Can I call you Dad?

di mistery dragon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il maestro ritardatario e lo studente indisciplinato ***
Capitolo 2: *** Pensieri tristi ***
Capitolo 3: *** Quando è troppo, è troppo! ***
Capitolo 4: *** Il padre di Sanji ***
Capitolo 5: *** Scontro tra maestro e allievo ***
Capitolo 6: *** La verità ***
Capitolo 7: *** Fuggire! ***
Capitolo 8: *** La sentenza ***
Capitolo 9: *** Lo scontro finale ***
Capitolo 10: *** Posso chiamarti Papà? ***
Capitolo 11: *** Extra- Ringraziamenti ***



Capitolo 1
*** Il maestro ritardatario e lo studente indisciplinato ***


Can I call you dad ?
Capitolo 1- Il maestro ritardatario e lo studente indisciplinato
- Oh cavolo sone le 8.50! Dovevo essere in classe 20 minuti fa! Ah maledetta Milano, che è tutta uguale.-
Un uomo sulla trentina , capelli verdi brizzolati, occhiali, smoking e valigetta sotto l'ascella correva a perdifiato fra i corridoi della scuola elementare Thousand Sunny finchè non arrivò davani alla porta della classe III A . Appena arrivato il morale dell'insegnante di italiano Zoro Roronoa, era a terra: si poteva sentire la confusione prodotta dai suoi alunni anche a kilomentri di distanza e questo non era un buon segno.
Il maestro inspirò ed espirò , abbassò la maniglia ed ebbe una chiara visione del caos ( o meglio dire inferno) ,che si era solo minimamente immaginato.
 Tutti erano in piedi :c'era chi tirava cerbottane, chi tirava aereoplanini di carta, chi mangiava caramelle, chi si faceva linguaccie. Appena i bambini videro il loro docente sulla soglia della porta, tornarono ai loro posti correndo, ritti in piedi e petto in fuori:
- Buongiorno signor Roronoa!-
Il verde scosse la testa sconsolato e rispose:
- Buongiorno bambini. Sedetevi pure.-
Tutta la classe come dei robot si sedette con un tonf! sulle loro sedie.
L'insegnante si sedette e aprì il registro di classe:
-Allora...... Sanji Blackleg?-
Silenzio.
- Sanji?- chiese perplesso il maestro, notando il banco vuoto dell'alunno.
- Ragazzi, dov'è Sanji?-
- Non era all'ingresso stamattina.- rispose Chopper.
- Sigh! Va beh finisco l'appello e vediamo se arriva.- rispose atono. 
- Cutty Flam?-
- Franky!-
- Ok........- e continuò con la lista.
- ........Monkey D. Rufy?-
- Presente!-
- Portuguese D. Ace?-
Nessuno si mosse.
- Ace?- richiese Zoro sporgendosi per vedere dov'era.
Il piccolo dormiva beatamente sul banco, braccia incrociate e una bolla che usciva dal naso gonfiandosi e sgonfiandosi a tempo.
La classe rise talmente forte che Ace si svegliò e notò lo sguardo severo del maestro su di sè.
- Ehm, presente!- disse titubante.
Zoro si battè un palmo sulla fronte e riprese:
- Nami Swan?-
- Presente!-
- Tony Tony Chopper?-
- Presente!-
- Usopp?-
- Presente!-
La lista era finita e quella peste di Sanji non era ancora arrivato.
Zoro era scocciato. Le vacanze di Natale  stavano per iniziare e quel bambino aveva collezionato ben 10 assenze ingiustificate solo a Dicembre, per non parlare di Novembre, Ottobre e Settembre.
- Va beh, visto che Sanji non arriva  significa che dovrò segnarlo assent.....-
Ma non riuscì a finire la frase che la porta si aprì violentemente rivelando un bambino di otto anni, capelli color dell'oro con un ciuffo che copriva un occhio e sopracciglia a ricciolo.
- Buongiorno signor Roronoa. Mi scusi per il ritardo.-disse ansimante.
Zoro lo squadrò da capo a piedi , serio e lo rimproverò:
- Sanji! Sono quasi le nove! La lezione è iniziata mezz'ora fa! Dov' eri?-
Scena muta,come al solito del resto. 
L'insegnante sospirò, poi chiese:
- Hai portato almeno la giustificazione dell'altra volta?-
Il bambino negò con la testa.
Zoro si massaggiò gli occhi, stanco:
- Vai a posto, per favore! E portami il libretto. Devo dare la comunicazione hai tuoi genitori.-
L'alunno invece controbattè secco: 
- A lei però non le dicono niente quando arriva in  ritardo.-
Il docente lo fulminò con lo sguardo:
- Portami più rispetto ragazzino! Sono il tuo maestro e adesso mi porti il libretto che ti segno pure questa mancanza di educazione nei miei confronti!- tuonò arrabbiato.
Sanji glielo porse ma i suoi occhi guardavano  malissimo l'adulto. Sapeva benissimo che stava scherzando con il fuoco ma voleva dimostrare di essere un duro.
Zoro questo lo aveva letto nelle sue iridi cristalline ma cercò comunque di non farsi mettere i piedi in testa , in quella sfida di sguardi che solo loro ne sapevano l'esistenza.
Appena il ragazzino si sedette al proprio posto l'insegnante consegnò dei fogli protocollo a righe ai bambini:
- Come sapete oggi c'è il tema in classe. Scrivete nome , cognome, data e classe poi dividete il foglio a metà. Avete 3 ore di tempo, intervallo compreso. La consegna é: "Scrivete i vostri progetti per Natale e Capodanno con i vostri parenti".
Mi raccomando prima fate una scaletta e poi scrivete in brutta e IN MODO COMPRENSIBILE!Buon lavoro.-
Scrisse la consegna e l'inizio e la fine del tempo sulla lavagna: dalle 9.00 alle 12.00.
Tutti i bambini iniziarono a scrivere indaffarati, tutti tranne Sanji che invece rimase ad osservare il foglio per un tempo indeterminabile ed infine posò la penna e guardò fuori dalla finestra.
Zoro se ne era accorto ma lasciò perdere. Non perchè l'odiasse o non gliene fregava niente di quel ragazzino, ma semplicemente ogni volta che gli chiedeva " Qualcosa non va?" o " C'è qualche problema?", il ragazzo gli rispondeva " Si faccia gli affari suoi" o " Non ho niente. Mi manca l'ispirazione". Solo però quando i temi o i compiti a casa erano sulla famiglia, sul loro futuro, sulle loro passioni, sulle loro abitudini ecc.
Per il resto era anche un ottimo studente. E il maestro Roronoa non capiva il perchè! Perchè si comportava così?Era bravo, intelligente e certe volte ( a detta della sua collega Nico Robin) ubbidiente e collaborativo, perchè non sempre ?
Si svegliò da questi pensieri quando Rufy tentò di copiare da Nami, fallendo ovviamente.
- Rufy,ti ho visto!- 
Il piccolo girò la testa come se avesse commesso un crimine e volesse farla franca.
Zoro sospirò:
- Ti becco un'altra volta a copiare, ti ritiro il compito e ti metto 4, intesi?-
Il bambino annuì senza guardarlo in faccia.
Zoro iniziò a scrivere la nota del biondino, posando gli occhiali sul tavolo. Ogni tanto alzava gli occhi per controllare se qualcuno copiava o se Sanji si era deciso a voler lavorare. Macchè, era sempre lì a fissare fuori dalla finestra con aria malinconica. Il maestro giurò di aver visto qualche segno lasciato  da delle lacrime ma non ne era certo.
Così per tre ore di fila finchè il tempo limite non scadde. Zoro si avvicinò al bambino col ciuffo, l'unico che non aveva consegnato il proprio compito:
- Sanji, hai finito?- domanda inutile visto che il foglio era completamente  bianco. L'alunno lo consegnò , senza rivolgere gli occhi all'insegnante.
Mancava mezz'ora alla fine della lezione e il maestro ne approffittò per dire:
- Domani è l'ultimo giorno di scuola. Potete anche non portare i libri, porto io un libro da leggere. E mi raccomando, portate una cartelletta che vi do il foglio per le vacanze di Natale. Allora avete qualche domanda?-
Franky alzò la mano.
- Sì Franky?-
- Posso andare in bagno?- 
La classe si mise a ridere costringendo il docente a sbattere la mano sulla cattedra per far silenzio. Zoro era sconfortato:
- Sì Franky, puoi andare.-
- Altre domande?-
Nel medesimo istante entrò Nico Robin la maestra di storia/ geografia , col solito sorriso sulle labbra e tutti i ragazzi si alzarono in piedi come molle ed esclamarono sorridendo:
- Buongiorno signorina Nico Robin!-
- Buongiorno bambini, andiamo?-
Tutti si prepararono per andare a mensa , uscendolo dall'aula disordinatamente. 
- Arrivederci ragazzi eh?- gli salutò sarcastico Zoro.
I bambini si bloccarono, si girarono e lo salutarono:
- A domani maestro!-
Il docente  sospirò raccogliendo le proprie cose, ma Nico Robin si avvicinò :
- Zoro, il preside vuole parlarti.....-lo informò.
Il verde si bloccò, si girò a 360° verso la maestra e chiese:
- Sinceramente, sono nei guai Robin?-
- No, però è visibilmente arrabbiato!-rispose calma.
L'insegnante sbuffò poi si congedò salutando la collega.
Si avviò verso la presidenza conscio che il preside lo avrebbe strigliato a dovere. Capitolo 1- Il maestro ritardatario e lo studente indisciplinato- Oh cavolo sone le 8.50! Dovevo essere in classe 20 minuti fa! Ah maledetta Milano, che è tutta uguale.-Un uomo sulla trentina , capelli verdi brizzolati, occhiali, smoking e valigetta sotto l'ascella correva a perdifiato fra i corridoi della scuola elementare Thousand Sunny finchè non arrivò davani alla porta della classe III A . Appena arrivato il morale dell'insegnante di italiano Zoro Roronoa, era a terra: si poteva sentire la confusione prodotta dai suoi alunni anche a kilomentri di distanza e questo non era un buon segno.Il maestro inspirò ed espirò , abbassò la maniglia ed ebbe una chiara visione del caos ( o meglio dire inferno) ,che si era solo minimamente immaginato. Tutti erano in piedi :c'era chi tirava cerbottane, chi tirava aereoplanini di carta, chi mangiava caramelle, chi si faceva linguaccie. Appena i bambini videro il loro docente sulla soglia della porta, tornarono ai loro posti correndo, ritti in piedi e petto in fuori:- Buongiorno signor Roronoa!-Il verde scosse la testa sconsolato e rispose:- Buongiorno bambini. Sedetevi pure.-Tutta la classe come dei robot si sedette con un tonf! sulle loro sedie.L'insegnante si sedette e aprì il registro di classe:-Allora...... Sanji Blackleg?-Silenzio.- Sanji?- chiese perplesso il maestro, notando il banco vuoto dell'alunno.- Ragazzi, dov'è Sanji?-- Non era all'ingresso stamattina.- rispose Chopper.- Sigh! Va beh finisco l'appello e vediamo se arriva.- rispose atono. - Cutty Flam?-- Franky!-- Ok........- e continuò con la lista.- ........Monkey D. Rufy?-- Presente!-- Portuguese D. Ace?-Nessuno si mosse.- Ace?- richiese Zoro sporgendosi per vedere dov'era.Il piccolo dormiva beatamente sul banco, braccia incrociate e una bolla che usciva dal naso gonfiandosi e sgonfiandosi a tempo.La classe rise talmente forte che Ace si svegliò e notò lo sguardo severo del maestro su di sè.- Ehm, presente!- disse titubante.Zoro si battè un palmo sulla fronte e riprese:- Nami Swan?-- Presente!-- Tony Tony Chopper?-- Presente!-- Usopp?-- Presente!-La lista era finita e quella peste di Sanji non era ancora arrivato.Zoro era scocciato. Le vacanze di Natale  stavano per iniziare e quel bambino aveva collezionato ben 10 assenze ingiustificate solo a Dicembre, per non parlare di Novembre, Ottobre e Settembre.- Va beh, visto che Sanji non arriva  significa che dovrò segnarlo assent.....-Ma non riuscì a finire la frase che la porta si aprì violentemente rivelando un bambino di otto anni, capelli color dell'oro con un ciuffo che copriva un occhio e sopracciglia a ricciolo.- Buongiorno signor Roronoa. Mi scusi per il ritardo.-disse ansimante.Zoro lo squadrò da capo a piedi , serio e lo rimproverò:- Sanji! Sono quasi le nove! La lezione è iniziata mezz'ora fa! Dov' eri?-Scena muta,come al solito del resto. L'insegnante sospirò, poi chiese:- Hai portato almeno la giustificazione dell'altra volta?-Il bambino negò con la testa.Zoro si massaggiò gli occhi, stanco:- Vai a posto, per favore! E portami il libretto. Devo dare la comunicazione hai tuoi genitori.-L'alunno invece controbattè secco: - A lei però non le dicono niente quando arriva in  ritardo.-Il docente lo fulminò con lo sguardo:- Portami più rispetto ragazzino! Sono il tuo maestro e adesso mi porti il libretto che ti segno pure questa mancanza di educazione nei miei confronti!- tuonò arrabbiato.Sanji glielo porse ma i suoi occhi guardavano  malissimo l'adulto. Sapeva benissimo che stava scherzando con il fuoco ma voleva dimostrare di essere un duro.Zoro questo lo aveva letto nelle sue iridi cristalline ma cercò comunque di non farsi mettere i piedi in testa , in quella sfida di sguardi che solo loro ne sapevano l'esistenza.Appena il ragazzino si sedette al proprio posto l'insegnante consegnò dei fogli protocollo a righe ai bambini:- Come sapete oggi c'è il tema in classe. Scrivete nome , cognome, data e classe poi dividete il foglio a metà. Avete 3 ore di tempo, intervallo compreso. La consegna é: "Scrivete i vostri progetti per Natale e Capodanno con i vostri parenti".Mi raccomando prima fate una scaletta e poi scrivete in brutta e IN MODO COMPRENSIBILE!Buon lavoro.-Scrisse la consegna e l'inizio e la fine del tempo sulla lavagna: dalle 9.00 alle 12.00.Tutti i bambini iniziarono a scrivere indaffarati, tutti tranne Sanji che invece rimase ad osservare il foglio per un tempo indeterminabile ed infine posò la penna e guardò fuori dalla finestra.Zoro se ne era accorto ma lasciò perdere. Non perchè l'odiasse o non gliene fregava niente di quel ragazzino, ma semplicemente ogni volta che gli chiedeva " Qualcosa non va?" o " C'è qualche problema?", il ragazzo gli rispondeva " Si faccia gli affari suoi" o " Non ho niente. Mi manca l'ispirazione". Solo però quando i temi o i compiti a casa erano sulla famiglia, sul loro futuro, sulle loro passioni, sulle loro abitudini ecc.Per il resto era anche un ottimo studente. E il maestro Roronoa non capiva il perchè! Perchè si comportava così?Era bravo, intelligente e certe volte ( a detta della sua collega Nico Robin) ubbidiente e collaborativo, perchè non sempre ?Si svegliò da questi pensieri quando Rufy tentò di copiare da Nami, fallendo ovviamente.- Rufy,ti ho visto!- Il piccolo girò la testa come se avesse commesso un crimine e volesse farla franca.Zoro sospirò:- Ti becco un'altra volta a copiare, ti ritiro il compito e ti metto 4, intesi?-Il bambino annuì senza guardarlo in faccia.Zoro iniziò a scrivere la nota del biondino, posando gli occhiali sul tavolo. Ogni tanto alzava gli occhi per controllare se qualcuno copiava o se Sanji si era deciso a voler lavorare. Macchè, era sempre lì a fissare fuori dalla finestra con aria malinconica. Il maestro giurò di aver visto qualche segno lasciato  da delle lacrime ma non ne era certo.Così per tre ore di fila finchè il tempo limite non scadde. Zoro si avvicinò al bambino col ciuffo, l'unico che non aveva consegnato il proprio compito:- Sanji, hai finito?- domanda inutile visto che il foglio era completamente  bianco. L'alunno lo consegnò , senza rivolgere gli occhi all'insegnante.Mancava mezz'ora alla fine della lezione e il maestro ne approffittò per dire:- Domani è l'ultimo giorno di scuola. Potete anche non portare i libri, porto io un libro da leggere. E mi raccomando, portate una cartelletta che vi do il foglio per le vacanze di Natale. Allora avete qualche domanda?-Franky alzò la mano.- Sì Franky?-- Posso andare in bagno?- La classe si mise a ridere costringendo il docente a sbattere la mano sulla cattedra per far silenzio. Zoro era sconfortato:- Sì Franky, puoi andare.-- Altre domande?-Nel medesimo istante entrò Nico Robin la maestra di storia/ geografia , col solito sorriso sulle labbra e tutti i ragazzi si alzarono in piedi come molle ed esclamarono sorridendo:- Buongiorno signorina Nico Robin!-- Buongiorno bambini, andiamo?-Tutti si prepararono per andare a mensa , uscendolo dall'aula disordinatamente. - Arrivederci ragazzi eh?- gli salutò sarcastico Zoro.I bambini si bloccarono, si girarono e lo salutarono:- A domani maestro!-Il docente  sospirò raccogliendo le proprie cose, ma Nico Robin si avvicinò :- Zoro, il preside vuole parlarti.....-lo informò.Il verde si bloccò, si girò a 360° verso la maestra e chiese:- Sinceramente, sono nei guai Robin?-- No, però è visibilmente arrabbiato!-rispose calma.L'insegnante sbuffò poi si congedò salutando la collega.Si avviò verso la presidenza conscio che il preside lo avrebbe strigliato a dovere. 

Capitolo 1- Il maestro ritardatario e lo studente indisciplinato

- Oh cavolo sone le 8.50! Dovevo essere in classe 20 minuti fa! Ah maledetta Milano, che è tutta uguale.-

Un uomo sulla trentina , capelli verdi brizzolati, occhiali, smoking e valigetta sotto l'ascella correva a perdifiato fra i corridoi della scuola elementare Thousand Sunny finchè non arrivò davani alla porta della classe III A . Appena arrivato il morale dell'insegnante di italiano Zoro Roronoa, era a terra: si poteva sentire la confusione prodotta dai suoi alunni anche a kilomentri di distanza e questo non era un buon segno.

Il maestro inspirò ed espirò , abbassò la maniglia ed ebbe una chiara visione del caos ( o meglio dire inferno) ,che si era solo minimamente immaginato.

 Tutti erano in piedi :c'era chi tirava cerbottane, chi tirava aereoplanini di carta, chi mangiava caramelle, chi si faceva linguaccie. Appena i bambini videro il loro docente sulla soglia della porta, tornarono ai loro posti correndo, ritti in piedi e petto in fuori:

- Buongiorno signor Roronoa!-

Il verde scosse la testa sconsolato e rispose:

- Buongiorno bambini. Sedetevi pure.-

Tutta la classe come dei robot si sedette con un tonf! sulle loro sedie.

L'insegnante si sedette e aprì il registro di classe:

-Allora...... Sanji Blackleg?-

Silenzio.

- Sanji?- chiese perplesso il maestro, notando il banco vuoto dell'alunno.

- Ragazzi, dov'è Sanji?-

- Non era all'ingresso stamattina.- rispose Chopper.

- Sigh! Va beh finisco l'appello e vediamo se arriva.- rispose atono. 

- Cutty Flam?-

- Franky!-

- Ok........- e continuò con la lista.

- ........Monkey D. Rufy?-

- Presente!-

- Portuguese D. Ace?-

Nessuno si mosse.

- Ace?- richiese Zoro sporgendosi per vedere dov'era.

Il piccolo dormiva beatamente sul banco, braccia incrociate e una bolla che usciva dal naso gonfiandosi e sgonfiandosi a tempo.

La classe rise talmente forte che Ace si svegliò e notò lo sguardo severo del maestro su di sè.

- Ehm, presente!- disse titubante.

Zoro si battè un palmo sulla fronte e riprese:

- Nami Swan?-

- Presente!-

- Tony Tony Chopper?-

- Presente!-

- Usopp?-

- Presente!-

La lista era finita e quella peste di Sanji non era ancora arrivato.

Zoro era scocciato. Le vacanze di Natale  stavano per iniziare e quel bambino aveva collezionato ben 10 assenze ingiustificate solo a Dicembre, per non parlare di Novembre, Ottobre e Settembre.

- Va beh, visto che Sanji non arriva  significa che dovrò segnarlo assent.....-

Ma non riuscì a finire la frase che la porta si aprì violentemente rivelando un bambino di otto anni, capelli color dell'oro con un ciuffo che copriva un occhio e sopracciglia a ricciolo.

- Buongiorno signor Roronoa. Mi scusi per il ritardo.-disse ansimante.

Zoro lo squadrò da capo a piedi , serio e lo rimproverò:

- Sanji! Sono quasi le nove! La lezione è iniziata mezz'ora fa! Dov' eri?-

Scena muta,come al solito del resto. 

L'insegnante sospirò, poi chiese:

- Hai portato almeno la giustificazione dell'altra volta?-

Il bambino negò con la testa.

Zoro si massaggiò gli occhi, stanco:

- Vai a posto, per favore! E portami il libretto. Devo dare la comunicazione hai tuoi genitori.-

L'alunno invece controbattè secco: 

- A lei però non le dicono niente quando arriva in  ritardo.-

Il docente lo fulminò con lo sguardo:

- Portami più rispetto ragazzino! Sono il tuo maestro e adesso mi porti il libretto che ti segno pure questa mancanza di educazione nei miei confronti!- tuonò arrabbiato.

Sanji glielo porse ma i suoi occhi guardavano  malissimo l'adulto. Sapeva benissimo che stava scherzando con il fuoco ma voleva dimostrare di essere un duro.

Zoro questo lo aveva letto nelle sue iridi cristalline ma cercò comunque di non farsi mettere i piedi in testa , in quella sfida di sguardi che solo loro ne sapevano l'esistenza.

Appena il ragazzino si sedette al proprio posto l'insegnante consegnò dei fogli protocollo a righe ai bambini:

- Come sapete oggi c'è il tema in classe. Scrivete nome , cognome, data e classe poi dividete il foglio a metà. Avete 3 ore di tempo, intervallo compreso. La consegna é: "Scrivete i vostri progetti per Natale e Capodanno con i vostri parenti".

Mi raccomando prima fate una scaletta e poi scrivete in brutta e IN MODO COMPRENSIBILE!Buon lavoro.-

Scrisse la consegna e l'inizio e la fine del tempo sulla lavagna: dalle 9.00 alle 12.00.

Tutti i bambini iniziarono a scrivere indaffarati, tutti tranne Sanji che invece rimase ad osservare il foglio per un tempo indeterminabile ed infine posò la penna e guardò fuori dalla finestra.

Zoro se ne era accorto ma lasciò perdere. Non perchè l'odiasse o non gliene fregava niente di quel ragazzino, ma semplicemente ogni volta che gli chiedeva " Qualcosa non va?" o " C'è qualche problema?", il ragazzo gli rispondeva " Si faccia gli affari suoi" o " Non ho niente. Mi manca l'ispirazione". Solo però quando i temi o i compiti a casa erano sulla famiglia, sul loro futuro, sulle loro passioni, sulle loro abitudini ecc.

Per il resto era anche un ottimo studente. E il maestro Roronoa non capiva il perchè! Perchè si comportava così?Era bravo, intelligente e certe volte ( a detta della sua collega Nico Robin) ubbidiente e collaborativo, perchè non sempre ?

Si svegliò da questi pensieri quando Rufy tentò di copiare da Nami, fallendo ovviamente.

- Rufy,ti ho visto!- 

Il piccolo girò la testa come se avesse commesso un crimine e volesse farla franca.

Zoro sospirò:

- Ti becco un'altra volta a copiare, ti ritiro il compito e ti metto 4, intesi?-

Il bambino annuì senza guardarlo in faccia.

Zoro iniziò a scrivere la nota del biondino, posando gli occhiali sul tavolo. Ogni tanto alzava gli occhi per controllare se qualcuno copiava o se Sanji si era deciso a voler lavorare. Macchè, era sempre lì a fissare fuori dalla finestra con aria malinconica. Il maestro giurò di aver visto qualche segno lasciato  da delle lacrime ma non ne era certo.

Così per tre ore di fila finchè il tempo limite non scadde. Zoro si avvicinò al bambino col ciuffo, l'unico che non aveva consegnato il proprio compito:

- Sanji, hai finito?- domanda inutile visto che il foglio era completamente  bianco. L'alunno lo consegnò , senza rivolgere gli occhi all'insegnante.

Mancava mezz'ora alla fine della lezione e il maestro ne approffittò per dire:

- Domani è l'ultimo giorno di scuola. Potete anche non portare i libri, porto io un libro da leggere. E mi raccomando, portate una cartelletta che vi do il foglio per le vacanze di Natale. Allora avete qualche domanda?-

Franky alzò la mano.

- Sì Franky?-

- Posso andare in bagno?- 

La classe si mise a ridere costringendo il docente a sbattere la mano sulla cattedra per far silenzio. Zoro era sconfortato:

- Sì Franky, puoi andare.-

- Altre domande?-

Nel medesimo istante entrò Nico Robin la maestra di storia/ geografia , col solito sorriso sulle labbra e tutti i ragazzi si alzarono in piedi come molle ed esclamarono sorridendo:

- Buongiorno signorina Nico Robin!-

- Buongiorno bambini, andiamo?-

Tutti si prepararono per andare a mensa , uscendolo dall'aula disordinatamente. 

- Arrivederci ragazzi eh?- gli salutò sarcastico Zoro.

I bambini si bloccarono, si girarono e lo salutarono:

- A domani maestro!-

Il docente  sospirò raccogliendo le proprie cose, ma Nico Robin si avvicinò :

- Zoro, il preside vuole parlarti.....-lo informò.

Il verde si bloccò, si girò a 360° verso la maestra e chiese:

- Sinceramente, sono nei guai Robin?-

- No, però è visibilmente arrabbiato!-rispose calma.

L'insegnante sbuffò poi si congedò salutando la collega.

Si avviò verso la presidenza conscio che il preside lo avrebbe strigliato a dovere. 

 

Angolo dell'autrice:

Ok, non chiedetemi da dove mi sia uscita fuori questa........ehm...... follia?

Beh per ora è il prologo ma spero che la storia vi possa appassionare!

Spero che vi sia piaciuto il primo capitolo e aspetto con ansia le vostre recensioni.

Un bacione 

Mistery Dragon 

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Capitolo 2
*** Pensieri tristi ***


Capitolo 2- Pensieri tristi
Zoro salì le interminabili scale  che lo separavano dalla presidenza.
Arrivato davanti alla porta bussò e si sentì qualcuno esclamare:
- Avanti!-
Il docente entrò ritrovandosi davanti il preside Drakul Mihawk, che non lo smetteva di osservarlo serio con i suoi enormi occhi dorati, colore tra l'altro innaturale.
Quasi tutti a scuola avevano timore di lui, ma non Zoro. C'era un po' di astio tra di loro ma comunque rispetto, non solo perchè Drakul era il preside......
- Salve Roronoa, si sieda.- lo invitò Mihawk, anche se l'invito suonava più come un ordine.
Zoro lo squadrò ma fece come gli era stato detto.
- Dunque, tralasciando il fatto che anche oggi è arrivato tardi a lezione...-
Il verde si grattò dietro la testa, segno che era stato colto in flagrante. Non potevi di certo passare innosservato a Occhi di Falco, come lo chiamavano tutti nell'istituto.
- In realtà sono qui per parlare di un suo alunno nello specifico.-
Il docente sapeva già di chi stava parlando. D'altronde era la terza volta dall'inizio della scuola che era stato convocato per lui.
- Sta parlando di Sanji Blackleg , vero?-
- Precisamente. Dall'inizio della scuola fino a ieri ha preso esattamente 10 note disciplinari negative, 12 assenze ingiustificate inclusi i ritardi ed ha per ora insufficienze in italiano, matematica e inglese.-
- La devo correggere 11 note disciplinari negative e 13 assenze ingiustificate.-
Occhi di Falco alzò gli occhi al cielo:
- Anche oggi?-
Il maestro annuì.
-  Va beh, non è questo il punto. Se alla fine di questo quadrimestre non migliora dovrò sospenderlo. E visto che è già stato sospeso sia l'anno scorso che due anni fa, dovrò anche espellerlo!-
Zoro sgranò gli occhi:
- In che senso espellerlo?-
- Vedo che non si ricorda il regolamento scolastico.-
L'insegnante imprecò a denti stretti: odiava quando Occhi di Falco lo corroggeva o gli faceva notare una cosa. Davvero, era una cosa per lui insopportabile.
Intanto il preside prese un tomo enorme dalla scrivinia e lo aprì:
- Regola disciplinare numero 18: Se l'alunno vennisse sospeso tre volte nell'arco dei cinque anni, esso verrà espulso immediatamente dalla scuola senza la possibilità di riscriversi all'istituto.-
Chiuse delicatamente ma con decisione il libro:
- Allora , dato che lei è il coordinatore di classe pretendo che questo alunno venga rimesso subito in riga e per la cronoca, convocherò anche i suoi genitori per un colloquio. Se riesce anche a scoprire cos'ha questo marmocchio, buon per lei! Si ricordi, se lui venisse espulso, lei, la signorina Nico Robin, il signor Trafalgar Law, e il signor Brook avrete una lettera di richiamo pesante ciascuno. Ha capito?-
Zoro cercò di mantenere la calma e rispose:
- Sì, lo farò signor preside.-
- Bene, può andare.-
Il verde si alzò,lo salutò educatamente e si congedò , ma intanto i suoi pensieri formulavano pensieri poco carini su Mihawk e anche su Sanji.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Sanji era sull'altalena. La neve candida sovrastava il paesaggio del cortile scolastico e un vento gelido continuava a soffiare su di lui. Già gelido, gelido come la sua vita. O come il suo cuore che ormai non esisteva più,o come il suo sorriso svanito o come la sua infanzia:rossa, viola ,gelida e dolorosa.
Perchè non poteva essere come gli altri bambini ? Perchè non poteva essere sorridente come Rufy ed Ace? O avere una madre amorevole come Nami e Nojiko?
Le lacrime stavano per avere la meglio sul bambino ma le ricacciò dentro. Aveva già pianto abbastanza ma esse non si erano ancora consumate. E lui non era più un bambino, non era più ingenuo come gli altri, era un ragazzo freddo come il ghiaccio , cattivo e orgoglioso.
Mentre rimuginava su questi tetri pensieri, Rufy si avvicinò lentamente a Sanji. 
- Sanji, vuoi venire a giocare con noi?-
Il biondo lo guardò con aria di superiorità:
- Perché?-
- Ti divertiresti! Dai, vieni!- e così il moretto prese la mano del ricciolo e lo trascinò verso gli altri.
Però poi si fermò ed osservò l'amico, serio:
- Un giorno però mi devi dire cos'hai , Sanji!-
Sanji sorrise tristemente , mentre veniva portato verso gli altri.
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Mentre Zoro prendeva la metropolitana verde diretto a Crescenzago. I suoi pensieri rimugivano su Sanji: maledetto moccioso viziato (perchè non poteva essere altrimenti), che per lui rischiava il posto di lavoro. Già con la reputazione che si era creato da adolescente, era già tanto se è riuscito a diventare maestro e laurearsi in lettere. 
Lui amava insegnare. Gli piaceva far apprendere ai bambini ciò che sapeva. Ma la cosa che più amava era scoprire i loro sogni. Molto spesso si era ritrovato bambini che avevano i sogni più disparati: Rufy tipo vuole diventare il re dei pirati, Nami una cartografa, Franky un carpentiere e costruire navi da sogno, Chopper voleva curare le persone da ogni male, Usopp diventare un coraggioso eroe e Ace anche lui un pirata come il fratello.
Sanji invece niente, niente di niente! Si ricordava ancora il primo giorno di scuola, dove aveva chiesto ai bambini di disegnargli cosa avrebbero fatto da grandi. Tutti hanno dato i sogni più fantasiosi, colorati e bizzarri ma non quel biondino.
Ciò lo aveva perplesso e gli aveva chiesto come mai il motivo di quel foglio bianco.
" Io non ho sogni. Sono solo fantasie irrealizzabili. " a sentirlo, sembrava un adulto.
Da quel giorno Zoro aveva provato più volte ad avvicinarsi a quel ricciolo, ma niente.
Era come avere un muro davanti a se, dove tu puoi dare tutti i  pugni che  vuoi ma niente lo distrugge.
Zoro ci credeva nei sogni, specialmente nel suo: diventare il miglior spadaccino del mondo.Non di fioretti o sciabole come i veri atleti italiani, no. Lui voleva essere un samurai. Sì di quelli giapponesi che difendono le persone e i loro valori fino alla morte, che posso essere spietati contro un nemico ma delicati con un bambino.Gli piacevano le katane , spade mistiche e affascinanti allo stesso tempo. Non sapeva il perchè ma amava tutto ciò che era giapponese: il cibo, gli alcolici, le armi, la storia, il paesaggio, la cultura.
Infatti non gli dispiaceva neanche di leggersi qualche volta qualche manga, specialmente gli shonen, perchè era pieni di scontri e sogni da realizzare.
E infatti chi si era andato a sposare ? Una giapponese. 
Già, Kuina. Lei era fantastica, la sua anima gemella , la sua ragione di vita. L'aveva conosciuta quando aveva 15 anni , quando aveva iniziato a fare le gare internazionali. Poi da rivali , pian piano  il loro rapporto era cresciuto e avevano deciso di sposarsi a soli 23 anni.
Era anche grazie a lei se era diventato un maestro: la verità era che lui voleva diventare un sensei di kendo e aprire un dojo a Milano ma purtroppo aveva cestinato questa idea per quel crimine, quell'errore, quell'incoscienza ......no, non doveva più pensarci. Quell'evento faceva parte del passato ormai.....
Come Kuina. La sua vita con lei era perfetta, assolutamente perfetta finchè non arrivò quel dannato giorno. Un pazzo ubriaco si trovava sull'autostrada che da Linate portava a Milano.
Kuina era appena tornata dal Giappone. Zoro invece era a casa, indaffarato per gli esami universitari. Questo folle sbandò contro l'auto di Kuina e la fece andare fuori strada. Morta sul colpo. Quel bastardo ora era in carcere, a scontare una pena che per Zoro era troppo poca per ciò che ha fatto.
Il suo angelo era partito e non sapeva proprio come aveva fatto ad uscire dallo shock. Forse grazie al padre del suo grande amore, che gli regalò la katana bianca della ragazza. Zoro giurò su essa  che prima o poi sarebbe diventato il miglior spadaccino del mondo, anche se doveva andare contro la legge. Ma soprattutto si sarebbe preso cura dei bambini, che Kuina amava e desiderava tanto averne uno.
Con il cuore colmo di tristezza era arrivato a casa, un'abitazione stile giapponese con un bellissimo con gli alberi spogli che in primavera sarebbero diventati dei magnifici ciliegi.
Aprì la porta di casa ,tolse le scarpe, si avviò in cucina e gettò la valigia sul tavolo. Prima di dirigersi verso il frigo , osservò la foto di Kuina da giovane, quando aveva vinto contro di lui la prima volta.
La prese in mano, sorrise e la baciò. Pensò a Kuina e alla sua promessa: doveva prendersi cura di Sanji come avrebbe fatto un sensei e gioire dei suoi risultati. 
Questo era ciò che pensava Zoro, ma ancora non sapeva che Sanji non sarebbe stato solo un semplice alunno da aiutarlo a crescere culturalmente, ma sarebbe stato qualcosa di più.............

Capitolo 2- Pensieri tristi

Zoro salì le interminabili scale  che lo separavano dalla presidenza.

Arrivato davanti alla porta bussò e si sentì qualcuno esclamare:

- Avanti!-

Il docente entrò ritrovandosi davanti il preside Drakul Mihawk, che non lo smetteva di osservarlo serio con i suoi enormi occhi dorati, colore tra l'altro innaturale.

Quasi tutti a scuola avevano timore di lui, ma non Zoro. C'era un po' di astio tra di loro ma comunque rispetto, non solo perchè Drakul era il preside......

- Salve Roronoa, si sieda.- lo invitò Mihawk, anche se l'invito suonava più come un ordine.

Zoro lo squadrò ma fece come gli era stato detto.

- Dunque, tralasciando il fatto che anche oggi è arrivato tardi a lezione...-

Il verde si grattò dietro la testa, segno che era stato colto in flagrante. Non potevi di certo passare innosservato a Occhi di Falco, come lo chiamavano tutti nell'istituto.

- In realtà sono qui per parlare di un suo alunno nello specifico.-

Il docente sapeva già di chi stava parlando. D'altronde era la terza volta dall'inizio della scuola che era stato convocato per lui.

- Sta parlando di Sanji Blackleg , vero?-

- Precisamente. Dall'inizio della scuola fino a ieri ha preso esattamente 10 note disciplinari negative, 12 assenze ingiustificate inclusi i ritardi ed ha per ora insufficienze in italiano, matematica e inglese.-

- La devo correggere 11 note disciplinari negative e 13 assenze ingiustificate.-

Occhi di Falco alzò gli occhi al cielo:

- Anche oggi?-

Il maestro annuì.

-  Va beh, non è questo il punto. Se alla fine di questo quadrimestre non migliora dovrò sospenderlo. E visto che è già stato sospeso sia l'anno scorso che due anni fa, dovrò anche espellerlo!-

Zoro sgranò gli occhi:

- In che senso espellerlo?-

- Vedo che non si ricorda il regolamento scolastico.-

L'insegnante imprecò a denti stretti: odiava quando Occhi di Falco lo corroggeva o gli faceva notare una cosa. Davvero, era una cosa per lui insopportabile.

Intanto il preside prese un tomo enorme dalla scrivinia e lo aprì:

- Regola disciplinare numero 18: Se l'alunno vennisse sospeso tre volte nell'arco dei cinque anni, esso verrà espulso immediatamente dalla scuola senza la possibilità di riscriversi all'istituto.-

Chiuse delicatamente ma con decisione il libro:

- Allora , dato che lei è il coordinatore di classe pretendo che questo alunno venga rimesso subito in riga e per la cronoca, convocherò anche i suoi genitori per un colloquio. Se riesce anche a scoprire cos'ha questo marmocchio, buon per lei! Si ricordi, se lui venisse espulso, lei, la signorina Nico Robin, il signor Trafalgar Law, e il signor Brook avrete una lettera di richiamo pesante ciascuno. Ha capito?-

Zoro cercò di mantenere la calma e rispose:

- Sì, lo farò signor preside.-

- Bene, può andare.-

Il verde si alzò,lo salutò educatamente e si congedò , ma intanto i suoi pensieri formulavano pensieri poco carini su Mihawk e anche su Sanji.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Sanji era sull'altalena. La neve candida sovrastava il paesaggio del cortile scolastico e un vento gelido continuava a soffiare su di lui. Già gelido, gelido come la sua vita. O come il suo cuore che ormai non esisteva più,o come il suo sorriso svanito o come la sua infanzia:rossa, viola ,gelida e dolorosa.

Perchè non poteva essere come gli altri bambini ? Perchè non poteva essere sorridente come Rufy ed Ace? O avere una madre amorevole come Nami e Nojiko?

Le lacrime stavano per avere la meglio sul bambino ma le ricacciò dentro. Aveva già pianto abbastanza ma esse non si erano ancora consumate. E lui non era più un bambino, non era più ingenuo come gli altri, era un ragazzo freddo come il ghiaccio , cattivo e orgoglioso.

Mentre rimuginava su questi tetri pensieri, Rufy si avvicinò lentamente a Sanji. 

- Sanji, vuoi venire a giocare con noi?-

Il biondo lo guardò con aria di superiorità:

- Perché?-

- Ti divertiresti! Dai, vieni!- e così il moretto prese la mano del ricciolo e lo trascinò verso gli altri.

Però poi si fermò ed osservò l'amico, serio:

- Un giorno però mi devi dire cos'hai , Sanji!-

Sanji sorrise tristemente , mentre veniva portato verso gli altri.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Mentre Zoro prendeva la metropolitana verde diretto a Crescenzago. I suoi pensieri rimugivano su Sanji: maledetto moccioso viziato (perchè non poteva essere altrimenti), che per lui rischiava il posto di lavoro. Già con la reputazione che si era creato da adolescente, era già tanto se è riuscito a diventare maestro e laurearsi in lettere. 

Lui amava insegnare. Gli piaceva far apprendere ai bambini ciò che sapeva. Ma la cosa che più amava era scoprire i loro sogni. Molto spesso si era ritrovato bambini che avevano i sogni più disparati: Rufy tipo vuole diventare il re dei pirati, Nami una cartografa, Franky un carpentiere e costruire navi da sogno, Chopper voleva curare le persone da ogni male, Usopp diventare un coraggioso eroe e Ace anche lui un pirata come il fratello.

Sanji invece niente, niente di niente! Si ricordava ancora il primo giorno di scuola, dove aveva chiesto ai bambini di disegnargli cosa avrebbero fatto da grandi. Tutti hanno dato i sogni più fantasiosi, colorati e bizzarri ma non quel biondino.

Ciò lo aveva perplesso e gli aveva chiesto come mai il motivo di quel foglio bianco.

" Io non ho sogni. Sono solo fantasie irrealizzabili. " a sentirlo, sembrava un adulto.

Da quel giorno Zoro aveva provato più volte ad avvicinarsi a quel ricciolo, ma niente.

Era come avere un muro davanti a se, dove tu puoi dare tutti i  pugni che  vuoi ma niente lo distrugge.

Zoro ci credeva nei sogni, specialmente nel suo: diventare il miglior spadaccino del mondo.Non di fioretti o sciabole come i veri atleti italiani, no. Lui voleva essere un samurai. Sì di quelli giapponesi che difendono le persone e i loro valori fino alla morte, che posso essere spietati contro un nemico ma delicati con un bambino.Gli piacevano le katane , spade mistiche e affascinanti allo stesso tempo. Non sapeva il perchè ma amava tutto ciò che era giapponese: il cibo, gli alcolici, le armi, la storia, il paesaggio, la cultura.

Infatti non gli dispiaceva neanche di leggersi qualche volta qualche manga, specialmente gli shonen, perchè era pieni di scontri e sogni da realizzare.

E infatti chi si era andato a sposare ? Una giapponese. 

Già, Kuina. Lei era fantastica, la sua anima gemella , la sua ragione di vita. L'aveva conosciuta quando aveva 15 anni , quando aveva iniziato a fare le gare internazionali. Poi da rivali , pian piano  il loro rapporto era cresciuto e avevano deciso di sposarsi a soli 23 anni.

Era anche grazie a lei se era diventato un maestro: la verità era che lui voleva diventare un sensei di kendo e aprire un dojo a Milano ma purtroppo aveva cestinato questa idea per quel crimine, quell'errore, quell'incoscienza ......no, non doveva più pensarci. Quell'evento faceva parte del passato ormai.....

Come Kuina. La sua vita con lei era perfetta, assolutamente perfetta finchè non arrivò quel dannato giorno. Un pazzo ubriaco si trovava sull'autostrada che da Linate portava a Milano.

Kuina era appena tornata dal Giappone. Zoro invece era a casa, indaffarato per gli esami universitari. Questo folle sbandò contro l'auto di Kuina e la fece andare fuori strada. Morta sul colpo. Quel bastardo ora era in carcere, a scontare una pena che per Zoro era troppo poca per ciò che ha fatto.

Il suo angelo era partito e non sapeva proprio come aveva fatto ad uscire dallo shock. Forse grazie al padre del suo grande amore, che gli regalò la katana bianca della ragazza. Zoro giurò su essa  che prima o poi sarebbe diventato il miglior spadaccino del mondo, anche se doveva andare contro la legge. Ma soprattutto si sarebbe preso cura dei bambini, che Kuina amava e desiderava tanto averne uno.

Con il cuore colmo di tristezza era arrivato a casa, un'abitazione stile giapponese con un bellissimo con gli alberi spogli che in primavera sarebbero diventati dei magnifici ciliegi.

Aprì la porta di casa ,tolse le scarpe, si avviò in cucina e gettò la valigia sul tavolo. Prima di dirigersi verso il frigo , osservò la foto di Kuina da giovane, quando aveva vinto contro di lui la prima volta.

La prese in mano, sorrise e la baciò. Pensò a Kuina e alla sua promessa: doveva prendersi cura di Sanji come avrebbe fatto un sensei e gioire dei suoi risultati. 

Questo era ciò che pensava Zoro, ma ancora non sapeva che Sanji non sarebbe stato solo un semplice alunno da aiutarlo a crescere culturalmente, ma sarebbe stato qualcosa di più.............


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Capitolo 3
*** Quando è troppo, è troppo! ***


Capitolo 3- Quando è troppo, è troppo!
- Sigh! Sono stufo di correggere temi su temi, sono tutti, tutti , tutti sbagliati sia grammaticalmente che in ortografia. Eppure io i concetti glieli ho spiegati almeno diecimila volte.- sbuffò esausto il maestro.
Erano le 23.00 e non aveva ancora finito con quelle maledette verifiche. Aveva dato voti non troppo alti dato il livello della sua classe: metà classe aveva preso 6 , 2 o 3 persone erano riusciti a prendere 8, gli altri tutti  5.
Il verde odiava dare brutti voti: significava perdere tempo a rispiegare argomenti già passati e ciò rallentava il programma ergo alla fine veniva bastonato dal preside. Sant'Iddio, che rabbia!
Poi si ritrovò l'ultimo compito in mano, quello di Sanji. Era  bianco: niente scaletta, niente brutta copia, niente tema. Non c'era niente! Ok , almeno il nome , la data, la classe e la consegna c'erano. Che voto doveva dargli 3 o 4? Poi ripensò al discorso del preside: così gli diede un quattro, era più facile da recuperare di un 3.
Rimise a posto le verifiche nella sua valigia. Fece mente locale su cosa doveva fare domani e si ricordò solo in quel momento del libro da portare. Iniziò a cercare per tutta la casa quel volume, mettendo a soqquadro l'appartamento  e imprecando contro qualsiasi cosa gli capitasse a tiro. Dopo aver ribaltato casa lo trovò: Il re del mare di Salgari. Certo avrebbe preferito un bel libro sui samurai, ma visto che la maggior parte della classe ADORAVA i pirati, aveva pensato che quella storia facesse proprio a caso suo. 
Mise il libro nella borsa e rimise a posto la casa. Finalmente all'una di notte potè sdraiarsi esausto sul suo futon.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
- Oh no! Sono di nuovo in ritardo! Stavolta rischio seriamente di essere licenziato!- stessa scena di ieri, se non fosse per il fatto che era pomeriggio e che ad aspettarlo non c'erano solo i bambini ma anche Trafalgar Law, il professore di matematica,scienze e ginnastica e non aveva un bel carattere.
Aprì la porta della classe violentemente e cercò di riprendere aria. 
- Era ora che arrivassi. Il mio turno è finito 15 minuti fa.- lo beccò subito il collega.
- Ti sei di nuovo perso , vero?-
- No! La metrò ha ritardato.- controbattè il verde, mentendo spudoratamente.
- Va beh, prendi i marmocchi , io me ne vado. Ci vediamo a gennaio!- e se ne andò calmo verso l'uscita. 
Zoro disse qualcosa di non molto carino contro di lui, ma poi accompagnò gli alunni a mensa. Appena suonò la campanella di fine intervallo , il maestro tirò un lungo sospiro di sollievo. Infatti passare 2 ore a controllare che nessuno si facesse male giocando, che non si picchiassero e che non si lanciassero qualsiasi cosa addosso era davvero stressante.
Appena tutti furono seduti, il docente potè iniziare a parlare: 
- Bene ragazzi , ho corretto i compiti e non è andata proprio bene. Praticamente avete preso quasi tutti o 5 o 6 , eccezioni a parte. Passi quelli che hanno la sufficienza ma quelli che hanno 5 voglio che si applichino durante le vacanze. Chiaro? Forza prendete il libretto e venite alla cattedra quando vi chiamo.-
Iniziò a chiamare per primo Franky, gli diede qualche consiglio per la correzione a casa , gli scrisse il voto e lo fece mandare a posto.
Poi venne il turno di Sanji. Appena fu lì Zoro sconfortato disse:
- Sanji, sai quanto hai preso?- 
- Non mi interessa!- rispose secco il bambino.
- Ah non ti interessa ? Lo sai che ieri il preside mi ha chiamato dicendomi che sei a rischio espulsione?- disse piccato il verde.
- E allora fatelo!- controbattè il biondo.
Zoro si alzò in piedi:
-Ma mi vuoi dire cos'hai? Vuoi veramente essere analfabeta a vita? Sai cosa significa?-
- So benissimo cosa significa, ma la vita è mia e ci faccio quello che voglio.-
Il docente si trattenne dal dargli un ceffone, poi riprese:
- Hai solo 8 anni! Credi di essere responsabile della tua vita?-
- Lei cosa ne sa della mia vita! E' solo una stupido laureato che ha scelto il peggior lavoro del mondo!- urlò Sanji infuriato.
Zoro non ne poteva più , nessuno doveva prendersi gioco della sua promessa, neanche un bambino di otto anni maleducato.
Sbattè entrambe le mani sul tavolo nervoso, facendo zittire la classe.
Sanji tremò impercettibilmente: sembrava lo volesse picchiare.
Invece Zoro lo guardò con lo sguardo infuocato, lo prese per un braccio  e lo trasportò fuori dalla classe.
- Do-dove mi sta portando?- chiese Sanji cercando di liberarsi dalla presa serrata ma comunque delicata.
- Dal preside!- rispose secco il verde.
- Lei non può farmi questo!-
- Invece sì che posso!-
- Mi lasci andare!-
- No!-
- Lei non capisce.-
-  Non mi interessa. E poi non c'è niente da capire: sei solo un mocciosetto indisciplinato che sta superando ogni limite.-
- La odio!-
- Il sentimento è reciproco!-
Zoro non pensava veramente di odiarlo ma era così arrabbiato in quel momento che avrebbe spaccato un muro con un semplice pugno.
Arrivato in presidenza bussò abbastanza forte contro la porta , Mihawk andò ad aprire abbastanza nervoso di essere stato disturbato ma vedendo Zoro con lo sguardo indemoniato e che teneva Sanji per un braccio gli fece accomodare.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Appena tornò a casa, Zoro era più furibondo di prima. Sbattè a terra la sua valigia, si svestì velocemente e andò in cortile. Si era messo sopra un paio di pantaloni, l'haramaki verde e il petto invece era nudo. Aveva preso le sue tre katane e aveva cominciato ad allenarsi. Quando era parecchio nervoso questo era l'unico metodo per distendergli i nervi.
Maledetto marmocchio, con quelle cavolo di sopracciglia a ricciolo: non solo gli aveva sballato tutto il programma della giornata dovendo tra l'altro chiamare Brook (il maestro di musica e arte) a sostituirlo in classe per consegnare le verifiche. Non solo era rimasto con lui due ore buone in presidenza a sorbirsi il monologo di Occhi di Falco su Sanji ma il preside l'ha addirittura costretto a diventare il suo tutore per le ripetizioni appena tornato dalle vacanze. 
Perfetto! Non solo doveva digerire e sopportare quella peste in classe dal lunedì al venerdì, ma adesso lo doveva vedere pure al pomeriggio compreso sabato e domenica a partire dal rientro delle vacanze. Che rabbia! 
Iniziò a tagliare delle tegole di pietra per scaricare la rabbia, finchè non tagliò in due un ceppo di legno lanciatogli contro.
Riconobbe subito di chi si trattava:
- Non ti è bastato strigliarmi a dovere anche oggi , eh Occhi di Falco?-
Cercò di attaccarlo,ma il suo colpo venne parato dalla spada di Mihawk.
- Sei impertinente Roronoa, te l'ha mai detto nessuno?-
Zoro ricominciò ad attaccarlo ma i suoi fendenti non andavano mai a tiro:
- E poi usi sempre l'istinto apposto della testa quando combatti.-
- Non accetto critiche da il miglior spadaccino del mondo che ha abbandonato le competizioni per diventare preside.-
- Potrei dire la stessa identica cosa di te.-
Il verde venne mitragliato di colpi da Mihawk e la maggior parte non riusciva a schivarli:
- Cos'hai Roronoa? Ti sei offeso per un moccioso?-
- No! Non accetto il fatto che debba essere io il suo tutore.-
Il maggiore lo disarmò, lo fece ruzzolare a terra e gli puntò la spada alla gola:
- Istintivo e irascibile. Sempre il solito, non vuoi proprio imparare!-
Zoro gli ringhiò contro. Mihawk gli fece un taglietto sulla guancia per dimostrare ancora la sua superiorità e fece per andarsene quando venne trattenuto dalla voce del verde:
- Perchè sei venuto qui?-
Il preside si voltò e gli rispose:
- Immaginavo ti stessi allenando e avevo voglia di combattere.-
- Pfui, come se non sapessi che non è quello il vero motivo!-
- Va bene, la verità è che dovevo avere la conferma che non sei uno spadaccino del tutto.-
- E si potrebbe sapere il perchè?-
- Non vai oltre il tuo naso! Ti arrabbi e categorizzi le persone. Ricordati, mai valutare l'avversario dall'apparenza.-
- Intendi dire con Sanji?-
- Specialmente con lui, ma anche con gli altri.-
- Quindi dovrei andare oltre l'apparenza?-
- Sei diventato sordo Roronoa?-
- No , ho capito, facevo mente locale.-
Mihawk si incamminò finchè non si fermò di sua volontà e disse:
- Spero che almeno questa critica la incameri bene nella tua mente e non come tuo solito che lasci perdere. Ah e un'altra cosa, la prossima volta cerca di portarmi un po' più di rispetto.-
Zoro sbuffò e rispose con un biascicato:
- Sì ,sensei!-
- E per la cronoca , sono diventato preside dopo che ho mandato in coma un ragazzo alle Olimpiadi, e mi hanno espulso da qualsiasi competizione sportiva.-
Zoro era estereffatto
E Occhi di Falco potè finalmente lasciare la casa.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
- Sanji ti vuoi muovere?! Porta le costolette al tavolo due!-
Ristorante/pizzeria "Baratie" ristorante in piazza Duomo, raffinato ma non costoso, ore 19.30. Il bambino portava quattro piatti sulle braccia e continuava a entrare e uscire dalla cucina il più velocemente possibile.
-Sanji, sei un pelandrone! Porta questa pizza al tavolo cinque!-
E così tra un Sanji di qui e un Sanji di là, il piccolo finì per far cadere per terra del cibo involontariamente.
- Sanji, sei il solito idiota maldestro! Ora raccogli tutto e buttalo nella spazzatura!- gli ordinò un cuoco di nome Carne.
- Scordatelo! Il cibo non va sprecato! Si può sapere che razza di cuoco sei per dire una cosa del genere?!- rispose contrariato il ricciolo.
- Non mi faccio criticare di certo da un marmocchio come te! Non capisco proprio perchè Zeff ha voluto che venissi qui!-
- Non sono affari tuoi. E comunque non sono un marmocchio!-
- Zitto e fa come ti ho detto!- 
-NO!-
- Cosa?!-
- Lavati le orecchie, ho detto no!-
- Come ti permetti?!-
- Io mi permetto eccome!-
- Ricordati che tu sei solo uno stupido ragazzino che è stato assunto come cameriere. Quindi muoviti se non vuoi che te la faccia ingoiare quella roba lì.-
Sanji lo guardò con aria di sfida, prese una manciata di quel cibo , lo masticò e lo ingoiò.
- Bleah! Fai schifo Sanji!-
Prima che il piccolo potesse dire qualcosa contro di lui venne chiamato dal cuoco Pati.
- SANJI!!! Porta questo piatto di ramen al bancone. -
Il piccolo prese il vassoio nervoso e varcò la soglia della cucina, ma quando vide chi c'era dietro al bancone tornò dentro di corsa:
- Non può essere! Che ci fa qui il signor Roronoa ?!-

Capitolo 3- Quando è troppo, è troppo!

- Sigh! Sono stufo di correggere temi su temi, sono tutti, tutti , tutti sbagliati sia grammaticalmente che in ortografia. Eppure io i concetti glieli ho spiegati almeno diecimila volte.- sbuffò esausto il maestro.

Erano le 23.00 e non aveva ancora finito con quelle maledette verifiche. Aveva dato voti non troppo alti dato il livello della sua classe: metà classe aveva preso 6 , 2 o 3 persone erano riusciti a prendere 8, gli altri tutti  5.

Il verde odiava dare brutti voti: significava perdere tempo a rispiegare argomenti già passati e ciò rallentava il programma ergo alla fine veniva bastonato dal preside. Sant'Iddio, che rabbia!

Poi si ritrovò l'ultimo compito in mano, quello di Sanji. Era  bianco: niente scaletta, niente brutta copia, niente tema. Non c'era niente! Ok , almeno il nome , la data, la classe e la consegna c'erano. Che voto doveva dargli 3 o 4? Poi ripensò al discorso del preside: così gli diede un quattro, era più facile da recuperare di un 3.

Rimise a posto le verifiche nella sua valigia. Fece mente locale su cosa doveva fare domani e si ricordò solo in quel momento del libro da portare. Iniziò a cercare per tutta la casa quel volume, mettendo a soqquadro l'appartamento  e imprecando contro qualsiasi cosa gli capitasse a tiro. Dopo aver ribaltato casa lo trovò: Il re del mare di Salgari. Certo avrebbe preferito un bel libro sui samurai, ma visto che la maggior parte della classe ADORAVA i pirati, aveva pensato che quella storia facesse proprio a caso suo. 

Mise il libro nella borsa e rimise a posto la casa. Finalmente all'una di notte potè sdraiarsi esausto sul suo futon.

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- Oh no! Sono di nuovo in ritardo! Stavolta rischio seriamente di essere licenziato!- stessa scena di ieri, se non fosse per il fatto che era pomeriggio e che ad aspettarlo non c'erano solo i bambini ma anche Trafalgar Law, il professore di matematica,scienze e ginnastica e non aveva un bel carattere.

Aprì la porta della classe violentemente e cercò di riprendere aria. 

- Era ora che arrivassi. Il mio turno è finito 15 minuti fa.- lo beccò subito il collega.

- Ti sei di nuovo perso , vero?-

- No! La metrò ha ritardato.- controbattè il verde, mentendo spudoratamente.

- Va beh, prendi i marmocchi , io me ne vado. Ci vediamo a gennaio!- e se ne andò calmo verso l'uscita. 

Zoro disse qualcosa di non molto carino contro di lui, ma poi accompagnò gli alunni a mensa. Appena suonò la campanella di fine intervallo , il maestro tirò un lungo sospiro di sollievo. Infatti passare 2 ore a controllare che nessuno si facesse male giocando, che non si picchiassero e che non si lanciassero qualsiasi cosa addosso era davvero stressante.

Appena tutti furono seduti, il docente potè iniziare a parlare: 

- Bene ragazzi , ho corretto i compiti e non è andata proprio bene. Praticamente avete preso quasi tutti o 5 o 6 , eccezioni a parte. Passi quelli che hanno la sufficienza ma quelli che hanno 5 voglio che si applichino durante le vacanze. Chiaro? Forza prendete il libretto e venite alla cattedra quando vi chiamo.-

Iniziò a chiamare per primo Franky, gli diede qualche consiglio per la correzione a casa , gli scrisse il voto e lo fece mandare a posto.

Poi venne il turno di Sanji. Appena fu lì Zoro sconfortato disse:

- Sanji, sai quanto hai preso?- 

- Non mi interessa!- rispose secco il bambino.

- Ah non ti interessa ? Lo sai che ieri il preside mi ha chiamato dicendomi che sei a rischio espulsione?- disse piccato il verde.

- E allora fatelo!- controbattè il biondo.

Zoro si alzò in piedi:

-Ma mi vuoi dire cos'hai? Vuoi veramente essere analfabeta a vita? Sai cosa significa?-

- So benissimo cosa significa, ma la vita è mia e ci faccio quello che voglio.-

Il docente si trattenne dal dargli un ceffone, poi riprese:

- Hai solo 8 anni! Credi di essere responsabile della tua vita?-

- Lei cosa ne sa della mia vita! E' solo una stupido laureato che ha scelto il peggior lavoro del mondo!- urlò Sanji infuriato.

Zoro non ne poteva più , nessuno doveva prendersi gioco della sua promessa, neanche un bambino di otto anni maleducato.

Sbattè entrambe le mani sul tavolo nervoso, facendo zittire la classe.

Sanji tremò impercettibilmente: sembrava lo volesse picchiare.

Invece Zoro lo guardò con lo sguardo infuocato, lo prese per un braccio  e lo trasportò fuori dalla classe.

- Do-dove mi sta portando?- chiese Sanji cercando di liberarsi dalla presa serrata ma comunque delicata.

- Dal preside!- rispose secco il verde.

- Lei non può farmi questo!-

- Invece sì che posso!-

- Mi lasci andare!-

- No!-

- Lei non capisce.-

-  Non mi interessa. E poi non c'è niente da capire: sei solo un mocciosetto indisciplinato che sta superando ogni limite.-

- La odio!-

- Il sentimento è reciproco!-

Zoro non pensava veramente di odiarlo ma era così arrabbiato in quel momento che avrebbe spaccato un muro con un semplice pugno.

Arrivato in presidenza bussò abbastanza forte contro la porta , Mihawk andò ad aprire abbastanza nervoso di essere stato disturbato ma vedendo Zoro con lo sguardo indemoniato e che teneva Sanji per un braccio gli fece accomodare.

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Appena tornò a casa, Zoro era più furibondo di prima. Sbattè a terra la sua valigia, si svestì velocemente e andò in cortile. Si era messo sopra un paio di pantaloni, l'haramaki verde e il petto invece era nudo. Aveva preso le sue tre katane e aveva cominciato ad allenarsi. Quando era parecchio nervoso questo era l'unico metodo per distendergli i nervi.

Maledetto marmocchio, con quelle cavolo di sopracciglia a ricciolo: non solo gli aveva sballato tutto il programma della giornata dovendo tra l'altro chiamare Brook (il maestro di musica e arte) a sostituirlo in classe per consegnare le verifiche. Non solo era rimasto con lui due ore buone in presidenza a sorbirsi il monologo di Occhi di Falco su Sanji ma il preside l'ha addirittura costretto a diventare il suo tutore per le ripetizioni appena tornato dalle vacanze. 

Perfetto! Non solo doveva digerire e sopportare quella peste in classe dal lunedì al venerdì, ma adesso lo doveva vedere pure al pomeriggio compreso sabato e domenica a partire dal rientro delle vacanze. Che rabbia! 

Iniziò a tagliare delle tegole di pietra per scaricare la rabbia, finchè non tagliò in due un ceppo di legno lanciatogli contro.

Riconobbe subito di chi si trattava:

- Non ti è bastato strigliarmi a dovere anche oggi , eh Occhi di Falco?-

Cercò di attaccarlo,ma il suo colpo venne parato dalla spada di Mihawk.

- Sei impertinente Roronoa, te l'ha mai detto nessuno?-

Zoro ricominciò ad attaccarlo ma i suoi fendenti non andavano mai a tiro:

- E poi usi sempre l'istinto apposto della testa quando combatti.-

- Non accetto critiche da il miglior spadaccino del mondo che ha abbandonato le competizioni per diventare preside.-

- Potrei dire la stessa identica cosa di te.-

Il verde venne mitragliato di colpi da Mihawk e la maggior parte non riusciva a schivarli:

- Cos'hai Roronoa? Ti sei offeso per un moccioso?-

- No! Non accetto il fatto che debba essere io il suo tutore.-

Il maggiore lo disarmò, lo fece ruzzolare a terra e gli puntò la spada alla gola:

- Istintivo e irascibile. Sempre il solito, non vuoi proprio imparare!-

Zoro gli ringhiò contro. Mihawk gli fece un taglietto sulla guancia per dimostrare ancora la sua superiorità e fece per andarsene quando venne trattenuto dalla voce del verde:

- Perchè sei venuto qui?-

Il preside si voltò e gli rispose:

- Immaginavo ti stessi allenando e avevo voglia di combattere.-

- Pfui, come se non sapessi che non è quello il vero motivo!-

- Va bene, la verità è che dovevo avere la conferma che non sei uno spadaccino del tutto.-

- E si potrebbe sapere il perchè?-

- Non vai oltre il tuo naso! Ti arrabbi e categorizzi le persone. Ricordati, mai valutare l'avversario dall'apparenza.-

- Intendi dire con Sanji?-

- Specialmente con lui, ma anche con gli altri.-

- Quindi dovrei andare oltre l'apparenza?-

- Sei diventato sordo Roronoa?-

- No , ho capito, facevo mente locale.-

Mihawk si incamminò finchè non si fermò di sua volontà e disse:

- Spero che almeno questa critica la incameri bene nella tua mente e non come tuo solito che lasci perdere. Ah e un'altra cosa, la prossima volta cerca di portarmi un po' più di rispetto.-

Zoro sbuffò e rispose con un biascicato:

- Sì ,sensei!-

- E per la cronoca , sono diventato preside dopo che ho mandato in coma un ragazzo alle Olimpiadi, e mi hanno espulso da qualsiasi competizione sportiva.-

Zoro era estereffatto

E Occhi di Falco potè finalmente lasciare la casa.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

- Sanji ti vuoi muovere?! Porta le costolette al tavolo due!-

Ristorante/pizzeria "Baratie" ristorante in piazza Duomo, raffinato ma non costoso, ore 19.30. Il bambino portava quattro piatti sulle braccia e continuava a entrare e uscire dalla cucina il più velocemente possibile.

-Sanji, sei un pelandrone! Porta questa pizza al tavolo cinque!-

E così tra un Sanji di qui e un Sanji di là, il piccolo finì per far cadere per terra del cibo involontariamente.

- Sanji, sei il solito idiota maldestro! Ora raccogli tutto e buttalo nella spazzatura!- gli ordinò un cuoco di nome Carne.

- Scordatelo! Il cibo non va sprecato! Si può sapere che razza di cuoco sei per dire una cosa del genere?!- rispose contrariato il ricciolo.

- Non mi faccio criticare di certo da un marmocchio come te! Non capisco proprio perchè Zeff ha voluto che venissi qui!-

- Non sono affari tuoi. E comunque non sono un marmocchio!-

- Zitto e fa come ti ho detto!- 

-NO!-

- Cosa?!-

- Lavati le orecchie, ho detto no!-

- Come ti permetti?!-

- Io mi permetto eccome!-

- Ricordati che tu sei solo uno stupido ragazzino che è stato assunto come cameriere. Quindi muoviti se non vuoi che te la faccia ingoiare quella roba lì.-

Sanji lo guardò con aria di sfida, prese una manciata di quel cibo , lo masticò e lo ingoiò.

- Bleah! Fai schifo Sanji!-

Prima che il piccolo potesse dire qualcosa contro di lui venne chiamato dal cuoco Pati.

- SANJI!!! Porta questo piatto di ramen al bancone. -

Il piccolo prese il vassoio nervoso e varcò la soglia della cucina, ma quando vide chi c'era dietro al bancone tornò dentro di corsa:

- Non può essere! Che ci fa qui il signor Roronoa ?!-

 
Angolo dell'autrice riconoscente:
Beh per ora la storia sta piacendo e ciò mi fa piacere. Ringrazio chi ha messo la storia fra le seguite, chi recensisce e chi legge solamente.
Siete speciali!!!
Un bacione e aspetto le vostre recensioni
Mistery Dragon

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Capitolo 4
*** Il padre di Sanji ***


Capitolo 4- Il padre di Sanji
Sanji aveva il cuore in gola. Se Zoro lo avesse scoperto a lavorare in quel ristorante ,l'avrebbe costretto a tornare a casa!
Così senza farsi notare entrò nello spogliatoio maschile a cercare qualcosa che potesse nascondere la sua identità; trovò per caso quello che faceva al caso suo: un paio di occhiali da sole, un cappellino con visiera rosso e un paio di roller che lo facevano alzare di almeno 5 cm. Era poco ma sperava davvero che il suo docente non lo riconoscesse.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Il verde tamburellava le dita nervosamente sul bancone. Era andato al ristorante perchè aveva finito gli allenamenti tardi e non aveva niente in frigo. Così aveva deciso di andare in quel ristorante, consigliatogli da almeno 30.000 persone di sua conoscenza per la qualità del cibo e del prezzo ,oltre per lo "spettacolo" :capitava infatti che alcune volte i cuochi prendessero a pugni qualche cliente insopportabile o addirittura qualche criminale. Però accidenti , perchè non arrivava quel dannato piatto di ramen?!
Finalmente dalla porta uscì fuori il cameriere. Certo che era proprio bassino ma ciò che aveva fatto accigliare di più lo spadaccino era il perchè indossasse un paio di occhiali da sole alle 7 e mezza di sera, in inverno, dentro un ristorante tra le altre cose.
- Era ora che portaste da mangiare. Sto aspettando da più di 30 minuti!-si lamentò il docete.
- Mi scusi ,ma ci sono stati dei contrattempi in cucina!- rispose il bambino falsando la voce cercando di avere un tono più da uomo, fallendo ovviamente. 
Il maestro cercò di guardare in faccia il ragazzo , visto che non lo aveva neanche degnato di uno sguardo e notò di sfuggita un sopracciglio a ricciolo. E sapeva per certo che esisteva solo una persona al mondo che aveva un sopracciglio del genere:
- Sanji?-
Il piccolo si pietrificò ma cercò di mentire:
- No! Si sbaglia! Io non conosco nessun.....- Troppo tardi! Zoro prese l'alunno per un polso e gli tolse cappello e occhiali da sole.
Sanji lo guardò  con odio ma invece l'insegnante era semplicemente incredulo.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
- Ma come può far lavorare un bambino di otto anni in un ristorante?!- il verde stava conversando animatamente con il titolare del Baratie, Zeff. Era esattamente nel suo ufficio . Il vecchio si trovava dietro la scrivania, Zoro era in piedi davanti a lui e Sanji invece era su una delle due poltrone poste davanti al banco. 
- Non sono stato io a chiedergli di lavorare qui! E' lui che è venuto qui di sua spontanea volontà.- disse il capo-chef calmo.
- Certo , e io dovrei crederle?!- rispose piccato Zoro.
- Lei cosa ne sa di quello che voglio?!- controbattè il biondino.
- Zitto tu! Non sei nelle condizioni di parlare!- lo beccò il maestro- Ma insomma almeno lo pagate o cosa?- chiese scandalizzato.
-Lo pago come fosse un mio dipendente! Lui vive qui da almeno due settimane!-
- E per questo che arriva sempre tardi a scuola?-
- Quello che riguarda la sua istruzione  non c'entra con il suo lavoro!-
- E' un bambino di otto anni!!! Questo è sfruttamento minorile, lo sa???-
- Ciò che riguarda la mia vita non gliene deve importare!- gridò isterico il  ricciolo.
- Sta' zitto! Se tu vai male a scuola è per questo motivo! Quindi si che è affar mio!- lo sgridò lo spadaccino.
Sanji si incupì, incrociò le braccia sul petto e ringhiò.
- E per la cronoca , ho chiamato tuo padre per farti venire a prendere.- concluse il docente.
L'alunno si impietrì a sentire la parola "padre" e iniziò a tremare.Zeff aveva abbassato lo sguardo, temendo il peggio.
 Poi lo studente ebbe la forza di rispondere:
- Lei non può fare questo!-
-Invece sì che posso.-
- Lei non sa neanche il perchè sono scappato!-
Ad un certo punto la porta dell'ufficio del titolare si aprì rivelando una persona ben distinta, vestito come uno di  quei investigatori americani della CIA e un distintivo sul petto. I capelli era arancioni brizzolati e occhi color rosso fuoco o per meglio dire sangue. 
- Dov'è Sanji?- chiese il signore serio ma stranamente pacato.
- Grazie per essere venuto subito signor Akuma Blackleg !- lo salutò educatamente Zoro.
- Sanji è rimasto qui per 2 settimane lei lo sapeva?- chiese il verde.
L'arancio rispose gentilmente:- No, non lo sapevo! Ma non è la prima volta che Sanji fa questo! Mi dispiace molto, ma è un ragazzo molto discolo.- 
Zeff stava per avere i conati di vomito mentre Sanji continuava a tremare in silenzio.
- Beh se ha bisogno di qualcosa , può sempre contare sul mio aiuto, Ispettore Blackleg.- disse Zoro.
- Grazie signor Roronoa, lei è molto gentile ma ci penso io a rimettere in riga mio figlio.- 
Il verde non aveva capito la sfumatura fra le righe di Akuma così se ne andò guardando storto Sanji e Zeff.
- Io la odio! IO LA ODIO SIGNOR RORONOA! SPERO CHE BRUCI ALL'INFERNO E CHE MUOIA NELLE PEGGIORI MORTI POSSIBILI!- gridò a pieni polmoni il biondo.
- Sanji! Non si parla così ad un insegnante.- lo sgridò con delicatezza l'ispettore.
Stranamente gli insulti non fecero effetto sul docente che se ne andò come se non fosse successo niente.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
- Forza piccolo bastardo, muovi quel culo che ti ritrovi.- 
Akuma trasportava Sanji per un braccio, lacerandogli qualche volta la pelle. 
Il bambino continuava a cercare di liberarsi e pregare il padre di lasciarlo andare ma più continuava a strattonare più l'arancio gli stringeva il polso.
L'ispettore aprì la porta di casa con un calcio e scaravento il povero biondo contro il muro, facendogli sbattere la testa.
Sanji provò a scappare in camera sua, ma venne bloccato dal poliziotto. Tentò di mollargli qualche calcio ma fu tutto inutile. Addirittura il padre gli bloccò la gamba destra e gliela spezzò.
Il ricciolo urlò di dolore , cadendo a terra dolorante.
Però il padre lo afferrò e lo sbattè di nuovo contro il muro, bloccandogli caviglie e polsi con delle catene già attaccate alla parete.
Gli strappò la camicia da cameriere , scoprendogli la schiena, Sanji continuava a dimenarsi creandosi nuove ferite alle mani.
Akuma prese una frusta appoggiata sul mobile ed iniziò a lacerare il corpo del piccolo.
- Questo è per essere scappato!-
Schaf! Sanji urlò di dolore e piangeva.
- Questo è per creare sempre dei casini con gli altri.-
Altra frustata altri lamenti strazianti.
- E' questo è perchè quella bastarda di tua madre ti ha dato alla luce!-
Colpì ripetutamente il povero Sanji, che piangeva ma ora cercava di contenere le grida per non dare la soddisfazione a quel pazzo di farlo soffrire.
Sperava che tutto potesse terminare il più in fretta possibile, ma l'esperienza gli aveva insegnato che la sete di sangue di quel maniaco non avrebbe esaudito il suo desiderio.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Zeff continuava a sentire i sensi di colpa. Quanto avrebbe voluto poter impedire a quel sadico di prendersi il povero Sanji ma niente avrebbe potuto fermarlo. 
Se solo si fosse lamentato con la polizia ,Akuma glielo avrebbe impedito visto che lui doveva "rappresentare la legge" . Ma poi lo avrebbero creduto? Un ex- ladro finito in carcere per rapina a mano armata?! 
Ma di lui non gliene poteva fregare niente. Se solo si fosse azzardato a fiatare avrebbe ucciso il bambino senza pietà e comunque avrebbe nascosto le prove dell'omicidio. 
Si sentiva senza potere e ciò lo faceva innervosire. E' vero che quando vedeva quel biondino lo insultava e lo sbeffaggiava perchè si credeva un gran chef ( e in effetti lo era!) ma in fondo, in fondo, molto in fondo gli voleva bene.
Non riusciva proprio a togliersi dalla mente Sanji che si dimenava e i suoi occhi che pregavano aiuto e pietà per lui.
Guardò una foto sulla sua scrivania. C'era lui con un'altra persona, un vecchietto vestito da chef con gli occhiali, occhi blu e capelli bianchi. Quel nonnetto era felice e sorrideva osservando un bambino di appena 2 anni vestito anche lui da cuoco. Era nella cucina del Baratie, quando avevano ricevuto la terza stella.  
- Tenshi, perchè lo hai abbandonato?- chiese con rabbia Zeff, rivolto probabilmente all'uomo nella figura. 

Capitolo 4- Il padre di Sanji

Sanji aveva il cuore in gola. Se Zoro lo avesse scoperto a lavorare in quel ristorante ,l'avrebbe costretto a tornare a casa!

Così senza farsi notare entrò nello spogliatoio maschile a cercare qualcosa che potesse nascondere la sua identità; trovò per caso quello che faceva al caso suo: un paio di occhiali da sole, un cappellino con visiera rosso e un paio di roller che lo facevano alzare di almeno 5 cm. Era poco ma sperava davvero che il suo docente non lo riconoscesse.

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Il verde tamburellava le dita nervosamente sul bancone. Era andato al ristorante perchè aveva finito gli allenamenti tardi e non aveva niente in frigo. Così aveva deciso di andare in quel ristorante, consigliatogli da almeno 30.000 persone di sua conoscenza per la qualità del cibo e del prezzo ,oltre per lo "spettacolo" :capitava infatti che alcune volte i cuochi prendessero a pugni qualche cliente insopportabile o addirittura qualche criminale. Però accidenti , perchè non arrivava quel dannato piatto di ramen?!

Finalmente dalla porta uscì fuori il cameriere. Certo che era proprio bassino ma ciò che aveva fatto accigliare di più lo spadaccino era il perchè indossasse un paio di occhiali da sole alle 7 e mezza di sera, in inverno, dentro un ristorante tra le altre cose.

- Era ora che portaste da mangiare. Sto aspettando da più di 30 minuti!-si lamentò il docete.

- Mi scusi ,ma ci sono stati dei contrattempi in cucina!- rispose il bambino falsando la voce cercando di avere un tono più da uomo, fallendo ovviamente. 

Il maestro cercò di guardare in faccia il ragazzo , visto che non lo aveva neanche degnato di uno sguardo e notò di sfuggita un sopracciglio a ricciolo. E sapeva per certo che esisteva solo una persona al mondo che aveva un sopracciglio del genere:

- Sanji?-

Il piccolo si pietrificò ma cercò di mentire:

- No! Si sbaglia! Io non conosco nessun.....- Troppo tardi! Zoro prese l'alunno per un polso e gli tolse cappello e occhiali da sole.

Sanji lo guardò  con odio ma invece l'insegnante era semplicemente incredulo.

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- Ma come può far lavorare un bambino di otto anni in un ristorante?!- il verde stava conversando animatamente con il titolare del Baratie, Zeff. Era esattamente nel suo ufficio . Il vecchio si trovava dietro la scrivania, Zoro era in piedi davanti a lui e Sanji invece era su una delle due poltrone poste davanti al banco. 

- Non sono stato io a chiedergli di lavorare qui! E' lui che è venuto qui di sua spontanea volontà.- disse il capo-chef calmo.

- Certo , e io dovrei crederle?!- rispose piccato Zoro.

- Lei cosa ne sa di quello che voglio?!- controbattè il biondino.

- Zitto tu! Non sei nelle condizioni di parlare!- lo beccò il maestro- Ma insomma almeno lo pagate o cosa?- chiese scandalizzato.

-Lo pago come fosse un mio dipendente! Lui vive qui da almeno due settimane!-

- E per questo che arriva sempre tardi a scuola?-

- Quello che riguarda la sua istruzione  non c'entra con il suo lavoro!-

- E' un bambino di otto anni!!! Questo è sfruttamento minorile, lo sa???-

- Ciò che riguarda la mia vita non gliene deve importare!- gridò isterico il  ricciolo.

- Sta' zitto! Se tu vai male a scuola è per questo motivo! Quindi si che è affar mio!- lo sgridò lo spadaccino.

Sanji si incupì, incrociò le braccia sul petto e ringhiò.

- E per la cronoca , ho chiamato tuo padre per farti venire a prendere.- concluse il docente.

L'alunno si impietrì a sentire la parola "padre" e iniziò a tremare.Zeff aveva abbassato lo sguardo, temendo il peggio.

 Poi lo studente ebbe la forza di rispondere:

- Lei non può fare questo!-

-Invece sì che posso.-

- Lei non sa neanche il perchè sono scappato!-

Ad un certo punto la porta dell'ufficio del titolare si aprì rivelando una persona ben distinta, vestito come uno di  quei investigatori americani della CIA e un distintivo sul petto. I capelli era arancioni brizzolati e occhi color rosso fuoco o per meglio dire sangue. 

- Dov'è Sanji?- chiese il signore serio ma stranamente pacato.

- Grazie per essere venuto subito signor Akuma* Blackleg !- lo salutò educatamente Zoro.

- Sanji è rimasto qui per 2 settimane lei lo sapeva?- chiese il verde.

L'arancio rispose gentilmente:- No, non lo sapevo! Ma non è la prima volta che Sanji fa questo! Mi dispiace molto, ma è un ragazzo molto discolo.- 

Zeff stava per avere i conati di vomito mentre Sanji continuava a tremare in silenzio.

- Beh se ha bisogno di qualcosa , può sempre contare sul mio aiuto, Ispettore Blackleg.- disse Zoro.

- Grazie signor Roronoa, lei è molto gentile ma ci penso io a rimettere in riga mio figlio.- 

Il verde non aveva capito la sfumatura fra le righe di Akuma così se ne andò guardando storto Sanji e Zeff.

- Io la odio! IO LA ODIO SIGNOR RORONOA! SPERO CHE BRUCI ALL'INFERNO E CHE MUOIA NELLE PEGGIORI MORTI POSSIBILI!- gridò a pieni polmoni il biondo.

- Sanji! Non si parla così ad un insegnante.- lo sgridò con delicatezza l'ispettore.

Stranamente gli insulti non fecero effetto sul docente che se ne andò come se non fosse successo niente.

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- Forza piccolo bastardo, muovi quel culo che ti ritrovi.- 

Akuma trasportava Sanji per un braccio, lacerandogli qualche volta la pelle. 

Il bambino continuava a cercare di liberarsi e pregare il padre di lasciarlo andare ma più continuava a strattonare più l'arancio gli stringeva il polso.

L'ispettore aprì la porta di casa con un calcio e scaravento il povero biondo contro il muro, facendogli sbattere la testa.

Sanji provò a scappare in camera sua, ma venne bloccato dal poliziotto. Tentò di mollargli qualche calcio ma fu tutto inutile. Addirittura il padre gli bloccò la gamba destra e gliela spezzò.

Il ricciolo urlò di dolore , cadendo a terra dolorante.

Però il padre lo afferrò e lo sbattè di nuovo contro il muro, bloccandogli caviglie e polsi con delle catene già attaccate alla parete.

Gli strappò la camicia da cameriere , scoprendogli la schiena, Sanji continuava a dimenarsi creandosi nuove ferite alle mani.

Akuma prese una frusta appoggiata sul mobile ed iniziò a lacerare il corpo del piccolo.

- Questo è per essere scappato!-

Schaf! Sanji urlò di dolore e piangeva.

- Questo è per creare sempre dei casini con gli altri.-

Altra frustata altri lamenti strazianti.

- E' questo è perchè quella bastarda di tua madre ti ha dato alla luce!-

Colpì ripetutamente il povero Sanji, che piangeva ma ora cercava di contenere le grida per non dare la soddisfazione a quel pazzo di farlo soffrire.

Sperava che tutto potesse terminare il più in fretta possibile, ma l'esperienza gli aveva insegnato che la sete di sangue di quel maniaco non avrebbe esaudito il suo desiderio.

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Zeff continuava a sentire i sensi di colpa. Quanto avrebbe voluto poter impedire a quel sadico di prendersi il povero Sanji ma niente avrebbe potuto fermarlo. 

Se solo si fosse lamentato con la polizia ,Akuma glielo avrebbe impedito visto che lui doveva "rappresentare la legge" . Ma poi lo avrebbero creduto? Un ex- ladro finito in carcere per rapina a mano armata?! 

Ma di lui non gliene poteva fregare niente. Se solo si fosse azzardato a fiatare avrebbe ucciso il bambino senza pietà e comunque avrebbe nascosto le prove dell'omicidio. 

Si sentiva senza potere e ciò lo faceva innervosire. E' vero che quando vedeva quel biondino lo insultava e lo sbeffaggiava perchè si credeva un gran chef ( e in effetti lo era!) ma in fondo, in fondo, molto in fondo gli voleva bene.

Non riusciva proprio a togliersi dalla mente Sanji che si dimenava e i suoi occhi che pregavano aiuto e pietà per lui.

Guardò una foto sulla sua scrivania. C'era lui con un'altra persona, un vecchietto vestito da chef con gli occhiali, occhi blu e capelli bianchi. Quel nonnetto era felice e sorrideva osservando un bambino di appena 2 anni vestito anche lui da cuoco. Era nella cucina del Baratie, quando avevano ricevuto la terza stella.  

- Tenshi*, perchè lo hai abbandonato?- chiese con rabbia Zeff, rivolto probabilmente all'uomo nella figura.

 

Angolo dell'autrice:

Ok, prima cosa chi è molto sensibile a queste cose, vi avviso, da qui in avanti ci saranno scene ricorrenti

di questo tipo.

Seconda cosa, per i nomi del padre e del misterioso cuoco ho scelto Akuma (che significa diavolo in giapponese) e Tenshi (ovvero angelo in giapponese).

Beh non aggiunto altro se non quelli che hanno messo tra le seguite o tra le preferite la mia storia ( no, sul serio ragazzi

siete fantastici!!! Grazie,grazie,grazie!!!), chi recensisce e chi legge soltanto la storia.

Beh vi ringrazio ancora tantissimo perchè vedo che la storia per ora sta piacendo e

un bacione!!!

 Mistery Dragon 


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Capitolo 5
*** Scontro tra maestro e allievo ***


Capitolo 5-
Anno nuovo, vita nuova. Ogni anno si fanno dei buoni proprositi sui difetti che tutti abbiamo: la dieta per chi si sente grasso, giurare di studiare seriamente dopo il rientro a scuola, di risparmiare soldi per ciò che desideriamo, iniziare un corso in palestra eccetera eccetera.
Anche Zoro ne aveva scritti di propositi e sicuramente lui sarebbe veramente riuscito a mantenerli................. NAH!
- OH cacchio, oh cacchio , oh cacchio, oh cacchio! Sono  in mega ritardo !-
Come al solito l'insegnante di italiano correva a perdifiato tra i corridoio della scuola. Aprì la porta della classe violentemente e raggiunse la cattedra come se fosse stato in un deserto secco e avesse trovato un'oasi.Poi la noiossima procedura dell'appello solo che stavolta Sanji era presente. Il verde in cuor suo era contento ma qualcosa lo turbò: il biondino aveva il ciuffo sull'altro occhio ,indossava uno scaldacollo nero e la camicia era abbottonata del tutto.
 Poteva sembrare una nequizia se non fosse per il fatto che Sanji non aveva mai indossato uno scaldacollo e la camicia la teneva almeno sbottonata fino al terzo bottone (così, solo per far colpo sulle ragazze).
Notò anche che i suoi occhi erano spenti, vuoti, tristi, la pelle era più bianca del solito,era perfino MOLTO più magro e aveva le occhiaie, come se non dormisse da settimane.
Il docente scosse la testa: probabilmente era solo un cambio di look, e basta.
L'insegnante quindi potè iniziare a far lezione:
- Bene ragazzi! Passate bene le vacanze?- 
- Sì signor Roronoa!- rispose in coro gli alunni sorridendo, tutti tranne Sanji.
- Beh dove siete stati di bello?- chiese il maestro curioso.
Rufy alzò la mano saltellando sulla sedia. 
- Sì Rufy?-
- Io e Ace siamo andati a Genova e lì c'era una grandissimo veliero. E abbiamo giocato a fare i pirati!!!- gridò contento il moro.
- E poi c'era anche l'Acquario ed era enorme! E c'erano tanti tipi di pesce!- aggiunse il fratello.
- Bene!-
- Io sono stato a Venezia e ho visto come costruivano una vera nave!- disse Franky.
- Io invece sono andata in  montagna a sciare.- esclamò Nami.
Insomma tutti avevano avuto una esperienza magnifica. Così Zoro decise:
- Allora scrivetemi un testo sulla vostra giornata preferita durante le vacanze a fianco mi fate un disegno.- 
Tutti i bambini annuirono e iniziarono a scrivere sui loro quaderni, ma stavolta Sanji invece che guardare fuori dalla finestra, si mise a braccia incrociate sul banco , appoggiò la testa e si addormentò. Non dormiva da quella volta al ristorante e si sentiva stanchissimo.
Dopo qualche minuto il docente se ne accorse , si avvicinò al bambino e iniziò a scuoterlo leggermente:
- Sanji! Svegliati! Devi fare un compito!-
Il ricciolo aprì gli occhi dolcemente e anzichè guardare male il verde come faceva di solito lo ignorò.
Zoro era sempre più perplesso.
Finalmente finite le ore mattutine, tutti i ragazzi avevano consegnato i loro compiti con i loro disegni, come al solito in questa categoria Sanji non ne faceva parte.
Lo spadaccino si avvicinò al suo allievo, pronto a strigliarlo:
- Sanji! Come al solito sei l'unico che non ha fatto il tema. Cosa devo fare con te?!-
Il biondo non rispose e non lo degnò neanche di uno sguardo. Il maestro sospirò:
- Va beh, lasciamo perdere. Tanto è come parlare con un muro. Ti aspetto a casa mia per le 17.00 , ti ricordi che dovevi venire a fare ripetizioni con me vero?-
Il piccolo annuì senza fiatare.
- Bene, a dopo!-
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Ore 17.00 , Casa Roronoa.
Sanji si trovava davanti all'ingresso di quella bizzarra casa. Sembrava una di quelle abitazioni che si trovano in giappone, tipo quelle case-ninja. Chissà se c'erano delle trappole anche lì dentro? Probabilmente sì.
Il biondo sospirò: l'unico motivo per il quale non era scappato via invece che passare un intero pomeriggio più serata a casa del suo insegnante è che non voleva essere picchiato ancora da suo padre. Lo aveva torturato tutte le vacanze: nemmeno a Natale,o a Capodanno o alla Befana lo aveva risparmiato.
Tremò leggermente al ricordo di quei giorni, ma scosse la testa cercando di dimenticare.
Suonò il capanello. Poco dopo apparve il professore. Indossava un kimono verde e un haramaki sulla pancia. 
- Sanji! Prego, accomodati. Arrivo fra poco.-
Il biondo entrò e rimase esterefatto. Pensava che la cosa fosse immacolta e in ordine (visto che si trattava sempre della casa di un docente) invece era tutta a soqquadro!
Ed era tutta in stile giapponese! Sanji pensò che Zoro fosse un tantino fanatico.
Poi trovò una foto di una bellissima ragazza su uno scaffale: era sorridente , i capelli erano blu e i suoi occhi neri ma puri come due perle. Poi trovò un'altra immagine: c'era sempre quella donna ma era più grande e indossava un bellissimo vestito bianco da sposa e a fianco a lei c'era il signor Roronoa con un sorriso dolce e innamorato?
Sanji pensò che quella signorina dovesse essere la moglie dell'insegnante ma se così fosse una brava moglie non permetterebbe che ci sia un letamaio simile in quell'appartamento.
Zoro tornò indietro con due cuscini e vide il biondo che osservava curioso le foto della sua Kuina. Il verde un pochino si alterò: se lui non voleva dire niente sulla sua vita , allora non  doveva impicciarsi della sua.
- Ehm-ehm!- tossì il docente.
Il ricciolo si girò con la faccia di chi è stato beccato con le mani nella nutella.
Zoro lo fece accomodare e tirò fuori il libro di grammatica. E fin lì non c'erano problemi, insomma in morfologia Sanji era un asso. Poi arrivò il turno del tema.
- Non posso farlo.- si giustificò.
- Non voglio scuse Sanji! Fallo!-
- Non posso perchè non ho avuto giorni felici.-
- Sanji, non trovare scuse...-
- Non le sto mentendo.- era visibilmente aggressivo. Di più del solito.
Il verde si accigliò, prendendosela anche:
- Sanji, c'è qualcosa che devi dirmi?!-
- NO!-
- Tu menti!-
- Non le riguarda.-
- Dimmi cos'hai!-
- Non ho niente!-
- Sanji , la verità, ora!-
- BASTA! COSA VOLETE TUTTI DA ME?!- 
Il biondo continuava a respirare a fatica come se cercasse di trattenere qualcosa.
Il verde vedeva la sua rabbia e l'unico modo che conosceva per farla liberare era stuzzicarlo:
- Forse perchè sei solo uno stupido ragazzino presuntuoso e arrogante, perchè sei una delusione per tutti, perchè forse avresti dovuto essere unìaltra persona non quella schifosa che sei!-
Sanji non ci vedeva più e attaccò con un potente calcio l'insegnante, che però parò il colpo.
Si guardarono con aria di sfida e iniziarono a combattere. 
Il ricciolo attaccava con tutta la sua energia , mentre Zoro era semplicemente allibito.
Il suo allievo aveva una forza incerdibile, calciava con precisione ed eleganza l'avversario pur facendo anche un male cane.
Beh l'insegnante non si lasciava ferire, ma comunque bloccare le gambe di Sanji non era una passeggiata.
Stranamente si ritrovarono in giardino, finchè il verde non decise di cambiare le parti. 
Il combattimento durò quasi un'ora finchè Sanji non si trovò a bordo della piscina vuota di Zoro.
Purtroppo non riuscì a mantenere un equilibrio e stava per cadere se non ci fosse stato l'insegnante ad agguantarlo al volo.
Il ricciolo si trovò abbracciato al docente, che lo teneva stretto al suo petto. 
Uno strano tepore invase il suo corpo: nessuno l'aveva mai tenuto così stretto a parte suo nonno.
Purtroppo per la stanchezza, lo sforzo fisico e anche per le ferite che gli dolevano ancora, svenì addosso a Zoro.
Il verde lo prese, passò un braccio sotto le sue ginocchia e uno prese le spalle e lo portò in casa.
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Sanji aprì un occhio, poi l'altro. Si trovava a casa del suo insegnante , sdraiato sul futon.
Vedeva Zoro che cercava di cucinare qualcosa ma praticamente imprecava ogni 5 secondi.
Il biondo si sedette , si stroppicciò gli occhi e rimase fermo come uno stoccafisso.
Il maestro si girò e gli sorrise:
- Finalmente ti sei svegliato! Ma da quanti giorni non dormivi?-
Il ricciolo alzò le spalle.
- Ho cercato di preparare un po' di Sushi e dei Noodle, sai cosa sono?-
- Sì.- rispose l'allievo con la bocca impastata dal sonno.
Il verde prese un vassoio e si sedette sul suo letto, dando il piatto a Sanji.
Il piccolo guardò prima la pietanza, poi il maestro con sguardo accigliato.
- Visto che sono le  7 e mezza non posso mica lasciariti a digiuno, giusto?-
Il biondo assaggiò il cibo: non era il massimo ma comunque era commestibile.
La cena la passarono in silenzio, con qualche sguardo di sfuggita a fargli dal contorno finchè 
Zoro non disse:
- Sai Sanji, tu sei molto forte. Ammiro la tua tecnica, è particolare ma comunque efficacie, secondo me dovresti fare dello sport......-
Il ricciolo lo guardò accigliato. Ma lo spadaccino continuò:
- Vorrei sapere dove hai imparato ma probabilmente non me lo diresti. Però mi piacerebbe se chiedessi a tuo padre di praticare qualche arte marziale...... per te sarebbe più adatto Taekwondo...... Glielo chiedi?-
Sanji annuì con la testa, ovviamente mentendo che non glielo avrebbe mai detto.
Il verde prese i piatti e li mise nel lavabo. Il piccolo si alzò prendendo le sue cose , pronto ad andarsene.
- Aspetta, ti accompagno io! Non è sicuro uscire a quest'ora di notte.-
Il piccolo cuoco lo guardò e aspettò che Zoro finisse di lavare.
Prima di uscire di casa, Sanji accennò un piccolo- Grazie!- quasi sussurato, come se avesse paura di uscire.
Ma il verde l'aveva sentito e po' era contento di aver sentito quella parola uscire dalla bocca dell'alunno.

Capitolo 5- Scontro tra maestro e allievo

Anno nuovo, vita nuova. Ogni anno si fanno dei buoni proprositi: la dieta per chi si sente grasso, giurare di studiare seriamente dopo il rientro a scuola, di risparmiare soldi per ciò che desideriamo, iniziare un corso in palestra eccetera eccetera.

Anche Zoro ne aveva scritti di propositi e sicuramente lui sarebbe veramente riuscito a mantenerli................. NAH!

- OH cacchio, oh cacchio , oh cacchio, oh cacchio! Sono  in mega ritardo !-

Come al solito l'insegnante di italiano correva a perdifiato tra i corridoi della scuola. Aprì la porta della classe violentemente e raggiunse la cattedra e per poco non si spiaccicava contro di essa.Poi la noiossima procedura dell'appello solo che stavolta Sanji era presente. Il verde in cuor suo era contento ma qualcosa lo turbò: il biondino aveva il ciuffo sull'altro occhio ,indossava uno scaldacollo nero e la camicia era abbottonata del tutto.

 Poteva sembrare una nequizia se non fosse per il fatto che Sanji non aveva mai indossato uno scaldacollo e la camicia la teneva almeno sbottonata fino al terzo bottone (così, solo per far colpo sulle ragazze).

Notò anche che i suoi occhi erano spenti, vuoti, tristi, la pelle era più bianca del solito,era perfino MOLTO più magro e aveva le occhiaie, come se non dormisse da settimane.

Il docente scosse la testa: probabilmente era solo un cambio di look.

L'insegnante quindi potè iniziare a far lezione:

- Bene ragazzi! Passate bene le vacanze?- 

- Sì signor Roronoa!- risposero in coro gli alunni sorridendo, tutti tranne Sanji.

- Beh dove siete stati di bello?- chiese il maestro curioso.

Rufy alzò la mano saltellando sulla sedia. 

- Sì Rufy?-

- Io e Ace siamo andati a Genova e lì c'era una grandissimo veliero. E abbiamo giocato a fare i pirati!!!- gridò contento il moro.

- E poi c'era anche l'Acquario ed era enorme! E c'erano tanti tipi di pesci!- aggiunse il fratello.

- Bene!-

- Io sono stato a Venezia e ho visto come costruivano una vera nave!- disse Franky.

- Io invece sono andata in  montagna a sciare.- esclamò Nami.

Insomma tutti avevano avuto una esperienza magnifica e Zoro allora diede questo compito:

- Allora scrivetemi un testo sulla vostra giornata preferita durante le vacanze. A fianco mi fate anche il disegno.- 

Tutti i bambini annuirono e iniziarono a scrivere sui loro quaderni, ma stavolta Sanji invece che guardare fuori dalla finestra, si mise a braccia incrociate sul banco , appoggiò la testa e si addormentò. Non dormiva da quella volta al ristorante e si sentiva stanchissimo.

Dopo qualche minuto il docente se ne accorse , si avvicinò al bambino e iniziò a scuoterlo leggermente:

- Sanji! Svegliati! Devi fare un testo!-

Il ricciolo aprì gli occhi dolcemente e anzichè guardare male il verde come faceva di solito, lo ignorò.

Zoro era sempre più perplesso.

Finalmente finite le ore mattutine, tutti i ragazzi avevano consegnato i loro compiti con i loro disegni, come al solito in questa categoria Sanji non ne faceva parte.

Lo spadaccino si avvicinò al suo allievo, pronto a strigliarlo:

- Sanji! Come al solito sei l'unico che non ha fatto il tema. Cosa devo fare con te?!-

Il biondo non rispose e non lo degnò neanche di uno sguardo. Il maestro sospirò:

- Va beh, lasciamo perdere. Tanto è come parlare ad un muro. Ti aspetto a casa mia per le 17.00 , ti ricordi che dovevi venire a fare ripetizioni con me, vero?-

Il piccolo annuì senza fiatare.

- Bene, a dopo!-

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Ore 17.00 , Casa Roronoa.

Sanji si trovava davanti all'ingresso di quella bizzarra casa. Sembrava una di quelle abitazioni che si trovano in Giappone, tipo quelle case-ninja. Chissà se c'erano delle trappole anche lì dentro? Probabilmente sì.

Il biondo sospirò: l'unico motivo per il quale non era scappato via invece che passare un intero pomeriggio (più serata) a casa del suo insegnante, è che non voleva essere picchiato ancora da suo padre. Lo aveva torturato tutte le vacanze: nemmeno a Natale,o a Capodanno o alla Befana lo aveva risparmiato.

Tremò leggermente al ricordo di quei giorni, ma scosse la testa cercando di dimenticare.

Suonò il capanello. Poco dopo apparve il professore. Indossava un kimono verde e un haramaki sulla pancia. 

- Sanji! Prego, accomodati. Arrivo fra poco.-

Il biondo entrò e rimase esterefatto. Pensava che la cosa fosse immacolta e in ordine (visto che si trattava sempre della casa di un docente) invece era tutta a soqquadro!

Ed era tutta in stile giapponese! Sanji pensò che Zoro fosse un tantino fanatico.

Poi trovò una foto di una bellissima ragazza su uno scaffale: era sorridente , i capelli erano blu e i suoi occhi neri ma puri come due perle. Poi trovò un'altra immagine: c'era sempre quella donna ma era più grande e indossava un bellissimo vestito bianco da sposa e a fianco a lei c'era il signor Roronoa con un sorriso dolce e innamorato?

Sanji pensò che quella signorina dovesse essere la moglie dell'insegnante ma se così fosse una brava moglie non permetterebbe che ci sia un letamaio simile in quell'appartamento.

Zoro tornò indietro con due cuscini e vide il biondo che osservava curioso le foto della sua Kuina. Il verde un pochino si alterò: se lui non voleva dire niente sulla sua vita , allora non  doveva impicciarsi della sua.

- Ehm-ehm!- tossì il docente.

Il ricciolo si girò con la faccia di chi è stato beccato con le mani nella nutella.

Zoro lo fece accomodare e tirò fuori il libro di grammatica. E fin lì non c'erano problemi, insomma in morfologia Sanji era un asso. Poi arrivò il turno del tema.

- Non posso farlo.- si giustificò.

- Non voglio scuse Sanji! Fallo!-

- Non posso perchè non ho avuto giorni felici.-

- Sanji, non trovare scuse...-

- Non le sto mentendo.- era visibilmente aggressivo. Di più del solito.

Il verde si accigliò, prendendosela anche:

- Sanji, c'è qualcosa che devi dirmi?!-

- NO!-

- Tu menti!-

- Non le riguarda.-

- Dimmi cos'hai!-

- Non ho niente!-

- Sanji , la verità, ora!-

- BASTA! COSA VOLETE TUTTI DA ME?!- 

Il biondo continuava a respirare a fatica come se cercasse di trattenere qualcosa.

Il verde vedeva la sua rabbia e l'unico modo che conosceva per farla liberare era stuzzicarlo:

- Forse perchè sei solo uno stupido ragazzino presuntuoso e arrogante, perchè sei una delusione per tutti, perchè forse avresti dovuto essere unìaltra persona non quella schifosa che sei!-

Sanji non ci vedeva più e attaccò con un potente calcio l'insegnante, che però parò il colpo.

Si guardarono con aria di sfida e iniziarono a combattere. 

Il ricciolo attaccava con tutta la sua energia , mentre Zoro era semplicemente allibito.

Il suo allievo aveva una forza incerdibile, calciava con precisione ed eleganza l'avversario pur facendo anche un male cane.

Beh l'insegnante non si lasciava ferire, ma comunque bloccare le gambe di Sanji non era una passeggiata.

Stranamente si ritrovarono in giardino, finchè il verde non decise di cambiare le parti. 

Il combattimento durò quasi un'ora finchè Sanji non si trovò a bordo della piscina vuota di Zoro.

Purtroppo non riuscì a mantenere un equilibrio e stava per cadere se non ci fosse stato l'insegnante ad agguantarlo al volo.

Il ricciolo si trovò abbracciato al docente, che lo teneva stretto al suo petto. 

Uno strano tepore invase il suo corpo: nessuno l'aveva mai tenuto così stretto a parte suo nonno.

Purtroppo per la stanchezza, lo sforzo fisico e anche per le ferite che gli dolevano ancora, svenì addosso a Zoro.

Il verde lo prese, passò un braccio sotto le sue ginocchia e uno prese le spalle e lo portò in casa.

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Sanji aprì un occhio, poi l'altro. Si trovava a casa del suo insegnante , sdraiato sul futon.

Vedeva Zoro che cercava di cucinare qualcosa ma praticamente imprecava ogni 5 secondi.

Il biondo si sedette , si stroppicciò gli occhi e rimase fermo come uno stoccafisso.

Il maestro si girò e gli sorrise:

- Finalmente ti sei svegliato! Ma da quanti giorni non dormivi?-

Il ricciolo alzò le spalle.

- Ho cercato di preparare un po' di Sushi e dei Noodle, sai cosa sono?-

- Sì.- rispose l'allievo con la bocca impastata dal sonno.

Il verde prese un vassoio e si sedette sul suo letto, dando il piatto a Sanji.

Il piccolo guardò prima la pietanza, poi il maestro con sguardo accigliato.

- Visto che sono le  7 e mezza non posso mica lasciariti a digiuno, giusto?-

Il biondo assaggiò il cibo: non era il massimo ma comunque era commestibile.

La cena la passarono in silenzio, con qualche sguardo di sfuggita a fargli dal contorno finchè 

Zoro non disse:

- Sai Sanji, tu sei molto forte. Ammiro la tua tecnica, è particolare ma comunque efficacie, secondo me dovresti fare dello sport......-

Il ricciolo lo guardò accigliato. Ma lo spadaccino continuò:

- Vorrei sapere dove hai imparato ma probabilmente non me lo diresti. Però mi piacerebbe se chiedessi a tuo padre di praticare qualche arte marziale...... per te sarebbe più adatto Taekwondo...... Glielo chiedi?-

Sanji annuì con la testa, ovviamente mentendo che non glielo avrebbe mai detto.

Il verde prese i piatti e li mise nel lavabo. Il piccolo si alzò prendendo le sue cose , pronto ad andarsene.

- Aspetta, ti accompagno io! Non è sicuro uscire a quest'ora di notte.-

Il piccolo cuoco lo guardò e aspettò che Zoro finisse di lavare.

Prima di uscire di casa, Sanji accennò un piccolo- Grazie!- quasi sussurato, come se avesse paura di uscire.

Ma il verde l'aveva sentito e po' era contento di aver sentito quella parola uscire dalla bocca dell'alunno.

 

Angolo dell'autrice:

Lo so! Lo so che è troppo corto, ma oggi praticamente sembrava che tutto si mettesse contro di me per non farmi scrivere questo capitolo!

Va beh. Spero che comunque vi sia piaciuto e ringrazio chi commenta, chi legge e chi mette fra le seguite o preferite la storia. Siete mitici!
Un bacione
Mistery Dragon 

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Capitolo 6
*** La verità ***


Capitolo 6-
- Ecco siamo arrivati!- Zoro e Sanji avevano raggiunto il condominio del piccolo. Il biondo non voleva tornare a farsi flaggellare , ma non voleva neanche chiedere aiuto all'insegnante. Non era orgoglio il suo, ma solo paura di essere ucciso. Anche se la morte forse sarebbe stata una buona fuga da quell'inferno.
Il verde notò l'espressione triste sul volto dell'allieve così chiese:
- Va tutto bene?-
Il ricciolo lo guardò ma scosse la testa, in segno di diniego.
Zoro era ancora perplesso però era troppo stanco per pensare. Mise una mano sui capelli di Sanji e li scompigliò. Il biondo cercò di togliere la mano del maestro dalla sua testa (odiava quando qualcuno gli toccava l'acconciatura). Lo spadaccino ghignò:
- Beh , ci vediamo domani.-
Il ricciolo lo vide allontanarsi , così sospirò ed entrò nel palazzo.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
- Sei arrivato tardi.- sibilò Akuma appena il figlio varcò la soglia di casa. 
- Il signor Roronoa mi ha preparato qualcosa da mangiare.- rispose sovrappensiero ma non si accorse di quello che aveva detto.
- Ma io ti avevo PROIBITO di mangiare cibo che non fosse ciò che ti passo!- alzò di un tono il padre.
Sanji si rese conto delle sue parole. Si era quasi dimenticato che era da più di due settimane che mangiavo 50 gr di pane secco al giorno e qualche bicchiere d'acqua, punizione che quel pazzo gli aveva dato per essere scappato di casa.
Quella frase però gli costò molto. Il poliziotto prese il bambino per un braccio e anche stavolta gli incatenò polsi e caviglie al muro, ma stavolta il piccolo chef aveva il volto rivolto verso il suo aguzzino. Sanji incominciò ad ansimare per la paura.
Lo psicopatico intanto osservava affascinato i suoi strumenti di tortura: coltelli, chiodi, martelli, frusta, pistola.......... Poi prese un coltello e iniziò a graffiare la pelle del povero bambino che tratteneva le grida per non dare la soddisfazione ad Akuma di vederlo soffrire,ma le lacrime iniziarono a bagnare il suo viso.
L'ispettore tagliava il petto di Sanji con precisione quasi maniacale, fino a scendere sulle sue gambe, poi sulle braccia. Non erano tanto profonde le ferite da essere mortali ma erano già abbastanza profonde per far sgorgare sangue dalle braccia dello studente, provandogli un dolore atroce. A Sanji sarebbe toccata una lunga e straziante nottata.
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Il pomeriggio dopo Zoro stava cercando di rendere più presentabile la casa. Certo non è che aveva fatto una bella figura ieri. Ma in realtà non gli interessava più di dare ripetizioni a quella peste. Voleva ancora combettere contro Sanji: c'era qualcosa in lui che aveva una strana energia che lo eletrizzava ed era molto più forte di altri adulti che aveva fronteggiato prima. Il suo spirito di kendoka gli suggeriva di testare ancora le sue capacità contro il suo allievo. Però dall'altra parte il maestro che era aveva gli diceva di lasciare perdere i suoi desideri e concentrarsi su ciò che doveva veramente fare: aiutarlo a studiare.
Quel pomeriggio Sanji fu molto più collaborativo del solito ( e anche molto più lunatico). Infatti finì i compiti prima del previsto. Il biondo continuava a fissare il tavolo, assorto nei suoi pensieri: non voleva andarsene perchè anche se proprio non sopportava l'insegnante, era sempre meglio che tornare a casa e sorbirsi altre violenze.
Invece la voglia di combattere continuava a martellare il cervello di Zoro finchè non ne potè più:
- Sanji, posso chiederti una cosa?- disse un po' titubante.
Il biondo ascoltò e rispose:
- Mi dica!-
- Senti, ieri non so te ma io mi sono divertito a scontrarmi con te. Sei una forza della natura e lo so che è da pazzi ma........ ti andrebbe di fronteggiarmi ancora?-
Il ricciolo era sbalordito. Il suo docente di italiano gli stava chiedendo sul serio di battersi contro di lui?
- Ehm...ok, va bene.- il piccolo non sapeva neanche lui perchè aveva risposto di sì.
Pochi minuti dopo erano in giardino , i loro sguardi determinati e carichi di energia.
Sanji attaccò per primo con un calcio diretto allo stomaco, ma Zoro parò il colpo.
Il biondo usava solo le sue gambe come arma, mentre Zoro le mani ( non voleva usare un'arma contro un avversario senza) e tutti e due erano potentissimi.
Certo il verde era molto più forte del piccolo , ma comunque il ricciolo gli dava abbastanza filo da torcere.
Anche se fuori faceva un freddo cane, erano rimasti il più piccolo con la camicia e il più grande a petto nudo. 
Sanji tentò di dare l'ennesimo calcio in faccia a Zoro che però prese la sua gamba e la atterrò a terra. 
Purtroppo il biondino non riuscì a restare in equilibrio. La camicia però si impigliò in un ramo di un albero troppo sporgente e così STRAP! l'indumento si strappò rivelando il corpo martoriato del piccolo.
Zoro era senza parole. Il busto era ricoperto di lacerazioni  e la maggior parte di quelle ferite erano aperte. Il verde sapeva per certo di non essere stato lui, lo aveva sì colpito ma non così forte.
Sanji andò nel panico. Era stato scoperto!
Lo spadaccino si avvicinò piano piano verso il piccolo e sfiorò i tagli mormorando:
- Sanji! Chi ti ha fatto questo?-
- Signor Roronoa non si proccupi sono...... caduto dallo skateboard.....- mentì l'alunno.
- Non mentire ! Io ti voglio aiutare! - 
- Non ho bisogno di aiuto!- rispose secco il biondo.
- Sanji, dimmi chi è che ti ha ridotto così!- disse prendendogli le spalle.
- Mi lasci stare!- e colpì il povero Zoro allo stomaco, così forte che fece svenire il verde.
Il ricciolo era agitato. Sapeva che questa rivelazione al suo maestro, sarebbe stata la sua condanna a morte. Prese la felpa , il giubotto e se li mise addosso, afferrò la cartella e scappò via da quella casa, piangendo.
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Il verde si svegliò pochi minuti dopo. Andò a controllare dov'era finito Sanji ma trovò solo la sua camicia strappata.
Zoro la prese in mano e la strinse. Aveva una vaga idea di chi poteva essere stato, solamente perchè anche lui aveva subito quelle violenze. Eppure lui sapeva cosa significava, che era normale chiudersi al mondo ed evitare domande al riguardo......................... E non lo aveva capito! Ma per ora erano solo supposizioni, doveva avere delle prove, e sapeva che una persona gliele avrebbe date.................
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- Zeff! C'è qualcuno che vuole parlare con te!- lo informò Pati.
- Di chi si tratta? Un cliente insoddisfatto?- chiese il capo-chef abbastanza annoiato.
- Ehm, no. E' un ragazzo che vuole delle informazioni ma dice che è una cosa privata!-
Il vecchio lo guardò accigliato poi fece segno di farlo entrare.
Dalla porta entrò un ragazzo dai capelli verdi e con gli occhiali.
- Aspetta..... Mi ricordo di lei! Non è mica l'insegnante di Sanji? Beh cosa vuole?-
- Voglio sapere su Sanji!-
- Come scusi?-
- Voglio sapere la storia di Sanji! Ho visto le sue cicatrici e le sue ferite . Chi è stato ? E perchè è sempre così aggressivo?-
Zeff era stanito. Ora anche lui sapeva di quel martire innocente? Ma la vera domanda che gli venne in mente era:
- Perchè vuole saperlo adesso? L'ultima volta non l'ha nemmeno ascoltato....-
- Me lo dica e basta!- Zoro sbattè le mani sulla scrivania, abbastanza arrabbiato.
- Va bene, ma mi prometta una cosa: aiuterà Sanji?-
- Glielo giuro sul mio onore. Ha la mia parola!- disse Zoro. Sì , era pronto ad aiutare quel suo allievo, costi quel che costi. Non avrebbe permesso che Sanji passasse lo stesso inferno che aveva passato lui, e neanche di commettere lo stesso errore che lui aveva ommesso..........
- Molti anni fa uno chef straordinario, Tenshi Blackleg si era sposato contro la sua volontà con una donna malvagia e senza cuore. Da questo matrimonio è nato Akuma. Purtroppo la moglie era così cattiva che cacciò via di casa e non permise di vedere il figlio. Akuma subì le peggiori torture ma la donna lo faceva a l'unico scopo di rendere quel figlio una macchina della morte. Ma la madre morì dalla sua stessa creatura. Una ragazza però si innamorò accidentalmente di questo mostro, e così rimase incinta. L'ultima cosa che Akuma voleva era un figlio così tentò di ucciderla ma la giovane riuscì a rifugiarsi da Tenshi poichè casualmente ella era la cameriera del suo ristorante. Così di nascosto nacque Sanji. Purtroppo sua madre morì durante il parto.  Tenshi si prese cura di Sanji finchè rimase in vita. Per lui era il suo " piccolo-chef" , la gioia della sua vita e la luce dei suoi occhi. Purtroppo morì di tumore quando il piccolo aveva ancora 5 anni. Akuma , visto che era comunque suo padre, lo dovette prendere con sè. Da allora Sanji viene maltrattato e l'unico motivo per cui lo tiene in vita è che vuole far passare al mamocchio le stesse sofferenze che ha passato lui.- riprese fiato- Tenshi era un cuoco magnifico, una persona di cuore puro e buono e lui e io eravamo soci. Insieme abbiamo aperto il Baratie e ci siamo presi cura della peste.- strinse i pugni- Io vorrei poter far qualcosa per Sanji. Ma io ero un criminale e sono finito in carcere. Nessuno mi crederebbe e ho paura che quel pazzo possa ucciderlo davvero.-Concluse.
Zoro era impietrito e senza parole. 
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Sanji pregava Akuma di non fargli bere quella cosa che non capiva cosa fosse. Gli fece ingoiare a forza delle pastiglie.Zoro in mattinata aveva scritto una e-mail che pregava il poliziotto di mandare il figlio di fare arti marziali. Quella era stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
 Adesso aveva preso Sanji e lo stava trascinando in bagno. La vasca era piena d'acqua e buttò il piccolo lì dentro. Il biondino cercò di scappare ma fu tutto inutile. Lo psicopatico gli cacciò la testa sott'acqua con forza. 
Il piccolo non riusciva a respirare, gli mancava l'aria. Pensava davvero che quella fosse la fine. Nessuno lo avrebbe salvato stavolta. Pianse e le lacrime si mischiò con il liquido nella vasca.  E i suoi ultimi pensieri furono per suo nonno, per il vecchio Zeff e anche per Zoro.
Poi il buio. 

Capitolo 6- La verità

- Ecco siamo arrivati!- Zoro e Sanji avevano raggiunto il condominio del piccolo. Il biondo non voleva tornare a farsi flagellare , ma non voleva neanche chiedere aiuto all'insegnante. Non era orgoglio il suo, ma solo paura di essere ucciso. Anche se la morte forse sarebbe stata una buona fuga da quell'inferno.

Il verde notò l'espressione triste sul volto dell'allievo così chiese:

- Va tutto bene?-

Il ricciolo lo guardò ma scosse la testa, in segno di diniego.

Zoro era ancora perplesso però era troppo stanco per pensare. Mise una mano sui capelli di Sanji e li scompigliò. Il biondo cercò di togliere la mano del maestro dalla sua testa (odiava quando qualcuno gli toccava l'acconciatura). Lo spadaccino ghignò:

- Beh , ci vediamo domani.-

Il piccolo lo vide allontanarsi , così sospirò ed entrò nel palazzo.

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- Sei arrivato tardi.- sibilò Akuma appena il figlio varcò la soglia di casa. 

- Il signor Roronoa mi ha preparato qualcosa da mangiare.- rispose sovrappensiero ma non si accorse di quello che aveva detto.

- Ma io ti avevo PROIBITO di mangiare cibo che non fosse ciò che ti passo!- alzò di un tono il padre.

Sanji si rese conto delle sue parole. Si era quasi dimenticato che era da più di due settimane che mangiava 50 gr di pane secco al giorno e qualche bicchiere d'acqua, punizione che quel pazzo gli aveva dato per essere scappato di casa.

Quella frase però gli costò molto. Il poliziotto prese il bambino per un braccio e anche stavolta gli incatenò polsi e caviglie al muro, ma stavolta il piccolo chef aveva il volto rivolto verso il suo aguzzino. Sanji incominciò ad ansimare per la paura.

Lo psicopatico intanto osservava affascinato i suoi strumenti di tortura: coltelli, chiodi, martelli, frusta, pistola.......... Poi prese un coltello e iniziò a graffiare la pelle del povero bambino, che tratteneva le grida per non dare la soddisfazione ad Akuma di vederlo soffrire,ma le lacrime iniziarono a bagnare il suo viso.

L'ispettore tagliava il petto di Sanji con precisione quasi maniacale, scendendo fino alle  gambe, per poi risalire sulle braccia. Non erano tanto profonde le ferite da essere mortali, ma erano già abbastanza profonde per far sgorgare molto sangue allo studente, provocandogli un dolore atroce. A Sanji sarebbe toccata una lunga e straziante nottata.

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Il pomeriggio dopo Zoro stava cercando di rendere più presentabile la casa.Intanto pensava al suo alunno. In realtà non gli interessava più del dover dare ripetizioni a quella peste. Voleva ancora combettere contro Sanji: era molto più forte di altri adulti che aveva fronteggiato prima ma soprattutto aveva un'energia dentro tale da sprigionare una potenza incredibile . Il suo spirito di kendoka gli suggeriva di testare ancora le sue capacità contro il suo allievo. Però dall'altra parte ,il maestro che era in lui  gli diceva di lasciare perdere i suoi desideri e concentrarsi su ciò che doveva veramente fare: aiutarlo a studiare.

Quel pomeriggio Sanji fu molto più collaborativo del solito ( e anche molto più lunatico). Infatti finì i compiti prima del previsto.E così era rimasti per una buona mezz'ora con le mani in mano. Il biondo continuava a fissare il tavolo, assorto nei suoi pensieri: non voleva andarsene perchè ,anche se  non sopportava l'insegnante, era sempre meglio che tornare a casa a sorbirsi altre violenze.

Invece la voglia di combattere continuava a martellare il cervello di Zoro finchè non ne potè più:

- Sanji, posso chiederti una cosa?- chiese un po' titubante.

Il biondo lo fissò interrogativo:

- Mi dica!-

- Senti, ieri non so te ma io mi sono divertito a scontrarmi con te. Sei una forza della natura e lo so che è da pazzi ma........ ti andrebbe di fronteggiarmi ancora?Sai ti servirebbe anche a scaricare le tensioni...... -

Il ricciolo era sbalordito. Il suo docente di italiano gli stava chiedendo sul serio di battersi contro di lui?

- Ehm...ok, va bene.- il piccolo non sapeva neanche  perchè aveva risposto di sì.


Pochi minuti dopo erano in giardino , i loro sguardi determinati e carichi di energia.

Sanji attaccò per primo con un calcio diretto allo stomaco, ma Zoro parò il colpo.

Il biondo usava solo le gambe come arma, mentre il verde le mani ( non voleva usare le spade contro un avversario senza) e tutti e due erano potentissimi.

Certo il maggiore era molto più forte del piccolo , ma comunque il ricciolo gli dava abbastanza filo da torcere.

Anche se fuori faceva un freddo cane, erano rimasti il più piccolo con la camicia e il più grande a petto nudo. 

Sanji tentò di dare l'ennesimo calcio in faccia a Zoro che però prese la sua gamba e la scaraventò lontano da lui. 

Purtroppo il biondino non riuscì a restare in equilibrio. La camicia però si impigliò in un ramo di un albero troppo sporgente e così STRAP! l'indumento si strappò rivelando il corpo martoriato del piccolo.

Zoro era senza parole. Il busto era ricoperto di lacerazioni  e la maggior parte di quelle ferite erano aperte. Il verde sapeva per certo di non essere stato lui, lo aveva sì colpito ma non così forte.

Sanji andò nel panico. Era stato scoperto!

Lo spadaccino si avvicinò piano piano verso il piccolo e sfiorò i tagli mormorando:

- Sanji! Chi ti ha fatto questo?-

- Io sono.....sono...... caduto dallo skateboard.....- mentì l'alunno.

- Non mentire ! Io ti posso aiutare. - 

- Non ho bisogno di aiuto!- rispose secco il biondo.

- Sanji, dimmi chi è che ti ha ridotto così!- disse prendendogli le spalle.

- NO!-

- Sanji, se me lo dici possa fare qualcosa.....-

- Lei non può fare niente!-

- Sanji......- 

- Mi lasci stare!- e colpì il povero Zoro allo stomaco, così forte che lo fece svenire.

Il ricciolo era agitato. Sapeva che questa rivelazione al suo maestro, sarebbe stata la sua condanna a morte. Prese la felpa , il giubotto e se li mise addosso, afferrò la cartella e scappò via da quella casa, piangendo.

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Il verde si svegliò pochi minuti dopo. Andò a controllare dov'era finito Sanji ma trovò solo la sua camicia strappata.

Zoro la prese in mano e la strinse. Aveva una vaga idea di chi poteva essere stato, solamente perchè anche lui aveva subito quelle violenze. Eppure lui sapeva cosa significava, che era normale chiudersi al mondo ed evitare domande al riguardo......................... E non lo aveva capito! Non aveva capito un bambino che era come lui! Era un idiota! Quel maledetto l'avrebbe pagata cara.  Ma per ora erano solo supposizioni, doveva avere delle prove al riguardo, e sapeva che c'era  una sola persona che gliele avrebbe date................

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- Zeff! C'è qualcuno che vuole parlare con te!- lo informò Pati.

- Di chi si tratta? Un cliente insoddisfatto?- chiese il capo-chef abbastanza annoiato.

- Ehm, no. E' un ragazzo che vuole ricevere delle informazioni ,ma dice che è una cosa privata!-

Il vecchio lo guardò accigliato poi fece segno di farlo entrare.

Dalla porta entrò un ragazzo dai capelli verdi.

- Aspetta..... Mi ricordo di lei! Non è mica l'insegnante della peste? Beh cosa vuole?-

- Voglio sapere chi è Sanji!-

- Come scusi?-

- Voglio sapere la storia di Sanji! Ho visto le sue cicatrici e le sue ferite . Chi è stato ? Perchè gli fa questo?-

Zeff era stanito. Come diavolo aveva scoperto le violenze che riceveva Sanji? Ma la vera domanda che gli venne in mente era:

- Perchè vuole saperlo adesso? L'ultima volta non l'ha nemmeno ascoltato....-

- Me lo dica e basta!- Zoro sbattè le mani sulla scrivania, abbastanza arrabbiato.

- Sanji non vuole......-

- Senta, io ho avuto il suo stesso identico problema. Io però ho commesso un grave errore e non voglio che Sanji passi le stesse pene che ho passato io o che arrivi alla mia stessa drastica scelta ......Ora mi ascolti bene! O mi racconta chi gli fa del male o giuro che le faccio chiudere il ristorante per sfruttamento minorile..... HA CAPITO?!- il maestro non rusciva a controllare del tutto la sua rabbia.

Zeff aveva visto la determinazione negli occhi di quell'uomo, ma si poteva veramente fidare? Poi ripensò a Tenshi e a Sanji........ aveva ragione lui. Bisognava dire basta a queste violenze.

- Glielo giuro sul mio onore! Troverò il modo per far uscire Sanji da quell'inferno!- disse Zoro. Sì , era pronto ad aiutare il suo allievo, costi quel che costi. Non avrebbe permesso che Sanji soffrisse ancora......

-Guai a lei se mente!- lo minacciò lo chef.

Poi iniziò a raccontare:

- Molti anni fa uno chef straordinario, Tenshi Blackleg si era sposato contro la sua volontà con una donna malvagia e senza cuore. Da questo matrimonio è nato Akuma. La moglie era molto cattiva tanto da cacciare via di casa Tenshi e non permettendogli nemmeno di vedere suo figlio, altrimenti avrebbe ucciso il bambino.Tenshi allora si arrese e abbandonò Milano per trasferirsi a Parigi.E' lì che lo conobbi appena uscito di galera e mi insegnò a cucinare. Ma purtroppo Akuma subiva le peggiori torture dalla madre, tutto solo per farlo diventare un vero uomo. Ma invece lo trasformò solo in una macchina della morte assetata di sangue. Lei venne uccisa dallo stesso Akuma, poi lui entrò in polizia. Io e Tenshi invece eravamo arrivati a Milano e avevamo aperto un ristorante: il Baratie. Come cameriera c'era una bellissima ragazza di nome Angela che si era presa una cotta per Akuma. Purtroppo ella rimase incinta. Per non essere uccisa da quel pazzo si rifugiò qui da noi. Poi nacque Sanji. Angela morì durante il parto. Tenshi si prese cura di Sanji con tutto l'amore che potesse dargli: era il suo "piccolo chef", la gioia della sua vita, la luce dei suoi occhi. Ma cinque anni dopo Tenshi morì in ospedale per un infarto. Sanji purtroppo fu affidato ad Akuma, visto che lui era il padre. Da allora il marmocchio subisce queste violenze ogni giorno e ogni notte. Più volte ho cercato di tenerlo qui al Baratie il più a lungo possibile, ma ogni volta veniva scoperto. - ispirò- Io ho tentato di proteggerlo, ma quel pazzo minacciava sempre di uccidere Sanji. Per i miei crimini da giovane poi non sarei mai risultato credibile.-

Il verde aveva gli occhi iniettati di sangue ma cercò di mantenere un controllo:

- Chi altri sa di questa storia?-

- Solo io, Sanji, Akuma e adesso lei.-

Zoro era impietrito e senza parole.La sua mente formulava un solo pensiero: VENDETTA!

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- NO, ti prego. Non voglio bere quella roba. Giuro che io non ne sapevo niente....-

- Sta zitto!!!- 

Akuma fece ingiottire delle pasticche a Sanji.

 Zoro in mattinata aveva scritto una e-mail al poliziotto, pregando di mandare il figlio a fare arti marziali. Quella era stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non avrebbe permesso che suo figlio imparasse tecniche di cui si sarebbe servito per ribellarsi.

  Prese Sanji per i capelli e lo trascinò in bagno. La vasca era piena d'acqua e buttò il piccolo lì dentro. Il biondino cercò di scappare ma fu tutto inutile. Lo psicopatico gli cacciò la testa sott'acqua con forza. 

Il piccolo non riusciva a respirare, gli mancava l'aria. Pensava che quella fosse davvero la fine. Nessuno lo avrebbe salvato stavolta. Pianse e le lacrime si mischiarono con il liquido della vasca.  E i suoi ultimi pensieri furono per suo nonno e per Zeff,che gli avevano sempre voluto bene. Piano piano la sua vista si affievolì.

Poi il buio. 

Angolo dell'autrice:

Beh spero che vi sia piaciuto questo capitolo, anche perchè è il punto cruciale della storia.

Scusate se l'avevo caricata e poi cancellata ma c'erano delle cose che dovevo sistemare.

Beh grazie a tutti come al solito e un bacione.

Mistery Dragon

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Capitolo 7
*** Fuggire! ***


Capitolo 7- 
Zoro era ancora sconvolto:
- Io....io....- strinse i pugni così tanto che le unghie lacervano le sue mani e le nocche era bianche.
Zeff osservò gli occhi di Zoro che erano iniettati di sangue, sì il sangue di quel pazzo. Sembrava una bomba pronta ad esplondere in qualsiasi momento.
Il verde però ad un certo punto sentì una fitta fortissima al cuore, tanto da costringerlo a digrignare i denti a causa del dolore. Aveva una terribile sensazione e l'ultima volta che gli era capitato una cosa del genere, Kuina era morta. 
- Ehi tutto ok?- chiese il capo-chef accigliato.
Zoro iniziò a correre come un razzo verso l'uscita finchè non si fermò al portone d'ingresso , si voltò e fece un cenno col capo a Zeff, in segno di riconoscienza. Poi riprese la sua folle corsa.
Sperava davvero che questa sua ipotesi fosse solo una bugia, che si stesse sbagliando......
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Akuma osservò il corpo inerme di Sanji. Finalmente si era liberato di quel bambino indesiderato e odiato. Sorrise come uno psicopatico , poi uscì di casa chiudendo la porta a chiave, come se nulla fosse successo.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Pochi minuti dopo , l'insegnante correva a perdifiato su per le scale. Dopo aver controllato ogni porta di quel benedetto palazzo riuscì a trovare all'ultimo piano la scritta "Blackleg".Bussò con una certa violenza la porta e, non sentendo nessun rumore la sfondò.
Vide una luce provenire da una stanza così si fiondò su di essa. Quello che gli si presentò davanti fu la cosa più traumatica che aveva mai visto.
Vede il corpo di Sanji immobile e bianco come un lenzuolo dentro la vasca da bagno.
Iniziò a tremare come una foglia e mormorò un flebile:
- Sanji........- 
Preso dalla preoccupazione lo prese e lo adagiò sul pavimento. Controllò i suoi battiti cardiaci: niente. Provò a rianimarlo con ansia: battendo sul suo petto e con la respirazione bocca a bocca. 
- Andiamo Sanji ,non mollare proprio adesso.-
Continuava a compiere gli stessi gesti senza successo. Sentiva che non poteva più fare niente finchè non sentì il biondino tossire, sputando acqua.
Zoro gli mise due dita in gola, per aiutarlo a buttare fuori tutto. Quando ebbe finito il piccolo iniziò a singhiozzare e tremava , per la paura e anche per lo sforzo fisico nel rigurgiatare tutta la schifezza che aveva dentro.
Il verde lo abbracciò stringendolo contro di sè.
- Non piangere Sanji. Ora sei al sicuro.- disse cercando di tranquillizzarlo. Lo prese in braccio e lo copri mettendogli qualche maglione e una coperta sopra. Stava per portarlo via da quell'orrore quando osservò con odio quella casa degli orrori , piena di armi, strumenti di tortura e sangue. Poi vide il viso corruciato del biondino che adesso dormiva tra le sue braccia. Sospirò poi volse le spalle a quel luogo di sofferenza.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
- E' un miracolo che sia ancora in vita Zoro. Un altro secondo e non ci sarebbe stata più alcuna speranza per lui.- 
Law finì di medicare il ricciolo mettendogli un cerotto. 
L'insegnante aveva chiamato il suo collega di matematica perchè era l'unico laureato in medicina che conoscesse.
Il bambino era sdraiato sul futon del verde, attaccato a una macchina respiratoria e un elettrocardiogramma. Il suo busto era ricoperto di bende, così come la testa e le gambe. 
Era ancora addormentato ma la sua espressione sembrava meno tesa.
- Ma si può sapere chi diavolo l'ha ridotto così?- chiese Law a Zoro.
- Non posso dirtelo. - rispose lo spadaccino atono.
- Devi andare assolutamente dalla polizia!- 
- Non posso!-
- Perchè ?-
- Perchè non crederebbero mai a me! Sono un ex-galeotto Trafalgar! Chi mai mi darebbe ascolto?-
Il collega tacque. Poi trovò la forza di dire:
- Che intendi fare a tal proposito?- 
- Odio ammetterlo ma l'unica via di uscita è andarcene dall'Italia.-
- E dove pensi di andare?-
- Il padre di Kuina è disposto a ospitarci a casa sua in Giappone.-
Trafalgar continuava a guardare Zoro pensieroso:
- Zoro! Ti conosco da praticamente 20 anni. Sei un ottimo spadaccino e un ancor più bravo insegnante............... Vuoi davvero abbandonare il tuo lavoro, la tua casa e la tua vita per Sanji?-
Il verde annuì, deciso.
L'altro sorrise sghembo e gli diede una pacca sulla spalla:
- Ci penso io ad avvisare Occhi di Falco. Stammi bene!-
E se ne andò ridendo.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Sanji si svegliò di botto. Si guardò intorno e notò di essere a casa del maestro. Un momento, come diavolo ci era finito lì? Ma non era morto? L'ultima cosa che ricordava era che non riusciva a respirare perchè stava affogando......... Ma cosa diavolo era successo? Poi vide le medicazioni fatte su di lui, la macchina respiratoria e l'elettrocardiogramma.
- Finalmente ti sei svegliato Sanji.- Zoro era accanto a lui e lo guardava con preoccupazione ma la sua espressione era seria. 
- Signor Roronoa....io.....come ci sono finito qui? -
- Come non ti ricordi che hai sputato tutta quell'acqua?-
- Q-quale acqua?-
Zoro sospirò e prese a raccontare tutto: dall'incontro con Zeff, a quando l'aveva trovato senza vita  nella vasca, fino alla medicazione che gli aveva fatto Law.
Sanji era arrabbiato con Zeff: con quale permesso si era preso la briga di raccontare la sua storia?
- Sanji, so che adesso odierai quel vecchio ma lui non ha colpe.-
- Non si doveva permettere di dire una cosa simile....-
- Lo so , e hai perfettamente ragione.....-
- Lei cosa ne sa? Cosa ne sa di ciò che mi è capitato? Se vuole proprio sapere stavo per morire a causa sua!- gli gridò contro il biondino.
Zoro fosse stato in un altro frangente gli avrebbe risposto a tono ma stavolta doveva ammettere che aveva ragione..... Però doveva dirgli la verità. Lui lo capiva , eccome se lo capiva! Ora basta fare gli orgogliosi, se doveva aiutarlo doveva collaborare anche lui.
- Sanji, sai quando ero piccolo, mio padre picchiava mia madre. Era un ubriacone e quindi continuava a menarla. Io ogni volta la difendevo e allora ne pigliavo il doppio di lei. Così andammo avanti finchè lei non se ne andò, mollandomi lì, da solo! Avevo solo 8 anni, che cosa potevo fare? Poi conobbi per caso un sensei di kendo, qui a Milano. Ero curioso su quella arte marziale perchè mi sentivo come i samurai che leggevo nei libri. Lui accettò di allenarmi e poi dopo varie gare disputate, conobbi sua figlia , Kuina. Lei era MOLTO più forte di me. All'inizio eravamo rivali e ci detestavamo ma poi col tempo le cose cambiano.......e mi sono innamorato follemente di lei. Quando avevo solo 23 anni le chiesi di sposarmi. Il problema era mio padre: fui io a dire la notizia a quel pazzo. Lui non la prese bene: aveva minacciato di farle del male e iniziò a picchiarmi. Ero stanco, stanco di essere maltrattato così presi una katane e lo colpì al cuore. Morto! Io avevo ucciso un uomo. Avevo rinunciato al mio sogno di aprire un dojo di kendo a Milano, di diventare il miglior spadaccino del mondo con questo omicidio. Quando uscì di galera, non sapevo cosa fare. Lo Stato mi aveva vietato di frequentare altri corsi di lotta o di tenere una qualsiasi arma in mano. Ma Kuina mi sostenne e così decisi di diventare insegnante. A lei piacevano tanto i bambini, sul serio li amava tutti alla follia. Ma un giorno, mentre tornava da un viaggio in Giappone, un pazzo la travolse in un incidente automobilistico. E lei se ne andò....................- Riprese fiato. Non voleva piangere davanti all'allievo ma era davvero difficile.- Io avevo perso l'unica persona che mi ha amato veramente e rimasi solo. E io sono ancora solo!-
Sanji tacque e abbassò il capo. Non immaginava che anche il suo insegnante aveva avuto una storia simile alla sua. Si sentiva in colpa, l'aveva giudacato male senza sapere niente di lui.
- Io non lo sapevo!- si giustificò.
Zoro gli sorrise triste:
- Non preoccuparti! Ormai sono passati anni da quei fatti. Forse volevo dimenticarmi di quei ricordi solo per non soffrire ma non ho capito un alunno con le stesse sofferenze delle mie. Sono un pessimo insegnante!- rise quasi isterico.
Perfetto! Ora Sanji si sentiva uno schifo:
- Signor Roronoa, non è vero che è un cattivo maestro! Lei è bravo, ma penso che qualunque persona avrebbe avuto il suo stesso atteggiamento. Ma penso che nessuno avrebbe avuto il  coraggio di salvarmi come ha fatto lei!-
Zoro lo osservò incredulo. Poi gli sorrise accarezzandogli i capelli.
- Che facciamo ora?- chiese il biondino un po' preoccupato.
- Ho un piano! Penso che la polizia non ci aiuterebbe neanche morta, visto che tuo padre è il capo. Quindi l'unico modo per non farci rintracciare è scappare in un altro paese.-
- Ma io oltre la Francia non sono mai stato da nessun'altra parte! E poi chi ci aiuterà?- domandò il ricciolo sempre più perplesso.
- In Giappone abita il padre di Kuina. L'ho chiamato e mi ha detto che possiamo andare da lui quando vogliamo.-
Sanji aveva gli occhi luccicanti: c'era davvero una possibilità di fuga da quel pazzo?
- Sul serio?- disse incredulo.
- Certo! La domanda è: te la senti di partire adesso?- gli strizzò l'occhio Zoro.
- Pur di andarmene farei di tutto!- esclamò sempre più contento il minore.
- Bene vado a prendere le valigie. Le ho già fatte!- sorrise Zoro.
Ma appena lui ritornò con le borse, dalla porta entrò Akuma in divisa di servizio con dei uomini al suo seguito:
- Che nessuno si muova! Zoro Roronoa, sei in arresto per violenze e rapimento su minori.-
Il verde era nel panico, così come Sanji. Si guardarono a vicenda:che cosa sarebbe successo adesso?

Capitolo 7- Fuggire

Zoro era ancora sconvolto:

- Io....io....- strinse i pugni così tanto che le unghie gli  laceravano le  mani e le nocche erano bianche.

Zeff osservò gli occhi di Zoro che erano iniettati di sangue, sì il sangue di quel pazzo. Sembrava una bomba pronta ad esplondere in qualsiasi momento.

Il verde però ad un certo punto sentì una fitta fortissima al cuore, tanto da costringerlo a digrignare i denti a causa del dolore. Aveva una terribile sensazione e l'ultima volta che gli era capitato una cosa del genere, Kuina era morta. 

- Ehi tutto ok?- chiese il capo-chef accigliato.

Zoro iniziò a correre come un razzo verso l'uscita finchè non si fermò al portone d'ingresso , si voltò e fece un cenno col capo a Zeff, in segno di riconoscienza. Poi riprese la sua folle corsa.

Sperava davvero che questa sua ipotesi fosse solo uno sbaglio......

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Akuma osservò il corpo inerme di Sanji. Finalmente si era liberato di quel bambino indesiderato e odiato. Sorrise come uno psicopatico , poi uscì di casa chiudendo la porta a chiave, come se nulla fosse successo.

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Pochi minuti dopo , l'insegnante correva a perdifiato su per le scale. Dopo aver controllato ogni porta di quel maledetto palazzo riuscì a trovare all'ultimo piano la scritta "Blackleg".Bussò con una certa violenza la porta e, non sentendo nessun rumore la sfondò.

Vide una luce provenire da una stanza così si fiondò su di essa. Quello che gli si presentò davanti fu la cosa più traumatica che aveva mai visto: vedere il corpo di Sanji immobile e bianco come un lenzuolo dentro la vasca da bagno.

Iniziò a tremare come una foglia e mormorò un flebile:

- Sanji........- 

Preso dalla preoccupazione lo prese e lo adagiò sul pavimento. Controllò i suoi battiti cardiaci: niente. Provò a rianimarlo con ansia: battendo sul suo petto o con la respirazione bocca a bocca. 

- Andiamo Sanji ,non mollare proprio adesso.-

Continuava a compiere gli stessi gesti senza successo. Sentiva che non poteva più fare niente finchè non sentì il biondino tossire, sputando acqua.

Zoro gli mise due dita in gola, per aiutarlo a buttare fuori tutto. Quando ebbe finito il piccolo iniziò a singhiozzare e tremava , per la paura e anche per lo sforzo fisico nel rigurgiatare tutta la schifezza che aveva dentro.

Il verde lo abbracciò stringendolo contro di sè.

- Non piangere Sanji. Ora sei al sicuro.- disse cercando di tranquillizzarlo. Lo prese in braccio e lo copri mettendogli qualche maglione e una coperta sopra, trovati per caso sul letto dello stesso bambino. Stava per portarlo via da quell'orrore quando osservò con odio quella casa degli orrori , piena di armi, strumenti di tortura e sangue. Poi vide il viso corruciato del biondino che adesso dormiva tra le sue braccia. Sospirò poi volse le spalle a quel luogo di sofferenza.

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- E' un miracolo che sia ancora in vita Zoro. Un altro secondo e non ci sarebbe stata più alcuna speranza per lui.- 

Law finì di medicare il ricciolo ,mettendogli un cerotto. 

L'insegnante aveva chiamato il suo collega di matematica perchè era l'unico laureato in medicina che conoscesse.

Il bambino era sdraiato sul futon del verde, attaccato a una macchina respiratoria e un elettrocardiogramma. Il suo busto era ricoperto di bende, così come la testa e le gambe. 

Era ancora addormentato ma la sua espressione sembrava meno tesa.

- Ma si può sapere chi diavolo l'ha ridotto così?- chiese Law a Zoro.

Dopo una pausa di silenzio lo spadaccino rispose:

- Non posso dirtelo. - 

- Devi andare assolutamente dalla polizia!- 

- Non posso!-

- Perchè ?- chiese insistente l'insegnante

- Perchè non mi crederebbero mai ! Sono un ex-galeotto Trafalgar! Chi mai mi darebbe ascolto?- gridò Zoro nervoso.

Il collega tacque. Poi trovò la forza di dire serio:

- Che intendi fare a tal proposito?- 

- Odio ammetterlo ma l'unica via di uscita è andarcene dall'Italia.-disse tra i denti il verde.

- E dove pensi di andare?-

- Il padre di Kuina è disposto a ospitarci a casa sua in Giappone.-

Trafalgar continuava a guardare Zoro pensieroso:

- Zoro! Ti conosco da praticamente 10 anni. Sei un ottimo spadaccino e un ancor più bravo insegnante............... Vuoi davvero abbandonare il tuo lavoro, la tua casa e la tua vita per quel bambino?-

Il verde annuì, deciso.

L'altro sorrise sghembo. Eh sì, Zoro era proprio nato per fare il maestro. Gli diede una pacca sulla spalla:

- Ci penso io ad avvisare Occhi di Falco. Stammi bene!-

E se ne andò.

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Sanji si svegliò di botto. Si guardò intorno e notò di essere a casa del maestro. Un momento, come diavolo ci era finito lì? Ma non era morto? L'ultima cosa che ricordava era che non riusciva a respirare perchè stava affogando......... Ma cosa diavolo era successo? Poi vide le medicazioni  su di lui, la macchina respiratoria e l'elettrocardiogramma.Ok, ora era veramente agitato. 

- Finalmente ti sei svegliato!- Zoro era accanto a lui e lo guardava con preoccupazione ma la sua espressione era seria. 

- Signor Roronoa....io.....come.......come ci sono finito qui? -

- Come non ti ricordi che hai sputato tutta quell'acqua?-

- Q-quale acqua?-

Zoro sospirò e prese a raccontargli tutto: dall'incontro con Zeff, a quando l'aveva trovato senza vita  nella vasca, fino alla medicazione che gli aveva fatto Law.

Finito il racconto, Sanji era arrabbiato : con quale permesso Zeff, si era preso la briga di raccontare la sua storia?

- Sanji, so che adesso odierai quel vecchio ma lui non ha colpe.- disse il maggiore come se gli avesse letto nella mente.

- Non si doveva permettere di dire una cosa simile....-

- Lo so , e hai perfettamente ragione.....-

- Lei cosa ne sa? Cosa ne sa di ciò che mi è capitato? Se lo vuole proprio sapere, stavo per morire a causa sua!- gli gridò contro il biondino.

  Fosse stato in un altro frangente, il maestro gli avrebbe risposto a tono ma stavolta doveva ammettere che aveva ragione..... Però doveva dirgli la verità. Lui lo capiva , eccome se lo capiva! Ora basta fare gli orgogliosi, se voleva aiutarlo doveva collaborare anche lui.

- Sanji, sai quando ero piccolo, mio padre picchiava mia madre. Era un ubriacone e quindi continuava a menarla. Io ogni volta la difendevo e allora ne pigliavo il doppio di lei. Andammo avanti così finchè lei non se ne andò, mollandomi lì, da solo! Avevo solo 8 anni, che cosa potevo fare?Niente! E così subivo, subivo, subivo................

Poi conobbi per caso un sensei di kendo, qui a Milano. Ero curioso su quella arte marziale perchè mi sentivo come i samurai che leggevo nei libri. Lui accettò di allenarmi e poi dopo varie gare disputate, conobbi anche sua figlia , Kuina. Lei era MOLTO più forte di me. All'inizio eravamo rivali e ci detestavamo ma poi col tempo le cose cambiarono.......e mi sono innamorato follemente di lei. Quando avevo solo 23 anni le chiesi di sposarmi. Il problema era mio padre: fui io a dare la notizia a quel pazzo. Lui non la prese bene: aveva minacciato di fare del male alla mia fidanzata. Nessuno, nessuno , nessuno avrebbe ucciso la mia Kuina così presi una katana e lo colpì al cuore, senza neanche riflettere un momento.

Morto! Io avevo ucciso un uomo. Avevo rinunciato al mio sogno di aprire un dojo di kendo a Milano, di diventare il miglior spadaccino del mondo con questo omicidio. Quando uscii di galera, non sapevo cosa fare. Lo Stato mi aveva vietato di frequentare altri corsi di lotta o di tenere una qualsiasi arma in mano. Ma Kuina mi sostenne e così decisi di diventare insegnante. A lei piacevano tanto i bambini, sul serio li amava tutti alla follia.La sposai e le promisi che prima o poi avremmo avuto un figlio.  Ma un giorno, mentre tornava da un viaggio in Giappone, un pazzo la travolse in un incidente automobilistico. E lei se ne andò....................-

Riprese fiato. Non voleva piangere davanti all'allievo ma era davvero difficile.

- Io avevo perso l'unica persona che mi aveva amato veramente e rimasi solo. E lo sono ancora!-

Sanji tacque e abbassò il capo. Non immaginava che anche il suo insegnante aveva avuto una storia simile alla sua. Si sentiva in colpa, l'aveva giudicato male senza sapere niente di lui.

- Io non lo sapevo!- si giustificò.

Zoro gli sorrise triste:

- Non preoccuparti! Ormai sono passati anni da quei fatti. Forse volevo dimenticarmi di quei ricordi solo per non soffrire.E invece io stesso che ho avuto i tuoi stessi atteggiamenti a scuola, non ho capito niente!  Sono un pessimo insegnante!- rise quasi isterico.

Perfetto! Ora Sanji si sentiva uno schifo:

- Signor Roronoa, non è vero che è un cattivo maestro! Lei è bravo, ma penso che qualunque persona avrebbe avuto il suo stesso atteggiamento, se avesse avuto un'infanzia come la sua. Però penso che nessuno avrebbe avuto il suo stesso   coraggio di salvarmi!-

Zoro lo osservò incredulo.Era davvero Sanji colui che aveva pronunciato quelle parole? Forse era una forma di ringraziamento un po' velata. Quel ragazzo gli assomigliava tantissimo: orgoglioso e testardo. Gli sorrise accarezzandogli i capelli.

- Che facciamo ora?- chiese il biondino un po' preoccupato.

- Ho un piano! Penso che la polizia non ci aiuterebbe neanche morta, visto che tuo padre è il capo. Quindi l'unico modo per non farci rintracciare è scappare in un altro paese.-

- Ma io oltre la Francia non sono mai stato da nessun'altra parte! E poi chi ci aiuterà?- domandò il ricciolo sempre più perplesso.

- In Giappone abita il padre di Kuina. L'ho chiamato e mi ha detto che possiamo andare da lui quando vogliamo.-

Sanji aveva gli occhi luccicanti: c'era davvero una possibilità di fuga da quel pazzo?

- Sul serio?- disse incredulo.

- Certo! La domanda è: te la senti di partire adesso?- gli strizzò l'occhio Zoro.

- Pur di andarmene farei di tutto!- esclamò sempre più contento il minore.

- Bene vado a prendere le valigie. Le ho già fatte!- sorrise Zoro.

Ma appena lui ritornò con le borse, dalla porta entrò Akuma in divisa di servizio con dei uomini al suo seguito:

- Che nessuno si muova! Zoro Roronoa, sei in arresto per violenze e rapimento su minori.-

Il verde era nel panico, così come Sanji. Si guardarono a vicenda:che cosa sarebbe successo adesso?

Angolo dell'autrice:
Ok, che ne pensate? Io sinceramente mi sono emozionata a scrivere questo capitolo.
 Che succederà adesso a Zoro e Sanji?
Lo scoprirete domani ( compiti permettendo -_-!).
Vi ringrazio sempre di tutto e.....
Un bacione
Mistery Dragon

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Capitolo 8
*** La sentenza ***


Capitolo 8- 
Zoro era in cella. Davanti a lui un energumo pieno di cicatrici e muscoli. Il verde continuava a pensare al processo : ma in Italia i processi non ci mettevano 400 secoli a concludersi?
Ripensò all'espressione di Sanji emessa la sentenza: paura, puro terrore. Beh una persona qualsiasi avrebbe detto che era semplicemente seria e distaccata, ma non il suo insegnante che ormai aveva imparato a leggere le emozioni del suo allievo semplicemente osservando i suoi profondi occhi blu oceano.
Le memorie riaffiorarono più nitidamente nella sua mente.........
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Akuma prese i polsi di Zoro e gli mise le manette. Il verde ringhiava come un cane rabbioso, ma non reagì. L'unica cosa che non voleva era essere riempito di piombo davanti a Sanji.
Ma sorprendentemente il biondino si aggrappò all'insegnate e non voleva proprio lasciarlo andare. Ci vollero 4 poliziotti per staccarlo, ma lui continuava a dimenarsi e a scalciare colpendo chiunque gli capitasse davanti. No, non avrebbe permesso che un'altra persona lo abbandonasse, era stufo di quella vita ( se si poteva considerare tale)! 
- Maestro!- gridò Sanji con le lacrime agli occhi.
Il docente cercò di voltarsi verso di lui ma Akuma glielo impedì mollandogli una gomitata sulle costole. Lo spadaccino strinse gli occhi per il dolore e anche per la collera.
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- Vostro Onore , vorrei chiamare al banco degli imputati il signor Zoro Roronoa.- disse un avvocato vestito di rosso e con una faccia da uomo di pietra (parole di Sanji!)
- Richiesta accolta avvocato Akainu.- rispose un giudice togato con i capelli ricci e un paio di occhiali enormi e sembrava un orso.
Poi l'avvocato accusatore iniziò a parlare:
- Dunque signor Roronoa, come mai Sanji Blackleg per diversi giorni si trovava a casa sua dalle 17.00 alle circa 20.00?-
- Il preside mi aveva obbligato a dargli delle ripetizioni, dopo la scuola ovviamente.-
- E il padre lo sapeva?-
- Ovviamente è stato il preside ad avvisarlo.-
- Come mai poi il padre stamane ha ricevuto una e-mail ,nella quale ha consigliato a Sanji di frequenatare un corso di arti marziali?-
- Perchè ho notato che Sanji aveva bisogno di qualcosa per esternare una rabbia interiore .-
- E come mai proprio arti marziali?-
- Perchè......perchè a me ha aiutato molto praticare lotte giapponesi....- mentii per proteggersi.
- Ah e in cosa? A quanto vedo lei è stato in carcere per omicidio!-
- Non c'entra niente! Io ho ucciso mio padre per un altro motivo.-
- Ma con un arma che , guarda caso faceva parte del corredo del suo sport.-
Zoro tacque. Maledetti avvocati e le loro supposizioni.
- E quando ha iniziato a picchiare il figlio del mio cliente.-
- Obiezione! L'accusa è al momento irrilevante!- rispose l'avvocato di Zoro. Una donna carina che più che altro sembrava una ragazzina con quegli occhi strani e i capelli rosa.
- Obiezione accolta! - rispose il giudice Bartholomew.
- Mi scusi giudice.  Dunque lei una volta in classe ha sbattute le mani sulla cattedra dalla rabbia. Sbaglio?-
Il verde sbiancò. Erano passate molte cose da qella volta:
- Sì , è vero.-
- E alcuni commessi hanno testimoniato che lei trascinava per un braccio il suo alunno fino alla presidenza.-
- La maggior parte degli insegnanti dell'Istituto erano costretti a farlo con gli allievi più discoli.-
- Bene, ma poi abbiamo queste foto che testimoniano che lei abbia levato le mani su Sanji.-
- Non l'avrei mai fatto!- gridò lo spadaccino sempre più adirato.
- Ah no e come giustifica questo!-
Sbattè sul tavolo delle foto dove si vedeva effettivamente Zoro che menava Sanji. Peccato che esse erano state scattate a casa di Akuma dove l'insegnante ci era stato una volta sola!
- Quello non sono io! Sono stato a casa Blackleg solo una volta e se proprio lo vuole sapere, ho dovuto salvare Sanji da morte certa!-
- Che intende dire?-
- Che non avrei mai lontanamente pensato di picchiare un mio allievo. Il vero responsabile è suo padre che lo tortura ogni giorno. Ha anche cercato di affogarlo!!!-
Zoro era fuori di sè. 
- Si calmi. Purtroppo non esistono prove su queste sue "teorie".-
- Non sono teorie è la verità . Perchè non interrogate Sanji?-
- Perchè sarebbe influenzato dalla sua presenza.-
- Io sono innocente!-
- Ok basta così. Ora la corte deciderà.-
Poi aveva passato 3 interminabili ore ad ascoltare il suo avvocato Perona che continuava a scusarsi e che purtroppo non aveva potuto fare niente per assolverlo.
E arrivò la condanna: 25 anni di carcere!
Venne trasportato fuori dal tribunale mentre vedeva Sanji trattenuto da quel pazzo , che si dimenava implorando di lasciarlo andare.
Zoro si voltò però sottovoce aggiunse:
- Ti salverò Sanji! Te lo prometto!-
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La ira del verde stava pian piano salendo tanto che preso da un raptus , mollò un pugno sul muro, spaccandolo e facendo sanguinare la sua mano.
- Voglio vedere come salverai quel ragazzo se continui ad auto-lesionarti!-
Lo spadaccino splancò gli occhi verso la persona che aveva dietro le sbarre:
- Mi-mihawk? Che diavolo ci fai qui?-
- Ti paro il sedere, di nuovo.-
- Certo e come farai a farmi uscire.-
Il maggiore estrasse una spada nera e taglio le sbarre con un semplice movimento del polso.
Il maestro era incredulo: ora capiva come mai era lui il miglior spadaccino del mondo.
Intanto Occhi di Falco si era avvicinato a Zoro e gli aveva tolto le manette.
- Forza, devi andare!-
- E come faccio a fronteggiarlo? Non ho armi!- rispose piccato il minore.
Il preside sbuffò e diede a Zoro le sue tre katane e la sua bandana nera.
- Ecco tutto! Adesso vado a farmi restituire un favore. Ah, cerca di non morire.- 
- Grazie! Non avrai però questo piacere!- disse il verde abbastanza sarcastico.
Indossò la bandana in fronte. Sembrava più minaccioso con quella e inoltre era il suo modo di esprimere che stava per combattere in modo serio.
Corse verso l'uscita,  osservando i poliziotti stesi a terra da Mihawk. Ghignò: quell'uomo non ci andava mai leggero con nessuno.
Poi si concentrò sul suo obiettivo: aveva promesso al biondo che l'avrebbe salvato e ci sarebbe riuscito, costi quel che costi.
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- Lasciami! Lasciami!- 
Akuma stava trasportando Sanji in una piazza molto famosa a Milano: piazza Duomo.
Aveva deciso che avrebbe posto fine alla vita di quel moccioso proprio lì, così almeno poteva ricordarsi con odio un Dio che non l'aveva mai aiutato.
Portava una sciabola in vita insieme alle pistole. Portò il ragazzino al centro della piazza e lo sbattè contro i gradini della chiesa.
- Sei una palla al piede.- e gli mollò una schiaffo.
Sanji tentò di calciarlo ma gli spezzò la gamba. Il piccolo urlava di dolore, nella speranza che qualcuno lo sentisse.
- Su non preoccuparti. Presto rivedrai quel vecchiaccio di tuo nonno, non sei contento?- disse smielato guardando più da vicino il viso di quel biondino.
Il ricciolo lo fissò con odio, misto a rabbia e gli sputò in un occhio!
Akuma gemette poi mollò prese la pistola e sparò all'altra gamba ( quella sana).
Sanji iniziò a piangere. Stavolta era davvero la fine.
Alzò lo sguardo al cielo e urlò a pieni polmoni:
- Maestro Zoro, dove sei ???-

Capitolo 8- La sentenza

Zoro era in cella e  continuava a pensare al processo : ma in Italia i processi non ci mettevano 400 secoli a concludersi?

Focalizzò poi l'espressione di Sanji quando avevano emesso la sentenza: paura, puro terrore. Beh una persona qualsiasi avrebbe detto che era semplicemente seria e distaccata, ma non il suo insegnante che ormai aveva imparato a leggere le emozioni del suo allievo semplicemente osservando i suoi profondi occhi blu oceano.

Le memorie riaffiorarono più nitidamente nella sua mente.........

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Akuma prese i polsi di Zoro e gli mise le manette. Il verde ringhiava come un cane rabbioso, ma non reagì. L'unica cosa che non voleva era essere riempito di piombo davanti a Sanji.

 Il biondino si aggrappò all'insegnate e non voleva proprio lasciarlo andare. Ci vollero 4 poliziotti per staccarlo, ma lui continuava a dimenarsi e a scalciare colpendo chiunque gli capitasse davanti. No, non avrebbe permesso che un'altra persona lo abbandonasse, era stufo di quella vita ( se si poteva considerare tale)! 

- Maestro!- gridò Sanji con le lacrime agli occhi.

Il docente cercò di voltarsi verso di lui ma Akuma glielo impedì mollandogli una gomitata tra le costole. Lo spadaccino strinse gli occhi per il dolore e anche per la collera.

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Qualche ora dopo, in tribunale..........


- Vostro Onore , vorrei chiamare al banco degli imputati il signor Zoro Roronoa.- disse un avvocato vestito di rosso e con una faccia da uomo di pietra (parole di Sanji!).

- Richiesta accolta avvocato Akainu.- rispose un giudice togato con i capelli ricci e un paio di occhiali enormi ( come il corpo del resto!) 

Poi l'avvocato accusatore iniziò a parlare:

- Dunque signor Roronoa, come mai Sanji Blackleg per diversi giorni si trovava a casa sua dalle 17.00 alle circa 20.00?-

- Il preside mi aveva obbligato a dargli delle ripetizioni, dopo la scuola ovviamente.- rispose Zoro come se fosse un robot.

- E il padre lo sapeva?-

- Ovviamente è stato il preside ad avvisarlo.-

- Come mai poi il padre stamane ha ricevuto una e-mail ,nella quale ha consigliato a Sanji di frequentare un corso di arti marziali?-

- Perchè ho notato che Sanji aveva bisogno di qualcosa per esternare una rabbia interiore .-

- E come mai proprio arti marziali?-

- Perchè......perchè a me ha aiutato molto praticare lotte giapponesi....- mentii. Già era nei guai , figurati se si metteva a dire che l'aveva fatto perchè si era battuto con lui! 

- Ah e in cosa? A quanto vedo lei è stato in carcere per omicidio!- Punto dolente! Kami, sempre quella maledetta storia lo perseguitava. Forse era veramente un suo karma........

- Non c'entra niente! Io ho ucciso mio padre per un altro motivo.- E in effetti era proprio così-

- Ma con un arma che , guarda caso faceva parte del corredo del suo sport.- Colpito e affondato. ( NDtutti : Oh ma la vuoi smettere?)

Zoro tacque. Maledetti avvocati e le loro infide strategie!

- E quando ha iniziato a picchiare il figlio del mio cliente.-

- Obiezione! L'accusa è al momento irrilevante!- esclamò l'avvocato di Zoro. Una donna carina che più che altro sembrava una ragazzina con quegli occhi strani e i capelli rosa.

- Obiezione accolta! - rispose il giudice Bartholomew.

- Mi scusi giudice.  Dunque lei una volta in classe ha sbattuto le mani sulla cattedra dalla rabbia. Sbaglio?- disse con un sorrisetto infido.

Il verde sbiancò. Erano passate molte cose da quella volta, lì ancora odiava il suo allievo!

- Sì , è vero.- ammise tristemente. 

- E alcuni commessi hanno testimoniato che lei trascinava per un braccio il suo alunno fino alla presidenza.-

- La maggior parte degli insegnanti dell'Istituto erano costretti a farlo con gli allievi più discoli.- o mglio, solo lui, Law e Mihawk lo facevano. Comunque non era l'unico! 

- Bene, e ha mai menato in passato qualche suo alunno.-

- Non l'avrei mai fatto!- momorò lo spadaccino digrignado i denti.

- Ah no? E come giustifica questo!-gridò ,sbattendo sul tavolo delle foto dove si vedeva Zoro ( o presunto tale!) che menava Sanji. Peccato che esse erano state scattate a casa di Akuma, dove l'insegnante ci era stato una volta sola!

- Quello non sono io! Sono stato a casa Blackleg solo una volta e se proprio lo vuole sapere, ho dovuto salvare Sanji da morte certa!-urlò rabbioso il docente. 

- Che intende dire?-

- Che non avrei mai lontanamente pensato di picchiare un mio allievo. Il vero responsabile è suo padre che lo tortura ogni giorno. Io ho visto delle armi in casa sua. Ha anche cercato di affogare suo figlio!!!-

Zoro era fuori di sè. 

- Si calmi. Purtroppo non esistono prove su queste sue "teorie".-

- Non sono teorie è la verità . Perchè non interrogate Sanji?-

- Perchè sarebbe influenzato dalla sua presenza.-

- Io sono innocente!- sbottò il verde.

- Ok basta così. Ora tocca alla corte decidere.- disse Bartholomew ritenendo di avere già sentito abbastanza. 

Poi erano passate 3 interminabili ore, in cui Zoro aveva dovuto ascoltare il suo avvocato Perona che continuava a scusarsi e che purtroppo non aveva potuto fare niente per assolverlo. In realtà i suoi pensieri erano tutti rivolti a Sanji. Kami no, non sarebbe finito in carcere un'altra volta!

Purtroppo Akuma era un funzionario del Governo quindi la causa la vinse lui. Cosi il verde era stato accusato di violenze su minore e rapimento con una condanna di 25 anni.

Venne trasportato fuori dal tribunale, e gli toccò vedere la scena dove Sanji veniva trattenuto da quel pazzo. Continuava a gridare il suo nome con rabbia mista a disperazione.

Zoro trattenne le lacrime, ma poi sottovoce ringhiò un:

- Ti salverò Sanji! Te lo prometto!-

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Cella n° 666, ora.......


La ira del verde stava pian piano salendo tanto che, preso da un raptus , mollò un pugno sul muro, spaccandolo e facendo sanguinare la sua mano.

- Voglio vedere come salverai quel ragazzo se continui ad auto-lesionarti!-

Lo spadaccino splancò gli occhi e si voltò verso la persona che aveva pronunciato quelle parole:

- Mi-mihawk? Che diavolo ci fai qui?-

- Ti paro il sedere, di nuovo.-rispose semplicemente Drakul, da dietro le sbarre ( rispetto a Zoro).

- Certo e come farai a farmi uscire?-

Il maggiore estrasse una spada nera e tagliò le sbarre con un semplice movimento del polso.

Il maestro era incredulo: ora capiva come mai era lui il miglior spadaccino del mondo ( non che avesse qualche dubbio al riguardo.......)

Intanto Occhi di Falco si era avvicinato a Zoro e gli aveva tolto le manette.

- Forza, devi andare!-

- E come faccio a fronteggiarlo? Non ho armi!- rispose piccato il minore.

Il preside sbuffò e diede a Zoro le sue tre katane e la sua bandana nera.

- Ecco tutto! Adesso vado ad occuparmi di una persona che mi deve un favore.-

- E c'entra qualcosa con me?- chiese accigliato il verde.

- Fidati! Ah un'altra cosa, cerca di non morire.- rise ilare occhi d'oro.

- Grazie! Non avrai però questo piacere!- disse il verde abbastanza sarcastico.

Si legò la bandana sulla testa:sembrava più minaccioso con quella e inoltre era il suo modo di esprimere che stava per iniziare uno scontro seriamente. 

Corse verso l'uscita,  osservando i poliziotti stesi a terra da Mihawk. Ghignò: quell'uomo non ci andava mai leggero con nessuno. Ma si poteva veramente fidare di lui?

Ora non aveva alcuna importanta, doveva concentrarsi sul suo obiettivo: aveva promesso al biondo che l'avrebbe salvato e ci sarebbe riuscito, costi quel che costi.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

- Lasciami! Lasciami!- 

Akuma stava trasportando Sanji in una piazza molto famosa a Milano: piazza Duomo.

Aveva deciso che avrebbe posto fine alla vita di quel moccioso proprio lì, così almeno poteva ricordarsi con odio un Dio che non l'aveva mai aiutato. Questa cosa era da pazzi, semplicemente da pazzi!

Portava una sciabola in vita insieme alle pistole. Portò il ragazzino al centro della piazza e lo sbattè contro i gradini della chiesa.

- Sei una palla al piede.-ghignò e gli mollò una schiaffo.

Sanji tentò di calciarlo ma gli spezzò la gamba. Il piccolo urlava di dolore, nella speranza che qualcuno lo sentisse. Ma nessuno si sarebbe messo contro uno che portava delle armi con sè.

- Su non preoccuparti. Presto rivedrai quel vecchiaccio di tuo nonno, non sei contento?- disse smielato Akuma guardando più da vicino il viso di quel biondino.

Il ricciolo lo fissò con odio misto a rabbia e gli sputò in un occhio, con tutto il suo disprezzo!

Akuma si infervorì ,prese una pistola e sparò all'altra gamba ( quella sana) del ragazzo.

Sanji iniziò a piangere. Stavolta era davvero la fine!

Alzò lo sguardo al cielo e urlò a pieni polmoni:

- Maestro Zoro, dove sei ???-

 

Angolo dell'autrice:

Vi prego, non uccidetemi! Lo so, lo so che è corto , ma domani ci sarà lo scontro finale quindi sarà più lungo il capitolo.

Ok spero vi sia piaciuto ,vi ringrazio di tutto e 

Un bacione

Mistery Dragon


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Capitolo 9
*** Lo scontro finale ***


Capitolo 9- 
- Dove diavolo sono? Devo sbrigarmi, quel pazzo è imprevedibile!-
Zoro correva a perdifiato tra le vie di Milano, finchè non si ritrovò in Corso Vittorio Emanuele II. Cosa? Ma come diavolo ci era finito lì? In effetti lui stava correndo ma non sapeva dove stava andando! Si bloccò proprio al centro della via e capì cosa stava succedendo: era la spada di Kuina che lo stava trascinando e continuava a spingere lo spadaccino verso piazza Duomo. Il verde sentì delle urla e dei rumori molesti provenire da lì. 
Non gli importava se poi le sue erano solo fantasie, nulla in quel momento lo avrebbe fermato. Poi era certo che quelle strazianti grida fossero di Sanji, se lo sentiva dentro......
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Il biondino era pieno di sangue, la camicia era diventato rossa e i capelli avevano un color cremisi. Era disteso a terra: la vista era appannata a causa delle lacrime, gli dolevano le gambe tutte e due fuori uso, le braccia erano molli come il budino e gli girava la testa, sempre più veloce , sempre più veloce...................... Riuscì a malapena a capire che Akuma era davanti a lui con la spada sguainata e puntata contro di lui. Ci aveva sperato , ci aveva veramente sperato che Zoro lo venisse a salvare, ma niente! Anche lui lo aveva abbandonato, oltre che deluso............ Chiuse gli occhi , aspettando il colpo di grazia. Sentì l'aria muoversi poi ad un rumore metallico. Riaprì gli occhi lentamente e notò una persona con una tuta da carcere, una bandana nera sulla fronte e tre katane in mano. Quell'uomo si voltò verso di lui e il piccolo rimase incredulo:
- Signor Ro-ronoa...........- e svenne.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Zoro spinse con la forza delle braccia Akuma per terra. Si avvicinò a Sanji , controllò i suoi battiti cardiaci...... Era ancora vivo per fortuna!
Lo sguardo del verde aveva un qualcosa di demoniaco che chiunque sarebbe scappato al sol vederlo.
I suoi occhi fulminarono il poliziotto che se la rideva:
- Che c'è? Ci tieni davvero così tanto a un marmocchio come lui?- rise isterico Akuma.
Zoro continuava a fissare serio quel maniaco.
- Cos'hai ? Hai perso la parola "maestro"?- e rise ancora come se fosse ubriaco.
-  Non ti permettere.......- ringhiò Zoro.
- Uhm?-
- Non ti permettere di prenderti gioco del mio ruolo. Solo i miei alunni possono chiamarmi "maestro"............. Per Sanji invece....... sono il "Sensei"!- beh, almeno lui con il biondino si poteva definere tale.
- Fatti sotto avanzo di galera.-
L'aria grigia della nubolosa città tra le acque si era improvvisamente eletrifficata. Non c'era nessuno nei paraggi, il vento gelido d'inverno faceva venire la pelle d'oca. La luna alta in cielo era rossa come non mai, segno che presto ci sarebbe stata una vittima. In questo scontro non ci sarebbe stata alcuna grazia per l'avversario: o vincevi e continuavi a vivere o morivi da perdente.
I due nemici si scrutavano centimetro per centimetro, con sguardi pieni di odio. Akuma partì per primo cercando di colpire Zoro sulla testa. Lo spadaccino fu più abile e parò il colpo poi con un agile mossa affondò sul fianco. Il poliziotto preso da un impeto di rabbia ferì la spalla destra dell'insegnante. Poi andarono avanti in questa battaglia metallica. Il verde aveva più resistenza fisica e più abilità nel maneggiare le katane che l'arancio che in effetti, era riuscito a ferire Zoro solo perchè usava trucchi sporchi e sleali, non onorevoli per un VERO kendoka.
Ad un certo punto le spade si incastrarono l'un l'altra: la sciabola del mostro tenevano ferme in mezzo le katane del maestro. Si allontanarono per riprendere fiato: erano ansimanti , sanguinanti e accaldati. Tutti e due ne avevano abbastanza: dovevano finirla con questa pagliacciata e ora!
Zoro aveva una tecnica molto potente da sfoderare però........ era una mossa troppo demoniaca e di sicuro la negatività di quella tattica si sarebbe rivoltata contro di lui. Fa niente, doveva provarci!
Si mise in posizione e come per magia le sue teste si moltiplicarono per tre e le braccia erano tre per ogni lato:
- Spirito del demone Ashura!!!- gridò.
Akuma non fu molto sorpreso perchè anche lui si mise in una posizione strana: il suo busto si era doppio, uno sopra e uno sotto, come se fosse una carta da gioco francese: iniziò a roteare come se fosse uno shuriken impazzito:
- Double french card!!!- 
I colpi si scontrarono e sembrava che nessuno dei due volesse prevalere sull'altro tanto che a un certo punto i colpi ritornarono indietro ai loro proprietari. Le ipotesi di Zoro sul ritorno della mossa e cercò di evitarla ma non fu così tanto veloce che venne colpito, e il suo occhio sinistro ne subì le conseguenze, anche se si accasciò a terra per l'impatto. Ora era veramente debilitato!
Akuma invece venne ferito ma non come Zoro: insomma solo il suo orecchio sinistro era partito ma ancora si reggeva in piedi! 
Le katane di Zoro erano molto distanti da lui: la Wado Ichimonji era vicina a Sanji quindi tecnicamente lontana ben 30 passi da lui, mentre le altre due addirittura erano finite da un capo all'altro della piazza.
La sorte invece volle  che la sciabola di Akuma fosse recuperabile per quest'ultimo, che ne approffittò subito poi si rivolse allo spadaccino:
- Voglio proprio vedere cosa scegli se solo  te o Sanji potete rimanere in vita.- e rise impazzito. Si avvicinò come un lampo verso il bambino indifeso. 
Fu un attimo! Zoro con tutta la sua energia rimasta riuscì a mettersi in mezzo tra l'allievo e il poliziotto, subendo in pieno il colpo.
Il petto del verde era squarciato da una spalla a un fianco e il sangue usciva a fiotti. Il povero maestro non resistette e si accassciò a terra, ai piedi di quel pazzo.
- HAHAHAHAAHAHAHAHAA!!!! Quanto sei sciocco, non capisci che Sanji non merita di vivere? Non è abbastanza uomo per poter sopravvivere. - 
Il verde stava per svenire per anemia. Ripensò al ricciolo, ai momenti di quei ultimi giorni............... NO! Piuttosto la morte ch vedere quel maniaco ancora in vita. Afferrò la katana bianca, e con uno sforzo immane si rimise in piedi e trafisse Akuma. Il pazzo urlò come una bestia mentre Zoro gli sussurrava:
- Merita la morte colui che è sleale e non ha nessun onore. Tu hai picchiato un bambino: non sei un vero uomo!-
E finalmente il verde mise la parola "FINE" su Akuma Blackleg, il poliziotto più infame dell'intero universo.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
L'isegnante cadde esausto al suolo. La vista si stava pian piano oscurando: aveva perso molto sangue e inoltre si era sforzato più del dovuto. Aveva il timore che stavolta non sarebbe riuscita a farla franca alla Morte, che se fosse stato per lei lo avrebbe accompagnato all'Inferno molti anni fa!
Però prima di lasciarsi andare , diede un ultimo sguardo al viso innocente di Sanji: le lacrime uscirono dai suoi occhi (o meglio, dal suo occhio) contro la sua volontà, afferrò la mano del piccolo e disse:
- Hai visto Sanji? Io mantengo sempre le mie promesse. Vivi felice e insegui i tuoi sogni!-
Poi non vide nè sentì più niente! Capitolo 9- 
- Dove diavolo sono? Devo sbrigarmi, quel pazzo è imprevedibile!-
Zoro correva a perdifiato tra le vie di Milano, finchè non si ritrovò in Corso Vittorio Emanuele II. Cosa? Ma come diavolo ci era finito lì? In effetti lui stava correndo ma non sapeva dove stava andando! Si bloccò proprio al centro della via e capì cosa stava succedendo: era la spada di Kuina che lo stava trascinando e continuava a spingere lo spadaccino verso piazza Duomo. Il verde sentì delle urla e dei rumori molesti provenire da lì. 
Non gli importava se poi le sue erano solo fantasie, nulla in quel momento lo avrebbe fermato. Poi era certo che quelle strazianti grida fossero di Sanji, se lo sentiva dentro......
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Il biondino era pieno di sangue, la camicia era diventato rossa e i capelli avevano un color cremisi. Era disteso a terra: la vista era appannata a causa delle lacrime, gli dolevano le gambe tutte e due fuori uso, le braccia erano molli come il budino e gli girava la testa, sempre più veloce , sempre più veloce...................... Riuscì a malapena a capire che Akuma era davanti a lui con la spada sguainata e puntata contro di lui. Ci aveva sperato , ci aveva veramente sperato che Zoro lo venisse a salvare, ma niente! Anche lui lo aveva abbandonato, oltre che deluso............ Chiuse gli occhi , aspettando il colpo di grazia. Sentì l'aria muoversi poi ad un rumore metallico. Riaprì gli occhi lentamente e notò una persona con una tuta da carcere, una bandana nera sulla fronte e tre katane in mano. Quell'uomo si voltò verso di lui e il piccolo rimase incredulo:
- Signor Ro-ronoa...........- e svenne.
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Zoro spinse con la forza delle braccia Akuma per terra. Si avvicinò a Sanji , controllò i suoi battiti cardiaci...... Era ancora vivo per fortuna!
Lo sguardo del verde aveva un qualcosa di demoniaco che chiunque sarebbe scappato al sol vederlo.
I suoi occhi fulminarono il poliziotto che se la rideva:
- Che c'è? Ci tieni davvero così tanto a un marmocchio come lui?- rise isterico Akuma.
Zoro continuava a fissare serio quel maniaco.
- Cos'hai ? Hai perso la parola "maestro"?- e rise ancora come se fosse ubriaco.
-  Non ti permettere.......- ringhiò Zoro.
- Uhm?-
- Non ti permettere di prenderti gioco del mio ruolo. Solo i miei alunni possono chiamarmi "maestro"............. Per Sanji invece....... sono il "Sensei"!- beh, almeno lui con il biondino si poteva definere tale.
- Fatti sotto avanzo di galera.-
L'aria grigia della nubolosa città tra le acque si era improvvisamente eletrifficata. Non c'era nessuno nei paraggi, il vento gelido d'inverno faceva venire la pelle d'oca. La luna alta in cielo era rossa come non mai, segno che presto ci sarebbe stata una vittima. In questo scontro non ci sarebbe stata alcuna grazia per l'avversario: o vincevi e continuavi a vivere o morivi da perdente.
I due nemici si scrutavano centimetro per centimetro, con sguardi pieni di odio. Akuma partì per primo cercando di colpire Zoro sulla testa. Lo spadaccino fu più abile e parò il colpo poi con un agile mossa affondò sul fianco. Il poliziotto preso da un impeto di rabbia ferì la spalla destra dell'insegnante. Poi andarono avanti in questa battaglia metallica. Il verde aveva più resistenza fisica e più abilità nel maneggiare le katane che l'arancio che in effetti, era riuscito a ferire Zoro solo perchè usava trucchi sporchi e sleali, non onorevoli per un VERO kendoka.
Ad un certo punto le spade si incastrarono l'un l'altra: la sciabola del mostro tenevano ferme in mezzo le katane del maestro. Si allontanarono per riprendere fiato: erano ansimanti , sanguinanti e accaldati. Tutti e due ne avevano abbastanza: dovevano finirla con questa pagliacciata e ora!
Zoro aveva una tecnica molto potente da sfoderare però........ era una mossa troppo demoniaca e di sicuro la negatività di quella tattica si sarebbe rivoltata contro di lui. Fa niente, doveva provarci!
Si mise in posizione e come per magia le sue teste si moltiplicarono per tre e le braccia erano tre per ogni lato:
- Spirito del demone Ashura!!!- gridò.
Akuma non fu molto sorpreso perchè anche lui si mise in una posizione strana: il suo busto si era doppio, uno sopra e uno sotto, come se fosse una carta da gioco francese: iniziò a roteare come se fosse uno shuriken impazzito:
- Double french card!!!- 
I colpi si scontrarono e sembrava che nessuno dei due volesse prevalere sull'altro tanto che a un certo punto i colpi ritornarono indietro ai loro proprietari. Le ipotesi di Zoro sul ritorno della mossa e cercò di evitarla ma non fu così tanto veloce che venne colpito, e il suo occhio sinistro ne subì le conseguenze, anche se si accasciò a terra per l'impatto. Ora era veramente debilitato!
Akuma invece venne ferito ma non come Zoro: insomma solo il suo orecchio sinistro era partito ma ancora si reggeva in piedi! 
Le katane di Zoro erano molto distanti da lui: la Wado Ichimonji era vicina a Sanji quindi tecnicamente lontana ben 30 passi da lui, mentre le altre due addirittura erano finite da un capo all'altro della piazza.
La sorte invece volle  che la sciabola di Akuma fosse recuperabile per quest'ultimo, che ne approffittò subito poi si rivolse allo spadaccino:
- Voglio proprio vedere cosa scegli se solo  te o Sanji potete rimanere in vita.- e rise impazzito. Si avvicinò come un lampo verso il bambino indifeso. 
Fu un attimo! Zoro con tutta la sua energia rimasta riuscì a mettersi in mezzo tra l'allievo e il poliziotto, subendo in pieno il colpo.
Il petto del verde era squarciato da una spalla a un fianco e il sangue usciva a fiotti. Il povero maestro non resistette e si accassciò a terra, ai piedi di quel pazzo.
- HAHAHAHAAHAHAHAHAA!!!! Quanto sei sciocco, non capisci che Sanji non merita di vivere? Non è abbastanza uomo per poter sopravvivere. - 
Il verde stava per svenire per anemia. Ripensò al ricciolo, ai momenti di quei ultimi giorni............... NO! Piuttosto la morte ch vedere quel maniaco ancora in vita. Afferrò la katana bianca, e con uno sforzo immane si rimise in piedi e trafisse Akuma. Il pazzo urlò come una bestia mentre Zoro gli sussurrava:
- Merita la morte colui che è sleale e non ha nessun onore. Tu hai picchiato un bambino: non sei un vero uomo!-
E finalmente il verde mise la parola "FINE" su Akuma Blackleg, il poliziotto più infame dell'intero universo.
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L'isegnante cadde esausto al suolo. La vista si stava pian piano oscurando: aveva perso molto sangue e inoltre si era sforzato più del dovuto. Aveva il timore che stavolta non sarebbe riuscita a farla franca alla Morte, che se fosse stato per lei lo avrebbe accompagnato all'Inferno molti anni fa!
Però prima di lasciarsi andare , diede un ultimo sguardo al viso innocente di Sanji: le lacrime uscirono dai suoi occhi (o meglio, dal suo occhio) contro la sua volontà, afferrò la mano del piccolo e disse:
- Hai visto Sanji? Io mantengo sempre le mie promesse. Vivi felice e insegui i tuoi sogni!-
Poi non vide nè sentì più niente! 
Capitolo 9- Lo scontro finale

- Dove diavolo sono? Devo sbrigarmi, quel pazzo è imprevedibile!-

Zoro correva a perdifiato tra le vie di Milano, finchè non si ritrovò in Corso Vittorio Emanuele II. Cosa? Ma come diavolo ci era finito lì? In effetti lui stava correndo ma non sapeva dove stava andando! Si bloccò proprio al centro della via e capì cosa stava succedendo: era la spada di Kuina che lo stava trascinando e continuava a spingere lo spadaccino verso piazza Duomo. Il verde sentì delle urla e dei rumori molesti provenire da lì. 
 Ed era certo che quelle strazianti grida fossero di Sanji, se lo sentiva dentro......
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Il biondino era pieno di sangue, la camicia era diventata rossa e i capelli avevano un color cremisi. Era disteso a terra: la vista era appannata a causa delle lacrime, gli dolevano le gambe che erano tutte e due fuori uso, le braccia erano molli come il budino e gli girava la testa, sempre più veloce , sempre più veloce...................... Riuscì a malapena a capire che Akuma era davanti a lui con la spada sguainata e puntata contro di lui. Ci aveva sperato , ci aveva veramente sperato che Zoro lo venisse a salvare, ma niente! Anche lui lo aveva abbandonato, oltre che deluso............ Chiuse gli occhi , aspettando il colpo di grazia. Sentì l'aria muoversi poi avvertì un rumore metallico. Riaprì gli occhi lentamente e notò una persona con una tuta da carcere, una bandana nera sulla fronte e tre katane in mano. Quell'uomo si voltò verso di lui e il piccolo rimase incredulo:
- Ma-maestro...........- e svenne.
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Zoro spinse Akuma per terra. Si avvicinò a Sanji , controllò i suoi battiti cardiaci...... Era ancora vivo, per fortuna!
Lo sguardo del verde si ritrovò ad  avere un qualcosa di demoniaco che chiunque sarebbe scappato al sol vederlo.
I suoi occhi fulminarono il poliziotto che se la rideva:
- Che c'è? Ci tieni davvero così tanto a un marmocchio come lui?- rise isterico Akuma.
Zoro continuava a fissare serio quel maniaco.
- Cos'hai ? Hai perso la parola "maestro"?- e rise ancora come se fosse ubriaco.
-  Non ti permettere.......- ringhiò Zoro.
- Uhm?-
- Non ti permettere di prenderti gioco del mio ruolo. Solo i miei alunni possono chiamarmi "maestro"............. Per Sanji invece....... sono il "Sensei"!- beh, almeno lui con il biondino si poteva definere tale.
- Tira fuori tutte le tue tattiche migliori, perchè non vivrai un'altra notte!- lo minacciò il kendoka.
- Questo lo dici tu!-


L'aria grigia della nubolosa città tra le acque si era improvvisamente elettrificata. Non c'era nessuno nei paraggi, il vento gelido d'inverno faceva venire la pelle d'oca. La luna alta in cielo era rossa come non mai, segno che presto ci sarebbe stata una vittima. In questo scontro non ci sarebbe stata alcuna grazia per l'avversario: o vincevi e continuavi a vivere o morivi da perdente.
I due nemici si scrutavano centimetro per centimetro, con sguardi pieni di odio. Akuma partì per primo cercando di colpire Zoro sulla testa. Lo spadaccino fu più abile e parò il colpo poi con un agile mossa affondò sul fianco. Il poliziotto preso da un impeto di rabbia ferì la spalla destra dell'insegnante. Zoro reagì e riuscì a scalfire la guancia del pazzo.
Pochi erano i colpi che venivano parati da entrambi. Akuma non sapeva per niente usare una spada ma usando trucchi poco onesti ( tipo comparire alle spalle dell'avversario) era riuscito a scalfire Zoro, molto più abile e resistente dell'altro.
- Non sei leale!- ruggì il verde inferocito.
- E chi ha detto che sarei stato leale?- chiese sarcastico il detective.
- Ma che razza di uomo sei? Aggredire bambini indifesi, minacciare di morte le persone, colpire alle spalle.....-
- Ti do una dritta prof.: nella vita se non sei furbo e meschino, non vivi!-
- E qui che ti sbagli: vivrai , questo è vero, ma vi da vigliacco e non da uomo con un onore e una dignità. Io piuttosto preferisco morire che vivere nella coscienza di tradire qualcuno!-
- Tu sei pazzo!-
- E tu invece? Ridurre un bambino a uno straccio non è pazzia?!-
- Tu non capisci niente!!!-

 E con un balzo felino lo psicopatico cercò di colpire  il sensei al petto, ma Zoro fu più svelto e parò il colpo incrociando due katane! Le spade si incastrarono l'un l'altra: la sciabola del mostro tenevano ferme in mezzo le katane del maestro. Si allontanarono bruscamente  per riprendere fiato: erano ansimanti , sanguinanti e accaldati. Tutti e due ne avevano abbastanza: dovevano finirla con questa pagliacciata e in fretta!

Zoro aveva una tecnica molto potente da sfoderare però........ era una mossa troppo demoniaca e di sicuro la negatività di quella tattica si sarebbe rivoltata contro di lui. Fa niente, doveva provarci! 
Si mise in posizione e come per magia le sue teste si moltiplicarono per tre e le braccia erano tre per ogni lato:
- Spirito del demone Ashura!!!- gridò.

Akuma non fu molto sorpreso perchè anche lui si mise in una posizione strana: il suo busto si era doppio, uno sopra e uno sotto, come se fosse una carta da gioco francese: iniziò a roteare come se fosse uno shuriken impazzito:
- Double french card!!!- 

I colpi si scontrarono e sembrava che nessuno dei due volesse prevalere sull'altro tanto finchè ad un certo punto i colpi ritornarono indietro ai loro proprietari. Le ipotesi di Zoro sul ritorno della mossa si rivelarono veritiere  e cercò di evitarla ma non fu così tanto veloce che venne colpito, e il suo occhio sinistro ne subì le conseguenze e  si accasciò a terra per l'impatto. Ora era veramente debilitato!

Akuma invece venne ferito ma non come Zoro: insomma solo il suo orecchio sinistro era partito ma ancora si reggeva in piedi! 

Le katane di Zoro erano molto distanti da lui: la Wado Ichimonji era vicina a Sanji quindi tecnicamente lontana ben 30 passi da lui, mentre le altre due addirittura erano finite da un capo all'altro della piazza.

La sorte invece volle  che la sciabola di Akuma fosse recuperabile per quest'ultimo, che ne approffittò subito poi si rivolse allo spadaccino:
- Voglio proprio vedere cosa scegli se solo  te o Sanji potete rimanere in vita.- e rise impazzito. Si avvicinò come un lampo verso il bambino indifeso. 

Fu un attimo! Zoro con tutta la sua energia rimasta riuscì a mettersi in mezzo tra l'allievo e il poliziotto, subendo in pieno il colpo.
Il petto del verde era squarciato da una spalla a un fianco e il sangue usciva a fiotti. Il povero maestro non resistette e si accassciò a terra, ai piedi di quel pazzo.
- HAHAHAHAAHAHAHAHAA!!!! Quanto sei sciocco, non capisci che Sanji non merita di vivere? Non è abbastanza uomo per poter sopravvivere. - 

Il verde stava per svenire per anemia. Ripensò al ricciolo, ai momenti di quei ultimi giorni............... NO! Piuttosto la morte ch vedere quel maniaco ancora in vita. Afferrò la katana bianca, e con uno sforzo immane si rimise in piedi e trafisse Akuma. Il pazzo urlò come una bestia mentre Zoro gli sussurrava:
- Merita la morte colui che è sleale e non ha nessun onore. Tu hai picchiato un bambino: non sei un vero uomo!-
E finalmente il verde mise la parola "FINE" su Akuma Blackleg, il poliziotto più infame e ipocrita che avesse mai visto.
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L'isegnante cadde esausto al suolo. La vista si stava pian piano oscurando: aveva perso molto sangue e inoltre si era sforzato più del dovuto. Aveva il timore che stavolta non sarebbe riuscita a farla franca alla Morte, che se fosse stato per lei lo avrebbe accompagnato all'Inferno molti anni fa!
Però prima di lasciarsi andare , diede un ultimo sguardo al viso innocente di Sanji; le lacrime uscirono dai suoi occhi (o meglio, dal suo occhio) contro la sua volontà, afferrò la mano del piccolo e disse:
- Hai visto Sanji? Io mantengo sempre le mie promesse. Vivi felice e insegui i tuoi sogni!-
Poi non vide nè sentì più nulla! 
Note dell'Autrice:
Che ve ne pare? Ok lo so che è super-iper-mega corto ma lo scontro serviva solo a togliere dalle palle Akuma e.......
Beh domani ultimo capitolo (Oddio , che tristezza!)
Un bacione e grazie a tutti!!
Mistery Dragon 

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Capitolo 10
*** Posso chiamarti Papà? ***


 

Capitolo 10-
Sanji si svegliò lentamente. Non aveva ancora una visuale chiara. Era tutto sfuocato e aveva una luce puntata su di lui. Strinse gli occhi infastidito e girò la testa di lato. 
- Finalmente ti sei svegliato, pigrone!-
All'inizio non riconobbe la voce della persona davanti a lui, finchè la sua vista tornò normale:
- Zeff! C-co-cosa è successo? Dove sono? - chiese il piccolo ancora debole.
- Beh neanche io so bene cos'è successo.........-
- Insomma cosa sai ?-
Il capo-chef  sospirò e iniziò il racconto:
- La polizia ha trovato ti ha trovato in piazza Duomo sanguinante e svenuto. Ti hanno portato in ospedale e ho scoperto tutto grazie al telegiornale............ Poi sono venuto qui e ti ho sorvegliato fino a oggi.
- Aspetta, aspetta, un momento: in che senso fino ad oggi?-
- Eri in coma da una settimana.-
- COSA?!- il biondino era incredulo: aveva veramente dormito una intera settimana?! 
Poi gli venne in mente una cosa importante:
-Dov'è il maestro Roronoa? Insomma io non ho capito se era lui che mi ha protetto prima che svenissi? Era lui?- chiese speranzoso il ricciolo.
Zeff abbassò il capo serio. Sanji iniziò a tremare pensando già di sapere cosa gli avrebbe detto.
- Sanji , ascolta....-
- No, non dirmelo! Lo so già!- rispose atono il bambino.
- No, non è come credi tu! Non è morto, ma non è neanche vivo. E' ancora in coma farmacologico e praticamente non si sa se riuscirà a salvarsi. Può anche darsi che rimarrà così a vita.-
E' vero erano parole dure da dire a un ragazzino di otto anni, ma era meglio dirgli la verità che dargli false speranze. Il piccolo sospirò: da una parte era sollevato che non fosse morto, dall'altra era in ansia per lui. Sorrise tristemente: qualche settimana fa se Zoro fosse stato in quelle condizioni non gliene sarebbe potuto importare nulla, ma adesso......... era diverso!
- Invece l'altro è.......... - domandò con un pizzico di rabbia nella voce.
- Sì, il tuo insegnante l'ha ucciso! Sei libero ora.- gli rispose il vecchio atono.
Sanji sorrise felice, per la prima volta dopo 3 anni di tortura. Doveva vederlo, doveva vedere Zoro!
- Vecchio,puoi portami dal signor Roronoa?-
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- Mi dispiace piccolo, ma non puoi entrare.- un dottore con i capelli ramati e tre cicatrici su un occhio stava negando un desiderio di un paziente.
- Insomma, perchè no?- chiese Sanji arrabbiato. Lui voleva vedere Zoro, ma senza autorizzazione non poteva passare.
- Ascolta piccolo, a me piacerebbe farti entrare , ma le regole me lo impediscono.-
- Ma non può proprio farmi entrare dottor Shanks, la prego, faccia uno strappo!-
- Mi spiace Sanji, io.........-
- Per favore..........- il medico non resistette a quegli occhi azzurri che lo supplicavano.
- Ok , va bene , ma solo per 10 minuti, va bene?-
Il piccolo annuì ubbidiente. Shanks accompagnò Sanji e Zeff (che spingeva la carrozzina dove c'era il piccolo) fino al letto di Zoro.
Il verde era attaccato a delle macchine, che continuavano a mandare segnali acustici fastidiosi, ricoperte di bende fino alla testa, respirava ancora grazie alla maschera d'ossigeno e aveva un aflebo contenente sangue che continuava a filtrare. 
Sanji chiese di rimanere solo per un po'. Si avvicinò lentamente al letto, spingendo le ruote. Si mise esattamente alla destra di Zoro. Si sentiva in imbarazzo, cosa si doveva fare in questi casi? Alla fine decise di seguire il suo istinto. Titubante prese la mano dell'insegnate e la tenne stretta nella sua. Si sentiva strano: sembrava che tenendo quella mano niente lo avrebbe più ferito , come se essa lo avrebbe protetto........... 
Volse lo sguardo su Zoro: sembrava una statua di marmo visto che non aveva espressività e anche perchè era molto pallido.
- E' buffo, non trova? Fino 2 settimane fa mi odiava con tutto sé stesso, e non posso dire che io non ricambiavo con la stessa moneta, però ora è qui in ospedale, a causa mia.- strinse la mano del docente un po' più forte.- Io però non le avevo chiesto questo, l'ho sempre trattata male ma lei ha messo da parte queste cose e mi ha salvato. Sa, non ho parole per ciò che ha fatto solo...................... GRAZIE! Grazie di cuore!- Sanji iniziò a piangere e appoggiò la mano del maestro sul suo viso. 
Poi la mano si liberò dalla presa del biondino e asciugò le lacrime del piccolo.
- Sanji, perchè continui a piangere? Non ne hai più bisogno.....- Il ricciolo era rimasto di stucco, era bloccato.
- M-maestro.......-  e gli gettò le braccia intorno al collo, affondando il volto nella spalla dell'altro.
- Sanji, non così stretto, mi fa male il petto.- disse dolorante il verde.
L'allievo allentò la stretta ma rimase comunque nella stessa posizione.
Lo spadaccino accarezzò la nuca del bambino, e sorrise.
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- Pensavo che fossi un po' più autoritario Rosso.- Mihawk era seduto su una sedia in sala d'aspetto e di fianco a lui c'era Shanks.
- Credimi, quando passi molto tempo con dei bambini , la durezza si va a farsi benedire.  Beh almeno questo è ciò che so, poi ci sono anche situazioni particolari......- rispose ironico il Rosso.
- Non prendere in esame me, idiota!-
- No, no , non mi permetterei mai! Anche perchè hai dimostrato di tenerci a persona.....-
- Chi? Roronoa? Umpf, è solo perchè è un valido insegnante, nulla più.-
- Va bene come vuoi!- rispose sarcastico.
- Comunque sei stato bravino ad operarlo....-
- Se è un grazie ti rispondo con un prego! Ma come hai saputo che erano proprio lì?-
- Ho inserito un chip nella bandana di Roronoa, mi è bastato usare il radar.-
- E invece a convincere Bartholomew?-
- Mi doveva un favore e quando gli ho dato le foto non truccate si è subito convinto!-
- Beh, hai sbagliato a fare il preside Mihawk, dovevi fare il detective!-
- No! In realtà chi mi ha raccontato di questo fatto è stato Law, appena prima del processo.-
- Ah beh, ritiro tutto quello che ho detto! Sei un pessimo detective!-
- La vuoi finire o no?- disse stizzito il preside.
- Che c'è? Non è la verità?- chiese il medico innocentemente.
- Ma tu non dovresti essere a casa a curare i tuoi marmocchi?- chiese Mihawk nervoso.
- Chi Ace e Rufy? I miei adorati nipotini? No, ho il turno fino a tardi oggi.- rispose il Rosso dispiaciuto.
- E allora pensa a lavorare invece di chiaccherare!- esclamò piccato il preside.
Shanks si alzò, poi gli disse sarcastico:
- Comunque parlare con te è sempre un piacere Occhi di Falco.- e si avviò verso un paziente.
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Pochi giorni dopo.................
- Allora come ti sta oggi maestro?- chiese Sanji seduto sul letto di Zoro.
-Un po' meglio. Il petto è ancora un po' dolorante e l'occhio sinistro è andato perso completamente, ma non importa.-
- Sì! Tanto ti perderesti comunque.......- disse il biondino furbetto.
- Non è vero! Io non mi perdo!-rispose il verde imbronciato.
- Ma se a scuola sbaglia sempre piano e aula...........-
- Bugiardo!- 
- No, lei lo è!-
- Portami rispetto ragazzino, sono sempre il tuo insegnante!- esclamò Zoro ilare.
- Va bene, sensei.......- disse Sanji prendendolo in giro.
Al verde invece aveva fatto piacere essere chiamato sensei, anche se....... presto il bambino avrebbe dovuto chiamarlo in un altro modo. Ora che Sanji non aveva più famigliari in vita, Zeff aveva deciso di chiedere l'affidamento del marmocchio e oggi ci sarebbe stato l'esito. Però il piccolo era all'oscuro di una cosa.................
- Quindi se devo andare a vivere dal vecchio, dovrò ubbidirgli?-
- Perchè, l'hai mai fatto?- chiese l'insegnante ridendo.
- Beh con lui no, ma con la signorina Robin sì!-
- Sei davvero strano.-
- Non è vero! E' mio nonno che mi ha insegnato di trattare da principesse le donne.- rispose l'allievo imbronciato.
- E anche di essere sgarbato con i maschi?-
- No! Sono io che trovo sempre degli uomini adulti imbecilli.....-
- Ehi!-
- Cosa?-
- Mi hai dato dell'imbecille?-
- E' lei che lo ha detto, io non ho fatto nomi.-
- Come ti permetti!-
E iniziò a fargli il solletico sulla pancia.
- HAHAHAHAHAHAHAHAHAA basta!!!-
- Rimangia quello che hai detto!-
- NO!-
- Ah è così che la metti?-
E continuò a fargli il solletico, più forte di prima.
- HAHAHAHAHHAHHHAHHAA ok, ok, mi arrendo HAHAHHAHAHAHA!-
Zoro smise subito e osservò contento il piccolo Sanji che continuava a ridere tendendosi la pancia.
- Avvisatemi quando finite! - disse Zeff scocciato.
Si avvicinò al letto e lanciò dei fogli al verde:
- Tieni! Io vado!-
- Ehi, ma non mi dici niente?- chiese Sanji arrabbiato.
- Fatti spiegare tutto da lui.- rispose indicando Zoro e se ne andò, sbadigliando.
- Che cosa mi deve dire maestro?- domandò il biondino sempre più nervoso. Insomma, che stava succedendo?
- Ehm, vedi Sanji, Zeff è troppo vecchio per badare a te.........- iniziò Zoro imbarazzato.
- E quindi?-
- Vuoi che ti preparo sushi o ci prendiamo una pizza quando torniamo a casa?- chiese il verde rosso come un pomodoro.
All'inizio il ricciolo non capì la sfumatura tra le righe, poi capì finalmente il vero significato della frase:
- Quindi lei........-
- Sì, ti ho adottato!- finì Zoro grattandosi la nuca, ormai viola in viso.
Sanji sgranò gli occhi per la sorpresa e gli saltò sul collo.
- Ahia! Sanji, il petto! Mi fa male!- esclamò dolorante il verde.
Il biondo però era così contento che non lo lasciò andare.
- Va bene ho capito, ora mollami!-
- Posso darle del tu?- chiese il piccolo.
- Va bene, puoi!- staccò il biondino da sè.
Sanji sorrise timidamente e guardandolo negli occhi gli chiese:
- Po-posso chiamarti Papà?-
Il cuore del verde iniziò a battere fortissimo, gli occhi erano lucidi e sorridendo dolcemente rispose:
- Certo che puoi, figliolo.-
Prese una ciocca di capelli del piccolo ,gliela spostò di lato e gli posò un bacio sulla fronte.
Il ricciolo si appoggiò sul petto di Zoro, stando attento a non fargli male:
- Sì ,ti chiamerò Papà Marimo.-
- Come?-
-Il Marimo è un'alga!-
- Cosa? Allora tu da adesso sei Torciglio.-
- Non prendermi in giro per le mie sopracciglia!-
- E tu per i miei capelli!-
Ridesero come dei pazzi, mentre il compagno di stanza di Zoro li mandava mentalmente a quel tal paese per il casino che stavano facendo. Ma a quei due non importava molto: in quel momento erano solo loro due, il nuovo padre di Sanji e il primo figlio di Zoro.
E, beh questa non è proprio una fine ma solo l'inizio
THE END

Capitolo 10- Posso chiamarti papà?

Sanji si svegliò lentamente. Non aveva ancora una visuale chiara di ciò che c'era intorno: era tutto sfuocato e aveva una luce puntata su di lui. Strinse gli occhi infastidito e girò la testa di lato. 

- Finalmente ti sei svegliato, pigrone!-

All'inizio non riconobbe la voce della persona davanti a lui, finchè la sua vista  tornò normale:

- Zeff! C-co-cosa è successo? Dove sono? - chiese il piccolo ancora debole.

- Beh neanche io so bene cos'è successo.........-

- In che senso ?-

Il capo-chef  sospirò e iniziò il racconto:

- La polizia  ti ha trovato in piazza Duomo svenuto e sanguinante e  ti hanno portato subito in ospedale. Io invece sono venuto a conoscienza di tutto grazie al telegiorna,  poi sono venuto qui e ti ho sorvegliato fino a oggi.

- Aspetta, aspetta, un momento: in che senso fino ad oggi?- domandò il biondino accigliato.

- Eri in coma da una settimana.-

- COSA?!- il piccolo chef era incredulo: aveva veramente dormito una intera settimana?!

Ma la domanda che in realtà lo tartassava era:

-Dov'è il maestro Roronoa? Insomma, era lui che mi ha protetto prima che svenissi? Come sta?- chiese speranzoso il ricciolo.

Zeff abbassò il capo serio. Sanji iniziò a tremare pensando già di sapere cosa gli avrebbe detto.

- Sanji , ascolta....-

- No, non dirmelo! Lo so già!- rispose triste il bambino.

- No, non è come credi tu! Non è morto, però è ancora in coma farmacologico e praticamente non si sa se riuscirà a salvarsi. Può anche darsi che rimarrà in queste condizioni a vita.-

E' vero erano parole dure da dire a un ragazzino di otto anni, ma era meglio dirgli la verità che dargli false speranze. Il piccolo sospirò: da una parte era sollevato che non fosse morto, dall'altra era in ansia per lui.

Sorrise tristemente: qualche settimana fa se Zoro fosse stato in quelle condizioni non gliene sarebbe potuto importare nulla, ma adesso......... era diverso!

- Invece Akuma è.......... - domandò con un pizzico di rabbia nella voce.

- Sì, il tuo insegnante l'ha ucciso! Sei libero ora.- gli rispose il vecchio ,con una inclinazione delle labbra che voleva essere un sorriso.

Sanji era felice, per la prima volta dopo 3 anni di tortura. Doveva vederlo, doveva vedere Zoro!

- Vecchio,puoi portami dal signor Roronoa?-

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

- Mi dispiace piccolo, ma non puoi entrare.- un dottore con i capelli ramati e tre cicatrici su un occhio era immobile davanti a un portone e stava negando il desiderio di un paziente.

- Insomma, perchè no?- chiese Sanji arrabbiato. Lui voleva vedere Zoro, ma senza autorizzazione non poteva passare.

- Ascolta piccolo, a me piacerebbe farti entrare , ma le regole me lo impediscono.-

- Ma non può proprio farmi entrare dottor Shanks, la prego, faccia uno strappo alla regola.........-

- Mi spiace Sanji, io.........-

- Per favore..........- il medico non resistette a quegli occhi azzurri che lo supplicavano.

- Ok , va bene , ma solo per 10 minuti, intesi?-

Il piccolo annuì ubbidiente. Shanks aprì la porta dell'area, prendendo la carrozzina di Sanji dalle mani di Zeff e lo spinse fino al letto del docente. 

Il verde era attaccato a delle macchine, che continuavano a mandare segnali acustici fastidiosi,era  ricoperto di bende fino alla testa, respirava ancora grazie alla maschera d'ossigeno e aveva un aflebo contenente del sangue che continuava a filtrare. 

Sanji chiese di rimanere solo per un po'.Quando il dottore fu abbastanza lontano, si avvicinò lentamente al letto, spingendo le ruote. Si mise esattamente alla destra di Zoro. Si sentiva in imbarazzo, cosa si doveva fare in questi casi? Alla fine decise di seguire il suo istinto. Titubante prese la mano dell'insegnate e la tenne stretta nella sua. Si sentiva strano: sembrava che tenendo quella mano si sentisse al sicuro..............

Volse lo sguardo al maestro: sembrava una statua di marmo visto che non aveva espressività e anche perchè era molto pallido.

Infine trovò la forza di parlare:

- E' buffo, non trova? Fino a 2 settimane fa mi odiava con tutto sé stesso, e  posso dire che io  ricambiavo con la stessa moneta, però ora è qui in ospedale, a causa mia.- strinse la mano del docente un po' più forte.- Io però non le avevo chiesto questo, l'ho sempre trattata male ma lei ha messo da parte queste cose e mi ha salvato. Sa, non ho parole per ciò che ha fatto solo...................... GRAZIE! Grazie di cuore!- Sanji iniziò a piangere e appoggiò la mano del maestro sul suo viso. 

Poi la mano si liberò dalla presa del biondino e asciugò gli le lacrime.

- Sanji, perchè continui a piangere? Non ne hai più bisogno.....- Il ricciolo era rimasto di stucco.

- M-maestro.......-rimase ermo per qualche secondo , poi gli gettò le braccia intorno al collo, affondando il volto nella spalla dell'altro.

- Sanji, non così stretto, mi fa male il petto.- disse dolorante il verde.

L'allievo allentò la stretta ma rimase comunque nella stessa posizione.

Lo spadaccino accarezzò la nuca del bambino, e sorrise: grazie a lui era ancora vivo; non sapeva il perchè ma quelle parole lo avevano salvato e riempito il cuore di gioia. 

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In sala d'attesa intanto:


- Pensavo che fossi un po' più autoritario Rosso.- Mihawk era seduto su una sedia  e di fianco a lui c'era Shanks.

- Credimi, quando passi molto tempo con dei bambini , la durezza si va a farsi benedire.  Beh almeno questo è ciò che so io, poi ci sono anche situazioni particolari......- rispose ironico il medico.

- Non prendere in esame me, idiota!-

- No, no , non mi permetterei mai! Anche perchè hai dimostrato di tenerci a persona.....- lo stuzzicò.

- Chi? Roronoa? Umpf, è solo perchè è un valido insegnante, nulla più.-

- Va bene come vuoi!- rispose sarcastico.

- Comunque sei stato bravino ad operarlo....- esclamò Occhi di Falco cercando di limitare i complimenti.

- Se è un grazie ti dico che questo fa parte del mio dovere! Però ho un dubbio:  come hai saputo che erano proprio lì al Duomo ?-

- Ho inserito un chip nella bandana di Roronoa, mi è bastato usare un radar.- disse atono.

- E invece come hai fatto a convincere Bartholomew di scagionarlo?-

- Mi doveva un favore e poi quando gli ho dato le foto non truccate si è subito convinto che dicessi la verità!-

- Beh, hai sbagliato a fare il preside Mihawk, dovevi fare il detective!- lo elogiò teatralmente Shanks.

- No! In realtà io sapevo tutto fin dall'inizio: Zoro mi teneva aggiornato via e-mail su ciò che scopriva a proposito di Sanji.-

- Ah beh, ritiro tutto quello che ho detto! Sei un pessimo detective!-

- La vuoi finire o no?- disse stizzito il preside.

- Che c'è? Non è la verità?- chiese il medico innocentemente.

- Ma tu non dovresti essere a tua casa a curare i tuoi marmocchi?- chiese Mihawk nervoso.

- Chi Ace e Rufy? I miei adorati nipotini? No, ho il turno fino a tardi oggi.- rispose il Rosso dispiaciuto.

- E allora pensa a lavorare invece di chiaccherare!- esclamò piccato il preside.

Shanks si alzò, poi gli disse sarcastico:

- Comunque parlare con te è sempre un piacere Occhi di Falco.- e si avviò verso un paziente.

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Pochi giorni dopo, Zoro venne trasferito in una camera e quindi Sanji aveva il permesso di stare con lui quando lo desiderava.

- Allora come  sta oggi maestro?- chiese Sanji seduto sul letto di Zoro, che era seduto anch'egli.

-Un po' meglio. Il petto è ancora un po' dolorante e l'occhio sinistro è andato perso completamente, ma per il resto meglio.-

- Sì! Il problema che la dovevano operare anche per il suo senso dell'orientamento.......- disse il biondino furbetto.

- Non è vero! Io non mi perdo MAI!-rispose il verde imbronciato.

- Ma se a scuola sbaglia sempre piano e aula...........-

- Bugiardo!- 

- No, lei lo è!-

- Portami rispetto ragazzino, sono sempre il tuo insegnante!- esclamò Zoro ilare.

- Va bene, sensei.......- disse Sanji prendendolo in giro.

Al verde invece aveva fatto piacere essere chiamato sensei, anche se....... presto il bambino avrebbe dovuto chiamarlo in un altro modo. Ora che Sanji non aveva più famigliari in vita, bisognava che qualcuno lo prendesse in affidamento e Zeff era andato a prendere il certificato. Solo che Sanji pensava a un'altra cosa:

- Quindi se devo andare a vivere dal vecchio, dovrò ubbidirgli?-

- Perchè, l'hai mai fatto?- chiese l'insegnante ridendo.

- Beh con lui no, ma con la signorina Robin sì!-

- Sei davvero strano.-

- Non è vero! E' mio nonno che mi ha insegnato a trattare da principesse le donne.- rispose l'allievo imbronciato.

- E anche di essere sgarbato con i maschi?-

- No! Sono io che trovo sempre degli uomini adulti imbecilli.....-

- Ehi!-

- Cosa?-

- Mi hai dato dell'imbecille?-

- E' lei che lo ha detto, io non ho fatto nomi.-

- Come ti permetti!-

E iniziò a fargli il solletico sulla pancia.

- HAHAHAHAHAHAHAHAHAA basta!!!-

- Rimangia quello che hai detto!-

- NO!-

- Ah è così che la metti?-

E continuò a fargli il solletico, più forte di prima.

- HAHAHAHAHHAHHHAHHAA ok, ok, mi arrendo HAHAHHAHAHAHA!-

Zoro smise subito e osservò contento il piccolo Sanji che continuava a ridere tendendosi la pancia.

- Ti ha insegnanto anche altre cose tuo nonno?- chiese il verde.

- E' lui che mi ha insegnato a combattere con le gambe. Diceva che le mani per un cuoco sono preziose.-

- In realtà anch'io ti ho fatto da allenatore! - disse Zeff scocciato, sbuacato fuori chissà da dove.

Si avvicinò al letto e lanciò dei fogli al verde:

- Tieni! Io vado!-

- Ehi, ma non mi dici niente?- chiese Sanji arrabbiato.

- Fatti spiegare tutto da lui.Io ti aspetto al ristorante quando ti sei ripreso. - gli rispose sgarbato e se ne andò, sbadigliando.

- Che cosa mi deve dire maestro?- domandò il biondino  nervoso. Insomma, che stava succedendo?

- Ehm, vedi Sanji, Zeff è troppo vecchio per badare a te.........- iniziò Zoro imbarazzato.

- E quindi?-

- Vuoi che ti preparo sushi o ci prendiamo una pizza quando torniamo a casa?- chiese il verde rosso come un pomodoro.

All'inizio il ricciolo non capì la sfumatura tra le righe, poi capì finalmente il vero significato della frase:

- Quindi lei........-

- Sì, ti ho adottato...... e anche mentito !- finì Zoro grattandosi la nuca, ormai viola in viso.

Sanji sgranò gli occhi per la sorpresa e gli saltò sul collo.

- Ahia! Sanji, il petto! Mi fa male!- esclamò dolorante lo spadaccino.

Il biondo però era così contento che non lo lasciò andare.

- Va bene ho capito, ora mollami!-

- Posso darle del tu?- chiese il piccolo.

-Sì, è ovvio!Ora però lasciami.- staccò il biondino da sè.

Sanji  timidamente  lo guardò negli occhi gli chiese:

- Posso chiamarti Papà?-

Il cuore del verde iniziò a battere fortissimo, gli occhi erano lucidi e sorridendo dolcemente gli rispose:

- Certo che puoi, figliolo.-

Prese una ciocca di capelli del piccolo ,gliela spostò sull'orecchiò e gli posò un bacio sulla fronte.

Il ricciolo si appoggiò sul petto di Zoro, stando attento a non fargli male:

- Sì ,ti chiamerò Papà Marimo.-

- Come?-

-Il Marimo è un'alga!- rispose Sanji furbetto.

- Cosa? Allora tu da adesso sei Torciglio.- esclamò piccato l'altro.

- Non prendermi in giro per le mie sopracciglia!-gli disse il minore arrabbiato.

- E tu per i miei capelli!-

Si lanciarono uno sguardo fulminante, poi si misero a ridere come dei pazzi, mentre il compagno di stanza di Zoro li mandava mentalmente a quel tal paese, per il casino che stavano facendo. Ma a quei due non importava molto: in quel momento erano solo loro due, il nuovo padre di Sanji e il primo figlio di Zoro.

Sapevano che avrebbero passato tanti momenti insieme, belli e brutti e beh questa non è proprio una fine ma solo l'inizio!

THE END

Nota dell'autrice:

Non mi dilungo tanto qui perchè  vi ringrazio in un capitolo a parte.

Un bacione

Mistery Dragon

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Capitolo 11
*** Extra- Ringraziamenti ***


Ok, adesso posso fare i ringraziamenti.

Beh inizio ringraziando tutti coloro che hanno letto questa storia, a chi gli è piaciuta o meno!

Tutti coloro che hanno recensito la storia ( e che hanno riempito le mie giornate di allegria!):

- Mistery_Lawliet

- Adele Vergas

- Red Robin ( che mi ha dato tanti buoni consigli!)

- SanjitaSwan

- SRB 

Chi ha messo la storia tra le preferite:

- D_Ann

- SRB

Chi ha messo la storia tra le seguite:

- Adele Vergas

- CiUffEttA

- Ikki

- JoJo90

- Mistery_Lawliet

- rufy95

- SanjitaSwan

- SRB

Beh io vi ringrazio tantissimo, vi mando abbracci e baci giganti.

Poi devo ringraziare ovviamente i personaggi!

Sanji: Figurati!

Zoro: Non farlo mai più!

Mihawk:Tu- Sei- Morta!

Autrice: Ok, OK ( trema)!

E ovviamente l'ultimi ( ma non meno importanti): il mio computer, il mio cellulare e...........

IL GRANDE MAESTRO EIICHIRO ODA, che senza di lui One Piece non esisterebbe ( e di conseguenza anche questa storia)!

Beh che dire se grazie infinite ancora e ...................................................................

UN BACIONE, ci vediamo ad una prossima fanfiction!

Mistery Dragon

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