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di _Broken_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.1 ***
Capitolo 2: *** 2.2 ***
Capitolo 3: *** 3.3 ***
Capitolo 4: *** 4.4 ***



Capitolo 1
*** 1.1 ***




Driiin! Driiin!

Il suono della campanella mi riportò alla realtà, alzai lo sguardo vedendo tutti gli studenti dirigersi verso le loro classi, misi distrattamente il libro di chimica nell'armadietto prendendo quello di biologia...
Ed ecco il primo giorno nella mia nuova scuola : la West High School.
Una scuola colma di figli di papà, ricchi sfondati, snoob...
Insomma di gente con cui non voglio avere a che fare, e poi ovviamente ci sono i “fighi”.
Come potrebbero non mancare.
Per colpa di mio padre, e del suo fottutissimo lavoro, ero costretta a frequentare tre anni in quella stupida scuola, circondata da tutta quella “strana” gente.
Esatto per colpa sua, solo io avevo un padre..come preside.
Esiste cosa peggio di questa? Non credo.
Mi ricordai della lezione di biologia e affrettai il passo sperando di arrivare puntuale, sospirai di sollievo quando notai che il prof dovesse ancora arrivare..
Mi sistemai in prima fila vicino alla finestra : era assolutamente il mio posto preferito.
Adoravo fissarlo. Anche se ero lì da poco mi aveva colpita molto, aveva un non so che di affascinante.

“Bello vero?”
“Sì, è stupendo”
“Credo si chiami Zahara, è arabo” mi voltai fissando il ragazzo seduto affianco a me, annuì riportando lo sguardo sull'albero fuori dalla finestra...
“Anche il nome è stupendo” lo sentì ridere
“Che c'è?” chiesi portandomi una ciocca castana dietro l'orecchio...
“Niente, solo che sono felice che piaccia anche a te, fin'ora nessuno lo aveva notato” disse come se fosse la cosa più strana del mondo, un po' lo era : era bellissimo quell'albero.
Sorrisi e gli porsi la mano.

“Piacere Paige Willon” mi strinse la mano illuminando i suoi occhi color blu mare, sono stupendi.
“Tom Parker, scusami posso farti una domanda?” annuì curiosa
“Hai lo stesso cognome del preside, per caso..” lo precedetti
“Emh sì, sono la figlia di George Willon, ma ti prego no diffondere la voce in giro, non c'è molta gente normale qua dentro” rise
“Hai ragione sinceramente, sono poche le persone con un cervello funzionante qua dentro” sorrisi
“Tu invece non sembri proprio una di queste” si mise una mano sul cuore facendo finta di piangere, scoppiai a ridere..
“Ouh, così mi imbarazzi” gli diedi un colpetto scherzoso sul braccio e continuammo a ridere..
“Sei davvero simpatica”
“Ouh, ma smettila!” dissi imitandolo, scoppiammo a ridere e mi asciugai le lacrime, ero felice di aver trovato qualcuno con cui parlare.
Un rumore verso l'entrata ci fece voltare : era arrivata la prof.
Ci sedemmo composti e parlò.

“Buongiorno ragazzi” tutta la classe rispose con un piccolo e silenzioso 'buongiorno'..faceva così tanta paura?
Lo sguardo maligno dell'insegnante viaggiò per tutta la classe, fino a fermarsi a me. Perfetto.

“Oh signorina Willon, che piacere averla al mio corso”
“Grazie professoressa...” cercai aiuto da Tom e mi sussurrò..
“...Morrow” quest'ultima alzò lo sguardo su tutta la classe, per un pelo.
“Ragazzi, Paige Willon, da oggi in poi frequenterà il mio corso e come vedete dal suo cognome è la figlia del preside, perciò ci tengo che la trattiate per bene, chiaro?” perfetto.
Sentì già qualche parlantina di qualche studente infastidito, ora tutta la scuola mi odierà.

“Professoressa, non serve davvero, anche se sono figlia del preside, ci terrei ad essere trattata come gli altri, davvero.” la Morrow mi fissò sbalordita esitando per qualche secondo, ma poi annuì.
“Va bene, allora ragazzi trattatela come qualsiasi altro studente normale, e con questo iniziamo la lezione”
Tom si voltò verso di me

“Hai fatto bene a parlare, sennò ti avrebbero presa di mira” annuì d'accordo con lui
“Era quello che volevo evitare infatti, di nuovo...” dissi con una nota di malinconia, mi fissò confuso e gli feci segno che dopo gli avrei raccontato..
Finita la lezione di biologia, io e Tom ci avvicinammo ai nostri armadietti, stranamente vicini.
“Cos'hai alla prossima ora?” gli chiesi mentre guardavo l'orario..
“Emh Paige, ora c'è mensa” disse ridendo, mi sbattei una mano in fronte
“Ahh! Oh scusami, mi devo abituare a questi nuovi orari” mi fissò confuso..
“Sì, venivo da un'altra scuola, ed era un po' tutto diverso da qua” annuì capendo, e sperai con tutto il cuore che non mi facesse quella domanda.
“E perché sei venuta alla West High School ?” la fa apposta?
“Emh, non mi... trovavo bene in quella” esitai torturandomi le dita della mano, sembrò capire il mio disagio...
“Scusami, non volevo farti il quarto grado” scossi la testa sorridendo
“Tranquillo, quando ci sarà il momento dove ti dirò tutto” dissi chiudendo l'armadietto seguita da lui..
“Non devi per forza Paige”
“Non devo. Voglio. Sei l'unico con cui mi trovo bene in questa scuola e so che potrei dirti tutto” sorrise illuminando gli occhi e ci avviammo in mensa..
“Sai che hai degli occhi bellissimi” gli dissi sorridendo come un ebete, mi circondò le spalle con un braccio scoppiando a ridere..
“Sei buffa con quella faccia” risi e fissai i suoi pozzi blu...
“Attenta o ci puoi affogare” scoppiai a ridere
“Comunque amo i tuoi, invece” la mia risata sparì, i miei occhi? Facevano schifo.
“Io li odio.” mi fissò sorpreso
“Come fai ad odiare la cioccolata!?” scoppiai a ridere insieme a lui.
“Amo la cioccolata, ma non i miei occhi, sono scuri e non ci trovi niente di magico, invece nei tuoi puoi vedere...il mare!” si asciugò le lacrime dal ridere...
“I tuoi occhi sono stupendi, non significa che se non sono azzurri o verdi non sono magici, dai tuoi occhi si capiscono tante cose, tipo che sei una ragazza sensibile, tenera, buffa, intelligente, misteriosa su certi punti e che sei meravigliosa, ogni volta che sei felice c'è una lucina che appare e li fa quasi sembrare chiari, sono stupendi credimi” lo fissai quasi commossa, mi conosceva da nemmeno un giorno e riconosceva tutto da solo dei semplici occhi marroni.

“Sei magnifico, sai...inizio ad amarli” rise e con una mano aprì la porta della mensa : silenzio.
Tutti gli occhi erano puntati su di noi, beh meglio dire, su di me.
Stritolai il braccio di Tom..

“Tom perché mi fissano così?” sorrise semplicemente
“Ovvio, perché sei nuova” borbottai e Tom scoppiò a ridere..
“Odio stare al centro dell'attenzione” dissi incrociando le braccia, il biondo affianco a me mi fece sedere su un tavolo vuoto
“Come possono non guardare una ragazza col visino bello come il tuo” disse scoppiando a ridere alla vista della mia faccia, spalancai gli occhi e mi feci seria...
“Ehi! La mia faccia è sempre così” dissi borbottando, di nuovo. Mi indicò ridendo
“Eccola! Questa faccina! E' tenerissima!” e si trattenne la pancia dal ridere, lo sto iniziando ad odiare.
“Sai..ti odio” smise di ridere
“Non è vero, tu mi ami” disse facendomi la linguaccia, risi annuendo..
“Hai ragione, ti amo troppo” sentimmo delle parlantine provenire dal tavolo vicino a noi, ci voltammo e vedemmo tutta la scuola fissarci, spalancai gli occhi fissando Tom, altrettanto confuso.
“Dio mio Tom, ma quando la smetteranno?” sussurrai per non farmi sentire
“Spero al più preso..” annuì
“Sì, perché vorrei andare al bagno senza occhi puntati addosso” rise, per poi farsi serio
“Strano però, sei la prima ragazza nuova che fissano così tanto, beh è scontato dire che sei una bella ragazza..” mi strozzai con la saliva..
“Cosa? Io? Bella?” annuì
“No Tom, ti sbagli, credimi” dissi raggomitolandomi nella mia felpa..
“Intendi dire che non sei bella?” chiese spalancando gli occhi, annuì. Sbuffò, guardandosi intorno, si alzò dal tavolo e mi tese la mano, lo fissai confusa..
“Vieni con me” l'afferrai ancora seduta..
“Ma non mangiamo?” scosse la testa..
“Se hai fame ti do la mia mela” mi alzai scuotendo la testa..
“No grazie, ma dove stiamo andando?” gli chiesi mentre uscivamo dalla mensa..
“A far vedere alla gente quanto sei bella” mi fermai i colpo tirandolo indietro..
“Cosa?! No tu sei matto torniamo in mensa” dissi voltandomi, m prese saldamente per la mano e mi trascinò in cortile, questo ragazzo è pazzo.
“Non se ne parla, tutti devono sapere quanto sei bella, e devi capirlo anche tu”
“Okay okay! Sono bella! Lo so! Ora torniamo di là” rise scuotendo la testa, sbuffai arrendendomi.
Arrivati in cortile, si fermò davanti a un gruppo di tre ragazze, oddio no.

“Salve ragazze, vi presento la mia amica Paige” disse indicandomi sorridendo, le salutai nervosa, mentre mi ci fissavano scettiche.
Anche simpatiche, bene.

“Avrei bisogno che diceste la verità, quindi in modo sincero ditemi..” disse sempre indicandomi, fra poco gli taglio il dito.
“E' una bella ragazza, vero?” spalancai gli occhi come tutte loro d'altronde..mi fissarono per qualche secondo, per poi annuire..
“Sì, caruccia” dissero con una faccia disgustosa, che dolci. Ironia ovvio.
“Ho detto di essere sincere, non invidiose” disse ghignando, gli strinsi la mano, per farlo smettere, ma capì che non ne voleva sapere..
Intuì dalle loro facce che ci rimasero male, perciò mi allontanai da loro con Tom.

“Tom, smettila. Davvero, sei stato fantastico a fare tutto questo, ma davvero non ce n'è bisogno" mi guardò triste..
“Ma..”
“Tranquillo, davvero, non mi importa essere bella o carina, per ora sto bene così” esitò per qualche secondo a poi annuì arreso..
“Torniamo dentro va'” iniziò ad incamminarsi davanti a me, mi voltai verso quelle tre ragazze ancora sconvolte e mi avvicinai a loro..
“Emh ragazze..” mi fissarono indignate..
“Scusatemi davvero è tutta colpa mia, lui non centra niente” una annuì, sembrava la più normale tra loro, mentre le altre due erano ancora un po' scettiche, ma cazzo.
Quella al centro si fece avanti..

“Tranquilla, solo che ci è sembrato stran..”
“Paige! Che diamine fai?!” la voce di Tom bloccò la conversazione, o no.
Si avvicinò a passo svelto..

“Che fai?” la ragazza con cui parlavo rispose
“Ci stava solo chiedendo scusa” Tom la fissò infastidito e poi si rivolse a me sorpreso
“Ma che sei matta? Scusa di cosa poi? Tu non hai fatto niente, vieni andiamocene” mi tirò per la mano, ormai è diventata un'abitudine..
“Comunque mi chiamo Helen!” mi urlò salutandomi con la mano
“Paige!” sorrisi..
“Perché sorridi?” fissai il biondo accanto a me
“Credo di essermi fatta un'amica” dissi con una faccia da ebete, scosse la testa ridendo..
“Non mi va tanto a genio” si riferiva ad Helen?
“Insomma... hai visto che faccia quando le ho chiesto una semplice domanda?” risi
“Tom. Andare in giro a chiedere se la persona al tuo fianco è bella non è normale” mi fissò sorpreso
“Mi stai dando del pazzo” risi per poi annuire
“Sì, in effetti non sei tanto normale” rise anche lui
“Lo faccio solo per divertire, amo vedere la gente ridere” risi, mi fissò indicando la mia bocca
“Ecco vedi! Amo quando lo fai!” scoppiai a ridere, mamma mia oggi ho riso troppo. E' così tenero.
“Okay adesso basta però, per oggi ho riso troppo”
“Meglio no?” già, meglio ridere che piangere. A quella parola, 'pianti'...mi ritornò in mente LUI.
La causa dei miei :
Incubi
Pugni
Graffi
Tagli
Lesioni
Pianti
Dolori
Solitudine...solo io e la mia mente.
Erano stati due anni orrendi, e tutto per colpa sua.
E mi sono trasferita qua, appunto per lasciare quei ricordi in quella scuola, nel passato, lontano da me...insieme a lui, ma sapevo che sarebbe tornato, lui torna sempre.
Ma voglio iniziare di nuovo tutto daccapo e nessuno me lo impedirà, nemmeno lui.

Una mano sventolante davanti ai miei occhi fermò i miei pensieri...

“Paige! Ci sei?” lo fissai disorientata, mentre i suoi occhi erano un misto fra la confusione e la preoccupazione..
“Emh si scusa, mi ero solo incantata..” mentì
“Oh okay, ma non farlo più, mi hai fatto prendere uno spavento”
“Hai ragion..”
Colpo al cuore.
Lui.
No! Non poteva essere.
Stessi vestiti firmati, stesso sguardo penetrante, stessi occhi chiari e profondi come il mare, lo stesso passo determinato e deciso, verso una direzione, che solo lui e il destino sapevano.
Non è possibile, mi sarò sbagliata.
Non poteva essere già tornato, o forse sì.
La causa dei miei due anni più terribili...era a pochi metri da me.

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Capitolo 2
*** 2.2 ***



Il battito del mio cuore tornò regolare quando fui nello sgabuzzino...

“Paige! Ma che diamine! Perché mi hai trascinato nello sgabuzzino..?” Tom si portò le mani ai capelli.
Non risposi subito, dovevo ancora rendermi conto che quello fosse lui..

“Paige che cavolo sta succedendo? Rispondimi cazzo! Cos'hai?!” mi scosse leggermente..
“T-tom, lui è qui” spalancò gli occhi
“Lui? Lui chi!?”
“Il danno dei miei terribili anni” mi mise una mano sulla spalla..
“E' arrivato il momento Paige...ora mi devi raccontare 'tutto'” disse calmo, annuì d'accordo...
Mi spinsi contro il muro trascinandomi a terra, lo stesso fece Tom..

“Allora...chi è questo lui? Perché sei in questa scuola e cos'è successo nella vecchia, che ti ha fatta venire qua?” sospirai..

“Tom non è facile” affondai le mani nei miei capelli spettinandomeli tutti...

“L'ho intuito da come ti comporti, sei distrutta e spaventata, ma voglio capirci anch'io per aiutarti” annuì e iniziai a raccontargli...

“V-vedi, due anni fa, quando stavo nella vecchia scuola ero vittima di bullismo..” sentì il respiro di Tom fermarsi e il suo corpo irrigidirsi, mi voltai fissandolo e vidi, nonostante, il buio la sua mascella contrarsi...senza dire nulla mi incitò a continuare, mentre mi accarezzava il braccio..

“Come ti dicevo, mi picchiava, mi umiliava davanti a tutti, e lo faceva apposta per farmi soffrire, adorava vedermi piangere, ma odiava vedermi picchiare da sola..” la mano di Tom sul mio braccio si fermò, capì quello che intendevo..

“Mi autolesionavo per coprire il dolore che mi provocava lui, odiavo la sua pelle sulla mia e volevo toglierne ogni traccia, facendomi del male da sola, ma lui non lo sopportava, e non è perché gli dispiaceva, ma perché solo lui deve farmi soffrire..” mi trattenni dal piangere mordendomi l'interno della guancia fino a sentire un sapore amaro in bocca..

“Ma poi quel periodo, l'ho superato. Anche perché se mi facevo del male ne prendevo di più e lui fu sospeso varie volte e non riusciva a trovarmi in tutte le ore, quindi aveva meno tempo per...” lasciai la frase in sospeso, mi venivano i brividi solo a pensarla..

“So che amava, e ama, farmi del male e vuole essere il solo a farmelo, perché io non merito nessuno...a parte lui” Tom ebbe il coraggio di parlare finalmente..

“Non posso crederci...e tu non hai detto niente per due anni interi?” chiese cercando di stare calmo, risi amaramente..

“Tom, non capisci chi è lui...lui sa tutto, viene a sapere le cose prima di tutti, lui è il primo di tutti, vuole sapere e vuole agire per primo, ha un giro di ragazzi simili a lui e potrebbero uccidere gente che li provoca, anche di un minimo particolare, tutti li temevano e li temono ancora adesso..sempre più di prima, se qualcuno gli parla alle spalle o se tentavo di raccontare qualcosa, ora..non sarei qui.” sentì Tom respirare faticosamente, e capì che forse era il caso di fermarmi..

“Tom credo che così basti...” mi prese la mano
“No” lo fissai amareggiata..
“Continua, devo sapere” esitai in mente, ma lo accontentai..
“Possiede armi, e spaccia droga. Ormai lo conoscono tutti, sono venuta apposta qua perché è quasi sconosciuto dalla maggior parte della gente, ma vedo che fra poco sapranno di lui anche qua.
Mi ha seguito Tom. Lo avevo lasciato apposta lì per dimenticarmelo, per dimenticare il male che mi ha fatto, ma vedo che lui non si è dimenticato di me..” poggiai la testa sul suo petto per sentire il suo cuore, era regolare...si era calmato almeno..

“E' destino Tom...vuole continuare a rendere la mia vita un inferno e lui può farlo, semplicemente perché ha le sue tecniche perché ha i suoi assi e perché...lo vuole.” il biondo mi accarezzò la testa..

“Sappi che ora sono più che certo che il destino mi abbia dato l'occasione di incontrarti per proteggerti perché me lo sento... sento che dovrò proteggerti, e tenerti lontano dal male, ovvero da lui” sorrisi quasi di gioia, ma lui non sapeva che orrenda persona che era, e poteva fare del male anche a lui, e non lo potevo sopportare. Per causa mia potrebbe uccidere gente e ci mancherebbe solo quello. Il mio sorriso era quasi di divertimento, perché sapevo che non avrebbe potuto proteggermi anche se avesse voluto...
Ci abbracciammo.

“Ma è sempre stato solo..” lo bloccai..
“Sì, non ha mai avuto aiuti da parte di nessuno, solo lui e io. Solo lui doveva farmi male..solo lui.”
annuì capendo..
“Quando mi facevo male casualmente si irritava, lo odiava..fino al punto di farmi il peggio. Una volta stava per uccidermi con le mani al collo, ma poi capì che non avrebbe più potuto sfogarsi su nessun altro ero e sarò per sempre la sua vittima, vuole me e me l'ha sempre ripetuto, sono sua.” Tom capì tutto quello che dissi e capì anche la situazione, ma non credo avesse capito come migliorarla...
Sentimmo un rumore fuori dalla porta, ci alzammo spaventati..
Sentimmo la maniglia girarsi e la porta aprirsi..sperai con tutto il cuore che non fosse lui, anche se era abbastanza strano che sapesse, anche, che fossi lì..ma ormai mi perseguitava anche in mente..
La porta si aprì, lasciando spazio alla luce che entrò in stanza insieme alla commessa...
Per un pelo..

“E voi che ci fate qui?”
“Emh..” mi allarmai
“Emh ci serviva una scopa..si ecco una scopa per pulire l'aula di arte..emh ci è caduta della vernice” disse Tom prendendo la prima scopa che trovò, lo assecondai..
La commessa ci fissò scettica per vari secondi, ma poi ci lasciò andare..

“Tom, per un pelo..” sospirai rassicurata
“Questa è l'ultima volta che entro in uno sgabuzzino” risi togliendomi la felpa e restando in canotta, faceva anche caldo lì dentro..
Camminammo per il corridoio..

“Paige, ora non pensare a niente di quello che mi hai detto ti prego” annuì, anche se sapevo non serviva a niente, anche se non ci pensavo, sarebbe venuto lui in persona a farmi ricordare tutto..una catena di brividi si impadronì della mia schiena..

“E ricordati ci sarò io al tuo fianco e ti aiuterò in qualsiasi momento, anche quando non ci sarò. Perché tu ti meriti di stare bene e nemmeno un pizzico di male..sei la meraviglia in persona!” risi, lo adoravo.

“Grazie davvero tanto Tom, sai come farmi stare meglio” mi fece l'occhiolino
“E' il mio lavoro”
“Ah e vuoi anche essere pagato?” dissi ridendo verso l'uscita..
“Esattamente, con un bacio” disse porgendomi la guancia, risi intenerita, mi avvicinai baciandogliela...
Mi staccai vedendo il suo sorriso smagliante...

“Grazie gufo, e ne avrò tanti altri” disse sicuro di sé, che scemo. Aspetta ...
“Come mi hai chiamata?” chiesi ridendo scettica..
“Gufo” scoppiò a ridere, spalancai gli occhi sorpresa
“Ah! E io sarei un gufo?” annuì continuando a ridere, lo seguì...era impossibile non ridere alla sua risata..
“Okay okay, ora basta. Rido solo perché hai una risata buffa, ma non chiamarmi più così” borbottai, sorrise addolcito..

“Scusami gufo, ma non posso, è troppo tenero” mi fece un buffetto sulla guancia e mi salutò scappando via...ma..
“Scusami! Devo tornare a casa presto o mia madre mi uccide!” annuì ridendo..
“Okay ciao!”
“Ciao gufo!” me la pagherà.
Mi voltai verso l'uscita e la varcai...
Finalmente aria pulita...oltre agli uccellini che cinguettavano sentì una suoneria, era la mia..
Presi il cellulare dalla tasca : 1 messaggio.
Era sconosciuto, il cuore iniziò a tamburellarmi nel petto, avevo paura che potesse essere lui..
Ma strano avevo cambiato numero, non poteva averlo trovato..
Lo aprì con mano tremante..

'Ciao Piccola Paige...'
Solo lui mi chiamava così..

'... non sai quanto mi sei mancata..o meglio quanto mi sia mancato fare uso di te.' respirai faticosamente e andai avanti a leggere..

'Pensavi di liberarti di me, scappando da tutto e da tutti ma, ti sbagli. Da me non scapperai mai, fai parte di me, sei mia. E nessun altro può averti. Credo che i lividi e le lesioni che ti ho procurato te l'avessero fatto capire, ma vedo che non ti è ancora del tutto chiaro, ma tranquilla Piccola Paige ti farò capire meglio le cose quando ci vedremo a scuola, sai è molto meglio questa di quella vecchia, qua quasi nessuno mi conosce e posso partire col piede libero, senza nessun ostacolo e ricordati che è inutile scappare da me, io ti troverò lo stesso. A presto Piccola Paige.♥ ti amo.'
Chiusi il messaggio in lacrime, ero fottuta.

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Capitolo 3
*** 3.3 ***




“Paige..” qualcuno mi scosse..mi voltai dall'altra parte mugugnando qualcosa..

“Paige dai alzati..”

“Mmh..papà dai..” lo sentì ridere..

“Niente dai, alzati o fai tardi..” sbuffai mettendomi seduta..mi strofinai gli occhi stordita, avevo un sonno quella mattina..

“Ma papà, tu non dovresti essere a scuola già da un'ora?” chiesi fissando l'orologio che segnava la 7. Lui, essendo preside, deve essere a scuola molto prima, ecco perché non mi svegliava mai lui la mattina..

“No, oggi no, ho un impegno con dei colleghi del mio vecchio lavoro..” lo fissai confusa..

“Ma non ti eri dimesso?”

“Sì, infatti, ma visto che mi sono dimesso a causa di una discussione, per dispiacere mi vogliono ripagare pagandomi un viaggio a New-York” spalancai gli occhi..

“Ma è fantastico papà! Devi accettare, non puoi perderti un'occasione del genere” sorrise

“Lo so Paige, ma ho un lavoro, sai quanto impegno ci ho messo per diventare preside? Non posso assentarmi per una 'vacanza'” scossi la testa

“Ma papà, non è una vacanza, te l'hanno offerta dei colleghi, è sempre un viaggio di lavoro” dissi ghignando, avevo ragione e lo sapeva anche lui. Non poteva non andarci, quando gli sarebbe capitata di nuovo, una cosa del genere?! Mai.
Rise divertito

“Paige, ci proverò..ma ora sbrigati che abbiamo già perso tempo, su!” uscì dalla stanza chiudendo la porta, mi alzai da letto e corsi in bagno..mi feci una doccia fredda per svegliarmi, misi un filo di matita contornando l'occhio con un eyeliner nero e un tocco di mascara..
Mi fissai allo specchio scettica..
Era inutile, anche con i complimenti di Tom i miei occhi facevano schifo.
Poi, con la matita nera sembravano più piccoli.
Sbuffai, non mi importava dell'aspetto, ma non impazzivo per il mio corpo e almeno gli occhi volevo renderli decenti.. Sapevo che quando parli con gli altri, l'unico posto dove ti fissano, sono gli occhi..
E questo mi creava tanto imbarazzo, ecco perché abbassavo in continuazione lo sguardo.
Tolsi la matita all'interno dell'occhio con una spugnetta. Aprì l'armadio e presi i primi indumenti che mi capitavano : una canotta bianca con sopra una felpa grigia di Superman, dei jeans chiari e delle vans rosse e per finire un cappellino di lana pendente grigio.
Scesi in cucina, presi una mela di fretta e misi in spalla lo zaino all'entrata..

“Papà io vado! Ciao!” urlai prima di sbattere la porta. Corsi per vari metri e finalmente mi ritrovai di fronte al cancello della scuola, per fortuna ero puntuale... corsi verso l'entrata, mentre c'erano ancora tutti i ragazzi fuori e guarda caso fissavano tutti me, odiavo essere la 'nuova' Entrai anche se non era ancora suonata la campanella, mi sarei persa di sicuro fra tutti quei ragazzi..
Iniziai a correre verso l'entrata..

“Uh uh! Corri bella corri!” urlò un ragazzo, entrai non dandogli ascolto e presi l'orario dallo zaino..
Allora prima ora...musica. Almeno niente di faticoso..
Un momento, ma ora come trovo l'aula...?
Ci pensai un po'...
Ma certo! Ci doveva essere una piantina da qualche parte..mi avvicinai alla segreteria...

“Scusi, per caso c'è una piantina della scuola?” la donna minuta davanti a me sorrise per poi indicarmi un corridoio a destra..

“Sì, cara in quel corridoio ce n'è appesa una” sorrisi ringraziandola e mi avvicinai..
Mentre fissavo la cartina il mio cellulare vibrò, lo presi per vedere che mi era arrivato un messaggio..ancora sconosciuto. Oddio no.

'Piccola Paige quei jeans ti fanno un culo perfetto, non vedo l'ora di rivederti'
Chiusi il messaggio impaurita, questo vuol dire che mi aveva vista, ma quando?
L'ansia mi iniziò ad impadronirsi del mio corpo non potevo sopportare di più, era come se mi spiasse, come se stesse sempre con me, come faceva..?
Dopo aver visto l'aula di musica mi ci avviai, prima di entrare chiesi a Tom dove fosse per messaggio, misi silenzioso ed entrai.
Perfetto la classe era ancora vuota, avrei potuto fare quel che volevo..
Mi misi al terzultimo banco che dava alla finestra..e mi accorsi che anche da quella prospettiva si riusciva a vedere l'albero Zahara..
Una vibrazione mi distolse dai pensieri e aprì il messaggio..

'Scusami gufo, ma non sono potuto venire a scuola..' lessi confusa il messaggio per poi rispondere

'Che ti è successo?'

'Niente, tranquilla..' mi prendeva per cogliona?

'Tom, dove sei?'

'Non posso parlare adesso, ti chiamo dopo io, bye c:'
Che gli poteva esser successo?
Magari un raffreddore o una semplice influenza..si probabile.
Dopo qualche minuto la classe iniziò a riempirsi e la maggior parte delle facce erano indirizzate a me..
Abbassai lo sguardo sul mio quaderno e cercai di pensare a Tom, per distrarmi da tutti loro, ma fu impossibile dato che qualcuno picchiettò la mia spalla, mi voltai alzando lo sguardo..

“Ehi ciao” davanti a me vidi Helen..

“Ciao, tu sei la ragazza di ieri, vero?” annuì sorridendo..per poi indicare il posto libero di fianco a me

“E' libero?” annuì

“Sì sì certo” sorrise e mi fissò, mi innervosì, perchè tutti mi fissavano? Magari lei poteva rispondermi

“Helen senti, ma io non capisco perché tutti mi fissano, ho capito che sono la 'nuova', ma ora avrebbero dovuto smettere” mi fissò annuendo

“Beh, ora parlo da ragazzo..sei una gnocca diavolo!” urlò, spalancai gli occhi

“Ma dico sei matta?” scosse la testa

“E' la verità!”

“Sì, ma non c'è bisogno di urlare” si morse il labbro ridendo

“Oh, hai ragione scusa” risi leggermente arrossendo..mi indicò intenerita

“Guardati, sei ancora più bella quando arrossisci” le diedi uno schiaffetto sul braccio

“Ma sei lesbica?” spalancò gli occhi

“Oddio hai ragione, okay basta parlare da maschio” scoppiai a ridere vedendola così, mentre lei mi pareva più sconvolta

“Tranquilla, non significa che tu sia lesbica” scosse la testa agitandosi

“Oddio! Aiuto!” mi trattenni dal scoppiare di nuovo a ridere, era così buffa..poi ad un tratto la sua faccia dallo sconvolto divenne da ebete..mi voltai nella direzione che stava guardando e vidi un ragazzo biondo con gli occhi color ghiaccio e un po' bassino sedersi all'ultimo banco...
Era davvero carino..
Mi concentrai su Helen che sembrava essere entrata in trans..

“Helen..” la chiamai

“Helen ehi!” la scossi e si voltò di scatto

“Oh scusa, mi ero incantata” risi

“Lo vedo” ridacchiai, mi fissò imbarazzata

“Emh...beh, non è come credi...beh io..” scoppiai a ridere

“Tranquilla non c'è nulla di male...insomma..” gesticolai verso quel ragazzo

“Senti okay che è bello anche per te, ma è già prenotato” scoppiai a ridere

“Non ti preoccupare, sono a posto. Non ho tempo per i ragazzi e di certo non ne voglio uno” mi fissò torva

“Che c'è?”

“Niente, solo che la prima volta che ti ho vista sembravi, emh scusa la parola, “una troia” come tutte le altre, ma ora che ti conosco meglio ho capito che sei diversa” ghignai

“Grazie, non per la “troia” ma per quello dopo” rise

“E di che” in quel momento sentimmo un rumore verso la porta, ci voltammo tutti mentre in aula calò il silenzio...

“Buongiorno ragazzi” disse un uomo sulla trentina...wow per essere un professore è davvero carino, oddio mio..ora fisso anche i professori.

“Buongiorno” fui l'unica a non salutare, ero troppo presa a fissarlo..come poteva essere così bello?
Si avvicinò alla cattedra e poggiò la pila di libri su di esso per poi scrutare tutta la classe..non guardare me ti prego, ti prego, ti pre...

“Oh, abbiamo una nuova alunna” ..go. Bene. Helen si voltò verso di me come tutti d'altronde..
Emh, guardate c'è un uccellino dall'altra parte..guardate quello. La mia faccia si colorò di un rosa leggero..qualcuno ha intenzione di parlare diamine?

“Avanti, alzati e presentati alla classe” sai, non mi sembri più tanto bello..mi alzai con tutti gli occhi puntati addosso, che situazione Dio.

“Mi chiamo Paige Willon ho 17 anni e vengo da Barford” il prof annuì e mi risedetti

“Bene signorina, adesso ripeto , per chi non lo sa, che sono l'insegnante di musica e oggi, visto che abbiamo anche una nuova alunna canteremo, iniziate a sistemarvi” cantare? Perfetto, odio cantare in pubblico. Sinceramente non mi piace fare nulla in pubblico..
Helen si voltò verso di me.

“Tranquilla se non sai cantare c'è gente stonatissima qui” sorrisi e ci alzammo

“No, non è questo il problema, ma non mi piace cantare in pubblico” scosse la testa

“Nah, faremo qualche frase niente di che” in quel momento sentimmo la porta aprirsi e un qualcuno entrare..

“Scusi professore, sono nuovo e non sapevo dove fosse la classe”

“Oh no” tutti si voltarono verso di me, compreso lui, ghignò..

“Oh, rieccoti Piccola Paige”





CICHITA BANANA!!!!!!!!!!!!!!!!!! OuO
Ciao a tutti lol.
Ecco un altro capitolo di questa storia..
che vedo molto seguita lol
spero che col tempo iniziasse a piacervi :'3
vorrei tanto aprire EFP e leggere
4857839649635767856378 recensioni OuO
sogno lol.
Mi bastano anche 2 o 3 u.u
Ringrazio quelli che lo faranno e quelli che le leggono e basta, è già tanto ♥♥♥
Buona lettura banane *o*
Bye c:
-Kia

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Capitolo 4
*** 4.4 ***






“Che fai non mi saluti?” non riuscivo a parlare, la sua immagine davanti ai miei occhi non mi sembrava reale. Dalla mia bocca non usciva niente, nemmeno l'aria..mi si era fermato il cuore, non sapevo che fare, oltre restare immobile...
Helen si voltò verso di me spaventata, mentre il resto della classe lo era ancora di più

“Paige cos'hai? Chi è lui, lo conosci? Stai bene? Paige..” non l'ascoltavo ero paralizzata, sentivo solo dei mormorii e la sua bocca muoversi ma non capivo più nulla, sapevo solo che l'inferno era ritornato.

“Si può sapere che cosa sta succedendo?” domandò il prof, ma non m'importava più nulla, non volevo parlare, non volevo fare nulla..

“Niente professore è solo felice di rivedere un suo vecchio 'amico'” disse il ragazzo ghignando..
Non ce la feci più, sbattei più volte le palpebre cercando di capire se quella fosse la realtà o solo un incubo, ma purtroppo lo sapevo bene ed era tutto inutile cercare di negarlo..
Mi guardai intorno con occhi spalancati, tutti mi fissavano in silenzio, non potevo sopportarlo ancora...le lacrime spingevano per scendere e non volevo farlo lì, davanti a Helen, al prof, a tutti i compagni...e davanti a lui, che ha rovinato la mia vita facendomi piangere anche quando sorridevo, non volevo farlo godere della mia debolezza un'altra volta..
Con movimenti veloci corsi fuori dall'aula e nel momento in cui lo avevo sorpassato il mio cuore perse un battito, e solo una cosa mi faceva quell'effetto, la paura.
Corsi con tutta la forza che potevo, non mi fregava se sembravo una pazza, in quel momento potevo solo scappare, scappare da quell'essere schifoso che mi aveva rovinato dalla prima volta che lo vidi..era così bello, dolce, socievole...ma era tutta una finta, solo per sfruttarmi e ci era riuscito benissimo..ma la colpa non era solo sua, anzi, sono stata una cogliona a fidarmi di lui così facilmente, ero ingenua.
Continuai a correre per la scuola, non sapevo dove andare o dove stavo andando, era tutto nuovo per me.
Ma non m'importava, sapevo solo che più correvo e più mi allontanavo da lui.
Mi voltai indietro ansimando, non vidi nessuno e ne approfittai per riprendere fiato..
Mi appoggiai al muro vicino al bagno delle femmine asciugandomi le lacrime, socchiusi gli occhi per un momento respirando profondamente..

“Per essere arrivata in questa scuola prima di me, so più bene io com'è fatta Piccola Paige, non è difficile trovarti, anche se sei piccola piccola” sussultai alla sua voce, ma non aprì gli occhi.. non volevo, guardarlo in faccia mi avrebbe disgustato a tal punto di vomitare..

“Che c'è? Non mi guardi? Non sai quanto mi dia fastidio quando non mi guardi in faccia, tu devi farlo” sentì prendermi violentemente per il mento, così forte che il dolore mi fece aprire gli occhi..ed eccolo lì, a pochi centimetri dal mio viso con i suoi occhi color ghiaccio che potevano far paralizzare chiunque..

“L-lasciami t-ti preg-go” quelle maledette lacrime ricominciarono a scendere, fino a bruciarmi la pelle, non dovevo piangere, non davanti a lui. Ma non mollò la presa e continuò a stringermi per il mento..alzò la mano destra e chiusi gli occhi gemendo, pronta per uno schiaffo...ma, non lo fece..
Mi asciugò lentamente le lacrime dalle mie guance, sentire di nuovo il suo tocco sulla mia pelle faceva un certo effetto, all'inizio era fastidioso, ma poi iniziò a piacermi, non mi aveva picchiata.. Presi coraggio e aprì pian piano gli occhi, lo sentì allentare le presa su di me, fino a lasciarmi completamente..
Non sprecai un secondo e mi allontanai fino a toccare il muro gelido

“Ora che ti ho trovata non posso lasciarti” soffiò Louis avvicinandosi, deglutì..sentirlo di nuovo vicino mi sembrava così strano..
Mi veniva da vomitare, sentì un groppo salirmi in gola, mi sentivo male e non volevo vomitare anche davanti a lui, non e la feci più a trattenermi e sorpassai il ragazzo correndo in bagno..
Vomitai tutto e mi sedetti ansimando a terra affianco al wc.. Mi pulì la bocca con la manica della felpa, schifo.
Sentì dei passi avvicinarsi, mi appoggiai al muro avvicinando le gambe alla pancia, nascosi il mio viso abbassando lo sguardo..ero stufa.
Sapevo che era lì, di fronte a me, ma non avevo il coraggio di riguardarlo..
Sì avvicinò chinandosi alla mia altezza, mi prese delicatamente per il capo alzandomelo..
Aprì lentamente gli occhi, trovandomelo davanti, con la mano mi accarezzò la mascella, poi la guancia per poi toccare le labbra, secche e screpolate, avevo sete, dovevo bere.
Non so come, ma mi alzò prendendomi da sotto le ascelle e mi portò al lavandino, senza dire nulla mi chinai a bere, pulendomi la bocca dal sapore del vomito..
Era come se mi avesse letto nel pensiero, ora, oltre a comandarmi, sapeva anche a cosa pensavo..
Rimasi ferma davanti allo specchio sopra il lavandino..
Mi faceva schifo guardarmi, ero una merda..
Pallida, occhiaie, e stanca.
Louis si spostò fino a mettersi dietro di me, mi cinse la vita e mi abbracciò poggiando il mento sulla mia spalla a testa bassa..
Non sapevo che fare, era una situazione strana e anormale..ero stufa, non riuscivo a sopportare più nulla...volevo morire.
A poco a poco mi fece girare fino a scontrare i nostri petti..ed ecco che il mio cuore iniziò a battere intensamente, senza smettere..
Ero esausta di tutto e di tutti, ma in quel momento, non so perchè..lo volevo al mio fianco, solo lui c'era, e solo lui mi faceva sentire così..sbattei più volte i miei pugni sul suo petto, sempre più forte, facendolo allontanare di poco..

“Perchè..? Perchè tutto questo? Io sono stanca” sbuffai tremando, il ragazzo davanti a me mi bloccò per i polsi e mi fece alzare lo sguardo..

“Non è colpa tua Piccola Paige, è il destino” mi prese le mani portandomele al mio petto..

“Senti il tuo cuore? Senti come batte..batte così forte che lo sento da qua...ed è lo stesso effetto che provo io quando sto vicino a te..” ansimai..

“H-ho sonno” sorrise asciugandomi le lacrime, portò una mano sotto il mio sedere a l'altra dietro la mia schiena alzandomi da terra, uscimmo dal bagno..
Mi sentivo così rilassata, chiusi gli occhi cercando di non pensare a nulla a nessuno, in quel momento mi sentivo bene, non mi importava di essere in braccio a lui davanti ai prof o agli studenti..non mi fregava più nulla di loro, volevo solo dormire e non potermi svegliare mai più.


*****

Sentì un tocco caldo e leggero sulla mia guancia, mugugnai qualcosa muovendomi...
Qualcuno rise leggermente e a poco a poco aprì gli occhi, era Louis..
Sbadigliai strofinandomi gli occhi..mi guardai intorno, quella non era la mia camera...era una stanza maschile con le pareti di un arancio scuro con un armadio grigio e una scrivania, la stanza era un po' disordinata, ma la cosa che lo era di più era sul letto..ed ero io.

“Perché sono qui?” fino a quel momento continuò a fissarmi poi rispose..

“Avevi sonno e ti ho portata a casa mia” annuì..passarono vari secondi, e lui non cessava di fissarmi...cercai di non guardarlo, mi metteva così in imbarazzo..
Lui lo notò e fece un sorrisetto soddisfatto di farmi questo effetto, bene..io non lo ero per niente.
Poco dopo mi ricordai di mio padre..

“Oddio mio, che ore sono?” chiesi iniziando ad alterarmi..spostò lo sguardo sulla sveglia

“Le sette e mezzo di sera” spalancai gli occhi..

“Dio mio devo tornare a casa subito, mio padre mi uccide” dissi alzandomi velocemente dal letto, ma sbagliai..mi venne un capogiro e mi sentì crollare..
Louis mi sostenne per i fianchi facendo si che non cadessi..

“Stai attenta e non muoverti velocemente, sei stanca e devi stare a letto”

“Non posso, devo tornare a casa” mi allontanai da lui mettendomi le scarpe e uscì dalla stanza, lo sentì seguirmi e sbuffare..
Mi avvicinai alla porta, ma venni afferrata per il braccio e fatta girare..
“Se devi tornare a casa, non te ne vai di certo da sola, è sera è buio e fa freddo, senza di me non esci” mi spinse contro il muro intrecciando le nostre mani e facendo combaciare i nostri petti, gemetti a quel contatto e sembrò fargli piacere visto che spinse ancora di più, fino a sentire il suo membro, ansimò e stranamente mi fece piacere...rimasi in silenzio

“D-dio quanto mi sei mancata” disse gemendo e roteando i fianchi per sentire ancora di più quel contatto, volevo la smettesse, non mi piaceva tanto quella situazione, era tornato come prima e mi faceva paura.

“T-i prego smettila..” gemetti e lui si fermò fissandomi negli occhi.
Portò una mano alla mia fronte leggermente sudata e l'accarezzò..

“So che ti piace Piccola Paige..” soffiò sul mio volto, chiusi gli occhi incantata da quel momento..come diavolo faceva..

“D-devi portarmi a casa sono in ritardo..” dissi come scusa, era la realtà, ma era anche un modo per scappare via da quella situazione...
Sembrò ascoltarmi, ma non si allontanò e mi afferrò per il mento alzandolo lentamente...
Con la lingua iniziò a leccarmi il labbro superiore per poi passare a quello inferiore..lo morse
leggermente...aumentando il desiderio di averlo più vicino..
Socchiusi leggermente la bocca, lasciando che la sua lingua leccasse anche i miei denti, fino a far toccare le sue labbra alle mie, calde, bagnate e gonfie...
Sembravano esser fatte apposta per stare attaccate, combaciavano alla perfezione..e non sapevo se fosse un bene o un male..

“B-basta Louis andiam-mo” ci staccammo riprendendo fiato, mi fissò ancora per poco e poi uscimmo di casa..
Mi prese la mano stringendomela, come se avesse paura che scappassi, peccato che però non riuscivo a farlo..
Entrai in macchina e lui fece lo stesso, il viaggio passò in silenzio..era meglio così, non avevo la forza di parlare..
Quando arrivammo a casa mia, mi voltai verso di lui..

“Grazie..” aprì la portiera e feci per scendere, quando con un gesto veloce mi fece girare e mi baciò il naso, rimasi un po' scettica da quel comportamento..lo fissai e mi sorrise.. Scesi dalla macchina e chiusi la portiera avviandomi verso il cancello di casa..
Sapevo che era ancora lì, sapevo che non se ne sarebbe andato fin quando non sarei entrata per essere certo che non mi capitasse nulla, sapevo che non se ne sarebbe mai andato..
Entrai in casa chiudendo piano la porta, mi affacciai di nascosto alla finestra e lo vidi ancora lì, alzò lo sguardo e sventolò la mano, mi tolsi subito dalla finestra e mi appoggiai al muro di schiena fino a scivolare a terra...presi tutta l'aria che potevo e la liberai tutta fuori, magari avrei potuto fare così con i ricordi, ma loro restavano per sempre.. e stranamente non ne ero più triste che fosse tornato anzi mi sentivo bene, come se mi mancasse da tanto e ora finalmente è tornato..
Avevo capito tante cose quel giorno, la più importante era che..
IL MIO INFERNO MI FACEVA SENTIRE IN PARADISO.;">

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