★ Se ti amo, è colpa delle stelle. ★

di _Rejisutansu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** .: BanGaze :. ***
Capitolo 2: *** .: HiroMido :. ***
Capitolo 3: *** .: GouFubu . ***
Capitolo 4: *** .: MarkDylan :. ***
Capitolo 5: *** .: KidoFudo :. ***
Capitolo 6: *** .: RocoNatsu :. ***
Capitolo 7: *** .: AtsuYuuka :. -GenderBender- ***
Capitolo 8: *** .: TeruShi :. ***



Capitolo 1
*** .: BanGaze :. ***


Quel giorno la Prominence aveva vinto il campionato di rugby della Aliea, grazie al capitano Nagumo Haruya che aveva segnato un punto proprio all’ultimo minuto.

Ogni anno, durante una precisa settimana, la scuola organizzava diversi tornei sportivi,  e le specialità trattate andavano dal nuoto al tennis, dalla ginnastica artistica alla pallavolo. Normalmente, il tulipano partecipava  al torneo di calcio, assieme alla sua squadra; ma quell’anno, purtroppo, il preside aveva deciso di variare, inserendo competizioni differenti dalle solite.

Quindi, il torneo di calcio non c’era stato.

Gli studenti c’erano rimasti male, in fondo erano molto più allenati in quello sport e lo preferivano agli altri; ma quel che decideva il preside era legge.

Dopo aver festeggiato la vittoria con tutta la squadra, aver ignorato completamente tutte le sue fans e scherzato un po’ con gli amici, il capitano della Prominence decise che era il momento di tornare a casa: ormai erano le sei del pomeriggio, si era trattenuto un po’ troppo a scuola.

Salutò i suoi amici , che ancora festeggiavano. Prese la borsa e si avviò fuori dalla classe, nel lungo corridoio che conduceva verso le scale. Dalla fila di grandi finestre alla sua sinistra si intravedevano alcuni studenti della Aliea Gakuen che, dal cortile, si dirigevano verso il cancello d’entrata della scuola.

Nessuna traccia di quell’idiota., pensò Nagumo osservando i ragazzi che si apprestavano a tornare a casa.

Non si è fatto vedere per tutta la giornata e non mi ha fatto neanche gli auguri per la vittoria. Tsk.

Colui del quale parlava Haruya non era altro che il suo migliore amico, nonché fidanzato, Suzuno Fuusuke.

Difatti, il ragazzo quel giorno l’aveva palesemente evitato, allontanandosi ogniqualvolta Nagumo cercava di avvicinarsi e salutarlo, e al tulipano questo comportamento non dava fastidio, no. Di più.

Finì di percorrere il corridoio, e velocemente scese le scale. Non vedeva l’ora di tornare a casa, farsi una doccia e cenare, per poi chiudersi in camera e chiamare al cellulare Fuusuke, magari per prenderlo a parolacce dato il suo comportamento.

Uscì dal grande edificio che era la Aliea e si ritrovò, come sempre, nel grande cortile della scuola. Lo percorse velocemente, arrivando così davanti al cancello d’entrata.

Appena mise piede fuori dal cortile, sorrise –ghignò- nell’intravedere il fidanzato a pochi metri di distanza. Decise di raggiungerlo, e si mise a correre velocemente.

Appena gli fu dietro, pensò di fargli uno scherzo e di saltargli addosso per spaventarlo, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, Suzuno lo fermò voltandosi.

-Se pensi che io sia talmente stupido dal non accorgermi che un bisonte come te mi sta correndo dietro, allora sbagli di grosso.- sibilò, socchiudendo gli occhi.

-Tu sei stupido, è diverso!- ribatté Nagumo, punto nel vivo.

-Quello che prova a fare certi tipi di scherzi non sono io, ma tu.-. Fuusuke era glaciale come sempre.

Haruya lo osservò per un po’, sopprimendo la voglia di tirargli un pugno –in fondo era il suo fidanzato!-.

 L’albino era come sempre perfetto: capelli ben pettinati, ma paradossalmente disordinati a causa della loro forma improponibile; la divisa scolastica perfettamente abbottonata e stirata. Alzò lo sguardo, andando ad osservare i suoi bellissimi occhi azzurri.

Quando però lo sguardo di Suzuno incontrò quello dorato di Nagumo, l’albino lo distolse velocemente.

Il tulipano la prese per un’offesa, e decise di risolvere subito la questione della mattinata appena passata.

-Senti, piuttosto… Dimmi una cosa, perché oggi mi hai completamente ignorato?! Che è successo?!- chiese; solo pensare a Suzuno che lo ignorava lo faceva sentire strano e arrabbiato.

Il ragazzo, dopo la domanda di Nagumo, sembrò perdere per un attimo la sua solita calma glaciale.

-D-Devo andare a casa.- si limitò a rispondere, facendo per voltarsi, ma Haruya fu più svelto e lo afferrò saldamente per un polso impedendogli di andarsene.

-No, ora me lo dici! Voglio delle spiegazioni!- gli urlò, sbattendolo al muro a fianco a loro.

Suzuno sussultò, le reazioni di Nagumo erano sempre così… Inappropriate.

Ma prima che potesse proferir parola, il ghiacciolo sentì qualcosa di caldo e morbido premere sulle sue labbra, e ci mise mezzo secondo a capire che Nagumo lo stava baciando. Quando la lingua del tulipano picchiettò sul suo labbro per chiedere il permesso di entrare, Suzuno socchiuse le labbra in un chiaro invito, e Haruya non se lo fece ripetere due volte. Approfondì il bacio, premendo il suo corpo contro quello del fidanzato, mentre entrambi mugolavano di piacere.

Quando le loro labbra si separarono, i due erano ansimanti per la mancanza d’ossigeno; dopo qualche secondo si ripresero, guardandosi dritti negli occhi. Poi, il tulipano prese parola.

-E ora dimmi perché oggi mi hai completamente ignorato, brutto idiota. Mi sono mancate le tue labbra, ghiacciolo senza cerve…-

-Auguri, Nagumo. Sono stato… Felice di sapere che hai vinto il torneo di rugby.- lo interruppe Fuusuke, arrossendo un po’. Nagumo rimase in silenzio per qualche secondo, poi Suzuno lo attirò a sé afferrandolo per la giacca della divisa scolastica, trascinandolo in un secondo, lungo bacio.

 

-In ogni caso, non si spiega il motivo del perché mi hai ignorato tutto il giorno.- disse Nagumo, mentre si avviavano verso le rispettive case.

-Oh, forse perché anche io ero impegnato in una competizione?- spiegò, acido, Suzuno.

-Ah, ecco.-

-E mi aspetto che tu mi faccia un regalo, dato che te ne sei dimenticato, ho vinto e non mi hai fatto gli auguri e mi hai fatto male quando mi hai afferrato il polso, prima.-.

 

 

.: Note delle autrici :.

Eccomi! Kis-chan al rapporto!

Allora, allora. Come avrete capito  -credo-, questo è un account condiviso da me e madda_chan, la mia amichettah dolce dolce che adoro ♥

La prima storia che pubblicheremo insieme, questa, sarà una raccolta di os su dieci coppie scelte da noi. Quella che avete appena letto l’ho scritta io. Because BanGaze is the way, right? <3

Oh, ma come sono british. <3

In questa os, come avrete capito, la Aliea è una normale scuola; la storia degli alieni e del Sun Garden non c’è. Quindi, tecnicamente, è una AU. ^^ Ce li vedo Nagumo e Suzuno a fare rugby e nuoto, voi che ne dite? *^*

Oh, la os è di 900 parole esatte. Amatemi. ♥♥♥♥

E… Niente, spero vi sia piaciuta e che commentiate c:

La prossima shot sarà scritta da Maddy. Ora vado, lascio la parola a lei; chu!

Kis-chan ♥

**

Eh, buonasera gente! Sì, mi ritrovate anche qui a rompere le palle.
Cioè, io che mi infiltro anche in una fic scritta da Kis-chan, con la quale abbiamo condiviso questo account.
Non trovate che questa BanGaze sia… Aw! ~3~
Io la trovo semplicemente bellissima!
Ovviamente non mi aspettavo altro dalla cara Kis-chan è.è
Ma… Ceh, sono così dolciosotti (???) !
Non so se ho amato di più il bacio o il finale!
E mi impegnerò per fare sì che anche le mie storie siano all’altezza di questa meraviglia!
Speriamo che la raccolta vi piaccia e sì, la prossima OS sarà la mia.
Se mi conoscete sarà facile, per voi, capire che coppia sceglierò; per chi non mi conosce, vi dico solo questo:
HIROMIDO IS THE WAY, SURE!
Un abbraccio al profumo di anice (???)
Maddy

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Capitolo 2
*** .: HiroMido :. ***


Dedicata alla mia sorellina Anicchan e alla mia amorah dolciosah Mari-chan. Perché amano la HiroMido almeno quanto me, e perché voglio loro molto molto love<3
 
Midorikawa aprì gli occhi con una lentezza che non gli apparteneva. Sentiva il corpo stranamente pesante e caldo, come se al posto di carne fosse stato composto da fiamme vive. Tentò invano di tenere le palpebre sollevate per più di cinque secondi, ma le tempie gli pulsavano terribilmente.
Al contempo, il sapore acido del vomito gli aveva invaso la bocca e, prima che potesse rendersene conto, stava già correndo verso il bagno. Si affacciò alla tazza e, senza avere nemmeno il tempo di raccogliersi le ciocche color pistacchio che gli ricadevano ai lati del viso, diede pesantemente di stomaco.
Quando si rialzò, tremante come una foglia, si dovette reggere al lavandino per non rovinare a terra. Si sciacquò la bocca, cancellando i residui acidi, poi alzò il viso: specchiandosi, si accorse con orrore che il suo viso olivastro aveva preso una tonalità pallida davvero preoccupante.
Sospirò, voltandosi verso la porta e strizzando gli occhi per metterla a fuoco. Si passò una mano sulle palpebre, accorgendosi di avere il fiato leggermente affannato.
Mosse un paio di passi, barcollando, e al terzo si dovette appendere allo stipite per non ritrovarsi steso sul pavimento. Si rimise dritto e, dopo aver tirato un profondo respiro, proseguì.
Dopo nemmeno cinque passi, al ragazzo parve di vedere la stanza improvvisamente mobile. Un inaspettato capogiro lo colse, facendolo cadere carponi.
Tentò di rialzarsi per una decina di secondi, ma quando le braccia e le gambe gli cedettero rinunciò. Così rimase steso a terra, mentre il pavimento freddo mitigava leggermente la calura che, contro la normalità, lo scuoteva come se fosse attraversato da pura elettricità.
- Ryuuji!
~*~
 
Quel giorno, Hiroto si svegliò molto prima del solito: era domenica, eppure alle sei e mezza di mattina il rosso era perfettamente in piedi, diretto verso la cucina.
Sua sorella Hitomiko, la padrona di casa, era fuori città, per cui lui e il suo ragazzo avevano tutta la giornata e l’intera abitazione a propria disposizione.
Kiyama sogghignò leggermente, riflettendo su quale scherzo da pervertito avrebbe giocato al povero Ryuuji, mentre scendeva a fare colazione.
Dopotutto, si disse sorridendo dolcemente, oggi ne ho diritto.
Oltrepassò la soglia della stanza, trovando sul tavolo un piatto di dolci e un bigliettino.
‘Tanti auguri fratellino!’ diceva, e il ragazzo riconobbe la grafia elegante della sorella.
Fece per sedersi, tenendo d’occhio un pasticcino alla ciliegia, quando un rumore dal piano superiore attirò la sua attenzione. Un tonfo, per la precisione.
Hiroto si alzò di scatto, con la pessima sensazione che fosse accaduto qualcosa di brutto al suo Mido-chan. Risalì di corsa le scale e si precipitò verso la stanza di quest’ultimo, bloccandosi di colpo per non andare addosso al corpo steso del pistacchietto.
- Ryuuji!
Maledì mentalmente il suo sesto senso che non poteva sbagliare, per una volta, no.
Si chinò su di lui, accorgendosi che aveva perso i sensi; lo afferrò delicatamente per le spalle con un braccio, passando l’altro nell’incavo delle ginocchia, poi si sollevò e lo portò nella sua stanza.

~*~
 
- Ehi. Come va?- Midorikawa aveva lentamente socchiuso gli occhi, sentendo le parole dolcemente sussurrate dal suo ragazzo. Voltò delicatamente il viso a sinistra, incrociando lo sguardo turchese scuro di Kiyama, che gli sorrise. Fece per rispondergli ma, aperta la bocca, la sua voce si estinse prima che potesse abbandonargli le labbra.
- Non ti preoccupare. Ti sei solo preso un’influenza, entro domani starai meglio.- disse il rosso, accorgendosi dello sguardo spaesato dell’altro.
Dopo alcuni minuti di silenzio Hiroto, pensando che il fidanzato si fosse assopito, gli cambiò la pezza d’acqua che aveva sulla fronte, poi si alzò. Prima di chiudersi la porta alle spalle, però, si voltò ancora verso il letto, assicurandosi che Midorikawa stesse dormendo.
Con delicatezza posò la porta allo stipite, lasciandola socchiusa in modo da potersi accorgere subito se accadeva qualcosa. Ridiscese le scale, sospirando, e entrando nuovamente in cucina.
Si sedette finalmente al tavolo, osservando con sguardo vacuo il vassoietto di dolci. Allungò automaticamente una mano verso il centro, dove stava lo stesso pasticcino alla ciliegia che aveva visto prima. Appena ad un centimetro dal dolcetto, però, si accorse che era anche l’unico di quel genere. Dopo un istante realizzò il motivo del suo gesto: era anche il preferito dal suo Mido-chan. Sorrise con dolcezza, ritirando il braccio.
Kiyama rimase immobile a fissare il vuoto per alcuni minuti, poi si alzò e entrò nel salotto, lasciandosi cadere a peso morto sul divano. Si stese sul fianco sinistro, mentre un’incontenibile tristezza gli invadeva il petto. Per un attimo credette che sarebbe scoppiato in lacrime come un bambino a cui rubano una caramella, ma l’improvvisa figura di un paio di gambe scosse da leggeri brividi lo fece alzare di scatto. Davanti a lui, stretto in una coperta sino al naso, che era di un dolce color ciliegia come le gote, e gli occhi lucidi, stava il suo ragazzo.
- Hiro-chan…- soffiò, piegando la testa verso destra – Ho caldo.-
Il rosso batté le palpebre diverse volte, guardandolo in silenzio. Dopo una trentina di secondi realizzò che l’immagine del suo fidanzato gli ricordava quella di un gattino piccolo e tremante.
- Torniamo a letto, mh?- disse il maggiore, tendendo le braccia al pistacchietto.
- No.- rispose quest’ultimo, gonfiando le guance.
- Come no?- domandò l’altro, aggrottando leggermente le sopracciglia. Midorikawa scosse la testa, avvicinandosi al fidanzato e allacciandogli le braccia al collo, mentre il plaid cadeva morbido dalle sue spalle. Contemporaneamente, il più giovane affondò il viso caldo nella maglietta di Kiyama, che lo strinse con delicatezza a sé.
- Possiamo stare un po’ sul divano? Poi me ne vado a letto, promesso.- sussurrò come un bambino che baratta una serata davanti alla tv con i propri genitori.
- E va bene.- concesse il rosso, sorridendo. Si sedettero entrambi sul divano, posati l’uno sul petto dell’altro, e restarono in perfetto silenzio per tutto il tempo. La coperta, raccolta dal pavimento, era avvolta attorno al corpo di entrambi, seppur fosse aprile.
Il rosso osservava il fidanzato con occhi dolci, carezzandogli i capelli morbidi con un dito. Sentiva il calore esagerato di Midorikawa sul corpo, il suo fiato delicato contro il collo.
Passarono così diversi minuti, esauriti i quali Hiroto credette che il ragazzo si fosse addormentato.
Sorrise, poi avvicinò lentamente le labbra a quelle di Ryuuji, sulle quali lasciò un leggero bacio. Erano molto calde, ma nonostante tutto non avevano perso la dolcezza di sempre.
- Ti amo, Ryuuji.- sibilò subito dopo con tono commosso.
- … Ti amo anch’io, Hiroto. E buon compleanno.

*Angolo autrici*
Buonasera!
Come va?

Vi è piaciuta? Spero di sì, perché io amo molto questi tesori!
Però, purtroppo io non sono degna di scrivere su una coppia così bellissima (?) !!
Perdonatemi! c-c
Comunque, il finale è molto veloce perché sono di fretta!
E sono una rincoglionita deficiente.
Non so se vi siete accorti che avevo aggiornato ieri sera, ma da brava idiota ho pubblicato col mio account (non chiedetemi come ho fatto, perchè non lo so ^^') !
Ma ora ho sistemato!
Ah, prima di dimenticarmene: questa è una AU (ma va?). 
Hiroto e Midorikawa sono al liceo e vivono con Hitomiko, che è fuori casa.
Ed è il compleanno di Hiroto u.u
Che, per chi non lo sapesse, cade il 19 aprile.
Beh, non credo di dover dire altro!
Perciò nulla… Non so, ditemi voi se vi è piaciuta!
Ah, e l’ho dedicata alla mia sorellina Anicchan e alla mia dolciah tesorah Mari-chan, perché voglio loro tanto bene! <3
Ora scappo!
Un bacio al profumo di anice (??)
Maddy

 .. No, ok.
La mia dolcettah è una Genia. Ma una Genia con la G maiuscola.
E io le lascerei una recensione kilometrica, se questo non fosse un account condiviso da entrambe.
Però, dai, ditemi se questa shot non è stupenda... Mi immagino Mido-chan che arriva tutto coperto e Hiroto che lo guarda dal divano, e poi si mettono entrambi seduti, abbracciati, avvolti nelle coperte...
E' meravigliosa, punto. Non ci sono altre parole per descriverla!
... No, ok, ignoratemi. Il mio cuoricino non reggerà ancora a lungo, quindi vi saluto, dandovi appuntamento alla prossima os, che sarà scritta da me!
-Non vi dico la coppia, no. Tsk, pensavate davvero che ve l'avrei detta? ù.ù''-
In ogni caso, chu!
Kis-chan

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Capitolo 3
*** .: GouFubu . ***


Fece girare l'ombrello di colore chiaro in completo contrasto con il cielo scuro e cupo, che faceva cadere piccole goccioline d'acqua che provocavano una leggera pioggiarellina, vagamente insignificante. Camminava tra le pozzanghere di fango, cercando di non andare addosso alla gente che gli stava intorno e che sembrava guardare in un punto ben preciso che esisteva solo nella propria mente. Una mano teneva saldamente l'ombrello mentre l'altra era stretta nella mano abbronzata del suo fidanzato. 
Gli piaceva chiamarlo così, anche nella sua testa; lo faceva sentire protetto e felice. Sorrise, poggiando la testa sulla spalla del biondo accanto a lui. 
Gouenji sobbalzò impercettibilmente, voltando il capo e arrossendo. Non si aspettava un'azione del genere, nonostante sapesse delle abitudini del compagno e delle sue assurde voglie di accoccolarsi a lui nei momenti più disparati.
Continuarono a camminare per la strada piena di pozzanghere e di gente poco interessata a quello che c'era in realtà di fronte a sé, fino ad arrivare davanti alla vetrina di un McCaffé. 
- Neh, entriamo Gouenji-kun? Ho un po' di fame. - chiese l'albino sorridendo dolcemente all'indirizzo del biondo. 
L'altro annuì, sorridendo appena, spingendo la grande e spessa porta di vetro del locale, entrandovi dentro.
Era un posto molto carino: c'erano divanetti di colore scuro con piccoli tavolini di legno e con delle poltroncine messe in modo alternato di colore bianco o nero. In un lato della stanza, dove era posta la cassa, erano esposti dolci come cheesecake, brownie, ciambelle o Muffin di ogni tipo, mentre dietro ad essa vi erano le varie macchine che distribuivano i milk shake o altre bevande a base di latte, cioccolato o caffè. Era un ambiente alquanto ospitale.
Shirou corse verso la vetrina sulla cassa, dove erano esposti i dolci, leccandosi le labbra in un gesto quasi involontario che Gouenji non sapeva se considerare eccitante o dolce. 
Il maggiore si avvicinò anch'egli alla cassa, circondando per i fianchi il più piccolo che, ritrovandosi tra le sue braccia arrossì vistosamente. 
- Allora? Cosa hai scelto? - chiese affettuoso Shuuya, quasi sussurrando.
- Beh... P-penso che prenderò un Milka Frappé e una cheesecake.. - rispose titubante l'altro nascondendo il volto sul suo petto.
Anche se imbarazzato l'albino non poté non sorridere: amava quando Shuuya lo stringeva a sé in quel modo possessivo ma anche dolce.
Sarebbe potuto rimanere tra le sue braccia per tutta la vita.. Se solo la ragazza alla cassa, con un leggero tossicchiare imbarazzato, non li avesse fatti  voltare e staccare da quella posizione.
- Emh.. I signori vogliono ordinare? - chiese la giovane, con un leggero rossore sulle gote e con un sorriso imbarazzato increspato sulle labbra ricoperte da un semplice quanto scadente lucida labbra rosa pesca. I due si voltarono avendo entrambi reazioni diverse: Gouenji ringraziò la signorina, ordinando ciò che gli aveva chiesto il minore insieme ad un brownie e un caffè per sé, mentre Shirou non poté far altro che arrossire vistosamente e andarsi subito a sedere in uno di quei divani troppo bassi e di colore scuro, stringendosi nelle spalle per nascondere il rossore che spiccava davvero troppo sul suo viso bianco e latteo. 
Dopo poco sentì il rumore di un vassoio che, anche se poggiato con delicatezza, sbatteva sulla superficie lignea del tavolino. Alzò lo sguardo, ritrovandosi immerso nei pozzi scuri come la pece del biondo, sentendosi meno in imbarazzo, finalmente.
Prese timidamente il Milka Frappé davanti a sé, sentendo già il gusto freddo del cioccolato scendergli per la gola. Ne bevve un sorso, constatando che fosse davvero freddo -cosa oltremodo apprezzata dal lupo dei ghiacci- e che il sapore del cioccolato fosse dolce, forse troppo. La panna sopra al frappé era morbida e senza un preciso gusto, proprio come solo la panna poteva essere, e sfiorava il suo palato con delicatezza e semplicità. La consistenza cremosa della schiuma bianca gli fece chiudere gli occhi, assaporando meglio il suo "non sapore". 
Quando riaprì gli occhi grigio-azzurro si trovò un Gouenji Shuuya intento a fissarlo mentre mangiava con foga il suo dolce al cioccolato. Il maggiore impazziva per quest'ultimo, si poteva dire che fosse il suo dolce preferito. Ne mangiava in abbondanza e fortuna che si teneva in forma molto spesso, altrimenti sarebbe diventato una palla di lardo mangiatrice di stecche intere della migliore cioccolata svizzera. 
Smise di bere un secondo il suo frappé, deciso a mangiare un po' della sua cheesecake alla vaniglia che dall'aspetto sembrava essere buonissimo. Ne prese una forchettata, portandola lentamente alle labbra e assaggiandone un boccone con avidità: aveva sempre adorato quel miscuglio di dolcezza dovuta alla vaniglia e quel gusto frizzante, salato e vagamente dolce del formaggio. E quella cheesecake era ottima. 
Ne mangiò un altro po', prima di ritornare a bere il Frappé, sempre sotto lo sguardo attento del biondo. 
- G-Gouenji-kun... - sussurrò imbarazzato Shirou, arrossendo appena per la completa attenzione che il biondo gli stava offrendo. 
L'altro gli sorrise raggiante, notando poi che un punto vicino alle labbra del l'albino era sporco di panna. Si avvicinò a Fubuki, che non si evitò di arrossire e indietreggiare per l'imbarazzo fino a rimanere attaccato al muro, non avendo più spazio dietro di sé. Il respiro di Shuuya gli solleticava la guancia e quando sentì la sua lingua togliergli i residui di quella sostanza cremosa e bianca si sentì morire. Ovviamente in senso positivo.
Inutile dire che il minore divenne rosso come un pomodoro, per poi cominciare a rigirarsi le mani dall'imbarazzo, guardando con innato interesse il pavimento del locale. 
La gente intorno a loro lanciava sguardi furbi e qualche sorrisetto oppure qualche sbuffo in segno di disapprovazione, mentre un gruppetto di tre ragazze in fondo all'angolo sembrava aspettare quel momento con ardore. 
Gouenji si allontanò solo di qualche centimetro, per poi sussurrare un qualcosa all'orecchio dell'ormai morto dall'imbarazzo fidanzato.
L'altro rise appena e dopo pochi minuti finirono la loro "merenda". 
Quando tornarono a casa, si misero davanti al fuoco ardente del camino, stretti in una calda coperta di pail, aspettando l'ora di cena per ordinare una pizza, troppo pigri per cucinare qualcosa.



"-Neh Gouenji-kun?-
-Mh?-
-Non mi stavi prendendo in giro al McCaffè, vero?- 
Rise. -Certo che no.-.
***
Le parole del biondo gli riecheggiavano nella mente. Procurandogli un ormai abituale rossore sulle gote.

"-Sei incredibile Shirou, solo tu potevi rendere la panna così dolce..-" ❤
 
 
 
 
 
 
 
 
Note autrici –viva le vegetali per caso--
 
 
MA QUESTA GOUFUBU È TROPPO AW!♥♡♥♡
Allora, partiamo dal principio.
Peggy si é unita a me e Kis perchèssì, fine della spiegazione uwu
E mi ha fatto innamorare della GouFubu, mannagg'
MAAA non me ne pento OuO
Aleurs, questo capitolo era davvero dolcioso, aw!
Sto sclerando, gente, lasciatemi in pace u.u
Perché, diomiooo, è davvero bellissima!
E devo proprio ringraziare la mia dolcissima castagna per questo piccolo quanto dolcissimo capolavoro!
Spero proprio sia piaciuto anche a voi! ^^
Non trovate che l'ultima frase sia a-do-ra-bi-le?!?
MA AW *^^^^^^^^^*
Basta, mi dileguo, non vorrei che Rouge si prendesse troppo spazio...
*una tipa (?) sclera alle sue spalle sulla qui presente GouFubu*
Rouge:- Ma prova solo ad immaginarti cosa avrebbero potuto fare dopo, così vicini e col camino... OuO
Maddy:- Seh, andiamo vah -.-
Vi lascio in pace, neh! E vi ricordo che la prossima sarà una mia pair!
Un abbraccio
Momo
 
 
 
Marti-chan si è unita a nooooi. Che bello *^*
Ahem, sì. Salve a tutti, gente a cui non piace la RocoNatsu emiignoratespudoratamente, SIGH! çvç Ci rimango male, sappiatelo.
La GouFubu di Marti è stupenda. Mi piacciono i McCaffé. E basta.
Voglio un Milka Frappé! cuc
E niente, sono molto felice che quest'account appartenga anche a Marti, ora. Benvenuta bella castagnetta! Amo le tue GouFubu! <3
Chu!
Kis-chan. c:
 
 
 
Ma voi siete troppo dolciose aw *w*
Ok, so già che direte qualcosa del tipo. “e questa tizia chi è?!?!?” io sono Winnipeg, Peggy, Martina, una castagna.. non lo so, fate voi u.u
Dato che io sono ovunque –per vostra sfortuna- e che appaio e scompaio in modi strani(?) sono finita anche qui dentro ^^
Spero che la fic vi sia piaciuto –probabilmente no—e.. basta, non ho più niente da dire tranne che ringrazio Maddy e Mari per questa occasione, e le ringrazio anche perché mi sopportano yeeeee---
 
Sciauz(?)

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Capitolo 4
*** .: MarkDylan :. ***


No, decisamente c’era qualcosa che non andava in tutta quella ridicola situazione.

Da quando Dylan si interessava di strumenti musicali? E per di più, strumenti musicali classici. No, non si era mai interessato a cose del genere, non era il tipo. Tutti lo vedevano come un ragazzo piuttosto moderno, che detestava il vecchio e venerava il nuovo.

Però, perché in quel momento era intento ad osservare una vetrina di un negozio di strumenti musicali in quel dannato centro commerciale?

Mark non riusciva a capire. Non riusciva proprio a capire  per quale motivo si era lasciato convincere da Dylan ad andare a fare shopping in quel postaccio.

-Maaaark ~ Have you got some money? Io ho dimenticato a casa il portafogli!- esclamò Dylan, col suo tono mieloso che faceva sempre andare in pappa il cervello del fidanzato. Sia per la dolcezza che per la rabbia, ovviamente.

-Cosa vorresti comprare?- chiese dubbioso l’americano, avvicinandosi un po’ alla vetrina, a fianco al fidanzato.

-Oh, nothing! In questo negozio non mi interessa niente. Volevo solo sapere se hai qualche spicciolo a portata di mano per comprare qualcosa da qualche altra parte, magari!-.

Mark sospirò, chiudendo gli occhi per riposarsi. Il suo ragazzo lo stava facendo esaurire. Insomma, perché si era messo ad osservare quella vetrina per più di mezz’ora, quando, invece, non gli interessava minimamente?!

-Ehi, Dylan…- sussurrò stancamente Mark, mentre seguiva il fidanzato che saltellava allegramente in mezzo alla folla e tra le vetrine.

-Mh? Che c’è?- chiese l’interpellato, fermandosi e voltandosi verso Mark.

Il chiasso della folla gli stava facendo venire mal di testa. Il ragazzo sospirò di nuovo.

-Dove stiamo andando…?-.

Dylan, nel sentire quella domanda, alzò un sopracciglio e, subito dopo, sorrise ingenuamente.

-Stiamo girovagando, Mark, no? Sciogliti un po’, altrimenti non ti divertirai!- rispose con così tanta ovvietà, ma anche con così tanta dolcezza, che Mark non ebbe il coraggio di rispondergli. Quel ragazzo sapeva farlo disperare, sì, ma aveva anche il potere di tirarlo su, dopo averlo fatto deprimere.

-Andiamo, dai! Ci sono così tanti negozi che voglio vedere, Maaaark! Come oooon!-

-Ok, ok…- si limitò a dire il ragazzo, mentre l’altro gli afferrava la mano e lo trascinava verso altre vetrine vistosamente decorate per attirare più clienti.

Non riusciva a dire di no a quel ragazzo, insomma, non ci riusciva. E non ci sarebbe mai riuscito, no.

 

-Maaaark! It’s fantastic! Look me, look me!- esclamò entusiasta Dylan, mentre usciva da un camerino.

-Come sto? Bello, vero?- chiese il ragazzo con gli occhialini, e Mark sgranò gli occhi e arrossì.

Uno smoking.

Dylan si era provato uno smoking.

E ovviamente, era da adulto, e Dylan ci nuotava dentro, essendo un ragazzino.

Le maniche della giacca erano lunghe almeno cinque centimetri più delle braccia del ragazzo, e gli coprivano le mani; i pantaloni, lo stesso: lunghissimi, finivano per addossarsi tutti sulle caviglie di Dylan.

Mark gli avrebbe volentieri urlato contro qualcosa. Insomma, il suo ragazzo non poteva farsi vedere pubblicamente in quello stato così… Così… Adorabile! C’era così tanta gente pericolosa in giro per New York!

-Allora, come sto? I’m cute, Mark? ~ -.

L’americano boccheggiò un po’. Non riusciva a spiccicare parola, quel ragazzo era troppo…

-K-K-Kawaii!- urlò, per poi tapparsi disperatamente la bocca, in un vano tentativo di rimangiarsi quel che aveva appena detto.

Dylan sorrise dolcemente e poi scoppiò a ridere, mentre Mark arrossiva sempre di più.

-N-Non è divertente!- provò a difendersi, ma il fidanzato continuava a ridere senza contegno.

-Mark, Mark… You’re amazing…- disse Dylan, mentre si teneva la pancia e cercava di asciugarsi le lacrime per le troppe risate.

-Shut up, Dylan.- lo interruppe fintamente offeso il fidanzato.

-Fare amicizia con i ragazzi della Inazuma ti ha fatto imparare un po’ di giapponese, eh, honey?-

-Primo, non chiamarmi honey! Secondo, non è colpa mia se ti conci in certi modi per farmi fare brutte figure nei centri commerciali, damn!-. Il colorito di Mark era tra il bordeaux e la porpora, si sentiva osservato dalla gente all’interno del negozio d’abiti e sentiva Dylan continuare a ridere in silenzio.

-Oh, Mark. You’re so kawaii too!- esclamò Dylan, e il cuore dell’americano perse un battito.

Quanto lo amava.

In un attimo, Mark si alzò dalla sedia sulla quale era seduto, baciò velocemente il suo ragazzo e lo abbracciò teneramente.

-Dylan, sei la persona più dolce e adorabile che conosca… Ti amo tanto.- disse poi, mentre stringeva ancora di più la presa sul fidanzato, che ricambiava a sua volta l’abbraccio.

-I love you too, Mark!- urlò Dylan in risposta.

E, mentre fuggivano dalle guardie giurate del centro commerciale, che li inseguivano per disturbo alla quiete pubblica, i due si presero dolcemente per mano.

 

 

.: Note delle autrici :.  -però, per questa volta ci sono solo io .u.-

Hola! Eccomi qua, come potete vedere la vostra Kis-chan, moi in persona, torna alla carica con una MarkDylan! Ve l’avevo tenuta nascosta proprio per farvi una sorpresa, dato che non se ne vedono molte in giro. .u.

Quindi, spero vivamente che vi piaccia! Io amo la MarkDylan, awn. <3

Oh, e se ho scritto degli obbrobri in inglese, scrivendo frasi magari anche senza senso, ditemelo e correggerò appena avrò tempo. c:

E… Niente, ci vediamo presto, con il prossimo aggiornamento che sarà di Maddy. Non vi dico su chi scriverà, no. Gne. ovo

Oh, lei non ha avuto tempo di spedirmi le sue note per questa os, ma mi ha detto di pubblicarla lo stesso.

Quindi, vi saluto da parte di entrambe, chu!

Kis-chan

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Capitolo 5
*** .: KidoFudo :. ***


Che stupido… continuava a dirsi il rasta da un mese, seduto in quell’angolo, il viso affondato tra le gambe.
Non riusciva a capirlo. Non se ne capacitava, era impossibile per lui pensare che fosse tutto finito a causa di quello stupido gioco che aveva amato tanto.
Non riusciva nemmeno a focalizzare l’immagine di quel volto pallido posato delicatamente sul cuscino bianco neve dell’ospedale, dell’immobilità del suo corpo.
Le lacrime ripresero a pungere contro gli occhi sanguigni di Kidou, che serrò le palpebre nel vano tentativo di bloccarle, ma si sentiva così vuoto che qualche goccia di dolore in più che lo abbandonava non avrebbe di certo fatto la differenza.
Era distrutto. Non dormiva, non mangiava da giorni, voleva lasciarsi ammuffire lì, fra le lacrime e la disperazione che gli riempiva il petto.
È probabile che non si risvegli, avevano detto i medici. Lui era rimasto impassibile, si era voltato e con passo fermo era tornato a casa, dove poi si era accasciato inerme. I primi giorni aveva perfino tentato di mandare giù qualcosa, ma il solo provarci gli faceva venire la nausea. Così si era semplicemente lasciato andare alla tristezza.
Perché quel giorno, quello stupido giorno, ci sarebbe dovuto essere lui a rincorrere quella stupida palla.
Lui, e non quello stupido di Fudou.
 
- Ehi, Kidou, passa qui!
- Eccola!
-…
- Oh, ma dai! Come hai fatto a non prenderla?
- Aspetta, vado a recuperarla.
- Fudou, stai attento! Fudou!
 
Come fosse mai riuscito ad alzarsi, Yuuto non lo sapeva.
Si era solo ritrovato nel suo letto e con una gran fame, e vedere dei toast fumanti sul comodino non aiutava di certo. Poi, aveva notato Sakuma dall’altra parte del letto, e aveva capito tutto. Il suo occhio aranciato lo scrutava come se analizzasse ogni suo particolare e, a discapito del sorriso che gli incurvava le labbra, l’altro intuì che ci fosse qualcosa di cui dovevano parlare. Con un cenno brusco del capo, mentre addentava il pane dorato, lo esortò ad iniziare.
- Ciao Yuuto, come va?
Il suo sguardo gelido, che tradiva un luccichio di dolore, gli fece mordere un labbro. Sospirò.
- Vedi… Si tratta di Akio.
A quel nome, il cuore del ragazzo perse un battito. Si rizzò un po’ di più sul letto, avvicinando il bicchiere d’acqua alle labbra, e quasi si strozzò udendo le parole del celeste.
- Forse c’è una piccola speranza che si risvegli.
- Cosa?
Il rasta era sconvolto. Anche se Sakuma continuava a parlare, tutto ciò che riusciva a ripetersi era che c’era una possibilità, seppur piccola. E l’avrebbe sfruttata al massimo per poter rivedere quel sorriso inafferrabile.
 
Kidou camminava verso l’ospedale. Chiunque lo vedesse senza conoscerlo avrebbe detto che fosse lo specchio della tranquillità, ma i suoi amici erano a conoscenza del suo dolore. Appena attraversata la soglia dell’edificio iniziò a sentire un certo fastidio: c’era troppo bianco, lì. Si avvicinò alla reception, domandando la camera di Akio Fudou. L’infermiera sorrise cordialmente, controllando, poi rispose che era la 105. Il rasta ringraziò, dirigendosi verso il corridoio che cercava; giunto davanti all’ultima camera si fermò, fissandone la porta in legno. Sentiva il cuore martellargli nel petto, ma fece scorrere comunque l’uscio. Fece un passo, osservando il pavimento, decidendosi poi ad alzare gli occhi: il suo sguardo sanguigno si posò immediatamente sul corpo immobile del ragazzo, e gli si mozzò il fiato.
Avanzò boccheggiando verso il letto, vicino al quale era posizionata una sedia. Vi si sedette con forza, mentre le lacrime iniziavano a pungergli le palpebre. Chiuse gli occhi così velocemente da farsi male, ma non permise al dolore di avere la meglio.
Quando tornò a vedere ciò che lo circondava, le sue labbra erano incurvate in un flebile e tremolante sorriso.
Sarebbe stato forte, e le avrebbe tentate tutte.
***
Era passato quasi un anno, ormai, da quel fatidico giorno.
Dieci mesi precisi dal momento in cui quella stupida macchina aveva colpito Fudou, gettandolo a terra e non permettendogli di alzarsi più.
E all’inizio nessuno, nemmeno Kidou stesso, avrebbe pensato di vedere il rasta puntualmente seduto accanto a quel letto d’ospedale e a quel corpo muto, fermo a fissarlo o a parlare con lui.
Quando gli avevano detto che una delle cure per far risvegliare le persone dal coma era far ascoltare loro la musica che preferivano, Yuuto si era letteralmente catapultato nell’appartamento del ragazzo, ed era rimasto davvero sorpreso nel constatare che vi erano molti cd di musica classica. Perciò, da quel momento andava a trovarlo ogni giorno, abitualmente da solo, e metteva su uno dei dischi.
Si trovava proprio lì, perso nelle proprie riflessioni, quando l’ultima sonata per violino presente nel cd corrente si concluse. Il rasta si alzò, andando a sostituirlo con un altro, per poi risedersi accanto al letto.
- Sai, è passato quasi un anno.- iniziò con un sospiro. – Dal giorno in cui tu, stupidamente, sei andato dietro a quel pallone.
Scosse la testa. – E dire che lo sanno anche i bambini che bisogna controllare, prima di attraversare la strada. Ma tu no, ovviamente, sei andato dritto. E la macchina non ti ha visto, perché hai la stupida mania di correre, anche quando non ce n’è bisogno.- assottigliò gli occhi, una nota di risentimento nel tono accusatorio. Rimase in silenzio per un po’, osservando con espressione corrucciata il viso rilassato del diciassettenne.
- Perché non apri gli occhi?
Il suo era un sussurro, appena udibile in verità, ma così pieno di dolore da assomigliare ad un ringhio. – Lo sai che mi mancano i tuoi sorrisi? Quelli che regalavi solo a me, non i ghigni arroganti che avevi l’abitudine di usare per nascondere la tua debolezza. Mi mancano i tuoi occhi, la tua voce, le tue labbra. Mi manchi tu.
Teneva gli occhi serrati, ma sapeva che la sua forza di volontà non sarebbe bastata per fermare le lacrime che premevano per abbandonarlo. E se avesse pianto lo avrebbero visto tutti, perché i suoi occhi non avevano più la protezione dei suoi amati occhialini.
- Non mi dirai che ti voi mettere a frignare come una scolaretta.
Quella che voleva essere una frase di scherno, ma che tutto era fuorché quello, era stata appena sussurrata da quello che sino a pochi attimi prima era un Fudou Akio in stato comatoso.
A Kidou parve di morire di infarto. Spalancò gli occhi, che andarono immediatamente a fissarsi in quelli grigioverdi dell’altro, le cui labbra esangui erano debolmente incurvate.
Senza pensare alle conseguenze, il rasta si sporse, baciandolo con foga e, senza preavviso, il ragazzo ricambiò come se si stesse dissetando dopo un viaggio nel deserto. Entrambi erano affamati dell’altro, e si staccarono solo quando non ebbero più aria a disposizione.
Ansimanti, si guardarono sorridendo, e nessuno dei due ebbe la forza di opporsi ad un secondo bacio, nonostante le gote di entrambi fossero umide e salate.
 
*Angolo autrici*
‘Sera gente! Era da un po’ che non ci si sentiva, neh?
Beh, l’ultima era la ff di Kis-chan, e io non sono rapida come lei ad aggiornare!
Poi bisogna fare i conti anche con l’ispirazione, eh.
L’altro giorno la prof di scienze ha spiegato il sistema nervoso. E siamo arrivati a quello autonomo, o vegetativo –che io ho collegato con il coma-. Poi ha parlato anche di simpatico e parasimpatico, e io ho pensato subito a Seme e Uke –ditemi pervertita, ma io ho due compagni di classe MASCHI che fanno finta di stare insieme, quindi immaginatevi i miei scleri uwu-, poi quando abbiamo fatto il riepilogo orale mi è venuta in mente questa cosa.
Oggi, appena ho potuto, l’ho scritta, e anche se l’idea iniziale per questo capitolo era EndoKaze, ho approfittato del momento ispirato per scrivere e pubblicare, e quindi lasciare campo libero alla mia ammmmorah adoratah♥♥
Ora, spero che vi piaccia, perché io non ne sono molto convinta –non ditelo a Kis-chan che l’ho fatta pure piangere-, e se trovate errori ditemelo!
Vi lascio alla mia tessshorah!
Un bacio al profumo di anice (???)
Maddy c:
 
Oooook.
Maddy ---> KidoFudo ---> Angst. Tanto angst. ---> Finale stupenderrimo. Asdfghjkl ♥♥
Hola, gente.
Maddy mi vuole tanto male, anche se lo nega. Perché mi scrive certe one-shot meravigliose, come questa, e il mio cuoricino non regge.
Tutta quella depressione di Kidou per il coma di Fudou. ;A; E il finale. Oooooh, il finale. ♥ 
Tanto amore per quei due. E per Maddy. ♥♥
Bien, vi saluto. La prossima shot sarà scritta da me. E io non vi dirò mai la coppia, MUAHAHAHAH-- //lasopprimono.
Chu!
Kis-chan. ~

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Capitolo 6
*** .: RocoNatsu :. ***


Era una di quelle serate in cui o si fa qualcosa, o non si fa niente. Una di quelle sere d’estate in cui ci si diverte solo sotto un gazebo, a sgranocchiare qualcosa e a guardare l’orizzonte, il mare illuminato dai riflessi della luna e… Il proprio ragazzo.

Natsumi Raimon odiava il clima tropicale che regnava sull’isola di Liocott, e odiava stare in riva al mare, sulla spiaggia, per di più di sera. La sabbia le entrava nei sandali aperti, e le zanzare la stavano letteralmente divorando. Frugò per qualche secondo nella sua grande borsa di paglia intrecciata; da essa tirò fuori uno spray anti-insetti da spruzzare sulla pelle, e si riempì di prodotto. Aveva un odore acido, sembrava quasi un limone. E anche Natsumi ora profumava di agrumi.

Erano in piena estate, eppure faceva un certo freschetto quella sera; ed essendo in shorts e canottiera, la ragazza dai capelli color rame sentiva leggermente freddo. Eppure non voleva spostarsi da sotto quel gazebo candido, perché in fondo preferiva prendersi un raffreddore, piuttosto che perdersi gli allenamenti del suo ragazzo.

Infatti, Rococo Urupa si stava allenando al chiaro di luna sulla spiaggia, con quel pneumatico gigante che anche il suo amico Endou aveva usato fino a qualche tempo prima per allenarsi. Il ragazzo voleva migliorare, in modo da riuscire a parare i tiri dei giocatori della Inazuma Japan, in futuro.

E allora si allenava sulla spiaggia dalla mattina alla sera; la sua squadra aveva deciso di fermarsi a Liocott ancora per qualche settimana dopo la fine del FFI, e allora tanto valeva usufruire del proprio tempo libero per allenarsi ancor di più.

Dopo aver respinto l’ennesimo brusco arrivo del pneumatico gigante, Rococo si voltò per dare un’occhiata alla sua ragazza. Seduta sotto quel gazebo, poco vestita e ovviamente infreddolita, era davvero carina per Urupa.

Rococo si voltò di nuovo, riprendendo l’allenamento. La luna illuminava la spiaggia e il mare; era davvero tardi, eppure il ragazzo non sembrava voler smettere di allenarsi. Preferiva di gran lunga migliorare come portiere che dormire.

Invece Natsumi stava davvero per addormentarsi. Non era abituata a stare sveglia fino a tardi, infatti andava sempre a letto presto per evitare l’invecchiamento precoce della pelle, eppure c’era qualcosa che le impediva di alzarsi da quella sedia da giardino ed andare a dormire. Forse era la vista del suo compagno che si allenava a petto nudo.

Ma come caspita faceva a stare mezzo nudo in una sera di agosto inoltrato? Natsumi sentiva freddo solo a pensarci, per cui fece in modo di concentrarsi sulle continue hissatsu che il ragazzo utilizzava per parare i colpi, e si concentrò talmente tanto che non si accorse della figura snella di Rococo che le si avvicinava e le posava un leggero bacio sulla fronte. Quando la ragazza si rese conto dell’accaduto, qualche secondo dopo, avvampò all’istante, facendo sorridere divertito il portiere.

-I-Idiota.- sussurrò imbarazzata la ragazza dai capelli ramati, facendo così ampliare il dolce sorriso che le rivolgeva il ragazzo.

-Eri talmente concentrata da non vedermi? Certo che sei proprio strana, Natsumi.- disse infine Urupa, come se avesse trovato una definizione perfetta per la fidanzata.

-Quello strano sarai tu!- esclamò allora la Raimon, con le guance arrossate; per fortuna erano praticamente al buio e il suo colorito non si notava molto.

Rococo si lasciò sfuggire una risata, poi tornò serio e puntò il suo sguardo in quello della ragazza.

-Stavo pensando, Natsumi…- disse attirando la sua attenzione.

-Cosa?- chiese incuriosita la ramata. Il ragazzo fece una lunga pausa.

-Che ne dici se da grandi verremo in luna di miele proprio su quest’isola?- rivelò infine.

Natsumi divenne rossa come un pomodoro: da quando Rococo faceva uscite del genere?

Si alzò meccanicamente dalla sedia su cui stava seduta e camminò imbarazzata come un burattino fino al sentiero che l’avrebbe portata al villaggio della squadra, seguita da un Rococo Urupa più che divertito.

 

 

.: Note delle autrici. :.

AHAHAHAHAHAH NO.

Io, Kis, sono estremamente in ritardo. Estremamente tipo più di un mese. Uccidetemi pls. :”D

Maaa, non ho avuto ispirazione fino a qualche giorno fa: inizialmente volevo scrivere su un’altra delle coppie che avevo scelto, ma poi dato che non mi arrivava l’illuminazione, ho rimandato tutto. E alla fine ho optato per la RocoNatsu, coppia che ultimamente mi sta interessando parecchio. Rococo ti amo.

E niente, spero vi sia piaciuta. Mi piace immaginare ‘sti due picci in questo modo, Natsumi incredibilmente tsundere e Rococo che la provoca così. c’: Non sono carini? *u*

Lasciatemi un commentino, magari! Ci vediamo alla prossima os! (?)

Chu!

Kis-chan.

 

Ceh, qui c'è davvero gente che vuole uccidermi.
/nessunaccennoallaquipresenteKis-chancoff//
No, allora, sarò breve. 
-LODICOTUTTELEVOLTEESCRIVOPOEMETTI--
Allora, molto carina si. 
Seconda RocoNatsu in tutta la mia vita. 
Maaaaaa, devo dire che Rococo è dolcissimo aw ♥
/Comemecheprofumodizuccherofilatocoff//
E Natsumi intontita dal sonno mi piace, chissà perchè c':
Ma il ragazzo la sa svegliare, oooh si! x"
Ma come se ne esce?!? 
Avrà avuto il vero intento di ucciderla, povera Natsumi!
/vuolefartelapagareperilciboipersalatocheglipropini,staiattentacoff//
Ho la tosse, che volete?
Eppure è stato romanticoso♥♥♥
Credo di aver finito! 
Faccio ancora i complimenti alla mia mogliah bellisshimah, ovvio **
E vi lascio. VACANZEEEEE, YEEE!
/VADOACOMOCREPATETUTTICOFFCOUGHT//
Beh, vi lascio, neh!
Alla prossima coppia!
Un bacio 
Momo -o Maddy-

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Capitolo 7
*** .: AtsuYuuka :. -GenderBender- ***


Il giovane era ai fornelli, indossando un imbarazzante grembiule sopra gli abiti invernali, mentre preparava la cena per sé e il suo ragazzo. Quest’ultimo, ancora fuori casa a causa degli allenamenti dopo la scuola, gli aveva dolcemente domandato se, per gentilezza, gli potesse preparare del sashimi, dato che lui lo sapeva cucinare così bene…
Inizialmente, il rosa aveva negato categoricamente la sua disponibilità, ma allo sguardo supplichevole del più piccolo semplicemente non aveva resistito; e ora si trovava lì, il giorno del suo compleanno, a sbuffare davanti al piano cottura, perché ovviamente non poteva preparare solo del sashimi, no: il castano gli aveva anche chiesto del tempura* (come riuscisse a mangiare uno e altro, poi, il maggiore non se lo spiegava proprio), perché sarebbe stato stanco dopo l’allenamento.
… Inutile dire che il Fubuki aveva quasi immediatamente ceduto ai grandi occhi color cioccolato dell’altro, che gli si era gettato al collo e gli aveva lasciato un bacio a fior di labbra proprio prima di uscire di casa.
Come in trance, si posò delicatamente due dita sul punto di quel leggero quanto dolce contatto, e gli sembrò di percepire nuovamente il sapore di cannella della pelle morbida del fidanzato. Sorrise, quasi senza accorgersene, e sciolse leggermente la posa impettita assunta dalle sue spalle, per poi ridacchiare.
Un rumore improvviso proveniente dalla padella dove stava friggendo le verdure lo riscosse, e per poco non rimase ustionato dallo schizzo di liquido bollente; lo evitò per un soffio, e immediatamente tolse il cibo dal fuoco, notando che l’aveva bruciato.
Non l’avrebbe mai mangiato così, quel ragazzino poteva scommetterci, a lui non piacevano le cose carbonizzate, ma per quanto se lo ripetesse Atsuya era consapevole del fatto che non avrebbe potuto evitarlo.
Sospirò, poggiando la verdura cotta su un piatto e ripromettendosi che gliel’avrebbe fatta pagare a quel moscerino, e molto cara.

Il giovane dai corti capelli color cioccolato, dello stessa tonalità delle grandi e luminose pozze che si ritrovava al posto degli occhi, camminava con calma quasi irritante verso l’appartamento che condivideva da pochi mesi con il fidanzato.
A ripensarci gli veniva da ridere, e ancora non si spiegava come suo fratello avesse mai acconsentito ad una cosa simile: molto probabilmente ci aveva messo lo zampino il suo dolce cognato dai capelli argentati, chi lo sa…
Un leggero sogghigno malizioso gli si dipinse sul viso chiaro, pensando a come fosse effettivamente semplice trovare i punti deboli del biondo, se aveva a disposizione un tipo come Shirou, poi scoppiò a ridere: se mai Shuuya l’avesse potuto sentire gli avrebbe di certo gridato contro che non era vero.
Terminato lo scoppiò di ilarità, Yuu portò le dita intrecciate dietro la nuca, lanciando un’occhiata al cielo nero e sorridendo, mentre la busta di carta che teneva appesa al braccio gli dondolava alle spalle.
Effettivamente non sapeva che pensare, era come se la sua mente si fosse improvvisamente svuotata: il bello era che solitamente era piena di voci e di parole che non c’entravano nulla fra di loro, ma che creavano solo un immenso casino nella sua testa.
In quel preciso istante, però, l’unica immagine che riusciva a focalizzare distintamente era quella di Atsuya, il suo viso, gli occhi, le labbra, i capelli. Sentì caldo all’altezza del petto e dello stomaco, come se si stessero sciogliendo, e in un attimo ricordò il loro primo bacio: era stato alquanto imbarazzante, lui era malato e il Gouenji, che aveva una cotta pazzesca per il rosa dai tempi delle medie, si era offerto per fargli compagnia. Mentre gli stava cambiando la pezza bagnata che aveva sulla fronte, il malato aveva sollevato repentinamente il viso e lo aveva baciato, rendendolo più rosso di un peperone.
Il fatto che poi quel bacio lo avesse confinato a letto per una settimana non aveva tanto peso, anche perché tutti quei giorni li aveva passati con Fubuki.
Subito dopo, come una cascata, gli ritornarono alla memoria miriadi di momenti dolci e divertenti passati insieme a lui, e le sue gote si imporporarono lievemente quando l’immagine di un Atsuya inginocchiato –nemmeno gli stesse chiedendo di sposarlo- che gli domandava se volesse vivere con lui.
… E il categorico ‘No’ di Shuuya che lo faceva scoppiare a ridere, ogni singola volta.
Anche lì, nel mezzo della strada che lo separava da lui, rise, tanto che due piccole lacrime luminose gli inumidirono gli angoli degli occhi. Le estinse con il dorso delle dita, accelerando poi il passo sino ad iniziare a correre.

- Finito.- sospirò il ventisettenne, lasciandosi scivolare su di una sedia ed osservando il suo piccolo capolavoro: tavola perfettamente imbandita, candela rossa e rose.
- Caspita, sembra il suo di compleanno, mica il mio!- osservò, realmente stupito, poi notò che per tutta la serata non aveva fatto altro che pensare al suo scricciolo, quel fastidioso, chiacchierone, instancabile marmocchio che lo aveva fatto pazzamente innamorare.
Per un attimo non fece caso al rumore della serratura e a quello della porta che si apriva, ma quando essa si fu riadagiata allo stipite si trattenne dallo scattare in piedi; finse poi un’aria indifferente, mentre il più giovane lo raggiungeva nella cucina e, con un sorrisetto furbo sul viso, gli si sedette sulle gambe. Si accoccolò sul petto caldo del rosa, chiudendo gli occhi come se volesse dormire.
- Hai fatto tutto questo per me?- gli soffiò sul collo, innocentemente, soffocando uno sbadiglio. Il maggiore esitò prima di rispondergli.
- Ess-no, ne avevo voglia.- ribatté, e il Gouenji saltò giù dalle sue gambe per andare a sedersi dall’altra parte del tavolo.
- Beh, allora, non mi servi?

Il Fubuki sbuffò, sedendosi sul divano e accendendo la televisione. Il castano era andato in bagno, e lui aveva deciso che avrebbe lavato i piatti l’indomani, dato che al momento desiderava solo rilassarsi. Iniziò a fare zapping, ed era talmente rintontito dalla giornata pesante che non si accorse del proprio ragazzo sino a che egli non gli ebbe sventolato una mano chiara davanti agli occhi vacui. Atsuya si riscosse, sbattendo le palpebre un paio di volte, poi si voltò verso il diciannovenne: notò che gli porgeva un pacco, sorridendo.
Lì per lì rimase stupito, poi sembrò ricordarsi di tutto e afferrò delicatamente l’oggetto dalle dita piccole del fidanzato, che gli si sedette accanto.
- Su, aprilo.
Senza farselo ripetere due volte, il rosa scartò il regalo, scoprendo un paio di guanti, una cuffia e una sciarpa blu avio. Il suo volto e i suoi occhi si illuminarono e, prima che potesse pensare ad altro, si gettò ad abbracciare il castano, per poi impossessarsi delle sue labbra morbide e dolci.
I due restarono uniti in quel contatto profondo per qualche minuto, per poi staccarsi, arrossati e ansanti. Il castano sorrise, angelico, intrecciando le dita al collo dell’altro, che si era ritrovato su di sé.
- Buon compleanno, Atsuya~



 
*Angolino autrici*
E PUBBLICO GENTE, AMATEMI ORA!
Ehm, forse no ^^’
Allora, innanzitutto tanti auguri di buon anno e buona befana, anche se in ritardo (?)
E adesso vi spiego.
Questa idea mi è venuta massaggiando con la mia nee-san, Chris, e dato che (??) gliel’ho dedicata, e ho preso due piccioni con una fava (???)
L’ho fatto perché:
- è il suo compleanno
- l’ho conosciuta proprio grazie ad una AtsuYuuka 
- le voglio bene perché è sempre lì a sorbirsi i miei scleri
Quindi, grazie nee-san, grazie di tutto, e spero che questa cosina ti abbia fatto piacere.
Inoltre, ho pubblicato qui perché fra le pair che avevo scelto c’era, appunto, l’AtsuYuuka uwu
Il GenderBender a Yuuka, perché uno Yuu mi attizzava (??)
E nulla, spero vi sia piaciuta, grazie per aver letto e ancora tantissimi auguri alla mia nee-san.
Perdonate la mia rapidità, ma proprio non ho tempo.
Un abbraccio
La pesca~
**
Allora, inizio col dire che... MADDY MA SEI DA AMARE OUO 
Solo lei può scrivere certe cose ** io la amo segretamente -ma tanto ora lo sanno tutti ngé
Comunque, questo capitolo è davvero bellissimo -almeno per me ùwù-- e sinceramente mi è piaciuta l'idea del genderbender di Yuuka -adesso andrò a disegnare questo genderbender perché si--

Purtroppo non ci sono tante cose da dire oltre alle stesse, perché queste tizie sono brave -troppo brave- e hanno una fantasia e un'ispirazione uniche, amatele ❤
Con questo me ne vado, ho già rotto troppo le pallocciole ouo

VAI MADDY, SII UNA PESCA SCRITTRICE DI MERAVIGLIOSE FANFICTION ATSUYUUKA ❤
**
… Kis-chan, quella che sta pubblicando in questo momento sotto richiesta della pesca, non ha avuto tempo di leggere lo splendore della sua mogliah, che è la pesca stessa. Kis-chan è depressa per cose che non vi interessano, ma si sta lentamente riprendendo grazie alle ragazze del sito, che la sopportano. Kis-chan pubblica e spegne tutto.
Chu e basta.
Mari.



 

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Capitolo 8
*** .: TeruShi :. ***


Note: ho seguito un mio personale headcanon. Shirou ha un pesce rosso di nome Golden e gli vuole tanto bene ye<3 –forse troppo—
Sper non ci siano errori, buona lettura uwu
 
 
 
 
 
 
 
 
La pinna di un colore rosso, più chiaro rispetto al resto del piccolo corpicino squamoso del pesciolino, si agitava velocemente, facendolo nuotare per tuta la boccia colma d’acqua.
Shirou stava lì, le braccia incrociate e poggiate sul mobile di legno dove era posta la vaschetta di vetro e la testa poggiata su di esse, mentre fissava con la calma e l’attenzione di un bambino curioso il piccolo pesciolino di nome Golden e sorridendo dolcemente al suo indirizzo, mentre continuava a sguazzare senza troppi sforzi e ininterrottamente nel liquido limpido e trasparente.
 
La porta del bagno che veniva chiusa, provocando un rumore non troppo forte, ma facilmente udibile, non gli fece distogliere l’attenzione dal piccolo esserino.
Terumi lo guardò, strofinando l’asciugamano candido contro il capo in modo da assorbire quel poco d’acqua che ancora gli gocciolava dai capelli biondi.
Sbuffò pesantemente, attirando lo sguardo del minore che, dopo neanche un secondo, tornò ad ammirare la vaschetta d’acqua.
 
Fubuki si era fissato con quello stupido ed insignificante pesce rosso, ignorando completamente la sua persona facendolo stizzire. Trovava assolutamente e categoricamente inaccettabile il comportamento dell’argenteo.
 
Detestava essere ignorato, soprattutto dal suo ragazzo.
Non sapeva davvero cosa diamine ci trovasse l’albino in quel viscido ed orribile mostriciattolo squamoso. Lui era molto meglio, senza dubbio.
 
Si incamminò frettolosamente verso il punto dove si trovava Shirou, per poi buttargli malamente sulla testa argentea e disordinata l’asciugamano con cui si stava asciugando i capelli, coprendogli gli occhi grigio-blu.
L’altro, colto alla sprovvista, si alzò facendo qualche passo indietro, cercando appoggio.
Quando poi cercò di togliere la causa della sua ‘cecità momentanea’ dalla testa si sentì prendere di peso, non sentendo più il pavimento liscio e freddo sotto i piedi scalzi.
Afuro, tenendo stretto il ragazzo sulla sua spalla a mo’ di “sacco di patate”, si avviò verso la camera da letto, il più lontano possibile da quella dannata boccia e da quell’orribile pesciolino-ruba-fidanzati.
L’asciugamano intanto era caduto per terra e Shirou, appena vide di avere il volto troppo vicino alla schiena nuda del maggiore, cominciò a scalciare e ad agitarsi.
 
- E’ inutile che ti dimeni così. Stavi per diventarmi pesce rosso- dipendente. – disse in modo autoritario Terumi, cercando di ignorare il leggero –mica tanto- dolore che gli provocavano i calci e i pugni del fidanzato.
Aprì con un calcio la porta in legno della stanza, facendola sbattere pesantemente contro la parete a fianco.
Successivamente buttò a peso morto il minore sul materasso morbido del letto ancora sfatto, mettendosi poi seduto a cavalcioni sul suo stomaco. 
- Detesto essere ignorato, dovresti saperlo. Inoltre è da quando c’è quell’orrenda pallina di sushi che non mi parli più, limitandoti a dei semplici e insignificanti monosillabi. – affermò, incrociando le braccia la petto.
 
- Golden non è ‘un orribile pallina di sushi’! – rispose stizzito Shirou – E comunque sei un pervertito, megalomane, vanitoso con manie di protagonismo.. – borbottò infine.
- Meglio essere un pervertito, megalomane, vanitoso con manie di protagonismo… che essere ignorato da te. Ovvero il mio –adesso possiamo dirlo ufficialmente- fidanzato.- disse il biondo abbassandosi, in modo da far scontrare i loro petti e posando un leggero bacio a stampo sulle labbra rosee e sottili dell’albino, che arrossì palesemente, per poi infilare la testa nell’incavo del collo bianco come il latte di Fubuki.
Dopo un istante di smarrimento, l’argenteo decise di stringere le braccia attorno ai fianchi leggermente abbronzati del maggiore, in un goffo quanto adorabile abbraccio. Sospirò.
- Ti rendi conto che stai facendo una scenata di gelosia per un pesce rosso? – chiese retoricamente.
- Si. – rispose solamente Terumi senza muovere un muscolo, evitando così spostarsi da quella posizione ai suoi occhi troppo comoda per essere sprecata.
- Forse non ti sono stato accanto e ti ho ignorato in questi giorni, quindi.. M-mi dispiace. – sussurrò imbarazzato e veramente poco convinto.
Neanche sapeva perché si stava scusando, poi.
- Non ti scusare se non sei realmente sicuro di cosa scusarti. – sussurrò flebilmente.
Terumi alzò il capo, strofinando lentamente il suo naso contro quello dell’albino.
- Vorrei che mi dicessi – chiuse gli occhi – se preferisci quel pesce a me. – terminò, alzando pigramente le palpebre e incatenando i suoi occhi cremini in quelli chiari del ragazzo.
 
L’altro lo guardò stupito, per poi boccheggiare.
- Allora? – Terumi alzò un sopracciglio, scettico, aspettando una risposta che tardava ad arrivare.
- M-ma ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo?! – quasi urlò, Fubuki, in un misto di rabbia insensata e confusione.
- Si, abbastanza. – annuì l’altro.
- M-mi… Mi pare ovvio che non possa preferire un pesce rosso al mio ragazzo! – affermò, arrossendo fino alle orecchie e distogliendo lo sguardo.
Afuro spalancò gli occhi gioioso, per poi tuffarsi –letteralmente- a baciare l’albino in un modo che definire illegale, è poco.
 
- Questo significa che possiamo buttare Golden nel water? – chiese speranzoso.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
.:Se non ci sono i barbapapà ci sono le Vegetali per caso.
 
Amate la TeruShi come la sto amando io, thanks <3
Finalmente riesco a pubblicare questo capitolo davvero troppo piccolo XD ma vabbè
Probabilmente è privo di senso logico, ma seguire gli headcanon aiuta a scrivere(?) quindi ciccia uwu
Mi piaceva l’idea di un Afuro geloso e quindi ho pensato ad uno scontro: Afuro vs Golden che poi Golden è il nome di un pony del mio maneggio ewe

L’ho scritta a scuola –perché ho scoperto che lì mi viene un sacco di ispirazione e non so perché(?)- mentre venivo malamente interrotta dal mio compagno di banco e da un mio compagno di classe che conosco da tipo 8 anni che sta seduto al banco davanti a me.

Loro volevano leggere ma io non posso rivelare la mia identità da scrittrice di obbrobri a quei due u.u
Che poi, tra uno che si girava a random e mi scarabocchiava con la matita  sul banco e l’altro che mi prendeva le forbici facendo finta di tagliarsi un orecchio e scrivendo con la matita sul banco cose del tipo “Martina è la più truxxa” cercando di ripassarlo con il pennarello indelebile, stavo impazzendo.
Quindi ringraziate loro se questo capitolo faceva pena uwu
 
Alla prossima <3
 
 
 


 
EhehehehEHEHEHE--
Ma salve! Vedete che ha fatto Marti? TeruShi! Una delle mie otp nascoste, sì. uwu
E boh, ora condivido l'headcanon su cui ha basato tutto, perché sinceramente ce lo vedo troppo Shirou alle prese coi pesci rossi (?) e Afuro che beh, è geloso. Perché Terumi è adorabile, è amabile, e sicuramente preferirei lui, anzi, ovviamente!, a uno stupidissimo pesciolino rosso.
E quando i due erano sul letto il mio kokoro ha iniziato a battere forte forte. -what--
Ma meglio se mi dileguo, ora.
Chu!
Kis-chan. c:
 
 


 
Ceh, ma cosa dovrei dire?
Questo capitolo TeruShi (che poi, fra l'altro, è massimo il terzo che leggo) è bellissimo! 
Non mi spiego come tu faccia a convincermi sempre, ma boh!
Ma io ti ho convertito all'AtsuYuu(ka), siamo all'incirca pari dai.
-Senza contare Dangan Ronpa e Angel Beats--

...
Mi sono ritrovata a parlare con Winni-chan e non con i lettori, pardon! :''D
Il fatto è che non ho fatto colazione oggi, e quindi...

Ma ceh, Afuro è troppo dolce!
Ma davvero è così forte da sollevare Shirou? 
-Che poi me lo immagino lui ad arrossire, aw che dolshioo--
E si siede su di lui, hai capito!?
Preitosazzu eue
... No, non parlo in sardo perché non lo capisco e ci scrivo?!
I misteri della vita :''D
E quindi, cos'altro?
Spero che questo capitolo sia piaciuto a voi quanto a me, perché la castagna è stata troppo brava, e ora mi dileguo!
Un abbraccio
la pesca

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