L'inizio della fine

di magixludo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** Sogni agitati ***
Capitolo 3: *** Passeggiando… ***
Capitolo 4: *** …si fanno strani incontri ***
Capitolo 5: *** Sulla strada del Royal Restaurant ***
Capitolo 6: *** STORIA IN REVISIONE!!! ***
Capitolo 7: *** FINE REVISIONE ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio ***


Salve a tutti, questa è stata la mia prima fan fiction su questo sito, ma poi l'ho revisionata e corretta.
Prima di iniziare la lettura ci sono alcune cose di cui dovete essere messi al corrente: nonostante gli episodi finali di questa serie non siano stati trasmessi in Italia (e per questo c’è spoiler! tra gli avvertimenti) la mia storia differisce un po’ da quella originale dell’anime riguardo all’ultima parte: tanto per cominciare i tre imperatori di Yliaster sono vivi e sono diventati buoni (talmente buoni che ora Primo e Yusei sono amici): Primo è l’organizzatore del torneo di duelli turbo, Lester è il fidanzato di Luna e Jacob è a capo della centrale di polizia (che inizialmente gestivano tutti e tre) con Trudge come suo vice e Mina come sua segretaria (inoltre è anche fidanzata di Trudge). Ma i tre imperatori non sono gli unici ad essere tornati in vita, infatti anche Bruno è tutto bello e pimpante, anche se ha abbandonato la sua doppia identità.
Ah, quasi dimenticavo: in questa storia Yusei scopre di aver ereditato un’immensa fortuna dai suoi genitori.
 
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1. Un nuovo inizio

 

La notte era scesa su Nuova città di Domino. Yusei Fudo osservava la luna dal balcone della sua villa, poi abbassò lo sguardo e osservò tutta Nuova città di Domino, arrivò fino ad un punto in lontananza che non era illuminato come la città dove viveva: si trattava del Satellite, la parte povera di Nuova città di Domino, per quanto lui ed i suoi amici avessero cercato di unire quelle due parti di città le differenze tra i due settori erano più che mai evidenti, inoltre trovava strano, per non dire assurdo, pensare che ci aveva abitato fino a qualche mese fa… prima di scoprire che in realtà era nato a Nuova città di Domino, nella parte ricca e che aveva ereditato una piccola fortuna dai genitori, evidentemente prima dell’incidente il padre era davvero uno scienziato molto affermato. Quando era arrivata la notizia, poco dopo la sconfitta di Z-One, e si era trasferito i suoi amici si erano dimostrati felici nei suoi confronti e lo avevano anche aiutato allegramente con il trasloco, ma non ci voleva un genio per capire che avevano mentito spudoratamente. Anche Jack e Crow. Da dopo il cambio di residenza non c’erano stati più molti contatti tra di loro, solo qualche brevissima chiamata e qualche visita ancora più breve, ma solo i primi tempi, poi era finito anche quello. Non si erano neanche mai incontrati per strada perché Yusei non usciva mai, o quasi: essendo il vincitore della scorsa edizione del torneo di duelli turbo non stava molto simpatico a tutti, neanche ai suoi amici: anche se il torneo lo aveva vinto il team 5D’S sembrava quasi che l’unico a partecipare fosse stato lui: era solo lui che la stampa voleva intervistare, era solo lui che le ammiratrici rincorrevano. Si vedeva lontano un miglio che a Jack e Crow la cosa non andava molto a genio… anche se, diciamocelo, in parte era vero… a fare la fatica più grossa era stato lui… insomma, chi aveva sconfitto Z-One andando in contro a morte certa e poi tornando vivo? Non certo loro.
Yusei si strinse nelle spalle, era uscito sul balcone in quella calda serata primaverile senza giacca ma di colpo sentiva freddo, decise di rientrare in casa. Per accedere al balcone si passava dal salotto, quindi rientrando la prima cosa che si vedeva era il salotto, ma a lui non importava granché: non degnò neanche di uno sguardo l’arredamento della stanza, che non aveva scelto lui ma che aveva trovato in quel modo quando si era trasferito e che aveva deciso di non cambiare, e passò oltre. Stava quasi per uscire dalla stanza quando si rese conto di non sapere dove andare, quindi si concesse di sedersi sul divano di pelle nera accanto al muro e di accendere il televisore da oltre 40 pollici prendendo il telecomando dal tavolino di legno al centro della stanza; stava quasi per farlo, ma poi si rese conto che non ne aveva voglia in fondo avrebbe trovato le solite notizie di politica, i soliti problemi di rifiuti, sempre la stessa storia… di nuovo si strinse nelle spalle e rivolse un’occhiata al camino che c’era in un angolo della stanza e alla catasta di legno al suo fianco, non lo aveva ancora acceso perché la stagione non lo richiedeva, ma forse per quella volta avrebbe potuto fare un’eccezione. Stava quasi per alzarsi quando il suo sguardo incrociò la cornetta del telefono attaccata al muro e decise di risedersi, di nuovo perso nei suoi pensieri: qualche giorno prima lo aveva chiamato Primo per dirgli che stava per organizzare un nuovo torneo per i duellanti turbo e lo voleva come ospite d’onore perché era ormai una specie di mito per tutti i duellanti turbo, per l’appunto. Aveva risposto che ci avrebbe pensato, ma dal tono di voce con cui lo aveva detto anche Primo doveva aver capito quale sarebbe stato poi il suo verdetto: sarebbe stato presente; non gli andava di fare solo l’ospite d’onore, voleva duellare, ma non poteva certo andare dai suoi amici, o meglio ex amici, e dire loro: ‘Hey ho voglia di vincere un altro torneo così divento ancora più popolare e voi ancora più sfigati’ e anche se non lo avesse detto proprio così loro di certo questo avrebbero capito, quindi, no, non era proprio possibile.
Sconsolato si alzò dal divano e andò dal portariviste vicino al camino cercando qualcosa da leggere, rovistando lì in mezzo trovò il giornale di quella mattina, che dopo aver ricevuto aveva buttato lì dentro senza troppa grazia dicendo che lo avrebbe letto poi, e il suo sguardo fu catturato dalla foto che riempiva quasi tutta la prima pagina: sembrava l’interno di un negozio, una gioielleria molto famosa di Nuova città di Domino a giudicare dal nome che si leggeva sull’insegne, ma tutti gli espositori dove avrebbe dovuto esserci la merce erano vuoti, a terra c’erano frammenti di vetro, dovevano essere quelli della vetrina andata distrutta, e al centro della scena su un cuscinetto di velluto rosso, dove un tempo doveva esserci stata una collana di diamanti dal valore inestimabile adesso era conficcata una piuma nera. Incuriosito cominciò a leggere l’articolo inerente al furto e si rese conto che era il sesto in sole due settimane, e lui non ne sapeva niente, ma da quanto tempo era che non vedeva un telegiornale? L’articolo era anche correlato da un paragrafo dedicato alla strana piuma, che a quanto pare era stata rinvenuta su tutti i luoghi dei furti, il succo della questione era più o meno questo: per quanto strano fosse gli scienziati l’avevano analizzata e poi catalogata come piuma di fenice, per quanto le fenici non esistessero, e per questo la misteriosa ladra era stata soprannominata “Fenice Nera”.
Yusei mise a posto il giornale e si diresse verso l’appendiabiti all’ingresso, afferrò la sua inseparabile giacca blu e la indossò, aveva bisogno di fare un giro e prendere una boccata d’aria. Nel garage era parcheggiata la sua duel-run, poiché non la usava più molto spesso l’aveva coperta con un telo per evitare che s’impolverasse, quella sera però non era proprio dell’umore giusto per togliere i teli, riporli, vedere se la sua dolce moto aveva qualche problema o partiva come al solito e le altre varie cose da meccanico… no, non ne aveva proprio voglia, quindi decise di andare a piedi.
Percorse il mega-parco, che solo dopo aver fatto a piedi si rese conto di quanto fosse davvero grande, che circondava tutta la sua villa, arrivò all’imponente cancello di ferro battuto e solo allora si rese conto di non avere con sé le chiavi, credeva di averle messe nella giacca ma evidentemente le aveva tolte, non aveva proprio voglia di tornare indietro, così afferrò saldamente le aste del cancello, scavalcò e uscì nel gelo della notte che per quelle strade vuote era ancora più gelido, ma il fatto strano è che non sentiva freddo… in realtà non sentiva più niente.
Mentre camminava pensava. Pensare gli faceva bene, lo aiutava a rimettere in ordine le idee e a fare un po’ di chiarezza in quel turbinio di emozioni che era diventata la sua vita. Quella sera pensò a tante cose.
Pensò che neanche un mese prima aveva salvato il mondo dalla distruzione, e che da allora non era più un predestinato, né lui né i suoi amici. Il Drago Cremisi si era portato via il suo segno e quello dei suoi amici ed anche le loro carte migliori. Quanto gli mancavano Drago Polvere di Stelle e Drago Stella Cadente. Ma non essendo più un predestinato non poteva usarle. E la cosa assurda era che fino ad un attimo prima stava festeggiando con i suoi amici nella sua nuova casa, poi tutto era cambiato e quel potente legame che li univa si era spezzato.
Non poteva neanche fare lo scienziato, che era il suo sogno di riserva, aveva inviato due settimane prima una lettera alla sede degli scienziati, ma gli avevano molto cortesemente risposto di no dicendo che lui era ancora giovane, aveva solo 19 anni e doveva prendere con cura ed attenzione le sue decisioni, ma per Yusei il messaggio vero che si leggeva tra le righe era stato più che mai chiaro: ‘Tuo padre ha già fatto un guaio, pertanto sei pregato di non metterti anche tu’.
Era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse di dove era finito, non capì di essere arrivato, anzi tornato, nel Satellite, o meglio in uno di quei vicoli bui che è meglio evitare quando arriva una cert’ora anche se sei della zona, e la parte peggiore di tutto non sapeva dire se fosse che il vicolo non aveva via d’uscita oppure i tre grossi tipi che si erano messi alle sue spalle a sbarrargli la strada. “E ora?” si ritrovò a pensare Yusei. Non poteva neanche sfidarli a duello perché da quando aveva perso le sue due carte migliori aveva anche perso la voglia di duellare.
– Che c’è ragazzino ti sei perso? – chiesero i tre, in coro. E la cosa strana fu che Yusei pensò di riconoscere quelle corporature e quei toni di voce, ma proprio non riusciva a ricordare quando avesse incontrato i tre tipi. In ogni caso almeno gli fu chiaro che loro non avevano riconosciuto lui, era in ombra e non potevano vederlo in faccia. Se ci fosse stato del sole probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. Se fosse rimasto a casa sua probabilmente le cose sarebbero andate diversamente.
Yusei non sapeva che fare, visto che non aveva il deck ma che voleva andarsene di lì era ormai pronto a fare a botte con quei tipi, anche se non era molto sicuro del risultato. Fu proprio mentre stava mettendosi in posizione d’attacco che accade una cosa che avrebbe cambiato radicalmente la sua vita, di nuovo.
Rapida come un fulmine, silenziosa come quella notte a Nuova città di Domino, saltò giù dal tetto del palazzo lì vicino, chissà se era sempre stata lì o era arrivata solo in quel momento, gli afferrò il braccio destro, che cominciò a bruciare, e spiccò un altro salto che lo trascinò volente o nolente sul tetto della casa affianco, lontano da quei tipi. E lo portò ancora più lontano correndo e saltando da un tetto all’altro verso una meta che Yusei non riusciva ad identificare. Quella era una notte nera e la figura che lo aveva salvato era ancora più nera, quindi il ragazzo non riuscì a vedere chi lo avesse salvato.
Saltarono sui tetti per un tempo incredibilmente breve e poi atterrarono alle spalle di una casa più grande ed imponente delle precedenti, ma comunque in un altro vicolo, solo che questo vicolo aveva dei lampioni ed era illuminato. Yusei si voltò subito verso il suo salvatore o la sua salvatrice, ma l’ombra nera che lo aveva salvato era già corsa via e lui riuscì ad intravederla soltanto per un brevissimo istante: mentre svoltava l’angolo l’ombra, per qualche strano motivo, si voltò verso di lui ed i loro occhi s’incrociarono, nonostante fosse sconcertato da quello che vide Yusei mantenne alto lo sguardo. Alla fine l’ombra fuggì via. Era durato meno di un secondo ma a lui era sembrato l’istante più lungo di tutta la sua vita e non avrebbe mai dimenticato cosa aveva visto, i suoi occhi blu avevano incrociato occhi rossi, rossi come dei rubini, come il fuoco, o come il sangue con due pupille nerissime dalla forma allungata, come quelle dei gatti.
Quando finalmente si fu ripreso dallo shock, l’adrenalina fu sciamata e l’ombra era ormai lontana, cominciò a sentire il dolore, forte e lancinante, al braccio destro. Per un attimo ebbe quasi timore di vedere cosa gli era successo, ma alla fine si  costrinse a farlo. Conficcatagli nel braccio, all’apparenza era nel guanto ma a giudicare dal dolore doveva essere scesa più in profondità, c’era una piuma, sottile, affilata, ma soprattutto nerissima. In un attimo rivide l’articolo di giornale che aveva letto solo poco tempo prima ma che adesso gli pareva un’infinità di tempo fa. La persona che lo aveva salvato era una pericolosissima ladra, la Fenice Nera.
Lo shock fu forte e gli occorsero alcuni secondi per riprendersi, ma poi ebbe il buon senso di far sparire quella piuma staccandola dal suo braccio e di infilarla  nella tasca della giacca, non sapeva cosa gli sarebbe potuto succedere se qualcuno lo avesse visto con quella cosa in mano e non voleva neanche saperlo. Dopo averla tolta, però, si rese conto che non era la piuma a procurargli il dolore, a quel punto, non avendo più niente di cui stupirsi, tolse il guanto e, oltre ogni previsione, si stupì di nuovo.
Sul braccio destro era riapparso il suo simbolo da predestinato, la testa del Drago Cremisi.
 
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Allora, che ve n’è parso? Sono curiosa di sapere la vostra opinione e spero di ricevere varie recensioni!
 
Anticipazioni prossimo capitolo:
Nel prossimo capitolo vedrete che alcune cose cominceranno ad essere più chiare e vedrete anche le parti della storia originale che ho modificato.
Dal punto di vista della trama vi posso solo anticipare che Yusei farà dei sogni molto agitati e che la nostra “ombra nera” alias Fenice Nera lo terrà d’occhio… se volete sapere altro dovete leggere il prossimo capitolo. Vi aspetto!

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Capitolo 2
*** Sogni agitati ***


Ed ecco il secondo capitolo della storia, che penso sarà uno dei più spoilerosi in assoluto, se non volete rovinarvi la sorpresa leggete solo le parti non in corsivo. Come già detto in precedenza vi ricordo che il finale della serie originale e quello della mia storia sono diversi, quindi io vi consiglierei di leggere.
Ma ora torniamo alla storia: avevamo lasciato Yusei da solo in un vicolo con il suo simbolo da predestinato appena riapparso (perché nella fine dell’ultimo episodio il drago Cremisi fa sparire tutti i simboli dei predestinati, lo so, ho spoilerato, ma ripeto che avevo avvertito) cosa succederà ora? Leggete e lo saprete…
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2. Sogni agitati

 
Yusei si girava e rigirava nel letto senza riuscire a trovare una posizione che lo aiutasse a dormire, la fronte era imperlata da gocce di sudore, le coperte ormai erano un groviglio inestricabile, e la causa di tutto erano i suoi sogni agitati.
Stava sognando la battaglia finale, quella dove aveva rischiato la vita, ma questa volta c’era qualcosa di diverso, se possibile nel sogno era ancora più inquietante di quanto era stata nella realtà.
 
“Era alla sua battaglia finale contro Z-One. Loro due si fronteggiavano. Il nemico aveva negli occhi uno sguardo spavaldo e beffardo, era certo di vincere, come del resto lo sono tutti i cattivi poco prima della disfatta eppure in lui c’era qualcosa di diverso, la perfetta sicurezza che la vittoria era realtà e non una mera illusione. Yusei però sapeva che non poteva lasciarlo vincere, a trionfare doveva essere lui. Era determinato, doveva farlo per i suoi amici, per le persone a cui voleva bene, per tutte quelle persone che credevano in lui. La battaglia fu dura e violenta, Yusei non sapeva se ce l’avrebbe fatta; stava perdendo la speranza. All’improvviso qualcosa, un ombra, gli passò vicino… Yusei vinse il duello e salvò i suoi cari amici.”

Lo scenario cambiò: ora era alla festa che avevano fatto dopo la battaglia, sul balcone di casa sua con Akiza.

“Parlavano del più e del meno, fissavano l’orizzonte, poi Yusei si voltò e la fissò, dritto negli occhi, non se ne accorsero ma le guance di entrambi si colorarono di rosso. Si avvicinavano, continuando a parlare i loro visi si erano fatti sempre più vicini, sempre di più, gli sarebbe bastato veramente poco per colmare quella distanza… Si voltò di colpo, dando le spalle ad un’Akiza a dir poco indignata, ma c’erano solo i loro amici che si avvicinavano a loro, eppure era sicuro di aver visto un’ombra… Fece un cenno ai suoi amici e quelli vennero avanti, un po’ in colpa perché erano convinti di aver interrotto qualcosa d’importante, mentre quelli avanzavano Yusei si voltò di nuovo verso Akiza ma era chiaro ad entrambi che il momento magico si era spezzato e che avevano perso l’occasione.
Quando furono tutti vicini accadde qualcosa di veramente strano, i loro simboli da predestinati cominciarono a brillare: Yusei la testa del drago, Jack le ali, Crow la coda, Akiza le gambe, Luna le mani e Leo il cuore. Dal nulla si materializzò il Drago Cremisi, l’imponente figura fiammeggiante li fissò negli occhi uno ad uno, per l’ultima volta, poi si alzò in volo verso la luna che brillava come una perla nell’oscurità, una perla argentea come il suo Drago Polvere di Stelle. Andò via e sparì per sempre dalla loro vita, insieme ai loro segni, le carte dei draghi leggendari e l’incombenza di salvare l'universo che da quel momento in poi sarebbe spettata ad altri ragazzi. Era davvero quella la fine della loro strepitosa avventura che li aveva visti protagonisti di una serie di vicende una più assurda dell’altra, di battaglie in cui si rischiava il tutto e per tutto, ma soprattutto di un misto di sentimenti (affetto, amicizia, solidarietà, unione e… amore)? Sembrava proprio di sì. ”

Yusei si svegliò di colpo e si rese conto di essere in un bagno di sudore. Per un attimo non riuscì ad orientarsi, poi capì: era nel suo letto, nella sua stanza, nella sua casa. Ma come ci era arrivato? Non ricordava molto, dopo cinque minuti buoni di scervellamento era stato in grado di ricostruire cos’era accaduto la sera prima…
Dopo che la strana ombra era corsa via, lui aveva svoltato l’angolo e si era ritrovato di fronte alla porta di casa sua, neanche davanti al portone del parco, ma proprio davanti alla porta della villa. Cosa buona solo fino ad un certo punto, perché, chiunque fosse quell’ombra, non solo sapeva dove abitava ma poteva anche arrivarci facilmente.
In quel momento non aveva proprio avuto la forza di scervellarsi con simili complicazioni, così aveva aperto la porta e aveva salito le scale con il braccio dolorante, l’unica cosa che voleva era trovare il kit del pronto soccorso e fasciarselo per poi andare a dormire, sicuramente si trattava tutto di un sogno assurdo e la mattina dopo si sarebbe svegliato avendone la conferma.
Era entrato nel salotto per vedere se era lì, ma non lo aveva trovato. Uscendo aveva però urtato il tavolino di vetro accanto al divano, sopra c’era il suo deck, ma era sicuro di aver lasciato le carte sparpagliate, invece quelle erano impilate in mazzo a faccia sotto, per qualche strano motivo non credeva fossero le sue, così aveva rivoltato la prima e la seconda insieme e, dopo averle viste, era quasi svenuto; le due carte erano rispettivamente: la prima Drago Polvere di Stelle e la seconda Drago Stella Cadente. Anzi, pensandoci meglio era sicuro di essere svenuto.
Si alzò dal letto e si diresse a passo spedito verso il salotto, il tavolino era lì, integro, con sopra il suo deck e le due carte del popolo delle stelle. Questo voleva dire due cose: non era svenuto, altrimenti cadendo avrebbe dovuto fracassare quel tavolino, anche se era certo di aver perso i sensi, e poi… trasse un profondo respiro e si osservò il braccio destro, il simbolo della testa del Drago Cremisi c’era ancora.
Ebbe un improvviso capogiro e si costrinse a tornare nuovamente nella sua stanza e stendersi sul letto, solo perché la sera precedente non aveva rotto il tavolino non voleva dire che lo avrebbe fatto adesso. Poggiò la testa sul cuscino, il debole raggio di sole che entrava dalla finestra aperta lo colpiva proprio in faccia, aprì gli occhi di colpo, era certo di aver chiuso quella finestra. Girò la testa verso la finestra e per poco non svenne di nuovo quando vide che, conficcata nel suo cuscino, c’era una piuma affilata e nera, ci mise meno di un attimo a capire a chi appartenesse.
Cercò la sua giacca e la vide ai piedi del letto, mise una mano nella tasca e trovò quella della sera prima, quindi quella era un’altra. D’un tratto capì perché aveva fatto quegli strani sogni e si sentì, contemporaneamente: spaventato, incuriosito, preoccupato, eccitato.
E mentre quel fiume di emozioni lo travolgeva non si accorse che da fuori la finestra lasciata aperta apposta per permettergli di percepire la sua presenza lì quella notte, un’ombra nera, seduta a cavalcioni sul ramo di un albero, lo fissava con i suoi occhi rossi.
 
Fenicia De La Noire, nome d’arte Fenice Nera, fissava con i suoi occhi rossi Yusei Fudo.
Lo teneva d’occhio da un po’, in realtà da molto un po’: più precisamente da quando era nato. Aveva sempre voluto intervenire ma qualcosa l’aveva trattenuta, fino alla sera prima, quando lo aveva visto in difficoltà e aveva deciso di mettersi in mezzo riattivando il suo simbolo da predestinato, poi gli aveva impedito di distruggere un tavolino di vetro ed infine gli aveva inviato quei messaggi nel sonno. Si rendeva conto solo ora dell’immenso pericolo che aveva corso, eppure, se anche fosse tornata indietro nel tempo, non avrebbe cambiato nulla.
Fenicia si accorse che Yusei stava per uscire e decise che anche per lei era giunto il momento di andare. Scomparve nel nulla lasciando, però, conficcata nel ramo sul quale era seduta fino a pochi attimi prima, una delle sue solite affilate piume nere.
 
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E così che finisce anche questo capitolo miei carissimi lettori. Spero che vi sia piaciuto e che recensiate, per me conta molto la vostra opinione. Ora però vi lascio perché non voglio dilungarmi troppo. A presto!
 
Anticipazioni prossimo capitolo:
Yusei va in giro per le strade di Nuova città di Domino senza una meta precisa ma sente che qualcosa lo spinge a farlo, compra il giornale e trova un articolo molto interessante…
Non si accorge della misteriosa presenza che lo segue.

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Capitolo 3
*** Passeggiando… ***


Eccomi qui, dov’eravamo rimasti? Yusei è appena uscito per strada e la Fenice Nera lo sta pedinando, forse…
 
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3. Passeggiando…
 
 

Yusei passeggiava per le strade di Nuova città di Domino con il sole a scaldargli il viso, tutta quella luce gli faceva proprio bene dopo quella notte così oscura e tetra.
Prima, mentre usciva, era passato davanti al garage e non aveva potuto fare a meno di buttare un occhio al telo che ricopriva la sua Duel Runner.
Era stato tentato fino all’ultimo di strapparlo via e di scoprire la vernice rossa della sua moto.
Poi, però, il colore rosso gli aveva fatto ricordare gli occhi che aveva visto la sera precedente e la piuma che aveva trovato quella mattina sul suo cuscino ed aveva preferito rinunciare.
Non sapeva perché ma un brivido l’aveva percorso dalla testa ai piedi passando per tutta la sua colonna vertebrale ed era corso via di lì il più lontano possibile.
Solo dopo essersi richiuso il cancello della sua villa alle spalle si era reso conto di essere corso via dalla sua amata moto. Ma era stato più forte di lui, come una strana forza che lo aveva costretto a farlo. La stessa forza che ora lo spingeva a camminare per le vie della città.
Ogni tanto qualcuno lo riconosceva e lo indicava, erano per lo più bambini con dei deck in mano, ma nessuno do loro aveva il coraggio di avvicinarlo per richiedere un autografo o cose che di solito si richiedono al proprio idolo.
Mentre passeggiava si fermò davanti un edicola e, cominciando a maledire quell’odiosa forza superiore, comprò il giornale. Andando contro a tutte le sue tradizioni lo lesse lì, in piedi, in mezzo alla strada, ma in fondo non gli interessava cosa pensassero gli altri, avrebbe fatto in fretta perché lì dentro c’era un solo articolo che aveva catturato il suo interesse, riguardava lui ma non era una di quelle solite interviste per riviste di moto, era qualcos’altro successo la sera prima.
La notizia occupava quasi tutta la prima pagina.

“LA FENICE NERA COLPISCE ANCORA”

Era questo il titolo scritto in grassetto con caratteri cubitali al centro.
Subito sotto c’era una foto del vicolo dove Yusei era finito la sera precedente con al centro una piuma nera. Evidentemente la Fenice Nera l’aveva messa lì nel momento esatto i cui lo aveva portato via. Ma lui era, evidentemente, troppo scioccato per accorgersene. Sotto ancora c’era un articolo con un’intervista.
 L’intervista era stata fatta ai tre simpaticoni che Yusei aveva incontrato nel vicolo.
“Allora” aveva chiesto l’intervistatore “potete dirci cos’è successo?”
“Semplice” avevano risposto loro “eravamo da queste parti perché stavamo andando ad una festa a casa di amici quando abbiamo incontrato un ragazzino, era spaventato. Probabilmente non era di queste parti e volevamo dargli delle indicazioni sulla strada da prendere quando Lei è arrivata. È saltata giù da quel tetto e se l’è portato via”.
“Allora credo proprio che non lo rivedremo mai più…” concluse il giornalista.
Poi c’era un lungo pezzo sulle possibili torture e morti che la Fenice Nera avrebbe potuto infliggere al ragazzo e poi l’articolo si concludeva dicendo che le autorità stavano indagando per cercare di trovare i pezzi del corpo del giovane visto che la Fenice Nera era introvabile.
Yusei sorrise, non sapeva perché ma credeva di avere la soluzione a quello strano enigma: non era introvabile, sarebbe bastato qualche bel diamante scintillante per attirarla, semplicemente nessuno le si voleva avvicinare troppo.
Accartocciò il giornale e lo buttò in un cestino lì vicino, tanto ormai aveva letto quello che gli serviva, poi torno a dirigersi per la sua strada.
Mentre Yusei camminava tranquillo e svoltava l’angolo una figura distante solo pochi passi da lui si fermò vicino al cestino, estrasse il giornale e lesse l’articolo in prima pagina, poi lo ributtò.
“Sono famosa, tanto per cambiare…” sorrise maliziosa tornando a seguire la sua preda, ma, prima di svoltare l’angolo, si voltò e scagliò una piuma affilata e nera dentro il cestino.
La piuma si conficcò esattamente dentro la piuma della foto in prima pagina, sorrise ripensando alla sera prima, aveva portato via Yusei e poi era tornata nel vicolo per lasciare il suo segno distintivo, tanto ormai i tre tipi avevano capito che era lei e quindi non aveva senso cercare di nasconderlo, e poi una preda che ti deve un favore torna sempre utile.
Mentre svoltava l’angolo, Fenicia aveva stampato in faccia un sorrisetto malvagio al pensiero di quella che sarebbe stata la sua prossima mossa, le sarebbe bastato portarlo in quel posto, in quel momento, e a quel punto lui non avrebbe potuto rifiutare di seguirla… era perfida, ma non ci poteva fare niente, lei era fatta così. La ragazza si calò meglio sulla testa il capello nero per evitare che qualcuno la riconoscesse e si strinse nel lungo cappotto nero. Ora doveva proprio entrare in azione.

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Fine. Capitolo breve ma interessante vero?
 
Anticipazioni prossimo capitolo:
Yusei recupera il giornale e fa un incontro molto interessante con una stella emergente dello spettacolo e con i suoi fans… e anche uno con due suoi vecchi compagni di squadra… 

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Capitolo 4
*** …si fanno strani incontri ***


Ed ecco il nuovo capitolo. Ci sono dei commenti miei o dei personaggi durante il capitolo (e da ora in poi abituatevi a trovarli), sono in grassetto così se volete potete saltarli facilmente per non perdere il senso e poi magari tornarci dopo.
 
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4. …si fanno strani incontri
 

 
Yusei svoltò un altro angolo ed un altro ancora, non sapeva neanche lui dove stesse andando.
L’unica cosa che sapeva era che si sentiva come osservato, spiato, ma ogni volta che si voltava non trovava nessuno. In realtà qualcuno c’era a guardarlo, sempre quei bambini che non volevano avvicinarsi ma che quasi lo pedinavano, ma la presenza che sentiva Yusei non era quella di quei bambini, non avrebbe saputo neanche lui come descriverla, forse come un’ombra… sì, un’ombra nera.
Yusei sentì un brivido alla colonna vertebrale, mentre svoltava l’ennesimo angolo e si ritrovava vicino al cestino dove aveva buttato il giornale.
Era stato davvero intelligente, girare sempre a destra di un palazzo con quattro lati per quattro volte, dove sarebbe mai potuto arrivare?
Mentre era indeciso su dove andare notò qualcosa che prima non c’era e corse a recuperare il giornale dal cestino. Non si era sbagliato, in prima pagina c’era una piuma nera, una piuma nera di fenice che lui conosceva molto bene, e non era quella nella foto.
Ora capiva il perché di quella strana sensazione ma, nel guardarsi intorno, non notò nessuna persona dall’aspetto sinistro, o ricoperta di piume nere o con due occhi rossi, c’erano solo i bambini ed un signore molto anziano che, Yusei non poteva saperlo, si stava chiedendo perché tanta gente quel giorno recuperasse quel giornale dal cestino.
A quel punto, poiché non sarebbe stato molto carino buttarlo di nuovo dopo essersi infilato la piuma in tasca, lasciarla lì avrebbe potuto scatenare il panico se qualcuno con una vista più acuta di quel vecchietto l’avesse notata, Yusei riprese a passeggiare con il giornale in mano.
Arrivò all’angolo e procedette dritto.
Mentre camminava sfogliava le pagine del giornale: notizie di politica, tanto per cambiare, notizie sportive, ma l’unico passatempo che gli interessava non era citato in quell’edizione, e poi notizie dal mondo dello spettacolo. Nella pagina dedicata alla musica c’era un’intervista ad un certo Giorgio Vanni che aveva appena inciso una nuova canzone il cui ritornello faceva ‘il tuo drago di stelle e di polvere più potente al tuo fianco ritornerà, yu-gi-oh, ti riscatterai, run and go, la tua vita avrai’ o roba del genere, Yusei credeva di averla sentita di sfuggita alla radio ma non ci aveva dato troppo peso perché da quando aveva vinto il torneo alcuni cantanti gli avevano dedicato varie canzoni.
Continuò a scorrere la rubrica della musica fino a trovare la foto di una ragazzina, ragazzina poi, doveva avere all’incirca la sua età, forse un annetto in meno, con capelli biondi-dorati e boccolosi, due occhi blu zaffiro ed un vestitino dai colori sgargianti. La didascalia sotto la foto citava: ‘Angela Hungets, un angelo di nome e di fatto’ e poi c’era tutta l’intervista a questa idol nascente del mondo dello spettacolo. Yusei appallottolò il giornale e lo buttò nel contenitore della carta più vicino, chiunque fosse quella tipa non gli interessava, non l’avrebbe mai incontrata e mai avrebbero potuto avere gli stessi interessi.
Se solo Yusei avesse letto l’articolo fino in fondo e tutta l’intervista completa… (autrice da strapazzo non puoi fare questi commenti, sei tu che lo hai scrittondYusei lo so, grazie, ma quello era un commento per mettere una pulce nell’orecchio ai lettorindme risparmiateli, graziendYusei risparmiateli tu certi commenti, grazie, e torna a camminarendme ecco, dopo parliamo anche di questo…ndYusei).
Mentre Yusei camminava senza meta, ormai aveva abbandonato la ricerca di una destinazione precisa, si guardò intorno e scorse alcuni cartelloni e manifesti pubblicitari per la vendita dei biglietti per il concerto di Angela Hungets, o meglio, li avrebbero venduti se solo non fosse stato tutto esaurito per tutte le date.
Yusei scosse la testa e si voltò, stranamente non si sentiva più osservato come prima, infatti non c’erano più i bambini, dovevano averlo abbandonato vari angoli fa, e per lui era molto meglio così, però voleva sapere se anche l’altra persona che aveva la sensazione lo stesse seguendo avesse smesso; il suo istinto gli diceva di sì e Yusei trasse un respiro di sollievo, però in fondo era in debito con la Fenice Nera, quindi alla prima occasione in cui non avesse rischiato di rimanere ucciso l’avrebbe ringraziata.
Tornò a guardare avanti a sé ma mentre girava la testa con la coda dell’occhio vide qualcosa e si voltò di nuovo, completamente. Quello che vide lo lasciò a bocca aperta, immobile. Ora era nei guai. (e scappa idiotandme ripeto, sei tu quella che sta scrivendondYusei)
Una folla di giornalisti, fotografi e paparazzi correva nella sua direzione, e lui non sapeva dove andarsene per sfuggirgli, ecco, col senno di poi, non era stata una grande idea andare in giro per le strade della città così, a viso scoperto, ma non pensava di essere così famoso.
Mentre cercava una soluzione (e restava immobilendme) si accorse di un’altra cosa, la folla non seguiva lui, ma una figura incappucciata: cappotto lungo nero, occhiali da sole neri e cappello nero (vi ricorda niente, anzi nessuno?ndme), Yusei non riusciva a capire chi fosse, ma doveva essere abbastanza famosa o famigerata a giudicare dal seguito.
Ora, la cosa più saggia da fare sarebbe stata quella di spostarsi sul ciglio della strada e lasciar passare il gruppo cercando di passare a propria volta inosservati e poi magari accendere il telegiornale e capire il motivo di quell’inseguimento; ma questa è la mia fiction e le cose non vanno così.
Yusei rimase immobile, paralizzato, mentre la folla si avvicinava. Alla fine l’impatto divenne inevitabile, solo che non fu con tutti quei corpi che lo avrebbero buttato a terra e poi calpestato, ma solo con la figura in nero che aveva messo, come per magia, parecchia distanza tra lei ed i suoi inseguitori.
La figura doveva essere inciampata in una delle pietre del marciapiede e gli cadde addosso con tutto il suo peso, bloccandolo a terra. Nella caduta aveva perso il capello, già in precario equilibrio, ed una folta chioma bionda era ricaduta boccolosa sulle sue spalle. Yusei sgranò gli occhi.
La ragazza fu rapida e fulminea, in un attimo fu in piedi con in testa il cappello e fu scomparsa in una di quei vicoli. Yusei rimase a terra tutto dolorante.
Yusei con fatica si rialzò mentre i fan scatenati si facevano avanti, anche se non era a lui che miravano in principio dovevano aver visto tutta la scena, perché adesso si erano puntati su di lui.
Yusei sarebbe rimasto lì se qualcuno non lo avesse afferrato per la giacca e non lo avesse tirato dentro un vicolo, al riparo dalla folla, nel buio.
Yusei si voltò a ringraziare il suo salvatore, non sapendo bene se sperare che fosse o meno lo stesso della sera prima, ma non trovò nessuno. Il suo primo pensiero fu che era lo stesso della sera prima, ma qualcuno gli toccò la spalla e lui si voltò di scattò, mettendosi immediatamente sulla difensiva, quando però vide di chi si trattava si rilassò, ma fu anche un po’ deluso.
– Dovresti fare attenzione, quei fan sono molto pericolosi, a proposito, prima quando ti sono caduta addosso non ti ho fatto male, vero? – una ragazza gli sorrideva. Capelli biondo-dorato, boccolosi, lunghi, occhi azzurri come il cielo in una giornata di sole ed aveva indosso un vestitino dai colori sgargianti: maglietta a mezza maniche rosa con cuore rosso di pailettes su minigonna di jeans e scarpette con tacco di pelle rosa.
– No, non mi sono fatto niente, tu piuttosto stai bene…? – domandò Yusei ancora piuttosto intontito.
– Certo, non preoccuparti per me, sono abituata a scappare dai fan, ma tu non mi sembri tanto abituato, eppure sbaglio o sei famoso anche tu…? … Fudo… Yusei Fudo… dico bene?
Yusei annuì, massaggiandosi la testa, non perché gli facesse male dalla caduta ma per la parlantina della ragazza, uno con tutti quei problemi come lui non ce la faceva proprio a vedere una persona così allegra e spensierata. La ragazza dovette accorgersene perché rimase in silenzio dandogli il tempo di riprendersi. Una volta che fu completamente a posto Yusei la squadrò per bene, la ragazza doveva avere la sua età, o come aveva notato prima un annetto di meno, era ben proporzionata ed aveva un seno abbastanza formoso (Yusei, pervertito!ndme) era molto carina e sicuramente aveva parecchi ragazzi che stravedevano per lei, ma lui aveva in testa solo una ragazza (grrrrr…ndme). La cosa che lo lasciò più sorpreso però fu che non vedeva più il cappotto che portava prima, ma, in compenso, la ragazza reggeva in mano un giubbottino di jeans con manica a tre quarti.
– Ma dove… – si lasciò sfuggire e la ragazza lo guardò di sbieco, come a studiarlo ed a cercare di capire se non avesse appena salvato un maniaco pervertito.
– Ehm, sì, scusa… – disse Yusei cercando di salvare la reputazione – in ogni caso, tu sai il mio nome, ma tu sei?
– Non li leggi mai i giornali? – domandò quella e Yusei si sentì percorrere da un brivido freddo al pensiero di quello che aveva buttato per due volte – In ogni caso, io sono Angela Hungets, piacere.
La ragazza gli tese la mano e Yusei gliela strinse: – Sì, lo so. – disse e di nuovo la ragazza lo guardò storto.
Yusei, deciso a ridarsi un contegno, distolse lo sguardo da lei e cominciò ad osservare il vicolo: – Allora, ehm… se ne sono andati quei tipi?
– Sì – rispose quella, semplicemente. E Yusei rimase senza argomenti di conversazione. Per fortuna fu lei che ruppe il silenzio: – E come mai, se posso chiederlo, una celebrità come te stava andando verso la zona malfamata della città?
– Cosa!?! – domandò Yusei e, sporgendosi fuori dal vicolo e guardandosi intorno, riconobbe di essere vicino al luogo dove era stato aggredito la sera precedente. Di nuovo si guadagnò un’occhiataccia dalla ragazza, così ribatté: – Ed una giovane idol come te che ci faceva da queste parti?
La ragazza sembrò presa in contro piede da quella domanda ma rispose: – Hai mai sentito parlare del Royal Restaurnat? È un ristorante carissimo, ma buonissimo, che però sorge proprio al confine tra le due parti di Città di Domino.
– Ah – rispose semplicemente Yusei che non sapeva di cosa stesse parlando la ragazza.
La biondina, non vedendolo reagire, domandò ancora: – Senti, io ci dovrei andare con mia sorella, ma lei è già lì e se dovessi di nuovo imbattermi in quei tipi non so proprio come farei, non è che ad un uomo forte e affascinante come te andrebbe di accompagnarmi?
Stavolta fu Yusei a guardare torvo la ragazza ed il suo tentativo di seduzione, ma in fondo cosa aveva da perdere: – Ok… – assentì a malincuore sperando che Akiza non lo venisse mai a sapere. La cosa assurda non era tanto il suo tradimento ad una ragazza che non aveva neanche mai baciato, ma il fatto che era praticamente stata quella idol a salvare lui, quindi non sapeva proprio che tipo di protezione potesse offrirle. In ogni caso il tentativo di fare colpo era da apprezzare.
Mentre i due stavano per uscire dal vicolo e si guardavano intorno, circospetti, sentirono delle voci e si nascosero di nuovo. Yusei ci mise qualche istante a decifrarle e a capire a chi appartenessero, e gli sarebbe corso incontro se solo la biondina non lo avesse bloccato, afferrandolo per il polso, con una presa di ferro e non lo avesse costretto ad accucciarsi a terra accanto a lei. Fu così che Yusei vide passare davanti a sé, senza poterli chiamare, Crow ed Akiza.
Il ragazzo rimase immobile a guardarli ed a sentire il loro discorso, discorso che non appena sentì gli fece svanire tutta la voglia di abbracciarli.
– Certo che è stato davvero maleducato da parte sua non aprirci – sbuffò Crow, e Yusei capì subito chi era il soggetto di quella affermazione,.
– Già, anche se lo abbiamo un po’ sempre saputo che la galanteria non è il suo forte. E pensare che… –
– Che… –
– Niente! – rispose secca Akiza, per poco non rivelava a Crow i suoi veri sentimenti per Yusei.
– In ogni caso – riprese Crow – non trovo carino che abbia dimenticato in questo modo i suoi amici, il suo team. E se crede che lo chiameremo per il nuovo torneo di duel runner sta fresco. Saremo io, Jack, che ha preso le veci di leader ma almeno è sempre meglio di Yusei, e… beh, tu… – concluse guardando la rossa negli occhi. Yusei scattò in piedi, voleva dire che Akiza non poteva duellare, si sarebbe potuta fare male o peggio, ma Angela lo costrinse a risedersi. Yusei imprecò mentalmente, sia per la sua stupidità sia per il fatto che il citofono esterno della villa fosse rotto e che lui, nella sua stupidità, non aveva voluto far riparare.
– Allora – domandò poi Crow cambiando totalmente discorso – stasera usciamo insieme no, noi due?
 Akiza annuì ed i due svoltarono l'angolo scomparendo alla vista ed all'udito di Yusei.
Rimasero, così, solo Yusei ed Angela, accucciati nel vicolo. Il primo che sentiva una strana stretta nello stomaco che però non riusciva a spiegarsi (si chiama gelosia, geniondme) la seconda che non capiva perché il primo aveva un espressione così strana, così scioccata, così sconvolta in volto.
La Fenice Nera, che aveva assistito a tutta la scena, sorrise.

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E così finisce anche questo capitolo.
 
Anticipazioni prossimo capitolo:
Yusei e Angela vanno al Royal Restaurant, ma sulla strada stanno per avere un incidente e sarà l’intervento provvidenziale di Fenicia a salvare la situazione.

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Capitolo 5
*** Sulla strada del Royal Restaurant ***


Eccomi ancora qui, ma bando agli indugi e passiamo al capitolo, allora, nello scorso capitolo Yusei si è scontrato contro una giovane stella nascente della musica pop di nome Angela Hungets e la ragazza se lo è trascinato al ristorante situato al confine tra le due Domino dove la sta aspettando la sorella. Yusei, dopo aver scoperto che Crown ed Akiza quella sera sarebbero usciti insieme, la segue senza fare obbiezioni.
 
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5. Sulla strada del Royal Restaurant
 

 
Yusei ed Angela camminavano fianco a fianco, anche se la ragazza lo precedeva leggermente per guidarlo, nei vicoli di Nuova Città di Domino, infatti dopo il mancato scontro con i fan della biondina non avevano intenzione di sfidare di nuovo la fortuna.
– Allora – disse la ragazza per fare un po’ di conversazione – quei due tipi di prima, erano tuoi amici?
Angela si stava riferendo a Crown ed ad Akiza, Yusei rispose: – Sì, li conosco. – non gli andava di definirli amici dopo che lo avevano così pugnalato alle spalle, insomma, Crown doveva pur aver notato cosa provava per Akiza – Facevano parte del mio team – e sottolineò l’aggettivo ‘mio’ perché era ancora indignato dal fatto che avevano cacciato dal team 5D’s la loro unica possibilità di vittoria (umiltà fatti da parte… ndme).
Angela annuì, in realtà non le interessava chi fosse il ragazzo, ma voleva sapere se la ragazza era la fidanzata di Yusei, aveva notato come il ragazzo la fissava, ma da quanto aveva capito a stento si potevano sopportare.
– Quindi… – disse la bionda – quella non era la tua ragazza, quindi sei single?
Yusei alzò gli occhi al cielo, ecco che tentava l’ennesimo tentativo di seduzione: – Sì, sono single ora e per sempre, non ho intenzione di stare con nessuna, intesi?
Angela storse il naso, indignata: nessun ragazzo le resisteva mai… anche se in genere usava altre armi per le sue conquiste, ma in quel luogo ed in quell’ora non le pareva molto il caso di sfruttare il resto delle sue potenzialità. Anche se Yusei avrebbe fatto bene a stare attento…
Il ragazzo squadrò la ragazza che di colpo si era zittita, chissà a cosa stava pensando e che cosa aveva in mente, avrebbe fatto bene a stare in guardia, l’universo femminile era pieno di trappole…
Presi dallo squadrasi i due ragazzi non si accorsero del pericolo che stavano per correre. Angela aveva altri interessi e priorità, ma Yusei di solito aveva sempre riflessi pronti.
Per fortuna c’era qualcuno tra loro che aveva sempre i sensi vigili e che assisteva a tutta la scena. La Fenice Nera.
Fenicia rimase per un attimo indecisa se intervenire direttamente od indirettamente, e quell’attimo le fu fatale, Yusei percepì la sua presenza e si voltò, lei però aveva già deciso di intervenire indirettamente ed era andata ad attivare il suo piano. In compenso Yusei si rese conto del pericolo e si buttò su Angela, facendo sì che entrambi rotolassero sul ciglio della strada, evitando di essere investiti da una moto, moto che per altro perse l’equilibrio e cadde un attimo prima di investire i due poveri malcapitati. Il pilota guardò i due ragazzi a terra senza troppa attenzione, peccato altrimenti avrebbe riconosciuto il suo mito sportivo ed il suo mito musicale, si rialzò e ripartì.
Fenicia sorrise e per la prima volta in quella giornata non era un sorriso malvagio, in ogni caso sapeva che aveva rischiato troppo a fare una cosa del genere… salvare un predestinato… lei, eterna loro nemica… però se il predestinato in questione era Yusei Fudo… e se bisognava fare avverare quella profezia… Persa nei suoi pensieri e quindi un po’ distratta decise di sparire per evitare che inavvertitamente Yusei la percepisse ancora.
Anche Angela sorrideva, Yusei l’abbracciava ancora forte e lei considerava quella una piccola vittoria. Per suo dispiacere il ragazzo se ne accorse e si staccò, però le offrì il braccio per aiutarla a rialzarsi. Angela sorrise ancora di più quando, nel rialzarsi, fece finta di mettere male il piede e di perdere l’equilibrio e quindi cadde tra le braccia di Yusei. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo ma non disse nulla, in fondo se si divertiva un po’ che male c’era? Fino a quel momento (dall’inizio della fiction ndme) aveva avuto solo dispiaceri: non lo avevano accettato come scienziato, non lo volevano come duellante, lo avevano allontanato come amico, ora invece aveva trovato una giovane stella nascente della musica che le stava provando tutte pur di sedurlo e lui era pur sempre un maschio (pervertito, tra l’altro ndme)
Indeciso sul da farsi e su come comportarsi lasciò che la ragazza lo trascinasse per i vicoli fino all’ingresso del Royal Restaurant. I due entrarono ed un cameriere gli venne incontro: – Chi siete? Avete prenotato? – domandò rapido e servizievole.
Angela si fece riconoscere ed il cameriere confermò che la sorella era già lì, poi la biondina gli disse che dovevano aggiungere un posto e gli indicò il suo accompagnatore. Il cameriere riconobbe il suo mito sportivo ma si trattenne dal chiedere l’autografo per liggezza(?) al dovere; in compenso accompagnò i due fino ad un tavolo appartato in una saletta privata dove c’era seduta una ragazza.
Angela richiamò la sua attenzione e la ragazza le corse incontro sorridendo, le due sorelle si abbracciarono. Poi la biondina fece le presentazioni: – Yusei, questa è Perla Hungets, mia sorella. Perla, questo è Yusei Fudo, ex capitano della squadra che l’anno scorso ha vinto il torneo di duel monster sulle moto.
In un qualsiasi altro momento Yusei avrebbe contestato che non si trattava di semplici moto ma di sofisticate duel runner, ma era ancora imbronciato per l’appellativo ‘ex capitano’ ma in fondo Angela aveva udito la conversazione tra i suoi due presunti amici.
Perla annuì e tese la mano al ragazzo, Yusei gliela strinse e la osservò: evidentemente la bellezza era una qualità di famiglia. La ragazza doveva avere la stessa età della sorella, anzi, studiandole meglio ebbe la sensazione che fossero gemelle anche se all’apparenza erano diverse, infatti Perla lunghi e boccolosi capelli castani e grandi occhi verde smeraldo che risplendevano denotando un carattere allegro e solare. Indossava un vestitino rosa e degli stivaletti stile country-western dello stesso colore.
Le due sorelle fecero sedere Yusei in mezzo tra di loro e cominciarono a spettegolare del più e del meno, e Yusei si domandò chi glielo avesse fatto fare di accettare, poi però pensò all’invidia che avrebbe potuto suscitare in Jack dicendogli con chi aveva avuto la possibilità di pranzare, anche se forse non avrebbe mai avuto la possibilità di dirglielo.
Si guardò intorno ed osservò le ampie finestre della sala, grazie a quelle si potevano ammirare entrambe le città contemporaneamente e si vedeva svettare imponente il ponte di collegamento che lui ed i suoi amici avevano costruito.
“Quanto vorrei che sparisse, crollasse…” pensò il ragazzo, sarebbe stata la degna fine dei loro sforzi e della loro amicizia.
“Attento a ciò che desideri, potrebbe diventare realtà…” l’ammonimento, l’avviso suonò imperioso nella sua mente però pronunciato da una voce così dolce, sensuale ed ammaliante da non sembrare quasi reale. Di nuovo percepì la stessa presenza che aveva la sensazione lo seguisse da quella mattina e che però gli aveva salvato la vita per ben due volte, senza considerare la faccenda del tavolino, in due soli giorni. Yusei si guardò intorno, ma c’erano solo le due ragazze che lo guardavano un po’ stranite, come se non capissero chi fosse in realtà, e mai lo avrebbero capito, pensava Yusei.
Rassicurò con un cenno le due ragazze e per dimostrare quanto stesse bene sotto consiglio-ordine di Angela firmò un autografo al cameriere che li aveva condotti al loro tavolo e che adesso stava porgendo loro il menù.
Quando il cameriere se ne fu andato ed il chiacchiericcio delle due sorelle cessato perché dovevano scegliere cosa ordinare guardò di nuovo fuori alla finestra, il ponte era ancora lì. Trasse un profondo respiro di sollievo, anche se non sapeva bene il perché, e scorse la lista delle pietanze alla ricerca di qualcosa di gustoso da ordinare, non gli importava se era costoso, aveva tanti soldi sul conto corrente e li voleva spendere per qualcosa che ne valesse davvero la pena, come un pranzo in compagnia di quelle due splendide ragazze.
Eppure, mentre sceglieva, un interrogativo risuonava nella sua mente: “Per quanto durerà ancora?” e non sapeva neanche lui se si stava riferendo alla pace in città, alla presenza del ponte od alla sua felicità.

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E questo è quanto, un altro capitolo breve ma spero comunque avvincente.
 
Anticipazioni prossimo capitolo:
Il pranzo finisce e Perla si congeda dal trio dicendo che deve andare a sistemare le valigie in albergo, infatti rivela di essere appena arrivata dall’America, e, rimasti soli, Angela riesce a convincere Yusei a fare un giro nel parco. Ma questa è la giornata degli incontri assurdi per il ragazzo che infatti incontra Jack, Crow e Akiza. Questa volta tenterà Angela di salvare la situazione, ci riuscirà?

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Capitolo 6
*** STORIA IN REVISIONE!!! ***


STORIA IN REVISIONE!!!
 

È da un po’ che non aggiorno, ne sono cosciente, e se devo dirla tutta sarà per un altro po’ che non aggiornerò; non perché io abbia deciso di abbandonare questa fan fiction (io non abbandono mai le storie, al massimo le sospendo momentaneamente!) ma perché la mando in revisione. Si tratta, questa, della prima fan fiction che ho postato su questo sito (si potrebbe dire ‘il motivo per cui mi sono iscritta qui!’) e per questo motivo, prima di andare avanti voglio revisionare i capitoli di prima che, rileggendo ora, mi accorgo essere non all’altezza di come li ricordavo e poi ci sono alcune cose che devo modificare.
Vi terrò aggiornati su come procederanno le cose, nel frattempo questa storia è sospesa ed in revisione.
Vi ringrazio sicura della vostra comprensione.

magixludo

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Capitolo 7
*** FINE REVISIONE ***


Finalmente ho finito di rivedere i capitoli. Vi consiglio vivamente di rileggerli perché ci saranno parecchie novità.
Appena posterò il nuovo capitolo (e già vi avviso che gli aggiornamenti saranno un po' lenti) eliminerò sia questa nota che la precedente.
Volete sapere di che parlerà il prossimo capitolo? Vi rimando alle anticipazioni con cui si concludeva il capitolo
5. Sulla strada del Royal Restaurant:

Anticipazioni prossimo capitolo:
Il pranzo finisce e Perla si congeda dal trio dicendo che deve andare a sistemare le valigie in albergo, infatti rivela di essere appena arrivata dall’America, e, rimasti soli, Angela riesce a convincere Yusei a fare un giro nel parco. Ma questa è la giornata degli incontri assurdi per il ragazzo che infatti incontra Jack, Crow e Akiza. Questa volta tenterà Angela di salvare la situazione, ci riuscirà?


Bene a questo punto non posso fare a meno di salutarvi e di dirvi di aspettare il prossimo capitolo che poi sarò io ad aspettare le vostre recensioni. A presto!

magixludo

P.S. Sono orgogliosa di me stessa, a revisionare ci ho messo meno tempo di quanto pensassi; sono stata brava o no?

 



 

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