Saving us

di cerconicknamesugoogle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** 1 ***


SAVING US
 
Why do we sit around and break each other's hearts tonight?
Why do we dance around the issues 'till the morning light?
When we sit and talk and tear each other's lives apart. 

You were the one to tell me go...

Serj Tankian


 
Sasuke
La roba è tagliata male. Tanto male da meritare un viaggio di sola andata nel cesso, senza il privilegio di una dosa di prova.
Ci pensa, Sasuke, ma alla fine conviene che non valga la pena rovinarsi con quella schifezza. La butta nel fondo di un cassetto con malagrazia e non ci pensa più. Poi si sdraia sul divano e smette semplicemente di pensare.
Gli piace il divano. Quel divano. Sa di cocaina, e siringa nuova.
Profuma anche di sperma. Dello sperma del biondino.
Sasuke ad un certo punto pensa.
Si chiede se tornerà, quel biondino. Se faranno ancora sesso assieme. Cristo, il sesso col biondino vorrebbe proprio rifarlo.
Quasi quasi fa scivolare una mano nei pantaloni, al pensiero, ma poi si ricorda che è stanco e che l’odore dello sperma del biondino verrà coperto dall’odore del suo, se si fa una sega lì. Allora torna a fissare con rinnovato interesse il soffitto ed al biondino non ci pensa più.
Ogni tanto il telefono squilla.
Driin, driin. 
Sasuke non risponde.
Probabilmente è solo il dipendente di un call-center per creme, o di una qualche altra azienda di cui a lui non frega un cazzo. Una sua conoscente, Karin, lavora in uno di quei posti. A pensarci, Karin è la dimostrazione che quei luoghi ti fottono la vita. Sbuffa, Sasuke, e torna a rivolgere la sua mente al soffitto.

Driin, driin.
“Idiota, dove cazzo sei? Muovi il culo e vieni giù alla settima fermata appena senti il messaggio.


La voce è di Suigetsu. Solo Suigetsu gli lascia messaggi in segreteria. Vuole comprarsi un lotto, Suigetsu, dice di voler fare un colpo grosso. Blatera che lo può mettere in culo a tutti quegli spacciatori della settima strada, giura che presto lo farà. Lo dice da due anni.
Sasuke, comunque, non gli ha mai creduto. Lo sa come sono i tipi sull’onda di Suigetsu. Sa quante utopie popolino la loro testa. Sa quante promesse vane si facciano ogni giorno. Come ogni drogato che si rispetti.
A dirla tutta, Sasuke trova divertenti quei cocainomani. Dicono sempre le stesse frasi, nel corso della loro carriera, eppure nessuno è mai d’esempio a nessun altro. “Io mi so controllare molto bene” o “Questa è l’ultima volta” o anche “Dopo questa li fotto tutti e mi sistemo”.
Sasuke sa che sono balle e non lo nasconde. Lui sa che la cocaina lo sta ammazzando, poco alla volta. Ha semplicemente accettato il fatto e continuato a fare quello che fa da tempo. Drogarsi e scopare. La cosa gli va bene così.

Driin, driin. 
“Sasuke, sono Itachi. È da un po’ che non ti fai sentire, va tutto bene? Mercoledì c’è la cena in famiglia. Devi venire, papà è fuori per lavoro. La mamma cucinerà per noi due. Fatti trovare davanti alla fermata del bus sotto alla stazione, passo a prenderti. Chiamami, se ti va. Lo sai che per te ci sono sempre. Ciao, otouto. BIIP.” 

I suoi occhi sono rimasti incollati al soffitto per tutta la durata del messaggio. Le mani si sono strette a pugno, fino a piantarsi le unghie nei palmi. Un rivolo di sudore è sceso a imperlargli la fronte.
Sasuke non si presenterà alla fermata dei bus. Itachi che ha chiamato, probabilmente, è a conoscenza di ciò. Curioso come il suo nii-san non si sia ancora arreso, con lui, quando il resto del mondo punta il dito indicandolo accusatore.
Un po’ a Sasuke dispiace per Itachi. Sa che lo sta deludendo. Sa che, presto o tardi, anche lui s’arrenderà all’evidenza dei fatti. Sasuke è un drogato, un cocainomane che fa qualsiasi cosa pur di trovare la roba e che, lentamente, cala nell’abisso dove essa lo condurrà.
E non ha alcuna voglia di essere salvato.
Vorrebbe dirlo, ad Itachi.
Non lo farà. 

 
Sakura
“Pronto?”
“Salve, signora. Sono Sakura Haruno del centro vendita degli elettrodomestici verdi. Mi scusi se la..”
“No, guardi, non m’interessa”
“Oh, ma non deve per forza comprare. La prego di ascoltarmi, signora, sono certa che troverà i nostri..”
BIIP, chiamata terminata.

Sakura emette uno sbuffo infastidito. Appoggia il ricevitore e chiude la chiamata, già precedentemente interrotta.
Sono le undici di mattina. Ha mal di testa. Con un veloce scatto d’occhi controlla la postazione caffè, aldilà di tutte le micro-scrivanie dei suoi colleghi. Con rimpianto ricorda che mancano ancora due ore ai quindici minuti di pausa che le sono concessi.
Sbuffa, mentre il microfono va automaticamente ad un altro numero casalingo.

“Pronto?”
“Buongiorno, sono Sakura Haruno del centro vendita dei…”
BIIP, chiamata terminata.

Nota con rancore che lo smalto viola elettrico, che si è fatta mettere da Ino Yamanaka giusto una settimana prima, sta già venendo via dalle unghie. Si passa il pollice della mano destra sulle altre dita, sfiorando i residui brillantinati. Peccato. Quello smalto le piaceva.
Mentre il microfono scatta su un altro numero, decide che se lo rimetterà quella sera stessa. Potrebbe anche chiamare Ino per una serata fra amiche. Guarderebbero insieme un film e sparlerebbero dei vicini. La sua mente corre dietro a queste congetture. Intanto Sakura può sentire con chiarezza sé stessa dire:

“Buongiorno, sono Sakura Haruno dal centro vendita degli elettrodomestici verdi. La chiamo per informarla di una promozione della nostra ditta. Facciamo uno sconto del venti per cento ad ogni el..”
“Siamo a posto. Non chiamateci più”
BIIP. Chiamata terminata.

Si schiarisce la gola, sospirando.
Non è affatto brava in quel lavoro. Non è brava nell’investire la gente con le parole. Non è brava a convincere qualcuno che nemmeno ha visto in volto a prendere in considerazione qualcosa che lei per prima scarterebbe. E poi, lo sanno tutti che quella degli elettrodomestici “verdi” è una buffonata. L’ennesimo spot privo di valore che serve solo ad attrarre clienti.
Sospira, ripromettendosi che a fine primavera  farà di nuovo richiesta da qualche altra parte.
Se la carta valesse qualcosa in più, a quest’ora Sakura sarebbe specializzanda in un ospedale universitario. Un anno prima s’è laureata a pieni voti in medicina.  Ha fatto anche uno stage, come assistente infermiera. Niente di che, perlopiù puliva il sedere dei vecchi che in ospedale erano andati a crepare.
Però, a ripensarci, Sakura rimpiange con tutta sé stessa quei cinque mesi. Quanto vorrebbe che la sua carriera da medico non fosse stata tranciata così nettamente.

“Salve sono Sakura Haruno, la chiamo dal..”
BIIP, chiamata terminata

L’ipotesi di sentire Ino per farsi rimettere lo smalto è allettante. Potrebbe anche uscire, andare al pub o in una discoteca a caso.
Chiamerebbe Tenten, la convincerebbe a venire.
Potrebbe pure andare al cinema, magari. Si, proprio quella mattina aveva pensato che le sarebbe piaciuto vedere quel film nuovo, americano... Non lo farà.
Non farà nulla di tutto questo.
Andrà a casa appena finito l’orario di lavoro. Mangerà con qualche cibo precotto preso dal mini-market sotto casa sua. Si sdraierà sul divano. Piangerà.
E intanto, i rumori di un talk show alla tv celeranno i suoi singhiozzi.
“Salve, sono Sakura Haruno”
 
 
Naruto
Linee nere compaiono sul volto al passaggio dell’indelebile. Tre per guancia, come fossero baffi.
Naruto si guarda allo specchio, un enorme sorriso sul volto. Ha un che di felino, pensa ammirato. L’indelebile è stata una gran bella trovata. Gli da un che di trasgressivo, di ribelle, che proprio lo fa sembrare una rock-star.
Alla faccia di Kiba, che pensava fosse adatto solo ad essere un membro di seconda classe di qualche boy-band pop per ragazzine. No, lui è un chitarrista vero, ora. Uno di quelli che fanno hard rock e che di tanto in tanto sfociano nel metal duro. Uno di quelli che spaccano tutto ogni sera, salendo sul palco con la chitarra. Alicia. L’ha chiamata così. Gli ricorda il suo gatto morto.
<< Cazzo Naruto, sembri proprio un topo morto >> Alle sue spalle il batterista della band lo guarda nello specchio. Ride.
Naruto liquida Choji con un’ occhiataccia. Si sente davvero figo, stasera. Uno di quelli che rimorchierà di più a fine serata.
<< Ehi amico! Siamo in tinta! >> Kiba fa capolino dal bagno, due triangoli rossi dipinti sulle guance. Si sorridono.
Cazzo, sono delle fottute rock-star.
Gaara alza un sopracciglio, guardandoli. Non apre bocca. Anche lui sembra una rock-star, con la notevole differenza che lui ci assomiglia sempre. Non solo stasera. Da quando usa la tinta rossa per i capelli e l’elyner agli occhi ha acquisito un look dark che lo contraddistingue fra la folla.
Neji e Shikamaru sono un’ altra cosa.  Se ne fregano di quella roba. Se ne fregano dell’aspetto. “Vogliamo solo suonare” dicono. Sono in quella band per la musica. Non per spaccare tutto.
È stato proprio Shikamaru, chitarrista e seconda voce, a scegliere il loro nome. “Victims”. 
Ad essere sincero Naruto non ne ha ancora capito la storia. Sa solo che ha a che vedere con i System of a Down ed una poesia. Dovrebbe chiedere come abbinare le due cose. Se ne frega.
<< Siete pronti? >> Neji non fa che passarsi la mano fra i lunghi capelli. È chiaramente nervoso. I suoi modi pacati sono sostituiti da movimenti serpentini e sudore alla fronte.
<< Certo >>  Choji gioca con le bacchette della batteria. Shikamaru, dietro di lui, annuisce. Stanno per suonare al Konoha. È uno dei locali più famosi in città, dove circolano sempre un mucchio di produttori. È la pista di lancio per future icone del rock. è la loro possibilità. La loro unica chance.
<< Mancano cinque minuti >> Commenta Gaara, pacato. Fra il pubblico ci sono sua sorella Temari e suo fratello Kankuro.  Non l’hanno mai sentito con la band. Questa sarà la prima volta.
<< Ricordate la scaletta >> Comincia Shikamaru, elencando le canzoni. Perlopiù fanno cover, giusto un paio di originali verso la fine. Sono il secondo gruppo della serata, suoneranno per poco più di un’ora. Devono darci dentro, dimostrare di essere tosti, se non vogliono che il pubblico in sala cominci ad invocare la band a loro seguente.  Quelli fanno le cover dei Defotnes. La gente affamata di metal lo sa.
<< .. Dopo viene Losing my religion, versione dei Lacuna Coil. Poi c’è.. >> Naruto ha già memorizzato la scaletta. Inutile prestare attenzione all’amico.  Mentre giocherella distrattamente con uno dei suoi capelli, Gaara gli si avvicina.
<< Sei pronto? >> Lui scuote le spalle con noncuranza. Pronto o no, andrà comunque in scena.
<< Lo sarei di più con un portafortuna >> Sussurra, un sorrisetto malizioso sulle labbra. Gaara alza gli occhi al cielo, si china su di lui.
Shikamaru non presta attenzione ai due che si baciano, mente continua a spiegare.  
<< Ragazzi, è il vostro turno >> Un membro dello staff entra nella stanza, un sorriso di circostanza sul volto.
Naruto esala un respiro, come fosse l’ultimo.
<< Okay gente >> Dice, staccandosi definitivamente dal fidanzato << Andiamo a spaccare tutto >>





Angolo Wani:
Innanzitutto chiedo scusa per qualsiasi cafonata abbia scritto. Errori grammaticali, periodi indecenti.. Sono sicura di averne scritti motli quindi, se avete tanta pazienza, riportatemeli gentilmente. Sono il mio punto debole, non posso migliorarlo se non me li si fanno notare!
Detto questo, grazie. A chiunque stia leggendo qui, a chiunque abbia letto tutte le mie oscenità.
Siete davvero coraggiosi se siete arrivati qui in fondo^^
Scherzi a parte, spero che un po' vi abbia preso. So piuttosto bene come fare andare avanti questa specie di esperimento e vi avverto che sarà una long molto poco lunga. Tre capitoli sono il mio progetto attuale!
Chiariamo subito. NON è una storia d'amore. Sasuke, Sakura e Naruto NON finiranno per fare cosaccie assieme. NON descriverò scene sessuali spinte ( come avrete capite dal raiting ). Beh, quest'ultimo NON è dato dal fatto che non sono capace di scriverle, ecco.
Piccola specificazione: il titolo viene da una canzone di Serj Tankian. Uomo con cui sono giusto un po' ( tanto e troppo ) in fissa. è il mio idolo. Sono giovane, ho diritto di averne uno!
Beh, grazie mille.
Wani

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Capitolo 2
*** 2. ***


But you were the one for me,
And now you're going through the door,
When you take that step
I love you baby more and more,
We need to laugh and sing and cry
And warm each other's hearts tonight,
Having fun of everything
And loving all of mother god



Sasuke
Non è mai stato tanto irritato in tutta la sua vita. È da quella volta che un tizio ubriaco l’ha preso a secco dietro al Night, che non sente quel prurito alle mani che gli dice “avanti, prendilo a pugni”.
Lui non sa come sia successo. Sasuke non sa come ha fatto ad arrivare dove è ora.
È sicuro che non era quella la sua meta iniziale. È sicuro che non lo sarebbe mai.
Non ha mai desiderato una fine così.
Non ha mai voluto questo.
Eppure eccolo lì.
Non nel giro della droga. Figuriamoci, sa perfettamente come ha cominciato a bucarsi e la sua fine gli appare di giorno in giorno più bella.
Sasuke non comprende come ha fatto a finire proprio . Nell’appartamento di suo fratello Itachi. Seduto ad un tavolo a chiacchierare amabilmente con lui ed il suo fidanzato. Il biondino.
Quel biondino.
Quello incontrato in tabaccheria per caso due settimane prima. Quello con cui ha fatto sesso sul suo divano.
Deidara sorride, ride alle battute insicure di Itachi e sfoggia un’espressione amabile. Un po’ strana, un po’ inquietante. Un po’ da checca, anche. Come quelle di quei gay che tanto si divertono a fare gli stereotipi. Forse a Deidara il gene dello stereotipo circola nelle vene. Magari ci si buca.
Ha fatto finta di non sapere chi fosse, Deidara. Davanti ad Itachi, il biondino gli ha stretto la mano squittendo un “felice di conoscerti” . Sasuke lo sa, che ha solo recitato. Che non si è dimenticato.
Primo, il sesso con lui non se lo dimentica nessuno. Secondo, il biondo ha provveduto bene a dargli una pacca sul culo, quel culo che s’era scopato, mentre Itachi era distratto. Ora sono seduti al tavolo.
Ancora Sasuke non ha capito cosa ci faccia lì. Sa solo che per sbaglio è uscito a fare la spesa, siccome il frigo era vuoto, e per sbaglio ha incontrato Itachi davanti al reparto surgelati del mini-market. Poi il fratello lo ha trascinato, prendendolo in contropiede, in quella intima cenetta.
Ora vuole solo una dose.
Non può chiederla ad Itachi. La chiederebbe a Deidara, ma crede di dover essere arrabbiato, con lui. Non ne è sicuro. Una brava persona sarebbe arrabbiata se il fidanzato del proprio fratello lo tradisse?
<< Allora, tu che fai nella vita? >> Il biondo è una vipera. Una vipera gialla col ciuffo. Magari apparirà in uno dei suoi incubi, le prossime notti. Deidara sa perfettamente che Sasuke non ha un lavoro. Che sua madre gli spedisce soldi ogni mese per potersi convincere di essere una buona madre. Deidara sa che Sasuke si droga. Sa anche in che buco vive, l’ha visto. A Sasuke non piace che una vipera gialla sappia così tante cose di lui.
<< Nulla >> Mugugna, in risposta. Sente gli occhi di Itachi addosso. Ne incrocia lo sguardo, mentre si porta un pezzo di pollo arrosto alle labbra. Deidara sbuffa, squittisce qualche altra frase e la cena prosegue.

<< è bello rivederti, Sasuke >> Il biondino sorride, seduto sul divano. Itachi ora è in cucina che sistema i piatti, non li può sentire.
<< Sapevi che sono suo fratello? >> Al moro non piace girare intorno alle questioni. Va subito al dunque e s’aspetta che Deidara faccia altrettanto. La vipera gialla col ciuffo alza gli occhi al cielo e fa qualche strana espressione. Poi risponde
<< Quando t’ho scopato? No. Avevo notato la somiglianza, sicuro. Ma non mi hai mai detto il tuo cognome, ed il tuo culo era troppo invitante per pensarci su >> Possiede una schiettezza bambinesca, la vipera gialla, che a Sasuke piace. La trova priva di quella comune ipocrisia che riscontra sempre nelle persone accanto ad Itachi. Gli piace di meno che si siano fatti in circa sette posizioni diverse, comunque.
<< Mi pare di capire che tu e mio fratello stiate insieme >> I suoi occhi non ammettono possibilità di fuga. La vipera non ci prova neanche, a scappare. Sembra perfettamente a suo agio in quella discussione.
<< Si. Da quasi sette mesi. Lui mi è fedele >> Sasuke si ricorda del sesso che ha fatto con il biondino. Davvero strepitoso. Deidara probabilmente sembra un passivo, e sicuramente con Itachi riveste quel ruolo, ma da attivo non è niente male. Sasuke ricorda ancora la sua presa salda sui glutei e la lingua che gli leccava il collo, l’orecchio ed il cazzo. Sarebbe bello riprovarlo. Si dice che non ci deve pensare. Che lo deve a suo fratello. Non ci crede nemmeno lui.
<< Allora, volete un caffè? >> Itachi riemerge dalla cucina con un sorriso sulle labbra. Una persona qualsiasi potrebbe pensare che sia vero. Sasuke e Deidara, anche se in due modi diversi, lo conoscono abbastanza bene da sapere che non lo è. è chiaramente nervoso. Lo è da tutta la sera.
<< Passo. Dov’è il bagno? >> Deidara indica il corridoio, un ghigno soddisfatto sulle labbra.
<< Ultima porta a destra >> Il moro ci si fionda. Nel corridoio trova una mensola piena di foto di coppia. Non le guarderebbe neanche, quelle cosette da diabete, ma una curiosità di fondo fa leva contro. Lo obbliga a vedere.  In una il biondo abbraccia Itachi, davanti alla porta dell’appartamento. In un’altra stanno seduti e leggono dallo stesso libro. Poi sono davanti alla mostra d’arte del biondo. Si tengono per mano. Nell’ultima si stanno baciando. Sasuke guarda le foto e pensa che Itachi sembri davvero felice. Non l’ha mai visto sorridere tanto. Deve aver instaurato un forte legame con Deidara, qualcosa che sarebbe davvero brutto stroncare. Suo fratello si merita di essere felice. Con tutte le preoccupazione che continua a causargli, non dovrebbe intervenire nella sua vita amorosa. Fanculo, adesso vuole proprio una dose.

BIIP. Bella serata stasera, eh Sasuke? Itachi è davvero contento che tu sia venuto a cena da noi. Comunque, ho prenotato una stanza d’albergo per giovedì sera esclusivamente per noi due. Sono sicuro che verrai, ci divertiremo, te lo garantisco. Non ho dimenticato il nostro ultimo incontro. A presto, piccolo Uchiha.

Sakura
Ci sono momenti in cui pensa che tutto vada bene. Che la sua vita non sia tanto male e che la merda che si è costruita intorno sia in realtà un gioiello prezioso. Ci sono momenti in cui pensa che, se qualcosa è andato storto, certo non è stata colpa sua.
Perlopiù avviene quando piove. Perché se il mondo è grigio, triste e privo di vitalità, Sakura può dire di sentirsi in perfetta sintonia con esso. Ma quando c’è il sole, in quelle giornate limpide, la ragazza non sa più come dimostrare a sé stessa di non far schifo.
Guarda le vite degli altri e tutto quello che pensa è “perché non posso essere così anche io?”.
Queste elucubrazioni mentali devono essere cominciate nell’adolescenza. Lei non sapeva ambientarsi, non sapeva omologarsi e non aveva abbastanza individualità per spiccare.
Era il nulla, ed il nulla è ora. Priva di luce.
Si sistema il rossetto sulle labbra e tira su la spallina del vestito. È rosa, le arriva a metà coscia ed è attillato.
Abbinato ai tacchi ed al trucco eccessivo, poi, la fa sembrare una squillo. Ma non una squillo da auto a noleggio. No, una squillo importante, da cento euro all’ora. Un’ Escort.
Si è lavata i capelli e li ha legati in uno chignon. Ora ha la pelle pulita, le gambe depilate ed una matita nera che fa risaltare i suoi occhi verdi. Ha un bel viso, Sakura.
Poi la prospettiva nello specchio gira, qualcosa si rompe, il sogno svanisce. Ecco che l’umore cambia, quindi anche la puttana nello specchio.  Ora il corpo non sarà mai bello come quello di una Escort. È mascolino, privo di morbidezza. È il corpo di un meccanico, qualcuno che la delicatezza se l’è vomitata nel cesso.
Se Sakura girasse con quei tacchi e quel vestito, gli ubriachi non le fisserebbero il culo e non le fischierebbero dietro. Se Sakura girasse con quei tacchi e quel vestito, verrebbe scambiata dai più andati per un trans. Sbuffa, una morsa al petto, cominciando a svestirsi e struccarsi. Si mette in pigiama e s’intrufola nel letto.
Non sarai mai bella come gli altri, Sakura.

Naruto.
 << Abbiamo un produttore >>
Sussulto
<< Vuole che registriamo un cd nel suo studio, fatto perlopiù di cover. >>
Inspiro
<< Dice che ha già in mente un paio di locali dove farci suonare come gruppo spalla, se accettiamo >>
Espiro
<< Digli che accettiamo, vero ragazzi? >>
Teste sbigottite che annuiscono
<< L’ho già fatto. Sabato sera siamo all’ Anfiteatro Suna. >>
Appena Gaara finisce di pronunciare quella parole, Naruto gli salta addosso. Fra le esclamazioni di stupore generale, le risate dei compagni e le dimostrazioni d’entusiasmo, tutto ciò che il biondo riesce a fare è stuprare un po’, giusto un po’, la bocca del suo ragazzo.
<< Cazzo! >> Urla, staccandosi << Siamo delle fottute rock-star! Siamo delle fottute, stronze, rock-star! >>
Nel salotto di Kiba aprono le bottiglie di birra e mettono la musica delle stereo a balla. Daranno una festa, decide Naruto sul momento. Daranno una festa e si ubriacheranno fino a vomitare. Shikamaru sta già chiamando un po’ di gente, e Choji fa ballare in area le sue bacchette della batteria. Cazzo, sono delle fottute rock-star
<< Non vi ho ancora dato la notizia più bella, ragazzi >> La voce apatica di Gaara li riscuote. Sebbene i modi pacati, tutti nel salotto notano i suoi occhi brillare d’eccitazione
<< Il produttore è Pain >> Pain. Naruto ci mette un po’ a registrare la notizia.
<< Cazzo >> Esclama Shikamaru, alle sue spalle << Quel Pain? >>
Gaara annuisce, senza riuscire a trattenere un sorriso soddisfatto.
<< Non ci credo >> Neji, alle loro spalle, ha una reazione isterica << Quello ha investito su gruppi che oggi fanno tour in Europa! >> Altre urla, risate, musica a balla. Mezz’ora dopo l’appartamento di Kiba è pieno. I vicini si lamenteranno, la mattina seguente. A nessuno gliene frega niente.
Naruto balla a ritmo di musica, si lascia stordire dall’acido della serata e s’avvinghia a Gaara.
Gaara lo bacia, si struscia un po’ ovunque su di lui. Uzumaki è felice. È in una band che sta per sfondare e sta con un gran pezzo di ragazzo. Lo stesso ragazzo che gli sta leccando l’orecchio, che gli palpa il culo e che ride nel suo padiglione auricolare. Naruto è così euforico che potrebbe anche sposarlo.
Subito, all'istante, anche se non sa più a cosa quell’ adesso corrisponda. Che ore sono? È ancora notte? Non importa.
È pazzo di Gaara tanto che lo ama.  Glielo dice, poi lo urla per sovrastare la musica. Gaara non lo sente ma capisce.
Ride, gli dice che è ubriaco. Poi grida che anche lui lo ama.
E Naruto è felice, fatto,  sta per essere sbattuto sul letto di una camera dal suo ragazzo. Forse non se ne rendo conto, ma quello è uno dei pochi attimi in tutta la sua  vita in cui prova uno sbalzo di felicità pazzesca. Ed allora ride e bacia Gaara, mentre la festa continua.

È una giornata figa. Naruto e gli altri non hanno nemmeno vomitato dopo il party.
Sono lì, in uno studio che trasuda successo, fra le foto dei loro idoli. Si sentono davvero fighi.
Pain sta parlando da dieci minuti di affari, dietro ad una scrivania piena di scartoffie. Gli unici che lo stanno seguendo accuratamente sono Gaara e Shikamaru. Perfino Neji è distratto.
Distratto dallo stesso Pain.
Naruto non pensava che il produttore fosse così giovane, così carismatico. Cazzo, non pensava proprio che al mondo esistesse qualcuno capace d’attirare a sé le persone in quel modo. Pain parla con una scioltezza invidiabile, illustra i suoi progetti per loro con chiare e semplici parole, accompagnate da gesti morbidi con le mani. Non sorride granché, anzi, ma le sue frasi lasciano intendere una chiara fiducia nei confronti della band. È qualcosa che li fa gongolare un po’ tutti.
<< Cercheremo anche d’introdurre pezzi originali >> Sta dicendo, ora << Ma per i primi tempi dovrete limitarvi alle cover. Credo inoltre che bisogni ridiscutere il nome della band >> Choji s’acciglia, improvvisamente interessato
<< Che ha il nostro che non va? >> Domanda, in guardia.
Pain scrolla le spalle in un gesto di noncuranza << Niente, è che non mi sembra adatto ad una band rock. Non capisco dove l’abbiate tirato fuori >>
è Gaara che spiega con pacatezza il nesso fra Victims ed i System Of a Down. Comunque Pain non ne è contento. Lo fa capire.
<< è il nostro nome >> Insiste, Choji. << Non possiamo cambiarlo >>
<< E perché no? Ce ne sono tanti altri. Comunque, non c’è fretta. Troveremo una soluzione prima di sabato >> I ragazzi annuiscono e Shikamaru blocca con un gesto le imprecazioni del batterista
<< Sarebbe bello anche trovarvi dei nomi d’arte >> Aggiunge il produttore, spostando improvvisamente lo sguardo su Naruto. Lui sobbalza, è la prima volta che Pain lo guarda direttamente
<< Ho già in mente qualcosa >> Aggiunge quello.
<< Tipo? >> Chiede Kiba, sovraeccitato. Anche Naruto è incuriosito. Quella storia dei nomi d’arte lo elettrizza. E poi non gli importa del nome della band. Quello, per lui, si può benissimo cambiare.
<< Ve li farò sapere a tempo debito.>> Liquida la questione Pain << Ora, vi ho organizzato la prossima settimana, suonerete per cinque sere e vorrei che eseguiste la scaletta che avete tenuto al concerto al Konoha >>
I ragazzi annuiscono, mentre il produttore passa loro la lista dei locali dove si esibiranno.
<< Conto di farvi ottenere un discreto successo qua in città, poi si vedrà >> Guarda ancora Naruto, mentre lo dice. I suoi occhi gli scavano dentro e, per un attimo, Uzumaki pensa che sia eccitante. Poi ricorda la mano che tiene stretta a quella di Gaara e sorride. Sorride così tanto che a fine giornata le labbra gli faranno male.

Angolo Wani
Ed ecco che a distanza non si sa bene quanto aggiorno. Dunque, oddio, la sto davvero continuando.
Ho provato a scrivere la parte di Sasuke e Sakura una cosa come venti volte. Poi oggi non si sa bene come è spuntata la voglia da “massì! Continuiamo!” ed eccomi qui.
So. La parte di Sakura è eccessivamente corta, lo so. Ma sono arrivata a capire che continuando su questa via ci vorrà un po’ per concludere la fict ( non più di sei cap massimo ), e quindi devo riservare una parte piccola a lei, per ora. O mi ritroverò a corto di cose da scrivere. So anche che lo stile è diverso. Come mi è stato fatto notare, parecchie parti ora non sono più spoglie e rudi, come nel primo cap, ma molti periodi sono normali. Lo so. Ho provato a riscriverli in un altro modo ma.. No. Prendiamo Sasuke. Non posso, semplicemente. La parte in cui vede le foto di Deidara ed Itachi è liscia, lo so. Ma sono i pensieri di un Sasuke che esce dal suo mondo di drogato e vede la felicità del fratello. Devono essere scritti diversamente, anche se stridono e non convincono affatto. Naruto l’ho scritto di getto. È una rock-star in balia degli eventi, non è che posso mettermi a mettere i puntini sulle i. Comunque, avrò sicuramente scritto oscenità. Non so bene perché, ma saltano sempre fuori. Boh. Se qualcuno me le segnalasse, mi farebbe un enorme favore!
Grazie!
Wani

 

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