il ragazzo dagli occhi turchesi.

di downeysautograph
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** un incontro particolare ***
Capitolo 2: *** E' un appuntamento, santo cielo! ***



Capitolo 1
*** un incontro particolare ***


Quella era la milionesima volta che entravo nel mio luogo preferito: la biblioteca. Mi ero ripetuta più volte che dovevo smetterla di andarci che dovevo farmi una vita sociale come tutte le ragazze della mia età ma proprio non ce la facevo a smetterla di frequentarla, era il “luogo dove sognare”, come lo definivo io. Fatto sta che avevo 26 anni e l’unica cosa che facevo era quella di frequentare una libreria e lavorare la sera in uno stupido mcdonalds. ODIO LA MIA VITA, eppure non ho la forza di cambiarla. Arrivata nel mio solito posto vicino alla finestra notai un ragazzo, non avevo mai notato nessuno prima d’ora, perché tutti stavano in silenzio seduti a leggere il proprio libro ma quello sconosciuto aveva qualcosa di diverso: era un ragazzo con degli occhiali da sole e un cappellino, che sembrava cercasse di nascondersi dietro una libreria più che cercare dei libri. era alquanto strano vedere qualcuno con degli occhiali scuri in quella stagione, era inverno e a londra si vede davvero poca gente vestita in quel modo, comunque era molto magro e aveva un’aria guardinga: come se temesse che qualcuno lo riconoscesse.
Mentre ero intenta a leggere la mia opera preferita cioè amleto, lui si sedette di fronte a me e si tolse gli occhiali espirando profondamente come se si sentisse più tranquillo. “wow!” Aveva degli occhi stupendi: erano di un colore turchese che non avevo mai visto prima. Erano splendidi. Lo stavo osservando con il mio solito sguardo da ebete, i suoi occhi mi avevano ipnotizzato. ma per fortuna poco dopo ripresi il controllo di me stessa, costringendomi a leggere il libro che tanto amavo.

Erano passate un po’ di ore da quando ero entrata in biblioteca e avevo di fronte quello sconosciuto, e ogni qualvolta alzavo lo sguardo dal libro, lui mi guardava sorridendomi (aveva un sorriso perfetto), a un certo punto però, mi infastidì e gli chiesi: «scusi? Cosa ha da guardare?!»lo dissi talmente con aria stizzita che il sorriso del tizio svanì, ma al suo posto subentrò una risata strana. « niente» disse « ero solo interessato al libro che stava leggendo, sa io amo shakespeare e mi faceva molto ridere la sua espressione concentrata durante la lettura» “ ma chi pensa di essere questo tizio? Io faccio la faccia che voglio” pensai, e mostrandomi un tantino infastidita dissi: «ah beh, se lo dice lei! »
mi allungò la mano e si presentò: «comunque, piacere mi chiamo tom»
dopo avermi detto che ho una faccia buffa quando leggo, si presenta pure? Bah, la gente è strana.
«piacere, io sono emily» dissi, sfonderando uno dei miei migliori sorrisi «emily smith. Thomas? Thomas come? » «ehm, hidd--... mmm hiddletown»
sembrava un nome inventato, ma non lo dissi, sembrava sgarbato.
Okay, non sopportavo quel tizio ma aveva un bellissimo sorriso e degli occhi meravigliosi. così, sperando di non incontrarlo mai più me ne andai, non avrei mai immaginato che quello fosse solo il mio primo incontro con lui…

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Capitolo 2
*** E' un appuntamento, santo cielo! ***


Stavo ripensando all’incontro con quello strano tipo mentre mi guardavo allo specchio cercando di pettinare quell’orribile groviglio che avevo in testa che la gente chiamava ‘capelli’,erano di un colore terribile, tendente al rosso, ricci e lunghi e la mattina erano impossibili da pettinare.
Insomma, come posso trovare qualcuno, se neanche piaccio a me stessa? Sono alta più o meno un metro e settanta, occhi scuri color legno, naso a patata e lentiggini sopra il naso e sulle guance che io odiavo, come il resto di me stessa, ovviamente. Diciamo, che non sono proprio magra, ecco. Lo so, dovrei andare in palestra e ci ho già provato un sacco di volte ma la mia pigrizia è talmente tanta che preferisco starmene seduta comodamente sul divano a leggere e a mangiare gelato in quantità, che sudare ore e ore in palestra per dimagrire un chilo.
Perché devo essere sempre diversa? Insomma, preferisco i personaggi letterari alle persone reali e adoro la mia vita da pensionata. Eppure vorrei essere come la mia amica Selena, con cui divido l’appartamento, lei si che è una ragazza alla moda! Ha sempre i capelli apposto ed è sempre ben vestita, ma purtroppo non sono sono lei.

Comunque, eccomi qua! Ritornai più volte in biblioteca nei giorni successivi a quell’incontro ma non trovai più quel ragazzo. Okay, mi ripetevo dentro di me che lo odiavo, ma quella era soltanto una bugia, in realtà mi aveva colpito molto e sapevo a malapena il suo nome (che forse non era neppure vero).

La giornata passò molto in fretta quel giorno e ritornai al mio solito lavoro al mcdonalds. Dopo decine e decine di clienti, ritornai finalmente a casa prendendo la solita metropolitana. A quell’ora solitamente c’era poca gente, quattro o cinque persone al massimo, e mi sedetti. Ascoltavo musica sul mio nuovo ipod e non mi accorsi nemmeno del fatto che vicino a me era seduta una persona.
Tutto d’un tratto sentì qualcuno che mi toccava il braccio e sobbalzai, girandomi di colpo vidi un volto familiare. Oh santo cielo, ma è lui! Pensai. Mi sorrideva con quel sorriso stupendo. «Buonasera! Ci rincontriamo sempre in posti strani noi due, eh?»
Se quello era un posto strano, io ero la regina d’Inghilterra. comunque risposi con gentilezza «Beh, si ha ragione» «Le andrebbe di incontrarci in un posto più normale? Magari un ristorante?» Mi chiese.
Eh? Cosa? Ma chi crede di essere? Un po’ sconcertata, lo guardai con un sguardo torvo: «cosa intende, scusi? Io nemmeno la conosco! »
«è un appuntamento, santo cielo! Non ne ha mai sentito parlare? » disse con aria divertita. Okay, so di essere un po’ strana ma di certo non esco con il primo sconosciuto che incontro, anche se ha degli occhi così belli e un sorriso mozzafiato, ma non so cosa mi prese in quel momento e risposi di si, pentendomi subito della mia risposta scesi alla prima fermata anche se non era la mia e mi feci due chilometri a piedi, mentre nevicava.

Pochi giorni dopo quell’incontro mi arrivò una lettera, la aprì e ci trovai dentro un semplice bigliettino. ‘Ci vediamo domani alle sette sotto casa tua. Firmato TH’
Non nascondevo di essere un po’ incuriosita da quello che sarebbe successo il giorno dopo, ma comunque cercai di mantenere il mio autocontrollo più saldo che mai e il giorno seguente mi preparai quattro ore, per essere il più decente possibile. Mi vestì con uno dei bei vestiti della mia coinquilina e con le scarpe col tacco (che sinceramente avevo messo una sola volta nella mia vita). Mentre mi guardavo per l’ultima volta allo specchio, qualcuno suonò il campanello e la mia amica mi annunciò che era proprio lui.
Scesi dalle scale e grazie alla mia solita fortuna, quasi inciampai. Mi ritrovai davanti a una grossa macchina nera con i vetri oscurati e una persona uscì dalla macchina dal lato del guidatore e mi aprì lo sportello, tentando di sembrare il più naturale possibile entrai nell’auto e mi ritrovai davanti a quel ragazzo che avevo visto solo due volte…

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