Nebulosa di Cristallo

di WhiteMistake
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Tristi avvenimenti ***
Capitolo 3: *** La rinascita della crisalide ***
Capitolo 4: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 5: *** Supernova ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Karen era pensierosa quel giorno, camminava per strada immersa nei propri ragionamenti, da quando aveva ricevuto quel messaggio non riusciva a darsi pace, era nervosa, in ansia e persino spaventata.
Era come se sentisse su di sé un peso morto, un incudine appoggiata al petto sulla quale il martello batteva, e batteva, e batteva ancora. Ininterrottamente.
Tirò fuori il cellulare e rilesse attentamente la causa di tutto quelle preoccupazioni:
“Vediamoci domani alla Natts House. Desidero parlare con voi, urgentemente.”
Perché mai Kokoda le aveva convocate con un messaggio che, a tratti, poteva sembrare una minaccia?
Erano passati ormai tre anni dalla disfatta della Nightmare Company e la sconfitta di Eternal, le Pretty Cure erano ormai definitivamente in pensione, per così dire.
Si fermò un attimo, tutto quel pensare le aveva fatto venire un bel mal di testa, fece un respiro profondo e cercò di pensare ad altro.
Karen era la più intelligente del gruppo e quindi era logico che fosse quella più a stretto contatto con i propri pensieri.
“Basta, ci rinuncio” disse sottovoce “capirò tutto quando sarà il momento, maledizione Karen datti una calmat..”
Non fece in tempo a finire la frase che sbattè contro qualcosa, perse l’equilibrio, ma, proprio quando stava per rovesciarsi sul cemento, delle braccia la sostennero.
Vide che la “cosa” alla quale era andata incontro in realtà era un ragazzo, bello per giunta, pensò.
Ancora sospesa tra le sue braccia lo scrutò meglio, quasi per studiarlo, era un ragazzo di media statura, muscoloso, come poteva vedere dai risalti della felpa, aveva capelli scuri, di un bruno quasi spento, che si univano alla leggera barba che spiccava sul viso, dalla quale i baffetti erano isolati, gli occhi erano di un marrone talmente cupo che a fatica riusciva a distinguere le pupille, nere come la notte.
Aveva lineamenti quasi adulti sebbene si vedesse chiaramente che l’età doveva essere compresa tra 18 e 20 anni.
Karen poi si soffermò sugli indumenti, oltre alla felpa, il ragazzo aveva indosso un paio di jeans di buona fattura, delle scarpe di tela nere, ma soprattutto notò che in entrambe le orecchie aveva degli orecchini di diamante, i quali, a momenti, le sembrava emettessero luce propria, come piccole nane bianche ormai sul punto di morte.
“Grazie” disse Karen rimettendosi in piedi “scusami, ero proprio in un altro mondo, non volevo urtarti”
“Nessun problema” rispose il ragazzo, Karen notò che nella sua voce traspariva un pizzico di malinconia misto a freddezza, ma probabilmente era solo una sua impressione.
“Io sono Karen Minazuki, piacere di conoscerti, sei nuovo? Non credo di averti mai visto in giro”
“Sì, mi sono… trasferito da poco” disse lo strano individuo “mi chiamo Jay”
I suoi occhi cupi si incrociarono con quelli della fanciulla, i quali brillavano di uno splendente blu. Il ragazzo notò che era davvero molto bella, i suoi occhi si abbinavano perfettamente a quell’intenso color oceano che avevano i capelli, ma in qualche modo non riusciva ad apprezzarla pienamente, in cuor suo sentiva di non essere in grado di provare sentimento per qualcuno, anche una sola semplice attrazione, come fosse imprigionato da mille catene.
“Ora devo andare, mi ha fatto piacere conoscerti” disse Jay incamminandosi nella direzione dalla quale era arrivata la ragazza.
“Aspetta” fece Karen, il ragazzo si girò e la guardò quasi incuriosito “perché non ci rivediamo un giorno? Magari potremmo parlare e inoltre, visto che sei nuovo, potrei farti da guida per la città”
Il sorriso sincero e felice della ragazza si insidiò dentro Jay, come un fulmine a ciel sereno, e lo lasciò quasi di sasso.
Pian piano il sorriso di Karen si trasformò in un’espressione dubbiosa, c’era qualcosa di strano in quel ragazzo, era sicura di questo.
“Tutto bene? Se per caso ho detto qualcosa di sbagliato, ecco io..”
“No no è tutto a posto” Jay si sforzò di fare un sorriso, Karen osservò attentamente la difficoltà con la quale il ragazzo fece quel gesto “Comunque va bene… mi piacerebbe se tu mi mostrassi la città”
“Perfetto” rispose la ragazza continuando a chiedersi il motivo di tale comportamento “Se ti va possiamo fare anche domani, che ne dici? Scambiamoci i numeri di telefono!”
Il ragazzo annuì e scrisse su un foglietto di carta il suo numero, la ragazza fece altrettanto “Vada per domani” concluse Jay, dopodiché si girò e continuò per la sua strada.
C’era qualcosa d'inquieto in lui, qualcosa di molto inquieto.

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Capitolo 2
*** Tristi avvenimenti ***


Urara stava cercando di ripassare il copione dell’ultimo ruolo che aveva ottenuto, era un personaggio secondario, certo, ma l’apparizione in quel film le avrebbe finalmente permesso di spiccare un salto nella sua carriera cinematografica.
Continuava a sottolineare le battute, ma niente da fare, la curiosità di sapere quello che Kokoda voleva dire era troppo grande per permetterle di concentrarsi.
“Dai Kokoda, dammi almeno un’anticipazione!” urlò la ragazza per far giungere la sua voce ad egli che stava al piano di sotto, insieme a Nattsu, Komachi e Rin, intenti a servire gli ultimi clienti della giornata.
“Niente da fare Urara, dobbiamo aspettare ancora Nozomi e Karen, inoltre deve arrivare anche Syrup” disse il ragazzo con la sua solita voce scherzosa “rilassati, agitata come sei finirai per assomigliare sempre di più a Karen” Kokoda rise e la ragazza anche.
“Karen” pensò “strano che non sia ancora arrivata, di solito è sempre la prima, di Nozomi invece non mi sorprendo” sorrise, pensando alla loro leader che era costantemente in ritardo ovunque dovesse andare. Era completamente avvolta nei suoi ricordi quando trasalì al tocco di una mano sulla spalla.
“Come va?” le sorrise Kurumi “mi sembri molto pensierosa oggi”
“Kurumi! Mi hai fatto spaventare!” le due ragazze risero insieme “no no è tutto a posto, stavo solo ricordando quanti bei momenti abbiamo passato insieme”
Kurumi si sedette vicino a lei “E ne passeremo ancora, ricordalo” disse sorridente.
Urara le ricambiò il sorriso e si mise a guardare la luce del crepuscolo che filtrava dalla vetrata, era uno spettacolo.
 
“Arrivederci” disse Kokoda all’ultimo cliente “e torni a trovarci!”
“Bene anche questa giornata lavorativa è finita” concluse Nattsu andando a prendere posto sul divanetto in compagnia di Syrup, arrivato da poco, e dalle ragazze presenti, Komachi gli offrì una tazza di thè e la porse anche a Kokoda.
“Nozomi non è ancora arrivata, figurarsi!” fece Rin “riuscirà a stupirci una volta e arrivare in tempo?”
“Dai Rin, sai che è fatta così” disse dolcemente la ragazza dai bei capelli verdi “piuttosto, Karen in ritardo? Non è da lei!”
“Già, l’ho pensato anch’io!” intervenne Urara.
La porta si spalancò.
“Eccoci, salve a tutti!” urlò Nozomi.
“Nozomi un po’ di contegno” osservò Karen, che entrò dopo di lei.
“Eccovi, quasi non ci speravo più, prendete posto, prego” disse Kokoda sorridendo a entrambe.
Karen salutò le altre e si accomodò vicino a Komachi “Finalmente avremo una risposta” pensò la ragazza, dal volto si vedeva che era ansiosa.
Aveva paura di quello che Kokoda avrebbe potuto riferire, quindi cercò di pensare ad altro, e il suo pensiero ricadde su Jay.
“Perché?” disse sottovoce.
“Karen, con chi parli?” le domandò Komachi.
“Eh... cosa, io? No con nessuno” fece una risatina nervosa e pose lo sguardo su Kokoda che, in piedi, stava per iniziare a parlare.
“Ragazze, se vi ho convocato tutte oggi c’è un motivo, ed è anche grave, purtroppo”
“Che è successo Kokoda?” fece Nozomi, con il suoi soliti occhioni color lilla che erano intenti a cercare di decifrare la verità dietro lo sguardo abbattuto del ragazzo “mi sembri molto serio!”
“Perché lo sono…” le rispose Kokoda “dovete sapere che in un paese confinante al Regno di Palmier, il Regno di Shell, sono avvenuti disordini, rivolte, tumulti, la gente è come… impazzita, tutto questo trambusto ha dato inizio a una guerra civile”
“Cosa?” intervenne Syrup sconcertato “non è possibile quello che stai dicendo! Sono stato recentemente nel regno di Shell, era tutto a posto, non ci credo…”
Il ragazzo era impallidito fortemente, doveva avere qualche legame con quella terra, si sentì quasi mancare, ma Urara lo abbracciò e gli sussurrò:
“Andrà tutto bene, ci sono sempre io con te”
Syrup la guardò dolcemente, sarebbe rimasto a guardare i suoi bellissimi occhi per delle ore intere, ma voleva sapere il resto, quindi annuì a Kokoda come cenno per proseguire.
“Il fatto tragico è un altro però, ci è stato riferito che a dar inizio a tutti questi problemi ci sarebbero gli emissari del Vuoto”
“Gli emissari del Vuoto?” chiese Komachi incuriosita.
“Ma chi è il Vuoto?” fece Karen, quasi con tono arrabbiato “e perché hanno dato vita a tutto questo?”
“Il Vuoto è una creatura mitologica, un demone infernale, si riteneva fosse scomparso da milioni di anni, ma a quanto pare ci sbagliavamo” disse Nattsu sospirando “si narra che cinquantamila anni fa il Vuoto ingaggiò una guerra furibonda con gli umani, rei di aver iniziato a provare sentimenti come amore, altruismo, amicizia, contrastanti con gli ideali del demone: odio, egoismo, dolore.
La battaglia intrapresa fu terribile, milioni di innocenti persero la vita, finché non arrivò la Nebulosa di cristallo”
“Ne ho sentito parlare!” esclamò Kurumi “si tratta di un guerriero leggendario, avvolto da una grande aura di magia, paladino delle stelle e difensore dell’universo, giusto?”
“In parte hai ragione” la corresse Natsu “nell’antichità si sono susseguite più di una Nebulosa, è un potere con il quale si nasce”
Si fermò un attimo per riprendere fiato “Alla fine il cavaliere della Nebulosa lo sconfisse, sigillandolo nelle viscere di qualche mondo sperduto della galassia… qualcosa però deve averlo risvegliato”
“Non ne siamo certi” intervenne Kokoda “ma sospettiamo che abbia dato origine a tutto questo per approfittare della situazione e impadronirsi del Cuore di Zaffiro, uno dei quattro manufatti supremi, capace di svelare il segreto della vita immortale e donare immensi poteri, fortunatamente sembra che non ce l’abbia fatta”
“Che intendi dire?” gli domandò Rin.
“Il sovrano del Regno di Shell, Re Byr, è riuscito a scappare con il manufatto e si è rifugiato sulla Terra, ecco perché vi ho riunite qui oggi, dobbiamo trovarlo e dobbiamo fare in modo che il Cuore di Zaffiro non cada in mano a quel mostro”
“Se riuscisse a impossessarsene sarebbe la fine per il Regno di Palmier, per la Terra e per tutti gli altri mondi” aggiunse tristemente Nattsu.
“Allora riusciremo a fermarlo, è deciso sì!” urlò Nozomi con la sua classica esclamazione.
“Un’altra cosa, il Vuoto, quando ha saputo della fuga del sovrano con l’oggetto ha inviato sulla Terra i suoi migliori guerrieri, alcuni sono mostri, altri sono cacciatori e altri ancora sono soldati, l’unica cosa che li accomuna è il loro odio e il loro disprezzo per tutto e tutti, gente come Kawarino e il Direttore in confronto a loro non sono nient…”
“Non importa” lo interruppè Nozomi “Kokoda, l’oscurità non riuscirà mai a prendere il sopravvento!” disse sorridendo al ragazzo.
Ecco perché l’amava, era unica, speciale e allo stesso tempo un pochino folle, nel senso buono, pensò tra sé e sé.
Tutti la guardarono e sorrisero, aveva proprio il carisma di una leader.


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Capitolo 3
*** La rinascita della crisalide ***


Il mattino dopo Karen si alzò presto, ancora scossa da tutte le emozioni provate il giorno prima, le notizie sul Vuoto l’avevano parecchio turbata, non poteva credere che il male non avesse mai fine.
Si sciacquò la faccia e continuò a rimuginare su tutte le informazioni, assimilandole, la fanciulla era fatta così, immagazzinava tutto nella sua mente, il suo straordinario metodo di apprendimento non la tradiva mai.
Dopo un’oretta di corsa e una veloce doccia, Karen si preparò per uscire e decise di scrivere al misterioso ragazzo conosciuto il giorno precedente:
“Ciao Jay, sono Karen, ci siamo conosciuti ieri, ricordi? Se ti va possiamo vederci fra poco, incontriamoci nel punto dove ci siamo scontrati, poi possiamo fare un giro”
Era veramente interessata a scoprire di più sul suo comportamento enigmatico, poi ripensò al suo viso, al modo in cui l’aveva presa al volo e arrossì, sebbene i suoi modi freddi l’avessero un po’ infastidita era allo stesso tempo attratta da lui, ovviamente non era nulla di concreto per il momento, pensò.
“Ok” fu la risposta di Jay.
Una secchiata d’acqua investì Karen, aveva cercato di essere più carina possibile e quella era l’unica cosa che sapeva rispondere?
Rinnegò i pensieri fatti prima su di lui.
“Uomini… sempre la stessa storia” disse mentre si apprestò ad uscire di casa.
 
Jay era lì fermo, appoggiato con le spalle al muro, osservava le nuvole e si chiese come dovesse essere camminare su quelle immense formazioni di gas etereo.
“Probabilmente cadrei” pensò Jay “non deve essere una cosa simpatica cadere nel vuoto da quella altezza”
“Ehi Jay!”
Il ragazzo distolse la mente da quegli strani ragionamenti e girò distrattamente la testa nella direzione della voce.
Karen si stava incamminando verso di lui. Era raggiante la ragazza, quasi splendente, il blu dei suoi capelli brillava nell’aria sotto i riflessi caldi del sole.
“Che meraviglia” disse sottovoce il ragazzo.
“Hai detto qualcosa?” chiese Karen con aria incuriosita ma allo stesso tempo allegra.
“No no stavo solo… osservando il fatto della luminosità dei capell… cioè, no!”
Le parole gli si bloccavano in gola, era intimorito, per lui era una situazione totalmente nuova, nonostante l’aspetto non aveva tanta esperienza con le ragazze.
“Cosa?” gli domandò Karen “sei strano” disse la ragazza ridendo, senza aria di scherno “allora, ti va di fare un giretto nei dintorni?”
Jay annuì e la ragazza cominciò a mostrargli alcuni tra i posti più importanti della città, visitarono la torre dell’orologio, il museo, il teatro, la grande via dei negozi, Karen gli mostrò persino l’esterno della scuola “L’Ecol Cinq Lumière”.
Alla fine arrivarono in spiaggia e si sedettero sugli scogli.
Jay la fissò e finalmente spezzò quella pausa imbarazzante “Grazie, per avermi mostrato la città, lo apprezzo molto” le sorrise, questa volta era più dolce, Karen riuscì a vedergli apparire la felicità sul volto, anche se per poco.
Jay distolse lo sguardo e si mise a fissare il mare, pensieroso.
“Posso chiederti una cosa?” chiese la ragazza sorridendogli.
“Dimmi tutto”
“C’è qualcosa di molto complesso in te, non riesco proprio a capirti, a volte appari freddo, distaccato dal resto della realtà, altre volte invece mi sembra che tu sia felice”
“La felicità come la intendi te, spesso è solo una finzione…” disse tristemente il ragazzo “io non ho la possibilità di sentirmi a proprio agio con me stesso… devi sapere che non so nulla del mio passato, non ho legami familiari, niente di niente, solo un grande vuoto dentro di me, un buio infinito, come se la mia vita fosse iniziata appena qualche settimana fa…”
Karen lo guardò, i suo occhi incontrarono quelli di Jay, erano lucidi.
La ragazza si avvicinò a lui “Jay… mi dispiace tanto, ora si spiegano molte cose, di me però puoi fidarti, anche se ci conosciamo da poco, so che la freddezza che a volti dimostri è solo una maschera, io credo comunque che ci sia un grande cuore che batte sotto l’armatura, devi solo cercare di tirarlo fuori, non celare i tuoi veri sentimenti”
Alla parola “armatura” il ragazzo sbiancò in volto, gli occhi diventarono assenti, la bocca si aprì leggermente quasi ad assumere una forma compresa fra la disperazione e l’orrore.
“Jay!” esclamò Karen “ti senti bene? Che ti succede?”
Il ragazzo riacquistò un po’ di colore e sembrò ritornare se stesso “Va tutto bene, ti ringrazio di cuore Karen, ma ora devo proprio andare” si avvicinò a lei e le diede un bacio sulla guancia, poi andò via, sembrava un ladro nel disperato tentativo di fuggire dalla polizia, la ragazza continuò a fissarlo.
“Se solo si confidasse ancora con me, potrebbe essergli d’aiuto…”
Un rumore arrivò alle sue orecchie, si girò e vide un esplosione sulla costa, la ragazza si precipitò sul posto e vide, sotto il fumo, la sagoma di una creatura, alta come un uomo, che stava cercando di ingaggiare battaglia con un'altra, molto più piccola, la seconda creatura inoltre teneva qualcosa in mano.
Quando il grigio si disperse comprese chi aveva di fronte e fu pervasa da un senso di disgusto quando vide il primo essere girarsi verso di lei: aveva gambe umane rivestite da pesanti piastre rosse, il corpo era una corazza scintillante naturale, simile al corallo, al posto delle mani aveva delle chele spropositate, di un color porpora acceso, e la testa, quella era la parte peggiore, aveva la forma di un crostaceo, in tutto e per tutto.
Karen fu invece quasi sollevata nel vedere la seconda creatura, era un animaletto, il manto era grigio, quasi argentato, le orecchie spiccavano per la loro lunghezza, simili a quelle delle linci, gli occhi erano grandi e impauriti, vista la situazione, di un color verde scuro, in testa accennava un ciuffo di capelli, proprio come Coco e Nuts nelle loro forme originali, di un bruno lucente.
Notò che teneva nelle mani una specie di scrigno ma non riusciva a capire bene cosa fosse.
Il crostaceo teneva fissi gli occhietti neri, lucidi come sassolini levigati, su di lei.
Trasmettevano un tale odio che quando Karen si accorse che la stava osservando si spaventò, ma doveva fare qualcosa per aiutare la creatura indifesa.
“Lascialo stare” fu l’unica cosa che riuscì a dire la ragazza, ancora in uno stato fra il ribrezzo e la paura.
Il mostro la continuò a fissare, poi ad un certo punto scoppiò in una malefica risata “Tu, tu essere insulso, credi di poter dare ordini a me? Sai chi sono io? Sono il grande Plate, cacciatore scelto dell’esercito del Vuoto, se vuoi difendere questo insetto allora meriti di fare la stessa fine!”
“Cacciatore scelto dell’esercito del Vuoto?” ripetè sottovoce Karen.
“Vattene via, è troppo pericoloso” urlò l’esserino che aveva trovato riparo in mezzo alle rocce.
“Zitto tu, e consegnami il Cuore di Zaffiro se non vuoi essere annientato!”
Plate con un balzò si portò a distanza minima dall’animaletto, pronto a sferrare l’attacco finale, quando una luce investì la creatura.
Una farfalla azzurra stava volando in tondo sulla testa di Karen emanando una luce portentosa, la ragazza realizzò di cosa dovesse trattarsi ed estrasse il cellulare. La farfalla si posò sull’apparecchio e combinandosi con esso si tramutò in una specie di telefono brillante, quasi magico, la fanciulla lo strinse forte poiché sapeva bene cosa fosse quell’oggetto.
“Metamorfosi!” urlò la ragazza, intorno a lei venne sprigionata una luce blu abbagliante, i suoi abiti e la sua pettinatura cambiarono, lasciando intatta la naturale bellezza di Karen “il potere dell’intelligenza di una fanciulla, Cure Aqua!”
Davanti alle creature si ergeva una Pretty Cure, nel suo splendore, la paura sul volto di Karen era scomparsa dando vita a uno sguardo fiero e temprato.
Cure Aqua guardò Plate “Per te è finita” disse la ragazza.
La farfalla era finalmente uscita dalla crisalide.



Nota dell’autore:
Finalmente sono riuscito a postare il terzo capitolo, sapete fra l’esame di riparazione ( passato, yeeee ) e il capire come adattare per tutti lo stesso formato è volato via un po’ di tempo! D:
Non mi dilungo troppo, ci tengo solo a dirvi che spero vi sia piaciuto, accetto, ovviamente, ogni tipo di consiglio neutro, tutto ciò che possa elencarmi i pro e i contro!
Questo è tutto, ci vediamo al prossimo capitolo!
White

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Capitolo 4
*** Di nuovo insieme ***


“Ho un brutto presentimento, coco” disse nervosamente Coco mentre stava fra le braccia di Nozomi “viene dalla costa ne sono sicuro, coco”.
“Sì, lo sento anch’io, nuts” replicò Nuts, stando al sicuro fra le braccia di Komachi.
Al primo sentore i ragazzi avevano lasciato velocemente il negozio, per informare le altre di andare a controllare, l’unica che mancava all’appello era Karen, nessuno l’aveva vista dal giorno prima.
“Non vorrei che Karen fosse da qualche parte in pericolo” pensò Komachi “dove sarà finita?”
Rin iniziò a correre all’indietro per vedere in faccia le altre e iniziò a spronarle “Dai ragazze siamo quasi arrivate”.
Le sue doti atletiche in quella circostanza stavano giocando a suo favore, dalla Natts House alla spiaggia c’era un bel pezzo di strada e poiché Syrup si era fatto male a un’ala, se la erano dovuta fare di corsa.
Era in testa e nonostante ciò pareva non provare fatica, anzi più correva e più le passava la stanchezza.
“Rin aspettaci, vai troppo forte!” protestò debolmente Kurumi, tenere la forma umana le richiedeva un grande sforzo ma per essere pronta nel momento del bisogno rinunciò all’idea di ritornare all’aspetto originale di Milk.
“Eccoci!” esclamò Rin girandosi verso il luogo designato, nel frattempo le altre l’avano raggiunta “ma chi c’è sulla spiaggia?”
“Ma è Karen!” urlò Urara.
“Si è trasformata in Cure Aqua, nuts!” disse Nuts.
“Come ha fatto a tornare ad essere una Pretty Cure?” chiese Komachi.
“Qualcuno deve essere in pericolo, meglio affrettarsi!” le rispose Nozomi “Siamo arrivate!”
La voce strillante della leader raggiunse Cure Aqua, che si voltò “Ragazze!” esclamò la fanciulla intenta nel schivare gli attacchi di Plate, la voce trasmetteva felicità nel vederle, dai segni sui vestiti si vedeva che stava faticando a tener testa a quel mostro.
“E queste mocciose chi sarebbero? Altri insetti da schiacciare?” dopo questa affermazione Plate si lasciò andare in una fragorosa risata.
“Stai indietro essere spregevole!” urlò la Pretty Cure blu con tutta la rabbia che aveva in corpo “Sapphire arrow!” sulle mani di Cure Aqua comparve un arco formato dalle impetuose maree degli oceani, dal quale rapidamente scoccò una freccia che, una volta beccato il nemico, scoppiò in un rumoroso turbine marino.
“Questo è il massimo che sai fare?” urlò il crostaceo che, con un rapido movimento, quasi invisibile, si portò alle spalle della ragazza “Crab punch!”
La chela andò a sbattere rovinosamente sulla faccia della fanciulla, Karen si sentì quasi come in un incubo, il dolore era insopportabile.
“Cure Aqua!” urlarono all’unisono le altre.
In quell’istante, arrivarono le farfalle. Rapide, veloci, maestose, ognuna girava in tondo sulla testa della propria ragazza, infine si appoggiarono sui loro telefoni, combinandosi con essi. Ora erano pronti per essere usati.
“Metamorfosi!” dissero un’altra volta in coro.
Eccole lì, tutte e cinque le Pretty Cure, le leggendarie guerriere, pronte all’azione.
Kurumi non perse tempo “Skyrose trasformazione!”
La sesta Pretty Cure aveva una trasformazione completamente diversa ma non per questo meno affascinante.
Quando tutte le loro metamorfosi furono ultimate ingaggiarono battaglia con il mostro, Plate era veloce e la sua corazza forniva un’ eccellente resistenza ai colpi.
“Cure Lemonade, ora!” esclamò Cure Dream.
La Pretty Cure gialla annuì “Prism Chain!” dalle braccia spuntarono gialle catene a forma di farfalle, con le mani le strinse e le lanciò contro l’orrida creatura che si ritrovò così immobilizzata.
Cure Rouge vide il momento buono per attaccare “Fire Strike!” a ridosso dei suoi piedi apparve un pallone infuocato che la ragazza tirò violentemente in faccia al mostro.
Lemonade ritirò le catene e, in seguito al colpo inferto da Rouge, il crostaceo sbalzò in aria, ma il suo dolore non era finito “Emerald Saucer!” gridò Cure Mint, facendo roteare sulle sue mani un disco lucente, verde come un rigoglioso prato bagnato dalla rugiada, il colpo sfrecciò rapidamente andando a infrangersi sul nemico.
“Non riuscirai mai a sconfiggerci!” urlò Cure Dream “Shooting Star!”.
La ragazza venne rivestita da una intensa luce viola, assunse una forma aerodinamica e volò addosso all’avversario, proprio come una cometa intenta nell’attraversare la volta celeste.
Plate si schiantò con un tonfo sordo sulla sabbia, la corazza aveva attutito l’impatto ma non per questo non provò alcun male “Ci rivedremo, prima ancora di quanto possiate immaginare!” pronunciate quelle parole l’essere si smaterializzò e scomparve nel nulla.
“Re Byr! State bene, coco? gridò Coco quando vide l’altra creatura uscire dal nascondiglio.
“Cosa? Quello sarebbe Re Byr?” chiese Karen, appena ritornata alla forma originale.
“Sì, sono io, sono il sovrano del Regno di Shell, il mio nome è Byr, per servirvi, byru” disse il simpatico animaletto prendendo posto davanti alle ragazze “vi ringrazio davvero molto per avermi salvato, soprattutto te Karen, ti chiami così giusto, byru?”
La fanciulla annuì, era felice di essere riuscita a rallentare l’attacco del mostro permettendo così alle altre di arrivare in tempo.
“Quello è il Cuore di Zaffiro, nuts? domandò incuriosito Nuts.
“Esattamente, byru” replicò il Re “immagino sappiate tutti cosa accadrebbe se il Vuoto riuscisse ad impossessarsene, dolore eterno e sofferenza alleggerebbero per sempre sui mondi, nessuno potrebbe più fermare il suo potere…” fece una pausa, il suo sguardo divenne sempre più malinconico e incominciarono a scendergli delle lacrime “quel mostro ha scatenato il caos nel mio regno, ha fatto combattere la mia gente l’uno contro l’altro, fratello contro fratello… e io non ho potuto fare niente per fermarlo, byru!” il sovrano si chinò a terra e iniziò a sbattere le zampe contro la sabbia “sarei dovuto rimanere a combattere e invece mi hanno ordinato di scappare con l’oggetto… ho tradito il mio popolo…”
“Non è vero, coco!” esclamò Coco “io so bene come ti senti, anche io e Nuts eravamo nella tua stessa situazione ma alla fine ce l’abbiamo fatta e siamo riusciti a salvare il nostro regno, coco! Ovviamente loro ci hanno aiutato, sono le Pretty Cure, le leggendarie guerriere, sono ragazze fantastiche, altruiste, sincere, non ci hanno mai fatto perdere la speranza, coco!” tese la zampa verso il sovrano “insieme ce la faremo vedrai, coco”
“Coraggio Re Byr, siamo qui per aiutarla” disse Nozomi sorridendo.
“Gr… grazie, sul serio, byru!” rispose il sovrano con gli occhi che continuavano a lacrimare, questa volta per la felicità “non riuscirò mai a sdebitarmi con voi, byru!”
“Il Vuoto ha le ore contate, coco!” esclamò ridendo Coco.
“Ora è meglio se torna dentro al Cuore di Zaffiro maestà, la proteggeremo noi, nuts” concluse Nuts.
Il sovrano annuì sorridendo, poi ritornò di colpo pensieroso, sapeva che non sarebbe stato così facile sconfiggere il nemico.



Nota dell’autore:
Ecco qua il quarto capitolo! Premetto che da oggi aggiornerò ogni venerdì ( siccome il sabato non vado a scuola riesco meglio… ) !
Questo è tutto, spero, ovviamente, che vi sia piaciuto, come al solito accetto ogni tipo di recensione/commento/parere neutro!
Ci si vede al prossimo capitolo!
White

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Capitolo 5
*** Supernova ***


Jay era indeciso sul da farsi, steso sul letto incominciò ad osservare noiosamente il tugurio dove abitava, l’aveva ristrutturato in poco tempo, da casa abbandonata era diventata una baracca decorosa, ma più fissava i muri spogli dell’abitazione più gli aumentava il desiderio di andarsene da quel posto, ma con quali soldi? Jay non aveva un lavoro e non sapendo niente del suo passato non aveva agganci con nessun tipo di familiare, lui era lì semplicemente perché era lì.
“Al diavolo” disse il ragazzo mentre si alzava da letto, improvvisamente lo sguardo gli cadde sul cellulare.
Aveva voglia di rivedere Karen, quella ragazza aveva suscitato in lui un turbine di emozioni, sensazioni che non aveva mai provato prima d’ora, ma come poteva scriverle? Erano passati ormai quattro giorni dalla pessima figura dell’appuntamento precedente che gli aveva fatto scendere gradualmente le possibilità di relazionarsi ancora con lei “Ottima mossa che ho fatto, sul serio” sospirò Jay, poi, stanco di non riuscire a prendere una decisione, afferrò il telefono e compose nervosamente il numero della fanciulla sulla tastiera, stava sudando freddo.
“Pronto?” la dolce voce di Karen balenò all’orecchio del ragazzo.
Jay si sentì un groppo in gola “Ehi Karen, sono Jay, sai... quello dell’altro giorno, mi dispiace di essermene andato così all’improvviso, ho fatto la figura dell’idiota!”
“Non ti devi scusare Jay, non hai fatto assolutamente niente di male! Piuttosto come mai mi chiamavi?” chiese allegramente la ragazza.
Già, perché la chiamava? Quella era una domanda tagliente per lui, non immaginava cosa potesse rispondere. Non sapeva cosa provasse per Karen, eppure era un qualcosa di magico, di appagante, decise allora di improvvisare “Ecco, io volevo chiederti se… ovviamente solo se vuoi… beh, ecco mi domandavo nel caso tu non avessi altri impegni…” le parole uscite dalla bocca del ragazzo sembravano farfugli incomprensibili.
Karen sorrise “Jay, anch’io voglio uscire di nuovo con te”
“Davvero? Beh… ottimo direi!” il ragazzo riuscì faticosamente a contenere la gioia che provò in quel momento, era come se un vulcano fosse eruttato in mezzo al suo petto sprigionandogli una grandissima fonte di calore.
“Senti” fece Karen “io stasera dovrei andare a casa dei miei amici, ci sono anche le mie amiche, se vuoi puoi venire con me, mi piacerebbe presentarti a tutti”
A quelle parole il vulcano tornò allo stato dormiente, voleva stare da solo con lei, non gli importava niente di conoscere le sue amiche, inoltre non gli piaceva l’idea di autoinvitarsi in casa di altri senza preavviso “Non mi sembra una buona idea…” disse Jay nervosamente “inoltre, non per fare il guastafeste, ecco io… desideravo stare da solo un po’ con te, un appuntamento per intenderci…”
“Jay…” si commosse la ragazza nel sentirlo pronunciare quella richiesta “ti prometto che stasera usciamo insieme, solo io e te, prima però voglio presentarti agli altri”
Quanto era testarda quella ragazza “Va bene…” rispose rassegnato, voleva vederla a tutti i costi “ci vediamo dopo, al solito posto” concluse infine il ragazzo.
 
Erano le nove di sera, l’aria fresca accarezzava il viso di Jay, intento nell’osservare il cielo notturno.
Recentemente si era appassionato alle stelle, alla loro vita, era interessato al fatto che, a seconda della loro dimensione e della loro massa, la fine sarebbe stata differente: nana bianca, con conseguente raffreddamento del nucleo, stella di neutroni, minuscolo composto di gas dalla altissima densità o buco nero, formatosi da un collasso gravitazionale provocando uno squarcio nell’universo? Una supernova avrebbe decretato la fine di tutto e l’inizio di un nuovo cammino. Per il ragazzo questa era una metafora della vita ultraterrena.
Il ragionamento astro/filosofico che stava mentalmente ripassando nella sua testa si interruppe di colpo quando delle mani coprirono i suoi occhi.
“Buonasera” fece una voce femminile.
“Karen, sei tu?” chiese Jay, appoggiando le mani su quelle della ragazza.
“Perché, aspettavi qualcun’altra?” rispose scherzando la voce.
Le mani finalmente si sollevarono dagli occhi permettendo a Jay di volgere lo sguardo verso la fanciulla e constatò, con entusiasmo, che era proprio Karen.
Non riusciva a smettere di guardarla, era come estasiato, il mondo sarebbe potuto finire in quell’istante e lui non si sarebbe accorto di niente, era immerso completamente negli scintillanti occhi blu della ragazza.
Finalmente si alzò dalla panchina, si avvicinò a lei, la prese per mano e le diede un bacio sulla guancia, Karen arrossì completamente.
“Ecco… devo dire, insomma… sei davvero bella stasera” disse il ragazzo, gli ci volle tutta la forza in corpo per pronunciare quelle parole.
“Grazie Jay, anche tu non sei da meno” affermò Karen sorridendogli “andiamo?” gli chiese.
“Ok…” rispose il ragazzo.
“Sarà questione di minuti, dopo andiamo dove vuoi!” disse ancora la ragazza stringendogli la mano, i due erano attratti a vicenda, questo si vedeva chiaramente.
 
Il lago era leggermente increspato per via del vento notturno, l’acqua era illuminata dai lampioni che si ergevano maestosi sul sentiero.
“Siamo arrivati alla Natts House!” esclamò Karen indicando a Jay la casa posizionata davanti al molo lacustre.
La ragazza salì rapidamente le scalette e bussò alla porta.
“Arrivo” fece una voce proveniente dall’interno, furono attimi interminabili quelli, poi la porta si aprì.
“Karen!” disse una voce femminile squillante “finalmente sei arrivata!”
Jay la osservò, la ragazza aveva i capelli di un bel color fucsia, una parte dei quali, raggruppati in due codini sporgenti ai lati superiori, gli occhi erano di un lilla magnetico, lo sguardo era allegro anche se un po’ sciocco, forse.
“Nozomi, questo è Jay, è il ragazzo di cui vi avevo accennato”
La ragazza dai capelli fucsia si girò a guardarlo e gli strinse la mano “Molto piacere!” esclamò energicamente “Mi chiamo Nozomi Yumehara, eravamo tutti molto ansiosi di conoscerti, Karen è una ragazza fantastica non trovi?” disse sorridendo.
“Dai mi metti in imbarazzo…” protestò debolmente Karen, d’altronde Nozomi era fatta così, sempre diretta nelle domande.
“Beh, certo è molto… di sicuro ha una grande personalità, cioè interessante, senza contare il fatto…” cercò di rispondere il ragazzo.
“Non mi sembri avere le idee molto chiare” scherzò Nozomi “dai entrate che anche gli altri vi stanno aspettando”
Jay entrò dopo le ragazze, le quali andarono dirette al piano superiore, lui le seguì girandosi di tanto in tanto ad osservare gli accessori esposti in quel negozietto.
“Eccoti Karen!” disse una ragazza dai capelli verdi alzandosi per andare a salutare l’amica, altre tre fecero altrettanto.
“Komachi, Urara, Rin, Kurumi, sono felice di vedervi!” fece Karen allegramente.
“Quindi lui è…?” chiese Urara.
“Sono Jay, piacere a tutti” rispose prontamente il ragazzo.
“Benvenuto! Sono Kurumi Mimino” gli disse la ragazza dai capelli color viola “loro dietro di me sono Komachi Akimoto, Urara Kasugano e Rin Natsuki!”
“Piacere di conoscerti!” esclamarono sorridendo le tre ragazze in coro.
Jay ricambiò il salutò e cominciò a chiacchierare un po’ con loro, doveva ammettere che aveva sbagliato a giudicarle, erano tutte simpatiche.
Ad un certo punto si accorse che in un lato della stanza, seduti su delle sedie, si trovavano tre ragazzi, uno castano e due biondicci, intenti nell’osservarlo fastidiosamente, quasi invidiosi del fatto che le ragazze sembrassero stravedere per lui.
“Kokoda, Nattsu, Shiro, venite a salutare il nuovo ragazzo!” esclamò Nozomi.
I tre si guardarono e all’improvviso si alzarono dalle sedie, con gli occhi sempre fissi sul nuovo arrivato, ed incominciarono ad avvicinarsi.
Jay notò che in quel momento il ragazzo moro cominciò a stringere fra le braccia una specie di scrigno, quasi per proteggerlo da eventuali minacce.
“Karen, come hai conosciuto questo tipo?” chiese con aria dubbiosa Nattsu.
“Beh ecco, è stato una casualità, stavo camminando finché non ci siamo scontrati e poi… scusa ma questo cosa c’entra?” domandò perplessa la ragazza.
“C’entra che non mi fido di lui, ho un brutto presentimento, tutti e tre sentiamo che c’è qualcosa di strano in questo ragazzo, o qualunque cosa sia!” affermò Nattsu, con i due dietro che annuivano.
“Nattsu!” urlò Komachi “ma che ti salta in mente? Perché fai queste affermazioni?”
“Kokoda, Shiro…” disse Nozomi, quasi con voce spezzata.
“Mi dispiace” intervenne Kokoda “ma noi non ci sbagliamo, se Nattsu dice queste cose è perché c’è qualcosa che non va in lui”
“Sapevo che non sarei dovuto venire qui” si giustificò Jay, in quell’istante si pentì di aver dato retta a Karen “è meglio se vada” disse affrettandosi ad uscire.
“Jay!” gli gridò Karen, poi si girò ad osservare i tre ragazzi “non ho parole, giuro, grazie di cuore” disse sdegnata, dopo quell’affermazione si precipitò fuori per inseguire il ragazzo.
Lei ancora non lo sapeva ma dentro al cuore di Jay era veramente scoppiata una supernova, la domanda era: quale sarebbe stato il finale?



Nota dell’autore:
Buon venerdì a tutti ed ecco il quinto capitolo! Premetto che è stato il più difficile da immaginare ( da sviluppare non ne parliamo D: ) ma è anche quello di cui sono più soddisfatto! Spero che possa piacere altrettanto a voi quindi… buona lettura!
Inoltre ringrazio anticipatamente chi vorrà recensire, sapete che accetto sempre ogni tipo di commento neutro ( è un classico ormai questa frase… ) quindi grazie!
Al prossimo venerdì, stay tuned!
White

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