Love Interest - When You Can't Just Escape

di xMoonyx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Parte 2 ***
Capitolo 3: *** Parte 3 ***
Capitolo 4: *** Parte 4 ***
Capitolo 5: *** Parte 5 ***
Capitolo 6: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** Parte 1 ***


Love Interest - When you can't just escape Fandom: Supernatural, of course u.ù
Titolo: Love interest - When you can't just escape [sì, lo so, è interminabile, LO SO <3]
Pairing: Destiel, Wincest (non ricambiato, LOL) e accenni a Dean/Impala/Pie [capirete più avanti x°°]
Personaggi: Sam, Dean, Castiel, Bobby, Lisa, Cassie (solo citata)
Rating: giallo/arancio 
Genere: Comico, Romantico, Fluff
Avvertimenti: Missing Moments
Contesto: si colloca nella quinta stagione, in un punto imprecisato tra la 5x18 e la 5x21, per il semplice fatto che:
 1. Bobby è sulla sedia a rotelle;
 2. I bros non hanno ancora fermato l'Apocalisse;
 3. C'è un riferimento alla scena della 5x18 quando Castiel riporta Dean a casa, praticamente svenuto.
Riassunto: Dean e Sam lavorano ad un caso di streghe, ma sfortuna -o imprudenza del maggiore- volle che Dean cadesse vittima di un potente filtro d'amore, che gli fa letteralmente perdere la testa per suo fratello. Sam, disperato, cerca in Bobby e Cass un'ancora di salvezza, ma ancora non sa cosa Dean ha in serbo per lui...
Riusciranno Bobby e Castiel a salvare il salvabile, a proteggere la dignità e la virtù del minore dei Winchester dagli assalti del fratello e dalle sue melense lettere d'amore? E cosa c'entra Biancaneve in tutto questo?
Note: E dopo un anno di inattività [dove per inattività si intende non aver pubblicato un ciufolo in nessun fandom] torno con una nuova -e magari neanche tanto- storiella senza pretese. NON CHIEDETEMI come mi sia venuta in mente questa follia. Non so nemmeno come classificare questa... cosa. E' uno scempio. Ma beh, ieri l'ho riletta e ho pensato che non potevo semplicemente aspettare che facesse la muffa nei meandri del mio pc. QUESTA COSA doveva vedere la luce. E luce fu. Amen u.ù
Note al quadrato: è solo una noticina-ina-ina, prometto che vi rubo pochissimi secondi! Questa fan fiction -che per motivi di spazio è stata divisa in due parti- è un POV di Sam. Ho notato che nel fandom il suo POV è veramente molto raro: di solito, la maggior parte delle storie vedono Dean come narratore [ma del resto, SPN stesso ci viene mostrato attraverso i suoi occhi] e così, niente, avevo voglia di rivendicare un po' quel povero piccolo Sammy -povero piccolo che però mi verrebbe di picchiare in questa ottava stagione. Jeremy, attendo ancora delle spiegazioni da parte tua!!-. Anyway, è una novità anche per me giostrare il suo personaggio, ma devo dire che amo le novità e questa mi è piaciuta particolarmente :) detto questo, non rubo più la vostra attenzione e vi lascio alla storia :D
Disclaimer: I personaggi {purtroppo} non mi appartengono, per quanto mi piacerebbe abusar---emh, poter beneficiare della presenza di Dean nella mia stanza -o nella camera da letto *COFF COFF*-. Supernatural e i suoi PG appartengono a Eric Kripke, e la mia scrittura non ha scopo di lucro. Amate lui, gente *scuoricina*



Love Interest

When you can't just escape



Parte 1


«Bobby!»
Sam eruppe nella stanza come una furia, il fiato corto, i capelli all'aria e un'espressione folle nello sguardo. Si chiuse la porta alle spalle con un gesto fulmineo e si lasciò andare contro il legno di noce, un sospiro di sollievo che si levava con urgenza dalle labbra.
«Sam?»
Il minore dei Winchester rimase qualche attimo di troppo in silenzio tentando di rallentare i battiti del cuore, regolare il respiro e capire per quale assurda ragione l'uomo che lo stava aspettando non indossasse un cappello da baseball ma piuttosto un logoro trench.
«Cas?» domandò con una punta di delusione. Lasciò scorrere lo sguardo lungo le pareti della camera, per rintracciare una seconda presenza, ma tutto fu inutile.
«Dov'è Bobby?»
Incontriamoci nella 8b, era stata la comunicazione telegrafica del cacciatore, mentre Sam tentava disperatamente di preservare la propria dignità dagli insistenti assalti del Pericoloso Problema.
«Non è potuto venire, e ti porta le sue scuse» illustrò Castiel, facendo un passo titubante verso di lui «Ha inviato me in sua vece.»
«Questo lo vedo...»
«E' una nota di disappunto quella che sento nella tua voce?»
Sam batté le palpebre e finalmente alzò lo sguardo sull'angelo: Cas appariva preoccupato, coi capelli più stravolti del solito in contrasto all'aspetto rigido.
«N-no, è solo che... lasciamo perdere» si passò una mano sulla fronte, piegandosi sulle ginocchia e concedendosi finalmente di prendere lunghe boccate di ossigeno.
«Hai il respiro affannoso. E' successo qualcosa?»
«Cavolo, sì!»
«Stai bene? Sei stato ferito?»
Quando l'ombra dell'amico raggiunse le sue scarpe, Sam si rialzò sulla schiena. «No, no, è tutto okay» si affrettò a rassicurarlo, annuendo più per convincere se stesso che l'altro «Sto bene... beh, almeno io.»
E non ci fu bisogno di aggiungere altro. Castiel impallidì visibilmente, i suoi occhi si scurirono; poi lo raggiunse in fretta, cercando il suo sguardo.
«Dean» disse semplicemente, e Sam annuì.
«E' stato attaccato da un demone? E' in pericolo?»
«No, no, niente affatto.»
«E'...» Castiel boccheggiò un attimo. Poi strinse i pugni. «E' morto?»
«Cos...?» Sam non si sarebbe mai abituato alla logica degli angeli. «Perché dovrebbe essere...? No, no, Dean sta benissimo. Voglio dire... fisicamente è tutto apposto ma...»
Castiel si fece più vicino.
«Sam...»
Sam deglutì. Aveva bisogno di Bobby.
L'aveva chiamato immediatamente: il vecchio cacciatore era l'unico che avrebbe potuto aiutarlo, che avrebbe potuto collaborare per cercare una soluzione.
Bobby era l'unico a cui avrebbe potuto spiegare il tutto.
Ma Castiel...
«Cas, ascolta, è... un po' difficile da spiegare.»
Castiel si limitò a ridurre le palpebre a due fessure.
«Sam...»
Ancora il suo nome... iniziava ad odiare quella cantilena.
«Dov'è adesso?»
«Di sopra» pigolò Sam, sentendosi sotto esame. «L'ho... chiuso nel bagno.»
Castiel corrugò le sopracciglia, in quel modo così tipico di lui. «Perché?»
«Credo sia sotto una specie di incantesimo... stavamo lavorando su un caso di streghe. Abbiamo scovato il loro covo segreto, e siamo riusciti in tempo a ucciderle prima che fosse troppo tardi, ma Dean...»
«Cosa?»
«Lo sai com'è... c'era un pentolone... e lui ha quel vizio infantile di toccare sempre tutto, quindi ha assaggiato quel maledetto minestrone schifoso e così...» lasciò la frase in sospeso, ma Castiel non sembrava del tutto convinto.
«Che genere di incantesimo?»
«Uno un po'... imbarazzante.»
«Hai detto che l'hai chiuso in bagno: è forse diventato pericoloso?»
Sam scosse il capo con energia, ancora troppi pensieri che gli frullavano per la testa.
Pericoloso... beh, sì, in un certo senso lo era. Ma non come lo intendeva l'angelo.
«Sam, stiamo perdendo tempo.»
«No, è che...»
«Portami da Dean e vedrò cosa posso fare per spezzare l'incantesimo. Non dovrebbe essere troppo oltre le mie capacità.»
«No, Cas, ascolta...»
«Hai già risolto da solo?»
«No... ma...» Sam boccheggiò per un po', alla ricerca di una replica sensata «Non è... non sono venuto qui per il tuo aiuto. Voglio dire... non credo sia una buona idea che tu lo veda.»
Castiel adesso era seriamente confuso.
«Perché no?»
I suoi occhi blu erano particolarmente lucidi e....
«Sì, okay, d'accordo, hai vinto!» Sam sospirò, allargando le braccia. Era impossibile resistere a quello sguardo «Dean è completamente impazzito, andato, fuso... cotto
L'angelo non sembrava aver colto.
«Intendo dire... è sotto l'effetto di un filtro d'amore.»
Castiel spalancò gli occhi, incredulo.
Sempre che un angelo potesse sorprendersi di qualcosa..
«E a chi ha rivolto le sue attenzioni?» si informò, con fare clinico e leggermente... indispettito?
In quello stesso momento, un forte tonfo annunciò che Dean era riuscito a sfondare la porta del bagno.
«Saaaammmyyyy, dove sei finitooooo?! Perché mi sfuggi cosìììì?!»
Sam e Castiel si fissarono, pallidi e terrorizzati.



«D'accordo... al mio tre apriamo, okay?»
Castiel annuì, riportando poi l'attenzione sulla porta, mentre Sam recuperava la pistola dalla tasca dei jeans.
Non si sa mai, per precauzione...
«Uno... due... tre. ORA!»
Castiel spalancò la porta con un tocco, e Sam saltò dentro la stanza imbracciando la pistola.
Ma del Pericoloso Problema nessuna traccia...
Dove ti sei cacciato, Dean?
Castiel entrò dietro di lui, ispezionando la camera con scrupolosa attenzione. «Dov'è?»
«E' sicuramente uscito dal bagno» Sam abbassò di poco la pistola, azzardando qualche passo verso la suddetta stanza «Dubito che sia ancora lì, però... hai sentito anche tu quel rumore, no?»
«Forse è uscito nel corridoio.»
«No, l'avremmo incontrato sulle scale, altrimenti» lasciò ricadere la mano armata lungo il fianco, affacciandosi nella camera da letto.
Non l'avesse mai fatto.
«Sammy!»
Sussultò, voltandosi di scatto e sollevando la pistola. Lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi lo fece arrossire fino alla punta dei capelli.
«D-Dean?»
«Mi sei mancato...» fece languido quello, mordicchiandosi un pollice e sfarfallando maliziosamente le ciglia. Era sdraiato su un fianco sopra il materasso, e indossava solo una camicia sbottonata e un paio di boxer blu scuro, con l'elastico bianco.
Sam distolse immediatamente lo sguardo, catalogando quella visione tra i dieci peggiori incubi che avrebbe avuto per i prossimi cinquant'anni. Visioni del genere erano difficili da dimenticare, e anche se batteva le palpebre l'immagine non sembrava aver intenzione di scemare. Era come incisa nella sua retina...
Oh mio dio. Okay, Sam, riprenditi.
«Dean...» borbottò poi, sempre senza guardarlo, andando a recuperare i suoi vestiti ammucchiati sul pavimento. «Che stai facendo?»
E c'è bisogno di chiederlo?
«Ti stavo aspettando...» Dean si imbronciò, mettendosi a sedere sul letto, una ruga che si andava formando tra le sopracciglia. «Mi hai chiuso in bagno» gli ricordò, sconvolto.
«E' stato per il tuo bene» rispose in fretta Sam, lanciandogli i vestiti poco cerimoniosamente addosso.
Dean borbottò qualcosa tra i tessuti, annaspando per riottenere la superficie.
«Mi hai chiuso in bagno!» reiterò oltraggiato, riemergendo, con i capelli ancora più disordinati e le guance rosse. «Beh...» annotò poi, con un sorrisetto sfrontato. «Sei stato un ragazzo cattivo, Sammy. Molto molto cattivo. Dovrò sculacciarti per questo, raaawwrr.»
Prima ancora che Sam potesse aprire bocca per ribattere o anche solo formulare un pensiero coerente, si ritrovò schiacciato dal peso del fratello che gli aveva agguantato una spalla, spingendolo contro il muro.
«Sammy monellaccio» schioccò i denti ad un palmo dal suo naso, con un cenno provocante delle sopracciglia e uno sguardo famelico. Poi produsse uno strano suono gorgogliante simile a delle fusa o a un ringhio basso.
Sam si dibatté nella sua presa, allontanandogli una guancia con la mano.
«Cas! Cas, aiutami!»
Dean emerse dalla sua mano, l'espressione improvvisamente curiosa come quella di un bambino, come se tutt'a un tratto le sue emozioni si fossero annullate.
«Cas?» domandò tra le sue dita, e prima che avesse la malsana voglia di leccarle, Sam le allontanò dalla bocca del fratello.
Dean tuttavia sembrava momentaneamente aver perso interesse per lui, perché girò il collo a inquadrare l'angelo in trench, rimasto immobile sulla porta per un tempo che parve infinito.
«Ciao Cas!» cinguettò allegro, staccandosi da Sam -che sospirò di sollievo, lasciando ricadere la testa contro il muro-.
Ma il sollievo durò poco, presto sostituito da una nuova, terribile paura.
E se l'incantesimo non si fosse spezzato, e anzi le attenzioni di Dean si sarebbero semplicemente trasferite su... qualcun altro?
«Eih, Cas, aspetta....» si bloccò, scorgendo l'angelo contemplare Dean come se l'avesse visto per la prima volta.
«Alloooora, Cas, dimmi un po'... Sam ha parlato di me?» Dean si morse il labbro, le gote rosse e gli occhi luccicanti come una ragazzina innamorata e Sam si spiattellò una mano sulla fronte, affranto.
Cas catturò il suo sguardo oltre la spalla di Dean, chiaramente in cerca di aiuto, poi riportò l'attenzione sul cacciatore e provò un sorriso -che assomigliò però più ad una smorfia che altro-.
Sam si ripromise di insegnargli a sorridere, quando tutta quella storia si sarebbe risolta.
«Ma certo, Dean» gli poggiò una mano sulla spalla e quello saltò su come morso da uno spillo, una mano sulla bocca.
«Davvero?» chiese ancora, la voce vagamente isterica dall'emozione. Castiel annuì e Dean lo abbraccio di slancio, senza un motivo apparente.
In circostanze normali Sam avrebbe riso della goffaggine di Cas e del suo imbarazzo mentre dava delle pacche amichevoli sulle spalle di suo fratello, ma quelle non erano circostanze normali. Per niente.
«Sammy, le dichiarazioni falle a me la prossima volta» lo rimproverò giocosamente Dean, tornando immediatamente da lui, e allungandosi sulle punte per scoccargli un bacio in bocca.
Sam riuscì a spostarsi in tempo e le labbra umide di Dean tracciarono un percorso sulla sua guancia.
Stavano pericolosamente avventurandosi sul collo fresco di rasatura, con un mugugno rauco di piacere, che Sam lo spinse via con entrambe le mani.
Del resto, era ancora più alto e più forte di lui. E sì, decisamente più lucido.
«Perché mi rifiuti così?» piagnucolò il maggiore mettendo su un labbro tremulo.
Sam scambiò una veloce occhiata con Cas, che gli fece un impercettibile cenno di diniego con la testa, e infine si passò una mano nervosa tra i capelli.
«Emh, no... non ti sto rifiutando, ma... ecco...» guardò di nuovo Cas «Devo parlare un attimo con lui.»
«Perché?» volle indagare Dean, per poi fissare lo sguardo su Castiel, carico di sospetto «Non mi starai tradendo con quell'angelo da strapazzo!»
«No, no, certo che no!» negò Sam, sollevando le mani all'altezza delle spalle in una manifestazione di innocenza. «Ma... è per... una sorpresa!»
Oh, sì, davvero geniale, Sam!
Eppure, la balla sembrava aver funzionato.
«Sorpresa?» soffiò Dean, emozionato. Sam annuì e il maggiore si illuminò tutto.
«Però devi vestirti» gli ingiunse il primo, raggiungendo l'àncora di salvezz---la porta.
«Ma come!» Dean si diede un'occhiata contrariata «Non mi preferisci così?»
Inclinò appena il capo, e le sue lentiggini parvero più intense del solito. Sam gli diede le spalle, ignorandolo, e richiudendo la porta con un tonfo, lasciando dietro di sé la stanza, il fratello maggiore, quel folle incantesimo e tutto l'imbarazzo che ne era conseguito.
Si massaggiò la nuca, avvertendo gli occhi dell'angelo studiarlo come se fosse stato un topo da laboratorio.
«Non per qualcosa... ma perché non sei intervenuto prima?» lo accusò Sam, tanto per spezzare il ghiaccio.
Castiel sembrava stranamente distratto.
«Mi dispiace» chiosò, come se non trovasse niente di meglio da dire.
Ma ci credeva poco, e Sam lo sapeva meglio di lui.
«Lascia perdere... piuttosto, che facciamo con Dean? Hai visto cos'ha?»
«Prova una forte attrazione nei tuoi confronti» spiegò Castiel, puntando lo sguardo sulla porta, come se stesse scrutando il cacciatore dall'altra parte di essa.
«Una serie di pensieri impuri sono passati nella sua mente non appena ha notato la tua presenza. Lui avrebbe...»
«Sì, okay, risparmiami i dettagli!»
Sam avrebbe voluto dimenticare tutta quella faccenda. Solo questo. Chiudere gli occhi, risvegliarsi nel suo letto, magari con il suo laptop accanto. Con Dean dall'altra parte della stanza -a debita distanza- che decantava le qualità della sua baby, idolatrata Impala nonché suo unico vero grande amore di sempre, e magari gli raccontava la sua notte di fuoco con quella ragazza del bar e...
Accostare notti di fuoco e Dean gli ripresentò prepotentemente nella retina l'immagine di poco prima, col fratello in mutande sdraiato sul letto.
Gemette afferrandosi la testa tra le mani.
Voleva urlare. Si sentiva esplodere il cervello, e avrebbe voluto prendere a testate il muro fino a sfondarlo... o a sfondarsi il cranio.
La morte sarebbe stata preferibile a quell'incubo imbarazzante. Non avrebbe più avuto il coraggio di guardare il fratello in faccia.
«Sam» la voce calda e tranquillizzante di Castiel lo riportò al presente e al suo tragico destino.
«C'è qualcosa che possiamo fare?» lo interruppe prima che potesse dire qualsiasi cosa.
Castiel ci rifletté un attimo: Sam poteva quasi sentire il rumore degli ingranaggi all'opera.
«Posso provare a controllargli l'anima, rimettendola... a posto.»
«Intendi,» Sam si umettò le labbra, preda dell'ansia «infilargli un braccio nello stomaco per fargli la lastra?»
«Esattamente.»
Sam contò fino a dieci prima di dare una risposta: voleva essere sicuro di non risultare troppo avventato. In quei dieci secondi aveva analizzato tutti i pro e i contro della situazione.
Dean avrebbe anche potuto patire una certa dose di sofferenza, ovvio. Ma era l'unica speranza che gli era rimasta, e comunque suo fratello aveva passato quarant'anni all'Inferno e sicuramente la sua soglia del dolore era dieci volte più alta di quella di una persona normale.
«D'accordo» concordò, accompagnando la decisione con un gesto del mento «Però... fai attenzione, okay Cas? Non fargli del male.»
«Non farei mai del male a Dean» Cas strinse le labbra e Sam seppe che era sincero.
Conosceva abbastanza l'angelo per poter confermare le sue parole: l'aveva dimostrato più di una volta, quanto ci tenesse a suo fratello.
«Anche se...» Sam riportò l'attenzione sull'amico, aspettando che continuasse «avrò bisogno di qualcuno che lo distragga.»
Sam si augurò di aver sentito male. Ma poi dovette guardare in faccia la realtà e rimboccarsi le maniche.


Ciò che successe dopo, fu molto confuso e imbarazzante -ma c'era qualcosa che non lo fosse, in tutto quel casino privo di senso?-.
Il giovane Winchester avrebbe voluto rimuovere anche questo momento... forse un trapianto di cervello era la soluzione migliore, a questo punto.
Si era ritrovato bloccato contro il muro -di nuovo, di nuovo!- schiacciato dal corpo del fratello -di schiena, almeno questa volta- e da quello di Castiel.
Dean scalciava e scalpitava, cercando di sfuggire dalla presa delle sue braccia forti. O almeno, questo era accaduto quando Cas, privo di ogni delicatezza, gli aveva affondato la mano nel petto, scansionando la sua colonna vertebrale e gli organi interni.
Prima, Dean aveva creduto che fosse una sorta di gioco erotico, o che Sam volesse fare il primo passo, perché si era rilassato tra le sue braccia, malleabile e docile tra le sue dita, inarcando la schiena all'indietro e strusciando il sedere coperto appena da quella sottilissima membrana di slip contro il suo inguine.
Sam si era trattenuto a stento dal dargli un calcio proprio in mezzo ai gioielli di famiglia.
Suo fratello stava cercando di sedurlo.
Suo fratello stava cercando di stimolare la sua erezione.
Suo fratello stava cercando di eccitarlo!
Dio santo, altro che cinquant'anni... non avrebbe dormito per i successivi ottant'anni, se solo avesse avuto la fortuna di vivere tanto a lungo. O sfortuna, a seconda dei casi.
Ma i cacciatori di solito tiravano le cuoia prima, quindi...
«Hai fatto?» domandò Sam mentre Dean continuava ad agitarsi e a urlare, la manica di Cas che spariva nel suo petto in un anello di luce.
«Quasi finito» Castiel aveva l'espressione concentrata di un chirurgo al suo primo intervento. Volto corrugato, sguardo lontano, la mano che sguazzava allegramente nelle interiora di suo fratello...
No, un momento, aveva seriamente pensato "sguazzava"?
«Oh» l'angelo fece una smorfia.
«Che vuol dire, "oh"?»
Come risposta Castiel estrasse la mano dal petto di suo fratello, che buttò giù l'aria tutta d'un fiato, accasciandosi su di lui, sfiancato.
«Certo che sei un porcellino, Cas» ghignò Dean con la testa che ciondolava e gli occhi che faticavano a stare aperti. Castiel pigiò delicatamente due dita sulla sua fronte e Dean crollò come un bambino. Sam riuscì a reggerlo a stento prima che scambiasse effusioni col pavimento, e aiutato dalla creatura soprannaturale lo trascinò fin sul letto, sdraiandolo sul materasso.
«Allora?» interrogò Castiel, una volta che il corpo svenuto di suo fratello smise di gravare sulle sue braccia.
«Non ho trovato niente di strano» sciorinò Castiel dispiaciuto «a parte un amore improvviso nei suoi confronti. Non riesco a rintracciarne l'origine, e senza l'origine è impossibile bloccare l'incantesimo. Il male si deve estirpare alla radice, ma qui abbiamo solo rami.»
«Vediamo gli effetti visibili ma non conosciamo la causa» tradusse Sam «Se solo non avessimo fatto saltare in aria il nascondiglio delle streghe, a quest'ora avremmo potuto esaminare l'intruglio del pentolone.»
All'improvviso, si pentì di aver agito d'istinto e in modo tanto stupido ed infantile.
Ma aveva pensato che bruciando la radice, come la chiamava Cas, avrebbe potuto spezzare l'incantesimo.
Eppure, a quanto pareva, i sortilegi non funzionavano come i fantasmi.
«Andiamo da Bobby» decise Sam, facendo per riprendere Dean tra le braccia.
Ma Castiel lo precedette: si lasciò passare un braccio di Dean attorno alle spalle, reggendolo a sua volta, e poi con una mano sfiorò Sam.
Il giovane non ebbe nemmeno il tempo di prendere una boccata d'aria, che si sentì come risucchiato dall'ombelico.
Quando riaprì gli occhi -non ricordava di averli chiusi- si ritrovavano nell'atrio sgangherato dello studio di Bobby, con alcuni fogli che furono spazzati via dalla sua scrivania, al loro arrivo.
«Dannazione, avvisate prima!» biascicò il vecchio cacciatore, con una mano sul petto.
«Scusaci, Bobby» Sam aiutò Castiel a sdraiare Dean sul divano.
«Che è successo?» volle informarsi Bobby spingendo la sedia a rotelle al loro indirizzo. «Chi l'ha ridotto così?»
«Sono stato io» rispose Castiel indifferente, rimettendosi in piedi. Sam avvertì uno strano senso di deja vue: era come se avesse già visto quella scena.
La scoperta colse Bobby di sorpresa: probabilmente si aspettava che fosse stato Sam, in un vano tentativo di liberarsi di certe avances indesiderate.
«Castiel!» si sorprese infatti, analizzando con gli occhi il corpo di Dean alla ricerca di ferite. «Sta diventando un vizio o cosa?»
«E' stato necessario» si giustificò l'angelo nello stesso istante in cui Sam diceva: «Gli ho chiesto io di farlo.»
Bobby borbottò qualcosa di indistinto, poi mosse una mano come per scacciare una mosca molesta, e tornò dietro la sua scrivania.
«Ah, al diavolo, chi se ne frega cosa è successo. Dobbiamo risolvere il problema, e dobbiamo farlo subito.»
Aveva un tono di voce teso e vibrante, e Sam pensò che ci fosse qualcosa sotto, di non detto. Senza attendere l'invito, prese posto in una delle due sedie di fronte alla scrivania e Castiel lo imitò, occupando l'altra.
«Allora, hai trovato qualcosa?» si sporse verso l'altro cacciatore, e Bobby sollevò gli occhi su di lui, scuotendo piano il capo.
Sam non riuscì a trattenere l'amarezza.
«Niente? Niente di niente? Ma come è po-...»
«No, no, non hai capito. Il problema non è che non ho trovato nulla. E' l'opposto: ho trovato troppe informazioni» sbuffò, indicando la decina di libri aperti e altrettanti fogli svolazzanti e ingialliti sparsi sulla sua scrivania. «Teorie, cause e effetti diversi, tutti riconducibili alla parola "Filtro d'amore". Sembra quasi che le streghe e i cacciatori del passato non abbiano saputo mettersi d'accordo a riguardo, ognuno ha una teoria diversa e di conseguenza un diverso modo di agire. C'è chi parla di amore che è la forza più grande di tutte, e può creare e distruggere ogni cosa. Chi decanta le qualità dei filtri. Chi consiglia in quali circostanze usarli.»
Sam spalancò gli occhi, sconcertato.
«Consigli?»
«Sì, sembrano dei suggerimenti di moda, puah!» chiuse uno dei suddetti tomi con violenza, propagando nell'aria un nugolo di polvere che fece tossire Sam.
«E c'è... qualche soluzione? Qualcuno... elenca gli effetti?» domandò Sam tra i colpi di tosse.
Bobby annuì grave, massaggiandosi la mascella ricoperta di barba.
«Ci sono due teorie maggiormente accreditate: secondo la prima, l'effetto dell'incantesimo dovrebbe andare scemandosi col tempo, fino a dissolversi del tutto. Insomma, Dean dovrebbe guarire da solo, e da un giorno all'altro tornare com'era prima.»
«Suona bene» Sam si passò un dito sul labbro inferiore, riflettendo «Ma non possiamo permetterci di perdere tempo prezioso per assicurarcene. Dobbiamo tentare qualche altra strada e... male che vada, aspettare.»
«Hai parlato di due teorie» si aggregò Castiel, parlando per la prima volta da quando si erano seduti. «L'altra cosa dice?»
Bobby sospirò, come se si stesse preparando a raccontare un aneddoto divertente.
«Che l'incantesimo continuerà ad intensificarsi, specialmente se l'oggetto del desiderio respingerà l'amante, finché a quest'ultimo -Dean, nel nostro caso- non gli esploderà il cervello. E noi non vogliamo materia grigia sparsa ovunque come nuova cera per i pavimenti, giusto?»
Un silenzio inquietante scese come nebbia sulla stanza.
«Stai scherzando» Sam aveva lo sguardo fisso sull'amico, ma Bobby scosse la testa. «E' tutto scritto qui, se non mi credi, Einstein» spinse verso di lui uno dei tanti libri dalla copertina di pelle mangiata dalle tarme e le pagine ingiallite e tanto rigide da sembrare potersi spezzare da un momento all'altro.
Sam ebbe la conferma ai suoi dubbi -o meglio, le sue paure-, e allontanò il libro del malaugurio dal suo campo visivo.
«Allora a maggior ragione non abbiamo tempo da perdere. Dobbiamo cercare una soluzione... tutti e tre» a quell'ultima annotazione, Castiel si mise in piedi.
«Grazie Sam, per permettermi di aiutarvi. Dimmi cosa devo fare.»
«Ricerche» fu la semplice risposta di Sam, che cercò un'ultima volta gli occhi di Bobby. «Ricerche a non finire.»
«Molto bene» Bobby prese le redini della situazione «Cas, tu sei l'unico che può svolazzare da un paese all'altro del mondo: entra nelle maggiori biblioteche di tutto il pianeta, informati con quante più persone possibili, e in caso fai un salto ai piani alti e chiedi ai tuoi amici piumini.»
«D'accordo, vado subito» nemmeno finì di parlare, che Castiel sparì nel nulla.
Bobby poggiò entrambe le mani sulla scrivania.
«Io continuerò le mie ricerche qui, sono sicuro che la soluzione l'abbiamo sempre avuta sotto gli occhi.»
Sam annuì, partecipe. «Io navigherò su internet col laptop.»
Si alzò, pronto a rendersi utile, e proprio quando stava per uscire dalla stanza, già con la mano sulla maniglia, fu richiamato dalla voce di Bobby.
«E, ragazzo... ricordati dell'altro nostro problema.»
Sam si voltò, corrugando la fronte, senza capire, e Bobby tramontò gli occhi al cielo, allargando le braccia.
«Tuo fratello, idiota!»
«Ah, già, Dean...»
«"Ah già"» lo scimmiottò Bobby «Non puoi davvero pensare che quel bambinone resti a dormire per sempre. Prima o poi si risveglierà, e quando succederà, devi guardarti le spalle. Io ti ho avvisato. Intanto è meglio se ti prendi una camera separata e chiudi la porta a chiave, non si sa mai che abbia la pazza idea di violentarti durante il sonno.»
Sam cedette all'impulso di arrossire: era come se Bobby gli stesse facendo il "discorsetto". E lui non aveva più quindici anni...
«Sì, d'accordo. Andrà tutto bene, Bobby: sono sicuro che non ci saranno problemi.»


E invece, i problemi ci furono eccome.



To be continued >> Parte 2





~•~Angolo Autrice~•~
E torno a distanza di un anno con questa nuova porcheria, vogliate perdonarmi! :3  non lapidatemi, vi prego ç.ç
Penso di aver detto tutto più su, volevo solo aggiungere che, ancora una volta, ho usato uno stile un po' diverso dal solito. Non so se si è notato, ho utilizzato delle espressioni che i bros, nella versione originale del telefilm (e spesso anche nel doppiaggio italiano), usano spesso. Poi, ho cercato di renderli più IC possibili. Se in questo ho sbagliato, chiedo venia ç__ç E per finire cos'altro posso dire? Sono particolarmente affezionata a questa storiella, e quindi, niente, ai lettori l'ardua sentenza! u.ù

P.s: piccola anticipazione del prossimo capitolo. Ne vedremo davvero delle belle, e il nostro Dean innamorato darà il megl---peggio di sé :P Mi ha divertito un casino scriverla, e quindi mi auguro di avervi strappato almeno una risata! :)
Al prossimo capitolo {nonché ultimo} :D



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*** Parte 2 ***


Love Interest - When you can't just escape 2
Avvertimento: pubblicando questa storia, avevo promesso che si sarebbe composta di soli due capitoli, come sicuramente ricorderete. Ma poi la trama mi ha preso la mano, era semplicemente troppo divertente vedere i pg in quel contesto per cui il secondo capitolo si è allungato troppo. Ho deciso quindi di dividerlo in due parti. Altresì, il prossimo capitolo, ossia il terzo, sarà sicuramente l'ultimo, e non ci saranno ulteriori proroghe, posso garantirlo. Mi auguro che comunque questo non sia un problema! :3 Buona lettura :D


Love Interest

When you can't just escape



Parte 2


E invece, i problemi ci furono eccome.
Per la settimana successiva, la vita di Sam si tramutò in un inferno. Inferno per il quale, quello che aveva patito Dean un anno e mezzo prima, sarebbe stato di sicuro un picnic, a confronto.
E tutti i suoi problemi erano riconducibili ad una sola persona: suo fratello.
Dean non aveva fatto altro che guardarlo in modo adorante per tutto il tempo: a volte, mentre mangiavano, si sentiva osservato, alzava gli occhi e lo ritrovava con il volto abbandonato sul palmo, mentre sospirava innamorato e si beava della sua visione, un sorriso ebete sul volto.
Altre volte, accadeva mentre lavorava col portatile: e quando Dean veniva scoperto, lo salutava agitando le dita e mandandogli baci invisibili. Cosa per la quale Sam avrebbe volentieri preferito prendere la scossa col computer.
Oppure fare una foto al fratello, per poi fargliela rivedere quando sarebbe tornato normale. Ma no, le bastardate erano una prerogativa di Dean, non sua.
E anzi, gli sguardi erano niente in confronto a tutto il resto.
Il fatto che Sam avesse preso una camera tutta per se', aveva rappresentato una ferita troppo profonda per Dean, che continuava a lamentarsi del suo amore sofferto e mai ricambiato. Il primo giorno, aveva tentato di sfondare la porta a furia di pugni, calci, graffi e morsi.
Il secondo giorno, l'aveva aspettato al varco fin quando non era uscito per andare in bagno, e gli era saltato addosso.
Il terzo giorno, si era arrampicato sul muro ed era entrato dalla finestra, mentre dormiva, con una rosa in bocca, e Sam si era svegliato di soprassalto, scoprendolo a fissarlo con uno sguardo da maniaco.
Il quarto giorno, gli aveva cucinato i pancake a forma di cuore, con un'abbondante dose di cioccolato fuso, insistendo poi per imboccarlo. Sam aveva deciso di accontentarlo solo per paura che un ennesimo rifiuto potesse aggravare la situazione dell'incantesimo. Quel "gli esploderà il cervello" frullava nella sua testa come un campanello d'allarme. Non poteva semplicemente ignorarlo.
E poi c'erano i bigliettini che Dean gli lanciava spesso mentre lavorava. Il quinto giorno era a computer, e un aereoplanino di carta era atterrato sulla tastiera, interrompendo la sua ricerca sui contro-incantesimi. L'aveva dispiegato, con la fronte corrugata, per ritrovarsi davanti un "D+S" all'interno di un cuoricino infilzato da una freccia.
Di biglietti simili ne aveva ricevuti tantissimi, nelle ore seguenti: e tutti facevano la stessa fine. Accartocciati o stracciati, a far straboccare il cestino o come legna da ardere per il camino.
E infine, peggiori di ogni altra cosa, le lettere. Quelle melense lettere che Dean gli lasciava dietro la porta al mattino, a volte accompagnate da una scatola di cioccolatini, a volte da un peluche con un cuoricino in mano, altre volte da un mazzo di rose rosse.
Dean bussava alla sua camera, e Sam andava ingenuamente ad aprire, vedendo il fratello, in preda al panico, correre per nascondersi nella propria stanza e ridacchiare mentre lo spiava dallo spiraglio della porta lasciata aperta.
Lettere fitte fitte di scritte romantiche e sdolcinate, di dichiarazioni degne di Twilight o della telenovela più zuccherosa, o di pezzi presi da libri di Jane Austen o Shakespeare, con una calligrafia allungata e disseminata di cuoricini qua e là, senza uno scopo apparente se non quello di far saltare gli occhi di Sam.
L'ultima lettera, in particolare, gli aveva fatto accapponare la pelle. Mano a mano che scorreva il foglio, il suo volto si contraeva sempre di più.
«Seriamente?» fu l'unica cosa che riuscì a dire, quando ebbe concluso.
L'aveva immediatamente mostrata a Bobby, che aveva assunto pressoché le stesse espressioni. «Oh mio dio. Romeo e Giulietta, sul serio?»
Sam scosse il capo, indeciso se ridere o piangere, abbandonando sul tavolo da lavoro del cacciatore la lettera d'amore, su cui faceva bella mostra di sé una frase ricalcata più volte.

Oh Sammy, Sammy, perché sei tu Sammy? Rifiuta il tuo nome, rinnega tuo padre!

E nemmeno quando Sam era in un'altra stanza, Dean si dava pace.
Il quarto giorno, Castiel aveva poggiato due dita sulla fronte di Sam, per proiettargli in mente ciò che era successo prima tra lui e Dean.
Castiel era appena entrato nella stanza, sentendo qualcuno singhiozzare. Dean si era accorto della sua presenza, e quando l'aveva riconosciuto, aveva richiuso la bocca, abbattuto, perché avrebbe preferito che fosse Sam.
Ma poi, le cose erano andate diversamente...

«Non sapevo che l'amore non corrisposto facesse così male» Dean afferrò una mano dell'angelo, portandosela sul petto, a contatto con la pelle nuda. «Lo senti, Cas? Senti com'è impazzito? Questo è il mio cuore che batte per Sammy. Ma lui non mi ama, e questo mi distrugge. Mi sento come se dovesse scoppiarmi... perché fa così male, Cas? Perché tutti dicono che l'amore è bello e fa bene, e invece fa soffrire così?»

E Castiel, davvero, non aveva saputo come rispondere. Sapeva solo che avrebbe voluto proteggerlo e non farlo soffrire: mai più.



Quando, i primi due giorni, Bobby aveva pensato di far allontanare il più possibile Sam da suo fratello, le reazioni di Dean erano state inconsulte.
Allorché Sam era uscito semplicemente per prendere la posta, Dean aveva iniziato a piangere disperato, urlando di essere stato abbandonato, e accusando Bobby e Castiel di portargli via il suo amato fratellino. Alla fine, aveva minacciato di farsi saltare il cervello se Sam non fosse tornato a casa, e così, nei giorni successivi, avevano perfino rinunciato a provarci.
Per quanto riguardava le ricerche, non approdavano a niente di concreto: Bobby aveva praticamente sfogliato l'intera sua biblioteca personale, Sam quasi ogni pagina su internet che parlasse di filtri d'amore e streghe, e Cas aveva recuperato più informazioni possibili da tutto il mondo. Ma nessuna era ciò che stavano cercando.
Almeno, questo, fino al settimo giorno...




Sam navigava annoiato nel web, sorseggiando una tazza di caffè bollente, con le palpebre che faticavano a stare aperte e gli occhi che bruciavano, a furia di saettare da una finestra all'altra del suo laptop.
Venne colto da uno sbadiglio proprio mentre qualcosa frusciava nell'aria, così non si accorse dell'arrivo di Castiel, e quando lo vide riflesso nella superficie del computer sobbalzò e si rovesciò il caffè addosso.
«Accidenti, Cas! Ora capisco perché mio fratello è tanto fissato con lo spazio personale!» lo biasimò mentre analizzava la macchia sulla camicia a quadri: si era anche leggermente scottato. Con un gesto di stizza allontanò la tazzina incriminata e tamponò con un fazzoletto la macchia, mentre Castiel gli si accostava.
«Mi dispiace, Sam, non era mia intenzione.»
«Non ti preoccupare, fa niente...» lo rassicurò Sam, che dopo un paio di tentativi di rimuovere l'alone, gettò infastidito il fazzolettino sulla scrivania e sospirò: macchia 1, Sam 0.
«Comunque, perché sei qui? Hai trovato qualcosa?»
«Io no» spiegò Castiel, mentre poggiava una mano sulla spalla di Sam e magicamente fece sparire la macchia.
«Però Bobby a quanto pare sì, perché mi ha chiamato e mi ha chiesto di avvertirti.»
«Grazie, amico» osservò meravigliato Sam, tastando la stoffa perfettamente intatta. Poi, come realizzando il resto della frase solo in quel momento «Bobby? Ma sta al piano di sotto, gli bastava lanciare un grido e...» fece un movimento con la mano come per cacciare una mosca molesta, rimettendosi in piedi. «Va bene, allora muoviamoci. Era ora che trovassimo una soluzione...»
Seguito a breve distanza dall'angelo, che avanzava a grandi falcate col trench che si gonfiava dietro di lui ad ogni passo, Sam percorse il corridoio e scese le scale due a due, in fretta.
Di sotto, sull'ultimo gradino, quasi si scontrò con Dean che era appena uscito dalla cucina, con un grande vassoio fumante in mano.
«Sammy!» gli occhi del maggiore si illuminarono, mentre il minore si riprendeva dallo spavento.
«D-Dean?»
Non ci voleva! Non adesso...
Cercò disperatamente lo sguardo di Castiel ma Dean gli si fece più vicino e Sam preferì indietreggiare.
«E chi se no?»
«Ah, uhm... è un piacere vederti!»
Dean mise su un broncio scettico. «Non si direbbe, considerando che mi eviti da giorni. Oh» arrossì un po' «Hai letto le mie lettere?»
Castiel corrugò la fronte, senza capire, e Sam si affrettò a rimediare.
«Sì, sono bellissime ma... ehm... adesso ho da fare. Ne parliamo un'altra volta, ti va?»
Dean lo guardò per niente convinto, ed era chiaro come il sole che no, non gli andava. Ma forse per via del filtro d'amore, forse per qualche altra ancestrale forza della natura, annuì.
«Ma prima che vai...» sollevò il vassoio, mostrando quelli che erano...
«Biscotti?»
Il sorriso di Dean si allargò. «Li ho fatti per te, Sammy!»
Sam osservò disgustato i biscotti ricoperti di cioccolato su cui spiccava la scritta "ti amo" in glassa rosa, e sentì forte l'impulso di correre in bagno e rigettare la colazione.
Invece finse un sorriso, sollevando le mani all'altezza del vassoio in un vano tentativo di allontanarlo da sé. C'era un'odore troppo dolciastro nell'aria per i suoi gusti.
«Emh, magari un'altra volta, va bene? Ho poca fame.»
«Ma li ho fatti con tanto amore!» obiettò Dean, con gli occhi improvvisamente lucidi e l'espressione ferita.
Sam avrebbe quasi provato pena per lui.
Quasi.
Però provava più pena per se stesso.
«Non... non ti piacciono?» Dean sembrava sul punto di piangere e Sam boccheggiò cercando gli occhi dell'angelo.
Ogni volta che la vittima del filtro d'amore veniva rifiutata, rischiava di morire.
E Sam non voleva che a suo fratello esplodesse il cervello.
«No, non è questo! E' che...»
«Lui preferisce il pistacchio» intervenne Castiel, l'espressione serissima e gli occhi puntati su Dean che corrugò le sopracciglia, subito occhieggiando Sam.
«Davvero?» e sembrava sul serio spaesato in quel momento «Ricordavo che ti piacesse il cioccolato...»
«No,» si accodò Sam, grato di potersi aggrappare a qualcosa. Fece una risatina isterica. «ricordi male, l'ho sempre odiato.» mentì.
«E da quando preferisci il pistacchio?»
Dean sembrava un giudice dell'inquisizione e Sam deglutì, con un mezzo sorriso che durò appena pochi secondi.
«Da poco.»
«Ooh, da poco» ripeté Dean, come se avesse appena scoperto l'acqua calda.
«Già.»
«Ecco perché hai rifiutato i miei biscotti! Adesso capisco!» Dean si rilassò in una risata sincera, forse appena distorta da una nota di delusione. «Non c'è problema, Sammy, se vuoi te li preparo al pistacchio!»
«Non c'è bisogno, non devi disturbart-...»
«Nessun disturbo!»
Dean fece per voltarsi e correre in cucina, e Sam era indeciso se preoccuparsi dell'assalto che sarebbe arrivato più tardi o rallegrarsi di avere finalmente via libera verso lo studio di Bobby.
«Quindi... non ne vuoi neanche uno, di questi?» domandò Dean, cauto.
Sam scosse la testa con uno sbuffo, desiderando solamente raggiungere Bobby. Dean poi si rivolse all'angelo.
«E tu, Cass? Almeno uno?» c'era così tanta aspettativa nella sua voce, e i suoi occhi erano così brillanti e dispiaciuti che Cas non resistette e afferrò un dolcino, dandogli un morso, per poi rivolgere uno sguardo colpevole in direzione di Sam.
«Oh, grazie, Cas! Sapevo che potevo contare su di te! Sono buoni?»
Castiel deglutì e annuì. «Hanno un sapore molto gradevole.»
Dean sorrise come un bambino, Castiel sorrise di rimando e Sam tramontò gli occhi al cielo, afferrando le spalle dell'angelo.
«Okay, voi due, basta con gli occhioni dolci. Cas, possiamo andare?»
Castiel distolte riluttante lo sguardo da Dean, poi seguì il minore dei Winchester, docile.
«Mi dispiace, Sam.»
«Fa' niente» rispose Sam di nuovo, forse con voce più dura di quanto volesse. Si sentiva vagamente claustrofobico, voleva solo che tutta quella storia assurda finisse.



«E quindi,» li accolse Bobby di spalle, una volta che Sam e Castiel ebbero chiuso la porta dello studiolo e preso posto di fronte alla scrivania «pronti per la sorpresa?»
«Sì» rispose Castiel determinato, mentre Sam diceva: «Non aspettiamo altro.»
«Come sospettavo, abbiamo sempre avuto la soluzione sotto gli occhi» Bobby girò le ruote per mostrarsi, esibendo in mano quello che sembrava un vecchio libro impolverato con la copertina azzurra. Lo sollevò all'altezza del volto e vi soffiò sopra per scacciare la polvere, in modo da renderne leggibile il titolo scritto in un'elegante calligrafia dorata.
Sam quasi si affogò con la sua stessa saliva.
«Biancaneve, sul serio?!»
Il vecchio cacciatore tramontò gli occhi al cielo, come se si fosse aspettato quella reazione.
«Che palle.»
«Ma è una favola, Bobby» chiosò Sam. «Come può una favola aiutarci?»
«Tecnicamente, Biancaneve è esistita davvero» puntualizzò Cas, attirandosi gli sguardi sconcertati di entrambi.
Prima che Bobby potesse domandare qualsiasi cosa Sam scosse mani e testa.
«Ah, chi se ne importa se è esistita veramente o no! Qui stiamo parlando di mio fratello e della sua salvezza, non è il momento di giocare!»
«Non è un gioco, Einstein.»
«E' la verità, Sam» aggiunse Cass. «Devi avere più fede.»
«Ed è anche l'unica pista che abbiamo» si aggregò Bobby, con voce burbera, dando fine alla discussione «Allora, sai dirmi di cosa parla questa favola?»
Sam boccheggiò, poi sospirò e si lasciò andare contro la sedia, incrociando le braccia al petto.
Del resto, non aveva altra scelta.
«Di una ragazza orfana che è stata adottata dalla matrigna, che però vuole ucciderla e così paga un cacciatore per farsi portare il suo cuore. Biancaneve scappa nel bosco, dove viene aiutata dagli animali e trova rifugio in una casa, abitata da sette nani che cantano mentre vanno a lavorare in miniera.»
Sam avrebbe detto altro, ma pensò fosse necessario riprendere fiato prima, così si interruppe per umettarsi le labbra e arrossì leggermente.
Se Dean fosse stato presente, sicuramente l'avrebbe preso in giro definendolo gay.
«Sì, questa è la versione disneyana» confermò Bobby picchiettandosi il berretto «quella originale è decisamente più tragica. In ogni caso, ricordi come finisce?»
«Beh, certo» Sam non riusciva ancora a capire quale fosse il punto. «Biancaneve morde la mela avvelenata e muore di una morte apparente, dalla quale solo il bacio del principe potrà...» si interruppe, pallido. «Non vorrai...»
Bobby sollevò un sopracciglio e Sam non resistette.
«Dobbiamo tipo trovare il principe azzurro di Dean?» chiese, con una risatina incredula.
«No, idiota» Bobby scosse piano la testa «Non è il principe ciò che salva Biancaneve. E' il bacio del vero amore.»
«Oh Cristo.»
Castiel invece inclinò la testa, come un pettirosso. «Perché?»
«Perché cosa?» domandò Bobby, come se si fosse ricordato della sua presenza solo in quel momento.
«Perché il bacio del vero amore risveglia Biancaneve dalla sua morte apparente?»
Bobby scambiò una veloce occhiata con Sam, la bocca dischiusa come se cercasse qualcosa da dire, infine tornò con gli occhi sull'angelo.
«Ma per chi mi hai preso, una ragazzina? Che diavolo ne so io!»
«Non capisco. A meno che il principe azzurro non abbia poteri angelici, non può risvegliare qualcuno da una morte apparente, specialmente con un semplice gesto umano. Non ha senso.»
«Amico, è una favola» Sam scrollò le spalle «Non deve avere senso.»
«Sì, okay, molto interessante» Bobby agitò una mano per riottenere la loro attenzione. «Bene, possiamo tornare alle cose serie, adesso? Oh, ecco, molto meglio» cercò una posizione più comoda sulla sedia a rotelle. «Il punto è: solo il vero amore può spezzare l'amore fittizio creato dal filtro. Dobbiamo trovare il vero amore di Dean e fare in modo che lo baci.»
In pratica possiamo rinunciare in partenza.
«Vero amore? Dean?» Sam fece una risatina priva di allegria «Sarà un'impresa impossibile, allora, perché Dean non si è mai innamorato.»
«Nessun uomo può vivere senza amore» sentenziò Castiel, senza guardare nessuno in particolare.
Sam sentiva la speranza sciogliersi come ghiaccio al sole.
«Beh, Dean lo fa.»
«No, il piumino ha ragione» Bobby mosse le ruote verso la scrivania. «Tutti gli uomini amano. Semplicemente, alcuni lo ammettono ed altri no. Dean è uno di quelli che non lo ammettono.»
«No, sul serio?» Sam corrugò la fronte «Mio fratello? Innamorato? Stiamo parlando della stessa persona?»
«Dean Winchester» lo corresse l'angelo.
«Cosa?» si informò Sam, voltandosi a guardarlo.
«Cosa?» rispose Cas, sulla difensiva.
Sam aprì la bocca per rispondere ma la richiuse subito dopo, interdetto.
«Forza, ragazzo» lo richiamò Bobby, leggermente irritato «pensaci: ci sarà qualche ragazza a cui tuo fratello tiene, no?»
E Sam ci provò, a pensare. Ma il suo cervello era come un foglio bianco.
Si massaggiò le tempie, con una smorfia.
«No, te l'ho detto. Lui è più uno da avventure di una notte, non si è mai veramente affezionato ad una ragazza.»
«Neanche in passato?» tentò Bobby, disperato «Una cotta del liceo, che ne so? Qualsiasi cosa!»
«Forse...» Sam si bloccò, soppesando il ricordo. In effetti, qualcuno c'era...
«Cassie.»
«Sì, dimmi.»
«No, Cas, non tu. Cassie. Era una ragazza... una delle prime ragazze di Dean, penso. Sono stati assieme per un periodo quando papà era ancora vivo, poi però le loro strade si sono separate. Credo, ma non vorrei sbagliarmi, che Dean le abbia parlato del nostro, uhm, lavoro.»
«Per parlargliene, doveva essere proprio innamorato» annotò Bobby, massaggiandosi la barba.
«Non saprei... può darsi. Ma comunque è stato molto tempo fa, se anche avesse provato qualcosa per lei, ormai non è rimasto più nulla.»
«L'amore non è qualcosa che puoi semplicemente cancellare con un colpo di spugna» lo riprese Bobby, con una voce quasi aggressiva. In fondo alle pupille, Sam impallidì nello scorgere due pozze di tristezza profonda.
E capì di essere stato un idiota avventato.
Era chiaro che Bobby amasse ancora sua moglie, nonostante tutto il tempo che era trascorso dalla sua morte.
«Mi dispiace» soffiò, ma il cacciatore anziano grugnì qualcosa di indefinito, girando la sedia in modo da mostrare solo il proprio profilo. «Cassie...» socchiuse gli occhi, osservando l'angelo. «Deve proprio piacergli molto il tuo soprannome.»
Castiel non colse il significato, e in effetti nemmeno Sam. Il minore dei Winchester era così immerso nei suoi ricordi, che stentava quasi a respirare.
«Dovremo rintracciare questa ragazza, comunque» riprese dopo quasi un minuto Bobby, tornando con la sedia a rotelle sui suoi passi.
«Lo farò io» si propose Castiel, e prima che Bobby e Sam potessero ribattere, sparì in un frullio di ali.
Sam sospirò, lasciandosi ricadere contro lo schienale. «Perfetto, ci voleva solo questo. Andare alla ricerca delle fiamme di Dean.»
«Vuoi o no che tuo fratello la smetta di tentare alla tua virtù?» lo accusò Bobby, duro. Sam si sbrigò a rimediare.
«Certo che lo voglio! E' solo che.... insomma, probabilmente lei si spaventerà a morte.»
«Sono i rischi del mestiere, ragazzo.»
Sam tamburellò le dita sul bancone, attendendo che Cas tornasse, e riflettendo su come avrebbe fatto a tramortire Dean, quando Bobby gli rivolse nuovamente la parola.
«Sicuro che non ci sia un'altra ragazza, oltre a questa Cassie? Se non dovesse funzionare, è sempre meglio avere una scorta, una donna in panchina.»
Sam aveva pensato anche a quello.
«In effetti un'altra c'è, se Cas mi avesse aspettato...» lasciò il discorso in sospeso, poi si sporse sulla scrivania «si chiama Lisa, e ha un figlio di nome Ben. Dean l'aveva conosciuta a vent'anni, se non ricordo male, ma era stata solo una, beh.... una storia di una notte. Poi, però, si sono incontrati di nuovo due anni fa. Ho il sospetto che Dean credesse che Ben potesse essere suo figlio.»
«E?»
«E invece no.»
«Meglio per noi.»
«Già... ma il punto è che credo che lui abbia provato qualcosa in passato. Insomma, di sicuro lei non l'ha dimenticato e... sì, insomma... se la storia con, sai... Lucifero» Sam si schiarì la gola «dovesse finire male, vorrei che Dean andasse a vivere da lei e Ben. Voglio dire... non so quanto a lui effettivamente interessi, ma è l'unico straccio di famiglia che gli rimarrebbe se noi dovessimo... morire.»
«Non dirlo neanche per scherzo» lo accusò Bobby, lo sguardo di fuoco «andrà tutto bene con quel bastardo di Satana, e nessuno morirà. Mi hai sentito? Nessuno. Né tu, né Dean, né io, né Castiel. Saremo noi la vostra famiglia. Noi.»
Sam annuì alzando appena un angolo della bocca, più in una smorfia che in uno sforzo di sorridere.
Non voleva iniziare una nuova discussione pure su quello. Tanto Bobby non avrebbe capito... e Sam avrebbe tenuto per sé i suoi piani, ancora per un po'.
A salvarlo, giunse Castiel, che riapparve così improvvisamente dietro di lui che Sam saltò su come morso da uno spillo e rischiò di cadere dalla sedia.
«Accidenti, Cas! Ma allora è un vizio!»
Castiel corrugò la fronte, assottigliando gli occhi, come un gattino confuso e Sam girò gli occhi.
«Lascia perdere.»
«Dov'è Cassie?» chiese invece Bobby e Cas avanzò incerto, lo sguardo che faticava a puntare il cacciatore.
«Ho provato a convincerla, tuttavia non ricordava nemmeno chi fosse Dean. Così ho cercato di portarla via ma un uomo è entrato nella stanza abbracciando un fucile. Avrei potuto atterrarlo ma non volevo attirare sguardi indiscreti o rivelare la mia vera identità.»
«Perché apparire e scomparire nel nulla non lo conti, vero?» ironizzò Sam.
«No» rispose Castiel, ignorando il fatto che fosse una domanda retorica.
Sam si schiaffò una mano sulla fronte. «Perfetto! Ed ecco che possiamo già spuntare un nome dalla lista... davvero grandioso!»
«Niente panico, ci resta ancora Lisa» li tranquillizzò Bobby, per poi fare un cenno all'angelo, che sembrava profondamente abbattuto. «Non preoccuparti, non è colpa tua. Hai fatto quello che potevi.»
Cas annuì, ma non sembrò per nulla rincuorato.
Sam però non aveva tempo di preoccuparsi pure per lui.
«Va bene, e come la contattiamo? Vogliamo spaventare a morte pure lei, così rimarremo a secco e a mio fratello esploderà il cervello?!»
Il minore dei Winchester aveva la netta impressione di star diventando isterico.
«O magari potremmo semplicemente tentare un approccio diverso» Bobby lanciò a Sam quello che aveva tutto l'aspetto del cellulare di Dean.
«Come l'hai avuto?»
«Gliel'ho sfilato dalla tasca dei jeans. Era troppo concentrato a scrivere il tuo nome dentro dei cuoricini rossi per accorgersene.»
Sam sentì le guance andare a fuoco, mentre distoglieva lo sguardo.
Aveva il vago sospetto che Bobby si stesse divertendo un mondo, alle sue spalle.
Comunque, bando alle ciance, Sam scorse la rubrica del cellulare di suo fratello, pregando tutti i santi che conosceva che ci fosse registrato il numero di Lisa, fin quando non raggiunse la lettera L, e quasi il cuore gli uscì dal petto.
«YEAH!» esultò senza controllo, con un pugno chiuso in segno di vittoria.
Bobby e Cas lo guardarono con cipiglio e Sam si schiarì la gola, ancora più imbarazzato, distogliendo immediatamente lo sguardo.
«L'ho, uhm, trovato.»
«Bene, che aspetti a chiamare? Cas, tu intanto vai da Dean, prima che possa ascoltare la conversazione e sospettare che il suo fratellino -nonché amato- lo stia tradendo con la sua ex.»
«Corro» Castiel scomparve, per poi riapparire un attimo dopo, a disagio, con un ghigno timido «Ovviamente non in senso letterale. Non sto realmente corrend-»
«Idiota» borbottò Bobby, mentre Sam lanciava uno sguardo sconvolto all'angelo. «E tu che aspetti? Telefona, dannazione! » sbuffò. «Idioti.»
«Ho capito, mi dispiace. Vado» Castiel sparì di nuovo, e questa volta non tornò indietro.
Bobby si immerse di nuovo nelle sue carte e nei libri polverosi, e Sam decise che fosse giunto realmente il momento di chiamare.
Fissò per una manciata di secondi il numero splendente nel cellulare, tormentandosi l'interno della guancia: che cosa avrebbe detto a Lisa? Che scusa avrebbe inventato per farla accorrere immediatamente a casa loro?
«Sveglia!» gli ingiunse Bobby, seppellito da qualche parte dietro le montagne di libri. E Sam sussultò, colto alla sprovvista, digitando in fretta il numero e portando il cellulare all'orecchio.
Iniziò a squillare, e il giovane cincischiò nervosamente con le asole della camicia.
Va bene, Sam, devi calmarti. Andrà tutto bene. Hai già parlato con Lisa una volta, quando le hai comunicato che Dean non poteva rispondere perché stava dormendo.
Era un giovedì sera grigio e piovoso, e Dean e Sam, esausti dopo una corsa tra i quartieri più umidi di Dallas appresso ad  caso di licantropi, erano tornati al motel per passare la notte. Inutile dire che, appena varcata la soglia, Dean era letteralmente crollato sul letto, la faccia infossata nel cuscino, tanto che non sembrava nemmeno respirare.
Quella era stata la prima volta che Sam aveva sentito la voce di Lisa, ed erano comunque passati quasi due anni da quel giorno.
Il rumore di una voce dall'altra parte dell'apparecchio lo riportò bruscamente al presente.
«Pronto? Dean... sei tu?»
 «Ah, ehm...» Sam deglutì, iniziando a balbettare in preda al panico. «Io... io, no, sono Sam.»
«Sam» Lisa ripeté il nome come per saggiarne il suono, la voce che pareva leggermente delusa. «Sei suo fratello, giusto?»
«Sì, sì, esatto, sono io» Sam si sorprese di come la voce della donna non fosse cambiata di una virgola. «Non so se ricordi... quello che aveva-» risposto al telefono quel maledetto giovedì.
«Sì, mi ricordo. Dean mi ha parlato tanto di te.»
Sam deglutì, cercando di calmare il battito del cuore. Doveva smetterla di agitarsi, o Lisa se ne sarebbe accorta.
«Ma perché hai chiamato col suo numero? Gli è forse successo qualcosa?»
Ecco, appunto.
«No, è che...» Sam si massaggiò la base dei capelli, serrando gli occhi come se stesse patendo un dolore indicibile «Sta bene, benissimo. In perfetta forma... cioè, più o meno.»
«Sam» e la voce di Lisa era determinata, Sam poteva quasi immaginarla assottigliare gli occhi e stringere le labbra. «Cosa succede? Dean è ferito?»
Lei sicuramente sapeva del loro lavoro.
«No, non è ferito. Ma, è tipo... stregato» sospirò, rassegnato. O la va o la spacca. «Ma non è ancora completamente fuori pericolo. Tu sei l'unica che può salvarlo.»
«Io? E perché mai? Sono solo un'essere umano.»
«E' difficile da spiegare al telefono, ma devi fidarti di me... credimi, sei fondamentale. Se non agiamo in fretta, Dean potrebbe morire.»
Lisa trattenne il fiato, e Sam incrociò le dita.
«Spediscimi l'indirizzo via messaggio. Sarò subito da voi.»
Sam esultò mentalmente, ma si morse la lingua per impedirsi di urlare di gioia.
«D'accordo. Grazie davvero Lisa, non so come avremmo fatto senza di te, né come ringraziarti.»
Lisa, invece, sembrava saperlo: «Impedisci a Dean di morire.  Cercherò di arrivare il più presto possibile: il tempo di mettere a letto Ben e vi raggiungo.»
E quando Sam cliccò il tasto rosso per terminare la chiamata, si concesse un lungo sospiro di sollievo.
Forse non era ancora tutto finito.





Cas riapparve in cucina, proprio di fronte a Dean. A dire il vero, non era sua intenzione comparire ad un soffio di distanza dal suo volto, sapeva benissimo quando il cacciatore odiasse quella vicinanza estrema -e aveva una manciata di discussioni sullo spazio personale a dimostarlo-. Così, quando Dean rischiò di farsi sfuggire il vassoio ricolmo di biscotti appena impastati dalla sorpresa, l'angelo intervenì in tempo, afferrandolo al volo prima che riversasse il suo contenuto sul pavimento.
«Mi dispiace, non volevo» si scusò Castiel, riconsegnando l'oggetto a Dean. Ma il cacciatore questa volta non sembrava arrabbiato con lui, e Castiel si chiese se non dipendesse da quello che Sam e Bobby avevano definito filtro d'amore.
«Che riflessi!» si complimentò anzi, dandogli perfino una pacca sulla spalla.
Posò il vassoio di nuovo sul tavolo, e avvicinò a sé la ciotola con l'impasto.
«Ho messo tutto il pistacchio che ho trovato in dispensa» illustrò, sollevando con un cucchiaio di legno parte dell'intruglio verdastro. «E non ho ancora finito.»
«Perché?»
«Perché ho paura che non possano piacergli...»
«Perché?»
«Perché sono innamorato di lui e ho paura di un suo rifiuto.»
Castiel inclinò la testa.
«Perché dovrebbe rifiutarli?»
«Perché magari non li so cucinare?» Dean allargò le braccia «Amico, non lo so. Ho paura e basta.»
Poi i suoi occhi brillarono di una luce che non prometteva niente di buono.
Gli si fece vicino e gli afferrò una mano, stringendola con entrambe le sue e portandosela al petto, gli occhi che luccicavano di emozione.
«Ti va di aiutarmi, Cas?»
Castiel si ritrovò a contare le ciglia del cacciatore.
«Sì, Dean, se è questo che desideri. Dimmi cosa devo fare.»
 Dean invece sorrise al colmo della felicità e lo abbracciò di slancio -di nuovo-, rischiando di fargli perdere l'equilibrio.
«Oh grazie grazie grazie Cas! Sei il migliore!»
L'angelo sentì qualcosa agitarsi nel suo stomaco, e si chiese che cosa fosse.
Prima ancora che potesse rispondere all'abbraccio -non aveva proprio idea di cosa si dovesse fare, in quei casi, a parte dare qualche pacca sulla spalla-, Dean lo sciolse, per poi afferrargli la mano e condurlo verso il tavolo da cucina.
Cas guardò le loro dita giunte e avvertì le guance andare a fuoco, senza nemmeno sapere il perché.




To be continued >> Parte 3 {the last}





~•~Angolo Autrice~•~
E lo so che vi avevo promesso due capitoli, ma dovrete sopportarmi ancora per un altro aggiornamento!! :3 Vi è piaciuto questo Dean innamorato? Io lo trovo tanto dolce, anche se personalmente non saprei dire, tra lui e Cas, chi è messo peggio in quanto ad amore X°D Povero Sammy, lo faccio disperare, ma lui mi ama lo stesso... vero? *^* Vabbè, scusate, ieri ho passato una giornata a leggermi ff tristi, con colonne sonore tristi ed immagini tristi... volevo rallegrarmi col mio stesso capitolo, e spero che faccia lo stesso effetto anche a voi! Anche perchè, sappiatelo, è da un po' che ho l'ispirazione per una AU!WW2 e finalmente oggi mi sono decisa ad iniziare a scriverla. Sarà a causa dei motivi citati sopra, ma avevo voglia di una storia intrisa di dolcezza ma anche di angst, e cosa c'è di più angst della deportazione degli ebrei? Se poi Sam, Dean e Bobby sono tra loro, le lacrime sono assicurate ç__ç preparate i fazzoletti, se mai vorrete leggerla! Naturalmente sarà Destiel *-* ma non sono qui per farmi pubblicità quindi... vi invito ad aspettare il prossimo capitolo di questa storia, intanto! :D

P.s: piccola anticipazionedel prossimo capitolo. Castiel!pasticcere alle prese coi dolci di Sam ed un insegnante piuttosto affascinante, una Lisa più irritante del solito, gli assurdi insulti di Dean, nonché il momento glorioso dell'Impala e della pie :3 Spero di strapparvi qualche risata!! :P
Al prossimo capitolo {cioè l'ultimo... stavolta sul serio!!} :D



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Capitolo 3
*** Parte 3 ***


Love Interest - When you can't just escape 2
Avvertimento: Ooookay ogni volta vi aspettate che il capitolo pubblicato sia l'ultimo... E INVECE NO!! X°°D Ebbene, la storia è CONCLUSA, a titolo informativo. Ma mi aveva preso tanto che non sono riuscita a rendere tutto ciò che volevo in tre miseri capitoli. Quindi saranno cinque più un epilogo! :) Spero che questa sia una buona notizia per voi e non una cattiva! :D
Poi, beh... è la storia di spn più lunga che abbia mai scritto fin'ora -infatti ho sempre e solo scritto one shot- e beh, quindi ci sono particolarmente affezionata :3
LA CANZONE DA ASCOLTARE DURANTE QUESTO CAPITOLO E':
http://www.youtube.com/watch?v=qYkbTyHXwbs
(immaginatela come un POV di Cas, dove Jesse è Sam e Dean è la sua ragazza X°°D)


Love Interest

When you can't just escape



Parte 3


Cas non aveva mai cucinato in vita sua, ma avrebbe imparato anche quello per Dean.
Padelle, posate, ingredienti, erano totalmente estranei per lui. Ma aveva affrontato demoni, angeli e cavalieri dell'Apocalisse, poteva superare anche questo.
«Diamoci da fare!» era saltato su il cacciatore con un bagliore infantile negli occhi, lanciandogli un involto di stoffa «Mettiti il grembiule, Cas.»
«A che serve?»
«A riparati, è per non sporcare i vestiti.»
«Ma Dean,» protestò Castiel, tentando di districare l'involto «Io non mi macchio mai. Posso ripulire i vestiti con un tocco.»
E no, non si stava vantando. Era una semplice constatazione.
«Sì, ma come puoi avere l'aria di un cuoco se non ne indossi uno?» insistette Dean, che già aveva indossato il suo, con un disegno di un hamburger in corrispondenza della pancia.
Cas capitolò e si avvitò la stoffa attorno ai fianchi, per poi cercare con gli occhi dove fosse finita la manica. Dean, in quel momento affaccendato ai fornelli per riscaldare l'acqua, lo vide in difficoltà e rise apertamente scuotendo la testa.
«Mi dispiace» ammise Cas sincero, sentendosi inutile e stupido. Dean scosse di nuovo la testa raggiungendolo, e mostrandogli come dovesse indossare il grembiule: o meglio, lisciandoglielo e legandoglielo dietro la schiena.
L'angelo si ritrovò di conseguenza ad una distanza ravvicinata dal cacciatore e sentì il suo respiro sul collo, mentre quello era tutto attento a legargli il cinturino del grembiule. Era paralizzato. Non sapeva che farsene delle sue mani, all'improvviso così insensate e pesanti, e non riusciva a smettere di respirare.
Gli angeli non ne avevano bisogno, ma Dean aveva un buon profumo e le narici di Jimmy sembravano apprezzare.
«Ecco fatto» concluse Dean alzando gli occhi su di lui con un ampio sorriso. Cas sorrise prima ancora di rendersi conto di cosa stesse facendo.
«E adesso, a lavoro!»
Cas annuì voltandosi a guardare la ciotola piena di impasto.
Non aveva un aspetto molto invitante: le interiora dei demoni in confronto erano cibi prelibati.
«Prendine un po', distendilo col mattarello e poi con le formine separi i biscotti, va bene?» snocciolò Dean da brava mamma chioccia che insegna al figlio come accendere il gas.
«Sì» rispose Cas, nel tentativo di memorizzare i passaggi... invano.
Dean si voltò nuovamente verso la sua parte di lavoro, fischiettando soddisfatto mentre passava il mattarello sull'impasto e lo distendeva sul tavolo, cospargendolo di zucchero e farina.
E veleggiava così, tra un angolo e l'altro della stanza, trasportando pentole, cucchiai, ciotole, tutto allegro e canticchiante e Cas davvero non avrebbe saputo ricordare quando l'aveva visto altrettanto felice e spensierato. Probabilmente mai.
E provò sul serio ad imitare i suoi gesti per aiutarlo in quell'impresa titanica che gli umani chiamavano cucinare, ma era molto più difficile di quanto sperasse: quando afferrò il mattarello, lo scoprì più pesante di come supponesse, e non sapeva come passarlo sulla pasta. Provò a premerlo un po', ma il risultato fu che l'impasto si separò sotto il legno e il mattarello produsse un tonfo contro il tavolo, che fece saltare in aria il cacciatore.
Una volta, tentando di cospargere la pasta con la farina come aveva fatto Dean, la polverina aveva galleggiato un po' nell'aria, provocandogli un prurito al naso; e prima ancora che potesse chiedersi cosa fosse quel fastidio, starnutì così forte da andare a finire contro il piano della cucina, in uno sbuffo di piume -che tuttavia Dean non poté vedere... e meno male, sarebbe stato piuttosto imbarazzante in quel caso.
Un'altra volta compresse tanto la formina che essa si spezzò tra le sue dita. La fece sparire con il proprio mojo angelico prima che Dean se ne potesse accorgere.
Lo sto facendo per Sam, continuava a ripetersi l'angelo mentre il mattarello, per l'ennesima volta, aggrediva la pasta. Immaginò di uccidere un demone, e il tavolo ne risentì ancora una volta.
Questa volta Dean non lo ignorò. Alzò il volto con un sopracciglio sollevato, ma Cas finse di non vederlo, e provò ad impegnarsi ancora di più. Il risultato fu che il mattarello gli sfuggì di mano schizzando un pezzo di impasto sulla parete opposta.
Si irrigidì. «Scusa.»
Eppure le risate cristalline di Dean rimbalzarono nella piccola stanza, e Castiel corrugò la fronte seguendo i suoi movimenti. «Perché stai ridendo?»
Gli aveva appena macchiato il muro della cucina -o meglio, della cucina di Bobby- cosa c'era di così divertente?
Non avrebbe mai capito gli umani, questo era poco ma sicuro.
Dean lasciò perdere il suo impiego da cuoco per raggiungerlo, e con totale noncuranza gli si pose dietro, allungando le braccia verso il mattarello e stringendo le mani di Cas con le proprie.
Quell'improvviso calore stordì l'angelo. Poteva sentire il cuore del cacciatore battere contro la sua schiena.
«Devi fare così...» gli sussurrò Dean gentile nell'orecchio, gli occhi puntati sull'impasto, mentre faceva rotolare il mattarello.
Cas non aveva idea di cosa le sue mani stessero facendo, o di come andasse mosso il mattarello, perché il suo sguardo erano stato letteralmente calamitato dal volto di Dean.
Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
Le lentiggini di Dean erano così numerose, le sue ciglia così lunghe, le labbra così umide.
Cas percepì uno strano -ma tutt'altro che spiacevole- calore risalirgli lungo il braccio, sul collo, le orecchie e le guance.
«Hai capito come fare?» Dean fece correre lo sguardo in sua direzione e si aprì in un lento sorriso.
Cas, colto alla sprovvista, distolse lo sguardo imbarazzato. «S-sì, ho capito. Ti ringrazio, Dean.»
Il cacciatore scrollò le spalle, poi si separò da lui e gli diede una giocosa pacca sulla schiena. «Diventerai un cuoco provetto, ne sono sicuro!» gli fece l'occhiolino e in seguito si concentrò di nuovo sul proprio lavoro.
E sarebbe andato tutto bene se Dean non avesse deciso, più tardi, di fare qualcosa di avventato, attirando la sua attenzione -non che fosse difficile, Cas si ritrovava a fissare Dean più volte del previsto-.
Castiel era consapevole che qualcosa si agitava dentro di lui ma non riusciva a capire cosa potesse essere.
Fissare Dean non era una cosa buona. A Dean non piaceva. Gli diceva sempre di smetterla, eppure...
Non questo Dean. Questo Dean sembrava felice della sua presenza, e con rammarico Cas dovette ammettere che era la dimostrazione che qualcosa non andava nell'amico.
Quel filtro d'amore aveva cambiato il suo cacciatore.
Anche se questa versione del Winchester era più accomodante, Cas non voleva che il suo umano cambiasse. Voleva che Dean rimanesse se stesso e, soprattutto, che fosse felice.
Tutto il resto non aveva importanza.
E poi Dean decise di assaggiare l'impasto, e Cas non avrebbe dovuto trovarsi lì.

Cas stava lavorando col mattarello e le formine, e stava procedendo tutto alla grande, fin quando Dean non aveva deciso di assaggiare l'impasto. E così aveva immerso un dito nella ciotola e se l'era infilato in bocca, chiudendo perfino gli occhi mentre emetteva un suono gutturale.
Castiel sapeva che avrebbe dovuto distogliere lo sguardo, ma non ci riusciva. Era rimasto così catturato dalla sua visione, che continuava a lavorare sull'impasto senza più dirigere il mattarello.
Dean però si accorse di essere osservato perché aprì un occhio e, quando lo notò, gli fece un cenno con le sopracciglia.
L'angelo, al colmo dell'imbarazzo, sussultò e il mattarello gli sfuggì di nuovo di mano: questa volta non si limitò a gettare un po' di impasto sulla parete opposta, no. Spedì letteralmente un bicchiere sul pavimento, in un'esplosione di cocci che ridestarono il povero Sammy, addormentato placidamente un piano più sopra...


Lisa ci avrebbe messo qualche ora per arrivare, e Sam aveva saggiamente pensato che fosse giunto il momento di godersi un meritato riposo -ovvero senza interruzioni da parte di fratelli debosciati di sorta- giusto il tempo che la donna avrebbe impiegato per citofonare alla porta.
Il letto non era mai parso tanto caldo e accogliente, e il cuscino così morbido, come quando Sam vi si era gettato  sopra ancora completamente vestito, senza curarsi nemmeno di sfilarsi le scarpe, il vecchio materasso che cigolava sotto il suo peso.
E non appena aveva chiuso gli occhi, Morfeo era calato su di lui avvolgendolo in un velo nebbioso.
Era nel dormiveglia, mentre la sua mente vagava tra flash, immagini di sogni, ricordi e sensazioni, quando un rumore improvviso e acutissimo gli fece scivolare un brivido lungo la spina dorsale, destandolo di soprassalto.
«Dean! La colt...! ... il sale...!» farfugliò prima di realizzare dove si trovasse e perché. Si passò mestamente una mano sugli occhi, e poi sui capelli tentando insieme di misurarsi la temperatura della fronte -niente di preoccupante- e disciplinarli, prima che Lisa arrivasse.
Non che gli importasse di fare bella figura o cosa -voleva solo che quell'incubo finisse e suo fratello tornasse quello di sempre- ma era un bene accogliere una signora con un aspetto quantomeno presentabile.
Si tirò i lembi della camicia per lisciare le pieghe -senza successo, ovviamente-, e si scricchiolò il collo mentre usciva dalla stanza e scendeva le scale, ancora assonnato e sì, confuso.
Stava giusto prendendosela con comodo, con la convinzione di essersi svegliato prima che fosse tardi e Lisa arrivasse, poi ricordò invece il perché, effettivamente, avesse aperto gli occhi, cosa l'avesse strappato dal suo riposo tanto agognato: un rumore assurdo proveniente dalla cucina.
La cucina.
Dove c'era Dean.
Col panico che gli ronzava in testa e il cuore che accelerava i battiti Sam si buttò a capofitto sugli ultimi gradini, saltandone due a due -tanto le sue gambe lunghe potevano permetterglielo- e fu tanta la foga con la quale atterrò sul pavimento, che inciampò sul laccio della scarpa, e se non si fosse aggrappato al pomello dello scorrimano sarebbe diventato un tappeto.
A grandi falcate e balzi felini entrò come una furia nella cucina, urlando il nome del fratello, e rischiando di scivolare su una macchia di pistacchio sul pavimento.
«De-....?»
Sam richiuse la bocca, sconvolto, scorgendo Dean staccarsi dal dito di Cas -che aveva leccato fino a quel momento con meticolosa perizia, sotto lo sguardo incantato del moro e la sua bocca dischiusa- e l'angelo rivolgergli un'occhiata allucinata, rosso come un pomodoro maturo, con l'espressione di un bambino scoperto a rubare una caramella.
«Non è come sembra» spiegò Cas dopo essersi schiarito la gola, ma Dean sembrava essersi dimenticato della sua presenza perché come una scheggia si buttò tra le braccia di Sam.
«Amore, sei tornato!»
«Dean, che diavolo...?»
Sam lo spinse via con entrambe le mani, ma non si spostò in tempo per evitare le labbra del cacciatore, che incontrarono l'angolo della sua bocca.
«Che schifo!» Sam si apprestò a passarsi la manica della camicia sulla zona offesa, per ripulirsi dalla saliva -oddio, rabbrividiva al solo pensarci- del fratello, e Dean, una volta che riprese l'equilibrio, gli lanciò un'occhiata così ferita... che il cuore di Sam perse un battito.
Non perché all'improvviso avesse cambiato idea o provasse pena per lui.
Ma perché la prospettiva di un ennesimo rifiuto che potesse seriamente compromettere la vita di suo fratello tornò a farsi sentire con il frastuono di un tuono -anzi, dieci tuoni-.
Aveva dimenticato -o forse non ci aveva pensato- che il filtro d'amore potesse uccidere Dean.
Fargli esplodere il cervello, la testa.
Se fosse successo Sam non se lo sarebbe mai perdonato.
Cercò disperatamente aiuto negli occhi di Castiel -il cui volto aveva nuovamente riassunto il tipico colorito chiaro-, che poggiò una mano sulla spalla di Dean, rassicurante.
«Sam è solo molto stanco» agguantò un attimo gli occhi di Sam, che si sentì grato sopra ogni limite.
Forse, al termine di tutta quella maledetta vicenda, gli avrebbe dedicato una statua. O un'isola. O una stella.
Castiel era un angelo, aveva necessità -e manie- di grandezza, probabilmente. Sì, una stella sarebbe stata perfe-....
«Non è vero» ribatté Dean, con la voce tremula e... terribilmente seria, per la prima volta in quella settimana. «E' per questo che mi eviti da una settimana? Io... ti faccio schifo, non è così?»
«No, non sei tu!» cercò di rimediare Sam, agitando immediatamente le mani enormi -Dean una volta le aveva definite "pertiche"-. «Sono io che...»
"Non sei tu, sono io." Certo, Sam, idea geniale! Sembra che stai rompendo con una ragazza!
«E' che... avevi del pistacchio in bocca e... beh, non eri tu che... era il pistacchio che...»
Deglutì.
Okay, era definitivamente fottuto.
«Credevo ti piacesse il pistacchio» Dean ridusse gli occhi a due fessure e Sam prese una grande boccata, fissando Cas.
«Non sapeva fosse pistacchio» intervenne l'angelo facendo un passo avanti, in modo che Dean lo notasse e distogliesse lo sguardo da Sam «Credeva fosse...»
«... cioccolato!» gli venne in aiuto Sam e Castiel si aggregò, annuendo «sì, credeva fosse cioccolato.»
«Oh» Dean guardò di nuovo Sam, ancora una volta come se avesse scoperto l'America. «Mi dispiace, oh, credevo... sembro una ragazzina innamorata...» rise imbarazzato, mentre Sam lo scrutava senza battere ciglio.
Credimi, lo sei.
«Beh, allora non sono io che ti faccio schifo, vero?»
«Già, non sei tu» approvò Sam, sollevando gli angoli della bocca.
Il sorriso di Dean si trasformò in una smorfia maliziosa. «Allora non ti dispiace se ti bacio, vero?»
«No, affat--- aspetta, cos...?!»
Il resto delle repliche di Sam furono inghiottite dalle labbra di Dean che premettero contro le sue.
Prima che suo fratello avesse la brillante idea di inserire la lingua, Cas gli poggiò due dita sulla fronte facendogli perdere i sensi.
Dean si accasciò sull'angelo, mentre Sam batteva le palpebre sconvolto e paralizzato, in un mix di sorpresa, disgusto e paura.
Cas assunse un'espressione interrogativa e Sam scosse la testa per riprendersi.
«A-andiamo da Bobby...»
«Vai tu, io riporto Dean sul letto di sopra.»
«O-okay...»
Mentre Castiel si sistemava un braccio di Dean sulla spalla, a Sam non sfuggì un lieve accenno di sorriso nell'angelo, e il panico gli artigliò il cuore in una presa ferrea.
«Cas!»
Il nominato alzò il volto su di lui, innocente.
«Sì?»
«Tu non hai visto niente!»
«In che senso? Io ci vedo benis-»
«Il bacio!»
«Non comprendo a cosa ti riferisci, Sa-»
Il minore dei Winchester gli puntò un dito contro, la mascella  contratta nel tentativo di controllarsi, un leggero tic alla pelle del labbro sotto il naso.
«Se provi a raccontarlo in giro, io...»
«Ah, era per questo» Cas sembrò quasi sorridere per la propria ingenuità nel non capire i modi di dire umani «Non preoccuparti, non lo farò.»
Detto questo, scomparve nel nulla, e Sam con un sospiro sconfortato si diresse verso la stanza di Bobby. O meglio, provò ad andare nella stanza di Bobby, ma poi lo squillo del campanello lo bloccò sul posto.
I pensieri rifluirono tutti su un nome.
Lisa!



«Così, fammi capire bene... Dean è sotto un filtro d'amore?» ricapitolò Lisa, mentre affiancava Sam su per le scale. Bobby rimase nel piano inferiore, attendendo che Cas lo trasportasse magicamente nella stanza di Dean.
«Già, e se non interveniamo subito, gli esploderà il cervello» confermò Sam con enfasi e una certa preoccupazione, perché ogni volta che lo ripeteva diventava più reale.
Lisa non era esattamente come se l'era immaginata. Non che fosse peggio di quanto sperasse, solo, considerando i gusti di Dean, si era prefigurato in mente una donna formosa, scollata e possibilmente bionda.
Nulla a che vedere con la donna posata e gracile che si era trovato davanti, una bella mora dall'espressione materna e un pullover blu scuro con lo scollo a V.
L'aveva già vista nel sogno di Dean, in quel periodo in cui lui e suo fratello avevano cercato in tutti i modi di salvarlo dai Cerberi, ma Sam non credeva che fosse la stessa persona, né tantomeno che si chiamasse Lisa.
Lisa aveva dichiarato di aver messo a letto Ben, suo figlio, prima di venire da loro.
«E hai detto che è successo mentre lavoravate a... qualsiasi cosa sia il vostro lavoro.»
«Dean ha bevuto ciò che non doveva» tagliò corto Sam, che non aveva nessuna voglia di parlare della caccia. Non aveva idea di quanto, in effetti, Lisa sapesse, ma era comunque meglio non rischiare.
E poi, ad una seconda riflessione, preferiva non turbarla inutilmente.
«E come potrei salvarlo io?» concluse Lisa, ad ogni scalino più confusa.
La scala terminò.
Sam si fermò davanti alla porta di suo fratello, una mano sul legno, ma non aprì subito.
«E'... difficile da credere, lo so.»
«Mi hai parlato di un... bacio, se non erro» Lisa alzò un sopracciglio, fissandolo in attesa di una spiegazione plausibile. «Dammi una buona ragione per cui non dovrei voltare i tacchi e andarmene.»
«Perché se lo farai, Dean potrebbe morire» incalzò Sam.
«Sam, io ho sentito spesso parlare di te, Dean ti aveva sempre sulla bocca, ma... ti giuro che se questo è uno scherzo...»
«Avrai il diritto di prendermi a pugni» finì per lei Sam «Ma credimi, non lo è. Non scherzerei mai su una cosa del genere, e so che sembra assurdo -e Dio, in effetti lo è!- ma nel mio lavoro ne ho viste davvero tante e questa non è più eccezionale di altre. Ti fidi di mio fratello?»
Lisa lasciò passare qualche secondo prima di parlare, cercando la risposta nelle sfumature della porta. Quando riportò lo sguardo su di lui, era piena di determinazione e forse, anche un po' di rassegnazione.
«Sì, mi fido.»
«Bene. Allora fidati anche di me.»
Lisa annuì e Sam si trattenne dal non esultare. Poi aprì la porta, conducendo la donna all'interno della stanza, e scoprendo Dean sdraiato sul letto, gli occhi chiusi, una mano sul petto che si alzava e abbassava lentamente, placidamente addormentato.
A Sam sarebbe anche dispiaciuto svegliarlo, dato che da molti anni a quella parte non aveva mai visto Dean così in pace, ma dall'altro lato sapeva che quella era la tipica quiete prima della tempesta. Se non fosse intervenuto subito Dean non avrebbe più avuto pace. Magari sarebbe tornato all'Inferno, da morto.
Non poteva permetterlo.
E a dirla tutta, non aveva intenzione di perdere suo fratello.
Non di nuovo.

Castiel, che stava sorvegliando Dean mentre dormiva, si alzò dalla sedia non appena li vide entrare.
«Ciao Sam.»
Fece scivolare gli occhi su Lisa e attese in silenzio, con un leggero cenno del mento come saluto.
«Hey Cas!» lo accolse Sam, con un sospiro «Questa è Lisa. Lisa, lui è Castiel.»
Lisa fece qualche passo avanti e porse la mano all'angelo, che si limitò ad osservarla corrugando le sopracciglia.
«Emh...» intervenne Sam in imbarazzo, spingendo dolcemente Lisa verso il letto, e rivolgendo un'occhiata eloquente all'amico.
«Cas, che ne dici se porti sopra Bobby, eh?»
«D'accordo.»
Sam avrebbe voluto aggiungere di uscire dalla stanza coi propri piedi, evitando di sparire all'improvviso davanti a Lisa, per non allarmarla. Ma Cas era già scomparso prima che potesse addirittura aprire bocca.
Lisa rimase a bocca aperta.
«Ma che... è appena... come...»
«E'... non è proprio umano» Sam si schiarì la gola, nervoso.
Questa non ci voleva.
«Non conosce molto i nostri comportamenti, non è scortese, non sapeva semplicemente che farsene della tua mano.»
Lisa alzò le mani a livello delle spalle, «Okay, okay, sai che c'è? Non lo voglio sapere. Non voglio impicciarmi nel vostro... lavoro. Pensiamo a lui, piuttosto.»
Si avvicinò al letto di Dean, un'espressione premurosa sul volto, e gli poggiò una mano sulla fronte.
Scottava.
«Sembra così fragile...» commentò con un filo di voce.
Sam si ritrovò incapace di distogliere lo sguardo dal fratello.
«Sì...»
Lisa sospirò, e tornò in posizione eretta, ritirando la mano e guardando velocemente Sam. «Quindi, è sicuro che... il bacio... funzionerà?»
«E' proprio come nelle favole. O almeno così dovrebbe essere. Ma sono certo che funzionerà» la confortò. Lisa annuì, con una smorfia preoccupata.
«D'accordo, allora facciamolo.»
Stava per protendersi di nuovo verso il volto del cacciatore, tenendosi con una mano i lunghi capelli e l'altra abbandonata sullo zigomo di Dean, quando si sentì un rumore di ali e un attimo dopo la risatina gutturale di Bobby.
«Eih, ehi, frena dolcezze! Non credevate forse di iniziare lo spettacolo senza di me, vero?»
Lisa si bloccò, voltandosi in direzione di Bobby, e Castiel che aiutò la carrozzina ad avvicinarsi.
«E lasciami stare, so farlo da solo!» lo rimbrottò il vecchio cacciatore spingendo le ruote, mentre Cas allontanava le mani dalle maniglie, come scottato.
«Scusami.»
«Ah, sta zitto, ragazzo. Allora, Sam, come procede?»
«Diamo inizio alla prova del nove» replicò Sam annuendo in direzione di Lisa.
«Incrociamo le dita allora...» concluse Bobby fermando la sedia accanto ad un lato del letto di Dean.
Lisa guardò Sam in attesa, e lui annuì come segno di incoraggiamento.
Recuperò di nuovo i capelli in una mano, e si avvicinò a Dean, mentre Sam stringeva i pugni, Bobby si mordeva il labbro e Cas allungava il collo per vedere meglio.
Lisa poggiò le labbra su quelle del cacciatore, che erano bollenti al tatto, come se avesse la febbre alta, e gli depositò un breve ma dolce bacio.
Dean ebbe un fremito e tutti trattennero il respiro, in ansia.
Lisa si allontanò quel tanto che bastava per osservarlo, e mosse lievemente il pollice sulla sua guancia.
Dean aprì gli occhi. Un verde particolarmente intenso.
Sam si fece più vicino, la bocca aperta come se volesse dire qualcosa, le parole bloccate in fondo alla gola.
Cas si immobilizzò totalmente, come una statua di cera, in attesa.
Bobby strinse tra le dita i braccioli della sedia a rotelle.
Dean batté le palpebre più volte per mettere a fuoco, e fece forza sulle braccia per ritirarsi più dietro e sollevare la schiena sui cuscini.
Lisa continuò a fissarlo, e provò un sorriso.
Gli altri erano in preda all'ansia.
«Dean...?» tentò debolmente Sam, sporgendosi un poco, le sopracciglia accigliate.
Il fratello fece volare lo sguardo oltre la spalla di Lisa, fino a Sam, poi di nuovo su Lisa.
Un attimo di silenzio.
«Ma che diamine fai, oca giuliva?!» scattò sconvolto, guardandola come se fosse un verme particolarmente ripugnante.
Bobby e Cas si scambiarono un'occhiata perplessa, Sam batté le palpebre, Lisa ritrasse il volto, sconvolta.
«Sam, amore!» continuò Dean arrampicandosi sul letto per allontanarsi il più possibile da Lisa «Ti giuro che non è come sembra! E' stata lei a baciarmi, io non volevo! NON VOLEVO! Lo sai che amo solo te!»
Sam rilasciò il fiato, col cuore pesante, disperato, Cas fece una smorfia e Bobby borbottò un ruvido "Balls!" tra i denti.
Dean, che stava zampettando nervoso sul letto per raggiungere Sam e richiamare la sua attenzione, in un affranto tentativo di scuse, fu tramortito da Cas che gli premette due dita sulla fronte. Dopodiché crollò sul letto come un sasso, svenuto e con un filo si bava che gli scivolava da un lato della bocca.
Lisa invece aveva iniziato a respirare velocemente, oltraggiata.
«E' tutto uno scherzo, vero?!» esclamò con voce particolarmente acuta, isterica avrebbe detto Sam.
«Aspetta, Lisa, io non pensavo che...»
«Appunto, non pensavi!»
«Deve essere andato storto qualcosa, te lo giuro... avrebbe dovuto funzionare. Io non... non capisco.»
Lisa scosse la testa, indietreggiando sconnessamente, una mano sulla bocca, tremante di rabbia.
«E pensare che ho fatto tutto di fretta, che sono arrivata qui... sono disgustata.»
«Non era uno scherzo! L'hai visto anche tu come Dean si rivolge a me? Insomma, "amore"?» Sam allargò le braccia «Devi credermi, ti scongiuro. Non avrei motivo di mentirti! Forse abbiamo sbagliato qualcosa nella procedura...» cercò gli occhi di Bobby, nel panico «forse abbiamo dimenticato... che ne so... un incantesimo, un simbolo...»
«Ho ricontrollato la procedura sette volte, ragazzo» lo corresse Bobby, funereo «Nessun errore.»
«Ma non ha funzionato, come... com'è possibile?»
«Se non è stato un errore nella procedura» intervenne Castiel per la prima volta da quando Dean aveva riaperto gli occhi «Forse...»
«Forse avete semplicemente sbagliato persona» completò Lisa, ancora irritata e sul ciglio delle lacrime, scandagliando Sam con gli occhi. «Hai detto che solo il, com'è che dicono nei film Disney?, il bacio di vero amore, avrebbe potuto salvarlo. Beh a quanto pare io non sono il vero amore di Dean, sempre che lui ne abbia uno. Arrivederci.»
Si voltò di colpo, i capelli che dipinsero un arco in aria, e se ne andò in fretta, impettita, giù dalle scale.
«Lisa, aspetta!»
«Ho delle cose da fare, cose più importanti di cambiare i pannolini a Dean. E' tuo fratello, ed è un problema tuo. Per quanto mi riguarda ho un figlio a cui pensare. E filtro o no, è ben chiaro cosa Dean pensi di me. Non trovo motivo per rimanere ancora qui.»
«Dean non lo direbbe mai, lo sai!» provò ancora Sam, rincorrendola per le scale «Come non chiamerebbe me Amore! Il filtro gli sta spappolando il cervello, e se non riusciamo ad arrestare la sua avanzata, potrebbe fonderglielo direttamente!»
Lisa si fermò un attimo di fronte alla porta d'ingresso voltandosi un'ultima volta, gli occhi più scuri del solito. «Ho fatto tutto quello che potevo, ma non ha funzionato. Apprezzo il tuo tentativo di salvarlo, ma forse semplicemente non si può fare nulla. Che io resti qui non cambierà nulla. Mi dispiace per Dean... mi dispiace davvero, credimi. Ma non posso fare altro. Ora è tutto nelle tue mani, Sam.»
Aprì la porta, facendo entrare un refolo di aria fresca che frustò i capelli di Sam e i suoi vestiti, poi uscì e si richiuse la porta alle spalle con un tonfo.
Sam rimase di fronte alla porta chiusa, col corpo pesante, e il desiderio di sprofondare al suolo e aspettare un miracolo.
Perché davvero, ormai solo quello avrebbe potuto salvare Dean.


«Allora, analizziamo le cose come stanno... e con calma» aggiunse dopo una pausa Bobby, sottolineando particolarmente l'ultima parola, e indirizzando lo sguardo sul minore dei Winchester.
«Con calma, CON CALMA?» Sam avrebbe voluto urlare.
O piangere.
Invece si infilò le mani tra i capelli, abbassando la testa tra i gomiti.
«Possiamo ancora salvarlo» lo consolò Bobby, scuotendogli una spalla.
Sam alzò gli occhi, i cui angoli bruciavano terribilmente. Il vecchio mentore abbassò appena il capo per catturare il suo sguardo.
«Possiamo farlo, Sam.»
Gli strinse di nuovo la spalla, prima di lasciarla, e Sam annuì, umettandosi le labbra e passandosi le dita sotto le palpebre per cancellare le tracce di lacrime.
«Posso...» Cas partì piano, e quando ottenne l'attenzione di entrambi riprese, a voce più alta «Posso riprovare da Cassie, e se non si convince, potrei tramortirla e portarla qui comu-»
«No» intervenne Sam, cupo, definitivo.
«Perché?» Bobby, al contrario, sembrava favorevole alla proposta «Non possiamo permetterci il lusso di essere moralisti, Sam. Dean sta per morire e se questo è l'unico modo di salvarlo, io ci sto.»
«Potrei rimuoverle la memoria, in caso» si aggregò Cas, ispirato «Non ricorderebbe nulla di ciò che farà qui, e potrà tornare alla sua vita come se non fosse successo niente.»
«Sarebbe tempo sprecato» Sam si alzò, e iniziò a camminare avanti e indietro, incapace di guardarli «Conosco Dean. Ci teneva davvero a questa ragazza, questa Cassie... ma tra le due, teneva più a Lisa. Cassie è una sua vecchia fiamma... e se anche avesse provato qualcosa per lei, in tutto questo tempo la passione si sarà raffreddata. Sono già entrato nella testa di Dean, comunque... quando abbiamo vagato nel suo immaginario, nel suo sogno più nascosto. E una ragazza c'era, in effetti. Era Lisa. Non Cassie, Lisa» Sam si fermò, e si voltò a guardarli, la morte nel cuore e in fondo alle pupille «E se Lisa non è riuscita a guarirlo, non vedo come potrebbe farlo Cassie.»
Bobby e Cas accolsero l'idea, mentre la stanza veniva riempita del russare di Dean.
«Ma dobbiamo comunque fare qualcosa» continuò Bobby.
«Sam, sei sicuro che non ci fosse un'altra persona importante, nella vita di Dean?» domandò Castiel, controllato e ragionevole.
Sam scosse la testa, trattenendosi a stento dallo scoppiare a piangere come un bambino, proprio lì davanti a tutti.
«No... non in senso romantico, per lo meno. E no, Bobby!» si affrettò a rimediare, puntando un indice accusatore all'indirizzo del vecchio cacciatore «Credimi, se anche ci fosse, io non la conosco. Non me ne ha mai parlato magari... io e Dean non parliamo molto di queste cose. Specialmente lui. Anzi, diciamo proprio che non l'ha mai fatto. Anche se mi sforzo, non mi viene in mente niente, non so proprio come...»
Sam si stava tormentando il labbro e solo quando avvertì il sapore del sangue gli venne in mente un'idea.
«Forse non è una persona!»
Bobby e Cas alzarono gli occhi su di lui, presi alla sprovvista.
«Scusa?» lo riprese Bobby.
«Sì!» Sam avrebbe voluto ridere dalla gioia. «Ma certo! Insomma, si parla di bacio di vero amore, non necessariamente di persona! Il vero amore di Dean potrebbe anche non essere una persona.»
«Non capisco» chiosò Castiel, inclinando la testa di lato come faceva spesso.
«Per quest'unica volta mi trovo d'accordo col pennuto» seguitò Bobby, ironico.
«Dean non ha mai amato una donna, probabilmente!» esclamò Sam vibrante di gioia, un sorriso che andava da orecchio a orecchio.
Era sicuro che probabilmente i due amici l'avrebbero preso per pazzo.
«Mai quanto ha amato la sua Impala.»
«Che cosa?!» esplose Bobby, nello stesso istante in cui Cas chiedeva, le sopracciglia aggrottate e il fare clinico. «E come possiamo fare in modo che l'Impala baci Dean?»
«Non lo so!» rispose sinceramente Sam, senza demordere «Ma non è l'unica cosa che Dean ama alla follia, e forse proprio questa potrebbe essere la soluzione!»
«Siamo sicuri che il filtro non stia spappolando il tuo, di cervello?» volle informarsi Bobby, diffidente.
«Dean ama alla follia due cose in questo mondo: la crostata di mele e l'Impala. Non è esattamente l'ideale di bacio di vero amore che si immagina comunemente, ma potrebbe funzionare!»
«Sì, potrebbe» Cas annuì partecipe, e Sam sorrise tutto allegro.
«Tu sei fuori di testa» insistette Bobby «Ma quando mai abbiamo avuto a che fare con cose che non fossero fuori di testa? Ma sì, proviamo, tanto non abbiamo niente da perdere, a parte il tempo.»
«Ma potremo non perdere la vita di Dean» intervenne Cas scuro in volto, ponendo fine alla discussione. «Vado a procurarmi una crostata di mele» avvertì poi, prima di sparire.
Sam avrebbe voluto ricordargli che rubare era immorale, ma come sempre Cas non era più lì.
Sam sospirò, vagamente soddisfatto, e si poggiò al muro, le braccia incrociate sul petto.
«Continuo a pensare che tu sia pazzo, sappilo» lo ammonì Bobby, bonario «Ma io sarò ancora più pazzo, perché ho deciso di fidarmi di te.»
«Grazie Bobby» disse semplicemente Sam, rivolgendogli un sorriso riconoscente.


To be continued >> Parte 4





~•~Angolo Autrice~•~
Eccomi qui! Vi sono mancata?? ^-^ (coro di: NOOO)
Okay, okay, ricevuto ç_ç
Alloooora, so per certo che non potrete MAI perdonarmi per questo ritardo assurdo, ma sono stata davvero IMPEGNATISSIMA. Insomma, esami di maturità, ben due viaggi, festini, compleanni, feste d'addio per amici -e mio fratello- che sono partiti, nonché poi studio intensissimo per i test dell'università e adesso anche studio per scuola guida XD -che ho iniziato la settimana scorsa tipo xD- aggiungiamo che ho preferito finire la storia prima di riprendere con gli aggiornamenti. Inoltre non avendo avuto interi pomeriggi come questo inverno, non arrivavo mai a scrivere un capitolo di fila. Questo, per esempio, è frutto di almeno quattro lavori in giorni diversi xD
Poi, beh, mettiamo anche che in realtà l'ho finita da un mese ma a causa di tutti gli spoiler, del wank anti-destiel, ero stata completamente assorbita dalle novità e non ho pensato ad aggiornare.
Detto tutto questo, MI PERDONERETE? *-*
Comunque essendo ormai una storia finita penso che potrò aggiornare anche settimanalmente :3
Beh cosa posso dirvi? Spero che il capitolo vi sia piaciuto <3 

~Piccola anticipazione del prossimo capitolo:
Finalmente arriva il glorioso momento della pie e dell'Impala! :P Nonché un Bobby traumatizzato, un Castiel sull'orlo delle lacrime e un Sam sempre più determinato! Insomma, ne vedremo delle belle, quindi non mancate! ;)
Al prossimo capitolo :D



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(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)

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Capitolo 4
*** Parte 4 ***


Love Interest - When you can't just escape 4
Avvertimento: Eccovi finalmente il quarto capitolo, personalmente il mio PREFERITO!! :3
Il prossimo sarà l'ultimo, e poi ci sarà un epilogo, quindi rimanete sintonizzati :D
LA CANZONE DA ASCOLTARE DURANTE QUESTO CAPITOLO E':
https://www.youtube.com/watch?v=iQ0uTZQ1ySE 
(non prendo mai le canzoni a caso, sappiatelo :P)

Secrets of lovers
Whisper tonight
Broken down angel
Got lost in the cold daylight
The city is screaming
And I look for your eyes

Someone to lean on through the night
Your music talks to me and hits me tonight
One candle burning, I hear your voice say

So let there be love
Let there be love
Love
Let there be love

It heals and it hurts
He leads you to heaven's door
And leaves you for dirt

Someone to lean on, that's your own
Some magic conquers me and lives in my soul,
He comes like an ocean and I hear you sing
Love will conquer anything


Love Interest

When you can't just escape



Parte 4


Il tempo non sembrava passare mai mentre Sam Winchester camminava avanti e indietro davanti al letto di Dean e alla sedia a rotelle di Bobby, il primo intento a russare con un rivolo di bava che colava dall'angolo della bocca, scomposto in una posizione scomodissima sul letto sfatto, e l'altro con le sopracciglia che avevano ormai raggiunto l'attaccatura dei capelli... o del cappello.
«Ragazzo...» borbottò Bobby, forse per la sesta volta.
Questa volta, Sam non si disturbò nemmeno ad alzare lo sguardo in silenzio.
Ci sta mettendo troppo tempo, era il suo pensiero fisso, mentre si strofinava le mani e lanciava occhiate allarmate a suo fratello, ogni qual volta il maggiore emetteva un grugnito particolarmente udibile.
Sarebbe già dovuto essere di ritorno, Sam si fermò di colpo, improvvisamente pallido e teso, e se gli fosse successo qualcosa?
Scacciò subito il pensiero.
Cas è un angelo, saprebbe difendersi benissimo.
Nuovamente soddisfatto della sua conclusione, riprese a camminare avanti e indietro, per lasciare la propria attenzione -e preoccupazione- rivolte esclusivamente al problema primario.
Se passa troppo tempo il cervello di Dean potrebbe esplodere, solo formulare quella prospettiva gli fece risalire un brivido lungo la spina dorsale.
«Ragazzo... Sam?» cantilenò di nuovo Bobby.
Il suo richiamo rimase inascoltato.
Poi, tutt'a un tratto, un fruscio di ali riempì la stanza, e un attimo dopo apparve Castiel.
Sam sobbalzò con un urlo strozzato, troppo concentrato a spolverare il pavimento a grandi falcate e a tormentarsi il cervello e le dita.
«Cas!» esclamò senza fiato quando si fu ripreso dallo shock.
Solo in quell'attimo poté accorgersi del fatto che l'angelo teneva una crostata di mele impacchettata sotto il braccio, e... una fetta in mano?
Cas aveva le guance gonfie, le labbra piene di briciole, e stava masticando, guardandolo ingenuamente.
«Dov'eri finito?» lo attaccò di nuovo Sam, in tono di rimprovero «E che cavolo stai facendo?»
«Scusami» disse Cas dopo aver deglutito, poi sollevò il pezzo di crostata che teneva in mano «Non ho resistito, mi dispiace. A proposito, è squisita, ne vuoi un pezzo?»
«NO!» urlò Sam sconcertato.
Cas scrollò le spalle.
«Come vuoi» e si ficcò anche l'ultimo pezzo in bocca.
Sam non riusciva a capacitarsene. In quel momento Cas aveva un'espressione che gli ricordava terribilmente quella che aveva visto stampata in faccia a Jimmy Novak, appena un anno prima.
«Ti sembra questo il momento?!» lo accusò invece, e Cas non attese nemmeno di deglutire per chiedere spiegazioni.
«'ofa?»
«Niente, lascia perdere» Sam lo raggiunse per sfilare la crostata dal braccio dell'angelo -che lo lasciò fare, docile, leccandosi le dita-.
«Vediamo se funziona, piuttosto» commentò Bobby cupo, parlando per la prima volta dalla ricomparsa del pennuto, e muovendo le ruote della sua sedia a rotelle, fino a portarsi vicino al cuscino dov'era abbandonata la testa di Dean.
Sam aprì non senza difficoltà la scatola di cartone a motivi colorati e estrasse la crostata, dalla quale mancava la fetta che Cas aveva appena terminato.
«Ora capisco perché Dean l'adora» chiosò con un sospiro sognante.
Sam e Bobby si voltarono a guardarlo, glaciali, e Cas si schiarì la gola, in imbarazzo.
«Pensiamo alle cose serie adesso» decise Sam. Spezzò con le grosse mani un quadratino di dolce, lo estrasse dallo scatolone e lo avvicinò alle labbra piene del fratello, non senza lasciare una scia di briciole sul suo corpo, nel percorso.
«Non dovremmo prima svegliarlo?» intervenì Bobby, e Sam si interruppe, la torta a mezz'aria davanti alla bocca di Dean.
«Dici?»
«Non saprei.»
«Dubito che possa funzionare» si inserì però Castiel, le braccia incrociate al petto «Innanzitutto, nelle favole la fanciulla dormiva quando riceveva il bacio di vero amore. Se avrà effetto, Dean si risveglierà guarito. Inoltre, suppongo che non sia conveniente riportarlo qui dal mondo onirico, dal momento che per via del filtro d'amore, verrebbe, in un certo senso... compromesso.»
«Compromesso?» domandò Sam, corrugando la fronte.
«Distratto» spiegò Bobby, ricevendo l'attenzione di entrambi «Quello che la rondinella qui vuole dire è che Dean, da sveglio, se ne fregherebbe della torta e tenterebbe di saltarti addosso. Detto in parole povere.»
«Oh» Sam divenne cinereo. «Okay, dimentichiamoci di averlo proposto. Lasciamolo dormire.»
Presa questa decisione, finalmente poggiò la fragrante crostata sulle labbra del fratello.
In un primo momento non successe nulla.
Poi Dean arricciò il naso, strinse la palpebre, e protese le labbra.
«'ammy?» bofonchiò, prima di prendere un grande respiro e saltare a sedere sul letto.
Il movimento fu così improvviso che sbilanciò Sam, che cadde indietro sul pavimento, facendo fare alla torta un doppio volo carpiato, prima che fosse recuperata al volo da Castiel.
«Pie...?» si chiese Dean assonnato, battendo le palpebre pesanti per guardarsi intorno e annusando a pieni polmoni.
Guardò Cas, che per nascondere il misfatto si cacciò il quadratino di crostata in bocca -subito fulminato da Bobby-.
Poi abbassò lo sguardo sul letto e scoprì la confezione.
«PIE!!»
Come un bambino ci si fiondò, afferrando porzioni enormi e infilandosele in bocca come se non mangiasse da giorni.
Sam si era appena rimesso in piedi, massaggiandosi la nuca dolorante che aveva sbattuto sul pavimento, e quando scovò lo spettacolo che gli si dipanava davanti agli occhi avrebbe preferito rimanere a terra.
Suo fratello stava masticando a grandi bocconi, le guance pienissime, gli occhi chiusi e un'espressione di puro piacere sul volto, correlata a dei versi di godimento che avrebbero meritato una degna censura.
Però forse...
«Dean...?» lo chiamò, incerto.
Dean smise di masticare, e si voltò a guardarlo come a voler uccidere chi avesse osato disturbare il suo pasto.
Sam sentì il cuore sciogliersi.
Ha funzionato... stava quasi per sorridere quando...
«SAMMY!» Dean scalciò via le lenzuola, facendo volare la coperta e la scatola con la torta: la prima si avvolse attorno a Bobby, trasformandolo in un fantasma che agitava le braccia sotto un velo, e la seconda fu presa al volo dall'angelo, che ne approfittò per spolverarsi il contenuto.
Sam cercò di allontanarsi in tempo, ma suo fratello gli si era già arrampicato sul petto, avvolgendolo con le sue braccia forti, e ributtandolo a terra perché Sam fu incapace di reggere il suo peso.
«Oooh, lo sapevo che mi amavi! E non potevi che dimostrarmelo in questo modo!» Dean era praticamente commosso, Sam non l'aveva mai visto così felice «Ti sei ricordato della mia crostata! Oh, Sammy, sei così dolce!»
Sam cercò di scappare e sottrarsi a quelle attenzioni indesiderate, ma Dean era a cavalcioni su di lui e non sembrava intenzionato a lasciarlo andare.
«Solo che così mi fai ingrassare...» rise divertito, le lentiggini più evidenti del solito, mentre più dietro Cas stava cercando di liberare Bobby dalla coperta, mentre quello si agitava e imprecava a denti stretti.
«Ah davvero?» Sam cercò di sfilarsi dalla stretta, ma Dean strinse le ginocchia e si chinò su di lui, passando maliziosamente un dito sul suo petto coperto dalla maglietta. «Ma so come potremo smaltire le calorie...»
Fece un sorriso eccitato e gli si stava per aggredire le labbra quando Sam -che aveva già chiuso gli occhi per non vedere l'orrore, spinto la testa di lato e posto le mani tese come scudo- sentì un fruscio d'ali. Un attimo dopo Cas era oltre la spalla di Dean, un'espressione furibonda -non poteva che essere... gelosia?-, espressione che rivolse però a lui... come se fosse colpa sua poi!- prima di poggiare una mano sulla spalla del maggiore dei Winchester e sparire insieme a lui chissà dove.
Sam riprese fiato violentemente, il petto finalmente libero dal peso del fratello -che non era esattamente una piuma- e lasciò ricadere la testa sul pavimento, esausto.
«La situazione è peggiore di quella che credessi» disse Bobby avvicinandoglisi con le rotelle. «Ma non di quanto mi aspettassi. Voglio dire... poteva andare peggio.»
Sam si passò una mano sugli occhi, cercando ancora di riprendere fiato.
Aveva appena visto una torta volare in aria, suo fratello fargli proposte indecenti, e un angelo geloso incenerirlo con un'occhiata assassina.
Oh sì, poteva andare peggio. Come no.





Castiel ricomparve accanto all'Impala, ancora reggendo la spalla di Dean, che per il contraccolpo ricadde in ginocchio, colto da un improvviso conato che lo costrinse a portarsi una mano alla bocca.
Cas sentì qualcosa agitarsi nel suo stomaco. Com'è che Sam l'avrebbe chiamata? Preoccupazione?
«Ti senti bene?»
Dean non rispose. Si limitò a scuotere la testa.
L'angelo gli si accuccio di fronte, cercando i suoi occhi.
«Dean...?»
«Cavoli, Cas, ho quasi vomitato!» gli rispose lui, acceso «Insomma... avevo appena mangiato una crostata, e... odio quando mi teletrasporti così!»
«Scusa» rispose Cas, mogio.
Dean batté le palpebre come per riprendersi dal capogiro. «Mi è tipo risalita la crostata... ne sento ancora il sapore in bocca.»
«Forse perché ce ne hai ancora un po' sulle... labbra» Cas si ritrovò a fissarle, e gli risultò difficile distogliere lo sguardo -Perchè?- quando Dean lo richiamò.
«Dove?»
«Qui ne è rimasto un pezzo...» Cas allungò le dita e sfiorò delicatamente il labbro inferiore del cacciatore, per afferrare la minuscola briciola che era rimasta imprigionata.
Poi alzò gli occhi su di lui, scoprendolo a fissarlo, e meccanicamente si portò la briciola alla bocca.
Quella torta era come una droga.
Questa briciola, però, aveva un sapore diverso... un retrogusto particolare.
Cas corrugò le sopracciglia cercando di capirlo e Dean distolse lo sguardo, rimettendosi in piedi.
«E comunque, perché siamo qui?» volle informarsi, duro, spolverandosi i jeans.
E per un momento sembrava essere tornato il Dean di sempre, pensò Cas mentre si rimetteva in piedi.
«Perché dobbiamo salvarti» rispose Cas, incapace di mentire.
«Salvarmi, e da cosa?» Dean lo fissò, sospettoso «Voglio tornare da Sammy.»
«Ora ci torniamo.»
«No, intendo ORA.»
Cas si voltò di nuovo verso di lui, rivolgendogli lo sguardo più minaccioso del suo repertorio, lo stesso che gli regalava spesso i primi mesi che si erano conosciuti.
«Ti ci porterò quando lo deciderò io. Prima devi...»
In quello stesso momento, come se quel discorso avesse attivato qualcosa tra i neuroni del Winchester, Dean si portò con una smorfia sofferente le mani alle tempie.
«Dean...?» chiese Cas, teso.
Il cacciatore scosse la testa «Non è niente, sto bene, è solo che... AH!» una nuova fitta lo costrinse a piegarsi pericolosamente, e Cas intervenì subito a reggerlo prima che potesse cadere.
«Dean!» urlò, preoccupato, mentre il cacciatore iniziava a sanguinare dalle orecchie.
«Mi fa male la testa... ho bisogno di Sammy...»
«Ora ci andiamo!» lo rassicurò Cas, cercando di trascinarlo verso l'Impala «Ma prima dobbiamo tentare...»
«Mi sento come...» Dean trattenne il fiato al sopraggiungere di una nuova fitta. Cas gli poggiò una mano sulla fronte per frenare il dolore, ma il suo incantesimo di guarigione non ebbe effetto.
Dean aveva la fronte sudata, il volto contratto, ed era terribilmente pallido. Inoltre, continuava a scivolargli un rivolo di sangue dalle orecchie.
«Mi sento la testa che scoppia!» si lamentò, in crisi «Fallo smettere!»
Cas fu folgorato da un ricordo.
E se non lo salviamo... gli esploderà il cervello.
Preso dal panico, strinse di più le braccia di Dean, poi gli avvolse un braccio attorno al dorso per reggerlo.
«Dean, ehi, Dean, ascoltami. Finirà tutto, te lo prometto.»
«Me lo prometti?»
«Te lo giuro.»
«Giuralo su Sammy.»
«Lo giuro su tutto quello che vuoi. Ma adesso devi ascoltarmi. Ci riesci?»
Dean annuì, ancora sofferente.
«S-sì.»
«Bene» Cas lo accompagnò fino all'Impala. «Fingi che questa macchina sia Sam.»
«La mia baby?» Dean corrugò le sopracciglia «Perché dovrei fingere che-AAAH!»
«Fallo e basta!» Cas lo resse ancora, mentre Dean cercava di riprendersi dalla nuova fitta.
«Che dovrei fare?»
«Tu cosa faresti se avessi di fronte Sam?» rispose Cas con lo stesso tono. Dean ci pensò un po' su -il che gli procurò non poco dolore- ma per fortuna ci arrivò subito.
«Lo bacerei!» ghignò.
Cas sapeva che era l'unico modo. La cosa che Dean amava di più, oltre alla torta, era l'Impala. Forse avrebbe funzionato.
«Allora fallo» concluse Cas, cercando di non pensare a ciò che questo implicava.
L'idea che Dean potesse baciare Sam era... disturbante.
Cas avrebbe voluto giustificarsi che fosse per il fatto che erano fratelli, ma non era mai stato uno troppo ligio agli standard, quindi non sapeva davvero spiegarsi perché la sola idea che Dean potesse baciare suo fratello fosse così insopportabile.
Prima, per esempio, Cas si era ritrovato a provare un'improvvisa rabbia nei confronti di Sam, e non riusciva a capirne il motivo. Sentiva solo che dovesse allontanarlo da Dean, e subito.
Comunque, Dean si era lasciato convincere dalla proposta dell'angelo -o forse il mal di testa era troppo forte e la sola idea che qualcuno potesse liberarlo da quel dolore l'aveva motivato abbastanza- e si era chinato sull'Impala, depositando un dolce bacio sulla sua scura carrozzeria.
Cas si ritrovò catturato da quel movimento.
Era incredibile come quelle labbra piene ed umide si piegassero e si premessero con così tanta dolcezza e insieme decisione, e le lentiggini sembravano più accese, e le ciglia sugli occhi chiusi molto più lunghe ed arcuate.
Cas si rese conto che Dean aveva finito quando un oceano di verde si aprì in quelle ciglia, e Dean si voltò a guardarlo.
«Beh, fatto, e adesso?»
Cas batté le palpebre per riportarsi al presente.
«Cosa?»
«Adesso possiamo andare?» chiese Dean, che tendeva ad urlare come se si trovassero in mezzo ad una tempesta che disturbava l'udito.
«Ti è passato il mal di testa?» si stupì l'angelo.
A quel punto, l'incantesimo avrebbe dovuto funzionare.
Dean scosse la testa, dispiaciuto, e Cas avvertì un dolore freddo all'interno del proprio stomaco, come se si stessero rivoltando le viscere di Jimmy dentro il suo corpo.
Avrebbe voluto vomitare, ma gli angeli non ne sentivano l'istinto, quindi cos'era quella sensazione?
Se nemmeno l'Impala aveva funzionato, cosa avrebbe potuto salvare Dean?
Era destinato a morire in maniera così orribile?
Sentì gli occhi pizzicare e non si spiegò il motivo. Forse gli occhi di Jimmy erano difettosi.
Dean fu colto da una nuova fitta, questa volta più forte delle altre, e si accasciò a terra.
Cas lo afferrò in tempo, prima che potesse cadere, e Dean gli si aggrappò al petto come se fosse la sua unica ancora.
«Cas... mi avevi promesso che avrebbe smesso... ma non è così, non è...»
«Ti salverò, Dean!» Cas sentì gli angoli degli occhi bruciare.
Il cacciatore stava lasciando ciondolare la testa, la presa sul trench di Cas che si faceva più debole.
«Io ti salverò, hai capito? Guardami!»
Gli afferrò il volto con entrambe le mani, e cercò i suoi occhi.
«Non ti lascerò... morire
Dirlo fu terribile.
Non aveva mai preso sul serio l'evenienza che potesse succedere.
Era sicuro che lui, Sam e Bobby avrebbero risolto la situazione.
Ci riuscivano sempre...
Gli occhi verdi di Dean, di solito tanto vivaci e brillanti, erano adesso così opachi...
 «Ti ho salvato una volta dalla perdizione...»
Dean faticava a tenere gli occhi aperti. Le dita scivolavano dal suo trench.
«... posso farlo ancora.»
Dean chiuse gli occhi e si accasciò su di lui, perdendo completamente i sensi.
Cas lo strinse, in ginocchio, prima che potesse cadere, e gli passò una mano tra i capelli morbidi, in un vano tentativo di risvegliarlo col suo mojo angelico.
Ma questa volta Dean non riaprì gli occhi.
Questa volta i poteri angelici di Cas non avevano effetto.
Cas lo strinse di più e avvertì qualcosa di caldo rotolare giù dalle palpebre.




Quando Cas riapparve, reggeva in braccio un Dean addormentato.
Lo adagiò sul letto, ma questa volta in modo premuroso. Non si limitò a buttarlo come un sacco di patate come al solito.
«Fammi indovinare» lo accolse Sam, funereo «Non ha funzionato e l'hai dovuto addormentare, vero?»
Cas continuava a dargli le spalle, lo sguardo diretto al cacciatore.
«Non l'ho addormentato...»
Aveva una voce strana il pennuto, pensò il minore dei Winchester, avvicinandoglisi.
Era come... spezzata? Più bassa del solito?
«Cas...?»
«Eih, palla di piume!» lo richiamò Bobby, allungando il collo dalla sua postazione, stupito da qualcosa sul volto di Cas che Sam, dalla sua postazione, non riusciva a vedere.
«Sei sicuro di stare bene?»
Cas non rispose.
Sam si fece avanti, poggiandogli una mano sulla spalla per farlo voltare. «Cas...»
«Non l'ho addormentato, è svenuto» Cas continuò a fissare Dean, immobile sul letto che l'aveva ospitato ormai così tante volte in così pochi giorni.
Sam sentì il respiro morirgli in gola.
Deglutì, trasferendo lo sguardo sul fratello. In effetti, non stava russando, né sbavava. Aveva un colorito pallidissimo, le labbra livide e gli occhi cerchiati.
Come aveva fatto a peggiorare in così poco tempo?
Sam non riuscì a spostare gli occhi. Sentiva solo il cuore a mille. Che potevano fare adesso?
Cercò aiuto nello sguardo di Bobby, in preda al panico più totale, e scoprì il vecchio ubriacone a fissare qualcos'altro, con l'espressione concentrata e vagamente sorpresa, con tanto di bocca dischiusa.
Sam seguì la traiettoria della sua occhiata e scoprì Cas.
L'angelo si era mosso di poco per avvicinarsi al cuscino di Dean, una mano sulla guancia del cacciatore -forse tentava di somministrargli qualche incantesimo, pensò Sam- ma a quanto pareva, non era questo che stava fissando Bobby.
Sam lasciò risalire lo sguardo dalla mano al volto di Cas, e fu qui che si bloccò, sorpreso.
Cas aveva le labbra strette -non una grande novità, le teneva così la maggior parte del tempo- ma ciò che colpiva erano gli occhi.
Gonfi, lucidi e arrossati.
Non poteva che significare una cosa.
Aveva pianto.
Castiel, il loro angelo freddo e apparentemente insensibile, aveva pianto. Per la prima volta. Per Dean.
E immediatamente fu come se tutte le tessere del puzzle si incastrassero alla perfezione, come se il filo si fosse ricucito: tutto adesso aveva un senso.
Tutti gli sguardi interminabili, languidi e intensi, tutti i sorrisi teneri e complici, tutte quelle parole, tutte quelle promesse, tutti quei sacrifici.
Dean e Cas condividevano un legame che Sam non era mai riuscito ad inquadrare davvero -e certe volte, ne era quasi invidioso, perché Cas capiva Dean come lui non aveva mai saputo fare-.
Castiel, semplicemente conosceva ogni lato di suo fratello, anche il peggiore, e amava ognuno di essi.
Ecco la parola giusta. Amore. Non poteva che essere quello.
Sam si sentì un emerito coglione per non averlo capito prima.
«Bobby... posso parlarti un attimo?»
In circostanze normali il padre adottivo avrebbe sollevato delle obiezioni, ma quelle non erano circostanze normali, e i ragionamenti di Bobby sembravano seguire la sua stessa lunghezza d'onda, perché appena si furono chiusi la porta alle spalle -lasciando Dean e Cas da soli-, fu Bobby il primo a rompere il silenzio.
«Da quando gli angeli piangono?»
Infatti.
«Bobby, dimmi che stai pensando quello che sto pensando io.»
«Che quel pennuto si è preso una bella sbandata per la tua sorellina Rapunzel? Sì.»
«Non credo che se ne rendi conto» continuò Sam, riflessivo «Cas non conosce le emozioni.»
«Ma è evidente. Lo è sempre stato e non ce ne siamo accorti. Ammetto che ho sempre sospettato qualcosa, ma... beh se non sono l'unico a pensarlo...»
«C'è un solo modo per scoprirlo.»
Sam e Bobby si guardarono.
Non c'era bisogno di ulteriori chiarimenti.
«Il problema sarà spiegarlo a Cas» annotò Bobby.
Non credo che gli dispiacerebbe... pensò invece Sam.



«Dovrei baciare Dean? Io?»
Cas continuava a far guizzare lo sguardo da uno all'altro, perplesso.
«Sì, beh...» si impappinò Sam.
«Perché?» domandò ancora l'angelo, confuso.
«Beh, non abbiamo molte alternative ormai...» si inserì Bobby.
«Ma credevo non contasse l'amore fraterno» insistette l'angelo.
«Non è esattamente... tu non sei davvero suo fratello...»
«Ma nemmeno Bobby lo è.»
«Sì, ma lui... oh...»  Sam sospirò, in cerca di aiuto.
«Beh, vedi, le abbiamo provate tutte» illustrò Bobby, pratico «Niente ha funzionato, e Dean rischia di morire se non facciamo qualcosa. Rimaniamo noi tre. Sam non può essere la soluzione, primo perché è suo fratello di sangue, e secondo perché è lui la vittima dell'amore provocato dal filtro. Non può anche essere la soluzione. Io sono troppo vecchio, Dean è come un figlio per me, e io sono come un padre per lui. Tu invece... sei il più indicato. Dobbiamo solo... provare.»
Bobby fece una smorfia, come riflettendo su ciò che aveva detto, e Sam poteva facilmente immaginare cosa stesse passando attraverso quella vecchia testa dura.
Probabilmente l'idea di vedere Dean baciare un uomo, e per di più Castiel, non era esattamente in cima alla lista dei suoi desideri.
A Sam non interessava, sinceramente. Voleva solo riavere suo fratello.
Salvarlo...
Non era riuscito a farlo per così tante volte che aveva ormai perso fiducia in se stesso. Non voleva fallire di nuovo... non questa volta.
Non così.
Cas guardò Dean, e strinse di nuovo le labbra. Poi guardò loro.
Infine sospirò.
«D'accordo.»
Sam esultò mentalmente. Era stato più facile del previsto.
«Però...» continuò l'angelo, titubante.
«Però?» lo esortò Bobby, forse più rude del previsto.
Cas sembrava a disagio, al colmo dell'imbarazzo.
«Io... non so come si fa.»
Sam, che si era aspettato chissà quale problema madornale come "non penso che possa funzionare" oppure "ma io non sono innamorato di lui... e sicuramente lui non lo è di me", tramontò gli occhi al cielo.
«Basta che poggi le tue... le tue...» Sam gesticolò, forse più imbarazzato di lui «le tue labbra sulle sue!»
Arrossì.
Dio, insegnare agli angeli come baciare.
E come baciare Dean per giunta!
Roba da non credere...
Cas annuì, poi rivolse la sua attenzione a Dean, come se stesse riflettendo su qualcosa e corrugò la fronte.
Un attimo dopo, una mano a lato del cuscino di Dean per reggersi, si chinò, lentamente... molto lentamente...
Sam non si era nemmeno reso conto di star trattenendo il respiro. E Bobby, accanto a lui, era teso come una corda di violino.
Cas si fermò ad un palmo dal naso di Dean e alzò gli occhi sulle palpebre chiuse del cacciatore, quasi respirando il suo respiro. Poi prese un gran respiro, chiuse gli occhi e colmò la distanza che li separava.
Il bacio fu delicato e gentile, appena uno sfiorarsi di labbra, un fondersi di respiri, e Sam sentì le guance andare a fuoco.
Attesero, col fiato in sospeso e poi... Dean annaspò all'improvviso, come emergendo dalla superficie del mare dopo che aveva trattenuto il fiato per troppo tempo.
Saltò a sedere di colpo, senza staccarsi da Cas né aprire gli occhi, anzi afferrandogli la nuca con una mano e aprendo le labbra per approfondire il bacio, emettendo strani grugniti di piacere mentre Cas spalancava gli occhi, rigido e con le guance improvvisamente paonazze.
Sam era a bocca aperta, troppo sconvolto per dire qualcosa.
Bobby si era tappato gli occhi con una mano.
«Resterò traumatizzato a vita... per quel poco che mi resta, intendo.»




I know what I want
I know what I feel
I know what I want

Sam non poteva sapere a cosa avesse pensato Cas, per spiegarsi come funzionasse un bacio. Non ne aveva mai dato uno, e non aveva mai realmente osservato due persone scambiarsene qualcuno -tranne quando Dean aveva baciato Anna, visione che sia allora sia adesso che la riportava alla memoria, gli aveva fatto frullare qualcosa nello stomaco. Nonché provocargli un improvviso odio per sua sorella che aveva osato violare così l'Uomo Giusto e la sua purezza.
E poi c'era stata quella volta a S.Valentino, quando erano sulle tracce di Carestia. Ma quelle persone affamate di amore e sesso più che baciarsi sembravano divorarsi la bocca, e sicuramente non era quello che Sam intendeva al momento.
Così Cas aveva semplicemente ripensato al modo in cui si erano poggiate le labbra di Dean sulla carrozzeria dell'Impala.
E poi era stato facile.
Più si chinava, tuttavia, più sentiva uno strano calore invaderlo, calore che era diventato insopportabile quando era arrivato quasi a sfiorare il cacciatore. Il respiro di Dean gli solleticava la pelle delle guance, e sembrava... così calmo, come se dormisse. Cas lo guardò, ed erano così vicini che poteva contargli tutte le lentiggini e le ciglia.
Il suo respiro poi aveva un buon odore.
Sarebbe potuto rimanere a fissarlo in eterno -letteralmente- ma sapeva che i tempi stringevano, e che Sam e Bobby lo stavano osservando, che si aspettavano qualcosa da lui.
Non poteva deluderli.
E soprattutto, non poteva lasciare che Dean morisse.
Non... non voleva perderlo.
Non aveva mai baciato nessuno, ma quando le sue labbra sfiorarono quelle di Dean si ringraziò per non averlo mai fatto, perché fu colto da una serie di brividi, formicolii e strane sensazioni che si librarono in tutto il suo essere, ramificandosi dalla sua bocca, e davvero se un bacio trasmetteva tutte quelle emozioni, non voleva che fosse stato con nessun altro che non fosse Dean.
Sentiva il suo sapore sulle labbra. Quelle del cacciatore erano piene e morbide, e terribilmente calde.
E inoltre, sapevano di mele, zucchero e cannella -colpa della crostata, probabilmente-.
Stava per staccarsi, e vedere se Dean si risvegliava, quando qualcosa gli afferrò la nuca, spingendolo di nuovo verso il basso, mentre il corpo sotto di lui, con un colpo di reni si sollevava, portando le loro labbra a scontrarsi di nuovo, questa volta violentemente.
Spalancò gli occhi, scorgendo il volto di Dean ad una vicinanza incredibile. Poteva seguire ogni tessuto della sua pelle, ogni sfumatura di colore. Gli occhi del Winchester, però, erano ancora chiusi, così l'angelo decise di imitarlo.
Cas non ebbe il tempo di capire cosa fosse successo perché una nuova ondata di calore gli bruciò le guance, mentre le labbra del cacciatore si schiudevano contro le sue, e il bacio divenne piuttosto... Cas pensò umido.
Quella che probabilmente era la lingua di Dean gli passò sulle labbra e Cas rabbrividì, sentendo tutto il suo corpo accaldarsi senza un motivo apparente.
Poi Dean gli morse il labbro inferiore e il dolore colse Cas impreparato. Si lasciò sfuggire un gemito, subito strozzato dall'altro che ne approfittò per superare le sue barriere. Un attimo dopo, Cas seppe solo che la lingua di Dean stava vagando nella sua bocca, esplorando ogni angolo, mentre le labbra continuavano a premere contro le sue in un ritmo abbastanza regolare.
Poi, Cas smise di pensare. Le sue labbra si mossero da sole, ad inseguire il movimento di quelle del cacciatore, e le sue mani si aggrapparono ai suoi fianchi, mentre sentiva solo il desiderio di farsi più vicino, di sentirlo più vicino.
Dean continuò a lavorarsi la sua bocca, facendogli provare una sensazione tutt'altro che spiacevole... anzi, Cas non stava così bene da anni, secoli, millenni.
Dean mugugnò qualcosa di incomprensibile, mentre premeva sempre di più contro le sue labbra, cercando ancora più vicinanza,  e affondando l'altra mano tra i suoi capelli, stringendoli quasi in un appiglio.
Cas riusciva ad avvertire che a Dean iniziava a mancare il respiro, e che quindi presto avrebbe dovuto interrompere il bacio per riprendere fiato, e Cas non voleva che ciò succedesse così presto, così mosse la propria lingua per incontrare quella del cacciatore, e quando ciò accadde avvertì una nuova esplosione di sensazioni, che questa volta minarono anche al suo basso ventre.
Cas si sarebbe chiesto perché ma al momento non gli importava. C'erano solo Dean e le sue labbra.
Nemmeno Dean sembrava dispiaciuto dall'iniziativa dell'angelo, perché si staccò un attimo, con un rumore simile a quello di una ventosa, per poi fiondarsi di nuovo contro le sue labbra, la testa inclinata dall'altro lato, il pollice di una mano che accarezzava l'angolo della mascella di Cas, l'altra che stringeva sempre di più i suoi capelli.
Poi ci fu un colpo di tosse e Dean interruppe il contatto. Lentamente. Solo in quell'istante Cas si accorse che il bacio era finito: quando smise di percepire qualcosa di umido e bagnato sulla bocca, e quando perse il calore che aveva guadagnato.
Aprì gli occhi, totalmente spaesato da tutto quello che era successo, e vide Dean fare lo stesso.
Si fissarono per un istante, mentre gli occhi di Dean cercavano di metterlo a fuoco.
E poi la comprensione si fece spazio in quel verde e Dean allargò le palpebre di colpo, sussultando.
Sobbalzò così tanto all'indietro, pur di allontanarsi da Cas, che sbatté violentemente la testa contro la  testiera del letto e imprecò di dolore massaggiandosi la zona offesa.
Era senza fiato.
Cas era immobile e rosso, ancora come paralizzato dal bacio.
Sam e Bobby, invece, erano sconvolti.



To be continued >> Parte 5





~•~Angolo Autrice~•~
Eilààà people!! :D Come va la vita?
Come promesso, dopo una settimana precisa ho aggiornato. Di sabato, yeah :P
Siete in ansia come me per la puntata di SPN martedì?!? IO GIA' MI MANGIO LE UNGHIE! KILL ME PLS T__T
E avete visto l'anticipazione con Dean che prega Cas?? VABBE' COMUNQUE....
Tornando alla storia. Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimenti :3
Personalmente è quello che preferisco, anche perché mi ha letteralmente fatto uscire fuori le scene più destiel che avessi mai scritto -e non mi riferisco necessariamente a quella finale... quanto soprattutto a quella di Cas che piange ç__ç
Insomma, non è facile scrivere di certe situazioni... specialmente perché è una scena a cui pensavo dal finale dell'ottava. Cas che non può più curare Dean -qua per via dell'incantesimo, nel vero spn perché Cas è umano- e se Dean si ferisse davvero, come si sentirebbe Cas?
Beh io ho provato ad immaginarlo e mi sono dilaniata il cuore da sola perché sono masochista, that's all ç___ç
ANYWAY. La pie e l'Impala hanno finalmente fatto la loro comparsa :D
Era quello che vi aspettavate?
Vi ha deluso?
Fatemelo sapere con una recensioncina °^°

~Piccola anticipazione del prossimo capitolo:
Dean non reagirà esattamente bene a tutto quello che è successo, ma Sam, Bobby e Cas non sembrano intenzionati a dargliela vinta. Se volete sciogliervi nei destiel!feels e ridere un po' con le disavventure di Sammy, non perdetevi il prossimo capitolo! ;)
Au revoir :D



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Capitolo 5
*** Parte 5 ***


Love Interest - When you can't just escape 5
Avvertimento: Mi spiace per il ritardo di due giorni ma capitemi, venerdì ho iniziato l'università e tra lezioni di mattina, scuola guida di pomeriggio e uscita il sabato sera con amici non ho proprio avuto tempo di aggiornare :3 questo è il penultimo capitolo, più destiel che mai *-* il prossimo sarà l'epilogo :D
LA CANZONE DA ASCOLTARE DURANTE QUESTO CAPITOLO E':
https://www.youtube.com/watch?v=agqPwZqQfHA&noredirect=1
(anche qui, la canzone non è presa a random, ma descrive parte del cap <3)


So it’s over
This time i know it’s gone
Salt water
You tasted it too long
I put it on
Once it starts

Up in flames
Up in flames
Up in flames
We have slowed way down

So it’s over
As time flying on
This time I know your song
Stop and slowed way down
Stop and slowed way down
Up in flames
Up in flames
Up in flames
We have slowed way down





Love Interest

When you can't just escape



Parte 5


Sam si affrettò subito verso il fratello, allarmato.
«Dean!» gli afferrò una spalla, per assicurarsi che stesse bene, e come ringraziamento si guadagnò un'occhiataccia.
Dean si dibatté violentemente dalla sua presa, cercando di allontanarsi sia da lui che da Cas, lasciando guizzare lo sguardo da uno all'altro, confuso, terrorizzato, incredulo.
«Che diamine... cosa...?» poi, come se la testa avesse mandato una nuova fitta, si portò una mano alla tempia con un gemito strozzato.
Cas sembrava essere ricaduto lentamente nel presente, come risvegliandosi malvolentieri da un sogno bellissimo.
«Non ha funzionato» sussurrò a mezza voce, lo sguardo nel vuoto, nel panico più totale, e Sam si chiese come potesse esserne così sicuro. Dal suo punto di vista, aveva funzionato eccome.
«Dean...?» domandò, incerto, provando di nuovo a toccare la spalla del fratello. Questa volta Dean lo lasciò fare, docile, con gli occhi tuttavia ancora nervosi, che si muovevano velocemente sul lenzuolo, come se stesse cercando di riordinare la mente.
«Che succede?» chiese, alzando lo sguardo su di lui.
Sam giurò di non aver mai visto suo fratello più smarrito. I suoi occhi verdi erano spalancati e splendenti, le sopracciglia leggermente contratte.
«Ti... ti senti bene?» volle indagare Sam, cauto. Dean deglutì, attento a non rivolgere l'attenzione a Castiel, ancora seduto immobile sul bordo del letto.
«Che cosa è successo?» rispose invece Dean, ignorando la sua domanda. I suoi occhi seguirono con aria critica la scia di briciole di crostata sul lenzuolo. «E che ci faccio qui?»
Sam si voltò verso Bobby, speranzoso, e il vecchio cacciatore sembrava esultante.
«Sei felice di vedere Sam?» chiese poi, distratto, e Sam gli regalò un'occhiata interrogativa. Poi comprese, si diede dell'idiota, e si voltò per non perdersi la reazione di Dean.
Il maggiore aveva battuto le palpebre, corrugato la fronte, e finalmente rialzato gli occhi su di loro, come notando la presenza di Bobby solo in quel momento.
«Sam?» ripeté, come se avesse sentito male «Che diavolo significa se sono contento di vederlo?» poi, in sua direzione «Eri ferito? Dove sono le streghe? Ti hanno lanciato un incantesimo?»
«No, io sto ben-»
«Se le becco giuro che stacco loro la testa. Eih, un momento, ma non l'avevo già fatto?» Dean si portò di nuovo una mano alla tempia, sofferente, ma Sam non poté fare a meno di sorridere.
All'improvviso sembrò sciogliersi qualcosa nel suo petto. Come se un peso di piombo gli fosse scivolato via dalla gabbia toracica. Aveva voglia di urlare dalla gioia: i suoi muscoli facciali non risposero agli stimoli e si aprirono in un sorriso che andava da orecchio a orecchio.
Un attimo dopo, non riuscì a contenersi e abbracciò Dean stretto, come se non volesse più lasciarlo andare.
«Wooho, ehi!» Dean, colto alla sprovvista, diede qualche colpetto perplesso alle spalle del minore. «Calma, tigre.»
«Sam, lascialo respirare» rise Bobby dietro di lui e Sam si staccò, sollevato e, finalmente, felice.
«Dean, è così bello rivederti. Per un momento credevamo...» sospirò, lasciando la frase in sospeso.
«Che importa, adesso stai bene.»
«Ho rischiato di morire?» si stupì Dean.
«Una specie» tagliò corto Bobby, agitando una mano come se fosse una faccenda di poca importanza «diciamo che ci sei andato vicino.»
«Sembro farlo piuttosto di frequente, negli ultimi tempi» commentò Dean con una smorfia sarcastica.
Il fratello, notò Sam, continuava a fingere che Castiel non esistesse. Del resto, l'angelo non aveva praticamente aperto bocca e non stava facendo alcuno sforzo per ricordare la sua presenza.
«Sono state quelle streghe? Eppure ricordo che le avevamo uccise...»
«Infatti è stato così» confermò Sam, scacciandosi una ciocca di capelli particolarmente curiosa dalla fronte. «Ma hai accidentalmente...»
«Stupidamente» corresse Bobby.
«... bevuto uno dei loro intrugli, beccandoti un incantesimo... uhm...» Sam scambiò una veloce occhiata con Bobby, chiedendosi se fosse il caso di dire la verità.
Il vecchio scosse appena la testa e Sam deglutì. «Quasi mortale» terminò, vago. «Ma abbiamo fatto qualche ricerca e siamo riusciti a salvarti.»
«Dio benedica google, allora» rise Dean col suo solito tono allegro, stiracchiando le braccia. «Cavoli quanto odio le streghe.»
«Ricordi qualcosa, ragazzo?» domandò Bobby, cupo, e Sam avvertì un brivido freddo risalirgli lungo la spina dorsale.
Con la coda dell'occhio, notò Cas irrigidirsi.
Dean parve riflettere sulla domanda, con l'espressione contratta, e si morse il labbro.
«Non... non proprio» poi, probabilmente sentendosi osservato. «No, direi di no.»
Sam sospirò di sollievo, lasciando ricadere indietro la testa, gli occhi chiusi.
«Meglio così» convenne Bobby, scrutando Cas da sotto il cappellino da baseball al contrario.
Dean parve notare l'angelo solo in quel momento. Gli rivolse uno sguardo breve, calcolatore, diffidente, e accorgendosi che l'altro lo stava fissando, lo distolse in fretta.
C'era una strana tensione nell'aria, tanto fitta da potersi tagliare con un coltello.
Questa volta, però, era una tensione negativa, gelida, e Sam era ben lieto di interromperla, battendo le mani e attirando bruscamente su di sé l'attenzione di tutti. Fu quasi sicuro di aver visto Dean e Cas sussultare.
«Bene! Sembra che Dean sia tornato in forma! Che ne dite di  festeggiare?»
«Che in questo caso significa dormire» ironizzò Bobby.
«Devo aver dormito parecchio oggi, da mezzo-morto-stregato...» obiettò Dean, ingenuamente, ma Sam non riuscì a imitare il suo sorriso «Perché mi sento stranamente riposato! Quindi... sì, direi che una bella birra farebbe al caso nostro. Oh... e che non contenga qualche strano veleno mortale.»
E poi Cas esplose.
Sam non seppe spiegarsi se fosse per essere stato ignorato fino a quel momento, o perché l'angelo era semplicemente incapace di mentire, o perché odiava l'idea che Dean avesse perso la memoria, ma quando Cas parlò lo fece con un certo tono di urgenza e rabbia.
«Non eri addormentato, eri svenuto!» chiarì l'angelo, quasi stupito dalla stupidità dell'altro. Ecco, era proprio quello il tono, Sam non avrebbe saputo pensare ad una descrizione migliore. «Ti stava per esplodere il cervello, e sarebbe successo se non fossimo intervenuti. Non è da oggi che sei sotto l'incantesimo, ma da una settimana, Dean. E non era un veleno. Era un filtro d'amore.»
Dean si voltò a guardarlo del tutto. «Cosa...?» soffiò, a mezza voce, totalmente preso in contropiede.
«Un filtro d'amore» ripeté Castiel marcando ogni sillaba «Che ti avrebbe fatto esplodere il cervello se fossi stato rifiutato per troppo tempo.»
Dean sembrava indeciso se ridere o chiedere qualcosa, poi guardò meglio Castiel, assottigliando gli occhi, e parve essersi accesa una lampadina nella sua testa, perché aprì la bocca come per dire "Aaah ora capisco".
Eppure Sam era sicuro che avesse frainteso e capito malissimo.
«Già, avevi perso la testa per me» intervenì, e quando Dean lo guardò Sam fu sicuro di veder crollare la sicurezza ottenuta un attimo prima. A quanto pare, Dean ricordava il bacio con Castiel -o non si sarebbe spiegata la sua reazione così violenta- e forse per un momento aveva pensato che fosse a causa del filtro d'amore. Sam voleva che capisse che quel bacio era stato autentico.
«Cosa?» sbottò invece Dean, come realizzando il significato della frase solo in quel momento. «Io... tu... oh mio dio.»
Deglutì, nervosissimo. «Non ricordo nulla!»
«E meno male» Bobby tramontò gli occhi al cielo «Ci hai fatto passare una settimana infernale, ragazzo. Specialmente per Sam.»
«Sì, ma è tutto passato...» cercò di rimediare Sam, a disagio.
Era stato già imbarazzante stare vicino a suo fratello nell'ultima settimana, ma parlarne con lui da lucido era dieci volte peggio.
Dean era pallido e imperlato di sudore freddo, e sembrava aver perso l'uso della parola.
«Forse Sam conserva ancora qualcuna delle tue lettere d'amore» disse Cas con tono neutro.
Dean trasalì.
«Le mie... cosa?»
«No, niente... Cas... Cas!» Sam cercò di richiamarlo ma l'angelo era ormai partito per la tangente.
Per un momento Sam pensò lo stesse facendo apposta per sconvolgere Dean e ferirlo, ma poi si rese conto che l'angelo parlava con un tono ingenuo e affabile, quasi che pensasse di fargli un favore a inserire nella sua mente quei ricordi che, per fortuna, aveva perduto.
«E gli hai preparato i biscotti» continuò Cas «che per inciso, sono squisiti. Sei un ottimo cuoco, dovresti cucinare più spesso. Certo, io sono un angelo e in teoria non dovrei aver bisogno di mangiare, quindi il mio parere potrebbe risultare inverosimile e distorto, ma il sapore di quei dolci non era sgradevole quindi suppongo che siano...»
Dean ascoltava il resoconto con le labbra che tremavano nel tentativo di dire qualcosa, qualsiasi cosa, che potesse scongiurare quegli eventi.
«Non ero io!» esclamò ad un tratto, interrompendo lo sproloquio dell'angelo. Si voltò verso Sam, agitato.
«Sammy, te lo giuro, qualsiasi cosa io abbia fatto... quello non ero io! Io non farei mai... non sono...»
«Non preoccuparti, lo so» Sam gli poggiò una mano sulla spalla, per tranquillizzarlo «Ho già dimenticato tutto. Eri sotto un filtro d'amore, normale che agissi così. Ma per fortuna ora sei tornato in te, e devo ammettere che non mi dispiace affatto aver perso un pretendente che attende alla mia virtù ventiquattr'ore su ventiquattro.»
Dean deglutì e Sam rise, dandogli una pacca sul braccio. «Dai, scherzavo!»
Dean era ancora turbato, però, e non rise con lui.
«Mi... dispiace. Per quello che è successo... qualsiasi cosa sia successa e... e.. sapete cosa? Non voglio saperlo. Non voglio sapere più nulla» rabbrividì.
«Ma...» stava iniziando Castiel, e Dean alzò gli occhi su di lui, nervoso.
«Ho fatto cose... troppe cose di cui mi pento» concluse, acceso, puntando gli occhi su Castiel.
E fu come se qualcosa si spezzasse.
L'angelo richiuse la bocca, improvvisamente cupo, rigido, un muscolo che guizzava sulla mascella.
Dean mantenne lo sguardo, furente, e Sam capì troppo tardi il peso che quelle parole avevano avuto, dette in quel modo, su Castiel.
L'angelo, infatti, aveva stretto i pugni.
«Bene, allora» commentò, duro. Un attimo dopo sparì.
«Cas...!» lo richiamò Sam.
Ma Cas non tornò indietro.
«Stupido angelo!» sbottò Bobby, per poi incenerire Dean con gli occhi «E tu sei ancora più stupido!»
«Dean!» rimarcò Sam, in tono di rimprovero. Il cacciatore guardò entrambi, perplesso.
«Che c'è?» domandò sulla difensiva, allargando le braccia. «Ti ho già detto che mi dispiace, Sam, per qualsiasi cosa io abbia... abbia tentato di fare. Lo userai contro di me, ne sono certo. Quindi vaffanculo in anticipo. Ora, se non vi dispiace, vorrei solo dimenticare.»
«Lo so, Dean...» si affrettò a rimediare Sam, indisponente «Non era a questo che mi riferivo!»
«E allora cosa?»
«Castiel ti ha salvato la vita» replicò, serio «e tu lo ringrazi così?»
«Che dovrei fare, comprargli un mazzo di rose?» Dean fece una risatina priva di allegria «E poi perché mi stava... stava...» la voce gli morì in gola mentre agitava una mano, quasi sperando che potesse finire la frase per lui.
«Baciando?» gli venne in aiuto Sam.
Rispondendo al tuo, di bacio, pensò invece.
Dean saltò su, il volto accaldato, e iniziò a borbottare nervosamente frasi frammentarie che suonavano tutte come "Io non..." "non era..." "e lui..." "... non ero io..." agitando le mani e facendo di tutto per non guardarli.
«Doveva spezzare l'incantesimo, ecco perché» concluse Sam.
Dean lo scrutò allucinato.
«Quello che tuo fratello sta cercando di dire...» interloquì Bobby, con sufficienza «E' che il contro-incantesimo per il filtro d'amore era il bacio del vero amore.»
Dean parve finalmente risvegliarsi dal suo stato comatoso. «Cosa?!» scattò. Poi, con una risatina sarcastica «Dove diamine sono finito, in un film Disney? L'avete costretto voi a... a...»
«Eravamo disperati!» quasi urlò Sam «Dean, stavi morendo, dannazione! Le abbiamo provate tutte! Cassie, Lisa, l'Impala... ma nessuna di queste ha funzionato!»
«Mi hai fatto baciare una macchina?» domandò invece Dean.
«Non è questo il punto!» Sam sentì di star perdendo la pazienza «Non sapevamo cosa fare, tu eri sempre più debole ed in punto di morte, ed eravamo rimasti solo noi. Ho solo pensato che Cas...»
«Beh, allora hai pensato male!» gli urlò contro Dean, rosso, Sam non seppe se per l'imbarazzo o la rabbia.
«Abbiamo pensato benissimo invece, considerando che l'incantesimo si è spezzato» fece Bobby, rude.
Dean aprì la bocca, poi la richiuse.
Infine fece scorrere lo sguardo da uno all'altro, con una smorfia.
«Cosa state cercando di dirmi? Che sono follemente innamorato di Cas e che la forza del nostro legame ha spezzato l'incantesimo brutto-brutto delle streghe?»
Il suo tono di voce era sprezzante e con un accento infantile, ma Sam rispose come se fosse una semplice domanda.
«Sì, esattamente.»
Dean rise, cercando una posizione più comoda sul letto.
«Siete pazzi.»
«E tu sei un coglione» disse invece Sam, nessuna traccia di divertimento nella voce. «Non c'è niente di male a provare dei sentimenti per qualcuno, De-»
«Oh no!» lo fermò Dean puntandogli un indice sotto il naso «No, no, no, non cominciare col discorsetto profondo sui miei sentimenti, Sam! Mi sembra di trovarmi in uno di quei filmetti per ragazzine di quattordici anni» sbuffò «ero sotto un filtro d'amore. Mi sono risvegliato. Bene. Io non ricordo niente di quello che è successo, non potreste farlo anche voi? E' successo, basta. Si va avanti. Non pensiamoci più. Io non sono innamorato di Cas, questo è ridicolo. E l'aspetto più ridicolo di tutta questa storia è che voi ci credete!»
«Non voglio mettere in dubbio le tue sicurezze, Dean, ma l'incantesimo parla chiaro. Cas non sarebbe riuscito a risvegliarti, baciandoti, a meno che tu non lo amassi davvero.»
«Che cazzata...»
«Allora spiegami come mai ti sei risvegliato!» insistette Sam.
«Forse scadeva da solo dopo una settimana...» Dean scrollò le spalle, come se non gliene importasse più di tanto. «O avete letto male le istruzioni. Chi se ne frega! L'importante è che sono di nuovo io, no?»
«Non dovresti trattarlo così» insistette Sam, assottigliando gli occhi «E comunque, tanto per fartelo sapere, lo sospettavo da un po'. Che tu provassi qualcosa per lui, intendo.»
Dean boccheggiò incredulo, scuotendo la testa, poi spostò gli occhi su Bobby, come in cerca d'aiuto.
«Non guardare me, ragazzo. La penso come lui.»
Dean lasciò ricadere le braccia su lenzuolo, con un sospiro. «Due contro uno, accidenti» scosse la testa di nuovo, con una risatina cinica «Allora, ascoltatemi bene, io NON sono gay, chiaro? E non sono innamorato di Cas, caso chiuso. E adesso, se non vi dispiace, vado a prendermi la birra» fece per alzarsi dal letto ed ebbe un capogiro che lo costrinse ad aggrapparsi al tavolino.
«O magari due» si corresse poi stringendosi la fronte con una mano.
«Essere innamorato di Cas non fa di te gay!» cercò di spiegargli Sam. Suo fratello era impossibile. «Sappiamo benissimo che non lo sei. Andiamo, ti conosco da quando sono nato, so in che modo guardi le ragazze. Ma questa è una cosa completamente diversa.»
«No» obiettò Dean, freddo «Non lo è.»
«Sì, invece.»
«Castiel, nel caso non te ne fossi accorto, è un uomo.»
«Un angelo» rettificò Sam.
«E' pur sempre nel corpo di un uomo.»
Quante storie, Dean!
«Sì, ma... è Cas!» concluse il minore, come se ciò spiegasse tutto.
Dean tramontò gli occhi al soffitto. Poi lo superò, diretto alla porta.
«Mi avete stancato. Se mi cercate, sono di sotto. Ma immagino sarebbe meglio se non lo faceste.»
Detto ciò, si chiuse la porta alle spalle con un tonfo.
E in quel momento, per un unico folle attimo, Sam desiderò che Dean non si fosse mai risvegliato dal filtro d'amore.




Se tra le nuvole si giocasse a nascondino, Cas vincerebbe di sicuro una medaglia, pensò il minore dei Winchester mentre perlustrava la casa alla ricerca dell'amico piumato, anche se, conoscendolo, si nasconderebbe in posti improbabili, con almeno metà corpo allo scoperto.
Da quando Dean aveva lanciato quella frecciatina sugli errori commessi sotto il giogo del filtro d'amore, l'angelo era sparito senza lasciare traccia.
Non che fosse la prima volta, in effetti. Sam e Dean erano ormai abituati alle fughe improvvise dell'angelo, ma questa volta era diverso.
Questa volta tutto è diverso. Dean lo è. Io lo sono. E perfino Cas.
Sam si ravvivò i lunghi capelli, mentre si avvicinava alla finestra della cucina. I vetri erano appannati e perlacei, e avevano decisamente visto giorni migliori: siccome riuscire a scorgere qualcosa all'esterno, in quelle condizioni, era impossibile, Sam aprì la finestra -che oppose una certa resistenza e alla fine cedette con un cigolio irritato- e una folata di vento gli accarezzò la chioma.
E poi lì, un piccolo puntino su un dondolo sporco, strappato in più punti e con le molle e l'imbottitura che spuntavano tutto intorno, c'era Cas; lo sguardo puntato all'orizzonte, le ombre degli alberi proiettate sul suo trench.
Sam sospirò, richiudendo la finestra.
Beccato.
Quando uscì fuori e lo raggiunse, Cas non parve averlo notato: continuava a fissare l'orizzonte nel silenzio del pomeriggio, interrotto solo dallo stormire degli alberi.
«Eih.»
L'angelo sussultò e si voltò di colpo, una mano puntata in avanti come se dovesse arrostire un demone. Quando lo mise a fuoco lasciò ricadere il braccio.
«Sam» lo salutò, non senza un certo sollievo «Non ti ho sentito arrivare.»
«So che speravi fosse Dean» si scusò Sam, prima ancora che il cervello ritenesse saggio cucirgli la bocca. Si morse la lingua, insultandosi in tutte le lingue del mondo.
Al nome del fratello, gli occhi di Cas si incupirono, perdendo quella poche luce che li aveva illuminati fino ad un attimo prima.
«Io non capisco...»
L'angelo abbassò gli occhi sulle proprie mani abbandonate in grembo, quasi a cercarvi lì una risposta. «Se il bacio non ha funzionato, perché Dean si è risvegliato?»
«Perché dici così?» Sam si sedette al suo fianco -e il dondolo protestò con uno scricchiolio piuttosto acuto, tanto che il giovane cacciatore temette potesse crollare sotto il loro peso-. Poi cercò gli occhi dell'angelo, inutilmente.
«Il bacio ha funzionato» spiegò infine, senza giri di parole. Con Castiel bisognava essere diretti. Sam vide l'angelo farsi improvvisamente attento.
«Dean è solo...» cercò le parole giuste tra gli alberi. Poi sospirò. «Deve solo sbollire un po'. Sono successe troppe cose e troppo in fretta, e sai che è una testa calda. Ma credimi, lui...» gli poggiò una mano sul braccio, provando un sorriso.
«Ci tiene molto a te.»
Cas finalmente alzò la testa, senza però guardarlo.
«Ma se fosse così, perché lo disturba tanto l'idea che io l'abbia baciato?»
Perché è un coglione, pensò Sam.
«Perché è spaventato» rispose invece.
Cas corrugò la fronte, inclinando il volto come faceva spesso. «Da cosa?»
«Da quello che prova» Sam lasciò ricadere la schiena sul dondolo, che per il suo peso si mosse un po'. «Vedi, Cas, noi umani siamo un mistero. Non tutto ciò che diciamo corrisponde a ciò che pensiamo veramente. E non tutto ciò che crediamo di pensare è vero. Specialmente nel caso di Dean... dovresti saperlo che quando è arrabbiato dice cose...» stupide «che non pensa.»
Cas parve riflettere sulle sue parole.
Poi si voltò a guardarlo, come un bambino spaventato che si nasconde dietro le sottane della mamma.
«Che cosa devo fare adesso, Sam?»
Sam alzò appena un angolo della bocca. «Sinceramente?» scrollò le spalle, dispiaciuto. «Non ne ho idea.»
«Vado a parlargli» decise Castiel, dopo qualche attimo, distogliendo lo sguardo e rimettendosi in piedi.
Sam avrebbe voluto fermarlo, dirgli che era meglio aspettare che Dean si calmasse, che fosse il fratello stesso a iniziare il discorso, ma Castiel non lo ascoltò.
Non lo faceva mai, quando si trattava di Dean.
Così fece qualche passo, col trench che si gonfiava dietro di lui, e infine scomparve con un battito d'ali.
Beh, io ci ho provato, meditò Sam, guardandosi intorno.
Niente Cas, niente Dean: niente problemi, almeno per un po'.
Forse potrei regalarmi un po' di relax. Me lo merito, dopo le torture che ho subito questa settimana.
Cercò una posizione più comoda sul dondolo, determinato a riposarsi qualche minuto e godersi il fresco del pomeriggio, quando una molla si risvegliò dal letargo e decise di venire alla luce, strappando il fodero e sbattendo contro il suo sedere.
Come non detto, sbuffò il cacciatore, tornando sui suoi passi.
Cacciato perfino da un dondolo. Non è decisamente la mia giornata.




(Adesso invece ascoltate questa cwc : https://www.youtube.com/watch?v=_T8ieG1wG20&noredirect=1)



I start to think about the way you make me smile
Like pictures in my mind I hold them for a while
I'm thinking to myself yes I'm a lucky man
I don't believe in fairytales but this time around I can

I start to think about the way you make me laugh
There's no one else on earth that I could ever love
When I stop and look at you my heart it starts to bloom
My legs and arms they crumble, when you walk into the room

Now I'm falling for you I hope you're falling for me
And I'm falling so hard that I am head over heels
And I hope you touch down before my feet hit the ground
I'm falling for you
I hope you're falling for me

I start a list of all my favorite things you do
Like the way your smile can light up any room you choose
I love the way you look at me and hold my hand
The things I couldn't do before when I'm with you I can


Trovare Dean non era stato difficile.
Non lo era mai, per Cas, in effetti. Loro due condividevano un legame profondo, ed era come se Castiel fosse continuamente connesso con l'anima del cacciatore, in grado di ritrovarla ovunque nel mondo, a meno che il suddetto non decidesse di utilizzare un qualche sigillo angelico per rendersi invisibile al suo radar.
Ma non era questo il caso, così quando Cas apparve all'improvviso nel soggiorno, ad un passo dal cacciatore, Dean sobbalzò gettandosi almeno metà birra addosso.
«Scusa» disse Cas mentre Dean, sdraiato scompostamente sul divano a guardare la partita in TV, si metteva a sedere studiando con una smorfia la macchia di birra sulla sua maglietta.
«Dannazione, Cas!» lo rimproverò, mostrandogli il danno. «Tu non impari mai, eh?»
Indeciso tra posare la birra o lanciarla all'angelo, Dean optò per berne qualche altro sorso.
Cas si ritrovò a fissare quasi ipnotizzato il suo gargarozzo che si muoveva.
«Dovresti smetterla. Ti fa male» gli ricordò, impassibile.
Dean si staccò dal collo della bottiglia con un rumore di ventosa che a Cas ricordò il bacio. Le guance dell'angelo andarono a fuoco mentre Dean lo guardava quasi con irritazione.
«Da quando ti importa che bevo?»
«Da quando non mi importa?» ribatté Cas sullo stesso tono.
Dean tramontò gli occhi con un sospiro trattenuto, poi si alzò in piedi e gli diede le spalle.
«E comunque cosa ci fai qui?» picchiettò nervosamente un dito sul collo della bottiglia marrone, senza guardarlo «Ti ha mandato Sam?»
«Mi sono mandato da solo» fece Cas, deciso a non dargliela vinta.
Dean scosse la testa con una mezza risatina sprezzante, poi fece ciondolare la birra.
«Oh si, fantastico, e perché sei qui, comunque? Credevo fosse educazione rispondere alle domande.»
«Mi parli tu di educazione» lo ammonì Cas, sentendo la sua voce indurirsi, uno strano calore ribollire dentro di lui, come le bollicine di una bottiglia di champagne in prossimità del tappo di sughero. Con due grandi falcate lo raggiunse, afferrandogli una spalla e voltandolo con rabbia. «Prima mi baci e poi scappi. Cosa c'è di sbagliato in te?!»
«Io... cosa?» Dean aveva iniziato a boccheggiare come prima nella stanza da letto. Adesso, però, le sue guance erano rosse come due pomodori maturi, e i suoi occhi evitavano in tutti i modi quelli dell'angelo.
«Baciato?» rise apertamente, sfuggendo alla sua presa e voltandosi di nuovo.
Cas ridusse gli occhi a due fessure.
«Dean» lo richiamò, minaccioso.
«Io non ti ho baciato!» quasi urlò Dean, voltandosi a fronteggiarlo, gesticolando e rischiando di farsi sfuggire la birra di mano.
«Sei stato tu a farlo! Perché Sam ti ha detto di farlo!»
«L'ho fatto per salvarti la vita!»
Cas raramente perdeva il controllo. Ma ogni volta che succedeva, la causa era Dean Winchester.
«Oh sì, salvarmi la vita» Dean ghignò sarcastico, poi si concesse un altro paio di sorsi.
Cas si chiese se non stesse tentando si soffocarsi o di ubriacarsi per evitare la conversazione.
Comunque, non glielo avrebbe permesso in nessuno dei due casi.
«Avresti preferito morire?»
«Non ho mai sentito di un incantesimo che si spezza con un bacio!» sbottò Dean, fissandolo. Tuttavia, la cosa sembrò metterlo a disagio, perché rifuggì nuovamente i suoi occhi.
«Io ero incosciente e oh, sì, fategli baciare gente, tanto il povero Dean Winchester non ricorderà nulla!» scimmiottò Sam, e Cas sperò che il fratellino non sentisse. «E la prossima volta cosa sarà? Violentarmi nel sonno?»
E Cas, davvero, non ce la fece più.
La rabbia esplose dentro di lui come un fuoco a contatto con l'alcol, e non fu più in grado di bloccare i suoi muscoli.
Afferrò il colletto della maglietta di Dean e lo sbatté contro il muro, portando il proprio viso furente a pochi centimetri dal suo, come quella sera nel vicolo.
«Adesso stammi a sentire, razza di scimmia senza peli e senza cervello che non sei altro! Se sei troppo codardo per ammettere quello che provi non è un mio problema!» gli diede una scossa, facendolo sbattere di nuovo contro il muro, e Dean gli afferrò il polso con entrambe le mani, cercando di liberarsi dalla presa.
«Cas... lasciami...» sussurrò, e quella che l'angelo lesse era preoccupazione? Paura?
«Io non ti lascio!» urlò, e... si bloccò.
Dean spalancò gli occhi e smise di lottare. Lo fissò semplicemente, negli occhi.
Cas deglutì, sentendo i suoi bruciare.
Era vero... all'improvviso la rabbia fece posto ad un'intensa disperazione, gelida e soffocante come quella che aveva provato credendo che Dean stesse morendo.
«Non voglio lasciarti» disse di nuovo, accorgendosi che gli tremava la voce, così come la mano.
«Non voglio... non posso... perderti.»
Mollò la presa.
Lasciò ricadere il braccio lungo il fianco, mentre Dean lo fissava come se l'avesse visto per la prima volta, il respiro affannoso.
Cas sentì il cuore di Jimmy battere all'impazzata dentro il proprio petto: si sentiva stordito, stupido, debole.
Gli tremavano le ginocchia e voleva solo lasciarsi cadere.
Perché la consapevolezza si era fatta strada nel suo cervello.
Non voleva perdere Dean... ma l'aveva già perso.
L'aveva perso nell'istante stesso in cui l'aveva baciato, e qualsiasi cosa il libro di incantesimi, Bobby o Sam tentassero di dire, non aveva importanza. Qualcosa era cambiato tra lui e Dean. Qualcosa si era spezzato. E non si sarebbe mai più riparato.
L'idea di vivere senza Dean non gli si era mai affacciata nella mente, ma ora che sembrava tangibile, reale, non sapeva che farsene della sua persona.
Cosa avrebbe fatto? Dove sarebbe andato? Avrebbe potuto ancora aiutarli per evitare l'Apocalisse?
«Cas...» sussurrò Dean, così piano che per un attimo l'angelo credette di esserselo solo immaginato.
Quando però alzò gli occhi su di lui, Dean lo stava fissando. E non c'era traccia di odio, o disprezzo, o paura nel suo sguardo. C'era quasi... dolore?
«Io... mi dispiace» disse semplicemente. «Non volevo...»
Dean lasciò la frase in sospeso, e Cas deglutì.
Qualcosa tra loro era cambiato, e stava per perderlo, ma forse... forse non l'aveva ancora perso del tutto.
Avanzò verso di lui, sicuro, incatenando i suoi occhi, colmando la distanza che li separava.
«Cas?» domandò Dean, incerto, e quando Cas gli afferrò un lato del viso si agitò sul posto «Cosa stai... che fai...?»
«Voglio solo provare una cosa» Cas continuò a fissarlo, deciso.
Dean ricambiò il suo sguardo, e sembrava un bambino sperduto in quel momento, con gli occhi verdi come il prato dell'Eden, le lentiggini più evidenti del solito, le labbra socchiuse.
«Sta' fermo» gli ingiunse Cas.
La pelle di Dean era accaldata, ma incredibilmente morbida.
L'angelo fece scorrere un pollice sulla guancia lentigginosa del cacciatore, mentre con le altre dita gli stuzzicava piano i capelli dietro l'orecchio, gli occhi catturati dal movimento.
Dean invece guardava lui.
Cas fece scorrere il pollice sull'angolo della sua bocca, poi sul labbro superiore, e sentì il suo sospiro contro la pelle.
Dean aveva socchiuso gli occhi.
«Cas...» ripeté, dopo aver deglutito, con una voce... strana. L'angelo alzo gli occhi su di lui, poi strinse la presa sulla sua mascella e si sporse senza esitazione.
Le loro labbra si toccarono.
Dean annaspò qualcosa mentre Cas gli stringeva la nuca e assaporava nuovamente le sue labbra piene e umide di birra.
Questa volta, Dean sapeva di malto e alcol.
Dean protestò per un po', cercando di allontanarlo con una mano, che spingeva il suo petto, ma Cas non aveva alcuna intenzione di staccarsi.
Il Winchester non rispose al bacio, ma Cas lo ignorò e continuò a muovere le labbra su quelle dell'altro, un caldo respiro a legarli.
Passò la lingua sulle labbra del cacciatore e lo sentì mugugnare qualcosa, il corpo premuto contro il muro.
Cas lasciò scorrere l'altra mano sulla sua maglia, al di là della giacchetta aperta, ancora bagnata di birra, e Dean rabbrividì appena sotto il suo tocco.
Sentiva il suo respiro tra i denti e sulle guance, ma non si staccò.
Provò ad approfondire ancora di più il bacio ma Dean, con un ultimo mugugno più forte degli altri, voltò il viso sfuggendo alle sue labbra, per riprendere fiato.
Cas si fermò, e lo guardò, una mano ancora sulla sua maglietta, l'altra sulla sua mascella.
«Cas... no...» biascicò Dean senza guardarlo.
Cas si chiese se per caso non dovesse indietreggiare un po' per lasciarlo respirare.
Dean fece pressione con una mano sul suo petto per allontanarlo, ma con poca convinzione, e rinunciò presto.
«Dean, guardami» gli ordinò Cas.
E Dean, nonostante tutto, obbedì.
La sua pelle era rovente. Gli occhi erano lucidi e le pupille dilatate, le ciglia parevano più lunghe del solito e le lentiggini quasi scomparivano nel rossore del volto.
Si stava mordendo il labbro inferiore e le sopracciglia avevano una strana inclinazione. Pareva totalmente perso.
«Sono io, sono sempre io» gli spiegò Castiel, ricominciando ad accarezzargli la guancia con il pollice «Sono Cas.»
Dean tacque, continuando a guardarlo.
«E quello che abbiamo fatto... mi è piaciuto molto» si ritrovò a sorridere, un po' a disagio «E credo anche a te...»
Dean aprì la bocca per dire qualcosa ma la richiuse, al colmo dell'imbarazzo. Poi sfuggì al suo sguardo ma Cas gli spostò di nuovo il volto.
«Ti ho detto di guardarmi.»
Cas si fece più vicino, in modo da occupare il suo intero campo visivo, e Dean deglutì, perdendosi nei suoi occhi.
«Quello che abbiamo fatto... non cambia ciò che siamo. Sono sempre io, quello che ti ha salvato dall'Inferno e che ha mangiato i tuoi hamburger. Sono quello che conosci.»
«Io...» iniziò Dean, ma Cas lo interruppe.
«E tu sei sempre lo stesso per me. O per Sam, e Bobby. Sei quella bellissima anima che ho tirato fuori dalla perdizione. Siamo io e te. Come sempre. Non c'è niente di cui aver paura, Dean, perché non è cambiato nulla.»
«Gli amici... gli amici non si baciano» tentò Dean, incerto.
«Perché no?» chiese Cas confuso, inclinando la testa e corrugando le sopracciglia. «E' una cosa bella. Lo... è stato per te, Dean?»
Dean, se possibile, arrossì ancora di più.
«Questo non... noi non... noi siamo amici, Cas. I fidanzati si baciano, non gli amici.»
«E chi lo dice?»
Cas non capiva proprio le tradizioni degli umani.
Dean sembrava in difficoltà. «Beh la... la società. Insomma, si sa. Non è che qualcuno lo dice, sono cose che... è sempre stato così e...»
«Tu mi hai insegnato cos'è il libero arbitrio» lo zittì Cas, dolcemente «credevo non ti importasse davvero cosa la gente si aspetta da te. Tu e Sam fate sempre quello che volete... e sto imparando a farlo anche io. A volte è giusto andare contro le regole, contro il destino. L'abbiamo già fatto in passato, possiamo farlo ancora.»
Dean non rispose, e Cas lo prese per un sì.
«E adesso posso... posso baciarti ancora?» pregò, vergognoso «E' che è così... piacevole...»
Dean ancora una volta non disse niente: boccheggiò per un po', ma non riuscì a proferire verbo, così Cas lo ignorò e lo baciò di nuovo.
Questa volta Dean non si ritrasse.
Né si accorse della bottiglia che aveva lasciato la sua mano, rotolando sul pavimento e riversando il suo contenuto tutto intorno.
O di Sam che era entrato nella stanza.
«Eih, Dean, mi chiedevo se potessi passarmi una bi-...»




To be continued >> Epilogo





~•~Angolo Autrice~•~
Eihh my dear readers!! Tutto apposto??? :)
VI E' PIACIUTO IL NUOVO EPISODIO DI SUPERNATURAL?? A me tantissimo, l'ho rivisto già due volte e vorrei vederlo una terza volta, se riesco a trovare il tempo necessario!! :S
Ma non ne parlo, perché non so chi effettivamente l'abbia visto e non vorrei fare spoiler a nessuno :3
Quindi torniamo a questa storia... vi è piaciuto il capitolo? Eh, ci voleva una conclusione, prima o poi... specialmente per quella testa calda di Dean!! :P
Vi è piaciuto questo Cas un po' badass?? A me ricorda un po' quello delle prime puntate della quarta stagione, quando minacciava Dean di rispedirlo all'Inferno <3 E del resto, per zittire il Winchester ci vuole forza. SPECIALMENTE SE HAI RAGIONE, CAS, QUINDI FATTI VALERE!! *un applauso per il pennuto*
Il nostro Sammy come consulente personale è piuttosto comico, secondo me ha sbagliato in passato ad entrare nella facoltà di giurisprudenza, doveva fare psicologia lui!! >__>
E sì, crack!pairing Sam/dondolo, everyone! AHAHAHAHHA
Comunque, come avrete immaginato, devo scappare a scuola guida, quindi non posso dilungarmi quanto vorrei!
Ringrazio comunque tutti quelli che leggono o che seguono la storia, ma vi ringrazierò meglio nel prossimo capitolo, dato che sarà l'ultimo!! :3
E come dissi nello scorso cap:
Era quello che vi aspettavate?
Vi ha deluso?
Fatemelo sapere con una recensioncina °^°

~Piccola anticipazione del prossimo capitolo:
Sam rimarrà traumatizzato? Come gestiranno Sammy e Bobby questa nuova situazione? E Dean e Cas, decideranno di prendersi una stanza? Lo scopriremo solo viven---emh leggendo il prossimo capitolo! :P AAAAAAAAAAHHHH ma forse dimenticavo di dirvi che avrà un finale a sorpresa, quindi non perdetelo ;D
Au revoir :D



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Capitolo 6
*** EPILOGO ***


Love Interest - When You Can't Just Escape EPILOGO
Avvertimento: E purtroppo, come dice l'Odd di Doctor Who, ogni canzone ha un inizio ed una fine... e putroppo tutto si conclude, prima o poi ç__ç
Spero di avervi lasciato qualcosa di piacevole da rileggere anche in futuro, di avervi accompagnato con qualche risata in questo periodo di stress per i nuovi episodi della season 9.
Spero di aver mantenuto i personaggi più IC possibile, di avervi emozionato anche solo un pochino, di aver lasciato, beh, qualcosa.
Spero di rivedervi presto, e in effetti ho qualche idea in cantiere, quindi state sintonizzati, potrei tornare prima di quanto pensiate!! :)
[quante volte ho scritto "spero"? LOL]
Per il resto cosa posso dire... buona lettura.
Augurandomi che apprezzerete questo finale con sorpresa (un po' come gli ovetti kinder <3)! Fatemi sapere presto :') *singhiozza*
LA CANZONE DA ASCOLTARE DURANTE QUESTO CAPITOLO E':
https://www.youtube.com/watch?v=vFPajU-d-Ek
(una canzone più Destiel non c'è *-* è praticamente cantata da Dean, va, specialmente per come l'ho scritto nello scorso capitolo <3)



When the night falls down
I wait for you
And you come around
And the world's alive
With the sound of kids
On the street outside

When you walk into the room
You pull me close and we start to move
And we're spinning with the stars above
And you lift me up in a wave of love...

Ooh, baby, do you know what that's worth?
Ooh heaven is a place on earth
They say in heaven love comes first
We'll make heaven a place on earth
Ooh heaven is a place on earth

When I feel alone
I reach for you
And you bring me home
When I'm lost at sea
I hear your voice
And it carries me

In this world we're just beginning
To understand the miracle of living
Baby I was afraid before
But I'm not afraid anymore


Ooh, baby, do you know what that's worth ?
Ooh heaven is a place on earth
They say in heaven love comes first
We'll make heaven a place on earth
Ooh heaven is a place on earth






Love Interest

When you can't just escape



Epilogo


Il giovane cacciatore si bloccò sulla soglia della cucina, la frase a mezz'aria, così come la mano.
Dean non sembrava averlo sentito.
Dean non sembrava sentire nulla, concentrato com'era a succhiare e mordicchiare le labbra di Castiel, una mano che ripercorreva le sue clavicole e l'altra che gli stringeva un fianco.
Quando poi passò a prendersi cura del collo dell'angelo, Cas aprì gli occhi con un sospiro di piacere e incontrò quelli del minore dei Winchester.
Sam era immobile, qualcuno avrebbe detto traumatizzato.
Aveva sperato che Cas e Dean facessero pace ma beh, ecco, tra il dire e il fare -e tra l'immaginare e il vedere- c'è di mezzo non il mare, ma l'oceano Atlantico.
E vederli effettivamente darci dentro... era una visione a cui non era esattamente preparato, anche se ne aveva avuto un assaggio qualche ora prima.
Cas notò la sua presenza e dopo un attimo di sorpresa, sollevò un pollice.
Sam, ancora a disagio, imitò il gesto, e Cas mimò con le labbra un grazie.
Sam si ritrovò a sorridere, sincero.
Almeno qualcuno che lo ringraziava c'era...
Fece per andarsene, ma non abbastanza in fretta da vedere Dean che si staccava dal collo di Cas -dove aveva lasciato un ben visibile segno violaceo- per domandargli un impastato:
«Hai detto qualcosa?»
E l'angelo rispondere, con un sorrisetto: «No...» prima di inghiottire ogni altra possibile domanda con un nuovo bacio a cui Dean si lasciò andare con un brontolio di piacere.
Sam affrettò il passo per sfuggire da quei suoni appiccicosi, chiedendosi se non fosse il caso si strapparsi i timpani seduta stante e passare il resto della propria vita nel silenzio più totale.
Fece le scale così di corsa che rischiò di inciampare nella polvere, e quando entrò nello studio di Bobby vi trovò già dentro l'amico, seduto dietro la scrivania traboccante di carte, con una confezione di crostata in mano.
«Eih Sam, eccoti finalmente! Ma dove ti eri cacciato, ragazzo?»
Sam, ancora non del tutto ripresosi dallo shock, ebbe una qualche difficoltà a riconoscere il cacciatore.
«Oh io... beh... problema risolto» disse semplicemente, sperando che l'altro capisse al volo evitandogli imbarazzanti spiegazioni di sorta.
Bobby, per fortuna, era abbastanza lungimirante.
«Tu intendi...»
«Già. Dean e Cas sono apposto.»
«Oh» Bobby annuì, incerto. Sam lo capiva.
Era davvero felice che suo fratello stesse bene e non rischiasse di spargere materia grigia in giro -nonché le sue melense dichiarazioni d'amore, di sicuro non gli sarebbero mancate- ma era comunque strano immaginarlo con Cas.
Nel senso, letteralmente assieme.
Scosse la testa per scacciare la visione di poco prima.
«Comunque, direi che è il caso di festeggiare. Tuo fratello e il pennuto lo stanno già facendo di sotto, quindi...» Bobby si schiarì la gola, e recise con un colpo secco del suo coltellino la pellicola trasparente che avvolgeva il dolce.
La fragranza alle mele si diffuse nella stanza.
«Dove l'hai presa?»
«Era davanti alla porta di casa» rispose Bobby mentre abbandonava il nastrino giallo sul tavolo e toglieva la pellicola «Cas deve aver pensato di abbondare, quando gli abbiamo chiesto di comprare una torta per provare a salvare Dean.»
Sam prese posto davanti alla scrivania e vide Bobby far spazio sul legno, ammassando libri polverosi, fogli e cartine da un lato, per poter poggiare la torta, che lasciò un ventaglio di briciole tutto intorno.
«Vuoi avere l'onore di assaggiare la prima fetta?»
Sam scosse la testa, mentre Bobby utilizzava il coltellino per tagliare la crostata a spicchi.
«Devo ancora riprendermi. Meglio se inizi tu.»
Bobby sembrava più che entusiasta alla prospettiva, ma non lo diede a vedere.
«E' alle mele, giusto?» Bobby annuì, posando il coltellino pieno di briciole sul legno e afferrando uno spicchio.
«Già.»
Sam fece una smorfia.
«La preferita di Dean... non credi sia un po' ingiusto?»
«Co'a?» chiese Bobby, masticando un boccone e alzando gli occhi su di lui. Deglutì. «Lui si sta già divertendo, non ha bisogno di questa. Noi invece sì.»
«Suppongo tu abbia ragione» convenne Sam che in effetti, ora che lo sconvolgimento per la visione del bacio era passata, si accorse di avere una gran fame.
Estrasse uno spicchio e lo avvicinò alle labbra, quando qualcosa sotto il nastrino giallo abbandonato sul tavolo attirò la sua attenzione.
Richiuse la bocca, allontanando un poco la fetta.
«Eih aspetta, Bobby, dove hai detto che hai trovato la crostata?»
Bobby mugugnò qualcosa mentre masticava, ma Sam non riuscì a decifrarlo.
«'av'nt' 'as'»
Sam afferrò il nastrino e lo rivoltò: vi era appesa una bustina minuscola, con un ossicino attaccato.
Sussultò.
«Bobby, smettila di mangiarla!» urlò allarmato, alzando gli occhi sul cacciatore.
Poi, con un agile movimento, colpì bruscamente la mano di Bobby e lo spicchio di crostata fece una giravolta in aria prima di perdersi tra la polvere del pavimento.
«La mia ricompensa!» si lamentò Bobby con tono infantile, fissando con un broncio la fetta incriminata.
«Questa torta non è quella che ha comprato Cas!» spiegò Sam, e solo in quel momento si accorse dello spicchio che teneva ancora in mano. Lo lasciò cadere come se fosse un verme schifoso.
«Era un brutto scherzo delle streghe! Forse quello che abbiamo scoperto io e Dean non era l'unico covo, e il gruppo di streghe che abbiamo ucciso non era il solo...» tutto pareva avere senso, mentre si ripuliva la mano piena di briciole sui jeans, quasi fosse viscida di sangue. «O magari una di loro è riuscita a scappare senza che ce ne accorgessimo e questa è stata la sua vendetta! Comunque, aiutami a ripulire tutto.»
Sam iniziò a spolverare le briciole e metterle dentro la formina di plastica della crostata, insieme allo spicchio.
Poi si frugò nelle tasche interne della camicia a quadri alla ricerca dell'accendino.
Dove l'ho messo...?
«Bobby?» ripeté nel frattempo, infastidito dalla mancanza di collaborazione.
Ancora una volta gli rispose il silenzio.
«Ma insomma, Bobby, mi vuoi aiutare?»
Insospettito alzò lo sguardo e si bloccò. Bobby lo stava fissando con sguardo adorante.
«Oh Sam... sei così bello!»
Sam raggelò, la bocca spalancata.
Oh no... non di nuovo!



Fine






~•~Angolo Autrice~•~
Miei cari lettori, purtroppo ogni cosa ha una fine.
Mi dispiace davvero non dover più aggiornare questa storiella a cui ormai mi ero affezionata. E' un po' come dire addio ad un vecchio amico :(
Mi mancherà scrivere del POV di Sam -anche se in cantiere, tra le millemila ff incomplete, ne avevo una che scrissi nel periodo dell'hellatus, una mia versione della nona stagione. E' carina, penso che la pubblicherò non appena la finisco :P
Ma parliamo di questa! Vi è piaciuto il finale? Ve l'aspettavate? Sam non può proprio aver pace, poveretto! Aahahaha quanto sono cattiva!! <3
Spero davvero che abbia fatto ridere voi quanto me, nello scriverla.
Ringrazio le 30 persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, le 7 persone che l'hanno aggiunta alle preferite e le 5 che l'hanno aggiunta alle ricordate.
E ovviamente le 31 meravigliosissime persone che hanno commentato! Spero di sentire il vostro parere anche in questo ultimo breve epilogo! :')
Risponderò presto alle vostre recensioni, promesso! Ora devo scappare a mangiare! <3
Non so cos'altro dire, le vostre parole e i vostri commenti mi hanno commossa e vi adoro, quindi vi dedico una canzone! -una delle mie solite canzoni vecchiotte in stile spn, ma apprezzerete proprio per questo no?? **
https://www.youtube.com/watch?v=6kLIJDcmUrU

~Piccola anticipazione della prossima storia in cantiere:
E' davvero troppo divertente scrivere di Dean sotto incantesimo, e così avevo pensato ad una storia in cui il nostro cacciatore cade vittima di una maledizione 'stavolta. Che ne pensate di un Dean a quattro zampe e pieno di pulci?? <3
In realtà ho tante storie in mente, alcune iniziate e altre no, la prima che finisco la pubblico, giuro!
Per adesso che vi posso dire... Au revoir :D




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