Figlio di Zeus ϟ

di AlbertoZeusSon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mia professoressa cambia acconciatura. ***
Capitolo 2: *** Vengo scambiato per una pista di atterraggio. ***
Capitolo 3: *** Scopro che Luke non è molto puntuale ***
Capitolo 4: *** Il campo ama il Rap!! E il sangue… ***
Capitolo 5: *** Vengo a sapere che Red sa Combattere ***
Capitolo 6: *** Ma Siamo Eroi o Erboristi? ***
Capitolo 7: *** Credo di avere le vertigini. ***
Capitolo 8: *** Chiaviamo una slot machine!! ***



Capitolo 1
*** La mia professoressa cambia acconciatura. ***


La mia professoressa cambia acconciatura.

-“Albeert svegliati”- I toni soavi e dolci di mia madre mi svegliano. “7° giorno di scuola e già non ne posso più”.
-“Albert svegliati, questa è l’ultima volta che te lo dico, o mi costringerai a versarti addosso una tanica di acqua”- “accidenti quella lo fa davvero!!” mi alzo in fretta prima che quella pazza mi faccia la doccia-“Buongiorno”-le dico in tono sarcastico.
-“Mangia e vai a scuola”- mi dice mettendomi davanti un piatto con uova strapazzate e bacon, il mio stomaco fa feste al solo vedere quella meraviglia, mi accarezzo il labbro ferito–“Che hai fatto al labbro Albert?”- ecco qua il 3° grado è partito, ma non le posso dire che Mark Reed mi ha dato un pugno perché non mi voleva far entrare in un pub, anche se pieno di brutta gente, come lui del resto.
-“Me lo sono morso”- “Non mi scoprire, non mi scoprire, non mi scoprire….”
-“Non te lo mordere più! Ti è diventato livido.”- “Evvai..” annuisco con faccia seria poi faccio un sorriso, mi metto sull’attenti e con un saluto militare le dico-“Agli ordini sergente Rose Stone”- vedo la sua espressione ammorbidirsi “L’ho scampata bella!! Non mi avrebbe fatto uscire più per un mese”.
-“Vai a lavarti Albert o farai tardi”- entro in bagno e visto che non sono in un ritardo esagerato come dice lei mi faccio una doccia che mi sveglia definitivamente dal mio torpore. Uscito dalla doccia mi asciugo, mi lavo i denti e dopo essermi messo un po’ di gel ai capelli esco dal bagno seguito da piccole gocce di nebbia.
 
“Cavolo è tardissimo!!!” Esco di casa correndo come un dannato, lo zaino che mi rimbalza contro la schiena e le Adidas che quasi volano a pelo del terreno.
-“Ciao! In anticipo come sempre vedo.”- vedo Dylan che corre al mio fianco, lui è il mio migliore amico. Da quanto tempo ricordi, mi è sempre stato vicino, abbiamo fatto tutto insieme ed ora siamo nella stessa classe alla Madison Art School di Manhattan.
-“Senti chi parla!”- aumento la velocità sfidandolo, anche se so di perdere contro di lui, è il più veloce della scuola.
-“Mi stai sfidando Albert?”- dice raggiungendomi senza alcuno sforzo.
-“No Dylan ho solo fretta di arrivare.”- “Meglio di no Albert!! Non lo sfidare!” mi rimprovero da solo.
-“Okay allora è meglio se ci sbrighiamo!”- aumentiamo il passo entrambi.
 
-“Wow ce l’abbiamo fatta!!”- dico con il fiatone.
-“A quanto pare”- dice lui fresco come una rosa.
Entriamo nei corridoi della scuola e ci viene incontro il nostro amico Luke.
-“Ragazzi voi sarete espulsi anche da questa scuola se non arrivate in orario!”- ci ammonisce Luke, io e Dylan ci lanciamo un'occhiata di intesa e gli sorridiamo.
-“Ma Buongiorno anche a te Luke. Comunque non ti preoccupare se non ci ha visto quella spia della prof. McFuck siamo apposto”- la McFall è la professoressa più stronza di tutti gli Stati Uniti chiamata McFuck da me e miei amici dal primo giorno.
-“Signor Stone nuovamente sul filo del rasoio, ma un giorno la farò espellere da questa scuola, ci conti!!”- “oh cazzo! Speriamo non abbia sentito il soprannome che le abbiamo dato”  continuo a camminare fingendo di non sentire e poco dopo scoppiamo tutti e tre in una sonora risata.
-“Hey ragazzi!”- ci vengono incontro Antony ed Antony.
-“Ciao Joker”- Antony lo chiamiamo Joker perché è un buffone, ma non ha nulla a che vedere con quello di Batman-“Ciao Red”- Antony lo chiamiamo così per il colore dei suoi capelli che sono di un rosso vivo.
-“Andiamo in classe, non voglio essere espulso… io”- dice Luke in tono ansioso e petulante.
-“Okay”- Sbottiamo io e Dylan.
 
Il professor Callahan entra in classe, lui è l’unico professore che mi piace, insegna arte, è giovane non un cadavere ambulante come gli altri, ed è l’unico che ci fa fare delle gite. Ci zittiamo tutti mentre lui con la sua voce profonda inizia a chiamarci uno per uno, la sua voce assomiglia a quella di Barry White.
-“Allen?”- inizia il prof attendendo l’alzata di mano o la risposta dell’alunno chiamato. Antony alza la mano.
-“Blake?”- continua –“Eccomi prof.”- risponde Dylan facendo un cenno della mano.
-“Hammer?”- “che cognome forte che ha Red”. Lui alza la mano.
-“Stone?”- “oh ha chiamato me” –“Ci sono”- dico con un sorriso.
-“Wall?”- Luke alza la mano.
-“Ed eccoci alla fine di questo supplizio. Williams?”- vedo Angel Williams alzare la mano e sento il mio cuore sciogliersi al solo vedere quegli occhi blu come il mare.
Sento le parole del prof. Callahan su Leonardo da Vinci che studiava i corpi dei morti e sorrido vedendo la faccia disgustata di Angel. Che angelo! I capelli color castano scuro leggermente mossi, gli occhi blu come il mare, quelle labbra meravigliosamente piene e sensualissime: la prima cosa che ho notato dopo gli occhi.
Lei non lo sa ma io la amo da tanto tempo, già da dicembre dell’anno precedente quando in classe la prof. di musica chiese se qualcuno voleva cantare la canzone “Isn't She Lovely” di Stevie Wonder il giorno successivo, lei alzò la mano e io dopo di lei. Il giorno dopo io portai la mia Gibson SG e l’amplificatore e cantammo in duetto. Il mio cuore cominciò ad accelerare il suo battito e capì in quel momento che la amavo. “Chissà se lei prova qualcosa per me”.
-“Stone!”- il prof. Callahan mi fa ritornare alla realtà –“Io sono molto buono con lei anche se non studia molto, ma pretendo attenzione, quindi o ci rende partecipi dei suoi pensieri”- arrossisco –“O sta attento!”- “cavolo inizio ad odiarti! Okay hai ragione!” rispondo in fretta-“Si prof sto attento!”
La lezione passa velocemente, quel genio di Leonardo mi piace sempre di più, assomiglia molto a Red per il fatto che sta sempre a costruire qualcosa, e a Luke perché è intelligente oltre ogni modo. A me assomiglia perché lui voleva volare e anche a me piace il cielo e volare in aereo.
 
-“Hey Albert, come va il labbro?”-sento la voce odiosa di Mark Reed e mi avvicino a lui a passo cadenzato e mediamente veloce-“Che c’è Stone? Ne vuoi ancora?”- dice mostrando il pugno destro. Vedo Dylan al mio fianco-“Tranquillo Albert”-mi dice-“Io lo prendo da destra, tu vai da sinistra.”- sento delle braccia che mi bloccano.
-“Joker, Antony lasciatemi gli voglio spaccare la faccia!”- dico con gli occhi iniettati di sangue.
-“No Albert, la McFall ha bisogno solo di una scusa per buttarti fuori. Non gli dare questa possibilità.”- le sagge parole di Luke mi fanno ragionare. Smetto di dimenarmi. I due mi lasciano, poi vedo Angel e la mia rabbia sparisce, lasciando spazio alla tristezza e alla delusione quando vedo che saluta Marc e lui le da un bacio sulle sue labbra. Lei non reagisce ma non è molto entusiasta.
Con il cuore a pezzi giro i tacchi e inizio a tornare a casa con i miei amici.
 
-“Hey Albert non ti preoccupare, potete continuare ad essere amici, ci sono tanti pesci nel mare, ne troverai una migliore. Una che ti ama.”- dice Joker per farmi sentire meglio, io lo guardo inespressivo, poi noto Dylan che lo guarda in cagnesco e prima che inizi a insultarlo gli prendo l’avambraccio, lui mi dice-“okay?”- annuisco e poi rispondo-“okay”- che brutta sensazione. “Che qualcuno ti fulmini Mark!!!”.
 
Rientro in casa e mi chiudo in camera ad ascoltare la musica. “Numb” dei Linkin Park mi fa sentire meglio. Mia madre mi ordina di iniziare a fare i compiti, così mi butto a capofitto su letteratura: oggi abbiamo un cantico di Dante.
Inizio a leggerlo, ma le lettere iniziano a ruotare, così lo metto da parte e passo a musica, la materia opzionale che ho scelto quest’anno per avere dei crediti in più. Tiro fuori la Gibson dalla custodia ed inizio a suonare “Lasso” dei Phoenix, poi mi torna in mente il bacio che Angel ha dato a Marc, e mi accorgo di suonare “Isn’t She Lovely”. “Maledetta canzone, mi hai fatto innamorare e mi distruggi...”
Inizio matematica, i numeri non mi faranno pensare a niente altro.
Sono le 23:00, sono stanco ed è ora che vada a dormire dopo questa giornata.
 
“Driiiiiiiiin…driiiiiiiiin…driiiiiiiiin” Il suono di qualcosa di infernale mi sveglia.
-“Mamma cosa è questo aggeggio?”- cerco di trovare l’apparecchio da cui viene il rumore.
-“Ti ho comprato una sveglia. Comunque tanti auguri!!”- “oh no, mi bastavi tu!!” la trovo e la spengo, mi pulsano le orecchie.
-“Potevi risparmiartela. Grazie..”- “sul serio bastavi tu!” le rivolgo un sorriso molto trattenuto, oggi niente uova, solo un misero bicchiere di latte. “Meglio così, non ho fame!”
-“Prendila bene, almeno ti ha svegliato mezz’ora prima di ieri. Oggi devo andare prima in lavanderia, magari dopo ti preparo un buon pranzo.”- “Sul serio?!” guardo l’orologio appeso sopra la cucina. “Oh mio dio sono le 6:45!!”
-“Mi vado a lavare, almeno oggi non dovrò correre. Ma da stasera la imposto io la sveglia.”
 Dopo essermi lavato e vestito esco dalla mia camera e mi avvio verso la porta  d’ingresso con calma. Sto per uscire quando sento una mano che mi blocca la spalla, mi giro e mia madre ha qualcosa tra le mani.
-“Albert questo me lo ha lasciato tuo padre prima di partire.”-apre le mani e vedo che sopra c’è un anello di platino con una pietra blu, uno zaffiro-“è un anello molto prezioso”
-“Grazie mamma”- le do un abbraccio ed esco di casa mettendomi l’anello all’anulare destro.
 
Comincio a camminare e visto che è presto allungo la strada passando per il parco, fissando l’acqua e le piccole onde che si formano increspando l’acqua. Respiro a pieni polmoni un’ultima volta e mi dirigo verso scuola.
Vedo i miei amici parlare tra di loro, ma io mi allontano entrando già in classe, e volgendo un ultimo sguardo fuori vedo l’espressione interrogativa di Dylan e degli altri. Mi siedo appoggiando la testa al banco. Prendo l’ipod, mi infilo gli auricolari e ascolto musica su musica, dai Coldplay ai Nirvana, da Stevie Wonder ai Linkin Park. Sto ascoltando “Moondance” di Van Morrison quando mi sento afferrare il braccio. Una presa poderosa con le unghie sicuramente femminili che mi lasciano il segno nella carne.-“Sig. Stone”- è la McFall –“Vorrei parlare della sua media scolastica nel mio ufficio. Adesso!”- mi alzo e senza dire una parola la seguo massaggiandomi il braccio, dove le sue unghie mi hanno lasciato il segno.
 
Entro nel suo ufficio dopo di lei, lei mi fa un cenno con la mano rugosa e vecchia di sedermi su una delle due poltrone di pelle. C’è un cattivo odore, di muffa e putrefazione. “Sarà il suo odore, in fondo lei è un cadavere ambulante”. Lei si siede di fronte a me sulla sua poltrona di pelle di color rosso scuro come il sangue.
Io inizio ad innervosirmi, ma lo sono sempre essendo iperattivo. Lei mi guarda con occhi di fuoco e mi dice-“Ora ne sono certa! Siete voi!”-“ma di che diamine parla questa pazza?” la vedo alzarsi dalla poltrona e girare attorno al tavolo di pregiato ebano-“Si siete voi i sette mezzosangue. E tu sarai il primo a morire!”- “Mezzosangue? Ma ci sta offendendo? E poi sette? Io e i miei amici siamo in cinque se si riferisce a noi, di chi sta parlando sta squilibrata?” Si avvicina a me, e credo di avere le allucinazioni, i suoi capelli stanno diventando fiamme vive, i suoi denti zanne, il suo braccio destro una zampa con artigli di bronzo e la sua gamba sinistra uno zoccolo di bronzo “ma che il bronzo è una nuova moda?” accenno un sorriso sarcastico.
-“Io sono un empusa, ancella di Ecate mia madre, che mi ha creata per uccidere. E tu sarai il prossimo figlio di Zeus!”
 
 
 
 
Note dell’Autore
Salve ragazzi, io sono Alberto, spero che la mia storia vi sia piaciuta.. Il prossimo capitolo uscirà la prossima settimana.
Alberto

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Capitolo 2
*** Vengo scambiato per una pista di atterraggio. ***


Vengo scambiato per una pista di atterraggio.

-“Figlio di Zeus?”- chiedo con aria incredula “Professoressa/creatura di cui non ricordo il nome lo sa che è vietato usare la marijuana?”
-“Si, l’ultimo che ho mangiato è stato due secoli fa, e ne ricordo ancora l’ottimo sapore”- dice scoprendo le enormi zanne e facendo scorrere della bava dalla bocca. Mi lascio sfuggire un suono di disgusto. Lei si avventa contro di me con un lungo balzo, gli artigli illuminati dall’unica finestra appannata dalle ragnatele, le fiamme dei capelli che si ravvivano per l’imminente pasto ma che si spengono quando una lama che non riesco ad identificare le trancia il braccio artigliato e lei mi inonda di una polvere dorata e non c’è più. Scomparsa.
Seguo la lama bronzea che viene illuminata dal sole, arrivo all’impugnatura di osso con un piccolo teschio alla base, proseguo lentamente fino ad arrivare alla spalla e a riconoscere Mark, con il braccio teso in un affondo. Lo abbassa e mi sorride come per prendermi in giro-“Divertito Stone? Sei proprio un coraggioso figlio di Zeus!!”- lo vorrei buttare giù dall’Empire State Building con un calcio.
-“Mark cosa intendeva, quella cosa con il parrucchiere arrabbiato, quando ha detto che siamo mezzosangue e chi sono questi sette?”- la curiosità prende il sopravvento sulla rabbia per l’offesa precedente.
-“Neanche grazie?”- fa ancora l’idiota, poi la sua espressione diventa seria in un baleno-“Hai presente gli Dei dell’Olimpo? Sono ancora vivi e tu sei il figlio di Zeus.”- “Credo che quella cosa ti abbia dato un po’ della roba che si è fumata.”-“I sette siamo io, tu, Angel, Dylan Blake, Luke Wall, Antony Allen ed Antony Hammer. Siamo tutti figli di un dio. Io ed Angel, la mia ragazza”- mi ribolle il sangue per come lo ha detto, quasi come se fosse una sua proprietà-“siamo venuti per salvarvi!”
-“Io di te non mi fido”- mi giro e mi allontano.
-“Dove vai brutto idiota”- mi afferra la mano, io la tiro via e l’anello si gira con la pietra rivolta verso il palmo. La pietra diventa un manico blu al centro con il pomolo di platino e con una lama di bronzo da cui crepitano dei fulmini azzurri. È perfettamente bilanciata con il mio corpo quasi non mi accorgo di averla in mano, la lama è lunga quanto il mio braccio.  Lui diventa bianco in viso e dalla sua bocca esce un sussurro che quasi non riesco a percepire-“Squarcio della notte!!”- “Squarcio della notte eh?! Mi piace. Grazie del regalo Padre o Divino Zeus, come vuoi tu insomma!” sorrido puntandogliela alla gola con un movimento così veloce che l’aria emette un sibilo e poi gli dico-“Perché hai paura di questa spada?”- lui indietreggia di un passo per non essere preso da un piccolo fulmine che era arrivato alla punta della lama. Poi mi risponde-“Ha gli stessi poteri della folgore olimpica, solo che è una spada. Se viene lanciata diventa un fulmine che distrugge tutto fino a che non ha ucciso il bersaglio. Poi ritorna al possessore sotto forma celata. Un anello nel tuo caso. Ma è leggendaria e appare solo a chi ne è veramente degno. Ora che arriveremo nel luogo sicuro tu verrai riconosciuto da tuo padre e i tuoi amici dai loro. Ma la spada è un segno già sicuro che tu sei suo figlio.”- “Era un complimento?” abbasso la spada e scorgo che il pomolo ha un  buco uguale alla circonferenza dell’anello, ci metto dentro l’anulare e la spada scompare ritornando in forma di anello già al mio dito-“Verrò con voi! Ma portami rispetto e Squarcio non ti taglierà la gola”- lo vedo sbuffare e poi annuire. Ci avviamo verso il corridoio dove vedo Angel e i miei amici che mi sorridono e corrono ad abbracciarmi.-“Albert”- dicono in coro-“Come stai? Che è successo? Ci hanno detto che siamo figli degli dei dell’olimpo, ma non di chi di preciso, lo sei anche tu. Tu sai di chi sei figlio?”-dice Luke in rappresentanza degli altri. Io rispondo con poca sicurezza –“Credo di Zeus. Ciò che è successo ve lo racconterò in un posto sicuro dove andremo con Mark ed Angel.”- loro sorridono e annuiscono, io giro la testa e vedo Angel che abbraccia Mark e gli chiede di come sia andata. Riesco solo a leggere il labbiale quando dice: “Il ragazzo ha Squarcio della notte. È lui il prescelto dall’oracolo.”- “Oracolo? Prescelto? E chi cazzo sono Harry Potter?” Angel rimane con le labbra serrate e gli occhi spenti come se non avesse mai sentito cosa più scioccante.
 
Usciamo fuori dalla scuola di corsa, arrivati al cancello principale Mark fa un fischio e appaiono sei cavalli alati bianchi, le parole mi escono dalla bocca-“S-sono dei pegasi!!”- delle creature meravigliose ci salutano con dei nitriti. Angel si avvicina ad un pegaso che nitrisce solo per lei-“Si anche tu mi sei mancato Ring”- gli dice Angel accarezzandogli la testa con una dolcezza che solo lei può possedere.
-“Ma come fa a capire quel pegaso?”- chiede Luke con la sua solita curiosità
-“È figlia di Poseidone che come sapete…”- non ha il tempo di concludere
-“Ha creato i cavalli”- Luke finisce prima di lui –“Lo so, lo so.”
-“Forse ho un idea di chi puoi essere figlio.”-dice riferendosi a Luke-“Ma ora basta domande, montate su quei pegasi e voliamo”- solo ora mi rendo conto che ci sono sei cavalli alati e noi siamo in sette “Idiota Angel andrà con Mark!!” sento una mano leggera sulla mia spalla, è Angel-“Ehi”- mi rivolge un sorriso -“Posso venire con te?”- Angel Williams mi sta chiedendo di salire con me su un cavallo alato? “rispondile di si idiota!!” mi rimprovera la mia vocina ma subentra l’Albert orgoglioso-“Perché non ci vai con quell’idiota del tuo ragazzo?”- lei mi guarda con aria cupa e mi risponde con aria adirata-“Ok, scusami! Rimani da solo, come sempre rimarrai se ti comporti così quando qualcuno ti offre un gesto d’amicizia e tu lo rifiuti così”- “Esatto, io non voglio amicizia. Voglio stare con te, ogni momento della mia vita.” O almeno è questo che le vorrei dire in quel momento. Non le dico niente, salgo sul pegaso gli do una botta con il ginocchio destro e questo inizia a volare. Sento Joker dire-“Ehi Mark ma questi così hanno il Gps?”- e Mark rispondere-“No ma sanno dove andare, voi vi dovete solo reggere”- “Ma sta zitto brutto idiota” do un'altra botta al cavallo e lui parte alla velocità della luce, giro la testa e gli altri non mi stanno dietro così invece di aspettarli accelero entrando nella foresta. Vado avanti fino a colpire un albero. Qualcosa mi pesta e sento un dolore lancinante. Sento una voce preoccupata che mi chiama-“Albert!”- poi perdo i sensi.
 
Sono in una capanna steso su un lettino, forse l’infermeria del “posto sicuro”, in bocca ho un sapore simile al cioccolato. Ho il petto nudo. Vicino a me c’è Angel che sonnecchia. Io le prendo la mano e lei si sveglia di soprassalto -“Chi è? Albert!!”- mi da uno schiaffo-“Sei un idiota, un incosciente, un bambino. Potevi morire!!”- sta per continuare ma le rispondo più velocemente io con uno sbuffo-“Esagerata!! Che sarà mai!!”- lei mi indica lo stomaco. C’è un livido enorme e sento le costole sento un po’ indolenzite-“Cosa è stato?”-circoscrivo il perimetro del livido con la mano “Wow è proprio grande!!” lei scoppia a piangere-“Mi dispiace, Ring è atterrato su di te.”- “Ah ecco cosa mi aveva pestato, un cavallo volante da una tonnellata!!” faccio il coraggioso e mi alzo a sedere anche se il mio corpo protesta-“Vedi riesco già ad alzarmi!”-lei mi sorride, si asciuga le lacrime e poi continua a scusarsi-“Sai non è mai successo. Ring è uno dei migliori dopo Blackjack il pegaso di mio fratello Percy”- il mio pensiero ritorna ai miei amici che non vedo dall’incidente, chiamiamolo così.      -“Dove sono i ragazzi? Sono stati riconosciuti? Io sono stato riconosciuto?”-lei non mi risponde subito per assimilare la grande quantità di domande che le ho fatto-“Stanno tutti bene, sono nella casa di Ermes. Non sono ancora stati riconosciuti, forse stasera nella caccia alla bandiera saranno riconosciuti insieme a te. Molti eroi sono stati riconosciuti così.”- “Eroi? Io un Eroe?” meglio non discuterne. Angel continua-“Mark adesso sarà con Chirone che lo voleva vedere. Cavolo era così arrabbiato perché ti sei ferito”- “Non voglio compassione” mi alzo in piedi sentendo un dolore lancinante alle costole, trovo una maglietta arancione vicino al mio letto che sembra fatta apposta per me così mimo con il labbiale:”È per me?” vedo che Angel annuisce e si avvicina a me facendomi arrossire leggermente dato che sono a torso nudo. Infilo la testa nella maglietta, poi alzando le braccia vedo che non ci riesco e lei mi da una mano tirandomi giù la maglietta. Le sorrido-“Grazie”- lei risponde con il sorriso più dolce del mondo, così caldo e affettuoso. Usciamo insieme dall’infermeria e vedo un ampio piazzale dove stanno discutendo Mark e un qualcosa mezzo uomo e mezzo cavallo, poi mi ritorna in mente il termine “Centauro!!”
-“No, Mark, era una tua responsabilità. Se fosse morto ti avrei staccato la testa a colpi di zoccoli.”- Mark è furioso.
-“Quello li è un idiota se non lo avessi salvato e portato qui sarebbe stato meglio, è presuntuoso e pensa che tutto gli sia dovuto. Come suo padre.”- delle nuvole si ammassano sul campo che ho scoperto chiamarsi “Campo Mezzosangue”. Chirone sta per mollargli uno schiaffo quando arrivo io e anche se non se lo merita lo difendo-“No, sig. Chirone. Non lo faccia, se non fosse stato per Mark non sarei qui. E se non fosse stato per la mia stupidità non mi sarei ferito.”- Mark accenna un sorriso di vittoria. L’uomo/cavallo gli dice di andare via con lo sguardo, ma a metà strada gli dice-“Porta con te Albert. Allenatevi per la caccia alla bandiera”-per poi aggiungere-“Li troverai i tuoi amici”- io annuisco e seguo Mark.
 
Arriviamo all’arena da combattimento e li troviamo i ragazzi che si stanno allenando tra di loro.
-“Ehi ragazzi!!! Che bello vedervi!”- Loro si avvicinano a me e mi abbracciano forte.. troppo forte-“Ahio!!”- sorrido e girando l’anello estraggo Squarcio della notte. La sollevo e girando piano attorno a me li sfido, loro fanno un passo indietro, quando arrivo a Mark lui fa un passo in avanti, estrae la sua spada con il manico di osso con un teschio alla base. Le nostre spade sono molto simili se non per il fatto che il mio manico è di zaffiro e la sua lama non ha dell’elettricità che la avvolge.
-“Fatti avanti!”- mi sfida lui.
-“La precedenza agli anziani.”- “Vediamo se mantieni la calma o perdi il controllo.”
-“Come vuoi”- dice lui con una calma estrema. “Sarà abituato a queste situazioni.”    -“Ah prima di iniziare volevo dirti che oltre ad essere figlio di Ares che come ben sai”-non fa in fretta-“È il Dio della Guerra”- finisce Luke guardandomi con sguardo preoccupato.
-“Si Luke, grazie. Sono anche uno dei migliori spadaccini del campo.”- “Cazzo! è molto più che abituato a queste situazioni” non lo vedo più, ma sento che è alle mie spalle così mi abbasso e il suo affondo colpisce l’aria, la mia spada fa un solco nel terreno dell’arena quando la uso per appoggiarmi. Lui approfitta di questo momento di stallo per colpirmi ad una gamba che inizia a sanguinare ed io a zoppicare.
Estraggo velocemente la spada, così velocemente che la proietto in alto tagliando con un’unica linea retta il mento, il naso, la fronte e una ciocca di capelli che cade come una piuma a terra. Lui mi guarda adirato e si passa una mano tra i capelli facendone cadere altri, poi parte all’attacco come una furia ferendomi prima un ginocchio, poi l’altro facendomi inginocchiare, poi con un calcio mi butta a terra. Sento il sapore della terra sulle labbra.-“Arrenditi Stone.”- “Non voglio arrendermi!!” mi avvicino strisciando alla spada caduta un po’ più lontano la afferro la stringo forte e con un fendente gli provoco un taglio.. o meglio uno squarcio su entrambe le caviglie facendolo cadere ai miei piedi, poi gli punto la spada al collo-“Arrenditi tu Reed!”. Lui tenta di ribellarsi ma più lui si ribella più la mia spada entra nel suo collo, così la smette di dimenarsi-“Mi arrendo!”- i miei amici ci aiutano a rimetterci in piedi.-“Ci vediamo stasera alla caccia alla bandiera”- dico io, lui mi fa un cenno con la mano e si dirige verso la casa color rosso sangue, quella di Ares suppongo. I miei amici invece mi portano verso un’impersonale casa con un caduceo in cima. La casa di Ermes.
 
Entro in uno stanzone con diverse decine di ragazzi. In un angolo i miei amici hanno messo tutte le mie cose, non che siano poi così tante: lo zaino, una maglietta dei Beatles, libri vari e un album da disegno.
-“Accogliente vero?”- mi dice Joker con tono sarcastico indicando le pareti rovinate e i letti inesistenti perché si dorme a terra con dei sacchi a pelo. “Sei sempre il solito Antony.”
-“No! Fa schifo qui, ma la compagnia è ottima. Tanto piacere Connor Stroll”- un ragazzo alto mi tende la mano, io la afferro e la stringo. Mi sembra simpatico.
-“Lui e suo fratello Travis sono i capi della casa Ermes.”- dice Dylan con un sorriso al suo caposquadra.“Che paraculo!”.
-“Bene ragazzi io penso che mi andrò a stendere per un po’ prima che inizi la caccia alla bandiera. Mark mi ha sfinito, anche se l’ho battuto.”- dico lasciando stupito Connor che guarda i miei amici che gli sorridono e annuiscono. “Buon riposo Albert” mi dico e mi lascio sprofondare in un sonno ristoratore.
 
Sento scuotermi per una spalla. Mi sveglio ed è Red-“Ehi buongiorno. Vieni ci dobbiamo preparare per la caccia alla bandiera.”- mi passo una mano sugli occhi“Uffa mi stavo riposando.”
-“Ok”- biascico ancora assonnato. Lui mi guida in una stanza piena di armature greche, spade, lance, giavellotti, archi ed elmi.
Afferro un’armatura ed un elmo con la chioma blu. Antony inizia a spiegarmi le squadre-“Allora Albert con noi che siamo la squadra blu”- accarezzo la chioma “Ma dai Red, non lo avevo capito!” penso guardando il mio elmo ed il suo che gli è grande-“Come stavo dicendo comprende Ermes, Athena, Apollo, Efesto e Poseidone”-ci rifletto un secondo “Poseidone. Che bello, Angel sarà nella nostra squadra.” –“Nella squadra Rossa ci saranno i restanti, cioè Ares, Afrodite, Dioniso e Estia”- mi dice Antony eccitato come un bambino di 7 anni.
-“Mi fai vedere la tua spada? Come si chiamava?”-giro l’anello e compare la mia meravigliosa spada lucente d’elettricità blu. Lui la guarda estasiato studiando ogni minimo dettaglio della spada.
-“Ecco qui Squarcio della Notte”-dico con voce fiera-“Ora è meglio se andiamo alla foresta.”
 
-“Eroi tutti qui”-dice Chirone con voce autoritaria-“Allora Squadra rossa iniziate ad avviarvi nella foresta. Squadra blu restate vicino a me”- Mark guida la squadra rossa nella foresta. Sono felice di vederlo ancora leggermente zoppicante. Giro lo sguardo e vedo che i miei amici hanno già attaccato bottone con i caposquadra o le ragazze  di ciascuna casa. Red sta parlando con un ragazzo simpatico di nome Leo Valdez della casa di Efesto, Luke sta discutendo di strategie con la squadra di Athena, Dylan sta ridendo e scherzando con Connor e Travis, Joker sta tendendo il suo arco “Antony sa usare un arco?? E da quando?” con i ragazzi della casa di Apollo. Io sono solo e anche Angel, così mi avvicino a lei-“Wow mi sembra cosi strano, di essere figlio di un dio. Anche tu hai provato la stessa cosa?”-lei sembra incupirsi a quella domanda.
-“No, molto peggio. Io ho perso mia madre per venire qui, ed ora non faccio altro che salvare idioti come te.”- mi allontano in silenzio. “Ha ragione ad essere arrabbiata. Sarà morta. Chissà come è morta.”
 
-“Pronti? Andate!!”- Chirone ci prende alla sprovvista, ma il gruppo reagisce bene partendo in avanti.
Allora Luke mi spiega il piano d’azione dato dalla casa di Athena. I figli di Efesto hanno creato delle trappole vicino alla nostra bandiera, lungo il perimetro: dei tronchi infuocati che rotoleranno e alcuni spruzzatori che lanceranno delle ragnatele fatte di filo di bronzo, inoltre si occuperanno della riparazione o il potenziamento di alcune armi. Solo Leo Valdez sarà in attacco per sbarrare la via con il fuoco “Ancora non ci credo che sa usare i fuoco”. Apollo si occuperà delle ferite e della protezione del nostro settore con arco e frecce infuocate da dei braceri accesi da Leo. Athena ed Ermes saranno l’attacco e gli esploratori. Poseidone, cioè Angel sarà il vicecomandante sotto i fratelli Stroll, e sarà la persona che prenderà la bandiera mentre gli altri saranno distratti dalle trappole e dalle imboscate preparate dalla casa di Athena.-“Io andrò con Angel!! Non la lascerò sola. Ha solo 15 anni!”-dico preoccupato.
-“È ha già ucciso più mostri e salvato semidei di quanto tu farai mai. Non è una bambina Albert!!”-mi riprende Luke.
-“E non è la tua ragazza!”-interviene Joker “Quanto ti odio quando fai così.” Lui va verso i figlio di Apollo-“Ci vediamo alla fine ragazzi. Buona fortuna!”-Antony porta una sfiga esagerata quando dice: Buona fortuna!
Sento una mano toccarmi la spalla. È Dylan-“Andiamo Albert. Il nostro battaglione ci sta aspettando. Hanno insistito tutti così tanto per averti, dopo che hanno saputo che hai sconfitto Mark, che si è dovuto fare a sorteggio.”- inizia ad incamminarsi ed io lo seguo-“Davvero?”- gli chiedo e lui annuisce sorridendo.
 
Siamo immersi nella battaglia, circondati da dei figli di Ares, io e Dylan spalla a spalla come sempre nella risse. “Squarcio della notte mi affido a te!” dico nella mente alla mia compagna più stretta. Paro qualche fendente e Dylan fa lo stesso anche se la sua spada non è ben equilibrata con il suo corpo e un fendente gli sfiora il suo pizzetto, di cui va tanto fiero. Si arrabbia e sferra un colpo alla tempia con l’elsa al figlio di Ares. Vedo Angel che corre inseguita da due figli di Dioniso e uno di Ares.
-“Dylan, io te ne faccio fuori due, poi devo andare. Mi capisci?”-lo sento annuire in silenzio mentre studia con estrema precisione il punto debole dell’armatura di un soldato per poi colpirlo facendoli fuoriuscire parecchi spruzzi di sangue accecando tre figli di Ares vicini.-“Ora!”- mi urla Dylan, non me lo faccio ripetere due volte. Taglio le armature di due soldati con una mossa vorticosa. Poi mi lancio all’inseguimento di Angel e di quei tre codardi. “Angel arrivo. Resisti!!”  
 
 
Note dell’Autore:
Eccoci qui ragazzi, come promesso il secondo capitolo. Ringrazio tutti quelli che leggono Figlio di Zeus e spero che continuino a farlo. Il prossimo capitolo, come sempre, uscirà lunedì 14.
Alberto

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Capitolo 3
*** Scopro che Luke non è molto puntuale ***


Scopro che Luke non è molto puntuale

-“Angel!”-corro verso di lei mentre i figli di Dioniso tentano di ostacolarmi facendomi crescere attorno ai piedi dei tralci di vite, che mi rallentano, ma non mi fermano. Mi avvicino ai due figli di Dioniso e con un solo colpo di spada gli spezzo le spade corte e loro le lasciano cadere in segno di resa. “Ora tocca a te figlio di Ares!” penso mentre il ragazzo che mi sembra si chiami Christian si avvicina lentamente a me, con timore, e un pensiero affiora. “Sa che ho battuto Mark e ha paura di me”. Corro verso di lui e affondando la spada nella feritoia tra la protezione per la spalla e l’armatura principale facendoli cadere la spada. Continuo procurandoli diversi tagli superficiali sulle braccia-“Basta! Mi arrendo, liberala!”- dice il ragazzo abbassando la testa. Mi avvicino ad Angel che è a terra immobile per via della vite che la tiene incollata al terreno. Con due tagli la libero. Lei si alza a sedere e mi abbraccia forte-“Grazie.”-ricambio l’abbraccio.
-“Di niente. Ma Mark gli permette di farti questo?”-il suo volto si scurisce.
-“Non può farci niente. È il capo della casa di Ares, deve vincere per la sua casa. Questa cosa vale più di me”-le accarezzo il volto piano-“No, niente vale più di te! Vieni”-mi alzo in piedi e le tendo una mano che lei afferra e si tira su-“Andiamo a prendere quella bandiera.”- le dico con un sorriso mentre lei mi guida verso la bandiera.
 
Arriviamo sulle sponde del fiume e li vediamo una bandiera rossa di velluto, ma li a guardia ci sono sei guerrieri di figli di Ares e due figli di Estia.
-“Loro saranno un problema”- dice Angel indicando i figli di Estia-“Ci potrebbero annebbiare la mente con le loro magie.”
-“Ho un idea”- la prendo per mano e la trascino nel bosco.
 
Faccio il segnale prestabilito ad Angel e lei solleva l’acqua facendola arrivare ai piedi dei guerrieri che non se ne accorgono fino a quando non conficco la mia spada nell’acqua, paralizzandoli tutti a terra. Poi la tolgo per non farli troppo male. Vedo Angel accasciarsi a terra e massaggiarsi lentamente le caviglie, dove scopro quando si solleva i jeans i segni della prigionia.
-“Angel stai bene?”-le chiedo con premura avvicinandomi a lei, e toccandole la mano con cui non si sta massaggiando.
-“Albert, non posso più continuare. Devi prenderla da solo e portarla alla nostra base.”- io faccio di no con la testa.
-“Non ti lascio qui da sola per portare una stupida bandiera all’accampamento”- lei si sta avvicinando a me e io mi avvicino a lei. Ma mi sento bloccare, come se il mio corpo si rifiutasse di avvicinarsi a lei.
-“Che scenetta commovente!”- dice una suadente voce femminile. Sento dei passi e una mano sul mio braccio. Mi gira e mi bacia. Non faccio in tempo a fermarla. Vedo la faccia delusa di Angel.
-“Io sono Malika. Capo della casa di Ecate dea della….”-
-“Magia, lurida stronza!!”- Luke arriva alle sue spalle colpendola con una katana. È sempre stato fissato con il Giappone.
-“Luke, non sono mai stato così contento della tua scarsa puntualità e saccenza!!”-gli sorrido, anche se lui abbozza un broncio scettico come fa sempre. Mi sento mancare e cadere sulle accoglienti foglie della foresta del Campo Mezzosangue. Un lampo mi acceca e sveglia dal torpore causato da non so cosa. Alzo lo sguardo e vedo una saetta azzurra illuminata e sulla testa di Luke una civetta.
Vediamo dei semidei avvicinarsi a noi per correre ai ripari dai tronchi infuocati delle trappole di Efesto. Luke mi tende la mano, io la accetto e mi tiro su, i semidei si inchinano. Sento mormorare Chirone con un ometto buffo con le gote rosse.
-“Chirone ma perché si stanno inchinando tutti? E cosa abbiamo io e Luke sulla testa?”- Il mentore lascia in sospeso il nano da giardino.
-“Siete stati riconosciuti Albert.”-indica me-“Figlio di Zeus, padre degli dei, dio dei fulmini e delle tempeste”-indica Luke-“Figlio di Athena, dea della saggezza.”
Io guardo Luke e lui guarda me. Siamo entrambi esterrefatti.
Chirone si avvicina a noi-“Ave Eroi!”- l’ometto storce le labbra in segno di disgusto e si avvicina-“Posso presentarvi il signor D?”- porgo la mano al nanetto da giardino.
-“La tua nuova casa è quella in cima alla collina”-mi dice con tono sgarbato-“La tua è quella con lo stesso simbolo che ti è apparso sulla tua testa fuori dalla norma.”- dice riferendosi all’intelligenza forse.
 
Io e Luke percorriamo la foresta, quando vediamo una ragazza molto carina, con i capelli scuri e gli occhi verdi, avvicinarsi saltellando a noi-“Ciao ragazzi, ciao Luke. Come va?”- il mio amico arrossisce.
-“B-bene, grazie Andie. Tu?”- lui si passa una mano tra i capelli, “Andie? E questa ragazza quando l’ha incontrata?”
-“Bene. Luke io ti volevo ringraziare per non avermi colpita prima. Sai non sono mai stata brava nel combattimento. Magari mi potresti insegnare uno di questi giorni.”-detto ciò gli da un bacio sulla guancia, una sua amica presumo la prende sotto braccio-“Ciao Albert”- e sorridendomi in modo caloroso va via con Andie.
-“Luke, ma dove cavolo l’hai incontrata?”- lui arrossisce.
-“Era iniziata la battaglia e il mio plotone si era sparso. Lei mi viene incontro con il pugnale tenuto mollemente, io l’ho disarmata e la stavo per colpire con la katana, poi ho visto la paura nei suoi occhi così non l’ho fatto e mi sono presentato.”- gli do una pacca sulla spalla.
-“Eh bravo Luke. Ma la katana? Non credo che rientri nell’armamentario greco.”- lui si accarezza l’orologio digitale bianco che ha al braccio sinistro.
-“Quella è la cosa più strana. Ho trovato questo orologio sul mio sacco a pelo, fortunatamente non lo hanno rubato, quando l’ho messo, ho giocato un po’ con i tasti e..”- schiaccia due tasti insieme e l’orologio diventa una splendida katana con il manico in pelle bianca e la lama in bronzo.
-“Bellissima. Come si chiama?”- lui mi guarda come per chiedere cosa voglio dire-“La katana, una spada bella come la tua merita un nome.”
Luke fende l’aria emettendo un sibilo-“Hōjirozame”- dice con un sorriso. Io lo guardo con perplesso-“Vuol dire Squalo Bianco in Giapponese.”- Luke accarezza la lama verso il basso e questa ritorna sotto forma di orologio.
-“Non male come nome. Ora è meglio che andiamo a dormire nelle nostre nuove case. Prima passiamo a prendere le nostre cose nella casa di Ermes così salutiamo gli altri.”- dico sfilandomi l’armatura.
 
-“Buonanotte Luke”- dico dopo averlo accompagnato alla casa di Athena.
Luke mi fa un cenno con la mano ed entra nella casa di Athena dove i suoi amici lo accolgono con numerose pacche sulle spalle chiedendo pareri su strategie e su chi di loro ha il miglior computer. Sorrido e mi dirigo verso una casa imponente, la più massiccia delle dodici case che ho contato, con porte di bronzo levigato che scintillano tanto da sembrare striate di fulmini.
Entro dentro. Sussulto nel vedere un’imponente statua di mio padre, Zeus, troneggiare al centro della mia nuova abitazione. Vedo che non c’è un letto, ma su un lato della stanza c’è un ammasso di cuscini e una coperta.
Butto lo zaino con le mie cose in un angolo della stanza. Mi tolgo la maglietta arancione del campo e poi mi butto sui cuscini e cado nelle braccia di Morfeo.
Mi trovo in un antro oscuro illuminato da delle deboli candele, e c’è Angel legata ad una sedia con dei fili di metallo, ha le lacrime agli occhi. Tento di correre da lei, ma sono bloccato, così tento di urlare il suo nome ma dalla mia bocca non fuoriesce alcun suono. Una donna e un uomo si stanno baciando vicino ad un’alcova mentre Angel continua a piangere imperterrita. I due si sciolgono dal loro bacio permettendomi di vederli in faccia. Lei è una donna molto giovane con dei lineamenti quasi da bambina. Lui invece sembra più vecchio, con molte cicatrici sulle braccia e sulla faccia. Si avvicinano ad Angel, lei piange più forte. L’uomo tira fuori una spada gigantesca impugnandola con due mani, e con un solo brusco movimento la abbatte su Angel. Resto scioccato nel vedere la persona che più amo diventare fredda lentamente, e la luce sparire dall’oceano dei suoi occhi. I due si voltano verso di me con un ghigno malefico-“Lei è solo la prima, figlio di Zeus.”- li sento ridere mentre mi sveglio di soprassalto. Mi alzo per non rischiare di riaddormentarmi, mi infilo la T-shirt del campo e corro nei bagni del campo. Mi passo dell’acqua fredda sulla faccia, sul collo e fra i capelli. Ma non mi accorgo di essere entrato nel bagno delle donne, e si stanno facendo la doccia. Fortunatamente non c’è Angel altrimenti mi avrebbe fatto il bagno essendo figlia di Poseidone. Ma quelle non sono ragazze ma eroine, che mi cacciano puntandomi molteplici armi. Scappo via prima di finire allo spiedo al falò di stasera.
 
Dopo aver finito di lavarmi nel bagno degli uomini, mi dirigo all’arena di combattimento dove trovo Luke e Dylan che combattono. Luke disarma Dylan in continuazione con Hōjirozame, sembra un samurai il mio amico. Dylan è in difficoltà, ma è comprensibile dato che la sua spada non è equilibrata con il suo peso. “Aiutiamolo Squarcio” penso sfoderando Squarcio della Notte.
-“Bisogno di una mano Dylan?”- dico mentre mi metto di fianco a lui puntando la spada contro Luke. Dylan mi imita puntando la sua daga contro il nostro comune amico. -“Grazie Albert.”- dice Dylan mentre Luke fa un broncio assurdo.
-“Sì, ma in due non è leale.”- dice con saccenza Luke.
-“Ok”- dico, sapendo che Luke odia quando gli rispondo così. Io e Dylan ci lanciamo all’attacco, e Luke ci risponde colpo su colpo tenendoci benissimo testa, con nostra somma sorpresa. Poi mi viene in mente che sono un figlio di Zeus e che la mia spada, come ogni spada è di metallo: un ottimo conduttore di elettricità. Alzo la spada al cielo e un fulmine la carica. Poi direziono la mia “amica” contro Luke e lo arrostisco un po’. Giro lo sguardo verso Dylan e vedo il suo divertito e sbalordito dalle mie capacità.
-“Luke, sei pronto per essere servito in tavola.”- dice Dylan facendomi ridere.
-“Chi è pronto per essere servito? Io ho già fame”- vediamo Red e Joker dirigersi verso di noi.
-“Ciao ragazzi”-diciamo in coro io e gli altri-“Luke è meglio se ti vai a fare una doccia, il bagno è quello con l’omino. Io stamani ho rischiato la vita. Vacci armato!!”- infilo il dito dentro il pomolo della spada facendola ritornare in forma di anello.
Arriva Chirone e con aria infuriata chiama me e Dylan per parlare.
 
-“Ragazzi. Vi ho chiamati qui per dirvi che dovete darmi le vostre armi.”- io e Dylan siamo stupefatti, non ho neanche bisogno di guardarlo per capirlo.
-“Perché?”- diciamo in coro.
-“Perché ci state prendendo troppo la mano, uno dei figli di Ares è in infermeria da giorni a mangiare ambrosia, e la spalla sembra che stia migliorando solo ora. Dylan, gli hai quasi tranciato tutto il muscolo. E tu Albert hai quasi tranciato il naso a Mark.”-faccio una smorfia di disapprovazione, dato che è stato lui ad accettare la sfida-“Quindi ora dovete consegnare le armi, vi potrete allenare in altro.”- sbuffo.
-“E se non volessimo?”- chiedo con aria di sfida.
-“Ve le prenderei con la forza.”- fa un ghigno e con un rapido gesto si avventa contro la mia mano io la tiro via e l’anello fa un completo giro attorno al mio dito. Io guardo Chirone e vedo il suo sguardo diventare di totale stupore, io sento il mio braccio destro più pesante. Volgo lo sguardo alla mano, e l’anello si è trasformato in uno scudo con incisa sopra una donna che aveva litigato con il proprietario di un negozio di rettili.
-“L’egida!!”- esclama Chirone -“Talia non è l’unica a possederla.”
-“E ora chi è Talia? E perché tanto frastuono per uno scudo?”- vedo il suo sguardo cambiare.
-“Mark!!”- esclama e vedo arrivare il mio rivale in amore-“Accompagna i ragazzi a fare il giro del campo”
-“Aspetta Chirone. Perché non mi dici nulla? E poi so che è tardi per chiedere, ma gli avvenimenti mi hanno scombussolato non poco, ma mia madre sa che sono figlio di un Dio? Sa che sono qui? Ma soprattutto lei come sta?”- lui aspetta qualche secondo.
-“Non ti dico nulla perché non devo essere io a rivelarti certe cose. Tua madre sta bene e sa tutto. Le armi le potete tenere, ma andateci piano.”- anche se non mi vuole dire niente, tiro un respiro di sollievo per mia madre. Vedo Luke che va via, Chirone ci manda via con un gesto e noi lo seguiamo.
 
-“Quella è la casa di Efesto.”- ha delle ciminiere sul tetto, come una fabbrica in miniatura-“La casa di Demetra”- fatta con dei tralci di pomodori sui muri e un tetto d'erba. Io e Dylan continuiamo ad annuire come bambini delle elementari, capendo quasi immediatamente di chi fossero le case.
-“Apollo”- la casa sembra fatta d'oro massiccio e scintilla così tanto al sole che è quasi impossibile guardarla -“Era”- la casa di era ha le colonne snelle e cinte di ghirlande di fiori e melograni. Sulle pareti sono scolpite immagini di pavoni.
-“Zeus”- indica la mia casa -“Poseidone”- Con le pareti esterne fatte di pietra grigia e porosa, costellate di frammenti di conchiglie e corallo.
-“Tour finito idioti.”- io e Dylan lo guardiamo come per fulminarlo, lui ci sorride sapendo che per non perdere le nostre armi non lo avremmo massacrato, dato che in due non ci si può battere. Io faccio un passo avanti ma mi sento bloccato, Luke ci afferra per le spalle e ci porta via-“Ragazzi!! No!!”-ci dice lui con voce preoccupata-“Questa volta Chirone ve le toglierà sul serio le armi.”- lo guardo perplesso.
Luke capisce-“Me lo hanno riferito.”- il mio sguardo non cambia -“Andie…. Le figlie di Afrodite sanno tutto di tutti.”- sorrido, e Dylan fa lo stesso.
-“Emhh ci vediamo al falò?”- interrompe Dylan.
-“Si è meglio, ci si vede dopo Casanova!!”- dico mentre mi allontano da loro.
 
Il mio primo falò si stava avvicinando. Esco dalla casa di Zeus e mi dirigo verso il grande fuoco circondato di tavoli. Prendo del cibo e un bicchiere anche se non so come mai non ci sono delle bevande, trovo un tavolo vuoto e mi ci siedo, noto che anche Angel è seduta da sola, ma forse c’è un tavolo per casa. I ragazzi si alzano e iniziano una specie di rituale versando la migliore parte del loro cibo nel fuoco.
Quando penso che lo abbiano fatto tutti, compresi i miei amici, mi avvicino al fuoco e butto dei grappoli d’uva nel fuoco e capendo a chi sono diretti prego Zeus e gli dei dell’Olimpo guardando i fumi che fuoriescono dall’immenso braciere. Poi torno a sedermi e inizio a mangiare. Vedo che qualche ragazzo parla al suo bicchiere, dicendo il nome di una bevanda. Così lo faccio anche io.
-“Succo d’albicocca”- vedo il bicchiere riempirsi di un liquido denso arancione scuro, ne assaggio un sorso ed è delizioso, dolce e cremoso come piace a me.
Finita la cena mi alzo dal tavolo e decido di fare una passeggiata. Vedo Andie e Luke che non si mollano un istante, Red e Joker che ridono e scherzano con i fratelli Stroll e con Leo Valdez. Dylan invece come me ha deciso di passeggiare, noto che ha un bracciale di pelle nera al braccio destro che non gli ho mai visto addosso.
-“Ciao Dylan, bracciale nuovo? Anche tu hai trovato una ragazza?”- lui sorride.
-“Ciao Al, no non ho trovato una ragazza e questo non è un bracciale come gli altri.”-non gli rispondo sapendo che lo farà lui. Infatti lui tira un pugno così veloce che neanche lo riesco a vedere e il bracciale si trasforma in una spada a falcetto.
-“Albert ti presento Morte”- sorrido e ammiro la lucente lama di bronzo.
-“Un nome allegro eh?”- lui scoppia a ridere.
-“L’ho chiamata così perché anche la morte ha una falce, e questa è una spada a falcetto quindi..”- lascio cadere il discorso.
-“Aiuto!! Aiutatemi c’è Cam-….”- la sua voce muore mentre ci stava rivelando il nemico. Io e Dylan siamo gli unici a sentirla. Ci guardiamo e capiamo… Dobbiamo aiutarla.
 
 
 
 
Note dell’ Autore:
Eccoci di nuovo, ed anche questo capitolo è andato. Anche con vari incidenti di percorso. Dunque ci vediamo lunedì 28, ma controllate perché potrei farcela anche per il 21.
Sperando che vi stia piacendo,
Alberto 

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Capitolo 4
*** Il campo ama il Rap!! E il sangue… ***


Il campo ama il Rap!! E il sangue…

-“Dove sei? Facci sentire la voce”- Dylan urla per sentire, ma nessuno risponde.
Ci addentriamo sempre di più nel fitto della foresta. Sfoderiamo  Squarcio della notte e la nuova arrivata Morte, la spada a falcetto di Dylan.
Faccio roteare la spada un paio di volte e corro più veloce per stare al passo di Dylan.
La foresta sembra un labirinto senza un centro ben preciso. Presto il panico ci assale, non troviamo più la strada del ritorno e siamo circondati da centinaia di alberi con un assassino nei dintorni. Sento dei passi e delle urla con delle parole non distinte.
-“Dylan aspetta sento qualcosa”- lui si ferma e si avvicina a me-“Spalla contro spalla Dylan, sensi allerta e spade pronte”- senza saperlo mi ritrovo ad essere un leader.
-“Albert, Dylan dove siete?”- Angel è arrivata con i rinforzi. Corre verso di noi staccandosi dalla quarantina di semidei che si è portata dietro, non vedo n Mark ne Malika, e mi da uno schiaffo.
-“Aridaje!!”- il secondo schiaffo dato da Angel.
-“Perché siete scappati? Cosa avete sentito e perché eravate in assetto da battaglia?”- lei ignora la mia esclamazione.
-“Abbiamo sentito una ragazza urlare e chiedere aiuto. Così ci siamo precipitati.”- dico io mentre Dylan annuisce con il capo.
-“Non c’è nessuno qui!! Avete fatto tanta fatica per nulla. Tornate indietro.”
Le diamo retta e torniamo indietro. Riaccompagno Dylan e poi risalgo la collina per arrivare nella mia casa. Sentendomi uno stupido mi tolgo la maglietta, mi arruffo i capelli per la frustrazione e mi butto sui cuscini su cui mi sono quasi abituato a dormire.
 
Sono nuovamente nella caverna. Le candele sono al loro posto e la loro fiamma brucia intensamente mentre la donna/bambina e l’uomo non ci sono, la sedia sporca di sangue è ancora lì vuota. Una voce gutturale sospira quasi come se fosse in fin di vita-“Rovescerò l’Olimpo figlio di Zeus”- ride, poi la sua risata viene soffocata dalla tosse.
 
Mi sveglio di soprassalto, sudato e distrutto dall’incubo precedente. Questa volta sono più cauto nel scegliere il bagno in cui lavarmi.
 
Esco dal bagno con passo lento e non mi accorgo che sono l’unico in piedi. Il campo è vuoto, non c’è nessuno. Così decido di allenarmi da solo all’arena di combattimento.
Taglio le braccia ad un manichino e la testa ad un altro e la vedo rotolare fino ai piedi di un uomo.. Mark.
Lui è in piedi con la sua solita spada con il manico di osso, ma nei suoi occhi c’è il fuoco vivo ed ardente. Mi vuole sfidare.
 
Si avventa contro di me con foga, come se non avesse altra ragione di esistere se non quella di battermi o… uccidermi.
Mi procura un taglio sul braccio e sento un dolore più forte del solito. È andato più affondo del normale. Sembra che voglia dimostrare qualcosa a qualcuno anche se qui non c’è nessuno.
Rotolo a sinistra ma la sua gamba mi blocca e la sua spada affonda verso di me. Io non posso muovermi e la spada arriva vicino al mio collo-“Arrenditi Stone!”- decido che è la migliore nonché unica soluzione.
-“Mi arrendo”- lui toglie la spada dal mio collo, io mi tampono la goccia di sangue che stava uscendo dal punto in cui la sua spada mi premeva.
Mark ha uno sguardo soddisfatto nei suoi occhi. Decido di andare via senza dire altro.
 
Arrivo alla parete da scalare, la attivo e inizio a muovermi in alto. Cadono degli zampilli di lava e li evito facilmente, continuo la scalata e dopo essere arrivato in cima, prendo una boccata d’aria e mi sento meglio dopo la sconfitta.
Passo al tiro con l’arco, in cui non sono tanto male. Trovo Joker che si sta allenando riducendo a piccoli pezzi delle anfore di terracotta e centrando dei bersagli rossi, bianchi e blu-“Ciao Anthony, cosa fai?”- lui mi guarda e scagliando una freccia dice-“Indovina un po’ genio del male!”-io sorrido e lui ricambia.
Prendo un arco dall’armeria e ritorno al tiro con l’arco. Tiro una freccia contro un bersaglio e colpisco un punto non troppo distante dal centro. Anthony mi si avvicina, mi scosta con un gesto del braccio e tendendo l’arco colpisce prima il centro del bersaglio, poi senza che io me ne accorga ha già incoccato una seconda freccia, e con il secondo tiro spacca a metà la mia freccia. Sto per lanciarli una serie di insulti sul fatto che lui che critica Luke per la sua saccenza non è molto diverso da lui nelle sue azioni, ma Chirone mi chiama e io lo raggiungo salutando Anthony con un gesto ritratto della mano.
-“Salve Chirone.”- lui è turbato da qualcosa, mi afferra per una spalla e inizia a camminare verso una casa. Io lo seguo senza fare domande -“Albert, ci sono dei problemi sull’Olimpo, alcuni Dei lo vogliono rovesciare. Non sappiamo quali Dei.”- io penso all’uomo e alla donna/bambina della grotta-“Ti voglio affidare un’impresa per scoprire di chi si tratta e di farlo rinsavire.”
-“Ma io sono solo un semidio inesperto. Da solo non farò nulla.”- lui mi guarda come se fossi stupido.
-“Avrai dei compagni ovviamente. Ma prima…”- mi indica una ragazza con i capelli rossi, molto carina, che si dirige verso di noi -“Devi consultare l’oracolo. Lei è Rachel Elizabeth Dare, l’oracolo del campo.”- stringo la mano alla rossa.
-“Piacere, io sono Albert Stone, posso chiamarti solo Rachel?”- lei mi sorride ed annuisce.
-“Okay ragazzi, vi lascio soli.”- Chirone va via, Rachel mi prende per mano e mi porta in una casa.
 
Il fuoco è acceso e crepitante, ci sediamo a terra, lei mi prende le mani e subito dopo cambia espressione. I suoi occhi sono di un verde spiritato, e dalla sua bocca fuoriesce un fumo dello stesso colore. Poi lei inizia a parlare con una voce tetra e molto diversa dalla voce della ragazza con cui ho parlato poco fa, è più antica e potente:
 
“In questa impresa ti lancerai
In cui sei persone porterai,
Una persona cara perder potrai
Una cara per altri troverai,
Poco tempo tu avrai
Per placare l’ira dei figli
Tu stesso morire potrai”
 
Rimango senza parole. Il fumo torna dentro Rachel e i suoi occhi ritornano normali, lei mi guarda con aria curiosa ma si intristisce guardando la mia faccia, sicuramente avrà visto la mia faccia su quella di tanti eroi-“Cosa ho detto Albert?”- io le sorrido e le dico-“Non ti preoccupare, non è nulla di che”- e corro via prima che lei possa chiedermi altro, o insistere sulla stessa domanda.
 
-“Chirone!!”- vedo il mio mentore e mi avvicino a lui-“La profezia dice…”- racconto la profezia a Chirone e lui mi guarda.
-“Devi scegliere i tuoi compagni di viaggio tra qualche giorno. Per ora lasciamoli vivere serenamente. Stasera ci sarà il torneo all’arena di combattimento. Ti iscrivo?”- ci penso su per un po’…
-“Si Iscrivimi, mi farà bene sfogarmi.”- vedo Chirone che si sta accigliando -“Ma senza esagerare”- aggiungo prima che mi sequestri Squarcio della Notte.
Mi sorride e si allontana. Io ricambio il sorriso e mi dirigo verso il bagno del campo.
Mi tolgo la maglietta arancione del campo, i jeans corti e tutto quello che ho addosso, tranne il mio prezioso anello. Mi infilo sotto la doccia e l’acqua calda mi fa sentire meglio, facendomi dimenticare gli orrori di queste notti.
 
Chirone è al centro dell’arena e sta spiegando le regole-“Non si può uccidere, o avvelenare l’avversario, i colpi all’inguine sono severamente vietati, le armi consentite sono: spade, lance, asce, martelli, giavellotti, bastoni e coltelli. Sono consentiti gli scudi e armature. Le mosse di lotta corpo a corpo sono ammesse. Gli avversari verranno scelti da voi con i bigliettini posti in questa cesta. Vince colui che riesce a far arrendere l’avversario o fino a quando il giudice non lo proclama vincitore. Si possono usare i propri poteri.”- accarezzo il mio anello e mi avvicino alla cesta contenente i bigliettini, sarò il primo a combattere.
 
-“Al centro eroi!”- Chirone ci chiama nell’arena -“Armi!”- estraggo la mia lucente spada e mi preparo al combattimento. Il mio primo avversario è Justin Brade, un ragazzino biondo della casa di Demetra, armato di un paio di coltelli affilati come rasoi. Non sembra particolarmente forte.
Si avvicina con aria minacciosa a me e come una furia si avventa sulla mano contenente la spada e con un taglio me la fa cadere. Io arretro con passi leggeri e veloci. L’ho sottovalutato, un’ errore gravissimo. Continua il suo assalto creandomi un taglio sulla guancia sinistra, mi lecco la ferita e sento il sapore del sangue e questo mi fa arrabbiare. Scorgo i miei amici sugli spalti che ammirano ogni singola mossa, incrocio gli occhi di Dylan che mi fa segno di riprendere la mia spada che scopro essere vicino a i miei piedi. Con un solo movimento tiro un calcio al mio avversario e afferro la spada che brilla più forte. Justin ha fatto cadere uno dei suoi coltelli e lo sta per riprendere. Mi avvento contro la sua mano e con due fendenti gli procuro le stesse ferite che lui ha fatto a me. Continuo colpendolo di piatto con la lama sul polso destro. Lui sussulta di dolore mentre vedo la sua pelle arrossarsi-“È ora di finirlo”- urla Red dagli spalti. Ha ragione…
Gli tiro un calcio allo sterno che lo fa barcollare e cadere a terra, faccio roteare la spada e gliela punto al cuore. Lui non da segno di arrendersi, ma continua a dimenarsi, io spingo di più la mia spada nel suo petto.
-“Il vincitore è Albert Stone”- si affretta Chirone. Tolgo la spada e la faccio ritornare in forma di anello.
 
Il prossimo duello è quello di Luke contro un gigante della casa di Efesto che brandisce un martello. Luke sembra pronto. Serio e determinato. Indossa una Yoroi, un’armatura da samurai, ma senza la maschera e l’elmo. Chirone da il via alla battaglia. Luke sembra un diavolo con quella armatura, ogni colpo che sferra il gigante viene deviato o schivato totalmente. L’avversario sembra stanco e Luke se ne approfitta sferrando un colpo di piatto con la sua katana ai reni del suo nuovo amico che cade come un sacco di patate sul terreno dell’arena -“Il vincitore è Luke Wall che passa al secondo turno.”- Luke accarezza al contrario la lama della sua spada e questa ritorna ad essere un orologio digitale con il cinturino di pelle bianca. Viene verso di me -“Ciao Albert, come sono andato?”- mi chiede con un sorriso entusiasta.
-“Hai fatto schifo!!”- interviene Joker -“Mia nonna avrebbe fatto di meglio”- sorride e noi sorridiamo di rimando.
-“Facci vedere cosa sai fare tu allora, tocca a te e Chirone ti sta chiamando da dieci minuti.”- lui sussulta e corre come un pazzo verso l’arena.
 
Qualcuno della casa di Ermes arriva con una grossa radio vecchio stile, e da li parte la voce di Eminem che canta “Till I Collapse”…
 
Anthony si prepara a duellare contro Travis Stroll. Se la sta facendo sotto letteralmente. Ma tira fuori un coltello semplicissimo, preso dall’armeria sicuramente.
-“Pronti? In guardia!”- Travis fa roteare la spada, Anthony si passa il coltello da una mano all’altra. Travis parte all’attacco come un toro che ha visto Joker ricoperto di vernice rossa. Lo taglia di continuo, Anthony non mette a segno un colpo. È in totale balia della furia del figlio di Ermes. Travis lo colpisce sulla faccia con il pugno e Joker cade a terra. Le mani nella terra impastata dalla saliva che Anthony sputa a terra. L’avversario fa roteare la sua spada in aria, il mio amico si para con la mano e a quel punto succede una cosa che non mi sarei mai aspettato. Travis viene accecato da un marchio olografico che appare sulla testa di Joker, una lira di colore giallo intenso, come il sole. Anthony sembra spiritato. Inizia ad attaccare il suo avversario con il coltello lo taglia sulle braccia e sulle gambe. Poi tenta di sferrargli l’ultimo colpo lanciando il coltello dalla parte del manico. Travis è totalmente esterrefatto, ma lo devia con la spada e lo mette a terra con una ginocchiata nello stomaco.
-“Dichiaro vincitore Travis Stroll”- taglia corto Chirone, prima che Anthony si faccia molto male –“E benvenuto figlio di Apollo”- dice inchinandosi insieme agli altri li vicino. Joker abbraccia prima me, Luke e il resto della ciurma. Poi corre dalla squadra di Apollo che lo festeggia con poesie ed haiku.
 
Dalla radio parte “Without Me” sempre di Eminem…
 
Dylan sembra pronto per affrontare il suo duello contro Malika, capo della casa di Ecate. Sono entrambi al centro dell’arena. Dylan brandisce Morte: la sua spada a falcetto. Malika stranamente impugna un bastone con una pietra verde in cima.
Partono all’attacco, e non riesco più a vedere Dylan. Anche Malika sembra confusa. Poi la ragazza cade a terra senza nessun motivo.
-“Ho capito!! È così veloce che non si vede!”- dice Luke che segue i movimenti confusi di Malika. La situazione cambia, la figlia di Ecate si arrabbia ed alza il bastone, pronuncia alcune parole e quando lo riabbatte sul terreno emette un’onda d’urto che fa tremare tutti. Dylan è a terra. Ma sulla sua testa è apparso un simbolo…  
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore:
Ed ecco anche il capitolo 4 è finito. Spero vi sia piaciuto, ci vediamo tra 2 settimane. Tanti saluti,
Alberto

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Capitolo 5
*** Vengo a sapere che Red sa Combattere ***


Vengo a sapere che Red sa combattere…

Il segno sulla testa di Dylan non è ancora molto chiaro ai miei occhi, ma penso di aver capito… il mio amico è figlio di Ermes.
Ricevo la conferma guardando il caduceo sulla sua testa. Molte persone dietro di me vociferano sulle capacità di Dylan -“È veloce oltre ogni limite umano. Solo pochi semidei ne sono capaci. Neanche i fratelli Stroll.”- sorrido per la buona notizia ricevuta. Il mio migliore amico è speciale.
Il duello continua, anche con lo stupore di tutti. Dylan cambia strategia. Aspetta che Malika sferri i suoi incantesimi di scuotimento della terra, come quello che lo ha fatto cadere, poi gli schiva e le infligge dei colpi alle spalle, sulle scapole e sulle mani. Sempre senza esagerare.
La sua avversaria sembra stanca, ma ancora combattiva. Dylan non potrà continuare troppo a lungo con la sua strategia. Spero lo capisca in fretta.
Il novello figlio di Ermes continua ad attaccare Malika che arretra, ma negli occhi della nemica sta balenando un’idea.
Dylan tenta un ultimo affondo per finirla. Lei lo schiva e lo colpisce con il suo bastone che prima di colpirlo si è illuminato di un bagliore rosso sangue.
Il ragazzo cade a terra e si contorce da dolore. Un grosso ematoma si è formato sulla sua spalla, proprio dove il bastone lo ha colpito.
Ma non si arrende, non lascia la spada. È un vero guerriero.
Malika si prepara all’assalto finale. Fa roteare il bastone in aria, la pietra risplende di luce minacciosa, si abbatte su Dylan.
Lui para il colpo con molta fatica. È esausto. Il suo viso è imperlato di sudore. La respinge con un colpo di gambe. Si alza e si avventa contro di lei. La spada poggiata sul suo ventre. Sulla lama della sua spada sta iniziando a scriversi una parola: “θάνατος”. È greco antico. Le lettere stanno cominciando a girare, mentre Dylan dice una parola -“Morte?”- le lettere hanno smesso di girare. La parola vuol dire Morte. Sul manico della sua spada a falcetto, c’è anche un caduceo, simbolo di suo padre.
Chirone lo proclama vincitore e lui fa ritornare la sua spada nella forma di un bracciale di pelle. Sembra molto stanco, e ci dice che tornerà nella sua casa a riposarsi, e di dire a Red che non assisterà al suo duello.
 
La canzone messa nella grossa radio, sicuramente rubata, cambia. Ora è un motivetto triste, malinconico, a momenti pauroso. Non conosco il titolo, stranamente.
 
Red entra goffamente nell’arena.  Il suo avversario è Ciro Genna, figlio di Ade, il che mi spiega il motivetto, emigrato dalla meravigliosa Italia. Uno dei vip del campo, per la sua parentela con il Dio dei morti. Molto ben  voluto da tutti i membri del campo. Entrami sfoderano le loro armi. Red usa un giavellotto molto leggero, sicuramente preso dall’armeria, Ciro usa una gladio con la lama nera. Non so proprio di cosa sia fatta.
Chirone da il via alle danze. Ciro non fa alcuna fatica a spingersi contro Anthony che sembra già stanco, anche solo sollevando il suo giavellotto di legno. La lama nera sta per toccare il mio amico, ma lui non viene neanche toccato dalla lama, ed è già alle spalle del suo avversario e gli punta il giavellotto alla parte cervicale della colonna vertebrale, spingendo nervosamente la punta. Ciro si gira velocemente affondando la spada, ma Anthony gliela toglie e gli punta il giavellotto al cuore e la spada al collo. Il ragazzo si arrende, e le ragazze della casa di Afrodite gli si avvicinano e lo riempiono di attenzioni per consolarlo.
Tutto il resto applaude il mio amico che arrossisce diventando dello stesso colore dei capelli.
 
Il figlio di Ermes spegne la radio perché Chirone sente dolore alla testa.
 
Ora vedo Angel, l’unica ragazza così coraggiosa da partecipare, che deve combattere contro un ragazzo della casa di Dioniso. Inizia il duello e Angel usa un coltello e una bolla di acqua che si è creata dal nulla. Il ragazzo usa la stessa strategia della caccia alla bandiera, facendo crescere dei tralci di vite attorno ai suoi piedi. Lei li taglia via un secondo prima che l’ascia, che il figlio di Dioniso sta usando, si abbattesse su di lei. Angel dopo essersi tirata su gli da un calcio sul sedere e gli pesta la faccia sull’uva, facendogliela assaggiare. Il ragazzo si alza e scappa via pulendosi la faccia con le lacrime, e strillando come una ragazzina. Lei fa un leggero inchino e tutti ridono.
 
Dopo Angel combattono due ragazzi che non conosco. Uno dei due è un’imponente colosso alto più di due metri, l’altro è un ragazzo basso, più basso della norma. Stranamente la spunta il nano da giardino, che batte il suo avversario con uno sgambetto. Si chiama Jake.
 
L’ultimo a duellare è Mark che sconfigge il suo avversario, un ragazzino più piccolo del figlio di Demetra contro cui mi sono battuto io. Lo disarma con due mosse di spada e il ragazzino si arrende.
 
Dylan è tornato. Inizia il secondo turno e Chirone butta via i bigliettini delle persone eliminate. Poi rimette quelli delle persone in gara e ci fa sorteggiare. Come in precedenza sarò il primo a scegliere.
Calo la mano nella cesta, pesco bene e combatterò contro Mark.
Dopo pesca Luke che combatterà contro Travis. Successivamente Dylan contro Jake. Red combatterà contro Angel, spero che non le faccia male.  
Si sceglie a sorte chi deve duellare, escludendo me che sono stato il primo nel turno precedente. Viene scelto Luke. Non è mai stato fortunato in queste cose, come me del resto.
 
Luke è pronto a combattere con la sua katana, anche Travis sembra combattivo e settato sulla modalità “Uccidere qualsiasi cosa si muova”….
Iniziano a combattere, Travis sembra una furia come quando combatteva contro Anthony, mentre Luke sembra sereno, i suoi lineamenti sono distesi, è fermo e para gli attacchi brutali del suo avversario. Dopo il ventesimo attacco parato, Travis sembra stremato, il mio amico invece è ancora fresco come una rosa. Ha solo una ferita alla spalla, dove non è riuscito a parare un fendente del figlio di Ermes. Sembra un guerriero imbattibile, un Ronin, un samurai senza padrone, il più letale degli avversari, il più fedele degli alleati.
Travis sta respirando in posizione di difesa, è stanco. Luke scioglie la sua impenetrabile difesa, e cammina con la spada bassa. È molto sicuro quando indossa l’armatura ed impugna Hōjirozame. Negli occhi del suo avversario vede la paura, adesso è come un leopardo che gira attorno alla sua preda in attesa del morso finale. Luke corre incontro alla sua vulnerabile preda che si prepara a subire l’assalto. Il figlio di Atena più temerario che io abbia mai visto piomba sul figlio di Ermes stremato e gli taglia la maglietta. Sulla pelle non c’è neanche una goccia di sangue. Potrebbe essere fortuna o incredibile precisione. Ma più la prima.
Travis infilza la spada nel terreno. Porge la mano a Luke. Il mio amico gli porge la sua. Il suo avversario la prende e gliela solleva -“Il vincitore di questo duello!! Luke Wall!!”- entrambi si stringono la mano e si allontanano.
 
Vedo il figlio di Ermes con la radio che si avvicina a Chirone. Il mio mentore fa cenno di si con la testa. Il ragazzo accende la radio con dei suoni che riconosco. Sono gli AC/DC con Highway to Hell.
 
I prossimi saranno Anthony ed Angel. I due sono nell’arena e si stanno preparando a combattere.
Quando iniziano a combattere mi tremano le gambe. Non voglio che nessuno dei due si faccia male. Anthony sembra combattivo. Continua ad attaccare ininterrottamente. Angel è sempre sulla difensiva. Usa la sua acqua per parare ed infastidire la visuale di Red.
Ora Angel ha la meglio sull’attacco di Anthony. Continua a bagnare il terreno per farlo scivolare. Ora lo colpisce con il coltello, ma il giavellotto para colpo su colpo.
Red sembra stanco di subire cosi affonda con il giavellotto nella bolla d’acqua e questa scoppia bagnando tutto il terreno e le prime file di spettatori, me compreso che sono in prima fila.
Angel per creare quella bolla d’acqua dal nulla ci aveva messo dei minuti. Ora dovrà usare solo il coltello. Anche se è veloce, Red lo è di più e il suo giavellotto è come un ago. Angel è a terra. Anthony la minaccia con il giavellotto. Io la imploro con lo sguardo di arrendersi. Lei non lo fa. Il mio amico, alza il giavellotto per colpirla con il manico. Ma un secondo prima che il legno si infrangesse sulla candida pelle di Angel, Chirone lo blocca con uno zoccolo-“Dichiaro vincitore di questo duello Anthony Hammer”- Angel si alza e corre via, mi sembra che sia in lacrime. Sono tentato di andare a consolarla, ma tocca a me duellare, contro il suo ragazzo, Mark Reed.
 
La canzone cambia, ora è Thunderstruck degli AC/DC, una canzone che mi si addice.
 
Entro nell’arena facendo roteare Squarcio della notte, che mi circonda di elettricità blu. La folla va in delirio. La casa di Afrodite mi cade letteralmente ai piedi dimenticando per pochi istanti Ciro Genna. La casa di Apollo con il nuovo entrato Joker compone Haiku sulla battaglia e sul torneo.
Mark entra con un solo balzo nell’arena. Ha due spade, la nuova spada ha una lama a doppio taglio, seghettata per gli ultimi quindici centimetri. Un’aura rossa la circonda. L’altra mano regge la solita spada con il manico di osso.
Iniziamo il duello e la rabbia mi sale nel corpo per quanto è successo ad Angel. Le nostre spade si incrociano diverse volte producendo molte scintille. Siamo in stallo, nessuno dei due arretra o cede di un millimetro. Decido di fare ciò che va fatto. Pianto la spada nel terreno, e la terra si elettrizza e Mark cade a terra. Estraggo la spada quando ormai tutta l’acqua è evaporata via, e premo il collo del mio avversario con il piede destro fino a che lui non diventa blu e Chirone lo dichiara perdente e me vincitore. Si alza in piedi e con una sola mossa mi trafigge lo stomaco -“Saluti da mio padre, figlio di Zeus..”- e scappa via, mentre gli altri tentano di soccorrermi. Una voce familiare mi chiama-“Albert!!”
 
Sono in un posto familiare, il primo posto del campo che ho visitato. L’infermeria. Accanto a me c’è Angel che dorme, ma come questa volta sul mio petto. La sveglio dolcemente, lei apre gli occhi e mi si getta al collo dandomi un bacio sulle labbra. Il più bel bacio della ma vita.
-“Sono in paradiso vero?”- dico ancora in estasi per l’inaspettato buongiorno.
Mi alzo a fatica, ignorando le proteste di Angel, e vedo le fasciature, sento che anche lei si è alzata e mi si sta avvicinando. Sul mobile scorgo una maglietta arancione nuova, visto che la mia oltre ad essere inzuppata di sangue, di sicuro sarà tagliata. La maglietta ha un biglietto sopra su cui c’è scritto: “Spero che tu voglia il mio aiuto per indossarla… Angie”
Sorrido e come la prima volta ci infilo la testa e le braccia. Lei mi si avvicina e mi abbassa la maglia. Le do un infinito bacio e poi ritorno a pensare lucidamente.
-“Chi ha vinto il torneo?”- chiedo con impazienza.
-“Io, e sono stato anche riconosciuto. Figlio di Efesto.”- dice Red seguito dai miei amici che sorridono sornioni per averci “beccati”…
 
Esco e mi separo dalla mia ragazza, “Speriamo!!!”, e dai miei amici. Chirone mi viene in contro -“Albert, è tardi, un manipolo di persone è scappato in questi giorni per seguire Mark, tra loro ci sono gran parte della casa di Demetra, la casa di Ecate, e buona parte della casa di Ares.”- rimango scioccato.
-“Per quanto ho dormito?”- chiedo con impazienza.
-“Una settimana.. Scegli in fretta i tuoi compagni sig. Stone…”
-“Lo farò…”
 
 
 
 
Note dell’autore:
Eccomi qui, prima del previsto sono riuscito a finire questo capitolo.
Spero vi piaccia e che continuiate a seguirmi e a pubblicizzarmi. Ci vediamo tra due settimane. Ma controllate anche prima….
Alberto

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Capitolo 6
*** Ma Siamo Eroi o Erboristi? ***


Ma Siamo Eroi o Erboristi?

Sono le undici di sera. Sono sui miei cuscini, e penso agli avvenimenti successi fin’ora.
Sono stato chiamato nell’ufficio della McFall, mi hanno salvato Angel e Mark, sono stato calpestato da un pegaso, sono stato riconosciuto, sono stato scelto per una missione, sono stato trafitto, sono stato baciato e ora devo scegliere sei persone da portare con me.
Si apre la porta della capanna di Zeus: è Angel. Ha addosso solo una t-shirt, molto lunga, che quasi le arriva alle ginocchia. Sicuramente non è sua. Si avvicina a me. Si siede senza dire una parola e si accoccola sul mio petto nudo.
Restiamo così per qualche minuto. Poi decido di rompere il silenzio.
-“Angel, sei preoccupata per qualcosa?”- chiedo mentre le accarezzo i capelli.
-“Io ho saputo che devi partire per un’impresa. E che devi portare con te sei persone. Voglio venire con te.”- mi passo una mano fra i capelli per la frustrazione. Sono felice che me lo abbia chiesto, ma ho paura per lei. 
-“No Angel non posso farlo. Avrei paura per te e comprometterei gli altri.”- le si stacca da me e si gira dandomi le spalle.
Io non gliela do vinta e mi giro a mia volta. Restiamo così per molto tempo, fino a quando lei non si alza e dandomi un’ultima occhiata esce dalla mia capanna e si avvia verso la casa di Poseidone.
Decido di dormire, anche se non mi sarà facile dopo averla vista.
 
Sono ancora sveglio dopo otto ore che Angel è andata via, decido che è ora di alzarmi. Infilo la t-shirt arancione del campo, che stranamente, ha ancora l’odore di Angel addosso. Ma forse è una convinzione del mio cervello. Esco e vado alla casa grande al centro del campo. Ho pensato tanto stanotte e so chi verrà con me nella missione.
Chirone mi ascolta attentamente, e mi dice che sarò io stesso a chiamare la mia squadra. All’ora di pranzo.
 
Mi alleno a fatica. Troppi pensieri per la testa, il mancato sonno ed anche il fatto che Angel non mi parla è abbastanza stressante.
Finalmente arriva l’ora di pranzo e siamo tutti ai tavoli. Angel sembra sorridere alle battute di Anthony, Luke sta discutendo con Red di un videogioco che li appassiona. Si chiama Fallout. Dylan sta ridendo con una ragazza della casa di Ermes, mi sembra che si chiami Frances Party. Un mito nel lancio dei coltelli. Ci è stata utilissima nella caccia alla bandiera.
Ciro si è seduto al tavolo delle figlie di Afrodite, che lo stanno imboccando come un bambino con dell’uva. Tutte tranne Andie che ha occhi solo per Luke.
 
Decido che è ora, e Chirone me ne da conferma. Mi alzo e tutti sembrano prestarmi attenzione.
-“Salve ragazzi, ormai credo mi conosciate un po’ tutti. Per chi non mi conosce sono Albert Stone. Mi è stata affidata un’impresa e devo scegliere sei persone da portare con me. Ho bisogno di un avanguardia: Dylan Blake.”- il ragazzo si alza e mi viene vicino abbottonandosi un kway azzurro, mentre Frances rimane fissa a guardarlo -“Di un arciere: Anthony Allen”- lui la smette di fare battute e, mentre noto una collana con un ciondolo a forma di lira, mi si avvicina -“Di uno stratega: Luke Wall”- il mio amico rivolge uno sguardo dolce ad Andie e mette la terra sotto ai piedi avvicinandosi a me -“Di un costruttore/riparatore: Anthony Hammer”- fa roteare un martello da cui fuoriescono delle fiamme -“Di una ammaliatrice: Andie Morris”- la ragazza di Luke, si avvicina con dei movimenti molto sexy e prende posto vicino a lui -“e una retroguardia: Ciro Genna”- lui si allontana dalle ragazze promettendo che tornerà.
Il campo ci saluta con un applauso. Ci dividiamo per preparare le nostre cose e per salutare le ultime persone.
Metto la mia maglietta dei Beatles nello zaino seguita da un paio di Jeans e da un paio di fotografie. Una di mia madre, e una di me ed Angel insieme, fatta da una ragazza con una Polaroid. Chiudo lo zaino e mi allaccio le scarpe. Poi esco dalla porta e mi dirigo a salutare l’unica persona che mi mancherà.
 
-“Angel?”- dico bussando alla grossa porta in marmo striato della sua capanna.
Mi apre e poi va verso il suo letto, ci si siede e mi fissa torva.
-“Ehi”- mi siedo accanto a lei e le accarezzo il volto -“Non fare così. Non ti preoccupare, con me ci sono i migliori combattenti del campo.”- la sua espressione cambia.
-“Ok”- è ancora triste, mi avvicino e spostandole una ciocca di capelli dal volto le do un bacio. Ci scolliamo l’uno dall’altro, la guardo e lei mi sorride.
-“Ecco, rimani così. Quando sorridi sei più bella.”- detto questo esco dalla sua capanna volgendole un ultimo sguardo.
 
Ci ritroviamo tutti in cima alla collina dove un tizio con occhi ovunque ci passa dei viveri, dell’ambrosia, del nettare, dei soldi e delle dracme, i soldi della Grecia antica. Li mettiamo negli zaini, e ci mettiamo in viaggio su una monovolume con nove posti. “Un furgoncino insomma!!”
Noto che Dylan indossa delle converse con un paio di ali, sicuramente finte.“Sarà un nuovo modello…”  
Anthony non ha più il martello infuocato ma ha una spilla degli AC/DC  con una fiamma sullo sfondo.
Restiamo in silenzio, tutti abbiamo qualcosa a cui pensare, una persona che ci manca forse.
Avremo percorso si e no ottanta kilometri, dovremmo essere relativamente vicini a New York e all’Empire State Building-“Ragazzi.. non dovete stare così g..”- Anthony non riesce a finire la frase che il furgoncino/macchina si ribalta.
Usciamo a fatica e ci mettiamo su, mentre vediamo delle donne serpente armate di reti da gladiatore e di tridenti che si dirigono verso di noi. Non sono molto veloci, perché strisciano date le loro due code di serpente al posto delle gambe.  
-“Dracene”- dice Dylan precedendo Luke, che rimane con un palmo di naso.
-“Affrontiamole”- dicono Red e Joker. Mi giro verso di loro e Red ha nuovamente il suo martello. Mentre Anthony ha un’arco di metallo con l’impugnatura laccata in oro, ed una faretra piena di frecce di diverso tipo: di bronzo, d’argento e certe di metallo con una punta rossa-“Il mio arco si chiama Spiedino”- dice Joker.
-“Il mio martello si chiama Fotiá”- già un paio di frecce di bronzo sono dentro la pelle di una dracena che scompare via lasciando una polvere a terra.
-“No! Non le affronteremo, nei boschi!! Ora!”- corriamo verso i boschi mentre Argo già non si vede più.
 
Arriviamo in una landa in mezzo agli alberi. Qui potremo affrontare meglio quelle lucertolone.
Mi trasformo in un leader-“Joker ti voglio su quel ramo e voglio che tu colpisca quelle dracene appena le vedi. Red tu arrostiscile. Ciro, Luke  proteggete Andie e il lato posteriore. Dylan, io e tu in prima linea.”- il mio amico sorride-“E te pareva.”- dice mentre estrae Morte.
 
Passano diverse ore ma non succede niente. Ormai è buio. Si iniziano a vedere i primi segni della perdita di concentrazione. Anche io sono stanco di tenere la mia spada in mano senza usarla. Conficco Squarcio della notte nel tronco di un albero. Anthony si siede a cavalcioni sul ramo. Andie gira in tondo scacciando le zanzare che la vogliono pungere.
Red mi si avvicina-“Forse era meglio affrontarle”- credo che abbia ragione, ma lo ignoro.
-“Accampiamoci qui! Domani faremo gli ultimi chilometri.”- loro annuiscono, ma sto perdendo la mia autorità al comando dopo poche ore che sono al comando –“Red occupati del fuoco.”
 
Siamo tutti accampati vicino al fuoco. Luke abbraccia Andie e la copre con il suo sacco a pelo. Io sono stanco, così mi metto a dormire nel mio sacco a pelo.
 
-“Aert!! Ci srve il tu aiuo!”- sono intorpidito, non sento bene. Apro lentamente gli occhi, e vedo uno spettacolo raccapricciante. Andie è ferita ad una spalla, Luke la protegge. Tutto è in fiamme, Anthony è avvolto in una rete, Red tenta di romperla, ma stranamente non ci riesce. Dylan e Ciro sono in piedi a fatica e combattono contro una decina di lucertolone. Mi alzo in piedi e una dracena mi ributta a terra come un sacco di patate. Affonda con il tridente, rotolo per terra e do un colpo alla mano per far girare l’anello. Ma non succede nulla. Il mio sguardo va oltre, la mia spada è ancora conficcata nel tronco. “Accidenti!!”. Le do un calcio al tridente, e lei lo lascia cadere. Lo afferro e glielo conficco nella gola. Uccidendola la mia arma scompare con lei. Corro al tronco, ma la strada mi viene bloccata di nuovo. Ci pensa Dylan che con una botta di petto della sua nuova armatura la fa cadere e la finisce con Morte. Arrivo alla beneamata spada e prendendola mi risento forte. Dall’albero esce della linfa-“Albert, sei molto eccitante!”- dice Joker della rete.
-“Perché?”- non capisco subito il suo umorismo, e poi una serpentona mi vuole infilzare con un forchettone.
-“Si è bagnato tutto”- abbozzo un sorriso, e guardo l’albero ricoperto dalla linfa, mi giro in fretta per tagliare la testa ad una dracena che si stava leccando le labbra, del sangue verde mi finisce sul braccio. Brucia. Cerco qualcosa per toglierlo. Trovo delle foglie ancora verdi, ripulisco il braccio e noto una scottatura. Intorno a me infuria la battaglia.
Luke è in difficoltà, ha perso la spada e sta difendendo Andie con il suo corpo, che ora è pieno di ferite. Mi precipito ad aiutarlo, e con pochi fendenti uccido le dracene che lo stavano assalendo, lui corre a prendere la spada.
Andiamo ad aiutare Dylan e Ciro che combattono strenuamente contro le loro nuove amiche. Ciro sembra un uragano quando combatte, maestoso e letale. Mena colpi a destra e a manca. Noto che a terra ci sono delle ossa, e a quanto ne so i miei amici non hanno perso arti, sento il mio piede muoversi, abbasso lo sguardo e un osso si vuole muovere. Alzo il piede e l’osso vola vicino ad altre ossa formando uno scheletro vivente. Usa una mazza chiodata come arma. Indossa una maglietta rossa di Che Guevara, un cappello di colore verde militare, e una pipa che gli immette del fumo nella cassa toracica e che poi risale. “Che comunista!!”
Lo scheletro va ad aiutare Red e insieme riescono a strappare la rete di bronzo.
Ora volano frecce ovunque. Il nostro arciere è tornato.
Joker tira delle frecce che poi vengono infuocate da Red, e si conficcano nei cuori dei rettili.
Dylan non si vede più. Ma si sente. Le dracene crollano a terra in pezzi. La sua velocità è molto utile…
 
La battaglia è finita. A terra è pieno di melma verde, ossa rotte e fili di bronzo delle reti. La viscida melma scorre a fiumi verso il fuoco. Quando la prima goccia tocca il fuoco, tutta la roba verde… esplode!
Siamo nuovamente a terra.
-“Ma che cavolo però!! Mi si sono rovinati tutti i capelli, ci avevo messo un’ora per prepararli”- sbotta Andie, che si sistema nervosamente delle ciocche di capelli. Mi alzo a fatica, e noto Luke che non si alza. Dalla sua bocca esce del sangue.
-“Luke!”- mi inginocchio vicino a lui, lui continua a sputare sangue -“Dannazione Luke, resisti. Anthony, come si può curare? Gli possiamo dare dell’ambrosia?”- lui mi guarda sbigottito come se non si aspettasse questa responsabilità.
-“Non so cosa fare”- mi risponde.
-“Ma la casa di Apollo, è la casa dei medici, dovrai pur sapere qualcosa.”- lui tira fuori un libro ed inizia a consultarlo -“Si forse si, dovrebbe esserci una pianta che riduce la velocità con cui scorre il sangue che cresce qui vicino, ed una che se pestata e mangiata lo farà guarire in due giorni. Ma non cresce facilmente da queste parti. Il posto più vicino dove cresce è a circa quattrocento km. L’ambrosia lo può curare solo in superficie, per l’interno gliene dovreste dare così tanta che si brucerebbe”- vedo Luke rabbrividire al solo pensiero.
Mi sento crollare il mondo addosso-“Puoi trovare quella pianta nei dintorni?”- lui si allontana nel sottobosco, Red lo segue.
Andie prende lo zaino e gli da dell’ambrosia che sembra farlo stare meglio. Molte ferite si rimarginano, ma sono quelle interne che lo fanno stare male.
I due Anthony riemergono dal sottobosco con un erbetta con dei fiori viola macchiati di bianco. La mette su una pietra coperta da un pezzo di stoffa e le pesta. Poi le mette in un pezzo di pane e lo porge a Luke che da il primo morso-“Puh.. che schifo”- si pulisce la bocca.
Andie dimostra di avere più carattere di me. Gli da uno schiaffo e gli porge il pezzo di pane con le erbe medicinali. Lui lo mangia spaventato. Dopo che ha finito Andie gli si avvicina, lui si allontana, Andie allora gli dice-“volevo solo darti un bacio.”- lui si avvicina a lei e si scambiano un dolce bacio.
Ciro ride-“Amico, è ufficiale. Ti devo insegnare a baciare, sembravi un cane bagnato”- tutti ridono -“no ragazzi non c’è niente da ridere, e poi ci hai messo dentro mezzo chilo di lingua.”- Andie non sorride, anzi sembra furiosa, e visto lo schiaffo che ha mollato a Luke decido che è meglio non ridere.
-“A me piace come bacia.”- Luke sorride e sta zitto. Tutto sembra andare bene.
 
Passiamo mezz’oretta in tranquillità. Poi decido che è ora di andare-“Ragazzi zaini in spalla, si riparte.”
Tutti eseguono i miei comandi e siamo pronti. Mettiamo la strada sotto i piedi e cominciamo a camminare. Luke sembra poter camminare, ma ogni venticinque metri sussulta di dolore. Il suo zaino che contiene l’armatura lo sta portando Dylan.
 
Il tempo peggiora. La pioggia cade in modo incessante. Luke sta malissimo. Prego mio padre per farla smettere, ma non mi ascolta.
-“Restate fermi dove siete!”- giro la testa e scorgo due ragazze - molto carine – con delle spade ed altre armi puntate verso di noi.
-“Tranquilla Federica, sono solo dei ragazzini.”- dice la ragazza riccia alla ragazza con i capelli lisci e gli occhi grigi simili a miei.
-“Però anche tu hai sentito puzza di semidei.”- si scambiano alcune occhiate.
-“Chi siete voi?”- dice la ragazza più agguerrita, e un fulmine squarcia il cielo.
-“Noi siamo semidei. Voi chi siete?”- Federica lancia un’occhiata vittoriosa all’altra ragazza.
-“Noi siamo Federica Spare e Diana Saint.”- Ciro sembra ricordare qualcosa. Si alza in piedi e corre ad abbracciarle.
-“Loro sono semidee, mi hanno portato al campo. Lei è figlia di Poseidone”- dice indicando Diana –“Federica invece è figlia di Zeus, proprio come te Albert.”- Joker si alza per presentarsi, ma quando sta salutando Federica nota qualcosa nei suoi abiti.
-“Devi darmelo assolutamente.”- dice Anthony a Federica, mentre guarda Luke perdere i sensi. Ci potrebbe aiutare…
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’Autore:
Ciao ragazzi, ecco il sesto capitolo. Con Francesca, Diana e Federica, le nostre Guest Star.
Spero vi piaccia. Il prossimo capitolo a data da destinarsi.
Alberto

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Capitolo 7
*** Credo di avere le vertigini. ***


Credo di avere le vertigini.

 
 
 
 
 
 
Ci potrebbe davvero servire. Federica si guarda il taschino ed ha una faccia strana.
-“A cosa ti serve? Una donna me lo ha regalato tre giorni fa. Mi ha detto di tenerlo con me.”- Diana la guarda con uno sguardo dolce, come per rabbonirla.
-“Per lui”- dice indicando Luke che sta molto peggio di prima, ora si contorce per il dolore, i suoi organi si stanno distruggendo.
Federica si toglie il rametto dal taschino e lo porge ad Anthony che si strappa un pezzo di stoffa dalla maglietta e lo poggia su una pietra e con il manico di un suo pugnale la pesta con molta energia. Poi prende il risultato e la ficca in bocca a Luke tappandogli la bocca per non fargliela sputare. Un po’ rude come metodo, ma si rivela efficace, anche se Luke lo guarda con occhi da killer.
Il mio amico si contorce un altro paio di volte, poi sembra migliorare.
Sbadiglia, si gira sul fianco e chiude gli occhi. Quella medicina deve essere soporifera. O come sempre, ha sonno. Mi meraviglio che non sia figlio di Ipno.
Andie gli si avvicina, e gli accarezza la fronte e i capelli mentre dorme. Sono molto dolci insieme.
Ci sediamo attorno ad un fuoco che Red ha gentilmente acceso, e iniziamo a parlare-“Da dove venite?”- accenna Dylan ancora con aria diffidente.
-“Ottawa, Canada.”- dice Diana, scuotendo i capelli e mostrando gli occhioni verdi. Red ci rimane secco guardando i suoi occhi. Mi sa che è un mio colpo. Un colpo di fulmine -“Voi? Ah giusto, dal campo.. Avete per caso incontrato una ragazza con i capelli rossi? È figlia di Ares. Di solito fa coppia con un’altra ragazza dai capelli rossi, che è figlia di Zeus.”- continua Diana.
-“No. Perché le cercate?”- prendo io le redini del discorso.
-“Le stiamo cercando. Si chiamano Martina Spark ed Elena Bons. Cacciavano insieme. Le chiamavano “La Morte Rossa” per via dei capelli.”- Red sembra ansioso di dire qualcosa. Sta contando fino a dieci come fa per le decisioni importanti, o quelle che lo emozionano.
-“Perché non restate con noi? Se siamo in più persone abbiamo maggiori possibilità di trovarle.”- dice Anthony tutto d’un fiato.
Le due ragazze si consultano, e poi accettano la nostra proposta.
-“Andiamo a letto?”- dice Joker, che sembra avere molto sonno.
Annuiamo e ci mettiamo a dormire.
-“Albert? Dove sei? Vieni a giocare con noi. Ti divertirai.”- sono in un prato verde, e dei semidei stanno giocando a pallavolo. Qualcuno mi passa la palla, io la tocco e questo prato si infiamma, le persone che stanno giocando si sciolgono, e ritorno nella caverna dei miei incubi. Ci sono gli stessi semidei con la maglia arancione del campo che stanno attaccati al muro. Tutti hanno la faccia impaurita. C’è una ragazza che mi stupisce. Non ha paura. È solo sdegnata ed arrabbiata. Ha i capelli rossi come l’alba, ed ha un anello all’anulare con sopra inciso “Martina”. È la ragazza di cui parlavano Diana e Federica. Cerco Elena tra le persone vicine a lei, ma non c’è. Una ragazzina inizia a piangere disperata. La donna che ho sempre sognato le si avvicina e le tocca la fronte con due dita, e questa cade in un sonno profondo, mentre io mi sveglio.
Mi alzo dal sacco a pelo. Tutti dormono, tranne Luke.
-“Buongiorno. Come ti senti?”- lui si gira e mi vede. Mi sorride e ricambia il mio saluto con la mano.
-“Sto bene, grazie Al.”- dice lui.
Passiamo qualche minuto a parlare di lui ed Andie. Poi decido che è il caso di svegliarli. Ma lo faccio in modo originale.
Mi arrampico su un albero e grido-“DRACENEE!!”- tutti si alzano di scatto con le armi pronte. Quando capiscono che era uno scherzo mi lanciano imprecazioni in greco e in altre lingue a me sconosciute.
 
 
Siamo tutti pronti. Così ripartiamo. Camminiamo per diversi minuti fino a che non entriamo in un ipermercato per rifornirci di cibo e per diciamo prendere in prestito una macchina.
Io mi avvio verso la corsia del pane insieme a Dylan. Luke, Andie e gli altri vanno a prendere roba in scatola, acqua ed altre cose che servono a loro.
Paghiamo tutto, ma continuiamo a passeggiare un po’ nell’ipermercato.
Passiamo davanti a numerosi negozi, il mio preferito è un negozio di musica con in esposizione una Gibson Diavoletto con quella di Angus Young, quanto la vorrei comprare..
Usciamo dall’imponente costruzione in cemento e vetro e ci dirigiamo al parcheggio per trovare qualche bella macchina.
Ci sono una Maserati, un paio di Ford vecchio modello. Poi trovo la macchina perfetta per noi. Una BMW da sette posti, anche se siamo in otto.
 
 
Dylan si occupa dell’accensione e disinnesca l’allarme. Io mi metto alla guida, ed usciamo dal parcheggio.
Sfreccio fra la macchine. Mi sento libero. Quando guido, quelle poche volte che guido dato che ho sedici anni e non potrei, mi sento come se nessun problema mi possa raggiungere.
Sorrido vedendo che i miei amici si reggono alle cinture di sicurezza.
-“Albert rallenta. Sei un pazzo!!”- dice Diana, io accelero ancora di più, e Ciro insieme a Dylan mi istigano.
-“Vai Albert, sei un grande. Più forte, più veloce!!!”- accelero ancora un po’, aumentando l’attenzione sulla strada.
-“Albert, rallenta ora.”- Federica si impone, il suo tono di voce sembra serio, così decido di rallentare. Sento dei sospiri di sollievo e  degli sconsolati “Oh”, come per un gioco finito.
 
 
Fermo la macchina in un parcheggio. Dylan mette un adesivo con un caduceo disegnato sopra sulla portiera della macchina. Chiedendo spiegazioni, Dylan ci ha rivelato che con quell’adesivo la macchina può essere portata via solo da noi e non può essere tolto che da un figlio di Ermes.
Saliamo nel centro di New York, e ci dirigiamo all’Empire State Building, per parlare con quei geni del male dei nostri padri.
 
 
Arriviamo di fronte all’immensa struttura, e decidiamo di entrare. Chirone ci aveva detto-“Entrate nell’Empire State Building, e chiedete del seicentesimo piano al tipo strano.”
Ci avviamo verso il tipo alla reception. Ha i capelli sparati in modo assurdo, fin qui tutto normale. Quello che mi fa pensare che sia lui sono due particolari: il fatto che abbia del ghiaccio attaccato alle narici, e la sua targhetta che dice “Impiegato Olimpo”.
-“Hmm”- tossisco per attirare la sua attenzione, lui alza lo sguardo -“Salve, dovremmo andare al seicentesimo piano. Siamo in sette, loro ci aspettano qui”- dico indicando Diana e Federica.
-“Scusami, figliolo. Cosa hai detto?”- penso di aver trovato il tipo strano sbagliato.
-“Mi ha capito benissimo.”- Luke e Dylan tentano di farmi ragionare, prima che il tizio chiami il manicomio più vicino.
-“Hai appuntamento? Zeus, non riceve senza.”- tiro un sospiro di sollievo.
-“No, ma mio padre”- parlo con un tono minaccioso -“sarà felice di conoscermi.”- il tipo annuisce, si alza, prende una chiave elettronica e ci guida in un ascensore grande quasi quanto la mia vecchia stanza. Inserisce la chiave in una fessura, e ci dice -“Premete quel tasto”- ci giriamo e vediamo apparire un tasto rosso con scritto sopra “600”.
Lo premo e le porte si chiudono. Iniziamo a salire.
 
Di sottofondo c’è “My Baby Just Cares For Me” di Nina Simone.  
 
Passano diversi minuti e le porte si aprono e strizziamo gli occhi per la forte luce che entra dal pianerottolo dove siamo arrivati. Mah… altro che pianerottolo, questo è un centro abitato in aria.
-“Ragazzi…”- inizia Dylan.
-“Questo…”- continua Anthony.
-“È…”- Red interviene.
-“Stratosferico?”- concludo io.
-“No, è l’Olimpo”- mi corregge Mr. Sapientino. Si, Luke.
 
Entriamo nella città bassa dell’Olimpo. Abbarbicati lungo i versanti ci sono dozzine di eleganti palazzi — una città di ville — tutti provvisti di portici e colonnati bianchi, terrazzi dorati e bracieri di bronzo che scintillano di migliaia di fuochi. Le strade si arrampicano con un tragitto folle e tortuoso fino in cima, dove il palazzo più grande di tutti brilla sullo sfondo candido della neve.
È un perfetta città dell’antica Grecia. Ma è in perfette condizioni. Un aereo passa sotto il pavimento dove sto camminando, così mi butto a terra come un idiota, ma il pavimento non trema minimamente. È come se ci fosse una barriera che ci isola.
Iniziamo a inerpicarci su per la strada principale, verso il grande palazzo che si erge sulla vetta del monte.
L'ultima scalinata termina su un cortile interno. Superato questo, siamo nella sala del trono.
Ma "sala" non è la parola giusta. In confronto a quel posto, la stazione centrale di New York sembra lo stanzino delle scope. Massicce colonne si levano fino a un soffitto a volta, ornato di costellazioni dorate in movimento.
 
Dodici troni sono disposti come una U capovolta, proprio come le capanne del Campo Mezzosangue. Ci sono molti altri troni più piccoli posti alle due estremità.
Sui troni sono sedute sei persone. Volevo dire, sei giganti. Quattro uomini e due donne. Un uomo ha la barba folta vestito con un completo scuro che ha alle spalle una minacciosa folgore azzurra. Il secondo è vestito in modo casual, è perfettamente raso, e impugna un caduceo. Il terzo è sporco di olio motore, e sta maneggiando con un V8 tra le mani, imprecando di tanto in tanto. Il quarto invece è completamente vestito d’oro, e sta accordando una lira strimpellando qualche nota di tanto in tanto. Le donne stanno guardandosi con disprezzo, ma senza dire una parola. La prima ha un gufo accanto a se e lo sta accarezzando. Ha le così dette rughe dello studio sotto il collo. La seconda invece cambia aspetto ogni volta che la guardo. Un secondo è Angel, un altro sembra Angelina Jolie vestita da Lara Croft. Sembrano ignorarci. Sono Dei, è normale.
-“Ciao papà”- dico io rivolgendomi all’uomo elegante. Gli sorrido, ma lui non contraccambia il mio sorriso. Sembra sempre arrabbiato, come una tempesta sul nascere.
-“Benvenuti”- dice Ermes, battendo il caduceo a terra -“Cosa volete da noi divini?”- finisce la frase e ci strizza l’occhio sinistro.
-“Vorremmo sapere chi sono gli dei che vi hanno tradito?”- dice Dylan facendo un passo avanti. Vuole fare colpo su suo padre e noi sui nostri.
Ermes si acciglia ma poi parla-“Nessuno ci ha tradito.”- mi passo una mano tra i capelli e Angelina/Angel mi ammicca con gli occhi. Penso sia un complimento, ma lascio stare la questione -“Loro ci hanno pugnalato alle spalle. Per ora non ne siamo certi. Io stesso mi sto occupando della questione.”  
-“Ok, allora noi, ce ne andiamo”- dice Joker salutando con la mano destra.
-“Fermi.”- L’uomo con l’abito, Zeus, ci ferma -“Provate a Las Vegas. So che dei traditori sono in un casinò.”
-“Casinò? Fantastico! Finalmente questa missione prende una piega interessante.”- gli sorridiamo e andiamo via.
Un’incontro inutile. Ci ha solo rallentati.
Ciro sembra essere triste. Forse perché non ha mai incontrato suo padre, mentre noi li abbiamo incontrati.
 
Ci incamminiamo verso l’ascensore.
-“Nella prossima missione andremo negli inferi. Te lo prometto.”- lui abbozza un sorriso.
Entriamo nella stanza mobile. Anche detta ascensore.
 
Questa volta la canzone di sottofondo è “The Look of Love” di Diana Krall.
 
-“Ding!”- le porte si aprono, usciamo dall’ascensore ed usciamo salutando mister Ghiacciolo. Ritroviamo le ragazze che stanno mangiando delle caramelle prese dal distributore. Facciamo loro segno di seguirci.
Chiamiamo un taxi per riportarci al parcheggio.
Ci si avvicina una limousine, con su scritto “Casinò Lotus”. Le porte si aprono e dentro c’è una ragazza dai capelli rossi.
-“Avete bisogno di una mano ragazzi?”- Diana e Federica le sorridono. C’è da fidarsi?
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore:
Salve a tutti ragazzi. Ho finito il settimo capitolo.
Il prossimo arriverà forse dopo le feste natalizie. Spero continuerete a leggerlo.
Un saluto,
Alberto.

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Capitolo 8
*** Chiaviamo una slot machine!! ***


Chiaviamo una slot machine!!

 




 
 

Elena Bons, vestita con un giubbotto di pelle marrone, una maglietta verde, ed un paio di jeans stretti, ci invita a salire su un’auto.
Accettiamo.
Saluta le sue due amiche, poi noi, tranne Andie con disprezzo e diffidenza.
-“Tu dovresti aver ordinato un libro di storia della matematica su internet”- si rivolge a Luke, mentre la pioggia continua a colpire la macchina.
-“Si, su Amazon. Ma tu come lo sai?”- dice Luke alquanto impressionato.
-“Lo gestiamo noi amazzoni. E non ti rivolgere mai più a me direttamente, maschio. La tua ragazza può parlare per te.”- sulla faccia del mio amico passano diverse espressioni. Rabbia, umiliazione, vergogna. Poi improvvisamente calma. Esce dalla macchina e inizia a camminare verso il parcheggio.
-“Voi rimanete qui. Tentiamo di convincerlo a tornare.”- Red, Joker e Andie corrono dietro Luke.
-“Bene, ora che siamo solo noi vediamo chi abbiamo qui. Un figlio di Zeus, come me, anzi, quasi come me. Io sono perfetta. Tu sei un uomo. E poi, un figlio di Ermes, ma sento anche odore di Atena, si.”- io guardo Dylan perplesso.
-“Forse l’odore che senti, è di Luke. Lui è figlio di Atena.”- lei annusa meglio.
-“Allora deve essere molto forte. Lo sento ancora.”- Credo di annuire.
-“Perché sei venuta con la macchina di questo casinò? E poi con quali soldi?”-dice Diana come una mamma apprensiva.
-“Diciamo, che l’autista mi voleva fare un favore.”- dice mostrando un coltello di bronzo.
Sorrido, e Dylan fa uguale.
-“Ora passiamo al perché vi stavo cercando. Io e Martina, siamo state rinchiuse in una grotta. Io sono riuscita a scappare, ma lei è ancora li.”- divento bianco in viso, mi tremano le mani e le i piedi fanno il tip-tap. Non erano solo dei sogni. Forse quelli su Angel, erano solo frutto della mia immaginazione. Ma io ho sognato Martina.
-“Aveva un anello con il suo nome sopra?”- chiedo per avere conferma.
-“Si, gliel’ho regalato io. Ma tu come lo sai?”- mi chiede giustamente Elena.
-“Immaginazione.”- dico, ma il loro sguardo, mi dice che non mi credono.
-“Uscendo dalla grotta mi sono trovata in una grande sala piena di slot. Poi ho ricattato quell’idiota dell’autista che mi ha portato qui. Mi aiuterete a salvare Martina, vero?”- io non ci penso più di una volta.
-“Si, Zeus ci ha detto di andare in un casinò. Molto probabilmente è questo.”-ci sorride.
Luke e i ragazzi entrano in macchina-“Bentornati”- dice Elena con fare strafottente.
-“A una condizione. Devi trattarci con rispetto, o giuro che ti tratterò a fil di spada.”
-“Si!”- squittisce lei. Sorrido a Luke che mi volge un sorriso di ringraziamento.
L’Amazzone, da tre forti colpi al lunotto che ci separa dall’autista, e la limousine parte.
 
Dopo poche ore di relax, iniziamo a scorgere il deserto del Nevada. Las Vegas, la città più peccaminosa del mondo. Mi piace.
Torniamo al Casinò dove è stata presa la macchina. Il casinò Lotus.
-“Restiamo uniti! Sai indicarci l’entrata alla grotta, Elena?”- dico con fare frettoloso. Voglio trovare quelle ragazze e salvarle.
-“Non potrei dimenticarlo neanche volendolo.”- dice Elena, ancora con il terrore negli occhi.
 
-“Dove volete andare voi, vestiti in questo modo?- Andie interviene bloccandomi la mano, prima che io abbia la possibilità di aprire lo sportello-“Vestiti così, non andrete da nessuna parte!! Adesso ci penso io.”- tira fuori dalla tasca un metro da sarta, e comincia a prendere le misure a tutte le persone in macchina eccetto l’autista, e man mano che finisce, ci spuntano addosso dei vestiti eleganti. Tutti i ragazzi, indossano lo smoking, Mentre le ragazze indossano dei lunghi abiti da sera di seta. Le ragazze hanno dei colori diversi per distinguersi, noi ragazzi, abbiamo delle spille con il simbolo della nostra cabina. Luca sembra un becchino con il gufo attaccato sul taschino..
 
Entriamo nel maestoso casinò che si estende all’infinito tra tavoli da blackjack e finte Tour Eiffel.
Elena ci guida nella grande costruzione di cemento armato e vetrate, facendoci arrivare alla famosa sala slot machine, dove c’è un rumoroso tintinnio di monete. -“L’entrata è qui dietro. Spostate questa slot!!”- Ci fa spingere la macchina da slot, ma non si muove, e io la guardo perplesso. Cambiamo slot fin quando quelle attaccate al muro non finiscono. Inizio a pensare, che Elena sia pazza, poi torno alla prima slot e vedo una serratura che le altre non hanno. È di bronzo celeste, un entrata a due denti. Esiste una chiave, e qualcuno ce l’ha. Dobbiamo trovarlo..
 
-“Dobbiamo trovarlo?! Dobbiamo trovarlo?! Albert, ti sei rimbecillito del tutto?!”- mi fissa infuriato -“Lo hai visto questo posto? Saranno almeno cinque chilometri di estensione. Hai una calamita per chiavi di bronzo celeste, o cosa?!”- porto la mano all’anello e lui si zittisce.
“Nulla è impossibile. Bisogna trovare un tizio incazzoso con dei poteri strani.”- sorrido non curante della sua malafede.
Antony borbotta qualcosa, ma non gli do ascolto e continuo a camminare, con gli altri al mio seguito.
 
Giriamo per il casinò, e più andiamo avanti, più mi accorgo di avere perso la scommessa con me stesso. Vedo solo vecchietti che giocano alle slot, uomini della sicurezza con dei gilet verdi, e alcuni con sopra delle giacche, forse dei superiori. Uno di loro, con i capelli neri e un orecchino a spirale che gli si avvolge al lobo sinistro, ci guarda, dice qualcosa nel suo auricolare e poi ci lascia perdere. Vedo tizi sulla cinquantina, imbottiti di soldi che sparano colpi da 25000 $ al tavolo da poker. Poi, scorgo un tizio alto, con tanti capelli molto arruffati, sul castano chiaro. Sta giocando a texas hold ‘em. Indossa un gilet come quelli della sicurezza, sul fianco indossa una chiave, poi lo sento esultare per aver vinto 30000 $.
Chiedo informazioni su di lui, e mi dice una signora sugli ottant’anni, che è da una settimana nell’hotel, che vince ogni sera. Poi, mi chiede che giorno è e io le rispondo –“8 marzo del 2014, signora”- e lei mi risponde che sono fuori di testa, e che è il 20 aprile del 1964. Mi sento strano, ma penso di aver capito qualcosa.
 
Una ragazza che ha i capelli rossi, e un vestito dello stesso colore, mi volge uno sguardo intenso. Poso lo sguardo sul suo vestito, però non riesco a non guardare la sua scollatura molto accattivante. Caccio in fretta questi pensieri, anche se non vorrei, ma devo parlare con il ragazzo da capelli arruffati.


-“Io non parlo con te. Se mi vuoi parlare, tu o i tuoi amici, mi dovrete battere a texas hold ‘em”- questa è stata la sua risposta dopo che gli ho chiesto di parlare.
-“Ti batto io”- interviene Luke con aria di sfida.
-“E anche io ci sono”- continua Dylan.
-“Bene! A quanto pare, hai i tuoi sfidanti..”- concludo io con sorriso beffardo.
 
Vengono distribuite le carte, ed entrano tutti. Io vedo gli sguardi concentrati di Luke e Dylan e la poker face di questo fantomatico ragazzo, che ho scoperto chiamarsi Chad Overstreet.
Passano i primi giri di carte e nessuno sembra vincere di tanto. Chad vince di 500 $ su di loro. Perde chi finisce prima i 5000 $ che ha a disposizione.
 
L’ultima mano, viene vinta da Chad, che ci saluta con un cenno della mano.
Dylan mi viene vicino -“Guarda cosa ha portato Babbo Natale?”- ci mostra la chiave.
-“Andiamo a chiavare quella slot machine!!”- dice Joker, rubandoci un sorriso.
 
Inserisco con cautela la chiave nella toppa a due denti, e inizio a girarla in senso orario fino a sentire un sonoro “click”.
Gli altri mi aiutano a spostarla, scoprendo un antro buio: l’ingresso ad una grotta.
Entriamo guardandoci attorno con circospezione, Red ci precede con il suo martello Fotià acceso, illuminando la via.
È scuro, tetro come un set da film horror.
Sentiamo un urlo, corriamo fino al centro di una piazza che si divide in tre grotte differenti.  
Decidiamo di dividerci in tre gruppi.
Io, Antony e Dylan. Luke, Andie e Federica. Diana, Red e Elena.
 
Tiro fuori l’accendino dalla tasca e illumino la via. È tutto libero. Joker tira fuori il suo arco placcato d’oro che emette un debole bagliore, così come le spade mia e di Dylan.
Arriviamo in fondo alla grotta, e l’unica cosa che troviamo è un muro con degli spilli. Non mi sento sicuro. Sentiamo un rumore di ingranaggi.
-“Quelli spilli verranno sparati verso di noi quando gli ingranaggi avranno finito di tendersi!! Dobbiamo scappare!!”- dice Dylan.
Si sente un suono più forte -“Via!”- urlo io strattonando Antony e Dylan.
Ci precipitiamo fuori un secondo prima che gli spilli ci colpissero.. anzi, li colpissero, perché scopro una ferita mediamente profonda sul polpaccio.
Zoppico a malapena, ma faccio finta di niente, e mi trascino verso la seconda caverna dove è andato Luke con Andie, e Federica, che ci travolgono cavalcando una corrente d’aria.
-“Ehi, ragazzi!! Un phon un po’ forte, eh?”- dice Antony scherzando.
-“Non dirlo a me”- Andie continua a sistemarsi i capelli.
-“Bel lavoro, sorella!!”- do il cinque a Federica, che mi spiega la loro trappola che consisteva nel crollo del pavimento.
 
La prima caverna e la seconda caverna sono escluse. I nostri amici sono entrati nella terza, quella giusta.
Arriviamo, ragazzi!!!
 
 
Note dell’autore:
Salve ragazzi,
si, so di essere tornato dopo dei mesi, ma sono contento delle vostre richieste.
Il prossimo capitolo arriverà a breve, spero.
Un abbraccio,
Alberto

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