Forever

di AriannaScrive
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1 – La trama
 
Lo schermo del computer era l’unica cosa che produceva luce nella mia stanza.
Continuavo a fissare lo schermo sul quale c’era solamente una pagina di Microsoft Word completamente bianca.
Quella sera avevo deciso che avrei scritto un libro. Sì, proprio un libro.
L’unica cosa che non mi aspettavo era che fosse così difficile. Ero abituata a scrivere brevi storielle che da sempre pubblicavo su qualche sito, sperando nel miracolo che qualche casa editrice mi notasse. Siccome finora non era mai successo, avevo deciso di tentare il ‘colpo grosso’ scrivendo un intero libro.
Spostai lo sguardo da quella pagina bianca che aspettava di essere riempita con qualche parola, portandolo alla finestra vicino alla scrivania dove tenevo appoggiato il portatile.
Fissai per alcuni secondi il mio riflesso sul vetro.
Non avevo idee. Di solito ne ero sempre piena ma quel giorno neanche mezza. Ero in crisi, da sempre sognavo di diventare una brava scrittrice, una ragazza che con le sue parole riusciva a far commuovere molte persone, ammirata dalle ragazzine che, come me, vorrebbero realizzare il loro sogno.
La suoneria del cellulare ruppe il silenzio che si era venuto a creare nella stanza.
Sono sicuro che ce la farai. Anche se sono lontano, chiama ogni volta che ne hai bisogno. -Paul xx
Sorrisi mentre leggevo il messaggio. Amavo mio padre. Mi sosteneva sempre, qualunque cosa decidessi. Con mia madre invece, non avevo un buon rapporto. Non voleva che, come diceva lei, sprecassi la mia vita scrivendo ‘fiabette’.
Odiavo quando mio padre era lontano per il lavoro. Faceva il bodyguard degli One Direction. Loro sono la mia band preferita. Ma il mio adorato papino non mi permette di vederli, perché dice che se no avrei una reazione stile pazza da manicomio e lui perderebbe il lavoro.
Nonostante questo mi ha sempre viziata molto. Ogni volta che è andato in una città in cui non ci sono mai stata mi ha portato un souvenir e cercava sempre di farmi avere degli autografi dalle persone importanti che incontrava. In poche parole lo amo.
 Gli risposi scrivendogli che non avevo ispirazione. Dopo qualche secondo il cellulare si illuminò e la sua risposta non tardò ad arrivare.
Amore mio, guarda fuori dalla finestra. Osserva quelle magnifiche stelle che decorano il cielo e immaginati una storia fantastica come solo tu sai fare. -Paul xx
Feci quello che mi aveva appena scritto mio padre e sorrisi. Aveva ragione mi era venuta un’idea fantastica.
Velocemente iniziai a far scorrere le mie dita sui tasti del computer. Avevo deciso che i protagonisti di questa storia fossero i miei idoli. Scrissi la trama che era lunga all’incirca una facciata. La rilessi due volte. Stavo per cominciare la terza quando il mio telefono incominciò a squillare facendo diffondere nella stanza le note famigliari di ‘Live while we’re young’.
Dopo qualche secondo risposi.
-Pronto?- dissi portando l’apparecchio all’orecchio.
-Bambina mia, mi hai fatto preoccupare. Non mi hai più risposto e pensavo fosse successo qualcosa. -disse preoccupata la voce tanto familiare di mio padre.
Prima di rispondergli controllai l’ora e notai che era già passata un’ora ed erano già le 23.
-Oh, scusami, mi è venuta un’idea che secondo me è eccezionale per il mio libro e così ho scritto la trama sulla quale svilupperò poi la storia. Adesso te la invio per e-mail e poi vado a dormire.
-Non vedo l’ora di leggerla, amore. Se poi la trovo bella la farò leggere anche ai ragazzi, ok?- non potevo credere a quello che avevo appena sentito, se gli piace la farà leggere agli altri? I miei idoli leggeranno la mia storia?
-Certo, papi. Ora vado che qua sono già le 23 e ti devo inviare l’e-mail. Buonanotte! –Gli lasciai solo il tempo di rispondere un veloce ‘Notte’ che chiusi velocemente il telefono per poi aprire la casella di posta elettronica. Cliccai su ‘Nuovo messaggio’.
 
Da: Kym.Higgins@gmail.com
A: Paul.Higgins@gmail.com
Oggetto: Trama per il mio libro
 
19 dicembre.
Fuori faceva freddo e l'aria invernale scompigliava le punte dei miei capelli, nascosti per la maggior parte da un berretto di lana caldo.
Mi misi le mani in tasca per cercare di proteggerle da quel freddo, dirigendomi verso il negozio di musica più vicino.
Tra poco sarebbe stato Natale e dovevo comprare ancora i regali. Non avevo la più pallida idea di cosa regalare ai miei familiari, l’unica cosa sicura era che a mia cugina sarebbe bastato un CD dei nostri idoli. E già tutte e due Directioner. 
Il rumore del campanellino che tentennò appena aprì la porta del negozio annunciò il mio arrivo al commesso dietro la cassa che alzò svogliatamente la testa. Dopo che mi fece un cenno, sparì tra gli scaffali stracolmi di strumenti e CD vari.
Conoscevo quel negozio a memoria e mi spostai velocemente verso il reparto che mi interessava.
Subito mi balzò all’occhio il loro primo album ‘Up all night’ e poco dopo notai il CD che mi interessava.
Sfiorai con una mano la copertina di 'Take me home' il nuovo album e rimasi incantata a fissare quei cinque ragazzi sopra una comunissima cabina telefonica londinese.
Notai che un ragazzo si era fermato vicino a me. Aveva il cappuccio della felpa in testa e le mani dentro le tasche posteriori dei pantaloni.
 -Ti piacciono gli One Direction?- mi chiese senza girare la testa.
 Mi limitai ad annuirgli. Lui rise; neanche il tempo di rispondergli, che era già fuori dal negozio. Aveva lasciato solo un biglietto sopra il CD. Afferrai il disco e mi avviai alla cassa leggendo intanto le parole che  erano scritte sopra quel post-it giallo.
 “Ti aspetto domani alla stessa ora, nello stesso posto. L
 'Ma figurati se torno domani solo per incontrare uno sconosciuto!' pensai tra me e me.
Quella volta non sapevo, che l’indomani sarei ritornata e che quell’incontro mi avrebbe cambiato la vita completamente. Da una vita senza nessuno a una vita riempita dall’amore e dall’amicizia.
Ma andrà tutto bene? L’amore durerà per sempre?
 
Inviai l’e-mail e spostai lo sguardo sopra il mio letto. Alla fine di quest’ultimo si trovava il mio cane. Un bassotto nano marrone a cui avevo il dato il nome italiano di Spillo.
Lo osservai per un po’ dormire tranquillo e poi spensi il computer e la piccola lampada vicino ad esso.
Mi misi il pigiama che era composto da una maglia extra large e andai a piccoli passi in cucina cercando di fare il meno rumore possibile.
Varcai la porta e notai che mia madre era ancora sveglia.
-Mami, che ci fai ancora in piedi?- le chiedo mentre aprii l’anta del frigo e tirai fuori il cartone di latte. Mi fissò ancora impassibile.
-Potrei farti la stessa domanda signorinella- disse subito. Presi un bicchiere e lo riempii con il contenuto del cartone che avevo in mano. Rimisi il latte al suo posto.
-Stavo parlando con papà. Bevo questo e vado a letto- dissi facendo spallucce e bevendo in un solo sorso il contenuto del bicchiere -Buonanotte!- le stampai un bacio sulla guancia e ritornai in camera mia.
Mi misi sotto le coperte, sperando che la trama che poco prima avevo scritto, fosse decente. Abbracciai il mio cagnolino e mi addormentai tranquilla.
 
Hey,
Spero vi piaccia!
Continuo quando avrò ricevuto qullche recensione.
Baci xx

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2 – La casa editrice
Avevo le mani tremanti non sapevo che cosa aspettarmi. La trama sarebbe andata bene oppure no?
Mentre aspettavo che il mio computer si accendesse, ripensai alle parole di mio padre. Se era buona l’avrebbero letta i miei idoli. Non ci potevo credere.
Finalmente dopo minuti che a me erano sembrati secoli il computer si accese facendo apparire sullo schermo una finestra con scritto ‘2 Nuovi messaggi di posta elettronica’.
Due messaggi? Uno era di sicuro di mio padre e l’altro? Non ho molti amici che sanno la mia e-mail e di certo farebbero prima a mandarmi un sms. Bah.
Lentamente, molto lentamente, cliccai sul messaggio di mio padre e mi apparve davanti l’e-mail.
 
Da: Paul.Higgins@gmail.com
A: Kym.Higgins@gmail.com
Oggetto: RE: Trama per il mio libro
 
Io ho trovato la tua trama assolutamente magnifica.
È al quanto diversa da quelle he hai scritto in passato.
Quindi ho deciso di farla leggere anche agli altri, alla fine abbiamo deciso di farti una sorpresa. Te la dirà l’ultimo di loro che scriverà.
Baci, il tuo papà Paul xx
 
Ciao Kym.
Ho letto la tua trama e credo sia molto bella.
Baci, Harry xx
 
Cara Kym,
trovo vivamente che la tua trama sia qualcosa di… non so che aggettivo usare. Mi incuriosisce.
Lots of love, Liam xx
P.S. Ero io il ragazzo del negozio?
 
Kym, Kym, Kym
Prima di tutto di a Liam, che il ragazzo ero IO e non lui. Trama interessante.
Kiss and hugs, Louis J
 
Hi Kym,
Tuo padre non ci aveva detto di avere una figlia. Anyway mi piace la tua trama.
Love, Zayn xx
 
Kym.
Mi piace il tuo nome.
Ok, andiamo avanti. La tua storia è piaciuta moltissimo a tutti e sei, e così abbiamo deciso di mandarla ad una casa editrice.
Se vai a vedere, insieme a questa ci dovrebbe essere un’altra e-mail.
Facci sapere, cos’hanno detto.
Baci, Niall xx
 
Oddio, allora l’altra e-mail era di un casa editrice che mi dirà se pubblicheranno il mio libro.
Un secondo, i miei idoli hanno letto la trama e hanno detto cha la trovavano bella, mi hanno chiamato per nome e mi hanno inviato un’e-mail. Posso morire felice, sanno della mia esistenza.
Dopo aver fatto lo sclero d’obbligo tornai davanti al portatile.
Osservavo quell’e-mail senza sapere cosa fare. La apro o non la apro?
Alla fine mi decisi e cliccai sull’icona ‘1 Messaggio da leggere’.
 
Da: HarperCollins@gmail.com
A: Kym.Higgins@gmail.com
Oggetto:  Trama per un Suo futuro libro
 
Siamo spiacenti di comunicarLe che abbiamo deciso di non pubblicare il Suo libro. Per il semplice motivo che è troppo scontato e similare ai precedenti già fatti uscire dalla nostra casa editrice.
I migliori auguri per il futuro,
la Harper Collins
 
Mentre leggevo quel breve messaggio gli occhi mi si appannarono. Non ce l’avevo fatta.
Calde lacrime salate mi rigarono le guance.
Il cellulare cominciò a suonare. Controllai il nome sullo schermo: Papà. Risposi ma non riuscii a parlare, continuavo solamente a singhiozzare.
-Amore, cosa succede?- mi chiese al quanto preoccupato.
-Non ce l’ho fatta- dico solo tra un singhiozzo e l’altro. Lui capì al volo e non disse niente. Sentivo degli altri rumori, solo allora intuii che ero in vivavoce. Molto probabilmente in quell’istante mi stavano ascoltando anche i miei idoli, ma stranamente non dissi niente. Continuai solo a piangere e a sfogarmi con qualunque persona ci fosse all’altro capo del telefono.
-Amore di papà, io torno questa sera. Ti prego non fare cose avventate fino a quando sono via.- solo lui mi conosceva veramente, sapeva che quando ero arrabbiata combinavo solamente disastri e reagivo d’impulso, più di quanto non facessi già.
-D’accordo. Ti voglio bene.
-Ehi, ci siamo anche noi- dissero gli altri facendo i finti offesi  e strappandomi lo stesso un sorriso.
-Scusatemi. Se non avessi avuto questa notizia probabilmente ora starei urlando e saltellando  per la mia stanza.- sentii delle risate di sottofondo e poi continuai.- Siete i miei idoli e vi amo.
-Anche noi- fu l’ultima cosa che sentii prima di riattaccare.
Decisi di rimanere sotto le coperte a deprimermi fino a quando non sarebbe arrivato mio padre.
Per fortuna oggi, mia madre lavorava fino a tardi e quindi non sarebbe venuta a farmi deprimere ancora di più con le sue frasi e i suoi ‘te l’avevo detto’. Odio quando ha ragione.
Persa tra le mie lacrime e i miei pensieri mi addormentai, come al solito abbracciando il mio cane.
 
A svegliarmi quella sera fu mio padre. Appena misi a fuoco la sua figura gli saltai letteralmente al collo.
-Papà! Sei tornato!- gli dissi stringendolo forte. Mi era mancato tantissimo.
-Tua madre era in pensiero non sei uscita da qui neanche per salutarla quando è tornata a casa dal lavoro
-Oddio, perché che ore sono?- dissi leggermente confusa. Io mi ero addormentata  verso le sei di sera e mia madre di solito tornava alle dieci e mezza.
-È l’una!- disse tranquillo per poi ridere notando la mia faccia visibilmente sconvolta. Avevo davvero dormito così tanto?
Parlammo per un po’ di quello che gli era successo in questi ultimi due mesi di tour con i ragazzi. Era veramente molto orgoglioso di loro e lo ero anch’io. erano pur sempre i miei idoli.
Appena accennammo l’argomento trama scoppiai a piangere. In quell’ora passata a parlare con mio padre me ne ero completamente dimenticata, ma adesso la realtà mi ha colpito come una secchiata d’acqua gelida usata come sveglia in inverno.
Prontamente l’uomo difronte a me mi abbracciò. Continuai a singhiozzare tra le sue forti braccia fino a quando non ci addormentammo entrambi.
 
 
Ehi!!
eccomi di nuovo con un nuovo capitolo! che ne dite??
Lasciatemi un vostro parere
baci xx

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3 – Sorpresa
L’orribile suono della sveglia mi ricordò che quel giorno era lunedì. Un’orribile lunedì. Visto che di sicuro la voce del rifiuto della casa editrice la saprà già mezza scuola.
Mi stiracchiai, cercando di ricordare come ci fossi finita a dormire nel mio letto, se la sera precedente mi ero addormentata abbracciata a mio padre.
Scrutai la stanza in cerca di qualche indizio e subito mi balzò all’occhio un biglietto ordinatamente riposto vicino alla sveglia.
Sono andato a lavoro ma prima sono passato in pasticceria. Tua madre sta dormendo. –Paul xx
Solo dopo aver letto il messaggio notai una scatola con il logo della mia pasticceria preferita. Quanto mi erano mancate le attenzioni di mio padre.
Mangiai di fretta, andai a lavarmi e mi misi quell’orribile uniforme scolastica.
Non mi piaceva per niente. La camicetta azzurra era forse l’unica cosa che avrei potuto salvare.  La cravatta blu notte era scomodissima e la gonnellina del medesimo colore era decisamente troppo corta per i miei gusti.
Afferrai la borsa con quei pochi libri che vi conteneva e andai alla fermata dell’autobus.
La mia scuola non era tanto lontana ma ero solita usare qualunque mezzo di trasporto che non fossero i miei piedi per andarci.
 
Finalmente era arrivato l’intervallo. Non riuscivo più a sopportare le occhiate ed i bisbigli che le seguivano.
Raggiunsi l’armadietto, nel meno tempo possibile. Stavo morendo di fame e le occhiate degli studenti curiosi, che devono aver saputo della notizia, non aiutavano i miei nervi a rilassarsi.
Digitai velocemente la combinazione per aprire l’armadietto e mi ci tuffai letteralmente dentro. Volevo scomparire. Avevo fallito ed ero già depressa per conto mio, se anche tutta la scuola si metteva a deridermi ero veramente apposto.
Qualcuno mi ticchettò sulla spalla con un dito, mi girai svogliatamente e osservai la figura di Harper, il capo delle cheerleader, seguita da tutte le sue ‘seguaci’.  Possibile che anche la divisa scolastica riuscisse a risultare volgare addosso a lei? A quanto pare, sì, era possibile.
-Ho saputo del tuo fallimento, Kym. Cosa ti aspettavi che una diciasettenne così sciatta potesse avere successo scrivendo un libro?- disse con quella voce acuta, terribilmente da oca. Chi si credeva di essere?!
-Mm, si da il caso che non serve vestirsi da prostituta per scrivere un libro ma bensì il cervello, quella cosa che a te, purtroppo manca!- dissi visibilmente arrabbiata attirando l’attenzione di mezza scuola da quanto avevo urlato. Non le lasciai nemmeno il tempo di rispondere che me ne andai verso l’atrio della scuola dove c’erano le macchinette.
Presi solamente un succo, con quei pochi spiccioli che avevo. La fame mi era completamente passata e non mi andava nemmeno di sopportarmi altre occhiate, così decisi di andare nel mio posto segreto.
Raggiunsi la scala antincendio e andai sul tetto notando che nessuno mi avesse notato. Solamente il bidello sapeva che ci andavo ed aveva accettato di mantenere il segreto.
Vedere dall’alto il parco che c’era davanti la scuola mi rilassava e mi faceva pensare liberamente. In più oggi c’era anche un leggero venticello  che mi rilassava incredibilmente.
Osservai quei piccoli puntini che dovrebbero essere dei bambini giocare felici con le loro mamme e i loro papà al parco. A quell’età tutto era più facile, non c’erano complicazioni né problemi a cui pensare.
Il tempo di bere il succo che il suono della campanella mi ricordò che dovevo sopportare altre due ore prima del pranzo e altre tre dopo quest’ultimo.
Era sicuro, non sarei tornata viva a casa.
 
Ad allietare ulteriormente quella giornata, fu l’autobus che si imbottigliò nel traffico pomeridiano londinese.
Arrivai a casa alle cinque e venti, circa con un’ora di ritardo. Prima di entrare in casa mi preparai psicologicamente alla sgridata che avrei dovuto sorbirmi.
Stranamente in casa però non c’era nessuno. Possibile che abbiano già chiamato la polizia? Nah, non lo avrebbero mai fatto. Entrai in cucina e appoggiai in modo poco delicato lo zaino sulla sedia, che con lo spostamento d’aria che aveva creato fece muovere un fogliettino rosa sul tavolo.
Lo afferrai e lo lessi.
Vieni all 02 Arena.  –Mamma Selena e papà Paul  
Chissà cosa sarà successo. In tutti i miei anni di vita non c’ero mai andata in quell’arena. La più importante di Londra.
Chiamai velocemente un taxi e mi affrettai a raggiungere l’Arena più eccitata e curiosa che mai.
 
Quando arrivai, però, non c’era nessuno. Mi avvicinai al palco e notai due signori: uno con un microfono e uno con una telecamera. Decisi di andare da loro a chiedere informazioni.
-Mi scusi, sono Kym Higgins. Mi hanno detto di venire qui ma non c’è nessuno.- dissi lievemente in imbarazzo.
-Signorina, aspettavamo proprio lei. Suo padre ci ha detto che lei sarebbe stata felice di apparire nel film degli One Direction, This Is Us- disse sorridendomi. Non riuscivo a realizzare. Mi avrebbero intervistata e fatta apparire nel loro film?! Oh santa carotina! Oggi è il giorno più felice della mia vita. Sorrisi come mai avevo fatto prima ed i signori mi mostrarono una X fatta con lo scotch sulla quale sarei dovuta stare.
 Iniziarono subito con alcune domande semplici. Mi chiesero il nome, l’età, da quanto ero directioner e come gli avevo scoperti. Ora sapevo che sarebbe venuta la domanda più difficile. E infatti come avevo immaginato.
-Bene, passiamo all’ultima domanda. Qual è il suo preferito tra i ragazzi?- ci pensai attentamente per qualche secondo e poi mi decisi a rispondere.
-Con tutta la sincerità di questo mondo, le dico che non ho nessun preferito- il signore quasi non si mise a ridere e questo mi fece innervosire e non poco.
-È impossibile tutte hanno un preferito
-E invece no, io no. Ho qualcosa che mi ha colpito maggiormente in ognuno di loro. Amo gli occhi color oceano di Niall, le adorabili fossettine di Harry, la dolcezza di Liam, il sorriso di Zayn e l’incredibile simpatia di Louis.- dissi fissandolo intensamente negli occhi.
Subito dopo che ebbi finito la frase sentii dei passi dietro di me. Mi girai subito e li vidi. Lì davanti a me in tutto il loro splendore.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime. La mia bocca si aprì dallo stupore e le mani si piazzarono subito davanti ad essa. Dovevo essere davvero buffa perché li vidi trattenere una risata.
Il primo a fare qualcosa fu Niall, che aprì la sue braccia che dopo poco mi avvolsero in un fantastico abbraccio. Ci staccammo e gli scoccai un bacio sulla guancia, facendo colorare le mie guance.  Gli sorrisi e poi passi a Zayn che era al suo fianco. Lo salutai esattamente come Niall. Poi fu il turno di Liam e in seguito Louis. Per ultimo mi attendeva Harry, abbraccio e bacetto anche a lui, poi però non resistetti e, mentre sorrideva gli sfiorai con un dito una fossetta e lui sorrise ancora di più.
Dopo averli salutati, mi allontanai di qualche passo e li osservai. Mi tirai un leggero pizzicotto sul braccio.
-Ahi! Ok, non è un sogno!- dissi ad alta voce.
-Finalmente hai parlato, pensavo ti fossi mangiata la lingua!- scherzò Louis. Solo dopo mi accorsi che veramente da quando gli avevo visti neanche una parola era uscita dalle mie labbra.
-Io sono Kym.- dico timidamente. Loro sorrisero e Liam prese la parola.
-Lo sappiamo eravamo lì dietro durante tutta l’intervista. E ti volevamo veramente ringraziare perché hai detto che non hai un preferito, perché secondo da copione solamente lui doveva conoscerti. Ma eravamo tutti molto curiosi di conoscerti e grazie a te ora siamo tutti qui- concluse il suo discorso indicando lui ed i suoi compagni.
-Grazie a voi, di tutto. Veramente!- dissi sorridendo. –Ma mamma e papà?- chiesi, non gli avevo ancora visti e volevo assolutamente ringraziarli.
-Non sono ancora arrivati!- disse Harry.
Tutti ci scambiammo un’occhiata preoccupata. Come mai non erano lì con noi? Erano partiti prima di me. Magari sono rimasti bloccati a causa del traffico o mamma era dovuta rimanere di più a lavoro. Sì sarà sicuramente per quello.
Nessuno parlò fino a quando il mio cellulare prese a squillare.

 
Ehy!!
Ecco il continuo, spero veramente che vi piaccia.
Fatemi sapere
Baci xx
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4 – Funerali
Nessuno parlò fino a quando il mio cellulare prese a squillare.
Cercai disperatamente il cellulare tra le mie tasche, fino a quando non mi venne la brillante idea che sarebbe potuto essere nella borsa.
Lo presi più velocemente possibile, sotto lo sguardo indagatore degli altri.
Guardai il numero sullo schermo: ‘Numero sconosciuto’. Senza aspettare altro tempo risposi.
-Salve, lei è Kym Higgins?- mi chiese subito la voce dall’altra parte senza neanche darmi il tempo di  dire una parola.
-Sì, mi dica. Lei chi è?- chiesi leggermente preoccupata, non aspettandomi assolutamente quello che la signora mi avrebbe detto.
-Chiamo dall’ospedale, i suoi genitori sono stati portati qui di fretta dopo aver fatto un incidente stradale ma non ce l’hanno fatta. Ci dispiace- disse la voce. Il mio cervello si soffermò sulle parole ‘non ce l’hanno fatta’. Mi immobilizzai all’istante e lasciai scivolare il mio cellulare dalle mani mentre ancora quella che dovrebbe essere un’infermiera mi parlava.
I miei genitori non c’erano più? Mia madre non mi avrebbe più detto di smettere di scrivere storielle e mio padre non mi avrebbe più consolato dopo. Non potevo crederci! Quei gesti che mi davano tanto fastidio mi facevano capire che lei si preoccupava per me e lo stesso valeva per mi padre. Mi avevano lasciata sola. Sola in un modo così grande. Ho solo 16 anni, non posso capire il mondo senza una guida. Senza di loro.
Non mi ero nemmeno accorta che Liam aveva risposto al cellulare e che ci aveva trascinati tutti in macchina.
Improvvisamente scoppiai a piangere. Non l’avevo ancora fatto, ero troppo sotto shock per fare qualsiasi cosa.
Tutti subito si voltarono comprensivi e Niall che era alla mia destra mi abbracciò, cercando in qualche modo di calmarmi. Purtroppo non servì a molto… avevo continuato a piangere per tutto il tragitto 02 Arena – Ospedale.
 
-Camera numero 214- disse l’infermiera soffermandosi un attimo a osservarci –Siete molti, potete entrare solo tre alla volta- concluse, per poi dirigersi verso la stanza di lato.
Tutti ci fissavamo, non sapevamo come dividerci. Dopo un lieve sospiro Liam parlò.
-Kym, mi sembra giusto che tu vada per prima e da sola- disse per poi annuire insieme agli altri. Gliene fui completamente grata, non avrei potuto essere me stessa sapendo che qualcuno mi avrebbe osservato.
Non parlai, semplicemente feci un cenno con la testa. Mi girai e tirai verso il basso quella maledetta maniglia.
Lo spettacolo che mi si parò davanti, mi diede il colpo di grazia. Non volevo crederci, doveva essere uno scherzo, un orribile scherzo. Quei due maledettissimi lenzuoli non dovevano coprire i corpi dei miei genitori. No, non dovevano farlo.
Lentamente spostai una sedia in mezzo ai due letti e tirai via almeno dal volto il lenzuolo a entrambi. Presi un respiro profondo, cercai le loro mani e le strinsi tra le mie, per poi cominciare a parlare.
-Non doveva succedere, non così- dissi con un sospiro cominciando a piangere- Sapete, mi ero immaginata tutta la mia vita, e per la maggior parte di questa c’eravate anche voi. E ora? Voi avete scombussolato tutto. Lasciandomi da sola ad affrontare questo disastro. Sono solo una sedicenne che combina disastri, e che disastro sarà la vita ora che voi non ci siete più.- altre lacrime salate e piene di dolore
-Ora voi dovevate essere con me ad incontrare i miei idoli. Papà, mamma, perché non ci sarete quando avrò il mio primo ragazzo, darò il mio primo bacio e avrò il mio bambino. Perché si ho sempre sognato di averne uno o magari due. Ho sempre voluto che quando sarei diventata anziana sul comodino avrei avuto la tua foto, mamma, con in braccio il tuo nipotino.- dissi cominciando a piangere sempre più forte e singhiozzando.
-Non doveva andare così.- urlai con il volto rivolto verso l’alto. Caddi dalla sedia e, mollando le mani dei miei genitori, mi accasciai a terra continuando a piangere, un pianto di dolore.
Dopo poco la porta lentamente si aprì e due braccia mi strinsero forte a sé. Abbassai lo sguardo continuando a piangere, riconobbi subito chi era venuto. Le quattro frecce tatuate sul suo braccio destro erano inconfondibili.
Continuò a stringermi fino a quando finalmente non mi calmai un po’ e riuscimmo ad uscire da quella stanza.
A ruota entrarono tutti, non mi lasciarono mai sola: c’era sempre uno di loro che mi abbracciava.
Arrivò il momento di tornare a casa. Non volevo andarmene ma sapevo che non mi avrebbero lasciato rimanere. Obbligai gli altri ad andare, mi avevano chiesto di andare a vivere con loro e non accettando un no come risposta avevo detto che gli avrei fatto sapere il giorno dei funerali.
Che parola orribile, non dovrebbe neanche esistere.
Prima di andarmene anch’io rientrai in camera e diedi ad entrambi un bacio sulla fronte essendo pienamente consapevole che non li avrei più rivisti. Se non tra una settimana al loro… non riuscivo nemmeno a pronunciare quella parola.
Da quel momento ero ufficialmente sola.
 
20 novembre 2013
Ero vestita completamente di nero, con un fiore bianco in mano davanti alla loro tomba per l’ultimo saluto di quel funerale.
In questi ultimi giorni appena trascorsi mi ero trasferita da sola in un monolocale, dovevo trovare un modo per cavarmela visto che per un lavoro era ancora troppo presto,  decisi di mettere in affitto la nostra ex casa. Gli studi gli avrei continuati visto che avevo una borsa di studio che non volevo assolutamente perdere.
Ricevetti le condoglianze da parte di tutte le persone che erano venute, erano veramente molte. Pensavo che sarebbero venuti anche i ragazzi, ma da quel giorno non li avevo più sentiti.
Da poco erano andati via tutti ed io non riuscivo a staccare gli occhi da quella lapide grigiastra. Mi decisi e poggiai il fiore che avevo tra le mani sopra tutti gli altri.
-Mi mancherete- dissi un’ultima volta, prima di girarmi e vedere cinque ragazzi vestiti completamente di nero che mi guardavano tristi.
-Ehi- dissi flebilmente.
-Abbiamo saputo che ti sei trasferita in un monolocale, sei sicura che non vuoi venire a vivere con noi?- chiese Zayn.
-Sicura- dissi, mi girai di nuovo verso la tomba, sapevo che i miei genitori non avrebbero mai voluto che rimanessi da sola. –Ma potete venire a trovarmi quando volete- continuai mentre mi rigiravo verso di loro.
-Verremo di sicuro- disse infine Harry prendendo il foglietto che gli stavo porgendo. L’avevo preparato precedentemente quando non sapevo il nome della via e da quel momento l’avevo tenuto sempre nella borsa in caso di emergenza.
Li salutai velocemente e raggiunsi la fermata dell’autobus.
-Kym!- sentii chiamarmi. Velocemente mi girai e notai un Liam che correva nella mia direzione. Velocemente mi raggiuse e dopo che ebbe preso fiato incominciò a parlare.
-Kym, sei sicura di stare bene? Abbiamo notato che sei dimagrita tantissimo dall’ultima volta che ti abbiamo visto- lo guardai confusa. ‘Abbiamo’ come mai? Era venuto solo –So a cosa stai pensando tutti lo abbiamo notato e volevamo dirtelo, solo che sei subito andata via e gli altri non avevano voglia di correre- disse semplicemente alzando le spalle, per poi tornare serio. –Allora mangi a sufficienza?
Lo guardai impaurita. Lo avevano notato. Era vero non ho mangiato molto questa settimana, ma era stata colpa dello shock di aver perso i genitori. Era quello che ho sempre pensato.
In mio soccorso arrivò l’autobus. Giusto in tempo.
-Scusa Liam, è il mio- semplice e coinciso. Ottimo lavoro!
Neanche il tempo di pensare ad una frase di senso compiuto che mi ritrovai sull’autobus ad osservarlo diventare sempre più piccolo fino a quando non sparì.

 
Ehi!!!
Eccomi con un nuovo capitolo :3
grazie a tutte le persone che stanno seguendo la storia.
lasciatemi un vostro parere
baci xx

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5 – Lavoro
Era passata una settimana da quando sono scappata e nessuno di loro è mai venuto. In quel monolocale minuscolo non riuscivo a vivere e in più mi sentivo terribilmente sola. Come se tutto ciò non bastasse, ieri mi ha chiamata la ragazza a cui stavo affittando la casa dicendo che se ne sarebbe andata il prima possibile. In poche parole ero sola e senza soldi.
Quel pomeriggio decisi di andare alla ricerca di un lavoro. Ma era impossibile che qualcuno mi prendesse, avevo solo 16 anni e vivevo da sola solo perché i miei lo avevano specificato nel loro testamento. Fa malissimo pensare che non ci siano più.
Passai due ore in giro per la città a cercare un lavoro. Possibile che a Londra nessuno voglia come cameriera o commessa una sedicenne? A quanto pare, sì era possibile.
Erano quasi le otto di sera e decisi di ritornare a casa per mangiare qualcosa. Ero completamente disperata. Come avrei fatto a pagare l’affitto? Le bollette? Il cibo? I vestiti? Con la borsa di studio che avevo riuscivo giusto giusto a comprare il materiale per la scuola.
Quella sera mangiai pochissimo e non so come decisi di ritornare fuori per cercare se qualche locale notturno cercava personale.
Dopo qualche tentativo andato a vuoto mi fermai davanti al Funky Buddha e notai che appeso di lato alla porta c’era un foglietto giallo fluo. Mi avvicinai e lo lessi:
Cercasi cameriera. Per ulteriori informazioni rivolgersi alla cassa.
Entrai. C’erano masse di ragazzi che si muovevano uno sull’altro mezzi ubriachi, la musica era fortissima e c’era un penetrante odore di alcool a cui non ero assolutamente abitata.
Arrancai fino alla cassa e mostrai cordialmente il biglietto al cassiere. Mi indicò una porta a lato che mi frettai a raggiungere.
Bussai più volte e mi decisi ad entrare.
Su una sedia dietro ad una scrivania c’era un uomo non molto vecchio avrà avuto una trentina d’anni massimo. Ami osservò per qualche istante.
-Presumo che lei sia qui per il lavoro- disse freddo –Quanti anni avrà 15?- chiese subito dopo.
-In realtà ne ho 16. La prego ho bisogno di questo lavoro, sono sola e non saprei come andare avanti se no- dissi sperando di commuoverlo almeno un po’ ma lui rimase freddo e distaccato.
Continuò ad osservarmi. Il silenzio che si era creato nella stanza era diventato insopportabile. Stavo impazzendo.
-Ok- disse poi –Lavorerai il venerdì, il sabato e la domenica dalle 20 alle 23. Il tuo lavoro è molto semplice dovrai solamente stare dietro al bancone a servire per la maggior parte alcoolici. Se vuoi puoi iniziare anche subito dovrei avere una divisa della tua taglia.- disse alzandosi e andando a prendere qualcosa dall’armadio alla sua destra.
Mi porse degli abiti accuratamente piegati che subito afferrai.
-Puoi cambiarti di là insieme alle altre due ragazze. Nei primi giorni ti farai seguire da Alex, il ragazzo che ti ha mandato qua. Buon lavoro!- concluse il suo lungo monologo porgendomi dei fogli ed una penna.
Lessi velocemente il contenuto e firmai. Non era niente di ingannevole, un semplice contratto.
Mi diressi verso la cassa ed avvertì Alex che mi avrebbe dovuto aiutare in queste prime serate da cameriera. Non sembrava dispiaciuto, meglio così.
Andai nello ‘spogliatoio’, se così si potesse chiamare una specie di stanza che aveva solamente una panca e degli appendini dal lato opposto.
-Oh minchia!- sussurrai osservandomi allo specchio del corridoi dopo aver infilato la divisa. Era composta da un top che lasciava scoperta la pancia rosso con delle stelline blu e da una gonnellina blu con le stelline rosse. Una cosa oscena!
Raggiunsi Alex che mi guardava divertito. Probabilmente aveva assistito altre volte a quella scena.
-Cos’hai da guardare?- borbottai raggiungendolo. Lui rise e alzò le mani in avanti in segno di resa.
-Dai, su! Cominciamo! Sarà divertente vederti al lavoro- disse facendomi l’occhiolino.
Non era un ragazzo brutto anzi, era molto bello. Aveva i capelli nero corvino accuratamente spettinati, degli occhioni blu notte e la carnagione chiara faceva risaltare le sue labbra rosee. Mi dispiace per lui ma nulla a che vedere con i miei fantastici idoli.
Ok, basta. Non potevo confrontare ogni ragazzo con loro, è una cosa folle. Letteralmente.
Raggiunsi il ragazzo al bancone e lo affiancai.
-Ehi bellezza! Mi fai una birra?- disse uno dei tanti ragazzi ubriachi di quel locale.
Mi girai, e Alex mi spiegò come fare una birra. Era estremamente semplice! Bastava prendere un boccale e sistemarlo sotto una specie di rubinetto e infine fare leva sulla ‘maniglia’ sopra di esso.
Continuai a imparare a fare drink e a servili per un po’, fino a quando la mia attenzione non fu catturata da due ragazzi che ballavano vicini ai lati della pista.
Lui aveva i capelli scuri tirati su in un ciuffo. Indossava un jeans e sopra una giacca stile college rossa. Era di spalle abbracciato ad una ragazza.
Lei aveva i capelli biondi con le punte fucsia. Indossava un vestitino lilla.
Oh, mio Dio! Erano Zayn e Perrie. Non devono assolutamente vedermi. Soprattutto Zayn lo andrebbe a dire di sicuro agli altri.
Ma perché è venuto in questo locale? Oh no! Non ci avevo pensato il Funky Buddha era il loro luogo preferito per passare le serate quando non erano in tour. In che guaio mi ero cacciata!
Notai che Perrie mi stava indicando e subito dopo Zayn girarsi. Mi voltai velocemente e corsi da Alex.
-Alex, sono in un mare di guai ti prego aiutami!- dissi velocemente. Mi guardò e poi spostò lo sguardo su qualcosa, o meglio qualcuno, dietro di me. Era Zayn, lo potevo vedere grazie ad una superficie riflettente di lato ad Alex.
Non sapevo cosa fare così agii di impulso e baciai il ragazzo che si trovava davanti a me.
Per fortuna capì e mi assecondò. Terminato il bacio lo guardai negli occhi per ringraziarlo e corsi verso gli spogliatoi, non accorgendomi però che Zayn mi aveva seguita.
Mi appoggiai alla panca dello spogliatoi femminile, prendendo un po’ di fiato.
-Kym, come mai lavori qui?- mi chiese quella voce troppo famigliare. Non riuscii a trattenere le lacrime e scoppiai in un pianto isterico.
Nella stanza arrivò anche Perrie, che guardò sia me che Zayn.
-Zayn, cosa aspetti abbracciala, non vedi che ha bisogno di conforto?- disse dolcemente la ragazza poggiando la mano sulla spalla del suo amato, che fece subito come gli è stato detto.
Quando finii di piangere raccontai la storia ad entrambi, lasciando fuori l’episodio del bacio.
-E il ragazzo che hai baciato?- disse Zayn. Speravo già di evitare il discorso, e invece.
Non sapevo cosa dire, cosa potevo inventarmi. Stavo in silenzio ad osservargli fino a quando non mi venne a salvare Alex.
-Amore mio, cos’è successo? È tutto apposto?- chiese entrando. Sia ringraziato il cielo.
Non risposi annuì solamente. Lui si avvicinò e mi lasciò un dolce bacio a stampo.
-Vi lasciamo soli- disse il moro accompagnato dallo scuotere della testa della sua ragazza –Kym, domani vengo a trovarti con i ragazzi, magari ti vieni a trasferire da noi e non accetterò un no come risposta- concluse lasciando sbattere leggermente la porta.
Sorrisi ad Alex e lui mi ribaciò. Ricambiai il bacio, avevo veramente bisogno di amore in quel momento tanto triste.
-Allora signorina Higgins, che ne dice di provare a frequentarci?- mi chiese con fare ottocentesco. Sorrisi e lo ribaciai come risposta.
Ero felice in quel momento. La parte difficile sarebbe venuta domani.
 
Ehilà!
Da oggi aggiornerò ogni giovedì. Scuatemi ma ho la scuola e sono molto impegnata.
Grazie a tutte le persone che stanno leggendo questa ff.
Lasciatemi un vostro parere! ♥
Baci xx

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6 – Trasferimento
Venni svegliata dal suono insistente del campanello. Ma chi era che voleva entrare a quest’ora? Non è mai venuto nessuno da quando mi sono trasferita, proprio oggi dovevano rompere.
Mi passò per il cervello l’idea di lasciare fuori dalla porta chiunque fosse, ma dopo un po’ il campanello risultò veramente fastidioso.
Liberandomi delle coperte, raggiunsi la porta e la aprii. Davanti a me si presentarono cinque ragazzi un più bello dell’altro che mi fissarono con la bocca aperta.
Cosa avevano da guardare? Per cercare di trovare una risposta abbassai lo sguardo e con mio orrore notai che ero solo in intimo.
Merda! Ieri sera ero talmente stanca che mi sono addormentata senza neanche mettermi il pigiama. Bella figura di merda, complimenti!
In imbarazzo mi spostai per farli entrare.
-Fate come se foste a casa vostra, anche se qui è un po’ piccolo- dissi cercando di non diventare più rossa di quello che ero –Vado un secondo a mettermi qualcosa.
Scappai velocemente nell’altra stanza a vestirmi. Misi una semplice maglia e dei leggins.
Quando ritornai di là, smisero di parlare e mi osservarono.
-Sappiamo tutto- disse Liam, bene direttamente al punto –E vorremo farti la proposta di venire da noi. Inoltre vorremo anche che lasciassi il tuo attuale lavoro, verrai pagata per fare le pulizie da noi. Ne abbiamo davvero bisogno.- disse con fare leggermente imbarazzato sull’ultima frase.
Cercai una scappatoia, non volevo essere un peso per loro, ma nemmeno volevo continuare a vivere da sola. Era una scelta difficile…
-Ragazzi, io…-cercai di iniziare una frase con senso compiuto ma venni subito interrotta.
-Dai!!- disse Louis facendo il labbruccio insieme agli altri. Sbuffai.
-E va bene- dissi e subito mi ritrovai stritolata in un mega abbraccio di gruppo. –Calmi, lo faccio ad una condizione- dissi seria, si allontanarono subito seri in attesa –il mio ragazzo deve poter venire ogni tanto a trovarmi
-E io che pensavo fosse una cosa seria- disse Harry, lo fulminai con lo sguardo –E va bene potrà venire- disse infine.
Saltellai felice per la stanza e poi li ringraziai uno ad uno con un bacio sulla guancia.

-Questo è l'ultimo bagaglio- dissi appoggiandolo nel salotto della mia nuova casa. -Grazie per avermi aiutato eh!- dissi attirando l'attenzione dei cinque ragazzi che erano seduti sul divano.
-Prego- disse Louis alzando il pollice all'insù e sorridendo. Iniziamo bene. Gli feci la linguaccia e con fatica trascinai le valigie in camera mia aiutata da un Liam che si era gentilmente offerto.
Dopo poco tempo finimmo di sistemare le mie cose nella mia nuova camera. Era davvero bella: aveva le pareti color panna, al centro un grande letto, una scrivania sulla parete sinistra vicino alla finestra e un grande armadio sulla destra. In più l’avevo decorata con tutte le mie foto più importanti non erano molte ma erano bellissime.
-Abbiamo fatto un ottimo lavoro- disse Liam porgendomi la mano per battere il cinque.
-Yeah- dissi in risposta facendo scontrare le nostre mani con uno schiocco.
-È pronto!- sentimmo chiamarci. Osservai l’orologio appeso alla parete del corridoio, segnava le sette e mezza. Il tempo era volato.
Mangiammo chiacchierando del più e del meno.
-Allora, e con i problemi di cuori come va?- chiesi curiosa quando tutti, finita la cena, ci eravamo accomodati sui grandi divani.
-Con Eleanor, magnificamente!- fu la risposta pronta di un Louis al quanto sorridente.
-Anche con Perrie è tutto ok- rispose subito dopo Zayn.
-Sophia è dolcissima- disse ad occhi sognanti Liam. Spostai lo sguardo su gli ultimi due.
-Mi sto sentendo con una ragazza- rispose alla mia domanda di prima Harry. Mancava solo Niall.
-Ed io anche- disse Niall sorridendo e abbassando lo sguardo. –E tu con…?- continuò Niall.
-Con Alex- dissi completando la sua domanda –In effetti è da ieri che non lo sento, ma penso che andrò a fargli una sorpresa al lavoro, così avverto anche che mi licenzio
Annuirono e io mi andai a preparare.

-Alex!- urlai saltandogli in braccio e baciandolo. Mi era mancato? Non proprio non lo conoscevo ancora benissimo.
Sentii qualcuno toccarmi la spalla, mi staccai da lui e mi girai. Vidi una ragazza con i capelli scuri e degli occhioni azzurri che mi fissarono infastiditi. La guardai interrogativa.
Chi era? Cosa voleva da me? E soprattutto dal mio ragazzo?
-Scusami, potresti non baciare il mio ragazzo- chiese lei leggermente infastidita .
Cosa?! Ragazzo?! Allora lui mi aveva ingannata? Come aveva potuto! È stato il mio primo ragazzo ed è già andata finire male.
Appunto mentale: mai più fidanzarsi, MAI.
-Cosa?!- urlai girandomi verso Alex e tirandogli uno schiaffo –Di al tuo capo che io non lavorerò più qui e se vuoi digli anche il mio motivo. Sei uno stronzo!- finii il mio monologo e me ne andai.
Mi diressi verso il parco, non avevo voglia di ritornare a casa.
Mi sedetti sull’altalena e cominciai a piangere.
Perché a me? Il mio primo ragazzo non era durato neanche un giorno, cacca! Ero così brutta così insignificante ai suoi occhi? Non dico che io l’amavo però ci tenevo e lui aveva dimostrato di tenere a me. O almeno così credevo fino a poco tempo fa.
Ero completamente persa nei miei pensieri, mentre due braccia iniziarono a cullarmi dolcemente.
-Cos’è successo?- chiese la voce che riconobbi appartenere a Louis. Tirai su con il naso.
-Alex mi ha… lui mi ha…- dissi non riuscendo a terminare la frase. Presi un bel respiro e continuai. –Lui mi ha usata per una sera, mi ha fatto credere di essere speciale, quando invece lui era fidanzato con una bellissima ragazza. Lou capiscimi era il mio primo ragazzo. A lui ho dato il mio primo bacio.
Riscoppiai a piangere.
-Shh, va tutto bene- continuava a ripetermi come un mantra.
Dopo che mi fui finalmente calmata, si alzò e mi porse una mano per alzarmi. Stretti l’uno all’altro, ci avviammo a casa.

Louis mi lasciò un bacio sulla guancia e andò a dormire. La casa era buia molto presumibilmente dormivano tutti.
Mi andai a fare una doccia, ne avevo bisogno. Dovevo togliermi tutto il dolore provato, come se l’acqua ne avesse il potere. Povera illusa!
Uscii dalla doccia che ero ancora più triste di prima. Mi misi il pigiama e andai sotto le coperte.
Passò un’ora e il sonno non voleva ancora arrivare. Nella mia mente si ripercorrevano le immagini della discoteca.
Alex.
Il bacio.
La ragazza.
La SUA ragazza.
E lo schiaffo.
Non potevo andare avanti così. Decisi di raggiungere uno dei ragazzi per dormire insieme. Se non sbaglio la porta difronte alla mia è quella della camera di Niall.
Mi ci intrufolai dentro e raggiunsi il letto.
-Niall, Niall! Posso dormire con te?- chiesi scuotendolo leggermente. In risposta lui si spostò. Mi sistemai accanto a lui e lui mi abbracciò.
-Come mai?- chiese dopo poco. Glielo avrei dovuto dire? Infondo mi stava ospitando aveva diritto ad una spiegazione.
-Alex mi ha solo usata- dissi cercando di reprimere un singhiozzo, che ovviamente il ragazzo al mio fianco percepì. Subito mi strinse più forte a lui e ci addormentammo così. Uno abbracciato all’altro.
 
Ehilà!
Come promesso eccomi qua con un nuovo capitolo.
Volevo ringraziare tutte le persone che seguono la storia c:
Che cosa ne pensate?
Baci xx

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7 – Trouble
Svegliata da un urlo di ragazza, inizio di giornata perfetto direi.
-Niall!! Tu mi tradisci? Con lei? Come hai potuto?- la ragazza continuò a parlare. Possibile che urlasse così tanto forte che io dalla mia camera la potevo sentire?
Aprii lentamente un occhio e me la ritrovai di fronte. Oh-oh ieri ero venuta qua per cercare di dormire e devo anche esserci riuscita.  Un Niall alquanto assonnato era al mio fianco che cercava di capirci qualcosa proprio come me.
Ci guardammo negli occhi e, purtroppo nei suoi vidi solamente tantissima tristezza.
-Niall, non voglio più vederti- disse la ragazza rossa concludendo il suo lunghissimo monologo e andandosene lasciandoci soli nella stanza.
Lacrime, tante tantissime lacrime scorrevano sulle nostre guance. Le sue per il dolore di aver perso l’amore. Le mie per la consapevolezza che le lacrime di una della persone più importanti della mia vita erano colpa  mia.
Harry irruppe nella stanza.
-Sono di nuovo single!- esclamò entusiasta per poi cambiare espressione appena ci vide.
Si avvicinò cautamente a noi, osservandoci e aspettando delle spiegazioni che non arrivarono.
Era sempre colpa mia, in un caso o in un altro, io ero e sarei stata sempre in mezzo. Finivo sempre per fare del male a me stessa o alle persone che mi volevano bene. O che almeno per me erano importanti. Dopo i miei sbagli le persone mi hanno sempre lasciata da sola ad affrontare il problema. Nella mia vita ero e purtroppo sarò, sempre sola. Il fato non mi ha mai voluto particolarmente bene.
-Ho fatto litigare Niall e…- un momento non sapevo neanche il nome della sua ragazza. Mi voltai interrogativa verso di lui.
-Rose- disse tra un singhiozzo e l’altro. Harry lo guardò triste e poi posò lo sguardo su di me. Era pieno di delusione e tristezza.
-Io… io….- cercai di giustificarmi ma inutilmente perché non c’erano spiegazioni. Sapevo che era fidanzato, ma avevo solo bisogno di qualcuno che mi facesse compagnia la notte, niente ‘sesso’, niente ‘amore’, solo e semplicemente dormire.
Lo sguardo di Harry si fece più duro, non volevo rimanere sola di nuovo. Eppure succedeva ogni volta.
Feci l’unica cosa che ero certa di sapere fare: scappai.
 
Era l’ora di pranzo e decisi di uscire dalla mia stanza.
Avevo passato tutta la mattina a piangere con la testa premuta sul cuscino e, così, decisi di scendere per mangiare qualcosa, ma soprattutto per scusarmi con Niall.
Entrai in cucina e tutti smisero di mangiare e si misero ad osservarmi con uno sguardo severo.
Mi sentii tremendamente in colpa.
-L-L-Liam?- domandai balbettando notando che mancava solo lui. Mi guardarono in silenzio per qualche secondo.
-Non vuole mangiare. Sophia l’ha lasciato ed è distrutto. Sei stata tu?- chiese fulminandomi con lo sguardo abbassai il capo, sarei scoppiata a breve –Eppure ieri sembravi così indifesa a piangere per il ragazzo che “l’ha usata”- disse mimando le virgolette e ritornando a mangiare.
-Scusatemi per avervi rovinato la vita, io vi avevo avvertiti- sussurrai prima di andarmene. Non penso che qualcuno mi abbia sentita.
 
Dilemma: entrare in camera di Liam o no?
Vorrei sapere come sta ma ho paura che anche lui sappia la storia e che di conseguenza mi rifiuti come gli altri.
Mi decisi, presi un respiro profondo e bussai. Non ricevetti risposta. Entrai.
Liam era steso sul letto a pancia in giù tra le mani il cellulare che illuminava leggermente la stanza buia e gli occhi e il viso pieni di lacrime.
Non mi degnò di uno sguardo e pensai che sapesse tutto e che non mi volesse lì vicino a lui. Qualunque cosa pensasse non mi importava. Mi sedetti sul letto accanto al triste ragazzo e gli iniziai ad accarezzare i capelli dolcemente.
Rimanemmo così diversi minuti. Poi si mise seduto e mi abbracciò. Rimasi spiazzata a quel gesto d’affetto a cui non ero più abituata, ma ricambiai. Più o meno.
Ci guardammo negli occhi e poi mi riabbracciò, sussurrandomi un dolce ‘grazie’ nei capelli.
Mi sembrava di essere nei film, ma la scena durò poco purtroppo.
-So tutto di Niall- mi disse poi, interrompendo il silenzio abbastanza imbarazzante che si era creato. Cacca, e ora che mi invento? Nulla dirò solo la verità.
Abbassai lo sguardo, che purtroppo subito dopo venne rialzato da due sue dita.
-Io non volevo, lo giuro. Ieri sera ero andata da Alex per fargli una sorpresa e per avvertire come vi avevo promesso che non avrei più lavorato. Ma quando sono arrivata lì lui era con una ragazza, la SUA ragazza. Tristissima andai al parco per sfogarmi e lì incontrai Louis, che mi consolò e mi riportò a casa. Dopo essermi fatta la doccia ero ancora più depressa di prima e volevo qualcuno con cui dormire. Non ho pensato alle conseguenze e non avevo neanche previsto che la ragazza di Niall, con cui avevo dormito, venisse la mattina seguente. Liam, io volevo solo un po’ di compagnia, un po’ di affetto che da quando sono sola non ricevo più.- dissi tutto d’un fiato guardandolo negli occhi. Speravo capisse che io avevo detto la verità. –Ma ora tutti di là mi odiano e forse lo fari anche tu ora.- conclusi alzandomi.
Tra le due parti avevo lasciato un buco di silenzio, in cui ricevetti solo uno sguardo freddo che non lasciava trasparire nessuna emozione. Finito di parlare mi alzai e mi avviai verso la porta.
Nulla, non mi aveva trattenuto o detto niente. Neanche a lui importa qualcosa di me.
 
Tutto l’odio che ho ricevuto fino ad adesso è stato solo per colpa di uno stupido malinteso.
E io lo avrei ‘aggiustato’. Fosse l’ultima cosa che faccio.
 
Non so come ebbi fatto a convincere Liam di darmi il numero di Rose. La ragazza che ha portato tanta  disperazione nella mia vita. Forse lui era l’unico che provava almeno un po’ di fiducia in me, visto che ha continuato a parlarmi, certo non come il primo giorno in cui sono arrivata… ma è sempre meglio degli sguardi silenziosi e accusatori degli altri.
Ti prego dobbiamo parlare. Sembra tutto così complicato ma non lo è. È tutto un malinteso e posso spiegare. Vediamoci domani al parco. Kym’
Semplice conciso e senza tante smancerie. Perfetto direi per una perfetta sconosciuta con cui devo chiarire una cosa di cui non ho nemmeno colpa. Ok, forse solo un pochino. Ma con Niall non ho fatto niente.
Dopo poco mi arrivò la risposta.
Kym. Allora è questo il nome della famosa fanciulla nel letto del MIO ragazzo. Rose’
Davvero divertente. Mi affrettai a rispondere.
Veramente non è successo niente. Vediamoci e ti spiego. Niall non sa niente. Kym
…….
Ansia. Dopo 10 minuti come minimo, la ragazza si degnò di rispondermi.
Ok. Domani alle 11 al bar vicino al parco. Rose
Bene. Ce l’ho fatta. Domani aggiusterò tutto.
O almeno spero di farcela. Tutto questo lo farò per Niall, Liam, Louis, Zayn e Harry.
Spero solo di non cacciarmi in qualche stupido guaio.
Ti aspetto lì. Kym
 

 
Ehilà
sono in mega ritardo, scusatemi tantissimo!
la scuola mi sta sfinendo e non ho avuto tempo di continuare.
Il capitolo è orribile, lo so.
Scuaste, ancora.
Baci xx

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8 – Chiarimenti
 
Ripassi agiatamente le mani sulla parte del vestito che avevo deciso di indossare per andare all’incontro con Rose.
Riportai lo sguardo sullo specchio. I capelli scuri erano apposto, il vestito nero mi arrivava fino al ginocchio. Una scelta appropriata, almeno secondo i miei criteri di scelta. Il trucco? Matita, mascara e eyeliner neri e un velo di burro cacao.
Un’occhiata all’ora sul display del cellulare, il sorriso migliore che riuscii a fare allo specchio, respiro profondo e in men che non si dica ero in strada diretta al piccolo bar vicino al parco.
Con i ragazzi non ebbi bisogno neanche di inventare qualche scusa, neanche mi rivolgevano la parola, non si sarebbero accorti della mia assenza.
Raggiunsi il bar e quasi subito notai una testa rossa seduta da sola ad un tavolo.
-‘Giorno- salutai per annunciare la mia presenza prima di sedermi.
La ragazza alzò lo sguardo, prima fisso sul cellulare. Era davvero bella: i capelli rossi erano raccolti in una treccia laterale e i due grandi occhi verdi erano accentuati da un forte trucco nero. Anche se era seduta potevo dedurre che aveva un fisico mozzafiato  e, molto probabilmente, era più grande di me di qualche anno.
-Andiamo subito al dunque- disse spostandosi un ciuffo ribelle dietro l’orecchio.
Annuii e iniziai a parlare.
-Quando, l’altra mattina, mi hai vista in camera di Niall, non ero andata da lui per ‘sesso’ – dissi mimando le virgolette- o altro, ero semplicemente molto triste perché il mio ragazzo mi aveva appena lasciata, credimi.- conclusi.
Il suo sguardo era pensieroso.
-Ti credo- disse semplicemente annuendo.
-No, non è come pensi…- un attimo cosa ha detto?- Come scusa?
-Ti credo- ripeté semplicemente, finendo il suo cappuccino.
-E allora perché hai fatto tutta quella sceneggiata?- chiesi leggermente infastidita. Io ho dovuto sopportare un inferno tra ieri e questa mattina e lei dice che sapeva che tra me e il suo ragazzo (o ex, non saprei) non c’era stato niente?
-Semplice, perché lui non mi calcolava più come un tempo. volevo avere la prova che lui mi amasse ancora e lo avuta.- disse sorridendo –e scusami se ti ho fatto passare un inferno, conosco i ragazzi e so come ti avranno trattata.
Annuii semplicemente e lei continuò.
-Che ne dici se ora andiamo insieme a casa vostra e io spiego tutto ai ragazzi?- mi sorrise.
Un momento quindi lei voleva solamente avere una prova dell’amore cdi Niall? Io lo avrei fatto? Probabilmente sì, non posso biasimarla aveva le sue circa buone ragioni. Però Niall ha sofferto molto ieri e i ragazzi per stare con lui hanno trascurato il povero Liam, che stava soffrendo, anche lui per problemi di cuore.
Devo dire che sono complicati come ragazzi, forse anche più della mia vita.
Riemersi dai miei pensieri, e sorrisi alla ragazza difronte a me che ancora stava aspettando una risposta.
 
Dopo qualche minuto di camminata arrivammo a casa. Alla fine Rose non era neanche antipatica come pensavo. Era una ragazza semplice e molto, forse eccessivamente, romantica.
Bussai alla porta di casa e dopo poco mi venne ad aprire Zayn.
-Oh mio Dio, eccola!- disse il moro. Ma cosa stava dicendo? –Ragazzi, e qui e con lei c’è anche Rose! Sta bene non le è successo niente!- urlò per farsi sentire dai ragazzi probabilmente e poi si fiondò ad abbracciarmi.
-Non farci mai più uno scherzo del genere. Eravamo preoccupatissimi, soprattutto Niall e Liam, che si sentivano in colpa.- sorrisi debolmente e ricambiai l’abbraccio.
Si erano preoccupati, allora un po’ mi volevano bene.
Dei passi veloci e poi un forte rumore: Louis apparve davanti a me.
-Scusami, scusami, scusami non avrei dovuto dire quelle parole. Tu sei la mia piccola sorelline e dovevo proteggerti non farti scappare- disse velocemente. Abbraccio.
-Non sono scappata, dovevo solo chiarire una cosa- sorrisi verso Rose. Louis ritornò improvvisamente serio e si rivolse verso Rose.
-E tu che ci fai qui?- le disse gelido.
-Ehi Lou, stai tranquillo- gli dissi –Niall! So che molto probabilmente non mi vorrai ascoltare ma vieni giù c’è una persona che vuole chiarire con te!- urlai.
Subito una testa bionda uscì e, senza degnarmi di uno sguardo, andò verso Rose e insieme si diressero verso il lato opposto del piccolo giardino che contornava la nostra, ormai spero di poterla chiamare così, casa.
Abbassai lo sguardo ma subito dopo lo rialzai sentendo urlare qualcuno.
-Eccoti! Mamma mia ci hai fatto prendere un colpo.- il ricciolino mi saltò addosso.
-Sono solo uscita. Non sono stata fuori neanche un’ora.- dissi cercando di mostrarmi infastidita ma in realtà ero felice che si fossero preoccupati per me.
-Sì, ma senza dire niente a nessuno.- sbuffai leggermente e lo riabbracciai.
-Liam?- chiesi non sapendo cosa aspettarmi. Secondo Zayn era molto preoccupato, ma non era neanche venuto a salutarmi.
-Era depresso e pieno di sensi di colpa, penso sia in camera sua- disse Lou che stava osservando la scena con Zayn. Sorrisi ed entrai diretta verso la sua camera.
Di sicuro i ragazzi avevano capito che sarei andata in camera sua.
Mi avvicinai alla porta e sentii una persona che cantava: era lui.
“As you break my heart again this time                                          
(Quando mi spezzi di nuovo il cuore stavolta)                                                                 
Tell me I'm a screwed up mess                                                                   
(Dimmi che sono uno svitato casinista)                                          
That I never listen, listen                                                                                                          
(Che non ascolto mai)                                                                              
Tell me you don't want my kiss                                                                             
(Dimmi che non vuoi il mio bacio)                                                       
That you need your distance, distance                                          
(Che hai bisogno di starmi distante, distante)                           
Tell me everything but don't you say he's what you're missing baby         
(Dimmi tutto ma non dire che lui è quello che ti manca, piccola)                                                   
If he's the reason that you're leaving me tonight         
(Se lui è la ragione per la quale mi stai lasciando, stasera)
Spare me what you think and                                                                                            
(Risparmiami cosa pensi e)                                        
Tell me a lie                                                                                                                                            
(Dimmi una bugia)
Well, You're the charming type                                                                                           
(Beh, hai il fascino giusto)                                       
That little twinkle in your eye                                                                         
(Quel piccolo scintillio nel tuo occhio)                                                 
Gets me every time                                                                                                                      
(Mi cattura ogni volta)
And well there must have been a time                                    
(E allora dovrebbe esserci stato un tempo in cui)
I was a reason for that smile                                                                                      
(Ero la ragione di quel sorriso)             
So keep in mind                                                                                                                       
(Quindi tienilo a mente)  
As you take what's left of you and I                                                
(Quando prendi quello che è stato di noi due)’’
Entrai nella stanza e lui smise di cantare. Conoscevo quella canzone, faceva parte del loro primo album, Up all night, e sembrava descrivere perfettamente il suo stato sentimentale attuale.
-Sei tornata, mi hai fatto prender un colpo. Non farlo mai più.- mi disse serio. Annuii solamente, lo facevo troppo spesso ultimamente.
Mi sedetti vicino a lui sul letto.
-È per Sophia?- chiesi, sapendo già la risposta.
 -Sì, questa storia mi ha distrutto totalmente. Poi tu, quando ci siamo svegliati non eri nel tuo letto e la cosa non mi ha aiutato a rilassarmi. Mi sentivo in colpa, sai?
-Non devi sentirti in colpa tanto meno per me- dissi per poi abbracciarlo.
 
Era sera.  Dopo la chiacchierata con Liam e la riappacificazione con tutti i ragazzi, o meglio quasi tutti, andai a farmi una doccia e mi misi sul letto con le cuffiette alle orecchie.
Non scesi a mangiare, non avevo voglia, l’indomani avrei avuto la scuola e quindi approfittai della serata per  fare i compiti, il week-end era stato piuttosto tormentato e non ero riuscita a mettermi in pari con lo studio.
Erano quasi le undici quando finalmente, mi liberai dello studio. Mi misi sul letto con la poca luce, proveniente dalla piccola lampadina sul comodino, come sola illuminazione.
La porta si aprì lentamente e una testa bionda fece la sua entrata nella stanza.
Il ragazzo aveva un tazza e dei biscotti con sé, che appoggiò subito sul letto affianco a me.
Non ebbi il coraggio di parlare così aspettai che incominciasse lui.
-Scusami- disse subito –non avrei dovuto prendermela con te, non c’entravi nulla. Dovevo capire che in questo periodo stavo trascurando la mia ragazza e che lei si potesse sentire, come dire… tradita.  Mi dispiace veramente tantissimo. Spero potrai perdonarmi.
Come si può resistere a delle scuse così dolciose? Appunto non si può.  Stava per andarsene, così presto? Senza neanche un abbraccio?
Lo tirai per la felpa.
-E come vuoi che ti perdoni se non mi dai neanche una abbraccio?- sorrisi. Mi fissò, scosse la testa e mi venne incontro con le braccia aperte.
Ci staccammo e mi sorrise.
-E non provare mai più a scappare così all’improvviso che mi hai fatto venire un infarto- disse prima di uscire dalla stanza, lasciandomi sola a gustare i miei biscotti.

 
Ehilà bellezze,
come va? Spero che il capitolo vi piaccia!
Come sarà il prossimo? Fatemelo saèere con una recensione ♥
Baci xx

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9 – Surprise!
 
Il tempo passò velocemente e si fece il 23 dicembre.
Eravamo tutti riuntiti in soggiorno per decidere come organizzarci per il giorno di Natale. Il 24, compleanno di Louis e Vigilia, l’avremmo passata insieme, sicuramente.
-Allora cosa si fa?- chiese Harry pensieroso.
Sicuramente i ragazzi avranno voglia di tornare dalle loro famiglie e non impedirò che sia così. ‘Solo che… niente che Kym, devi essere decisa nella vita’ Oh fantastico vocina!
-Ascoltatemi!- presi parola  e attirai la loro attenzione –A Natale voi andrete tutti, sottolineo tutti, dalle vostre famiglie. È da tantissimo tempo che non le vedete e dovrete pur passare il Natale con loro, no?- si fissarono e provarono ad aprire la bocca per dire qualcosa –Eh, non morirò se rimango qualche giorno in casa sola.
Sapeva che avrebbero voluto ribattere ma potettero capire dal mio volto duro e deciso, era raro decisamente molto raro vedermi così, che non ammettevo repliche.
-Potresti venire con me!- disse ad un tratto Niall, sorridendo.
Non ho mai più litigato con nessuno dei ragazzi dall’orribile giorno, in cui feci litigare Niall e la fidanzata. Ora eravamo molto più uniti e loro erano come dei fratelli maggiori per me.
-Non se ne parla! Non vorrai mica litigare di nuovo con Rose?
Quella ragazza, che mi era sembrata così dolce e comprensiva, non lo era affatto. Era una vipera, infatti dopo che era tornata con Niall mi aveva detto ‘pensavi veramente che io potessi credere che tu, sciacquetta, mi avresti rubato il fidanzato?’ testuali parole, insieme alla sua amichetta Sophia. Sì, Sophia, proprio quella Sophia, quella che ha fatto soffrire Liam.
Niall scosse la testa d’accordo con me.
-Allora verrai con me! Ho tre sorelle più grandi e non ho la ragazza! Non ci sono problemi.- sorrise Liam fiero della sua proposta.  Vedendo che non cambiavo espressione fece il labbruccio insieme ai ragazzi.
Erano tutti coalizzati contro di me?
-Eh va bene!- sospirai infine.
 
-Festoni?
-Si!
-Torta?
-Si!
-Torta fatta di carote per lo scherzo?
-Si!
-Bibite?
-Si!
-Spray arancione?
-Si!
-Vestiti da carote?
-Si!
-Perfetto abbiamo tutto diamo inizio all’opera!
 
 Avevamo organizzato la festa a sorpresa in casa e poi saremmo andati in una discoteca, anche se io sarei dovuta rimanere a casa, perché troppo piccola! Uff, è un’ingiustizia ho 16 anni, non 2!
La casa era invasa da carote arancioni, avevamo preso delle carote, le abbiamo impilate e fatto una ‘torta’, ci eravamo vestiti da carota e truccati tutti di arancione.
Ovviamente era uno scherzo, la vera festa era nel giardino sul retro, tutto accuratamente addobbato per l’occasione.
Mancava qualche minuto all’arrivo del festeggiato insieme a Eleanor che, poveretta, avrà dovuto sopportare un Louis estremamente agitato ed eccitato per la serata.
Le luci dei fari fecero capolino dalla finestra e noi ci preparammo in silenzio, o almeno quasi visto che a Zayn venne da starnutire.
Il rumore delle chiavi nella serratura.
La porta che si apre facendo entrare la luce dei lampioni sulla strada.
Il rumore dell’interruttore della luce…. Ed era il nostro momento.
-Carota!- urlammo tutti quanti insieme facendo vedere il tavolo dietro di noi la ‘torta’ fatta di carote.
Louis scappò dietro la macchina urlando: -Aaaa! Ho le allucinazioni i miei amici sono diventati carote il giorno del mio compleanno!
Noi scoppiammo a ridere e mandammo Eleanor a riprendere un Louis ormai 22enne. Fa strano pensarlo.
Gli facemmo gli auguri e ci spostammo in giardino. Io e i ragazzi ci andammo a lavare il viso e a cambiare.
Indossai, stranamente, un vestito color oro. Non avendo la minima voglia di mettermi dei tacchi, tra l’atro non ne avevo neanche un paio, mi misi le converse nere. Tanto io dovevo rimanere così per un’ora visto che dopo sarebbero andati fuori e io sarei rimasta a casa. Ripeto uff!
Abbracciai Lou e gli diedi il suo regalo: era un pupazzetto, più precisamente, il mio pupazzetto, uno dei tanti che avevo. Era un orsacchiotto che teneva tra le mani una carota. Per l’occasione lo modificai e essendo brava a cucire gli feci una maglietta a righe bianca e blu.
-Ma…  ma… Sei unica Kym. Sei la sorellina che non ho mai avuto- disse lui.
-Ehi, ma tu hai quattro sorelle più piccole!- gli feci notare il particolare.
-Non rovinare il momento dolce e abbracciami stupida!
 
Il tempo passò velocemente e purtroppo i ragazzi andarono in discoteca. Io mi misi in pigiama e andai a guardare un film alla TV, li avrei aspettati sveglia.


 
EHI BELLE!
Come va? Sono in un ritardo incredibile D:
Scusatemi se il capitolo è molto corto ma è il penultimo ed è solo di passaggio.
Il prossimo sarà più lungo.
Fatemi sapere cossa ne pensate e come finirà la storia...
vi do un indizio il capitolo si intitolerà 'Forever'
Baci xx

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10 – Forever
Tornati dalla discotecai ragazzi trovarono una cassetta sul divano e subito la inserirono pensando fosse una sorpresa per il compleanno di Louis.
Sullo schermo apparve invece la figura di Kym, che cominciò a parlare.
-Cari ragazzi,
non spaventatevi della mia assenza, anzi tra poco non ne farete più caso. Ho deciso di andarmene sì, non per voi, non per El, Perrie o una delle vostre adorabili ragazze, ma qui soffrivo troppo.
Non ve l’ho mai detto lo so e mi sento una stupida, nascondevo tutto dietro ad un sorriso.
Non volevo partire proprio oggi, il giorno del compleanno (o forse quello dopo) di Lou, avevo programmato tutto, sarei partita il giorno di Natale.
No, non vi dirò dove sono, appena mi sentirò pronta tornerò da voi, lo prometto.
Sapete, ricordo come fosse ieri, la prima volta che vi vidi. Ricordate?-
I ragazzi si scambiarono uno sguardo, certo che ricordavano.
 
“-Mi scusi, sono Kym Higgins. Mi hanno detto di venire qui ma non c’è nessuno.- dissi lievemente in imbarazzo.
-Signorina, aspettavamo proprio lei. Suo padre ci ha detto che lei sarebbe stata felice di apparire nel film degli One Direction, This Is Us- disse sorridendomi. Non riuscivo a realizzare. Mi avrebbero intervistata e fatta apparire nel loro film?! Oh santa carotina! Oggi è il giorno più felice della mia vita. Sorrisi come mai avevo fatto prima ed i signori mi mostrarono una X fatta con lo scotch sulla quale sarei dovuta stare.
 Iniziarono subito con alcune domande semplici. Mi chiesero il nome, l’età, da quanto ero directioner e come gli avevo scoperti. Ora sapevo che sarebbe venuta la domanda più difficile. E infatti come avevo immaginato.
-Bene, passiamo all’ultima domanda. Qual è il suo preferito tra i ragazzi?- ci pensai attentamente per qualche secondo e poi mi decisi a rispondere.
-Con tutta la sincerità di questo mondo, le dico che non ho nessun preferito- il signore quasi non si mise a ridere e questo mi fece innervosire e non poco.
-È impossibile tutte hanno un preferito
-E invece no, io no. Ho qualcosa che mi ha colpito maggiormente in ognuno di loro. Amo gli occhi color oceano di Niall, le adorabili fossettine di Harry, la dolcezza di Liam, il sorriso di Zayn e l’incredibile simpatia di Louis.- dissi fissandolo intensamente negli occhi.
Subito dopo che ebbi finito la frase sentii dei passi dietro di me. Mi girai subito e li vidi. Lì davanti a me in tutto il loro splendore.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime. La mia bocca si aprì dallo stupore e le mani si piazzarono subito davanti ad essa. Dovevo essere davvero buffa perché li vidi trattenere una risata.”
 
-Liam? –il ragazzo sollevò la testa consapevole che non l’avrebbe potuto vedere – mi spiace moltissimo, di non averti ascoltato alla fermata dell’autobus, avevo bisogno di aiuto e non volevo ammetterlo.
L’interessato sorrise, eccome che se lo ricordava.
 
“Li salutai velocemente e raggiunsi la fermata dell’autobus.
-Kym!- sentii chiamarmi. Velocemente mi girai e notai un Liam che correva nella mia direzione. Velocemente mi raggiuse e dopo che ebbe preso fiato incominciò a parlare.
-Kym, sei sicura di stare bene? Abbiamo notato che sei dimagrita tantissimo dall’ultima volta che ti abbiamo visto- lo guardai confusa. ‘Abbiamo’ come mai? Era venuto solo –So a cosa stai pensando tutti lo abbiamo notato e volevamo dirtelo, solo che sei subito andata via e gli altri non avevano voglia di correre- disse semplicemente alzando le spalle, per poi tornare serio. –Allora mangi a sufficienza?
Lo guardai impaurita. Lo avevano notato. Era vero non ho mangiato molto questa settimana, ma era stata colpa dello shock di aver perso i genitori. Era quello che ho sempre pensato.
In mio soccorso arrivò l’autobus. Giusto in tempo.
-Scusa Liam, è il mio- semplice e coinciso. Ottimo lavoro!
Neanche il tempo di pensare ad una frase di senso compiuto che mi ritrovai sull’autobus ad osservarlo diventare sempre più piccolo fino a quando non sparì.”
 
-Vi ricordate il mio primo lavoro? Questo Zayn riguarda soprattutto te. La tua preoccupazione mi ha fatto capire che ci tenevi veramente a me-
Tutti osservarono Zayn, che fece un piccolo sorriso.
 
“Mi appoggiai alla panca dello spogliatoi femminile, prendendo un po’ di fiato.
-Kym, come mai lavori qui?- mi chiese quella voce troppo famigliare. Non riuscii a trattenere le lacrime e scoppiai in un pianto isterico.
Nella stanza arrivò anche Perrie, che guardò sia me che Zayn.
-Zayn, cosa aspetti abbracciala, non vedi che ha bisogno di conforto?- disse dolcemente la ragazza poggiando la mano sulla spalla del suo amato, che fece subito come gli è stato detto.
Quando finii di piangere raccontai la storia ad entrambi, lasciando fuori l’episodio del bacio.
-E il ragazzo che hai baciato?- disse Zayn. Speravo già di evitare il discorso, e invece.
Non sapevo cosa dire, cosa potevo inventarmi. Stavo in silenzio ad osservargli fino a quando non mi venne a salvare Alex.
-Amore mio, cos’è successo? È tutto apposto?- chiese entrando. Sia ringraziato il cielo.
Non risposi annuì solamente. Lui si avvicinò e mi lasciò un dolce bacio a stampo.
-Vi lasciamo soli- disse il moro accompagnato dallo scuotere della testa della sua ragazza –Kym, domani vengo a trovarti con i ragazzi, magari ti vieni a trasferire da noi e non accetterò un no come risposta- concluse lasciando sbattere leggermente la porta.”
 
Alla ragazza scesero delle lacrime sulle guance e poi riprese:
-E quella volta che abbiamo fatto pace dopo la litigata tra Niall e la sua ragazza?-
I ragazzi si guardarono e delle lacrime silenziose bagnarono le loro guance.
 
“Dei passi veloci e poi un forte rumore: Louis apparve davanti a me.
-Scusami, scusami, scusami non avrei dovuto dire quelle parole. Tu sei la mia piccola sorellina e dovevo proteggerti non farti scappare- disse velocemente. Abbraccio.
-Non sono scappata, dovevo solo chiarire una cosa- sorrisi verso Rose. Louis ritornò improvvisamente serio e si rivolse verso Rose.
(…)
Abbassai lo sguardo ma subito dopo lo rialzai sentendo urlare qualcuno.
-Eccoti! Mamma mia ci hai fatto prendere un colpo.- il ricciolino mi saltò addosso.
-Sono solo uscita. Non sono stata fuori neanche un’ora.- dissi cercando di mostrarmi infastidita ma in realtà ero felice che si fossero preoccupati per me.
-Sì, ma senza dire niente a nessuno.- sbuffai leggermente e lo riabbracciai.
(…)
-Sei tornata, mi hai fatto prender un colpo. Non farlo mai più.- mi disse (Liam) serio. Annuii solamente, lo facevo troppo spesso ultimamente.
Mi sedetti vicino a lui sul letto.
-È per Sophia?- chiesi, sapendo già la risposta.
 -Sì, questa storia mi ha distrutto totalmente. Poi tu, quando ci siamo svegliati non eri nel tuo letto e la cosa non mi ha aiutato a rilassarmi. Mi sentivo in colpa, sai?
-Non devi sentirti in colpa tanto meno per me- dissi per poi abbracciarlo.
(…)
-Scusami- disse (Niall) subito –non avrei dovuto prendermela con te, non c’entravi nulla. Dovevo capire che in questo periodo stavo trascurando la mia ragazza e che lei si potesse sentire, come dire… tradita.  Mi dispiace veramente tantissimo. Spero potrai perdonarmi.
Come si può resistere a delle scuse così dolciose? Appunto non si può.  Stava per andarsene, così presto? Senza neanche un abbraccio?
Lo tirai per la felpa.
-E come vuoi che ti perdoni se non mi dai neanche una abbraccio?- sorrisi. Mi fissò, scosse la testa e mi venne incontro con le braccia aperte.
Ci staccammo e mi sorrise.
-E non provare mai più a scappare così all’improvviso che mi hai fatto venire un infarto- disse prima di uscire dalla stanza, lasciandomi sola a gustare i miei biscotti.”
 
Ormai tutti i ragazzi stavano piangendo, si sentivano in colpa la loro sorellina era scappata di casa e loro non avevano capito le sue intenzioni fino a quel momento.
-Non pensate che mi dimenticherò di voi, ogni singolo momento è stato importante. Voi siete la mia vita, mi avete fatta stare bene prima e dopo la morte dei miei genitori. Perché non dimenticherò mai di essere per prima cosa una Directioner, che ha avuto una vita un po’ strana.
Vi prego non odiatemi e non cercatemi, lo farò io appena sarò pronta.
Vi amo, Kym!-
La ragazza mandò un bacio volante tra i singhiozzi che l’accompagnarono durante tutto il video e la TV si spense.
L’ultimo ricordo di quella ragazzina era una foto che ella appoggiò prima della sua partenza.
Niall aveva una foto di loro due mentre dormivano.
In quella di Liam c’erano loro due mentre mangiavano da un grande barattolo la Nutella.
Zayn aveva impresso nella sua immagine il ricordo del girono in cui Kym decise di sistemargli i capelli per l’appuntamento con Perrie.
In quella di Harry era immortalato il momento di un loro abbraccio.
Louis aveva, invece, una foto di lei insieme alle sue sorelle mentre sorridevano al parco.
A malincuore decisero che l’avrebbero aspettata anche se la voglia di andarla a cercare era tanta.
Ma erano sicuri: lei sarebbe ritornata da loro.
The End
 
Ehy belle!
Non posso crederci che la mia prima ff sia arrivata alla fine!
Spervo che vi sia piaciuta, anzi che ne dite di farmelo sapere?
Grazie a tutte\i
Baci xx

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