Il purificatore

di soubling
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ferite profonde ***
Capitolo 2: *** L'inizio del viaggio ***



Capitolo 1
*** ferite profonde ***


“ È tutta colpa mia” mormorava fra se e se “ Ho sbagliato tutto quel giorno... ho lasciato.... ho lasciato che la portassero via e …. e adesso lei... lei non c'è più...” questo e poco altro era ciò che risuonava nella sua menta. Le uniche cose a cui riusciva a pensare. E fra un sorso e l'altro continuava a demoralizzarsi, cercando di ignorare le persone intorno a lui che lo scrutavano cercando di capire a cosa pensasse lo strano individuo solcato da mille fatiche, che stava curvo al suo tavolo sopra un boccale mezzo pieno. Poi di colpo si alzò di colpo dirigendosi barcollante verso il bancone.

<< Ce le avete delle stanze per una notte? >>

<< Si, certamente >>rispose Gragas osservando lo straniero e cercando di capire se avesse i soldi per pagare o se fosse un altro dei soliti scrocconi. Poi si convinse che fosse a posto, nonostante l'aspetto. Si girò, prese una delle 25 chiavi numerate appese al muro e gliela porse indicando una rampa di scale proprio in fondo alla taverna.

<< Secondo corridoio, quarta stanza. Se hai qualche problema chiamami >>

Lucian afferrò le chiavi e senza neanche accennare una risposta seguì le sue indicazioni. La stanza era piccola: una camera da letto e un bagno che puzzava terribilmente. Purtroppo era il massimo che poteva permettersi. Si sfilò la giacca lanciandola al suolo, si tolse le scarpe, i pantaloni e si infilò sotto le coperte. Nonostante il letto non fosse minimamente comodo si accontentò e cercò di addormentarsi, di smettere di pensare, ma purtroppo riuscì a prendere sonno dopo due ore buone.

 

---

 

Al mattino si svegliò reduce da un incubo. Si stropicciò gli occhi guardandosi intorno, poi decise che era ancora troppo presto per alzarsi e si rimise a dormire. Più o meno verso le 11.30 sentì dei rumori strani provenire da disotto. Si alzò di scatto, spaventato che fosse qualcuno che lo stesse cercando, si vestì alla bene e meglio e si fiondò giù dalle scale. Appena al piano di sotto riuscì a capire quello che stava succedendo. C'erano RIOT Blitzcrank ovunque, saranno stati almeno 3 nel locale e altri 3 fuori. Uno di loro gli si avvicinò

<< N-O-M-E? >> gli domandò il robot

<< Non ho tempo per le solite domande >> affermò Lucian prima di voltarsi e incamminarsi verso l'uscita.

Blitzcrank allungò il suo braccio meccanico afferrandolo e lo riportò indietro.

<< N-O-M-E? >>

<<... Lucian Bowengal >>

<<... M-I S-E-G-U-A >> disse con il suo tono freddo e metallico. Lo condusse fuori dalla taverna fino ad arrivare nella casa adiacente ad essa. La porta era in frammenti e una delle due finestre che dava sulla strada fracassata.

Lucian rimase sbalordito alla vista di tanta distruzione. Dall'esterno si poteva benissimo scorgere il soggiorno completamente sottosopra. Sentì dei passi alle sue spalle e si voltò: era Caitlin, lei da sola rappresentava la legge di Piltover.

<< Sa di chi è quella casa? >> gli domandò come se sapesse già la risposta

Lucian conosceva la risposta e cercò di rimanere impassibile << SI... è... è di mio padre... Marcus Bowengal... la prego mi dica che non gli è accaduto nulla di brutto>>

<< Venga con me>> si limitò a ribadire Caitlyn.

Si diressero all'interno della casa dove non c'era una sola cosa al proprio posto. Lucian conosceva benissimo quella casa. Ci era cresciuto, e aveva trascorso i suoi unici pochi momenti all'interno. Si chinò e raccolse dal pavimento una foto impolverata di lui e suo padre. Non poté fare a meno che lasciarsi sfuggire un'altra lacrima... Era successo di nuovo. Se la mise in tasca e andò avanti.

<< A quanto pare chiunque non è entrato dalla porta ma bensì ha sfondato la finestra, fatto quel che doveva ed è uscito buttando giù la porta>>

<< È morto vero? >>

<< MI dispiace informarla della morte di suo padre. Ora se ha un po di tempo sarei felice se rispondesse ad alcune mie doman...>> non fece in tempo a finire la frase che Lucian era già fuori dall'edificio fermo.

“NO, questa volta non rimarrò a bere birra e a disperarmi... Mi sono fidato di loro, della polizia, dell'ordine, ma mi sono reso conto che se vuoi una cosa fatta bene allora devi fartela da solo”

<< Non ho nessuna intenzione di rispondere alle sue domande del ca**o>>

<< Sa che potrei arrestarla per insulto a pubblico ufficiale?!>> rispose inviperita Caitlyn

<< Quando decide di cominciare a fare qualcosa di utile mi avvisi>> e detto questo si voltò e si incamminò per tornare nel suo appartamento.

Un Blitzcrank caricò il suo braccio pronto ad afferrare l'individuo e riportarlo indietro per farlo arrestare ma Caitlyn lo fermò

<< Lascialo fare, non ho intenzione di sprecare tempo prezioso anche solo per ammanettarlo>>

 

---

 

Lucian non smetteva di camminare avanti e indietro nel suo piccolo appartamento pensando al da farsi, perché questa volta aveva intenzione di agire, di vendicarsi, l'ultima volta era troppo tardi, ma questa volta il delitto era successo recentemente, quindi l'assassino doveva essere vicino... Si! Questa volta lo avrebbe inseguito. Si diresse al bancone del piano disotto, pagò il conto prendendo dei viveri in più che avrebbe poi consumato durante il viaggio. Si fece largo fra la folla di passanti e intraprese il cammino che lo avrebbe condotto a Piltover, dove c'era il migliore amico di suo padre. Sicuramente lui lo avrebbe aiutato.

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Capitolo 2
*** L'inizio del viaggio ***



Raccolse le poche cose che aveva con se la sera in cui si sistemò nell'appartamento. Prese la foto e se la mise nel taschino, fece un lungo sospiro e uscì dalla camera chiudendo la porta dietro di se.

Scese lentamente le scale e passo dopo passo ripensava a ciò che era successo e a ciò che avrebbe fatto. Suo padre era morto e lui lo avrebbe vendicato. Nonostante fosse ormai pomeriggio ancora era pieno di gente e di forze dell'ordine. Per paura che il dolore avrebbe potuto invadere il suo corpo proseguì oltre senza neanche dare un ultimo sguardo alla casa del padre. Per arrivare a Piltover vi erano 2 strade: la prima si avventurava per la giungla soprannominata da molti “la foresta delle piaghe” oppure prendere il sentiero ufficiale che costeggiava la boscaglia. Solitamente avrebbe optato per la seconda, in quanto fosse una scelta più sicura, ma avendo poco tempo a disposizione decise di intraprendere la via più pericolosa. Scavalcò una piccola staccionata e cominciò la sua avventura.

 

- - -

 

Pochi giorni prima...

 

<< Mi hai chiamato? Se hai un compito da assegnarmi sbrigati che non ho molto tempo da sprecare >>

<< Si. Devi tenere d'occhio una persona per me >> disse l'individuo alzandosi dalla poltrona su cui era comodamente seduto.

<< In che senso tenere d'occhio? Vuoi che lo pedini e lo faccia fuori? >>

<< No, semplicemente devi osservare tutti i suoi movimenti e riferirmi tutto ciò che fa. Dovrai anche aiutarlo in caso si trovi in difficoltà ma solo quando ce ne sarà urgente bisogno >>

<< Non è il tipo di compiti che svolgo, sono un mercenario non un babysitter ! >> sbraitò

<< Pagherò in anticipo il triplo di quanto mi hai chiesto >> disse mostrandogli una sacca in cuoio contenente una notevole quantità di monete d'oro.

L'altro rimase incerto sul da farsi e alla fine la afferrò e la aprì per assicurarsi del contenuto.

<< Ecco, qui c'è una sua foto, alloggia alla taverna di Gragas >> disse indicando una vecchia fotografia impolverata.

<< Mh... Beh, è stato un piacere fare affari con lei >> disse il mercenario prima di uscire dall'abitazione e scomparire nel buio della notte.

 

- - -

 

A prima vista la foresta poteva sembrare normale, e non troppo difficile da attraversare, ma dopo qualche minuto di viaggio ci si rende conto della vera natura di questo luogo selvaggio. Superato la parte esterna del bosco si giunge in un luogo fuori dal mondo, dove regnano il tanfo di putrefazione, i cadaveri degli animali e gli alberi in decomposizione. La luce non riesce a penetrare il folto fogliame e il terreno ha un colore strano, un grigio tendente al nero con qualche sfumatura marrone qua e la. In origine vi era una popolazione indigena che viveva fra questi alberi ma col passare del tempo si resero conto di quanto fosse pericoloso stare lì e abbandonarono il villaggio. Solo pochi rimasero e nessuno seppe più che fine fecero.

Lucian camminava scrutando le fronde e guardandosi intorno. Nonostante l'ambiente simbolo d morte e solitudine si dice che ci sia ancora vita che persiste in questo luogo desolato.

Ormai camminava da tre ore e la fatica si faceva sentire così decise di fermarsi un attimo per riposare .

Addentò con avidità un pezzo di pane seduto ai piedi di un albero ma capì subito che doveva sbrigarsi, sentiva le radici muoversi sotto di lui e non era una cosa positiva. Sapeva che gli alberi non potendo più ricevere tanta acqua quanto una volta erano diventati anche carnivori. Rimise il tozzo di pane insieme al resto dei viveri e si alzò per continuare il viaggio.

Mentre camminava si sentiva come osservato ma ogni volta che si girava per controllare se ci fosse qualcuno sembrava tutto normale. Non si sentiva al sicuro ma non poteva fare nulla, di sicuro ormai non poteva tornare indietro, aveva oltrepassato da tempo la metà della foresta.

Passò un'altra ora buona ma ancora non riusciva a scorgere l'estremità del bosco.... c'era qualcosa che non andava... Lucia si fermò un attimo e osservò bene gli alberi e ogni dettaglio. Poi si abbassò e osservò il suolo facendo una scoperta sbalorditiva, poco sotto il terriccio si poteva chiaramente vedere una serie di lastre in pietra. Era sopra le rovine delle vecchie popolazioni che abitavano quel luogo... Improvvisamente un rumore echeggiò nell'aria, simile al verso di una scimmia, e dall'albero proprio sopra la sua testa e dal fogliamo piombò giù un primate grosso quanto un uomo che teneva saldo nella coda un bastone. Lucian si spostò con uno scatto fulmineo e l'essere atterrò creando un'onda di polvere e foglie.

<< Chi è lo stolto malcapitato che varca il territorio di Wukong!? >> sbraitò l'individuo

<< Quale territorio? Non c'è nulla di nulla qui intorno, solo alberi >>

<< Ahahahah sciocco, io sono bravo a camuffarmi quanto a combattere. Per molto ti ho seguito creando finti alberi, disorientandoti, e se alzi la tua zucca vuota e osserverai bene i rami degli alberi, noterai qualche capanna qua e la >>

<< Non sapevo che i nativi di queste terre vivessero sugli alberi... >> mormorò Lucian. Poi alzò lo sguardo e notò con stupore che la scimmia aveva ragione. Come aveva fatto a non accorgersene prima?

<< Ora dovrai subire la punizione per essere entrato senza permesso nel mio territorio!! >>

e senza alcun preavviso e senza lasciar tempo per ribattere a Lucian, si fiondò su di lui colpendolo col bastone nel fianco destro. L'uomo si accasciò al suolo per il dolore ma si rialzò poco dopo. Wukong era pronto per un altro attacco che andò nuovamente a segno. Il pover uomo, non avendo armi con cui combattere non poteva fare altro che schivare e incassare colpi. La furia del primato non continuava impetuoso colpendo e ricolpendo senza dar tregua. Alla fine Lucian cadde a terra dolorante. Sapeva che non sarebbe potuto resistere per sempre.

<< Uh Uh, è giunta la tua fine >> gridò esultante la scimmia. Afferrò il bastone con entrambe le mani e piantò saldamente i piedi a terra. Lucian non aveva la forza di rialzarsi, e credeva che per lui fosse la fine. Sul volto di Wukong cominciò a comparire un sorriso vittorioso mentre caricava il suo colpo finale, ma tutto d'un tratto gli alberi intorno a loro cominciarono a oscillare, mossi forse dal vento, ondeggiando da una parte e dall'altra come un onda lasciando i due interdetti a fissare quello strano avvenimento.

Un albero staccò dal suolo le radici e cominciò a camminare in loro direzione. Nessuno poteva sapere cosa stesse succedendo se non Wukong, che rimase quasi pietrificato alla vista di quell'essere . Lui sapeva chi era e cosa voleva, e non preannunciava nulla di buono.


salve a tutti ^^ è il secondo capitolo di questa storia e spero di non aver commesso troppo errori. sono ben accette segnalazioni e se potete anche recensioni. grazie mille in anticipo di tutto e grazie per aver letto la mia storia :D. spero vi sia piaciuta e appena posso continuerò con il terzo  capitolo

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