Pinacoteca

di Ariadne Oliver
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Illuminazione ***
Capitolo 2: *** Bellezza d'autunno ***
Capitolo 3: *** Bottegai ***
Capitolo 4: *** L'ultimo dei romantici ***
Capitolo 5: *** Hybris ***
Capitolo 6: *** Futuro Inesplorato ***
Capitolo 7: *** Manifesto ***
Capitolo 8: *** Persefone 2000 ***
Capitolo 9: *** Il fantasma di Keats ***



Capitolo 1
*** Illuminazione ***


Illuminazione


Poi, finalmente, arriva il giorno in cui la gente smette di fare domande, e tu diventi quello che hai sempre sognato di essere: invisibile.

E lo capisci in un bar, carezzando col pollice il vetro appannato di un bicchiere, seduto ad un tavolo dove non aspetti nessuno.

Sorridi perché hai raggiunto l'equilibrio necessario per sopravvivere al tuo mestiere, e stringi il tovagliolo per soffocare la voglia che la solitudine ti fa venire di piangere.

E la maturità è la realizzazione improvvisa che l'anima andalusa è in quel grumo di sollievo e pena.

Nell'ombra che non allevia il bruciore.

Perpetuo tormento.

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Capitolo 2
*** Bellezza d'autunno ***


Bellezza d'autunno

Aveva riversato tutta se stessa nei particolari e il più importante di tutti era il cinturino della scarpa che avvolgeva la caviglia sottile.

Era lì, su quella striscia di cuoio nero e lucido che aderiva alla pelle senza stringerla, che doveva cadere lo sguardo ora che stava scendendo dall'auto.

Era quello il punto di fuga del dipinto immaginario che si era costruita nella testa.

Il gioco frivolo di una bimba annoiata.

Di una donna stanca consapevole di non piacere più come una volta.

La caviglia come punto di fuga.

E il sole di mezzogiorno come gli occhi di un amante.

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Capitolo 3
*** Bottegai ***


Dalle bocche si levano nuvole di fiato gonfie di risate talmente vivaci da risuonare volgari.

Abbasso lo sguardo: da quassù sembrano un gruppo di statuine traballanti.

Hanno visi pallidi sgualciti dal sonno, le braccia conserte e una cordialità che arriva fredda e bianca come porcellana.

Misurano il peso di ogni sguardo che si scambiano e gli assegnano un valore, non per cattiveria ma per abitudine.

È l'arte in cui hanno scelto di specializzarsi per portare la pagnotta a casa.

Mestieranti navigati che galleggiano su una barchetta di carta.

Neonati rannicchiati in una culla di giorni tutti uguali.

Natura morta d'inverno.

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Capitolo 4
*** L'ultimo dei romantici ***


L'ultimo dei romantici

Sognare con la pistola: è mai possibile?

E anche con l'inganno, il sopruso, l'assassinio.

Sognare il potere come sogni l'amore.

L'ultimo dei romantici è dotato di fin troppo senso pratico.

Aggiusta i toni del paesaggio pietroburghese con un filo di fumo.

È arrivato qui da lontano, come un uccello migratore, solo e senza storia come il serpente d'inchiostro che dalle braccia risale verso il collo.

Sognatore dall'amore perduto che ha smesso di vivere su una nuvola di tempo sospeso.

Certe città si scelgono gli abitanti in modo che completino perfettamente il mosaico.

Aleksy, stasera, si sente una tessera grigio cenere.

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Capitolo 5
*** Hybris ***


Hybris

Volevo essere il sole, o quanto meno toccarlo.

Stare al centro, seduto a una tavolata dove poter abbracciare i miei satelliti con un colpo d'occhio.

Invece sono nato stella senza stelle sul petto, la mia luce ha brillato nel tuo sguardo solo quando ero già morto, scintilla senza calore.

Le uniche fiamme che ho sfiorato sono quelle dell'Inferno.

Volevo essere padrone invece ho vissuto da schiavo, ed è una scelta a cui sono andato incontro da solo.

Hybris, hai inciso sul mio petto.

Le ali di cera si sciolgono e scoprono i chiodi che mi tengono bloccato alla mia croce.

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Capitolo 6
*** Futuro Inesplorato ***


Futuro inesplorato



Né carne né pesce è un detto stupido, perché i pesci sono fatti di carne e perché a te non piace scegliere.

Vorresti essere tutto quello che ti passa per la testa: chimico, cuoco, artista, creatore. Insieme.

Dio che nulla crea e nulla distrugge.

Dio che aggiunge i colori agli esperimenti.

Sei qui a El Bulli da un mese e la tua vita si è frantumata e ricomposta già infinite volte, confermandoti cose che già sapevi e ampliando l'orizzonte delle possibilità future.

Né carne né pesce è un detto stupido perché nelle tue mani si trasformano nell'impossibile. Il futuro inesplorato.

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Capitolo 7
*** Manifesto ***


Manifesto


Ci rimarranno ricordi che saranno racconti di guerra, anche se di quel tipo che nessuno, ufficialmente, dichiara.

Abbiamo imparato che la pace è uno strato di intonaco dipinto con un soggetto che non siamo noi a scegliere.

Ci siamo sentiti capaci di ogni cosa, liberi in quel modo che solo pochi sentono ancora nelle ossa.

Abbiamo ballato e gridato con l'energia che chi ci guardava alla finestra ha abbandonato.

Siamo stati la parte migliore della società e la più inutile, la voluta stuccata d'oro.

La piuma di pavone e la spada.

Non abbiamo cambiato nulla che non fossimo noi stessi.

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Capitolo 8
*** Persefone 2000 ***


Giace per terra, la regina che non voleva essere regina, il sorriso arcaico che non è più un mistero ma una smorfia.

Il poeta e il sacerdote vedono nel ventre squarciato il marchio di un destino predeterminato, e già perdonano lo sposo reo soltanto di averlo portato a compimento.

Intrappolata nella pietra dell'altare è la voce che racconta l'altra storia, quella della fanciulla che viveva e che non ha mai chiesto di essere venerata.

Ha imparato sulla sua pelle, Persefone, che il titolo di dio è una giustificazione, mentre quello di dea un'offesa.

E ha capito che l'Inferno è la consapevolezza di non essere padrona di se stessa.

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Capitolo 9
*** Il fantasma di Keats ***


1


Il fantasma di Keats


Il contrappasso di colui che in vita ha condensato la propria voce in inchiostro è diventare suono. Ossa che si sgretolano fino a sciogliersi in acqua trasparente, cristallo che riluce sotto la luce del sole scivolando da pietra a pietra, sussurro trasparente che si insinua discretamente tra i corpi accaldati dei turisti e degli ambulanti.
È frescura che giunge come una beffa nella cella in cui il corpo si è spento, è una risata gonfia di giovinezza. Sono biglie che rimbalzano sugli scalini levigati di Trinità de' Monti somiglianti a bambini in corsa. Con la pioggia si moltiplicano e stordiscono.

Note: rielaborazione di  pensieri scritti di getto subito dopo la visita alla Keats-Shelley House.

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