I'll be your lover too

di xsecondchoice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro. ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque. ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei. ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette. ***
Capitolo 8: *** Capitolo nove. ***
Capitolo 9: *** Capitolo otto. ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci. ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno. ***



- Capitolo uno -

Non vedo l'ora che questa schifosa, anzi, schifosissima giornata finisca.
Ho passato la mattina tra una decina di case discografiche a fare colloqui di lavoro, ma nessuno sembrava essere davvero interessato a me.
La mia vita fa davvero schifo.
Sono completamente sola in un paese lontano da casa. Ok, non posso lamentarmi del fatto che vivo a Londra ma la mia famiglia in Italia mi manca. Soprattutto in queste giornate di merda.
Fortunatamente i miei sono riusciti a pagarmi i primi tre mesi di affitto del mio appartamento, altrimenti sarei in mezzo ad una strada.
Non so come fare, ho giurato a me stessa e a mamma e papá che qui avrei trovato quello che sto cercando. Ma a quanto pare mi sbagliavo.
Continuo a camminare a testa bassa verso casa, ma la depressione mi sta davvero assalendo. Ho bisogno di bere.
Fortunatamente non lontano dal mio appartamento c'é un piccolo pub, entro e mi siedo al bancone.
«Una tequila, per favore»
Il barman mi serve il mio ordine e dopo averlo buttato giù tutto d'un fiato sento la gola infiammarsi.
«Un altro giro, grazie!», dico subito e lo faccio per altre tre volte.
«Le signore non dovrebbero bere certe cose»
Ma che diavolo...?!
Un ragazzo é di fianco a me e mi sorride, non mi sono nemmeno resa conto che fosse arrivato qualcuno.
«Probabilmente non sono una signora», rispondo con voce poco convinta.
Lui è alto, con dei bellissimi capelli biondo scuro e occhi di un colore meraviglioso. Ha un viso familiare, ma probabilmente è la tequila che mi fa venire in mente cose strane.
«Allora il prossimo giro lo offro io!», mi sorride di nuovo.
«Emh.. Grazie, ma direi che non é proprio il caso di continuare. Inizio a vedere doppio», gli sorrido anche io.
Ha un accento incredibile e una voce davvero sensuale.
«Sarà meglio che vada a casa..», mi alzo dallo sgabello ma perdo l'equilibro e gli finisco addosso.
«Oddio, mi dispiace!», cerco di rialzarmi ovviamente senza guardarlo negli occhi.
Vorrei sotterrarmi in questo preciso istante.
«Non preoccuparti, non é la fine del mondo»
Voglio solo andare via. Che situazione imbarazzante.
«Bene, vado. Scusami di nuovo»
Cerco la stabilità e inizio a dirigermi verso la porta. Purtroppo il mio equilibrio é andato a farsi un altro giro di tequila e io non riesco a camminare dritta.
«Ascolta, secondo me é meglio se ti accompagna qualcuno», mi dice di nuovo al mio fianco mentre mi aiuta a stare in piedi.
«Brutta notizia! Sono da sola. E lo sono tutti i giorni. Quindi a meno che non si materializzi qui qualcuno dall'Italia, credo che torneró a casa da sola».
Accidenti, sono davvero ubriaca.
«Potrei accompagnarti io...»
Mi volto e lo guardo dritto negli occhi, lui mi sorride.
«No, non preoccuparti ce la faccio da sola», faccio per fare un passo ma rischio di cadere di nuovo.
Dannazione Alex, sei un'idiota.
«Io direi di no», mi risponde mentre mi aiuta, di nuovo, a stare in piedi.
«Oh, d'accordo.», rispondo esasperata.

«Qual'é il tuo nome?», mi chiede mentre mi aiuta a camminare.
«Alex», rispondo mentre faccio attenzione a mettere un piede davanti all'altro.
«Mmm, non mi pare un nome italiano..», sorride di nuovo.
Cazzo, é davvero un gran bel ragazzo.
«In effetti il mio nome é Alessia, ma preferisco Alex.»
«Capisco. Come mai se qui a Londra, Alex?»
Perchè mi fai domande? Sto cercando di camminare!
«Sono in cerca di lavoro, ma non sta andando molto bene»
Ed ecco che la depressione sta tornando.
«Di cosa ti occupi?»
«Sto cercando un lavoro in una casa discografica. In questo momento, mi accontenterei anche solo di fare fotocopie, ma a quanto pare non serve a nessuno neanche una stupida ragazza che faccia fotocopie!», urlo arrabbiata.
«Credi di essere stupida?»
Credo che queste continue domande siano stupide. Chi cavolo é questo?
«In questo momento, decisamente»
Lui scoppia a ridere e mi attira più vicina a sé, ed io vengo pervasa da un brivido.
«Ci siamo quasi», svoltiamo l'angolo ed ecco il mio condominio. «Eccoci. Grazie mille. Conosci la strada per tornare indietro?»
«Non preoccuparti chiameró qualcuno per farmi venire a prendere. Devi fare le scale?»
«Si, sono al terzo piano»
«Se non ti dispiace sarei piú tranquillo se ti accompagnassi fino alla porta»
«Se ti fa stare più tranquillo, okay».
Ma che cavolo vuole questo? Si okay, è gentile ma non riesco a capire perché.
Dopo un paio di rampe appoggiata al corpo di questo sconosciuto sono finalmente davanti alla porta del mio appartamento.
«Ti ringrazio davvero molto, non saprei come sdebitarmi. Posso offrirti qualcosa?», chiedo aprendo la porta con molta difficoltà.
«Un bicchiere d'acqua, grazie», mi risponde restando fuori dalla porta.
Che idiota che sono.
«Entra pure!», rispondo imbarazzata.
Ma tu guarda che situazione. È una giornata davvero di merda.
Mi volto per guardare meglio lo sconosciuto dentro casa mia.
Bhé, forse, non é proprio una giornata cosí tanto schifosa.
«Bella casa, complimenti», mi dice appoggiando il bicchiere vuoto sul tavolo. «Ora che so che sei al sicuro posso togliere il disturbo», mi sorride.
«Ti ringrazio molto», gli sorrido anche io.
Dannazione alla tequila, sento le gambe molli e mi gira tutto.
Mentro lo accompagno alla porta sento i miei occhi che fanno sempre più fatica a stare aperti.
Voglio solo dormire.

 



Spazio dell'autrice:
Ciao a tutti! Questa è una mia nuova fan fiction e la protagonista, come avete potuto capire, è Alex. Ho iniziato a scrivere questa storia quest'estate mentre ero in spiaggia e ora ho deciso di continuarla.
Questo primo capitolo non è lunghissimo, ma spero vi sia piaciuto e abbia stuzzicato la vostra curiosità. Presto pubblicherò il secondo, ma nel frattempo mi farebbe piacere leggere qualche recensione, quindi recensite! :D
   

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Capitolo 2
*** Capitolo due. ***



- Capitolo due -

«Ma che cazzo...?»
Sono nel mio letto, e non mi ricordo come io ci sia arrivata.
Alzo la testa dal cuscino, ma tutto gira.
Maledetta tequila.
Provo a fare mente locale su quello che é successo ieri sera, ma la parte del mettermi a letto non mi torna.
Mi volto e sul comodino c'è un bicchere vuoto e un biglietto.

Grazie per l'acqua, R.
«Cazzo». 
Deve avermi messa a letto lui. Devo essere svenuta, o qualcosa del genere, nel momento in cui non mi ricordo più niente.
Che figura da idiota! Voglio sprofondare.
"R." Perché non ha scritto tutto il suo nome ma solo "R."?
Sinceramente non me lo ricordo neanche molto bene, so solo che avevi i capelli biondi e un accento inglese stupendo.
Decido di alzarmi dal letto e farmi una tisana contro il mal di testa.
Fortunatamente oggi é domenica, quindi la mia caccia al lavoro é sospesa.
La domenica é il giorno che preferisco di più al mondo. O almeno lo era.
Ogni domenica a casa mia apparecchiavamo il tavolo con il servizio buono, e cucinavamo cose squisite come se fosse un giorno di festa.
Mi mancano molto. Soprattutto mio fratello e mia sorella.
Mio fratello si chiama Davide, ha 6 anni e quest'anno inizia la scuola elementare; mentre mia sorella si chiama Lia, ha 3 anni e fa ancora l'asilo.
Non é stato facile allontanarmi da loro, ma che senso ha avere sogni se poi non si inseguono?
Dopo aver riscaldato l'acqua e averla versata nella tazza, aggiungo la bustina di tisana. Mi siedo sul divano e aspetto che si raffreddi.
Vorrei capire come mi è saltato in mente di farmi accompagnare a casa da uno sconosciuto. Potrebbe essere uno stalker e potrebbe aver messo telecamere in tutto l'appartamento.
L'ansia mi assale.
Dio, quanto sono paranoica.
La tisana inizia a fare effetto dopo circa mezz'ora, cosí inizio a trovare le forze per muovermi.
Prendo in mano il mio telefono e guardando lo schermo mi viene quasi un colpo. Ci sono circa 50 sms e 30 chiamate perse.
Ma che cazzo é successo?
Apro il primo sms. È della mia amica Anna:

            "Mi spieghi che cosa ci facevi ieri sera in giro con Robert Pattinson? RACCONTAMI TUTTO"

Momento, momento, momento.
Io cosa? In giro CON CHI?!?
Leggo un altro messaggio è di Margareth:

"Alex, che fine hai fatto?! Cazzo, rispondi al cellulare! Qui sta succedendo il finimondo!"

Ma che cavolo sta succedendo?! Cos'é questa storia?
È uno scherzo. Sicuro.
Anna e Margareth sono le mie migliori amiche da sempre. Sono come due sorelle. Mi mancano cosí tanto.
Accendo il pc e chiamo entrambe su skype. Rispondono in poco tempo, probabilmente erano davanti al computer ad aspettare.
«ALEEX!», urlano entrambe.
«Ragazze, non urlate, vi prego. Ieri sera ho esagerato con la tequila»
«E lo hai fatto prima o dopo essere uscita con quel dio greco?», mi dice margareth alquanto emozionata.
«Ma di che parlate? Che dio greco? Io mi ricordo solo del dio tequila che mi ha consolata in un momento di sconforto»
«Come al solito», rispondono all'unisono.
«Oh, grazie ragazze. Sapete? Non mi mancate affatto!»
«Si, certo. Ci vuoi parlare di sto Pattinson o no?», mi dice Anna.
«Ragazze io non so davvero di cosa voi stiate parlando»
«Stiamo parlando di questo!», ribatte Margareth inviandomi un link in chat.
Clicco sull'indirizzo e mi si apre un foto di due ragazzi abbracciati che camminano.
OH. CAZZO.
Ma quella sono io! E sto abbracciando ROBERT PATTINSON, cioé il tizio che ieri mi ha trovata ubriaca in un pub e mi ha portata a casa fino nel letto.
Voglio morire. Voglio morire ora. Che un fulmine mi colpisca, adesso.
«Ragazze… no. Non potete capire. IO MI AMMAZZO», urlo nello schermo.
«Cosa c’è da capire? A parte che sei un’amica pessima perché sei uscita con tipo l’attore più famoso del mondo e non ce l’hai detto immediatamente?» risponde Anna.
«Esatto!», la sostiene Margareth.
«Forse non vi ricordate la parte in cui vi ho detto che ieri sera mi ha fatto compagnia la mia fedele tequila! E comunque vi siete fatte un film completamente sbagliato!»
«Okay, allora raccontaci come è andata», mi dice Margareth .
Inizio a raccontare la serie di sfortunati eventi della giornata precedente e di come la mia sbronza mi abbia portato a conoscere quel ragazzo.
«Cioè tu mi stai dicendo che Robert Pattinson era in un pub di Londra a farsi una birra come se niente fosse? Senza gente che gli si buttasse addosso o che gli baciasse i piedi?», mi chiede Anna incredula.
«Bhè, qualcuno che gli si è buttata addosso c’era… giusto A?», continua Margareth.
«Ancora? Ero ubriaca! Se fossi stata sana, prima di tutto l’avrei riconosciuto e seconda cosa non mi sarei nemmeno permessa di rivolgergli la parola»
«Okay, ma quando vi rivedete?», chiede Anna impertinentemente.
«Emh… mai più? Ragazze è stata solo una grandissima botta di culo… insomma come potrei mai rivederlo? È Robert Pattinson!», rispondo ancora incredula pronunciando il suo nome.
«Poteva lasciarti il suo numero in quel biglietto», precisa Margareth
«Oh certo, e magari anche una proposta di matrimonio! Dai, M!»
«Sì, ragazze, ma qui ci stiamo dimenticando della cosa più importante: Alessia è su quasi tutti i siti di gossip del mondo!», esclama eccitata Anna
«Oddio. Voglio morire ancora di più», rispondo sbattendo la testa contro la tastiera.
I miei istinti suicida vengono interrotti dal campanello di casa che suona all’improvviso.
«E adesso chi è?», mi chiedo ad alta voce.
«Magari è il vicino che ha bisogno dello zucchero», mi dice Anna alla quale rispondo con un’occhiata interrogativa.
Mi alzo e apro la porta. Davanti a me c’è un uomo in giacca e cravatta con un mazzo gigante di fiori in mano,
«Salve! Lei è la signorina Alex?», mi chiede l’uomo misterioso.
«Sì, sono io ma…»
«Questi sono per lei!», mi porge i fiori in mano e con un «Buona giornata» si dilegua lasciandomi di stucco.
Osservo quel bellissimo ed enorme mazzo di fiori e mi chiedo chi possa avermeli mandati, visto che qui non conosco nessuno.
«ODDIO LE HA MANDATO DEI FIORI!», urla Anna dal computer..
«Ma che dici? Non può esser…», mi interrompo notando un bigliettino attaccato al mazzo con scritto:
 
Spero tu abbia avuto un bel risveglio. Mi piacerebbe rivederti, che ne diresti di venire a cena con me? Stasera alle 18.00 passerà qualcuno a prenderti. Ti prego, non darmi buca. – R.
 
«Allora? Sono da parte sua?», chiede Margareth.
Vorrei rispondere ma sono talmente spiazzata che non ricordo più come si faccia a parlare.



Spazio dell'autrice:
Ecco il secondo capitolo! Qui tutto diventa più chiaro... Ora cosa farà la nostra Alex?
Al prossimo capitolo ;)
 

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Capitolo 3
*** Capitolo tre. ***



- Capitolo tre -

«Ci andrai?», mi chiede Anna in diretta dal mio laptop.
«Ovvio che no!», rispondo più sicura che mai.
«Cosa? Sei impazzita? Per caso l’aria di Londra contiene strane droghe?», urla Margareth.
«Non sono pazza. È solo che non ho intenzione di uscire con uno che ho visto mezza volta»
«Non è un ragazzo qualunque, Alex!. È Robert Pattinson!». Anna è talmente arrabbiata che se potesse uscire dallo schermo per darmi uno schiaffo, lo farebbe.
«Bhè a me non importa. Potrebbe essere anche Dio sceso in terra, ma non mi interessa. Non sono qui per uscire con i ragazzi. Sono qui per trovare un lavoro.», le rispondo a tono.
«Tu sei completamente uscita di testa», ridacchia Margareth.
«Ragazze, non ho tempo per queste cose. I miei mi hanno pagato l’affitto solo per tre mesi e se non trovo lavoro, sono fottuta.»
«Sono tutte scuse, Alex. Te la stai solo facendo sotto», mi rimprovera Anna.
«Sapete, forse è meglio se ci sentiamo più tardi… o domani. Non ho più voglia di parlarne.»
Senza dar loro tempo per rispondere termino la conversazione.
Non ho voglia di discuter con loro per uno stupido tizio di cui non mi importa nulla. Insomma, Robert Pattinson o no, non ho tempo per questo.
E poi sono stanca di sprecare il mio tempo dietro i ragazzi. Tanto sono tutti uguali. All’inizio sono tutti dolci e gentili, poi appena riescono a portarti a letto, scompaiono.
E sono sicura che questo Robert non sia così diverso.
E poi, non capisco… con tutte le ragazze che può avere, perché vorrebbe portare me a cena? Forse pensa che io sia una facile perché ieri sera l’ho fatto entrare a casa mia.
Bhè, stasera cambierà idea che non mi presentrò al suo appuntamento.
 
Il vibrare del mio telefono mi sveglia. Dopo aver fatto zapping per mezz’ora tra vari canali mi sono addormentata con il telecomando in mano e la tv ferma su un canale di pesca.
Quel canale mi riporta alla mente mio padre che ama guardare documentari noiosi, ed un piccolo sorriso spunta sul mio viso. Mi manca così tanto.
Prendo in mano il mio Blackberry ed apro l’email. E’ da parte di Anna:
 
Hey A,
scusa se prima sono stata così invadente, ma lo sai che lo faccio solo per te. So che ci stai ancora male per quell’idiota e so che hai paura di queste cose. Ti spaventano le relazioni, i legami… me ne sono accorta da come sei cambiata. Non sei più quella di un tempo. Prima ti bastavano pochi secondi per affezionarti a qualcuno, mentre ora fai fatica perfino a stare in mezzo alle persone.
Io non voglio farmi gli affari tuoi, ma penso che tu debba provare ad uscire con questo ragazzo e non perché è Robert Pattinson.
So che non sei lì per trovare un ragazzo, ma che male c’è se mentre cerchi te stessa dovessi trovare anche qualcun altro con cui condividere le tue emozioni?
Fallo per me e Margareth, provaci. Non ce la facciamo più a vederti così sola.
Ti voglio bene,
Anna.
 
Mentre leggo le bellissime parole di Anna gli occhi mi si riempiono di lacrime e mi rendo conto di quanto le mie amiche mi capiscano senza neanche dover parlare.
È vero ho paura. Ho paura di situazioni come queste perché l’ultima volta in cui ho permesso a qualcuno di avvicinarsi a me, mi ha distrutta.
È successo tutto l’anno scorso.
Ero ancora alle superiori e una mattina decisi di saltare scuola. Era un periodo orribile ed ero stressata per colpa degli esami di maturità, così andai nel mio posto, quello dove potevo stare da sola senza nessun pensiero. Solo io, un buon libro e il lago.
Era una piccola spiaggia di una casa abbandonata da anni. Non so perché, ma quasi nessuno conosceva quel posto. Lo avevamo scoperto un pomeriggio io, Anna e Margareth mentre percorrevamo in macchina la strada che costeggia il lago. Vedemmo questa casa stupenda e ci fermammo per guardarla da più vicino.
Ci accorgemmo che era abbandonata e che si poteva entrare grazie ad un passaggio tra il cancello e la siepe creato da qualcun altro curioso come noi.
Una volta entrate, non ci avvicinammo nemmeno alla casa (avevamo paura che ci potessero essere dei fantasmi), ma corremmo subito alla piccola spiaggia privata in fondo al giardino.
Da allora quello era diventato il nostro luogo sicuro, dove nessuno poteva trovarci e dove passavamo la maggior parte del nostro tempo.
Quando arrivai alla spiaggia, come sempre, misi a terra una tovaglia e mi sedetti sopra. Tirai fuori il libro che stavo leggendo da qualche giorno: Le pagine della nostra vita.
Sono sempre stata una che ama i romanzi e le storie con un lieto fine. Ho sempre creduto nell’amore, come non avrei potuto… i miei genitori si amano da quasi trent’anni!
Mentre leggevo dell’amore estivo dei due protagonisti, Noah e Allie, sognavo di poter trovare qualcosa di simile anche io. Anche solo per un’estate, non m’importava. Volevo qualcosa che mi sconvolgesse, qualcosa che mi facesse sentire davvero viva.
E fu proprio in quell’istante che lui arrivò. Come una visione. Arrivò e dopo avermi fatta saltare in aria dallo spavento, si presentò. Si chiamava Andrea, aveva ventitré anni ed era bello, bello da impazzire.
Passammo tutta la mattina a parlare e dopo quell’incontro mi chiese di uscire. Io accettai e poi uscimmo ancora e ancora. Mi innamoravo di lui ogni volta sempre di più. E dopo circa un mese di frequentazione, mi chiese di diventare la sua ragazza. Io ero al settimo cielo. Non avevo mai avuto un ragazzo, e non mi sarei mai immaginata di poterne avere uno così bello e allo stesso tempo dolce.
Andrea lavorava in un’officina e appena finiva di lavorare ci incontravamo alla spiaggia e passavamo il tempo a parlare, baciarci e farci le coccole.
Una domenica mattina, non dimenticherò mai quel giorno, mi venne a prendere a casa, era il nostro secondo mese insieme, e mi porto alla casa abbandonata, ma invece di andare sulla spiaggia mi portò dentro la casa.
Aveva riempito una stanza di candele e fiori, e per terra aveva messo un lenzuolo.
«Quando ci siamo conosciuti stavi leggendo Le pagine della nostra vita, e so che ti sei innamorata di quella storia. Così ho deciso che la nostra prima volta poteva essere come quella che hai sognato leggendo quel libro».
Appena finì di pronunciare quelle parole, io mi sentì completamente sua. Non avevo mai provato nulla del genere. E fu così che facemmo l’amore, senza paure e incertezze.
Dopo quella giornata bellissima, lui scomparve. Non rispondeva più alle mie chiamate, ne ai miei messaggi. Quando andavo a casa sua, sua madre mi diceva sempre che non era in casa e l’officina in cui lavorava mi disse che si era licenziato. Era scomparso e con lui era scomparsa la mia innocenza.
L’ho odiato. Lo odio ancora. Mi ha completamente svuotata. E da allora non so più cosa sia l’amore o qualsiasi tipo di sentimento simile. Non ci credo più. Non credo più alle favole a lieto fine, ne ai principi azzurri.
Ora sono convinta che stare da soli sia la cosa più bella del mondo perché non ti fa soffrire e ti fa amare te stessa più di quanto possa fare uno stupido uomo.
Ed è per questo motivo che non uscirò con Robert. Io voglio stare da sola, so che è la cosa migliore per me.

Spazio dell'autrice:
Ecco a voi il terzo capitolo, con un po' di ritardo.. sorry xD
Spero vi piaccia ;D

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro. ***



- Capitolo quattro -
 
Una vecchia canzone di John Mayer fa da sottofondo mentre mi sto facendo una doccia. E’ una delle mie preferite, Gravity, e prima di andare sotto il getto dell’acqua calda ho alzato il volume dell’Ipod al massimo.
Questa canzone riesce a farmi rilassare completamente e amo ascoltarla quando non voglio pensare.
È stata una giornata difficile, non solo perché mi sono svegliata con postumi della sbronza, ma soprattutto perché l’invito di Robert mi ha portato alla memoria pensieri che non facevo da qualche tempo e che mi fanno del male ogni volta che riaffiorano.
Quando esco dalla doccia sono all’incirca le sette e mezza. Probabilmente Robert avrà capito che il suo invito è stato rifiutato, e probabilmente avrà già trovato qualcun altro con cui rimpiazzarmi.
Mentre asciugo i capelli ripenso a quello che Anna mi ha detto. Forse sono stata troppo dura con lei, anzi lo sono stata con entrambe. Loro vogliono solo il mio bene, ma io come al solito non sopporto quando qualcuno cerca di darmi un consiglio.
Non amo essere quella che ha bisogno di aiuto, sono una persona che cerca sempre di cavarsela da sola.
E questo a volte mi isola dagli altri, ma le mie amiche mi hanno sempre capita. SEMPRE.
Finisco di asciugare i capelli e dopo aver riposto il phon, ancora in accappatoio, decido di rispondere all’e-mail di Anna.
 
           Ciao dolcezza,
mi dispiace molto per come mi sono comportata prima. Ho esagerato. Sai come divento quando qualcuno cerca di darmi un consiglio… Grazie mille per l’e-mail, mi ha commossa.
Ringrazia anche Margareth e dille che mi dispiace. Siete le migliori, sempre e per sempre.
Vi voglio bene,
            Alex.
 
Okay, ora mi sento meglio. Non potrei sopportare di litigare con loro per più di due ore.
Mentre sto per andare in camera a vestirmi suonano alla porta.
Sarà sicuramente Paul, il mio vicino. Quasi ogni sera viene a chiedermi se voglio andare con lui a fumare spinelli in qualche posto sudicio.
«Paul non ci vengo con te!», urlo mentre mi dirigo verso l’entrata del mio appartamento «Io non la fumo quella merda. Quando lo capirai che ti brucia il cervello?», continuo aprendo leggermente la porta dato che indosso solo l’accappatoio.
Alzo lo sguardo convinta di trovarmi davanti gli occhi arrossati di Paul, e invece mi imbatto in due bellissimi occhi verdi che mi lasciano senza parole.
Automaticamente chiudo la porta.
«Merda», è tutto quello che riesco a dire.
Robert Pattinson è qui fuori in smoking ed è bello come un Dio. Che cazzo faccio?
Inizio a fare avanti e indietro, poi decido che forse sarebbe meglio mettersi qualcosa addosso, quindi vado in camera, prendo un jeans e una maglioncino rosso, e me li infilo velocemente.
Ritorno davanti alla porta, faccio un bel respiro e la apro.
«S-scusa», balbetto.
Lui mi osserva con i suoi occhi incredibilmente intensi e dopo qualche secondo scoppia a ridere. «Per cosa? Per avermi dato buca o per avermi chiuso la porta in faccia?».
Dio, che imbarazzo. Sono proprio un’idiota, anzi sono la regina degli idioti.
«Ovviamente per la porta in faccia. Non sono pentita di non essere venuta al suo appuntamento», cerco di riprendere in mano la situazione.
«Oh, capisco», sorride lui abbassando lo sguardo.
«Senta Signor Pattinson, io la..»
«Signor Pattinson?», scoppia in una risata fragorosa interrompendomi «Così mi fai sentire un vecchio. Ti prego, chiamami Robert»
«Okay, Robert! Ti volevo ringraziare per l’altra sera perché mi hai riaccompagnata a casa e giuro che non avevo la più pallida idea che fossi tu! Mi dispiace di esserti svenuta tra le braccia, o qualcosa del genere… anche se probabilmente sarai abituato a ragazze che ti svengono addosso…»
Lui risponde con un sorriso, poi si avvicina al mio viso e guardandomi dritto negli occhi mi chiede: «Vieni a cena con me Alex, ti prego».
Questa sua vicinanza mi provoca un brivido lungo la schiena, ma non mollo. Continuo sulla mia linea.
«Non posso. Sono molto impegnata questa sera», sorrido per non sembrare troppo dura.
«Allora forse potrei farti compagnia mentre fai… qualsiasi cosa tu debba fare. Per favore», mi chiede quasi in ginocchio.
Oh cazzo! E’ così bello. Non ricordavo fosse così dannatamente bello.
«Solo come amici?», chiedo puntando il dito contro il suo petto.
«Come amici, giuro», mi sorride.
«D’accordo, entra pure», gli dico e tutte i miei discorsi precedenti sul non volerlo conoscere vanno a farsi fottere.
Lo faccio accomodare sul divano mentre io vado in bagno a darmi una sistemata.
Raccolgo i miei capelli color mogano in una coda lasciando che una ciocca mi ricada sul viso, poi, applico su entrambe le palpebre una linea di eyeliner, metto il mascara e infine rossetto rosso abbinato al colore del mio maglione.
Quando ritorno in soggiorno, trovo Robert intento a guardare le foto incorniciate su una mensola.
«Quella è mia madre», gli dico facendolo voltare verso di me.
«Lo avevo capito. Vi somigliate molto», mi sorride. Poi, si avvicina e mi accarezza la guancia «avete lo stesso colore della pelle, e anche gli stessi occhi».
Il contatto con la sua pelle mi provoca un blackout. Non so cosa dire o cosa fare. Sono ferma immobile con la sua faccia a due centimetri dalla mia e che si avvicina sempre di più. Sto sudando, le gambe mi tremano. Non so come uscire da questa situazione.
«Beviamo!», mi esce quasi come un urlo.
Lui si allontana e tossisce «Emh, certo».
«Sai ho ancora i postumi da ieri sera, ma mi hanno insegnato che il miglior metodo per farsi passare una sbronza è continuare a bere. Quindi direi che è il caso di aprire la bottiglia di vino bianco. Che ne dici?», continuo facendo l’indifferente.
«Sì, mi sembra un’ottima idea. Adoro il vino», mi risponde sedendosi sul divano.
Ci è mancato poco. Che cazzo stai facendo Alex? Tutto l’opposto di quello che ti eri imposta di fare.
Lo so che me lo sarò ripetuto tipo un milione di volte, ma… sono un’idiota.
Vado in cucina, prendo due calici da vino, apro la bottiglia e riempio il mio bicchiere. Lo bevo tutto d’un fiato senza pensarci due volte.
«Molto meglio», dico fra me e me.
Torno in soggiorno con i calici e la bottiglia, che appoggio sul tavolino di fronte al divano e mi siedo di fianco a lui.
«Allora, Robert. Parlami di te. Come mai sei a Londra? Non dovresti essere da qualche parte nel mondo a girare qualche film?», chiedo sorseggiando il mio vino.
«In realtà no», ride «Sono in vacanza. Sai, ho appena finito di girare un po’ di film e ho deciso di tornare a casa a godermi questi giorni».
«Da quanto tempo è che non venivi a Londra?»
«Sono stato qui qualche mese fa, ma per lavoro. Non ho avuto neanche il tempo di salutare le mie sorelle..»
«Hai delle sorelle?»
«Sì… Loro sono più grandi di me. Victoria e Lizzie», un sorriso dolce affiora sul suo viso. Devono essergli mancate molto.
«Oh, mi dispiace», sorrido facendo un’altra sorsata.
«Per cosa?»
«E’ orribile essere il fratello minore!»
Robert inizia a ridere e rischia di sputare il vino che aveva appena bevuto.
È così bello quando ride. E quando parla. E quando è immobile. Insomma è bellissimo sempre.
«In effetti sì! Da piccolo mi facevano vestire da femmina!», mi dice tra una risata e l’altra.
«Cosa? Oddio!», scoppio a ridere anche io «Povero piccolo Robert!», lo prendo in giro.
Forse mi sono sbagliata su di lui. Insomma, non sembra per niente uno che si crede chissà chi. Anzi, è così vero… così divertente. Non credo di aver mai incontrato qualcuno del genere nella mia vita.
 
La serata continua con lui che mi racconta della sua famiglia, della sua adolescenza e io che gli parlo di me, e di quello che vorrei diventare. Parliamo, ridiamo e… beviamo.
«Oh, cavolo. Abbiamo finito la bottiglia», rido prendendo in mano la bottiglia vuota.
«Io direi che tu l’hai finita. Io ho bevuto solo un bicchiere. Sai quando ti ho detto che mi piace il vino? Bhè scherzavo.. preferisco la birra»
«Ma che…? E perché non me lo hai detto? Sono piena di birre!», rispondo allargando le braccia.
«Perché non volevo essere scortese. E poi non mi interessa… volevo solo passare del tempo con te».
«Ed è proprio questo che non capisco», dico abbassando lo sguardo e cercando di non arrossire.
«Cosa non capisci?», mi chiede prendendomi il mento tra le mani e costringendomi a guardarlo negli occhi .
«Non capisco perché tu voglia passare del tempo con me. Non fraintendermi, ne sono lusingata, ma non capisco».
«Bhè… io non lo so. So solo che quando ti ho vista  ieri sera, il mio cuore si è fermato per un attimo. E una cosa del genere mi è successa solo una volta in vita mia».
Sono di nuovo senza parole. Ho paura di dire o fare la cosa sbagliata.
Lui accorcia la distanza che c’è tra di noi, sedendosi più vicino. Poi lentamente si avvicina al mio volto.
So cosa sta per succedere, di nuovo, e questa volta non so se avrò la forza di allontanarmi. Subito dopo, le sue labbra sono sulle mie e dopo qualche secondo di incertezza, mi lascio avvolgere dal suo bacio.




Spazio dell'autrice:
SCUSATEEEEEEEEE! Mi dispiace un sacco di averci messo tipo una vita a scrivere, ma avevo un blocco! Spero che non mi accada più e che mi possiate perdonare.
Bhè, godetevi il capitolo e fatemi sapere che ne pensate! ;D
Alla prossimaa xoxo
 

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque. ***



- Capitolo cinque -

Il cuore mi batte all’impazzata mentre le mie dita si intrecciano con le sue e le nostre labbra si toccano.
«Aspetta», mi esce come un sussurro tra un bacio e l’altro.
Lui si allontana e mi esamina con i suoi profondi occhi verdi. «Mi dispiace non avrei dovuto», mi dice sorridendomi «Non lo so che mi è preso. È solo che tu sei così… bella»
Bella? Io? Nessuno me lo aveva mai detto.
«No, non scusarti. Insomma… lo volevo anche io», dico abbassando lo sguardo per nascondere le mie guance avvampate.
Robert si avvicina nuovamente e mi da il più dolce bacio sulla guancia che abbia mai ricevuto.
Senza riflettere prendo il suo viso tra le mani e lo bacio sulle labbra. Lui mi sorride e ricambia il bacio.
«Questa volta  è colpa mia», dico mentre mi allontano dal suo viso.
«Già. Dovresti chiedermi scusa. E se io non avessi voluto?», mi prende in giro.
«Dovrei, ma non lo farò!», rispondo ridendo.
«Alex grazie per la bellissima serata, ma ora devo andare. Domani mattina ho un impegno con la mia famiglia», mi dice mentre si alza dal divano e mi prende la mano per poi tirarmi verso di lui.
«Grazie a te e scusami se ti ho dato buca. Io… ho sbagliato su di te. Credevo fossi diverso»
«Cioè?», mi chiede inarcando le sopracciglia.
«Non stavi andando via?», rido cercando di deviare il discorso.
«Sì, ma voglio prima che tu mi risponda. Me lo devi visto che mi hai dato buca»
«D’accordo. Bhè, io credevo fossi un tipo mega-ultra egocentrico, che sa di essere bello e sa di poter avere tutte le donne che vuole e quindi le tratta come vuole. Sì, ecco… una cosa del genere», abbasso lo sguardo imbarazzata come non mai.
«Hai appena detto che sono bello?»
Entrambi scoppiamo a ridere, poi dopo esserci guardati per qualche secondo negli occhi, mi prende la mano e inizia a giocherellarci, accarezzandola, facendo dei piccoli disegni con la punta delle dita.
«E adesso cosa pensi di me?», mi chiede continuando a giocare con la mia mano mentre il mio cuore sta per esplodere.
«Penso ancora che tu sappia di essere bello», sghignazzo «però sono convinta che tu non sia super-mega egocentrico. Anzi, penso che ti piaccia più ascoltare che parlare di te»
«Ottima osservazione, signorina Alex».
Un leggero sorriso malinconico appare sul suo volto, poi lascia la mia mano per afferrare i miei fianchi e tirarmi verso sé.
Il contatto con il suo corpo mi provoca un’enorme fremito e quando le sue labbra si avvicinano alle mie, le bacio senza più nessun timore.
Mi sembra di stare in paradiso. È una situazione paranormale. È assurdo.
Insomma, sono nel salotto del mio appartamento a Londra e sto limonando hard con Robert Pattinson.
CAZZO STO LIMONANDO CON ROBERT PATTINSON!!
Quando lo racconterò a Margareth e Anna moriranno. Anzi, prima mi insulteranno perché non ho scattato foto o cose del genere e poi si metteranno ad urlare come due pazze sclerotiche.
«Ora devo andare davvero», mi dice staccandosi da me.
«Non farlo», mi esce come una preghiera.
Sto impazzendo. Fino a qualche ora fa non volevo neanche farlo entrare in casa mia e ora non voglio più che esca.
Deve avermi drogata.
«Cosa?», mi guarda perplesso «Vuoi che non me ne vada?»
«Sì, cioè no! Insomma vorrei che restassi ancora un po’ però so che devi andare quindi…»
Ridacchiando mi da un altro bacio sulle labbra e si avvicina alla porta per poi andare via chiudendosela alle sue spalle.
Non so come mi ritrovo inginocchiata sul pavimento.
Probabilmente le troppe emozioni mi hanno fatto perdere anche il controllo del mio corpo.
 
«Avanti Alex, cosa ci devi dire di così importante?», mi chiede Anna dallo schermo del mio pc.
«Insomma, datti una mossa. Ho dovuto scrivere a Mattia di passere mezz’ora più tardi per sentire questa cosa così importante da non poter aspettare domani mattina!», continua Margareth.
«Sì, lo s… aspetta Mattia? Tu devi uscire con Mattia questa sera?», chiedo saltando letteralmente in piedi sul divano.
Mattia è il ragazzo che piace a Margareth, e nonostante io le abbia sempre detto che lui avrebbe ricambiato di sicuro, lei non si è mai spinta oltre un “ciao”.
«Sì, esatto!», mi risponde con un sorriso enorme
«OH MIO DIO. Devi raccontarmi tutto!», urlo abbracciando il computer come se il mio affetto, la mia felicità e il mio supporto potesse davvero arrivarle.
«No. Non ci provare neanche per un secondo a cambiare discorso! Ti racconterò tutto domani. Ora devi dirmi che cavolo è successo e devi anche farlo velocemente altrimenti farò tardi!»
«D’accordo», mi ricompongo «Allora, prima di tutto ho deciso di non uscire con Robert»
«Cosa? Cioè tu mi stai dicendo che non ci sei uscita? Mi stai dicendo che davvero hai rifiutato il suo invito?», urla Anna quasi come se fosse stata lei ad essere stata rifiutata.
«Tu sei pazza, Alex», aggiunge Margareth.
«Ragazze, aspettate okay? Ora vi spiego tutto però non interrompetemi».
 
Dopo avergli racconto tutta la mia incredibile serata, entrambe sono entusiaste per me e mi fanno giurare di contattarle in qualsiasi momento per le novità.
Sono passate ormai tre ore da quando Robert ha lasciato il mio appartamento ma il suo profumo è ancora impregnato nell’aria. Non riesco a smettere di pensare a lui, ai suoi occhi e alle sue labbra.
E sono davvero combattuta: da una parte sento che tutto questo sia sbagliato, sia stupido perché io non sono venuta a Londra per questo, ma dall’altra parte sento che è dannatamente giusto, perché lui è incredibile e questa serata è stata meravigliosa.
Non so se sia stato il vino, o il suo profumo che mi ha completamente annebbiato il cervello, ma nonostante tutto decido che voglio rivederlo.
 

Spazio dell'autrice:
Ecco a voi il quinto capitolo! Non è lunghissimo, ma spero vi piaccia in ogni caso e che mi scriviate le vostre opinioni e i vostri consigli.
Al prossimo capitolo,
xoxo.



 

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Capitolo 6
*** Capitolo sei. ***



- Capitolo sei -
 
Ho appena consegnato il mio curriculum all'ultima casa discografica della lista e sto tornando a casa.
Ora devo solo aspettare una chiamata per un colloquio.
E se non dovessero chiamarmi?
No. Mi chiameranno. Devono chiamarmi.
Avranno bisogno almeno di qualcuno che consegni caffè e che smisti la posta!
«Alex!», mi sento chiamare da una voce maschile.
Appena mi volto e incrocio i suoi occhi il cuore inizia a battermi all'impazzata.
Cazzo. Non dovrei reagire così. Stai calma, Alex.
È seduto sul sedile posteriore di una Bmw nera ed indossa un jeans con una felpa. È incredibile: potrebbe indossare anche un costume da clown e sarebbe comunque affascinante.
«Robert. Ciao!», rispondo cercando di nascondere la mia agitazione.
«Vieni, salta su! Andiamo a fare un giro», mi invita aprendo la portiera.
Velocemente entro nella stationwagon e mi siedo, nel frattempo lui preme un pulsante sulla portiera che fa alzare un vetro oscurato tra noi e l'autista.
«Cosa ci fai qui? Non avevi un appuntamento con i tuoi?», chiedo curiosa.
«Sì, infatti ho passato tutta la mattina con la mia famiglia. Poi dopo pranzo ho deciso che volevo rivederti e sono venuto a casa tua. Ho suonato ma non rispondeva nessuno, così mi sono messo ad aspettarti»
«Ad aspettarmi? E da quanto tempo sei qui?»
«Un po'», sorride «Ma adesso che sei arrivata devo dire che ne è valsa la pena»
Ed eccomi diventare dello stesso colore della lattina di Coca-Cola che si trova nel porta bibite.
«Sono lusingata, ma allo stesso tempo mi dispiace che tu abbia dovuto aspettare! Io...», non riesco a parlare. Mi sento così stupida.
«Cosa? Ti prego, dimmi che cosa pensi? Credi che sia uno psicopatico?», ridacchia
«No!», rido anche io «È solo che non capisco perché tu l'abbia fatto! Hai sicuramente tante cose da fare, persone da vedere e perdi il tuo tempo ad aspettare una ragazzina sotto casa sua»
«Alex...», diventa serio «Prima di tutto, non sei una ragazzina, ma una giovane donna. Una giovane e bellissima donna. Seconda cosa, io non spreco mai il mio tempo. E terza cosa, sono qui in vacanza, quindi non ho niente da fare e nessuno da vedere. Chiaro?»,
Annuisco con la testa e sorridendogli gli accarezzo la mano.
«Bene, ora vorrei chiederti una cosa», continua «Visto che ieri sera mi ha dato buca...», sorride
«Ancora con questa storia? Pensavo mi avessi perdonata!», rido tirandogli un piccolo schiaffo sul braccio
«Non proprio. Diciamo che ti perdonerò solo e soltanto se accetterai di venire a cena con me stasera!»
Merda.
Cosa faccio? Se dico di sì, tutto quello che mi sono ripromessa di non fare se ne va a puttane, mentre se dico di no, mi perderei una serata meravigliosa con questa specie di dio che ho davanti.
«Ti prego, Alex», cerca di convincermi facendomi gli occhi dolci.
Oh al diavolo! Ci vado.
«D'accordo, mr. Pattinson. Verrò a cena con lei!»
«Si!», esclama e poi mi da un bacio sulla guancia molto vicino alle labbra.
E non so cosa scatta in me, ma senza neanche dargli il tempo di allontanarsi, prendo il suo viso tra le mani e lo bacio. Lui, mi stringe e mi avvicina ancora di più. I nostri respiri diventano irregolari e i nostri corpi si strusciano l'uno contro l'altro…
«No, ferma!», mi dice all'improvviso spostandosi.
Cosa? Sta scherzando, vero? Ora che ho preso una decisione è lui a cambiare idea su di me?
«M-mi dispiace. Io credevo che lo volessi anche tu...»
«Certo che lo voglio! Hai frainteso!», sorride accarezzandomi il viso «È solo che non voglio baciarti qui. E soprattutto dopo averti invitata a cena.
Non voglio fare le cose al contrario, insomma! Si dovrebbe prima uscire e poi pomiciare, non credi?»
Ecco che arrossisco di nuovo. «Si, hai ragione», sorrido.
 
Dopo essere scesa dalla macchina di Robert, corro su per le scale e mi infilo sotto la doccia.
Mentre l’acqua calda mi rilassa, ripenso a tutte le cose folli che sono successe nel giro di qualche giorno e di come la presenza di quest’uomo mi stia completamente facendo impazzire.
Non so cosa mi sia preso prima in macchina, normalmente non mi sarei mai fiondata sulle labbra di un ragazzo così. Eppure lui mi fa questo effetto.
È come se andassi completamente in tilt.
Esco dalla doccia e vado in camera, dove vengo assalita dal panico più totale dopo aver aperto l’armadio ed aver realizzato di non aver niente di adatto da indossare ad una cena con Robert Pattinson in chissà quale ristorante di lusso.
Inizio a lanciare vestiti a destra e a manca, cercando un qualsiasi abbinamento decente «Perché diamine non mi sono portate neanche uno dei cinquanta vestiti che ho a casa?», sbotto.
Sono completamente fuori di testa, non so davvero cosa fare. Non posso di certo mettermi un paio di jeans strappati e un maglioncino qualsiasi!
Manca poco più di un’ora all’appuntamento, quindi decido di mettermi la prima cosa che mi capita e di correre al negozio in fondo alla strada per vedere se c’è qualcosa di decente a poco prezzo.
Se non trovo niente sono davvero nella merda.
Entro nel negozio e inizio a guardarmi in giro, finché mi rendo conto di non sapere assolutamente dove cercare per un vestito da sera.
«Mi scusi», chiedo alla commessa che porta un cartellino con il nome Nadia «potrebbe aiutarmi?»
La giovane donna dai capelli biondi si volta verso di me e mi sorride «Certo, signorina. Mi dica, cosa le serve?»
«Ecco, stasera avrei un sorta di appuntamento e…»
«Oddio! Un appuntamento! E dove la porta il suo ragazzo?», mi chiede entusiasta
«No. Lui… non è il mio ragazzo», rispondo impacciata «Diciamo che è il nostro primo appuntamento»
Suona così strano dirlo ad alta voce. Io che vado ad un appuntamento con LUI.
«Ah! E' ancora più emozionante! Allora ci vuole qualcosa di speciale!»
«Suppongo di sì…»
«Bene, allora venga con me. La porto nel retro. Li teniamo i nostri abiti migliori»
«No, aspetti», la fermo toccandole il braccio «Purtroppo non posso permettermi i vostri abiti migliori. Vorrei qualcosa di semplice a poco prezzo»
«Assolutamente no, signorina!», mi risponde la bionda con uno sguardo serio.
«Cosa?», chiedo quasi alterata.
«Non può assolutamente andare al primo appuntamento con un vestito da quattro soldi!», replica ancora più seria.
«Sono d’accordo con lei, ma il mio budget è limitato!», cerco di farla ragionare.
«Ascolta, mia cara…?»
«Alex»
«Alex. Ti do del tu, perché io so esattamente cosa vuoi e ti sento vicina», mi dice prendendomi la mano.
Okay, è ufficiale. Questa donna è fuori di testa.
«Devi sapere», continua «che nel nostro negozio, non vendiamo soltanto abiti, ma li affittiamo!», urla piena di gioia.
«Oh, davvero?», rispondo ancora confusa.
«Sì! Quindi ora vieni con me, scegli il vestito che vuoi e te lo affitterò ad un prezzo scontato. E solo perché mi sei simpatica!»
E all'improvviso questa biondona diventa la persona più simpatica sulla faccia della terra.
«Oddio. Le mi sta salvando la vita! Grazie mille!», rispondo felicissima.
«Chiamami pure Nadia», mi dice sorridendomi e stringendomi le mani.
Questa donna sarà anche un po’ pazza, ma ci sa decisamente fare con i clienti.
 
Ed eccomi, dopo mezz’ora, essere di nuovo a casa con il mio vestito meraviglioso. Ne ho scelto uno lungo color prugna, con una bellissima scollatura sulla schiena. Spero sia adetto e... sì, spero che piaccia a Robert.
Mentre mi preparo inizio ad avere alcune fitte allo stomaco causatemi dall’ansia.
«Devi stare calma, Alex. Andrà tutto bene», continuo a ripetermi guardandomi allo specchio senza, però, alcun successo.
Dopo aver sistemato i miei lunghi capelli mogano ed essermi truccata, indosso il mio meraviglioso vestito e aspetto l’arrivo di Robert.
Dopo qualche minuto suona il campanello della porta, vado ad aprire, ma chi mi ritrovo davanti non è colui che speravo fosse.
 



Angolo della scrittrice:
Holaaaa! :D
Lo so. Sono una ritardataria assurda, ma posso giurare che non lo faccio apposto, cioè sono così anche nella vita reale (chiedete pure alle mie amiche).
Comunque ci ho messo molto a pubblicarlo perchè naturalmente arrivata a metà, mi sono bloccata. Per fortuna, però mi sono ripresa e ho scritto un bel capitolo lungo.
Spero vi piaccia e spero di poter leggere qualche recensione in più. Mi farebbe davvero piacere, ma soprattutto mi aiuterebbero a capire cosa ne pensate e quali sono le vostre ipotesi per il prossimo capitolo.
Grazie mille a tutti voi lettori, al prossimo capitolo
xoxo.
 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo sette. ***



- Capitolo sette -

«Andrea», riesco a dire dopo qualche minuto di shock.
Sono senza parole. Dentro di me vorrei chiudergli la porta in faccia, vorrei prenderlo a pugni, vorrei ucciderlo…ma non ci riesco. Sono troppo scossa.
«Alex, che bello rivederti!», mi dice sorridendomi ed abbracciandomi.
Mi sento frastornata, non riesco a capire cosa stia succedendo.
Forse sto sognando, sto avendo uno dei miei vecchi incubi in cui Andrea tornava nella vita per poi riandarsene di nuovo.
Ma il bacio sulla guancia che mi da, mi fa capire che non è per niente un sogno, che è tutto vero e che devo dire o fare qualcosa perché quello che sta succedendo non mi piace.
«Andrea. Che diavolo.:.?», è tutto quello che riesco a dire mentre prendo le distanze.
«Oh, lo capisco che sei sconvolta. Non ci vediamo da tanto ormai», continua sorridendo
«Un anno. Non ci vediamo da un anno. E non per colpa mia», finalmente sto iniziando a riprendere il controllo su me stessa.
«Lo so. Mi dispiace per come mi sono comportato. Io… io ti amavo davvero», mi dice abbassando lo sguardo. Io lo guardo per qualche secondo finché scoppio a ridere. E non perché quello che ha appena detto sia divertente, perché è una delle cose più triste che potesse dire, ma sono stanca di piangere per colpa sua. Non si merita neanche più una delle mie lacrime.
«Perché sei qui, Andrea?», gli chiedo ritornando seria
«E’ una storia abbastanza buffa. Vedi, io mi trovo qui a Londra da sei mesi ormai, e l’altro giorno, mentre stavo comprando un giornale, ho notato una copertina di una rivista. Quando ti ho vista insieme a quel tale, non riuscivo a crederci!»
«Robert. Si chiama Robert. E comunque non hai risposto alla mia domanda: cosa ci fai qua? Come mi hai trovata? Cosa vuoi?»
«Ho chiamato un mio vecchio amico, Mattia te lo ricordi? E gli ho chiesto se sapeva quale fosse il tuo indirizzo. Così lui lo ha chiesto a quella tua amica, Margareth, ed eccomi qua.
Rivederti con quel tizio ha fatto scattare qualcosa dentro di me. Mi sono reso conto che mi mancavi»
«Prima di tutto non avevi alcun diritto di chiedere una cosa del genere a Mattia e lui non aveva alcun diritto di darti questa informazione e soprattutto di chiederlo a Margareth. Secondo, dopo un anno ti presenti alla mia porta dicendomi queste stronzate e cosa? Ti aspetti per caso che ti salti addosso? Non sono più l’Alex che conoscevi. Sono cambiata. E indovina un po’? E’ tutta colpa tua», gli urlo in faccia e mai come in questo momento vorrei spaccare qualcosa. O meglio, vorrei spaccargli la faccia.
«Alex, io lo so che sono stato uno stronzo»
«Ah bene, almeno lo sai», lo interrompo. Non ho voglia di sentire le sue cazzate. «Senti, Andrea sto aspettando una persona quindi devi andartene. Non ti voglio più vedere. Vattene», gli dico aprendo la porta.
«D’accordo. Me ne vado. Ma sappi che non finisce qui. Io ti voglio e ti riavrò», mi dice avvicinandosi e lasciando solo qualche centimetro tra le nostre labbra per poi uscire dal mio appartamento.
Mi chiudo la porta alle spalle e mi porto le mani sul viso e poi sul cuore. Quel dolore, quell’orribile sensazione è tornata.
Io lo odio. Lo odio così tanto che vorrei cancellarlo. Vorrei cancellarmi.
Bussano di nuovo alla porta, e mentre vado ad aprire prego con tutta me stessa che non sia di nuovo Andrea.
I due occhi verdi che mi ritrovo davanti sono la cosa più bella che io potessi vedere in questo momento, e senza dire neanche una parole mi butto tra le braccia di Robert.
«Hey, non credevo mi aspettassi così ansiosamente», mi dice ricambiando l’abbraccio.
Dopo qualche secondo senza dire niente, apprezzando ogni istante in quel paradiso che sono le braccia di Robert Pattinson, inizio a singhiozzare.
«Alex!», mi dice subito allarmato «Che succede?»
«Mi dispiace», dico allontanandomi da lui ed andandomi a sedere sul divano «Mi dispiace davvero. Io non volevo reagire così. Voglio solo venire a cena con te», continuo tra un singhiozzo e l’altro «Dio, quell’idiota. Lo odio».
Non vorrei piangere così davanti a lui, la sera del nostro primo appuntamento, ma rivedere Andrea mi ha riportato alla mente brutti ricordi.
Robert mi raggiunge sul divano, si siede accanto a me e inizia ad accarezzarmi la schiena.
«Non ti scusare, sono felice che tu voglia uscire con me, ma mi puoi spiegare che succede, Alex? Di che idiota parli?»
«No. Non voglio farmi rovinare la serata da lui. Non voglio. Mi ha già rovinato abbastanza la vita. Basta. Ora, mi sistemo e usciamo da questa casa», dico alzandomi dal divano e dirigendomi verso il bagno.
«D’accordo. Ma sappi che dopo voglio comunque una spiegazione. Voglio sapere chi è quest’idiota che devo prendere a pugni».
 
Finalmente sta succedendo. Finalmente io e Robert siamo riusciti ad andare a cena fuori.
Siamo nel privè di un ristorante lussuosissimo e stiamo mangiando del pesce fantastico mentre Robert mi racconta un sacco di storie divertenti.
Il viaggio in macchina non è stato altrettanto piacevole. Ho raccontato a Robert di Andrea, gli ho parlato di tutta la nostra storia e di quello che era successo poco prima che arrivasse.
Non so perché io gli abbia raccontato tutto, avrei potuto solo dirgli che era un mio ex, ma avevo bisogno di parlarne con qualcuno e lui è l’unico che sento realmente vicino in questo momento.
Mi piace davvero tanto. Amo i suoi occhi, il suo sorriso, il suo modo di gesticolare, il fatto che si passa sempre le mani nei capelli e come mi fa sentire. Riesce davvero a farmi sentire speciale, anche solo con uno sguardo.
«Te l’ho già detto che sei bellissima?», mi chiede interrompendo i miei pensieri.
«Sì, credo di sì», sorrido «Ma puoi dirmelo tutte le volte che vuoi. Mi piace sentirtelo dire», arrossisco.
«E se ti dicessi che ti trovo anche molto sexy?», mi provoca alzando le sopracciglia
«Robert!», lo richiamo «Siamo in un ristorante di lusso, non si dicono certe cose!»
Il suo sguardo diventa all’improvviso più serio, poi mi prende la mano e mi dice: «Sei bellissima»
Dio, quanto vorrei baciarlo in questo momento. Sto impazzendo. Devo trovare una soluzione.
Cambiamo argomento.
«Sei mai stato innamorato?», chiedo un po’ imbarazzata.
Non so perché gli abbia fatto questa domanda, ma voglio saperlo davvero. Infondo io mi sono completamente aperta con lui e spero che lui faccia lo stesso.
«Wow. Che domanda», sgrana gli occhi «Comunque sì. Una volta sola»
«E lei era bella?», chiedo ancora.
«Molto», risponde perdendosi nel vuoto preso probabilmente da qualche ricordo.
«La ami ancora?»
«No. L’ho amata molto ma, ora non più. Sai, lei mi ha…»
Dopo un piccolo sorriso abbassa lo sguardo e torna a concentrarsi sul suo pesce spada.
«Cosa?», chiedo incuriosita da quella reazione.
«Lei mi ha tradito», risponde senza alzare gli occhi «E nonostante mi abbia chiesto di perdonarla, io non ci sono riuscito»
«Mi dispiace», gli dico prendendogli la mano e sorridendogli.
Sembra faccia fatica a parlarne. Come se fosse un qualcosa che lo ha perseguitato per molto tempo e che il solo pensiero gli provochi dolore. Un po’ come succede a me quando penso ad Andrea.
All’improvviso si alza in piedi e getta il tovagliolo a terra. «Andiamocene di qui! Questo posto è noioso e io voglio farti divertire!», esclama. Così prendendomi per mano mi porta fuori dal ristorante fin dentro alla sua auto.
«Dove stiamo andando?», chiedo curiosa dopo circa dieci minuti di viaggio.
«In un posto dove potrò baciarti sotto la luce della luna», mi risponde sorridendo.
Mio Dio. Stavo aspettando quel momento da tutta la sera. Anzi lo stavo aspettando da quando avevo lasciato la sua macchina quel pomeriggio. Stavo desiderando le sue labbra fin da quando avevano lasciato le mie l’ultima volta.
Ormai non ho più nessun dubbio, nessuna incertezza: voglio Robert. Voglio stare con lui.
All’improvviso la macchina si ferma e lui scende per poi venirmi ad aprire la portiera.
Il panorama davanti ai miei occhi è da togliere il fiato. In lontananza si vede tutta Londra illuminata, e vorrei scattare una foto perché non ho mai visto niente di tanto bello.
«Dove siamo?», chiedo rapita dallo skyline che ho di fronte.
«Questa è Primrose Hill. Vengo sempre qui quando ho bisogno di pensare. Questo è il mio posto preferito in assoluto a Londra»
«Non pensavo esistessero posti del genere qui. Se lo avessi saputo prima ci sarei venuta tutte le sere», continuo senza riuscire a togliere lo sguardo da quella miriade di piccole luci «Wow, è bellissimo»
«No. Tu lo sei», mi dice Robert prendendomi per i fianchi e attirandomi verso di se.
Lentamente fa scorrere le sue dita sulle mie braccia, poi mi bacia la scapola destra partendo dalla spalla e salendo su per il collo per arrivare poi, finalmente, alle mie labbra.
E nonostante ci fossimo baciati già altre volte, questa volta è diverso. Non è solo una cosa fisica. C’è del sentimento tra di noi. Qualcosa di piccolo ma che ci unisce. Qualcosa che può curare le nostre ferite.
Ed io lo sento sempre di più mentre le sue labbra sono sulle mie, mentre le nostre lingue si attorcigliano l’una con l’altra e mentre i nostri cuori battono all’unisono.
Finalmente lui mi sta baciando, mi sta baciando davvero, e io mi sento in paradiso.



Spazio dell'autrice:
Buonsalve a tutti, miei cari! :D
So di essere in super ritardo, ma ho avuto poco tempo per scrivere .______.
Eh sì, quel maledetto di Andrea è tornato! Ma Alex non ne vuole sapere, lei vuole solo Rob! Finalmente è riuscita ad ammetterlo.
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento :) Lasciatemi qualche recensione per favore, ne sarei davvero, davvero, davvero, davvero, davvero felice! Accetto anche quelle negative. Però vi prego scrivetemi. Ho bisogno di sapere la vostra opinione per continuare a scrivere.
Grazie mille a tutti voi che seguite questa fanfiction,
a presto xoxo

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Capitolo 8
*** Capitolo nove. ***



- Capitolo nove -
 
Il rintocco delle campane di una chiesa mi sveglia all'improvviso. Ci metto qualche minuto per capire bene dove mi trovo, poi, alzando lo sguardo, vedo il suo volto meraviglioso e tutto trova un senso.
Ieri sera ci siamo addormentanti sul divano abbracciati e come avevo immaginato, si è comportato da gentiluomo.
So che sembra stupido da parte mia non aver colto l’occasione al volo, probabilmente qualsiasi altra ragazza se lo sarebbe portato a letto, ma giuro che, anche se non siamo andati oltre ai baci, non mi sono mai sentita così intima con qualcuno. E per intima intendo che lui è riuscito a leggermi dentro, a capirmi e penso di averlo fatto anche io.
Lo fisso per qualche minuto, non solo perché è fottutamente bello pure mentre dorme, ma anche perché non riesco ancora a capacitarmi di trovarmi davvero tra quelle braccia meravigliose.
É perfetto. Ogni singolo particolare del suo volto é bellissimo e io non riesco a capire come abbia fatto Dio a creare un essere così perfetto. Non solo fuori ma anche dentro. In pochi giorni è riuscito a farmi capire cos’ha nel suo cuore e cosa manca nel mio.
Avvicino le mie labbra alle sue e dolcemente le bacio. Poi, scendo sul mento e bacio anche quello. Annuso il suo profumo e poi lo bacio di nuovo. Lui apre un occhio e sorride.
«Ehi, bellissima», mi dice aprendo anche l’altro occhio
«Buongiorno», rispondo dandogli un altro bacio
«Vorrei svegliarmi tutti i giorni così»
«Sul divano?», ridacchio
«No, stupidina. Con un tuo bacio»
«Anche io», rispondo mentre un sorriso da ebete mi si stampa sulla faccia.
Robert mi osserva per qualche secondo poi, all'improvviso, il suo sguardo cambia, diventa triste.
«Domani devo partire»
Una fitta allo stomaco mi colpisce e resto immobile. Non so cosa dire, e mi sento un’idiota perché non riesco a capire come sia possibile che questa cosa mi faccia stare male.
Prendo un respiro profondo e trovo il coraggio di parlare. «Davvero?»
«Sì», lui mi guarda cercando di capire dalla mia espressione cosa mi stia passando per la testa «Ti giuro che non vorrei, ma devo per forza…»
«No, Robert. Stai tranquillo», sorrido cercando di non far trapelare l’incredibile delusione che ho dentro «Lo capisco. È il tuo lavoro»
«Già. Il problema è che non so nemmeno se riuscirò a lasciarti uscire da quella porta fra poco, immaginiamoci a lasciarti per due settimane!»
Due settimane? Un’altra fitta allo stomaco mi colpisce.
«Starò bene, Robert. Mi mancherai moltissimo, ma me la caverò», dico fingendo nuovamente un sorriso
«Ti credo, ma non so se io starò bene senza di te. Mi mancheranno troppo questi occhi, queste labbra, la tua risata…».
Dio, devo aver preso una qualche botta in testa e tutto questo deve essere un sogno perché non può esistere qualcuno di così dolce.
Lo afferro per la camicia e lo attiro verso di me per poi baciarlo con foga. La sua lingua a contatto con la mia, mi provoca brividi lungo la schiena. Le sue dita si incrociano con le mie, poi si spostano sui mie fianchi, e senza capire bene come, mi ritrovo a cavalcioni su di lui.
È la prima volta che ci tocchiamo così. Fino ad ora erano stati solo baci innocenti, mentre adesso ci stiamo scoprendo lentamente.
Lascio scorrere le dita fra i suoi capelli biondo cenere mentre lui mi accarezza la schiena, poi faccio scendere le mie mani sulle sue spalle, sui pettorali fino ad arrivare alla cintura dei pantaloni. Lentamente la slaccio e lui mi lascia fare, dopodiché inizio a sbottonargli la camicia lasciando una scia di piccoli baci su tutto il suo petto.
Robert inizia a slacciarmi la lampo del vestito lungo la schiena, poi si allontana di poco per guardarmi negli occhi.
«Cosa stiamo facendo?», mi chiede leggermente affannato
«Non lo so», sorrido imbarazzata «Io ti voglio»
«Sei sicura? Non voglio costringerti a fare qualcosa di cui poi potresti pentirti»
Sono confusa. Da una parte voglio farlo, ma dall’altra sento che non è il momento giusto, che è troppo presto. E il fatto che domani lui debba partire, complica tutto perché non potrò vederlo per due fottute settimane, e mi fa male, mi fa male tutto, ma non sto parlando di un dolore emotivo ma un vero e proprio dolore fisico che mi porta ad accasciarmi su di lui e iniziare a piangere.
«Alex», dice il mio nome con così tanta preoccupazione che mi porta a piangere ancora di più «Ehi, che succede?», mi chiede, poi, prendendomi il volto tra le mani e asciugando con i pollici le mie lacrime.
Cosa posso rispondere? Che sono un disastro? Che non so nemmeno io perché piango?
«Io non lo so», rispondo singhiozzando dopo qualche secondo «Ho così paura e…», non riesco a finire la frase. Ho troppa paura di sembrare una bambina.
«Piccola, ti prego parlami. Non ti giudicherò mai. Te lo prometto.
Di cosa hai paura?»
Prendo un bel respiro e cerco di dar sfogo ai miei pensieri «Credo sia paura di perderti. Di perdere questo», dico indicando me stessa e poi Robert «Ho paura che se te ne vai non tornerai più. Mi è già successo una volta e non voglio mai più provare quell’orribile sensazione di vuoto. Mai più»
«Alex, io tornerò. Lo giuro. Devo soltanto andare un paio di settimane a Los Angeles per sistemare alcune cose di lavoro»
«Che stupida che sono», dico mentre tiro su col naso e mi asciugo il volto «Ho rovinato un momento così bello per colpa delle mie insicurezze del cavolo»
«Non hai rovinato niente. Non mi interessa venire a letto con te, Alex. Io voglio fare l’amore con te»
È incredibile. Quando penso che non possa dire qualcosa di più dolce, immediatamente dice qualcosa di ancora più tenero.
Vuole fare l’amore con me. Mi hanno detto che fare l’amore è diverso dal fare sesso, ma io sono confusa a riguardo. Con Andrea avevo fatto l’amore o avevamo fatto del sesso? Forse era un po’ tutte e due, ma alla fin fine fare l’amore per davvero non so proprio cosa significhi.
Una cosa però la so ed è che per fare l’amore bisogna essere innamorati, e questo vuol dire che Robert  vuole innamorarsi di me. Vuol dire che vuole stare con me per davvero.
«Anche io», mi viene da rispondere sorridendo. Lui si avvicina e mi da un piccolo, ma immensamente dolce, bacio.
«Vieni con me», dice all’improvviso con lo sguardo pieno di entusiasmo.
«Cosa?»
«Vieni a Los Angeles con me»
«Ma io non posso venire a Los Angeles con te, Robert», scoppio a ridere.
«Prima di tutto, chiamami Rob, solo mia madre mi chiama Robert, e non mi piace che lo faccia anche la mia ragazza. E poi, come tuo ragazzo, ti obbligo a venire a Los Angeles con me»
«La tua cosa?», chiedo dimenticandomi come si respira. Mi ha appena definita la sua ragazza, e lui si è definito il mio ragazzo.
«Bhé, mi sembra abbastanza ovvia come cosa. Dopo tutto quello che è successo ieri sera e poco fa, dopo quello che ci siamo detti, mi sembra l’unica cosa che possa dare un senso a tutto»
«Quindi tu mi stai dicendo che noi due siamo una coppia? Una vera coppia?»
«Esattamente. Perché tu non vuoi stare con me?», chiede confuso dalle mie continue domande
«No! Cioè sì! Sì, voglio che tua sia il mio ragazzo e io voglio essere la tua ragazza», sorrido piena di gioia.
Non posso crederci che tutto questo stia succedendo. Fino ad una settimana fa il mio mondo era a pezzi, ero persa in una città troppo grande per una persona piccola come me, mentre adesso sono qui, tra le sue braccia, e lui è bellissimo, e io non mi sono mai sentita così felice.
Ci baciamo di nuovo e poi ci guardiamo perdendoci ognuno negli occhi dell’altro.
«Vieni a Los Angeles con me», mi chiede sottovoce
«Vorrei farlo davvero tanto, ma come faccio? Non posso lasciare tutto così, da un giorno all’altro»
«Lasciare cosa? Non hai niente da perdere Alex. Vieni via con me, ti prego»
In effetti ha ragione. Nessuna casa discografica mi ha ancora contattata, e dubito che lo faranno, e non conosco nessuno a parte Robert e Nadia, la commessa pazza del negozio in fondo alla strada.
E poi ho sempre sognato di visitare Los Angeles. Insieme a Londra, è la città che amo di più al mondo. Ricordo che avevo un sacco di fotografie della città appese sui muri della mia cameretta.
«D’accordo. Mi hai convinta! Verrò con te a Los Angeles»
«Davvero? Ah! Non puoi capire quanto mi renda felice questa tua decisione!», mi dice abbracciandomi e baciandomi.
«Ehi, Rob», gli dico «Portami a casa, altrimenti chi le prepara le valigie? E poi devo chiamare i miei genitori ed avvisarli»
«Giusto! Certo, ti ci accompagno subito. Dici che per loro andrà bene se vieni con me?», chiede quasi preoccupato.
«Non so. Probabilmente faranno qualche storia all’inizio ma poi mi lasceranno fare. Ormai non sono più una bambina, posso fare quello che voglio. E io desidero andare a Los Angeles con il mio ragazzo»
«Ti piace dirlo, non è vero?»
«Non immagini nemmeno quanto!», dico chiudendo la porta alle mie spalle mentre io e Robert usciamo dal suo appartamento.
 
«Alex! Che fine hai fatto? Sono giorni che non ci sentiamo», mi dice Margareth dallo schermo del computer
«Lo so, ragazze! Ma non ho avuto proprio tempo… sono stata abbastanza impegnata», sorrido.
Non ho resistito, e appena sono arrivata a casa ho chiamato le mie amiche su Skype. Voglio presentargli Rob e dirgli che andremo a Los Angeles per due settimane.
«Ti hanno chiamata per qualche lavoro?», mi chiede Anna
«No, purtroppo per ora ancora nulla», rispondo «Ragazze, devo dirvi una cosa importante!»
«Oddio! Non dirmi che sei incinta!», mi interrompe Margareth
«No! No! Ma che cavolo… no!», rispondo quasi disgustata all’idea di poter avere un bambino alla mia età
«Ah okay, perché di solito nei film quando una dice “vi devo dire una cosa importante” finisce sempre con aborti o adozioni o bambini che piangono»
«Margareth ti sei per caso guardata Teen Mom su MTV?», interviene Anna
«Ragazze, vi prego ascoltatemi», le interrompo cercando di riprendere in mano la situazione «Voglio farvi conoscere una persona. Per l’esattezza, il mio ragazzo», dico facendo segno a Rob di avvicinarsi.
Non appena il suo volto entra nell’inquadratura dello schermo non si capisce più nulla. È il caos più totale.



Angolo scrittrice:
Ciao a tutti! :D
Ecco a voi il capitolo nove! Finalmente ce l'ho fatta a pubblicarlo!
In questo capitolo succedono molte cose e vengono prese decisioni molto importanti che cambieranno sicuramente la vita di entrambi.
Spero vi sia piciuto e che mi lascierete qualche recensione per farmi sapere che ne pensate! 
Grazie mille a tutti, alla prossima.
Byeee :3


 

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Capitolo 9
*** Capitolo otto. ***



- Capitolo otto -

«Posso farti una domanda?», mi chiede Robert. Siamo seduti abbracciati sul cofano dell’auto, avvolti da una coperta ad ammirare le stelle.
«Certo», rispondo mentre mi faccio penetrare dal calore che emana il suo corpo
«Non fraintendere. Non voglio essere invadente, ma ho bisogno di saperlo. Prima quando hai visto Andrea, c’è stata una parte di te, anche minuscola, che era felice di rivederlo?»
La domanda mi spiazza. Non me lo sarei mai aspettato, non qui, non in questo momento di estrema romanticità.
«No», sorrido per non sembrare imbarazzata «Ma perché me lo chiedi? Mi sembrava di essere stata chiara prima, quando ti ho detto un centinaio di volte che lo odio».
«Lo so, ma so anche che le persone sono molto brave a mascherare i loro veri sentimenti. E il fatto che tu abbia ripetuto così tante volte che lo odi, probabilmente significa che ancora un po’ lo ami. O almeno ami i ricordi che hai di lui. E non importa che ti abbia ferita, lui è stato il tuo primo amore e sarà sempre nel tuo cuore».
Le sue parole sono come un pugno nel petto. Non solo perché in parte sono vere, ma anche perché ancora una volta mi sta dimostrando che è totalmente diverso da come pensavo fosse.
«Robert, lui non mi ha solo ferita. Lui mi ha distrutta. E non importa tutto quello che è successo prima, perché mi ha fatta sentire come se non valessi nulla. Non potrò mai perdonarlo. Mai». I miei occhi sono pieni di lacrime, ma sto facendo di tutto per ricacciarle dentro. Non voglio più piangere stasera.
Lui mi osserva per qualche secondo, poi si avvicina e mi bacia. Mi bacia con così tanta dolcezza che non ricordo neanche più il motivo per il quale poco prima stessi per piangere.
«Mi dispiace. Non volevo farti tornare alla mente brutti ricordi», mi dice appoggiando la sua fronte alla mia «E ti giuro che lo odio anche io per quello che ha fatto. È solo che ho paura»
«Paura?», sorrido voltandomi per guardandolo negli occhi «Paura di cosa?»
«Ho paura che lui possa farti allontanare da me. Lo so che è presto, che non stiamo insieme… però tra noi c’è qualcosa e io ci tengo davvero molto a tutto questo. Ora mi prenderai per pazzo»
«No. No, io… capisco esattamente quello che vuoi dire. Ma non hai niente di cui preoccuparti. Io non provo più nulla per lui. Niente di niente. Non lo odio nemmeno più», ridacchio
«Addirittura?», ride anche lui «Bene, mi fa molto piacere. Ma sappi che se dovesse darti fastidio di nuovo, me ne occuperò io!»
«D’accordo. Ora però basta parlare di questa cosa, ti prego», gli faccio gli occhi dolci.
«Va bene, mademoiselle. Adesso, però, andiamo. Inizia a fare davvero freddo».
 
«Hai visto? Siamo riusciti a fare le cose in ordine», dico poco dopo essere salita in macchina «Siamo prima andati a cena… e poi ci siamo baciati. Molte volte», sorrido, ripensando alla serata appena passata insieme.
«Già. Siamo stati proprio bravi», risponde sorridendo a sua volta
«E adesso che si fa?», chiedo mordendomi un labbro.
Non so perché ma vengo travolta da un improvviso panico. Vorrei chiedergli di venire a casa mia, ma allo stesso tempo ho paura che possa fraintendere la mia richiesta.
Non voglio andare oltre ai baci, per ora. Voglio solo continuare questa splendida serata con lui, raccontandoci cose l’uno dell’altra.
«Non so. Avevo programmato solo di portarti a cena e poi a Primrose Hill. Al dopo non ci avevo pensato. Potremmo andare da me, se vuoi».
E ora che rispondo? Non posso dirgli di no. Penserebbe che mi sono annoiata e che voglio tornare a casa.
«Va bene, andiamo!», rispondo entusiasta. Magari anche lui ha solo intenzione di parlare.
Si, certo Alex. Ricordati che è pur sempre un ragazzo.
Dopo qualche minuto arriviamo davanti casa sua, lui scende dall’auto e mi viene ad aprire la portiera, proprio come un vero gentiluomo. E lo era stato per tutta la sera. Quindi, fanculo i miei pregiudizi, sono sicura che lo sarà fino alla fine del nostro appuntamento.
Il suo appartamento è dieci volte più grande del mio, ed è sicuramente arredato molto meglio.
«Wow», dico guardandomi intorno «questa sì che è una casa»
«Ti piace?», mi chiede con un’espressione soddisfatta
«Dire che mi piace, è riduttivo. Io lo amo. Sappi che questo appartamento è stato nei miei sogni per tutta la mia vita», continuo affascinata guardando il Tamigi fuori dalla finestra.
«L’ho sognata anche io per molto tempo, e alla fine sono riuscito a comprarla»
«Come ci si sente ad essere una celebrità?», gli chiedo voltandomi e lasciandomi alle spalle il panorama. Robert si avvicina ad una poltrona e si siede, poi dandosi una pacca sulla gamba mi invita a sedermi in braccio a lui.
«Sai, io non penso mi ci abituerò mai a tutto questo», mi risponde mentre mi accoccolo accanto a lui «E’ arrivato tutto così in fretta nella mia vita che non ho nemmeno avuto il tempo di rendermene conto. Un giorno ero Robert e il giorno dopo Edward Cullen.
Non fraintendermi, io amo il mio lavoro. È solo che a volte vorrei essere una persona normale»
«Perché? Non c’è niente di bello nell’essere normali. La normalità è noiosa»
«Sì, è vero. Ma a volte quella noiosa normalità mi manca. Soprattutto quando vedo la mia faccia su ogni copertina di stupide riviste scandalistiche, che si inventano storie assurde su di me e sulle persone a cui voglio bene»
«Certo, non deve essere facile essere sempre al centro dell’attenzione di tutto il mondo»
«No, non lo è», dice abbassando lo sguardo con una strana malinconia «Soprattutto quando vieni a scoprire che quello che hanno scritto sulla tua ragazza è vero. E vedi quelle foto su tutti i giornali, su tutti i siti, su tutte le tv…»
Credo stia parlando della donna di cui mi aveva raccontato a cena. Nonostante conoscessi il nome di Robert, prima ancora di incontrarlo, non avevo mai seguito la sua carriera. Avevo visto solo il primo film della saga di Twilight, ma siccome l’avevo visto con Andrea, ho preferito non guardare gli altri.
«Parli della ragazza di cui eri innamorato?», chiedo cercando il suo sguardo
«Già», sorride «Sto parlando di Kristen»
Kristen… ma certo! La sua co-protagonista in Twilight. Avevo letto da qualche parte che tra loro due c’era una storia.
«Raccontami, ti prego», gli chiedo «So che è una cosa difficile da dire, ma vorrei sapere perché sei così»
«Così come?», mi chiede sorridendo
«Attento ai sentimenti degli altri. Gentile. Felice ma allo stesso tempo tremendamente triste. Ferito»
«Non sono triste», continua sorridendo «E’ solo che non mi piace molto parlare di questa cosa. Però, ormai l’ho tirata fuori, quindi…»
«Non voglio obbligarti, Robert»
«No, tranquilla.
Io e Kris ci siamo conosciuti al provino per il film di Twilight. Lei mi ha colpito subito. Era bellissima e i suoi occhi verdi mi facevano impazzire. Mi presi una vera e propria cotta per lei.
Purtroppo, però, lei era fidanzata, ma io non mi diedi per vinto e la corteggiai finché finalmente riuscii a farla innamorare di me.
Dopo qualche mese insieme, lei era diventata il mio mondo. Non riuscivo a stare senza di lei, e lei non riusciva a stare senza di me. Eravamo così innamorati che a volte credevo di poter morire da un momento all’altro per il troppo amore.
A sentirmi parlare così ora, mi sento uno stupido, ma ti giuro che allora non esisteva uomo più felice di me. Avevo tutto. Eravamo perfino andati a vivere insieme»
«Dovevi essere proprio felice. Te lo si legge negli occhi che ti manca come l’aria», lo interrompo un po’ scossa dal suo racconto.
Io sono stata innamorata, è vero, ma di certo non come lui. A confronto, il mio, era un amore innocente.
«Voglio che tu capisca che non mi manca lei», dice prendendomi le mani «Ma mi manca avere qualcuno che mi faccia sentire così»
So esattamente cosa intende. Una volta che hai provato certe cose, certe emozioni è difficile dimenticarle. E vorresti solo poter tornare indietro per viverle ancora e ancora.
«E poi che è successo?», chiedo curiosa
«Non so neanche bene io come sia successo, o perché, ma lei è andata a letto con un altro uomo. Ma sai qual è stata la cosa peggiore? Che le non sia riuscita a dirmelo.
Dopo due anni insieme, lei mi ha mentito per mesi, continuando a dormire nel letto con me, dopo essere stata con un altro. Non dico che non mi sarei incazzato, ma forse, se lei avessi avuto il coraggio di dirmelo, io avrei avuto il coraggio di perdonarla.
E invece sono dovuto venire a sapere tutto da quegli schifosi giornaletti scandalistici»
«Mi dispiace così tanto, Robert», lo abbraccio.
Tutto quello che gli era successo era orribile. Non osavo immaginare il dolore che aveva dovuto provare.
«Già. Ma sai che ti dico? Si vede che non era quella giusta», mi sorride facendo spallucce.
Io prendo il suo volto tra le mie mani e gli do un grande bacio, cercando di trasmettergli tutta il mio affetto nei suoi confronti. «Quindi essere famosi fa schifo?», chiedo allontanandomi.
Lui scoppia a ridere «No! O almeno non sempre. La maggior parte delle volte è bellissimo», sorride con lo sguardo perso in qualche ricordo «Soprattutto quando le persone ti fermano per strada e ti dicono che sono fieri del tuo lavoro, o che gli è piaciuto il quel film a cui hai lavorato per così tanto tempo»
«Quindi non lo fai solo per soldi?»
«Oh, certo. I soldi sono la cosa più importante», risponde scoppiando a ridere di nuovo. Io lo seguo e dopo qualche secondo finiamo col perderci l’uno negli occhi dell’altro.
Lui mi stringe forte a sé e io gli accarezzo il volto e capisco che qualcosa è cambiato tra di noi. Sorrido e chiudo gli occhi appoggiandomi al suo petto con una certezza: da quella notte non sarei più stata sola.


Spazio dell'autrice:
Hello people! :3 
Ecco un'altro capitolo! Finalmente Alex riesce a capire fino in fondo come è fatto Robert, e lui riesce ad aprirsi completamente con lei parlandole di Kristen.
Attenzione: io AMO i Robsten. Non ho nulla contro Kris e credo che nella vita tutti possano commettere degli errori. 
Detto ciò spero che il capitolo vi sia piaciuto, e spero mi facciate sapere cosa ne pensate.
Grazie a tutti voi che seguite/ricordate/preferite questa ff e a voi che lasciate recensioni.
Al prossimo capitolo,
xoxo

p.s. Non centra niente con Robert, ma volevo segnalarvi una one shot che ho scritto su Taylor Swift: All too well.
Mi farebbe piacere se passasse e lasciaste una recensione, ovviamente se vi piace la swift :D


 

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci. ***



- Capitolo dieci. -

«Ragazze vi prego, calmatevi!», urlo cercando di sovrastare le voci delle mie amiche che provengono dallo schermo del pc.
«Robert Pattinson! Sto facendo una videochiamata con Robert Pattinson! Come osi chiedere di calmarmi?», mi risponde eccitata Margareth
Rob scoppia in una risata fragorosa, come se tutta questa situazione, per me molto imbarazzante, lo divertisse da matti.
«Ho bisogno di riprendermi. Signor Pattinson, le chiedo scusa se le sono sembrata maleducata, ma sono davvero sotto shock», continua Margareth sventolandosi un foglia davanti al viso.
Anna, invece, è immobile. Non parla, non si muove, sembra perfino non respirare.
«Anna, ci sei?», chiedo preoccupata
«Credo di si. Devo solo capire se sto sognando o se è tutto reale..», mi risponde con gli occhi spalancati
«Anna posso assicurarti che sono reale. E sono così felice di conoscere le migliori amiche della mia ragazza», interviene Robert lasciandomi senza parole. So che abbiamo già definito il nostro rapporto ma sentirglielo dire di nuovo mi emoziona. Io sono la sua ragazza.
«La tua ragazza», ripeto guardandolo emozionata
«Si, la mia ragazza», mi risponde e si avvicina per baciarmi dolcemente, noncurante delle mie amiche che stanno assistendo allo spettacolo.
«Oddio, siete stupendi», ci interrompe Anna che ha sostituito i suoi occhi con due cuori.
Io e Robert sorridiamo e dopo aver riassunto brevemente alle ragazze come è andata tra di noi, le informiamo del nostro imminente viaggio. Infine le salutiamo e prometto loro di richiamarle quando sarò a Los Angeles.
«Ora devo avvisare i miei genitori...», dico mentre l'ansia inizia a possedermi
«La prenderanno bene, vedrai»
«Lo spero»
«Se vuoi ci parlo io»
«No. Direi che questa non è un opzione, e comunque ho un’idea».
Faccio un bel respiro e digito sul mio cellulare il numero di casa. Dopo qualche squillo sento la voce dolce e calorosa di mia madre.
«Pronto? Alex, sei tu?»
«Ciao mamma!», dico con le lacrime agli occhi. Mi manca così tanto.
«Oh amore! Come stai? Mi chiedevo quando avresti chiamato»
«Hai ragione, avrei dovuto chiamarvi ma sono stata impegnata negli ultimi giorni. Io sto bene e voi?»
«Noi stiamo tutti bene, anche se ci manchi molto».
Le sue parole mi fanno esplodere e mi porto le mani sulla bocca per non farle sentire il mio singhiozzo. Robert mi guarda e dopo qualche secondo mi abbraccia. 
E’ vero è stata una mia decisione partire ed allontanarmi da tutto e da tutti, ma ci sono dei giorni in cui è davvero difficle stare lontani dalla proprio famiglia. A mancarmi sono le piccole cose, come la colazione insieme la mattina, il sorriso di mia madre e guardare le partite di calcio con mio padre la domenica.
«Oh mamma, anche voi mi mancate da morire!», rispondo dopo qualche secondo. Poi prendo coraggio e le racconto tutto. Bhè, non proprio tutto…
Mia madre è entusiasta di sapere che ho trovato un buon amico con il quale dovrò andare a Los Angeles per lavoro.
Alla fine non le ho detto una vera e propria bugia, le ho solo fornito una versione distorta della realtà. All’inizio volevo davvero dirle la verità, ma poi mi sono resa conto che avremmo passato la metà del tempo a discutere su quanto sia una cosa avventata e immatura, ed io sono già piena di insicurezze che sto cercando di reprimere per godermi fino in fondo questa nuova relazione.
«Mi sento un po’ in colpa», ammetto guardandomi le mani.
«Non sarà mica la prima bugia che racconti hai tuoi genitori?», mi risponde Rob ridacchiando
«Prima di tutto, non ho detto una bugia», dico fingendomi offesa «E poi, non sono una che ama mentire… quindi sì, è la prima volta che dico ai miei una balla così grande!»
Rob scoppia a ridere e io di tutta risposta gli tiro un cuscino dietro, lui mi afferra i polsi e mi blocca sotto di se sul divano. Smette di ridere e io sento l’elettricità tra di noi crescere. Ci fissiamo per qualche secondo con il respiro corto, poi lui si butta sulle mie labbra e inizia a baciarmi con foga. Io lo lascio fare e liberando i polsi dalla sua presa infilo le mani tra i suoi capelli.
Sto impazzendo, non riesco a controllarmi. Il cuore mi batte talmente forte che lo sento pulsare nelle orecchie. Non so cosa fare, una parte di me mi urla di fermarmi mentre l’altra di darci dentro.
All’improvviso bussano alla porta. Entrambi ci guardiamo interrogativi, poi lui si sposta e mi fa alzare.
«Non muoverti, arrivo subito!», gli sorrido
«Non vado da nessuno parte Alex», mi risponde con occhi maliziosi.
Apro la porta e sul mio volto compare il terrore. Andrea è in piedi davanti a me con quella sua faccia da stronzo presuntuoso.
«Ciao Alex, spero di non disturbarti», mi dice facendo un passo verso di me. Io d’istinto ne faccio uno indietro e alzo le mani per respingerlo.
Sento lo sguardo di Robert alle mie spalle anche se è ancora seduto sul divano.
«Andrea», dico in un sospiro «Cosa vuoi? Mi è sembrata di essere stata chiara l’ultima volta che sei venuto qui: non voglio più vederti. Sparisci dalla mia vita. L’hai già fatto una volta. Non sarà difficile per te farlo di nuovo»
«Alex, ascoltami», mi dice prendendomi inaspettatamente la mano. Io mi libero subito dalla sua presa e Rob arriva al mio fianco.
«Mi sembra che Alex sia stata molto chiara. Non desidera la tua presenza qui», dice ad Andrea con molta calma.
«Oh eccolo! L'attorino da quattro soldi che ti porti a letto», risponde Andrea guardandomi «Non sapevo fosse anche la tua guardia del corpo! In ogni caso non sono affari tuo, amico!»
«O invece sono affari miei e come, visto che stai infastidendo la mia ragazza», risponde Rob con la mascella serrata
Non so cosa dire o fare. Voglio solo che Andrea sparisca. Perchè appena mi sembra di aver archiviato quella parte della mia vita, lui continua a saltare fuori?
Andrea scoppia in una risata fragorosa, mentre Robert mi mette una mano intorno alla vita e mi stringe forte a se.
«Non ci credo che tu stai insieme a questo bamboccio. Lo so che mi ami ancora», dice tornando di colpo serio.
Non posso sopportare oltre, la sua sfacciataggine e arroganza mi stanno facendo andare su tutte le furie.
«Andrea vattene! Io non ti amo più. Non costringermi a chiamare la polizia», lo minaccio con gli occhi pieni di rabbia.
«Non lo faresti mai!», spalanca gli occhi
«Scommettiamo?», lo sfido
Lui fa un passo indietro e Robert afferra la maniglia per chiudere la porta.
Accade tutto così velocemente che neanche me ne accorgo: Andrea tira un pugno in faccia a Robert, il quale, preso alla sprovvista, cade a terra.
«Rob!», urlo spaventata, poi alzo lo sguardo verso Andrea che mi sta guardando con rabbia.
«Vattene!», urlo con le lacrime agli occhi
Andrea mi guarda ancora per qualche secondo, poi si volta e se ne va.
«Mi dispiace», dico in sussuro mentre aiuto Robert ad alzarsi.
Lui mi prende il mento e mi bacia «Alex non è colpa tua»
«Invece lo è. Non mi sarei mai dovuta innamorarmi di lui», rispondo mentre la lacrime iniziano a rigarmi il viso.
«Basta», mi dice poggiandomi un dito sulle labbra «Adesso ci sono qui io, e ti prometto che mi prenderò cura di te»





Spazio dell'autrice: 
Ciao a tutti! Finalmente sono riuscita ad aggiornare. Spero riusciate a perdonarmi per la lunga attesa e spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
Da adesso in poi cercherò di essere più puntuale, lo prometto! :D
Fatemi sapere cosa ne pensate. Grazie mille a tutti e a prestissimo,
xoxo

 
 

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