istante in cui parve riflettere profondamente su qualcosa, poi aprì la bocca e disse:
<< Non ne sono sicura… ma mi è parso che fossero interessate alla mia verginità >>.


-L'angolo di Kengha-
Di nuovo in ritardo, spero proprio di non riprendere questa pessima abitudine e che possiate perdonarmi! Capitoletto di transizione in cui vediamo della sana rivalità tra Will e Sue, un po' di Bram (che cosa brutta brutta... dai Santana datti una mossa) e un bel po' di St.Berry ^-^
Vi anticipo che per il prossimo capitolo è prevista una dose non indifferente di Klaine e che siamo a -4 dalla Brittana ♥ (magari provo ad anticipare un po' i tempi, va').
A presto,

Besos  

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Capitolo 6
*** Tricks and Butterbeer ***


Tricks and Butterbeer

La gita ad Hogsmeade prevista dalla bionda Direttrice dei Tassorosso ci fu poche settimane più tardi, il 31 Ottobre. Questo genere di feste erano molto sentite nel mondo della magia ed anche per i più piccoli, rimasti al castello, non sarebbe mancato il divertimento visto il Complemorte di Nick-Quasi-Senza-Testa.
I ragazzi arrivarono alla stazione del villaggio poco dopo l’ora di pranzo e, approfittando del caos generale, Kurt prese da parte Blaine e dopo avergli intimato qualcosa all’orecchio si allontanò con lui per le strade affollate.
<< Ehy! >> Provò a chiamarli Rachel, facendo per seguirli, ma venne presto bloccata da Chandler e Mercedes.
<< Dico ma ti sei bevuta il cervello? >> Ringhiò sprezzante la Jones, guardandola severa.
<< Perché? >> Rispose a tono la mora, confusa e seccata dal modo in cui le si era rivolta la compagna.
Chandler intervenne prima che Mercedes potesse passare alle mani, coraggiosamente si frappose tra le due e dopo aver cantato l’ira dell’amica si rivolse alla diva, con un’aria vagamente rassegnata.
<< Rach tu sai che a Kurt piace Blaine? >>. Iniziò, cautamente.
<< Certo! >> Sbottò la Berry ferita già dal fatto che Chandler fosse stato anche solo sfiorato dal pensiero che lei non sapesse, l’amico però non sembrò sconvolgersi e continuò:
<< E hai notato che probabilmente anche a Blaine lui non è indifferente? >>.
<< Ci mancherebbe: è così evidente >>. Continuò stizzita l’altra.
<< E allora… >> Chandler provò a concludere ma l’urlo esasperato di Mercedes lo sovrastò.
<< Per quale accidenti di motivo la tua zucca vuota non ha pensato che quei due vogliano stare un po’ da soli?!  Che magari uno dei due non aspetta altro per fare il grande passo? >>.
Dopo quell’inciso Rachel tacque. Per quanto potesse apparire inverosimile rimase immobile, in silenzio.
<< Oddio, Rach stai bene? >> Si preoccupò Chandler dopo quasi venti secondi in cui la moretta non proferì parola.
<< Ho fatto star zitta Rachel Berry! >> Esclamò Mercedes preoccupata ma orgogliosa di sé << HO FATTO STAR ZITTA RACHEL BERRY! >> Ripeté con enfasi e un gran sorriso.
Quella dichiarazione attirò l’attenzione di più di qualcuno e presto attorno a Rachel si raggruppò una piccola folla di amici.
<< Pensate che possa essere caduta in coma? >> Domandò Sam, guadagnandosi una gomitata da Mike, che lo guardò come a dirgli di star zitto.
<< Se ci va bene resta muta! >> Esclamò Santana passando lì davanti con Puck, che rideva di gusto.
<< Vogliamo vedere se funziona anche con la tua faccia da schiaffi? >> Ringhiò Mercedes, che venne però bloccata dall’andare oltre da Joe, Sugar e Rory. La latina le rivolse un’occhiata sprezzante e dopo aver ridotto gli occhi a due fessure si avvicinò lentamente e portò le sue labbra vicinissime all’orecchio della Jones.
<< Attenta a quello che fai, potresti pentirtene e non sarai sempre così fortunata da avere i tuoi amichetti attorno >>. Sibilò prima di tornare al fianco di Puck con aria di superiorità e un sorrisetto di vittoria dipinto in volto.
<< Che ti ha detto? >> Chiese Tina, preoccupata.
<< Niente, a quanto pare ha voglia di farsi ridisegnare i connotati >>. Sbottò la Grifondoro indignata.
<< Lasciala stare, Mercedes, non è il tipo di persona che vorresti ritrovarti contro >>. Le disse Sam, posandole una mano sulla spalla, nel tentativo di calmarla almeno un poco.
<< Ehm, ragazzi, non vorrei sembrare inopportuno ma qui Rachel ancora non ha ricominciato a parlare >>. Sottolineò Artie, tirandosi su gli occhiali senza togliere gli occhi di dosso dalla diva, che fissava un punto lontano con le labbra serrate.
<< E se Blaine l’Usignolo si fosse arrabbiato per il tentativo di Rachel di sabotare la sua uscita con Kurt e l’avesse pietrificata? >> Disse Brittany, preoccupata.
<< Britt, per la sedicesima volta, Blaine non è il figlio di Medusa >>. Ripeté Artie, provando a mantenere la calma.
<< E perché Rachel è immobile? >> Chiese ovvia la bionda.
<< Perché… perché… già perché Rachel è immobile? Insomma le hai solamente urlato contro! >> Constatò Mike, perplesso.
<< E’ il potere dei Jones, bamboli! >> Esclamò Mercedes, orgogliosa di sé << Passerò alla storia come la prima persona che ha fatto star zitta per più di un minuto Rachel Berry >>.
<< Le ha solo urlato contro, perché non accettate il fatto che sia stata pietrificata da Blaine l’Usignolo? >> Disse Brittany a bassa voce, parlando all’orecchio di Mike che roteò gli occhi esasperato.
<< Don’t Rain On My Parade! >> Esclamò urlando Rachel, facendo prendere un mezzo infarto a tutti quanti.
<< Ma dico sei cretina?! >> Urlò Mercedes a sua volta, non prima di averle dato una sberla.
<< Oh ma che ne sai tu! Si da il caso che oltre che una grandissima Cercatrice sia anche un’ottima cantante e mi stavo figurando il matrimonio di Kurt e Blaine, ci ho messo un po’ ma ho finalmente deciso che canzone cantare! >> Esclamò allegra e fiera di sé, ignorando totalmente le pulsazioni sulla sua guancia fino a quando non ricevette un altro schiaffo, questa volta sulla guancia opposta.
<< Sì, sei completamente fuori! >> Sbottò di nuovo Mercedes, indignata.
La Jones si allontanò sbuffando senza aggiungere altro, seguita dai Corvonero e i Tassorosso. Sugar e Brittany, prima di andarsene, si avvicinarono alla diva e si complimentarono per l’ottima scelta, sebbene nessuna delle due conoscesse quella canzone.
Rimasta ormai sola con Rory e Chandler, accettò di buon grado il loro invito di andare a “I Tre Manici di Scopa” per una bella Burrobirra.
<< Ricordatemi di chiedere a Blaine se conosce Funny Girl! >> Esclamò decisa, mentre i due ragazzi annuivano vagamente esasperati.

<< E’ meravigliosa! Buonissima, davvero >>. Esclamò Will dopo aver bevuto un altro sorso di Burrobirra. Quando Holly aveva proposto di andare a bere qualcosa mai William Schuester aveva potuto immaginare che avrebbe assaggiato qualcosa di così buono.
<< Non avevi mai bevuto la Burrobirra? >> Domandò Shelby, perplessa.
<< E’ così insolita come cosa? >> Chiese di rimando il l’altro.
<< Beh… sì. Sei stato o no un Grifondoro? Vuoi dirmi che non hai mai bevuto una Burrobirra? >> Ribatté la Corcoran.
<< Sì, sono stato un Grifondoro, ma avevo solo dodici anni durante la battaglia di Hogwarts, dopo quell’episodio ho lasciato la scuola. È successo venticinque anni fa e non ero mai stato ad Hogsmeade. Mi sarebbe piaciuto, dei compagni più grandi parlavano spesso del “Negozio degli Scherzi di Zonko”, sembrava un bel posto… è un peccato che non abbia fatto in tempo a vederlo >>.
<< Il vecchio Zonko era un idiota, meglio che abbia chiuso. Tuttavia devo ammettere che vendeva delle Caccabombe spettacolari! Ne ho ancora alcune conservate, le tiro agli studenti che mi fanno particolarmente arrabbiare >>. Spiegò Sue, parlando per la prima volta da quando erano arrivati.
<< Ma è una cosa terribile! >> Esclamò Emma, sconvolta dalla crudeltà della Serpeverde.
<< Oh, ma sta’ zitta Bambi, quei ragazzi non sanno niente. Non sanno né cosa sia la crudeltà, né cosa li aspetterà là fuori. Rimpiangeranno le Caccabombe quando si troveranno a combattere contro un nemico che si avventerà contro di loro usando una delle tre maledizioni senza perdono, parola di Sue Sylvester >>.
<< Non credi di esagerare? Il territorio è sicuro, non ci sono aggressioni gravi da anni, ormai >>. Azzardò la Beiste, guardandola eloquentemente. Nessuno nominava più neppure i Mangiamorte, erano diventati una sorta di tabù così come l’Oscuro Signore prima di loro: il ministero sapeva che ce n’erano ancora, che erano pronti a tornare, ma fingeva che fosse tutto al sicuro e sottocontrollo per non alzare inutili polveroni in attesa di un attacco che sarebbe potuto arrivare dopo decenni. I Mangiamorte non avevano fretta, ormai era diventata una cosa chiara a tutti, che attendevano silenziosi il loro ritorno.
Sarebbero tornati, nessuno lo aveva mai detto esplicitamente… ma era una certezza.
<< Non siamo al sicuro. È solamente ciò che vogliono farci credere >>. Sibilò Sue, lasciando che nel tavolo cadesse un inquietante silenzio, spezzato qualche minuto dopo da Holly che chiamò il cameriere per ordinare un’altra Burrobirra e un bicchiere di Brandy.
<< E poi mi venite a chiedere perché voglio farla licenziare >>. Commentò l’altra bionda, acida.

Kurt e Blaine non avevano faticato a trovare un tavolino appartato dove poter discutere in pace senza preoccuparsi di sguardi o orecchie indiscrete. Kurt adorava la Sala di tè di Madama Piediburro e sapeva che anche Blaine l’avrebbe amata: era meno frequentata dei Tre Manici di Scopa, ma sicuramente era un posto migliore dove poter discutere di cose importanti con persone importanti… non per niente era stata definita “il rifugio delle coppiette felici”, o qualcosa del genere.
<< Devo ammetterlo, questo posto è meraviglioso >>. Disse l’Anderson con un sorriso, dopo aver posato la tazza di tè ormai vuota sul tavolino.
<< Già, molto meglio di quel vecchio pub e sicuramente meno frequentato >>. Concordò il Grifondoro con un sorriso.
<< Non direi, per essere frequentato è frequentato >>. Sottolineò Blaine con un sorrisetto furbo, alludendo ai fidanzatini che li circondavano.
<< Sì, c’è gente che ha ancora un po’ di stile >>. Fece spiccio Kurt, sperando di essere il più evasivo possibile, accorgendosi però dall’occhiata eloquente del compagno di aver dissimulato pessimamente.
<< Allora, come va’ tra i Tassi? >> Si affrettò a cambiare discorso.
<< Molto bene, mi trovo magnificamente… è sicuramente la Casa adatta a me >>. L’assecondò con nonchalance il moro, dopo aver captato l’imbarazzo dell’altro.
<< Mi fa piacere, è difficile ambientarsi da queste parti. O almeno, dipende dai Serpeverde, se decidono che dovrai passare un anno d’inferno è la fine >>.
<< E voi Grifondoro? >>
Kurt rifletté qualche istante prima di rispondere << La nostra Casa è divisa in due fazioni, per così dire. Non siamo uniti come dovremmo, non siamo i Leoni di cui parla la storia… almeno non lo siamo più da quando alcuni di noi hanno iniziato a dare più importanza del dovuto alla purezza del sangue e agli ideali delle Serpi >>. Disse secco ma deluso nel profondo.
<< Mi sarebbe piaciuto essere uno di voi >>. Confessò Blaine, con un pizzico di imbarazzo.
<< Fidati se ti dico che è meglio così, i Tassorosso sono una vera famiglia e credo sia la Casa migliore per sentirsi accettati >>.
<< Sì, l’amicizia è tutto per noi. Ma credo che avrei corso volentieri il rischio di ricevere della Burrobirra in faccia pur di poterti vedere più spesso >>.  Disse l’Anderson con un sussurro, guardandolo appena mentre arrossiva leggermente per quel piccolo segreto. Kurt si fece coraggio e posò la sua mano su quella del ragazzo, invitandolo con quel semplice gesto ad alzare lo sguardo verso di lui. Quando Blaine tornò a guardare Kurt si perse nei suoi immensi occhi azzurri, così profondi da sembrare infiniti. Un brivido gli percorse la schiena mentre non riusciva a distogliere lo sguardo dagli occhi del ragazzo: il primo aggettivo che Blaine pensò per definirli fu bellissimi. Poi magnetici. Prese un profondo respiro, deciso più che mai a non lasciarsi sfuggire quell’occasione.
<< Senti Kurt, io volevo parlarti di una cosa… >>. Iniziò cautamente, sperando di non apparire né banale, né affrettato. L’Hummel perse qualche battito, non sapeva esattamente cosa Blaine avesse intenzione di dirgli, ma da come aveva cominciato prometteva bene. Davvero molto bene.
Strinse un po’ di più la mano attorno quella del Tassorosso, come ad intimargli di andare avanti, accompagnando quel semplice gesto con un dolce sorriso.
L’Anderson provò a concentrarsi sul volto del ragazzo che sedeva di fronte a lui, evitando dunque di guardare le loro mani intrecciate o di pensare a quanto caldo facesse improvvisamente. Seppur con la bocca asciutta riuscì a parlare:
<< Beh, ecco, io… >>.
<< Buon pomeriggio, ragazzi, non vi dispiace se mi unisco a voi, vero? >>. Nessuno dei due aveva sentito arrivare Sebastian che, ancor prima di ricevere una risposta, aveva già aggiunto una sedia al tavolo di Kurt e Blaine e si era seduto con loro.
<< Ma no, fa’ pure >>. Disse sprezzante Kurt, senza preoccuparsi di mascherare la sua disapprovazione. I Serpeverde avevano un tempismo perfetto quando si trattava di dover rompere le palle. Gli venne voglia di urlargli di andar via, però, solamente quando sentì la mano di Blaine slacciarsi lenta dalla sua, per tornare a stringere la tazza di tè fumante.
<< Non dovresti essere con i tuoi amici Purosangue? >> Domandò ancora l’Hummel, sperando di liquidarlo in fretta.
Il Serpeverde finse di non notare il suo fastidio e gli sorrise –in maniera falsa, meschina e manipolatrice-;
<< Sì, dovrei, Puck e Santana sembrano essere spariti in qualche locanda e sono rimasto solo ho pensato che era una buona occasione per fare amicizia col nuovo arrivato! Sempre se anche lui ha voglia di essere mio amico >>. Spiegò, spostando lo sguardo da Kurt a Blaine, sorridendo a quest’ultimo in maniera più sincera e ammaliante.
<< Sì… certo! >> Esclamò un po’ incerto il Tassorosso, che era certamente più propenso ad avere degli amici che dei nemici.
<< Fantastico allora >>. Rispose Smythe senza lasciar spegnere il proprio sorriso e lanciando a Kurt un’occhiata vittoriosa, durante un momento di distrazione di Blaine.

<< Sai che quella petulante nanerottola della vostra Cercatrice si sta sentendo con Jesse St. James? >> Disse Quinn, guardando Finn in maniera fin troppo eloquente.
<< E dai, non chiamarla così, Rachel è una apposto >>. Si affrettò a difenderla il ragazzo, leggermente infastidito dall’atteggiamento che la sua fidanzata aveva assunto da un po’. Quinn sbuffò roteando gli occhi verdi, ma l’Hudson finse di non farci troppo caso, sapendo che in caso contrario a causa di un solo commento sbagliato si sarebbe dovuto sorbire ore e ore di insulti per averla trattata con superficialità. Bevve un sorso dal boccale di Burrobirra fumante che aveva davanti e solo dopo qualche secondo decise che non era il caso di lasciar cadere l’argomento in quel modo.
<< Come sai che si sta sentendo con St. James? >> Domandò con fin troppo interesse, cosa che non sfuggì alla bionda Serpeverde, che ridusse in un istante gli occhi a due fessure.
<< Perché ti interessa saperlo? >> Chiese lei di rimando, pronta a fulminarlo.
<< Così, hai aperto tu l’argomento >>. La liquidò il moro, accorgendosi della brutta piega che quella discussione stesse prendendo.
Era sempre così con Quinn: apriva un discorso, faceva una domanda e se –per caso o per azzardo- il suo interlocutore si dimostrava un po’ troppo coinvolto iniziava una sfuriata.
La Fabray sbuffò e dopo essersi sistemata dietro l’orecchio una ciocca di capelli sfuggitale dalla coda di cavallo rispose:
<< E’ una cosa che sanno tutti, ormai. La fama del Corvonero ha aiutato a far sì che la voce si spargesse rapidamente… e per quanto mi dolga ammetterlo anche la piccola Babbana non è proprio argomento da ultima pagina. Almeno non più da quando è Cercatrice >>.  
<< Credi che a lei piaccia? >> Domandò a bruciapelo Finn, pentendosi immediatamente dopo della domanda << Insomma, voglio dire… >>. Provò a riparare, venendo però interrotto e fulminato dalla ragazza.
<< Non mi piace dove stai cercando di andare a parare, Finn >>. Ringhiò, senza smettere un istante di guardarlo trucemente.
<< Forse mi sono espresso male… >>. Balbettò l’Hudson, fuggendo lo sguardo inquisitorio della Fabray. Quinn, seccata dalla mancanza di attenzioni, si alzò dalla sedia e girò attorno al tavolo per ritrovarsi di fronte alla sedia del ragazzo. Gli concesse un rapido sorriso prima di sedersi sulle sue gambe per potergli sussurrare: << Tu mi ami, Finn Hudson? >>.
Il Grifondoro deglutì un istante per via dell’eccessiva e improvvisa vicinanza con la Purosangue.
Cavolo com’era buono il suo odore.
<< S-sì… certo >>. Balbettò, cercando di ignorare il fatto che tenesse le sue mani strette attorno la vita della bionda.
<< E allora vedi di tenermi stretta, riceverai le giuste ricompense con me >>. Rispose suadente lei, strusciandosi leggermente poco prima di dargli un bacio a fior di labbra.
Adorava Quinn, era bellissima e anche se un po’ pazza e magari vendicativa, non era riuscito a starle lontano: era da quando stavano insieme che voleva approfondire quei contatti e magari spingersi un po’ più in là, ma la rispettava e stava aspettando i suoi tempi… tempi che probabilmente si sarebbero prolungati fino a dopo il matrimonio. La Fabray non faceva altro che ripetere che il sesso non doveva essere la base del loro rapporto, che una relazione dovesse essere fondata su molto altro, che non dovevano diventare come Puck e Santana… e lui si era ritrovato d’accordo con lei: quei due erano davvero un’esagerazione!
Anche se nel profondo sapeva di invidiare almeno un po’ il suo migliore amico.

<< Ma guardatela, sembra una gatta in calore! >> Sbottò Mercedes, disgustata dalla scena che le si stava ponendo davanti agli occhi.
<< Secondo me sono carini >>. Disse Brittany con un sorriso.
<< Lei lo sta usando solo perché vuole diventare la Strega più promettente dell’anno e Caposcuola, il prossimo anno >>. Spiegò Artie, senza tradire alcuna emozione.
<< Io non penso che Quinn sia una cattiva ragazza, secondo me è solamente troppo presa da sé stessa e dalla sua posizione nella scuola >>. Tentò di giustificarla Joe, beccandosi un’occhiataccia da quasi tutti i suoi compagni.
<< Insomma, quello che voglio dire è che magari, un giorno, quando avrà finito la scuola si renderà conto che questo non era tutto il suo mondo… potrebbe diventare una persona diversa >>. Si affrettò ad aggiungere, suscitando le risate degli altri.
<< Una persona diversa, Quinn Fabray! Buona questa, amico! >> Esclamò Sam ridendo, faticando a non strozzarsi con la sua stessa saliva.
<< Sa blaterare solamente “io, io, io” >>. Aggiunse Tina, facendo il verso alla bionda e provocando altre risate.
Mercedes fu la prima a smettere di ridere ed iniziò a guardarsi intorno, alla ricerca di qualcosa… o di qualcuno.
<< Qualche problema, baby? >> Le domandò Shane, notando la sua distrazione.
La ragazza tornò a concentrarsi sul suo ragazzo e sui suoi amici, scosse la testa:
<< Quando Tina ha citato l’egocentrismo della Fabray non ho potuto non pensare a Rachel… per quanto possa essere petulante e magari a volte anche peggiore della bionda, mi dispiace di saperla così male >>. Spiegò con gli occhi bassi e un sorriso amaro.
<< Dovrebbe smetterla di pensare a Finn >>. Disse Sam, esprimendo un suo pensiero ad alta voce.
<< Già, soprattutto adesso che ha Jesse >>. Constatò Artie, facendo sì che le attenzioni di tutto il tavolo fossero ora rivolte su di lui << Che c’è? >> Domandò, perplesso dall’improvviso interesse.
<< Tu sei molto amico di Jesse >>. Iniziò Joe.
<< Sì, certo che lo sono, da anni ormai… e allora? >>. Chiese ancora l’Abrams.
<< E allora vogliamo sapere tutti i pettegolezzi >>. Ghignò Sugar porgendogli una manciata di galeoni.

<< Grazie per avermi portato fuori di lì >>. Disse Rachel mestamente, gettando un’occhiata a Rory e a Chandler, che erano usciti dai Tre Manici di Scopa poco dopo l’arrivo di Finn e Quinn.
<< Non preoccuparti >>. Le sorrise Chandler, stringendola con un braccio e lasciandole un veloce bacio sulla tempia.
Tanti avrebbero potuto dire che fosse un tipo timido, magari avevano ragione, ma il legame che aveva con Rachel, Kurt e Mercedes era qualcosa di così profondo e sincero che non bastava tutto l’imbarazzo del mondo ad impedirgli di mostrare ciò che provava per loro.
Rory, dal canto suo, era entrato rapidamente nel gruppo: era diventato immediatamente vittima degli scherzi dei Serpeverde e i ragazzi l’avevano preso sotto la loro “ala”, anche se spesso e volentieri era l’Irlandese a combattere per loro. Comunque non importava, il Flanagan voleva davvero bene ai suoi nuovi compagni e avrebbe affrontato tutti i Serpeverde da solo, pur di difenderli, pur di continuare a sentirsi parte di qualcosa esattamente come lo era in quel momento.
<< Fa’ davvero paura come dicono >>. Constatò quando si ritrovarono a passare nei pressi della Stamberga Strillante.
<< Non così tanto >>.
La voce arrivò dalle spalle dei tre ragazzi, non l’avevano sentito arrivare ma ormai quel tono caldo e suadente non era più una sorpresa, Rachel sorrise ancor prima di voltarsi mentre Rory e Chandler si scambiarono una veloce occhiata e con un tacito accordo decisero di congedarsi.
<< St. James, come mai da queste parti? >> Domandò Rory, sorridendo.
<< Bighellonavo >>. Sorrise di rimando il Corvonero.
<< Beh, allora direi che è perfetto! Va bene se Rachel resta con te mentre io e Rory andiamo a prendere una Burrobirra? Sarebbe un peccato tornare a casa senza averne potuta bere nemmeno una >>. Disse immediatamente Chandler, iniziando ad allontanarsi con l’Irlandese ancor prima di aver ricevuto una vera risposta da parte del nuovo arrivato o dalla compagna.
<< Ci vediamo sul treno! >> Salutò Rory, quando ormai erano abbastanza distanti.
<< Che soggetti >>. Constatò il ragazzo, avvicinandosi a Rachel mentre il sorriso divertito non accennava a lasciargli il volto.
<< Già >>. Rispose di rimando la ragazza, arrossendo e sorridendo senza neppure accorgersene. I due ragazzi avevano già bevuto una Burrobirra, Jesse li aveva visti, ma non poteva che esser loro grati per avergli concesso un po’ di intimità con la loro amica.
Da quella giornata in biblioteca avevano cominciato a frequentarsi sempre più spesso, era diventato una presenza fissa per lei, sapevano tutto l’uno dell’altra e il ragazzo le aveva promesso che avrebbe provato a farle dimenticare Finn, in un modo o nell’altro.
Rachel, dal canto suo, sapeva che in quel momento Jesse fosse uno dei suoi pochi punti fissi: non gli aveva chiesto niente e lui le stava dando tutto ugualmente, gli era grata di ciò e non poteva che adorarlo.
<< Voi del settimo anno non avete un compito in classe, domani? >> Domandò la Berry con un sorrisetto, avendo saputo da Shane il motivo dell’assenza di gran parte degli studenti più grandi.
<< Sta spiando i piani alti, signorina? >> La prese in giro il ragazzo, lanciandole un’occhiata furba.
<< Può darsi… secondo lei c’è qualcosa di interessante da spiare? >> Chiese a sua volta lei, stando al suo gioco.
<< Mi faccia pensare, c’è un ragazzo intelligente e carino a cui non è proprio indifferente >>. Le confessò con un sorriso, ricambiato immediatamente.
<< Lo conosco? >>.
<< No, non credo, però mi ha detto di chiederle se poteva essere il suo migliore amico >>. Rispose l’altro, fingendosi pensieroso sulle prime.
<< Mi dispiace, dovrà dire a questo ragazzo che il posto è già occupato >>. Disse dolcemente Rachel, prima di avvicinarsi a lui ed incontrando a metà strada le sue braccia, che la strinsero forte.
<< Non capisco davvero cosa ci trovi Hudson in quella bisbetica >>. Ringhiò Jesse, furioso per aver visto la sua Rachel triste a causa dei comportamenti di Finn e Quinn.
<< E’ bella >>.
<< Ancora con questa storia? >> Domandò secco il Corvonero, prendendole il mento con due dita e alzandole leggermente il viso per fare in modo che lo potesse guardare negli occhi.
<< Quante volte devo ripeterti che non hai nulla da invidiare a Quinn Fabray? >>. Le sussurrò senza smettere di guardarla neppure per un istante.
<< Mmmh… credo dovrai continuare ancora per un po’, non sono totalmente convinta >>. Scherzò lei, guadagnandosi un bacio sul naso da parte dell’amico, che rise di gusto.
<< Sei una piccola manipolatrice! Inizierò a pensare che è tutta una scusa per farti dire quanto sei bella >>.
<< Non sarebbe da me! >> Esclamò la Berry, fingendosi ferita, poco prima di scoppiare in una sonora risata che contagiò il Corvonero.
<< Ti va se facciamo un salto da Mielandia? Ti compro un po’ di Gelatine Tuttigusti+1! >> Propose Jesse, dopo qualche istante di silenzio.
<< Va bene, comincia ad andare, ti raggiungo lì >>. Sorrise Rachel, lasciando che il Corvonero si allontanasse e la lasciasse da sola.
Non era mai da sola, per un motivo o per un altro era sempre motivo di attenzione per qualcuno e –nonostante la lusingasse estremamente- questo le aveva lasciato davvero pochissimo tempo per riflettere e per fare chiarezza.
Si sedette a terra, il prato era freddo e il clima sempre rigido nei pressi della Stamberga, non aveva mai amato quel posto ma comunque era uno dei pochi luoghi in cui era certa di poter essere da sola. Spesso riusciva a staccarsi dal gruppo e a rintanarvisi quando venivano ad Hogsmeade, non era necessario che superasse la palizzata e si addentrasse nella casa degli spiriti, già la sua vicinanza bastava ad intimorire molti ragazzi e ad assicurarle un certo livello di privacy.
Stese la schiena a terra e chiuse gli occhi, i suoi pensieri affollati dai volti di Finn e Quinn che si baciavano, Jesse che le sorrideva, Kurt che le diceva di lasciar stare l’Hudson, la sua stessa voce che le ripeteva che era destinata a grandi cose.
<< Rachel Barbra Berry >>.
Una voce rauca e terrificante le fece accapponare la pelle, balzò in piedi e con un gesto deciso estrasse la bacchetta.
<< C-chi.. chi va là? >> Balbettò, spaventata.
<< La morte, piccola Berry >>. Rispose la stessa voce, parlando dalle sue spalle.
Rachel si voltò e le si gelò il sangue quando non vide nessuno alle sue spalle, fatta eccezione per un teschio umano che levitava nell’aria.
Qualcuno l’attaccò alle spalle con un incantesimo di discreta potenza e con orrore si rese conto di essere circondata.
Non riuscì ad alzarsi, qualcosa era sopra di lei, ma tutto ciò che riusciva a vedere era il teschio che volava ad un palmo dal suo naso e, senza quasi accorgersene, si ritrovò ad urlare.
<< Mossa sbagliata, nana >>. Ringhiò il teschio, poco prima che un incantesimo scagliato dagli alberi facesse nascere delle radici che le legarono mani e piedi al pavimento.
<< RACHEL! >>
La voce di Jesse precedette quella di Kurt e di tutti gli altri compagni. Erano accorsi tutti quanti, spaventati dalle urla della ragazza, il Corvonero e il professor Schuester furono i primi a correrle in contro e proprio in quel momento il teschio cadde a terra e il peso svanì dal corpo della ragazza, permettendole finalmente di respirare a pieni polmoni.
<< Rach, oddio Rach che è successo? >> Domandò Kurt preoccupato, mentre Jesse e Will tagliavano le corde che costringevano la Berry a stare allungata.
La ragazza abbracciò istantaneamente St. James e finalmente si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
<< Gli spettri… >> Iniziò singhiozzando << Gli spettri della Stamberga… volevano uccidermi >>. Riuscì a biascicare, senza staccarsi dal ragazzo.
Un brusio generale si levò dalla piccola folla che era accorsa e molti studenti sembrarono entrare nel panico fino a quando la Holliday non riportò l’ordine:
<< Nessuno spettro! >> Si affrettò a dire, arrivando trascinando per le orecchie David e Puck << Questi due idioti si stavano divertendo a fare uno scherzo di pessimo gusto >>. Spiegò, portando i due ragazzi al centro dell’attenzione.
<< N-no… >> Disse Rachel, scuotendo la testa e staccandosi finalmente da Jesse << C’era davvero uno spettro! E-era seduto addosso a me! Il teschio volava e… mi minacciava! >> Balbettò, indicando spaventata il teschio che giaceva immobile a terra. La Corcoran si avvicinò lentamente e lo prese in mano, scrutandolo attentamente.
<< E’ di plastica. Qualcuno deve averlo preso dal vecchio negozio di Zonko >>. Spigò la Direttrice di Corvonero, sicura.
Il silenzio avvolse gli studenti e per qualche istante nessuno fiatò. Will improvvisamente si voltò, come attirato da qualcosa, con velocità mai vista estrasse la bacchetta.
<< Stupeficium! >> Esclamò con sicurezza, colpendo un punto apparentemente vuoto.
Si udì un piccolo tonfo e con rapide falcate Schuester si affrettò a raggiungere il punto dove aveva lanciato l’incantesimo. Con decisione si piegò e allungò una mano che afferrò il nulla, nessuno si permise di parlare, tanto sembrava concentrato, fu questione di pochi secondi e nella mano del Grifondoro comparve il mantello che aveva reso invisibile fino a quel momento il vero artefice dello scherzo.
<< Ciao, Santana >>.
Ringhiò Will, guardando severamente la ragazza che era ancora allungata a terra per via dello Schiantesimo appena subito.

<< Estoy en la mierda >>. Biascicò la Serpeverde.
<< Fino al collo >>. Confermò Schuester.


-L'angolo di Kengha-
Di nuovo in ritardo, ma ormai non credo sia proprio una novità!
Capitoletto che mi è capitato di pubblicare proprio oggi, che sono tre mesi.
Non ho molto da dire, oggi sono di poche parole, spero vi sia piaciuto e ringrazio tutti coloro che hanno recensito, che stanno seguendo, che hanno aggiunto tra i preferiti la storia o che anche solo la leggono silenziosamente.
A presto,

Besos

 

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Capitolo 7
*** Colpe ***


Colpe

<< Quello che è successo è molto, molto grave! >> Esclamò Will per l’ennesima volta. Erano nell’ufficio del preside Figgins da quasi due ore e non c’erano stati molti progressi, almeno non con Sue che continuava a difendere i suoi ragazzi.
Dopo lo scherzo ideato da Santana, la gita era stata prontamente interrotta e tutti i ragazzi costretti a risalire sul treno per Hogwarts. Tornati a casa, Will aveva ordinato a Karofsky, Puckerman e la Lopez di seguirlo in presidenza, ordine a cui i ragazzi avevano obbedito con non poche proteste. Figgins era praticamente sul punto di punirli e contattare le rispettive famiglie, quando Sue aveva fatto il suo ingresso, salvandoli in contropiede.
<< Tutto questo è assurdo, dovreste darmi una medaglia per avervi quasi liberato dalla nana petulante, invece mi ritrovo in presidenza! >> Sbottò Santana, accavallando le gambe mentre teneva le braccia incrociate davanti al petto e rivolgeva occhiate sprezzanti sia a Schuester che al preside.
<< Ben detto, due zavorre! Quella sciocca babbana è troppo impertinente, inoltre sta distraendo la mia preziosissima Fabray dai suoi allenamenti. Sai quanti ne ha rimandati per non lasciare il tuo capitanetto da quattro soldi a quella sgualdrina? >> Ringhiò la Sylvester, avvicinandosi pericolosamente a Will e guardandolo con gli occhi in fiamme << Sei >>. Sibilò come se fosse una specie di bestemmia.
<< E’ una ragazza, la gelosia è normale! >> Sottolineò Will con una scrollata di spalle << E poi non è questo il punto >>.
<< E’ anche questo il punto! >> Abbaiò improvvisamente Puck, parlando per la prima volta da quando erano arrivati. << La stagione di Quidditch non è ancora cominciata e Quinn è troppo demotivata! Non ho niente contro quella Berry, tranne il fatto che sia una Babbana, ma se ci distrae il capitano è morta! >>
<< Concordo, non posso fare tutto da sola >>. Sibilò Santana, sperando di non farsi sentire troppo da Sue. Da quando l’aveva resa Battitrice e aveva affidato il suo vecchio ruolo di Cacciatrice a Becky Jackson, una Purosangue con sindrome di down che non le era affatto simpatica, non scorreva buon sangue tra lei e la Direttrice.
<< E tu David? >> Domandò a quel punto Will, spostando l’attenzione sul Grifondoro << Perché hai fatto questo ad una tua compagna? Rachel non solo è il membro più importante della tua squadra, ma è anche una tua amica! Dovresti come minimo difenderla! >> Lo rimproverò, lanciandogli un’occhiata severa.
Il ragazzo guardò qualche istante spaesato il professore, poi fece balzare lo sguardo ai Noah e Santana, che lo guardavano con gli occhi ridotti a due fessure, pronti a fargliela pagare se avesse dato la risposta sbagliata.
<< Lei non è mia amica >>. Disse atono il ragazzo, mentre i due Purosangue ghignavano soddisfatti. Schuester sospirò rassegnato e tornò a rivolgersi al suo alunno con uno sguardo colmo di delusione.
<< Non me lo sarei mai aspettato da te, Karofsky. Ti credevo più maturo di così >>.
Santana sbuffò seccata dalla sua postazione, che accidenti stava insinuando quello là? Era già pronta ad un’altra sfuriata quando Puck le serrò la mano attorno una gamba, ordinandole con lo sguardo di lasciar perdere, che non ne valeva la pena.
<< Vogliamo stare tutto il giorno qui dentro? >> Domandò seccata la Sylvester, secondo la quale le cose stavano andando fin troppo per le lunghe.
<< Deciderò io solo quando sarà il momento di andar via, Sue! >> La riprese il preside Figgins, guardandola con sfida. La bionda raccolse il guanto senza esitazione << Così come io deciderò quando sarà il momento di fare un salto al ministero >>.
I due Serpeverde sorrisero in maniera sinistra: chiaramente entrambi erano a conoscenza di ciò a cui si stava riferendo la loro Direttrice e, dentro di loro, avevano appena capito di averla fatta franca.
Will sospirò ed era sul punto di chiudere la discussione quando Figgins lo sorprese.
<< Al diavolo il ministero, Sue! Ci sono stato proprio un paio di giorni fa e indovina un po’? A nessuno interessa molto il fatto che fossi un venditore ambulante di tappeti volanti! >> Esclamò l’Indiano, facendo mutare visibilmente l’espressione della donna di fronte a lui.
<< Il signor Puckerman e il signor Karofsky possono andare, per quanto mi riguarda hanno colpe assai minori: sono complici, non artefici, dunque starà a voi decidere un’eventuale punizione. La signorina Lopez, invece, rimarrà ancora un po’ a fare una piacevole chiacchierata col sottoscritto >>.
Will non poté fare a meno di sorridere fiero e soddisfatto, per la prima volta da quando aveva messo piede in quella scuola era riuscito a dare una lezione a Sue Sylvester, non si sarebbe scordato tanto facilmente quella giornata. Dopo aver ringraziato Figgins, abbandonò l’ufficio seguito da un taciturno Karofsky e da degli stralunati Sue e Puck.
Per quanto lo riguardava, quel ragazzo non l’avrebbe passata tanto liscia.

Nel frattempo, nella Casa Comune dei Tassorosso era in corso un party in piena regola: tornati ad Hogwarts Holly aveva deciso di non farsi sfuggire la fantastica occasione di una sbornia Halloweeniana e aveva organizzato in tempo record un festino per i suoi alunni.
La maggior parte dei ragazzi era andata a prendere i super alcoolici nella scorta privata della Holliday senza fare domande, per darsi poi a degli sfrenati festeggiamenti.
Al contrario, il gruppetto di Hogsmeade si era ritirato nel dormitorio di Sam, Joe e Blaine per poter discutere in pace e con tranquillità di quanto era accaduto: tutti concordi sul fatto che Santana avesse esagerato erano più che decisi a non lasciar correre e a dare una lezione ai Serpeverde –tutti tranne Brittany che si era ubriacata mezz’ora dopo l’inizio della festa ed era probabilmente nel letto di qualche ragazzo o ragazza del settimo anno-.
<< Non la passeranno liscia! >> Sbottò nuovamente Sam, che ne aveva fin sopra i capelli dei comportamenti delle Serpi e di alcuni Leoni.
<< Adesso fai la corte a Rachel, Sammi?! >>. Lo prese in giro Matt, provocando dei risolini generali e beccandosi un’amichevole cuscinata da parte del diretto interessato.
<< Piantala! >>. Lo riprese l’Evans, tradendo il tono serio con un sorriso spontaneo.
<<  Scherzi a parte, Sam ha ragione! >> S’intromise Blaine, lasciando cadere l’amichevole battibecco tra i due compagni. << Rachel era davvero terrorizzata, non sono scherzi piacevoli, soprattutto se coinvolgono degli incantesimi. Inoltre non credo che il professor Schuester sia stato felice di usare un incantesimo offensivo su un’alunna >>.
<< Beh, non è stato molto potente… Santana non ha perso i sensi >>. Constatò immediatamente Joe, al quale non era sfuggito quel particolare.
<< L’ho notato anche io. Devo confessare che il professore mi è un po’ calato di stima, me lo aspettavo più forte >>. Aggiunse Sam abbastanza deluso.
<< Se non le ha fatto niente è stato solo perché non avrebbe neppure voluto colpirla, per quanto mi riguarda sono rimasto estasiato dai suoi riflessi: non lo avevo neppure sentito il fruscio provocato dal mantello, ma comunque non credo sarei riuscito a colpire un bersaglio invisibile in movimento con tanta precisione neppure l’avessi udito distintamente >>. Lo difese ed elogiò Blaine, ricordando agli amici la straordinaria tempestività del Direttore dei Grifondoro.
La conversazione venne bruscamente interrotta da Sugar che fece irruzione nel dormitorio dei ragazzi indossando niente più che la biancheria intima.
<< Sugar non puoi stare qui! E va’ a vestirti, almeno! >> La riprese immediatamente Matt, leggermente sconvolto dalla visita inaspettata.
Blaine e Sam si erano alzati quasi contemporaneamente dal letto e il biondo si era diretto immediatamente verso uno dei cassettoni per prendere qualcosa con cui coprire la compagna; Joe, invece, era rimasto praticamente paralizzato, con gli occhi sgranati e l’espressione scioccata mentre biascicava qualche parola latina… probabilmente una preghiera.
La devozione del Mezzosangue era nota a tutta la scuola, nonostante il pericolo di essere additato il ragazzo non aveva mai rinnegato la religione di sua madre, una comunissima Cristiana Babbana, ed aveva continuato a professarla liberamente anche nel mondo magico. Per tale motivo, però, si era tenuto per tutto quel tempo lontano dalle ragazze e certamente trovarsene improvvisamente una mezza nuda in camera da letto lo aveva scosso non poco.
Iniziò a respirare più normalmente solamente quando Sam obbligò letteralmente Sugar ad indossare una delle sue camicie, che l’avrebbero coperta fino a metà coscia.
<< Ma si può sapere che accidenti stai facendo? >> Ringhiò poi il biondo, guardandola severamente. Tra lei e Brittany spesso e volentieri i Tassi si chiedevano se non fossero lì per fare i babysitter.
<< Volevo solamente fare una cosa tutti insieme, che pallosi che siete >>. Sbottò la ragazza strusciandosi a Blaine, prima di scoppiare in una risatina isterica.
<< Sugar, Matt è fidanzato con quella ragazza del quarto anno, Blaine è gay, Joe ha fatto voto di castità e io… beh, io semplicemente non sono il tipo e non ho voglia di abusare di te. Quindi perché non ti metti al letto? >> . Provò ancora l’Evans, cercando di essere più calmo.
<< Non posso! >> Esclamò l’altra con fin troppa enfasi, senza smettere un attimo né di ridere, né di accarezzare i capelli di Blaine. Si voltò qualche istante dopo proprio in direzione di quest’ultimo e lo guardò con aria sognante e totalmente persa. << Ma tu sei tutto vero? >> Chiese con un sussurro, mentre lo divorava con gli occhi.
<< Perché non puoi? >> Chiese Matt tornando al discorso precedente, mentre Joe e Sam la staccavano da Blaine La ragazza scoppiò a ridere di nuovo e ci vollero altri dieci minuti prima che si decidesse a dare una risposta concreta << Perché Brittany ed Hillary lo hanno occupato! >> Esclamò prima di crollare letteralmente a terra, facendo allarmare i ragazzi.
L’Anderson e l’Hart la presero di peso e la fecero allungare sul letto, dove si addormentò pochi secondi dopo.
<< Credo che dormirò sul pavimento >>. Constatò Joe con nonchalance, prendendo un cucino e mettendolo in un angolo della stanza. Blaine e Matt si ritrovarono ad annuire e si accorsero solo dopo di Sam che si stava allontanando dal dormitorio a passo sostenuto e con la bacchetta in pugno.
<< Dove stai andando? >> Lo richiamò l’Anderson, affrettandosi a bloccarlo.
<< A prendere Britt. E’ la seconda volta che quelle due finiscono al letto insieme da ubriache, devono piantarla! >>. Ringhiò il biondo, alludendo a quanto rivelato da Sugar poco prima.
<< La terza, a dire il vero >>. Lo corresse distrattamente Joe, che ricevette immediatamente un’occhiataccia da Matt.
<< Non pensi di stare ad esagerare? Brittany è fatta così >>. Disse Blaine cautamente, sperando di farlo ragionare.
<< E pensi che sia giusto? >> Sbottò l’altro, con lo sguardo cieco e le nocche della mano destra bianche per via della forza del suo pugno.
<< No, non credo sia giusto; ma lei è spontanea e in questo momento anche ubriaca fradicia, avrà solo pensato di divertirsi con una sua compagna, domani non ricorderà nulla e comunque tra una settimana sarà nella stessa identica situazione a prescindere da quanto accadrà stasera. Quindi quello che ti chiedo è: ne vale davvero la pena? >>. 
Il biondo si rilassò lentamente e dopo qualche istante l’ira dai suoi occhi scomparve del tutto, posò la bacchetta sul comodino e prese un profondo respiro.
<< Hai ragione, meglio lasciar perdere. È solo che vado fuori di testa al pensiero che qualcuno si stia approfittando di lei… della sua innocenza >>. Spiegò calmo, quasi tentando di giustificarsi.
<< Fidati, Sammie… >>. Iniziò Matt, trattenendo a stento una risata << … per quanto mi riguarda credo proprio che sia Brittany ad essersi approfittata di Hillary. Inoltre… in questo momento credo che innocente sia l’aggettivo meno opportuno per definirla! >>

David e Will rientrarono subito nel dormitorio, nessuno dei due proferì parola durante il tragitto, i corridoi erano per lo più deserti, comunque era chiaro che l’accaduto fosse ormai noto a tutta la scuola. I Serpeverde ne erano chiaramente orgogliosi, Puck stesso non aveva perso tempo ed andava in giro vantandosi di aver colpito Rachel e di aver preso parte al piano della sua compagna, la quale nel frattempo era ancora nell’ufficio di Figgins.
Schuester e la Sylvester si erano separati subito fuori l’ufficio, chiaramente Sue non si era fatta sfuggire l’occasione di lanciare al collega un’occhiataccia che suonava tanto come un “se per colpa tua succede qualcosa al mio Capitano o alla mia Battitrice te la farò pagare”.
Minaccia che Will aveva bellamente ignorato.
Fu David a dire la parola d’ordine per aprire il passaggio ch conduceva alla Casa Comune, la Signora Grassa protestò un po’ prima di aprire, sgridando il ragazzo per il suo comportamento scorretto ed inopportuno.
Evidentemente la voce era giunta anche ai quadri.
Karofsky non ebbe neppure il tempo di entrare nel dormitorio che Finn si abbatté su di lui come una furia, sbattendolo al muro senza troppe cerimonie nonostante la stazza massiccia.
<< Ti rendi conto di quello che hai fatto?! Con che coraggio ti ripresenti qui! >> Abbaiò l’Hudson, senza mollare la presa sul compagno o smettere di guardarlo in cagnesco.
<< Calma. Calmati, Finn >>. Lo riprese Will, fulminandolo con lo sguardo.
<< Non posso professore! Rachel è una nostra compagna, è mio dovere difenderla dalla feccia come lui! >> Urlò ancora il ragazzo, senza accennare alcun allontanamento.
<< Ti stai rammollendo, Hudson? La vicinanza con quella massa di finocchi ti ha fatto dimenticare per quale squadra giochi? >>. Lo schernì David, aprendo bocca per la prima volta in tutti quei minuti.
Da qualche parte, tra gli studenti alle spalle di Finn, qualcuno ringhiò.
<< Non provarci nemmeno, Karofsky! >> Disse secca Mercedes, che venne presto affiancata da Shane e Rory. Chandler e Kurt, pur sentendosi chiamati in causa, rimasero in silenzio ad osservare gli amici prendere le loro difese.
<< Adesso basta! >> Urlò Schuester, richiamando tutti all’ordine in un solo istante. Il brusio generale che aveva caratterizzato la Torre dei Grifondoro nelle ultime ore cessò di esistere.
<< Finn lascia subito David, non ho voglia di punire anche te >>. Disse secco, con un tono autoritario che nessuno gli aveva mai sentito adottare.
Il ragazzo ubbidì controvoglia e lasciò andare l’altro, facendo poi un passo indietro per lasciargli spazio.
<< Perché lo hai fatto, David? Puoi essere sincero, lo sai >>.  Sospirò Schue, improvvisamente stanco.
Karofsky tacque per degli interminabili secondi, deglutendo a vuoto un paio di volte.
<< Sei un codardo >>. Sibilò Finn prima di voltargli le spalle ed incamminarsi verso il suo dormitorio, seguito da alcuni amici.
<< Parla per te, Hudson! La tua squadra fa pena quest’anno, hai capito? Fa pena! Il campionato è già perso! >> Strillò l’altro, punto sul vivo dall’ultima affermazione del suo Capitano.
Per quanto si fosse sforzato di lasciar correre, Finn fu costretto a tornare indietro e si riavvicinò all’altro con due grandi falcate.
<< Se la squadra ti fa pena non capisco perché giochi ancora con noi >>. Disse a bassa voce, con gli occhi ridotti a due fessure.
<< Infatti, non capisco nemmeno io >>. Rispose secco l’altro.
<< Sei fuori >>. Annunciò l’Hudson, senza troppi problemi.
<< Me ne sarei andato lo stesso! Non mi serviva il tuo permesso >>. Sbottò Dave, sperando di convincere più che altro sé stesso.
<< Fantastico allora, professore i provini sono nuovamente aperti, riceverò già da domani >>. Disse Finn, lanciando un’occhiata al suo Direttore << Ah, comunque… >>. Ricominciò poco dopo, facendo balzare lo sguardo sul compagno, stavolta << Puck e Santana sono anche miei amici, ma non per questo mi abbasso sempre al loro livello. Non è che siccome sono Purosangue tutto quello che facciano sia giusto, qualcuno dovrebbe spiegartelo >>. Concluse, voltando le spalle definitivamente al compagno.
La stanza si svuotò lentamente e finalmente Will e Dave ebbero il tempo e la privacy per poter parlare con calma.
<< Ciò che hai fatto è sbagliato, David. Non mi è piaciuto affatto il tuo comportamento, tanto meno la tua reazione >>.
<< Sarò punito? >> Chiese il ragazzo, atono.
<< Sì, rimarrai con me a rimettere a posto l’attrezzatura sportiva dopo gli allenamenti di Quidditch >>. Rispose Schuester, guardandolo negli occhi.
<< Per tutta la settimana?! >> Sbottò il ragazzo, inorridendo all’idea.
<< No, per tutto il mese >>.  Rispose il Direttore.
<< Non è giusto! Puckerman non è stato punito >>.
<< Puckerman non è mio alunno e francamente non m’interessa! >>. Lo riprese Will, alzando il tono di voce << Comunque non ho finito. Innanzi tutto dovrai chiedere scusa a Rachel >>.

<< Come stai? >> Chiese premurosamente Jesse per l’ennesima volta. Rachel aveva insistito nel non voler rientrare nella Casa Comune e Schuester aveva acconsentito a farla passeggiare con St. James per il castello, ignorando il coprifuoco “poiché era un’occasione particolare” o qualcosa del genere.
Fatto sta’ che i due erano seduti in un aula deserta e guardavano il parco dalla finestra aperta, scambiandosi solo poche parole.
<< Meglio, te l’ho detto. Non mi hanno fatto male, è stato per lo più lo spavento ad avermi bloccata >>. Sospirò la Berry, guardando ancora una volta il Mezzosangue al suo fianco, accennando un sorriso per tranquillizzarlo. Quel lieve cambiamento di espressione parve fare il suo effetto, infatti il ragazzo si rilassò quasi istantaneamente e le passò un braccio attorno le spalle.
<< Promettimi che non rimarrai più da sola. Per nessun motivo! Se Figgins li ha puniti sarai il loro bersaglio preferito, d’ora in avanti >>. Biascicò con una leggera nota di disperazione nella voce Jesse, guardando intensamente la diva per sperare di convincerla.
<< Non posso prometterti questo, però posso giurarti che sarò molto attenta ed eviterò Santana il più possibile >>.
<< E Quinn >>. Si volle accertare immediatamente il Corvonero, guardandola di traverso per il fatto che l’avesse momentaneamente dimenticata.
<< Naturalmente >>. Aggiunse la Grifondoro, annuendo.
<< Mi stai assecondando? >> Domandò improvvisamente Jesse, riducendo gli occhi a due minuscole fessure e guardandola con un ghigno dipinto sul volto.
Rachel non poté far a meno di ridere per via dell’espressione buffa assunta dall’amico e gli diede una spintarella << Piantala, tanto anche se ti contraddicessi so già che non sarei mai completamente da sola >>. Sottolineò, fingendo rimprovero nella voce. Jesse avvampò quasi immediatamente, non era mai arrossito e la cosa fece ridere ancor di più la Berry.
<< Beccato! >> Esclamò St. James, alzando le mani in segno di resa e stringendo le labbra.
<< Già, da quasi due settimane! >> Ribatté la ragazza, che aveva ancora un accenno di sorriso dipinto in volto.
<< Perché non me l’hai detto? Ti sarò sembrato una specie di stalker! >> Sbottò Jesse, fingendo improvvisamente di essere seccato.
<< Uno stalker molto carino, però >>. Disse suadente la diva, lasciandogli un dolce bacio sulla guancia che non poté far a meno di scioglierlo.
<< Però promettimi che mi lascerai la mia privacy, d’ora in avanti >>. Lo supplicò poco dopo.
Il ragazzo sbuffò e saltò giù dal banco dove erano seduti, si girò all’improvviso e la sollevò prendendola per i fianchi, accompagnandola in una lenta discesa in cui non staccò gli occhi dai suoi per un singolo istante.
<< Promesso >>.
 

La mattina successiva, tra Finn e Quinn la tensione era palpabile, il ragazzo non l’aveva degnata di uno sguardo dopo che l’aveva sentita ridere e complimentarsi con Santana e Puck per lo scherzo “semplicemente geniale”, si era allontanato quasi immediatamente ed era andato con gli altri Grifondoro e Jesse a tranquillizzare Rachel, mandando fuori di testa la sua fidanzata.
<< Non mi sei piaciuto per niente, ieri ad Hogsmeade. Non mi hai rivolto nemmeno una parola per tutto il viaggio di ritorno e non la smettevi di fissare quella sgualdrinella della tua squadra. Non so più cosa pensare! >> Esclamò stizzita ed evidentemente arrabbiata la bionda, rivolgendo al ragazzo una delle sue occhiate più truci.
La sorpresa arrivò quando Finn rispose alla sua occhiata e ribatté col suo stesso tono << Nemmeno tu mi sei piaciuta, Quinn. Invece di pensare a Rachel –che poteva essersi fatta veramente male- hai preferito ridere di lei con quei due idioti! >>
<< Quei due idioti, come li chiami, erano i tuoi migliori amici fino a qualche settimana fa. Diciamo pure i tuoi unici amici >>. Ringhiò la ragazza, avvicinandosi pericolosamente al fidanzato.
<< Beh, magari ho solo capito che non sono il tipo di compagnia che mi piace frequentare, meglio tardi che mai! >> Esclamò secco, voltandole le spalle e prendendo a camminare nella direzione opposta a quella della Fabray che, interdetta, gli corse dietro.
<< Che intenzioni hai? >>
<< Vado a farmi una doccia, questo pomeriggio devo valutare i ragazzi che faranno i provini visto che Karofsky è fuori >>. Riassunse senza degnarla di uno sguardo, continuando impassibile a camminare.
<< Almeno fa’ il giro lungo! >> Lo rimproverò la bionda, prendendogli con forza una mano << Devono vederci insieme se vogliamo vincere quel titolo! >> Ringhiò a bassa voce, rivolgendo qualche sorriso -decisamente falso- a delle ragazzine del secondo anno, che ricambiarono timidamente.
<< Visto?! >> Lo incitò.
<< Adesso basta! >> Urlò Finn, facendo voltare gran parte degli studenti che percorrevano il corridoio nella loro direzione.
<< Devi smetterla, Quinn! Io non ne posso più di tutti questi tuoi comportamenti e delle tue scorrettezze! >> Proseguì senza diminuire il tono.
<< Non è né il luogo, né il caso di parlarne adesso >>. Sibilò la ragazza a denti stretti, fulminandolo dello sguardo per via delle attenzioni indesiderate che stava suscitando la loro discussione.
<< Oh, sì che lo è invece >>. Ringhiò il ragazzo, abbassandosi così da poter guardare la Fabray dritta negli occhi << La verità è che a te tutta questa situazione fa’ solamente molto comodo, a fine anno avrai il tuo titolo, probabilmente la Coppa delle Case e una raccomandazione per il prossimo anno. Beh, sai cosa ti dico, Quinn? Forse riuscirai ad avere queste cose, ma di sicuro non avrai me. È finita >>. Concluse secco, per poi voltarsi e riprendere a camminare a passo sostenuto verso le scale.
<< Che cosa?! >> La Serpeverde fece una leggera corsa per raggiungerlo e lo strattonò per un braccio, costringendolo a voltarsi.
<< Tu non puoi lasciarmi! >> Strillò, scioccata.
<< Sì invece, l’ho appena fatto >>. Le fece notare l’Hudson, freddo.
La Fabray abbassò lo sguardo e ripeté con un filo di voce << Tu non puoi lasciarmi… >>. Questa volta l’aveva detto così a bassa voce che per un istante pensò che il ragazzo non l’avesse udita.
<< Perché no? Perché ti servo o perché ti faccio troppo comodo? >> Ringhiò il ragazzo, moderando il tono di voce, che comunque rimase alto.
<< Dammi un solo motivo per cui non dovrei lasciarti >>. Aggiunse poco dopo, fermandosi a pochi centimetri da lei, rivolgendole un’occhiata impassibile.
Quinn tacque per qualche istante e solamente dopo aver deglutito trovò il coraggio di sollevare nuovamente lo sguardo, facendo crollare tutte le certezze del Grifondoro non appena fissò i suoi occhi verdi colmi di lacrime in quelli castani di lui.
<< C’è un motivo… >>. Biascicò, tremando.

<< Avanti! >> Esclamò la Direttrice dei Corvonero dall’altro lato della porta, che si aprì cigolando. L’ufficio che aveva non era proprio il massimo, ma vi si trovava bene e sebbene Figgins le avesse proposto più di una volta di spostarsi, aveva sempre preferito declinare l’offerta. Ad una prima occhiata non si sarebbe detto, ma Shelby Corcoran era una tipa parecchio sentimentale.
<< Professoressa Corcoran, spero di non disturbarla >>. Disse cortesemente Jesse, entrando lentamente in quella stanza che ormai conosceva fin troppo bene.
<< Non disturbi mai, non preoccuparti >>. Sorrise la donna, invitandolo ad accomodarsi su una delle poltrone di fronte la sua scrivania con un semplice gesto del capo. Il ragazzo ubbidì immediatamente e posò sulla scrivania la scatola che teneva in mano.
Shelby fissò un lungo istante il contenitore chiuso, poi fece balzare lo sguardo sul suo alunno e gli rivolse un’occhiata perplessa. Di tutta risposta, Jesse sollevò lentamente il coperchio e prese delicatamente qualcosa da dentro la scatola. La stoffa ricamata e pregiata uscì lentamente, dispiegandosi e mostrandosi in tutta la sua magnificenza, aprendosi lentamente in un grande mantello.
<< Il suo mantello dell’invisibilità, l’ho riconosciuto nel momento esatto in cui Schuester l’ha tolto di dosso a Santana. Vista la mia media il preside me l’ha dato senza fare troppe obbiezioni quando gli ho detto di conoscere il proprietario. Dev’essersi fidato di me >>. Spiegò con semplicità il ragazzo, guardando la sua insegnante.
<< Infatti >>. Concordò la Corcoran, alzandosi dalla sua poltrona e girando attorno la scrivania per poter prendere il mantello. Se lo rigirò un paio di volte tra le mani, come ad assicurarsi che non avesse riportato danni, poi lo ripose delicatamente in un baule che ebbe l’accortezza di chiudere con un colpo di bacchetta.
<< Ti sei fatto sfuggire che fosse il mio? >> Domandò qualche minuto dopo, tornando finalmente a guardare Jesse.
<< Assolutamente no! >> Si affrettò a dire il ragazzo << Non lo sa nessuno >>.
<< E nessuno deve saperlo >>. Sottolineò Shelby, lanciandogli un’occhiata severa << Il ritrovamento di uno dei tre doni, dopo tutto questo tempo, non è una cosa da sottovalutare. Non voglio neppure immaginare cosa potrebbe succedere se finisse nelle mani sbagliate! >> Esclamò, tradendo la decisione con una nota di preoccupazione nella voce.
<< Cosa c’è che non volete dirci, professoressa Corcoran? Vi ho osservati, voi insegnanti siete tutti più agitati… da un po’ >>. Azzardò il Corvonero, misurando attentamente le parole che aveva deciso di usare per porle quella difficile domanda.
Shelby sospirò rumorosamente e si portò una mano sul volto, rimase in silenzio qualche istante prima di portarsi indietro con un gesto secco i lunghi capelli scuri; incrociò le mani davanti il mento e guardò con decisione e severità il ragazzo.
<< Promettimi di non dirlo a nessuno, Jesse >>.

Rachel adorava la Torre di Astronomia, da quando era entrata nella squadra di Quidditch aveva scoperto la piacevole sensazione di guardare tutto dall’alto, così quando aveva un po’ di tempo sgattaiolava su per le scale fino a raggiungere la torre più alta del castello. Poco importasse che fosse giorno o notte, la vista era comunque impagabile.
Rimase scossa e sorpresa quando si rese conto di non essere sola, le ci vollero pochissimi secondi per individuare la figura dalla quale provenivano i singhiozzi che aveva sentito non appena conclusa la rampa di scale. Sulle prime rimase turbata, pensando che il suo unico luogo di pace potesse esser diventato il nascondiglio di qualche ragazzino del terzo anno in preda a delle crisi adolescenziali, poi non poté che preoccuparsi una volta riconosciuto il ragazzo che, rannicchiato in un angolo con le ginocchia strette contro il petto, piangeva disperatamente.
<< Finn! >> Esclamò sorpresa, correndo verso di lui e accasciandosi al suo fianco, allargando le braccia per invitarlo a stringerla, per dargli un po’ di conforto. Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e si tuffò tra le braccia dell’amica, posando la testa sulla clavicola della Berry, le mani strette a pugno contro il petto della ragazza che, senza proferir parola, prese ad accarezzargli lentamente la schiena.
<< Che succede, Finn? >> Si decise a domandare Rachel, dopo quasi mezz’ora in cui si era limitato a dargli conforto con quei semplici gesti.
L’Hudson pianse ancora qualche minuto prima di risponderle, poi tra un singhiozzo e l’altro riuscì a biascicare una frase.
<< Ho fatto un casino, Rach. È tutto un casino… >>.
Riprese a piangere più rumorosamente dopo quelle poche parole, ma la ragazza era determinata a scoprire per quale motivo l’affascinante e coraggioso Finn Hudson si fosse ridotto a quello stato.
<< Perché è tutto un casino? >> Domandò dolcemente, parlando a bassa voce, come si trattasse di un segreto.
Il Grifondoro tirò su col naso e finalmente si staccò dalla ragazza, si asciugò gli occhi con una manica della divisa, ignorando il fatto che si potesse bagnare, poi finalmente la guardo dritta negli occhi e seppur con uno sguardo perso, confuso, triste e spaventato riuscì a dirlo:

<< Quinn è incinta >>.

-L'angolo di Kengha-
Finalmente riesco a pubblicare questo capitolo! L'ho iniziato a scrivere il 20, ma per diversi motivi non ho potuto concluderlo prima di adesso. >__<
Non ho fatto in tempo a rileggerlo quindi potrebbe esserci qualche errore, domani sera lo ricontrollerò, vorrei poterlo fare adesso ma meglio che vada a dormire... domani (anzi, diciamo pure oggi visto che mezzanotte è passata da qualche minuto) è il mio compleanno e non vorrei finire con l'addormentarmi in piedi! Ahahahahah 
A presto,


Besos 

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