CatKill

di Jany23
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Giorno 1- ***
Capitolo 2: *** - Giorno 2 - ***
Capitolo 3: *** - Giorno 3 - ***
Capitolo 4: *** -Giorno 4- ***
Capitolo 5: *** -Giorno 5- ***
Capitolo 6: *** - Giorno 6 - ***
Capitolo 7: *** - Giorno 7 - ***
Capitolo 8: *** - Giorno 8 - ***
Capitolo 9: *** - Giorno 9 - ***
Capitolo 10: *** - Giorno 10 - ***
Capitolo 11: *** - Giorno 11 - ***



Capitolo 1
*** -Giorno 1- ***


Ero appena rientrata a casa dopo aver diviso il bottino con Diabolik ed Eva e prima di coricarmi decisi di inviare un messaggio al mio 'socio'.
Io mi occupavo di rubare e rimodellare i vari gioielli e pietre preziose, mentre lui li ri
vendeva; ma per questo bottino avevamo deciso di fare diversamente: li avrei mandati direttamente a lui mentre i soldi che mi spettavano sarebbero arrivati sul mio conto nel momento stesso in cui lui avrebbe incassato i soldi della refurtiva. Noi facevamo sempre così, il 75 % del compenso a me e il 25 % a lui.

Gli mandai un messaggio con su scritto:

" Tutto ok, domani ti spedirò la refurtiva come stabilito, io resterò qui per almeno un altro giorno, non di più. Giusto per concludere i miei 'affari'. Sai, visto che lavoravo per quella gioielleria fino a qualche giorno fa la polizia potrebbe venirmi a cercare e il non trovarmi li metterebbe in sospetto. Tra un paio di giorni ci vedremo a Gallifrey. A presto Cat"

Dopo aver inviato il messaggio misi la sveglia alle 8 del mattino e andai a riposarmi per qualche oretta.
La mattina mi svegliai presto e spedii subito la refurtiva al mio 'socio'. Dopo decisi di rilassarmi, niente poteva collocarmi in quella gioielleria, nè in tutte le altre. 
Andai a fare colazione nel bar all'angolo di casa mia e poi andai a camminare. 
A mezzogiorno tornai a casa e mentre pranzavo guardai il telegiornale. 
Esso raccontava di queste mirabolanti rapine, 10, tutte in una notte e compiute da 3 persone, 2 di esse era certo che si trattassero di Diabolik ed Eva Kant, la sua bella complice, ma della terza nessuno sospettava chi fosse. L'ispettore Ginko eliminava l'ipotesi che fosse qualcuno drogato poichè si muoveva con un'agilità impressionante, doveva essere qualcuno allenato e qualcuno che conosceva bene i luoghi delle rapine. Pensava addirittura che potesse essere qualcuno che lavorasse in una di quelle gioiellerie e che magari aveva un conto in sospeso. Per esempio un licenziamento. Ma, io ne ero sicura, non credeva veramente a quella tesi poichè per vendetta una persona avrebbe derubato solo una gioielleria e non tutte e 10 e sicuramente non avrebbe compiuto il colpo con l'aiuto di Diabolik. 
Nel pomeriggio restai a casa e verso le quattro qualcuno suonò alla mia porta, controllai chi fosse, e, come pensavo, era Ginko, con un altro poliziotto al suo seguito. Li feci accomodare in casa e offrii loro un caffe, che rifiutarono, poi mi sedetti e ascoltai l'ispettore.

"Signorina Kivller sappiamo che lei si è licenziata da una delle gioiellerie che questa sera hanno svaligiato. Potrei sapere il perchè?"
"Beh, se ha parlato con il mio capo lo saprà di gia, ho deciso di trasferirmi a Gallifrey, nell'omonimo stato, per ragioni private. Sa, qua ho abitato fino ad oggi e qua sono morti i miei genitori, ho deciso di tagliare i ponti con il passato e di andare in un posto nuovo, per non far riemergere brutti ricordi..."
"Ok, signorina sa per caso se c'era una persona che poteva avercela con tutte queste gioiellerie o almeno con parte?" 
"Che io sappia no, vi ho lavorato per poco e quindi non so molte cose..."
"Bene... Posso farle una domanda personale?"
"Certo ispettore."
"Da quel che mi risulta dopo la morte dei suoi genitori lei ha ereditato molto denaro, ma perchè ha continuato a lavorare?"
"Ispettore non avevo buoni rapporti con i miei genitori e inizialmente ho rifiutato tutto ciò che avevo ereditato da loro, infatti come può notare questo è un appartamento in affitto... Comunque i soldi che mi sono devoluti dai miei genitori li darò in beneficienza ad una casa famiglia per i bambini meno fortunati, da parte ho un'ingente somma di denaro che ho raccolto in questi anni e penso che mi basterà, poi li investirò in qualcosa al momento del mio trasferimento. In quanto alle case che ho ereditato sa che le ho donate tutte alla città. Credo che la sua domanda adesso abbia una risposta. Se non c'è altro io andrei a preparare le valige, domani ho un aereo da prendere."
"Certo signorina. Le augurò un futuro sereno, se le viene in mente qualcosa mi chiami questo è il mio numero."

Nel dire queste parole mi offrì il suo biglietto da visita e se ne andò seguito dall'agente. Ginko non aveva niente contro di me e io non gli avevo fornito nessun indizio che potesse incastrarmi. In tutto il resto del pomeriggio feci le valige, avevo solo dei vestiti da portarmi dietro, poi andai all'aereo porto a prenotare un biglietto per Gallifrey nel primo volo del giorno dopo e me ne tornai a casa ammirando Clerville nel suo splendore per l'ultima volta. Infatti avevo intenzione di andarmene il prima possibile. La sera, dopo cena, ricevetti un messaggio dal mio 'socio' :

" E' arrivato tutto, domani stesso li venderò e avremmo i soldi, li devo far mandare nel tuo conto nel Gallifrey?"

Gli risposi:

"Prendo il primo volo domani mattina per Gallifrey, quindi si, i soldi fammeli arrivare li. Ci vediamo presto 'socio'."

Misi la sveglia per la mattina seguente e mi coricai.

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Capitolo 2
*** - Giorno 2 - ***


Mi svegliai all'alba ed ero contenta; ero contenta perchè finalmente avrei lasciato alle mie spalle la storia che mi legava al mio passato. Lasciando Clerville, infatti, tagliavo tutti i collegamenti con il mio passato, ma non volevo darle un addio definitivo. Sapevo che un giorno ci sarei tornata, ne ero più che certa. Andai in bagno a farmi una doccia, mi vestii e poi andai a fare una bella colazione al bar. Verso le 8 chiamai un taxi e mezz'ora dopo le mie valige erano nel bagagliaio, guardai il mio appartamento per l'ultima volta, poi uscii, chiusi a chiave e consegnai le chiavi alla padrona di casa. Mezz'ora dopo, alle 9, ero gia in aereo porto. L'aereo sarebbe partito l'ora seguente. Non feci in tempo ad arrivare in aereo porto che gia rimasi a bocca aperta, Ginko mi stava aspettando li e mi disse che la mia partenza subito dopo questi colpi poteva sembrare sospetta e, per non lasciare niente al dettaglio, voleva controllare i miei bagagli... Io non mi opposi, che motivo c'era? La refurtiva era al sicuro nelle mani del mio 'socio' a Gallifrey e io non avevo niente che potesse compromettermi. Dopo una ventina di minuti Ginko tornò da me e mi disse che tutto era a posto e che aveva gia fatto caricare i bagagli sull'aereo. Aspettò con me che mi imbarcassi. Mi guardò dritto negli occhi mentre mi imbarcavo e pensaii, proprio in quel momento: "Te l'ho fatta, non mi riprenderai stai sicuro". Per un attimo mentre lo guardavo negli occhi, mi parve di vedere la sua impotenza, come se sapesse che nel colpo affiancavo io Diabolik ed Eva ma lui non poteva farci niente per incastrarmi perchè non aveva prove contro di me. Montata sull'aereo mi sentivo veramente al sicuro, ero pronta per andarmene a Gallifrey, dove nessuno tranne il mio 'socio' mi conosceva. Durante il volo mi addormentai. Il volo durò 12 ore precise e, visto che da Clerville a Gallifrey c'è 12 ore di fuso orario precise, arrivai proprio alla stessa ora in cui ero partita, le 10 di mattina. All'aereo porto chiamai un taxi e mi feci accompagnare fino all'hotel Finad, dove presi una camera. Nel pomeriggio andai a vedere qualche casa fino a quando non ne trovai una che mi colpì. Era una villetta sulla spiaggia, con piscina e spiaggia privata, aveva una cantina grandissima e pensai gia come suddividerla per i miei scopi. La comprai e poi andai al negozio di auto. Non avevo idea di quale auto comprare ma ne vidi molte e belle, non mi decisi ma ci tornerò sicuramente a comprarne qualcuna, io sono un'appassionata di auto e di alta velocità. Subito dopo andai in banca a controllare il mio conto, i soldi erano gia arrivati quindi il mio 'socio' aveva gia venduto la refurtiva. La sera cenai e andai a letto presto, ero stanchissima, credo a causa del fuso orario...

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Capitolo 3
*** - Giorno 3 - ***


La mattina mi svegliai di buon ora e mi recai immediatamente a ritirare le chiavi della mia nuova casa. La signora che era stata la padrona di casa fino ad ora era un'anziana, Lucia, che era andata a vivere insieme ai nipoti e quindi non aveva più bisogno di quella splendida villa. Quando arrivai da lei mi invitò ad entrare in casa per un caffè e accettai quel piacevole invito. L'interno della casa era magnifico, e dopo il caffè mi fece visitare l'intera casa. In più mi fece vedere la splendida collezione di collane antiche che apparteneva alla sua famiglia ormai da generazioni. Guardando tutte quelle collane riunite in una sola stanza in delle stupende teche mi innamorai immediatamente. Erano gioielli magnifici e fin da subito misi gli occhi su una splendida collana di smeraldi al centro della sala. Pensai, in base alla sua posizione, che fosse il pezzo forte di quella collezione. L'anziana mi invitò anche a pranzo, ma rifiutai dicendole che dovevo far visita a molti negozi in cerca di mobili per arredare la casa poichè con me non avevo niente se non i miei abiti. Rifiutato l'invito di pranzo, me ne andai a fare un giro per la città. Mi fermai in vari negozi e, pagando una bella mancia, mi feci trasportare immediatamente un letto e montare un armadio nella mia nuova villa. Per il resto del pomeriggio visitai Gallifrey e tornai nei pressi della villa di Lucia. Avevo un pensiero fisso in mente ed era quella splendida collana di smeraldi. Era un pensiero fisso. Stupendi, bellissimi smeraldi di un verde che non era paragonabile a niente che io potessi aver mai visto in tutta la mia vita. Quello ovviamente era il pezzo che mi era rimasto impresso di più ma anche tutti gli altri pezzi erano favolosi. In tutto dovevano essere una ventina di collane. Pensai che la loro doveva essere proprio un'ossessione per tenerle tutte in casa, non curanti di ladri che potevano entrare a loro piacimento... Forse non tutti potevano entrare come se niente fosse, ma gia stavo pensando a come poter fare quel colpo, sembrava relativamente facile. Nessuna guardia a sorvegliare la casa, nessun allarme alla porta d'ingresso, me ne ero accorta gia la mattina quando ero andata a ritirare le chiavi, niente di niente sembrava proteggere quelle collane, ma la prudenza sovrastava l'istinto. Quest'ultimo mi diceva di entrare senza badare a molto e prendere immediatamente l'oggetto dei miei desideri, ma la prima mi rallentava e mi consigliava. Prima di eseguire questo colpo dovevo studiare la zona, le eventuali vie di fuga e le teche, si, specialmente le teche. Al di fuori della casa non c'erano allarmi nè guardie ma sulle teche e sulla stanza dove erano custodite le collane sapevo poco e niente. L'unica cosa certa era che la stanza delle tecche si trovava al centro della casa e non aveva finestre. Ma per me era una sfida e le sfide erano bene accette, specialmente in una nuova città, in un nuovo stato, in una nuova vita. Nel tardo pomeriggio andai in albergo e feci i bagagli, dopo andai a saldare il conto della mia stanza. Mi incamminai piano piano verso la mia nuova casa e, arrivata a destinazione ordinai una maxi-pizza. Ero molto affamata poichè non avevo nè fatto colazione nè pranzato. Dopo essermi gustata la pizza uscii a bordo piscina, con quel venticello che scompiglia i capelli e che sembra sussurrarti sempre qualcosa di diverso. Verso le dieci di sera andai a disfare le mie valige e, dopo un bel bagno serale nella mia piscina mi coricai, sempre con un unico pensiero in testa.

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Capitolo 4
*** -Giorno 4- ***


Mi svegliai di buon'ora a causa di una telefonata. Guardai l'ora, erano appena le sei di mattina, poi risposi. "Ehi, scommetto che ti ho svegliata Cat." "Ma bravo" sorrisi "Sì, mi hai svegliato. Come mai mi chiami così presto?" "Beh mi avevi detto che arrivavi ieri l'altro qua a Gallifrey e non ti avevo ancora sentito, non sapevo se ti fosse successo qualcosa." "Che dolce, comunque hai ragione Nick, non mi sono fatta sentire" "Beh, visto che ti ho svegliato perchè non passiamo una bella giornata insieme oggi?" "Ok Nick, senti vieni in via Tyler, al numero 10, è una villetta sul mare isolata." "Va bene, ma sono dalla parte opposta della città quindi ci vorrà una mezz'oretta." "Meglio, almeno avrò il tempo di lavarmi e cambiarmi." "Bene, allora a tra poco Cat." "A tra poco Nick." Riattaccato il telefono mi alzai e, visto che sia acqua, che luce, che gas erano gia stati attaccati, mi feci una bella doccia calda. Questa mi impegnò per circa 10 minuti, poi mi vestii e andati in giardino, a bordo piscina. Era una bellissima giornata di sole e il mare, che vedevo perfettamente dalla mia piscina, era poco mosso. Mentre osservavo il tratto di spiaggia privata che mi apparteneva, era incluso con la casa, pensai che sarebbe stato utile costruirci un piccolo porto per attraccarci barche, che mi potevano servire nel caso avessi avuto voglia di andare nell'arcipelago che si trovava leggermente a largo della costa. Poi suonò il campanello, erano circa le sei e quaranta, andai alla porta e, dopo aver aperto il cancello elettronico, aprii la porta a Nicola. Lui attraversò il giardino posto sul davanti della villa e mi raggiunse in casa. "Ciao Caterina" "Ciao Nicola, come mai così formale?" Mi misi a ridere. "Volevo vedere come reagivi, mi sei mancata." Dette queste parole mi abbracciò. "Oh Nick... Anche tu mi sei mancato, ormai sono un paio di anni che non ci vediamo, ancora tutto a posto?" "Beh, potrebbe andare meglio." "Come mai questo 'Potrebbe andare meglio'?" Mentre parlavamo ci eravamo spostati a bordo piscina e seduti per terra. "Beh, la mia gioielleria non va un gran che, da quando ci siamo trasferiti e ho spostato la sede qua a Gallifrey non ho gioielli unici, non ho i gioielli che creavi tu." "Nick!" "E ora cosa c'è?" "Io sono qua! Non crederai che me ne sia venuta nel Gallifrey per fare la bella vita vero?" "Cosa... ?" "Senti, tu non ti preoccupare la gioielleria diventerà la più famosa del Gallifrey! Ed io, come puoi immaginare, continuerò a fare i miei colpi e a rimodellare i gioielli per te! Avrai sempre oggetti unici! La gioielleria 'Smithy' si rinforzerà, ma a un patto." "Dipende quale" "Mi dovrai far venire in sede e voglio essere come minimo il tuo vice." "Ma lo sai che lo sei ora, e lo sarai in futuro, come lo eri in passato." "Perfetto." Sorrisi e mi alzai "Si sono fatte le sette e mezzo perchè non andiamo a fare una bella colazione?" "Ok, allora andiamo e poi andiamo a fare dei giri per negozi, devo ancora farti il regalo di benvenuto." "Lo sai che non voglio un rega..." "Niente storie, avrai il tuo regalo." Andammo a fare una bella colazione e poi iniziammo la nostra giornata a giro per i negozi. Mi fece ben più di un regalo, in poche parole mi arredò tutta la casa e quando gli dissi che volevo fare un piccolo porticciolo in una parte della mia spiaggia privata miportò immediatamente a chiedere i permessi e, "misteriosamente" me li fece ottenere subito. Nick aveva molte conoscenze a Gallifrey, e di questo mi stupii. In più pagò anche le spese per la creazione del porto. Fu una giornata stupenda, forse, fino ad ora, la più bella che abbia mai passato in sua compagnia. A sera tornammo a casa mia e, dopo esserci mangiati un mucchio di hamburger, ce ne andammo in spiaggia, ci sdraiammo sotto le stelle e lo informai del colpo che avevo intenzione di compiere. "Sai ieri ero a casa dell'ex proprietaria di questa casa ed ha una collezione di collane magnifiche." "So cosa hai in mente, so che non ti posso far cambiare idea, e so che non ti devo interrompere, ma non credi che prima di iniziare la tua "attività" dovresti almeno ambientarti?" "Oh Nick! Ci ho pensato anche io, ma c'è una di quelle collane che non riesco più a togliermi dalla testa, ha degli smeraldi così belli che me li sono sognati pure questa notte... E comunque hai ragione, non puoi farmi cambiare idea! Farò quel colpo se tu lo vorrai o no! E comunque oltre a quella collana, che è quella che interessa a me, ce ne sono altre 19, più o meno. Potremmo iniziare a far risorgere la gioielleria!" "Ah con te è inutile parlare." Si girò verso di me e mi diede un colpetto in fronte con la mano. Subito dopo si alzò di scatto, mi prese in braccio e si avviò verso casa, ma arrivato a bordo piscina mi ci buttò dentro, mi salutò e se ne andò. Quando chiuse la porta io uscii dalla piscina, mi andai ad asciugare e poi passeggiai per la mia casa ancora vuota, pensierosa. Me ne andai a letto a mezzanotte e...

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Capitolo 5
*** -Giorno 5- ***


Mi svegliai di soprassalto, avevo il respiro affannato ed ero terrorizzata, molto probabilmente avevo fatto un incubo, ma non avevo la pi pallida idea di che cosa avessi sognato. Provai a riaddormentarmi ma non ci riuscii così decisi di alzarmi. Controllai il telefono. Erano le 4 della mattina!! Visto che non sapevo cosa fare decisi di farmi una doccia e poi andare a passeggiare per Gallifrey. Durante la mia passeggiata ripensai a cosa potessi aver sognato di così terribile da rimuovermelo dalla testa, e camminando persi sia la cognizione del tempo, sia l'orientamento. Non avevo la più pallida idea di dove fossi. Continuai a camminare e ad un certo punto vidi qualcosa di familiare! Era la casa dell'anziana Lucia! Lei era in giardino e quando mi vide mi invitò ad entrare, io accettai molto volentieri e una volta in casa iniziammo a parlare davanti ad una tazza di the. "Allora Caterina, come ti trovi qui a Gallifrey?" "Molto bene signora Lucia! Questo è un posto meraviglioso." "Lo credo bene, questa città ha una storia molto buffa, pensa che all'inizio vi venivano i senzatetto, era una loro comunità! Poi il buon vecchio sindaco, un uomo tanto gentile quanto ricco, arrivò qua e iniziò a costruire le case e tutto quanto, offrendo lavoro ben pagato ad ogni barbone che vi abitava, e regalando una casa ad ognuno! Questa città è nata grazie a lui ma poi fu assassinato... Si dice che avesse costruito su un luogo conteso tra due clan di mafiosi, e a qualcuno non gli è andato a genio e hanno deciso di eliminarlo... Poverino..." "Mi spiace molto, doveva proprio essere un grande uomo!" "Oh si lo era!" Restammo un po' in silenzio mentre bevemmo il the e poi entrai nel discorso che mi premeva di più. "Signora Lucia, ho un chiodo fisso in testa, è sicura che la vostra collezione di collane sia ben al sicuro in casa?" "Oh, si ne sono più che sicura!! Sono molto ben protette non guardare che le teniamo in casa! Quelle teche sono inarrivabili per chiunque! Vedi hanno un dispositivo che se ti avvicini per più di 25 cm alla teca i gioielli vengono fatti scendere attraverso una piccola botola, e vanno a rifinire dritti dritti sotto terra! Arrivati lì c'è solo un modo per riprenderli, bisogna chiamare la polizia! Quindi è impossibile rubarli! Si può sembrare molto semplice e banale, però è un buon metodo!" "Beh allora posso stare tranquilla per lei signora Lucia, adesso so che nessuno può avvicinarsi a quelle collane." "Gia cara... Si sono fatte le undici e mezza io devo andare dal medico, mi spiace 'buttarti' fuori da casa in questa maniera..." "Oh non si preoccupi, tornerò a trovarla un altro giorno!" "Questo mi farebbe davvero piacere, sei una ragazza eccezionale Caterina. Ciao." "Arrivederci signora Lucia." Detto questo mi richiusi la porta alle spalle, e una volta fuori dal cancello e lontana qualche isolato chiamai Nick. Visto che non rispondeva gli inviai un messaggio: "Ti devo vedere questa sera. Vieni a casa mia per cena, se ti va bene ci vediamo stasera, se non ti va bene ci vediamo stasera comunque, è urgente." Inviato il messaggio andai a pranzare e poi me ne tornai a casa poichè quel pomeriggio dovevano portarmi i mobili per arredarla. Passai tutto il pomeriggio in compagnia dei vari addetti che mi portavano la mobilia e la sistemavano, poi indicai dove volevo il porticciolo e subito iniziarono a fare progetti. Ci avrebbero messo molto, ma ben pagati gli chiesi di fare il prima possibile. All'ora di cena Nick arrivò, avevo apparecchiato nella terrazza e ordinato un paio di pizze, non avevo voglia di cucinare. Dopo un po' Nick iniziò a parlare. "Allora Cat, cosa c'è di così importante che dovevo essere qua in tutti i modi?" "Volevo parlarti del colpo, lo farò domani notte." "Sicura? Non credi che sia troppo presto? Devi organizzarti!" "Ho gia tutto ciò che mi serve, so i sistemi di sicurezza che usano e so cosa devo fare!" "Mah, se la metti così ok, ma io aspetterei!" "Sai che ... " "... non posso farti cambiare idea, si lo so quindi è inutile che mi metta a discuterne, vinceresti tu." "Bene, comunque andrò questa sera stessa a preparare una qualche via di fuga, in caso ci siano intoppi. Ma non ci dovrebbero essere, il livello di sicurezza è molto basso. Oggi quando sono andata alla villa ho lanciato, mentre Lucia era a preparare il the, una mini telecamera che ha fotografato la stanza dall'alto, le foto le ho gia stampate. mi serviranno. Però ho un favore da chiederti..." "Cosa?" "Ho bisogno di una macchina, e io non ne ho, me ne potresti prestare una delle tue?" "Va bene, prenditi pure questa che ho qua adesso, mi riaccompagnerai a casa tu però!" "Grazie, sei fantastico!" Continuammo a mangiare in silenzio e verso le undici lo riportai a casa sua. Dopo mi diressi verso la casa di Lucia, arrivata parcheggiai la macchina in un luogo dove non desse nell'occhio ed entrai nelle fogne. Lì vicino c'era un piccolo passaggio che avevo scavato tempo prima ben mimetizzato in attesa del colpo, decisi di finire l'operato quella sera stessa in modo da avere il meno possibile da fare l'indomani. Sapevo perfettamente dove si trovava la stanza delle collane e, grazie alla foto scattata quell'oggi, sapevo perfettamente la posizione delle teche, così iniziai a scavare verso l'alto fino a trovare i contenitori sottoterra. Corrosi il basso dei contenitori con dell'acido e vi ci piazzai un tappo in modo che la sera dopo mi bastava toglierlo per avere le collane nelle mie mani. Ora mi bastava tornare alla casa il giorno dopo ed escogitare un metodo per far scattare le botole mentre io recuperavo le collane nello stesso momento. Conclusa la preparazione del fondo delle teche me ne tornai a casa e mi coricai.

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Capitolo 6
*** - Giorno 6 - ***


Non sentii la sveglia e continuai a dormire fino alle 10 e mezzo, quando il telefono mi squillò. Era Nick, mi misi a sedere sul letto e gli risposi. "Pronto Nick?" "Cat, devo vederti subito, ho un problema." "Ok, Nick... Mi sembri agitato, dove ci troviamo?" "Andiamo al ristorante 'La Torre', fuori città." "Ok, penso di essere li tra una mezz'oretta." "Ok ci vediamo là" Riattaccò il telefono in fretta e furia. Avendo sentito la sua voce agitata mi vestii velocemente e, presa la macchina che mi aveva prestato la sera prima, mi precipitai a tutta velocità verso il ristorante. Arrivata li scesi dall'auto, la chiusi a chiave e mi sedetti sulla panchina dall'altra parte del parcheggio, aspettando che Nick arrivasse. Ma lui non arrivò. Aspettai ore in quella panchina, ma niente, di lui non c'era la benchè minima traccia. Verso mezzo giorno provai a chiamarlo, ma il suo telefono non suonava neanche. Mi preoccupai e, alle 2 e mezza, quando me ne andai dal parcheggio del ristorante mi venne in mente l'incubo che non ricordavo. In quel sogno ero a casa mia e un agente veniva ad informarmi che Nick era morto durante una sparatoria alla sua gioielleria. Ma era solo un sogno, non dovevo tenerlo in considerazione! Arrivata a casa iniziai a preparare tutto ciò che la sera mi avrebbe fatto comodo. Poi mi venne in mente che non avevo ancora pensato a come far scattare le botole. Non volevo essere in casa per non essere vista, e poi non ero certa che Lucia mi avesse detto tutto, poteva anche esserci un allarme che scattava direttamente alla polizia per quello che ne potevo sapere. Mi arrovellai su questo fino alle 9 della sera, quando finalmente trovai la soluzione. Andai in cantina e presi ciò di cui avevo bisogno. In fondo era una cosa molto semplice, anche sciocca. Eppure non l'avevo pensata fin da subito. Non cenai, non avevo fame. Solo il pensiero che ben presto quelle collane sarebbero cadute nelle mie mani mi ripagava di tutto quanto. Alle undici e mezzo partii da casa, parcheggiai l'auto ben nascosta ma vicino ad un tombino delle fognature in modo che, una volta prese le collane, avessi l'auto gia pronta. Poi tirai fuori ciò che avevo preso dalla cantina, era un piccolo gufetto telecomandato. Lo poggiai per terra ed entrai nelle fogne. Quando arrivai al piccolo labirinto di tunnel che portavano sotto le teche misi in moto il gufetto, che, tagliando i vetri con la piccola punta in diamante che aveva nel becco, entrò in casa, e, fatto il giro e passato in prossimità di tutte le teche, se ne riusci e si posò sulla mia auto. Io feci il giro del fondo delle teche e poi me ne tornai alla mia auto. L'accesi e filai verso la mia splendida casa. Una ventina di minuti dopo entrai nel cancello di casa e andai a parcheggiare l'auto in garage. Quando arrivai davanti al portico il mio cuore si fermò. Nick era steso lì, per terra, con ferite, ma era cosciente. Quando mi vide cercò di sorridere, poi mi disse di non portarlo all'ospedale. Lo aiutai ad alzarsi e lo portai in camera mia, lo aiutai a sdraiarsi sul letto e lo medicai, poi gli dissi di riposarsi e uscii da camera, mi avrebbe raccontato tutto il giorno dopo, adesso aveva bisogno di riposo. Una volta uscita dalla camera andai a sistemare i gioielli in cantina e ad ammirare la mia stupenda collana di smeraldi, di cui mi ero innamorata sin dal primo giorno. Non mi resi neanche conto di quando mi addormentai, fatto sta che mi addormentai in cantina con quella collana in mano.

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Capitolo 7
*** - Giorno 7 - ***


Mi svegliai e ci misi qualche minuto per rendermi conto di dove ero. Infatti ero nella mia cantina-museo con la mia splendente e nuova collana tra le mani. Poi mi ricordai cosa era accaduto la sera prima e mi precipitai di sopra, dove tutto era illuminato dal sole. Passai per il salotto e li trovai Nick sul divano che guardava la TV. "Buongiorno Nick, come stai?" Maglio Cat, solo grazie a te." "Gia però non mi hai voluto dire che cosa è successo." A quest'affermazione si rabbuiò. E poi passò un TG e lui mi disse: "Guarda la notizia principale, sei tu!" Stava cercando di cambiare argomento, a quanto pare era un argomento che non voleva affrontare. Guardai la televisione, in effetti ero la notizia principale! Quasi tutto il TG parlava di questa rapina ai danni della famiglia Norak, a cui erano state sottratte 20 collane. Poi facevano vedere le riprese delle teche vuote e della rete di tunnel che avevo fatto sotto terra. "Sei veramente un genio." "Cosa?" "Cat, sei proprio sovra pensiero!" "Beh scusa Nick ... Sai stavano parlando di me!" "Vero." Sorrise, ma si rabbuiò dopo poco. "Vuoi dirmi cosa c'è?" Gli chiesi, ma non ottenni risposta. "Cat, andiamo a farci un giro? Ho bisogno di te, delle nostre vecchie giornate." "Delle... Tu hai bisogno delle nostre vecchie giornate?" "Si Cat, ho bisogno di tutto ciò che passavo con te..." "Oh Nick... Sai perchè abbiamo..." "Si, lo so. Perchè non andiamo a farci un giro allora?" "Ok, però guido io." "Va bene Cat." Andai a cambiarmi e poi montammo in macchina. "Allora dove vuoi andare?" Gli chiesi. "Andiamo a casa mia, devo prendere una cosa!" "Va bene..." Misi in moto la macchina e partii. Non parlammo per tutto il viaggio ma quando arrivammo a casa di Nick mi disse di non spegnere la macchina e di restare lì. Tornò 5 minuti dopo e mi chiese se avevo fame. Ora che ci pensavo avevo fame, eccome se avevo fame! Guardai l'ora e rimasi scioccata, erano le tre e mezza del pomeriggio e io non avevo ancora mangiato niente, non mangiavo da più di 24 ore! Andammo nel ristorante "La Torre", dove ci eravamo dati appuntamento il giorno prima. Mangiammo molto e tanto, pagò Nick e poi mi disse che voleva guidare lui perchè voleva portarmi in un posto. Acconsentii ma me ne pentii non appena entrammo in macchina poichè mi bendò gli occhi. "Una sorpresa è una sorpresa." Mi disse. Dopo un'ora di viaggio Nick fermò la macchina e mi aiutò a scendere. Poi mi sbendò. Quando aprii gli occhi rimasi sbalordita. Era uno dei posti più belli che avessi mai visto. "Nick questo posto è fantastico! Ma dove siamo?" "Siamo nel bosco vicino al fiume Auro." "Beh è un posto fantastico!" "Si hai ragione, e ancora non sai la storia legata a questo luogo." "E allora cosa aspetti?! Raccontami la sua storia!" Ci accomodammo sul prato vicino al fiume e Nick iniziò a raccontare. "Il nome di questo fiume viene dal latino Aurum, che significa oro. Il nome infatti gli è stato attribuito poichè qua vi erano grandi quantità si giacimenti d'oro, Con questo oro vi sono state forgiate corone, collane, bracciali, insomma vi è stato fatto di tutto. Il problema è che quando questa valle divenne famosa un uomo ne reclamò la proprietà in quanto, stando a dei contratti, quel terreno era suo, e quindi tutto l'oro che vi era stato trovato gli apparteneva. Ora si da il caso che quell'uomo si chiamava Batt." "Hai detto Batt? Siamo sicuri del cognome?" Solo a sentirlo pronunciare rabbrividii. "Si Cat, Batt, proprio quel Batt. Non è finito comunque. Vedi c'era un pezzo d'oro, un minuscolo pezzettino, che non fu restituito! E questo pezzo d'oro si dice che appartenesse ai Matthews." "Alla tua famiglia?" "Si, proprio alla mia famiglia. Quel pezzo d'oro non era stato mai toccato fino ad oggi, ma adesso lo voglio regalare a te." Finito di parlare tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una piccola scatolina di velluto e me la porse. Quando la aprii restai di stucco, era un bellissimo anello d'oro con il simbolo dell'infinito. Anche se era molto semplice era un oggetto fantastico, regalato da Nick poi! Non sapevo cosa dirgli, lo guardai negli occhi e lui, ricambiando il mio sguardo, mi baciò. Furono gli attimi più belli della mia prima settimana nel Gallifrey, non me li sarei mai dimenticati. Tornammo a casa mia per cena e decisi di preparargli una bella bistecca. Mangiammo in spiaggia al tramonto e poi lo riaccompagnai a casa sua. Quando tornai a casa e, messo il pigiama, iniziai a riunire i tasselli della storia che mi aveva raccontato quel pomeriggio Nick pensai di essere stata una stupida a non aver collegato il tutto durante il racconto. Batt! Batt e Matthews erano i protagonisti di quella storia! Adesso sapevo perchè Nick mi aveva raccontato quella storia, voleva rispondere in modo indiretto alla domanda che gli avevo posto quella mattina! Giurai vendetta contro Batt per ciò che aveva fatto a Nick, giurai di scoprire dove Batt e la sua famiglia avevano investito quell'oro e di portargli via tutto ciò che aveva, tutto! Fino all'ultimo centesimo! Infuriata per quelle rivelazioni andai a letto ma non dormii molto, era un sonno agitato, molto agitato e sognai la mia vendetta!!

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Capitolo 8
*** - Giorno 8 - ***


Mi svegliai di buon'ora la mattina, erano appena le sei. Prima di farmi una doccia decisi di andare a correre, ne avevo bisogno per sbollire la rabbia che mi era salita il giorno prima e con cui ero andata a dormire. Mentre correvo ripensavo a Batt. Lo conoscevo da tempo, era un socio di mio padre e sapevo benissimo quale era il suo lavoro, sapevo gia molte cose su di lui, ma non mi bastavano. Tornai a casa, mi feci una doccia e iniziai a riflettere. Iniziai ad unire tutti i tasselli che conoscevo di Batt. Allora, sapevo benissimo che il nome di Batt era Thomas, Thomas Batt, ai "vecchi" tempi, quando mio padre era ancora in vita lavoravano insieme, o meglio gestivano il loro traffico di droga da dietro le loro scrivanie di rispettabili cittadini. Una volta che mio padre morì "misteriosamente" lui ebbe paura e se ne scappò dalla città, assoldando alcune guardie del corpo. Ero sicura di aver sentito il nome di Batt da qualche parte, ma non ricordavo dove. Ero certa, inoltre, che non aveva smesso di trafficare in stupefacenti. Inoltre sapevo il nome di una sua guardia del corpo, la conoscevo molto bene in effetti, era la sua guardia più fidata e, dalla morte di mio padre, il socio n° 1, si chiamava Daniele Fercio. Per ora sapevo poco, ma oltre a questo avevo il nome delle Batt's Industries, che erano la copertura del suo traffico di droga. Così presi uno snack dal mio frigorifero, che era completamente vuoto, e mi misi alla ricerca delle Batt's Industries. Era molto semplice trovarle poichè erano delle industrie famose, rinomate per i loro mobili. Si la loro copertura per il traffico di droga erano semplici mobili! Passai tutta la mattinata sul sito di quelle industrie e sulle pagine ufficiali di Batt. Vidi foto, lessi decine e decine di file. E grazie a quelli riuscii a trovare il mio punto di inizio. Da quelle foto avevo visto alcuni degli "artigiani" che fabbricavano i mobili di Batt e sapevo perfettamente dove trovarli. Sapevo perfettamente che la zona di spaccio di uno di loro erano i vicoli di Castrol, un paesino dove vivevano i peggiori individui dello stato del Gallifrey, però si trovava a circa a tre ore di auto da Gallifrey. Guardai l'ora, erano le undici e mezzo. Sarei stata a Castrol per le due e mezzo di quel pomeriggio. Non avevo tempo da perdere, dovevo agire il prima possibile anche se con calma. Andai in camera e presi dall'armadio il mio completo con cui agivo durante i colpi, lo misi in uno zaino e partii con soldi contanti in tasca e tanta voglio di vendetta, non solo per Nick ma anche per me stessa. Arrivai prima del previsto alle porte di Castrol. A quanto pare ero andata un po' pi velocemente del limite di velocità, poichè alle 2 ero gia la. Parcheggiai la macchina e andai a mangiare un boccone in una piccola locanda, pagai e poi mi misi alla ricerca dello spacciatore. Lo vidi in uno dei vicoli centrali del paesino e aspettai. Mentre aspettavo all'angolo del vicolo ben nascosta da tutto indossai la mia maschera. Quando finì il "turno" del povero spacciatore e lui passo da quel vicolo lo tramortii e lo portai fuori dal paese, in una casa abbandonata. Quel luogo era perfetto, favoriva me per non essere riconosciuta in futuro poichè era un luogo scuro, e in più era molto lontano dalla mia vera casa. Quando si risvegliò era stordito e cercò di liberarsi ma senza riuscirci a causa del mio piccolo pugnale che lo minacciava. Gli domandai dove si trovasse Batt, ma lui ovviamente, come mi immaginavo, non lo sapeva, non pensavo di avere notizie da lui poichè era l'ultima delle sue pedine. Così lanciai il mio messaggio a lui, perchè arrivasse fino al suo capo, e con il messaggio anche io! Il messaggio era chiaro: "CatKill ti ha trovato!" Gli dissi di fare in modo che arrivasse fino a Batt o la mia vendetta l'avrebbe colpito dolorosamente, non che prima o poi non l'avesse fatto. Lo stordii nuovamente e poi lo lasciai alle porte di Castrol. Quando si risvegliò in mezzo alla strada si guardò intorno, ma non mi vedeva, ero ben nascosta. Andò nella casa più lussuosa di Castrol, il che era tutto dire poichè li non vi era molto lusso, e vi entrò. Quella era proprio la casa di chi controllava quella zona. Dopo cinque minuti che era dentro io irruppi con il mio pugnale e mi avvicinai ai due uomini che stavano parlando nel salone. Uccisi l'uomo con cui avevo parlato pochi minuti prima e lanciai il mio messaggio anche a lui. Adesso, con questo omicidio, ero certa che il messaggio sarebbe arrivato anche a Batt. L'altro uomo chiamò le guardie, ma era troppo tardi. Io me ne ero gia andata. Non dovetti aspettare molto per vedere i frutti del mio lavoro. L'uomo lasciò quella casa dopo una mezz'oretta e io lanciai sulla sua macchina un segnalatore e mi misi in moto per tornare a Gallifrey. Quando la macchina si fermò io ero gia tornata a Gallifrey e avevo delle mappe di tutto lo stato a mia disposizione. Controllai su google maps, quanto è utile google maps in certi casi!, la zona dove si era fermato, era oscurata. Nello stesso istante in cui vidi che la zona era oscurata capii che avevo fatto Bingo, quella era la casa di Batt. Soddisfatta per quella giornata e per i frutti che aveva dato cenai con un Kebab ordinato e pensai a me stessa, e alla mia vendetta, per tutta la sera. L'unica cosa di cui ero certa era che Batt avrebbe dovuto temere il mio nome, come gia lo temeva! Avrebbe sofferto per giorni con la paura del mio arrivo, e poi sarei arrivata distruggendo tutto ciò che lui aveva costruito! Con questi piacevole sensazione andai a coricarmi contenta, molto contenta...

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Capitolo 9
*** - Giorno 9 - ***


Mi svegliai alle 8 e feci per guardare il telefono, ma era spento. Mi ero totalmente dimenticata che il giorno prima l'avevo spento durante l'esecuzione del mio primo passo nel piano della vendetta. Non lo accesi subito, ma, come avevo fatto il giorno prima, andai a correre e poi mi lavai, e solo dopo lo accesi. Avevo molte chiamate perse da Nick, a quanto pare mi aveva cercato. Lo richiamai e lui rispose dopo qualche squillo. "Si?" "Ehi Nick" "Cat, come va? Ieri non mi hai risposto ero preoccupato." "Oh, non preoccuparti Nick, tutto ok e tu?" "Tutto bene, ma dove eri ieri? Sono anche passato da casa tua ma non c'eri." "Ehm" cosa potevo inventarmi adesso? "Ero fuori città." "Fuori città? E... Ah inutile farti domande ok! Senti vieni in via Rose?" "Perchè dovrei venire?" "Vieni e basta, e fai presto." Mi riattaccò e io rimasi come una scema con il telefono all'orecchio. Mi avviai in macchina verso l'indirizzo che mi aveva dato, anche se sapevo solamente la via. Arrivata nei pressi di via Rose mi bloccai, c'era molta fila quindi mi conveniva trovare un parcheggio e avviarmi nella via a piedi per trovare Nick. Una volta che ebbi archeggiato e mi fui avviata nella via mi fu molto facile trovare Nick: dove c'era una fila il primo era sempre lui... Non avevo la più pallida idea di come facesse. "Ehi Nick, cosa succede." Se lui era abile nel'essere il primo della fila, io ero abile nel materializzarmi misteriosamente al suo fianco! "Ciao Cat, c'è una cosa che potrebbe piacerti... Un negozio!" "Mi conosci, dipende dal negozio... Cosa vendono?" "Beh, so che a te piacciono molto le cose tipiche giapponesi e le armi affilate, credo che qui ci sia tutto cio che fa per te, non è un semplice negozio. E' un negozio-palestra tipico giapponese." "Cosa?" I miei occhi si illuminarono. "Si, è un negozio che vende oggetti tipici giapponesi, tra cui vestiti ed armi, e insegnano anche ad usarle e a diventarne esperti." Subito dopo aver finito la frase mi guardò, io ero un po' arrabbiata e lo si capiva dalla mia faccia. Quindi si affrettò a dire "Non che tu ne abbia bisogno, d'istruzione per queste cose." Così andava meglio. Alle 10 aprì il negozio e quello era il mio paradiso, ma per quella mattina comprai soltanto un completino ed una magnifica spada. Uscimmo dal negozio a mezzo giorno e poi Nick mi offrì il pranzo. Dopo pranzo andai a casa mia, il pomeriggio avevo altro a cui pensare. Nick mi disse che sarebbe venuto a casa mia per cena quindi ciò che dovevo fare lo dovevo fare prima di quell'ora. Andai a casa e mi cambiai, poi presi l'auto e mi diressi verso la zona dove presumevo si trovasse Batt, dovevo fare un bel sopralluogo. Ci misi un'ora per arrivare, quindi dovevo ripartire per casa prima delle 6 o non ce l'avrei fatta ad essere li per cena. Per quel giorno mi limitai ad osservare come era protetta la casa e a vedere se il messaggio era arrivato veramente a Batt. Osservando come era agitato pensai che gli era giunto all'orecchio, e ne ero felice! La casa, o meglio la reggia, era completamente circonata da mura alte almeno quanto la torretta più bassa, il che era tutto dire perchè la torretta più bassa era alta vari metri. Ad ogni entrata delle mura c'erano 4 guardie, due fuori e due dentro, e tutto il giardino era disseminato da altre guardie. Aveva fatto le cose in grande o perchè era un fifone, o perchè era un fifone ed aveva paura che CatKill, colei che aveva ucciso il suo compare anni prima, tornasse per vendicarsi anche di lui. Mh in un paio d'ore osservai tutto ciò che c'era da osservare e mi appuntai tutto ciò che c'era da sapere. Adesso avevo veramente tutti i dettagli che mi servivano per la mia grande vendetta. Una volta finita la mia 'visita' me ne tornai in macchina e mi diressi verso casa mia. Quando arrivai mi accorsi dell'ora, erano le 9, e Nick mi aspettava sotto il portico di casa. "Dove eri?" Mi chiese quando andai ad aprire la porta di casa di ritorno dal garage. "Avevo da fare." Mi guardò negli occhi e capì che cosa avevo intenzione di fare. "Cat, non devi farlo, ci hai gia provato e sai cosa è successo, non lo rifare, non ci riprovare." "Nick! Non hai capito che devo farlo?! Per te, per me! E per tutti quelli che hanno perso la vita a causa sua!" "Non è un compito che spetta a te!" "Oh e a chi dovrebbe spettare scusa? Alla polizia?! Sai che non mi fido di loro e dovresti conoscere anche il motivo! E poi sono tutti corrotti quelli che sono a contatto con lui quindi... Anche volendo sarebbe impossibile!" "Andiamo dai! L'ultima volta..." "Senti Nick, tu mi conosci e sai che non mi piace ricordare il passato nè che qualcuno mi dica ciò che devo fare! Quindi, per favore, non insistere..." Lo guardai, sapevo che dentro ribolliva di rabbia perchè non voleva farmi tornare in mente tutto ciò che era accaduto. Ormai però aveva capito che volevo risolvere la questione una volta per tutte, quindi mi baciò in fronte e se ne andò lasciandomi li come una stupida, di nuovo! Entrai in casa e chiusi a chiave, mi misi il pigiama e mi sdraiai sul letto, ripensando a tutto! I ricordi erano dolorosi, ma in questo caso servivano perchè mi avrebbero reso pi bella e più saporita la vendetta! E ricordai... Avevo sedici anni, in fondo non era passato molto da allora, e un giorno venni casualmente a sapere che mio padre trafficava in droga in società con un certo Batt, che era venuto varie volte a cena a casa ma io non avevo mai avuto il permesso di restare a mangiare nella loro stessa stanza. Un giorno la mia migliore amica si sentì male, e, quando arrivammo all'ospedale, scoprimmo che era deceduta dopo un overdose. Da li CatKill prese vita, sicuramente non avevo pianificato di diventare una ladra, ma di usare l'identità di CatKill solo per vendicarmi delle persone da cui le era arrivata la droga, e facendo le mie indagini scoprii che la droga veniva proprio dalla 'società' di mio padre. Così una sera mi intrufolai nella camera da letto di mio padre e mi vendicai di lui. Con il suo ultimo respirò disse il mio nome, mi aveva riconosciuta, ma non avrebbe potuto dirlo a nessuno, ormai era morto. La sera stessa andai da Batt ma lui era molto pi attrezzato di mio padre, non era uno sprovveduto. Aveva una pistola sul comodino e un cane sotto il letto, fu la mia inesperienza a tradirmi, e la furia. Non avevo tenuto conto del cane, che abbaiò svegliando Batt, che fulmineamente prese la pistola e mi sparò. Fortunatamente non mi prese niente di vitale e riuscii a fuggire rifugiandomi a casa di Nick, ma ero stata sconfitta nella mia prima battaglia. Quando mi ripresi decisi di ritentare con la vendetta, ma di fare le cose con calma, con molto allenamento e con pazienza... Mentre ripensavo al passato, non so quando, mi addormentai...

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Capitolo 10
*** - Giorno 10 - ***


Mi svegliai piena di energie, e andai a fare una colazione salutare, poi, con quella che volevo far restare un'abitudine, andai a correre e quando tornai a casa mi feci una doccia. Ero un po' scocciata di tutto questo, le mie mattinate stavano diventando monotone. Decisi così di andare a farmi un giro in auto. Non avevo una meta ma arrivai. quasi non volendo, a casa di Batt. A quanto pare la mia mente aveva fatto tutto da sola ed ero arrivata la senza neanche rendermene conto. Il problema è che non ero andata nel luogo dove ero il giorno prima ad osservare, ma proprio nella strada principale, dove vi era anche il cancello della villa. Un uomo fermò la mia macchina e mi disse, quasi ordinandolo, di abbassare il finestrino, io, non volendo attirare troppo l'attenzione su di me non facendo ciò che chiedevano, lo abbassai. "Qualcosa che non va, signore?" Dissi. "Signorina deve sapere che questa strada è proprietà privata, almeno per persone sconosciute!" Che impertinente! Avevo una voglia di urlargli in faccia, di fargli vedere come doveva pagare la sua impertinenza... Poi si avvicinò un'altra guardia, che riconobbi! Accompagnava sempre Batt alle cene a casa nostra. E anche lui mi riconobbe. "Ma lei è la signorina Kivller!! La figlia di Rocco!" Poi si rivolse alla guardia: " Tu vattene! Di lei mi occupo io!" E la guardia che mi aveva fermata se ne andò. "Salve" dissi "Ehm a quanto pare si ricorda di me anche se, sinceramente, non credo di aver mai saputo il suo nome." Sorrisi, mi era venuta in mente una cosa e ero molto curiosa di vedere se abboccavano. "Beh, signorina, lo credo bene ogni volta che noi arrivavamo a casa sua suo padre la mandava in camera, sa dovevamo discutere di affari!" "Si si lo so, infatti non ho mai detto niente, erano cose in cui non dovevo impicciarmi!" "Che brava ragazza! Suo padre l'ha cresciuta proprio bene" Sorrisi "Grazie" In quel momento un uomo apparve al cancello, lo scrutai e lo riconobbi, era Batt in persona! Vedendo la sua guardi china sulla mia macchina gli chiese: "Ehi, chi è?" "Oh, signor Batt, non crederà chi passava di qua! Questa bella ragazza" e qui si scansò per farmi vedere da Batt, "è la figlia di Rocco Kivller!" "Ma davvero? E allora su, non essere scortese! Falla entrare!" Così la guardia mi aprì il cancello, io entrai, parcheggiai l'auto e scesi dalla vettura. "Signor Batt ha una casa veramente magnifica!" Dissi. "Grazie signorina Kivller, ma anche la casa di tuo padre non era niente male..." "Vero, ma non mi appartiene più, l'ho donata alla città di Clerville, anche perchè non me ne facevo più di niente, non volevo tenere una casa con quei ricordi." Il mio piano stava funzionando... "Beh ci credo, dopo che quella CatKill... Si chiamava così? L'ha ucciso sono convinto che tu ne sia rimasta scioccata, avevi..." "Avevo 16 anni, signor Batt." "Giusto! E pensare che sono gia passati 8 anni" "Vero, il tempo passa..." Batt era caduto proprio nella mia trappola e parlammo tutta la mattinata, mi invitò anche a pranzare lì, e io accettai... Me ne andai alle 4 del pomeriggio poichè Batt aveva un incontro 'riguardante i suoi 'affari'. In realtà me ne andai solamente dalla casa, ma non dalla zona. Infatti tornai nella collinetta dove ero il giorno prima e, grazie alle microspie che avevo piazzato in casa durante la mia visita, ascoltai il colloquio. Mi fu molto utile quel colloquio poichè mi disse una data, una data per un colpo e per una vendetta! Tornai a casa e chiamai Nick, gli chiesi se potevamo cenare insieme e lui accettò. Così mi misi a cucinare qualcosina, infatti prima di rientrare a casa mi fermai ad un supermercato a fare un po' di spesa. Quando Nick arrivò ci sedemmo a tavola e iniziai a spiegargli ciò che avevo sentito. "Nick, Batt presto riceverà un carico di diamanti, e io sarò la a rubarglielo, e intanto gli tirerò questo brutto scherzo sempre firmandomi CatKill, così la sua paura aumenterà!" "E come fai a saperlo? E hai considerato come entrare a casa sua? Scommetto che è piena di guardie e sistemi di allarme!" "Oh non preoccuparti, della villa so gia tutto, oggi ero la Batt mi ha invitato ad entrare ..." "Cosa?" "Si, da quello che mi ha detto alla morte di mio padre voleva cercarmi e chiedermi di andare a vivere con lui perchè mi considerava come una figlia! Quando me l'ha detto ci sono rimasta malissimo" "Ci credo, comunque vuoi veramente procedere con la tua vendetta?" "Nick devo! E' colpa loro se lei è morta, non posso non fare niente." Era meglio non accennare con Nick al suo pestaggio. Per il resto della cena restammo in silenzio e poi, dopo cena, ci mettemmo sul divano a guardare la TV. A quanto pare durante un fil mi appoggiai alla spalla di Nick e mi addormentai, in quei giorni ero distrutta dalla stanchezza.

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Capitolo 11
*** - Giorno 11 - ***


MI svegliai nel mio letto, rimasi 5 minuti sdraiata ma poi mi alzai, era impossibile restare sdraiata con tutto ciò che avevo da fare. Feci la mia corsa e la mia doccia giornaliera e poi colazione. Quel giorno non avevo la più pallida idea di cosa fare. Tornare a casa di Batt era inutile, avevo tutto ciò che mi serviva di quella casa e, sinceramente, adesso mi dovevo concentrare su altro! I diamanti gli sarebbero arrivati presto, avevo solo 2 giorni per prepararmi. Andai a fare un giro, da quando ero arrivata a Gallifrey non avevo ancora cercato una buona palestra. Così, mentre passeggiavo per la città, chiamai Nick. "Ehi, Cat, cosa c'è?" "Sei iscritto a qualche palestra?" "No..." "Bene allora vieni in città, andiamo a trovarci una palestra" "Cosa?" "Eddai nick non voglio andare in palestra sola soletta, quindi ci verrai anche tu" "Senti Cat, adesso ho da fare qua in gioielleria... E mi servirebbe anche una mano, comunque perchè non ci vediamo nel pomeriggio? Almeno decidiamo." "Allora vediamo un po', facciamo così, adesso io vengo in gioielleria a darti una mano e poi nel pomeriggio starai con me" "Va bene, a tra poco, adesso devo andare che ho un cliente." Riattaccò il telefono e io andai verso la macchina. 10 minuti dopo ero alla gioielleria, e, in effetti, aveva bisogno di aiuto. Passammo tutta la mattinata insieme in gioielleria, poi andammo a mangiare al ristorante di fronte e il pomeriggio, visto che la gioielleria di solito restava chiusa il venerdì pomeriggio restava chiusa, andammo a girare tra le palestre. Ce ne erano parecchie, alla fine, verso le quattro del pomeriggio, ne trovammo una che faceva per noi. Nick, visto che aveva da fare, si iscrisse e se ne andò quasi subito. Io mi iscrissi e me ne andai a camminare per la città. Avevo in mente solo una cosa, quei diamanti che sarebbero giunti a Batt. Non li doveva neanche vedere quei diamanti, non sarebbero neanche arrivati alla sua villa. Avrei fatto il colpo durante il tragitto dal posto della consegna fino alla villa. In più ero contenta perchè non avrebbe potuto denunciare il furto, e, di conseguenza, non sarebbe neanche stato risarcito, poichè quei diamanti erano frutto di attività illegale. Alle sette tornai a casa e trovai le luci accese. Strano, pensai, chi può essere in casa mia? Parcheggiai la macchina fuori dal cancello, e mi avviai furtivamente verso la casa. Entrai dalla finestra del primo piano e scesi lentamente, senza far rumore. Arrivai in cucina di soppiatto, e rimasi basita. In piedi, davanti ai fornelli, c'era una mia vecchia amica, Ginevra Boni, abbreviata a Ginny. Io ero rimasta in piedi all'entrata della cucina quando lei si girò. "Ehi, ciao Lunatica." "Ginny, non chiamarmi Lunatica, lo sai che lo odio... Cosa ci fai qua? E come sei entrata in casa mia?" "Ehm vedi, questo pomeriggio sono andata a trovare Nick a casa sua... E lui si è lasciato sfuggire il tuo indirizzo, così ho pensato di venirti a fare una sorpresa, e visto che non c'eri e io non sapevo dove andare, ho scavalcato il muro e sono entrata. Lo sai che sono sempre stata brava a scassinare le serrature..." "Ah Ginny, il soprannome 'Lunatica' starebbe bene a te!" "E dai, non dire così, infondo sei tu quella che si chiama Luna!" "Si, ma solo di secondo nome!" "Su su che mi ringrazierai ti sto preparando la cena!" "Sei impossibile Ginny!" Era vero stava cucinando. Però il suo arrivo non ci voleva, avrebbe modificato, e di parecchio, il mio piano per derubare Batt! Infatti lei non sapeva che io ero una ladra, e non avevo intenzione di dirglielo. Cenammo e poi ci mettemmo a parlare di cosa avevamo fatto da quando avevamo smesso di frequentarci dopo la morte di mio padre fino ad allora. Quella sera andai a letto felice. Anche se avrebbe messo in difficoltà il mio piano ero contenta di aver rivisto un'amica.

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