The Battlefield Tournment

di Alexiel94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazione ***
Capitolo 2: *** La fortuna sarà pur cieca ma la sfiga ci vede benissimo ***
Capitolo 3: *** T. N. T. ***
Capitolo 4: *** I primi incontri ***
Capitolo 5: *** Voglio vedere quanto in là posso arrivare ***



Capitolo 1
*** Presentazione ***


The Battlefield Tournment

Il sole sorgente portava la luce coi suoi primi raggi che riflettendosi sul mare davano vita ad un gioco di colori spettacolare. Fu illuminata anche la piccola isola, i grattacieli e gli alti hotel furono i primi beneficiari dell'aurora, passando poi all'imponente stadio ad arena. Le alte scogliere e le vaste foreste furono colpite dai caldi raggi rilucendo di colori brillanti.
Infine venne la volta degli abitanti dell'isola, che però si svegliarono troppo tardi per potere godere dello spettacolo dell'alba.
Si diressero tutti -o almeno, la maggior parte- verso l'imponente stadio che raccoglieva le persone provenienti dall'isola. Queste presero il loro posto nella tribuna, aumentando il brusio man mano che la gente entrava nello stadio sino a diventare un alto chiacchiericcio. Al centro del campo, che ricordava molto quelli delle palestre delle varie regioni, si trovava un uomo con in mano un microfono.
-Benvenuti signori e signore- esordì, mettendo a tacere momentaneamente gli spettatori. -Benvenuti alla quindicesima edizione del Battlefield Tournment. Come ben sapete quindici anni fa i Campioni della lega delle regioni di Kanto, Johto, Hoenn, Sinnoh e Unima decisero di organizzare questo torneo interregionale. I Campioni di allora, Rosso, Lance, Rocco, Camilla e Nardo pensarono che sarebbe stato un bene promuovere le amicizie tra Allenatori delle varie regioni e incentivare i viaggi oltre la propria. E quale modo migliore di fare incontrare diversi Allenatori se non con un torneo?-.
Il pubblico ruggì la sua approvazione ma il presentatore, stando bene attento a non farlo nel microfono, sospirò. L'intento dei Campioni era davvero quello di incentivare le amicizie tra allenatori di varie regioni, in realtà però di solito finiva che scoppiavano ostilità tra Allenatori di provenienza diversa e la fine del torneo era coronata da una sensazionale rissa generale.
Quella volta sperava vivamente non essere così.





Benvenuti lettori!
Questa sarà una storia a OC, scritta per puro diletto e per mettere alla prova le mie capacità di scrittrice. Vi pregherei di mandare il vostro personaggio tramite messaggio privato.
Concederò di inviare due OC solo alle prime quattro persone che me lo chiederanno, che però dovranno rispettare due piccole limitazioni nel secondo OC per motivi strettamente legati alla trama. Non preoccupatevi, scoprirete tutto nel prossimo capitolo.
Il torneo prevede che partecipino quattro allenatori per regione, per cui inizierò quando avrò diciannove concorrenti (una è mia).
ATTENZIONE: rating arancione perchè ho intenzione di portare le varie relazioni oltre il bacio. Non ci sarà nulla di esplicito, ma preferisco avvisare.

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Capitolo 2
*** La fortuna sarà pur cieca ma la sfiga ci vede benissimo ***


Capitolo 1:
La fortuna sarà pur cieca ma la sfiga ci vede benissimo

La reception quel giorno era vuota, ma la giovane donna dietro il banco sapeva che non sarebbe durata molto. Mancavano solo poche ore all'inizio del Battalfield Tournment e gli Allenatori scelti sarebbero arrivati a breve. 
Quell'anno le richieste di partecipazione avevano superato ogni record -centosessantadue, se ricordava bene- ma il torneo imponeva un limite di venti partecipanti, così i giudici in collaborazione coi Campioni delle varie Leghe avevano passato le ultime settimane a selezionare coloro che pensavano sarebbero stati i quattro migliori concorrenti per ogni regione. 
Era quasi tangibile la sensazione che quell'anno gli Allenatori non avrebbero smentito la fama del torneo.
La donna era persa in queste considerazioni quando la porta automatica dell'ingresso si aprì, facendo entrare una ragazza di statura media con gli occhi viola, i capelli color tronco tenuti in una coda e indossante un paio di pantaloncini viola scuro sopra delle collant, una giacca marrone orlata di viola e sotto di questa una maglia bianca senza maniche. Aveva un sorriso sincero sulle labbra, che fece sorridere istintivamente a sua volta la receptionist. Fu però la vista della ragazza che le stava al fianco ad impressionarla di più. Le sembrava di avere davanti una bambola. Il corpo minuto, il seno poco accennato e i tratti dolci facevano nascere in chiunque questa idea, rafforzata dal fatto che portava i capelli grigio scuro, quasi nero, in due code disordinate che le arrivavano sopra il seno e una frangetta che le copriva la fronte. Ma soprattutto gli occhi - oh quegli occhi! Grandi, di un rosso violaceo e lo sguardo malinconico, quasi spento. 
Sembrava incredibile che quel corpo fosse vivo.
-Non potevamo fare il torneo nella mia regione? Se non avessi dovuto fare tutta questa strada per giungere in quest'isola sperduta mi sarei alzata molto più tardi- stava dicendo la prima ragazza con una risata.
-Idiota- le rispose la seconda, che però in antitesi con la parola usata aveva un tono molto dolce. -Il torneo si svolge sull'isola di Battlefield per un principio di imparzialità, in quanto altrimenti si penserebbe che la regione ospitante sia la favorita del torneo-.
-Uff, con te non si può fare una battuta-.
Le due arrivarono davanti alla giovane donna della reception, che le accolse con un sorriso. 
-Benvenute al Battlefield Tournment. Ditemi nome, cognome e regione di provenienza e vi consegnerò il Badge Partecipante che vi permetterà di prendere parte al torneo e di accedere ad ogni albergo, ristorante e palestra dell'isola gratuitamente-.
-Vanessa Draggons, Sinnoh- disse la castana entusiasta.
-Ulla Marine Baratheon, Johto- si presentò l'altra, impassibile.
La donna dopo una breve ricerca su computer consegnò alle ragazze la tessera che spettava loro, per poi aggiungere -La stanza per i partecipanti di Johto è la S02, quella per Sinnoh la S04-.
Vanessa assunse un'espressione dispiaciuta. Si voltò verso Ulla e le disse -Che peccato, dobbiamo già separarci. Spero di rincontrarti presto- tendendole la mano. Ulla la strinse con fare impassibile e disse atona -Anche io-.
Anche se non lo dava a vedere, quella ragazzina non le era antipatica.

Al porto era ancorato qualsiasi tipo di nave, da barche a vela usate per scopi sportivi ai grandi yacht dei ricchi venuti ad assistere al prestigioso torneo. I proprietari però erano già tutti allo stadio o in giro per l'isola, quindi l'unico suono che turbava la calma del mare erano i versi di alcuni Wingull e Pelipper selvatici. Ad un tratto però una voce femminile ruppe quest'atmosfera di tranquillità urlando -TERRA!-. 
Due ombre sfrecciarono veloci sopra le navi, per poi atterrare vicino alla capitaneria di porto. Due Allenatori, un ragazzo e una ragazza, scesero rispettivamente da un Tropius e un Salamance, che richiamarono nelle rispettive Pokéball. La ragazza, magra e dal fisico atletico, coi capelli castano nocciola e gli occhi grigio metallico, fu la prima a prendere la parola. Lo fece anche in modo pungente e quasi accusatorio. -Hai visto, alla fine grazie a me siamo arrivati a Battlefield-.
-Grazie a te?!- esclamò sarcasticamente il ragazzo, più alto di lei, dal fisico non troppo muscoloso. Aveva lisci capelli color mogano e gli occhi verdi, che fissavano l'altra con ironia da sopra il naso leggermente adunco. -Se avessimo seguito le tue indicazioni a quest'ora saremmo dispersi!-.
-Allora dimmi come saresti arrivato, caro Chris-.
-Carissima Darya, io conoscevo già la strada per Battlefield. Solo che ho incontrato una ragazzina testarda a metà strada che sosteneva di conoscere una via più breve e mi sono fidato-.
-Beh, la via era più breve arrivando da Johto. Smettila di fare il saputello, naso adunco-.
-Quello che dici non ha senso, ragazzina incapace di domare draghi-.
-Incapace a chi?!- urlò Darya. 
Così la ragazza e Chris giunsero allo stadio che ospitava il torneo litigando, Darya urlando sino ad attirare l'attenzione di diversi passanti e il corvino rispondendo con pungente ironia, ma senza alzare mai il tono di voce. Quando entrarono dalle porte a vetri automatiche stavano ancora bisticciando, tanto che la receptionist dovette attirare l'attenzione dei due con dei finti colpi di tosse.
-Christopher Ivan Fortescue, ecco il suo badge- gli disse la donna porgendogli una tessera dorata, senza neanche che questi si presentasse.
-Grazie mille, sempre in R09?-.
-Sì-.
Chris sorrise. Finalmente si separava da quella ragazzina irritante, il che definire sollevante sarebbe stato un eufemismo. 
-Arrivederci- disse alla castana, lasciandola da sola alla reception per prendere una rampa di scale e sparire alla sua vista. 
-Nome, cognome e regione- le disse la donna alla reception, mentre Darya ancora fissava il punto in cui Chris era sparito dalla sua vista.
-Darya Cornelia Spencer, da Johto- si presentò. 
Ricevette un BP, bianco però a differenza del ragazzo. Il che la irritò un po' (oltre a stupido e insopportabile doveva anche essere un figlio di papà per avere la tessera dorata?) ma non se ne preoccupò molto. Si diresse a sua volta verso la S02, pronta a conoscere gli altri Allenatori che avrebbero combattuto per la sua regione. 

La ragazza correva, facendosi largo tra i passanti a spintoni e gomitate condite da scuse. I lunghi capelli ramati erano lasciati liberi nel vento, gli occhi blu elettrico che ogni tanto guizzavano ai vari orologi esposti fuori da negozi o chiese. Sebbene superasse di poco il metro e mezzo riusciva a scansare chiunque e riprendere a correre più veloce di prima, facendo rimbalzare la collana avente come ciondolo uno zaffiro a forma di fiamma sul prosperoso seno. Il Flareon sulla sua spalla non sembrava minimamente turbato dalla situazione e si manteneva in un equilibrio pressochè perfetto sulla spalla della giovane Allenatrice. 
La ragazza attraversò la porta a vetri che dava accesso allo stadio, ma inciampò sul dislivello tra la porta e l'ingresso vero e proprio col risultato di finire addosso al ragazzo che stava davanti a lei. Questi perse l'equilibrio e cadde e lei gli finì sopra a sua volta, mentre il suo Flareon con una certa eleganza balzava al suolo.
-Diamine, sta attenta quando cammini!- le sbraitò contro lui, un ragazzo decisamente più alto di lei, con la corporatura atletica dalla pelle nivea. Aveva i capelli azzurri corti e spettinati e un paio di occhiali da sole gli copriva gli occhi.
-Mica l'ho fatto apposta!- gridò la ragazza, e solo allora lui notò i vestiti che indossava. Portava una camicia bianca da uomo con le maniche tirate fino al gomito e un paio di pantaloni neri aderenti che mettevano in risalto le sue prospere forme. Il ragazzo arrossì imbarazzato e lei, per sua sfortuna, se ne accorse.
-Stai fissando il mio corpo?! Brutto maniaco!- strillò per poi tirargli un poderoso ceffone. 
Questo gesto fece infuriare lui, che si alzò in piedi -seguito simultaneamente dalla ragazza- e le urlò contro -Come osi, ragazzina?!-.
-Ragazzina a me?! Io non sono una ragazzina! Sono Akaname Fumei, la Furia Rossa di Kanto!-.
L'affermazione lasciò spiazzato il ragazzo, cosa che fece compiacere non poco Akaname. Peccato che il compiacimento durò solo pochi brevi istanti perchè lui scoppiò in una fragorosa risata e disse -Non prendermi in giro! Sei troppo piccola, stupida e immatura per essere Akaikari!-.
-Quietatevi messere- lo interruppe una voce sconosciuta -non v'è cagione d'attaccar briga con una frivola donzelletta-.
I due per un istante dimenticarono il loro battibecco e volsero la loro attenzione al nuovo arrivato.
Era un ragazzo alto e magro, dai capelli più neri della pece e gli occhi blu. Li guardava con una superbia che sfociava quasi nel disprezzo, cosa che diede non poco fastidio ai due litiganti. Al suo fianco, un Umbreon li fissava come se avesse davanti spazzatura.
Akaname era indecisa se tirargli un pugno per averla chiamata donzelletta con fare dispregiativo, se per averle dato della frivola o per il suo sguardo. O per tutte e tre le cose.
L'altro ragazzo non sapeva bene come prendere il fatto che avesse preso le sue difese, miste a quello sguardo di chi sta sopra rispetto agli altri. Decise di prenderlo come una provocazione, e lui odiava le provocazioni.
-Devo già soffrir lo angusto loco ove vi troviamo presenti, non m'aggrada posar lo sguardo sopra due popolani che arguiscono come infanti-.
Detto questo li superò senza neanche degnarli di un ulteriore sguardo diretto alla reception, seguito dal suo Pokémon. Akaname, ancora furiosa, corse incontro a lui mentre il suo Flareon le tornava agilmente sulla spalla. Afferrò il braccio del nuovo ragazzo e lo fece voltare verso di sè. Il moro la fissò come se vedesse la morte in faccia. Tremando si liberò dalla presa della ragazza, estrasse dalla tasca un fazzoletto di seta con su ricamate le iniziali "F. D." dorate e una confezione mini di spray disinfettante. Si portò il fazzoletto alla bocca e iniziò a spruzzare il disinfettante prima sul suo braccio, poi verso la ragazza e il suo Flareon.
-Vade retro! Chissà quali malattie rechi!-.
Una gorssa risata alle loro spalle fece ricordare ad Akaname di essere infuriata anche col ragazzo dalla chioma azzurrina. Questi li superò e arrivò ancora ridacchiando alla reception e lo udirono dire -Ryu Hisame, Kanto-.
-NON É POSSIBILE! É UNA CONGIURA!- urlò la ragazza. 
Non riusciva a credere di avere una sfiga tale da dover sopportare quel ragazzo come compagno di squadra! Tutti ma non lui!
Beh, escludiamo anche Mr. Perfettino, pensò.
La ragazza e il moro raggiunsero la reception, presentandosi con i nomi e le regioni. Scoprirono così che il terzo arrivato si chiamava Friedrich Douglas e che proveniva da Sinnoh.
Almeno lui non è con me! pensò felice Akaname.
-Allora dicevi la verità, sei davvero Akaikari, la Furia Rossa!- esclamò Ryu. Poi si rese conto di una cosa: anche lei era di Kanto e avrebbe dovuto sopportarla per le settimane successive come compagna di squadra. 
Maledisse la propria sfortuna.

La ragazza si svegliò nel caldo letto di un hotel, completamente nuda sotto le lenzuola candide. Si voltò lentamente verso la sua destra e non vide nessuno, solo le lenzuola arruffate, segno della fretta di andarsene del ragazzo con cui era stata la sera precedente. 
La cosa non la sfiorò affatto: lei era in cerca solo di divertimento, ed evidentemente anche lui. Andandosene le aveva solamente risparmiato l'impiccio di lasciarlo. 
Si lasciò cullare per qualche momento dai caldi raggi solari che filtravano dalla finestra, per poi alzarsi, fare una doccia veloce e vestirsi con i suoi abiti più eleganti. Andò davanti allo specchio, dove incrociò i propri occhi azzurro cielo e si sistemò in modo impeccabile i capelli neri e lisci che le arrivavano fino a metà schiena, prestando particolare attenzione al ciuffo sulla fronte. Venne la volta del trucco, messo con curata precisione.
Perchè lei era Marceline Picard, e Marceline Picard era sempre prefetta. Specialmente se l'occasione era importante come un torneo interregionale. 
Quando fu soddisfatta dal proprio aspetto Marceline uscì elegantemente dalla stanza, pronta ad affrontare quel torneo che era sicura di vincere.

I passanti si voltavano verso di lui e sussurravano tra loro quando passava quel ragazzo vestito in modo alquanto bizzarro. Portava dei pantaloni neri, scarpe blu elettrico e guanti grigi ma ciò che dava più nell'occhio erano la maglia nera con su disegnato un Houndoom avvolto dalle fiamme e un lungo mantello rosso con sopra dei fulmini neri. Era impossibile non notarlo, soprattutto se si aggiungevano una corporatura alta, dei capelli neri lunghi fino alle spalle e degli occhi rossi.
A lui però non importava. Scostò il ciuffo che gli copriva l'occhio sinistro per dare un'occhiata al suo compagno di viaggio. 
Era alto quanto lui, coi capelli bianchi spettinati e gli occhi anch'egli rossi. Indossava una tuta nera con una maglia a maniche corte, una sciarpa rossa lunga fino ai piedi e una bandana dello stesso colore. Portava dei guanti neri con le dita rosse.
Camminavano fianco a fianco da una buona mezz'ora, ma nessuno dei due aveva spicciato una parola. Essendo entrambi dei tipi molto solitari e riservati, ciò non aveva dato fastidio a nessuno dei due. Anzi, al contrario, il reciproco silenzio aveva fatto in modo che si prendessero in simpatia. -Mi chiamo Ashuros Bleeder- si presentò il secondo ragazzo. 
-Black Hell- disse solamente l'altro. 
Ashuros capì che non sarebbe riuscito a cavargli più di quello. Sorrise soddisfatto per essere riuscito a conoscere il nome dell'altro ragazzo e tornarono al silenzio che c'era prima tra loro. Arrivarono alla reception dove Ashuros ricevette il suo BP e le indicazioni verso la sala dei partecipanti di Hoenn. Salutò Black Hell e si diresse verso un corridoio seminterrato ma molto largo. Incontrò una stanza alla sua sinistra e si avvicinò pronto ad entrare, ma lesse "S01, Kanto". Riprese a camminare in quel lungo corridoio finchè non giunse alla stanza S03 e aprì la porta pensando di essere il primo concorrente della regione ad arrivare. 
Scoprì invece che c'era già una ragazza bassina, ma nonostante ciò niente affatto gracile. Aveva dei lunghi e lisci capelli rosso scuro con una frangia, gli occhi castano chiaro e qualche lentiggine sul volto. In quel momento stava parlando al telefono e Ashuros pensò fosse meglio non disturbarla. -Sì... sì, sono arrivata a Battlefield... sì, sto bene... Anche i Pokémon stanno bene... Mamma, non sono più una bambina! Non c'è bisogno che... Sì, ho mangiato!-.
La ragazza si accorse del nuovo arrivato solo quando lo sentì ridacchiare del battibecco telefonico che stava avendo con la madre. Arrossì e chiuse la chiamata in fretta. Non che odiasse sua madre, ma era troppo iperprotettiva e la cosa le dava fastidio. Inoltre, in quel momento aveva avuto così tanta fretta di attaccare che si era dimenticata di chiederle di salutare il padre e i fratelli Josh e Daniel.
-Spero di non averti disturbata- le disse Ashuros, per poi stringerle la mano e presentarsi.
-Lavinia Hamilton- disse la ragazza. 
I due cominciarono a conoscersi meglio, parlando delle proprie famiglie e dei viaggi che avevano affrontato. Ad un tratto la porta si aprì ed entrò un ragazzo alto, abbastanza robusto e pallido, coi capelli rossi non troppo corti e gli occhi castani. Indossava dei jeans, una giacca grigia col cappuccio e delle scarpe nere. Aveva un polsino verde al polso destro.
-Ehm... è questa la stanza per i combattenti di Hoenn?- chiese timidamente.
-Sì- rispose Lavinia, andando dal ragazzo a presentarsi. Lui strinse la mano con evidente imbarazzo e sussurrò il proprio nome in maniera appena percettibile. 
-Philip Evans? Sai, non mi è nuovo come nome...- disse pensieroso Ashuros.
Philip, se possibile, impallidì.  
-Siete per caso di Cuordilava?- chiese timoroso.
-Nah, io vengo dalla bellissima Mentania- rispose Lavinia con un gran sorriso.
-Solarosa- disse invece l'altro ragazzo.
Philip sospirò di sollievo. Al momento, la sua identità era al sicuro.
 
Black Hell era stato trattenuto alla reception in quanto il computer non aveva trovato alcun risultato corrispondente al nome che aveva fornito alla donna.
-Provi a cercare "Sick Mere"- le suggerì. Immediatamente il computer diede il suo risultato.
-Mi scusi per il disagio, ma...-.
-Non si preoccupi- la fermò lui. -Black Hell è il nome con cui tutti mi conoscono a Unima, non pensavo che fossi stato iscritto col mio vero nome-.
La receptionist non potè fare a meno di notare come questa gentilezza contrastasse con il comportamento precedente del ragazzo, freddo e distaccato. Ancora perplessa da questo cambio caratteriale gli consegnò il BP e gli diede le indicazioni per raggiungere la stanza S05.
Il ragazzo riuscì a trovare la sala senza troppe difficoltà e quando entrò scoprì suo malgrado di essere l'ultimo arrivato. Scoprì che quell'anno, con l'eccezione di lui Unima aveva solo donne come concorrenti. La prima non era molto alta ma in compenso era piuttosto snella, aveva i capelli color fuoco corti, ad eccezione di due ciocche ai lati che erano avvolte rispettivamente da un nastro nero, coperti da un basco blu. Gli occhi gialli erano colmi di allegria ed entusiasmo per l'imminente torneo e per l'evidentemente nuova amicizia che stava stringendo con l'altra ragazza. Le labbra rosse risaltavano sulla pelle talmente chiara che quasi si confondeva con la camicetta bianca che indossava. Sopra questa portava un gilet azzurro abbinato alla gonna blu e alle scarpe marroncine ma con i lacci di un azzurro che richiamava quello del gilet. Portava una collana a forma di stella.
La sua interlocutrice nonostante dimostrasse un paio d'anni in più aveva un aspetto dolce e affascinante. I capelli neri terminavano con delle punte e degli occhi scarlatti che ispiravano dolcezza. Il suo corpo snello era avvolto da un corto abito nero dal bordo frastagliato e dei tacchi neri. Sarebbe sembrata anche innocua se non fosse stato per il pezzo di armatura al braccio destro che terminava con un mittene a clessidra e per la spada che portava legata alla cintura dietro la schiena e per il lungo mantello nero che a Black Hell ricordava molto quello di un personaggio mitologico di cui gli sfuggiva il nome. Al fianco di lei, un Lucario scrutava la ragazza dai capelli rossi come per capire se potesse essere una minaccia o meno per la sua Allenatrice. 
Smisero di parlare tra loro e si voltarono verso il nuovo arrivato. Entrambe gli sorrisero e si presentarono a lui. 
-Angelika Silver, molto piacere!- quasi urlò la prima, preda dell'entusiasmo.
-Clair Revenant, sono contenta che ora noi di Unima siamo al completo- disse allegramente l'altra mentre il suo Lucario lo guardava freddamente. 
Dopo aver borbottato il suo nome il ragazzo andò a sedersi di fianco alla terza donna presente, che se ne stava seduta su una delle poltrone della sala a leggere un libro, persa nel suo mondo. Di statura media e lineamenti un po' infantili, aveva i capelli neri lunghi fino alle scapole, che da sotto l'orecchio in poi diventavano rossi. Gli occhi nerissimi erano assorti dalla lettura mentre si mordicchiava distrattamente il labbro. Quando voltò pagina mise in mostra le lunghe dita sottili e la cicatrice sul polso destro.
-Mei Kuroki- si presentò, per poi tornare subito alla lettura. 
Era piuttosto schiva, ogni tanto alzava lo sguardo verso le altre due che parlavano o verso il ragazzo come per studiarli. Non che le stessero antipatici ma voleva semplicemente capire se potesse fidarsi di loro o meno.
Black Hell non spicciò più parola, così come Mei, mentre Angelika e Clair si raccontavano delle rispettive avventure. Alcune erano così divertenti (come ad esempio la volta il cui Angelika aveva fatto infuriare uno sciame di Beedrill che l'avevano poi inseguita per diverse centinaia di metri) che anche i primi due, pur non interagendo con loro, faticavano a trattenere le risate. Il discorso si fece però più serio, arrivando all'argomento famiglia.
-Vivo con mia zia- disse semplicemente Angelika -o meglio, ci vivevo prima di iniziare il mio viaggio. Tu?-.
-Ti dispiace se cambiamo argomento?- le chiese Clair.
La risposta lasciò un po' perplessa la ragazza, che però rispettò il volere dell'amica e iniziò a parlare d'altro.

Shiori detestava le occasioni formali. La colpa probabilmente era da ricercare nella sua forma leggera di agorafobia, che la rendeva piuttosto nervosa riguardo allo stare in mezzo alla folla. Ma purtroppo, per sua sfortuna, non poteva sottrarsi al Discorso.
Il Discorso dei Campioni era una pratica diventata fondamentale del Battlefield Tournment ormai da una decina d'anni e nessuno poteva astenersi, nemmeno lei. Ma non lo avrebbe fatto comunque: Shiori Retasht non era una debole e mai lo sarebbe stata.
Si sistemò alla meglio i capelli candidi sparati in tutte le direzioni, che però verso le punte sfumavano nell'azzurro chiaro. Gli occhi rosa pallido erano intenti a fissare la cicatrice sotto il naso e il neo sotto il labbro inferiore, indecisa se tentare di nasconderli sotto un filo di trucco. Decise però che non ne valeva la pena e si sistemò la camicia bianca e i pantaloni scuri eleganti, quando un'irritante voce maschile che lei conosceva fin troppo bene arrivò a disturbarla.
-Retasht, sei ancora qui? Avevo sentito dire che eri stata battuta-.
Lei non si degnò nemmeno di voltarsi verso il ragazzo, lo guardò male attraverso lo specchio.
-Hai sentito male, Grimes- disse freddamente. 
Shiori ammetteva di non essere una ragazza molto socievole, ma quel dannato di nome Jack Grimes non riusciva proprio a sopportarlo. 
Aveva ventun anni ma la sua maturità era pari a quella di un tredicenne. Era un esibizionista a livello patologico ed era sempre preoccupato che altri potessero rubargli la scena. Il motivo principale per il quale la ragazza non lo sopportava era che, a causa della sua filosofia da Don Giovanni, spesso si ritrovava a provarci con lei trattandola come una fanciulla indifesa, cosa che la mandava non poco in bestia. 
Spesso si ritrovava a chiedersi come diavolo avesse fatto a diventare Campione della propria regione. Dopo mesi di riflessione era giunta alla conclusione che doveva avere avuto un'immensa fortuna.
Lui, dal suo unico occhio azzurro scoperto, la fissava con divertimento. Con una mano si scompigliò la massa indomabile di capelli rossi, si sistemò meglio la benda nera sull'occhio sinistro e sorrise. Diede un'occhiata alla sua maglia a maniche corte nera con su disegnato un teschio bianco, i jeans e gli stivali neri per controllare che fossero impeccabili per l'occasione. Prese dal divano dell'ampia sala la lunga spada a una mano e mezza avvolta nel suo fodero rosso che ci aveva poggiato prima e se la allacciò alla cintura delle Pokéballs. Si avvicinò allo specchio scostando Shiori di lato e, ignorando l'occhiata omicida della ragazza, ammirò il proprio riflesso.
-Quanto sono figo- sospirò con aria sognante.
-Che aspetti allora a baciare il tuo riflesso, Narciso?- gli chiese una voce alle sue spalle. 
Jack e Shiori si voltarono, trovandosi davanti un ragazzo che conoscevano bene. 
La prima volta che l'avevano visto, l'edizione precedente del Battlefield Tournment, ne erano rimasti seriamente inquietati. Ovviamente, nessuno dei due l'avrebbe ammesso neanche sotto tortura.
Il ragazzo era alto quanto Jack, magro e aveva la pelle diafna. I capelli biondo scuro lunghi fino alle spalle legati in una bassa coda e gli occhi grigi erano circondati da profonde occhiaie. Era impossibile non associarlo ad un fantasma.
-Sempre un piacere, Mr. Cadavere- lo accolse freddamente Jack.
-Hades Kastor. Non pensavo fossi così idiota da non ricordarti il mio nome- ribattè il nuovo arrivato col sorriso furbo e viscido che lo caratterizzava.
Il ragazzo pallido aveva dei modi di fare un po' subdoli, pensava Shiori. Se per Jack era stata la fortuna, a far diventare Campione Hades doveva essere stato l'inganno. Era pronta a giocarsi la mano.
I due iniziarono a lanciarsi frecciatine a vicenda ma mentre il rosso era palesemente arrabbiato, il volto dell'altro non mostrava l'ombra di un'emozione. Dalle parole però, Shiori intuì che si stava divertendo a provocare Grimes.
Il litigio però venne interrotto dall'apertura di una porta, che fece entrare un altro ragazzo. 
-Vi prego, non cominciate già da adesso a litigare- disse Chris con giovialità. 
Jack lasciò immediatamente perdere il litigio e andò ad abbracciare l'amico, che rischiò di morire soffocato dalla stretta del rosso.
Spesso Shiori e Hades si chiedevano come potessero andare d'accordo quei due dato che erano di carattere completamente opposto, ma probabilmente era per questo che erano riusciti a stringere amicizia: la calma del moro riusciva a tenere a freno l'esuberanza di Jack, mentre lui con i suoi modi di fare fin troppo esibizionisti riusciva a non farlo chiudere troppo in se stesso. 
-Siamo tutti i Campioni della scorsa edizione- constatò Shiori. 
-Non tutti- ribattè Chris -ho sentito dire che Kanto ha un nuovo Campione. Ha battuto la Lega poche settimane fa-.
-Un novellino?! Devo presentarmi in maniera indimenticabile!- esclamò Jack. 
In quel momento la maniglia si abbassò di qualche centimetro. Il rosso colse l'occasione per fare un balzo in avanti estraendo la spada, puntarla avanti a sè e urlare -Fatti avanti, mozzo! Dimostra il tuo valore!-.
O almeno, sarebbe quello che avrebbe fatto se Shiori e Chris, colte le sue intenzioni, non si fossero prontamente lanciati su di lui per impedirglielo sotto lo sguardo di un ragazzo sconvolto. Questi era di statura media, i corti capelli azzurro cielo tenuti disordinati: varie frange gli cadevano sulla testa e un ciuffo ribelle si elevava dal resto. Questi però cambiavano colore ai lati, sulla nuca e sulle basette che erano invece di un vivo blu notte. Portava un cappellino rosso con la visiera rivolta indietro, una maglia nera con le maniche lunghe fino ai gomiti e sopra una giacca bianca e azzurra con le maniche blu più corte di quelle della maglia. Alle mani aveva dei mezzi guanti neri con l'inizio al polso bianco. Indossava dei pantaloni color cartone, una cintura nera con la fibbia grigia e scarpe dello stesso colore, ma con suola, lacci, parte frontale e posteriore bianchi.
Costui era rimasto interdetto dalla scena che aveva davanti: un ragazzo dai capelli rossi alto e con una benda sull'occhio cercava di liberarsi dalla presa di una ragazza dai capelli bianchi, sparati in così tante direzioni che sembrava aver messo un dito nella presa della corrente, che gli si era aggrappata alle spalle e un terzo ragazzo moro dagli occhi verdi lo teneva per l'addome e cercava in ogni modo di allontanarlo dalla porta. Il nuovo arrivato controllò che quella fosse effettivamente la stanza R09, sperando vivamente di avere sbagliato. Per sua sfortuna però, quella era davvero la stanza che cercava. 
-Ehm... scusate, per caso è questa la stanza di ritrovo dei Campioni?- chiese timoroso di ricevere una conferma.
-Tu allora devi essere quello nuovo- disse una quarta persona che non aveva notato. Quando lo vide, sussultò dallo spavento. Aveva l'impressione di avere davanti a sè un fantasma!
-Io sono Hades Kastor-.
-Trent... Trent Zawel- si presentò lui, dando un'occhiata agli altri tre ancora presi dal loro litigio. 
-Ti stai chiedendo come hanno fatto a diventare Campioni? Me lo chiedo anche io- disse Hades. Però gli disse i loro nomi, con aria indifferente. Trent li memorizzò e fece per andare a sedersi su uno dei divani a leggere, ma il biondo lo fermò afferrandogli il polso.
-Manca più di un'ora all'inizio del torneo... conosci la storia del Dusclops assassino?- gli chiese con un sorriso a dir poco agghiacciante.
Trent guardò lui. Poi posò lo sguardo su Jack, Chris e Shiori, che ignorandolo completamente erano ancora assorti dalla loro lite.
Sono capitato in un manicomio!, non potè fare a meno di pensare.

Il porto di Canalipoli, a Sinnoh, era in pieno fermento. Non solo per via degli usuali turisti che arrivavano da altre regioni su navi, yacht e traghetti, ma anche e soprattutto a causa della folla inferocita davanti ad un imponente traghetto bianco. 
-Il traghetto per Battlefield partirà tra pochi minuti. Ci scusiamo per il disagio- disse una voce femminile all'altoparlante.
Homura Akagi sospirò. Aveva scelto di recarsi a Battlefield col traghetto per non affaticare troppo il suo Charizard, ma evidentemente non era stata una scelta molto intelligente. Appena arrivato in città aveva scoperto che alla nave era stato interdetto il viaggio a causa di problemi tecnici ed era stato detto che ci sarebbe voluta mezz'ora per risolverli. Solo che da allora erano passate quattro ore e dire che i passeggeri fossero infuriati era un eufemismo.
Era un ragazzo alto e magro, coi capelli neri scompigliati e gli occhi verdi, coperti però da un paio di occhiali grigi. 
Il ragazzo diede un'occhiata all'orologio del porto, scoprendo che mancava solo poco più che un'ora all'inizio del Battlefield Tournment. 
Decise di mandare all'aria il suo proposito di non fare stancare il suo Pokémon: l'alternativa era non presentarsi affatto ad uno dei più importanti (se non il più importante) torneo interregionale. Estrasse la Pokéball contenente il suo fidato compagno ma una voce lo fermò.
-Tu!-.
Homura si voltò e vide un agente di polizia fissarlo con aria stranita. Per sua sfortuna non era un comune agente, ma quello con cui aveva avuto a che fare altre volte in passato. Maledisse la sfortuna. 
-Cosa ci fai qui? Stai cercando ancora di compiere qualche crimine?- gli domandò sospettoso il poliziotto.
-Ho chiuso con quella vita- rispose semplicemente Homura. -Vado a Battlefield come Allenatore rappresentante di Sinnoh-.
La faccia dell'agente valse più di mille parole. Se prima lo guardava sospettoso, ora aveva un'aria completamente allibita e stralunata. 
-Com'è possibile che tu... tu... rappresenti la nostra regione?!-.
-Evidentemente è possibile, signor agente- disse tranquillamente il ragazzo, per poi fare uscire Charizard dalla sua Pokéball. -Ora se non le dispiace vado. Ho un torneo da vincere-. Detto questo spiccò il volo e sparì alla vista del poliziotto, ancora sconvolto da quanto dettogli.

Ayano non lo avrebbe mai voluto ammettere, ma non aveva senso continuare a negarlo: si era persa. In groppa al suo Gyarados stava vagando per l'oceano senza avere la più vaga idea di dove andare. Si sistemò la lunga coda di capelli castani per poi alzarsi in tutta la sua slanciata altezza e portare lo sguardo verde sin dove glie lo consentiva l'orizzonte. Si aggrappò alla cresta del suo Pokémon per evitare di cadere e perlustrò il mare con la speranza di trovare quel fazzoletto di terra dove si sarebbe svolto il più grande torneo interregionale conosciuto. Solo che il suo sguardo le restituì solo la distesa blu dell'oceano.
-Serve aiuto?- chiese una voce maschile e ben presto si ritrovò affianco un Kingdra cavalcato da un ragazzo. Questi era molto alto, ben più di lei, e pallido. Aveva tratti un po' infantili, occhi azzurri e capelli biondi abbastanza lunghi e arruffati.
-Sai come arrivare a Battlefield?-.
-Ci sto andando anche io, posso guidarti-.
Ayano esultò. Finalmente un po' di fortuna dalla sua parte. Seguì il ragazzo, che però sembrava non avere intenzione di iniziare una conversazione nonostante la gentilezza dimostrata. 
-Per quale regione partecipi?- gli chiese, stanca del silenzio creatosi.
-Johto. Tu?- disse cordialmente il ragazzo.
-Anche io sono di Johto! Saremo compagni di squadra!- esultò Ayano.
Arrivarono nel giro di mezz'ora, ma solo dopo aver attraccato la ragazza si accorse di una cosa.
-Non ci siamo ancora presentati: io sono Ayano Samura-. In realtà all'anagrafe era Fuko Samura, ma l'odio verso il suo primo nome l'aveva portata a presentarsi come "Ayano".
-Nils Lundström, ma se vuoi puoi chiamarmi Nisse-.
La ragazza lo guardò un po' stranita, non riuscendo a capire se fosse gentile sul serio o meno. Decise che non glie ne importava, lei non era molto il tipo da affezionarsi alle persone ergo non le importava se il ragazzo fosse sincero o meno.
-Annuncio a tutti gli Allenatori: siete pregati di presentarvi nelle vostre sale entro mezz'ora dall'inizio del torneo- disse una voce maschile all'altoparlante.
I due non persero tempo a seguire quanto detto.

Lo stadio era ghermito di gente, Cailan Blake ne era certo anche senza dovere uscire. Non solo perchè aveva visto le edizioni precedenti del torneo in televisione, ma dal corridoio in cui si trovava riusciva a sentire il loro alto chiacchiericcio, i cori e gli applausi. Quando era scattato un quarto d'ora all'inizio del Battlefield Tournment dalla sala S01 erano stati portati in un lungo e stretto corridoio che finiva con una porta, quella dalla quale avrebbero avuto finalmente accesso allo stadio per la presentazione.
Le mani gli tremavano leggermente per via del nervosismo, non amava molto sare in mezzo a una grande folla di persone e aggiunto all'importanza dell'evento lo rendeva un po' inquieto. Per sciogliere un po' la tensione decise di intraprendere una conversazione coi suoi compagni, ma scoprì ben presto essere inutile. Akaname e Ryu erano troppo impegnati a guardarsi torvo per notare qualsiasi altra occupazione, mentre l'altra ragazza, Hoshiko Tanaka rispondeva con acidità e antipatia qualsiasi cosa le si dicesse. 
Cailan allora decise di sistemare i capelli neri e la barba rasata corta per quanto fosse possibile. I suoi occhi verde scuro studiarono la sua pelle leggermente abbronzata e successivamente il suo fisico asciutto con una muscolatura appena accennata. Era tanto alto da sovrastare i suoi compagni, ma al momento la sua altezza non gli tornava utile. 
-Ed ora facciamo spazio ai protagonisti del torneo, gli Allenatori!- tuonò la voce del presentatore amplificata dal microfono.
Hoshiko sentì come se il cuore stesse per scoppiare dall'emozione. Si passò una mano tra i capelli bianco latte e attorcigliò con un dito l'unica ciocca nero pece che le ricadeva sulla spalla sinistra. Questa si confaceva benissimo alla sua pelle pallida e agli occhi viola intenso, contornati da folte ciglia nere. Si morse le sottili labbra rosee, intenta a dare l'ultima ritoccata ai suoi abiti: dei leggins in pelle neri che ben si addicevano al suo fisico slanciato e magro, una lunga canotta bianca e degli anfibi neri slacciati. Controllò la cintura nera alla quale era attaccato un marsupio contenente le Pokéball e il Pokédex. Si mise alla mano destra un guanto nero senza dita e diede un'occhiata ai braccialetti sul polso sinistro. 
La porta finalmente venne aperta e i quattro Allenatori furono riscaldati dalla luce del sole, prima di riversarsi nello stadio in un'ordinata fila. Videro le tribune ricolme di spettatori impazienti, il campo sul terreno e il palco sovraelevato dove stavano i cinque Campioni e il presentatore. Davanti ad esso si riversarono le file di Allenatori, uscite da porte analoghe a quella da dove Hoshiko e i compagni erano usciti. Solo che non potè fare a meno di notare una cosa: la fila di Hoenn era composta da soli tre Allenatori.

Non era stata l'unica a notarlo. Anche Hades, sul palco dei campioni, si avvicinò a Jack sussurrandogli mellifluo -A quanto pare nella tua regione qualcuno ha già rinunciato-.
Il rosso era pronto a rispondere con qualche epiteto decisamente poco fine ed educato, ma in quel momento il presentatore iniziò il suo discorso di presentazione. Parlò dell'origine del Battlefield Tournment, di come era cambiato nel corso degli anni e dei valori su cui era stato fondato.
-Ma ora è il momento dei Campioni: la maggior parte li conoscete già, dato che l'anno scorso erano in possesso del loro titolo e hanno presentato quell'edizione del torneo. Ecco a voi Hades Kastor, ventun anni, Campione di Unima!
Christopher Fortescue, ventun anni, Campione di Sinnoh!
Shiori Retasht, ventitrè anni, Campionessa di Johto!
Jack Grimes, ventun anni, Campione di Hoenn!
Ed ecco infine, signore e signori, il nuovo Campione di Kanto, il ventenne Trent Zawel!-.
Gli spettatori applaudirono ed acclamarono i loro campioni preferiti con urla, cori ed esponendo striscioni. Questa frenesia venne però interrotta quando un'ombra oscurò il sole: tutti portarono lo sguardo verso l'alto per vedere un imponente Salamance atterrare al centro dello stadio. Scese una ragazza, lo richiamò nella Pokéball e corse verso la fila degli Allenatori di Hoenn, giustificandosi solo con un -Scusate il ritardo-.
La ragazza era alta e aveva un fisico allenato. I lunghi capelli neri erano in quel momento spettinati dal volo e gli occhi verde smeraldo mostravano uno sguardo determinato. La cosa che saltava subito all'occhio del suo viso era però la cicatrice sul labbro, che glie lo spaccava con un taglio netto. Indossava una maglia a maniche corte bianca, un paio di jeans allacciati con una cintura avente una A come fibbia e delle scarpe bianche adatte a correre.
-Ehm... tu saresti?- chiese il presentatore, infastidito dal fatto che una ragazzina interrompesse uno dei momenti più importanti del torneo.
-Elena Auditore da Ciclamipoli- rispose lei fieramente, nonostante non fosse esattamente nella condizione di mostrare fierezza.
Chris lanciò un'occhiata a Jack e non si sorprese nel trovarlo livido di rabbia. Non lo biasimava di certo, nonostante fosse un ragazzo molto tranquillo e mite dubitava che il fatto che una ragazzina mettesse in imbarazzo la sua regione arrivando in ritardo strepitoso ad un importante torneo interregionale lo avrebbe lasciato indifferente.   
-Grazie al suo ritardo quella ragazzina ha tutta l'attenzione del pubblico! Gli spettatori devono guardare me! Quella dannata Elena mi sta rubando la scena!- sbraitò Jack.
Chris scosse la testa e sospirò. Quel ragazzo era davvero incorreggibile.
Come si suol dire, lo spettacolo deve andare avanti. Così fu. 
Nonostante l'interruzione i Campioni fecero il loro discorso come se nulla fosse accaduto. 
-Noi siamo qui per promuovere i valori dell'amicizia e dell'onestà. Sorveglieremo il torneo affinchè gli Allenatori delle nostre regioni rispettino le regole del fair play e che trattino gli avversari come amici, non come rivali. Noi Campioni ci manterremo imparziali durante tutto il torneo, omaggiando equamente i vincitori dei vari incontri a prescindere da dove provengano-.
Mai furono dette parole più false.
Gli unici Campioni imparziali furono i fondatori del Battlefield Tournment, dopo di loro ogni Campione aveva cercato di fare vincere i concorrenti della propria regione con ogni mezzo, anche se non proprio consono alle regole. 
-Che il torneo abbia inizio!-.






Scusate per il ritardo dell'aggiornamento ^^'. Spero che la vostra attesa sia valsa la pena.
Spero inoltre che i vostri OC siano come li avete immaginati voi, anche se alcuni hanno avuto un po' meno spazio di altri rimedierò coi prossimi capitoli.
Alcune piccole precisazioni sugli incontri, che partiranno già dal prossimo capitolo:
-La potenza dei Pokémon sarà coerente col vostro OC. Nel senso che se OC1 viaggia/si allena da un anno solo logicamente avrà una squadra decisamente meno forte di OC2 che viaggia o si allena da cinque anni.
-Gli abbinamenti e i risultati degli scontri saranno casuali, a meno che non servano per approfondire le relazioni tra i personaggi.
Ora diamo i crediti ai creatori degli OC:

Elena Auditore e Jack Grimes sono miei (prima che me lo chiediate, i cognomi sono rispettivamente per omaggiare il protagonista di Assassin's Creed e quello di The Walking Dead).
Vanessa Draggons e Trent Zawel di Thunder_PP_SS_White
Darya Cornelia Spencer e Chris Ivan Fortescue di The_Dragon_Flame
Mei Kukori e Shiori Retasht di Ronnie Stregatto
Marceline Picard e Hades Kastor di Jehanne
Calian Blake di Capricorn_no_Calian
Hoshiko Tanaka di krater
Akaname Fumei di StelladelLeone 
Ryu Hisame di LaKraff44
Ulla Marine Bratheon di Fear
Fuko "Ayano" Samura di all_star
Nils "Nisse" Lundström di Depeep
Lavinia Hamilton di PervincaViola
Philip Evans di f9v5
Ashuros Bleeder di andry_94_hell
Friedrich Douglas di Euphemia
Homura Akagi di sakichan24
Sick Mere "Black Hell" di Dark Legend Trainer
Clair Reverant di The_Visored_Story_Teller
Angelika Silver di _Acchan

P.S. Non garantisco aggiornamenti regolari causa università. Il prossimo non potrà essere prima del 22 novembre a meno di un miracolo.

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Capitolo 3
*** T. N. T. ***


Vi consiglio la lettura del capitolo ascoltando questa canzone: AC/DC - T. N. T.



T.N.T.

Darya non riusciva ancora a crederci. Il ragazzo che non aveva fatto altro che insultare quella mattina era il Campione di Sinnoh.
Quello lì, che aveva l'aria tutt'altro che sveglia, aveva battuto la Lega di un'altra regione. O il Campione precedente era scarso oltre l'immaginabile o più semplicemente ha avuto una gran botta di fortuna, pensò. Ma infondo a lei che importava? Assolutamente nulla.
-Bel discorso, vero Ulla?- disse una voce a lei sconosciuta. 
Si voltò e vide di fronte alla sua compagna una ragazza dall'aria allegra. Le pareva strano che quella ragazza potesse chiacchierare tranquillamente con una dall'aria malinconica come Ulla, ma si dovette ricredere. Quella ragazza ispirava naturale simpatia in chiunque incontrasse. 
La ragazza si accorse dello sguardo di Darya e si presentò anche a lei come Vanessa Draggon, proveniente da Sinnoh.
-Solo per il cognome già mi piaci. Sai, io sono una Domadraghi- disse Darya.
-Davvero?- chiese Vanessa, curiosa. Cominciò a farle altre domande sul come si trovava ad allenare draghi, senza però dimenticarsi di cercare di coinvolgere la rossa nella conversazione con scarsi risultati. Ulla increspò lievemente le labbra: quell'idiota non le dispiaceva proprio.

Jack stava praticamente saltellando, tutto contento. La rabbia per la ragazzina che gli aveva rubato la scena si era naturalmente dissolta quando si era accorto di una cosa: era circondato da donne. Donne a sinistra, a destra, ovunque.
-Amo i tornei interregionali- disse quasi con le lacrime agli occhi per la commozione. 
Diede un'occhiata alle concorrenti, ignorando completamente i maschi. Scoprì che a parte Elena c'era solo un'altra ragazza della sua regione, ma in compenso ce n'erano molte altre nelle altre regioni. Rimase incantato a fissare la fila -o meglio, quella che una volta era stata la fila, dato che ora i vari concorrenti si stavano disperdendo un po' ovunque- di Unima, dove a parte il tipo appariscente col mantello c'erano solo donne. 
-Stai già pensando a che ragazza conquistare ancora prima che inizi il torneo?- chiese Chris, avendo notato lo sguardo avido dell'amico. Al loro fianco, Shiori scese le scale del palco borbottando qualcosa che suonò molto come "animale" ma che gli altri due ignorarono.
-Guarda tu quel fortunato di Hades! É circondato da donne, e che donne! Scommetto che quelle due sono anche maggiorenni...- un dolore intenso alla nuca gli impedì di continuare la frase. Chris, che evidentemente doveva avergli tirato un pugno, gli disse -Non cominciare a fare il Don Giovanni già da ora. Andiamo, che abbiamo un sacco di lavoro da fare-.
Il rosso si massaggiò il punto colpito e vide l'amico dirigersi verso gli allenatori di Sinnoh. Diede una rapida occhiata ai tre Allenatori (una si era momentaneamente allontanata verso il gruppo di Johto) e per poco non gli venne un infarto.
Oh, Arceus, non è possibile!

-Ragazzi io vi giuro che ho provato ad arrivare puntuale! Solo che il tempo è voltato via velocissimo e non mi sono resa conto dell'ora fino a venti minuti fa- tentò di giustificarsi Elena davanti ai suoi compagni di squadra, che però la guardavano torvo.
Lavinia in particolare dovette sforzarsi molto per non urlarle contro epiteti decisamente poco femminili. Che diamine, sapeva di partecipare ad un importante evento nazionale! Avrebbe potuto almeno degnarsi di tenere d'occhio l'orologio per una volta!
Si contenne e invece di urlare contro la sua compagna si stampò in faccia un sorriso falso, col quale disse calcando con ironia -Non avevamo dubbi-.
-Ragazze, suvvia, cercate di non inimicarvi già da ora. Gareggiamo per la stessa regione, non ha senso farci la guerra tra di noi- intervenne prontamente Ashuros a stroncare sul nascere la lite. 
-Già la tua entrata in scena ha dato una brutta impressione di Hoenn, cerchiamo almeno di sembrare un gruppo affiatato- disse Philip, sorprendendo i due che lo conoscevano già. Aveva passato tutto il tempo in silenzio da quando si era presentato a loro non aveva più aperto bocca.
Il ragazzo però interpretò diversamente la sorpresa dei compagni.
Ecco, ho detto una stupidaggine, pensò.
Elena lo guardò con interesse e gli chiese -Ehm, tu sei...?-.
-Philip-.
-Posso chiamarti Phil?-.
Il ragazzo la guardò freddamente. Perchè tutta quella confidenza?
-Assolutamente no!-.
-Dai, Phil, perchè no?- insistette la ragazza.
Philip sospirò, esasperato.
Lo aspettavano delle lunghe settimane.

-Ragazzi, tra poco cominceranno le eliminatorie. Sarete divisi in quattro gironi di cui un concorrente non potrà accedere alla fase successiva del torneo. Ogni vostra vittoria si aggiungerà anche al punteggio complessivo della regione, per cui mi auguro che passiate tutti e quattro. Gli abbinamenti dei gironi sono generati casualmente dal computer mentre per questioni di correttezza il sorteggio dei sedici che passeranno il turno sarà fatto pubblicamente. Non posso dirvi con certezza qualcosa riguardo come affrontare gli incontri eliminatori perchè cambiano modalità ogni anno. Domande?-.
Probabilmente se Trent avesse parlato con un lampione avrebbe ricevuto più attenzione.
Hoshiko aveva fatto uscire Eevee dalla Pokéball appena era terminato il Discorso e aveva cominciato ad accarezzarlo e a dedicargli le dovute attenzioni. Ryu e Akaname invece si stavano sibilando insulti e augurando la sfortuna a vicenda. Molto probabilmente se non fosse stato per l'intervento tempestivo di Cailan, frappostosi tra i due ricordando loro che quella non era esattamente l'occasione per comportarsi da bambini, sarebbero giunti alle mani.
Il neo Campione sospirò. Il suo predecessore gli aveva parlato della difficoltà di organizzare un torneo interregionale ma aveva sempre creduto che stesse esagerando. Invece gestire dei giovani Allenatori, specie se poco più giovani di lui, si stava rivelando un'impresa non da poco. 
Si guardò intorno e notò con sollievo che anche gli altri Campioni stavano affrontando all'incirca le stesse difficoltà. 
Fece per voltarsi e tornare a parlrare con gli Allenatori di Kanto ma non si accorse della persona che gli stava passando accanto, col risultato che gli andò a sbattere contro.
-Scusa- disse subito mortificato, notando essere andato a sbattere contro una ragazza piuttosto carina, che però era riuscita a non perdere l'equilibrio aggrappandosi al suo braccio.
Gli occhi viola di lei lo guardarono come incantati.
-Scuse accettate- disse, con un sorriso che contagiò anche Trent.
-Vanessa! Noi di Sinnoh siamo di qua!- la chiamò Chris.
-Spero che ci rivedremo- gli disse lei lasciandogli andare il braccio e dirigendosi verso il gruppo della propria regione. 
Trent rimase a fissarla anche dopo che si fu allontanata.
-Lo spero tanto anche io- sussurrò.

Shiori sbuffò. Ad eccezione della Domadraghi nessuno degli Allenatori di Johto aveva dato segno di avere ascoltato anche una sola parola di quanto aveva detto. 
Quella che sembrava una bambola era rimasta per tutto il tempo a fissarla con aria malinconica, uno sguardo che le faceva venire ansia.
Invece l'altra ragazza e il biondo alto erano rimasti per i fatti loro a chiacchierare, non curandosi minimamente del resto.
Guardò l'orologio e vide che mancavano soli cinque minuti al sorteggio delle eliminatorie. 
-Allora, non siete obbligati ad assistere agli incontri altrui, ma vi sarei grata se assistesse agli incontri dei vostri compagni. Chiaro?-.
Calcò l'ultima parola con ira. L'anno prima i concorrenti di Johto si erano presi subito in antipatia a vicenda ed erano cominciate rivalità interne, col risultato che avevano fatto fare probabilmente la figura peggiore alla regione in tutta la storia del Battlefield Tournment. Non sarebbe capitato di nuovo.
Se succede di nuovo giuro che nessuno di loro tornerà a casa vivo, pensò Shiori mentre cercava di sorridere in modo tirato ai suoi giovani adepti.

Un prolungato squillo di trombe da stadio annunciò che era giunto il momento del sorteggio. 
Due maxischermi, situati dalle parti opposte dello stadio, da spenti si attivarono mostrando una scia di codici scorrere dall'alto verso il basso. 
In alto venne generata la scritta "Grirone A:" e i concorrenti rimasero col fiato sospeso, emozionati al pensiero di potere disputare l'incontro di apertura del torneo.
Nello spazio immediatamente sottostante, una fila orizzontale di codici diede si tramutò in lettere.
Clair Reverant, Vanessa Draggons, Elena Auditore, Hoshiko Tanaka, Ryu Hisame.

Clair sentiva come se stesse per scoppiare dall'entusiarmo. Toccava a lei l'onore di aprire il torneo! 
Guardò Lucario e vide la sua stessa decisione riflessa negli occhi del Pokémon. 
Avrebbe dato al pubblico un inizio col botto.

Girone B:
Nils Lundström, Akaname Fumei, Philip Evans, Marceline Picard, Friedrich Douglas.


Akaname imprecò. 
Sarebbe voluta capitare nello stesso girone di Hisame per dare finalmente una lezione a quell'idiota con cui stava litigando da quando era giunta all'isola di Battlefield. Se fosse passato, glie le avrebbe date al turno successivo.
Si accorse però che un nome di quella lista le era familiare. 
Si voltò verso la fila di Sinnoh, dove l'oggetto del suo pensiero stava sorridendo sicuro di sè.
Mr. Perfettino, vedrai cosa sa fare una frivola donzelletta!

Girone C:
Mei Kuroki, Angelika Silver, Darya Spencer, Lavinia Hamilton, Homura Akagi.


Mei sospirò. Le sarebbe piaciuto non capitare nello stesso girone di una sua compagna, ma purtroppo c'era dentro e avrebbe combattuto al massimo delle sue capacità per farcela. 
Sorrise, il fatto che fosse stata sorteggiata nel terzo girone aveva i suoi vantaggi. Chissà se nell'attesa per il suo turno sarebbe riuscita a finire il libro.

Girone D:
Ashuros Bleeder, Cailan Blake, Sick Mere, Ulla Bratheon, Fuko Samura.


-AYANO! IL MIO NOME É AYANO! PERCHÉ VI OSTINATE TUTTI A CHIAMARMI FUKO?!- urlò la ragazza, per poi essere zittita da Shiori che tempestivamente giunse alle sue spalle e le portò una mano alla bocca. 
Fantastico, non abbiamo ancora cominciato e siamo già la seconda regione a fare figuracce dopo Hoenn, pensò la Campionessa.
Guardò la fila di Unima, popolata da Allenatori seri e che sapevano contenere le proprie emozioni. Perchè non erano capitati a lei Allenatori così?!
-Fai un'altra scenata del genere e ti giuro che stanotte non dormirai a causa del Mangiasogni del mio Gengar. Capito?- sussurrò all'orecchio della giovane Allenatrice.
Sì, ho capito che sei psicopatica!, pensò Ayano guradandosi però bene dal ripeterlo ad alta voce.
Shiori la lasciò andare mentre in quel momento il campo veniva sgomberato dagli Allenatori, i quali per la maggior parte si riversarono verso gli spalti. 
La prima fila, riservata ai concorrenti delle varie regioni, era separata dal resto degli spalti con una doppia rete. Questa precauzione era stata resa necessaria quando, sette anni prima, il pubblico aveva invaso il campo di battaglia sostenendo che la vittoria era stata immeritata. Era scoppiata una lite tra spettatori e Allenatori, conclusasi con un centinaio di persone finite all'ospedale. Da allora si era cercato di evitare che il pubblico venisse direttamente a contatto con i concorrenti del torneo.
I Campioni invece si disposero ordinatamente lungo il muro che separava il campo dagli spalti, garanti della correttezza degli incontri.
Il presentatore arrivò al centro del campo con in mano un microfono e due bandiere, una rossa e una verde.
-Come ben sapete gli incontri dei gironi eliminatori cambiano regole ogni anno. Quest'anno si è deciso che ogni girone avrà un proprio regolamento indipendente dagli altri, perchè gli organizzatori ritengono che un bravo Allenatore debba saper affrontare con i suoi compagni ogni tipo di situazione-.
Un'ondata di perplessità invase i concorrenti. Che intendeva esattamente con "ogni tipo di situazione"?
-Nel girone A si effettueranno incontri in doppio, i cui Pokémon saranno scelti casualmente dal computer. Sono vietate le sostituzioni-.

Clair si allacciò la fascia verde al braccio e attese di venire chiamata per il suo turno.
Era stata condotta ai lati degli spalti, dove aveva poi disceso una rampa di scale per ritrovarsi in una stanza simile -se non identica- alla S05. Le era stato detto semplicemente di aspettare finchè non l'avessero chiamata e allora avrebbe dovuto varcare la porta davanti a sè.
Era un po' nervosa, per cui cercò di scaricare la tensione andando avanti e indietro per la stanza.
-Stai tranquilla- le disse Lucario. 
Il suo amico aveva la facoltà di percepire le auree, e stando a stretto contatto con lei aveva imparato a esprimersi con un linguaggio umano. Essendo però di natura taciturna, lo faceva solo se strettamente necessario o se l'Allenatrice aveva bisogno di consiglio durante le lotte.
Clair provò a calmarsi facendo dei respiri profondi, ma in quel momento sentì la voce amplificata del presentatore urlare -Che entrino in campo le prime sfidanti di questa edizione del Battlefield Tournment! Clair Reverant, diciotto anni, concorrente di Unima e Vanessa Draggon, diciassette anni, per la parte di Sinnoh!-.
La ragazza prese il coraggio a due mani e attraversò la porta metallica, che al suo passaggio si abbassò fino a scomparire nel pavimento. Fece un passo avanti e vide la folla urlante attorno a sè, mentre davanti a sè la sua avversaria sembrava tesa almeno quanto lei. 
Prese posizione sulla pedana assegnatale, mentre l'altra faceva lo stesso. 
I maxischermi trasmettevano le immagini dei volti delle due concorrenti con di fianco due Pokéball caduna. Al posto delle sfere dopo pochi secondi apparvero le immagini dei Pokémon che ognuna avrebbe dovuto mandare in campo.
Vanessa prese due Pokéball e le baciò entrambe prima di lanciarle in campo urlando -Andate Scintilla e Flora!-.
Davanti a sè si materializzarono una Flaaffy e una Lilligant, pronte a fronteggiare il Milotic e il Leafeon avversari.
Clair digrignò i denti. La combinazione di tipi era a suo svantaggio.
-Non conta solo il tipo in una lotta, un bravo stratega sa vincere nonostante sia svantaggiato- le disse Lucario.
-Aspetta, quel Lucario sa parlare?! É fighissimo!- urlò Vanessa, allegra.
Dagli spalti Ryu si avvicinò al punto del muro dove, sotto di lui, stava appoggiato Trent e gli chiese -Scusa, ma se quel Pokémon desse consigli sulla lotta non sarebbe contro il regolamento?-.
-Teoricamente no- gli rispose il Campione, alzando il capo per guardarlo negli occhi. -Il regolamento proibisce qualsiasi aiuto esterno, ma quel Lucario fa parte della sua squadra di Pokémon. Quindi è tutto regolare-.
Friedrich, al limite dell'indignazione, dopo aver sentito quelle parole si sporse dal muretto urlando -Vili popolani! Aspettate solo che mio padre venga a conoscenza delle iniquità ch'io son forzato a soffrire!-.
Darya gli tirò un portentoso pugno in testa, infastidita dal baccano.
-Smettila! Voglio seguire l'incontro- gli disse non poco irritata.
Le due avversarie infatti, ignorando qualsiasi cosa accadesse fuori dal campo di battaglia, avevano cominciato la sfida.
Flaaffy aveva attaccato con un Tuono, mentre Milotic aveva respinto l'attacco con Idropompa. La collisione dei due attacchi aveva generato un'esplosione tale da fare arretrare gli avversari.
-Leafeon, foglielama!- ordinò Clair, sperando di approfittare ancora del polverone generato dall'esplosione. Ma la sua avversaria non si fece trovare impreparata.
-Flora, usa Protezione!-.
La polvere si diradò, mostrando i Pokémon di Vanessa illesi.
-Scintilla, Breccia! Flora, Energipalla!-.
-Schivate!- ordinò Clair.
Milotic e Leafeon si mossero in fretta, ma il primo venne colpito dall'Energipalla nemica. Si rialzò, ma l'Allenatrice vide che i danni subiti non erano affatto indifferenti. Improvvisamente ebbe un'idea, folle e rischiosa. 
-Leafeon, Attacco Rapido contro Flaaffy!-.
L'attacco andò a segno e la pecora rosa andò a sbattere contro la compagna. Era proprio ciò che Clair aspettava.
-Milotic, Tornado!-.
Un vortice d'aria avvolse i Pokémon avversari, intrappolandoli e ferendoli al contempo.
-Oh diamine...- sussurrò Vanessa.
L'avversaria non perse tempo.
-Milotic, Idrondata-.
Una terribile onda si infranse su Flaaffy, facendola andare K.O.. 
-Spaccaroccia- ordinò Clair a Leafeon, mandando al tappeto anche il secondo Pokémon dell'avversaria.
Il presentatore alzò la bandiera verde verso il lato di Clair.
-I Pokémon di Vanessa non sono più in grado di combattere. Clair Reverant è la prima vincitrice di questa edizione del Battlefield Tournment!-.








Scusate, non mi faccio viva da un mese e mezzo e pubblico un capitolo corto in cui succede poco.
Queste ultime settimane sono state abbastanza piene, con l'aggiunta delle lezioni obbligatorie, e sono stata anche costretta a tagliare il capitolo.
I motivi per cui ho deciso di chiudere qui sono essenzialmente due:
1- non ho mai descritto lotte Pokémon e vorrei avere una vostra opinione su come migliorarle;
2- volevo chiedervi se secondo voi non fosse meglio fare tutti gli incontri di un girone e poi quelli successivi (prima tutti gli incontri di quello A, poi quello B...) oppure un incontro per ogni girone (uno A, uno B, uno C, uno D e da capo) per variare un po'.
Avviso tutti di non preoccuparvi se il vostro OC non passerà il turno, anche i 4 eliminati avranno il loro momento di gloria.
Alla prossima

Alexiel94

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Capitolo 4
*** I primi incontri ***


I primi incontri


Akaname lasciò in fretta la tribuna dei concorrenti. Aveva passato tutto il tempo in cui era durato l'incontro ad affermare con sicurezza che Vanessa ne sarebbe risultata vincitrice, mentre quell'idiota di Hisame asseriva il contrario. Non era rimasta nemmeno ad assistere all'ultimo attacco di Clair, troppo scocciata al pensiero di dover dare ragione all'antipatico ragazzo. Andando un po' a caso per i corridoi si ritrovò in un piccolo bar, dove ad un tavolo una ragazza era intenta a mangiare una brioche. Akaname la riconobbe: era la ragazza di Hoenn arrivata in ritardo. 
-Non assisti agli incontri?- le chiese sedendosi di fronte a lei.
Elena alzò lo sguardo verso la sua interlocutrice.
-Stamattina non ho fatto colazione per venire qua in tempo- a questa affermazione la ragazza di Kanto dovette reprimere una risata -per cui ora sto morendo di fame. E poi scommetto che la ragazza di Sinnoh avrà vinto-.
-Questa è la prima vittoria per la regione di Unima!- urlò la voce amplificata del presentatore.
-Non ho scommesso nulla- si difese subito.
Ad Akaname era simpatica: la trovava divertente. Si presentò a lei e conversarono per pochi minuti, fino a quando il presentatore non annunciò che stava per cominciare il secondo incontro. Allora le ragazze si alzarono e tornarono alla loro postazione chiacchierando tra loro del più e del meno. 

Quando Vanessa tornò sugli spalti, un po' giù di morale per la sconfitta, venne accolta da una sorridente Darya. 
-Non abbatterti! Anche se hai perso secondo me hai un grande potenziale- le disse la Domadraghi.
Vanessa sorrise, contenta di aver trovato un'amica come lei. Si ricordò allora che non le aveva ancora detto una cosa, dato che era stata subito chiamata per disputare l'incontro. 
-Darya, prima ho incontrato un ragazzo bellissimo! Indovina chi è?-.
A pochi metri da loro invece, una Clair sorridente stava battendo il cinque con Angelika, che non la finiva più di farle i complimenti. Mei si congratulò con la compagna per la sua vittoria in modo molto più pacato e anche Black Hell accennò un sorriso alla ragazza. La loro attenzione venne però attratta dal maxischermo di fronte a loro, su cui erano segnati i nomi delle cinque regioni disposti in verticale e di fianco uno zero a tutte, eccetto Unima che aveva di fianco un tre.
-Ogni vittoria vale tre punti per la propria regione, quindi al momento Unima è in vantaggio su tutte le altre- spiegò il presentatore. 
I tifosi della regione applaudirono e urlarono, mentre i concorrenti si godettero il momentaneo vantaggio.
-Bando alle ciance! Proseguiamo con il secondo incontro del torneo. Stavolta tocca ai concorrenti del girone B!-.
I maxischermi mostrarono subito i nomi dei due avversari, cogliendoli un po' alla sprovvista: non si aspettavano che gli incontri fossero a gironi alternati. Ciò però non impedì loro di andare nelle stanze riservate loro con aria fiera.
-In questo girone si svolgeranno degli incontri in singolo. Le sostituzioni saranno permesse perchè sarà il luogo a cambiare ogni tre minuti. Il primo Pokémon ad andare K.O. segnerà la sconfitta del suo allenatore-.

-Che entrino in campo Marceline Picard, diciassette anni proveniente da Sinnoh e Philip Evans, diciassette anni, concorrente della regione di Hoenn!-.
Marceline fece la sua entrata con incedere sicuro verso la postazione a lei assegnata. Diede un'occhiata al pubblico e vide che era al centro dell'attenzione di gran parte degli spettatori maschili. Sorrise, autocompiacendosi per la propria bellezza. 
Raggiunse la postazione a lei riservata mentre anche l'avversario faceva lo stesso. 
-Forza Phil!- giunse un urlo dal pubblico. 
Philip si battè la mano sulla fronte, esasperato. Non aveva bisogno di voltarsi per sapere che era stata Elena a urlare l'incoraggiamento. Non gli piaceva affatto che la ragazza si prendesse tutta quella confidenza con lui, tantomeno che lo mettesse in imbarazzo davanti a tutto lo stadio urlando come una dannata.
E pensare che è solo il primo giorno...
Il pavimento del campo si aprì e si ritirò lentamente ai lati, lasciando come luogo delle rocce parzialmente immerse nella lava.
Philip non aveva Pokémon di fuoco, per cui mandò quello che sarebbe risultato meno svantaggiato in quel luogo.
-Vai, Garchomp-.
Il suo compagno si materializzò su una delle rocce e ringhiò con fare aggressivo verso il Rapidash avversario. 
-Solarraggio- ordinò la ragazza. 
-Protezione!-.
L'impatto fu potente, ma il Pokémon di Philip ne uscì illeso.
-Dragartigli-.
Garchomp scattò in avanti, ma l'avversario evitò agilmente l'attacco saltando su un'altra roccia. Sotto ordine di Marceline, scagliò un nuovo Solarraggio che stvolta andò a segno. 
-Stai bene?- chiese Philip un po' preoccupato.
Scoprì però che le sue preoccupazioni erano infondate, in quanto ricevette come risposta un ruggito carico di rabbia. 
-Dragobolide-.
Garchomp sparò dalla bocca un raggio a forma di drago che Rapidash non riuscì a schivare.
Marceline imprecò sottovoce vedendo il proprio Pokémon a terra, che faticava a rialzarsi. Philip si preparò a lanciare l'attacco definitivo, ma in quel momento ci fu lo squillo di una tromba da stadio. Ancora prima di rendersi conto di quanto stava succedendo la pedana improvvisamente venne sbalzata verso l'alto, facendogli rischiare di perdere l'equilibrio. Si fermò altrettanto improvvisamente una volta raggiunti i trenta metri di altezza, lasciando perplesso lui quanto la sua avversaria. 
Marceline comprese e non potè fare a meno di ghigare: il loro nuovo luogo era il cielo e in questo campo non aveva eguali. La fortuna era dalla sua parte. Fece rientrare Rapidash e mandò in campo Bessie, la sua amata Dragonite. 
Philip guardò il suo compagno, affaticato dall'ultimo attacco. Non era sicuro che avrebbe retto l'incontro con una Dragonite nel pieno delle forze. Richiamò Garchomp e mandò in campo l'unico Pokémon in grado di competere in volo col drago avversario.
La ragazza scoppiò a ridere.
-Tu hai seriamente intenzione di sfidare la mia Dragonite con un Pidove?-.
Anche il Pokémon guardò l'Allenatore con fare dubbioso.
-Fidati di me. Possiamo farcela- disse Philip.
Sugli spalti anche i compagni di squadra del ragazzo di Hoenn erano rimasti allibiti dalla sua scelta.
-Phil, ma cosa diavolo stai facendo?!- disse Elena.
-Si sta scavando la fossa da solo!- aggiunse Lavinia.
Ashuros non disse nulla. Considerava una follia la scelta di Philip, ma non voleva avventarsi in giudizi affrettati. Per giustificare una simile mossa doveva per forza avere un piano ed era curioso di conoscerlo.
-Pidove, Tossina!-.
Il Pokémon volante sputò degli aghi intrisi di veleno, che l'avversario evitò con non poche difficoltà.
Marceline digrignò i denti. Meglio chiudere subito l'incontro prima che quel piccione potesse fare danni.
-Bessie, Oltraggio!-. 
-Pidove, vola più in alto che puoi ed evita tutti gli attacchi!-.
La Dragonite lanciò il suo attacco, ma Pidove seguendo le direttive del suo allenatore era volata in alto, evitando l'attacco. Questo però proseguì altre tre volte, che il piccolo volatile riuscì a evitare grazie alla sua scarsa mole che gli permise di muoversi agilmente. Finito l'attacco rimasero una Dragonite affaticata e confusa e una Marceline fumante di rabbia. 
-Attacco Rapido- ordinò Philip, dando vita all'idea che era appena balenata nella sua mente. 
Pidove attaccò Bessie, che come il ragazzo si aspettava, cercò di raggiungere a sua volta il Pokémon volante a sua volta per attaccarlo fisicamente. 
-Evita-. 
Grazie alla velocità aumentata dall'attacco, Pidove riuscì a spostarsi prima di essere colpita dal pugno della Dragonite.
-Usa ancora Attacco Rapido, stavolta però in picchiata verso il suolo!-.
-Bessie, non seguirla!- urlò Marceline, ma il suo Pokémon era troppo confuso per darle retta.
Pidove, colte le intenzioni del suo Allenatore, si diresse verso il basso a forte velocità, imitata subito da Dragonite. Quest'ultimo però non ci mise molto a raggiungerla, dato che mancavano ancora almeno quindici metri per arrivare a terra.
-Ancora Attacco Rapido!-. 
Pidove aumentò ancora la velocità ma allora avvenne un avvenimento inaspettato. Il suo corpo s'illuminò completamente di bianco e cambiò forma sino a mostrare un Pokémon uccello diverso da prima.
Philip era interdetto e senza parole. Pidove si era appena evoluta in Tranquill!
Il Pokémon volante ora non ebbe troppe difficoltà a seminare Dragonite, che a sua volta accelerò. 
-Fermati!- urlò Marceline, rimanendo inascoltata dal suo Pokémon. 
A meno di un metro da terra Tranquill con un potente colpo d'ali riuscì a scansarsi all'ultimo momento, mentre questa impresa non riuscì alla confusa Bessie, che si schiantò rovinosamente al suolo. Quando il polverone causato dalla caduta si diradò mostrò la Dragonite esausta. Il presentatore alzò la bandiera rossa verso il lato di Philip. 
-Dragonite non è più in grado di combattere. Vince l'incontro Philip Evans!-.

Marceline lasciò il campo furibonda e lasciò che l'avversario la precedesse nel corridoio che conduceva verso gli spalti. Appena si assicurò di essere sola urlò -Maledizione!-. Tirò un calcio contro il muro per sfogare la frustrazione, ma servì a ben poco. 
-Come ho potuto perdere perchè l'ho sottovalutato?! Solo i principianti fanno questi errori! Diamine! Cazzo, eppure sono ad un livello nettamente superiore! Non posso credere che quell'incapace mi abbia sconfitta! Non lo accetto, porca...-.
-Bonjour finesse- la interruppe una voce maschile alle sue spalle.
La ragazza imprecò; non solo qualcuno l'aveva vista nel suo momento d'isteria, ma quella voce le era tremendamente familiare. Si voltò e vide davanti a sè il Campione di Hoenn, che le sorrideva in modo abbastanza forzato.
-Che vuoi?- chiese freddamente, come se la scenata di poco prima non fosse mai esistita. 
Il ragazzo non parlò subito, temporeggiò giocherellando con l'elsa della spada. Quando finalmente - con gioia della scarsa pazienza di Marceline - si decise a parlare lo fece in tono piuttosto nervoso.
-Ti dispiacerebbe non fare parola con nessuno di ciò che è successo stanotte?-.
La ragazza inarcò un soppracciglio, sorpresa da quella richiesta.
-Sei fidanzato?-.
-No, ma c'è una...-.
-Caro, non ti ho chiesto di raccontarmi la storia della tua vita- lo interruppe Marceline. 
Per un attimo aveva creduto che quel ragazzo avesse voluto parlare con lei di qualcosa di serio, non di certo quella stupida richiesta. 
Un po' se ne rammaricò, raccontare di essere stata con un Campione l'avrebbe resa oggetto dell'invidia di gran parte delle ragazze che conosceva - e molto probabilmente anche del pubblico. Dall'altra però non le importava molto, era solo un ragazzo e lei poteva averne quanti ne voleva. 
Se ne andò piantando in asso Jack senza dirgli altro.

-Sei stato grandioso Phil!-.
-Non abbiamo dubitato neanche per un secondo delle tue scelte-.
Ayano guardò le ragazze di Hoenn complimentarsi col compagno, che si schermì dalle loro parole. Riusciva a vedere però un sorriso compiaciuto sul volto del ragazzo.
Si voltò verso Nils, che stava seduto compostamente sul posto a lui assegnato. 
La maggiorparte degli Allenatori seguiva gli incontri in piedi soprattutto per avere la possibilità di avvicinarsi di più al campo di battaglia ed eventualmente scambiare qualche parola con i Campioni, ma il biondo stava più separato dalla massa rispetto agli altri. Non era freddo però, anzi rispondeva cortesemente e si comportava da galante con chiunque.
-Hei Nisse- lo chiamò Ayano -secondo te il ragazzo di Hoenn ha vito di fortuna l'incontro?-.
Il ragazzo si alzò e si portò di fianco a lei prima di risponderle.
-Certamente la buona sorte lo ha favorito, ma credo che la sua tattica sarebbe riuscita egregiamente anche se Pidove non si fosse evoluto. Aveva intuito che essendo piccolo avrebbe potuto muoversi più agilmente di un enorme Dragonite ed è riuscito ad escogitare una tattica vincente. É un avversario da tenere d'occhio. Tu che mi dici, Fuko?-.
La ragazza storse il naso sentendosi chiamare in quel modo.
-Non mi piace il mio nome. Mi faccio chiamare Ayano perchè lo trovo più adatto a me-.
Nils la guardò un po' sorpreso, mai gli era capitato di incontrare qualcuno così stufo del proprio nome da crearsene un altro. Quella ragazza era decisamente strana.
-Il girone C ha le stesse regole del girone A, ma stavolta le lotte avverranno in singolo!- urlò il presentatore, per poi lasciare spazio al sorteggio. Il risultato infastidì non poco Ayano.
-Ancora! C'è già stato una sfida Sinnoh contro Unima, noi vogliamo vedere qualcuno di Johto!-.
Aveva intenzione di aggiungere altro, ma si accorse che Shiori era appoggiata contro il muro esattamente sotto di lei e in quel momento la guardava con un ghigno che non prometteva nulla di buono, così si costrinse a interrompere l'invettiva e ad assistere impazientemente all'incontro.

Homura stava giungendo alla postazione sotto l'incitamento dei compagni e dei tifosi quando venne presentato.
-Angelika Silver, sedici anni concorrente per la regione di Unima affronterà Homura Akagi, diciassette anni, di Sinnoh!-.
Gli avversari presero posto l'uno di fronte all'altra, guardando gli schermi che avrebbero decretato con quale Pokémon avrebbero dovuto affrontare l'avversario. Appena le Pokéball disegnate di fianco ai volti dei concorrenti assunsero la forma del Pokémon i giovani non esitarono a mandare in campo i propri compagni.
-Vai Umbreon- fu la ragazza a mandare per primo il Pokémon, che soffiò irritato in direzione del Castform avversario. 
-Giornodisole- ordinò il ragazzo.
I raggi solari si intensificarono, facendo salire la temperatura dell'area circostante il campo e cambiare forma a Castform, che ora somigliava a un piccolo sole. 
-Palla Clima!-.
-Neropulsar!- ordinò Angelika.
I due attacchi si scontrarono, generando un'esplosione. La ragazza non perse tempo, sperando di cogliere in contropiede l'avversario.
-Umbreon, Garanzia-.
Il Pokémon di tipo buio si lanciò in avanti, arrivando a colpire l'avversario con un potente colpo di zampa. Clastform rotolò per diversi metri, ma rispose quasi subito all'attacco con un'altra Palla Clima. Questa volta l'attacco del Pokémon di Homura andò a segno, mandando a terra Umbreon.
-Rivincita!- urlò la ragazza appena il Pokémon si rialzò.
Umbreon non fece in tempo ad avvicinarsi che dovette subito balzare di lato per evitare il nuovo attacco di Castform.
-Grandine- ordinò Homura.
Sopra al campo si addensarono nere nubi temporalesche, dalle quali discesero chicchi di ghiaccio che ferivano l'Umbreon. Castform cambiò nuovamente forma, finendo col somigliare ad una piccola nuovola di neve.
Angelika digrignò i denti: lo shock termico era stato tale da disorientare Umbreon e come se non bastasse ora era flagellato dal ghiaccio. Se voleva vincere doveva chiudere l'incontro in fretta. 
-Palla Clima- ordinò il ragazzo.
Castform materializzò una palla di ghiaccio tra le mani, pronto a colpire l'avversario. Appena la rilasciò Angelika gridò -Evitala e usa Malosguardo!-.
Umbreon balzò agilmente via dal punto in cui andò a schiantarsi l'attacco e i suoi occhi si illuminarono di rosso, immobilizzando il Pokémon Clima. 
-Garanzia, e subito dopo Neropulsar!-.
-Castform, cerca di evitare- fu il disperato ordine di Homura.
Il suo Pokémon purtroppo non potè eseguire, col risultato che venne colpito da entrambi gli attacchi e finì al tappeto.
Il presentatore alzò la bandiera verde, annunciando la vittoria della ragazza di Unima.

-Ed ecco che Unima torna in vantaggio- constatò Cailan.
Con sua somma gioia Ryu e Akaname avevano deciso di socializzare con altre persone oltre la loro regione, col risultato che non correva il rischio di venire coinvolto nelle loro liti. 
Sospirò: finalmente un attimo di pace. Si era volutamente allontanato dagli altri concorrenti per goderne il più possibile, ma si accorse di avere di fianco qualcuno solo quando udì un flebile sussurro.
-Ci sta andando davvero bene-.
Si voltò e vide di fianco a sè una delle ragazze di Unima, quella coi capelli metà neri e metà rossi. 
-Due vittorie su due incontri, meglio di così non può andarvi- le disse.
Mei sobbalzò. Non credeva che il ragazzo l'avesse sentita. Si scambiarono un paio di opinioni e commenti sugli incontri e si presentarono, tornando poi nel loro rispettivo silenzio.
-Par ch'oggi la malasorte sia impuntata su di noi. Oh noi tapini!- disse una voce alle loro spalle. 
Fra di loro si frappose un ragazzo di Sinnoh, che si lamentava dell'incontro del compagno.
-Fia mio l'oner di rendere gloria alla mia regione! Codesti popolani soccomberanno alla mia abilità!- continuò.
I due che stavano parlando prima si guardarono negli occhi e compresero di avere in comune una cosa: entrambi avevano preso in antipatia il nuovo arrivato.

Black Hell entrò nella stanza a lui destinata, dove un addetto all'organizzazione gli porse sei Pokéball completamente nere con una T gialla disegnata al centro. Gli chiese di trasferire i suoi Pokémon lì dentro e in risposta allo sguardo torvo del ragazzo aggiunse -É solo per la durata dell'incontro-.
Ancora un po' titubante eseguì l'ordine. Varcò la porta d'acciaio e si presentò sul campo di battaglia di fronte al suo avversario, Ashuros Bleeder da Hoenn.
-In questo girone i Pokémon cobattenti verranno scelti casualmente ogni tre minuti!- spiegò il presentatore. 
I due diciannovenni si scrutarono torvo, cercando di decifrare le emozioni dell'avversario.
Improvvisamente una delle Pokéball da ogni cintura si aprì, mandando in campo un Eelektross dalla parte di Ashuros e un Hydreigon per quella di Black Hell.  
-Tuononda!- ordinò il ragazzo di Hoenn.
-Evitalo e rispondi con Dragopulsar- fu la rapida risposta del rosso.
Hydreigon schivò l'attacco paralizzante ed eseguì l'ordine del padrone, ma l'Eelektross avversario fu abbastanza veloce da evitarlo.
Entrambi i ragazzi sorrisero: finalmente avevano incontrato un avversario degno.
-Tossina!- disse Ashuros.
Hydreigon evitò l'attacco e il ragazzo di Hoenn approfittò del frangente per ordinare un Assorbipugno che andò a segno. Il drago non ne uscì molto danneggiato e si preparò al contrattacco.
-Tripletta!-.
Spalancò le tre bocche facendo uscire tre raggi di tipo fuoco, ghiaccio e fulmine che colpirono contemporaneamente Eelektross. Faticosamente quest'ultimo si rialzò.
-Neropulsar!- urlò Black Hell, mentre anche Ashuros urlava -Tuono!-.
I due attacchi si scontrarono a mezz'aria sollevando un gran polverone. In quel momento suonò una tromba da stadio e i ragazzi videro una Pokéball richiamare i due combattenti e un'altra aprirsi mandandone in campo altri. Quando il polverone si diradò mostrò in campo Dusknoir e Cofagrigus. 
-Palla Ombra- ordinò il ragazzo di Unima e Cofagrigus eseguì l'attacco, che non andò a segno perchè l'avversario si spostò giusto in tempo.
-Inibitore- rispose il ragazzo di Hoenn. 
Black Hell digrignò i denti. Gli era appena stato interdetto l'attacco che gli sarebbe tornato più utile.
-Pugnodombra-.
Dusknoir colpì il Pokémon avversario, ma il ragazzo di Unima non aveva alcuna intenzione di cedergli una vittoria facile. 
-Fuocofatuo!-.
Confagrigus evocò delle fiamme azzurre, che colpendo l'avversario gli causarono delle scottature evidenti.
Ashuros si lasciò sfuggire mezza imprecazione sottovoce. Nonostante l'avversario fosse in difficoltà riusciva comunque a mettergli i bastoni tra le ruote. Guardò il suo Pokémon, sicuro di dover chiudere l'incontro entro pochi turni se non voleva che andasse K.O. .
-Fuocopugno!-.
L'avversario scartò di lato e il ragazzo di Hoenn sogghignò: era quello che si aspettava.
-Neropulsar alla massima potenza!-.
Dalla distanza ravvicinata stavolta Cofagrigus non riuscì a scostarsi e venne colpito in pieno dal potente attacco di Dusknoir, che essendo anche superefficace lo mandò al tappeto.
-Il vincitore di questo incontro è Ashuros Bleeder, di Hoenn! Ora verrà effettuata un'ora di pausa per concedere ai concorrenti e a voi spettatori di riposarsi e andare a mangiare qualcosa. Gli incontri riprenderanno alle due in punto!-. 
I ragazzi richiamarono entrambi i propri Pokémon e Black Hell si avvicinò all'avversario. Arrivato a meno di un metro da lui gli tese la mano e gli disse -Complimenti per il match-.
L'altro rimase un po' sorpreso dal comportamento del ragazzo di Unima: non aveva spicciato una parola per tutto il tempo passato a viaggiare e ora improvvisamente si complimentava dopo aver combattuto un incontro molto agguerrito. 
Intuendo i pensieri del ragazzo dalla chioma bianca, Black Hell aggiunse -Rivolgo la parola solo a coloro che sono abbastanza abili da sconfiggermi in uno scontro Pokémon. Tu hai appena dimostrato di rientrare in questa stretta cerchia-.
Ashuros sorrise e strinse la mano dell'altro.
-Sei stato un avversario formidabile-.
Cominciarono a chiacchierare tra loro, lasciando il campo ancora parlando delle rispettive battaglie migliori.

Jack stava gongolando e si diresse da Hades con un sorriso che andava da un'orecchio all'altro. 
-Oh, a quanto pare un concorrente della mia regione ha battuto uno della tua!- disse con fare strafottente.
L'altro gli rivolse il suo sorriso viscido e un po' furbo.
-Non devi essere un asso in matematica. Sei consapevole che nonstante questa vittoria entrambe le nostre regioni hanno lo stesso numero di punti?-.
Detto questo se ne andò via, lasciando dietro di sè un Jack fumante di rabbia.
Come osa ignorarmi in quel modo quando lo voglio insultare?! Lo odio, lo odio, lo odio...
-Andiamo a mangiare?- gli chiese Chris.
Il rosso si riprese subito dalla rabbia e si rivolse agli altri due chiedendo -Venite con noi?-.
-Non voglio condividere l'ossigeno del mio stesso locale con te- gli disse freddamente Shiori, per poi lasciare lo stadio.
Trent invece non trovò alcuna scusa per rifiutare e fu letteralmente trascinato insieme agli altri due Campioni. 
-Non fare caso a ciò che dice Retasht, è psicopatica! Inoltre sono così figo che stando anche a due metri da me verrai notato dalle donne, anche se non certo come il sottoscritto. Diciamo che verrai discretamente notato...-
Qualcuno mi salvi!, pensò il povero ventenne.

-Dai, non fare l'asociale e mangia civilmente con noi!- disse Angelika.
Mei, capendo di essere l'oggetto dell'esclamazione della compagna, posò lo sguardo su di lei e le disse -Sto bene così-.
Infatti quest'ultima non era seduta insieme alle compagne a mangiare con loro la sua ciotola di ramen, ma se ne stava accomodata per terra sotto lo sguardo scettico delle altre due ragazze e dei vari clienti del ristorante. 
-Lasciala stare- le disse Clair, per poi prendere una bevanda e versarla in due bicchieri. Ne porse uno ad Angelika e lo sollevò dicendo -Alle nostre vittorie!-.
-Alle nostre vittorie- ripetè l'altra, facendo cozzare i due bicchieri. 
Mei intanto mangiava tranquilla, mettendo da parte le verdure che le capitavano tra le bacchette. Stava giusto pensando a quanto fosse bello mangiare in pace, senza nessuno a disturbarla, quando un urlo dall'altra parte del locale catalizzò l'attenzione.
-MA NON VI VERGOGNATE?!-.
A urlare in quel modo era stata una scandalizzata Vanessa, rivolta ad Elena e Ayano. Queste si guardarono sorprese: dal loro punto di vista non stavano facendo nulla di particolarmente offensivo o inadatto a un luogo pubblico.
Darya, di fianco all'amica, la guardò con fare stranito: la ragazza di Sinnoh aveva passato praticamente tutto il tempo a sorridere e scherzare, non si aspettava di certo di vederla arrabbiata in quel modo per un motivo che le sfuggiva. Ulla invece osservava la scena con fare indifferente.
Vanessa, notando che due contro cui stava inveendo non avevano capito perchè, aggiunse -Non vi vergognate a parlare in quel modo dei vostri genitori?!-.
Elena e Ayano ora capivano cosa l'aveva fatta arrabbiare: poco prima, quando si erano sedute allo stesso tavolo del ristorante, si erano messe a fare conoscienza l'una dell'altra e avevano scoperto entrambe di non avere un rapporto esattamente idilliaco col padre. Allora avevano cominciato una specie di gara a chi insultava di più il proprio. Non che avessero detto qualcosa di particolarmente pesante, erano state su aggettivi come "immaturo", "idiota", "irresponsabile" e "asfissiante" e infatti non capivano come mai la ragazza di Sinnoh se la fosse presa tanto.
Le due ragazze si guardarono, prima di rispondere contemporaneamente -No-.
Questo non fece che aumentare la collera di Vanessa, che stringeva i pugni e aveva il viso rosso dalla rabbia. La sua ira era tale che non riuscì ad esprimerla a parole, ma abbattè un pugno sul tavolo delle due ragazze e se ne andò via senza dire nulla. 
Darya volle seguirla, ma prima disse ad Elena e Ayano -Scusate, non capisco cosa le sia preso-.
La Domadraghi uscì così insieme a Ulla, sperando di riuscire a raggiungere l'amica una volta fuori dal ristorante.
In quel momento arrivarono Akaname e Nils, portando le ordinazioni a nome del quartetto. Si sedettero e la ragazza chiese -Che è successo?-.
-Non lo so, stavo discutendo con Elena su quale dei nostri padri fosse il peggiore e lei si è arrabbiata un casino- spiegò Ayano.
Il quartetto non parlò più dell'episodio e cominciarono a mangiare tranquillamente.

Ryu inserì la banconota nella macchinetta e digitò per tre volte il numero della limonata. Questa fece scendere tre lattine, ma non il resto dovutogli. 
-Stupido aggeggio mangiasoldi!- urlò, per poi tirare un pugno alla macchinetta. Questa fece scendere due monete, che il ragazzo raccolse e una volta prese anche le lattine si diresse verso l'uscita del corridoio che arrivava sugli spalti. Una volta lì vide i suoi due nuovi amici, ai quali offrì la bibita ghiacciata.
-Grazie!- gli disse Lavinia con allegria, mentre Homura accettava silenziosamente la lattina.
-Sei ancora depresso per la sconfitta?- gli chiese la ragazza.
Il ragazzo di Sinnoh non rispose, si limitò a guardare in basso.
-Dai, non è mica la fine del mondo. Hai ancora delle occasioni per riscattarti e hai anche combattuto bene!- aggiunse Ryu.
Homura finalmente sorrise e cominciò a sorseggiare la bevanda. Erano stati i primi concorrenti a tornare allo stadio, nonostante mancasse ancora un quarto d'ora: avevano convenuto fosse inutile gironzolare per l'isola avendo così poco tempo a disposizione e, anche se nessuno dei tre lo aveva ammesso apertamente, erano troppo impazienti di scoprire chi avrebbe combattuto nell'incontro successivo. 
Le tribune pian piano si riempirono di nuovo, cosicchè alle due del pomeriggio lo stadio era gremito come la mattina.
Venne effettuato il secondo sorteggio per il girone A, tra l'eccitazione e l'ansia generale.
-Buona fortuna- dissero Lavinia e Homura.

-Salgano sul palco Ryu Hisame, diciannove anni, concorrente di Kanto e Elena Auditore, sedici anni, proveniente da Hoenn!-.
Jack dovette trattenere una pesante imprecazione quando vide entrare in campo solo il ragazzo di Kanto. Alzò la testa verso l'alto e incrociò lo sguardo degli altri tre concorrenti della sua regione. 
-Qualcuno vadi a chiamare quella dannata Elena prima che io commetta un omicidio!- sibilò.
Già vedeva il sorriso ironico di Hades e il suo sguardo canzonatorio, cosa che non poteva assolutamente reggere.
-Eccomi!- urlò una voce al di sopra di lui.
La ragazza balzò giù dal muretto e corse fino alla postazione a lei assegnata.
Shiori era combattuta: in parte voleva risolvere una sua curiosità, dall'altra il pensiero di dover rivolgere la parola a Grimes per risolverla la bloccava. Alla fine però prevalse la prima, si voltò verso l'odiato collega e chiese -Scusa, quella ragazza è per caso la figlia di Cesare?-.
Nel suo unico occhio scoperto, la ragazza vide la sorpresa e lo smarrimento più totale.
-Cesare chi?-.
-Lascia perdere- borbottò la Campionessa di Johto, tornando a seguire l'incontro.
Elena dalla sua pedana fissava con ansia il maxischermo che avrebbe decretato i Pokémon che avrebbe dovuto usare. Dopo quattro anni di viaggio la sua si poteva considerare una squadra unita eccetto per due elementi, che nonostante le avventure passate non erano mai riusciti a sopportarsi a vicenda...
Sbottò un'imprecazione, dato che il tabellone in quel momento mostrava accanto alla sua foto le immagini di un Jolteon e un Typhlosion. Fu con la morte nel cuore che disse -Andate, Light e Sasuke!-.
L'avversario aveva mandato in campo un Beartic e un Absol, ma quando i Pokémon di Elena si materializzarono sul campo non li degnarono di uno sguardo. Non appena toccarono il suolo si rivolsero uno sguardo truce a vicenda e senza che la ragazza dicesse una parola il Jolteon fece partire un Fulmine contro il compagno, che rispose prontamente con un Lanciafiamme. Il contrasto tra le due mosse generò un fitto polverone, sotto lo sguardo di un allibito Ryu.
-Sorpreso dalla mia strategia?- tentò di arrampicarsi sugli specchi Elena, cercando di nascondere la tensione.
A bordo campo Shiori scosse la testa. Quella ragazzina idota non poteva essere la figlia di Cesare.
-Ragazzi, non potreste accantonare il vostro odio almeno per la durata di questo incontro?!- sussurrò irritata Elena ai suoi Pokémon.
Il suo avversario però non si lasciò sfuggire l'occasione per attaccare.
-Beartic, Frana! Absol, Nottesferza!-.
Le rocce sollevate dal primo Pokémon si diressero verso il polverone, mentre il secondo sparì alla vista. Un successivo guaito fece capire che questi aveva colpito Jolteon.
Quando si diradò Elena vide il suo Pokémon eltettro con lievi danni, mentre Typhlosion era più ansimante del compagno ma anche lui non sembrava essere in una situazione grave.
-Light, usa Tuono su Absol. Sasuke, Fuocobomba su Beartic- ordinò la ragazza.
I Pokémon, con sua gioia, stavolta diressero l'attacco verso gli avversari. Sembravano aver deciso di seguire le direttive della ragazza sulle avversità da mattere da parte dato che fissavano gli avversari e non tentavano di attaccarsi vicendevolmente.
Solo il Fuocobomba andò a segno, mentre Absol grazie alla sua agilità riuscì a schivare l'attacco elettrico. 
-Beartic, ancora Frana su Typhlosion!- ordinò Ryu.
-Fossa!- fu la controffensiva della ragazza.
Il Pokémon di fuoco si rifugiò sottoterra mentre i massi raggiungevano il punto in cui si trovava prima.
-Light usa Attacco Rapido per avvicinarti ad Absol e poi vai con Acciaiartigli!-.
-Absol, usa Divinazione!-.
Jolteon aumentò la propria velocità per raggiungere l'avversario, salvo poi attaccarlo con gli artigli. Absol non riuscì a evitarlo e venne colpito, senza però riportare danni degni di nota. 
-Fulmine!- tentò ancora Elena. 
-Absol, evita!- urlò Ryu, dando per scontato che l'attacco fosse diretto verso il Pokémon di tipo buio. Venne però colpito il suo Beartic, che già indebolito dall'attacco del Typhlosion riuscì a resistere a fatica all'attacco.
-Absol, Ventagliente! Beartic, Frana!-.
-Light, usa Attacco Rapido per evitare gli attacchi!-.
Il povero Jolteon diede il meglio di sè per evitare tutti gli attacchi, impresa purtroppo impossibile. Alcuni massi e alcune raffiche di vento lo raggiunsero, nonostante l'elevata velocità a cui si muoveva. Cadde dalla parte del campo di Elena ma si rialzò quasi subito, salvo poi cadere di nuovo lasciando perplessa l'Allenatrice.
-Ti sei dimenticata di Divinazione?- le chiese Ryu, con un leggero sorriso.
La ragazza rimase sconcertata, ma tramutò subito la sua espressione in un sorriso sarcastico.
-Mi sembra che anche a te sfugga qualcosa-. 
L'altro ragazzo non colse subito cosa intendesse dire la ragazza, ma quando lo fece era troppo tardi.
-Sasuke, usa Fossa e subito dopo Lanciafiamme!-.
Typhlosion sbucò improvvisamente dal suolo, colpendo Absol e mandandolo momentaneamente al suolo, per poi rivolgere a Beartic l'attacco Lanciafiamme. Il Pokémon di ghiaccio non potè fare altro che soccombere all'attacco, mentre il compagno si rialzava.
-Light, Tuono!-.
L'attacco elettrico colpì Absol, troppo spossato per evitarlo, mandando anche lui al tappeto.
Il presentatore alzò la bandiera rossa, decretando la ragazza di Hoenn come vincitrice dell'incontro.
Non è male come credevo, pensò Shiori. Prese mentalmente nota di fare ricerche appena possibile per togliersi il dubbio su di lei, mentre la vedeva fare tornare nelle Pokéball i suoi compagni. 
Jack sorrise: se quella ragazza avesse continuato a vincere nonostante i suoi ritardi non c'era bisogno di ammazzarla.
Ryu abbandonò il campo sconsolato e quando giunse sugli spalti trovò Homura che gli porgeva una lattina di limonata. 
-Non è mica la fine del mondo no?- gli disse sorridendo. 

-Grande!- le disse Akaname con un sorriso a trentadue denti.
Non solo la sua nuova amica aveva vinto l'incontro, ma per farlo aveva sconfitto quell'idiota di Hisame! Solo per questo era degna di tutta la sua ammirazione.
La ragazza accettò il complimento, come anche quelli di Ayano e Nils e dei suoi compagni.
Hoshiko invece sbottò una cattiveria sul fatto che il suo compagno si fosse fatto battere da una ragazzina idiota, ma l'unica a sentirla fu Akaname, che ridacchiò senza farsi vedere dal ragazzo appena sconfitto.
-E ora il sorteggio del girone B- disse il presentatore.
Uscirono due nomi e per poco Akaname non si mise a urlare di gioia.
Akaname Fumei vs Friedrich Douglas.








Fine.
Premetto che avrei voluto concludere tutti gli incontri della giornata, ma dato che a causa esami non credo che riuscirò a scrivere qualcosa almeno per il prossimo mese mi sarebbe dispiaciuto sparire fino a marzo senza lasciarvi almeno un capitolo. 
Tutti gli abbinamenti sono stati scelti a sorte, così come i Pokémon usati e le vittorie eccetto Black Hell: ho fatto perdere quest'ultimo perchè (come spiega lui stesso nel capitolo) rivolge la parola solo a chi lo batte e volevo fargli approfondire il rapporto d'amicizia con Ashuros.
Spero vi sia piaciuto ^^
Alla prossima
Alexiel94
 

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Capitolo 5
*** Voglio vedere quanto in là posso arrivare ***


Voglio vedere quanto in là posso arrivare

Friedrich non era affatto preoccupato per l'incontro. Anzi, era contento di essere stato sorteggiato: finalmente avrebbe potuto dare lui lustro alla regione di Sinnoh dopo ben tre sconfitte.
-Spezzerò li dardi della malasorte- disse più a se stesso che agli altri. 
Guardò con dispregio i compagni, che non erano stati in grado di arrivare alla vittoria. Lui sarebbe riuscito dove loro avevano fallito. 
Seguito dal suo Umbreon si recò nella stanza a lui assegnata, mentre veniva annunciato l'ingresso degli sfidanti in campo. 
-Akaname Fumei, concorrente sedicenne della regione di Kanto, affronterà Friedrich Douglas, diciassette anni, proveniente da Sinnoh!-.
Incedeva sicuro, ma con calma mentre invece l'avversaria, esaltata dall'idea di fargliela pagare per il comportamento tenuto in mattinata, correva verso la propria postazione. Non fece in tempo a salire sopra che inciampò, ruzzolando sulla pedana. Flareon, al suo fianco, la guardò con aria imbarazzata.
-La qui presente frivola donzelletta è seriamente persuasa di uscire vincitrice di codesto duello?- chiese Friedrich con arroganza. 
La ragazza non rispose, semplicemente si rialzò convinta che lo scontro gli avrebbe almeno fatto abbassare la cresta.  
Il campo davanti a loro si aprì, facendo spazio ad un pavimento in acciaio percorso da svariati fili di corrente. Dai fulmini che si susseguivano sulla superficie i due concorrenti compresero che il pavimento era completamente elettrificato.
-Vai, Luxray!- urlarono entrambi i concorrenti nello stesso istante, per poi guardarsi con aria perplessa.
Entrambi i Pokémon della stessa specie si materializzarono sul campo, scrutandosi torvo. 
Non ci credo... codesta donzelletta possiede un esemplare di cotanta magnificenza... non v'è più religione... pensò Friedrich. Tale considerazione però non gli impedì di ordinare l'attacco.
-Sgranocchio!-.
-Respingilo con Sprizzalampo!- urlò la ragazza.
Mentre il primo Luxray si avventò sull'avversario tentando di affondare i denti nella sua carne, il secondo si caricò di energia elettrica e vi si scagliò contro con tutta la sua potenza. Quest ultimo attacco prevalse ed entrambi gli avversari vennero respinti da due parti opposte del campo. 
-Stai bene?- chiese Akaname rivolta al proprio Pokémon, timorosa dei danni del contraccolpo.
Questi però si riscosse e ruggì con fare aggressivo.
-Bullo!- disse il ragazzo al suo compagno, che si pavoneggiò sul campo.
Il Luxray di Akaname vedendolo aumentò di molto la propria potenza d'attacco, rimanendo però confuso. 
La ragazza imprecò.
-Fulmine!- ordinò il ragazzo.
L'attacco elettrico colpì l'avversario, troppo confuso per riuscire a evitarlo.
Uno squillo di tromba da stadio impedì ad Akaname di reagire in un qualsiasi modo. Entrambi i concorrenti ritirarono i Pokémon vedendo il pavimento aprirsi, che al completo ritiro del pavimento elettrificato mostrò un'enorme vasca ricolma d'acqua. Friedrich digrignò i denti, con aria tra lo sconvolto e l'indignato.
-Qual'è la cagione di codesta iniquità?! Io non posseggo Pokémon acquatici!-.
-Sei serio?! Come fai a viaggiare senza un Pokémon d'acqua?!- fu la replica sconvolta di Akaname. 
Il ragazzo la ignorò e continuò la sua invettiva nei confronti del povero presentatore, che trattenuto dell'educazione e della finezza non potè fare altro che assistere perplesso ed esasperato.
-Non intendo accettare tali scorrettezze nei confronti della mia persona! Scriverò epistole di protesta a mio padre, che ne verra a conoscenza, eccome! Ordunque, non intendo soffrire ancora cotali iniquità: mi ritiro!-.

Chris era certo che se avesse spalancato la bocca appena di più questa avrebbe toccato il suolo. Non gli era mai capitato di vedere un concorrente ritirarsi da un incontro e tantomeno si sarebbe mai aspettato che il primo a farlo fosse proprio un concorrente della sua regione. Per un motivo idiota, per di più!
-Non ho nulla contro al modo in cui tratti i tuoi concorrenti, ma sappi che se quello fosse un ragazzo di Unima lo ammazzerei nel sonno- disse alla sua destra Hades. 
Alla sua sinistra, Jack fissava Friedrich con aria sconvolta.
-Non ci credo. Ha catalizzato l'attenzione del pubblico!-.
Difatti aveva ragione. Sulle tribune era inizialmente calato il silenzio e ora si diffondeva un leggero brusio sorpreso e perplesso.
-Conosci verbi come "catalizzare"? Non me lo aspettavo- fu la frecciatina del Campione di Unima diretta al rosso.
I due uomini cominciarono a litigare, ma Chris non se ne preoccupò minimamente. Pensò piuttosto a intercettare il ragazzo che stava lasciando il campo e afferrargli un braccio. 
-Si può sapere che ti prende? Per quale assurdo motivo ti sei ritirato?-.
-Le inique condizioni dello scontro hanno forzato la mia decisione- fu la risposta di Friedrich. -Ordunque, indicami ove posso trovare pergamena e stilografica, devo compilare lunghe epistole da far recapitare celermente a mio padre-. 
Il ventunenne pensò che quel ragazzo era fortunato ad avere lui come Campione referente, perché dubitava che gli altri lo avrebbero lasciato andare incolume dopo una risposta del genere. 
Davvero molto fortunato, pensò.

-A causa del ritiro di Friedrich Douglas, Akaname Fumei di Kanto è la vincitrice di questo incontro!- urlò il presentatore, ma Akaname non si sentiva affatto soddisfatta della vittoria. Avrebbe preferito distruggere l'ego del ragazzo di Sinnoh a quella vittoria dal sapore così amaro e frustrante. Tornò sugli spalti, dove Ayano ed Elena la accolsero trionfanti.
-Che ti importa? Hai comunque vinto- le disse la ragazza di Hoenn dopo che la rossa ebbe confidato alle amiche le sue frustrazioni.
-In fondo hai rag... aspettate- disse Akaname, avendo visto il suo avversario tornare finalmente sugli spalti. Lo raggiunse e gli si parò davanti con fare aggressivo. -Fai in modo di passare le eliminatorie, voglio stracciarti nel prossimo turno!-.
Friedrich la guardò con aria tra il divertito e il seccato.
-Una frivola donzelletta come te cogita seriamente di passare codesto girone eliminatorio?-.
Fu solo l'intervento tempestivo di Ayano ed Elena a impedire ad Akaname di prendere a pugni il ragazzo. Mentre la ragazza di Kanto urlava alle amiche di liberarla, i ragazzi di Sinnoh guardavano il compagno con astio. 
Devo soffrire anche l'ira di codesti villani. Davvero non v'è più religione, pensò Friedrich.

Lavinia Hamilton non era preoccupata di come sarebbe andato l'incontro. La sedicenne di Hoenn non era certo una novellina e di certo l'incontro con un'avversaria esperta quanto lei non la spaventava affatto, nonostante questa fosse una Domadraghi.
Darya, dal canto suo, era sicura di uscire vincitrice dall'incontro. Non per arroganza, ma perché si riteneva molto fiduciosa nelle proprie capacità e in quelle dei suoi Pokémon.
Entrambe le ragazze salirono sulla pedana e si rivolsero al maxischermo, che in breve tempo mostrò il Pokémon che avrebbero dovuto mandare in campo.
-Vai, Axl!- gridò Darya, lanciando la sfera contenente un Salamence. 
Oh, cavolo pensò vedendo che l'avversario era un Sealeo. Non si lasciò scoraggiare dalla scoperta, nonostante tutto. Ce l'avrebbe messa tutta per vincere.
-Raggioaurora- ordinò Lavinia.
-Evita e vai con Alacciaio!-.
Il possente drago si levò in volo schivando il raggio azzurro e viola, salvo poi avventarsi sull'avversario grazie alle ali diventate grigio metallico. Il Pokémon di ghiaggio non fu abbastanza lesto da schivare l'attacco e ne fu colpito, senza però riportare danni degni di nota. 
La ragazza di Hoenn non si preoccupò molto. Pensò piuttosto a ragionare sulla situazione, come era solita fare. 
Aveva dalla sua il vantaggio del tipo, mentre la penalizzava la velocità di Sealeo. Le mosse di tipo d'acqua erano precluse, dato che difficilmente avrebbero colpito un avversario in volo. Le rimaneva solo una scelta.
-Bora-.
Il freddo vento del nord con annessa la neve che lo accompagnava discese sul campo e l'effetto sul Salamence furono subito evidenti: si mostrava molto più affaticato di poco prima e riusciva ancora a lievitare sbattendo le ali a fatica.
-Axl, resisti!- urlò Darya. 
L'attacco, doppiamente efficace, aveva privato il suo Pokémon di quasi tutte le energie. Il drago, però, non andò K.O. con somma gioia della Domadraghi.
-Non credi sia ora di sciogliere quel ghiaccio? Lanciafiamme!-.
Sealeo fu colpito dall'attacco di fuoco ma non andò a tappeto.
-Ti sei scordata che Sealeo è anche di tipo acqua?-.
Allora Darya ebbe l'idea.
-Niente affatto. Ancora Lanciafiamme!-.
-Rispondi con Surf!-.
L'onda sollevata dal Pokémon d'acqua si andò a schiantare contro il potente getto di fiamme. Il drago, ben lungi dal cedere, aumentò ancora la potenza delle fiamme. Un sordo sibilio attirò l'attenzione di Lavinia, che quando si accorse cosa stava accadendo si diede mentalmente della stupida per essere caduta in una trappola così banale. Davanti a sé, Salamance insisteva con l'attacco Lanciafiamme non per respingere o contrastare il Surf del suo Sealeo, ma spemplicemente per fare evaporare l'acqua in esso contenuta. Difatti in ben pochi istanti il campo venne invaso da una spessa cappa di soffocante vapore. 
Il caldo era insopportabile, l'aria irrespirabile e la visibilità limitata, ma la ragazza di Hoenn si sforzò di mantenere la calma. Analizza la situazione, si disse. 
Ovviamente l'avversaria aveva intenzione di sfruttare il momento per colpire. Ma da dove?
Un fruscio fu il segnale che le necessitava.
-Raggioaurora alla tua destra!-.
L'attacco partì, ma Lavinia vide un'ombra scartare di lato appena in tempo e avvicinarsi inesorabilmente a Sealeo. Vide dei piccoli triangoli viola simili ad artigli fendere l'aria e colpire il suo Pokémon, che già provato dagli attacchi precedenti andò K.O..
Il drago, con potenti battiti d'ali diradò la nebbia di vapore creatasi in campo così che il presentatore potè annunciare il risultato.
-Saleo non è più in grado di combattere. Vince la sfida Darya Spencer, concorrente di Johto!-.

Ulla assistette al ritorno trionfale dell'amica sorpresa, nonostante il suo viso si mostrasse indifferente come al solito. Secondo un suo calcolo la ragazza aveva circa il cinque per cento di probabilità di vincere la battaglia, eppure ce l'aveva fatta. Era già la seconda volta, contando anche l'incontro di Philip, che i dati reali contrastavano i suoi calcoli statistici. 
La statistica non è una scienza esatta, le diceva sempre...
-Ulla!- urlò Vanessa nel suo orecchio, rischiando di distruggerle un timpano. Si voltò e vide l'amica sorridente ed euforica, che le disse -Perché non vieni a festeggiare la vittoria di Darya?-.
Non ebbe neanche il tempo di rispondere che la castana la trascinò dalla Domadraghi che si stava pavoneggiando. Ulla le disse solo un pacato e atono "congratulazioni", nonostante nel suo animo fosse contenta che Darya avesse vinto. 
Eppure, non poté fare a meno di pensare a come Vanessa, senza volerlo, le avesse impedito di immergersi in cupi pensieri.

-Ecco l'ultimo sorteggio della giornata- disse Jack. E finalmente ci si riposa, aggiunse mentalmente.
Nonostante gli piacesse il suo compito era stancante passare tutto il tempo in piedi ad assistere agli incontri fingendosi imparziale. Si lasciò però sfuggire un sorriso compiaciuto: tutti concorrenti per Hoenn avevano combattuto ed erano riusciti a portare a casa ben tre vittorie. Ottimo pretesto per festeggiare e rinfacciare ai suoi colleghi il vantaggio della sua regione per tutta la serata. Immaginandosi come avrebbe mantenuto l'attenzione su di sé vantandosi dei successi diurni, non si accorse nemmeno che era già stato effettuato il sorteggio fin quando il presentatore non annunciò -In questo ultimo match si affronteranno Fuko Samura, quindici anni, per la regione di Johto e Cailan Blake, diciannove anni, concorrente di Kanto-.
-Guarda Shiori, c'è la tua concorrente preferita- disse alla collega per infastidirla, avendo notato gli screzi che la Campionessa aveva avuto con la ragazza quella mattina.
La donna al suo fianco sbuffò, seccata.
-Primo, non chiamarmi per nome. Secondo, fai un altra battutina del genere e puoi considerarti un uomo morto-.
-Uh, come sei irascibile-.
Shiori dovette fare appello a tutta la sua pazienza per non voltarsi a prendere a pugni il collega. Si concentrò piuttosto sull'incontro, sperando che la sua concorrente - per quanto non le fosse affatto simpatica - uscisse vincitrice dall'incontro.
Ayano dal canto suo fissava l'avversario con aria di sfida, mentre questi aveva impressa sul volto un'espressione tranquilla. Appena venne dato il via all'incontro due Pokéball si aprirono simultaneamente, mandando un Torterra dalla parte di Cailan e un Gliscor da quella della ragazza.
-Aeroassalto!- ordinò subito la ragazza.
-Intercetta l'attacco con Energipalla!-.
La sfera verde generata da Torterra si schiantò contro l'avversario che si stava avventando su di lui. Gliscor ruzzolò indietro, ma riuscì a non cadere al suolo. 
-La prossima va a colpo sicuro. Visotruce!-.
Il Pokémon terra/volante rivolse all'avversario un'espressione minacciosa, che ridusse la velocità dello starter di Sinnoh.
-Frana!- ordinò Cailan.
-Evita e vai ancora con Aeroassalto-. 
Gliscor, grazie in particolare alla lentezza dell'avversario, riuscì ad evitare le rocce lanciategli contro, salvo poi colpirlo in pieno con l'attacco superefficace. Torterra però resistette all'attacco, nonostante l'Allenatore vedesse ben poche possibilità di rivalsa. Le mosse più potenti del suo Pokémon sarebbero state inefficaci contro il Pokémon volante; la cosa migliore da fare era temporeggiare fino allo scadere dei tre minuti e sperare in una combinazione migliore.
-Gigassorbimento!- ordinò.
Come si aspettava, Gliscor si scansò in fretta dall'attacco ma rimase ad una discreta distanza dall'avversario.
-Energipalla!-.
-Schivalo e poi usa Nottesferza!-.
Torterra lanciò nuovamente la sfera verdastra che stavolta venne evitata da Gliscor, il quale si smaterializzò nell'ombra creata dall'imponente avversario. Eppure, non ebbe il tempo di lanciare la sua mossa che risuonò lo squillo di una tromba da stadio e le Pokéball richiamarono i combattenti. Altre due Pokéball si aprirono e si materializzarono in campo due Scizor.
-Uno scontro ad armi pari- commentò Cailan.
La ragazza annuì come a concordare con lui, ma non perse tempo in chiacchiere.
-Malosguardo!- ordinò.
Il suo Scizor immobilizzò quello del ragazzo, che digrignò i denti.
-Semitraglia!-.
La scarica di semi potenti come proiettili colpì il Pokémon di Cailan, che con sua somma gioia non subì gravi danni.
-Usa Pugnoscarica, se riesci a muoverti- disse il ragazzo.
La dea bendata fu dalla sua parte, in quanto il suo Scizor riuscì a liberarsi dall'attacco che lo teneva prigioniero e a scagliarsi contro l'avversario con una raffica di pugni a velocità tale che rendeva quasi impossibile vederli. Il Pokémon di Ayano non andò K. O., ma la ragazza non aveva dubbio che non mancasse molto per arrivare a quel punto.
-Attacco d'Ala!- gridò, e l'attacco fu abbastanza rapido da colpire lo Scizor di Cailan.
Ormai entrambi i conbattenti erano nelle medesime condizioni e i rispettivi Allenatori decisero che era ora di chiudere l'incontro.
-Forbice X!- urlarono entrambi contemporaneamente. 
I due Pokémon, caricando il medesimo doppio colpo, si scontrarono l'un l'altro generando un enorme frastuono e sollevando della polvere dal terreno. Entrambi poi, proseguirono la loro traiettoria finendo dalle parti opposte del campo. 
Calò un silenzio carico di tensione. Nessuno dei due sembrava aver subito danni, ma gli Allenatori sapevano che non era affatto così ed erano sicuri che in pochi istanti uno dei due Scizor sarebbe crollato. Speravano solo che non fosse il proprio.
Come previsto dai due combattenti, uno degli Scizor cadde a terra esausto. Quello di Cailan.
-La vincitrice di questo incontro è Fuko Samura, di Johto!-.   

I cinque giovani Campioni radunarono i ragazzi prima che questi abbandonassero lo stadio.
-Questa sera al Paradise Hotel si terranno i festeggiamenti per l'inaugurazione del torneo. Vi preghiamo di presentarvi nel ristorante del piano terra alle otto in punto- disse Trent a nome di tutti. 
I giovani concorrenti promisero la loro presenza, prima di disperdersi. Erano appena le cinque e mezza del pomeriggio ed erano troppo curiosi di visitare l'isola. I Campioni, invece, si diressero verso il suddetto hotel per prenotare le camere: nonostante avessero la libertà di scegliere uno qualsiasi dell'isola, quell'albergo era sempre stato il favorito di partecipanti e organizzatori delle varie edizioni del Battlefield Tournment in quanto più vicino allo stadio e quello dove vi si svolgevano le cerimonie più o meno formali inerenti al torneo.
L'attenzione dei giovani verteva sul nuovo arrivato in quella cerchia, con gran rabbia e invidia di Jack. Trent si ritrovò a rispondere a molte domande su come avesse sconfitto la Lega, sulle strategie usate e su cosa avesse provato dopo aver finalmente ottenuto l'agognato titolo. Il ventenne preferì rimanere vago sulle sue tattiche e sul suo stile di lotta; evitò soprattutto di dire esplicitamente che Pokémon possedesse, lasciandone intuire solamente il tipo. Non amava particolarmente parlare di sé, inoltre nessuno dei suoi colleghi gli ispirava la benché minima fiducia. Per sua fortuna, l'interrogatorio finì quando la voce di Jack si impose su tutte le altre dicendo -Volete sapere come io sono diventato Campione? Quella è una storia interessante!-.
-Non ci interessa, Grimes- lo stroncò subito Hades.
-Ce lo hai ripetuto talmente tante volte che ormai lo sappiamo meglio di te- aggiunse Shiori.
Chris, ben consapevole che dalla replica del rosso sarebbe partito un litigio coi fiocchi, decise di intervenire cambiando argomento.
-Chi crediate possa vincere il torneo?-.
Comprese di aver fatto la scelta sbagliata quando alla sua domanda risposero contemporaneamente i Campioni di Johto, Hoenn e Unima.
-Darya-.
-Ashuros-.
-Clair-.
I tre che avevano parlato si guardarono con aria truce e cominciarono a bisticciare esponendo le caratteristiche del combattente che li aveva colpiti di più, screditando quelle degli altri proposti dai colleghi. Chris sospirò e borbottò -Io ci rinuncio-. Si avvicinò a Trent, dicendogli -A quanto pare qui tu sei l'unico normale-.
-A quanto pare...- ripetè il giovane Campione di Kanto.
Non potè fare a meno di notare che i tre litiganti avevano un modo tutto loro per cercare di far prevalere le loro tesi. Jack urlava come un dannato, attirando l'attenzione di svariati passanti, mentre Hades rispondeva con indifferenza, sarcasmo e pungente ironia, senza mai perdere il suo sorriso che tanto infastidiva l'altro. Shiori invece sembrava un intermedio tra i due: le sue urla non erano alte come quelle di Jack, ma non si poteva dire nemmeno che fosse calma come Hades.
Il pensiero che avrebbe dovuto sopportarli per le settimane a seguire fece sospirare Trent, che si sentì improvvisamente afferrare per un braccio.
-Volevi entrare attraversando il muro?- chiese ridendo Chris.
Sebbene il ventenne, immerso nei propri pensieri, non se ne fosse accorto davanti a loro stava il Paradise Hotel. Era un'imponente struttura bianco avorio, che aveva otto piani e la cui facciata esterna presentava scopliti nel marmo un Altaria e il nome dell'albergo. 
-Wow- mormorò Trent.
-Aspetta di vedere dentro prima di fare commenti- gli disse scherzosamente Chris.
Il gruppo entrò nella Hall, dove eleganti poltrone e diviani bianchi erano disposti ordinatamente, intervallati da piccoli tavolini in legno. Su un'intera parete si trovavano le fotografie di gruppo di tutti i partecipanti del Battlefield Tournment nelle precedenti edizioni e a Trent non riuscì difficile riconoscere i suoi colleghi nell'ultima, dato che erano rimasti pressoché identici a un anno prima.
Un signore in smoking accoglieva i clienti alla reception, verso cui si diresse Jack afferrando Shiori per un braccio e portandola con sé.
-Una matrimoniale per me e la fanciulla, per favore- disse con aria maliziosa.
La donna strattonò il braccio per liberarlo dalla presa del rosso, assestandogli poi una potente gomitata allo stomaco. Mentre l'uomo si piegava in due dal dolore, Shiori si avvicinò all'uomo alla reception con un sorriso sardonico e disse -Il mio collega intendeva chiedere se potevate darci due camere singole. Quanto più lontane ce lo consenta la distribuzione delle stanze, se possibile-.
L'uomo digitò qualcosa sul computer, per poi consegnare una chiave alla donna e una a Jack, che ancora si teneva una mano sullo stomaco. Quando i due sparirono in due ascensori dei cinque disponibili, Trent chiese a Chris -È normale che si comportino così?-.
-Tutto regolare- confermò il moro -è dall'edizione dell'anno scorso che Jack ci prova con Shiori, ma lei continua a respingerlo. Beh, in realtà Jack ci prova con tutte le ragazze che incontra, ma sembra provarci particolare gusto a tentare di sedurre lei-.
Trent annuì, comprendendo perfettamente l'atteggiamento della collega. Trovava davvero immaturo l'atteggiamento del rosso, soprattutto considerata la sua età. Scosse però la testa: in fondo non erano affari suoi e non avrebbe avuto motivo di impicciarsi.

-Ma è magnifico!- commentò Hoshiko alla vista che le si parava davanti. Eevee, al suo fianco, fece un verso di approvazione.
La mezz'ora di cammino lungo quel sentiero tortuoso e quasi impraticabile era valsa la pena: dall'altopiano raggiunto riusciva a vedere quasi tutta l'isola di Battlefield, dallo stadio e le attività sorte adiacenti, sino alle lontane scogliere e al porto. A poche decine di metri di distanza, il verde della natura inviolata popolava l'isola dandole un'aria vitale e accogliente, mentre il sole che stava percorrendo la sua traiettoria discendente si rifletteva sul mare. 
Si sedette, ammirando il panorama e riflettendo. Era stata l'unica del proprio girone a non combattere in giornata, ma ciò presentava un enorme vantaggio: aveva avuto tutto il tempo di osservare gli avversari e farsi un'idea di chi potesse rivelarsi un avversario ostico. Sicuramente la ragazza di Unima dagli abiti stravaganti era da tenere d'occhio e, sebbene qualche ora avrebbe ritenuto impossibile pensarlo, anche la ragazza idiota e ritardataria di Hoenn era un'avversaria da prendere con le pinze. Invece di quella proveniente da Sinnoh e del suo compagno non aveva un'idea del tutto chiara, visto il risultato dei loro incontri.
Si distese completamente sul manto erboso, con le mani dietro la testa. Un soffice peso premette contro il suo addome e lei usò una mano per accarezzare Eevee, godendosi la brezza fresca e la solitudine.

-Sapete, dovremmo chiamarci "Il Trio della Sfiga" visto che nessuno di noi ha vinto il suo incontro- disse Lavinia. 
Gli altri due non risposero, preferendo piuttosto stare attenti a dove posavano i piedi per non rischiare di ammazzarsi. Quando decisero finalmente di appostarsi si concessero il lusso di sedersi e ammirare il paesaggio. Si trovavano nella baia settentrionale dell'isola, dove una scogliera aveva attratto la loro attenzione e curiosità facendo in modo che vi si dirigessero. Poggiati ognuno su uno scoglio diverso, ma abbastanza vicini da non dover urlare per comprendere le parole degli altri, si godevano la vista delle onde che si infrangevano sotto di loro e dei Wingull e Pelipper che ogni tanto passavano sopra le loro teste. Avevano fatto davvero un'ottima scelta.
Ryu, in posizione leggermente sopraelevata rispetto agli amici si guardò intorno con un sorriso. Era un posto isolato, l'ideale per stare un po' in pace e solitudine. 
-Se non dicessimo niente a nessuno di questo posto? È tranquillo e isolato dal caos quotidiano- propose Homura.
Gli altri due accettarono di buon grado, godendosi la pace che quel posto offriva... almeno finché lo squillo di un cellulare non ruppe quel piacevole silenzio. 
Lavinia sbuffò, avendo letto il numero sul display, e rifiutò la chiamata. 
-Mia madre- disse in risposta allo sguardo curioso e interrogativo degli altri due. 
-Perché non le hai risposto?- domandò Ryu.
-Sta troppo addosso... Non che non le voglia bene, ma a volte è davvero troppo asfissiante e iperprotettiva. I vostri genitori invece come sono?-.
Dallo sguardo cupo dei ragazzi capì di aver posto la domanda sbagliata, così si limitò a guardare il mare, mortificata. 

And I, I do not dare deny 
The basic beast inside
It's right here, 
It's controlling my mind
And why do I deserve to die?
I'm dominated by this animal that's locked up inside!

Una voce roca e un tripudio di chitarra e batteria risuonavano nelle orecchie di Mei al massimo volume. Seguì un lento e inquietante rullo di batteria, intervallato di tanto in tanto dal basso. Il climax della voce e della chitarra, poi nuovamente il ritornello. 
I suoi occhi scorrevano velocemente le righe del libro, mentre seduta nella Hall del Paridise Hotel aspettava pazientemente le otto. Era talmente immersa nel suo libro e isolata dalla sua musica che non si accorse della presenza al suo fianco fino a quando un tocco al braccio non la fece sobbalzare. Si voltò e vide Cailan, che in quel momento stava ridacchiando. 
-Scusa- brobottò tra una risata trattenuta a fatica e l'altra. 
Mei, un po' stizzita si tolse gli auricolari e si spostò per permettergli di sedersi. 
-Che leggi?-.
Lei gli disse il titolo, mentre gli occhi di lui scorrevano lungo la pagina. Ogni parola che leggeva lo riempiva di orrore e sorpresa: mai si sarebbe aspettato che quella ragazza così timida e tranquilla leggesse libri a metà tra l'horror e lo splatter. Non si sarebbe affatto stupito se la pagina fosse diventata rossa dal sangue presente nella storia.
-Cailan, stai bene?- chiese la ragazza notando la sua espressione.
-Sì, sono solo un po' sorpreso. Sai, non credevo ti piacesse questo genere di libri-.
Mei sorrise; chiunque avesse la sfortuna di leggere qualche riga dei suoi libri preferiti aveva esattamente quella reazione. 
-È il mio genere preferito-.
I due passarono qualche minuto a parlare piacevolmente di libri e letteratura in generale, sino a quando alle otto in punto entrarono nel ristorante. Rimasero a bocca aperta davanti allo spettacolo che si parava loro davanti: diversi tavoli da quattro posti erano disposti a scacchiera in tutta la sala, molti dei quali già occupati da membri dello staff e operatori televisivi, mentre ai lati si presentavano lunghe tavolate con su pietanze provenienti da un po' tutte le regioni. In fondo, un tavolo su cui erano seduti i cinque Campioni era disposto in modo trasversale rispetto a loro. 
Cailan e Mei presero posto ad un tavolo non molto distante dall'ingresso e vennero quasi immediatamente raggiunti da Clair, che disse -Posso?- indicando il posto alla destra della ragazza. I due acconsentirono e lei si sedette, mentre Lucario al suo fianco si accomodava a terra. 
-Hai visto Angelika? L'ho persa un paio d'ore fa- disse la nuova arrivata.
Mei negò, ma dalla frase della mora partì un discorso sulle lotte della giornata. Cailan parlò di come nonostante avesse perso la sconfitta non lo aveva affatto abbattuto; anzi, era semplicemente un ulteriore stimolo per dare il meglio di sé nella battaglia successiva. Clair invece era emozionata ed esaltata all'idea di aver vinto l'incontro di apertura del torneo, tanto che agli altri due ricordò molto una bambina.
Mentre il trio era immerso nella discussione, pian piano anche gli altri partecipanti entrarono nel ristorante e uno in particolare si guardava intorno indeciso sul dove sedersi. -Phil! Vieni al nostro tavolo!-. Un urlo lontano da una voce a lui ben nota lo fece sobbalzare e per evitarla si sedette al posto vacante del tavolo di Mei, Cailan e Clair. Questi tre lo guardarono con aria sorpresa e scettica, mentre il Lucario della ragazza di Unima alzò la testa, in guardia. Come inizio non uno dei migliori. 
-Ehm... ciao- esordì, un po' imbarazzato dagli sguardi degli altri.
L'accoglienza non fu particolarmente fredda, come invece il nuovo arrivato si aspettava. Il discorso tornò sulle battaglie, e Philip scoprì di essere noto come "il ragazzo del Pidove". Non disse molto, anzi, non parlò nemmeno se non interpellato. Anche i suoi compagni del resto non sembravano dei gran chiacchieroni, difatti dopo che si esaurì l'argomento battaglie calò il silenzio. 
Non vi era tensione né altro, e ai quattro non dispiacque affatto. 

-Olé, un altro brindisi alle nostre vittorie!- esclamò Akaname, sollevando il bicchiere pieno di vino rosso.
Elena alzò il proprio e lo fece cozzare con quello dell'amica, rischiando di far debordare la bevanda. Entrambe mandarono giù il vino con pochi sorsi e riempirono nuovamente il bicchiere.
-Non state esagerando un po'?- chiese Ayano.
Secondo il suo conto quello che le altre due stavano per trangugiare era il quarto bicchiere e contando che avevano mangiato pochissimo, la quindicenne di Johto era decisamente preoccupata per le amiche. 
-Ma va'- fu la replica un po' superficiale di Elena.
Ayano sbuffò e guardò verso la sua destra, dove un ragazzo biondo a lei ben noto aveva scelto di stare solo ad un tavolo vuoto, nonostante ci fossero molti, come il loro, che avevano dei posti vacanti. Posò lo sguardo sulle amiche, che al loro quinto o sesto bicchiere stavano cominciando a fare discorsi senza senso e decise che la sua presenza lì non era necessaria. Si alzò e andò verso Nils, che mangiava tranquillamente un piatto di ramen. 
-Perché stai da solo?- gli chiese. 
Il ragazzo non si era accorto della sua presenza, ma quando questa si sedette al suo fianco posò diligentemente le bacchette al fianco della ciotola per conversare con lei.
-Preferisco consumare i pasti per conto mio- disse, ma non fu acido o sarcastico. Era quello strano misto di gentilezza e cortesia che Ayano non riusciva a comprendere se fosse autentico o meno. Il ragazzo però le era simpatico e decise di sorvolare sulla questione. 
-Perché hai lasciato le tue amiche?- domandò lui, incuriosito.
Ayano gli indicò il loro tavolo, dove Elena e Akaname ridevano incontrollabilmente, reggendo in equilibrio precario un bicchiere pieno di spumante. 
-Ho davvero bisogno di risponderti?-.
Nils ridacchiò, divertito da quella strana ragazza. 

Trent versò una generosa quantità di vino rosso nel suo bicchiere. Non che volesse ubriacarsi come vedeva fare ad altri presenti in sala, ma era una sua abitudine e non aveva affatto intenzione di rinunciarvi. Mangiò con calma la bistecca che aveva davanti cercando di ignorare i pavoneggiamenti di Jack sul risultato ottenuto da Hoenn in giornata. Quando sia il piatto che il bicchiere furono vuoti alzò lo sguardo verso un gruppo di tre ragazze che si stavano alzando in piedi. Non se ne sarebbe importato se non avesse riconosciuto una chioma castana e degli occhi viola. Borbottò qualcosa su un mal di testa per congedarsi dai compagni, che in fondo non era del tutto una bugia. Era sicuro che se avesse ascoltato ancora per pochi secondi il suo collega di Hoenn, l'emicrania gli sarebbe venuta per davvero. Cercò di non abbandonare di corsa il ristorante, ma quando fu nella Hall si diresse in fretta verso la porta d'ingresso, dove stavano uscendo le ragazze. Si avvicinò a loro e disse -Hei, ciao!-.
-Noi andiamo- disse Darya. 
Prese con sé Ulla, lasciando Vanessa da sola col Campione di Kanto. Questi però si sentì incredibilmente stupido in quel momento, non sapendo esattamente cosa dirle nonostante avesse voluto raggiungerla a tutti i costi.
-Sai, oggi non hai combattuto affatto male-.
La ragazza, senza alcun motivo logico, si ritrovò ad arrossire.
-Lo pensi sul serio?-.
-Largo- disse una voce con tono acido.
Marceline non si fece alcuno scrupolo ad allontanare i due giovani per passare, beccandosi occhiatacce dai due.

Shiori era sicura di non avere mai invocato la morte con tanta intensità. Era da quasi un'ora che Jack continuava ininterrottamente a vantarsi delle vittorie dei suoi concorrenti e non ce l'avrebbe fatta a reggerlo un altro minuto.
-Qualcuno mi uccida- mormorò.
-Sai che se morissi potrei parlare col tuo spirito?- le disse Hades.
Aveva la sua solita aria indifferente, ma a Shiori vennero i brividi. Ricordava fin troppo bene di quando, l'anno prima, le aveva raccontato di riuscire a vedere gli spiriti e delle storie macabre su di loro. Non ci teneva ad avere altre esperienze del genere.
Lo sguardo dell'uomo si fece vitreo, e sussurrò -Li sto vedendo-.
Per sua fortuna, in quel momento squillò il cellulare. Shiori si alzò dal tavolo, contenta di avere una buona scusa per andarsene. Uscì da una delle porte-finestre del ristorante per chiacchierare in giardino, nello stesso momento in cui anche Hades abbandonò i presenti. 
-Tutto sommato come primo giorno non è andato male- disse al suo interlocutore in videochiamata, un bambino di dieci anni.
-Ti vedremo lottare anche quest'anno?- chiese lui, entusiasta.
Shiori abbassò lo sguardo imbarazzata; l'anno prima si era ritrovata coinvolta nella ormai tristemente classica rissa di fine torneo e il fatto era ormai divenuto celebre in tutta Johto.
-No, Ren. Se tutto va bene, s'intende-.
-Che terribile disgrazia- si intromise una terza voce. 
Riconoscendo quella dell'odiato Grimes, Shiori chiuse la videochiamata. Si voltò e vide l'uomo che dall'occhio azzurro faceva trasparire la più totale incredulità.
-Non avrei mai potuto immaginare che una fanciulla così giovane e dolce avesse già un figlio. Chissà quante difficoltà hai dovuto affrontare per crescerlo da sola- disse Jack in tono melodrammatico.
-Ma... ma...- balbettò la donna, spiazzata. Poi ebbe la meglio l'ira per la stupidità del rosso, e si ritrovò quasi a urlare -Io non ho figli! Quello al telefono era mio fratello!-.
-Mi sembrava un po' strano effettivamente, il tuo bellissimo corpo non sembra rovinato da una gravidanza...-
-Perché?- lo interruppe Shiori, esasperata.
-Perché cosa?-.
-Per quale motivo continui a provarci con me?!-.
Lo sguardo di Jack divenne serio, come probabilmente non lo era mai stato in tutta la sua vita. 
-Sai benissimo perché. Io ti amo- disse.
Shiori lo guardò, carica di collera.
-Tu ami qualsiasi donna sia disposta ad aprire le gambe per te- disse con freddezza.
Fece per tornare nell'albergo e quando passò di fianco a Jack provvide a scansarlo sgarbatamente. L'uomo, quando fu solo, sfogò la propria sfrustrazione tirando un pugno all'albero più vicino, inconsapevole di essere fissato da una presenza che aveva assistito a tutta la scena.

Nella quiete del bosco anche il più piccolo rumore sembrava amplificato di almeno mille volte, quindi Hades non si stupì quando dopo aver calpestato un ramo i Pokémon selvatici presenti attorno a lui fuggirono via o si nascosero. L'uomo sollevò la lanterna, illuminando la via davanti a sé con quella fioca luce. Il suo sguardo gli restituì solo la fitta vegetazione, ma era sicuro che nei dintorni ci dovesse essere uno spirito. Si diresse verso destra, sicuro che entro la mattina lo avrebbe visto.

Al sesto piano del Paradise Hotel l'ascensore si aprì, facendo uscire Akaname, Elena e Ayano. Le prime due non erano in grado di camminare seguendo una traiettoria dritta, difatti si reggevano a vicenda mentre Ayano raccontava loro dei suoi viaggi. 
Avevano cominciato a parlare delle rispettive avventure mezz'ora prima di salire per andare in camera e ora era il turno della quindicenne, che, stizzita, dovette subire le risate stupide delle altre.
-Ragazze, io non sono ubriaca! Vi assicuro che Mew mi seguiva per davvero!-.
-Questa qui sta messa peggio di noi due- disse Akaname.
Elena dal canto suo non se la sentì di aprire bocca, ma annuì energicamente per fare intendere all'amica che concordava in pieno.
-Stronze!- urlò Ayano.
In fondo però, nonostante facessero le idiote, le trovava simpatiche.
-Maledizione, non trovo la chiave della stanza!- esclamò Elena.
Molto, molto in fondo.

Nils, nella sua ingenuità, era convinto di non doversi guardare dai pericoli mentre scendeva per fare colazione. Invece non riuscì neanche a percorrere metà corridoio che una porta venne spalancata con furia, rischiando di finirgli contro il naso. Ne uscì un furibondo, seguito come un'ombra dal suo fedele Umbreon. 
-V'è mai possibile che i magnati di questo albergo non posseggano accappatoi di seta con le iniziali degli ospiti sovra ricamate?! Qual razza di straccioni!- si lamentò, andando come una furia verso gli ascensori.
Se il biondo non avesse già trovato questa scena alquanto immatura e sconcertante, fu nulla in confronto a cosa lo aspettava davanti agli ascensori. 
Sebbene ce ne fossero ben altri quattro liberi, due persone stavano litigando per il posto su uno di essi. 
-Vattene Chris! L'ho visto prima io questo ascensore!-.
-Eh no cara Darya, io non ti cederò il posto per le tue teorie campate per aria-.
-Parli in rima? Mi stai per caso prendendo in giro?-.
Il povero Nils non aveva alcuna voglia di assistere a quello che sembrava un battibecco da bambini, per cui chiamò uno degli ascensori liberi e scese al piano terra. All'interno del ristorante, dove ora servivano la colazione, prese posto Angelika vicino alle sue compagne di squadra. Indossava una camicetta bianca con sopra un corpetto nero, una minigonna nera bordata di viola e degli stivaletti bassi di questo ultimo colore. I capelli erano raccolti in un basco nero e al collo indossava una collana con un ciondolo a forma di falce. Ciò che colpì di più Clair e Mei fu però la totale assenza di emozioni nel suo viso, come se l'esuberanza e la simpatia del giorno prima fossero completamente sparite.
-Ehm... Angelika, stai bene?- le chiese una preoccupata Clair.
-Come ti sembra che stia?- fu l'acida risposta. 
Le due si guardarono perplesse, ma non fecero ulteriori commenti. 

Black Hell raggiunse il tavolo di Ashuros e si sedette di fronte a lui. 
-Pronto per le sfide di oggi?- chiese il ragazzo di Hoenn.
L'altro annuì, per poi bere un lungo sorso di caffè. 
-Sappi che voglio incontrarti nel prossimo turno, ma stavolta voglio vincere- disse Black Hell.
Ashuros fece un sorriso furbo.
-Non ci giurerei troppo-.
Al tavolo di fianco al loro Vanessa urlò -Ho capito! Tu sei come il motore immobile!-.
Ulla la guardò un po' di sottecchi.
-Idiota- le disse dolcemente, -Aristotele intende tutt'altro con l'espressione "motore immobile"-.
-Cosa, allora?-.
Darya sbuffò un po' seccata quando la sua compagna di squadra cominciò a fare una veloce lezione di filosofia alla ragazza di Sinnoh. Non che le fosse antipatica, ma i suoi modi di fare la infastidivano, specialmente il fatto che usasse parole come "scemo" o "idiota" per rivolgersi a qualcuno. Lo faceva con gentilezza, ma la Domadraghi non poteva fare a meno di sentirsi infastidita. In particolare, reduce da un litigio con un certo Campione di sua conoscenza, non era in grado di riuscire a sopportare con la dovuta pazienza il comportamento degli altri.
Lanciò un'occhiata al uno dei tavoli in fondo, dove Chris stava parlando col vincitore della Lega di Hoenn. Come aveva fatto un idiota del genere a ottenere l'ambito titolo, solo Arceus poteva saperlo.

Philip ebbe l'impressione di essere seguito sin da quando mise piede fuori dalla sua stanza. Questa sensazione fu confermata quando entrò in ascensore e immediatamente dietro di lui entrò Marceline, pochi secondi prima che si chiudessero le porte. 
-Cosa vuoi?- chiese senza troppi preamboli.
Lei non rispose, ma si concesse un'occhiata con cui squadrarlo da capo a piedi.
-Come mi trovi?- gli chiese, suadente.
Il ragazzo si trovò spiazzato dalla domanda, ma non potè dire nulla perché lei gli si avvicinò ad avere il suo volto a pochi centimetri di distanza. Marceline avvicinò le labbra all'orecchio del ragazzo e sussurrò -Ricordati di darmi una risposta quando sarai mio-.
-Non ci giurerei- replicò freddamente Philip.
L'ascensore si fermò e prima che si aprissero le porte la ragazza gli disse -Cadrai ai miei piedi come fanno tutti-. 
Marceline uscì dall'ascensore con disinvoltura, e il ragazzo comprese di avere una nemica contro cui sarebbe stato difficile uscire vincitore. 

  






Fine.
Scusate per l'enorme ritardo ma ho avuto diversi problemi universitari e personali che hanno rallentato molto la stesura del capitolo. 
Passiamo però ai crediti: la canzone ascoltata da Mei è "Evolution" dei Korn, mentre il titolo è la citazione di una famosa canzone italiana (un mazzo di fiori a chi azzecca quale).
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
Infine una mia curiosità: tifate qualche coppia particolare?
Alla prossima
Alexiel94

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