Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti

di Ibelieve93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Partenza Los Angeles-Milano ***
Capitolo 2: *** In volo..... ***
Capitolo 3: *** Era stata brava la piccola, dovevo ammetterlo ***
Capitolo 4: *** No, Gabriel che fai? Ci ricadi? ***
Capitolo 5: *** E chi l’avrebbe detto che io avrei iniziato a tifare per quello sbruffone ? ***
Capitolo 6: *** Faccia da schiaffi ***
Capitolo 7: *** Alla guida di un aereo ***
Capitolo 8: *** Una carezza inaspettata ***
Capitolo 9: *** Pranzo ad alta quota ***
Capitolo 10: *** Nel cuore della tempesta ***
Capitolo 11: *** Una notte in hotel ***
Capitolo 12: *** Non voleva lasciarlo andare ***
Capitolo 13: *** Un motivo in più per vivere ***
Capitolo 14: *** Un dolce dono ***
Capitolo 15: *** Un tocco d'amore ***
Capitolo 16: *** Distanti, ma vicini ***
Capitolo 17: *** Al centro commerciale ***
Capitolo 18: *** Nei ricordi più dolci ***
Capitolo 19: *** Un piacevole incontro ***
Capitolo 20: *** Non aver paura ***
Capitolo 21: *** Libertà conquistata ***
Capitolo 22: *** La fine di un incubo ***
Capitolo 23: *** Dolcezza ***
Capitolo 24: *** Un anello ed una promessa ***
Capitolo 25: *** Notte prima della partenza ***
Capitolo 26: *** Non è ancora finita ***
Capitolo 27: *** Fratello e Sorella ***
Capitolo 28: *** Don't let me go ***
Capitolo 29: *** Lontano dagli occhi, ma non lontano dal cuore ***
Capitolo 30: *** Priorità ***
Capitolo 31: *** Momento perfetto ***
Capitolo 32: *** Era ossigeno ***
Capitolo 33: *** Una donna meravigliosa ***
Capitolo 34: *** In tribunale ***
Capitolo 35: *** Insieme fino alla fine ***
Capitolo 36: *** Cuore a Cuore ***



Capitolo 1
*** Partenza Los Angeles-Milano ***


Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti

                                                                                                             



                                                                                                                   
Il mondo è un libro 
e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina
 
 
                                                                                 
                                                                                Sant'Agostino





Capitolo 1. Partenza Los Angeles- Milano








Gabriel
 
“ Ta- dà!” esclamò James, il mio partner, lanciando un fascicolo sulla mia scrivania già carica di scartoffie di ogni genere , un computer portatile e una stampante decrepita di mille anni orsono .
Lo guardai inarcando un sopracciglio , le mani incrociate sul petto e la schiena comodamente poggiata allo schienale della mia meravigliosa sedia imbottita girevole .
“ Gabriel , hai un bel viaggetto da fare .Guarda un po’ qui ” mi disse con un sorrisetto stampato sulle labbra sottili, le mani sui fianchi e i grandi occhi grigi fissi nei miei pronti a leggermi dentro .
Ormai per lui, ero come un libro aperto. Era da anni che lavoravamo insieme cercando, inseguendo e arrestando criminali di ogni “ forma e dimensione” , perciò riusciva sempre a capire da un solo sguardo, uno solo gesto ,  se ero nervoso, curioso, attento, annoiato o addirittura innamorato.
Innamorato? Beh, almeno una volta nella vita era successo anche a me di ritrovarmi in quella , come dire , fase ? Situazione ?  
James mi avevo avvertito , ma si sa…all’amor non si comanda.
Ed io avevo sofferto come un cane , naturalmente.
Avrei dovuto immaginarlo, anzi avrei dovuto dargli retta !
Lui in campo di donne era decisamente più preparato di me. Ci sapeva fare.
Come un’idiota non mi ero proprio reso conto del fatto che dietro quella bella faccia d’angelo, di cui mi ero innamorato,  si nascondeva una ladra con alle spalle almeno sei rapine a mano armata .
Fantastico. Era decisamente super per un poliziotto innamorarsi di una donna di quel genere .
Ancora se ci pensavo mi veniva da ridere e piangere al tempo stesso .
Per mesi interi i miei colleghi avevano riso di me e ancora qualche volta continuavano a farlo !
Ma almeno alla fine le avevo messo io le manette intorno ai polsi.
Ehehe alla fine non mi era sfuggita la barbie , e avevo fatto giustizia!
Tutto questo grazie al mio collega, ovviamente, che era riuscito a farmi rinsavire in tempo , e così a salvarmi la faccia , il lavoro e la vita!
Quella donna voleva soltanto usarmi, conoscere attraverso di me tutto ciò che la polizia aveva in mano su una certa ladra , dall’identità ancora del tutto sconosciuta a me e ai miei colleghi , che non era altro che lei ! 
E poi ? Il suo piano includeva anche la mia morte…già, già …la mia morte.
Perché non più utile alla “sua causa” .
Stupido. Ma …Ok, avevo imparato la lezione.
L’amore? Completamente gettato fuori dalla mia vita, come ogni donna che continuava a provarci con me.
Out !   
Adesso niente “ relazioni amorose”, solo e soltanto rare amicizie con l’altro sesso.
Con una mano afferrai il fascicolo annoiato , qual era questa entusiasmante novità ? Che viaggetto mi toccava fare ? Di solito non amavo allontanarmi dalla mia amata città, ma per il mio lavoro questo ed altro. Sin da quando ero bambino sognavo di far il poliziotto , e adesso che ero riuscito a coronare il mio sogno volevo essere utile in ogni modo possibile alla mia Patria.
Fare giustizia… era ciò che volevo da sempre.
Aprii il fascicolo ed iniziai a leggere…
Sgranai gli occhi, mi si formò un nodo in gola .
Il cuore quasi mi esplose nel petto e mi alzai dalla sedia , che scivolò via per qualche centimetro verso il muro alle mie spalle . 
Ok, James voleva decisamente una mia reazione negativa davanti a quella notizia!
Mi tremavano le mani per la rabbia.
Quello che avevo appena letto non mi piaceva per niente! No, no nient’affatto! Per niente!  
“ Io quello lì non lo proteggerò con la mia vita fino in Italia!” l’ avvisai richiudendo il fascicolo e sbattendolo sul tavolo.  
Lui fece una smorfia divertita, passandosi la lingua sulle labbra : “ Eh no , caro mio ti tocca. E’ stato il capo a decidere dato conosci anche molto bene l’italiano ”
E con un cenno del testa indicò l’ufficio del nostro superiore alla sua sinistra.
Guardai con gli occhi ridotti a due fessure verso quella direzione e sbuffai sonoramente
“ Che incubo! Quasi dodici ore di viaggio in aereo con quell’idiota amante dei videogames ! ”
James mise le mani sulla mia scrivania, improvvisamente e decisamente troppo serio : “ E’ un testimone che molti vorrebbero far fuori prima ancora che metta un solo piede in Italia. Tieni gli occhi bene aperti. Sarete soltanto tu e lui per non dare troppo nell’occhio. Vedi di non farti ammazzare. ”
“Si. Sarà sicuramente entusiasmante, un’esperienza indimenticabile! Fare da baby-sitter ad un bambino come lui non è da tutti i giorni ” dissi con sarcasmo e lui mi refilò una bella occhiataccia.
“ Partirete domani mattina. Lui è già qui” disse prima di girare i tacchi e lasciarmi solo .
Con una mega smorfia andai a vedere nella sala d’attesa del nostro distretto , ignorando tutti gli sguardi divertiti puntati su di me dei miei colleghi che avevano udito la mia conversazione con James .
Il nostro testimone era lì . Tutt’un sorriso, seduto con fra le mani un giornalino di cruciverba e una matita . Era un ragazzo mingherlino, dagli occhi e i capelli neri.
Indossava una maglietta a mezze maniche con su disegnato spider-man  , il pantalone nero di una tuta e le scarpe da ginnastica . Masticava rumorosamente una gomma rosa con la bocca aperta.
“ Ehi , amico” mi salutò appena mi sentì arrivare “ Gabriel  giusto ? Mi guarderai tu le chiappe mentre viaggeremo?”
 Mi passai una mano fra i capelli disperato. Tra tutte le missione che potevano affibbiarmi, quella era decisamente la peggiore.
Ok, coraggio. Potevo farcela…si trattava solo di dodici ore di viaggio, qualche altra in tribunale e infine…ciao! Ritornavo nella mia amata Los Angeles senza avere lui fra i piedi .
                                                                            *****
Ed eccoci qui, ad aspettare quell’aereo gettati su quelle scomode e rigide sedie dell’ aereo porto alle sei del mattino .
Sei del mattino! Anche questo dovevo fare per quel ragazzino !
Per tirarmi giù dal letto avevo dovuto attivare tre sveglie , ciascuna posizionata in posti diversi e con almeno cinque minuti di differenza tra loro , così da dover per forza alzarmi ogni volta per spegnerle. La prima in camera da letto era stata facile da mettere a tacere, la seconda in bagno più o meno e la terza…
Beh, la terza semplicemente avrebbe smesso di suonare per sempre. Rotta.
Esasperato l’avevo lanciata in aria e per poco non andò a finire sulla macchinetta del caffè. 
Caffè. Si avevo decisamente bisogno di una bellissima e adorata tazzina di caffè. Quel suo aroma così meraviglioso…si, avevo bisogno di lui.
Si poteva sposare il caffè ?
Era il mio compagno di vita ideale.
Era sempre lì, pronto a sostenermi , la mattina presto e nelle notti quando ero in servizio.
Riscaldava il corpo nei giorni gelidi e rallegrava d’estate . 
Sbadigliai per la centoquattordicesima volta mentre l’aereoporto era ormai brulicante di persone.
Valige, valige ovunque. Un punto di partenza e di arrivo, gli aereoporti erano questo. 
Non ero mai stato in Italia, ma avevo nonni materni italiani . Mi madre si era trasferita in America quando aveva solo diciannove anni, perché era da sempre stato il suo sogno vivere qui , ed ecco che aveva conosciuto mio padre in una rapina in banca .
Geniale .
Lei allo sportello come cliente , lui dall’altra parte del bancone pronto a fare il suo lavoro. 
L’italiano che sapevo era per merito di mia madre . Quando rimanevo in casa solo con lei, prima di cercarmi un appartamento tutto mio, non facevamo altro che parlare quella lingua.
“ Io…Io non ho voglia di prendere l’aereo.” Balbettò all’improvviso quel soggetto seduto al mio fianco.
Oddio, mi ero dimenticato della sua esistenza.
Roteai gli occhi appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
“ Perché?” domandai seccato mentre continuavo a guardare distrattamente le persone che andavano e venivano trascinando le loro valige .
“ Io…soffro di vertigini, non posso volare. Io non voglio volare, non possiamo prendere un altro mezzo di trasporto?”
Trassi un profondo respiro e mi voltai verso di lui: “ Si, magari potremmo prendere una nave, che dici ? Così altro che dodici ore! Arriveremo in Italia quando io avrò ottant’anni, sempre se la nave non affonderà come il Titanic nel bel mezzo dell’oceano. Sai che bello essere divorato dagli squali ?”
Lui deglutì. Il mio sarcasmo non era riuscito a farlo innervosire.
Ops , stava davvero per vomitare ? Aveva una faccia così pallida che mi faceva preoccupare sul serio. Era viola!
Questo qui mi arrivava morto in Italia , altro che vivo! E poi chi lo sente il capo ?
 “ T…tu…tu non starai per vomitare , vero?” gli domandai titubante.
Non lo finii neanche di dire. Era sul punto di farlo.
“ No, ti prego” lo supplicai alzandomi .
 “ Ti senti bene?” domandò all’improvviso una voce da lontano .
Dolce, gentile, educata.
Un tono così soave, e ben gradito alle orecchie di chiunque.
Era il tono di voce di una donna , e non una qualunque.
Una hostess era corsa in aiuto di Kevin appena l’aveva visto in quello stato pietoso .
Indossava un tajer rosso ed un cappellino elegante dello stesso colore con un ricamo in oro . Sicuramente era la sigla della compagnia di aerei per cui lavorava.
La ragazza, che aveva all’incirca la mia età, aveva i capelli castano chiari legati a coda di cavallo.
Era così gentile perché la pagavano per quello.  Doveva far bene il suo lavoro se non voleva essere licenziata . 
Figurarsi se nella vita era davvero così dolce! Se, se.
Se avevo imparato qualcosa, era che delle facce d’angelo non bisognava mai fidarsi…no, mai.
“ Sta benissimo” mi intromisi io con un sorrisetto odioso stampato sulle labbra .
Il mio obiettivo era quello di allontanarla da noi il più in fretta possibile , possibilmente alla velocità della luce.
E lei, che aveva poggiato una mano con premura su una spalla di Kevin si voltò a guardarmi .
I suoi occhi a mandarla color caramello mi squadrarono con attenzione:  “ Lei è un suo amico?”
Annuii. Via , iniziamo a dire stupidaggini, pur di salvarci la pelle ! Odiavo fingere ciò che non ero.
“ è la prima volta che prendete un aereo?” mi domandò seria
Feci spallucce : “ io no, ma lui…”
Lei ritornò a guardare Kevin e gli sorrise, un sorrisetto così rassicurante : “ Non ti preoccupare , andrà tutto bene…".
 Ed ecco il nostro Kevin fare gli occhi da pesce lesso alla nostra bella hostess.
Era già cotto per bene, a puntino.
“ Se lei sarà con me sicuro!” le rispose , e lei rise piano.
“ Che volo dovete prendere?” gli chiese .
Ed io che ci stavo a fare lì ? Ehi ? Nessuno mi calcola?
“ Dobbiamo andare in Italia. Raggiungere Milano .” Spiegò lui
Lei ci pensò su un attimo: “ Prenderete l’ aereo della compagnia Skyland delle sette e trenta per caso ?”
Il volto del ragazzo si illuminò all’istante : “ Si, perché tu…” ripose speranzoso
Lei annuì : “ Si, lavoro proprio per quella compagnia . L’aereo sul quale salirete sarò anche il mio ! Perfetto…” e fece un cenno del capo come a voler chiedergli il nome
“Nicolas” risposi in tutta fretta. “ Si chiama Nicolas”
Kevin mi guardò in uno strano modo, possibile che non capiva? Non potevamo usare i nostri veri nomi per la nostra sicurezza.
“ Ok, mi occuperò di te personalmente Nicolas se avrai bisogno” lo rassicurò lei ritornando a guardarlo.  
Non mi piace. Basta, era davvero troppo gentile.  
“ Ok, la riunione è finita . Può tornare al suo lavoro” le dissi serio  
Lei si rialzò e incrociò il mio sguardo  : “ Ma lei è sempre così freddo ?”
 Kevin sospirò: “ Purtroppo si!”
Gli rivolsi un’occhiataccia , per poi ritornare a guardare la ragazza, che doveva chiamarsi Stella, dato era l’unico nome inciso su una spilletta attaccata alla giacca rossa . Il foulard grigio intorno al collo.
Tzé patetico, ma dovevo ammetterlo…era carina, ed era italiana ?
Parlava l’inglese in modo impeccabile.
“ è questo il mio lavoro, signore” precisò un po’ alterata
“ Mi chiamo David comunque ” la informai rispolverando il mio solito sorrisetto odioso sulle labbra
Lei trasse un profondo respiro: “ Molto bene, signor David…a più tardi!” e detto ciò girò i tacchi.
                                                                                 *****
 
Stella
 
 
Ma che soggetto odioso! Sbruffone . L’amico stava male e lui se ne infischiava altamente. Complimenti, ma che bravo, fa tanto il gradasso. Peccato che le previsioni portavano bel tempo per tutto il volo , altrimenti mi sarei divertita a vederlo farsela sotto dalla paura durante le turbolenze.
E’ iniziata proprio bene la giornata, se un altro passeggero è come quello lì andiamo proprio bene!
“ Ehi, Stella tutto ok ?” mi domandò Charlot mentre sistemava dei volantini , che avrebbe dovuto distribuire dai lì a qualche minuto ai nostri passeggeri , compreso lo sbruffone . Eravamo pronti per aprir l’imbarco. 
“ Si, tranquilla.” La rassicurai con un mezzo sorriso mentre raccolsi la mia piccola borsa da viaggio da dove l’avevo lasciata.
Il nostro aereo era una trai più grandi e belli che c’erano in giro . Di lusso. Poltrone comode, una larga cabina di pilotaggio, la nostra “zona Hostess” così da noi definita , due bagni . Perfetto e comodo.
Ero orgogliosa di lavorare come hostess per quella compagnia .
Il mio sogno si era avverato. Volare ogni giorno , da una parte all’altra del mondo, senza mai fermarmi.
Avevo quattro colleghe-amiche straordinarie con cui lavorare su quell’aereo, quindi di cosa dovevo lamentarmi?  
“ Te l’hanno detto che oggi arriva un’altra al posto di Gloria ?” mi domandò ancora Charlot guardandomi con i suoi piccoli occhi azzurri .  
Strabuzzai gli occhi: “ Come?”
“ Già, proprio così! Ha deciso di prendersi un po’ di vacanza”
“ E la nuova com’è?” le chiesi sbuffando. Eravamo diventate un quartetto perfetto, una nuova non ci voleva.
“ Sembra un tipo a posto” iniziò lei . “ mi è indifferente”
Annuii e mi avviai verso l’aereo. A me toccava dare il benvenuto a bordo ad ogni singolo ospite .
Inutile dire cosa provai nel vedere quel…quel David salire a bordo .
“ Prego…Signor David ” dissi in tono freddo e distaccato, al contrario rivolsi un sorriso a Nicolas .
Aveva una faccia così dolce quel ragazzo.
David , non mi rivolse nemmeno uno sguardo.
Cavolo, avrei davvero dovuto sopportarlo per sei lunghissime ore e magari assecondarlo in ogni sua richiesta?
No di lui se ne sarebbe occupata un’altra , io no!
Si mise a sedere quasi a metà dell’aereo, sull’ala sinistra. Nicolas al finestrino, lui all’interno dalla parte del corridoio . Sbuffò quando inserì a fatica i loro bagagli a mano sopra dei supporti .
Mi incantai un momentino , ma quel tanto che bastava da farmi richiamare da Samantha, un’ altra mia collega.
“ Ehilà?” chiese in tono squillante passandosi una mano nella sua folta chioma riccia e dorata.
“ Scusa” risposi confusa, ritornando in me.
Lei rise: “ Carino, eh?” mi disse con una punta di malizia indicandomi con un cenno del capo quel babbeo.  
“ Di chi parli?” le dissi infatti, sconvolta. Stava scherzando, vero?  
“ Quel ragazzo che stai guardando. Ha bei capelli biondi , occhi smeraldini, un bel fisico…sexy”
“Ma sei matta? Quello è una gran bella seccatura!” obiettai alzando la voce.
Quel ragazzo era l’antipatia fatta persona .
Quelli come lui potevano anche essere belli fisicamente, ma dentro erano vuoti come un ovetto kinder!
“Mmm…” ma non disse altro.
 “ Salve, sono la vostra nuova collega”
Io e Samantha ci guardammo.
La nostra nuova compagna di viaggio , che avrebbe sostituito Gloria per chissà quanto tempo , era davvero carina. Capelli corti neri, occhi castano scuro, labbra carnose e rosse.
“ Mi chiamo Anne” ci disse con sorriso dolcissimo
“ Oh, piacere Stella” mi presentai
“Samantha, lieta di conoscerti ” rispose l’altra stringendole la mano.
 Anne annuì: “ Bene. Avremo modo di conoscerci meglio durante il volo. Spero di trovarmi bene qui con voi ! E’ la prima volta che lavoro per questa compagnia”
“ E’ una grande famiglia, starai benissimo” le dissi sincera.
“ Già , già” concordò con me Samantha.
                                                                                          *****
 
Gabriel
 
“ Desidera qualcosa signore?” mi domandò senza mai degnarmi di uno sguardo. Risi sotto i baffi. Le ero davvero diventato così antipatico, molto bene.
“ No, grazie” risposi
“Guardi che non dicevo a lei” puntualizzò
Rimasi interdetto. Lei si stava rivolgendo solo a Kevin.
Ma che…
Kevin annuì: “ Un gran bel bicchierone di succo al melograno, Stella ”
Lei gli fece un occhiolino:  “ Appena posso farò in modo di fartelo arrivare. Ora rimani seduto Nicolas , fra poco decolleremo ” e gli rivolse un sorriso.
Grande. Ignorato del tutto. Ok, meglio così. Deve restare alla larga da me. Ma prima…
“ Devo andare al bagno” inventai al momento . Ok, dovevo ammetterlo, mi divertito un mondo a stuzzicarla. Quando si arrabbiava era così carina .
Lei sbuffò: “ Mi dispiace, ma non si può ora. Le faremo sapere noi quando sarà possibile”
“ Almeno mi hai risposto…Stella” la chiamai per nome





Angolo Autrice


Ciaooooo ^^ eccomi qui con una nuova storia , mi frullava in testa da un po’ di tempo e non potevo non scriverla ! ^^
Quando l' ispirazione prende è meglio assecondarla!  Mi sono subito affezionata a questi nuovi personaggi , che la mia mente si è divertita a creare ^^  
E’ una storia romantica un po’ particolare, ma spero vi piacerà comunque .
Fatemi sapere cosa ne pensate ! Mi farebbe tanto piacere leggere qualche recensione ! 
Un bacione a presto ;)

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Capitolo 2
*** In volo..... ***


Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti





Capitolo 2. In volo.....





Gabriel
 
Lei rimase sorpresa nel sentirsi chiamare per nome da me , ma si limitò ad annuire prima di sparire dalla mia vista .
Poi avvisai Kevin : “ Vedi di non farti venire in niente qualcosa di insensato o stupido , oppure ti metterò le manette ci puoi giurare .”  
“ Tranquillo , il mio stomaco reggerà bene . E non farò niente che non vada fatto , soprattutto grazie a Stella” mi rispose , incrociando le dita dietro la testa.  
“ Quella ragazza è più grande di te di qualche anno, lo sai ? ” gli feci notare
 Lui fece spallucce: “ Quanti anni può avere? Ventiquattro?”
“ E tu hai dimenticato quanti anni hai?” lo canzonai
“ Sedici , e allora? Tu devi soltanto proteggermi, per il resto mi devi lasciar perdere! La vita è mia e faccio quello che voglio ! ”
Risi : “ Perfetto . Ma quando lei ti dirà che tra di voi non potrà esserci nulla ? Poi cosa farai?”
Lui si girò completamente dall’altra parte : “ Sta zitto”
 L’aereo prese velocità, Kevin trattenne il respiro ed io una risata .
“ Pronto a sfiorare i cieli?” gli domandai  
Lui non rispose , piuttosto sbuffò sonoramente .
E l’aereo si staccò da terra.  
Passarono parecchi minuti, bambini parlottavano, alcuni uomini e donne se ne stavano in silenzio, altri discutevano. Kevin in poco tempo addirittura si addormentò .
Fortunatamente, non l’aveva preso poi tanto male il viaggio.
Mi stupii parecchio . Aveva già superato il “trauma volo”
“ Può andare in bagno, se vuole. La mia collega, Stella , mi ha chiesto di avvisarla . ” mi riferì all’improvviso un Hostess dagli occhi azzurri.
“G…grazie” risposi, ma in realtà non ne avevo nessuna esigenza.
Mi alzai comunque, mi seccava star seduto. Raggiunsi uno dei due bagni , deciso a sciacquarmi la faccia . Avevo un sonno allucinante ! Mica mi alzavo tutte le mattine alle quattro !
Dovevo star sveglio a tutti i costi , non potevo dormire…ma era inevitabile sbadigliare.
Mettendo soltanto un piede fuori dal bagno appena aprii la porta , dopo aver finito di asciugarmi la faccia in qualche modo , per sistemarmi meglio la pistola sotto la maglia non mi accorsi che Stella era a pochi passi da me e mi stava fissando con occhi sgranati , terrorizzata .
I suoi occhi color del caramello puntati sulla mia arma nascosta nuovamente agli occhi di tutti .
Stava per gridare, e così fui costretto ad afferrarla di colpo e a tapparle la bocca con una mano . La trascinai nel bagno con la forza mentre lei cercava di liberarsi con tutte le sue forze dalla mai solida stretta .  Richiusi la porta alle nostre spalle con un tonfo e lei mi morse le dita con forza . 
Che dolore!
Mi arrivò perfino una gomitata nello stomaco.
Picchiava duro quella donna, anche quando era terrorizzata !
“ Non gridare! Ti spiegherò tutto ” la implorai prima che riuscisse ad aprir bocca.
Lei cercò di calmarsi , e io la lasciai andare completamente alzando le mani all’altezza delle spalle .
Si allontanò da me immediatamente e appoggiò le mani sul lavandino.
Dalla sua immagine riflessa nello specchio di fronte potevo veder la sua faccia sconvolta e le sue labbra tremanti. Tuttavia stava cercando in tutti i modi di controllarsi, di non urlare.
“ Non voglio farti del male” le dissi serio.
Vedere una pistola , e su un aereo , non doveva essere bello per chiunque in effetti .
Non c’erano via di scampo per nessuno una volta a bordo .
“ Come hai fatto a portare una pistola sull’aereo ?” mi domandò con voce roca , aveva paura di me?  
Due lacrime le scivolarono sul viso mentre continuava a darmi le spalle . Le sue spalle si alzavano e si abbassavano ad un ritmo frenetico . Il suo cuore le sbatteva sicuramente molto forte nel petto.  
Sospirai mentre incrociai i suoi occhi grazie allo specchio : “ Sono un poliziotto .” E le mostrai il mio distintivo, prendendolo lentamente dal portafogli che avevo nella tasca dei jeans neri .
Lei si girò e mi guardò decisamente più sollevata : “ Ah” esclamò sorpresa.
“ Nicolas, anzi Kevin… è un testimone importante che devo scortare in Italia per un processo . Quindi per favore, non dire niente a nessuno. Meno persone sapranno di noi e meglio sarà per tutti.  ”
Lei annuì decisa mentre si asciugava le lacrime in tutta fretta .
Un po’ mi dispiaceva averle dato uno spavento del genere . 
“Non ti preoccupare” mi disse sollevando il mento e ritornando forte e decisa “ non dirò una sola parola”




Angolo Autrice


Ciaooooo ^^ ringrazio molto hopedestiny per aver recensito il primo capitolo di questa storia e chi l'ha aggiunta fra le seguite! :) Cosa ne pensate di questo nuovo capitolo? :) 
Un bacione , a presto ! ;) 

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Capitolo 3
*** Era stata brava la piccola, dovevo ammetterlo ***


 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti







Capitolo 3. Era stata brava la piccola, dovevo ammetterlo



Gabriel
 
“Grazie” le dissi riconoscente
“ Quindi anche tu, non ti chiami David” capì lei mettendosi le mani sui fianchi .
Annuii con un sorriso , e mi passai una mano tra i capelli : “ No, il mio nome è Gabriel Gray ”
Ma potevo fidarmi veramente di lei ?
Tanto ormai mi aveva scoperto, perciò che senso aveva continuare a mentire?
Non aveva più importanza.
Anche se...ero davvero uno stupido!
Dovevo guardare in giro prima di toccare quella pistola!
“ Ok, Gabriel. Io devo andare ” disse poi, continuando a mantenere le distanze .
 
Stella
 


Uno sbirro ? Quel…Dav…cioè Gabriel è un poliziotto? E quel ragazzo un testimone in viaggio…ah.
Mentre scuotevo la testa ancora sconvolta , rientrai nella “zona hostess” cercando di apparir il più calma possibile alle mie colleghe .
Anne e Charlot erano impegnate a far caffè e recuperare pacchettini di biscotti per i nostri passeggeri che avevano richiesto la colazione a bordo, Samantha invece, lei…se ne stava seduta in un angolo con un fazzolettino in mano . Piangeva. Gli occhi gonfi e rossi.
“ Ehi, che cosa ti prende?” le domandai chinandomi su di lei improvvisamente preoccupata .
Charlot ed Anne risposero al suo posto: “ Non vuole dirlo a nessuno”
Samantha si asciugò in fretta le lacrime: “ Fate pure il vostro lavoro, non preoccupatevi per me.” Disse fra i singhiozzi .
“Ma sei sicura?” le dissi sfiorandole una spalla “ se hai bisogno di qualcosa io…”
Lei mi guardò furiosa e tremante: “ Vai” mi disse alzando la voce.
“Come vuoi” le risposi allontanandomi, ma aveva qualcosa di strano.
Nei suoi occhi c’era qualcosa che non andava.
Lei non era mai stata così, doveva esserle successo qualcosa .
Era una ragazza così allegra, spensierata…
Ritornai a fare il mio lavoro, avanti e indietro per soddisfare chiunque avesse bisogno di qualcosa .
Più volte entrai perfino nella cabina di pilotaggio, dai nostri due piloti , per offrir loro il caffè.
Era meraviglioso veder il cielo da quel posto.
Attraversare le gigantesche nuvole , simili a ciuffi di panna montata.
Incontrai due volte gli occhi verdi di Gabriel durante i miei “viaggi” .
Era preoccupato, lo si capiva perfettamente dal volto teso .
Non si fidava di me? Mi teneva d’occhio per assicurarsi che non dicessi nulla ?
Va bene, tanto non avrei parlato.
Di certo non per lui, ma per Kevin , che era seduto al suo fianco.
Era così giovane e già si era cacciato in guai più grossi di lui.
Chissà che cosa aveva visto , tanto da renderlo un testimone importante in un processo.
Un omicidio? Il volto di un uomo ricco e potente da tempo ricercato dalla polizia ?
Quando feci per rientrare l’ennesima volta nella zona hostess , trovai ancora una volta Samantha . 
“ Non hai ancora dato il succo al melograno al ragazzo seduto vicino al biondo sexy, come ti avevo chiesto ?” le domandai , nel tentativo di farle ritornare il sorriso sulle labbra.
Gabriel per me non era affatto sexy…carino , ma non sexy .
Ma lei l’aveva definito in quel modo prima di partire e speravo che la cosa potesse farle tirare un po’ su il morale.
Non ci riuscii.
“ Glielo porto subito” mi disse freddamente afferrando un bicchiere di vetro da un mobiletto lì accanto .
Io mi voltai per prendere delle caramelle da distribuire ai bambini, come richiesto dai nostri superiori , che erano ancora raccolte in larghi scatoloni marroni messi uno sopra l’altro in un angolino .
Nel farlo però, continuai a guardare la mia amica con la coda dell’occhio sinistro e fu in quel momento che notai qualcosa di veramente molto strano.
In tutta fretta, e cercando in tutti i modi di non farsi vedere da me , Samantha versò nel succo una strana polverina bianca , che aveva preso da una tasca della sua giacca .
Cos’ era?
Il mio cuore prese a martellare nel petto e per poco non mi sgretolò le costole che sin dalla nascita l’avevano imprigionato .
Kevin non aveva mal di pancia, niente mal di testa…stava benissimo lo vedevo perfettamente.
Non aveva chiesto nient’altro che un succo .
Mi ritrovai a sudare fredda…Samantha? Ma no, dai…era praticamente impossibile che volesse far del male a quel ragazzo.
Per cosa poi ?
Mi stavo lasciando prendere dal panico, da tutta quella situazione così assurda , senza senso .
E se non avessi saputo che quel ragazzino fosse un testimone ? 
Forse neanche mi sarei preoccupata così tanto .
Nessuno avrebbe mai pensato di ucciderlo, su un aereo…dopo aver bevuto chissà che cosa.
Ma adesso lo sapevo…
Samantha cosa aveva intenzione di fare? Di certo non rovinarsi la vita…
Avrei tanto voluto chiederle che cosa avesse messo in quel bicchiere, ma non aprii bocca.
E se mi fossi sbagliata?
Per una cosa del genere avrei anche potuto distruggere la nostra amicizia.
Aspetta Stella, forse era per un altro passeggero quel bicchiere , o magari… no...
Ok, ero ansiosa. Al massimo. Prendiamola a ridere su Stella ,su…fatti una bella risata.
Samantha trasse un profondo respiro , pronta ad incamminarsi verso Kevin.
No, dovevo avvisare Gabriel.
Mi toccava avvisare quell’idiota .
Recuperai un pezzetto di carta da un quadernino che portavo sempre con me nella mia borsa , e afferrai una penna da un cassetto di quella mini-cucina presente a bordo di cui disponevamo . Mi misi a sedere velocemente su uno dei quattro sedili messi apposta per noi Hostess nella parte sinistra della nostra zona , dove dovevamo stare nelle fasi più “ critiche” del viaggio , e iniziai a scrivere.
Ovviamente la mia calligrafia faceva pena, ma il babbeo biondo era un poliziotto, doveva pur arrivare a capire che se qualcuno gli scriveva un biglietto stava a significare che quel qualcuno doveva riferirgli qualcosa di veramente importante che non poteva dir a voce…
Oddio , e se avesse pensato che voglio il suo numero di telefono?
Mi diedi una manata in faccia, facendomi male sul serio  .
No, piuttosto cerchiamo di scrivere bene .
Scrissi così in fretta che vennero fuori una serie di geroglifici , ma poteva comunque andar bene.
Samantha mi aveva lasciata da un minuto circa, dovevo muovermi .
Mi fiondai fuori , e corsi nonostante quei tacchi - che ero costretta a portare- mi facessero malissimo .
Il bicchiere era là…Kevin lo stringeva tra le mani e stava ringraziando Samantha con un sorriso.
No! Non c’era tempo per il biglietto!
 “ David!” lo chiamai con il suo falso nome ,  mentre Kevin stava per portare il bicchiere alle labbra .
No, no! Non doveva succedere!
Gabriel mi guardò allarmato dal mio tono di voce mentre alcuni passeggeri presero a fissarmi con strane espressioni stampate sui loro volti.
Lanciai uno sguardo super preoccupato verso Kevin e fortunatamente Gabriel capì al volo.
Strappò in fretta il bicchiere dalle mani del ragazzo che protestò , specialmente quasi si ritrovò bagnati i pantaloni .
“ Così sembrerà che me la sono fatta addosso! Ma cosa ti frulla in testa, amico ? Se volevi qualcosa da bere  potevi fartela portare, no?”  
 Cercai di trattenere una risata mentre lui ignorando le proteste del ragazzo, si rivolse a me facendomi un occhiolino .
Oh, un gesto carino! Finalmente signor poliziotto! Mi hai ringraziato, non ci credo !
“ Ti devo parlare” mimai con le labbra , e lui annuì.
Mmm. A pensarci bene…non era poi così antipatico.
O forse i miei occhi mi stavano ingannando ?  
 




Gabriel
 


Stella aveva appena salvato la vita a Kevin. Ma cosa c’era in quel bicchiere ? Come faceva a saperlo ? E soprattutto chi aveva messo qualcosa nel succo ? Era stato facile leggere dal suo sguardo che qualcosa non stava andando come doveva .
Era stata brava la piccola , dovevo ammetterlo .
E adesso voleva parlarmi…
Guardai con attenzione la ragazza bionda che aveva consegnato il bicchiere a Kevin : non era tranquilla . Troppo rigida nei movimenti.
Ma perché ? Perché una ragazza , hostess tra l’altro , voleva la morte di un ragazzo di sedici anni ?
Qualcuno l’aveva pagata per far fuori Kevin?
Guardai il ragazzo mentre osservava le nuvole dal finestrino, era appena sfuggito alla morte e non lo sapeva . Meglio così, non volevo farlo spaventare.
Ma se c’era una cosa che avevo capito, era che quel volo non sarebbe stato tranquillo come credevo




Angolo Autrice 


Ciaooooo ^^ da qui le cose incominciano a farsi serie :)
Stella e Gabriel ormai sono costretti a collaborare! 
Pian piano arriveranno tante altre sorprese ^^ anche dolci ;)  
Grazie tantissimo a chi ha recensito e a chi ha aggiunto la storia tra le seguite/preferite <3 
Fatemi sapere cosa ne pensate <3
Un bacione a presto ;)  

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Capitolo 4
*** No, Gabriel che fai? Ci ricadi? ***


 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




Capitolo 4. No , Gabriel che fai ? Ci ricadi? 




Gabriel
 
 
 
“ Che musica ascolti?”  chiesi a Kevin per distrarmi .
Aveva gli occhi chiusi , le orecchie completamente coperte da un paio di enormi cuffie colorate.
Lui mi guardò senza capire , e io gli sollevai una cuffia
“ Ho detto, che musica ascolti?”
Lui mi mostrò il suo iPad .
“ Muse ” lessi sul display “ non male” commentai , e lui mi diede una leggera gomitata
“ Non male?” mi chiese strabuzzando gli occhi “ ma tu che musica ascolti? Quella di mio nonno?” mi domandò con una strana smorfia sul volto.
Sospirai : “ Non ho cantanti preferiti, neppur un genere…ascolto musica e basta!”
Lui scosse la testa: “ Amico, così da solo…mi sa che finirai per invecchiare prima del tempo! Perché non ti cerchi una ragazza ?”
Roteai gli occhi: “ Non ho bisogno di una donna per non invecchiare!”
Lui mi diede un leggero pugno su una spalla: “ Fratello, stammi a sentire. Guarda la bionda…è carina, ha classe! ”
Tzé , ma sei matto ? Quella ha appena tentato di ammazzarti.
Caro mio, guardati bene dalle donne. Stai a sentire zio Gabriel!
“ No, non fa per me. Credimi” gli risposi , per poi alzarmi di nuovo.
“ E adesso dove vai? Non dirmi di nuovo in bagno!” mi domandò inarcando le sopracciglia folte e nere.
Feci spallucce.
Lui prese il suo cellulare, impostato a modalità aerea , e scrisse sulle note
Dovevano proprio affibbiarmi uno sbirro con problemi di vescica?
Quando finii di leggerlo avrei voluto affogarlo io stesso , ma mi limitai a fulminarlo con un’occhiataccia
“ Senti ragazzino, non ti fidare di nessuno qui. E non mangiare niente! ” gli ordinai
“ Ho sete. Prima non mi hai fatto bere per chissà qualche motivo , e adesso ho la gola talmente secca che non riesco più a parlare, non ho nemmeno più saliva” mi disse spalancando la bocca per darmi conferma delle sue parole
“ Meglio. Così la smetti di dire stupidaggini. Comunque d’accordo, ti porterò io stesso un bicchiere d’acqua !” gli promisi per poi allontanarmi.
Ragazzino viziato.
Vicino ai bagni, c’era un piccolo corridoio che portava alla cabina di pilotaggio e alla zona in cui le ragazze si ritrovavano per servire i passeggeri.
Il mio obiettivo non era quello di entrare,  in nessuna delle due parti , ma era soltanto quello di incontrare Stella .
Appena la vidi arrivare , l’afferrai ancora una volta e la guidai verso il bagno in cui le avevo rivelato la mia vera identità.
Era passata poco più di un’ora di viaggio.
“ Che mi devi dire?” le domandai, avevo fretta…non voleva lasciare Kevin troppo da solo con quella bionda nei paraggi.
Lei guardò furiosa la mia mano che continuava a stringerle il braccio: “ mi fai male!”  
“Scusa” le dissi liberandola  .
“ Hai sempre questi modi così poco gentili , tu? Dove hai smarrito la gentilezza, sbirro  ? Se vuoi ti aiuto a cercarla!  Oppure non fa proprio parte del tuo microscopico vocabolario che ti ritrovi in quella tua testa bacata ? Sei un elefante obeso ! ”
Elefante obeso ? Mi aveva definito elefante obeso? E per di più mi aveva dato del…
Ok, provai ad ignorare i suoi “complimenti” con tutte le mie forze .
“ Parliamo di cose serie. Non ho tempo da perdere” replicai guardandola dritto negli occhi
“ Samantha, la ragazza bionda. Nasconde qualcosa.” Mi rivelò seria mentre le pupille negli occhi presero a tremolarle
Lo sapevo!
“ Cioè?”
“ E’ stata lei a mettere qualcosa nel bicchiere di Kevin, l’ho vista per sbaglio ma…come mai ? Io la conosco da due anni ormai ! E’ una ragazza così tranquilla !”
Era veramente sconvolta, aveva appena scoperto di non conoscere affatto un’amica con cui condivideva gran parte della giornata.
“ Forse per soldi. Qualcuno deve averla pagata.”  Tirai ad indovinare.
Lei fece una smorfia: “ Ma no…lei economicamente sta bene!”
Inarcai un sopracciglio: “ Comunque sia, appena atterriamo , arresterò la tua amica e non provare ad avvertirla!” l’avvisai
Stella ridusse gli occhi a due fessure : “ Se davvero Samantha stava per far del male ad un ragazzo di sedici anni davvero credi che io sia capace di proteggerla e avvisarla del suo futuro arresto ?”
Io mi avvicinai ancora di più lei , forse un po’ troppo …i nostri nasi quasi si sfioravano:  “ Non lo so. Voi donne siete imprevedibili” le sussurrai. E cercai di trattenere tutta quella rabbia che ancora provavo per quella donna che mi aveva fatto soffrire terribilmente .
Lei mi guardò dritto negli occhi, stava cercando di capire il perché di quel mio atteggiamento.
Un sorriso amaro apparve sulle mie labbra. Lei non poteva capire. Lei non sapeva niente di me. 
“ Non hai scoperto altro?” le domandai   
Lei si mise le mani sui fianchi : “ Ehi , io non sono un poliziotto, ma soltanto una semplice ragazza. Scoprire qualcosa è il tuo lavoro non il mio”
Trassi un profondo respiro e presi a massaggiarmi le tempie.
Non rispondere male, non rispondere male. Gabriel , non risponderle male!
“ Si , ok…d’accordo” tagliai corto “ Sai dirmi almeno se ha detto , ho fatto qualcos’altro di strano ?”
Guarda cosa mi tocca fare per sapere qualche informazione .
Non parlavo così tanto con una donna da tempo!
Stella fece una smorfia, stava riflettendo : “ Guarda verso di voi in continuazione.”  disse infine.
Sbuffai: “ Ci mancava solo questa!” sbottai “ e io che volevo un viaggio sereno !”
Lei non disse niente, rimase in silenzio , mentre io diedi un pugno alla parete dietro di me.
James. Come vorrei che tu fossi qui con me a darmi una mano!
 
“ Sospetta di te?” le domandai poi , massaggiandomi le nocche doloranti con l’altra mano .
Non avrei mai voluto coinvolgerti in questa faccenda. Adesso anche tu sei in pericolo.
Perfetto Gabriel . Adesso hai due persone da proteggere, e una di queste è una donna!
Scosse la testa: “ No, credo di no ”
Sospirai di sollievo spostando il peso del corpo sull’altra gamba : “ Molto bene”
“ Secondo te ci riproverà?” mi chiese realmente preoccupata mentre si riportava dietro l’orecchio un ciuffo di capelli che le era sfuggito dalla coda.
Era veramente preoccupata per Kevin?
La sua dolcezza e la sua premura erano sorprendenti .
Ero basito.
Possibile?
Eppure più incrociavo il suo sguardo color caramello , più mi rendevo conto che lei era… 
Diversa da tutte le altre.
La sua dolcezza era reale e non abbandonava i tratti del suo viso anche quando era arrabbiata.  
Lei era bella dentro e bella fuori.
Unica. Ed esisteva davvero.
Era da tempo che non guardavo una donna come stavo guardando lei in quel momento .
Sentivo i miei occhi addolcirsi senza che io avessi fatto o detto qualcosa.
Non riuscivo più a rendere il mio sguardo duro e impassibile.
No, Gabriel che fai ? Ci ricadi ?
Eppure lei stava sciogliendo il mio cuore soltanto con uno sguardo .
Così caldo, rassicurante. 
Per troppo tempo aveva sentito il gelo dentro, la morte nel cuore .
La conoscevo da poco, ma era evidente che qualcosa era come se mi legasse a lei nonostante io cercassi in tutti i modi di volerla allontanare.  
Il cuore non segue mai la ragione. Già, ma la mia ragione doveva prevalere .
Non volevo più star male per amore. No, mai più.
Lei poteva ferirmi in altri miliardi di modi, ed io non l’avrei sopportato.   
“ Non lo so” ammisi ritornando al nostro discorso.
Dovevo cancellarla dalla mente.
“ ma se le mettessi le manette adesso…io non so se…” non riuscii a terminare la frase.
Un rumore, o meglio un piccolo boato aveva scosso il silenzio . Qualcosa non andava.  
Ed io conoscevo perfettamente quel tipo di rumore: un colpo di pistola.
Un grido di dolore terrificante mi fece sussultare .
Chi era riuscito a salire armato oltre a me? A sparare non poteva essere stato un altro poliziotto…e poi per quale motivo avrebbe dovuto sparare? Chi era stato ferito o addirittura ucciso?
Grida raccapriccianti si innalzarono e si diffusero per l’intero aereo.
Rabbrividii
Guardai Stella .
Tremava, e mi guardava come fosse in cerca di protezione.
Volevo dargliela, con tutte le mie forze…
Ma non si era accorta del fatto che anch’io stessi tremando.
Ero da solo a dover difendere , a non so quanti metri d’altezza, almeno una cinquantina di persone tra donne, uomini e bambini .   
Deglutii.
Non poteva essere successo qualcosa a Kevin…no, non poteva.
Io non potevo fallire. Io non avrei fallito



Angolo Autrice 


Ciaooooo ^^ Prima di tutto vorrei ringraziare tantissimo chi recensisce , preferisce, segue e ricorda questa storia! 
Vi ringrazio di cuore <3 senza di voi questa storia non andrebbe avanti! 
Poi...allora? cosa ne pensate di questo nuovo capitoletto ? ^^ 
Il nostro Gabriel sta iniziando ad avere qualche "problemino di cuore " :)
Fatemi sapere cosa ne pensate! ;) 
Un bacione, a presto ;) 



 

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Capitolo 5
*** E chi l’avrebbe detto che io avrei iniziato a tifare per quello sbruffone ? ***


Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti                                     


 
Capitolo 5
 
E chi l’avrebbe detto che io avrei iniziato a tifare per quello sbruffone ? 







Stella
 
 
Continuavo a guardarlo terrorizzata con occhi sgranati, senza sapere neanch’io per quale motivo .
Il rumore che avevamo appena sentito non mi piaceva per niente.
Contro la mia volontà , il mio corpo si era immobilizzato .
A quel punto Gabriel era l’unica persona che sapevo essere sicuramente dalla parte dei “buoni”  .
Era un poliziotto, no?
E desiderai con tutto il cuore di rifugiarmi fra le sue braccia.
Solo per un breve istante .
Stranamente mi era diventato simpatico , all’improvviso .  
Quando lentamente Gabriel si decise ad afferrare la sua pistola ,  io iniziai a prendere le sembianze di un palo invece di mantenere quelle di una persona .
“ Cos’è stato?” gli chiesi in un sussurro con coraggio , seppur con voce tremante.
Lui si mise l’indice della mano sinistra sulle labbra. Mi stava chiedendo di far silenzio.
Annuii.
Gabriel aprì la porta del bagno mentre una voce maschile , matura , iniziava a parlare rivolta verso i passeggeri:
“ State buoni e zitti. Nessuno si farà male se farete come vi dico! ”
Gabriel si voltò a guardarmi e mi sussurrò : “ Tu devi restare qui , d’accordo?” e mi sorrise.
Era la prima volta che mi sorrideva in quel modo.
Voleva tranquillizzarmi, farmi forza, in un certo senso starmi vicino.  
Era proprio vero…le persone si conoscono solo nei momenti difficili.
Non c’era più traccia di quel Gabriel antipatico che avevo conosciuto all’aereoporto .
Annuii più di una volta.
Non avevo nessuna intenzione di seguirlo .
Ma nemmeno di restare da sola! Ehi!
Mi pentii subito dopo di quella mia risposta data senza pensare , ma ormai lui aveva già messo la sua presenza fuori la porta.
La pistola stretta nella mano destra  .
Non c’erano più dubbi. Qualcuno aveva deciso di passare all’azione . Sempre per via di Kevin? Per forza...
Il rumore di prima era stato un colpo di pistola.
Oh no! Kevin! No!
E se lui…no, non dovevo pensarlo.
Gabriel … e se fosse successo qualcosa anche a lui ? Era l’unico armato, in grado di poter  far qualcosa.
Mi affacciai dalla porta del bagno, giusto in tempo per veder Gabriel poggiare la punta della sua arma alla schiena dell’uomo corpulento che stava minacciando l’intero aereo : “ non muoverti” gli intimò
L’uomo si irrigidì all’istante, ma non si mosse di un millimetro.
Continuava a tenere la sua pistola puntata contro i passeggeri .
Vidi il volto di un bambino in lacrime mentre si stringeva alla madre , che invano tentava di tranquillizzarlo accarezzandogli i capelli . Anche lei aveva molta paura, era più che evidente dal volto tirato e dai suoi occhi lucidi .
Non potevo credere a tutto quello che stava succedendo. No, non ci riuscivo.
“ Dimmi dov’è quel ragazzino che stai proteggendo sbirro, ed io risparmierò un bel po’ di gente ” disse l’uomo , nessuna nota di timore o paura nella voce grossa .
Aveva una pistola dietro le spalle ed era così calmo?
Era un folle!
Gabriel rise: “ Prova soltanto un’altra volta a sparare e ti ritroverai una pallottola piantata nella schiena”
Si, vai ! Vai così !
E chi l’avrebbe detto che io avrei iniziato a tifare per quello sbruffone ?
Vidi Charlot ed Anne uscire improvvisamente dalla zona Hostess.
Entrambe avevano l’aria di chi voleva scoprire cosa stesse succedendo .
Le afferrai immediatamente per un braccio , e come Gabriel aveva fatto con me poco prima , le tirai fino a farle entrare in bagno con la forza .
“ Ma sei impazzita?” mi domandò Charlot furiosa , ed io le tappai la bocca.
“ Non fiatare, siamo nei guai fino al collo !” le sussurrai ad un orecchio, ed in breve raccontai loro cosa stava accadendo , anche se …di Charlot ed Anne potevo fidarmi?
Di sicuro non più di Samantha, ma dov’era lei ?
Anne e Charlot mi guardavano terrorizzate , specialmente dopo che io finii di raccontar loro la situazione.
Cercai di rassicurarle, dicendo loro che c’era fortunatamente un poliziotto a bordo, ma i risultati furono veramente scarsi .
“ Dov’è Samantha?” chiesi poi ad entrambe
Charlot scosse la testa mentre Anne rispose: “ Doveva essere con i passeggeri”
Oh no! Non va bene!
All’improvviso l’aereo virò verso sinistra in maniera inaspettata e violenta.
Ma che cosa stava succedendo?  
Non riuscii a reggermi in piedi e caddi di lato .
Provai dolore, un fortissimo dolore alla testa . L’ultima cosa che vidi fu che anche Charlot ed Anne stavano cadendo.
                                                                               *****
 
 
 
  
Gabriel

 





Kevin mi guardava con orrore . Potevo notare la sua faccia proprio in mezzo a due sedili sui quali erano seduti un uomo ed una donna che si tenevano per mano.
A terra, il sangue del secondo pilota dell’aereo stava lentamente espandendosi fin quasi a raggiungermi le scarpe. Era stato colpito al centro del petto. Un colpo mortale.
Quel pazzo aveva ucciso un pilota !
E adesso quell’aereo era guidato da un uomo, uno soltanto: l’ unica persona in grado di saper guidare quel mezzo!
E l’oceano Atlantico era sotto di noi…
Non volevo pensarci. Non potevo, in quel momento avevo cose più importante da sbrigare .
Ma adesso ? Cosa dovevo fare precisamente?
James dove cavolo sei? Di solito ci sei tu a coprirmi le spalle.
“ Dimmi dov’è quel ragazzino avanti! E’ quello lì , vero ? ” e con un cenno del capo indicò proprio Kevin, che si nascose immediatamente dietro un sedile.
In altre circostanze avrei riso per quella reazione , ma non in quel momento…
Questo grossone non si voleva proprio arrendere,  eh?
Uno dei suoi robusti piedoni si piazzò sopra il mio piede destro e per poco non urlai.
E l’uomo, che aveva dei corti capelli brizzolati, si girò verso di me con ferocia cercando di darmi una gomitata in faccia.
Riuscii ad evitare il colpo lanciando la testa all’indietro , ma fui costretto ad iniziare un corpo a corpo con lui.
Nessuno voleva aiutarmi ? No?
Con la coda dell’occhio , mentre io e quel folle rotolavamo per terra con le pistole ancora in pugno , vidi un uomo sulla quarantina , che indossava un elegante cravatta rossa , farsi avanti seppur pallidissimo e spaventato. C’era solo un piccolo dettaglio : non sapeva cosa fare di preciso per aiutarmi .
Un grido riuscì comunque ad uscirmi dalla bocca quando quell’idiota mi strinse così forte il polso destro ,  tanto da farmi perdere la presa sulla mia pistola .
La vidi allontanarsi da me con orrore crescente .
E il sorrisetto che spuntò sul volto dell’uomo che avevo davanti , mi fece capire che avevo la sua pistola puntata contro di me .
Abbassai lo sguardo.
Come si poteva sentire un uomo con una pistola puntata all’addome?
Male. Adesso lo sapevo .
Con coraggio ritornai a guardare l’uomo negli occhi.
Erano neri. Neri come il carbone.
 “ E adesso?” mi disse lui con un gran bel sorriso mentre dava le spalle ai passeggeri e si rialzava continuando a tenermi la sua arma puntata contro .
Adesso ? Non lo so…ma di sicuro non devi sparare.
Non sparare.  
Non ero mai stato colpito da una pallottola in tutta la mia vita.
Anzi , adesso che ci pensavo era successo una volta, ma di striscio ad una gamba.
A sparare contro di me era stata quella pazza di Victoria, la mia ex, prima che io le mettessi le manette.
Nonostante il terribile dolore, ero comunque riuscito ad alzarmi e a disarmarla.
Ma in quel preciso momento , non mi sarei salvato da quel colpo, ed anche se era considerato come uno dei rischi del mestiere , non avrei mai pensato di morire così .
Disteso a terra , disarmato, su un aereo di linea, lontano da tutto ciò che amavo e lo sguardo trionfante sul volto del mio assassino come ultima cosa da guardare prima di chiudere gli occhi .
Era così facile morire?
Sì.
La vita era un filo così sottile , così facile da spezzare.
Spesso non pensiamo alle conseguenze delle nostre azioni, non pensiamo mai al fatto che possano condurci alla morte o alla vita.
E soltanto quando vedi la morte in faccia , ti accorgi di quante volte hai sprecato il tuo tempo inutilmente.
Il mio cuore batteva , impazzito...
Era l’ultimo giorno che avrebbe corso in questo modo?  
Non avrei più rivisto i miei genitori, i miei colleghi, James il migliore amico…
La mia adorata città…
Il mio assassino fece per premere il grilletto.
Non provavo nulla. Ormai, lo guardavo senza capire.
Niente mi sembrava più reale .
Pensai a Kevin. Quel ragazzo sarebbe rimasto solo , e forse anche lui in quello stesso giorno probabilmente avrebbe trovato la morte .
E poi mi ricordai di Stella.
Nonostante tutto era stato piacevole incontrarla, conoscerla, scherzare con lei…
Lei stava arrivando dove nessun’altra donna era mai riuscita ad arrivare con me , dopo Victoria.
Elefante obeso. Si, mi piaceva. Sorrisi.
“ Sorridi davanti alla morte ? Ma che bravo…addio sbirro ” mi disse l’uomo  , ed io chiusi gli occhi ormai senza più alcuna possibilità di fuga.   
“Sta’ un po’ zitto!” urlò una donna , e io riaprii gli occhi di scatto
L’hostess bionda l’aveva colpito alla testa? E con cosa?
Un vassoio?
Ma... aveva appena salvato la vita a me ?
Cosa? Perché?
Lei ?   
Non capivo più niente.
Beh, grazie tante !
Trassi un profondo respiro e ringraziai Dio per avermi dato una seconda possibilità attraverso l’intervento inaspettato di quella donna.
Io , che odiavo le donne ero stato salvato da una di loro , e da un vassoio utilizzato come arma ?
No, questo ai miei colleghi non dovevo proprio dirlo.
Non dovevano neanche venirlo a sapere! Da nessuno!
Immaginavo già le risate di James, Josh , Michael.
Il grassone cadde in avanti e si accasciò al mio fianco , la bocca semi-aperta , le braccia spalancate . La sua pistola mi sfiorò il braccio destro e io sussultai…ma fortunatamente non partì nessun colpo .
Feci per dir qualcosa a quella Samantha , ma l’aereo virò bruscamente.
Mi aggrappai appena in tempo al  bracciolo di un sedile per non scivolare dall’altra parte  .
I passeggeri tornarono a gridare reggendosi forte ai loro posti .   
Ma questo pilota rimasto, aveva mai guidato un aereo da solo ? 
Sì , dai. Per forza



Angolo Autrice 



Ciaooo ^^ Eccomi qui con un nuovo capitolo ^^ Piaciuto ? 
Spero che non vi venga il terrore dell'aereo adesso ! XD Scherzo!
Io personalmente, non ho mai avuto il coraggio di prenderlo perchè non riesco proprio a staccar i piedi da terra !
Ma prima o poi troverò il coraggio di provare ! Forse a ottant'anni...no, no XD prima ! 
Tutto ciò che so sugli aerei lo devo alle persone che me ne hanno parlato e a taaaaanti film ( alcuni catastrofici :-/ ) che ho visto! :) 
Fatemi sapere cosa ne pensate! 
E ringrazio davvero tanto tutti voi che continuate a preferire , seguire, ricordare questa mia storia! <3
Ringrazio anche hopedestiny per continuare a recensire ^^
Aggiornerò presto! 
Un bacione, a presto ;)  

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Capitolo 6
*** Faccia da schiaffi ***


Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti





Capitolo 6. Faccia da schiaffi






Gabriel
 
 
Appena l’aereo tornò a volare in maniera lineare mi rialzai velocemente .
“State tutti bene?” urlai preoccupato , spostando lo sguardo continuamente da una persona all’altra.  
Alcuni passeggeri annuirono a stento , altri continuavano a guardarsi attorno ancora spaventati e confusi per quanto era accaduto ed i restanti non mi risposero nemmeno.
L’uomo dalla cravatta rossa, che aveva cercato di darmi una mano , si rialzò da terra a fatica aiutato e sorretto da Samantha .
“Qualche livido, ma tutto ok” rispose l’hostess per entrambi
Sospirai di sollievo e mi misi le mani sui fianchi.
Era tutto finito? Eravamo finalmente al sicuro?
Niente pistole, niente assassini, niente di niente?
Ok, pensiamo al positivo. Abbandoniamo il pessimismo, tanto quello non serve mai.  
“ Qualcuno è un medico? Un infermiere?” domandai poi.
Una donna di circa trentacinque anni dai corti capelli biondi legati da un elastico marroncino, si alzò e mi disse : “ Sono una pediatra, ma posso comunque rendermi utile se qualcuno ha bisogno di me”
Una pediatra? Poteva andar bene comunque.
“ Se qualcuno avrà bisogno delle sue conoscenze in campo medico per qualsiasi cosa non esiti ad aiutarlo ”  
Lei annuì decisa ed iniziò a passare tra i passeggeri .  
Io invece mi chinai sull’uomo che aveva tentato di togliermi la vita , e gli misi le manette con rabbia .
Era ancora vivo.
Dovevo essere felice comunque .
Nessuno meritava la morte.
Come nessuno aveva il diritto di toglierla a qualcuno.
Lui si era preso il lusso di farlo, e ben presto se ne sarebbe pentito dietro le sbarre.
Ne ero certo.  
“Dormi , bel grassone!” gli sussurrai ad un orecchio.  
Poi un uomo calvo , mi aiuto a sollevarlo e a gettarlo su un sedile libero .
“Lei è un poliziotto?” mi chiese
Annuii distrattamente , senza neanche guardarlo .
“ Portare un testimone su questo aereo non è stata una buona idea” disse un tantinello infuriato.
“ Lo so, ma era l’unico modo per passare inosservati.” Obiettai prima di lasciarlo solo.
Non avevo nessuna voglia di discutere con i passeggeri in quel momento.
Era vero. Avevano in molti rischiato la pelle per Kevin, ma far giustizia era anche giusto. Tante altre vite sarebbero state risparmiate.  
Vidi altre due persone occuparsi del pilota , che ormai non era più tra noi.
Lo guardai . Era sposato, aveva una fede all’anulare .
Non avrebbe più rivisto sua moglie, e i suoi figli se ne aveva.
Non era giusto.
Ma cosa che succedeva nel mio lavoro era giusta?
Omicidi, rapine…e di mezzo qualche volta ci finivano chi non c’entrava nulla.
Samantha , seppur molto pallida in volto, lo coprì con una coperta che recuperò da un cassetto laterale nascosto in una delle pareti dell’aereo .
“ Qualcuno lo tenga d’occhio” ordinai a tutti i presenti indicando con un dito quel criminale , mentre Kevin arrancava verso di me con una mano sullo stomaco .
“ Ok, Gabriel , dimmi dov’è il bagno perché questa volta devo vomitare sul serio .”
Trassi un profondo respiro e gli mostrai la direzione con un cenno del capo senza dire una parola . 
In seguito , recuperando la mia pistola e quella dell’assassino ,  provai a fare una domanda a Samantha.
“ Da che parte stai?” le chiesi serio , cercando comunque di non essere sgarbato.
Dovevo stare attento.
Chi mi diceva che lei era dalla mia parte ?
Stava facendo il doppio gioco?
Magari aveva anche una pistola.
Non riuscii ad ottenere una risposta.
Kevin era ritornato al mio fianco , gli occhi sgranati : “ Stella non sta bene” mi disse seriamente preoccupato.
Stella? Perché?  
“ Che è successo?” gli domandai afferrandogli le spalle.
Cosa poteva esserle successo ?
“ Non lo so , ma è svenuta! ”
Svenuta?
Scambiai una breve occhiata con Samantha , ed insieme a lei e Kevin decisi di andare a vedere .  
La trovai distesa a terra, una delle sue amiche le teneva la testa tra le mani .
Notai una piccola ferita appena sopra il sopracciglio destro , e mi preoccupai ancor di più .
Non ero riuscito a proteggerla.
“Come sta?” chiesi immediatamente.
La ragazza dagli occhi blu scosse la testa: “ Non lo so . Quando l’aereo ha virato ha perso l’equilibrio e ha sbattuto la testa”
“Spostati” e quasi lo urlai .
Potevo sembrar scortese, maleducato ma non m’interessava.
L’hostess non se lo lasciò ripetere due volte e si allontanò in tutta fretta , pur tuttavia guardandomi infastidita per il  mio modo di fare .
Pazienza baby. Io sono così.  
Ma con tutta la dolcezza che riuscii a racimolare , sollevai Stella da terra.
Era così leggera, così indifesa.
Ma come cavolo aveva fatto a sbattere la testa?  
“Scusami” le sussurrai ad un orecchio  
Mi sentivo tremendamente in colpa, anche se niente di ciò che era appena successo era avvenuto a causa mia .
                                                                              *****
 
Stella
 
 
In tutta la mia vita non mi ero mai sentita così stordita ? Confusa? Traballante?
Non riuscivo a muovermi tanto era forte il dolore che avevo alla testa.
Le palpebre non volevano neanche provare ad alzarsi… non ancora. 
Sentivo un braccio intorno le mie spalle e l’altro sotto le mie ginocchia.
La testa poggiata contro il petto di quel qualcuno che mi aveva presa in braccio e mi stava portando chissà dove.
Potevo ascoltare i battiti forti e regolari del suo cuore.
Provai un certo disagio, ma non mossi un solo muscolo . Quel petto, quelle braccia erano così calde e rassicuranti.  
Sentii una voce familiare , quella di un ragazzo, sussurrarmi ad un orecchio : “ Scusami.”
E di cosa? Non era colpa sua se come una fessa ero andata a sbattere la testa contro cosa ?
Neanche mi ricordavo.  
Provai ad aprir gli occhi , lentamente .
E la prima cosa che vidi furono due meravigliosi smeraldi che mi fissavano con preoccupazione.
Sì, era un ragazzo a tenermi fra le braccia .  
Feci scivolare lo sguardo sul resto del suo volto, e non riuscii a non incantarmi anche alla vista delle sue labbra di un meraviglioso rosa perlato.
Aveva dei ciuffi di capelli dorati e ribelli sulla fronte alta, che quasi gli sfioravano le ciglia…
Quel ragazzo aveva un’aria così familiare ed era così bello da togliere il respiro .
Possibile che conoscevo un ragazzo così ?
Un cavaliere, anzi un principe.
Un principe tutto mio.  
Non mi ero mai innamorata di qualcuno in tutta la mia vita.
Mai baciato, mai abbracciato o soltanto sfiorato un uomo.
Perché?
Perché non avevo mai sentito il bisogno di farlo e di condividere la mia vita con qualcuno.
Eppure negli occhi verdi di quel ragazzo c’era qualcosa…un qualcosa che negli occhi di tanti altri uomini che avevo incontrato in tutti i miei viaggi, non avevo mai visto .
Qualcosa che non riuscivo a definire, ma che aveva la capacità di farmi sentire attratta da lui.  
Il solo fatto che mi teneva in braccio, mi piaceva.
Ma ben presto la mia mente prese a schiarirsi e io ricordai il nome del mio bel “ principe”
Oh no, no ! Il babbeo, no !
Provai a muovermi ma lui me lo proibì stringendomi forte a sé .
Il suo petto era duro come il cemento armato .
Ma cosa si mangiava al posto dei cereali la mattina per essere così duro non solo di carattere ?
“ Ehi , calmati!” mi disse con il suo solito sorrisetto odioso sulle labbra .
Faccia da schiaffi.
Sentii le mie mani formicolare dalla voglia di lasciargli stampate sul suo bel viso tutte e dieci le dita, da una parte e dall’altra .  
“ Mollami” ordinai furiosa riducendo gli occhi a due fessure nonostante il continuo dolore alla testa.
Lui rise: “ Sicura? Ti faresti molto male”
L’aereo disponeva di un piccolo lettino nella parte tra la cabina di pilotaggio e la “zona hostess”.
E proprio su quel lettino , mi ritrovai un minuto dopo quando quell’idiota mi lasciò andare .
Doveva inaugurarlo proprio la sottoscritta Stella?
“ Io…io” provai a dire, ma Gabriel mi sfiorò le labbra con un dito
“ Stai calma , va tutto bene” mi disse ritornando serio
“Stella , tutto ok?” mi domandò Charlot in compagnia di Anne , entrambe erano parecchio sconvolte .
Samantha invece mi strinse forte una mano, nei suoi occhi lessi un profondo dispiacere
“ Non sarebbe dovuto succedere ” disse mordendosi le labbra fino a farle sanguinare
Sbattei le palpebre diverse volte.
Veder tutte quelle persone intorno a me, preoccupate per la mia salute era...era…bello.
Sentii le mie guance tingersi di rosso.  
Kevin mi guardava con occhi dolci mentre era appoggiato alla piccola porta d’ingresso di quel corridoietto.
Stava bene.
Tutte le persone che conoscevano stavano bene, che sollievo!
Quindi non era successo niente di grave. Quell’uomo era sicuramente stato fermato in qualche modo. Ma adesso dov’era? Decisi di non pensarci , in quel momento non era importante per me.
Qualcuno prese a tamponarmi la fronte con qualcosa di ruvido e leggermente bagnato , un asciugamano .
Gabriel.
“ Noi andiamo a vedere come stanno il resto dei passeggeri e ad informarci di cosa hanno bisogno , tu mi raccomando…stai ancora un po’ distesa” mi consigliò Charlot con sorriso incerto stampato sulle labbra .
Anne la seguì senza fiatare .
“ Kevin , ritorna anche tu al tuo posto” ordinò Gabriel al ragazzo , che sbuffando obbedì  .
Cercai lo sguardo del signor poliziotto e sospirai: “ grazie” .
Non avrei mai pensato di dirlo a quell’individuo .  
Lui non mi rispose e io continuai : “ Sono stata in grado di farti ricordare un po’ di gentilezza ?” gli domandai
Lui finalmente si degnò almeno di sorridere , e dovevo ammetterlo…quel sorriso era meraviglioso .
“ Forse” ammise mentre continuava a tamponarmi la fronte.  
Era così delicato, dolce .  
Possibile che era la stessa persona ?
Conoscevo due Gabriel diversi dentro , ma con lo stesso aspetto esteriore?  
Quante cose ancora non sapevo sul suo conto?
Ancora una volta incontrai i suoi occhi.
Erano così…
“Ahi” protestai quando mi toccò la pelle sopra il sopracciglio destro.
“Scusami” disse immediatamente, poi aggiunse: “ Mi spieghi come hai fatto a sbattere la testa? Però devo ammetterlo… hai la testa dura tu , eh? ”
Ed ecco che era ritornato il sorrisetto che tanto odiavo .
Il sorriso di prima? Perché abbandonarlo ?
“ Non lo so” sbottai rivolgendogli un’occhiataccia.
“ Testona , fai piano. Tra i passeggeri c’è una pediatra, fatti dare un’occhiata anche se non hai niente di grave . ” mi disse scherzosamente , quando provai ad alzarmi.
Barcollai e lui fu subito pronto a sostenermi.
Ah-ah-ah non ho bisogno di una pediatra, forse tu! pensai mentre mi ritrovai ancora una volta fra le sue braccia. 
" Io sto benissimo, grazie" risposi comunque . 
Aveva un profumo così buono…
Mi allontanò in fretta appena vide che potevo reggermi in piedi da sola.
Avrei voluto protestare , mi trovavo così bene fra le sue braccia, ma preferii rimanere in silenzio .  
“ Allora, mi dici cosa avevi intenzione di fare?” domandò improvvisamente a Samantha, che era rimasta ancora lì con noi.  
Samantha abbassò lo sguardo : “ Quell’uomo…mi aveva costretta a mettere quella polverina nel bicchiere del ragazzo .”  Disse in tono sommesso “ mi aveva minacciata di morte.”
Gabriel scosse la testa e si passò una mano fra i capelli biondi : “ Ho capito, ma tu stavi per uccidere un ragazzo! Te ne rendi conto?” le chiese serio
La bionda annuì: “ Si, ma cosa potevo fare? ”
Mi avvicinai a lei e la strinsi in un abbraccio per darle un po’ di conforto.
“ Mi dispiace Stella” disse fra i singhiozzi
“ Tesoro, io sto bene ” le risposi regalandole uno dei miei migliori sorrisi.
“ Io vado a parlare con il pilota” decise Gabriel , facendo roteare la sua pistola in una mano per poi infilarsela nella cintura, questa volta senza nasconderla.
Lo guardai attentamente , poi decisi anch’io cosa fare : “ Vengo con te” 





Angolo Autrice 


Ciaoooooo ^^ eccomi qui con un nuovo capitolo :) 
Per via dell'inizio dei corsi in Università scriverò i capitoli un pò più a rallentatore, ma non lascerò incompleta questa storia ;) 
Ringrazio tantissimo MaryGray, Hopedestiny e Novalis per aver recensito e continuare a lasciare le loro recensioni <3
Ringrazio come sempre anche tutti voi che preferite/seguite/ ricordate questa mia storia! Spero continuerà a piacervi ^^ 
Fatemi sapere cosa ne pensate! ^^ 
Un bacione , a presto ;) 

 

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Capitolo 7
*** Alla guida di un aereo ***


Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti





Capitolo7. Alla guida di un aereo




Stella

 
Lui inarcò un sopracciglio e sulle sue labbra comparve una leggera smorfia di disappunto : “ Come vuoi” mi disse, ma era evidente che non mi voleva affatto con sé.
Cosa gli avevo fatto ?
Perché non riusciva a sopportarmi?
Un minuto prima sembrava un ragazzo dolce e gentile, un minuto dopo odioso e arrogante.
Samantha lo guardava dritto negli occhi: “ Cosa ne sarà di me, ora?”
Gabriel sospirò mettendosi le mani sui fianchi : “ Non lo so. Lo vedremo quando scenderemo da questo aereo.”
La bionda annuì cercando di mostrarsi forte e risoluta : “ D’accordo. Intanto ritorno al mio lavoro. C’è bisogno ancora di me. ”
Il babbeo non disse altro , ma i suoi occhi verdi incrociarono i miei per un breve istante .  
Lessi dispiacere e tristezza, poi in un battito di ciglia tutto scomparve .
Ritornò ad essere il duro di sempre.
Ecco, ci risiamo !
Il mio mal di testa triplica per i tuoi continui cambiamenti di umore , signor poliziotto!
Lo guardai in malo modo , ma lui parve non accorgersene. 
Ma insomma il vero Gabriel ?
Quando ti farai conoscere per ciò che sei veramente , di grazia?   
“ Allora, se vuoi venire muoviti . Altrimenti fai quello che vuoi” mi disse in tono freddo prima di incamminarsi verso la cabina di pilotaggio.
                                                                                   *****
“ Signor White? Allora ? ” domandò il pilota dai capelli bianchi voltandosi verso di noi , era serio e preoccupato .
Un momento! Come ?
Il suo copilota dov’era finito ?
Mi guardai intorno.
Non era in bagno di certo!
Che si fosse volatilizzato nel nulla?
E quando il nostro ormai unico pilota, rimasto alla guida di quell’aereo , si accorse che il signor White non era in nostra compagnia , si rivolse a me con un mezzo sorriso : “ Signorina Rossi, per essere qui tutto deve essere andato per il meglio .”
Cosa? Non capisco più nulla!
Mi voltai verso Gabriel , speravo che almeno vossignoria mi spiegasse qualcosa!
Ma quell’elefante obeso aggrottò solo la fronte mentre il pilota posava velocemente lo sguardo su di lui, per poi ritornare alla guida dell’aereo un secondo dopo . 
“ Lei è?” domandò di spalle , in tono curioso.
“ Mi chiamo Gabriel Gray e sono un poliziotto di Los Angeles, signore ”  
Il pilota sospirò di sollievo davanti a quella notizia:  “ E’ un piacere averla a bordo signor Gray . Mi dispiace per la brusca virata di prima ma non ho potuto evitarlo. Era l’unico modo per far fuori quel pazzo che voleva far del male ai nostri passeggeri . Qualcuno si è fatto male ? Il signor White è riuscito a far qualcosa? Dov’è? ”
Quella virata? No, non era stata affatto una buona idea!
E comunque si! Qualcuno si era fatto male: Stella Rossi !
Non sapevo più cosa pensare.  
Ed era inutile continuare a scervellarmi .
Gabriel si schiarì la voce con un colpo di tosse: “ Lui…non ce l’ha fatta signore” disse abbassando lo sguardo.
Mi irrigidii all’istante .
Il copilota- non -c’era- più.
AVEVO CAPITO BENE ?
Provai a non andare nel panico.
“ Quell’uomo l’ha ucciso con un colpo di pistola” rivelò l’idiota .
Quello sparo.
Quel colpo che avevamo sentito allora… aveva ucciso uno dei nostri due piloti.
Il signor White. Lui, non c’era più.
Ma perché?
Il pilota, Anders era il suo cognome , rimase profondamente colpito dalle parole di Gabriel : “Povero uomo ” commentò  scuotendo la testa . “ non meritava di morire così”.
“ Come sapeva che c’era qualcuno sull’aereo che poteva far del male ai passeggeri?” chiesi improvvisamente senza pensare , e Gabriel  davanti a quella mia reazione improvvisa rimase…mmm…come dire? Sbalordito? Accigliato? Sorpreso? Scioccato?
Ero stata brava, vero ?
Ti ho tolto le parole di bocca , caro mio!  
Dì la verità!
Anders annuì: “ Era stata la signorina Samantha ad informarci. Aveva detto che qualcuno la stava minacciando, e che sempre quell’uomo aveva intenzione di far del male ad un ragazzo a bordo . ”
“ Già. Ma per quella minaccia , proprio lei stava quasi per uccidere un innocente ” aggiunse Gabriel severo
Il pilota sgranò gli occhi incredulo : “ Cosa ? La signorina Samantha? ”
Il babbeo indicò me con un cenno del capo : “ Grazie a lei non è successo niente di grave, non si preoccupi…”
Oh, tante grazie!
“ Comunque sia , quel folle sarà intervenuto proprio nel momento in cui si era reso conto del fatto che Kevin non era morto per aver bevuto il succo avvelenato . E probabilmente avrebbe davvero ucciso anche Samantha per non esser riuscita a rispettare ciò che le aveva ordinato di fare . ” dedussi con semplici ragionamenti
Gabriel fece un fischio di ammirazione: “ Cavolo, mai pensato di entrare in polizia , Stellina ?”
Serrai i pugni in preda alla rabbia
Come mi aveva chiamata?
Come aveva OSATO chiamarmi?
Stellina?
“Cos’è tutta questa confidenza?” gli domandai brusca, poi cercai di controllarmi un poco: “ No, non amo le pistole,  Gabrielaccio ” risposi comunque a tono , sbattendo le palpebre velocemente .
Imitai il suo sorrisetto odioso ed indicai nel frattempo la sua arma.
In effetti avevo il terrore di veder una pistola, figurarsi impugnarla e brandirla contro un uomo o una donna, anche solo per salvarmi la vita!
Diventavo particolarmente sensibile quando si parlava di “armi da fuoco”.  
Lui scosse la testa divertito.
Anders riprese la parola, mostrando tutto il suo dispiacere : “ che brutta situazione”
Era come se non avesse sentito affatto ciò che c’eravamo detti io e quello sbirro.
Meglio così.
George Anders era un tipo molto, molto curioso . Lo conoscevo da qualche anno ormai, ed era come un padre per me, ma in quel momento non mi andava di spiegargli come avevo conosciuto il babbeo armato.     
“ Ora è tutto a posto” lo rassicurò Gabriel ritornando serio.
“ Non proprio” rispose George “ Lei sa pilotare un aereo , signor Gray?”
Gabriel sgranò gli occhi e scattò sull’attenti : “ Ehm no, signore. Perché?” azzardò a chiedere.
L’uomo dalla divisa bianca si voltò ancora una volta verso di noi per mostrarci tutta la sua preoccupazione : “ Questo è un vero problema” e quelle parole mi risultarono come una sentenza di condanna.  
“P…p…perché?” balbettai
“ Il pilota automatico per chissà quale ragione non vuole più inserirsi , e io non riuscirò a non muovermi da qui per le dieci ore di volo rimaste, Stella ” spiegò serio. “ Sono preoccupato” aggiunse “ Potrei addormentarmi, oppure aver bisogno di sgranchirmi le gambe…ho bisogno di qualcuno che tenga i comandi , e stia con me , al mio fianco . Lei è un poliziotto , signor Gray. Ho bisogno di qualcuno che abbia sangue freddo nel caso in cui sorgesse qualche problema ”
Gabriel deglutì vistosamente, mi guardò come se cercasse sostegno da parte mia.
Non guardare me!
Decidi tu!
Un aereo guidato da un elefante ?
Mmm…vediamo , se un elefante in un negozio di porcella distruggeva tutto… su un aereo cosa poteva fare ?
No.
Non ero tranquilla.
Non più a causa sua .  
“ I passeggeri ovviamente non dovranno essere ulteriormente spaventati, in alcun modo. Mi sono spiegato?”
Io annuii decisa , seppur ancora terrorizzata all’idea di dover veder lo sbirro alla guida di quell’aereo nel bel mezzo dell’Oceano per le prossime dieci ore
“ Non dirò una sola parola” promisi e un sorriso isterico mi affiorò sulle labbra .
“ Perfetto. Allora signor Gray? Mi aiuterà a guidare questo aereo?” ribadì Anders
“ Ci provo” fu la risposta data con voce roca, appena udibile .
Non era sicuro. Si capiva perfettamente.
E se lui non era sicuro , come potevo pretendere dal mio corpo un po’ di calma ?  
“ Si metta ai comandi” ordinò Anders , e lui obbedì .
Vedi di non farmi venire un infarto sbirro idiota



Angolo Autrice 



Ciaoooooo ^^ eccomi qui! Sono riuscita a non farvi aspettare molto ^^
Che ve ne pare di questo nuovo capitolo ? :) 
Gabriel alla guida di un aereo!
Al posto di Stella mi sarei armata di paracadute e salvagente a paperella e avrei salutato tutti appassionatamente :) Ringrazio Novalis e MaryGray per aver recensito il capitolo precedente , chi continua a leggere preferire/seguire/ricordare questa storia e chi pian piano decide di seguirla aggiungendola alle proprie seguite e preferite! ^^
Un bacione <3 a presto ;)   

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Capitolo 8
*** Una carezza inaspettata ***


 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti



                                   
 Mi ha legato con i suoi capelli,
                mi ha trafitto con i suoi occhi ,

                                                      l'arco delle sue braccia è la "mia prigione". 





Capitolo 8. Una carezza inaspettata





Stella
 
 
Si mise a sedere sulla poltrona nera alla sinistra del nostro unico e vero pilota , e iniziò a guardare quella serie di pulsantini e spie che aveva tutt’intorno con certo timore.
“ Prenda la cloche con cautela, facciamo una piccola prova” gli disse Anders
Deglutii .
“Cos’è?” domandò Gabriel di getto mentre continuava a guardarsi intorno alla disperata ricerca della cloche perduta .
Sembrava un cucciolo smarrito alla ricerca della sua mamma.
Andiamo bene!
Non sa cos’è la cloche? L’hai sotto al naso !  
Da quando avevo conosciuto quell’idiota la mia calma aveva messo le gambe ed era fuggita chissà dove .
Forse era andata in vacanza per lasciar il posto ad un po’ di tensione, che non s’era fatta vedere da un po’ da queste parti effettivamente . 
Anders sospirò: “ Partiamo male , molto male signor Gray ”  poi riprese dopo un colpetto di tosse “ vede quel piccolo volante davanti a lei ?”
Annuì, ma non mosse nessun altro muscolo.
“ Perfetto . Ha mai giocato con i suoi figli alla play station, wii o qualsiasi altro gioco con un telecomando o un  joystick con tanti pulsantini sopra ?”
“ Non ho figli , signore. Ma capisco perfettamente .” riuscì a dire
“ Molto bene. Non è poi tanto diverso. Lo tenga fermo, però . Non lo muova né verso destra , né verso sinistra…ma soprattutto non lo tiri in avanti o indietro almeno per il momento !” avvisò con una certa punta di preoccupazione che cercava in tutti i modi di nascondere
“Nient’altro?” chiese lui. C’era una leggera ironia nella sua voce che mi fece sorridere .  
Stava sudando freddo, era evidente… ed io insieme a lui.  
Il pilota parlò ancora: “ sopra di lei ci sono una serie di pulsanti che le permetteranno di comunicare con il personale a terra quando e se ne avrà mai bisogno . Qui…” disse indicandogli invece una serie di spie non accese tra loro due  “ se una di queste si accenderà , non sarà una buona cosa”
Gabriel trasse un profondo respiro
“ Questo.” Continuò il pilota ignorando l’ansia del suo nuovo compagno di volo “ è per far scendere il carrello in fase di atterraggio.” Era un tastino blu cobalto , rotondo .
“ Mentre nei monitor qui in basso, può controllare la rotta, la velocità e i metri d’altezza da terra.
Ora, anche se a grandi linee sa qualcosa…” 
Sospirò.  
“ Non si preoccupi, per tutto il resto ci sarò io”
Anders cercò di rassicurarlo, ma con risultati veramente scarsi .
Cadde il silenzio per diversi minuti mentre il nostro aereo continuava a volare sopra le nuvole : verso l’Europa.
“ Signorina Rossi faccia un bel massaggio al nostro Gabriel, magari così si rilasserà un poco ”
Sgranai gli occhi così tanto che temetti di perderli facendoli uscire dalle orbite .
Per un breve istante immaginai quel personaggio dei pirati dei Caraibi che rincorreva il suo occhio di legno per tutta la nave per rimetterlo al proprio posto.   
Ma Anders aveva voglia di scherzare anche in quel momento ?
“Non c’è bisogno” intervenne lui .
Infatti! Lo penso anch’io! Bravo Gabriel!
Ma il pilota scosse la testa con un sorriso: “ Mi creda, è quello che ci vuole.
Stella è brava, una brava ragazza. La sua dolcezza e delicatezza non ha eguali , riuscirà a farla rilassare ”
Lo sbirro non rispose , e io non mi mossi di un millimetro .
Non avevo alcuna intenzione di massaggiargli le spalle.
No, no e poi no!
“ Stella?” mi incitò Anders , quando da parte mia non vide nessuna reazione
“ Cosa ti prede? Forza, fai rilassare un poco il nostro “ospite” ”
Trassi un profondo respiro e mi avvicinai a Gabriel titubante .
Non potevo disobbedire ad un mio superiore. Sull’aereo il capo era lui.
Ma dovevo farlo?  Davvero? Davvero, davvero ?  
Appoggia le mani tremanti sulle sue spalle robuste e lui sussultò a quel contatto.
Era rigido , teso come una corda di violino .
Quando iniziai a massaggiargli le spalle ci mise un bel po’ a rilassarsi.  
“ Sei brava” mi disse in un sussurro, a denti stretti .
Non gli risposi. Dovevo già controllare il rossore che avevo ben in vista sulle guance, figurarsi se avrei dovuto controllare anche la voce .
Non avevo mai massaggiato le spalle di un uomo.
E non avrei mai sognato di farlo , meno che mai a lui .
Questo non era un viaggio normale, no.  
“ Quanti anni ha?” gli domandò George , tanto per intavolare un discorso.
Il silenzio non era cosa molto gradita in quel momento di tensione evidentemente .
“ Venticinque” rispose subito
Ah, ed io che te ne davo tre, al massimo quattro! 
“ E’ giovane. E’ sposato? Ha una ragazza?”
Quanta curiosità! Mamma mia!
Vuol diventare direttore di un giornale di Gossip?
Ecco , il nostro caro vecchio Anders era saltato fuori “dal cilindro” .
In altre parole…era ritornato lo stesso di sempre.
Era un segno positivo dopotutto, stava a significare “ sono più tranquillo, possiamo rilassarci e impicciarci degli affari altrui” ,ma era una brava persona.
Sentii sotto le dita le spalle di Gabriel alzarsi per prendere un ampio respiro : “ No, signore. Nessuna donna nella mia vita”
E chi ti sopporta a te ?
Anders annuì come se avesse capito qualcosa dalle sue parole : “ Ha sofferto per una donna, non è così ?”
Gabriel si irrigidì di nuovo.
Prese letteralmente le sembianze di una statua di marmo!
In quel preciso momento infatti, pensai di stringere sotto le mani le spalle di Amore del Canova.
“ Non mi va di parlarne, signore” chiarì gelido.
“ Mi chiami George. Lasciamo perdere le formalità . Potresti essere mio figlio Gabriel ” constatò invece l’altro con voce amichevole .
Lo sbirro aveva sofferto per amore?
Adesso capivo tutto…
ogni pezzo del puzzle aveva trovato il suo posto.  
Chissà cosa gli aveva fatto quella donna tanto da renderlo così pieno di rabbia.
E adesso capivo anche il perché di quella sua freddezza nei miei riguardi, quel voler tenermi alla larga .
Anche prima, quando mi aveva allontanata da sé appena aveva scoperto che ero in grado di poter reggermi in piedi da sola : era stato così duro, freddo .
La verità era che non si fidava più…
Non si fidava più dell’amore: aveva rinunciato ad amare.
Manteneva le distanze da ogni donna per non soffrire più.
Aveva paura di star male ancora una volta per una donna.
 Ma le donne non sono tutte uguali, Gabriel !
Avrei voluto chiedergli e dirgli tante cose .
Ma non eravamo ancora quelli si potevano definire “amici” e quel momento non era decisamente uno dei migliori per parlare di certe cose.
Però avevo finalmente e definitivamente scoperto chi era il vero Gabriel.  
Non era sicuramente quel ragazzo che avevo conosciuto in aereoporto , lo sbruffone che mi rivolgeva quei sorrisetti odiosi.
L’idiota e l’elefante obeso che per parlarmi mi afferrava sempre il braccio con forza.
Adesso lo sapevo.
Il vero Gabriel era dolce, premuroso, sensibile…l’uomo che mi aveva sollevata da terra e sorriso con dolcezza mentre mi accarezzava la fronte.
Quel ragazzo che provò dispiacere davanti alle lacrime di Samantha .
Nascondeva se stesso per difendersi.   
Ma io quel Gabriel ,che cercava di tenere dentro di sé ad ogni costo , volevo conoscerlo per davvero, fino in fondo. Perciò da quel momento decisi che avrei fatto di tutto pur di tirarlo fuori e distruggere quella parte di lui che non gli apparteneva e che lo rendeva una persona diversa e falsa .
Non poteva vivere senza amare.
Non poteva vivere dietro la rabbia, l’arroganza e la freddezza soltanto per non soffrire più .
Quello non era vivere.  
Io non avevo ancora incontrato l’uomo della mia vita…no.
Un uomo capace di farmi innamorare, ma lui ? Chissà quante altre volte si era lasciato sfuggire la donna giusta , per quella papera che l’aveva fatto soffrire per chissà cosa !
Non era giusto.
Gli lasciai le spalle, ma gli diedi una dolce carezza sulla guancia destra .
All’improvviso sentii il desiderio di fargli forza, confortarlo.
Abbracciarlo.
Quella mia carezza era stato il mio modo di dimostrargli che non tutte eravamo crudeli, uguali .
Oddio! Mi stavo lasciando andare un tantino troppo…
Avevo perfino chiamato papera una ragazza che neanche conoscevo!
Avevo preso le difese di Gabriel senza sapere se realmente era stata lei a far qualcosa a lui!
Mi diedi la mia solita manata in faccia
“ Grazie” mi disse semplicemente lui , seppur sempre in maniera fredda.
Strabuzzai gli occhi .
Grazie per la carezza o per altro ?
                                                                             *****


Gabriel
 



Ero stanco.
Decisamente troppo .
L’adrenalina che avevo sentito scorrere nelle vene fino a qualche minuto prima era scomparsa senza lasciare traccia , non lasciando dietro di se nient’altro che vuoto e le membra doloranti.
Scoprii di avere un paio di lividi sulle braccia ed uno al fianco.
Evidentemente durante la lotta con quell’idiota ero sbattuto chissà dove e contro cosa.
Mai come in quel momento la vita di molti dipendeva da me, e io sentivo un gran peso sulle spalle…pronto a schiacciarmi in qualsiasi momento, ma non dovevo mollare !
Cavolo sono un poliziotto!
Il massaggio di Stella era stato davvero molto…molto carino da parte sua ed era riuscito a rilassarmi in parte .
Dovevo ammettere che le sue dita delicate e calde, il suo respiro regolare sui miei capelli, il suo profumo… alla fragola? …
e poi quella sua dolce carezza inaspettata .
Mi aveva lasciato letteralmente sorpreso.
Era stato un contatto così piacevole...
Forse era stato il suo modo per dirmi “ io sono qui, non aver paura ”  
Chissà cosa le frullava adesso nella mente .
Sapeva che una donna era stata in grado di farmi soffrire…una donna come lei.
Anzi non come lei…Stella era diversa.
Diversa da tutte quelle che avevo incontrato. 
Victoria non era mai stata così dolce con me.
Mi ritrovai a sorridere quando ripensai al momento in cui l’avevo chiamata Stellina .
Il suo sorrisetto, le sue guancette rosse...
Oh no , ci risiamo!
Gabriel non cedere!
Non -devi-cedere!
Ma la sua presenza alla mie spalle già mi mancava da morire, terribilmente .
Era uscita dalla cabina di pilotaggio solo da qualche minuto , eppure a me sembrava più di un secolo .
Possibile che era riuscita a conquistarmi in meno di tre ore ?
Una donna come Stella...
Forse mi stavo innamorando di lei
 
  







Angolo Autrice 



Ciaooooo ^^ Come state? 
Cosa ne pensate di questo nuovo capitoletto ? ^^
Spero tanto vi sia piaciuto ! ;) 
Ebbene sì U.U , il nostro Gabriel si sta innamorando! XD 
Ma adesso cosa succederà ? :) 
Posso dirvi che nel prossimo capitolo ci sarà un pò d'azione ! :) 

La frase all'inizio del capitolo la conosco da qualche anno , poiché l'avevo sentita nel film di "Elisa di Rivombrosa".  
Ringrazio ancora Novalis, MaryGray e Hopedestiny per aver recensito <3 e voi tutti , che continuate a leggerla pur in maniera silenziosa , 
preferirla, seguirla e ricordarla! :) 
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione, a presto ;) 

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Capitolo 9
*** Pranzo ad alta quota ***


Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti





Capitolo 9. Pranzo ad alta quota  




Stella

 
 


Quando lasciai la cabina di pilotaggio per ritornare al mio lavoro, non fu difficile notare il sangue del copilota sul pavimento e il suo corpo inerte nascosto sotto una coperta a pochi passi da me .
Tremai e deglutii vistosamente.
Cercai di farmi forza in qualche modo stringendo i pugni e continuando a ripetermi :  
Presto quest’incubo finirà ed io dimenticherò tutto. 
Presto quest’incubo finirà ed io dimenticherò tutto.
Due passeggeri erano in piedi e tenevano d’occhio un uomo corpulento con ai polsi delle pesanti manette.
Quell’uomo… era l’assassino del copilota ed aveva minacciato l’intero aereo .  
Come aveva potuto togliere una vita?
Lui incrociò il mio sguardo e sorrise sprezzante: “ Bellezza che hai da guardare?”
Nonostante tutto… sorrideva ? Come faceva?
Distolsi lo sguardo sconvolta, ma allo stesso tempo contenta… perché presto avrebbe pagato per il suo crimine!
Posai così gli occhi su Kevin e sospirai .
Il ragazzo stava cercando di rilassarsi guardando il cielo attraverso il piccolo finestrino a sua disposizione , ma era evidente che non ci riusciva del tutto.
Di tanto in tanto prendeva ampi respiri.  
Quanta paura, povero ragazzo! 
Doveva essere doppiamente difficile per lui superare tutta quella situazione! 
Prima di partire aveva anche paura di volare! 
Quindi decisi di raggiungerlo , anche soltanto per dargli qualche parola di conforto .  
“ Kevin tutto ok?” gli chiesi mentre mi sedevo al posto di Gabriel .
Il ragazzo si voltò a guardarmi e annuì : “ Si, più o meno e tu?”
“ Bene, grazie . E’ gentile da parte tua avermelo chiesto ” e gli mostrai un sorriso incerto .
Mi faceva così tanta tenerezza.
Lui si incantò davanti al mio sorriso .
E dal suo sguardo luminoso capii che si era preso una cotta…
Un momento…
Una cotta per chi?
Una cotta per me!
Ed infatti…
“ Io, lo so che…beh, tu sei di qualche anno più grande di me, ma noi…voglio dire…” esordì lui un po’ in imbarazzo.
Oh no, Kevin. Non voglio ferirti, specialmente adesso .
“ Ecco…posso invitarti a cena?  Mangeremo una pizza, qualcosa così. Insomma niente di ché …”
Io sospirai: “ Kevin” e cercai di trovare le parole giuste per respingerlo in maniera garbata “ sei un ragazzo meraviglioso ma…io non sono la ragazza giusta per te”
Lui fece una smorfia: “ Ma perché? ” mi domandò , non riusciva a capire
“Perché io non…Kevin non potrà mai funzionare” gli spiegai accarezzandogli una guancia dolcemente
“Lo sbirro ha detto più o meno la stessa identica cosa ” confessò lui in tono amaro.
Sgranai gli occhi.
Quel sacco di pulci sapeva che Kevin aveva una cotta per me?
E gli aveva già detto che tra di noi non poteva funzionare?
Ma come…che ne poteva sapere lui ?!
Sì d’accordo , non aveva sbagliato ma…sospirai e chiusi le mani a pugno.
Nessuno aveva mai avuto la capacità di farmi irritare a quella maniera come stava facendo quel biondo da quando l’avevo incontrato !
Quello sbirro americano…aveva uno strano effetto su di me, decisamente. 
: “ L’elef…voglio dire Gabriel” e mi sforzai di chiamarlo per nome “ da quando lo conosci?”
Perché avevo fatto quella domanda? Vai a capirlo!
Lui si grattò la nuca : “ da circa ieri pomeriggio, ma l’avevo già incontrato qualche settimana fa a casa mia con il suo collega James.”
Io annuii : “ Capisco ” non sapevo cos’altro aggiungere .
“A proposito, dov’è finito? Di nuovo in bagno ? Io l’ho detto che ha problemi di vescica!” sospirò scuotendo la testa “ oppure è finito nello scarico ? ” domandò sgranando gli occhi fingendosi preoccupato
Scoppiai a ridere, non riuscii ad evitarlo.
In effetti adesso che ci pensavo , per parlare io e quell’idiota avevamo sempre utilizzato il bagno!
Devo dire un luogo molto…ehm…rilassante e accogliente .
“Wow, sono riuscito a farti ridere” mi disse contento “hai un bellissimo sorriso”
Ed io abbassai lo sguardo cercando di nascondere il mio rossore : “ Grazie” mormorai , poi aggiunsi : “ora devo andare” 
“ Di già?” protestò lui 
Con lo sguardo mi stava supplicando di restare accanto a lui . 
Ispirai lentamente, avrei davvero voluto continuare a tenergli compagnia ma in teoria ero a lavoro , e dovevo pur dare una mano alle mie amiche.
“ Devo, ma tornerò da te quanto prima ” lo rassicurai facendogli l’occhiolino.
Rise , poi aggiunse serio : “ Gabriel non ha più intenzione di ritornare? Dov’è? ”
Era evidente che quando c’era il poliziotto con lui si sentiva più al sicuro .
Gabriel l’aveva già salvato da morte certa...e anch’io , anche se lui ancora non lo sapeva.  
“ Per adesso non tornerà al suo posto , Kevin. E’ impegnato con il pilota” gli spiegai  
Molto. Molto impegnato. In pratica sta letteralmente portando avanti questa “baracca”
“Perché quando parli di lui ti brillano gli occhi ?” mi domandò serio , all’improvviso “ questa mattina dal tuo sguardo capivo che non riuscivi a sopportarlo , ma adesso…non lo so. Non è che ti sta iniziando a piacere ?”
E continuò a far domande con una strana punta di malizia nella voce e un irritante risolino sulle labbra .
“Ti piace, eh?” ripeté
Senti ragazzino! Non farmi arrabbiare!
“Beh sei hai preso una cotta per lui allora non posso che rassegnarmi per ora . Lui è coraggioso, sicuro di sé. Un giorno sarò anch’io come lui e chissà magari dopo ti piacerò ! ” proseguì lui con una certa nonchalance  
C…c…cosa?
Che…c…che stai dicendo?
I miei occhi? Brillano per lui ? 
“N…non . Ma che dici?” quasi urlai per nascondere il mio imbarazzo
Era vero…qualcosa dall’inizio del viaggio era cambiata , ma non potevo essermi presa una cotta per lui.
No, no.
Io non avevo mai preso una cotta in vita mia , perché avrei dovuto prendermela per Gabriel ? E poi non era l’uomo giusto per me. No e no .
Kevin continuava a fissarmi ed io gli sorrisi : “Nemmeno lui è l’uomo giusto per me” risposi , cercando in tutti i modi di apparir tranquilla e rilassata , ma in realtà non lo ero.
Gabriel aveva quel qualcosa che pian piano mi stava sempre di più legando a lui.
Tutto ciò era inspiegabile.  
                                                                         *****
Per altre due ore o più andai come mio solito avanti e indietro per assecondare ogni richiesta da parte dei nostri passeggieri , che ovviamente erano rimasti un “tantino” scioccati da quella serie di eventi che si erano verificati .
Avere poi un morto ed il suo assassino nella stessa area di certo non contribuiva a far nascere sui loro volti sorrisi di gioia .
Samantha, Anne e Charlot erano sempre al mio fianco .
Scambiai qualche parola con loro e riuscii a rilassarmi e a ritrovare il ritmo giusto per affrontare il resto del viaggio .
Anche la bionda sembrava essersi rilassata un poco.
Il peggio era passato.
Di tanto in tanto mi fermavo a parlare con Kevin.
Scoprii i suoi gusti musicali, i suoi cibi preferiti, che scuola faceva…eravamo diventati ottimi amici.
Era un ragazzo davvero molto simpatico .
All’ora di pranzo, circa verso le quattordici per l’esattezza,  decisi di fare un salto nella cabina di pilotaggio per vedere come procedeva la situazione , e per chiedere ai nostri due piloti se gradivano qualcosa da mangiare .
Appena feci per entrare , ecco che mi ritrovai a sbattere contro il petto di cemento armato di Gabriel , che aveva appena richiuso la porta della cabina alle sue spalle .
Sempre in mezzo questo cretino ! Pensai furiosa, comunque non dispiaciuta del fatto di essermi di nuovo ritrovata fra le sue braccia.
Avvertii una strana sensazione nello stomaco ed il cuore mi tremò . 
“ Come mai sei qui?” gli domandai sorpresa , allontanandomi di qualche passo, ignorando ciò che il mio corpo ancora non riusciva a spiegarsi.  
Lui sospirò : “ Anders si è sgranchito un po’ le gambe qualche minuto fa . Ora tocca a me”
“ Tu hai guidato da solo questo aereo?” domandai allibita.
Mi tastai il corpo velocemente:  
Sono ancora viva 
Rise di quella mia reazione mentre si passava stancamente una mano fra i capelli dorati: “ Sì, ma George era dietro di me. Quindi rilassati !”
Richiusi la bocca che avevo spalancato e sbattei le palpebre diverse volte per riprendere il controllo sulle mie azioni.
“ d’accordo ” dissi sforzandomi di sorridergli almeno un poco
Sbattei le mani : “ Allora vuoi mangiare qualcosa ? E’ ora di pranzo! ” gli ricordai.
Sì, quella sensazione che avevo provato allo stomaco doveva essere fame.
Lui scosse la testa con una smorfia e mi guardò dritto negli occhi con i suoi due smeraldi : “ No, non ho fame”
Io non mi arresi , distolsi comunque lo sguardo e mi avvicinai a quella mini-cucina che c’era nella “zona Hostess” . 
Tirai fuori da uno dei cassetti alcuni omogeneizzati che caricavamo a bordo apposta per i bambini con un sorrisetto furbetto sulle labbra .
Cosa avevo intenzione di fare ? Scherzare un po’ con lui . 
“ Sicuro di non aver fame ? Qui c’è anche qualcosa per te ” gli feci notare alzando uno di quei vasettini di vetro con quel contenutino per me non molto gradito .
Non sapevo ancora come avevo fatto a mangiarli da bimba!    
Lui roteò gli occhi e mise le mani sui fianchi .
“ Guarda che a me piacciono sul serio gli omogeneizzati! Quindi non scherzare! ” mi avvisò 
Scoppiai a ridere
“Ok,  oddio! Perfetto allora! Tonno, Orata…Manzo? Quale gradisci… bello di mamma ?
Un sorriso si creò sulle sue bellissime labbra . Rimase a pensare un attimo riducendo gli occhi a due fessure : “ Orata” mi disse infine per poi mettersi a sedere su uno dei sedili presenti.
Io annuii e glielo offrii con un cucchiaino di quelli che si utilizzano per imboccare i neonati .
Lui rimase a fissarlo per un po’. Il cucchiaino che avevo scelto per lui aveva l’immagine di Ben 10 stampata sopra.
Scosse la testa con un sorriso divertito : “ Non mi tieni compagnia come buona amichetta dell’asilo ? ”
Lo guardai sorpresa mentre lui continuava a sorridermi
Voleva davvero che gli tenessi compagnia ?  
Ok, c’era qualcosa di diverso in lui .
Qualcosa che prima non avevo notato .
Era più gentile con me o mi stavo sbagliando ?
No, mi stavo sbagliando. La fame gioca brutti scherzi.  
Comunque annuii , per poi prendere posto accanto a lui . 
Iniziai a mangiare in sua compagnia ed in silenzio .
Beh, a dirla tutta non erano poi tanto male quelle pappine in effetti.
“ non male” commentai dopo qualche minuto
Lui mi guardò sforzandosi di non ridermi in faccia .
E adesso che c’è ?
Uffa, ma che antipatico!
“ Perché mi ridi in faccia?” gli chiesi un po’ alterata
Sbruffone. E’ inutile, sei uno sbruffone.
“Hai…Hai…un po’ di …beh , ti sei sporcata ai lati della bocca”
Oddio che figura!
Sgranai gli occhi e corsi a prendere un fazzoletto.
Mi ripulii torturandomi la pelle
“ Bene, ti ringrazio per il pranzo…adesso devo andare” disse all’improvviso, ritornando serio. 
“ Figurati” risposi non riuscendo ancora a guardarlo del tutto in faccia dopo quella figuraccia. 
“ Kevin come stai?” mi chiese un po’ preoccupato 
“ Tutto a posto!” lo rassicurai “ ogni tanto mi siedo accanto a lui per tenergli un po’ di compagnia”
“Grazie anche per questo , allora”
Dopo quelle parole mi voltai completamente verso di lui.
Era sincero.
Non dissi nulla , e lui ritornò da George .
Sono contenta che tu sia diventato più gentile nei miei riguardi, Gabriel
 
 


Gabriel
 



Immersi nell’azzurro. In ogni tonalità di blu esistente sulla terra . Era tutto perfetto, ogni colore messo al posto giusto.
Uno spettacolo.
Qualche nuvola se ne stava sospesa pigramente in quell’oceano di blu , e si lasciava attraversare senza opporre resistenza.
Non avevo mai visto il cielo da quella meravigliosa prospettiva.
Io ero alla guida di un aereo da ormai quante? Quattro ? Cinque ore?  
O meglio, ero colui che aiutava come poteva CHI guidava l’aereo.
E tutto stava procedendo bene.
Me la stavo cavando , ero bravo. Ed Anders era d’accordo con me.
 “ No, non ci voleva proprio! ” esordì invece Anders all’improvviso riportandomi alla realtà .
Cosa avevo appena pensato ? Tutto stava procedendo bene ? Ed invece ?
Perché volevo tanto non sbagliarmi?
Cosa c’era che non andava ?
“ Qualcosa non ti convince ?” domandai
“ E’ in arrivo una tempesta…” disse scuotendo la testa “ non era prevista, ma…è proprio lì. Guarda all’orizzonte ” disse veramente troppo serio .
Ed aveva ragione a preoccuparsi .
Ecco , in effetti l’unica cosa che stonava in quel meraviglioso cielo era proprio quel nero lì , sullo sfondo , che prima non avevo notato. Saette verdognole e azzurrine sfrecciavano di tanto in tanto come dardi scoccati alla cieca.
Fantastico.
Ovviamente, le cose non potevano mai filare lisce come l’ olio vero ?
La prossima volta che mi chiederanno di prendere un aereo farò in modo di portarmi tutto l’occorrente per sopravvivere . Paracadute, due o tre pistole, manette a dire basta e perché no? Anche un bel barile di caffè o di camomilla in base alle esigenze .
In quel momento, ero più per la camomilla.
Avevo un’ansia addosso che non mi lasciava libero di muovermi bene.
Avevo sempre  i muscoli tesi…anche se la stanchezza la sentivo…e bene anche .
“ Non muovere nulla, continua così . Io mi alzo un momento per sgranchirmi le gambe ed andare a bere qualcosa. Ci aspetterà una bella oretta impegnativa di viaggio.”
 Annuii più di una volta ed ispirai lentamente.
Rimasi lì, zitto e perfettamente immobile…almeno fino a quando non si accese una spia rossa.
La guardai con il cuore in gola , sgranando gli occhi.
E adesso cosa c’era che non andava?
“George?” lo chiamai cercando di apparir più calmo possibile.
Lui entrò in meno di un minuto.
“ Qualcosa non va?” domandò strabuzzando gli occhi scuri
Gli indicai la spia accesa e lui imprecò a denti stretti.
Si rimise a sedere di slancio accanto a me e controllò meglio la spia.
“ Cosa significa?”
Lui aveva perso colorito, era pallido…lo vedevo bene.
Le rughe che solcavano la sua fronte si fecero più profonde.
“ Siamo in riserva” mormorò con voce cupa.
“Come scusa?”
“Il carburante non basterà per arrivare a Milano” spiegò, ed io scattai : “ COSA? COSA MI STAI DICENDO?”
Lui ignorò la mia furia, piuttosto si mise delle cuffie ed iniziò a mettersi in contatto con il personale a terra.
“ Qui volo Skyland . Siamo decollati da Los Angeles alle sette e trenta di questa mattina ,  non abbiamo carburate sufficiente ad arrivare a destinazione. Chiedo di poter effettuare un atterraggio di emergenza.”
No, no…stiamo calmi.
Gabriel, rilassati!  
“Non possiamo darvi alcuna autorizzazione. Se scenderete ora vi troverete proprio nel bel mezzo della tempesta” spiegò una voce profonda
Fulminai la radio con lo sguardo.
Volete per caso abbandonarci,  idioti ?
“Non abbiamo altra scelta. Non arriveremo a destinazione!” ringhiò Anders
“Comprendo. D’accordo ,  allora provate ad atterrare in un aereoporto ormai abbandonato nelle campagne Parigine, è l’unica pista più vicina alla vostra posizione”
“ Cambio rotta” avvisò Anders che impostò tutti i parametri per raggiungere quella nuova destinazione.
“ Gabriel viriamo verso sinistra lentamente ”
Strinsi la cloche con più forza e lentamente insieme a lui la ruotai verso sinistra.
L’aereo obbedì senza problemi.  
“Fatto” comunicò George all’uomo a terra.
“ Perfetto. Ma ora fate attenzione alla tempesta.” Fu la risposta
“L’arrivo è previsto fra circa un’ora ?” chiesi a lui notando la rotta su uno dei monitor e il tempo di percorrenza
Anders annuì: “ Sì, possiamo farcela con il carburante che abbiamo a disposizione”
“ Faremo trovare dei mezzi di soccorso al vostro arrivo” concluse l’altro alla radio prima di dire il tanto famoso : “passo e chiudo”
 Di solito prima della partenza non si fa il pieno di carburante agli aerei?
Non importa, noi atterreremo senza problemi




Angolo Autrice 




Ciaooooo ^^ buon pomeriggio ^^ 
Come va? Io dovrei stud , ma non ho molta voglia :/ 
Piaciuto questo nuovo capitolo ? :) 
Cosa succederà ora secondo voi ? ;)
Ah, l'aereoporto abbandonato nelle "campagne parigine" dove dovranno atterrare,  l'ho completamente inventato ;) non so se esita davvero oppure no XD 
Grazie a voi che continuate a recensire <3 saper se la storia continua a piacervi fa sempre bene ;) 
e Grazie anche a tutti voi per averla inserita tra le vostre preferite, seguite e ricordate ;) 
Un bacione , a presto ;) 

 

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Capitolo 10
*** Nel cuore della tempesta ***


Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti

Capitolo 10. Nel cuore della tempesta





Gabriel

 
 
Io e Kevin avevamo una scorta che ci aspettava a Milano, ma adesso che i “piani” erano cambiati, non più.
Eravamo ancora una volta solo noi , io e lui , e non potevo neanche avvisare o chiedere consiglio al capo o a James .
Cosa avrei dovuto fare ? Troppe cose stavano iniziando a dipendere dalle mie scelte, ed io avevo paura di prendere una decisione sbagliata .
Due erano le strade: o la vita o la morte . Ed io cercavo di seguire la prima con tutte le mie forze .  
Il ragazzino non poteva trovarsi in pasticci peggiori .  
“ Non è mai successo ” disse George scuotendo la testa “ questa volta , qualcosa non è andata per il verso giusto”
Sbuffai sonoramente , poi gli dissi : “ Non importa, portiamo questo aereo a terra”
Lui mi sfiorò la spalla con una mano: “puoi contarci ”
Nel silenzio che seguì , io non riuscivo a pensare al fatto che tutto ciò che stava accadendo non poteva essere una coincidenza.
Samantha che voleva avvelenare Kevin perché minacciata . Un assassino a bordo che ha fatto fuori uno dei piloti e per poco stava per eliminare anche me…  
E se l’uomo che voleva far fuori Kevin avesse pagato per ottenere i suoi scopi chi doveva riempir di carburate i serbatoi di questo aereo ? 
Sì, far cadere l’aereo ! Kevin sarebbe morto di sicuro, e uno dei suoi uomini insieme a lui nel caso in cui avesse fallito…
Quel grassone che avevamo a bordo lo sapeva? 
Ma come avevano fatto a scoprire l’aereo sul quale saremmo saliti?
Avevano spie ovunque! 
Scossi la testa nervoso e strinsi i denti .
Quell’uomo, ricco e folle, stava per uccidere circa una cinquanta persone in un sol colpo per farne fuori soltanto una,  che avrebbe potuto mandarlo in prigione con una breve testimonianza !
Fortunatamente avevamo una pista su cui atterrare, ma quel pazzo lo sapeva ?
L’idea di scendere a terra iniziò a farmi paura.
No, troverò una soluzione. C’è sempre una soluzione a tutto!
                                                                              *****    
Stella
 
Quando vidi il segnale di “ allacciare le cinture di sicurezza” lampeggiare davanti a ciascun passeggero , mi allarmai.
Perché?
Scambiai un’occhiata con Charlot , Samantha ed Anne ma non dissi nulla e nemmeno loro aprirono bocca.
Si diressero in silenzio verso la nostra zona per sedersi ognuna al proprio posto , ma io decisi di prendere il posto di Gabriel al fianco di Kevin  
“ Cosa succede?” mi chiese lui incuriosito dallo strano segnale: “ Siamo arrivati? Di già?” e i suoi occhi si accesero di gioia.  
Non vedeva l’ora che finisse tutta quella storia . Mettere piede a Milano per lui significava testimoniare e vivere tranquillo il resto della sua vita.
Purtroppo non potevo dargli quella bella notizia…almeno per il momento .
Scossi la testa: “ no non siamo ancora arrivati, ma evidentemente ci sarà una tempesta in arrivo e quindi qualche turbolenza ” ipotizzai , poi però aggiunsi: “ anche se il tempo sarebbe dovuto essere sereno per tutto il volo”
Ero incredula, basita .
Cosa stava succedendo?
Kevin fece una smorfia di disappunto e guardò fuori dal finestrino: “ Spesso i meteo si sbagliano. Questa è una tempesta bella e buona ! ”
Mi avvicinai anch’io al vetro e notai il nero più totale.
Deglutii vistosamente .
Un minuto dopo i finestrini dell’aereo iniziarono ad essere aggrediti dalla pioggia battente e da grossi chicchi di grandine che producevano un rumore per nulla rassicurante .
“ ma perché siamo scesi nel bel mezzo della tempesta?” mormorai ansiosa
Volare sopra le nuvole sarebbe stato più facile!
Kevin mi guardò con un sopracciglio alzato : “ Forse siamo arrivati” ripeté per rassicurare se stesso e la sottoscritta.
Ma non potevo credere a quelle parole. Milano era ancora a qualche oretta di volo da dov’eravamo , sempre se i miei calcoli non erano errati .
Mi sentii comunque in dovere di dire : “ Non ti preoccupare. I nostri piloti sono i migliori, se hanno fatto una mossa del genere vuol dire che sanno quel che fanno ” mentii . Non amavo dir frottole , ma in quel momento era necessario. Sia per lui , sia per i passeggieri che potevano ascoltar la nostra conversazione.
Purtroppo il cretino non era affatto un pilota , e non sapeva proprio niente di questo aereo !
In campo di volo non aveva praticamente alcuna esperienza.
Ma George ? Lui invece aveva anni e anni di voli alle spalle , perciò doveva essere sorto qualche problema se ci trovavamo in quell’assurda situazione .
Ma che tipo di problema ? Avevano deciso di atterrare prima?
“ Pensi che io sia un’idiota?” mi domandò il sedicenne all’improvviso, con un’espressione offesa sulla faccia.
Lo guardai aggrottando la fronte . Come?
“ So perfettamente che lo sbirro non è qui perché sta pilotando questo aereo con l’altro pilota!”
Sgranai gli occhi. Aveva indovinato : “ Non volevo farti preoccupare” gli sussurrai sfiorandogli una mano
“ Lo so” mi rispose lui con un sorriso incerto sulle piccole labbra “ma io mi fido di Gabriel. E’ il migliore ! Altrimenti mi avrebbero dato un altro poliziotto come guardia del corpo , no ?”
Ricambiai il sorriso .
La fiducia che aveva in Gabriel, seppur lo conosceva da poco, era disarmante.
Gli scompigliai i capelli con un veloce gesto della mano: “ E’ vero ” convenni io, e non sapevo nemmeno da dove mi fossero uscite quelle parole.  
Kevin aprì la bocca pronto ad aggiungere altro , ma non uscì alcun suono dalle sue labbra  .
Una serie di turbolenze avevano iniziato a far traballare l’intero aereo.
Strinsi forte una mano di Kevin , che ricambiò con tutte le sue forze .
Era terrorizzato.
I passeggeri presero a parlare e a gridare tra loro in preda al panico.
Il pianto di alcuni bambini mi fece venir un nodo in gola , che difficilmente riuscii a mandar giù.
Troppo presa dai miei pensieri e dalle mie paure poi , non mi ero resa conto del fatto che il mio corpo si era irrigidito letteralmente contro il sedile . E come se non bastasse un “vuoto d’aria” mi colse del tutto di sorpresa,  ed io riuscii a trattenere un grido a stento .
Kevin si lamentò al mio fianco . Si sforzava di essere forte, ma non ci riusciva.
La verità era che lì dentro , avevamo tutti una gran voglia di pregare e piangere.
Non era la prima volta che volavo durante una tempesta, ma era proprio in quei momenti in cui la mia passione per il volo diminuiva.
Quelli erano in momenti in cui si rischiava davvero la vita.
Ed io mi sentivo in bilico tra la vita e la morte.
Ancora una volta un “vuoto d’aria” , ed io tremai dalla testa ai piedi.
Sentii letteralmente il mio corpo staccarsi dal sedile per poi ricadere di colpo al proprio posto contro la mia volontà .
Kevin liberò un singhiozzo mentre la luce nell’aereo prese ad andare e venire.
Nel panico, caos , generale mi ritrovai a pensare a Samantha, Charlot, Anne, George…e a Gabriel.
Conoscevo ognuno di loro , e tutti stavamo rischiando di morire chissà in quale modo su questo aereo.
Avrei tanto voluto scambiare qualche parola con loro in quel momento  , ma non era possibile.
Gabriel cosa stai facendo con George? Che sta succedendo?
Gabriel Gray 
Non so per quale motivo mi ritrovavo continuamente a pensare e ad assaporare il suo bel nome.
Lo sussurrai perfino .
Perché stavo pensando a lui in un momento del genere? Perché adesso che chiudevo gli occhi vedevo solo i suoi occhi smeraldini stampati nei miei ricordi… ogni suo gesto, ogni suo sorriso ?
Perché? Non riuscivo a capire .  
Cos’era questo peso, questa sensazione fastidiosa che mi prudeva l’anima?
Graffiava i miei pensieri e si insinuava in ogni mio capillare ?
Gabriel …Gabriel Gray
Ed il suo nome, anche soltanto pronunciato nella mente, riusciva a riscaldarmi il corpo ormai gelido e teso .
Nel mio cuore, nel mio stomaco c’era qualcosa che mai avevo sentito in tutta la mia vita , un qualcosa che fece partorire alla mia mente un pensiero , che mai avrei sognato di saper creare fino ad un attimo prima.
Sì, in quel momento sarei voluta stare fra le sue braccia 
Se dovevo morire…volevo trascorrere gli ultimi attimi di questa vita terrena al suo fianco,  respirando il suo profumo e accarezzando i suoi capelli biondi .
Lo volevo con me. 
Per me, solo per me .  
Non mi vergognai di quel pensiero, non mi pentii di averlo fatto.
Perché?
Perché era stato sussurrato dal mio cuore, dalla mia anima , e niente era di più vero e sentito .
Mi ritrovai a sorridere fra le lacrime , che scendevano copiose sulle mie guance .
Chiusi gli occhi e strinsi i pugni .
Stavo provando amore. In quel momento stavo provando amore, assurdo!
Per quell’idiota? Per l’elefante obeso?
Stavo percependo quell’antica forza agitarsi in me e scuotermi come nessun’altra cosa era mai riuscita a fare .
L’amore aveva conquistato anche me ?
Quel piccolo angolo vuoto nel mio cuore , che avevo continuato ad ignorare in tutti questi anni ,  si era riempito all’istante .
 Ed era così bello provar quello che stavo sentendo e pian piano conoscendo , che non ritenevo più giusto separarmene proprio adesso che l’avevo con me .
Volevo custodirlo gelosamente.
Non volevo perderlo, lasciarlo andare.
Era mio.  
Ecco come si sentivano tutte, ecco come si sentivano le mie amiche quando pensavano ai loro ragazzi .
Avevo sempre immaginato,  attraverso le loro parole , questo sentimento che mai avevo provato con così tanta forza. Ma ciò che avevo immaginato , non era neanche la metà di ciò che avevo scoperto.
Non c’erano parole per descriverlo. 
Mi ero innamorata davvero di un uomo che conoscevo da meno di un giorno?
Amavo un poliziotto che forse mi odiava , e non ricambiava i miei sentimenti?
No, aspetta Stella!
E’ troppo presto per parlare d’ amore…
No, forse ancora non sono innamorata, ma sono sulla buona strada.
Sì, Kevin aveva visto giusto. Avevo preso una cotta per lo sbirro . 
Ma quella cotta si sarebbe trasformata in amore ?  Avrei sofferto ?
Come mi sarei dovuta comportare con lui da questo momento?
Il solo pensiero di non poter rivedere più Gabriel mi fece star male .
Potevamo morire in quel momento , oppure una volta scesi da quell’aereo, le nostre strade si sarebbero potute dividere per sempre , perché Gabriel aveva il suo lavoro ed io il mio. 
Non c’era nessuna strada che poteva essere percorsa alla stessa maniera da entrambi . 
Ma di una cosa ormai ero del tutto certa:
Sin dall’inizio non mi ero sbagliata, qualcosa mi legava realmente a lui.
L’avevo capito dai suoi occhi, così diversi da tutti gli altri che avevo incrociato durante i miei viaggi.
Lui è stato in grado di conquistar le mie attenzioni . 
Anche se ancora non riuscivo a crederci!
No, non volevo perderlo.
Volevo imparare a conoscerlo sempre di più.
Che strane fantasie mi stavano ronzando nelle testa durante quel volo movimentato.
Strinsi più forte la mano di Kevin: “ Non lasciare che la paura allontani la speranza!”
No, tutto è possibile. Esiste ancora la speranza, e lei non può morire.
Io vivrò , vivremo
                                                                              *****
Gabriel
 
 
Non vedevo praticamente nulla , se non di tanto in tanto quelle saette azzurrognole che guizzavano fuori dalle nuvolette nere e cattive , per poi diramarsi come le radici di un albero nel terreno .
La cloche nelle mie mani tremava per le violente vibrazioni.
Più volte avevo dovuto stringere i denti per tenerla ferma.
Raffiche di vento volevano spostar l’aereo verso destra, e far tenere al mezzo l’assetto orizzontale non era affatto facile, per niente.
George al mio fianco non parlava. Era concentrato e attento ad ogni minimo movimento .
Il vetro davanti a noi era continuamente torturato dalla pioggia e dalla grandine che continuavano a scendere senza sosta.
Più volte la luce preferì andare e venire , ma ciò che doveva rimanere acceso per assicurarci un po’ di speranza reggeva ancora .
Più volte sentii il mio corpo sbattere contro il sedile , ma cercavo in tutti i modi di non darci troppo peso .
Le cinture mi stringevano bene .
“ La pista deve essere qui, non molto distante da noi” esordì George con voce cupa.
“ Iniziamo a scendere” decise un minuto dopo , ed io annuii soltanto .
Qualcosa andò storto, contro ogni nostra previsione ci fu un urto violento e terrificante .
Qualcosa aveva colpito l’aereo .
E ciò che successe dopo non riuscii neanche a capirlo.
Stavamo precipitando.
Una serie di spie e suoni assordanti capaci di trapanar pensieri e udito si diffusero nella cabina all’unisono rendendomi ancora più confuso .
George gridò nel trambusto: “ Tira più che puoi verso di te!”
La cloche. Dovevo tirarla verso di me.
Non so come riuscii a farlo, il mio corpo aveva reagito da solo prima ancora che il mio cervello gli ordinasse di fare ciò che aveva imposto George .
Quando l’aereo ritornò più o meno a volare in orizzontale seppur continuando ad ondeggiare da destra a sinistra , mi ricordai di rilasciare il respiro che chissà da quanto tempo stavo trattenendo.
Era come se fossi andato sott’ acqua… e riemergere era stato faticoso.
Ero stremato, non ce la facevo più.  
George tirò un sospiro di sollievo: “ ottimo lavoro ragazzo” si complimentò
Non è merito mio - avrei voluto rispondere, ma del mio istinto di sopravvivenza.
Un sorriso tirato affiorò sulle mie labbra: “ non- voglio- farlo- mai- più” decretai, scandendo bene ogni singola parola.
Stranamente non sentivo battere il mio cuore, forse se ne era già andato.
Sicuro che era ancora vivo?   
Rise: “ Oh nemmeno io! Ho temuto di prendere un infarto ”
“Cosa è stato?” gli chiesi curioso
George sospirò: “ Un fulmine ha letteralmente fatto fuori uno o forse due dei nostri motori”
Il sangue mi si gelò nelle vene : “ C…come ?” balbettai
“ Possiamo ancora volare, l’aereo farà uno sforzo maggiore ma non importa.” Spiegò , per poi aggiungere : “ Abbiamo perso quota, non siamo a molti metri da terra ormai . E guarda lì ”
I suoi occhi si illuminarono . Davanti a noi, a non so quanti metri di distanza delle luci erano state accese lungo quella che doveva essere…
“ una pista” sussurrai incredulo.
Eravamo arrivati ormai. Non dovevano essere poi tanto distanti.
Si notavano facilmente anche i soccorsi con i lampeggianti accesi.
George iniziò a procedere per assicurarci un atterraggio sicuro.
“ Speriamo che nessuno si sia fatto male mentre stavamo precipitando” disse fra sé e sé .
Mi bloccai.
E’ vero, qualcuno poteva essersi fatto male.
Kevin? ...Stella?
Quei due come stavano ?
Mi preoccupai non poco, tanto che sarei voluto correre subito da loro per assicurarmi che stessero bene . Ma non potevo farlo, non potevo lasciar solo George .
L’atterraggio era una delle fasi più critiche , e lui poteva aver bisogno di me .
Il nostro pilota fece una leggera pressione sul tastino blu cobalto.
Il carello stava iniziando a scendere.
Quando le ruote toccarono l’asfalto , seppur con un po’ di difficoltà , non riuscii a non alzare gli occhi al cielo sollevato.
Eravamo in salvo
                                                                          *****
Stella
 
 
Eravamo vivi.
Io ero viva.
Grazie a Dio!
Qualche passeggero si era ferito, uno o due anche in maniera piuttosto grave, ma nessuno aveva perso la vita .
Dovevo essere contenta , molto contenta, eppure non riuscivo ad allontanare da me l’ansia, la preoccupazione.
Cosa mi rendeva particolarmente ansiosa in quel momento ?
Lui . Solo lui.
Gabriel e George non erano ancora scesi dall’aereo , e nessuno era stato in grado di dirmi se stavano bene o meno .
Ed io continuavo, seppur sotto la pioggia, ad aiutare chi ci aveva soccorso , assistere in ogni modo possibile i passeggeri che continuavano a scendere dalle scalette dell’aereo senza sosta .
Lessi in ogni sguardo e impresso su ogni viso la paura, il sollievo e la rabbia.
Quel misto di emozioni che stavo provando anch’io .
Samantha, Anne e Charlot, anche loro stavano aiutando come potevano mentre Kevin era poco distante da me . Era alla ricerca di un po’ d’aria per riprendersi dalle ultime paure , camminava sollevato di aver del terreno sotto le scarpe.  
Non eravamo atterrati a Milano, e nessuno sapeva spiegar il motivo.
Ci trovavamo in un aereoporto abbandonato chissà a quanti chilometri da Parigi , ma a me andava bene così .
A tutti noi era stato assicurato un pasto caldo ed un posto dove dormire e per passare la notte .
Due pullman, infatti , erano già lì come per voler darci un ulteriore conferma di ciò che ci avevano promesso .
Conoscevo il francese , e ciò contribuiva a farmi sentire meno a disagio su quella terra straniera che non avevo ancora mai visitato .
Ma era inevitabile per me sentir una delle mie lacrime rigarmi il viso in quel momento.
Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno. Pensavo di chiamar mia zia, dato non sarei andata a casa sua per quella notte e non volevo farla preoccupare ma…
 Un uomo mi afferrò le spalle con forza , tanto da farmi male : “ La sua compagnia dovrà risarcirmi! Tutto questo non sarebbe dovuto succedere! Vi troverete nei guai , state a vedere! Domani mattina dovrete assicurarmi un treno o un aereo che mi porterà a destinazione altrimenti vedrete cosa succederà ! Io sarei dovuto arrivare a Milano entro questa sera !” ringhiò in preda alla collera .
L’ uomo era sulla trentina d’anni , vestito di tutto punto per un convegno o chissà cosa .  
“ mi lasci ” dissi cercando di liberarmi dalla sua stretta , ero spaventata. “ faremo il possibile” risposi , non sapevo cos’altro dirgli per farlo allontanare il più possibile da me. 
L’uomo scosse la testa con veemenza , ancor più furioso : “ Voi farete!” ordinò perentorio
“ La smetta! Non vede che è già spaventata?” disse una voce alterata .
Era familiare…
La voce di Gabriel !
Sgranai gli occhi sorpresa e sollevata .
Gabriel era completamente bagnato , proprio come me, ma stava bene .  
Il trentenne si voltò e fece un passo minaccioso verso di lui , ma quando capì che aveva davanti a sé il poliziotto americano , sbuffò spazientito e si allontanò , non senza prima avergli rivolto un’occhiataccia .
Il ragazzo lo seguì con lo sguardo, le mani sui fianchi e alcuni ciuffi dei capelli biondi incollati sulla fronte mentre la pioggia battente continuava a inzuppargli i vestiti .  
Non riuscii più a trattenermi e corsi ad abbracciarlo, senza pensare .
Lui rimase sorpreso , freddo .
Ma poi ricambiò l’abbraccio con la stessa intensità .
Sentii una sua mano accarezzarmi i capelli bagnati ed il suo caldo respiro su di me.
Scoppiai a piangere, ero in cerca di conforto .
Non ce la facevo più a trattenere tutto dentro.
E chi poteva darmi tutto ciò di cui sentivo il bisogno se non lui ?
Mi sentivo al sicuro fra le sue braccia.   
“Sssh non piangere” mi sussurrò .
Tienimi stretta a te , sto già molto meglio  

 


Angolo Autrice 


Ciaooooo! ^^ Piaciuto questo nuovo capitoletto ? ^^
La nostra Stella ha finalmente capito di provar qualcosa per il nostro elefante obeso *_____* a fine capitolo si sono anche abbracciati, ma cosa succederà adesso ?
Il prossimo sarà un capitolo spassoso ;) 
Ringrazio tantissimo tutti voi che continuate a seguire, preferire e ricordare questa storia <3   
Ringrazio moltissimo chi recensisce, in modo particolare Light_and_blue , MaryGray , Novalis ed anche Hopedestiny ;) per aver recensito il cap precedente!
Un bacione, a presto ;)  

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Capitolo 11
*** Una notte in hotel ***


Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




Capitolo 11. Una notte in hotel




Stella

 



Mi allontanò da lui dolcemente e con un sospiro .
Voleva ancora mantenere le distanze tra noi .  
Ma perché?  
Possibile che non si fidava più di una donna ?
Non si fidava ancora di me ?
Ormai mi conosceva quel tanto da capire che non ero come quella papera che l’aveva fatto soffrire chissà per quale assurdo motivo !
Anche se…ripensando a ciò che avevo appena fatto, provai un certo imbarazzo .
L’avevo abbracciato, avevo pianto sul suo petto, mi ero comportata con lui come se lo conoscessi da sempre .
In teoria era un estraneo , in pratica invece…era diventato molto più che un semplice conoscente per me .
Diventai rossa fino alla punta dei capelli , e in mia difesa gli urlai contro : “ Idiota cosa fai ? Chi ti ha chiesto di abbracciarmi?”
Lui alzò un sopracciglio scioccato, sconvolto .  
Ovviamente.
Sicuramente mi stava prendendo per pazza.
Non riuscì a rispondermi perché Kevin si piazzò al suo fianco : “ Fratello, tutto ok?” gli domandò dandogli una fragorosa pacca sulle spalle.
Lui annuì deciso : “ Tu?”
Kevin fece una smorfia : “Benissimo, se ignoro quel bestione che continua a fissarmi con occhi famelici. Mi sta vedendo come una salsiccia da arrostire sul barbecue , o sbaglio ? ”
Gabriel scosse la testa divertito mentre io nascosi un sorriso . 
L’assassino di White , che era appena sceso dall’aereo scortato da quattro poliziotti francesi , in effetti fissava davvero Kevin con insistenza, ed aveva un ghigno sulla faccia da far venire i brividi e la pelle d’oca a chiunque .
Stava per salire su una delle volanti della polizia quando gridò verso Kevin queste parole :
“ Non pensare che sia finita ragazzino. Il mio capo riuscì a farti fuori, non ti permetterà di arrivare a quel processo.  ”
“ e tu sbirro…farai la sua stessa fine… ti restano poche ore , stanne certo. ” concluse con aria soddisfatta.  
Rabbrividii ancora di più .
Quella era una minaccia in piena regola.
Kevin , davanti a quelle parole, aveva reagito abbassando lo sguardo e ispirando lentamente , al contrario di Gabriel che invece continuava a ricambiare lo sguardo del folle con un sorrisetto stampato sulle labbra chiare .
Quella minaccia non aveva neppure scalfito la sua espressione serena .
Poco dopo notai Samantha avvicinarsi a noi a passo spedito, aveva gli occhi gonfi e rossi : “ Sono pronta a pagare per ciò che ho fatto” annunciò rivolta a Gabriel .
Era pronta ad assumersi le sue responsabilità per ciò che aveva tentato di fare nei confronti di Kevin. 
Lo sbirro sospirò mettendosi le mani sui fianchi : “ No” esordì scuotendo la testa “in fondo la colpa non è stata tua . Sono disposto a chiudere un occhio se tu mi prometterai che mai più accadrà una cosa del genere . Hai diritto ad una seconda possibilità, dopotutto mi hai salvato la vita”
Kevin non riusciva a capire quel discorso, ma io lo compresi perfettamente e ne rimasi molto colpita.
Gabriel aveva appena garantito la libertà di Samantha .
Lei non sarebbe andata in carcere per tentato omicidio, seppur svolto sotto minaccia.
La bionda scoppiò in lacrime di gioia : “ Grazie! Grazie!” rispose commossa “ non accadrà più” promise prima di allontanarsi e raggiungere nuovamente Charlot ed Anne per abbracciar loro molto forte .
Evidentemente anche loro erano a conoscenza di ciò era accaduto , magari erano state informate proprio dalla stessa Samantha.
Sorrisi. Ero contenta per lei. Non meritava di finir in prigione.
Niente era stata colpa sua , e fortunatamente Kevin stava ancora benissimo.
“ E adesso , Gabriel?” domandò il sedicenne guardandosi intorno come se si sentisse osservato da qualcuno.
“ Ho sentito il mio capo poco fa e ho parlato con uno dei poliziotti che lavorano in questa zona . Purtroppo non arriveremo a Milano come stabilito , in quanto nelle prossime ore non ci saranno mezzi in grado di condurci fino ad un aereoporto o ad una stazione , almeno fino alle sette ! Quindi ci toccherà passare la notte assieme a tutti gli altri passeggieri in un hotel a pochi chilometri da qui . Secondo il mio capo questo imprevisto può giocare a nostro favore comunque ” spiegò brevemente.
“ e se è tutto nei piani di quel pazzoide che vuole farmi secco ?” domandò allarmato il ragazzo mordicchiandosi le labbra
Gabriel distolse lo sguardo dal suo : “ Per adesso sembra che tutto vada per il meglio . Se sorgerà qualche problema penseremo a cosa fare…ma soltanto in quel momento, non prima…rilassati. Andrà tutto bene” cercò di fargli forza, ma era evidente che Kevin non si sentiva tranquillo.
Deglutii . Non sarei mai voluta essere nei loro panni.
                                                                                        ***** 
Gabriel
 



Non avevamo messo nello stomaco un primo , un secondo ed un contorno , ma stavamo bene .
Avevamo mandato giù nello stomaco giusto quel minimo indispensabile per permetterci di dormire senza sentir la mancanza del cibo .   
I soccorsi erano stati davvero molto gentili con noi .
Avevano pensato proprio a tutto, specialmente a ricoprirci di coperte per tenere alla larga il freddo pungente della notte .
L’unica pecca fu l’ hotel in cui ci portarono .
Era un due stelle , ma abbastanza elegante seppur sperduto in quelle campagne che sembravano non aver né un inizio né una fine. 
Alla reception due signori sulla sessantina , ci divisero per assegnarci le camere di cui potevamo disporre per quella notte , ed io e Kevin eravamo così contenti di essere capitati in una camera matrimoniale al settimo piano,  che volevamo urlare di gioia !
Yuppi!
Letto ma-tri-mo-nia-le! Io avrei dovuto dormire con lui…perfetto!
E come se non bastasse l’unico ascensore di cui potevamo disporre, era fuori uso .
“ è in riparazione, ci scusiamo per il disagio” avevano detto. Ultime parole famose. 
Salire tutte quelle scale , circa centodiciannove gradini , anche soltanto con il mio piccolo bagaglio a mano, fu un vero trauma .
Trascinando le mie gambe con le ultime forze che mi rimanevano nelle membra , arrivai davanti la porta di legno della camera  589 senza più fiato .
Kevin, alla mie spalle , sembrava uno zombie.
Ma il trauma precedente fu superato di gran lunga da quello seguente.  
Quell’incubo sembrava non aver fine, la stanza era terrificante.
Sul comò di fronte al letto e sui comodini la polvere superava lo spessore di due centimetri.
Odore di chiuso…naturale…ed il bagno…no comment .
Neanche provai ad aprire un piccolo armadietto al lato destro del letto e le imposte della piccola finestra, nascosta da una pesante tenda macchiata un po’ dappertutto .
Un ragnetto sul vecchio televisore abbandonato sul comò , mi salutò allegramente muovendo quelle sue “graziose” zampettine pelose.
Ok, bastava chiudere gli occhi no?
Quando tolsi il copriletto dal materasso tossii più di una volta, accompagnato da quello che sarebbe dovuto essere per una notte il “ mio coniuge.”
“ Di questo passo troveremo anche uno scheletro nell’armadio . ”
Roteai gli occhi, il ragazzo voleva divertirsi…ma io non ero dell’umore adatto.
Ero così stanco, a pezzi,  pronto a crollare da un momento all’altro, ma in fondo ero contento che quella situazione riuscisse a distrarlo un po’ .  
Sistemai la mia pistola sotto al mio cuscino e provai a distendermi per cinque minuti , perché prima di lasciarmi andare del tutto al sonno, avrei dovuto sistemarmi un po’ e magari asciugarmi anche i capelli ancora del tutto fradici ,prima di ritrovarmi con la febbre o il raffreddore. 
“ Dormi vestito?” mi chiese Kevin all’improvviso , aggrottando la fronte
Sbuffai: “ Lasciami riposare cinque minuti ! E comunque sì , domani mattina dobbiamo andar via di qui presto e…se dovesse succedere qualcosa sono già vestito.”  
“ Oh, quindi non mi metto il pigiama?”
Ma era serio? No, dai stava scherzando
“Kevin fai come vuoi!” sbottai, prima di sentir uno strano rumore proveniente dalla serratura della porta d’ingresso della nostra camera .
Kevin si immobilizzò all’istante , io invece afferrai la mia pistola e mi alzai di scatto dal letto con il cuore in gola .
Chi era?
Il ragazzo mi guardava terrorizzato mentre io mi avvicinavo alla porta con cautela .
Qualcuno aveva intenzione di entrare .
Appena la porta si aprì , io scattai in avanti puntando la pistola contro il nuovo arrivato , pronto a premere il grilletto.
“MA SEI PAZZO?” urlò Stella con occhi sgranati , dopo essersi ripresa dallo spavento ed aver lasciato cadere a terra la sua borsa .
Le spalle le si alzavano e le si abbassavano ad un ritmo frenetico.
Mi affrettai a nascondere la pistola dietro la schiena mentre lei continuava a fulminarmi con lo sguardo.
“ Scusa”  mormorai quando entrò nella stanza sbattendo la porta
“ VOLEVI FARMI FUORI?” sbraitò fuori controllo “ Tu e quella pistola mi farete morire prima o poi. ”
Da quando eravamo scesi da quell’aereo non la riconoscevo più.
Aveva qualcosa di strano…non riuscivo a capire.
“ Cosa ci fai qui?” le chiesi curioso
 “No caro mio, VOI cosa ci fate QUI” precisò lei ancora un po’ alterata.
Cavolo , era la seconda volta che l’avevo spaventata a quel modo .
Gli avevo puntato letteralmente la pistola contro…che stupido!
“ Scusa , cosa vorresti dire?” chiese Kevin confuso “ questa è la camera che hanno assegnato a noi”
Lei scosse la testa: “ No, no questa è la 589…è la mia”
Inarcai un sopracciglio: “ Non abbiamo sbagliato , credimi” le dissi serio indicandole il nostro mazzo di chiavi su un comodino .
Lei arrossì di colpo, e mi preoccupai.
Era come se stesse per prendere fuoco tanto erano diventate rosse le sue guance.
“ No…” sussurrò sconvolta “ mi hanno assegnato nella vostra stessa camera?”
Sì, era proprio sconvolta , ma io lo diventai ancor più di lei .
No, non avrei dormito con una donna.
Anche se lei era la prima a piacermi dopo anni, non avevo nessunissima intenzione di dormire con lei nei paraggi .
Non se ne parlava proprio.
Il problema doveva essere risolto.
“ Chiederemo di spostarci in un'altra camera, oppure lo farai tu ” le dissi
Lei si morse il labbro inferiore: “ l’hotel è pieno! Non ci sono altri posti letto. E Samantha, Anne e Charlot non hanno un altro posto nella loro camera per me.  ”
“ Beh , qui abbiamo un solo letto matrimoniale” fece notare Kevin, ed io mi afferrai i capelli.
No, ti prego no!
“George? E’ in camera con qualcuno? Posso andare da lui…” domandai speranzoso
Sì, una bella soluzione.
“ George è in camera con due passeggeri!” rispose lei agitata.
“D’accordo…”  riprese lei dopo qualche minuto di assoluto silenzio “ dormirò fuori” decisa di punto in bianco.
“ma farà freddo! Almeno qui un catorcio di termosifone c’è ! ” esclamò Kevin “ dormi con noi…staremo alla larga da te se ti farà stare più tranquilla”
Mi misi le mani sui fianchi e trassi un profondo respiro: “ C’è un divanetto nell’angolo. Dormirò io lì” dissi rassegnato.
Kevin mi fece cenno di no con la testa .
“Non posso dormire nel letto matrimoniale con lei, sei impazzito?” mimò con la bocca
E secondo lui io volevo farlo? No, no.
“ facciamo così…” esordì lei “ voi due sul letto matrimoniale e io sul divanetto . Tanto l’epoca della cavalleria è finita da un pezzo”
Ottimo.
“ Ci sto” convenni io
Tutti e tre, era inutile dirlo , eravamo vittime dell’imbarazzo.
“ Chi va per prima in bagno per sciacquarsi un po’ ?” chiese all’improvviso Kevin sfregandosi le mani.
Guardai con la coda dell’occhio i due per qualche secondo, sembravano tranquilli, quindi mi fiondai .
Alla porta incontrai il fianco destro di Stella , che prese a spingere contro il mio. 
“ Spostati” ordinò  
“ Stellina chi tardi arriva , male alloggia!” replicai sbuffando.
E bastò il dire “stellina” per farla infuriare all’ennesima potenza : “Ma sentitelo! L’elefante obeso” 
Continuava a spingere con tutte le sue forze .
Misi un piede dentro il piccolo bagno con difficoltà e lei triplicò gli sforzi , stavamo per rompere la porta : “idiota” disse a denti stretti
“ Sbruffona ” risposi.
Non volevo cedere.   
“cretino”
“ acida"
“pirla”
“scema"
“deficiente”
“elefantessa smorfiosa ”
E mi guardò con sguardo di fuoco: “ COSA?”
“Tu mi chiami elefante obeso!” esclamai in mia difesa
“E’ proprio vero! L’epoca della cavalleria è finita” decretò scuotendo la testa , rassegnata
“L’hai detto proprio tu poco prima” le ricordai
“Ehi, ehi! Ragazzi! Ragazzi? Basta!” si intromise Kevin : “ Il vocabolario di queste belle parole l’ho già imparato con sommo dispiacere dei miei genitori ! Ma… non dovreste dirle neanche davanti ad un minore che le conosce già, perché sono considerato un minorenne in Francia, no? Non è educativo! Anche se tra i tre , credo proprio che sia io a dimostrare qualche anno in più di voi dato il vostro comportamento intollerabile davanti alla porta di un bagno ”
“Chiudi il becco” urlai al ragazzo , ma non ero stato il solo a dir quelle parole .
Con mia grande sorpresa anche Stella aveva risposto a Kevin in quel modo , che mettendo le mani avanti un po’ scioccato dalla nostra reazione, disse frettolosamente : “ Oh, fate pure. Non ci sono problemi per me”
Trassi un profondo respiro e feci tre passi indietro, in effetti il mio non era stato un comportamento esemplare : “ Prego, madame . Dopotutto dormirete su una scomoda poltrona, quindi vi concedo almeno questo onore ” le dissi facendole un occhiolino.  
Ok, mi ero arreso. 
Il suo sguardo si addolcì all’istante e mi regalò un bellissimo sorriso : “ grazie” disse riconoscente richiudendo dietro di se la porta   
Una donna quanto tempo può impiegare per uscire dal bagno? 
Speriamo pochi minuti…o qui faremo mattina!
Sorrisi.
Dopotutto non sarebbe stato male passar anche la notte in sua compagnia.
Stavamo diventando amici, o forse lo eravamo già e ciò mi faceva piacere
                                                                                    *****
Stella 
 


Era stato divertente.
Avevo scherzato volentieri con lui.
Ero perfino riuscita a non arrossire del tutto mentre cercavo di spingerlo via .
Comunque ancora non riuscivo a crederci.
Ero , non so come, stata assegnata in questa camera che era anche la sua…possibile?
Io non credevo nelle coincidenze.
Ero contenta , perché almeno avrei potuto godere un altro po’ della sua compagnia e di quella di Kevin.
Mi sentivo a mio agio, nonostante in tutta la mia vita non avessi dormito mai con un uomo, escludendo quei momenti in cui da piccola mi rifugiamo nel lettone dei miei zii tra mia zia e appunto…l’unico uomo con cui parlavo da sempre : mio zio .
Oddio! E se avessi russato ?
Che vergogna!  
Mi guardai allo specchio opaco e ricoperto di manate di ogni genere , e scossi la testa.
No, non avevo mai russato in tutta la mia vita e non avrei di certo incominciato quella notte!
Mi tolsi il tajer rosso da hostess e mi struccai.
Poi finalmente mi feci una bella doccia con acqua bollente tanto da far diventare rossa la pelle.
Quando uscii dalla doccia ero rilassata .
Mi avvicinai alla mia borsa e l’aprii sicura di trovar qualcosa da indossare al posto della mia divisa ancora un po’ fradicia. 
“NO!” esclamai angosciata , mi morsi il labbro inferiore con forza.
Nella mia borsa non avevo altro che un pigiama bianco largo e vecchio…con ridicoli disegnini di scimmie danzanti che indossavano un tutù intorno ad un piccolo falò .  
E non era tutto…erano anche fosforescenti.
Era un pigiama particolare…dal valore affettivo importante per me, perché era stata mia nonna materna a farmene dono ma…non era proprio adatto per quella notte !
Quella sera sarei dovuta arrivare a casa di mia zia a Milano, quindi non mi ero preoccupata di infilar anche un cambio “normale” in borsa.
Sbuffando cercai il mio cellulare nel vano tentativo di contattare le mie colleghe e chieder loro se potevano prestarmi qualcosa, ma non lo trovai…l’avevo lasciato sul comò prima di entrare !
Perfetto!
Ma sì, facciamo far loro pure quattro risate.
Mi infilai il pigiama e per la prima volta, da quando era entrata in bagno, ignorai volutamente lo specchio.
Mi asciugai i capelli e finalmente mi degnai di uscire.
Mi coprii i disegnini sul pigiama incrociando le braccia sul petto,  ma sarebbe stato estremamente difficile mantenere quella posizione per tutta la notte , seduta su un divano con nessuna coperta che poteva “proteggermi” .
Kevin era seduto su un lato del letto, i gomiti sulle ginocchia e la testa fra le mani.
Gabriel in piedi e al suo fianco , con una mano su una spalla del sedicenne .
“Cosa succede?” sussurrai preoccupata
“Succede che mi mancano i miei genitori, e sono molto preoccupato per loro . A causa mia quei pazzi potrebbero anche far loro del male , e il non sentirli non mi fa stare tranquillo ” rispose Kevin alzando lo sguardo per incrociare il mio
Scossi la testa avvicinandomi a lui: “ Sono sicura che stanno bene” cercai di consolarlo in qualche modo .
Lui annuì, ma non credeva affatto alle mie parole.
Gabriel si chinò su di lui : “ Ti ho già detto che i miei colleghi tengono d’occhio i tuoi giorno e notte . Stanno bene, Kevin. Lui non toccherà i tuoi genitori . ” gli disse dolce
“ E’ tutto colpa mia…se quel giorno avessi ascoltato i miei genitori tutto questo non sarebbe successo” mormorò affondando nuovamente la testa fra le mani  
“Non è colpa di nessuno. Kevin, ascoltami stai facendo la cosa giusta ”
Gabriel aveva tirato fuori tutta la dolcezza di cui disponeva per quel ragazzo che stava imparando a voler bene , e quasi m’incantai.
“ Se tu dovessi morire ? E’ già morto quel pilota a causa mia ! ” domandò il giovane guardando lo sbirro con sguardo duro
Il poliziotto sorrise: “ Carino da parte tua, ma devo preoccuparmi per questa tua manifestazione d’affetto nei miei riguardi ?”
Kevin finalmente rise e gli tirò un cuscino in faccia : “ calma , fratello. Tu non mi piaci, ma sei simpatico”
 Gabriel si unì alla sua risata  ed anch’io mostrai un sorrisetto nato spontaneamente sulle mie labbra.  
“ Non morirò” riprese serio il poliziotto, immergendo i suoi occhi verdi in quelli neri del ragazzo “ io ti porterò a quel processo , e poi a Los Angeles a casa… dai tuoi genitori ”
Rabbrividii davanti alle sue parole.
No, davvero… lui non poteva morire.   
Già non sopportavo il fatto che molti in quel momento lo volessero far fuori assieme al ragazzo!
E la minaccia di quell’uomo all’aereoporto…no, non dovevo pensarci.  
 “Come fai a rischiare la vita per me se neanche mi conosci , amico? Io non lo farei mai!” ammise Kevin con sincerità
Come dargli torto ?
Non so come fanno i poliziotti a dar la loro vita in questo modo!
Gabriel stava mettendo la sua vita a rischio per un qualcosa che non aveva niente a che fare con lui.
“ Ho scelto questo lavoro, quindi ho accettato tutti i rischi del caso. Kevin , basta ok? Non posso sopportare il fatto di vederti così! Sei un uomo, comportati di conseguenza. Sei stato coraggioso fino ad adesso, ma ora ? Dimostrami chi sei veramente. ”  
Roteai gli occhi.
Orgoglio maschile modalità ON !
“ Hai ragione! Ma devo chiamare i miei per almeno due minuti. Giusto per saper se stanno veramente bene ” domandò alzandosi dal letto con una nuova forza negli occhi
Gabriel si morse le labbra , ma poi gli offrì il suo iPhone : “ Non dovrei” iniziò “ ma…ascolta, non stare troppo al telefono. Dopo che avrai chiamato spezzeremo la scheda e ne metteremo un’altra così nessuno potrà rintracciarci.”
“Hai altre schede?” domandai curiosa
Lui si voltò verso di me con un sorrisetto soddisfatto : “ Quante ne vuoi” rispose
Feci un fischio d’ammirazione.
“Carino il pigiamino” aggiunse poi lui con un risolino  
Ok, in quel momento sarei voluta sprofondare…o meglio diventar la donna invisibile dei fantastici quattro.
Mattina? Arriva presto così che io possa prendere in prestito vestiti “normali”
“Buona notte” mi disse lo sbirro , prima di distendersi sul letto
Kevin era andato in bagno per parlare un po’ con i suoi al telefono…ed io ?
Mi misi a sedere sulla poltrona…ai piedi del letto e sospirai.
“Buona notte anche a te” risposi , per poi chiudere la luce
 All’improvviso sentii una risata cristallina nel buio : “ Ti illumini al buio ?”
 Diventai rossa e cercai di coprir il mio pigiama dai disegnini fosforescenti con le mani.
Si illuminavano appena al buio, eppure lui l’aveva notato.
Che vergogna!
Gabriel, tu riesci continuamente a farmi arrossire...come fai? 
Sbirro, sto iniziando davvero a volerti molto bene, più di quanto tu possa immaginare




Angolo Autrice 


Ciaoooooo ^^ eccomi qui con un nuovo capitoletto  ^^ 
I nostri due baldi giovani sono finiti proprio nella stessa stanza dell'albergo ^^ e che stanza! XD
Io non sarei riuscita a chiudere occhio !  XD Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto ^^ 
Ringrazio le tre persone che hanno recensito il capitolo precedente ^^ e  tutti coloro che preferiscono/seguono/ricordano questa storia :) compresi i nuovi arrivati ^^
Fatemi sapere cosa ne pensate ;) Al prossimo capitolo 
Un bacione, a presto ;)

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Capitolo 12
*** Non voleva lasciarlo andare ***


 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti






Capitolo12. Non voleva lasciarlo andare





Gabriel
 
 
 
Fame. Avevo tanta, ma proprio tanta fame .
E finalmente mi sentivo decisamente più rilassato, riposato e sereno .
Ero di nuovo in forze.
Non era stato tanto orribile dormire con Kevin in quel letto matrimoniale , forse perché il ragazzo era rimasto al posto suo ed io al mio .
Chi ero certo che non avesse dormito bene invece, era Stella : quel divano non aveva l’aria di chissà quale comodità .
Ed un po’ mi dispiaceva per la nottataccia che aveva dovuto subire .
Ma cosa avrei potuto fare oltre a quello che avevo già fatto per lei?
L’avevo avvolta in una calda e morbida coperta , posizionato il mio cuscino sotto la sua testa senza svegliarla .
Avevo utilizzato tutta la dolcezza e la gentilezza di cui disponevo. 
La piccola aveva il sonno pesantuccio , ma durante la notte non aveva fatto altro che farfugliare parole senza senso .    
Sbadigliai sonoramente mentre prendevo qualcosa dal buffet allestito appositamente per la colazione.  
Una lunga fila di tavoli posizionati al centro della sala circolare illuminata dai raggi del sole di prima mattina .
Era una bella giornata, cielo terso…faceva anche abbastanza caldo nonostante fosse Ottobre.
Presi una tazzina di caffè in primis , poi un bel croissant alla crema e …una gigantesca fetta di torta al cacao. 
Mi mise a sedere intorno ad un tavolino sul quale stava già mangiando Kevin e afferrai la mia bella tazzina pronto a mandar giù qualche sorso del mio tanto amato caffè amaro .
Il ragazzo dai capelli corvini stava praticamente ingurgitando ogni cosa che aveva preso dal buffet senza neanche provare a masticarla fino in fondo.
“Ma come fai a mangiare così velocemente?” gli domandai inarcando un sopracciglio, scioccato .
Lui fece spallucce: “Abitudine.” Spiegò , per poi aggiungere “…e comunque non abbiamo molto tempo. Il terzo pullman che porterà noi sopravvissuti rimasti ancora qui al primo aereoporto disponibile partirà fra meno di mezz’ora. I primi due sono già partiti alle sette e trenta , ed ora sono le otto e trenta ”
Sospirai dopo aver dato un morso al pezzo di torta : “ Già, se tutto andrà come stabilito entro oggi saremo a Milano”
Finalmente. Mi sembrava un sogno
“ Non vedo l’ora!” esclamò lui alzando per un attimo gli occhi verso il cielo con un sorriso da ebete sulla faccia .
Risi. Potevo capirlo perfettamente, anch’io non vedevo l’ora di arrivare per poi subito ripartire per la mia adorata Los Angeles. La mia tanto amata città.
Mentre provavo a dar un morso al mio profumatissimo ed invitante cornetto alla crema Samantha si avvicinò a noi con passo felpato: “ Buongiorno” disse con un mezzo sorriso.
“ Ciao” risposi sorpreso di quella sua visita improvvisa ed inaspettata. Non indossava la divisa da hostess perché non ce ne era bisogno , ma un vestitino davvero grazioso .
“ Dormito bene?” chiese sedendosi tra me e Kevin recuperando una sedia da un altro tavolino.   
“ A meraviglia” rispose il ragazzo mentre continuava a riempirsi lo stomaco con succo di frutta e yogurt .
Lei annuì , per poi rivolgersi soltanto a me con un filo di voce : “ Conosci quella donna?” mi sussurrò a bassa voce , indicando con un piccolo cenno del capo una ragazza seduta a pochi tavolini di distanza da noi , che stava discutendo e ridendo con altri due uomini di circa la mia età .
La donna aveva un pircing sul naso all’insù , corti capelli rossicci e occhi di un particolare verde scuro .
Aveva un’aria familiare. Ma non poteva essere lei…no
“ Ha un’aria familiare , ma non sono sicuro di conoscerla… perché?” le domandai curioso
Lei trasse un profondo respiro: “ Vi tiene d’occhio continuamente e non solo…ho scoperto che sono arrivati qui ieri sera , proprio qualche ora prima del nostro arrivo. Coincidenza?”
Ritornai a posare lo sguardo sulla ragazza , continuando a non capire se era la persona che credevo che fosse oppure no.
“ Grazie per avermelo detto” dissi comunque grato a Samantha , che si congedò da me con queste parole : “ era il minimo che potessi fare”
“ Che voleva la bionda?” mi chiese Kevin incuriosito mentre si spalmava burro e marmellata su una fetta biscottata.
“ Nulla di ché” risposi, non era il caso di allarmarlo…perché non c’era niente di cui preoccuparsi.
Vero?
Eppure…più ci ripensavo, più non mi sentivo sereno .
Sbuffando afferrai il mio iPhone e contattai James, volevo avere una conferma. 
“ Bonjour” scherzai
Mi rispose uno zombie al posto di un poliziotto , James aveva la voce assonnata : “ Che cavolo vuoi Gabriel a quest’ora di notte ? Qui è circa  mezzanotte , lo sai? Hai dimenticato il fuso orario?”
“Scusa amico, non volevo svegliarti” ammisi
Lui sospirò: “ Ho il turno domani mattina all’alba…non potevi aspettare? Hai fatto sussultare anche mia moglie!”
Ridacchiai: “ Saluta Stefy da parte mia! Comunque no…non potevo aspettare.”
“Avanti allora…muoviti a parlare così che io possa ritornare a dormire” tagliò corto lui
“ Victoria Moris è ancora dietro le sbarre ” non era stata una domanda, ma un’affermazione.
Doveva essere così e basta.
Lui non rispose subito : “ Non volevo dirtelo” iniziò in tono pacato “non avrei voluto affatto, almeno non ora.”
Il mio cuore sussultò: “ C…cosa non volevi dirmi ora?” domandai , balbettando…un po’ alterato
“ La tua amata ex-ragazza ladra è riuscita a scappare di prigione due settimane fa” spiegò brevemente
Mi arrabbiai sul serio : “ Potevi dirmelo anche più tardi , eh?”
“Hai ragione avrei dovuto parlartene, ma non volevo farti preoccupare . Stai tranquillo, la stiamo cercando”
Scossi la testa anche se lui non poteva vedermi.
Mi passai la lingua sulle labbra e in tono sommesso gli dissi: “ James ho un problema. Victoria è qui”
Non vedevo da anni la mia ex, ma quella ragazza dall’aria familiare seduta intorno a quel tavolino…non poteva essere che lei. Come era arrivata in Francia? Ma soprattutto…era proprio lì per quale motivo?
James dall’altra parte del telefono si allarmò. L’immaginai mentre si afferrava con una mano i capelli e si metteva a sedere sul letto.
“Gabriel dimmi che stai scherzando”
“Purtroppo no” dovetti dire, ma desideravo con tutte le mie forze dire il contrario.
“ Quella vuole vendicarsi di te ! Vuole ammazzarti !” mi ricordò alzando la voce, poi aggiunse un secco “ Vai-via-da-quel –posto”
“ Concordo” risposi tenendo d’occhio Victoria e i suoi due amichetti che continuavano a far finta di nulla
“ Pensi si sia alleato con qui vuol far fuori Kevin?” mi domandò lui
“ Sai che Victoria ama stare con chi le conviene…” replicai mentre Kevin mi guardava incuriosito e teso al tempo stesso.
“ Doppiamente devi andartene via, subito! ADESSO” ordinò in un tono che non ammetteva repliche.
“ Ok, ti farò sapere mie notizie appena posso” lo rassicurai prima di chiudere la chiamata
                                                                            *****
Stella
 


Era stato gentile da parte sua .
Darmi la coperta, il suo cuscino impregnato del suo straordinario profumo.
Gabriel mi aveva conquistato con semplici gesti : non aveva fatto niente di particolare, speciale.
Eppure… perfino per quel suo sorrisetto odioso aveva iniziato a farsi voler bene .
Anche se ancora non riuscivo a capire “quanto” fosse questo bene!
Erano rimaste soltanto poche ore ormai da poter condividere insieme a lui, poi sarebbe arrivato il momento della separazione.
No, non volevo lasciarlo andare .
Non mi andava di perdere un amico come lui…o quel qualcosa in più che era diventato per me.
Il solo pensiero mi logorava e mi riempiva d’ansia.
Mi ero già abituata alla sua presenza, e quando non ero con lui…un gran vuoto investiva il mio cuore palpitante desideroso d’amore.
Avevo appena indossato un paio di Jeans chiari e una camicetta bianca di Charlot , quando mi avviai al tavolino intorno al quale Gabriel e Kevin erano seduti per la colazione . I capelli mi frustavano la schiena mentre camminavo, dato avevo preferito lasciarli sciolti.
“ Salve ragazzi” dissi contenta , nonostante non avessi dormito chissà come!
E poi il trucco…aveva fatto miracoli.
Gabriel neanche mi rispose, sentii soltanto la sua voce sussurrare a Kevin : “ Alzati come se niente fosse, non correre o fare qualsiasi altra cosa che possa catturare l’attenzione. Muoviti come stavi facendo fino a qualche attimo fa”
Era successo qualcosa. Mi allarmai
Il sedicenne , pallido in volto, annuì lentamente per poi alzarsi dalla sedia con cautela rivolgendomi un mezzo sorriso teso, tirato .
Le mani gli tremavano, ma per non far notare ciò le chiuse a pugno immediatamente .
Gabriel spostò lo sguardo su di me soltanto dopo qualche minuto : “ Dobbiamo andare” esordì  “ è stato bello conoscerti” confessò facendomi un occhiolino.
Lo guardai confusa, senza capire.
No! Non poteva già essere arrivato il momento! Io non ero ancora pronta!
Scossi la testa: “Dove andate?” gli domandai preoccupata
Lui si alzò lentamente dalla sedia e mi afferrò le spalle con dolcezza : “ Via da qui. E’ meglio, credimi”
Mi morsi le labbra: “ Così…questo è un addio”
No. Dimmi di no. Ti prego Gabriel, no.
I suoi occhi verdi si persero nei miei: “ Sei speciale” mi bisbigliò ad un orecchio prima di metter le sue labbra a contatto con una mia guancia. “ non cambiare mai…per nessuno.”
Fu dura quando le sue mani scivolarono via dalle mie spalle.
Avrei voluto seguirlo, avrei voluto ancora una volta abbracciarlo…avrei voluto amarlo , ma non potevo più.
Era ormai arrivato alla porta che gli avrebbe consentito di uscire dalla sala quando una voce gridò: “ FERMI!”
Kevin al fianco dello sbirro si irrigidì come fosse diventato una statua di marmo.
“ DOVE CREDETE DI ANDARE?” domandò ancora quella voce. Apparteneva ad una donna.
Mi voltai , e la vidi. Una ragazza di media altezza, i capelli corti e rossicci , il naso all’insù.   
Ma non avrei mai voluto posare lo sguardo sull’arma che aveva puntato contro Kevin e Gabriel: una pistola…e non era l’unica ad esserne in possesso  .
Anche i due ragazzi che erano in sua compagnia tirarono fuori in tutta fretta le loro , con stampata sui loro volti un espressione arcigna.
“ Gabriel , ma che bello rivederti!” esordì lei con un finto sorriso
Il poliziotto la fulminò con lo sguardo stringendo forte la sua arma fra le mani 
“ Non è lo stesso per me” ribatté Gabriel in risposta spingendo Kevin dietro di sé per proteggerlo
“ Siamo già passati in una situazione del genere ,ricordi?” aggiunse lei spostando un dito sul grilletto
Oddio!
I presenti nella sala presero a mormorare e ad agitarsi , spaventati.
“Silenzio!” ordinò lei alla decina di persone “ oppure farete tutti una brutta fine”
 E dopo quelle parole calò il silenzio più assoluto.
I due uomini che erano con lei presero a passare tra i presenti e costrinsero tutti a sedersi per terra con le mani incrociate dietro la testa.
Un bambino di appena sette anni prese a piangere.
“Zitto, devi stare zitto!” urlò uno dei due al piccolo portandosi un indice sulle labbra
Il piccolo riuscì a controllarsi a stento grazie al dolce e rassicurante sguardo della madre al suo fianco.
Anch’io fu costretta a sedermi per terra. Ed entrambi gli uomini per un attimo decisero di tenere le loro pistole puntate contro di me.
Rabbrividii 
“ Sai, ricordo bene cosa successe anni fa” riprese dopo un po’ Gabriel “ Io ti ho arrestata” disse in tono duro
La rossa scoppiò a ridere: “ Credimi, non accadrà più!”
“ Chi stai prendendo in giro questa volta?” domandò lui furioso, a denti stretti
“ Ho trovato una buona famiglia, che mi ha aiutata a scappare di prigione . E come segno di riconoscenza…io porterò quel ragazzino dal mio adorato capo, senza di te . ”
Si conoscevano.
Era più che evidente.
Gabriel l’aveva arrestata molti anni fa…
“ Puoi anche scordartelo” decretò lui
Lei scosse la testa con veemenza : “ appartiene a noi ormai. Il mio capo ha deciso da poco di voler uccidere lui stesso il ragazzo , che ha intenzione di rovinarlo”
 “Puoi dire al tuo capo che ha i giorni contati!”  replicò lui con un sorrisetto soddisfatto
“Abbassa quella pistola Gabriel. Tu non hai il coraggio di farmi del male” tuonò lei
Lui scosse la testa allargando il sorriso : “ Non più cara mia…adesso sono pronto a tutto”
“Ad esempio?” chiese lei per metterlo alla prova inarcando un sopracciglio
“ Non costringermi a sparare ” l’avvisò riducendo gli occhi a due fessure
“ Noi siamo in dieci qui , tu sei solo…non hai speranze.  Domani mattina il nostro capo arriverà e voi non potrete far nulla per scappare . Abbiamo circondato l’intero hotel e tutti gli ospiti rimasti sono stati presi in ostaggio . Nessuno sa cosa sta succedendo realmente qui , eccetto noi ed il mio capo ovviamente . ”
“ Non vincerai neanche questa volta” gli promise lui
Io abbassai lo sguardo in preda al panico, cercavo di calmare i violenti battiti del mio cuore, ma non c’era verso.
Urlai di dolore quando partì un colpo di pistola che uccise Samantha sul colpo proprio davanti ai miei occhi .
La vidi cadere in avanti e rimanere immobile. Gli occhi spalancati , come se volessero inseguire un sogno lontano.
“Perché?! ” gridai fra le lacrime afferrandomi i capelli
“Stai zitta, oppure toccherà anche a te” minacciò uno dei due ragazzi sfiorandomi una tempia con la sua pistola  
La rossa si avvicinò a lui senza allontanare mai lo sguardo e la sua arma da Gabriel: “ Chiedi perché ? Perché per lei stavamo perdendo il ragazzo”
Alzai lo sguardo furiosa per incrociare il suo : “ Assassina” la chiamai con furia.
Uno schiaffo in pieno viso mi fece vedere le stelle e bruciare la guancia sinistra .
“Lasciala stare” urlò Gabriel
“ Abbassa la pistola, Gabriel…questa è l’ultima volta che te lo chiedo” intimò invece lei “ farò fuori anche questa se non obbedisci ”
Questa? Io ho un nome pazza squilibrata!
“Non osare” sibilò lui
Lei per tutta risposta prese a premere lentamente il grilletto, non rimaneva molto tempo.
Un altro colpo stava per partire, pronto ad uccidermi.
“D’accordo!” si arrese il poliziotto all’improvviso , alzando le mani all’altezza delle spalle “ non sparare” ordinò disperato
Trassi un profondo respiro mentre un’altra lacrima prese a solcarmi il viso.
In quel momento non pensai e non dissi una sola parola. Non ne avevo le forze.
Guardavo Samantha…era così pallida , immobile…vuota e non riuscivo a capacitarmi del fatto che lei non fosse più viva. “ Metti giù l’arma e allontanala con un calcio” consigliò l’assassina a Gabriel   
Lui obbedì senza mai abbassare lo sguardo.
“Bravo il mio Gabriel” si congratulò
Kevin , afferrato da uno dei ragazzi armati , fu trascinato davanti alla donna e costretto ad inginocchiarsi . L’altro ragazzo , che mi aveva minacciato poco prima , decise invece di tenere d’occhio Gabriel
“ Ragazzino goditi le tue ultime ore di vita” sussurrò la rossa al sedicenne in maniera orribile
Kevin deglutì
In quel momento nessuno mi stava guardando.
La rossa e i due erano parecchio distanti da me…e dalla porta.
Non c’era più alcuna persona davanti l’uscita, potevo provar ad andar via.  
Mi alzai lentamente sulle ginocchia.
Avrei potuto chiamare la polizia , o qualsiasi altro aiuto…sempre se non c’era nessuno di quei folli nei paraggi anche al di là di quella porta !
Dovevo rischiare. Il telefono o qualche tipo di allarme si poteva trovare certamente al bancone della reception, anche perché io avevo lasciato il cellulare in camera !
Con non so quale coraggio mi spostai di un passo verso destra…poi un altro…un altro ancora.
Ero sul punto di lanciarmi contro la porta per aprirla ed andar via senza essere vista quando esitai qualche istante, trassi un profondo respiro.
La rossa parlava con Gabriel, e neanche riuscivo a capire i loro discorsi.
Proprio mentre feci per scattare in avanti , qualcuno si accorse di me.
Quel qualcuno era uno degli amici di quella pazza.
Lessi la sua sorpresa nei suoi occhi , vidi la sua pistola spostarsi velocemente verso di me .
Poi sentii due spari riecheggiare nell’aria .
Chiusi gli occhi…e stranamente non provai dolore
Nessuno dei due proiettili mi aveva colpita , ne ero certa…ma come era possibile ?  Chi avevano colpito allora ?
Riaprii gli occhi

 



Angolo Autrice
 
 
Ciaooooo a tutti ^^ perdonate il mio ritardo nel aggiungere un nuovo capitolo a questa storia , ma sono parecchio impegnata ultimamente…e ho anche un po’ di influenza :/ allora, cosa ne pensate?
Piaciuta la copertina che ho scelto ?
Questa volta i fatti son stati seri! Victoria è tornata, povero Gabriel ! :/
So bene che vi ho lasciati in un momentino particolare ma no problem! Cercherò di aggiungere presto il prossimo capitolo ^^
Ringrazio di cuore MaryGray, Novalis e Hopedestiny per continuare a recensire ogni capitolo <3
Ragazze vi voglio bene! J e ringrazio tantissimo anche tutti coloro che continuano a preferire, seguire e ricordare questa storia <3 spero con tutto il cuore che possa continuare a piacervi ^^
Un bacione a presto ;)

 
 

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Capitolo 13
*** Un motivo in più per vivere ***


 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




Capitolo13. Un motivo in più per vivere




Gabriel

 
 

Quando quel folle le puntò l’arma contro , pronto a sparare, non esitai un solo istante a recuperare la mia pistola e a mettermi in mezzo.
Fra lui e lei .
Non potevo lasciare che la uccidesse.  
Erano già riusciti ad eliminare Samantha senza che io potessi fare qualcosa per salvarla…ma Stella…
No. Lei no.
Non avrebbero spezzato anche la sua vita.
Non l’avrei permesso .  
Sapevo perfettamente che in quel piccolo frangente c’ erano soltanto due cose che potevo fare per proteggerla : sparare al suo aggressore per metterlo fuori gioco e farle nel frattempo scudo con il mio corpo .
Mai avrei pensato di arrivare fino a quel punto per salvare una vita .
La sua vita.   
E sinceramente non avrei mai voluto rischiare a quel modo , ma non avevo altra scelta se non volevo lasciare che una ragazza come Stella morisse per mano di quei balordi, assassini.
O ancora peggio…per mano di Victoria. 
No, quella donna non avrebbe cancellato la sua esistenza , che stava iniziando ad essere fondamentale per me.
Quella donna, che non riuscivo neanche più a definire tale, aveva già distrutto la mia vita, aveva spezzato il mio cuore , e raccoglierne i pezzi per continuare a vivere non era stato affatto semplice.
Quella pazza non avrebbe ottenuto più nulla da parte mia!
E adesso che avevo conosciuto Stella , quella simpatica hostess con cui già ne avevo passate così tante , il mio cuore si era perfino deciso a ritornar a provare qualcosa , a comprendere che non tutte erano come quella squilibrata . 
Perciò non sarei più tornato sui miei passi .
 Lei, che era così diversa da Victoria… così dolce, fragile…era una donna per cui valeva la pena vivere…o morire .
Sparai un colpo per fermare quel ragazzo, senza neanche pensare , con l’intenzione di ferirlo…non di ucciderlo.   
Ed in tutta la mia vita non avevo mai sentito due colpi di pistola in maniera così chiara, violenta .
Aveva sparato anche lui.  
Mi mancò il fiato per un breve istante .  
Era come se dell’acqua gelata mi avesse bagnato dalla testa ai piedi.
Indietreggiai stordito , lentamente… mentre vedevo quel criminale cadere a terra in preda ad urla strazianti .
L’avevo colpito alla spalla destra ?
Sì, l’avevo colpito.  
Vidi qualche presente nella sala fissarmi con occhi sbarrati , terrorizzati.
Avevano i volti così pallidi , tesi .
Intravidi una madre stringere forte il suo bambino, per impedirgli di guardare ciò che lo stava circondando .
Mentre continuavo ad osservar tutti loro capii pian piano che i miei pensieri erano diventati così lenti nel formularsi , che facevo fatica perfino a ricordare dov’ero e cosa era appena successo .
Un capogiro mi colse di sorpresa  e le mie gambe cedettero senza darmi alcun preavviso . 
Mi ritrovai in ginocchio, senza più forze .
Qualcosa di caldo prese ad inzupparmi la maglietta grigia .
Lasciai cadere la pistola a terra, mi portai una mano al fianco sinistro e scoprii che era sangue .
Non mi meravigliai.
Una voce urlò il mio nome, era lei…Stella .  
Ed un minuto dopo crollai fra le sue braccia senza volerlo .
Mi strinse forte . 
Sentii quel suo piccolo cuore spaventato batterle forte nel petto , i suoi lunghi capelli castano chiaro pizzicarmi il collo e le labbra .
“Perché?” mi sussurrò furiosa e sconvolta al  tempo stesso “perché ti sei messo in mezzo? Quel proiettile era per me! ”
Alzai lo sguardo per incontrare i suoi meravigliosi occhi color caramello e risposi soltanto : “ Stellina non ti preoccupare . ”
Scosse la testa con veemenza : “ Sei uno stupido!” esclamò fra le lacrime , che lentamente avevano preso a rigarle il volto .
Un sorriso , che ero sicuro assomigliasse di più ad una smorfia, affiorò sulle mie labbra : “ Sì, tipico di me. Se non faccio cose stupide non sono io”
“ Smettila…scusami” mi disse confusa “ E’ colpa mia in realtà. Non avrei dovuto provar ad andar via, anche se  era l’unico modo per chiedere aiuto . Sapevo che era una mossa disperata eppure… ”  si interruppe all’istante .  
A pochi passi da noi ascoltai la voce di Victoria dire con tono sprezzante : “ Che scenetta romantica. Lo sbirro che salva la povera hostess indifesa”
Stella la guardò in cagnesco e io le strinsi forte la mano che teneva con premura sulla mia ferita : “non rispondere” le dissi a bassissima voce, per essere ascoltato soltanto da lei.
Avrei voluto io chiudere il becco a quella gallina, ma il dolore al fianco esplose all’ improvviso e per non gridare mi morsi le labbra fino a farle sanguinare .
Ahi, che male!
Era come se quella parte del corpo stesse bruciando.
Mi salirono le lacrime agli occhi.
“ Johan mi hai profondamente deluso” disse in seguito Victoria rivolta al suo amico ancora a terra . “ e sinceramente non mi sarai più utile d’ ora in poi per un bel pezzo quindi…sei superfluo” gli puntò la pistola contro ed io cercai disperatamente lo sguardo di Stella , mentre la rossa ordinava al suo uomo : “ Vai via”
Con le poche forze che avevo sfiorai una guancia dell’hostess e l’obbligai a guardare soltanto me: “ Non aver paura” le sussurrai nonostante il dolore
Lei mi mostrò un sorriso incerto, che trovai comunque molto dolce : “ dimmi che andrà tutto bene”
M’ incantai davanti ai suoi occhi lucidi : “ Andrà tutto bene” le dissi immediatamente
Non ne ero sicuro . Ero in quelle condizioni , e non sapevo cosa sarebbe successo da lì a qualche ora…ma volevo crederci: tutto sarebbe andato per il meglio
                                                                               *****   



Stella
 
 

“ Vi conoscete vuoi due ? Da quanto ? ” domandò quella serpe velenosa con un sorrisetto a dir poco odioso sulle sue belle labbra carnose rosso sangue .
Era uno di quei sorrisi che ti parlavano , ed il suo mi stava gridando : “ picchiami, picchiami”
L’odio nella mia vita non sapevo cosa fosse, e non avrei mai voluto provarlo , neanche in quel momento, nei confronti di quella donna.
Ma era davvero difficile.
“ Perché preferisci far del male alle persone?” le domandai invece
Lei si passò la lingua sulle labbra : “ si ottiene tutto con le cattive, dovresti imparare.”
“Non l’amore” decretai “ se nessuno ci ama non so se valga la pena vivere”
La rossa sospirò: “ L’amore…il più delle volte rende deboli. Tu ne sai qualcosa Gabriel , vero?”
Il ragazzo la guardò con i suoi bellissimi occhi verdi ridotti a due fessure: “ Non so come io possa aver amato una donna come te”
Ero già pronta a dir addio alla mascella! Per poco non mi si staccò !
COSA?
Cosa, cosa?
Lei era…lei era Victoria?
Gabriel aveva amato questa donna ?
Una criminale , che era stato costretto ad arrestare per omicidio o chissà cos’altro ?!
Come era riuscito ad innamorarsi di lei?
Kevin ,che ci stava osservando in ginocchio a qualche passo di distanza, strabuzzò gli occhi…scioccato.
“ Non sono così male. Per adesso ti sto risparmiando la vita, mi sembra. ”
Rincretinita , sciagurata , assassina.
Gabriel le rivolse un mezzo sorriso :  “ Al contrario di molti anni fa. A quei tempi volevi farmi fuori subito.”
“ Tu volevi chiudermi in gabbia ” si giustificò lei , mettendosi le mani sui fianchi
“ E alla fine ci sei entrata…in gabbia . E la prossima volta andrai dietro le sbarre con un biglietto di sola andata .  Getterò la chiave della tua prigione io stesso, dove nessuno potrà mai trovarla. Puoi starne certa” minacciò lui
Scoppiò a ridere : “ vedremo , Gabriel. Intanto, credo proprio che tu non vivrai a lungo per vedere cosa succederà”
Deglutii e guardai la ferita del poliziotto .
Sanguinava copiosamente ed io non potevo far nulla per aiutarlo.
Non bastava cercar di fermare quell’ emorragia con una mano.
No.
Non volevo pensar al fatto che se nessuno fosse venuto in nostro aiuto lui…
No.
 Victoria ridacchiò ancora un po’ prima di allontanarsi con queste parole: “ Gabriel cerca di vivere fino a domattina in qualche modo . Vedrai il lavoro che hai fatto fino ad ora fallire miseramente con la morte di Kevin. ”
Kevin mi guardò con orrore, cercava un po’ di conforto che io non potevo dargli.
Osservai Gabriel socchiudere gli occhi per il dolore…ed io mi sentii inutile.
                                                                              *****
Per il momento Victoria sembrava essere sparita assieme al suo unico amichetto rimasto .
Al loro posto altre tre uomini armati fino ai denti erano entrati per tenerci d’occhio.
Uno di loro si mise a sedere proprio dietro Kevin con un mitra in mano .
Gli altri due gironzolavano per la sala fischiettando di tanto in tanto un motivetto allegro .
Erano circa le quattordici , da come potevo notare da un orologio fissato ad una parete, ed io non sapevo cosa fare .  
 Ci avevano concesso di prendere qualcosa che era rimasta dalla colazione , almeno in questo erano stati “gentili” , ma lo scopo di tutto ciò cos’era ? Uccidere Kevin e poi ? Avrebbero lasciato in pace tutti gli altri senza conseguenze?
“Bevi un po’ ” dissi a Gabriel offrendogli un po’ d’acqua .
Lui si bagnò appena le labbra.
Stava soffrendo parecchio , era evidente .
Gli toccai la fronte e scoprii che bruciava terribilmente.
Mi allarmai : “Cavolo Gabriel, hai la febbre!”    
Lui deglutì ad occhi chiusi , ma non mi rispose .
Tremava e respirava a fatica.
Gli strinsi forte una mano: “ Non mollare, idiota . Per favore. Stai andando bene, tieni duro.” lo supplicai con le lacrime agli occhi. “ Ci tengo a te” ammisi senza provar imbarazzo o vergogna.
In un altro momento non avrei mai pensato di dire una cosa del genere ad un ragazzo , ma quella sera ogni cosa sembrava diversa ai miei occhi .
Io ero diversa
Ero stanca, distrutta , in ginocchio accanto ad un ragazzo che aveva salvato la mia vita.
 “Stella , se non dovessi... ” esordì lui, all’improvviso
“Sssssh, non dirlo.” dissi in fretta .
Avrei fatto di tutto pur di non fargli terminare quella frase .
Non doveva neanche pensarlo!
Cercai di non piangere, ma era davvero dura .
Presi ad accarezzargli i capelli dolcemente e gli sfiorai la guancia con le labbra : “ Tu non morirai, hai capito?”
Lui annuì lentamente, poi riaprendo gli occhi , con un filo di voce mi disse: “Sei bellissima”
Il mio cuore tremò davanti a quel commento.
Lo pensava davvero?
I miei occhi si persero nei suoi in un istante e senza volerlo .
Non riuscii più ad allontanar loro da quei due meravigliosi smeraldi .
Era come se fossero diventati una calamita per me .
Immersa nel suo sguardo .
Era come leggere un capitolo dal libro della sua anima, e quel capitolo parlava di dolore e amore.
Come se non bastasse le nostre labbra erano fin troppo vicine per ignorarsi .
Quando me ne accorsi provai ad allontanarmi, ma non ci riuscii .
Le sue fresche labbra rosa perlato avevano già conquistato le mie .
Non avevo mai baciato in vita mia .
Non sapevo come , cosa fare, come comportarmi.
Ma non volevo per nulla al mondo che lui si allontanasse da me .
La sua presenza era tutto per me in quel momento .
Le sue labbra erano così dolci, e mi lasciai guidare da loro .
Fu meraviglioso.
Quando i nostri volti si allontanarono , mi sussurrò a stento queste parole : “ ho un motivo in più per non andarmene”  
Gli sorrisi e mi accoccolai accanto a lui con il cuore che mi batteva forte : “ Io non ti lascerò morire, Gabriel” 






Angolo Autrice 




Ciaoooo ^^ come promesso non vi ho fatto aspettare molto per questo nuovo capitolo ^^

Cosa ne pensate ? ^^ Spero tanto che vi sia piaciuto ;)
Il primo bacio tra Stella e Gabriel l'ho immaginato così ^^

Ringrazio tantissimo chi ha recensito il capitolo precedente , i nuovi arrivati ^^ che hanno aggiunto la storia : chi tra le preferite, chi tra le seguite , chi tra le ricordate...e Ringrazio di cuore tutti voi che continuate a leggerla e seguirla ^^ 
Al prossimo capitolo ;)
Un bacione, a presto ;) 

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Capitolo 14
*** Un dolce dono ***


 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




Capitolo14. Un dolce dono




Stella

 
 

Un bacio
Un bacio che valeva molto più di mille parole, centinai di respiri, migliaia di battiti di cuore. 
Quel bacio, era il mio primo bacio… ed era stato bellissimo .
L’avevo baciato , avevo assaporato le sue labbra sulle mie .
Senza pensare, senza vergogna, senza paure
Occhi contro occhi, labbra contro labbra .
Un attimo parso lungo quanto l’infinito , e al tempo stesso destinato a finire come la luminosità di una stella .
E adesso che le avevo conosciute… non sarei riuscita a dimenticarle per nessuna cosa al mondo .
Avrei voluto incontrarle ancora una volta per riprovare quelle meravigliose emozioni, per aumentare i miei sentimenti verso di lui -già molto forti-, per rivivere quella scintilla di gioia lungo la mia schiena, nel mio stomaco  e nei miei occhi, ma decisi di non farlo davanti a Victoria .
La rossa era appena rientrata nella sala con spavalderia, accompagnata dal suo sempre-presente amichetto .
Quella donna avrebbe potuto giocare con i nostri sentimenti fino a quando saremmo stati suoi ostaggi, e non mi andava di darle soddisfazioni .   
Piuttosto mi limitai ad appoggiare la testa su una spalla di Gabriel e a stringergli forte un braccio, lottando contro le lacrime che ormai aveva già rigato il mio volto innumerevoli volte .
Sapevo bene che lui non poteva farcela se qualcuno non fosse venuto al più presto in nostro aiuto .
Stava morendo dissanguato.
E quella consapevolezza mi spaventava.
Non potevo perderlo, non così.
E io mi rifiutavo di credere che tutto si sarebbe concluso in tragedia.
Lui teneva a me , come io tenevo a lui .
L’avevo capito dal tocco delle sue labbra, dalla luce nei suoi occhi .
Gabriel stava dando la sua vita in cambio della salvezza della mia, ed io avrei fatto di tutto pur di strapparlo alla morte .  
Con il cuore cercai di far luce nelle tenebre della mente ed iniziai a pregare per un miracolo.
“ Resta sveglio Gabriel” gli consigliai con un sussurro .
“ Sono troppo stanco” mi rispose con il poco fiato che aveva
Gli strinsi il braccio più forte mentre sentivo il suo flebile respiro fra i miei capelli: “ Resisti, qualcuno arriverà e ci salverà ”
Alzai lo sguardo e vidi un mezzo sorriso apparire sulle sue labbra: “ Mi piace il tuo ottimismo”
Ricambiai il suo sorriso mentre presi ad accarezzargli i corti capelli biondi: “ io credo in ciò che dico, mio caro elefantino ”
Lui non rispose più, ma continuò a guardarmi con quei suoi occhi verdi meravigliosi.
Una fitta di dolore l’obbligò a stringere forte i denti per non far uscire dalle labbra alcun lamento, anche il più breve e piccolo.  
Poi iniziò a parlare : “ Ho rinunciato all’amore anni fa , aveva sofferto tanto…ma a quanto pare l’Amore non ha mai rinunciato a me . Non si è mai rassegnato , anche se io continuavo a chiudergli categoricamente tutte le porte . Forse perché voleva dimostrarmi che non era soltanto dolore…forse perché sapeva già che presto avrei incontrato te , in questo viaggio assurdo. Sembra che io abbia attraversato oceani di tempo per trovarti . Per trovare te… una donna così dolce…così…”
“Tua”  mormorai per completar la sua frase a modo mio.
Lui mi accarezzò una guancia: “ Sei un dono”
Con il calore della sua mano sulla mia guancia tutto il resto poteva anche non importarmi.
Chiusi gli occhi per godermi ogni istante di quel contatto , per assimilare quelle bellissime parole che mi aveva sussurrato con dolcezza .
Il mio Gabriel  .
Poi la sua mano scivolò via.  
Riaprii gli occhi in cercai del suo sguardo , ma non riuscii a trovarlo.
“Gabriel” lo chiamai allarmata con il cuore in gola.
Aveva chiuso gli occhi . 
“Gabriel rispondimi ” gli chiesi osservando il suo volto pallidissimo.
Forse era solo svenuto, non dovevo preoccuparmi .  
Una mano mi afferrò un braccio con violenza .
“Ahi!” protestai a gran voce
“ Dobbiamo andare” ordinò quel ragazzaccio in compagnia della rossa
“ Dove?” ringhiai rivolta verso di lui
“La polizia sta arrivando. Non so come sia riuscita a trovarci e noi dobbiamo andar via. Tu e Kevin venite con noi!” spiegò rapidamente ed in tono duro.
Sgranai gli occhi, poi scossi la testa con forza: “ No, no…lasciatemi. ” ordinai , mentre cercavo di liberarmi in fretta dalla solida stretta di quel deficiente,  che aveva intenzione di allontanarmi in tutti i modi da Gabriel .
“ E’ morto” mi urlò in faccia la rossa, all’improvviso. Dopo essersi chinata per un attimo sul ragazzo.
A stento frenai un lamento.
“NO. NO. LUI NON E’ MORTO” gridai fuori controllo 
Lei sorrise : “oh , poverina. Hai sentito il tuo cuoricino spezzarsi , eh?”
Basta! Basta!
“ Ti eri innamorati di lui, non è così? In effetti non era male…” aggiunse lei in tono quasi dispiaciuto
Iniziai a dare calci , pugni, affondare le unghie nella carne di quel bisonte : “GABRIEL”  chiamai a gran voce
Lui non si mosse, non mi rispose.
Rimase lì, disteso sul pavimento, fermo e immobile mentre il rumore delle auto della polizia si faceva sempre più intenso.
In quel caos , nel mio dolore, sentii Victoria dire ai suoi uomini: “Andiamo via! Portiamo solo loro due con noi. Tutti gli altri non ci servono, liberateli ” 
Poi il bestione mi prese di peso.
No. Gabriel tu non sei morto. Trovami…
                                                                            *****
Il treno andava ad una velocità impressionante.
Un display digitale montato su ogni porta , che consentiva l’accesso al vagone successivo , segnava i 300 Km/h.
Case, strade , campagne sfrecciavano via appena posavo lo sguardo su di loro, assieme ai miei confusi pensieri che continuavano a tartassarmi l’anima stanca ancora presente nelle membra grazie ad un piccolo ricordo:  
Le sue labbra sulle mie
Ero seduta vicino un enorme finestrino, sul lato apposto alla direzione in cui si stava muovendo il mezzo carico di gente allegra, lavoratori, vacanzieri.
La guancia sinistra premuta contro il vetro freddo .
Stavo lasciando indietro lui…e chissà se l’avrei mai rincontrato.
Più ci pensavo e più non ritenevo possibile la sua morte.
No, era vivo…lo sentivo fin dentro le ossa.
Kevin era seduto proprio davanti a me.
Teso, terrorizzato…pallido. I pugni chiusi poggiati sulle ginocchia strette.
Ogni tanto mi rivolgeva qualche sguardo , nulla di più.
Ma era in un certo senso contento di non essere rimasto solo in quell’avventura.
Victoria e Florenzo –così si chiamava quel bisonte- ci tenevano d’occhio di continuo mentre erano seduti comodamente sui sedili accanto ai nostri .
Victoria leggeva un giornalino come se nulla fosse.
Lei  , aveva avuto il privilegio di essere amata da un uomo che avrebbe fatto di tutto per renderla contenta .
Ma per le persone come quella donna l’amore non aveva importanza , almeno fino a quando non si sarebbero ritrovate sole .
Trassi un profondo respiro.
Gabriel…forse se non fosse stato per questa donna le tue labbra non si sarebbero mai permesse di sfiorare le mie... 
Eravamo quasi arrivati in Italia, ormai .
Quei due avevano avvisato il loro capo e chissà adesso dove ci avrebbero portato .
Di sicuro non a Milano…o forse sì?
Cosa avevano intenzione di farci?
Perché prendermi in ostaggio ?
Qualsiasi cosa fosse successa , io – e ne ero sicura- avrei conquistato la mia libertà 




Angolo Autrice 



Ciaoooo ^^ eccomi qui ! ^^ 
Che dire? Spero tanto che anche questo capitolo vi sia piaciuto come i precedenti ^^ 
Nei prossimi capitoli ci saranno tante altre belle sorprese ^^ 
Ringrazio infinitamente tutti voi che recensite, preferite, seguite e ricordate questa storia <3 
Al prossimo capitolo  ;)
Un bacione, a presto ;) 


 

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Capitolo 15
*** Un tocco d'amore ***


 
Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti
 



Capitolo15. Un tocco d'amore




Gabriel

 
 
 
“Quante sono ?”
Chiese una voce familiare , divertita .
Provai ad aprire gli occhi lentamente .
La luce del giorno ferì la mia vista , ma riuscii comunque a capire a chi appartenessero quelle due o quattro dita posizionate davanti a me .
James . 
Deglutii con una smorfia , sentendo le membra pesanti e doloranti : “Quattro?” tirai ad indovinare con voce roca mentre pian piano i miei occhi cercavano di distinguere bene ogni persona ed oggetto che mi stava circondando .
Il mio collega rise piano : “ Ok, non stai ancora bene. ”  
“Erano due , vero?” domandai stancamente portandomi una mano sul viso .
Ero stordito, confuso .
E James ?  Cosa ci faceva lì ?  
Lui non era nell’altra parte del Mondo ?
Era come se una leggera nebbiolina stesse nascondendo alla mente la gran parte dei miei ricordi , ma quando ritornò il sereno fra i miei pensieri , schizzai a sedere sul letto in una frazione di secondo .
Stella!...Kevin! 
e…Victoria!
Ma oltre quei nomi non riuscii a pensare ad altro , perché come un’idiota mi ero completamente dimenticato del mio povero fianco ferito che avevo “gentilmente” risvegliato .
Gridai di dolore. Un grido che sicuramente risultò disumano all’udito di chiunque .
Un vecchietto disteso su un letto accanto al mio gridò :  “ garçon, se détendre!” ( ragazzo, rilassati! ) per poi ritornare a dormicchiare.
“Ma sei impazzito? ” mi rimproverò James allarmato , mentre mi distendevo nuovamente sul letto in preda a dolori indicibili alla ferita .    
Ispirai lentamente , sperando che il dolore si alleviasse il prima possibile : “ Come sei arrivato qui ? Dov’è Kevin? C’era una ragazza con me…si chiamava Stella Rossi , l’hai vista ? ” iniziai, senza perdere altro tempo seppur con voce sofferente .
Dovevo sapere.
Ero finito in ospedale , ma almeno ero ancora vivo : qualcuno doveva essere corso in nostro aiuto !
Stella aveva ragione
“ Resisti, qualcuno arriverà e ci salverà ” aveva detto. 
Ma adesso dove sei mia dolce Stella ? 
James recuperò una sedia e si mise accanto al mio letto : “ Dopo la tua chiamata non sono riuscito più a chiudere occhio, e sai perché?  Perché ero preoccupato per il qui presente Gabriel Gray , un ragazzo combina-guai nonché mio collega e migliore amico . Così ho avvisato il capo , e sono partito per raggiungerti il più presto possibile...e ho fatto bene . Sono arrivato questa mattina con il primo aereo, e cavolo Gabriel ! Se ieri non avessi avvisato la polizia francese , dato non mi avevi fatto più avere tue notizie, saresti morto ! Come è possibile che Victoria sia quasi riuscita ad ammazzarti ? ”
Ignorai volutamente la sua domanda, la storia per spiegargli tutto quanto era davvero troppo lunga , e così gli rifeci una delle mie di domande : “ Dimmi , dove sono Kevin e quella ragazza ? ”
Gli occhi grigi di James , come al solito sempre pronti a leggermi dentro, mi studiarono con attenzione .
“ Kevin purtroppo è stato portato via da Victoria e dai suoi , la polizia locale sta cercando di scovar tutti loro . Ci sono posti di blocco in ogni angolo strategico della città , perfino in tutti gli aereoporti e stazioni . Non ci sfuggiranno, vedrai…troveremo il ragazzo in qualche modo, prima che lo uccidano !
Ma la ragazza di cui mi parli, non ne ho idea. Tutti gli ostaggi sono stati rilasciati . Sembra che non manchi nessuno all’appello, ma aspetta… adesso che mi ci fai pensare…Sì! E’ stata denunciata la scomparsa di un hostess ” concluse grattandosi il mento con fare pensoso.  
No! Hanno preso anche lei! 
NO!
Victoria ti disintegro con le mie mani! Preparati.
Sfiorala soltanto con un dito , e ti farò vedere gli uccellini cinguettare tutt’intorno alla tua testolina !  
Scossi la testa e serrai le mani a pugno in preda al nervosismo.
Alla fine Victoria aveva vinto: Kevin era in mano a quei balordi con ormai un piede nella fossa , insieme a lei… che avevo fatto tanto per proteggerla .
 James capì il mio stato d’animo perché mi afferrò una spalla stringendo forte : “ Non hai fallito. Hai fatto tutto il possibile, non potevi farcela da solo contro tutti quei criminali . Ti sei beccato perfino una pallottola ! ”
Abbassai lo sguardo : “ Mi sento in colpa comunque” dissi in tono sommesso
Il mio amico fece per aggiungere altro ma il suo cellulare prese a squillare…
Una suoneria veramente orribile, ed ormai avevo perso il conto di quante volte gli avevo consigliato di cambiarla per il bene dell’umanità!
“Sì, pronto” disse , rispondendo alla chiamata con grande sollievo del vecchietto, che ci fissava con sguardo pronto ad incenerirci da un momento all’altro . Evidentemente anche a lui aveva dato fastidio quella suoneria assordante e tremenda , oppure era stato semplicemente e nuovamente svegliato dal suo sonnellino pomeridiano .
Guardai un orologio fissato alla parete bianca che avevo di fronte , le lancette segnavano circa le 15:30
Stella dove sei in questo momento ? 
Adesso che ti avevo trovato , sto rischiando di perderti. 
Ma ti troverò ancora una volta, vedrai . 
Ti prometto che lo farò…dovunque tu sia…
Anche in capo al mondo sarei disposto ad arrivare , pur di non lasciarti in mano a quei criminali! 
Non mi porta quanto ci vorrà , io ti cercherò!
Osservai la lancetta dei secondi avanzare imperterrita e scandire ogni singolo secondo della sua assenza al mio fianco.
No, no non potevo perdere altro tempo.
“ Ok…agli ordini” disse tutt’ad un tratto James , che si era appena alzato ed aveva raggiunto la finestra alla mia destra. I suoi occhi grigi fissavano il paesaggio come se potesse dare una conferma alle parole che stava ascoltando .
Era al telefono con il capo , e chissà cosa gli stava ordinando di fare.
L’osservai con evidente curiosità , con il cuore che batteva forte .
Ero pronto a scattare. Pronto a tutto, ma non a ricevere la notizia della morte di lei .
No, ma cosa andavo a pensare? Lei non era morta, era stata presa in ostaggio per gioco, o forse perché Victoria l’aveva vista assieme a me , con me .
Non sapevo cosa pensare e neanche m’importava.
C’erano altre cose a cui dovevo porgere l’attenzione .   
“Gabriel si riprenderà…si, si certo! Glielo dirò.” riprese James , e dopo altri minuti di silenzio annuì e concluse con queste parole : “ Partirò immediatamente domattina e la informerò se ci saranno novità”
Partirò immediatamente. Queste due parole mi colpirono molto. 
No, non potevo star lì senza far nulla.
Stringendo forte i denti e con una mano al fianco provai ad alzarmi .
“Gabriel che fai?” mi domandò James con occhi sgranati, dopo aver chiuso la chiamata
“ Firmo ed esco, semplice” risposi , ormai seduto .
Lui scosse la testa e mi afferrò le spalle : “ Non fare lo stupido. Devi stare qui.”
“ No, non posso” risposi
Lui sbuffò: “ Il capo è stato chiaro con me . Appena riuscirai ad affrontare un viaggio dovrai ritornare a Los Angeles” 
Los Angeles. La mia amata città.
Forse se non mi fossi affezionato al ragazzo e non avessi incontrato lei , avrei anche potuto farci un pensierino…ma adesso, la mia città doveva aspettare ancora un po’ per il mio ritorno.
“ No. Io verrò con te dovunque tu andrai e non mi importa di cosa dirà il capo” decisi guardandolo dritto negli occhi.
Lui roteò gli occhi: “ Ti sei innamorato” e non era una domanda, ma un’affermazione.
Aveva indovinato, come sempre .  
Si allontanò da me e si passò una mano fra i capelli corvini .
“ Questa volta di chi? Un killer? Una mafiosa?...aspetta! L’hostess? ” chiese mettendosi le mani sui fianchi
Senza neanche un piccolo sorriso sulle labbra, perché non mi andava di scherzare in quel momento, risposi : “ Lei è diversa da tutte le altre che ho incontrato. Era lei che stavo cercando sin dall’inizio , senza neanche saperlo”
“ Avevi chiuso con le donne, o sbaglio?” questa volta era serio anche lui “ stai attento di chi ti innamori Gabriel. Io non voglio vedere il mio amico morto ! ”
Mi alzai con uno sforzo immane e lui accorse subito al mio fianco , pronto a sostenermi se fossi stato sul punto di cadere o svenire .
“ Aiutami a trovarla. Ho fatto tanti sbagli nella mia vita, ma adesso basta ” gli chiesi ignorando un capogiro “ per lei vale la pena. E anche per Kevin…in fondo non è male come ragazzo ”
Lui trasse un profondo respiro: “ Hai la testa dura tu, eh? ”
poi aggiunse : “ il medico ha detto che non devi stancarti , hai perso parecchio sangue e la ferita potrebbe anche riaprirsi se farai sforzi . E ringrazia che ho capito cosa ha detto…ha un inglese pessimo!”
“ Non mi stancherò” gli promisi
“ Sento già che mi pentirò, comunque... partiremo domani mattina e…” disse alzando un dito con fare minaccioso “ nessuna discussione, per stasera resterai qui!”
Annuii
“ Il capo ha detto che Victoria è stata avvistata in una stazione di Roma in compagnia di due ragazzi ed una ragazza . Sono arrivati in Italia .” Mi informò
Annuii ancora una volta.
“ La tua pistola l’ho presa io. Domani ti ridarò tutto.” aggiunse
Italia 
Stella, sto arrivando
                                                                           *****
Stella
 


 
E quando mi assaliva non mi lasciava libera .
Quella sofferenza “appiccicosa” che non doveva esistere, perché non ce n’era ragione.
Lui era vivo , ne ero certa e contava solo questo.
Eppure quell’abbandono , quella mancanza… mi tartassava il petto e l’anima non lasciandomi via di fuga.
Mi sentivo come un uccello in gabbia .
Come sassolini sulla riva , che si lasciano travolgere e trascinare dal mare in tempesta incapaci di resistergli e reagire .
Una lacrima, una sola. Solitaria, mi attraversò il volto e brillò sotto la tenue luce di una timida candela posta su un basso tavolino al mio fianco, mentre ero seduta in un angolo buio ed umido di quell’orribile stanza presente in quello che doveva essere un casolare abbandonato nella periferia romana .
Roma. Caput Mundi.
Era la prima volta che ero entrata in quella città , avrei voluto tanto visitarla ma non potevo, non ancora .
Una speranza , una luce chiara e bianca mi avvolse . Mi voltai in cerca di quella luce, volevo scoprire da dove provenisse , ma non la trovai .
Solo dopo alcuni istanti capii che era dentro di me .
Era una certezza, che si faceva strada distruggendo e mandando in frantumi un velo di sofferenza che non doveva nemmeno esistere.
Io non ero sola .
Questa certezza bastava a farmi sorridere.
E presto sarei stata libera, magari stretta fra le sue braccia .
Gabriel io ti sto aspettando 
 Con lui sarò come onde “innamorate” che accarezzano e ritrovano gli scogli ogni qual volta che possono,  in totale libertà .
Giocando e lasciandomi cullare dal rumore del loro tocco .
Un tocco d’amore
Non mangiavo da due giorni. Ma non avevo fame.
Kevin con le ginocchia strette al petto se ne stava in silenzio su una piccola branda scricchiolante, a due passi da me .
Aveva il volto sporco di fuliggine per tutte quelle volte che insieme avevamo provato a staccare quei piccoli ferri da una minuscola finestrella in alto alla nostra sinistra .
Un raggio di sole penetrò nella stanza proprio in quel momento e mi riscaldò il corpo oltre che l’anima.
La luce chiara illuminò anche il resto del povero arredamento , che consisteva in un comò sommerso dalla polvere e da un candelabro ricoperto di ragnatele posato sopra di esso .  
Presto sarebbe arrivato chi avrebbe dovuto spezzare la vita di Kevin , e forse anche la mia…ma io continuavo a pregare per la nostra salvezza senza mai stancarmi.  
“ Non voglio morire” disse Kevin all’improvviso posando i suoi occhi neri su di me “ non avrei mai voluto trascinarti in questa storia…trascinare Gabriel. Lui non doveva morire, non è giusto”
Scossi la testa e mi alzai per andarmi a sedere al suo fianco: “ Kevin…può succedere di tutto da questo momento fino a quando arriverà quel mostro. ”
“ Beh” rispose facendo spallucce “ almeno in Italia sono arrivato”
Sorrisi e gli scompigliai i capelli con affetto: “ Visto?”
Lui mi abbracciò forte e io ricambiai l’abbraccio.
“ Tu e Gabriel stavate proprio bene insieme” mi sussurrò ad un orecchio
Lo guardai di traverso non appena sciolse l’abbraccio
“ Sul serio!” esclamò , per poi aggiungere : “ tu sei diversa da quella rossa pazza . ”
Sospirai .
“ Non credi che sia morto vero?” mi domandò curioso , dopo aver visto serenità in me nonostante avesse pronunciato il nome dello sbirro .
“ No, io non credo che sia morto”
Kevin mi sorrise: “ Forse hai ragione. Ma se non ci verrà a salvare gli farò il sedere a stelle e strisce come la nostra bandiera se lo vedrò !”
Trattenni una risata a stento.
Qualcuno entrò nella nostra camera senza preavviso , girando la chiave nella serratura con estrema lentezza .
Mi voltai di scatto per prepararmi a tutto quello che avrei dovuto affrontare. 
Rimasi scioccata quando capii che si trattava di una bambina di appena cinque anni .
Ci osservava con i suoi grandi occhietti verdi incorniciati da lunghi e biondi capelli mossi.
“ Ciao” ci disse rivolgendoci un sorriso.
“Ciao” le dissi con fare dolce , prima di incrociare gli occhi verde scuro di Victoria , che sorrideva al fianco della piccola : “ Come va?” chiese in tono canzonatorio
“ Lasciaci in pace.” sbottai , senza alzare la voce… non volevo spaventare la piccola.
Ma una bambina cosa ci faceva in quel posto orribile ?  
Lei accarezzò i capelli della piccola con premura : “ Volevo dirvi addio…partirò fra qualche ora.
Adesso che ho aiutato chi mi ha tirato fuori dalla prigione possono raggiungere l’Asia e trascorrere il resto della mia vita lì con l’unica persona che amo e che amerò sempre . Quando si diventa una madre non si può ignorare il proprio figlio…o in questo caso…figlia. Come vedi amo anch’io anche se a mio modo e una persona ama me nonostante ciò che faccio, Stella .  ” mi disse in tono duro.
Sgranai gli occhi. Lei era la madre di quella bambina?
No, non ci potevo credere!
“ Sì, lei è mia figlia” mi disse per sciogliere ogni mio dubbio.
Poi aggiunse rivolta alla piccola: “ Aileen vai fuori, la mamma verrà presto”
La bimba annuì e corse via dopo avermi rivolto un bel sorriso .
“ Come può una come te avere una figlia?” domandò Kevin disgustato
“ Cosa gli racconterai quando sarà grande? Le dirai cosa hai fatto e cosa forse continuerai a fare? Se non cambierai…la vita di tua figlia come sarà? Davvero credi che continuerà ad amarti ? ” le domandai poi io.
Lei ridusse gli occhi a due fessure : “ è nata senza che io volessi. Ero dietro le sbarre quando ho scoperto di essere incinta…ma io le ho dato la vita comunque. Ho scelto di farla vivere, quindi perché lei non dovrebbe amarmi ? ”
“ Immagino che tu abbia soltanto usato suo padre per ottenere chissà cosa…oppure è un criminale come te ? ” rimbeccò Kevin
Strabuzzai gli occhi quando vidi lo sguardo della rossa diventar lucido : “ Suo padre l’ho usato è vero…un po’ mi dispiace , ma facevamo parte di due mondi opposti.”
“ Gabriel è suo padre ” rivelò subito dopo
La figlia di Gabriel...
No, no non ci potevo credere!
“ Hai ucciso suo padre ?” urlai in preda alla rabbia, scattando in piedi e pronta a prenderla per i capelli.
Lei scosse la testa con forza : “ Non sono stata io a sparargli contro, è morto per colpa tua”
Kevin mi afferrò un braccio quando vide che un uomo armato era entrato nella stanza con un bel mitra in mano : “ Beh ? Cosa succede qui?”  
Victoria rise: “ Divertitevi, io vado via”
Aileen è la figlia di Gabriel
Lui deve saperlo...




Angolo Autrice



Ciaoooooo ^^ Come va ragazzi ? Io sono sommersa da cose da fare , un esame è davvero vicino e devo studiare un casino :/ ma non posso abbandonare questa storia ^^ 
Ebbene sì. Victoria ha nascosto al nostro Gabriel una figlia, la dolce Aileen ( che si pronuncia così com'è scritto ) ^^ , piaciuta la sorpresa? 
In più...beh , il nostro Gabriel non poteva morire proprio ora , ne deve fare di cose XD  
Al posto della locandina questa volta ho inserito attori che più assomigliano a come immagino Stella e Gabriel ^^
Spero che questa storia continuerà a piacervi ^^ Fatemi sapere cosa ne pensate ^^ 
Ringrazio di cuore Hopedestiny, Novalis e MaryGray per aver recensito il capitolo precedente  e per continuare a recensire e tutti voi che continuate a preferire, seguire , ricordare e leggere questa storia <3 vi ringrazio di cuore <3 
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione, a presto ;) 

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Capitolo 16
*** Distanti, ma vicini ***






 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




Capitolo16. Distanti, ma vicini 





Gabriel

 


Il treno regionale diretto a Napoli delle ore 13:30 è in partenza dal binario 2 , ferma in tutte le stazioni . Attenzione: allontanarsi dalla linea gialla.

Era un susseguirsi di annunci in quella stazione, che mal di testa!

Annuncio ritardo: il treno intercity delle ore 13:43  proveniente da Bari arriverà con un ritardo di 20 minuti, ci scusiamo per il disagio.

Ecco, appunto: un casino totale.

Sbuffai sonoramente mentre scendevo dal treno , uno dei tanti che io e James avevamo preso per arrivare a destinazione . 
Era stato un viaggio lungo, faticoso, ed io ero a pezzi, ma almeno non erano saltati fuori dei problemi .
La calma ci aveva assistito per tutto il viaggio, e ne ero quasi commosso. 
Quel piccolo momento , in quella stazione , mi ricordava la mia città : gente sui binari in attesa del proprio treno per andare chissà dove , altre che correvano con i bagagli accanto di ogni dimensione rischiando di sfracellarsi al suolo…tutto era vagamente familiare , escludendo i ritardi dei treni ovviamente!
Mia madre diceva sempre che i treni in Italia non amavano andare in orario molto spesso , e averne la conferma attraverso gli annunci che continuavano a susseguirsi , non potevo che sorridere .
 Ma l’Italia già mi piaceva . Sì, mi piaceva .
L’aria che si respirava , le persone…sarà che Roma era anche la città in cui era nata e cresciuta mia madre , in cui ancora tutt’ora vivevano i miei nonni materni, nonostante mio nonno avesse origini siciliane.  
Era come se fosse un po’ anche mia , nonostante non la conoscessi…dopotutto dentro di me scorreva anche sangue italiano.
James , al mio fianco , aveva già infilato una sigaretta in bocca come suo solito. 
Per lui ogni occasione era buona per fumare .
Scossi la testa infastidito mentre una nuvoletta di fumo si parò proprio davanti la mia faccia . 
Fui costretto a tossire .
E far ciò, per come stavo messo , stava a significare anche dolore...tanto, tanto dolore.  
In quel momento vidi le stelle , le costellazioni, i pianeti, le galassie…tutto , tutta la storia dell’Universo forse…perfino la cara e vecchia esplosione, meglio conosciuta come Bin Bang .
Avrei voluto strozzarlo !
Sfilai la sigaretta dalle sue labbra screpolate, e lui mi incenerì con lo sguardo specialmente quando la stritolai sotto le scarpe fino a farne uscire il filtro .
Prima che potesse aprir bocca gli dissi : “ Punto primo. Sei un padre di famiglia ormai , per il bene di tuo figlio che sta per arrivare non dovresti fumare . Punto secondo. Non è il momento , dobbiamo cercare i nostri colleghi italiani . Punto Terzo. Se mi vuoi bene non fumare in mia presenza ” l’ultimo punto glielo aggiunsi  senza specificarne il motivo. Meglio non farlo.  
James roteò gli occhi : “Provaci ancora una volta e ti faccio secco io al posto della rossa ! Comunque muoviamoci. Non vedo l’ora di farmi una bella doccia”
Fece per muovere il primo passo verso una delle tante uscite presenti nella stazione , quando si bloccò all’istante per guardarmi di sottecchi.
Un sorriso , seppur stanco, affiorò sulle mie labbra.
“Tutto bene?” mi chiese  
“Benissimo” mentii superandolo ed iniziando a fischiettare  
I punti alla ferita spesso tiravano e facevano un male cane , ma quando il mio collega posava lo sguardo su di me il mio volto diventava tutt’un sorriso e ogni traccia di sofferenza spariva…Puff! Non c’era più!
Io ? Dolore? Naaah, sto benissimo!
Avrei fatto di tutto pur di non farmi ripetere le testuali e tanto odiate parole : Ti spedirò a casa non appena vedrò che non sei in grado di continuare le ricerche, sappilo ! Sai che posso farlo, in teoria sono un tuo superiore…eccetera, eccetera, eccetera.
Io non avrei mai abbandonato Kevin e Stella, poteva anche scordarselo.
                                                                      *****

Stella 




Uno sparo.
Il silenzio si spezzò.
Il mondo sembrò crollarmi addosso.
Kevin…forse neanche lui c’era più su questo mondo.
No.
Scossi la testa mentre involontariamente alcune lacrime iniziarono a graffiarmi il viso come fossero piccole schegge di vetro.
Strinsi forte le ginocchia al petto in quel piccolo angolo in cui mi trovavo.
Ero sola.
Ero rimasta sola.
Cosa avevano fatto a quel ragazzo?
Un grido straziante .
Risate riecheggiarono in aria ed io mi tappai le orecchie.
Dovevo smarrirmi, e dovevo farlo in un mondo in cui nessuno, eccetto io, aveva il potere di entrare .
Mi rifugiai tra le rassicuranti braccia dei miei pensieri .
La stanza buia ed umida scomparve, persero valore perfino quelle risate che non contenevano nessuna traccia di gioia. Erano vuote, fredde e crudeli.
Immaginai che il rumore di quello sparo appena sentito fosse la riproduzione di una nota , a cui era stata data la  vita da un leggero tocco di un tasto su un pianoforte…magari a coda e posizionato in un angolo in una enorme sala da ballo .
Lampadari di cristallo, tavoli ricoperti di buon cibo.
Atmosfera serena, accogliente.
Sorrisi… dovunque decidevo di guardare .
Un uomo in giacca e cravatta se ne stava in piedi, appoggiato al pianoforte .
Lo sguardo fisso sul pavimento , un bicchiere di spumante stretto in un mano dove potevo ammirare ogni singola bollicina scoppiettare , e l’altra mano nascosta nella tasca sinistra dei pantaloni neri .  
C’era poca luce in quel piccolo angolo . Non riuscivo a vedere bene il suo volto.
Ma il suo profilo era inconfondibile.
L’avrei riconosciuto da chilometri di distanza .
Mi avvicinai a lui e all’improvviso i suoi occhi incrociarono i miei.
Erano color verde foresta.
I suoi…
“Ehi! Sveglia!”
Uno schiaffo mi colpì la faccia in pieno ed io ritornai alla realtà di colpo.
Sentii la guancia colpita pulsare mentre percepivo la forma di quella mano pesante stamparsi sulla mia faccia sempre di più.
Alzai lo sguardo inferocita.
Florenzo.
“ Che facciamo? Dormiamo?” mi domandò in tono canzonatorio , poi scoppiò a ridere mettendosi le mani sui fianchi . “ non ti aiuterà sognare, principessina”
Un uomo così…che non poteva neanche definirsi tale,  forse aveva distrutto la vita dell’uomo che stavo immaginando con amore .
No, non volevo crederci.
 “ La signorina ha fame?” continuò a domandarmi quell’ammasso di carne e ossa mentre si inginocchiava davanti a me
Gli sputai in un occhio .
Non so nemmeno io dove presi la forza per far quel gesto, che sfortunatamente mi costò un altro schiaffo.
Sbattei la testa al muro e per un terribile istante rischiai di svenire.
“ Ti ho portato qualcosa da mangiare. Il capo ha detto che non dobbiamo farti morire di fame. Più tardi su occuperà anche di te”
Attraverso i capelli, che mi erano scivolati sul viso , lo guardai con disgusto: “ Dov’è il ragazzo?” gli domandai.
A stento riconoscevo la mia voce.
Lui si rialzò: “ è ancora vivo…il mio capo si sta divertendo un po’ con lui.”
Cercai di non farmi notare quando trassi un sospiro di sollievo.
“ Sai, deve ringraziare gli sbirri da quella amata r moscia …se loro non fossero arrivati a quest’ora sarebbe già morto”
I poliziotti francesi…chissà se erano arrivati in tempo per salvare anche il mio sbirro americano.
La cosa più importante era che almeno Kevin era ancora vivo.
C’era ancora speranza.
Florenzo proprio in quel momento mi tirò i capelli.
Non gridai, ma presi a dare pugni e calci.
“ Come siamo violente!” esclamò fingendosi sorpreso di quella mia piccola ribellione.
Mi fece alzare con la forza e mi obbligò a sedermi su una sedia che aveva portato.
“ Mangia!” mi ordinò recuperando un piatto che aveva poggiato sul comò
Guardai il contenuto del piatto quando lo presi fra le mani .
Minestra.
Tremando come fossi una foglia scossa dal vento afferrai il cucchiaio immerso nel liquido e provai a mandar giù qualcosa.
La minestra era calda, fumante…ed il suo calore mi riscaldò le membra.
Quando alzai gli occhi dal piatto , Florenzo annuiva con aria soddisfatta.
“ Dov’è la piccola Aileen ?” domandai speranzosa.
Sperai tanto che non fosse partita.
“ Che ti importa della figlia della mia amica?” chiese inarcando un sopracciglio.
“ mi sta simpatica” spiegai , senza aggiungere altro.
Lui recuperò il piatto che avevo poggiato sulle mie ginocchia e mi disse: “ è ancora qui. La mamma è andata a recuperare le ultime cose…e via! La Russia sarà perfetta per un tipetto gelido come Victoria, pensa per sua figlia se prenderà tutto da lei!” rise.
Piccola Aileen.
Ancora non potevo credere al fatto che fosse la figlia di Gabriel .
Ma quei suoi occhietti , quei suoi bellissimi capelli biondi non poteva che averli ereditati da suo padre .
“Voglio vederla” desiderai ad alta voce.
Quello sbuffò: “ Voi donne per i bambini avete un debole , eh?”
“Più tardi…forse” decise infine.
Sospirai.
In quello stesso istante nella stanza entrarono altri uomini.
Tre armati ed uno…
No! Kevin!
Il ragazzo fu spinto a terra ed io corsi subito accanto a lui .
“ Kevin…oddio! Come stai?” gli domandai preoccupata, e portandomi le mani al viso quando vidi come l’aveva conciato quei mostri.
L’avevano preso a schiaffi, a pugni.
Perdeva sangue dal naso, che era andato a macchiargli la maglietta, ed il labbro inferiore spaccato.
Un occhio , che a stento riusciva ad aprirlo.
“Siete dei mostri! E’ solo un ragazzino!” gridai
Kevin tossì e mi afferrò una mano.
Sentii appena la sua voce sussurrami un : “ non dir nulla”
Tra i tre uomini armati si fecero avanti altri due , con abiti decisamente più eleganti.
Sgranai gli occhi quando individuai l’unica persona che non avrei mai pensato di incontrare in quel momento.
Il mio cuore smise di battere per un brevissimo istante.
“zio”  
 No. Deve essere un sosia. Perché mio zio dovrebbe essere quel mostro che vuol far fuori me e Kevin?
Deve esserci una spiegazione
                                                                                *****
Gabriel
 


“ Tiro….e Goooool!”
James scattò in piedi , lanciando una bacinella carica di pop corn che teneva fra le gambe .
Trassi un profondo respiro .
Mi aveva fatto prendere un colpo. L’ennesimo in quel pomeriggio .
“ James, per favore” gli dissi serio e scocciato .
Volevo studiar in pace quei fascicoli , che avevo sparpagliato senza ordine preciso sul tavolo della cucina di alcuni dei nostri colleghi italiani , che ci avevano gentilmente ospitato .
Quelle carte potevano dirmi dove potevano essere Stella e Kevin.
Quei folli assassini dovevano aver lasciato qualche traccia da qualche parte, no?
Ciò che mi rendeva veramente contento poi…era che il caso di Stella e Kevin non era soltanto mio e di James. Finalmente avevano dei rinforzi , altri quattro poliziotti che se ne stavano anch’ essi seduti sul divano in quel momento. Erano tutti intenti a godersi una partita, anzi...la partita. Un ’amichevole : Italia-Stati Uniti…neanche a farlo apposta! E gli Stati Uniti avevano appena segnato. Erano 2- 1
James stava ballando dalla gioia non so che tipo di ballo davanti la tv , quando uno dei poliziotti disse agli altri : “ Se non se leva di torno l’americano …gliene mollo di ceffoni tanto da farglie voltà la faccia!”
Sorrisi.
Un altro aggiunse: “ Quello in cucina capisce l’italiano…non te fa sentì!”
Allargai il sorriso.
“ Abbiamo vinto!” esclamò trionfante il mio migliore amico mentre mi raggiungeva.
“ Sorridi su! Rilassati, un po’! Domani riprenderemo il lavoro…e vedrai che troveremo quei due dispersi!” aggiunse appoggiando le mani sul tavolo.
Scossi la testa e mi morsi le labbra: “ Non posso perdere tempo. Ogni attimo è prezioso, James”
“ Questa donna ti ha fatto perdere il senno. Sul serio, riposati. Ne hai bisogno” mi disse un po’ preoccupato
Sospirai sonoramente: “ fra poco…controllo un’altra cosa, poi per oggi chiuderò . Ok?”
James fece una smorfia, ma annuì.
“ Devi dirmi una cosa” riprese subito dopo.
“Dimmi”
“ Che diceva quell’italiano quando io stavo ballando?” mi domandò serio “ non conosco l’italiano…quindi fammi da traduttore!”
Trattenni a stento una risata: “ ha detto che era davvero contento per te . In effetti, è una squadra molto forte la tua.” mentii
Lui mi fece un occhiolino: “ gli italiani sanno quel che dicono !”
“ Non immagini quanto” risposi mentre lo vidi ritornare a sedersi sul divano.
Diede una pacca amichevole sulle spalle del poliziotto seduto accanto a lui , e quello lo fulminò con lo sguardo.
Riportai lo sguardo su quelle carte che avevo sotto al naso da ormai diverse ore.
Stella. Non riesco a toglierti dalla mente. In ogni cosa che faccio tu sei sempre presente .
Non so cosa farei per riaverti qui con me , per risentire la tua mano fra i miei capelli, le tue labbra sulle mie…ribaciarti mille altre volte ancora 



Angolo Autrice 


Ciao ^^ ecco qui questo nuovo capitoletto appena "sfornato" :) spero vi sia piaciuto ^^ 
Lo zio di Stella sarà davvero colui che vuol far fuori il nostro povero Kevin ? :/
Gabriel troverà in tempo tutti quanti ? :)
Lo scoprirete nei prossimi capitoli ;)
Ringrazio infinitamente tutti voi che continuate a sostenermi ^^ 
Le ragazze che recensiscono : MaryGray, Novalis, Hopedestiny e tutti voi che preferite , seguite e ricordate questa storia <3 
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione, a presto ;) 

 

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Capitolo 17
*** Al centro commerciale ***




Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti





Capitolo17. Al centro commerciale




Gabriel
 



Erano le 8:30 del mattino, e il freddo entrava sin dentro al midollo .
Il mio respiro si trasformava in una pigra ma leggera nuvoletta bianca quando la mia bocca lo rilasciava, sotto quel cielo grigio perla che ci osservava dall’alto .
Mi sfregai le mani e le portai al viso per riscaldarle un po’ con il fiato .
Avevo il naso che aveva assunto le sembianze di un ghiacciolo alla fragola, tanto era diventato freddo e rosso.   
James al mio fianco se ne stava poggiato al cofano di una delle auto di servizio della polizia , che avevamo posteggiato negli spazi riservati alla clientela di un centro commerciale in periferia .
Lo sguardo serio , la fronte corrugata, le labbra serrate e contorte mentre cercava di decifrare ciò che c’era scritto su quel mini giornale di gossip che aveva comprato da un giornalaio non molto distante dal punto in cui ci trovavamo .
Sbuffai mentre mi avvolgevo ancora di più nel mio giubbino .
Eravamo fuori da quel centro commerciale da più di un’ora ormai.
Diverse squadre avevano circondato ogni uscita ed ingresso per non permettere a Victoria di scappare .
Victoria. 
Anche se di lei ancora non era stata trovata alcuna traccia , una segnalazione ci aveva riferito della sua presenza in quel posto .
 Ma…forse avevamo preso un abbaglio ?
Eppure…doveva per forza essere lì .  
Victoria se qui, lo so , puoi star sicura che ti prenderò
E l’ ore…l’ ore…non passavan mai , mi ritrovai a pensare…come scrisse Moretti, un poeta italiano, in una delle sue poesie .
Avanti baby, vieni fuori! Vieni a giocare con il paparino , su ! 
“ A tutte le unità…il soggetto è stato avvistato all’interno di un negozio in prossimità dell’uscita Est del centro commerciale . Rimanete in allerta ”  ci comunicarono via radio , ed io tradussi velocemente quello che avevano appena comunicato al mio amico…
il cuore ormai lanciato al galoppo .
E’ qui…Lei, è qui!
Alzai lo sguardo e una grande scritta su un cartellone mi ricordò che l’uscita Est era proprio quella che stavamo sorvegliando io , James e altri due del nostro gruppo scelto per questo caso .
Quest’ultimi non si erano ancora del tutto ripresi dalla partita persa contro gli Stati Uniti, ma il lavoro era lavoro ed in quello dovevamo restare compatti , specialmente in quel frangente .
“ Questa se sta a comprà l’intero negozio ?” domandò uno dei nostri, di statura bassa ma massiccia.
Pochi capelli sulla nuca ma occhi azzurro-ghiaccio.
“ Magari sta a magnà” ipotizzò l’altro. Un ragazzo appena entrato in polizia , dai capelli corvini e le labbra livide.
Digrignai i denti.
Ora ti vengo a prendere per i capelli miss ladruncola 2013 !
Ma nel momento in cui pensai ciò…la vidi uscire.
I suoi corti capelli rossi che solitamente le incorniciavano il volto ovale erano nascosti dal cappuccio del giubbotto nero che indossava , mentre le labbra rosso sangue erano sfiorate da una lunga sciarpa marrone .
Sulle mie labbra affiorò un sorriso beffardo .
Sei nostra.
“James”  lo chiamai indicando la posizione della nostra preda con un cenno del capo
La barbie si guardava attorno , come se sospettasse di essere osservata.
E non sapeva, quanto lo fosse effettivamente!
Il mio amico mi raggiunse e prese a fissarla , seguendo ogni suo piccolo movimento...anche il più impercettibile.  
“ Entrate in azione!” 
Fu un ordine chiaro, preciso, diretto…uno di quelli che piacciono a me , soprattutto in situazioni come queste .
Iniziai a muovermi con passo svelto, pronto ad acciuffarla.
Il cuore lanciato ad un’ andatura sempre più veloce e martellava nel petto come fosse un martello pneumatico . 
Ma qualcosa andò storto… uno dei nostri , proveniente dall’uscita nord , si era fatto notare da lei fin troppo bene con la sua pistola nella fondina e la sua moto con su incisa la scritta “Polizia”.
Vidi gli occhi di Victoria dilatarsi dalla sorpresa e dallo spavento , e mollando tutte le cose che aveva acquistato o magari rubato , prese a correre a perdifiato pronta a rientrare all’interno del centro commerciale nel disperato tentativo di liberarsi di noi , che eravamo già alla sua calcagna .  
La furbetta sfoderò anche il suo cellulare dalla tasca sinistra dei pantaloni . Stava avvisando qualcuno.
Non potevamo perdere altro tempo.   
La mia ex-ragazza era lì, a pochi passi da me…ed avrebbe potuto dirmi tutto riguardo Kevin e Stella.
“ Prendetela…” urlò il capo a squarciagola attraverso i nostri auricolari  “ non lasciatela scappare, svelti, svelti !”
 Iniziai a correre assieme a James e agli altri due dei nostri , ignorando il dolore al fianco che subito si sentì in dovere di richiamarmi .
Quando entrai nel paradiso delle signore amanti dello shopping , dopo aver superato le porte che si aprirono automaticamente, gradii molto il caldo generato dai riscaldamenti, ma molto meno la confusione che c’era da tutte le parti .
Quel posto aveva quattro piani ! C’erano scale, ascensori , scale mobili .
La barbie dai capelli rossi poteva essere andata dovunque.
Chiusi le mani a pugno dalla rabbia .
No, no…non può sfuggirmi
“ Dividiamoci” fu la proposta del più anziano tra noi .  
Obbedii, per iniziare a percorrere i corridoi ben affollati alla mia destra .
 Dove ti sei cacciata , eh ?  Pensai mentre continuavo a guardarmi intorno schivando ogni persona che mi si parava davanti. Vidi più di una ragazza dai capelli rossi…in tutte cercai Victoria, ma nessuna era lei
“E’ lì” urlò all’improvviso James rimasto al mio fianco ,  indicandomi  il piano superiore che era possibile intravedere nella posizione in cui eravamo.
Mi lanciai all’inseguimento : “permesso, permesso” dissi sgomitando mentre correvo su per le scale mobili con James al mio seguito.
Victoria non era più sola. Tre uomini la circondavano e tutti e tre erano…
Un colpo di pistola riecheggiò nell’aria assieme ad urla agghiaccianti .
“ Ma sono pazzi!” sbraitò James “ sparare alla folla! Possono colpire un civile, sono fuori di senno ?!”
“Fermi polizia!” sentii urlai da alcuni dei nostri.
Ma altri colpi di pistola partirono senza problemi per poi andare a colpire chissà chi.
Sperai nessuno… con tutto il cuore.
Non potevo sopportare il fatto che qualcun altro morisse per quella nostra sete di giustizia…e spesso mi chiedevo se ne valeva ancora la pena.
Il pilota White era morto, Samantha era morta.
Avevo ancora i loro volti privi di vita stampati nella mia mente ed io… non avevo potuto far nulla per salvarli .
Da quando ero entrato in polizia, il vedere morti rientrava nell’ordine del giorno  , ma non riuscivo ancora ad abituarmi a quel “casino” , e sapevo che mai mi ci sarei abituato .
“ Ci stanno fregando!” urlò James su tutte le furie .
Mossi le labbra pronto a rispondere, ma nessuna parola oltrepassò le mie labbra.
Un calcio dato da chissà chi mi colpì all’addome all’improvviso , ed era stato così forte che mi ritrovai in meno di un secondo a terra a lottare per la vita , in un groviglio di braccia e di gambe .
La mia vista per un terribile istante si offuscò e il dolore al fianco mi devastò.  
Uno di quei folli , che stavano con la mia ex ragazza,  era rimasto indietro per farle guadagnare tempo con l’intenzione di fermare noi .
Si era nascosto dietro una colonna quel gran deficiente!
La mia mano corse verso la pistola , ma non arrivò mai ad impugnarla.
Un calcio mi colpì ancora una volta , ed io urlai dal dolore . 
Ormai con le lacrime agli occhi annaspai alla disperata ricerca della libertà, ma quel coiote non aveva alcuna intenzione di lasciarmi andare e così risposi al suo assalto con un bel pugno ben assestato sul suo zigomo sinistro e successivamente sul petto e sul naso .
Per un attimo sembrò calmarsi , ma poi ritornò su di me ancora più inferocito.
Provai a rotolare sui fianchi per sfuggire alla sua furia in qualche modo , ma mi afferrò entrambe le gambe e mi costrinse a continuare la lotta con lui .
Quando provò a conquistare la mia pistola , ancora legata alla cintura, l’unica cosa che riuscii a fare per fermarlo fu affondare i denti nella carne della sua mano destra.
Ululò come un lupo alla luna , ma di dolore .
James mi fissava preoccupato , provò ad aiutarmi ma io gli urlai con tutto il fiato che avevo: “ Vai, vai! Non lasciartela scappare! Prendila! Non preoccuparti per me, so cavarmela ”
Le mani di quell’idiota si chiusero intorno alla mia gola come fossero una morsa .
Respirare era praticamente impossibile .
Mi ribellai con tutte le mie forze con calci , pugni ma lui sapeva ben mantenere la presa , cavolo!
“ E’ finita per te, sbirro!” sibilò con occhi famelici e un sorrisetto odioso sulle labbra
I miei polmoni desiderosi d’ossigeno presero a bruciare terribilmente facendo concorrenza al resto del corpo .
Aprii la bocca in cerca d’aria, ma era tutto inutile.
No. Pensai disperato.
Mi ribellai ancora, ed alzando la testa riuscii a colpire la sua con tutta la forza che avevo .
Finalmente lasciò la presa ed io mi girai sul fianco sano lieto di ritornare a respirare.
Tossii per un po’ , prima di rialzarmi con un lamento e con uno sforzo immane . 
Una di quelle pezze che si usavano per lavare i pavimenti… ecco come mi sentivo.
Strizzato e messo a terra .
Mi appoggiai barcollante ad una colonna , e sul mi volto prese vita una smorfia quando vidi la maglia sporca di alcune gocce di sangue . Ciao…la ferita si era riaperta.  
E adesso chi si sarebbe assorbito le lamentele di James ?
Quel babbeo intanto, rotolava ancora a terra per il dolore alla testa .
Le mani sulla fronte e i denti stretti .
Scossi la testa infastidito .
“Suvvia” esordii guardandolo seccato “ non ti ho fatto mica tutto questo male!” conclusi,  prima di mettergli le mani dietro la schiena ed ammanettarlo .
Lui ringhiò furioso , ma io ignorai qualsiasi suo tipo di protesta.
“ Tutto ok” mi comunicarono qualche minuto dopo “ abbiamo preso la rossa e i suoi scagnozzi
Sorrisi soddisfatto e alzai gli occhi verso il cielo.
Sì! Sì, Sì…
Barbie, la gabbia ti aspetta
                                                                                     *****
“TU, TU eri morto!” disse Victoria sconvolta e su tutte le furie mentre era trattenuta da due agenti che la tenevano per le braccia .
Eravamo ormai tutti fuori dal centro commerciale, accanto alle nostre volanti.
Scossi la testa con uno di quei miei bei sorrisetti odiosi che non sfoderavo da un po’ di tempo effettivamente : “ Sono vivo e vegeto, mia cara ” ribattei , per poi avvicinarmi e sussurrarle ad un soffio dalle sue labbra: “ pronto per risbatterti in galera, mio bel passerotto”
Lei mi guardò disgustata : “ La prossima volta provvederò io stessa ad eliminarti con un colpo piantato nel cuore.  ”
Inclinai la testa di lato mentre facevo roteare fra le dita le manette , che da lì a qualche istante avrei dovuto metterle , e inarcai un sopracciglio: “ La prossima volta? Io non credo che ci sarà. Per te è finita ”
“ A te l’onore ” mi disse James con fare teatrale .
Fu una vera liberazione ammanettarla per la seconda volta.
“ Alla fine” le mormorai ad un orecchio “ i cattivi finiscono sempre dietro le sbarre ”
Lei piantò i suoi occhi nei miei: “ Sarò il tuo incubo, credimi” minacciò
“ Non sei più il mio incubo da un pezzo ormai” risposi prontamente mentre le abbassavo la testa per farla entrare in una delle nostre auto per portarla al distretto.
Lei continuò a guardarmi: “ arrestando me non hai risolto nulla.”
“Lo vedremo”
Mi dirai tutto ciò che sai su Stella


Angolo autrice 



Ciaoooo ^^ come state ? Cosa ne dite di questo nuovo capitolo ? ^^
Contenti che la rossa sia stata arrestata? :)
Ho voluto interamente dedicarmi a Gabriel , nel prossimo sarà Stella la protagonista ^^
Vi ringrazio ancora di cuore per l'affetto che mi dimostrate :) 
Ringrazio Noemi_ST, Hopedestiny, MaryGray e Novalis per le loro recensioni , tutti voi che continuate a preferirla , seguirla e ricordarla e tutti gli altri che l'hanno messa recentemente tra le loro preferite , seguite ^^
Grazie ancora ^^ Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione a presto ;)    

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Capitolo 18
*** Nei ricordi più dolci ***


 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti


 

                                                                                                                    Coloro che vivono d'amore, vivono d'eterno
                                                                                                                                                                                                                                               E. VERHAEREN

 

Capitolo18. Nei ricordi più dolci




Stella

 


Non parlavo.
Non ne avevo nessunissima intenzione.
Me ne stavo ferma ed immobile , seduta su quel chester nero con le ginocchia strette e le dita che continuavano a torturarsi per l’ansia .
Il cuore palpitava nel petto mentre i denti mordicchiavano il labbro inferiore in cerca di uno sfogo per quel nervosismo, che stava invadendo ogni singolo capillare del mio corpo.
Mio zio
Lui…un uomo d’affari, un assassino, un truffatore, un trafficante d’armi…era tutto ciò che non avevo mai pensato che fosse sin dal momento in cui mi ero rifugiata fra le sue braccia, quando ero solo una bambina .
I miei genitori si erano lasciati ancor prima che io nascessi , e tutto a causa mia , in quanto mio padre a quel tempo si riteneva troppo giovane per occuparsi di una figlia . Ed il nuovo fidanzato di mia madre , nonché ormai anche suo primo ed attuale marito , aveva preferito non avermi tra i piedi .
Era sempre stato mio zio il mio super eroe, l’esempio d’uomo che avrei voluto incontrare in futuro, per me .
Ed invece…ogni sogno era andando perduto, distrutto.
Polvere .
L’immagine che avevo di lui si era disintegrata nello stesso momento in cui si era fatto avanti in quella piccola ed angusta stanza,  in cui ancora continuava a tenere rinchiuso Kevin.
Quel povero ragazzo che stava rischiando tanto per far un po’ di giustizia…
Mio zio la causa di tutto quel male.
Non volevo piangere, ma anche se avessi voluto non ne avrei avuto la forza…non più.
Mio zio, vestito in giacca e cravatta , da ricco imprenditore qual era ! Mi teneva in quel caldo ed accogliente salone circolare di quel “grazioso” casolare in cui ci avevano condotti .
Il fuoco ,in quel caminetto rustico, scoppiettava e rompeva il silenzio a ritmo irregolare.
Da ormai circa un’ora , mio zio cercava di farmi aprir bocca ma senza successo .
“ Non è come pensi” , “ posso spiegarti tutto” , “ tu per me sei importante non ti farei mai del male” , “ ho fatto tutto questo anche per il tuo bene” …no, ormai non credevo più a nessuna sua singola parola.
Si versò un po’ di Rum in un bel bicchierone di cristallo e prese a fissarmi attentamente con i suoi occhi scuri .
“ Stellina mia” mi chiamò con fare dolce sedendosi accanto a me .
Mi torturai ancora di più le mani, sembrava realmente dispiaciuto di vedermi in quello stato.
La forza di piangere affiorò all’ istante e mi ritrovai una lacrima sul viso.
La sentii farsi spazio fra la sporcizia , che non avevo avuto la possibilità di levar via , lasciando forse un segno più che evidente del mio dolore sul mio volto .
Mio zio mi sfiorò la guancia cancellando la lacrima ed io schizzai in piedi : “ Non mi toccare” l’avvertii
Lui scosse la testa: “ Calmati, non agitarti. Io non credevo che avessero preso proprio te!”
Scossi la testa: “ Non capisci! Tu proprio non capisci! Perché fare una cosa del genere? Se ci fosse stata un’altra al posto mio, forse l’avresti già uccisa! Tu uccidi, fai del male! Io…io ho vissuto con te , un mostro che credevo che mi amasse!”
“ ed è così” mi spiegò allargando le braccia “ ho fatto tutto questo per noi…per te!”
“ non mettermi in mezzo in tutto questo! Io non voglio star qui!” sbraitai fuori controllo “ il solo pensiero di aver amato un uomo come te come padre mi fa schifo!”
“Adesso sei sconvolta, non sai quello che dici!” esclamò lui scuotendo il capo abbassato
“ Voglio andare via” decretai senza tanti preamboli
Lui sollevò immediatamente lo sguardo su di me: “ Non posso più lasciarti andar via. In tutto questo, non ci sono soltanto io, ma tanti altri uomini che ricoprono cariche importante in questo e in altri Paesi. Abbiamo affari importanti in tutto il mondo. Commerci che neanche immagini. ”
Sentii le pupille dei miei occhi iniziare a tremolare come non avevano mai fatto in vita loro .
“ Adesso che sai di me, non posso permetterti di dir ciò che conosci , ciò che hai visto…non puoi.”
“Altrimenti?” ma era una domanda retorica , lo sapevo fin troppo bene.
Lo guardai bene negli occhi e mi chinai su di lui : “ Saresti davvero disposto ad uccidermi, pur di non farmi parlare?”
Lui sospirò dopo aver sorseggiato un po’ di rum : “ No, piccola mia… io non potrei mai farti del male, ma gli altri sì. Non si sentiranno al sicuro con te a piede libero…e viva”
“Uccidimi allora” ed allargai le braccia , levando il mento.
Le lacrime ormai copiose sul mio volto.
“uccidimi , adesso”
Ero sul punto di crollare .
Lui si alzò dal divano ed invece mi strinse in un forte abbraccio : “ Non avrei mai voluto che venissi a sapere tutto questo” mi sussurrò ad un orecchio
Lo allontanai con una spinta , e vidi con la coda dell’occhio due uomini - vestiti in nero ed armati - che erano in piedi davanti la porta farsi avanti . Erano pronti a proteggere mio zio…anche contro sua nipote.
“ la zia sapeva di tutto questo?” chiesi
Lui scosse la testa. “ No, nemmeno lei. Volevo proteggervi…da quello che ormai ero diventato. E non posso più tornare indietro”
“ Sì, che puoi!” urlai speranzosa
“Stella ascoltami, non posso più. Adesso Florenzo ti indicherà la stanza in cui da oggi trascorrerai il tuo tempo . Lui ti starà sempre accanto, per qualsiasi cosa tu avrai bisogno. Vedrai, ti abituerai a tutto questo . ”
“ Non potevi affibbiarmi uomo migliore.” Replicai, poi lo supplicai : “ Per favore, ti prego , lasciami libera. Non ti chiederò altro.”
La risposta non cambiò : “ Non posso.”
Indietreggiai furiosa e lo guardai con disgusto: “ Da oggi tu non sarai più mio zio.”
“ Mi accontenterò di averti al mio fianco , sapendoti ancora viva” rispose con occhi lucidi, poi si passò una mano fra i suoi corti capelli brizzolati.
“ Cosa ne sarà di Kevin?” chiesi titubante
Lui abbassò lo sguardo: “ Il suo destino è segnato”
“ Puoi fare con lui, come stai facendo con me” proposi disperata “ non uccidere ancora, ti prego. Non sporcarti le mani anche del suo sangue innocente”
Lui mi guardò con furia: “Adesso basta! Il tuo amichetto domani dirà addio alla sua vita! Ora vai in camera tua!”
“FLORENZO” gridò subito dopo , e quel bestione entrò con fare rozzo nel salone con il suo bel mitra attaccato al collo.
“ Sai già cosa devi fare per mia nipote” gli disse cin fare duro.
Lui accennò un inchino a mio zio , per poi mostrare a me un sorrisetto davvero inquietante .
Mi afferrò per un braccio con forza e mi trascinò via con sé .
Provai a liberarmi , a gridare ma né mio zio, né lui ascoltarono ciò che dicevo loro.
                                                                               *****
La stanza era piccola , antica , quadrata, dalle pareti gialline . Aveva una finestra di fronte alla porta , nascosta da una pesante tenda di velluto rosso acceso , attraverso la quale i raggi del sole faticavano ad entrare per illuminare l’arredamento scarno , composto da un antico baule ai piedi del letto a baldacchino , un comò alto fino ai miei fianchi, che se ne stava in un angolo , ed uno specchio molto elegante , di quelli che un tempo le signore altolocate se ne servivano per guardarsi mentre le loro dame o serve pettinavano loro le lunghe chiome che portavano con orgoglio per ammaliare chissà quale “povero” uomo della loro epoca .
Un quadro raffigurante strane scenette d vario tipo era carico di colori sgargianti , ma per me privi di senso in quel momento.
Niente sembrava aver colore in quella stanze , se dentro di me nulla di tutto ciò esisteva.
Nero e grigio. Grigio e nero.
Gli unici colori che in quel momento il mio animo conosceva.
Mi misi a sedere sul letto e scoprii che era molto comodo.
Puntai gli occhi verso la finestra. Da lì non potevo scappare…ero al secondo piano.
Ero confinata in quelle stanze. E chissà per quanto ci sarei dovuta rimanere.
Qualcuno bussò alla porta.
Mi voltai di scatto verso quella direzione e rimasi in attesa per qualche secondo .
“Avanti” dissi poi, con voce tremante
  Entrò Florenzo che teneva per mano la piccola Aileen
“ Ti ho portato un po’ di compagnia, non volevi vederla?” mi domandò con voce strafottente
Senza neanche degnarlo di una risposta e di uno sguardo mi piegai sulle ginocchia ed aprii le braccia per accoglierla .
“ Piccola vieni” le dissi con un sorriso, seppur privo di gioia.
Ero contenta di vederla, ma non faceva che aumentare il mio dolore.
Suo padre…forse realmente non c’era più . Ed in quel momento stavo desiderando così tanto la sua presenza!  Lui avrebbe potuto capire il mio dolore meglio di chiunque altro: soffrire per mano della persona che credevi di amare. Lui l’aveva già superata quella fase. Ed avrebbe potuto aiutarmi anche soltanto stringendomi forte a se.
Aileen si mosse con piccoli passetti verso di me.
“Ciao” la salutai quando mi raggiunse .
La strinsi in un abbraccio e le scoccai un bacio sulla fronte ampia.
Lei mi mostrò un piccolo ed incerto sorrisetto .  
Le fossettine che si crearono sulle sue guancette rosee erano così graziose!
Non c’era al mondo cosa più bella, che veder un bambino sorridere.
Sincerità, purezza, innocenza…aveva tutto quel sorriso , tutto ciò che un uomo adulto spesso perdeva.
Mio zio avrebbe dovuto imparare da questa bambina.
“ Puoi andare”
Liquidai così Florenzo, che non sopportavo più di sentire con il fiato sul collo.
Lui rise e mi afferrò un polso.
“Ahi, idiota!” gridai guardandolo in malo modo.
“ Io e te prima o poi ci toccherà fare un bel discorsetto.” Disse, ma non sapevo dove volesse arrivare.
“ Comunque…” proseguì sospirando “ in uno dei cassetti del comò troverai dei vestiti , così potrai cambiarti questi orrendi stracci macchiati di sangue che porti !”
Mi guardai, la camicia era davvero sporca in più punti, di sangue non mio.
Deglutii e tornai a guardarlo.
 “ Nel primo cassetto troverai invece un vestito da sera, ed uno anche per la piccolina. Indossalo.” Ordinò con un tono che non ammetteva repliche “ stasera si andrà ad una bella festa, e tu zio vi vuole con sé.”
“Perché anche la bambina?” domandai preoccupata e curiosa al tempo stesso.
“ Victoria è stata arrestata questa mattina” mi informò , ed io sgranai gli occhi per la sorpresa .
“Cosa?” dissi con un filo di voce, sconvolta
“ Da oggi potrai tu prenderti cura della bambina. Sempre se la madre deciderà di non aprir bocca…” e concluse  con uno sguardo più che eloquente.
Strinsi forte la bambina istintivamente come a volerla proteggere.
Poi sibilai un secco : “Vai via” categorico
Lui lasciò la stanza con un ghignò sulla faccia , che mi fece tremare dalla testa ai piedi.
Aileen mi guardava incuriosita da quel mio modo di comportarmi, non sembrava spaventata .
“ Scusami” le dissi sfiorandole la punta del nasino “ non sono arrabbiata con te”
Lei annuì con un rapido movimento del capo.
I suoi occhi…quanto erano belli i suoi occhi…
“ Mi madre non può venirmi a trovare per un po’ ” mi spiegò, stringendo forte un orsacchiotto bianco che aveva portato con sé . Chissà cosa le avevano raccontato .
“ Tu sei una sua amica?” mi chiese, ed il suo sorriso si illuminò come se già sapesse la risposta…o almeno a modo suo . Conoscevo sua madre, ma non ero di certo una sua amica.
“ Sì , tesoro” risposi comunque accarezzandole i lunghi boccoli dorati .
“ Che bello!” esclamò quasi saltellando. “ Stasera dove andremo?” domandò in seguito.
Scossi la testa: “ Non lo so, ma sono sicura che ci divertiremo”
Lo spero soprattutto per te
Allora dobbiamo farci belle” mi disse seria .
Scoppiai a ridere, era un amore.
Con lei al mio fianco andai ad aprire il primo cassetto del comò e trovai un elegantissimo vestito rosso ad una spallina , decisamente troppo scollato . Volevano che io mettesi una roba del genere? No, non potevano obbligarmi .
Aileen invece aveva sgranato gli occhi alla vista del mio vestito, ne era rimasta letteralmente rapita: “wow” commentò con quella sua vocina melodiosa , da angioletto .
“ Tu dici?” le chiesi scettica inarcando un sopracciglio . 
Fortuna ci sarebbe stata sempre lei al mio fianco , da quel momento in poi …mi sarei sentita meno sola, in tutto .  
La piccola biondina annuì ancora per poi scoppiare a ridere, dondolandosi sui talloni.
Era un suono così cristallino , che mi riempì di quel pochino di gioia di cui avevo bisogno.
La presi in braccio e la feci distendere per farle il solletico.
Rise così tanto che una lacrimuccia le uscì da uno dei suoi occhietti.
 
                                                                               *****
Ero pronta.
Vestita.
I capelli raccolti , un po’ di trucco a colorare il mio pallido volto:
rossetto rosso sulle labbra, eye-liner e matita nera con ombretto chiaro intorno agli occhi .
Un po’ di cipria.  
Indossavo tacchi decisamente troppo alti per me: 12 !
 Ma non ero pronta psicologicamente, per quello che avrei dovuto affrontare…per quello non poteva esserci preparazione.
Quella sera , avrei dovuto fingere di essere ciò che non ero…
Io non sono proprietà di nessuno…eppure mio zio , aveva sostenuto il contrario quando mi aveva portato le scarpe e i trucchi .
Aileen indossava dei semplici vestitini da bambina , una gonnellina ed una camicetta blu notte ed ai piedi dei  stivaletti marroncini molto graziosi .
L’avevo aiutata a cambiarsi poco prima, e lei ne era rimasta molto contenta.
Adesso mi osservava affascinata mentre era seduta sul letto.
“ Sei bellissima” mi disse all’improvviso.
Mi bloccai di colpo .
Quelle due parole, l’ultima volta che le avevo sentite erano state pronunciate da… suo padre .
La guardai con occhi lucidi: “Grazie” le risposi, attenta a non far cadere una lacrima di troppo.
“ Conoscevi mio padre?”
Altra domanda improvvisa , che mi lasciò senza fiato.
“i…io…” presi a balbettare
“ Mia madre non mi ha mai detto nulla sul suo conto. Ma se tu sei una sua amica, saprai sicuramente di mio padre”
Furba ed intelligente.
“Sì” ammisi “ conoscevo tuo padre” le dissi con un mezzo sorriso.
Lei si fece subito attenta: “ Dimmi , com’era? Dov’è adesso ? Perché non è mai venuto da me?”
Troppe domande a cui non potevo dar una risposta…per il suo bene.
Come potevo dirle che forse sua madre era responsabile della morte di suo padre?
Soltanto su un argomento potevo essere chiara… la prima domanda…
Mi mise a sedere di fianco a lei e iniziai a parlare: “ Lui…lui…era perfetto” esordii guardandola negli occhi
“ assomigli molto a lui, più di quanto tu possa immaginare . Era biondo come te, i tuoi occhi l’hai ereditati da lui, ed era molto dolce, coraggioso ed altruista”
Frenai le lacrime a stento mordendomi le labbra .
La mia mente gridò un nome, il suo: 

Gabriel

“Era come il principe di Biancaneve!” urlò lei entusiasta
Risi, quella doveva essere la sua favola preferita
“ Sì, un principe” ripetei perdendomi nei ricordi di quel bacio, il mio primo bacio, che mi aveva dato la possibilità di sfiorare le labbra di suo padre. 
Il mio dolce principe azzurro…



Spoiler prossimo capitolo 

"Ehi!"
Alzai gli occhi inferocita per guardare in faccia chi aveva osato pestare il mio piede con così tanta poca "gentilezza "  
Iniziai con un : " Stia più attento a dove mette i piedi! Lei è proprio un elefan..." e mi bloccai non appena i miei occhi imprigionarono il suo sguardo nel mio.  
Due occhi color verde smeraldo mi stavano fissando intensamente...
conoscevo bene quello sguardo...


Angolo Autrice 


Ciaoooooo ^^ ragazzi come state ? ^^ 
Io sono sommersa dai libri :/ non vedo l'ora di sbarazzarmi almeno per qualche giorno dal peso che mi fanno sentire :/ 
Tuttavia, tra una pagina e l'altra ho scritto questo nuovo capitolo che spero vi sia piaciuto ^^ 
Mi piacerebbe tantissimo sapere cosa ne pensate ^^
Ho scritto una piccola anticipazione sul prossimo capitolo, vi ha fatto piacere? ^^  
Ringrazio di cuore chi ha recensito il capitolo precedente <3
E ringrazio infinitamente tutti voi che continuate a preferire , seguire e ricordare questa storia ;) 
Un bacione, a presto ;) 

 

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Capitolo 19
*** Un piacevole incontro ***




 Ho attraversato gli oceani del tempo per
trovarti




Capitolo19. Un piacevole incontro



Gabriel

 
 
“ Conto fino a tre. Se al mio tre non parli , saranno guai. Sono stato abbastanza chiaro ? ” minacciai , sbattendo un pugno sul tavolo con così tanta forza da riuscire a farla spaventare per un breve istante .
Bene.
Eravamo nella sala interrogatori, soltanto io e lei .
Tortura per lei, soddisfazione per me.
A dividerci c’era soltanto quel semplice tavolo basso e rettangolare di colore bianco , che era anche l’ unico mobile presente in quella stanza buia , illuminata da freddi luci al neon attaccate al soffitto.
“Allora?” intimai avvicinandomi al suo viso .
Ancora silenzio.
Si era cucita la bocca,  all’improvviso?
La guardai esasperato.
Le avrei tirato qualche parola fuori dalla bocca ad ogni costo , poteva giurarci .
No, non mi sarei arreso.
“ Forse non mi hai capito…” ripresi ,passandomi una mano fra i capelli in preda ad un disperato tentativo di darmi una regolata .
Stavo per perdere letteralmente la pazienza, le staffe, la sella o qualsiasi altra cosa si potesse perdere in quei momenti .
“UNO” iniziai alzando il pollice destro in aria, sbattendo un piede per terra come per scandire i secondi che mi dividevano dal momento in cui l’avrei fatta fuori .
Lei alzò appena un sopracciglio, divertita .
Ridi, ridi…che adesso ti faccio ridere io  
“DUE” continuai , aggiungendo compagnia al pollice con l’indice .  
Sulle labbra di Victoria si formò un sorrisetto irritante.
Incrociò le braccia come a sfidarmi .  
“ TRE” conclusi di colpo, afferrandole il colletto della camicetta scollata e tirandola verso di me con violenza .
La sedia , sulla quale fino a qualche istante prima era rimasta seduta, cadde indietro con un tonfo.
Finalmente il sorriso sulle sue labbra si spense .
Mi guardò in cagnesco. Lo sguardo pieno d’odio .
 “ Parla” ordinai con un tono che non ammetteva repliche , riducendo gli occhi a due fessure. “ sono disposto ad usare le maniere cattive, pur di farti dire qualcosa ” aggiunsi un secondo dopo.
Lei mi afferrò i polsi stringendo forte.
Sentii le sue unghie entrarmi nella carne: “ Lasciami andare Gabriel!”
Finalmente! Credevo che avesse perso la lingua biforcuta che si ritrova !
 “ No, almeno fino a quando non mi dirai dove sono Stella e Kevin” ribattei deciso.
Scoppiò a ridere , ed io aumentai la presa digrignando i denti : “ non ridere” le consigliai…per il suo bene
Stavo quasi per strozzarla.
“ Seriamente Victoria, non farmi perdere la pazienza ” conclusi
“ Non puoi farmi nulla , Gabriel” mi rispose con tono pacato, asciutto  “ tu, non puoi farmi proprio nulla. Quindi posso stare qui , in silenzio… per continuare a godermi questo spettacolino ” concluse con una certa nonchalance.  
“quale spettacolo?!” ringhiai furioso ad un soffio dalle sue labbra.  
Rise ancora.
“Non parlerò ” mi sussurrò senza timore .
Sentivo il suo caldo respiro sul mio viso.
Un tempo il suo respiro contro il mio mi faceva impazzire, ma adesso...
Con fare sensuale aggiunse anche : “ Mi ami ancora , eh? Te lo leggo negli occhi”
Ed in un attimo mi ritrovai le sue labbra carnose rosso sangue sulle mie .
Mi rubò un bacio senza che io potessi fare qualcosa .
Con una spinta mi allontanai da lei appena possibile , e la guardai disgustato ripulendomi le labbra con il dorso della mano sinistra : “ Provo solo disgusto nel vederti. ”
Scosse la testa mentre si passava la lingua sulle labbra : “ Non è vero. Sii sincero con te stesso”
“Smettila” urlai categorico.
“ Fa così male scoprire di non essere mai stati amati dalla propria donna , Gabriel?” domandò lei fingendosi sorpresa
“ma tu hai una coscienza?” gli chiesi sconvolto.
Era ancor peggio di quanto ricordassi.
Come avevo potuto innamorarmi di una donna simile ?
Rise di gusto lanciando la testa all’indietro, il piercing sul suo naso scintillò
“ Sì…ed è per questo che non parlo” rispose, stranamente seria.
“Come? Cosa?” le chiesi confuso mettendomi le mani sui fianchi
“ Se parlo, una persona a me cara sarà in pericolo, non posso permetterlo” spiegò in poche parole.
“Tu che tieni a qualcuno?” le domandai scettico, inarcando un sopracciglio “ mi sono perso qualcosa? Non farmi ridere”
“ Ci sono cose di me che non sai , mio caro…” esordì lei mentre si guardava le unghie , sembrava realmente tesa.
“Ad esempio?”  la provocai
“ Ho una figlia” rivelò senza problemi , rialzando lo sguardo per incrociare il mio.
Per poco la saliva non mi andò di traverso .
COSA?
Faticai parecchio , prima di riacquistare il dono della parola per dire : “ Tu?”
Dopo, inevitabilmente, scoppiai a ridere : “ Che dici ? Hai mai amato una persona al tal punto da aver una figlia ? Hai fatto progressi , allora ! Chi è l’uomo sfortunato , di grazia? ”  
“ Ha quasi sei anni”  proseguì lei imperterrita, leggermente infastidita dal mio modo di fare .  
Diventai serio di colpo , un nodo mi si formò in gola e alla bocca dello stomaco : “ Non provare a prendermi in giro…sei anni fa noi ci siamo conosciuti… ” mormorai .
Cercando in tutti i modi di non capire quello che la mia mente stava lentamente calcolando e ricostruendo.
Lei rialzò la sedia e si rimise a sedere accavallando le gambe : “ Appunto. Siamo stati insieme…ed intendo, insieme insieme”
“ Sai Gabriel” riprese dopo un po’ “ Non parlo perché qualcuno potrebbe farle del male. Altrimenti risparmierei volentieri qualche anno di carcere…potrei uscire prima per uccidere suo padre come si deve. ”
“ Non ti credo” dissi con un filo di voce poco dopo.
Era come se le forze mi stessero abbandonando.
Ogni certezza in me stava vacillando.
Lei sbuffò sonoramente: “ Lo sapevo . Beh, allora dovresti informarti. Tua figlia , ahimé, ti somiglia molto” disse allargando le braccia 
“ Non dire stupidaggini!” sbraitai all’improvviso, fuori controllo .
Mi riavvicinai a lei : “ questa volta non mi prendi in giro…”
“ Ero incinta quando mi hai arrestata ” proseguì lei guardandomi dritto negli occhi.
Era la verità…i suoi occhi non mentivano.
“IO NON HO UNA FIGLIA” le gridai in faccia.
No, non potevo avere una figlia, non potevo essere padre…no…come era stato possibile?
“ Il test del DNA dicono che sia una roba efficace” aggiunse ritornando a guardarsi le unghie
No. Non poteva avermi nascosto una figlia…no
Questo no!
Non poteva essere vero, non poteva!
“ Scoprirò se è vero” le promisi , cercando in tutti i modi di nasconderle il mio turbamento. “ se non sarà come dici tu…per te saranno guai seri. E’ una promessa”
Lei annuì indicandomi con un cenno del capo la porta: “ Vai pure ”
                                                                                     *****
Dove mi stava portando quella storia?
Dove mi stava portando tutto questo ?
Diedi un calcio ad uno degli armadietti presenti in quella piccola stanza in cui avevo scelto di andare , e cercai di riprendere fiato sfogando tutta la mia rabbia .
Il cuore batteva all’impazzata nel petto , tanto da farmi male .
Lo sentivo perfino nelle orecchie, pompare sangue con forza.
Il sudore mi imperlava la fronte e respirare mi sembrava una delle cose più difficili da fare sulla terra in quel momento .
Nelle mani di quei balordi c’era anche mia figlia.
Quella….quella pazza di sua madre…
Diedi una serie di pugni , sempre allo stesso armadietto , come se l’avessi preso di mira , e mi ritrovai con occhi lucidi.
Non ero una persona facile al pianto, raramente avevo permesso ad una lacrima di cadere giù in tutta la mia vita.
E adesso quella lacrima che stava rigando la mia guancia… sapevo che era inevitabile.
Mi ritrovai a boccheggiare quando il dolore al fianco ritornò a farsi sentire .
Mi sfuggì un lamento mentre pian piano mi lasciavo cadere a terra .  
Ero…totalmente distrutto, esausto .
Lì, seduto a terra…le mani fra i capelli…era come se il mondo stesse finendo, oppure fosse già finito.
Con la coda dell’occhio mi accorsi che James era appena entrato nella stanza.
Capii che era lui dalle sue scarpe.
Si avvicinò e si mise a sedere accanto a me : “ Ehi? Come stai?” mi chiese con premura
Poggia la testa all’armadietto alle mie spalle: “ Come vuoi che stia?” ribattei duro
“ Mi dispiace…” disse con un sospiro
 “ Io non voglio una figlia…non adesso…” gli rivelai senza tanti preamboli.
“Gabriel, ricordi cosa mi hai detto in ospedale ? Ho fatto tanti sbagli nella mia vita…ma adesso basta…ricordi?”
Trassi un profondo respiro per calmarmi , ma rimasi in silenzio
“Lei non ha colpe . Quello è stato uno sbaglio tuo e di Victoria. Non può pagare per entrambi! Tu sei suo padre, non puoi abbandonarla. Devi prenderti le tue responsabilità”
Mi morsi le labbra: “ Io non so cosa significhi fare da padre…non so dove iniziare”
“ Beh…” iniziò grattandosi la nuca “ in effetti…anch’io non so come fare quando nascerà il piccolo Mattew, ma noi non dobbiamo lasciare che la paura ci impedisca di provare ”
“ Io non potrò darle l’affetto che vuole. Forse con me non avrà mai una famiglia…no. Farò in modo che venga adottata quando riusciremo a portarla via da quei criminali”
“ Gabriel…pensaci” mi disse prima di rialzarsi.
"D'accordo , lo farò..." risposi . Poi lo seguii , ma un giramento di testa mi costrinse ad aggrapparmi a lui per non cadere . 
“ Ehi , tutto bene? ” mi domandò immediatamente
Annuii staccandomi da lui , come per dimostrarglielo.
“ Sei stanco, vai a riposarti un po’ ”
Ignorai le sue parole: “ Sei riuscita a farla parlare?”
James annuì: “ Ha detto qualcosa…riguardo ad una festa che si terrà questa sera in un grande hotel di lusso . M’imbucherò ed andrò a controllare la situazione. Se incontrerò Walter Rossi vuol dire che sarò lieto di inseguirlo a fine serata, per scoprire dove ama rifugiarsi.”
Quel cognome…era la prima volta che pensavo al criminale che voleva ammazzare Kevin con il suo nome e cognome. Rossi…anche Stella si chiamava in questo modo. Ma Rossi era anche uno dei cognomi più diffusi in Italia, lei non poteva far parte di quel mondo criminale.
“Verrò con te” decisi senza lasciargli il tempo di aggiungere altro
                                                                               *****
“ Tu , sei masochista dì la verità. Dovevi stare a casa! ” mi sussurrava James in continuazione, tra una gomitata e l’altra , mentre camminavamo come due ricchi imprenditori in quel salone sfarzoso di uno degli hotel di lusso più belli della Capitale .
Fingere di sorridere, wow!
Ero entusiasta. 
Lampadari di cristallo , un buffet lungo chilometri , musica classica in sottofondo, camerieri pronti a sorridere e a servirti come meglio potevano. Tavoli eleganti distribuiti un po’ dovunque. 
Una bella pista da ballo.
Belle dame… però…
era come se fossi tornato indietro nel tempo: nell’Ottocento precisamente .
Era da un bel po’ che io e James non indossavamo giacca, cravatta e pantaloni classici.
Ci sentivamo come due pinguini nel deserto , assolutamente fuori luogo.  
Ma quella sceneggiata , buffonata, o come qualcun altro voleva chiamarla… era necessaria : dovevamo calarci nella parte .
Dovevamo assolutamente scoprire qualcosa.
Trovando Walter Rossi avrei trovato anche Kevin e di conseguenza Stella e… mia figlia
                                                                          *****
Stella
 
 

Stavamo andando a quella benedetta festa.
Volevo scappare, volevo urlare, volevo ribellarmi…ma non mossi un solo dito quando uno dei figli arroganti , smorfiosi e presuntuosi dei suoi amici ,  mi prese sottobraccio e mi guidò nella sua auto di lusso: una bella Maserati nera.
Sarebbe stato il mio cavaliere per quella sera.
Ma quale cavaliere?
Non aveva niente di speciale quell’essere.
Aileen era con me, seduta sui sedili posteriori alla mia sinistra.
Non mi ero mossa di un centimetro soprattutto per proteggere lei .
Lei avrebbe pagato per un mio capriccio, e non potevo permetterlo.  
Mio zio mi teneva in pugno.
Ormai sapeva che ero particolarmente legata a quella bambina.
Una mano scivolò sulla mia coscia destra scoperta, per via del vestito un po’ corto per i miei gusti , e mi irrigidii.
“ Non ti ribellare” mi sussurrò “ sai cosa può succedere a quella bambina , vero? Quello che ho fatto al suo peluche non era niente in confronto a quello che posso farle ” mi minacciò , divertito.
Lo guardai disgustata: “ Levami le mani di dosso, verme” risposi .
Aileen aveva pianto per ore quando quel mostro davanti ai suoi occhi gli aveva fatto a pezzi il suo orsacchiotto preferito. L’unico regalo che le era rimasto da parte della madre.
Victoria era una donna orribile, ma teneva a sua figlia…questo l’avevo capito.   
 Florenzo, che era alla guida dell’auto ridacchiò per conto suo.
Ero in una gabbia di matti.
Quando sarebbe finito tutto questo?
Kevin…
Secondo mio zio, quella sarebbe stata l’ultima notte della sua vita.  
Cercai di non pensarci.
Volevo bene a quel ragazzo, ed il sapere che mio zio sarebbe diventato il suo assassino mi distruggeva.
                                                                                    *****
Quando scesi dall’auto , Luke , così si chiamava quel gran…deficiente. Mi cinse le spalle con un braccio.
Sbuffai esasperata.
Si divertiva molto a vedermi in quello stato.
Aileen lo guardò in malo modo, con il broncio, che sul suo viso trovai comunque molto dolce.
Quando entrai un’aria calda mi investì appieno.
I riscaldamenti dovevano essere veramente molto alti in quella sala.
“Buonasera signori, benvenuti” ci salutò un cameriere con un bel vassoio d’argento in mano.
Era pronto ad offrirci il primo calice di spumante della serata .
 “Tu non prendi?” mi domandò Luke mentre sorseggiava il liquido frizzantino dal color dell’oro.
“No” risposi seccata .
Non ero fatta per gli alcolici, non reggevo neanche un bicchierino .
“ Ho voglia di farmi un giro…posso?” gli chiesi , sforzandomi di utilizzare modi più gentili, carini possibili con lui. Non avrei accettato una risposta negativa. Anche Aileen al mio fianco non vedeva l’ora di allontanarsi dal distruttore del suo pupazzetto.
Oh , le buone maniere mi avevano abbandonato da un pezzo ormai…da quando avevo lasciato Parigi…quel piccolo hotel, da quando avevo lasciato lui.
Nei miei ricordi lo rividi disteso a terra , sofferente, sanguinante, i suoi bellissimi occhi nei miei…
“Sei un dono” mi aveva sussurrato prima di svenire…o morire.
Scossi la testa, non dovevo pensare a lui.
Luke roteò gli occhi: “ D’accordo, ma ricorda…sei la mia dama per questa sera . Sarò l’uomo più invidiato di questa festa con te accanto quindi ci vedremo a tavola fra qualche minuto.”
“Sì” risposi con un sorriso a trentadue denti.
Aileen mi prese per mano: “ Finalmente!” esclamò , e non nascosi quel sorriso che affiorò sulle mie labbra.
Era da troppo tempo che non sorridevo veramente
                                                                                 *****
Mentre tutti si lanciavano sul buffet appena aperto per la gioia dei palati , buongustai , eccetera…Aileen continuava a guidarmi in giro per la sala.
Ogni tanto volteggiava al centro della sala, ascoltando con piacere quelle dolci melodie che alcuni pianisti e violinisti suonavano in un angolo per intrattenere gli ospiti .   
Ad un certo puntò mi tirò verso di sé con così tanta forza che per sbaglio andai davanti a qualcuno, che non ci pensò un attimo a pestarmi un piede .
"Ehi!"
Alzai gli occhi inferocita per guardare in faccia chi aveva osato pestare il mio piede con così tanta poca "gentilezza " 
Iniziai con un : " Stia più attento a dove mette i piedi! Lei è proprio un elefan..." e mi bloccai non appena i miei occhi imprigionarono il suo sguardo nel mio. 
Due occhi color verde smeraldo mi stavano fissando intensamente...
conoscevo bene quello sguardo...
 
No, non poteva essere vero , eppure…
Sì…
Gabriel…era vivo.
Era vivo ! Ed adesso ne avevo avuto la certezza.
Gabriel era proprio lì, in piedi , davanti ai miei occhi.
Soltanto due centimetri ci dividevano.
Percepivo perfettamente il suo caldo respiro sul mio viso e il suo dolce profumo, che mi faceva tanto impazzire .
Non potevo sbagliarmi.
Gabriel era realmente lì .
L’avrei sempre riconosciuto , dopo quello che avevamo passato insieme .  
Avrei voluto abbracciarlo, avrei voluto urlar di gioia…avrei voluto baciarlo
Stava bene, che sollievo  
“Tu” sussurrai appena, quasi commossa
Anche lui sembrava profondamente colpito dal vedermi.
Entrambi eravamo rimasti spiazzati .
Fermi , impalati…a fissarci,  come se fossimo stati vittima d’incantesimo .
Era sul punto di dirmi qualcosa quando Aileen gli pestò un piede con forza .
Gesto che aveva fatto per me, per difendermi  .
Vidi lo sbirro fare una leggera smorfia di dolore, per poi allontanare il suo sguardo dal mio e posarlo su…sua figlia
Non riuscivo a crederci.
Padre e figlia erano l’uno di fronte all’altra e non lo sapevano.
Aileen aveva appena pestato un piede a suo padre.
Continuai a guardar loro…insieme , come fossero la mia ancora di salvezza.
Ero ansiosa di scambiare qualche parola con Gabriel , del tipo…tanto per iniziare, un bel…
Cosa ci fai qui ?
Ma mio zio e Luke non ci diedero il tempo di scambiare neanche una sillaba.
Erano comparsi magicamente al mio fianco.  
“ Lei è?” domandò mio zio senza tanti preamboli, un sigaro spento in mano.
Gabriel spostò immediatamente lo sguardo da me per rivolgere un saluto a mio zio.
Uno strano sorrisetto, furbetto direi, affiorò sulle sue labbra rosa perlato: “ William Gregor…è un piacere per me conoscerla. Lei è Walter Rossi, non è così?”
Walter ridacchiò: “ Ah, vedo che ha sentito parlare di me . Suppongo in maniera positiva”
“Assolutamente” rispose
William Gregor, eh? Si, si certo…
Come la prima volta che l’avevo incontrato…com’è che si era presentato?
Ah , sì…David
Era sotto copertura anche questa volta.
Amava rischiare grosso l’elefante obeso , ed ero già preoccupata per lui...accipignolina.  
Se avessero scoperto che in quella festa c’era uno sbirro…sarebbe andata a finire male.
“ E’ la prima volta che vedo lei in queste rimpatriate tra amici di vecchia data” aggiunse mio zio.
Stava già indagando sul suo conto per capir se era una persona affidabile.
Gabriel annuì: “ E’ vero. Io ed il mio socio, Jack Summer , siamo appena arrivati da queste parti . Ma siamo nel posto giusto per fare ottimi affari, suppongo” e rivolse a mio zio uno sguardo più che eloquente, che lui comprese al volo.
Si riferivano ai loro affari loschi…
Mio zio si fece più attento: “ Di cosa si occupa precisamente?”
Gabriel rise piano: “ Ho una società che si espanderà fino a raggiungere i confini della Terra , con un piccolo aiutino.” E fece un occhiolino che trovai molto…attraente
“ e lei in cambio cosa può offrire?” continuò a domandare mio zio
“ Tanto denaro, e tante armi…più di quante lei ne possa mettere assieme in un anno ”
Mio zio sollevò entrambe le sopracciglia colpito : “ Mi piace questo ragazzo” disse a Luke, che sorrise a sua volta.
Gabriel sapeva essere davvero molto convincente .
Mi erano venuti i brividi nel vederlo parlar con mio zio a quella maniera.
Non sembra più lo sbirro di sempre.
“ Ha già preso posto in sala?” domandò Luke
Gabriel scosse la testa: “ No, purtroppo ancora no”
Walter annuì: “ Perfetto allora , prenderà posto al nostro tavolo . Mi farà piacere discutere ancora un po’ con lei su molti dettagli…William”
Idiota, accetta oppure accetterò io al posto tuo. Pensai ansiosa.
Adesso che l’avevo ritrovato, non avevo alcuna intenzione di separarmi da lui…in alcun modo.
“La ringrazio per l’invito, accetto volentieri”
Bravo, così si deve fare.
Mio zio annuì: “ Bene, allora tanto per cominciare, lasci che le presenti mia nipote. Stella Rossi”
Lui mi guardò in modo strano dopo quella rivelazione .
No, Gabriel…se stai pensando che io sia dalla sua parte ti sbagli, credimi
Mi baciò il dorso della mano destra con fare dolce ed io rabbrividii a quel contatto.
“ Incantato” mi disse senza mai allontanare i suoi occhi dai miei
Gli sorrisi : “ è un piacere per me”
Ma il mio sorriso voleva dirgli anche : Gabriel…rimani con me. Non lasciarmi più sola





Angolo Autrice 


Ciaooooo ^^ ho appena finito di scrivere questo nuovo capitolo , ho ancora le dita fumanti XD  
Spero tuttavia che non mi sia sfuggito qualche errore.
Noto che ogni tanto faccio qualche errore di battitura...scusatemi ma rileggo velocemente quello che scrivo :/   
Allora, cosa ne pensate? ^^ 
Oggi finalmente sono riuscita a dedicare un pò di tempo a questa storia visto che questa mattina ho dato il mio famoso esame ^^ ed è andato benissimo grazie a Dio *______* sono al settimo, ottavo, nono, decimo, undicesimo, dodicesimo cielo... :) i libri da studiare per altri esami ci sono sempre , mi aspettano....ma oggi volevo farvi leggere questo nuovo capitolo ^^ spero non abbia deluso le vostre aspettative ^^ il prossimo sarà uno dei miei capitoli preferiti , se riuscirò a scrivere come ho immaginato alcune scene ^^  
Fatemi sapere cosa ne pensate ;)
Ringrazio Noemi_ST , MaryGray e Novalis per aver recensito e continuare a recensire, siete meravigliose ;) 
e ringrazio tutti voi inifinatemente che preferite, seguite e ricordate questa mia storia ;) 
Un bacione, a presto ;)  

 

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Capitolo 20
*** Non aver paura ***


Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




Capitolo20 Non aver paura





Ste
lla 
 

Era così bello .
Mi sembrava di vivere un sogno , nonostante tutto.
Seduta di fronte a lui continuavo ad osservarlo rapita dalla sua bocca , dai suoi occhi verdi , dai suoi corti capelli dorati portati indietro ogni tanto da un rapido movimento della sua mano destra .
Ammiravo ogni suo singolo gesto .
Con lo sguardo non facevo altro che scivolare su ogni centimetro del suo corpo .
Indossava una bella cravatta nera , giacca e pantaloni dello stesso colore.
Una meravigliosa camicia bianca si intravedeva grazie alla giacca sbottonata .  
Era un incanto, come non potevo ammetterlo? 
Scossi la testa divertita, ancora completamente immersa nei miei pensieri.
Qual era stata la prima parola che avevo usato per definirlo ?
Elefante.
Il mio bell’elefante obeso.
Eppure…ormai non potevo più definirlo come tale dopo quello che aveva fatto e stava facendo per me, per salvarmi
Aileen seduta al mio fianco mi richiamò punzecchiandomi un braccio con un ditino affusolato
“Dimmi” le dissi , ritornando alla realtà, pur continuando a tenere d’occhio Gabriel .
Non sarei più riuscita ad allontanarmi da lui neppur volendo , nemmeno con i soli occhi . 
Lo sbirro stava sorseggiando del vino rosso mentre discuteva con la compagnia dei folli – il ritorno degli affari loschi di Walter Rossi .Tanto per citare il signore degli anelli .  
Avrei tanto voluto conoscere i piani di Gabriel , che di certo erano sicuramente cambiati dal momento in cui mi aveva vista, o più precisamente , da quando mi aveva pestato un piede.  
Al suo fianco, quello che definiva suo socio in affari , secondo me non doveva essere nient’altro che un altro sbirro , che non riusciva però a spiaccicare una sola parola in italiano .
Uno sbirro americano anche lui ?  
Gabriel comunque parlava l’italiano in modo corretto .
Era come se fosse da sempre cresciuto in Italia , e ne ero rimasta profondamente colpita.
“Aileen?” chiamai , curiosa di sapere cosa aveva da riferirmi la piccola .  
La bimba fece una smorfia giocherellando con uno dei suoi boccoletti dorati che le ricadevano sulla fronte : “ Tu e lui vi siete già conosciuti in passato  ?” mi bisbigliò ad un orecchio.
Si riferiva a Gabriel.
Avvampai.
Come aveva fatto a capirlo? 
“N..no, tesoro…cosa vai a pensare?” le risposi balbettando un po’ , con un risolino sulle labbra davvero ridicolo, giusto per far da contorno al mio già evidente imbarazzo.
Che strazio .  Non avrei mai voluto dirle una bugia.
Eppure… la biondina non l’aveva affatto bevuta , lo capii dal suo sguardo indagatore .
Roteai gli occhi: “ Non ti è simpatico?”
Lei fece spallucce: “ E’ cattivo, proprio come Luke. Può farti soffrire ” mormorò con tristezza
Rimasi profondamente colpita da quelle parole.
Ci conoscevamo da poco , ma nonostante ciò lei si era molto affezionata a me .
Gli sfiorai una guancia con dolcezza: “ No, lui è diverso. Credimi”
No, suo padre non era come tutti quei balordi seduti intorno al nostro stesso tavolo .  Non poteva pensar questo di lui , per me era inconcepibile…eppure l’aveva fatto.
Ma in effetti, Gabriel non si era presentato come una buona persona davanti ai suoi occhi .
Avrei voluto dirle di più , spiegarle tutto, non mentirle perché non meritava altre bugie , ma rimasi in silenzio…qualcuno avrebbe potuto sentirmi .
Non potevo rischiare di far saltare la copertura di Gabriel e del suo eventuale collega seduto al suo fianco: un ragazzo, forse poco più grande dello mio sbirro preferito, con incredibili occhi grigi, magnetici , e capelli corvini . 
“ Tu dici?” mi domandò titubante
Annuii sfiorandole la punta del naso: “ Dico. A me sta simpatico”
“ Da come lo guardi sembra che ti piaccia tanto ” sussurrò lei di rimando , con malizia e uno sguardo furbetto.  Una mano davanti la boccuccia per non farsi sentire da nessun altro.
Trassi un profondo respiro.
Cavolo! Era così evidente?
Bambina batte adulta : 1-0
E gli occhi di suoi padre si posarono su di me proprio in quell’istante .
“ Si sta divertendo?” mi chiese , dandomi ovviamente del lei , vista la situazione .
Ma c’era qualcosa di strano, diverso, nei suoi occhi...perfino nella sua voce.
Come se ci fosse stato qualcosa di sottinteso , che avrei dovuto cogliere tra le righe .  
Purtroppo non riuscii a capire a cosa si volesse riferire .
“ Più tardi le andrebbe di danzare con me?” aggiunse ancora, più teso, quando vide mancanza di collaborazione da parte mia.  
Strabuzzai gli occhi , ma soltanto dopo arrivai al fatto che volesse dirmi in realtà : “ Ti devo parlare”
E magari muovendo quattro passi in mezzo alla sala, avremmo potuto comunicare.
Un metodo alquanto bizzarro , ma efficace per le nostre intenzioni.
Annuii con un gesto rapido e quasi impercettibile : “ Ma certo!” esclamai “ quando vuole”
“Allora non ti dispiacerà ballare prima con me” intervenne Luke seduto alla mia sinistra.
Vidi una tempia dello sbirro iniziare a pulsare dal nervosismo.
Per poco non scoppiai a ridere .
In quel momento c’era veramente ben poco da ridere , ma da quando avevo rivisto Gabriel ogni cosa sembrava aver perso il proprio peso .
Nella mia vita erano ritornati i colori
Niente più nero, niente più grigio.
L’arcobaleno
Capii ancor di più che lo sbirro era nervoso , dal mondo in cui impugnò la bottiglia di vetro, che aveva davanti a sé, per versar un po’ di acqua nel suo bicchiere.
Quella bottiglia, quanto avrebbe voluto tirarla in testa a Luke!
Anch’io Gabriel, non sai quanto , mi ritrovai a pensare.  
Mi voltai a malincuore verso l’essere , o meglio definito come esemplare di verme viscido risalente ai tempi della preistoria , e mi sforzai di far uscire un sì dalle mie labbra .
Corde vocali!
Collaborate su ! Forza!
Se non ballo con questo millepiedi , non potremo parlare con Gabriel!
Abbiate pazienza!
E pensare che quando ero bambina avevo fatto tutto il possibile per lasciar la scuola di ballo che mia zia mi obbligava a frequentare assiduamente ogni giorno dopo la scuola !
Mi ricordavo che piangevo, piangevo , piangevo…inchiodavo i piedi al pavimento e non mi smuovevo con addosso il tutù rosa .  
Vecchi ricordi di un’infanzia alquanto particolare.
Non ero proprio portata per il ballo, no, no.
Non riuscivo a seguire un ritmo, a muovere passi nel modo giusto, eppure…quella sera  non potevo dir di no al ballo.
In quello stesso istante un cameriere servì il secondo dei secondi in un bel piatto piano di porcellana.
Piselli e una sostanza non identificata…che cavolo era ?
Di sicuro il nome sul menù non mi aiutava di certo : “ Follie e fantasie dello chef su un letto di foglie d’inverno ? ”
Bah!
Provai , con la mia capacità intuitiva , di arrivare a comprendere cosa fosse dalla consistenza: nulla di fatto .
Il sapore non era neanche gradito al mio palato.
Amarognolo.
Con una smorfia puntai sui piselli .
Provai ad acciuffarli con la forchetta , ma con scarso esito .
Senza rendermene conto due o tre schizzarono in aria , come fossero stati lanciati da un giocoliere invisibile, per andare a finire nel piatto di chi ?
Indovinate un po’ ?
Gabriel serrò le labbra per non ridermi in faccia .
Provai a far finta di nulla, evitai il suo sguardo , ma fu più forte di me...diventai inevitabilmente rossa.
Proprio come quel bel peperoncino che mio zio stava tagliuzzando per gustare appieno .
Sferrai allo sbirro un calcio sotto al tavolo nel tentativo di fermare la sua risatina, ma non riuscii a beccarlo .
Aileen al mio fianco scoppiò a ridere, dopo aver osservato tutta la scena.
Mi voltai verso di lei : “ Ti diverti , eh?”
“Mai quanto lui” ribatté indicandomi Gabriel .
Quel…quel…bravo! Continua pure a prendermi in giro!
“ Mi sono scappati, va bene?!” dissi ad entrambi esasperata. “ a voi non è mai successo? ”
Gabriel scosse la testa, tuttavia senza più il sorriso sulle labbra.
“A me invece non piacciono” spiegò la biondina. “anche a te ?” domandò poi a Gabriel , con fare curioso.
Lui non degnò la piccola nemmeno di uno sguardo.
Era come se temesse quasi di guardarla.
Non capivo.
Gabriel evitava volutamente quella bambina…la sua bambina
Perché? Non gli piacevano i bambini?
No, c’era qualcos’altro.
Ma cosa?
Ancora non poteva sapere di Aileen ,o forse sì?
Luke mi prese per mano proprio in quel momento.
“ E’ ora di danzare” mi disse con un sorriso a trentadue denti.
Fantastico, decisamente fantastico
                                                                 *****
Mentre danzavo con Luke , Gabriel ci osservava da lontano senza perderci mai di vista.
I minuti trascorrevano lenti e decisi...e quel lento sembrava non finir mai.
Le mani di Luke intorno alla mia vita mi mettevano a disagio , costringendo i miei muscoli a rimaner tesi come una corda di violino.
Non mi sentivo tranquilla con lui ad un soffio dal mio corpo.
Eravamo incompatibili.
E lui era perfino un po’ brillo .
Mi stringeva con morbosità, possessione e a me tutto questo non piaceva per niente .
Provai ad allontanarmi diverse volte , ma lui ritornava a stringermi a sé ogni volta e sempre con maggior forza
Con una mano provò a toccarmi in punti proibiti  .
La fermai con prontezza con una delle mie , sibilando un secco: “ NO”
Lui alzò entrambe le sopracciglia , chiaro segno di voler far finta di non aver capito.  
Con la coda dell’occhio cercai disperatamente Gabriel , ma scoprii che non era più al suo posto.
Non c’era più.
Dov’era?
Perché?
Perché aveva preferito lasciarmi sola?
Il cuore mi salì in gola.
No, non poteva avermi lasciata, no…non poteva.  
Sussultai di spavento quando lo ritrovai ad un passo da me e Luke, nel centro esatto della sala .
Guardava il mio cavaliere con durezza: “ Adesso è il mio turno”
Sospirai di sollievo.
Luke mi lasciò andare con una smorfia: “ Fai pure. E’ una bella puledra” disse con soddisfazione. 
Tremai.
No, non avevo alcuna intenzione di ritornare al casale in auto con quel pazzo. Non quella sera .
Guardai Gabriel in cerca di conforto , di aiuto, di protezione  .
Ma i suoi occhi verdi guardarono con durezza anche me.
Perché ?
Lo guardai confusa, smarrita, mentre con un braccio mi cingeva la vita e mi tirava a sé…contro il suo petto duro come il cemento armato .
Con l’altra mano libera intrecciò le dita con le mie .
E se prima mi sentivo a disagio fra le braccia di Luke, in quel preciso momento ero in paradiso .
Fra le sue braccia mi ero da sempre sentita al sicuro , sin dall’inizio, al riparo dalle paure che mi circondavano .
Lentamente iniziai a muovere qualche passo insieme a lui, stando attenta a non pestare i suoi piedi.
“ Dimmi che tu non sapevi di tuo zio. Dimmi che tu non sei una sua complice . Dimmi che non mi tradirai mai . Ti prego, ne ho bisogno” mi sussurrò , sfiorandomi il collo con le sue labbra
Cercai il suo sguardo: rifugio sicuro per i miei occhi .  
In me era come se stesse rivivendo il suo passato, con Victoria.
No, no…io non ero come lei.
No, io non avevo alcuna intenzione di essere la complice di mio zio e dei suoi giochetti.
No, io non volevo affatto far parte di quel mondo.
Io volevo essere una persona qualunque, che viveva la propria vita con onestà e trasparenza .
No, io non avrei mai potuto tradirlo , non avrei mai potuto farlo soffrire , perché se avessi fatto tutto ciò …io avrei fatto soffrire e avrei tradito anche me stessa . 
“ Fidati di me” risposi stringendomi di più a lui . “ io non sono come lui o lei . Io sono diversa. E non ti farei mai soffrire…non potrei mai. Pur volendo non ci riuscirei,  perché soltanto con te io riesco a sentirmi al sicuro. ” risposi mentre ero alla disperata ricerca del suo calore e del suo profumo .
“Io non sapevo di tutto questo fino a qualche tempo fa . Devi credermi. Mio zio mi costringe a star con lui ! ” continuai , senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi , che mi fissavano intensamente
“ Allora , ti chiedo perdono. Scusami” mi bisbigliò ad un orecchio, improvvisamente
Lo guardai più confusa di prima.
“ Scusa, per non essere riuscito ad arrivare prima . Perdonami , per non averti tirato ancora via da questo schifo in cui sei finita ” mi spiegò con tono dolce
Commossa, ammisi : “ Ti aspettavo…” e una lacrima sfuggì al mio auto-controllo “… da tempo ormai. E sapevo che mi avresti trovata. Tu non potevi essere morto , e non sai che sollievo è per me averti qui ”
Una delle sue grandi e calde mani si posò su una delle mie guance , cancellandomi quella lacrima che stava  continuando a solcare il mio volto.
“ Dovevo trovarti, dovevo farlo…oppure non avrei trovato pace. Stella, da quando ti ho conosciuta sono ritornato a vivere . Con te tutto è diverso, perfino questo momento. Mi sei mancata , e ti prometto che ti porterò via, lontano, da tuo zio .”
Deglutii. Lo speravo veramente, con tutto il cuore .
“Come stai? Ti fa male ? ” gli chiesi seriamente preoccupata , sfiorando con delicatezza il punto in cui l’avevano colpito con quel colpo di pistola , destinato a me .
“Un po’ , ma sto meglio” mi rispose “ molto meglio , adesso che sei con me…fra le mie braccia ”
Sulle mie labbra comparve l’ombra di un sorriso e scossi la testa : “ non farlo mai più . Non potrei sopportarlo ”
“ Io invece rifarei quello che ho fatto . Perché per te vale la pena ”
Trassi un profondo respiro: “ Stai rischiando molto anche adesso. Non voglio che ti accada niente”
Lui annuì serio: “ Non ti preoccupare. Ho un piano”
“ Ossia?” domandai curiosa
Non mi rispose. Si irrigidì.
Aveva notato qualcuno alle mie spalle
“Cosa c’è?” chiesi con panico
“ C’è qualcuno che potrebbe riconoscermi” spiegò rapidamente con un filo di voce .
Mi voltai all’istante smettendo di danzare.  
Florenzo, la mia guardia del corpo, era appena entrato nella sala.
Riportai lo sguardo su Gabriel spaventata come non mai: “ Vai via.” Supplicai , anche con lo sguardo.
A malincuore lo vidi allontanarsi da me .
Ma presto, ne ero sicura, avrei trovato il modo per andare da lui…
                                                                                 *****
Gabriel
 

Quel bestione doveva entrare in questa benedetta sala a tutti i costi ?
Perché?
Quando se ne sarebbe andato di nuovo a far da cane da guardia alle auto di lusso del suo padrone ?
Che cavolo!  Non potevo farmi vedere , oppure sarebbe stata la fine…e non soltanto per me.
Quell’idiota era l’unico in grado di potermi riconoscere, e c’erano troppe persone importanti per far saltare così il mio piano e quello di James .
Lasciai andare Stella e quasi scappai verso il corridoio , che conduceva ai bagni delle signore e dei signori .
Avrei fatto di tutto pur di non incontrarlo .
Salutai con un finto sorriso chiunque incontrai lungo il cammino , e mi fermai soltanto quando non riuscii più a vedere quel deficiente.
Avevo ancora una volta lasciato Stella da sola.
Questo proprio non potevo accettarlo, sopportarlo .
Dovevamo ancora dirci tante cose!
Sbuffai e mi appoggiai ad una parete, poco distante dall’entrata del bagno delle signore.
Rimasi lì, in silenzio…in attesa.
Spesso ritornavo sui miei passi per sbirciare in sala, e quello scimmione era ancora lì a ridacchiare con i suoi compari  .
Digrignai i denti e serrai le mani a pugno.
Non potevo neanche avvertire James , che aveva iniziato a guardarsi intorno per scoprire dove fossi finito.
Osservai Stella da lontano , ed il mio cuore se ne andò per fatti propri , come capitava spesso ogni qual volta che i miei occhi si posavano su di lei .
Era così bella con quel vestito rosso , le spalle scoperte ,  i suoi lunghi capelli castano chiaro raccolti in un elegante acconciatura…
Così bella da togliermi il respiro:  era davvero un incanto.
Una donna preziosa
E la piccola biondina che le gironzolava sempre attorno poi , avevo capito perfettamente chi fosse:
Mia figlia
Vederla mi aveva fatto uno strano effetto.
Non riuscivo a parlarci, a guardarla per più di un minuto.
Ma ero contento che avesse stretto amicizia proprio con Stella .
Mi assomigliava davvero , Victoria aveva ragione : occhi verdi e capelli biondi.
Sbattei un pugno al muro alle mie spalle .
Che potevo fare?
All’improvviso vidi Stella venire proprio verso di me , e il mio cuore diventò violento contro le costole .
L’afferrai per un braccio non appena si avvicinò alla mia presenza , e la spinsi dentro il bagno senza darle il tempo di reagire .
Quando entrai notai che fortunatamente le porte erano aperte , segno che tutti gli ospiti erano in sala , escludendo ovviamente noi .
Potevamo parlare liberamente senza il rischio di essere ascoltati da orecchie indiscrete .
Ma un momento… l’avevo spinta nel bagno delle donne?
Ops .
Io non sarei dovuto essere lì.
“ Ma sei impazzito? Hai di nuovo preso le vecchie abitudini ? La gentilezza di prima la utilizzi in casi rari ?” mi domandò in un sussurrò mentre si massaggiava il braccio dolorante con una buffa smorfia sul suo volto grazioso.
Adesso avrei potuto fare una cosa .
Una piccola cosa, che purtroppo prima non avevo avuto occasione di fare .
Perché non potevo essere visto, da nessuno, mentre…la baciavo
Senza aspettare oltre, senza pensare , senza aspettare un altro suo gesto o un’altra sua parola, posai le mie labbra sulle sue .
Rapendo il suo respiro , la spinsi verso il muro alle sue spalle .
E lei non protestò.
La baciai con tutto l’amore possibile , con le mani appoggiate al muro, proprio ai lati del suo viso  .
La baciai con tutto quel sentimento, che nutrivo per lei ormai da diversi giorni .
Era da quando mi ero svegliato in ospedale che non facevo altro che pensare a quel bacio che le avevo dato , e a quel bacio che avrei voluto darle ancora... e che finalmente adesso potevo darle 
La baciai con trasporto, passione .
Fondendo il mio corpo , la mia anima,  con tutto ciò che le apparteneva .
Il cuore batteva alla stessa velocità del suo .
Impazzito, folle come quel sangue che scorreva nelle vene ad una velocità stratosferica.
Un solo ritmo, una sola melodia...d’amore
Era come se non esistessero più due corpi, ma soltanto uno.
Era come se lei stesse entrando in ogni angolo, centimetro , spigolo, di me.
Conquistando tutto ciò che voleva, anche senza il mio consenso .  
La desideravo da tanto , troppo tempo.
Le presi il volto fra le mani e continuai a baciarla ad occhi chiusi .
Per assaporare ogni attimo di lei
Non riuscivo a staccarmi , ad allontanarmi
Lei era mia , l’avevo trovata. Non potevo essere più contento
Stella stava ricambiando il bacio , il nostro bacio , con la stessa intensità, con la stessa forza e desiderio.
Nessuno aveva il diritto di portarci via quel momento .
No , non l’avrei permesso.
Come non avrei mai permesso a qualcuno di portar lei lontana da me.
Sentii le sue piccole mani , che fino a quel momento erano rimaste intrecciate dietro al mio collo, scivolare lungo le mie spalle ed infilarsi sotto la giacca .
Mi allontanai dalle sue labbra soltanto quando sentii il bisogno di ritornare a respirare.
Rimproverai un po’ i miei polmoni per quell’interruzione.
Stella mi guardava senza dire una parola. Scioccata, ma al tempo stesso radiosa.
“Scusami” le sussurrai sfiorando ancora una volta le sue labbra  
“per cosa?” chiese lei, rapita dal mio sguardo “ per il bacio?”
Scossi la testa con un mezzo sorriso : “ No, non per quello. Non avrei mai potuto chiederti scusa per una cosa che tanto avrei fatto comunque. Anche senza il tuo consenso”
Lei rise piano : “ e allora per cosa?” mi domandò curiosa
Sentivo le sue mani minute continuare ad accarezzarmi la schiena .
“ Io ti amo” le sussurrai , per poi baciarle la fronte “ e devi scusarmi anche…per questo.
Lei posò una sua guancia contro una delle mie : “ Come potrei farlo se anch’io ho capito che non riesco a stare lontana da te, neanche per un attimo? ”
Dopo quella risposta , la strinsi più forte, in un dolce abbraccio .
Le regalai un bacio tra i capelli.  
“ Scegliamo sempre luoghi del genere noi? ” domandò , per poi scoppiare a ridere .
I suoi occhi color caramello brillavano come non mai
Scoppiai a ridere anch’io : “ I bagni pubblici sono così…invitanti”
“ Non dovresti essere qui, sbirro . Questo è il bagno delle donne” puntualizzò lei affondando un dito nel mio petto.
Inarcai un sopracciglio : “Sei gelosa?”
“Tzé , io? Ma che dici, sei matto ? Piuttosto potrebbero prenderti per…beh…”
Sospirai : “ se quello scimmione non sloggia , io non posso andar via ”
Annuì seria, per poi tirarmi per la cravatta verso di sé : “ Come posso essermi innamorata di te?” mi chiese .
Era come se fosse spaventata per ciò che provava.   
“ Non lo so” risposi sinceramente “ Quel che so adesso è che non voglio perderti , e che non ti farò mai del male ”
“Nemmeno io” rispose in un soffio, poggiando la fronte su una mia spalla  
“Stella? Sei qui?”
Sgranai gli occhi, qualcuno la stava cercando.
“ Oddio! Florenzo!” esclamò allarmata mentre si guardava intorno “ presto, devi nasconderti!”
Scossi la testa , non potevo andare da nessun’altra parte senza essere visto.
Ero in trappola.  
“ Stella? Dove ti sei cacciata, eh?”
Lei mi afferrò una mano e prese in mano la situazione .
Un minuto dopo , a dividerci ci aveva pensato il water che avevo sotto al naso .
Stella teneva socchiusa la porta di uno dei bagni in cui aveva deciso di infilarsi assieme a me , e stringeva saldamente la maniglia . Avrebbe tenuto la porta in quel modo, almeno fino a quando non avesse visto la figura di Florenzo riflettersi nel grandissimo e largo specchio , posizionato sopra quei cinque lavandini al di fuori.
“ Stella si può sapere dove sei?”
“Florenzo?” domandò ad alta voce fingendosi sorpresa “ si può sapere cosa ci fai nel bagno delle donne? Sei impazzito? ”
Deglutii quando non rispose.
“ Sei sparita da troppo tempo e tuo zio stava incominciando a chiedersi dove fossi finita assieme al signorino Luke ”
Fiuuu, credevo che stesse per aprire la porta!
“ E’ tutto a posto , adesso arrivo” rispose seccata “ adesso non posso andare neanche in bagno ?”
Quel…quel…gran deficiente ridacchiò : “ Fai pure con comodo dolcezza. Ti aspetto fuori”
Sentii i suoi passi allontanarsi sempre di più e trassi un profondo respiro: “ bastava poco, ed eravamo fregati”
Lei abbassò lo sguardo, tesa : “ E’ vero, perciò adesso devo andare. Tu, trova il modo di ritornare in sala oppure si insospettiranno”
“ Per questo ho bisogno del tuo aiuto. Devi trovar il modo di far uscire quello lì ! ” le ricordai
Si morse le labbra : “ Troverò il modo.”
Era ormai pronta ad andar via quando le riafferrai il braccio, senza però farle alcun male: “ Kevin sta bene?”
“ Fino a domattina” tagliò corto
“ Domani mattina voi sarete liberi” le promisi guardandola dritto negli occhi
“ Non lasciarmi più” mi chiese lei
Le accarezzai il mento : “No, non ti lascerò.  Ti tengo d’occhio . Non aver paura”

 
 

Angolo Autrice 


Ciaooooo ^^ ragazzi come state? ^^ Finalmente le tanto attese vacanzeeee *_____*
Un pò più di tempo libero e tanta voglia di far ciò che ci piace era ciò che ci volevaaaa ^^ <3 
Come vi avevo già scritto... questo capitolo, almeno per come la sottoscritta l'ha immaginato, è uno dei miei capitoli preferiti ^^ e spero vivamente che sia piaciuto tanto anche a voi attraverso ciò che ho scritto :)  
Gabriel ha finalmente fatto utilizzo delle due parole più amate nel mondo : "Ti Amo" *____* <3 
e Stella ormai è cotta a puntino *____* XD
Florenzo è un uomo da far fuori assieme al resto della compagnia dei folli :/ e...Kevin ? 
Kevin, beh lui, aspetta che qualcuno si ricordi di lui :/ effettivamente l'ho trascurato un pò , ma nel prossimo capitolo ritornerà :) 
Fatemi sapere cosa ne pensate :) 
Ringrazio infinitamente come sempre Novalis, MaryGray, Noemi_ST per le loro recensioni <3 , ragazze vi ringrazio tantissimo <3  
E ringrazio di cuore anche tutti voi che preferite, seguite e ricordate questa mia storia <3
che non andrebbe avanti senza TUTTI voi ^^
E poi :  

Buon Natale...Buone Feste a tutti voi e alle vostre famiglie ^^
Al prossimo capitolo :) 
Un bacione,  a presto ;)  


 

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Capitolo 21
*** Libertà conquistata ***





 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




Capitolo21. Libertà conquistata



Gabriel

 

“ Abbiamo un accordo, allora ?” domandai per avere un ulteriore conferma.
Walter Rossi ridacchiò nel suo elegante smoking : “ Ma certo signor William!  Sono sicuro che sarà davvero entusiasmante fare affari con lei . Non è vero Luke? ”
Quel bifolco , tutto muscoli e niente cervello , annuì mentre mandava giù, a fondino, l’ennesimo bicchiere di vino rosso .
Mostrai loro un mezzo sorriso , del tutto falso .
Non avevo nessunissima intenzione di sorridere a quel modo , anzi stavo disperatamente cercando ,in tutti i modi possibili e immaginabili , di nascondere il mio vero stato d’animo dietro quella maschera di serenità .
Ero ansioso, stanco, stressato, confuso, e perfino un po’…impaurito e sospettoso.
C’era una sfumatura negli occhi scuri di Walter , che non riuscivo a decifrare : il suo sorriso non mi convinceva per niente , nascondeva qualcosa .
Aveva preso una decisione di cui non ero stato messo al corrente , ne ero certo .
Chissà cosa stava frullando in quella sua testolina malefica
I suoi uomini , che in quel momento gli stavano ronzavano tutt’intorno come api intorno al miele, facevano finta di nulla, ma era evidente che sapessero qualcosa riguardo al suo nuovo piano, ovviamente a me sconosciuto .  
Diedi un’occhiata a James al mio fianco , e anche lui non sembrava affatto tranquillo .
Nell’aria non si respirava di certo un’aria serena , limpida, cristallina, eppure all’apparenza niente stava andando storto .
Forse era soltanto una nostra stupida, sciocca, impressione.
 Era impossibile che avessero scoperto la nostra vera identità in quella stessa serata, a meno che non avessero informatori in ogni angolo .
Trassi un profondo respiro e rivolsi un sorriso mesto a Stella.
“ Allora, a domani …signori ?” domandò Walter stringendo la mia mano in segno di saluto , e successivamente  quella del mio migliore amico.  
“ Certamente” risposi prontamente , mandando giù quel nodo in gola davvero fastidioso.
 James annuì semplicemente, con un gran bel sorrisone a trentadue denti stampato sul volto.
Ovviamente era finto anche quello .
Hanno abboccato?
Scopriremo tutto domani.
“ Arrivederci” salutò infine James , per poi avviarsi verso l’uscita sfoderando le chiavi della nostra auto di lusso da una delle tasche dei pantaloni grigi , che aveva scelto di indossare proprio per quell’occasione .
Prima di seguirlo , per un bel po’ rimasi a fissare Stella negli occhi.
Provai a trasmetterle ogni possibile sentimento, emozione positiva di cui ero provvisto.  
Lasciai che fossero i miei occhi a dirle che non doveva temere, che presto saremmo stati insieme…per sempre
Mentre mia figlia le trotterellava intorno .
I suoi occhi del mio stesso colore, ogni tanto si soffermavano su di me con curiosità evidente  . 
Dar loro le spalle , a Stella e a mia figlia, fu più difficile di quanto avessi immaginato.
Con mille pensieri che mi ronzavano ancora per la testa, mi avviai verso il parcheggio  , rabbrividendo non poco per il freddo pungente, che mi assalì non appena varcai il portone d’ingresso di quella meravigliosa sala extra-lusso .
La Mercedes che avevamo preso in prestito io e James per quella “commedia” , aveva trovato posto non molto lontano dal punto in cui avevamo trascorso l’intera sera , ma comunque… era una zona completamente immersa nel buio.
Un po’ di luce no , eh?
Tanto sfarzo all’interno e poi all’esterno guarda che situazione!
Appena individuai l’auto , con non qualche difficoltà, dato non era l’unica Mercedes presente nei paraggi, sospirai quasi di sollievo.
La mia pistola , nascosta nel cruscotto , mi stava aspettando.
Scossi la testa : avevo trascorso la serata seduto attorno al tavolo dei cattivi  senza un’arma propria o impropria pronto ad utilizzare per difendermi nel caso fosse accaduto il peggio . 
Senza la pistola al fianco, mi ero sentito vulnerabile più di una volta, specie nel momento in cui Florenzo stava per beccarmi assieme a Stella .
In quel momento mi ero immaginato come un piccolo topolino spaurito di campagna, vestito in ghingheri…  un topolino…davanti ad una fila di gatti inferociti pronti a far festa: con lui
Ero pronto ad entrare in auto quando notai che ancora non era stata aperta .
James non era in auto .
Come?
Dov’era finto ?
Mi guardai attorno, seppur non riuscii a notare un cavolo dato non avevo la vista ad infrarossi  !
“Jack ?” lo chiamai con il suo falso nome , con il cuore in gola.
Niente.
Digrignai i denti, non era il momento di farmi preoccupare e congelare !
Ero già abbastanza carico di tutto!  
Si può sapere dove cavolo era finito?
Stavo girando intorno all’auto, in preda al nervosismo, alla disperata ricerca del mio collega , quando un piede incontrò un ostacolo sul suo cammino .
Spostai immediatamente gli occhi verso il basso e lo vidi.
“EHI” urlai spaventato all’ennesima potenza.
James era disteso prono sull’asfalto gelido .
Era come se fosse morto.  
Non riuscivo a vederlo chiaramente , ma sapevo perfettamente che era lui.
“Ehi”
L’afferrai per la giacca e lo scossi con violenza.
Non mi rispondeva.
No, no. Pensai temendo il peggio. Non scherzare, andiamo amico!
Lentamente lo girai e gli afferrai il volto con entrambe le mani schiaffeggiandolo non poco : “ Amico mio, rispondimi!” lo implorai
Le sue palpebre tremolarono appena e io trassi un profondo respiro di sollievo .
“ Cosa ti è successo?” gli domandai immediatamente.
Lui agguantò una delle mie mani, stringendo con forza, come a voler richiamare la mia attenzione su un altro dettaglio .
Non aveva neanche del tutto riaperto gli occhi quando con tono allarmato mi suggerì : “ Scappa. Vai via! Devi andartene! ”
Delle mani mi afferrarono da dietro e mi allontanarono da lui contro la mia volontà proprio in quell’istante .  
“Troppo tardi” bisbigliò uno sconosciuto , alitandomi sul collo , nonostante io cercassi in tutti i modi di ribellarmi .
Ero sicuro che avesse stampato in faccia un sorriso beffardo, di trionfo .
Sentii il freddo metallo di una lama affilata sfiorarmi il collo scoperto , e mi irrigidii all’istante .
“ Un passo e ti sgozzo come un maiale” minacciò quel delinquente
No, no…io non mi arrendo così
Con rabbia accecante pestai un piede con tutta la forza che avevo a quell’idiota , che continuava a tenermi il coltello alla gola . 
Poi gli affondai un gomito nello stomaco con tanta forza da farlo indietreggiare , ed infine gli tirai un calcio che lo spedì a terra .
Sentii il coltello cadere assieme a lui con un tintinnio .
Era anche giusto che tenesse compagnia al suo proprietario, oppure no?!
Altri due sottospecie di uomini mi furono addosso in un attimo come un gatto su un topo .
Sferrai un calcio al soggetto alla mia destra e tirai un pugno a quello a sinistra.
Cercai di rispolverare qualche mossa di Karate , che avevo imparato quando ero solo un bambino.
Cintura…marrone? Credo che fossi arrivato proprio a quella…prima del giorno in cui decisi di lasciar perdere.
Quei due pararono entrambi i miei colpi con mio sommo dispiacere , ma non demorsi.
Riprovai e riprovai senza fermarmi .
Nelle carte dei cioccolatini di solito , quando c’era in palio un auto, un motorino eccetera, si trovava sempre su un lato la scritta : “Ritenta, sarai più fortunato” , ed io volevo rispettare quella sorta di regola.
Ma capii fin troppo presto che erano veramente troppi per me .
Uno contro tre non era fattibile, per niente .
Ed uno di loro , decisamente più basso di me ma con le spalle almeno il doppio delle mie , riuscì a portarmi entrambe le braccia dietro la schiena, con una mossa così rapida, da confondermi e farmi esplodere il dolore al fianco.  
Lancia la testa all’indietro e colpii in pieno il suo naso aquilino .
Lo sentii imprecare a denti stretti mentre si asciugava, con il dorso della mano destra,  il sangue che aveva preso a colargli dal naso .
“Basta così” ordinò una voce , con un tono che non ammetteva repliche.
Mi si gelò il sangue nelle vene : era Luke
“Complimenti, William” esordì battendo le mani con un sorrisetto sulle labbra “ è capace di difendersi molto bene”
“ E’ questo il modo di trattare chi decide di unirsi a voi, Luke ? ” domandai lanciando una rapida occhiata a James, ancora disteso a terra.
Lui inarcò entrambe le sopracciglia: “ Beh, sì. Specialmente se i nuovi arrivati sono… sbirri
Il mio cuore perse i battiti , per un attimo mi sembrò di vivere un sogno dal quale volevo svegliarmi il più in fretta possibile , ad ogni costo. 
No.
Non poteva essere vero.
Imbambolato continuai a fissarlo, incredulo, scioccato mentre sentivo la punta di una pistola iniziare a premere contro la mia schiena.
Alzai le mani all’altezza delle spalle , d’istinto
“Non muoverti” intimò con tono mellifluo uno degli uomini alle mie spalle.
“ Mi dispiace. In fondo, ma molto infondo. Non saresti stato male come alleato” aggiunse Luke con finto dispiacere.
“Tuttavia…” riprese ridendo “ le cose stanno così. E adesso vedremo cosa fare a te e al tuo amichetto. Credo proprio che mi divertirò. ”
Non avevo più saliva.
La bocca era completamente asciutta.
Il mio corpo non rispondeva più ai miei comandi.
Avevo il mio iPhone in tasca, sarebbe bastato premere un solo tasto e una pattuglia sarebbe subito corsa in mio aiuto, ma come potevo prenderlo in quel momento?
Luke fece con il capo uno strano cenno all’uomo che mi teneva in pugno , ed in meno di un secondo mi ritrovai qualcosa davanti al naso e alla bocca .
Provai a non respirare a sfuggire a quel triste destino,  ma i miei forzi risultarono vani .
Un minuto ancora…e la mia mente non riuscì più a pensare in maniera lucida .
Stordito , mi accorsi soltanto del freddo contatto con l’asfalto.
Poi il vuoto.  
                                                                                *****
 
 
Stella
 

Con una mano gli sfiorai i contorni del viso, per poi soffermarmi sulle sue labbra sottili leggermente dischiuse.
Non aveva ancora riaperto gli occhi, ma presto l’avrebbe fatto.
Come aveva fatto mio zio a scoprire la sua vera identità in una sola sera ?
Come aveva fatto a sorprenderlo a quel modo, senza lasciargli via di fuga ?
Scossi la testa infuriata mentre mi asciugai con le dita una moltitudine di lacrime , che scendevano copiose sulle mie guance pizzicandomi la pelle con il loro sale .
Era tutto finito.
Kevin sarebbe morto, Gabriel altrettanto assieme al suo collega e chissà in quale terribile modo.  
Ed io ?
Io non sarei più stata libera , non sarei mai più stata la stessa di sempre .  
Questa situazione così assurda doveva capitare proprio a me ?
Quel che sapevo , era che niente di tutto questo sarebbe successo se io non avessi incontrato lui , eppure continuavo a ringraziare Dio per quel meraviglioso incontro all’aereoporto .
Non riuscivo a pentirmi delle scelte fatte, della vita che stavo vivendo: perché mi avevano portato da lui.
E perderlo per mano di mio zio , era una cosa che non riuscivo a tollerare . Inconcepibile .
Decisi che avrei fatto qualunque cosa!
Qualunque,  pur di far risparmiare la sua vita , anche a costo di offrire il mio stesso corpo, nella sua interezza, a mani sconosciute .  
Sarei stata toccata, sfiorata, amata da un altro uomo, che mai avrei amato sarebbe stato :  un incubo .
Come vivere l’inferno in terra.
Ma cosa potevo fare?
Per colpa di mio zio , stavo rinunciando alla vita da Paradiso che il Cielo mi aveva gentilmente regalato.
Io e Gabriel eravamo fatti per stare insieme, ma se il resto del mondo non voleva , cosa dovevamo fare?
Cosa ?
Lottare?
Sì, d’accordo… ma non potevo più correre il rischio di perderlo ogni singola volta che era al mio fianco .
 Dovevo lasciarlo andare, soltanto così avrei potuto salvarlo .
Sì, dovevo parlare con mio zio. Forse potevo ancora dare all’uomo che amavo una via di fuga sicura.
“ A cosa stai pensando?”
Sussultai sorpresa e posai lo sguardo su Gabriel.
Aveva ripreso conoscenza.
“ Sei sveglio. Come stai?” gli chiesi , non nascondendo la mia voce tremante .
“ Allora , vediamo…sono disteso su un letto , fortunatamente indosso ancora la mia meravigliosa camicia bianca ed i miei pantaloni, ma ho i polsi legati da un bel paio di manette a loro volta agganciate alla testiera del letto…mmm…nel complesso però sto bene, grazie per averlo chiesto. ”
Aveva voglia di scherzare?
No, lo capivo perfettamente dal suo sguardo.
Il verde dei suoi occhi aveva qualcosa di diverso.
Era spaventato, confuso, quanto me , ma aveva parlato a quella maniera solo per far sollevar  di morale me
Apprezzavo molto i suoi sforzi , sul serio.
Infatti , gli sorrisi seppur a fatica.
“Potresti anche non mentire” gli dissi comunque , trovando posto sul letto proprio accanto a lui
Diventò serio di colpo : “ Cosa dovrei dirti? Non servirebbe poi a molto la verità”
Non risposi.
Preferii poggiare il capo sul suo petto e ascoltai per un po’ i battiti veloci del suo cuore.
Con una mano afferrai la sua camicia e strinsi forte.  
“ Cosa ne sarà di noi?” gli domandai cercando i suoi occhi .
“ Non lo so” ammise in un soffio “Non so più cosa pensare”
“ E’ mattina” dissi con occhi lucidi “ non ci rimane molto tempo…insieme”
Distolse lo sguardo dal mio, puntandolo verso la piccola finestra alla sua destra, dove filtrava appena qualche raggio di sole .
“ Ho fatto di tutto . Per salvare te, Kevin, ma ho fallito ancora . Mi dispiace tanto , Stella. Non avrei mai voluto incontrarti se avessi saputo che sarebbe successo tutto questo ” e strattonò i polsi con forza.
Da quel gesto capii che avrebbe tanto voluto stringermi a sé .
Così fui io a far aderire ancora di più il mio corpo al suo.  
“Ssssh, ti prego” sussurrai , per poi tappargli la bocca con un dito .
Io ero l’egoista .
Mi sentii doppiamente in colpa.
Io non sarei mai riuscita a rinunciare a noi, anche se avessi saputo .
Perché nessuno mai , prima di lui, era stato in grado di farmi sentir quel calore, provare quell’amore , che avevo scoperto per lui
Gabriel provò ad aggiungere altro, ma io non volevo ascoltare .
Non in quel momento.
Era rimasto troppo poco tempo per stare insieme .  
Desideravo soltanto le sue calde e morbide labbra fra le mie, nient’altro .
Correvo il rischio di non poterle incontrare mai più da un momento all’altro , e non volevo perdere secondi in chiacchere .
Lui ricambiò il bacio con passione mentre le mie mani continuavano ad accarezzare i suoi capelli, il suo collo, il suo petto.
“ Qualsiasi cosa accadrà, io ti amo e ti amerò sempre ” sussurrò a distanza di un respiro dalla mia bocca.  
“ Ti amo tanto anch’io”
Era la prima volta che pronunciavo ad alta voce quelle parole per lui , per qualcuno , e fermare le lacrime fu quasi impossibile.
Perché non potevamo amarci se le nostre vite si erano intrecciate , unite in un unico filo ?
“ E’ ora” disse Florenzo alle mie spalle, facendomi allontanate di scatto da Gabriel .
Era entrato nella stanza senza dir una parola , ed aveva delle minuscole chiavi in mano .
Gabriel mi guardò cercando di infondermi più forza possibile, ma non ci riuscì.
Stavo per perderlo, come potevo essere forte ?
Florenzo lo liberò dalla manette , e Gabriel si massaggiò i polsi doloranti senza pronunciare una sola parola.
Non provò a scappare neppure per un attimo, sapeva che sarebbe stato inutile.
Con l’organo pulsante sul punto di esplodermi nel petto , seguii i due fino al salone del casale , dove mio zio ed alcuni dei suoi si fecero trovar seduti tranquillamente.
Altre due persone erano in ginocchio in un angolo, sorvegliati continuamente da quattro uomini che tenevano le armi puntate contro di loro.
Erano ridotti proprio male Kevin e l’amico di Gabriel.
Il ragazzo dagli occhi grigi aveva un occhio nero e diverse graffi sul viso, mentre il ragazzino aveva ancora il labbro gonfio e sanguinante.
Dovevano aver sicuramente alzato le mani contro di lui.
Come potevano esseri umani picchiare come animali persone come loro?
Che schifo!
 Il mio sbirro preferito strabuzzò gli occhi quando vide loro in quella posizione e in quello stato .
Mio zio sospirò sonoramente e prese a fumare il suo sigaro .
Una nuvoletta di fumo grigio si espanse per l’intera sala a partire dalla sua bocca dagli angoli all’ingiù .
“Un meraviglioso spettacolo non trovate, signori?” disse ai suoi spalancando le braccia continuando a tenere le gambe accavallate.
Ridacchiarono .
Luke, in piedi accanto a mio zio, scoppiò in una fragorosa risata : “ Lo sbirro chi sceglierà di far fuori?”
Come? Cosa? Un momento , che cavolo avevano in mente quei folli, che non dovevano essere nient’altro che rinchiusi in un manicomio?
Gabriel fece un passo indietro ,sconvolto, ma Florenzo lo spinse in avanti : “ non fare il timido” lo derise
In risposta ricevette un’occhiataccia.
Walter fece schioccare le dita e un ragazzino si fece avanti con un bel cuscinetto di velluto rosso rubino sul quale era adagiata una pistola  .
“ Prego, prendi pure… William. Oppure vuoi che ti chiami con il tuo vero nome : Gabriel Gray ? ” domandò Walter con disprezzo
La compagnia dei folli scoppiò a ridere al completo.
Gabriel guardò l’arma e scosse la testa : “ Non farò nulla di ciò che mi ordinerete” avvisò guardando dritto negli occhi mio zio . “Se volete uccidermi fate pure, ma non otterrete niente da me”
“ Prendi quella pistola e scegli chi vuoi eliminare. Se il tuo amico oppure il tuo caro testimone” ordinò Luke , ignorando le parole dette .
“ Altrimenti?” sfidò Gabriel
Un altro schiocco di dita da parte di mio zio , e nel salone entrarono anche Aileen , stranamente in lacrime , ed una ragazza, che non avevo mai visto prima di quel momento. Una baby-sitter votata a servire mio zio fino alla morte?
“Altrimenti… faccio saltare in aria il cervello di tua figlia.” spiegò mio zio con nonchalance
Come se non stesse decidendo della vita o della morte di una bambina di cinque anni !
“Perché la nostra piccola Aileen è tua figlia , sai ? ” continuò , godendo nel leggere la rabbia sul volto di Gabriel
Sgranai gli occhi.
No, non poteva essere realmente mio zio quell’essere che stava decidendo di far del male anche ad una bambina a quella maniera !
“ Tu sei matto!” esclamò lo sbirro , pallido in volto.
“ Non fingere di non sapere…” sibilò Luke riducendo gli occhi a due fessure.
“ Lasciatela stare, lei non ha nessuna colpa! E’ solo una bambina! ” continuò il biondo .
Gabriel sapeva di sua figlia? Come ?
E Aileen? Povera piccola, venir a sapere così di suo padre.
“ Allora, che facciamo? Ti decidi a collaborare o preferisci assistere alla morte di tua figlia ?” proseguì Walter
“NON PUOI FARLO!” sbraitai fuori controllo , puntando un dito contro mio zio e avanzando minacciosa verso di lui : “ NON TI PERMETTERE ”
Florenzo mi raggiunse in un attimo , e m’impedì di aggredire ulteriormente il suo capo .
In quel momento avrei strappato quei capelli che si ritrovava in testa a morsi volentieri , pur di fermarlo !
“Tic, tac, il tempo scorre. Hai dieci secondi per pensarci a partire da ora ” avvisò Luke
Walter avevo ignorato completamente le mie urla .
Ero sbigottita.
Per lui, le mie grida non erano state nient’altro che un ronzio?  
“ Dieci…”
No, no. Aileen no. Kevin no. Quel ragazzo…no.
“ …Nove.”
“Otto” si unì Walter
“ Sette. Sei. Cinque…”
“D’accordo” decise Gabriel all’improvviso, afferrando la pistola sul cuscino di velluto con mano tremante .
La puntò contro Kevin e il ragazzo, ancora costretti a restare in ginocchio .
Deglutì vistosamente.
Kevin si ritrovò a balbettare: “a…amico, n…non ti p…preoccupare. M…meglio morire per mano tua, che per mano loro . S…sei stato grande amico ”
“ fai quello che devi” disse l’altro con tono più fermo .
Il biondo scosse la testa. 
Non voleva farlo.  
Cosa sarebbe successo adesso? 
Lanciai un’occhiata in direzione di Aileen e la scoprii intenta ad osservare suo padre, terrorizzata.
Tremava.
“ Risparmia alla bambina questa scena almeno , ti prego” pregai mio zio, sperando che questa volta mi ascoltasse .
“ Questo posso accettarlo” concordò lui , senza neanche degnarmi di uno sguardo.
Gabriel si preparò a sparare. Vide i suoi occhi verdi diventar lucidi.
Poi nell’aria si diffusero queste parole : “ Fermi , polizia”
Il mondo sembrò fermarsi. Scoppiò il caos più totale.
Subito dopo capii che non tutto era andato perduto…la libertà era sempre ad un passo da noi pronta ad essere conquistata  





Angolo Autrice 


Ciaoooo ragazzi ^^ Prima di tutto , spero che tutti voi abbiate trascorso con le vostre famiglie un felice e sereno Natale <3 , poi vi informo che questo sarà l'ultimo capitolo per quest'anno ;) , il prossimo arriverà nel 2014 :)
BUON ANNO A TUTTI VOI ^^ che questo 2014 possa essere carico di Amore e possa far veder realizzati i nostri Sogni :) 
Questo capitolo è dedicato a voi  , lettori silenziosi e non . 
Ringrazio con tutto il cuore chi recensisce... noemi_ST , Novalis, MaryGray ormai ogni capitolo senza le vostre recensioni non è più lo stesso ^^ , ma vorrei anche sapere cosa ne pensano tutti gli altri di questa storia ^^ 
Forza , forza ^^ recensiteeee :)   
Ringrazio infinitamente come sempre <3  tutti voi che preferite , seguite e ricordate questa storia <3 
Nel prossimo capitolo succederanno parecchie cose interessanti e ci sarà molto più romanticismo ;)
Un bacione, a presto ;) 

 

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Capitolo 22
*** La fine di un incubo ***


 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti





Capitolo22. La fine di un incubo




Stella

 
 
Non capivo più nulla .
Ero sgomenta, confusa, spaventata .
Ciò che provavo , percepivo , vedevo con i miei occhi,  era come se non stesse accadendo realmente .   
Come in un sogno.
Non c’era ordine .
Ogni scena, movimento , era come se stesse accadendo in un’altra dimensione : ma io ero là .
Fisicamente ero lì .
E mentre proiettili e persone schizzavano via , in ogni angolo della sala , io continuavo a rimanere perfettamente immobile .
Come un’antica statua di marmo dimenticata sul fondo dell’oceano da secoli .  
Un proiettile passò proprio accanto a me , a distanza di due o massimo tre centimetri dalla mia testa , e fu in quel momento che ritornai in me .
Scossi la testa più di una volta, smarrita .
Un minuto prima i miei muscoli non erano stati in grado di muoversi di una spanna , un minuto dopo invece , ecco che avevano preso loro l’iniziativa, senza che io avessi ordinato di fare loro qualcosa.
Mi ritrovai rannicchiata dietro ad un divano nero a tre posti . 
Le orecchie coperte dalle mani , perché troppo infastidite da quei rumori assordanti , che riecheggiavano nell’aria come fossero dei tuoni durante un temporale .
Sbirciando cautamente da dietro lo schienale del divano , vidi Gabriel lanciare la pistola , che fino a quel momento aveva tenuto in mano , al giovane Kevin che la prese al volo , ma terrorizzato com’era , iniziò a farla saltellare da una mano all’altra , come fosse una patata bollente .
Sarei scoppiata a ridere in altre circostanze, ma non in quella .
In meno di un minuto Gabriel era riuscito anche a recuperare altre due pistole da un tavolino, non molto distante dal camino accesso e scoppiettante , e a lanciarne una al suo collega già in piedi pronto a difendersi .  
Mio zio.
Lo cercai con lo sguardo in mezzo a tutto quel trambusto , e l’individuai intento a sparare con una pistola color argento , il suo sigaro caduto ai suoi piedi… ormai sul punto di spegnersi insieme ai suoi loschi affari .
Luke e  Florenzo , al suo fianco, sparavano senza esitare ,con ghigni malefici sulle loro facce paffute, raffiche di proiettili contro i poliziotti , che indossavano giubbotti anti-proiettile e caschi ben robusti .
Entravano spalancando porte e finestre, ed invitavano tutti i presenti ad alzare le mani con la famosa frase : “ Mani in alto. Siete in arresto ”
Mi sembrava di guardare un film in 3D , ma avrei preferito di gran lunga la versione 2D .  
Nessuno osò obbedire a quel comando .
Figuriamoci !
Ovviamente l’orgoglio maschile ne avrebbe risentito  !
Mio zio ed i suoi continuarono a sparare a tutta forza, ed al contempo escogitavano un piano di fuga .
Ne ero del tutto certa.
Vidi cadere più di due persone sotto i miei occhi .
Le bocche spalancate, il sangue che fuoriusciva dalla labbra e dal naso , gli occhi sgranati .
Un colpo al petto , all’addome, alla testa .
Distolsi lo sguardo in tutta fretta , lo stomaco sotto sopra  .
Riuscii a trattenere un conato di vomito a stento coprendomi la bocca con una mano .
Non potevo sopportare oltre quel massacro privo di significato .
La ragazza , che fino a qualche momento prima era al fianco di Aileen , mi osservava da lontano mentre cercava di raggiugermi per trovar rifugio dietro al divano proprio come me .   
Oddio! Aileen!
Con lo sguardo cercai anche lei disperatamente , e la vidi correre verso di me assieme alla ragazza .
 Corsi verso di loro senza pensare , e afferrai una manina della piccola provando un enorme sollievo nel farlo .
“ Ferme donne. Siete mie ” urlò Luke da lontano , irato .
Lo ignorai.
Quel che non riuscii ad ignorare fu invece il dolore.
Un dolore indicibile , che si propagò per tutto il corpo come fosse una scarica elettrica .
“STELLA!”
Gabriel.
Era stato lui ad urlare il mio nome .
Quando andai nuovamente dietro al divano , questa volta in compagnia di Aileen e di quella ragazza magrolina tutta pelle e ossa , non riuscii a trattenere un lamento .
Scoprii di essere stata colpita di striscio al braccio sinistro .
La camicetta che indossavo era sporca di sangue in quel punto, e strinsi forte i denti.
Una lacrima rotolò giù , sulla guancia destra , per poi finire a terra… sul freddo pavimento  .
Il dolore era quasi insopportabile.
Quel bifolco avevo sparato senza esitare .
Sporco porco ! Anzi, no…non mi andava di offendere i maiali per lui !
Aileen mi fissava con occhietti preoccupati : “ Ti sei fatta male ?” mi domandò dando un’occhiata alla mia ferita.
Il cuoricino le batteva all’impazzata nel petto ! Respirava a fatica tanto era terrorizzata.
Le accarezzai una guancia. Per rassicurarla avrei fatto di tutto : “ Stai tranquilla, tesoro. Sto bene”
Ma non appena finii di dire quelle parole , qualcun altro pensò di farmi cambiare idea
“ Guarda fino a che punto siamo arrivati” esordì mio zio , con occhi pieni di lacrime.
La sua pistola puntata contro di me.
“Non avrei mai voluto farti del male , mai, mia piccola e dolce Stella”
Strabuzzai gli occhi , in allerta . 
“ Non farlo, ti prego.” Supplicai stringendo forte a me Aileen, per calmare i suoi singhiozzi che scuotevano il suo corpicino .   
Walter scosse la testa , asciugandosi una guancia bagnata dalle lacrime con una manica della giacca : “ Purtroppo non posso permetterti di parlare . Devo farlo io, oppure lo faranno loro chissà in che altro modo orribile . Lo faccio per il tuo bene, credimi. Non avrei mai voluto che finisse così . ”
“ Non ci faccia del male.” Disse con un filo di voce la ragazza al mio fianco.
Mio zio scosse la testa e fece partire un colpo in direzione della ragazza .
La vidi cadere di lato, senza produrre un minimo suono.
Il mio cuore si bloccò , fu afferrato dalla morsa del terrore: “ Non uccidermi” pronunciai con enorme fatica.
“ Basta così” sentenziò lui , parlando più con se stesso che con me.
“GABRIEL ,AIUTO!” urlai con tutto il fiato che avevo nei polmoni
Non sapevo nemmeno io come avessi fatto ad urlare quelle parole , a quel modo .
L’istinto aveva prevalso sulla ragione .
Mio zio fece per premere il grilletto , ed io chiusi gli occhi abbracciando la piccolina in modo tale che lei non potesse vedere mio zio compiere quell’orribile gesto su di me .
Tanto male, per poi finire tutto in quel modo ?!
“NO”
Un colpo.
Walter Rossi cadde supino davanti ai miei piedi con un tonfo .
Mi voltai verso sinistra e il mio cuore si sciolse come neve al sole.
Gabriel stava correndo verso di me, la sua pistola fumante in pugno .
Ci raggiunse e abbracciò me e sua figlia con forza .
“ Stai bene piccola?” chiese a sua figlia sfiorandole una spalla , le spalle che si alzavano e si abbassavano ad un ritmo frenetico .
Aileen annuì rapida , ma sotto shock .
“ E tu?” chiese a me , senza esitare un solo attimo .
“ Tutto bene” risposi prontamente , seppur anch’io scossa da questi ultimi eventi .
Non riuscivo a pensare, a capire…tutto era accaduto così velocemente.
Lo sbirro scosse la testa , e mi prese delicatamente il braccio ferito: “ Non dire idiozie, sei ferita” mormorò preoccupato
“ Davvero, non è niente di grave” sminuii io  “ è una ferita superficiale” , ma il dolore c’era, eccome!
“ Riesci ad alzarti?” chiese guardandomi dritto negli occhi.
I suoi occhi verdi che indagavano nei miei con insistenza : stavano perquisendo le mie emozioni, per capire se stessi dicendo il vero .   
“Sì, certamente” risposi, e per dar una conferma provai a mettermi in piedi.
Con mia grande sorpresa scoprii ben presto però , che le mie gambe non erano più in grado di sostenermi .
Sarei crollata sul pavimento se non ci fosse stato Gabriel ad afferrarmi in tempo .
Accompagnò la mia caduta dolcemente , e insieme ci ritrovammo seduti sul pavimento.
La mia testa contro il suo petto .   
Co…cosa non andava?
In quel momento mi accorsi che i miei pensieri venivano partoriti a singhiozzo dalla mia mente , ormai stanca, stremata.  Stressata.  
“ Non si direbbe che tu sia in grado di star in piedi ” mi rimproverò lui , con sguardo severo.
Mi guardava dall’alto mentre continuava a stringermi fra le sue braccia .
“ Questa ferita non è niente in confronto alla tua . E’ solo che…sono molto stanca e …confusa ” spiegai .
Lui mi mostrò un bellissimo sorriso, uno dei più belli che io abbia mai visto sulla bocca di un uomo : “ Non è colpa mia se tu fai parte del sesso debole ”
Inarcai un sopracciglio un po’  infastidita dalle sue parole: “ Sesso debole? Vedremo quanto sarò debole quando starò meglio” minacciai scherzosamente.
Incredibile.
Era riuscito a farmi sorridere, anche in quel momento .
“GIU’!” urlò qualcuno all’improvviso .
Gabriel mi coprì con il suo corpo, spingendo a terra con una mano anche la piccolina al nostro fianco .
Nell’aria riecheggiò il colpo di un altro sparo: l’ultimo .  
“ Potete stare tranquilli ora” avvisò sempre la stessa voce , un minuto dopo .
Era il collega di Gabriel , che aveva messo a tacere per sempre mio zio con un ultimo proiettile .
Il biondo si voltò verso ciò che restava di Walter Rossi , che era ormai ad un passo dalla morte .
Walter aveva tentato di separarmi da Gabriel e dalla mia vita ancora una volta.  
Lo vidi esalare l’ultimo respiro , lo sguardo fisso e rivolto verso il soffitto .
E ben presto scoppiai a piangere , come forse non avevo mai fatto in vita mia .
Piangevo per quella situazione assurda , per mio zio , che avevo tanto amato e con la quale ero cresciuta.
Piangevo perché nonostante tutto mio zio c’era sempre stato per me, non mi aveva rifiutata come mio padre o il compagno di mia madre. Mi aveva portato con sé, in casa sua. Amandomi come una figlia.
Walter Rossi era stato un padre , un nonno, uno zio formidabile per me.
Perché si era dovuto rovinare la vita a quel modo? Per cosa? Potere? Perché se aveva una moglie , figli ed una nipote che l’ammiravano ?
Credeva di non poter tornare indietro , ma non era vero…e per sfuggire alla sue paure voleva porre fine anche alla mia vita .
Aveva fatto del male, voleva far del male…tutto per i suoi scopi.
Due personalità nella stessa persona.
Chi era stato veramente mio zio ?
Poteva cambiare, poteva scegliere, ma aveva preferito non farlo .
Piangevo perché adesso non sapevo più cosa fare, stavo impazzendo .
In un mese e poco più la mia vita aveva subito cambiamenti radicali .
Mi afferrai i capelli con entrambe le mani mentre prendevo a singhiozzare .
“No, no…no!” urlai ribellandomi letteralmente davanti a tutto quel casino .  
Delle forti braccia mi cinsero i fianchi e mi strinsero con fare protettivo .
Il suo respiro regolare, assieme ai battiti decisi del suo cuore , riuscirono a farmi tranquillizzare un poco .
Caldi labbra mi sfiorarono i capelli , e la sua voce mi sussurrò : “ Ssshhhh , calmati. Io sono qui, accanto a te e non ti lascerò mai più. Calmati, va tutto bene…sei al sicuro ora ”
Mi coccolò , mi consolò , utilizzando tutta la dolcezza, la gentilezza di cui era capace.
Con gli occhi ancora inondati dalle lacrime , lo guardai con speranza, sfiorandogli una guancia con una mano .
Lui sarebbe stato il mio nuovo inizio.
La mia ancora di salvezza.
Per lui avrei continuato a lottare, con lui avrei superato quel momento , grazie a lui sarei sopravvissuta alle più terribili tempeste .
Era il regalo più bello che avessi ricevuto in tutta la mia vita.
Un dono dal cielo.
Gabriel…Gabriele, un angelo…il mio  
Mi addormentai fra le sue braccia  , senza neanche accorgermene .
Cullata dalla sua sola presenza.
Ma prima che io chiudessi gli occhi , mi chiamò preoccupato sfiorandomi il viso.
“Stella, Stella…Amore ”  
Mi aveva chiamato…amore.
Che meraviglia
Il suono della sua voce era perfino risultata più dolce nel pronunciare quella parola
Ma ero troppo stanca per rispondergli , preferivo abbandonarmi a quel mondo senza sogni che per un po’ mi avrebbe tenuto con sé
                                                                                       *****
 Riaprii gli occhi di colpo .
Mi trovavo precisamente ?
In una piccola stanza del pronto soccorso , in ospedale .
Ero distesa su un lettino, la stanza era colma di ovatta, medicinali…e c’era anche una scrivania ricoperta da scartoffie di ogni genere .
Più in là un attaccapanni e una serie di armadietti con all’interno siringhe, cerotti, guanti in lattice
Una mano strinse forte una delle mie .
“ Come ti senti ?”
Sentii un piccolo sorriso danzarmi sulle labbra non appena i miei occhi si posarono sul mio bel principe azzurro , in piedi ed accanto a me
“ Bene , grazie ” risposi, ma avrei voluto aggiungere anche
-…quando tu sei con me –
Senza di lui…sarei stata molto, molto peggio.
Ma perché non l’ho ammesso davanti a lui ?
Gabriel mi fece un occhiolino , ed il mio cuore fremette .
Anzi a dirla tutta lo sentii sospirare…
Ma il cuore può sospirare? Oppure erano state le mie labbra a cogliermi di sorpresa?
Sentii quasi le costole scricchiolare e lamentarsi contro il mio “povero” organo pulsante.
 “ Lo so , di solito alle donne faccio questo effetto benefico” se ne uscì fuori, con un tono di voce così caldo e profondo da farmi sciogliere.
Presto, prendete secchiello e paletta perché se continuerà a sorridermi in quel modo non resterà niente di solido in me .
Provai a rimettermi in piedi , e lui si fece subito avanti pronto ad aiutarmi .
Il braccio ferito pizzicava appena.
“ Effetto benefico? Ma dai ! ” risposi inarcando un sopracciglio
Lui annuì mentre con occhi attenti si assicurava delle mie condizioni : “ Non sto mentendo ” rispose
Sospirai .
“ E’ tutto finito adesso?” domandai , all’improvviso .
Era inutile che cercassi di far finta di nulla . Dovevo sapere se tutta quella storia avesse trovato la sua fine .
Lui trasse un profondo respiro mettendosi le mani sui fianchi : “ Luke e Florenzo ci sono sfuggiti, ma la maggior parte sono stati catturati . La testimonianza di Kevin potrà attribuire loro ancora più anni di carcere di quanti già ne abbiano conquistati ”
“ Kevin, come sta? ”
Quel ragazzo mi stava veramente a cuore ormai .
Diciamo che era diventato una sorta di fratello minore , che avevo sempre desiderato di avere.  
“ Sta benissimo. Dovresti vederlo mentre smanetta con i suoi videogames .Si è del tutto ripreso dalla paura e dallo shock . In questo momento è al distretto sotto la stretta sorveglianza del mio collega  James e di altri poliziotti romani che sono stati affidati al nostro caso . Sono dei simpaticoni, presto ti presenterò tutti loro . Credimi , se ti dico che mangiano un quintale di panini al giorno. ”
Risi: “ Quando ripartirete per Milano, dunque?”
Il solo pensiero che presto o tardi avrei ancora una volta dovuto allontanarmi da lui , a causa del suo lavoro, mi faceva star male , malissimo. Anche se ormai ero del tutto certa , che dopo quell’avventura , non avrei perso i contatti con lui.
E poi…c’eravamo detti cose che non potevamo ignorare.
Quasi arrossii al ricordo.
Perché adesso che eravamo al sicuro , sapevo di non aver più il coraggio di dir parole come “Ti amo” , eccetera? Cosa mi tratteneva ?
“ partiremo ” mi corresse lui , con un meraviglioso scintillio negli occhi smeraldini  
Sgranai gli occhi: “ C…come?” balbettai , cercando di trattener la gioia che presto o tardi mi avrebbe fatta cantar come un gallo al levar del sole. Potevo andar con lui? Voleva portarmi con sé in quel viaggio ? Davvero , davvero ?
“ Dopo ciò che è successo, sarà necessaria anche la tua presenza al tribunale di Milano . Complimenti, sei ufficialmente stata nominata testimone ”
Mi mancò il fiato.
“ Non sono molto felice di tutto ciò. Adesso sei doppiamente in pericolo di vita , ma…almeno ti porterò con me.” Concluse mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni
Mi passai la lingua sulle labbra per ammorbidirle: “ Sarai la mia guardia del corpo?”
Un’idea meravigliosa
Si avvicinò e sfiorò le sue labbra con le mie: “ oh, beh…io vorrei essere molto, molto di più”
Tremai per il modo in cui disse quelle parole.
 “ Avete finito voi due?” domandò una vocina ,che conoscevo molto bene.
“Aileen” la chiamai con gioia , appena la vidi .
Era entrata nella stanza senza far rumore quella birichina , chissà da quanto tempo ci stava spiando .
La biondina mi sorrise e corse verso di me , avvolgendomi le gambe in un abbraccio.
“ Stai bene?” mi chiese ansiosa
“Super bene” le risposi , anche se non era del tutto vero.  
“ Allora, può firmare e uscire se vuole” intervenne un infermiere comparso dal nulla “ ma si riguardi.” Consigliò come da prassi.
                                                                                       *****  
Appena usciti dall’ospedale, Gabriel si tolse la giacca per coprirmi le spalle dal freddo pungente , e prese a tenermi per mano intrecciando le sue dita con le mie .
L’auto che aveva preso in prestito da uno dei suoi colleghi, era posteggiata a qualche metro di distanza dall’ingresso del pronto soccorso.
La sua giacca calda ed impregnata del suo dolce profumo era...era...rassicurante 
Il suo era stato un gesto molto dolce , che mi aveva fatto arrossire non poco .
La sua vicinanza poi, era un vero toccasana per la mia salute .
“ Sicuro che… Tu. Non hai freddo?” gli domandai guardandolo di sottecchi , un po’ in imbarazzo .
Scrollò le spalle e aprì l’auto con un semplice click sul tasto sopra la chiave  : “ Non preoccuparti. Io sto bene così”
Aprì uno sportello posteriore ad Aileen, che fino a quel momento aveva trotterellato gioiosa intorno a noi, e lo richiuse non appena la piccola salì .  
“ Tutto bene con…lei ?” chiesi , consapevole del fatto che la biondina non potesse sentirmi… fortunatamente.
Lui non mi guardò , ma rispose : “ E’ voluta venir con me perché era molto preoccupata per te, ma ancora non ho avuto modo di…di parlar con lei ”
I suoi occhi non si mossero da terra.
Quell’argomento non era affatto facile da affrontare per lui, ne ero consapevole .
E sinceramente mi dispiaceva molto aver rotto quel clima di serenità , che si era creato poco prima.
Annuii: “ Avrei voluto dirtelo io di lei , ma non ne ho avuto il tempo” confessai torturandomi le dita
“ Capisco” tagliò corto lui , per poi aprire la portiera del passeggiero per farmi salire in auto .
Entrai senza dire un’altra sola parola , e quando si mise al posto di guida la sua rigidità ed il suo silenzio raddoppiarono .
Non abbandonarla , se stai pensando di lasciarla andare...non farlo.
Lei ha bisogno di te , chi meglio di me può capirla ?
Anzi, a dirla tutta… Noi abbiamo bisogno di te 



Angolo Autrice 


Ciaooooo a tutti e BUON ANNO :) 
Cosa ne pensate di questo nuovo capitolo ? 
*rullo di tamburi * il nostro Walter non darà più fastidio ! ^^ 
Ma Stella ha sofferto comunque dato era suo zio nonostante tutto :/ 
Eppure, i problemi non sono ancora finiti per i nostri due baldi giovani . 
Luke e Florenzo faranno di tutto per sfuggire alla polizia e di conseguenza alla galera !
Quel che posso dirvi è che nel prossimo capitolo Gabriel, Stella e Aileen faranno un interessante giretto per Roma <3 prima di ripartire per Milano assieme a Kevin, James e compagnia  ;) 
Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate ;)
Ringrazio infinitamente , come sempre, noemi_ST, Novalis e MaryGray per le loro recensioni <3 vi sono grata ragazze ^^
e ringrazio anche tutti voi che preferite, seguite e ricordate questa storia ^^ aumentate sempre di più <3 *____* 
Grazie di vero cuore :) 
Il prossimo capitolo l'ho già iniziato ;) 
Un bacione, a presto ;) 






 

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Capitolo 23
*** Dolcezza ***




Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti





Capitolo23. Dolcezza




Gabriel

 


“Non mi guardare in quel modo ” esordì la bambina seduta sui sedili posteriori .
Stava notando le numerose occhiate che le refilavo attraverso lo specchietto retrovisore per tenerla d’occhio .
“ Perché ? In che modo ti starei guardando?” le domandai leggermente… infastidito ?
Stavo parlando veramente con quella bambina ? Con mia figlia ?
Per me tutta quella situazione era anormale .
“ Come se mi volessi tenere lontano da te ” rivelò , con un tono che non riuscii a definire.
Dispiaciuto? Triste? Arrabbiato? Annoiato?
Ma aveva ragione, mi sentivo realmente a disagio con lei , e la biondina l’aveva capito solo attraverso un semplice sguardo .
Incredibile.
Per un attimo avevo pensato seriamente di non volerla lì , con me .
Sì , era tutto vero.   
Ed io mi sentivo già abbastanza in colpa .
Aileen , riflettei sul suo nome .
Provai a farlo per distogliere i miei pensieri dalla piega che stavano andando a prendere .
Nonostante tutto sua madre aveva scelto bene per lei .
Se non sbaglio stava a significare Luminoso  .
Aileen – Luminoso , e di lei non sapevo nulla .
Oltre l’aspetto fisico di mia figlia, non conoscevo niente
Compleanno, colore preferito, cartoni preferiti , bambole con cui giocava...
Non l’avevo vista nascere , avevo perso gli attimi più belli della sua vita, che consistevano nel muovere i suoi primi passi, dir le sue prime parole , il suo primo pianto o la sua prima risata…
Era come se fosse un’estranea , ma in realtà non poteva esserlo.
Dentro di lei scorreva, viveva , una parte di me.
Come potevo ignorarlo?
Non riuscivo a sopportare la sua esistenza, sì proprio così, ma lei non ne aveva nessuna colpa.
Lei era uno sbaglio, da non poter definire tale.
Uno sbaglio che era valso una vita, sì
Lei non poteva avere una vita d’inferno a causa dei suoi genitori, perciò spettava a me aiutarla in qualche modo.
Ma se io non riuscivo a farlo?
Un parte di me mi stava dando del codardo per quei pensieri.
Io non volevo assumermi le mie responsabilità?
Forse.
Risultavo immaturo?
Beh, della mia immaturità lei ne avrebbe ricavato una bella famiglia però!
Lei poteva avere la possibilità di avere una vita ed una famiglia normale: tutto ciò che aveva sempre desiderato,  sicuramente!
“Aileen” e quasi rabbrividii nel chiamarla per nome ad alta voce “ io non ti voglio lontana da me, ma non è facile…” mentii con semplici parole ,ma non avevo ancora capito quanto la sua intelligenza fosse superiore a quella di molti bambini della sua età .
Mi guardò intensamente, come se avesse già compreso tutte le parole non dette .  
Incrociò le braccia al petto e subito dopo abbassò lo sguardo, forse era sul punto di piangere.
Il mio cuore si strinse sempre di più , si accartocciò su se stesso fino a farmi male.
Il mio essere stava andando letteralmente in pezzi quando poi vide una lacrima solcarle la guancetta rossa .  
Le stavo dando addosso un altro gran peso. Un altro dolore.
Chissà cosa aveva già visto assieme a sua madre, quanta crudeltà e freddezza doveva aver sentito realmente nei suoi riguardi .
Dentro di me una voce urlò a squarciagola : vigliacco
Diedi un pugno allo sterzo in preda alla rabbia , e Stella sussultò al mio fianco.
“ Tu non sapevi niente di me , vero ?” mi chiese ancora Aileen , affacciandosi tra i due sedili anteriori con gli occhietti lucidi .
Vidi Stella sorriderle in maniera molto dolce nel tentativo di risollevarle il morale . 
“ No, non sapevo niente di te ” ammisi mordendomi le labbra e stringendo più forte lo sterzo .
“ Lei mi ha parlato di te, sai ?” aggiunse , indicando Stella con un cenno del capo “ ma ti credevo diverso
 Ennesimo colpo al cuore. Fra poco di quell’organo non ne sarebbe rimasto neppure una briciola.
“ Lei ti descriveva come il principe di Biancaneve!” continuò piagnucolando , come per farmi notare ancor di più quanto il suo mito di aver un super papà fosse andato distrutto, in mille pezzi .
Stella aveva le guance in fiamme, ma se per l’imbarazzo o rabbia per il mio comportamento non riuscii a capirlo .
Aileen sospirò : “ Mi abbandonerai anche tu come la mamma , vero?”  
Non risposi. Non ne avevo il coraggio.
“Siamo arrivati” annunciai piuttosto , parcheggiando davanti al distretto ed aprendo per primo lo sportello per scendere .
Il freddo aiutò decisamente i miei polmoni a respirare meglio.
Stella non mi degnò nemmeno di uno sguardo e prendendo una manina di Aileen la portò dentro in meno di un minuto .
Mi afferrai i capelli con entrambe le mani e richiusi la portiera con un calcio
                                                                               *****
“Complimenti, ti credevo una persona migliore! Non hai nemmeno un briciolo di coraggio per assumerti le tue responsabilità Gabriel ! Non riesco a farla smettere di piangere ! ” sbottò Stella , appena riuscì ad entrare nella stanza in cui , assieme James,  stavo prendendo decisioni importanti riguardanti il nostro caso .
Mi voltai verso di lei e la guardai non poco alterato .
Si era cambiata, qualche collega evidentemente si era offerta di darle qualcosa. Stava bene ma…
Bussare no, eh ?
Cavolo, non vedeva che stavamo lavorando? 
“Se ti riferisci ad Aileen non sono affari che ti riguardano!” sibilai , sul punto di perdere le staffe.
Lei si mise le mani sui fianchi: “ Oh, certo! Il signorino ha cose ben più importanti da fare che occuparsi di sua figlia!”
Serrai la mascella in preda ad una collera accecante: “ Credi che io mi diverta a spaccarmi la schiena e a scervellarmi per portar te e Kevin sani e salvi a Milano ?”
Sgranò gli occhi: “ Adesso sarebbe mia la colpa? Mia?”
Diedi un pugno al tavolo che avevo davanti, incapace di rispondere.
Non volevo litigare con lei…Stella non poteva capire.
Come poteva sapere quello che stavo provando?
James sospirò sonoramente e si mise in mezzo a noi due prendendo in mano la situazione.
“Piacere James Jordan , collega e migliore amico di Gabriel. Tu devi essere Stella, giusto ?”
Lei si calmò all’istante , e un po’ imbarazzata , si portò una ciocca di capelli dietro un orecchio: “ Sì, sono io” biascicò
James annuì con un gran bel sorriso a trentadue denti e si voltò verso di me: “ Beh, almeno lei non è una criminale ! ” cercò di sdrammatizzare , ma non ci riuscì…per lo meno con il sottoscritto.
“Certo che non sono una criminale” ribatté lei un po’ confusa , ed io roteai gli occhi borbottando al mio amico un : “ non è il momento di scherzare, James ”  e mi lasciai cadere sulla sedia posizionata dietro l’unica scrivania di cui potevamo disporre in quel distretto.
“…anche se non era del tutto lontana dal mondo criminale. Hai fatto bene a far di tutto per salvarla , mi sta simpatica ! Sa tenerti testa ” aggiunse , riferendosi al fatto che Stella faceva comunque parte della parentela di Walter Rossi per l’appunto un criminale.  
Stella non commentò mentre fulminai James con un’occhiataccia
“ Gabriel , inutile che ti dica quanto abbia ragione riguardo a tua figlia” proseguì imperterrito
“ Adesso ti ci metti anche tu?” domandai esasperato spalancando le braccia
“ Ne abbiamo già parlato.” Tagliò corto lui mettendosi le mani sui fianchi. Era serio.
“ Tanto non potrei portarla con me” mormorai io . Lo sguardo basso .
Ma quello che avevo detto non suonò come giustificazione neppure alla mia stessa coscienza.
“Chi vuoi prendere in giro , Gabriel?”  Tuonò James inarcando un sopracciglio
“ Quella piccolina ha bisogno di protezione adesso più che mai ! Ha bisogno di una scorta se deciderai di lasciarla qui o non so dove…oppure dovrà venire con noi. Gli uomini di Walter sanno bene che hai una figlia, non ci metteranno molto a metterle le mani addosso pur di ottenere qualcosa da te! Ti ricatteranno , puoi starne certo! Quella bambina non deve pagare per nessuno”
Stella ,dopo quel ragionamento sbiancò , e mi guardò con occhi in fiamme e con altrettanti getti di fuoco.
“ Io non vado bene per lei, chiaro? Non so cosa significhi essere un padre…non ce la faccio” sbottai passandomi una mano tra i capelli disperato. 
Ed era vero. Non sapevo come fare, mi sentivo inadeguato…incapace. Io non ero abbastanza per lei.
Gli occhi color caramello di Stella si addolcirono all’istante: “ Non sei solo”
James annuì al suo fianco: “ giusto. Guarda che zio che si ritrova” disse indicandosi nella sua interezza
Sentii un mezzo sorriso nascere spontaneo sulle mie labbra
“ Io non posso darle ciò che vuole” sussurrai comunque, più a me stesso che a quei due che continuavano a tenermi d’occhio.
Stella si avvicinò a me , e mi sfiorò una spalla piegandosi sulle ginocchia per guardarmi meglio negli occhi : “ Dalle ciò che sei. Lei non chiede altro. Credimi, per Aileen è meglio aver il suo vero padre accanto, piuttosto di un altro uomo che sì, l’amerà come una figlia , ma non potrà colmarle quel senso di abbandono che si creerà in lei. Gabriel, Victoria non può crescerla , ma tu non puoi abbandonarla. I miei l’hanno fatto con me, perfino l’uomo, mio zio, che credevo che non l’avesse mai fatto, ed io non permetterò che accada anche a lei ”
Aveva gli occhi lucidi mentre mi parlava , e la mia rabbia scivolò via da me come acqua in torrente.
“Ho paura” ammisi mordendomi le labbra, senza distogliere mai gli occhi dai suoi .
Non mi vergognai di averglielo detto .
Lei prese ad accarezzarmi una guancia : “Hai detto che tu non mi lascerai, ed io non ti lascerò.  ”
L’amavo
Qualcosa dentro di me scattò , si agitò all’improvviso e conquistai le sue labbra .
Ero incapace di trattenermi.
Ricambiò .
Sentii James sospirare e dire : “ Ehi, ehi…siamo in un distretto di Polizia ! Buoni ragazzi! ”
Senza staccarmi dalla mia Stella , afferrai la mia pistola e gliela puntai contro per farlo ammutolire .
Avevo bisogno di lei , non potevo allontanarmi proprio in quel momento.
Era diventata il mio ossigeno.
Riuscii perfettamente ad allontanarlo con mia somma soddisfazione .
La mia Stellina rise mentre continuava a mordicchiarmi le labbra: “…e poi di cosa dovresti avere paura?” riprese , continuando il discorso precedente : “ hai guidato un aereo di linea in piena tempesta sull’Oceano Atlantico , con un motore fuori uso e un assassino a bordo, effettuando un atterraggio in un aereoporto deserto nelle campagne parigine, seppur con l’aiuto dell’unico pilota rimasto. Hai affrontato la tua ex fidanzata assettata di vendetta contribuendo alla sua cattura, e hai salvato la mia vita senza pensarci due volte beccandoti un proiettile che avrebbe potuto ucciderti. Hai cercato me e Kevin senza fermarti un attimo , e senza pensare alle conseguenze ti sei intrufolato in una festa di potenti e ricchi imprenditori pronti a farti fuori…beh, sei sicuro di aver paura di amare tua figlia ? ”
 Risi e cingendole i fianchi la spinsi a sedersi sulle mie gambe : “ Ti va di far un bel giretto per Roma? Non sarà pericoloso, vedrai . Partiremo domani all’alba quindi per oggi…potremmo divertirci un po’ .”
I suoi occhi s’illuminarono e con la punta di un dito mi sfiorò il naso: “ Sì, ma Aileen è inclusa nel pacchetto?”
Sospirai, ormai arreso : “ Sì, è inclusa. Ma non è detto che verrà con noi a Milano. Potrà restare dai nonni,  magari con una bella scorta al seguito. ” 
Mi guardò incuriosita: “ I tuoi genitori non sono a Los Angeles?”
Annuii : “ Certo. Ma non i miei nonni materni. Mia madre abitava qui, a Roma , prima di trasferirsi in America e conoscere mio padre . I suoi genitori vivono qui da qualche parte , da sempre, seppur mio nonno abbia origini siciliane . ”
“ Sei italiano!” esclamò entusiasta “ ecco perché sapevi parlare così bene l’Italiano!”
“Beccato!” risposi “ beh, non sono del tutto italiano, e fino ad adesso non ero mai stato in Italia, ma… sono un mezzosangue, ecco!”
“Attento allora, i purosangue potrebbero pensare di farti fuori” scherzò lei
“ Perché ? Anche nel nostro mondo esiste un Malfoy? ”
Scoppiò a ridere : “ Può darsi.”
“In quel caso ci penserai tu , italiana D.O.C , a difendermi ”
“ Affare fatto” rispose lei con un occhiolino .
La strinsi più forte a me.
Era mia…e mi amava
quanta dolcezza nei suoi occhi

“Ahi”
“Scusa” dissi immediatamente quando mi accorsi di averle sfiorato il braccio ferito
“ Non preoccuparti ”
Sospirai : “ Su, andiamo. Prima che mia figlia prenda a giocare a videogames per colpa di Kevin”
                                                                                        *****
Stella
 

Era arrabbiata. Era evidente.
Di certo, suo padre non aveva iniziato con il piede giusto con lei!
Aileen non fiatava.
Se ne stava per conto suo, le braccia incrociate e un bel broncio sulla faccetta paffuta .
Gabriel ogni tanto dava una sbirciatina dietro ,  quando il semaforo era rosso e non doveva guardare avanti , ma la bambina non voleva proprio saperne di aprir bocca .
“ La strega cattiva ti ha preso la lingua?” iniziai io guardandola attraverso lo specchietto laterale destro della Mercedes .
Lei nascose un sorrisetto .
Aaaah furbacchiona!
Mi veniva voglia di prenderle a morsi quelle guancette rosse , rosse .
“ No, magari sarà stato il lupo di cappuccetto rosso” si unì Gabriel
Gli sorrisi.
Accettavo i suoi sforzi.
Poteva farcela.
Vidi una delle sue mani abbandonate sul cambio dell’auto e mi salì una gran voglia di prenderla tra le mie!
Coraggio Stella. Non essere timida, lo sai che ricambia gli stessi sentimenti per te.
Muovetevi dita! Non siate pigre come il resto del corpo !
Con enormi difficoltà , il fiatone e il cuore lanciato a millecinquecento all’ora ( come se stessi correndo o facendo chissà cosa ) spostai la mia mano sinistra sulla sua abbandonata.
Lui non si voltò a guardarmi, ma sorrise.
Un attimo dopo intrecciò le sue dita con le mie ed io sospirai, trionfante.
“ Dove vuoi andare, piccolina? Ti andrebbe una cioccolata calda? ” domandai voltandomi verso di lei.
Aileen sospirò: “ Non ho fame”
“ Ok, immagino sia un sì” dedusse Gabriel
“No, no e no!” protestò lei
La rimproverò : “ Non fare i capricci ,tu sei una brava e bella bambina!”
Ah. Rimasi di stucco.
Era già entrato perfettamente nei panni del papà.
Meno male che non sapeva da dove iniziare!
“ Vedi ? E’ tutto istinto” gli sussurrai dolcemente ad un orecchio
“ Sì, ma non è facile” obiettò lui
“ Concesso” sbuffai io, per poi rivolgermi alla bimba: “ Tuo padre vuole solo essere gentile con te!”
“ Lui non mi vuole!” urlò furiosa
Gabriel sbuffò.
Accostò l’auto su un lato della strada , per altro ultra trafficata, e tirò il freno a mano per poi scendere e rientrare da uno sportello posteriore , accanto a sua figlia .
“ Ascoltami bene , signorina ” esordì passandosi una mano fra i capelli  “ io…mi dispiace se non sono il padre che vorresti , d’accordo ? Io…io ci sto provando, ma devi fare anche tu la tua parte. Io ti…ti…ti voglio, ma devi capire che per me non è facile , chiaro? ”
Aileen guardò il padre di sottecchi: “ quindi tu non mi abbandoni come ha già fatto la mamma ,vero?”
Era confusa .
Gabriel cercò il suo sguardo e prese ad accarezzarle i lunghi boccoli dorati : “ No, io…no”
Il volto della piccola s’illuminò , i suoi occhietti verdi brillarono , anzi sprizzarono di gioia .
Le sue braccia scattarono verso suo padre e lo strinsero forte , in un tenero abbraccio .
Gabriel ne rimase totalmente sorpreso , ma ricambiò goffamente il gesto della figlia subito dopo .
“Grazie, papà” sussurrò lei ad occhi chiusi , con la testa poggiata sul petto del padre .
Era contenta, al settimo cielo .
Mi salirono le lacrime agli occhi per quella scena .
Gabriel cercava di fare il duro della situazione, ma non ci riusciva .
“ Mettiamo i puntini sulle i ” esordì comunque lui, cercando di mantenere un certo contegno  “ per un po’ sarebbe meglio se tu non mi chiamassi…papà”
Ed io ovviamente scattai : “GABRIEL”
                                                                            *****
Insieme, tutti e tre , visitammo il Colosseo, l’Altare della Patria, la fontana di Trevi, Piazza di Spagna, il Castel sant’Angelo e quel bellissimo ponte sul Tevere .
Roma è magica!
Un misto di antichità e realtà contemporanea.
Mi veniva da esclamare continuamente : “Wow”
Non c’erano parole, specialmente quando il tramonto iniziava a far la sua comparsa e le luci dei lampioni, delle insegne si accendevano.
E poi...Natale non era molto lontano .
Alcune strade erano già stata addobbate a festa.
Uno spettacolo.
Aileen si divertiva molto.
Quel clima di serenità che si respirava era una favola
                                                                             *****
“ Non dovevi , grazie” dissi imbarazzata , quando Gabriel portò due tazze di cioccolata calda al tavolino, intorno al qualche avevamo scelto di sederci .
Una tazza era per me ed una per sua figlia.
Lui aveva già preso un caffè .  
Poco prima gli avevo detto di non voler nulla , ma alla fine… lui aveva preso comunque qualcosa anche per me .
Aileen aveva sgranato gli occhi alla vista delle sua cioccolata bianca , ed io e Gabriel scoppiammo a ridere quando prese a parlare con i contorni della bocca sporchi di cioccolata.
Quel bar nel centro in cui eravamo era davvero molto carino, elegante.
  “ Ti piace la cioccolata ?” mi chiese Gabriel poggiando i gomiti sul tavolino per avvicinarsi un po’ di più a me .
“ Molto buona , ma così mi farai mettere su qualche chilo di troppo” spiegai con una leggera smorfia sulla faccia
Rise
“Naaa. Tu sei sempre bellissima” mi sussurrò con dolcezza, prendendomi una mano tra le sue
“è fredda ” notò
Ed io abbassai lo sguardo , ancor più in imbarazzo.
Avrei voluto rispondergli : mani fredde , cuore caldo
Ma optai per : “ Fa un po’ freddino”
Ops.
Cioccolata calda , più dolcezza sprigionata dall’uomo che si ama ,  è uguale a… ?
La mia glicemia poteva arrivare a livelli esorbitanti quella sera .
“ Secondo te cosa sta pensando di preciso ?” mi domandò poco dopo , distraendomi dai miei pensieri .
Seguii il suo sguardo e notai Aileen intenta ad ammirare numerosi peluche di tutte le forme e dimensioni.
Erano messi tutti in fila proprio in un angolo del locale .
“ No lo so ma…una sera, Luke le ha fatto a pezzi il suo orsacchiotto preferito . Ha pianto per ore povera piccola.” Spiegai , sospirando davanti a quei tristi ricordi.
Gabriel scosse la testa nervoso : “ Che bastardo, figurarsi se è in grado di essere gentile con una bambina quello lì ! ”
 “E’ vero. Chissà quali crudeltà Aileen ha dovuto affrontare . Di sicuro , prima che sua madre scappasse di galera…aveva una vita più tranquilla, almeno credo ”
“ Prima o poi proverò a chiederglielo. Voglio sapere cosa ha dovuto affrontare ” rispose, prima di recuperare il suo portafogli da una tasca dei pantaloni
Per un attimo vidi la sua immancabile pistola nascosta nella fondina, e rabbrividii.
Se qualcuno avesse voluto, avrebbe potuto rovinare quella bellissima serata per ciò che ero diventata : una testimone. 
Scossi la testa mentre Gabriel tirò fuori 20 euro .
“ Lo stipendio di un poliziotto lascia molto a desiderare, ma comunque…” esordì , prima di alzarsi e fare una cosa che non mi sarei mai aspettata da lui .
Comprò un bellissimo peluche a forma di cavallino per sua figlia.
“prendilo, è tuo” disse dolce a sua figlia .
Era il peluche che lei aveva adocchiato di più.  
Aileen si alzò per almeno tre metri da terra dalla gioia!
“Grazie, grazie grazie…”
Non smetteva di ripeterlo, di ringraziarlo .
Eh sì.
La dolcezza di Gabriel sembrava non aver confini.
La mia dolce metà.
L’ uomo che era nato per restare al mio fianco in questa vita era proprio lì , davanti ai miei occhi

 

Angolo Autrice 


Ciao ragazzi ^^ Buon epifania , la festa più dolce che ci sia *_____* 
ebbene sì, oggi ho mangiato un pò di cioccolata XD dovevo farlo, non sono riuscita a resistere :)
Ed in questo capitolo Stella ed Aileen hanno mandato giù anche loro un pò di roba dolce, tanto per farmi compagnia XD 
Domani si ritorna a lavorare, studiare, ci sarà chi dovrà andare a scuola...forza! Adesso siamo più carichi ;)
( io sono ingrassata  :/ , dettagli ) il giro per Roma per Gabriel, Stella e Aileen vi avverto che non è ancora finito *______*
il prossimo capitolo sarà ancora più dolce <3 
Fatemi sapere cosa ne pensate ^^ 
Ringrazio tantissimo noemi_ST e MaryGray per aver recensito <3 e ringrazio tutti voi che continuate a preferire, seguire e ricordare questa storia ^^ 
Un bacione, a presto ;) 

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Capitolo 24
*** Un anello ed una promessa ***


Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti


Capitolo24. Un anello ed una promessa 



Stella

 

Era sera , le luci calde emesse dai lampioni e dai faretti schierati tutti in fila lungo le strade e i marciapiedi rendevano l’atmosfera romana ancor più piacevole e spettacolare ai miei occhi , specie quando si riflettevano nelle acque fredde ma tranquille del fiume Tevere , che continuava a scorrere lento ma deciso trascinando via con sé anche i miei pensieri più tristi .
Sospirando di tanto in tanto mi rendevo conto di quanto fosse perfetta quella serata .
Quel magnifico ponte sul Tevere, di fronte al Castel Sant’Angelo, nonostante l’ora tarda, continuava a brulicare di turisti armati di cellulari per far foto e piccoli zainetti sul punto di esplodere sulle loro spalle .
La mia dolce guardia del corpo era in piedi ,proprio accanto a me , e se ne stava con i gomiti poggiati sul parapetto del ponte intento ad ammirare la piccola Aileen giocherellare con il suo nuovo peluche.   
Nonostante facesse freddo , stavo bene…in tutti i sensi.
Ero nel posto giusto, con le persone giuste . Non mi mancava altro, davvero!
Era una serata da ricordare...e chissà se come quella ne avrei vissuto altre , data l’imminente partenza da “testimone”
Niente sparatorie, niente morti o criminali pronti a farmi fuori...niente di niente.
Soltanto io , lui, sua figlia con “L’antica” Roma sullo sfondo.
Wow!
Non potevo esclamare altro.  
Non mi sembrava vero , possibile !
Eppure…stavo facendo quel che di solito può fare una persona normale:  uscire , fare una passeggiata, chiacchierare del più e del meno .   
Stavo facendo tutto quel che avevo pensato di non poter fare più dal momento stesso in cui proprio Gabriel, il ragazzo che avevo scoperto di amare , era entrato nella mia vita .
Pentita di averlo conosciuto ?
No, questo mai. 
Altrimenti questa magica serata non sarebbe mai esistita, oppure non sarebbe mai stata la stessa      
Potevo desiderare altro?
No. 
Avevo già tutto quello di cui una persona potesse aver bisogno: tanto amore.
In un attimo il mio respiro si incrociò con quello di Gabriel a mezz’aria senza che io l’avessi voluto , diventando così una simpatica ma pigra nuvoletta, che si innalzò verso il cielo fino a sparire magicamente sotto i nostri sguardi curiosi .
Un attimo dopo scoprii che lui aveva spostato gli occhi su di me, ed arrossii leggermente.
Imbarazzata strinsi forte il cappotto intorno a me facendo finta di voler proteggermi dal freddo , nonostante il vento soffiasse con poca violenza, e abbassai lo sguardo lasciando che i miei capelli scivolassero sulle guance per nasconderne il rossore .
Fortuna quel ponte non era illuminatissimo-issimo , così almeno poteva notare soltanto parte del mio essere tremendamente imbarazzata .
“Devo dirti una cosa” esordì  lui con voce roca.
“dimmi” riuscii a dire , prima che i suoi occhi verdi mi conquistassero anima e corpo .
 Si schiarì la voce con un colpetto di tosse e proseguì: “ Lo so che…beh, noi ci conosciamo da circa un mese. Ma io vorrei chiederti una cosa. Se posso…ovviamente.”
Deglutii : “ Cosa?” mormorai confusa,  per poi balbettare un : “ ovviamente puoi”
Che aveva intenzione di fare? Cosa…cosa voleva dire?
Il mio cuore prese a fare le capriole, le piroette e le giravolte nel mio petto quando lui si sfilò un anello dal dito medio della sua mano destra .
Era molto semplice , di color argento , eppure io non l’avevo mai notato prima di quel momento.
Mi prese la mano sinistra con fare dolce fra le sue , ed io sussultai appena , indietreggiando di un passo ed andando a sbattere con la spalla sinistra ad una di quelle statuette innalzate e messe in fila lungo tutto quel ponte da sogno . 
Sorrise per quella mia reazione, ma continuò come se niente fosse accaduto .
Mi infilò il suo anello all’anulare sinistro, spiegandomi subito che non era una proposta di matrimonio o di fidanzamento, ma…
“ Mi devi fare una promessa” chiarì continuando a guardarmi dritto negli occhi . Quasi come se i sue due smeraldi fossero due frecce pronte a centrare i loro bersagli preferiti: i miei occhi.
Scossi la testa confusa: “ Io…io non capisco” mormorai  
Lui sospirò e spostò il peso del corpo su una gamba: “  Qualsiasi cosa accadrà da domani, voglio che tu sappia che ti amo . E che…se io non dovessi farcela, tu…”
Esclamai un secco : “NO!” facendolo sobbalzare sorpreso “ Non parlare così , mi fai paura”
Avevo perfettamente capito dove volesse arrivare con il suo discorso , ed io non avevo alcun intenzione di ascoltarlo .
Non mentre mi dice che…che…
“ …devi promettermi che se non dovessi farcela tu starai alla grande , ok?  Tornerai al tuo lavoro, tornerai la persona che eri prima di conoscermi- non che adesso tu sia cambiata- ma…non voglio che tu soffra, in alcun modo . Io non posso stare con il pensiero che…che tu possa star male a causa mia e…”
Posai tre dita sulle sue labbra per impedirgli di proseguire.
“Gabriel no, ti prego smettila” lo supplicai mordendomi il labbro inferiore con forza.
Le lacrime già pronte a pizzicarmi gli occhi ed a venir giù.
Lui mi afferrò le dita imprigionandole  fra le sue , e proseguì nonostante io gli avessi chiesto di non farlo.
No, no , non potevo sopportarlo.
“ Tu troverai un uomo che saprà renderti felice , lo sposerai…e farai tutto ciò che hai sempre desiderato di fare prima di incontrare me . Prometti.”
Era fin troppo serio.
E…fatemi capire, quell’anello era come in ricordo di quella promessa che avrei dovuto mantenere ?
No, no e no! Poteva anche scordarselo!
“Hai intenzione di lasciarci le penne in questo viaggio?” domandai , cercando di sdrammatizzare .
Provai perfino a sfoderare uno dei miei sorrisi migliori.
Distolse gli occhi dai miei ( e subito sentii la loro mancanza ) sospirò , portandosi una mano fra i capelli con un gesto veloce , quasi impercettibile.
“Sai bene che farò di tutto per salvare tutti quanti , compreso me . Ma tu devi promettere ” ordinò , ma senza usare un tono duro .
Gli sfiorai una guancia con una mano : “ E se dovessi morire io?” domandai  “ tu mi prometterai che non chiuderai il tuo cuore , che non rifiuterai di amare ancora una volta , proprio come hai fatto dopo aver lasciato Victoria? ”
S’irrigidì : “Tu non morirai” sentenziò , questa volta con tono severo .
Scossi la testa: “ Non puoi saperlo , e comunque non puoi chiedermi di promettere una cosa del genere. Io non posso farlo. Non quando sai quello che provo per te. Perché io non ho mai provato per nessun altro quello che sto provando per te , e non ho alcuna intenzione di…di...” sbuffai cercando nel frattempo di trovare le parole giuste: “rinunciarci…è una cosa troppo grande quella che mi stai chiedendo, ne sei consapevole? ”
 Oh! Finalmente l’avevo detto anche a lui ! Che liberazione !Sì, non ho mai provato per nessun altro quello che stavo provando per lui .
Lui.
Gabriel era diventato parte di me, come potevo separarmene?
Io…io come potevo provare quello che stavo provando per lui con un altro ?
Pazzesco!
In quel momento mi sembrava follia, pazzia pura! Come poteva anche solo pretendere che io gli rispondessi di sì ?
Sfiorò le labbra con le mie, racchiudendo il mio volto fra le sue grandi mani : “ non vorrei mai separarmi da te” sussurrò in un soffio mordicchiandomi le labbra
Tremai mentre una lacrima cadde giù : “allora non farlo”  pregai io .
Lui asciugò quella lacrima con la punta di un dito : “ Che fai ?” mi chiese dolce alzandomi il mento verso l’alto
“La mia stupida sensibilità colpisce ancora!” sbottai io roteando gli occhi e tirando su col naso.
Rise trafiggendomi con il suo sguardo color verde foresta : “ Ti amo anche per la tua sensibilità” decretò con nonchalance .
Cavolo! Non aveva pietà per il mio povero cuore ?
Ogni volta che mi diceva che mi amava dentro di me sentivo un esplosione di felicità inaudita .
E quel ti amo , detto in quella dolce maniera ,  in quella serata perfetta , su quel ponte meraviglioso , mentre i miei occhi erano ancora completamente immersi nei suoi era…sì, una bomba atomica devastante per il mio giovane organo pulsante.
“Se tutta questa storia finirà bene , ricordami di chiederti di sposarti ” concluse sfiorando il mio naso con il suo e poggiando la fronte sulla mia. Sulla sua meravigliosa bocca s’aprì un sorriso mozzafiato.
“Finirà bene, questo posso prometterlo. Dobbiamo crederci. Abbi fede ” decretai, decisa e mi beai fra le sue braccia, che mi avvolsero e mi strinsero in un dolce abbraccio  .
Quale posto mi faceva sentir più al sicuro ?
Nessuno.
Sposarlo…sì, l’avrei fatto.
Non ci conoscevamo da anni , ma era come se avessi compreso e conosciuto ogni singola parte di lui .
Era come se non avessi vissuto la mia vita prima del suo arrivo .
Tutto ciò era possibile?   
Gli diedi comunque un colpetto sulla prima spalla che mi capitò a tiro , e mi finsi offesa : “ Aspetta un attimo,  devo ricordartelo io, eh ? ”
Rise di gusto : “ sai, magari potrei cambiare idea…”
“Ah! Tu potresti cambiare idea? Pensa che io non ti ho nemmeno dato una risposta” ribattei inarcando un sopracciglio, soddisfatta per quella mia risposta .
Si fece all’improvviso incredibilmente serio.
Ah-ah! Azzittito!  
“ Ne riparleremo quando…beh, ne riparleremo quando sarà il momento ” tagliò corto lui
 Guardai il suo anello al mio dito e sorrisi
Non temere mio bel elefante obeso , quando sarà il momento ti dirò di sì  




Angolo Autrice 


Ciaoooo ragazziiiii ^^ come state ? 
Bene ? Spero tanto di sì :) 
E' da molto che non aggiungevo un nuovo capitolo a questa mia storia , ma ho avuto tante cose da fare ultimamente ;) 
Comunque piaciuto questo nuovo capitolo ? :) 
Nel prossimo cap conosceremo la decisione definitiva di Gabriel riguardo Aileen ( andrà con lui a Milano oppure no ? ) e ritornerà anche un pò d'azione ;)
Contenti ? ^^  
Vi ringrazio infinitamente per continuare a leggere la mia storia ^^ siete tanti , meravigliosi , e la cosa non può che rendermi contenta, al settimo cielo <3 GRAZIE ^^ 
Ringrazio di cuore anche Hopedestiny, Novalis, MaryGray e noemi_ST <3 
Le vostre recensioni sono sempre meravigliose <3 
Un bacione a presto ;) 



 

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Capitolo 25
*** Notte prima della partenza ***


 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




NOVA , GRAZIE PER QUESTO MERAVIGLIOSO BANNER *_______* 



Capitolo25. Notte prima della partenza



Gabriel

 

                                       
“Siamo arrivati” annunciai a gran voce , parcheggiando l’auto nel vialetto e tirando il freno a mano con cura .
Finalmente dopo ore e ore di traffico e giri inutili avevo individuato la casa dei miei nonni materni .
Era una graziosa villetta a due piani nella periferia romana, con una larga scala a chiocciola esterna , un largo giardino e una piccola piscina .
Ah però! I nonnini si trattavano bene, ed ero sinceramente contento per loro .
Mi madre abitava qui, prima che io nascessi . 
Trassi un sospiro di sollievo scendendo dall’auto , respirando l’aria fredda ma pura a pieni polmoni.
Poi mostrai alla mia amata hostess un sorrisetto soddisfatto : “ Sono stato bravo, eh ?”
Stella piegò la testa di lato e prese ad accartocciare una cartina di Roma fra le mani che aveva utilizzato per la nostra ricerca : “davvero bravissimo !” esclamò
“ Era sarcasmo quello?” dedussi io corrugando la fronte , fingendomi anche un po’ offeso.
Scoppiò a ridere , mostrandomi la sua chiostra di denti bianchi e perfetti : “ Non ne potevo più di girare e girare come una trottola impazzita per le lunghe e trafficate strade delle Capitale! Il navigatore in questa macchina non funzionava neanche!” sbottò lei scuotendo la testa.
Mi misi le mani sui fianchi, passandomi la lingua sulle labbra : “ Beh, per due o tre volte abbiamo sbagliato per colpa tua! Non sai nemmeno leggere una cartina!” precisai facendole una linguaccia.
Ridusse gli occhi a due fessure , furiosa, lanciandomi addosso quel che restava della povera cartina : “ Non è vero!” ma poi aggiungere in tono sommesso : “ok, d’accordo…soltanto un po’ ”   
La raggiunsi con rapidi passi e le scoccai un bacio sulla fronte prendendole il volto fra le mani : “ Guarda che scherzavo. Mi sono divertito” le bisbigliai ad un soffio dalla sua graziosa bocca .
Le sue labbra si aprirono in un sorriso: “ Adesso andiamo…è già tardi!” consigliò con quei suoi occhi color caramello che non facevano altro che diffondere dolcezza in ogni loro sfumatura.
Deglutii. Quanto era bella?
Dopo un po’ sorrisi e annuii , erano le ventuno e trenta , e di certo non volevo far venire un attacco di cuore ai miei due dolci vecchietti italiani .
Mi voltai verso mia figlia , e scoprii che era ancora seduta in macchina.
Aprendo la portiera posteriore però, trovai tutto tranne quel che mi sarei immaginato.
Aileen dormiva .
Aveva un espressione serena su quel suo piccolo volto! 
E la boccuccia era piegata in un leggero sorriso , le manine intorno al cavallino che le avevo regalato.
Dormiva così bene che svegliarla mi sembrava un reato.
Con delicatezza decisi di prenderla in braccio, stando attento a non farla svegliare.
La piccolina pesava però, eh!
La ferita al fianco decise di farsi ricordare con delle leggere , e comunque sopportabili fitte.  
Aileen si mosse appena, ma non si svegliò neppure quando la strinsi forte a me per ripararla dal freddo.
Stella le chiuse il giubbino rosso che indossava con cura , prima di sorridermi e avanzare al mio fianco verso la porta d’ingresso.
Suonò il campanello , e ad aprirci in meno di cinque minuti fu mia nonna.
I suoi capelli scompigliati e bianchi erano gli stessi di sempre , ed incorniciavano quei suoi piccoli occhi verdi vispi , pieni di vita, e curiosi , leggermente a mandorla .
Aveva uno scialle grigio scuro sulle minute spalle e un grembiule da cucina che le copriva quasi l’intero maglione nero e la gonna lunga fin sotto il ginocchio . Indossava delle ciabatte davvero singolari.
Ero davvero contento di rivederla. E di rivedere anche mio nonno.
Provai un misto di emozioni che non riuscii a descrivere.
“ Nonna, sono io. Sono Gabriel” mi presentai quando la vidi un po’ disorientata, confusa .
I suoi occhi , tanto simili ai miei , si sgranarono e si riempirono di gioia : “ Gabriele!” esclamò contenta
Il mio sorriso si allargò.
Gabriele. Loro mi chiamavano così, da sempre . 
“ Tom? Tommaso ? Vieni a vedere! C’è Gabriele !” aggiunse facendosi da parte per lasciarci entrare .
“ Quanto sei cresciuto tesoro” disse commossa , con occhi lucidi richiudendo la porta d’ingresso alle nostre spalle “ non ti vedevo da quando avevi diciotto anni, eri appena entrato in polizia !”
Sorrisi. “ E’ vero. Da quando non venite più a Los Angeles, non ci siamo più visti . Sono passati parecchi anni” convenni io “ ma tu non sei cambiata per niente nonna. Sei la stessa di sempre ”
“oh , caro” sospirò lei “ come mai qui?” chiese spostando lo sguardo anche su Aileen , che continuava a dormire fra le mie braccia, e su Stella .
Vidi la donna che amavo mordersi il labbro inferiore, in evidente imbarazzo.
“ Gabriele!” tuonò mio nonno in quel momento, avvicinandosi a me . “ come stai?”
“ Nonno. Sono qui per …lavoro, ma ho bisogno del vostro aiuto per una questione delicata” spiegai in poche parole.
Mia nonna saltò a conclusioni del tutto inaspettate: “ Ti sposi? Quando? Sei venuto ad invitarci? Lei è la tua ragazza? E’ italiana? Ma è fantastico tesoro!”
Stella avvampò , ed io mi accodai a lei: “Ehm…lei, lei è…” mi bloccai .
Lei, chi era ?
Per me…era la mia donna.
La ragazza con cui avrei voluto trascorrere il resto della mia vita.
Ma come presentarla? Sarebbe stata d’accordo se avessi confermato quello che insinuava mia nonna? O meglio, sarebbe stata d’accordo se avessi detto a tutti che era la mia ragazza ? Io…
Stavamo insieme quindi…eravamo compagni, fidanzati o quel che so…amici intimi?
Optai per : “è una mia cara amica…” e con la coda dell’occhio scrutai il volto indecifrabile di Stella .
Chissà cosa stava girando in quella sua graziosa testolina dopo quelle mie parole .
“ Ah!” esclamò mio nonno , poco convinto.
“ Lei invece è…mia figlia” dissi con coraggio. Era la prima volta che presentavo la piccola come tale.
I miei nonni sgranarono gli occhi. Mia nonna si portò perfino le mani al petto: “ Oh…ma allora ti sei sposato”
Scossi la testa, un po’ a disagio: “ E’ una storia un po’ difficile e lunga da spiegare. No, non sono sposato . Ora vi chiedo di non dirlo a mia madre non appena la sentirete, perché vorrei essere io a spiegarle tutto ”
Cavolo. Non sentivo mia madre da settimane ormai, me ne ero totalmente dimenticato .
“ D’accordo” acconsentì mia nonna, seguita da mia nonno. “Sai, l’ho sentita questa mattina. Era molto preoccupata per te. Ha detto che non riceve tue notizie da settimane”
 Mia madre sapeva che quando ero a lavoro o avevo un incarico importante da portare a termine non volevo che mi chiamasse, in alcun modo . Per chiesto non avevo ricevuto chiamate da parte sua o di mio padre .
Ma sarebbe dovuto essere compito mio avvisar loro che la mia missione stava procedendo piuttosto bene.
La sera prima di prendere quel benedetto aereo mia madre mi aveva abbracciato forte e mi aveva detto : “Stai attento, ti voglio bene. Torna presto a casa”
Mi mancava la mia dolce , tenera e disordinata mamma. 
“ Comunque piacere. Mi chiamo Stella” si presentò un po’ in ritardo la mia dolce hostess.
“Piacere nostro” rispose mio nonno.
“Volete mangiare qualcosa ?” domandò mia nonna. “ magari alla piccolina qualcosa di caldo?”
Guardai Aileen .
Dormiva ancora . Era un meraviglioso angioletto. Le scoccai un piccolo bacio sulla fronte, per poi far combaciare una sua liscia guancetta con una delle mie.
“ Per me niente, la ringrazio per la sua gentilezza” rispose Stella, in tono educato.
“Niente anche per me e la piccola. Abbiamo già mangiato qualcosa fuori . Grazie ” proferii io. 
“Almeno resterete per questa notte? Abbiamo due camere a disposizione” soggiunse mio nonno mettendosi le mani sui fianchi.
“ Sì” decisi “ perché no?”
Saremmo stati al sicuro. Ne ero certo.
Stella mi guardò colpita, ma non disse una sola parola .
Mia nonna esplose di gioia: “Allora porta la piccola al piano di sopra . Nell’ultima stanza in fondo al corridoio”
“Ok , aspettami pure qui” dissi a Stella passandole accanto.
Lei annuì , ancora un po’ a disagio
“Arrivo subito” la rassicurai con un sorriso
                                                                            *****
Stella
 

Era un’atmosfera così piacevole, confortevole e…e…non c’erano parole per descriverla .
Gabriel rimase per un’oretta circa al piano di sopra .
Quando ci raggiunse nel salotto indossava una camicia pulita e dei jeans che gli andavano piuttosto larghi.
Risi a quella vista mentre lui mi spiegava che gli abiti erano di un suo cugino , che spesso andava a trovare i nonni .
Ah , i nonni di Gabriel erano davvero fantastici, erano stati in grado di mettermi a mio agio .
E mi ricordavano così tanto i miei!
Decisi che quando sarei uscita da quel tribunale per testimoniare , sarei andata a trovar con piacere i miei nonni.
Vidi lo sbirro abbracciare Tommaso e Serena, questo era il nome di sua nonna, con sincero affetto, per poi vederli andar a riposare , salendo le scale che conducevano al piano di sopra , condividendo gli acciacchi della loro età mentre si tenevano mano per mano per dar forza all’altro .
Sorrisi al pensiero di me e Gabriel anziani ,ed innamorati come loro .  
Lo sbirro rimase nel salotto assieme a me .  
Il fuoco nel caminetto scoppiettava allegro e continuava ad ardere legna . La cenere che si era formata superava i due centimetri.
Osservavo rapita quel fuoco caldo , seduta sul divano a tre posti poco distante ,  mentre ero persa fra i miei pensieri .
Le gambe strette e i gomiti sulle ginocchia. Il mento poggiato sui due pugni chiusi.
“ Tu non vai a riposare?” mi chiese Gabriel con voce calda e profonda mentre era in piedi , accanto a me .
Scossi la testa senza spostare lo sguardo dal fuoco : “ non ho sonno”
“neanch’io”  
“ Quindi hai definitivamente deciso” ripresi io , dopo qualche minuto di silenzio .
Il mio amato sbirro annuì: “ Sì. E’ la decisione più giusta”
“Aileen come la prenderà?” domandai mentre lo vidi prendere posto al mio fianco .
“Spero bene. Faccio tutto questo per il suo bene” spiegò per poi spostare lo sguardo su di me.
I nostri sguardi si incontrarono e fu magia.
Mi sentivo la donna più felice del pianeta.
L’uomo che avevo scoperto di amare, mi amava a sua volta.
Essere amata.
Amata da lui, oltre che dalle persone a cui vuoi bene come amico o familiare o altro, era un onore per me.
Prima di lui non avevo mai avuto neanche una piccola storia insignificante di un giorno. Mai esperienza alcuna con un ragazzo. Ritenevo le piccole storie inutili, una perdita di tempo...
L’amore non è mai stato un gioco per me . Io ero in cerca dell’amore vero.
E non avevo mai trovato nessuno che riuscisse a farmi battere forte il cuore come stava facendo lui . 
Più di una volta, in passato,  mi ero chiesta se su questa terra fosse nato un uomo anche per me,  la sottoscritta,…ed ora eccolo lì, davanti ai miei occhi. Non potevo desiderare di meglio.
L’amavo.
Dio ti ringrazio!
L’unica pecca? Era uno sbirro. In ogni momento nel suo lavoro rischiava la vita.
Qualche criminale poteva portarmelo via da un momento all’altro.
No.
“A cosa stai pensando?” mi chiese, portandomi dietro l’orecchio destro una ciocca di capelli.
“Niente di preciso”
Corrugò la fronte mentre prese ad accarezzarmi il collo facendomi rabbrividire: “ non è vero” disse lui
“ a noi ” mi decisi a rispondere “ sono la tua più cara amica, eh ?” domandai , ed ero curiosa di conoscere la sua risposta . Si vergognava di me?  
Scosse la testa con un sorriso mozzafiato sulle labbra: “ Volevi che ti presentassi come la mia ragazza?”
“Non sarebbe stato male” decretai un po’ delusa .
Annuì. “Hai ragione. Io l’avrei anche fatto , ma non sapevo se ne fossi stata d’accordo. Volevo parlarne prima con te ”
Sospirai di sollievo: “e sentiamo…perché non sarei dovuta essere d’accordo?” gli domandai ad un soffio dalle sue labbra.
Inevitabilmente i miei occhi erano caduti proprio su di loro , che si schiusero e mi regalarono un dolce bacio.
“ Allora da oggi sei ufficialmente la mia ragazza ” decise continuando a sfiorarmi le labbra con le sue.
Sorrisi.
 Le sue labbra scivolarono dalla mia bocca , alla mia guancia sinistra per poi scendere lentamente , con delicatezza,  verso la base del mio collo, lasciando una lunga scia di piccoli baci davvero dolci .
Presi ad accarezzargli i suoi corti capelli biondi, giocando con alcune piccole ciocche mentre le sue labbra presero a risalire fino a riconquistare le mie labbra.
Dopo un altro bacio lungo e carico di passione , iniziai ad accarezzargli l’ampio petto coperto dalla camicia .
Le sue mani stavano scivolando sui miei fianchi .
Mai . Nessuno mai, aveva osato così tanto con me.
Ma non avevo paura.
Io mi fidavo di lui
Le mie dita giocarono con alcuni bottoni della sua camicia fino ad aprirli.
In meno di un minuto la sua camicia fu sbottonata del tutto .
Il suo petto era...perfetto , doveva andar in palestra per aver tutti quei muscoli ben sviluppati !
Gli accarezzai la pelle con la punta delle dita, poi mi fermai all’improvviso .
Ancora…ancora non riuscivo ad arrivar a fare quel grande passo, non in quel momento almeno .
Era ancora troppo presto per me .
E non volevo correre così in fretta con lui .
Bruciare tutte le tappe del nostro amore in un solo colpo.
Volevo che quell’unione avvenisse in un altro momento , in altre circostanze.
Non così.
E non mi importava un fico secco se ero ancora vergine a ventiquattro anni.
Lui mi amava. Capite? Mi amava? E a me non importava molto di tutto il resto.
Lui comprese perfettamente i miei pensieri ,anche soltanto con un semplice sguardo, e si allontanò un po’ da me , lentamente.
Ma i nostri sguardi rimasero lì, incatenati e tenuti stretti da un filo invisibile.
“ Ti amo” sussurrai accarezzandogli una guancia.
Mi era venuto così naturale dirglielo. Non credevo di farcela , così facilmente .
Lui mi sorrise : “ Anch’io”
Ricambiai per poi notare sul suo fianco sinistro un grosso livido violaceo tutt’intorno ad una piccola medicazione .
“Ti fa ancora male?” chiesi
Scosse la testa: “ Tu? La ferita al braccio ti da fastidio?”
Gettai una rapida occhiata al mio braccio e scossi anch’ io la testa: “ No, grazie a Dio”
“ Chi l’avrebbe detto che ti saresti preso una pallottola al posto mio quando ci siamo conosciuti in aereoporto ?” chiesi in seguito, ricordando il nostro primo incontro .
Lui rise: “ Già.”
“Gabriel, per favore…quando questa storia finirà lascerai la polizia?” chiesi speranzosa, abbassando lo sguardo ed intrecciando le dita con le sue .
“Perché?” mi domandò lui curioso abbassando il capo alla ricerca del mio sguardo.
“ Ho paura. Non voglio…rischiare”
Scosse la testa: “ Non posso lasciare la polizia. Porterò a termine tutti i miei compiti. Farò sempre tutto il possibile per battermi per ciò in cui credo. E tu non devi temere nulla ”
Roteai gli occhi. Non risposi , ma quello era un argomento soltanto rimandato. Avrei fatto di tutto pur di fargli cambiare idea.
                                                                             *****  
  La mattina arrivò decisamente presto.
Scendendo dal letto , a piedi nudi , mi avviai verso la camera di Gabriel e di Aileen, proprio accanto alla mia . La sera precedente la piccola tra uno sbadiglio e l’altro era riuscita ad esprimere un suo desiderio : dormire con il suo papà .
Gabriel non si era tirato indietro.
Quando bussai e non rispose nessuno , aprii la porta cautamente e scoprii che i due dormivano ancora sul loro letto matrimoniale . L’uno di fronte all’altra. Le teste vicine, ed un braccio di Gabriel sotto al collo della piccola come fosse un cuscino.
Erano così teneri insieme. Entrambi avevano dormito vestiti proprio come me.
Rimasi a guardarli per un po’, incantata.
Poi mi avvicinai con cautela e sfiorai appena la spalla di lui : “ Ehi. Dobbiamo andare” bisbigliai , scoccandogli un dolce bacio sulla guancia : “buongiorno”
“ehi, buongiorno” farfugliò quasi subito tra uno sbadiglio e un altro. Poi lentamente fece scivolare via il braccio che aveva sotto il collo della piccola , per non svegliarla e si alzò .
Si stropicciò gli occhi e ritornò a guardare sua figlia: “ non vorrei lasciarla qui, ma devo”
Sorrisi triste e l’abbracciai : “ Tornerai da lei non appena questa storia sarà finita. I tuoi nonni sapranno prendersi cura di lei.”
“Fino ad allora mi mancherà” mormorò lui
“Anche a me, ma qui starà al sicuro. La scorta che sarà impegnata a proteggerla è già qui fuori, l’ho vista prima. James e Kevin ci stanno aspettando al distretto invece…è tardi”
“ hai ragione” concordò lui con un sospiro.
“papà, papà non andare via” disse la piccola nel sonno  
Gabriel deglutì , si chinò su di lei : “ Tornerò presto, tesoro ” le sussurrò per poi scoccarle un bacio fra i capelli.
“Andiamo” mi disse senza più voltarsi. Se l’avesse fatto non sarebbe più riuscito ad allontanarsi da Aileen ed io con lui, ne ero sicura . Mi ero affezionata alla piccola, fin troppo.
                                                                               *****
Era stata dura salutare anche i nonni di Gabriel .
Avevo un nodo in gola quando vidi attraverso uno degli specchietti laterali della Mercedes sparire quella villetta in cui avevamo trascorso la notte.
Ritornerò , promisi
Gabriel al mio fianco guidava in silenzio, la prima parola che mi rivolse fu : “ Arrivati” quando ormai eravamo davanti al distretto di polizia.
James e Kevin ci aspettavano dentro assieme alla nostra scorta composta da Tre uomini ed una donna.
La ragazza che aveva sì e no all’incirca due o tre anni più di me mi sorrise e cercò di rassicurarmi.
Kevin si dondolava sui talloni finalmente contento di muoversi e di raggiungere la nostra meta.
“ Questa notte avete fatto scintille tu e Gabriel ?” insinuò mentre masticava una gomma in maniera indecorosa.
Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa. Quel ragazzo amava sempre scherzare : “ Chiudi quella bocca , Kevin!” l’avvisai “ e non dire niente di sconveniente !”
“D’accordo socia-capo testimone” rispose lui scattando sull’attenti .
Era un caso perso oppure era recuperabile?
Gabriel diede una spallata al ragazzo mentre fece per raggiungermi
“ Metti questo sotto la maglia, starò più tranquillo ” mi ordinò dolce mostrandomi un giubbotto anti-proiettile.
Trassi un profondo respiro.
“ L’ho messo anch’io” si intromise Kevin alle spalle di Gabriel .
Lo sbirro si voltò verso di lui: “ Tu non hai nient’altro da fare? Vai in bagno…non ci fermeremo spesso durante il viaggio in auto”
Il ragazzo sospirò per poi girare i tacchi ed allontanarsi.
Gabriel ritornò a guardarmi: “ Lo fai per me?”
Presi il giubbotto annuendo, prima di dire: “ Ma indosserò questo giubbotto solo se lo farai anche tu”
Lui rise e mi afferrò le spalle: “ Devo essere libero nei movimenti io…non ne avrò bisogno.”
“ Non starò calma se tu non indosserai questo” ribattei alterata
“ Starai calma , invece” mi disse prima di allontanarsi a grandi passi da me.
“ E’ arrivato un pacco per il distretto ” esordì un poliziotto in divisa all’improvviso ,  rivolto a quello che doveva essere un ispettore?
“Aprirlo. Scopriamo cosa ci hanno gentilmente regalato. Chi è il mittente?”
Il ragazzo fece spallucce: “ Non c’è il mittente”
L’ispettore s’incupì: “ Come sarebbe a dire che non c’è il mittente? Questa cosa mi puzza”
E prese ad aprire quel piccolo pacco marrone con estrema delicatezza.
Vidi i suoi occhi spalancarsi lentamente, ed il tempo sembrò fermarsi nel momento in cui esclamò: “ è una bomba! Tutti fuori!”
Il mio primo pensiero fu: oddio!
Il secondo: “Gabriel , dove sei? ”
Il terzo…non riuscii nemmeno a formularlo.
Una mano afferrò una delle mie di slancio e mi condusse verso l’uscita costringendomi a correre .
Un minuto dopo una forte esplosione.
Sentii letteralmente il mio corpo sbalzato in aria per la potenza dello scoppio .
Cadendo sbattei la testa su qualcosa di duro , forse il marciapiede dato il cielo era già sopra di me .
Per un attimo la mia vista si annebbiò , ma riuscii a rimanere cosciente.
Rimasi ferma.
Sì , ero viva
Il mio cuore batteva ancora


Angolo Autrice 


Ciao ragazzi ^^ Alloooora ? Cosa ne pensate di questo nuovo capitolo ? 
Piaciuto? ^^  
I nostri cattivi sono ritornati alla riscossa :/ mentre la piccola Aileen è rimasta dai suoi bis-nonni ^^ 
Cosa sarà successo dopo lo scoppio?
Fatemi sapere cosa ne pensate , ci conto ^^
Ringrazio di cuore tutti voi che recensite, preferite , seguite e ricordate questa mia storia <3  
Un bacione a presto ;) 

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Capitolo 26
*** Non è ancora finita ***


Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




Capitolo26. Non è ancora finita  



Stella

 

Ero ancora viva
Strano, eppure vero
Il mio cuore batteva , ed il mio sangue continuava a scorrere nelle vene distribuendo ossigeno in ogni angolo, parte di me .
Imprigionato nella gabbia di costole senza via d’uscita , il cuore non avevo perso di vista il suo lavoro , ed era in attesa del momento in cui la mia paura avesse cessato di esistere e di tormentarlo , costringendolo a tenere l’andatura accelerata in quel modo che non gradiva .
Voleva rallentare quella folle corsa , che da lì a poco avrebbe fatto impazzire ancor di più il resto del corpo, scosso da fremiti violenti e incontrollabili .
Le spalle, che per il respiro accelerato andavano su e giù , riflettevano al mondo esterno tutta la mia angoscia, la mia ansia…ed era inevitabile che chiunque capisse il mio stato d’animo di quel momento .
Le mie orecchie non captavano alcun suono.
Era come se stessi vivendo in un mondo privo di suoni…e perfino di odori.
Ero viva, ma il mio corpo non percepiva più nulla…ed io non avevo nemmeno il coraggio di alzare le palpebre, così pesanti.
Vedere…mi avrebbe fatto capire troppo cose , che in quel momento potevo solo immaginare, evitando il peggio .
Trascorsero i secondi, i minuti, accompagnati soltanto dalla musica prodotta dai battiti del mio cuore, emergenti nel più assurdo silenzio della mia coscienza .
Poi all’improvviso… percepii il freddo.
Il gelido marciapiede a contatto con il mio corpo, la mia pelle , mi fece rabbrividire ancor di più .
Le mie orecchie dapprima fischiarono, poi lentamente ripreso le loro funzioni : grida raccapriccianti, sirene attive…le prime cose che sentirono dopo quella mia bizzarra caduta furono queste .
Un forte odore di fumo, bruciato, investì in pieno i miei polmoni .
Le mie dita aggredirono il cemento tentando di graffiarlo mentre i miei occhi si riaprono al mondo contro la mia stessa volontà.
La prima cosa che vidi fu…quel marciapiede che mi aveva accolto dopo...dopo cosa?  
Ero distesa bocconi e non me ne ero neanche resa conto prima di quel “ risveglio” se così potevo definirlo .
Tossendo per sbarazzarmi di quell’aria pessima , pesante ed irrespirabile, provai ad alzarmi.
Mi aggrappai al paraurti di un auto posteggiata proprio davanti a me , e mi tirai su .  
La testa prese a girarmi , come le scenette di un film d’epoca .
E due mani mi afferrarono prontamente per le spalle prima che io potessi perdere l’equilibrio già incredibilmente precario .
Mi voltai lentamente verso chi mi aveva impedito di scivolare di nuovo a terra , e riconobbi all’istante il volto dell’unica donna-poliziotto della mia scorta
Era sconvolta.
Aveva sicuramente il battito cardiaco accelerato quanto il mio , per come potevo notare dal modo in cui respirava .
Il labbro scuro inferiore era sanguinante , e numerosi graffi segnavano i suoi zigomi .
Le pupille dilatate e tremolanti, così nere da farmi impressione , tanto da assomigliare ad un pozzo senza fondo.
Cavolo, eravamo appena scampate alla morte.
E la mia reazione era soltanto quella di guardare quella ragazza con aria attonita ?
Sentivo il mio cuore continuare a correre con fare frenetico , come se fosse arrivato ad una conclusione prima ancora della ragione, che in quel momento stava facendo veramente fiasco sull’istinto .
“Stai bene?” mi chiese la poliziotta stringendo più forte la prese sulle mie spalle .
Aveva i capelli neri e arruffati legati indietro da un elastico…i vestiti erano così sporchi e …
“Ehi, guarda me…stai bene?” continuò a chiedermi terrorizzata, preoccupata all’ennesima potenza.
Ehi…avevo capito, non ero mica sorda!
“S…sì, sto bene” balbettai accigliata
Lei sospirò di sollievo prima di lasciarmi andare le spalle per voltarsi verso…
Oddio.
NO.
L’esplosione…la bomba…oddio, no.
Non poteva essere accaduta veramente una cosa del genere, assurdo, pazzesco.
Eppure…quando il mio sguardo si posò sull’ingresso del distretto mi mancò il fiato e le mie gambe non furono più in grado di reggere il mio peso.
Caddi inevitabilmente in ginocchio e mi afferrai i capelli con entrambe le mani.
“Oddio, oddio , no” continuavo a ripetere
La poliziotta si chinò su di me: “ Stai calma…mantieni il controllo. Respira…”
La guardai .
Come poteva chiedermi di star tranquilla davanti a quello che avevo appena visto?
Eravamo salve…salve dopo lo scoppio di una bomba!
L’ingresso del distretto era totalmente distrutto…dalle porte d’ingresso ancora fuoriusciva del fumo e delle piccole fiammelle accese erano sparse un po’ dappertutto.
E poi c’era cenere…tanta cenere…e polvere…vetri rotti sparsi sul marciapiede…delle finestre accanto all’ingresso non restava più nulla.
Intorno a me c’erano altri sette, otto poliziotti…tutti spaventati, scampati alla morte…seppur qualcuno riportava qualche ferita , all’apparenza non grave .  
Alcune volanti intorno, avevano subito qualche danno.
La ragazza di fianco a me prese a guardarsi intorno…poi si voltò verso il primo poliziotto urlandogli: “ si può sapere quando arrivano questi soccorsi?”
Un ragazzo in divisa, proprio quello che avevo visto prima parlar di quel pacco con quell’ispettore , annuì rapido e rispose: “ sono qui”
E non appena terminò di dirlo, ecco che pompieri e ambulanze piombarono nel piazzale del distretto.
Tutti erano già a lavoro…ed io, sempre più confusa.
Sentivo un vuoto incolmabile dentro di me, era come se mi mancasse qualcosa in quel momento.
Il mio sguardo cadde accidentalmente su un anello che avevo infilato all’anulare sinistro…e non capii più nulla.
“Gabriel! Oddio, Gabriel!” gridai sconvolta , terrorizzata…i brividi che ancor non mi avevano abbandonata continuavano a scuotermi.
Mi guardai attorno, alla ricerca di lui…di Kevin, di James…
No…non c’erano, no!
“GABRIEL” urlai ancora una volta portandomi le mani ai lati della bocca per triplicare la potenza di quell’urlo.
“ EHI! Devi stare calma!” rimbeccò quella lì.
Ma a me non poteva importarmene niente di quel che diceva quella cretina!
Dovevo assolutamente trovarlo, subito .
Non poteva essere accaduto veramente…no.
“ Hai una ferita alla testa, sanguini parecchio…ma non ti preoccupare…le ferite alla testa dicono che sia normale che sanguinino di più. Vieni , ti accompagno alla prima ambulanza ” aggiunse 
Non l’ascoltai…e sinceramente non mi importava neanche del fatto che la parte sinistra della mia faccia fosse totalmente rigata dal sangue , che fuoriusciva da una piccola ferita alla tempia. Avanzai verso l’ingresso del distretto seppur con passi incerti .
Gabriel non poteva essere lì dentro...no.
“ I colleghi e tutti gli altri venuti in nostri aiuto troveranno i corpi, ma tu non puoi andare lì dentro è pericoloso”  spiegò lei… ed individuai note di dolore nella sua voce.
Corpi .
Aveva detto quella parola .
Terribile…parola.
“Lasciami” mi dimenai fra le sue braccia non appena mi agguantò assieme ad un suo collega
“Portala via, portala via” gli ordinò con foga
“Lasciatemi, voi non avete il diritto!” continuai senza venir ascoltata.
Lacrime presero a mischiarsi al sangue che avevo sulle guance.
“ Quanti ne saranno rimasti dentro?” domandò qualcuno a voce alta mentre venivo trascinata via contro la mia volontà.
“ Forse sei persone, credo…” rispose un altro a gran voce per farsi sentire
“ Non si sarà salvato nessuno” proseguì un altro con tono triste
“ Forse nella stanza in fondo…c’era qualche possibilità di salvezza, per il resto non direi…”
Mi tappai le orecchie.
Non volevo sentire altro.
Guardai ancora una volta l’anello di Gabriel al mio dito , poi alzai gli occhi al cielo
Ti prego, lui no , pregai silenziosamente
“La prego si sieda qui” mi disse un infermiere
Trovai posto su una barella all’interno di un ambulanza .
Il poliziotto , che mi aveva condotto fino a lì mi guardava intensamente con le mani sui fianchi : “ mi dispiace” esordì
“E’ tutta colpa mia” mormorai io, completamente sotto shock , dondolandomi avanti e indietro cercando di calmarmi.
“ Non è colpa sua , ma di quei balordi. Troveremo tutti loro e li incolperemo grazie alla sua testimonianza” promise
“ è una battaglia persa, uccideranno anche me” dissi con un filo di voce , in quel momento mi ero  arresa
Scosse la testa e si avvicinò a me , triplicando la potenza del suo sguardo color cioccolato : “ ma cosa dice? Non si preoccupi. Partirà presto ed andrà tutto bene, io l’accompagnerò durante tutto il viaggio. Faccio parte della sua scorta”
 “ Non voglio avere anche lei sulla coscienza” dissi in un sussurro
Gabriel…ti prego, vieni qui. Ho bisogno di te, non puoi avermi lasciata sola .
No, io non manterrò la promessa. Io ti voglio qui con me, adesso.
Il ragazzo mi sorrise: “ Mi creda, non succederà. Non perda la speranza, la fiducia in se stessa e in chi desidera aiutarla”
“La prego” supplicai io “ la prego ritrovi il poliziotto con cui sono arrivata al distretto ”
Mi guardò incuriosito da quella mia richiesta
“ si era affezionata a lui, vero?” domandò per aver conferma
Trassi un profondo respiro: “ la prego. Lo faccia per me”
“ Le farò avere notizie , d’accordo. Adesso si calmi” consigliò con premura, prima di allontanarsi
“ Si distenda…” chiese invece l’infermiere ricomparso dal nulla.
Obbedii , mordendomi le labbra per non arrendermi al pianto ancora una volta .
Mi pulì il viso , medicò la piccola ferita per poi applicarci un cerotto .
Poi mi diede da bere qualcosa che sarebbe stato capace di calmarmi i nervi .
“ Ha freddo? Vuole una coperta?” chiese con dolcezza
Annuii soltanto
Subito dopo intorno al mio corpo fu avvolta una calda e morbida coperta grigio chiaro
“ Cerchi di rilassarsi”
Deglutii
Gabriel… torna da me
 
 
 
Gabriel
 

Quando riaprii gli occhi muovere anche un solo muscolo era considerata una tortura per me.
Tossii ripetutamente e mi sfuggì un lamento quando percepii una fitta lancinante alla testa e al torace
Cavolo , speravo vivamente di non essermi rotto una costola .
Con forza immane costrinsi le mie gambe e il resto del corpo a reagire , non volevo restar lì disteso per il resto dei miei giorni .
E avevo una gran voglia di scoprire cosa era accaduto .
Dalla finestra ,dai vetri in frantumi alle mie spalle, filtrava la luce del sole del mattino... non dovevano essere passati molti minuti dalla causa di tutto quel caos .
Riuscii a conquistare una buona posizione , e sentii un rivolo di sangue colarmi giù dal naso .
Mi ripulii in fretta con una manica della camicia .
Ero totalmente sommerso dalla polvere e da piccole macerie che spazzai via con le mani in tutta fretta .
Uno scoppio…ecco cosa era avvenuto .
Come era potuto succedere ?
Ripresi a tossire più forte di prima .
L’aria era praticamente irrespirabile .
Una densa nuvola di fumo aleggiava sopra la stanza in cui eravamo io e…
“James?” chiamai allarmato, con voce roca
“Kevin?”
Io non ero solo in quella stanza, c’erano anche loro con me .
Mi guardai intorno alla disperata ricerca di quei due e qualcuno mugugnò qualcosa che non riuscii a comprendere.
Proveniva da dietro una scrivania, totalmente ribaltata , alla mia sinistra .
Gattonando, schivando fogli, pezzi di vetro e quant’altro , continuai a tossire e mi fermai non appena incontrai gli occhi scioccati e smarriti di Kevin .
“Kevin?” lo chiamai schiaffeggiandolo un poco, come per farlo riprendere dallo shock
Mi rispose con un altro lamento che uscì dalle sue labbra serrate
“La mia gamba” aggiunse poi sofferente “ credo di non sentirla più” 
Guardai il punto che mi indicò con il mento .
Sulla sua gamba sinistra era caduta parte della scrivania pesante ancora intatta.
“Aspetta, ti libero” riuscii a dirgli prima di frenare un altro colpo di tosse e afferrare la scrivania per sollevarla , quel tanto che bastava da liberare il ragazzo.
 Ok, d’accordo, non ci riuscii…era troppo pesante per me .
“Cerca di stare calmo” gli consigliai  
“ Oh sì figurati. Dove altro potrei andare?” domandò “sbrigati però, prima che perda un arto!”
Si era ripreso del tutto, a parte la gamba…era un buon segno.
“ Ti farò passare la tua voglia di scherzare prima o poi” minacciai con tono d’affetto mentre cercavo di adoperarmi
“ A Stella credo che piaccia. E spero che stia bene ” se ne uscì fuori
E a quel nome m’irrigidii.
Come avevo potuto non pensare per prima a lei?
Ero talmente preso da questa situazione che…
Mi volsi di scatto verso la porta della stanza divelta dallo scoppio , e sperai con tutto il mio cuore che lei stesse bene, al sicuro…fuori da quel posto, perché oltre quella porta non esistevano altro che polvere e macerie di ogni forma e dimensione .
Stella era vicina all’uscita , ricordai
Poteva essersi salvata, sì , sicuramente
E con questa buona notizia , ripresi ad aiutare Kevin.
“ Ci siamo salvati per miracolo. Nessuno sarebbe sopravvissuto nell’altra stanza dove sarà avvenuto lo scoppio, ma lei può essersi salvata ” pensai ad alta voce
Kevin concordò con me: “ Ti sposerò quando darò quella testimonianza. Seriamente, ho perso il conto di quante volte mi stai salvando la vita. Grazie zio Gab ”
“AHI!” urlò poco dopo
“Così impari a non dire stupidaggini. Io non sposerò mai uno come te”
“Quindi hai già pensato di sposarti con qualcuno ! Wow, non credevo che tu fossi un tipo da matrimonio. ”
Lo guardai con un sopracciglio alzato: “ Vuoi che ti aiuti oppure no? Tanto perché tu lo sappia , se non finisci di sparare cretinate ti lascerò qui a marcire…sia chiaro. ” l’avvisai mentre triplicai gli sforzi per sollevar quel macigno!
Lanciai un grido quando un’altra fitta mi colse alla sprovvista.
“Non posso farcela da solo. Devo trovar qualcosa per far leva” spiegai rapidamente
“Amico…non ce la faccio più”
Adesso era serio e teso
“ Faccio subito. E poi qualcuno verrà a darci una mano da un momento all’altro, ne sono sicuro ”
Lo speravo vivamente con tutto il cuore. Avevo bisogno di aiuto.
Trovai una sorta di palo di ferro dopo qualche minuto e inserendolo alla base della scrivania, poggiata a terra per una buona parte, provai a sollevarla mettendoci tutta la forza di cui potevo disporre in quel momento.
 “Tira via ora!” ordinai al ragazzo , e appena vidi che la sua gamba schizzò via rilasciai cadere quell’ ammasso di legno e ferro, che non avrei mai creduto fosse così pesante!
Mi chinai sul ragazzo e diedi un’occhiata alla ferita alla gamba , non sembrava molto grave . Se la sarebbe cavata con poco : “Sta calmo, adesso proviamo ad andar fuori”
Tossì anche lui: “ Sempre se non moriremo asfissiati”
“Riesci a reggerti in piedi?” domandai.
“ Era una domanda retorica quella ?” ed aveva entrambe le sopracciglia alzate
Roteai gli occhi: “Giusto. Aspetta”
“Dov’è James?” chiese poi preoccupato mentre gli cingevo le spalle con un braccio.
Scossi la testa con un nodo in gola: “ Credevo che fosse qui con noi, ma non c’è. Evidentemente doveva essere uscito fuori poco prima che…”
Mi bloccai.
No, James non poteva essere…morto .
Ma in quella stanza di fuori non poteva essersi salvato nessuno.
James, io avevo bisogno di lui.
Lui era il mio migliore amico…io, non…
Non poteva essere .
“Gabriel?” mi richiamò Kevin all’attenzione “ dobbiamo andare via da qui, questo posso può crollarci addosso e finirci da un momento all’altro. Non possiamo aspettare oltre…se qualcuno sta arrivando per salvarci sarà meglio contribuire come possiamo”
Ripresi il controllo sulle mie azioni e annuii. In quel momento il ragazzo era più lucido di me : “ Ti aiuto, andiamo”
 
                                                               *****
Camminare tra le macerie, con un ragazzo ferito ad una gamba da sostenere ed il petto dolorante,  non era di certo il massimo.
Più volte qualche calcinaccio e qualche cavo elettrico staccato guizzò al nostro fianco, ma fortunatamente nessuno di questi causò danno a noi o ad altro .
Eravamo nella stanza in cui era avvenuto lo scoppio ormai, prossimi all’uscita…vedevo già la luce esterna del giorno e alcuni uomini venirci incontro quando dei lamenti mi richiamarono all’attenzione
Abbandonai per un attimo Kevin , che prese a reggersi su una sola gamba , e mi fiondai alla ricerca di quel superstite .
Spostai interi pezzi di pareti , e scavai a mani nudi ferendomi le nocche e i palmi .
James era disteso proprio lì, davanti ai miei occhi.
Non riuscivo a crederci.
Aveva il volto completamente ricoperto di sangue…dal petto in giù il resto del suo corpo era nascosto sotto altre innumerevoli macerie impossibili da spostare .
Era quasi irriconoscibile.
Ma i suoi occhi grigi erano inconfondibili  
“NO” sfuggì dalle mie labbra, mentre i miei occhi divennero incredibilmente bagnati .
“Amico mio, no” mi lamentai sfiorandogli il viso, incurante del fatto che potessi fargli del male .
Lui sollevò appena le palpebre e provò a sorridermi senza però riuscirci.
Il suo sorriso era stato sostituito da una smorfia di dolore.
“Gab…devi…devi promettermi che porterai avanti questo caso, senza mai fermarti. Lo concluderai…e tornerai da tua figlia ” sussurrò a fior di labbra
“Lo farò insieme a te” dissi con un peso sul cuore che andava ad allargarsi sempre più .
“ Dovrai farlo senza di me” tagliò corto lui “ ormai non mi rimane molto tempo e voglio che tu ti preda cura di mio figlio quando avrà bisogno di un padre . Dì a mia moglie che l’ho amata tanto e che mi dispiace…d’accordo?...Fallo per me  ”
Disse tutte quelle parole in fretta , sforzandosi, quasi come se temesse di non riuscire a dirle più tutte da un momento all’altro…no, non volevo.
“ Non dire stupidaggini . TU NON STAI MORENDO. Chi mi tirerà fuori dai guai , eh? Chi mi coprirà le spalle? ”  ormai piangevo, era inevitabile . Ero furioso con lui, non poteva farmi questo. Eravamo amici da sempre.
“ Ehi, amico” mi rimproverò , adesso era commosso anche lui  “ Tu sei in gamba, sul serio. Un poliziotto davvero forte. Hai trovato perfino la donna giusta finalmente . Lei mi piace”
“ James, per favore…non puoi farmi una cosa del genere” lo rimproverai sfiorandogli il petto con la fronte .
Una delle sue mani riuscì a stringere forte una delle mie , non so nemmeno come.
Ormai la mia vista era completamente appannata
“ Ti voglio bene amico mio” e la sua mano scivolò dalla mia.
I suoi occhi si chiusero davanti ai miei.  
“Presto dobbiamo andare fuori, forza!  ” ordinò uno dei soccorsi.
Mi presero per le spalle, ma nonostante il dolore che provai al petto, rimasi impassibile, scioccato e mi lasciai guidare verso l’uscita con Kevin al mio seguito , aiutato da altri due uomini .
Ero vuoto.
Avevo perso un amico.
Lui aveva fatto tanto per me.
Quando rividi la luce del sole sopra la mia testa , mi accorsi a stento di Stella che correva verso di me .
La donna che amavo mi raggiunse e mi abbracciò forte.
Stringendomi a se, cullandomi dolcemente , e mostrandomi sul suo bel viso le sue lacrime di gioia.
Era una visione paradisiaca.
Mi procurò una fitta di dolore , ma non avevo alcun intenzione di allontanarla.
La strinsi forte a me in cerca di conforto. Avevo bisogno di lei.
La mia dolce Stella era ancora con me   
“Sei vivo” urlò contenta
Risposi subito : “Sì, sono qui. Siamo di nuovo insieme ”
E le mie labbra conquistarono le sue in un battito di ciglia
Volevo perdermi in lei, nel nostro amore…confondermi fra le sue dolci labbra , perché niente era più importante di quell’attimo prezioso , e della possibilità di continuare a viverle accanto che mi era stata data…
Sono dell’opinione che niente accade a caso .
Lei era lì per me, Qualcuno l’aveva messa al mio fianco per sostenermi davanti a tutta quella confusione e smarrimento in cui avrei potuto perdermi
Grazie a Dio non ero solo
“ Dobbiamo andare ora . Ho molte cose da fare ” le dissi in tono deciso, donandole un bacio tra i capelli.
Mi guardò attentamente e mi rispose : “ D’accordo. Io ti seguirò dovunque tu andrai” 



Angolo Autrice 


Ciaooo ragazzi ^^ eccomi qui con questo nuovo capitolo! 
James non c'è più :/ sigh! Scrivere quella parte non è stato facile. 
Mi è dispiaciuto un pò per lui , mi ero affezionata e un pò mancherà .
Comunque, almeno Gabriel e Stella sono ancora insieme ed in compagnia di un Kevin che ancora non ha perso la voglia di scherzare , succederanno cose divertenti ^^ e pian piano state conoscendo anche chi fa parte della scorta dei nostri due testimoni ^^ quel ragazzo , quella ragazza...in effetti a loro non ho ancora dato un nome quindi : CERCASI NOMI DI PERSONAGGI ^^ sono aperta a qualsiasi proposta ^^ e ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra preferite, seguite e ricordate...chi dall'inizio , chi da qualche capitolo, chi nel precedente  ^^
Ringrazio ognuno di voi ;) questa storia prosegue anche grazie a tutti voi ^^ 
Ringrazio tanto anche noemi_ST e marygray ^^ per le loro recensioni.
Spero di non aver deluso le vostre aspettative ^^
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione a presto ;)  

 

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Capitolo 27
*** Fratello e Sorella ***



 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




Capitolo27. Fratello e Sorella



Stella

 

Rimasi stretta fra le sue braccia in un tempo parso lungo quasi quanto l’infinito .
Ed era inutile dir quanto mi fosse piaciuto , perché era più che evidente .
Per la seconda volta avevo rischiato di perderlo, e sempre per la seconda volta… l’avevo ritrovato .
Non potevo essere che felice.  
Quando quel poliziotto, dagli occhi color cioccolato, era venuto ad avvisarmi che alcuni dispersi erano stati ritrovati ancora vivi all’interno del distretto , in cuor mio avevo ripreso a sperare .
Ed il vederlo avanzare verso di me , sotto la luce del sole , mi riempì il cuore di una gioia così grande da non essere in grado di riuscir a descriverla .  
Quella gioia traspariva dai miei occhi chiusi , che facevano da contorno a quel mio sorriso comparso spontaneo  sulle mie labbra .
Si notava dal ritmo regolare del mio respiro e per la mia bocca…che era a meno di un centimetro dall’incavo del suo collo .
Quanto avrei voluto strappar un altro lungo ed intenso bacio a quelle sue labbra rosa perlato che se ne stavano ad un soffio dalla mia fronte .
Gli accarezzai una guancia ed infine presi ad accarezzargli la schiena.
Le sua braccia intorno al mio corpo , come sempre , avevano la capacità di infondermi così tanta forza e coraggio , che era impossibile per me cedere a qualsiasi tipo di ansia in quei momenti .
Le mie dita , contro il suo petto, aggrappate alla sua camicia stropicciata , sporca di sangue e polvere , imprigionarono per un po’ il calore del suo corpo, prima di spostarsi di scatto non appena Gabriel prese a tossire con violenza piegandosi di lato per non farlo davanti a me .
Sciogliendo l’abbraccio , avevo sentito immediatamente il freddo di Novembre avvinghiarsi al mio corpo e rabbrividii mentre lo sbirro continuava a tossire , portandosi una mano davanti la bocca .
Mi allarmai: “Ehi!” lo chiamai stringendogli forte una spalla
Lui scosse la testa e cercò di sorridermi ripulendosi in fretta gli angoli della bocca : “ Non è nulla. Ho respirato troppo fumo lì dentro, tutto qui…” spiegò , ma non mi sfuggì una delle sue mani poggiate sul suo petto e la smorfia di dolore sul suo viso , che era più che evidente. 
“Vieni, devi farti vedere da un medico ” gli consigliai afferrandogli una mano
“Sto bene” tagliò corto lui
“No che non stai bene!” decretai nervosa “ devi farti vedere!”
Lui non si mosse , nonostante cercassi di tirarlo in avanti .
Risultò più forte di tutti i miei sforzi .
Mi voltai verso di lui, con sguardo implorante : “ Gabriel , ti prego. Almeno fallo p…”
Avrei voluto dire per me , ma le ultime parole mi morirono fra le labbra non appena vidi i suoi occhi lucidi che mi sciolsero il cuore in un attimo .
Non l’avevo mai visto così fragile, da quanto lo conoscevo, come in quel momento .
Non sembrava neanche più lui. Era sul punto di piangere.
“James è morto” confessò , deglutendo a fatica per tentar di mandar giù sicuramente quel magone che gli si era formato in gola .
Sgranai gli occhi .
Il suo migliore amico…non c’era più.
James.
Era un ragazzo così simpatico e generoso .
Anche se per poco tempo , avevo imparato a conoscerlo…e a lui dovevo più volte la vita di Gabriel .
Perché più di una volta l’aveva salvato da morte certa .
Come quella volta in Francia, ad esempio .
Se non avesse informato la polizia francese, a quest’ora Gabriel non sarebbe stato in piedi davanti a me , ma sarebbe morto dissanguato in quel piccolo hotel disperso nelle campagne di Parigi.
“Mi dispiace” bisbigliai , per poi stringerlo ancora una volta a me .
Lui mi baciò i capelli : “Anche a me”
                                                                         *****
“Visto? Appena ho saputo le ho fatto sapere notizie del suo poliziotto preferito”
Dopo quelle parole spostai lo sguardo che avevo su Gabriel , intento a farsi visitare da uno dei medici presenti nel piazzale del distretto, su quel poliziotto dagli occhi color cioccolato, che mi stava fissando con un bel sorriso a trentadue denti stampato in faccia .
“la ringrazio” risposi , leggermente infastidita da quella interruzione.
“ Non le fa freddo stare qui? Magari potrebbe mettersi in auto, fra poco partiremo”
Scossi la testa: “ Sto bene qui” e non dissi altro, ritornando a guardare in direzione di Gabriel .
Lo sbirro allungò una mano per stringere la mia, per nulla rassegnato : “ Piacere Johnny…”
“Stella” mi presentai anch’io, stringendogli la mano per non risultar scortese.
 In quel momento avrei preferito di gran lunga restar da sola, invece che con quello sbirro . 
“…Sì, soltanto un po’…posso farcela, sì ” farfugliava intanto una voce alle mie spalle .
Quella voce…sì, la conoscevo .
Kevin!
Mi voltai di scatto con un gran sorriso verso il ragazzo , che stava arrancando proprio verso di me.
“ Sono pezzi pezzi. Mi sento come uno scolapasta! Buchi , buchi e…lasciamo stare che è meglio va!” m’informò non appena si piazzò accanto a me , poggiandosi di schiena al cofano di un’auto .
L’abbracciai forte: “ Sono contenta di rivederti, ragazzo dei videogames” e lo ero per davvero!
Quel ragazzo mi stava veramente a cuore.
“Anch’io donna dei cieli” ricambiò lui affettuosamente.
“ Di sicuro il viaggio con te sarà meno noioso, ragazzino. Sembri simpatico ” dichiarò il poliziotto, che era ancora rimasto piantato lì, davanti a me .
  “Ragazzino a chi? Scusa?” domandò il ragazzo risentito, contrariato.
“Johnny ” esordii “ Kevin è più maturo di molti uomini più grandi di lui qui , più di quanto tu possa immaginare” dissi in sua difesa, ed ovviamente Kevin approvò.
“Non ne dubito, specie se viene difeso da una donna che sa quel che fa ! Hai affrontato bene tutta questa situazione, meglio di quanto credessi Stella. Sarà un piacere conoscerti meglio durante il viaggio e scortarti sana e salva in tribunale fino a Milano ” e detto ciò concluse con un breve inchino , appena accennato “ comunque , con permesso. Vado a vedere se i colleghi hanno ancora bisogno di me ”
“Sento puzza di bruciato , anzi … di colpo di fulmine . Eeeeeh già! Mi sa tanto che hai fatto colpo anche su questo bello sbirro qui , dai capelli color castagna marcia! Sappi che non hai la mia approvazione, né la mia benedizione . Gabriel è di gran lunga il mio preferito . Io tifo per voi , sono un vostro grande fan da tempo immemore ormai . ” mi sussurrò Kevin ad un orecchio , dopo avermi dato una gomitata al fianco per richiamare la mia attenzione su di lui.
Scossi la testa divertita : “Kevin, dai smettila di dire scemenze”
 “Piccola, non ti lascerei andare con nessun altro . Sia chiaro. Ti concedo solo di star con Gabriel per il rispetto che gli devo.” Spiegò , sforzandosi di apparir serio
Alzai gli occhi al cielo e sospirai sonoramente .
“ Kevin, sei come un fratello per me. Nient’altro . ” precisai .
Mi sembrava di essere stata chiara con lui riguardo quel punto.
Il ragazzo annuì sereno al mio fianco : “ Lo so . La cosa è reciproca . Ed è anche per questo se sono geloso di te” obiettò lui, per poi guardarmi dritto negli occhi .
Gli sorrisi , per poi abbracciarlo un poco .
Un gesto , che mi era venuto così spontaneo fare con lui !   
“ E’ fico avere una sorella maggiore fidanzata con uno sbirro, sai?  ” aggiunse lui divertito , dopo quella piccola  manifestazione d’affetto. “Grazie, avevo bisogno di un po’ di coccole” concluse .
Risi dandogli un piccolo pugno su un braccio.
Poi , per cambiar discorso,  gli domandai : “ Piuttosto , come stai?”
“Beh. Potrei stare meglio, ma non mi lamento. Specie adesso, che so che viaggeremo in una Mercedes da urlo !”
“ Uuuh interessante! Una Mercedes ultimo modello ? ” risposi fingendo entusiasmo
“ E’ una Mercedes classe A ”
“Wow” esclamai , cercando di interessarmi alla cosa .
“ Gabriel come sta ?” e con quella domanda era diventato di colpo incredibilmente serio “ prima l’ho visto completamente distrutto, disperato per la morte di James , mi ha fatto impressione . Cavolo, conoscevo quel poliziotto anch’io, ed era un amico meraviglioso . Deve essere stato un duro colpo per lui.”
“Più di quanto immagini” constatai con aria triste , ripensando agli occhi lucidi che il mio ragazzo mi aveva mostrato poco prima “James  mancherà un po’ a tutti noi ” mormorai fra me e me.
“Sono sano come un pesce, contenta?”
Sobbalzai sorpresa .
Gabriel era a pochi passi da noi .
Scossi la testa divertita: “ Chi dice che i pesci siano tutti sani?”
Roteò gli occhi e si avvicinò ancora di più a me depositando un dolce bacio sulla mia fronte: “ niente di rotto. Ho preso solo un brutto colpo , tutto qui”
“Niente smancerie davanti al sottoscritto , grazie. Siamo ancora in fascia protetta” puntualizzò Kevin
Gabriel abbassò il capo, ormai rassegnato dai modi di fare del ragazzo.
“ Andiamo Kevin Marsano . E’ ora di finirla . Milano ci aspetta”
Come? Cosa? Come l’aveva chiamato? Marsano?
Non può essere.
No, non poteva essere il suo cognome. Quello era…
“Kevin ? Hai origini italiane per caso?” domandai titubante, con il cuore in gola.
“E’ italo-americano proprio come me” spiegò Gabriel facendo spallucce
“Sì, mio padre è italiano. Ma ormai è in America da venticinque anni !” aggiunse il ragazzo corrugando la fronte. “perché?”
Oddio! No, non poteva essere vero…no!
Il mondo era davvero così piccolo?
Kevin portava lo stesso cognome di…di mio padre?
Quel padre che non avevo mai conosciuto , e che aveva deciso di abbandonarmi non appena aveva saputo che mia madre aspettava me in grembo ?
Era per questo, che da sempre , avevo portato il cognome di mia madre, Rossi , che non era altro che la sorella minore di Walter Rossi, per l’appunto mio zio .
L’unico che aveva accettato di crescermi come una figlia, dato che mia madre mi considerava causa della separazione con mio padre ed il mio patrigno non mi voleva tra i piedi .
“Niente , curiosità” mentii , cercando di controllar in qualche modo il tono della mia voce “ e sentiamo…come si chiama tuo padre di nome ?”
Un nodo in gola minacciò di soffocarmi , e tanta era l’ansia, l’incredulità .
“ Alessandro, ma perché tutta questa curiosità ?” domandò ancora lui , aggrottando le sopracciglia nere .
“Stella” mi chiamò Gabriel , preoccupato “ sei diventata pallida , all’improvviso” constatò lui afferrandomi le spalle per scuotermi un poco “ ti senti poco bene?”
Lo guardai confusa, accigliata, sconvolta. Ero in stato di shock , credo.
Sudore freddo m’imperlava la fronte.  
“S…sì” riuscii a balbettare.
Cercando di riprendere il controllo sul mio corpo e sulle mie emozioni.
Dovevo sforzarmi nel farlo. Non potevo cedere.
Alessandro Marsano. Mio padre.
E Kevin? Quel ragazzo che consideravo ormai come un fratello, allora era veramente…
Kevin era realmente mio fratello
 



Angolo Autrice
 

Ciaoooo ragazzi ^^ ed eccomi qui con un altro nuovo capitolo di questa storia :) …e con questa grande rivelazione finale…
Vi ho colto di sorpresa ? *______*  Spero tanto di sì ! ^^
Kevin & Stella * squilli di tromba, rullo di tamburi ecc… * sono fratelli *_____*
( in maniera più esplicita sarebbero fratellastri, ma dettagli XD  )
E adesso? Cosa pensate succederà ai nostri tre eroi? ^^
Questo è stato un capitolo non molto lungo , ma vedremo il prossimo come verrà e sarà ( spero sempre in meglio )  ^^
Ringrazio infinitamente le tre ragazze che recensiscono sempre , capaci di risollevarmi il morale *____* MaryGray, noemi_ST e Novalis <3 e ringrazio anche tutti voi lettori silenziosi ^^
Siete sempre di più a preferire ,seguire e ricordare questa storia <3 questo non può che rendermi contenta ^^
Alla prossima :)
Un bacione a presto ;) 

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Capitolo 28
*** Don't let me go ***


 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




Capitolo28. Don't let me go
 


Gabriel
 


Dopo lo scoppio di quella bomba erano cambiate molte cose .
In me, nelle persone che conoscevo, nell’aria.
Il mio migliore amico non c’era più.
Non era più a questo mondo, non più al mio fianco .
E risultava strano perfino ai miei stessi pensieri il ricordo della sua morte .
Assurdo.
Non riuscivo a capacitarmene. 
Eppure…già mi mancava terribilmente .
Avevo un vuoto dentro, incolmabile.
Con il vecchio James potevo dir di esserci cresciuto.
Eravamo amici di vecchia data, sin dai tempi dell’accademia.
Con lui ne avevo combinate di tutti i colori.
E quando quella bara fredda in metallo, contenete il suo corpo, mi passò accanto , mi avvalsi per lunghi minuti del beneficio del dubbio .
E se fosse corso da me da un momento all’altro per dirmi : “ Ehi Gabriel, sei sempre il solito idiota ! Fai sempre l’opposto di quel che ti dico!”  ?
No.
Lui non sarebbe più tornato da me, a tirarmi fuori dai guai come faceva sempre, ad ascoltare le mie numerose  lamentele rivolte verso il capo , e ad impedirmi di agire d’istinto invece che con il senno .
Dovevo imparare a convivere con questo pensiero: non ci sarebbe stato nessun ritorno da parte sua.
Aveva preso un biglietto di sola andata per l’ aldilà.
E forse chissà , magari lì ci sarà possibilità d’ incontro !
Un giorno forse ci rivedremo di nuovo .
Chi poteva negarlo ?
Io non davo nulla per scontato.  
Suo figlio. Quel piccolo che ancora doveva venir a nascere sarebbe cresciuto senza suo padre.
“No amico mio , non abbandonerò la tua famiglia. Farò il possibile per portare a termine questo caso , e poi mi  occuperò di loro, vedrai. Non ti preoccupare ” dissi in un sussurro , come se lui potesse sentirmi .
Come se lui potesse vedermi.
“Hai già un fratellino, piccola mia” pensai ad alta voce.
Mia figlia , chissà quando l’avrei rivista e se sentiva la mia mancanza. 
Alzai gli occhi verso l’alto e trassi un profondo respiro che , per ovvie ragione , si trasformò in una pigra nuvoletta bianca che faticò a sollevarsi e a confondersi con l’aria circostante .
Il cielo era stellato quella notte .
Nessuna nuvola , neanche la più microscopica , e quindi nessun eventuale minaccia meteorologia in avvicinamento .
Almeno da quel punto di vista potevamo star tranquilli.
La neve o chissà cos’altro avrebbe potuto rallentar ancor di più il nostro viaggio, già cominciato con non poche difficoltà .
Il tempo di sbrigar faccende riguardanti ciò che era accaduto al distretto , le ore che c’erano volute per avere il via dai piani alti per partire definitivamente , avevano fatto sì che io , Stella e il resto della compagnia imboccassimo l’autostrada A1 a mezzanotte già inoltrata .
Ed adesso erano le due .
Erano trascorse soltanto due ore di viaggio , e già eravamo fermi per la nostra prima sosta .
Sbuffai , continuando ad osservare il cielo, mentre me ne stavo poggiato di schiena alla portiera destra dell’auto su cui viaggiavo insieme a Stella, Kevin e ad un tizio di nome Johnny, un tipo davvero molto singolare .
Ero stanco oltre l’immaginabile .
Sentivo le membra pesanti, ma non potevo chiudere occhio .
Milano sarebbe dovuta apparire davanti ai nostri occhi entro l’alba, non un’ora di più .
 “ma quanto cavolo ci mettono a prendersi un caffè ” mugugnai contrariato controllando l’orario sul display del mio nuovo cellulare , un Galaxy di colore bianco .  
Ebbene sì, il mio caro iPhone aveva subìto una tragica fine durante quel che non si poteva definire di certo un semplice inconveniente .
Scossi la testa seccato.
Erano le 2:14
“ Fra poco questa pausa caffè sarà durata un quarto d’ora! Ma che idioti ” bisbigliai, dando una controllatina alle altre due auto della nostra scorta , posteggiate non molto distanti dalla nostra .
Sebastiano e Cristiano, se ne stavano rintanati nella loro auto , al riparo dal freddo pungente.
Mi squadravano in modo strano di tanto in tanto, con quei loro occhioni , ma erano poliziotti  simpatici, alla mano. Persone di cuore . Sentivo che potevo fidarmi di loro.
L’altra auto invece era vuota , poiché il conducente se ne stava assieme a Johnny all’interno dell’Autogrill, per quel benedetto caffè che sembrava non aver mai fine.
Emily .
Un poliziotto donna davvero capace, eppur in quel momento davvero imprudente . 
Eravamo fermi da troppo tempo , e a me stavano iniziando a prudere le mani dal nervosismo.
Riportai gli occhi al cielo per l’ennesima volta .
Quel mantello blu della notte, che avvolgeva il mondo, era uno dei tanti spettacoli che offriva la natura .
Le stelle sparse sopra di esso , che se ne stavano sospese con aria pigra emanando lievi bagliori , mi affascinavano come fossero tanti piccoli diamanti messi tutti insieme .
La luna crescente poi, si lasciava intravedere in mezzo a due imponenti colline che si stagliavano all’orizzonte . Potevo scorgerne le loro sagome curve grazie alla pallida ed argentata luce lunare.
Il silenzio che diffondeva la notte, nonostante le auto che continuavano a sfrecciare sull’autostrada, era piacevole, confortante e rassicurante .
Cercai di frenare uno sbadiglio, ma fu più forte di me.
Avrei tanto voluto scambiar qualche parola con Stella, ma non era possibile in quel momento.
Lei dormiva insieme a Kevin sui sedili posteriori dell’auto.
Mi affacciai per guardarla attraverso il vetro e sorrisi.
Era così bella, anche quando dormiva. Era girata su un fianco, proprio verso di me, i capelli castani e lisci le incorniciavano il volto ovale , le labbra morbide ed invitanti erano leggermente dischiuse e le piccole spalle si alzavano e si abbassavano al ritmo regolare del suo respiro .
Avevo una gran voglia di accoccolarmi accanto a lei, per assaporare ogni attimo della sua presenza , del suo profumo, del suo respiro fra le mie labbra... ma non potevo.
Kevin invece aveva un modo tutto suo di dormire.
Gambe divaricate, bocca completamente spalancata , sentii anche uno strano rumorino più di una volta.
Il signorino russava. Era ufficiale!
Inarcai un sopracciglio quando una mano gli andò a finire accidentalmente su una gamba della mia donna
Toglila o ti farò le dita a spezzatino, ci può scommettere  pensai, e come se avesse percepito i miei pensieri, ecco che la sua mano se ne andò quatta quatta mentre si girava per voltarmi le spalle .
Che avesse sentito il mio pensiero?
Risi . La sua mi era quasi sembrata la famosa mano della famiglia Adams .
Scossi la testa ancora divertito , ed il vetro del finestrino si appannò definitivamente per il mio respiro .
A quel punto mi spostai ritornando alla posizione precedente, questa volta infilando le mani nelle tasche dei Jeans per ripararle dal freddo .   
Per dormire così serenante, entrambi dovevano sentirsi al sicuro .
Mi faceva piacere.
Stella e Kevin si fidavano ciecamente di me, ed io di loro.
Lei , infatti, prima di partire mi aveva detto: “ Con te mi sentirò sempre a casa , al sicuro”
Che dolce che era…
Mi chiedevo se meritassi tutta quella sua dolcezza nei miei riguardi .
  “Scusa, abbiamo preso più tempo del dovuto” si giustificò Johnny all’improvviso ,  allungando una mano per offrirmi…
“Un caffè? Mi sono preso la libertà di prenderlo anche a te , dato che adesso ti metterai alla guida al posto mio ” spiegò facendo spallucce
Lo ringraziai con un cenno del capo , prima di girare intorno all’auto per mettermi al posto di guida. Finalmente potevamo ripartire! Era ora! Vidi Emily ancheggiare verso la sua auto con la coda dell’occhio e trassi un profondo respiro.
Ma Johnny mi bloccò non appena afferrai la maniglia dello sportello con un : “ Voglio dirti solo una cosa prima di ripartire”
Lasciai la maniglia ghiacciata, e presi a fissarlo intensamente, nonostante la penombra non mi permettesse di squadrare bene ogni centimetro del suo volto spigoloso presente dall’altro lato dell’auto .
“ Avanti, parla” l’incitai io posando un braccio sul tettuccio della Mercedes scura .
“ Io credo che sia meglio che tu tenga lontano da te Stella” rivelò , dopo un piccolo colpetto di tosse
Inarcai un sopracciglio: “ Come scusa?” domandai con aria stranita. Avevo capito bene?
“ E’ pericoloso per lei star con te . Ti rendi conto che se accadesse qualcosa lei farebbe di tutto per salvare te invece che se stessa ? Prova amore per te , è evidente e non è un bene. Lei è una testimone , la sua vita è più importante della nostra in questo momento!  ”
Scoccai la lingua per poi proferir parola: “Aspetta , tu vorresti insinuare che io sia un pericolo per lei ?”
“Non intenzionalmente” spiegò , quasi intimorito da quella mia reazione decisamente non positiva.  
“Quindi dovrei dirle di rifiutare ciò che prova per me , dovrei allontanarla , perché ciò che proviamo l’uno per l’altra potrebbe metterla in pericolo ? ” provai a riassumere , leggermente infastidito dalle parole del mio collega . Non mi piaceva per niente quel discorso.
“ In sintesi, sì. Ad esempio ieri mattina , credimi se ti dico che sarebbe corsa dentro al distretto, subito dopo lo scoppio, pur di trovarti se io non l’avessi fermata ! E ha chiesto a me di farle sapere tue notizie il prima possibile ! Ma lei non deve occuparsi di altro se non della sua testimonianza! ”
Serrai la mascella . Non aveva tutti i torti.
L’avevo notato anch’io ma…come potevo allontanarla, anzi come potevo io allontanarmi da lei ?
Se fosse successo qualcosa, di sicuro Stella avrebbe avuto difficoltà a lasciarmi andare… era vero, ma questo davvero poteva essere un rischio maggiore per lei ?
Allontanarla invece avrebbe risolto il problema ?
Non ho nessuna intenzione di farla soffrire a causa mia, ma se Johnny avesse ragione?
Meglio la sua rabbia su di me che la sua morte a causa mia.
“Ci penserò” mi decisi a rispondere prima di salire in auto, con un enorme peso sul cuore.
 
 

Stella
 


Mi svegliai di soprassalto .
Boccheggiando .
L’auto su cui viaggiavamo aveva rallentato quasi di colpo , perché ?
L’adrenalina era già in circolo .
Il cuore aveva iniziato a pompare con forza sangue ed ossigeno in ogni vena , arteria e quant’altro . 
Ero già pronta a tutto: a scattare, a scappare, ad urlare , a difendermi con le unghie e con i denti pur di sopravvivere .
Cosa stava succedendo o cosa era appena accaduto ?
Strabuzzai gli occhi alla ricerca di risposte nonostante fosse tutto immerso nel buio.
Notai qualche segnalazione, qualche operaio con il giubbotto catarifrangente , qualche deviazione , ed a quel punto trassi un profondo respiro . 
Il poliziotto alla guida aveva dovuto rallentare quasi di colpo per seguire una deviazione che per un po’ ci costrinse a procedere su una sola corsia.  
Erano lavori che purtroppo causavano dei rallentamenti capaci di crear traffico autostradale anche a quell’ora della notte ! 
Ma un momento !
Non doveva esserci Johnny alla guida ?
Il profilo del conducente era totalmente diverso da come potevo notare grazie alla penombra creata dalle luci del cruscotto davanti lo sterzo e dai comandi accesi del climatizzatore in funzione appena sotto il navigatore, dove la nostra posizione era evidenziata attraverso una piccola e simpatica macchinina blu , che si muoveva a scatti .  
I lineamenti del viso del conducente erano più dolci rispetto a quelli di Johnny , il naso era più piccolo , e i capelli ancor più corti e lisci rispetto a come lo sbirro dagli occhi color cioccolato portava.
Stella! Mi riproverai da sola! Non riconosci neanche l’uomo che ami tanto, sei ammattita ?
Quel ragazzo alla guida era senza alcun dubbio Gabriel , ne rimasi molto sorpresa …e piuttosto sollevata.
Johnny non guidava granché, anche se era un tipo simpatico .
Quindi il mio sbirro preferito e gli altri quattro poliziotti dovevano aver sicuramente già effettuato una breve sosta . Wow !
Non me ne ero neanche accorta, fantastico!
Eppure…non avevo mai avuto il sonno pesante! Di solito al più piccolo rumore sussultavo.
In cuor mio sperai con tutto il cuore di non aver emesso qualche strano suono nell’aria , dato il mio naso era un po’ chiuso .
Ma c’era qualcun altro come me , che sicuramente non s’era accorto di quel cambio : mio fratello .
Kevin stava ancora sonnecchiando come un poppante nella propria culla .
Mancava soltanto il ciucciotto fra le labbra ed era al completo . 
In un certo senso sentivo una sorta di fastidio invadermi le membra quando lo guardavo , ovviamente dopo aver scoperto chi era , ma non per colpa sua .
Era per colpa di mio padre .
Il saper che si era rifatto una vita, una famiglia, lontano dall’Italia…non preoccupandosi del fatto che avesse un’altra figlia nell’altra parte del mondo… mi faceva star male, malissimo.
Cosa avevo io che non andava ? Perché le persone che la vita mi metteva al fianco ,  non mi volevano più con sé dopo un po’ ?
Guardai ancora una volta il profilo di Gabriel
Tu…tu non mi abbandonare . Non lasciarmi mai andare .
Sarebbe troppo per me, insopportabile.

In passato , prima che tutta questa storia iniziasse , avevo fatto di tutto per ignorare quel senso d’abbandono , di sofferenza che ogni tanto m’assalivano. Mi ero imprigionata in una finta gabbia d’oro.
Con la mia solarità e dolcezza avevo cercato di cancellare tutto quel vuoto che esisteva dentro di me…ma i risultati non ero stati molto convincenti.
Nonostante avessi una zia, dei cugini , dei nonni materni ed anche uno zio -prima che scoprissi chi era veramente- che mi amavano tanto , era come se la mia vita risultasse un gran peso per il mondo intero ..anche se magari non era realmente così .
Avevo anche delle care amicizie. Charlot, Gloria…e avevo anche Samantha, prima .
Poi c'era Anne, che aveva iniziato a starmi simpatica…
Ma fino ad ora l’unico ad essere riuscito a colmare quella parte di sofferenza che dimorava in me , e che era in grado di non farmi sentire totalmente un peso sulla Terra era Gabriel , e perché no? Anche Kevin!
I miei due angeli!
Perché entrambi mi amavano profondamente , e stavano condividendo con me tutta quella situazione . 
Il sedicenne mi considerava e amava come fossi la sua sorella maggiore, pur non sapendo che ero effettivamente tale!
Ciò mi faceva sentir importante e sperare in meglio. 
Se magari avesse saputo tutta la verità almeno , non ci sarebbero state troppe possibilità di un suo possibile rifiuto , o peggio ancora… di ribrezzo nei miei confronti . 
Forse per Alessandro ci sarebbero state delle difficoltà!
Il spiegar tutto alla sua nuova famiglia…non sarebbe stato affatto semplice!
Ma a me di lui cosa m’importava ? Lui mi aveva abbandonata!
Per lui non so se il mio perdono sarebbe mai arrivato.
Però…a pensarci bene, il rivelar tutto avrebbe distrutto l’idea, il ruolo, che Kevin aveva e vedeva in suo padre.
Era cresciuto in una famiglia vera , con un padre , una madre .
Perché io avrei dovuto intromettermi e turbarlo ?   
Forse se avessi scoperto prima il nostro legame , se non mi fossi così tanto affezionata a lui , qualcosa nei confronti di mio fratello sarebbe stata diversa , ma ora lui...no.
Come potevo?
Non riuscivo a non voler altro che bene al mio fratellino , che avevo sempre desiderato avere d’altro canto .
 E Kevin , ancor prima che venissi a conoscenza della verità , lo era diventato veramente per me .
Quindi…sorrisi e gli accarezzai una spalla con affetto .
Poi spostai lo sguardo sul cruscotto illuminato da una fredda luce chiara , e lessi la velocità a cui stavamo andando e l’ora .
150 Km/h , ed erano le 3:02 di notte .
Non potevamo andar ancora più veloci per via delle numerose auto che sfrecciavano davanti a noi .  
Gabriel sorpasso quattro auto ed un tir lungo metri e metri !
Mi faceva un po’ impressione passare accanto a quei grossi mezzi , dove una ruota era alta quanto un auto .
Sospirando appena , mi sporsi verso di lui e presi ad accarezzargli le spalle : “Ehi” gli sussurrai dolce
Lui si voltò per un istante verso di me , e sfoderò un mezzo sorriso  non appena i nostri sguardi si sfiorarono :
“Ehi . Pensavo stessi ancora dormendo” esordì lui , quando ormai i suoi occhi erano già ritornati sulla strada. 
Scossi la testa : “ Non più. Ho dormito abbastanza, ed ora mi sembra più che giusto che ti faccia compagnia, dato che anche Johnny sembra che stia dormendo profondamente. Ti terrò sveglio io”
 “Oh bene, perché per più di una volta ho rischiato di addormentarmi seriamente” ammise
“ Da quanto tempo è che ti sei messo alla guida ?” domandai preoccupata.
Il saperlo così stanco non mi faceva star serena .
“Quasi un’ora”
“Vuoi che guidi io? Magari potresti approfittarne per riposarti un po’” proposi tranquillamente facendo spallucce.
Aggrottò le sopracciglia , diventando di colpo incredibilmente serio : “ No, non c’è bisogno.”
 “ Non mi credi capace? Non dirmi che sei anche tu uno di quei tipi che dicono che le donne al volante sono un pericolo costante! ” scherzai , per poi regalargli un dolce bacio sul collo .
Lui si allontanò da me come fosse infastidito da quel contatto
“ No, so bene che saresti capace. Ma non occorre” rispose…freddamente
Non aveva mai usato quel tono freddo e distaccato con me…o meglio l’aveva fatto in passato , ma perché ancora non ci conoscevamo !
Era stato il primo giorno, prima in aereoporto e poi sull’aereo…quando ancora eravamo due estranei .
Cosa era potuto succedere in tre ore , tanto da fargli cambiare completamente atteggiamento nei miei riguardi ?
Che avevo fatto? 
“Cosa c’è? ” chiesi seria .
C’era qualcosa di diverso in lui .
 Trasse un profondo respiro e strinse più forte le dita intorno al volante : “ Devo confessarti una cosa” mormorò
Perché temevo cosa stesse per dirmi ?
Rimasi in silenzio, in attesa.
Il cuore in gola e la bocca dello stomaco serrata.
Stella! Tu pensi sempre al peggio.
 
 
“ Non sono più sicuro di amarti” buttò lì, come se fosse cosa di poco conto.
C…come? C…cosa?
Avevo sentito…quelle…parole…io…
Incredula. Sbigottita.
Adesso mi sveglio. Sto sognando.
Era quasi come se quelle parole non fossero state dette a me .
Ritornai a sedere composta al mio posto .
Quelle parole, presero a rimbombarmi nella mente senza sosta .
Non sono più sicuro di amarti.
E per un terribile istante credetti che il mio cuore avesse cessato di battere.
“ Perché?” ebbi il coraggio di chiedere mentre le mani mi tremavano .
Ormai le lacrime avevano invaso i miei occhi , offuscato la vista .
E detestai ancor di più quella mia sciocca sensibilità.
Non volevo apparir fragile in quel momento, eppure…non riuscivo a mostrarmi forte, a fare a meno di quelle lacrime che non si fermavano nemmeno se ordinavo loro di farlo .
Era come se fosse stata abbattuta una colonna portante delle mia vita , che era stata capace , fino a quel momento , di tenere in piedi ed intatto il tempio del mio cuore.
Attraverso lo specchietto retrovisore osservai abbastanza bene il suo volto rigido ed impassibile.
Provai a cercar qualche traccia di pentimento…ma non ne trovai, a meno che lui non fosse un bravo attore!
In quel caso stava recitando bene la sua parte. Fin troppo bene.
“ Ci siamo lasciati travolgere dalla situazione…” proseguì con voce roca , guardando sempre dritto davanti a sé.
Ad ogni sua parola mi arrivava puntualmente una pugnalata in pieno petto .
E faceva così male!
Ad ogni colpo un pezzo della mia anima scivolava via, incontro all’oblio.
Alla fine…mi stava abbandonando anche lui .
Incredibile
Le mie forze avrebbe retto anche questo ennesimo sogno infranto ?
Sarei riuscita a nascondere al mondo anche il mal d’amore?
Non potevo saperlo con certezza .
Ero sola .
In uno scatto di follia, di voglia di ribellarmi a quel mondo che voleva negarmi qualsiasi tipo di amore sibilai:  “Quindi…per te, io non conto più nulla ? Niente sarà più come prima , come se niente fosse successo ? Cosa c’è, eh? E’ bastato che quella poliziotta, com’è che si chiama? Ah sì Emily, ancheggiasse intorno a te tutto il pomeriggio per farti capire che io non valgo poi molto ? ” il mio tono era sprezzante, disgustato e fermo nonostante le lacrime mi rigassero il volto senza sosta ed in silenzio.
Lo vidi deglutire e scuotere la testa con decisione: “Lei non conta niente per me. Come…te”
Secco. Deciso.
“ Sai cosa penso? Penso che tu non sia poi così diverso da Victoria! Siete fatti della stessa pasta!
Avresti potuto aspettare ancor di più a dirmi tutto questo , che dici Gabriel ? Forse volevi divertirti ancor di più portandomi a letto ! Cercavi vendetta ? Volevi far provare ad una ragazza cosa si provasse ad essere lasciati come lei ha fatto con te? Io sono stata la stupida che ti è capitata a tiro? ” ero furiosa, fuori controllo, nonostante cercassi in tutti i modi di non gridare. Non avrei gradito un interruzione da parte di Johnny o di Kevin.
Gabriel serrò la mascella: “Sei ridicola”
Incassai anche questo colpo e sorrisi amaramente con ormai tutto il volto completamente bagnato : “ sai cosa c’è? Mi illudevo del fatto che il nostro amore potesse essere la nostra forza”
E davanti a quelle parole , ciò che rendeva i suoi occhi impenetrabili fu spazzato via come foglie al vento per un brevissimo istante .
Non mi sfuggì una piccola scintilla di dolore , che notai attraverso lo specchietto .
Ma allora…perché?
Perché dirci tutte quelle parole , se poi a soffrire eravamo entrambi ?
Non ci capisco più nulla.
Mi afferrai così , all’unica cosa che in quel momento poteva dar una spiegazione a quel suo modo di fare .
L’unica , che sembrava esser la più plausibile .
“Gabriel , se stai facendo tutto questo solo per proteggermi…sappi che stai distruggendo una parte che amavo veder crescere dentro di me”
“Io…” esordì lui, ma Kevin si svegliò proprio in quel momento , sbadigliando sonoramente: “ Che succede qui , gente? Dove siamo ? ” domandò sereno stiracchiandosi come poteva
Siamo tra il buio e la luce , fratellino  







Angolo Autrice
 
Ciaooooo ragazzi ^^ nuovo capitolo appena terminato , e temo che purtroppo rifletta parte della tristezza che in questi giorni sto inspiegabilmente percependo :/ perdonatemi, spero vi sia piaciuto ugualmente ;) in caso contrario cercherò di recuperare nel prossimo capitolo ;)  
Forse saranno i troppi impegni, un esame in avvicinamento , le tante cose che si vogliono fare…ma che poi non tutte si riescono a portare a termine a farmi sentir così ? Mah…mistero misterioso :/  
E’ il “famoso” periodo no insomma ! :/
Ma passerà ;) e non voglio annoiarvi con il mio stato d’animo adesso XD
Dunque , dunque ^^  quindi  *bando alle ciance*  il nostro Gabriel è fermamente convinto che sia meglio allontanar Stella , piuttosto che rischiar di perderla per colpa del loro amore , al contrario della fanciulla che  sostiene il contrario .
Quale dei due secondo voi ha ragione ?
Quanti di voi uccideranno Johnny per aver messo la pulce nell’orecchio del nostro sbirro? ^^
Ringrazio infinitamente di cuore tutti voi che preferite, seguite e ricordate questa storia :) <3
Chi recensisce ogni capitolo *_____*  vi adoro ragazze, grazie per il sostegno  ^^
E tutti gli altri che leggono silenziosamente  ^^   
 Al prossimo capitolo ;) <3
Un bacione a presto ;) 

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Capitolo 29
*** Lontano dagli occhi, ma non lontano dal cuore ***


  Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti



 

Capitolo29. Lontano dagli occhi, ma non lontano dal cuore
 
                                                                                                  
                                                                                                  “Bisogna avere un cuore per capire quello altrui...”

                                                                                                    (G. Flaubert)
 
Gabriel 


“Mamma ? Papà ? ” scherzò Kevin  
Nessuno dei due aprì bocca.
Vidi Stella attraverso lo specchietto retrovisore , e sospirai semplicemente.
Aveva la mascella serrata, nel disperato tentativo di mantenere un certo contegno, e guardava fuori dal finestrino con aria assorta.
Mi sentivo uno schifo, un verme per l’esattezza .
Quello che le avevo detto...
Ero stato duro , molto…ma era tutto ciò che potevo fare per tenerla al sicuro, nonostante dentro stessi lentamente morendo .
Non potevo permettere ad un’assurda circostanza di portarla via , magari a causa mia .
Lei non mi avrebbe ascoltato, qualsiasi cosa le avessi ordinato di fare in caso di pericolo…ed io non potevo permettere tutto questo.
Avevo già perso il mio migliore amico, mi sentivo fragile , vulnerabile , e se avessi perso anche lei…
NO
Lei doveva vivere. Punto.
“ Ehm, d’accordo” proseguì Kevin imperterrito, battendo le mani sulle cosce .
Era chiaro che non vedendo partecipazione da parte nostra, non sapeva come attaccare bottone, evidentemente aveva voglia di scambiare qualche parola, ma io non aveva nessuna intenzione di aprire bocca.
Ed a quanto sembrava nemmeno Stella. 
“ Ho fatto qualcosa di sbagliato papà ?” domandò ancora
Sbuffai: “ Kevin continua a dormire, mancano circa due ore all’arrivo ancora”
“C’è un…un problemino…ecco…io…io” prese a balbettare in imbarazzo
Inarcai un sopracciglio in attesa che le sue parole acquistassero un senso logico
“ Ehm…devo…devo…ho esigenze fisiologiche. Ok, l’ho detto” concluse immettendo aria nei polmoni rumorosamente.
“Non se ne parla. Non mi fermo adesso. Ci siamo fermati un’ora fa!” protestai liberamente
“Ma…m…ma la mia vescica sta per esplodere, fratello!” esclamò con urgenza.
“ Il ragazzo deve fare plin plin ?” gracchiò Johnny con voce impastata dal sonno
Si stiracchiò e aprì la bocca per sbadigliare.
“ Sì, devo fare pipì se la mettiamo su questi termini” concluse il ragazzo leggermente alterato.
“ C’ è una stazione di servizio a circa cinque chilometri dalla posizione in cui ci troviamo . Resisti, oppure hai bisogno di un bicchiere? ” ridacchiò Johnny
Kevin serrò le labbra furioso: “ Simpatico lo sbirro dai capelli color castagna marcia!” mugugnò serrando i pugni
“Ripeto. Io non mi fermo” avvisai a tutti i presenti.
Johnny sbuffò: “ Il ragazzo può rovinarci la tappezzeria dell’auto di servizio da un momento all’altro!”
“ Ho fretta, ma non sono un neonato!” puntualizzò riducendo gli occhi a due fessure.
Quel che avevo capito ? Era che Johnny al ragazzo non stava per niente in simpatia .
Il poliziotto al mio fianco , come in precedenza , ignorò le sue parole: “ Dai, fermiamoci. Avviso gli altri”
Non risposi.
Chiamò Emily e Cristiano senza aspettare il mio consenso, per poi accendere la radio e iniziare a canticchiare una canzone italiana che non avevo mai sentito prima .
I miei nervi stavano iniziando a cedere. Tutti, uno ad uno.
Ero buono e caro, ma quando nessuno prendeva in considerazione quel che dicevo , e amava farmi irritare sempre più…perdevo totalmente il controllo sulle mie azioni.
Quello non era il momento per ascoltare musica. Nemmeno il momento per sentir canticchiare qualcuno allegro.
Chiusi la radio con rapido gesto della mano destra , che poi riportai sul cambio per cambiare la marcia.
Il collega mi guardò stranito : “ Tutto bene?” mi chiese titubante
 “A meraviglia” risposi…il sarcasmo nella mia voce si notava ?
“ Accendila di nuovo. Quella canzone mi piace…” disse Stella in tono duro.
La guardai attraverso lo specchietto retrovisore: “ A me no” l’informai
“ Invece è bella . Si chiama Teorema . E dovrebbe piacerti , dato che sembra proprio che la prima parte della canzone ti si addica alla perfezione…”  ribatté acida
“ Io non tratto male le donne” precisai da quel che avevo sentito , prima di azionare la freccia a e svoltare verso l’aria di servizio.
“ Sia chiaro. Non più di dieci minuti” avvisai a tutti i presenti
Johnny ridacchiò: “D’accordo generale”
Ridi. Ridi!
Kevin scappò in bagno sfiorandosi la parte bassa dei pantaloni , come se la stesse per fare sul serio da un momento all’altro, mentre Stella scese dall’auto senza dir nulla.
Chiuse lo sportello in maniera così forte, che il rumore mi rimbombò nelle orecchie, ed io rimasi solo...
Prendendo un ampio respiro decisi di scendere anch’io .
Una boccata d’aria . Ecco quel che ci voleva .
“Hai freddo?” domandò Johnny con fare dolce a…Stella?
Lei sorrise stringendosi nelle spalle: “ un po’ ” ammise
Il ragazzo si sfilò il giubbino per coprirle le spalle e ripararla dal freddo : “ Così va meglio?”
Lei annuì grata per quel suo gesto cavalleresco .
Tzé l’avevo fatto anch’io una volta per lei…non si ricordava?
“ Vuoi qualcosa di caldo ? Non so…una cioccolata calda, una camomilla…” proseguì lui sfregando le mani sulle spalle della giovane nel tentativo di riscaldarla “Cavolo ma sei proprio gelata. Non è che ti trasformerai in un ghiacciolo da un momento all’altro ? Dopo come farò a scioglierti ? Io non sono un tipo molto dolce… ”
Lei abbassò lo sguardo un po’ a disagio , i capelli lunghi le scivolarono ai lati del suo viso…e quel suo bel sorriso comparì sulle sue labbra.
E non era per me .
Quel sorriso era per lui. Solo per lui.
“ Ti ringrazio. E non è vero quel che dici, sei molto più dolce rispetto a tanti altri uomini che invece…”
Lasciò la frase in sospeso,  ma era evidente che si riferisse a me…e sapeva bene che potevo ascoltarla in quel momento .
Mi spostai dall’auto per entrare nell’Autogrill con uno scatto veloce .
Salii quei quattordici gradini che mi ritrovai davanti con rabbia , che cercavo in tutti i modi di reprimere . 
Non volevo assistere o ascoltare altro , dovevano rimanere alle mie spalle.
Io non mi sarei più voltato verso quei due.
Entrai dentro , e l’aria calda del locale mi investì appieno , rendendomi per un attimo confuso .  
Mi avvicinai al bancone e chiesi un caffè .
Un altro. L’ennesimo.
Un sorriso beffardo apparì sulle mie labbra.
Questa volta aspetteranno me! La mia pausa caffè potrebbe durare anche venti minuti.
 Mi misi a sedere su un alto sgabello e rimasi a fissare la tazzina appena arrivata sotto al mio naso .
Ma il mio sguardo , senza alcun comando , tradì le mie intenzioni e si posizionò su quei due che si notavano benissimo anche attraverso i vetri .
Stella rideva, forse perché quel cretino aveva fatto una battuta .
Johnny sapeva essere divertente? Davvero ?
Eppure aveva tanto l’aria di un…un…bradipo senza cervello!
Avevo voglia di tirar un bel calcio ai suoi gioielli di famiglia!
“ Cosa ti ha fatto quella povera tazzina per meritare quella tortura?” domandò Kevin comparso dal nulla.
Stavo torturando il piccolo manico senza pensarci.  
“Cosa ci fai qui?” domandai senza alzare gli occhi , che avevo riportato sulla tazzina .
Il caffè fumante diffondeva un aroma davvero meraviglioso.
Amavo quel profumo, mi annebbiava un po’ i pensieri e calmava la rabbia .
“ Oh, sai…passavo di qui, ti vedevo tutto solo e pensavo volessi un po’ di compagnia.
Ok, no. Sono qui perché il bagno era…era qui appunto . ”
L’ironia nella sua voce non la trovai affatto divertente , ed alzai lo sguardo lentamente verso di lui pronto ad incenerirlo  .
Fece finta di spaventarsi , ed indietreggiò sgranando gli occhi: “ Hai un aspetto a dir poco orribile. Samara di The Ring scapperebbe a gambe levate davanti a te! ”
Feci schioccare la lingua: “ dici?” domandai
“ Sicuro che ti serva un caffè  ? Io opterei per una camomilla ”
“La tua osservazione potevi anche tenerla per te” puntualizzai scocciato
“ Hai l’aria di un cane bastonato . L’osso che avevi non andava più bene?”
 Lo guardai con attenzione
“ Si vede da chilometri che tu e Stella avete litigato. E adesso sembra proprio che lei stia facendo di tutto per farti morir di gelosia. Vuole fartela pagare. ” m’informò infilando le mani nelle tasche dei jeans
“ Vuole attenzioni che io non le darò più” constatai sorridendo amaramente
“ Cosa ti è successo? Sei lo stesso Gabriel di sempre, vero?” chiese sorpreso
“No. Non sono più lo stesso” ammisi con aria triste .
Lui annuì , si chinò su di me e mi afferrò una spalla : “ Parla con me fratello , confessa a me i tuoi peccati ” scherzò ancora il sedicenne.
Sorrisi allontanandolo con una spinta: “ Dai, stupido!”
 “Allora cosa aspetti? Vai a riprenderti la ragazza! Qualsiasi cosa sia successa, godetevi questo tempo che potete trascorrere ancora insieme. Gabriel, da un momento all’altro rischiamo tutti di morire qui…non sprecare il tempo che avete a disposizione per stupide preoccupazioni o altro. E poi Johnny mi sa troppo di sanguisuga. ”
Lo guardai allarmato.
Corrugò la fronte: “ Sì, ho ascoltato la vostra conversazione…” disse mimando con le dita le due virgolette “…fingendo di dormire, ovviamente ”
Mi alzai dalla sedia furioso: “ Come?” il mio tono era minaccioso
Kevin sospirò: “ Che altro avrei dovuto fare ? Eravamo nelle stessa macchina , e non riuscivo a dormire sentendovi parlare in quel modo! Cavolo però, devo ammettere che sei proprio un bravo attore”
“ Dici che mi ha creduto?”
“Creduto? Alla lettera! Le donne credono a tutto quello che un uomo dice in momenti come quelli !”
Socchiusi gli occhi: “ Dovrei esserne contento ma…sto da cani !”
“ Quello lì , vuole rubartela amico! In tutti i sensi!”
Si riferiva a Johnny. Tzé , davvero poteva ?
Mi voltai verso quei due , ma… non c’erano più.
“Dove sono?”  chiesi strabuzzando gli occhi
Kevin seguì il mio sguardo: “ Erano qui, proprio qualche minuto fa”
Era serio.
Deglutii ed uscii con lui al seguito, guardandomi attorno alla disperata ricerca di quei due .
La Mercedes era posteggiata ancora in prossimità dei distributori di carburante.
Le altre due auto invece…oddio! Ne mancava una!
Quella di Emily! Perché?
Mi avvicinai alla Giulietta di Cristiano e Sebastiano con passo incerto, titubante .
E m’irrigidii all’istante non appena capii quel che non avrei mai voluto comprendere .
“ Che succede?” chiese Kevin al mio fianco, preoccupato .
Cristiano aveva la testa poggiata sullo sterzo . Non era un buon segno.
“resta qui” ordinai a Kevin , mentre aprivo lo sportello dalla parte del guidatore con il cuore che batteva a mille.
Gli occhi di Cristiano sgranati ed ormai senza più vita , emanavano ancora quel terrore e sgomento, che doveva aver sicuramento provato nel momento in cui lo stavano assassinando .
Il sangue scuro colava giù dal suo collo inzuppandogli i vestiti ed il tappetino dell’auto.
L’avevano sgozzato .   
Deglutii cercando di rimaner freddo davanti a quel massacro .
Uno spettacolo decisamente macabro.
Ma dov’era Sebastiano?
La risposta non tardò ad arrivare.
Era disteso dietro l’auto .
Mi chinai su di lui e posai due dita sul suo collo per sentir se ancora era vivo.
No.
Abbassai il capo, affranto .
Altri due morti.
Un colpo al petto l’aveva stroncato senza lasciargli nemmeno il tempo di reagire.
Ero stanco di veder tutto quel sangue…non ne potevo più.
“ Gabriel, cosa c’è ?” mi domandò Kevin con voce tremante.
Mi allontanai dai due colleghi , senza rispondere al ragazzo, ed afferrai il mio Galaxy , che proprio in quel momento mi avvisò dell’arrivo di un messaggio.
Lo visualizzai e il sangue si gelò nelle vene.
Mia figlia…
Il messaggio non era altro che una foto di mia figlia con Stella al suo fianco , entrambe imbavagliate e sedute sui sedili posteriori di un auto…erano in lacrime . Non c’era testo, solo due nome : Luke…e Johnny.
“NO!” urlai sbattendo un piede a terra.
“NO, NO , NO!” urlai furioso , con me stesso…con il mondo!
Provai un dolore al petto, così insopportabile…era tutta colpa mia. Solo MIA!
Johnny, una talpa! Un traditore!
Io avevo lasciato la donna che amavo nelle sue mani, avevo fatto il suo gioco!
L’avevo lasciata sola con lui!
“STELLA! AILEEN ” gridai il nome delle due donne che amavo nella notte, ma non riuscii ad ottenere risposta .
Poi un auto scura sfrecciò verso Kevin con l’intenzione di investirlo .  
Corsi verso il ragazzo con tutte le forze che avevo .
Non si era accorto di nulla.
Mi lanciai su di lui , ed insieme finimmo a terra , sull’asfalto gelido e duro , rotolando per un po’ .
Dolore.
Provai dolore da tutte le parti .
L’auto sgommò, allontanandosi sempre di più sotto i miei occhi.
“Kevin sali in macchina” ordinai categorico , schizzando in piedi e correndo verso la Mercedes .
“Ma che sta succedendo?” domandò il ragazzo con il cuore in gola,  prendendo posto sul sedile del passeggero con non poche difficoltà , dato la gamba ancor era un po’ dolorante .
“ Andiamo a riprendere Stella…e mia figlia”
“Come?”
Non risposi.
Adesso basta! Mi avevano stancato.
Erano andati oltre ogni limite.  
Avevano preso Stella sotto al mio naso.
Inserii la sesta marcia , arrivando a sfiorare i 200 all’ora.
Il piede sull’acceleratore non l’avrei alzato per nessuna ragione al mondo.
Vidi Kevin farsi piccolo piccolo contro il sedile, si stava letteralmente rannicchiando, ed aveva portato entrambe le mani su quella sorta di maniglia sopra il vetro del finestrino per tenersi .
“ Indossa la cintura” gli consigliai, per poi afferrare la pistola , che avevo in cintura, non appena vidi quell’auto comparire davanti ai miei occhi
Caricai l’arma pronto a tutto .
Mi era rimasto un solo caricatore, e doveva bastare.
Sorrisi beffardo: “eccomi qui”
Kevin mi guardò impressionato.
Urtai volutamente la parte posteriore dell’auto che avevo davanti , poi frenai e sterzai, sfrecciando di lato per affiancare l’auto .
Intravidi Stella e Luke…in compagnia di Johnny, quest’ultimo era alla guida.
Era l’alba. Il sole stava rischiarando la notte . Ed io quel giorno avrei vinto. Dovevo farlo.
Appena Johnny mi vide rimase sorpreso , molto sorpreso .
“Cosa c’è ? eh? Sorpreso di vedermi?” gli urlai contro nonostante non potesse sentirmi  
Sterzò per venirmi addosso .
L’urto fu violento, ma non demorsi. Il ragazzo al mio fianco urlò .
“ non gridare come una femminuccia” avvisai Kevin
“ Tu sei folle!” sbraitò fuori controllo
Un auto dietro di noi mi fece gli abbaglianti.
Emily.
Era lei. Non ci credevo, prima dov’ era finita ?
Era dalla mia parte ? Sì ?  
Attaccò l’altra fiancata dell’auto scura , dandomi conferma delle sue buone intenzioni .
Erano in trappola.
Johnny tirò fuori una pistola e la puntò verso di me.
“ Abbassati” urlai a Kevin, che obbedì.
Frenai di botto non appena fece partire vari colpi, che non andarono a segno.
Qualcuno prese la carrozzeria , ma senza far alcun danno.
Vidi il volto terrorizzato di Stella attraverso il finestrino.
Non ti lascio andare, stai tranquilla , avrei tanto voluto rassicurarla.
Il mio Galaxy prese a squillare.
Numero sconosciuto. Immaginavo già chi fosse.
“ Non hai speranze. La ragazza e la piccolina vengono con noi. Tu non puoi far nulla. Sto pensando di divertirmi con lei . E’ da tempo che voglio farlo, sai ? E’ un peccato ucciderla , non credi? Può essere utile in altre occasioni più dolci. Tu ed il ragazzo invece potete morire!”
“ Luke, ti prometto…che ti farò a pezzi. Non toccarla neanche con un dito…oppure, questo te l’assicuro , potrebbe essere l’ultimo giorno della tua vita. Lascia stare Stella e mia figlia!”
“Mai” e chiuse la conversazione.
Digrignai i denti lanciando il telefono sui sedili posteriori .
Ripresero a sparare verso di noi.
Abbassando il finestrino dalla parte di Kevin iniziai a farlo anch’io, stando attento a non colpire i vetri posteriori per non ferire Stella e mia figlia.
Emily prese a fare lo stesso dall’altro lato .
“ Sembra di star in Squadra Speciale Cobra 11 ! Ma i protagonisti sopravvivono sempre in questi inseguimenti!”
“Anche qui Kevin, è una promessa”
 


Stella
 

Johnny un traditore.
Dopo aver messo fuori gioco Emily colpendola con la pistola dietro la nuca, mi aveva afferrato per un braccio e strattonato con forza , per poi trascinarmi dietro l’Autogrill contro la mia volontà .
Il suo atteggiamento era cambiato repentinamente non appena Gabriel ci aveva voltato le spalle.
E Sebastiano e Cristiano erano morti davanti ai miei occhi.
Ancora non riuscivo a capacitarmene.
Stavo impazzendo.
Gabriel , dove sei ? Mi hai lasciata sola realmente?
Un auto scura era parcheggiata proprio dietro l’Autogrill , appena visibile grazie alle prime luci del sole.
All’interno Luke e la piccola Aileen, letteralmente terrorizzata da quest’ultimo, stavano aspettando proprio noi.  
Avrei voluto ribellarmi, ma non mi lasciarono il tempo di farlo.
Avevano preso anche Aileen, alla fine!  
Johnny era un traditore, davvero .
Io ero sola.  
Mi avevano imbavagliato assieme alla piccola , e gettata sui sedili posteriori dell’auto con i polsi legati da una corda ruvida .
Quando vidi che le loro intenzioni includevano anche l’ investire Kevin , provai ad urlare senza successo .
Mi salirono le lacrime agli occhi.
Mio fratello, no.
Fu un attimo.
Qualcuno si gettò su di lui ed evitò il peggio.
Gabriel .  
Ed adesso ? Adesso cosa ne sarebbe stato di me? E della piccola?
Un auto ci tamponò ed io andai in avanti , sbattendo con la fronte al sedile davanti a me .
Scossi la testa confusa, e rimasi scioccata quando attraverso il finestrino notai la Mercedes, quella Mercedes.
Kevin e Gabriel ci avevano raggiunti .
Sorrisi come potei .
Era lì.
Guardai Aileen e cercai di afferrarle una manina per tranquillizzarla.
Presero a sparare.
Un colpo frantumò il finestrino anteriore destro, ma non colpì né Luke , né Johnny.
Mi abbassai assieme ad Aileen.  
“ Dove cavolo è Florenzo? Gli avevo detto di tener occupato quello sbirro!” sbraitò Luke
Oh no.
Florenzo.
C’era anche lui da qualche parte.
Sentii dei pneumatici strisciare sull’asfalto in modo così forte da farmi accapponare la pelle.
Un auto aveva frenato con violenza .
Mi sforzai di veder la Mercedes , ma non c’era più .
 Perché ?
Non c’era più neanche Emily…cosa era successo?
Vidi Luke sospirare di sollievo.
“Ok, sono arrivati i rinforzi” comunicò , voltandosi verso di me, per farmi un occhiolino.
“Non vincerai Luke” gli dissi . Ed ero certa , sicura, di quel che avevo detto



Angolo Autrice 


Ciaoooo ^^ vi ho fatto aspettare un pò , chiedo venia ;) 
Ma prima di oggi mi è stato praticamente impossibile aggiungere alla storia un nuovo capitolo , ero troppo presa dallo studio  ;) 
Per il prossimo non aspetterete tantissimo, anche perchè vi ho lasciati in un punto un pò , come dire, critico?  
Alloooora cosa ne pensate ? ^^  
Johnny traditore :/ ...chi di voi sospettava questo suo tradimento ?
E Luke e Florenzo intanto sono riusciti a rapire la nostra Aileen :/ 
Nei prossimi capitoli succederanno un bel pò di cose , spero vi piaceranno ^^
Ringrazio come sempre TUTTI VOI che preferite , recensite , seguite e ricordate questa storia ^^ 
Alla prossima ;) 
Un bacione a presto ;)  
 


 

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Capitolo 30
*** Priorità ***


 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti








Capitolo 30. Priorità

                                                                                                             
                Tremano le gambe, mentre ride il cuore 
                            Meraviglioso amore mio- Arisa                                                                                                               


Stella 


“No! NO! Lasciami andare ” urlai con tutte le mie forze, fino a farmi bruciare le corde vocali. 
Qualcuno doveva sentirmi, qualcuno doveva aiutarmi. 
Io non mi sarei arresa, avrei usato tutto i mezzi possibili per sfuggire a quel triste destino. 
Luke mi trascinava senza problemi per i corridoi  di un lussuoso albergo a quattro stelle , dai pavimenti in parquet e dalle pareti color porpora .
Provincia di Milano . 
Sì, Milano...io ero lì.  
Da quanto tempo desideravo arrivar in questa città , la mia città . 
Eppur non avrei mai immaginato, mai pensato, mai sperato, mai sognato di arrivarci in questo modo , e fra le braccia di un altro uomo che non fosse Gabriel . 
Cercai di trattenere le lacrime , che di certo in quel momento non mi sarebbero servite poi a molto, se non a mostrare la mia fragilità  . 
Gabriel non era più sicuro di amarmi , non gli importava più niente di me...ma davvero mi avrebbe abbandonata adesso che non provava più quel che sentiva prima per me ? 
No, conoscendolo...non l'avrebbe fatto . 
Se non per ciò che ero , mi avrebbe salvata per il suo lavoro . 
Lui amava essere un poliziotto .  
Per lui la Giustizia veniva prima di qualsiasi altra cosa terrena, l'avevo imparato ormai...ed anche a mie spese, forse.  
Quel suo alto senso del dovere, quella sua voglia di rendere ogni luogo più sicuro .  
Sorrisi amaramente.
In fondo era un eroe, ed un tempo era il mio eroe personale 
Rispetto la prima volta in cui c'eravamo persi , divisi , sempre contro la nostra volontà , ero sicura del fatto che mi avrebbe cercata con meno ardore . 
Mi ribellai ancora una volta alla presa di Luke , e cercai di pestargli un piede per dar un margine di tregua al mio povero braccio destro, che era ormai stritolato dalle sue dita robuste e corte .    
Sapevo che era inutile provar a liberarmi del tutto , non sarei riuscita a correre per più di qualche metro prima di essere raggiunta da lui e dai suoi scagnozzi , ma dovevo tentare in qualche modo quell'impresa disperata . 
Johnny se ne stava alla reception , come un bravo cagnolino da guardia...e di Florenzo invece, ancora nessuna traccia. 
Ciò mi faceva ben sperare. 
Che fossero riusciti a catturare almeno lui ? 
Eppure di una cosa continuavo ad essere del tutto certa, e la mente non voleva aver altre distrazioni . 
Io dovevo trovar un modo per andar via da lì , subito, dovevo trovare una via di fuga...prima dell'inizio della fine .
Luke afferrò con la mano libera una tessera elettronica da una tasca interna della sua ridicola giacca a scacchi , per poi strisciarla vicino ad una singolare maniglia della porta di una camera al sesto piano della struttura alberghiera . 
Mi spinse dentro e chiuse bene la porta alle sue spalle . 
Prese a guardarmi con occhi pieni di desiderio, ed io non sapevo cosa fare...
osservai ogni cosa intorno a me e scoprii , con sommo dispiacere , che non c'erano possibilità d'uscita . 
Ero in trappola. 
Come un topino da laboratorio. 
Come un leone in gabbia...sempre se potevo definirmi tale, dato le mie gambe avevano iniziato a tremare come fossero du fluscelli scossi dal vento d' inverno . 
Luke si avvicinò minaccioso verso di me , allentando il nodo della cravatta e sbottonandosi qualche bottone della camicia scura . 
“ Qui nessuno ci troverà . Siamo nascosti bene, e saremo al sicuro almeno per un po' .” esordì , per poi aggiungere allargando le braccia con aria soddisfatta: “ ti presento uno dei lussuosissimi alberghi costruiti da mio padre e dai suoi soci, compreso tuo zio sai? ”
Tremai ancor di più . 
Uno dei tanti investimenti fatti grazie ai loro affari . 
Uno dei tanti luoghi inquinati da quelle persone crudeli.  
“ Prima dicevo sul serio” continuò avanzando verso di me , e con non buone intenzioni.  
No, decisamente non buone intenzioni. 
“ Tuo zio non voleva che tu facessi una brutta fine , desiderava tenerti con sé per proteggerti , ma adesso che non c'è più...beh, molti dei soci rimasti vorrebbero farti fuori perché sai troppe cose . 
Ed io parlo di persone sparse un po' dovunque nel mondo e con molti soldi nelle tasche .”
Deglutii quando avvicinò il suo viso al mio . 
Le nostre labbra ad un soffio di distanza, le guardai con disgusto . 
Non gradii il suo respiro sulla mia pelle.
“ Ma io sono del parere che un bocconcino prelibato come te , pupilla di Walter Rossi , non meriti la morte . Un fiore così tenero, delicato, non può che essere gustato...e chissà che un giorno non diventi mia complice e mia amata . ”
“Sognatelo. Io non sarà mai la donna che vorrai ” 
Trovai il coraggio di risponderli a tono, e mi stupii . 
Nessun tremore o timore nella voce.  
Rise di gusto . 
“ Non ti piaccio? Potrei comprarti il mondo intero se solo tu lo volessi! ”
“Per tutto l'oro del mondo continuerei a non amarti. Non sarò mai tua. Non amerò mai te...non amerò mai nessun altro”
Mi fissò attentamente per poi sfiorarmi una guancia con un dito . 
E quanto avrei voluto spezzarglielo
"Non toccarmi" 
Mi scansai immediatamente , ma lui mi afferrò per il polso sinistro e mi costrinse a voltarmi ancora una volta verso di lui .
“ Quello sbirro ti ha fatto proprio perdere la testa , eh? ” ridacchiò " cosa devo fare per farti cadere ai miei piedi?" 
Sgranai gli occhi scioccata. 
Era così evidente che fossi innamorata di Gabriel ? 
Quando non risposi , esplose in un'altra fragorosa risata , che mi fece venir i brividi .
La pelle d'oca sulle mie braccia era più che evidente. 
“ Sei mai stata sua?” domandò riducendo gli occhi a due fessure, curioso .
C'era una punta di malizia nella sua voce. 
“ Io sarò soltanto sua” precisai con convinzione. 
Lui scosse la testa ed afferrandomi per la camicetta, mi spinse su quel letto matrimoniale, sul quale mai mi sarei voluta sedere o distendere , specie se accanto a lui . 
Adesso mi guardava con un pericoloso ghigno sulla faccia . 
Sapevo cosa avesse in mente , ed io non sapevo come fare per sfuggire dalle sue crudeli intenzioni .  
Iniziai a pregare. 
Pregai in silenzio. 
Pregai con il cuore in mano. 
Pregai per aver un po' più di coraggio per affrontare tutto ciò che , da lì a pochi istanti, avrei dovuto combattere . 
Pregai per un miracolo
Luke prese a far scorrere le sue sudice dita sulle mie cosce , ancora fortunatamente protette dai pantaloni . 
E mi alitò sul collo per poi baciarlo . Sentii la punta della sua lingua sulla pelle e il mio tremore aumentò . 
Provai ad allontanarmi , ma imprigionò le mie mani sopra la testa contro la mia volontà . 
Provai a dimenarmi ancora , ad urlare, ma lui sigillò le mie labbra con uno squallido bacio ruvido e privo d'amore, che tentai di fermare serrando le labbra . 
Poi sferrai un calcio con tutte le mie forze , ma le sue gambe bloccarono le mie un'istante dopo . 
Mi sfuggì una lacrima mentre sentii le sue mani farsi strada far i bottoni della mia camicetta. 
No. Non volevo che accadesse.
Gli morsi le labbra con decisione e lui infuriato mi tirò uno schiaffo. 
“NO!” urlai , e la mia voce si mozzò in gola tanto era stata forte quella richiesta . 
Ma in quel momento, finalmente, il mio miracolo arrivò 
Inaspettato, quando ormai neanche ci credevo più
Qualcuno spalancò la porta della camera , e distrasse Luke a tal punto da permettermi di sgusciare fuori dalle sue grinfie. 
Mi allontanai immediatamente da lui , pulendomi le labbra con fare frenetico .
Il mostro fece per riconquistarmi , sibilando , farfugliando parole senza senso, ma delle forti braccia l'afferrarono e lo costrinsero ad allontanarsi da me
“STAI ALLA LARGA DA LEI” 
Quelle cinque parole mi riempirono il cuore . 
Mandarono in frantumi quel ghiaccio e quel dolore che avevano minacciato di soffocarmi, di uccidermi.  
“ Vai via, corri!” urlò Gabriel , mentre iniziava un corpo a corpo con Luke. 
Scossi la testa, spaesata . 
Non volevo che rischiasse ancora la vita per me, anche se solo per fare il suo lavoro. 
Io non potevo accettarlo, perchè nonostante tutto io l'amavo. 
L'amavo come quell'aria che stavo respirando e stava riempendo i miei polmoni d'ossigeno. 
L'amavo come la prima volta in cui le nostre labbra s'incontrarono in quel fragile momento in quel piccolo hotel . 
Le sue parole non potevano cancellare ciò che avevo memorizzato, sentito, vissuto,  restando al suo fianco. 
Non potevano portarmi via quei ricordi.
Nonostante mi avesse ferita, nonostante mi avesse fatta sentire abbandonata per l'ennesima volta...
come non potevo ammetere che lui su quella Terra non era che tutto ciò che avevo di più caro nella mia vita ? 
Niente di umano, nessun oggetto, nessun'altra persona...poteva sostituire ciò che lo rendeva speciale ai miei occhi.  
Quell'amore , ormai perso , continuava a riempire i miei giorni e a cicatrizzare le ferite del mio cuore, nonostante tutto  . 
“ Tu vieni con me!” esclamò Emily afferrandomi per un braccio. 
“Non lo lascio qui!” tuonai , impuntandomi . 
“Muoviti! Riuscirà a cavarsela!” ribatté lei, agitata.  
Gabriel e Luke rotolavano per terra in un groviglio di braccia e di gambe. 
Smisi di respirare quando vidi Luke colpirlo con un pugno sul naso. 
Emily digrignò i denti: “ non abbiamo tempo , dai! Forza” 
Con un gran peso sul cuore,  mi lasciai guidare lontano da quella camera , con la speranza di non far mai più ritorno da quel pazzo che avrei voluto prendere soltanto a calci e a pugni . 
Io ed Emily iniziammo a correre alla disperata ricerca dell'ascensore . 
Mi fiondai dentro assieme a lei non appena, con un piccolo segnale acustico, la cabina ci avvertì del suo arrivo. 
I numeri digitali su quella piccola sorta di computer montato sopra la porta scorrevano lenti. 
Emily aveva una pistola in mano , ansimava. 
“ Non siamo soli. Ho avvisato dei colleghi, quindi cerca di stare tranquilla. Ormai è quasi finita” 
cercò di rassicurarmi. 
“ Non ti ho mai ringraziata per avermi salvata dallo scoppio di quella bomba al distretto. ” ammisi  
Mi guardò sfoderando un piccolo sorriso: “ Figurati” 
“ Sapevi anche tu che Johnny...” aggiunsi 
Lei abbassò il capo: “...e pensare che mi ero innamorata di lui. Che sciocca che sono stata , eh?” 
Le sorrisi: “ Quando si ama non si è mai sciocchi. Anch'io amo qualcuno...talmente tanto che...nonostante le crudeli parole che mi ha detto contro...non riesco ad odiare ”
Emily trasse un profondo respiro: “ Lui ti ama. Più ti quanto tu possa immaginare”
La guardai colpita da quelle parole.
Anche lei ? 
Anche lei sapeva?  
“ Tu...sai?”
Lei annuì con un gran sorriso: “ Sì. Ma ora non abbiamo tempo per parlare di questo. E poi è un discorso che dovrete affronatare soltanto voi.”
“ Come mi avete trovata?” chiesi cercando di capir quell'arrivo miracoloso
“ Sono stata furba. Diciamo che ho avuto un illuminazione ” si congratulò con se stessa. “ hai un dispositivo nella tasca dei pantaloni che ci ha permesso di rintracciarti ”
La guardai sgranando gli occhi. 
Poi le porte dell'ascensore si aprirono , e fu in quel momento che notai un gran bel caos creato dalla polizia e dai malviventi. 
La reception era sotto attacco . 
Notai numerosi buchi sui mobili e sulle pareti. 
Segno che la quantità di proiettili in aria non era decisamente poca. 
Un divano in pelle era stato rovesciato per terra , e fungeva da scudo a quei dipendenti armati . 
Tra quelli riconobbi Johnny. Sparava contro i suoi stessi colleghi, che coraggio da...codardo! 
In auto con Luke aveva perfino ammesso di essere stato lui a portare la bomba al distretto. 
Se ne era vantato del suo tradimento .  
Incredibile quanto i soldi siano diventati per lui più importanti di vite umane. 
Aveva ucciso James , il miglior amico di Gabriel. 
Avevamo viaggiato insieme ad un assassino senza saperlo. 
Mi aveva avvicinata a sé con l'inganno, fingendo gentilezza. 
Uomo squallido.
“Giù” urlò Emily non appena i cattivi si accorsero di noi. 
Gattonando come un bebé , e tentando di frenar quell'incredibile nausea che stava minacciando di sopraffarmi, mi sovvenne una domanda: “ Kevin?” domandai sopra il rumore di quel conflitto, che cercavo d'ignorare .
Mio fratello? Come stava? 
“E' al sicuro” mi rispose. “ In macchina, non lontano da qui.”
Entrammo nelle cucine del grand hotel ed a passo svelto conquistammo la libertà sotto lo sguardo dei cuochi e dei camerieri , erano terrorizzati da tutta quella situazione . 
Mi ritrovai assieme a lei in un ampio giardino qualche minuto dopo . 
L'erbetta era un po' cresciuta intorno ad una piscina profonda e dalla forma ovale . 
Le panchine erano all'ombra sotto enormi abeti ondeggianti , ed erano accessibili attraverso un piccolo sentiero creato da simpatiche mattonelle colorate . 
Un piccolo parco giochi era non molto distante da noi , e fortunatamente nessun bambino si trovava lì . 
In quel periodo fortunatamente non c'era molto turismo in giro . 
Inziai ad affondare le scarpe nell'erbetta , nel disperato tentativo di raggiungere un cancello secondario. 
Era aperto, ma dovevamo correre allo scoperto per oltrepassarlo , e qualcuno avrebbe potuto vederci. 
Emily deglutì, affacciandosi da dietro una sorta di statua a forma di sirena, che in quel momento ci garantiva di non essere adocchiate da nessuno in particolare. 
Il giardino sembrava tranquillo, nonostante il rumore degli spari all'ingresso , che di certo non rasserenavano il clima che si respirava .  
“Al mio tre corriamo verso il cancello...d'accordo?” 
“Emily, Gabriel è ancora dentro io non voglio lasciarlo” ripetei 
Non riuscivo a non pensare a lui. 
Ero stupida, sì . 
Dov'era? Come stava? Sarebbe riuscito a fuggire da lì senza problemi? 
Lei mi guardò e sospirò: “ Posso capire quanto per te sia difficile, ma lui può farcela.”
“Promettimi che non ci allontaneremo da qui senza di lui ” 
Avevo un'ansia. 
Paura di non rivederlo, mai più .  
“Non posso prometterti una cosa del genere. Ora ti prego...andiamo.”
Scossi la testa. 
“Uno” contò lei 
Gabriel non voglio lasciarti
“Due” 
anche se non mi ami, anche se fai tutto ciò per il tuo stupido lavoro , io non posso permettere che tu perda la vita per me . 
Non riuscirei più a guardarmi alla specchio...specie se Aileen si dovesse ritrovare per l'ennesima volta senza un padre. 
"Tre"
Oddio! Aileen dov'era?
“Emily la bambina che era con me, dov'è?” domandai con il cuore in gola. 
Lei mi guardò preoccupata iniziando a correre tenendomi per mano : “ Io...non lo so” 
“Non posso abbandonare anche lei !” esclamai già con il fiatone. 
“devi!” ordinò lei stringendo ancor di più la mia mano . 
“NO!” urlai . 
Non avrei abbandonato anche la piccola in quello schifo. 
Piantai i piedi a terra e mi girai di scatto per tornare indietro mentre la mano di Emily scivolava via dalla mia. 
“Ciao” 
Mi bloccai di colpo davanti a quel saluto gelido , ed il cuore iniziò a pompare forte nel petto . 
“Florenzo” mormorai appena 
Lui sorrise: “ Da tanto che non ci vediamo , eh?” 
Indietreggiai ed Emily si mise al mio fianco prontamente . 
“ Ti domandavi dove fosse la piccola?” chiese  “mmm...il ragazzino è appena riuscito a portarsela via, sotto al mio naso . Non so come ci sia riuscito , e neanche mi interessa saperlo, dato che da qui a qualche minuto verrà preso dai miei uomoni e ucciso con tanto dolore ” 
“Kevin?” 
Ero sorpresa. 
Cosa aveva fatto lui ?
Emily era rimasta colpita quanto me. 
Florenzo si passò la lingua sulle labbra, ignorando la mia domanda retorica :  “Ti ricordi di quel discorsetto che volevo farti...quando eri al casolare tutta sola soletta ? Oggi è arrivato il momento che ti dica cosa avevo intenzione di dirti ” 
Alzò la pistola puntandomela alla fronte : “ Non mi sono simpatiche le donne come te.”
Emily puntò la sua arma contro di lui: “Stai indietro, o sparo” 
Lui rise: “Andiamo, sbirra...non facciamo le classiche scenate da film gialli”
“ Ho detto che devi stare indietro. Sei stato bravo prima a sfuggirci...ma adesso non riuscirai a cavartela ” proseguì lei 
Un minuto dopo eravamo circondate da quattro scagnozzi di Florenzo , ed Emily fu costretta ad abbassare l'arma senza più aprir bocca . 
"Ora hai finito di dire cavolate?" 
E Florenzo si avvicinò a me con fare minaccioso. 
Indietreggiai ancor di più , fino a raggiungere il bordo della piscina, ed io non sapevo nuotare. 


Gabriel 


Mi guardavo attorno mentre ammanettavo Luke , che scalciava come impazzito sotto al mio peso . 
“Mollami idiota !” sbraitava con odio con le mani dietro la schiena . 
Lo tirai su , per poi affondare un altro pugno nel suo addome , facendolo piegare in due con un lamento : “ ringrazia di non essere arrivato oltre con lei...perchè tutte le botte che hai preso non potevano che essere un piccolo assaggio di quelle che avresti potuto subire . Tu, non toccherai mai più Stella. Mai più.”
Rise. 
“ Ridi. Poi in tribunale riderò io quando sentirò il giudice darti l'ergastolo” 
Continuò a mostrare un atteggiamento irritabile e le mie mani formicolarono ancor di più. 
Non me le sporcherò ulteriormente. 
Non sarebbe servito . 
Mi sistemai la camicia, ormai sgualcita , e corsi per i corridoi schivando proiettili e feriti. 
Dovevo accertarmi che Stella stesse bene. 
Fortunatamente mi ero già assicurato delle condizioni di mia figlia, che era riuscita a scappare grazie anche all' aiuto di un Kevin-incosciente. 
Invece di restar in auto quel bel...cretino, vedendo la posizione di mia figlia, era corso in suo aiuto, prima ancora che lo facessi io , e l'aveva portata via con sé sparendo , grazie a Dio e senza problemi , oltre un cancello , dove era parcheggiata la nostra auto. 
Florenzo aveva cercato di fermarlo, ma il ragazzo con furbizia era riuscito ad assestargli un bel colpo tra le gambe senza aver avuto bisogno del mio aiuto . 
Dopo avrei dovuto ringraziarlo, ma anche sgridarlo . 
Tra le urla degli innocenti sparpagliati un po' dovunque , ed attraverso i vetri di uno degli eleganti salotti dell'albergo, notai cosa stava accadendo in giardino . 
Stella era lì, circondata da Florenzo e dai suoi uomini. 
Era senza difese in quel momento. 
Afferrai meglio la mia pistola , e gridai ai primi tre poliziotti, non molto distanti da me , queste parole : “ Fuori! Ora !” 
Quelli annuirono e presero a seguirmi. 
Quando spalancai una delle uscite di emergenza per raggiungere il giardino , Florenzo ed i suoi scagnozzi presero a sparare come se stessero giocando a tiro a piattello . 
“Stella” gridai con tutto il fiato che avevo in gola , non appena la vidi cadere nella piscina per colpa di una forte spinta infertole da quel delinquente.   
“Avanziamo!” ordinai con il cuore al posto della bocca dello stomaco. 
Non riemergeva. 
Emily recuperò la sua pistola e ci aiutò come possibile . 
In meno di un minuto quei criminali si arresero . 
Florenzo cadde sotto due colpi di Emily , per sua legittima difesa . 
Il conflitto era ormai finito anche all'interno dell'edificio , quindi quei pochi rimasti non avevano scampo contro di noi .  
Sentii in lontananza qualche macchina sgommare, ma per il resto la mia preoccupazione non comprendeva altro che la vita di Stella .
Lei era la mia priorità 
Corsi verso la piscina e mi tuffai senza esitare . 
L'impatto con l'acqua fu sgradevole, dato era gelata...ma a me non interessava . 
La trovai lì , quasi sul fondo . 
Le braccia sospese sopra la testa. 
L'afferrai , cingendole la vita con le braccia, e risalii in superficie. 
“Stella”la chiamai preoccupato, tenendola stretta fra le mie braccia , ma lei non rispondeva. 
La tirai fuori dall'acqua grazie anche all'aiuto di Emily , e la guardai con il cuore in gola . 
“Stella” 
No. Non può finire così . Non può farmi questo . 
Tu non puoi farmi questo. 
Mi avevi detto che non mi avresti mai fatto soffrire. 
Ero paralizzato , non sapevo cosa fare . 
La vedevo lì , distesa davanti ai miei occhi, fragile , senza difese, quando invece sarei voluto essere io la sua protezione, il suo scudo .  
Non riuscivo a pensare ad altro oltre al fatto che se fosse morta io avrei perso me stesso , e non avrei più avuto il coraggio di affrontare la vita...e l'amore. 
Emily prese a farle il massaggio cardiaco : “Aiutami” mi ordinò 
Le aprii la bocca e tappandole il naso ,alternandomi con Emily , regalavo il mio respiro alla donna che amavo nel disperato tentativo di svegliarla . 
"Ti prego. Non mi lasciare. Non lo fare. Non puoi farmelo"  
Se morirai ti porterai con me anche il mio respiro , la mia vita.
Dolce, amore mio. 
Sfiorare quelle sue labbra morbide, fredde e bagnate, non aiutava di certo il mio cuore a rallentare i battiti e a non sgretolarsi sotto quella pressante paura di perderla . 
Emily si fermò dopo un po' e mi guardò con dolore . 
“No, non ti fermare . Ti prego” la supplicai  
Sfiorai i capelli di Stella e poggiai la fronte sulla sua, tremando per il dolore e per il freddo : “ Ti prego. Io ti amo...non puoi abbandonarmi.” sussurrai con rabbia chiudendo le mani a pugno sul suo petto “ Farei di tutto per te. Se questa è una punizione per ciò che ti ho detto...io...io non so cosa fare per rimediare . Ma io ti amo, come non ho mai amato nessun'altra in tutta la mia esistenza. E se tu dovessi morire, portami con te. Portami con te, Stella ”
All'improvviso prese a tossire con forza. 
Ed io ripresi a respirare realmente assieme a lei. 
Quando i suoi occhi color caramello incontrarono i miei , trassi un enorme sospiro di sollievo. 
“ Sei ancora qui” mormorò confusa. 
“Sarò qui finché lo sarai anche tu” risposi prontamente
“Cosa è successo?” domandò guardandosi intorno . 
Emily le strinse una spalla e le sorrise : “ Gabriel ti ha salvato la vita” 
Ritornò a guardarmi e le pupille nei suoi occhi tremolarono: “ Tu ”
Le presi il volto con entrambe le mani: “ Tutto quello che ti ho detto, io non...io non...non so più come proteggerti .Cavolo, più provo a farlo, più rischio di perderti . ” ammisi, sconfitto , con un mezzo sorriso sulle labbra . 
Un dito si posò sulle mie labbra: “ Non parlare o ti mollo uno schiaffo qui davanti a tutti ” e tossicchiò ancora un po' dopo quelle parole, per poi rabbrividire vistosamente . 
L'abbracciai per riscaldarla un po' in qualche modo, anche se stavo tremando come lei . 
“Vado a prendervi qualche asciugamano e dei vestiti” avvisò Emily 
Ed io ritornai dalla mia dolce Stella : “ Aggressione a pubblico ufficiale, mai sentito parlare? Se tu dovessi tirarmi uno schiaffo...beh...e comunque ti insegnerò a nuotare, contaci.  ” scherzai 
“Non puoi dirmi quelle parole , e poi pretendere il mio perdono” sussurrò lei seria , ad un soffio dalle mie labbra
“non sai quanto tu mi abbia fatta soffrire.” proseguì , procurandomi un intenso dolore al petto. 
“Io non avrei mai voluto farti soffrire e poi anche tu ! Poco fa mi hai quasi ucciso , sai ? Siamo pari. ” l'avvisai io , scuotendo la testa ancora incapace di riprendermi .  
“Come,scusa?” ed inarcò un sopracciglio “ fino a prova contraria quella che stava morendo ero io! ”
La guardai , ed intrecciai le dita con le sue con un sorriso : “ Ti amo”
Mi guardò spiazzata , poi fece per aprir bocca ma rubai le sue parole con un bacio , annientando così la distanza fra noi . 
“ Se mi baci così non vale, sbirro” sussurrò lei sulle mie labbra, poco dopo .  
“ Perdonato?” chiesi guardandola dall'alto in basso. 
“Vedremo” rispose, ma nei suoi occhi sorridenti il mio perdono era più che evidente, assicurato . 
“ Ti ricordi quando a Roma, quella sera su quel ponte sul Tevere, ti ho detto che se tutto andrà bene , e se tu mi ricorderai , ti sposerò ?”
Mi guardò accigliata: “ Non ti ho dato risposta. ” mise in chiaro, in tono scherzoso.
Sorrisi:“ Sappi che io non aspetterò ancora , non con il rischio costante di non riuscire a metterti quel anello al dito e di averti completamente mia in ogni modo umanamente possibile . Non ho altre certezze su questa Terra se non l'amore che ho per te”
“Gabriel io..” esordì , ma non la lasciai continuare e posai tre dita sulle sue labbra 
“ Ho bisogno di te nella mia vita . E prometto di amarti in salute ed in malattia, nella buona e nella cattiva sorte, e di rispettarti e onorarti per tutti i giorni della mia vita finché morte non ci separi... ”
I suoi occhi diventarono lucidi : “tu sei...” disse soltanto questo , prima di gettarmi le braccia al collo 
“ Forse sarà una pazzia, ma anch'io voglio unirmi a te...e voglio farlo adesso”
“Perfetto, perchè prima ho beccato un prete , e gli ho perfino salvato la vita . Non oserà dirmi di no” 
“ Non sarà rischioso perdere tempo qui?” 
Scossi la testa: “ Dovrai essere in tribunale dopodomani , quindi nessun problema,  e poi siamo già in provincia di Milano . Luke e Florenzo non daranno più fastidio. Forse qualcun altro potrebbe farlo, ma non voglio aspattare oltre, ovviamente sempre se per te va bene sposarti in jeans” 
Scoppiò a ridere: “ Beh, immaginavo il mio matrimonio un po' diverso ma questo sarà ancor più bello e perfetto . Jeans e camicetta andranno più che bene, che dici ? ” 
“Papà” urlò qualcuno alle mie spalle, ed io mi voltai immediatamente verso quella voce
La mia piccolina stava correndo verso di me : “ Aileen” urlai contento di vederla. 
L'abbraccia forte non appena mi raggiunse
“ Sei bagnato” si lamentò arricciando le labbra
“Scusa, come stai ?” 
“Kevin ed io abbiamo fatto un bel gioco” spiegò contenta 
Guardai Kevin in piedi ed al suo fianco e lui , in imbarazzo , si grattò la nuca : “ Beh, le ho spiegato che era tutto un gioco, ho fatto bene no? ”
“ Dovrei dirti grazie, ma anche...”iniziai 
“non partire con la ramanzina , papà. L'ho fatto perchè mi andava. In fondo un po' di coraggio l'ho anch'io. E poi...non sarebbe meglio se molliamo le ancore ed andiamo via da qui ? Sai com'è tutti questi feriti, e poliziotti...e...hai capito, no?  ” 
“ Bene, sì hai ragione . Però prima per punizione mi farai da testimone per il mio matrimonio”
Mi guardò sgranando gli occhi: “ C...c...chi ti ha dato un colpo in testa, amico ?” 
“Nessuno” rispose Stella per me , tirandosi su assieme a me “ abbiamo deciso così e basta. Ci sposeremo adesso ”
“Ma...ma figlioli un prete dove lo troviamo?” 
“ Vi sta già aspettando dentro” avvisò Emily con un gran sorriso , avanzando verso di noi con una moltitudine di asciugami fra le braccia “ troverete qualche vestito dentro...qui fuori si gela, copritevi ora ed andiamo. ”   
Ed io guardai Stella con amore 
Sì , andiamo...



Angolo Autrice 


Ciaoooo ragazzi ^^ come va? 
Io non ci vedo più dalla fame ihihihihi ma non ho voglia di fiesta ho in mente altro <3 
Detto ciò ^^ spero davvero e con tutto il cuore che il capitolo vi sia piaciuto ;) 
Non manca molto alla fine, circa quattro capitoli se i miei calcoli non sono errati ^^
Quindi, fatemi sapere cosa ne pensate ci conto ^^ 
Ringrazio tutti voi che preferite/seguite/ricordate questa storia ;) 
Un bacione a presto ;) 

 

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Capitolo 31
*** Momento perfetto ***


 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




Capitolo31. Momento perfetto



Stella
 

Non sapevo cosa stava succedendo , o meglio lo sapevo meglio di chiunque altro , ma non riuscivo ad assimilare tutto quel concetto di gioia ed energia , che mi stava scorrendo nelle vene ad una velocità stratosferica .
Impressionante!
Le mie emozioni rischiavano seriamente di superar la velocità della luce , ed a quel punto avrei potuto ricevere un bel premio per il primato mondiale in velocità !
Ero totalmente confusa. Sorpresa. Fusa.
Sì, ero totalmente ed incredibilmente fusa .
Innamorata, pensierosa, allegra, sarcastica.
Un pizzico di buono stress , un’aggiunta d’ ansia , ovviamente motivata.
Sì  , se qualcuno in quel momento mi avesse chiesto come stavo…beh, avrei risposto : “ Sono un frullato di benessere . Un mix di emozioni micidiale, direi letale . Una bomba ad orologeria, pronta a scoppiare da un momento all’altro ”
Ebbene. Un’altra al posto mio cosa avrebbe fatto ?
Mancavano un’ora , venti minuti e trentacinque secondi al mio matrimonio ufficiale .
E chi l’avrebbe detto che mi sarei sposata oggi ? In questo mese ? Ed in questo modo?   Senza mia zia, i miei nonni , mia madre – con cui nonostante tutto continuavo a sentirmi ogni tanto- i miei suoceri .
Ne vogliamo parlare?
Un matrimonio fuori dal comune per due persone altrettanto fuori di testa, eppur innamorate come non mai .
Scossi la testa con veemenza .
Allucinante!
Qualche ora prima ero stata sul punto di morire , ed ecco che qualche ora dopo mi stavo preparando per una cerimonia nuziale .
Matrimonio.
Il mio matrimonio  
Al solo pensiero un nodo mi serrava la gola e non mi permetteva di respirare come avrei voluto .
Mi sforzai di sorridere, nonostante i miei muscoli avessero deciso di dar poca collaborazione per i preparativi .
Io moglie
A ragazza sognatrice , viaggiatrice accanita che ero, adesso mi ritrovavo donna ormai prossima al matrimonio , e quindi dal costruirsi una famiglia tutta sua .
L’idea non era male , era allettante , specie se lo sposo in questione era un certo tipo di nome Gabriel Gray .
Il suo meraviglioso nome mi faceva letteralmente impazzire , perdere la testa ogni volta che lo pronunciavo .
Diventar la signora Gray era ancora un pochetto strano per la sottoscritta, ma…ok, l’abitudine avrebbe sostituito questo senso di stranezza no? 
Ero troppo giovane per sposarmi ? Era troppo presto ? Gabriel era l’uomo giusto per me , ne ero sicura ?
Queste sarebbero dovute essere le domande a spasso per la mia testa , ed invece con mia grande sorpresa,  c’era posto soltanto per una di domanda.
Quanto tempo ancora avrei dovuto aspettare per unirmi a lui ?
Sì. Soltanto questa.
Pazzesco vero ?
Gabriel era perfetto per me , non avevo motivo di farmi domande inutili .
Era come se Qualcuno avesse creato un uomo fatto su misura per me:
Gabriel. 
Io e lui ci completavamo.
E non riuscivo ad  immaginare nessun altro al mio fianco, che non fosse lui .  
In ogni mio pensiero, in ogni mio respiro, in ogni mio battito di ciglia o di cuore…lui era sempre lì, pronto a regalarmi la sua presenza .
Follia. Sì. Amavo far le cose fuori dal comune.
Amavo lui che era piombato nella mia vita in una situazione tutt'altro che fuori dal comune .
Ed amavo quel Qualcuno che mi aveva dato la possibilità d’ incontrare l’uomo della mia vita, anche se in circostanze non del tutto serene .
“ Ci siamo” mi informò Emily , con un sorriso raggiante sulle labbra .
Deglutii e guardai ancora una volta il mio riflesso nello specchio che avevo davanti al naso .
Ero in quel meraviglioso bagno di lusso , nella suite più grande della struttura alberghiera , da circa due ore .
Avevo avuto a disposizione tre lavelli, due docce  , uno specchio grande quasi quanto la metà del salone di casa di mia zia, un fono professionale , diecimila asciugamani , essenze profumate, profumi, olii…e non solo.
Dei gentili ospiti nell’albergo , dopo essersi ripresi dal trauma della violenta sparatoria, saputa dell’occasione… mi avevano regalato un paio di jeans chiari taglia 40 , una camicetta bianca e dei tacchi a spillo color rosa antico…credo. Era un rosa strano , carino, un po’ pallidino forse ?
Ma a me non importava , in quel momento avrei accettato anche le “ciabatte” dei frati francescani pur di sposarmi .
Perché per me quella era la cosa più importante , fondamentale .
Ora, il problema era che per infilarmi quei pantaloni taglia 40 , ed io non portavo affatto quella taglia , avevo dovuto saltellare per tutto il bagno per una buona mezz’ora , lottando contro il tessuto che non voleva cedere sotto i miei sforzi , ed era per questo motivo-nonostante Stella avesse battuto Jeans 1-0 ehehe!- che adesso mi sentivo come un wurstel in un hot dog .
Dei simpatici rotolini mi si erano gentilmente creati sui fianchi , essendo quest’ultimi totalmente stritolati dal paio di jeans , e la cosa peggiore era che il bottone era in bilico tra lo staccarsi e il rimanere piazzato nel mio basso ventre .
La camicia di certo non poteva far miracoli per coprire quelle maniglie dell’amore  sorte dal nulla , ma almeno quella andava bene , anzi…non proprio , avevo un imbarazzante vuoto sul petto che faceva notar ancor di più quella mia…mancanza?
Cioè c’erano ma non erano…però erano graziose, sì…davvero.
Una seconda scarsa era pur sempre una seconda , eh.
Le scarpe sì , perfette .
Quelle erano della taglia giusta veramente .
Un bel quarantuno pieno .
I miei piedini erano belli grandi .
“ Mmm…ci siamo dici ?” domandai facendo una smorfia di disappunto davanti al mio riflesso .
Non mi sentivo abbastanza carina , non ancora .
Mancava ancora qualcosa per non dire che mancava un po’ tutto , come ad esempio il trucco, qualche altra aggiustatina ai capelli, magari orecchini oppure una collanina da metter al collo .
Emily rise e si avvicinò a me : “ Aspetta. Possiamo ancora sistemare qualcosa prima di andare ”
La guardai con riconoscenza , gratitudine.
“Puoi farlo?” domandai speranzosa
Emily per tutta risposta tirò fuori un pettine dal cassetto di un mobiletto , mi ordinò di sedermi su un piccolo sgabellino , e si armò di fono .
Prese a stirarmi i capelli con cura , e scoprii che era ancor più brava di me nel gestire i miei spaghetti .
Prima mi ero data un’asciugata  , ma adesso stavano venendo veramente bene .
Perfetti .
“ Prima di entrare in polizia lavoravo assieme ad un’amica di mia madre. Lei era una parrucchiera, ed ho imparato qualcosa…non credevo che un giorno mi sarebbe ancor servito quel che avevo appreso” spiegò alzando la voce per parlar al di sopra del rumore del fono .
Sorrisi, l’immaginavo. Era troppo brava
 “ Nella vita mai dire mai” risposi, e lei concordò con me chiudendo il fono.
“ Per il trucco non possiamo far nulla ” riprese “ ma…possiamo concludere con altro. ”
Si sfilò un ciondolo d’oro bianco a forma di goccia , che aveva incastonato un piccolo smeraldino al centro .
Era spettacolare.
E quando lo mise intorno al mio collo , mi voltai verso di lei senza parole: “ per me? E' meraviglioso”
“ Sì , è per te . Prendilo come mio regalo di nozze. Dopotutto ti farò da testimone”
“ Io non so cosa dire…”
Lei scosse la testa: “ Non dir niente. Questo ciondolo era di mia nonna, ma adesso servirà di più a te”
“Grazie per tutto quello che sta facendo per me. Sei un’amica preziosa ” dissi alzandomi dallo sgabello , non sapevo cos’altro dirle . Ero commossa per quel suo gesto davvero gentile : “sei una persona eccezionale. E ti auguro con tutto il cuore che anche tu un giorno possa trovare un uomo che sappia renderti felice ” le augurai con tutto il cuore , prendendole le mani per stringerle forti fra le mie.
“E’ l’augurio più bello che io abbia mai ricevuto” ammise commossa
 “ Stella ?” mi chiamò qualcuno .
Era una vocina dolce, melodiosa.  
Mi voltai verso la porta con uno scatto fulmineo .
Aileen mi stava osservando con quei bellissimi occhietti verdi che si ritrovava , incorniciati dai suoi splendidi boccoletti dorati .
 “Dimmi amore” le dissi chinandomi su di lei e sfiorandole con un dito la punta del nasino .
“ Il mio papà ha detto che è pronto, e ti sta aspettando” riferì con prontezza  
“ E’ proprio arrivato il momento” aggiunse Emily alle mie spalle .   
Sorrisi e trassi un profondo respiro .
“Andiamo”  comunicai loro , dopo aver preso Aileen per una mano .
                                                                                           *****
In quel grande hotel non poteva di certo mancare anche una piccola cappella di lusso , in prossimità dell’ampio giardino esterno .
Era molto piccola , ma graziosa e curata nei minimi particolari .
Appena varcai la soglia della piccola porta di legno della cappella qualcuno mise la marcia nuziale .
Cercai il responsabile, che non poteva essere che Kevin, mio fratello nonché testimone di Gabriel.
“ You-tube sul telefono. Comodo.” spiegò facendo spallucce.
Scossi la testa con un sorriso .
E soltanto dopo notai che non c’era nessun altro in quella cappella all'infuori di Emily , Kevin , il prete ed Aileen .
Mancava la persona più importante di tutte .
Mancava Gabriel.
Dov’era?
Non c’era .
Com’era possibile?
Il prete stava facendo avanti ed indietro con una Bibbia tascabile in mano , non curante del fatto che lo sposo non fosse lì , presente .
Gabriel non mi stava aspettando ? Perché ?
Il panico s’impossessò di me , così tanto da farmi rendere conto a stento che la mia mano destra non stava più stringendo la manina della piccola Aileen , bensì un’altra mano decisamente più grande , forte .
Era stata sostituita da…
“ Sono qui ” bisbigliò una voce calda, profonda , suadente , ad un soffio dal mio collo. 
 I miei occhi s’illuminarono quando lo vidi al mio fianco .
Gabriel era proprio lì , e mi stava tenendo per mano .
“Sei bellissima” mi disse , stringendo ancor più forte la mia mano senza farmi alcun male .
Ero rimasta senza parole .
Così incantata , presa , così rapita da quei suoi occhi smeraldini ancor più belli del solito , tutto il resto del mondo era letteralmente scomparso , non esisteva più .
Intorno a lui non c’era altro che una leggera nebbiolina sottile , che faceva risaltar ancora di più ogni parte del suo viso…compresi quei suoi corti capelli dorati , ancora umidi .
Avevo reagito così , anche quando l’avevo rivisto al mio fianco dopo essermi risvegliata da quel brutto tuffo in piscina .
Un ottimo risveglio.
Gabriel era meraviglioso. Ed era MIO.
“Cosa c’è?” mi chiese incuriosito da quel mio strano silenzio .
Provai a riprendermi il dono della parola , ma non fu affatto semplice : “ Sei qui ” dissi soltanto
“Pensavi che non ti avrei più voluta sposare ? Che mi fossi pentito di tutto ?  ” mi domandò , quasi divertito .
Sospirai : “ No, ma per un momento l’ho pensato ” ammisi , guardandolo di sottecchi.
Rise , per poi baciarmi una guancia dolcemente : “ Sciocchina , dove altro potrei andare senza di te ?” mi sussurrò sulla pelle .
Rabbrividii e gli regalai un sorriso , apparso spontaneamente sulle mie labbra .
Racchiudeva puro amore e gioia .
“ Continuerai a sorridermi così per sempre ?” mi chiese lui speranzoso, con ancora quella meravigliosa luce negli occhi  
“ Tutte le volte che vorrai ” risposi prontamente.
Lui annuì soddisfatto della risposta, per poi puntare lo sguardo davanti a noi ed iniziare a camminare portandomi con sé .
Mentre avanzavamo verso il prete , spostai lo sguardo sui suoi vestiti - prima non ne avevo avuta l’occasione  , perché troppo presa dal contemplare suoi occhi - indossava un paio di jeans scuri , una bella giacca sopra una camicia bianca . 
Aveva i primi tre bottoni della camicia sbottonati , che lasciavano libero il collo .
Sportivo .
Perfetto per me , impeccabile .
Una volta raggiunto colui che ci avrebbe sposati , Kevin pose fine alla marcia nuziale e si sistemò al nostro fianco assieme ad Emily ed Aileen . La piccola ci osservava con attenzione .
Il prete tossicchiò : “ Mmm…bene, dunque. Siamo qui , per volere dei nostri due amici . Gabriel e Stella, in quanto loro hanno deciso di diventare una famiglia . E…”
Ed… io mi persi .
Mi persi fra i discorsi del prete , mi persi nei miei pensieri , fra le parole non dette , negli sguardi di chi stava condividendo con me quel momento meraviglioso…
Quel momento che volevo stampare bene nella mente .
Imprimerlo dentro al mio cuore .
Ricordarlo per sempre, in ogni suo più piccolo dettaglio , particolare .
Era il mio momento perfetto .
Mai in tutta la mia vita ero stata così decisa, sicura di prendere una decisione .
E sapevo bene che per stare al suo fianco da quel momento in poi , forse avrei dovuto rinunciare al mio lavoro .
Fare l’hostess di aerei non era di certo comodo per chi voleva costruire una famiglia , e se prima per me l’abbandonare il mio lavoro era considerato fuori discussione , adesso avrei rinunciato non una , ma mille volte al fare l’hostess pur di star il più tempo possibile con l’uomo che amavo .
Perché lui era il mio viaggio . Il mio viaggio continuo .
Tutti i miei precedenti “avanti ed indietro” per il mondo mi avevano preparata e portata a lui , ed adesso che l’avevo legato a me , stretto per bene in ogni fibra del mio essere , sapevo perfettamente e volevo ardentemente che i miei viaggi futuri non fossero nient’altro che lui , la sua presenza, ed il suo sconfinato mondo racchiuso in quei suoi occhi verdi . 
Dir quel sì davanti a Dio , al prete , ai due testimoni, a sua figlia…fu la cosa più bella che io abbia mai fatto in tutta la mia vita.
E ogni angolo del mio cuore sapeva che era stato lo stesso anche per Gabriel , il mio lui .
Le ultime frasi del prete furono : “ Non osi separare l’uomo ciò che Dio ha unito . Vi dichiaro marito e moglie”
Non osi separare l’uomo ciò che Dio ha unito
A nessun uomo , mai…nemmeno a noi stessi avrei permesso di separarci .  
Era una promessa .   
Mio marito- e da questo momento in poi dovevo imparare a definirlo tale - mi guardò intensamente : “ Sei la cosa più bella che mi sia capitata in tutta la mia vita” mi soffiò sulle labbra , ed io lo baciai di slancio . Incontrai le sue labbra rosa perlato con trasporto, passione , incrociando le mani dietro al suo collo per imprigionarlo ancor di più contro il mio corpo .
Volevo che il suo meraviglioso profumo mi riempisse i polmoni , mi riscaldasse l’anima , mi circondasse di puro e semplice affetto e m’invadesse ogni vena e capillare .
Mi staccai da lui con un sorriso , soltanto dopo avergli rubato qualche altro piccolo bacio : “ Sei mio ormai” gli feci notare , minacciosa .  
Lui rise : “ Non più di quanto tu sei mia ” precisò prendendomi in braccio senza darmi alcun preavviso .
Protestai , ma lui non aveva nessuna intenzione di mettermi giù .
Così, mi “accontentai” di star fra le sue braccia, fino a quando non mi mise a sedere sul sedile del passeggero della Mercedes , che era stata posteggiata nel vialetto ghiaioso proprio davanti il lussuoso ingresso dell’albergo .
Mi infilò la cintura di sicurezza con premura , ed io lo lasciai fare .
Soltanto un attimo dopo notai una meravigliosa rosa blu sul cruscotto .
L’afferrai con premura, attenta a non pungermi con una spina, e l’accostai al mio naso per sentirne il profumo.
Nel farlo chiusi gli occhi , e quando li riaprii lui era giù accanto a me che mi fissava .  
“ Non abbiamo altro tempo per festeggiare con una bella cena o con un bel viaggio di nozze ma…ti prometto che entro stasera saremo al sicuro in un bell’ appartamento nel comune di Milano.”
Lo guardai piegando la testa di lato con ancor la rosa fra le mani : “ Rassicurante ”
Proprio in quel momento Kevin , Emily ed Aileen salirono in auto sui sedili posteriori .
“ Ora direi che possiamo partire . Vero coniugi ? ” chiese Kevin intrecciando le dita dietro la testa
Gabriel si voltò verso… suo cognato, con fare minaccioso
Mi sarei mai abituata a tutto questo ? Sì , per forza.
“ Hai tolto le lattine che avevi attaccato dietro l’auto , vero?”
Sgranai gli occhi davanti a quella domanda . COSA?
Emily scoppiò a ridere non riuscendo più a trattenersi .
Kevin invece si grattò la nuca in evidente imbarazzo : “ Era uno scherzo che sarebbe durato qualche minuto. Comunque l’ho fatto signor Gray ”
Gabriel annuì soddisfatto: “ Molto bene” disse prima di avviare il motore
“Ma dove passeremo la notte?” s’informò Emily  .
Gabriel tirò fuori un mazzo di chiavi da una tasca dei Jeans : “ Nel primo appartamento che c’era stato consegnato ”
“Intendi quello che avrebbe dovuto ospitarci circa due mesi fa ?” dedusse mio fratello.
Gabriel annuì : “ Esattamente. Avrei dovuto consegnare le chiavi ad un mio superiore ma…”
“…non l’hai fatto” concluse Emily per lui. 
“Già. Direi che è stato meglio , dato che Johnny conosce perfettamente la posizione del nuovo appartamento che avrebbe dovuto ospitarci”
Johnny.
Gabriel ancora non sapeva che era stato quel poliziotto il responsabile della morte di James .
Avrei voluto dirglielo, ma se la sua sete di giustizia si sarebbe trasformata in vendetta proprio per questo motivo ?
No, per adesso sarebbe stato meglio non dirglielo.
Per me. Per lui. Per ciò che eravamo diventati.
Guardai la mia fede all’anulare sinistro .
Era proprio sopra l’anello di quella famosa promessa fatta a Roma , che secondo mio marito io avevo accettato .
La fede era un po’ sbiadita , sottile, ma pur sempre una fede d’oro  .
Mi piaceva tanto .
La storia delle fedi che indossavamo io e Gabriel era davvero dolce , romantica , carina .
Due vecchietti arrivati a nozze d’oro , che erano in quell’ albergo per festeggiare proprio questa loro lunga unione d’amore ,  avevano deciso di donarci le loro prime fedi nuziali venendo a conoscenza del nostro matrimonio improvviso , che si sarebbe celebrato proprio nello stesso giorno in cui loro si erano sposati cinquant'anni prima .
Sorrisi al ricordo della vecchietta. Era stata così cara , dolce .
Con la mente le augurai ogni bene e la ringraziai ancora una volta.
                                                                                       *****
Erano ormai circa le ventuno quando Kevin lesse per bene la scritta Milano su molti cartelli stradali , e non riuscii a non notare i suoi occhi lucidi .
“ Siamo arrivati veramente . Milano, Milano ” disse al settimo cielo , sprizzante di gioia.
Emily sospirò di sollievo : “ Sembra proprio di sì ”
Anch’io ero contenta . Finalmente eravamo a buon punto . Ad un passo dalla libertà .
Scambiai un dolce sguardo con il mio Gabriel , e poi mi decisi a scendere dall’auto .
Il mio sposo aveva parcheggiato all’interno di un cancello , e l’appartamento di cui potevamo disporre era al secondo piano della palazzina dal color pagliericcio , che in quel momento si trovava alla mia sinistra .  
L’osservai dal basso mentre qualcuno mi cingeva i fianchi con un braccio .
Sorrisi.
“ Entriamo dentro, fa freddino qui fuori” consigliò il mio amore .
Aileen ci seguì con gli occhietti un po’ assonnati fra le braccia di Kevin .
                                                               *****
L’appartamento era arredato perfettamente .
I mobili erano moderni , le pareti colorate ed il pavimento in legno .
La cucina era larga , spaziosa come il soggiorno ed il salone .
C’era un solo bagno , ma potevamo disporre di tre camere da letto, due balconi , ed un meraviglioso televisore al plasma di non so quanti pollici !
Era enorme!
“ La polizia tratta bene i suoi testimoni ” osservò Kevin , e non potei che concordare.
“Staremo qui per due giorni al massimo quindi non ti ci abituare troppo” rispose Gabriel .
Kevin alzò le mani all’altezza delle spalle: “ Per carità, io preferisco di gran lunga casa mia anche se il tubo della cucina perde acqua assieme a quello dello scarico del bagno”
“Ok, ok Kevin non ci interessa sapere le condizioni di casa tua. ” intervenne Emily
Risi assieme a lei , per poi dare un’occhiata fuori attraverso l’ampia finestra nel salone.
Non riuscivo a crederci !
Nevicava . Aveva iniziato a nevicare .
Quei candidi fiocchi ondeggiavano in aria senza ordine preciso , confondendosi fra loro e fondendosi in una sola cosa non appena raggiungevano una qualche superficie .   
Quella serata sarebbe stata meravigliosa come anche il mio futuro...


Angolo Autrice 


Ciaoooo ragazzi ^^ come va ?
Buon giorno e buon sabato mattina :)  
Oggi avrei voglia e dovrei fare un bel pò di cose anche se è una giornata di pioggia ^^
Coooomunque che dire ? Eccoci arrivati a questo matrimonio un pò particolare tra Stella e Gabriel ^^ 
Finalmente si sono sposati <3 
Cosa ne pensate di questo capitolo ? 
Cosa vi aspettate in questi ultimi capitoli ? :)
Ringrazio come sempre TUTTI voi che recensite , preferite,seguite e ricordate questa storia :)  
Alla prossima ;) 
Un bacione a presto ;) 

 

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Capitolo 32
*** Era ossigeno ***


 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti



Capitolo32. Era ossigeno


Stella

 
 
Uscii dalla doccia rabbrividendo non poco per il freddo .
Quelle piccole goccioline d'acqua , che ancora continuavano ad attraversarmi la pelle con nonchalance , contribuivano in gran parte a farmi percepir il cambio di temperatura .
Amavo fare una bella doccia d'acqua calda ogni volta che mi era possibile , specialmente quando avevo i nervi a fior di pelle , mi aiutava a rilassarmi .
Ed anche quella sera aveva un assoluto bisogno di relax .
Tutto quello che era successo , tutto quello che avevo vissuto...dovevo riordinare tutti quei miei pensieri messi alla rinfusa , e sparsi in giro per la mia povera testolina , che stava minacciando di scoppiare come un petardo .
Florenzo era morto. Luke arrestato. Johnny scappato. Io e Gabriel...marito e moglie.
Iniziai ad avvicinarmi allo specchio montato sopra il lavandino , strisciando i piedi sul pavimento gelido e liscio  prendendo volontariamente le sembianze di una simpatica paperella , che provava a fare attenzione per non ritrovarsi con il sederino per terra . 
Ero ormai in prossimità del lavandino , sul mio volto si era appena dipinto un sorriso di trionfo , quando scivolai con entrambi i piedi .
Lo sapevo!
Fortunatamente riuscii ad afferrare in tempo il bordo di porcellana , prima di effettuare una bella caduta all'indietro . 
Il mio fondoschiena ringraziava . 
Con calma , mi ricomposi .
Lo specchio era appannato per via del vapore acqueo , ma ben presto mi aiutò a notare quelle numerose chiazze rossastre disseminate un po' dovunque lungo tutto il corpo .
Ero stata io ad autorizzarle a venir fuori grazie al potente getto d'acqua bollente , che avevo utilizzato per lavarmi . 
Mi strinsi intorno al corpo un asciugamano e sospirai .
Chissà cosa stavano facendo gli altri.
Kevin, Emily, Aileen...Gabriel.
Scossi la testa quando mi ricordai la faccia che avevo fatto davanti a tutti , nell'istante in cui mi ero resa conto del fatto che quella sera avrei dovuto dormire assieme a Gabriel in un letto matrimoniale.
Oh povera me! Pensai
Come avrei fatto a dormire con lui accanto?
Lui, proprio lui .
Era mio marito, non c'era niente di male ma...io, e poi nello stesso letto.
Kevin aveva riso a crepapelle.
Io...non lo so.
La nostra prima notte da sposati...io cosa dovevo fare?
Odiavo la mia assurda timidezza in quelle situazioni.
Cavolo, l'amavo .
L'avevo sposato, che cavolo mi doveva fermare?
Quale assurda e folle paura mi proibiva di star con lui...anche in quel senso lì ?
Star con lui...
Lo desideravo . Da tempo ormai.
Volevo conquistare ogni parte di lui.
Lo volevo tutto mio , proprio come quella notte in casa dei suoi nonni...
anche se in quell'occasione avevo preferito rallentare, frenare quel mio desiderio per tutelare me stessa,
i miei sentimenti.
Per rendere più solido il nostro amore , prima di quel passo importante .
Io non volevo soltanto “sesso”.
Io volevo amare , con la A maiuscola .
Volevo provare quel sentimento in ogni sua più piccola sfaccettatura.
Perchè fare l'amore senza vero amore non aveva alcun senso per la sottoscritta .
Ed ora?
Mi guardai allo specchio mentre i capelli bagnati incorniciavano il mio volto pallido:
“ Stella non fare la codarda. Fatti avanti, forza ! ” sgridai me stessa, il mio riflesso .
Mi asciugai in fretta i capelli , e mi sistemai per bene per mostrarmi presentabile a tutti i miei coinquilini.
“Finalmente sei uscita da questo bagno!” bofonchiò il signorino Kevin , con le braccia incrociate appena fuori la porta
“ Hai ragione, forse ho esagerato ” mi scusai a testa basta per l'imbarazzo , avviandomi verso la cucina.
“Voi donne!” lo sentii protestare ancora , ma io ignorai il suo commento . 
Scoppiai invece a ridere quando vidi Gabriel smanettare vicino ai fornelli : “ Che fai? ” domandai, poggiando le mani sul tavolo di fronte , apparecchiato in ogni più piccolo particolare per la cena .
Lui si girò verso di me e mi sorrise : “Ehi. Finalmente sei qui ! Beh, cucino quel che ho trovato di commestibile . Emily era stanca , perciò è andata a distendersi un po' sul letto . Kevin non sa cucinare nemmeno un uovo fritto , Aileen ovviamente non si avvicinerà ai fornelli senza il mio consenso fino alla maggiore età e tu eri in bagno,  così...per questa sera...”
“Sai cucinare bene ?” m'informai curiosa , avanzando verso di lui per ammirare la sua “opera in atto”.  
“Certo. Ti ricordo che vivo in un appartamento tutto solo soletto a Los Angeles , nonostante qualche volta mia madre gradisca farmi trovare pietanze prelibate preparate dalle sue mani . Ma ovviamente da oggi non sarò più solo in quell'appartamento...” lasciò in sospeso la frase proprio per notar la mia reazione davanti a quella sua costatazione .
Mi morsi le labbra: “ allora dovrò farti abituare alla mia cucina ” risposi prontamente , sorridendo .
Lui ricambiò il sorriso , sollevato di non aver ricevuto nessun tipo di rifiuto da parte mia .
Come potevo rifiutar di andare a vivere con mio marito ?
L'Italia mi mancherà terribilmente , ma conosco molto bene anche Los Angeles per il mio lavoro da hostess , quindi starò bene anche lì . E' una bella città. Mia zia e mia madre capiranno , e poi in Italia potrò andare tutte le volte che vorrò  , chi mi proibirà di farlo ? Gabriel no , ne sono sicura .
Lui voleva il meglio per me , ed io il meglio per lui .  
Mi scoccò un bacio sulla fronte : “ Staremo bene, vedrai . C'è anche una cameretta per Aileen”
“Non ho dubbi” dissi sicura , per poi aggiungere : “ Complimenti, il profumino è invitante ”
Avevo intenzione di cambiar discorso , perché non desideravo arrivar a toccare anche l'argomento : lavoro .
Non volevo far più l'hostess per amor suo . Per vederlo il più possibile .
E lui ? Avrebbe lasciato quel suo lavoro per far star me più tranquilla ?
Temevo la risposta , Gabriel amava fin troppo il suo lavoro .
“Visto quanto sono bravo ?” si montò lui facendomi un occhiolino, riferendosi alle pietanze che stava preparando .
Sospirai. 
“Tua madre sarà contenta di me ?” chiesi all'improvviso .
Lui mi guardò sopreso da quella domanda : “ Scherzi? Non faceva altro che dirmi che dovevo trovarmi una ragazza. Dopo Victoria , pur di non vedermi soffrire ancora per amore...avrebbe accettato come nuora anche la sposa cadavere. ”
Risi.
“ Beh, allora le abbiamo tolto la possibilità di venire al nostro matrimonio . ”
Fece spallucce : “ Capirà . E comunque dobbiamo sistemare ancora un pò di pratiche prima di risultare a tutti gli effetti marito e moglie davanti a tutto il mondo . Sono sicuro che mia madre ti amerà come una figlia, e vedrai che sarà così anche per mio padre. ” 
Sorrisi : “ Non pensi che dovresti chiamare i tuoi ? E' passato molto tempo dall'ultima volta che vi siete visti. ”
Scosse la testa : “ Preferisco di no . Non fino a quando tutta questa storia non sarà finita”
“Ok” risposi, non sapendo cos'altro dire .
“Hai fame?” mi chiese mentre faceva saltar un bel condimento in padella . 
“Sì, molta. Se non ti sbrighi potrei anche pensar di mangiar te”
Mi guardò con la coda dell'occhio: “ E' davvero affamata la ragazza” constatò fingendosi serio e spaventato.
 
La cena proseguì senza intoppi.
Kevin mangiò per tre persone , ingurgitando quanta più roba possibile sotto lo sguardo sconvolto di Gabriel ed Emily , seduti proprio davanti a lui .
Aileen dal canto suo giocherellava con la pasta , divertendosi ad avvolgerla intorno alla forchetta per poi provar a mangiarla masticandola pian piano .
La sua boccuccia era totalmente sporca di sugo .
Io mi limitavo a sorridere per tutta quella situazione mentre infilavo in bocca i miei spaghetti con non poche difficoltà .
Erano buoni, dovevo ammetterlo .
Mio marito in cucina ci sapeva fare, niente da dire.
Finito tutto , Kevin fu il primo ad alzarsi da tavola e sparire nella sua camera.
Voleva sfuggire al lavaggio dei piatti, e ci riuscì senza troppe difficoltà.
Emily si offrì volontaria , ed io l'aiutai .
Aileen schizzò invece vicino al televisore nel salone , e rimase a guardar i cartoni animati...almeno fino a quando Gabriel non la prese di peso per portarla in camera sua .
La piccola avrebbe dormito nella stanza con Emily , in un letto tutto suo , ed era più che entusiasta .
 
                                                                                  *****   
Era l'una di notte quando mi decisi ad andare in camera mia .
Iniziai a spogliarmi per indossare una bella camicia da notte ,  che avevo trovato precedentemente in uno dei cassetti dell'armadio di fronte al letto , e mancava veramente poco per infilarmi sotto le lenzuola quando la porta si aprì per lasciar entrare Gabriel .
Sgranai gli occhi di colpo , per poi dargli le spalle senza esitare un altro solo istante . 
Tentai anche di coprirmi con le braccia il più possibile , dato ero rimasta con la sola biancheria intima .
Lui chiuse la porta alle sue spalle e arrestò i suoi passi gridando : “Scusami”
Percepii un altro piccolo spostamento .
Mi aveva voltato le spalle anche lui .
E sbirciai cautamente per accertarmene .
Aveva le mani sui fianchi, la testa bassa .
Era impacciato quanto me .
Sospirai: “ Scusami tu...io” provai a giustificarmi, ma scossi la testa perché incapace di trovare le parole adatte.
Lui tossicchiò: “ Io...non sapevo che tu...hai capito, voglio dire.”
Calò il silenzio.
“Posso girarmi ora ?” domandò lui , dopo qualche minuto
Mi morsi le labbra.
Avrei voluto rispondere di no , ma perchè il mio cuore mi suggeriva di non farlo ?
Perché batteva così forte , tanto da far tremare le punte dei miei capelli ?
Trassi un profondo respiro e mi avvicinai a lui con passi incerti .
Io...
non sapevo cosa stavo facendo, non sapevo nemmeno quali fossero le mie vere intenzioni.
Non sapevo a cosa stavo andando incontro , eppure mi spinsi avanti ancor di più .   
Gabriel era mio marito , e prima o poi avrei dovuto superare questa mia timidezza ma...
se non gli fossi piaciuta ? In quel senso intendo.
Stella, ma che dici ? Sei proprio una sciocca . Mi rimproverai mordendomi le labbra .
Scossi la testa.
Potevo davvero lasciare che la mia timidezza mi proibisse di amarlo ?
No.
E prendendo coraggio feci scivolare le mani sulla sua schiena , per poi soffermarmi sulle sue spalle ed iniziarle a massaggiare cautamente .
Sentii i suoi muscoli tesi iniziare a rilassarsi un poco sotto al mio tocco leggero , ma lui non lasciò uscire dalle sua bocca neanche una sillaba .
Mi alzai così sulle punte , e le mie labbra si posarono dolcemente sul suo collo .
In quel breve attimo , le mie mani si persero fra i suoi capelli tracciando un percorso immaginario .
Lo desideravo .
Come non avevo mai desiderato nessun altro in tutta la mia vita.
E lui desiderava me, lo sentivo perfettamente .
Lentamente prese a girarsi verso di me , ed i suoi occhi m'intrappolarono .
Non potevo più scappare ,  eppure non avevo paura .
E le parole in quel momento non sarebbe servite per spiegar quel che stavo provando .
Eravamo petto contro petto , a dividermi dalla sua pelle c'era soltanto la stoffa della sua camicia .
Percepivo il suo tiepido respiro sulla mia pelle nuda , il suo battito del cuore accelerato quanto il mio .
E le sue labbra lambirono le mie , con una calma incredibile...mozzandomi il fiato . 
Il bacio dapprima lento , pian piano coinvolse le nostre labbra in una dolce ed antica danza carica di passione , che io non potevo fare altro che portare avanti .
Lasciarmi trascinare dai sentimenti non pensavo fosse così semplice .
Nella mia mente non c'era altro che lui.
Volevo tutto di lui.

Il suo respiro, i suoi occhi, le sue labbra, il suo sorriso, ogni suo sospiro... 
Non volevo fermami di baciarlo , volevo farlo per ore ed altre ore ancora .
L'amavo , non potevo farne a meno .
Era ossigeno.
Ed era...irresistibile.  

Sentivo le sue mani scorrere sulla mia pelle , partire dalle mie spalle per poi pian piano conquistare ogni centimetro del mio corpo , anche gli angoli più nascosti...ed era bello .
Percepivo perfettamente le sue dita attraversare le braccia , la schiena, il mio petto, i miei fianchi, il mio addome .  Disegnarono perfino i contorni del mio ombellico .
Le mie mani invece s'insinuarono prepotenti fra i bottoni della sua camicia , ed accarezzai per un po' il suo petto ,  prima di iniziare a liberarmi di quei piccoli ostacoli che non mi permettevano di prendermi piena libertà .
Quando sentii di non aver più problemi sotto le mie dita – o meglio i bottoni - Gabriel senza staccar le labbra dalle mie si sbarazzò della sua camicia gettandola a terra .
Pelle contro pelle . Finalmente .
Era così caldo , ma “duro”.
Era come se il suo corpo fosse stato scolpito nel marmo .
Catturò la mia attenzione, in quel meraviglioso frangente,  anche ogni singola vena sui suoi possenti avambracci .
“ Sei sicura?” mi domandò ad un soffio dalle mie labbra .
I suoi occhi ardenti puntati sulla mia bocca , il suo respiro accelerato . 
Sorrisi : “Sì, amore mio”
Mi prese in braccio di slancio e riprese a baciarmi con foga .
Chiusi gli occhi mentre con delicatezza mi faceva distendere sul nostro letto .
E quando li riaprii lentamente , scoprii che le sue mani erano ai lati della mia testa , e tremavano per il semplice fatto che non voleva schiacciarmi sotto al suo peso .
Sospirai : “ Ti amo .”
Lui mi sorrise : “ Ti amo” rispose , prima di condurre le sue labbra sul mio collo per iniziare a baciarlo dolcemente e segretamente...senza far alcun rumore . 
Gli afferai il volto fra le mani all'improvviso : “ Io mi fido di te ” sussurrai sfiorando il naso con il suo.
Lui annuì , ed io mi abbandonai definitivamente dentro quel meraviglioso abbraccio d'emozioni .
 
Quella notte lo sentii dentro di me per la prima volta .
Provai una sorta di dolore , che non potevo neanche definir tale ,  ma anche tanto, tanto amore .
Lui era stato molto dolce, delicato con me . Favoloso.
 
La mattina mi svegliai con la testa poggiata sul suo petto .
Sbadigliai sonoramente mentre le mie palpebre - anche per via della forte luce solare proveniente dalla finestra alla mia sinistra – facevano un po' le pigre  .
Non volevano alzarsi più di tanto , ma alla fine vinsi io.  
Gabriel stava ancora dormendo .
Che cosa meravigliosa era svegliarsi accanto al proprio uomo .
E da quel giorno in poi avrei potuto farlo ogni mattina .
Sorrisi al ricordo della notte trascorsa insieme , poi gli baciai una guancia e rimasi a fissarlo per un po' ,  gradendo come sola compagnia i forti battiti del suo cuore .
Più tardi intrecciai le dita con le sue , e portai lo sguardo sulle nostre fedi .
Mi sentivo bene , come non ero mai stata in tutta la mia vita.  
Qualcuno bussò alla porta della nostra camera , proprio in quel momento .
Allarmata sgattagliolai fuori dal letto alla velocità della luce, per infilarmi tutti gli indumenti di cui disponevo .  Soltanto quando fui soddisfatta dissi un: “avanti ”
Aileen entrò cautamente nella stanza stropicciandosi gli occhietti con una manina.
“Amore” la chiamai “ cosa c'è? ”
La bimba mi guardò : “ ho fatto un brutto sogno”
Sospirai e mi piegai sulle ginocchia per invitarla a venire da me: “ Amore vieni qui”
Lei corse da me , ed io l'abbraccia forte : “ Non far caso ai sogni. Non aver paura. Nessuno ti farà del male”
Lei tirò su col naso sciogliendo l'abbraccio : “ Tu e il papà mi proteggerete , vero?”
Sorrisi: “Sempre”
“ Sempre” fece eco qualcuno .
Mi spaventai per l'improvvisa intromissione , e caddi di lato .
“Ahi” piagnucolai 
Qualcuno scoppiò a ridere , e sapevo perfettamente a chi apparteneva quella risata .
Era qualcuno di mia conoscenza.
“Gabriel” lo rimproverai .
Aileen si unì alla risata del padre , che poco dopo si affacciò dal letto ancora avvolto nelle lenzuola per accertarsi delle mie reali condizioni .
Mi osservò mentre ero distesa su un fianco , e facevo ticchettare le dita sul pavimento infastidita dalle loro risate .
Avevo gli occhi ridotti a due fessure .
“ Ti sei fatta male?” domandò con premura, ritornando serio.
Puntai lo sguardo su di lui : “No” tuonai , per poi alzarmi e massaggiarmi un braccio .
“ Vieni a fare colazione amore” dissi ad Aileen prendendola per una manina “ Il papà è meglio se rimane qui ”
Prima di chiudere la porta della stanza però, sentii dire da parte di Gabriel un : “ Arrivo. Amore non ti libererai facilmente di me ”
Sorrisi.
Mi piaceva la nostra famiglia.
Ringraziai Dio , ancora una volta , per l'esistenza di quel ragazzo che mi faceva star bene.
Grazie per rendermi ogni giorno migliore
                                                                     *****
 
Gabriel
 

 
Il gran giorno era arrivato , finalmente .
Era un sogno che si realizzava .
Davvero !
Da quanti mesi, giorni, ore e minuti avevo sperato di arrivar a quel preciso punto ?
Avevo perso il conto .
Ovviamente più volte i giudici avevano dovuto rimandar la questione , per il semplice fatto che io e Kevin non riuscivamo mai ad arrivare in questa città in tempo...ma ora non ci sarebbe stato più alcun rinvio: noi eravamo qui.
Stella e Kevin avrebbero testimoniato fra meno di cinque ore .
Soltanto cinque ore .
Ed io non vedevo l'ora di uscire da quell'aula di tribunale con lei stretta fra le mie braccia , pronti per andare a festeggiare chissà dove . Magari con un giretto al duomo , di cui avevo sentito parlare .
Sospirai e diedi un'occhiata all'esterno del nostro appartamento attraverso i vetri della finestra nel soggiorno, che si affacciava proprio sulla strada principale .
Il cielo era terso , di un bell'azzurro intenso , che rasserenava al meglio l'atmosfera di solito grigia e cupa di metà Novembre .
Il sole era presente e risplendeva come non mai - come se fosse piena estate - nonostante la neve avesse attecchito al suolo .
“Non è una tra le giornate tipiche di Milano” mi aveva riferito Stella, quando ancora eravamo abbracciati sotto le lenzuola del nostro letto .
Ma poco importava.
Era un giorno perfetto per ricevere la tanto ed attesa fine di quella storia .
Un bel giorno per archiviare quel caso che mi stava mettendo a dura prova già da un bel pezzo .
Decisi che mi sarei preso una bella vacanza . Il capo non avrebbe potuto negarmela , era più che meritata .
Stella sarebbe stata libera.
Libera.
Di star con me, di muoversi come voleva , di ritornare al suo lavoro...quest'ultima cosa ovviamente dopo la nostra vacanza . Stavo già pensato a possibili mete.
Caraibi? Mmm...forse.
Stella però, non doveva amare molto le spiagge .
Lo dimostrava il fatto che era quasi annegata in una piscina!
Quindi, forse era meglio una bella vancanza in montagna.  
Sospirai con aria allegra.
Il rischio di perderla , dopo la sua testimonianza,  si sarebbe ridotto al minimo- o meglio al comune livello di rischio di una qualsiasi coppia normale - 
Stella sembrava tranquilla quella mattina , ma sapevo che era solo apparenza .
Ormai avevo imparato a conoscerla.
Giocherellava con quei suoi lunghi capelli castano chiari , davanti la sua tazza di latte , con aria assorta .
Mi avvicinai , e le scoccai un bacio sui capelli capace di riscuoterla .
Si voltò verso di me e mi regalò un sorriso mentre prendevo posto al suo fianco .
Mi versai un po' di caffé in una tazzina ed afferrai un biscotto al cacao .
Amore mio, sono qui accanto a te...




Angolo Autrice
 
 
Ciaoooo ragazzi ^^ Non vi ho fatto attendere molto :)
Che ne dite di questo nuovo capitolo ? ^^
Anche qui ho preferito concentrarmi di più sul rapporto tra i nostri due giovani innamorati <3 essendo ormai gli ultimi capitoli ;) e nei prossimi Stella e Gabriel non avranno molto tempo per ...vedrete ;) 
Ringrazio tantissimo noemi_ST, MaryGray e Novalis per le loro straordinarie recensioni ^^
E ringrazio tutti voi che continuate a preferire, seguire e ricordare questa storia :)
Al prossimo capitolo ;)
Un bacione a presto ;) 
 

 

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Capitolo 33
*** Una donna meravigliosa ***


Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti


Capitolo33. Una donna meravigliosa 



Gabriel
 

Osservavo mia moglie mentre gustava un bel cornetto al cioccolato bianco e nero .
Era seduta proprio accanto a me , le nostre spalle quasi si sfioravano .
Stella si sporcava continuamente i contorni della bocca di cioccolato , che cercava di eliminare ogni volta , passandosi più volte la piccola lingua sulle labbra .
Era così dolce e bella.
Ed era stata mia .
Solo e soltanto mia.
Non riuscivo ancora a crederci .
Io ero stato il primo per lei .
Soltanto io l'avevo toccata e amata senza riserve .
E soltanto io , avrei continuato ad amarla a quel modo per il resto dei nostri giorni .
Lei si era fidata di me .
Mi aveva dato tutta se stessa .
Non mi aveva nascosto praticamente nulla .
Nudi a livello fisico , spogli delle nostre incertezze , c'eravamo lasciati andare .
Rabbrividii. 
Se avessi potuto l'avrei amata anche in quel momento , ancora una volta , per l'ennesima volta .
 
Ci apparteniamo ormai . Pensai mentre donava un ulteriore morso al suo cornetto .
Io e lei avevamo promesso davanti a Dio di amarci fino alla fine . 
Solo la morte avrebbe potuto dividerci , ma io non l'avrei permesso .
Lei era troppo preziosa per me.
Era la mia donna
Meravigliosa, 
e avrei fatto di tutto per proteggerla .
Meglio io che lei in qualsiasi circostanza . 
Stella era stata l'unica in grado di distruggere il gelo che avevo nel cuore ,
l'unica  donna in grado di disintegrare quelle catene che mi avevano legato ad un modo di essere che non mi apparteneva . 
E sempre lei era stata in grado di farmi capire , conoscere, cosa significasse il vero amore.
Con Victoria non era stata la stessa cosa .
Avevo amato anche lei , ma in maniera molto differente perché in cuor mio sapevo già che era un amore destinato a scomparire con il tempo .
Nei miei sogni Victoria non l'avevo mai immaginata al mio fianco come moglie .
Errore di gioventù : Victoria era questo per me .
Ma Stella no.
Amare Stella era come amare me stesso .
Mi sentivo a mio agio con lei . 
La donna che avevo al mio fianco era la mia risata , il prolungamento delle mie braccia , delle mie gambe.
Sì. Qualcuno dall'alto mi aveva proprio benedetto con la presenza di questa meravigliosa donna .
Sorrisi.
“Perché sorridi?” mi chiese inarcando un sopracciglio.
“ Pensavo al mio più grande dono ” risposi , per poi allargare il sorriso ancor di più.
Gli angoli della sua bocca erano “infestati” dalla cioccolata .
Toccai così , con i pollici le sue labbra , e lei arrossì leggermente quando si rese conto del perchè avevo insistito a sfiorarle maggiormente gli angoli della bocca .
“ Sei bellissima . E prima che tu possa dire che ultimamente sto dicendo questo molto spesso , ti ricordo che ho le mie buone ragioni . E' la verità , amore ”  confessai facendo spallucce . 
Quanto avrei voluto baciarla.
Le sue labbra appena dischiuse ed umide mi facevano impazzire .
Lei scosse la testa con un sorriso dando un ultimo boccone al cornetto: “ Tu ami farmi arrossire” constatò
Risi.
“Sì , amo quando le tue guance diventano del color dell'amore” ammisi
Mi diede una gomitata leggera alle costole.
“ Smettila”
“Amo quando gli angoli della tua bocca si sporcano di cioccolata”
“Gabriel” ammonì lei in imbarazzo
“Amo quando non ti arrendi mai. Quando speri sempre in meglio . Amo il tuo ottimismo, il tuo sorriso”
 Stella sospirò e mi guardò negli occhi attentamente.
“Ah” aggiunsi “ amo anche i tuoi occhi color caramello”
“Finiscila” minacciò lei , era in fiamme.
“Perchè?” domandai divertito
Lei mi bisbigliò ad un orecchio: “ Non sono perfetta quanto te ”
Scossi la testa con convinzione: “ Tu sei perfetta per me . Tu mi hai reso completo.”  
“ Avete finito colombini ?” domandò Kevin , era proprio in piedi davanti a noi
Lo fulminai con un'occhiataccia.
“Il diabete potrebbe salirmi da un momento all'altro se continuerete a "colombare"  così. Per non parlare delle carie. Come andrò dal giudice se mi farete cadere tutti i denti per le vostre smancerie ?” 
“Tu sempre in mezzo, eh? Sei comparso dal nulla. ” domandai scuotendo la testa , rassegnato .
Privacy non si poteva avere in quell'appartamento oltre i confini della mia stanza .
Il ragazzo per tutta risposta mi sorrise: “ Sì, ancora per due giorni mi dovrai sopportare caro mio  . ”
“ In fondo, ma molto , molto in fondo mi mancherai ” ammisi , dopotutto era la verità .
Mi ero affezionato a quel ragazzo .
Stella mi strinse forte un braccio , e posò la testa sulla mia spalla pensierosa .
Avrei voluto entrarle nella mente in quel momento per leggerle i pensieri , ma non era possibile . 
Beh, quel che sapevo era che almeno lei sarebbe rimasta con me . Che sollievo.
Il ragazzo sospirò: “ Anche voi mi mancherete. Ma non è detto che non ci rivedremo più . Sono o non sono il vostro testimone di nozze ?”
Risi. Aveva ragione.
“ E' ora di andare” m'informò Emily mentre infilava la pistola carica nella fondina .
Mi alzai assieme a Stella , e trassi un profondo respiro : “Andiamo allora ”
“Aileen starà bene con i colleghi, vedrai .” cercò di rassicurarmi la collega , non appena vide il mio sguardo posarsi  inevitabilmente su mia figlia , seduta sul divano intenta a guardar la tv . 
“Lo so.” risposi , ma i traditori potevano essere dovunque .
Non riuscivo a star calmo .  Deglutii.
Un certo tipo di nome Johnny aveva tradito la sua divisa !
Non mi era ancora capitato a tiro quell'idiota  ,  ma avevo tutta la voglia di fargliela pagare per aver preso in giro tutti quanti , me in primis.
Non l'avrebbe passata liscia.
No. 
Stella avrebbe fatto anche il suo nome davanti al giudice .
Il mandato d'arresto sarebbe partito anche per lui , e ciao ciao traditore .
“ Presto saremo a casa” mi sussurrò dolce Stella “Andrà tutto bene”
 Annuii , ma mi avvicinai comunque a mia figlia per scoccarle un bacio sulla fronte : “ Prometti che farai la brava? Che non farai niente che non vada fatto ?”
La mia bambina mi mostrò un bellissimo sorrisetto e annuì con decisione : “ Certo, papà. Tu torni presto , vero?”
“Sì, tornerò presto” risposi , per poi darle una sincera carezza prima di avviarmi verso la porta.
 
 
La Mercedes era lì.
Parcheggiata esattamente nello stesso punto in cui l'avevo lasciata due sere prima , ovviamente .
“ Prendiamo l'auto?” proposi alla mia collega
Lei fece una smorfia di disappunto : “ Meglio di no. Confonderci tra la gente comune sarà meglio . Se qualcuno vorrà inseguirci sarà più facile depistarlo .”
“ Quindi proponi di prendere i mezzi?” dedussi io.
“Esattamente.”
“ Ok. Allora facciamo così: Kevin tu vai in testa al gruppo, Emily tu starai dietro di lui . Stella in mezzo ed io chiuderò la fila...d'accordo?”
Emily annuì : “ d'accordo ”
“Sai dove si trova il tribunale , non è vero?” domandai sempre alla donna-poliziotto
“ Naturale. Dovresti saperlo anche tu!” mi rimproverò con un sorriso.
Sbuffai: “ In questo periodo non ho avuto poi molto tempo per maggiori dettagli.
Io e Kevin due mesi fa potevamo servirci di una scorta armata, adesso invece siamo solo in due .” 
“In pochi ma buoni” affermò lei mettendosi in marcia dietro Kevin.
Mentre camminavamo, ogni tanto Stella si voltava verso di me ed io non potevo che sorriderle .
Il primo mezzo che mi ospitò , assieme al resto della compagnia , fu un tram che ci condusse proprio davanti l'ingresso di una metropolitana .
Scesi le scale della metro guardandomi intorno , sembrava tutto tranquillo .
Avevo appena comprato altri biglietti da timbrare ai tornelli , quando notai un movimento sospetto con la coda dell'occhio.
M'irrigidii all'istante mentre lanciai un'occhiata allarmta verso Emily .
Le mimai con le labbra queste parole : “ Alla tua sinistra ”
Lei annuì ed invitò Stella e Kevin a seguirla con dovuta calma .
Vidi lo straniero , basso e con un filo di barba intorno la bocca ,  spostarsi da una colonna ed iniziare ad inseguir i tre con le mani dentro le tasche dei pantaloni .
Serrai le labbra furioso.
Avevano spie ovunque quei criminali .
Erano riusciti a pedinarci e a trovarci...ancora!
“Scusi” disse rivolto verso le ragazze , che raggiunse con una breve corsetta .
Spostai rapidamente una mano sulla pistola , che avevo nascosto dietro la schiena, pronto a tutto .
“ Lei è di qui? Mi ricorda tanto una cara amica che non vedevo da molti anni” proseguì , guardando Emily con occhi speranzosi .
Mi avvicinai a loro con  il cuore in gola , e mi rivolsi al caro -gentilumo- : “ Senta , noi non siamo di qui. Lei è mia sorella , e non è di certo la donna che ha conosciuto chissà quanto tempo fa , mi creda . Quindi se non  le dispiace , noi andremo.  ”
L'uomo annuì: “ Ma certo , mi scusi” disse desolato .
Lo vidi allontanarsi da noi e rilasciai tutto il fiato che avevo trattenuto : “ Falso allarme” annunciai con sollievo .
Emily annuì : “ Quell'uomo mi stava facendo prendere un colpo. ”
Stella deglutì: “ Anche a me” ammise mentre Kevin cercava di darsi una regolata e mostrarsi forte .
“Andiamo Kevin ” gli dissi dandogli una pacco su una spalla.
“Gabriel” mi chiamò Emily all'improvviso .
Cosa c'era ora ?
Mi voltai verso di lei , che m'indicò tre uomini che puntavano dritto verso di noi .
Le mani nascoste dentro giacche lunghe e scure , erano sicuramente intorno a qualcosa...magari intorno ad una pistola. 
Afferrai Stella per una mano ed iniziai a correre senza perdere tempo .
Kevin ed Emily si unirono a noi.
I tre fecero altrettando con strani ghigni sulla faccia .
Saltai i tornelli agilmente , non avendo tempo per bliterare il biglietto, e Stella mi seguì seppur a fatica .
Dovevamo fuggire da lì.
Il più presto possibile.
Emily e Kevin ci seguivano come ombre .
Fu una vera benedizione trovare un treno in partenza sul binario .
In caso contrario non sapevo cosa sarebbe potuto succedere.
M'infilai dentro la vettura , in fretta e furia con un lungo salto , e le porte si chiusero proprio dietro le mie spalle .
Vidi uno dei tre uomini dir qualcosa ad alta voce mentre io, Stella , Kevin ed Emily iniziavamo a sfrecciare via da quel posto .
Afferrai un sostegno per non cadere , e cercai di riprendere fiato.
Stella si unì a me ,  le sue spalle si alzavano e si abbassavano ad un ritmo frenetico .
“ Cavolo c'è mancato poco” commentò Kevin mentre si lasciava cadere su un posto libero .
Emily gli rispose con un cenno del capo.
Eravamo al sicuro .
Scambiai uno sguardo con Stella , e la sua mano raggiunse la mia intorno al sostegno , accarezzandola con cura.
“Gabriel . Non credo sia finita” mi annunciò
La guardai dall'alto in basso senza capire.
“ Sono qui” sussurrò lei,  e notai le sue pupille tremolarle negli occhi.
Dando un'occhiata intorno, scoprii che un uomo sospetto procedeva verso di noi da destra , ed un altro contemporaneamente da sinistra.
Sospirai , poi le dissi serio: “Alla prossima fermata scendiamo. Pronta a correre”
Annuì : “ Sì”
Le scoccai un bacio sulla fronte e le afferrai il volto fra le mani: “ Non ti accadrà niente di male”
Mi sorrise: “ Lo so, ci sarai tu a difendermi”
“Sempre” concordai
Appena si aprirono le porte gridai ad Emily e a Kevin di seguirci.
Ripresi a correre su  per le scale , spingendo e gridando: “permesso” tra la moltitudine di persone che si apprestavano ad uscire .
Raggiunsi la superficie quasi senza più fiato.
“Prometto che andrò in palestra più di due volte alla settimana ” riferii a Stella, con quel poco fiato che avevo . 
Riuscii in qualche modo a farla sorridere anche in quel momento, ed io mi sentii ricaricato di nuove forze .
“Duomo. Siamo al duomo” mi fece notare lei.
“molto romantico” s'intromise Kevin al posto mio , respirando a bocca aperta.
Emily si affiancò a me, ed io le dissi : “ Dobbiamo dividerci. Ci troviamo in tribunale.”
Mi guardò attentamente: “ Sei sicuro ?”
“ Sì. ”
Annuì decisa : “ A dopo”
Risposi con un cenno del capo, ed un minuto dopo vidi Emily e Kevin imboccare una traversa .
Io e Stella, intanto, continuavamo a farci spazio tra la folla.
“pensi che si arrenderanno? C'è troppa gente” mi chiese lei
 Scossi la testa: “ Non lo so.”
Avrei voluto prendere un altro mezzo, ma non era possibile.
Nessuno era in arrivo.
Mi fermai di colpo e provai a veder se quei due , o soltanto uno di loro, era ancora alla nostra calcagna.
Sì.
Il soggetto si stava guardando attorno . Aveva una cicatrice terrificante in faccia.
Passai un braccio intorno la vita di Stella e la strinsi forte a me.
Sapevo cosa fare. 
Lei alzò lo sguardo per incrociare il mio : “ Cosa facciamo? ” 
Le misi un dito sulle labbra: “ Sssshhh”
poi posai le labbra sulle sue .
La baciai lì , in mezzo alla folla...a due passi da quello che doveva essere il duomo .
Con la coda dell'occhio vidi il "soggetto" passarci accanto , ma non si fermò .
Era troppo impegnato ad intercettare due ragazzi in fuga , che identificare i ragazzi che stava cercando in una coppia che si stava scambiando un dolce ed intenso bacio .  
“Furbo” mi definì mia moglie
Sorrisi sulle sue labbra
Amore mio, andiamo avanti...
 
 
 
 
Angolo Autrice
 
Ciaoooo ragazzi ^^ Buongiorno :) 
Il pezzetto che ho appena aggiunto è la prima parte del penultimo capitolo ;)
Perchè non ho aspettato di concludere il capitolo prima di aggiungerlo ? Perchè volevo far un regalo a tutte noi DONNE ^^
Auguri ragazze :)
Questo è un giorno speciale per ognuna di noi , anche se ogni giorno la donna deve essere rispettata e amata ;)
Ringrazio di cuore tutte voi che continuate a leggere questa storia ^^ , e alle tre meravigliose ragazze che recensiscono ^^
Al prossimo capitolo ;)
Un bacione a presto ;)   

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Capitolo 34
*** In tribunale ***


 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




Capitolo34. In tribunale 



Gabriel
 
 
 
 
Eravamo finalmente arrivati davanti al tribunale , seppur con l'affanno .
Non era stato difficile trovarlo , molti passanti ci avevano indicato la strada da percorrere senza dare alcun tipo di problema, ma noi avevamo comunque deciso di proseguire a passo svelto .
Qualsiasi tipo di pericolo poteva essere dietro ogni angolo della città , e noi non volevamo rischiare ulteriormente .
Veder quella struttura davanti agli occhi fu un vero e proprio miracolo per me .
Alta , imponente. 
Dopo quella disperata corsa in metro , in duomo , io e Stella non avevamo corso più alcun tipo di pericolo fortunatamente .
E quando misi piede all'interno dell'edificio seguito da Stella, il sollievo fu palpabile .
Ogni passo, che risuonava per i larghi ed alti corridoi ,  mi stava portando sempre di più alla fine di quel caso , che non vedevo l'ora di archiviare .
Kevin corse verso di noi appena ci vide  , aveva un gran sorriso sulla faccia , che contagiò anche le mie labbra .
Lui ed Emily erano lì , sani e salvi . Proprio come noi.
Eravamo tutti in tribunale.
“ Finalmente.” esordì senza aspettare un altro minuto in più : “ Credevo di avervi perso .” aggiunse abbracciando forte Stella senza riuscire a trattenersi  .
“Anche noi” ammise mia moglie, che sospirò e sciolse l'abbraccio : “ fortunatamente siamo tutti qui senza niente di rotto ”
“Posso abbracciare anche te, fratello ?” chiese a me il ragazzo , con aria da cucciolo .
Scossi la testa ridendo : “ Non se ne parla. Stai alla larga da me. Le tue manifestazioni d'affetto non mi occorrono. E di certo i tuoi occhi da bambi non mi convincono. ”
Il sedicenne annuì ridacchiando , poi si mise le mani nelle tasche dei jeans consumati e proseguì : “ Finalmente tutto sta procedendo a nostro favore. Non potete nemmeno immaginare chi è venuto a trovarmi qui . Sono davvero contento  ”
Stella s'incuriosì ed io feci all'altrettanto.
“ Chi è venuto a trovarti?” domandai per dissipare qualsiasi dubbio.
“ I miei genitori” rivelò senza tanti preamboli “ hanno chiesto alla polizia se potevano raggiungermi al processo , e sono riusciti a venire e...”
“ferma , ferma...aspetta” s'intromise Stella “ i tuoi genitori sono qui?”
“Sì” confermò il ragazzo al settimo cielo. “appena hanno saputo che sono arrivato a Milano, sono partiti”
Ed in quel momento mi accorsi che c'era qualcosa in mia moglie che non andava .
Era diventata incredibilmente pallida , spaventata .
Quella notizia l'aveva turbata, nel profondo . 
Era evidente : mi nascondeva qualcosa .
“ Stella cosa c'è che non va?” domandai cingendole le spalle con un braccio .
Lei si sforzò di sorridermi e scosse la testa : “ Non ti preoccupare, non è nulla di importante . Davvero”
Ma le sue parole non mi convinsero affatto .
La guardai di sottecchi per un altro istante , prima di riportare lo sguardo su Kevin.
“ Vorrei farti conoscere i miei” continuò il ragazzo , che afferrò una mano di Stella pronto a condurla davanti ai  suoi genitori.
Stella scosse la testa con forza : “Kevin, sarebbe meglio di no. Sul serio!”
Ma il ragazzo si era intestardito, non c'era verso di convincerlo a rinunciare : “ Ma scherzi? Ho parlato tanto di te ai miei , e sono desiderosi di conoscerti.”
“Hai parlato di me ai tuoi ?” ribatté lei preoccupata
Adesso sembrava sul punto di svenire , la strinsi più forte a me per evitare di farla cadere in caso ce ne fosse stato bisogno .
“ Certamente. Andiamo Stella, non ti mangeranno mica” sminuì il minorenne , che si avviò per primo.
Stella deglutì vistosamente ed incrociò lo sguardo con il mio ancora una volta : “ Tu vieni con me?”
Voleva il mio sostegno per chissà quale questione , ed io accettai senza esitare .
Aveva bisogno di me in quel momento , ed io non potevo negarle il mio aiuto
“ Sì, ma ad una condizione” le dissi sincero. 
Lei annuì
“ Dopo mi dirai ogni cosa”
“ Lo farò” mi promise , ed io non chiesi altro. Mi bastava.
 
 
 
I genitori di Kevin erano persone rispettabili, per bene, benestanti.
Suo padre, Alessandro Marsano , era un uomo alto, di corporatura massiccia, capelli ed occhi castani .
Tutto il contrario di sua moglie .
La signora Marsano era bassina, occhi chiari e capelli corvini , di corporatura esile.
Insieme, tuttavia , formavano una bella coppia .
Kevin era particolarmente entusiasta quando io e Stella salutammo i suoi genitori .
“ E' un piacere per me rivederla signor Gray . Ho saputo del suo collega e ne sono rimasto sconvolto, mi dispiace tanto . Le sono grato per tutto quello che ha fatto per mio figlio , e non so davvero come ripagarla .  ” esordì suo padre , guardandomi dritto negli occhi .
Annuii pur sforzandomi di non pensare a James : “ Dovere” tagliai corto , non avevo alcuna intenzione di continuare a raccontare tutti i fatti che erano accaduti , e quindi di soddisfare la sua sete di sapere .
Kevin avrebbe potuto fornire suo padre di tutte le spiegazioni del caso più tardi ed al posto mio .
Stella d'altro canto si era avvinghiata al mio braccio destro e non aveva nessuna intenzione di mollarlo.
Stringeva forte , e teneva la testa basta quasi avesse paura di guardare negli occhi Alessandro .
“Lei invece deve essere la signorina Stella” continuò il signor Marsano , rivolgendosi direttamente a mia moglie .
Lei alzò lo sguardo cautamente e abbozzò un sorriso incerto .
“ Sì” rispose , per poi stringere la mano del padre di Kevin con evidente timore non appena gliela offrì .
Che cavolo le prendeva ?
“ Ho saputo che Walter Rossi era uno dei responsabili di tutto questo casino . Lei era sua figlia? E' stata coraggiosa a decider di mettersi contro i suoi piani . ”
Fu davanti a quelle parole che Stella cambiò radicalmente atteggiamento.
Guardò l'uomo stranita, confusa.
“ No, Walter Rossi era mio zio” spiegò con particolare durezza nella voce.
Fu la volta di Alessandro ad incupirsi : “ Tu quindi saresti la figlia di...Moira Rossi?”
Dal lei era passato al tu in una frazione di secondo . 
Lei annuì decisa mettendosi le mani sui fianchi: “ La conosce? ”
Tono di sfida.
Era come se stesse sfidando l'uomo a ricordar qualcosa che in quel momento gli sfuggiva.
Che collegamento c'era tra loro due ?
Questa storia era troppo bizzarra per i miei gusti .
Kevin inarcò un sopracciglio mentre stringeva sua madre fra le braccia .
Alessandro si schiarì la voce: “ Sì. Conosco bene Moira Rossi , com'è piccolo il mondo ! Anche se da quando mi sono trasferito in America non l'ho più rivista , né incontrata , in passato siamo stati amici . Ormai sono trascorsi  quasi venticinque anni . Sono di origine italiana , sa ?”
Lei trasse un profondo respiro : “ Lo so perfettamente , mia madre mi ha parlato molto di lei.”
“ Si è sposata con...” cercò di capire lui , e lei scosse la testa: “ mia madre ha sposato un uomo che non è mio padre ”
E Marsano si paralizzò all'istante.
Sua moglie sgranò gli occhi incredula.
Kevin era confuso, disorientato proprio come il sottoscritto . 
Stella , notando le reazioni di tutti, si morse le labbra ed indietreggiò verso di me con aria colpevole .
Era come se si sentisse in colpa per aver parlato , e detto qualcosa che non doveva  .
“Amore cosa nascondi?” le sussurrai ad un orecchio
Lei mi guardò con occhi lucidi: “ non posso , non adesso”
Alessandro avanzò verso di noi e guardò Stella con timore : “ Tu...” scosse la testa “ quanti anni hai?” domandò con voce tremante 
“ Ventiquattro” ammise continuando a mordersi le labbra.
“ Moira non può aver fatto una cosa del genere” parlò l'uomo sottovoce.
Ed in quel momento collegai ogni cosa .
Marsano e Moira Rossi si erano conosciuti in passato.
La donna si era sposata con un uomo che non era il padre di Stella.
Stella aveva ventiquattro anni, ed una volta Kevin aveva detto che suo padre si era trasferito in America da circa venticinque anni.
Oddio. Non poteva essere.
Alle mie stesse conclusioni arrivò anche Kevin in poco tempo.
Il ragazzo mi guardava con incredulità.
“ Moira mi ha nascosto una figlia” sussurrò Alessandro , distrutto .
La moglie lo raggiunse e l'abbracciò  : “ Moira è la donna che hai lasciato prima di incontrarmi ? ”
L'uomo annuì. Il volto fra le mani: “ perché mi ha nascosto una cosa del genere?”
La moglie era sconvolta quanto lui, ma si mostrava forte e risoluta per dar forza al marito. 
Kevin aprì la bocca senza emettere alcun suono diverse volte .
Quando riprese il controllo sulle sue corde vocali balbettò queste parole continuando a guardarmi come fossi un alieno : “ Tu...voi...Stella mia sorella naturale? Vera ? Tu...quindi tu amico saresti...saresti...mio cognato? ”
Dall'inizio di quella storia stavo proteggendo il mio futuro cognato ? Il mio testimone era mio cognato?
Indietreggiai come se avessi ricevuto uno schiaffo in pieno viso .
Kevin boccheggiava in cerca d'ossigeno, sembrava un pesce fuor d'acqua .
Si portò una mano alla gola: “Oddio, soffoco” gracchiò , poi mosse le mani come se fosse in acqua e cercasse di ritornare in superficie.  
Sua madre corse anche in suo aiuto: “Tesoro sii forte. E' uno shock terribile , ma non è stata colpa di nessuno”
Alessandro puntò lo sguardo su Stella : “ Da quanto tempo sapevi che Kevin era tuo fratello?”
Stella lasciò che una lacrima le rigasse una guancia: “ Da un po' , l'ho scoperto per caso. All'inizio non sapevo che fra di noi ci fosse un legame così . E poi Tu . Hai lasciato mia madre per colpa mia!” accusò
L'uomo scosse la testa: “ Assolutamente no. Io non sapevo neanche della tua esistenza. Ho lasciato tua madre perché non andavamo più d'accordo , e lei avrà pensato bene di non dirmi nulla riguardo la sua gravidanza . ”
Stella scosse la testa con veemenza , ormai piangendo forte , era scosso da fremiti incontrollabili : “ Lei accusa me  di essere la causa della vostra separazione”
“ Tua madre ha tanti difetti, ma proprio quello che non sopporto è la sua manìa di trovar sempre un capro espiatorio, per far cadere tutte le sue colpe su un'altra persona . Lei non sa assumersi molto spesso le sue responsabilità. Non è tua la colpa Stella . ” e dopo quelle parole le regalò un abbraccio che soltanto un padre poteva donare alla propria figlia ritrovata .
Stella si liberò di ogni peso , e pianse sulla spalla del padre per un bel po'.
“Mia madre non può non averti detto di me” disse sconvolta “ lei ci tiene a me , anche se suo marito non vuole avermi tra i piedi ”
“Sono sicuro del fatto che tua madre ti ami , e credo che abbia taciuto la verità proprio per la paura di perderti in qualche modo”
Mi sentivo un po' fuori luogo in quel frangente , ma al tempo stesso facevo comunque parte della famiglia.
Che confusione.
Avevo mio suocero davanti .
Mia moglie stretta fra le sue braccia.
Kevin continuava a boccheggiare sconvolto fra le braccia della madre: “ Non ci credo...non ci credo” continuava a ripetere.
Delirava come avesse la febbre alta : “ sono pure zio...sono pure zio, capite?”
Aileen aveva uno zio adesso . Era vero.
Ed era troppo anche per me.
Suo zio le aveva perfino salvato la vita una volta.
Mi appoggiai di schiena alla parete che avevo alle spalle e trassi un profondo respiro.
Perché Stella non mi aveva detto nulla?
Condividere quel segreto con me non sarebbe stato più semplice ?
La guardai con attenzione .
In passato doveva aver sofferto tanto, ed ora era compito mio darle tutta la gioia possibile
Ci sono io adesso con te, e non ti lascerò
                                                                        *****
 
“L'aula è pronta. Se volete accomodarvi all'interno...” informò una segretaria , vestita di tutto punto per l'occasione .
Stella sciolse l'abbraccio con il padre , che come lei aveva pianto parecchio , e ritornò da me .
“Perdonami per non averti detto nulla. Non sapevo come fare ” mi spiegò dispiaciuta.
Sorrisi scrollando le spalle : “ Non importa. Da oggi in poi però , voglio che tu condivida con me ogni cosa”
Annuì ed io le baciai la fronte .
Suo padre ci raggiunse e si rivolse ancora una volta al sottoscritto : “ Io vado a sedermi in aula . Ma volevo ringraziarla, o meglio ringraziarti dato che ormai mi par di capire che sei di famiglia ,  per aver protetto anche mia figlia . Ti sono grato”
“ E' stato un onore per me” risposi prontamente
“Suppongo che da oggi ci vedremo spesso .”
Stella arrossì , ed io sfiorai l'imbarazzo : “ Esatto ” riposi comunque .
Alessandro rise con occhi pieni di luce : “ Ne sono contento. Benedico la vostra unione”
Ed entrò in aula seguito a ruota da Stella .
                                                                              *****
 
Fu meraviglioso sentir pronunciare tutti i nomi di quei criminali da mia moglie .
Suo zio era stato davvero un incosciente a rivelarle tutti i suoi affari ed i suoi soci pur di ottenere silenzio da parte di sua nipote .
Aveva fatto male i suoi calcoli.
Stella non era come lui.
Stella era come me.
Giustizia era fatta ormai.
Kevin raccontò per filo e per segno tutto ciò che aveva visto quella notte in cui aveva disobbedito i suoi genitori mentre erano in vacanza nei pressi di non so quale città del nord d' America .
Sinceramente non prestai chissà quale attenzione ai loro discorsi , era totalmente perso nei miei pensieri e negli sguardi che ogni tanto mi rivolgeva mia moglie, ma ero ultra contento.
Specialmente quando arrivò il turno di Johnny .
Stella pronunciò piano il suo nome.
Quasi avesse il timore di dirlo.
Spostai lo sguardo su Luke, e su altri presenti...ormai in manette e tenuti a bada dai poliziotti.
Non potevo che sorridere .
Avevano avuto per i loro affari agganci in America, in Italia...ma presto tutti loro sarebbero stati rinchiusi in gabbia, compresi i traditori.
Potevano urlare in quel momento, potevano ringhiare come animali contro mio cognato e mia moglie che non si lasciavano di certo intimidire da loro . Luke e tutti i suoi simili ormai erano inoffensivi. 
Stella mi guardò in modo strano quando si decise ad aggiungere qualcosa su Johnny , che ancora non aveva rivelato davanti al giudice ed alla sua corte .
La guardai incuriosito.
Sembrava preoccupata , titubante.
Sulla sedia si mosse , un po' agitata.
Era come se nel mio sguardo cercasse delle scuse .
Ancora?
Adesso cosa mi stava nascondendo?
Perché non dirmi niente fino ad oggi ?
Mi arresi . Oggi era il giorno delle rivelazioni .
Incrociai le braccia al petto pronto a tutto.
Johnny. Cosa non sapevo su quello sbirro traditore?
“ Quando ero in auto con il poliziotto Johnny ed il qui presente signor Luke...” riprese davanti al giudice , che prestava molto attenzione “ Johnny ha confessato di essere stato lui stesso a far entrare , senza problemi , il pacco bomba nel distretto a Roma , che aveva ospitato me e Kevin .
E' stato quindi responsabile anche della morte di alcuni dei suoi colleghi e di...”
No.
Quel nome non potevo ascoltarlo.
Non in quel contesto .
Mi rifiutai di credere che...
Io avevo avuto l'assassino di James a due passi da me , e Stella non mi aveva detto niente?
Quel..brutto bastardo, traditore.
Si era preso gioco di me, di tutti noi...ed aveva ucciso il mio migliore amico ?
Aveva quasi ucciso me, Kevin e Stella. 
Aveva messo a tacere Sebastiano e Cristiano, altri due colleghi.
Scossi la testa e serrai le mani a pugno stringendo forte per non urlare di frustrazione .
In quel momento avrei fatto di tutto pur di vedere quel Johnny sottoterra .
Doveva pagarla.
Adesso più che mai .
Molto più di prima.
Mi alzai di scatto dalla sedia sulla quale avevo preso posto , ed uscii dall'aula in preda ad una furia incontrollabile , senza aspettare la fine delle testimonianze .
 
Idiota. Sono un'idiota. 
Non mi ero accorto di nulla.
Che razza di poliziotto ero?
Diedi un pugno alla parete che mi ritrovai davanti e mi feci male le nocche.
“ Ti prometto caro Johnny, che ti prenderò . Non me ne andrò dall'Italia fino a quando tu...tu non avrai pagato per tutto il male che hai fatto. ”
Il cuore era così duro nel battere che sentii uno strano dolore al petto .
La rabbia dentro era tanta , e quasi non riuscivo più a controllarla .
Io...l'avevo avuto...a due passi...da me.
Soltanto...due...passi.
James se ne sarebbe accorto al posto mio.
Io no.
Che idiota. IDIOTA .
Poggiai la fronte contro al muro .
Serrai le labbra, nel disperato tentativo di darmi una regolata.
Ma Stella ?
Perché ? Perché nascondermi una cosa del genere?
Diedi un altro pugno alla parete .
Ed una mano mi afferrò una spalla all'improvviso, facendomi sussultare per la sorpresa .
 
Avevo perso la cognizione del tempo , per sfogare la mia rabbia non mi ero reso conto del tempo che era trascorso .
Mi trovavo ancora lì ,  in uno di quei lunghi corridoi soliti da trovare in un tribunale, e mi voltai lentamente .  Percepivo perfettamente il mio sguardo duro ed impassibile. 
Stella mi osservava con occhi lucidi: “ Non avrei mai voluto che tu venissi a sapere di questo. ” confessò con voce roca
“ E' qui che ti sbagli, avresti dovuto dirmelo” ribattei , sforzandomi di controllare il tono di voce .
Ma era troppa la rabbia. “Posso capire il perché non hai detto a Kevin di essere sua sorella...ma questo è inaccettabile. Te ne rendi conto?”
“ No, perché mai avrei voluto vederti così.  In questo stato.” precisò lei , sfiorandomi ancora una volta la spalla.
Sbattei un piede a terra e mi allontanai da lei dandole le spalle .
Mi passai una mano fra i capelli : “ Quale stato ? Il mio migliore amico è stato ucciso da quel...quel...che si è fatto passare per un amico. Ma io troverò quell'assassino , e la pagherà cara.  Puoi contarci. ”
“ Guardati Gabriel” mi esortò lei , ed io ritornai a guardarla
Era furiosa anche lei ora.
“ Quel tuo sguardo è così carico di vendetta che mi fa paura. ”
Mi avvicinai a lei velocemente , e lei indietreggiò spaventata,  per quella mia reazione , fino a toccare il muro  .
Posai le mani ai lati del suo viso e la guardai dritto negli occhi sentendo il suo respiro sul viso : “ Non posso ignorare, come vuoi tu  , l'uomo che ha ucciso una persona a me cara.
Non posso permettere che la passi liscia , perché ha privato un bambino del suo papà .”
Lei mi afferrò il volto con entrambe le mani per cercar di calmarmi : “ Non perdere di vista ciò che sei. Tu non sei per la vendetta . Tu vuoi giustizia e non puoi fartela da solo , lo sai . Gabriel, ti prego. Ascoltami . ”
Scossi la testa: “ Questa volta no”  e mi allontanai da lei.
Avevo tutta la voglia di star da solo.
Forse la rabbia mi stava davvero accecando, ma quel folle aveva fatto così tanto male.
Ed io avevo una gran voglia di prenderlo a calci, a pugni.
Sospirai.
Cosa dovevo fare?
Per prima cosa dovevo lasciar che la rabbia scivolasse via da me , così che avrei potuto ragionare a mente lucida.
Via la rabbia, pronto a seguir la verità

 
 
Angolo Autrice
 
 
Ciaoooo ragazzi ^^
Ebbene , parto con il dirvi che questa è la seconda parte del penultimo capitolo :) 
Nonostante io stia inserendo questi pezzi come capitoli a sé .
Non pensavo che questo penultimo capitolo venisse così lungo all'inizio  
Per come l'avevo immaginato , tutto doveva rientrare in un solo capitolo ed invece...quando si scrive è tutta un'altra cosa ^^
Il prossimo pezzo sarà l'ultima parte del penultimo capitolo ( oddio che confusione XD )
poi arriverà il capitolo conclusivo ;) 
Nella prossima parte incontreremo Johnny , quindi...vedrete come si risolverà tutta la faccenda ^^
Ringrazio di cuore tutti voi che preferite, seguite e ricordate questa storia <3
E grazie anche a MaryGray, noemi_ST e Novalis per le loro meravigliose recensioni che continuano a lasciare in ogni capitolo ^^ siete meravigliose ^^
Al prossimo capitolo ;)
Un bacione a presto ;)

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Capitolo 35
*** Insieme fino alla fine ***



 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti


Capitolo35. Insieme fino alla fine 

 
Gabriel


Non c’era molto da dire .
Ero ancora lì .
Seduto in un angolino a racimolare quel briciolo di me che ancora sperava in una ripresa .
La rabbia ormai era quasi del tutto passata , seppur ancora qualche residuo continuava a bruciare nelle vene come un esile fiammella sul punto di morire  , perché ormai senza più alcun rametto da bruciare da render polvere .  
Rialzarsi davanti a quelle particolari realtà non era affatto cosa semplice .
Quando ti cadeva sulle spalle una verità del genere , la ripresa era una faccenda piuttosto complicata, complessa da portare a termine .
Se al di sotto non c’era alcun tipo di allenamento poi  , era ancor più dura sperar di ritornare come un tempo  .    
Tra la rabbia e la resa , io mi trovavo proprio lì : nel mezzo  .
Sentivo freddo, un gran vuoto dentro al petto .
Non rimaneva che sangue , che continuava a scorrere inesorabilmente verso il cuore senza alcun tipo di freno o interferenza .
Un cuore distrutto , in passato già ammaccato in diversi punti , che pur tuttavia non si arrendeva e continuava a battere scandendo i secondi , i minuti .
In attesa .
L’unica cosa che desideravo in quel momento era il non spegnermi davanti a tutta quella storia .  
Sospirai e mi portai una mano fra i capelli , stremato .
Che fare?
Rialzarsi
Sì, dovevo rialzarmi. Sempre e comunque.
Non potevo continuar a star rannicchiato in quel piccolo ed angusto angolino .
C’era il mondo là fuori , e potevo ancora risolvere parecchi punti .
Potevo ancora fare e disfare cose , incanalarle nella giusta via .
E prima di ogni altra cosa dovevo occuparmi di una questione delicata .  
Dovevo chiarirmi con Stella .
Era da sempre stata la mia priorità , e nonostante i suoi silenzi , continuava ad esserlo .
Non potevo negare al mio cuore di amarla .
Lei era parte di me.
Sarei morto piuttosto che cancellare l’ amore che provavo nei confronti della mia piccola hostess , tra l’altro  per colpa delle azioni di quell’uomo senza scrupoli .
Dovevo parlarle al più presto , dovevo dirle che capivo il perché della sua scelta , ma che pur nonostante tutto non condividevo per ovvie ragioni .
Dovevo dirle che era stata bravissima davanti al giudice , che insieme avevamo fatto finalmente giustizia .
Dovevo dirle che l’amavo più di ogni altra cosa al mondo…e che adesso potevamo vivere finalmente la nostra storia d’amore senza più interferenze da parte di nessuno .
Senza più paure, senza più rischi, timori, problemi di alcun tipo. 
Senza la possibilità di perderci.
Guardai il soffitto bianco e trassi un profondo respiro , dopotutto era stato comunque un gran giorno .
“Gabriel” tuonò una voce , spaventata, preoccupata .
Sussultai e mi voltai di scatto verso Emily , che correva con la pistola in pugno . 
“ Cosa succede?” domandai , senza nascondere l’ansia che aveva avuto la capacità di trasmettermi in pochi secondi .
Lei si fermò proprio davanti a me , e riprese fiato poggiando i palmi sulle ginocchia : “ Fuori. Fuori sta succedendo un casino. C’è una sparatoria in atto , non è ancora finita . ”
“COSA?”
Sapevo che era una domanda retorica la mia , ma non riuscivo a…a…capire, comprendere, ad afferrare il concetto .
Una sparatoria?
Perché ?
Era tutto finito , ormai non c’era più nulla che potessero fare quei balordi , perché continuare questa inutile lotta?
Le afferrai le spalle di colpo scuotendola un poco , non volevo perdere altro tempo in chiacchiere e pensieri inutili : “Stella? Lei dov’è ?”
Scosse la testa : “ Non lo so di preciso . Era appena uscita insieme alla famiglia Marsano quando alcuni uomini arrivati con dei furgoni blindati hanno preso a sparare . I nostri colleghi stanno facendo del loro meglio per fermare questo assalto ma hanno bisogno di una mano .”
Non aspettai altro .
Afferrai la mia pistola , le tolsi la sicura , caricai e presi a correre verso l’uscita .
Emily riprese a correre al mio fianco .
Quando uscii dall’ ingresso principale mi fermai di botto .
Lo spettacolo che si presentava era raccapricciante.
“Giù” ordinai ad Emily.
Una scarica di proiettili non prese le nostre teste per una manciata di secondi e mandò in frantumi i vetri alle nostre spalle .
Con cautela mi mossi verso una delle nostre volanti alla ricerca di un sicuro riparo .
Emily mi seguì lentamente come un’ombra . 
Là fuori regnava il caos più totale .
Proiettili schizzavano via , in aria , impazziti e senza una direzione precisa .
Numerose auto della polizia erano state sistemate di traverso davanti l’ingresso del tribunale , nel disperato tentativo di creare una solida difesa e di arrestare quell’assalto violento, creato da più di dieci uomini armati di pistole e mitra .
Avevano i volti coperti , alcuni indossavano giubbotti anti-proiettile , i restanti invece spesso si rintanavano dietro i loro quattro furgoni neri e blindati per sfuggire da morte certa .
Aguzzai la vista , seppur non ero in una posizione tale da aver un ampia visuale della faccenda, in cerca di mia moglie.  
Trovai Kevin , suo padre e sua madre seduti per terra , contro lo sportello di una volante non molto distante dal punto in cui mi trovavo io .
Si tappavano le orecchie con le mani per proteggerle dai rumori provocati dagli spari .
Alcuni colleghi si erano posizionati proprio intorno a loro , per proteggere la loro incolumità .  
Ma perché con la famiglia Marsano non c’era anche lei ?
Stella doveva essere per forza con loro , altrimenti dove cavolo era finita? 
Deglutii e mi feci forza stringendo ancor di più la pistola in pugno .
Dovevo raggiungerli , dovevo farlo per aver notizie sull’attuale posizione di Stella .
Mi misi in posizione , pronto a scattare alla prima occasione .
“Coprimi” ordinai ad Emily
“No, Gabriel. No, è una pazzia. ” ribatté lei guardandomi dritto negli occhi .
Una delle sue mani corse ad afferrarmi la cintura per trattenermi : “ Non andare, è rischioso.”
“ Devo sapere dov’è Stella, coprimi” ripetei , ed uscii allo scoperto .
Corsi per un po’ sparando contro gli aggressori senza prendere una mira ben precisa – facevo ciò solo per  difendermi , in qualche modo –
A metà del percorso che mi ero prefissato,  mi lanciai a terra e rotolai per un po’ sull’asfalto , prima di rialzarmi sulle ginocchia ed afferrare Kevin per una spalla .
Il ragazzo era teso come una corda di violino , e sussultò non appena lo toccai : “ Cavolo, Gabriel. Mi hai fatto prendere un colpo, come sei arrivato qui ? ”
“Scusa, è una storia lunga . Dov’è tua sorella ?” chiesi senza esitare
Il ragazzo ridusse gli occhi a due fessure : “ Johnny , è comparso dal nulla e l’ha portata via con sé . Ho visto che la trascinava dietro l’edificio . ”
Johnny. Era qui. Quel traditore era qui.
Se farà del male anche a Stella non risponderò delle mie azioni quando l’avrò sotto tiro.
“ Dobbiamo trovarla ” si unì Alessandro Marsano , la fronte corrugata e le labbra socchiuse in una leggera smorfia .
Scossi la testa: “ No , non se ne parla . Voi dovete restare qui , sarete al sicuro . A lei penserò io.”
Alessandro mi guardò dritto negli occhi: “ E’ mia figlia. Io vengo con te. Kevin prenditi cura di tua madre”
Kevin dal canto suo scosse la testa : “ No, papà.  Se c’è qualcuno che deve andare con Gabriel quello sono io . Stai tu con la mamma.  Io tornerò con mia sorella al più presto”
Digrignai i denti: “ Non verrà nessuno dei due con me . Vado da solo”
Kevin mi strinse forte una mano : “ Insieme possiamo trovarla con più facilità . Fratello, non sono uno stupido . Un po’ di fegato l’ho anch’io , anche se non sembra . ” spiegò alzando la voce per farsi ben sentire in tutto quel trambusto.
Roteai gli occhi infastidito: “ Non farmi arrabbiare . Starai qui con i tuoi . Non voglio che rischi .” e non appena conclusi i miei ordini rivolti al ragazzo , mi rilanciai ancora una volta nella “mischia” .
Riuscii a conquistare un angolo dell’edificio per miracolo .
Poggiai la schiena al muro e trassi un profondo respiro .
Un secondo prima un proiettile era quasi riuscito a sfiorarmi la spalla sinistra .
Era passato a meno di un centimetro di distanza dalla mia pelle .
Rabbrividii al ricordo mentre il cuore nel petto batteva all’impazzata .
Avevo un’adrenalina tale da sentir ogni parte del corpo sul punto di scoppiare .
Dovevo scaricarla in qualche modo .
Guardai la mia pistola e feci una smorfia .
Avevo finito i colpi , frugai un po’ in una tasca dei jeans e rimasi a fissare l’ultimo caricatore a mia disposizione .
Non ne avevo altri , e quei colpi mi dovevano bastare .
Avanzai lungo il marciapiede , senza allontanarmi troppo dalle mura dell’edificio .
Dove cavolo l’aveva portata quel bifolco ?  
 La risposta non si fece attendere .
Stella era lì , proprio davanti a me .
In mezzo alla strada.
Potevo vedere i suoi occhi smarriti, terrorizzati, ma al tempo stesso intravidi una scintilla di sollievo nel vedermi lì , con lei .
La donna che amavo aveva le mani alzate all’altezza delle spalle mentre un uomo le teneva puntata contro una pistola .
Quell’uomo però non era Johnny. Dov’è che si era cacciato quell’ essere insulso ?  
Avanzai verso l’uomo che mi dava le spalle con questo interrogativo nella mente .
L’unica cosa importante in quel momento era portare Stella via dalla portata di una pistola.
Mossi qualche passo con estrema cautela . 
Al più piccolo cenno di pericolo quel criminale poteva spararle , ed io non avevo alcuna intenzione di perdere la donna che amavo proprio ora che tutto era finito .
Con l’indice sulle labbra invitai Stella al silenzio , e lei non fiatò , non si mosse di un solo millimetro.
Si fidava di me .
Quando fui pronto , prendendo un ampio respiro , portai la pistola alla testa dell’uomo , che doveva avere più di trent’anni dati i capelli brizzolati e la barba bianca in alcuni tratti .
“ Fermo. Oppure ti prometto che avrai un bel buco nel cervello. ” sibilai ad un soffio dal suo collo .
L’uomo s’irrigidì , vidi i muscoli delle braccia contrarsi ed una serie di vene diventar visibili sul collo robusto : “ Uno sbirro ?” domandò nervoso
“ No, il tuo incubo peggiore se solo proverai a far male a quella ragazza . Lasciala andare e nessuno farà una brutta fine . ”
L’uomo ridacchiò : “ Il nostro piano deve essere portato a termine . Per quel che mi hanno pagato per farlo non lascerò che un pidocchio qualsiasi mi proibisca di portarlo a termine. ”
“ E’ finita per voi, non avete scampo . Forse era stato meglio per tutti voi non presentarvi qui , oggi. Dai retta a me , non vedrai mai quei soldi , ma potresti risparmiare qualche anno di galera se non farai sciocchezze .  ” risposi prontamente
“ E perché toglierci la soddisfazione di uccidervi e di portare a termine il nostro compito , prima di partire per terre lontane , con un bel mucchietto di soldi in tasca ? ” s’intromise una voce…familiare.
Decisamente troppo familiare .
Il mio sguardo si posò su quel piccolo uomo che mai avrei voluto incontrare .
Non quel giorno almeno , non in quel frangente , per come stavo messo .
Ma Johnny era lì , ad un passo da me ,  proprio affianco a me .
L’assassino di James, di altri colleghi , causa della distruzione di un distretto nella Capitale .
Per colpa del suo tradimento Stella stava per essere violentata da Luke .  
Chi tradiva faceva male non solo a sé stesso , ma purtroppo anche a parecchi innocenti.
Sentivo il suo tiepido respiro a contatto con il mio viso , vedevo quel suo sorrisetto sulle labbra screpolate , quei suoi occhi scuri e sicuri di sé , che credevano di avere il mondo in loro potere.
Non mi ero accorto del suo arrivo.
In quel momento ero troppo impegnato a salvar la vita a Stella che la mia , perciò non mi ero guardato attorno per scoprire altri eventuali pericoli per la mia persona .
“ Gabriel, ma che piacere rivederti ” mi salutò , fingendosi sorpreso .
La sua pistola contro la mia tempia destra .
“Johnny” sussurrai nervoso, e tremai di rabbia.
Sentire la punta fredda della sua arma a contatto con la mia pelle non era cosa piacevole .
“ Sei un osso duro tu, eh ?” continuò quella sottospecie di essere umano “ saresti dovuto morire assieme al tuo caro amichetto in quella esplosione ed invece…”
Trattenni il respiro per non urlare , per concentrarmi e non far cose assurde , che in quel momento potevano compromettere la situazione .
Ma avevo una gran voglia di saltargli addosso e fargli male .
“Lascia andare Stella. Sistemiamo questa faccenda soltanto io e te , che ne dici?” proposi
Stella sgranò gli occhi lucidi : “Gabriel no” mimò con le labbra tremanti  
Sapevo quanto fosse spaventata all’idea di una mia eventuale vendetta , ma in quel momento non m’importava che della sua vita , possibile che non capiva ? 
Johnny rise di gusto : “ Bene . Facciamo così , mentre penso alla tua proposta lascia andare il mio uomo.”
“Chi mi dice che il tuo amico non sparerà a lei ?” domandai a denti stretti
“Nessuno. Ma cosa vogliamo fare? Star qui a perdere tempo in chiacchiere? Non volete voi , e non vogliamo neanche noi”
Trassi un profondo respiro.
La punta della pistola di Johnny premette con più forza contro la mia tempia: “ Allora?”
Indietreggiai assieme a lui , seppur continuando a tenere la pistola puntata contro il suo uomo.
“ Abbassa l’arma” m’invitò lui
Scossi la testa leggermente : “ Non fin quando lei non andrà via da qui” avvisai
“Qui le regole le detto io…collega” chiarì con tono gelido
Ridussi gli occhi a due fessure: “ Non siamo colleghi. Tu sei un traditore. Per un pugno di soldi stai distruggendo tutta la tua vita . ” 
Johnny si avvicinò ancor di più a me : “ Vuoi che lei viva oppure preferisci che muoia fra le tue braccia come il tuo partner” minacciò in un soffio .
No, proprio  non riuscivo a star fermo davanti a quelle sue provocazioni.
Digrignai ancora una volta i denti , la voglia di fargliela pagare era così tanta che stavo per perdere di vista la mia priorità.
No, no. Dovevo pensare a Stella, solo a lei.
Non ero solo con Johnny , non potevo permettermi certi lussi.
“ Abbassa la pistola” intimò ancora quel criminale . 
“NO.” Risposi
“Gabriel non preoccuparti , fai come dice. Andrà tutto bene” s’intromise mia moglie.
“ Sveglia la ragazza” dichiarò lui , ma io non risposi .   
Si passò così la lingua sulle labbra e riprese : “ D’accordo, come vuoi tu .”
E non mi lasciò neanche il tempo di reagire, di rilasciare il respiro .
Pagai per il mio orgoglio .   
Il tempo sembrò fermarsi : come una clessidra ormai andata in frantumi su un pavimento gelido , che non poteva più permettere ai suoi granellini di sabbia di scorrere verso il basso…per segnare il tempo .
Ogni cosa intorno a noi perse valore , colore , rimase ferma , immobile come in una fotografia ormai consumata dal tempo .
La sua pistola si mosse ad una velocità impressionante , e una delle sue dita premette il grilletto senza esitare un solo istante .
L’unico rumore che riecheggiò in aria fu uno sparo . 
Uno sparo a cui io avevo solo potuto assistere, senza far nulla .
Imbambolato, incapace di reagire, guardai Stella incrociare il mio sguardo per un brevissimo istante ,  per poi osservarla cadere all’indietro senza emettere alcun suono .
Quel suo sguardo avrebbe voluto dirmi e trasmettermi innumerevoli sentimenti, emozioni, pensieri che io non riuscii a cogliere neanche in minima parte  .   
Quel colpo l’aveva colpita in pieno petto .
Ed io non avevo potuto far nulla .
Io non avevo fatto nulla .
Vidi i suoi capelli scivolarle sul viso , sfiorarle gli occhi ormai chiusi ed arrivarle alle labbra dischiuse .
Vidi il foro sui suoi vestiti, ed un secondo dopo non risposi più delle mie azioni , accecato dal dolore e dalla rabbia .
Stella non c’era più.
Non c’era più la sua vita in lei , il suo amore per me.
Non avrei sentito più la sua risata , ascoltato il suono della sua voce, non l’avrei più amata, avuta mia, baciato le sue labbra ed ogni parte di lei .
Non avrei più visto le sue guance diventar rosse per la timidezza , l’imbarazzo.
Ed i miei occhi non vedevano che obiettivi da metter a tacere ora .
Se lei era morta, di Johnny non sarebbe rimasto niente, neppure una briciola .
Aveva ucciso anche me assieme a lei  , ed adesso l’avrebbe pagata cara .
Io non avevo più nulla da perdere , ero già morto .
Sparai ,senza prendere una mira ben precisa, contro l’uomo che avevo davanti per impedirgli di mettersi tra me e quel pazzo assassino, e quando lo vidi cadere a terra – se vivo o morto non mi fermai per scoprirlo -  mi voltai verso il mio bersaglio preferito .
L’allontanai da me con una violenta gomitata all’addome , che gli fece perdere la presa sulla pistola con mia somma soddisfazione,  oltre che l’equilibrio  .
Lo volevo indifeso. Niente più difese. Era mio , solo mio.
L’arma cadde con un tonfo sull’asfalto , non molto distante dai miei piedi .
Sorpreso, indietreggiò ancora per un po’ piegato in due , boccheggiando per riprendersi il più velocemente possibile dal colpo che gli avevo inferto .
Ma io non volevo lasciargli nemmeno il tempo di respirare , non volevo darvi nessuna tregua, così lo raggiunsi e gli afferrai i capelli con una mano .
Iniziai a dargli violente ginocchiate sempre all’addome , poi gli presi un braccio , glielo ruotai per portarlo dietro la schiena facendogli lanciare in aria un urlo disumano  .
Non mi fermai .
Non ancora soddisfatto ,  con un calcio lo spedii a terra .
“ La pagherai per tutto il male che hai fatto” promisi .
Batté la testa sull’asfalto , ed ormai intontito vide il sottoscritto saltargli addosso per iniziare a prenderlo a pugni sul viso .
Gli ruppi il setto nasale , ne ero sicuro .
Gocce di sangue colarono giù dal suo naso ed andarono ad imbrattargli la camicia scura e sgualcita .
Fu in quel momento che la mia vista si fece appannata , disturbata da violente lacrime che mi torturavano la pelle con il loro sale .
Johnny non si arrese , ed approfittando della mia disperazione , riuscii a tirarmi un calcio violento al torace  .
Poi un altro, un altro ancora.
Mi ritrovai disteso su un fianco preda del dolore atroce , agghiacciante .
Adesso non vedevo nulla , buio , e la paura s’insinuò in me .
Chiusi gli occhi concentrandomi sul mio respiro .
Dovevo riprendermi.
Non potevo soccombere, anche se non avevo più la mia pistola con me .
Johnny approfittò di quel momento per tirarmi un altro calcio , ancora  .
Vidi le stelle .
Tossii .
Quando provai ad aprire gli occhi vidi solo macchie rosse , confuse.
Il dolore sovrastava ogni cosa.
Ma no . Non poteva finire così .
Quando si tuffò su di me per ricambiare ciò che gli avevo fatto ,  gli afferrai prontamente la gola con entrambe le mani e presi a stringere forte : “ Adesso basta” ringhiai , torturato sia dal dolore fisico che da quello psicologico.
Johnny spalancò la bocca incapace di immettere aria nei polmoni.
Ero ormai arrivato ad un punto in cui l’uomo che avevo fra le mie grinfie non aveva più le forze per ribellarsi.
E fu il quel momento , quando stavo vedendo scivolar via la vita da quel corpo, che la mia mente fu consigliata da una serie di ricordi e pensieri.
“ Non perdere di vista ciò che sei. Tu non sei per la vendetta . Tu vuoi giustizia e non puoi fartela da solo , lo sai . Gabriel, ti prego. Ascoltami . ”
Stella mi aveva detto questo poco prima, in tribunale.
“ Gabriel, noi siamo poliziotti. Il nostro compito è quello di far rispettare la legge, proteggere le persone innocenti ed arrestare i criminale , nient’altro . Non possiamo giocar a fare Dio in determinate situazioni che ci fanno comodo .”  
Era stato James a dirmi quelle parole. Non ricordavo neanche in quale occasione le avesse dette , ma portavano a riflettere .
Uccidendo Johnny sarei passato anch’io per un criminale.
Io che amavo essere un poliziotto.  
No.
Cosa mi saltava in mente ?
Ero stato dotato di ragione, provavo amore…come potevo lasciarmi guidare dalla vendetta?  
Ero già morto dentro , forse non mi sarei mai più ripreso senza aver Stella al mio fianco , ma avevo una figlia che aveva ancora bisogno di me.
Ero un padre.
Non potevo far l’egoista e pensare solo a me stesso .
Durante quella mia esitazione avevo allentato la presa intorno al collo del traditore e non mi ero minimamente accorto che la sua mano sinistra era scivolata via alla ricerca della sua pistola , almeno fino a quando non sentii puntata l’arma contro il mio petto .
Ingaggiai così un’altra lotta con lui : non volevo più fargli del male , ma desideravo la sua pistola per non rimarci secco .
Non sarei morto .
Non volevo morire per mano sua , né per mano di nessun altro .
Mi allarmai quando in lotta , tra pugni e calci , sentii sotto le mani una delle sue dita nuovamente intorno al grilletto .
Cercai di pesar sul suo corpo il più possibile per non permettergli di muovere nemmeno un arto , ma era davvero dura .
All’improvviso afferrai in qualche modo l’arma , e provai a puntarla verso l’esterno per non mettere a rischio né la mia , né la sua vita .  
“Non vincerai contro di me” mi sussurrò in tono mellifluo
“ Lascia la pistola” l’esortai io. “comportati da uomo e cerca di difenderti senza alcun aiuto , lascia l’arma . ”
“mai. ” gridò
Con una spinta mi schiacciò contro l’asfalto , e mi bloccò una mano sopra la testa.
Con l’altra lottavo ancora per prendergli la pistola , che lui si ostinava a puntare contro di me .
“ I soldi saranno miei, solo miei. ”
Era nelle mani del “dio” denaro , non ragionava più come un poliziotto.
Era corrotto.
Marcio dentro ormai .
Nei suoi occhi neri, due pozzi senza fondo, traspariva tutto il suo odio nei miei confronti e la sua sete di avarizia .
Mi faceva quasi pena.   
Afferrai il polso della sua mano intorno alla pistola , stringendo i denti per impegnarmi con tutte le forze che avevo per fargli perdere la presa .
Non ci riuscii.
Sentii il suo dito premere sul grilletto.
Uno sparo .
Mi mancò il fiato per un decimo di secondo .
Aveva premuto il grilletto, ancora .
Un attimo di silenzio.  
A parlare erano soltanto i nostri respiri .
Poi i suoi occhi si sgranarono .
Sconvolto, irato , sorpreso mi guardò dritto negli occhi : “ Se io devo morire, tu...”
Quel che accadde dopo non riuscii a spiegarlo nemmeno al sottoscritto.
Semplicemente fui troppo lento.
Nel muovermi, nel rispondergli , nel pensare.  
Johnny morì davanti ai miei occhi , ed io strisciai via da sotto il suo corpo inerme facendo leva sui gomiti .
Appena fui libero mi lasciai cadere ancora una volta sull’asfalto . Era freddo .
Io avevo tanto freddo.
Johnny stringeva ancora la pistola in pugno , quasi come se quella fosse stata fino all’ultimo la sua ancora di salvezza e un lascia passare sicuro per i suoi soldi.  
Aveva ottenuto comunque qualcosa , forse .
Stella non c’era più , e presto anch’io l’avrei seguita e avrei lasciato quel mondo .
Alzai gli occhi verso il cielo .
Non ero stato in grado di proteggere la vita di Stella .
Non ero riuscito a preservare la mia vita , ed in bocca sentivo già il sapore metallico del sangue .
Non volevo lasciar sola mia figlia .
Mi portai le mani all’addome per tamponare la ferita , e cercai di respirare con calma .
Sapevo che non c’era molto da fare dopo aver ricevuto un colpo del genere .
Con occhi lucidi mi guardai attorno , e vidi l’uomo di Johnny muoversi appena , era ancora vivo .
In un certo senso ne fui contento .
Ci avrebbe pensato qualche giudice a dargli una giusta condanna per le sue azioni .
Ma poi il mio sguardo cadde su Stella .
Era immobile .
Deglutii e con le ultime forze strisciai verso di lei , graffiando l’asfalto con le unghie .
Quel giorno avevo ancora un unico desiderio : toccarla ancora una volta , sfiorare quei suoi capelli.
Dovevo…solo…avvicinarmi…a lei
Rimane al suo fianco…fino alla fine.
Ancora…ancora…
Riuscii a sfiorare le dita della sua mano destra , e le strinsi forte .
Erano calde .
Stranamente erano ancora calde .
Com'era possibile ? Era come se fosse ancora viva
Viva
Lentamente costrinsi i miei occhi a posarsi sul suo petto .
Non c’era traccia di sangue.
Era come se…come se avesse un giubbotto anti-proiettile.
Sulle mie labbra si delineò un sorriso mentre una lacrima si decise a solcare una mia guancia .
Viva.
Lei era ancora viva.
Il suo cuore batteva ancora .
La vita era in lei ed io adesso non avevo più paura .
Non sentivo neanche più il dolore .  
“ Stella, ti amo. Sono qui . Non voglio lasciarti”
Qualsiasi cosa succederà , amore io non ti lascerò mai sola…

 


Angolo Autrice

Ciaoooo ragazzi ^^ ebbene sì ,  il penultimo capitolo è concluso ;)
Johnny non darà più fastidio , lui stesso si è scavato la fossa da solo .
Ma Stella e Gabriel ? 
Stella sembra proprio che sia viva, ma lui ?        
Il prossimo sarà l’ultimo capitolo , siete curiosi di sapere come si concluderà  ? ^^
Cosa succederà secondo voi ai nostri due protagonisti  ? :)
Ringrazio di cuore, come sempre, tutti voi <3
Al prossimo capitolo ;)
Un bacione a presto ;) 

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Capitolo 36
*** Cuore a Cuore ***


Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




Capitolo36. Cuore a Cuore 



Stella

 

Ruvido.
Tanto , molto ruvido, duro e…freddo.
Ghiaccio dentro le ossa .
Dolore.
Un dolore che si propagava dal petto , fino a toccar ogni estremità del corpo.
Ero distesa su qualcosa di tremendamente scomodo.
I capelli sul volto pizzicavano un poco la pelle, e rabbrividivo ogni qual volta un leggero venticello soffiava su di me , fino a scuotermi i vestiti che indossavo .
Sentivo il loro dolce fruscìo .
Avevo le palpebre pesanti , mi impedivano di veder la luce del giorno .
Eppure non vedevo totalmente buio.
Delle simpatiche chiazze colorate , come fossero su una tavola di un pittore, si diramavano di qua e di là.
Le membra stanche riposavano contro la mia volontà , in loro percepivo qualche residuo di forza che presto o tardi avrei ripreso sotto il mio controllo .
Delle dita erano intorno ad una mia mano .
Le sfiorai appena , incuriosita, vogliosa di riconoscerle .
E la curiosità, la voglia di scoprire, di vivere, mi restituirono la forza nelle membra sotto il mio controllo. 
Erano dita prive di forza, viscide, come se fossero bagnate da qualcosa.
Nella mia mente lampeggiò un ricordo.
Qualcuno mi aveva sussurrato dolcemente : 
“ Stella, ti amo. Sono qui . Non voglio lasciarti”
Gabriel.
Il suo nome invase ogni centimetro del mio corpo rimasto ancora da conquistare.
Dov’era?
Obbligai i miei occhi ad aprirsi  .
La luce del sole , meravigliosa e pulita, m’infastidì un poco .
Ma in seguito vidi bene il nero asfalto sul quale mi trovavo distesa .
Confusa sbattei le palpebre diverse volte, per abituarmi alla luce, alla situazione, per ricordare bene ciò che era accaduto.
Dovevo schiarirmi le idee . 
Il ricordo di Johnny riaffiorò nella mente, forte, prepotente, deciso . Come un flash.  
La sua pistola contro di me , poi lo sparo...che non era altro che l’ultima cosa che avevo sentito prima di perdere i sensi.
Mi tastai il petto con una mano con fare frenetico .
Ero viva.
Rinata .
Sopravvissuta .
Emily mi aveva consigliata bene, ed io che non volevo ascoltarla…che sciocca!
Era stata il mio angelo, senza di lei quel giubbotto anti-proiettile non sarebbe mai stato indossato dalla sottoscritta .
Seguii i contorni del foro sui miei vestiti e sospirai di sollievo.
Sorrisi anche .
Dovevo ringraziarla.
Avevo ancora un po’ di dolore , forse si era già formato un ampio livido sul petto…ma in conclusione stavo bene, e non potevo lamentarmi .
Decisi di alzarmi qualche minuto dopo , seppur a fatica , e quando provai a muovere l’altra mano…qualcosa mi ricordò che c’era anche qualcun altro con me .
Doveva esserci un persona importante lì con me .
Gabriel , doveva essere con me .
Johnny aveva puntato la sua pistola anche contro di lui e…oddio, cosa era successo dopo che quel delinquente mi aveva colpita ?
Allarmata, strabuzzai gli occhi .
Ciò che vidi mi fece morir l’anima pezzo per pezzo .
Gabriel…erano le dita di Gabriel intorno la mia mano .
Mani sporche di sangue.
L'odore pungente raggiunse le mie narici proprio in quel momento ed io tremai .
Sentii un peso sullo stomaco intollerabile. 
No, mi sfuggì dalle labbra .
Un no fievole , stanco…sconvolto.
“Gabriel” provai a chiamarlo con voce tremante.
Lentamente strinsi le sue dita mentre con l’altra mano presi a sfiorargli i capelli.
Non avevo possibilità d’incontrare i suoi occhi.
Era disteso bocconi.
Ed io decisi di svegliarlo.
Dovevo farlo.
Forse era solo stanco, forse voleva prendermi un po’ in giro…scherzare.
“Gabriel. Ti prego, non scherzare” sussurrai ma le parole mi morirono in bocca nello stesso istante in cui le avevo pronunciate.
Con orrore crescente avevo notato una enorme pozza di sangue sull’asfalto.
Era proprio…sotto di lui e lentamente si stava espandendo .
No, no, NO  urlai con tutte le forze che avevo .
Ora non vedevo più nulla .
Lacrime con arroganza stavano devastando il mio volto .
Con coraggio girai il suo corpo .
La sua camicia era impregnata del suo sangue.
Johnny aveva colpito anche lui, all'addome .
Ma lui non indossava un giubbotto anti-proiettile. NO.
Lanciai la testa all’indietro vittima del più profondo dolore e cacciai fuori dalla bocca un urlo violento .
Subito dopo presi a singhiozzare forte , disperata .
Incapace di dare un senso a tutto quel che stava accadendo. 
L’attirai  a me, l’accolsi fra le mie braccia e l’abbracciai forte .
Lo strinsi con ogni forza contro il mio petto .
Io non l’avrei lasciato andare…mai.
Lui era il dono più grande che avessi ricevuto su questa Terra, ed io non l’avrei perso.
“Ti prego. Ti prego. Lui no. Lui no.” Sussurrai
Lo baciai sulle labbra
“ Gabriel ” lo chiamai ancora, ma i suoi occhi non potevano veder i miei.
La vita lo stava abbandonando, sempre se non l’aveva già fatto .
Subito dopo qualcuno urlò il mio nome .
Kevin? Alessandro? Non riuscii ad associare quella voce ad un volto .
Ero fin troppo presa dal mio dolore per accorgermi che c’erano altre persone che tenevano a me .
All’improvviso qualcuno mi afferrò , e mi costrinse ad allontanarmi da Gabriel.
Mi ribellai.
Urlai, mi dimenai.
Ma quel qualcuno aveva braccia robuste.
“Tesoro , ti prego non fare così” disse con angoscia.
Mio padre.
E quando mi arresi a lui mi strinse ancor più forte a sé, coccolandomi .
La sua mano accarezzò i miei lunghi capelli, e sentii qualche sua lacrima sulla pelle assieme alle mie.
Stava soffrendo con me , stava condividendo il mio dolore.
Riprovai ad andare ancora una volta da Gabriel , ma lui mi proibì di farlo .
L’uomo che amavo era circondato da persone che non conoscevo, c’era anche Kevin che tratteneva le lacrime disperato, con le mani fra i capelli.
Non osai guardarmi le mani in quel momento .
No, non poteva essere finito tutto . 
                                                                               *****  
Soffrivo.
Il dolore mi travolgeva, mi avvolgeva nella sua crudele coperta, graffiava la mia anima e torturava il mio cuore ormai andato in frantumi .
Da quel terribile giorno erano passati due mesi .
Soltanto due mesi .  
Due mesi esatti senza di lui .
Due mesi da quando il posto nel cuore , che lui aveva riempito ed occupato , era vacante…privo di significato.
Era Febbraio .  Era iniziato da poche settimane un nuovo anno .
Un nuovo anno…senza di lui .
E cos’erano quei due mesi, quel nuovo anno,  in confronto alla vita che avrei dovuto continuare a vivere senza di lui ?
Nulla.
Un battito di ciglia.
Sarei riuscita a farcela? A cavarmela nei momenti in cui mi avrebbero assaliti i ricordi ?
A ritornare a ridere , dato che la mia risata era lui ?  
“ Tesoro. Forse non saresti dovuta ritornare a lavoro così presto ”
Mi voltai verso Charlot e tirai su col naso , poi mi sforzai di mostrarle un sorriso .
Ma ultimamente i miei sorrisi assumevano decisamente di più la forma di una smorfia : “ No. Sono pronta per ritornare a lavoro. Non serve a niente star a casa…lui non tornerà” tagliai corto
Sì, ero ritornata al mio lavoro.
Hostess su uno degli aerei della compagnia Skyland .
Quello sarebbe stato il mio primo volo dopo tutto quel gran casino , dopo aver conosciuto lui .
Ero di nuovo in compagnia delle mie colleghe , e del simpatico pilota George.
Era come se niente fosse successo , ma in cuor mio sapevo bene che non era così.
“  Qualsiasi cosa accadrà da domani , voglio che tu sappia che ti amo . E che…se io non dovessi farcela, tu …devi promettermi che starai alla grande , ok?  Tornerai al tuo lavoro, tornerai la persona che eri prima di conoscermi… non voglio che tu soffra, in alcun modo . Io non posso stare con il pensiero che tu possa star male a causa mia.
Tu troverai un uomo che saprà renderti felice , lo sposerai…e farai tutto ciò che hai sempre desiderato di fare prima di incontrare me . Prometti.”
Mi aveva chiesto di promettere questo quella sera , su quel ponte sul Tevere...a Roma , al chiaro di luna . 
Il ricordo viveva ancora nella mia mente .
Era così fresco, perfetto, vivido, come se non fossero passati mesi , ma soltanto pochi secondi .
Lui credeva che io avessi accettato la promessa .
Scossi la testa con un sorriso amaro sulle labbra .
No, amore mio. Ti avevo detto che non potevi chiedermi una cosa del genere…perché non avrei mai accettato di amare qualcun altro al posto tuo . Io ti amo, perché mi hai lasciata sola ?  
I due anelli al mio anulare sinistro erano ancora lì .
La fede d’oro riluceva . E mai l’avrei tolta .
Io avrei continuato ad amarlo anche oltre la morte , fino alla morte .
Lui per sempre dentro di me.
Cose se fossimo cuore a cuore  
E l’altro anello di color argento , l’anello della promessa – così da me definito – sarebbe rimasto ancora lì per ricordarmi non solo di quella promessa , che avevo deciso di mantenere solo a metà  , ma anche di quei meravigliosi giorni a Roma trascorsi con lui . Indimenticabili.  
Aileen.
La piccola non avrebbe più rivisto suo padre a causa mia .
Adesso viveva con i suoi bis-nonni, ma ero sicura che ben presto i suoi nonni sarebbero corsi da lei per riavere con sé almeno una parte del proprio figlio , che non avevano più potuto rivedere .
“ Dobbiamo chiudere l’imbarco. L’aereo partirà fra pochi minuti dobbiamo andare. ” mi ricordò Charlot , afferrandomi una spalla come per voler darmi un po’ di conforto .
Annuii : “ Sì, d’accordo” risposi , dando un’ultima occhiata al più grande aereoporto di Milano .
In quel preciso momento era affollato , stra-pieno di valigie di ogni forma e dimensione e dai colori più sgargianti.
Sarei dovuta ripartire per Los Angeles proprio da qui…assieme a lui.
Una lacrima mi colse di sorpresa e la cancellai il più in fretta possibile con un veloce gesto della mano .
“Basta piangere” disse una voce
Alzai la testa di scatto e mi ritrovai faccia a faccia con mio padre. 
Alessandro mi sorrideva gioioso : “ Non voglio che mia figlia pianga, non più”
“Papà cosa ci fai qui ? ” domandai sorpresa “ non saresti dovuto partire due settimane fa ?”
Sua moglie si fece avanti : “Beh, tuo padre ha pensato bene di partire oggi . Voleva esserci, per te .”
Le sorrisi grata per la sua dolcezza nei miei riguardi , non doveva essere facile nemmeno per lei tutta quella situazione.
La cosa bella era che anche mia madre aveva fatto in qualche modo pace con mio padre, e non incolpava più me per la fine della loro storia .
Alle volte basta un semplice chiarimento , ad esempio il coraggio che avuto mio padre nel far quella telefonata a mia madre , per sistemare faccende spesso considerate complicatissime .
“Sorellona” mi salutò Kevin stringendomi in un forte abbraccio , rischiò di stritolarmi.
“Kevin calmo , così mi soffochi ” ammisi , e lui allentò la presa
“Anche tu qui?” domandai , ero contenta di veder anche il mio fratellino 
Il ragazzo annuì mettendosi le mani in tasca: “ Sì, e non ci sono solo io . Vero Aileen ? Bella di zio. ”
Strabuzzai gli occhi: “Aileen?”
La piccola si fece avanti non appena Kevin pronunciò il suo nome .
“Stella” gridò contenta , i boccoli dorati ad incorniciarle la carnagione chiara del viso ondeggiarono giocosi .
La bimba circondò le mie gambe con le sue piccole braccia , ed esplose in una meravigliosa risata .
Così cristallina, pura.
La risata di un bambino era un suono soave per l’udito di chiunque .  
I suoi occhi verdi…furono però un colpo duro per me , erano così identici a quelli di suo padre, che cercai di nascondere il dolore con queste parole : “Amore, cosa ci fai qui?”
Mi piegai sulle ginocchia e le sfiorai il nasino.
Lei non disse nulla ma continuò a sorridere.
Era contenta.
Ed io per lei. 
“ La nostra nipotina verrà con noi . Ti aspettiamo a Los Angeles ” spiegò Dafne con fare sbrigativo .  
Così si chiamava la moglie di mio padre, ed era anche lei particolarmente allegra in quel momento .
Kevin dal canto suo mi fece un occhiolino , e prendendo in braccio Aileen mi sussurrò : “ Divertiti eh ”
Inarcai un sopracciglio e bisbigliai : “ Dafne sa che lavoro sull’aereo che prenderete ? E tu sai bene che volare mi diverte . Cosa avete tutti ? ”
Kevin sospirò sonoramente : “ Ci vediamo” disse semplicemente 
“ Ci vediamo” ripeté Aileen fra le sue braccia .
E si allontanarono da me in compagnia di Dafne e dei loro bagagli a mano .
Charlot si avvicinò alla sottoscritta : “ La tua famiglia è ritardataria , eh?”
Feci spallucce: “ Cosa posso farci?”
Mio padre ridacchiò .
“Papà” esordii io voltandomi verso di lui . Era rimasto con me .
Alessandro era un uomo molto dolce, disponibile, sensibile.
Era il padre che avevo sempre desiderato, e lo era realmente in tutto e per tutto
Non potevo che ringraziare Qualcuno lassù per aver permesso il nostro incontro ed arrivar così a quella meravigliosa conclusione nel nostro rapporto di padre-figlia . 
“ Noi andiamo insieme ?” proposi . 
 Avevo intenzione di salire sull'aereo in sua compagnia .
Lui scosse la testa e mi prese entrambe le mani fra le sue, esattamente il doppio più grandi delle mie  : “ No, figlia mia tu non salirai con me oggi su questo aereo.”
Corrugai la fronte: “ Papà cosa sta succedendo ?” la mia preoccupazione era evidente .
Charlot parlò per prima: “ Ehm, Stella ci vediamo. Vado dalle altre , altrimenti George andrà su tutte le furie.”
“ Sì” risposi distrattamente senza guardarla . 
“ Papà? Se non andiamo rischieremo di rimanere a terra . George non si farà scrupoli, è un tipo preciso oltre che amante di gossip ”
“Non ti preoccupare. Non succederà. Mi aspetterà” disse con sicurezza
Scoppiai in una risata isterica: “ Papà, allora vuoi che io non venga con te…non capisco”
“ Da quando sei nata io non ti ho mai fatto un dono , non ti ho mai dimostrato il mio affetto…” iniziò con tono sincero
“Papà…non sapevi della mia esistenza ” gli ricordai
Lui sorrise: “ Vero. Ma tu meriti tutto il mio amore, e vorrei recuperare in qualche modo il tempo perso”
“L’hai già fatto. Mi sei vicino ”
Occhi lucidi per me .
Cuore colmo d’amore per mio padre.
“ Sono un padre fortunato ad avere una figlia come te , Stella” aggiunse , anche lui commosso. “Sei una donna fantastica. E sarai una madre meravigliosa con Aileen ed un giorno anche con i tuoi figli , ne sono sicuro…tu meriti più di quanto tu possa immaginare. Non perché sei mia figlia, ma per quello che sei veramente , per quel che dimostri . Nel tuo cuore c’è spazio solo per l’ amore . Ed io oggi, sono riuscito ad organizzare un po’ di cose per assistere ad uno dei tuoi sorrisi più belli , che tra l’altro non ho mai visto , e che sono sicuro sfoderai non appena…in effetti sta facendo un po’ tardi. Ma Aileen e Kevin dicono che sia normale” concluse dando un’occhiata all’orologio che aveva al polso sinistro . 
Qualcuno tra la folla, all’improvviso, iniziò a gridare : “Permesso, permesso”
Guardai con insistenza mio padre: “Papà chi deve arrivare?”
Alessandro mi portò una ciocca di capelli dietro un orecchio: “ mio genero” rispose semplicemente
Tum.
Ed il mio cuore stordito aumentò i battiti .
Tum.
Non era possibile, non era assolutamente possibile…cosa stava dicendo?
Tum.
Un ragazzo dai capelli biondi ed occhi color verde foresta si fermò proprio davanti a me , non appena mio padre si mise da parte.
Il ragazzo aveva l’affanno, era un po’ pallido ma…ma…
“Gabriel” sussurrai a fior di labbra , incredula .
Un nodo mi serrò la gola e difficilmente riuscii a mandar giù .
Le sue labbra rosa perlato si aprirono in un sorriso: “ Scusa il ritardo, ma c’era traffico.”
Il suono della sua voce. Non l'avevo dimenticato. 
“Sei tu?” domandai con occhi sgranati .
Dovevo ancora riprendermi.
Il battito del mio cuore ritornò regolare, soltanto dopo qualche minuto che parve interminabile. 
“ Mi dispiace per tutto quello che è successo, davvero.” Si scusò notando la mia confusione.
Forse ero caduta in stato di shock .
Era veramente l’uomo che amavo ?
Allungai una mano e gli sfiorai una guancia .
Dovevo accertarmi che fosse reale. 
Era vero, era reale quello che stavo vivendo?
Non mi sarei svegliata da quel sogno, vero?
Perché quel momento avrei voluto riviverlo altre innumerevoli volte.
Lui non si mosse , continuò a guardami dritto negli occhi...lasciandomi fare .
“ Tu eri morto. Io ti ho tenuto fra le braccia. Com’è possibile tutto questo ? Se sei tu perché nessuno mi ha parlato di te ? ” proseguii con un filo di voce, deglutii a fatica .
Non avevo più saliva.
Un leggero sorriso affiorò sulla sua bocca : “ In effetti sono stato vicino al raggiungere James nell’ aldilà .” scherzò “ Il perché nessuno abbia aperto bocca sul fatto che fossi ancora vivo era per proteggerti .  Emily mi ha spiegato che è stata dura tenerti per un altro po’ al sicuro in quell’appartamento , pensa se avessi saputo di me . La polizia ha preferito arrestare prima tutti quei criminali per poi lasciarti andare definitivamente .” spiegò senza troppi giri di parole : “ ed io...mi sei mancata moltissimo in questi due mesi . Pensavo che non ti avrei più rivista...ed invece mi sono salvato Grazie a Dio e sono tornato da te per non lasciarti mai più .  ” concluse
La mia mano che aveva continuato a sfiorare il suo viso, le sue spalle…si fermò al centro del suo petto dove sentiva chiaramente battere il suo cuore pieno di vita .
Era assurdo che uno dei sogni più grandi che avevo , tra l’altro per me irrealizzabile, impossibili,  si fosse avverato .
Per me.
“ Non ti lascerò mai più” ripeté con più convinzione “ ho deciso inoltre di chiedere al capo più scartoffie che...assassini da arrestare , così saremo più contenti entrambi ”
I miei occhi si illuminarono.
Era tutto vero, tutto vero.
“ E poi…abbiamo ancora un viaggio di nozze da fare. Sai, ho pensato Parigi . L’ultima volta che ci siamo stati non abbiamo avuto molto tempo per visitarla. Magari anche un giretto a Disneyland . Ah, giusto perché tutto lo sappia il volo per Parigi partirà fra meno di un quarto d’ora ”
Sfoderò due biglietti da una delle tasche dei jeans scuri , ed io mostrai uno dei miei sorrisi migliori che riservavo soltanto all’ uomo che amavo .
“ Beh , adesso posso andare . Ho visto quel che volevo vedere...un bellissimo sorriso . Divertitevi piccioncini , quando tornerete a Los Angeles poi passeremo una bella serata insieme ” salutò mio padre , prima di scoccarmi un bacio fra i capelli ed avviarsi verso il proprio aereo dopo aver dato una stretta di mano a Gabriel .
“Grazie papà” gli dissi colma di gratitudine  , lui rispose da lontano con un cenno della mano “ non ringraziare me”  
Allargando il sorriso che avevo ancora sulle labbra e ritornai a guardare Gabriel negli occhi .
Intrecciai entrambe le mani con le sue: “ Portami a Parigi”
Mi sorrise: “ Oui . Ma prima voglio una cosa da lei mademoiselle ”
“Tutto quello che vuole monsieur ” risposi prontamente , raggiante.
Avevo ritrovato la mia forza, ed il mio sorriso.
La mia anima era ancora lì , con me. 
Non poteva essere meglio di così la mia vita.
“Un bacio alla francese ” mi sussurrò sulle labbra , per poi iniziarle ad assaporare , amarle come non faceva da tempo .
L’abbracciai forte e alzai gli occhi verso il cielo traboccante di gioia .
Per chi sa aspettare… la gioia nel veder realizzati i propri sogni è ancor più grande

 
                                                                                         
                       Fine 





Angolo Autrice
 

Ciaooooo ragazzi ^^ siamo arrivati al “Fine” di questa storia  , e che dire ?
Spero che questo capitolo finale vi sia piaciuto quanto sia piaciuto a me ^^
Non vedo l’ora di conoscere i vostri pareri  ^^
Amo il lieto fine <3
_lalla27_  tu puoi capirmi ^^
e siccome sono ormai affezionata a Stella e Gabriel ho pensato…perché non scrivere una seconda parte?
Ho in mente una trama molto simpatica , particolare ^^ quindi se qualcuno di voi avesse intenzione di continuare a seguire le “avventure” di Stella, Gabriel e Kevin… troverà presto la nuova storia che si intitolerà : Oltre il mare del mio cuore  
Ringrazio con tutto il cuore ogni singola persona che ha speso un po’ del suo tempo per recensire questa storia  .
Chi soltanto con una recensione , chi con qualcuna rilasciata ogni tanto . Chi ha recensito ogni capitolo
Grazie per avermi fatto conoscere i vostri pareri ^^
In particolare ringrazio :  
Novalis , noemi_ST, MaryGray  
Grazie a tutti voi per queste meravigliose 101 recensioni rilasciate fino ad ora ^^
Ringrazio con tutto il cuore le 28 <3 persone che hanno inserito questa storia tra le preferite, le 73 <3 persone che l’hanno aggiunta tra le seguite e le 8 <3 persone che ricordano questa storia .
Ringrazio chi l'ha solamente letta :)  
Siete meravigliosi  ^^
GRAZIE A TUTTI  ^^
Oggi è la festa del papà, quindi auguri a tutti i papà del mondo <3 
E non resta che dirvi
Un bacione a presto ;) 

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