The Hunger Games

di Vanisher
(/viewuser.php?uid=226220)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Tributi ***
Capitolo 2: *** Primo giorno sul treno ***
Capitolo 3: *** Arrivo a Capitol City ***
Capitolo 4: *** Alleanza o Amore? ***
Capitolo 5: *** Cambi di programma volontari ***
Capitolo 6: *** La sfilata dei Tributi ***
Capitolo 7: *** La prima sessione di allenamento ***
Capitolo 8: *** Dubbi e Domande ***
Capitolo 9: *** Incubi, Paura, Domande ***
Capitolo 10: *** La sessione privata ***
Capitolo 11: *** Rivelazioni ***
Capitolo 12: *** Le Interviste ***
Capitolo 13: *** Arena - Giorno uno ***
Capitolo 14: *** Arena - Giorno due ***
Capitolo 15: *** Arena - Giorno tre ***
Capitolo 16: *** Arena - Giorno quattro ***
Capitolo 17: *** Arena - Giorno cinque ***
Capitolo 18: *** MESSAGGIO IMPORTANTE!!! ***
Capitolo 19: *** Arena - Giorno sei ***
Capitolo 20: *** La resa dei conti ***
Capitolo 21: *** Dolore. Ecco ciò che provo. ***
Capitolo 22: *** Nella mia vita amerò solo te ***



Capitolo 1
*** I Tributi ***


ATTENZIONE : A DIFFERENZA DELL'OPERA ORIGINALE DEGLI HUNGER GAMES DI SUZANNE COLLINS I DISTRETTI ARRIVANO FINO AL 6 E LA STORIA E' AMBIENTATA A BUENOS AIRES.
Ringrazio di cuore 
MarylovesJorgeBlanco per il suo aiuto col primo capitolo. T.V.B!!

Ogni anno è sempre la stessa identica storia. 
Due in punto in piazza. Giorno della mietitura. Hunger Games.
Bambini e ragazzi che cercano di trattenere lacrime e paura; genitori che cercano di farsi forza l'uno con l'altro nella speranza che i propri figli non vengano scelti nemmeno per quell'anno; vecchi bisbetici che scommettono sull'età e sul sesso dei tributi scelti senza neanche un briciolo di compassione.
Ogni anno è sempre la stessa storia.
Ho paura, sono terrorizzata, non lo nego. Il solo pensiero di essere estratta come tributo mi fa svenire.
Liscio nervosamente la gonna del vestito nero con entrambe le mani. Ognuno si veste bene il giorno della mietitura. Io oggi ho un vestitom nero che mi arriva al ginocchio, sandali neri e i capelli legati in uno chignon alto. In realtà, sembra che sto per andare a un funerale.
Mia madre è insieme agli altri genitori che prega silenziosamente. 
Appena l'orologio del comune tocca le due in punto, Effie Trinket balza in piedi nel suoi vestito giallo canarino e la parrucca boccolosa viola, con tanto di cappellino giallo canarino e scarpe con le piume. Oscena e divertente. Un autentica cittadina di Capitol City in piena regola, truccata come un clown se non peggio.
E' allegra e vivace come se si trovasse ad una festa di compleanno e sta per dare il suo regalo.
- Benvenuti, benvenuti a tutti! - si avvicina al microfono al centro del palco - Come ogni anno, siamo qui per estrarre coloro che avranno il privilegio, l'onore di rappresentare il Distretto 6 nella 75esima edizione degli Hunger Games! Come sempre, prima le signore! -
Si avvicina con passi piccoli e rapidi alla boccia a destra contenente i nomi delle ragazze. Nella piazza si sente solo il suono dei suoi tacchi troppo alti sulle assi del palco. Si ferma davanti alla boccia, immerge la mano nel mare di striscioline bianche e prende una delle striscioline sul fondo. 
Abbasso il capo e chiudo gli occhi, stringendo le palpebre fino a vedere tutto nero. Ti prego, fa che non sia io ... Ti prego, fa che non sia io ... Ti prego, ti prego ... Non io ...
Effie torna al microfono e apre la strisciolina, lisciandola tra l'indice e il medio. Legge il nome prima a mente e poi lo annuncia a tutti.
- Mercedes Lambre! - 
Apro gli occhi, adesso lucidi. E' uno scherzo. Uno scherzo della paura. 
- Mercedes Lambre? Dove sei, mia cara? - Effie mi cerca con lo sguardo tra la marea di gente. Ma senon sa nemmeno che faccia ho?
Alzo la testa, raddrido spalle e schiena e porto le mano dietro alla schiena, avanzando verso il palco. Salgo gli scalini trattenendo con sorprendente abilità le lacrime, raggiungendo Effie, che mi sorride mettendo in mostra una fila di denti bianchissimi.
- Oh, eccoti cara. Adesso passiamo a scoprire chi accompagnerà Mercedes Lambre in questa sfavillante avventura! -
In cui rimarrò sicuramente uccisa. Effie si avvicina alla boccia coi nomi dei ragazzi e prende il primo in superficie. Lo apre, lo liscia tra indice e medio e lo legge a mente prima di annunciarlo come a fatto col mio.
- Diego Dominguez! -
Spalanco gli occhi. Diego Dominguez, belo come ce ne sono pochi nel distretto, è stato il mio ragazzo un anno fa. E da quando abbiamo rotto ... da allora non ci siamo più parlati. 
Diego rimane calmo e pacato, raggiunge Effie e rimane immobile accanto a me, come se andare a morire fosse una cosa da tutti i giorni. Io non lo capirò mai, quel ragazzo. Ci stringiamo la mano senza guardarci negli occhi, guardando le assi di legno marcio e sporco del palco. 
Sono morta due volte.

ALLORA! HO FINITO IERI UNA FANFICT E NE STO SCRIVENDO UNA NUOVA OGGI ... SONO O NO UN GENIO? COMUNQUE QUESTA IDEA MI E' SORTA MENTRE LEGGEVO DI NUOVO IL PRIMO LIBRO DEGLI HUNGER GAMES ... CHE VE NE PARE? ACCETTO CRITICHE E COMMENTI E SE VOLETE CONSIGLIARMI QUALCOSA SULLA STORIA ... FATE PURE, VE NE SAREI GRATA!
BACI
HOPE

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Primo giorno sul treno ***



Siamo partiti. Il treno corre veloce verso la lussuosa Capitol City, lasciandosi alle spalle un Distretto 6 colmo di speranze e lacrime. Ho salutato mia madre con un grande abbraccio e le ho detto che le volevo bene, forse l'ho fatto per l'ultima volta.
Sono nella mia nuova stanza da più di venti minuti, seduta sul soffice letto, i gomiti poggiati sulle ginocchia e la testa fra le mani, cercando di piangere. Se non lo faccio adesso non so quando mi sarà permesso farlo. Ma le lacrime non vogliono scendere, se ne stanno nascoste timide e cattive. Forse avrei dovuto piangere quando salutavo mia madre, quando le lacrime le trattenevo a fatica, ma non volevo sembrare agli occhi di tutta la nazione una povera ingenua che spera di tornare a casa. Ma in fondo è quello che voglio : tornare a casa.
Rassegnata al fatto che non piangerò, mi alzo e vado a farmi una doccia fredda. Mi lavo anche i lunghi capelli biondi. Li asciugo e li lascio cadere mordibi e puliti sulle spalle. Adesso sono tutta profumata. Un attimo ... profumo di vaniglia.
Apro i cassetti della cassettiera di ferro scuro accanto al letto e ispeziono i vestiti che mi sarà permesso usare finchè sarò sul treno. Ma dubito che riuscirò ad usarli : arriveremo a Capitol City domani mattina, credo.
Tiro fuori una gonna corta blu notte a balze e una maglietta leggera dello stesso colore da abbinarci. Rimetto i sandali marroni usati alla mietitura di oggi e tiro fuori anche un cardigan nero, nel caso facesse freddo.
Mi guardo velocemente allo specchio. Sono pronta per la cena.
Forse sembrerò un po' elegante, ma a cena incontreremo il nostro mentore, colui che tenterà in ogni modo di salvarmi la vita, e ci tengo a sembrare carina e ordinata.
La sala dei pasti è simile a una sala di un ristorante, ampia e ben arredata, con l'eccezione che c'è un unico tavolo rettangolare al centro. Una lunga tovaglia bianca con ricami a fiore l'addobba e al centro c'è un vaso di porcellana scura con un enorme e magnifica varietà di fiori.
Mi scoccia il fatto che Diego sia arrivato prima di me. Lui ha solo un paio di pantaloni neri e una camicia bianca. Troppo ordinario per i miei gusti, ma ciò non sminuisce la sua bellezza.
Quando mi vede entrare mi studia da capo a piedi. Non è ne meravigliato ne disgustato, solo ... divertito. Ma per cosa, mi chiedo? 
- Ehi piccola come mai tutta questa eleganza? - ghigna studiandomi una seconda volta. Sa che odio essere chiamata piccola - Sembra che stai andando ad un ricevimento di chissà quale vistoso palazzo di Capitol City -
- Scusa se desidero fare una buona impressione col nostro mentore - incrocio le braccia davanti al petto - Tu al contrario non ti sei preso il minimo disturbo a renderti perlomeno presentabile -
- Non mi vestirò bene solo per compiacere un vecchio panciuto di mezza età -
- Potevi almeno sforzarti, però! L'eleganza è una cosa a te sconosciuta? -
- L'eleganza, piccola, è una cosa che non c'entra niente visto che stiamo per fare il conto alla rovescia per l'ora della nostra morte -
- Forse quello della tua, di morte! - ribatto avvicinandomi pericolosamente a lui - Io ho intenzione di combattere finchè non mi si sgretoleranno le ossa che ho in corpo -
- Allora hai trovato un degno avversario, piccola - 
Effie Trincket entra e ci interrompe, vestita nel suo abito da sera fatto di piume di un rosa accecante. Scuote piano il capo guardandoci che bisticciamo. Io e Diego la smettiamo subito e lei prende posto, avvertendoci che Haymitch Abernathy, il nostro mentore, non prenderà parte alla cena. 
Uffa, mi sono fatta così carina per niente!
 


Il cibo è veramente squisito, non ho mai mangiato così bene in vita mia. Una cena leggera ma ricca di sapori deliziosi. Mentre mangiamo Vol-au-vent di pollo e funghi e crema aglia sparagi, seguita da un ottima omelette alla acetosella e  uova all'ostrica, Effie Trincket ci da un sacco di istruzioni per quando arriveremo a Capitol City : sorridere sempre, usare le  buone maniere, ringraziare sempre eccetera e eccetera.
- Perchè Haymitch non  viene a mangiare? - chiede Diego mentre mangiamo il dessert, il gelato al cioccolato.
- Sarà sicuramente sbronzo come lo scorso anno - borbotta Effie - Comunque farete la sua conoscenza domani a colazione. Se vedete un signore che è perennemente attaccato a una bottiglia di superalcolici, quello è Haymitch -
Io e Diego ci scambiamo un occhiata malefica. Ognuno vuole eliminare l'altro, scommettete? Bene, se il nostro mentore non è in grado di aiutarci, annienterò Diego da sola.
 


Finita la cena andiamo a vedere alla televisione la mietitura negli altri distretti e a conoscere i nostri avversari. Vediamo i visi e sentiamo i nomi, facciamo commenti su chi potrebbe essere forte o chi morirebbe dopo quindici secondi.
Effie ha in mano un blocco di carta e una penna e segna i nomi degli altri avversari e il Distretto. Quando il televisore si spegne, do un occhiata prima che possa farlo Diego :
Distretto 1 : Martina Stoessel e Pablo Espinosa
Distretto 2 : Lodovica Comello e Xabiani Ponce de Leon
Distretto 3 : Valeria Baroni e Jorge Blanco
Distretto 4 : Candelaria Molfese e Samuel Nascimiento
Distretto 5 : Alba Rico e Facundo Gambandé
Distretto 6 ovvero noi : Mercedes Lambre e Diego Dominguez
Rileggo il mio nome e quello degli altri tributi, chiedendomi se sarò ancora qui quando termineranno gli Hunger Games.


CIAOO!!! ALLORA, PARTENDO DAI TRIBUTI VI DICO CHI SONO IN VIOLETTA NEL CASO QUALCUNO FACESSE CONFUSIONE :
DISTRETTO 1 : VIOLETTA E TOMAS
DISTRETTO 2 : FRANCESCA E MARCO
DISTRETTO 3 : LARA E LEON
DISTRETTO 4 : CAMILLA E BRODUEI
DISTRETTO 5 : NATA E MAXI
DISTRETTO 6 : LUDMILLA E DIEGO OVVERO I NOSTRI PROTAGONISTI
ALLORA ... CHE NE PENSATE? 
RINGRAZIO DI CUORE :

lalivilu42

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Arrivo a Capitol City ***


Quando mi sveglio la mattina dopo, il mio corpo è avvolto nel sottile lenzuolo che serve da coperta e la testa è poggiata sul cuscino. Vorrei dormire un altro po', ma Effie bussa alla porta della mia camera dicendomi che comincia un'altra " grande, grande ed entusiasmante giornata! ". E poi è meglio che mi sbrighi, voglio proprio conoscere Haymitch. Magari non è così male come ha detto Effie ...
Mi alzo e mi lavo la faccia, metto i vestiti di ieri sera e pettino i capelli biondi. 
Come ieri sera, Diego è arrivato prima di me e sta parlando con quello che dovrebbe essere Haymitch e Effie è seduta compostamente sul divano di pelle bianca e sfoglia delle riviste di moda. 
Faccio il mio ingresso tenendo la schiena dritta e Haymitch ( almeno, credo sia lui ) mi indica la sedia accanto a quella di Diego.
- Ma bene! Mi sembrava che mancasse qualcuno ... Siediti! - sembra abbastanza sobrio, anche se stringe nella mano sinistra una bottiglia di vodka. 
Mi siedo accanto a Diego e ammiro la vasta scelta che ho per colazione : muffin al cioccolato, crostata di marmellata o crema o noci, latte di soia, caffè a mia scelta, cioccolata calda e fette biscottate schierate a seconda dei gusti e dei colori : con sopra marmellata di arance, ciliegie, fragole, pesche, mele, mirtilli e anche all'uva.
Riempio il piatto di una fetta biscottata per marmellata, prendo un po' di cioccolata calda e qualche muffin al cioccolato e una fetta di crostata alle noci.
- Allora ... - comincia Diego, leggermente imbarazzato - Tu saresti il nostro mentore? - evidentemente si aspettava qualcuno di più ... ecco ... forte. Ma come biasimarlo, Haymitch non è esattamente come mi aspettavo.
Ha i capelli lunghi biondi che gli coprono mezza faccia, una leggera barbetta bionda, non è nemmeno tanto pianciuto ed è poco più alto di me, vestito trasandamene. E il suo alito puzza di alcool.
- Esattamente - Haymitch ci guarda intensamente - Ma prima di cominciare sappiate dal profondo del cuore che io non posso in alcun modo, nemmeno se lo volessi, farvi rimanere vivi. Quello è compito vostro -
Sbianco. Quanti Tributi ha fatto morire prima di noi?!
- E allora qual'è il tuo compito? - sbotto con rabbia senza riuscire a contenermi - Tu sei stato nell'arena, tu hai vinto e sempre tu devi insegnarci tutto quello che sai e usare tutti i mezzi a tua disposizione per far uscire almeno uno di noi dall'arena! -
Haymitch emette una risata compiaciuta - Vedo che hai fegato, ragazza. E tu saresti? -
- Mercedes Lambre -
- Oh, allora si spiega tutto. Da come sei salita sul palco alla mietitura, sembra che non vedi l'ora di tornartene a casa -
- Ed è così, infatti -
- Sai che potresti tornare anche in una bara di legno, vero? -
- Sai che non sono questi i miei programmi? - troppo spavalda, forse?
- Ah, dolcezza? E quali sono i tuoi piani?-
- Vincere-
Haymitch emette un fischio con la bocca, segno che questa discussione l'ho vinta io. Così impara, questo brutto ...
Finiamo la colazione e Haymitch ci avverte che verremo assegnati a uno staff di preparatori e a uno stilista che si occuperà della nostra immagine e di come farci ottenere sponsor. L'immagine è una cosa importante, sentendo le sue parole. E a Capitol City ci ripuliranno da cima a fondo e ci faranno risplendere al più non posso, sempre parole di Haymitch. Non fa nemmeno in tempo a finire la frase che Capitol City brilla da dietro ai finestrini del treno.
 


Mi fanno la ceretta sulle gambe, sulle braccia, sulle sopracciglia, sotto le ascelle e al'inguine. Mi fanno fare un bagno di oli profumati e lozioni che dovrebbero rimuovere la pelle secca e la dovrebbero rendere più lucida. Mi spalmano creme su creme e mi lavano i capelli. Li pettinano, ci passano sopra balsami e shampoo nutrienti e resistenti.
Quando hanno finito, mi guardano come se finalmente fossi umana. Poi mi lasciano completamente da sola, facendomi aspettare il mio stilista.
Quando entra, rimango sconvolta. E' diverso dai capitolini, ha solo una camicia scura e pantaloni scuri, capelli rasati e solo un po' di mascara. Ma per il resto ... potrebbe essere un normalissimo cittadino.
- Ciao, Mercedes - mi saluta tendendomi la mano. Ha una voce calda e profonda - Io sono Cinna -
Gli stringo la mano. La sua è una stretta forte e rassicurami, come per dire di rilassarmi. E mi sento davvero rilassata, non so perchè.
Mi tolgo l'accappatoio e rimango nuda, mentre lui cammina in tondo studiando ogni centimetro della mia pelle e  memorizza i miei lineamenti. 
Mi sento a disagio a stare nuda davanti ad uno sconosciuto e sono tentata di mettermi la braccia davanti al petto e correre a prendere l'accappatoio. 
- Rimettiti pure l'accappatoio -
Sollevata, lo metto e stringo il nodo sulla pancia. Ci sediamo e cominciamo a parlare.
- Parliamo della sfilata dei carri che ci sarà venerdì. Ogni Tributo si dovrà vestire in modo da rappresentare il suo Distretto -
Ogni anno vestivano i Tributi in modo banale e sciocco. Ma io non ho mai visto Cinna nelle altre edizioni. Quindi non ho ideee su come potrebbe conciarmi. 
- Il Distretto 6 si occupa dei trasporti. Giusto? Giusto -
Mi farà vestire da macchina.
- E rispetto alle altre edizioni ho intenzione di fare qualcosa di veramente speciale -
Mi farà vestire da macchina e le mie scarpe saranno due gomme nere e sporche.
- E voglio usare il mezzo di trasporto che tutti sognano : le ali. Chi non  desidera un paio di ali? Allora, se approvi questa iniziativa, continuerò a parlarti del mio progetto, sennò dimmi la tua -
Cinna guarda compiaciuto il piccolo sorriso che si è formato sulle mie labbra e da come sono sporta in avanti verso di lui per ascoltare meglio. Non sarò una macchinina, eh? La cosa mi piace un sacco. Adesso Cinna  ha la mia totale fiducia attenzione.

 
Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Alleanza o Amore? ***



Il resto del pomeriggio lo passo nella mia nuovissima camera, in un lussuoso palazzo di Capitol City. E' diversissima dalla camera che avevo sul treno : nella doccia ci sono decine di bottoni dove puoi decidere la temperature dell'acqua, che sapone utilizzare, e miriadi di shampoo e creme. C'è un tappetino accanto al letto che emette uno sbuffo di aria calda che in cinque secondi ti asciuga corpo e capelli. 
Faccio una doccia calda e raccolgo i capelli in una crocchia alta sulla nuca. Mi metto un completo nero di pantaloni e maglietta e un paio di pantofole pelose e morbide e mi siedo sulla scrivania a mia disposizione, larga e lunga come una tavolata, dove di fronte è appeso uno specchio enorme. 
Tra poco dovrò scendere per la cena. Mi metto a curiosare nei cassetti della scrivania e scopro un fantastico beauty-case con tutti i trucchi : mascara, ombretti, matite, lucidalabbra, burrocacao, fard e fondotinta vari. E persino una vasta scelta di smalti.
Qualcuno bussa alla porta e senza nemmeno aspettare un mio ordine entra Diego, chiudendosela alle spalle. Sospiro. Ecco che arriva la seconda sfuriata della giornata.
- Che cosa vuoi? - chiedo aprendo un lucidalabbra rosso fuoco.
- Parlare. Possiamo? -
Attraverso lo specchio vedo che non è qui per i soliti bisticci. Bene, comincio a stancarmi di urlare dietro a gente che non mi ascolta. Gli faccio segno di sedersi e lui si siede sul letto, incrociando le gambe sulla coperta giallognola.
- Di cosa vuoi parlare? - gli chiedo mettendomi il rossetto.
- Di Haymitch -
- Quello che è accaduto stamattina sul treno mi è bastato per non riuscire a non fidarmi di lui - 
- Nemmeno io mi fido di lui. Se non è davvero in grado di farci rimanere in piedi nell'arena ... a che cosa serve averlo attorno? Tanto vale che seguiamo l'istinto e ce la caviamo da soli -
- Be' si era quello il mio piano - ammetto ammirando le mie labbra rosso fuoco.
- Era anche il mio - sorride alzandosi dal letto con un balzo - E visto che la pensiamo allo stesso modo mi sembra inutile schierarci l'uno contro l'altro -
Peso le sue parole nella mia mente. Mi volto, lasciando perdere il mascara mezzo aperto. Lo studio per un attimo, decidendo se è sincero o vuole solo trovare un mio punto debole da poter utilizzare nell'arena a sua vantaggio. Lo staff di preparatori ha fatto un ottimo lavoro con lui, l'ha ripulito da cima a fondo mantenendo il suo fascino da ragazzo arrogante. Quello che infondo è. Indossa una semplice maglietta grigia e dei pantaloni aderenti neri e i pollici sono infilati nelle tasche, mentre il resto della mano è libera. I capelli sono rimasti uguali a prima. 
Riesco ancora riconoscere il mio ex ragazzo.
- E quindi cosa proponi? - gli chiedo alzandomi in piedi e appoggiando il sedere contro il bordo della scrivania.
- Un alleanza. Un patto. Qualcosa che ci faccia rimanere uniti anche dentro all'arena. Ci stai? -
Un momento, devo pensare. Abbasso il mento verso il pavimento e con gli occhi studio il peluche sulla punta delle pantofole. Un leopardo. Piccolo ma pericoloso, con la bocca spalancata. Veloce e sicuro di se. Che segue la preda fino allo sfinimento e protegge i suoi compagni. Così è Diego. Un piccolo leopardo che fa del suo meglio per vincere tutto nella vita, dalla cose quotidiani come l'amore alla vita.
Senza nemmeno che me ne accorga, Diego si avvicina a me e con due dita mi solleva il mento. I nostri occhi si incontrano. Il mondo sembra fermarsi e le parole perdono senso. Le palpebre si abbassano e le nostre labbra si uniscono in un dolce, dolcissimo, bacio, che conferma l'inizio del nostro patto e, forse, solo forse, di qualcosaltro.
 
 

Quando si stacca da me, indietreggia di qualche passo. Restiamo entrambi senza parole. Ci siamo baciati. Ci siamo baciati? Ci siamo baciati! E' stato bellissimo, dolcissimo, stupendo, magnifico e ... e cosa? No, noi non ci dovremmo baciare! Stiamo per andare a morire e non è possibile iniziare qualcosa adesso!
- Allora, piccola ... ci stai? - ride Diego come se non fosse successo nulla. Ma dalla distesa scura che riempie le sue iridi capisco che gli è piaciuto, da come brillano.
- Ci sto - 
- Ottimo. Io sono quello letale e tu sei quella coraggiosa. Ottima coppiata, direi - si volta e fa per uscire dalla camera.
- Diego? - lo richiamo incrociando le braccia davanti al petto e nascondendo un sorriso orgoglioso.
- Si? - Diego si volta sperando che gli chieda un altro bacio. Gli occhi brillano più di prima, simili a stelle notturne portatrici di speranza. Ma invece gli indico le labbra con un dito.
- Pulisciti il rossetto -

VI LASCIO UNA FOTO DI MERCEDES E DIEGO CHE PARLANO QUALCHE ISTANTE PRIMA DEL BACIO 
Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cambi di programma volontari ***


A cena ci sono tutti : Haymitch, Effie, Cinna, Portia ovvero la stilista di Diego e ... Diego. Ci comportiamo come se non fosse successo nulla e come se non ci fossimo mai baciati. Ma mi è impossibile negare che mi è piaciuto molto. Moltissimo.
Io e Diego ci sediamo vicini nel tavolo rettangolare e Haymitch ed Effie sono a capotavola, uno da una parte e l'altro dall'altra. Cinna e Portia, invece, sono di fronte ai propri eletti.
La cena è squisita, ci viene servito capretto, pomodori ripieno di gamberetti e ananas, torta verde e per dessert sorbetto al limone. Gli adulti parlano di tutto : moda, cibo, sport, meteo, istruzione e tutto ciò che non riguardi gli Hunger Games.
Mentre acolto una teoria di Effie sul vantaggio di indossare una parrucca anzichè usare i capelli normali, Diego mi passa un biglietto di carta arrotolato e me lo posa sulle gambe. 
Guardo Diego con aria interrogativa e lui mi fa segno col mento di leggere il biglietto.
Lo apro e lo nascondo sotto il tavolo : Mezzanotte sul terrazzo.
Non sono mai stata sul terrazzo del palazzo ma questa mi sembra un ottima occasione per vederlo ... e per parlare con Diego.
Glielo ripasso mostrandogli un pollice alzato sotto il tavolo.
- ... E quindi credo che siano più comode, voglio dire, perchè passare ore davanti allo specchio cercando di creare qualcosa coi tuoi capelli, ricci o lisci che siano, quando potresti avere tutto pronto e curato nel tuo armadio? Ma personalmente non tengo mai le mie parrucche nell'armadio, lo ritengo antigenico e ci tengo che siano perfettamente in ordine. E poi esistono così tante parrucche che le puoi abbinare a come ti vesti, creando un tuo stile personale. Tu cosa ne pensi, Mercedes? -
Per fortuna ho ascoltato l'ultima parte del discorso. Almeno sono in grado di rispondere alla domanda in modo corretto - Credo che io non indosserei mai una parrucca. Cioè, tu stai benissimo con le parrucche, ti donano un aria davvero ... regale, ecco - 
Effie gonfia il petto con aria compiaciuta. Fargli un complimento è stata una cosa giustissima - Oh cara, non preoccuparti, tu non ne hai bisogno : hai dei capelli bellissimi. Biondi, lisci, fluenti e sempre in ordine -
- Anche i miei sono biondi, lisci, fluenti e sempre in ordine - si lamenta Haymitch passandosi una mano nei capelli.
- Ma per favore! - Effie gli alncia un occhiata piena di disprezzo - Sono biondi e lisci, ma sporchi come lo è la tana di un ornitorinco. Per quanto riguarda l'ordine, persino un elefante saprebbe cavarsela meglio! -
- Disse quella che si veste come un uovo di pasqua - sorride beffardamente Haymitch dando una gomitata d'intesa a Diego, che ride. 
Effie lo fulmina - Diego, non è educato ridere alle spalle degli altri! -
- Chiedo scusa, Effie - Diego alza le mani come per disarmarsi - Ma Mercedes ha i capelli più belli dei tuoi -
- Mascalzone! -
- No, è solo pura verità! -
- Be', visto che passi una quantità sufficiente di tempo con Mercedes per studiare capello per capello, direi che dormire in stanze separate vi condanna. Quindi .... No Diego è maleducazione interrompere! ... dicevo, quindi dormirete da questa notte in poi nella stessa stanza -
- Cosa? - balzo in piedi - Ma sono una ragazza, ho bisogno della mia privacy! -
- Tranquilla piccola non ho ancora morso nessuno - riesco a leggere la malizia nel sorriso di Diego.
Se scopro che ha preso in giro Effie solo per farci avere una stanza unica ... giuro che lo prendo a sberle! Mi siedo e Diego mi sposta una ciocca di capelli dietro all'orecchio per sussurrarmi qualcosa. 
La sua voce mi fa sollettico - Allora non ci sarà bisogno di andare sul terrazzo, vero piccola? - 
 
 
Alla fine la camera che condividiremo sarà la mia camera. Il mio letto matrimoniale è stato sostituito da due letti singoli sui due lati opposti della camera. 
Diego osserva i letti con aria delusa - Peccato, avrei preferito il letto matrimoniale -
- Piantala, è colpa tua se adesso siamo in questa situazione! - sbotto voltandomi verso di lui. In tutta risposta, Diego mi posa un bacio leggero sulle labbra che però non riesce da addolcirmi - Ah si? E con un bacio speri di farmi tacere? -
- Ehi piccola non sfidarmi in questo modo : potrei fare molto di peggio -
- Non peggiorare le cose -
- Oh no, le ho solo migliorate -
- Per te o per me? -
- Per tutti e due. Posso sapere cosa ti da tanto fastidio? -
- Il fatto di non avere più una privacy, adesso che condivido la stanza con te! - prendo dalla cassettiera un pigiama fatto di maglietta a maniche corte e un pantaloncino corto - Adesso tu ti vai a fare un giro e intanto io mi cambio, poi facciamo l'incontrario -
- Io non mi vergogno di cambiarmi davanti a te -
- Ma io si! -
- Mica devi rimanere nuda! -
Sbuffo. Mi volto dandogli le spalle e mi tolgo la maglietta nera, rimanendo solo in reggiseno. In fretta e furia mi sfilo i pantaloni lunghi neri rimanendo con le mutande. Sento le labbra di Diego che si posano sul mio collo scoperto, a causa dei capelli raccolti.
- Anche se per me potresti dormire così - sussurra dolcemente.
Mi infilo i pantaloncini e la maglietta, ignorando il suo commento.
Poi mi siedo sul letto e Diego si toglie la camicia e i pantaloni, rimanendo a petto nudo e boxer blu. Mettendoci una lentezza provocatoria, recupera una maglietta azzurra e se la mette. Okay è ...  carino. Non penserete davvero che stavo per dire che era un figo, no?

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** La sfilata dei Tributi ***


La notte non è stata tremenda come mi immaginavo : ho dormito benissimo, il letto era comodo e Diego è stato silenzioso come un morto. Quando ho riaperto gli occhi stamattina lui era già uscito a far colazione, quindi mi sono potuta cambiare senza sentirmi a disagio. Poi quando sono andata anche io a fare colazione, eravamo solo noi due. Haymitch e Effie parlavano in corridoio e Cinna e Portia ci aspettavano per provare le creazioni da usare stasera per la sfilata dei Tributi. Che nervosismo!
Quando Diego ha finito di fare colazione, si è avvicinato a me e mi ha dato un dolce bacio sulle guancia sussurrandomi un " buona giornata piccola " che mi ha fatto sorridere, lo ammetto.
Giustamente, non l'ho visto per tutta la giornata.
Il mi staff di preparatori mi immerge nella vasca piena di oli profumati e lozioni e quando riemergo mi sento meglio. Poi mi spargono addosso dei brillantini argentei che mi fanno brillare come una stella sotto ogni luce. 
Poi mi pettinano i capelli e li fanno diventare ricci e vaporosi. Tirano indietro alcuni capelli dalla fronte e li legano con un elastico trasparente.
Poi mi lasciano nuda come la prima volta mentre aspetto Cinna. Ma ora sono più rilassata, mi fido di lui come di nessun altro.
Dopo venti minuti Cinna compare con una gruccia in mano dove c'è il mio vestito, coperto da un telo nero. 
- Chiudi gli occhi - mi ordina avvicinandosi a me.
- Che cosa hai escogitato? - gli chiedo curiosa, cercando di vedere sotto il telo nero.
- Prima chiudi gli occhi e prima te lo posso mettere addosso -
Obbedisco e chiudo gli occhi. Sento la stoffa leggera e pregiata adattarsi perfettamente alle mie curve e al mio corpo. Cinna mi porge una mano per aiutarmi a mettere le scarpe col tacco, per fortuna basso. Non sto più nella pelle!
- Posso aprire gli occhi? - chiedo con un sussurro, come se si stesse svolgendo un rituale sacro.
- Si, aprili -
E quando li apro, sono davanti allo specchio. 
E mi sento bellissima. Il corpetto senza maniche è attillato mentre la gonna si apre sotto il seno in una cupola di colori che vanno dalle sfumature del verde a quelle dell'azzurro. Le scarpe sono trasparenti e riesco a vedermi i piedi. 
- Non hai ancora visto niente - Cinna preme un bottone grande quanto un unghia sulle mia schiena. E le vedo. Magnifiche, imponenti e candide. Ali.
Sono enormi e bianche, simili a quelle di un uccello. Faccio una giravolta su me stessa,restando senza fiato.
- Oh Cinna .... Ma è meraviglioso! Non avresti potuto fare di meglio! - commento estasiata.
- E aspetta di vedere quello di Diego. E' simile al tuo, più o meno. Portia ha fatto un lavoro splendido anche col suo -
Usciamo da una porta che ci conduce direttamente ai carri. Glia altri Tributi sono vestiti in modo da rappresentare i propri Distretti. E vedo Diego.
Il suo vestito va dalle tonalità del nero a quelle del blu e le sue ali sono nere. Ma è comunque bellissimo. Quando i nostri sguardi si incrociano, siamo entrambi imbarazzati per come siamo vestiti. Non capita tutti i giorni di vestirsi come uccelli, no?
- Sei bellissima, piccola - si avvicina a me. Cinna ci lascia da soli e va a parlare con Portia.
- Grazie ... anche tu stai bene - arrossisco.
- Io sto sempre bene - ribatte gonfiando il petto orgoglioso. Sbuffo, incrociando le braccia davanti al petto. Lui, in tutta risposta, alza le sopracciglia - Cosa c'è? -
- Lo vedi? Non posso farti un complimento che diventi arrogante e presuntuoso! -
- Ma se sono bello non è colpa mia! - 
- Ho visto gente più bella -
- Tipo chi piccola? Il tuo fidanzato? -
- Io non ho un fidanzato -
Diego sorride beffardamente e mi guarda negli occhi, ipnotizzandomi con una facilità impressionabile. E non esiste altro che i suoi occhi, in questo momento. Ma perchè riescono a farmi sentire così? Diego appoggia la sua fronte sulla mia, provocandomi dei brividi che mi salgono sulla schiena e mi percuotono tutta. - Lo stai guardando negli occhi piccola -
 
 

I carri cominciano a muoversi in ordine di Distretto. Noi saremo gli ultimi. I cavalli sono così ben addestrati che sono capaci di camminare e fermarsi da soli. Io e Diego saliamo e rimaniamo in piedi, aspettando il nostro turno.
Portia si avvicina e ci da le ultime istruzioni - Alzate la testa e sorridete. Vi ameranno, aspettano solo voi. Oh e prendetevi per mano! -
- Per mano? - domando confusa - Perchè? -
- Non si sa mai -
Ci ammicca e torna da Cinna. Prendo per mano Diego e il nostro carro esce.
La piazza è gremita di gente che urla eccitata, vestita nei modi più sgargianti e bizzarri. Ci indicano e urlano i nostri nomi. Ormai si sono già dimenticati degli altri carri : stanno fissando unicamente noi. Gli altri Tributi stanno a qualche centimetro di distanza l'uno dal l'altro sullo stesso carro mentre io e Diego ci teniamo per mano senza nemmeno la minima preoccupazione.
Sento voci che mi chiamano e io alzo una mano e comincio a salutare, facendo il mio sorriso più sgargiante. 
Un sacco di ragazze della mia età urlano il nome di Diego cercando di farsi notare e gli lanciano maree di baci. Lui sorride, il suo bellissimo sorriso provocatorio e pieno di malizia, e lancia a tutte loro un bacio che le fa svenire sui genitori.
Gelosa, aumento la stretta sulla sua mano e lui si volta a guardarmi ridendo di gusto.
Poggia la fronte sulla mia tempia - Non preoccuparti piccola : io ho occhi solo per te -.
E detto questo mi da un bacio sulla guancia che mi fa scappare un sorriso compiaciuto da quella ennesima dichiarazione d'amore. E che fa impazzire ancora di più la folla che urla i nostri nomi e chiede un altro bacio. Li accontento e bacio Diego sulla guancia, facendo tremare di gelosia le sue corteggiatrici in prima fila.
I nostri baci sono apparsi sule mega schermo e la cosa mi imbarazza un po'.
I carri si fermano e la folla si zittisce.
Il presidente Snow, un vecchio basso e con una barba bianca, si alza dal suo trono e comincia facendoci un discorso in cui ci da il benvenuto a Capitol City e ci augura buona fortuna  per gli Hunger Games, ricordandoci che siamo qui per portare onore al nostro Distretto.
Dopo un lungo applauso, i carri sfilano di nuovo per tornare al palazzo.
Dopo altri baci e applausi, scendiamo dal carro e andiamo da Cinna e Portia, a cui si sono aggiunti Effie e Haymitch.
- Ben fatto - si congratula Portia.
- Avete fatto un ottimo lavoro! - Effie batte le mani per la felicità - Il pubblico ha guardato tutto il tempo solo voi! -
- Ottima mossa usare i baci - Haymitch sorride perfino. Verrà a nevicare, me lo sento! - Strategia astuta e molto saggia, davvero complimenti -
Io e Diego ci guardiamo a sottecchi assorbendo i complimenti dello staff e del resto della squadra, sorridendoci e pensando alla stessa identica cosa : quei baci non erano affatto una strategia.

ALLORA!!!! UN ALTRO CAPITOLO CHE SPERO VI SIA PIACIUTO. CHE DIRE, MI INNAMORO DI QUESTI DUE OGNI MINUTO DI PIU' .... E VOI??? 
FATEMI SAPERE E TANTI BACI A TUTTI QUELLI CHE MI SEGUONO
HOPE <3

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La prima sessione di allenamento ***


Oggi ci sarà la prima sessione di allenamento. Le sessioni di allenamento servono per prepararci per quando saremo nell'arena, insegnandoci molte cose : come usare una spada, un coltello o un arco, come riconoscere le piante velenose o commestibili, come affrontare uno scontro corpo a corpo, tecniche di sopravvivenza e trappole per uccidere un Tributo o un animale. Ovvero, ce la devo mettere tutta per imparare più che posso.
Mentre Atala, una donna africana e robusta ci spiega come funzionano le sessioni di allenamento, ho tempo di studiare gli altri Tributi : Martina Stoessel è molto carina ma si vanta troppo per i miei gusti. Pablo Espinosa ha dei lineamenti dolcissimi. Lodovica Comello sembra una ragazza in gamba e determinata. Xabiani Ponce de è timido ma ha un viso molto tenero. Valeria Baroni ha dei tratti mascolini e sembra molto forte. Jorge Blanco mi fissa da quando ho fatto il mio ingresso con Diego. E' molto carino, ha un fascino tutto suo e ribelle, e sembra arrogante. Il suo sguardo mi fa rabbrividire, come se fosse capace di spogliarmi senza neanche alzare un nito. Istintivamente incrocio le braccia davanti al seno.
Candelaria Molfese ha un gran sorriso ed è solare. Samuel Nascimiento viene dal Brasile e ha l'aria gentile. Alba Rico è timida e insicura di se, ma è un peccato perchè è tanto carina. Facundo Gabandè è basso ma tanto determinato e riesce a far ridere tutti coi suoi interventi comici.
E poi ci siamo io e Diego. Diego è accanto a me, la tuta nera e rossa identica alla mia e a quella degli altri Tributi, dove sulla manica del braccio destro c'è un gran 6 disegnato. Credo si sia accorto dello sguardo di Jorge Blanco perchè appena Atala finisce di parlare mi trascina lontana dal suo sguardo.
Ognuno può andare alla postazione che preferisce, ma Haymitch ha insistito affinché io e Diego ci muovessimo in coppia e che tenessimo nascosti i nostri talenti. Ma io non ho nessun talento particolare, quindi ... Di che mi preoccupo?
Mi guardo attorno quando.
- Mercedes? - Diego mi chiama - Guarda qui -
Mi volto e vedo che Diego ha disegnato sul braccio un sacco di squame ruvide e venature marroncine. Sposta il braccio sul tronco finto di un albero. Sbatto le palpebre più volte : il braccio si è completamente mimetizzato con l'albero.
- E' bellissimo - commento sorridendo sincera - Non pensavo tu fossi così bravo -
- Non lo sapevo nemmeno io - ride lui. 
Poi il suo sorriso si spegne e guarda dietro le mie spalle. Mi volto, confusa.
Jorge Blanco è dietro di noi, non posso non ammettere che è davvero bello con la sua aria da ribelle. Il suo sguardo si sposta da me a Diego e viceversa.
- Ti serve qualcosa? - gli chiede Diego scocciato.
- Devo parlare con Mercedes Lambre - dice, la voce ferma e sicura.
- Sono io - dico.
Con lo sguardo mi indica una panchina di ferro accanto alla postazione delle trappole e lo seguo. Non ci conosciamo, non gli ho mai parlato in vita mia. Cosa vuole? Mi volto e vedo Diego che ci segue con lo sguardo, sospettoso. Nemmeno io mi sento tanto sicura con Jorge accanto.
Ci fermiamo accanto alla panchina e io mi siedo, mentre lui si mette davanti a me, le sue gambe sfiorano le mie ginocchia.
- Di cosa volevi parlarmi? - gli chiedo, cercando di sembrare tranquilla.
- Io e alcuni degli altri Tributi volevamo proporti un'alleanza - 
- Chi sono gli altri Tributi? -
- Martina Stoessel e Pablo Espinosa, del Distretto 1, Lodovica Comello e Xabiani Ponce de Leon, del Distretto 2 e Valeria Baroni, del mio stesso Distretto, il 3 -
Va bene, non ci tengo a stare coi Tributi Favoriti di Capitol City, quelli che di solito riescono a vincere con più facilità. E poi io ho già fatto un patto con Diego e non ho intenzione di scioglierlo.
- Perchè volete me? - chiedo ancora.
- Perchè sei forte, sei in gamba. Saresti un elemento utile e ben accetto nel nostro gruppo - fa un sorriso adulatorio. Se pensa di convincermi con qualche complimento si sbaglia di grosso.
In effetti, mentre ho fatto la sessione dei coltelli, sono sembrata molto dotata : ho centrato il cuore di cinque manichini e senza volerlo ne ho decapitati due. Poi ho sfasciato il braccio di tre manichini con una spada e centrato il cervello di un manichino con l'arco e le frecce. Ma credetemi se vi dico che non l'ho mai fatto in vita mia.
- Mi dispiace - cerco di assumere una faccia veramente dispiaciuta - Ma ho già fatto un patto e intendo rispettarlo -
- Suppongo l'abbia fatto col tuo ragazzo -. Vuole provocarmi, lo so.
- Io non ho un ragazzo -
- Meglio per me - taglia corto - Ma avvisami se cambi idea, intesi? -
E senza lasciarmi il tempo di rispondere se ne va. Cosa voleva dire quel " meglio per me "?. 
 
 

Torno da Diego con passo svelto, e ci spostiamo nella sessione delle piante. Nemmeno il tempo di gettare un occhiata su una pianta che Diego mi prende per un polso e mi fa voltare.
- Che cosa voleva da te Jorge Blanco? -
- Niente -
- Mercedes, sono serio -
- Anche io sono seria - mi libero della sua stretta con uno strattone violento - Non mi ha detto niente di cui ti devi preoccupare -
- Mercedes -. Pronuncia il mio nome guardandomi negli occhi e allora mi sciolgo come neve al sole. 
- Mi ha proposto un patto in cui erano coinvolti anche quelli dell'1 del 2 e del 3 - sputo il rispondo tutto a un fiato.
- Hai accettato? -
- No, ho rifiutato -
- Perché? -
- Mi pare di avere già un altro patto da rispettare e lo faccio con molto piacere -
Lo so che vuole che io accetti per garantirmi di farmi rimanere viva. Ma so che anche con lui ho possibilità di vincere e rimanere viva. E se lui morirà io non ho intenzione di vivere. 
Prima che possa ribattere e cominciare una discussione, mi alzo in punta di piedi e gli do un dolce bacio sulla guancia e me ne torno nella nostra camera, lasciandolo senza parole e con una critica in sospeso.

VI LASCIO LA FOTO DI QUESTO POSSIBILE TRIANGOLO AMOROSO. VOI CHE NE PENSATE??????? MEGLIO DIEGO O JORGE?????
Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Dubbi e Domande ***


Quando torniamo nella nostra camera, siamo esausti e sudati. Non pensavo che potesse essere così faticosa una sessione d'allenamento, e pensare che è solo la prima! Mi lascio cadere a peso morto sul mio letto e chiudo le palpebre, inspirando ed espirando profondamente per la stanchezza. Sto morendo di fame e non vedo l'ora che arrivi l'ora di cena. Ma sono appena le sei, ancora un ora e mezza a stomaco vuoto.
- Io vado a farmi una doccia - mi tiro su a fatica mentre Diego emette un gemito per dirmi che va bene.
Recupero la biancheria pulita e un pantalone e una maglietta presa a tentoni nei cassetti. Mi trascino in bagno ( quello che abbiamo in camera ) e comincio a spogliarmi. Appena sciolgo i capelli per lavare anche quelli, ormai sporchi e sudati, qualcuno bussa alla porta del bagno.
- Aspetta il tuo turno, Diego! - borbotto avvicinandomi alla porta. Meno male che l'ho chiusa a chiave, è un ragazzo davvero imprevedibile. 
- Ho avuto un'idea - ignora il mio borbottio - Tu fai il bagno nella vasca e io mi faccio la doccia. Basta che riempi la vasca d'acqua e sapone e non vedrò il tuo splendido corpo -
- E tu come farai per spogliarti? -
- Non preoccuparti, entrerò nella doccia con l'accappatoio e me lo toglierò là - 
Ho dieci secondi per pensarci. Si, in effetti faremo tutti e due un po' più veloce. - Va bene, aspetta che riempio la vasca. Tu intanto comincia a spogliarti, c'è un accappatoio nel secondo cassetto della mia cassettiera -
Riempio la vasca di acqua bollente e, mettendoci una gran quantità di sapone, riesco a creare bolle bianche come il latte. Faccio scattare la serratura in modo che si possa aprire la porta e mi immergo piano piano nelle bolle, provando un piacere immenso.
Diego apre appena appena la porta e fa entrare solo la testa, coprendo gli occhi con un braccio - Posso entrare o ti stai spogliando? -
- No, sono già nella vasca -
Con estrema cautela toglie il braccio dal viso. Io immergo per qualche secondo anche la testa bagnando i capelli. Quando risale in superficie, la mia testa si poggia automaticamente sulla superficie curva e liscia dell'interno della vasca, rimanendo l'unica parte del corpo scoperta. 
Diego entra in un accappatoio di un rosso sgargiante e rimane qualche secondo a fissarmi. Nonostante ho gli occhi chiusi, riesco a sentire la sua presenza a qualche metro da me.
- Cosa c'è? - gli chiedo in un sussurro.
- Niente, è che ... - si lascia scappare un sorrisino innocuo - Sei bellissima -
Apro appena appena gli occhi e lo guardo. Poi sorrido - Va a farti la doccia, emani un odore davvero sgradevole -
- Ma che olfattino fine! -
Entra nella doccia e sento il suono del nodo dell'accappatoio che si slaccia. Poi Diego lo poggia in un gancio accanto alla doccia, in modo che possa recuperarlo da solo. Fortunatamente i vetri della doccia sono oscurati e ognuno avrà la sua privacy.
Apre l'acqua e io comincio davvero a rilassarmi. Un odore di menta inonda le mie narici, e mi sento come in paradiso. Chiudo le palpebre e rimango li distesa. 
Dopo dieci minuti, l'acqua si ferma e Diego recupera con un braccio l'accappatoio. Se lo infila ed esce con cappuccio tirato sulla nuca e sulla fronte. Deve essersi anche lavato i capelli, adesso sparati in tutte le direzioni. Sembra un cucciolo piccolo e indifeso che si è fatto il bagnetto da solo per la prima volta in vita sua. 
Tenendo ancora l'accappatoio si infila i boxer e poi toglia l'accappatoio, rimanendo a petto nudo. 
Esce e prende una camicia chiara e un paio di pantaloni e si mette davanti allo specchio rettangolare, studiando il suo irresistibile riflesso.
- Allora ... hai bisogno di una mano per vestirti? - mi chiede con un sorriso malizioso dipinto sulle labbra.
- No, grazie, faccio da sola - mi tiro un po' su - Passami l'accappatoio, per favore -
Mi metto in fretta e furia l'accappatoio rosa che mi passa Diego ed esco dalla vasca. Con un phon mi asciugo i capelli, lasciandoli appena appena umidi e asciugandoli del tutto con un asciugamano pulito.
- Sai cosa penso? - continua Diego allacciandosi i bottoni dei pantaloni.
- No, cosa pensi? - pettino i capelli con una spazzola.
- Che Jorge Blanco si sia innamorato di te -
M volto a guardarlo. Ha la camicia aperta sul petto scolpito e magro. Incontro i suoi occhi nel riflesso dello specchio. Mi volto subito dandogli la schiena, incapace di sostenere il suo sguardo pieno di ribellione.
- Perchè lo pensi? - gli chiedo infilandomi i pantaloni.
- Non lo so, ho questa impressione. Tu che ne pensi? -
- Penso che te lo stia inventando per ridere un po' di me -
- Oh, non lo farei mai - Mi guarda con aria troppo innocente.
Mi infilo la camicia e mi tolgo l'accappatoio, appendendolo ad asciugare su un calorifero.
Diego si volta, la camicia ancora aperta e i lembi in entrambi le mani- Mi dai una mano ad allacciarla? I bottoni sono troppo piccoli -
Mi avvicino gli prendo i lembi fra le mani, cominciando ad abbottonare i bottoni che non sono poi nemmeno tanto piccoli.
- Tu sei innamorata di Jorge Blanco? -
- Come mai questa domanda?-
- Tu pensa a rispondere -
- E se non volessi farlo? -
- Non importa piccola riesco a vivere comunque -
- Oh non credo proprio : quando questa conversazione sarà terminata rimuginerai per tutta la serata per sapere se sono innamorata di Jorge o no -
- Da quand'è che lo chiami Jorge? - la sua voce è davvero allarmata.
- E tu da quand'è che mi fai domande così personali? - finisco di abbottonare anche l'ultimo bottone della camicia e passo a sistemargli il colletto, lasciandogli un bottone aperto sul collo - Comunque, preferisco tenere queste informazioni personali per me -
- Ti piace Jorge - si rassegna chinando il capo.
Ribatto premendo le mie labbra sulle sue e prendendolo per il colletto della camicia.   Diego mi risponde subito al bacio con molta passione, accarezzandomi la schiena con una mano. Le nostre lingue si scontrano e cominciano a conoscersi fameliche e appassionate. Ci stacchiamo solo quando rimaniamo a corto di fiato.
Diego mostra un sorriso soddisfatto, avendo ottenuto quello che voleva. Il suo viso si avvicina nuovamente a me con fare sensuale e mi scosta una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
- Baci davvero bene piccola -
E detto ciò esce dal bagno lasciandomi paonazza, ansimante e tremendamente innamorata.
 


- Allora, com'è andata la prima sessione di allenamento? - ci chiede curiosa Effie mentre gustiamo un ottimo capretto con patatine fritte e una grande varietà di salse.
- Bene - rispondiamo in coro io e Diego, occupati nel mangiare una prelibatezza tale.
- Hai per caso parlato col Tributo del Distretto 3, Jorge Blanco? -
Haymitch mi guarda e io smetto di mangiare. Questo ragazzo sta portando solo guai. Lo sguardo e l'attenzione di tutti i presenti è rivolta a me, che rimango impassibile e tranquilla sulla sedia dallo schienale troppo alto. Comincio a giocherellare col tovagliolo che ho in grembo.
- Si perché? -
- Perchè il suo mentore mi ha chiesto informazioni sul tuo conto -
- E tu cosa gli hai risposto? -
- Che sei incredibilmente intelligente e impari molto in fretta, oltre a essere furba. E mi ha detto che Jorge ti ha proposto un patto che riguarda anche i Tributi dell'1 e del 2 e che tu hai rifiutato dicendo che hai già un patto in corso. E ora la mia domanda è una : perchè hai rifiutato? -
- Ti ha già risposto lui, ho già un patto in corso -
- E con chi se posso saperlo? -
Diego lascia cadere la forchetta nel piatto e si volta a guardare Haymitch con aria di sfida - Con me - 

ALLORA .... NON SO VOI COSA NE PENSATE, MAI IO AMO QUESTI DUE!!!RINGRAZIO TUTTI QUELLI CHE MI RECENSISCO : DOVE SAREI SENZA DI VOI? NON LO SO E NON LO VOGLIO SAPERE.
BACINI
HOPE

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Incubi, Paura, Domande ***


PREMETTO CHE SONO MOLTO FIERA DI QUESTO CAPITOLO CHE STATE LEGGENDO. CREDO CHE SIA UNO DEI PIU' BELLI, POI DITEMI VOI, OK???
GRAZIE MILLE A ARSID, JULIA DUCHANNES E HEYJUSTINILOVEYOU CHE LEGGONO I MIEI ELABORATO CON MOLTA PIETA'.
VI ADORO!!!
HOPE


Mi alza facendo cadere accidentalmente la sedia per terra e con passi rapidi raggiungo la mia camera. Mi chiudo la porta alle spalle e mi ci accascio contro, scivolando sul pavimento lucido e immacolato. Mi porto le ginocchia al petto e faccio un respiro profondo : odio Haymitch. Odio Haymitch. Se prima già lo odiavo, adesso non lo posso proprio vedere. Non trova che il mio patto con Diego sia vantaggioso? Non me ne frega assolutamente niente, sono io quella che dovrà rischiare la vita tra qualche giorno, non lui. Non me ne frega niente che lui è il mio mentore e che la sa più lunga di me, che sa come muoversi e cosa fare. Se devo morire, voglio morire in questo modo.
Mi alzo e vado in bagno a lavarmi il viso, l'acqua fredda che mi accarezza il viso cancellando la stanchezza. Chiudo il rubinetto e afferro con entrambe le mani il lavandino. No, la stanchezza è rimasta, dentro di me. Non so se in realtà è stanchezza. Odio. Rabbia. Paura. Amore. Amore ... ma alla fine dove mi porterà? Da Diego? Da Jorge? Non lo so. E' vero che Jorge ha tutte le carte in regola per vincere e se la saprebbe cavare. Nel Distretti che vanno dall'1 al 3 i ragazzi si allenano fin da piccolissimi per gli Hunger Games. Jorge saprebbe uccidere un altro Tributo a kilomentri di distanza con anche solo una matita.
Alzo il viso e mi guardo nello specchio. Le gocce corrono veloci sulla mia fronte, sulle guance e sul mento. Prendo un asciugamano e mi pulisco, tornando in camera. Mi spoglio, rimanendo solo in biancheria intima. Mi infilo sotto le coperte e chiudo gli occhi, addormentandomi all'istante in un sonno senza sogni.
 
 
 
Corro. Corro in quella che sembra in una foresta senza fine. Gli alberi sono tutti uguali fra loro e i rami mi graffiano le braccia e il viso, gli uccelli cantano nervosi contro di me e io comincio a correre più veloce. Mi manca il fiato, sento che sto per svenire da un momento all'altro. Cado a terra. Sanguino. Una pozza di sangue si forma sotto di me. Vedo una luce, quella del sole che filtra timido tra gli alberi. E poi vedo buio. Solo buio.
Apro gli occhi e rimango paralizzata dalla paura. Ansimo, al bocca semi aperta a il petto che fa su e giù, su e giù. Sono sudata. Sono le quattro del mattino. Il mio capo non è poggiato sul morbido cuscino di piume, ma su quello che sembra un braccio. 
Spaventata che l'incubo che ho fatto possa divenire realtà, mi volto si scatto sul materasso.
Diego.
Mi lascio scappare un sospiro di sollievo. 
Mi alzo a sedere, cercando di non svegliarlo. Deve essere venuto a dormire con me perchè sapeva che ero arrabbiata. Voleva tranquillizzarmi. Forse sapeva che avrei fatto un incubo e voleva qualcuno accanto che mi proteggesse.
Pulisco il sudore dalla fronte e dal viso con la mano. Va tutto bene. Era solo un incubo. Quelli che ho sognato non erano altro che gli Hunger Games. E' normale. E' normalissimo, direi. 
Un movimento alle mie spalle mi fa voltare. Diego si è girato a pancia in su e mi guarda, la testa leggermente alzata per vedermi meglio nell'oscurità che avvolge tutta la stanza. 
- Cosa c'è? - mi sussurra piano.
Ma è come se avessi perso la capacità di parlare. Emetto un gemito soffocato, e scopro di avere gli occhi lucidi e umidi. Comincio a piangere silenziosamente. Io non voglio morire. Voglio tornare a casa. Voglio tornare nel mio Distretto, da mia madre, dalle mie amiche. E voglio tornare con Diego.
Lascio che le lacrime scorrano silenziose. Ne escono tantissime e senza sosta, bagnandomi il viso. 
Diego si alza sui gomiti e si accorge che sto piangendo.
E' un sussurro. - Vieni qui - 
Allarga entrambe le braccia e io non me lo faccio ripetere due volte, mi ci accoccolo dentro come una bambina che ha smarrito la strada di casa. Poggio la guancia bagnata sul petto di Diego mentre le sue braccia mi circondano la schiena e mi accarezzano.
Chiudo gli occhi, piango tutte le mie lacrime. Le braccia forti e confortanti di Diego mi tengono stretta e al sicuro da ogni mostro notturno che vuole farmi del male. 
Ansimo prima di riuscire a parlare - Voglio andare a casa -
- Ci tornerai piccola - mi sussurra in risposta, dolcemente.
- Voglio andarci adesso -
- No, adesso no - mi accarezza i capelli con una mano - Adesso cominciano i giochi piccola. E dobbiamo lottare -
- Io ho paura -
- Non devi averne. Non devi averne finchéresterò io qui con te -
 


- Diego? -
- Si piccola? -
- Hai criticato le parrucche di Effie perchè sapevi che ci avrebbe assegnato la stessa stanza per punizione? -
- Mi dichiaro colpevole -
- Lo sapevo, ti conosco troppo bene -



- Mercedes? -
- Si Diego? -
- Ti sei arrabbiata con Haymitch perchè non approva il nostro patto e avrebbe preferito che tu lo facessi con Jorge? -
- Mi dichiaro colpevole -
- Lo sapevo, ti conosco troppo bene -

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** La sessione privata ***



Nelle ultime due sessioni di allenamento ho perfezionato la mia mira e la capacità di creare trappole con solo un pugno di bastoncini secchi. Oggi ci sarà la sessione privata, dove mostreremo le nostre abilità agli Strateghi e poi ci daranno un voto stasera dopo cena. 
Siccome sono del Distretto 6, ovvero l'ultimo della lista, e sono la ragazza, sarò l'ultima ad entrare. Concedono dieci minuti per Tributo.
La sala d'attesa si svuota lentamente, e nessuno osa aprire bocca, ragionando su cosa potrebbe impressionare gli Strategi. Alla fine il campo si riduce a me e Diego.
- Tu cosa farai? - gli chiedo a bassa voce.
- Farò la mimetizzazione e poi lancerò qualche coltello. Poi se mi rimane tempo improvviserò - alza le spalle lui indifferente - E tu piccola? Cosa farai? -
- Io improvviserò dall'inizio -
Chiamano Diego e glia uguro buona fortuna con un timido bacio sulle labbra. E rimango sola. Dopo dieci minuti esatti esatti mi chiamano e io a testa alta mi dirigo verso la sala. 
Appna entro mi guardo attorno. Posso usare tutto quello che voglio, ho tutto a mia disposizione. Gli Strateghi sono posizionati su un altura dove è allestito un piccolo banchetto dove non è rimasto più nulla. Riesco a leggere la noia sui loro volti rugosi. 
Vado senza esitazione verso i manichini e prendo due coltelli, uno nella mano sinistra e uno in quella destra, ficco una spada nella cintura e metto a tracolla un arco e una faretra. Scelgo un manichino lontano da me venti metri.
Lo studio. Inclino la testa leggermente di lato, sapendo che ho incuriosito gli Strategi caricandomi addosso tutta quella roba. Lancio il primo e il secondo coltello uno dietro all'altro. Il primo si ficca sulla fronte del manichino e il secondo nel cuore. Subito dopo estraggo la spada della cintura e lancio anche quella, la lama che gira pericolosamente in aria e si ficca sul capo del manichino, squarciandolo in due parti perfettamente uguali.  Poi sistemo la faretra e l'arco e lancio una freccia nello stesso punto in cui il coltello si è piantato nel cuore, facendolo cadere a terra con un tintinnio secco. Il manichino cade a terra in mille pezzi.
Bene, li ho stupiti. Lascio cadere la faretra e l'arco a terra mentre osservo compiacciuta i visi sorpresi degli Strateghi. 
Faccio una piccola riverenza ed esco senza essere congedata.
 
 

- Che avete combinato oggi? - Haymitch va dritto al punto.
Io e Diego ci scambiamo uno sguardo e poi lo indico col mento - Prima tu - dico.
- Va bene. Ho usato un po' di mimetizzazione e poi ho lanciato in aria un sacco e lo trafitto con cinque freccie mentre era ancora in aria -
- Bene. Tu dolcezza? -  Haymitch mi guarda.
- Ho sfasciato un manichino - è la mia unica risposta.
- Oh ... Come hai fatto? - Diego mi guarda pieno di ammirazione.
- Ho usato due coltelli, una spada e arco e frecce - elenco contando sulle dita. Si, sono soddisfatta di quello che ho fatto.
- Per una volta sei riuscita a non combinare disastri dolcezza. Sono colpito - Haymitch ridacchia di gusto.
Anche io sorrido, poggiando il mento sul palmo della mano sorretto dal gomito - Lo so che mi adori, Haymitch, non c'è bisogno che me lo dimostri -
- Ti adoro quanto adoro le parrucche di Effie - 
- Attento a quello che dici o ti ritroverai a dormire in stanza con lei. Questa è stata la mia punizione - lo avverte Diego.
- Per favore, no! Non resisterei più di un minuto sentendola che mi chiede consigli sui vestiti - comincia ad imitare la voce di Effie, acuta e allegra - " Secondo te è meglio il vestito con le piume o quello con gli strass? Secondo me il secondo, con gli strass, mi dona di più e mi fa riflettere sotto i riflettori, che meraviglia! " -. Io e Diego scoppiamo a ridere e poi il viso di Haymitch si fa serio - Domani avrete una sessione con Effie e una con me per prepararvi per l'intervista. Le farete separatamente -
- Va bene - rispondiamo in coro io e Diego.
 
 

Appena arriviamo in camera, Diego mi attira a se cingendomi la viat con un braccio e mi bacia. Rispondo al bacio con entusiasmo e ci baciamo. Sentivo la mancanza delle sue labbra. Sono come ossigeno per me. Mi servono.
Poi si stacca - Scusa piccola non ho saputo resistere - ridacchia.
- Si lo so sono come una calamita per te - mi sposto i capelli dietro alla schiena con entrambe le mani - Non so come faccio a stare con un ragazzo così ... come posso dire ... patetico come te-
- Oh piccola non giocare con me -
Si avvicina a me in modo sensuale, poggiando la sua fronte sulla mia e abbassando appena le palpebre.
- A che gioco dovrei giocare? - chiedo con aria innocente.
- A quello in cui fingi di essere coraggiosa ma in realtà senza me che ti proteggo sei debole - 
- Io? Debole? Ma per favore! -
- Devo ricordarti cosa è successo ieri notte piccola? -
- Avevo fatto un brutto sogno -
- Sognavi di perdermi? -
- Oh quello si che sarebbe un bellissimo sogno -
Rido divertita dalla sua espressione offesa e lo bacio.  Ci baciamo, l'uno stretto all'altro creando un legame tutto nostro in cui nessuno può penetrare nemmeno in un milione di anni, sapendo che perderci non è il nostro destino.

DIEGO E MERCEDES CHE SI BACIANO ... 
Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Rivelazioni ***


Ci hanno svegliati all'alba per fare un'ora con Effie e una con Haymitch. Io ho cominciato con Effie e Diego con Haymitch. 
Effie è veramente intenzionata a camminare su scarpe dal tacco alto come un grattacielo. Mi dice come sedermi composta, come accavallare le cambe in modo elegante, come sorridere e che tono di voce usare. Mi insegna la camminata, le posizioni da seduta e da alzata. Mi suggerisce risposte deliziose e complimenti gentili. Vomito, me lo sento.
L'ora passa così lentamente che Effie interrompe leggendo sul mio viso un espressione esausta. 
- Sicuramente non sei abituata a tutti questi riflettori - arriccia il naso infastidita - Lo capisco. Si nasce, non si diventa, star - 
Venti minuti dopo scalcio via i trampoli che Effie mi ha obbligato a mettere ai piedi ed entra Haymitch, annunciando che è il suo turno. 
Con lui non va meglio. Cerca un personaggio da farmi interpretare : la spavalda, la sensuale, la debole, ... In modo che la gente si ricordi di me una volta entrata nell'arena. Ma nessuno mi rispecchia appieno. Le abbiamo provate tutte, dico davvero tutte, ma non riesco a fare niente che può sembrare " naturale ".
Haymitch si accascia sul mio letto, scoraggiato - Basta dolcezza rassegnati -
- Haymitch ti prego non arrenderti ora! - lo supplico con voce lamentosa.
Emette un incrocio tra uno sbuffo e una bestemmia e si alza in piedi. Mi studia da capo a piedi, cercando qualcosa che possa prevalere e mostrare a Capitol City stasera. Poi fa un sorriso vittorioso - Hai provato a fare la cattiva? -
- La cattiva? - ripeto. Mi prende in giro.
- Si, la cattiva - si siede sul letto e accavalla le gambe, imitando Caesar Flickerman, il bizzarro e leggendario presentatore degli Hunger Games, ogni anno vestito con un completo di un colore diverso - Allora, Mercedes, cosa ne pensi degli altri Tributi? Sono alla tua altezza? -
Non ci metto nulla a essere tagliente - Credo di prevalere sugli altri, sia di bellezza che di abilità. Ho buone possibilità di rimanere viva, anzi, sono assolutamente più astuta di tutti loro messi insieme -. Un attimo ... L'ho detto davvero? 
Haymitch comincia ad applaudire, soddisfatto di quello che ha creato - Ben fatto, dolcezza -
Ecco. Adesso sono la cattiva.
 
 

Il mio staff mi pulisce da capo a piedi, facendomi la ceretta, lavandomi in una vasca puzzolente e verdognola, mi spalmano creme su creme e mi puliscono con un asciugamano profumato di biancospino. Mi pitturano le unghie di nero e le limano rettangolari, applicando anche uno strato di brillantini dorati. Mi lavano i capelli e li arricciano, facendoli cadere sulla schiena morbidi, forti e lucenti.
Cinna arriva quando il mio staff mi rifinisce le unghie per l'ultima volta. 
Il mio abito per stasera è nascosto da un telo nero, in modo che non possa vederlo. Cinna adora le sorprese. Anche io, perchè quelle che mi fa lui sono stupende e di grande effetto.
- Che cosa ha in serbo per me il mio stilista preferito? - canticchio allegra.
- Vedrai, è qualcosa di molto speciale - con una mano afferra il lembo del telo nero - Chiudi gli occhi -
Obbedisco e sento il fruscio del telo tolto. Mi fa indossare quelli che sembrano pantaloncini e un top, poi mi attacca qualcosa sui fianchi, che mi copre la parte dietro delle gambe. Inciampo in quelli che sembrano stivali alti fino alla coscia. 
- Adesso puoi aprire - mi sussurra, posizionandomi davanti allo specchio.
Sono bellissima. I pantaloncini neri e attillati con pailettes oro applicate qua e la, top a tinta unita di un oro sgargiante, stivali fino alla coscia nera con qualche brillantino oro che formano piccole scie curve. E la mia parte preferita, un velo nero e oro che mi copre la parte dietro, delle gambe e del sedere, formando tipo una coda. Sono letale, affascinante, accattivante, sensuale. Sono decisamente cattiva.
- Io ... ti adoro! - è tutto quello che riesco a dire.
Abbraccio Cinna gettandogli le braccia al collo e lui mi stringe a se con tanto affetto - Adesso siediti che ti trucco -
Mi mette un rossetto rosso fuoco e ombretto e mascara neri, tracciandomi con la matita il contorno degli occhi, rendendomeli più profondi e letali.
Raggiungiamo poi Portia e Diego. Anche lui è ... inutile dirlo, bellissimo.
Pantaloni di jeans scuro ne strappati, canottiera bianca e gilet di jeans. Classico ma molto seduttivo e irresistibile. Lui è sempre irresistibile.
Quando mi vede rimane a bocca aperta, lo sguardo che non tralascia nemmeno la parte più nascosta del mio corpo - Sei ... -
- Bellissima? - termino.
- Oh non ci sono parole per esprimere quanto sei stupenda, Mercedes - conclude Portia, un sorriso soddisfatto dipinto nei confronti miei e di Diego.
Adesso ho capito : io gioco la parte della cattiva e Diego quella del seduttore. Geniale, credo.
Le interviste procedono in ordine crescente, dall'1 al 6 e sono tre minuti a Tributo. 
Parlando di ieri, non chiedetemi come ho fatto, ho preso 12 su 12. Diego invece ha preso 9 su 12. Siamo stati bravissimi, anzi, di più. Io ho avuto il voto più alto di tutti e ora gli atri Tributi ce l'hanno con me. Sarò un avversario duro, per loro, nell'arena.
Martina Stoessel da il calcio d'inizio alle interviste giocando la carta della romantica. Poi segue il suo compagno Pablo e così via. Quando arriva il turno di Jorge Blanco, trattengo il fiato e il cuore comincia a battere e a minacciare di uscire dal petto.
Lui e Caesar Flickerman si intendono alla perfezione : fanno battute, ridono, scherzano. Eppure io non posso fare a meno di dire che Jorge stasera è bellissimo, nel suo completo nero e grigio. 
- Allora, Jorge! - Caesar accavalla le gambe - Chissà quante ammiratrici avrai per il tuo bel fisico! -
- E' probabile, ma ho paura che il mio cuore abbia già trovato ciò che fa al caso suo - Jorge lo dice come se fosse un dispiacere - Voglio dire, non pensavo che potesse succedere, sopratutto in questa circostanza degli Hunger Games -
- Vuoi dire che la ragazza fortunata di cui stiamo parlando è un Tributo? - Caesar sgrana gli occhi, abilito.
- Purtroppo si -
- Oh ... Posso avere qualche indizio? Sai che a me puoi dire tutto quello che ti passa per la testa-
- E' bionda. Non potrai sbagliare -
Mi guardo attorno, controllando i Tributi rimasti fra le ragazze. Ma sono tutte castane, mi fissano con la stessa curiosità che ho io nello sguardo. Ma non ho bisogno di guardare oltre, dopo che vedo che anche lo sguardo di Diego è posato gelosamente su di me. E scopro che l'unica bionda qui sono io.
VI LASCIO UNA FOTO DEL VESTITO DI MERCEDES .... VI PIACE??

 
Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Le Interviste ***


Calma e sangue freddo. Calma e sangue freddo. Calma. Respira in modo regolare e non scomporti. Devi solo andare li, sederti, interpretare il ruolo della cattiva e conquistare tutti. E se mi faranno qualche domanda sull'amore che Jorge prova per me, farò quello che devo fare : la cattiva.
Mi sporgo. E' pieno di gente, la fuori, tutti curiosi di sapere chi sono. Tutti i posti in platea sono occupati, davanti al palco un sacco di telecamere e registi che danno indicazioni ben precisa a Caesar attraverso un micro microfono che ha nell'orecchio.
Da dietro alle spesse tende di velluto del palco riesco a vedere Caesar Flickerman che si alza in piedi nel suo inquietante completo verde, con tanto di lucidalabbra e capelli dello stesso colore, e annuncia che è il mio momento. 
- Signore e signori, Mercedes Lambre! - urla mentre la folla scoppia in un applauso e in grida gioiose.
Faccio un ultimo respiro e, nel mio meraviglioso vestito oro e nero, cammino fiera verso Caesar, facendp un sorriso maligno e accattivante che fa impazzire tutti i ragazzi presenti. Quando mi vedono, le persone applaudono ancora di più per aver trovato finalmente " la bionda " di cui parlava Jorge Blanco.
Tendo una mano a Caesar in modo che mi possa baciare il dorso e lui lo fa.
- E' un piacere conoscerti, Mercedes - io e Caesar ci sediamo appena il pubblico ammutolisce - Sei davvero splendida, brilli come un intera costellazione! -
- Lo so, Caesar, ho davvero un vestito stupendo - gico la carta della vanità - Sai , avere uno stilista all'altezza delle proprie aspettative significa esattamente questo, vestire meglio di una celebrità -
- Ma io sono una celebrità! - ribatte Caesar.
Lo squadro da capo a piedi accavallando le gambe con classe, come mi ha insegnato Effie - Appunto, vesto meglio di te -
Il pubblico scoppia in una risata e mi godo il loro applauso, sorridendo alla telecamera.
- Allora sei tu la famosa " bionda " che ha rapito il cuore di Jorge Blanco! Ma come hai fatto? -
- Sarò sincera con te, non ho una strategia ben precisa per conquistare il cuore di un ragazzo. Anzi, non ne ho nemmeno bisogno : si accorgono subito che io sono perfetta -
- E tu ce l'hai già un ragazzo? Oppure vuoi dare una possibilità al povero Jorge Blanco? -
- In realtà sono felicemente single, Caesar - 
- Non vuoi nemmeno farci un pensierino? -
Raddrizzo la schiena e guardo la telecamera con aria di superiorità - Jorge Blanco non è all'altezza delle mie aspettative -
Un altro applauso fragoroso e lancio un bacio al pubblico, che impazzisce.
- Sei veramente un peperino! -
- Lo so, lo so. Ma cosa ci posso fare? -
- Assolutamente niente, sei perfetta così -
- Ti ringrazio ma lo sapevo già -
Il pubblico impazzisce per me. Poi suona il beep che mi dice che i miei tre minuti sono finiti. Faccio un inchino e faccio una cosa che lascia di stucco il pubblico : do un bacio sulla guancia a Caesar e ammicco al pubblico, poi esco di scena.
Sono stata perfetta, no?
 
 

Diego fa il suo ingresso seguito dalle urla delle sue ammiratrici, che scopro essere tantissime. Hanno persino fondato un fan club su di lui!! Ridicolo!!
Lui e Caesar s'intendono alla perfezione, scherzano come se fossero fratelli e prendono le domande imbarazzanti con così tanta leggerezza che il pubblico quasi piange dal ridere. Io mi devo dare un po' di contegno, invece.
- Allora, la tua compagna è un vero peperino! - dice Caesar.
- Credimi se ti dico che non è così - ribatte tranquillo Diego, facendo un sorriso tenerissimo.
- Hai avuto modo di conoscerla durante il vostro soggiorno a Capitol City? -
- Certamente e mi sento in dovere di dire che Mercedes è una ragazza unica nel suo genere. E' speciale, non trovo altre parole per descriverla -
Volta la testa e mi guarda, riservandomi uno dei suoi soliti sorrisi che mi fanno sciogliere. Io ricambio con un sorriso sincero e pieno di gratitudine e Caesar e il pubblico se ne accorgono perchè mandano sul mega schermo e in onda il nostro scambio di sguardi.
- Ehi non è che te ne stai innamorando? - lo rimbecca Caesar ridacchiando - Jorge Blanco ti prenderà subito di mira se lo ammetti! -
- Con tutto il rispetto che ho per Jorge, ma io non ho paura - Questa frase fa impazzire letteralmente le fan di Diego.
Caesar guarda sbalordito il pubblico e poi le telecamere - Sembra che abbiamo un triangolo amoroso! -
- E' impossibile non innamorarsi di Mercedes  -
Avvampo e abbasso la testa sulle mie scarpe. Con la coda dell'occhio riesco a vedere che mi stanno inquadrando. Scattano i tre minuti di Diego e mi raggiunge. Ci alziamo tutti in piedi per l'inno e le telecamere inquadrano me, Diego e Jorge. 
Altro che ragazza cattiva. Quei due mi hanno resa desiderabile e irresistibile. E non so se è una buona mossa per l'arena. 

CAPITOLO CORTO ... MA ALMENO HO DESCRITTO LE INTERVISTE E HO CREATO IL FAMOSO TRIANGOLO AMOROSO CHE VOI ASPETTAVATE!!!! NEL PROSSIMO CAPITOLO I TRIBUTI ENTRERANNO NELL'ARENA. COMINCIANO I GUAI
BACI 
HOPE

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Arena - Giorno uno ***


Meno tre. Tra tre ore sarò nell'arena. Il mio staff mi prepara per forse l'ultima volta. I loro visi sono tristi, qualche lacrima scappa dai loro occhi ben truccati e le loro bocche colorate contratte in smorfie di dolore. Mi ripuliscono solo il viso, non mi truccano, non mi pettinano.
Cinna entra, i miei vestiti in una mano. Fa cenno allo staff di allontanarsi e di lasciarci soli. 
Loro obbediscono e mi guardano un ultima volta, porgendomi un saluto silenzioso che io accolgo con enorme gratitudine. 
Cinna si avvicina a me e senza aprir bocca, mi pettina i capelli puliti e me li lega in uno chignon alto e comodo. Mi mette solo un filo di farm per darmi un po' di colorito e celare il pallore del terrore. Mi mette anche un po' di mascara. 
Mi prende per mano e mi fa alzare. Mi porge una canottiera nera e un paio di jeans blu scuro. Mi infilo gli scarponi marroni e li lego stretti sopra la caviglia. Poi metto una felpa leggera nera con tanto di cappuccio e una giacca a vento impermeabile. Provo a correre, a saltare e ad rannicchiarmi, per vedere se mi lasciano libera nei movimenti. Sono pronta. 
Mi siedo di nuovo mentre aspettiamo. Cinna mi porge un bicchiere d'acqua che bevo avidamente. Ho le lacrime agli occhi e la vista comincia ad annebbiarsi.
- Consigli finali? - sussurro tamponando gli occhi con la manica del giubbotto.
- Posso solo dirti che Alba Rico e Facundo Gabandè hanno fatto un'alleanza, così come Candelaria Molfese e Samuel Nascimiento. Jorge Blanco, Martina Stoessel, Pablo Espinosa, Valeria Baroni, Lodovica Comello, Xabiani Ponce de Leon sono tutti un unico gruppo - mi rivela.
Bene. Un punto a mio favore. Una voce da donna  mi annuncia che mancano due minuti al lancio. Mi posiziono sulla pedana al centro della stanza e abbraccio Cinna. Lui mi stringe forte a se e sento un sospiro malinconico uscirgli dalle labbra.
- Cinna, volevo dirti che io ... Non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che hai fatto per me ... Ti voglio bene - dico.
- Anche io, Mercedes. Sappi che io punto su di te. Vinci -
Un cilindro di plastica si abbassa attorno a me dividendoci. Poggio le mani sul vetro, desiderosa di andare da Cinna. Mi ci accascio contro, finchè il cilindro si muove lento. Mi raddrizzo e guardo Cinna per l'ultima volta. Sorrido e gli Sibillo un " Grazie " che lui afferra e ricambia con un cenno del capo.
Mi ritrovo catapultata in quella che sembra una foresta. Alberi alti fino al cielo di colori diversi. I Tributi sono in cerchio sulle loro pedane, attendendo il gong d'inizio. Ho sessanta secondi pere escogitare una strategia. Cerco Diego con lo sguardo ed è a sei Tributi di distanza da me sulla sinistra. 
L'arena è tutta un bosco, uno spiazzo più in avanti con un lago grande quanto un teatro . Al centro del cerchio che noi Tributi formiamo c'è la Cornucopia d'oro, alta qualche metro e scintillante, e sparsi attorno a lei zaini contenenti chissà quali fonti di salvezza utili. Ce n'è uno a qualche metro dal mio.
 Una discesa ripida alle mie spalle e il terreno coperto di foglie e di erba, entrambi scuri come terra. Gli alberi sono così fitti e alti da non lasciar passare il sole pallido con facilità. 
Guardo Diego e lui incontra il mio sguardo. " Foresta " Sibillo. Lui scuote il capo, contrario. Alzo le spalle per domandargli dove se non li. " Discesa " sibilla lui veloce. Mi volto e guardo la discesa. E' troppo ripida e pericolosa ed è buia. Chissà dove porta. Non faccio in tempo a rispondere a Diego che il gong suona.
Scatto in avanti e recupero uno zaino a pochi metri da me nero. Poi schizzo verso la discesa, dove Diego è già sceso. Ora dov'è? So che è già sceso, ma è così buio che non vedo nulla. Mi fermo sull'orlo per cercarlo con lo sguardo quando una lama mi sfiora l'orecchio.
Mi volto e porto lo zaino davanti al viso, per proteggermi. Martina Stoessel è con un coltello in mano a qualche metro da me. Corre verso di me e mi getta a terra, sedendosi sul mio petto. Cerca di affondare la lama nella mia fronte e io riesco a muovere la testa per schivare la lama un paio di volte, prima che lei mi imobilizzi con la mano libera. Qualcosa la colpisce sulla nuca e lei cade a terra, all'indietro. Vedo il mio salvatore. Jorge Blanco con un bastone in mano. Mi alzo, spostando il corpo di Martina coi piedi a qualche centimetro alla mia destra. 
- E' morta? - sussurro.
- No, è solo svenuta - Jorge mi guarda negli occhi - Raggiungi il tuo amico, Mercedes -
Esitate, mi volto e corro sulla discesa. La discesa è così ripida che inciampo e rotolo fino a raggiungere il terreno piano. Grazie alle foglie non mi sono fatta nulla. Mi alzo, traballante e corro verso gli alberi. ma dove si è cacciato, Diego? Non doveva aspettarmi? 
Sento il suono di lame, frecce e spade che vengono usate per uccidere. Passi veloci  che cercano di raggiungere uno zaino. Urla di Tributi morti che si accasciano a terra. Non voglio nemmeno sapere quanto sangue si sta versando in questo momento. 
Mi nascondo dietro a un albero dal tronco largo ed esamino cosa contiene il mio zaino nero.
Una coperta. Bende mediche. Una scatola di fiammiferi. Una pagnotta e una bottiglia d'acqua. Sono stata fortunata. 
Un colpo di cannone. Ogni colpo sta a simboleggiare un Tributo morto. Fra loro potrebbe esserci anche Diego o Jorge e il solo pensiero mi fa rabbrividire la schiena e annebbiare gli occhi. Li conto : uno ... due ... tre ... quattro. Quattro Tributi morti nel tipico scontro alla Cornucopia. Ogni anno li muoiono molti Tributi, perchè li cerchi di procurati qualcosa che possa aiutarti a vivere.
Rimetto tutto nello zaino e me lo metto in spalla. Mi guardo attorno. Alberi, solo alberi. Mi incammino cauta alla ricerca di Diego, tentando di non attirare chissà quale strano animale. Sento un sussurro. Non so se è umano o no. Afferro la scatola dei fiammiferi e ne prendo uno.
- E queste sono le tue armi? Una scatola di fiammiferi? - una voce che ridacchia divertita come se avessi raccontato una barzelletta.
- Chi sei? - il mio tono è minaccioso.
- Calmati piccola io non sono messo meglio di te-
Faccio cadere il fiammifero nella scatola, che cade anch'essa nello zaino. Solo una persona mi chiamerebbe piccola anche nei momenti inopportuni come questo. 
Sospiro, esasperata - Diego esci fuori -
Diego esce da dietro un cespuglio, anche lui uno zaino a tracolla. Si avvicina a me e fa per abbracciarmi, ma io lo blocco mettendo entrambe le mani sul suo petto muscoloso e perfetto, che mi ha cullato fra gli incubi.
- Non osare ad avvicinarti - Sibillo rabbiosa.
- Cosa ti ho fatto piccola? -
- Cosa mi hai fatto?! Non mi hai aspettato e se non fosse stato per Jorge Blanco che ha stordino Martina Stoessel con un bastone a quest'ora sarei morta!! -
Abbasso i palmi e mi allontano da lui a grandi passi, seguendo il bosco. Faccio un respiro profondo. Queste sfuriate sono da immaturi. Adesso dobbiamo cercare un posto dove passare la notte. Alzo in aria il naso e cerco un albero abbastanza alto e largo da poterci ospitare entrambi. Sento qualcuno che mi abbraccia da dietro e mi blocca le braccia con le sue che mi avvolgono il corpo. 
- Hai ragione piccola - la voce di Diego suona al mio orecchio destro - Scusami ti prego -
- Scuse accettate. E adesso cerchiamo un posto dove passare la notte -
Troviamo qualche kilometro più in là un albero nascosto, i rami larghi e le foglie grandi e sottili di un verde intenso. Ci sediamo su un ramo alto una decina di metri dal suolo e lasciamo penzolare i piedi nel vuoto. Afferro lo zaino di Diego e ne controllo il contenuto.
Una torcia. Qualche erba medicinale. Gallette di riso e anche lui una bottiglia d'acqua. 
Non male, per due giorni potremmo farcela.
Il cielo diventa scuro qualche minuto dopo senza neanche tramontare. E' come se avessero spento la luce in una stanza. Ci stendiamo con la schiena contro il tronco, io stretta al petto di Diego e lui che mi accarezza la schiena.
Il sigillo di Capitol City appare fluttuante nel cielo, annunciandoci i morti di questo primo giorno. Ci sono le loro foto e il numero del Distretto a cui appartenevano. Lodovica Comello, Distretto 2. Valeria Baroni, Distretto 3. Allora adesso Jorge e il suo gruppo si ritrovano con due Tributi in meno. Candelaria Molfese e Samuel Nascimiento, entrambi Distretto 4. 
Il sigillo scompare e il cielo torna scuro, senza luna e senza stelle. Un mare di scuro nero. Da dodici Tributi siamo passati a otto. In un solo giorno. Ho paura che gli Hunger games finiranno presto di quanto abbia immaginato. Spaventata da questo pensiero, mi addormento insieme a Diego in una preghiera di speranza.

QUATTRO TRIBUTI SONO MORTI. CHI SARANNO SECONDO VOI I PROSSIMI A MORIRE???? SE AVETE PREFERENZE NON ESITATE!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Arena - Giorno due ***


La mattina io e Diego ci permettiamo il lusso di mangiare una fetta di pagnotta e una galletta a testa e bere un pochino d'acqua. Poi mettiamo tutto in un unico zaino e scendiamo dall'albero, proseguendo per la direzione di ieri, dove il bosco si fa più fitto. Diego si carica lo zaino sulla spalla destra e io lo precedo di qualche metro, perlustrando il paesaggio inquietante. Ogni minimo rumore che sento mi fa voltare e tirare fuori la scatola di fiammiferi. E ogni volta Diego ridacchia.
- Lo sai che con quelli non ferisci nessuno? - mi ripete ogni volta.
- Potrei appiccare un incendio con questi e uccidere un Tributo - ribatto sulla difensiva.
- E così attireresti solo gli altri Tributi. Ci hai mai pensato? -
Il suo ragionamento non fa una piega. Ma lo ignoro e avanzo con la scatola dei fiammiferi stretta in mano. 
Un colpo di cannone, non molto distante da noi. Mi volto di scatto verso Diego. Proviene dalle nostre spalle. E' un attimo che lui mi afferra il polso con velocità incredibile.
- Corri! - urla.
Cominciamo a correre più veloci che possiamo. Ci muoviamo veloci fra alberi tutti uguali, seminando una possibile minaccia. Ci fermiamo venti minuti dopo dietro a un albero. Ansimiamo e i nostri petti si muovono su e giù rapidi, cercando di accumulare ossigeno. Le telecamere sono ben nascoste nell'Arena. Se non si sta svolgendo nessuno scontro sanguinoso e mortale staranno riprendendo noi o Jorge, che formiamo il Triangolo Amoroso di Panem. Così ci hanno battezzato. 
Consapevole di aver puntata addosso una telecamera, mi accascio sul petto di Diego. Non mi importa se devo giocare fino in fondo la carta della cattiva. Io ho paura. Sento il cuore di Diego battere forte e irregolare contro la mia fronte e lui mi circonda con entrambe le braccia, sfregandomi la schiena coi palmi per rassicurarmi. 
- Diego ... - sussurro - ... chi pensi sia morto? -
Per la prima volta riesco a  sentire l'incertezza sul suo corpo - Non lo so - sussurra in risposta.
Un altro colpo di cannone mi fa sobbalzare. Due morti e la giornata è appena cominciata. Prendo Diego per un polso e cerco di trascinarlo via di li, lontano dai cannoni. 
Quando un hovercraft compare grigio nel cielo, mentre un artiglio scende dalla parte inferiore, portando via due corpi che da questa distanza non riesco a distinguere.
Strano ... Di solito l'hovercraft porta via un corpo alla volta. Ma allora ... perchè hanno aspettato che due Tributi morissero.
- Erano dello stesso Distretto - Diego mi legge nel pensiero.
- Stai dicendo che ... hanno programmato gli scontri e tutti gli spargimenti di sangue? Hanno programmato in anticipo le nostre morti? - la voce mi suona rabbiosa nel petto. 
Questi giochi non sono leali, allora. E' tutto programmato. I corpi sono stati portati via a cinque minuti di distanza insieme ... 
Trascino Diego per una mano - Andiamo via da qua - 
 
 

Riusciamo ad uccidere due scoiattoli e ad appiccare un fuoco basso per arrostirli. Per cena mangiamo metà scoiattolo a testa e una galletta. Abbiamo passato tutta la giornata a spostarci, saltando il pranzo. E ora stiamo letteralmente morendo di fame.
Non si sono sentiti altri colpi di cannone. Solo due morti. 
Saliamo su un albero come ieri sera e appoggiamole schiene contro il tronco, proteggendoci dal vento che comincia ad alzarsi abbracciandoci stretti stretti. Aspettiamo.
Il sigillo di Capitol City appare, con l'inno in sottofondo. E subito dopo, la foto dei due morti e il numero del Distretto.
Alba Rico e Facundo Gabandè, entrambi Distretto 5. So poco sul loro conto, ma durante le sessioni di allenamento tutti avevano notato che erano perdutamente innamorati l'uno dall'altro. Non posso fare a meno di lasciarmi sfuggire qualche lacrima.  In fondo, provavo simpatia per loro.
- Almeno sono morti insieme - mi sussurra Diego mentre il cielo torna scuro e nero.
Annuisco. Giusto. Ma dubito che Capitol l'abbia fatto perchè erano innamorati. Loro vogliono solo il sangue.
- Siamo rimasti in sei - dico tristemente.
- Ho paura che questi giochi termineranno in fretta -
Silenzio. - Diego? -
- Si piccola? -
- Per quanto ancora riusciremo a sopravvivere? -
Che domanda sciocca. Alla fine, anche se rimanessimo solo noi due ... uno di noi dovrebbe comunque morire. Diego non sa come rispondermi. Per la prima volta mi accorgo di quanto e tenero e fragile. Ma lo nasconde meglio di chiunque altro.
Sospira, le lacrime gli inumidiscono il viso - Non lo so piccola - con il dorso della mano tenta inutilmente di asciugarsele e di nascondermele - Non lo so proprio -

CHIEDO SCUSA A TUTTI MA SOPRATUTTO A JULIA DUCHANNES CHE ADORA FACUNDO E ALBA ... PERDONAMI!!! ANCHE IO LI ADORO E NON POTETE IMMAGINARE QUANTO SIA STATO DIFFICILE PER ME FAR MORIRE I PERSONAGGI ... LI ADORO TUTTI!!
VI PREGO ABBIATE PIETA' DI ME
VI VOGLIO BENE

GRAZIE AD ARSID, POCHA96, KATNISS 99 E TUTTI QUELLI CHE LEGGONO E RECENSISCONO : VI ADORO!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Arena - Giorno tre ***


 
 
 
Durante la mattinata riusciamo ad abbattere tre scoiattoli e due ratti. Se uniamo anche la pagnotta e le gallette, si potrebbe fare un vero e proprio banchetto. Avanziamo addentrandoci sempre di più nella foresta scura e piena di chissà quali insidie. Nonostante Diego ridacchi tutte le volte che minacciosa scruto i cespugli con la scatola dei fiammiferi in mano, io non abbandono la mia arma, se la posso chiamare così. 
A mano a mano che proseguiamo, il sole filtra a fatica attraverso le cime degli alberi, fino a diventare una luce bassa e inutile. Qualche minuto dopo io e Diego troviamo un albero e, seduti su un ramo e facendo penzolare le gambe nel vuoto, mangiamo uno scoiattolo a testa. Beviamo un po' d'acqua e mangiamo una galletta ciascuno. Non so come se la stiano cavando gli altri Tributi, ma noi non ci possiamo proprio lamentare. Abbiamo cibo a sufficienza e acqua. Non abbiamo armi, ma sugli alberi sappiamo di essere al sicuro. 
Siamo rimasti in sei. Il pensiero dell'hovercraft in volo che trascina via Alba e Facundo nonostante siano morti a cinque minuti di distanza mi fa imbestialire. Non so se è tutto programmato, ma qualcosa mi suggerisce di si. E non sono i borbottii di Diego sul fatto che non abbiamo un arma. 
Poi, non so per quale strano motivo, mi tornano alla memoria le parole di Haymitch, finita la sfilata dei Tributi, dove io e Diego ci baciavamo e ci tenevamo per mano : Ottima mossa quella dei baci ha detto Strategia molto astuta e saggia, complimenti. Non conosco abbastanza Haymitch, ma so cosa voleva dire : continuate questo gioco anche nell'arena.
In fondo, se facessi così potrei portare a casa almeno Diego. 
Mi volto a guardare Diego che ha appena finito di borbottare. Lui si zittisce e ridacchia, divertito.
- Forza, è ora di andare - dico cominciando a scendere dal ramo.
Scendiamo e riprendiamo a camminare. 
Camminiamo per un ora, prima che uno scroscio si levi alle nostre spalle. Io e Diego ci voltiamo nello stesso istante e l'immagine di un'onda alta centinaia di metri ci spaventa, cominciando a farci correre. Corriamo cercando di seminare l'onda gigante apparsa alle nostre spalle, zigzagando tra alberi e cespugli. Come accidenti è spuntata?!
L'onda lascia cadere gocce d'acqua calda sui nostri indumenti e i nostri vestiti. Corriamo sempre più veloci, ansimando, mentre il sangue ribolle nelle vene. Cercando di fare mente locale scopro che l'unica fonte d'acqua presente è il laghetto. Ma ... è troppo piccolo per provocare un'onda del genere. 
Qualcosa si abbatte feroce sulla mia schiena, facendomi cadere e sbattere la testa a terra e che mi inzuppa da capo a piedi, mi fa perdere i sensi facendo sbiadire nella mia mente la voce di Diego che urla il mio nome nel panico totale. 
 
 
 
Ho la testa che gira vorticosamente, facendo ruotare il cielo attorno a me. Ho la vista annebbiata e la bocca impastata, mentre scopro di essere asciutta per la metà. Con il palmo della mano accarezzo la superficie dove sono seduta. Erba, terra, foglie. Sono ancora nell'arena. 
Ho la schiena dolorante e non riesco ad alzarmi. Il cielo è scuro, si è fatta notte. Cerco il calore della mano di Diego fra le mie dita, ma trovo solo un calore distante. Una luce abbagliante e calorosa che mi fa star bene : fuoco. E' acceso un fuoco a qualche metro da me. 
Poggio la guancia sul terreno e vedo due sagome davanti al fuoco. Allora non sono sola.
- Cosa ce ne facciamo di lei appena si sveglia? - una voce maschile che non conosco. 
- La porteremo con noi - L'inconfondibile voce di Jorge Blanco non accetta repliche, è un ordine. Lui è uno delle due sagome contro il fuoco. Ma ... Dov'è Diego?
- Vuoi davvero portarla con noi? - la voce a me sconosciuta è piena di stupore, come se da lui non si aspettasse un ordine simile - Perchè non la uccidiamo subito -
- No, non è una mossa saggia - ribatte Jorge - Se vogliamo attirare lui qui, lei deve restare viva. E anche dopo che lui sarà morto -
La voce sconosciuta ridacchia - La vuoi tutta per te, non è vero? -
- In parte - ammette Jorge lasciandosi scappare una risata piena di desiderio - Lei è solo combattuta, non sa se scegliere me o lui. Le renderò le cose solo più facili, una volta ucciso -
E Jorge come fa a sapere che la penso così? Che sono indecisa fra Diego e Jorge? Come ... come fa a sapere tutte queste cose, se non le ho mai dette a nessuno ma sono vere come è vero che mi chiamo Mercedes Lambre?
- Oh, allora farà parte della compagnia! - intuisce la voce sconosciuta.
- Esattamente, Pablo -. Ecco chi è! E' Pablo Espinosa, Distretto 1!
- Allora ti consiglio di tenerla lontana da Martina, farà di tutto per strangolarla per non intralciare la vostra " Storia amorosa " -  lo avverte Pablo dandogli una pacca sulla schiena. Poi si volta a guardarmi e io chiudo gli occhi velocemente, sperando che non abbiano capito che sono sveglia e che ho sentito tutto. - Sta ancora dormendo -
Anche Jorge si volta a guardarmi - Non si sveglierà fino a domani mattina -
- Cosa hai intenzione di farlo quando questo accadrà? -
Jorge si lascia scappare una risata piena di malizia verso i miei confronti - Lascia fare a me -

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Arena - Giorno quattro ***


Quando mi sveglio, scopro di non essere più sdraiata per terra, ma sono in piedi. O meglio dire, accasciata nella speranza di reggermi in piedi. La testa ha smesso di farmi male e la nebbia che mi impediva di vedere chiaramente di è dissolta mentre dormivo nella notte. 
Sono poggiata contro una superficie ruvida, come il tronco di un albero. 
Apro gli occhi. Si, sono contro un albero. Non so per quale motivo, ho i polso legati dietro alla corteccia dell'albero, lontani dalla mia vista, e la corda che hanno usato mi sta facendo impazzire da quanto è fastidiosa. Perchè mi hanno legata? Non sono in forze per ucciderli. E poi non saprei dove andare, visto che Diego è chissà dove. 
E' un miracolo se l'onda gigante non mi abbia uccisa. Evidentemente, volevano portarmi dai Favoriti. E ci sono riusciti. 
Perlustro il territorio con lo sguardo, quanto mi è consentito vedere. Dove ieri sera era acceso il fuoco adesso c'è solo un cumulo di rametti secchi e cenere puzzolente che mi riempie le narici. Addosso ho solo la canottiera nera. La mia giacca a vento e la mia felpa sono stati stesi per terra, forse ad asciugarsi completamente, e anche i miei capelli sono sciolti e ancora umidi per l'onda di ieri. Wow, trattano gli ospiti con molta cura, questi Favoriti. 
Qualcosa si muove alle mie spalle e mi è impossibile voltarmi per vedere chi è. Sento dei passi pesanti avvicinarsi a me, intenzionati a farsi sentire. Ma io so che non sono sola. 
Una risata arriva alle mie orecchie mentre Jorge Blanco mi si para davanti, pochi centimetri distante dal mio corpo, le braccia incrociate davanti al petto e il sorriso ancora sulle sue labbra. E' davvero così contento di avermi catturato?!
- Buongiorno, Mercedes - mi saluta dolcemente - Hai goduto di un ottimo riposo? -
Ricambio il suo sorriso con uno tranquillo, come se fosse una semplice chiacchierata fra amici - Se devo essere sincera, Jorge, preferivo di gran lunga il mio comodo letto a Capitol City -
Lui emette un sospiro - Quant'è vero! - 
- Posso sapere il motivo per la quale mi ritrovo nella vostra compagnia? -
Alle spalle di Jorge arriva Martina Stoessel, con un coltello affilato nella cintura e le dita serrate attorno al manico. Pablo aveva ragione, allora. E' capace di sgozzarmi sul posto. Ma almeno Jorge non farà in modo che accada, se mi ama tanto, no?
Lui si volta a guardare la ragazza e le indica i boschi alle sue spalle con un cenno del capo - Raggiungi Pablo e Xabiani, Martina -
- Xabiani sta ancora piangendo per la morte di quella pappa molle di Lodovica - la voce di Martina è cattiva e sibillante come quella di un serpente - E Pablo se la sa cavare da solo. Non vuoi che rimanga qui con te?-
- No, devo discutere di cose importanti con la nostra ospite - Jorge si volta e mi ammicca maliziosamente. Io non abbandono il mio sorriso tranquillo, che sembra divertire un mondo Jorge e infastidire bestialmente Martina.
- Farà parte anche lei della compagnia? - Martina è terrorizzata al pensiero.
- Esattamente, vedo che hai capito. Adesso raggiungi gli altri, abbiamo bisogno di cibo per stasera -
- Abbiamo cacciato in abbondanza ieri prima dell'ondata e i nostri Distretti ci hanno mandato prelibatezze che nessun'altro Tributo si sogna. Direi che non abbiamo bisogno di altro cibo -
Jorge guarda qualcosa alle spalle di Martina e fa un impercettibile cenno del capo. A velocità supersonica, una freccia vola nella direzione di Martina, pronta a trafiggerle la schiena. Ma, quello che loro non prevedevano, Martina tira fuori il coltello e trancia in due la freccia. Una parte cade a terra e la parte con la freccia appuntita continua a volare, impiantandosi a due millimetri dal mio orecchio. 
Mi costringo a restare calma e a non crollare al solo pensiero di dove si sarebbe potuta piantale la freccia. Sono fortunata. 
Martina scoppia in una risata glaciale e sprezzante, voltandosi verso una grossa quercia - Ottimo colpo, Pablo, davvero -
Pablo Espinosa esce da dietro il tronco della quercia, con una faretra e un arco in mano. La volevano togliere di mezzo. Pablo non sembra minimamente imbarazzato, anzi, sorride pure. Mi chiedo come faccia.
- Non saremo ricorsi a questo se per una volta ti limitassi ad obbedire - Pablo si fa avanti.
- Non ho paura di voi - Martina guarda prima Jorge e poi Pablo con tono di sfida.
- Non giocare con me, Stoessel. Devo ricordarti cosa è successo alla Cornucopia? - anche la voce di Jorge è tranquilla. 
Martina sgrana gli occhi e poi, senza aggiungere altro, raggiunge Pablo e spariscono insieme nel bosco, con Xabiani poco distante. Mi lascio scappare uno sbuffo carico di paura, guardando la freccia accanto al mio viso.
Jorge mi sorride e mi accarezza la guancia più vicina alla freccia, ormai piantata dentro il tronco - Hai avuto paura? -
- Ho sopportato paure peggiori - dico.
- Inclusa quella di perdere il tuo amichetto, Diego? -
Io so cosa devo fare. Se devo far vivere Diego, devo tenere Jorge e il gruppo dei Favoriti lontano da lui. E per farlo devo dare a Jorge ciò che lui vuole. Il mio amore. 
Mi sporgo in avanti e premo le mie labbra su quelle di Jorge. Lui ricambia il bacio con passione, accarezzandomi con entrambe le mani i fianchi. Le mie labbra si muovono affamate sulle sue. Un calore piacevole ed intenso mi investe, facendomi sentire bene. La mia lingua comincia a giocare con la sua in una danza sensuale e che mi fa sporgere ancora di più per ricevere ancora quel contatto che mi sazia l'anima. Le mani di Jorge mi accarezzano i fianchi e poi la schiena, pieno di desiderio.
Qualcosa si smuove dentro di me. Non so bene cosa sia. 
Ci stacchiamo a corto di fiato.
- Se devo essere sincera, non mi importa assolutamente niente del mio " amichetto ", come lo chiami tu - ribatto in un sorriso. Ma dirlo mi fa male. Dentro.
Jorge mi sorride e mi posa un altro bacio leggero sulle labbra che me ne fa desiderare un altro - Hai capito che non ti desidera quanto ti desidero io? -
- Tu quanto mi desideri? - chiedo scaltra.
- Tu quanto desideri me? -
- Non ti bacerei se provassi pudore nei tuoi confronti, non credi? - lo guardo fingendomi offesa e la risposta sembra soddisfarlo - Potrei gentilmente liberarmi? - Tutto questo lo sto facendo solo per Diego. Oppure lo sto facendo solo per me?

UNA FOTO DI MERCEDES ACCASCIATA E LEGATA CONTRO L'ALBERO
Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Arena - Giorno cinque ***


 
Il gruppo dei Favoriti e io ci spostiamo verso il laghetto accanto alla Cornucopia. Pablo dirige il gruppo, falciando l'elra troppo alta che ci impedisce il passaggio con una spada ricurva e luccicante. Xabiani cammina a testa bassa e con la bocca chiusa, seguendo Pablo e io, Martina e Jorge chiudiamo la fila. Jorge si è messo tra me e lei per evitare risse e liti e direi che è stata una mossa a dir poco geniale, visto che non sta facendo latro che mandarmi occhiate velenose e squadrarmi da capo a piedi. Per calmarla Jorge le ha cinto le spalle con un braccio, e questo l'ha calmata come un sonnifero. Adesso ha il volto tranquillo e spensierato. E' davvero così innamorata di Jorge?
Ricordo a me stessa che devo fingere di essere innamorata di Jorge. Cioè ... Non so se è finzione o no, non mi è ancora ben chiaro. Ma non riesco a non pensare che forse Diego è nei guai. Chissà dove sarà adesso! Spero che l'onda non l'abbia ucciso.
Getto un'occhiata su Jorge ancora abbracciato a Martina e lei che gli parla in tono dolce, che non si addice affatto alla sua personalità combattiva. Mi viene quasi da ridere. Jorge le sussurra qualcosa a un'orecchio e lei sorride, staccandosi da lui e correndo da Pablo che continua a falciare l'erba per spianarci la strada.
Jorge ride emi cinge la vita con l'altro braccio - Non dirmi che eri gelosa! -
- Sono una persona matura, Jorge! Non mi abbass a certi livelli - ribatto. 
- Cercamente non ti abbassi ai suoi di livelli - mi indica  Martina con un cenno del capo. 
Rido e lui con me, mentre abbandono la testa contro la sua spalla. Mi sento come protetta da quelle braccia, come se il male non potesse nemmeno sfiorarmi. Camminiamo così per dieci minuti e Martina non fa ritorno. E' ancora avanti con Pablo.
Mi fermo improvvisamente in contemporanea con Pablo. Annuso l'aria alzando il naso in su e Pablo mi imita. Odore di legna, qualcosa che brucia. Un filo di fumo nero e grigio sopra le nostre teste. Ci voltiamo tutti di scatto, avertendo qualcosa di pericoloso. 
Un muro di fuoco si alza, alto come un grattacielo di otto piani. Brucia tutto quello che incontra. Presa dal panico comincio a correre, seguita a ruota dagli altri. E' spuntato all'improvviso, mentre ci avvicinavamo sempre di più al laghetto. Corro così veloce di essere in testa alla fila e allontano l'erba che mi arriva al petto con entrambe el braccia. Il muro infuocato aumenta la sua velocità, riducendo tutto in polvere e cenere. 
Come si staranno divertendo gli Strateghi! Dietro di me c'è Jorge che mi incita a correre più veloce, ma sto facendo del mio meglio e le gambe fanno male e minacciano di tradirmi e di lasciarmi a terra. 
Un urlo acuto che fa tremare tutto. Ci voltiamo tutti e quello che vedo mi sciocca a tal punto da farmi perdere la sanità mentale.
Martina è inciampata, la sua caviglia destra bloccata in un nido di erbacce e radici che sembra non volerla lasciare. Si dimena, da strattoni violenti usando il resto del corpo. Il muro si avvicina sempre di più a velocità impressionante, aumentando il fumo che ci entra nei polmoni e ci annebbia la vista. Mi tappo il naso con la manica della felpa e la bagno con la mia saliva. Lascio lo spazio sufficiente per vedere.
Martina urla a pieni polmoni, piange disperata cercando di liberarsi mentre il fuoco è a un metro da lei o meno. Tutto accade in pochi tragici secondi. Il muoro si abbatte su Martina, che prende fuoco. I capelli di kmartina prendono fuoco insieme ai suoi vestiti, la sua pelle diventa rossa e poi nera, segno che le mancano pochi istanti di vita. Urla, ci implora di aiutarla ma noi non possiamo fare assolutamente niente, il fuoco la consuma e le toglie la vita, facendola diventare solo un cumulo di cenere che un filo di vento sarebbe capace di trascinare via. E mentre il vento porta via i suoi resti, sento ancora il sibillo della lama dei suoi coltelli minacciare la mia vita.
 


Si sente solo un colpo di cannone. Nessun hovercraft. Non c'è niente da portare ai familiari di Martina. Le lacrime cominciano a colare, non so se è il fumo o lo shock che ho appena avuto vedendo una cosa che non avrei potuto vedere. 
Mi accascio contro il petto di Jorge, che mi stringe a se e mi pulisce i capelli dalla cenere. Ho appena visto morire Martina. Gli Strateghi l'hanno portata via senza nemmeno un briciolo di pietà. Se hanno fatto questo con lei ... cosa faranno con noi? 
La paura mi pervade mentre inzuppo Jorge di lacrime, gli occhi chiusi e la faccia nascosta nel suo petto e i pugni serrati sulle sue spalle. Ti prego, Diego, torna da me. Ho paura.
Pablo tratiene il fiato, mentre si avvicina a Jorge. Ha il volto sconvolto e si accosta al suo orecchio per sussurrargli qualcosa che io non devo sentire. 
- Xabiani è morto - lo sento sussurrare. 
Anche Xabiani. Avrà raggiunto Lodovica là in alto, spero. Era così sfrustato per la morte della sua ragazza ... Io non gli ho mai parlato, ma leggevo nei suoi occhi che era un bravo ragazzo che non avrebbe ammazzato nemmeno una mosca. 
Forse il colpo di cannone che segnava la morte di Xabiani era stato soffocato dalle urla di Martina. La sua deve essere stata una morte altrettando tragica e sono felice di aver assistito soltanto a quella di Martina. Così oggi due morti. Spero che Diego sia vivo, che il suo colpo di cannone non sia stato coperto dalle urla strazianti di Martina. 
Quanto vorrei andare da lui e baciarlo. Addormentarmi fra le sue braccia. Accarezzargli quel viso perfetto. Lasciarmi cullare da quegli occhi tranquilli ma superbi allo stesso tempo. No, non può essere morto, la mia vita non avrebbe più un senso e io preferirei farmi assassinare da Pablo con una delle sue freccie.
La notte guardiamo il sigillo di Capitol City e appaiono solo i volti di Martina Stoessel, Distretto 1, e Xabiani Ponce de Leon, Distretto 2. I loro visi bastano a farmi risalire le lacrime e nascondermi di nuovo fra le braccia forti di Jorge. 
Siamo rimasti solo quattro e sono passati solo cinque bruttissimi giorni paragonabili a incubi. Diego non è apparso. Vuol dire che è ancora vivo, forse ferito, ma vivo. E questo vuol dire che almeno un barlume di speranza è rimasto ad illuminare le stelle su quel telo nero che quei maledetti Strateghi osano chiamare cielo.

SONO RIMASTI SOLO QUATTRO TRIBUTI : 
Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** MESSAGGIO IMPORTANTE!!! ***


ATTENZIONE - ATTENZIONE - ATTENZIONE - ATTENZIONE!!!!!!!
USO QUESTO CAPITOLO PER INFORMARVI CHE DAL 12 FINO AL 29 DI AGOSTO NON MI SARA' POSSIBILE AGGIORNARE " THE HUNGER GAMES ". DAL 29 IN POI POSTERO' GLI ALTRI CAPITOLI. 
SPERO CHE PASSIATE BUONE VACANZE!!!
MI MANCHERETE TUTTI TUTTI.
A FEDEMARCESCA, SPERO CHE MI PERDONERAI PER AVERTI UCCISO IL TUO ADORATO XABI!!
 
 A POCHA 96 CHIEDO SCUSA PERCHÉ' FINO AD ALLORA NON MI SARA' POSSIBILE RECENSIRE I PROSSIMI CAPITOLI DELLA TUA FANTASTICA STORIA " TOGETHER, FOREVER " ... MA GIURO CHE QUANDO TORNO RECENSISCO SUBITO!! 
 
IN CASO RIUSCISSI A CONNETTERMI A EFP ANCHE IN VACANZA, AVRETE I VOSTRI CAPITOLI E VI MANDERÒ' UN ALTRO MESSAGGIO.
GRAZIE MILLE, VI VOGLIO TANTO TANTO TANTO BENE!!!!
HOPE_2000 <3<3
Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Arena - Giorno sei ***


Sola. Sola, con altri due sconosciuti. Li conosco, quindi è una bugia considerarli sconosciuti. Ma loro cosa hanno mai fatto per me? Nulla. Pablo ha semplicemente fatto il suo lavoro, gioca per vincere, come biasimarlo. Ma Jorge ... Jorge mi ha rapita. Mi ha tenuta in vita e mi ha salvato da Martina che voleva uccidermi. E mi vuole, mi ama. 
L'immagine di Martina che lancia urla strazianti  piene di dolore mi invade la testa facendomi rabbrividire. Mi alzo a sedere,stringendomi nella felpa. Tiro il cappuccio sulla testa e ci nascondo i capelli biondi. E' freddo o paura? Perchè ho i brividi.
Lancio un'occhiata a Jorge. Dorme, tranquillo e indisturbato accanto a me. Pablo fa lo stesso, dall'altra parte. Non si accorgeranno della mia assenza. 
Mi alzo in piedi e mi lascio guidare dai piedi, cominciando a camminare a occhi chiusi, affidandomi al buio. Non ho una meta. Non so cosa ho intenzione di fare. Ma non mi importa. Voglio solo trovare Diego, il mio amato Diego, voglio sentire la sua risata sensuale nelle mie orecchie, il tocco delle sue mani ardenti sui miei fianchi, i suoi occhi che mi penetrano nell'anima leggendo ogni mio desiderio, la sua bocca che si muove feroce sulla mia regalandomi baci e baci ... 
- Dove sei? - sussurro rivolta al vento e aprendo le palpebre di scatto - Dove sei? -
Ho le lacrime agli occhi. Cominciano a scendere sulle guance indisturbate e veloci, cadendo sull'erba verde e bassa. Mi lascio cadere a terra, reggendomi solo coi palmi delle mani per non crollare definitivamente. Sfogo un pianto che da tempo mi tenevo dentro, senza soffocare i singhiozzi e i gridolini terrorizzati che mi escono dalle labbra. Sfogo tutta la paura che ho dentro e che nascondo perfettamente, sfogo la voglia che ho di abbracciare il mio Diego. Oh, Diego, amore mio ... Dove sei?


Mi fermo di botto. Una sagoma scura distesa a terra su un fianco a pochi metri da me. Chi è? Cosa faccio, vado a vedere? Mi avvicino lentamente, cercando di non fare rumore. Mi chino e mi inginocchio accanto alla sagoma che mi da' le spalle. Poi rifletto. Jorge e Pablo stanno ancora dormendo, credo. Io sono qui. Non può essere che ...
- Oh! - un sussurro è tutto quello che mi esce.
Rigiro la sagoma sulla schiena per vederlo in faccia. E' Diego!
Riporta un graffio molto lungo e profondo sulla fronte. Glielo accarezzo con un dito, percorrendo tutta la sua lunghezza. Chissà come se lo è procurato ...
La felicità mi pervade e prendo ad accarezzare con entrambe le mani il viso di Diego, mentre altre lacrime scendono e sul mio volto è stampato un sorriso. 
- Oh, Diego, amore mio! - premo le mie labbra sulle sue. Sento il loro calore che tanto mi era mancato, e sono ancora più felice di scoprire che è vivo. 
Appena mi stacco, Diego apre gli occhi. Sbatte le palpebre più volte per abituarsi al buio, prima di incontrare i miei occhi pieni di lacrime. 
- Mercedes - la sua voce è rauca, ma i suoi occhi mi sorridono senza esitazioni - Tu ... -
E chiude di nuovo le palpebre di colpo, mentre la paura di perderlo torna a scuotermi con maggiore violenza.


Non so come io sia riuscita a trovare questa grotta. Cercavo un posto dove far riposare Diego con calma e ... eccolo. Non sono tornata da Jorge e Pablo, a cosa servirebbe? Non ho bisogno di rubare le provviste. Io ho finalmente ritrovato quello di cui avevo bisogno. 
Adagio il corpo di Diego sul fondo della grotta e cerco qualcosa con cui coprire l'entrata. Trovo un masso proprio fuori, un macigno a dire la verità, e lo rotolo fino a ridurre l'entrata a una fessura che fa entrare un po' di luce, quella che basta per vedere. Qualcuno la deve aver usato questo nascondiglio prima di noi.
Mi accovaccio accanto al corpo di Diego che dorme tranquillo. Con una mano, gli accarezzo i capelli neri e sporchi, un po' bruciati. Quanto mi era mancato! 
I suoi occhi si aprono di scatto a quel contatto, cominciando a cercarmi. Si alza a sedere e incontra il mio sguardo. Restiamo zitti e immobili per una decina di secondi, guardandoci negli occhi e cercando di capire se siamo davvero noi o è solo un sogno. Poi gli sorrido.
- Ciao dolcezza - lo saluto.
Lui in tutta risposta lui mi attira a se e mi abbraccia, nascondendo il viso fra i miei capelli dove sfoga un pianto silenzioso e mi accarezza i capelli biondi con entrambe le mani. Poi si tacca e mi bacia sulle labbra. Io lo tiro per il colletto della sua felpa, chiedendogli di andare avanti. Non sarò io la prima a staccarmi, mi mancava troppo. Ci baciamo con quanta passione possibile, per poi staccarci solo quando sentiamo di soffocare.
- Ti ho ritrovata - mi sussurra pieno di gioia - Ma .. dov'eri? -
- Jorge Blanco e la sua banda mi avevano rapita dopo l'onda gigante -
- Quel farabutto ... Giuro che lo uccido con le mie mani! - da un calcio violento a un sassolino che rotola fuori dalla fessura.
- No, Diego. Quello che farai ora sarà restare qui con me - gli accarezzo una guancia.
- Non potremo restare per tanto : siamo solo in quattro - mi prende con una mano la mano che è sulla sua guancia e la bacia dolcemente - Gli Strateghi faranno in modo di farci incontrare e mettere fine ai giochi. Anzi, sai che ti dico? Li andremo a cercare noi -
- Ma resteremo qui finchè non ti sarai ripresi del tutto, va bene? -
- Va bene - rinuncia con uno sbuffo che mi fa sorridere. Poi sorride anche lui attirandomi per darmi un altro bacio. - Lo sai? - mi sussurra sensuale all'orecchio - Mi erano mancate le tue prediche -
Image and video hosting by TinyPicImage and video hosting by TinyPic

ECCO QUI DUE FOTO DI DIEGO COL TAGLIO SULLA FRONTE ... CHE RITARDO CHE HO FATTO!! SCUSATE, SCUSATE, SCUSATE!! E' CORTO, MA HO FATTO RITROVARE I DUE INNAMORATI ...  E POI HO MESSO UNA FOTO DI DIEGO! PERDONATEMI, GIURO CHE IL PROSSIMO CAPITOLO SARA' LUNGO E PIENO DI NOVITA'!
BACI E GRAZIE X LA PAZIENZA, VI VOGLIO BENE
HOPE

 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** La resa dei conti ***


Diego ha smarrito gli zaini che eravamo riusciti a procurarci alla Cornucopia, il primo giorno. Adesso non abbiamo niente da mangiare, niente con cui medicarci ... Possiamo contare solo su noi stessi. 
Passano tre giorni in cui faccio dormire Diego tutta la notte, lo faccio riposare anche alla mattina, cerco il cibo per dargli le forze. A volte lui fa la guardia alla caverna alla mattina e io mi concedo qualche ora di sonno. 
Al quarto giorno, decidiamo di incamminarci. Mano per la mano, prendiamo la direzione verso il laghetto, dove ho lasciato Jorge e Pablo. Jorge. Chissà come avrà reagito quando ha scoperto che ero scappata ... Poi mi torna in mente la foto che ho visto ieri sera di Pablo. Siamo solo in tre. Chissà come è morto Pablo.
Ci addentriamo nella foresta, dove ho trovato Diego, in religioso silenzio, ascoltando gli uccelli e i passi piccoli degli scoiattoli sugli alberi. Il mio sguardo è fermo davanti a noi, pronto al minimo segnale d'allarme : anche Jorge ci starà cercando, immagino.
Diego si ferma improvvisamente e mi guarda - Hai paura, piccola? - mi sussurra.
Scuoto il capo. Ma non è vero. Io ho paura, ne ho tantissima. Ho paura di quello che potrebbe fare Jorge a Diego. Ho paura di quello che potrebbe fare a me. Ho paura di rimanere l'unica concorrente insieme a Diego, ho paura di essere costretta ad ucciderlo. Ma io  non lo farò. Possono mandarmi anche a Capitol City, ad uccidermi sotto tortura. Ma non ucciderò mai il mio ragazzo.
Diego si avvicina a me mentre il mio sguardo si sposta verso la punta dei miei scarponi sudici. Mi accarezza il viso con l'indice.
- Cosa c'è? - gli chiedo.
- Niente - risponde sorridendomi dolcemente - E' solo che ... Non voglio perderti -
Una voce furiosa mi interrompe mentre apro la bocca per rispondere - Anche io non voglio perderla, sai, Dominguez? -
Ci voltiamo tutti e due di scatto. Dietro di noi c'è solo l'erba e gli alberi che si scagliano contro il cielo. Ma l'abbiamo sentita, non ce la siamo immaginati. Ci guardiamo attorno, pronti a scappare. Era la voce di Jorge. Era la sua voce, quella che ci ha interrotto. 
Poi lo vedo. In piedi su un ramo abbastanza grosso a una distanza di una decina di metri, che ci osserva dall'alto, col le braccia incrociate davanti al petto muscoloso e le spalle poggiate al tronco con disinvoltura, come se stare sugli alberi fosse una cosa da tutti i giorni.
Con un salto atterra sull'erba senza farsi nemmeno un graffio. 
Diego si mette davanti a me facendomi da scudo, rivolgendogli un sorriso di scherno, il suo solito ghigno di sfida che mi ha fatto sempre impazzire dalla rabbia e dal desiderio - Però, Blanco. Ottima entrata, davvero molto originale -
- Ti piace? - sorride anche Jorge ricambiando il ghigno - Sono contento, visto che sarà l'ultima cosa che vedrai prima di morire! -
Tira fuori la spada da dietro alla schiena e comincia a correre in direzione di Diego, che non fa nulla per spostarsi. Mi metto davanti a Diego allargando entrambe le braccia per proteggerlo, e Jorge si ferma di botto, la lama a pochi centimetri dalla mia pancia.
- Non osare avvicinarti! - ringhio.
- Spostati, Mercedes - ribatte Jorge tranquillo fissandomi nelle pupille.
- No, non  lo farò! - reggo il suo sguardo con tanta facilità.
- Ti ho detto di spostarti, Mercedes - ribatte Jorge abbassando la lama, senza smetterla di fissarmi. La sua voce è calma - Ti prego, non voglio che tu faccia la fine di Pablo. Io voglio solo mettere fine a tutto questo -
- Che cosa ... - poi capisco, sgrano gli occhi piena di disgusto. Jorge ha ucciso Pablo. E'colpa sua se è morto. Poi continuo a parlare, l'immagine del sorriso di Pablo che mi tona alla mente -Tutto questo, Jorge? Una volta che avrai ucciso lui dovrai uccidere anche me se vorrai tornare a casa, solo così porrai fine a tutto questo! -
- Assolutamente no. Non hai sentito l'annuncio della scorsa sera sul cambio delle regole? -
No. C'è un cambio delle regole? Ma cosa ... come ... come è possibile che io non l'abbai sentito? Ho dormito poche ore per eventuali attacchi o cambiamenti ... che Diego non mi abbia detto niente?
Jorge continua, tranquillo come sempre - Ci saranno due vincitori. Non importa di che Distretto siano. Ci saranno due vincitori -
Adesso capisco tutto. Non importa di quale Distretto appartengano ... vogliono far tornare me e Jorge a casa! Vogliono far morire Diego! Come possono pensare di essere così brutali, quegli idioti? Pensano che abbandonerò il mio ragazzo solo per tornare a casa? Si sbagliano!
- Io non voglio tornare a casa, non con te - la mia voce è carica di una tale rabbia che potrei uccidere alzando solo un dito.
- Mercedes, pensa a quello che c'è stato tra noi. Ti prego - il suo tono è supplichevole, mi mette quasi tenerezza. Quasi.
Adesso è Diego a parlare, mettendosi di fianco a me e uscendo dalla mia protezione - Cosa vorrebbe dire? - guarda me e poi Jorge, poi viceversa, la confusione dipinta sul volto. 
Jorge mi rivolge un ghigno divertito e maligno allo stesso tempo  - Davvero, non glielo hai detto? -
- Dirgli cosa? - lo sfido determinata. Poi il sangue mi si gela nelle vene, capendo le sue intenzioni. Non può farlo. Non può, non è leale. 
Jorge guarda Diego, il ghigno non gli abbandona le labbra, anzi, è diventato più perfido di prima - Io e Mercedes siamo fidanzati -

CAPITOLO CORTO, MA VEDETE CHE ORAMAI I GIOCHI VOLGONO AL TERMINE. RINGRAZIO TUTTI VOI PERCHE' LA STORIA HA RAGGIUNTO BEN 101 RECENSIONI!!!! NON MI ERA MAI SUCCESSO SONO COSI FELICE!!
GRAZIE MILLE ALLA MIA POCHA, LA MIA KATNISS, ALLA MIA ARSID, ALLA MIA JULIA E A TUTTI I MIEI LETTORI : VI VOGLIO BENE!


 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Dolore. Ecco ciò che provo. ***





- COME SAREBBE A DIRE CHE SIETE FIDANZATI?! -
Diego è furioso, le sue urla fanno fuggire uno stormo di corvi che vanno subito a cercare un posto più tranquillo dove riposare, gracchiando lamentose. Diego mi guarda, ma sono incapace di dare spiegazioni. Cosa posso dirgli? Che ho " amato " Jorge solo per proteggerlo? No, o Jorge ucciderà Diego all'istante. 
Mi limito a boccheggiare, indecisa sul da farmi. Jorge, al contrario, sorride trionfante mentre mi cinge le spalle con un braccio.
- La verità brucia, eh? - canzona Jorge a Diego.
I miei occhi si riempiono di lacrime. Ma non li copro. Incrocio lo sguardo di Diego, che mi guarda furioso. Le lacrime cominciano a colare sul mio viso, mentre le mie labbra tremano senza tregua. 
- Diego, io ... - tento.
- Tu cosa? - mi interrompe Diego senza smettere di gridare - Mi hai illuso per tutto questo tempo di amarmi, e invece mi hai solo usato per arrivare fin qui! -
- Io non ti ho usato! - riesco a  scandire.
Poi un suono. Una tromba. Un hovercraft si materializza sopra di noi. Poi una voce - Signore e signori, sono lieto di annunciarvi i vincitori del settantacinquesimi Hunger Games, Diego Dominguez, Mercedes Lambre e Jorge Blanco! -
Tre vincitori. Lo sapevo, era tutto un gioco degli Strateghi. Una scaletta automatica ci conduce fin sopra l'hovercraft, dove tre infermieri in tuta bianca e mascherina ci prendono sotto braccio separatamente. Portano Diego dietro a una porta trasparente scorrevole e lo fanno addormentare con una siringa che gli ficcano sulla spalla senza troppe cerimonie, prima di farlo cadere sul lettino bianco. 
Mi accascio contro la porta, cominciando ad urlare a squarcia gola, tirando pugni e calci al vetro.
- No!!!- la mia voce risuona fra le pareti mentre dieci infermieri si mettono ad armeggiare sul corpo di Diego - Lasciatelo stare!! Toglietegli le mani di dosso, brutti cretini!! Non ha bisogno delle vostre cure, lasciatelo in pace, basta, state fermi!! -
Una lacrima cola sul vetro trasparenze mentre sento il dolore di un ago infilato nella mia spalla e vedo solo il buio, e, se non è una mia impressione, il viso di Diego sollevarsi per gridarmi di non cedere al sonno improvviso.



Mi risveglio qualche ora dopo su un lettino bianco, con addosso solo una mantella leggera rosa pallido. Il mio corpo non è più incrostato di sudore e sporco, ma liscio e vellutato. Le mie unghie sono state limate e i miei capelli lavati e pettinati. 
Mi alzo a sedere, dolorante. Cercando Diego. Ma seduto su un lettino accanto al mio c'è solo Jorge che mi fissa, i gomiti sulle ginocchia e anche lui pulito e con una mantella verde.
- Dov'è? - chiedo alzandomi.
- Dov'è chi? - ribatte lui tranquillo.
- Piantala! - 
- Di fare cosa? -
- Di far finta che non sia successo nulla! -
- Siamo vivi. Questo basta per dimenticare il resto -
- No che non basta! - mi avvicino pericolosamente a lui, che rimane impassibile e non si scompone - Dov'è Diego? Dove l'hanno portato? -
- Se te lo dico mi uccideresti -
Lo afferro per il colletto della mantellina verde, sollevandolo dal letto e dal pavimento, avvicinandolo al mio viso, i miei occhi che lanciano saette - CHE COSA GLI HAI FATTO, MOSTRO?! -
- IO NON GLI HO FATTO NULLA! - ribatte Jorge liberandosi dalla mia presa.
- E allora dov'è? - cerco di abbassare la voce.
- Quelli di Capitol City, gli infermieri, l'hanno portato via. Haymitch, il tuo mentore, mi ha avvisato di dirti che ... - si interrompe, abbassando gli occhi sulle piastrelle lucide del paviment.
- Dirmi cosa? -
Jorge sospira e torna a fissarmi, un'improvvisa paura mi gela il sangue nelle vene e stringo i pugni per farmi forza, per dirmi che tutto piano piano si aggiusterà - Diego sta morendo -



- Cosa vuol dire che sta morendo? - 
- Il graffio che aveva sulla fronte era troppo profondo, ha avuto effetti anche sul cranio e sul cervello - mi spiega Jorge, cercando di non diventare nervoso.
- E ... Quindi? -
- C'è stato un problema, si è spezzato un pezzo di cranio e ... -
Silenzio. Lancio un urlo, piegandomi sulle ginocchia e usando tutta l'aria che ho nei polmoni. Le lacrime inzuppano il mio viso mentre urlo senza sosta, piena di dolore. Jorge mi lascia urlare, si china e mi abbraccia. Io accetto il suo abbraccio mentre continuo ad urlare con meno forza e a piangere sulla sua spalla. Jorge non fa nulla per fermarmi. Cosa dovrebbe fare? Il mio ragazzo sta morendo. Sta morendo e io sono completamente impotente.



Due ore dopo, sono davanti alla porta di vetro dove è rinchiuso Diego, avvolta nel caloroso abbraccio di Jorge e con Haymitch accanto, a fissare gli infermieri in camice bianco che girano freneticamente attorno al corpo esanime di Diego. Ha una siringa sul braccio, tubi che gli escono dalla bocca ... 
- Non si può fare niente? - chiedo di nuovo ad Haymitch, la voce impastata dal pianto.
Haymitch sospira, le mani in tasca e la testa bassa - Ha il venticinque per cento di probabilità di vita. Possiamo solo pregare Dio per la sua misericordia -
- A questo punto - confesso rifrugandomi di nuovo nel petto di Jorge per piangere ancora un po' - Mi domando se Dio ce l'abbia, la misericordia -



Mezzanotte. Tutti dormono. C'e solo un infermiere rimasto a vegliare su Diego, in caso di emergenza. E ci sono io. Ho dovuto implorare per rimanere accanto a Diego, promettendo di rimanere buona e tranquilla.
Chiedo a l'infermiere di lasciarmi sola con Diego per un minuto e lui mi fa promettere di urlare subito se le cose peggiorano. Ma credo che le cose non potrebbero andare peggio di così.
L'infermiere e sce e io rimango sola, rigida sullo sgabello accanto al letto di Diego. Due tubi gli escono da entrambe le braccia collegate a due sacche di sangue. Una benda rotonda molto grossa ricopre dove dovrebbe esserci il buco. Un tubo gli esce dalla bocca per portargli ossigeno. 
Gli prendo una mano con cautela. Gli accarezzo le dita con l'indice prima di posare nuovamente la mano sul lettino. 
- Mi dispiace - mormoro - Non volevo che accadesse tutto questo. Se fossi stata più attenta ... se ti avessi raccontato tutto ... se fossi rimasta accanto a  te quando l'onda gigante ci ha travolto. Forse nulla di tutto questo sarebbe successo 
- La verità è che volevo far rimanere viva me stessa. Pensavo di tenere anche a te e invece sono solo un egoista. Ti prego, Diego. Se mi senti ... perdonami. Se torneremo a casa sani e salvi, se rimarrai vivo, giuro che ti starò alla larga
- Non volevo fare del male a nessuno. Volevo solo tornare a casa con te. Vivere insieme e sposarci, un giorno, essere felici e vivere per conto nostro. E ora so che quei progetti che tanto avevamo sperato non si realizzeranno mai. Perchè tu forse non rimarrai vivo. Perchè forse ... No, non forse. Se tu non vivrai per vedermi, non sposerò nessun'altro. Rimarrò sola. Per te, perchè ti amo. E perchè non riesco ad immaginarmi una vita senza di te
- Tu sei il mio destino, il mio cammino, il mio respiro. Tu sei tutto per me. Quindi se mi stai ascoltando, sappi che io sono qui e non ti lascerò mai, non pensarlo mai perchè non lo farò mai 
- Non riuscirò mai a scusarmi abbastanza. Se tu mi vorrai ... -
- Se? - una voce rauca viene da Diego, che rimane immobile e continua a tenere gli occhi chiusi. Non si muove, ma le labbra si muovono perfettamente  - No, la mia strada è la tua e le nostre mani saranno una cosa sola. E dove sarò io, anche tu ci sarai. E  io ti voglio qui, sempre vicina al mio cuore -
Image and video hosting by TinyPic

CAPITOLO STRAPPA LACRIME, LO SO. HO PIANTO MENTRE LO SCRIVEVO. QUESTO E' IL PENULTIMO CAPITOLO DELLA FF. COME FINIRANNO LE COSE?? 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Nella mia vita amerò solo te ***


Ci sono dieci possibilità su un milione che Diego sopravviva. La cosa mi fa sentire male. Haymitch mi ha raccomandato di non dire nulla a Diego, non deve sapere che potrebbe morire. No, non voglio che passi gli ultimi giorni della sua vita a piangere e a rimpiangersi su cosa avremo potuto fare. Lo sto già facendo io.
Passi interi giorni nella stanza di Diego, tenendolo per mano, vegliando su ddi lui mentre dorme. Quando si risveglia, i suoi occhi brillano di luce propia e le sue labbra mi sorridono. E allora cominciamo a parlare del più e del meno, rivelandoci cose che nessuno sa' di noi.
Quanto lo amo.
- Mercedes? -
Distolgo lo sguardo dalle dita di Diego serrate fra le mie e incrocio i suoi occhi. Gli sorrido - Si? -
- Noi due ci sposeremo, vero? -
Sorrido a quel pensiero. Anche Diego sorride. - Non sai quanto la cosa potrebbe rendermi felice, Diego - rispondo accarezzandogli una guancia col dorso della mano libera.
- Saresti felice? - mi chiede ancora.
- Si -
- Mi fai un favore? - mi chiede tornando serio e cambiando argomento - Nel primo cassetto a destra ci sono un paio di bende, me le prenderesti? -
Mi alzo dallo scabello e mi avvicino alla cassettiera indicata da Diego. Apro il primo cassetto a destra e cerco le bende, rovistando con la mano. Ma le mie dita toccano una scatolina di velluto blu grande quanto un pugno. La tiro fuori con estrema cautela.
La faccio vedere a Diego - Che cos'è? - chiedo.
- Apri - risponde lui, un sorriso furbo sulle labbra. Se non fosse attaccato cone ntrambe le braccia a quelle siringhe e non avesse quella enorme benda sulla fronte scapperei con lui. Con le dita tremanti apro il coperchio e ...
- Mercedes Rodrìguez Lambre, vuoi sposarmi? -


Sono così felice! Dentro c'è un anello con un diamante piccolo e prezioso incastrato. Mi avvicino al letto di Diego, incaapce di reagire, ma col sorriso stampato sulle labbra dalla sorpresa e dalla felicità.
- Tecnicamente dovrei mettermi in ginocchio - ride Diego tranquillo - Ma riesco comunque ad infilartelo, se me lo permetti -
Gli porgo la scatolina. Lentamente, impossibilitato dalle fleebo, prende l'anello e me lo fa scivolare sul dito anulare, mentre io non sto più nella pelle. Lo osservo, mentre la sua mano non abbandola la mia nemmeno terminata l'operazione.
- Allora, dolcezza - incrocia i miei occhi - Vuoi dieventare mia moglie? -
- Si, si e mille e mille volte si! -
Mi alzo e abbraccio Diego, tempestandogli guance e labbra di baci appassionati, presa dalla felicità. Lui strofina la sua fronte sulla mia guancia, dicendomi più e più volte che mi ama.
- Sposiamoci subito - propongo - Adesso, dai! - rido.
- Allora vai ad avvertire Haymitch -
Rimango come pietrificata e lo fisso nelle pupille scure - Vuoi davvero sposarmi ora? -
Diego rimane serio e annuisce, mentre mi fa cadere a pancia in giù su di lui. Mi bacia, per confermare le sue parole e io rispondo al bacio con quan ta passione possibile. Quando ci stacciamo, io strofino il mio naso contro il suo.
- Oh, amore - sospiro - So che mi renderai molto felice -



Il pomeriggio, ci troviamo in un salottino sui toni del rosso. E' un salottino elegantissimo, stupendo, come quelli delle fiabe. Visto che non mi è possibile avere un vestito da sposa, indosso una semplice gonna bianca lunga fino al ginocchio e una camicia dello stesso colore. Un infermiera mi pettina i capelli e mi fa una teccia che mi ricade sulla spalla.
Diego, sulla sedia a rotelle pichè troppo debole per muoversi, è accanto a me. Camicia nera e pantaloni neri. Non so come Haymitch abbia rintracciato un prete disposto a sposarci subito. Mi inginocchio accanto a Diego, mentre il prete ci raggiunge per darci la benedizione. Ho le lacrime agli occhi. La sapete la novità? Diego rimarrà vivo. C'è la fatta, ed è un miracolo e non smetterò mai di ringraziare Dio. 
- Vuoi tu, Diego Dominguez Llort, sposare Mercedes Rodriguez Lambre e riceverla come tua sposa, onorarla e rispettarla finchè morte non vi separi? - domanda il prete.
- Si, lo voglio - Diego mi prende per mano.
- E vuoi tu, Mercedes Rodriguez Lambre, sposare Diuego Dominguez Llort e riceverlo come tuo sposo, onorarlo e rispettarlo finchè morte non vi separi? -
- Si, lo voglio - stringo forte la mano di Diego per l'eccitazione.
- Allora vi dichiaro marito e moglie. Ora può baciare la sposa -
Mi sporgo verso Diego e lo bacio, mentre ci cospargono di petali. Guardo la fede che ho sull'anulare e sorrido, pensando a tutte le notti in cui avevo sognato questo momento che, anche se non come immaginavo, si è realizzato.

Due anni dopo

- Come al vorresti chiamare? - ride Diego - Hai bocciato tutti i nomi che ti ho proposto! Non possiamo lasciare la bambina anonima! -
Accarezzo il pancione con la mano, mentre rido di gusto. Siamo seduti da più di due ore su divano a decidere il nome della piccola che porto in grembo. Non voglio un nome qualunque, voglio un nome insolito ma che mi piaccia.
- che ne dici di Perestroica? - propone Diego.
- Perestroica Dominguez, si caro - fingo di essere d'accordo prima di tirargli un cuscino in testa - Dico, ti si è fritto il cervello? -
- Sei tu che me lo hai fritto -
- Come no - poi il mio viso si accende - Chiamiamola Marisol! -
- Marisol? Si, mi piace. Marisol Dominguez suona bene -
- Vada per Marisol? - chiedo speranzosa.
- Vada per Marisol - concorda Diego, e mi bacia, zittendomi del tutto.

ULTIMO CAPITOLO. SAPETE QUANTO SONO TRISTE? HO FINITO UN'ALTRA STORIA. MI SONO DIVENTITA UN SACCO A SCRIVERLA!! GRAZIE MILLE A CHI MI HA LETTO E RECENSITO, SPERO DI AVERVI FATTO SORRIDERE, ALMENO UN PO'. CAVOLO, 112 RECENSIONI SONO TANTE!!!!!!
GRAZIE MILLE AD ARSID, POCHA, KATNISS, FEDEMARCESCA ED HERMIONE_JEAN_GRANGER : VI VOGLIO BENE GRAZIE X AVERMI SOSTENUTA, NON VI DIEMNTICHERO' MAI VI VOGLIO TANTISSIMO BENE * HOPE COMINICIA A MANDARE BACINI AI SUOI RECENSORI *!!!
ALLA PROSSIMA
HOPE

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2024257