Catnip

di Liz_P
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Catnip ***
Capitolo 2: *** Sta tornando a casa ***



Capitolo 1
*** Catnip ***


CATNIP


«Mamma! Che cos’è questo?» una bambina di dieci anni entra in cucina correndo seguita a ruota dal fratello, di due anni più piccolo. I capelli castani della piccola sono raccolti in una comoda treccia, mentre quelli biondi del fratello sono lasciati liberi a sfiorargli le orecchie.
«Cosa tesoro?» le chiedo io, non riuscendo a vedere quello che tiene in mano. Sono ai fornelli intenta a preparare la cena e mia figlia è proprio dietro di me.
«Questo» mi risponde la piccola, porgendomi l’oggetto di tanta curiosità. Ma non appena lo prendo in mano il mestolo che ho nell’altra cade rovinosamente a terra, schizzando sugo ovunque. Un sottile nastro rosa, delicato e bello. Il nastro di Lady, la capra di Prim.
«Dove l’hai preso?» chiedo calma, senza permettere alle lacrime di prendere il sopravvento.
«L’ho trovato in uno dei tuoi cassetti, volevo mettermi uno dei tuoi vestiti» mi risponde lei, sempre sorridendo. Evidentemente non si rende conto di quello che ha trovato, e come può? Io e Peeta non abbiamo mai raccontato ai nostri figli degli Hunger Games, certo sanno che vi abbiamo partecipato e che abbiamo vinto, ma non sanno di Prim morta a causa di una bomba ideata da Gale e non sanno nemmeno della rivolta a cui abbiamo preso parte.
Mi siedo calma sulla sedia, facendo cenno ai miei due figli di fare lo stesso: è il momento di raccontare loro la verità. Mi dispiace solo che Peeta non sia presente, ma forse è meglio così, ogni tanto le allucinazioni prendono ancora il sopravvento.
«Vedete, questo nastro apparteneva a mia sorella..» e comincio a raccontare, senza omettere niente. Raccontare quelle cose mi fa tornare in mente ricordi che avevo cercato di dimenticare e lacrime calde rigano le mie guance. Alla fine della storia i miei due figli sono senza parola, ma dopo un minuto la maggiore prende la parola.
«Mamma, zia Prim com’era?»
Zia Prim. Che strano. Solo ora mi rendo conto che, se Prim fosse ancora viva, sarebbe zia, e probabilmente avrebbe anche dei figli.
«Oh, lei era bellissima. Aveva splendidi capelli biondi e occhi azzurri, come papà, che io invidiavo tanto. Mi ricordo che le facevo sempre due trecce, come le mie, e lei mi ringraziava sempre. Era dolce e aiutava sempre il prossimo, era disposta a tutto. È morta per aiutare i bambini in difficoltà, sapete, faceva la dottoressa nel distretto 13» a questo punto calde lacrime scendono di nuovo a rigare le mia guance.
«Mamma?» chiede mio figlio, dopo svariati minuti di silenzio.
«Sì amore?» tento di darmi un contegno, devo farlo per loro, devo farlo per i miei bambini.
«Dov’è ora Gale?» la domanda mi spiazza completamente e rimango a fissarlo, a bocca aperta.
«Cosa?» chiedo, riprendendomi di colpo.
«Dov’è Gale?» ripete mio figlio, ignaro dell’effetto che le sue parole hanno avuto su di me.
«Gale..» ripenso a lui, al nostro bacio nel bosco, a quando si è offerto volontario per la missione di salvataggio a Capitol City, a come ha sempre combattuto al mio fianco..e mi viene in mente Prim, che è morta a causa di una bomba, la sua bomba. «Non lo so» dico fredda, senza far trapelare alcuna emozione. Ancora oggi mi turba parlare di lui, anche perché non so più niente di lui da quando sono tornata a casa finita la guerra. I miei sentimenti per lui sono stati un mistero anche per me: lo amavo? Sì, c’è stato un periodo in cui l’ho amato. Lo amo ancora? No. Non dopo quello che ha fatto a Prim. Per quello non lo potrò mai perdonare. Di lui so solo che dopo che siamo tornati a casa è andato nel Distretto 2 per dare una mano a sistemare, ma non mi è mai importato sapere alcunché di lui. È un capitolo della  mia vita chiuso ormai.
«Katniss?» mi chiama Peeta all’improvviso, distogliendomi dai miei pensieri tristi.
«Peeta. Come sta Haymitch?» gli chiedo io, alzandomi e andandogli incontro.
«Sta bene, credo. È da un po’ che non beve, dice che lo fa per Effie. Penso che lei sia la cura che gli serviva» mi risponde, abbracciandomi.
«Papà papà! La mamma ci ha raccontato una storia!» grida il mio secondogenito all’indirizzo di suo padre. Lo sento sorridere tra i miei capelli, poi si stacca da me e si appoggia allo schienale della sedia per parlare con suo figlio che è dall’altra parte del tavolo.
«Ah sì? E che storia?» gli chiede lui, stando al gioco.
«La storia della zia e dell’amico di mamma» risponde lui semplicemente. Poi, con la sorella al seguito, esce dalla stanza per andare a giocare.
«La storia della zia?» sussurra Peeta tra sé, poi sembra capire e lo vedo stringere le mani attorno allo schienale della sedia sulla quale è appoggiato, segno che sta avendo di nuovo uno dei suoi flaskback. Mi avvicino a lui e lo abbraccio da dietro, cercando di trasmettergli tutto l’amore che provo per lui e che, ora lo so, ho sempre provato.
«Sto bene Katniss» mi sussurra lui, voltandosi. Mi dà un delicato bacio sulla fronte, poi si mette una mano in tasca e estrae una busta.
«Questa è appena arrivata, è per te» me la porge, poi esce dalla stanza e va a giocare con i suoi figli. Io fisso la busta: sul retro è scritta una sola parola: Catnip.
Questa busta viene dal Distretto 2. 


Questa è la mia prima One Shot su Hunger Games, ma in passato ne ho scritte tre su Harry Potter. Spero che vi piaccia, ho fatto del mio meglio per rendere a parole quello che la mia mente aveva pensato, lasciate una recensione!
Liz_P

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Capitolo 2
*** Sta tornando a casa ***


STA TORNANDO A CASA



Mi siedo sulla sedia, lasciando perdere per un attimo il sugo sul fuoco, e metto la lettera sul tavolo. So esattamente di chi è, e ho paura ad aprirla. No, non paura: ansia. Sono anni che non lo sento, anni che non ho sue notizie e anni che non mi preoccupo. Non posso fare a meno di chiedermi come mai mi scrive, ma l'unica risposta che trovo è che, per scoprirlo, devo aprire e leggere quella lettera.
Con molta calma la apro e la stendo sul tavolo, poi faccio un respiro profondo e comincio a leggere.
 
Ehi Catnip, come va?
Domanda stupida vero? In fondo, non sono mai stato bravo con le parole. Peeta lo era, sarà per questo che l'hai sposato.
Sono nel distretto 2, mi sono fermato qui dopo la rivolta per aiutare a sistemare, ma poi non me ne sono più andato.
Ricordi quel giorno nel bosco, quando mi hai chiesto di andarcene e io ti ho baciato? Ecco, io li sentivo di amarti, amarti sul serio. È sempre stata una sofferenza per me vederti in televisione baciare Peeta, anche se facevi tutto per le telecamere. Ma non era così vero? Non era tutto per le telecamere. Tu lo amavi sul serio. Io me ne ero accorto: lo guardavi esattamente nello stesso modo in cui io guardavo te.
Proprio per quel motivo mi sono offerto volontario nella missione di salvataggio, perché sapevo che senza di lui non saresti sopravvissuta, saresti crollata. Esattamente come sarei crollato io senza di te.
So cosa ti stai chiedendo. Come osa lui, dopo che ha fatto quello che ha fatto, scrivermi una lettera e parlarmi come se non fosse successo nulla? Vedi, non passa giorno in cui io non mi senta terribilmente in colpa. Non avrei mai fatto niente che potesse far del male a te o a lei, lo sai, se solo l'avessi saputo.
Ero tormentato da incubi in cui vedevo bombe, bambine, paperelle e tutto andava a fuoco, e tutti dicevano che era colpa mia. Mi svegliavo nel cuore della notte urlando e sentendomi terribilmente in colpa. Questo almeno finché non è arrivata lei.
Le notti sono meno tragiche con lei, mi sveglio urlando e la trovo li, con me, che mi aiuta. E io sono più tranquillo perché so che c'è qualcuno con me. Piano piano gli incubi sono spariti, quasi del tutto, ma lei è rimasta, ormai avevamo bisogno l'uno dell'altra. Ormai, Johanna non è più sola.
La settimana prossima devo tornare nel 12, mi hanno incaricato di trasportare li un carico di merci. Non verrò a cercarti se non vorrai, ma se mi vorrai vedere sai esattamente dove trovarmi.
Mi dispiace tanto per Prim, le volevo bene come a una sorella. Nonostante tutto sei ancora la mia Catnip, la mia migliore amica e ti voglio bene.
Gale
 
Sento gli occhi umidi e mi costringo a fare un respiro profondo per calmarmi. Gale sta venendo qui, nel 12, a casa. "No" mi dico. "Il 12 non è più la sua casa. Lui ora vive nel 2, con Johanna". La cosa mi fa molto piacere, ma sento che, in cuor mio, non so se sarò in grado di perdonarlo. Ha ucciso mia sorella, ha creato una bomba per uccidere persone innocenti solo per farci vincere la rivoluzione.
Sento Peeta tornare in cucina e cingermi le spalle da dietro.
«Katniss va tutto bene?» mi chiede, notando i miei occhi lucidi.
«No» rispondo io, allungandogli la lettera. Nel corso degli anni tutta la mia freddezza e ostinazione sono andate scemando, merito di Peeta che mi ha insegnato ad essere più aperta e gentile con gli altri. Ormai io e lui condividiamo tutto, perciò non vedo perché nascondergli la lettera.
Resta due minuti in silenzio, poi si inginocchia e mi guarda dritto in faccia.
«Katniss, sai esattamente cosa fare»



A grande richiesta, ecco la lettera. Devo ammettere che ero un po' restia a pubblicarla, in fondo la One Shot era completa anche senza questo capitolo, ma alcuni di voi hanno insistito tanto.
Spero che vi piaccia, ci ho messo tutto il mio impegno. Beh, se vi è piaciuta recensite!
A presto, 
Liz

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