Nel viale dei sogni infranti.

di SynysterIsTheWay
(/viewuser.php?uid=540857)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - La mia storia finisce,non lontano da dove è iniziata. ***
Capitolo 2: *** 2° E lui era nei suoi occhi. ***
Capitolo 3: *** 3.Oh, is under my skin. ***
Capitolo 4: *** 4.Hate, Love ***
Capitolo 5: *** 5.Distruzione. ***
Capitolo 6: *** 6.Quello che non avresti saputo. ***
Capitolo 7: *** 7. Save me ***
Capitolo 8: *** 8. Fear ***
Capitolo 9: *** 9.Hold Me. ***
Capitolo 10: *** 10°Liar. ***
Capitolo 11: *** 11.I'm Louise Witness. ***



Capitolo 1
*** Prologo - La mia storia finisce,non lontano da dove è iniziata. ***


Prologo - La mia storia finisce, non lontano da dove è iniziata.






 
E fu così che io persi la sua verginità.
(Mino Maccari"Fogli da un taccuino")





Sapevo di non esser fatta per vivere una vita normale come quella di milioni e milioni di ragazze della mia età.
In questa fase dell'adolescenza, le ragazze della mia età, nella norma sono studentesse modello o comunque ragazze
che sanno quel che vogliono dalla vita.
Ragazze fortunate, come le chiamo io.
Ma io non sono così. Io ho dei limiti.
Avete presente quelle belle adolescenti che mostrano in ogni film americano che si rispetti? Bene, io non sò neanche cosa
significhi essere un'adolescente dalle prime aspirazioni o comunque sia... una ragazzina pronta ad incontrare un semplice ragazzo
tra banchi di scuola e corridoi.
Io sono fatta per ben altro, o meglio, faccio solo quello che mi è costretto fare per vivere.
In fondo, sono una ragazza normale io...niente capelli biondi,niente forme e niente...di niente.
Semplici capelli castani nè troppo lunghi e nè troppo corti.
Occhi azzurri probabilmente ereditati da mia madre, una bassezza di almeno 1.55 e un corpo esile provocato dalla mia poca voglia di relazionarmi
con il cibo.
Non ho mai amato me stessa ed è per questo motivo che non sarò mai all'altezza del mondo. Le vedete quelle ragazzine lì? Quindici anni e 
una vita bruciata che però riesce a soddisfarle. Forse è questo il mio vero problema, nulla mi soddisfa più o forse nulla è più come prima.
Per farla breve, vorrei ritornare a quando avevo i miei bellissimi cinque anni. Ero una bambina solare dicevano: ridevo sempre ed ero capace
di regalare sempre un sorriso a chi era troppo stanco per ricambiarlo.
Avrei urlato al mondo la mia felicità mi ripeteva sempre mio padre tra le note delle canzoni più belle che mi hanno da sempre ispirata.
Ricordo ancora quando mi sedevo tra le sue gambe ed insieme cominciavamo a cantare a squarciagola le canzoni dei Beatles, di Elvis e addirittura
dei Pink Floyd.
Da piccoli si è felici perchè non si ci relaziona in nessun modo con la realtà. La mia realtà è diversa da quella delle mie coetanee.
Ho diciotto anni e sono costretta a prostituirmi per continuare a studiare come un'adolescente che si rispetti. 
-Vuoi svegliarti mocciosa o pensi che sia io la tua sveglia?- 
Questo è il mio patrigno, Nicholas, e questa è la sua unica premura ovvero quella di svegliarmi la mattina per andare a scuola. 
Ovviamente, lo fa per suo interesse personale dato che più sono lontano da casa e meglio è per entrambi.
Nicholas o meglio Nick, è uno dei regali più odiosi che mia madre potesse mai farmi prima di morire. A questo punto, posso
anche annunciarvi che i miei si sono separati due mesi dopo il mio settimo compleanno. Mia madre se ne andò di casa e mi lasciò da sola
con mio padre che era la persona a cui tenevo di più al mondo. Quando però entrambi morirono in un tragico incidente stradale, la mia tutela
rientrò nelle mani e specialmente nella tasca del mio patrigno che mi ha tenuta con sè per tutti questi anni.
Con la morte dei miei genitori, persi ogni cosa, tra cui anche la mia voglia di vivere. Alla loro morte ero solo una ragazzina di dodici
anni che veniva picchiata e maltrattata da quello che sotto certi aspetti sembra esser un mostro.
Nick,fuori da questa stupida casa, è il classico uomo d'affari e di grande stima che tutti amano solo perchè con la sua bontà e possibilità
si è preso cura di quella che sembra essere la sua figliastra...Quanto si sbagliano.
Nick è un uomo di ben quarantaquattro anni dallo sguardo affascinante e dalla muscolatura forzuta, che prova gusto nel mettere le sue luride
mani sul corpo di una donna e solo contro la sua volontà.
Con precisione, non  sò se si comportava in questo modo anche con mia madre quando stavano insieme, ma una cosa è certa...
non perderà mai questo suo brutto vizio.
Per farla breve, Nick non mi ha adottata come sua figlia per curarmi e tenermi al sicuro data la  la fine che avrei fatto
senza i miei genitori, ma solo per appropriarsi di denaro di famiglia e beni. 
Ed è così che sono cresciuta...tra schiaffi, urla e violenze di ogni tipo che in parte hanno cambiato il mio modo di pensare.
Non mi era concesso guardare la tv come tutte le ragazzine di dodici anni e non mi era concesso scendere al parco per giocare con le ragazzine
della mia età...dovevo solo subire in silenzio senza lasciarmi prendere dalla mia testardaggine o dalla mia impulsività.
Uno schiaffo, due schiaffi, tre schiaffi ed un calcio nello stomaco che riuscivano a bloccare ogni singola parte del mio piccolo corpicino.
Mi rifugiavo spesso nella mia mente, cercando di capire il motivo di questo suo atteggiamento poco gentile, ma infondo sapevo che 
questi suoi comportamenti facessero parte del suo dna...
Eppure, se i miei non si fossero lasciati, tutto questo non sarebbe accaduto. Se i miei genitori non si fossero
lasciati a quest'ora avrei probabilmente l'affidamento ad un parente e non a quell'uomo dal cuore corrotto.
Secondoi voi, cosa avrei potuto fare? Ero solo una ragazzina...una ragazzina violentata all'età di quindici anni da un uomo dall'età adulta.
Al solo pensiero di quella notte, riesco a farmi rigare il viso da una lacrima ribelle che in questo momento sta scendendo giù dalle mie labbra
più salata che mai. 
-Cazzo, se questa troia non si decide a sbrigarsi, la tiro giù dal letto con la forza!-
Mi sembrava strano in effetti non sentire la voce squillante di Meredith... 
Ma dopotutto, Nick è stato davvero così carino a rimpiazzare velocemente mia madre dopo la sua morte, con questa donna alquanto irritante
che dovrebbe essere a questo punto la  sua compagna di vita. 
Anche lei viene picchiata da lui quando è sotto abuso di stupefacenti, ma lei stessa sa bene come tranquillizzarlo a modo suo...
Al solo pensiero, rabbrividisco nel mio stesso letto, alzandomi ed aprendo la piccola finestrina di quella che dovrebbe essere la mia camera.
Come faccio a considerare camera questo schifo? Più che camera sembra essere una prigione. 
Mura bianche ormai sbiadite, letto a baldacchino piuttosto scomodo e una piccola scrivania posizionata proprio accanto all'armadio.
Una piccola luce gialla ricopre una piccola parte della prigione e la scrivania ormai, cade a pezzi.
Dò un'occhiata al paesaggio dinanzi a me, notando il magnifico cielo di New York cosparso da mille nuvole grigie. 
Siamo in pieno ottobre ed io stessa richiudo la finestra dopo aver sentito dell'aria gelida colpire in pieno il mio viso.
-Ti dò cinque minuti per vestirti e portare quel tuo sederino fuori da questa casa mocciosa, mi hai sentito!?- 
Di nuovo le urla di Nick rientrano nella mia testa mentre continua a bussare alla mia porta.
Non rispondo, limitandomi ad osservare il mio riflesso allo specchio che sembra nausearmi ogni giorno di più.
-Buongiorno faccia di cazzo, come ti va la vita? Pronta per una nuova giornata tra scuola, ragazze in rosa e stupidi uomini?- 
Sussurro davanti allo specchio, sorridendo appena per la solita frase che mi ripeto costantemente ogni fottutissimo giorno
della mia esistenza.
Velocemente, sistemo il letto coprendolo poi con la mia solita coperta blu ed il mio piccolo orsacchiotto viola.
Donald è uno di quei soliti orsetti di peluche, con la faccia leggermente consumata ed un piccolo papillon nero legato al collo.
Ricordo ancora quando lo stringevo tra le mie braccia nella speranza che tutto quel dolore...finisse presto.
Tra i tristi e dolorosi ricordi, corro in bagno facendomi una doccia veloce passando più volte le mie mani su quegli ematomi e quei lividi
che non sembrano voler scomparire.
Caccio un sospiro piuttosto amaro dalle mie labbra rosee per poi uscire dalla doccia ed asciugarmi con tranquillità. 
Rietrata in camera, prendo velocemente la mia amatissima felpona dei Nirvana ed un jeans nero strappato che indosso all'istante.
Vestita, ritorno allo specchio dove mi trucco con fermezza riuscendo a fare una linea corretta con l'eyeliner nero e dopo aver messo il mascara, decido
di aggiustare i miei stupidi capelli che non vogliono darmi pace.
Li spazzolo con cura mentre li sento ricadere sulla spalla, più lisci che mai.
Finalmente pronta, prendo la mia tracolla nera e scendo giù in cucina dove ovviamente non farò colazione.
Arrivata in cucina, posso vedere le strane effusioni che si scambiano i due stronzi. Come al solito, un coniato di vomito, mi fa sussultare.
-Cos'è quella faccia mocciosa? Credevo fossi abituata a questo genere di visioni.- Dice improvvisamente Meredith, ancora tra le enormi braccia di Nick.
-Sai com'è Meredith, osservarvi mentre vi palpate non riesce proprio a farmi felice in alcun modo.- Sbotto acida vedendo poi i due ridere
come dei perfetti idioti.
-Cerca di calmarti troietta. Sei in casa nostra e fai quello che ti ordiniamo noi.- Continua la bionda rifatta mentre  mi punta contro
quel dito dall'unghia smaltata in rosso.
-Da quando questa è diventata casa vostra?- Sbotto ancora, riuscendo a far innervosire anche me stessa.
-Dalla morte di quei tuoi stupidi genitori tesoro, ovvio no?- 
Eh no cara, non ti permetto di parlare di loro...
-Non azzardarti a parlare di loro in questo modo Meredith o giuro che...che...- 
-Cosa vuoi fare mocciosa? Ora smettila di scaldarti tanto e vai a scuola.- Nick riesce a farmi morire le mie stesse parole in bocca.
Un leggero silenzio riesce a fare da sfondo alla stanza fin quando poi non decido di ricominciare.
-Come se fossi tu a pagarmi gli studi...- Questa volta, chiunque sarebbe riuscito a notare quel tono di delusione nella mia voce.
-Hai un lavoro che riesce a ricompensarti.- Nick beve un sorso di caffè per poi dire qualcos'altro che evidentemente mi ferirà ancora.
Per evitare altri scontri poco piacevoli, decido di aprire la porta di casa ed uscire nella speranza di poter respirare un pò di aria fresca.
Beh, almeno questa volta, Nick mi ha lasciata andare senza fare ulteriori scenate.
Prendo velocemente l'ipod dalla borsa e mettendomi le cuffie nelle orecchie mi incammino verso la mia solita scuola.
Sento le note di "Polly" dei Nirvana dare un senso alla mia vita mentre scorgo finalmente l'istituto.
Arrivata davanti al cancello, vedo una figura familiare avvicinarsi sempre di più a me.
-Louise!- Si, questo è il mio nome...ve lo avevo detto?
-Angel!- Sbotto felice mentre mi lascio abbracciare da quella che sembra essere la mia più cara amica.
-Temevo che non arrivassi più...- Mi dice con dolcezza la mia amica, passandomi poi la sigaretta che stava fumando.
Prendo tra le dita la sigaretta aspirando poi il fumo che riesce a darmi uno strano senso di tranquillità e libertà.
-Mi sono addormentata tardi e non avevo nessuna voglia di svegliarmi ma Nick e Meredith non hanno esitato a rovinarmi la vita.- 
-Strapperei via ogni singolo capello situato sulla testa di quell'essere così diabolico.-
-Calmati Angel, siamo abituate a questo.-
Un sospiro di tristezza riesce a raccogliere il volto di Angel che mi guarda con dolcezza.
-Un giorno andremo via da quì...-
-Se i soldi ce lo permetteranno...ti ricordo che siamo già diciottenni.-
-Lou, dovresti essere più ottimista!-
-Sai bene che l'ottimismo non è proprio il mio forte...-
Ed è così...io e Angel siamo l'opposto ma in qualche modo, riusciamo a volerci bene.
Il suo vero nome in realtà non è Angel, ma Elizabeth. Ha sempre odiato questo nome e sapendo che gliel'hanno affidato i genitori che tanto odia,ha
deciso di cambiarlo in Angel. Beh, in effetti, tutti la riconosciamo con questo nome. 
Ho incontrato Angel due anni fa in questa lurida scuola e dopo esser state mandate ben tre volte all'inizio dell'anno scolastico nell'ufficio
del preside, abbiamo fatto amicizia con facilità.
Abbiamo cominciato a parlare di noi e di quanto fosse difficile la nostra vita. I genitori di Angel sono persone poco affidabili che perdono il loro
tempo ai casinò, tra alchool e continue perdite di denaro.
Angel non ha mai amato il modo di fare dei suoi genitori ed i comportamenti che hanno con la loro secondogenita.
Carol è la sorella minore di Angel ed è perfettamente amata dai suoi genitori...a volte, loro stessi ripetono alla mia amica quanto sia inutile
messa a confronto con la sua stessa sorella.
Una situazione piuttosto strana ma allo stesso tempo, distruttiva.
-Louise, tutto bene?- Mi domanda Angel, preoccupata.
-Si...tutto bene.- Ripeto facendomi strada ed entrando nell'edificio in cui sto appena frequentando l'ultimo anno.
-Witness, ho bisogno di te!- Ed ecco Ashe avvicinarsi al mio armadietto con quella sua aria da strafigo della scuola.
-Fammi indovinare, non hai fatto neanche oggi quella relazione di psicologia?- Domando con tono ironico, osservando il volto disperato
di uno dei miei più cari amici.
-Come fai a conoscermi così bene? Sono nella merda Witness! Aiutami, ti prego!- Ashe continua a sventolarmi il libro di psicologia davanti
agli occhi, preso da un'innata disperazione che riesce a far ghignare anche Angel.
-E va bene Ashe, ti aiuterò anche questa volta ma solo se...la smetti di chiamarmi Witness.-
-Ma è il tuo cognome!- Ribatte ancora Ashe questa volta con tranquillità.
-Non...-
-Si lo sò Louise, la smetto.-
Lascio un ultimo sorriso ad Ashe per poi rivolgermi alla mia amica Angel.
-Possibile che quando lo vedi non capisci più niente?- Sbotto ironicamente, vedendo Angel tra le nuvole mentre prende i suoi libri scolastici.
-Non posso farci niente...sono cotta di lui dalla prima volta che l'ho visto tra i corridoi di questa magnifica scuola!- Continua
Angel con sguardo sognante.
-Tutto ad un tratto ami questa scuola? Io penso che dovresti farti avanti...cioè, anche uno stupido capirebbe che anche lui prova del sentimento per te.-
-Ma io non posso amare Louise...ti ricordo di quello che sembra essere il nostro lavoro...-
-Siamo costrette Angel...non è colpa nostra.-
Angel sta per ribattere, ma viene interrotta dal suono assordante della campanella scolastica.
Saluto la mia amica, per poi correre verso l'aula di psicologia.
Ho sempre amato questa materia...eppure un giorno mi piacerebbe diventare una psicologa.



























Le ore scolastiche passano con velocità e finalmente posso dedicare un pò del mio tempo ai miei cari amici durante la pausa
pranzo.
Io e Angel prendiamo velocemente il vassoio sedendoci poi al tavolo con i nostri amici.
-Già non ne posso più di questa stupida scuola...- Borbotta Harvey al mio fianco mentre addenta il suo hamburger.
-Oh andiamo Harvey...noi siamo all'ultimo anno, non dovremmo lamentarci.- Continua poi Will di fronte a me.
-Quest'anno ho intenzione di farmi la Smith.- Annuncia all'improvviso Ray osservando quella mandria di ragazzine bionde vestite in rosa.
-Dio quanto le odio.- 
-Ovvio che le odi Angel, fossi almeno la metà di quello che è la Smith!-
-Ma l'hai vista? Capelli biondo platino, sorrisino da stronza ehm...ehm...-
-Non sai più che dire vero? Beh, questa volta Angel, devo dar ragione al mio amico Ray...la Smith è una...-
-Evitate per favore e Ray, ti avverto che la Smith ha già il suo bel cavaliere!- 
-Tu ti arrabbi troppo Angel! Ray stava solo scherzando.-
-Non difenderlo Ashe o ti butto le mie patatine in faccia.- 
-Avanti Louise, siamo uomini!-
-Questo non giustifica le cose! E poi, la Smith come ha detto anche Angel è off limits per voi...-
-Credi davvero che il capitano della squadra di football possa mettermi paura?-
-Non ci provare Ray, l'ho visto un paio di volte nei dintorni e posso assicurarti che ha dei bicipiti che non passano di certo
inosservati.- 
In effetti, ora che si penso,sono l'unica a non aver ancora visto il fidanzatino della Smith. 
Chi è la Smith? Oh, solo una delle solite ragazze-barbie che si aggirano per il corridoio della scuola...
lei è l'ape regina accompagnata poi dalle sue schiavette.
Impossibile non riconoscerle...tutte e ripeto, tutte, vestite in rosa. 
Ed eccole passare dinanzi al nostro tavolo mentre Ray prova inutilmente a salutarla. La Smith, come non detto passa davanti a noi lanciandoci
uno sguardo di superiorità e acidità.
-Inutile anche solo provarci amico, siamo la banda degli sfigati no?- Sbotta Ashe osservando il volto sconfitto di Ray.
Io e Angel iniziamo a ghignare mentre la mia amica, comincia ad addentare il suo hamburger.
Incredibile come si lanciano sguardi di complicità la mia migliore amica ed Ashe...
Sembrano fatti proprio l'uno per l'altra, solo che ancora non lo sanno...o meglio, lui ancora non lo sà.
Lei, capelli neri, occhi a mandorla e labbra a forma di cuore. 
Lui, capelli neri perfettamente lunghi, occhi verde petrolio e sguardo intenso.
Sono la coppia perfetta, non c'è che dire.
Finita la pausa pranzo, ricominciano le lezioni e dopo di esse, sono costretta a tornare a casa.
Al mio ritorno, per mia fortuna, non vi trovo nessuno all'interno così dopo aver studiato per bene decido di rifugiarmi nella mia camera
dove ovviamente mi preparerò mentalmente per la serata.
Mi svesto lanciando a terra i miei vestiti ed entrando in doccia.
Uscita, indosso l'intimo giusto e mi rifugio nel mio armadio.
Questa volta opto per un vestitino nero, piuttosto scollato e corto che mette un pò in risalto le forme che in effetti non ho.
Una giacca piuttosto lunga copre il mio vestito facendomi sentire al sicuro mentre indosso questi strani tacchi che mi faranno sembrare più alta.
Dò una ripulita al mio trucco di stamani ed improfumandomi, scendo nel vialetto dove troverò Angel lì ferma sugli scalini ad aspettarmi.
Entrambe ci prostituiamo da quando avevamo sedici anni...non proviamo nessun piacere nel farlo, ma ci sentiamo obbligate.
Siamo costrette a "lavorare" in questo modo per riuscire a guadagnare qualcosa e continuare i nostri studi per sperare in un futuro
migliore che forse per due stupide ragazzine come noi, non arriverà mai.
Dopo la violenza subita da Nick, mi ritrovai sola tra le strade di New York...vagavo senza meta quando poi un mese dopo, un auto piena di ragazzi
mi si fermò accanto.
Assecondai ogni loro richiesta e questo fu il mio sbaglio più grande. Dopo essermi venduta a loro, mi picchiarono lasciandomi dei dollari a terra
che in parte mi servivano. Da allora mi sentii costretta a questa vita scoprendo che anche Angel ci si ritrovò dentro esattamente come me.
Osservo la mia immagine allo specchio per l'ultima volta uscendo poi fuori di casa ed avvicinandomi alla mia amica.
-Andiamo?- 
Annuisco senza rispondere. Non ne ho più la forza ormai.
Percorriamo le stradine di New York... sempre le solite che ci porteranno ovviamente tra le braccia di quelli che saranno i nostri uomini per
una sola notte. 
Mostri notturni,come mi piace chiamarli,quando non sono pronta per mostrare il mio corpo ad un nuovo ragazzo adulto o ragazzino che sia...ma questo
è il mio gioco e gli altri saranno solo delle comparse.
Tra i vari brividi di freddo, porto i miei tacchi su quel solito marciapiede che percorro ogni singola notte. 
Angel è di fronte a me e sembra aver trovato già la sua prossima vittima. 
Mi fa l'occhiolino la mia amica, entrando poi nella macchina di un perfetto sconosciuto che evidentemente la stava aspettando.
Annuisco guardando intorno le altre donne e ragazzine che cominciano a flirtare con le prime macchine che si fermano mentre io mi limito
a camminare avanti e indietro per la strada sentendo quel grazioso ticchettio che emettono i miei tacchi.
Mi stringo nella mia giacca cercando di coprirmi dal freddo pungente che sembra infastidire il mio corpo ed in silenzio, mi siedo sul bordo
del marciapiede mentre vedo alcune foglie fluttuare nell'aria.
Un'atmosfera che poteva sembrare perfetta ai miei occhi però è appena stata sconvolta da un clacson piuttosto assordante che mi fa spaventare.
Ed eccolo quì,quel solito battito accellerare sempre di più...
Mi avvicino ad una BMW nera e accovacciandomi davanti al finestrino, scorgo l'immagine di un uomo con una sigaretta tra le mani.
Egli abbassa il finestrino dell'auto, dandomi la possibilità di parlare.
-Ciao, vuoi un pò di compagnia?- Odio fare la parte della classica donna affascinante e seducente ma in qualche modo devo pur sopravvivere
a tutto questo.
L'uomo o meglio il ragazzo mi sorride ed io riesco a notare quelle piccole fossettine disegnargli il viso. Un gran bel ragazzo direi...se non fosse
per quello stupido sguardo da maniaco.
Il ragazzo aspira un pò di fumo dalla sua sigaretta per poi incollare i suoi occhi ai miei.
-Tu che dici?- Mi risponde a tono, sorridendo ancora con malizia. 
Una voce seria, ferma e decisa che mi fa rabbrividire.
L'unica cosa che non riesco a mandar giù, è quello sguardo e quel volto da stronzo che lo rende ancora più misterioso ed affascinante.
Ma cosa sto dicendo? Ho detto davvero affascinante?
Sto per ribattere ma lascio morire le parole in bocca vedendolo fumare con non curanza quella sua solita sigaretta. I miei occhi si posano
sul suo viso, scrutandolo a fondo e riuscendo a notare qualche piccolo accenno di lentiggini che ricoprono solo una parte del suo viso.
-Allora? Senti tesoro, non ho tutta la sera...quindi da brava, entra in macchina senza fare storie e fai il tuo lavoro. Ti pago per questo.-
Riprendo i sensi annuendo come un'idiota ed entrando nella macchina del mio nuovo cliente.
Lui butta fuori dal finestrino la sigaretta e mette in moto l'auto rifugiandosi in un luogo appartato dove non ci avrebbe visti nessuno.
Mentre guida con velocità, riesco a notare il suo sguardo pieno di odio e rancore che riesce a gelarmi il sangue. Lui si rende conto
del mio sguardo puntato contro il suo e girandosi verso di me, si limita a sorridermi.
Giuro di non aver mai visto un sorriso più bello in vita mia...
Imbarazzata distolgo il mio sguardo dal suo fissando questa volta il paesaggio attorno a me completamente vuoto.
Mi sposto sul sedile dell'auto con cautela per poi adagiarmi sul corpo del ragazzo che sorpreso, sembra esser pronto ad ogni mio movimento.
Lo guardo negli occhi mentre divarico la schiena verso il volante dell'auto lasciandomi baciare sul collo con passione.
Lo lascio fare per poi prendere possesso con le sue piccole e schiuse labbra che non aspettano altro che esser baciate. Prendo con sensualità
il volto del ragazzo tra le  mani adagiandomi ancor di più sulle sue gambe e baciandolo con passione.
Lui ricambia ogni mio bacio tenendomi stretta a sè,cingendomi i fianchi con le sue stesse mani che non vedono l'ora di entrare in contatto
con la mia pelle.
Con velocità, il ragazzo sotto di me, preme un pulsantino situato proprio accanto al sedile e ad un tratto mi sento tirare in giù dalle sue stesse
mani.
Distesa completamente su di lui, ricomincio a baciarlo questa volta con più decisione per poi sentirlo ansimare. Stanco di tutta questa attesa,
il ragazzo si disfa completamente della mia giacca e del mio vestito per poi posare le sue calde mani sulla mia schiena.
Mi slaccia il reggiseno continuando a baciare la mia pelle ormai nuda mentre io riesco a posare il mio sguardo sugli enormi tatuaggi disegnati
sulle sua enormi braccia.
Non riesco ad identificare bene i tatuaggi e distolgo il mio sguardo da essi quando mi sento portare di nuovo giù. Questa volta, sono io a stare sotto 
di lui.
Sento il mio cuore battere a mille vedendolo sorridere. Mi sento improvvisamente strana...beh comprensibile no? Tutti gli uomini con cui sono
andata a letto non mi hanno mai sorriso e la maggior parte delle volte, quando mi toccavano, riuscivano sempre a far emergere quel senso di violenza
di cui una donna non deve aver bisogno.
Ma il suo tocco è diverso...è delicato ed intenso. Non avevo mai provato una sensazione del genere, ma per la prima volta, sento di poter svolgere
al meglio il mio "lavoro".
"Smettila di sorridere" Ripete una vocina nella mia testa e disfandomi finalmente anche dei suoi indumenti, passo al resto.
Ci baciamo a lungo sentendo poi il bisogno di spingerci oltre. E bene si, il resto potete bene immaginarlo no? 





























Lui si riveste velocemente, lasciandomi sul sedile dell'auto ancora senza vestiti.
-Ci sai fare.- Sbotta il ragazzo dai capelli corvini mentre aggancia i bottoni del suo pantalone.
-Beh, cosa credevi?- Ribatto acida alzandomi dal sedile per poi riprendere i miei vestiti.
-Perchè lo fai?- 
Cosa!? Cioè ho sentito bene o forse sto solo immaginando tutto?
Nessun uomo mi aveva mai chiesto il motivo di questa mia scelta di vita...di solito dopo esser stati accontentati, spariscono semplicemente senza 
lasciar traccia.
-Non sono tenuta a parlarne con te.-
Il ragazzo annuisce sorridendo per poi rimettersi al volante.
-Quanto ti devo?- Mi domanda con serietà questa volta accendendosi un'altra sigaretta.
-Non importa.- Sussurro mentre metto velocemente l'intimo. 
-Prendi almeno questi.- Continua il ragazzo, mostrandomi delle banconote.
Prendo velocemente i soldi senza guardarlo in faccia per poi prendere il vestito ed infilarmelo, ma mi blocco nel momento in cui vedo i suoi
occhi fissarmi dallo specchietto della macchina,facendomi sentire a disagio.
Quando però il ragazzo capisce di esser stato colto sul fatto, distoglie velocemente lo sguardo dal mio per poi riposizionarsi al volante e mettendo
in moto l'auto.
Vestita, resto sui sedili posteriori prendendo il cellulare nella tasca della giacca per poter guardare l'ora.
Mezzanotte passata, perfetto.
-Non mi hai detto come ti chiami.- Dice improvvisamente il ragazzo cercando di attirare la mia attenzione.
-Non credo sia una buona idea fartelo sapere.- Rispondo riponendo poi il cellulare sempre nella stessa tasca.
Perchè tutto ad un tratto vuole sapere il mio nome? Cosa se ne può fare di questo stupido nome?
-Fai la misteriosa eh?- 
-No, non sono tenuta a darti informazioni sulla mia vita privata nè tantomeno sulla mia identità.-
-Come vuoi.-
Restiamo in silezio per il resto del tragitto mentre io continuo a pensare all'accaduto.
Passo le mie mani sulle mie stesse braccia provando a percepire ancora il tocco delle mani calde e grandi del ragazzo.
Nessuno mi aveva mai toccato in quel modo...nessuno mi aveva mai trattata con tanta dolcezza e nessuno mi aveva mai fatta sentire "desiderata".
Di solito, ogni volta che dovevo vendermi ad un uomo, riuscivo ad impaurirmi facilmente pensando alla reazione strana che poteva avere nei miei
confronti...ma con lui è stato diverso. 
Porto il mio sguardo ancora sullo specchietto dell'auto perdendomi in quegli occhi color nocciola che sembrano denudarmi con un solo
sguardo.
-Sei a destinazione.- Continua il ragazzo fumando ancora la sua sigaretta per poi gettarla fuori dal finestrino come quando è arrivato quì.
-Grazie.- Rispondo scendendo dall'auto e prendendo le mie cose.
-Dovrei esser io a ringraziarti. E' stata la miglior scopata di tutta la mia vita.- Ed eccolo di nuovo quel sorriso malizioso che riesce
a penetrarmi nell'anima.
Stronzo...forse come tutti gli altri anche solo per il modo in cui ha pronunciato queste parole.
Sbatto con prepotenza lo sportello dell'auto girando i tacchi per raggiungere le mie coetanee sulla solita strada.
Mi guardo intorno sperando di vedere Angel ed infatti eccola lì...
Corro subito da lei vedendo i suoi occhi ormai iniettati di sangue, chiedere pietà.
-Angel...di nuovo?- Domando abbracciando forte la mia amica che continua a piangere sulla mia spalla.
Angel annuisce cercando di sembrare il più tranquilla possibile, ma non lo è.
Come immaginavo, l'uomo di stasera deve averla picchiata senza farsi ulteriori problemi.
Riaccompagno a casa la mia amica per poi dirigermi verso la mia, ma qualcosa riesce a farmi entrare in panico.
Oltre gli schizzi di pioggia, c'è qualcos'altro che non va...
Ma...dov'è finito il mio braccialetto?










































Note dell'autrice.
PREMETTO CHE VICENDE, LUOGHI, PERSONAGGI E QUANT'ALTRO SONO TUTTI FRUTTI DELLA MIA STUPIDA FANTASIA E CHE SONO TOTALMENTE INVENTATI.
Sono tornata su efp!
Per chi non lo avesse capito, sono AmabiliRestiDiSynGates.
Molte di voi, seguivano le mie storie ma purtroppo ho avuto dei problemi con esse e il mio account è stato cancellato (Non per volere mio
ma qualcuno deve avermi rubato l'account).
Sò che molti di voi si aspettavano fanfiction sugli Avenged Sevenfold e vi dico che arriveranno, ma per ora vorrei cimentarmi su questo nuovo
genere.
La storia è abbastanza particolare e non sò a quanti di voi possa piacere ma posso dirvi che ci ho messo davvero il cuore anche perchè
non ero proprio in vena di scrivere dopo tutto ciò che era successo...
Adesso sono quì e spero che continuate a seguire le mie storie perchè mi farà senz'altro piacere.
Ho un nuovo nome come vedete, ma sono sempre io <3

Fatemi sapere se questo prologo vi sia piaciuto con una recensione dato che mi farebbe piacere sapere le vostre opinioni e...al prossimo
capitolo!
xoxo!




Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2° E lui era nei suoi occhi. ***


2° E lui era nei suoi occhi.
 

Due persone che si guardano negli occhi non vedono i loro occhi, ma i loro sguardi.
(Robert Bresson)












 

La scorsa notte, ero tornata a casa completamente inzuppata per colpa della pioggia.
Inutile dirvi chi mi stava aspettando davanti alla porta...
Ebbene si, sono stata picchiata anche ieri sera. Nick era ubriaco ed arrabbiato evidentemente per motivi di lavoro e ovviamente ha deciso bene
di scaricare tutta la sua adrenalina contro di me.
Ovviamente Meredith si è goduta la scena davanti ai suoi occhi, ridendo a crepapelle mentre io ero a terra, morente.
Ero troppo debole per affrontarli ed ero troppo stanca per provare a scappare dalle enormi mani di Nick. Mi limitai ad alzarmi quando
il brutto incubo era ormai giunto al termine e tornai in camera mia, stringendo forte il mio orsetto di peluche e canticchiando una vecchia canzone dei Beatles
per tranquillizzarmi. Un vecchio rimedio che mi ha insegnato ad utilizzare mio padre...
Restai abbracciata al mio peluche per tutta la notte mentre cercavo di dormire con solo una piccola coperta sulle spalle che non mi copriva poi
granchè.
Ho diciotto anni, potrei andarmene da questa squallida cittadina ma...non ne ho la possibilità. Io e Angel prostituendoci stiamo cercando anche
di mettere da parte dei soldi per comprarci un piccolo appartamento in centro e vivere una vita del tutto normale.
Vivere la vita che ancora non siamo riuscite ad ottenere. Io sarei diventata una psicologa e lei una reporter...abbiamo tanti sogni...ma sono sicura
che ben presto, saranno tutti distrutti.
Distrutti forse da quei mostri? I miei mostri notturni...già. 
La cosa che ha sempre fatto del male a me stessa però è il fatto che non riesco più a togliermi dalla testa gli occhi
color nocciola di quel ragazzo...di quel mostro.
Mi ha catturata ed io non avrei opposto resistenza ad uno come lui...non riesco neanche io a capirne il motivo.
-Brandon May!- La voce di Angel mi fa spaventare mentre poggia i suoi libri sul tavolo della mensa sedendosi poi accanto a me.
-Chi?- Domanda Will incuriosito mentre si siede anche lui al tavolo.
-Brandon May!- Ripete Angel con soddisfazione mentre addenta del cibo.
-Ho capito Angel, ma chi è questo Brandon May!?- Continua Will, curioso almeno quanto me.
-Brandon May è il capitano della squadra di football della scuola!- Sorride Angel, scompigliandomi i capelli.
Ho sempre odiato questo suo modo di fare e lei lo sa bene...credo sia per questo motivo che continua a farlo.
-E quindi? Perchè dovrebbe interessarci Angel?- Ribatto prendendo fiato per pizzicare la mia amica che sorride ancora a sua volta.
-Perchè come vedi ho scoperto il nome del fidanzatino della Smith!- 
Quasi mi strozzo con la coca cola nel sentir pronunciare quel cognome. La Smith...solo Dio sà quanto io possa odiare quella donna.
Mi ha reso l'infanzia un vero e proprio inferno come se già non lo fosse stata...
-Brandon May eh? Si...ne ho sentito parlare. Dicono che sia un ragazzo davvero in gamba e che lavora al negozio di dischi della città...- Si intromette
Ashe davanti a me.
-Ultimamente non si fa che parlare di lui in giro...eppure è arrivato in questa scuola solo qualche  settimana fa...- 
-Come mai si è traferito in questa scuola? E' di New York vero Ray?-
-Esatto! Da quello che sò partecipava a molte risse nella sua vecchia scuola ed è stato espulso più di sette volte nello stesso anno.-
-E ci credo, con quei bicipiti che si ritrova!- E rieccola la mia Angel.
-Non tocchiamo di nuovo questo argomento vi prego, ne ho la nausea.- Sbotto infastidita. Insomma, perchè dovrebbe interessarmi la vita della
mia peggior nemica?
-Sappiamo del tuo odio verso la Smith, ma ciò non toglie che riuscirò a portarmela a letto!- Ray è sempre il solito.
Ray è il più estroverso e buffo del gruppo. E' davvero un bel ragazzo, capelli rossi, occhi azzurri ed è un grande appassionato di football americano da quando 
aveva almeno sette anni.
-Sogna Ray, fai parte della banda degli sfigati ricordi? Ci chiamò così due anni fa!- Will è il più diplomatico nonchè intellettuale del gruppo.
Capelli ricci castani, occhi marroni ed è il classico nerd con gli occhialoni da vista neri che passa la maggior parte del suo tempo ad urlare contro
i suoi amatissimi videogiochi.
-Due anni fa appunto! Chi lo sà, forse quest'anno vorrà concedersi a me!- 
Io e Angel scoppiamo a ridere mentre Ray fa il finto offeso. Siamo proprio un bel gruppo e ci conosciamo da ben cinque anni ormai...in effetti
sono gli unici studenti della scuola a conoscere lo stile di vita mio e di Angel. Noi ci siamo sempre fidate di loro ed in effetti, non ci hanno
mai deluse... sono come i fratelli che non ho mai avuto e mi hanno spesso aiutata a superare i miei vari momenti di depressione e tristezza.
-Terra chiama Louise!- Mi urla contro Angel, cercando di attirare la mia attenzione.
-Il braccialetto!- Sbotto improvvisamente attirando l'attenzione dei miei amici.
-Ora che ci penso Lou, non ce l'hai al solito polso...- Continua Will, indicando il polso destro.
-E' da ieri che non riesco più a trovarlo...ho controllato ovunque ma credo di averlo perso...-
-Merda Lou! Sappiamo quanto è importante per te quel bracciale...- Mi dice Ray, toccandomi una spalla per darmi conforto.
-Devo ritrovarlo...-
-L'ultima volta che lo hai visto, dov'era?- Continua Ashe mentre prova ad aiutare la mia memoria.
-Ieri notte sono entrata nell'auto di un ragazzo e...oh cazzo.- 
-Cosa Lou?- Si preoccupa Angel.
-Spero di non averlo perso lì!- Ammetto con imbarazzo mentre osservo gli sguardi abbastanza preoccupati dei miei amici.
-Dovreste smetterla di continuare con...- 
-Non è il momento Ashe! Te l'abbiamo detto troppe volte...è la nostra vita e abbiamo bisogno di soldi.- 
-Ma Angel, siamo amici no? Un modo per aiutarvi lo troviamo.-
-Non sapremo come sdebitarci Ashe e dobbiamo farcela con le nostre forze...- Rispondo cercando di mantenere la calma senza dare alcuna possibilità
ad Ashe di rispondere, ma qualcuno ci ha appena pensato al posto mio...
-Cazzo se voglio diventare bravo almeno quanto lui!- Harvey raggiunge il nostro tavolo, sbattendoci contro il vassoio della mensa. Possibile
che hanno tutti la stessa abitudine?
-Lui chi Harvey?- Domando vedendo il mio amico sognare ad occhi aperti.
-Brandon May! Il ragazzo nuovo...cioè, tre settimane ed è già stato nominato come capitano della squadra di football della scuola! Quell'uomo
è il mio idolo!- Sbotta tutto ad un fiato Harvey, sognando ancora.
Okay, non ne posso più...sono così stanca di sentir pronunciare in giro sempre lo stesso nome e per di più anche dai miei migliori amici!
Sbuffo infastidita per poi riprendere Harvey.
-Idolo? Stai scherzando spero!-
-No Louise, tu non puoi capire! L'ho appena visto giocare e credimi che pagherei milioni pur di poter giocare come lui...Anche Ray prima era in mia
compagnia quando lo abbiamo visto giocare!-
Harvey invece, è un ragazzo davvero buono come il pane. Occhi verdi, capelli leggermente rasati ai lati ed un ciuffo biondo estremamente alto.
Amante della recitazione e indiscutibile tifoso.
-E' davvero così bravo?- Continua Angel sorpresa dalle parole di Harvey.
-Bravo!? Cazzo, è bravissimo! Devo assolutamente entrare in squadra quest'anno!- Sbotta poi Ray, annuendo anche alle parole dell'amico.
-Potete evitare di dire la parola "cazzo" in ogni vostra  fottutissima frase?- Sbotto più acida del solito riferendomi ai miei amici.
-Ah ma cosa ne puoi capire tu di football?- Continua Harvey ironicamente ed eccoci che iniziamo a discutere.
Solitamente, io e Harvey siamo un pò i pagliacci del gruppo dato che discutiamo spesso per cose banalissime. In parte però, sappiamo come divertirci
e far divertire chi ci è attorno.
Finita la pausa pranzo, torno in classe dove dovrò affrontare un piccolo test di algebra.
Mi siedo tranquillamente al mio banco e aspetto con gli altri l'entrata della professoressa Summers, la più egocentrica e spudorata professoressa
di tutto l'istituto.
Ed eccola quì, con quel suo solito tailleur grigio che mette incredibilmente in risalto il colore dei suoi occhi.
Una donna sulla sessantina con grandi aspirazioni e poca pazienza. 
Ci alziamo tutti dai banchi ed in coro le diamo il buongiorno. Lei stessa ci saluta e poi si siede sulla cattedra, aprendo la sua valigietta e prendendo
il test che sarò costretta ad affrontare in questo momento.
-Professoressa mi scusi, posso sedermi accanto alla Witness? Sono da sola nel banco perchè la mia amica non è potuta presentarsi oggi.- 
Non posso crederci. 
-Certo signorina Smith, ma se scopro che è un semplice metodo per copiare o per aiutarvi, sarò costretta a ritirarvi il compito. Sono stata chiara?-
-Certo professoressa.- Risponde la Smith, portando quel suo enorme sedere sulla sedia accanto alla mia.
Quì c'è qualcosa che non va...mi odia almeno quanto la odio io...perchè ha espresso il desiderio di sedersi proprio accanto a me?
-Alla fine dell'ora ritirerò i compiti. Buona fortuna, ne avrete bisogno.- Quel sorrisino avvincente, mi fa salire il crimine.
Okay, devo solo fare questi stupidi esercizi e poi potrò tornarmene a casa senza problemi.
Comincio a lavorare sul mio foglio sbirciando ogni tanto la figura della Smith al mio fianco che sembra esser concentrata sul suo stesso compito.
Una strana sensazione riesce a farmi odiare questo momento, ma mi lascio andare continuando a svolgere gli esercizi.
La Smith, ovvero Chloe - Tiffany - Smith, era una delle mie migliori amiche d'infanzia. Le volevo davvero bene come lei ne voleva a me...ma il suo bene
era completamente diverso dal mio. Lei era sempre la bambina perfetta in tutto, sempre la più amata e la pù rispettata da tutti mentre io ero
la classica sfigatella emarginata che non faceva altro che piangersi addosso per tutto quello che subiva. Le volevo bene ed ero felice
perchè credevo di aver trovato una vera amica...invece lei, voleva solo mettermi in cattiva luce. Non le bastavo più perchè io ero la sfigatella della
scuola mentre lei ovviamente è sempre stata la ragazza più popolare...ovviamente lei non poteva rischiare di farsi vedere in giro con me e questo la portò
a rompere per sempre quello che sembrava essere un legame indissolubile. Insomma, cosa pretendo? Lei è sempre stata l'ape regina nel suo regno e 
doveva avere attorno persone popolari che la facessero sentire ancora più popolare di quanto già non lo fosse, no?
Però forse...questa sua piccola azione...potrebbe sembrare un segno di pace, tregua...
-Pss.- Sento un sussurro provenire dalla bocca della Smith. Mi giro verso di lei e la vedo indicarmi un punto in particolare di un foglio di carta
bianco su cui c'è scritto: "Credi davvero che una ragazza come me voglia sedersi accanto alla sfigata emarginata della classe?"
Leggo con attenzione la frase provando ribrezzo per quello che ha appena scritto. Fisso il foglio di carta incredula mentre la sento urlare.
-Professoressa Summers! La Witness sta copiando il mio compito! La vede?-
Colpita ed affondata. 
Beh, avrei dovuto immaginarla una cosa del genere da parte di Chloe...
-Singorina Witness, mi consegni subito il suo compito.-
-Ma...io non ho fatto...-
-Ho detto subito...ah e tanto per informarla...le ho appena messo una bella F a penna sul registro.-
Sconfitta, dò il compito alla mia professoressa che abbastanza arrabbiata si risiede alla cattedra. Sento dei continui ghigni provenire
dalle labbra di Chloe e dalle sue damigelle di corte, seguita poi dall'intera classe.
Cos'ho davvero io che non và?





















Torno a casa e tra le lacrime, mi distendo su questo che non dovrebbe neanche esser considerato un letto.
Per fortuna neanche oggi Nick e Meredith ci sono ed io ho casa libera almeno fino alle sette.
Compongo velocemente il numero di Angel sulla tastiera del mio cellulare e attendo che mi risponda.
-Pronto?-
-Angel...sono io.-
-Louise! Ma dove ti eri cacciata? E' tutto il giorno che ti cerco!-
-Mi dispiace ma avevo voglia di restare un pò...sola.-
-Cosa ti è successo?-
-La Smith!-
-Cos'ha fatto adesso quella vipera?-
-E' riuscita a sconfiggermi. Sono caduta come un'idiota nel suo tranello e adesso mi sono beccata una  F in algebra.-
-Quì ci vuole un piano! Dobbiamo abbattere la vipera!-
-Come se fosse facile! Voglio dire, lei è Chloe Smith, per di più rappresentante d'istituto da almeno...cinque anni!-
-Non ho paura di quella sottospecie di barbie.-
-Neanche io.-
-Senti...stasera dobbiamo tornare lì quindi...ti va di vederci un pò prima?-
-Ho casa libera fino alle sette...-
-Perfetto. Chiamo i ragazzi e ci vediamo tutti da te per le cinque?-
-Vi aspetto.- 
Riattacco rendendomi il più presentabile possibile e dopo una doccia calda, mi dirigo in salotto.
Alle cinque precise, arrivano i miei amici compresa Angel.
-Era da un bel pò che non ci invitavi Lou!- Mi dice Ray con ironia, mentre viene ad abbracciarmi.
-In effetti...però adesso siete quì no?- Rispondo tra le braccia del mio amico, sorridendo.
-E voglio una birra!- Sbotta Ashe divertito mentre corre ad abbracciarmi anche lui.
Ricambio anche io il suo abbraccio.
-Le trovi in cucina!- Dico infine, sedendomi sul divano con Ray, Will, Harvey e Angel.
-Portane sei figlio di puttana!- Urla Ray all'amico provocando una risata più che contagiosa per tutto il salotto di casa.
-Will, ti consiglio di mettere un film decente questa volta e non quello stupido film sui super eroi!- Borbotta Harvey cercando di rubare
il telecomando tra le mani di Will ma inutilmente. Will è senza dubbio il più alto di tutti.
Io e Angel scoppiamo a ridere vedendo poi Harvey alzarsi sulla punte per poter strappare via il telecomando ma nulla, Will ha la meglio grazie
alla sua altezza innata.
Sarei scoppiata a ridere ma è proprio quando sento di star bene che sbattendo le palpebre degli occhi, vedo il volto del ragazzo
dell'altra sera.
In un attimo il mio viso prima felice e sorridente, si trasforma in un viso cupo e buio.
Angel accanto a me smette di ridere e prendendomi la mano, mi porta in un angolino della stanza per parlarmi.
-Tutto bene tesoro?- Mi domanda con dolcezza mentre mi stringe forte. 
-Sto bene...è solo che...-
-Il bracciale vero?-
-Si, no, cioè...-  Mi mordo le labbra provando a spiegarle la situazione.
-Oh avanti Louise, sai che con me puoi parlare di qualsiasi cosa...lo sai che per me sei come un libro aperto.-
-Ieri notte mi si è presentato davanti un cliente...un nuovo cliente direi e dopo che siamo stati insieme... per la prima volta, sono stata bene.-
-Eh!? Ma sei impazzita?-
-Lasciami spiegare Angel...non sò cosa mi sta succedendo, ma sò bene che non riesco più a dimenticare quei suoi dannatissimi occhi!-
-E' un cliente Lou. Spero che non gli hai dato informazioni personali...-
-Non potrei mai! Non sà neanche come mi chiamo...-
-E lui? Sei riuscita a sapere il suo nome?-
-No Angel...ancora no. Sò solo che non è stato per niente arrogante come i soliti uomini ubriachi che vengono di solito a cercarci...lui è stato...
dolce...-
-Dolce!? Merda Lou, cosa ti sei bevuta oggi?-
-Prendimi sul serio per una volta Angel...davvero, è stato il primo con cui ho avuto una piccola conversazione ed il primo che non mi ha fatta
del male ma del bene. Nessuno mi aveva mai toccata in quel modo...-
-In quel modo come?-
-Con amore.-
-Nah, ti stai sbagliando Lou. Era sicuramente uno dei soliti ragazzi che voleva soddisfare i suoi bisogni...se davvero voleva dare amore, sarebbe
andato dalla ragazza che ama e non da una prostituta qualunque.-
Questa volta la mia amica ha ragione...
-Sò che forse ne sei rimasta delusa amica mia, ma a volte è meglio affrontare la realtà delle cose.Io non posso sapere come lui ti abbia trattata
ma da come ti brillano gli occhi, posso percepire che non ti abbia picchiata.-
-No...anzi...-
-Adesso basta Lou...in questo schifo di mondo non ci sarà mai una persona abbastanza coraggiosa da dare amore a una di noi...rassegniamoci.-
-Si Angel, hai ragione...sono stata una stupida a pensare quelle cose.-
-Vieni quì.-
Angel mi riabbraccia ed insieme ritorniamo in salotto dove troviamo i nostri amici avvolti da un' enorme nuvola di fumo.
-Le canne bruciano il cervello Ray, nessuno te l'ha detto?- Sbotto avvicinandomi al mio amico e vedendolo rientrare in un altro mondo.
-Sono in Paradiso.- Urla Ray gustandosi quella sottospecie di sigaretta.
-Passamela.- Dice poi Ashe accanto che aspira subito del fumo da quella solita canna che aveva Ray tra le mani.
Cosa avrei potuto dirgli? Ognuno di noi ha un modo diverso di sfogarsi...Ray e Ashe buttano metà della loro vita in canne ma per fortuna non sono
mai andati oltre, Harvey beve alchool come se fosse acqua ed infine Will fa un pò entrambe le cose.
Io ed Angel non abbiamo mai giudicato il loro modo di vivere la vita semplicemente perchè loro non lo fanno con noi. Nessuno di noi ha avuto una vita
facile, ma nonostante tutto siamo quì e...si, siamo insieme.
Forse è questa la cosa che ci dà forza.
Arrivate le sette, i miei amici se ne vanno ed io e la mia amica cominciamo a prepararci per una delle nostre solite serate. 
Soliti vestiti attillati e solita monotonia.
Usciamo di corsa fuori di casa e dopo aver chiuso bene la porta a chiave,ci avviamo verso il solito luogo.
Arrivate, mi posiziono al mio solito posto, trovando subito un cliente da soddisfare.
-Hey bambolina, che ne dici di un pò di divertimento notturno?- Mi dice un ragazzo dagli occhi scuri. Avrà più o meno una trentina di anni.
-Perchè no?- Rispondo con semplicità, sorridendo al mio nuovo cliente e salendo in macchina con lui. 
Questa non sono io...ma a volte devi diventare qualcun altro per poter vivere.
Lungo il tragitto, non ho fatto altro che pensare alla mia vita, se un giorno sarebbe cambiata o se in qualche modo sarebbe peggiorata.
Rompo in mille pezzi i miei pensieri scendendo dall'auto e capendo di esser arrivata a destinazione. Un condominio poco igienico ma pur sempre una casa.
Entriamo nel portone e mentre l'uomo apre la porta di casa sua con le chiavi, ne approfitto per guardarmi intorno.
Non c'è niente di positivo in questo posto, penso tra me e me mentre entro in casa con l'uomo.
L'uomo mi porta in camera da letto ed io mi lascio guidare dal mio istinto per poterci guadagnare qualcosa. 
Lo butto sul letto, sorridendogli con malizia mentre gli sbottono la camicia e lo bacio appassionatamente...


























Apro leggermente i miei occhi per colpa di un foro di luce solare che mi sta accecando.
E' mattina ed io sono ancora nel letto di questo sconosciuto.
Mi alzo leggermente dal letto cercando di non svegliarlo e tenendo con me un piccolo piumoncino bianco che mi copre il corpo nudo.
Vado in bagno e mi chiudo dentro scorgendo un piccolo specchietto proprio all'entrata che mi permette di vedere in quale stato pietoso mi trovo.
Trucco nero completamente sciolto sul viso, capelli a dir poco arruffati e occhi...vuoti.
Continuo a guardare la mia immagine riflessa nello specchio provando solo nausea per me stessa e per come ho ridotto la mia vita.
Comincio a piangere provando a dimenticare ogni singolo momento trascorso nel letto di qualcun altro...
Mi stringo in me stessa cercando un piccolo aiuto ma quì nessuno può sentirmi. E come starà Angel? Se l'è cavata anche lei?
Esco dal bagno cercando di sembrare il più naturale possibile e vedendo l'uomo alzarsi dal letto per rivestirsi.
-Sei stata favolosa bambolina stanotte...credo che verrò a trovarti spesso.- Mi dice l'uomo facendomi l'occhiolino. Resto al gioco
e gli sorrido per poi aspettare la mia parte.
-Però non ...non ti pagherò.-
-C...cosa?-
Ecco, lo sapevo...dovevo farmi pagare prima...
-Senti tesorino, non mi scocciare e adesso tornatene da dove ne sei venuta.-
-Ma...io ho bisogno di quei soldi!- Sbotto ormai in preda al nervosismo, vestendomi di corsa.
-Non è un problema mio.- 
Beh, avrei dovuto prevedere uno schiaffo no? 
Con gli occhi lucidi, cado a terra, toccandomi la guancia ormai bruciante mentre provo a fuggire via da questa casa.
Inutile, l'uomo mi prende con forza per i capelli, facendomi alzare dal pavimento freddo e portandomi con forza sul letto.
Un'altra violenza...ancora un'altra. 
In silenzio, sofferente, non faccio altro che abbandonare la mia sorte provando a pensare a qualcosa di bello.
Ancora quegli occhi color nocciola mi entrano in testa mentre sento le mani dell'uomo colpirmi sempre di più e con forza. Urlo dal dolore
ma nessuno può sentirmi neanche questa volta. Vengo di nuovo usata come un giocattolino e dopo che l'uomo ha ancora soddisfatto i suoi bisogni, vengo
rilasciata a terra.
-Verrò a trovarti presto cucciola te lo prometto.- 
Spaventata, esco fuori dalla casa correndo per le strade di New York e cercando di buttare nell'oblio anche quest'accaduto.
Corro, corro sentendo le lacrime scendere giù dal mio viso con più forza...corro sentendo le mie gambe cedere.
Ed è così...le mie gambe son cedute ed io stessa mi ritrovo in un vicoletto appartato che non conosco. A terra, sofferente, ricomincio a piangere
stringendomi in me stessa ed ammirando un gruppo di ragazze che camminano felici per le strade.
Mi passano accanto e cominciano ad indicarmi, ridendo di me.
Quanto avrei voluto essere una di loro solo per avere un pò di libertà in più...una bella casa, una famiglia...una vera famiglia.
Mi rialzo velocemente dall'asfalto, riuscendo a superare il vicoletto e tornando a casa più o meno sana e salva.
Apro la porta di casa ed ecco il solito Nick farmi una scenata assurda. Mi avrebbe picchiata anche questa volta ed è per questo che ne ho approfittato
per fuggire nella mia prigione e chiudermi dietro.
-Apri subito questa cazzo di porta!- Urla Nick dal corridoio, bussando con potenza alla porta della mia camera.
-Vattene via!- Urlo impaurita prendendo Donald e stringendolo forte a me.
-Sei una puttana Louise! Sei solo una puttana cazzo! La tua sporca madre mi ha lasciato proprio un bel regalo!- 
Non rispondo ricordando quel giorno in cui mia madre mi presentò Nick per la prima volta...













"
-Tesoro...ecco...come sai...io e papà ormai ci siamo separati.-
-Si mamma, non c'è bisogno che me lo dici...lo sò.-
-Però...ho trovato un uomo che mi vuole bene e che amo...vorrei che tu lo conoscessi.-
-Cosa?-
-Ti prego Louise capiscimi...io mi sono innamorata...credevo di esserlo di tuo padre ma mi sbagliavo.-
-Come puoi pretendere che io accetti un uomo in questa casa che non sia mio padre?-
-Louise ti prego...Nick ti vuole conoscere e sono sicura che lo amerai subito come l'ho amato anche io.-
-Io non conoscerò mai quest'uomo...-
-Tesoro sta per arrivare e ci tiene tanto ad incontrarti.-
-Va al diavolo!-
-Oh avanti, non fare la bambina adesso! Vedrai che ti piacerà!-
-...-
-Oh...ecco, suonano alla porta, dev'essere lui.-
-Ciao amore.-
-Ciao amore...ehm...devo presentarti una persona...-
-Davvero? Così presto?-
-Nick, questa è Louise...la mia bambina.-
-E' un vero piacere conoscerti Louise...sono davvero incantato.-
-Potrei dire la stessa cosa di te.-
-Louise!-
-Senti mamma, adesso devo andare e non ho proprio voglia di...-
-Ti capisco Louise. Non deve esser facile per te vedere un nuovo uomo accanto a tua madre...lo capisco, davvero. E' per questo
che ti darò tempo...adesso però lasciami dire che io amo davvero tua madre e sono sicuro che un  giorno tu ed io andremo d'accordo.-"
















Mi asciugo le lacrime sotterrando tutti questi ricordi.
Nick ha finalmente smesso di bussare alla porta ed io posso finalmente riposare dato che la domenica, non ho lezione.









LUNEDì MATTINA...




Stranamente, il mio risveglio stamani è stato meno snervante.
Mi alzo dal letto toccandomi la faccia ormai asciutta e mi avvicino al mio solito specchio. Ormai guardarmici dentro è diventata un'abitudine.
Ripeto sempre la solita frase e con cautela, prendendo i vestiti ed alcuni trucchi, vado in bagno senza far alcun rumore.
Mentre esco dalla camera in punta di piedi, posso notare la porta aperta della camera di Nick e Meredith. Vi dò un'occhiata dentro, vedendoli ancora
a letto. Per fortuna non si sono ancora svegliati.
Camminando ancora in punta di piedi entro nel bagno e mi ci chiudo dentro a chiave per sicurezza.
Apro il rubinetto della doccia e mentre lascio scorrere l'acqua fredda, mi svesto osservando il mio corpo ancora pieno di ematomi e graffi per colpa
del mio ultimo cliente poco affidabile. 
Completamente spoglia dai miei indumenti, dò un'occhiata all'acqua che sembra essersi riscaldata ed entro in doccia. E' sempre un piacere
sentire il getto d'acqua calda bagnare il mio viso e renderlo "puro".
Dopo la doccia rilassante, mi asciugo e prendo i miei vestiti. Oggi opto per una t-shirt nera dei Queen, jeans nero e anfibi borchiati.
Indosso il tutto e mi avvicino allo specchio prendendo la trousse dei trucchi. Sfumo del grigio sulla palpebra e metto anche della matita nera
che riesce a rendere cupi i miei occhi. Ho sempre amato i colori tristi e spenti.
Ripongo tutto l'occorrente e passo ai miei capelli indomabili. Prendo una spazzola e comincio a spazzolarli con velocità rendendoli abbastanza
lisci ed infine li porto tutti ad un solo lato. 
Pronta, torno in camera prendendo una valigietta contenente alcuni gioielli ma solo ora mi son ricordata di non aver più ritrovato il mio
braccialetto. 
Sospirando per la delusione, prendo la mia borsa scolastica preparata come sempre il giorno prima e senza svegliare quei due stronzi, esco
di casa per andare a scuola.
L'istituto scolastico che frequento è abbastanza lontano da casa ma è possibile arrivarci anche a piedi. 
Arrivata finalmente davanti al cancello, saluto Angel con un bacio sulla guancia ed insieme entriamo nell'istituto salutando i nostri più cari
amici.
Per sfortuna però, siamo tutti in corsi differenti e questo ci permette di incontrarci solo in mensa per la pausa pranzo.
Vado al mio armadietto che è situato proprio accanto a quello di Angel e prendo i libri per la lezione di arte.
Sento Angel sbuffare e capisco che deve esserle accaduto qualcosa.
-Su, spara.- Dico alla mia amica, vedendola chiuderli la testa nell'armadietto con disperazione.
-Possibile che quel tonto di Ashe non capisce che gli sbavo dietro da tutti questi anni?- Sbuffa Angel con un tono di voce deluso che riesce in parte
a farmi ridere. E' così buffa quando parla di Ashe.
-Dagli tempo...- 
-Tempo!? Ma se sono quasi cinque anni!- Mi viene un colpo quando Angel sbatte con forza il suo armadietto, facendo girare tutti i ragazzi
che poco prima parlavano animatamente e cazzeggiavano in corridoio.
-E' che siete due codardi. Se solo uno di voi due si decidesse a fare il primo passo, le cose andrebbero meglio per entrambi.-
-Un momento Louise, frena. Se io gli confessassi i miei sentimenti e lui non li ricambiasse? Rovinerei cinque anni di profonda amicizia e la cosa
mi spaventa.- 
-Dovreste trovare un punto d'incontro...uscire un pò insieme...da soli.- 
-Sarebbe imbarazzante!- 
-Sei una cogliona Angel.-
Ma la mia amica, questa volta, non mi ascolta. Il suo volto diventa sempre più curioso e i suoi occhi sempre più sgranati. 
-Angel, ma mi stai ascoltando?- Sbotto passandole una mano davanti agli occhi, cercando di "risvegliarla".
-C'è Brandon May che sta baciando quella ochetta senza cervello della Smith!- Borbotta Angel osservando una scena che avrei voluto vedere solo per
curiosità. Insomma, non mi dispiacerebbe conoscere il ragazzo di cui parla ormai tutta la scuola.
Mi giro verso la zona puntata da Angel e riesco a scorgere alcune coppie.
-Ma dove guardi? Lì, verso destra! Lo vedi? Quel bel ragazzo tatuato!- 
-Angel, ma io non vedo niente!-
-Ecco, brava, se ne sono andati e tu te li sei lasciati scappare!-
-Non è colpa mia se davanti avevamo altre dieci coppie!-
-Io non capisco ancora come fa una ragazza antipatica come la Smith ad avere un ragazzo così in gamba.- 
-Sinceramente Angel non lo voglio neanche sapere...adesso ho arte quindi mi conviene entrare in classe prima che la prof si arrabbi...tu perchè
non hai preso nessun libro?-
-Perchè io ho educazione fisica! Cazzo, potrò osservare i bicipiti del nuovo ragazzo e vedere gli allenamenti della squadra di football! Mi sembra
un sogno!-
-Ma tu non eri follemente innamorata di Ashe?- Dico ironicamente, sorridendo alla mia amica.
-Lo sono! Ma gli occhi sono fatti per guardare!- Borbotta Angel, salutandomi con un cenno di mano mentre va verso la palestra.
Chiudo il mio armadietto e mi avvio anche io in classe dove mi aspetterà un vero e proprio inferno.





















Anche la lezione di arte è giunta al termine. 
Prendo la mia borsa ed uscendo dall'aula incontro i miei amici che mi stavano aspettando.
-Finalmente! La tua prof di arte dev'essere una gran chiacchierona!- Mi sorride Will, dandomi un bacio amichevole sulla guancia.
-Meglio non aver niente a che fare con la Malbourn! Non ha fatto altro che parlare della sua vita scolastica e di quanto noi studenti fossimo
fortunati a frequentare questa scuola. Infine ha concluso il suo discorso dicendo che siamo degli ingrati.- Ironizzo salutando il resto dei miei
amici che mi abbracciano.
-Andiamo in mensa allora? Ho una gran fame!- Sbotta Ashe con felicità.
Annuiamo tutti e ci avviamo in mensa.
Come mio solito, non prendo nulla di troppo appetitoso e mi immergo nel mio amatissimo thè alla pesca. 
Dopo che i miei amici hanno preso i loro vassoi pieni di cibo extra abbondante, ci sediamo al nostro solito tavolo ovvero quello degli sfigati.
-Hai fatto colazione stamani Lou?- Mi domanda Angel vedendomi tra le mani solo la mia lattina di thè.
-Ehm...si.- Mento spudoratamente.
-Ma davvero? E tu pensi che io ci creda?- 
-Oh avanti Angel, non avevo fame.-
-Lou, Angel è tua amica e lo dice per il tuo bene...dovresti mangiare qualcosa.-
-No Harvey, davvero...non ne ho voglia e sento che potrebbe venirmi la nausea da un momento all'altro.-
-Ma non ti fa bene di certo bere solo del thè...perchè non vai almeno ai distributori? Una piccola brioche non potrebbe farti del male.- Propone ancora
Harvey con fare premuroso e mi lascio convincere dalle sue parole per non far preoccupare troppo i miei amici.
-Ti accompagno?- Mi domanda Angel ma io faccio cenno di no con la testa. E' seduta accanto ad Ashe e sembrano divertirsi molto insieme...non voglio
rovinare questo loro piccolo momento.
Mi alzo dalla sedia in cui ero seduta ed uscendo dalla mensa, vado incontro ai distributori automatici per prendere anche solo un pacco
di salatini.
Caccio un gemito di fastidio vedendo dei ragazzi cominciare a cazzeggiare davanti ai distributori.
Mi faccio coraggio e mi avvicino ad una delle macchinette.
-Scusa, potresti spostarti?- Chiedo ad un ragazzo alto, dagli occhi color ghiaccio e dai lunghi capelli neri.
Lui mi ride in faccia, ripetendo agli amici la mia stessa frase con goffagine.
Gli altri ragazzi attorno a lui cominciano a ridere, prendendomi in giro.
A questo punto, spingo con la mano destra la spalla del ragazzo che però, non si sposta neanche di un centimetro dalla sua posizione.
Infastidita, decido di voltare le spalle a quella mandria di idioti e andare alla ricerca dei distributori del piano terra, ma mentre sto per andarmene
la mano del ragazzo mi prende i polsi.
Mi ritrovo faccia a faccia con il ragazzo notando i suoi occhi diventare sempre più grigi.
-Dove credi di andare ragazzina?- Mi dice ancora il ragazzo ridendo di rabbia e fastidio.
-Forse a piangere dalla mammina !- Ribatte un altro ragazzo avvicinandosi a me.
Questo è davvero troppo.
-Che ne dici di divertirci un pò?- Dico tutt'ad un tratto, cambiando completamente tono di voce.
-Mh...e come pensi di farmi divertire?- 
-Andiamo James, non credo sia il caso scoparsi una sedicenne in questa scuola di merda!- Sbotta un altro ragazzo piuttosto muscoloso.
-Per tua informazione, non ho sedici anni ma diciotto.- Sputo acida al ragazzo che ricomincia a ridere sorseggiando della cioccolata fumante 
seguito poi dai suoi amici.
-Bene...allora fammi vedere quello che sai fare.- Risponde il ragazzo dagli occhi color ghiaccio che se non sbaglio, si chiama James.
James si sbottona i pantaloni ed io, prendo velocemente dalle mani dell'altro ragazzo la cioccolata calda e ne verso un pò sia sulla testa di James che
nei suoi stessi pantaloni.
Lo vedo gemere dal dolore del contatto caldo con la cioccolata e proprio mentre prova a raggiungermi, io già sono arrivata in mensa.
Con il fiatone, mi siedo al tavolo con i miei amici, finendo il mio thè.
-Ci voleva tanto per prendere qualcosa al distributore Lou? E perchè stai tremando?- Mi domanda Ray preoccupato.
-Un momento...e la tua brioche?- Domanda anche Angel, mentre tutti mi osservano incuriositi mentre cerco di prender fiato.
-Dei ragazzi, mi hanno importunata ed io mi sono vendicata. Fine della storia.- Dico sorseggiando il mio thè e cercando il più possibile di rilassarmi.
-Dei ragazzi? Chi?- Domanda ancora Ray.
-Uno di loro si chiama James da quel che ho capito...è alto, capelli neri, occhi come il ghiaccio...- 
-James!? Oh merda. Tranquilla Lou, gli dirò di lasciarti in pace...- 
-Ray...non dirmi che conosci quella gente?- 
-Ecco...fanno tutti parte della squadra di football e stasera ho il mio provino! Siamo diventati molto amici quindi...-
-Cazzo Ray!-
-Avanti Lou, sono delle brave persone infondo. Un pò manesche...-
-Un pò? Ma se ho saputo del ragazzo che hanno picchiato pochi giorni fa! E pensare che anche quel Brandon ne è coinvolto!- Dice all'improvviso
Angel mandando giù l'ultimo boccone.
-Sembra che il ragazzo nuovo e James siano grandi amici d'infanzia...- Borbotta poi anche Will.
-Si...ho sentito anche io qualche voce di corridoio. Poi da quando questo Brandon May è diventato capitano della squadra di football in così poco
tempo, tutti sembrano esser al suo servizio. Credo che si avvicinano tempi duri per noi...dobbiamo star bene attenti ho sentito dire che 
non sempre riescono ad esser amichevoli.- Conclude Ashe, finendo anche lui di mangiare.
-Ma non ha senso! Cioè...-
-Che vuoi farci Lou...in tutte le scuole ci sono i classici bulletti ma questo non deve assolutamente scoraggiarci.- Conclude anche Angel.
Fnita la pausa pranzo, torno al mio armadietto ma quando lo apro, una strana corda fa scattare un qualcosa. Quel qualcosa mi viene in testa facendomi 
urlare.
Della cioccolata calda sporca tutti i miei vestiti ed io gemo dal dolore sentendo il mio corpo andare quasi a fuoco.
Tutti gli studenti nei corridoi cominciano a ridere a crepapelle mentre io sento già le lacrime illuminare i miei occhi.
Mi guardo intorno vedendo persone ovunque che ridono e si divertono mentre mi scattano anche delle foto.
-Ma guardatela...la piccola Witness è nella merda.- Ci mancava solo l'ape regina. Questa volta, gliene avrei dette quattro alla Smith, ma come al solito
lascio morire le parole dentro di me.
-Questo è quello che io chiamo divertimento.- Un'altra voce alle mie spalle, mi fa rabbrividire. E' stato James a parlare mentre mi gironzola intorno.
Angel entra in corridoio ed osservando la scena corre subito verso di me.
-Che cazzo ci trovate di divertente in tutto questo?- Urla la mia amica prendendomi per mano e portandomi via da quello stupido corridoio.
Angel mi porta in bagno e con una pezza bagnata di asciuga il viso tra cui anche le lacrime.
-Non piangere tesoro, sii forte.- Mi sussurra Angel mentre mi asciuga il viso.
Ma io sono troppo debole per smettere.
-Ricordi quello che ci siamo sempre ripetute? Un giorno ce ne andremo da quì e vivremo una vita normale...niente più prostituzione, faremo ciò che ci
piace di più. Io diventerò una famosa reporter e tu una psicologa di fama mondiale.Non dobbiamo permettere a queste persone di rovinarci la vita.-
Continua a sussurrarmi Angel prendendo il mio viso tra le sue mani.
-Ma la nostra vita è già rovinata Angel.- Rispondo continuando a piangere.
-Siamo state solo un pò sfortunate...vedrai che presto riusciremo a farci una vita e trovare una persona che ci ami davvero.- 
Mi lascio convincere dalle parole della mia amica.
-Tesoro, ecco i vestiti che mi hai chiesto.- La signora delle pulizie entra in bagno dando dei vestiti ad Angel.
-Grazie mille signora Kenneth!- Risponde Angel educatamente e la signora se ne va.
-Cos'è ?- Domando con curiosità.
-Metti questa. E' la mia tuta da ginnastica...come sai, il lunedì ho educazione fisica e mi porto sempre una tuta in più da casa.- 
-Sei la mia salvezza.-
-Lo sò.-
Abbraccio Angel e velocemente indosso la sua tuta uscendo da scuola e ritornando a casa.
Entro nel mio carcere e trovo Meredith distesa sul divano mentre guarda la tv.
-Ciao mocciosa, non ho intenzione di cucinarti niente quindi arrangiati.- Mi dice con cattiveria mentre continua a guardare i soliti canali
di plastica del viso.
-Ci sono abituata Meredith, non ti scomodare, fai già tanto per me.- Rispondo sarcasticamente andando in camera e posando la mia borsa.
Nick non è in casa, altrimenti mi avrebbe fatto una delle sue solite scenate.
Scendo le scale dell'abitazione e vado in cucina dove ovviamente non mangerò. Con tutto lo stress accumulato non ho proprio intenzione di toccar cibo.
Prendo del latte e dopo averlo riscaldato per bene, lo verso nella mia tazza. 
Prendo la tazza e salgo al piano di sopra entrando nella mia camera. Mi chiudo come al solito a chiave e mi distendo sul letto cercando di rilassarmi.
Dopo aver passato alcuni minuti distesa e dopo aver bevuto il latte, mi alzo e vado in bagno per ripulirmi. 
Faccio una doccia e tornando in camera comincio a studiare.
Dopo aver studiato tre capitoli interi di psicologia ritorno sul mio letto cercando di riposare un pò per prepararmi alla solita routine serale, ma 
sobbalzo, sentendo il mio cellulare squillare in continuazione.
-Pronto?- 
-Non mi dirai che sei ancora sommersa nei tuoi amabili libri di psicologia?- 
-Ashe! No, ho appena finito di studiare.-
-Bene, allora che ne dici di uscire? Purtroppo Harvey è impegnato con lo studio, Will è alle prese con i suoi videogiochi e Ray ha il provino per
entrar a far parte della squadra di football!-
-Non capisco qual è il problema Ashe!-
-Nessuno, Angel mi ha dato la sua disponibilità per uscire ma sono un pò...imbarazzato all'idea di dover uscire da solo con lei. Verrai vero?-
No che non verrò...questa è una grande occasione per Angel!
-No Ashe, mi dispiace ma non posso proprio devo...ehm...faccio tardi al lavoro.-
-Capisco...allora uscirò con Angel, ci vediamo domani a scuola e fà attenzione...-
-Sò badare a me stessa Ashe, divertiti, ciao!-
Riattacco sorridendo all'idea che finalmente quei due passeranno una serata insieme!
Mi alzo dal letto e mentre sto per bloccare i tasti del cellualare quando però vedo sul display che mi è arrivato un messaggio.


"
Ciao tesoro mio ! Indovina? Uscirò da sola con Ashe stasera ed ancora non ci credo. Mi ha inviato un messaggio e mi ha detto che tu non 
puoi perchè vai a lavoro. Tesoro, io non ci andrò stasera perchè voglio godermi la serata e non pensare a nulla...ti prego, resta a casa
anche tu...sarei molto più sicura. Ti tengo aggiornata ! Ciao Lou  "





Non mi resta che risponderle...




"Ho saputo Angel. Non immagini neanche quanto io sia felice per te! Su, sii tranquilla e non agitarti. Andrà bene, ne sono sicura.
Non andrò a lavoro stasera...la mia era una scusa per farvi stare insieme da soli! Inoltre, non avrebbe senso andare lì senza di te.
Ti voglio bene."










Dopo aver armeggiato con il cellulare, decido di uscire di casa ugualmente dato che non ho voglia di restare in questo posto.
Indosso una canotta nera ed il mio giubbino in pelle con degli shorts e delle calze nere accompagnate dai soliti anfibi e mentre apro la porta
di casa, sento la voce squillante di Meredith rimbombare dal salotto.
-Dove pensi di andare troietta che non sei altro?- Urla venendomi evidentemente incontro, ma io riesco ad uscire di casa sbattendomi contro
la porta.
Per fortuna non ho dimenticato di prendere il cellulare e l'ipod con le cuffiette.
Premo play sullo schermo dell'ipod e cammino per le strade di New York. In genere non ho mai amato le strade affollate ed è proprio per questo
che mi rifugio al parco dove probabilmente troverò un angolino meno popolato.
Arrivata al parco, osservo la gente che mi cammina accanto e dei bambini che sorridono felici mentre provano a convincere i propri genitori
a comprargli il gelato.
Sorrido a questa scena e passo in avanti cercando la panchina più lontana.
Trovata!
Una panchina isolata praticamente dal mondo con solo un albero spoglio in bella vista. Beh, siamo in autunno...
Mi siedo sulla panchina e utilizzando sempre la riproduzione casuale, ascolto una canzone dei Nirvana che solitamente mi dà forza.
Chiudo gli occhi e mi lascio abbandonare dalla canzone tranquilla come "Something in the way".
Finita la canzone, riesco a sentire sempre lo stesso ritmo provenire da uno strumento...si, da una chitarra.
Mi volto ma non riesco proprio a vedere nessuno. 
Probabilmente, qualcuno ha appena finito di suonare la stessa canzone che stavo ascoltando.
O forse, ho semplicemente immaginato tutto? Beh, può essere, sono abbastanza stanca.
Resto per un'altra oretta sulla panchina per poi rialzarmi e andare a mangiare qualcosa dato che improvvisamente mi è venuta fame.
Pensandoci, non sono riuscita neanche a prendere da mangiare dal distributore per colpa di quel James ed il suo gruppo.
Magari potrei fare un salto dal vecchio Aron.
Uscendo dal parco, mi incammino verso il "Dream Bar"...è da un bel pò che non ci vado più ormai.
Arrivata, entro nel locale e mi avvio al bancone dove mi siedo sullo sgabello.
-Desidera?- Dice un uomo sulla quarantina, ben vestito e con i capelli un pò brizzolati che sta preparando un cocktail.
-Un Bronx fruttato.- Dico a voce alta dando la possibilità all'uomo di ascoltare bene la mia voce mentre calco la parola "fruttato".
-Alex...- Sussurra l'uomo alzando il suo volto per incontrare il mio.
-Ciao Aron, è da bel pò che non ti venivo a trovare.- Sorrido all'uomo che poco fa ha sussurrato il nome di mio padre.
-Louise!? Ma sei diventata proprio una donna! L'ultima volta che ti ho visto eri una bambina...- Sorride Aron stringendomi la mano.
-E' passato un bel pò di tempo Aron e diciamo che non passeggio piacevolmente per le strade di New York.- Ammetto stringendo la mano ad Aron, ovvero,
uno dei migliori amici di mio padre.
-Capisco Louise, a dir la verità credevo che Nicholas ti avesse portata via da quì...e come sta lui?-
Ovviamente Aron non sapeva niente di tutto ciò che mi ha fatto quel verme.
-Ci sono tante cose che avrebbe dovuto fare Nicholas...e che non ha fatto.- Dico con tristezza.
-Mi dispiace Louise...beh, il tuo "Bronx" arriva subito.- 
-Grazie mille Aron.-
Mentre Aron prepara il cocktail, io posso osservare il luogo in cui mi portava spesso mio padre da piccola. Ci sedevamo quì, sugli sgabelli che non
sembrano esser cambiati di molto e ricordo che lui nominava sempre lo stesso cocktail ovvero quello che mi sta preparando Aron.
Probabilmente, Aron ha sussurrato il nome di mio padre perchè ogni volta che venivamo quì, lui ordinava il "Bronx fruttato" e a me una
semplice coca cola. Nessuno avrebbe
mai aggiunto la parola "fruttato" dato che è quella la vera particolarità di questo cocktail.
-Ecco a te Louise, un Bronx fruttato.- Ghigna Aron, porgendomi il cocktail che bevo con fermezza.
Dopo aver bevuto qualche sorso del mio cocktail però ordino anche un piccolo sandwich che ho divorato all'istante.
-Un "Bloody Mary" per favore.- Borbotta un uomo che si è appena seduto sullo sgabello accanto al mio. Non mi giro per osservarlo ma resto a fissare
il mio bicchiere.
-Guarda un pò chi si vede, giovanotto vacci piano con questi drink!- Sbotta Aron sorridendo al ragazzo che sorride a sua volta.
Aron si gira per preparare il cocktail per il ragazzo ed io ho finalmente la possibilità di vederlo.
Mi giro notando che porta una chitarra alle sue spalle che sta poggiando sul pavimento. Ancora non riesco a vedere il suo volto ma noto le sue spalle
larghe che entrano in perfetta sintonia con il suo giubbino in pelle nero.
Mi rigiro verso il mio bicchiere vedendo poi Aron dare il "Bloody Mary" al ragazzo.
Mentre Aron si divincola per portare dei drink ad un tavolo, posso finalmente osservare il ragazzo.
Sento il mio cuore battere più forte che mai, le mie mani cominciano a tremare tenendo il bicchiere e i miei occhi non desideravano altro
che quella splendida vista.
E pensare, che li avevo addirittura sognati quegli occhi color nocciola...
































NOTE DELL'AUTRICE.
 Ed eccomi di nuovo quì! 
Non ho molto da dirvi su questo capitolo, ma spero che in qualche modo possiate gradirlo.
Ringrazio Maggie e Sbenny che hanno recensito il mio primo capitolo e mi rendo conto di non esser stata molto precisa
nella scrittura ma in qualche modo, ci ho provato!
Dunque...le cose sembrano procedere a dovere e mi rendo conto che la storia è piuttosto...drammatica da un certo punto
di vista ma vi assicuro che presto le cose cambieranno.
Adesso non vi spoilero niente e vorrei davvero conoscere le opinioni di tutti voi lettori!
Grazie a tutti coloro che seguiranno la storia e che recensiranno.
Buonanotte ! xoxo

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3.Oh, is under my skin. ***


3° Oh, is under my skin.








 
"Quando vide la mia tristezza lei voleva andare, ma era già scritto che quella notte avrei perso il suo amore."
(Luis Sepulveda)








Rimasi lì immobile a fissare il profilo di quel ragazzo che non avevo neanche pensato di dimenticare.
Riflettendoci bene, non ho fatto altro che pensare a lui nell'ultimo periodo, eppure non mi è mai capitata una cosa del genere
con nessun cliente.
Sarà che quel tocco sulla mia pelle riusciva a cancellare ogni singolo graffio causato da qualche altro...sarà che quando ho visto quegli occhi,
sono riuscita a sprofondarci dentro.
E' un vero peccato che ancora non sia riuscito a rendersi conto di chi ha accanto.
-Un altro "Bloody Mary".- Urla il ragazzo su di giri mentre indica il suo bicchiere vuoto. 
Incredibile...ha mandato giù il drink come se fosse stata acqua.
Aron annuisce ritornando al bancone e preparando sempre lo stesso drink per il ragazzo.
La cosa strana di lui è il suo sguardo. Sta guardando con attenzione il suo bicchiere vuoto, ma la sua mente è altrove.
-Ecco a te un altro drink...- Dice Aron, mentre io distolgo velocemente il mio sguardo da quello del ragazzo.
-Grazie.- Sussurra ancora il ragazzo per poi bere come acqua anche quest'altro drink.
Passano alcuni minuti e la stessa scena si è ripetuta per altre tre volte mentre il ragazzo invece sembra esser ancora sobrio.
-Un giorno troverò anche io un posto nel mondo...- Sbotta all'improvviso il ragazzo, toccando il bordo del suo bicchiere in vetro.
Un sorrisino disegna il suo volto spento. 
-Ho perso di nuovo il mio cuore e devo ritrovarlo...- Questa volta però, il ragazzo, con gli occhi lucidi si gira verso di me e sento una strana
fitta al cuore.
Il suo sguardo completamente sbalordito, dice tutto. Evidentemente non si aspettava di ritrovarsi accanto, proprio me, seduta sullo sgabello
accanto a lui. Probabilmente non voleva neanche incontrarmi ma a questo ci deve aver già pensato il destino.
Come biasimarlo? Sono solo una prostituta e solitamente le persone non riescono ad andare "oltre" al mio personaggio.
E' che in parte credo di essere una persona un pò strana...ci vuole tempo per conoscermi e capirmi,ed il più delle volte le persone non hanno tempo.
Sgrano anche io gli occhi vedendo poi i suoi più lucidi che mai,osservare con prepotenza il mio volto.
-Io...credo di avere  qualcosa che ti appartiene.- Continua il ragazzo, frugando poi tra le tasche dei suoi pantaloni strappati.
Continuo ad osservarlo vedendolo prendere poi un braccialetto d'argento con un ciondolo a forma di stella.
-Il mio bracciale!- Ribatto con felicità mentre apro le mani.
-Dev'esserti caduto ieri, dato che l'ho trovato sotto al sedile posteriore della mia auto.- Dice infine lasciando cadere il braccialetto tra le mie mani.
-Credevo di non poterlo più ritrovare...- Ammetto con gioia mentre lo indosso velocemente.
-E tu cosa ci fai quì? Non dovresti essere...al solito posto?-
-No, mi sono presa un giorno per me stessa.-
-Ma voi non lavorate a tempo pieno?-
-Se era una battuta, sappi che era di pessimo gusto.-
-No, davvero, era una domanda seria.-
-Ah certo.- Sorrido per poi ritornare al mio bicchiere ancora mezzo pieno.
-Beh, dato che stasera non sei in "servizio"...posso sapere almeno come ti chiami?- Continua il ragazzo, mordendosi le labbra con uno sguardo
da cucciolo che mi fa intenerire.
-No che non puoi.-
-Cazzo e quanto vi fate desiderare voi donne!-
-Non mi faccio desiderare, non voglio che gli sconosciuti sappiano chi sono.-
-E così io sarei uno sconosciuto?-
-Fino a prova contaria si. Sei stato un cliente, ci siamo divertiti e basta.Nient'altro che puro divertimento.-
-Puoi giurarci che mi sono divertito piccola. Ma almeno dimmi qualcosa di te.-
-Dunque, sono quella classica ragazza che non piace mai a prima vista,che ha sempre qualcosa che non va,che preferisce abbassare la testa ed arrossire
quando una persona le fa un compliemento.La ragazza poco perfetta che non ama legare i capelli per paura di poter scoprire troppo il viso...quella
che riesce a sognare ad occhi aperti quando ascolta una semplice canzone... quella che finisce sempre per aggrapparsi alle persone sbagliate. Ti basta?- 
-Sapevo che avresti divincolato l'argomento in questo modo ed in parte lo capisco.-
-Non sono intenzionata a parlarti della mia vita privata o di me. I clienti restano pur sempre clienti.-
-Giusto.- Continua il ragazzo dagli occhi color nocciola, rivolgendo poi di nuovo il suo sguardo al proprio bicchiere.
-E tu, cosa fai quì?- Domando incuriosita, sperando di cavarmela anche questa volta.
-Perdo tempo. Poco prima sono stato al parco a suonare qualcosa con la chitarra ma mi sono annoiato non trovando l'ispirazione giusta...così
sono venuto quì dato che questo è un locale che frequento spesso.-
Al parco? 
-Anche io sono stata al parco oggi...ma...se ti faccio una domanda mi prometti di non provare a rispondere con un'altra domanda?-
-Come funziona quì? Tu puoi farmi tutte le domande che vuoi ed io mi devo accontentare di una scarsissima descrizione che in parte è riuscita
anche ad incuriosirmi?-
-E va bene, niente domande per entrambi.-
-Beh, adesso non vale! Sono curioso, quindi chiedimi pure.-
-Cosa stavi suonando al parco?-
-Lo vuoi sapere davvero?-
-Si...cioè no...cioè...si!-
Ma che brava che sono, ho fatto ancora una volta la figura dell'idiota!
-Oh non credo che tu conosca una canzone come "Something in the way".-
Come immaginavo, la mia teoria è esatta. 
-Scherzi!? E' una delle canzoni che preferisco dei Nirvana!-
-Tu conosci i Nirvana?-
-Certo, perchè non dovrei conoscerli?-
-E' che diventa sempre più difficile al giorno d'oggi incontrare persone con una vera e propria cultura musicale.-
-In effetti non ci avevo mai pensato!-
-Uno a zero per me.-
-Cosa?-
-Sono riuscito a scoprire qualcosa di te piccola.-
Un momento...è vero!
-Imbroglione!-
-Sei stata tu a porgermi quella domanda piccola!-
-Smettila di chiamarmi piccola!-
-Non sò il tuo nome, quindi piccola dovrebbe andar bene per una ragazza bassina come te.-
-Tu stai cercando di confondermi! Credi davvero che io ti dirò il mio nome? Bene, te lo scordi.-
-Prima o poi cederai! E comunque sia non sto cercando di fare proprio niente...piccola.-
-Se continui a chiamarmi in questo modo, potrei seriamente pensare di farti del male.-
-Correrò il rischio. Amo le ragazze violente.-
Ancora quel sorrisino...come può un ragazzo riuscire ad ipnotizzarmi in questo modo?
-Adesso devo proprio andare...- Dico a malincuore, guardando l'orologio situato in cima al muro.
-Ciao piccola.- 
Scendo dallo sgabellino avvicinandomi ad Aron che ha appena finito di servire alcuni clienti.
-Aron io devo andare...- Gli dico sorridendogli, proprio come facevo da piccola...
Un sorriso non sforzato, ma vero.
-Di già?-
-Ehm si, domani devo alzarmi presto per raggiungere la mia scuola.-
-Vuoi che ti accompagni?-
-No Aron, grazie ma ti ricordo che non sono più una bambina.-
-Hai ragione ma sai di dover fare attenzione lungo le  strade di New York a quest'ora...-
-Me la caverò Aron.- Rispondo per poi provare a pagargli il cocktail.
-Non devi pagarmi...tieni questi soldi perchè potrebbero servirti per qualcosa di importante.-
-Ma...-
-Sai che non li accetterò, quindi adesso torna a casa e sappi che la tua presenza nel mio locale è sempre gradita.-
-Grazie di tutto Aron.- Abbraccio l'uomo che ricambia la mia stretta ed esco dal locale dando un'ultima occhiata allo sgabello.
Strano, il ragazzo non è più seduto al banco.
Finalmente fuori dal locale, mi stringo nei miei vestiti sentendo l'aria fredda entrare in contatto con la mia pelle.
Porto il mio sguardo al cielo rendendomi conto di dover tornare in quella casa o meglio, in quell'inferno.
Sospirando, comincio a camminare a passo veloce per poter raggiungere quella villa. Si, avete capito bene, villa.
Nick ha un lavoro che per sua fortuna gli offre varie garanzie tra cui uno stipendio davvero niente male.
Prendo velocemente le cuffie dalla tasca del jeans e camminando, comincio a canticchiare le varie canzoni dell'ipod.
Comincio a ballare per le stradine di New York, non facendo caso alla gente che mi passa davanti e che probabilmente mi starà prendendo
per una pazza in fuda dal manicomio. 
Rido al pensiero e continuo a canticchiare e ballare per poi ritrovarmi in un luogo che non ricordo di aver mai attraversato.
Perfetto, credo di essermi immersa un pò troppo nella mia musica questa volta.
Tolgo velocemente le cuffie dalle mie orecchie per guardarmi intorno. Bene direi...possibile che in questo punto della città non ci sia nessuno?
Cerco di mantenere la calma, continuando ad avanzare in avanti ma rendendomi conto di non concludere niente. Ovunque vada, mi ritrovo sempre
come al punto di partenza.
Esausta per aver esaurito gran parte delle mie energie mi fermo e provo a guardarmi ancora intorno. Alberi spogli, un grande prato ed una 
stradina.
Sobbalzo sentendo il rumore di un auto avvicinarsi a me. Avrei potuto chiedere aiuto ma dato che sono già poco fortunata, avrei incontrato
un serial killer che mi avrebbe assassinata per poi lasciare quì il mio povero corpo.
Al solo pensiero, rabbrividisco per poi cominciare a correre lungo la stradina davanti a me.
Troppo tardi, la macchina mi raggiunge ed io rallento il passo. Cerco di sembrare il più normale possibile...solitamente le persone se ne approfittano
vedendo una ragazza da sola che per di più sembra esser spaventata.
"Okay Louise, adesso stai calma e respira profondamente." Dice la solita vocina nella mia testa.
Stare calma? Come posso stare calma?
-Avanti, sali in macchina, ti dò un passaggio.- E' sempre il solito ragazzo. Possibile che adesso devo ritrovarmelo ovunque?
-No grazie, sò cavarmela da sola.- Dico con indifferenza, avanzando per la mia strada e sentendomi stranamente al sicuro.
-Ti sei persa vero?- Continua a ghignare lui mentre avanza verso di me con l'auto.
-Non sono affari tuoi! Ed io sò benissimo dove mi trovo.- 
-Avanti, non fare la stupida...sali in macchina.-
-Ti ho detto di no. Un momento...ma tu mi hai seguita!?-
-Perspicace.-
-Quando mi lascerai in pace?- 
-Non credo ti lascerò in pace piccola...e poi devo ancora sapere il tuo nome!-
Okay, lo avrei ucciso e a questo punto, sarei diventata io la serial killer in questione.
Non lo rispondo e continuo a camminare, cercando di ignorarlo il più possibile.
"Ignorarlo?"
La mia coscienza, non fa altro che peggiorare la situazione, come sempre.
I miei pensieri, vengono distratti questa volta, da alcuni rumori provenienti dal cielo. Perfetto, ci mancava solo un bel temporale!
-Ti conviene salire...sono sicuro che tra un pò comincierà a piovere.-
Mi lascio convincere dalle sue parole osservando alcune nuvolone grigie.
Apro lo sportello della macchina e vi entro dentro osservando il volto del ragazzo completamente soddisfatto.
Non sò come, senza farci troppo caso, me lo ritrovo addosso sopra al mio corpo.
-Ma...cosa stai facendo?- Domando vedendolo sorridere ancora.
-Shh, sono un tuo cliente, ricordi?- Mi sussurra portando poi una sua mano davanti alla mia bocca per farmi restare in silenzio.
Continuo a guardare i suoi occhi per poi posare il mio sguardo sulle sue labbra così piccole ed intense. Sento il mio cuore battere forte per poter
entrare in sintonia con il suo.
Il ragazzo dagli occhi color nocciola toglie la sua mano dalle mie labbra per poi baciarmi con passione. Un bacio vero, un bacio sincero che non 
avevo mai percepito in tutta la mia vita.
Mi lascio andare vedendolo giocare con i miei indumenti mentre con velocità riesce a spogliarmi. Non perdo tempo cominciando a togliergli il giubbino
in pelle e la t-shir bianca che aveva poco fa.
Passo le mie mani sulla sua pelle delicata osservando ancora quei suoi soliti tatuaggi. Lui comincia a torturarmi il collo mentre io questa volta, passo
le mie mani tra i suoi meravigliosi e setosi capelli neri.
Lo bacio con foga mentre lui comincia ad inserirsi bene tra le mie gambe. Mi penetra con sensualità mentre io stessa non faccio altro che lasciarmi
andare da questo incredibile momento di passione.
Il ragazzo continua a stringermi la mano...cosa che ovviamente nessuno aveva mai fatto,e mentre continua a gemere, riesco a sentire i nostri respiri
diventare sempre più pesanti.
Comincia a baciarmi la pelle posando le sue labbra anche su alcune ferite che non sembrano essersi rimarginate sul mio corpo.
Poco fa mi sentivo triste e vuota, come se non riuscissi a provare emozioni...ed adesso sto vivendo l'esperienza migliore di tutta la mia vita.
"E' un cliente cazzo, non sta provando ciò che provi tu in questo momento...lui vuole solo portarti a letto."
Continua a ripetere la voce dentro di me, facendomi sentire una stupida.
Sento una piccola lacrima scendere dal mio viso. In genere, quando ho rapporti con altri uomini, non faccio altro che piangere per la rabbia,
per la tristezza...ma questa non sembra essere una lacrima di rabbia.
Mi copro velocemente il viso con una mano per poi sorridere. Anche lui mi sta sorridendo eppure dopo questa notte, tra di noi non cambierà niente...
io sarò il suo sfogo e lui il mio cliente.


































MARTEDI'...






Sprofondo il mio volto nel cuscino provando a scacciare via dalla mia mente quei soliti pensieri che mi stanno letteralmente mandando
in paranoia.
Al solo pensiero delle sue mani, della sua voce, dei suoi capelli, dei suoi occhi e delle sue labbra, mi sento male.
Non mi ero mai sentita così...e pensare che è un perfetto sconosciuto. Pensandoci non conosco neanche io il suo nome...non sò niente di lui.
Mi alzo dal letto come ogni mattina e dopo essermi fatta la solita doccia mattutina e dopo essermi preparata per la scuola, scendo giù in salotto
dove trovo Nick che seduto al tavolo sta leggendo un quotidiano mentre beve il suo caffè.
Cerco di sembrare il più tranquilla possibile mentre provo ad avvicinarmi al tavolo e a mangiare una fetta di pane tostato con nutella. 
Generalmente non faccio mai colazione se non per casi estremi.
Nick non sembra preoccuparsi della mia presenza e continua a leggere il suo quotidiano.
Dopo aver mangiato due fette di pane con nutella, senza salutare, esco fuori dall'abitazione con felicità per non esser stata picchiata da Nick che
al contrario ha fatto finta che io non esistessi.
Come ogni mattina, faccio sempre la solita strada ed arrivata, saluto i miei amici.
Dopo aver salutato Harvey e Will, insieme entriamo nell'istituto.
-Sono diventata lo zimbello della scuola...- Sussurro a Will mentre cammino con tranquillità per i corridoi.
Will sospira portandomi le sue braccia sulle spalle per tranquillizzarmi.
-Ma Ashe? Ray? Angel?- Domanda Harvey con ironia.
-Cosa vuoi che ne sappia io ?- Risponde Will, ricambiando l'ironia ed aprendo il suo armadietto.
-Io ne sò almeno quanto voi.- Ammetto anche io, ricordando che ieri Ashe ed Angel sono usciti insieme.
Pensierosa, apro il mio armadietto assicurandomi che non ci sia qualche brutta sorpresa al suo interno. Caccio un sospiro di sollievo vedendo l'armadietto
aprirsi normalmente.
Prendo i libri di psicologia e mentre chiudo l'armadietto, sento Harvey cacciare un urlo alle mie spalle.
Mi giro vedendo Ashe ed Angel tenersi per mano mentre sono sotto gli sguardi di tutti.
La felicità e l'emozione che provo in questo momento è un qualcosa di indescrivibile...sò da quanto tempo Angel aspettava questo momento.
E pensare che dopo questi cinque anni solo adesso hanno cominciando a frequentarsi.
-Buongiorno ragazzi.- Borbotta Ashe avvicinandosi a noi e tenendo ancora la mano della mia migliore amica.
Io e Angel ci lanciamo uno sguardo complice sorridendo come delle stupide mentre Ashe saluta con delle spallate Harvey e Will.
Io ne approfitto per avvicinarmi ad Angel.
-Finalmente!- Dico in preda all'emozione.
-Non durerà...- 
Non posso credere di aver sentito quelle parole uscire dalla bocca di Angel.
-Cosa? Cioè, perchè?-
-Lou, ti ricordo che io non posso prendere impegni come neanche tu. Io ho bisogno di quei soldi e ieri presa dall'emozione del momento
ho accettato la sua proposta senza pensarci su.-
-Angel, stai scherzando spero. Hai aspettato questo momento da così tanto tempo che adesso neanche a me sembra vero e poi cosa mi vieni a dire?
Che per il lavoro che fai manderai tutto a puttane!?-
-Pensaci un attimo Lou. Se ho un impegno con lui, non posso continuare ad andare a letto con il resto dei miei clienti.-
-Questo lo capisco ma...vuol dire che troveremo un nuovo modo per andare avanti.-
-Scherzi!? Ti ricordo che in tutti questi anni non siamo riuscite a trovare nulla e quando abbiamo trovato un ottimo lavoro, ci pagavano troppo
poco o delle volte addirittura non venivamo pagate!-
-Senti...non posso permetterti di fare la cazzata più grande di tutta la tua vita. Per qualche giorno, non andremo a lavoro e al contrario cercheremo
qualcos'altro. Tutto questo può essere un nuovo inizio...sono stufa anche io di entrare in macchine di persone che ci usano come giocattoli...-
-Siamo state noi a scegliere questa vita Lou, cosa pretendevi?-
-Eravamo troppo piccole per prendere una decisione seria ed io ormai avevo perso ogni speranza...come anche tu.-
Angel sospira e la campanella scolastica comincia a suonare. 
-Ne riparleremo dopo Angel.- 
-Va bene Lou.-
Io e la mia amica ci salutiamo ed Ashe mi da un bacio sulla guancia salutandomi. 
Corro verso l'aula di psicologia e dopo aver trovato il mio banco completamente imbrattato da inchiostro e tempere, capisco che questa è una vera e 
propria guerra. "Sfigata"...è questo ciò che è stato scritto  con l'inchiostro nero indelebile.
Ma dico, una scritta più grande no?
Alcuni ghigni provengono dal banco di Chloe e delle sue damigelle di corte. 

























Finita l'ora di psicologia, mi avvio nell'aula di algebra in cui troverò sicuramente quel pezzo di merda di James.
Velocemente mi avvicino al mio banco posando con rabbia la mia borsa ed avvicinandomi poi al banco di James che sembra giocherellare con il
suo cellulare.
-Sei un pezzo di merda!- Urlo attirando l'attenzione di tutti i compagni di classe.
-Oh, buongiorno Witness, dormito bene?- Spiritoso, davvero molto spiritoso.
-Non fare l'imbecille e vieni subito a cancellare quello schifo dal mio banco!- Urlo ormai presa dalla rabbia e cominciando a gesticolare.
-Io? Non ci penso neanche. Questo era solo un piccolo avvertimento Witness, quindi ti conviene fare attenzione a ciò che fai.- Continua James, riponendo
il suo cellulare nella tasca e guardandomi con sguardo di sfida, diritto negli occhi.
-Sai cosa James? Ti comporti proprio come un bambino! In effetti non riesco ancora a capire come facciano le persone a temerti. Fai degli scherzi
idioti, di pessimo gusto soprattutto.-
-Ma ti ricordo che questi scherzi idioti riescono perfettamente a farti infuriare. Non avresti dovuto iniziare questa guerra.-
-Se solo tu mi avessi lasciata passare, tutto questo non sarebbe accaduto e probabilmente avrei preferito restare completamente invisibile
agli occhi di tutti!-
-Allora sai di non essere nessuno in questa scuola. Nessuno ti considera e nessuno vorrebbe dividere un banco con la sfigata emarginata
della scuola. Dovresti ringraziarmi, ti sto facendo un grande favore dandoti più visibilità in questo contesto scolastico.- 
-Forse tu non  hai capito niente di me! Non voglio essere al centro dell'attenzione e preferivo di gran lunga restare invisibile agli occhi di tutti...
ma tu non sei così. Tu cerchi attenzione e lo fai per guadagnarti anche la stima degli altri. Tu hai una reputazione da difendere...ed è per
questo che non  sarai mai te stesso!-
-Duty, Witness, continuerete a litigare nell'ufficio del preside.- Urla la professoressa Summers, rossa di rabbia in volto. 
Perfetto, adesso ci mancava solo questa. 
James mi oltrepassa per uscire fuori dalla classe mentre io rimango a fissare la professoressa che era appena entrata.
Abbasso la testa ed esco anch'io dalla classe avviandomi poi verso l'ufficio del preside Kennedy.
Busso piano alla porta della presidenza ed aprendola, vi trovo già James seduto di fronte alla cattedra del preside.
-Witness, la stavo aspettando.- Mi dice il preside Kennedy, sorridendo. In parte, il preside è sempre stata una persona buffa.
-Buongiorno.- Sussurro quasi, sedendomi sulla sedia accanto a quella di James che mi guarda con aria di sufficienza.
-Bene, chi di voi due vuole raccontarmi cos'è successo?- Continua il preside, incrociando le mani ed aggiustandosi gli occhialini.
-Allora, questa sfigata emarginata ...-
-Sfigata emarginata? Ancora con questo nomignolo?- Sbotto infastidita senza dare la possibilità a James di parlare.
-Perchè è quello che sei!- Ribatte James mentre si gira verso di me puntandomi un dito contro.
-Alt!- Il preside dapprima seduto, adesso si è alzato sbattendo un libro sulla sua cattedra.
Io e James restiamo in silenzio per poi ascoltare le parole del preside.
-Dovrei darvi una punizione e sò che sarebbe l'unico modo per farvi andare d'accordo, ma oggi non mi va.-
"Oggi non mi va"? Ma che problemi ha questo tizio?
-Meglio per me.- Sbotta ancora James a bassa voce.
-Imbecille.-
-Troia.-
-Stronzo.-
-Stronza.-
-Coglione.-
-Cogliona.-

-Adesso basta!- Il preside continua a sbattere quel povero libro sulla cattedra cercando di farci smettere.
-Ma Preside Kennedy, è stata lei ad iniziare!- Cerca di giustificarsi James ma io prendo le mie difese.
-Sei proprio un bambino!- 
-E tu sei proprio una stronza!- 
-Ragazzi! Adesso cercate di ragionare.-



























Usciti dalla presidenza, ognuno prende la sua strada senza mai voltarsi.
Può sembrare una scena divertente ma credetemi, non lo è per niente. 
Abbiamo passato due ore intere nell'ufficio del preside che non ha fatto altro che parlarci delle sue vacanze in Inghilterra e di quante
volte si è divertito salendo sulle montagne russe del luna park.
E' stato imbarazzante poi sentirlo parlare a telefono con sua moglie, ma in quel caso io e James abbiamo cominciato a ridere insieme senza farci
scoprire.
Dopo questo piccolo momento di bontà però, siamo ritornati a litigare ed il preside non ha fatto altro che parlarci della sua vita.
In realtà non ho ancora capito quale fosse il vero problema di quell'uomo, ma dopotutto è un tipo simpatico.
E' l'ora della pausa pranzo ed io mi avvio in mensa cercando di non incontrare qualcuno di indesiderato.
Arrivata in mensa, mi avvicino al tavolo dei miei amici senza vassoio, sedendomi accanto ad Harvey dato che Ashe ha deciso di sedersi accanto
alla mia amica Angel. Più che normale no?
-Ma guarda un pò chi si rivede? Hai avuto il piacere di incontrare il preside Kennedy mi hanno detto!- Sbotta Ashe sorridendo.
-Il dispiacere più che altro! Ma...tu come  lo sai?- Dico ad Ashe vedendolo poi abbracciare Angel. 
Non c'è che dire, sono davvero bellissimi insieme.
-Tutta la scuola ne sta parlando Lou...sai bene che James è uno dei ragazzi più gettonati della scuola.- Continua poi Angel, guardandomi con dispiacere.
-Sappiamo anche del tuo banco! Cazzo se la paga quel fottuto bastardo!- Ribatte Harvey con rabbia, addentando il suo panino.
-Non importa Har, prima o poi si stancherà di importunarmi.- 
-Ragazzi!!!!- Ray corre verso il nostro tavolo, sedendosi sulla sedia vuota accanto alla mia.
-Ray! Ma si può sapere che fine hai fatto?- Borbotta Angel guardando l'amico con il fiatone, tutto sudato.
-Mi dispiace ragazzi ma ero agli allenamenti di football...- 
-Questo significa che...- Dico portandomi una mano sul mento.
-Si ragazzi! Mi hanno preso in squadra!!!- Urla Ray felice, mentre mi abbraccia forte.
Ricambio l'abbraccio, felice almeno quanto il resto dei ragazzi. 
Harvey, Will ed Ashe si alzano dalla loro sedia e si buttano addosso a Ray cominciando a cantare degli strani inni.
Io ed Angel cominciamo a ridere a crepapelle guardando poi tutti gli studenti che ridono insieme a noi.
Ashe si allontana un attimo per dare un bacio sulle labbra ad Angel e a quel punto sento di potermi sciogliere.
-Cazzo, mi sono perso qualcosa?- Sbotta Ray emozionato.
-Beh...ora Angel è la mia ragazza.- Ribatte Ashe soddisfatto mentre anche lui viene poi abbracciato.
Una delle scene migliori a cui abbia mai assistito...questi ragazzi sono incredibili e si vogliono davvero un bene incredibile.
Finito il loro momento di dolcezza, si risiedono al tavolo.
-Dunque Lou, a questo punto credo di poterne parlare solo con te.- Mi dice Ray, sorridendo.
-E adesso ci snobbi anche? Bell'amico!- Scherza ironicamente Harvey rivolgendosi a Ray che sorride a sua volta.
-Beh, se vuoi essere il mio accompagnatore per la festa di stasera, sei il benvenuto.- 
-No Ray, per carità ahahah.- 
-Festa?- Domanda Angel incuriosita.
-Si...stasera ci sarà una mega festa alla villa di James...è una festa esclusiva per la squadra e dato che io sono il nuovo componente sono stato
invitato. Ogni ragazzo avrà un'accompagnatrice e dato che ora Angel è felicemente impegnata, non posso fare altro che chiedertelo a te Lou.-
-Villa di James? Ma neanche morta!-
-Ti prego Lou, sei la mia unica speranza! Sei una delle mie migliori amiche, non puoi rifiutarti!-
-Certo che posso Ray e tanto per avvertirti, non sono proprio in vena di festività nell'ultimo periodo.-
-Sarei capace di mettermi in ginocchio quì davanti a tutti ma ti prego, devo avere un'accompagnatrice ed oggi sono stato rifiutato già da almeno cinque
ragazze.-
-E va bene...ma solo ad una condizione!-
-Tutto quello che vuoi!-
-Devi portarmi una barretta di cioccolata a latte!-
-Affare fatto.-
Sorrido al mio amico per poi preoccuparmi di qualcos'altro...cosa indosserò?
La giornata scolastica finisce in fretta ed io torno velocemente a casa rifugiandomi nella mia camera per poter scegliere il vestito giusto.
Nick e Meredith non ci sono neanche oggi ed io posso approfittarne per restare in tranquillità con me stessa.
Pensandoci, non sò neanche io cosa mi stia passando per la testa...sarà una festa esclusiva per le persone più popolari della scuola e per di più dovrò
sopportare le risate isteriche della Smith. Ovviamente ci sarà anche lei e le sue schiavette personali dato che sono le cheerleaders ufficiali
della squadra di football. Ah, dimenticavo, Chloe è la fidanzata del nuovo capitano.
Forse dovrei restare a casa...dopotutto non mi perderei niente di esilarante e Ray potrebbe trovarsi qualche ragazza stesso lì.
No, assolutamente no. Non posso fare questo a Ray, non sarebbe corretto nei suoi confronti.
Abbattuta e triste, apro il mio armadio che va in pezzi e comincio a scegliere qualche vestito.
Posiziono sul letto alcuni vestiti che mi sembrano essere più adatti per la serata ed intanto vado a prepararmi il pranzo.
In cucina, prendo una pentola e comincio a bollire l'acqua mettendoci dentro del sale. Dopo questo piccolo passaggio, butto nella pentola con l'acqua
ormai bollente, degli spaghetti. 
Dopo aver preparato anche il sugo, comincio a prendere un piatto in porcellana per riporci dentro gli spaghetti dopo averli scolati.
Finito di mangiare, ritorno in camera telefondando alla persona che riuscirà a darmi un consiglio vero e diplomatico.
-Sapevo che mi avresti chiamata...Se hai bisogno di aiuto per il vestito, dammi cinque minuti e sono da te.-
-Riesci a capirmi al volo, ti aspetto.-
Riattacco il cellulare ed intanto che aspetto la mia amica, inizio a prendere i libri per studiare.
Devo impegnarmi se spero di diventare un giorno una famosa psicologa...sarebbe bellissimo riuscire ad entrare in contatto con le sensazione delle 
persone e con la propria anima.
Dopo un'ora di studio intenso, finalmente sento il suono assordante del campanello che mi annuncia l'arrivo di Angel.
-Mi dispiace di aver fatto tardi, ma dovevo assolutamente portarti una cosa.- Mi dice la mia amica entrando in casa ed abbracciandomi.
-Cosa?- Rispondo incuriosita dall'enorme busta che ha tra le mani.
-Lo vedrai! Adesso mostrami i vestiti che avevi pensato di indossare.- 
Annuisco e salendo al piano di sopra con Angel, la porto in camera dove potrà ammirare i tre vestiti posizionati sul mio letto.
-Come pensavo...oh Lou, sono tutti vestiti che già hai indossato!- Borbotta Angel, toccando la stoffa dei vestiti.
-Con i pochi soldi che guadagnamo non credo di poter spendere tutti i miei risparmi per dei semplici vestitini.-
-Ma tu sei fortunata perchè hai un'amica davvero in gamba che ha deciso di prendere in prestito "accidentalmente" uno dei vestiti più costosi
della propria sorella.-
-Cosa? Non mi dirai che hai rubato uno dei vestiti di Carol?-
-Senti, non l'ho rubato...è mia sorella e per quanto possiamo odiarci, posso dirti con sicurezza che è solo un prestito. Me lo riporterai
domani...tanto Carol non se ne renderà conto con tutti quei vestiti che ha in quell'armadio...-
-Non voglio metterti nei casini Angel!-
-Oh, adesso basta pensare a quella stronza di mia sorella e preparati perchè quando lo vedrai, ne rimarrai sconvolta.-
-Posso vederlo vero?-
-Certo che puoi.- Angel prende velocemente dalla busta un bellissimo vestitino nero, in pizzo, abbastanza scollato davanti e anche abbastanza corto.
La parte superiore del vestito è fatta a corsetto con alcuni nastrini blu incrociati. 
Una cinturina sempre dello stesso colore dei nastrini, è posizionata sul  basso ventre ricoprendo i fianchi con un piccolo fiocco.
E' di una marca abbastanza famosa quì in America e dovrebbe costare una fortuna.
-Incredibile...- Sussurro mentre sgrano gli occhi.
-Bello vero? Come sai i miei genitori amano spendere soldi per mia sorella...quindi ti assicuro che con questo tutti gli occhi saranno puntati
su di te!-
-Non è quello che voglio Angel...-
-Beh, dovrai pur fare bella figura no? Voglio dire, tu staresti bene anche con un cactus in testa ma ogni tanto bisogna pur mostrare quel tocco
di femmilità! Vedrai che faccia farà la Smith quando ti vedrà!-
-Non sa neanche che ci sarò probabilmente...comunque, non posso accettarlo Angel!- Dico allungando le braccia verso la mia amica per ridarle a malincuore
il vestito.
-Non ci provare Louise. Ho fatto di tutto pur di riuscirtelo a portare e adesso tu mi dici che non lo vuoi?-
-Ma...-
-Niente ma Louise.-
-Grazie.- La abbraccio forte.
-Ma...questo è il tuo bracciale! Lo hai ritrovato!- Urla felice Angel, portando il suo sguardo sul mio braccialetto.
-Si...o meglio è stato lui a trovare me.-
-Ci sono cose di te che non capirò mai. Adesso spiegami come fa un bracciare a cercarti per poi trovarti?-
-Hai tempo per ascoltarmi?-
-Tutto il tempo che vuoi tesoro.-
A questo punto, io e Angel scendiamo giù in cucina e preparando del thè, le comincio a raccontare della serata con il ragazzo dagli occhi color
nocciola.
Prendiamo il thè insieme, sedute sul divanetto mentre Angel non fa altro che emozionarsi ad ogni cosa che le racconto. 
-E' tutto così...bello Lou, ma ti ricordo che tu di questo ragazzo non sai niente.-
-Lo sò Angel ma non vorrei ripeterti sempre le stesse cose. Non immagini quanto abbia sperato di incontrare un ragazzo del genere...mi ha baciato
le ferite e riesce a prendersi cura di me senza esagerare come fanno gli altri. Ti potrà sembrare una follia ma quando lui mi tocca, io mi sento amata.
Sento che in questo mondo ci sia qualcuno per cui vale davvero la pena vivere...-
-Dev'esser davvero un ragazzo speciale...solitamente è difficile trovare un cliente che non ci picchi...-
-Stranamente ho delle sicurezze in lui...non mi hai mai picchiata e non ha mai espresso alcun sintomo di violenza nelle sue azioni.-
-Questo perchè ...credo tu ci abbia messo tutta te stessa.-
-Non lo sò...puor darsi che mi stia sbagliando ma...nessuno mi aveva mai fatta sentire in questo modo. Ho provato qualcosa di diverso con lui, qualcosa
che non ti riuscirei neanche a spiegare. Ieri quando ho sentito le sue labbra premersi su quei graffi, non ho sentito altro che protezione.-
-Stai correndo troppo Lou. Sai bene che sarei felice di vederti con qualcuno, almeno così entrambe abbandoneremo la prostituzione, ma dall'altra parte
è sempre un ragazzo che ha cercato di "svagarsi".-
-Sono stati quegli occhi...mi hanno folgorata!-
-Si vede...-
-Da cosa?-
-Anche un cieco si renderebbe conto di quanto ti piaccia quel ragazzo.-
-Puor darsi, ma non voglio illudermi. Aspetterò solo di rincontrarlo...-
-E magari di presentarmelo!-
Sorrido alla mia amica, per poi correre in bagno e farmi una doccia veloce.
Finita la doccia, torno in camera cominciando ad asciugarmi  prendendo il vestito. 
-Andrà bene.- Mi dice Angel seduta sul mio letto mentre armeggia con il cellulare.
Annuisco ancora per poi indossare il vestito abbastanza corto. Specchiandomi mi rendo conto di esser dimagrita più del solito.
Dopo essermi specchiata per alcuni minuti, Angel prende dei trucchi e comincia a truccarmi. Mentre cerca di disegnarmi una riga decente di eyeliner mentre
io comincio a ridere senza motivo. Forse un motivo c'è...è la situazione che mi diverte e la faccia così seria di Angel mentre prova a farmi restare
ferma.
Truccata e vestita, mi occupo dei capelli che ovviamente lascerò liberi e scioli come sempre. Li spazzolo lasciandoli lisci e lunghi mentre Angel cerca
i tacchi giusti nell'armadio.
Messi anche i tacchi e presa la borsetta nera, sono pronta per la serata più brutta della mia vita.
-Sei bellissima tesoro! Sono sicura che stasera riuscirai a trovare il ragazzo giusto.-
-Ti ricordo che sono stata invitata ad una festa di gente di una classe sociale decisamente migliore della mia...-
-Mai dire mai. Non puoi aspettare per sempre il ragazzo dagli occhi color nocciola...è ora di farsi avanti e cambiare vita.-
-Sò già che me ne pentirò.-
Angel mi abbraccia forte, dandomi forza mentre sento il cellulare vibrare.
-Pronto? Si...scendo subito!- Dico parlando al cellulare con Ray che mi sta aspettando giù davanti al cancello di casa.
-Stasera...fai vedere chi sei!- Mi dice Angel dandomi un bacio sulla guancia davanti alla porta di casa.
-Il vero problema è...sono mai stata qualcuno?-
-No...ed è per questo che ti voglio bene.-
Sorrido alle parole di Angel e stringendola, usciamo fuori.
Angel saluta sia Ray che me e se ne va, probabilmente sarà in dolce compagnia.
-Wow Louise, sei bellissima!- Esclama Ray, osservandomi da capo a piedi.
-Ti ringrazio Ray.- Dico sorridendo al mio amico che mi apre lo sportello della sua auto.
Entro in auto e mettendomi comoda, vedo Ray mettere in moto.
-Sò che lo stai facendo per me Louise e credimi che te ne sarò per sempre grato...sò che non è facile per te.-
-Tranquillo Ray, è solo una festa, passerà.-
-Ah dimenticavo...ecco la tua cioccolata.- Conclude il discorso Ray prendendo dalla tasca del giubbino una tavoletta di cioccolata al latte.
Dò un bacio sulla guancia al mio amico ed insieme ci avviamo verso la villa di James.

































22.30...


Ray parcheggia la sua auto accanto al cancello dell'enorme villa Duty. Non immaginavo fosse una villa così...grande.
Una splendida villa bianca, con chissà quanti piani ed un enorme giardino con una fontana al centro.
-Okay, in questa casa stasera ci saranno persone che non conosci ed altre conosci bene ma che tuttavia odi.- Mi avverte Ray...
come se già non lo sapessi.
-Ho capito, sarò carina e gentile con tutti.-
-Credi di potercela fare?-
-Non sottovalutarmi.- 
-Beh, spero di non trovarti su di un tavolo mentre tiri i capelli della Smith!-
-Quando lo farò, sarai il primo a saperlo.-
Ridendo come due cretini, scendiamo dall'auto mentre dò il braccietto al mio amico.
Entriamo nell'enorme villa ed io non faccio altro che guardarmi intorno. Una sala enorme in cui alcune persone già stanno ballando, altri studenti
invece, sono troppo occupati a buttarsi in piscina senza vestiti.
Altri ragazzi invece, stanno facendo a gara a chi beve di più. La festa sembra esser iniziata da poco, eppure, sono già tutti sballati.
Avanzando per la folla, io e Ray raggiungiamo per mia più grande sfortuna, James ed il resto dei suoi amici.
Ovviamente, James sta ballando con i suoi amici, fumando alcuni spinelli con loro con una bottiglia di birra tra le mani.
-Ray, finalmente sei arrivato! Amico, ti stavamo aspettando.- Dice James avvicinandosi a Ray dandogli una pacca sulla spalla.
-Hey James!- Anche Ray ricambia la pacca sulla spalla mentre James inizia a guardarmi.
-E tu cosa ci fai quì sfigatella? Nessuno ti ha invitato.-
Stavo per ribattere alle parole amare di James ma Ray mi precede.
-E' con me James, è la mia accompagnatrice. Spero non ti dispiaccia.- 
-Non mi dirai che state insieme?-
-No, è una mia carissima amica.-
-Perchè, quali problemi ci sarebbero Duty?- Sbotto anche io acida, riferendomi a James.
-Oh assolutamente nulla. Volevo solo avvertirti che stasera non sarai così fortunata da finire nell'ufficio del preside. Potresti finire
da qualche altra parte...- Continua James con aria maliziosa.
-Ehm, andiamo a salutare gli altri amico, a dopo!- Ribatte Ray portandomi via dalla folla con lui.
Cazzo se lo odio!
-Senti, è fatto e barcollava quindi è anche ubriaco. Credimi, non è poi così male quando lo conosci.- Mi dice Ray cercando di calmare la mia ira.
-Non mi importa un cazzo se era fatto o altro! Non posso credere che tu sia diventato uno di loro!- Urlo cercando ascoltare le parole di Ray dato
che mi è impossibile per la musica eccessivamente alta.
-Non sono uno di loro! Faccio solo parte della loro squadra...sto inseguendo un sogno Louise...-
Dopotutto...non è colpa sua se la squadra di football è delimitata da persone di quel genere.
-Hai ragione Ray, scusami.- Dico al mio amico che sembra essersi tranquillizzato anche lui.
-Ti vado a prendere qualcosa da bere?- 
-Va bene...- 
Ray sparisce tra la folla ed io decido di dare un'occhiata in giro.
Stanca di ascoltare questa musica assordante, esco in giardino dove ci sono altri ragazzi che si stanno divertendo in piscina. Alcuni di loro mi invitano
tra di loro ma io rifiuto. 
Sapevo di aver fatto una cazzata, ma infondo, lo sto facendo per Ray e questa è l'unica cosa che mi fa stare meglio.
In parte mi sento fragile...troppo fragile per vivere in un mondo così crudele.
Perchè gli altri non riescono ad essere sè stessi? Perchè tutti indossano una maschera pur di poter esser rispettati ed amati dalle persone?
Forse non avrò mai delle risposte concrete a queste domande.
Solo nella mia mente mi sento al sicuro. E' lì dove mi rifugio e dove ripongo ogni mio pensiero sentendomi bene con me stessa. Se una persona dovrà
andarsene dalla mia vita, preferisco che lo faccia uscendo dalla mia mente. 
Dopo aver fissato per qualche minuto il cielo stellato però, una voce odiosa alle mie spalle mi fa sobbalzare.
-Non posso credere che anche tu sia stata invitata!- La Smith è quì, di fronte a me ed è in tutto il suo splendore.
I perfetti capelli biondi raccolti in una coda di cavallo, un trucco perfetto e per niente sbavato, un vestitino rosa e nero con una scollatura assassina
proprio dietro la schiena. Tacchi alti che la fanno addirittura sembrare più alta di me. Ma cosa dico, tutti potrebbero essere più alti di me.
-Chloe, sai, non ti avevo proprio vista!- Ironizzo cercando di non farmi prendere dalla rabbia.
-Ora mi hai vista e faresti meglio a toglierti dai piedi.- Sbotta ancora lei acida, salutando alcuni ragazzi che le si avvicinano.
Dopo aver salutato le persone, si gira ancora verso di me.
-Queste non sono feste adatte a te sfigatella quindi ti conviene tornartene a casa.- 
-E se non volessi andarmene?-
-Ti renderò la vita impossibile fin quando non ti vedrò varcare la soglia di quella dannata porta cara.-
-Mh, credi davvero di impressionarmi Chloe?-
-Puor darsi...dove hai preso questo vestito?-
-L'ho comprato.-
-Non credevo potessi permetterti questo genere di cose. Carino, ma non sarai mai femminile quanto me.-
-Questa non è una gara ed io non voglio sicuramente partecipare.-
-Certo...perchè perderesti subito.-
-Perchè non te ne torni dalle tue belle damigelle di corte? O magari dal tuo nuovo fidanzatino.-
-Io almeno posso permettermi il meglio...ciao ciao cara!- Si divincola Chloe tornando dalle sue
amichette che iniziano a scrutare ogni mia singola mossa.
Mentre passeggio però, all'improvviso, sento una voce familiare chiamarmi disperatamente. 
Ovviamente è la voce di Ray che si sta avvicinando a me, tirando verso di lui un altro ragazzo.
 Il ragazzo è girato e mentre si avvicina, continua a ridere con gli amici e con Ray. Non riesco ad osservare bene il suo volto
dato che è ancora girato verso gli amici mentre Ray lo trascina verso la mia direzione.
Sento il mio battito diventare sempre più lento e pesante.
Il ragazzo prima solare e sorridente, voltandosi verso di me, diventa nervoso. 
Gli occhi puntati contro i miei che poi abbassa mentre ha appena smesso di ridere.
-Brandon, ho il piacere di presentarti Louise Witness, una delle mie più care e sincere amiche.- Borbotta Ray entusiasto  mentre ci osserva.
Per un momento...ho visto il mio mondo, cadere a pezzi.






























NOTE DELL'AUTRICE.

Ed ecco a voi il terzo capitolo! Sono felice che molte di voi già stanno iniziando a seguire
la storia...non vi nascondo che mi fa davvero molto piacere :*)
Ringrazio per le recensioni ed ovviamente spero che questa ff vi stia piacendo. A mio parere, ci sono molte cose che non emergeranno in questi
primi capitoli...ma presto, potrete capire molte altre cose della storia e magari apprezzarla. Me lo auguro di tutto cuore!
Inoltre, lettrici silenziose, non mi dispiacerebbe ricevere anche qualche vostro parere, anzi! Fatevi avanti, io sono quì per ascoltarvi, sperando
di non aver ancora deluso nessuno. Spero che la storia possa intrigarvi sempre di più!
Al prossimo capitolo lettrici! <3




Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4.Hate, Love ***


 
 
 

4° Hate, Love.




 
Anche l’incontro di un attimo può essere amore.
(Vannuccio Barbaro)







Per un attimo, mi sentii mancare.
Sarei corsa via, piangendo probabilmente sentendo il mio cuore frantumarsi in mille pezzi.
Impossibile per me descrivere come mi sento in questo momento...sò solo che vorrei scomparire e rendermi invisibile.
Non sarei neanche dovuta venire quì...
-Piacere.- Dice Brandon porgendomi la mano con indifferenza.
Ricambio la stretta sentendomi ancor più stupida. Sprofondo in quegli occhi color nocciola provando a formulare una frase di senso compiuto.
-Amore!- Urla quella vocina stridula che riesce a farmi venire la nausea. 
Chloe si avvicina al suo fidanzato mentre io e lui continuiamo a fissarci.
-Ehm...amore.- Continua sorpreso Brandon, girandosi poi verso la Smith per darle un bacio sulle labbra. 
Lei ricambia il bacio soddisfatta ed io muoio un pò restandoli a guardare come incantata.
Ho una gran voglia di buttarmi a terra e piangere come una bambina, ma non ne ho la forza. Quante possibilità avevo che Brandon May, il capitano
della squadra di football ed il fidanzato della mia nemica giurata, poteva essere uno dei miei clienti di cui oltretutto ho perso la testa?
Bene, Angel aveva ragione...mi ha messa in guardia ed adesso mi sono anche resa conto di che tipo di persona è. 
E'fidanzato cazzo, un pò di rispetto per la sua fidanzata avrebbe dovuto averlo.
Ma chi sono io per giudicare?
I due fidanzatini smettono di baciarsi dopo il loro grande spettacolo teatrale ed io riesco a far rientrare in me una parte che ancora dovevo
cacciare dopo tutti questi anni.
-Lou? Lou, stai bene?- Mi dice Ray osservandomi mentre vado a fuoco.
Qualcosa mi dice di restare calma e qualcos'altro invece mi incita a far fuoco.
-Benissimo Ray...una meraviglia.- Sussurro con superficialità mentre dico a me stessa di restare calma.
-Non si direbbe dalla tua faccia...- Continua Ray sorridendo poi alla Smith e a Brandon con indifferenza.
-Beh, perchè non andiamo a...- Ray stava per proporre qualcosa, ma la Smith lo precede. 
-Mi dispiace sfigatello, ma io ed il mio amore abbiamo altri impegni per stasera. Buon proseguimento sfigati!- Chloe se ne va, prendendo la mano
di Brandon e portantolo via con lei. 
Non credo di poter reggere tutto questo.
-Cos'hai Louise?- Riprova Ray, cercando di attirare la mia attenzione. Si, sto ancora fissando quei due bambocci mentre se ne vanno felici.
-Non ho niente Ray, non ho niente!- Rispondo con nervosismo mentre provo a ritrovare la mia pace interiore che sembra essersi andata a fare un giro.
-Brandon è un bravo ragazzo...mi ha subito preso in squadra e abbiamo subito stretto amicizia!-
-Non voglio sentir parlare di Brandon May in questo momento.- 
-Come vuoi...ti dispiace se vado a salutare altri ragazzi?-
-No, figurati...io farò un giretto nei dintorni.-
-Ce ne andremo il prima possibile Lou, te lo prometto.- 
-Non ci pensare Ray, goditi la festa.- Gli sorrido per tranquillizzarlo.
Ray mi saluta andando verso alcuni ragazzi che stanno chiacchierando animatamente.
Rientro nella villa e dopo aver preso una semplice coca - cola, mi siedo su un divanetto cercando di tenere lontano le persone da me.
Non ci guadagnerò mai nulla a starmene con i fighettini della scuola.
Mentre bevo la mia coca - cola però, mi si avvicina un ragazzo. 
-Ciao.- Mi dice toccandosi i capelli laccati.
-Mh, ciao.- Rispondo con indifferenza.
-Sei nuova?-
Bene, togliti dai piedi prima che non ti dia uno schiaffo in pieno volto. 
-No.- 
-Strano...non ti ho mai vista a scuola...sei un'amica di James?- 
Vuoi morire?
-Assolutamente. Io e James siamo come cane e gatto. Pertanto, sapevo di esser invisibile ma non fino a questo punto.-
-Beh, ci sono così tanti studenti...è difficile ricordare ogni singolo volto...infatti non sò neanche io come ho fatto a non notarti subito.-
-Senti don Giovanni, gira a largo.- Sarò stata troppo...cattiva?
-Frena, non volevo farti arrabbiare in questo modo.-
-Ci sei riuscito.- Detto questo, mi alzo dal divanetto per andarmene, ma il ragazzo biondo mi prende un polso.
-Senti, mi dispiace ok?- 
-Ok.- 
-Io sono Jack...-
-Ed io sono Louise.-
-Bene...ehm, ti va di ballare?- Continua il ragazzo di cui non sò il nome, dopo avermi lasciato il polso.
Proprio mentre sto per rispondere al biondo però, un corpo muscoloso mi si posiziona davanti al volto, di spalle.
-Louise non balla. Levati dai coglioni Jack.- Brandon sembra essersi innervosito. 
-Oh, certo Brandon, non pensavo fosse "roba" tua.- Risponde il biondo quasi impaurito.
"Roba sua"? Spero che stiano scherzando...
Beh, tuttavia, il biondino si divincola facendomi un semplice occhiolino.
Brandon si gira verso di me e mi guarda lanciandomi un'occhiata che non mi piace per niente.
-Bene, adesso sò come ti chiami!- Mi dice con un sorrisino avvincente, come quello di un bambino quando scarta il suo primo regalo di Natale.
-Non farti illusioni. Conosci solo il mio nome...- Gli dico posando poi il bicchiere di coca - cola al tavolo più vicino.
Brandon mi segue.
-Conosco anche il tuo cognome.- Continua Brandon con un volto buffo che in realtà mi fa sorridere.
-Non è poi così importante...-
-Forse hai ragione.-
-E comunque adesso anche io sò il tuo nome. Quindi siamo pari.-
-Tante donne conoscono il mio nome Louise.- 
Puttaniere. Brandon è un puttaniere. 
-Comunque ti conviene mantenere i piedi per terra. Se ti ho scopata due sere era solo per puro divertimento...-
-Credi che non lo sappia? In verità però, mi aspettavo che fossi un ragazzo più intelligente.-
-E perchè non dovrei esserlo?-
-Perchè sei il fidanzato di Chloe Smith. Voglio dire, è una sottospecie barbie in rosa!-
-Questi sono affari che non ti riguardano.-
Che non mi riguardano? Cazzo, sei venuto a letto con me ed intanto sei fidanzato con la mia peggior nemica. Se dovesse scoprirlo Chloe non voglio
neanche pensare a cosa accadrà. Mi rovinerà la vita.
Un momento...è stato lui a venire da me!
Non rispondo guardando il suo volto diventare improvvisamente preoccupato.
-Chloe non deve sapere niente.-
Allora è per questo motivo che è venuto a cercarmi...per assicurarsi che non spifferassi tutto alla Smith.
-Puoi startene tranquillo. Io starò zitta solo se tu starai zitto.- 
-Non capisco cosa intendi.-
-Che nessuno a scuola deve sapere che...lavoro in quel modo.- Sussurro imbarazzata mentre sento le mie guancie andare a fuoco.
-Chiaro.- Risponde Brandon a sua volta, sorridendomi con la sua solita malizia.
Perchè devo esser sempre così sfortunata? 
Brandon se ne va, lasciandomi quì nel bel mezzo della folla, da sola. 
Sospiro cercando di trattenere le lacrime nei miei occhi il più possibile. 
Passano alcuni minuti e dopo aver avuto un'altra breve discussione con James ed i suoi amichetti, prendo il cellulare tra le mani ed invio
un messaggio a Angel. Devo liberarmi.








" Il ragazzo dagli occhi color nocciola è Brandon May. Brandon May è il ragazzo dagli occhi color nocciola."
















Premo invio e dopo alcuni secondi, Angel mi risponde.











"Ricordami di non prenderti a schiaffi. Un momento, allora sei andata a letto con Brandon May!"














Avrei dovuto immaginare una reazione del genere da parte di Angel. 












"Non è una gran cosa. E' il fidanzato di Chloe Smith, mia nemica giurata da chissà quanti anni. Per di più, lei stessa non ha perso
tempo a venirselo a sbaciucchiare davanti a me."
























"In questo caso però lei non ha fatto niente. E' il suo ragazzo...ed è anche il ragazzo più seducente dell'intera scuola."
















"Ma io non potevo saperlo...e poi è fidanzato, perchè avrebbe voluto avere un rapporto con me?"





















"Ti ricordo che avete avuto due rapporti piuttosto intimi. Oddio, non posso ancora crederci!"

















"Ci sono rimasta male Ang."















"Lo sò tesoro. Cerca di sopravvivere. Domani mi racconterai tutto di persona."
















"Sai che lo farò. Angel, dammi la forza per superare anche questa cosa..."















"Ne vedremo delle belle! Comunque devi stare lontana da quel tipo...non voglio che tu abbia una grande delusione d'amore.
Perchè non ne sei innamorata giusto?"

















"Scherzi?"














"Bene...ho temuto il peggio."















-Okay Lou, possiamo anche andare.- Ray si avvicina a me, dandomi la buona notizia.
Annuisco e lascio un ultimo messaggio alla mia amica.













"Finalmente ce ne andiamo! Ci vediamo domani mattina a scuola. Buonanotte Ang, xoxo."











-Andiamo.- Rispondo poi a Ray, posando il cellulare in borsa ed avviandomi con lui all'uscita.
Finalmente fuori, entro nell'auto di Ray dove resto in completo silenzio per tutto il tragitto.
Dopo che Ray mi ha gentilmente riaccompagnata a casa, spegne il motore dell'auto, sigillando lo sportello per evitare di farmi scendere.
-Avanti Ray, non è divertente, devo tornare a casa...- Dico mentre continuo ad armeggiare con lo sportello che non vuole proprio aprirsi.
-No Lou, io e te adesso parliamo.- Mi sorprende Ray. E' la prima volta che è così serio  nei miei confronti.
-Non c'è niente di cui dobbiamo parlare Ray, adesso lasciami scendere se non vuoi ritrovarti un tacco in testa!- 
-Lou, io non ti capisco...sto cercando davvero di capirti ma non ci riesco.-
-Se ti riferisci a stasera, sai bene che non avevo voglia di venire a quella festa. Sò di non esser stata un'ottima accompagnatrice ma in ogni 
caso sono venuta e l'ho fatto per te!-
-Non intendo questo. Io sò che per te non dev'esser stato facile essere lì e ti ringrazio per ciò che hai fatto per me, ma non credere
di cavartela in questo modo.-
-Non capisco a cosa ti riferisci...-
Oh no, Ray avrà capito tutto? Okay, invento una bugia. No, non posso neanche pensare di mentirgli...allora fingerò di star male e di star per soffocare.
-Il modo in cui guardavi Brandon...non è che ti piace?- 
Comincio a ridere cercando di salvarmi dalla situazione. 
-Non era divertente Lou, cos'è successo con lui?-
Smetto improvvisamente di ridere, cominciando a piangere. I lacrimoni che fuoriescono dai miei occhi, mi fanno sentire così perfettamente inutile.
-Lou! Oh merda, non volevo farti piangere!-
Cerco di asciugarmi le lacrime con la mano ma non riuscendo a fermarle, non mi resta che alzare la testa al cielo.
-No...è che...-
-Ti ha fatta del male? Lou, non dirmi che ti ha costretta a fare qualcosa che non volevi fare?- Si preoccupa ancora Ray, cercando di abbracciarmi.
-E' questo il punto Ray...sono stata distrutta da un mio cliente.- Sussurro quasi, piangendo e balbettando, ricordandomi di respirare.
Ray mi sorride debolmente inizialmente sorpreso da ciò che gli ho detto...ma poi non ha esitato ad abbracciarmi.
Mi sfogo tra le braccia del mio amico che sembrano far a lotta tra di loro su chi vorrebbe consolarmi di più.
Ray mi accarezza i capelli sussurrandomi parole dolci che in realtà mi fanno sentire meglio. Sorridendo al mio amico e asciugandomi le ultime lacrime,
esco dalla macchina.
Saluto dando la buonanotte a Ray e poi rientro in casa dove per fortuna sia Nick che Meredith, stanno dormendo.

































MERCOLEDI'...

Dopo aver restituito il vestito di ieri ad Angel...
-Non devi fartene una colpa, io sarei felice di aver rubato il ragazzo a quella presuntuosa della Smith!- Sbotta Angel, seduta accanto a me,
sul muretto adiacente alla nostra scuola mentre continua a fumare la sua sigaretta.
-Non è questo...io non potevo di certo sapere che il ragazzo con cui sono andata a letto due fottutissimi giorni fosse Brandon May!- Mi giustifico,
mentre provo a dimenticare l'accaduto di ieri sera.
-Certo, dev'esser stato un bel colpo per te, ma guarda il lato positivo!-
-C'è un lato positivo in tutto questo Angel?-
-Si, che tuttavia, lui non vuole parlarne alla sua ragazza. Quindi sei salva.-
-Sinceramente non capisco perchè Brandon sia stato così scorretto nei confronti della sua ragazza...-
-Evidentemente, non è il bravo ragazzo che pensavi che fosse.-
-Questo perchè ancora non sapevo chi fosse...e adesso che lo sò, farò il possibile per tenerlo lontano da me.-
-Si, faresti bene. Dopotutto, l'hai saputo appena in tempo...se lo avessi saputo più tardi penso che già ne saresti stata innamorata persa.-
-Si...hai ragione...ma adesso? Non posso far finta che tra di noi non ci sia stato niente!-
-E' un cliente. Solo un cliente e basta. Lui è venuto da te per un valido motivo e tu hai fatto il tuo lavoro. Fine della discussione.-
Suona la campanella scolastica ed io, dopo essermi fatta un piccolo esame di coscienza, entro nell'istituto accompagnata da Angel.
Aperto l'armedietto, girandomi, noto con dispiacere la scena che mi si presenta davanti agli occhi.
Eppure, non avrei mai potuto immaginare che quel sorriso, quegli occhi e quel viso fantastico potessero nascondere tanta furbizia.
Brandon è abbracciato alla sua ragazza che continua a toccargli i capelli, spettinandoglieli. E pensare che qualche sera fa, quei capelli
furono toccati proprio dalla sottoscritta.
Un abbraccio fugace, mi fa rabbrividire mentre penso a quanto avrei pagato in questo momento per stare al posto della Smith. 
Un bacio questa volta, mi spezza in  due come una corda quando viene tirata troppo a lungo. Quelle labbra...erano le mie.
-Allora Lou?- Will mi si para davanti, facendomi sobbalzare mentre ritorno in me.
-Eh? Cosa?- Dico non riuscendo proprio a capire di cosa mi avesse parlato Will poco fa...
-Ti ho chiesto se puoi prestarmi la calcolatrice scientifica almeno per oggi!- Ribatte Will, questa volta, con decisione.
-Oh, si...- Rispondo con delicatezza, ancora con la testa tra le nuvole mentre osservo Brandon e Chloe mentre parlano animatamente.
Allungo il braccio verso l'armadietto, cercando di prendere la calcolatrice al mio amico.
-Ecco, tieni.- Rispondo poi, porgendogli un qualcosa che non sembra avere la forma di una calcolatrice.
-Ma...ti ho chiesto la calcolatrice, non un'agenda!- Sbotta Will osservandomi con curiosità per poi girarsi ed osservare anche lui i due fidanzatini.
Perfetto...avrei dovuto controllare nell'armadietto per prendere la calcolatrice, ma mi sono affidata al mio sesto senso mentre i miei occhi guardavano
altrove.
Brandon si gira verso di me, guardandomi per un attimo negli occhi ma io distolgo subito il mio sguardo puntandolo contro l'armadietto.
-Lou? Non è che hai la febbre?- Continua Will, girandosi ancora verso di me.
-No, perchè?- Rispondo con indifferenza cercando questa dannatissima calcolatrice.
-Sei diventata tutta rossa! Sembri un pomodoro e hai degli occhi lucidissimi! Controlla, potresti essere influenzata!-
-Ehm si, in effetti non mi sento tanto bene...- Cerco di cavarmela senza voltarmi e prendendo finalmente tra le mani la calcolatrice.
I due fidanzatini intanto si salutano e vedendo Brandon che si avvicina, provo a parlare con Will sperando di poter fuggire da questa strana
situazione.
-Allora Will, come va, tutto bene? Cosa fai? Dove devi andare? Io devo andare in classe tra un...pò...- Dico velocemente per poi vedere Brandon
passarmi accanto senza neanche voltarsi o comunque salutare.
Ma ci speravo davvero?
-Ehm...Louise, forse dovresti farti dare un termometro dalla signora Kenneth.- Mi suggerisce Will, mentre Ashe e Angel si avvicinano a noi.
-Buongiorno ragazzi, tutto bene?- La voce squillante e felice di Ashe riesce a rompermi i timpani.
-No!- Sbotto esaurita mentre vedo Angel osservarmi con sorpresa.
Will e Ashe restano in silenzio scrutando il mio volto completamente in fiamme.
-Scusate ragazzi ma oggi non sto molto bene...ci vediamo a pranzo?-
-Certo Lou, cerca di riprenderti però, non avrai per caso la febbre?-
-No che non ce l'ho Ashe.-
-E cos'hai allora?- Domanda poi Will con curiosità.
-Una brutta malattia chiamata a...- Tappo velocemente la bocca di Angel che cerca inutilmente di spingermi via.
-Niente, sto benissimo, Angel ha sempre voglia di scherzare!- Giustifico il mio comportamento per poi sentire un dolore atroce alla mano.
Angel mi ha appena morsa per liberarsi dalla mia presa.
-Ma sei diventata matta?- Urlo mentre mi massaggio la mano.
-Ti sta bene!- Ribatte Angel facendomi la linguaccia.
Ashe e Will cominciano a ridere e dopo esserci guardate entrambe in faccia, scoppiamo a ridere anche noi.
Dopo ben due ore consecutive di francese, esco dall'aula aspettando poi i miei amici per andare alla mensa.
Mentre li aspetto però, mi appoggio al muro più vicino mentre prendo dalla tasca del giubbino il mio amatissimo ipod.
Cerco come sempre la riproduzione casuale e comincio a canticchiare la canzone mentre tengo l'ipod tra le mani.
Immersa nel fantastico mondo della musica però, non mi ero resa conto di esser osservata da un bel pò di tempo. Me ne accorgo, solo quando
sento una spalla enorme sbattere con forza contro la mia, facendomi cadere l'ipod con le cuffie a terra.
-Ma che sbadata che sei Witness!- Urla con ironia James, seguito poi dai suoi amici Stephan,Ivan,Jasper,Alan e Brandon.
Cosa!? Brandon!?
-Ma quando deciderete di lasciarmi in pace? Siete solo dei bambini!- Urlo ormai con rabbia mentre mi inginocchio per prendere l'ipod, ma il piede
di qualcuno, riesce a spostare l'ipod dalle mie mani per farlo scivolare dall'altra parte.
Mi avvicino all'ipod ancora una volta alzando poi lo sguardo e ritrovarmi il volto di Brandon completamente divertito.
Mi alzo velocemente, mentre Brandon passa sempre con lo stesso piede l'ipod a James.
Anche James prende l'ipod con il piede per poi lasciarlo scivolare a terra come se fosse un pallone...come se stessero giocando una vera e propria partita
di calcio.
-Passa!- Urla Alan lontano dagli amici. James non se lo fa ripetere due volte e lo passa all'amico che non sembra volermelo restituire.
Comincio a correre verso ognuno di loro mentre continuano a passarsi l'ipod.
-Smettetela vi prego, finirete per romperlo!- Urlo cercando di aggrapparmi al corpo di James, ma vengo spinta a terra da Jasper che ride soddisfatto.
Brandon ferma gli amici che stanno per tirare un colpo secco al mio ipod e con indifferenza, lo prende dal pavimento freddo.
-Mi dispiace Witness, ma il tuo ipod è deceduto.- Sbotta Brandon avvicinandosi a me e mostrandomi l'ipod con lo schermo completamente rotto.
Dei ghigni assordanti riempiono il corridoio vuoto dato che sia i professori che gli altri studenti saranno tutti già alla mensa...
Osservo con rabbia gli occhi profondi di Brandon cercando di convincermi che non sia stato proprio lui a farmi questo.
Dov'è finito il ragazzo che baciava le mie ferite? Dov'è finito il ragazzo premuroso e simpatico che mi ha fottuto il cervello?
"Non piangere Louise, non piangere" Mi ripeto mentre continuo ad osservare quei volti spietati e soddisfatti che non fanno altro che aumentare il mio
odio nei loro confronti. Non credevo di poter odiare quel ragazzo, eppure adesso mi sento divisa in due. 
Con un ultimo sorriso, Brandon si divincola verso la mensa insieme ai suoi amici lasciandomi a terra, inerme.
Provo ad alzarmi e mentre lo faccio, Angel e gli altri mi raggiungono correndo.
-Louise! Louise!- Urla Angel correndo verso di me.
-Sto bene Angel, davvero.- Dico mentre mi lascio alzare da Harvey.
-E allora perchè eri a terra?- Continua Will altrettando preoccupato.
-Sono inciampata.- 
-Cosa ci fanno le tue cuffiette lì?- Continua Ashe, riprendole dal pavimento per potermele dare.
-Ehm...non credo che adesso possano servirti...- Ammette Ray, mentre io osservo ancora quelle cuffie rotte nelle mie mani.
La musica...la musica era tutto ciò che avevo...tutto ciò che mi aiutava ad esprimermi e tutto ciò che mi restava accanto quando avevo davvero
bisogno di riprendermi. Avevo solo lei...
-Chi è stato Lou?- Mi domanda ancora Ashe, pieno di rabbia.
-Saranno stati i nuovi amichetti di Ray!- Sbotta Will più acido che mai.
-Lou, sono stati davvero loro?- Mi dice improvvisamente Ray, avvicinandosi a me.
Si...sono stati loro.
-No, non sono stati loro. Ve l'ho detto, sono caduta mentre ascoltavo musica e mi era caduto l'ipod a terra con le cuffie.-
-E adesso dov'è l'ipod?-
-Dove vuoi che sia Will, senza dubbio nella sua borsa! Adesso andiamo, ho una gran fame!.- Ringrazio Angel con lo sguardo per avermi aiutata.
E' incredibile come riesca a capirmi quella ragazza. Non c'è bisogno che io le racconti le situazioni, lei capisce tutto guardandomi anche solo
negli occhi.
Gli altri annuiscono ed insieme andiamo in mensa dove io ovviamente, non ho nessuna voglia di pranzare.






























Non riuscendo più a reggere le continue domande dei miei amici, decido di congedarmi dicendo loro che sarei andata un attimo in bagno.
Esco dalla mensa osservando il volto divertito di James e la Smith che continuano a fissarmi, confabulando tra di loro.
Noto con disprezzo che manca il capobranco, ed è proprio per questo che passo davanti ai loro volti senza dargli la soddisfazione di girarmi
verso di loro.
Finalmente fuori da quella massa di studenti, corro verso il bagno del secondo piano dove ovviamente non entra più nessuno da anni.
Corro per le scale ed arrivata, mi chiudo la porta alle spalle, respirando debolmente.
Nessuno entra più in questo bagno perchè è diventato il bagno privato di tutti i bidelli della scuola. E' quì dove vengono riposti stracci e utensili
per pulire al meglio l'istituto.
Oltre questo, è severamente vietato entrare in questo bagno dato che non è stato per niente ristrutturato e c'è la possibilità che qualcuno possa
farsi davvero male.
Per quanto possa essere disordinato e catastrofico, questo è stato sempre uno dei miei luoghi preferiti in cui preferisco sfogarmi.
Ho proprio bisogno di sfogare la mia rabbia interiore ed almeno quì non posso rischiare di esser vista da qualcuno dato che i bidelli prendono
gli utensili di prima mattina e li ripongono poi alla fine delle lezioni.
Mi siedo a terra, sentendo poi una lacrima rigarmi la guancia per scendere sempre più giù.
Dopo una, sapevo benissimo che ne sarebbero uscite altre, sempre più dolorose della prima.
-E tu cosa cazzo ci fai quì?- Una voce a dir poco squillante e dura, mi fa subito rialzare dal pavimento.
Mi asciugo velocemente le lacrime maledicendomi mentalmente.
-Ma...tu...stai piangendo?- Mi domanda ancora Brandon, avvicinandosi a me.
Lo spingo via, ferendo una parte di me che avrebbe voluto accettare un suo qualsiasi insulto o una sua qualsiasi fonte di preoccupazione.
-Vattene via!- Urlo in preda al panico cercando di tenerlo il più possibile lontano da me.
-Come vuoi.- Risponde lui con indifferenza, alzando le mani.
-Cosa ci fai tu quì?- Domando dopo essermi finalmente asciugata il viso.
-Oh niente, stavo solo riempiendo di chilli piccante la divisa del Signor Olmes.- 
La cosa che mi stupisce di più di questo ragazzo è la sau sfacciataggine. Possibile che sia così sfrontato e diretto?
-Cosa? Ma non puoi!-
-Si che posso!-
-No, non puoi!-
-E chi lo dice?-
-Io!-
-E saresti? Louise Witness, la sfigata emarginata della scuola nonchè una componente della banda degli sfigati. Si, sono impressionato!-
-Non la pensavi così quando mi hai fatta entrare ben due volte nella tua auto Brandon May.- 
Cazzo se ho esagerato.
-Forse hai ragione, ma non mi sembra che tu eri così tanto disgustata dall'idea di stare con me. Anzi, dimenticavo...più che disgustata
ti sarai sentita bene ed appagata. Non solo con me giusto?-
Cosa intende dire con questo "Non sono con me".
-Non sono tenuta a dirti niente.-
-Semplicemente perchè sai che è così. Sei una puttana!-
-Sei venuto tu a cercarmi!-
-Ad ogni modo, non avrei mai dovuto farlo. Adesso ne sto pagando le conseguenze.-
-Hai ancora intenzione di darmi della puttana Brandon? No perchè se hai intenzione di continuare io posso semplicemente andarmene.-
-Allora cosa aspetti?-
Ah si? Ti accontento allora. 
Mi giro velocemente verso la porta, ma quando provo ad aprirla, sembra essere bloccata.
-Ehm...Brandon...- 
-Mh?-
-La porta...è chiusa.-
-Ma non mi dire!-
-No davvero, è come bloccata...dev'esser chiusa a chiave!-
-Adesso ti inventi anche questi stupidi annedoti per poter restare quì con me?- 
-Non ho nessuna voglia di restare quì con te Brandon, vieni quì e guarda tu stesso!- 
Brandon si avvicina a me ed io rabbrividisco a questo piccolo contatto con il suo corpo.
Il ragazzo dagli occhi color nocciola, prova ad aprire la porta ma non ci riesce. Sbuffa continuamente, dando a pugni contro di essa.
-Smettila cazzo! Se qualcuno ci scopre quì, non voglio neanche immaginare cosa potrebbe accadere!- Dico mettendogli una mano sulla spalla, ma togliendola
velocemente quando Brandon osserva la mia mano e poi il mio volto.
-Adesso, cosa facciamo?- Mi domanda poi mettendosi delle mani sui fianchi.
-Sei tu l'intelligentone no? Anzi, scusa, mi ero completamente dimenticata di quanto tu fossi stupido.-
-Credi che io sia stupido?-
-Per stare con Chloe si.-
-Dillo che avresti voluto essere al suo posto.-
-Non ci sperare.-
-Sperarci? Io? Cosa ci guadagnerei io a stare con una puttana?-
-Basta! Ti prego basta!-
-Come vuoi.-
Brandon si siede a terra con nervosismo, cercando evidentemente di starmi lontano.
Dopo alcuni minuti di silenzio però, decido di parlare e dire sinceramente quello che sento.
-Immagino tu sia un ragazzo che bacia le ragazze per poi farle piangere.- 
A questa mia affermazione, Brandon non risponde limitandosi ad osservare il cielo fuori a questa piccola finestra.
Arrendendomi, prendo velocemente il cellulare dalla tasca dei jeans per poter scrivere un messaggio ad Angel.














" Ti prego, vieni al secondo piano e salvami."





-Cosa fai?- Mi domanda Brandon curioso.
-Ci salvo.-










"Cosa succede Lou? Non dirmi che ti hanno fatta ancora del male? E perchè sei al bagno riservato ai bidelli :O ? "














"Non farmi domande ti prego...sono stata chiusa in bagno ed ho bisogno che tu prenda di nascosto le chiavi e mi venga ad aprire."

















"Okay, cercherò di rubare le chiavi al signor Olmes...le prendo e vengo ad aprirti."















"Fai presto ti prego."













"Corro."



















Dopo l'ultimo messaggio di Angel, mi sento già meglio.
-Tra un pò dovrebbe venire Angel ad aprirci.-
-Quell'altra sfigata?-
-Ti ricordo che un mio caro amico, giocherà d'ora in avanti con te nella tua squadra di football!-
-Credi che non lo sappia? Ma Ray non è per niente uno sfigato...è davvero un bravo giocatore ed è per questo che non riesco
a capire come faccia a stare con voi!-
-Sei assurdo.-
-E tu sei una puttana.- 
Questo è troppo.
Mi avvicino con violenza a Brandon e provo a dargli uno schiaffo ma lui riesce a bloccarmi prendendomi entrambi i polsi. 
-Ti odio! Lasciami andare!- Sbotto con rabbia provando a liberarmi dalla sua presa.
Lui non sembra volermi lasciare e dopo un pò, comincia a baciarmi il collo. Resto sorpresa da questo suo atteggiamento ma con uno spintone, lo distendo
al muro.
Lui mi sorride, voltando poi me verso il muro tenendomi ancora i polsi. Il mio cervello vorrebbe incenerirlo ma il mio corpo non riesce proprio
a distaccarsi dal suo.
Mi sento morire sentendo le sue labbra continuare  a posizionarsi sul mio collo facendomi sentire così perdutamente inerme ad ogni sua mossa.
Brandon mi sorride ancora, per poi abbassarmi la zip dei pantaloni e mordendomi continuamente le labbra.
Mi sento morire capendo che non sarei riuscita a fermare lui ma neanche me stessa.
Travolta e rapita da quei suoi continui sguardi, mi lascio andare baciando poi con passione le sue piccole labbra. Ne avevo davvero sentito la mancanza...
Questa volta, Brandon mi prende in braccio distendendomi ancor di più al muro mentre attorciglio le mie gambe attorno alla sua vita.
Dopo i nostri continui baci, sentiamo il bisogno di unirci entrambi in un solo corpo...in una sola anima.
Sapevamo di non poter resisterci a lungo, eppure io stessa mi intristisco non capendo cosa davvero spinge questo ragazzo a comportarsi in questo modo.
Prima mi vuole, l'attimo dopo non più.
Brandon mi lascia scivolare a terra e posizionandosi in fretta sopra al mio corpo, riesco a sentire il battito del suo cuore andare al passo con il mio.
Quel suo piccolo e delineato nasino, continua a scontrarsi contro il mio mentre il suo corpo continua a muoversi facendomi sentire piena tutto ad un tratto.
Solitamente, sono sempre stata quel tipo di ragazza che si sentiva spesso vuota...invece ora, mi sento piena.
Piena di un qualcosa di cui non sò neanche io cosa sia. Piena, sentendo le mie lacrime uscire dai miei occhi...
Esausto, Brandon si posiziona accanto a me, riacquistando il suo respiro.
Faccio lo stesso anche io sorridendo e piangendo come una stupida.
Senza dire una parola, Brandon si rialza, chiudendosi la zip dei pantaloni ed aggiustandosi i capelli davanti allo specchio che sembrano esser rimasti
sempre gli stessi. 
Io personalmente, non ho neanche il coraggio di rialzarmi...continuo semplicemente a sentire le lacrime fredde cospargere il mio viso in fiamme.
Avrei voluto dirgli davvero quello che provo, che vorrei odiarlo per ciò che mi ha fatto, che nessuno mi ha mai fatta sentire in questo modo, che 
non sono una puttana come lui crede...ma che sono una semplice ragazza in cerca d'amore. Una semplice ragazza dalla vita troppo complicata per 
viverla.
Sento un rumore provenire dalla serratura della porta del bagno in cui mi trovo. Chissà cosa penserà adesso Angel...
La serratura sembra essersi finalmente aperta. Resto a terra alzandomi i pantaloni e chiudendoli per bene.
-Mi dispiace per il tuo ipod.- 
Alzo velocemente lo sguardo ma Brandon non c'è più. Brandon è appena uscito da quella porta e mi ha appena..."chiesto scusa"?
In compenso, Angel si avvicina a me e senza che io le dicessi qualcosa, mi abbraccia forte facendomi sentire anche lei, meno vuota.





































NOTE DELL'AUTRICE.


Nananananaaaaaaaaaaaa!
Ecco a voi un altro capitolo di questa ff!
Insomma, la situazione è più che evidente...o no? Spero che questa fanficiton riesca in qualche modo
a farvi sognare.
Non ho molto da aggiungere su questo capitolo, solo che come vedete, la situazione diventa sempre più complicata.
Louise è una ragazza terribilmente fragile, mentre Brandon è un ragazzo terribilmente arrogante ed egocentrico. In poche parole,
sono due opposti.
Bene, fatemi sapere con una recensione se la storia vi è piaciuta e al prossimo capitolo!
Grazie a tutti!




Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5.Distruzione. ***


5° Distruzione.




 

Quando ti si sgretola il pavimento sotto, resistere o arrenderti sono due facce della stessa voglia di distruggerti. 
(Pino Cacucci, La polvere del Messico)






 
Ritornai a casa con Angel, sconfitta cercando almeno di restare in piedi. 
Non fu facile per me affrontare il resto della giornata, e fu per questo che alla fine restai in casa tutto il giorno. La sera, non riuscii
ad andare a "lavoro" perchè sentivo di non poter avere un rapporto con altri uomini.
E pensare, che siamo già a giovedì e che sono già arrivate le rate scolastiche da pagare. 
Sto tornando a casa, dopo una lunga giornata di scuola che mi ha semplicemente demoralizzata.
James e gli altri, seguiti da Brandon non hanno fatto altro che prendermi in giro e a ridermi contro mentre attraversavo il corridoio per spostarmi
da una classe all'altra. Per non parlare poi della Smith e le sue amichette che giustamente, hanno sparso la voce sull'accaduto del mio povero ipod.
Ne sento la mancanza specialmente ora che sto camminando per le vie di New York e mi sento così terribilmente sola.
La musica almeno era un'ottima compagnia e avrei trascorso questi pochi istanti, canticchiando qualcosa che mi aiutasse a superare la giornata.
Ma no. Giustamente un gurppo di bulletti doveva rendermi la vita impossibile! 
Per di più, non voglio che Ray venga a sapere di ciò che mi stanno facendo passare...non voglio rovinare la sua carriera da sportivo.
Arrivata a casa, corro nella mia stanza dove ripongo la borsa scolastica e scendo di corsa giù mostrando le rate scolastiche a Nick.
-Nick, ho bisogno che tu firmi queste carte.- Dico all'uomo che sta leggendo un libro.
-Io non ti firmo proprio un bel niente. Adesso tornatene in camera e non rompere.- Risponde Nick continuando a leggere il suo libro, senza neanche
voltarsi verso di me.
-Oh andiamo...non ti ho mai chiesto niente Nick!-
-E continuerai a fare così per molto tempo. Adesso vattene e lasciami leggere.- 
Mi arrendo sapendo che se si sarebbe arrabbiato, me ne avrebbe date di santa ragione. 
A malincuore, vado nella camera da letto dei due stronzi e vedendo Meredith distesa sul letto con un completino d'intimo a dir poco osceno, mi ci avvicino
mostrando anche a lei le carte.
-Meredith, potresti firmarmi queste carte?- Domando alla donna che mi ha letteralmente rovinato la vita.
-Vattene via mocciosa, io ho da fare quì.-
-Cos'hai da fare scusa? Farti bella per un uomo che sa solo scoparti e basta?- Sbotto acida mentre uno schiaffo mi colpisce in pieno volto.
Ovviamente, mi riferivo a Nick. 
Nick non ama Meredith e Meredith non ama Nick. 
Meredith è ovviamente interessata al patrimonio del mio patrigno e lui è interessato al corpo seducente di Meredith. Concludo questa ridicola storia
ammettendo che Nick ha permesso a Meredith di vivere quì con noi solo per averla a sua completa disposizione quando ha bisogno di dare pura liberà
ai suoi ormoni.
Scappo in camera mia, sapendo di non poter fare altro.
E adesso? Nell'ultimo periodo, prostituendomi non sono riuscita per niente a mettere dei soldi da parte. Per non parlare poi della situazione 
con Brandon...come fa quel ragazzo a non capire quanto può darmi fastidio esser chiamata "puttana"? 
Nick mi chiamava sempre così...ricordo quel giorno, quando mi violentò...non faceva altro che chiamarmi in quel modo ed io ne ero totalmente ferita.
E adesso? Beh, adesso lo sono diventata per vivere.
Devo uscirne...devo semplicemente uscirne. Ripeto quelle parole stringendomi al mio solito peluche come quando ero piccola...
Basta, stasera devo cercare di guadagnare qualcosa...
Esco velocemente di casa, senza curarmi delle parolacchie continue che fuoriescono dalle bocche di Meredith e Nick. 
Lontana da casa, torno al mio marciapiede capendo di non poter fare altro. Angel stasera non arriverà...io credo che l'amore per Ashe l'abbia davvero aiutata.
Metto in mostra la mia gamba, aspettando poi la prima macchina che si fermerà tra un pò.
Fa così freddo quì fuori che quasi mi sono pentita di non aver indossato il giubbino...
-Hey bella, come butta?- Un rozzo. Dovevo immaginarlo.
-Butta tesoro, te?- Non sono io. Questa non sono io.
-Alla grande. Sali dolcezza.-
Salgo in macchina con quest'uomo che ovviamente, non mi farà mai sentire come mi ha fatto sentire Brandon per tutto questo tempo.





















VENDERDI'




Arrivata a scuola, stanca e con delle occhiaie da far paura, mi avvicino alla solita banda degli sfigati di cui ne faccio parte anche io.
-Chi viene a vedere gli allenamenti oggi?- Domanda improvvisamente Ray, richiamando anche la mia attenzione.
-Vengo io, ho proprio bisogno di distrarmi da quei soliti videogiochi!- Sbotta Will, sorridendo all'amico per poi dargli il cinque.
-Si...non sarebbe una cattiva idea...verremo anche io e Angel.- Sbotta anche Ashe, stringendo la mia amica.
-Io non posso venire ragazzi, esco con una ragazza davvero in gamba!- Dice Harvey, ghignando.
-Fammi indovinare, tua nonna?- Domanda Angel, provocando le nostre risate.
-Mi hai scoperto. Si, devo farle compagnia.- 
-E tu Lou?- Mi domanda poi Ray, aspettando una mia risposta.
-No...non verrò Ray.-
-Perchè no?- Dicono in coro Ray e Angel sospirando.
-Non mi va di vedere tutte quelle persone compresi i ragazzi della squadra di football...poi domani ho il compito di psicologia e devo studiare.-
-Secchiona!- Borbotta Harvey, abbracciandomi.
Suona la solita campanella scolastica ed ognuno di noi entra nella propria classe. Oggi ho un'ora di educazione fisica.
Entrata in classe, la professoressa fa l'appello e poi tranquillamente, scendiamo tutti in palestra.
La palestra della mia scuola è piuttosto enorme e comprende un grande spazio verde in cui si svolgeranno alcune partite importanti durante l'anno
scolastico.
Ovviamente, non farò attività fisica e mi isolerò dal mondo ricordandomi però di non avere con me il mio ipod.
Delusa e cercando di farmene una ragione, esco dalla palestra mentre la prof comincia a fischiare con quel fischietto che è a dir poco fastidioso.
Esco fuori ritrovandomi davanti al campo di football. Tanti studenti che si stanno cimentando in questo sport mentre Brandon comincia a mostrare
loro il modo migliore per giocare.
Solo quando si volta verso di me, sento il cuore diventare sempre più pesante. Molte volte, mi sono chiesta come faccia una persona a svuotarti
e riempirti improvvisamente senza neanche fartene rendere conto? 
Distolgo lo sguardo cercando di sembrare il più indifferente possibile, ma la realtà è che tutto questo mi sta distruggendo giorno dopo giorno.
Rientro in palestra per poi sedermi su di una semplice panchina e guardare la partita di pallavolo che sembra essere terribilmente noiosa.
Finita l'ora di educazione fisica, i miei compagni di classe tornano agli spogliatoi mentre io mi avvio verso la mia classe dove si terrà la lezione
di biologia.
Finita anche questa lezione, è arrivato il momento della pausa pranzo.
-Prendila!- Urla Will, buttando una polpetta al sugo in bocca a Harvey che di fronte all'amico, è scattato in piedi per prendere la polpetta tra le
labbra.
-Cazzo se sono un genio!- Sbottas Harvey soddisfatto con le labbra sporche di sugo.
Ogni giorno, ne inventano una nuova. Sorrido a questo pensiero per poi voltarmi ed osservare i volti soddisfatti di quella mandria
di bestie popolari, circondati poi dalle varie cheerleader.
Io odio le cheerleader, specialmente se poi si parla della Smith e le altre ochette.
All'improvviso però, Alan e Jasper, i due giocatori di football nonchè amici stretti sia di James che di Brandon, si avvicinano stranamente al nostro
tavolo.
-Ciao banda di sfigati, ciao Ray!- Dice Jasper, toccandosi quella matassa di capelli ricci.
-Ancora con questo nomigniolo ragazzi? Siete proprio passati di moda.- Sfida Will, alzandosi dal tavolo per affrontare i due ragazzi.
-Ma sentitelo...William non ci stai sfidando spero!- Continua Alan, ridendo per poi avanzare verso Will.
-Calma ragazzi, tornatevene al vostro tavolo ed evitiamo discussioni almeno per oggi.- Propone Ashe, lasciando la presa di Angel per tentare
di calmare la situazione.
Girandomi sempre verso quel solito tavolo, osservo con acidità lo sguardo divertito di Chloe mentre ghigna con le sue amiche e Brandon che guarda
la scena divertito come se fosse stato ad un bar.
Dopo le parole di Ashe, Alan lo spinge ed automaticamente, Will si posiziona davanti all'amico per difenderlo.
Velocemente io, Angel, Harvey e Ray ci avviciniamo ai nostri amici cercando di fermali.
Prendo velocemente il braccio di Will e facendolo indietreggiare, gli dico di restare calmo.
Angel si occupa di Ashe tentando di farlo ragionare ed Harvey e Ray tentano di risolvere la questione con Alan e Jasper.
-Per favore Will, non fare sciochezze!- Dico al mio amico in preda al panico, vedendolo respirare profondamente.
-Avanti William, vieni quì se hai il coraggio!- Sbotta ancora Jasper stuzzicando Will in tutti i modi possibili.
-No Will, fermati! Non ne vale la pena!- Urlo tenendo stretto a me Will che sembra essersi un pò tranquillizzato.
Spingo indietro Will mettendogli una mano sul petto e vedendolo poi indietreggiare guardando con rabbia Jasper, mi rendo conto di aver fatto davvero
un buon lavoro. Almeno adesso, sono sicura che Will non farà niente.
-Calmati Will.- Sussurro ancora, prendendo il viso tra le mani del mio amico che questa volta mi guarda fisso negli occhi.
Abbraccio velocemente Will distraendolo da ogni pensiero e dandogli finalmente un pò del mio appoggio. Ne ha proprio bisogno...
Will si lascia coccolare tra le mie braccia, ma mollo subito la presa, sentendo una sedia cadere a terra e provocare un rumore assordante.
Mi giro velocemente vedendo Brandon alzato, avvicinarsi a tutti noi con durezza e soprattutto freddezza.
-Ma guardali, la banda degli sfigati che si danno forza a vicenda...davvero complimenti ragazzi.- Brandon si inchina, parlandone poi con James
che si avvicina.
-Jasper e Alan, tornate ai vostri posti...non è il caso di sporcarvi le mani.- Annuncia James, indicando poi il loro tavolo.
-Sono sbalordito ragazzi, siete riusciti a commuovermi.- Continua Brandon con la stessa acidità di prima voltandosi poi verso la sua fidanzata
che ride divertita, come sempre.
Resto posizionata davanti al corpo di Will, cercando di tenerlo lontano il più possibile da Brandon e James.
-Fottiti stronzo!- Sbotta con rabbia Harvey ormai in preda all'agitazione.
-Come hai detto scusa? Ho sentito bene?- Dice Brandon con un tono di voce piuttosto canzonante che non mi piace per niente. 
-Lavati le orecchie figlio di puttana!- Urla dopo un pò Will, ma io mi giro velocemente verso di lui tentando di zittirlo.
Alcune risate animano l'intera mensa ma vengono subito bloccate da Brandon che si avvicina minaccioso a me e Will nella speranza di riuscire a sferrargli
un pugno in pieno viso. Anche Will prova ad avvicinarsi a Brandon ma io decido di affrontare Brandon a testa alta fermando poi Will senza dargli
alcuna opportunità di avvicinarsi al capitano.
Brandon ferma il pugno davanti al mio viso, riuscendo a controllarsi.
-Adesso basta.- Urlo ormai piena di rabbia. Non posso sopportare che i miei amici vengano ancora trattati in questo modo.
Gli studenti in mensa si zittiscono velocemente per poi prestare attenzione alle mie parole.
-Vuoi dargli un pugno? Beh, non puoi farlo.- Borbotto restando a testa alta per la prima volta osservando poi Brandon abbassare il pugno.
-Levati di torno Witness, questi non sono affari che ti riguardano.- Continua James, avvicinandosi poi a Brandon.
-Ti conviene spostarti se non vuoi prenderti un bel pugno in faccia.- Mi avverte poi Brandon, sorridendo. 
Può un sorriso provocarmi un biglietto di sola andata per l'inferno? Oh si che può.
-Cosa risolverai dopo che avrai colpito Will in pieno viso? Cosa pensi di ottenere comportandoti in questo modo? Credi davvero che questa sia
la cosa giusta da fare? Beh, in ogni caso io non mi muovo da quì. Io resto quì, con il mio amico e non lo abbandono. Ma tu invece? Tu una volta
diplomato, verrai dimenticato da tutti quì. A quel punto, quando la scuola sarà finita rimpiangerai il tempo perso, rimpiangerai di non esser stato
una persona migliore e rimpiangerai di non aver fatto nulla di importante nella tua vita. Oggi sei il ragazzo nuovo, quello più popolare, quello
più amato e quello più apprezzato. Ma anche quest'anno finirà Brandon e quando finirà tu ti ritroverai solo a commiserarti per non esser riuscito
a regalare nulla alle persone che ti sono state accanto. Quando anche quest'ultimo anno finirà, lì fuori, dove comincia il nostro vero percorso, non
sarai più così amato e nessuno sarà pronto a lucidarti le scarpe quando lo chiederai. Lì fuori ti sentirai così minuscolo che non riuscirai
neanche tu stesso a rialzarti.- 
Credo di aver visto una luce attraversare i suoi splendidi occhi. Non credevo di riuscirci, eppure finalmente, ho dimostrato a queste persone di non 
temerle ma di saperle affrontare.
-Li vedi bene Brandon?- Continuo indicando poi i miei amici, compresa Angel. 
-Ogni fottutissimo giorno è sempre uguale per loro, eppure il sorriso non lo perdono mai. Fanno battute alquanto pessime,sorridono, fanno finta di
star bene mentre dentro stanno morendo.Ma loro non sono in cerca di attenzione come lo siete in cerca voi...loro preferiscono tenersi tutto dentro
e trovare da soli un modo per rialzarsi. Questo è ciò che dovreste fare anche voi, piuttosto che rovinare la vita delle altre persone. E poi pensandoci...
la vostra vita non è poi granchè. Io almeno ho degli amici che mi vogliono bene e loro vivono per me come io vivo per loro. Voi non avete niente
se non la falsità e la popolarità.- Sbotto decisa, osservando il volto di Brandon mentre si posiziona sul pavimento. Sta osservando il vuoto ed evidentemente
sta cercando di comprendere.
-E sai cosa? In questo fottutissimo istituto siamo arrivati al punto di doverci scusare per essere noi stessi.- Finisco la frase, sentendo poi alcuni
applausi provenire da un tavolo lontano. Altri studenti decidono di seguire il battito di mani ed in un istante, questo luogo sembra aver dato
libero sfogo alla sua sincerità.
Osservo i volti di Chloe e gli altri giocatori di football mentre invece, sbuffano contrariati e fischiano...ma gli applausi riescono a superare anche
quei banalissimi insulti.
Finalmente mi sento bene con me stessa, ma qualcosa non va. Vedo Brandon alzare finalmente la testa e guardarmi senza accennare nessun sorriso.
I suoi occhi sembrano esser diventati cauti e tranquilli. Belli e pieni di vita come quando lo incontrai la prima volta...
- 2 a 1 per me.- Borbotto all'orecchio di Brandon,prendendo poi Angel tra le braccia per andar via da questo manicomio.
-Cazzo tesoro, sei stata grande!- Mi dice Angel, abbracciandomi con felicità.
-Non ho fatto niente, ho semplicemente trovato il coraggio di dire ciò che penso.- Rispondo con semplicità alla mia amica mentre mi sento
prendere in braccio poi da Harvey e Will.
Sorrido mentre continuano a tenermi in braccio e ad urlare dalla gioia per il mio discorso.
Ray che non ha detto alcuna parola durante la discussione, adesso mi sta abbracciando mostrandomi tutta la sua felicità. 
-Ho imparato a voler bene persone come Brandon e James...ma infondo, sono felice perchè per la prima volta sono stati zittiti da una ragazza!- 
Ray continua ad abbracciarmi facendomi capire che questa volta, ho sicuramente fatto la cosa migliore per tutti.
Tutti temono i più popolari della scuola e ora che mi sono finalmente ribellata, sono sicura che andrà meglio...o almeno spero.
Tuttavia, mi sono presa una cotta per la persona sbagliata. Lui è di un altro mondo...un mondo troppo in conflitto con il mio.
Per quanto possa farmi del male la sua indifferenza però, qualcosa mi riporta sempre da lui. Non sò precisamente cosa sia, ma una cosa è certa...
farò il possibile per stargli lontana.































Superata anche questa giornata di scuola, torno a casa per poter studiare qualcosa per il compito di domani.
Arrivata davanti alla porta, alcune urla mi spaventano, ma decido di entrare ugualmente capendo che probabilmente anche Meredith deve
aver appena subito l'ennesima violenza.
Richiudo la porta alle mie spalle, cercando di evitare il contatto visivo con Meredith che è a terra, sanguinante per colpa di un pezzo di vetro
conficcato nella mano destra.
Per quanto non possa importarmi, mi avvicino a lei ma proprio mentre sto per domandarle cosa le sia accaduto, Nick appare dietro di me fulminandomi
con lo sguardo.
-Oh, ecco l'altra puttana! Oggi siamo al completo no?- Borbotta Nick barcollante mentre tiene tra le mani una bottiglia di whisky.
Indietreggio allontanandomi da Meredith per scappare in camera mia, ma è troppo tardi.
Nick mi prende per i capelli e tirandomeli con poca delicatezza, mi distende a terra. Sento la mia fronte diventare quasi bagnata e toccandomi mi rendo
conto di sanguinare.
-Allora, chi vuole onorare per prima questo momento?- Sbotta ancora Nick, in preda all'alchool che ha appena ingerito.
Sò bene a cosa si riferisce...ormai è da tempo che non subisco alcuna violenza sessuale da parte di Nick. Sapevo che questo momento sarebbe
comunque arrivato in fretta.
Nick punta improvvisamente Meredith, cominciando a toglierle i vestiti davanti a me. Lei non sembra dispiaciuta di ciò che le sta per fare ed io
invece ne sto per restare nauseata.
-Vai in camera tua, tra un pò comincia il divertimento anche per te.- Mi avverte Nick, prendendo Meredith e trascinandola via con sè probabilmente
nella loro camera da letto. 
Meredith stessa non oppone resistenza e lei stessa, sembra esser così eccitata all'idea di andare a letto con Nick. Beh, infondo è per questo
che lei è quì.
Sentendo le parole di Nick, corro in camera mia e mentre provo a chiudermi a chiave, mi rendo conto che Nick deve averla presa per evitarmi di 
chiudermi dentro.
Soffoco le mie lacrime sul mio cuscino e prendendo di corsa il mio orsacchiotto di peluche, comincio a pregare affinchè Nick cambiasse idea.
Nella mia vita, mi sono sentita costretta ad andare a letto con dei perfetti sconosciuti e per quanto la cosa mi facesse schifo, ho sempre provato
ad andare avanti sapendo che non avevo altri rimedi per vivere.
Ma solo all'idea di esser violentata da Nick, qualcosa mi contorce lo stomaco facendomi ricordare quella spaventosa notte.
Stringo ancora il peluche cercando di non pensarci ma delle urla e dei gemiti soffocanti, rompono i miei ricordi ed i miei pensieri.
Ho sempre odiato la mia camera per il semplice fatto che è perfettamente adiacente a quella di Nick e Meredith.
In preda al panico, provo a riaprire la porta della mia camera cercando di non attirare l'attenzione dei due. Impossibile, come potrebbero accorgersene?
Sgattaiolando via dalla camera, torno in salotto dove provo ad armeggiare con la porta di casa per aprirla.
Inutile, Nick ha chiuso a chiave anche la porta di casa.
Presa dallo spavento, risalgo in camera mia, prendendo le mie chiavi di casa ma proprio nel momento in cui sto per riavviarmi alla porta di casa,
Nick appare dinanzi a me mostrandomi uno dei suoi più perversi sorrisi.
Il sorriso dovrebbe essere una curva piacevole, sincera ed ammirevole...ma in quel caso, non lo era mai.
-Non stai cercando di scappare vero mocciosa?- 
No guarda, mi farò violentare da un pervertito come te che dici?
-Io...i...io.- Ecco, avrei dovuto prevedere anche questo. Quest'uomo mi incute davvero terrore. Sarà perchè mi ha letteralmente traumatizzata.
Inutile negarlo...quello che mi ha fatto, me lo porterò avanti per il resto della mia sporca vita.
-Vieni quì!- Urla Nick, prendendomi con arroganza per sbattermi contro il muro.
Le labbra sporche di Nick, cominciano a baciare il mio collo. Non provavo da tanto questa sensazione e speravo davvero di non dover ricordare.
Ed eccolo che comincia ad utilizzare le mani per farmi star ferma. 
Nick mi butta ancora a terra.
Uno schiaffo, due schiaffi, tre schiaffi, quattro schiaffi...
Le sue mani sulla mia pelle non possono farmi altro che schifo. Perchè è questo che provo per quest'uomo...schifo.
Inizio a piangere, sentendo le sue mani cominciare a sbottonarmi i pantaloni ed iniziare a premerle contro i miei seni.
Urlo, piango, mi dimeno ma non serve a nulla. Noi donne, siamo state create per esser sottomesse. E' questo che mi ripeteva sempre mia madre...
Oh mamma, se solo non avessi fatto questa scelta...se solo avessi continuato ad amare papà come il primo giorno...sarebbe stato tutto più facile.
Nick sta per togliersi i pantaloni mentre continua a respirare con sicurezza contro di me...posso sentire il sapore amaro dell'achool che ha appena
ingerito, rientrare nelle mie narici.
"Non posso lasciare che mi faccia ancora del male" Penso tra me e me pensando ad un modo per scrollarmelo di dosso.
Vedendolo concentrato mentre prova a tirarsi giù i pantaloni, decido di spintonarlo di colpo dato che non potrebbe reagire. E' ubriaco fradicio.
Disteso a terra, Nick prova a rialzarsi ma non glielo permetto, dandogli un calcio diretto nei gioielli di famiglia. Nick caccia un grido di dolore ed io
recuperando le chiavi di casa da terra, comincio a correre per le scale ma Nick mi raggiunge ancora mentre striscia a terra.
Strisciante, riesce a prendere un lembo del mio jeans ed io cadendo a terra, riesco ugualmente a trovarmi giù in salotto.
Nick anche cade a terra attraversando ogni singolo gradino della scala.
A questo punto, decido di alzarmi dolorante e aprire la porta di casa riuscendo finalmente ad uscire. Le urla di Nick continuano a premere nella mia mente
mentre io mi sento completamente in salvo.
Sospiro, cercando di correre via dal quartiere con una gamba dolorante e graffi ovunque su tutto il corpo. Alcuni schizzi di sangue, sono situati
sia sulla mia maglietta che sui miei jeans ma mi consolo capendo di esser al sicuro.
Piangendo ancora, comincio a correre per le strade di New York sentendo un peso enorme al cuore. Solitamente, anche i miei clienti si comportavano
in questo modo, ma Nick a volte riusciva davvero a superare gli altri e specialmente sè stesso.
Corro, corro sentendo il mio corpo a pezzi e le mie gambe chiedere pietà. Corro cercando una via di fuga sentendomi sempre più male ad ogni sngolo
passo che faccio.
Poi, il mio mondo cade a pezzi. Forse, ho cantato vittoria troppo presto.
Sbatto contro un corpo caldo sentendomi terribilmente in trappola.
Alzo i miei occhi al cielo e poi sul volto della persona con cui mi sono scontrata capendo che i suoi occhi ed il cielo sono in perfetta sintonia.
Sarei corsa ancora, senza sosta, cercando di liberarmi dalla presa del ragazzo che mi ha appena abbracciata...


















































NOTE DELL'AUTRICE.
whooooooooooooooo!
Ed eccomi qua miei bellissimi lettori. Sò che probabilmente questo capitolo non vi piacerà per niente,
ma ho fatto il possibile per scriverlo in fretta.
Purtroppo, dovete scusarmi per alcuni errori di ortografia, grammatica ecc...ma ultimamente ho davvero pochissimo tempo
per rivisionare i capitoli.
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento, tuttavia, mi farebbe piacere ricevere le vostre recensioni. Fatemi
sapere cosa ne pensate, sapete che ci tengo.<3
Grazie mille lettori e buonanotte xoxo <3

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6.Quello che non avresti saputo. ***


6° Quello che non avresti saputo.






 
Fra tutte le debolezze, la più grande è l'eccessiva paura di apparire deboli.
(Jacques Bénigne Bossuet)





 
Due enormi occhioni azzurri, quasi increduli e completamente dilatati riescono a terrorizzarmi ancor di più.
Sono appena finita nella tana di un altro lupo...
Ma se è così, allora perchè James mi sta abbracciando? 
Okay, forse ho le allucinazioni e probabilmente la mia mente malata ha cercato di raffigurare una scena di senso compiuto.
-Louise! Cosa cazzo ti prende? Da chi stai scappando?- 
Un momento...questa non è un'allucinazione! Oh merda...
-J...James!- Sbotto anche io con sorpresa, sentendo ancora il corpo caldo del ragazzo entrare in contatto con il mio.
-Chi è stato a farti questo Louise?- Continua James, indicando la mia fronte e poi gli schizzi di sangue sulla mia maglietta.
E adesso, cosa gli dico?
Resto in silenzio, sentendo le sue braccia continuare a stringermi per rendermi sempre più piccola.
Chi l'avrebbe mai detto...James Duty ha un cuore.
-Nulla...-Rispondo semplicemente, liberando la sua presa e cercando di allontanarmi anche da lui. Che mi stia prendendo in giro per farmela pagare?
Cioè, ammetto di non esser stata molto carina e gentile oggi in mensa ma ad ogni modo, ho detto solo ciò che sentivo.
-Nulla? E tu questo me lo chiami "nulla"?- Ribatte James, indicando la mia fronte evidentemente ancora cosparsa di sangue.
-Dov'è la fregatura?-
-Quale fregatura?-
-Avanti, sò che vuoi farmela pagare per ciò che ho detto oggi a scuola...-
-Non ti nascondo che vorrei buttarti a terra e probabilmente farti investire da un furgone in corsa, ma questa volta sono serio.-
-James Duty serio!? Stai scherzando? E poi perchè dovresti preoccuparti per me?-
-Infatti non mi sto preoccupando. Sono appena tornato dagli allenamenti che sono durati più poco del previsto e mentre stavo camminando tranquillamente,
una deficiente mi sbarra la strada, piangendo ricoperta di sangue.-
-Okay, ma non dovrebbe importarti più di tanto dato che tra di noi c'è un odio reciproco!-
-Hai ragione, non sò neanche perchè sono ancora quì...ci si vede a scuola.- James prova ad andarsene ma si blocca quando sente una frase fuoriuscire
dalle mie labbra.
-Perchè mi hai abbracciata?-
-Devi essertelo sognato!-
-Sò riconoscere un abbraccio quando lo sento sulla mia pelle.-
-Ti sei sbagliata.- 
Non può essere...è stato un abbraccio così...affettuoso.
Affettuoso!? E' possibile affiancare questa parola al nome James Duty?
Asciugandomi in fretta le lacrime, mi volto verso la strada, nella speranza di riuscire ad andarmene ma sentendo le gambe cedermi, caccio un gemito
di dolore.
-Hey, tutto bene?- Continua James, avvicinandosi a me, stranamente preoccupato.
Quasi sento la mancanza del James che mi odiava...
-Si...tutto bene.- Rispondo sembrando il più naturale possibile.
-Senti...sò che probabilmente me ne pentirò ma questa ferita dev'esser curata e alla svelta...quindi che ne dici di fermarti per qualche minuto a casa
mia? E' proprio dietro all'angolo. Curata, potrai andartene di nuovo a  quel paese.-
Annuisco, apprezzando lo sforzo di James.
Sinceramente non mi va di rifiutare l'invito di colui che mi ha reso la vita un inferno, dato che ho un  assoluto bisogno di riprendermi.
James si avvia in avanti, tenendo sulla spalla un borsone probabilmente contenente la sua divisa da football e facendomi strada.
Lo seguo con molta lentezza zoppicante, mentre lo vedo poi fermarsi davanti ad una casa che non mi sembra essere la villa in cui si svolse
quella festa.
-Siamo arrivati.- Mi annuncia James, guardando quest'umile dimora che in effetti mi mette un pò in suggestione.
-Ma questa non è casa tua...- Rispondo ovvia, osservando la graziosa porta di legno contornata da alcuni strani disegnini.
-Perchè non dovrebbe esserlo?- Risponde James invece, prendendo le chiavi di casa dalla tasca dei jeans.
-Perchè ho passato ore ed ore ad osservare quella villa così perfetta! Forse te ne sei dimenticato ma quella sera alla festa c'ero anche io!-
-Il venerdì resto da mia madre.- 
Mi maledico anche questa volta, capendo di esser stata un pò troppo invadente. Quindi i genitori di James sono divorzati...
Aperta la porta di casa, James mi fa segno di entrare mentre posa il suo borsone a terra.
-Sono a casa!- Urla James, facendomi sedere velocemente al divano più vicino.
Seduta su un grazioso divanetto rosso di stoffa, osservo l'ambiente rustico e povero in cui mi trovo.
La cucina sembra cadere in pezzi, mentre il salotto sembra esser un vero e proprio campo di battaglia. Colpa probabilmente di alcune mattonelle
mancanti un pò di quà e di là.
Qualcosa non mi torna...perchè mai un figlio di papà come James, ha una madre che vive in miseria?
-James! Sei tornato finalmente!- Urla una vocina graziosa e pacata. Mi volto verso James ritrovandomelo con almeno otto bimbi tra le braccia.
-Fate piano ragazzi, sono stanco!- Dice James con un tono di voce che non avevo mai avuto l'occasione di sentire. E' calmo, rilassato e stranamente
dolce.
-Mi hai portato la macchinina?- Sbotta un bimbo sui sette anni con i capelli biondi e gli stessi occhi di James.
-E a me hai portato la nave pirata?- Ecco sbucare anche un altro bambino, un pò più piccolo degli altri, con i capelli neri e gli occhi cerulei.
-Con calma piccole pesti!Ho quì per voi un borsone pieno di giocattoli!- Urla questa volta James felice mentre lo vedo cadere a terra insieme
a quelli che sembrano essere i suoi fratellini. Tra di loro, c'è solo una bambina che era stata la prima a buttarsi
tra le braccia di James, mentre gli altri sono tutti maschi.
Sorrido vedendo poi il ragazzo far fatica a respirare mentre cerca di risollevarsi da terra e dare un giocattolo ad ogni bimbo.
-James, sei tornato...- Una donna sulla cinquantina, con un viso perfettamente giovane e dai capelli corvini, entra nel salotto avvicinandosi
ai bambini.
-Oh...vedo che abbiamo visite! Ciao cara, io sono Helena Green, la madre di James e di queste piccole pesti!- Annuncia la donna, avvicinandosi questa
volta a me, per porgermi una mano che stringo con piacere.
-Io sono Louise,lieta di conoscerla signora Green.- Rispondo con educazione, ricambiando ogni sorriso che mi regala la donna.
-Oh ti prego, chiamami pure Helena! Sinceramente non mi sarei mai aspettata che mio figlio avesse una fidanzata così bella!- 
Arrosisco all'esclamazione della madre di James per poi sentire il ragazzo stesso, sbuffare.
-Mamma cazzo, non è la mia fidanzata!- 
-E allora chi è? Oddio tesoro, ma cosa ti è successo?- La donna, sembra essersi appena accorta del sangue sulla mia fronte.
-E' caduta mamma, adesso per favore, potresti tornartene in camera?-
-James, non esser così scontroso! Tesoro, vado a prendere il mio kit medico, ci metterò un minuto!- 
Sorrido ad Helena per poi vederla correre verso un piccolo corridoio abbastanza buio.
-Allora James ha la ragazza!- Sbotta improvvisamente il bambino biondo, avvicinandosi a me per osservarmi meglio.
-No, dev'esserci un errore, io non sono la ragazza di James.- Balbetto imbarazzata.
-James è il mio fratellone e non deve fidanzarsi con nessuna ragazza!- Ecco la bambina, minacciarmi con una sottospecie di caramella.
-Assolutamente, avete frainteso piccoli!- Continuo arrossendo come una stupida mentre vedo James ghignare.
-Tranquilla Frances, non c'è pericolo!- Risponde finalmente James, prendendo la sorellina tra le braccia che dà un bacino sulla guancia
al fratello.
Dov'è che James Duty nasconde tanta tenerezza?
-Vuoi giocare con noi?- Propone poi un ragazzino dagli occhioni color verde petrolio che mi ha appena lasciato tra le mani un piccolo soldatino.
-Ehm...ehm...io...- Per fortuna, Helena è appena rietrata nel salotto di casa con un enorme kit medico tra le mani.
-Forza bambini, aiutatemi a curare la paziente!- Scherza la madre di James, osservando poi il volto divertito del ragazzo.
In un attimo, mi ritrovo circondata.
Quattro bambini iniziano a giocherellare con i miei capelli ed altri quattro usano il mio corpo come strada per le loro macchinette.
La madre di James intanto, divertita, mi passa uno straccio bagnato sulla fronte cercando di fermare il sangue che ha appena ripreso a gocciolare.
James si siede accanto a me, fumando la sua sigaretta ed osservando la scena ancora divertito. 
No ma, potresti anche aiutarmi dato che i tuoi fratellini mi stanno letteralmente consumando!
-Allora Louise, giusto?- Mi domanda Helena, continuando ad armeggiare con il suo kit medico.
-Si...-
-E' da tanto tempo che vi conoscete?-
-Chi?-
-Tu e James!-
-A dir la verità, frequentiamo lo stesso istituto e lo stesso corso di algebra...ci conoscevamo di vista fino a poco tempo fa.-
-Capisco...e come si comporta il mio ragazzone a scuola?-
James mi lancia delle occhiataccie di sfida facendomi capire di non dover dire la verità.
In ogni caso, mi sento di dovergli un favore.
-Bene...è un bravo ragazzo.- 
Non posso di certo raccontarle che è uno dei peggiori elementi di tutto l'istituto...o almeno non credo di esser la persona più adatta.
Tuttavia, James sembra ringraziarmi con lo sguardo.
-Ne sono felice...Mi rendo conto che a volte potrebbe sembrare un ragazzo duro e scontroso ma in realtà è davvero un bravo ragazzo...
io credo che sia stata colpa di suo padre se...-
-Mamma, per favore, potresti evitare?-
-Non sto dicendo niente James, non ne vale la pena di arrabbiarsi per così poco!-
-Non mi va che parli di papà davanti ad un estraneo.-
-Ma Louise non è una tua amica?-
-Mamma, smettila cazzo di fare domande! Curala in fretta perchè deve tornarsene di corsa a casa.-
Ed ecco ritornato il James stronzo ed indifferente di sempre...
-Ti conviene abbassare il tono di voce davanti a me James! Per di più, abbiamo un'ospite, quindi cerca di contenerti.-
-Lo avrei fatto se solo tu non avessi nominato quell'uomo.-
-Che ti piaccia o no, è pur sempre tuo padre.-
Sembra strano, ma sento che questa piccola discussione tra James e la madre possa finir male. Perchè James odia tanto suo padre?
-Mio padre!? Ti sembra bello avere un padre che non fa altro che drogarsi ed andare a puttane nella sua villa di alta classe?-
Probabilmente, James non avrebbe mai voluto dire quelle cose...non davanti a me. James si zittisce e la madre non risponde limitandosi a riporre
il suo kit medico.
Ed io che ho sempre pensato che fosse un figlio di papà...
-Bambini, vi va una pizza?- Propone improvvisamente Helena, riferendosi ai bimbi che spaventati, hanno appena smesso di torturarmi.
-Ma l'abbiamo già mangiata ieri mamma...- Risponde la Frances, coccolandosi il pancino.
Helena sospira con tristezza per poi frugare nella dispensa della cucina, dove non vi trova assolutamente niente se non vecchi pacchi di merendine.
Non pensavo che James potesse avere questo genere di problemi con la propria madre...eppure, il padre sembra esser un uomo ricco e abbastanza
famoso per le sue ricchezze. Ma allora, perchè non aiuta la propria ex coniuge? Perchè ha lasciato i suoi bimbi in povertà e miseria?
Mi si forma un nodo allo stomaco, osservando questi piccoli bambini, adagiarsi davanti ad una televisione di vecchio stampo mentre guardano
dei cartoni che ogni tanto spariscono per colpa di una linea piuttosto scarsa.
-Allora piccoli, cosa vorreste per cena?- Sbotto di colpo, facendo quasi affogare James con l'acqua.
-Io vorrei...del pollo fritto!- 
-Anche io ! Ricordo quando James riuscì a portarne un pò a casa...se non sbaglio era stato cucinato da Petra, una delle domestiche che lavorano
nella villa di papà!- Sbotta il biondino, guardandomi con degli occhietti che mi fanno terribilmente sciogliere.
In un attimo, anche gli altri bambini esprimono il desiderio di mangiare del buon pollo, ma Helena mi guarda con tristezza.
-E pollo fritto sia!- Continuo alzandomi velocemente dal divanetto per avviarmi alla porta ma James e Helena mi fermano.
-Cosa credi di fare adesso?- Mi dice James con freddezza mentre cerca di trattenermi.
Non rispondo per poi osservare ancora il volto di Helena.
-Louise, non mi sembra il caso di...-
-Helena, lascia fare a me ti prego. In qualche modo dovrò pur sdebitarmi no?-
-Ma non ce n'è bisogno cara, davvero noi siamo una famiglia molto umile...-
-Non fare cazzate Louise e tornatene a casa.- Continua James fulminandomi con i suoi occhi azzurri, entrati in tempesta.
-Non credere di potermi comandare a bacchetta James. Vieni con me?-
-Okay.-
James recupera velocemente la felpa ed indossandola, usciamo per andare alla ricerca del supermercato più vicino.
-Perchè lo stai facendo?- Mi domanda James, mentre stiamo camminado per le strade osservando i vari negozi della Grande Mela.
-Cosa?- Faccio finta di non aver capito. Non voglio dargli una risposta...semplicemente non mi và.
-Niente, lascia perdere.- 
Non posso di certo spiegargli che in questo momento provo tanto dolore per ciò a cui ho assistito.
-Oh guarda, c'è un supermercato aperto lì!- Sbotto prendendo velocemente il braccio di James e portandolo davanti alla vetrina del negozio.
Sto per aprire la porta del supermercato, ma un uomo baffuto, mi viene incontro sbarrandomi la strada.
-Mi dispiace ragazzi ma il supermercato sta per chiudere.- Annuncia l'uomo, tenendo delle chiavi tra le mani.
-La prego signore, ci dia la possibilità di comprare del cibo!- Dico con un tono di voce piuttosto debole.
-Non hai sentito allora? Ho detto che il supermercato sta per chiudere e quindi non è possibile fare acquisti!- 
-Stammi a sentire brutto stronzo...- Ed ecco James che come al solito non riesce a controllarsi, avvicinandosi minaccioso all'uomo.
Riesco a fermarlo, posizionandomici davanti proprio come ho fatto stamani con Will.
-Calmati James!- 
-Calmarmi? Ho dei fratelli da sfamare porco cazzo!- 
-La troveremo una soluzione...-
-Dove? Oh Louise, per favore, non mi vorrai far credere che vivi nel mondo delle favole dove tutto sembra esser così eccitante e perfetto?
Non sai cosa significa combattere contro la propria vita ogni fottutissimo giorno!- 
Possibile che le sue parole mi sembrano improvvisamente così...perfette?
Con quelle parole, riesco a capire la sofferenza di questo ragazzo che in parte rientra anche nel mio modo di vivere.
-Non immagini neanche quanto io possa capirti James ma...dobbiamo continuare a sperare e cercare specialmente.-
-Cercare? In questo posto di merda? Io sono stanco di questa vita! Io voglio vivere Louise, voglio vivere cazzo! Non sentirmi ogni giorno sul filo
di un rasoio...-
-Anche io lo voglio.-
La nostra discussione si conclude nel momento stesso in cui, l'uomo baffuto, si avvicina a noi con sorpresa.
-Fate in fretta.- Ci annuncia indicandoci poi il negozio.
James, mi sorride incredulo ed insieme entriamo velocemente nel supermercato dopo aver ringraziato l'uomo.
Dopo aver preso l'occorrente, io e James corriamo verso casa sua per poter preparare qualcosa di caldo a quei piccoli bambini.
James apre la porta e dopo aver avanzato, mi immobilizzo sulla soglia della porta.
Per poco non lascio cadere  a terra le buste della spesa, mentre osservo quegli occhi color nocciola entrare in perfetto contatto con i miei.
-Brandon cazzo, da quanto tempo sei quì?- Sbotta James avvicinandosi all'amico che poco prima aveva la piccola Frances tra le sue braccia.
Brandon non risponde limitandosi ad abbracciare l'amico per poi osservarmi ancora.
-Mi devi delle spiegazioni James?- Ribatte finalmente Brandon, avvicinandosi a me.
James sussurra qualcosa che purtroppo non riesco a sentire a Brandon ed insieme, si avviano per il corridoio buio che ho intravisto prima.
I bambini, rendendosi conto della mia presenza, cominciano a saltellare per tutta l'umile dimora, urlandomi la loro felicità.
Sorrido ai bimbi, avviandomi in cucina.
-Tesoro, ma...con tutto questo cibo potremo sfamare un intero esercito!- Borbotta Helena entrando in cucina ed osservando le varie buste della spesa
che ho lasciato sul tavolo.
-Credo che possa bastarvi per più di una settimana...o almeno spero...-
Beh, ho utilizzato tutti i soldi che possedevo nelle tasche dei jeans...quei soldi che non avrei mai dovuto ultilizzare e che avrei dovuto
conservare per pagare le rate scolastiche.
Infondo però, son felice di averli utilizzati in questo modo e di poter dare un pò di felicità a questa famiglia che sembra averla persa.
-Tesoro, ti prego, hai già fatto abbastanza per noi...cucino io adesso!-
-No Helena, ci penso io quì, tu vai un pò dai tuoi bimbi...sono sicura che vorranno la compagnia delle propria madre!-
-In effetti, per colpa del lavoro che svolgo non mi è mai possibile stare del tempo con loro...-
-Perdona l'invadenza ma...qual è il tuo lavoro?-
-Lavoro in alcune terre...faccio il turno sia di notte che di giorno e a volte devo alternarmi con altre donne che hanno problemi anche più gravi
dei miei. Lo stipendio non è molto alto purtroppo per permetterci di vivere come tutte le famiglie normali.-
-Capisco...andrai lì anche stanotte quindi?-
-Si.-
Sospiro, cominciando a cucinare mentre Helena si occupa dei suoi bimbi.

































-La cena è pronta!- Urlo dalla cucina, prendendo velocemente il pollo fritto dal forno.
Credo di aver davvero superato me stessa, sentendo il buon profumo che emana il pollo.
In pochi secondi, mi ritrovo i bimbi seduti sulle proprie sedie, attorno al tavolo seguito poi da Helena, James e a malincuore anche Brandon.
Ma proprio oggi dovevi venir a trovare il tuo amico?
Sto per mettere un piatto di pollo ad Helena ma lei stessa rifiuta.
-No tesoro, dallo ai miei bambini...io ho già mangiato.-
-Non credo che una mela ti abbia sfamata!- Ribatte James, preoccupandosi per la propria madre.
-Tuttavia sono adulta e vaccinata. Louise per favore, porgi il mio piatto al resto dei bimbi.-
-Mamma, devi recuperare energia per poter lavorare stanotte...quindi mangia quel pollo e non farmi arrabbiare!- Minaccia James con un tono di voce
freddo che non cambierà mai.
Helena annuisce arrendendosi e dopo aver posizionato il piatto di pollo davanti ai suoi occhi, mi occupo del piatto di James e Brandon.
-Ti ringrazio, ma ho già mangiato.- Sbotta Brandon, con un educazione che mi lascia senza parole.
-Mamma, non riesco a mangiarlo...- Borbotta improvvisamente la bimba, sbuffando.
-Ci penso io Helena.- Dice velocemente Brandon fermando la madre di James che stava per alzarsi e tagliando il pollo della piccola per farlo in tanti 
piccoli pezzettini.
Gurardo la scena davanti a me completamente impressionata dalla bellezza innata che sprigiona quel ragazzo in ogni sua piccola azione.
Porgo l'ultimo piatto a James che sembra mangiare il pollo con gli occhi.
-Ma è buonissimo!- Esclama il bambino dagli occhi azzurri divorando il cibo contenuto nel suo piatto.
Anche gli altri bimbi sembrano gradire la cena mentre James continua a farli divertire, giocando con qualsiasi cosa si ritrova davanti.
Eppure, mi sembra così strano esser quì in questo momento...osservo le persone attorno a me, capendo di esser stata davvero sfortunata nella mia vita.
Loro, nonostante abbiano i loro problemi, riescono a cavarsela regalandosi un affetto che in vita mia, non ho mai avuto il piacere di provare.
Restando a fissare l'allegria attorno a me, riesco a capire di essermi persa tante cose nella vita, tra cui il calore della famiglia e le risate
con la propria madre o con i propri parenti.
-Hai mangiato tu Louise?- Mi domanda Helena, cominciando a disfarsi dei piatti ormai vuoti.
-Certo, prima in cucina ho mangiato anche io un piatto con del pollo per assaggiarlo.- Mento.
Helena mi sorride e dopo aver raccolto tutti i piatti e l'acqua sul tavolo, ripone tutto nel lavandino.
Mi avvicino al lavabo per poter lavare i patti ma Helena me lo impedisce.
-No Louise, adesso tocca a me occuparmi della casa. Tu puoi anche tornare a casa.-
Casa? Ho mai avuto una vera casa?
-Ma...-
-Niente ma tesoro, vai e non preoccuparti. Penso che domani preparerò un buon piatto di pasta per i miei piccoli prima di tornare al lavoro.-
Sorrido ad Helena e salutando i bimbi mi avvio verso la porta di casa ma vengo fermata anche questa volta.
-Chi è stato a farti questo?- La voce fredda e dura di Brandon mi fa rabbrividire mentre lo vedo incollare i suoi occhi ai vari graffi situati sulla pelle
visibile.
-N...nessuno.- Balbetto portando i miei occhi sul pavimento. Il contatto con i suoi occhi, riesce a spaventarmi facilmente.
-Non mentirmi. Dimmi chi cazzo è stato!- Questa volta, il tono di voce di Brandon diventa più alto spaventandomi ancor di più.
-Dai Brand, lasciala andare...- Stranamente, il  mio salvatore questa volta è stato proprio James.
Ringrazio mentalmente il mio nemico giurato e caccio un sospiro di sollievo dopo esser uscita da questa casa.





































SABATO...

Chiamai Angel al cellulare quella notte e la pregai di farmi restare a casa sua per la notte.
Ovviamente, le ho raccontato tutto l'avvenimento e quasi non poteva credere a tutto ciò che le avevo raccontato.
Svegliate di prima mattina, facciamo velocemente colazione e restiamo in tranquillità sapendo che i suoi genitori e sua sorella specialmente
stanno ancora dormendo.
Velocemente usciamo di casa per andare a scuola ma sento di aver un brutto presentimento.
Arrivate a scuola, varchiamo la porta d'ingresso, vedendo alcune ragazze di cui non sapevo neanche l'esistenza, avvicinarsi a me per salutarmi.
Ricambio il saluto capendo che probabilmente ieri mattina, ho dato prova di esser una ragazza diversa dalla massa. Una ragazza che non ha paura
di dire ciò che pensa realmente.
Bugia. In realtà sono una gran fifona e non sò neanche io come ho fatto a dire tutte quelle cose a Brandon...
-Adesso che hai avuto il coraggio di ribellarti, credi davvero che resterò a guardarti mentre distruggi tutto ciò che ho creato?- La voce irritante
della Smith riesce ad innervosirmi.
-Ma buongiorno Chloe, anche noi siamo felici di vederti.- Sbotta Angel con ironia avvicinandosi alla Smith.
-Ti credi divertente vero? Beh, non lo sei affatto.- 
-Parla per te brutta vipera!- 
-Calmati Angel...non c'è bisogno di farsi rovinare la giornata da una come lei.- Dico alla mia amica, osservando poi il volto divertito di Chloe.
-Ha ragione Angel...dovresti trattenere questo tuo lato da maschiaccio che ti ritrovi. Almeno io ho classe e non mi accontento di avere uno stupido
ragazzino al mio fianco.-
Ovviamente si sta riferendo ad Ashe.
-Non ho bisogno certamente di un burattino.- Mi congratulo con la mia amica, sentendola pronunciare questa frase.
Chloe sembra sentirsi offesa e senza più parole da dire, se ne va.
-I miei complimenti Ang!- Sbotto abbracciando la mia amica.
-Ho solo pensato a ciò che è accaduto ieri e non ho più intenzione di farmi mettere i piedi in testa dalla barbie.-
-Sono così fiera di te!- 
-Anche io lo sono di te Lou!- 
Un altro abbraccio e tutto per me prende senso.
-Quanta dolcezza! Anche io voglio un abbraccio!- Dice Ray, abbracciandoci entrambe.
Io e Angel sorridiamo ma come al solito, la campanella scolastica suona e siamo tutti costretti ad entrare nelle nostre classi.
Solo adesso, ricordo di non aver potuto studiare psicologia ma per me non è un problema. Oggi c'è il compito ed io sono sempre stata brava 
nella materia che riesce a rappresentarmi in tutto e per tutto.
Finite le due ore interminabili di compito, vado in sala mensa osservando una scena poco piacevole.
Chloe e Brandon che continuano a limonare davanti a tutti, come se nulla fosse. 
Angel probabilmente si sarà accorta del mio comportamento mentre continuo a fissare solo loro, senza pensare alle cazzate sensa senso
che continua a sparare Harvey.
-E tu Lou, cos'hai fatto ieri sera?- 
-Ma come fanno quei due a sbaciucchiarsi in quel modo davanti a tutti!-
-Ehm, Lou...-
-Ho capito ciò che mi hai appena detto Harvey ma credimi che anche io li odio con tutta me stessa!- Continuo con rabbia prendendo la forchetta tra le
mani di Will conficcandola nel mio panino con rabbia.
Un momento, ho davvero conficcato una forchetta nel mio panino!?
-A dir la verità Lou, Harvey ti ha appena chiesto cos'hai fatto ieri sera...- Borbotta Ashe dopo essersi ingozzato.
-Oh...ehm...chi vuole un pò di patatine? Cioè, ho voglia di patatine...si, credo che le andrò a prendere...- Dico imbarazzata cercando di fuggire
da quella situazione piuttosto strana. 
Arrivata al bancone in cui vengono serviti i vari piatti della mensa, scorgo alcune patatine che sembrano esser davvero poche.
Mentre sto per prenderle però, James mi sorpassa.
-Credo che queste patatine mi bastino signora Feel!- 
Okay, James Duty mi ha appena preso tutte le patatine !
-Scusami tanto Duty ma stavo per prenderle io!- 
-Mi dispiace Witness ma la precedenza va ai migliori.- 
-Non voglio ricordarti cosa sono stata capace di farti l'altra volta ai distributori!-
-Ti arrabbi per delle patatine? Sei davvero pessima!-
-Non sono delle patatine qualunque Duty, sono delle patatine fritte!-
-E questo cosa centra?-
-Che io ne vado matta e passerei il resto della mia vita a mangiare solo quelle!-
In effetti, non mi sono mai sentita ridicola quando dico tutto ciò. Le patatine fritte sono davvero quel cibo spazzatura di cui io necessito per vivere
dato che nell'ultimo periodo non sono stata poi così tentata dal mangiare cibo.
James sorride con complicità per poi prendere il vassoio contenenti una porzione di patatine e andarsene al suo amatissimo tavolo.
Come immaginavo, non sarebbe cambiato niente.
Sbuffando, torno al mio tavolo sentendomi completamente sconfitta.
-Niente patatine?- Mi domanda Ray con ironia.
-Prima o poi, farò una strage.- 
Con questa mia ultima frase, vado nella classe in cui si terrà la lezione di biologia.
Conclusa anche l'ultima lezione, torno a casa esausta e mi sento rinascere nel momento in cui mi rendo conto che il sabato Nick e Meredith non sono
mai a casa.


























21:30

Dopo aver letto qualche libro e dopo aver scritto le ultime relazioni per le varie materie scolastiche, mi distendo sul mio solito letto
sentendo il bisogno di riposare.
Mentre sto per chiudere i miei occhi però, la vibrazione del mio cellulare mi fa scattare in piedi.
-Pronto?-
-Lou, devi aiutarmi.- 
-Angel, cos'è successo?-
-Riguarda mia cugina Hope...-
-Cosa le è accaduto?-
-E' ad una festa al Cyber Club, mia zia mi ha telefonato preoccupata dicendomi che non le risponde! Ovviamente Hope non ha detto niente alla madre
di esser andata in quel locale...-
-Cosa dovremmo fare noi?-
-Devo assicurarmi che Hope stia bene...sono pochi i casi in cui non risponde al cellulare e non mi è piaciuto per niente il modo in cui mi parlava
di quella festa. Ho paura che abbia ricominciato con le pasticche...-
-Ci vediamo all'entrata del Cyber tra dieci minuti.-
Riattacco velocemente, prendendo un leggins nero strappato, una maglietta ed una maxi felpona invernale.
Indosso il tutto e dopo essermi aggiustata il trucco ed i capelli, corro verso il Cyber Club, uno dei locali più famosi della Grande Mela.
Arrivata a destinazione, scorgo Angel davanti al locale mentre parla animatamente con un buttafuori convincendolo probabilmente a farci entrare.
Mi avvicino ad entrambi e salutando il buttafuori ammiccando sensualmente, lui si decide a farci entrare in questo squallido posto.
Entrate, ci guardiamo in giro nella speranza di trovare Hope ballare animatamente sulla pista da ballo ma di lei, non sembrano esserci tracce.
La musica assordante, fa battere il mio cuore ormai stanco dopo che io e Angel abbiamo perlustrato tutto il locale.
-Che dici, ci riproviamo?- Mi domanda Angel con il fiato in gola.
-Si ma dividiamoci questa volta. Fammi uno squillo nel caso dovesse accadere qualcosa.- 
-D'accordo, a tra poco Lou.-
-Ci rivediamo quì tra qualche minuto.-
Saluto velocemente Angel e passando tra la folla di ragazzi che continuano a portarmi di quà e di là ballando come dei perfetti idioti.
Mi sento spingere da tanti ragazzi ma esattamente, perdo l'orientamento sentendomi completamente minuscola e dannatamente sola.
Dopo tanti sacrifici, riesco ad uscire da quella folla inferocita riuscendo finalmente a trovare Hope seduta ad un tavolo mentre continua a bere
alcolici.
-Hope!- Esclamo raggiungendola mentre la vedo sballarsi.
-L...Louise...- Ride la ragazza dagli occhi blu come la notte tuffandosi tra le mie braccia.
-Hope, hai decisamente bevuto troppo!-
-Non è vero! Io sto benissimo.- Ed eccola cadere a terra.
Cerco di rialzarla, riuscendo poi ad inviare un messaggio ad Angel.





"L'ho trovata, vieni verso l'entrata del locale, siamo al secondo tavolo."





-Non stai chiamando mia zia vero?- 
-Non lo sto facendo ma devo portarti fuori di quì Hope.-
-No! No! No!- Hope sbatte i piedi a terra come una bambina.
Per fortuna, Angel arriva in fretta.
-Dobbiamo portarla via, seguimi.- Mi dice Angel prendendo poi la mano della cugina.
Seguo le due mentre sento la schiena delle altre persone, frantumarsi contro la mia.
Provo a correre per raggiungere Angel e Hope ma entrambe non riescono a sentirmi continuando a correre verso l'uscita.
Continuo a correre anche io, cercandole di raggiungere ma le perdo di vista ritrovandomi immersa in quest'incubo che non sembra voler finire.
Mi guardo attorno, vedendo ragazzi ovunque che continuano a sballarsi, drogandosi, bevendo e quasi non ne posso più di respirare tutto
questo fumo.
Mi sento mancare l'aria quando la folla comincia a restringersi mentre balla senza sosta. Un brivido mi percorre la schiena, l'aria che prima respiravo
sembra esser sparita, i miei occhi stanno per cedere e il mio corpo sembra esser ormai a terra.































NOTE DELL'AUTRICE.
I luoghi sono inventati. Sono solo frutto della mia mente.
Oilà bella gente! Okay, mi dispiace di non aver postato in fretta, ma capitemi, con la scuola
e i vari impegni...aw, sono esausta!
Dunque, dunque, dunque...ad esser sincera credevo che nessuno volesse seguire questa storia ed in effetti mi sbagliavo.
Non sò che dire, probabilmente un grazie a tutti per ciò che fate. Davvero. 
Vi adoro, sappiatelo.
Un bacio e al prossimo capitolo. Recensite, è gratis <3

-SynysterIsTheWay
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7. Save me ***


7° Save Me

 
 

Non c'è salvezza per i cuori teneri.

(Dorothy Parker)








DOMENICA...


Mi sveglio sentendo la mia testa diventare sempre più pesante.
Mi alzo per metà sul letto cercando con le mani il mio orsacchiotto di peluche che non riesco a trovare.
Apro con ansia gli occhi tastando semplicemente il cuscino accanto a me dove Brandon ha poggiato la testa.
Ecco di nuovo il battito del mio cuore accellerare. Ho davvero detto Brandon?
Mi giro velocemente verso destra notando poi il ragazzo disteso accanto a me, senza maglia.
Caccio un urlo che sinceramente riesce a spaventare anche me. 
-Ma che cazzo urli?- Sbotta Brandon saltando giù dal letto con preoccupazione.
Respiro con velocità cercando di calmarmi e riprendere fiato ma qualcosa mi dice che non ci riuscirò facilmente.
Cosa cazzo ci faccio io nel letto di Brandon May? E per di più...vestita.
-Come ci sono arrivata quì?- Urlo in preda al panico, alzandomi velocemente dal letto e osservando l'ambiente in cui mi trovo.
Foto di calciatori, alcune chitarre elettriche e classiche sparse ovunque ed infine alcuni poster.
-Se magari la smetti di agitarti, potrei anche raccontarti come sono andate le cose.-
-Non sono venuta a letto con te vero?- Continuo con rabbia mentre noto che ha indosso solo un boxer.
-Ti spaventa davvero così tanto l'idea di venire a letto con me Louise? Eppure, le altre volte non la pensavi così.-
-Sai com'è, quando ti rendi conto di aver scopato con il fidanzato della tua peggior nemica, riesci a capire che certe esperienze
non vanno fatte nella vita!- Rispondo tutto ad un fiato, con irritazione e mentendo parlando di una scopata.
-Oh mi perdoni signorina se ho abusato di lei sapendo che quello è il suo "lavoro".- Continua Brandon, con un pizzico di ironia.
-Sei uno stronzo!- Sbotto ancora, cercando di fuggire da quel luogo che sembra esser diventata una trappola.
Brandon mi ferma non appena provo ad aprire la porta della sua camera ed io mi ritrovo faccia a faccia con il ragazzo che mi sta rovinando
l'esistenza.
-Ti faccio davvero così schifo?- Mi domanda quasi offeso. No ti prego, non dirlo in questo modo. 
Non ho il coraggio di risponderlo, limitandomi a girare il volto verso la finestra che in questo momento sembra esser il mio punto di salvezza.
-Posso raccontarti quello che è successo se vuoi.-
Annuisco vedendolo poi strofinarsi la nuca e accarezzarsi quei folti capelli neri come la pece.
-Dunque, ieri sera eri al Cyber Club e non sò neanche io per quale motivo ma ti ho trovata a terra e probabilmente eri svenuta. Io e James abbiamo pensato
di portarti a casa ma quando sul tuo cellulare è arrivata la chiamata di quella sfigata di Angel, abbiamo risposto. Lei stessa ci ha detto che 
eravate venute insieme al locale ma quando lei era riuscita ad uscire, non ti ha più ritrovata. In poche parole, pensava che la stessi seguendo.
Dopo avermi raccontato la vicenda, James le ha detto che ti avremmo riportata a casa e di star tranquilla ma lei è impazzita dicendoci di non riportarti
assolutamente a casa in quello stato. Così alla fine ti ho portata quì e ti ho lasciata dormire sul mio letto e credimi che non avrei esitato
a lasciarti sul divano.-
Incredibile dirlo ma sono stati incredibilmente carini nei miei confronti. Devo esser svenuta mentre cercavo di raggiungere Angel e sua cugina.
-Adesso posso sapere perchè cazzo non volevi tornare a casa? I tuoi genitori saranno preoccupati!- Ribatte ancora Brandon, guardandomi con poca
comprensione.
Mi torturo le mani mentre provo ad inventarmi una scusa plausibile ma decisa, mi rendo conto di non esser tenuta a raccontargli niente della mia
vita privata.
-Quante volte devo ripetertelo? Non sono affari che ti riguardano.- 
-Beh, dal momento che saresti dovuta essere a casa tua e non quì, credo che una spigazione dovresti almeno darmela!- Continua lui con un pizzico
di nervosismo nella sua voce che sta per diventare alta. 
Alzo le spalle senza rispondere mentre osservo altri poster situati nella camera. Assurdo che mentre stiamo per affrontare un discorso abbastanza serio,
io mi metta ad osservare i suoi poster, ma non posso proprio evitarlo dato che su quella parete c'è il volto del leader dei Nirvana.
-Oh mio Dio!- Sbotto emozionata mentre mi avvicino al poster che è stato situato decisamente troppo in alto per una ragazza bassina come me.
-E adesso cosa c'è?- Sbotta anche Brandon, guardandomi mantenendo un sopracciglio inarcato.
-C'è che hai i poster dei Nirvana! Non ti facevo così pieno di cultura musicale!-
-Ci sono tante cose che non sai di me.-
-E che preferirei non sapere ma questi poster...- Mi mordo il labbro inferiore, continuando a fissare il poster tra cui anche gli altri.
Tutte band che ascolto anche io tra cui i Led Zeppelin, Beatles, Guns n'roses...
-Ti piacciono?- 
-Certo che mi piacciono! Sono praticamente cresciuta con la musica di queste band che evidentemente hanno fatto la storia della vera musica.-
-Davvero?-
-Mio padre era un musicista e quando io venni alla luce non esitò a trasmettermi il suo grande amore per la musica rock...Ehm...questo non dovevo
dirtelo!- 
Incredibile come mi sia lasciata andare...non mi era mai capitato di parlare in questo modo di me stessa. 
-Era? Tuo padre è...?-
-Non ti riguarda.- Rispondo semplicemente e questa volta, Brandon abbassa il suo sguardo sul pavimento senza ribattere.
-Adesso devo andare.- Borbotto finalmente cercando di raggiungere ancora una volta la porta ma Brandon riesce a prendermi anche questa volta.
Porta le sue mani sui miei fianchi e fa distendere le mie spalle al suo muscoloso torace. Le sue spalle,si incollano alla porta per evitarmi di "fuggire"
anche questa volta.
Impotente di agire, mi limito a sospirare per poi sentire le sue labbra collocarsi sul mio collo mentre strofina il suo viso contro il mio corpo.
Non devo assolutamente cedere, non questa volta.
-Ehm...- Provo a dire ma le mie parole non hanno lunga vita quando lui stesso mette un dito sulle mie labbra facendomi capire di restare in silenzio.
Lo guardo incredula mentre sò che evidentemente vorrebbe ben altro da me. 
-Brandon cazzo, non voglio far colazione da solo!- 
Quando James apre di scatto la porta della camera di Brandon, io ed il ragazzo  ci ritroviamo distesi sul pavimento ed il mio corpo è totalmente
spalmato al suo.
-Oh merda, non sapevo che adesso ti piacessero le ragazzine Brandon!- Sbotta ancora James, ridendo come un'idiota ed osservando questa scena
pietosa che mi manda letteralmente in bestia.
-Non è colpa mia se il mio fascino riesce a stendere tutte compreso me stesso!- Urla Brandon restando sotto di me e guardandomi con malizia.
-Bene, quando avrete concluso questa vostra "effusione", potrete scendere giù in cucina perchè ho preparato le uova!- Conclude James, uscendo
dalla camera più divertito che mai.
-Sai piccola, adesso sei proprio dove volevo che fossi.- Continua invece Brandon, ammiccando come un vero e proprio pervertito che si rispetti.
Mi alzo velocemente dal suo corpo sentendo le mie gambe tremare. Cerco di camuffare ogni mio singolo disagio mentre apro la porta per andarmene e con 
mia grande sorpresa, questa volta Brandon decide soltanto di seguirmi.
Brandon mi indica la direzione di questa sua splendida dimora e mi incita ad entrare in cucina dove vi trovo James alle prese con i fornelli.
Rimango sbalordita dalla sua velocità nel preparare la colazione ma sfortunatamente non posso esser fiera di queste uova completamente bruciate.
-Buon appetito ragazzi!- Finisce James, porgendomi un piatto di uova che decido ugualmente di non mangiare.
Brandon si siede a tavola e dopo aver messo un boccone delle uova in bocca, tossisce quasi per vomitare quel piccolo boccone mangiato.
-Cazzo James, queste uova fanno schifo!- Sputa Brandon con poca ironia.
-La prossima volta allora ti prepari tu la colazione!- Ribatte James mentre si mette anche lui a tavola.
Io resto in piedi osservando la scena per la prima volta, anche io con divertimento.
-Non ti ho chiesto io di prepararmela!-
-Ed io l'ho fatto lo stesso ! Dovresti essermi grato per questo!-
-Smettila di sparare cazzate James!-
-E tu perchè non ti siedi?- Sbotta James, senza dar alcuna importanza all'amico e riferendosi a me.
-Perchè è troppo giovane per morire con queste tue stupide uova no?- 
-Ah 'sta zitto Brandon!-
Mi porto una mano alla bocca, cercando di respirare regolarmente.
-Cos'hai adesso? Ti senti male?- Mi domanda ancora James, vedendomi diventare tutta rossa in viso.
-Louise?- Mi richiama poi Brandon ed entrambi mi guardano con un espressione decisamente troppo buffa.
Improvvisamente, scoppio a ridere come non avevo mai fatto prima d'ora. Credo che mi abbiano appena presa per matta e che presto chiameranno
uno psicologo, ma non ce la facevo proprio più a trattenermi.
Era da tanto tempo che non ridevo così e sentire per la prima volta le lacrime rigarmi il viso per la gioia, mi fa sentire decisamente meglio con me 
stessa.
Brandon e James mi guardano straniti dalla mia reazione mentre continuo a battere i piedi contro il pavimento e ridere come non avevo mai fatto.
-Dov'è il bottone per spegnerla?-  Continua Brandon, catturando l'attenzione di James che rimane a fissarmi sbalordito.
Finalmente smetto di ridere e mi rendo conto della gravità della situazione. Anche i miei amici molte volte hanno provato a farmi ridere quando
non ne ero in grado ma...non in questo modo, non così. 
-Ah finalmente!- Continua James, incrociando le braccia al petto con un espressione alquanto strana.
-Scusate.- Rispondo regolarizzando il mio respiro e asciugandomi con la manica della maglietta le lacrime.
-Avevi proprio bisogno di...ridere.- Sbotta improvvisamente Brandon, sorridendomi con dolcezza.
Sto per sciogliermi, oh cazzo, sto per sciogliermi.
-Ehm...si...chi vuole delle uova?- Domando mentre continuo a balbettare e sentendomi una stupida.
"Può un ragazzo provocarti tutto questo?" 
Rieccola la mia coscienza.
-Se sei capace di fare delle uova migliori di quelle di James allora la cucina è tutta tua!- 
James lancia uno sguardo minaccioso a Brandon ed io stessa, annuendo, mi metto all'opera.
-Tra una settimana esatta abbiamo la partita!- Mentre cucino, ascolto alcune delle conversazioni di Brandon e James mentre aspettano la colazione.
-Vinceremo, non ne ho dubbi.-
-Sono d'accordo. E poi, potrò vedere tutte quelle cheerleaders fare il tifo per noi mentre muovono quel loro adorabile vestitino blu!-
-Sei proprio un pervertito del cazzo James.-
"Senti chi parla" Penso mentre continuo a cucinare.
-E con Chloe? Cioè, come procede la vostra relazione?-
-Procede...-
-Cazzo e poi io sarei il pervertito? Quante volte te la sei portata a letto nell'ultima settimana?-
-Ho perso il conto ormai...-
Ero così presa dalla conversazione, che riesco a scottarmi con l'olio sulla padella.
Caccio un urlo di dolore per poi spegnere velocemente il forno.
-Cosa cazzo...?- Sbotta Brandon preoccupato, alzandosi velocemente per venire verso di me.
-Non è successo niente, sto bene! Le uova sono nella padella e sono pronte, mangiate pure senza di me!- Urlo cercando di divincolare la situazione e 
fuggendo nel corridoio dove ho intenzione di cercare la porta del bagno.
Trovata, entro nel bagno portando velocemente la mia mano sotto l'acqua fredda.
Per fortuna, la scottatura non ha lesionato per niente tutta la mano ma solo una piccola parte del pollice.
Dannazione a James che ha deciso di parlare di lei e maledetto Brandon che ha risposto in quel modo!
Ma cosa mi aspettavo dopotutto...è pur sempre la sua ragazza...io sarò sempre e solo di passaggio.
Sarò solo un semplice gioco per lui.
Tornata in cucina, i due hanno appena finito di mangiare e hanno persino rimesso tutto in ordine.
Pensandoci però...dove sono i genitori di Brandon?
-Ti abbiamo lasciato delle uova.- Mi dice James, porgendomi il piatto con due uova ma che rifiuto.
-Ti ringrazio James ma non ho fame.-
-Dovrai pur mangiare qualcosa per iniziare la giornata!-
Perchè sono così dolci e carini con me? A che gioco stanno giocando...
-Non faccio mai colazione.-
-Poche storie, siediti a tavola e mangia mentre noi faremo una piccola partita a Call of duty.- Annuncia poi Brandon dal salotto di casa.
-Hai sentito?- Continua poi James, indicando il salotto.
Sbuffo ma annuisco. Mangio le uova con molto gusto liberando finalmente la mia poca voglia di mangiare.
Possibile che questi due individui poco cordiali siano riusciti a convincermi?
Finisco di mangiare le uova, ripulisco tutto e vado da loro in salotto.
-Dovrei tornare a casa...ehm...i miei genitori saranno in pensiero ed ho proprio
bisogno di fare una bella doccia.- Sbotto guardando i due ragazzi mentre continuano a dimenarsi vicino ai videogiochi.
-Puoi farla anche quì...nella camera di mia sorella ci sono alcuni vestiti che non utilizza e potrei prestarteli.- Mi dice Brandon continuando ad 
armeggiare con il suo joystick.
-No grazie, vorrei solo tornare a casa.-
-Ma non puoi farti vedere dai tuoi genitori in queste condizioni...potresti avere seri problemi!-
James, i miei genitori se così possono definirsi, se ne sbattono i coglioni se torno a casa il giorno dopo con gli stessi vestiti e con il trucco
andato a male.
-D'accordo.- 
Brandon si alza per andare evidentemente in camera di sua sorella ed io lo seguo.
In realtà, non immaginavo neanche che Brandon avesse una sorella...
In fondo al corridoio, Brandon apre una porta e vi ci entra.
Lo seguo vedendolo prendere alcuni vestiti dall'armadio e dopo questo piccolo procedimento, usciamo dalla camera.
-Non sapevo avessi una sorella...- Dico mentre mi cammina davanti tenendo i vestiti tra le mani.
-Non lo sapevo neanche io fino ad un anno fa.-
Non rispondo, limitandomi a guardarlo.
-Studia ad Hollywood e viene a trovarci solo alle festività.- 
Annuisco ancora, analizzando i suoi occhi e capendo che anche Brandon deve aver combattuto con un passato poco gradevole.
Il ragazzo mi apre la porta del bagno, dandomi i vestiti di sua sorella.
-Puoi utilizzare tranquillamente il mio accappatoio...lo trovi sulla tua destra, è quello blu.- Dopo queste informazioni, Brandon se ne va, lasciandomi
con più di mille dubbi.
Mi chiudo a chiave per poi disfarmi velocemente dei miei vestiti e completamente nuda, entro nella doccia dove sento di rinascere.



























-Credevamo ti fossi addormentata nel bagno!- Mi dice James mentre varco la soglia del salotto dopo aver indossato i vestiti della sorella di 
Brandon.
Entrambi scoppiano in una rumorosa risata quando si rendono conto che i vestiti mi vanno eccessivamente larghi.
-Non c'è niente da ridere!- Sbotto con indifferenza per poi avvicinarmi a loro.
Nel tempo restante invece, ne approfitto per inviare un messaggio veloce ad Angel che sarà preoccupatissima.








"Tesoro, grazie per aver detto a May e Duty che non dovevano assolutamente riportarmi a casa.
Sono a casa di Brandon e ti dirò che ho fatto colazione e riso come una stupida mentre discutevano.
Dopotutto, non sono poi così male. 
P.s Ho dormito nello stesso letto di Brandon. 
Adesso vado, sto per tornare a casa e mi auguro che Nick non ci sia. A dopo! "








Blocco lo schermo del cellulare per poi vedere Brandon indossare il suo giubbino in pelle e prendere le chiavi della macchina.
-Andiamo? Ti riporto a casa...- Borbotta mentre si avvia dinanzi alla porta.
Annuisco per poi uscire dalla casa insieme a Brandon e James.
Mi avvio alla macchina, ricordandola alla perfezione ma Brandon e James mi fanno cenno di non entrare.
-Aspettaci quì.- Mi dice James mentre insieme a Brandon entrano nel garage.
Attendo per alcuni secondi e all'improvviso, mi ritrovo quei due cominciare a sgommare con delle moto a dir poco meravigliose.
Brandon guida verso di me come anche James e mi sento di essere circondata.
-Sali.- Mi ordina Brandon ma io sbarrando gli occhi, mi rifiuto categoricamente.
Non sono mai salita su una moto e non ci salirò mai.
-Cosa? Assolutamente no!- Ribatto mentre provo ad allontanarmi.
-Non mi dirai che non sei mai salita su una moto?- Sbotta Brandon, cercando di trattenere inutilmente una risata.
Non rispondo, guardandomi i piedi per la vergogna.
-Te l'avevo detto io che era una sfigata.- Borbotta poi James, ridendo mentre indossa il casco.
-Ti dò cinque minuti per salire su questa fottutissima moto.- Continua invece Brandon, più infastidito che mai.
-Io lì sopra non ci salgo!- 
-L'hai voluto tu.- 
Detto questo, Brandon si alza dalla moto, spegnendo il motore e spingendo il cavalletto verso il terreno.
Si avvicina con velocità a me, senza darmi opportunità di scappare e prendendomi in braccio, mi porta sul sedile della sua moto.
Rimango sconvolta e non perdo occasione per urlargli contro.
-No! No! E no! Io su questa moto con te non ci salgo!-
-Ti ricordo che ci sei già salita.-
-Perchè tu mi hai preso con la forza!-
-Con la forza? Beh, tu mi hai lasciato fare o sbaglio?-
-Resta il fatto che io non voglio tornare a casa su questo stupido motorino!-
-Hey! Hayley potrebbe offendersi!-
-Hai dato un nome alla tua moto?-
-Perchè ho l'impressione che ti sembri così strano?-
-Perchè è da stupidi dare un nome alla propria moto!-
-Quindi io sarei uno stupido?-
-Non volevo di certo fartelo sapere in questo modo!-
-Tu sei una ragazza a cui piace giocare vero?-
-Credevo fossi tu il giocatore questa volta...-
-Io lo sono sempre.-
Mi zittisco mentre lo vedo mettermi un casco in testa. Mentre chiude la cinturina del casco, resto in silenzio osservando la perfezione di quel
volto.
Gli occhi concentrati, sulla cinturina del casco, sembrano essere così affascinanti nonostante non stiano guardando me.
Sento le mie guancie andare a fuoco quando mi rendo conto che ha appena alzato i suoi occhi sui miei. Li distolgo velocemente, osservando poi
le sue mani e le dita che armeggiano ancora con il mio casco.
-Come mai così silenziosa adesso?- Sbotta Brandon dopo aver finito di mettermi il casco.
Non riesco a parlare sentendo il mio cuore continuare a battere per voler quasi fuoriuscire dal petto.
-Avete fatto voi due?- Ci distrae James, che continua a sbadigliare osservandoci mentre sorride beffardo a Brandon.
Brandon non risponde e salendo sulla moto, prende le mie mani posizionandole poi sui suoi fianchi.
Il contatto delle mie mani con le sue mi fa rabbrividire e sento il mio cuore chiedere pietà ancora una volta.
-Appoggia la testa sulla mia schiena se non riesci a reggerti bene.- Mi avvisa mentre inizia a mettere in moto.
-Ma...tu non porti il casco?- Gli domando mordendomi le labbra.
Lui ghigna senza rispondermi ed io vengo presa dal panico quando sfrecciamo via dal posto.
Comincio ad urlare a squarciagola, dicendo a Brandon di rallentare ma lui non mi ascolta guidando ad una velocità assurda.
Mi stringo sempre di più a lui e dopo un pò mi domanda dove abito.
Mi sento costretta a dirgli l'indirizzo della mia abitazione dato che con la presenza di James, non mi va di esser portata alla solita strada serale.
Brandon continua a guidare con velocità come anche James che raggiungendoci, borbotta un qualcosa a Brandon che sfortunatamente non capisco.
Vedo James guidare nella nostra stessa direzione e quando Brandon borbotta un "via!" mi rendo conto di quello che stanno per fare.
-Non mi dirai che...- Urlo nelle orecchie di Brandon e lui come al solito, si limita a sorridere.
-Brandon, no!- Urlo con tutte le mie forze, sentendo il vento gelido sfociare sul mio volto. Mi stringo sempre di più al corpo di Brandon
urlando e sentendo il cuore battere peggio di prima.
Stanno facendo una gara questi due idioti!
Resto stretta a Brandon chiudendo gli occhi e portando la mia testa compresa di casco sulla sua schiena sperando che tutto questo possa finire presto.
Non ho mai desiderato così tanto di tornare a casa.
-Siamo arrivati piccola.- Mi avverte Brandon vedendomi evidentemente ancora con gli occhi chiusi e stretta a lui.
-Louise, Louise...se volevi abbracciarmi potevi inventare una qualsiasi altra scusa non credi?- 
Sentendo quella frase, mi scollo velocemente dal corpo di Brandon e sentendo le mie gambe diventare improvvisamente più pesanti provo a scendere ma 
con uno scarso risultato.
James mi aiuta a scendere ed io riesco a slacciarmi velocemente il casco sentendo la mia testa scoppiare.
-Ho vinto io James!- Borbotta Brandon soddisfatto, e a quel punto, mi avvicino a lui con rabbia.
-Ne sei soddisfatto!? Come hai potuto non pensare che avevi una ragazza proprio dietro di te!-
-E dai, non mi dirai che non ti sei divertita?-
-Divertita!? Per poco non mi veniva un infarto Brandon!-
-Ma non ti è venuto!- Questa volta, anche lui alza la voce contro di me.
-Io...Io ti odio! Ti odio cazzo Brandon, ti odio!- Continuo puntando continuamente il dito contro il suo petto con nervosismo.
-La vuoi sapere una cosa Louise? Anche io ti odio!-
-Bene.-
-Bene.-
-Bene...abiti quì?- Mi chiede poi James cercando di risolvere la situazione irrisolvibile!
-Si...- Rispondo con più calma per poi salutare James con un cenno di mano mentre mi avvicino alla porta di casa.
-E a me non mi saluti?- Continua Brandon, posizionandosi accanto alla sua moto.
Mi giro verso di lui e gli alzo il dito medio per poi aprire la mia porta e sperare che Nick non ci sia.
Mi chiudo la porta alle spalle per poi prendere velocemente il cellulare e lasciare un altro messaggio ad Angel, ma stranamente, non riesco
a trovarlo.



















BRANDON POV'S

-Cos'è quell'affare?- Mi domanda James, salendo sulla sua moto.
-Cosa vuoi che sia James? E' un cellulare.- Rispondo mentre resto seduto sulla mia moto ad osservare il cellulare che ho tra le mani.
-Non mi dirai che...-
-Esatto...è stato così facile catturarlo che lei neanche se n'è resa conto!- 
-Vorrei tanto sapere cosa te ne fai del cellulare di Louise...-
-Niente...ma potrei sempre usarlo per ricattarla no?-
-Buon'idea ma ti ricordo che le abbiamo già rotto un ipod.-
-Ed è stato fottutamente divertente.- Sorrido per poi armeggiare con il cellulare di Louise per scoprire magari qualcosa in più su di lei.
Questa ragazza è un tale mistero.
-Allora, andiamo?- Continua James infilando poi la chiave nella moto per ripartire.
-Si, andiamo.- Rispondo mentre sto per mettere il cellulare in tasca, ma mi sono appena reso conto che ha cominciato a vibrare.
Leggo sul display del cellulare il nome di Angel, la sua migliore amica.
-James, il cellulare vibra...-
-Chi la chiama?-
-Angel...se non sbaglio è quella ragazzina che è sempre in sua compagnia...quella con cui abbiamo parlato ieri al cellulare.-
-Già...beh, riattacca no?-
Potrei usare questa cosa a mio vantaggio...già immagino la faccia di Louise quando Angel le dirà che ho io il suo cellulare...
Accetto la chiamata.
-Pronto?-
-Eh? Louise, sei tu?-
-Ti sembra una voce da donna questa?-
-Chi cazzo sei!? Dov'è la mia amica, cosa le hai fatto?-
-Angel, sono Brandon.-
-Brandon!? E tu cosa ci fai con il cellulare di Louise?-
-Ho pensato bene di prenderlo...in prestito.-
-Mi starai dicendo che Louise non è lì con te?-
-No, l'ho appena riportata a casa.-
-A casa? Senti, sei nelle vicinanze?-
-Si, ma perchè ho come la sensazione che stai cominciando ad allarmarti?-
-C'è un'auto parcheggiata davanti al garage?-
-Si, una jeep rossa...-
-Oh cazzo!-
-Angel, ma che succede?-
-Brandon, sò che non ti importerebbe  ma ho bisogno del tuo aiuto!-
-Okay, cerca di calmarti.-
-Non posso calmarmi! Cazzo Louise è in pericolo!-
-Pericolo? Angel, calmati, perchè Louise dovrebbe essere in pericolo? L'ho appena riportata a casa!-
-Ti prego Brandon, entra in casa con una scusa, fai qualsiasi cosa ma...cerca di portare Louise fuori da lì!-
-Cosa dovrei fare?-
-Qualsiasi cosa! Io sarò lì il prima possibile ma sbrigati!-
Riattacco velocemente il cellulare.
-Brandon, cos'è successo?- Mi domanda James ma non ho tempo per spiegargli.
-Avevi detto...che l'avevi trovata sanguinante proprio nei dintorni di questo quartiere...giusto?-
-Si, ma ...questo adesso cosa centra?-
Inizio a tremare, preoccupato per ciò che potrebbe accadere a Louise.
Scendo velocemente dalla moto, correndo verso la porta di casa sua.
-Brandon ! Brandon cosa cazzo pensi di fare?- Mi urla James, scendo anche lui subito già dalla moto e cercando di raggiungermi.
























NOTE DELL'AUTRICE.



EHEHEHEH sò che state morendo dalla voglia di sapere
cosa sta per accadere, ma ovviamente dovrete aspettare il prossimo capitolo t.t
Spero che questo piccolo capitolo sia stato di vostro gradimento e che in qualche modo
vi abbia suscitato qualcosa :)
Infine, ringrazio tutti i lettori che seguono questa storia, siete davvero fantastici!
Vi raccomando, recensite, è gratis no?



-SynysterIsTheWay


P.S Buon Halloween a tutti lettori <3
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8. Fear ***


8° Fear

Fra tutte le debolezze, la più grande è l'eccessiva paura di apparire deboli.

(Jacques Bénigne Bossuet)












Niente da fare, il cellulare non c'è.
Che lo abbia dimenticato a casa May? 
Tra i vari pensieri, a passo lento e poco deciso avanzo per la casa quasi in punta di piedi senza fare rumore.
Ma che brava che sono, mi sono anche dimenticata di controllare se Nick ha riposto l'auto intorno al parcheggio come gli è solito fare!
Sospiro lievemente, mentre continuo ad avanzare nella speranza di non ritrovarmi Nick davanti agli occhi e di non dover subire violenza.
Sospiro ancora, sembra proprio che non ci sia nessuno.
Corro velocemente verso la mia camera chiudendomici poi dentro come mi è solito fare. Buio, completo buio.
Colpa delle nuvole di pioggia che hanno appena cosparso il cielo provocando in questa stupida stanza il buio totale.
Penso di dover accendere la luce ma sapendo che probabilmente illuminerebbe ben poco, decido di restare al buio e prendere i miei vestiti
dall'armadio dato che vorrei riportare questi a Brandon il prima possibile.
Mentre frugo nell'armadio però, improvvisamente la luce si accende come per magia. Alzo il volto verso l'armadio capendo di non esser sola, sentendo
alcuni fischi provenire dal letto.
Mi giro con lentezza verso il mio letto a baldacchino, trovando poi Nick seduto su di esso mentre osserva ogni mio movimento.
Mi sorride con malizia...una malizia diversa da quella utilizzata da Brandon.
Smetto di respirare mentre provo ad escogitare una qualsiasi cosa per salvarmi.
Ma quelle come me...non possono essere salvate.
-Dove sei stata?- Mi domanda Nick mentre comincia ad aprire la sua bottiglia di vodka.
Non rispondo capendo già le sue intenzioni e cominciando ad avvicinarmi alla porta con molta lentezza.
-Ti ho chiesto, dove sei stata...- Continua Nick, bevendo un sorso di vodka per poi riposizionare quei suoi occhi furiosi, sui miei spaventati.
Non rispondo neanche questa volta, terrorizzata da ciò che potrebbe accadermi.
-Dove cazzo sei stata puttana!- Questa volta Nick si avvicina con prepotenza a me, dandomi uno schiaffo e mettendomi con le spalle al muro.
-S...s...sono stata con...con Angel.- Rispondo con le lacrime agli occhi mentre sento quella rivoltante puzza di vodka uscire dalle sue labbra secche.
-Puttana! Ti sei lasciata scopare ancora eh?- Urla Nick fuori di sè mentre mi dà un altro schiaffo, questa volta più forte del primo.
Porto la mia mano sulla guancia ma sapendo di non poter alleviare alcun dolore, resto in silenzio.
-E' così? Ti sei lasciata scopare da un altro?- Ribatte ancora Nick alzando sempre di più il tono della sua voce.
-Nick, non è così...- Rispondo cercando di sembrare il più sincera possibile ma con lui, è tutto inutile.
-Ah no?- 
L'uomo mi prende violentemente i capelli, scaraventandomi a terra come tutte le altre volte.
Mi dà alcuni calci nello stomaco per poi ridere con soddisfazione.
-T...ti...prego...basta.- Provo a sussurrare ma Nick questa volta mi ordina di alzarmi. 
Dolorante, provo ad alzarmi per poi esser presa di nuovo da lui.
Nick mi porta davanti allo specchio della mia camera e stringendomi a se, mi incita a guardarmi.
-Guardati...guardati cazzo!- Mi dice mentre io piangente, apro gli occhi, osservando me stessa.
Nick passa la sua lingua sulle sue stesse labbra, muovendo poi la sua mano sul mio viso.
-Questo bel visino...lo sai che papà non vorrebbe mai farti del male tesoro.- 
-Tu non sei mio padre!- Urlo con tutta me stessa cercando di liberare la sua presa.
-Ed è per questo che posso scoparti quanto voglio!- Urla ancora Nick questa volta con più rabbia.
Non riesco a rispondere vedendo poi le sue mani posarsi sui miei seni.
-Sei mia, sei solo mia, non permetterò più a nessuno di toccarti.- 
Possessione. E' questo il lato che odio in Nick, oltre agli altri.
-Dillo, dillo che sei solo mia, dillo!- Continua Nick mentre mi spinge poi contro il letto.
Cado sul letto provando a rialzarmi e fuggire ma Nick non me lo permette continuando a picchiarmi.
-Sei mia cazzo, dillo!- Urla ancora, mentre aumenta i suoi schiaffi sulla mia pelle.
Non riesco a parlare...riesco solo a sentire il dolore sul mio viso e sul mio corpo che continua ad espandersi.
Urlo, riesco solo ad urlare contro le sue parole cercando di farlo smettere ma non ci riuscirò.
-Chi cazzo è il moccioso che ti scopa al posto mio tutte le notti eh? Con chi cazzo sei stata?- 
Sono stata colpita così tante volte, che quando finalmente Nick ha smesso di picchiarmi, non riesco più a sentire niente sulla mia pelle.
Mi sento morta, proprio quello che vorrei essere. Vorrei morire, morire per mettere fine a tutta questa sofferenza e trovare finalemente la serenità.
Improvvisamente però, sento il rumore del campanello stordirmi.
-Chi cazzo è adesso!- Sbotta ancora Nick, allontanandosi finalmente dal mio corpo e mettendosi velocemente una giacca cercando di sembrare un uomo
del tutto normale. Tiene molto all'immagine che mostra in città, al lavoro...
Distrutta e piangente, provo ad alzarmi dal letto ma non ne ho la forza.
Nick scende velocemente giù ed io provo a fare lo stesso quasi zoppicando.
Arrivo sul penultimo gradino della scala, cercando di scorgere colui o colei che ha suonato.
Sono sicura che sarà stata Angel...si sarà preoccupata e avrà pensato ad un modo per aiutarmi.
Un colpo al cuore. 
Una perdita di battiti.
Cosa ci fa Brandon a casa mia?
-Ciao, chi siete?- Domanda Nick in piena tranquillità, sembrando un uomo normale e rispettoso agli occhi di Brandon e James.
-Salve signore, Louise è in casa?- Chiede Brandon con preoccupazione.
Oh no...non può aver capito tutto...
-Mi dispiace ragazzo ma Louise non è in casa, è appena uscita. Se vuoi posso farti chiamare appena torna.-
Nick ha mentito...
Brandon sembra guardare con cattiveria Nick, capendo che l'uomo sta mentendo. Ovvio no? Mi hanno vista mentre entravo in casa...
-E' impossibile, l'abbiamo lasciata quì pochi minuti fa.- Ribatte poi James anche lui preoccupato.
Devo salvarli...devo salvare almeno loro.
-Ragazzi, che sorpresa vedervi...- Dico con tranquillità mentre mi avvicino a loro.
Brandon mi guarda quasi impressionato, osservando poi il sangue che continua a scorrere dal mio naso.
Con gli occhi faccio capire a Brandon che deve semplicemente annuire e lui per fortuna, capisce subito.
-Ehm si, siamo venuti per dirti che domani devi svolgere quella ricerca di biologia di cui parlò la professoressa.- Si intromette James, capendo
che probabilmente Brandon non ha la forza di parlare.
Ed è proprio così...Brandon continua a fissare Nick con  rabbia ma non riesce proprio a dire una sola parola.
-Oh cara, non ti ho sentita arrivare! Cosa ti è successo?- Nick è bravissimo nel mentire, quasi meglio di me a volte, ma io almeno lo faccio per
una causa giusta.
Sto per rispondere, ma Brandon non me ne dà la possibilità, dando un pugno a Nick in pieno viso.
Nick si ritrova a terra, stordito.
-Vattene via, ti prego, vattene!- Urlo a Brandon, spingendolo via.
-No, io non ti lascio quì.- 
Sbarro gli occhi. Brandon mi ha davvero detto quelle cose? O forse è solo un bel sogno?
-Brandon ti prego, non rendere tutto più complicato, vattene!- Urlo ancora cercando di spingerlo sempre di più ma lui mi prende la mano.
-Vieni via con me, ora!-
-Non ho un posto dove andare, non ho soldi, non ho niente lì fuori Brandon!-
-Hai me.-
Nick sta per riprendersi e lanciandogli uno sguardo di disprezzo, mi lascio trasportare via da Brandon.
Senza pensarci su due volte, salgo sulla moto di Brandon restando senza casco mentre lui prova a mettermelo, preoccupato e quasi tremante.
Lo vedo chiudere con troppa forza la cinturina del casco e gemo di dolore.
-Va bene così, va bene così!- Urlo quando vedo che lo sta stringendo sempre di più.
Brandon dopo che gli ho urlato contro, si riprende e sale sulla moto, sfrecciando via seguito poi da James che è rimasto completamente senza parole.
Cosa ne sarà adesso, di me?






















Arrivati davanti casa di Brandon, lui stesso mi incita ad entrare ed io senza farlo arrabbiare ulteriormente accetto, continuando a zoppicare.
Mi siedo sul divano in salotto, osservando poi la finestra e pensando che abbiamo fatto appena in tempo ad entrare in casa dato l'enorme temporale
che è appena iniziato.
Mi stringo in me stessa cercando di non piangere e mettendomi le ginocchia contro il petto.
-Angel, sei tu? Ascolta...non c'è bisogno di andare a casa sua, l'ho portata via da lì. E' da me, sai dove abito? Bene, segnati l'indirizzo...-
Cosa? Perchè Brandon ha il mio cellulare? Perchè sta parlando con Angel? Non posso credere che sia stata proprio lei a dirgli di Nick...
-Bene, ti aspettiamo.- Brandon riattacca la chiamata, per poi lanciare il mio cellulare sul divano, proprio accanto al mio corpo.
Il silenzio, regna sovrano in questo momento ed io non mi sono mai sentita così male.
Brandon mi passa accanto, accendendo il camino proprio difronte a me per poi andare in cucina.
James invece, si siede accanto a me, restando in silenzio.
Non avrei mai immaginato che proprio loro potessero scoprire cosa ho dovuto subire per tanti anni...
Tra tante persone, perchè proprio loro?
-Hai freddo? Tra un pò il caminetto dovrebbe cominciare a funzionare...non ci vorrà molto per riscaldare l'ambiente!- Mi rassicura James, provando 
evidentemente a tranquillizzarmi.
Apprezzo il suo sforzo, ma ora come ora, non riuscirei proprio a parlare.
-Vuoi mangiare qualcosa? Hai fame?- Prova ancora James ma io resto in silenzio.
-E va bene...sto zitto, ho capito.- Sbuffa James questa volta con ironia, distendendosi sul divano ed accendendo la televisione.
Dopo un pò, arriva Brandon, con tre tazze di cioccolata calda e le ripone sul tavolino al centro della sala.
James prende la sua tazza e Brandon, inginocchiandosi davanti a me, prova a darmi quella che sembrerebbe essere la mia tazza di cioccolata calda.
-Tieni, ti riscalderà.- Mi dice con tenerezza, sorridendo.
Arrossisco violentemente, prendendo la tazza di cioccolata e cominciando a bere alcuni sorsi.
Brandon infine, prende la sua tazza, si distende sul divano ed il caminetto si è finalmente acceso emanando una luce calda.
Io continuo a tremare, osservando poi Brandon mentre guarda la televisione con James senza rivolgermi neanche uno sguardo.
Sembra esser arrabbiato e allo stesso tempo confuso. Immagino che adesso questo sia un motivo per odiarmi di più...e magari domani tutta la scuola
verrà a conoscenza della mia inutile vita.
Passano alcuni minuti ed io riesco a riscaldarmi grazie al calore che emana il caminetto, ma sobbalzo, quando sento il rumore del campanello di casa
squillare più di una volta.
Brandon si alza velocemente dal divano, posando la tazza di cioccolata calda e si avvicina alla porta di casa, aprendola.
Un uragano di emozioni mi travolge quando vedo la mia amica Angel correre verso di me per abbracciarmi.
Mi lascio stringere dalla mia amica, cominciando a piangere tra le sue braccia come facevo tempo fa.
-No tesoro, no, non piangere! Sono quì...andrà tutto bene, te lo prometto.- Mi sussurra dolcemente Angel, continuando a stringermi forte.
-Louise!- Urla Ashe, avvicinandosi a me per unirsi all'abbraccio. Seguito da lui poi, mi ritrovo davanti anche Ray, Harvey ed infine Will.
Mi lascio abbracciare da tutti mentre vedo James allontanarsi per far spazio agli altri.
Immersa tra le braccia dei miei amici, spio Brandon e James davanti alla porta che guardano la scena quasi intenerita. Qualcosa è cambiato in loro,
ne sono sicura.
-Chi ti ha fatto questo Lou? Nick non può averti fatto tutto questo...- Sbotta improvvisamente Will, guardando con aria di sfida sia Brandon che
James.
-Cosa...ma cosa dici Will! Delle volte ha fatto anche di peggio e tu lo sai!- Ribatte Angel, cercando di capire cosa gli stia prendendo.
-E' che mi sembra così strano che siano stati proprio loro ad aiutarti...Louise, dillo se ti hanno fatto qualcosa e ti hanno poi costretta
a restare in silenzio!- Continua Will, completamente fuori di testa mentre si avvicina al mio volto.
-Hai dei problemi con noi William?- Sbotta Brandon con rabbia mentre incrocia le sue braccia al petto.
-Certo che ne ho. Giocate tanto a fare i bulli e i duri a scuola e adesso vorreste farmi credere che avete aiutato voi Louise a scappare?
Ma per favore.-
-Will, ma cosa stai dicendo...-Sussurro spaventata mentre vedo Brandon e James avvicinarsi a lui con poca delicatezza.
-Guarda che sono stata io a chiamare Brandon!- Sbotta ancora Angel, cercando di calmare la situazione.
-Dovresti aiutare la tua amica, non dire cazzate! Per quanto riguarda voi due, cosa cazzo le avete fatto?- Continua Will, più arrabbiato che mai.
E' vero, Brandon e James non mi avrebbero mai aiutata...ma lo hanno fatto e non meritano di esser trattati in questo modo.
-Oh non le abbiamo fatto niente...io per esempio l'ho semplicemente portata sul mio letto e puoi immaginare quanto le abbia fatto piacere
restare sotto al mio corpo.- Perfetto Brandon, proprio la goccia che farà traboccare il vaso.
-Lurido bastardo!- Urla Will, ma Brandon non riesce proprio a trattenersi e lo prende velocemente per la felpa stingendola tra le sue grandi mani.
-Senti figlio di puttana, io non ho fatto proprio un cazzo alla tua cara amichetta e se sei venuto quì per accusare proprio me, ti stai
sbagliando di grosso perchè per quanto posso essere stronzo nei tuoi confronti e nei confronti di questi altri sfigati,non torcerei neanche un capello
a nessuna donna. Quindi se proprio vuoi prendertela con qualcuno, prenditela con quel Mick, Tick, Nick o come cazzo si chiama e comprati un biglietto
di sola andata per fanculandia.- Le parole di Brandon sono state così dure e decise da far preoccupare anche me.
-Adesso, invece di aprire una discussione inutile con me, dovresti preoccuparti per la tua amica che ha bisogno di voi adesso più che mai.- Conclude
il discorso Brandon, mentre gli altri lo osservano a bocca aperta.
Brandon finalmente lascia Will e voltandosi, si risiede sul divano accompagnato da James.
-Bene, adesso dobbiamo pensare ad una sistemazione per la notte.- Dice Harvey, sedendosi accanto a me.
-Non importa ragazzi, davvero. Potrei anche dormire sotto un ponte ma lì io non ci torno.-
-Lo sappiamo Lou, ma hai bisogno di un posto dove stare almeno per stasera...che ne dici di uscire e cercare qualcosa?- 
-Ma avete visto il tempo? Vi prenderete la febbre e poi hai visto come sta Louise? In queste condizioni non può proprio andare da nessuna parte.-
-Che perle di saggezza Ray, mi complimento.-
-'Sta zitto Harvey e comunque...-
-No Ray, ascoltami...ognuno di noi ha dei problemi in famiglia e a me non mi va di disturbare. Anche Angel ha problemi e sò che farebbe di tutto
pur di tenermi a casa sua come ha sempre fatto ma...sò che per lei è difficile riuscire a trovare un compromesso con i genitori e dopotutto...farebbe
del male a se stessa pur di tenermi con lei. E' proprio per questo che non posso accettare i vostri inviti ragazzi. Non posso distruggere voi, per salvare
me...ora come ora, non posso.-
-Ma noi siamo tuoi amici Louise e gli amici ci sono nel momento del bisogno!- 
-Ti ringrazio Ashe, ma non posso.-
-Potrei ospitarla io per questa notte.- La voce di Brandon ci fa sobbalzare.
-Che cosa?- Sbotta Will in piena rabbia.
-Io non rischierei nulla. Ho anche un letto in più, quindi non vedo proprio dove sia il problema.-
-Credevo fossi fidanzato!- Urla improvvisamente Angel, guardandomi.
-Lo sono infatti, ma spiegherò la situazione a Chloe. Dopotutto, non sto facendo nulla di male.- Ed eccolo che mi fa il suo solito occhiolino.
Io dovrò dormire quì? No, assolutamente no...l'ho fatto una volta e mi è bastato.
-No, assolutamente no! Louise, non lasciarti convincere da questo vigliacco!-
Non capisco proprio cosa gli prende...Will dev'essere impazzito.
-Io gli spacco la faccia a questo stronzo se non resta un pò al suo posto!- Ribatte improvvisamente James, trattenuto però da Brandon e Ray.
-Basta così...resterò quì per questa notte e domani proverò a cercarmi un lavoro che mi tenga occupata così da pagare l'affitto di una casa che 
comprerò il più presto possibile.-
Arrivo ad una conclusione ma Will non sembra esser d'accordo con le mie parole dato che se n'è andato di casa sbattendo via la porta.
-Ma cosa gli prende?- Domando ad Angel che sembra saperne almeno quanto me.
-Non ne ho idea...non vorrei fosse geloso.- 
-Geloso? Will? E perchè dovrebbe? Siamo amici!-
-Non lo sò Lou. Tu sei sicura di voler restare quì stanotte?-
-Lo sono.-
-Chiamami se dovesse servirti qualcosa.-
-Non esiterò.-
Abbraccio ancora Angel per poi salutare gli altri che prima però, si fermano a parlare con Brandon e James.
-Io devo ringraziarti...cioè, mi rendo conto che non avresti mai fatto una cosa del genere per le persone che tanto odi ma...ho davvero
apprezzato il tuo sforzo.- Dice Angel a Brandon regalandogli un piccolo sorriso.
-Ho fatto quel che ho potuto. Non è niente.- Risponde Brandon con indifferenza.
-Scusa Will...è che è un pò stressato ultimamente. Non voleva essere scortese.- Dice Ray, seguito poi da Ashe che ringrazia ancora sia Brandon che James.
Questa si che è stata una scena strana...la banda degli sfigati che ringraziano i bulletti della scuola per avermi salvato la vita.
In fondo, credo di essermi sbagliata di grosso su Brandon e James...sono dei bravi ragazzi, solo con un modo diverso di vedere la vita...o almeno credo.
Dopo che i miei amici se ne sono andati, vado in bagno a farmi una doccia e a ripulirmi dal sangue sparso sul mio corpo e sul mio volto.
Uscita dal bagno, mi dispero, ricordando di aver lasciato lì il mio Donald! 
Okay, detto così può sembrare una cosa banale ma non lo è per niente...io non posso stare senza il mio peluche, non posso proprio...è uno dei pochi
regali che avevo ricevuto dai miei genitori.
Delusa, vado nella camera della sorella di Brandon, che per questa notte sarà la mia camera e cerco qualcosa da indossare nell'armadio.
Indosso una maxi felpona nera, che mi va molto larga, coprendomi anche un pò le ginocchia. Me la faccio bastare e dopo essermi asciugata per bene,
mi distendo sul letto tenendo il mio amato braccialetto tra le mani.
Penso a quanto mi sarebbe piaciuto rifugiarmi un pò nella mia musica...ma questo purtroppo, non è più possibile.
Persa nei miei pensieri, scendo giù in salotto dove però vi trovo altre due persone in compagnia di Brandon e James.
Lei, una donna molto elegante dai capelli rossi ed occhi verdi.
Lui, un uomo molto alto, capelli neri, occhi normalmente marroni ed altrettanto elegante.
Non noto nessuna somiglianza con Brandon ma tuttavia, immagino siano proprio i suoi genitori.
Loro mi guardano con curiosità per poi avvicinarsi a me gentilmente.
-Ciao Louise, Brandon mi ha appena detto che resterai quì per la notte perchè i tuoi genitori sono partiti...- Mi dice la donna che sta appena dando
uno schiaffo alla mia autostima.
-Ehm...si, spero di non darle disturbo...- Dico facendomi coraggio e catturata dalla timidezza.
-Ma nessun disturbo cara, spero che ti divertirai quì.- Risponde poi l'uomo dai capelli neri che sembra esser un uomo piuttosto buffo.
-Si...lo spero anche io.-
-Bene, adesso io e Tom usciamo! Louise, cosa vorresti mangiare per cena?- 
-Oh singora la ringrazio ma non avrei molta fame...-
-Suvvia, devi pur mangiare qualcosa per tenerti in forma! Una bella ragazza come te non ha bisogno di mantenere la linea!-
-La ringrazio ma davvero, non ho molta fame.-
-Non devi sentirti a disagio tesoro, potrei cucinarti qualsiasi cosa!-
Dopotutto, rifiutare mi sembra un pò fuoriluogo...
-Ehm...io credo che mangierò quello che mangieranno anche Brandon e James.-
-Piazza time!- Urla improvvisamente James, sbucando dal nulla.
-Bene, non dovremmo metterci molto e voi due cercate di non combinare casini!-
-D'accordo Kim!- Sbotta ancora James, salutando la donna.
-Ciao Kim, ciao Tom.- Saluta anche Brandon e la coppia se ne va, lasciandoci soli.
Qualcosa non torna...credevo fossero i genitori di Brandon...ma allora perchè li ha chiamati "Kim e Tom"? Che poi sono anche dei nomi abbastanza
buffi messi insieme.






























Dopo aver cenato con Brandon, Kim, Tom e James sono venuta finalmente a scoprire che Kim e Tom sono semplicemente i genitori
adottivi di Brandon.
Non lo avrei mai immaginato, eppure è proprio così. Brandon è stato adottato...
Tra i pensieri, vado in camera e dopo aver ricevuto la buonanotte da parte di questa famigliola felice, provo a lasciarmi andare dal sonno.
Inutile, non riesco a dormire.
Mille pensieri mi frullano per la testa senza darmi pace.
Perchè Brandon è stato adottato? Perchè i suoi genitori lo hanno abbandonato? Perchè James non torna a casa dalla madre e dai fratelli? Perchè
Will ha avuto quella strana reazione nei confronti di Brandon e James? Sò che li odia, ma questa volta sono stati davvero in gamba.
Mi giro e rigiro nel letto provando inoltre a trovare una soluzione per la mia vita che è andata semplicemente a rotoli.
Non ho più una casa, non ho più un lavoro, non ho più niente...e se ritornassi con la prostituzione?
No, no...devo farcela, devo trovare un modo per vivere come tutte le persone normali che hanno un lavoro normale.
Non potrò mai dimenticare il momento in cui Brandon mi ha convinta ad andare via con lui...per un attimo però ho avuto come la sensazione che
volesse dirmi qualcosa in più. 
Perchè ha questi strani sbalzi d'umore? Perchè mi fa sentire così bene stare in sua compagnia? 
Basta, non ne posso più.
Mi alzo dal letto sentendo poi i vari tuoni rimbombare nella mia testa. Ho sempre avuto paura dei temporali, sin da bambina...
Cerco di mantenere la calma, cercando qualsiasi cosa a cui stringermi ma non è la stessa cosa...con Donald era tutto più semplice.
Okay, sto per fare una cosa di cui me ne pentirò amaramente ma sò che almeno lì, sarò al sicuro.
Apro la porta della camera, tentando di ricordare dove si trova la camera di Brandon.
Velocemente, giro a destra lungo il corridoio, aprendo la porta della sua camera ed entrandovici.
Nel buio assoluto e sentendo solo i continui tuoni che riescono a terrorizzarmi, riesco finalmente a scorgere il letto matrimoniale su cui è sdraiato
Brandon.
Mi avvicino a lui, osservando la sua spensieratezza mentre dorme. Non lo avevo mai visto così tranquillo e rilassato...è proprio vero che a volte il
mondo dei sogni è migliore della realtà.
Osservo quelle labbra così piccole e quel petto andare su e giù mentre respira a fondo.
Solo ora però, mi domando come faccia a restare a torso nudo con questo tempaccio di ottobre.
Velocemente, avvicino le mie labbra alle sue orecchie, tentando di parlargli nella speranza che riesca a sentirmi.
-Brandon...Brandon...- Sussurro cercando di attirare la sua attenzione.
Ed eccolo che apre quei suoi meravigliosi occhi, per riporli come sempre nei miei.
Mi guarda con stranezza...per poi parlarmi.
-Louise...ma...cos'hai, non ti senti bene?- Mi domanda con la voce impastata dal sonno.
-E' che...ho paura a restare da sola in camera...- Ammetto sentendomi una completa stupida. 
-Possibile che hai paura anche dei temporali adesso?-
-Non è colpa mia se i tuoni sono così assordanti da farmi rabbrividire!-
-Okay...ti rubi tutte le coperte?-
-No...-
-Allora vieni.-
Sorrido quando vedo Brandon farmi spazio nel letto ed alzare le coperte per farmici avvolgere.
Mi distendo sul letto, mentre Brandon continua ad aggiustarmi le coperte con premura.
Mi giro verso l'altro lato del letto dandogli le spalle.
-Buonanotte.- Sussurro con dolcezza per poi chiudere gli occhi.
Non avrei dovuto farlo. La scena di Nick che continua a farmi del male, fa riempire i miei poveri occhi di lacrime.
Ritorno a quella notte, in cui avrei desiderato morire più di ogni altra cosa al mondo...
Non riesco a trattenermi e finisco col piangere cercando però di non catturare l'attenzione di Brandon.
La cosa diventa più difficile da camuffare, quando inizio ad accellerare il mio respiro e sospirare con pesantezza.
-Hey, cosa ti prende?- Brandon se n'è accorto e si è avvicinato a me.
Mi alzo per metà sul letto, portandomi le mani sugli occhi e cercando di cancellare dalla mia mente quelle scene che non fanno altro che peggiorare
la situazione.
Anche Brandon alza la sua schiena dal letto per poi cercare di togliermi le mani dal volto ma io mi oppongo con tutte le mie forze.
La verità è che sono debole...troppo debole per cancellare e vivermi il presente.
-Non piangere.- Mi sussurra Brandon, riuscendo finalmente ad osservare le lacrime che scendono dal mio viso.
Resto in silenzio continuando a piangere e sentendomi completamente vulnerabile.
Improvvisamente però, sento due enormi braccia legarsi attorno al mio corpo. Brandon mi sta abbracciando ed io non riesco a fare niente per impedire
tutto questo.
Avrei voluto urlargli contro quanto mi abbia fatta soffrire, quanto mi abbia fatta star male...ma non ne ho più il coraggio.
Dov'è finito il coraggio che avevo mostrano quella mattina a scuola?
Credo semplicemente annegato ed io non ho fatto niente per salvarlo.
Mi lascio ancora abbracciare, sentendo quel buon profumo di dopobarba e sigarette che amana la sua pelle. 
Sciolto l'abbraccio, Brandon mi lascia distendere sul letto, posizionandosi poi accanto a me e poggiando la mia testa sul suo petto.
-Va tutto bene adesso, ci sono io con te e non permetterò a nessuno di farti del male.- Mi sussurra lui dolcemente, tenendomi al sicuro tra le sue 
braccia.
-Ho paura.-
-Shh.-
Brandon continua ad accarezzarmi la pelle senza dire altro.
Eppure, mi sento così bene tra le sue braccia che credo di non aver più bisogno del mio vecchio orsacchiotto di peluche...






























NOTE DELL'AUTRICE.


Salve a tutti lettori! Come vedete, sono in ritardo con l'aggiornamento di questa storia e mi dispiace
quindi vi chiedo di perdonarmi! Beh, se non altro, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto dato
che è molto...romantico direi...
Vi son sincera, mi sono emozionata scrivendo questo capitolo e spero che l'emozione abbia colpito anche voi!
Grazie a tutti voi che continuate a seguirmi, siete la dolcezza!
Un bacio. !




-SynysterIsTheWay

























 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9.Hold Me. ***


9° Hold Me.

 
"Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce."
(B. Pascal)

LUNEDI'





Apro gli occhi con difficoltà per colpa delle lacrime ormai asciutte sul mio viso.
Alzo lo sguardo incontrando quello di Brandon ancora dormiente mentre mi tiene ancora stretta a sè.
Mi accoccolo sempre di più al suo petto stringendomi a lui come non avrei mai avuto il coraggio di far prima.
"Cazzo Louise, è sbagliato" 
La mia coscienza ritorna sempre nei momenti meno opportuni. 
" E' sbagliato innamorarsi di un uomo appartenente ad un'altra donna."
Non potevo di certo sapere che l'uomo con cui avevo avuto un rapporto era proprio Brandon May, il fidanzato di Chloe.
"Tuttavia, avresti dovuto stargli lontana."
Stargli lontana? Come puoi star lontana ad una persona che tecnicamente non ha fatto altro che salvarti?
Perchè è così, Brandon May mi ha salvato la vita e non lo ha fatto solo quella notte baciandomi le ferite che portavo con me.
Lo ha fatto il giorno dopo, quando mi persi...lo ha fatto quando mi ha dato il braccialetto che avevo dimenticato nella sua stessa macchina, lo 
ha fatto quando ero svenuta nel locale e lo ha fatto quando stavo sul punto di esser violentata ancora da Nick.
Per quanto possa sembrare sbagliato, c'è qualcosa di forte che mi lega a lui nonostante io stessa non voglia.
Andiamo...è Brandon May, capitano di football della scuola, tra cui il ragazzo più discusso e parlato dell'intero istituto. Cosa potrebbe
mai farsene di una come me? Ecco perchè penso che quelli come Chloe e Brandon siano fatti per stare insieme.
Cerco di non dar peso ai miei pensieri ed alzandomi dal letto, leggo il messaggio che mi ha appena inviato Angel.




"Lou, prima che tu possa uccidermi, ci tengo a chiarire che non ho detto nulla della tua storia a nessuno dei due bulletti.
Tanto per esser chiara, Brandon ti aveva preso il cellulare ed io ho ti ho chiamata per chiederti dove stavi e se ovviamente stavi bene.
Quando ha risposto Brandon, non ho potuto far a meno di chiedergli dov'eri e quando mi ha detto di averti riportata a casa mi sono informata bene.
Quando mi ha parlato della jeep rossa di Nick, credo di aver smesso di respirare per alcuni minuti e così gli ho chiesto di entrare in casa
tua con una qualsiasi scusa plausibile. Il resto, credo che lui e James lo abbiano intuito. Non mi sarei mai permessa di farti un torno amica mia
e lo sai. Bene, adesso vado, mi è appena venuto a prendere Ashe. Ci vediamo a scuola piccola sfigata <3 "








Sorrido al messaggio di Angel e la rispondo con velocità.








"Non mi avresti mai fatto una cosa del genere e lo sò. Non c'era bisogno di scrivermi tutto questo monologo, ho imparato a conoscerti bene.
Ci vediamo tra un pò a scuola se ci arrivo dato che Brandon dorme ancora. Non chiedermi come lo sò, ti racconterò tutto quando sarò a scuola.
A dopo! "









Poso il cellulare sul comodino, vedendo poi Brandon osservarmi. Da quanto tempo è sveglio?
-Buongiorno sfigata emarginata.- Mi dice con ironia, mentre si alza anche lui dal letto.
-Buongiorno.- Rispondo semplicemente, osservandolo mentre si strofina gli occhi.
-Dormito bene?-
-Non mi lamento.-
-Non ne dubito, sai?-
Brandon si avvicina sempre di più a me, incollandomi al muro. 
-Ehm...fa davvero molto caldo quì, credo che mi ci vorrà una bella doccia!- Sorrido sentendo il battito cardiaco del mio cuore, esplodere per colpa 
di questa vicinanza.
-Quanta fretta...- Continua Brandon, distendendosi sul mio corpo e cominciando a baciarmi il collo. Provo a spingerlo lontano, ma lui non sembra
curarsene continuando.
-Brandon io...non credo che sia il caso di...-
-Shh.-
-No, ascoltami ti prego.-
-Dovrei fartela pagare per ciò che mi hai detto quel giorno in mensa davanti a tutti...-
-Brandon, faremo tardi a scuola...-
-Possiamo sempre entrare alla seconda ora no?-
-No.
-Piccola, sei la prima ragazza che prova a rifiutarmi.-
-Smettila di chiamarmi piccola! E dovresti smetterla di comportarti in questo modo! Sei fidanzato!-
-E' che più ti guardo e più mi viene voglia di buttarti su quel letto...piccola.-
Letto. Sempre e solo letto.
"Non c'è altro Louise, lui vuole solo portarti a letto."
-Lasciami andare Brandon.- Ribatto improvvisamente infastidita, cercando di liberarmi.
-Okay, okay. Dillo ancora.-
-Cosa?-
-Che sono fidanzato. Ripetilo e ficcamelo in questa dannata mente
.-
a malincuore, lo dico.
-Sei fidanzato.-
-Ripetilo ancora.-
-Sei fidanzato.-
-Ripetilo...-
-Sei fidanzato cazzo!-

Il suo naso si ritrova improvvisamente di fronte al mio. Con gli occhi umidi, mi limito a guardare dentro i suoi che sembrano volermi denudare.
Restiamo in questa posizione per alcuni minuti, mentre lui prova a penetrarmi l'anima ed io provo a leggere dentro ai suoi occhi.
Sarei morta...oh si che sarei morta.
Brandon porta la mia mano sul muro, mentre l'altra la stringe semplicemente in un pugno.
-Noi non ci siamo mai incontrati. Noi non abbiamo mai avuto rapporti. Io odio te, tu odi me.- Mi ripete Brandon, sussurrando queste parole con dolore.
Perchè stai dicendo queste cose? Perchè mi stai facendo questo?
-C...cosa stai cercando di dirmi.- Sussurro con debolezza, portando il mio sguardo sul pavimento, troppo delusa per poter sorreggere il suo sguardo.
-Che io e te non ci siamo mai incontrati quella sera ed io non sono mai stato in quel luogo. Tutto chiaro?-
-Chiarissimo. Sei solo...un mio amico.-
Non posso credere di averlo detto...
-Amici.-
-Amici.-

No, non voglio essere tua amica...non posso considerare un mio amico colui con cui sono andata a letto.
Avrei voluto urlarlo contro il mondo, ma Brandon si allontana per poi uscire dalla camera e lasciarmi quì, in balia di me stessa come se fossi
sul filo di un rasoio.
Un vuoto adesso più impacciato, mi percorre l'anima.
"Amici" Ripete la vocina dentro di me, rompendosi in mille frammenti di dolore mentre io stessa mi prendo il viso tra le mani.
"Amici" Ripete ancora la vocina, rompendo ogni parte ancora viva in me stessa.
"Amici". Se è quello che vuole, è ciò che saremo.
Dopo essermi fatta la mia solita doccia mattutina e dopo essermi vestita, scendo giù per fare colazione con la compagnia di tutti.
Chi l'avrebbe mai detto...io, fare colazione?
-Buongiorno cara, ci sono waffle e pancakes, serviti pure!- Mi sorride Kim, mentre beve il suo caffè.
-Grazie mille ma non ...- 
-Oh su, non essere timida Louise, siediti pure quì con noi!- Mi sorride anche Tom, leggendo il suo quotidiano e sorseggiando anche lui del caffè.
Sorrido ad entrambi e mi siedo fra James e Brandon che mi hanno lasciata un posto libero proprio tra di loro.
Ma come siamo diventati buoni...
-James, come sta tua madre? Dovrei andarla a trovare in questi giorni...- Sbotta Kim, riferendosi a James che si sta letteralmente ingozzando
con quei pancakes.
-Sta bene, però non è facile per lei gestire la situazione in famiglia.- Borbotta James con almeno cinque pancakes in bocca.
E' così buffo...
-Me ne rendo conto...e tu invece Louise? I tuoi genitori dove lavorano?- 
-Ehm...i miei genitori sono venuti a mancare anni fa.- Ribatto con un pò di tristezza nella mia voce, continuando a giocare con le posate sul piatto.
-Oh...mi dispiace tesoro, non volevo...-
-Non importa Kim davvero, il peggio è passato.- Sorrido debolmente, osservando poi le mani di Brandon che posizionate sul tavolo, si stringono in 
pugni.
Probabilmente pensava che Nick fosse il mio vero padre...
-Ehm, prendi anche questi biscotti Louise, sono davvero deliziosi!- Tom interrompe quello strano silenzio che si era creato, porgendomi dei biscotti
che accetto sorridendogli.
-Bene ragazzi, adesso noi dobbiamo proprio andare a lavoro, ci vediamo stasera!- Sorride ancora Kim, scombinando i capelli di Brandon e dando
un bacio sulla guancia sia a me che a James.
Kim è davvero una donna in gamba ed è molto allegra e solare. Credo che in parte la sua allegria sia più che contagiosa.
-Comportatevi bene a scuola, chiaro!? Non voglio esser chiamato ancora dal preside! Louise, te li affido.-
Sorrido a Tom, salutandolo con un gesto di mano e nel tempo restante finisco la mia colazione.
-Cazzo!- Sbotta improvvisamente Brandon, con disperazione.
-Che ti succede Brand?- Domanda James incuriosito mentre si avvicina all'amico che sta per riporre dei libri nel suo zaino mezzo rotto.
-Ho dimenticato di fare i compiti di storia.- 
A quell'affermazione, io e James scoppiamo a ridere osservando poi il volto arrabbiato di Brandon che non riesce proprio a capire il motivo
delle nostre risate.
Il punto è che non mi sarei mai aspettata una reazione del genere da uno come lui.
-Non ti facevo così studioso!- Dico a Brandon, avvicinandomi a lui e prendendo il suo quaderno tra le mani.
-Non dipende da me. Kim e Tom nonostante non fossero i miei veri genitori, mi hanno adottato facendomi sentire come il figlio che non hanno mai 
avuto. Hanno sempre fatto tanti sacrifici per me e credimi, da piccolo non ero proprio il classico bambino tranquillo ed educato. Quindi, mi sento
di dover loro tanto e faccio il possibile per non deluderli...anche se in parte già l'ho fatto nel vecchio istituto che frequentavo.- 
Non avevo mai sentito parlare Brandon in questo modo. Lo credevo un ragazzo spudorato e senza cuore ma evidentemente, mi sbagliavo ancora.
C'è qualcosa in lui, qualcosa che non vuole mostrare a nessuno che gli impone dei limiti.
-Dai, non disperarti. A che ora hai psicologia?- Domando sorridendogli.
-Seconda.- 
-Bene...ci vediamo alla fine della prima ora davanti all'auditorium...adesso dammi il tuo quaderno e le traccie da svolgere, al resto
ci penso io.-
-Lo faresti davvero?-
-Sono tua amica.- Perchè l'ho detto...perchè?
-Allora grazie...amica.-
Prendo velocemente il quaderno tra le mani di Brandon per metterlo in borsa. Un momento...quale borsa?
-Bene, allora adesso possiamo andare!- Annuncia James, aprendo la porta di casa.
-Ehm ragazzi...ho un problema.- 
-Quale?- Dicono entrambi in coro, guardandomi dalla testa ai piedi.
-Non ho una borsa per la scuola!-
Entrambi girano i loro occhi al cielo e Brandon sale di corsa sopra portandomi poi dopo un pò, una borsa molto capiente, adatta insomma per la scuola.
Una borsa nera molto morbida e semplice.
Prendo la borsa ed insieme usciamo di casa per raggiungere la scuola.
Per fortuna però questa volta, James e Brandon hanno optato per l'auto così non dovrò sgolarmi per convincerli a guidare con più calma.
Arrivati a scuola, scendo dall'auto sotto gli occhi di tutti gli studenti.
Anche Brandon e James escono dall'auto ma io rimango indietro, fissando tutti gli occhi dei miei coeetanei, completamente increduli.
Delle ragazze, mi avrebbero uccisa, mentre altre avrebbero semplicemente sognato di essere al mio posto.
Possibile che questi due ragazzi siano così ben accetti quì?
-Cosa ci fai lì impalata, guarda che abbiamo storia alla prima ora!- Mi urla contro James, davanti a me che continua a guardarmi mentre resto
immobile.
-Oh si...- Rispondo quasi balbettando, per poi seguire James dato che Brandon sarà già andato dalla sua fidanzatina.
Io e James camminiamo insieme per il corridoio scolastico sotto gli occhi di tutti.
-Cosa cazzo ci fa James Duty con quella sfigata?- Sento una ragazza urlare queste parole, ma non ci faccio caso, andando avanti.
James mentre cammina in mia compagnia, viene letteralmente travolto da alcuni suoi amici che non fanno altro che salutarlo fin quando lui non
ricambia i loro saluti.
Mi avvio al mio armadietto, ricordando che sabato per fortuna avevo riposto quì tutti i miei libri e quaderni dato che non avevamo compiti
per oggi.
Aperto, vengo travolta da Angel.
-Okay, devi raccontarmi tutto!- Mi dice Angel, aprendo poi il suo armadietto, accanto al mio.
-Non c'è niente di importante da raccontare, solo che ho dormito anche questa notte nel letto di Brandon e che James è fottutamente 
simpatico!-
-E questo sarebbe niente? Cazzo Louise, sei cotta marcia di quel ragazzo!-
-Cosa?-
-Senti, puoi mentire a chiunque, ma non a me.Sei innamorata di Brandon May e non provare a dirmi che non è così!-
-Shh, non urlare o qualcuno potrebbe sentirti!-
-Okay, però adesso respira profondamente e dimmi la verità!-
-Non nego che Brandon mi piaccia ma...siamo amici, niente di più e niente di meno.-
-Amici!?-

-Stamattina ha voluto mettere le cose in chiaro e a me sta bene. Se proprio devo stargli accanto, preferisco farlo da amica...
non voglio creargli problemi con la Smith.-
-Sei impazzita? Dove cazzo hai lasciato il cervello stanotte?-
-Oh avanti Angel! Lo hai detto anche tu no? Era solo una scopata, a lui non importa nulla di me.-
-Lo dicevo ed è vero,ma ho visto come ti ha guardata ieri e credimi che ho sempre sognato di avere un uomo che mi guardasse allo stesso modo.
Adesso ce l'ho ma questo non ha importanza.-
-Forse ti sei lasciata andare con la fantasia...-
-Non credo. Ti guardava da persona sofferente Lou, svegliati!-
-Possiamo parlare di qualcos'altro?-
-E va bene, parliamo di Will.-
-Cosa centra adesso Will?-
-Centra e come. Will è geloso marcio di te!-
-Stai delirando Angel, forse hai la febbre!-
-Buongiorno mie piccole donne!- Ray interrompe la conversazione, abbracciando come al solito sia me che Angel.
-Buongiorno a te Ray.- Rispondiamo in coro io e Angel.
-Domenica c'è la partita...verrete vero?- Continua Ray, con un sorriso stampato sulle labbra.
-Penso che ad Ashe farebbe piacere... penso che verrò.- Risponde Angel, dopo aver preso i suoi libri dall'armadietto.
-Louise, sei mancata agli allenamenti...almeno alla partita potresti presentarti per tifare per il tuo amico!-
-E va bene Ray, verrò alla partita ma ti avverto che se perdi, sarò costretta a canticchiare la canzoncina che tanto odi!-
-Non ti azzardare! Comunque vinceremo, è una promessa!-
Sorrido a Ray, per poi salutare sia lui che Angel e mi avvio verso l'aula di storia.
-Signorina Witness, è in ritardo.- Mi annuncia la professoressa Collins, aprendo il proprio registro sulla cattedra.
-Mi scusi professoressa.- 
-Mi scusi professoressa.- Ghigna la Smith, ripetendo la mia frase insultandomi.
-D'accordo Witness, vai al tuo posto e comincia ad aprire il libro a pagina ventitre.-
Annuisco alle parole della professoressa, sedendomi al mio posto ed aprendo il libro.
Per questa volta però, dovrò fare a meno della lezione di storia per concentrarmi sui compiti che hanno assegnato a Brandon.
Svolgo velocemente i compiti di psicologia del mio "amico" e richiudendo il quaderno, cerco di abbozzare qualcos'altro durante la lezione.
Conclusa la lezione di storia, corro verso l'aula di psicologia e vi ci trovo dentro più di quindici studenti che iniziano a dimenarsi sui banchi.
Credo che alcuni facciano parte della squadra di football...
Timida ed impacciata, busso alla porta già aperta, ma nessuno sembra ascoltarmi e per di più, non riesco neanche a scorgere la figura di Brandon.
Provo ad attirare l'attenzione degli studenti,ma è inutile, continuano ad urlarsi contro, scherzare e dimenarsi sui banchi come una mandria di elefanti.
-Ciao bocconcino, cercavi me per caso?- Borbotta un ragazzo altissimo, biondo ed estremamente muscoloso. Beh, se non altro, almeno lui si è reso conto
della mia esistenza.
-No, a dir la verità...cerco Brandon May, è quì vero?- Ribatto con indifferenza, guardandomi ancora intorno.
-Si, te lo chiamo subito...Brandon, c'è qualcuno che ti cerca!
Con la voce squillante del biondo, gli altri studenti restano in silenzio ed io sbarro gli occhi, vedendo poi Brandon all'ultimo banco avvinghiato
a cinque ragazze.
Due sedute sulle sue gambe e tre attorno che continuano a baciarlo e coccolarlo come se fosse un re. 
Un coniato di vomito mi sale in gola, vedendo quella scena a dir poco disgustosa.
Lui sorride, venerato da quelle cinque sgualdrine che non fanno altro che assecondare ogni sua richiesta. 
Dopo aver sentito le parole del biondo, Brandon distoglie lo sguardo da una ragazza riccia, dalle belle forme, per finalmente degnarsi di guardarmi.
E pensare che ho saltato l'ora di storia per aiutarlo mentre lui si divertiva con quelle stupide ochette!
Brandon fa alzare dalle sue gambe le ragazze per poi venire verso la mia direzione. Esco fuori dall'aula e lui si chiude dietro la porta senza dare
alcuna possibilità agli amici di urigliare.
-Tieni.- Sbotto acida, buttandogli il quaderno al petto per poi voltarmi ed andare via.
Brandon però, non sembra gradire questa mia reazione e quasi irritato, mi prende il polso.
-Lasciami!- Ribatto ancora con indifferenza, cercando di non guardare i suoi occhi.
-Vorrei almeno ringraziarti come si deve...- Continua Brandon, cercando evidentemente di baciarmi, ma io riesco a spintonarlo via.
Mi fa letteralmente schifo sapere che quelle labbra sono state appena baciate da quelle ragazze...
-Gli amici non si baciano.- Sbotto ancora con acidità, per poi andarmene via mentre lo sento sussurrare un "Grazie" che non riesce lo stesso
a tranquillizzare la mia ira.
Ma chi si crede di essere? 
Arrabbiata e furibonda, corro verso la classe di biologia dove per fortuna, la professoressa non è ancora arrivata.
Solo adesso però, mi rendo conto di aver lasciato il libro di biologia in quella casa infernale in cui non ho intenzione di ritornare.
Sbuffando, mi guardo intorno capendo di non ritrovare nessun volto amico che sia in grado di mettersi accanto a me e prestarmi il libro.
Però forse...
-James?- Borbotto sussurrando a James che ha appena finito di parlare con alcuni amici.
-Si?-
-Il mio libro di biologia è a casa...-
-Tranquilla, te lo presto io.-
-Grazie.-
Sorrido a James, vedendolo posizionarsi accanto a me e mettere il libro al centro del banco per darmi la possibilità di ripetere la lezione.
Arrivata la professoressa, prende il suo registro e inizia a chiamare delle persone da interrogare.
Io non verrò chiamata di sicuro dato che sono stata una delle prime ad esser interrogate più di una volta.
-Vediamo...Duty, ti sei preparato per oggi?-
-Mi dispiace professoressa ma ieri mi rompevo il cazzo di studiare.- Risponde James, provocando le risate di tutti gli studenti e l'ira della professoressa.
-Modera i termini Duty! Io oggi sono tenuta ad interrogarti, quindi alzati ed inizia a dirmi la lezione del giorno.- Urla la professoressa, cercando
di mantenere calmi gli altri studenti.
James sbuffa per poi alzarsi dalla sedia e cominciare a parlare.
-Dunque, stamattina mi sono alzato di buon umore, sono andato in bagno a farmi una bella doccia e dopo mi sono lavato i denti con il dentifricio.-
Inutile sottolineare le risate oscene di tutti gli altri che continuano ad elogiare James per le stronzate che ha appena detto.
-Duty! Ti conviene fare la persona seria se non vuoi una bella f !- 
-D'accordo prof. Continuo...dopo essermi lavato i denti, ho fatto colazione e...-
-Adesso basta Duty, ne ho abbastanza! Se continui di questo passo, ti manderò nell'ufficio del preside!-
-Bene...-
-Pss...- Cerco di attirare a me l'attenzione di James.
James si volta verso di me.
-Ti suggerisco io.-
Lui mi sorride per poi cominciare a ripetere tutto ciò che gli sussurro.
La professoressa, osserva James con stupore ed io faccio il possibile per aiutarlo con la massima discrezione.
-Professoressa, la Witness sta suggerendo tutta la lezione a Duty!- Sbotta improvvisamente la Smith, cercando di mettermi in cattiva luce.
A questo punto, la professoressa, più arrabbiata che mai inizia ad urlarci contro.
-Duty e Witness, in presidenza! Signorina Witness, non me lo sarei mai aspettato da lei!- 
La Smith e le sue amichette iniziano a ridere mentre io e James usciamo dalla classe per andare nell'ufficio del preside.
-Cazzo, questa è già la seconda volta che ci vado per colpa tua!- Sbotto mentre cammino a pari passo con James.
-Pensa al positivo, a me sarà almeno la decima.-
-Questo non mi fa sentire meglio!-
-Avrei dovuto immaginare una reazione del genere da parte di Chloe...-
-E pensare che un tempo eravamo buone amiche...-
-Cosa?-
-Lunga storia.-
-Io penso che adesso lei lo abbia fatto per gelosia. Ti odia ed evidentemente ha notato che io stesso non mi comporto più da stronzo
nei tuoi confronti.-
-In effetti avresti potuto continuare.-
-Non avrebbe senso. Hai aiutato la mia famiglia e una ragazza come Chloe al tuo posto non lo avrebbe mai fatto.-
Sorrido a James per poi entrare con lui nell'ufficio del preside.
-Cosa cazzo ci fate anche voi quì?-
Cosa? Anche lui quì?
-Signorina Witness, Signor Duty...quale onore!- Ghigna il preside, osservandoci.
-Chi hai picchiato questa volta?- Domanda James a Brandon, vedendolo sorridere soddisfatto.
-Non posso dirtelo quì.- Ribatte Brandon con tranquillità.
Picchiare? 
Osservo bene il volto di Brandon che è perfettamente pulito. Nessun graffio, nessun accenno di sangue, niente di niente.
Io e James ci sediamo accanto a Brandon per poi ascoltare i soliti monologhi del preside.
Dopo almeno un quarto d'ora, il preside torna alla realtà parlando poi della punizione che questa volta dovremo scontare.
-Dunque...analizzando bene le situazioni, sò bene cosa ci vuole quì! Un pò di collaborazione!-
Sgraniamo tutti e tre gli occhi, cercando di capire cosa intende l'uomo per collaborazione.
-Oggi pomeriggio, dopo le lezioni, resterete quì a pitturare l'aula di chimica che come sapete è stata ristrutturata.-
-Cosa? Ma noi abbiamo gli allenamenti oggi pomeriggio!- Sbotta arrabbiato Brandon, alzandosi dalla poltroncina e posando le mani sulla scrivania
del preside.
-Preside, non può farci questo!- Continua James, avendo poi la stessa reazione di Brandon.
-Per quanto la squadra di football dovrà tenere una partita importante domenica e per quanto ne va l'immagine della nostra scuola, per un giorno
gli altri giocatori riusciranno a cavarsela senza il loro capitano.- 
Io resto semplicemente senza parole.
-Signor Preside, io sono impegnata oggi pomeriggio e non mi è proprio possibile restare quì!- Borbotto anche io, ricordando di dover trovare
un posto dove stare ed un lavoro al più presto.
-Mi dispiace signorina Witness, per quanto lei sia invece una degli astri nascenti di quest'istituto sono costretto questa volta a 
punirvi. Dirò al signor Olmes di prepararvi i barattoli di pittura. Con questo, la discussione è conclusa, andate a pranzare e se sentirò qualche
altro professore lamentarsi del vostro rendimento scolastico sarò costretto ad aumentare le posizioni o a sospendervi.-
-Sospenderci?- Ripeto con delusione.
-Non è poi la fine del mondo!- Ghigna James, ridendo come un'idiota.
Usciamo tutti e tre dall'ufficio del preside, per poi andare in sala mensa  e pranzare.
































Dopo aver pranzato, subisco altre due ore di lezioni per poi correre verso il laboratorio di chimica.
-A cosa cazzo servono questi arnesi?- Sento la voce di James, sovrapposta a quella di Brandon.
-A cosa vuoi che servano James? A pitturare questo schifo di posto forse?- 
-Ah ben arrivata!- Continua James, voltandosi verso di me.
-Si, scusate ma ero stata trattenuta dal professore di educazione fisica. Ci mettiamo al lavoro?-
-Parla per te, io non mi muovo di quì.- Dice Brandon, sedendosi poi sulla sedia e posando i suoi piedi sulla cattedra dell'insegnate.
-Credimi Brandon che sto davvero cominciando ad odiare la tua fidanzatina.- 
-Non saresti l'unico James. Il mio è puro divertimento e lo sai.-
-Certo che lo sò ! Brandon May non si innamora!-
-Esatto.- 
Quindi...Brandon non è innamorato di Chloe ma la sta solo...usando?
-Come puoi essere così insensibile?- Sbotto acida, prendendo alcuni pennelli piuttosto grandi. 
-Io?-
-Si, tu!-
-Perchè mai?-
-Perchè per quanto possa odiare la Smith, non è una gran bella cosa prenderla in giro in questo modo!-
-Ma lei lo sà.-
-Co...come?-
-Tutte le ragazze che sono in mia compagnia, sanno bene che non dureranno per molto tempo. Certe ci provano tentando di farmi innamorare di loro,altre
invece, accettano le mie condizioni per starmi addosso.-
Quindi Chloe si lascia trattare in questo modo da Brandon anche solo per andarci a letto?
-Una volta soddisfatte, potranno tornarsene da dove ne sono venute. La stessa cosa accadrà a Chloe e lei lo sà bene, però lei spera con tutta
sè stessa che io magari un giorno possa innamorarmi di lei.-
Non rispondo questa volta, cominciando a lavorare insieme a James.
Mentre pitturiamo di blu l'intero laboratorio, tra risate e scherzi, mi giro per osservare Brandon mentre è concentrato a suonare la sua chitarra.
Probabilmente, oggi aveva lezione di musica...
-Che ne dici di scrollarti dalla tua amatissima chitarra e venirci ad aiutare?- Dice James, rivolgendosi a Brandon e la sua chitarra.
-Mh, solo un attimo.-
-Lo hai già detto poco fa!-
-Non posso farci niente se riesco a trovare delle ottime ispirazioni proprio in questo momento!-
Senza dar troppo peso alle loro parole, continuo a pitturare, quasi esausta di tutta questa situazione.
All'improvviso però, sentiamo qualcuno bussare alla porta del laboratorio ed io velocemente apro la porta ritrovandomi Angel davanti agli occhi, piangente
e...distrutta.
-Angel...cosa ti è successo?- 
-Io e Ashe abbiamo litigato...-
La abbraccio, senza darle motivo di spiegarmi la situazione. La lascio entrare nel laboratorio per farla tranquillizzare.
-Brandon, ti dispiacerebbe...?- Dico convincendolo ad alzarsi dalla sedia.
-Si.-
Gli lancio un'occhiataccia omicidia e lui arrendendosi, si alza dalla sedia per far sedere Angel.
Mi inginocchio a lei, che continua a piangere.
Gli occhi arrossati, mi fanno capire che è già da un bel pò che sta piangendo.
-Avanti tesoro, sii forte, andrà tutto bene.-
-Non posso essere forte se non c'è lui con me a darmi forza!-
-Lo sò ma...non puoi dipendere da lui! Si può sapere adesso cos'è successo?-
-Stava parlando animatamente con una ragazza...lei gli toccava i capelli, lo accarezzava e lui non le diceva assolutamente niente. Ho assistito
alla scena per alcuni minuti sperando che lui si fosse tirato indietro alle sue carezze ed invece no...continuava a ridere con lei mentre io ero
lì sola come un cane a vederli. Così sono andata da lui e mi sono arrabbiata ma lui mi ha urlato contro, come non aveva mai fatto. Ha detto
che è tutta colpa mia perchè non mi fido di lui...-
-Certo che questo Ashe dev'essere proprio un gran bel pezzo di merda!- Urla James, muovendo il pennellino colorato di quà e di là.
-Avanti Angel, forse non stava facendo nulla di male...-
-Si, ma cosa sarebbe accaduto se fossi rimasta dietro quell'albero a guardare?-
-Non lo sò tesoro ma sò che Ashe non ti farebbe mai del male. Avanti, lo conosciamo da ben cinque anni ed è sempre stato un bravo ragazzo...vedrai
che dopo che si sarà tranquillizzato sarà lui a cercarti.-
-Lo spero tanto.-
-Oh andiamo, in una coppia è normale litigare ma la cosa più bella è quando si fa pace. Vedrai che affronterete la situazione nel migliore
dei modi!-
-Ne sei sicura?-
-Conosco te e conosco Ashe, quindi ne sono sicurissima.-
Angel mi abbraccia ringraziandomi, mentre James e Brandon continuano a guardare la scena quasi con ammirazione.
-Hai saputo di Will?- Continua Angel, asciugandosi le lacrime con un fazzolettino che gli ha prestato James.
-No, cosa gli è successo adesso?-
-E' stato picchiato! Tutta la scuola lo sà...purtroppo però non sono riuscita a farmi dire chi sia stato a fargli del male...
E' ridotto piuttosto male...ha un occhio nero, il setto nasale completamente rotto e a malapena riesce a camminare.-
-Picchiato?-
















"-Chi hai picchiato questa volta?-
-Non posso dirtelo quì.-"






Mi inumidisco le labbra, per poi cercare di mantenere la calma in una situazione che in questo momento non riesco a reggere.
Deglutisco per poi passare il mio volto su quello di Brandon che sta guardando il vuoto.
Senza pensare alle conseguenze, mi avvicino a lui con aria minacciosa dimenandomi.
Brandon riesce a fermarmi, prendendomi le mani e poi attirarmi a sè. 
-Stronzo di merda! Come hai potuto far del male a Will? Come hai potuto cazzo!- Urlo con tutto l'odio che avevo dentro per poi dimenarmi con più 
forza ma senza neanche sfiorarlo.
-Fermati Lou, che diavolo stai facendo?- Urla Angel cercando di capire la situazione mentre io continuo a buttare pungi e calci a vuoto.
Brandon inizia a ridere per poi incitarmi a restare zitta, mettendomi la sua mano davanti alla bocca.
Continuo a dimenarmi mentre James e Angel ridono come idioti. Bell'amica che ho!
Mordo la mano di Brandon per poi prendere un pennello imbevuto di pittura per schizzargliene un pò sui vestiti.
-Oh cazzo!- Sbotta questa volta James, capendo che ho appena iniziato una guerra che non finirà piacevolmente.
Infatti, comincio a correre per il laboratorio, tra i vari banchi ma ben presto, Brandon mi raggiunge buttandomi addosso un secchio intero di 
pittura blu.
Senza parole, recupero anche io un barattolo di pittura che riesco a buttare in pieno viso ed addosso a Brandon.
James ed Angel ricominciano a ridere prendendoci in giro e Brandon, facendomi un'occhiata complice che riesco a decifrare, prende due barattoli
di pittura.
Uno me lo porge a me ed un altro lo tiene per sè. 
James e Angel cominciano ad allontanarsi ma non ci riescono dato che io e Brandon riusciamo perfettamente a colpirli entrambi.
Brandon mi dà il cinque e ridendo iniziamo di nuovo a cospargerci di piuttura, ma questa volta, la battaglia è in quattro.
Angel e James utilizzano un banco come scudo mentre Brandon mi prende improvvisamente in braccio per portarmi sulla cattedra.
-No, ti prego non farlo!- Impreco vedendolo prendere un altro barattolo di pittura che questa volta butta sia addosso a sè stesso che addosso a me.
-Whoooooo sono quì!- Sbotta all'improvviso James, ricoprendoci ancora con la pittura seguito da Angel.
Angel accidentalmente, sta per scivolare a terra, ma James riesce a prenderla appena in tempo ma scivolando poi anche lui.
Entrambi finiscono a terra ed io e Brandon ci limitiamo a ridere alla situazione che si è improvvisamente creata tra tutti noi.
-Cazzo James, se vuoi scopartela puoi tranquillamente portartela a casa mia no?- Ghigna Brandon, seguito poi da me.
-Molto divertente May!- Ride anche Angel, provando ad alzarsi aiutata da James.
Non mi ero mai sentita così. E' da quando ho imparato a conoscere questi due ragazzi che non faccio altro che ripetere sempre la stessa frase.
Li ammiro...li ammiro tanto perchè nonostante anche loro abbiano delle difficoltà, riescono sempre a prendere il lato giusto della vita e a 
trasmetterlo agli altri.
-Okay, almeno non abbiamo utilizzato tutti i barattoli!- 
-Si James ma credo che sia meglio rimetterci subito all'opera dato che abbiamo sporcato anche un pò ovunque...-
-Se volete, posso aiutarvi!- Si propone Angel, finalmente sorridente.
-Bene, allora al lavoro!- 
-Sai una cosa James?- 
-Dimmi...Angel, giusto?-
-Si...non ti credevo così simpatico.-
-Siamo in due allora.-
-Avanti Giulietta e Romeo, questa volta credo che mi darò da fare anche io...- Brandon mi sorprende e tutti insieme, completamente sporchi di pittura,
iniziamo a pulire tutto questo disastro.
Angel e James si occupano di mettere in ordine il laboratorio e di pulirlo mentre io e Brandon continuiamo a pitturare con tranquillità.
Salgo sullo scaletto, per riuscire a pitturare fino a sopra al soffitto mentre Brandon mi tiene la scala giù per prevenire ad una mia possibile scivolata.
Agito il pennello lungo il soffitto, riuscendo a coprire tutti i spazi bianchi con la pittura, ma mentre sto per scendere, scivolo per colpa
di alcune goccie ancora fresche di pittura situate proprio su di un gradino dello scaletto.
Per fortuna, Brandon riesce a prendermi appena in tempo e per una frazione di secondi cominciamo a guardarci negli occhi.
Qualcosa mi dice che tra un pò entrambi romperemo il nostro buon presupposto per esser amici.
Brandon inizia a portare il suo viso contro il mio ed io faccio lo stesso ma qualcosa mi blocca.
La scena di questa mattina, mi appare davanti facendomi rabbrividire al solo pensiero.
-Adesso puoi anche lasciarmi.- Sussurro con acidità e disprezzo per poi rimettere i piedi a terra sentendo il mio respiro regolarizzarsi.































-Non mi sento più le gambe.- Sussurra James seduto a terra, esausto almeno quanto il resto di noi.
-Merda...-
-Cosa c'è Louise?- 
-E me lo chiedi Angel? Dovevo assolutamente andar a cercare un luogo in cui lavorare ed un luogo dove stare almeno per la notte ma 
per colpa di questa punizione non ho potuto concludere niente.-
Avevo intenzione di cercarmi un lavoro oggi stesso, magari dopo aver pitturato il laboratorio, ma purtroppo abbiamo fatto più tardi del solito
e fuori è già buio pesto.
-Non vedo dov'è il problema. Ti ho detto che da me potresti restare.-
-Lo sò Brandon ma non potrò restare da te in eterno e poi ho già disturbato abbastanza.-
-Facciamo una cosa, tu dormi anche questa notte da me e domani pomeriggio ti accompagniamo io e James a cercare qualcosa in città.-
-Hey, non potete snobbarmi in questo modo! Verrò anch'io e cercherò anche io qualcosa.- Continua poi Angel, sorridendo.
Giuro di aver appena visto James sorriderle. 
-Ashe? Ti ha chiamata?- Le domando vedendola poi intristirsi di nuovo.
-No...neanche un messaggio.-
-Se ne pentirà.- Sbotto infastidita.
Perchè mai Ashe si sta comportando in questo modo? Non è da lui...
-Non mi va di parlarne...ora penso che tornerò a casa.-
-Aspetta, possiamo darti uno strappo noi!-
-No grazie James, vorrei solo fare due passi...-
-Ma è buio pesto Angel! Avanti...- Continuo io convincendo poi la mia amica.
Chiudendo a chiave il laboratorio di chimica, Brandon e James si occupano di chiudere l'intera scuola sotto l'ordinazione del custode e nel tempo
restante io e Angel ci avviamo verso l'auto stringendoci nei nostri vestiti per il freddo.
Arrivati i ragazzi, Brandon prende posto alla guida mentre gli è accanto ed io e Angel nei sedili posteriori.
Inizio a tastare i sedili dell'auto ricordando di quella notte in cui Brandon mi fece sua per la prima volta. Purtroppo però, ne resterà solo
un ricordo di tutto questo.
Accompagnata Angel a casa, ci dirigiamo verso quella di Brandon.
Arrivati, entro in casa seguita da loro che corrono subito verso il caminetto già acceso.
-Salve ragazzi, ciao cara! Ma cosa avete combinato?
Cos'è tutta questa pittura blu? Come mai siete tornati così tardi oggi?- Domanda Kim, abbracciata a Tom sul divano mentre guardano un film.
Vedo Brandon abbassare lo sguardo e James cercare di formulare una frase sensata ma a quel punto, mi sento in dovere di aiutarli.
-Io ed una mia amica avevamo intenzione di comprarci qualche nuovo vestito e loro si sono gentilmente offerti di accompagniarci in giro
per New York...inoltre la mia amica doveva pitturare la sua nuova cameretta e noi l'abbiamo aiutata.- Dico tutto ad un fiato, sorridendo a Kim e a Tom.
Ovvio che non devono sapere nulla della punizione...
-Oh sono felice che siete diventati tutti così amici! Correte a farvi una doccia ragazzi, abbiamo pensato di ordinare al cinese questa sera quindi tra un pò
arriveranno delle porzioni per tutti! Louise, spero che tu gradisca...-
-Oh certo Kim, amo la cucina cinese.-
Detto questo, tutti insieme saliamo le scale per poi dirigerci verso il bagno. Per fortuna, in questa casa ci sono diversi bagni ed ognuno di noi
ne ha usato uno diverso, ovviamente.
Dopo la doccia e dopo esserci ripuliti, entriamo nella camera della sorella di Brandon.
Che sia stata anche lei adottata? O è la vera figlia di Kim e Tom?
Pensierosa, entro in camera seguita poi da Brandon e James.
Mi distendo sul letto distrutta mentre loro cominciano a chiacchierare animatamente.
-Allora, che ne dite di vedere un bel film horror?- Propone James, seduto sul letto, accanto a me.
-Non credo sia il caso...- 
-Perchè no Louise? Hai paura per caso?-
-Non ho paura Brandon, è solo che non ne ho voglia...-
-Ha paura!- 
-Non è vero James!-
-Allora dimostracelo! L'esorcista?-
-Io sono perfettamente d'accordo, è da un bel pò che non lo vedo...tu Louise?-
-Va bene...- Sospiro sapendo di non aver mai visto questo film. In genere, mi ha sempre terrorizzata l'idea di guardare un film di una bambina
impossessata dal diavolo ma devo farlo per dimostrare a loro che non ho paura. 
In realtà però, credo di poter svenire da un momento all'altro.
-Bene...allora aspettiamo la cena e poi guardiamo il film!- Sbotta ancora James per poi ridere.
L'ho già detto che questo ragazzo è un'idiota?
-Perchè lo hai picchiato Brandon? Non credo che Will sia venuto ad infastidirti...-
-Quanto sei ingenua Louise! Quando si tratta dei tuoi amici, vedi sempre il buono in tutto!-
-Li conosco da cinque anni...ed in cinque anni non li ho mai visti comportarsi in questo modo...-
-Vuoi proprio sapere cos'è successo?-
-Si.-
-Bene...ero con Ray, stavamo parlando della nuova formazione della squadra ed improvvisamente mi sono ritrovato William davanti agli occhi.
Ci ho messo tutto me stesso per evitarlo, ma lui voleva parlarmi ed io ho esaudito questo suo desiderio. William ha cominciato a minacciarmi
dicendomi di starti lontano, che non devo neanche pensare di sfiorarti e che tu sei una persona fantastica che non merita di soffrire per un 
coglione come me. In poche parole, si è fatto dei bei viaggi mentali il ragazzo!-
-Che idiota. Ho come l'impressione che si sia innamorato di te Louise!- Continua poi James.
-No...Will mi vuole bene, è per questo che fa così, ma non capisco proprio il motivo per cui avreste dovuto picchiarvi!-
-Non dirlo a me. Per la prima volta, avevo deciso di lasciar passare certe cose, non volevo esser espulso anche da quest'altro istituto
ma quando stavo per andarmene William ha cercato in tutti i modi di spingermi a terra o di darmi qualche pugno ma con scarsi risultati.
Così abbiamo cominciato a picchiarci ed io ho avuto la meglio. Può confermarti tutto Ray se non dovessi credermi.-
-No...Ti credo...è che non capisco cosa gli sia preso...-
Dopo pochi istanti, Kim bussa alla porta, portandoci la cena. 
Mentre iniziamo a mangiare qualcosa, Brandon mette il film mentre io e James si posizioniamo sul tappetino a terra, in piena tranquillità.
Con il cibo alla mano, guardiamo il film ed io come al solito, mi ritrovo al centro della stanza con James alla mia sinistra e Brandon alla mia
destra.
I due ragazzi, non fanno altro che ridere ad ogni azione svolta da quella bimba che a mio parere è più che spaventosa.
"Calma Louise, il film finirà presto"
Finirà presto? Ma se è appena iniziato!
Sono una gran fifona ma devo resistere per puro orgoglio femminile.
Passa un quarto d'ora ed io sono ancora quì con le mani davanti agli occhi, per evitare di guardare delle scene raccapriccianti che non mi faranno
sicuramente dormire.
-Cosa c'è piccola, paura?- Mi insulta Brandon, osservando ogni mia mossa.
-Nah.- Sbotto cercando di sembrare il più naturale possibile, mentre in realtà me la sto letteralmente facendo addosso.
A questo punto, ricomincio a guardare il film osservando la bambina che scende le scale in un modo a dir poco terrificante.
All'improvviso però, sobbalzo terrorizzata, dopo che James e Brandon si sono dati la mano per spaventarmi dandomi solo alcuni colpetti sulla spalla
con le dita.
-E tu non avevi paura, vero?- Ghigna James, vedendomi respirare con fatica mentre mi ritrovo all'in piedi stringendo il primo cuscino che trovo.
-Oh andiamo, non può farti paura un film così stupido!- Sbotta poi Brandon, parlando con superbia.
Così stupido!? Mi stava per venire un infarto!
-Siete degli idioti!- Ribatto, sedendomi ancora tra di loro.
Finito il film, dopo un'altra oretta di travaglio continuo, sento gli occhi appesantirsi per poi girarmi verso Brandon e ritrovarlo accanto a me,
dormiente. 
-Sapevo che prima o poi sarebbe crollato!- Sorride James, guardando l'amico mentre dorme beato con la testa accanto allo spigolo del letto.
-E adesso? Come lo riportiamo in camera?-
-Penso sia meglio svegliarlo.-
-No...-
-Perchè no?-
-E' così tranquillo quando dorme...lasciamolo dormire.-
-Se lo dici tu...allora io vado.-
-James...-
-Si?-
-Ci sono tante cose che non riuscirò mai a capire...ti va di aiutarmi?-
-Prima o poi, troverai le risposte a tutte le tue domande. Buonanotte Louise.-
-Buonanotte James.-
James se ne va, chiudendo la porta ed io resto da sola con Brandon che continua a dormire beato.
Senza rifletterci sù, alzo il suo braccio per accoccolarmi contro il suo torace. 
Mi addormento, con la testa sul suo petto ed il cuore, adiacente al suo.

























NOTE DELL'AUTRICE.


Sono stata cattiva e lo sò, ma come vedete credo di essermi fatta perdonare T.T
Non aggiornavo da un bel pò questa fanfiction perchè avevo bisogno dell'ispirazione giusta ed ora che 
l'ho ritrovata credo di poter continuare!
Bene, fatemi sapere come al solito se il nuovo capitolo vi è piaciuto, sapete che aspetto come sempre delle vostre
considerazioni e...al prossimo capitolo lettori!
Un bacio!



-SynysterIsTheWay
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10°Liar. ***


10° Liar.


 

Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l'altro, 
perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri.
(Roland Barthes)


 

MARTEDI'




Apro con leggerezza i miei occhi, sollevando la testa che poco fa era situata sulle gambe di Brandon.
Alzo gli occhi per poi incontrare i suoi, totalmente divertiti.
-Buongiorno piccola, dormito bene?- 
Mi distacco velocemente dal corpo muscoloso del ragazzo per poi alzarmi dal pavimento ed aggiustarmi.
Come ho potuto spalmarmici addosso in quel modo? Chissà adesso quanti pensieri si sarà fatto su di me...
-No, a dire il vero sono stata abbastanza scomoda!-
-Tu? Cazzo, sbaglio o ero io quello che doveva sorreggere anche il tuo peso!-
-Io...mi sono addormentata e non ci ho fatto caso.-
-Scusa abbastanza banale, non trovi?-
-Non è una scusa, è la verità!-
-Prova a dirlo mentre mi guardi negli occhi.-
Deglutisco, ritrovandomi faccia a faccia con il nemico...o forse, dovrei dire amico.
No, non guardarmi così, non guardarmi così cazzo!
-Senti, non voglio rischiare di far tardi a scuola dato che ho la verifica di francese. Che ne dici di parlarne un'altra volta?-
-Mi sembra giusto.-
-Bene.-
-Bene.-
-Non ripetere tutto quello che dico io!-
-Perchè no? E' divertente!-
-Non per me.-
-Piantala.-
-Piantala.-
-No, piantala tu.-
-No tu.-
-No tu.-
-Cazzo Brandon! Potresti uscire da questa dannatissima camera e lasciarmi vestire in santa pace?-
-Oh, fai pure, io non mi scandalizzo.-
-Vattene via!-
-Ad una condizione.-
-Quale?-
-Resterai anche stasera?-
-No...troverò un altro posto da stasera stesso.-
-Solo questa sera e poi potrai andare dove vorrai.-
-Ma se sei stato stesso tu a proporti per aiutarmi!-
-Diciamo che ci ho ripensato...lo farò, ma stasera resta qui.-
Annuisco con decisione, non riuscendo a sopportare il suo sguardo da cucciolo smarrito.
Beh, se non altro, non può farmi altro che piacere il fatto che mi voglia con sè anche stasera.
Dopo aver annuito, cerco di spingerlo via vedendolo poi lasciarsi trascinare. Lo porto fuori dalla porta per poi sbatterla e chiuderla
a chiave facendo il doppio giro.
Incredibile come questo ragazzo riesca ad esasperarmi con così poco!
Sbuffo ancora, per poi prepararmi velocemente prendendo la borsa scolastica e scendendo giù per fare colazione.
Dopo una colazione veloce, James e Brandon decidono di  accompagnarmi a scuola con l'auto anche oggi.
Scesa dall'auto, anche stamani sono costretta a subire tutti gli sguardi provocatori degli studenti e dissolvendomi tra la folla, riesco a scorgere
la figura di Angel.
Le prendo velocemente la mano, vedendola toccarsi i capelli con nervosismo.
-Angel, eccomi qui.- Borbotto alla mia amica, vedendola più nervosa che mai.
-Non mi ha chiamata. Non mi ha chiamata e quando mi ha vista davanti al cancello dell'istituto, mi ha anche evitata!- Mi spiega Angel nervosa,
mentre avanziamo insieme lungo il corridoio.
-Non può essere! Dov'è finito l'Ashe che conosco?-
-Probabilmente è andato a farsi fottere insieme a quella troietta...-
-Non dire stronzate Angel. Alla mensa, proveremo a parlargli.-
Angel annuisce con tristezza, guardandomi con quei suoi occhioni enormi che probabilmente si sono già sfogati abbastanza.
-Cos'è successo sfigata, il fidanzatino ti ha fatta piangere?- Ride la Smith, avvicinandosi ad Angel insieme alle sue due schiavette.
-Non rompere Chloe, non è giornata.- Rispondo a tono, proteggendo la mia amica.
-Sto sentendo un certo ronzio...voi sentite qualcosa ragazze?- Continua Chloe, rivolgendosi poi alle altre due che rispondono con un "No" secco, in coro.
-Ma tu non hai proprio nulla da fare che rovinare la vita alle persone?- Urlo ancora, avvicinandomi a lei e tenendole testa.
-Sarà perchè...mi diverto?-
-Mi fai soltanto pena.-
-Quella che fa pena qui sei tu. Credi davvero che James e Brandon siano diventati tuoi amici perchè lo volevano?-
-Non ti capisco, cosa stai cercando di dirmi...-
-Sono stata io a dire a Brandon e James di fingersi tuoi amici. Ovviamente l'ho fatto per ottenere più informazioni su di te, per scoprire i segreti
che probabilmente saresti pronta a portarti nella tomba...e ci stavo riuscendo sai? Sapevo che non avresti mai scoperto il mio piano ed ho fatto
di tutto per mascherarlo, dicendo alla professoressa che stavi aiutando James. A quel punto avresti pensato che stavo semplicemente cercando
di dividervi ma come vedi, ho avuto la meglio anche questa volta.-
-Tu...stai mentendo.- Sussurro con le lacrime agli occhi, mettendomi una mano sul cuore, come per supplicarlo.
-Perchè non lo chiedi a loro, allora? E' stato così divertente vederti stringere amicizia con loro per poi fidarti senza neanche pensarci sù. 
Insomma, credevi davvero che Brandon May e James Duty potessero frequentare una sfigata come te?-
Resto in silenzio, vedendo le due iniziare a ridere seguite poi dall'ape regina. Angel mi è accanto, stringendomi la mano e supplicandomi
con lo sguardo, di scappare via.
-Una ragazza come te, non può avere amici. Sei sola Louise, sei completamente sola e non puoi far niente per cambiare le cose. Sei nata per
restare con te stessa e soffrire con te stessa. Nessuno ti vuole davvero bene, nessuno si innamorerebbe mai di una come te e nessuno vorrebbe anche
solo respirare la tua stessa aria. Adesso sparisci tesoro, ho un ragazzo che mi sta aspettando.- Mi sputa Chloe con cattiveria, per poi divincolarsi
con le sue damigelle e lasciarmi qui, nel bel mezzo del corridoio scolastico con gli occhi di mille persone che continuano a scrutarmi.
-No, non qui...- Mi sussurra Angel, trascinandomi poi nel bagno più vicino.
Angel mi asciuga le lacrime, mentre io non riesco proprio a fermarle.
Credevo di aver trovato degli amici...credevo davvero di poterli cambiare in qualche modo?
-Ti prego Lou, smettila di piangere o comincio anche io...-
-Non...non...non ce la faccio. Perchè tutti mi trattano in questo modo? Era tutta finzione...facevano solo finta di esser miei amici per conoscere
la mia storia e sputtanarla poi in giro...-
-Eppure è così strano...non li credevo così spietati!-
Piango ancora, delusa da tutto ciò che mi circonda. Li odio, li odio come non ho mai odiato nessuno in tutta la mia vita.
-Senti, stasera si ritorna alle origini. Abbiamo bisogno di soldi e più lontane siamo da questo posto, meglio è.-
-Non posso Angel, ho giurato a me stessa che non sarei più tornata su quel marciapiede...-
-Anche io ma non possiamo continuare così. Ti aspetto lì alle otto in punto...d'accordo?-
Annuisco ancora una volta, assecondando la mia amica.
Avremo ricominciato con la solita routine notturna e ne saremo uscite distrutte, come sempre. 


























In mensa, io e Angel abbiamo deciso di sederci con Harvey,con Will che nonostante sia mal ridotto non ha esitato a presentarsi a scuola e Ray.
Ashe è rimasto in disparte, non volendo stare in compagnia di Angel e limitandosi a fare il puttaniere con la solita ragazza.
Ho cercato di tranquillizzare Angel ma non è servito granchè. Sarebbe scoppiata in lacrime da un momento all'altro ed è comprensibile.
Di James e Brandon, neanche l'ombra. Meglio così dopotutto...Will dopo aver saputo la situazione, avrebbe voluto prenderli a calci.
Finita la pausa pranzo, frequento gli ultimi due corsi della giornata per poi tornare velocemente a casa May, a piedi.
Suono al campanello di casa e ad aprirmi è proprio Brandon che ha deciso di mettere il suo splendido corpo in bella vista.
Ma dico io, una maglia no?
Entro con indifferenza, guardandomi poi intorno. Volevo almeno salutare Kim e Tom che con me sono stati davvero gentilissimi e disponibili.
-Hey, ti ho cercata per tutto l'istituto, dov'eri finita? Ti ho addirittura aspettata al parcheggio...- Mi dice Brandon, chiudendo poi la porta di casa,
osservandomi con attenzione.
-Avevo da fare.- Sbotto ancora con indifferenza, avanzando per la casa, seguita sempre da Brandon.
-Potevi almeno avvisarmi no? Sono stato lì ad aspettarti come un coglione per ore.-
Ed è proprio questo che ti meriti. Io mi fidavo di te!
Non rispondo, correndo verso la camera di sua sorella e prendendo i vestiti che mi appartengono, tenendoli tra le mani.
-Cosa stai facendo adesso?- 
Sto incassando tutto il dolore che mi hai provocato. Contento?
-Dove sono Kim e Tom?-
-Sono ancora a lavoro...ma cosa ti prende adesso?-
-Mh, li saluterò stasera.-
-Salutarli? Ma cosa diavolo stai dicendo Lou?-
Prendo velocemente la borsa da scuola che apparteneva alla sorella di Brandon per poi svuotarla dai miei stessi libri.
-Questa non mi serve più.- Ribatto acida, buttando la borsa sul letto per poi prendere dei vestiti abbastanza scollati dall'armadio.
-In realtà avevo pensato di regalartela...a mia sorella Bendit, non servirà.- 
-Regalarmela? Oh Brandon, tu si che sei proprio un bravo ragazzo!-
-Mi dici cosa cazzo ti prende?-
-Niente.- Ribatto ancora con indifferenza per poi ricominciare a parlare.
-Posso prendere qualche vestito in prestito?-
-Si...-
Prendo velocemente un vestitino blu, abbastanza corto e stretto che risalterà sicuramente le mie forme.
Prendo dei tacchi dalla scarpiera, godendo della situazione dato che la sorella di Brandon porta esattamente il mio stesso numero di piedi.
-Potresti uscire, devo vestirmi?- 
Brandon annuisce, uscendo dalla camera senza far caso ai vestiti che ho appena preso dall'amardio. Dopo averli indossati e dopo aver messo i tacchi, dò una
spazzolata veloce ai miei capelli e scendo giù dove trovo Brandon e James alle prese con i soliti videogiochi.
Mi specchio un'ultima volta, per poi vedere Brandon fermare il videogioco e guardarmi con rabbia.
-Perchè ti sei vestita in questo modo?- Mi domanda con freddezza, scrutando con attenzione il mio corpo.
-Non sono affari che ti riguardano May.- Rispondo a tono, vedendolo irrigidirsi.
-Cazzo se sei uno schianto Lou!- Esclama invece James, con gli occhi a cuoricino. 
-Vorrei dire lo stesso di te James ma non posso proprio.-
Dopo queste mie gelide parole, James e Brandon si lanciano uno sguardo colmo di curiosità.
-Louise, tutto bene?- Mi domanda ancora James, alzandosi dal divano seguito poi da Brandon.
Brandon si avvicina ancor di più a me, ma io non mi tiro indietro, sfidandolo.
-Cosa cazzo ti sei messa? Vai subito a cambiarti.-
-A cambiarmi? Chi ti credi di essere Brandon, mio padre?-
-Non ti conviene ribattere in questo modo Louise, potrei seriamente arrabbiarmi e non rispondere più alle mie azioni.-
-Fallo! Fallo, che aspetti!- Urlo con rabbia per poi spingere Brandon mettendogli una mano sul petto.
-Voglio solo capire cos'hai! Cazzo se non ti capisco!-
-Faresti bene a farti un paio di domande May!-
-Louise, vorrei solo capire cosa cazzo hai oggi...- 
-Vuoi davvero sapere cos'ho James? Bene, partiamo dal principio allora. Siete due stronzi! Mi avete mentita, vi siete presi gioco di me ed
io ve l'ho lasciato fare! Dio e quanto sono stata stupida ed ingenua!-
-...Louise, noi...-
-No James, non voglio sentirti. Mi avete usata come un giocattolo ed io ve l'ho lasciato fare! Come ho potuto essere così stupida!-
-Senti Lou, non è come pensi.- Prova a dire ancora James, ma io mi divincolo, cercando di uscire da questa casa.
-Tu di qui non esci. Devi prima ascoltarmi!- Sbotta Brandon, prendendomi i fianchi e portandomi lontano dalla porta.
-Ascoltarti!? Tu Brandon...mi hai spezzata in due e buttata nel dimenticatoio senza farti troppi problemi. Sono stata sincera con voi, ho voluto 
ricominciare con voi e adesso? Cosa ne rimane di me?-
-Lasciami spiegare, ti prego.-
-Non voglio sentire nulla! Aveva ragione Will...aveva fottutamente ragione ed io ero così debole e cieca!-
-Louise, non è come pensi, non sai come sono andate le cose...-
-Sono stata già umiliata abbastanza James, non ho bisogno di altro. Adesso devo andare, ci vediamo stasera.-
-Dove cazzo credi di andare?-
-Credo tu lo sappia Brandon!-
-No...non devi tornare lì ! E' una follia Louise!-
-Da quando Brandon May si preoccupa per me? Credimi caro, ne sono lusingata ma ora come ora, ho dei clienti che mi aspettano.-
-Non lo farai.-
-Oh si che lo farò!- Apro con decisione la porta di casa per poi correre via, sentendo le lacrime rigarmi il volto e la voce in lontananza di Brandon
che continua a chiamare il mio nome. 
"Vai avanti e cammina Louise, non ti voltare".






























-Sei stata proprio un angelo tesoro, la migliore di tutte!- E anche questa notte è andata.
Saluto il mio cliente, prendendo i soldi e cercando di fermare queste stupide lacrime.
"Reagisci cazzo, reagisci!"
Non ce la faccio. E' più forte di me, ma non credo di farcela. Sono tornata nell'oblio, dai mostri che tanto odiavo.
Ci sono ricaduta e questa volta non ci sarà nessuno a rialzarmi. Sono sola, mentre combatto la guerra nella mia testa che non vuole
decidersi a darmi un pò di tregua.
Cammino per le strade di New York, sentendo il vento gelido entrare in contatto con il mio corpo seminudo.
Sentendo il solito ticchettio dei miei tacchi, torno a casa May. Dormirò qui per un'ultima notte e domani mattina saluterò Tom e Kim come 
si deve per poi cercare un lavoro decente ed un appartamento.
Busso con lentezza alla porta, immaginando che Tom e Kim saranno già al letto dato che è mezzanotte passata.
Mi preparo ad incrociare quegli occhi per poi ripetermi che andrà tutto bene.
Brandon mi apre la porta, con gli occhi rossi e delle occhiaie da far paura. I capelli scompigliati che gli danno un fascino incredibilmente 
sexy ed un sorrisino debole.
Non si azzarda a parlarmi ed io stessa,entrando, mi avvio velocemente verso la mia camera ma le sue parole,mi bloccano.
-Non puoi esser tornata lì...non puoi averlo fatto.- Sussurra guardandomi con attenzione e freddezza.
Mi giro verso di lui, rispondendogli a tono.
-Eppure, l'ho fatto.-
-Louise...- Continua Brandon, cercando di acciuffarmi, ma io riesco a correre per le scale raggiungendo la camera e chiudendomici dentro.
Esausta di questa situazione mi lascio scivolare a terra, con le spalle contro la porta sentendo le urla di Brandon rimbombare nella mia testa 
ferendola sempre di più.
-Apri cazzo!- Urla il ragazzo, bussando con prepotenza. Di questo passo, sveglierà tutto il vicinato.
-Apri questa cazzo di porta o giuro che la butto giù!- Continua urlando come un pazzo furioso. Possibile che Kim e Tom non se ne siano ancora
accorti?
-Brandon cazzo, ma cosa avete tutti stasera?- Sento la voce di James tranquilla e pacata, al di là della porta in legno.
-Ti dò cinque secondi per aprire questa dannatissima porta!-
-Ti odio! Mi fidavo di te...- Le ultime parole, le dico con un tono di voce deluso, mentre sento altre lacrime cadere dal mio viso.
-Cazzo!- Urla ancora Brandon, buttando un altro pungo più forte contro la porta.
Spaventata di questa sua reazione, resto in silenzio sperando che prima o poi possa ritornarsene a letto.
-Avanti Brandon, non credo che Louise voglia ascoltarti adesso. Ci riproveremo domani.-
-Domani!? James, dove cazzo hai il cervello?-
-Okay, okay, ma smettila di urlare adesso o sveglierai il vicinato! Fortuna che Kim e Tom sono ancora a quella cena di lavoro...-
-Credevo di aver trovato degli amici! Evidentemente non ero abbastanza...non lo sono mai!- Urlo io, piangendo come una disperata.
-Louise, ti prego, aprimi.-
-No.-
-Aprimi Louise, non ti toccherò neanche con un dito ma aprimi.-
-No!-
-Sono un'idiota e lo sò...ma credimi che tutto questo mi sta facendo impazzire.- Scommetto che avrà riposto la sua testa sulla porta dato 
l'ultimo rumore emesso da essa.
-Lasciami entrare Louise...ti prego, non posso sentirti piangere.-
Non puoi? Eppure ci sei riuscito.
-Non piangere piccola, non farlo, non per me...non merito le tue lacrime.-
Trattengo il respiro, cercando di calmarmi. Sento il cuore battere ed una tentazione improvvisa mi suggerisce di ascoltarlo ed aprire questa porta
che ci divide.
Sento la testa scoppiarmi ed il cuore frantumarsi ancor di più, sperando che finalmente Brandon, se ne sia andato.
-Hai fatto l'amore Louise? Hai fatto l'amore con un altro uomo?-
Porto una mano sulla mia bocca. Sento il cuore fermarsi ed il sangue cominciarsi a raffreddare nelle mie stesse vene.


























NOTE DELL'AUTRICE.


Prima che voi vogliate uccidermi, volevo dirvi che mi dispiace.
Scusatemi se non ho dedicato più tempo a questa mia ff ma purtroppo, l'ispirazione per questa storia mi ha colpita
solo qualche giorno fa.
Ho fatto del mio meglio lettori e spero che anche questo capitolo, vi sia piaciuto!
Perdonate alcuni errori di ortografia ma non ho avuto tempo di rileggere il capitolo perchè ci tengo a farvi
sapere che sono ancora viva.
Dunque, perdonatemi ancora ma spero che voi continuiate lo stesso a seguire questa ff!
Come sapete allora, aspetto le vostre recensioni e ringrazio tutti coloro che hanno continuato ad aspettare...davvero, io non
sò che dire, siete dolcissimi!
Grazie a tutti e un bacio dalla vostra...



-SynysterIsTheWay.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11.I'm Louise Witness. ***


11° I'm Louise Witness.




 

È difficile definire l'amore. Tutto ciò che se ne può dire è che nell'anima è passione di prevalere, 
nella mente è simpatia e nel corpo non è altro che desiderio occulto e sottile di possedere, dopo tanti misteri, ciò che si ama.
(François de La Rochefoucauld)




 

MERCOLEDI'



Ho passato tutta la notte ad osservare il soffitto al di sopra del  mio volto.
Non sono riuscita a chiudere occhio ripensando continuamente all'accaduto. Mi sono lasciata ingannare dai loro bei visini
mentre loro stessi giocavano contro di me per poter ottenere punti a proprio favore.
A volte mi chiedo come facciano queste persone ad esser così cattive e fredde con altre che non lo meritano. Ho offerto il mio aiuto a James
dopo che lui stesso mi ha portata a casa sua per curarmi. Mi sono sdebitata e da allora pensavo di aver finalmente scongelato quello che sembrava
esser un cuore freddo ed impuro.
Ovviamente mi sono sbagliata ancora questa volta.
Scendo giù dal letto, aggiustandolo per poi aprire la porta della camera ed uscirne. 
Quando scorgo la figura di una persona, seduta nel bel mezzo del corridoio e dormiente, sento una fitta allo stomaco che non mi permette di respirare.
Brandon è a terra e sta dormendo in una posizione piuttosto scomoda. Quindi è rimasto in corridoio ad aspettarmi per tutta la notte...sperava davvero
che dopo tutto quello che mi ha fatto, io lo aprissi e lo accogliessi a braccia aperte?
Se non altro, guardarlo, non può far altro che lacerarmi dentro.
Mi fidavo di lui, credevo davvero che fossimo giunti ad una conclusione...che fosse mio amico insomma.
Come può un ragazzo così bello essere allo stesso tempo così dannato?
Passo lungo corridoio cercando di non far troppo rumore per poi chiudermi in bagno. Dopo la doccia, mi preparo come tutte le mattine e scendo giù
in cucina.
-Buongiorno cara, del caffè? Del thè? Ci sono i biscotti nella dispensa!- Kim sempre di buon umore, mi accoglie con un gran sorriso.
-Buongiorno a tutti...no Kim, grazie ma stamattina non ho molta fame.- Ribatto ricambiando i sorrisi della donna per poi salutare anche Tom.
-Ma tesoro, devi far colazione la mattina per affrontare la giornata!- 
-Non importa Kim, mangierò qualcosa fuori, sono in ritardo.-
-In ritardo!? Ma Brandon e James non si sono ancora alzati!-
-Avranno fatto le ore piccole davanti videogiochi, li conosci.-
-Si ma...-
-Oh Kim, dimenticavo...ti ringrazio per la disponibilità e tutto quello che avete fatto per me in questi giorni ma ho trovato un lavoro e
anche un appartamento in affitto. Quindi da stasera non dormirò più qui.-
-Ma cara, tu puoi restare qui con noi quando vuoi!-
-Ti ringrazio ma adesso dovrei imparare ad essere una ragazza autonoma.-
-Bene, quando avrai bisogno di qualcosa, non esitare a chiamarmi.-
-Grazie di tutto Kim.- Abbraccio la donna che mi accarezza la testa con dolcezza, proprio come faceva mia madre.
Saluto anche Tom e mi avvio da sola verso la solita scuola.
Ho mentito e la cosa non può farmi che male, ma in qualche modo devo pur trovare un impiego.
Con il vuoto negli occhi, arrivo dinanzi al cancello dell'istituto, salutando Angel che mi viene incontro, con un pacco da venti di "Marlboro" rosse.
Scrocco una sigaretta alla mia migliore amica ed insieme, attendiamo l'inizio delle lezioni, restando sul muretto adiacente all'istituto come i vecchi tempi.
-Ashe non si è fatto più vedere...non sà neanche che sono stata a letto con un cliente ieri...-
-Probabilmente, non gli interesserebbe neanche saperlo. Gli uomini sono tutti uguali e sono nati per far soffrire le donne. Che coglioni.-
-Lou, c'è qualcosa di strano...-
-A cosa ti riferisci?-
-Non sò...ho come la sensazione che Brandon e James non avessero fatto niente di male e che la Smith deve averli incastrati.-
-Ma cosa dici Ang? La Smith è la fidanzata di Brandon May e una delle migliori amiche di James Duty. Persone come loro sono state create per 
stare insieme e complottare contro le persone più deboli e fragili.-
-Ti riferisci a noi?-
-Il mondo non è stato creato per le persone fragili Ang. Subire in silenzio, ecco cosa dobbiamo fare d'ora in poi.-
-Ti ricordo che quel giorno hai dimostrato a tutti di che pasta sei fatta dicendo quelle cose poco gradevoli a James e soprattutto a Brandon! Sei stata
forte e tutti ti hanno ammirata!-
-Peccato che i miei giorni di gloria non sono fatti per durare a lungo.- Spengo la sigaretta, per poi voltarmi verso destra ed assistere ad una
scena che non avrei mai pensato di ritrovare dinanzi ai miei stessi occhi.
-Tra un pò dobbiamo entrare e...Lou, cosa diavolo stai combinando?- 
Provo in tutti i modi ad occupare la vista di Angel.
-N...niente, vuoi vedere chi mi ha dato il suo nuovo numero di telefono?- Sbotto prendendo velocemente il cellulare e mostrandole la rubrica.
-Sei strana Lou, cosa ti prende?-
-Ti prego, non ti voltare.-
-Perchè?-
Angel si gira restando a bocca aperta. Posso vedere il suo volto diventare improvvisamente rosso dalla rabbia e i suoi occhi iniziare a supplicare.
Le metto una mano sulla spalla ma lei continua ad osservare verso destra senza dire neanche una misera parola.
Perchè il mondo ce l'ha con noi? 
-Angel, non piangere.- La prego, vedendola abbassare lo sguardo verso il terreno mentre prova a combattere contro sè stessa.
Senza pensarci ulteriormente, mi alzo con agilità dal muretto per avvicinarmi a quello che sembrava essere uno dei miei amici più cari.
-Come hai potuto farle questo?- Urlo infuriata mentre alcuni studenti entrano nell'istituto.
Ashe si allontana il più possibile dalla ragazza dai capelli neri per poi iniziare a tremare.
-No Lou, posso spiegarti...-
-Non devi spiegarmi un cazzo Ashe! Sei un fottutissimo bastardo!-
-Ashe, ma chi è questa?- Ribatte la ragazza dai capelli neri, quasi innocente.
Angel mi raggiunge velocemente, osservando Ashe con disprezzo e rabbia.
-Chi è questa? Vuoi proprio saperlo? Bene Nina,ti accontento subito...- Dico con rabbia ma Angel mi ferma.
-Lascia stare Lou, non importa. E tu, sei proprio una stronza.-
-Io? Ashe, si può sapere cosa significa tutto questo?- Continua Nina, sempre con innocenza.
Ashe non riesce a rispondere per poi abbassare lo sguardo.
-Ashe non è quello che penso vero?- Ipotizzo, cercando di restare calma, altrimenti un bel ceffone non glielo avrebbe tolto nessuno.
Ashe abbassa ancora lo sguardo, arrendendosi ormai all'evidenza.
-Non può essere...stavi con me ma allo stesso tempo con Angel!?- Sbotta Nina, più furiosa che mai.
Ashe avrebbe tentato la fuga, ma sa bene che a quel punto, sarei riuscita a raggiungerlo anche se avesse fatto otto volte il giro di tutto 
l'istituto.
-E va bene...cazzo si! Vi ho prese in giro ma non perchè non tenga a voi...la verità è che mi piacete entrambe ed è difficile per me
scegliere. Ad ogni modo, ho scelto la strada più facile per me, senza pensare alle conseguenze.- Dice Ashe, ridicolizzandosi davanti
a noi.
Nina, non appartiene al nostro istituto scolastico ed è per questo che evidentemente non poteva immaginare che Ashe fosse fidanzato con la
mia migliore amica.
Per quanto riguarda Angel, posso solo osservarla mentre sputa veleno amaro su questo coglione.
-Non avrei mai pensato che fossi diventato un tale idiota! Erano cinque anni che ti correvo dietro ed in tutti questi anni solo ora
ti eri reso conto di quanto avrei potuto amarti...e adesso che finalmente eri mio, mi hai presa in giro.-
No Angel, ti prego, non qui...
Nina non risponde, limitandosi a dare un ceffone sulla guancia di Ashe che è appena diventata rossa per il colpo subito.
Ho ringraziato mentalmente Nina per averlo fatto al posto mio, e portando via Angel, decido di fuggire via  e non entrare nell'istituto.
Ci avviamo verso il parco, dove Angel stessa inizia a piangere come non l'avevo mai vista fare fino ad ora.
Ho paura di dirle qualcosa che possa farla star peggio, così mi limito a starle accanto, abbracciandola forte senza mai lasciarla.
Sedute su di una panchina,ci stringiamo l'una all'altra per darci forza a vicenda. Non stiamo passando un bel momento, ma almeno possiamo farci
compagnia senza paura di dover restare da sole. La solitudine...è questa forse la cosa che ci spaventa di più.
Non posso ancora credere a ciò che è successo. Ashe, il ragazzo ben voluto da tutto l'istituto scolastico, ma pur sempre considerato uno sfigato,
ha fatto soffrire la mia migliore amica. Ashe, il mio caro amico...colui che ha sopportato i miei scleri di goia e i miei scleri di dolore...
ci ha appena tradite. 
Dopo alcuni minuti tra lacrime e piccoli sorrisini, vedo una figura in lontananza avanzare verso la panchina dove siamo sedute io e Angel.
-Posso parlarti?- E' Nina e si sta rivolgendo ad Angel.
-Puoi farlo anche qui.- Risponde con freddezza Angel sospirando tra le lacrime.
-D'accordo. Senti...io e Ashe ci siamo fidanzati qualche mese fa ma per noi è sempre stato difficile vederci perchè come sai, non sono di New York.
Stamani sono venuta nella vostra scuola, per fargli una sorpresa ma i suoi occhi non mi volevano.Per la prima volta, l'ho visto freddo e distante
nei miei confronti e ho cominciato a sospettare qualcosa.-
-Perchè mi stai dicendo queste cose?-
-Perchè volevo dirti che in ogni caso, tu non hai colpe. Siamo state entrambe prese in giro perchè non potevamo immaginare che Ashe potesse
fare tutto questo... In ogni caso, ci tenevo a dirti che non meritavi di esser trattata in questo modo.-
-Se è per questo neanche tu. Mi dispiace di averti incolpata. All'inizio credevo che tu fossi una specie di "amante segreta" ma poi ho visto
che ne sapevi almeno quanto me.-
-Già...beh, se non altro, siamo venute a scoprire la verità. Adesso vado, non posso saltare un altro giorno di scuola, ci si vede
in giro...-
Salutiamo Nina, ricambiando il suo sorriso e capendo che alla fine non è poi così male.
-Credevo mi amasse...-Borbotta improvvisamente Angel, asciugandosi un'altra lacrima ribelle.
-Gli uomini non sono capaci di amare Angel. Non potrò ripetertelo in eterno...-
Angel si accoccola sulla mia spalla ed io le dò tutto il supporto di cui ha bisogno. Si avvicinano tempi duri per la mia amica...



























Abbiamo passato la mattinata a pensare a quanto siamo state stupide.
Dopo esser state in un pub, ci ritroviamo sole e disperse per le strade della città, con la solita sigaretta tra le mani.
-E adesso? Cosa facciamo?- Mi domanda Angel, mentre cammina accanto a me.
-Bella domanda.- Rispondo continuando a camminare.
Avanziamo ancora, per poi ritrovarci davanti al "Dream Bar". Pensandoci, è da un pò che non vado a salutare Aron.
Mi dirigo verso il locale ed Angel mi segue a ruota. Entrate, cominciamo a guardarci intorno.
-Questo posto mi piace.- Sussurra Angel, sorridendo ad alcuni ragazzi.
-E' questo il locale dell'amico di mio padre...ricordi?-
-Aron? Si, me ne avevi già parlato tempo fa...-
-Ti va di prendere qualcosa?-
-Finirò per ubriacarmi Lou, sai che sono astemia.-
Annuisco per poi sedermi sul solito sgabellino, seguita sempre da Angel che si siede accanto a me.
Mi fa uno strano effetto vedere Angel seduta al posto di Brandon...
-Louise!- Aron si avvicina subito a me, dandomi un bacio sulla guancia.
-Aron! Passavo di qui e ho pensato di venirti a salutare anche oggi.- Dico entusiasta mentre vedo Angel sentirsi a disagio.
-Puoi venirmi a salutare quando vuoi piccola Lou! Oh forse dovrei dire grande Lou...comunque sia, il solito "Bronx fruttato"?-
-No grazie Aron, oggi non prendo niente. Piuttosto, vorrei presentarti Angel, la mia migliore amica. Siamo praticamente sorelle!-
-Lieto di conoscerti Angel! Io sono Aron e conosco Lou da quando era un soldo di cacio.- Ironizza l'uomo, mostrandosi sempre il solito
simpaticone.
-Il piacere è mio signore!- Continua Angel, stringendo la mano di Aron.
-Aron, hai un minuto? Dovrei parlarti di una cosa piuttosto urgente.- Borbotta improvvisamente una donna, sbucata dal nulla.
-Certo Corinne, dimmi pure.- 
-Terry e Nat si sono licenziate perchè domani torneranno in Russia e qui siamo a corto di cameriere e bariste!-
Continua la donna di colore, cominciando a disperarsi.
-Dannazione, non troverò mai due cameriere in così poco tempo...- 
Mi volto verso Angel e vedendola sorridere, mi decido a farmi avanti.
-Noi siamo disponibili!- Annuncio sorridendo ad Aron che sembra pensarci sù.
-Avete mai lavorato in questo campo?- Continua Corinne, rivolgendosi a noi.
-No ma, possiamo esservi d'aiuto... se solo potreste insegnarci qualcosa...-
-Non è nulla di complicato ragazze, dovete solo servire ai tavoli. Per quanto riguardano i cocktail e le cose più complicate
abbiamo abbastanza addetti e riuscirei comunque a cavarmela.- Continua Aron, immerso nei suoi pensieri.
-Quindi Aron? Le assumiamo?-
-Si Corinne, possiamo provarci!-
Io e Angel, urliamo di gioia, per poi abbracciarci a vicenda.
Aron sorride alla scena che potrebbe sembrare abbastanza divertente e Corinne ci dà un caloroso benvenuto.
-Potete iniziare anche da domani, contente?- Annuncia Aron, sorridendomi.
-Contentissime Aron ! Avevamo proprio bisogno di un lavoro...-
-Che ne dite di sedervi davanti ad una buona cioccolata calda e raccontarmi cosa vi è accaduto?-
Io e Angel sospiriamo, per poi ri-posizionarci sugli sgabelli mentre io stessa gli racconto di aver perso tutto in pochi giorni.
Gli racconto di Nick, di tutto ciò che sono stata costretta a subire e anche di non aver più un posto dove stare.
-Sapevo che quell'uomo non era adatto ad una donna così saggia come tua madre. Essendo un buon amico di famiglia ho detto più volte
a lei e a tuo padre di trovare una conclusione e di poter ritornare insieme. Ma dopo il divorzio tua madre ha trovato Nick...e da allora
anche lei non ebbe più pace.-
-Cosa vuoi dire con questo Aron?-
Aron si umidisce le labbra, mordendole quasi, per aver detto qualcosa di troppo.
-Tua madre teneva a Nick ma non sempre sapeva ricambiare il suo affetto. A Nick non è mai piaciuto "impegnarsi" e mentre era con tua madre
non oso neanche immaginare quante altre donne avrà fatto soffrire. Credevo che dopo la morte di Jude, tua madre, avrebbe tentato di mettere la testa a posto...
ed in parte ci speravo.-
-Io non potevo sapere di aver accanto un uomo del genere...credevo che lui si sarebbe preso cura di me ed invece non è stato così.-
-Dobbiamo denunciarlo Louise.-
-Non credo di potercela fare...-
-Devi invece...fallo per te stessa e anche per tua madre.-
-Louise, Aron ha ragione...devi andare alla polizia e farlo arrestare il prima possibile...prima che ti trovi.-
-Lo sò Angel. D'accordo...ci penserò.-
-Ti conviene farlo in fretta tesoro, quel Nick non è un tipo che si fa togliere le cose dalle mani in questo modo.-
-Credo di averlo conosciuto abbastanza bene...-
-Adesso hai me Louise. Il peggio è passato e se proverà anche solo a toccarti... sarò io stesso a proteggerti!-
-Grazie Aron, sei sempre stato come un secondo padre per me e lo sai ma...non voglio coinvolgere anche te in tutto questo.-
-Tu adesso pensa a te stessa. Studia, cerca di raggiungere i tuoi obiettivi. Verrete entrambe a lavorare di pomeriggio e vi pagherò bene così
avrete anche la possibilità di andare a scuola la mattina. Inoltre, se avete da studiare per qualche giorno basta dirmelo ed i soldi
non verranno scalati per nulla al mondo dal vostro stipendio.-
-Non sò ancora come ringraziarti Aron!- Sorrido all'uomo, mostrandogli tutta la mia gratitudine.
-Sono io che dovrei ringraziarti Louise. Adesso però, vorrei proporti un affare!-
-Affare!? Che tipo di affare?-
-Beh, Emily sarà felicissima di rivederti...-
-Aron...cosa...-
-Ascoltami. C'è un appartamentino proprio accanto al mio. E' di mia proprietà e ho sempre sperato che un giorno qualcuno potesse viverci.
L'appartamento è in ottime condizioni, c'è tutto quello di cui un appartamento deve aver bisogno, quindi non dovrai preoccuparti dei mobili, cucina
e quant'altro.-
-Aron, non posso...-
-Senti...un giorno dissi a me stesso che quell'appartamento sarebbe diventato di proprietà dei miei futuri figli...quindi, per il momento, potrai esserne la padrona.
Quando avrai guadagnato abbastanza soldi con i vari stipendi, potrai finalmente comprarti una casa tutta per te.-
-Aron ti prego, non posso davvero accettare!-
-Perchè no? Insomma, ti sto offrendo un posto dove stare e non dovrai neanche preoccuparti di pagare l'affitto!-
Abbraccio di nuovo Aron, capendo che non è cambiato neanche di una virgola.
E' sempre stato il classico uomo tradizionale, che ama la propria famiglia tra cui sua moglie Emily e che darebbe il cuore alle persone che hanno 
bisogno d'aiuto.
Angel guarda la scena con un pò di imbarazzo ma anche invidia...
Dopotutto, posso capirla.
-Angel, giusto?-
-Si...-
-Lo vuoi anche tu un mega abbraccio?-
Angel sorride e avvicinandosi a noi, si lascia trascinare nell'abbraccio.
Finalmente posso seriamente sperare in qualcosa di buono.
Dopo aver passato altri piacevoli minuti in compagnia di Aron che continuava a raccontarci delle sue esperienze, lui stesso mi lascia la chiave
dell'appartamento e l'indirizzo.
Uscite dal locale, ci incamminiamo verso una meta non precisa.
Angel all'improvviso si ferma nel bel mezzo della strada, guardandosi le scarpe.
Tiene stretta nelle sue mani, le maniche della felpa che le va estremamente larga e la osservo mentre strizza gli occhi.
-Oh Angel...- Sussurro tornando sui miei passi per avvicinarmi a lei. 
Bene...quello stupido di Ashe ha rovinato tutto.
-Angel, sò che probabilmente è una proposta un pò improvvisa ma...ti andrebbe di condividere quell' appartamento insieme?-
Angel alza lo sguardo incredula dopo aver sentito le mie parole.
-N...no Lou...-
-Perchè no? Era o non era il nostro sogno? Fuggire dalle nostre stupide famiglie per stare insieme e darci forza a vicenda? Adesso ne abbiamo
l'opportunità e non posso accettare un no come risposta!-
Angel mi abbraccia forte, togliendomi il respiro. Sorride tra le lacrime mentre continua a stringermi. Alcune macchine suonano il proprio clacson
per farci divincolare e per poter passare, ma noi non diamo importanza a nessuno, continuandoci a stringere.
Alcune lacrime cadono anche dal mio viso, ma scendono velocemente senza neanche darmi il tempo di asciugarle.
Dopo aver sciolto l'abbraccio, ridendo, ci avviamo verso l'indirizzo che mi ha dato Aron.
-Angel? Cosa ti prende adesso?-
-Ho come la sensazione che qualcuno ci stia seguendo...-
-Ma no, non dire cazzate adesso.-
Arrivate davanti ad un portico a dir poco terrificante, vi entriamo per poter trovare il nostro nuovo appartamento. 
Sembra che finalmente la nostra vita voglia decidersi a migliorare.
Saliamo le scale ed arrivate all'ultimo piano, scorgo le ultime due porte.
Busso alla prima sperando di aver bussato alla porta giusta.
Io e Angel attendiamo alcuni minuti e finalmente, qualcuno ha ben pensato di aprirci.
Una donna a dir poco splendida, occhi verdi e capelli rossi come il fuoco legati in una coda di cavallo.
Un volto totalmente acqua e sapone che nonostante l'età, le invidio tantissimo.
La donna, indossa una camicietta bianca abbastanza leggera, seguita poi da un cardigan grigio che porta con eleganza. 
Dei normalissimi jeans e per concludere, dei semplici stivaletti neri.
Mi sfoggia un enorme sorriso che credevo di aver dimenticato.
-Salve ragazze, come posso esservi d'aiuto?- Dice la donna con gentilezza, sorridendo ancora.
-Emily?- Domando con sicurezza.
-Si...ci conosciamo?- Continua la donna, sempre con il solito sorriso stampato sulle labbra che mi fa venire un'enorme nostalgia al cuore.
-Emily, sono Louise...-
La donna non risponde, guardandomi con attenzione.
-Louise...ehm, dev'esserci stato uno sbaglio!- Finisce la donna, mentre prova a chiudere la porta di casa ma riesco a fermarla.
-Louise Witness.- Continuo con decisione, vedendola poi abbassare lo sguardo mentre continua a trattenere la mano sulla maniglia della porta.
-Louise Witness non abita più qui a New York da quello che sò. Se avete intenzione di scherzare ragazze non è per nulla divertente. Adesso dovete scusarmi
ma ho da fare.- Emily prova ancora a chiudere la porta, ma posizionando un piede tra il bordo del muro e la porta stessa, riesco a fermarla
ancora una volta.
-Lo riconosci questo?- Concludo, portando il mio braccio destro davanti agli occhi di Emily che sbarra gli occhi come se avesse visto un fantasma.
Le mostro il braccialetto con la stella che ho al polso sapendo che lo avrebbe ricordato.
-Louise...sei proprio tu...- Mi dice poi la donna, tra le lacrime aprendo finalmente questa dannata porta.
-Mi sei mancata anche tu Emily.- Sorrido per poi esser travolta da una valanga di emozioni.
Emily mi abbraccia stringendomi a sè mentre continua a sussurrarmi quanto ha sperato di rincontrarmi.
Dopo avermi abbracciata, fa entrare sia me che Angel in casa per poi farci accomodare.
Emily è la moglie di Aron, nonchè la migliore amica stessa di mia madre.
Se mia madre non fosse mai morta, sono sicura che non si sarebbero mai separate.
Parlo anche con Emily di alcune vicende, senza rientrare troppo nei particolari,sapendo che lei probabilmente era già a conoscenza di tutto quello che frullava nella
testa di Nick. Oltre ad esser la migliore amica di mia madre, era anche la sua più sincera confidente.
Dopo averle spiegato la situazione, lei stessa ci accompagna nella nostra nuova abitazione. Incredibile...sono la loro vicina di casa!
Emily mi prende le chiavi dalle mani per poi utilizzarle lei stessa e farci entrare nell'appartamento modesto e ben tenuto.
Un appartamentino davvero ben organizzato, con una cucina adiacente al salotto ed un corridoio abbastanza lungo.
-Lì c'è la cucina compresa di utensili che ti serviranno per prepararti qualche spuntino, mentre lì, c'è il salotto compreso di divani e televisione.-
Indica Emily.
Io e Angel ci guardiamo in giro rendendoci conto di esser state davvero fortunate per la prima volta nella nostra vita.
Seguiamo Emily, per poi raggiungere il corridoio.
-Bene, lì a sinistra c'è il bagno, mentre lì ci sono delle scale che portano alla terrazza. Infine, l'ultima porta sempre a sinistra, comprende
una camera da letto abbastanza spaziosa con un letto matrimoniale centrale.- 
Dopo aver seguito le indicazioni di Emily, ritorniamo in salotto dove c'è Aron che evidentemente ci stava aspettando.
-Vi ho comprato delle cose che potrebbero servirvi ragazze! E poi, credo che tutto questo cibo possa bastarvi.- Annuncia Aron, posando 
sul divano delle buste da supermercato che sembrano esser piene.
-Ma Aron! Perchè fai tutto questo?-
-Non posso di certo farvi morire di fame!-
Io e Angel sorridiamo per poi cominciare a riporre tutto quello che ci ha comprato Aron nella dispenza.
Finito di riporre il cibo, aiutiamo Emily a dare una rinfrescata all'ambiente, spolverando di quà e di là riuscendo a far splendere le pareti
ed il pavimento che fino a poco tempo fa erano ricoperti di polvere.
Dopo aver rassettato l'intero appartamento, Aron ed Emily ci invitano a cenare nel loro stesso appartamento.
Non avremo mai potuto rifiutare...Aron, non ce lo avrebbe permesso.





























Conclusa la cena, io e Angel torniamo nel nostro appartamento con lo stomaco follemente pieno.
Ci chiudiamo la porta alle spalle per poi chiuderla a chiave per sicurezza.
Io e la mia amica, entriamo nella nostra nuova camera mettendoci alcuni vestiti che Emily ci ha  procurato.
-Domani torno a casa solo per prendere la mia roba...- Mi annuncia Angel, indossando poi una simpatica camicia da notte.
Annuisco per poi abbottonarmi la mia mentre mi guardo ancora intorno. E' tutto così...diverso e...strano.
Finalmente niente più uomini e niente più prostituzione...pensandoci, chissà cosa avrebbe potuto pensare Aron se gli avessi detto
che ho lavorato per tanto tempo come prostituta. Probabilmente, si sarebbe arrabbiato...
-Lou...non mi sento molto bene.- Mi dice improvvisamente Angel, mettendosi una mano sulla fronte.
-Davvero? Cos'hai?- Guardandola bene però, mi rendo conto che il suo viso ha improvvisamente cambiato colore.
E' diventata rossa come un pomodoro!
-Non lo sò ma...non mi sento molto bene...mi sento la testa pesante.-
Mi avvicino alla mia amica, toccandole la fronte e notando di essermi quasi scottata.
-Ma Angel! Tu devi aver preso la febbre!- Esclamo con preoccupazione mentre faccio distendere la mia amica sul letto.
-Ma stavo bene fino ad un attimo fa...- Si lamenta Angel, lasciandosi distendere.
-Non ti muovere da qui, arrivo subito.-
-Dove vai?-
Esco dall'appartamento, bussando con velocità alla porta di casa dei miei nuovi e fidati vicini.
-Louise, tutto bene?- Mi domanda Emily preoccupata almeno quanto me.
-Emily, ho bisogno di un termometro e di qualche aspirina!-
-Hai la febbre tesoro?-
-Io no per fortuna ma la mia amica sembrerebbe di si!-
Emily mi lascia entrare in casa, per poi dirigersi verso il bagno per frugare in vari cassetti.
-Ecco qui, prendi ciò che ti serve...fammi sapere poi come sta Angel!-
-Certo, grazie mille Emily!- Prendo velocemente il kit medico dalle mani di Emily e correndo, mi avvio dinanzi alla  porta della mia nuova abitazione.
-Se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiamarmi!-
-Grazie mille Em!- Concludo, chiudendo la porta di casa ed entrando nella "mia".
Velocemente, misuro la febbre ad Angel con un termometro per poi osservare l'oggetto segnare "38"
Preoccupata, prendo velocemente alcune aspirine dal kit medico di Emily e dissolvendole nell'acqua le faccio bere alla mia amica.
Quando Angel mi restituisce il bicchiere facendomi notare di aver preso il medicinale, prendo velocemente un'asciugamano bagnata dal bagno per posizionarla
sulla sua fronte.
Dopo questi piccoli passaggi, Angel sembra essersi finalmente addormentata. 
La fisso per alcuni minuti ma porto il mio sguardo sulla porta, mentre sento qualcuno bussare.
Con calma, mi avvicino alla porta. Sarà sicuramente Emily che vuole assicurarsi che Angel stia bene...
Apro la porta, ritrovandomi dinanzi agli occhi, l'ultima persona che speravo di incontrare.
Com'è riuscito a trovarmi?








































NOTE DELL'AUTRICE.

Ho aggiornato!
Rullo di tamburi ragazzi, sò che vi ho stupiti.
Solitamente, riesco ad aggiornare questa ff una volta all'anno e me ne rendo conto ma...questa volta,
si ritorna alla grande eheheh!
Quindi vi prego...non odiatemi!
Dunque, questa storia si sta evolvendo e spero che vi stia piacendo dato che non riesco ancora a capire
del tutto i vostri pareri.
Ma chi sarà mai dinanzi alla porta di casa di Lou? Beh, lo scoprirete nel prossimo capitolo...
Grazie a tutti coloro che continuano a seguire questa storia...e...al prossimo capitolo <3


-SynysterIsTheWay.

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2199150