Convivenza forzata

di Barbycam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La proposta indecente ***
Capitolo 2: *** Che la sfida abbia inizio! ***
Capitolo 3: *** Lei non si tocca - part one ***
Capitolo 4: *** Lei non si tocca - part two ***
Capitolo 5: *** Raffreddori e before party ***
Capitolo 6: *** La festa (e tutto quello che comporta...) ***
Capitolo 7: *** Il giorno dopo - part one ***
Capitolo 8: *** Il giorno dopo - part two ***
Capitolo 9: *** Le registrazioni - part one ***
Capitolo 10: *** Le registrazioni - part two & zia Matilde ***
Capitolo 11: *** Zia Matilde e Nonna Luigina ***
Capitolo 12: *** Nonna Luigina e Zia Matilde - part two & il Litigio ***
Capitolo 13: *** Il litigio e la riappacificazione ***
Capitolo 14: *** < Inserire il titolo che più vi piace > ***
Capitolo 15: *** Reclusione a Mantova: The Beginnin ***
Capitolo 16: *** Mantova: Giorno uno, parte prima ***



Capitolo 1
*** La proposta indecente ***


<< Ste, miseria, sei una palla

<< Ste, miseria, sei una palla!!!!!!!!!!!!! >> La voce che in questo preciso istante sta fuoriuscendo dal finestrino oscurato della limousine, non è, come credo sareste portati a pensare, di un’amazzone, bensì di un’ Andrea Mastello, graziosa 17’enne con i lunghi capelli rosso fuoco lisci e gli occhi blu oceano, che discute amabilmente con la sua migliore amica.

 

<< Miiiiiii, che rompi che sei Andre! Ti ho solo detto che domani devo andare a tagliarmi i capelli!! >> Ed ecco la “Ste”, ovvero Stefania Roccinta, avvenente 17’enne, dai lunghissimi capelli biondi a boccoli striati di rosa e platino e dagli occhi verde smeraldo. Ostinatamente, la bionda incrocia le braccia al petto.

 

<< Effettivamente ha ragione… è la quindicesima volta che lo ripeti… >> Mentre questa, cari miei, è l’adorabile cantante de gruppo, ossia Max Criso di 17 anni. I capelli neri lisci sulle spalle e gli occhi verde acqua. Con questa affermazione, fa scoppiare a ridere tutto il suo gruppo.

 

<< Ah! Finalmente in Italia! Il tour in Inghilterra mi ha sfiancata. Sono morta. >> Asserisce, dopo aver ripreso piene facoltà cerebrali, Stefania. Infatti loro quattro, sono uno dei gruppi più famosi in Europa, ormai da tre, quattro mesi.

 

<< Meglio di no, magari… lo sapete che il capo ci vuole ancora vive, altrimenti chi gli da i soldi? >> Schizzinosa, Francesca, la gemella di Andrea, fa aderire la schiena al sedile in pelle della limousine.

 

<< Ma che si schianti. Lo faccia lui il tour. Suoni lui una decina di volte le stesse canzoni. Io mi prendo una pausa. >> Sbuffa Max. Okay, dire che il loro manager sa fare il proprio lavoro è troppo. Infatti fanno quasi sempre tutto Niky e Francesca. Perché le altre tre sono sempre impegnate in interviste e altre cose. Francesca le sorride dolcemente. Sono due gemelle e due ragazze, amiche per la pelle. Prima di entrare in pieno nell’occhio del ciclone, erano quattro semplici amiche, che si divertivano a fare musica registrandosi nel garage di casa Criso. Ovviamente, nessuna di loro si sarebbe mai aspettata una tale scalata verso il successo, avevano cominciato a fare musica da quando avevano 13 anni, non pensavano di arrivare in vetta.

 

<< Scusate, non vorrei interrompere la vostra riunione familiare, ma… siamo arrivati. >> Luca, il loro migliore amico, nonché bodyguard, nonché autista, nonché ulteriormente cugino di Stefania, abbassa il finestrino dietro di lui, per sorridere alle quattro ragazzine sedute come star.

La prima a scendere è Stefania, che, appena tocca terra, si inginocchia e comincia ad inchinarsi alla sua amata Italia. Quanto l’è mancata la terra sotto i piedi lo sa solo lei. Ormai da qualche mese sono nell’occhio del ciclone. Riviste scandalistiche cercano di metterle in prima pagina, beccandole in un luogo poso idoneo o altre cose così. E ovviamente Andrea è sempre in prima pagina, una volta che ubriaca ballava su un tavolo di un locale, un’altra che si intromette in una rissa, e via dicendo. Diciamo che Andrea è la più scatenata di tutte. Non ha paura di nessuno, guarda in faccia chi calpesta ed è orgogliosa come un leone. Francesca è una delle ragazze più tranquille al mondo. Non litiga mai con nessuno ed è sempre pronta ad aiutare le amiche. Nessuno è mai riuscito a farla arrabbiare nella storia della sua vita… anzi, mi sembra di sì. È vero, una volta è stata Max. Si sono messe a litigare che ancora si odiavano e non erano tutte unite, poi dopo quella litigata è nato il gruppo e non si sono mai più separate. Soprattutto loro due sono diventate migliori amiche. Certo lo sono tutte alla stessa maniera, ma tra loro due c’è un legame indistruttibile, che neanche una decina di bombe atomiche riuscirebbe a spezzare. E adesso passiamo a Max. Max, già lei è tutta storta. Maschiaccio, infatti Stefania non la smette mai di rimproverarla per quel suo abbigliamento, testarda e… semplicemente adorabile.

Si sono fermati davanti al portone di un Hotel, tutto sommato normale, in una cittadina in provincia di Torino. Il loro capo ha dato ordine di trovarsi in quell’Hotel appena finito il Tour, e loro, da brave bambine, si sono trovate lì, puntuali come svizzere. Max alza di peso l’amica, mentre le altre se la ridono di gusto, portandola nella Hall. Luca fa loro strada per andare nella saletta privata al secondo piano, dove il capo le attende.

Salgono le scale sorridenti, entusiaste al massimo del loro successo e del Tour in Inghilterra, durato un mesetto, dove ognuna di loro si è trovata una compagnia.

Bussano alla porta, sapendo che nulla potrebbe andare loro male, dopo tutto quello, ma non possono sapere quanto si sbagliano. Entrano e si siedono ognuna su una poltrona rossa, davanti alla scrivania.

 

<< Siete appena tornate dal tour. – le quattro annuiscono, cupe. – E immagino sia andato bene. – Max annuisce con più vigore, già pronta ad una delle sue solite litigate con il capo. – Perfetto, ma non è di questo che vi voglio parlare. >> Il capo traffica in un cassetto sotto la scrivania, per poi tirarne fuori una rivista, con, tanto per cambiare, una foto di Andrea in prima pagina.

 

<< Allora? >> Fa la rossa, passando la rivista alla gemella. L’altra la fissa quasi incredula, coprendo la bocca con una mano per non scoppiare a ridere in faccia al capo. Inarca un sopracciglio confusa, non sorprendendosi neanche un po’ nel vedersi in prima pagina. Lei non lo fa apposta a trovarsi dei guai, sono i guai che la trovano sempre. Ormai ci hanno fatto tutti l’abitudine.

Effettivamente in tutte e quattro le riviste, si vedono Andrea e Francesca abbracciate o appartate a parlare. Le incriminate si guardano negli occhi e, dopo un attimo di serietà, cominciano a ridere, trattenendosi la pancia.

 

<< Non c’è niente da ridere. È tutto serio. >> Scoppia il capo, alzando di un paio di toni il volume della voce. Max sorride.

 

<< Eddai capo. Io e mia sorella non stiamo insieme. Lo sanno tutti! >> Esclama Andrea, cercando di rimanere in equilibrio sulla sedia, senza cadere a terra e contorcersi dalle risate.

 

<< A quanto pare no. E queste sono solo alcune delle tantissime riviste che vi vogliono insieme. >> Il capo ormai ha gli occhi ridotti a fessure. Probabilmente è fumo, quello che Stefania sta osservando fuoriuscire dalle orecchie del manager. E un po’ si spaventa, perché non l’ ha mai visto così arrabbiato. E il capo è una di quelle persone che è meglio avercele come amiche che come nemiche.

 

<< E poi, guarda… è un fotomontaggio questo dove ci baciamo. >> Francesca arriccia le labbra, porgendo un’immagine dove sono ritratte lei e la sua gemellina che si baciano appassionatamente. Andrea si sporge a guardarla anche lei e scoppia nuovamente a ridere.

 

<< Certo che è un fotomontaggio!!!! Per questo che io e un altro manager abbiamo ideato questa soluzione. >> Gli occhi del capo cominciano a brillare di una luce che non piace per niente alle ragazze. Tanto che Max si spaventa,

 

<< Ehm… di grazia… quale soluzione? >> Chiede infatti spaurita, cominciando ad arrotolarsi i capelli neri al dito. Un altro inquietante luccichio negli occhi del capo, la fa tremare sulla sedia. A quelle parole, tutte le quattro ragazze lo fissano negli occhi, con sguardo indagatore. Stefania ha smesso di guardarlo come se fosse un animale estinto circa un milione di anni fa, e si è messa a guardarlo come se fosse un animale estinto circa 3 milioni di anni fa. Francesca lo fissa con la sua più adorabile espressione confusa, con le labbra arricciate e la fronte aggrottata. Max e Andrea, essendo molto simili, hanno la bocca spalancata e gli occhi grandi quanto tazzine da tè.

 

<< Semplice! Visto che anche il suo gruppo ha problemi di incesto, due gemelli, abbiamo deciso di farvi incontrare e farvi mettere insieme. >> Max sgrana gli occhioni verde acqua. Francesca spalanca la bocca e si lascia cadere la rivista dalle mani. Stefania cade dalla sedia finendo a gambe all’aria. Ma… Andrea? Quest’ultima ha abbassato di colpo il capo, cosa che non le viene affatto spontanea, orgogliosa com’è, e ha stretto i pugni saldamente. Dopo qualche secondo, la mora si accorge di nuove goccioline sul pavimento, sgrana ancora di più gli occhi e picchietta sulla spalla della bionda, che nel frattempo si è alzata e rimessa a sedere. Questa guarda spaesata l’amica poi posa lo sguardo sulle sue mani ed impallidisce. Lei ha il terrore del sangue. Non ne sopporta la vista, né l’odore. Comincia a respirare a fatica, mentre Andrea stringe ancora di più i pugni.

 

<< Francy… vai con Ste, si sente male. >> Sussurra la mora alla rossa, indicando Stefania che ha cominciato a tossire. Francesca annuisce e lascia la camera con l’amica sotto braccio, ripetendole che va tutto bene.

 

<< Giulio… come… come hai potuto… io e Fra non siamo animali… non puoi scegliere tu con chi devo stare… non mi va… >> Borbotta Andrea. Lei tutto sommato è una ragazza tranquilla, forse scatenata ma sempre lucida e calcolatrice. Se Andrea chiama per nome il capo, sta per arrabbiarsi. E se Andrea si arrabbia, c’è da aspettarsi di tutto. E se c’è da aspettarsi di tutto, bisogna solo correre e salvarsi. Ormai l’hanno imparato tutte.

 

<< Aspetta, Andry, stai calma, ti prego… >> Tenta la mora, ma è tutto inutile. Andrea alza di scatto il volto e pianta i suoi grandi occhi blu in quelli castano chiaro del capo, guardandolo con una furia mai vista. Pianta le palme delle mani sulla scrivania davanti a lei e ne stringe il bordo, giusto per evitare di prendere a pugni il capo. No, non è uno scherzo, Andrea è un ragazzo nel fisico di una bellissima ragazza diciassettenne. Giusto per inaugurare la fama del gruppo, Andrea si era messa a litigare con il proprietario di un locale che non la faceva entrare perché era una donna. Allora lei, si era leggermente scaldata, cominciando a prenderlo a botte. Ma quello aveva reagito, eccome se aveva reagito. I loro due avvocati avevano archiviato la faccenda perché l’uomo aveva ammesso di essere stato ingiusto, tornando a casa con il labbro spaccato e tutti e due gli occhi neri, mentre Andrea aveva solo qualche livido sugli zigomi.

 

<< Vi troverete nella stessa casa del loro gruppo e condividerete tutto per due mesi circa. Nessuno dei due gruppi farà concerti e tour per tutta la durata di questa “disintossicazione”, mi sono spiegato? >> Sibila il capo, avvicinando il volto a quello di Andrea, tanto che i loro nasi si scontrano quasi. Tra i loro occhi si possono vedere scintille di rivalità e di odio perenne. Max si mette una mano sulla fronte, disperata. La sua migliore amica non cambierà mai. Mai.

 

<< Trasparente. >> Sbotta Andrea, uscendo dalla stanza sbattendo la porta. La mora rimane a fissarla un attimo intontita, per poi guardare negli occhi il capo.

 

<< Bene, vedo che sono rimasta l’unica in grado di ascoltare le tue assurdità. Dimmi, qual’è il gruppo? È italiano? >> Chiede Max, appoggiando la schiena al sedile della poltrona. Comincia a fremere per alzarsi, non ce la fa già più. Lei deve muoversi, saltare e correre. Nei concerti non sta mai ferma, è sempre a cantare appiccicata a Francesca o a un’altra del gruppo.

 

<< No, tedesco. Sono i Tokio Hotel. Li conosci? >>

 

<< Come faccio a non conoscerli? Sono famosi quanto noi e forse anche di più. Non posso non conoscerli. >> Sbuffa, incrociando ostinatamente le braccia al petto.

 

<< Stai tranquilla ragazzina, non alzare il tono con me. >>

 

<< Senti, capo, è meglio che la molli di fare tanto il grande uomo d’affari, perché l’unico motivo per il quale ancora non ti abbiamo licenziato, è che ci procuri i concerti. Quindi limitati ad organizzare i tour ed evita colpi di testa, capito? >> Sibila la mora, appoggiando i gomiti ai braccioli della poltrona. Il capo la guarda esterrefatto. Nessuno in vita sua si è mai permesso di parlargli così, mai. E allora come si permette quella ragazzina? Chi le ha dato il permesso di insultarlo? Che è e come, miseria, osa a parlare così al suo capo e al suo datore di lavoro?? Max. Max Criso, ecco chi.

 

<< Vedi di abbassare la cresta ragazzina. Se voglio posso distruggervi. Ricorda che ho il vostro destino nelle mie mani. >> Un sogghigno si disegna sulle labbra screpolate del capo, che ovviamente non usa un burro-cacao anche se la ex moglie glielo metteva a forza, mentre osserva la ragazza aspettandosi da un momento all’altro una supplica. Ma quella non arriva. Cavolo ragazzi, stiamo parlando di Max Criso, una testa più dura del cemento armato!

 

<< Ah non lo dimentico mica sai? Ma ricorda anche tu una cosa. Se noi falliamo, fallisci anche tu. Se noi falliamo, tu non avrai più i soldini per comprarti il completino da bravo uomo d’affari. Se noi falliamo, ti troverai a lavarti le mutande nelle acque del Po. Sono stata chiara? >> Snocciola con un sorriso la Criso, con un sorriso da fare invidia a Miss Italia. Fa la lingua al capo e, prima di prendere e andarsene dalla saletta, afferra le chiavi della camera. Poi saltellando soddisfatta, lascia il capo a rodersi il fegato. Scende in cortile e trova Andrea che prende a pugni un albero.

 

<< Ehi Andre. Ho una notizia. >> Esclama usando il tono più dolce che ha. Lei e Andrea sono legate profondamente. Sono tutte migliori amiche tra loro, ma ci sono delle differenze quasi. Andrea è legatissima a Stefania, mentre Max è praticamente sempre appiccicata a Francesca. Ma sanno i loro ruoli e nessuno invade mai lo spazio altrui.

 

<< Sai Max? Io ti voglio bene, ma non me ne frega un emerito accidente. A meno che tu mi dica che hai strangolato il capo facendogli passare atroci sofferenze e che il gruppo è italiano per giunta della nostra età, non credo potrai farmi felice. >> Risponde la rossa, aumentando le botte sul povero albero, che nella vita probabilmente non ha fatto niente di male se non crescere in quel giardino di quell’Hotel e di trovarsi sulla strada di una Andrea arrabbiata.

 

<< Ehm… - Ingoia il groppo che le ha otturato la gola, quasi spaventata dalla sua migliore amica. – No, a dire il vero non l’ho ucciso. Però gli ho fatto capire che comandiamo noi. Poi, mi spiace ma il gruppo non è italiano, in compenso ha più o meno la nostra età, con un bel po’ più esperienza alle spalle. Sono i Tokio Hotel. >> Max chiude gli occhi, aspettandosi una delle celebri sfuriate di Andrea, ma non succede niente, così, intimorita, socchiude gli occhi, per vedere che l’amica sta prendendo a pugni l’albero con ancora più foga di prima e che ha le lacrime agli occhi.

 

<< Fantastico. >> Ringhia, fermandosi un secondo, per evitare che le lacrime le ricoprano il viso. Ma è arrivata tardi, perché quelle dispettose sono già lì ad assaggiare il terreno. Si guarda le mani, rovinatissime. Sorride amaramente, almeno avrà una buona scusa per mettersi i guanti. Max le sorride, per poi prenderla tra le braccia. È più alta di lei, anche se Andrea è nata prima. La stringe forte. Non ha quasi mai visto piangere Andrea. Stefania piange di più, ed è in poche parole un ghiacciolo in confronto alle altre ragazzine della sua età. Effettivamente, solo loro tre possono vantarsi di aver visto piangere Andrea Mastello, che piuttosto di versare lacrime prende a pugni un albero.

Dopo qualche secondo di riluttanza, la rossa si lascia andare, farfugliando cose contro il capo, contro la Germania e contro i tedeschi in generale. Max sorride. È forte quella ragazza. Per questo è una delle sue migliori amiche. Perché non piange mai e difende sempre tutti. Perché è un maschiaccio e perché altrimenti passerebbe le giornate a prendere a pugni qualcuno. Ma più semplicemente, perché è lei. Adorabile testona.

 

<< Grazie Max. >> Biascica, strusciando il viso contro il petto dell’amica che le accarezza la testa affettuosamente. Alza il viso ad incontrare i suoi occhi e le sorride, illuminandosi tutta. Andrea non sorride spesso, peccato perché quando sorride le si illumina tutto il viso e diventa ancora più bella. Max le bacia la fronte per poi ridere, trascinando l’amica con sé.

 

*-*

 

<< Ste, va meglio? >> Chiede apprensiva Francesca. Stefania sta male alla vista del sangue. Infatti appena uscite dalla stanza sono filate in bagno e la bionda ha vomitato tutto il pranzo. Ovviamente la rossa le ha tenuto su tutti i capelli altrimenti ora sarebbero sul verdino acido… comunque, sorvolando sul pranzo buttato nel water di Stefania, ora sta meglio. Infatti annuisce all’amica sforzandosi di sorridere.

 

<< Meno male, va’. Che ne dici di andare a prendere le chiavi della camera? >> Sorride. Anche lei come la sorella si illumina quando sorride, solo che lei, a differenza della gemella, è molto più solare e vivace. Ha sempre un sorriso pronto per tutti ed è gentilissima. Stefania si alza a fatica dalla poltrona della Hall e segue Francesca nella saletta, fermandosi però fuori, debole di stomaco. La rossa esce immediatamente dopo, sventolando le chiavi.

 

<< Posso stare in camera con Andre? >> Chiede con voce flebile la bionda, prendendo un profondo respiro per riempirsi i polmoni. Francesca con un sorriso annuisce.

 

*-*

 

<< Lo sai che se non stai zitto io giuro che perdo completamente possesso delle mie facoltà mentali e ti ammazzo?? >> Ulula un esasperato Tom Kaulitz al gemello, che tranquillamente sta girando per la camera intonando Rette Mich. Bill, il gemello di Tom, scuote i lunghi capelli neri sparati in aria con gesto teatrale come per dire: Non potrai mai capire fratellone.

Tom si mette un rasta dietro all’orecchio, mentre placidamente sfoglia la rivista italiana che gli hanno affibbiato nella Hall. Ovviamente non legge gli articoli, vi sembra?, guarda semplicemente le foto delle ragazze.

Okay, constatato che non sopporta più suo fratello e che in quel giornale non ci sono tante belle ragazze, prende un cuscino e, come se fosse la cosa più logica del mondo, lo lancia al gemello. Quello ha solo il tempo di voltarsi che se lo ritrova in pieno viso. Non fa in tempo neanche a finire la canzone. Sgrana gli occhioni nocciola bordati di nero e raccoglie immediatamente il cuscino per tirarlo nuovamente al proprietario.

Georg e Gustav scoppiano a ridere. Sebbene conoscano i gemelli Kaulitz da quasi una vita, non si sono mai abituati ai loro bisticci quotidiani.

 

<< Mi hai tirato un cuscino! >> Biascica Bill, sedendosi accanto al fratello sul divanetto.

 

<< Lo so. Mi disturbavi. >> Si giustifica questo, prendendo in mano un’altra rivista, data la scarsa quantità di belle ragazze in quella precedente. Sfoglia, sfoglia fino ad arrivare più o meno a metà, dove c’è una foto enorme di quattro ragazze, tutte sorridenti.

 

<< Ehi, guardate qui. >> Esclama, con gli occhi illuminati. Bill si sporge per vedere meglio la foto, mentre gli altri due componenti si avvicinano incuriositi.

 

<< Sono le White Rose’s. Le ho sentite nominare, sono abbastanza famose. >> Fa il moro, inarcando un sopracciglio. Effettivamente sì, le ha sentite nominare, e ha anche ascoltato un paio di loro canzoni. Deve concederglielo, non sono niente male.

 

<< Come si chiamano? >> Fa Georg, sporgendosi ancora di più sulla spalla del rasta per vedere meglio.

 

<< Allora… Max, Stefania, Andrea e Francesca. >> Tom si trova a specchiarsi nei profondi occhi blu di Andrea, che in quella foto porta un paio di pantaloni al ginocchio con degli anfibi militari e una canottiera nera a righe azzurre, completato da mezzi guanti uno azzurro e l’altro nero. È talmente affascinato da quel viso così imbronciato e provocante che prova immediatamente una specie di legame con lei. Proprio in quel momento, Bill gli prende il giornale dalle mani e comincia a leggere l’articolo. L’intestazione infatti cita proprio loro, i Tokio Hotel. “Dall’Italia con furore, le White Rose’s sono le rivali numero uno dei Tokio Hotel. La sfida all’ultima nota è aperta.” Grida il titolo a grandi lettere rosse. Il ragazzo sposta lo sguardo nocciola in basso, dove c’è il resto dell’articolo.

Lui parla italiano, gli è sempre piaciuto e la trova una lingua interessante dal punto di vista letterario e grammaticale. Forse, è meglio dire che ama le lingue in generale e che l’italiano lo ha sempre molto incuriosito.

- Le White Rose’s nascono in provincia di Torino come semplici ragazze innamorate della musica. In questo ultimissimo periodo hanno spopolato in tutta Europa, facendosi amare da tedeschi, francesi, olandesi, inglesi e soprattutto italiani. Sono le rivali numero uno dei Tokio Hotel, gruppo tedesco che ha conquistato con una sola canzone tutta l’Europa. E pensare che loro non speravano tanto.

“Allora, Max è un nome da maschio, sbaglio?” “No, affatto…  ma me ne sono innamorata quando avevo 6 anni. Da allora ho costretto tutti a chiamarmi Max. Alcuni non sanno neanche come mi chiamo veramente.” “E come ti chiami veramente, se è lecito saperlo?” “Monica. Non che non mi piaccia il mio vero nome, ovvio, ma preferisco Max.” “Bene… i Tokio Hotel devono avere paura di questo ciclone in bianco?” Risponde Andrea, la batterista. “Oh certo che devono avere paura. Noi non ci fermeremo davanti a nulla, neanche a quei quattro tedeschi.” “Wow che grinta! Max, tu che canti, le canzoni le scrivi sempre tu?” “Oh no… io ho scritto solo She isn’t alone, le altre le abbiamo scritte tutte insieme.” “Un lavoro di squadra allora.” “Sì. Siamo amiche da sempre, e da sempre suoniamo insieme.” “Molto bene. Ora passiamo al vostro fisico. Ragazze, siete bellissime!” “Grazie. È tutto merito di Ste, che diciamo è la più femminile del gruppo.” “Avete dei piercing?” “Sì… Fra sulla lingua, io all’ombelico e al naso, Ste tutto un orecchio mentre Andre al labbro superiore sulla destra e a quello inferiore sulla sinistra.” “Wow… ne avete tantissimi! Per esempio, fate sport?” “Certo! Fra e Ste fanno karaté… io e Andre facciamo boxe da… più o meno 7 anni.” “Allora è meglio non farvi arrabbiare…” “Oh sì. Hai ragionissima.” “Benissimo, abbiamo finito.”-

 

<< Ehi!!!! Bill! Sveglia! >> Tom, preoccupato, sventola una mano davanti al viso del gemello, troppo impegnato a leggere e a comprendere l’articolo sulle ragazze.

 

<< Oh che palle! Stavo leggendo, no? Miseria, fanno boxe e karaté. Meglio non farle arrabbiare. >> Fischia, poi chiude la rivista e la posa sul tavolino davanti a lui. Il gemello la riprende immediatamente, dato che non ha finito di fare la radiografia alle ragazze. Max, con gli occhi verde acqua sprizzanti di energia e i capelli neri lisci, nella foto porta una gonna di jeans a metà coscia, calze a rete fino al ginocchio, converse fuxia e una felpa nera con i teschi fuxia.

 

<< E questa? >> Il rasta indica Stefania, che sfoggia i suoi grandi occhi verde smeraldo contornati di nero, i capelli biondo cenere con delle ciocche fuxia e platino legati in due trecce, un cerchietto nero, la frangia sfilacciata, un vestitino grigio, scarpette con il tacco nere e una cintura nera. Bill si ferma ad osservare Francesca, che porta dei jeans a sigaretta, gli stivali a punta, un cappellino bianco a ricoprire i dolci boccoli rossi, che le cadono fino a metà schiena, e infine una canotta azzurra con un angioletto sul davanti. Fa la lingua all’obbiettivo della macchina da foto, mettendo in bella mostra il piercing alla lingua, mentre i suoi occhi azzurri esprimono tutta la sua felicità.

 

<< Sono dei bei tipini, no? >> Asserisce ad un certo punto Gustav, prendendo la rivista dalle mani del chitarrista, che subito comincia a brontolare.

 

 << Che succede qui dentro? >> David Jost, il manager del gruppo, entra nella camera dei ragazzi, proprio mentre Bill sta per rispondere negativamente all’amico.

 

<< Niente, stavamo sfogliando una rivista e abbiamo visto queste ragazze… White Rose’s >> Spiega Tom, continuando a sfogliare la rivista. Si stupisce sempre di più mentre va avanti nelle pagine, visto che è pieno di foto delle ragazze.

 

<< Sì, sono abbastanza famose. Ogni tanto le sento nominare. >> Completa il gemello, dato che il chitarrista è troppo impegnato in affari ben più importanti.

 

<< Ah! Molto bene, questo semplifica le cose. >> Esclama David, stringendo in mano una cartellina con dentro dei documenti e alcune riviste tedesche, quali Bravo e Popcorn.

 

<< Quali cose? >> Fanno i Tokio Hotel in contemporanea.

 

<< Beh, sapete che su di Bill e Tom si vocifera l’incesto… - i due in questione sbuffano scocciati. – Ecco, a quanto pare anche sulle gemelle Mastello. Io e questo Giulio Bordetto abbiamo deciso di accoppiarvi per sfatare queste voci. >> Snocciola con calma. Georg e Gustav scoppiano a ridere, non credendo a quell’assurdità colossale. Bill fa cadere il bicchiere, che ha appena impugnato, a terra, spalancando la bocca e strabuzzando gli occhi nocciola. Tom, sbatte la rivista sul tavolino e si stravacca sul divano, incrociando ostinatamente le braccia al petto.

 

<< Io non mi muovo da qui. >> Annuncia il rasta, divaricando le gambe e appoggiando i piedi al tavolino di legno davanti a lui.

 

<< Ma… ma… non dovevi parlarne con noi prima? Perché adesso, così?? >> Balbetta Bill, alzandosi in piedi e cominciando a misurare il perimetro della stanza con falcate nervose.

 

<< Vi incontrerete nella Hall del loro albergo nel primo pomeriggio. Mi raccomando, vi voglio presi. >> Il manager appoggia la cartellina sul tavolino davanti a lui e se ne va dalla camera, lasciando i quattro ragazzi alle prese con i propri pensieri.

 

<< Certo, presi per il cu- ahia! >> Una gomitata da parte del gemello, costringe Tom a bloccare la frase prima di finirla.

 

<< Non può costringerci a metterci con delle ragazze che non conosciamo, fratellone. Ehi, Tom! Di’ qualcosa! Non dirmi che ti piace questa situazione! >> Il moro si ferma perfettamente di fronte al gemello. Abbassa lo sguardo sul suo volto e questo scoppia a ridere.

 

<< No che non sono d’accordo. Ma possiamo sempre approfittarne, no? Quando mai ci regalano quattro ragazze su un piatto d’argento? >> Gli risponde il rasta, smettendo un attimo di ridere.

 

<< Ah, abbiamo pure delle guide per vistare la città, dico per i ristoranti e le discoteche… >> Esclama ad un certo punto Gustav, sorridendo all’idea dell’accoppiamento birra-ragazze.

 

<< Stare con Tom ti danneggia, Gustav. Meglio che lo eviti per un po’. >> Annuncia il moro, dopo aver tastato la fronte dell’amico e constatato che anche lui, dopo Georg, si è ammalato di Tommite acuta. Tom fa la linguaccia al gemello, per poi scoppiare a ridere trascinato dall’ilarità degli amici.

 

*-*

 

Andrea è arrabbiatissima. Dopo aver pianto da Max si è leggermente calmata, ma il suo cervello sta ancora, sempre e comunque, progettando la morte del suo amato capo. Si è sempre saputo che lei non lo sopporta, fin dall’inizio. Non capisce perché ancora lo tengano con loro, dato il fatto che non fa un accidente tutto il giorno se non rilasciare interviste, che poi puntualmente o lei o Max smentiscono, e organizzare tour. Sì, probabilmente è solo per i tour che non lo licenziano. Ma sinceramente non le importa. Lei comunque, tempo e voglia permettendo, quello lo farà fuori. Oh, se lo farà fuori. Deve solo trovare il modo di fargli passare atroci sofferenze. È risaputo che lei non ha il cuore debole, come Stefania. No, lei è perfida se vuole. Prende un profondo respiro per calmarsi. Nelle orecchie, la musica del suo gruppo. Vola, è di certo la canzone sua preferita di tutto l’album. Perché lei vorrebbe volare, lo ha sempre desiderato. Scappare, saltare in aria e guardare tutto dall’alto, come se nulla la toccasse veramente. La sua vita, i suoi problemi, tutto sarebbe minuscolo.

Una goccia le cade sulla spalla coperta dalla felpa nera. Per uscire si è vestita da maschio. Un corpetto la appiattisce sul petto e i capelli rossi sono tirati su da un cappellino nero. Lei è nata in quel paesino, ci manca solo che la riconoscano e l’assediano come fanno sempre ai concerti o davanti agli Hotel dove pernottano. Sorride, al pensiero che qualche mese prima era una tranquilla ragazzina di 17 anni che ogni mattina andava a piedi al liceo. Non se lo sarebbe mai aspettata, di venire catapultata nel mondo che ha sempre sognato, fatto di luci e di ombre molto più grandi. Non si ferma. Il cielo è gravido di pioggia e sta partorendo, dato che sta cominciando a piovere molto forte. Ma questo non è un problema per la batterista che cammina a testa bassa per le strade. Lei adora la pioggia. Ma si sta bagnando tutta e non è salutare. Di malavoglia, mentre intona a bassa voce le parole di Vola, va a ripararsi sotto un telone di un ristorante. Guarda attentamente la pioggia cadere, quando sente delle voci dietro di lei. Immediatamente si strizza i capelli e si rimette il cappellino, assumendo la postura di ragazzo.

 

<< Perché ci siamo fermati qui? >> Chiede uno, con tono scocciato. Andrea gli lancia uno sguardo fugace. Ha i capelli biondi a spazzola che escono dal cappellino nero e una corporatura normale.

 

<< Perché dobbiamo mangiare, ed è il ristorante più vicino all’Hotel. >> Risponde un altro, più alto e molto più magro, con i rasta biondi.

 

<< Ha ragione Tom. E non fare quella faccia, dai! Prendiamo una birra. >> Un terzo ragazzo, poco più basso del secondo, che probabilmente si chiama Tom, batte sulla spalla del primo, come per tranquillizzarlo. Quello sbuffa, ma si siede comunque.

 

<< Secondo voi come saranno queste… White Rose’s? >> Chiede un quarto, con i capelli neri lisci, tenuti sotto ad un cappellino. Andrea si sente cadere le ginocchia. Sono loro i Tokio Hotel? Sono loro il gruppo che dovrà convivere con lei e le sue amiche? Probabilmente sì.

 

<< Non lo so… sono tutte molto belle… io però preferisco quella con gli anfibi. Le pel di carota mi sono sempre piaciute. >> Il rasta si lecca il labbro inferiore, facendo capire a tutti quello che intende. Il ragazzo con i capelli neri accanto a lui gli rifila una gomitata nello stomaco.

Andrea è esterrefatta. Perché non sono arrabbiati come lei? Perché non stanno progettando insieme un piano per uccidere il loro manager? Per il momento l’insulto “Pel di carota” non l’ha toccata molto.

 

<< Ma smettila. Piuttosto di’ che è la più piccola… nella foto vicino alla gemella sarà alta 1 e 65… >> Fa il terzo ragazzo, facendo scoppiare a ridere tutti. Eh no… adesso basta però… okay, questa non è stata una mossa opportuna. Non la conoscono ancora, perché altrimenti saprebbero che adesso, Andrea Mastello sarebbe tranquillamente capace di crepare la corteccia di un albero a forza di pugni.

 

<< Ed è la batterista, chissà quanto è brava con le mani… >> Schiamazza sognante il rasta, incrociando le dita delle mani. La rossa non ce la fa più. Neanche La fine del mondo la tranquillizza. Lì si è divertita a suonarla nel live. Ma adesso non sente niente, se non il rossore di rabbia che le sale alle guance. Si avvicina ai ragazzi, batte sulla spalla del ragazzo con i rasta e si fa fare una radiografia completa.

 

<< Posso parlarti un attimo in privato? >> Chiede con la voce da ragazzo. Lei è sempre stata così. Quando non vuole farsi riconoscere, comincia a parlare con la voce bassa e si mette il corpetto per appiattire le curve. In quel momento, la sua copertura può andarsene allegramente a benedire, insieme alla sua lucidità. Il ragazzo la guarda curioso. Poi si alza e la segue, in una piccola saletta del ristorante. Andrea sta con la testa bassa, sorridendo all’idea della sua dolce vendetta. Si trova in mezzo alla saletta, solo allora si ferma e si toglie il cappellino, lasciando che i suoi spaghetti rossi le scivolino sulle spalle. Il ragazzo dietro di lei è sorpreso. Non pensava fosse una ragazza, soprattutto perché è piatta come una tavoletta di legno.

 

<< Senti, io avrei da fare. Se magari ti sbrighi… >> Sbotta, innervosendosi. Quella situazione non gli piace. Finalmente Andrea si gira verso di lui e lo fissa negli occhi. Per la seconda volta in quella giornata, Tom Kaulitz si scontra con due bellissimi occhi blu oceano. Sbatte le palpebre, stralunato, poi le sorride affabilmente.

 

<< Non ti preoccupare. Faremo in fretta, tesoro. >> Ghigna, si avvicina e si ferma davanti a lui, a pochi centimetri dal suo petto. Questo sorride e si abbassa, una ventina di centimetri li separa, ma lei non è della stessa idea. Sorride beffarda e assesta un cazzotto in pancia al ragazzo, che geme dolorante. La guarda di nuovo negli occhi e legge una furia nuova.

 

<< Questo era per il pel di carota. Questo per la nana. – una gomitata al petto. – e questo, per quello che alludevi quando hai detto che sono brava con le mani. >> Per ultimo, alza il pugno e lo colpisce in pieno sullo zigomo. Soddisfatta, la rossa si rimette il cappello, mentre il ragazzo di accascia davanti a lei dolorante. Torna trionfante dove ci sono gli altri e sorride amabile.

 

<< Il vostro amico è nella saletta qui dietro. L’ho… diciamo sistemato. Ci vediamo presto. >> Batte con una mano sulla spalla del moro e poi se ne va, canticchiando The rain. Trotterella, semplicemente contentissima. Si è fatta valere. Si è difesa, anche se per un nano secondo avrebbe lasciato correre. Non sopporta che la insultino, magari alludendo maliziosamente. Quello proprio no. Una volta era successo che aveva litigato con il proprietario del locale, perché questo le aveva offerto di suonare lì dentro. Certo, forse avrebbe accettato, se magari glielo avessero proposto comprendendo anche vestiti. Infatti le avevano gentilmente chiesto di suonare nuda, davanti ad un pubblico di uomini over 50. Inutile dire che si era rifiutata categoricamente, ma l’altro non aveva demorso e l’aveva presa per i capelli. Ricorda ancora quello che era successo dopo. E persino le parole che lui le aveva detto. “Io ottengo sempre quello che voglio ragazzina. Per questo tu accetterai la mia proposta dandomi, in più e gratis, un assaggio.” Lei gli aveva riso in faccia, rivoltando la situazione. “E tu ricorda una cosa, vecchio. Io non mi faccio dare ordini da nessuno, chiaro?” E poi lo aveva malmenato e lasciato quasi del tutto moribondo sul ciglio del suo locale. Si mette a correre, scoppiando a ridere. Mandando semplicemente la copertura a farsi benedire, si toglie il cappellino e si mette in posizione eretta. Corre, corre fino al parchetto, senza paura di farsi scoprire e si siede ad una panchina per riprendere fiato. Comincia a cantare a voce piuttosto alta She isn’t alone, dato che in quella canzone lei e Max cantano insieme il ritornello. Comincia a picchiettare con le dita sul ginocchio, mentre la pioggia continua a bagnarla. Si strizza i capelli, anche se sa che si bagnerà tutta. Però lei non ha il fisico debole. Sorride, mentre intona perfettamente la canzone, che intanto continua imperterrita. Now I’m succeeded to wash the rain She will return to fall driven in and silent, Like always, for ever. Nel pre-ritornello, sente una nota steccata dell’amica, ma è solo una flebile vibrazione della sua voce bassa. Si annota mentalmente di farlo notare a Max, anche se sa che la cazzierà per non averglielo detto prima e comincerà a sbraitare contro il sistema giudiziario troppo lento e contro i maschilisti. Nessuno sa veramente il perché di tutto questo sbraitare contro i maschilisti e il sistema giudiziario, però è così e nessuno può mai farci nulla, perché diventa intrattabile e irritante.

Non sente che qualcuno le picchietta la spalla delicatamente. Si gira quasi per sbaglio, e incontra i due occhi nocciola che l’hanno fatta tentennare. Ma non sono veramente quegli occhi, sono semplicemente identici, senza quella scintilla di malizia e di accecante testardaggine.

 

<< Scusa, sei tu che hai picchiato mio fratello? >> Chiede il ragazzo, sedendosi accanto a lei, guadagnandosi inoltre uno sguardo confuso. Andrea annuisce, mentre negli occhi dell’altro si illumina una scintilla.

 

<< Oh, molto bene. Volevo dirti… beh, forse non lo sai chi siamo io e gli altri tre. – Andrea spegne il lettore Mp3 e lo ripone diligentemente in tasca. Annuisce e lo incita a continuare, con una smorfia che vuole sembrare un sorriso. – Beh, ecco, io so chi sei tu. Sei Andrea Mastello, no? >> Le sorride, illuminandosi. Nota per me stessa: dire a Francy che il porcospino non è poi tanto male. Anche lei prova a sorridere.

 

<< Sì, sono io. Come… come fai a saperlo? >> Chiede con la voce incrinata. Quel ragazzo è riuscito nell’impresa impossibile di farla balbettare. Fin da quando è nata, nessuno, e dico veramente nessuno, è mai riuscito a farla balbettare. Neanche i suoi professori delle superiori. Come ho detto prima, Andrea in confronto alle altre ragazze è un ice-berg, però non è quella specie di… di calore che provi quando ti piace una persona. Ma quando hai l’impressione di poterti fidare ciecamente di lei, senza che obbligatoriamente tu sia ricambiata.

 

<< Casualmente io e i ragazzi abbiamo visto un articolo su giornale e l’abbiamo letto. Noi siamo i Tokio Hotel e io sono Bill Kaulitz. >>

 

<< Sì, lo so chi siete, ma vorrei farvi una domanda. Ma voi non lo volete uccidere il vostro manager? – Bill inarca un sopracciglio, confuso. Allora la rossa cerca di spiegarsi meglio. – Nel senso… non vi da fastidio che abbia deciso con chi mettervi senza dirvi nulla? >> Lo guarda negli occhi nocciola, come se volesse leggervi dentro il rancore, la rabbia, l’odio che lei stessa è consapevole di avere negli occhi. Ma non ci trova nulla di questo. Solo due grandi occhi castani fissi nei suoi che sembrano sinceri e del tutto inespressivi.

 

<< Non più di tanto. Perché, a te sì? >> Colpevole, Andrea abbassa lo sguardo sulle mani, che apre sulle ginocchia. Non ha messo i suoi soliti 10.000 braccialetti e polsini perché… a dire il vero non lo sa bene il perché. Sa solo che è uscita dall’Hotel ed è andata nel corso principale vestita da ragazzo. Sorride amaramente e annuisce piano. Gira le mani, per guardare in che stato sono le sue nocche, e per poco non vomita. È tutta una poltiglia rossa, e solo adesso ha cominciato ad accusare il dolore fisico.

 

<< Oddio, ma che diamine hai fatto lì? >> Bill sgrana gli occhi e le prende le mani tra le sue. Le osserva, senza degnare di uno sguardo Andrea, che di per sé non può che ringraziarlo, dato che è diventata tutta rossa, pari ai suoi capelli di fuoco. A salvarla da quella imbarazzante situazione, il suo cellulare. Parte Vola come suoneria e lei si affretta a prenderlo dalla tasca dei jeans, anche se si lascia sfuggire un gemito quando la carne tocca il tessuto dei pantaloni.

 

<< Pronto? >> Chiede con voce sofferente.

 

<< Andrea! Dove diavolo sei?? Lo so che non vuoi e che sei arrabbiatissima, cosa credi? Max mi ha raccontato dell’albero stupida!, ma dobbiamo incontrare quelli lì e devi essere qui. Ti prego, non sparire di nuovo, okay? Ci vediamo tra poco nella Hall. Ti voglio bene sorellona. Ciao! >> Senza che Andrea potesse rispondere, ecco che la sua adorata gemellina ha chiuso la chiamata sbraitando che è una pazza furiosa a sparire così senza dire nulla a nessuno.

 

<< Devo andare. Ci vediamo oggi, cioè, ehm… tra poco. Ah, di’ a tuo fratello, che se prova di nuovo a insultarmi quello è solo un assaggino. >> Sorride, cosa alquanto rara, e se ne va trotterellando. Dopo qualche passo, si volta per lanciare uno sguardo fugace al cantante del suo gruppo, al momento, più detestato e gli sorride complice. Quest’ultimo le strizza l’occhio e se ne va nella direzione dalla quale è venuto.

 

<< Andrea dove sei stata??? Ci siamo preoccupate tutte! >> Francesca si butta al collo della sorella, e solo allora la vede che sorride. La guarda confusa negli occhi, ma lei rivolge lo sguardo luminoso alle altre e a Niky e Luca.

 

<< Tutto bene. Ho fatto, uhm, diciamo conoscenza. Grazie, ma non dovevate preoccuparvi. >> Sorride e si dirige nella sua camera.

 

*-*

 

<< Come diavolo si permette quella lì di picchiarmi… >> Si sta brontolando Tom, massaggiandosi lo zigomo colpito con fare teatrale, mentre gli altri due se la ridono come pazzi.

 

<< Ha fatto solo bene. - Soggiunge Bill, sedendosi accanto al gemello, che lo guarda stralunato. L’altro alza le spalle. – Sì, tu mica dovevi dirle quelle cose… >> Spiega, dato che il fratello da solo non ci arriva. Quello sbuffa e si rintana in un ostinato silenzio. La cosa che gli brucia di più, non è il fatto di essere stato malmenato da una donna, cosa che lo ferisce profondamente nell’orgoglio, ma che quella ragazza bellissima gli ha detto di no. E l’ha pure sottolineato, non prendendolo solo a schiaffi, come la maggior parte delle ragazze che poi puntualmente finiscono nel suo letto, ma proprio picchiandolo con pugni che non fanno di certo bene. Oltre al fatto di essere profondamente ferito nell’orgoglio, non si riesce a capacitare del fatto che lei l’ha rifiutato apertamente. E lui non è abituato ai no. Di nessun tipo, tanto meno di una donna, inoltre bellissima. Eh no, Tom Kaulitz non si fa sconfiggere così facilmente. Ghigna, al pensiero che tanto prima o poi quella ragazza finirà tra le sue braccia, come tutte quelle prima di lei.

 

<< Stai bene fratellone? >> Gli chiede Bill, sventolandogli una mano davanti al naso, giusto per vedere che non fosse andato in trans.

 

<< Sì, sto benone. Dolce vendetta, va servita calda… >> Sorride e i suoi occhi nocciola si illuminano di una voglia di vendetta spaventosa. Il gemello alza le spalle, pregustandosi già la scena. Quando Tom litiga con qualcuno, è un evento divertentissimo degno dei più grandi eventi comici. Incrocia lo sguardo dei suoi amici, che evidentemente stanno pensando le stesse identiche cose.

 

In quel preciso istante, ben otto teste, tre bionde, due more, due rosse e una castana, pensano la stessa cosa. Sarà una cosa interessante.

 

Continua…

 

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'
Allora, come vi sembra? Personalmente non credo sia il massimo comunque… a voi la scelta. Prendere o lasciare? Ossia, tradotto in lingua italiana: La continuo o no?

Ricordate, mi baserò sulle recensioni, quindi fatevi avanti gente! Ora, ringrazio chi ha recensito Confession of a Broken Heart che è piaciuta anche se tragica.

Lindiuz93: Wiii, grazie 1000! Molto, molto gentile ^^

Consuelo: Beh, grazie lo stesso.

Cecia94: Già, è veramente una canzone bellissima! Infatti la stavo ascoltando quando l’ho scritta… beh, grazie comunque allora. ^^ che ne pensi di questo inizio? Sincera eh’! Baci8

Vanessa: Amo mio! Grazie veramente tanteeeee! È importante per me che tu l’abbia letta, grazie, grazie! Ti amo di bene, ci vediamo!

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Capitolo 2
*** Che la sfida abbia inizio! ***


[ In quel preciso istante, ben otto teste, tre bionde, due more, due rosse e una castana, pensano la stessa cosa

[ In quel preciso istante, ben otto teste, tre bionde, due more, due rosse e una castana, pensano la stessa cosa. Sarà una cosa interessante.]

 

Tutto è pronto per la conoscenza. Il capo ha assicurato alle White che l’altro gruppo parla italiano,  e solo allora Francesca ha tirato un sospiro di sollievo.

Andrea è rimasta tutto il tempo in camera, giusto per mettersi un po’ a posto le nocche dato che sono tutte maciullate, peggio del solito.

Max sta ripassando le canzoni, soprattutto The rain, da dopo che Andrea le ha detto di aver steccato. Come previsto da  tutte si è messa a sbraitare contro il maschilismo, il sistema giudiziario troppo lento (ovviamente dandogli la colpa per aver stonato nella canzone…) e, stranamente, contro gli scienziati che predicono la fine del mondo. (addossando loro la colpa di portare sfortuna e quindi di farla stonare, perché troppo preoccupata per le sorti dell’umanità.) Tutte possono testimoniare di aver riso come delle idiote, anche Andrea che di solito è silenziosa e solitaria, alla sfuriata di Max quando ha scoperto la steccata.

Stefania si sta passando la piastra sui capelli biondi, per renderli lisci come seta.

Mentre Francesca è in giro per l’Hotel ad osservarlo. Lascia che la mente vaghi liberamente nel labirinto della sua testa, ritrovando puntualmente la via d’uscita. Lei lo sa, la sua vita è un labirinto. Prima la morte del papà per un incidente stradale le ha spezzato il cuore in due. Ma poi ha conosciuto Max, e le sue braccia l’hanno confortata tante volte che ormai ne ha perso il conto. Insieme a lei, alla sua sorellona e a Stefania è riuscita a superarlo. C’è stato un periodo particolare. Ha avuto quasi paura di essersi innamorata di Max, ma poi ha capito che è solo amicizia. Solo una grande, profonda e sincera amicizia.

 

Tom Kaulitz è appena entrato nella Hall dell’Hotel di malavoglia, spinto dentro dal suo gemello minore, evidentemente molto più eccitato di lui per la conoscenza delle altre ragazze. E gli dareste torto? Tom dopo tutto, è stato malmenato da una ragazzina più piccola di lui e su cui ha messo gli occhi addosso, decisamente un duro colpo da incassare. Se poi deve incontrarla per poi passare due mesi nella stessa casa… beh, inutile dire che preferirebbe di gran lunga il suicidio. Invece il fratello è tutto eccitato. All’inizio era scettico quanto, e forse più, del gemello, ma adesso che ha scoperto in Andrea una ragazza diversa dalle altre, basti il fatto che è abituato a conoscere tutte le ragazze nel letto di suo fratello e che lei è stata la prima a rifiutarlo apertamente, è molto più allegro.

Dal canto loro, Gustav e Georg sanno che ne capiteranno delle belle. Hanno una strana sensazione alla bocca dello stomaco.

 

<< Ma che diavolo fai? Guarda dove vai, accidenti! >> Sentono urlare Tom. Si riscuotono e si affrettano a raggiungerlo. Lo vedono fronteggiare una ragazza di circa 17 anni, con i lunghi capelli rossi capitanati da un cappellino nero. Questa lo guarda senza capire la sua reazione.

 

<< Ehi… ma tu sei quella di prima… perché mi hai picchiato? >> Il rasta si batte una mano sulla fronte e trasforma i suoi occhi nocciola in due spilli velenosi. Lei continua a guardarlo senza capire.

 

<< Non so di cosa tu stia parlando. Ti sarai confuso. >> Francesca alza le spalle e fa per andarsene, ma una mano le afferra il polso, bloccandola.

 

<< Era identica a te… impossibile che mi sia confuso. >> Esclama convinto il chitarrista, piantandosi una mano sul fianco e con l’altra trattenendo la ragazza.

 

<< Andrea. Okay, senti, lei è la mia gemella Andrea, io non c’entro. Adesso io vado. Ciao. >> Sbotta la rossa, stritolando il polso del ragazzo con la mano libera. Si mette a correre per la Hall, lasciando che i lunghi capelli rossi ondeggino dietro di lei. Sale le scale di corsa e si trova nella stanza della gemella. Bussa forte alla porta e quella si apre quasi immediatamente, scoprendo Andrea con dei pantaloncini rossi e una maglietta nera.

 

<< Chi hai picchiato prima? >> Le chiede, appoggiandosi le mani sui fianchi. Andrea si siede sul letto e alza le spalle.

 

<< Uno che mi ha insultata. Perché? >> Sposta lo sguardo dai suoi guanti neri agli occhi azzurri della gemella, che sospira e alza gli occhi al cielo sedendosi accanto a lei.

 

<< Perché l’ho visto giù nella Hall prima, mentre giravo. Mi ha chiesto perché l’ho picchiato. >> Spiega la minore, sorridendo alla sorellona.

 

<< Sai chi sono quelli? – Chiede improvvisamente Andrea fissandola intensamente negli occhi. L’altra alza gli occhi al soffitto, pensandoci, ma poi scuote la testa. – Sono i Tokio Hotel. Quelli con cui dobbiamo passare due mesi. >> Francesca ha un’espressione indecifrabile in viso, un qualcosa che non si è mai visto. Lei è sempre stato come un libro aperto, per chi lo sa leggere ovviamente.  E adesso nessuno riuscirebbe mai a capire che espressione ha in viso. Forse… sorpresa? Spaventata? Irata? No, è qualcosa di nuovo, che Andrea non sa e che le rode nel profondo. Piuttosto, si potrebbe dire che è eccitata, anche se in mezzo c’è anche dispiacere.

 

<< Che hai Fra? >> Le chiede la gemella, distogliendola improvvisamente dai sui pensieri.

 

<< Nulla. Solo… beh, mi dispiace di aver risposto così malamente a quello lì. Dopotutto era la prima volta che ci vedevamo… >> Sospira e si alza in piedi. Ondeggia da una parte, poi dall’altra e infine si mette in piedi davanti alla gemella, che la guarda incuriosita.

 

<< Ehi Andre! Ci sono i Tokio Hotel. Dobbiamo scendere nella Hall. Muoviti e cerca Fra prima di scendere! >> La voce squillante di Stefania penetra dalla porta bianca, distogliendo le gemelle dalle loro azioni. Andrea si alza in piedi, si sistema i guanti alle mani, ancora doloranti, e spalanca la porta. Francesca la imita, si mette a posto il cappellino, si liscia la gonna ed esce per prima dalla camera. Scendono le scale di corsa e si trovano direttamente nella sala principale dell’Hotel, dove un gruppo di ragazzi le aspettano.

Stefania va subito a prendere sotto braccio la sua amica, mentre Francesca si avvicina a Max, che le circonda le spalle con un braccio.

 

<< White Rose’s, loro sono i Tokio Hotel. Ragazzi, loro sono le White Rose’s. >> Presenta David Jost, porgendo per primo la mano alle ragazze. Tutte l’afferrano e la stringono, chi con più energia chi con meno.

 

<< Molto bene, ora seguitemi tutti. >> Il capo muove una mano, segno che gli altri lo devono seguire. Andrea e Max non si muovono e lasciano che passino tutti gli altri davanti a loro, per poi accodarsi in fondo.

 

<< Quello con i rasta è rosso sulla guancia. Stata tu? >> Sussurra la mora all’amica, prendendola del tutto di sorpresa. L’altra annuisce sorridendo, mentre Max blatera cose del tipo che lei non cambierà mai.

Entrano in una saletta tutta allestita, con due poltrone ad un posto, due divani a quattro posti bianchi, ed un tavolino basso in mezzo ai divani pieno di riviste diverse. Alcune raffigurano le White Rose’s, altre i Tokio Hotel, con principalmente sempre gli stessi soggetti. O Andrea e Francesca, o Tom e Bill, o ancora i due gruppi al completo.

 

<< Tutti sapete perché siete riuniti qui. >> Comincia il capo. Sei di loro annuiscono in silenzio, mentre una rossa e un rasta sbuffano sonoramente, per poi scoccarsi un’occhiata furente.

 

<< Quindi sapete bene che non potrete uscire dalla casa senza un permesso scritto da noi. – i due manager si guardano negli occhi. – Orbene, cominciamo con i dettagli. >> Fa Jost, porgendo a tutti un foglietto con tutte le indicazioni che possono servire.

 

<< Capo, ma Niky e Luca possono entrare? >> Chiede Stefania, alzando i suoi occhi verdi sul manager. Questo ci pensa un po’, si avvicina all’altro, bisbigliano un po’, poi annuisce.

 

<< Possono stare un’ora al giorno. >> Spiega il capo, guardando sottecchi la batterista del suo gruppo sbuffare. Tra tutte è quella che gli da più problemi, subito dopo c’è Max, con la sua parlantina veloce. Se si coalizzassero contro qualcuno, lo farebbero certamente andare fuori di testa dopo poco che le ascolta. Scuote la testa per scacciare quei pensieri e si mette ad osservare Francesca. Lei invece è la più ragionevole, la più tranquilla e la più razionale. Potremo dire la più matura del gruppo. Passa poi lo sguardo su Stefania, che con gli occhi verdi illumina tutta la stanza. È la più spontanea e la più ingenua del gruppo, sempre sorridente e premurosa. E infine passa a Max, che osserva con attenzione il foglio tra le sue mani, ragionando se farlo a pezzi subito o appena fossero nella casa. Lei è anche un osso duro. Bellissima e perfida, da quando conosce Francesca sembra che l’abbia presa sotto la sua ala protettrice.

Intento com’è a fare la radiografia a tutte le componenti, non si accorge che stanno bussando alla porta. Scuote la testa di scatto e si alza, andando a vedere chi è. Alla porta c’è un ragazzetto biondo, sui 19-20 anni, con una divisa rossa ed un buffo cappellino rosso e nero. Porge un foglietto giallo al manager, che lo legge e lo passa poi all’altro uomo, alzatosi subito dopo di lui. Scrollano le spalle ed escono dalla saletta, lasciando gli otto ragazzi soli.

 

<< Ciao! Io sono Stefania Roccinta, piacere di conoscervi. >> Esclama Stefania, saltando in piedi e andandosi a sedere sul tavolino davanti ai ragazzi.

 

<< Gustav Schäfer, piacere. >> Fa Gustav, porgendo la mano alla ragazza, che gli sorride luminosa e la stringe forte.

 

<< Ste, loro sono il nemico, torna qui. >> Ringhia Andrea, ancora molto turbata da quella faccenda. Tom sbatte un attimo le palpebre, scandalizzato, per poi tirarsi su e sedersi in posizione eretta.

 

<< Che cosa? Noi il nemico? Ma sei tu che mi hai malmenato!! >> Le risponde, fissandola negli occhi blu. Francesca e Bill si portano una mano alla fronte, mentre Stefania, Gustav e Georg si voltano verso la rossa. Infine Max comincia a canticchiare lievemente una delle sue canzoni preferite.

 

<< Te la sei cercata. Non devi insultarmi capito? >> Sibila serpentina la batterista, appoggiando i gomiti sulle gambe, e comincia a fare dei sinistri crack di circostanza alle dita, non badando al dolore delle nocche.

 

<< Ho solo detto la verità, piccola pel di carota. >> Max alza il volume della sua voce, come per cercare di calmare l’amica, ma evidentemente il ragazzo ha oltrepassato il limite e di molto anche.

 

<< COME MI HAI CHIAMATA? RIPETILO SE HAI IL CORAGGIO! >> Urla Andrea alzandosi di botto in piedi. Fissa negli occhi il ragazzo che non sembra affatto spaventato, e questo la fa arrabbiare ancora di più.

 

<< Ti ho chiamata piccola pel di carota. Che c’è, sei pure sorda? >> Ribatte, alzandosi anche lui in piedi, pronto a fronteggiarla nuovamente. A questo punto Max alza ancora di più il volume e si mette a cantare Girasole di Giorgia. I due litiganti la guardano con gli occhi ormai ridotti a fessure. La mora smette di colpo. Apre gli occhi e li fissa in quelli blu della sua amica.

 

<< Adesso basta. Di certo non è così che riusciremo a convivere due mesi. >> Dice tranquillamente Francesca, posando le mani sulle ginocchia.

 

<< Ha ragione lei. Tom, siediti. >> Continua Bill, battendo con una mano sul posto vuoto dove prima c’era il gemello. Questo nega con il capo, tornando a fissare negli occhi la ragazza davanti a lui.

 

<< Mastello, siediti immediatamente. >> Andrea scocca un’occhiataccia scandalizzata alla sua gemellina, che negli occhi azzurri ha tutta la determinazione di cui è capace. Allora, sbuffando, la maggiore si siede nuovamente accanto a Max. Solo allora anche Tom si siede.

 

<< Molto bene. Facciamo progressi. Voi due è chiaro che non vi sopportate, quindi opterei per non farvi incrociare nella casa. >> Continua Francesca, passando lo sguardo da Andrea a Tom. I due annuiscono, per poi lanciarsi nuovamente un’occhiata velenosa.

 

<< Scusate, le stanze? >> Chiede ad un certo punto Georg, inarcando un sopracciglio.

 

<< Se sapessi leggere, noteresti che nel foglio c’è scritto che ci sono quattro stanze con i letti matrimoniali. >> Lo prende in giro Max, prendendosi una gomitata sul braccio dalla sua migliore amica. Il ragazzo scrolla le spalle e legge il foglio, per niente infastidito dall’uscita della ragazza.

 

<< Eddai Max, sei stata cattiva però. >> Le sussurra la rossa, alzando le spalle. La mora si scusa a bassa voce.

 

<< Che cosa?????????? >> Sbraita ad un certo punto Andrea, scattando in piedi con un’espressione scandalizzata in viso. Tutti gli occhi si voltano verso di lei.

 

<< Che succede pel di carota? Ti sei rotta un’unghia? >> Fa sarcastico Tom, ghignando beffardo. La batterista gli lancia un’occhiata di sufficienza, per poi fissare negli occhi Stefania, ancora seduta davanti a Gustav sul tavolino.

 

<< Che c’è Andre? >> Le chiede questa, inarcando un sopracciglio biondo.

 

<< Cavolo, i fogli! Questa sera abbiamo una conferenza sulla grande iniziativa dei manager e domani una festa alla quale dobbiamo partecipare in coppia!!!!!!! >> Strilla nervosa. Stefania si gira completamente verso l’amica, prende il foglio e lo legge bene, per poi alzare nuovamente lo sguardo sulla rossa.

 

<< Dove l’hai letto, scusa? >> Chiede, sventolando il foglio davanti a lei. Andrea si china verso di lei e le gira la pagina. Allora la bionda legge e sorride dolcemente, continuando: << Oh beh, io non ho problemi. >>. Prende una mano del biondo davanti a lei e la stringe. << Io vado con lui. >> Gli fa l’occhiolino e lui arriccia le labbra confuso, ma poi annuisce.

 

Le mascelle di Max, Andrea e Francesca cadono a terra, facendo scattare fuori dalle orbite anche gli occhi. Questa non è a posto, pensano tutte e tre le ragazze, per poi scoppiare a ridere.

 

<< Sei fuori, Stefy. >> La rimbecca Andrea con un affettuoso buffetto sulla nuca. Questa si gira e le sorride radiosa.

 

<< Lo so. >> Risponde scrollando le spalle lei, facendole la lingua. << Ma quanto tempo dobbiamo rimanere qui? Se c’è la conferenza, durerà circa un paio d’ore. Contiamo che dobbiamo stare qui ancora un’ora. Sono già le tre e mezza. Alla fine della conferenza devo mangiare io. >> Sbuffa, mettendo la sua solita espressione imbronciata. Credetemi, è principalmente quello il motivo per cui lei e Andrea sono così amiche. Nessuno è mai riuscito a resistere a quello sguardo così tenero di Stefania, neanche Andrea dal cuore di ghiaccio. E altrettante persone riescono a rimanere arrabbiate con lei se ha questa espressione. Nessuno le resiste, per questo, prima di diventare la famosa bassista delle White Rose’s, era una delle ragazze più sospirate dello scientifico in cui andava.

 

<< Lo sappiamo bene che tu devi mangiare, tesoro. Andiamo a fare merenda, che ne dici? >> Le propone sorridendo la sua amica. Questa si illumina e le si attacca al braccio come una bambina. Tutti osservano divertiti, mentre uno è sbalordito. Tom guarda la ragazza che lo ha preso a pugni… e a stento riesce a riconoscerla. È completamente diversa da come l’ha conosciuta lui. Sembra una mamma alle presa con la sua bambina e la scena gli fa parecchio tenerezza, anche se non lo ammetterebbe mai e poi mai. Ma c’è chi, come il suo gemello Bill, lo conosce meglio di chiunque altro e riesce a capirlo senza che lui debba esprimersi. Proprio come in questo caso, in cui il moro sta osservando attentamente l’espressione sperduta del gemello di fronte a quella scena particolarmente strana. In fine sorride, scotendo la testa leggermente. 

Intanto Stefania si è messa a trotterellare davanti al minifrigo, rovistando e osservandone l’interno attentamente. Lei, è una ragazza di buona forchetta.

 

<< Gustav, fai metà brioche con me? >> Si alza in piedi, tenendo in mano un cannolo ripieno di crema. Lo sventola in direzione del biondo, che annuisce. Gli si avvicina e si risiede davanti a lui sul tavolino, strappando il cannolo in due e offrendogliene una parte. Gli strizza l’occhio, per poi tornare sul divanetto, accanto ad Andrea.

 

<< Ora che abbiamo mangiato, è meglio che facciamo qualcosa per riuscire a convivere. >> Fa leggermente più rilassata Andrea, passandosi una mano sul viso.

 

<< Sono d’accordo. È evidente che non andiamo molto d’accordo io e te. Ora, non è meglio scegliere le camere? >> Risponde a sorpresa Tom, spiazzando completamente la rossa che lo guarda negli occhi quasi spaventata.

 

<< Maschio – maschio, femmina – femmina o maschio – femmina? >> Francesca prende un foglio ed una penna, con un sorriso smagliante che mette in mostra la sua dentatura perfetta.

 

<< Io preferirei stare con una femmina… dormire con questi non è il massimo. >> Tom si becca un buffetto sul braccio dal gemello, che gli fa la lingua.

 

<< Anche tu sulla lingua??? Anche io!!! >> Si illumina la chitarrista, tirando fuori anche lei la lingua, mettendo in mostra il suo elegantissimo brillantino azzurro.

 

<< Okay. Allora, tu vuoi stare con una di noi, esatto? Io voglio stare con Gustav perché mi piace. Quindi ora rimangono solo Fra e Max, dato che con Andre non vai d’amore e d’accordo. >> Snocciola Stefania, con solo più un pezzettino di cannolo in mano. Tom e Andrea si scambiano uno sguardo, tutt’altro che amichevole, e annuiscono.

 

Dopo un’ora non sono ancora riusciti a trovare una soluzione, se non che Stefania e Gustav stanno in camera insieme. È incredibile come una ragazza come Stefania si possa attaccare così tanto ad una persona in sole due orette. Beh, credeteci, perché la nostra adorabile bassista si è affezionata all’unico ragazzo del gruppo che le ha porto la mano.

 

<< Basta, io non ce la faccio più. >> Max butta il foglio sul tavolino e si accascia esausta sul divano. Gli altri sbuffano e lanciano uno sguardo quasi ostile ai due biondi seduti in disparte a chiacchierare amabilmente.

 

<< Kaulitz, deciditi. O Max o Fra. In fretta per favore, che voglio uscire da qui. >> Sbotta innervosita Andrea, facendo fare un sinistro crack al collo, facendo spaventare tutti gli altri.

 

<< Ehi, non siamo giocattoli. >> Rettifica la mora, dandole un pugno sul braccio.

 

<< Mastello, stai in camera con me? >> Chiede improvvisamente il Kaulitz in questione. La rossa spalanca i grandi occhioni blu, per poi aprire la bocca e richiuderla immediatamente un paio di volte, prima di realizzare quello che le ha detto.

 

<< Cioè, no, fammi capire. Io e te ci odiamo, siamo d’accordo? Va bene, e mi chiedi se possiamo stare in camera insieme? >> Inarca un sopracciglio rosso, estremamente confusa. Lui annuisce, con un sorriso furbetto.

 

<< Questa è una sfida, e io amo le sfide. >> Si spiega il rasta, incrociando le braccia al petto e appoggiando la schiena al divano. In parte è vero, è una sfida e Tom Kaulitz non rifiuta mai le sfide, ma non è solo per quello. Ha messo gli occhi addosso a quella ragazza dall’inizio, ed è sicuro che può essere sua ad un suo schiocco di dita, deve solo essere stimolata, e lui sa come stimolare una ragazza.

 

<< Va bene Kaulitz. Accetto la sfida. >> Appoggia i gomiti alle ginocchia e gli porge una mano con un ghigno da vincitrice stampato in volto. L’altro la osserva bene, poi scrolla le spalle e le stringe la mano.

 

<< Okay, okay, ora mi avete distrutto tutte le certezze. Basta, io faccio a caso. >> Dice esausta Max. Con l’indice va avanti e indietro sugli ultimi due nomi rimasti, ovvero Georg Listing e Bill Kaulitz. Chiude gli occhi e ferma il dito proprio sul nome di Georg, sospirando. << Perfetto, Francesca e Bill, perfetto. >> Sospira e si appoggia allo schienale del divano.

 

<< Allora ragazzi, è andato tutto bene? >> Una voce entra prepotentemente nel campo sonoro dei ragazzi, che si girano contemporaneamente verso gli uomini davanti alla porta. Uno è Giulio Bordetto, tutto in nero e bianco,elegante come per andare ad un matrimonio. L’altro è David Jost, anche lui tutto elegante, ma con la cravatta un po’ slargata. 

 

<< Sì capo, abbiamo fatto le stanze. Tra quanto c’è la conferenza? >> Chiede Stefania, che probabilmente è la più vivace e la meno spossata di tutti.

 

<< Giusto. Beh, siamo tornati apposta per chiamarvi. Tra mezz’ora inizia, e con ciò vuol dire che tra 20 minuti si esce di qui. Ragazze andatevi a cambiare, non potete di certo andare così. >> Il capo indica Andrea che sbuffa, ma annuisce, ragionando che effettivamente, non è saggio andare ad una conferenza in pantaloncini e maglietta. Si alza in piedi, stacca a forza la bionda dal batterista e la tira fuori dalla saletta, per poi correre nella loro stanza a prepararsi.

Andrea si mette solo delle calze rosse fino al ginocchio e un paio di anfibi militari. Intanto Stefania si mette una minigonna di jeans, dei pantaloni lunghi a sigaretta con delle paperine azzurre. Si liscia la maglietta azzurra e sistema il cerchietto tra i capelli biondi.

 

<< Dai Fra, va benissimo quello. >> Supplica Max, indicando un incantevole vestitino bianco e rosso. Francesca lo guarda quasi con circospezione, poi annuisce e fila in bagno a metterselo. La mora sbuffa intenerita. E lei che ci mette due minuti neanche a vestirsi… sorride, facendosi una radiografia completa davanti allo specchio. Porta dei jeans larghissimi, una maglietta verde e degli orecchini giallo fluo. In quel momento esce Francesca dal bagno. Il vestito le sta benissimo, arriva fino al ginocchio ed è bianco a pallini rossi.

 

<< Ma che scarpe metto? >> Fa la rossa, chinandosi a guardare le scarpe. Max indica un paio di sandali rossi e lei se li infila immediatamente. Prende il suo lucidalabbra alla ciliegia e se lo passa velocemente sulle labbra. Poi si volta verso l’amica e le sorride radiosa. Basta veramente poco per far felice una ragazza a cui è morto il padre.

 

<< Andiamo!! >> La mora salta in piedi e prende sotto braccio l’amica, per poi cominciare a scendere le scale alla velocità della luce. Corrono per la Hall ed escono all’ingresso con il fiatone. Ad aspettarli è una lunga limousine grigia con i finestrini oscurati. Oltre al cancello dell’Hotel una folla di ragazze isteriche urlano i nomi dei due gruppi come assatanate. Max scuote la testa.

 

<< Allora, si va? >> Francesca apre la portiera della limousine e ci entra dentro. Se la ricordava più grande. Forse perché di solito sono solo in quattro, massimo cinque con Niky. Adesso ci sono Bill, Tom, Georg, Gustav, Stefania, Andrea, Niky e un ragazzo biondo che non conosce. << C’è il pienone vedo. >> Commenta sorridente, sedendosi accanto a Niky, che le bacia la fronte. Niky, ovvero Nicole Bila, è la gemella di Luca. Tutti e due castani con gli occhi nocciola. Subito dopo di lei entra anche Max.

 

<< Pronti? Andiamo! >> Il finestrino dietro a Max, Andrea, Francesca, Niky e al ragazzo biondo, si abbassa facendo intravedere il viso sorridente di Luca. La mora si gira e gli bacia una guancia, per poi tornare a fissare il finestrino davanti a lei. Poi comincia a guardarsi attorno, come un animale in gabbia. Di certo non stanno stretti in quella macchina, dato che il massimo che può portare sono sedici persone, ma preferisce altamente quando sono solo lei e le sue amiche. Passa lo sguardo sul ragazzo davanti a lei, colui che, tra l’altro, sarà il suo compagno di stanza per circa due mesi, ovvero Georg Listing. Ha i capelli castani liscissimi, quasi come quelli di Stefania quando ci da dentro di piastra, e gli occhi verde scuro. Porta una maglietta nera sobria, un paio di Jeans blu scuro e delle normalissime scarpe da ginnastica. Accanto a lui, c’è Stefania, che ovviamente sta parlando con Gustav Schäfer vicino a lei. È quasi impossibile attaccarsi così… cioè, andiamo… e poi perché? Solo perché è stato il primo a porgerle la mano. Bah, non la capirà mai, lei, Stefania. Gustav ha una maglia nera con un tribale sul davanti, jeans neri e adidas nere. Immancabile, come per Francesca, il cappellino a ricoprire i capelli biondi. Nel sedile dopo c’è Tom Kaulitz, che partecipa all’animata discussione tra i due biondi. Questo porta cappellino della NY azzurro e bianco, la bandana bianca, una maglia bianca e degli enormi jeans azzurri, con ai piedi delle adidas bianche. Per ultimo, all’estremo, Bill Kaulitz, i capelli schizzati in aria a mo’ di criniera e occhi nocciola bordati di nero, con dei jeans neri e una maglia nera con un grande teschio rosso sul davanti. I loro occhi si incrociano, sorprendendosi entrambi con le mani nel sacco. È un dialogo taciturno, il loro, fatto di sguardi fugaci e di sguardi più intensi, come per chiarire la situazione. Poi scuotono le spalle contemporaneamente e si voltano in direzioni opposte.

 

È strano come due persone così diverse si possano trovare a pensare le stesse identiche cose. Come magari un Tom Kaulitz scocciato possa pensare che una certa ragazza di nostra conoscenza non è tanto male. Mentre, sempre magari, una tutt’altro che radiosa Andrea Mastello sta pensando che un nostro caro amico non è poi tanto male. Sto dicendo magari, perché non sono loro due che lo stanno pensando. Ma Gustav e Stefania, lui, timido e riservato, e lei, spontanea e vivace. Semplicemente loro, che sembrano conoscersi da una vita, e forse anche due.

 

Ognuno preso dai propri pensieri, nessuno si accorge che la limousine si è fermata davanti ad una specie di pollaio formato gigante, con, al posto di galline e polli, giornalisti e giornaliste pronti a fare articoli inventati sul momento su uno scambio di effusioni inventato.

 

Il primo a scendere è il ragazzo biondo misterioso, poi immediatamente seguito da Niky. Poi Andrea, immediatamente investita da milioni di flash. Se non fosse che ormai è abituata, ne rimarrebbe accecata. Francesca, sicuramente alcuni giornalisti stanno già fantasticando su una nuova passione sfrenata nata immediatamente tra le gemelle dato che sono uscite l’una di seguito all’altra. Max, che anche lei viene investita dai flash e da oggetti che le lanciano i ragazzi pazzi di lei. Finita la loro fila, comincia quella che era di fronte a loro. Esce per primo Bill, sempre e comunque gli lanciano delle mutande, dei reggiseni e delle foto con loro mezze nude. Poi esce Tom, standing ovation per lui, più una ventina di mutande, una trentina di reggiseni e circa il doppio delle foto mezze nude di ragazze. Poi Stefania e Gustav che escono insieme che chiacchierano, guadagnandosi lo stupore generale di tutti, che probabilmente stanno nuovamente fantasticando, lasciando da parte le gemelline e i gemellini, per prendere in considerazione il timidone e la spensierata dei due gruppi. Per ultimo, esce Georg, sorridendo e alzando le mani al cielo, minimamente toccato da tutta quella luce artificiale. Si fermano cinque minuti per firmare gli autografi. Tom firma sorridente tantissimi foglietti di fan isteriche ed urlanti. Caso vuole che, disgrazia per entrambi, che Andrea e Tom siano vicini nel firmare. Per curiosità, la ragazza lancia uno sguardo al foglietto appena firmato dal rasta. Hotel Terzo Re stanza 5 h 19, poi fa l’occhiolino alla graziosa ragazza davanti a lui.

 

<< Eh no tesoro. Io sono in stanza con te e non voglio ragazzine che girino. No, no. >> Sbotta Andrea, affiancandosi a Tom. Questo la squadra da capo a piedi, quasi sorpreso.

 

<< Non è la nostra casa, è un Hotel squallido! >> Risponde l’altro, sorridendo amabilmente alla ragazza, che probabilmente non ci sta capendo niente, ma che comunque lancia sguardi astiosi alla rossa. Quest’ultima sospira e se ne va avanti, dalla gemella che la osserva indagatrice.

 

<< Sei sicura che puoi stare in camera con lui? Non mi sembra andiate molto d’accordo… >> Le sussurra la minore, prendendole un braccio. La gemella la fissa negli occhi e le regala uno dei suoi rarissimi sorrisi.

 

<< È una sfida, ed io adoro le sfide. >> Le risponde semplicemente, scoccandole un bacio sulla guancia. Entrano alzando gli occhi al cielo nell’enorme sala bianca, gremita di giornalisti e giornalisti dalla fantasia facile. Ci sono, come previsto, otto banchi in fila, con un microfono sopra ognuno e delle sedie dietro. Come sempre, Max si siede all’estremo. Poi si siede Francesca, Andrea, Stefania, Gustav, Tom, Bill e Georg. Che la conferenza abbia inizio! Appena sono tutti seduti, alcuni giornalisti si alzano in piedi e cominciano a gridare domande, che ovviamente nessuno degli otto ragazzi capisce. Il capo prende il microfono dalle mani di Max, cosa che la fa innervosire non poco, e se lo porta alle labbra.

 

<< Signori, sono sicuro che ognuno di voi ha delle cose importanti da chiedere ai ragazzi, ma sarete sicuramente d’accordo con me se vi chiedo di parlare uno alla volta. >> Spiega con un sorriso affabile l’uomo. Questo glielo devono, quando parla porta il silenzio, infatti nella sala-pollaio non si sentono più i brusii dei giornalisti, se non delle luci procurati dai flash delle macchine fotografiche.

 

<< Una domanda. Sappiamo tutti che Andrea è uno spirito libero e scatenato, come ha preso questa convivenza forzata? >> Chiede una donna sui 40, con i capelli grigi legati in una crocchia molto stretta. La rossa la guarda quasi spaventata che quella si stesse facendo un lifting solo grazie alla tiratura dei capelli. Ingoia tutta la rabbia che prova in quel momento e si costringe a sorridere.

 

<< Vero, mi ha dato molto fastidio… ma insieme alle altre abbiamo già trovato il modo. >> Lei li odia tutti quei giornalisti che le parlano assieme senza conoscerla. Per lei, solo Max, Stefania e la sua gemellina possono rivolgerle la parola conoscendola veramente. I giornalisti sono una di quelle razze di uomini e donne che lei proprio non sopporta. Si vanno ad infiltrare in tutte le piccole pieghe, che seppur piccole ci sono, e ci infilano un coltello troppo grosso che fa molto male. Non sembra, ma anche lei soffre molto per tutte le balle che dicono sui giornali su di lei e sulla sua gemellina.

Tom la osserva. Non lo sa il vero motivo, però la guarda e nota che ha mandato giù. Essendo una testa calda anche lui, non gli è difficile capire che cosa ha ingoiato. E forse la ammira, perchè riesce a rimanere calma e non scoppiare, come spesso fa lui, davanti a tutti.

 

<< È vero che è dalla morte di vostro padre che sei così trasandata? >> Ulula un uomo sulla 50’ina, con una lucida pelata e un paio di occhiali da sole neri. Tutto si blocca a quella domanda. Tabù. Nessuno ha mai osato chiedere qualcosa alle gemelle che riguardasse il padre, morto un anno prima in un incidente d’auto. Nessuno, neanche Max e Stefania. Sanno che quello è uno dei pochi tasti che possono far scoppiare a piangere Andrea e che possono far arrabbiare veramente tanto Francesca. I flash si bloccano, tutti hanno il fiato sospeso. Aspettano una risposta, positiva o negativa che sia, basta che sia una, ma davanti a loro ci sono due gemelle dagli occhi innocenti e qualche lentiggine sul viso, solo bambine cresciute troppo in fretta e messe davanti ad un mondo troppo cattivo. È anche per questo che Andrea odia tanto i giornalisti. Ovunque vada, ne ha sempre uno che le cammina silenziosamente dietro, neanche fosse un animale raro. A volte vorrebbe urlare a tutti la sua frustrazione, ma non può permettersi di scoppiare davanti a tutti. Così si accontenta di farsi consolare dalle amiche e dalla sua adorata gemella, che meglio di chiunque altro la capisce.

Tutti gli occhi sono puntati sulle due, che da sotto al tavolo si sono prese per mano per darsi forza a vicenda. Max e Stefania si scambiano uno sguardo tragico, carico di tensione. Non sanno cosa potrebbe succedere da un momento all’altro e non lo vogliono neanche sapere.

 

<< Sì, sono state molto male, ma io e Ste siamo riuscite a farle tornare normali. >> Risponde per loro la mora, riprendendo a respirare. Riceve in risposta un sorriso sincero dell’amica che le gonfia il cuore.

 

<< Io voglio una risposta da loro due. Cos’avete provato quando avete saputo che vostro padre era morto? >> Chiede imperterrito questo. Max sta di nuovo per salvare la situazione, ma Francesca a sorpresa si alza in piedi con lo sguardo a terra.

 

<< Vuole sapere veramente cosa ho provato? – il giornalista, sorpreso, inarca un sopracciglio e alza un poco il blocchetto degli appunti. – Ebbene, glielo dico allora. Ho provato rabbia, tristezza, rancore e solitudine. Ho provato felicità, allegria, vivacità e tranquillità. Ho provato stanchezza e spossatezza, tutto nello stesso istante. Nessuno qui dentro sa cosa vuol dire perdere un parente, un vostro familiare a cui eravate veramente legati. Nessuno lo può sapere. Quindi, per favore, non chiedete più niente ne a me, ne a Andrea su questo, ve ne preghiamo. Va bene tutto, tutto ma non papà, è l’unica cosa intatta che ci è rimasta. >> Risponde con calma apparente la ragazza, tornando a sedersi. Max, le porge la mano, per stringerla, ma lei non la afferra. È troppo impegnata a ricordare quel fatidico giorno. Doveva essere con lui, non da Max a festeggiare una festa che non esisteva.

 

<< Chi le ha dato il permesso di entrare nella vita di questa ragazza? Questa è violenza, non tutte le altre cose che si condannano. È mettere di fronte a qualcuno di sofferente un microfono, in attesa che questo pianga. Non è corretto, pensavo che anche voi giornalisti aveste un buon senso. >> Sbotta Bill, battendo una mano sul tavolino davanti a lui. Odia, odia veramente con tutto il cuore, le persone che chiedono cose dolorose solo per fare scoop. Bisogna essere veramente senza cuore.

Non si è accorto che dopo la sua affermazione si è tirato addosso sei paia di occhi stralunati, tra cui due occhi azzurro cielo che incontrano il suo sguardo. Alza le spalle, cercando di spiegare che gli è venuto spontaneo, e sente un battito di mani. Poi un altro e un altro ancora, fino a che non diventa un forte scrosciare di mani che si battono l’una con l’altra per applaudire lui, Bill Kaulitz.

 

<< Dovremo sospettare una relazione? >> Chiede una giovane donna, con una particolare montatura rossa.

 

<< Oh no! Io mi sono innamorata! >> Esclama invece scattando in piedi Stefania. Tutte le bocche della sala si spalancano contemporaneamente e le mascelle cadono a terra, improvvisamente diventate di piombo. Nessuno in sala si sarebbe mai aspettato una dichiarazione così aperta e spontanea. Però, sta di fatto che da dopo quell’uscita, tutti i giornalisti si accaniscono sulla biondina tutta sorridente, chiedendole chi è. Ma lei non è mica stupida, anzi, non lo dice e così facendo aumenta il materiale per gli articoli delle varie riviste. Ma non le importa, a lei importa solo che il suo lui non sappia del suo amore, nato in poco tempo.

 

Come se qualche esterno schiacciasse il testo di andatura veloce del telecomando, la conferenza passa in pochissimo tempo, nel quale riempiono di domande principalmente Stefania, Tom, Bill e Max.

 

To be continued….

 

   

Ed eccomi con il seguito!! Grazie, grazie, molto gentili, veramente. ^^

Mi ero dimenticata prima… allora, i Tokio Hotel non mi appartengono e con questo scritto non intendo predire il futuro, cosa che non mi dispiacerebbe affatto saper fare ma che purtroppo non so fare, o insultare in qualche modo i personaggi reali. Le White Rose’s sono un gruppo inventato completamente da me e non sono ragazze reali.

Perfetto, ora ringrazio di cuore Catty, frankie, noirfabi, Ich liebe Bill e Princess89. baci a tutti, Barbycam

   

   

 

 

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Capitolo 3
*** Lei non si tocca - part one ***


[ Come se qualche esterno schiacciasse il testo di andatura veloce del telecomando, la conferenza passa in pochissimo tempo, nel quale riempiono di domande principalmente Stefania, Tom, Bill e Max

[ Come se qualche esterno schiacciasse il testo di andatura veloce del telecomando, la conferenza passa in pochissimo tempo, nel quale riempiono di domande principalmente Stefania, Tom, Bill e Max. ]

 

Andrea è sola in camera. Sta aspettando che quella sottospecie di scimmia troppo cresciuta ritorni a casa per… beh, veramente non lo sa. Forse solo per vedere che ora fa. O magari per fargli una gran bella strigliata. Intanto sa solo che se non torna in fretta lei lo ammazzerà.

Però, che cavolo, sono già le 23 e a quella ragazza aveva scritto alle 19. Non è per niente tranquilla. Possibile che ci metta così tanto a…? Rabbrividisce e si gira sull’altro fianco, portandosi il lenzuolo al mento. Chiude gli occhi, ma si vede di nuovo il giorno dell’incidente.

 

Lei era con suo padre quel giorno. Stavano andando a prendere Francesca da Max, quando una macchina davanti a loro sbandò e il padre perse il controllo dell’auto, finendo in un fossato poco lontano dalla strada. La ragazza chiamò immediatamente l’ambulanza, strisciando fuori dalla macchina a fatica. Dopo aver telefonato, si avvicinò al finestrino spaccato da dove spuntava un pezzo di testa di suo padre. Cominciò a tossire e alla vista del rivolo di sangue che scendeva dalla fronte del padre andò nel panico. Prese a spallate la portiera della macchina, cercando in qualche modo di aprirla, ma non ci riuscì. Urlava, urlava il suo nome, il nome di suo padre, ma lui non la poteva sentire. Era immobile, aveva preso un’inquietante sfumatura biancastra. Andrea faceva di tutto per non piangere, perché serviva la sua forza d’animo per salvare il suo papà. Lentamente si innalzò una nuvola di fumo grigio, cosa che non la tranquillizzò affatto. Ricominciò a tossire più violentemente, cercando in tutti i modi di salvare suo padre. In quel momento l’uomo dentro la macchina voltò lentamente la testa, guardando con occhi spenti la figlia.

<< Vi voglio bene, piccole. >> Più nessuna parola da suo padre, solo più un sorriso amareggiato, un sorriso di chi sa già qual è il proprio destino. Quel momento fu il peggiore di tutti. L’auto perdeva benzina e il caldo poteva infiammare tutto. Senza più trattenere le lacrime, la ragazza si allontanò correndo dall’auto, per nascondersi in una specie di tubo in cemento. Si mise a piangere forte, violentemente senza un minimo di ritegno. Poco dopo sentì un botto e capì che suo padre era andato via. Morto. Morto con un pezzo di lei nel cuore. Morto con due figlie di 16 anni. Semplicemente… morto. Andrea prese a singhiozzare più forte, tappandosi le orecchie. Poi, un’illuminazione. Sgusciò fuori dal nascondiglio e vide una nuvola grigia sopra ad un enorme falò, dove suo padre stava già bruciando. Singhiozzando prese ad andare avanti, incurante del calore e delle bruciature, sussurrando il nome del suo papà. Un braccio la prese dalla vita e la tirò indietro con violenza, facendole male.

<< LASCIAMI! LASCIAMI HO DETTO! PAPÀ!!!!!!!!!!!!!!!! NON MI LASCIARE SOLA PAPÀ!!!!!!!!! >> Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, dimenandosi come un’ossessa. Il ragazzo dietro di lei la stringeva forte, per non lasciarla andare. I pompieri stavano già annaffiando il falò con acqua gelida, nella speranza che l’uomo fosse ancora vivo, ma sapevano che non era così. Anche lei lo sapeva. Stremata e tutta sporca di fuliggine, cadde a terra in ginocchio, coprendosi il viso con le mani, disperata.

 

Andrea alza il busto di scatto, prendendo enormi boccate d’aria. Deglutisce l’improvvisamente rara saliva e volta la testa verso la sveglia sul suo comodino. La scritta 00.00 spicca di verde in tutto quel nero. Lo ha sognato di nuovo ed è da tanto che non lo sogna di più. L’incidente. Quel maledetto incidente che le ha portato via l’unica persona che amasse veramente oltre alla sorella. Da pochi anni il suo papà si era risposato con una donna molto più giovane, che lo faceva mangiare come un vegetale. Ora le è rimasta solo più la gemella e se gliela portano via è pronta a morire. Non potrebbe mai farcela senza di lei. Per sbaglio gira il viso tutto imperlato di sudore verso la parte che dovrebbe essere occupata dal suo compagno di stanza. Dico dovrebbe perché, come avrete ben capito, la nostra cara sottospecie di scimmia non c’è, il che vuol dire che non è ancora arrivato. Questo, poteva evitarselo. Andrea si alza in piedi, va a tastoni sul muro e schiaccia l’interruttore della camera, accendendo la luce. Vede una cosa a cui non è psicologicamente preparata. Tom Kaulitz si sta svestendo in un angolo, e che inciampa nei suoi pantaloni larghissimi.

 

<< Abbiamo fatto le ore piccole, eh? >> Lo sbeffeggia Andrea, facendolo cadere nel tentativo di girarsi a vedere chi è. Senza nascondersi o trattenersi, scoppia a ridere nel vederlo accasciato a terra con i pantaloni mezzi su e mezzi giù. Tom la guarda stupito, poi scrolla le spalle e passa a farle la radiografia completa. Porta semplicemente una vestaglia estiva fino al ginocchio e con le spalline sottilissime. Per un attimo rimane senza fiato. È bellissima quella ragazza, vestita o svestita.

Andrea lo guarda farle la radiografia con un sopracciglio inarcato, confusa. Allora, gli piace  no? Che si decida. Sbuffa e si inginocchia davanti a lui.

 

<< Quando avrai smesso di farmi la radiografia e ti sarai cambiato, potremmo andare a dormire. >> Sorride per un nanosecondo e poi si rialza, andando a sedersi sul letto a gambe incrociate.

Lui si riscuote, non capendo cosa gli succede, e si rialza, sfilandosi completamente i pantaloni.

 

<< Sì e non sono affari tuoi… >> Sbotta il ragazzo, infilandosi sotto le lenzuola sotto lo sguardo scandalizzato della ragazza.

 

<< Lo sono eccome se sono io la tua compagna di stanza. E ti ricordo che l’hai deciso tu. Ed ora, buona notte! >> Esclama lei. Si infila velocemente sotto il lenzuolo e appoggia la guancia al cuscino. L’altro si appoggia sul gomito ed è pronto a risponderle, ma la vede addormentata e allora decide che è meglio evitare di disturbarla. E poi è così bella e rilassata che sembra un angioletto. Si da mentalmente dello stupido. Lui non è romantico. Non lo è mai stato e non lo sarà mai. È inevitabile.

 

*-*

 

<< AAAAAAAAHHHHHH!!!!!!!!!!!!! Andre ma che cacchio fai? Non puoi andare in giro così!!!! >> Sono le 10 di mattino, Andrea è scesa dal letto mezz’ora prima giusto per mangiare qualcosa, e Francesca saluta il novo giorno con una bella sgolata nei confronti della gemella.

 

<< Oh, stai tranquilla dai… tanto stanno tutti dormendo… >> Le sibila in risposta l‘altra, sedendosi al tavolo a sorseggiare il suo caffé appena fatto. Francesca le si siede accanto, sbuffando.

 

<< L’ho fatto di nuovo… è successo ancora… non lo so perché… >> Fa la maggiore, prendendo con tutte e due le mani la tazza e guardando un punto fisso davanti a sé. Francesca a guarda tra lo sorpreso e il tenero, poi le mette un mano sulla coscia.

 

<< Stai tranquilla. >> Le sussurra per farle coraggio. La gemella le sorride, quasi amaramente.

 

<< Sei stata grande ieri con quello. L’hai zittito… >> Cambia discorso Andrea, spintonando affettuosamente la gemella.

 

<< Guarda… mi ha sorpresa di più Bill sinceramente. >> Asserisce. Si alza in piedi e va nella saletta accanto alla cucina, dove ci sono tutti i loro strumenti. Francesca prende la sua chitarra e comincia a strimpellare dolcemente, con tutto l’affetto che prova per quella chitarra elettrica. È stato l’ultimo regalo del padre prima della morte. Nella cucina entrano le prime note di The Rain, e quasi inconsciamente Andrea si mette a canticchiarla.

 

<< The rain fall down out the window, And I am here and watch out, I love the rainbow >> Canticchia senza accorgersene. Lei fa la seconda voce con Max, e se si permette di cantarla è perchè si reputa abbastanza intonata. Dopo le prime note, Francesca cambia e pizzica più forte le corde della chitarra, intonando Vola.

 

<< Bella come una farfalla, occhi di bambina, Una bambina cresciuta troppo in fretta >> Cambia immediatamente, senza alcun problema. La sorella lo sa che Vola è la sua canzone preferita tra tutte quelle che ha fatto. L’adora, non c’è nulla da fare. Dalla porta sbuca il viso sorridente della gemellina, che posa la chitarra sul tavolo, l’espressione serena in volto.

 

<< Sai, sei proprio brava. >> Si complimenta con la sorellona, che le sorride e le scompiglia i capelli a boccoli affettuosamente.

 

<< Ciao ragazze… >> Sbadiglia Max scendendo l’ultimo gradino. Le camere da letto sono tutte al piano di sopra. È una bella casa, non molto grande ma è abbastanza alta. Subito dopo di lei, scende Bill stropicciandosi gli occhi nocciola assonnato.

 

<< C’è del caffé? >> Chiede, andando direttamente alla caffettiera. Per dormire porta dei pantaloni di una tuta e ha  torso nudo.

 

<< Appena fatto. >> Gli risponde Francesca, indicandogli delle tazze piene di caffè nero bollente. Lui annuisce e ne prende una.

 

<< Senti un po’, ma tu fratello a che ora torna di solito in albergo? Che ieri sera è ornato a mezza notte… beh, io l’ho visto a quell’ora… >> Chiede incuriosita la rossa prendendo un altro sorso di caffè.

 

<< Ah boh, io dormo sempre quando arriva. A volte sta fuori tutta la notte senza che nessuno se ne accorga e poi torna al mattino presto con delle occhiaie fino alla bocca. >> Spiega lui. Prende una profonda boccata del profumo della bevanda bollente e ne ingoia un sorso incurante del bruciore.

 

<< Eh no, qui si instaurano delle regole, io non voglio aspettarlo tute le notti per due mesi. O si sveglia o sta fuori dalla camera e dorme sdraiato sul tappeto. >> Annuncia, alzandosi i piedi e mettendo la tazza ormai vuota nel lavandino. Coincidenza vuole che ci sia un foglio appeso al frigorifero. Lo afferra e lo legge, per poi mettersi una mano sulla fronte disperata.

 

<< Ah che bello. Pure lavare i piatti, e fare le pulizie, no ma che cavolo! Beh, almeno hanno fatto i turni loro e non dobbiamo sceglierli noi. >> Sbotta, posando malamente il foglio sul tavolo. Gli altri si sporgono per leggere il foglio. Poi, il terrore si dipinge sui visi e negli occhi dei presenti. Max scatta in piedi e corre su per le scale, per andare a svegliare Stefania e Gustav.

Spalanca la porta con la grazia di un’elefantessa e urla una riunione d’emergenza ai due biondi ancora addormentati. Poi va nella sua camera e sveglia a suon di scossoni Georg che, anche se con epiteti non molto gentili riferiti alla ragazza, si alza di malavoglia.

 

<< Io ti odio. >> Le sibila sbuffando e sedendosi sul materasso.

 

<< Sai che non è vero. Ti aspettiamo di sotto, muoviti. >> E gli strizza l’occhio furbetta. Scende di corsa le scale e si trova nuovamente in cucina con gli altri che già stanno discutendo sul da farsi. Dopo qualche secondo scende anche Georg. Ma manca qualcuno all’appello.

 

<< E Tom? >> Chiede infatti Andrea, scrutando gli altri. Max si batte una mano sulla fronte. Ecco cosa si era dimenticata! Tutti alzano le spalle e lei sbuffa. Sale le scale con il viso da funerale, spalanca la porta del camera e lo vede che si contorce come un verme tra le lenzuola.

 

<< Tu, alzati immediatamente e scendi. >> Dice freddamente. Appoggia la spalla allo stipite della porta e incrocia le braccia aspettando che lui si volti e si alzi. Cosa che, puntualmente, non fa. Lei sbuffa e va togliergli le lenzuola di dosso con un gesto violento.

 

<< Lasciami, voglio dormire… >> Balbetta lui cercando di riprendersi il lenzuolo con gli occhi chiusi.

 

<< Colpa tua testone. Ora ti alzi se non vuoi che ti lanci giù di peso. >> Gli sibila all’orecchio con il tono più dolce che ha. Inutile dire che questo ovviamente non si alza. Anzi, si gira pure dall’altra parte. Andrea, con il ghigno del vincitore stampato in viso, va alla radio e la accende, alzando al massimo il volume. Caso vuole che parta proprio Hit That degli Offspring. (Per chi non la conoscesse è praticamente solo batteria e urla. Ma io la adoro lo stesso ^^ NdA) Tom si tappa le orecchie con le mani e salta in piedi. In due passi è davanti allo stereo e lo spegne, facendo scoppiare a ridere la ragazza.

 

<< Questa me la paghi. >> Ringhia lui avvicinando pericolosamente il volto a quello di lei, che diventa improvvisamente serio. Arriccia le labbra e si morde il piercing al labbro inferiore.

 

<< Can che abbaia non morde. >> Spiega. Poi si volta, investendo, con i suoi lunghi capelli rossi, il viso di un Tom Kaulitz parecchio nervoso. Questo si sta per buttare nuovamente sul letto, quando la voce dalle scale di Andrea lo blocca proprio mentre sta per saltare.

 

<< Provaci e dormi fuori per una settimana. E sai che lo posso fare benissimo se ho le mie ragioni. >> Grida questa. Tom sbuffa e si dirige all’armadio, rassegnato a dover scendere ed abbandonare il letto.

 

Dopo cinque minuti, sono tutti seduti attorno al tavolo a discutere apertamente della questione segnalata loro sul foglio. La questione è: “I piatti da lavare, le conferenze ogni due giorni e le feste di beneficenza, le pulizie e le lavatrici.”

 

<< Dopo tutto quello che ci hanno fatto vogliono pure che laviamo i piatti e facciamo le lavatrici??? >> Sbotta Andrea battendo i pugni sul tavolo.

 

<< A quanto pare sì. Paura di non essere all’altezza della situazione, pel di carota? >> La stuzzica con un sorriso Tom. Lei riduce i suoi grandi occhi blu a due spilli velenosi.

 

<< Non mi provocare. >> Ringhia la rossa riducendo ancora di più gli occhi.

 

<< Can che abbaia non morde, l’hai detto tu mi pare. >> Ribatte lui. Andrea gli tira un calcio da sotto al tavolo.

 

<< Ci sono sempre le eccezioni. >> Sibila in risposta. Lui la guarda scandalizzato, mentre lei sorride angelica.

 

<< Basta ragazzi. Adesso stiamo parlando di cose più importanti. >> Sbuffa tranquillamente Max, passandosi una mano sul viso ancora assonnato. Sbadiglia sonoramente, mentre i due litiganti si rintanano in un ostinato silenzio.

 

<< Allora. Oggi chi cucina da mangiare? >> Chiede Francesca, facendo fare un sonoro crack alle dita. Lancia uno sguardo alla gemella, che ha ancora le nocche tutte rosse e con il sangue rappreso. Questa segue lo sguardo della sorella e diventa tutta rossa vedendo ancora le sue mani. Le nasconde in mezzo alle gambe nude.

 

<< Faccio io. >> Sbadiglia Andrea. Non è che abbia dormito molto, ma si sentiva abbastanza in forze… qualche minuto prima.

 

<< Okay, ma non possiamo affidarci completamente a te, perché poi ti romperai come tuo solito e noi moriremo di fame. >> Snocciola con allegria Stefania, sorridendo e lanciando occhiate raggianti a tutti i presenti.

 

<< Tranquilla che a voi non vi faccio morire di fame. Solo magari il mio caro compagno scimmia… posso farci un pensierino. >> Fa la rossa con una punta di malizia. Se solo lei avesse un buon motivo per farlo, lo ammazzerebbe. Solo che non l’ ha ancora trovato, mannaggia al suo buon cuore!

 

<< No, seriamente, ha ragione Ste. Qualcuno deve cucinare con te. Uhm… io posso aiutarti. >> Si offre Max, sbadigliando. Andrea annuisce e fa per salire le scale, convinta che la discussione fosse finita, e invece no! La sua cara gemellina ha deciso che deve rimanere lì a discutere con loro.

 

<< Andre, dove vai? Dobbiamo ancora decidere per questa sera! >> Le strilla dietro. Andrea sbuffa e torna a sedersi accanto a lei e a Stefania.

 

<< I capelli! Io devo andare a tagliarmi i capelli oggi! >> Urla la bionda, spalancando li occhioni verdi e coprendosi la bocca con le mani. Gustav la guarda perplesso, mentre questa si alza e comincia a misurare con falcate nervose il perimetro della cucina.

 

<< Lo sappiamo. Lo sappiamo, stai tranquilla… vai tranquilla che non lo dimentichiamo… >>

Andrea le scompiglia dolcemente i capelli biondi. In quel momento squilla il telefono fisso. La rossa si alza e risponde.

 

<< Pronto? >> Chiede con voce assonnata, mettendosi la cornetta all’orecchio.

 

<< Pronto? Sono Andreas! C’è Bill??? >> Urla la voce squillante di un ragazzo dall’altro capo del telefono. Lei allontana un secondo la cornetta dall’orecchio, poi se la appoggia al petto.

 

<< Bill, è Andreas. Non so chi sia. >> Chiama il moro che si alza dalla sedia e prende il telefono.

 

<< Da? >> E da lì comincia una conversazione amichevole tra i due ragazzi, in tedesco.

 

<< Andreas verrà anche alla festa questa sera? >> Chiede un’illuminata Stefania, interrompendo per un attimo la conversazione con il suo amico biondo.

 

<< Probabile. Perché? >> Risponde Georg, inarcando un sopracciglio castano.

 

<< Chiamiamo Niky!!!!!!!!!!!! >> Urla con gli occhi grandi come tazzine da tè la biondina, schizzando in piedi e cominciando a rassettare la cucina in cerca del suo beneamato cellulare. Lo scova sotto un cuscino del divano, cosa alquanto strana perché non si ricorda di come possa essere finito lì sotto, e manda un messaggino alla sua cuginetta adorata.

Ehilà cugi! Che ne dici se stasera vieni con noi alla festa? Non ti preoccupare per il cavaliere, lo convince Bill. Bacioni tua Titty.

 

<< Ecco fatto. >> Sorride soddisfatta e si infila il telefono in tasca. Poi sgrana nuovamente gli occhioni che cominciano a brillare come stelle. << Andiamo in piscina oggi?????? Eddai, ce n’è una a un’ora da qui!!! Ti prego Didy, ti preeeeeeeeeeeeeeegooooooooooo!!!!!!!!!!!!! >> Prega la bionda, facendo i suo consueti occhi da cerbiattino ferito. Andrea, che odia con tutto il su grande cuore le piscine e l’acqua alta in generale, annuisce sospirando. Stefania sta per saltarle addosso quando la rossa la ferma mettendole una mano davanti.

 

<< Aspetta tesoro. Dobbiamo prima prenotare la piscina perché di certo non possiamo andare là a nuotare tranquille come se niente fosse. >> Prova, sperando ardentemente che si smorzasse l’entusiasmo dell’amica e che abbandonasse l’idea assurda della piscina. Ma invece no, con il suo adorabile broncio, la bionda riafferra il cellulare e compone il numero della piscina. Lo sa a memoria, perché è di proprietà di alcuni amici di famiglia.

 

<< Aky, sono io, Ste. Senti, oggi pomeriggio possiamo prenotare la piscina? Sì, lo so che non si potrebbe, ma dai… siamo amici da una vita… uff, passami Dado. Ehi, ciao amo! Possiamo venire oggi in piscina da te? Me l’ ha appena detto anche Aky… ma dai, non puoi fare uno strappo?? Certo che vengono anche Andrea e le altre. Ah, non ti è ancora passata la cotta per Didy? Certo che viene! Te, devi semplicemente tenerla aperta per noi, anche se so che è chiusa. Sì, veniamo verso le 3 di oggi. Grazie, sei una amore! Ah! Sai che siamo superstar vero? Ricorda che non possiamo fare interviste. Certo, certo, lo so che puoi chiudere la porta. Sì, ma il problema è che quelli lì ci beccano sempre. Ah-ah, certo. Come no! Lasciaci aperto tutto e fatti trovare dentro, che voglio presentarti alcune persone. Sono dei ragazzi, fama internazionale come noi… hai presente i Tokio Hotel? Sì, quelli lì tedeschi di cui parlavamo qualche giorno fa. Esatto loro. Non hai ancora letto i giornali? Allora leggi Specchio, lì c’è scritto tutto. Uffi, non posso stare molto… ti spiego tutto oggi. Ricorda, tieni tutto aperto per noi, okay? Grazie tesoro mio!!! Ti amo tanto anche io! Di’ ad Aky che amo anche lei, mi raccomando. Ci vediamo poi dopo, ciaooooo! >> Chiude la chiamata con il sorriso che va da un orecchio all’altro. << A quanto pare a Davide non è ancora passata la cotta per te, Didy. >> Continua, spingendola affettuosamente. L’altra sbuffa.

 

<< Devi dirglielo che non ti piace. Eddai, fa quasi pena! >> Dice con tenerezza Max.

 

<< Ehi, ma lo sai che finché li crede di piacere ad Andrea o anche solo di avere qualche chance, lui ci fa stare in piscina gratuitamente? >> La rimbecca immediatamente la bionda. Sarà anche un po’ ingenua e bambina, ma quando si tratta di soldi è meglio di una banca svizzera. Fa di tutto per risparmiare… finché non si imbatte nella gonna della sua vita, che cambia di negozio in negozio, e la compra mandando a farsi benedire tutte le prediche che ha fatto alle altre.

 

<< Sì, va beh, però… non mi sembra giusto, tutto qui. >> Risponde imbronciata la moretta, incrociando le braccia al petto.

 

<< Chi è Davide? E chi è Aky? >> Chiede Tom, entrando nel discorso. Andrea lo squadra un attimo, poi gli risponde con un ghigno stampato in volto.

 

<< Dado è un caro amico che si è preso una cotta per me qualche mese fa. Mentre Aky è una nostra amica. >> Dice con tono docile. Si aspetta una sfuriata, una delle loro litigate, ma lui non dice niente e annuisce alzando le spalle. Apparentemente è un freddo e distaccato, mentre dentro di lui stanno nascendo tante domande, piccole e grandi. Si sente strano, come se qualcosa gli bloccasse lo stomaco e glielo contorcesse, facendogli venire l’impellente voglia di vomitare. Eppure non sa il perché. Sa solo che non gli piace Davide e che non prova alcuna curiosità nei confronti di questa new entry Aky. Strano, perché a lui basta che respirino e poi vanno benissimo. In quel momento riesce solo a pensare ad Andrea. In camicia da notte, travestita da maschio… in tutti i modi, basta che sia lei. Anche se è piccolina, ha una grinta da far paura. È strano, non gli è mai capitato di penare ad una ragazza come se fosse un qualcosa di sacro, importante. Forse è la testardaggine della tappetta che lo attira tanto. Nessuna ragazza gli ha mai detto di no, soprattutto da dopo essere diventato una superstar internazionale, e lei è stata la prima.

 

Si è fatto mezzo giorno, e Andrea e Max decidono che è ora i preparare il pranzo. Si mettono in cucina e cominciano a ravanare con i fornelli e le pentole, cercando tutti gli ingredienti. Andrea fa il sugo con quello che trova nel frigo, mentre Max si occupa degli spaghetti. Dopo qualche secondo, la mora fa spuntare la testa in soggiorno, dove gli altri sono riuniti per chi per giocare alla Play, chi per leggere una rivista e chi a parlare.

 

<< A voi piace la pasta al tutto? >> Chiede riferendosi ai quattro ragazzi, che la guardano un po’ storti. Pasta al che?

 

<< Eh? >> Fanno infatti in coro i ragazzi.

 

<< Tutto quello che c’è in frigo di commestibile e che Andre riesce a trasformare in poltiglia. Siete allergici a qualcosa? – Scuotono la testa. Max sorride. – perfetto. Vi chiamiamo quando è pronto! >> E scompare nuovamente in cucina, chiudendosi la porta alle spalle.

 

Dopo mezz’ora, ovvero alla mezza precisa, la pasta e il sugo sono pronti serviti in tavola. Tutti si accomodano e cominciano a mangiare incuriositi da quel nuovo tipo di sugo, che non è né verde né rosso. Una specie di poltiglia. Stefania si avventa sul su piatto come una furia, mentre gli altri assaggiano scettici. È buonissimo.

 

<< Wow! Che ci avete messo dentro? È buonissimo! >> Decanta Bill, tra una forchettata e l’altra. Andrea sorride.

 

<< Vediamo… uhm, allora: passata di pomodoro, pesto, ketchup, formaggio grattugiato, olio, prosciutto crudo a pezzi, speck, cubetti di pancetta, bresaola e un po’ di pepe. Buono eh? >> Si morde il labbro inferiore divertita, poi comincia a mangiare anche lei.

 

Verso l’una è tutto pulito, i piatti nella lavastoviglie e il tavolo lindo e pulito.

Tutti sono in salone. In atto c’è una gara all’ultimo sangue di scopa. Tom e Bill, contro le gemelle Mastello. Chi perde, paga da bere, ovvio.

 

<< Ragazzi! Dobbiamo andare!!! La piscina!! Dai Andre, me l’avevi promesso! >> Stefania si aggrappa al braccio della sua migliore amica, concentrata ed indecisa se buttare un asso o un sei. Sbuffa e butta le carte sul tavolo.

 

<< Rimandiamo a domani, che la signorina qui vuole andare in piscina… >> La scimmiotta, ma la bionda non se la prende male, anzi, si china e le bacia la guancia. La rossa si alza sospirando e sale di corsa le scale della casa. Spalanca la porta della camera e la stessa sorte capita alle ante dell’armadio, dentro il quale infila la testa alla ricerca di uno stramaledettissimo costume per andare in una stramaledettissima piscina per fare un piacere a quella stramaledettissima di Stefania. Scuote la testa, perché lei non potrà mai e poi mai essere arrabbiata con quella biondina tutta sorridente ed ingenua che è la sua migliore amica da sempre. Dietro di lei sente dei passi e non le è molto complicato riconoscerne il possessore.

 

<< Kaulitz, che vuoi adesso? >> Chiede scocciata, frugando imperterrita dentro il mobile. Evidentemente il costume non ha intenzione di farsi trovare in fretta.

 

<< Sinceramente vorrei che magari ti mettessi dritta. Sai, da qui si vede un gran bel panorama, ma vorrei che fosse solo per me. >> Sogghigna il ragazzo avvicinandosi. Il gran bel panorama, come l’ ha chiamato lui, è semplicemente il fondoschiena della rossa.

 

<< Ahahaha, continua a sognare bello. >> Ribatte acida lei, mettendosi comunque in posizione eretta, seguendo inconsciamente il consiglio del suo compagni di stanza. Con la coda dell’occhio vede il suo costume. Lo tira fuori e scappa in bagno a metterselo. Quando esce, porta un bellissimo bikini blu elettrico con dei fiori azzurro chiaro sopra. Tom, per la seconda volta, ne riamane abbagliato. Non capisce come mai.

 

Andrea prende un borsone e ci infila distrattamente un ricambio e un vestitino nero a fiori bianchi (la prima cosa che ha trovato, non che desiderasse ardentemente mettere quel vestito, però…). Va in bagno, prende un paio di asciugamani e li infila malamente nel borsone. poi lo prende e lo lancia giù dalle scale, sempre in costume, sempre con la delicatezza di un’elefantessa incinta, e sempre sotto l’occhio vigile di Tom, che la fissa incantato, seduto sul letto e senza nessuna intenzione di muoversi. In quel momento la rossa si gira verso di lui e lo osserva un secondo, per poi incrociare le braccia al petto.

 

<< Non vorrai che ti faccia io il borsone spero. >> Grugnisce di malumore. L’altro scuote la testa e si alza immediatamente. Prende un costume a pantaloncino e se lo infila sopra ai boxer bianchi. (non chiedetemene l’utilità, perché non ne ho la più pallida idea. So solo che al mare si mettevano tutti i ragazzi le mutande sotto al costume. NdA) Afferra anche lui svogliatamente una borsa e ci ficca dentro due asciugamani, delle ciabatte, uno shampoo, un paio di jeans e una maglietta. Diversamente dalla ragazza, scende le scale e posa la borsa sul pavimento, come se glielo stesse insegnando.

 

<< Ecco, è così che fanno le ragazzine bene educate. Non lanciano la roba sulla tromba delle scale. >> Spiega con aria da sapientone. Andrea scende le scale con un balzo, addosso solo una maglietta XL e le se fidate adidas bianche.

 

<< Chi te lo dice che io sia una ragazza bene educata? E poi guardati tu, tesoruccio, che hai molte più cose femminili di me. >> Gli fa la linguaccia e se ne va in salotto, dove Stefania e gli altri sono già pronti.

 

<< Dai Andre! Muoviti! Ci sono Luca e Saki fuori che ci aspettano. >> La bionda la prende per un braccio e la trascina in limousine, facendola sedere accanto a lei. Immediatamente dopo entrano Francesca e Max. Poi dopo anche i ragazzi, che senza accorgersene si siedono di fronte alla propria compagna di stanza. Inevitabilmente, Tom si trova a fronteggiare quel tappo dai capelli di fuoco e gli occhi blu che lo fa tanto confondere.

Rimangono a fissarsi, mentre nell’aria rarefatta della limousine, si espandono prima una canzone di Scream, poi una di She isn’t alone, facendo incontrare i due ruppi sul campo comune, la musica. Chi entrasse in quel momento nella grande limousine grigio metalizzato che adesso sta voltando l’angolo, potrebbe prendersi un attacco di panico, vedendo quattro ragazzi e quattro ragazze dai 17 ai 20 anni che stanno in silenzio a fissarsi negli occhi. Ma sarebbe comunque quello che troverebbe, perché ognuno è immerso nei propri pensieri e non ha la minima intenzione di condividerli con gli altri.

All’estremo c’è Georg che guarda fuori dal finestrino con sguardo vacuo. Osserva pensieroso il paesaggio che saetta davanti a lui, ripassando mentalmente tutti gli accordi delle loro canzoni. Probabilmente è l’unica cosa che lo rilassa veramente oltre a giocare alla Play per ore senza interruzioni.

Davanti a lui, Max tiene gli occhi chiusi per concentrarsi sul battito regolare del suo cuore. È rilassante e le piace sentirsi viva. Non sa come, ma quando poi si deconcentra si sente molto più felice e goiosa, con la consapevolezza che è viva e sta vivendo una vita perfetta. Ha una storia piuttosto comune lei. I suoi genitori pesavano solo a farla studiare e a farle fare sport, mentre lei in testa aveva solo la musica. Una volta era riuscita a litigare furiosamente con sua mamma e a farsi buttare fuori casa, così era andata ad abitare dalle gemelle Mastello. Quando poi era arrivata l’ondata di popolarità, i suoi genitori si sono scoperti improvvisamente amanti della musica e della propria figliola, la quale però ancora adesso nutre rancore verso i suoi genitori adottivi. Quando era morto il padre di Andrea e Francesca, le si era spezzato il cuore, perché ormai lo stava considerando un padre a tutti gli effetti.

Passando oltre, Bill osserva di sottecchi la sua compagna di stanza, Francesca Mastello. È una delle ragazze più belle che abbia mai visto, con il viso ovale e le lentiggini di bambina sul voto, mentre gli occhi azzurri esprimono tutta la sua intelligenza e la sua grinta. Ma la persona che lo incuriosisce di più di tutti è Andrea, la gemella più grande di Francesca. È un maschiaccio senza un minimo di senso e lui dubita fortemente che la rossa abbia mai indossato un vestito completamente da donna. Anche adesso, per la piscina non si è sbilanciata molto. Da sotto la maglia enorme si intravede il costume blu scuro. Tra tutti i gruppi che esistono sulla Terra, proprio con quello più maschiaccio al mondo dovevano andare a convivere. Non che l’idea non lo mettesse in soggezione, però si era aspettato quattro ragazze tranquille e loro fan, che avrebbero esaudito tutti i loro ordini come se fossero stati delle divinità scese in terra, non quattro ragazze testarde e così diverse da e tra loro.

A interrompere quel momento di riflessione del ragazzo, è un urlo disumano provenire dal suo secondo soggetto di attenzioni, ovvero la piccoletta dalla testa rossa.

 

<< CHE COSA DIAMINE STAI FACENDO, KAULITZ! >> Urla Andrea scandalizzata, facendo fare a tutti un salto di 20 centimetri sul sedile.

 

<< Mi sto salvando i vostri numeri di cellulare. Che c’è di tanto strano? >> Tom alza gli occhi su di lei per alzare le spalle, poi li riposa sui due cellulari che tiene in mano.

 

<< Di strano c’è che, testa vuota di una scimmia in putrefazione, che mi hai fottuto il cellulare e hai cominciato a guardarlo senza chiedermi un cavolo di permesso. Ecco cosa c’è che non va. >> Scatta in avanti per riprendersi il proprio telefono, ma un curva, appena affrontata da Saki come se fosse un pilota di formula uno, la fa cadere in braccio la ragazzo, che scosta in tempo i telefoni.

 

<< CAZZO! >> Esclama cercando di tirarsi su. Gli è caduta perfettamente in braccio. Aveva appena fatto in tempo ad allacciargli le braccia al collo, che un’altra curva presa molto larga dal conducente dell’auto, l’avrebbe fatta cadere addosso a Bill.

 

<< Tesoro, bastava che me lo dicevi e io ti prendevo in braccio. >> Sogghigna lui abbracciandola da davanti.

 

<< Bastava che me lo dicessi, sorta di mollusco senza spina dorsale, dicessi. E toglimi immediatamente quelle mani di dosso, porco! >> Sbotta lei. Peccato però, che lui non possa farlo. Cioè, chiariamo, non è che non può perché si è incollato le mani, è che non vuole. Tenerla stretta a sé a sé gli procura più calore di qualunque notte di fuoco con altre ragazze.

Andrea lo osserva. Perché non la lascia tornare al suo posto? Perché non la salva da quella situazione imbarazzante? Non riesce a trovarsi delle risposte e forse non vuole neanche. Una piccola, piccolissima, parte di lei non vuole darsi una spiegazione.

Dillo che ti piace, Andrea… ammettilo, sarà più semplice per tutti e due… è evidente che non vi siete indifferenti… perché non segui il tuo cuore, Andrea? Hai paura che possa succedere di nuovo come con Simone?” La ragazza scuote la testa. Vuole disperatamente cancellare quella vocina so-tutto-io dalla testa. La odia, la odia perché…perché ha sempre stramaledettamente ragione, e Andrea Mastello odia avere torto, soprattutto se si tratta di ragazzi e amicizie.

 

<< Stronza. >> Sibila a denti stretti, riferendosi alla sua amica vocina assillante non doverosamente amichevole che per comodità chiameremo VANDA.

 

<< Che ho fatto adesso? >> Chiede Tom, inarcando un sopracciglio.

 

<< Te lo meriteresti solo per il fatto si essere tu, ma non questa volta. >> Spiega lei con la mandibola contratta dalla rabbia. Rabbia, sì, perché è arrabbiatissima con VANDA che ha sempre ragione.

Se sai che ho ragione, perché non fai come ti dico, Andrea? Simone non può vederti… lo sai, e allora perché gli resisti ancora? Hai paura della sua reazione? Hai paura di essere rifiutata?

“Stronza, lasciami stare! Basta! Basta!!!! Non hai ragione! Non questa volta, vipera!” Pensa disperata. La odia, la odia con tutto il suo cuore quella dannata vocina dispettosa che la tormenta a notte. Ora che ha cominciato a tormentarla pure la notte… ha paura, paura di non potercela fare.

Tu adori le vipere Andrea. Ti sei fatta chiamare ‘Snake’ qualche anno fa, te lo ricordi?

 

<< Sei sicura di sentirti bene Mastello? >> Le chiede nuovamente il rasta, cominciando a preoccuparsi. Andrea ha cominciato a scuotere la testa violentemente, frustandolo con i suoi lunghi capelli rossi.

Diglielo Andrea, diglielo che stai bene solo tra le sue braccia… saltagli addosso e bacialo… lo sai che lo vuoi… mordi quelle labbra  quel piercing che adori… fallo, o sarà troppo tardi…

“Ora mi dirai anche che tra dieci anni il mondo finirà? Predici pure il futuro adesso? Vai via! Vattene, io ti odio! Non ho bisogno di te, vai via!”

Hai paura che potrebbe sottrarsi? Lo sai che non lo farà. L’ hai capito subito che gi piaci…

“Lui non mi piace! Sarà anche bello, dannatamente bello, e stronzo, ma non mi piace, chiaro?”

Simone non ti può additare, adesso… lasciati andare Andrea, sai che lo vuoi, diglielo…

“No! Non posso… cioè… se poi non mi vuole e vuole solo portarmi a letto?” Sente che sta cedendo, ma non vuole crederci. Preferisce pensare di essere solo curiosa. Perché lei è solo curiosa, vero?

Non lo saprai mai se resisti ancora… lasciati andare, Andrea… ne hai il diritto…

“Non posso… io… no, non ancora…”

Sarà tardi poi… sarà troppo tardi e ti roderai il fegato per questo… lo sai che ti piace… ammettilo… è l’unico ragazzo che ti ha fatto tremare le ginocchia appena l’ hai visto…

 

<< Andrea, che hai, si può sapere? >> Una voce calda, dolce, bassa, che ha fatto innamorare un mucchio di ragazzine isteriche. Ma è solo un sospiro caldo sul collo quello che lei sente, non delle parole articolate. Perché mai qualcuno dovrebbe chiederle se sta bene? C’è qualcuno a cui importa veramente oltre alle sue amiche?

Inspira profondamente, poi apre gli occhi blu di scatto per guardarsi attorno. La limousine è vuota, evidentemente sono arrivati e nessuno l’ ha riscossa. Molto probabilmente, ha passato tutto il viaggio in braccio a Tom e a litigare con VANDA, che in quel momento non da segni di vita.

 

<< Mai stata meglio. >> Sbotta. Afferra malamente il borsone, per poi metterselo sulle spalle. Poi come un toro esce dall’auto, immediatamente seguita da Tom, che continua a non capire nulla di nulla. Raggiungono gli altri davanti all’entrata chiusa dello stabilimento, aspettando che Davide apra loro la piscina.

 

<< Oggi è chiusa. >> Sospira una voce strascicata dietro le loro spalle. Andrea sbarra gli occhi, mentre le ginocchia cominciano a tremare impercettibilmente. Va ad appoggiarsi alla gemella, che di per sé ha la sua stessa espressione stampata in viso.

 

<< Oh-oh! Andrea e Francesca Mastello… da quanto tempo! >> Le due ragazze si girano di scatto e vedono quello che non avrebbero mai voluto vedere in vita propria. Simone Ginnasio e Federico Borasco stanno in piedi davanti a loro, con dietro una mandria di una ventina di ragazzi. La mandria è vestita tutta uguale, ovvero pantaloni neri tutti aderenti, maglie nere e giubbotti di pelle neri. Invece i due capo-banda portano: uno, pantaloni neri aderenti con delle toppe enormi bianco latte e una maglia nera, l’altro, pantaloni sempre neri e aderenti ma con le toppe di jeans e una maglia bianca.

 

<< Borasco, Ginnasio… >> Salutano con finto entusiasmo le due gemelle, stringendosi le meni per darsi forza. Simone Ginnasio è stato un ex di Andrea, tanto tempo prima, quando lei era ancora nella tenera età dei 15 anni e lui nei 18. Si era dimostrato un porco quando l’aveva quasi costretta a fare sesso con lui, ma Andrea era scappata e da quel giorno è stato sempre al primo posto nella sua lista nera. Mentre Federico Borasco fu, a suo tempo, un ex di Francesca, sempre nella tenera età dei 15 mentre l’altro nei 18, dimostratosi anche lui un porco schifoso quando le confessò di averla tradita un paio di volte. Da quella volta, le due gemelle hanno messo tutta la loro rabbia nei rispettivi sport, facendole diventare ancora più forti e pericolose. Un ragazzo con i capelli biondo platino saluta con la mano Stefana, che ricambia sorridendo. Poi lei si gira e si ficca due dita in bocca, segno evidente che non gradisce i saluti da quel gruppo.

 

<< Che cazzo hai fatto? >> Strilla scandalizzato il ragazzo, con il tono acustico della voce più alto di prima. Stefania si rivolta verso di lui e gli sorride. Poi, si rificca le dita in bocca imitandosi. Il ragazzo davanti a lei corre e sta per tirarle un pugno, quando però Gutav lo anticipa e lo stende con una gomitata allo stomaco.

 

<< Grazie. >> Stefania sorride radiosa e gli stampa un bacio sulla guancia.

 

Inosservato, Federico si è avvicinato a Francesca. Le accarezza la spalla nuda con malizia, ma lei non è per niente d’accordo. Gli afferra la mano, se lo porta dietro la schiena e lo lancia in avanti, facendolo cadere di sedere sull’asfalto. Max, le batte il cinque, mentre Andrea e Stefania ridono sguaiatamente appoggiate l’una all’altra.      

 

<< Non ti facevo così manesco, amico. >> Sospira in tedesco Bill, appoggiando, con aria teatrale, una mano sulla spalla a Gustav. Quello sghignazza divertito, mentre Tom e Georg commentano in madrelingua tutti i componenti della banda di fronte a loro.

 

<< Sentite, prima che qualcun altro si faccia male è meglio che ve ne andiate. >> Asserisce Max in tono grave, di chi la sa lunga. È stata la solita storia delle bande rivali. Max aveva fondato la sua banda quando ha compiuto 15 anni e da allora ne è sempre stata capo indiscusso. Le altre sono sempre state delle consigliere importanti. Francesca di strategia, Andrea il braccio forte e Stefania l’informatrice. Era una banda tranquilla, composta perlopiù di ragazzi, mentre le ragazze erano in 6. Nicole (Niky), Stefania, Andrea, Max, Francesca e Chiara (Aky). Erano un gruppo molto unito, di cui facevano parte anche Luca e Davide. Più o meno erano anche loro in 20 ma non andavano a fare casino nelle piazze o nelle strade spaccando vetrine o rubando nei negozi, semplicemente si divertivano andando in discoteca o stando insieme.

 

<< Vi fate pure degli stranieri adesso? Che c’è, non vi bastavamo noi? >> La canzona Flavio, cugino più grande di Federico. Max gli rivolge un’occhiata piena di odio.

 

<< Non ti è mai passato per la testa vuota che ti ritrovi che magari voi… ci fate schifo?? >> Spiega la mora con sarcasmo. Ovvio che non gli è passato per la testa.

 

<< Come ti permetti ragazzina? >> Urla Flavio fuori di sé dalla rabbia. Max, l’unica ragazza che gli abbia mai fatto perdere la testa così tante volte. Max, la sola ragazza che è stata capace di metterlo KO con un solo sguardo. Ma quel tempo lontano è passato.

 

<< Non chiamarmi ragazzina, vecchiaccio. >> Sibila lei con un ghigno in viso e piantandosi le mai sui fianchi esili.

 

<< Basta. Fermiamoci qui, prima che la situazione degeneri. >> Riprova Francesca con un tono più docile e mansueto, tono che non le si addice per nulla. Benché fremesse dall’impazienza di prendere a botte qualcuno, non può farlo. Perché se lei esplode, chi li ferma più gli altri?

 

To be continued…

 

Ma ciao! Gentili, tanto gentili!! Volevo chiedervi una cosa prima che voi mi uccidiate per aver bloccato a metà il capitolo. Ovvero: dato che la mia povera mente bacata e contorta è arrivata alla conclusione che Saki non è il nome della guardia del corpo dei Tokio… che nome potrei metterci? Grazie. Ora, ringraziamenti ^^

anele87: Grazie tante *-* che ne pensi di questo chap? È solo la prima parte, dato che la seconda la sto finendo ^^ baci

Princess89: Eccoti accontentata ^^ che ne dici? Sono aperta a tutte le critiche ^.-

Mony_4ever: Ma grasssssie cara ^^. Non lo so sai con chi far mettere Andrea… si vedrà nel prossimo capitolo cosa farò succedere… penso… credo… spero… okay, basta ^^ vado, prima che mi ammazzi. Kitt

Catty: Ma grassssssie anche a te :* Gentilissima. Eh già… ma chi sarà mai il boy di Ste? Alla fine si scopre che è Georg XD, no scherzo, a lei non faccio passare le pene dell’inferno ^^ Diciamo che per le nocche… beh, passeranno in secondo piano, ma le farò comunque prendere una poltiglia verde da farle spalmare sulle mani. Okay, sto delirando. Ciauuuu kuss

dEw94: Grazie grazie ^^ molto gentile, e stai tranquilla… a volte mi confondo io che li ho creati!! Per questo sono sempre piena di foglietti per casa con scritti le parti e le descrizioni delle White. ^^ bacioni!

Okay, finish, the end!

Baci, Barbycam

 

 

 

 

 

    

 

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Capitolo 4
*** Lei non si tocca - part two ***


[ << Basta

[ << Basta. Fermiamoci qui, prima che la situazione degeneri. >> Riprova Francesca con un tono più docile e mansueto, tono che non le si addice per nulla. Benché frema dall’impazienza di prendere a botte qualcuno, non può farlo. Perché se lei esplode, chi li ferma più gli altri? ]

 

<< Paura Criso? >> Le chiede il Ginnasio minore. Max lo guarda con odio. Come hanno potuto approfittare delle sue migliori amiche? Li ha sempre odiati, anche per questo che quando era più piccola era sempre attaccata a loro come spina nel fianco. Può non sembrare, ma la nostra amatissima Criso può essere molto, ma mooooolto, fastidiosa.

 

<< Di te? Ma non farmi ridere! >> Scatta in una risatina sarcastica. No, lei non ha paura di nessuno. Soprattutto di quella banda da strapazzo.

 

<< Perché Davide non apre?? >> Chiede Stefania con voce lamentosa. Non ha più voglia di sorbirsi quelli lì.

 

<< Ehi bambolina rossa, perché stai lì vicino a quel rastaro? Perché non vieni con noi invece che stare con quei perdenti??? >> Urla un ragazzo da dentro al gruppo. Andrea chiude gli occhi.

Difendilo Andrea, non l’ hai sentito? Ha insultato Tom, non vuoi fargliela pagare?

VANDA continua ad aver ragione. Perché si sente percorsa da brividi di rabbia?

 

<< Vieni qui a ripeterlo se hai coraggio, stronzo. >> Sibila snake a denti stretti. Odia tutto quel gruppo, odia Simone e odia Federico. Che si facciano avanti, lei non ha paura.

Raccolta la provocazione, il ragazzo che ha parlato fa per avvicinarsi, ma il braccio di Simone scatta in avanti, bloccandolo. Nessuno ha mai osato dire che Simone è un brutto ragazzo. Ha i capelli castani corti, molto spesso alzati in una cresta, e gli occhi castano chiaro. Alto, bello, stronzo… peccato stupido. Si avvicina con passo deciso verso la ragazza e le mette le mani sulle spalle. Andrea lo guarda negli occhi senza scomporsi né picchiarlo.

Perché non lo picchi, Andrea? Cosa stai aspettando?

“Non lo so, non lo so!” Non lo sa cosa aspetta. Magari il principe azzurro che la salvi dal pericolo? Ma lei non ne ha bisogno, giusto?

Lasciati andare… ti salverà lui…

“Lui mi odia, io l’ ho malmenato, come potrebbe salvarmi? So difendermi da sola, voce fastidiosa.”

Scommettiamo?

“Che bello, adesso scommetto con una fastidiosa vocina nella testa.” Sbuffa.

 

<< Sei ancora più bella di quanto mi ricordassi. Perché in questi mesi non ti sei fatta viva? >> Le chiede abbassandosi a sussurrarle all’orecchio. Non le procura brividi di piacere come quando erano stati insieme. Solo rabbia e tanto, tanto rancore.

 

<< Ho avuto di meglio da fare. - Gli risponde sinceramente. Non lo sa perché non lo prende a schiaffi in quel suo bel faccino. – Ora lasciami. >> Scuote le spalle con convinzione, ma Simone non la molla, anzi, stringe ancora di più la presa sulle spalle.

 

<< Non scapperai una seconda volta, tesoro. >> Sibila lui, aumentando ulteriormente la presa, quasi a farle male.

 

<< Cazzo, mi fai male… mollami. >> Balbetta la rossa, con gli occhi colmi di terrore. Se lo ricorda bene quello che era successo e non vuole che succeda di nuovo.

 

<< Ehi, ha detto di lasciarla. Non l’ hai sentita? >> Esclama a sorpresa Tom. Andrea si sorprende nel sentire quella voce come un’ancora di salvezza. Guarda il ragazzo negli occhi e quello le sorride, facendole l’occhiolino. Lei si sente il cuore leggero e pieno di gioia, ma la cosa che più la incuriosisce, è che non sa il vero motivo di quella gioia.

O forse non lo vuoi sapere, snake?

 

<< Stanne fuori bamboccio. Queste sono cose che non ti riguardano. >> Replica con cattiveria Simone. Quel ragazzo è troppo vicino ad Andrea per i suoi gusti, deve allontanarsi subito. Senza accorgersene, aumenta ancora la presa sulle spalle esili della ragazza, che passa lo sguardo spaesato da Tom a Simone e da Simone a Tom.

 

<< Forse non l’ hai sentita bene. Ha detto di lasciarla. Quindi tu adesso, da bravo soldatino, la lasci andare. >> Continua imperterrito il ragazzo, incurante che Simone gli abbia mandato sì e no una cinquantina di occhiate fulminanti.

 

<< E tu chi saresti… il principe azzurro? Il suo fidanzatino?? Ma non farmi ridere! >> Lo prende in giro, facendo scoppiare a ridere tutta la sua banda in nero. Bill sgrana gli occhi, quasi terrorizzato dalla furia che legge in quelli identici del gemello.

 

<< Tomi, ti prego, stai calmo… >> Prova a tranquillizzarlo infatti, ma non c’è nulla da fare, Tom è partito.

 

<< Sono quello che ti manderà a piangere dalla mammina a forza di calci in culo se non la molli immediatamente. >> Ghigna disinvolto, mentre Simone si gira finalmente verso di lui. Per un attimo si possono scorgere le scintille di sfida che saettano dai due occhi castani.

 

<< Oh-oh! Che paura… >> Fa finta di avere un brivido, e in quel momento Andrea si toglie dalla sua presa e si va a parare dietro a Tom, che sorride soddisfatto. In un certo senso, nella sua mente contorta, Andrea gli ha detto di voler essere difesa da lui e di certo Tom Kaulitz non è tipo da sottrarsi alle preghiere di una fanciulla indifesa. Che volete farci, è un’inguaribile romantico!

“Perché l’ ho fatto? Perché sono dietro al mollusco e non dietro a Francy o Max? Ma soprattutto, perché sono dietro? Io non ho paura di nulla, non ho bisogno di essere protetta da nessuno…”

Sei sicura di volerlo sapere veramente, Andrea?” Ed eccola, VANDA, irritante come poche vocine dispettose nella mente, che mette dubbi su dubbi alle povere batteriste di gruppi famosi in tutta Europa, già confuse di proprio.

“CAZZO!”

 

<< Dovresti averne invece… >> Lo rimbecca Bill, conoscendo troppo bene il gemello. E conoscendolo, può dire con certezza che questo Simone o come diamine si chiama, è in pericolo.

 

<< Ahahahaha! Ma fammi il piacere, va’! Spostati moccioso! >> Simone afferra il braccio della ragazza con tale brutalità da farle male. Tom, a sorpresa di tutti tranne del gemello ovviamente, gli tira un pugno in faccia, facendolo barcollare all’indietro. Andrea sgrana gli occhioni blu e si copre la bocca spalancata con le mani.

 

<< Cazzo… l’ ha fatto… l’ ha fatto davvero… >> Balbetta, incapace di connettere il cervello alla bocca. È confusa, confusa se abbracciarlo per ringraziarlo di averla difesa o prenderlo a botte per averla reputata troppo debole.

 

<< Capo vendicati, o le taglio la gola! >> Urla Federico. Nell’attimo dopo il pugno di Tom, il ragazzo si era tirato su e aveva preso da dietro Francesca, puntandole un coltellino alla gola. Lei cerca disperatamente di non far trasparire la sua tensione, di rimanere lucida e di non farsi prendere dal panico, ma con scarsi risultati. Cavolo, provate voi a stare calme e lucide con un coltellino puntato alla gola.

 

<< Ehi, ehi, calma gente. Posa quel coltellino, avanti… stai andando oltre… >> Dice con voce ferma Bill, avanzando con le mani avanti a lui. Francesca lo guarda negli occhi e vi legge il terrore più puro.

 

<< FATTI PICCHIARE ANCHE TU ALLORA, O IO LA SGOZZO!!! >> Urla ancora Federico, calcando il coltellino sul candido colo della ragazza, che deglutisce.

 

<< Va bene, io mi faccio anche picchiare, perfetto, basta che la lasci andare. Con calma… >> Accetta il moro, con visibili goccioline di sudore freddo che gli imperlano la fronte.

Stefania osserva la scena con gli occhi colmi di lacrime abbracciata a Gustav, che la stringe a sé.

Max e Andrea stanno per implodere, mentre la loro amica le ha precedute. Saranno anche delle ragazze fredde, ma da lì a dire che non hanno cuore è dura. Soprattutto per la tappetta dai capelli rossi, che sta per scoppiare in lacrime. Se le tolgono anche lei può morire. Prima il padre, ora questo… è sicura di non poterne uscire. Si morde convulsamente il piercing al labbro inferiore per non mettersi a piangere come una bambina, ma il labbro sta già diventando tremulo.

Georg passa lo sguardo confuso da un gemello all’altro e vi legge negli occhi una determinazione che non ha mai visto. Possibile che il Sex Got e il Frontman scettico, si siano affezionati alle due pel di carota?

Tom sta per dire qualcosa al gemello, probabilmente vuole fargli i complimenti per il coraggio, ma si sente buttato a terra e schiacciato da un peso. Si volta velocemente e si trova faccia a faccia con Simone, che evidentemente non ha gradito più di tanto il pugno di poco prima. Da lì, comincia una lotta senza esclusione di colpi tra i due ragazzi.

Qualche membro della banda sta per fare dei passi avanti, quando le due ragazze si mettono davanti a loro con le mani sui fianchi e con l’espressione minacciosa. Tutto si ferma.

 

<< DAMMI UNA PROVA! >> Urla nuovamente il possessore del coltellino. Francesca trema sotto la lama. Anche se sa che Federico la ama ancora e che non le farebbe alcun male, non nega affatto di aver paura. Lo conosce troppo bene, ed è sicurissima che si è fatto una dose prima di uscire di casa.

Il cantante annuisce, mentre Federico chiama con la mano libera un ragazzo dalla banda. Questo gli si avvicina e, dato l’ordine di tirare un pugno al ragazzo di fronte a lui, obbedisce, affondando il pugno chiuso nello stomaco di Bill. Il ragazzo ricaccia indietro le lacrime di dolore, contrae la mandibola e trae profondi respiri per alleviare il dolore.

 

<< Hai visto… ora lasciala… giuro… giuro che non mi muovo… ma tu lasciala andare…  >> Biascica, con la voce incrinata. Il nuovo ragazzo si volta verso il vice-capo, che annuisce, e ricomincia a prendere a botte il povero Bill, che incassa senza un lamento.

Francesca è terrorizzata e anche stupita. Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per lei prima di quel momento… con orrore lo guarda incassare senza battere ciglio… e lei non può fare niente. Si sente così inutile, impotente… un pugno, una gomitata, un altro pugno… Bill non si muove di un centimetro, rimane immobile, senza sospirare neanche un gemito. Probabilmente vi starete chiedendo perché Tom o qualcun altro non lo aiutano… beh, Stefania sta piangendo a dirotto tra le braccia di Gustav, che non può muoversi, mentre Georg, Max e Andrea stanno dando una lezione alla ventina della banda in nero. Dopo circa una decina di minuti, la banda è a posto, KO, così i ragazzi si permettono di guardare la situazione. Bill è ingobbito per le troppe botte, mentre Tom e Simone si stanno rotolando a terra nell’intento di strapparsi più capelli possibili l’uno all’altro.

 

<< Ehi! Che cosa diavolo sta succedendo qui??? >> Ulula Luca, correndo verso di loro seguito dalla guardia del corpo dei ragazzi, proprio mentre Andrea sta per andare a vendicare il cantante del gruppo. Istintivamente, Luca mette mano alla fondina, contenente una pistola di emergenza. Tutto si blocca. Federico si toglie immediatamente da dietro a Francesca, che si accascia a terra senza forze e con il respiro corto.

Bill, lanciando uno sguardo alla ragazza, nota con piacere che si è allontanata, e che può tranquillamente rispondere al ragazzo. Para prontamente il pugno che sta per arrivargli in pieno viso e contraccambia con una gomitata dritta in faccia, in un punto non meglio identificato, facendolo comunque cadere all’indietro.

Tom e Simone sono ancora a rotolarsi per terra, quando un colpo di pistola in aria li fa allontanare bruscamente.

 

<< Ora basta ragazzi. Voi, andatevene e non fatevi più vedere, mentre voi ragazzi miei è meglio che entrate che Davide ha aperto la piscina. >> Detta il body-guard dei Tokio Hotel. Le due guardie del corpo rimangono fino a quando anche l’ultimo della banda se n’è andato, poi tornano tranquillamente nella limousine.

Andrea e Francesca aiutano i due gemelli ad entrare nello spogliatoio, mentre Stefania è ancora in lacrime abbracciata al suo compagno di stanza. Appena entrati, Francesca accompagna ad una panchina Bill, che si siede accasciandosi subito.

 

<< Cazzo Bill… quello poteva farti molto male… >> Lo rimbecca. È strano che anche quando ha appena passato un momento in cui rischiava di morire, questa ragazza riesca a preoccuparsi per gli altri.

 

<< Certo, perché mi ha fatto solo bene… una dimostrazione d’affetto da Oscar. >> Seppur conciato malissimo, Bill riesce a strapparle un sorriso. La ragazza si siede accanto a lui e comincia a tamponargli il viso, con una salvietta, delicatamente. Sembra delicato come una bambola di porcellana, per questo fa piano… per paura di poterlo rompere o crepare in qualche modo.

 

<< Perché diamine l’ hai fatto? Quello va giù duro… non gli importa un cazzo se sei donna, uomo, più grande o più piccolo… >> Chiede l’improvvisata infermiera Andrea al suo non improvvisato malato Tom, mentre con un fazzoletto asciutto gli tampona il labbro inferiore, senza curarsi di fare piano. Si sente quasi arrabbiata con lui. Andrea Mastello non è una di quelle ragazze che hanno bisogno di protezione, allora perché lui gliel’ ha data gratis, senza volere nulla in cambio?

Tesoro… devo dirtelo io il perché??

“Smamma!”

 

<< Ahia! Ecco, così imparo a difendere una fanciulla indifesa… >> Sbotta in modo drammatico lui, portandosi una mano sulla fronte. Tom Kaulitz non è di certo un ragazzo romantico, va dritto al punto senza passare dal via e si prende quello che vuole. Eppure… con quella ragazza è diverso. Da quando l’ ha vista con Stefania… non gli è sembrata la ragazza che lo ha malmenato. Certo, continua a pensare che lei sia stata ingiusta nei suoi confronti, però sente nel profondo del suo cuore che qualcosa è cambiato. La ragazza prende una bottiglietta d’acqua dalla borsa e ne versa un goccio sul fazzoletto.

 

<< Indifesa io??? Oh no, hai sbagliato persona! >> Asserisce infatti, scotendo la testa. Probabilmente è perché si sente in colpa, o forse più semplicemente perché lui la sta guardando di traverso dritta negli occhi, che sta facendo più delicatamente. Spaesata da tanto sincerità, si guarda attorno, notando con disappunto che i suoi amici (perché Georg, Gustav e Bill sono diventati suoi amici da dopo la conferenza.) l’ hanno nuovamente lasciata da sola con Tom. Sgrana gli occhi, nella paura che VANDA possa tornare a tormentarla. Appunto, lei non si fa aspettare.

Bacialo Andrea… eddai, che ti costa?

“Non ho tempo da perdere con te VANDA, vattene, lasciami in pace.”

Mi hai dato pure un nome? Ma che carina, lo vedi che ti stai affezionando snake?

“Per mandarti meglio le maledizioni cara. Ed ora smamma, pussa via vipera.”

 

<< Sei strana, lo sai? >> Afferma improvvisamente il ragazzo, riscotendola malamente dalla sua litigata mentale con VANDA. Lei lo guarda negli occhi, per poi scrollare le spalle con disinvoltura.

 

<< Tutti siamo strani a questo mondo. >> Gli risponde vaga, passando a tamponargli lo zigomo spaventosamente viola. Le scappa un sorriso.

 

<< Perché sorridi? >> Tom inarca un sopracciglio confuso. Però deve ammettere che è bellissima quando sorride. Nota per me stesso: chiederle perché non sorride spesso.

 

<< Sei così… diverso da come sei di solito… e poi hai una guancia viola… >> Sghignazza sorridente, guardando un po’ la guancia, un po’ i suoi occhi. Non riesce a darsi una ragione di quel suo atteggiamento. Probabilmente se fosse stato un altro ragazzo, l’avrebbe lasciato per i cavoli suoi con forse un ‘grazie’ di convenienza, ma non si sarebbe mai sognata di tamponargli le ferite di guerra. Eppure, con lui è impossibile rimanere arrabbiata per più di un certo periodo.

 

<< Anche tu, lo sai? >> La rimbecca lui, con un ghigno stampato in viso.

Siete soli… dai… buttati…

“Non sto facendo bungin-jumping, cavolo!” (pardon, non so come si scrive…)

Lo sai cosa intendo Andrea… siete soli! Avanti, è a vostra occasione! Non è così… carino? Tenero!

“Che è, fai le fusa adesso? Pensavo che le vipere non avessero un cuore…”

Lo so bene snake… da quanto tempo non hai un ragazzo e da quanto non apri il tuo cuore?

“Vediamo… da cinque mesi e due settimane, esattamente da quando ho mollato Simone.”

Guarda che ti ha fatto una domanda, meglio che gli rispondi o farai la figura della scema.

“Gentile come sempre, vedo.”

 

<< Sì, lo sapevo già da me. Non sei il primo che me lo dice. >> Probabilmente pensa di aver usato abbastanza un tono canzonatorio, ma deve purtroppo ricredersi, perché Tom la sta guardando negli occhi con una strana luce che li illumina. Lui ha sentito il tono che ha usato, e non è di una ragazza che se ne frega, ma di una che ci è stata malissimo.

 

<< Scusa la domanda. Ma… perché sei sempre giù? Cioè, sono rarissime le volte in cui ti ho vista sorridere… >> Chiede lui, prendendola in contropiede. Andrea boccheggia un secondo, bloccando la mano a mezz’aria. Se fosse stato un altro lo avrebbe declinato con un ‘ non sono affari tuoi ’, ma non è un altro. È Tom, Tom Kaulitz, il ragazzo che ha malmenato senza conoscerlo e che l’ ha difesa da Simone.

 

<< Non lo so. Forse perché ho visto morire mio padre. >> Butta lì con noncuranza. Per sbaglio chiude gli occhi e rivive vivida la scena dello sbandamento e il terrore dopo lo scoppio. Un brivido gelido le percorre la spina dorsale, senza che lei possa fare nulla. Quel cavolo di giornalista le ha fatto tornare in mente quel ricordo doloroso solo per fare uno scoop.

 

<< Oh… ehm… scusa, non lo sapevo… mi dispiace… >> Tenta di scusarsi in imbarazzo Tom, con gli occhi sbarrati. Ha sempre pensato che quella ragazza fosse un po’ strana effettivamente, ma non pensava per quello. Cioè, lei ha visto morire suo padre, nulla in confronto a lui e a Bill che lo hanno visto solo andar via. Il dolore deve essere stato maggiore. Per questo si sente tremendamente in colpa per averle chiesto una cosa così. Probabilmente lo odierà per averglielo fatto ricordare, però sta ancora tamponandogli la guancia.

 

<< Non importa, capita. >> Scrolla le spalle e abbozza un sorriso, inarcando solo un angolo delle labbra. Non è colpa sua. Ogni volta che si guarda allo specchio, vede riflesso suo padre che la guarda con occhi tristi, non se stessa. E la cosa la spiazza ogni volta, forse è anche per questo che si osserva in continuazione allo specchio. Per non dimenticare suo padre, per non dimenticare quello che ha fatto per loro  e per non dimenticare quel giorno. Ci convive tutte le notti con l’incubo che le ha rovinato a vita un anno prima, eppure è riuscita a superarlo, tornando la ragazza di prima, almeno in parte. Solo le sue amiche se la ricordano veramente com’era prima dell’incidente… identica a Francesca, sempre con il sorriso sulle labbra e a battuta pronta. Ma quel giorno l’ ha fatta diventare burbera e sempre con il broncio. Neanche davanti alle macchine fotografiche riesce a fare un sorriso sincero.

Il ragazzo la guarda di sottecchi. È in piedi davanti a lui e ha passato a tamponargli sotto l’occhio destro, evidentemente viola pure quello. Ha gli occhi blu socchiusi, con una mano lo aiuta, mentre con l’altra giocherella con il legaccio del costume sotto alla camicia. È tremendamente triste… senza accorgersene, le circonda la vita con i braccio, attirandola a sé. Sorprendendolo al massimo, lei non fa nulla per respingerlo, anzi, gli mette il braccio dietro al collo, evidente segno d’apprezzamento.

 

*-*

 

<< Ragazzi, avremo fatto bene a lasciare Tom e Andre da soli? >> Chiede ad un certo punto Francesca, bloccando la lotta di spruzzi con Max. Questa le sorride dolcemente e le circonda le spalle con il braccio.

 

<< Vuoi mica che si ammazzino spero! >> La prende in giro, scompigliandole i capelli già scompigliati di proprio. La rossa sbuffa ed esce dall’acqua, tirandosi su sul bordo. Scuote la testa, si avvia verso il suo asciugamano e se lo mette attorno al corpicino, racchiudendosi dentro come a riccio. Seguita silenziosamente da Bill, comincia a marciare verso lo spogliatoio della piscina, con la scusa di aver dimenticato dentro alcune cose. Socchiude appena la porta e vede l’impossibile, fermandosi di colpo e facendo che Bill le andasse a sbattere addosso.

 

<< Ma che fai? >> Le chiede con il tono quasi scandalizzato, battendole sulla spalla. Lei in risposta gli tappa la bocca con la mano, per paura di venir scoperta dalla gemella.

 

<< Hanno fatto pace. >> Sibila premendo ancora di più la mano sulle sue labbra. Da un’ultima sbirciata all’interno, dove sua sorella e Tom si stanno abbracciando, e torna in piscina, portandosi dietro il ragazzo sempre più confuso. Lascia l’asciugamano sulla panca accanto alla vasca e con un tuffo, vi si ributta dentro, schizzando tutti i suoi amici.

Bill, approfittando del momento di distrazione della ragazza, sgattaiola alla porta dello spogliatoio, curioso più che mai di quello che vi sta succedendo all’interno. socchiude la porta con circospezione, ma non fa in tempo a buttare l’occhio dentro, che una mano gli prende il gomito ossuto e lo trascina in acqua, a passo di marcia.

 

<< Uffa, lasciami vedere che stanno facendo! Non stanno facendo nulla di sconcio, vero? Oddio! Tomi non cambierà mai! Cavoli! >> Comincia a sproloquiare il moro, mettendosi le mani tra i capelli e cominciando a camminare, per quanto gli sia possibile, per la vasca.

 

<< No, nulla di sconcio. Ora magari evita di urlare. >> Lo rimprovera Francesca, smanettando per farsi vedere dal ragazzo. Questo le si para davanti in tutta la sua esile figura e la guarda dritto negli occhi azzurri.

 

<< E allora perché non posso andare a vederli??? >> Biascica facendo gli occhi enormi da cucciolo indifeso e incrociando le mani per pregarla. Francesca trema impercettibilmente davanti a quegli occhioni, ma si riprende immediatamente tornando con la sua solita espressione seriosa.

 

<< Perché io sono la gemella e-… >> Comincia, ma viene subito bloccata dal ragazzo che incrocia le braccia al petto e sbuffa.

 

<< E io sono il gemello. Qual è la differenza, scusa? – blatera contrariato, sbuffando. – Se non stanno facendo nulla di sconcio perché non posso andare a vederli? >> Chiede di nuovo, allargando a dismisura gli occhioni da cerbiatto. Francesca non ce la fa più e cede, ritrovandosi improvvisamente addosso il debole peso di Bill Kaulitz. Le scocca un bacio sulla guancia ed esce immediatamente dalla piscina con un salto, per ritornare alla fatidica porta.

 

<< Ti ha fatta tremare, di’ la verità, Francy… >> Le bisbiglia all’orecchio Max, riscotendola dai suoi pensieri. Scuote con convinzione la testa e nega.

 

Bill di fronte alla porta sta per socchiuderla, quando si accorge che da dentro non si sente alcun suono, cosa che lo preoccupa non poco dato che quei due sono sempre a litigare. Socchiude la porta, evitando accuratamente di farla cigolare, e rimane imbambolato a fissare la scena che gli si presenta davanti. Sbatte un paio di volte le palpebre, stupito. Davanti ai suoi occhi c’è il suo gemello Tom, noto più per la sua fama di play boy che per la chitarra, abbracciato ad Andrea, che gli sta tamponando il viso con un fazzoletto bagnato. Bill si sente il cuore pieno di gioia vedendoli così. Suo fratello non ha le mani in posti equivoci, sono solo attorno alla vita della ragazza e sono incrociate tra loro, non posate sul sedere o in altre parti. Mentre lei gli circonda il collo con il braccio libero. È una scena talmente commovente che a stento si trattiene dall’urlare. Torna nella vasca trotterellando.

 

<< Non mi ha fatta tremare… non dire idiozie, Max, credevo mi conoscessi… >> Ride tesa come una corda di violino la rossa, strattonando il braccio della sua amica. Max scoppia a ridere, attirando tutta l’attenzione su di sé. Soprattutto quella di un certo cantante di  nostra conoscenza, che si avvicina a loro con il sopracciglio inarcato.

 

<< Tutto bene Max? >> Le chiede, preoccupato. Questa rallenta un po’ il fragore delle risa e annuisce, con le guance tutte rosse e il sorriso ancora in volto.

 

<< Sei sicura che stia bene? >> Bisbiglia Bill all’orecchio di Francesca, che posa lo sguardo sulla sua migliore amica per non scontrarsi con gli occhi nocciola del ragazzo.

 

<< Sì, sì, stai tranquillo, è solo stupida. Vero Moni? >> Gli risponde lei. Moni… da quanto tempo non la chiama così… usa quel soprannome solo quando non vuole che lei riveli un qualcosa a qualcuno. Evidentemente si sente la coda di paglia.

 

<< Certo, sono io la stupida… non Francesca che trema davanti ad un paio di o-… >> Francesca si fionda addosso all’amica prima che finisca la frase, portandola sott’acqua.

 

<< Che stava dicendo scusa? >> Chiede nuovamente il moro, non capendoci assolutamente un emerito cavolo.

 

<< Nulla, nulla, vero Moni??? >> Si affretta a rispondere la rossa girandosi di scatto verso di lui e sfoderandogli uno dei suoi sorrisi illuminanti. Bill scrolla le spalle e ritorna tranquillamente da Georg a chiacchierare.

 

<< Per un pelo… caspiterina, Max, ma che diamine volevi fare? >> La sibila la dolce chitarrista, scotendo l’amica per le spalle. Questa, ancora ridendo, si volta verso di lei e le sorride.

 

<< Tesoro, proprio perché ti conosco posso dire che hai tremato davanti ai suoi occhi nocciola. >> Le mete una mano sulla testa e le scompiglia i capelli dolcemente.

 

<< Uff… cioè, non ho tremato… solo… è strano… è un casino da spiegare, sai? È piuttosto complicato. >> Sbuffa la rossa, togliendole la mano dalla testa. Max scuote la testa sconsolata.

 

<< Ho capito tesoro, ho capito. Succede anche a me, sai? Georg non è poi tutta quell’antipatia che credevo all’inizio. È simpaticissimo, dolcissimo… pensa, mi ha raccontato d quando aveva la ragazza… che carino, le faceva i regali… >> Negli occhi di Max si formano due piccoli cuoricini, che l’amica non tarda a notare.

 

<< E tu cosa gli hai detto di te? >> Le chiede immediatamente, avida di dettagli.

 

<< Cosa dovevo raccontargli, scusa? Di quali ragazzi? Sono sempre stata un maschiaccio, credi che avessi la fila dietro? >> Sospira la mora, inarcando un sopracciglio scettica.

 

<< Guarda che la fila c’era… ed era anche lunga… Zac? >> Propone la rossa, pungolando il braccio dell’amica.

 

<< Zac? Per carità! Te lo ricordi perché lo chiamiamo Zac o no? >> Sgrana gli occhi scandalizzata. Il vero nome di Zac è Marco. Ai bei tempi era stato un grande amico di Max, ma poi si era rivelato una doppia faccia, chiamato Zac perché dava un taglio alle amicizie come se fossero carta.

 

<< Vero… vediamo… Matteo c’era! >> Ritenta, cercando di ricordare i ragazzi che facevano, e che fanno tutt’ora, la fila dietro alla cantante. Questa scuote la testa convinta. Matteo proprio no, uno di quei bambini troppo cresciuti che scoppiano petardi nel retro della scuola.

 

<< Ale… Alessandro non la smetteva di parlare di te. >> A quelle parole la mora diventa tutta rossa di rabbia.

 

<< Cazzo me ne frega di Ale… che si schianti, quello stronzo. >> Annuncia con la bile che le sale alla gola con prepotenza. Ale… il suo primo amore… biondo, occhi scuri e dolcissimi con il fisico da calciatore. L’aveva lasciata lui, per mettersi con Carola, la più facile della scuola, per poi ritornare da lei appena sentito alla radio una sua canzone. Ovvio che Max era arrabbiatissima e l’aveva rifiutato.

 

<< Hai ragione, scusa… poi, poi… chi c’era d’altro… >> Francesca si spreme le meningi per collegare i volti ai nomi, cosa alquanto complicata perché ha meno volti dei nomi.

 

<< Basta… in fondo… non sono stati tanto una disgrazia, no? >> Sorride la mora, per poi nuotare incontro agli altri. Francesca la guarda un secondo, per poi passare lo sguardo su Stefania. È così serena… ne ha passate, anche lei. Povera Stefania, anche lei ha avuto un passato difficile, ma con la sua spontaneità l’ ha superato. Scuote la testa e si avvicina ai suoi amici.

 

To be continued…..

 

 

Hola gente! Non ho molto tempo, mio fratello reclama il comp, quindi vado in fretta.

Grazie a: Princess89, dEw94 e per le recensioni. Grazie di cuore.

In più, ringrazio chi mi tiene nei preferiti, ovvero: anele87, dEw94, Mikela_Th, Muny_4Ever, nihal_chan e Shioli. Thanks very much!

Baci, Barbycam   

 

 

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Capitolo 5
*** Raffreddori e before party ***


[ Francesca la guarda un secondo, per poi passare lo sguardo su Stefania

[ Francesca la guarda un secondo, per poi passare lo sguardo su Stefania. È così serena… ne ha passate, anche lei. Povera Stefania, anche lei ha avuto un passato difficile, ma con la sua spontaneità l’ ha superato. Scuote la testa e si avvicina ai suoi amici. ]

 

<< Merda!! >> Urla Bill Kaulitz dalla sua camera, tra uno starnuto e l’altro. Preoccupata, Francesca sale le scale in quattro balzi, spalanca la porta della loro camera e sgrana gli occhi blu. Il ragazzo porta una tuta XXL grigio topo, probabilmente presa in prestito dal gemello.

 

<< Che succede? >> Gli chiede lei, inarcando un sopracciglio rosso, confusa. Lui si gira verso di lei incenerendola con lo sguardo appannato. Un altro starnuto, questa volta più forte, lo fa rabbrividire, così si sfrega le braccia magre da dentro alla maglia. Sono tornati a casa due orette dopo essere entrati in piscina. Causa: improvviso temporale. Ma tra tutti i ragazzi usciti dall’acqua con i capelli bagnati, evidentemente solo Bill si è preso un raffreddore. Sono le 19 e tra due re esatte c’è l ballo a cui devono partecipare a coppie.

 

<< Merda, merda, MERDA! >> Ringhia nuovamente lui, starnutendo.

 

<< Giusto per curiosità. Come cavolo ha fatto a prenderti il raffreddore solamente tu? >> Fa lei, spingendolo malamente sul lettone dopo aver alzato gli occhioni azzurri al cielo.

 

<< Antipatica… etchiù!… non è colpa mia se sono delicato come salute… >> Le risponde Bill, infilandosi sotto le lenzuola. Ma in quel momento Francesca si gira di scatto e gli salta addosso, sedendosi sulla sua pancia. Abbassa il capo fino alla sua fronte, mentre lui sgrana gli occhi. Sente qualcosa di umido, caldo e morbido che gli si appoggia alla fronte. Sente il flebile sospiro caldo che trapassa dalle labbra socchiuse della ragazza. E tutto questo, lo sente trattenendo il respiro, quasi scandalizzato. Non sa più cosa pensare, è semplicemente confuso al massimo. Dopo qualche secondo la ragazza si rialza in piedi, e lo guarda con degli occhi limpidi, da cerbiatto, sembra così indifesa…

 

<< Febbre. Tu oggi non puoi uscire, caro. >> Asserisce, posandogli una mano gelida sulla fronte. Quello starnutisce, provocando nella ragazza un sorriso.

 

<< Ma c’è la festa! Non posso non andarci!! Tom non sa esprimersi se non a monosillabi, Gustav starà appiccicato a Ste per tutta la sera, sicuramente, Georg si approprierà del bancone dei salatini… qualcuno dovrà pur parlare con i giornalisti! >> Si indigna il ragazzo, spalancando la bocca.

 

<< Ci sono Max e mia sorella. Stai tranquillo. >> Lo rassicura da brava donnina di casa Francesca, sparendo nel bagno comune. Bill sbuffa, incrociando le braccia al petto sopra alla coperta. Ma poi sente un brivido e sposta le braccia ossute sotto alla coperta calda.

 

<< E tu non vai scusa? >> Le chiede con un sopracciglio inarcato e le labbra arricciate. Lei gli posa gli occhi azzurri addosso e gli lancia un termometro, che lui afferra al volo prontamente, facendolo sparire sotto la coperta.

 

<< Dovrei lasciare il mio malato a casa da solo in pieno delirio da febbre? No, tesoro, non vado a quanto pare. >> Gli strizza l’occhio e scende le scale, dopo avergli annunciato di riferirle la temperatura.

Appena mette piede in salone si trova davanti un campo di battaglia. I due biondi, tanto per cambiare, sono seduti sul divano a discutere amabilmente di qualcosa che probabilmente non ha nessun senso logico. A terra ci sono sparsi tutti i cuscini, mentre Tom e Andrea si fronteggiano mandando scintille dagli occhi.

 

<< Che sta succedendo qui? >> Chiede la rossa, incrociando le braccia al petto. I due si voltano contemporaneamente e la fissano trucemente negli occhi. Questa, in tutta risposta, alza le spalle e va in cucina a fare un spuntino.

 

<< NESSUNO TI HA CHIESTO DI DIFENDERMI! SONO CAPACE A PRENDERE A CAZZOTTI CHIUNQUE! >> Urla Andrea Mastello, diventando velocemente dello stesso colore rossiccio dei capelli. Il ragazzo di fronte a lei abbassa la testa per poterla guardare ancora negli occhi.

 

<< MA SENTITELA! SE NON CI FOSSI STATO IO, TU SARESTI RIMASTA TRA LE BRACCIA DI QUELLO LÌ IMMOBILE, FACEDOTI FARE DI TUTTO COME UNA BARBIE! >>

 

<< NON SAPEVO CHE CONOSCESSI ANCHE LE BARBIE, COS’È, KAULITZ, CI HAI GIOCATO DA PICCOLO?? AH NO, VERO, LUI A 15 ANNI ERA GIÀ VENERATO IL SIGNORINO! MA ANDIAMO! TI SEI INGROPPATO TALMENTE TANTE RAGAZZE CHE ORMAI È DIVENTATO MECCANICO! >>

 

<< ALMENO IO LO SO COME SI FA! >> Cazzo! Francesca terrorizzata esce dalla cucina con gli occhi sgranati, in tempo per vedere sua sorella con la sua stessa identica espressione. Ma perché diamine deve complicare sempre le cose quello lì? Cazzo. Asserisce mentalmente, mentre la gemella riduce i suoi grandi occhioni a due spilli blu oceano.

 

<< Stronzo. >> Sibila con rabbia nella voce, poi gli vota le spalle e se ne va in camera correndo. Nessuno si muove in salotto, tutto è fermo.

 

<< L’ ho detto davvero? >> Chiede Tom, indicandosi con l’indice. Max, Georg e Francesca annuiscono gravi. << Oh cazzo. >> Biascica nuovamente lui, abbandonando il capo avvilito. Come diavolo fa a rovinare sempre tutto, lui mica lo sa. Come una saetta rossa, Andrea esce di casa con un enorme borsone a tracolla, senza salutare nessuno. Si chiude la porta della casa alle spalle e comincia a correre come una forsennata per la stradina di ghiaia che la separa dal cancello per uscire da lì, ma qualcosa la blocca per il polso, un qualcosa che si può perfettamente condurre ad un Tom Kaulitz in maglietta e pantaloncini che se non entra immediatamente in casa, si prenderà un gran bel raffreddore come il suo gemello.

 

<< Lasciami. >> Gli sibila. Sa che scappando non risolverà mai nulla. Lo sa bene, ma adesso ha solo bisogno della voce del suo papà. Ed è da lui che sta andando. Gira il polso al ragazzo e ricomincia a correre verso il cancello verde, quando si vede obbligata a girare bruscamente a sinistra per colpa della mandria di giornalisti assiepati dietro di esso. Dopo aver cambiato bruscamente direzione, riprende a correre, notando con piacere – “O è dispiacere?” – che Tom non la sta seguendo. Con agilità, salta la siepe dietro alla casa, riprendendo a correre velocemente. È stata a suo tempo una velocista. Nessun giornalista assatanato la vede, fortunatamente, così lei può andare più lentamente. Tira fuori dalla tasca dei jeans il suo lettore Mp3 e se lo infila alle orecchie, facendo partire la musica a tutto volume. La pioggia continua a scendere fitta sopra di lei, mentre con la mente percorre tutti gli eventi di quell’anno senza il suo papà. Dio, quanto le manca. Dopo che lui è morto, ha completamente tagliato i ponti con la matrigna, per scappare dalla madre biologica in lacrime come una bambina.

“Tsè, io non sono una bambina.” Pensa, quando volta l’angolo a capo chino, fissando intensamente la punta delle sue scarpe.

Non è da bambina quello che hai fatto adesso con Tom? Dopo tutto quello che ha fatto per te…

“Muori strega. Non sono dell’umore adatto per litigare con una vicina nella mia testa alquanto irritante, quindi per favore, lasciami in pace.”

Ma non ero una vipera, snake?

“Mollala con ‘sto snake. Quel tempo è passato, è passato con papà. Ora lasciami in pace, cavolo.” E come per magia, VANDA tace. Però Andrea non se ne rallegra più di tanto, è dell’umore più nero del solito. Aver rivisto Simone le ha graffiato il cuore, riducendolo a brandelli sottili come filetti di carne cruda. Forse perché ha di nuovo bisogno di qualcuno che si è lasciata abbracciare da Tom, o forse semplicemente perché lui è il calore lei sta morendo di freddo. È arrivata a destinazione. Spegne il lettore e se lo ripone in tasca. Guarda con gli occhi stanchi la pietra grigia davanti a lei, senza veramente saperne il motivo. Quasi sempre prima dei concerti va a vedere la tomba de padre defunto, forse per farsi vedere… non lo sa.

 

<< Hai visto papà? Ora siamo famose. Io e Francy siamo in un gruppo… proprio come te… ed io suono la batteria. È per te che lo faccio papà… perché te ne sei dovuto andare, papà? Francy ha bisogno di te… IO ho bisogno di te. Non ce la faccio più, papà… mi manchi tanto… >> E come sempre, finisce con lo scoppiare a piangere, di fronte a quel viso sorridente ed imbronciato della foto. I capelli arruffati rossi, gli occhi tempesta e il sorriso sbarazzino di quel padre che le è mancato un anno prima la fanno sempre cedere. << Abbiamo fatto tutto quello che volevi… siamo famose, ma non trascuriamo la scuola, come ci hai insegnato… io non lo capisco… perché hai deciso di andartene? Ci manchi tanto… non puoi vederci… ora siamo gli idoli delle ragazze dai 15 anni in su, perché non sei fiero di noi? Perché non mi metti una mano sulla spalla come tutti i papà? >> Balbetta con le lacrime che le punzecchiano gli occhi. È sempre doloroso piangere. È sempre doloroso rivederlo spento e quasi marcio in quella foto vecchia. Però comunque ne sente sempre la necessità quando si sente triste. E in quel periodo capita spesso. Come un soffio leggero, una mano le si posa sulla spalla e lei trasale. Il sangue le si gela nelle vene, mentre gli occhi si spannano immediatamente tornano lucidi come prima. Lentamente, si volta a vedere chi è. Quasi le viene un accidente. Davanti a lei si trova, al contrario delle sue speranze che riguardano soprattutto Stefania, Francesca o Max,… rullo di tamburi… proprio lui! Con le guance viola e rosse per il freddo, strano in settembre, i capelli sotto ad un cappuccio di una sua solita maglia enorme, la guarda negli occhi con un qualcosa che vi traspare.

 

<< CHE COSA CAZZO CI FAI TU QUI??????????? >> Abbaia la ragazza, arrabbiandosi immediatamente.

 

<< Ho chiesto a Francesca dove fossi andata e lei mi ha detto che ti avrei trovata qui. Senti, devo dirti alcune cose… >> Ma Andrea lo ferma con un gesto brusco della mano.

 

<< Io non ho nulla da dirti ed io non voglio ascoltarti. Se non ti dispiace, hai interrotto una cosa molto importante, quindi: se te ne vai senza che io ti prenda a calci in culo bene, altrimenti preparati perché non sarà per niente piacevole. >> Esala con l’ultimo filo di voce rimastole. In quei due giorni ha urlato come una pazza e si vede. Ora le fa male persino ingoiare.

 

<< Parlare con una lapide sarebbe importante? Okay, scusa. Senti, volevo chiederti scusa per prima… sai… ero arrabbiato… >> Ma la ragazza lo blocca di nuovo.

 

<< Ho detto di andartene o sbaglio? Sparisci. >> Sibila, voltandosi nuovamente verso la lapide fredda e bagnata di suo padre. “Papà, perché non sei qui ad aiutarmi?”

Tom, avvilito, si gira e ricomincia a fare il tragitto a ritroso, con le mani nelle tasche e calciando i poveri sassolini che gli si presentano davanti.

 

<< Ah, prima che me ne dimentichi. Grazie per prima. Però chiederò comunque a Francy di poter cambiare stanza. Sempre se a te non dispiace, ovvio. >> Gli grida dietro, senza voltarsi. Sono ostinati tutti e due, orgogliosi come leoni. È stato un grande passo avanti per tutti e due ammettere quello che pensano.

Andrea! Cosa diamine stai facendo?? Se ne sta andando. Avanti, accetta le sue scuse, ritornate come prima…

Non sa cosa fare. È combattuta. Dopotutto è risaputo che Tom Kaulitz non ammette mai di aver sbagliato, no? Mandando giù tutto il suo orgoglio che si è bloccato alla gola, prende un profondo respiro.

 

<< Kaulitz! Dovevi dirmi qualcosa? >> Chiede, quasi in un sussurro, che però è quasi un urlo per le orecchie di Tom. Questo sgrana gli occhi, quasi sicuro di essersi sbagliato e si volta verso di lei, che si guarda la punta delle scarpe con le labbra arricciate. È bellissima imbronciata. Lui si avvicina e si ferma a pochi centimetri da lei.

 

<< Non dovevi mandarmi via a calci in culo? >> La prende in giro il ragazzo, sorridendo. Lei alza gli occhi su di lui, sorpresa nel vederlo lì, davanti a lei.

 

<< Solo che mi sembrava maleducato mandarti via senza averti ascoltato. >> Gli risponde sarcastica. Sta mettendo nuovamente a dura prova il suo orgoglio da leonessa. Non si scherza col fuoco.

 

<< Di’ la verità, era solo per stare ancora con me… >>

 

<< Okay, smamma. Muoviti, ho sbagliato, vai via. >> Alza un braccio e indica con l’indice la stradina di ghiaia. In quel momento Tom capisce di aver esagerato.

 

<< No, no, scusa. Perché sei qui? >> Cambia totalmente discorso, posando gli occhi sulla foto marcia dell’uomo sulla lapide.

 

<< Quello è mio padre… cioè… era… e vengo qui ogni volta che non sto bene… in questo caso dopo la litigata. >> Spiega sospirando la ragazza. Le manca da morire suo padre. Le sue carezze prima di rimboccarle le coperte… i giochi che facevano quando era piccola… le favole dopo pranzo… tutte quelle cose che la matrigna aveva cercato di copiare, prima che Andrea le dicesse di non farlo più.

 

<< Oh… vi assomiglia a te e a Francesca. >> Prova lui, ottenendo un ghigno da parte della ragazza.

 

<< Era nostro padre… per forza… >> Prende un profondo sospiro e chiude gli occhi, per inspirare la brezza della pioggia. Si sta lavando tutta, e la cosa non la tocca minimamente. Lei ha sempre amato la pioggia. Proprio quando era più piccola suo padre la portava spesso assieme alla gemella al parco giochi con la pioggia. Senza una parola, si sposta da davanti alla lapide e svolta l’angolo a capo chino con le mani nelle tasche. Non sente Tom parlare, però sente dietro di lei la sua presenza, e forse è proprio per questo che gli si sta affezionando. Già solo il fatto che partecipi senza essere presente a quel dolore, la fa stare meglio, leggermente meglio. Dopo cinque minuti di cammino in silenzio, gira ancora una volta l’angolo, per poi decidersi ad alzare il volto. Come se lo ricordava, il parco è di fronte ai suoi occhi, con la sua altalena cigolante e arrugginita, con lo scivolo di legno marcio, con le panchine di ferro arrugginito e la fontana in plastica contro al muro pieno di murales.

 

<< Io, Francy e papà venivamo spesso qui, quando eravamo piccole. Pioveva sempre, da lì è nata la mia passione per la pioggia. È stranissimo come riesca a pulirmi la pioggia… anche quella rancida che sa di avanzi. >> Spiega, passando una mano, con le nocche ancora un po’ incrostate, sul legno marcio dello scivolo.

 

Flashback

<< Andre, tocca a me adesso! >> Gracidò la piccola Francesca, tirando la manica del padre, che le sorrise dolcemente.

<< Tesoro, ha ragione, tocca a lei adesso… >> Disse con estrema calma Maurizio Mastello alla sua gemellina maggiore. Questa tirò fuori la lingua, scivolando sul legno dello scivolo con le mani alzate. Con un salto scese, alzando il volto al cielo plumbeo. Con un sorrisone, aprì la bocca e tirò fuori la lingua, sentendo il gusto della pioggia fredda sulle sue papille. Francesca la guardò incuriosita, poi le si avvicinò di soppiatto e la imitò, prendendola per mano.

Fine flashback

 

Le manca tanto suo padre. I giochi che facevano e soprattutto le sue sgridate. Lei lo amava e lo ama ancora, ma non come si ama un padre. Come si ama un ragazzo, profondamente e dolorosamente. Alzando lo sguardo malinconico dallo scivolo, nota Niky per mano ad un ragazzo, sotto lo stesso ombrello. Silenziosamente le si avvicina e le butta le braccia al collo da dietro.

 

<< Ehi! Andrea! Non dovresti essere a casa? Sta diluviando! >> La rimprovera dolcemente la ragazza, baciandole la guancia.

 

<< Sì mammina! Oh, ciao! Io sono Andrea Mastello, tu saresti? >> La rossa porge solo in quel momento la mano al ragazzo della sua amica, che però non la degna di uno sguardo. Solo uno scatto con la testa, poi ritorna a guardarsi febbrilmente attorno. Andrea inarca un sopracciglio, per poi scrollare le spalle.

 

<< Come va allora?? Tutto bene? >> Le chiede Niky spintonandola leggermente, notando la presenza di Tom dietro all’amica.

 

<< Sì, sono appena stata a trovare papà… stasera dobbiamo andare ad una festa… vieni? >>

Niky corruga la fronte e arriccia le labbra confusa. Assomiglia veramente tanto a Stefania quando fa così.

 

<< Quale festa? Non mi ha detto nulla nessuno… >> Risponde scotendo la testa. Le lunghe trecce castane al vento.

 

<< Ma Ste non ti ha detto nulla? Va beh, non importa. Allora, è una festa a coppie, ci hanno invitati, però probabilmente Francy non viene, perché quel geniaccio di Bill è uscito dalla piscina con i capelli bagnati e si è preso il raffreddore. >> Spiega la rossa con un mezzo sorriso. Bill… è così carino con lei! La castana si volta verso il suo ragazzo, che sbuffa e scuote la testa nervoso, e sospira.

 

<< Non posso stasera. Esco con Mario. >> Sospira indicando il ragazzo dai capelli neri dietro di lei.

 

<< Oh, almeno so il suo nome. Ma è muto? >> Chiede Andrea sporgendosi a vedere il ragazzo dietro alla cugina di Stefania.

 

<< Insolente…. >> Borbotta lui contrariato a bassa voce, ma lei lo sente lo stesso.

 

<< Insolente a chi?? Niky, non mi piace questo Mario. >> Asserisce, per poi alzarsi in punta di piedi a baciarle la guancia. Poi si volta e se ne va, trascinando Tom per un polso dietro di lei.

Quando sono abbastanza lontani dalla coppia, Andrea si ferma.

 

<< Mi presti il tuo cellulare? >> Gli tende la mano speranzosa, pronta ad avvisare la gemella del cambiamento di programma di Niky, quando lui la guarda con un sopracciglio inarcato.

 

<< Non hai il tuo?? >> Lui la squadra da capo a piedi, mentre lei sbuffa e arrossisce leggermente.

 

<< Genio, se ce l’avessi non te lo chiederei… l’ ho lasciato a casa, contento?? È stata tutta colpa tua… >> Batte nervosamente il piede sull’asfalto bagnato e tende spasmodicamente la mano aperta verso il ragazzo. Questo scuote la testa sorridente e le da il telefono, provocandole un gran sorriso che lo fa tentennare un secondo. Andrea smanetta velocemente sui tasti, appoggia l’apparecchio all’orecchio e aspetta.

Uno squillo… due squilli… tre squilli…

 

<< Tom! Meno male! Tutto bene? Andrea ti ha picchiato??? Sono sicura che non voleva farlo… è manesca a volte… stia tranquillo… sei sicuro di stare bene?? >> Francesca le bombarda l’orecchio di domande, tanto che la gemella deve staccare il telefono per farlo riposare un secondo.

 

<< Francy, sono io. Andrea… >> Risponde il più tranquillamente possibile.

 

<< Andre? Perché hai il cellulare di Tom? >> Le chiede la gemella, camminando per a stanza preoccupata. Da quando Tom è uscito per cercare Andrea, non è per nulla tranquilla. Probabilmente perché Andrea è una testa calda da morire e perché ha picchiato a sangue per molto meno?

 

<< Perchè ho lasciato a casa il mio. Senti, guarda che Niky non viene stasera… deve uscire con Mario, che a me non piace per nulla. >> Spiega lei con voce incrinata. Ha un brutto, bruttissimo presentimento.

 

<< E chi è Mario? >> Anche Francesca non è tranquilla. Sente delle strane vibrazioni nella voce della gemella, il che vuol dire che qualcosa non va bene… a quanto pare questo Mario le ha detto qualcosa.

 

<< Il fidanzato di Niky, comunque… dobbiamo tenerlo d’occhio perché non mi piace… Poi… perché eri così preoccupata per Tom?? >>

 

<< Perché ti conosco troppo bene e so che quando sei arrabbiata non ti ferma nessuno, oltre a me, Max e Ste… per esempio come quando vai a prendere a pugni un albero quando sei arrabbiata… >> Improvvisamente Andrea diventa rossa. Tira una mano fuori dalla tasca dei pantaloni e si osserva le nocche ancora tutte incrostate. Tom la guarda sbalordito, ma lei gli fa segno di stare zitto e di non chiederle nulla.

 

<< Sì… va beh… comunque… come sta Bill? >> Svia il discorso la gemella maggiore. Francesca dall’altro capo sorride. Sale le scale che la dividono dalla sua camera e di conseguenza dal povero malato ed apre la porta.

 

<< Te lo passo. >> Porge il cellulare al ragazzo, che prova a fare il cruciverba di un giornalino che ha trovato in camera. Lo prende curioso, e la ragazza lo avverte che è Andrea.

<< Ehi! >> Saluta lui sorridendo.

 

<< Bill! Come stai? Non ti ho ancora ringraziato per quello che hai fatto per Fra… grazie davvero! >>

 

<< Stai tranquilla… uhm, vediamo… sto abbastanza male tutto sommato. Tua sorella è iper protettiva, dice che non posso andare alla festa… >> Biascica con il suo tono da bimbo imbronciato. Francesca lo guarda e gli fa la linguaccia da brava ragazzina educata.

 

<< Oh, povero tesoro… ha ragione la mammina… se hai la febbre, non puoi venire alla festa… altrimenti poi stai peggio. Ma non ti preoccupare, ti porteremo le pizzette e le insalatine per guarire, cucciolo. - Lo prende in giro sghignazzando la rossa dall’altro capo della cornetta. È così cucciolo Bill! Le viene un’irrefrenabile voglia di abbracciarlo. – Aspettami, adesso torniamo. >> E chiude la chiamata, sotto lo sguardo confuso di Tom addosso.

 

<< Ho sentito Francesca urlare. Che è successo alle tue nocche? >> Le chiede, riprendendosi il cellulare e ficcandoselo in tasca.

 

<< Colpa vostra e del capo… ho preso a pugni un albero. >> Snocciola. Comincia a camminare con le mani nelle tasche con la voglia di abbracciarlo sempre più forte. È così strana… si sente male…

Andrea… ti piace Tom o Bill? Non puoi averli tutti e due..

“Grande. Ci sono arrivata anche io da sola, sai?” sbuffa. Lei non ci capisce nulla.

In pochi minuti di corsa arrivano alla casa. Passano dal retro, dato che il cancello è ancora inaccessibile per colpa dei giornalisti assiepati lì sotto delle tendine. Entrano in casa e si tolgono le felpe fradice. Andrea corre subito in camera della sorella e si ferma sulla soglia, con il sorriso sulle labbra. Bill è sotto le coperte che continua a fare il cruciverba del giornalino. Ha un pezzo della lingua fuori dalle labbra e i suoi occhi nocciola saettano da una parte all’altra del foglio. Lei lo guarda con dolcezza e si butta sul suo lettone accanto a lui, facendolo sobbalzare. Lui si volta verso di lei e la guarda con un sopracciglio inarcato. Andrea non gli risponde, ma gli mette direttamente le braccia al collo, stringendolo forte. Bill ricambia, confuso. L’ ha sempre pensato che Andrea Mastello fosse una ragazza un po’ strana, ma non fino a quel punto.

 

<< Ti voglio bene, Bill. >> Gli sussurra all’orecchio, stringendolo ancora più forte. Quanto gli vuole bene! è veramente confusa. Bill la fa sentire felice, speciale… mentre Tom… con Tom ha un legame particolare, un amore/odio, che però non le dispiace. Non ha mai trovato nessuno che le dicesse le cose come stanno oltre a lui e lo ammira. Però, dall’altra parte, c’è Bill che sembra tanto un bambino piccolo…

 

<< Anche io. >> Le risponde con voce profonda. Andrea o Francesca? La tranquillità o il casino? Non riesce a decidersi. Andrea è un maschiaccio, una ragazza bellissima con il carattere di un ragazzo. Ha cominciato a riflettere su di lei quando ha trovato nella saletta privata suo fratello con una guancia rossa. Si è sorpreso, perché bene o male quasi tutte le ragazze che conosce suo fratello finiscono nel suo letto. Invece Andrea si è fatta immediatamente riconoscere, mettendo le cose in chiaro. E poi ha quegli occhi così belli, profondi… ha un oceano nelle iridi. Sono così grandi, sinceri e freddi, che sembrano quasi due lastre di vetro blu. Dall’altro lato della medaglia, c’è Francesca. Identica in tutto e per tutto ad Andrea, se non per i penetranti occhi azzurro ghiaccio e il carattere opposto. Francesca ha un fascino della tranquillità che ti sorprende, è stranissima. Sorridente, e sempre disponibile, con una volontà ferrea e una forza emotiva invidiabile. Quando sorride si illumina tutto attorno a lei e il mondo ti sembra più felice. È come una sorella minore, da proteggere sempre e comunque, come una bambina. Una bambina bellissima, con gli adocchi limpidi e le lentiggini sul viso. Una Heidi.

 

Nessuno dei due sente quello che sta succedendo all’infuori del letto, e probabilmente se l’avessero saputo, si sarebbero divisi all’istante. Qualcuno osserva la scena interdetto, tra lo sconvolto, lo sconfortato e il felice.

 

<< Ragazzi!!! Si mangia!!! >> Ulula la voce melodiosa di Max, chiamando a raccolta i suoi soldatini per la cena. In pochi secondi il misterioso osservatore scende le scale e si trova in salotto. Alza lo sguardo e salta all’indietro spaventato.

 

<< Ehi Tom! Che hai?? >> Gli chiede preoccupata Stefania, inclinando la testa da una parte, confusa. Quanto ricorda una bambina!

 

<< Nulla, nulla. Solo, mi hai spaventato! >> Borbotta, mettendo un braccio attorno alle spalle della ragazza, che si illumina immediatamente. Ve lo ricordate che doveva andare dal parrucchiere, vero?? Ebbene, è appena tornata. Ha la frangia fino agli occhi e striata di azzurro e rosa, il resto dei capelli sono rimasti identici a parte nuove striature azzurre accanto a quelle rosa. Dopo poco scendono le scale anche Andrea e Bill, lui un po’ rosso per la febbre, lei con il sorriso stampato in volto. Si avviano a tavola e la cena cominci!

 

 

  Innanzi tutto volevo scusarmi pubblicamente con Muny_4Ever: non so cosa sia preso al mio computer, ti giuro che c’eri nei ringraziamenti per la recensioni! Ti prego, non accoltellarmi… altrimenti come faccio a scrivere?? (me fa gli occhioni dolci nella speranza che Muny abbassi il coltellaccio da macellaio che le sta puntando alla gola) Okay, finito, finito.

Catty: Tranquilla!!! XD tu non sai cos’ho in mente (neanche tu lo sai! NdMio cervellino bacato e contorto e malsano e chi più ne ha più ne metta)(Cattivo, mi deprimi così ç___ç) altrimenti mi ammazzeresti pure tu. ^^ Comunque, se tu mi ricorderai sempre che è una bellissima storia, io ti ringrazierò sempre!! Thaks very, very much!!! Kuss

dEw94: Uh! L’importante è che tu l’abbia lasciata una recensione, no?? ^^ grassie di corason, baci

Muny_4Ever: Okay, ora sono sicurissima di ringraziarti! Ma grazie!!! ^^ eccolo l’aggiornamento, baci8!

Un grazie ancora di cuore a quelli che mi tengono nei preferiti che ho citato nel capitolo precedenti ed ora… alla prossima gente!

Baci, Barbycam

 

 

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Capitolo 6
*** La festa (e tutto quello che comporta...) ***


[…]

[ Ve lo ricordate che doveva andare dal parrucchiere, vero?? Ebbene, è appena tornata. Ha la frangia fino agli occhi e striata di azzurro e rosa, il resto dei capelli sono rimasti identici a parte nuove striature azzurre accanto a quelle rosa. Dopo poco scendono le scale anche Andrea e Bill, lui un po’ rosso per la febbre, lei con il sorriso stampato in volto. Si avviano a tavola e la cena cominci! ]

 

Tom e Andrea

 

<< Tom! E mollala di bere! È il quinto che ti scoli! >> Lo rimprovera Andrea, togliendogli di mano il sesto bicchiere colmo di liquore.

 

<< Lasciami stare bambola… >> Biascica lui, battendo con una mano sul bancone. La ragazza sgrana gli occhi. Bambola?? Reprime l’impulso di prenderlo a schiaffi per quello che le ha detto solo per evitare di dare spettacolo. Sbuffa. Sono alla festa da neanche due ore e già Tom è ubriaco marcio. Bella roba…

Avanti, non essere così dura con lui… non regge l’alcool.

“Ma quanto mi sei mancata??? Non è di certo colpa mia se non regge l’alcool, ma sarà la mia notte che andrà a puttane se lui vomita come un dannato…”

Non sembri neanche una donna da come parli, sai?

“Devo ricordarti che sto pensando? Ti facevo più intelligente vocina.”

Guarda che è al settimo…

“Cavolo…”

 

<< Tooooooooooooooooooooooooooom! Molla immediatamente quel bicchiere!!!! >> Sibila, strappandogli prepotentemente il settimo bicchiere dalle mani. << Lei, non faccia nulla di quello che le dice lui, chiaro? È ubriaco. >> Sbotta, rivolgendosi al barman, che da quando si sono seduti al bancone non ha fatto altro che guardarla e leccarsi le labbra. Questo annuisce.

 

<< Eddai, cosa ti costa... un ultimo bicchierino… ti prego… >> Tom le prende i polso e la strattona, come se fosse un bambino. Andrea lo guarda negli occhi lucidi e scuote la testa, testarda.

 

<< Mi costerà una notte in bianco se tu vomiti come un dannato, tesoro. >> Gli risponde, incrociando le braccia al petto.

Non vedi com’è carino???”

“Ma la molli, antipatica? Non è il momento, se mi concentro su di te, quel porco di un barman per prima cosa rifila un altro vodka o quello che è a Tom, e per seconda mi spoglia con gli occhi.”

Ehi…

“Questa volta ho ragione io… mi dispiace…”

Andrea si guarda attorno. In pista, Max e Georg chiacchierano direttamente sotto la postazione del Dj. Stefania e Gustav stanno probabilmente parlando da qualche parte del locale, perché sono spariti dallo sguardo di Andrea. Fantastico.

 

<< Ehi amico… perché la guardi in continuazione? >> Boccheggia Tom al barman, appena sorpreso a fissare con la bavetta alla bocca Andrea. Questa si gira, sta per dirgli qualcosa, quando la voce dell’uomo la fa tacere.

 

<< Perché è un pezzo di figa pazzesca… >> Ma che cosa? Lei lo guarda negli occhi con un’espressione scandalizzata in viso.

Perché ti sorprendi, Andrea?

“Perché questo è un lurido vecchiaccio schifoso. Come diamine si permette???”

Non è l’unico che lo pensa… guardati intorno…

“Grazie, mettimi sempre di buon’umore, tu.”

Il mio compito è quello di chiarirti le idee, non quello di rallegrarti.

“Ma non l’avevo capito…”

 

<< Non ti permettere sai?? >> Biascica in risposta il ragazzo, appoggiando entrambi i gomiti al bancone. Andrea li guarda senza capire. Tom è brillo forte. Il barman un porco schifoso. Che c’è di strano in tutto questo??

 

<< Altrimenti che fai, bamboccetto… sei ubriaco come una spugna e la tua puttanella non credo sappia difendersi da sola… >> Ma non riesce a finire la frase che un cazzotto di Tom gli si stampa sullo zigomo, voltandogli completamente il viso.

 

<< Ecco, così impara a dare della puttana alla mia ragazza… >> Si scusa il rasta, cadendo a terra. Andrea si abbassa immediatamente e lo rialza, appoggiandoselo addosso. Neanche fa caso agli epiteti non troppo gentili che il barman le rivolge, impegnata com’è a far stare in posizione eretta il ragazzo, cosa alquanto impossibile dati i suoi tacchi vertiginosi. Già, Andrea porta, sotto ricatto in piena regola della gemella, un vestitino nero fino al ginocchio, con degli stivali con il tacco moooolto più alto di quello che è abituata. Appena entrata infatti si è subito unita a Tom non tanto per la compagnia ma per non dover stare in piedi e camminare. Tornando alla situazione presente, sente di stare per cadere, così si appoggi al muro. Si tira in posizione eretta e cerca di far fare lo stesso a Tom, cosa che però non le riesce molto bene. Gli mette una mano sul petto e una dietro alla schiena, così che lui possa appoggiarsi meglio a lei. Tom si mette una mano sulla fronte, passandosela poi su tutto il viso. Non sente più nulla, solo la testa che gli gira vorticosamente. Non sente Andrea che lo fa sedere su una sedia e non sente che sempre lei gli dice che va ad avvisare gli altri che se ne vanno. Sente solo che si trova con il sedere appoggiato ad un qualcosa di duro ed un lieve fruscio all’altezza delle orecchie, poi più nulla. Vede solo delle forme contorte davanti a sé, che ballano. Si passa nuovamente la mano sul viso sudaticcio, mentre sente un qualcosa - o è qualcuno?? – che lo tira su.

 

<< Caspita, almeno potresti collaborare! >> Borbotta irritata Andrea, cercando di tirarlo su. Ovviamente, la sfortuna che si sente sempre dietro le ha tirato un altro scherzetto. Sarà anche una ragazza molto forte, ma è pur sempre una ragazza, per giunta con i tacchi di una decina di centimetri, e per qualunque ragazza sarebbe difficile tirare su un ragazzo ubriaco che non da nessun segno di volersi alzare in piedi.

 

<< Stai bene? >> Biascica il ragazzo appena riesce ad assumere una posizione che, se pur difficilmente, è riconducibile ad uno stato di compostezza. Andrea inarca un sopracciglio confusa.

 

<< Sì, perché? >> Chiede arricciando le labbra di lato. Perché non dovrebbe stare bene?? Poi si riscuote. E continua: << Piuttosto, perché tu bevi sapendo che non lo reggi facilmente l’alcool? >> con un certo taglio aspro alla domanda. Tom la guarda con quegli occhi nocciola lucidi, quasi stranito dalla domanda.

 

<< Ti ho vista con Bill, abbracciata prima… >> Borbotta sconnessamente lui di rimando, spiazzandola completamente.

Oh-oh… ti ha beccata tesoro…

“Ma io non ho fatto nulla di male!”

 

<< E allora? >> Chiede, il fiato improvvisamente corto, la ragazza, fermandosi in mezzo alla pista da ballo, sostenendolo.

 

<< Non mi è piaciuto. >> Il battito cardiaco si ferma. Diventa tutta rossa e guarda con gli occhi quasi lucidi quelli velati di Tom. Lo vede che non è pienamente ubriaco, che ha ancora una piccola parte di sé pensante e sapiente. Lo vede e non vuole crederci.

 

<< Perché scusa? >> Balbetta con un filo di voce, mordendosi il labbro inferiore, per non scoppiare a piangere, cosa alquanto strana e senza alcun nesso logico. Chiude gli occhi, come se sperasse che quello fosse solamente un sogno, ma poi, riaprendoli, riscopre quegli occhi nuovamente dentro ai suoi.

 

<< Perché tu mi piaci. >> Il cuore perde due, tre, quattro battiti. Si sente quasi in procinto di un infarto, ma non riesce a collegare nulla perché sente delle labbra poggiarsi sulle sue. Sente il piercing di ferro freddo pungerle contro la carne, sente il sapore di alcool invaderle la gola. La mente è sconnessa, le informazioni, anche le più banali, sono andate temporaneamente in sciopero e gli occhi registrano solo del rosa-bianchiccio. Poi un qualcosa si risveglia in lei e si accorge che Tom Kaulitz la sta baciando sotto gli occhi di tutti i presenti in mezzo alla pista… un momento… la sta baciando???

Sì tesoro, ti sta baciando e tu stai ferma immobile come uno stoccafisso senza ricambiare.

“Muori, non ho bisogno di te adesso… cazzo, mi sta baciando! È ubriaco fradicio!!”

Con delicatezza lo scosta da lei, sentendo ancora, però, il suo sapore sulle labbra. Senza degnare di uno sguardi presenti, esce dal locale per tuffarsi fuori. Fortunatamente la limousine è già di fronte a loro, così non devono aspettare molto prima che arrivi. Vi ci si infilano dentro immediatamente, data la crescente apparizione di giornalisti assetati di scoop piccanti.

 

<< Luca! Portaci a casa, ti prego! >> Piagnucola la ragazza, accasciandosi sul sedile, con la forza vitale di un animale vecchio e prossimo alla putrefazione.

 

*-*

 

Bill e Francesca

 

Non potrebbe esserci una serata più deprimente di quella, per Bill Kaulitz costretto a casa da una ragazza più piccola di lui. Almeno gli tenesse compagnia! Invece no, è sotto in salotto a guardare la tv, mentre lui è obbligato a rimanere in camera sotto le coperte. Sbuffa scocciato.

 

<< Non ce la faccio più! >> Sibila a denti stretti. Apre l’armadio, si infila una maglia spessa e scende ciondolante le scale. Appena mette piede a terra, gli occhi della ragazza gli si puntano addosso come spilli su un vestito di una sarta. Neanche aspetta la domanda.

 

<< Mi annoio su. Se sto qui buono senza dire nulla? >> Biascica, sedendosi accanto a Francesca e appoggiandole la testa sulla spalla. Questa sorride e annuisce, tastandogli la fronte.

 

<< “I due ex mariti della rinomata attrice Pamela Anderson si sono picchiati nella platea degli Mtv Music Awards…” (Notizia vera, sentita l’altro giorno in tv… ci hanno fatto un romanzo sopra…) >> Snocciola la voce della presentatrice del telegiornale da sopra alle immagini scure di due corpi aggrovigliati in una platea.

 

<< Che grande minchiata. >> Asserisce la rossa scotendo la testa. << Neanche fosse tutta questa bellezza, è solo rifatta! >> Sbotta ancora con disappunto, pronta a cambiare canale, ma Bill le prende di mano il telecomando.

 

<< Sì, è una minchiata, ma voglio sentire lo stesso… >> Spiega, alzando il volume.

 

<< “… a quanto pare sono ancora innamorati di Pamela…” >> Francesca si porta le mani alla fronte, buttando indietro il volto.

 

<< Ma quanto sono stolti questi giornalisti… quei due volevano solo menare qualcuno e si sono trovati per la strada a vicenda… è solo un caso che siano entrambi ex della Anderson… >> Sputa con cattiveria. Un sorriso le nasce sulle labbra spontaneo.

 

<< Come mai sei così cinica? >> Le chiede a bruciapelo il ragazzo, voltandosi a guardarla negli occhi. Si volta anche lei e i loro occhi si scontrano. Terra e cielo; bianco e nero; un contrasto così uguale che non si potrebbe mai eguagliare da altri occhi.

 

<< Io non credo all’amore. È solo una grandissima perdita di tempo. Dimmi la verità, quanti attori e cantanti o chiunque persona su questa terra si sposa per amore? Mia madre e mio padre. Solo loro credo. La stragrande maggioranza di matrimoni fallisce dopo almeno un anno, e sinceramente non credo che in un anno ci si possa disinnamorare di una persona. Statisticamente parlando, ci sono più matrimoni che falliscono di quelli che durano. >> Spiega lei scientificamente. Forse è solo perché ha dato il primo bacio per gioco, forse perché i suoi genitori in prima persona si sono poi separati, forse perché è sempre stata l’ombra buona e gentile della gemella… non lo sa… probabilmente non c’è una ragione precisa su tutto il suo cinismo esagerato per una ragazzina di 17 anni, però è così.

 

<< Pensavo che fosse tua sorella così cinica. Non si smette mai di imparare. Ma senti, non hai risposto alla mia domanda alla fine. Mi hai motivato il perché, ma non mi hai risposto. Avanti, spara. >> Bill la spintona dolcemente, abbassando il volume della televisione. Francesca sospira e appoggia la testa al polso, pronta a cominciare la sua storia.

 

<< Vedi, stella, io non sono sempre stata una cantante famosa come te che a 13 anni già partecipavi a talent-show. Io e le altre ci siamo fatte e finite da sole, ed è inevitabile che qualcosa si perde mentre si va avanti. Io avrò perso la mia voglia di innamorarmi, mentre mia sorella avrà perso il suo sorriso, mentre ancora Max avrà perso la sua spontaneità, e Ste avrà perso la verginità. Tutti abbiamo perso qualcosa lungo la strada, nessuno rimane intatto, ed è probabilmente quello che ti manca sempre quando ripensi al passato. La mia voglia di innamorarmi me la sono portata dietro fino a quando il caro Federico mi ha fatta soffrire come una dannata. Semplice delusione d’amore adolescenziale. >> Finisce il monologo e si alza dal divano, andando in cucina. Fortuna che si è alzata in tempo, una lacrima le sta scendendo per la candida guancia. Se la asciuga con rabbia. Lei è forte, lei non piange, lei è di ghiaccio. Prende dalla credenza un bicchiere vuoto e lo riempie di acqua calda del rubinetto. Ci versa dentro una polverina sul giallino e mescola con un cucchiaino. Completata l’opera, torna in salotto e porge la medicina al ragazzo, che la butta giù d’un sorso,

 

<< Ste ha perso la verginità?? >> Chiede scandalizzato dopo aver ingoiato il liquido bollente.

 

<< È convinta che noi non sappiamo nulla, ma è grazie a lei che abbiamo potuto incidere l’album. Ho dovuto litigare furiosamente con Andrea per farla stare zitta e non andarle a dire che sapevamo, ma alla fine ci sono riuscita. Lei non lo sa, e non lo deve sapere, chiaro? >> Spiega, con un sorriso triste sulle labbra. Bill annuisce confuso. Donne, chi le capisce è bravo!

 

<< Comunque… io volevo capire il tuo cinismo cara… non ci arrivo… >> Ripropone il ragazzo, tornando nuovamente all’attacco. Francesca lo guarda negli occhi un secondo, per poi sbuffare.

 

<< Non c’è una vera ragione, solo che non ho più voglia di innamorarmi di persone che poi mi deludono. >> Spiega nuovamente la rossa, appoggiando la testa al divano.

 

<< Ma scusa… se non provi… se non rischi… come fai a sapere se ti deludono o no? >>

<>

 

<< Io non sono come Tom, Tom non è come Georg, Georg non è come Gustav e Gustav non è come me… vedi che siamo diversi? >>

 

<< All’apparenza siete diversi, ma dentro siete identici. Stessi pensieri, stessi argomenti… solo che ci sono delle minuscole varianti che fanno pensare a noi ragazze che voi siate diversi. E invece ci sbagliamo, perché è vero che sono cose particolari che cambiano da uomo a uomo, però il succo è sempre quello. Io per esempio sono simile a Tom – Bill la guarda sgranando gli occhi nocciola. Non si era minimamente accorto che Francesca fosse un sessuomane con una collezione privata di reggiseni e mutandine di pizzo! – nel senso che, come lui, io non ho voglia di cercare il vero amore. Ma mentre io mi sfogo sulla chitarra, lui lo fa facendo il farfallone… è solo pigrizia la nostra, non immaturità. >>

 

<< Lo sai che sei la prima persona da me conosciuta che non ha reputato mio fratello un bambino? >> Le chiede il ragazzo, scotendo la testa scandalizzato. Nessuno in vita sua aveva mai detto che suo fratello non era immaturo. Ormai ha fatto l’abitudine di litigare con la gente per difendere il suo gemellino.

 

<< La cosa non mi sorprende affatto. >>

 

<< Quindi, tu mi stai dicendo che voi due non siete immaturi ma solo pigri? >>

 

<< Esattamente… >>

 

<< Dimmi, secondo te io sono uguale a mio fratello? >>

 

<< Sì, se non fosse per il trucco ed il colore dei capelli, probabilmente vi distingueremmo solo per i vestiti. >>

 

<< Beh, mi sorprendi. Continui ad essere una che va controcorrente. Sei fuori di testa, io e Tom siamo completamente diversi… per esempio, lui a questa festa si sarebbe ubriacato, avrebbe preso a botte il barman per qualcosa di idiota, e avrebbe baciato una ragazza. >> Racconta sorridente Bill, con uno strano luccichio negli occhi. In quel momento bussano alla porta, assieme ad un tuono rintronante. Francesca si alza e va ad aprire. Non crede a quello che vede, tanto che chiude la porta e la riapre credendo fermamente che sia tutto un sogno.

 

<< Tu hai qualcosa. >> Asserisce prima di far entrare i due fuggiaschi in casa.

 

*-*

 

Max e Georg

 

<< Max!!! Max!!! Maxy!!! >> Una voce le arriva prepotentemente alle orecchie, facendola voltare di scatto. Davanti a lei vede una ragazza dalla pelle diafana e i capelli perlacei correrle incontro ad una velocità tale da buttarla quasi a terra quando questa le salta addosso.

 

<< Alby??? Alby!!! >> Strilla di rimando Max, abbracciando il fulmine bianco che le è saltato addosso. Stella Marti, la migliore amica di Max da ragazza normale.

 

<< Tutto bene?? >> Chiede Georg avvicinandosi a Max e a Stella. Le due annuiscono e si tirano su.

 

<< Sì, sì! Lei è Alby… ehm, cioè… Stella, giusto?, sì, Stella Marti. È la mia migliore amica assieme alle altre. >> Le batte affettuosamente una mano sulla spalla, mentre l’altra sorride.

 

<< Devo scappare Max… c’è il buttafuori che mi vuole prendere… ciao tesoro, ci si vede! >> Le scocca un bacio sulla guancia, quando Max le prende un polso.

 

<< Uh! Puoi stare con noi!! >> Stella la guarda con un sopracciglio bianco inarcato, stranita. Aveva sentito che solo gruppi musicali sarebbero andati a quella festa e lei, da brava giornalista in erba quale è, aveva nottetempo deciso di partecipare clandestinamente.

 

<< Scusa, e tu perché sei qui? >> Le chiede, inclinando la testa di lato e arricciando le labbra.

Max sta per rispondere, quando un vocione dall’altra parte della sala la blocca.

 

<< Ehi tu! Non puoi stare qui! >> Ulula il buttafuori allungando le mani su Stella, che si para dietro a Max.

 

<< Lei è con noi. >> Max sfoggia uno dei suoi più bei sorrisi rivolta all’uomo. Questo la squadra da capo a piedi.

 

<< E tu chi saresti? >> Il buttafuori da uno sguardo veloce alla lista che ha attaccata al petto, inarca un sopracciglio per poi sgranare gli occhi e spalancare la bocca.

 

<< Mi scusi signorina Criso! È solo che vestita così… beh, ecco, non l’avevo riconosciuta! Spero vivamente che questa intrusa non le stia dando fastidio! >> Ringhia, guardando negli occhi rossi di Stella. Questa rabbrividisce e si para ancora più dietro a Max.

 

<< Stia tranquillo. Faticherei a riconoscermi pure io conciata così! Comunque, tornando a noi, lei rimane con me. >>

 

<< Ma non è nella lista… >> Borbotta l’uomo, facendo saettare gli occhi scuri da una parte all’altra del foglio. La ragazza sorride dolcemente, prende la lista, prende la penna che ha in mano il buttafuori, e diligentemente scrive due paroline. Stella Marti.

 

<< Ora c’è. È stato gentile, arrivederci. >> E gli sorride, rimettendogli in mano la lista. Questo se ne va sbuffando contrariato e borbottando che è una cosa inconcepibile.

 

<< Max, mi sono persa qualcosa? >> Chiede la bionda, uscendo dal nascondiglio dietro alla schiena della sua amica. Max sorride dolcemente.

 

<< Lui è Georg Listing from Tokio Hotel. Io sono Max Criso from White Rose’s! Ce l’ ho fatta, Alby, ci siamo riuscite! >> E con questo abbraccia forte la ragazza, che sgrana gli occhi rossi sorpresa.

 

<< Oh mio Dio… cioè, fammi capire… io sono una stragrande fan di voi due??? Ma è fantastico!! >> Strilla Stella, ricambiando l’abbraccio con più vigore. Georg osserva la scena confuso al massimo. Chi diamine è questa ragazza che sembra un cadavere? Cosa c’entra con Max? E lui, soprattutto, cosa diamine c’entra in tutto quel casino al femminile??? Posa lo sguardo sulla sua compagna di stanza e questa gli sorride radiosa, come una bambina che ha appena ritrovato una bambola persa. Scuote la testa con disappunto, arrivato alla conclusione che non ci avrebbe mai capito nulla.

 

<< Ehi! Posso farvi un’intervista ragazzi? Uh-uh?? Ragazzi??? >> Chiede con gli occhi che brillano Stella, sventolando un mano diafana davanti al viso di Max. Ma i due non rispondono. Hanno lo sguardo puntato su due figure malferme davanti a loro. In un attimo si trovano davanti Andrea, tutta rossa con il fiatone. Stella la guarda, poi le salta al collo, baciandole una guancia.

 

<< Stella! Cosa diamine ci fai tu qui?? >> Le chiede la rossa, stringendola forte. Si conoscono dall’asilo nido, sempre state assieme. È stata per Stella la prima volta che Andrea ha tirato un pugno ad un ragazzo. Già, perché la prendevano in giro perché era albina, e ad Andrea non piacciono le presone che prendono in giro la gente. Torniamo al presente.

 

<< Giornalista in erba, ero venuta per trovare qualche scoop da mettere nel giornale della scuola. Oh mio Dio… ma quello è Tom Kaulitz! >> Boccheggia senza fiato. Georg scuote la testa.

 

<< Quello è il Tom Kaulitz ubriaco fradicio, non riconoscerebbe neanche sua madre se gliela mettessero davanti con un’insegna luminosa “QUESTA È TUA MADRE”… meglio che eviti di andargli a chiedere un autografo, potrebbe scambiarti per un insetto e cercare di schiacciarti… >> Stella lo guarda confusa inarcando un sopracciglio bianco. Anche le altre due ragazze lo guardano con una strana espressione di compassione mista a rassegnazione. Lui passa lo sguardo da Stella a Max, da Max ad Andrea e da Andrea a Stella, incrociando le braccia al petto. << Non è piacevole, ve lo assicuro… non se cerca di schiacciarti con un battipanni mezzo rotto. Si è scheggiato tutte le mani e mi ha fatto un bernoccolo in testa. >> Max e Andrea non si trattengono e scoppiano a ridere, trattenendosi la pancia. Se la immaginano, oh se se la immaginano, la scena di Georg rincorso da Tom con in mano un battipanni. Degno di Paperissima… Stella è l’unica con un po’ di contegno. Non avendo quella confidenza con Georg, si morde il labbro inferiore per non scoppiare a ridere come le altre due sue amiche.

Dopo cinque minuti di risa convulse, Andrea riesce a fermarsi, asciugando le lacrime dagli occhi blu. Riprende a respirare lentamente, con profondi sospiri.

 

<< Allora… io e il signor “prendiamo-a-botte-con-il-battipanni-la-gente” andiamo a casa. Io sono stanca e lui è brillo. Ci vediamo poi a casa, ciao Stella! Mi raccomando, fatti sentire, okay? >> Dice, appena tornata lucida. Georg e Stella annuiscono, mentre Max è momentaneamente impegnata a respirare come una ragazza normale e non come una sottospecie di essere umano in preda a convulsioni. Andrea bacia sulla guancia gli amici per poi tornare a tirare su Tom. Max guarda la sua amica allontanarsi, per poi rivolgersi a Georg, con un sorriso malizioso che farebbe sciogliere chiunque la guardasse. Georg, come tutti del resto, non fa eccezione e distoglie lo sguardo da quello verde acqua della ragazza.

 

<< Allooooooooooooooora… Georg!!!!!!!!!!!! Lo sai che io ti voglio tanto bene??????????? >> Max incrocia le mani dietro alla schiena, si stampa in volto lo sguardo più dolce che ha e si avvicina al ragazzo. Questo la squadra da capo a piedi con occhi critico, passando dallo sguardo alle labbra senza saperne il motivo. Ha un brutto presentimento. E non sa quanto ha ragione…

 

<< Perché?? >> Le chiede infatti, con le braccia ostinatamente incrociate al petto. Max si avvicina ancora di più con gli occhi, se possibile, ancora più grandi e acquosi. Un lampo improvviso trapassa la mente di Georg, facendolo trasalire… non è che lei vuole che lui le racconti di quando Tom…? Oh no! << Oh no… stammi lontana… non ci provare neanche… >> Sgrana gli occhi e mette le mani avanti, indietreggiando. Max lo segue con gli occhioni grandi a dismisura, facendo scoppiare a ridere Stella al suo fianco. Ma dopo poco la bionda si blocca. Sgrana gli occhi, spalanca la bocca e tira per il gomito l’amica. Senza una parola, indica due figure malferme in mezzo alla pista, con i visi pericolosamente vicini. La mora si volta e rimane a bocca aperta. In quel momento anche lui si gira e guarda le due figure unirsi in un bacio. Stella quasi sviene, trattenendo a stento un urlo, la mandibola di Max va allegramente a farsi una passeggiata sul pavimento, accompagnata da quella di Georg.

 

<< Oddio… oddio… cioè, Andrea e Tom si stanno baciando???? Oh! Si lasciano!!! Ma che diamine succede??? >> Balbetta Stella, scotendo la testa decisa a non credere a quell’evento. Max si riscuote improvvisamente, rimpossessandosi della sua mandibola. Scuote la testa velocemente un paio di volte, proprio mentre le due figure malferme se ne escono dalla festa, con molti occhi puntati addosso.

 

<< Io non capisco… ma lei… non odiava lui? Cioè, è andata da suo padre perché era arrabbiata con lui, no? E allora perché…?? >> Ma viene bloccata da una mano di Georg che le passa a pochi centimetri dal viso.

 

<< Tom è ubriaco, ma non così tanto da non esserne cosciente. Se fosse stato veramente ubriaco l’avrebbe baciata con più passione… non così solo… >> Spiega lui, che evidentemente lo conosce meglio delle ragazze. Queste si ricompongono, rimangono un attimo in silenzio. Ma poi la lingua di Stella esce fuori e comincia a parlare, raccontando la sua vita, i suoi propositi per il futuro e tutto quello che le passa per la testa. Max non sente nulla. Ormai è abituata alla sua Alby, diminutivo di albina, che parla tantissimo e velocissimo. Anche se volesse, non capirebbe comunque nulla. Le arrivano solo stralci, cose come: “Interviste”; “Giornale della scuola” e cose di quel genere. È pienamente concentrata nei suoi pensieri che si sveglia solo quando si trova tra le braccia di Georg, che con i suoi riflessi pronti l’ ha presa prima che potesse cadere a terra. Stella aveva avuto la grandiosa idea di spaventarla, così Max era andata all’indietro e il ragazzo l’aveva presa prima che potesse trovarsi a gambe all’aria. Stella comincia a ridere come una pazza, mentre la mora si riscuote. In un primo momento lancia un’occhiata omicida ala sua amica, poi solo in un secondo tempo si accorge di essere in braccio al suo compagno di stanza. Diventa improvvisamente tutta rossa, senza neanche capirne il motivo per altro, e si rimette in posizione eretta.

 

<< Stai bene Max? >> Le chiede il ragazzo, poggiandole la mano sulla spalla.

 

<< Cerchiamo Ste e Gustav. >> Sbotta lei, dandogli le spalle ancora tutta rossa.

 

*-*

 

Stefania e Gustav

 

<< Ste, cosa fai qui fuori? >> Le chiede improvvisamente Gustav, uscendo dalla portafinestra. Stefania si volta verso di lui e gli sorride radiosa. Si rivolta verso il buio davanti a lei. La notte. Una volta ne aveva così paura… ma da quando ha scoperto che le cose peggiori succedono alla luce del sole, ha cominciato ad amarla come una sorella. Aveva cominciato a considerare la Luna sua madre, la madre di tutti gli esseri umani, per questo ogni volte che può, riserva un piccola preghiera alla madre Luna per poter salvare lei e le sue amiche. Anche quella sera. Soprattutto quella sera. Osserva persa il candore della Luna che veglia sopra di lei, e le sorride. La ringrazia. Si sente abbracciare da dietro, due mani le si incrociano sul ventre, mentre un mento le si appoggia nell’incavo tra spalla e collo.

 

<< Sei sicura di stare bene? >> Le sussurra Gustav all’orecchio, soffiandole piacevole aria calda sui capelli. Lei rabbrividisce, mentre afferra le mani del ragazzo.

 

<< Sì, grazie. >> Un sospiro, un flebile suono uscito dalle labbra calde della ragazza. È da tanto che non si sente così felice.

 

<< Senti… - una ciocca di capelli le si para davanti agli occhi verdi, oscurandole la vista. – Lo so che è da poco che ci conosciamo… - Stefania perde un battito. Non è mai stata così insicura in vita sua. Cosa le succede? – però… >>

 

<< Non c’è bisogno di dire nulla. Anche io. >> Stefania si gira e lo guarda dritto negli occhi. Lo vede rosso. Sorride. Gli mette le braccia al collo e sprofonda nell’incavo della spalla. Ha capito. Ha capito cosa le vuole dire Gustav, lo ha capito e lo condivide. Sorride con le labbra schiacciate contro la sua spalla. Sorride perché è felice. Sente due dita che le alzano il viso. Alza lo sguardo e lo fissa negli occhi. Brillano. Non resiste e avvicina le sue labbra a quelle di lui. Un bacio dolce, gentile, semplice. È il primo bacio, quello che si sogna da tutta la vita, quello che dai alla persona più importante per te, quello che ti fa battere il cuore a mille. Ed è così che si sentono Stefania e Gustav. Si sono incontrati e si sono avvicinati a tal punto da diventare una persona sola. Due cuori a formare un sogno, due bocche a formare un solo desiderio. Le loro lingue si intrecciano in un dolce rincorrersi e il bacio diventa via via più profondo. Lei si stringe di più al ragazzo, mentre lui le sposta le mani sulla vita. La stringe. È l’unica ragazza con un poco di personalità e non se la lascerà scappare facilmente. Si staccano per necessità vitale. Si guardano negli occhi sfavillanti e sorridono, fronte contro fronte.

 

<< Questo sarà il nostro piccolo segreto. >> Sussurra la ragazza, alzando il mignolo della mano destra. Lui sorride ed annuisce, incrociando il proprio mignolo sinistro a quello della ragazza.

 

<< Ehi ragazzi! Ma che succede qui? >> Esclama Max, interrompendoli. I due si dividono e sorridono.

 

<< Nulla. Ciao Stella!!!!! >> Trilla Stefania correndo ad abbracciare l’amica perduta.

 

<< Andiamo a casa ragazzi? Io sto morendo di sonno. E poi questa festa è così noiosa… non succede nulla di interessante… >> Sbotta la mora, sbuffando. Stefania e Gustav si sorridono e alzano contemporaneamente i mignolini.

 

<< Hai ragione. >> Sussurra ironicamente la bionda, abbassando la mano. Le due bionde si avviano parlottando alla porta finestra, per poi attraversare la sala tenendosi a braccetto lasciando gli altri indietro. Max si sente tutta indolenzita, stanchissima. In due giorni le è cambiata completamente la vita. Ha conosciuto delle persone particolarissime che però assomigliano a loro in modo impressionante. Sente un urlo e si precipita fuori dal locale di corsa, incespicando sui suoi tacchi. (Maledetta Francy che ha obbligato tutte a mettere i tacchi) Esce dal locale e si ferma davanti a Stefania seduta a terra con un animale non meglio identificato tra le braccia.

 

<< Ste ma sei fuori? Mi hai fatto prendere un colpo. >> Blatera il biondo, inginocchiandosi accanto alla ragazza. Questa sorride, mentre l’animale non identificato le lecca una guancia.

 

<< Scusa, ma è così carino… è piccolo ed indifeso… un gattino… >> Spiega Stefania tra le risate, il gatto le fa solletico alle mani. Tutti sospirano rassegnati.

 

<< Alby? >> Chiede Max, sorridendo. La bionda si volta verso di lei e le strizza l’occhio.

 

<< Luca l’ ha portata a casa. Sai che stanno insieme?? Ha detto che arriva tra poco e ci riporta a casa. >> Spiega lei, per poi ritornare a giocare con il micino. << Possiamo tenerlo Max? >> Fa gli occhi dolci, quegli occhi a cui nessuno può resistere, così la mora acconsente.

 

<< Tom è gatto-fobico. Non credo gli farà piacere il regalino che gli faremo. >> Sghignazza Georg. Dopo qualche minuto di silenzio, arriva la limousine di Luca. Salgono tutti a bordo, compreso il gatto. Insieme, decidono di tenerlo nascosto fino all’indomani mattina, quando sicuramente saranno tutti più svegli e più lucidi.

 

Per tutti quanti questa festa ha dimostrato qualche cosa. Chi ha trovato, chi ha perso e chi ha ancora la sua confusione mentale. Di certo le cose sono cambiate, ma non semplificate. Perché qualcuno trama nell’ombra una vendetta. Una vendetta antica, delle origini. I giochi sono appena iniziati.

 

 

Ma ziau! Come va gente? Spero bene… allora, che ne pensate di codesto chap? Ringraziamenti: (questa volta coloro non metto in corsivo :p)

Claudia9: Grazie!! ^^ troppo gentile. Che ne dici di questo?? Baci

Catty: Hihihi questa è una parte del piano che la mia mente malata ha pensato (non stai progettano una rapina, idiota. NdMio cervello cattivo cattivo.)(E lasciami sognare! Ç__Ç antipatico. NdMe) E comuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuunnque, hai ragione. La casinista o la tranquillità? L’uomo che prende a battipannate la gente o quello con il raffreddore? Boh bu-bu! Hihi ad essere sincera è che non lo so neanche io.

Muny_4Ever: Sai… è una domanda alla quale non so rispondere, pur essendo la scrittrice. Sono ben accettatissimi i consigli!!! Uh! Prima che me ne dimentichi… non minacciarmi di buttarti giù dal balcone… altrimenti mi fai venire l’ansia e mi si blocca il cervello. Puoi minacciarmi in qualunque modo tu gradisca, basta che tu non ci vada di mezzo, okay? ^^ kuss

 

 

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Capitolo 7
*** Il giorno dopo - part one ***


[ Per tutti quanti questa festa ha dimostrato qualche cosa

[ Per tutti quanti questa festa ha dimostrato qualche cosa. Chi ha trovato, chi ha perso e chi ha ancora la sua confusione mentale. Di certo le cose sono cambiate, ma non semplificate. Perché qualcuno trama nell’ombra una vendetta. Una vendetta antica, delle origini. I giochi sono appena iniziati. ]

 

<< Fratellino?? Cosa fai?? Perché te ne stai andando?? Ehi, Bill? >> Urla Tom nel sonno, dimenandosi come un ossesso nel letto. Alla fine, Andrea è riuscita a farlo dormire almeno qualche ora. Peccato che sia lei, ora, a non riuscire a dormire. Maledetto testa di... basta, stai zitto! Si mette a sedere, sbuffando contrariata. Prende a scuotere delicatamente la spalla del ragazzo, ma a quel contatto si sovrappone quello della sera prima. Il fatidico bacio… molla immediatamente la spalla del ragazzo indietreggiando inorridita. Non si accorge di essere arrivata alla fine del letto, così cade a terra, soffocando un urlo.

 

<< Merda. >> Sbotta sotto voce, mentre si rialza in piedi e si risiede sul letto. Non badando al ricordo vivido nella sua mente, riprende a scuotere la spalla di Tom, che nel frattempo non ha avuto nulla di meglio da fare che continuare imperterrito ad urlare come un forsennato.

 

<< Stai zitto… >> Ringhia la ragazza minacciosa, con i denti che scrosciano per il nervoso nella sua bocca. Però si blocca, e sente per sbaglio il suo nome pronunciato da Tom.

 

<< Andrea… io non… non lo sapevo… non so cosa mi sia capitato… non credevo… io non lo so! Tu sei bellissima… è anche manesca… ma Francesca… è tranquilla… e molto solare… io non ci capisco nulla… non andartene pure tu… ti prego, non lasciarmi solo… io… io ti voglio bene… >> La ragazza sgrana gli occhioni blu, per coprirsi poi la bocca con le mani. Che cosa diamine sta blaterando quel ragazzo??? Si volta verso la sveglia alla sua sinistra e vede quella maledetta scritta verde spiccare in un altrettanto maledetto 8.04. Abbandonando ogni, anche minima, sorta di delicatezza, scuote il ragazzo per svegliarlo. Questo borbotta frasi incomprensibili, mentre chiede agli altri suoi amici di non andarsene anche loro…

 

<< Ehi! È un sogno! Svegliati miseriaccia! Stai per svegliare tutti!!! È un sogno!!! Testina, aprì sti cavolo d’occhi e guardati intorno… io sono qui, Bill è nella camera accanto, ma se continui ad urlare, se ne andrà per forza… alzati! >> E con un ultimo sforzo, riesce ad issare il ragazzo in posizione seduta. Questo scuote la testa un paio di volte, per poi decidersi ad aprire gli occhi. Si guarda attorno con lo sguardo perso, poi posa i suoi occhi nocciola in quelli blu di Andrea. Lei sta sorridendo.

 

<< Non lasciarmi solo… ti prego… >> Sussurra lui, per poi abbassare lo sguardo sulle sue mani che ha cominciato a torturarsi. Andrea reprime a forza una risata e gli alza il viso.

 

<< Non ti lascio solo. Sei l’unico che mi tiene testa! >> Risponde, baciandogli una guancia. Non lo sa perché. L’ ha fatto e basta senza un motivo preciso. Gli sorride e si rimette sdraiata a fissare la sveglia, cercando inutilmente di riaddormentarsi, anche se nel suo caso sarebbe meglio dire addormentarsi. Socchiude gli occhi e sbadiglia. Come previsto non riesce ad addormentarsi, e rimane a fissare la scritta verde dell’ora che mano a mano aumentava di numero. Ma una cosa positiva c’è. Eccome se c’è. Tom si è addormentato ed è più sereno. Non scalcia più e non urla più frasi sconnesse. Lei sorride. Finalmente.

Dopo un’ora, constatato che non riesce a dormire, scende in cucina, trovandola ancora al buio più scuro. Accende la luce per farsi un caffè, quando sente dei rumori nella saletta degli strumenti. Incuriosita, la apre e trova Stefania e Gustav che ridono. Lui è alla batteria, mentre lei al basso e stanno suonando qualcosa di sconosciuto alla batterista.

 

<< Ciao Andre! Hai sentito? >> Chiede con un sorrisone Stefania, abbassando il basso (scusate il gioco di parole ^^) e posandolo nella sua custodia.

 

<< Sì… cos’era? >> Andrea si avvicina al basso e lo leviga dolcemente con una mano, mentre con l’altra si appoggia al muro sentendo un mancamento. Scuote la testa e si rimette in posizione eretta, insaccando le mani nelle tasche della tuta.

 

<< Non lo sappiamo! È venuta così… senza nulla… senza scrivere nulla. È uscita, come quando scrivi tu! >> Trilla sorridente la ragazza, inclinando la testa prima a sinistra, poi a destra, facendo sì di assomigliare sempre più ad una bambola. La rossa le scompiglia i capelli con tenerezza, andando a sedersi su una panchetta. Prende un foglio ed una penna per scrivere.

 

<< Allora ricominciate. Io scrivo. >> Sorride, mentre alza la penna per farla vedere. Stefania si illumina e riprende in mano il suo adorato basso, che non cambia da quando glielo hanno regalato i suoi genitori, ovvero da 7 lunghi anni.

 

Dopo un’ora, sono riusciti a scrivere la prima strofa. Le parole non ci sono ancora, ma la melodia è perfetta. Parte con qualche nota di basso, poi si aggiunge la batteria dolcemente. Contano di farla sentire anche agli altri per metterla a posto meglio, aggiungendo le due chitarre e la tastiera, che non si sa per quale motivo sia nella sala insonorizzata dato che nessuno di loro otto sa come si suona una tastiera. Ma Andrea conta di usare tutto quello di cui sono forniti e probabilmente sarà la stessa Andrea a suonare la tastiera dato che due batterie non si sono mai viste. Proprio in quel momento suona il telefono. Andrea posa penna e quaderno sullo sgabello e si dirige ciondolante all’apparecchio.

 

<< Pronto? >> Chiede con voce impastata.

 

<< Ehilà Andre!!! Come va?? Sei già sveglia? Ti ho svegliata?? >> La rossa allontana un attimo la cornetta, per far riadattare l’orecchio al silenzio. La voce di Stella al mattino presto non si augura a nessuno, soprattutto a chi non ha dormito nulla la notte.

 

<< No, Stella. Proprio non ho dormito. Mettiamola così, sono stata meglio. Tu? >> Nota per me stessa: quando chiama Stella far rispondere a Stefania.

 

<< Non c’è male, non c’è male. Senti, ci vediamo oggi? Anche con Max, Francy e Ste? E magari anche con i Tokio! >> La rossa sorride divertita. Stella sarà anche una ragazza particolare, ma è pur sempre una ragazza, no?

 

<< Chiedo… a proposito… - se in questo momento un disegnatore di fumetti decidesse di ritrarla, le farebbe il forcone rosso, la coda biforcuta e le due corna tra i capelli rossi. Merita vendetta per averle trapanato un timpano. Poco importa se è una delle sue migliori amiche. – come va con Luca? >> Sente il silenzio scendere dall’altra parte e sghignazza divertita. Luca, già, è l’unico tasto che fa star zitta almeno per un po’ Stella.

 

<< Oh… ehm… uh... ci vediamo davanti a casa tua alle 3, ciao! >> E chiude il telefono. Andrea scoppia a ridere, mentre ciondolante fa ritorno alla sala prove.

 

<< Oggi si esce, ci vediamo alle tre qui davanti con Stella. Oh, ha chiesto anche di voi. >> Annuncia la rossa, per finire indicando Gustav. Questo annuisce. La sera prima ha solo intravisto Stella, e da come ne parlano deve essere una seconda Stefania.

 

<< Forza, riprendiamo!! >> Trilla Stefania, pizzicando le corde del basso con amore.

 

Dopo ancora un’ora di prove, finiscono il ritornello. Mancano le altre due strofe e il bridge finale. La tastiera continua a rimanere un problema. Andrea non ha idea di come si suoni una tastiera. Improvvisamente, dalla porta sbucano due volti stanchi. Bill e Tom. I due sorridono ed entrano nella sala.

 

<< Cosa state facendo? >> Chiede il moro, sporgendosi per sbirciare sul foglio pasticciato di Andrea. Questa lo alza per farglielo vedere e gli occhi di lui si illuminano di una nuova luce.

 

<< UNA NUOVA CANZONE???? PERCHÈ NON MI AVETE SVEGLIATO???? >> Strilla, strappando di mano il foglio alla ragazza, che sorride.

 

<< Stella, aspetta almeno che arrivi Max così le parole le scrivete insieme, no? A proposito, come va la febbre? >> La ragazza gli mette una mano sulla fronte, per sentire se è ancora caldo, ma è tornato normale.

 

<< Normalissimo!! Non la posso andare a svegliare Max??? dai, voglio finirla questa canzone! >> Borbotta, estremamente simile ad un bambino capriccioso.

 

<< Tentare di svegliare Max è come tentare di imbottigliare il vento. Inutile ed impossibile. >> Gli risponde la nuova arrivata Francesca, sbadigliando. Andrea e Stefania scoppiano a ridere, per poi venir seguite da Francesca. La cosa tragica… è che è vero. Max nessuno la sveglia, a parte una gran leccata da parte del suo Terranova. E una leccata dal vecchio Botty non è un metodo sicuro.

 

<< Che bello sapere che le tue amiche non parlano mai male di te. >> Sospira la voce bassa e calda di Max da dietro alla porta, precisamente dalla cucina. La sala prove scoppia tutta in una fragorosa risata. Francesca trotterellando va dall’amica a salutarla. La vede in cucina con la tazza di caffè in mano e gli occhi fissi sulla finestra. Fuori c’è un ragazzo con i capelli neri e gli occhi scurissimi, che gioca a lanciare i sassi al muro.

 

<< Oddio, Ale… >> Balbetta la rossa, inclinando la testa da una parte, confusa. Alessandro aveva detto che sarebbe tornato dalla Svizzera quando… quando avrebbe avuto il modo per riprendersi Max…

 

<< Che cosa cazzo ci fa quello lì di fronte casa? >> Ringhia Max a capo chino. Posa la tazza vuota sul tavolo, mentre si dirige fuori a passo spedito. Si ferma a pochi centimetri dal petto del ragazzo per poi alzare gli occhi improvvisamente. Alessandro la guarda negli occhi con un sorriso che farebbe sciogliere qualunque ragazza gli si piazzi davanti. Tutte, tranne Max.

 

<< Ciao Max. >> Saluta Alessandro allargando il sorriso. La ragazza resiste a stento dallo sputargli in un occhio, poi intensifica lo sguardo.

 

<< Che… cosa… cazzo… ci… fai… tu… qui? >> Chiede ansante. Rimanere calma le risulta difficile, quasi impossibile. Sente un brivido che le sale su per la schiena. Vuole prenderlo a botte, ammazzarlo fin a fargli implorare pietà.

 

<< Non si può neanche venire a salutare una vecchia amica? >> Cerca di salvarsi lui, ma gli occhi verde acqua di Max si rimpiccioliscono ancora di più.

 

<< Se pensi che potrai tornare da me come se nulla fosse ti sbagli. Io non sono Carola. >> Sibila.

Francesca osserva la scena da dentro la casa. È appoggiata con una spalla alla finestra e con la mano libera tiene scostata la tendina. Ale… da quanto tempo non si faceva sentire… da quasi un anno… e Max aveva sofferto come una cagna. Non si merita altro, lei, non più. Pronta ad uscire per sostenere l’amica, si avvia alla porta, quando un urlo disumano le trafora i timpani. Il suo primo pensiero è quello di salire ed andare ad uccidere Bill per aver urlato solo per la matita sbavata. Ma qualcosa la blocca dal mettere in atto quel pensiero.

 

<< Fratellone che succede??? Oh! Che carino!!! >> Questa è la voce di Bill… allora chi ha urlato è… sgranando gli occhi, sale le scale e si trova davanti a Tom pallido come un cencio e Bill che sghignazza, giocando con il gatto nero che il giorno prima Stefania aveva raccolto. Scoppia a ridere, mentre Tom, scoperta la sua presenza, va a pararsi dietro di lei.

 

<< Non c’è nulla da ridere… ho un brutto rapporto con i gatti. >> Biascica ancora pallido il rasta, mettendo le mani sulle spalle della ragazza.

 

<< Stai tranquillo Tom… è solamente un gattino! Non fa male a nessuno… >> Cerca di tranquillizzarlo lei, mettendo una mano sulla sua.

 

<< Ahu, mi ha morso… >> Sibila il moro, mettendosi l’indice in bocca.

 

<< Cosa stavi dicendo?? >> Fa presente Tom. Francesca ride mentre, seguita dal ragazzo, scende le scale per controllare la situazione Max - Ale.

Appena toccato l’ultimo gradino, Tom prende un sospiro di sollievo. Si avvicina alla rossa, che è ritornata pensierosa alla finestra. Non le è mai piaciuto Alessandro. Solo un altro ragazzo a confermare il suo già potente cinismo.

 

<< Avanti Maxy, non fare così, tesoro… >> Sorride Alessandro, circondando la vita della mora con le braccia. Questa stringe i denti e, con un sorriso falso di un’attrice, gli pesta violentemente un piede, facendolo staccare.

 

<< Non… chiamarmi… Maxy… solo Alby… può… chiamarmi… così… non provare… a farlo… mai più… hai capito??? >> Ansima. Lo sente, sta per implodere. Alessandro la guarda con gli occhi di un bambino che guarda la sua mamma che gli ha dato uno schiaffo senza ragione. Invece la sua mamma ce l’ ha la ragione, ce l’ ha eccome.

 

<< Ma tesoro… >> Prova lui alzando lo sguardo.

 

<< NON CHIAMARMI TESORO! >> Grida in preda alla rabbia la ragazza, trattenendosi a stento dall’istinto di prenderlo a pugni. Lui arretra un attimo, terrorizzato.

 

<< Che succede fuori? >> Chiede improvvisamente Georg, comparendo alle spalle di Francesca e facendole prendere un accidenti.

 

<< Max sta parlando con Ale. Ma credo che si sia arrabbiata. >> Gli risponde lei, dandogli un buffetto sul braccio. Questo sta per uscire, ma Francesca lo blocca, scotendo la testa.

 

<< ASCOLTAMI BENE! IO NON SONO UNA BAMBOLA! NON SONO COME CAROLA!! >> Grida ancora Max, tirandogli un pugno al petto. Alessandro indietreggia, premendosi una mano su petto.

 

<< Appunto per questo tesoro… con Carola è finita perché… perché io amo te… >> Lui si avvicina, ma lei abbassa la testa.

 

<< NON ME NE FREGA NULLA!!! Oddio… è divertente… sai? Fino all’anno scorso, ero io a volerti riavere… ed ora… ed ora è il contrario… forse… forse ti amo ancora… ma non posso… non posso perdonarti, mi dispiace… >> Senza un’altra parola, entra in casa. Sbatte la porta e si aggrappa alla maglia di Francesca, stringendola forte. Sta per scoppiare in lacrime.

 

<< Tesoro, ascoltami… non ne vale la pena, capito? Lo mando via io, tu vai a riposarti in camera. Okay amo? >> La rossa le bacia una guancia, poi esce di casa e si avvicina a passo deciso al ragazzo.

 

<< Tu… prova nuovamente ad entrare nella sua vita… e io ti faccio fuori… >> Sibila a denti stretti, puntando minacciosa l’indice sul suo petto.

 

<< Io… io ho sbagliato, ho fatto un errore, devo riaverla, lei è mia… >> Balbetta, provando a schivarla, ma lei gli si para nuovamente davanti.

 

<< Non mi importa se la ami, se sei incinto di lei o qualunque altra tua balla colossale, tu puoi entrare, ma sappi che non ne uscirai vivo. Prendilo come un gesto d’affetto, anche se non lo è. >> Dichiara Francesca, per poi scomparire in casa, sbattendosi la porta alle spalle.

 

<< Uno di voi due vada su da Max. Farà un po’ di storie, ma poi si lascerà andare, è troppo sconvolta per tenere il muso a lungo. Io vado a parlare con quello lì. >> Sbotta. Esce nuovamente di casa e incrocia le braccia al petto.

Intanto, Georg decide di andare su da Max. Non lo sa perché… ha semplicemente seguito l’istinto. Bussa alla porta della loro camera, ed entra senza attendere risposta.

 

<< Francy… aiutami… >> Biascica la mora, voltandosi. Ma si vede Georg davanti e la sua espressione si indurisce. << Oh, sei tu. Fra? >> Continua girandosi verso l’armadio. È sdraiata sul letto, con il cuscino schiacciato sul viso.

 

<< Sta mandando via quello. Che ti ha fatto? >> Chiede, sedendosi sul lettone accanto a lei. Max si schiaccia ancora di più il cuscino sul viso.

 

<< Nulla! >> Biascica. Il ragazzo scuote la testa, e le mette una mano sulla schiena.

 

<< Guarda che non sono mica scemo. Tu sei… sei sensibilmente pari ad un ghiacciolo, non prenderla come un’offesa… solo che sei così fredda a volte… ed è impossibile che tu pianga per nulla. Lo sai meglio di me. >> La riprende. Lei si siede a gambe incrociate, sbuffando. Afferra il cuscino e lo abbraccia stretto, mentre comincia a raccontare di Alessandro.

 

<< Ale… Ale mi aveva tradita l’anno scorso. Mi ha poi mollata per Carola… una… lasciamo perdere… mi è arrivata voce poi che lui mi rivoleva, ma io ero arrabbiatissima e non l’avevo perdonato, così lui è andato in Svizzera per non vedermi più, promettendo che sarebbe tornato solo quando sarebbe stato sicuro di potermi riprendere… ma io non voglio… >> Sorride amaramente, mentre si piega tutta sul cuscino bianco. Sente che sta nuovamente per scoppiare a piangere.

 

<< Che stronzo! >> Esclama lui saltando in piedi. Comincia a percorrere la stanza a grandi falcate nervose, mentre in testa si vede già un filmino. Il titolo? Come Ale morì per vendetta. Suggestivo, non trovate? Oltre al film, comincia a provare le battute, sussurrando i peggiori epipeti che gli vengono in mente. Max sorride. Non capisce molto del tedesco, ma sa, dall’espressione corrucciata del ragazzo, che non sono cose molto belle.

 

<< Georg… - non risponde e continua a camminare avanti ed indietro. – Georg?? – riprova, ottenendo lo stesso risultato della prima volta con un sorriso in più. – Georg!!! Ehi, sveglia! >> Esclama, facendolo sobbalzare. Davanti allo sguardo spaesato del ragazzo, Max scoppia a ridere. Non è il momento ideale per ridere, ma chi se ne frega!

 

 

ZiAu!!! CoMe Va?? ^^ AhOrA, pAsSo SubItO aI rInGrAzIaMeNtI!!

Muny_4Ever: Ma ciau! Allora, con calma… non lo so!!! Non so come sistemare i gemelli e le gemelle!!! Ste e Gusty annunceranno al prossimo capitolo… o forse no. Hihi continua a seguirmi, baci! :*

Claudia9: Già, Tommyno ha deciso di farsi avanti, anche se da brillo, si è dato da fare ^^ Che ne pensi di questo??? Kiss

Mary: Thank you!! Questo chap come ti è sembrato?? Baci

DEw94: Cattivaaaaaaaaaaaaaaaa!!! (me ricambia la linguaccia.) okay, no, scherzo. ^^ Stella l’ho fatta entrare e non esce. Questo capitolo è corto, solo perché se ci mettevo tutto quello che succedeva quel giorno… non finiva mai più! Comunque, l’ho resa abbastanza decente la scena dove Tom prende a battipannate Georg?? Divertente! Povero Georg, non credo che essere presi di mira da Tom brillo sia una bella cosa… xD kuss!

Catty: Ma ziauuu! Bene, bene, sono contenta che ti sia piaciuta la scena, perché mi sa che è pure realistica! ^^ Baciozzi, alla prossima!

FiNiSh Ci Si SeNtE!!!

BaCi, BaRbYcAm   

      

 

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Capitolo 8
*** Il giorno dopo - part two ***


[ << Georg… - non risponde e continua a camminare avanti ed indietro

[ << Georg… - non risponde e continua a camminare avanti ed indietro. – Georg?? – riprova, ottenendo lo stesso risultato della prima volta con un sorriso in più. – Georg!!! Ehi, sveglia! >> Esclama, facendolo sobbalzare. Davanti allo sguardo spaesato del ragazzo, Max scoppia a ridere. Non è il momento ideale per ridere, ma chi se ne frega! ]

 

Francesca fronteggia Alessandro da circa dieci minuti. Certo che la gente quando piagnucola è davvero stressante! Ogni volta che dice la mia Max, lei lo corregge immediatamente, dicendo: era la tua Max, ora è libera.

 

<< Mi stai ascoltando Francesca??? >> Gracchia in ragazzo davanti a lei, scotendole la spalla. Questa si risveglia immediatamente.

 

<< No. Sei noioso. Ora parlo io. Pruno primo, Max adesso ti odia, quindi la farei stare solo male se ti lasciassi andare da lei; punto secondo, se ci fosse anche una solo remota probabilità che io ti facessi entrare, lei ti ammazzerebbe ed io non voglio diventare complice di un omicidio; punto terzo… che cavolo serve un punto terzo se ne bastano solo due! Quindi, ora tu te ne vai e la lasci stare. Altrimenti, a tuo rischio e pericolo, puoi provare ad avvicinarti,  ma sappi. Se non è per vero amore, lei lo capisce e non ti risparmia. Te lo ricordi Marco? Sì, la patata con le gambe. Sai perché se n’è andato a Torino? Max l’ ha ridotto talmente male da avere paura persino ad uscire di casa. Ora, messe in chiaro queste cose basilari… ARIA! >> Finito il monologo, lo scaccia con le mani. Molto probabilmente Alessandro non ha capito la metà delle cose che ha detto la ragazza, ma le mani non mentono. Infuriato, oltrepassa il giardino, richiamando l’attenzione dei fotografi su di sé.

 

<< Tornerò… è Max sarà MIA! Hai sentito??? >> Urla, per poi venire investito dai fotografi assetati di scoop. Francesca sgrana gli occhi. E adesso cosa scrivono?? Pensa disperata. Ingoiando la rabbia che prova per Alessandro, va a prenderlo per una manica, lo trascina nel retro e lo spinge con violenza fuori.

 

<< Se scopro… che ti sei fatto fotografare e che hai rilasciato interviste dicendo balle su Max, giuro che l’essere investiti da un furgone blindato in fiamme non sarà nulla di quello che ti farò io, capito? Ora CORRI! >> Sibila a denti stretti. Quello la guarda terrorizzato. Come è possibile, che una ragazza così bella abbia una voce tanto terrificante?? Rabbrividisce e comincia a correre, non per i giornalisti, ma per Francesca. La ragazza sospira, per poi tornare nel vialetto principale, pronta a tornare in casa.

 

<< Che è successo a Max? Sta piangendo?? Scrivi… SCRIVI HO DETTO! Non possiamo lasciarci sfuggire questa occasione!! COME COSA SCRIVI! Testa vuota! Scrivi… Max Criso, fredda cantante delle White Rose’s, piange per un ragazzo? Incredibile ma vero! >> Sente urlare tra la folla di giornalisti Francesca. Schiocca la lingua nella bocca, fa fare degli inquietanti crack alle dita, di circostanza e si gira verso la mandria. Poco importa se è ancora nella camicia enorme e vecchia di suo padre senza un paio di pantaloni. Si dirige come una furia verso i giornalisti e questi si spingono per poter scambiare quattro parole con la chitarrista.

 

<< STATE ZITTI! – Urla. Improvvisamente, nessun flash. Tutto silenzio. – Oh, così va meglio. Allora, vi do delle spiegazioni. Max non sta piangendo per un ragazzo. Quello là, innanzitutto è stato un suo ragazzo ma è finita. F-I-N-I-T-A, okay? Quindi, ora scrivete pure i vostri articoli, ma lasciate Max in pace perché non sta piangendo. >> Sorride e ritorna in casa. Chissà se qualcuno è andato di sopra a consolare la sua amica. Entra in casa e vede il soggiorno come un campo di battaglia. Stefania si sta smaltando le unghie di rosso, Gustav stia giocando alla Play con Georg, Max è con Bill nella sala prove a scrivere il testo della canzone, mentre… Andrea e Tom sono in cucina che preparano il pranzo. Un momento… Tom e Andrea?? Confusa, la rossa va in cucina a guardare i due. Sembrano quasi… amici… sgrana gli occhi azzurri e spalanca la bocca, shokkata da quella scena. Torna in salotto confusa al massimo. Prima Ale che torna dalla Svizzera, poi Andrea e Tom che cucinano insieme… è una dura prova anche per Francesca. Si accascia sul divano, vicino a Stefania.

 

<< Vuoi che ti faccio le unghie? >> Le chiede la bionda, distogliendo per un secondo lo sguardo dalle proprie per posarlo negli occhi azzurri dell’amica. Questa annuisce, spaesata. Stefania si illumina tutta e afferra la mano della rossa.

Intanto, in cucina…

 

<< Metti del sale. >> Ordina Andrea al ragazzo accanto a lei, che sta girando la pasta in pentola. Quello la guarda come se avesse detto l’assurdità più colossale del mondo, e lei sbuffa. Prende un contenitore trasparente e lo mette nelle mani di Tom, ancora confuso.

 

<< Allora stellina, questo è il sale. Serve per fare diventare salate le cose, ora ne metti un pizzico nella pentola, così non mangiamo spaghetti dolci. Che ne dici? >> Spiega con tono da mamma.

 

<< Si mammina… >> Le fa il verso. Scuote la testa e mette un pizzico di sale nella pentola. Prende nuovamente il mestolo e comincia a girare.

 

<< Attento, tesorino, non mettere le tue manine sul fuoco, che sennò ti scotti. >> Sghignazza Andrea, spintonandolo leggermente.

 

<< Antipatica. >> Ribatte lui, ghignando. È tentato dal mettere più sale nella pentola, però poi pensa che deve mangiare anche lui, così abbandona l’idea. Si vendicherà in altri modi, il cibo è troppo importante per lui. Troppo preso dalla pianificazione della sua vendetta, il ragazzo non si accorge di aver posato la mano troppo vicino al fuoco.

 

<< AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHH >> Urla, saltando all’indietro.

 

<< TE L’AVEVO DETTO IO! Non mi ascolti mai! >> Sbotta Andrea, prendendo le redini della situazione. Prende la mano di Tom e la ficca sotto l’acqua calda. Tom si sente pian piano meglio. È un sollievo sentire l’acqua fredda che gli rinfresca la mano ardente.

 

<< Che cretino… >> Scoppia a ridere la rossa, sedendosi sulla sedia. Tom si volta e la fulmina con lo sguardo, ma poi la vede così divertita e non ha più la forza di fare nulla.

 

<< Cattiva… >> Si imbroncia, tenendo sempre la mano sotto l’acqua gelida. La rossa si asciuga delle lacrime e prova a riprendere a respirare normalmente. Prende profondi respiri e si fa aria con le mani.

 

<< Che succede qui? Chi ha urlato? >> Urla Bill, piombando violentemente nella cucina. Andrea non resiste più e riscoppia a ridere, trattenendosi la pancia. Bill e Tom si scambiano uno sguardo confuso. Poi il moro vede la mano rossa del gemello e capisce. Probabilmente il suo fratellone ha messo la mano sul fuoco. Scuote la testa rassegnato. È un combina guai quel ragazzo.

 

<< Ho messo per sbaglio la mano sul fuoco e lei si è messa a ridere. È cattiva. >> Brontola Tom, facendo la voce da bambino imbronciato. La ragazza lo ascolta per poi riprendere a ridere. A rompere quella situazione divertente, è uno squillo di telefono. La rossa si alza e va a rispondere, riprendendosi con calma.

 

<< Pronto? >> Chiede, sghignazzando sottovoce.

 

<< È qui che vivono la signorina Criso, le signorine Mastello e la signorina Roccinta? >> Fa una voce tutt’altro che allegra. Andrea si incupisce. Ha un brutto presentimento.

 

<< Sì. Che succede? >>

 

<< Riguarda Stella Marti, è in ospedale. Ora è nella sala operatoria. Vi dispiace venire immediatamente? Non sono riuscito a rintracciate i genitori. >>

 

<< Oh… sì, sì, certo. Arriviamo adesso. A rivederci. >> Sussurra la rossa chiudendo la chiamata. Stella, in ospedale?? Si lascia cadere senza fiato a terra, con lo sguardo blu perso nel vuoto e la bocca spalancata. La gemella le si inginocchia davanti.

 

<< Che succede, Andre? >> Chiede preoccupata. Se la ricorda troppo bene quell’espressione sperduta. È di quando era morto loro padre. Era rimasta così, in silenzio per due giorni.

 

<< Stella… ospedale… sala operatoria… dobbiamo andare… dottore… genitori… >> Balbetta sconnessamente. Ma Francesca capisce lo stesso. Stella è in sala operatoria in ospedale. Sgrana gli occhi azzurri, prende un profondo respiro e spalanca la bocca.

 

<< STELLA È IN OSPEDALE! MUOVIAMOCI! >> Urla a gran voce. Tutti i volti dei coinquilini si affacciano al salotto e vedendo la serietà di Francesca e Andrea seduta a terra spaesata, capiscono che è la verità. Stefania salta in piedi, corre di sopra e torna immediatamente dopo con i giubbotti degli amici. Lancia ad ognuno il proprio e si mette il suo, senza neanche vestirsi. Va ad aiutare Andrea ad alzarsi, le mette la giacca sulle spalle e la porta fuori, tenendola su. La rossa continua ad avare lo sguardo perso. Perché a Stella? Non poteva succedere ad altri?? Si domanda tristemente. Intanto qualcuno ha chiamato Luca, che è fuori ad aspettarli. Le due ragazze entrano immediatamente, seguite dagli altri. Si sono uniti anche Tom, Bill, Georg e Gustav perché se qualcosa fa soffrire le ragazze, fa soffrire anche loro.

 

<< Ospedale, presto. >> Sibila Max, trattenendo a forza le lacrime. Stella, la sua migliore amica, una delle sue amiche più care. Come ha fatto a finire in sala operatoria in ospedale? Come diamine ha fatto? Stella, tesoro, resisti, stiamo arrivando, pensa con forza, asciugandosi una lacrima dispettosa che è scesa da un occhio.

In pochi minuti sono all’ospedale, e tutti si precipitano fuori. Corrono per la strada, qualcuno riesce a riconoscere Tom e si mette ad inseguirlo, ma il gruppo è troppo veloce. Salgono le scale per poi trovarsi di fronte ad una decina di porte verdi. Ci sono due corridoi e su ogni parete ci sono delle porte. Davanti a loro, una piccolissima stanza vetrata, dove una ragazza dai boccoli biondi sta lavorando al computer. Il gruppo le si avvicina.

 

<< Mi scusi, saprebbe dirmi dove si trova la signorina Marti? >> Chiede con il cuore in gola Francesca. La donna li guarda strano, per poi guardarsi attorno con circospezione.

 

<< Voi chi sareste? >> Pone loro passando lo sguardo dal primo all’ultimo. Francesca e Max spalancano la bocca, e quest’ultima riduce fino all’impossibile gli occhi verde acqua.

 

<< Siamo Max Criso, Andrea e Francesca Mastello, Stefania Roccinta, Georg Listing, Gustav Schäfer e Tom e Bill Kaulitz. Ora, se non le dispiace, possiamo sapere dov’è Stella Marti, o vuole sapere anche il cognome da nubile delle nostre madri e nonne? >> Sibila a denti stretti la mora, battendo sulla piattaforma perlacea sotto di lei. La donna fa cenno di aspettare e si mette nuovamente al computer. Dopo cinque lunghissimi ed estenuanti minuti, rialza lo sguardo verso i ragazzi e, con un sorriso, indica il corridoio di destra.

 

<< Terza a sinistra. >> Dichiara, per tornare nuovamente al computer.

 

<< Grazie. >> Ribatte Max in un soffio, imboccando il corridoio e andando a sbattere contro un uomo in camice bianco con una cartella in mano. L’uomo alza lo sguardo e vede gli occhi ragazzi davanti a lui.

 

<< Siete per la signorina Marti? >> Chiede con circospezione. Max fa una smorfia.

 

<< Sì, e non ci chieda nuovamente chi siamo perché sono nella condizione mentale di prendere a botte chiunque mi separi da Stella. Quindi se non le dispiace passi subito ai fatti. >> Risponde malamente la mora, incrociando le braccia al petto con ostinazione. Il dottore annuisce e si mette a sfogliare la cartellina.

 

<< Allora, la signorina Stella Marti è stata investita da un’auto. Un ragazzo l’ ha portata qui, credo si chiami Alessandro. Comunque, le condizioni fisiche della ragazza sono abbastanza critiche, non vi nascondo che le possibilità che si salvi siano pressoché inesistenti, ma i chirurgi stanno facendo il possibile per salvarla. Se questo avverrà, probabilmente perderà per un po’ l’uso delle gambe. >> Snocciola con distacco l’uomo. Max si accascia su una sedia rossa, senza forze. Investita, rarissime probabilità di successo… perché?

 

<< No… no… vi prego, fate tutto quello che è in vostro potere per lei… non merita di morire… >> Balbetta Francesca con le lacrime agli occhi. Cade in ginocchio davanti al medico, con strisce trasparenti che le striano le candide guance. È raro come una nevicata in estate che Francesca pianga. Se piange, è veramente scossa. Bill si abbassa e la stringe forte. Non gli è mai piaciuto vedere le ragazze piangere, soprattutto quelle solari come Francesca.

 

<< Vi faremo sapere se ci sono novità. >> Dice il dottore prima di sparire dietro ad una porta bianca in fondo al corridoio. Finalmente, Max crolla. Si mette le mani sugli occhi, mentre le lacrime cominciano dispettose a solcarle il viso. Non a più cosa pensare, scuote la testa singhiozzando debolmente. Georg le si siede accanto. Le mette delicatamente una mano sulla schiena e lei, come un riflesso condizionato, si aggrappa a lui piangendo come una fontana, balbettando cose del tipo: << Non Stella, non lei, prendi me, non lei, ti prego. >>

Stefania è troppo seria per essere lei. Sa che se scoppia lei, Andrea dovrà consolarla. E per una volta, vuole essere lei a consolare. Abbraccia forte la sua migliore amica, accarezzandole la schiena.

 

<< Stai tranquilla. È forte. Starà ancora con noi, lei è Stella Marti, non una qualunque. >> Le sussurra per tranquillizzarla. La verità è che neanche lei è tranquilla. Lei e Stella sono praticamente identiche. Hanno persino la stessa radice, come possono non essere legate da qualcosa?? Tom e Gustav stanno uno di fronte all’altro, con le braccia incrociate e una gamba appoggiata al muro, guardando il pavimento.

 

After all you put me through
You'd think I'd despise you
But in the end I want to thank you
'Cause you made me that much stronger

Comincia a cantare Max. Si sente arrabbiata, e quella è la canzone che Stella amava di più. La sa a memoria… per forza, come potrebbe non saperla quando l’ ha cantata tutte le giornate l’anno prima?? 


When I, thought I knew you
Thinking, that you were true
I guess I, I couldn't trust
Called your bluff, time is up
'Cause I've had enough
You were, there by my side
Always, down for the ride
But your, joy ride just came down in flames
'Cause your greed sold me out of shame

A lei si unisce anche Andrea, capendo l’intuizione dell’amica. Canta piano, come un sussurro, una voce che ha paura di uscire per fare troppo rumore. 


After all of the stealing and cheating
You probably think that I hold resentment for you
But, uh uh, oh no, you're wrong
'Cause if it wasn't for all that you tried to do
I wouldn't know just how capable I am to pull through
So I wanna say thank you

Questa è Francesca, che tra I singhiozzi, vuole partecipare. È piena di rabbia, ma non riesce a scoppiare come la gemella o l’amica. Nessuno l’ ha mai sentita cantare. In confronto alla sorella ha la voce più tiepida. Più dolce forse.


'Cause it makes me that much stronger
Makes me work a little bit harder
It makes me that much wiser
So thanks for making me a fighter
Made me learn a little bit faster
Made my skin a little bit thicker
Makes me that much smarter
So thanks for making me a fighter

Max si districa dalla presa di Georg per alzarsi di scatto in piedi. Quegli otto ragazzi fanno scalpore. Cantano in un ospedale, in fondo al corridoio c’è la sala operatoria… non possono urlare tanto, ma lo fanno lo stesso. Stanno per perdere la loro migliore amica, chi non urlerebbe? 


Never, saw it coming
All of, your backstabbing
Just so, you could cash in
On a good thing before I realized your game
I heard, you're going around
Playing the victim now
But don't, even begin
Feeling I'm the one to blame
'Cause you dug your own grave

 

Cantano loro tre insieme, per darsi forza, per darsi energia, per dar forza a Stella in sala operatoria. Cantano per distrarsi.


After all of the fights and the lies
Yes you wanted to harm me but that won't work anymore
Uh, no more, oh no, it's over
'Cause if it wasn't for all of your torture
I wouldn't know how to be this way now, and never back down
So I wanna say thank you

Stefania continua, alzandosi e andando vicino a Max. Dopo poco, anche le altre due vanno da lei.


'Cause it makes me that much stronger
Makes me work a little bit harder
Makes me that much wiser
So thanks for making me a fighter
Made me learn a little bit faster
Made my skin a little bit thicker
It makes me that much smarter
So thanks for making me a fighter

How could this man I thought I knew
Turn out to be unjust so cruel
Could only see the good in you
Pretended not to see the truth
You tried to hide your lies, disguise yourself
Through living in denial
But in the end you'll see
YOU-WON'T-STOP-ME

 

La mora batte I pugni sulla porta dietro di lei, una volta per sillaba.

Le squilla il telefono e il silenzio cade tra loro. Lo prende tremante, ha riconosciuto il numero.

 

<< Pronto? >> Chiede, con il pollice che oscilla dal tasto con il telefono verde a quello rosso.

 

<< Monica Criso! – tuona la voce dall’altra parte della cornetta. – Cosa ti salta in mente di uscire da casa, correre per la strada senza una diamine di copertura e andare all’ospedale? >> Grida infuriato il capo. Max si morde il labbro inferiore.

 

<< Capo… ma vaffanculo, va’! >> Sibila, per poi chiudere la chiamata. Tutti si scambiano sguardi carichi di tensione. Max, per quanto litigasse con il capo, non l’aveva mai mandato a stendere così direttamente. Si siede sulla sedia rossa, e guarda in silenzio la porta sulla quale ha battuto i pugni. Accanto a lei si siedono le altre e rimangono immobili.

Passano due ore, circa e non si sa ancora nulla su Stella.

Passa ancora un’ora ed esce un dottore dalla saletta. Francesca fa per alzarsi ma l’uomo con una mano la fa rimanere ferma. Li sorpassa come nulla fosse.

Dopo un’ultima estenuante ora, il dottore che li aveva ricevuti esce dalla sala e si avvicina a loro con il sorriso sulle labbra.

 

<< È stata dura ma ce l’ hanno fatta. La signorina Marti è viva. Il chirurgo ha pensato che fosse morta, quando la ragazza ha cominciato a sussurrare delle parole. Qualcuno che cantava deve averla coinvolta tanto da averla riportata di qua. È un miracolo. >> Il dottore sorride, per poi venir scaraventato a terra da quattro ragazze al settimo cielo. Sono inebriate dalla felicità che Stella sia ancora viva. Si alzano in piedi e saltano, ridono e piangono dalla felicità, sembrano delle pazze. Anche i ragazzi si permettono un sorriso. Nessuno riuscirebbe a non sorridere vedendole così felici. Andrea si stacca dal gruppo e bacia ogni ragazzo sulla guancia, come fanno anche poi dopo le altre. Solo che Stefania, per errore, sbaglia mira e invece di baciare Gustav sulla guancia lo bacia sulle labbra. Le altre la guardano sbalordita, per poi staccarla subito da lui e guardala negli occhi. Lei sorride ed annuisce, poi la spingono nuovamente dal ragazzo, che scoppia a ridere. Dopo una decina di minuti, degli uomini in camice bianco portano una barella nella camera. L’uomo di prima ritorna dai ragazzi e li incita ad entrare. La prima è Max, poi Stefania e le due gemelle, infine i ragazzi che rimangono in disparte.

 

<< Ehi amo, come stai?? >> Chiede con voce tremante la mora. Stella si gira verso di lei e la guarda negli occhi. Annuisce.

 

<< Guarda che siamo molto arrabbiate con te… ci hai fatto prendere un colpo! >> Esclama dolcemente Francesca, accarezzando i capelli lisci dell’amica. Questa sorride divertita.

 

<< Ragazze, grazie per aver cantato… so che siete state voi… vi voglio bene. >> Sussurra la bionda con un filo di voce.

 

<< Lo sai che non potremo mai stare senza la nostra rompiballe preferita! Ah, guarda chi è venuto con noi?!?! >> Boccheggia Andrea, baciandole una guancia. Poi si alza e allarga le braccia. Con una mano invita i ragazzi ad avvicinarsi, e quelli, un po’ intimoriti, si avvicinano. Stella sgrana gli occhioni rossi e comincia a respirare sempre più velocemente. Bill è il primo a chinarsi su di lei.

 

<< Ehi ciao! Hai fatto prendere un bello spavento alle ragazze, lo sai? Max e Francy hanno anche pianto. >> Snocciola con un sorriso. La bionda si volta verso le due ragazze in questione, che sono arrossite.

 

<< Grazie. >> Sussurra nuovamente. Bill sorride e lascia il posto agli altri.

 

<< Tom, vieni. >> Lo chiama Andrea, ma lui rimane appoggiato al muro. Non vuole rovinare quel momento, non vuole far smettere di sorridere quelle ragazze, così rimane immobile. La rossa lo guarda incuriosita, poi si muove, gli prende una mano e lo trascina davanti a Stella.

 

<< Ciao… >> Saluta il ragazzo di malavoglia. La bionda sorride radiosa.

 

<< Ciao. >> Sussurra con un filo di voce la bionda. Tom prende un profondo respiro e comincia a parlare, facendo domande su domande, anche le più idiote, solo per far sorridere quella ragazza.

 

<< Fai un’attività extra-scolastica? >> Chiede ad un certo punto. Stella sorride.

 

<< Giornalismo. >> E da qui, comincia un acceso scambio di battute tra i due, sul giornalismo, sul delitto di Cogne (???) e su Monica Lewinski (??????? Ma non hanno null’altro di cui parlare??? O.o), fino a quando il capo non telefona tutto rabbioso a Francesca. Questa risponde scocciata, si è appassionata nel sentire discutere Stella e Tom.

 

<< Pronto? >> Chiede svogliata, già pronta a spegnerlo nel caso il capo cominciasse ad urlare.

 

<< Allora, fino ad ora sono sempre stato paziente, ma ora avete proprio superato il limite! Perché siete in ospedale???? Se è per il dopo-sbornia di Tom tornate immediatamente a casa! >> Grida dall’altra parte il capo, traforando il timpano della ragazza.

 

<< Miseria, capo, non siamo mica idiote! Se era per Tom lo lasciavamo vomitare in pace in bagno, non credi??? È per Stella, ha fatto un incidente e siamo corsi tutti qui, perché i genitori non ci sono. E non rompere, che mi sto perdendo Stella e Tom che discutono! >> Sbotta. Sta per chiudere la chiamata, quando sente un urlo disumano dall’altra parte, tanto disumano che anche gli altri ragazzi nella stanza si voltano verso di lei, che alza le spalle confusa, riportandosi l’apparecchio all’orecchio.

 

<< Capo? Ti sei pizzicato qualcosa nella tazza del cesso? >> Chiede, facendo ridere la gemella e Max, che per il capo nutrono ben poca simpatia.

 

<< No. La televisione, accendete una televisione, maledizione! >> Mugola. Probabilmente si è accasciato sul divano di qualche posto. Francesca alza le spalle ed accende la tv che c’è in camera di Stella.

 

<< Che canale capo? >> Ma non riceve risposta, perché sente solo un tu-tu-tu indistinto dall’altra parte. Scrolla nuovamente le spalle e si siede ad un angolo del letto. Cambia fino a quando non trova quello che le interessa. O che interessa al capo. È il canale di musica. Tutto tace attorno a lei.

 

<< Beh, certo! Stiamo per proporre ai gruppi una cover di una canzone a due voci. >> Esclama sorridente un uomo sui cinquanta, con la pelata abbronzata e i denti più bianchi dell’avorio. Se cerchi di portarti a letto la ragazza ti sbagli vecchio, mica scema quella!

 

<< E che voleva il capo, scusa? >> Chiede Max, voltandosi verso la rossa, che scrolla le spalle. Ne sa meno di lei.

 

<< Che bella notizia! Finalmente i due gruppi idoli dei Teenagers avranno una canzone per loro! E canzone proporrete? >> Trilla la giornalista all’uomo. Questo ammicca alla telecamera, cosa che fa venire il voltastomaco alle ragazze nella stanza, e sorride sornione.

 

<< Baby When You Are Gone, Bryan Adams e Mel C, abbiamo già provveduto, le riprese cominceranno domani. >> Risponde dolcemente l’uomo. Francesca sgrana gli occhi, Stefania sviene, Gustav la prende in braccio scandalizzato, Tom si lascia cadere sulla sedia, Max spalanca la bocca, Bill comincia a camminare nervosamente per la stanza, Georg si tamburella sulle gambe. Ma, Andrea? Beh, lei… non è più nella camera. È uscita infuriata nera e ha cominciato a correre per l’ospedale, urtando chiunque le si parasse davanti. Si ferma all’entrata, tutta trafelata, quando vede la mandria di ragazze e ragazzi che chiedono un autografo. Si mette le mani nei capelli rossi e passa lo sguardo disperata su tutta la folla. È pieno di ragazzi, che probabilmente sono lì per Max o Francesca.

 

<< ANDREA! SEI IL MIO IDOLO, MI PUOI FARE UN AUTOGRAFO??? >> Urla un ragazzo di fronte a lei, sventolandole una sua foto sotto al naso. Andrea incuriosita si avvicina. Accanto al ragazzo, ce n’è uno, niente male, che sembra scocciato.

 

<< Ehi, come ti chiami? >> Chiede con un ghigno al ragazzo scocciato. Questo si gira e crede di poter gelare con lo sguardo quella ragazza, ma non sa chi ha davanti.

 

<< Marco, perché? >> Andrea sghignazza. È perfetto per la sua cuginetta.

 

<< Quanti anni hai Marco? >> Si avvicina ancora un po’, curiosa. Intanto, il ragazzo con la foto della batterista, guarda scandalizzato l’amico che sta socializzando con la ragazza della quale è innamorato perso.

 

<< 16. Che c’è? >> Azzarda poi, notando che la rossa gli sta facendo la radiografia completa. Lei scuote la testa con un sorriso, cosa che fa quasi svenire l’amico di Marco, ancora con la mano protesa verso la ragazza.

 

<< Nulla, nulla. Senti, fatti trovare agli studios di registrazione domani. – detta, prendendo finalmente la foto che l’amico le sta porgendo. Ma poi vede l’espressione scandalizzata di Marco e collega. – No, no, aspetta, frena gli ormoni bello. Non è per me. Va beh, tu fai un salto. Per il primo pomeriggio, ci conto. Okay? – sorride, per poi rivolgersi al ragazzo accanto a lui. – Uh, come ti chiami? >> Chiede con il sorriso sulle labbra. E così, ha sistemato la cuginetta Elisabetta.

 

<< A-a-a… >> Balbetta il ragazzo, incredulo e super eccitato nel parlare con Andrea Mastello. Lei inarca un sopracciglio e lo incita con lo sguardo.

 

<< Antonio, si chiama Antonio. >> Risponde Marco. Andrea scarabocchia qualcosa sulla foto per poi restituirla ad Antonio, che la stringe subito al petto.

 

<< Beh, io torno dentro. Ci vediamo Marco e… Antonio, giusto? >> Strizza l’occhio e torna in ospedale, con l’umore giusto un po’ più sopra delle scarpe. Spalanca la porta della stanza e vede gli sguardi sgranati degli amici.

 

<< È successo qualcos’altro?? >> Chiede, con un brutto presentimento nel cuore. La sua gemella si volta, corre per la camera e la va ad abbracciare.

 

<< Andre, non arrabbiarti, per favore. Il capo ha annunciato in televisione la suddivisione delle camere e il produttore ha chiamato Max. Ha detto… ha detto che il video verrà diviso in quattro parti, nelle quali staremo a coppie, come nelle stanze. >> Francesca si morde il labbro inferiore, poi stringe di più la sua sorellona. Sa che è arrabbiata nera, lo sa, perché la conosce da tutta la vita. Percepisce il suo disappunto colossale, ma non capisce perché sia così silenziosa. Poi sente un rantolo. O piange o ride, cose alquanto strane tutte e due. << Andre? Tutto bene? >> Continua timorosa, staccandosi per guardare negli occhi la sorella. Questa sta… ridendo. Okay, è più normale di vederla piangere, ma provoca comunque uno shok interiore non indifferente.

 

<< Oh sì… va tutto benissimo. Lo sai che io adoro le sfide. Questa è per me. >> Sorride, per poi andare a chiacchierare con la sua mica sdraiata nel lettino.

Andrea Mastello non rifiuta mai una sfida. Andrea Mastello non si tira mai indietro. Ma questo… è un bene o un male?

 

 

A voi l’ardua sentenza! Okay, okay. Come vi è sembrato codesto Chappy?

Claudia9: Ecco cosa vuole Ale. Riprendersi Max ^^ ehi, mi dispiace! Non volevo metterti la paranoia del tradimento, non l’ ho fatto apposta! Già già, ho in mente tante cose per Tom e Andre… si vedrà, che combineranno durante le riprese? Boh! Hihihi, come sono sadica! Okay, continua a seguirmi, eh! Kuss

Mary: Grazie, troppo gentile! ^^ Come ti è sembrato questo? Baci

Muny_4Ever: Hihihi, scusa, ma sono proprio scema. ^^ uh, ti ho fatta diventare FF dipendente, cattiva Barby, cattiva. Okay, va bene ^^ alla prossima, baci8!

Oki, finisch. Alla prossima a todos, kuss, Barbycam

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Capitolo 9
*** Le registrazioni - part one ***


[ Andrea Mastello non rifiuta mai una sfida

[ Andrea Mastello non rifiuta mai una sfida. Andrea Mastello non si tira mai indietro. Ma questo… è un bene o un male? ]

 

<< Andre, Andre SVEGLIA!! Tom!!! >> Strilla Stefania, saltando sul lettone dove i due ragazzi sono tranquillamente accoccolati tra le coperte.

 

<< Ste non rompere, voglio dormire. >> Ringhia la rossa, tirandosi nuovamente sotto al mento la coperta che la sua amica le ha tolto di dosso.

 

<< Le registrazioni!!! Dai Andre, sveglia!!!!!! Tom, almeno tu! >> Riprova, spostandosi a scuotere Tom, che brontola da sotto le coperte. Ma dopo vari tentativi falliti, il primo ad alzarsi è proprio lui, in boxer, ma è comunque lui. << Sveglia tu Andre. Io vado a prepararmi, ciao! >> Trilla la bionda, uscendo dalla camera della sua migliore amica. Il ragazzo sbadiglia, mentre Andrea si stiracchia incasinandosi nelle lenzuola.

 

<< Andrea, svegliati. >> Borbotta, passandosi una mano sul volto stanco. Se solo pensa che lo aspetta una giornata di registrazione gli viene male. La rossa brontola qualcosa da sotto le coperte, qualcosa come: “Vai al diavolo” o cose simili. Tom esasperato, toglie le coperte e accende la radio, come aveva fatto lei due giorni prima con lui. Andrea scocciata si alza dal letto, lancia una ciabatta in pancia a Tom e si chiude in bagno, per cambiarsi e farsi una doccia. Dopo dieci minuti è fuori, con un asciugamano cortissimo a fasciarle il busto, e un secondo asciugamano nei capelli. Il ragazzo la guarda uscire dal bagno con gli occhi sgranati. Non smette mai di scoprire cose su quella ragazza.

 

Dopo venti minuti, sono tutti in cucina, ad aspettare che il capo li venga a prendere. Suona il campanello e trovano Luca sorridente ad attenderli. Entrano in macchina e in dieci minuti sono agli studios. Stefania è felice come una bambina, prende per mano Andrea e la trascina nei vari set dove si stanno preparando le scenografie per il video, mentre quest’ultima sbuffa.

 

<< Buon giorno ragazzi, voi sareste Tokio Hotel e White Rose’s? >> Saluta un uomo, fermandosi davanti ai ragazzi con un viso sorridente. I sei ragazzi, dato che Andrea e Stefania stanno ancora girovagando senza meta negli studios, annuiscono e stringono uno alla volta la mano dell’uomo. << Bene, vorrei innanzitutto presentarvi il vostro, mettiamola così, coreografo. Ragazzi, state tranquilli, è dell’altra sponda ma è innocuo. >> Continua, strizzando l’occhio ai ragazzi, che rabbrividiscono. Dopo qualche minuto tornano nel gruppo le due ragazze sperdute. Una, con il viso di Alice nel Paese delle Meraviglie, l’altra come se l’avessero costretta a stare in una sauna per dieci ore consecutive. Ed indovinate un po’ a chi corrispondono? Esatto! La prima è indubbiamente Stefania, la seconda è Andrea, che si appoggia immediatamente alla spalla esile della gemella.

 

<< Ma ciao ragazzi! – Esclama una voce da dietro di loro. Gustav, Georg, Bill e Tom si girano di scatto e sgranano gli occhi. Davanti a loro si erge un ometto sui trenta con una polo rosa schocking, una camicia bianca sotto, e un paio di jeans a vita bassa sopra a delle scarpe da ginnastica. Gustav, intimorito dagli occhi scuri dell’uomo sugli amici, afferra per la vita Stefania e la stringe a sé, rendendosi così intoccabile. – Molto piacere, Leo. >> Sorride e porge una mano ai tre senza accompagnatrice, che l’afferrano titubanti.

 

<< Allora ragazzi, Leo vi spiegherà cosa dovete fare, dove sono le vostre scene, i camerini, e i vestiti. Dovete… >>

 

<< Io non mi cambio. >> Afferma decisa Andrea, interrompendo lo sproloquiare dell’uomo che li aveva accolti. Leo la squadra da capo a piedi, con una smorfia.

 

<< Certo che ti cambi tesoro, sei una ragazza molto bella, metti un po’ in mostra i tuoi fianchi e le tue cosce. Amore, se devi fare colpo, non è importante l’amo ma come lo lanci. Via quei pantaloni… XXL, vero? No, non lo voglio sapere, togli e provati quelli che ti do poi io. E via anche quella maglia lì, piena di teschi e cose simili, mi fai paura. Per il video niente piercing voi ragazze. – la mascella di Andrea cade a terra tra le risate di Tom accanto a lei. – Ehi tu, bel maschione, guarda che vale anche per te. Togli quei pantaloni enormi e la maglia, metti in mostra la tua magrezza, bello. >> Le posizioni si invertono e Andrea scoppia in una fragorosa risata. Esperienza divertente.

Senza una parola in più, Leo afferra le mani delle ragazze (Ma come diamine fa?) e le trascina in una sottospecie di sgabuzzino. Uno sgabuzzino pieno di vestiti.

 

<< Allora belle fanciulle. Siete fidanzate con quei fusti?? >> Chiede facendo l’occhiolino alle quattro, che si guardano sbigottite e spaventate. Stefania alza la mano e sorride timida, cosa che non è assolutamente da lei. Leo alza gli occhi al soffitto, lo fissa in silenzio, poi scrolla le spalle tornando a guardare le ragazze negli occhi. << Chi è fidanzata con il moretto?? E con il rasta? Il fascino selvaggio. >> Continua, incrociando le mani. Le ragazze ridacchiano, per poi tornare serie appena Leo le guarda negli occhi.

 

<< Ehm, mi dispiace… ma Bill e Tom non sono… beh, ecco… >> Prova Francesca, trattenendo un sorriso. Nella mente della gemella si scatena il finimondo.

Come puoi anche solo pensare una cosa del genere????

“Ehi, perché mi togli sempre il divertimento?? Cattiva!”

Non è divertente far credere a Leo che Tom sia gay. Eddai, non lo fare...

“Perché non dovrei scusa? Mi ha presa in giro dall’inizio… perché io non posso prendermi un po’ gioco di lui?”

“Perché lui è Tom… e poi non puoi mettere in mezzo anche Bill…

“Mamma che antipatica! Ho capito, ho capito.”    

 

<< Quello che mia sorella sta cercando di dire, è che Bill e Tom non sono gay. >> Aiuta Andrea, sorridendo alla gemella. Leo abbassa lo sguardo afflitto. Poi ritorna solare e vivace, e spiega in poche parole quello che dovranno fare. Dopo mezz’ora passata nello sgabuzzino, sono arrivati ad una conclusione. Stefania e Gustav faranno la prima strofa; Max e Georg la seconda; Bill e Francesca il primo ritornello mentre gli ultimi due, il ritornello finale. Chi più, chi meno, escono dallo sgabuzzino, tornando dai ragazzi.

Passano la mattinata girovagando negli studios e studiando la canzone, che Max ama già da subito. Più o meno verso le due di pomeriggio, dopo uno spuntino veloce, arriva una ragazza dai lunghi capelli biondi legati in due trecce e gli occhi azzurro-celeste, accompagnata da una seconda ragazza con i capelli castani più corti lisci e gli occhi nocciola scuro. La biondina salta addosso ad Andrea da dietro, facendole prendere un colpo.

 

<< Eli! Sei venuta alla fine!!! >> Saluta questa con un sorriso, baciandole una guancia. Elisabetta sorride e va ad abbracciare l’altra cugina, che la stringe forte. Non si sono viste per mesi, cosa credete?!?!

 

<< Come potevo non venire, scusa? Uno, voglio capire se Bill Kaulitz è maschio o femmina, due, mi hai chiamata in fretta e furia e non potevo non venire, tre, voglio vedere come si gira un video e quattro,… non c’è un quattro, solo tre! >> Elisabetta prende la mano della ragazza che l’ ha accompagnata, tirandola verso la cugina. << Giulia, ti ricordi di Andrea e Francesca, vero? – Giulia annuisce. – Bene, cuginette, lei è la mia migliore amica Giulia. >> Sorride radiosa, per poi notare una massa di capelli neri sparati in aria dietro alla cugina. Molla baracca e burattini e si avvia velocemente verso quel qualcosa dai capelli neri. Gli picchietta sulla spalla e quello si volta, in tutto il suo splendore.

 

<< E tu chi sei? >> Chiede, inarcando un sopracciglio, lui. Elisabetta rimane un attimo in silenzio, a guardarlo negli occhi. È un maschio, pensa tra sé, squadrando Bill da capo a piedi.

 

<< Bill, muoviti! Dobbiamo provare! Oh, ciao Eli! Muoviti tu! >> Urla una voce dietro di loro. È Max, che saluta sorridente la cuginetta delle gemelle. Con un’alzata di spalle, il ragazzo va dall’amica, che sta provando da sola la canzone. Elisabetta rimane immobile con la bocca aperta nello stesso punto in cui si è fermata. Si sente picchiettare sulla spalla e sobbalza, spaventata. si volta e si trova di fronte lo stesso identico viso di prima, solo senza trucco.

 

<< Ciao! Come ti chiami? >> Ed è così che Elisabetta sviene. Tom la prende al volo, facendola sedere su una sedia per poi andare a chiamare Andrea o Francesca.

 

<< Oh, che ragazza. >> Sorride Andrea, mentre la gemella si porta elegantemente una mano sulla fronte. Dopo qualche minuto, la bionda si sveglia di soprassalto cominciando ad ansimare violentemente. Le gemelle scoppiano a ridere, mentre Giulia sghignazza silenziosamente.

 

<< Andre!!! Ci sono due ragazzi che vogliono entrare… dicono che li hai invitati tu… >> Esclama improvvisamente Stefania, comparendo alle spalle di Andrea. Questa annuisce convinta e la bionda scompare nuovamente, per tornare dopo poco con due ragazzi. Marco e Antonio. Marco, porta un paio di jeans neri e una maglietta rossa. Mentre Antonio, porta un paio di bermuda bianchi a quadrettoni azzurri con una maglia celeste. Si guarda attorno spaesato, con gli occhi ambrati, mentre l’amico sofferma gli occhi grigi su Elisabetta e su Giulia, in disparte a parlare.

 

<< Siete venuti allora. >> Li accoglie la rossa, con un ghigno. I due annuiscono. << Visto che stavi mangiando con gli occhi la mia cuginetta, te la presento. >> Prende una mano di Marco e lo porta davanti alla cugina, che parla con Giulia di qualcosa che probabilmente non ha un senso logico. << Bene. allora, Antonio e Marco, loro sono Giulia ed Elisabetta. >> Presenta, per poi lasciarli soli a conoscersi. Corre da Leo, dove ci sono già i suoi amici davanti ad una casa senza il muro davanti.

 

<< Oh, eccoti tesoro. Stavamo dicendo cosa dovremmo fare nel video. – annuncia solenne Leo, tornando poi a fissare la scenografia. – In poche parole… starete divisi… chi canta? – Bill e Max alzano la mano sicuri. – Molto bene, e non siete in camera insieme? – Scuotono la testa, negando. – Okay, allora... vediamo… - afferra il foglio che ha in mano e se lo porta al naso per leggere meglio. Probabilmente è il testo. – Dato che cantate sempre insieme… direi di farvi vedere di seguito. Va bene? >> Non aspetta nessuna risposta, che comincia nuovamente a sproloquiare indicando febbrilmente Bill, Tom e lo scenario. Stefania è persa nei suoi pensieri, come sempre, quando si accorge solo in quel momento che Leo e Gustav la stanno guardando in modo molto diverso tra loro. Leo la guarda sorridente e con una punta di invidia, mentre l’altro la guarda dispiaciuto, come se qualcosa non dovesse andare bene.

 

<< Hai sentito? >> Le chiede pazientemente Leo, andandole vicino. Stefania scuote la testa, poi si sente afferrare dal polso e trascinare sul set. L’ometto, che è alto meno di lei, la spinge sul lettone quasi con violenza, mentre Gustav si avvia sconsolato in un altro cubo della casa. La camera da letto è al secondo piano. La ragazza si sporge fuori dal cubo per vedere di sotto e saluta con una mano i suoi amici che la guardano con una punta di terrore. È pur sempre alto.

 

<< Ora che sei lì, devi buttarti sul letto. >> Stefania si butta con il sorriso sulle labbra, ma un urlo le trafora il timpano.

 

<< NON devi sorridere!!!! Sai cosa vuol dire la canzone??? >> Strilla Leo scandalizzato. La bionda si spaventa e si alza immediatamente in piedi. << Riprova. >> Continua con un sospiro l’ometto da sotto la scenografia. La bassista alza le spalle e si butta sul letto, con l’espressione confusa in volto. Leo si illumina e comincia ad applaudire vivacemente. Poi si rivolge a Gustav.

 

<< Mentre tu… devi girare sconsolato per la camera dove sei… e NON sorridere, capito? >> Il biondo annuisce spaventato. Comincia a girovagare nella stanza, con le mani nelle tasche e il capo chino, così da mandare in estasi Leo. Improvvisamente parte la musica, e Stefania si illumina tuta. È la sua canzone preferita! Comincia a canticchiarla, mentre Leo si mangia con gli occhi il suo ragazzo, cosa che le da parecchio fastidio.

 

Dopo un’ora, sono arrivati a finire di provare il primo pezzo. Solo la prima strofa, dove si vedono solo Stefania e Gustav. In poche parole, lei deve tirare i cuscini contro al muro, mentre lui gira sconsolato nella stanza accanto. Poi, per una strana ragione, lui apre la porta e scende le scale, mentre lei apre quella della camera e non vede che la stanza delle scale vuota. E qui, finisce il primo pezzo. Il coreografo si avvicina a Georg e lo prende per una manica, trascinandolo nel quadrato dove c’è la cucina. Lo schiaffa lì, mandandogli un bacio, mentre lui rabbrividisce, e va a prendere Max, che sta cercando inutilmente di nascondersi dietro a Francesca. La trascina davanti ad una telecamera e la pianta lì, sorridendo soddisfatto. Con un gesto della mano, fa partire la musica e con un cenno del capo indica a Max di partire. Ma lei è spaesata.

 

<< Cosa devo fare?? >> Chiede, con un’espressione smarrita in viso. Leo la guarda e le sorride dolcemente.

 

<< Tesoro… devi cantare in playback, e muoverti. >> Max sgrana gli occhi a quella risposta, ma non ha tempo per le proteste perché la musica ha già cominciato ad entrarle dentro. Non può fare altro che cantare le parole senza emettere suono, mentre Georg si avvia stancamente verso la camera da letto con il capo chino. Non capisce l’utilità della situazione. Neanche il tempo di pensare in santa pace, che sente la voce di Max ricondurlo alla realtà. A quanto pare, è andata bene la prima.

 

 

Mi odio, mi odio con tutto il cuore per questo spaventoso ritardo, ma la signorina ispirazione è momentaneamente andata a farsi benedire. Mi dispiace per il capitolo orrendo, ma mi rifarò con il prossimo.

Claudia9: Ecco solo la prima parte… prometto che aggiornerò il più presto possibile! Sempre se l’ispirazione si degna di rimanermi amica… “-.-

Catty: Ecco cosa c’entra Marco… è per la cuginetta delle Mastello! :p, baci

Muny_4Ever: Oddio, chiedo umilmente perdono per il mostruoso ritardo!!! Ma ho spiegato all’inizio… sono contenta che tu abbia trovato delle risposte… ma non ti ci affezionare xD posso dirti solo questo :p baci

Mary: Grassieeeee! Anche dopo questo ritardo impressionante?? U.U non è colpa mia… cici, è viva! Stella mi piace troppo come personaggio! XD alla seconda parte, kiss enorme!

Anele87: Grassie! Baci

Nikoletta: Ma ziau! Adesso mi tormenti anche in questa sezione? XDDD schersooooo! Mi fa solamente piacere che ci sia anche tu! Grassie davvero ^^

Tatarella20: Scusa se nel primo aggiornamento non ti ho ringraziata, ma comunque lo faccio adesso ^^ grazie tantissime! bacio

 

 

 

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Capitolo 10
*** Le registrazioni - part two & zia Matilde ***


<< Mastello

È la volta di Bill e Francesca. Come ha fatto prima con Max, Leo prende il cantante e lo piazza davanti alla telecamera. Parte la musica ed ordina di cantare in playback e muoversi. Intanto Francesca si aggira per un cubo, con dentro il divano ed una televisione. Evidentemente è il soggiorno. Fortunatamente Leo non l’ ha costretta a cambiarsi come alla gemella. Con un vestito non sembra neanche Andrea Mastello, la sua gemella fredda ed aggressiva, la gemella che adora con tutto il suo cuore. Neanche se ne accorge, che è finita la sua parte. La musica si ferma e con lei, anche Francesca. Si avvia trotterellando dalla cuginetta, che ha fatto amicizia con Marco ed Antonio.

 

Intanto, sul set…

 

<< Mastello! Ti vuoi muovere? Voglio finire questa tortura il più in fretta possibile. >> Sbotta Tom, prendendo per il polso Andrea, che si è fermata a fissarsi allo specchio. Quanto è diversa, senza i suoi pantaloni e la sua maglia nera. Quel vestito le ricorda quello che le aveva regalato suo padre, identico alla gemella. A fascia, fino al ginocchio e blu, come i suoi occhi. Si sente così strana in quel vestito che neanche la rappresenta… ma si avvia ciondolante al cubo che le indica Leo con una mano. Si mette a girovagare, mentre la musica le entra nelle vene. C’è qualcosa di strano in quella canzone…

The radio's playing songs that remind me of you… la radio sta suonando una canzone che mi ricorda di te… perchè le fa battere forte il cuore? Eppure…

 

<< Tesoro, tutto bene? >> Leo le si avvicina e le mette una mano sulla spalla, per rassicurarla. Andrea annuisce. La canzone è finita e le riprese vere e proprie, inizieranno il giorno dopo.

Si avviano tutti in silenzio in limousine, ognuno pensando ai fatti propri.

 

Due ore dopo…

 

Andrea e Stefania stanno provando la nuova canzone nella saletta insonorizzata. La tastiera è ancora un grande punto interrogativo, dato che non sanno a chi farla usare.

 

<< Ste, sei sicura che non ne sei capace? >> Chiede per l’ennesima volta la rossa, fermando di botto le bacchette a mezz’aria e guardando con occhi vacui la sua migliore amica. Stefania scuote la testa, dispiaciuta. Andrea abbassa il capo afflitta. Sa, ne è sicurissima, che qualcuno in quella casa sa suonare il piano o la tastiera. Solo, che non sa chi. Come un automa, ricomincia a battere sulla batteria con le sue adorate bacchette.

 

<< VAI VIA, VAI VIA MALEDETTISSIMO GATTO!!! >> Sentono urlare. Si guardano e scoppiano a ridere.

Bill, dalla cucina, scatta al piano di sopra, andando a prendere in braccio il gatto, che placidamente se ne sta addormentato sul lettone. Tom lo guarda terrorizzato, con le pupille allargate fino all’impossibile.

 

<< Sai Tomi… non capisco perché hai così tanta paura dei gatti. >> Dice tranquillamente il gemello, accarezzando il dorso nero del gattone.

 

<< Ed io non capisco perché ancora tu non ti dichiari ad Andrea. >> Bill impallidisce. Possibile che abbia capito? Beh, effettivamente, è suo fratello, il suo gemello, ma ancora non è pronto a dire nulla a nessuno, per questo fa uscire il gatto e chiude a porta della stanza a chiave.

 

<< Che cosa? >> Balbetta, buttandosi a peso morto sul letto.

 

<< Non fare l’ingenuo con me fratellino. Guarda che ti conosco troppo bene. >> Tom gli si siede accanto.

 

<< Non è così semplice, sai? Io non sono mica come te. >> Una ragazza sale le scale. Sta per entrare in camera sua, quando sente la discussione. Curiosa più che mai, appoggia l’orecchio alla porta, per sentire meglio. 

 

<< E questo cosa c’entra? Se ti piace non ci vuole un genio per dirlo… vai da lei e le dici: - un rumore non bene identificato copre il nome della ragazza. – mi piaci. È così semplice! >>

 

<< Ma è la tua compagna di stanza!! >> Andrea perde un battito. Cosa sta succedendo in quella casa???

Ehilà snake… Bill o Tom, Bill o Tom, Bill o Tom? Hahahahahaha

“Noooo, mi confondi così!!!”

Buahahahahahaha!!!! Lo so, cosa credi? Solo tu puoi arrivare alla verità…

“Aspetta, zitta che stanno parlando.”

 

<< Mica siamo sposati… >>  Questa le fa male. E cosa significava il bacio che le ha dato? Quando l’ ha abbracciata in piscina? Quando si è malmenato con Simone? Sgrana gli occhi lucidi.

 

<< Ma piace a te, Tomi, si vede lontano un miglio… e Francy? >> Tom scuote la testa e si sdraia sul letto.

 

<< Sì, piace anche a me. E Francy non so cosa c’entri in tutto questo. Andrea è confusa. Non sa chi scegliere tra me e te. Mentre Francesca… beh, a lei piaci tu e lei piace a te. Mi dispiace fratellino. Ma io non posso fare nulla per aiutarti. >>

 

Dall’altra parte della casa, sul balcone, Max è seduta sulla sedia-sdraio. Le cuffiette dell’i-pod alle orecchie e una rivista scandalistica tra le mani. “Criso in camera sua, Mastello urla contro i giornalisti, un misterioso ragazzo nel giardino delle rock star. Che le due belle musiciste siano immischiate in una tresca??” grida a grandi lettere rosse il giornale. Rilegge il titolo, e l’articolo un’altra volta. Non sono lesbica. Appura, appoggiandosi la rivista sulla pancia ed alzando il viso al cielo.

 

<< Max, tutto bene? >> La ragazza sobbalza, spalancando gli occhi. Si mette a sedere e si gira di scatto verso la provenienza della voce. Scuote la testa e sorride.

 

<< Sì, perché? >> Risponde, sedendosi composta e mettendo il giornale su una specie di sgabello alla sua destra. Sente il cuore leggero. Georg esce sul balcone e prende il giornale, per poi leggere l’articolo. Appena finisce, guarda Max negli occhi, che sogghigna. << No, non sono lesbica. Fra è solo la mia migliore amica. A proposito. Come va con Leo? >> Sghignazza divertita. Il ragazzo si irrigidisce di colpo, congelato. Scuote la testa in preda ad un tic nervoso, davanti al quale la ragazza non più che mettersi a ridere. Improvvisamente sente vibrare la gamba. Tira fuori il cellulare dalla tasca e se lo mette all’orecchio, senza leggere chi la chiama. << Pronto? >>

 

<< Monica Criso! – strilla una voce in falsetto dall’altra parte del telefono. Max lo allontana dall’orecchio, ancora stordito. – Si può sapere che fine hai fatto in questi mesi???? >>

 

<< Ma chi parla? >> Chiede, confusa. Non ha riconosciuto la voce, ma il presentimenti di sapere chi sia ce l’ ha.

 

<< Come chi parla??? – strilla ancora la voce, salendo di un’ottava. – Sono tua zia Matilde!! >> Max cade a terra, portandosi una mano alla fronte. Matilde, zia Matilde. È la tipica zia dei cartoni, quella che ti rovina le guance con i suoi soliti pizzicotti.

 

<< Oh! Ehm… ciao zia… a cosa… a cosa devo l’onore della chiamata?? >> Davanti a lei, Georg la guarda allibito. Non ha mai sentito Max balbettare. E sentirla così, lo fa tremendamente ridere.

 

<< Dove abiti?? Ho saputo che condividi la casa con quattro bei ragazzi e le tue amiche. Voglio conoscerli. >>

 

<< Ma zia… >>

 

<< Nono, nessuna storia. – la interrompe bruscamente la donna, gracchiando. – Uh, okay, ci vediamo questa sera, viene anche la nonna. Ciao amore!!! >>

 

<< Aspetta zia!! >> Ma è troppo tardi, e zia Matilde ha messo giù. Max, butta indietro la testa sconsolata.

 

<< Che succede? >> Chiede Georg, cercando di non scoppiare a ridere. Infatti, l’espressione di Max è alquanto stralunata. Con gli occhioni verde acqua vaga senza meta per il balcone, mentre la bocca si apre e si richiude senza spiccicare un suono. Ma poi, improvvisamente, nel cervello della ragazza, scatta qualcosa. E quella cosa, si chiama Cena + zia Matilde + nonna Luigina = DISASTRO! Scatta in piedi, terrorizzata, prende la mano di Georg e lo lancia in salone. Poi salta su una sedia e urla per attirare l’attenzione su di sé.

 

<< ZIA MATILDE E NONNA LUIGINA A CENA, NON ODIATEMI, NON HO FATTO NULLA! >> Urla. Sui volti di Francesca e Stefania si dipinge un’espressione di puro terrore. Andrea scende le scale come una furia, abbandonando la conversazione che ascoltava. Anche lei è terrorizzata. Tutte e quattro le White si ricordano perfettamente quello che era successo due anni prima.

 

Era una tranquilla serata, e le quattro amiche se ne stavano sedute sul divano, ognuna abbracciata al proprio ragazzo. Era una di quelle serate speciali, dove si trovavano tutte a casa di una di loro e invitavano i loro ragazzi per rimanere soli soletti. Quella sera, erano a casa di Max. Erano soli a casa, dato che i genitori di quest’ultima erano andati ad una festa dei colleghi della madre.

<< Non fate venire nessun ragazzo, mi raccomando! >> Aveva annunciato Stefano Criso, mettendo una mano sulla testa della figlia quindicenne. Serena Romace aveva alzato gli occhi al cielo e aveva trascinato fuori casa suo marito, mentre le quattro se la ridevano sotto i baffi. E quindi, eccole lì, ognuna con il proprio fidanzatino in atteggiamenti romantici. Ma quell’idillio finì con il trillare insistente del campanello. Max si staccò di malavoglia dal ragazzo e andò ciondolante alla porta. Non guardò neanche nello spioncino, aprì direttamente la porta strofinandosi un occhio. Alzò lentamente lo sguardo dagli stivali di pitone lilla, per passare al vestito anch’esso lilla, poi ancora uno scialle lilla e la montatura degli occhiali lilla. Incrociò gli occhi verde acqua con quelli quasi grigi della persona davanti a lei e vide la sua “adorata” zia Matilde. Sgranò gli occhi terrorizzata e chiuse la porta di scatto.

<< Tesoro??? Aprimi, avanti! >> Gracchiò da fuori la donna. Era terrorizzante.

<< Zia.. perché… perché sei venuta? >> Chiese Max, socchiudendo la porta e facendo segno ai ragazzi di nascondersi con la mano libera.

<< Una zia non può neanche andare a trovare la sua adorata nipote?? >> Esclamò indignata, pizzicando affettuosamente la guancia di Max. La donna spalancò la porta ed irruppe furiosamente nell’ingresso. La ragazza si mise una mano sul viso sconsolata, per poi cominciare a massaggiarsi la guancia.

<< Guarda che la mamma e il papà non ci sono. >> Tentò comunque, con una nota di speranza nella voce, ma la risposta della zia la demolì del tutto.

<< E come mai cara? Non si dovrebbero mai lasciare soli i figli quindicenni, si potrebbe non trovare più la casa. >> Disse infatti, convintissima, mentre portava nell’ingresso le sue valige. << Ehm… perché… perché sto facendo un Pigiama-Party… e ci sono le mie amiche. White, lei è mia zia Matilde. Zia, loro sono Andrea, Stefania e Francesca. >> Presentò tristemente la mora, mentre la zia entrava nel salone, dove le tre ragazze stavano in piedi davanti al divano. Matilde guardò Andrea con occhio critico (era truccata pesantemente, portava dei jeans più larghi che lunghi ed una felpa larga quanto i pantaloni e lunga altrettanto) poi le andò di fronte. Le tolse il cappellino nero, con un fazzoletto le pulì gli occhi neri, le tirò su i pantaloni e le mise la maglietta dentro ai jeans. Ma non si fermò lì. Frugò nella borsa alla Mary Poppins ed estrasse un cerchietto. Tirò su la frangia della ragazza e ci mise sopra il cerchietto, sorridendo soddisfatta. Andrea si voltò e si guardò allo specchio accanto al mobile della televisione. Sgranò gli occhi terrorizzata. Suo padre si vestiva così. Non lei. Assolutamente no. Si rigirò verso Matilde con una voglia matta di dirgliene quattro, e anche cinque, mentre questa stava tranquillamente pettinando i lisci capelli della sua gemellina come se nulla fosse. Approfittando di quel momenti di distrazione, Max fece uscire i ragazzi dal nascondiglio e indicò loro di uscire dalla finestra in fondo al corridoio. Non aveva mai capito perché ci fosse una finestra in fondo al corridoio, ma in quel momento non si fece domande ed indicò la via d’uscita.

<< Amore, perché non mi vai a prendere le forbici? Questo taglio è tutto sfilacciato… la pettinatrice è stata un’incapace. >> Disse la zia. Ma visto che Max non si muoveva, si alzò personalmente e andò in cucina a prendere le forbici, appunto. Francesca si alzò immediatamente dal divano e si nascose terrorizzata dietro alla gemella, che, dopo essersi rimessa a posto, stava ritruccandosi gli occhi.

<< Zia… veramente il taglio di Francy è così… >> Disse Max, mettendosi tra la zia, con le forbici puntate in avanti, e le sue due amiche. In quel momento nessuno sentì il campanello, solamente Stefania, che andò ad aprire e fece entrare in casa i coniugi Criso.

<< Matilde! Cosa ci fai qui? >> Chiese sorpreso Stefano, avvicinandosi alla sorella.

<< Sono venuta a fare una visitina, caro fratellino. >> Rispose raggiante la donna, posando le forbici sulla televisione e andando a parlare nell’ingresso con il fratello. Avevano dieci anni di differenza.

Le tre ragazze sospirarono, per poi scappare in camera di Max, immediatamente seguite da Stefania.   

 

Le quattro rabbrividiscono. No, nessuna delle White vuole ripetere quella serata, così ognuna scappa nella propria stanza a cambiarsi. Solo che, quando Andrea bussa alla porta e cerca di aprirla, scopre che è chiusa a chiave, così comincia ad urlare come una forsennata.

 

<< Tom! Bill! Aprite ‘sta cazzo di porta, dannazione! >> Urla. Il terrore ha pieno possesso delle sue azioni. Dopo quella sera, che era stata solo il primo incontro tra le White e la zia, ce n’erano stati altri. Ancora più terrificanti. Aspetta appena due secondi, che la porta si apre, scoprendo Bill stravaccato sul lettone. Senza pensarci due volte, la ragazza si sveste, lanciando i vestiti ai piedi del letto, e spalanca le ante dell’armadio. I due gemelli la guardano sbalorditi, mentre lei scruta con occhio vigile l’interno del guardaroba, alla ricerca di qualcosa che non si possa ne allungare, ne accorciare, ne modificare in qualunque altro modo. Trova il vestito che le aveva regalato il padre e se lo infila, poi corre in bagno a struccarsi. Si passa un leggerissimo strato di matita e torna nuovamente in camera. Si toglie i due anellini di ferro che le spuntano dalle labbra, per infilarsi due eleganti brillantini rosa. Tom e Bill la studiano. È bellissima con i morbidi ricci rossi e la frangia tirata su da una molletta blu.

 

<< Mi spieghi come mai questo improvviso cambiamento? >> Chiede Bill, inarcando un sopracciglio. Andrea sobbalza, lo guarda negli occhi poi rabbrividisce e scuote la testa.

 

<< Ti consiglio vivamente di struccarti. Matilde odia il trucco pesante. >> Annuncia, per poi correre di sotto. Va a sedersi in salone. È la prima, come sempre. Si stira il vestito nervosa. Poi, improvvisamente, sente un rumore e accanto a lei compare Stefania, perfetta come al solito. Porta una maglietta bianca e dei jeans normalissimi, mentre i capelli sono lisci e ricadono sulle spalle. Si guardano negli occhi tutte e due, per poi scoppiare a ridere, incredule. Andrea non si è mai vestita da ragazza volontariamente, mentre Stefania non ha mai messo delle cose così semplici.

In pochi secondi, si uniscono a loro anche gli altri. Sicuramente, la più agitata è Max. La zia Matilde non è di certo una di quelle donne che passano inosservate! Sorride isterica.

Improvvisamente, suona il campanello. Le ragazze sbiancano, mentre la mora si alza lentamente e si avvicina alla porta. Alzando il pollice, apre la porta.

E così, un uragano in rosso entra in casa.

 

 

Lo so. Io continuo ad aggiornare alla velocità di un bradipo. -.-’’’’’’’’’’’ va beh… ora, volevo chiedere una cosa. 12, non so se vi rendete conto, 12 (O_________________O) che mi tengono nei preferiti (°° scusate, ma per me è ancora uno shok!! Non credevo piacesse così tanto questa storia! **)… ecco, non potete lasciare un commentino ino ino inuccio?? VI PLEGOOOOOOOOOOOOOO!!!! °ç° glassie ^^

Nikoletta: hihihi, ammetto, non ti conosco ancora ^^ xDDD ma spero di conoscerti :p baciozzi e grazie ^^

Mary: glassie *O* è sempre bellissimo ricevere complimenti, grazie veramente ^^ kuss ricambiati ^^

Catty: non ti preoccupare. ^^ allora, secondo me, era meglio se cantava in playback, così poi mettono la voce di Bill e Maxy ^^ grazie, grazie veramente ^^ baci!

GEMMA93: uhhhh, sei fantastica!! Grazie di cuore °O°  cici, grazie veramente ^^

Muny_4Ever: ahahahahahahahah!!! Nu, Gustav e Stefania rimangono insieme, questo posso svelartelo ;) kuss kuss (sembra il riso O_O) xD

Claudia9: TI HA ASCOLTATAAAAAAAAAAAAAA!!! XDDDDDDDDDDDDD la signorina è tornata. Speriamo resti per un po’, magari le stai simpatica e a te t’ascolta (Mamma mia O_O la mia prof d’italiano mi odierebbe… xD) grazie grazie grazie, è vero, la cosa importante è aggiornare! XD baci

Quoqquoriquo: vero, mea culpa! Ma se aspetti qualche capitolo, spiego tutto, te lo prometto ^^

Okay, vado. Bacioni a tutti!

Vvb Barbycam

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Capitolo 11
*** Zia Matilde e Nonna Luigina ***


[ E così, un uragano rosso entra in casa

[ E così, un uragano rosso entra in casa. ]

 

Matilde piomba in casa, mettendosi a posto lo scialle rosso. Dietro di lei, una donnina piccola e magra, con i capelli lunghi bianchi e gli occhi penetranti scuri. Ha un vestitone lungo grigio e delle scarpette da ginnastica nere, mentre i capelli sono tirati su da una pinzetta marrone.

 

<< Monica? Monica amore, dove sei? >> Chiede, mettendosi meglio gli occhiali neri sul naso, nonna Luigina. Entra subito dopo la zia in casa e va di filato in salone, guardando a destra e a sinistra per cercare la sua cara nipotina. Max sospira e va a prenderla sotto braccio.

 

<< Nonna… zia… loro sono i Tokio Hotel e si- … >>

 

<< Oh… Tokio Hotel!! Andiamo in Cina per caso? >> Esclama la nonna, stringendo il braccio della nipote, che si mette un mano sulla faccia, disperata.

 

<< No nonna… a parte che Tokyo è in Giappone e non in Cina, ma questo non c’entra nulla adesso. È il nome del loro gruppo. Come noi ci chiamiamo White Rose’s, loro si chiamano Tokio Hotel. Tom, Bill, Georg e Gustav >> Presenta Max sconsolata. I quattro si alzano in pied per farsi vedere e… non l’avessero mai fatto! Matilde, appena vede i pantaloni di Tom e la pettinatura di Bill, si fionda in salone e comincia a frugare nella borsa di Mary Poppins. Tira fuori la mano con un fazzoletto e Andrea, che in questo momento è beatamente seduta a guardare a scena, impallidisce. È il fazzoletto che aveva usato per pulire lei!!

Bill guarda quel lembo di stoffa con un sopracciglio inarcato, ma appena la donna si avvicina di qualche passo, lui indietreggia, intuendo quello che sta per succedere. Max abbandona la nonna sola in cucina ed entra in salone, scoprendo la sua adorata zietta che sta tirando su i pantaloni a Tom.

 

<< Zia! Ti prego, evita! >> Implora, andando a salvare il ragazzo da quella situazione. Matilde sgrana gli occhi scandalizzata, indietreggiando di qualche passo.

 

<< Ma amore, sono la tua madrina! >> E con questa affermazione, Andrea, Stefania e Francesca scoppiano a ridere sul divano. Max si batte una mano sulla fronte. Ma perché, perché proprio a lei? Chi aveva ucciso nella sua vita passata per meritarsi zia Matilde??

 

<< Ma che diavolo c’entra?? Ti prego zia, riesci a non farmi fare troppe brutte figure? >> Chiede e, stranamente, la zia sta in silenzio. Sembra riflettere sulla situazione. Ascoltare o non ascoltare la nipotina? Con un ghigno annuisce, mentre nelle viscere della moretta qualcosa sobbalza. Ma non ha tempo di riflettere, dato che sente un rumore di una pentola che cade dalla cucina. Si fionda subito sul posto e vede la nonna davanti alla credenza aperta, con le mani dentro alla ricerca di non si sa che cosa.

 

<< Oh, Monica, tesoro, dove sono i DVD? Non li trovo, sai, questi occhiali non sono più quelli di una volta. >> Dice la nonna appena si accorge della nipote dietro di lei. Oddio… ma certo che mi devono proprio odiare per questo! Pensa sconsolata la ragazza, chinandosi a raccogliere la padella a terra. La mette sull’isola di cucina e chiude la credenza. Benché la vecchietta abbia un’ottantina d’anni, Max è venti centimetri più alta.

 

<< Nonna, nonna, nonna… i DVD sono in salone. E noi siamo in cucina. Sai, quel posto dove si cucina… >> Spiega paziente, portandola in salone e facendola sedere su una poltrona. Si guarda attorno, e disgraziatamente per lei vede sua zia nuovamente in azione. Affida per un secondo la nonna alle amiche, che stanno sedute sul divano a guardare la tv, e va a controllare che sua zia non faccia troppi pasticci. Apre la grande portafinestra e sbarra gli occhi.

 

<< … e poi si è messa in mutande a cantare: “Mi scappa la pipì, mi scappa la pipì, papà!” >> Sghignazza Matilde, accerchiata dai ragazzi, che evidentemente erano andati fuori per fumarsi una sigaretta. I quattro scoppiano a ridere, facendo sprofondare di vergogna la povera Max, che cerca di allontanarsi il più in fretta possibile per non essere vista, ma…

<< Oh amore! Eccoti! Stavo raccontando ai tuoi amici della festa di Giada. >> La chiama la zia, voltandosi verso di lei. La cantante si avvicina a capo chino alla parente e fa per sedersi su una sedia, ma le braccione forti della donna la afferrano per la vita sottile e la trascinano sulle sue ginocchia. Okay, sono morta. È stato bello conoscervi…

 

<< Eh… lo so! Ho sentito… >> Esclama con finto entusiasmo, alzando un pugno in aria e sfoggiando uno dei suoi sorrisi più falsi. Poi sulle sue labbra si delinea un ghigno malefico. << Perché non fai qualche domanda su di loro… per conoscerli meglio? >> Chiede, facendo gli occhioni dolci. Matilde annuisce convinta, per poi mettere sulla sedia accanto a lei la sua nipotina.

 

<< Allora ragazzi… avete delle fidanzate?? >> Max si mette una mano sulla bocca per non scoppiare a ridere. Le facce dei ragazzi sono pallide e sudaticce e la cosa peggiore, è che… fanno schiattare dal ridere! I quattro si guardano perplessi, indecisi sul cosa rispondere.

 

<< Ehm… ci sto lavorando io… >> Risponde titubante Georg. Matilde si gira verso di lui e gli sorride, un sorriso come quelli di Max quando sta progettando qualcosa di cattivo. E solo allora, lui capisce veramente la parentela tra Matilde e Max.

 

<< Cosa vuol dire che ci stai lavorando, caro?? >> Richiede, più curiosa di prima, avvicinandosi e prendendogli le mani. Lui sgrana gli occhi, mentre gli altri soffocano a stento le risate.

 

<< Ehm… che sto cercando un modo per conquistarla… >> La donna sgrana gli occhioni grigi e si rimette immediatamente in posizione eretta. Con un mezzo sorriso guarda prima sua nipote e poi il ragazzo davanti a lei. Ha capito. Lei sa.

 

<< E dimmi, com’è fatta questa ragazza? >> Georg lancia uno sguardo fugace alla nipote, che ha una mano sugli occhi per non vedere quello che combina la sua cara consanguinea.

 

<< Beh ecco… è molto bella, dolce, simpatica… e la prima volta che mi ha detto qualcosa è stato un insulto… più o meno… ma questo non c’entra. È una ragazza fantastica e ancora adesso non capisco come abbia fatto a vivere senza di lei prima. >> Snocciola, soppesando le parole. Lui non è romantico. Lui è come Tom, se non a volte peggio. Ma nessuno parla di Georg Listing. Parlano di Tom Kaulitz. Il castano sorride, mentre i suoi amici lo guardano scandalizzati. Loro lo sanno che Georg ha questi sbalzi. Si conoscono da una vita.

 

<< Oh caro! Posso consigliarti? – il ragazzo annuisce poco convinto, e Max si avvicina per sentire meglio. Ma Matilde non è della stessa idea. – Monica tesoro, perché non vai a preparare la cena? Io ho fame e la nonna credo anche. >> Max sbuffa, ma si alza comunque. Vede negli occhi grigi della zia quella determinazione che si trova sempre nei suoi occhi. Si avvia leggiadra fino alla portafinestra, poi si volta verso la zia che ancora la sta fissando.

 

<< Quante volte ti ho detto di chiamarmi Max? >> Sospira, aprendo la portafinestra ed entrando in salone. Lancia uno sguardo alle amiche che ha lasciato sole con la nonna e vede che stanno bene. Sospira. Poi entra in cucina e si da da fare ai fornelli. Ma mentre aspetta che bolla l’acqua, le parole di Georg le rimbombano nella mente. È bella, dolce, simpatica… e la prima volta che mi ha detto qualcosa è stato un insulto… è una ragazza fantastica… Non capisce perché si senta così presa in causa. Lancia uno sguardo fuori dalla finestra e sorride. Torna poi all’acqua, che ha preso a bollire, e ci mette dentro le paste. Per tutto il tempo in cui cucina, non pensa a nulla.

Dopo venti minuti, apre la porta e mette in tavola la ciotola di pasta e, come richiamati da chissà quale richiamo, tutti i presenti si fiondano sulle sedie. Cominciano a mangiare e non tardano le congratulazioni.

 

<< Monica amore, sei una cuoca provetta! >> Esclama Matilde, mettendole una mano sulla sua. Max sorride…

 

<< Provetta? Quale esame del sangue?? >> … e si batte una mano sulla fronte.

 

<< Nonna, nessun esame del sangue. È come dire che sono una cuoca fantastica. >> Spiega scotendo la testa. La sua nonna che non capisce mai nulla.

 

<< Allora, Andrea, trovato nessuno in giro? – Chiede con un sorriso malizioso la donna, mentre la rossa nega, improvvisamente pallida in volto. – Come no, sei così una bella ragazza!! >>

 

<< Forse è per il suo caratteraccio. >> Rettifica Tom a bassa voce, ma la sua compagna di stanza lo sente e gli tira un calcio da sotto il tavolo.

 

<< E tu, Francesca? – anche lei scuote la testa, con un sorriso. – Ma com’è possibile? Questi ragazzi proprio non brillano di iniziativa! >> Bill e Tom sputano la bibita davanti a loro, le gemelle scoppiano a ridere, mentre Stefania e Gustav si prendono per mano. Max è terrorizzata. Ma perché a lei??

 

 

Si, ho deciso di farvi soffrire… buahahahaha xD si, sono pazza. ^^

Nihal_chan: Hihihi, mi dispiace che abbia fatto così al tuo pigiama party… e comunque, la simpatia ricambiata. Anche tu mi stai simpatica ;) boh, come ti è sembrato codesto chappy?? Aspetto una rece, mi raccomando :p baciozzi!

Ika92: Sisi, ho in mente moltissime risate con la zia Matilde e con nonna Luigina, che non capisce una mazza, ^^ sisi. Come ti è sembrato questo chappy? Corto? Lo so, ma devo finire, datemi tempo xDDDDD kuss

Muny_4Ever: NUUUUUUUUUUUUUUUUUU tu no deve morire, nono!!! Bacione ricambiatissimissimo sisi (è una persecuzione! NdMuny), sì, ti perseguita. XDDD

Nikoletta: Cos’è stanno cominciando a piacerti i Tokio?? XDDDD scherzo, scherzo xD com’è questo capitolo? Kuss

anele87: Il più in fretta che ho potuto, e che la mia mente bacata ha voluto, ^^ bacioni!

Claudia9: xDDDD anche la mia era andata a farsi allegramente a benedire… ma poi, sai com’è, il blocco dello scrittore l’ha seguita e Fantasia è tornata. Si, okay, la mollo con ‘sti discorsi da scema. Sisi, piaciuto questo? Dissoni, e grazie dei complimenti *me tutta rossa*

Ed ecco, i ringraziamenti sono finiti. Io aspetto ancora quelle degli altri utenti che mi tengono nei preferiti. Sisi, mi farebbe tanto piacere sisi. XDDD okay, vado, meglio –.- bacioni a tutti, Barbycam  

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Capitolo 12
*** Nonna Luigina e Zia Matilde - part two & il Litigio ***


<< Matilde cara, cosa sta succedendo

<< Matilde cara, cosa sta succedendo? >> Chiede Luigina, alzando il viso dal piatto di pasta, al viso della figlia maggiore. Matilde sorride, malignamente. Ora sì che assomiglia a Max!

 

<< Zia, cosa stai pensando di fare? >> Fa preoccupata, appunto, Max. Matilde ha il suo stesso sguardo di quando ha in mente qualcosa di diabolico. E, conoscendo bene sua zia, sa perfettamente che il suo diabolico è molto meno diabolico di quello della zia.

 

<< Nulla Monica, amore. >> Monica, Monica, Monica. Si era disfatta di quel nome. Perché sua zia e sua nonna si ostinano a chiamarla ancora così?? Scuote la testa sconsolata.

 

<< Ehm… io vado a provare nella stanza. Scusatemi. >> Francesca si alza ed esce dalla sala da pranzo, entrando nella saletta insonorizzata. Accende l’I-pod e parte immediatamente Popp Song, delle Debbie Rockt!. Le ha scoperte quando era andata in Veneto con la gemella. Lì c’erano praticamente solo riviste tedesche e in copertina c’erano quelle cinque ragazze. Arrivata a casa poi si era scaricata un paio di canzoni e se ne era innamorata. Denise è quella che ammira di più. Non solo perché suona la chitarra, ma perché hanno la stessa età. Diciassette tutte e due. Imbraccia la chitarra e comincia a pizzicare le corde, con gli occhi chiusi e la musica a palla nelle orecchie. Sta male. Ma non sa perché. O forse sì? Un conato di vomito e corre in bagno, cadendo in ginocchio davanti alla tazza. Perché sta così male? Vomita.

 

<< Oh mio Dio Francy!!! Cos’ hai?? >> Bill era appena uscito dalla sala da pranzo che vede schizzare l’amica in bagno. la segue e vede che vomita. Si mette una mano sulla bocca, pallido come un cencio. Francesca, inspirando profondamente, si volta verso di lui, e sorride amaramente. Non lo sa.

 

<< Ho vomitato, non si vede? >> Sorride sarcastica, sedendosi accanto alla tazza e tirando l’acqua. Bill scuote la testa, lo sente perché si è seduto accanto a lei e i suoi capelli neri l’ hanno frustata. E le ha fatto piacere.

 

<< Per essere visto, si è visto, vai tranquilla. Ma perché? Cioè, sembrava che stessi bene a tavola. >> Mormora, sentendosi quasi di troppo. E dal brivido che prova Francesca quando il ragazzo le si siede accanto, capisce tutto il suo male.

 

<< So che ti piace mia sorella… >> Dice, senza riflettere. Finalmente ha capito, ma stava meglio prima.

 

Il ragazzo inarca un sopracciglio. << E questo cosa c’entra? >> Chiede, curioso.

 

<< Mi sono innamorato di Andrea, mi dispiace. Oppure: Tua sorella è una bomba! Solo mia sorella. Io sono l’amica di sempre, lei quella da conquistare. È sempre stato così e sarà sempre così. Andre… non posso fargliene una colpa. È la sorella migliore che si possa volere, non se ne accorge. Lei con i ragazzi è come con Tom. Sempre così. >>

 

<< Allora deve averne di pretendenti quella ragazza… mio fratello è cotto. >> Sospira il moro scotendo la testa.

 

<< Già. Si vede lontano un miglio che la vuole. E che la vuoi anche tu. – si gira e lo guarda negli occhi, con un’espressione dispiaciuta. – Ma io so che vuoi dell’altro. Che vuoi un’altra. Ho ragione? >> Bill diventa improvvisamente rosso in viso. Possibile che Francesca lo stesse mettendo davanti a sentimenti che neanche lui sa di provare? Chi vuole d’altra?

 

<< Eh? >> Biascica, ma la risposta non arriva. In compenso, sente delle labbra calde sulle proprie. Un’incresparsi in un sorriso e non resiste più. Lui non è come Tom, non è bravo a mascherare i sentimenti come suo fratello. Lui quando vuole una cosa, si vede, si sente. Le lingue si incontrano, danzando perfettamente, i due piercing si scontrano, lasciando il gusto metallico sulle lingue assetate. Lui le mette le mani sulle guance e sente il contrarsi di muscoli. Un altro sorriso. E lui ha capito chi è l’altra che vuole. Più di Andrea. L’ ha trovata e adesso, non se ne vuole allontanare. Non ora, che ha capito chi è. Francesca gli allaccia le braccia al collo. Ha fatto una mossa avventata. Lo sa. Ma se non l’avesse fatto, avrebbe vissuto con il vomito e con la rabbia per non averlo fatto per tantissimo tempo. Fino a quando non avrebbe superato e avrebbe incontrato qualcun altro come Bill, sempre se lo avesse mai incontrato.

Si staccano. Si guardano negli occhi e… scoppiano a ridere, rincretiniti come non mai, appena dopo una vomitata da parte della ragazza, e seduti sul pavimento di un bagno. Non è di certo il posto ed il momento ideale per scambiarsi il primo di una serie molto lunga di baci. Lei appoggia la sua fronte a quella di lui, con un sorriso da squagliare chiunque.

 

<< Buona fortuna. >> Gli sussurra all’orecchio, per poi alzarsi e uscire dal bagno, sorridendo maliziosa. Torna in cucina e si prende un secondo piatto di secondo, perché ha fame. Cavolo, ha appena vomitato tutta la cena! È normale che si senta vuota, no? Dopo poco esce Bill dal bagno e le bacia una guancia, facendola scoppiare a ridere. Tutti i presenti si guardano strabiliati. Poi il moro si avvicina al gemello e gli batte sulla spalla, con un sorriso da far sciogliere chiunque. E Tom capisce, facendo sì che sulle sue labbra si disegni un sorriso fraterno.

Finiscono di mangiare tra scherzi e risate, fino a quando non è arrivato il momento di lavare i piatti.

 

<< Tesoro, perché non li lavi tu? – chiede Matilde alla nipote, che sorride e si alza in piedi, portandosi dietro alcuni piatti. – Georg caro, valle a dare una mano, per favore. >> E così, anche lui entra in cucina con alcuni piatti.

 

<< Buona fortuna amico! >> Urlano dall’altra parte della porta, evidentemente o è Tom o è Gustav, perché Bill non è il tipo. Georg scuote la testa sconsolato, posando i piatti nel lavandino.

 

<< Perché buona fortuna? >> Chiede incuriosita Max, infilandosi il secondo guanto giallo e afferrando la spugna. Il ragazzo si irrigidisce e scuote la testa nervosamente.

 

<< Nulla, nulla. – si affretta a rispondere, passandole un piatto. – Tua zia è fantastica. >> E Max scoppia a ridere. Sua zia non è fantastica. È solo completamente scema.

 

<< No, è solamente una scema completa. >> Rettifica, guardandolo negli occhi. Poi si ricorda di quello che aveva detto lui. Della ragazza misteriosa e della sua curiosità spropositata.

 

<< Che c’è? >> Fa preoccupato lui, inarcando un sopracciglio. Max scrolla le spalle e ritorna a strofinare con la spugna il piatto.

 

<< Chi è la ragazza che ti piace? >> Improvvisa, schietta, diretta. Come lei. Ma si accorge solo dopo di aver detto una grande idiozia, così le sue guance diventano di un dolce rosso acceso e la mano che sta lavando il piatto saetta velocemente davanti alla sua bocca. << No, no, scusa, io non c’entro nulla. Scusami, non volevo essere impertinente. >> Farfuglia abbassando lo sguardo. Non le è quasi mai successo di abbassare gli occhi. Lei è orgogliosa, fiera come un leone, non timida e… così stramaledettamente impacciata.

 

<< Uh? Non importa tranquilla. Puoi chiedermi tutto quello che vuoi. >> Sorride, facendo saettare gli occhi verde acqua della sua interlocutrice nei suoi. Quattro occhi verdi che si scontrano. Si intrecciano e non si lasciano. Poi, un luccichio in quelli verde acqua della ragazza. Un luccichio strano, quasi perfido. E solo in questo momento, Georg capisce veramente quanto può essere sadica una ragazza. Soprattutto quella ragazza.

 

<< E allora chi è? >> Richiede, più curiosa di prima, mettendosi le mani sui fianchi e guardandolo negli occhi verdi. Lui scuote la testa, divertito. Non è il momento. Lei allora si imbroncia, incrociando le braccia al petto. << Eddai!!! Noi due siamo amici, puoi dirmi tutto!! >> Esclama. Ma poi, si accorge di aver detto quell’amici in un modo un po’ troppo sofferto, e allora capisce anche lei cosa le succede. Lui la guarda sorridente, mentre scuote la testa. Max si imbroncia. Poi, involontariamente la mente la riporta indietro nel tempo, quando ancora era arrabbiata col capo per averle messe tutte con quei ragazzi. Le prime parole… Se sapessi leggere, noteresti che nel foglio c’è scritto che ci sono quattro stanze con i letti matrimoniali. Le sue prime parole, quello che gli ha detto appena conosciuti! Ha capito, ha capito finalmente! << Oddio, ma sono io… >> sussurra, un sussurro flebilissimo che Georg non sente, poi si mette le mani sulla bocca e balbetta. È lei. È lei quella ragazza per la quale ha provato così invidia!

 

<< Vuoi stare tranquilla?? Respira profondamente. Dammi le mani – le prende le mani e descrive ampi cerchi per farla calmare, ma lei non si calma, anzi, comincia ad agitarsi ancora di più, cominciando a saltellare come una scema – Max?? MAX, RIPIGLIATI! >> le mette le mani sulle spalle e la scuote violentemente, nel vano tentativo di farla rinsanire. Ma nulla. Max è andata, partita per la tangente. Nel mezzo tra la preoccupazione e il divertimento, il ragazzo si avvia in soggiorno per chiamare Francesca, nella speranza che almeno lei riesca a far tornare normale Max.

Appena la vede saltellare ridendo come un’isterica scuote la testa sconsolata.

 

<< Non posso fare nulla. È andata. Ogni tanto fa così. Quando succede qualcosa di bello o qualcosa di brutto. Ma a dire il vero credo che sia bello questa volta. >> E sorride, lasciando di nuovo soli i due. Ha capito che nell’aria di quella cucina c’è qualcosa di dolce. Lo sa, lo sente. Lei lo sapeva fin dall’inizio. Per quanto l’idea del capo non piacesse a nessuno, sono finiti tutti per sottostare alle sue regole. Anche Andrea e Max, che col capo non hanno ottimi rapporti.

 

<< Francesca cara, cosa pensi di fare con tua sorella? È l’ultima rimasta e si vede che lei e… >> Ma non riesce a finire la frase, perché un urlo disumano interrompe la quiete creatasi nell’abitacolo.

 

<< COME TI PERMETTI DI PARLARMI COSÌ????? Chi sei tu per dirmi queste cose? Mi conosci??? >> Urla Andrea, rossa di rabbia in viso e con forti scosse per il corpo. Eh no, questa volta ha esagerato!

 

<< IO POSSO PARLARTI COME MI PARE E PIACE, METTITELO IN TESTA, BELLA! >> Ribatte Tom, infuriato anche lui. Tutti accorrono in salone, compresi Max e Georg, che, rinsanita la ragazza, hanno finito di lavare i piatti.

 

<< Tu non sei nessuno… sei solo un chitarrista affamato di fama e sesso… un porco schifoso! >> Una lacrima scende sulla guancia della ragazza. Evento più unico che raro. Andrea Mastello non piange mai. Se la asciuga con rabbia, ricordando troppo bene il dolore che comportano quelle lacrime. Odia piangere. Tanto, che lo fa raramente e solo quando è necessario.

 

<< Io sono Tom Kaulitz, e di certo, sono più qualcuno di te, bella mia. Io suono da quando avevo sei anni, sei, capito? >>

 

<< ED IO CINQUE SE È PER QUESTO! MA COSA DIAVOLO C’ENTRA? AVEVAMO COMINCIATO PERCHÈ HAI PORTATO UNA TUA SOLITA PUTTANA IN CASA MIA! >> Guarda male la biondina tutta pepe seduta sul divano che si liscia il tubino rosso che le ricompre a malapena il copribile.

 

<< Non ti importa nulla di quello che faccio io! >>

 

<< MI IMPORTA DA QUANDO SIAMO IN CAMERA INSIEME! MALEDETTO… guarda, lasciamo perdere. Io non ti sopporto più. Ti odio. Me ne vado, ditelo pure a tutti, non me ne frega una mazza, capito?? >> Strilla, salendo le scale. È davanti alla porta della sua camera, ex camera, la apre e se la sbatte alle spalle, facendo cadere un quadro di una nave nella bufera. È caduta anche lei, come il quadro, come la nave. È sommersa, non ce la fa più. Andrà a vivere da Niky o da Aky e Dado, questo non le importa veramente, vuole solo andare via. Via da quella casa, via da quella vita, via da Tom. Quel ragazzo così strano e così talmente idiota da farle venire il nervoso. Prende la valigia e la riempie di tutto quello che c’è nell’armadio. Afferra e butta dentro, senza piegare, senza un minimo di ordine. La bile è ancora alla gola. Corre in bagno, prende tutte le sue cose, si toglie il vestito e si rimette i suoi Jeans e la sua maglia slargata, poi rimette i due anellini di ferro alle labbra, lasciando i brillantini sul comodino. Tutto, porta via tutto di lei in qualche minuto. Soddisfatta ma ancora arrabbiatissima scende le scale, saluta con un cenno della mano tutti ed esce, sotto la pioggia scrosciante. Che si porti pure a letto quella troia, tanto a lei non importa un accidente. Prende il cellulare e compone il numero di Niky. Le risponde stanca. Ha ragione, sono le dieci di sera di un giorno lavorativo per lei.

 

<< Niky? Sono io, Andrea. Senti, avrei bisogno di ospitalità per un po’ di tempo. Sì, no… ho litigato con Tom… pesantemente. Eh sì, avrei bisogno di un posto dove dormire. Puoi aiutarmi tu? Grazie, sei una amica. Sì, arrivo subito… nono, tranquilla, mi faccio due passi, è meglio. Grazie ancora, ciao! >> Chiude la chiamata con un sorriso tirato, mentre si avvia lentamente verso casa di Niky. È la cugina di Stefania ed è una grandissima amica delle White. Si sta bagnando completamente. E non le importa. Una macchina le si accosta.

 

<< Cosa ci fa una così bella ragazza nel buio da sola? >> Chiede la voce del conducente. Lei non risponde e va avanti, tenendo il capo chino. << Eh, allora? >>

 

<< Nulla che ti possa interessare! >> Grida, alzando di scatto il viso e facendoglielo vedere completamente rigato da lacrime silenziose. Lei odia sentirsi vulnerabile e indifesa, eppure è come si sta sentendo in questo momento.

 

<< Ehi, ma stai piangendo! Sali in macchina, che ti do un fazzoletto. >> La incita soavemente l’uomo, abbassando il finestrino.

 

*-*

 

<< Merda, merda, MERDA! Adesso sì che è arrabbiata! >> Strilla con la voce più alta di una ottava Francesca, dando un buffetto sul braccio a Tom. Sua sorella è arrabbiatissima. Non è mai scappata di casa, mai, neanche quando aveva litigato con la mamma. E ci aveva litigato veramente pesantemente.

 

<< Che succede cara? >> Chiede Luigina che, come al solito, non ha capito nulla. Max sospira, depressa ormai. Chi mai avrò ucciso per meritarmi questo? Si chiede sconsolata, mentre racconta tutta la storia alla nonna.

 

<< Meglio che vada a cercarla! >> Esclama Stefania, scattando in piedi, ma Gustav la ferma, prendendole il polso e ritirandola seduta sul divano accanto a lui.

 

<< Dovrebbe andare qualcun altro… chi??? >> Sarcastico, troppo. Non è da lui. Tutti gli occhi saettano verso Tom, che sbuffa ma che non si sposta di un millimetro.

 

<< Io non mi muovo di qui. >> Asserisce appunto, incrociando le braccia al petto ostinato.

 

<< Bravo scemo. Sai che ore sono? È buio, chissà chi potrebbe incontrare… è una bella ragazza, vuoi che finisca così la sua innocenza? >> Prova Bill, con l’espressione più severa che ha. Spera di far leva sul senso di colpa del gemello, anche se non sa che è bastata la seconda frase a far entrare in allarme il rasta. Infatti, appena finito il monologo del fratello, Tom prende la giacca ed esce, sotto la pioggia.

 

*-*

 

Andrea è tentata. Tanto, le cose non potrebbero mai andare peggio di così. O almeno crede così.

 

<< Andreaaaaaaaaaaaaaa!!! >> Si volta. E sgrana gli occhi.

 

 

E me vi lascia con il fiato sospeso… xDDDDDDDDDDDDDDDD questo capitolo è un pochetto strano, no? Beh, aspetto recensioni, come sempre! 8, wow, fantasticoooo!!!

Scusate, ma non ho molto tempo. Quindi, ringrazio di cuore tutti quelli che leggono, chi mi tiene nei preferiti e chi recensisce. Mi fa moltissimo piacere, grazie tantissimo!!

Baci, Barbycam          

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Capitolo 13
*** Il litigio e la riappacificazione ***


<< Andrea

<< Andrea!!! >> La ragazza si volta. E lo vede. È lui. Non c’è altra spiegazione. Perché??

 

<< Tom, cosa vuoi? >> Dura, troppo cattiva. Sente la tensione nell’aria, qualcosa che non va. Ed eccolo, il qualcosa che non va.

Dietro al gruppo, che ha mollato a casa da sole la nonna e la zia di Max, c’è un altro gruppo. Di ragazze soltanto. E lei, Andrea lo conosce bene quel gruppo. Sono le gatte, le ragazze più gettonate della scuola dove andava con la gemella. Carola, Chiara e Caterina. Le tre C della scuola. Inutile dire per cosa sta la C.

Le tre si avvicinano alla ragazza, guardandola dall’alto in basso. Contemporaneamente si mettono le mani sui fianchi e muovono la testa come per dire no.

 

<< Guarda chi c’è. Andrea Snake Mastello… ma che piacere! >> Esclama la prima, Chiara, con i capelli lunghi platinati fino alla vita e gli occhi scurissimi, quasi neri. Che cosa ci sia di bello in lei, oltre al fisico da modella, proprio non lo sa la Mastello, che la fissa con sufficienza.

 

<< Non posso dire la stessa cosa, perché per me non è un piacere. >> Sibila la rossa, stringendo i denti. Accanto a lei c’è ancora la macchina.

 

<< Oh… non bisogna essere così acide con le proprie amiche… >> La ragazza che ha parlato adesso, è niente popò di meno che Carola. Sì, la famosa Carola, quella che aveva rubato Alessandro a Max. Capelli alle spalle neri con gli occhi azzurri e fisico da pallavolista. Acida come un limone marcio.

 

<< Non lo sarei se voi foste, effettivamente, le mie amiche. >> Altra risposta sibilata. Il suo gruppo le va dietro, pronto a darle sostegno, e sembra solo in quel momento che si accorgono di Bill.

 

<< Ti stavi facendo caricare? O stai aspettando per lei/lui? >> Fa l’ultima, Caterina, con i capelli castano scuro fino a metà braccio e occhi nocciola. Le famigerate tre C, le tre più gettonate e le tre più facili della scuola. Tutti i ragazzi possono vantarsi di essersi portati a letto una delle tre, se non tutte. Bill non si indigna neanche per l’insulto della ragazza, si limita a guardarla dall’alto in basso, con scetticismo. A lui neanche piace. Quella a cui veramente fa male, è Francesca. Freme dalla voglia di prenderle a botte quelle.

 

<< Cosa hai detto? >> Sillaba, con i pugni stretti in una morsa e gli occhi chiusi. Francesca ha una piccola particolarità, se si arrabbia, i suoi occhi diventano ancora più chiari. Nessuno sa realmente come fa, ma lo fa ogni qual volta si arrabbia veramente. E lì, c’è solo da scappare.

Caterina la guarda, con un’espressione falsamente dispiaciuta sul viso perfettamente truccato.

 

<< La Regina di Ghiaccio ha trovato un, o è una?, fidanzato?? Beh, auguri! >> Saette passano tra gli occhi ormai grigi di Francesca e quelli nocciola di Caterina. Si sente la tensione che sale nell’aria, e nessuno ha voglia di litigare proprio in quel momento. Bill mette una mano sulla spalla della sua ragazza, facendola sussultare. Lei non si gira, continua a mandarsi saette cariche d’odio con Caterina. Si odiano quelle due.

 

<< Lasciami, maledizione. >> Sussurra, pronta a scagliarsi con tutta la sua rabbia contro la ragazza, ferma davanti a lei. Andrea decide di intervenire. Si mette davanti alla gemella e prova a salvare la situazione catastrofica.

 

<< Sentite. Perché non facciamo finta che non sia successo nulla e ce ne torniamo tutti a casa? >> Chiede, con la voce più calma che ha in corpo. Sa che se sua sorella si arrabbia, non ce n’è per nessuno. Sa che se Caterina rimane ancora lì, davanti a loro, sua sorella si arrabbierà.

 

<< Perché dovremmo? È un’incontro così interessante… >> Esclama Carola, avvicinandosi sensualmente a Tom. 

Snake, si sta avvicinando a Tom. Non sei gelosa?

“Sì… ma non siamo mica sposati…”
Smettila di fare la vittima Andrea e reagisci maledizione!” VANDA ha ragione.

“Ma io non posso fare nulla.”

Stupida, invece che pensare a rispondere a me, dalle una bella testata e falla ragionare!

Andrea si riscuote appena in tempo, per vedere che Carola ha appoggiato la mano sul petto del ragazzo. Del suo ragazzo.

 

<< Ehi, mollalo… >> Dice, spostando violentemente la mano della ragazza. Si mette davanti a Tom, mentre Francesca si scaglia su Caterina, iniziando così una rissa tra ragazze che neanche il Wrestilng femminile può comparare. In pochi secondi, Bill e Chiara le dividono, ma non sono indenni. Lui, ha preso una botta sulla guancia, mentre Chiara si è messa a zoppicare dopo una taccata perfetta sul collo del piede. Le due litiganti invece sono messe male. La rossa ha dei graffi sul viso, causati dalle unghie lunghe dell’altra, e qualche livido sulle braccia. Caterina invece è piena di lividi e ha le guance rosse. Oh beh, ha risparmiato sul fondotinta, pensa acida Francesca, ingoiando della saliva. Bill la stringe forte, per evitare qualsiasi altro attacco. È commosso perché ha fatto quello per lui. Le bacia la tempia, sorridendo. Subito Francesca si calma e i suoi occhi tornano lentamente azzurri e limpidi.

 

<< Senti, mica è il tuo ragazzo… >> Sbotta Carola, mangiando con gli occhi Tom, che però sembra essere indifferente. E questo fa sorridere la Mastello, che si mette le mani sui fianchi esili e la squadra da capo a piedi.

 

<< Con lui non attacca bella. >> Asserisce, con un sorriso maligno sulle labbra. Tom si risveglia in quel momento e la guarda. È il primo sorriso che gli aveva rivolto, prima di malmenarlo, certo, ma comunque il primo. Poi ci sono stati anche altri sorrisi, piccoli, a volte solo ghigni malefici, altri sorrisi divertiti e sarcastici. Ma sinceri, neanche uno. O almeno, nessuno fino a quel momento. Momento in cui, il ghigno, si trasforma in un sorriso aperto alle parole di Tom.

 

<< Non mi piaci neanche un po’. >> Il sorriso sulle labbra di Andrea si allarga e abbaglia quanto degli abbaglianti. Si volta verso Tom, che rimane a boccheggiare davanti a quel sorriso. È così bella quella ragazza. Gli occhi stranamente luminosi e le labbra stirate in un sorriso radioso. Cosa alquanto strana per una come lei, che sorride ogni morte di papa. Si guardano un attimo negli occhi, attimo in cui il ragazzo si perde completamente nel blu di quelle pozze.  A distoglierli da quel contatto visivo, è un urlo di Carola, che ha appena capito di essere stata rifiutata per la prima volta in vita sua.

 

<< Ma… ma… ma… RAGAZZE! Andiamo, non meritano il nostro essere presenti! >> Grida acuta pari ad un ultrasuono. Le altre due c le si avvicinano e la accompagnano via, Caterina barcollando un po’.

 

<< Ehm… la vostra presenza… va beh, non importa… >> La corregge subito Max, abbracciata a Francesca. Scoppiano tutti a ridere, mentre un altro urletto isterico da parte di Carola li accompagna sulle risate.

 

<< Ragazzi… ma quanto odio Caterina!! >> Gracchia Francesca, tornando ad abbracciare Bill.

 

<< Ehm, scusate. Rossa, entri o no? >> Una voce esterna, non conosciuta, li fa sobbalzare. Nessuno si è accordo della macchina che sta a fianco di Andrea. Tutti si voltano verso di lui, mentre la rossa in questione inarca un sopracciglio.

 

<< No. Aria! >> Poi, allegramente e tutti abbracciati, se ne ritornano a casa a vedere cosa è successo con le due vecchie a casa. A pochi metri dalla porta di casa, Max ha un cedimento. Subito, dietro di lei la prende Georg. Max è sempre un po’ stata per i mancamenti. È sempre stata un po’ debole di fisico, mentre di carattere… si farebbe menare pur di non abbassare lo sguardo. È strana come ragazza. Debole fuori ma forte dentro.

 

<< Stai bene Max? >> Le chiede subito Stefania, guardandola con gli occhioni sgranati. Max annuisce e si rimette in piedi, ancora barcollante. Accanto a lei, Georg le tiene un braccio e le mette una mano sulla schiena per aiutarla. Lei diventa tutta rossa e si stacca immediatamente, lasciando il ragazzo stupito. Apre la porta di casa, con fare autoritario ed entra dentro, con la banda dietro tutta sorridente. Ma dentro è successo qualcosa… qualcosa che non si può riparare.

 

<< No-nonna? >> Chiede tremante la mora, mentre le mascelle degli altri ragazzi cadono a terra per la sorpresa.

 

To be continued sisi

 

 

Ihihi… Lucy sa perchè ho messo il pezzo di Caterina. Non è vero Lucy mia? Scusate, ma non ho molto tempo. ^^ ringrazio tantissimo tutti quelli che leggono ed in particolare: Muny_4Ever, picchia, smokeygirl, babygirlLucy (la mia gemella mancataaaa!! Tesoro mio, grazie di tuttissimo, tvttttb) e GEMMA93. grazie a tutte, veramente!!

Uh! Sono aumentati, 15 °° *me felicissimissimissimissima* vado, kiss a tutti, Barbycam  

  

 

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Capitolo 14
*** < Inserire il titolo che più vi piace > ***


Passano i giorni in casa

Passano i giorni in casa. Dopo quella piccola litigata tra Tom e Andrea, ce ne sono state molte altre… che non hanno fatto altro che accrescere l’attrazione che c’è già di per sé tra i due.

 

È domenica mattina, presto, troppo presto per Max, che però non ha chiuso occhio per tutta la notte. Si è ritrovata il gatto sulle gambe e si è svegliata, brontolando. Ora è seduta sul divano con lo sguardo fisso sulla televisione spenta. Ma perché mi sto facendo tutte queste seghe mentali??? Lui non mi piace giusto?? E allora perché sto così??? Sbuffa scocciata, prendendo in mano il telecomando. Ma poi si guarda attorno e il suo occhio scatta sull’orologio in soggiorno. Le 6. Le 6 di mattina e Max Criso è già sveglia. È un evento più unico che raro, dato che è una domenica. Improvvisamente, un rumore di piatti la fa sobbalzare. Pianta il telecomando sul cuscino e si alza in piedi, dirigendosi a passo felpato verso la stanza insonorizzata. Apre di scatto la porta, vedendo una cosa che non è preparata a vedere. 

 

*-*

 

È seduta a gambe incrociate nel letto. Le coperte sotto di lei, mentre il viso stanco si posa sul suo compagno di stanza. Tom. È così tranquillo mentre dorme che non sembra neanche lui. Scuote la testa e punta gli occhi blu verso un punto impreciso nel muro. Che diventano due.

Snake… è meglio se ti dai una mossa!!

“A fare cosa?”

Se non ti muovi, troverà una ragazza migliore di te…

“Che la trovi, ne è pieno il mondo!”

Non ti facevo così.

“Capita.” Sbotta mentalmente, mentre si alza in piedi e va all’armadio. Si infila una maglia a caso e un paio di pantaloni. Poi, si passa una mano sugli occhi stancamente. Va in bagno e si lava il viso. Occhiaie. Continua a non dormire. Non lo sa cos’ ha, sa solo che la notte non dorme, e quelle poche volte che lo fa, basta un colpo alla finestra per svegliarla. Apre l’armadietto sotto al lavabo e prende una boccetta di vetro. Si guarda con circospezione attorno, prende una pastiglia e la butta giù. Poi guarda l’ora. Le 6. Come al solito, sveglia prima di tutte, e tutti, in quelle settimane. Scende le scale barcollando un po’. Si avvia in cucina senza fare rumore, quando vede sgattaiolare Max verso la sala insonorizzata. Così la segue e si ferma dietro di lei, con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata.

 

*-*

 

Si guarda attorno spaesata. Sicuramente, staranno tutti dormendo. Ha fatto un sogno strano. Ha sognato la fine della convivenza. Eppure, non ne è stata felice, come si sarebbe aspettata, ma triste. Perché i ragazzi sarebbero dovuti andare nuovamente in Germania e loro avrebbero dovuto cominciare il loro tour oltre oceano. Ma in fondo, di che cosa si preoccupa? Mancano ancora un mese e mezzo all’addio. Addio, che poi, conoscendoli, sarebbe stato solo un arrivederci. Scuote la testa e l’occhio azzurro le cade su Bill. Bill… la testa d’istrice. Se lo ricorda quello che ha pensato di lui quando l’ ha visto in foto in un articolo.

 

Flashback

<< Ragazze… ma questo ha messo il dito nella corrente? >> chiese Andrea, indicando un ragazzo moro, con i capelli schizzati in aria.

<< Aha, parla per te Andre, che a volte sembri un panda con i tuoi occhi neri. >> le rispose con un sorriso Francesca. Prese il giornale e lo guardò meglio. Era bello, tanto bello, e gli occhi nocciola erano così dolci, che quasi si sentì sciogliere dentro.

- Allora ragazzi, come vi trovate in Italia? – chiedeva la giornalista al gruppo. – Benissimo, qui il cibo è fantastico! – rispondeva il cantante. Evidentemente era quello con i capelli a scossa elettrica. – E anche le ragazze sono fantastiche. – nell’articolo diceva che aveva risposto Tom. Non aveva idea di chi fosse. Ma sapeva perfettamente che il loro destino si sarebbe incrociato con quei quattro ragazzi, e soprattutto, il suo con quello del ragazzo dalla scossa elettrica!

Fine flashback

 

 

Ora lo guarda. E pensa, che aveva ragione. Il suo destino si è incrociato con la testa d’istrice. E la cosa, non le dispiace affatto. Si alza dal letto, anche se lo sente miagolare qualcosa di incomprensibile. Va all’armadio, prende la prima cosa che gli capita a tiro e se la infila, guardando l’orologio. Le 6. Possibile che si sia svegliata così presto?

Scende le scale silenziosamente, per poi avviarsi direttamente in cucina. Ma si ferma prima, dato che vede sulla porta, aperta, della sala insonorizzata la sua gemella e Max.

 

<< Che succede? >> Chiede a bassa voce, avvicinandosi a loro. Ma si risponde da sola, quando vede l’interno della sala.

A terra, sdraiati, vestiti e con tanto di coperta, ci sono Gustav e Stefania, abbracciai come due bambini. Max fa qualche passo indietro e chiude la porta, delicatamente. Beh, evidentemente, avevano pensato che nessuno li avrebbe mai visti perché si sarebbero svegliati prima di tutti.

 

<< Ehm… perché… perché erano sdraiati nella sala prove? >> Fa in un sussurro Francesca, sedendosi su una sedia in cucina. Le altre due si siedono una di fronte all’altra e scuotono la testa.

Passano minuti in silenzio, ognuna con i propri ragionamenti in testa.

Poi, improvvisamente, la mora scatta in piedi e comincia a preparare il caffè. Le due gemelle invece rimangono immobili. Una che fissa l’altra parte di sé, l’altra che guarda fuori dalla finestra.

Era da un po’ che non osservava la sua gemella. Ha una maglia che non le ha mai visto addosso e dei pantaloni che probabilmente ha comprato con Stefania. Eppure c’è qualcosa di strano in lei, qualcosa che la fa sembrare diversa.

 

<< Fra, tutto bene? >> Le chiede la gemella, sorprendendola a fissarla. Non pensa neanche che potrebbe avere qualcosa di strano. Pensa subito che sua sorella abbia qualcosa.

 

<< Uh? Sìsì, non ti preoccupare! >> Risponde lei, con un sorriso raggiante. Uno dei suoi, di quelli che farebbero cambiare idea ad Hitler sugli ebrei.

 

<< Andre, che intenzione hai con Tom? >> Improvvisa e distruttiva, Max pone la domanda che le gira in testa da un paio di giorni. Le saette che si mandano sono sempre più frequenti, ma sempre meno velenose. Si stanno addolcendo e tra poco, probabilmente, si scioglieranno. Il Sex Gott Tom Kaulitz ha trovato la sua bella. La Snake Andrea Mastello ha trovato pane per i suoi denti. Insomma, della serie: Dio li fa, poi li accoppia. Snake si volta verso la sua amica, che le porge una tazza di caffè nero bollente, e arriccia le labbra.

“Che intenzioni dovrei avere con Tom?”

Ah non lo so, prova ad indovinare!

“Ma a me non piace!”

Snake, non lo sai quante ragazze vorrebbero essere nella tua situazione.

“Farei volentieri cambio.”

 

<< Che intenzioni dovrei avere? >> Grugnisce, prendendo un sorso di caffè.

 

<< Non lo so, si vede lontano un miglio che ti piace. >> Dice tranquillamente la mora, facendola sobbalzare. Lontano un miglio. È così evidente?

 

<< Non è vero. >> Sussurra, con un’altra sorsata. Francesca sorride enigmatica.

 

<< Tu piuttosto, che intenzioni hai con Georg? >> Ribatte la rossa minore, volgendosi verso la sua amica. Questa scrolla le spalle, risoluta. Non lo sa.

 

<< Non ne ho idea. >> Risponde tranquillamente Max, sedendosi davanti ad Andrea. I loro sguardi sono intrecciati, come in una tacita sfida, una che solo loro sanno fare.

Se deve succedere qualcosa, succederà., dicono i loro sguardi.

A rompere la quiete quasi surreale che si è creata in quella stanza, sono i ragazzi, non del tutto svegli e per niente socievoli.

 

<< Ciao. >> Borbottano all’unisono, accalcandosi alla macchinetta del caffè per prenderne una tazza.  Le tre si guardano negli occhi incuriosite.

 

<< Come mai già svegli? >> Chiede la mora, con un sopracciglio inarcato. I tre si girano verso di lei e la fulminano con lo sguardo.

 

<< Siamo caduti dal letto. >> Rispondono in coro, facendo scoppiare a ridere la rossa maggiore, seguita subito dalla gemella e dall’amica. Si guardano negli occhi, shokkati dalla reazione delle ragazze, e si siedono sconsolati sulle sedie. Ma prima di sedersi, Bill si ferma a baciare sulla tempia la sua ragazza.

Intanto, Tom guarda la sua compagna di stanza. Bella, bellissima. Davanti agli occhi gli passa l’immagine del sorriso di qualche giorno prima. Perché non sorride mai quella ragazza? Perché ha sempre il broncio? Non lo sa, ma vuole scoprirlo. Poi, passa a osservarle il corpo. Perfetto, fasciato da una maglia che… che è sua.

 

<< Ma non è mia quella maglia? >> Chiede, aspettandosi una risposta negativa. Andrea si guarda la maglia, poi si batte la mano sulla fronte. Eh già, ecco cosa stava fissando prima Francesca! Si alza immediatamente e, molto lentamente, se la sfila, rimanendo in reggiseno davanti a tutti. La gemella si alza e copre gli occhi al suo ragazzo, rimasto imbambolato a guardarla, e lo stesso fa Max con Georg. Quella visione, non di Andrea in reggiseno ma di Georg che sbava per Andrea, l’ ha mandata in bestia. E Tom, rimane come un povero scemo a fissarla, più svestita che vestita, davanti a lui. Il primo contatto fisico che hanno avuto, è stato quando lei lo ha picchiato, nel ristorante. Da quel giorno, ha capito perfettamente che lei sarebbe stata un grande problema. Forse troppo grande. Ma ormai si sa. Tom Kaulitz non rifiuta mai una sfida. E ormai, si è prefissato che deve averla. Ad ogni costo. Le si avvicina e le prende una mano, trascinandola in salone. Lei alza un sopracciglio confusa, fermandosi e guardandolo negli occhi. Ma li sgrana, perché in quegli occhi nocciola, che ha visto ubriachi, c’è una passione strana. La passione che è consapevole avere nei suoi occhi.

È il tuo momento Snake.

 

 

1) capitolo schifoso e lo so, ma l’ispirazione sta andando a farsi benedire ed è appena partita.

2) capitolo corto che mi serve per vedere cosa volete che accada. Sisi, me curiosa. Così, prenderò spunto dalle vostre idee e forse verrà fuori un capitolo meno schifido.

Scusate, sono di fretta, baci a tuttissimi, vvb! 

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Capitolo 15
*** Reclusione a Mantova: The Beginnin ***


Occhi negli occhi, mano nella mano… c’è qualcosa di assolutamente irreale in quella strana posizione per loro due

Occhi negli occhi, mano nella mano… c’è qualcosa di assolutamente irreale in quella strana posizione per loro due. Qualcosa di completamente strano, quasi impossibile. Non stanno litigando. Ed è principalmente questa la cosa che preoccupa di più gli altri coinquilini svegli. I quattro in cucina si lanciano sguardi carichi di significato, pronti per una sfuriata da parte di Andrea. Ma c’è silenzio. Quel silenzio gravido di tensione dei film, dove i due protagonisti non dicono una parola, ma si guardano negli occhi, solo per mettere l’angoscia agli spettatori. Ed è proprio quell’ansia che sta uccidendo quei ragazzi.

 

Per fortuna, o forse sfortuna che dir si voglia, il telefono squilla, interrompendo quegli scambi di sguardi troppo intensi. La rossa va all’apparecchio, sbattendo un paio di volte le palpebre e ricominciando a respirare come una ragazza normale. Intanto, Tom, scappa in camera sua, diventato tutto rosso come un peperone. Al che, Bill e Francesca lo seguono di corsa. Lei perché vuole aiutarlo, lui perché è il suo gemello e deve aiutarlo in questi momenti.

 

<< Pronto? >> chiede con voce roca la ragazza.

 

<< Oh Andrea!! Cercavo proprio te! – lei impallidisce. Quando il capo la chiama per nome ci sono guai in arrivo. Per lei, ovviamente, perché per lui è sicuramente un’idea fantastica. – Mi hanno regalato un bonus per quattro persone a Mantova. >> “E chi se ne frega??”

 

<< Ah… wow! Perché lo volevi dire proprio a me? >> non ne è certa, ma ha una brutta, bruttissima sensazione.

 

<< Perché io non ho figli… e mi è giunta voce che tu e Max non siate ancora fidanzate con due di quelli. >> il telefono le cade di mano e lei rimane impietrita. Si guarda attorno in cerca d’aiuto, ma in salone è sola. Così riprende il telefono in mano e lo rimette all’orecchio tremante.

 

<< E quindi?? >> ma ha paura di sapere già la risposta. Perché il capo non è solo il capo. Il capo è anche il loro padre. Pretende di sapere gli spostamenti e tutte le cose che controllerebbe un padre geloso.

 

<< Quindi – è sicura che dall’altra parte lui stia sorridendo malignamente. – ci andrete voi quattro. >> “Oh, grandioso!”

 

<< Ah. >> solo Ah. Non riesce a pensare ad altro, se non che dovrà stare in camera con… Tom… e la cosa la spaventa di molto. 

 

<< Non sei contenta? >> “Stronzo”

 

<< Eh! Una cosa impressionante! >> scherza la ragazza, senza neanche l’ombra di un sorriso. Chiude la chiamata e si morde la mano per evitare di urlare dalla frustrazione. Cavolo, a Mantova in hotel con quello? E Max e Georg, certo, ma di loro non si lamenta. Con la faccia da funerale rientra in cucina, ancora in reggiseno. Prende in mano una tazza piena di caffè bollente e lo butta giù, ignorando bellamente il bruciore alla gola e le occhiate incuriosite di Max.

 

<< Tutto bene Andre? >> le chiede infatti questa, notando con che foga beve il caffè appena fatto.

 

<< Una meraviglia. Dobbiamo andare a Mantova, dato che il capo ha vinto un premio di non so cosa… in pratica, io, te, Georg e quell’altro andiamo perché siamo ancora ‘scoppiati’. È fantastico! >> borbotta in risposta, posando la tazza nel lavandino. Gli altri due si guardano negli occhi confusi. Mantova? Scoppiati? Ma che diavolo è preso al capo? Max scuote la testa e scrolla le spalle. Tanto, per lei è solo questione di tempo. O almeno così crede.

 

<< Quindi… dobbiamo andare a Mantova… e ci dobbiamo fidanzare? Ma che è, scemo?? >> sibila la moretta, lanciando uno sguardo veloce a Georg. Il perché lo stia guardando così spesso in quel periodo non lo sa… forse è stata colpa di Matilde che le ha messo in testa che le piace… o forse semplicemente si sta accorgendo che non è brutto per niente.

 

<< Esatto. Bah, quello è fuori. Io non ho voglia di andare. >> asserisce la rossa, mordicchiandosi il piercing. Sta ancora pensando a poco prima, alla scena da film. Si è trattenuta dal saltargli addosso. Si è trattenuta da fare qualsiasi cosa solo per non dargli la soddisfazione. Perché lei non cede facilmente. Lei è una dura da conquistare. Allora, lui come ha fatto? Perché ormai l’ ha capito. Per quanto continui a ostinarsi di non amarlo, lei lo ama. Della serie, più lo dico, meno me ne convinco.

 

<< Beh, senza contare quello, Mantova è bella. >> Max sta cedendo. Se lo sente, sta per cedere. In fondo, non lo ammetterebbe mai, ma l’idea del capo è piuttosto buona.

 

<< Hai ragione… e poi, noi non ci abbattiamo mai, giusto Max? >> Andrea ha capito. Ha capito il gioco di Max, e di certo non la lascia sola. Si sorridono.

 

<< Giusto Andre. Uh… chi lo dice a Tom? >> eccola la domanda. La tanto temuta domanda. Chi ci parla con Tom? Andrea si rabbuia e Max le sorride incoraggiante.

 

*-*

 

<< Toooooooom! Daiii non fare così!!! >> Francesca gli mette una mano sulla schiena e si sdraia accanto al rasta. Lui è a pancia in giù, con il viso nascosto nel cuscino. Si sono guardati negli occhi. Negli occhi, come mai prima. Effettivamente, le situazioni in cui si sono guardati negli occhi senza prendersi a botte sono state relativamente poche. Ed è in quelle relativamente poche che si è accorto di provare qualcosa per lei. La cosa lo fa rabbrividire. Lui odia legarsi a delle persone, perché poi non riesce più a staccarsi.

 

<< Non fare così… la fai facile tu, sei fidanzata con mio fratello! >> la rossa rimane un attimo interdetta.

 

<< Scusa e che c’entra questo? >> risponde infatti Bill, inarcando un sopracciglio confuso. Il gemello lo guarda con gli occhi infuocati.

 

<< Quoto Bill. >> la ragazza sorride e poi torna a guardare Tom. Possibile che sia riuscito a farsi amare da sua sorella?? Possibile che sia riuscito a sciogliere la ragazza meno femminile sulla faccia della Terra?? Evidentemente sì. E la cosa non le dispiace affatto. Anzi, non vede l’ora di vedere altri mezzi litigi amorosi tra i due.

 

<< Va beh, lasciamo stare. Il punto è… che non mi è mai successa una cosa del genere… cioè… Bill… Bill, sai come sono no? Ecco, ed è pressoché impossibile… che… oh andiamo! Non posso essermi… ecco, insomma… >>

 

<< Innamorato? >> propone Francesca, con un mezzo sorrisetto di chi la sa lunga. Perché lei la sa lunga. Sa come ci si sente, sa come si sente lui e sa come si sente sua sorella. Lei sa.

Tom la guarda negli occhi quasi schifato da quella parola, poi però annuisce e sospira pesantemente.  Lui… Tom Kaulitz… il Sex Gott… innamorato… la cosa gli fa piuttosto schifo, anche solo pensata.

 

<< Sì, quella roba lì. – Francesca sghignazza divertita, per poi venire fulminata dallo sguardo del rasta. – Insomma, dai, non posso! Punto e basta, non posso essermi… quello. >> conclude con un sospiro. Manco lui è convinto. Eppure quella situazione gli sembra così irreale… quasi non riesce a crederci.

 

<< Beh Tom, facciamo un gioco. – la ragazza si mette a gambe incrociate sul letto e tira fuori dal comodino un quaderno ed una penna. Apre la prima pagina, scrive qualcosa di stilizzato, poi passa quaderno e penna a Bill, che sorride, complice. – Allora. Bill, tu segna tutto, mi raccomando. La prima persona che ti viene in mente in questo momento. >> Tom sembra rifletterci un attimo, ma il suo sorriso ampliato si fa quasi malizioso.

 

<< Andrea in reggiseno. >> si morde la lingua. Bill segna con la penna la risposta del gemello alla prima domanda, con un sorrisetto.

 

<< Poi, ora ti dico alcune parole e tu dimmi la prima cosa che ti viene in mente. Cosa o persona, intesi. Sole? >>

 

<< Pioggia. >>

 

<< Sorriso? >>

 

<< Andrea. >>

 

<< Luce? >>

 

<< Andrea. >>

 

<< Nero? >>

 

<< Andrea. >>

 

<< Rosso? >>

 

<< Tu. >> Francesca fa un piccolo sorriso. È il turno della domanda trabocchetto. Se risponde ‘Andrea’ anche a questa domanda, è evidente che è innamorato di lei.

 

<< Amore? >> Tom chiude gli occhi.

 

<< Andrea. >> ma si accorge troppo tardi di averlo detto ad alta voce, perché appena riapre gli occhi vede Francesca che sta per mettersi a saltellare di gioia e suo fratello che sta per scoppiare a ridere. << Okay, okay… credo di essere… - prende un profondo respiro – innamorato di Andrea. >> la rossa gli salta al collo con uno scatto, abbracciandolo stretto, mentre Bill scoppia a ridere, piegandosi in due dalle risate.

 

Non ci sono dubbi, nessuno. Tom la odia. C’è poco da dire, la odia e basta. Perché è l’unica che è riuscita a farlo innamorare. La odia perché è bellissima, perché ha gli occhi blu sempre tristi, perché ha quel sorrisetto malizioso che lo fa impazzire, la odia perché il suo broncio sarebbe in grado di sciogliere qualsiasi persona sulla faccia della Terra. La odia perché l’ama, la odia perché è semplicemente lei.

 

Francesca, ancora attaccata al collo del ragazzo, sta per scoppiare a piangere di gioia. Finalmente sua sorella si è innamorata di qualcuno!! E, anche se quel qualcuno è Tom Kaulitz… in un modo o nell’altro dovrà farsi le ossa! Ma alla fine, lo sapeva. Lei e Tom sono troppo simili per non stare insieme. Troppo testardi, troppo orgogliosi, troppo… troppo. Troppo identici per amarsi e troppo diversi per odiarsi. Con un sorriso a 32 denti si alza in piedi, scocca un bacio sulla guancia di Tom (che se la pulisce subito dopo) e dà un bacio vero a Bill, piacevolmente sorpreso dell’azione.

 

<< Con comodo, eh! Vi lascio la camera? >> Bill, mentre bacia appassionatamente la sua ragazza, gli risponde con un bel dito medio tutto laccato di nero lucido. Ma tanto, Tom ha deciso di scendere. E se ha deciso di scendere, scenderà. Rotola fino all’estremità del letto e si lascia cadere a quattro zampe a terra. Si rialza borbottando imprecazioni contro Bill e Andrea, e scende le scale in quattro salti facendo scricchiolare le mani. Si avvia ciondolante in cucina, prende una seconda tazza di caffè e ne ingoia il contenuto, ignorando bellamente il bruciore alla gola.

 

<< Ehi Tom! Abbiamo una novità dal capo! >> squittisce Max, con la voce più dolce che ha. Tom, non fidandosi dell’espressione innocua della ragazza, si volta a guardare l’amico, che invece ha l’aria afflitta.

 

<< Ovvero? >> grugnisce con l’entusiasmo di un condannato a morte.

Il sorriso di Max muta velocemente. Da sorriso ampio e dolce, diventa un ghigno malefico.

 

<< Ovvero… andremo a Mantova… per una settimana… senza Fra e Ste… solo noi quattro! >> conclude indicando gli altri nella stanza. Inutile dire che il caffè gli va di traverso e che, giustamente, finisce sul petto di Andrea, che salta in piedi e si mette ad asciugarsi.

 

<< MA SEI IMPAZZITO RAZZA DI DEFICIENTE??? >> urla, prendendo l’ennesimo pezzo di scottex dal rotolo e mettendoselo sul petto. Tom si asciuga il mento con il bordo della maglietta e sbatte la tazza sul tavolo.

 

<< SCUSA PEL DI CAROTA, È COLPA SUA! >> ed indica Max, che se la ride con aria innocente.

 

<< COLPA SUA??? MA SEI TU CHE MI HAI RIEMPITO DI CAFFÈ!!!!!!!! LEI CHE C’ENTRA?? >>

 

<< SE NON MI AVESSE DETTO QUELLA ROBA ALL’IMPROVVISO, AVREI AVUTO TUTTO IL TEMPO DI INGOIARE! >>  si difende, guardandola negli occhi in cagnesco. Pessima mossa.

 

Entrambi rimangono folgorati dagli occhi dell’altro e restano zitti, in silenzio a fissarsi negli occhi. Come se non avessero visto nient’altro di così bello in vita loro. Come se non avessero appena finito di litigare come due assatanati. Come, semplicemente, due sconosciuti.

 

Lei è persa negli occhi castani di Tom, maliziosi e brillanti, mentre lui è perso in quelli blu di Andrea, orgogliosi e malinconici. Sono indissolubilmente legati, ormai, anche se volessero non potrebbero staccarsi mai.

 

Georg e Max si guardano negli occhi, tesi. Ma poi, sulle labbra di lei si delinea un sorriso dolce. Uno di quelli che non le appartengono.

 

<< Georg, non è che mi aiuteresti… a… a… >> è in difficoltà. Vuole semplicemente andare via di lì e lasciare Tom e Andrea a fissarsi negli occhi, ma non sa che scusa inventarsi.

 

<< Ho capito, muoviti dai… >> il ragazzo fa un smorfia per non scoppiare a ridere e si alza dalla sedia, prendendo per mano anche Max. Lei ci rimane un attimo. L’ ha presa per mano. E allora? Insomma, cosa c’è di strano? Si dà della stupida. Un sacco di ragazzi l’ hanno presa per mano e lei si scandalizza così per… lui?

Georg, approfittando del momento di smarrimento della more, la porta in balcone, sedendosi su una sdraio.

 

<< Ehi, ci siamo allontanati, eh! >> la risveglia, schioccandole le dita davanti agli occhi. Lei scuote la testa e sbatte le palpebre confusa, poi si guarda attorno spaesata. Il ragazzo fa un sorriso, poi scoppia a ridere davanti alla faccia confusa dell’amica. Già, amica… dovrà lavorarci su quell’amica. Dovrà lavorarci eccome.

 

<< Me ne sono accorta, grazie! >> sbuffa, sedendosi sulla sdraio accanto a quella del ragazzo. Ma dopo due secondi, comincia a ridere anche lei, senza saperne il motivo. Solo perché aveva voglia di farlo… e di farlo con lui. Farlo con lui, cos’altro può fare con lui? Di cui ha voglia? un pensiero, uno solo, che la fa arrossire di botto e rimanere in silenzio.

Georg la squadra. È bella, bellissima, anche quando arrossisce, cosa che non accade spesso. Ormai ha capito il carattere di Max, e deve solo trovare il modo di fare breccia nel suo cuore. Come del resto, lei ha fatto con lui senza neanche accorgersene.

 

<< Tutto bene? >> le chiede, con la voce roca. Max sorride e scuote la testa, ancora tutta rossa. Si alza e va ad appoggiarsi alla ringhiera del balcone, guardando fuori. Il sole è sorto da un pezzo e la luce inonda tutto il giardino. Oltre la siepe, si vedono ancora alcune macchine fotografiche di giornalisti testardi, che aspettano imperterriti uno scandalo in quella casa. Se solo sapessero cosa sta succedendo dentro…

Andrea e Tom si sono innamorati; Bill e Francesca anche; lei è in procinto di… con Georg; e Stefania e Gustav stanno insieme da quando si conoscono. Evidentemente non sanno ancora niente.

Sorride e torna a sedersi accanto a Georg.

 

<< Sì, sì. Senti, posso… - sorride ancora più ampiamente e fa schioccare la lingua contro al palato – posso appoggiarmi a te? >> Georg rimane un attimo immobile, senza proferire parola. Fissa negli occhi Max, poi sorride e allarga un braccio, per farla accomodare.

Lei gli fa l’occhiolino e si appoggia alla spalla, per venire subito stretta da lui. Chiude gli occhi e assapora questo momento, come si fa quando si va in posti dove non si ritornerà più. Però, in cuor suo, spera ardentemente che ritorni, perché lei lo adora.

 

--------------

ora mi uccidete. Me lo sento, mi uccidete! Scusateeeeeeeeee chiedo enormemente perdono per il ritardo! Scusate, scusate.  Pliiiiiiiiiiiiiiiiiiiz mi perdonate?? Vi plegoooooo °° ora, rignraziamenti!!! (inizio alle: 18,40)

piscula: allora? Ti è piaciuta l’idea? Mi è venuta in mente mentre tornavo a casa dalla gita di scuola. Pensa un po’ che bello! XD va beh, aspetto la tua opinione, dato che sei stata la prima a recensire =D bacioni!!

Smokeygirl: xDDDD daiiii! XD chiedo scusa! *me dispiaciuta* spero ti sia piaciuto questo chappy sisi! Baci!

Picchia: niente, non facevano niente, si sono solo addormentati xD eccolo! L’impiccio tra Max  e Georg che volevi! XD si comincia adesso, e finirà tra… boh! Non lo so xD ma chi ben comincia è a metà dell’opera, no? =D

Vale Kaulutz: grazie, grazie, ma non mi merito tutti questi complimenti!!! *me tutta rossa* beh, ne saprai presto di più, sisi! Baci!!

gemma93: spero che non sia arrabbiata! Scusate tutti per il ritardo imperdonabile! Beh, come ti è sembrato questo? =) kusse

Mery: provvederò presto, non ti preoccupare! ;-) provvederò prestissimissimo! Grazie tante sisi, bacioni!

TushiUndDark: ehm… *me si fa piccola* ehm ehm *me si ancora più piccola* scusa… °° chiedo perdono! °° lo so, sono imperdonabile, ma dai! Ti prego! Guarda che capitolo che ti ho sfornato!!! XD baci!

Iaia: se ne sono andate, ma torneranno prestissimo! Piccolo spolier J

not so good: non ti preoccupare!! Anzi, l’idea della ‘spedizione’ a Mantova mi è venuto rileggendo la tua recensione, e tornando dalla gita di scuola!! XD quindi grazie delle grandissime idee!!! Spero recensirai anche questo chappy, kiss!

FrancescaKaulitz: credo proprio che il litigio tra David e una delle White lo metterò! Mi piace troppo come idea! Thanks davvero! XD vero, credo di essere abbastanza colpevole di questo J sono un po’ incentrata su Tom e Andrea, ma metterò sicuramente di più sulle altre in questi chap sisi!! Grazie per l’idea! Kiss-kiss

Moony_4Ever: su questo non ci metterei la mano sul fuoco! XD però troveranno un accordo, sisi!! Tranquilla, non ti preoccupare per la recensione in ritardo! Meglio tardi che mai, no? XD ecco, questa sarà la mia filosofia di vita d’ora in poi sisi xD okay. Grazie ancora!

(finito alle: 18,58) Wow, ci ho messo tantissimo!!! Ma questo solo grazie a voi e alle vostre tantissime recensioni!!! 12, ma io sono stra commossa!!! Grazie, grazie davvero! Siete fabulous, tutte tutte!

Ehm… e scusate ancora per il ritardo, spero almeno di essermi fatta perdonare con questo chap! Alla prossima gente!

Vvb, Barby

 

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Capitolo 16
*** Mantova: Giorno uno, parte prima ***


<< Max, io lo odio

<< Max, io lo odio. >> asserisce Andrea, lasciandosi cadere sul letto matrimoniale della sua camera. Max le si siede accanto e si trattine dal ridere.

 

Sono appena entrate nella camera d’albergo di Mantova destinata alla batterista, e già, la padrona della camera, non ne può più.

 

<< No che non lo odi, Andre. >> la rossa la guarda con gli occhi infuocati, anche se sa perfettamente che con Max non funziona. Max è come lei, non bastano gli occhi infuocati per zittirla.

 

<< E invece ti dico di sì! >> risponde, appoggiando la schiena al materasso, e cominciando a guardare il soffitto. La mora sospira pesantemente.

 

Improvvisamente si apre la porta e sulla soglia appare un ragazzetto, di circa vent’anni, con i capelli biondi a spazzola e gli occhi azzurri. Ha appuntato alla giacchetta della divisa il nome: Giorgio. Senza una parola e con lo sguardo alto, entra nella camera e lascia sulla scrivania un biglietto. Si volta e fa per uscire dalla stanza, ma Max lo ferma prendendolo per il polso.

 

<< Ciao, io sono Max, lei è la mia amica Andrea. Non parli? >> il ragazzo le sorride dolcemente e chiude gli occhi.

 

<< Di solito non mi permettono di parlare con i clienti. Ma occhio non vede, cuore non duole, no? >> lancia uno sguardo di sottecchi ad Andrea, che non si accorge di nulla. Continua imperterrita a fissare il soffitto, completamente persa nei suoi pensieri. Max guarda prima Giorgio, che osserva con occhio critico la sua amica, poi Andrea, che sembra non accorgersi di niente talmente presa dal colore emozionante del soffitto.

 

<< Già, il detto dice così. – sorride anche la mora, ritornando a guardare il ragazzo negli occhi. – A proposito, prima, mentre entravamo, abbiamo visto che stanno mettendo a posto la sala. È successo qualcosa? C’è una festa? >> Giorgio inarca un sopracciglio confuso, poi il suo viso si apre in un’espressione trionfante.

 

<< Sì, una festa per il compleanno di uno dei soci. Dice che ci saranno ance due componenti di due gruppi giovanili famosissimi. >> annuisce e Max ghigna. Sente un rumore e si gira di scatto verso Andrea, che ha gli occhi sgranati e la bocca spalancata. Scatta in piedi, rischiando di inciamparsi nelle lenzuola, e si mette affianco della moretta.

 

<< Che gruppi sono?? >> chiede, sperando ardentemente di non essere lei.non ha voglia di firmare autografi, non ha voglia di rispondere a domande sulla sua vita sentimentale, sulla sua vita privata. In poche parole, non ha voglia di essere famosa quel giorno.

 

<< Tokio Hotel e White Rose’s. Non li ho mai sentiti, ma dicono che sono piuttosto bravi entrambi. Poi c’è la mia collega, Alessia, che ne sa meno di me. Beh, almeno non rischiano di farsi sopraffare dalle fan e dai fan, è una festa esclusiva. – prende un profondo respiro e sorride. – Bene, nel biglietto che vi ho lasciato, ci sono tutte le istruzioni per la serata, buona giornata ragazze. >> abbassa il capo in segno di saluto e strizza l’occhio alla rossa. Poi prende e ed esce dalla camera, chiudendosi la porta alle spalle. Solo allora Andrea si lascia cadere stancamente sulla sedia davanti al letto. Si passa la mano sul viso stancamente, stropicciandosi entrambi gli occhi.

 

<< Dai Andre… va tutto bene! >> la rassicura Max, mettendole un braccio attorno alle spalle e tirandola a sé. La rossa sorride. Poi, dopo almeno una manciata di secondi in silenzio, scoppia a ridere come una matta. << Ecco, sei sicura di stare bene? >> la riprende la mora, ridendo anche lei.

 

<< Oh sì! Va splendidamente! Ogni volta che mi fermo a guardare Tom negli occhi, succede un casino, ora il capo vuole che ci fidanziamo e dobbiamo anche andare ad una festa di figli di papà vestite da sera. Va a meraviglia!!!!!!!! >> sorride falsa come una banconota da cinque centesimi e chiude gli occhi. Ha bisogno di Stefania, ha bisogno della sua amica.

 

Neanche a farlo apposta, squilla il cellulare di Andrea e lei lo afferra di malavoglia. << Sì? >> chiede, con la voce più bassa che ha.

 

<< Andre mia!!!!!!!!!!!!!! >> la rossa sposta il cellulare dall’orecchio un secondo, poi se lo riappoggia e sorride radiosa.

 

<< Miseria Ste… sempre la solita, eh? Comunque, sai che ti stavo pensando? >> sghignazza e chiude di nuovo gli occhi.

 

<< Ah sì??? Pensa, qui c’è il capo! Aspetta un attimo amore – Stefania allontana il cellulare dalla bocca e lo appoggia al petto, per far si che Andrea non senta niente. – che c’è? No. No!! Ohhhh che palle!!! Va bene, va bene! – la rossa si trattiene a stento dal ridere e sente che Stefania si è rimessa il cellulare all’orecchio. – Eccomi. No, dice che devi fare la brava, e che devi solo andarci a letto, e che… ehi!!! Che cosa??? No Andre, non ascoltarlo!! >> si sente un piccolo rumore e la voce grossa del capo prende il posto di quella squillante di Stefania.

 

<< Andrea! Quello che Stefania stava cercando di dire, è che ci sono dei preservativi in tutte e quattro le stanze e che nessuno vi darà fastidio se appenderete un qualcosa alla porta! >>

 

<< Capo, senti. Io non voglio andare a letto con uno di loro due… non ci penso neanche, cazzo! >>

 

<< Non parlare così con me, ragazzina! Ahia! >>

 

<< Andre! Sono io! Non ascoltare questo qui!! Non devi mettere fretta al tempo amore, deve accadere perché lo volete entrambi! >>

 

<< STEFANIA!! >>

 

<< Ricordati che il proprietario è un mio carissimo amico! >>

 

<< Capo? >>

 

<< No, sono io! >>

 

<< Aiuto… >> mormora, sentendo la testa scoppiare. Non ci sta capendo più niente, Stefania e il capo non la smettono di passarsi il cellulare e lei è sempre meno convinta della buona riuscita di quella sottospecie di vacanza.

 

<< Andrea, ascoltami. Se non lo vuoi fare, non lo fai, non dare ascolto a ‘sto vecchio bacucco. >>

 

<< Stefania!! >>  si sente urlare il capo, mentre cerca di prendere di mano il cellulare a Stefania.

 

<< Tesoro, senti, ti chiamo dopo, quando il capo non c’è più! Ti voglio bene amore e salutami Max! >>

 

<< Ma… >> neanche il tempo di rispondere, che Stefania ha chiuso la chiamata. Andrea guarda con gli occhi stralunati l’amica, che intanto si sta trattenendo dal ridere. << Che ti ridi, infame… ho i timpani fuori uso. >> a quelle parole Max scoppia a ridere, tenendosi la pancia.

 

<< Beh, pensa che ‘sta sera non ti serviranno! >> dice, tra le risate. La rossa sbuffa pesantemente, si alza e va al comodino accanto al letto, sperando ardentemente che il capo si stesse sbagliando. Apre il cassetto ad occhi chiusi, poi ne apre uno lentamente, molto lentamente, ed impreca.

 

<< Ma cazzo! >> sibila, dando un pugno al muro. Max si avvicina al comodino strisciando sul letto e vede il pacchettino azzurro, senza però capire cosa sia.

 

<< Che succede? >> le chiede infatti, con un sorriso incoraggiante. Si mette a pancia in su e la guarda al contrario. Andrea tira fuori la scatoletta e gliela appoggia sulla pancia, per poi dirigersi alla scrivania a leggere il biglietto che aveva lasciato Giorgio. Prende un profondo respiro e lo apre.

 

<< No, niente di che, se te ne sei resa conto, quelli sono preservativi. – Max smette di ridere e sgrana gli occhi, tirandosi immediatamente su. La scatoletta le cade in grembo e lei la gira, timorosa. Per poco non le viene un infarto nello scoprire che sono esattamente dei preservativi. Sta per parlare, ma Andrea la blocca, cominciando a leggere il biglietto. - Si avvisa la gentile clientela dell’ Hotel, che questa sera ci sarà una festa in bianco e nero. Le donne sono pregate di indossare vestiti o bianchi o neri, ma dai, mica siamo deficienti, sai??, con tacchi a spillo (volere della moglie del socio). Mentre gli uomini, è assolutamente obbligatorio lo smoking. La festa inizierà alle 21.00 nell’atrio dell’ Hotel. Si prega inoltre, di venire accompagnati da un cavaliere o da una dama. Pertanto, è obbligatorio a tutti i clienti dell’ Hotel partecipare, per dimostrare rispetto al socio più importante. Distinti saluti, il Direttore. Sai che faccio Max? pianto un tacco nella fronte della moglie di sto cavolo di socio dei miei stivali! Ma dico, non poteva aspettare una settimana? >> accartoccia violentemente il foglietto e lo lancia nel cestino, facendo canestro.

 

Max si alza in piedi e l’abbraccia, cercando di darle un po’ della sua calma.

 

*-*

 

<< CHE COSA???? >> Tom non è di certo di buon umore. Appena entrato, ha trovato il biglietto sulla scrivania e adesso, che l’ ha finito di leggere, rischia di rompere qualcosa di quella camera. Circa due secondi dopo, entra Georg nella camera, spaventato dall’urlo disumano dell’amico.

 

<< Che succede Tom? >> chiede, ansimando. Il rasta lo fulmina con lo sguardo, indicandogli il foglietto sulla scrivania. Il castano lo legge con un sopracciglio inarcato, per poi riposarlo sulla scrivania e guardarlo torvo.

 

<< Hai letto che succede, no? Smoking… obbligatorio!! No, non ci credo, io non ci vado! Ci rinuncio! Con lo smoking? Ma siamo pazzi? >> blatera, buttandosi a peso morto sul lettone.

 

<< Beh, pensa positivo. Vedrai Andrea con i tacchi a spillo e un vestito da donna. >> butta lì Georg, sedendosi sulla sedia della scrivania.

 

<< Sinceramente non me ne frega un accidente. Io, lo smoking, non lo metto! >> brontola, premendo il viso contro al cuscino. L’altro non sa più che fare. Conosce la testardaggine di Tom Kaulitz, la conosce fin troppo bene. E sa anche perfettamente che sarebbe fiato sprecato cercare di convincerlo. Sbuffa pesantemente, fino a che non sente la porta che si apre.

 

Dopo poco entra una ragazza mulatta, con gli occhi nocciola scuro e i lunghi capelli castani legati in una coda alta, che lascia sfuggire qualche ciuffo sulla fronte. Porta la divisa, con la gonna che le arrivava al ginocchio e la giacchetta sbottonata nei primi bottoni.

 

Georg guarda la targhetta della ragazza: Alessia.

 

<< Scusate, la stanza di Tom Kaulitz? >> il rasta grugnisce da contro al cuscino, e Georg risponde al posto suo.

 

<< Sì, ora è momentaneamente impegnato. >> sorride alla ragazza, che ricambia dolcemente.

 

<< Ah, mi dispiace. Può dirgli che uno dei soci vorrebbe parlargli? Il direttore sostiene che il signor Kaulitz sia una delle persone più esperte in fatto di donne. Vorrebbe parlargli per fargli scegliere le ballerine da assumere per il compleanno del socio. >> squittisce mielosa la ragazza, osservando la figura magra distesa sul letto matrimoniale.

 

Appena sentita la parola ‘donne’ e ‘ballerine’, la figura in questione si alza di scatto e si mette in piedi, ovviamente non senza correre il rischio di cadere a faccia a terra.

 

<< Donne e ballerine? >> ripete, quando si trova davanti Alessia, che sorride luminosa.

 

<< Sempre lo stesso, tu, eh! >> lo rimprovera, con un mezzo sorriso, il bassista, dandogli uno scappellotto sulla testa.

 

<< Ehi, mica ho mai detto di essere cambiato! – si difende l’altro, ridendo. Poi torna a squadrare Alessia, a cui sembra non dispiacere affatto. – Allora? Quando vuole vedermi? >> la ragazza gli strizza l’occhio e apre la porta della camera.

 

<< Se vuole seguirmi. >> sussurra sensualmente, uscendo dalla camera.

 

Tom rimane un attimo impalato, poi sorride trionfante, dà una pacca sulla spalla all’amico e segue Alessia per i corridoi dell’albergo. Dopo circa dieci minuti, la ragazza si ferma e si scosta, per far vedere il suo accompagnatore all’uomo seduto alla scrivania.

 

<< Ecco, direttore. Come voleva, il signor Kaulitz è qui. >> dice atona, per poi voltarsi e strizzare l’occhio a Tom. Esce dalla sala, chiudendosi delicatamente la porta alle spalle.

 

Tom la fissa uscire, poi si siede sulla sedia davanti alla scrivania.

 

<< Perfetto. Posso darti del ‘tu’? – Tom annuisce con un sorrisetto. – Perfetto. Tom, la tua fama è conosciuta in tutta Europa. E visto che alloggi qui per una settimana, perché non approfittarne? Mi fido ciecamente di te, ragazzo. >> l’uomo gli mette una mano sulla spalla e il ragazzo annuisce, grave.

 

<< Dove sono le ballerine? >> chiede poi, con il suo solito sorrisetto malizioso a stendergli le labbra. Il direttore ricambia il sorriso, con uno sguardo d’intesa, fino a che non si sentono dei rumori fuori dalla porta.

 

<< Lei non può entrare qui! >> ringhia un ragazzo. Poi un tonfo sordo e una vocetta femminile.

 

<< La scusi, è un po’ manesca. Ehi! Non ci pensare neanche! Fermati dannazione! >> si scusa, per poi cercare di trattenere la furia che ha causato il tonfo.

 

Tom, da dentro, riconosce la voce di Max. Allora, l’altra potrebbe essere…?

 

Neanche il tempo di finire il pensiero che un uragano dai capelli rossi entra nella saletta spalancando la porta. Subito dietro di lei, entra Max, con gli occhi alzati al soffitto, che le tiene un braccio.

 

<< È lei il direttore di ‘sto albergo? >> chiede pacata Andrea, non notando neanche lo sguardo stralunato di Tom.

 

<< Sì, ma che cosa… - >>

 

<< Ecco, avete una palestra in ‘sto coso? >> Tom si trattiene dal ridere. È sempre più educata quella ragazza. Però non riesce a fargliene una colpa. No, proprio non ci riesce.

 

<< Sì, al piano terra. Se entrate nella hall, la seconda porta a destra, quella grigia. >> risponde terrorizzato l’uomo. Andrea annuisce, si volta ed esce dalla saletta, silenziosa com’era entrata. Max alza gli occhi al cielo e si scambia uno sguardo con Tom, come per dire che è così e che non si può cambiare. Lui ricambia divertito.

 

<< Ecco, la scusi… è leggermente nervosa. Ma non si preoccupi, se riesce a trovare la palestra al primo tentativo si calma e diventa un agnellino. >> fa un sorrisone rassicurante al direttore, per poi uscire dalla saletta e seguire Andrea.

 

<< Erano delle tue amiche, quelle due? >> biascica l’uomo, ancora terrorizzato dallo sguardo assassino della rossa.

 

<< Beh, veramente… sì. E loro due sono voce e batteria delle White Rose’s. >> spiega, cercando di trattenersi dal ridere. Ma non ce la fa, e alla faccia scandalizzata del pover’uomo, scoppia, tenendosi la pancia per non cadere a terra.

 

*ç*ç*ç*ç*ç*ç*ç*ç*ç*ç*ç*ç*ç*

 

ecco… e mi uccidete di nuovo xD sorrytemi *ç* Do you know that I love you, or not? XD

scusate mie fan (ceeeeeeerto -.-’’’’’’’ NdVoi), ma devo correre ^^ grazie a tutte!!

Piscula, FrancescaKaulitz, Anele87, vy, smokeygirl, Muny_4Ever, ada, mery, Anna K.The Best ’96.

Grazie a tutte tuttissime!!

E scusatemi ancora per il ritardo imperdonabile… ‘^^ ma voi mi volete bene così come sono, vero?? ^_^

Besitos!

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