Dammi un pastello

di rainicornsan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Draco x Asteria ***
Capitolo 2: *** Seamus x Lavanda ***
Capitolo 3: *** Percy x Audrey ***



Capitolo 1
*** Draco x Asteria ***





Draco Malfoy x Asteria Greengrass

Narcissa spinse il figlioletto verso il tavolo di mogano pregiato.
"Dai, colora con Asteria!".
"No! E' antipatica!".
"Ma se non ci hai ancora parlato!".
"Ha la faccia antipatica!".
Narcissa si innervosì e gli mise in mano una scatola di pastelli.
Draco, spazientito, si decise a sedersi di fianco a quella rompiscatole.
Purtroppo Daphne, che aveva la sua età, non era potuta venire, e così aveva dovuto ripiegare su quella stupida bimbetta.
Non era stato obbligato, era stato lui ad aver ripiegato su quella piattola.
Draco Malfoy sceglie, non è obbligato a scegliere.
Asteria alzò il capo dal suo foglio e gli lanciò un'occhiata calcolatrice e fredda.
Aveva gli occhi grigi, proprio come i suoi. Invece Daphne aveva gli occhi azzurro ghiaccio.
Sarebbero sembrati fratelli, lui e quella stupidella, se non per il colore castano scuro dei capelli di Asteria.
"Mi presti un pastello?".
Lui alzò le sopracciglia sorpreso.
"Di che colore ti serve?".
"Lo voglio verde. Verde come un serpente.".
Lui glielo allungò. Lei tese la mano per prenderlo, ma Draco portò il pastello fuori dalla sua portata e le sibilò in tono di sfida:
"Si dice per favore, mocciosa!".
Lei lo guardò male e chiuse gli occhi. Per un secondo, Draco ebbe la sensazione che stesse per mettersi a piangere.
Ma sentì la mano scottare e insieme ghiacciare. Con un fremito, mollò il pastello.
Asteria lo afferrò e si mise tranquillamente a colorare. 
Dopo pochi secondi, si fermò e gli disse a bassa voce: "Io non chiedo per favore. Mai.".
Impassibile, lui le lanciò un'occhiata di sottecchi.
Aveva fegato la mocciosa. Ma nulla di più. Si sarebbe vendicato.
Avere fegato non significava non incorrere nell'ira di Draco Malfoy.

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Capitolo 2
*** Seamus x Lavanda ***


Seamus Finnigan x Lavanda Brown

Seamus stava traballando verso una panchina.
Sua madre lo accolse tra le braccia e lo fece sedere di fianco a lei.
Gli mise un foglio sulle ginocchia.
Lui afferrò un pastello lilla. Cominciò a disegnare un bel fiore.
Dopo una ventina di minuti, il fiore pieno di ghirigori disegnato con la massima cura -o almeno secondo il suo modesto parere di bambino!- era finito.
Seamus ne contrastò la perfetta somiglianza con quelli che spuntavano dai cespugli di quel bel parchetto per bambini.
Solo quando alzò gli occhi notò un paio di occhi castano chiaro che lo scrutavano curiosi da dietro un minuscolo scivolo a forma di elefante.
Una massa di capelli molto crespi scomparve di colpo con una risatina. Lui si alzò in piedi, rovesciando tutto quello che aveva sulle gambe.
Sua madre emise uno squittio infastidito mentre raccoglieva tutto.
Seamus corse fino al punto dove quella cosa era scomparsa.
Una bambina uscì ridendo come una matta. Aveva un faccino roseo e allegro e degli occhi curiosi.
Seamus le corse dietro piuttosto arrabbiato.
Cosa aveva da guardare? La raggiunse, dato che era molto più veloce di lei.
Lei emise una risatina infantile e si chinò dandogli un bacetto sul naso.
Lui arrossì. "Non lo fare più! E non so neanche come ti chiami!".
"Beh, io sono Lavanda! E tu sei..." rispose allegramente lei.
"Io sono Seamus Finnigan! E sono un irlandese! E gli irlandesi sono fortissimi!" disse lui con orgoglio.
Lei lo guardò dubbiosa per poi dire: "Ma cosa stai disegnando?".
"Un fiore. Viola.".
"Posso vedere?".
Seamus corse a prenderlo.
Lei sorrise: "Ma è una lavanda!".
"Cos'è una lavanda? E comunque io devo andare. Ciao! Tieni il disegno!".
Lavanda lo guardò triste, e poi disse: "No, tienilo tu. Comunque lavanda è il fiore del mio nome...".
Lui prese il foglio e andò verso la panchina salutandola con la mano. Poi, arrivato da sua madre si bloccò. 
Frugò nella sua borsa, corse dalla bambina che lo stava ancora guardando, e le mise fra le mani l'oggetto.
Infine, senza salutarla, filò via rossissimo per la seconda volta.
Lei schiuse le mani. Fra le sue dita sottili stava un piccolo pastello lilla.

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Capitolo 3
*** Percy x Audrey ***



Percy x Audrey

Percy si svegliò. Era in una piccola culla azzurra.
Alzando il capo per quanto glielo consentissero i suoi dieci mesi, vide di fianco a lui un'altra piccola culla, però gialla.
Giallo girasole.
A fatica colse le parole di una donna che la faceva oscillare leggermente.
"Sai, Molly, è da ieri che ce l'ha in mano e non vuole mollarlo! Abbiamo provato di tutto, ma niente.".
"Non fa niente, sai come sono i bambini, però basta che non si metta a succhiarlo! Le potrebbe venire qualche malattia!".
Percy si issò a fatica sul bordo della culla, e guardò dentro a quella vicino a lui.
Una bimba più o meno dei suoi mesi lo osservava attenta. Tra le mani aveva un piccolo pastello color girasole.
Si mise seduta con molta meno fatica di lui, si tolse il ciuccio dalla bocca e disse, gorgogliando un pò:
"Io Audrey.".
Lui fece una smorfia buffa e rispose: "Io sono Percy. Ma sai parlare?".
La donna rise. Sua madre lo fulminò con lo sguardo.
Audrey scosse il capo.
Tese la manina e gli allungò il pastello. Guardandola perplesso, Percy lo prese e disse: "Grazie.".
Lei gli fece un sorrisone, fece 'ciao' con la manina e si stese di nuovo.
Molly Prewett e la sua amica avevano gli occhi fuori dalle orbite.
"Ma... ma... l'ha mollato?".
"Hai visto bene, cara.".

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