I Tre del Tri Ni Sette

di _Bucaneve_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inizio ***
Capitolo 2: *** Risveglio ***



Capitolo 1
*** Inizio ***


 

Note di inizio storia:

Questa è la mia prima storia in questo fandom e anche la prima che pubblico dopo aver ripulito il mio account.

Come già sottolineato nell’introduzione, questa fic è una G27! coppia che io amo e di cui trovo fan fiction solo in inglese.

Non so come sia possibile che su questo sito non ci sia neanche una G27 … forse sono solo io che shippo coppie non popolari oppure nel fandom italiano questi due piacciono solo a me ù__ù’’’

Comunque, io mi butto! Chissà, magari piacerà a qualcuno. La presenza di "Incest" nelle avvertenze l'ho messa semplicemente perchè nel manga (come sapete) Giotto sarebbe l'antenato di Tsuna. Anche se alla lontana (molto lontana) sono imparentati quindi l'ho messo comunque (pura paranoia) In questa storia tuttavia non sono ne fratelli ne cugini (vengono da genitori diversi, niente legami di sangue qui).

Come avrete probabilmente capito già dal titolo e dall’introduzione, questa è una AU una Pirate!AU a essere precisi. Ho buttato i personaggi di KHR in un immaginario universo piratesco (le fiamme del coraggio di morire ci sono ancora) e ho creato una trama di base che verrà svelata durante il corso della storia.

 

Se riuscirò a catturare il vostro interesse, spero mi lascerete un commentuccio per farmelo sapere.

 

(La storia non è scritta a scopo di lucro ma unicamente per puro divertimento.)
Grazie e buona lettura!

 

(vi prego di ignorare la mancanza di originalità sia del titolo della storia che del capitolo -____- forse un giorno troverò qualcosa di meglio e li cambierò )

 

 

1

 

Inizio  

 

…………………………………………………………………………

 

C’erano tanti motivi per cui sarebbe stato meglio rimanere a letto quel giorno.

Che fosse per poter continuare a rotolarsi sotto le coperte leggere, oppure unicamente per continuare a bearsi del calore di quel pallido raggio di sole primaverile che entrava dalla finestra; Tsunayoshi Sawada non aveva la minima intenzione di alzarsi dal suo giaciglio morbido ed accogliente. Non oggi.

Soprattutto se pensava a quello che lo aspettava fra poche ore.

E poi c’era quel ..

«Tsuna! Tsuna! Alzati pigrone, lo so che sei sveglio!» la voce carica di rimprovero di Lady Sawada arrivò precisa e forte alle orecchie del giovane ventenne che in risposta si era chiuso a riccio stringendo le coperte come se abbandonarle potesse portare alla morte.

Solo il fatto che sua madre fosse venuta di persona a svegliarlo invece di lasciar fare ad una cameriera, era sufficiente per rendere l’idea di quanto fosse speciale quel giorno.

Per lei, era un gran avvenimento. Per Tsuna, sarebbe stato un inferno.

Trovare moglie ... volevano seriamente che lui, nell’arco di ventiquattro ore, scegliesse con chi passare il resto dei suoi giorni.

Era una cosa da pazzi. Da nobili.

E purtroppo lo era anche la sua famiglia.

« Qualcuno mi salvi … » piagnucolò da sotto le coperte il giovane dagli spettinati capelli castani.

“Non voglio sposarmi, non voglio sposarmi, non voglio sposarmi!” continuava a ripetersi in un angolino della sua mente mentre la madre spalancava le porte dell’armadio tirando fuori il completo elegante che gli aveva fatto fare dal miglior sarto della città proprio per quell’occasione.

Tirando fuori la testa dalle coperte, lanciò uno sguardo truce all’indumento.

Odiava quel pezzo di stoffa e ciò che rappresentava.

« Alzatiiii ~» cantilenò sua madre incitandolo nuovamente a sollevarsi dal materasso.

Con uno sbuffo, Tsuna si rassegnò al suo grigio destino e si mise a sedere lasciando ricadere le coperte sul letto.

Si stiracchiò pigramente passandosi una mano fra i capelli, prima di sfiorare con le dita della mano il ciondolo che gli pendeva dal collo.

Era fatto intermente di uno particolare minerale arancione di cui non conosceva il nome e per qualche strano motivo ogni volta che lo toccava era sempre tiepido. Come se fosse vivo.

L’aveva sempre adorato per questa sua stranezza. Era un cristallo bizzarro. Diverso dagli altri, unico nel suo genere, anormale.

Proprio come lui.

Dal giorno in cui suo nonno, Timoteo, glielo aveva regalato, non se lo era tolto di dosso neanche un secondo proprio come lui gli aveva chiesto di fare.

C’era solo un piccolo problema, una pecca di cui si era reso conto solo dopo essere arrivato ad una certa età. Qualcosa che lo aveva obbligato ad indossarlo nascondendolo sotto i vestiti per l’imbarazzo.

Era … un ciuccio.

Per quanto fosse bello, quel pendente aveva la forma di un maledetto ciucciotto! Uno di quelli che di solito si vedono in bocca ai bambini e non appesi al collo di un giovane Lord di vent’anni!

« Tsuna mi stai ascoltando?!»

« Come ..?!» biascicò il ragazzo puntando le iridi nocciola su quelle identiche della madre.

Nana sospirò piegando le spalle afflitta.

« Ti ho detto di andare a farti il bagno e poi di fare colazione » ripeté la donna indicando un vassoio abbandonato sul comodino vicino al letto.

Ecco da dove arrivava quel buon profumino.

Senza farselo ripetere due volte, Tsuna si alzò dal letto fino ad arrivare al  bagno, ma non senza inciampare prima nella sedia della scrivania e in seguito rischiare di baciare il pavimento dopo essere scivolato su non si sa cosa.

Nana sospirò guardando il tutto sconsolata.

Il suo adorato Tsuna era un bel ragazzo, gentile e più affidabile ed in gamba di quanto sembrasse, Reborn aveva fatto un bel lavoro con lui, ma quell’innata imbranataggine … nemmeno uno come lui era riuscito a sradicarla del tutto.

Sperò solo che tutto sarebbe filato liscio durante la festa.

Era sicura che Tsuna avrebbe trovato una ragazza di suo gradimento (era convinta che Miss Kyoko l’avrebbe conquistato subito, somigliava molto a lei) e se tutto andava bene, in poco tempo avrebbe avuto dei bei nipotini da coccolare.

Non aveva idea che quella giornata sarebbe finita in un modo molto diverso da ciò che aveva programmato.

 

***

“C’è qualcosa che non va”pensò Tsuna mentre osservava il paesaggio scorrere fuori dal finestrino della carrozza.

Aveva questo strano ronzio nelle orecchie accompagnato da un fastidioso dolore sordo alla base della nuca.

Era come se nel suo cervello stessero suonando campanelle d’allarme che lo avvertivano di un imminente pericolo in arrivo.

«Sei agitato?» chiese sua madre guardandolo con un sorrisino complice.

“Non per il motivo che credi tu …”brontolò mentalmente.

Voleva bene a sua madre, l’amava davvero ma … non poteva dire che fosse particolarmente brava a capire cosa gli passava per la testa. Era sempre stata una donna dolce e solare, un po’stramba alle volte, ma anche piuttosto … ignara .. di ciò che pensava davvero.

O forse, faceva solo finta di non sapere.

«No … tutto bene … ahaha» ridacchiò nervosamente allentando leggermente il nodo del foulard bianco che gli circondava il collo. Improvvisamente quel pezzo di stoffa sembrava terribilmente stretto, soffocante.

Proprio come quella situazione.

La carrozza si fermò e Tsuna ebbe un tremito.

Erano arrivati.

Guardò fuori dalla finestrella e vide la sagoma della Golden Queen, la nave su cui avrebbe incontrato un numero imprecisato di donne in età da marito e probabilmente anche i loro genitori.   

Una volta entrato in quella sala la sua vita sarebbe cambiata per sempre.

Scendendo, il brutto presentimento che lo aveva accompagnato per tutto il viaggio si amplificò e un orrida sensazione di condanna lo schiacciò.

Non ci voleva entrare lì dentro.

Anzi, non ci doveva entrare.

Però ….

«Tranquillo, andrà tutto bene» cercò di rassicurarlo sua madre con un sorriso smagliante.

Vedendo quanto tutta quella situazione la rendeva felice, Tsuna non potè fare a meno che sorridere di rimando meglio che poteva.

Per questa volta, solo questa,avrebbe ignorato il suo intuito. Se salire a bordo di quella dannata nave era sufficiente per far restare quel sorriso sul viso di sua madre, allora lo avrebbe fatto.

 

***

 

«Non vi sentite bene signor Sawada? » due occhi color miele lo fissavano preoccupati ma Tsuna sorrise come se niente fosse. Poco importava se il colorito pallido diceva chiaramente che no, non stava bene, per niente.

« Non si preoccupi Miss Kyoko, è solo un po’ di mal di mare» la rassicurò mantenendo intatto il sorriso.

Non doveva lasciar intravedere la sua preoccupazione.

Per un attimo gli parve di  vedere le guancie di Miss Kyoko colorarsi leggermente di rosso prima che ella nascondesse parte del viso aprendo il ventaglio di pizzo che si era rigirata fra le mani per tutta la durata dell’incontro.

Purtroppo, per quanto ci provasse, non era riuscito a seguire completamente la conversazione che avevano tirato in piedi pochi minuti prima ma ricordava abbastanza da poter tirare fuori entrambi da quell’imbarazzante silenzio in cui erano caduti.

«Quindi, avete un fratello dico bene?» il viso della giovane scattò in alto e con rinnovata tranquillità si mise a parlare del sue estremo fratello maggiore.

Mentre la ascoltava parlare, Tsuna decise di cercare di concentrarsi il più possibile su di lei. Forse così sarebbe riuscito a distrarsi da quel maledetto ronzio che gli torturava il cervello.

I lunghi capelli di un biondo aranciato, legati stretti sulla nuca, incorniciavano un viso ovale di un rosa pallido su cui risaltavano le labbra rosate. Gli occhi grandi  color miele parlavano di dolcezza e gentilezza.

Si … sarebbe stata una buona moglie.

Pensandoci su, non gli sarebbe dispiaciuto passare il resto dei suoi giorni con una donna del genere.

Eppure mancava qualcosa.

Era bella, sembrava anche intelligente … ma non accendeva nulla in lui a parte un senso di tenero affetto.

Qualcosa che avrebbe sentito nei confronti di una amica o una sorella.

Continuò ad ascoltarla parlare facendo qualche domanda di tanto in tanto o annuendo con la testa per incitarla ad andare avanti. Molto presto avrebbe dovuto abbandonarla per prestare attenzione anche alle altre giovani che si erano presentate nonostante non ne avesse la minima voglia.

Sarebbe stato scorretto concentrarsi solo su Kyoko (la prima che aveva avvicinato sotto consiglio di sua madre) e non rivolgere la parola anche al resto delle invitate.

C’era una brunetta poco lontano che sembrava particolarmente impaziente. Se ricordava bene quando era entrata l’avevano presentata come Miss Miura Haru.

Fece per congedarsi da Miss Kyoko ma una fitta particolarmente forte alla testa glielo impedì.

Prima ancora che la ragazza potesse chiedergli qualcosa,  le saltò addosso portandosela per terra assieme a lui.

« Giù!» Nello stesso istante in cui i loro corpi toccarono il pavimento in legno, le vetrate della nave vennero sfondate e una coltre di nebbia invase la stanza impedendo a chiunque di vedere a più di due centimetri del loro naso.

« State bene?» chiese Tsuna guardando la ragazza accanto a lui. La nebbia era talmente fitta che la vedeva a malapena nonostante fossero così vicini.

« S-si sto bene … » mormorò Kyoko girando il viso verso di lui con gli occhi ridotti a due fessure nel tentativo di riuscire a metterlo a fuoco attraverso quella … quella  cosa che sicuramente non era semplice nebbia.

Qualcosa gli diceva che quella era un illusione e anche piuttosto potente.

Una familiare fitta alla base della nuca lo fece girare verso la sua sinistra, la testa gli girava  e per un secondo gli parve che la nebbia  in quel momento fosse molto meno fitta di prima e riuscì a intravedere una sagoma scura accompagnata da un flebile bagliore arancione che veniva nella loro direzione.

Chiunque fosse, non sembrava aver alcun problema a vedere in quella foschia.

D’istinto si posizionò in modo che coprisse la figura della giovane rannicchiata accanto a lui.

« Lord Sawa-AH!» Kyoko urlò e Tsuna si girò immediatamente verso di lei, giusto in tempo per vedere delle braccia che la afferravano trascinandola via.

« Miss Kyo - » prima ancora che riuscisse a terminare il richiamo, qualcosa lo afferrò da dietro scaraventa dolo a terra.

Ahio! Chi diavolo …?!” chiunque fosse il suo assalitore, non aveva perso tempo e  in pochi attimi lo aveva immobilizzato sul pavimento, le mani intrappolate dietro la schiena in una morsa ferrea mente lo teneva schiacciato con il suo peso.

Lo sapeva che sarebbe finita male. Perché non era saltato giù dalla carrozza prima che arrivassero al molo?! Qualche osso rotto era meglio di quella situazione.

«Principino, tu vieni con me ».

Nonostante la scomoda posizione, Tsuna riuscì ad alzare il viso quel tanto che bastava per vedere quel poco del volto del suo assalitore che la nebbia li permetteva di vedere. Due occhi ambra leggermente nascosti da lunghi ciuffi biondi si scontrarono con i suoi e un veloce brivido che non seppe spiegare gli percorse la schiena.

Poteva andare peggio quella giornata?

Con sua enorme sorpresa, l’uomo sconosciuto abbandonò la presa sulle sua mani (non ne era sicuro ma aveva il presentimento che fosse solo qualche anno più vecchio di lui) ma scoprì che non poteva muoverle comunque. Qualcosa di freddo e pungente le teneva legate e per un attimo ebbe la sensazione di avere le mani chiuse in un blocco di ghiaccio.

L’uomo, che fino a quel momento era  rimasto seduto sul suo fondoschiena, si alzò per poterlo girare a pancia in su e Tsuna ne approfittò per cercare di tirargli una ginocchiata dritto in quel posto dove il sole non batte ma sfortunatamente il colpo venne bloccato prima di raggiungere la sua destinazione.

Nonostante il caos di voci urlanti e arredamento che veniva distrutto nell’agitazione generale, Tsuna potè sentir chiaramente il suo assalitore ridacchiare sopra di lui.

Lanciò un occhiata velenosa alla sagoma mezza nascosta dalla nebbia e l’unica risposta che gli diede lo sconosciuto fu un sorrisetto divertito prima che una mano calda e guantata si infilasse silenziosa sotto la sua camicia (quando gliel’aveva sfilata dai pantaloni?!).

Tsuna arrossì, assumendo una tonalità simile a quella di un geranio in piena fioritura.

C-cosa stava facendo quel … era finito fra le grinfie di una specie di maniaco?!

L' arto si fermò appena  incontrò la superficie liscia del ciondolo regalatogli da suo nonno e Tsuna si irrigidì.

La mano afferrò il pendente e quando l’uomo strattonò il braccio verso l’alto, i bottoni della camicia saltarono, lasciando libera la mano precedentemente intrappolata sotto la stoffa e il ciucciotto arancione che stringeva fra le dita,  ora in piena vista.

No. Se era quello che voleva, non  l’avrebbe mai avuto. Mai.

« Lascialo » mormorò, sembrava più un ordine che una richiesta.

L’uomo sollevò gli  occhi su di lui ma non lasciò la presa.

« LASCIALO!»

Non capì bene cosa successe dopo aver strillato a pieni polmoni contro il biondo sconosciuto, sapeva solo che una luce arancione aveva invaso il suo campo visivo,  ma aveva anche sentito la superficie liscia del ciuccio toccare di colpo la pelle del torace.

L’aveva lasciato andare.

Il suo ciondolo non era più fra le mani di quel … maniaco sessuale, e questa era l’unica cosa che gli importava. Poi tutto divenne buio.

 

 

 

 

[Continua …]

 

 

 

 

♦ Angolo di _Bucaneve_ :

Ebbene, questo era il primo capitolo cari lettori! Spero vi sia piaciuto e di non aver fatto troppi errori grammaticali, di ortografia ecc…

Qualche piccola informazione sulla storia:

Come avete già letto nel capitolo, Tsuna qui ha vent’anni  ha passato anni  con Reborn come tutor ( il motivo per cui non ha usato la fiamma del coraggio di morire verrà spiegato in seguito) quindi il suo carattere è più simile allo Tsuna di dieci anni nel futuro del manga (TYL Tsuna) è meno imbranato e più sicuro di se (ma un po’ della sua adorabile imbranataggine è rimasta e la vedrete (Inoltre, Si. Il ciondolo è il ciucciotto del cielo.)  xD )

In quanto a Giotto, il suo carattere sarà un po’ OOC specialmente nei primi capitoli in cui lui e Tsuna non si conoscono ma in  futuro verrà  fuori anche il suo lato più gentile (diciamo che l’avvertenza OOC è dettata un po’ dalla paranoia. Non si sa molto del suo carattere quindi molti atteggiamenti o stravaganze saranno frutto di una mia interpretazione del personaggio. Stessa cosa vale per G, Asari ecc … ) .

 

Questo è quanto gente!  Fatemi sapere che ne pensate che ci tengo :3

E  ricordate : più commenti = più motivazione a scrivere.

 

Al prossimo capitolo,

_Bucaneve_

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Risveglio ***


2

 

Risveglio

 

…………………………………………………………………………

 

 

Quando Tsuna riprese coscienza, poté sentire la testa pulsargli dolorosamente. La cosa gli ricordò i tempi dell’ addestramento e per un attimo pensò di avere di nuovo quindici anni. Tenne gli occhi serrati, temendo di vedere il viso ghignante di Reborn torreggiare sopra di lui con quel maledetto Leon-martello in una mano, pronto a colpirlo un'altra volta nel caso avesse osato non alzarsi entro i prossimi cinque secondi.

Con un mugugno infastidito, Tsuna si portò entrambe le mani sul viso.

Solo quando qualcosa di freddo gli premette contro le guance si rese conto che c’era qualcosa di strano.

Il letto era molto più duro rispetto al suo e qualcosa di fastidioso gli stringeva i polsi.

Spostò le mani dal volto spalancando gli occhi; i quali si ritrovarono di fronte un soffitto basso in legno scuro. Un fortissimo odore di salsedine e legno bagnato gli riempì le narici e Tsuna arricciò il naso infastidito.

Dove diavolo era finito?

Si passò una mano fra i capelli arruffati. Il mal di testa non accennava a diminuire, la stanza era buia e non di certo profumata ma nonostante la semi oscurità, i suoi occhi non mancarono di notare uno strano luccichio vicino al suo viso.

Scostò il braccio dai capelli e una volta portato il polso vicino al volto, sbiancò.

Manette.

Qualcuno lo aveva ammanettato mentre dormiva.

Si mise a sedere di scatto osservando la coppia di catene che lo tenevano incatenato al muro di legno dietro al suo letto.

Che cosa è successo? Pensa, pensa!”

Con la mano destra si ritrovò inconsciamente a stringere il ciucciotto arancione che aveva al collo e di colpo tutto gli tornò in mente.

La nave, Miss Kyoko, la nebbia e il maniaco biondo che aveva cercato di portargli via il suo tesoro più caro.

In un gesto angosciato, Tsuna si ritrovò a stringere più forte il ciondolo e per un attimo lo strano tepore che lo aveva sempre animato sembrò rispondere alla sua stretta, intensificandosi.

Un calore simile a quello di una fiamma lo attraversò velocemente e in pochi istanti si sentì molto più tranquillo.

Calma. Doveva mantenere la calma e pensare.

Perché lo avevano attaccato e rapito? Era al ciucciotto che miravano? Se era così allora perché non glielo avevano tolto mentre dormiva?!

Per quale motivo scomodarsi a portarsi via anche lui invece di limitarsi a stappargli il ciuccio di dosso?

Si passò le mani fra i capelli rilasciando un sospiro esasperato.

Non ci stava capendo nulla.

« Lo sclero è terminato? » domandò una voce maschile proveniente da un angolo della stanza.

Tsuna sobbalzò. Poté giurare di essersi letteralmente staccato col sedere dal letto talmente quell’improvvisa intromissione fra i suoi pensieri lo aveva sconvolto.

Là, in un angolo buio della stanza, nel punto più lontano dal letto, una figura vagamente familiare sedeva scomposta su una sedia e lo squadrava tranquilla.

Tsuna si ritrovò ad arrossire. Non per lo sguardo ma per il pensiero che aveva attraversato la sua mente appena aveva visto l’intruso.

Da quanto era lì? Aveva assistito a tutto il suo “sclero” come lo chiamava lui?

L’uomo sorrise alzandosi in piedi e Tsuna si irrigidì automaticamente. Avanzò di qualche passo fino a quando la luce della luna che filtrava dall’oblò lo illuminò.

E allora Tsuna lo riconobbe; i capelli biondo grano, gli occhi ambra e quell’espressione che sembrava divertita da ogni reazione che aveva quando lo guardava.

« Sei il maniaco sessuale!» esclamò senza pensarci, per poi tapparsi velocemente la bocca con una mano ammanettata.

stupido, stupido ImbranaTsuna!” si insultò da solo guardando di sottecchi il suo rapitore che pareva essere rimasto pietrificato in un a posa di puro stupore.

A quanto pare non si era aspettato di venire apostrofato a quel modo.

Pochi secondi passarono prima che l’uomo scoppiasse in un improvvisa fragorosa risata che lasciò Tsuna senza parole.

Non era arrabbiato?!

«Sei davvero assurdo» gli disse il rapitore appena riuscì a calmarsi a sufficienza per parlare. «Ti svegli ammanettato a un muro, su una nave sconosciuta, ti ritrovi davanti il tuo rapitore e la prima cosa che gli dici è: maniaco sessuale. Ahahah » l’uomo cominciò nuovamente a ridere e Tsuna arrossì per la seconda volta, fissandolo male. Tutto quel ridere di lui stava cominciando a irritarlo.

«Calma, calma ho finito. Non c’è bisogno di fare il broncio».

« Non sto facendo il broncio!» esclamò Tsuna quasi urlando, ormai rosso come un pomodoro maturo.

Quel tipo non lo prendeva sul serio.

L’uomo ridacchiò un altro po’ prima di alzare le mani in segno di resa.

« Okay, okay, ora la smetto.»

Un ombra di serietà calò nuovamente sul viso del biondo e Tsuna non seppe se esserne davvero felice o meno. Quel tipo lo metteva a disagio. Lo fissava negli occhi come se cercasse qualcosa e sembrava non aver molti problemi a mantenere il contatto visivo per più minuti. Al contrario di Tsuna che stava cominciando ad agitarsi sul posto.

Di solito non aveva molti problemi a guardare la gente negli occhi. Non più almeno - Reborn si era impegnato affinché quel suo brutto vizio dello spostare lo sguardo ogni volta che qualcuno gli parlava sparisse velocemente- ma quel tizio era diverso.

I suoi occhi erano strani.

Ora che li vedeva così da vicino poté notare che non erano di un color ambra normale. Erano intensi e più chiari, … quasi arancioni.

Un colore molto simile a quello del suo ciucciotto ora che ci faceva caso.

“Un momento” pensò. “Vicino?”come svegliatosi da una trance, Tsuna si rese conto di quanto i loro volti fossero incredibilmente vicini l’uno all’altro. Quel viso che fino a un attimo prima era a debita distanza, ben lontano dalla sua persona, ora era a pochi centimetri dal suo e non sembrava intenzionato a spostarsi.

Con questa nuova consapevolezza della loro pericolosa prossimità, altre cose che prima non aveva notato lo colpirono con la stessa forza di uno dei calci di Reborn. Alcune ciocche della lunga frangia bionda gli solleticano il naso e il respiro regolato del rapitore lo accarezzava come un piccolo soffio di vento leggero.

Tsuna arrossì per la terza volta in quella serata deglutendo a vuoto.

Quel tipo non se ne era accorto di quella situazione .. ehm … scomoda? Oppure .. non gliene importava nulla?

Insomma cosa gli frullava per quella testa? “Che vuoi? Chi ..”

« C-chi sei? » chiese senza rendersene conto, maledicendosi in seguito per aver balbettato.

Un sorriso sbilenco si fece largo sul viso dell’uomo che in un sussurro dal tono fin troppo … seducente -realizzò Tsuna con un brivido- gli rispose, riempiendogli le orecchie con un'unica singola parola.

« Giotto»

« Oh.» fu la risposta intelligente che uscì a fatica dalla bocca del bruno, rigido come una tavola di cemento.

Il sorriso dell’uomo si allargò leggermente alla vista delle guancie rosse del suo “ospite” e lentamente alzò una mano appoggiando un dito direttamente sul ciucciotto che penzolava sul petto nudo del suo proprietario il quale aveva ancora la camicia spalancata e non se ne era nemmeno reso conto.

«E sei qui perché mi servite tu e il tuo Sky Pacifier»

«Il mio .. che?»

Giotto roteò gli occhi divertito picchiettando leggermente sulla superfice liscia del ciondolo.

« Il tuo ciucciotto, principino. È così che si chiama»

Tsuna lo fissò cominciando a riprendere un colorito più normale.

Sky Pacifier? Il suo ciucciotto aveva un nome?

« A giudicare dalla tua espressione stupita devo dedurre che non sai nulla del Tri-ni-sette .. »

Tsuna non rispose, ma lo sguardo perso fu una risposta più che sufficiente per Giotto.

Qualcuno bussò alla porta della camera facendo girare il volto all’uomo e ora che Tsuna era finalmente libero dalla presa di quei due pozzi aranciati riuscì a riprendere un po’di autocontrollo.

« Giotto, tutto bene lì dentro?» chiese qualcuno dall’altra parte dell’uscio svegliando completamente Tsuna.

Era su una nave sconosciuta, alla mercé del suo rapitore che a quanto pare non era solo.

Probabilmente c’erano chissà quanti altri uomini su quella nave e lui era completamente solo, in mezzo all’oceano e circondato da nemici.

Assottigliò gli occhi, nuovamente conscio della pessima situazione in cui si trovava e senza pensarci su due volte buttò Giotto giù dal letto con un calcio ben assestato.

Il tonfo sembrò spaventare il nuovo arrivato, il quale spalancò la porta di colpo.

« Giotto!» Un uomo dai capelli rossi fece la sua comparsa nella stanza lanciandosi immediatamente verso il biondo.

« stai bene?»

« Non è niente G » brontolò Giotto alzandosi immediatamente in piedi, tranquillo, per nulla scosso dall’atteggiamento dell’incatenato. Si massaggiò leggermente un fianco mostrando un sorriso rassicurante al suo amico.

G sembrò calmarsi ma questo non lo fermò dal lanciare uno sguardo di fuoco verso il piccoletto che aveva osato colpire il suo capo.

Tsuna rispose con uno sguardo altrettanto velenoso evitando accuratamente di guardare il biondo in viso.

« Il nostro ospite è solo un po’ stanco. »

Il ragazzo lanciò uno sguardo bieco verso Giotto lasciando però che gli occhi guadassero solo dal collo in giù.

Era meglio se cercava di fissarlo negli occhi il meno possibile se non voleva finire come prima.

«Stanco? Ma se ha dormito una notte e un giorno interi?!» esclamò quello dai capelli rossi mentre Giotto lo spingeva fuori dalla stanza assieme a lui.

Una notte e un giorno? Aveva davvero dormito così tanto?!

« Ci vediamo domani mattina» lo salutò Giotto e Tsuna lasciò che i loro sguardi si incontrarono per mezzo secondo prima di girare la testa dall’altra parte appena sentì le guancie scaldarsi.

Non lo vide, ma era sicuro che il biondo stesse mostrando lo stesso sorriso divertito di prima, mentre si chiudeva la porta alle spalle.

Appena il clic e il giro della chiave nella toppa raggiunsero le sue orecchie, Tsuna si lasciò scivolare nuovamente sotto le lenzuola con un gemito.

In che razza di situazione era cacciato?

Improvvisamente la minaccia del matrimonio sembrava molto più piacevole dell’idea di dover affrontare nuovamente Giotto la mattina seguente.

 

 

 

 

 

[Continua …]

 

 

 

♦ Angolo di _Bucaneve_ :

Ed ecco qui il secondo capitolo.

Scusate se ci ho messo un po’ ma il lavoro del cavolo che faccio mi stanca e non ho quasi mai una gran voglia di scrivere una volta tornata a casa çAç

Qui viene data qualche microscopica rivelazione in più sulla trama ma niente di che.

Ho deciso di dare un "nome" ai ciucciotti e agli anelli (praticamente è la traduzione inglese dei loro nomi. Gli anelli vongola verranno chiamati anche Vongola Rings e i ciucciotti degli Arcobaleno verranno chimati anche "Sky pacifier", "Sun pacifier" ecc ... (la cosa mi aiuta a non fare troppe ripetizioni. dire sempre ciuccio, ciucciotto, ciondolo mi snerva x°D) Ho anche ingrandito un po' il carattere. Quello del capitolo uno è troppo piccolo! stasera quando torno lo cambierò x3 Oggi abbiamo visto G per qualche attimo! Nei prossimi capitoli lo vedremo ancora! scoprirete di più e vedrete anche altri personaggi ;)

 

Al prossimo capitolo,

_Bucaneve_

 

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