Aoi Tori

di RoriStark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** insignificant ***
Capitolo 2: *** executioner ***
Capitolo 3: *** abductor or savior? ***
Capitolo 4: *** Hold me. ***
Capitolo 5: *** heroes? ***
Capitolo 6: *** sleep little bird ***
Capitolo 7: *** tragoedia ***
Capitolo 8: *** Unbreath ***
Capitolo 9: *** le 7 fatiche di Cell - 1 ***
Capitolo 10: *** the last test ***
Capitolo 11: *** the end? ***



Capitolo 1
*** insignificant ***


L’essere prefetto era immobile in mezzo al ring che aveva creato appositamente per il grande torneo. Il torneo in cui avrebbe distrutto ed umiliato quei sayan presuntuosi ed i loro insignificanti amichetti terrestri. Non che avesse nulla di cui vendicarsi, ma qualcosa dentro di lui lo spingeva ad odiarli. Qualcosa nelle sue cellule lo costringeva a cercare una vendetta probabilmente impressagli dal suo creatore. Poco importava, a lui bastava vederli piegarsi sotto la sua potenza e perfezione. Era lui l’essere perfetto, era lui Cell. Aveva rischiato più volte di finire male. Con quegli scimmioni  non bisognava dar nulla per scontato. Di punto in bianco riuscivano a scatenare una forza inimmaginabile. Se non fosse stato per l’arroganza di vegeta che gli aveva permesso di assorbire l’ultimo cyborg, ora non sarebbe lì. Beh, poco male, ora era davvero perfetto e niente e nessuno lo avrebbe fermato. Cell era immobile, solamente il suo petto si alzava e si abbassava ad ogni suo respiro. Era calmo e concentrato, non voleva allenarsi, non ne aveva bisogno. Poi un rumore. Dietro di lui, in mezzo al campo di grano, qualcosa, o meglio qualcuno stava correndo verso di lui.  Qualche pazzo incosciente che voleva sfidarlo? I soliti giornalisti? O forse quei seccatori dei militari che non facevano altro che fargli venire l’orticaria con quelle armi inutili. Voltandosi però notò una figura minuta. Aveva i capelli magenta,  sulla testa aveva come delle piume blu dodger che risaltavano in maniera impressionante sulla testa di lei. Aveva una divisa scolastica alla marinara. Ormai aveva imparato a distinguerle, dato che aveva sterminato chissà quanta gente con gli stessi abiti. Anche se quella doveva essere una delle poche scuole che erano rimaste. Cell la osservò con la coda dell’occhio mentre si avvicinava al ring. Era pazza? O forse voleva trovare un modo originale per suicidarsi. E la giovane continuava ad avanzare verso Cell. Aveva in mano un microfono collegato ad una specie di registratore con cassetta. Una recluta dei giornalisti? O magari una trovata per la prima pagina del giornalino scolastico. Povera pazza. La ragazzina si avvicinò all’essere perfetto. Sembrava terrorizzata, allora perché era andata là? Forse una stupida scommessa tra ragazzini. Poco importava, l’avrebbe uccisa in un attimo, forse bastava anche la sua aura leggermente aumentata per inchiodarla a terra. Cell aveva chiuso gli occhi, non aveva nemmeno voglia di starla a guardare, aveva già perso troppo tempo con lei.
“mi…scusi…signor Cell..”
Signor Cell? Era pazza? Ce ne erano di svalvolati in giro ma lei sembrava fregarli tutti. Nessuno l’aveva mai chiamato signore, come se fosse un essere umano. Che schifo. Lui non rispose, rimase fermo senza muovere un muscolo
“la...la prego, vorrei solo…farle delle domande..”
“ragazzina, ti rendi conto di chi hai davanti?”
“c...certo...che sì…ma..”
“allora smamma, goditi i tuoi ultimi giorni, sei venuta qui ad anticipare la tua fine?”
“no signor Cell...io…devo farle quest’intervista...la prego…altrimenti..”
“mi picchi?”
Stavolta Cell aprì gli occhi. La osservò diversi secondi quando si rese conto che quell’ “altrimenti” non era una minaccia per lui. La osservò ancora, era molto più bassa di lui, i capelli di lei erano veramente lunghi, dall’aspetto sembrava un coniglietto, anche per il fiocco rosa che aveva intesta che sembrava dare l’effetto di un paio di orecchie da roditore mangia carote.
“no….certo che no signor Cell…io…devo..”
“farmi delle domande.”
“esatto...se non….se non le dispiace...se…se è ok”
“ragazzina, io sto per distruggere la terra, l’unica cosa che dovrete sapere, è che la vostra fine è prossima.”
“oh…ma…chi è il suo creatore? Ha una famiglia? Non è di questo pianeta vero?”
Cell abbassò di nuovo lo sguardo. Si trovò a fissare gli occhi di lei, azzurri come le piume che aveva in testa. Non poté osservarli a lungo che la giovane distolse lo sguardo imbarazzata
“hai un nome ragazzina?”
“Kotori…Kotori Noriaki!”
Rispose lei sobbalzando come se si stesse presentando alla sua nuova sezione o ad un esibizione da concorso. Cell non poté farsi sfuggire una risatina, ma poi tornò serio
“e cosa vuoi chiedermi? Kotori Noriaki?”
Kotori si morse il labbro accendendo il microfono, si alzò sulle punte per avvicinarlo al volto di Cell che però non si abbassò minimamente. Non si era piegato davanti ai sayan, figuriamoci davanti ad uno stupido uccelletto.
“lei è nato qui? O viene da un altro pianeta?”
Si annoiava, si annoiava a morte. Mancavano ancora 5 giorni al torneo e non ne poteva più a star lì senza far nulla. Quella domanda sembrava la prima di una lunga serie così decise di fare a modo suo. Senza dir nulla, allungò la mano prendendo la giovane per lo zaino che aveva in spalla. La sollevò di peso senza badare ai gridolini che emetteva. Erano simili ai pigolii di un uccellino affamato. Le gambe di Cell si flessero pronte per una potente spinta, Le ali rigide si alzarono appena come per aumentare la spinta. In un attimo era già in volo. Kotori era rimasta appesa mentre si dimenava emettendo strani versetti. Cell esasperato la afferrò meglio portandosela alla spalla. Sentì la giovane aggrapparsi alle sue ali terrorizzata mentre gli implorava di scendere. Ma lui volava in alto, sempre più in alto finché non sentì la presa della giovane allentarsi, ora non gridava più, chissà come mai. Poi decise per un attimo di prestare attenzione a  cosa stava farfugliando
“per…favore…aria…non….respiro…”
Merda. Ma gli umani erano davvero così schifosamente deboli? Bastava l’aria più rarefatta per ucciderla? Senza pensarci troppo su, Cell si abbassò di quota mentre sentiva la presa della ragazza tornare salda e i respiri profondi di lei dopo l’apnea. Gli umani erano schifosamente deboli, e lei forse era tra i primi.
“p…perché stiamo volando?? Dove vuole portarmi??”
“non lo so, ho visto molti umani tenere degli animali domestici così ho pensato di tenerti un po’ per passare il tempo”
“ma io non sono un animale”
“ti chiami Kotori, che significa uccellino, perciò ora sei il mio animale domestico”
“posso almeno finire l’intervista?”
“vedremo..”
“intanto dove…dove stiamo andando?”
Cell non riusciva a vederla, era aggrappata alle sue ali distesa quasi del tutto sulla sua schiena, la teneva per i fianchi, era davvero piccola e minuta. I capelli svolazzavano dalla parte opposta . Non sapeva nemmeno lui dove stavano andando. Magari un parco, era lì che di solito gli umani portavano i loro animali domestici. Era curioso di vedere come si sarebbe comportato un umano. Specialmente quella strana ragazzina.
“andiamo a fare una passeggiata uccelletto”

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Capitolo 2
*** executioner ***


Forse aveva esagerato nel distruggere tutte quelle città, stavano volando da almeno mezz’ora e ancora non riusciva a trovare un parchetto che non aveva devastato. Magari avrebbe trovato un boschetto nelle vicinanze dato che i parchi erano tutti distrutti o occupati dagli sfollati sopravvissuti delle città che aveva attaccato. Cell si fermò dopo aver dedotto che non avrebbe trovato di meglio. Scese di quota verso il boschetto di fianco alla città che aveva distrutto il giorno prima. Appena scese a terra, lasciò scendere la giovane. La osservò per un attimo poi ghignò
“bene, se provi a scappare la tua vita terminerà prima che tu possa aver fatto due metri…non allontanarti da me per nessuna ragione o sarò costretto a usare un guinzaglio, se hai fame mangerai solamente quando lo dico io..”
Stava continuando a dettare regole quando si accorse di non essere ascoltato per nulla. Quella ragazzina i era seduta ai suoi piedi, rannicchiata. Tremava come una foglia e sembrava anche piagnucolare, un animale domestico non poteva comportarsi in quel modo
“su ragazzina, non ti piace questo posto?”
Kotori rimase immobile, ma poi alzò lo sguardo annuendo appena
“ma ha detto che non posso fare due metri…”
“ho detto che non puoi scappare”
“ma se mi muovo penserà che stia scappando…quindi…resto qui…ok?”
Sussurrò con voce tremante. Cell sospirò, si era espresso male evidentemente, o quella ragazza era davvero terrorizzata da lui da non volersi nemmeno muovere. Ma così non era divertente, voleva vederla correre e giocare come quegli animaletti che gli umani portavano in giro. Riusciva a vederlo nei ricordi acquisiti dal DNA di Goku.
“beh allora devi divertirti!”
“ma...ma signor Cell…io…io…”
Certo, non poteva obbligarla a divertirsi, doveva trovare un modo per farla calmare, magari si sarebbe sciolta in qualche modo. Sospirò sedendosi accanto alla giovane, si voltò verso di lei senza smettere di fissarla. Kotori invece non riusciva nemmeno ad alzare lo sguardo. Cell si voltò poi verso la distesa d’erba e fiori che li circondava, alzò lo sguardo verso il cielo e fece appello a tutta la sua umanità
“puoi allontanarti, ma non troppo, resta nell’area pianeggiante, potrebbero esserci bestie in giro”
Certo, per lui non c’era nulla da temere, ma non voleva perdere il suo animaletto proprio il primo giorno. La giovane Kotori si alzò piano, con le gambe tremanti mentre si avvicinò ad un mucchietto di fiori. Si inginocchiò di nuovo, forse perché le cedettero le gambe o forse perché le piacevano quei fiori, fatto sta che la ragazzina prese a raccogliere fiori e ad intrecciarli. Cosa voleva fare? Certo gli animali non facevano questa roba, allora cos’era? Incuriosito, Cell tornò a sedersi davanti a quella strana umana, sembrava di nuovo allegra mentre intrecciava gli steli dei fiori, ma appena lo vide di nuovo sobbalzò riprendendo a tremare
“mi…mi scusi!! Non…dovevo allontanarmi???la prego non mi faccia male..”
Cell sospirò,non sarebbe andato avanti a lungo continuando a farle paura o a minacciarla. Di certo gli animaletti non hanno paura dei propri padroni. Così prese un fiore e lo mise tra i capelli della ragazza
“non oggi uccelletto,gioca pure con i fiori”
Disse cercando di fingere un sorriso dolce. Sentiva i muscoli del viso contrarsi in modo strano,non era abituato a sorridere se non per sadismo. La giovane umana lo fissò stupita, gli occhi azzurri spalancati verso di lui. In effetti era stato gentile, anche troppo, ma non aveva altra scelta. Odiava vederla tremare in un angolo. Sarebbe stato noioso vederla ferma lì fino al giorno in cui l’avrebbe uccisa insieme agli altri. Dopo un po’ anche lei sorrise appena e riprese a giocare con i fiori.
“i tuoi genitori?”
“sono in cielo…”
Sussurrò lei mentre intrecciava i fiori con un lieve sorriso. Cell inclinò il capo mentre prese a strappare dei ciuffi d’erba con le mani, in qualche modo aveva bisogno di distruggere qualcosa, ma si contenne strappando un po’ d’erba. Avrebbe potuto distruggere la collina, ma voleva provare qualcosa di diverso.
“e come sono morti?”
“non lo so…quando tornai a casa da una gita, loro non c’erano più”
“potrei essere stato io”
“la mia città è una delle poche che non sono state sterminate”
Kotori sorrise di nuovo alzando lo sguardo, poi si mise sulla ginocchia. Cell era altissimo anche da seduto e la giovane dovette inginocchiarsi per poter mettergli in testa la ghirlanda di fiori. Beh, la cosa positiva era che il suo animaletto avesse i pollici opponibili. Cell alzò appena lo sguardo, certo che a quella ragazzina bastava un sorriso per fidarsi di qualcuno. Perfino di Cell.
“che fai ora ti fidi di me?”
Kotori sospirò sorridendo di nuovo mentre prese un altro fiore. Si raggomitolò di nuovo osservandolo
“beh…non posso scappare, non posso nemmeno immaginare di fare resistenza…perciò l’unico modo che ho per sopravvivere è stare qui con lei..”
“piantala di darmi del lei…non sono umano, non ho bisogno di queste ridicole formalità ragazzina..”
“o…ok..ma allora lei..tu…tu cosa sei?”
“non hai mai visto la TV?”
“sì ma…dicono sempre cose diverse”
“tipo?”
“beh…alcuni dicono che sei un alieno venuto dallo spazio per  impossessarti della terra”
Cell rise scuotendo il capo, certo che gli umani erano davvero idioti. Interessato però, si voltò verso la ragazza e senza accorgersene si avvicinò un po’ a lei per ascoltarla meglio
“poi altri dicevano che eri un essere umano geneticamente modificato”
“vanno in alto mare eh..”
“altri invece hanno detto che sei un cos..co…cosplayer?...poi altri hanno detto che..”
“ok uccelletto basta così, ci manca solo che mi dici che sono un insetto caduto nelle radiazio…”
Cell non finì la frase che la giovane si coprì il volto ridacchiando ed annuendo. Cell non riuscì a trattenere una risata sentendo l’ennesima boiata inventata dagli umani.
“io, sono un essere creato da uno scienziato, con le cellule dei più potenti guerrieri dell’universo, mi sono evoluto ed ora sono un essere perfetto”
Kotori sobbalzò sorpresa. Evidentemente era davvero stupita nel sentire finalmente la verità sulle sue origini,sembrava una bambina che aveva scoperto come si faceva il gelato.
“wow! Allora sei un abitante della terra..e come mai vuoi distruggere tutto? Non è anche casa tua questa?”
“io non ho una casa...sono nato per distruggere e…vendicarmi dei Sayan”
“perché cosa ti hanno fatto?”
“beh, hanno cercato più volte di uccidermi mentre mi stavo sviluppando”
Beh certo che per svilupparsi aveva ucciso parecchi esseri umani, inoltre la sua vendetta non era proprio sua, alla fine si stava vendicando del Dottor Gelo che ad essere sinceri non gliene importava più nulla. Ora l’unica cosa che voleva fare era dimostrare a tutti la sua superiorità. Osservò di nuovo la ragazzina e le mise un altro fiore tra i capelli
“beh ora che sei perfetto non serve più uccidere gli altri no? Magari li possiamo riportare in vita con le sfere del drago e tu potresti proteggere il mondo dai cattivi!come un eroe!”
“ragazzina sei davvero una sognatrice eh?ma…io sono uno dei cattivi, posso riportarli in vita, ma non toglie il fatto che li abbia uccisi”
Kotori abbassò lo sguardo riconoscendo la verità nelle sue parole. Stava per dire altro quando dietro di lei apparve una tigre dai denti a sciabola pronta ad azzannare la ragazzina. La giovane si voltò di scatto troovandosi le fauci della tigre davanti, ma era ancora viva. Aveva le zanne della bestia a pochi centimetri dalla testa ma non si mossero da lì, quando alzò lo sguardo vide il braccio di Cell che stringeva il collo della bestia. Subito la giovane si voltò gattonando  accanto a Cell nascondendosi tra le gambe di lui. Povera ragazzina, in fondo, sarebbe stata più al sicuro tra le fauci di quella tigre. Pensò Cell lanciando la bestia morta lontano. Sentì poi qualcosa al petto, la giovane si era aggrappata a lui terrorizzata. La osservò per un paio di secondi. Quella ragazzina era indifesa, piccola. Il solo stringerla a sé l’avrebbe spezzata come un rametto secco. Eppure, stava provando una strana sensazione. Sollievo? Nel vedere quella ragazza salva. Eppure di lì a breve sarebbe stato lui il suo carnefice. Ma il pensare al vedere quella creatura morta per causa sua, si sentì una stretta allo stomaco. Quella ragazzina era stata l’unica che le aveva sorriso e non era scappata da lui, era stata l’unica che non scappava da lui. Ecco cosa succede agli umano quando si “affezionano” ad un animale. Lo comprano per il macello ma poi non riescono a fargli del male.
“è tutto ok uccelletto, sei salva”
Disse poi stringendola appena, dovette sforzarsi al massimo per rendere la presa leggera. Un solo sforzo in più e sarebbe morta. La piccola era ancora stretta a lui e tremava come un coniglietto spaurito. Come facevano gli umani a far calmare i loro animaletti? Dopo un po’ prese a dondolare la ragazzina come un bebè
“eih…in questo universo non c’è nulla e nessuno che possa eguagliare la mia forza, sono io l’essere più potente dell’universo e se non voglio la tua morte, allora puoi star certa che non ci saranno pericoli per te”
“Cell”
“che c’è?”
“un giorno…quando finirà il torneo, ci ucciderai tutti?”
“sì..”
“morirò anche io?”
“….”
“farà….male?..”
“non ti ho ancora detto di sì uccelletto…”
Sussurrò lui alzandosi di scatto. L’avrebbe uccisa fino a un ora prima, ma ora perché era diverso? Perché continuava a voler tener con sé quella ragazzina? Perché queste sensazioni così…umane… Per la prima volta,voleva tenere qualcosa per sé. 

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Capitolo 3
*** abductor or savior? ***


Era ormai  tardo pomeriggio, quando Cell riprese il suo animaletto in spalla e volò in alto. Ma quella ragazzina sembrava non preoccuparsi affatto dell’ora. Solitamente gli umani mentre imploravano pietà menzionavano anche famiglia o amici. Invece lei nulla, resta in silenzio al massimo a tremare, niente grida, niente schiamazzi. Si raggomitolava e tremava. Stavano sorvolando una delle poche città rimaste quando Cell non riuscì a resistere dal chiederle spiegazioni

“ragazzina, hai paura?”

Silenzio, la giovane non rispose ma quando si voltò appena notò la sua testolina che si alzava ed abbassava come se stesse annuendo.

“allora perché non gridi? Non hai qualche parente  in pensiero?”

“i…io…vivo con i miei zii”

“vorresti andare a vederli?”

“perché dovresti portarmi a casa?”

È vero, perché voleva farle un favore del genere? Le aveva fatto pena? Pietà.. .non aveva idea di cosa fosse né sapeva se era stata quella a smuoverlo tanto da concedere a quell’uccelletto un tale privilegio. Già il mantenerla in vita sembrava per lui una gran cosa. Eppure già si stava dirigendo verso la città che la giovane le aveva indicato. Era abbastanza vicina e non ci volle molto prima di farla atterrare. La giovane sembrava comunque spaventata.

“non fuggire intesi? Io ti aspetto sul tetto di casa tua capito? Se provi a scappare distruggo l’intera città”

Kotori alzò lo sguardo  verso di lui, annuì con il suo solito sguardo da cucciolo malmenato. Quello sguardo fece stringere lo stomaco a Cell per qualche strano motivo. Scosse il capo dandosi dell’idiota mentre l’umana entrava in casa. Con un balzo era già appollaiato sul tetto ad aspettare la giovane. Drizzò le orecchie curioso di sentire la normale vita di una normale famiglia.

“z..zio..zia…sono a casa..”

Che diamine..era ancora spaventata? Eppure era nel suo ambiente familiare, doveva essere felice, o magari stava per piangere dalla gioia

“eih sgorbio, sei tornata finalmente…sei in ritardo, cosa hai fatto tutto questo tempo in giro eh??”

Sgorbio? Non sembrava un tono scherzoso. Era una voce femminile e sembrava un misto tra disgustata e adirata,ma magari stava scherza.. No, per nulla,si era sentito un tonfo e lui riuscì a distinguere il gridolino della giovane. L’aveva picchiata. Poi Cell si accorse con sorpresa di essere scattato in piedi. Cosa stava facendo? Voleva entrare in casa? O magari era stata una stupidissima reazione involontaria. Scosse il capo e si sedette di nuovo mentre continuava a sentire  cosa stava accadendo.

“sei una ragazzina inutile….fila in camera tua! Niente pranzo!”

“ma zio…io..non mangio da giorni…”

“hai pulito tutta la casa?”

“l’ho pulita tutta ieri…e..oggi l’avrei fatto ma..ma.”

“ma cosa?”

Eccola ora racconterà la storia del rapimento di Cell. Sicuramente nessuno la crederà e la prenderanno per pazza. Cell rimase in silenzio per ascoltare, ma la giovane rimase di nuovo in silenzio. Evidentemente aveva fatto anche lei il suo ragionamento e nemmeno ci aveva provato. Sentì la giovane correre per le scale, sentiva i singhiozzi di lei fino alla finestra. Poi questa si aprì lasciando uscire una voce spezzata

“C..Cell?...andiamo via…andiamo via per favore..”

Lui non rispose. Non sapeva cosa gli passò per la mente, ma senza dire nulla si alzò in volo allonanandosi da quella casa. Le aveva fatto l’ennesimo favore. Almeno era quello che credeva lui.
Nessuno rispose. La giovane rimase affacciata alla finestra guardandosi intorno. All’improvviso i ruoli si erano invertiti. I suoi rapitori erano in cucina a mangiare una cena abbondante mentre lei era in camera piena di lividi. Dov’era Cell? Forse aveva imparato anche l’abbandono degli animali. Forse si era già stufato. Ma pensava che una volta stufato l’avrebbe uccisa e chissà, forse sarebbe stato meglio. La giovane si rannicchiò nell’angolo del letto con la finestra aperta. Ma nessuno tornò indietro. Fino al mattino successivo. La giovane era scesa presto di casa prima di incrociare la traiettoria degli zii. Raggiunse la scuola, affrettò il passo. Doveva superare il giardino ed era salva, mancavano pochi metri quando qualcosa la strattonò fino a farla cadere indietro. Un gruppo di suoi compagni e
compagne le ridacchiarono sopra

“eih sfigata..sei ancora viva?

“evidentemente aveva troppa paura per avvicinarsi al potente Cell”

“allora, hai l’intervista?”

“i..io…no…ma…”

Non finì la frase che le arrivò un calcio nello stomaco. Non riusciva più a respirare tanto era stato forte quel calcio, l’unica cosa che riuscì a fare era raggomitolarsi tossendo mentre gli altri infierivano. Era mille volte meglio prima, per un attimo la giovane rimpianse il giorno del suo rapimento.Perchè se ne era andato? Perché l’aveva lasciata lì? Aveva avuto pietà? Passarono un paio di minuti, sembrarono una vita agli occhi della giovane, quando all’improvviso tutto si fermò. Sentì i suoi compagni gridare qualcosa, aprì gli occhi cercando di mettere a fuoco, poi una voce, una voce che aveva sentito di recente. Una voce che sembrava familiare

“cosa le state facendo?...”

“oh mio Dio è Cell!! Scappiamo!!”

Kotori cercò di alzarsi, tremava come una foglia mentre l’essere perfetto aveva già messo a terra i suoi compagni. La giovane si guardò attorno e poi tornò a fissare Cell. Sembrava furioso.

“as..aspetta!”

Gridò lei vedendo che aveva atterrato quei ragazzi con un semplice battito d’ali e già li aveva lasciati a terra agonizzanti. Ma quanto era potente quell’essere?

“Cell..as…aspetta!”

Con le poche forze che aveva si aggrappò al braccio di lui mentre caricava una sorta di sfera energetica. L’essere si fermò all’improvviso ed abbassò il braccio voltandosi piano verso di lei. La fissò serio mentre con una mano le sfiorò il volto per toglierle un rivolo di sangue dalle labbra. Lo portò al naso come un segugio che doveva seguire la sua traccia. Poi vi passò la lingua tornando a fissare il gruppo a terra. Senza aggiungere altro, prese la ragazza in braccio. La giovane si strinse a lui tremando. Era salva. Il suo rapitore l’aveva salvata di nuovo. O forse…non era proprio il termine adatto.

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Capitolo 4
*** Hold me. ***


Cell volava da un paio d’ore ormai. Kotori teneva il braccio dolorante mentre sentiva delle forte fitte allo stomaco. Sentiva il sangue metallico del suo sangue in bocca, per fortuna non le avevano rotto i denti. Chiuse gli occhi sperando di non avere una qualche emorragia in giro, anche se per fortuna non si sentiva debole. Aveva diversi lividi alle braccia e alle gambe che erano rimaste scoperte. Ma probabilmente anche i fianchi non sarebbero stati un bel vedere.   Alzò lo sguardo verso Cell che sembrava non badare a lei, non sembrava per nulla stanco, nonostante volasse da ormai due ore e mezza. Inoltre aveva perfino “combattuto” eppure sembrava non sentire nulla. Kotori sentì una fitta ancora più forte al braccio, conferma che la sua spalla aveva qualcosa che non andava. Si lasciò sfuggire un gemito mentre Cell spostò lo sguardo su di lei, per la prima volta, a Kotori parve di vedere un espressione preoccupata sul suo volto. Cell si fermò con uno scatto stringendo però Kotori per non farla scattare troppo. La osservò senza dire nulla e Kotori non fece altro che fissarlo come un cucciolo bastonato.
 
“sei ferita..”

Sussurrò poi osservandola mentre planava lentamente aprendo le ali per frenare l’atterraggio. Quando finalmente toccò terra, Kotori vide a pochi metri un fiumiciattolo che scorreva in mezzo ad un boschetto. Posò la giovane a terra senza però lasciarla del tutto, dato che era ancora instabile e tremante. Aspettò un attimo poi la riprese in braccio vedendo che faticava perfino a raggiungere una roccia. Lui la osservò mentre  passava la mano sulle ferite di lei senza sfiorarle, come se stesse prendendo il conto dei danni subiti. Osservò poi la spalla della giovane e sospirò

“voi umani…siete incredibilmente deboli…eppure così duri ad arrendervi alla realtà”

Disse mentre rimase a fissare Kotori, osservò la spalla muovendola appena. Kotori gridò dal dolore mentre lui lasciò immediatamente la presa per non farle ulteriormente male.

“adesso farà male un attimo..”
 
Disse mentre in una frazione di secondo le afferrò la spalla e con uno scatto la mise di nuovo a posto. Kotori gridò per il dolore lancinante che le invase l’intero corpo, tanto da farle uscire diverse lacrime. Ma almeno il dolore alla spalla era sparito del tutto e poteva muoverla di nuovo. A dove aveva imparato certe cose? Di certo lui non ne aveva bisogno. Senza aggiungere altro, aprì lo zainetto che  Kotori portava in spalla prendendo un fazzoletto rosa di stoffa. Si voltò bagnandolo nel fiume , si avvicinò di nuovo a Kotori e tamponò le ferite di lei dandole sollievo.

“perché mi aiuti?...”

Chiese lei guardando in basso, lo sguardo perso nel vuoto. Una desolazione che fece quasi rabbrividire Cell tanto che la osservò con uno sguardo sorpreso, diverso da solito, uno sguardo di apprensione.

“nessuno ha mai avuto pietà di me…”

Continuò. All’improvviso Cell con uno scatto la strinse a sé, non stringeva forte, l’avrebbe spezzata come un ramoscello. Rimase fermo mentre Kotori fissava il fiume ad occhi sbarrati incredula. La stava stringendo?  Allungò le mani posandole sul petto di lui mentre lo sentiva muoversi. Respirava come lei, come un umano. Chiuse gli occhi rannicchiandosi in quell’abbraccio. Era inverosimile, mai avrebbe pensato di trovarsi in una situazione simile.

“è così che fanno gli umani per…rassicurare qualcuno, per farlo star meglio...vero?”

Quella domanda spiazzò ancora di più la ragazzina. Nessuno l’aveva mai abbracciata o le aveva dato un gesto d’affetto. Gli avrebbe volentieri risposto che nemmeno lei lo sapeva, o meglio, nessun umano lo aveva fatto con lei. Lo aveva visto nei film, letto nei libri e visto al parco mentre camminava. Gente che si stringeva, che dimostrava affetto e protezione l’uno nei confronti dell’altro. Eppure mai aveva provato una cosa simile. Era quella, la sensazione che si ha quando ci si sente protetti? Come se nessuno potesse farti più del male? Beh in un certo senso era così. Pensò mentre allungò pian piano le piccole mani per ricambiare quell’abbraccio.

“sì…”

“sta funzionando?”

Kotori sorrise dolcemente aggrappandosi ancora più forte a lui. Era molto più grande di lei, si sentiva completamente sovrastata dalla presenza di lui

“sì…”

Ripetè lei con voce tremante. Poi Cell si scostò per controllare le ferite. Rimase fermo mentre le alzava piano le braccia esili per osservare le sue condizioni . SI mise di nuovo a frugare nel  suo zainetto alla ricerca di qualcosa che però non riuscì a trovare. Cell tornò a fissare la giovane serio mentre Kotori ricambiò il suo sguardo ancora confusa per il gesto di prima

“dove vendono bende e cerotti?”

“in farmacia…in città..”

Rispose  guardandosi poi le ferite. Era stanca ed affamata, le girava la testa e i giorni a digiuno cominciava a farsi sentire. Tanto che il suo stomaco la tradì brontolando. Cell si voltò sorpreso mentre si chinò davanti a lei che nascose imbarazzata il viso. Sentì la grande mano di lui poggiarsi sul ventre di lei che istintivamente vi posò anche la sua. Piccola e minuta. Cell osservava il suo ventre come se credesse fosse danneggiato anch’esso. Kotori sorrise appena.

“non è nulla…è solo un po’ di fame…”

“mangia allora..”

“non ho soldi…però..”

La giovane vide un pesce nuotare lungo il ruscello, subito scese dalla roccia ed entrò nell’acqua con l’intenzione di afferrarlo, quando un ombra la sovrastò. Si voltò credendo fosse Cell, ma quella cosa era ancora più grossa, e con i denti più affilati. Era un enorme dinosauro rosso scarlatto. Kotori cadde indietro, era arrivato lì in una frazione di secondo, con le fauci spalancate sembrò volerla mangiare in un sol boccone. Kotori si rannicchiò portando le mani alla testa terrorizzata quando sentì un ruggito di lamento. Aprì un occhio, Cell era davanti a lei e ai suoi piedi giaceva quell’enorme bestia

“con che coraggio attaccare la mia umana in mia presenza..”

Kotori si alzò correndo subito alle sue spalle. Osservò Cell che le diede un buffetto come per accertarsi che stesse bene. Beh, in un certo senso avevano rimediato il pranzo. Non voleva portare Cell in città, era certa che se avesse avuto fame davanti ad un negozio, avrebbe prima ucciso l’intero personale per darle da mangiare. Così Kotori accese un fuoco e cominciò a cucinare la carne di quel dinosauro. In fondo era carne fresca. Dopo aver mangiato abbondantemente sotto lo sguardo di Cell, l’essere perfetto la prese di nuovo in braccio e raggiunsero di nuovo la città. Era una città diversa dalla precedente. Era una città desolata , in quel caso Cell non avrebbe potuto far del male a nessuno. Kotori sperò che quella città fosse stata evacuata e non ebbe il coraggio di chiedere a lui la verità. La giovane fece provviste da vari negozi , prese uno zaino più grande e lo riempì di provviste. Poi prese delle bende e dei cerotti nella parafarmacia del centro commerciale. Portò gli oggetti a Cell che la fece sedere sul bancone. Lui osservò le bende ed i cerotti mentre prese a fasciarle le ferite. Applicò dei cerotti alle braccia e la guardò accennando ad un sorriso.

“adesso guarirai, basteranno un paio di giorni”

Kotori sorrise mentre allungò le braccia per tirarlo a sé. Cell si mosse per tornarle accanto e la giovane gli circondò la vita con le braccia stringendolo forte.
 
“così…gli umani dimostrano anche affetto..”

“affetto?”

“significa…che voglio restare ancora un po’…”

“va bene..”

Sussurrò lui stringendola piano a sé.  Sembrava aver quasi paura di stringerla troppo forte, sembrava aver paura di farle male. Così piccola e fragile, ma anche così coraggiosa da voler restare con lui.

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Capitolo 5
*** heroes? ***


 
I giorni seguenti passarono in un lampo. Kotori aveva ripreso un po’ di forma dopo aver mangiato come mai in vita sua in quei giorni e le sue ferite erano guarite del tutto tanto che aveva tolto tutte le fasciature che aveva addosso.  Ora Kotori era lì, insieme a Cell sul ring ad aspettare gli sfidanti. Lui era dritto a braccia conserte mentre una troupe televisiva si avvicinò al ring. Erano terrorizzati, il presentatore riusciva a malapena a reggere il microfono. Kotori si avvicinò curiosa mentre Cell teneva un occhio fisso su di lei. L’uomo si avvicinò alla giovane tremando come una foglia

“s…signorina…c…cosa ci fa su questo ring?? Non sa che quello è un mostro assassino?? Venga via è pericoloso!”

“ehm…ma io non sono in pericolo glie lo assicuro”

Disse lei scostandosi dalla mano dell’uomo che sembrava volerla tirar giù dal ring. Se solo lui l’avesse sfiorata molto probabilmente avrebbe fatto una brutta fine e lei non voleva essere la causa della morte di quelle persone. L’uomo la fissò sbalordito mentre si voltò e prese a parlare alle telecamere mentre Kotori era tornata dietro alle ali di Cell spaventata dallo scatto repentino dell’inviato

“è incredibile! A quanto pare Cell ha appena adottato una ragazzina! È incredibile come riesca ad avvicinarsi senza che lui le faccia del male! Si è nascosta sotto le sue ali! Guardate ,guardate! Sembra stia cerando riparo sotto alle ali di quel mostro! Incredibile!”

Stava per dire altro quando un'altra auto si fermò ai piedi del ring, attirando l’attenzione di tutti, perfino di Cell che si mise a fissare la vettura rossa davanti a lui. Un uomo dai capelli scuri  e riccioluti, lo sguardo fiero e sicuro di se ed un sorriso sfrontato incorniciato da un paio di baffi. Aveva uno strano abito ed un mantello simile a quello dei super eroi. Portava una cintura dorata. Subito il presentatore si avvicinò come se fosse scesa una divinità davanti a lui. L’uomo vedendolo avvicinare si mise in posa, sembrava alquanto plateale e la cosa sembrava irritare Cell. Kotori si affacciò curiosa di vedere quello strano individuo, si stava avvicinando quando Cell la prese per mano tirandola di nuovo a sé senza distogliere lo sguardo da quell’umano.

“è incredibile! Il nostro campione Mr. Satan è arrivato qui per salvarci tutti dalla minaccia di Cell!”

Gridò in preda all’euforia il giornalista mentre il cameraman sembrava saltellare gioioso. Mr.Satan di risposta si sparò un ennesima posa di vittoria come se si sentisse già vincitore. Si voltò verso Cell metre prese a far discorsi di liberazione del mondo dalla sua minaccia e della sua grande potenza. Si mise perfino a fare uno spettacolino di dimostrazione della sua potenza, rompendo 15 tegole di cemento facendosi oltretutto male. Ma l’uomo nascose la mano dolorante fingendo di non essersi fatto nulla davanti alle telecamere. Kotori lo fissava sbalordita, ne aveva vista di gente pazza, ma lui li fregava tutti.

“Cell…ma quello è uno degli sfidanti?”

“no, è solo un umano che si è stufato di vivere immagino..”

Disse mentre l’uomo saliva sul ring lasciandosi riprendere mentre si sparava diverse pose. Poi si voltò verso Cell notando la giovane al suo fianco. Rimase fermo con gli occhi spalancati mentre Kotori lo fissava notando il terrore nei suoi occhi quando la telecamera non lo inquadrava. Infatti si voltò assumento di nuovo la sua aria sicura e spavalda ridendo

“il mostro ha fatto anche una prigioniera! Di certo l’avrà ipnotizzata con i suoi poteri da mostro! ”

Si voltò indicando la giovane che lo fissava sconvolta da tanta stupidità.

“tu ragazzina! Non temere, ti salverò io! Ma prima che combatta il sottoscritto, voglio dare l’opportunità di risparmiarsi l’umiliazione facendo combattere uno dei miei allievi! E se sarà degno, combatterà contro il grande Satan!”

Dalla jeep uscirono fuori una coppia di giovani, un ragazzo e una ragazza entrambi biondi e ben palestrati. Avevano la stessa sicurezza di mr Satan, tanto che il ragazzo si fece avanti per primo avvicinandosi a Cell mentre il tutto veniva ripreso e mandato in diretta. Aveva un mazzo di rose in mano ed osservava Kotori con fare ammiccante.

“eih…sono qui per spezzare l’incantesimo che ti lega a quella bestia..”

Disse mentre baciava una rosa e  la lanciava ai piedi di Kotori che indietreggiò sconcertata, la rosa stava per cadere ma si polverizzò appena sfiorò i piedi di Cell che rimase fermo a fissare il giovane. L’altra ragazza sembrava non voler combattere, piuttosto anche lei aveva un microfono con cui fare la telecronaca.  Il giovane intanto aveva preso a fare un balletto bizzarro mentre prese lo slancio volando in aria

“lo splendido attacco in volo...della rosa!!”

Cell sospirò alzando lo sguardo verso il giovane

“piccola fai venti passi indietro…venti esatti.”

Kotori lo osservò ed annuì indietreggiando contando i passi come lui le aveva ordinato. Cell Ghignò mentre senza il minimo sforzo aumentò la sua aura spingendo indietro lo sventurato avversario che dopo aver fatto un volo di almeno venti metri cadde a terra privo di sensi. Cell si voltò verso Kotori dandole il consenso di avvicinarsi di nuovo mentre tutti fissavano stupiti il loro “eroe” sconfitto. Ma poi come prima, Satan nascose la sua espressione di puro terrore ridendo beffardo mentre saliva sul ring. Dietro di lui però apparvero all’improvviso altre figure, apparse dal cielo volando, proprio come Cell. Kotori capii che stavolta quelli non scherzavano, erano loro i veri avversari. Satan però invece di lasciarli passare si voltò per andare a parlare con loro. Tutti sembravano infastiditi da quell’uomo. C’erano due ragazzini, uno calvo e uno biondo. L’altro biondo doveva essere il padre mentre c’erano poi un tipo verde ed uno con degli strani capelli a punta scuri e l’aria scorbutica che sembrava voler far concorrenza all’impassibilità di Cell. Non erano umani, almeno non tutti e questo era ovvio. Satan sembrò averli convinti a lasciarlo passare, così si avvicinò di nuovo a Cell che spinse piano Kotori per nasconderla di nuovo sotto alle sue ali.

“devo allontanarmi?”

Chiese a Cell che però non rispose. Mr Satan partì alla carica e cominciò a dare pugni a raffica a Cell. L’essere perfetto non faceva una piega, aveva abbassato le braccia giusto per coprire meglio Kotori ma i colpi dell’uomo sembrava non sentirli nemmeno. Ma poi Satan, commise l’errore più grande della sua vita. Era di nuovo davanti a Cell mentre sferrava il suo “colpo di grazia” ma la traiettoria venne deviata. Il pugno di Satan si avvicinò pericolosamente al viso di Kotori che aveva fatto capolino da dietro Cell. Con un gesto del braccio Cell fece quindi volare Mr. Satan oltre la montagna alle loro spalle prima che sfiorasse la giovane . Mentre si sentivano le grida dell’uomo con una lontananza quasi comica. Tanto che i guerrieri davanti a loro si misero a ridere sotto gli occhi scioccati degli altri umani che assistevano. Cell si voltò verso Kotori sfiorandole il viso con un dito mentre il cronista cercava di giustificare la situazione al mondo intero. L’essere perfetto si mosse, chinandosi verso la giovane sorridendole appena

“adesso…voglio che tu ti metta lì, accanto a quegli umani, al sicuro. Se solo proveranno a sfiorarti li eliminerò io, non temere.”

Kotori annuì appena guardandolo preoccupata. Lui voleva combattere come se fosse un gioco, ma gli altri sfidanti erano intenzionati ad ucciderlo. Per loro non era affatto un gioco. E
sembravano davvero potenti. Kotori guardò il biondo adulto che era salito sul ring. Le sorrise gentile

“non temere Cell, lasciala pure dietro di noi, sarà più al sicuro con i miei amici”

“molto bene Goku…allora vai da loro ok?”

Kotori non rispose, con uno scatto saltò al collo di Cell stringendolo forte, nascose il viso nell’incavo del collo di lui cercando di non piangere, non era per nulla un addio. Avrebbe combattuto, e avrebbe vinto. Anche se…aveva paura di sapere cosa avrebbe fatto dopo la vittoria.

“sta attento..”

“sono l’essere perfetto, nessuno può sconfiggermi”

Disse tranquillo mentre Kotori scese dal ring per osservare l’incontro da lontano. Il giovane biondo si avvicinò a lei sorridendo

“ciao! Io sono Gohan!”

“…c..ciao..s…sono Kotori..”

Disse lei imbarazzata e un po’ spaventata da quegli strani individui. Anche se la cosa sembrava alquanto bizzarra in fondo. Il ragazzino sorrise per tranquillizzarla poi riprese a parlare

“stai tranquilla, presto finirà tutto”

Kotori sospirò guardando Cell con gli occhi lucidi mentre la voce le tremava

“è di questo che ho paura...”

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Capitolo 6
*** sleep little bird ***


 
Cell stava ghignando mentre osservava Goku, anche lui sorrideva mentre si posizionava al centro del ring.  I due si misero in posizione e in un attimo sembrarono sparire del tutto. Poi dei boati in cielo attirarono lo sguardo di tutti. Erano in aria che si scambiavano colpi che riecheggiavano per tutta la valle. Goku sembrava davvero potente, riusciva a tenere testa a Cell. Il biondo tirò un calcio al fianco di Cell che lo parò con l’avambraccio spingendolo lontano e colpendolo con un raggio di energia. Anche Goku rispose con un raggio di energia blu che si scontrò con la sfera di Cell in un contrasto di onde. I due non volevano cedere e le ode sembravano immobili, poi però Goku fu costretto a spostarsi quando con un ruggito Cell spinse ancora più forte la sua onda che stava quasi per colpirlo. Di nuovo Goku tentò di colpire Cell con una raffica di pugni  sul volto, ma questo sembrava schivarli senza problemi. L’essere perfetto bloccò poi il pugno di Goku ed allungò la mano libera caricando una sfera di energia che colpì Goku al ventre spingendolo di nuovo a terra. L’impatto fu tanto forte che Kotori vene stava per essere spinta a terra ma l’uomo dai capelli a punta la prese prima che cadesse. La osservò con il suo fare seccato

“sta attenta ragazzina.”

Kotori si scostò di scatto guardandolo spaurita con la coda dell’occhio, ma poi la sua attenzione tornò di nuovo sul ring dove Cell si era buttato in ginocchiata sulla schiena di Goku che gridò dal dolore sputando sangue. Kotori portò le mani al viso mentre Gohan venne trattenuto dall’uomo verde mentre gli dava del mostro. Kotori non disse nulla, Cell si mise di nuovo fermo ad aspettare la mossa dell’avversario. Goku si rialzò pulendo il sangue dalla bocca come se nulla fosse

“sei davvero forte Cell.”

Disse mentre si alzò in volo caricando un'altra di quelle onde, prese a gridare poi

“onda……”

Cell spalancò gli occhi verso Goku. Sembrò all’improvviso preoccupato come mai prima. Kotori lo guardò pensierosa

“non vorrai mica lanciare un onda energetica alla massima potenza sul ring??!! Distruggeresti tutto!!”

Gridò Cell nervoso mentre Goku continuava inesorabilmente a caricare la sua onda.

“li riporterò comunque in vita con le sfere…”

“chi ti dice che non la schiverò?? Posso schivarla senza problemi!”

“io penso invece che rischieresti un contrasto di onde piuttosto che lasciar morire….tutti.”

Lo sguardo di Cell si posò fisso su Kotori che lo guardava spaventata. Avrebbe schivato quell’onda energetica? O avrebbe provato un contrasto rischiando di perdere. Lo sguardo di Cell si addolcì per un istante mentre fissava Kotori, la tentazione di salire sul ring era troppa, ma quel biondo sembrava fare sul serio

“energe…..”

Cell serrò i denti mentre anche lui si preparò a caricare un onda energetica mentre anche lui pronunciava co un ringhio le parole di quel Goku. Aveva scelto di contrastare l’onda, aveva scelto di rischiare per proteggere Kotori. Se non ci fosse stata lei avrebbe schivato l’onda senza problemi, eppure ora stava rischiando per lei. Stava per lanciare la sua sfera quando Goku scomparve all’improvviso. In un secondo era al fianco di Cell con la sua onda caricata scagliandola in cielo e colpendo interamente Cell dal busto in su. Kotori scattò in avanti mentre Gohan la trattenne per un braccio

“NO!! NO!! Cell!!!”

Quando la nebbia si diradò erano rimaste solo le gambe di Cell a terra mentre una pozza di sangue viola aveva coperto diverse mattonelle intorno. Kotori si sentì svenire mentre si
inginocchiò scioccata. Fissava il rig incredula mentre Goku riprendeva fiato osservando i resti del mostro. Kotori si alzò di scatto, stava correndo di nuovo verso il ring ma venne bloccata di nuovo

“lasciatemi!! Per favore!!Cell..Cell!!!”

“sta tranquillo uccelletto”

Sussurrò una voce nella mente di Kotori. Era la voce di Cell, la giovane si bloccò, aveva chiuso gli occhi per un istante e Cell era di nuovo in piedi sul ring in perfetto stato, come se non fosse successo nulla. SI voltò sorridendole, sembrava tranquillizzato nel vederla salva. Prima aveva davvero temuto per la sua incolumità? Visto che quell’onda non sarebbe stata in alcun modo letale per lui.

“C…Cell…”

Sussurrò incredula. Aveva avuto un allucinazione? O Cell era riuscito a rigenerare metà del suo corpo come se nulla fosse. Kotori fece per avvicinarsi ma la voce di Cell la bloccò

“no…resta al sicuro uccelletto”

Disse serio mentre si voltò di nuovo verso Goku. Lo scontro durò  almeno mezz’ora , Goku sembrava sfinito, Cell aveva diversi lividi ma sembrava non badarci. L’uomo sorrise mentre si avvicinò a Cell

“mi arrendo”

Disse alzando le mani al cielo mentre Cell ghignò sorpreso, anche gli altri sembravano sconvolti dalla decisione di Goku. Subito il biondo indicò Gohan facendogli segno di avvicinarsi. Il ragazzo era anche più piccolo di Kotori, avrà avuto massimo 13 anni. Salì sul ring con fare quasi imbarazzato,
 
“mio figlio si batterà ora con te..”

“…molto bene, ma prima devo fare una pausa”

“una pausa? Per recuperare le forze ed ammazzarci tutti??”

Disse l’uomo verde irritato, Cell lo fulminò con lo sguardo mentre si voltò di nuvo verso Goku che invece aveva preso ad osservare Kotori sorridendo.

“non credo sia per quello Junior…va bene…e comunque anche Gohan è in piene forze, teoricamente lui sarebbe svantaggiato comunque”

Cell annuì piano mentre si voltò verso Kotori facendole cenno di avvicinarsi. L giovane non aspettava altro, infatti salì di corsa sul ring e balzò in braccio a Cell stringendolo forte.  Lui di risposta la sollevò in braccio carezzandole la schiena mentre si alzò piano in volo

“tornerò tra poco…”

Disse serio mentre volò ad una ventina di metri da loro, evidentemente non voleva ficcanaso. Posò Kotori a terra mentre lei gli continuava a tenere la mano con gli occhi gonfi di lacrime

“eih…perché quei lacrimoni?”

Disse chinandosi accanto a lei per asciugarli. Lei di risposta gli prese la mano facendola aderire alla sua guancia, in cerca di una carezza che ovviamente non le venne negata. I suoi occhi fissi su quelli magenta di Cell

“andiamo via Cell…”

“…come?”

“andiamo via…io e te…basta combattere ti prego, basta fare del male…ti prego…”

Sussurrò con voce tremante. Cell stava per replicare quando lei lo spiazzò d nuovo con queste semplici parole

“non farti più male di così…”

Cell era stupito. Nonostante tutto, lei si stava preoccupando per lui. Capiva che nonostante si potesse rigenerare il dolore lo sentiva, eccome se lo sentiva. Ma perché preoccuparsi
tanto? La fissava con gli occhi sbarrati, le labbra dischiuse incapaci di dire qualcosa, senza pensarci la prese di nuovo tra le braccia, stringendola a sé mentre sentiva il petto di lei muoversi irregolare per il pianto ed i singhiozzi

“resta con me….ti prego Cell..”

“…calmati….adesso calmati uccelletto…respira con me ok?”

Disse mentre le massaggiava la schiena. Kotori si aggrappò a lui, sentiva il petto di lui gonfiarsi in modo regolare, calmo e possente ad ogni respiro, come per guidare anche lei. Kotori chiuse gli occhi cercando di seguire quel ritmo calmo e tranquillo.

“voglio….che tu ti ricordi di me come la….persona….no…come il “mostro” che ti è stato accanto in questi giorni….”

“non sei un mostro….”

“voglio che tu sorrida sempre….non tornerai più in quella casa, né da quelle persone che ti hanno fatto soffrire...non soffrirai più…sei l’unica creatura in questo universo che non voglio vedere in pezzi…grazie…Kotori…”

“Cell….io….”

Kotori stava per parlare di nuovo, ma sentì una pressione al collo che le oscurò la vista, i suoi occhi si facevano pesanti mentre non riuscì a combattere il sonno che la stava avvolgendo

“C..Cell..”

Sussurrò prima di perdere i sensi tra le sue braccia

“andrà tutto bene uccelletto…sarai felice..”

Cell prese di nuovo il volo, posò la giovane tra le braccia di Goku che non sembrava per nulla sorpreso, al contrario degli altri che chiesero nervosi cosa avesse fatto alla sventurata ragazzina

“sta dormendo, state tranquilli”

Disse Goku dato che Cell no li degnò nemmeno di uno sguardo, era preso a fissare la giovane che dormiva ora aggrappata ai resti della giacca di Goku. Le scostò i capelli dal volto disegnandone i contorni con un dito, sembrava non volersi allontanare da lei, ma poi tornò a fissare serio Goku

“se il mondo avrà fortuna…la terrete al sicuro, con voi… le darete una casa nuova e non le dovrà mancare nulla… la proteggerete e nulla…NULLA dovrà accadere a questo uccelletto..”

Sussurrò tornando sul ring. Chiuse gli occhi un attimo, poi li riaprì di scatto fissando Gohan

“finiamola qui…una volta per tutte”

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Capitolo 7
*** tragoedia ***



“dove stiamo andando Cell??”

“andiamo a farci un po’ di pubblicità”

Rispose tranquillo mentre atterrarono su una cittadina ancora abitata, Cell non badava alla gente intorno che scappava terrorizzata, ormai perfino i poliziotti ed i soldati armati fino ai denti avevano rinunciato alle armi e scappavano via come gli altri. Cell entrò in un grande edificio dove stavano conducendo un telegiornale. Kotori lo seguiva confusa. Quali erano le sue intenzioni? Senza farsi problemi, Cell interruppe la trasmissione prendendo il conduttore di peso e lanciandolo in un lato come se fosse una bambola di pezza. Fece cenno a Kotori di stare dietro alle telecamere mentre lui prese a parlare. Stava lanciando una sfida a tutto il mondo, lui contro tutto il mondo. Lui da solo, solo contro tutti.  Parlava calmo, con una voce calorosa quasi gentile. Nonostante stesse minacciando di distruggere il mondo, sembrava pronunciare quelle parole come se fosse un semplice invito a partecipare ad un regolare toreo di arti marziali. Sembrava non dare peso alla vita delle persone, sembrava che per lui la vita della gente contasse come la vita di un formicaio. Kotori fece per avvicinarsi di nuovo quando Cell tese una mano al muro distruggendolo con un raggio energetico che spazzò via un quarto della città. Il cameraman spense tutto mentre scappò via terrorizzato mentre Cell osservava il resto dello staff terrorizzato. Anche Kotori era rimasta scnvolta da quel gesto, Cell le fece cenno di avvicinarsi e la giovane si avvicinò guardando poi fuori.

“c…c’erano anche dei bambini laggiù…”

“e quindi?...”

“dei…dei bambini!!”

“E ALLORA UCCELLINO???”

La sua voce risuonò con un ringhio per tutta la stanza, nel frattempo si era voltato di scatto afferrando la giovane per la maglietta e sollevandola fino al suo volto. Mostrava i denti come un mastino pronto ad azzannare la sua preda da caccia. Kotori lo fissava terrorizzata mentre lui riprese a parlare

“non capisci piccolo uccellino?? Qui si sopravvive!!! Appena sono uscito da quella maledettissima capsula già volevano uccidermi! Mi hanno creato per una vendetta che non mi appartiene. Ho rischiato la pelle perfino per venire in questo mondo! Uomo mangia uomo qui, ed è la specialità di ogni mostro uccidere. Uccidi se non vuoi venire ucciso, sono diventato potente, perfetto! E non è di certo che l’ho fatto sorridendo ai passanti. Credi che se questi umani avessero metà dei poteri che ho io li userebbero per far del bene?? Io sto solo facendo quello che loro non sono in grado di fare, sopravvivere…cosa speravi uccelletto? Che con il tuo pigolare mi avresti fatto diventare un bravo mostro? Che magari avrei salvato qualcuno??“
Kotori rimase ferma a fissarlo mentre gli occhi si riempivano di lacrime. Fissava Cell mentre le piccole mani erano posate su quelle di lui. Nonostante la presa brusca, non le aveva fatto male, evidentemente si stava controllando perfino in quello scatto d’ira. Non sembrava spaventata, lo guardava triste, quasi dispiaciuta di quello che aveva detto. Poi mormorò qualcosa

“e ora che sei il più forte…perché hai ancora paura?..”

Cell mollò la presa posando la giovane. Rimase a fissarla, poi tornò a guardare fuori gente che correva terrorizzata per le strade. Non aggiunse nulla, si avvicinò a Kotori prendendola di nuovo in braccio e  spiccò il volo.  Era ormai notte Quando Cell entrò in uno delle tante case abbandonate per far riposare Kotori. La posò sul letto mentre si sdraiò al suo fianco con le braccia dietro alla nuca. Osservava il soffitto mentre la giovane si rannicchiò con la schiena poggiata sul fianco di lui.

“potevi andartene…potevi scappare come gli altri, dopo le cose che ti ho detto”

Disse poi facendo voltare la giovane che prese a fissarlo sorpresa, ma poi sorrise dolcemente voltandosi versi di lui. Cell distese un braccio per far da cuscino alla giovane

“non voglio scappare via..”

“ti ho terrorizzata poco fa…ti ho quasi fatto male”

“non mi farai del male”

Rispose lei con una semplicità spiazzante. Cell spalancò gli occhi mentre lei continuava a fissarlo assonnata con gli occhi semi aperti ed un sorriso dolce come non mai. Nessuno lo aveva mai guardato così

“..no, non ti farò del male uccelletto..”

Kotori sorrise appoggiandosi al petto di lui con la tempia mentre Cell le passò una mano tra i lunghi capelli come per pettinarli e giocherellarci. Gli occhi che si chiudevano lentamente per la stanchezza mentre un sorriso apparve sulle sue labbra

“lo so che c’è del buono in te… Cell…”

 
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 Gli occhi di Kotori si aprirono lentamente. Diverse figure sfocate la stavano osservando, quando la giovane mise a fuoco notò che le loro espressioni dapprima preoccupate tornarono serene nel vederla in salvo. Gohan era ferito ed i suoi vestiti erano a brandelli ma sembrava star bene, anche gli altri erano ammaccato ma sembravano star bene. Kotori si mise a sedere scuotendo il capo

“ouh….cos’è successo?...”

Si guardò intorno mentre non c’era traccia di Cell né del biondo di nome Goku. Kotori si alzò di scatto in piedi resistendo al giramento di testa che stava per farla cadere di nuovo

“wow…vi siete impegnati….Cell…Cell dov’è? Si è fatto male anche lui?”

Chiese mentre la sua voce tremava come non mai, gli occhi  spalancati verso il gruppo che tacque. Gohan si fece avanti sospirando mentre i suoi capelli  diventavano neri

“lui non c’è più…e nemmeno mio padre…”

“no. Cell non può morire.”

Disse lei con una risata quasi isterica simile ad uno spasmo mentre le gambe tremavano come non mai. Scosse il capo guardandosi attorno

“Cell!! Dov’è??magari è ferito, ha bisogno di me!!”

“abbiamo distrutto…il nucleo con cui si rigenerava…non c’è più…è stato distrutto…”

“no…no!! Cell..Cell…Cell non può morire!!!”

Le gambe cedettero  mentre lei cadde in ginocchio in lacrime. Si rannicchiò stringendosi a sé mentre gridò dal dolore. Le lacrime bagnavano la terra sottostante come gocce di pioggia. Scuoteva il capo mentre sussurrava il nome di Cell più volte prima di riprendere a gridare. L’uomo dai capelli strani la prese in braccio di peso mentre la giovane cercava di far resistenza

“tu guarda questa…salviamo la terra e lei piange”

“abbi rispetto Vegeta…”

“tsz…rispetto per cosa? Una folle innamorata di un mostro verde?....senza offesa per Piccolo.”

“Kotori, calmati….adesso ti portiamo al palazzo del supremo…sarai al sicuro lì”

“io…io voglio tornare da Cell….io ero al sicuro con lui….lui…non mi avrebbe mai fatto del male…io...”

Gohan sospirò mentre tutti presero il volo. Kotori si sentiva smarrita, sola, terrorizzata. Ecco, ora l’avevano veramente rapita. Gohan tentò di nuovo di rassicurarla, sorrise appena scostandole i capelli mentre notò lo sguardo vuoto egli occhi della giovane.

“coraggio..ti portiamo a casa…una nuova casa tutta per te..”

Gli occhi vuoti di Kotori che dapprima fissavano il vuoto, ora erano rivolti a Gohan che sembrò sobbalzare nel guardare quanto dolore ci fosse in quegli occhi

“era…era lui casa mia…”

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Capitolo 8
*** Unbreath ***


Sembrava un incubo, un incubo dal quale però non poteva esserci risveglio. Ricordava un suo incubo recente. Anche allora aveva sognato di stare da sola in mezzo a sconosciuti, ma poi si era svegliata di nuovo tra le braccia di Cell.  Erano atterrati da poco su una grande piattaforma sospesa su un pilastro. Un altro uomo verde ed un altro strano individuo li avevano raggiunti. Kotori chiuse gli occhi nella vana speranza di svegliarsi da quell’incubo. Voleva scappare, ma dove? Ormai non c’era più nulla, ormai lui non c’era più. In quel momento la giovane Kotori voleva solamente sparire.

“eih! Guarda…conosci le sfere del drago??”

Gohan le toccò la spalla e Kotori aprì gli occhi fissando il ragazzino che sorrideva felice, avevano ucciso suo padre e sorrideva come se nulla fosse?

“…no.”

Rispose secca lei scostandosi dal tocco del giovane che aveva ucciso Cell, osservò la mano di lui spaventata, quasi con riluttanza

“con queste possiamo esprimere tre desideri! Faremo tornare in vita la gente che Cell ha ucciso!”

Nel sentire quelle parole la giovane ebbe un tuffo al cuore. Il ragazzino verde pronunciò una formula in una strana lingua davanti a sette sfere dorate con delle stelle rosse al centro che le numeravano. Il cielo prese ad oscurarsi mentre una forte luce si sprigionò dalle sfere proiettando la figura di un grande drago verde , le sue spire si estendevano in cielo tra le nuvole e sembravano non avere fine. Prese a parlare con una voce rauca, una voce antica e saccente

“allora quali sono i vostri desideri?”

“vogliamo portare in vita…tutte le vittime di Cell!”

“fatto…poi?”

Il ragazzino senza capelli si fece avanti timidamente

“vorrei che togliesse il dispositivo di autodistruzione in c-18!”

“perfetto…vi manca un solo desiderio!”

“ASPETTATE!!”

La voce di Kotori fece voltare tutti di scatto, compreso Gohan che stava per esprimere il suo desiderio. Ecco perché era felice, stava per far tornare suo padre.

“vi prego….io vorrei..”

“no Kotori! Cell è un uomo…no, è un mostro! Non possiamo farlo tornare”

Disse Gohan con tono severo verso la giovane. Ma la giovane non sembrò per nulla intimidita, anzi, la giovane si avvicinò con passo sicuro verso Gohan  e indicando il cyborg biondo dietro di lei

“e lei??? Anche lei ha distrutto una decina di città!!! Ha ucciso e distrutto esattamente come Cell! Perché lei ha il diritto ad una chance e non Cell?”

“piccola..tu non lo conosci…”

“no, voi non lo conoscete!!! Io conosco Cell e…e merita una possibilità…”

“mi dispiace…Kotori…”

Sussurrò Gohan mentre si voltò verso il drago

“no…no!!! Per favore no!! Io…io voglio che..”

Stava per esprimere il suo desiderio quando il tizio che chiamavano Vegeta le tappò la bocca con una mano tenendola ferma. Gohan la osservò dispiaciuto mentre esprimeva il desiderio di resuscitare Goku. Ma il drago sembrò non voler esaudirlo

“non posso…Goku ha appena rifiutato di tornare..”

“ma..ma come??”

*amici! Mi sentite??*

La voce di Goku risuonò nelle menti di tutti i presenti

* Sono felice di contare su di voi, ma al momento non ho intenzione di tornare, voglio allenarmi ancora, voglio essere più forte! Piuttosto Vegeta lascia quella povera ragazzina… ha già sofferto abbastanza non trovi? Anzi! Ho un idea! Lasciatele esprimere il suo desiderio!*

“ma sei impazzito Karot???”

Tuonò Vegeta mollando la giovane che continuò ad ascoltare

*ha ragione Kotori, noi non conosciamo Cell come lei. E’ solo una ragazzina, eppure Cell non faceva altro che volerla proteggere. Perfino quando stava per autodistruggersi si è…come lasciato teletrasportare via dopo aver visto lei. Tutti meritano una possibilità….non pensi Vegeta?*

Vegeta strinse i denti mentre diede una lieve spinta a Kotori seccato

“muoviti allora donna..”

“….s..sì! desidero..che Cell torni in vita!!”

“non mi è possibile portarlo direttamente in vita, per chi vuole tornare in vita dagli inferi…deve prima redimersi”

“e…come??”

“ti manderò là…spetta a te scoprirlo..”

“no aspetta! È solo una ragazzina!! Morirà laggiù!”

“non credo piccolo, visto che il più potente dei condannati è proprio il suo protettore”

Disse Gohan

“molto bene allora…andrò negli inferi!”

“e così sia…”

Kotori chiuse gli occhi mentre una luce la avvolgeva, strinse le mani a mo’ di preghiera mentre sorrise speranzosa

“Cell…”

In un attimo si sentì come sollevata in aria, ma non ebbe il coraggio di aprire gli occhi. Solo quando sentì di nuovo la terra sotto ai suoi piedi, ed un calore avvolgerle il corpo decise di aprirli. Il cielo era di un rosso cremisi con nuvoloni che lo coprivano interamente, l’aria era rarefatta mentre il calore attorno era quasi insopportabile. Si guardò attorno spaesata notando che al posto dell’acqua vi erano laghi rossi pieni di magma incandescente. La giovane cercava di seguire il più possibile quella che sembrava una stradina. Erano quelli gli inferi? Era quello il luogo destinato alle creature malvage?  Era un luogo che metteva i brividi. Chissà quale sarebbe stata la pena da scontare per Cell. Magari lo stavano torturando? Pensò sentendo una morsa allo stomaco. Doveva trovarlo in fretta. Stava per fare un altro passo quando una voce la costrinse a bloccarsi. Non era Cell, la voce era più acuta e velenosa.

“cosa ci fa una piccola terrestre qui? Hai rubato delle caramelle ad un bambino?”

Kotori si voltò spaventata quando un alieno poco più alto di lei la osservava altezzoso ridacchiando. Era bianco con delle placche violacee sul corpo sparse come gemme. Gli occhi  rossi puntati su di lei ed un sorriso beffardo

“un momento…ma tu sei viva ragazzina!”

Disse mentre il suo sorriso cresceva. La giovane indietreggiò di un passo, ma non riusciva a scappare. Era terrorizzata, sarebbe finita così? Non poteva morire così, doveva cercare Cell, portarlo indietro.

“…p..per favore..io”

“come osi parlare ragazzina? Sei davanti al grande Frieza! Il più potente essere della galassia! Ora ti ammazzerò...era da tanto che non spezzavo una vita e la cosa mi mancava”

Disse mentre in un attimo era davanti alla giovane, le afferrò il collo con la coda e la sollevò in aria. Invano il tentativo di lei di liberarsi. Sentiva le risate di lui e la vista si oscurava lentamente quando ad un tratto sentì uno stridio nell’aria e in un attimo la coda mollò la presa facendola cadere con un tonfo in ginocchio. Tossì diverse volte per riprendere fiato mentre al suo fianco si muoveva convulsivamente la coda di Frieza mozzata di netto come la coda di una lucertola.

“Frieza. Ti ho già detto quale era il tuo posto qui…”

Kotori alzò lentamente lo sguardo, qualcosa la sollevò dolcemente, in alto prendendola per le braccia come una bambina. Quando riuscì a mettere a fuoco vide il volto stupito di Cell che la scrutava con un espressione preoccupata in viso

“K…Kotori sei tu?..”

Sussurrò poi mentre la giovane si sentì mancare di nuovo l’aria mentre il cuore le batteva all’impazzata nel petto. Allungò la mano tremante sfiorando il viso di lui mentre sentiva le gote bruciare a causa delle lacrime

“Cell…”

Sussurrò lei, entrambi si sfioravano,  come per accertarsi che per entrambi non fosse un sogno. Poi Cell sembrò ancora più sbalordito nel vederla. Lui aveva in testa una specie di aureola, anche Frieza che ora era a terra a maledirlo reggendosi il moncone della sua coda ne aveva una.

“Kotori…sei morta?? Come è successo? E perché sei finita qui?? Maledizione…maledizione!!”

Disse ad un tratto posandola a terra girando poi su se stesso come se stesse cercando una soluzione

“sei finita qui per colpa mia…maledizione eppure avevo detto a quei bastardi di proteggerti….”

“Cell aspetta!”

Kotori lo prese per una mano sorridendo appena

“io non sono morta vedi?...”

Disse indicandosi la testa mentre Cell sembrò tirare un sospiro di sollievo. Sorrise di nuovo sollevandola in braccio

“non so allora perché sei qui…ma…sono felice di vederti di nuovo piccola mia…”

Sussurrò mentre Kotori gli accarezzava il viso, si avvicinò piano a lui mentre le mani le tremavano come la sua voce

“sono venuta per portarti a casa…”

Sussurrò mentre sfiorò le labbra di lui. Erano morbide e calde. Labbra umane. Pensò poi allontanandosi appena rossa in viso per quel che aveva fatto. Cell la guardava stupito mentre lentamente la strinse a sé chiudendo gli occhi e mordendosi le labbra come per riassaporare quelle labbra che prima lo avevano sfiorato

“Kotori…”

Lei nascose il viso nell’incavo del suo collo stringendolo forte mentre le lacrime scendevano copiose scivolando sulle gote e poi sul collo. Lo aveva baciato, aveva appena dato il suo primo bacio. E lo aveva donato a lui. Cell sembrava ancora più sconvolto di lei tanto che per un attimo la sua voce sembrava tremare.

“temevo di non vederti più…ho avuto tanta paura con quelle persone…ti prego non lasciarmi più da sola, ti prego Cell resta con me..”

“Kotori…sono condannato, non  posso tornare indietro..”

“sì invece! Deve esserci una soluzione! Ho espresso un desiderio e il drago ha detto che tornerai se riuscirai a redimerti!”

“redimermi??”

“sì! Ora dobbiamo solo trovare il modo di redimerti!”

Cell la osservò sorpreso, la posò a terra prendendola per mano e sospirò. In fondo tentare non costava nulla, ma se volevano delle informazioni dovevano parlare con qualcuno al di sopra di loro

“uccelletto..ho fatto troppe cose cattive per essere perdonato..”

“non è vero! Tutti possono essere perdonati! E non è colpa tua…ti hanno obbligato a fare questo..ti hanno creato per questo, ma tu sei stato tanto forte da cambiare le cose! Perché hai protetto me…mi hai salvata...io non voglio perderti più…io…sono innamorata di te..”

Cell si bloccò di scatto, si voltò fissandola negli occhi stupito ancora più di prima, dischiuse le labbra come se stesse per dire qualcosa, ma poi sorrise dolcemente chinandosi su di lei e le tirò su il mento con un dito e baciandola piano di nuovo posò la fronte sulla sua. Chiuse gli occhi prendendo un respiro profondo, poi li riaprì sorridendo

“allora…dovremmo fare due chiacchiere con il re degli inferi”

Disse mentre camminarono lungo il sentiero. Kotori stringeva la mano di lui. Lo osservava rassicurata nel sentirlo vicino. SI appoggiò al suo braccio sorridendo, si sentiva di nuovo al sicuro, di nuovo a casa.

“Kotori….”

“sì?”

“non ho mai capito cosa sia l’amore…ma se significa voler proteggere qualcuno a costo della propria vita…tenerlo tutto per se…allora…anche io sono innamorato di te…uccelletto..”

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Capitolo 9
*** le 7 fatiche di Cell - 1 ***


 
I due raggiunsero quello che doveva essere uno dei guardiani degli inferi, aveva la pelle blu ed un paio di piccole corna in testa. Appena vide Cell questo prese a tremare terrorizzato e si rannicchiò implorandogli di non fargli del male. Rise appena pensando che prima si era preoccupata per lui. Invece sembrava aver conquistato perfino gli inferi tanto era forte. Si avvicinò al diavoletto sorridendo gentilmente

“non ti farà del male…vogliamo solo sapere dov’è il re di questo mondo, dobbiamo parlare con lui”

“s…sì..subito!”

Disse mentre entrava in una stanza di corsa. Ne uscì poco dopo con il fiatone ed un viso stravolto

“ok, a breve sarete convocati al cospetto di Re Enma!”

“e come ci arriviamo?”

“sarà lui a convocarvi…non c’è altro modo”

“molto bene…allora cosa dobbia..”

Kotori stava per chiedere altre informazioni quando all’improvviso si ritrovò davanti ad un enorme scrivania in legno. Si guardò attorno spaesata per cercare poi lo sguardo di Cell. Ma lui stava osservando altrove, più in alto. Le braccia  conserte e l’espressione cupa. Kotori alzò lo sguardo e sobbalzò spaventata nel vedere un omone rosso gigante che li osservava severo, aveva degli occhi a spillo e delle corna che in confronto alla sua stazza erano davvero piccole. Con un balzo si nascose dietro  a Cell  mentre il demone prese a parlare solenne

“e voi cosa volete?? Ho già dato una lezione a questo assassino, perché lo avete riportato al mio cospetto??”

“s…signor Re Enma…io…io ho espresso un desiderio con...le sfere del drago...e..il drago..…mi ha detto però…che per tornare in vita Cell deve prima redimersi…e…lei forse sa come si fa..”

“ragazzina, un uomo può redimersi tramite le sue azioni...non..”

Kotori si mise davanti a Cell, raccogliendo tutto il coraggio che aveva

“la prego…allora gli dia una possibilità! Che possiamo fare?? Cosa può fare Cell per dimostrare di essere buono??”

Re Enma si mise a pesare, portò una mano al mento lisciandosi la barba nera mentre fissava i due con fare pensoso. Poi battè la mano sulla scrivania talmente forte che Kotori balzò on braccio a Cell tanto era forte l’impatto

“e va bene! Non posso di certo vedere una bella anima come te piangere…tornerà nel mondo degli umani, ma sempre da morto, se supererà le 7 prove che gli farò, allora potrà redimersi!”

“va bene!!accettiamo!”

Cell era immobile, statuario, no aveva detto una sola parola. Osservava Re Enma impassibile, fiero. Il re lo osservò tornando serio poi alzò un dito

“vedi di fare il bravo, per fortuna che hai con te una ragazza con la testa sulle spalle… se c’è qualcosa che non va, ricorda che non sarò più clemente come ora”

Fu un attimo. I due si ritrovarono di nuovo in un luogo molto familiare a Kotori. La giovane alzò lo sguardo davanti alla porta di casa sua. Subito sentì una forte angoscia attanagliarle lo stomaco. Indietreggiò verso Cell sorridendo a fatica

“beh…non hanno scelto il posto migliore per lasciarci…a..andiamo via..”

Disse voltandosi ed incamminandosi a passo svelto, ma Cell la fermò per un polso. Lei si voltò cercando di liberarsi dalla presa

“Cell?...Cell che devi fare?”

“ho capito qual è il mio primo passo..”

Disse avanzando verso la porta senza che Kotori potesse ragire, lo seguiva ma lentamente sembrava entrare nel panico più totale

“no..no Cell ti prego non riportarmi a casa…non è una buona azione!! Cell!! Non capisci loro..”

“fidati di me…”

Sussurrò entrando nella casa sena nemmeno bussare, sfondò direttamente la porta con una leggera spinta scardinandola, come se fosse di carta. I suoi zii corsero alla porta, Kotori dapprima che era nascosta sotto alle ali di Cell, ora era davanti a Loro mentre lui era scomparso. La giovane non se ne era nemmeno accorta tanto era stato veloce

“eih! Sei impazzita?? Hai distrutto la porta?? Come osi tornare in casa nostra??”

“Cell…”

Sussurrò lei mentre fissava la matrigna avvicinarsi pronta a picchiarla

“stai certa che d’ora in poi la tua vita sarà un inferno!”

Kotori chiuse gli occhi, l’aveva abbandonata? Era quella la prima azione che doveva fare? Riportarla dai suoi carcerieri? Cosa stava accadendo? Perché era andato via? Non le aveva detto che l’amava? Attese diversi attimi il colpo della donna che però non arrivò. Quando aprì un occhio vide un ombra sovrastarla

“sorpresa…”

Kotori si voltò

“C..Cell!”

“…e tu chi sei mostro??”

Dissero in coro terrorizzati come non mai, avevano capito infine che non era stata Kotori a scardinare la porta di casa

“io sono Cell…ma penso che lo sappiate già…questa ragazza sarà sotto la mia protezione, ci lascerete casa vostra e voi andrete a vivere altrove, lontani da qui…lei è mia, e non permetterò a nessuno di farle versare lacrime. Né sangue, come avete osato per tutti questi anni far de male al mio uccelletto? Andatevene…e non tornate per nessuna ragione al mondo, non osate rivolgerle lo sguardo, guardate a terra e strisciate come i vermi che siete…”

Kotori si era nascosta sotto le ali di Cell mentre osservava i suoi zii allontanarsi a testa bassa verso l’uscita, terrorizzati. Appena furono ad una certa distanza corsero verso l’auto e vi balzarono dentro scappando in preda al panico.

“…allora Re Enma?? Scommetto che le prove dovrò scoprirle da solo!”

*sei un tipo perspicace Cell, non temere, ho già informato chi ti controllerà durante le prove, dovrai solo aspettare che arrivino da sole*

“tsz…e sia, nel frattempo segna la prima”

*sarà fatto…in fondo sei stato sincero…ma ricorda che saranno sempre più difficili*

Cell rise appena mentre si voltò verso Kotori. Sussultò vedendo l'espressione angosciata di lei, subito le sfiorò il viso con la mano, stava per chiederle cosa avesse quando lei lo precedette
“credevo che fossi andato via…”

“mh?...”

“credevo che…la tua buona azione fosse riportarmi in famiglia…”

“…se lo avessi fatto sarei andato volontariamente nel girone più basso degli inferi...solamente una volta ho pensato di lasciarti qui, ma credevo di restituirti una famiglia, solo dopo mi sono reso conto di cosa fossero in realtà..per questo ti ho ripresa con me..e ora niente e nessuno ti farà del male, finchè sarò..in vita..”

Cell rise appena per l'ultima frase detta, già, in fondo ora era morto. La prese in braccio stringendola piano. Kotori si aggrappò a lui ancora spaventata per quel che era successo. Ma non passò molto tempo che già saltellava in giro per la casa che ormai era diventata la loro casa. Mostrò a Cell le stanze e finalmente riuscì a conquistare una camera tutta per sé e non più la vecchia soffitta . Una camera vera, con un letto vero.

“bene…allora vedrò come ci si sente ad avere...una casa..”

Kotori rise appena sentendo il commento finale di Cell quando entrambi erano seduti sul letto. Dopo aver esplorato ogni angolo della casa

“già...anche io…”

“ domani magari mi faranno picchiare i tuoi compagni di classe...questa storia delle prove comincia a piacermi”

Disse stendendosi sul letto e tirando a sé Kotori. Sorrise baciandole piano le labbra mentre la giovane si accoccolò al suo petto

“Cell…ce la faremo vero?...andrà tutto bene?...”

“sì…te lo prometto...a costo di dover far attraversare la strada a mille vecchiette”

Disse ridendo appena mentre carezzava i capelli di lei. Kotori sembrava tranquilla, anche se nella mente di Cell vi erano mille pensieri. Sarebbe davvero riuscito a superare quelle prove?  In fondo al cuore c’era ancora un forte desiderio di distruggere, ma il solo pensiero di veder di nuovo quello scricciolo piangere lo distruggeva dentro. Doveva lottare, e forse il peggior nemico che avrebbe affrontato, era se stesso.

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Capitolo 10
*** the last test ***


I due erano tranquillamente seduti su un tavolo del bar di Satan city, una città in onore di Mr Satan, eroe e convertitore del mostro chiamato Cell. O almeno, era la versione che lui aveva narrato all’intera popolazione e che Cell era stato costretto a confermare come ennesima prova di bontà.  Un'altra prova era stata far attraversare la strada ad una vecchietta, ed il difficile non era tanto il contenersi dallo stringere troppo la vecchietta o farle male toccandola, ma nell’evitare di lanciarla via mentre lei raccontava la storia della sua vita durante l’intero tragitto, e stranamente la prova era nella città con le strade più grandi di tutto il pianeta. Dovette perfino fare da Babysitter a Gohan mentre studiava e per Kotori fu una tragedia cercare di far star buoni i due che a malapena si trattenevano dallo scontrarsi a vicenda di nuovo.  Un po’ più semplici furono le  ultime due missioni, ovvero trovare un lavoro, gentilmente offerto da Bulma alla capsule corporation , dato che Cell si era dimostrato un vero genio con gli affari.  L’ultimo lo compì quasi involontariamente salvando un bus pieno di bambini che stava per cadere da un ponte. L’ultima prova però era ancora ignota ed ogni altra buona azione che compiva Cell era per Re Enma sembrava ignorarlo. Cell prese un sorso dalla sua tazza di caffè mentre Kotori era intenta a mangiare un enorme coppa gelato. L’essere osservò pensieroso la ragazzina mentre pensava ad ogni eventuale prova che avrebbe dovuto affrontare, i loro sguardi si incrociarono e Cell sbuffò portando le braccia dietro alla nuca e dondolando sulla sedia.

“ho fatto attraversare la strada ad una dozzina di vecchiette, salvato chissà quanta gente da rapine, suicidi, bulli e disgrazie varie. Ma nulla quell’idiota continua ad ignorarci!”

“magari devi fare una buona azione diversa!...non so…salvare un gatto?”

“fatto..”

“aiutare un bambino a ritrovare la mamma?”

“fatto..”

Kotori sbuffò portando le mani tra i capelli mentre non riusciva a trovare una soluzione  ed Enma sembrava ignorarli completamente. I due tornarono all’alloggio che Cell era riuscito a “farsi regalare” da Mr. Satan come ringraziamento per aver appoggiato la sua tesi. Un enorme villa poco distante dalla città. Kotori aveva già riempiti di peluches e fiori. E Cell ogni volta che entrava in casa cercava in tutti i modi di non farci caso. Faticava ancora ad adattarsi alla vita degli umani. Più volte Kotori gli aveva proposto di trovare un Hobby ma al momento non era interessato, o meglio, la sua permanenza sulla terra non era per nulla sicura. Forse aveva perfino sbagliato ad accettare la proposta di Enma, in fondo se avesse fallito, la piccola Kotori avrebbe sofferto ancora di più. Kotori stava per avviarsi in camera quando lui la prese per il polso piano

“Kotori..”

La giovane si voltò sorridendo

“sì?”

“ascolta…se dovessi fallire…”

“cosa?ma non falli…”

“se dovessi fallire..”

La interruppe alzando il tono della voce per sottolineare quella possibilità, tirandola appena a sé mentre la  fissava serio. Anche Kotori sembrò essere tornata seria mentre ricambiò lo sguardo in attesa che lui riprendesse a parlare

“io...promettimi che comunque vada tu sarai felice… questa casa sarà tua e tu potrai rifarti una vita…qui, con qualcuno, magari più meritevole di me..”

“Cell..non dire così..manca così  poco..”

“ho un brutto presentimento Kotori…e non voglio illuderti che tutto andrà bene..”

Stava per darle un bacio quando qualcuno entrò in casa senza bussare, una voce brusca fece voltare entrambi e in un attimo si trovarono davanti al principe dei sayan. I suoi occhi erano fissi su cell, era molto più basso di lui, ma questo non sembrava intimorirlo

“perché non c’eri al torneo??”

Cell sbuffò posando Kotori e portandola dietro di sé, osservò Vegeta con aria riluttante mentre arricciava il naso ed un ghigno si affacciò sul suo volto

“non sono interessato alle vostre bambinate, è come giocare a braccio di ferro con delle formichine”

“beh allora ti sei perso una novità…c’è un nuovo mostro che ha deciso di rimpiazzarti ed ora è lui a voler distruggere la terra”

“certo che voi terrestri  siete proprio sfortunati, non siete simpatici a nessuno…”

“sei fortunato che ci sia quella ragazzina dietro di te altrimenti ti saresti già ritrovato per metà…devi venire con noi a combattere questo mostro e salvare la terra…”

“e se io mi rifiutassi?”

“allora ti spedirò personalmente dal re Enma, visto che la tua prova sarebbe fallita..”

Cell si fece cupo mentre il sorriso scomparve all’improvviso, tornò a fissare Vegeta cupo mentre stavolta era lui a ghignare

“ah e non ti ho detto il bello…se muori…sparirai per sempre..”

Si voltò di scatto mentre uscì dall’abitazione, si fermò senza voltarsi

“saluta la tua amichetta e andiamo..”

Cell si voltò verso Kotori e senza dir nulla a Vegeta chiuse la porta. La giovane continuava a fissarlo confusa mentre lui si chinò per sfiorarle i capelli, sorrise goffamente e poi sospirò

“…beh…abbiamo scoperto l’ultima prova..”

Gli occhi di Kotori stavano per riempirsi di lacrime, scosse la testa sconvolta prendendogli le mani

“no..no…no! non puoi combattere così! Vegeta ha detto che se tu muori…se…se muori..”

“non c’è differenza tra lo sparire ed il marcire negli inferi..”

“c’è eccome! Possiamo rinviare! Così starai qui per sempre...insomma non c’è una scadenza!”

Cell rise intenerito mentre le portò via una lacrima dalle gote. Evidentemente non sapeva leggere tra le righe,sicuramente un suo rifiuto avrebbe scatenato la collera di Enma ed una sua immediata squalificazione dalla sfida.

“andrà…tutto bene piccola..”

“io…io vengo con te!”

“Non pensarci nemmeno signorina..”

“io vengo con te !”

Cell sospirò scuotendo il capo, si chinò su di lei e la baciò piano sulle labbra. Le sfiorò i capelli stringendola poi a sé senza però farle male. Sentiva Kotori aggrapparsi a lui in lacrime. La cullò piano finchè  non aveva smesso di tremare, poi tornò a fissarla

“tornerò presto….te lo prometto..”

“..ok…”

Cell si voltò, stava per aprire la porta quando la voce di Kotori lo paralizzò di nuovo

“ti amo!”

L’essere perfetto si voltò di scatto con gli occhi sbarrati mentre  le gote di Kotori divennero rosse. Cell si avvicinò di nuovo a lei e la baciò stavolta con più passione di prima, appena le loro labbra si separarono lui sorrise appena

“grazie…Kotori…”

Si avviò di nuovo alla porta e la aprì mostrando un Vegeta spazientito . Senza voltarsi fece un cenno di saluto a Kotori e i due partirono in volo. Kotori li osservò preoccupata , le mani al petto mentre già pregava per i suo ritorno.

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Capitolo 11
*** the end? ***


Erano passate solamente un paio d’ore e già Kotori aveva afferrato il telefono chiamando Bulma. Era l’unica persona con cui aveva stretto un buon rapporto d’amicizia, e dato che anche suo marito era coinvolto nella faccenda avrebbe di certo compreso il suo stato d’animo. In poco tempo infatti la donna era già davanti alla casa della giovane, Kotori si affrettò ad uscire ed entrambe si trovarono in auto a discutere sul da farsi

“io lo so che non posso seguirlo, ma voglio comunque stargli vicino in qualche modo..”

“ti capisco Kotori, anche io tengo molto a Vegeta…ho un idea! Possiamo andare dal supremo a chiedere se ci lascia dare una sbirciatina!”

“hai ragione! Possiamo chiedere alla nonna Baba!”

“esatto!”

Bulma le regalò un grande sorriso mentre spense la sua vettura e tirò fuori dalla borsa una scatola di capsule. Ne prese una e la lanciò a diversi metri di distanza. Questa sembrò esplodere emettendo un buffo suono e quando la nube si diradò c’era un elicottero pronto per partire. In un attimo erano già arrivate alla torre di Karin, e dopo aver salutato il “dolce gattone”  raggiunsero il palazzo del supremo. Le due raggiunsero il giovane Dende che sembrava già informato della situazione. Infatti dietro di lui vi era già la vecchia Baba e la sua sfera di cristallo. Kotori si avvicinò sorridendo mentre Bulma la seguiva. Dopo un paio di minuti a raggiungerli furono anche Yamcha e Crillin insieme alla sua nuova famiglia composta anche da C18. Anche Kiki, la moglie di Goku e madre di Gohan arrivò sul posto. Da come poteva capire erano frequenti le riunioni familiari al palazzo del supremo. Forse erano lì anche loro durante il torneo di Cell. Quanto tutti si disposero attorno a Baba la vecchia strega posizionò al centro la sua sfera che si illuminò quando lei pronunciò delle parole magiche. Sembrava quasi un vecchio televisore dalle interferenze che apparvero all’inizio inquadrando infine il gruppo di Sayan con a seguito Piccolo e Cell . Kotori si sentì sollevata nel vederlo in forze, sembrava stessero discutendo con uno strano uomo dai capelli biondi e dalla muscolatura massiccia, il suo sguardo era penetrante e poteva far concorrenza a quello di Cell.

“chi è quello?”

“non lo so…”

Rispose Dende serio mentre portò una mano  alla tempia cercando di stabilire un contatto mentale con i sayan per cercare almeno di restare in comunicazione.

“ragazzi chi è quel tizio??”

I sayan si guardarono attorno, solamente Goku, da poco tornato in vita, rimase fermo rispondendo alla domanda di Dende

“è un sayan come noi…è Broly”

Sussurrò serio stringendo i pugni e trasformandosi, seguirono anche Vegeta ,Trunks e Gohan. Cell rimase fermo a fissare il nemico senza muovere un muscolo, il suo sguardo era serio, aggrottato come spesso faceva. Il loro avversario ghignava sicuro di sé nonostante fosse in svantaggio numerico.

“cosa vuole da voi??”

Chiese all’improvviso Kotori portandosi davanti alla sfera di cristallo preoccupata come non mai. Quando Cell sentì la sua voce spostò lo sguardo come per cercarla. Goku rimase serio sospirando

“vuole distruggere tutto..”

Sussurrò serio osservando Cell,  lui sembrò sobbalzare , già, anche lui aveva il suo stesso scopo, eppure ora voleva solamente distruggere l’essere che minacciava la terra, o meglio, che minacciava il mondo in cui Kotori viveva. Sospirò  facendosi scrocchiare il collo muovendolo a destra e a sinistra.

“allora distruggiamolo prima noi”

Disse mettendosi in posizione di combattimento. Davanti a loro Broly non era rimasto con le mani in mano, infatti il sayan si era appena trasformato ed i suoi capelli avevano un colore diverso dagli altri, erano più fluorescenti e davano vagamente sul verdino. I muscoli erano diventati tre volte più gonfi e li sovrastava ridendo . Cell la ricordava bene quella risata, quella sensazione di onnipotenza ed il desiderio di vedere tutto in cenere, la ricordava perché, anche in quel momento in lui si muoveva quel desiderio di distruzione. Strinse i denti partendo per primo, seguito a ruota da Vegeta.  I due presero a scontrarsi contro Broly che però sembrava schivare i loro colpi senza problemi

“non ho bisogno del vostro aiuto Sayan! Questo lo sistemo anche da solo!”

“taci Cell! Se proprio qualcuno deve farsi da parte quello sei tu! Ti abbiamo portato qui solo per non far frignare quella ragazzina!”

“come ti permetti”

Ad un tratto i due erano talmente impegnati nella lite che Broly li colpì scagliando entrambi a terra. Cell sentì la voce di Kotori nella sua testa preoccupata più che mai. Cell si alzò sputando un po’ di sangue violaceo incontrando lo sguardo infuriato di vegeta

“hahaha! Siete ridicoli, io minaccio il vostro  pianeta e voi litigate come bambini!”

Goku e Gohan li raggiunsero anche loro innervositi

“ma insomma Cell,  Vegeta! Come potete pensare a litigare in un momento simile??”

“taci Kakarot!”

“ed io che pensavo che Goku fosse un nome strano..”

“smettila Cell!”

“ma voi Sayan avete davvero dei gusti orrendi nel fatto dei nomi..”

“oh scusami Cell! Il tuo nome allora?? È ridicolo più del mio!”

Il povero Gohan era inerme mentre Broly li fissava ridendo, sembravano presi solamente dalla loro lite ormai. Erano talmente presi a litigare che si erano perfino scordati del loro nemico sopra di loro che sembrava però essersi annoiato.

“tu non dovresti nemmeno essere qui! Sei qui solamente per proteggere quella ragazzina!”

“chiamala ancora ragazzina e ti stacco la testa!”

“e tu? Principe dei sayan? Facevi tanto lo sbruffone ed ora hai una cucciolata di piccoli mezzi sayan!”

"vogliamo parlare di quei cosetti blu che hai tirato fuori al torneo??"

Vegeta stava per replicare quando la voce di Kotori squillò nelle loro orecchie

“basta!!!!!smettetela di litigare!! Cell!!”

“Kotori..”

“lo so che odi questo posto…lo so che non sopporti gli altri…ma se non combatti con loro…io…io..non”

La sua voce si spezzò per il pianto. Cell rimase fermo, l’aveva fatta piangere di nuovo. Maledì se stesso stringendo il pugno fino a ferirsi. Mentre il sangue grondava dalla sua mano, Cell prese a fissare i suoi “compagni” abbassò lo sguardo annuendo piano

“non piangere piccola…scusami…”

Sussurrò mentre un leggero ghigno comparve sul suo viso

“adesso lo sistemiamo per bene…”

Sussurrò, Vegeta rimase serio mentre Gohan e Goku sorrisero rassicurati. I quattro partirono all’attacco di Broly, ma nonostante tutto erano ancora in difficoltà. Passarono diverse ore e lo scontro volgeva dalla parte di Broly. Goku era stremato e Vegeta era ferito. Cell faticava ad incassare i colpi di Broly che si era intanto accanito su di lui. Gohan era a terra ed aveva perso i sensi. Cell era a terra mentre Broly lo colpica senza tregua spingendolo sempre più giù. Sentiva la voce di Kotori che lo chiamava, ma sembrava sempre più flebile. Nonostante i colpi riuscì comunque a sussurrare il nome di lei.

“Kotori”

Dall’altra parte regnava il silenzio. Si potevano udire solo i singhiozzi di Kotori e la sua voce che flebilmente lo chiamava supplicandolo di scappare. Ma lui si rifiutava. Sorrideva ed incassava. Kotori abbracciava la sfera come poteva con la fronte pigiata sull’immagine di Cell.

“Cell…sono qui…”

“grazie…”

Sussurrò infine, ad un tratto si sentì un rumore sordo, qualcosa che si infrangeva. Ossa? Tutto si tinse di un viola intenso. Sangue? Kotori si allontanò di scatto terrorizzata. Era la fine? Era davvero la fine? La sfera ora mostrava gli ultimi disperati tentativi di Goku di combattere, ma ormai sembrava davvero la fine, Broly si stava divertendo ad infierire con il sayan senza però ucciderlo, voleva divertirsi ancora un pò, prima di distruggere tutto.

“Cell…è…Cell…”

Tese le mani verso quella macchia violacea sul terreno che a malapena si distingueva. Era sparito per sempre? Era davvero quella la fine di tutto? La cosa che più la terrorizzava era che, anche se lei fosse morta, non lo avrebbe più rivisto. Un grido si levò nel cielo mentre Bulma tentava di calmarla. Non poteva finire così, non doveva finire così.

“eih uccelletto, mi stai perforando i timpani”

La voce di Cell le risuonò in testa. Era un  illusione sicuramente. Tolse le mani dal viso osservando senza ormai la minima speranza quella sfera. Non era possibile. Cell era morto, era là  in quella pozza di sangue. Era impossibile e quella voce era una tortura per lei
 
“ti ho detto che non devi più piangere per me”

Sembrava che anche Broly avesse sentito quella voce. Lasciò a terra il corpo di Goku stremato e si voltò in cielo. Un ghigno illuminò il suo volto mentre la figura di Cell si presentò di nuovo davanti a lui. Non aveva ferite, si era rigenerato perfettamente e la cosa sembrò poi irritare Broly

“come hai fatto? Io ti ho distrutto!”

“beh..avevo una ferita aperta nella mano…e sono riuscito comunque a farti sanguinare, le tue cellule si sono combinate alle mie e bam! Grazie del potenziamento sayan!”

“maledetto..”

Broly si scagliò contro Cell ma questo schivò il colpo afferrando la gamba di Broly e scagliandolo a terra. Il sayan ringhiò cercando di colpirlo con un onda ma bastò una mano di Cell a bloccarla e deviarla in cielo.

“mi sono dimenticato di dirti…grazie al tuo sangue ora sono ancora più potente di prima…”

Con una gomitata spinse la testa di Broly all’interno del terreno , si alzò in volo ridendo mentre Broly lo seguì cercando di colpirlo. Sembrava averlo colpito al viso, ma Cell lo aveva bloccato senza problemi

“tu non sei un sayan!noi siamo i guerrieri più potenti…io sono il guerriero più potente!”

“l’ho notato, ma poi le cose cambiano…e ora credo che sarai costretto a scendere dal podio”

Sussurrò mettendogli la mano davanti al viso. Senza dire nulla caricò un enorme onda energetica e senza che Broly potesse far nulla, questa lo disintegrò lasciando nell’aria un eco delle sue grida. Cell diede uno sguard ai suoi compagni. Goku con le poche forze si era teletrasportato per recuperare i senzu e li stava già distribuendo ai feriti. Per la prima volta, Cell sorrise rincuorato del fatto che il pianeta era salvo. Lei era salva.
Quanto tornarono all’obelisco con il teletrasporto, Kotori su gettò tra le braccia di Cell senza nemmeno dargli il tempo di comparire,tremava come una foglia mentre piangeva e sorrideva allo stesso tempo. Cell non riusciva a capire cosa stesse provando se gioia, o dolore o entrambe. Ma non disse nulla, la strinse a se sorridendo anche lui. Ora di certo aveva più potere di quei Sayan ,ma poco gli importava. Fialmente riusciva a controllarsi. E presto avrebbe soppresso il suo istinto di assassino che il suo creatore gli aveva imposto. Lui era più forte.

“Cell!”

“che c’è piccola?”

“la cosa che avevi in testa!”

“cosa? L’aureola?”

“è scomparsa!”

“oh…è vero”

Sussurrò lui portando una mano sopra alla testa. Rise divertito poi posando la giovane ed asciugandole i lacrimoni. Si voltò a vedere anche gli altri Sayan riuniti alle loro famiglie, e lui, anche lui aveva qualcuno da cui tornare ora. Anche lui, aveva qualcuno per cui valeva la pena combattere. E per quel motivo, sarebbe diventato sempre più forte. Lui voleva difendere la sua piccola Kotori, ed in un certo senso, anche la sua nuova casa.

“sono tornato a casa Kotori…”



--- ed anche questa FF si è conclusa, volevo ringraziare tutti i bellissimi commenti che ho ricevuto çwç spero che la mia storia vi sia piaciuta! fate un occhiata anche alle altre! un bacione! --- Rori.

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