Forse nel mondo non sapevamo stare, così distanti, ad aspettarci ancora.

di AntonellaMars
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Due solitudini si attraggono ***
Capitolo 2: *** C'era il disordine dell'innocenza nell'adrenalina delle mie verità ***
Capitolo 3: *** Alla tua bocca mi avvicinerò e un'altra volta mi avvelenerò del tuo veleno ***
Capitolo 4: *** Il vuoto delle tue certezze tra le tue pareti che ora inchiodano il silenzio tra noi due ***
Capitolo 5: *** Ti cercherò in un traffico d'anime ***
Capitolo 6: *** Ma voglio che tu piano piano faccia strage di me, in un incerto compromesso, tra la mia anima e il suo riflesso. ***
Capitolo 7: *** Sei stata l'ondata perfetta per infrangerti contro di me ***
Capitolo 8: *** Perchè se stai svanendo io non ci riesco a stringere più a fondo ***



Capitolo 1
*** Due solitudini si attraggono ***


Due solitudini si attraggono
Capitolo 1
 


Mi osservi mentre smanetto con il mio computer
Sento i tuoi occhi addosso
Seguono ogni movimento della mia mano
Mi sposto
Quel poco quanto basta per abbassare lo sguardo
Per nascondermi dietro il monitor
Per poter arrossire senza fartene accorgere
Sono un’idiota
Te ne sei accorto comunque
Ho sentito il rumore impercettibile delle tue labbra che si schiudevano.
Ti piace mettermi in imbarazzo
Lo sento
Ti diverte
Ti fa sentire potente e sicuro
Ed invece io mi sento sempre più piccola
Sempre più insignificante, davanti a te
Hai le braccia conserte e sei appoggiato al muro, di fronte alla mia scrivania
Hai addosso quel jeans che ti sta terribilmente bene
Non riesco ad alzare lo sguardo per ammirarti
Ma ti ho squadrato bene quando sei entrato
Ricordo ogni dettaglio del tuo vestiario
…e non solo.
Indossi la giacca nera di pelle
Sarai sicuramente venuto in moto
Preferisco  questo tuo abbigliamento al classico giacca e cravatta.
E’ meno formale
E mi fa scordare, almeno per un attimo, che non sei il mio capo.
Sento che ti volti
Osservi  i miei attestati appesi al muro
Sollievo
Finalmente posso alzare lo sguardo
Finalmente pongo fine all’apnea e riprendo a respirare.
Adesso sono io ad osservarti
Adesso posso
Ti muovi lateralmente
Alzo il sopracciglio e ti ammiro
Hai le mani in tasca
Ti tirano il jeans mettendo in mostra, ancora di più, quel perfetto fondoschiena che ti ritrovi.
Mi mordo l’interno della guancia
Pensieri troppo audaci sul mio capo.
Arrossisco.
Di nuovo
Tu ti volti improvvisamente
Mi guardi
E avevo quella faccia da ebete
Idiota
Idiota.

 
Sei imbarazzata
Eviti il mio sguardo
Ti nascondi
Fai di tutto per mantenerti lucida ma non ce la fai
Ti faccio sentire così a disagio?
Ho davvero questo potere?
Sorrido compiaciuto
I tuoi modi di fare mi divertono
Non sei abituata a sentire gli occhi puntati addosso
Arrossisci come una bambina
Sei tenera
E sei bella
Chissà se qualcuno te lo ha mai detto
E’ così evidente
Ma tu non lasci spazio per questi discorsi
Sei così professionale
O almeno io ti conosco così
Ti sto fissando troppo forse?
Allento la tensione e mi volto per lasciarti lavorare più serenamente
Spero di trovare qualcosa che attiri la mia attenzione
Qualcosa che mi distolga da te
Trovato!
I tuoi attestati, i tuoi master
Ne hai fatti davvero tanti
Sorrido e penso che sei incredibile
Adesso sento i tuoi occhi
Mi scrutano
Mi seguono
Adesso puoi farlo
O magari hai solo finito di fare quello che ti ho chiesto
Mi volto
Ti guardo
Mi guardi
E un nuovo rossore pervade le tue guance
Mi avvicino senza indugi
Abbassi di nuovo lo sguardo
Cerchi qualcosa nel cassetto
Oppure è solo una scusa per non incontrare di nuovo i miei occhi. 
Attendo che tu finisca.


Lo stai facendo di nuovo
Mi fissi con quello sguardo
Perché fai così?
Perché mi provochi?
Accidenti.
Mi mordo il labbro
Sono nervosa ed irrequieta
Avrei voglia di uscire immediatamente da questa stanza
Troppo tensione sessuale
Si... solo da parte mia, è ovvio
Mi torna in mente il motivo per cui sei qui
Ah…già!
L’indirizzo era visualizzato sul monitor già da un po’
Prendo quindi il post-it dal mio cassetto per riportare quanto trovato
Scrivo velocemente e ti porgo il foglietto
La mia mano è tremolante
Afferri il pezzo di carta e la tua mano sfiora la mia
Il contatto con la tua pelle mi fa sussultare, letteralmente
Rimango ferma, immobile
Pochi attimi che sembrano durare un’eternità
E tu, perché non ti stacchi?
Cavolo…è vero!
Il foglietto è arrivato a destinazione
Nelle tue mani
Sono io che dovrei mollare la presa
Lo faccio
Mi sussurri qualcosa
Ti sorrido e torno calma
Apparentemente
“C’è altro?”
Chiedo, sperando che la risposta sia no
Sperando che questa agonia finisca
Sperando che te ne vada
Oh no, non te ne andare
Ecco, Jessica ha detto la sua
Jessica è la mia dea interiore, io l’ho chiamata così
Perché mi ci ritrovo a fare conversazione spesso
Era giusto darle un nome
Jessica mi sembrava appropriato
Un nome audace, così diverso dal mio
Ora che ci penso, ho conosciuto una ragazza con quel nome
Era una compagna di corsi all’università
La sue reputazione da “donna dai facili costumi” era risaputa al campus
Forse per questo ho chiamato la mia dea interiore così
Sbatto gli occhi
Per quanto tempo ho abbandonato il pianeta terra?
Sei ancora davanti a me
E mi guardi interrogativo
Mi hai detto qualcosa mentre la mia mente vagava
Complimenti Felicity, davvero.


Avevo frainteso
Stai accuratamente trascrivendo l’indirizzo che ti avevo chiesto
Mi porgi il foglietto e la mia mano ti viene incontro
Inevitabilmente sfioro le tue dita
Capisco che il contatto non ti lascia indifferente
Ma rimani ferma ed interdetta
Dopo qualche istante ti tiri indietro
“Grazie Felicity”
Ti sussurro all’orecchio
Non rispondi
Ti limiti a sorridere
Altro silenzio, ma meno imbarazzante
Decido di interromperlo io, nuovamente
“Felicity...potrei disturbarti anche fuori dall’orario di lavoro?”
Mi guardi ma non rispondi
Forse dovrei spiegarmi meglio
“Intendo dire… potrei aver bisogno di te stasera, ma non qui”
Tentenni un po’ ma ti ricomponi subito
Dici che ne sei lusingata
Per così poco?
 Non riesco a nascondere il ghigno che si è formato sul mio viso
Gesticoli e balbetti
Ah Felicity, ti trovo così adorabile
Ma era tempo di andare
Guardo l’orologio
Mi sono fermato più del dovuto
Sarei rimasto volentieri ancora
Ma tu devi lavorare e anch’io
Mi avvicino
Starò osando troppo?
Forse
Ti bacio la guancia per ringraziarti e mi avvio alla porta
Prima di dileguarmi faccio un apprezzamento sulla tua camicetta
Non aspetto la tua reazione e vado via.

 
Hai bisogno di me
Non qui in ufficio
Sarà forse un appuntamento?
Beh…perché dovresti  volermi vedere fuori dal luogo di lavoro?
“C-Certo, può disturbarmi quanto vuole
Beh…non che lei mi disturbi, sia chiaro
M-Ma…ha il mio numero di cellulare quindi….attendo una sua chiamata”
Ho risposto bene?
Lo spero
Sorridi e mi sciolgo
Adesso mi sento più a mio agio
Ma devi già andare via
Peccato.
Adesso ti avvicini
Lo stai facendo troppo
Stai entrando nella zona rossa
Felicity Megan Smoak stai calma
Poggi delicatamente le tue labbra sulla mia guancia
La tua bocca è calda
E la mia guancia raggiunge in poco tempo la stessa temperatura
Socchiudo gli occhi lasciandomi andare a questa beatitudine
Ti stacchi e ti avvii verso l’uscita
Arrivato alla porta ti fermi nuovamente
“Ah Felicity… adoro il lilla”
Mi dici indicando la mia camicetta
Abbasso gli occhi e sorrido
Quando rialzo lo sguardo sei  già troppo lontano
Lascio andare la testa indietro appoggiandomi allo schienale e sospiro
Ci vorrebbero giornate lavorative come queste più spesso.



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Angolo dell'autrice:
Ok..questo è un esperimento: solitamente non scrivo mai storie su personaggi o coppie che adoro all'ennesima potenza, perchè mi lascio trasportare troppo, soprattutto su coppie che nella serie praticamente non esistono ç_ç (Olicity is real per me, sia chiaro, ma mi mantengo obbiettiva per ora) rischiando quindi di andare OOC.
A proposito di questo, se mi dovessi rendere conto che sto sforando con i caratteri dei personaggi, ovviamente cambierò da IC e OOC, stessa cosa vale per il rating che per ora è arancione ma più avanti...vedremo xD
Come vedete il tipo di scrittura è particolare: poche frasi e dirette, tutte in prima persona. Vorrei che chiunque legga, riesca a immedesimarsi, quindi mi sembrava un buon modo questo :)
Ringrazio in anticipo chi leggerà questo capitolo e sopratutto chi lascerà una recensione e che quindi mi spronerà a continuare.
-AntonellaMars-

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Capitolo 2
*** C'era il disordine dell'innocenza nell'adrenalina delle mie verità ***


C'era il disordine dell'innocenza nell'adrenalina delle mie verità
Capitolo 2

 
 
Otto in punto
Ed eccoti
Sei arrivato e sei in perfetto orario.
Me lo avevi assicurato
Passerò a prenderti alle otto e sarò puntuale
Mi hai detto al telefono
E così è stato.
Scendi dalla macchina
Mi guardi con aria sorpresa
In realtà mi stai fissando dalla testa ai piedi.
Avrò sbagliato abbigliamento?
Non ho nulla di particolare
Non amo cambiare stile
Soprattutto se devo “uscire” con il mio capo.
Beh non è un vero appuntamento
Hai bisogno di me per i tuoi “affari loschi”
Affari che ho paura di scoprire
Che ho paura di chiederti
In fondo mi sta bene così.
Non mi faccio troppo domande
Sono felice di aiutarti
Di poterti dare un mano.
Mi fido di te
Lo so, non ti conosco
Ma sento di poterlo fare
Come tu lo stai facendo con me.
Mi vieni incontro
Smorzi un sorriso per salutarmi
Mi metti una mano sulla spalle
Mi sussurri qualcosa
Mi fai sorridere
E annuisco.
Poi mi fissi di nuovo
Guardi la mia bocca
La studi
Avrò forse dei residui di dentifricio?
Inconsapevolmente porto una mano sulle mie labbra
Ma tu mi fermi
La blocchi con la tua
Questi contatti improvvisi fanno amle alla mia salute
Mi parli e mi sciolgo.

 
Siamo arrivati.
Diggle ferma la macchina  davanti al portone della tua abitazione
Tu sei già fuori
Non ti fai attendere
O forse vuoi tenere le distanze
Forse farmi entrare in casa era troppo
Lo capisco.
Scendo dalla macchina
Ti vengo incontro
Questo almeno me lo concedi.
Sorrido tra me e me
Poi ti guardo
Sei diversa
Hai il viso più rilassato
Sei serena.
Smetto di fissarti
So che ti metto a disagio
Ti saluto
Tu ricambi
“Puntuale, come promesso”
Mi sorridi
E i miei occhi cadono sulle tue labbra
Non ne ho potuto fare a meno.
Hai un rossetto viola
Perfettamente abbinato alla tua camicetta
Adoro i tuoi colori
Non lo dai a vedere
Ma sei attenta ai particolari.
Ti sto fissando, di  nuovo
E sei tu a farmene accorgere
Abbassi lo sguardo
E ti porti una mano sulla bocca
L’istino mi dice di fermarti
E lo faccio.
Afferro la tua mano
“Ti sbaverai il rossetto così”
Ti dico
Intanto la mia presa è forte
Forse troppo
Lascio la tua mano
Tu ti ritrai
Arrossisci
Sembri una bambina
E questa cosa mi fa impazzire.
E’ ora di andare
Ti faccio strada verso la macchina
E ti faccio accomodare.

 
Sono ancora in iperventilazione
Oliver Queen, tu mi stai mettendo a dura prova
Sei una provocazione continua.
Non voglio essere una delle tante donnette che frequenti
Sia chiaro.
Si che lo vuoi
Jessica, ancora lei
Taci una buona volta!
Entriamo in macchina
Saluto l’autista
Chiunque egli sia
Non riesco a vederlo
Un vetro oscurato ci divide
Ma sento la sua voce che risponde al mio saluto.
Sedili in pelle
Ne sento l’odore
Invade le mie narici
Sa di pulito
Mi piace.
Tu entri dopo aver chiuso il mio sportello
Ora stai in silenzio
Sembri sovrappensiero
Qualcosa ti preoccupa
Lo sento.
Il silenzio mi rende nervosa
Per fortuna il tragitto è breve
E siamo già arrivati.
Conosco quel posto
E’ uno dei vecchi edifici delle Industrie Queen.
Scendiamo dalla macchina
Solo io e te
Mi fai strada dentro la struttura.
A quanto pare ci sono dei lavori in corso
Già, è vero.
Il night club
Ne avevo sentito parlare.
Passiamo tra i vari macchinari e attrezzi  di lavoro
Apri una porta e mi fai segno di entrare
Ci sono delle scale
Inizio a scenderle
Ed è buio
Troppo buio.
Io e te
In una stanza
Al buio.
Pensieri non troppo puri invadono la mia testa
Sei dietro di me
Sento il tuo respiro
Poi la tua voce
Calda ed estremamente eccitante.
“Volevo mostrarti una cosa”
Mmh, cosa?
Jessica sta ballando la samba in questo momento.

 
Sono alquanto nervoso
Per tutto il tragitto non ho fatto altro che pensare a quello che ti avrei detto.
Ti porto nel mio rifugio
Un posto proibito per tutti
Ti guardi intorno
Chissà quante domande ti stai facendo
Credo sia comprensibile.
Scendi qualche gradino
Io sono dietro di te
Ti seguo
Le luci sono spente
Scendo altri due gratini
E finalmente sono arrivato agli interruttori
Gli aziono.
Il sotterraneo finalmente prende luce
E insieme a lui anche i tuoi occhi
Guardi incredula ciò che hai di fronte:
una vera e propria base segreta.
Ti avvicinai ai computer e ai vari hardware
Ti giri verso di me e chiedi spiegazioni
Adesso è l’ora della verità.
Da dove comincio?
Dall’inizio?
Mmh, meglio di no
Ti risparmio ciò che ho passato sull’isola
Ancora non riesco a parlarne
Ma chissà se capirai
Chissà se accetterai il mio lato oscuro
Se sei intelligente come credo, scapperai via di qui
Forse sarebbe la cosa più sensata
Spero che tu lo faccia
Perché se non lo fai
Sei dentro con me in questa cosa
E poi, non sarà più possibile tornare indietro.

 
Il cuore stava per fermarsi
Ma in quel momento le luci si accendono
E finalmente le cose sono più chiare
Era questo che volevi mostrarmi:
Computer
Attrezzi da allenamento
Attrezzature mediche
C’è persino un barella.
Cosa se ne fa Oliver Queen di un posto del genere?
Mi volto e tu sei lì
Con le mani in tasca
Inarco un sopracciglio in attesa di spiegazioni.
Ma tu non parli
Cammini verso di me
Mi superi
Prendi una custodia e la poggi sul tavolo
Mi fai segno di avvicinarmi ed aprirla
Ti guardo titubante ma poi ubbidisco.
Ecco che realizzo:
Arco e frecce
Tu
Adesso ti vedo
Ho il quadro completo di te
Dei tuoi strani “affari”
Del tuo essere così criptico
Misterioso
Sfuggente.
Abbassi gli occhi
E il tuo sguardo si fa scuro
Lo sai che ho capito
Ti senti colpevole
Pensi forse che dovrei aver paura di te?
La verità è che non è così
“Io non ti giudico”
Ti dico mostrandomi tranquilla
Il tuo viso si rilassa
Finalmente mi guardi negli occhi
Ora posso chiedertelo
“Perche me?”
 

Avevo preparato un lungo discorso
Ma alla fine ho preferito mostrarti ciò che sono
La tua reazione mi spiazza
Non ti scomponi
Rimani in silenzio qualche secondo
Ma poi mi parli
Non mi giudichi
Come fai?
Come fai ad essere così incredibile?
Ora sono più che sicuro della scelta che ho fatto
Ho fatto bene a mostrarti cià che sono
Sei la persona giusta
Adesso mi chiedi
Vuoi sapere
E’ legittimo
“Sono stanco di mentire con tutti, Felicity”
Lo dico tutto in un fiato
Ed è la frase più vera che abbia mai detto
“Tu inconsapevolmente mi hai aiutato
Sei dentro questa storia
E non voglio che lo fai rimanendo all’oscuro di tutto.
Voglio che tu abbia modo di scegliere
Dentro o fuori
Ma rimane una tua scelta.”
Ecco, ora sai anche il motivo
Cosa farai?
Ti volterai e te ne andrai?
Riuscirai a guardarmi ancora in faccia?
Rimarremo amici
Oppure sarò sempre e solo il tuo capo?
Mille domande
Troppe
Ma tu, ancora volta, mi stupisci
Mi spiazzi
E mi chiedo se sei reale oppure no.
Poche parole che mi fanno sorridere:


“Quindi adesso tu sei Batman ed io Robin?
Ci sto”.

 

___________________________________________________________________________________________

Angolo dell'autrice
Rieccomi con il secondo capitolo: un capitolo più incentrato sulle verità piuttosto che sui sentimenti, ma era doveroso farlo per poter prosguire ed iniziare a rendere le cose più interessanti:)
Ci tenevo a ringraziare tutti coloro che hanno recensito il capitolo precedente e rignrazio soprattutto per le numerosissime visualizzazzioni (sono state veramente tante e non me l'aspettavo xD) quindi grazie a tutti.
Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate  tramite la recensione, sarò ben felice di leggervi ^^

Ps: Se avete letto questa storia significa che amate Arrow, quindi sarei contenta se veniste a trovarmi sul forum italiano, da me gestito 
http://arrow-italia.forumfree.it/ e la relativa pagina facebook https://www.facebook.com/pages/Arrow-She-says-the-island-changed-me/526714827357359?fref=ts <3
Baci
-AntonellaMars-

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Capitolo 3
*** Alla tua bocca mi avvicinerò e un'altra volta mi avvelenerò del tuo veleno ***


Alla tua bocca mi avvicinerò e un'altra volta mi avvelenerò del tuo veleno 
Capitolo 3



Ogni giorno, dopo il lavoro, vengo qui, nel tuo rifugio.
Ormai è passata una settimana da quel giorno
Il giorno in cui mi hai detto la verità
Il giorno in cui ho preso parte a tutto questo.
Mi piace il lavoro di squadra
Soprattutto mi piace il rapporto che si è instaurato con te.
C’è sintonia
Collaborazione
E fiducia reciproca.
Passi la maggior parte del tempo qui
Come se fosse la tua casa
Come se fosse l’unico posto nel quale puoi essere realmente ciò che sei.
Ed in realtà è così
Qui non ci sono bugie
Non ci sono omissioni.
Manchi solo quando c’è una missione
Come in questo momento
Qualcuno da salvare
O qualche conto in sospeso.
Lo ammetto
A volte non comprendo il tuo modo di agire
Il volerti fare giustizia da solo
Ma non ci sono altre vie
O questa o l’indifferenza per ciò che ci circonda.
La legge non basta
Non sempre
Questa città ha bisogno di qualcuno come te
Ha bisogno del vigilante.
Sono sola
Davanti a questi monitor
In attesa di una tua chiamata
In attesa di te
Di poterti aiutare
O almeno rendermi utile.
Faccio girare la sedia sulla quale sono seduta, guardandomi intorno
Questo posto
Questo arredamento così inusuale
L’hai reso tuo.
Non l’ho mai ispezionato per bene
Mi sono limitata a stare nel mio angolo
Quello che mi hai riservato.
So bene che non devo ficcare il naso nelle tue cose
Ma lo hai detto tu:
“Fai come se fossi a casa tua”
Me lo ripeti spesso
Ogni volta che arrivo
E ogni volta che te ne vai.
Mi avvicino al baule
Quello marrone con le rifiniture dorate.
Lo apro.
Ci sono vari scompartimenti
Ma io sono attratta da uno in particolare:
Quello con le tue frecce.
Ne prendo una
La osservo
La studio
Tocco la punta
E’ perfetta.
Penso che deve essere meraviglioso saper maneggiare un arco.
Poter scoccare un freccia
Certo, io sarei negata
Non mi riesce bene neanche giocare a freccette
Ma…sarebbe bello provare.
I mie pensieri
Il mio fantasticare
Vengono improvvisamente interrotti dalla tua voce
 

Sento il mio zigomo pulsare
Non sempre riesco a rimanere illeso
Porto una mano sulla guancia
Sangue
Dev’essere solo un graffio
Arriccio le labbra e sbuffo
Odio dover tornare a casa con questi segni
Dare spiegazioni
E dire altre bugie.
Mia madre e ma sorella sono già troppo apprensive
Questo non aiuta
Ho bisogno di medicarmi.
Arrivo al Verdant
Il night aprirà tra una settimana
Manca poco ormai.
Scendo le scale del sotterraneo
E ti vedo
Sei ancora qui
Lo immaginavo
Non lasci questo posto senza sapere che sto bene
E che sono tornato sano e salvo
Beh… sano non sempre.
In un certo senso vegli su di me
Ed io, a mio modo, faccio lo stesso con te.
Cerco di lasciarti sola meno possibile.
Nutro un senso di protezione nei tuoi confronti
Mi prendo cura di te come si fa con le cose preziose
Se ti succedesse qualcosa…
Non me lo perdonerei mai.
Ti osservo mentre ti muovi nella stanza
Mi appoggio alla colonna divertito
Ti seguo con gli occhi
Ti avvicini al baule
Lo apri e prendi un freccia.
Sei assorta nei tuoi pensieri
Chissà cosa ti gira per la testa
Ti lascio fare ancora per qualche secondo.
Poi decido di farti accorgere della mia presenza
“ Attenta, potresti farti male”
Ti volti di scatto lasciando la freccia sul tavolo
Forse speri di nasconderla alle tue spalle.
“Quella freccia l’ho affilata personalmente”
Beccata.
Ti scusi per averla presa
Ti giustifichi ed io sorrido.
Ripongo l’arco sul tavolo
Poi mi avvicino a te
Prendo la freccia alle tue spalle
“Puoi osservarla ancora, se ti va”
Te la porgo
La guardi
Vuoi prenderla ma non sei sicura.
Ci pensi un po’ma poi l’afferri.
 

“Scusami
Volevo solo guardarla”
Perfetto
Non ho mai toccato nulla qua dentro
Nulla che non fosse di mia competenza
E l’unica volta che lo faccio vengo beccata in pieno.
Mi sorridi
Ti piace vedermi in difficoltà
E’ evidente.
Mi dai il permesso per guardarla ancora
Sono titubante ma accetto l’offerta
E afferro di nuovo la freccia
Sono curiosa peggio di un gatto quando mi ci metto
Le armi non mi piacciono
Ma arco e frecce mi affascinano
Non lo avrei mai detto in passato.
Ho tante domande a riguardo
E tu sei l’unico che può dare risposte.
Alzo lo sguardo che fino adesso era rimasto basso
E incrocio finalmente i tuoi occhi.
Non posso fare a meno di notare la tua ferita
“Ma tu sanguini!”
Non ti do il tempo di rispondere.
“Dobbiamo medicarti, ok?”
Schiudi la bocca in segno di protesta
Ma poi ti arrendi subito.
Prendo del disinfettante ed una garza
Ti tampono piano
Brucia un po’
Lo capisco da come serri la mascella
Mi lasci fare.
Per un attimo ho mantenuto la concentrazione
Cerco di non guardarti negli occhi
Non voglio imbarazzarmi
Mi succede troppo spesso.
Ma più cerco di non farlo
E più penso che sei qui
A pochi centimetri da me
E ti sto facendo da infermiera.
Perché mi rendi così nervosa?
Mi fai pentire di averti medicato
Ancore qualche secondo e credo di aver finito.
Alla fine si tratta di un graffio
Profondo ma pur sempre un graffio.
“Sei fortunato.
Niente punti”

 
Noti la mia piccola ferita.
Vuoi disinfettarla
Oppongo resistenza ritraendomi
Si tratta solo di un graffio
Ma poi ci penso:
Meglio che sia tu a medicarmi
E non Thea o mia madre.
Mi arrendo e mi siedo sulla barella
Aspetto che torni con il necessario
Non mi fai attendere molto
Pochi secondi e sei già qui.
Sei così professionale anche in questo momento
Tamponi la mia ferita
Ma non ti lasci distrarre da me
Più probabilmente ti stai sforzando per non farlo.
Ti mordi il labbro
Non so se per nervosismo
O se è il tuo modo per tenerti concentrata
Forse la prima
Lo stai letteralmente torturando.
Il tuo tocco e leggero
E finisci in fretta
Ti vuoi distaccare
Non sopporti questa vicinanza
A me stava anche piacendo in realtà.
Riponi il tutto al proprio posto.
E torni dove ti avevo trovata
Alla giusta distanza da me
Per riprendere la freccia
E proseguire da dove avevi lasciato
“Mi domandavo….
Perché arco e frecce?”
La tua domanda mi stupisce
Non avrei mai pensato che qualcuno me lo avrebbe chiesto
Nemmeno Diggle lo ha fatto.
Inevitabilmente mi tornano in mente i momenti trascorsi sull’isola
Alla prima volta che ho impugnato un arco.
Mi stringo nelle spalle
Mentre comincio a spiegarti.
“C’è stato un momento in cui ho dovuto decidere quale arma usare.
Ero costretto a farlo
Se volevo sopravvivere”
Ti dico con una punta di amarezza
“C’era una vasta scelta:
Dalle armi da fuoco
Alle spade.
Istintivamente venni attratto dall’arma da fuoco
Era la più semplice da usare
E pensavo che fosse quella più adatta a me.
Ma cambiai idea immediatamente quando impugnai per la prima volta un arco”
Ricordo come se fosse ieri quel momento
“L’adrenalina mi scorreva nelle vene
Mi sentivo potente
Ma allo stesso tempo vulnerabile”
Ascolti attenta il mio racconto.
Sei affascinata da tutto questo
E per la prima volta mi sto aprendo con qualcuno.
“Ma spiegarlo a parole…non rende l’idea”
Mi alzo e prendo l’arco che avevo precedente riposto sul tavolo.

 
 
Ti ascolto
Le tue parole hanno un retrogusto amaro
L’isola ti ha cambiato
Eppure percepisco un po’ di malinconia
E quando parli di arco e frecce ti si illuminano gli occhi
Adesso ti stai alzando per riprendere l’arco
Che vuoi fare?
Mi dici di avvicinarmi
Vuoi farmelo usare
L’idea mi esalta
E mi avvicino subito a te
Riponi l’arma tra le mie mani
E ti sposti alle mie spalle
Sento il tuo petto che si appoggia alle mie spalle
Le tue mani avvolgono le mie
Mi sento piccolissima
Mi aiuti a tendere la corda posta alle due estremità dell’impugnatura
In realtà non è solo l’arco ad essere teso
Lo sono anche io.
Le braccia fanno male
Non è facile tenere un arco.
Adesso prendi una freccia
La posizioni sul poggiafrecce
E ritorni sulle mie mani
Per guidarle
Per aiutarmi a tendere nuovamente l’arma.
Mi sussurri di sentire la tensione dell’arco
E di esserne padrona
La sento.
Il tuo respiro è sul mio collo
E la tua bocca troppo vicina al mio orecchio
Sto pregando dentro di me che Jessica non mi faccia fare mosse avventate.
Tipo saltarti addosso.
“Ti guido io” mi dici.
Oh si guidami, fai di me ciò che vuoi
Non riesco più a capire se sono io a parlare o Jessica.
Le tue braccia si allargano ancora
Mi dici di prendere le mira
poco prima di  rilasciare la corda.
La freccia si incastra perfettamente nel muro
Accanto ad altri fori
Probabilmente causati in precedenza da altre frecce.
L'adrenalina di cui parlavi…la sento
E sento ancora tensione
Eppure nessuna freccia è posizionata sull’arco
Ma tu continui a stringere le mie mani
Non le lasci
E nemmeno io lo faccio
Rimango avvolta nelle tua braccia.
Sei a pochi centimetri da me
Le tue labbra sfiorano il mio orecchio
Il tuo respiro ora è calmo
Quasi impercettibile
Io invece sono sicura di aver smesso di respirare.
Sento che stai fissando me in questo momento
E non il bersaglio appena centrato.
Adesso sono io il tuo obiettivo.
Mi volto appena
Ed incrocio i tuoi occhi.
E' per caso la forza di gravità che mi sta facendo avvicinare così pericolosamente a te?
Mancano pochi millimetri al contatto con le tue labbra
Bacio! Bacio! Bacio!
Jessica
 sta esultando e facendo il tifo per me.
Pochi attimi e sento le tue labbra
Mi sfiorano appena.
Non lo definirei un bacio
Ma solo un modo per testare il terreno
Prima di lasciarti andare del tutto.
Ed io sono pronta ad accoglierti nella mia bocca
Socchiudo gli occhi e ti attendo.
“Signor Queen”
La voce di Diggle interrompe quella magia
Costringendoci a lasciare il limbo nel quale ci eravamo rifugiati
Io piccola ed inerme ancora tra le tue braccia.
Tu ti allontani imbarazzato e colpevole
Come un ladro colto in flagrante.

Accidenti!

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Angolo dell'autrice
Ho aggiornato prima del previsto, perchè questi due mi mancano e DOVEVO scrivere su di loro per sognare un po'.
In questo capitolo mi sono divertita... e lo so che vi sto lasciando con l'amaro in bocca ma si, sono sadica, e voglio farvi soffrire ù_ù
Beh scherzo, le cose per questo racconto devono andare così... voglio TANTA, ma TANTA tensione sessuale... alla fine si dovranno saltare addosso anche in mezzo alla strada xD
Ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito come sempre.
Spero che continuerete a seguirmi.
Aggiorno prestissimo, prometto ^^
-AntonellaMars-

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Capitolo 4
*** Il vuoto delle tue certezze tra le tue pareti che ora inchiodano il silenzio tra noi due ***


Il vuoto delle tue certezze tra le tue pareti che ora inchiodano il silenzio tra noi due

Capitolo 4

 

 

Cosa ho fatto?
Ti ho baciato?
Proprio te
Così piccola e fragile
La MIA Felicity.
E’ stato un errore
Non faccio che ripetermelo
Da quando sei uscita fuori da questa stanza
Imbarazzata
E forse anche un po’ delusa
Ed io come uno stupido ti ho lasciata andare via
Senza dirti nulla
Senza spiegarti.
Ma poi…spiegarti cosa?
Che ho avuto l’istino inevitabile di baciarti
Che le tue labbra erano un dolce invito
E che non potevo farne almeno?
Anche Diggle mi ha rimproverato
Tu non sei “quel tipo di ragazza”
Dovresti stare lontano da quelli come me.
Io non sono capace di amare
Queste sono le parole che più volte mi sono sentito dire.
Laurel fra tutte
Ed ora stavo facendo lo stesso errore con te.
Ti ho mandato un messaggio
Forse ti aspettavi altro da me
Forse un accenno a quello che è successo
Ma niente di tutto questo.
“Ho delle missioni da compiere
Ti dico io quando potrai tornare al rifugio.”
Coinciso e diretto.
Ti sto allontanando
Ed invece avrei voluto dirti altro:
Che non volevo fermarmi
Che avrei continuato a baciarti
E chissà cos’altro.
Ma ho scelto la strada più semplice
Lasciarti andare
Non voglio metterti in pericolo
E con me non sei al sicuro
Chissà se lo capisci
Chissà se mi capisci.
 

Tre giorni che non ti sento.
Non avrei mai pensato che la tua assenza mi avrebbe ridotta così.
Un’esistenza senza di te poteva andare bene
Ma da quando ti sei catapultato nella mia vita non è più lo stesso.
Soprattutto da quella sera
Quando finalmente ho assaggiato il sapore delle tue labbra
Si…solo assaggiato
Non ci è stato concesso nulla di più.
E adesso sono diventata un’estranea
Una da evitare.
Ti conosco poco ma ti ho capito
Credi di non meritare la felicità
Pensi che rovinerai tutto, di nuovo
E che io ci vada di mezzo.
Ma sai, io non ho paura.
Non ho più paura di te
Perché devi averne tu per me?
Smettila di proteggere le persone
E soprattutto smettila di proteggerle da te stesso
O forse sono io a non essere abbastanza
Magari non sono quella per cui vale la pena tentare.
Non sono l’amore della tua vita
Non quanto lei
Lo so
Se solo ti rendessi conto che sei ancora in grado di amare
Andresti da lei.
Io sarei solo una seconda scelta.
Non sono una di cui ci si innamora
Io sono Felicity del reparto informatico
Nulla di più.
Mi sono buttata nel lavoro
Più di quanto già non facessi
Per non sentire la tua mancanza
Ma non è facile.
Qui tutto parla di te.
E non mi riferisco all’enorme scritta “Queen” sull’edificio.
Non sei più venuto in ufficio a cercarmi
Improvvisamente non hai più bisogno di me.
Aspetto una tua chiamata
Che tu mi dia il permesso per tornare al rifugio.
Perché mi farai tornare, vero?

 
E’ trascorsa un’altra settimana
Senza di te.
E strano non trovarti al rifugio
Ogni volta spero di trovarti lì
Alla tua postazione
Che smanetti al computer
Ma non ci sei.
Sono stato io ad impedirtelo
Forse speravo che non mi dessi retta
Che ti saresti presentata qui
Indipendentemente da quello che ti ho detto.
Più probabilmente vuoi evitarmi anche tu
Non ti biasimo per questo.
Sono arrivato al limite
La tua assenza si fa sentire
Ed ora ho bisogno di capire.
Ho bisogno di vederti
Di sapere come stai
Se mi pensi
Oppure  se hai ripreso la tua vita di tutti i giorni
Come se non fosse successo nulla.
Esco di casa
Mi metto in moto
Queen corporation è la mia meta.
Pochi minuti e arrivo
Sono davanti all’immenso edificio che da anni appartiene alla mia famiglia
Entro.
Il personale mi saluta
Tra sorrisi falsi e domande di circostanza arrivo al corridoio che porta al tuo ufficio.
Non sei sola
Parli con qualcuno
E ti sento ridere.
La tua risata fa bene alla mente
Come un soffio di aria fresca.
Mi avvicino ancora
Quel poco quanto basta per vederti
C’è un uomo lì con te
Lo conosco
Lavora anche lui qui alle industrie Queen.
Forse parlate di lavoro
O forse no
Il vostro tono mi sembra confidenziale
Siete amici, lo percepisco.
Una fitta di gelosia mi invade il petto.
Adesso è lui a godere dei tuoi sorrisi.
Dannazione.

 
Joseph.
Il mio collega, ormai da anni
Passa frequentemente nel mio ufficio
Spesso per consulenze
Ma il più delle volte tenta di propormi appuntamenti
Che come sempre rifiuto.
L’ho sempre trovato eticamente sbagliato
Mischiare le relazioni personali al lavoro
Fino quando non sei arrivato tu
E ti sei insinuato nella mia vita senza chiedere il permesso.
Adesso non ci trovo nulla di male a scambiare qualche parola con lui
Indipendentemente dal lavoro.
E’ affascinante
Intelligente
Più alla mia portate e….
E non sei tu.
Si beh, questo annulla tutto il resto.
Ma per la prima volta riesco a guardare Joseph con occhi diversi.
Forse potrebbe essere divertente uscire con lui
Forse ti penserei meno
Forse è quello giusto.
Forse…troppi forse.
Adesso è qui e mi sento sollevata
Riesce a farmi distrarre
A farmi ridere
E farmi pensare meno.
Ma non basta sai?
Non basta così poco per scacciarti dai mie pensieri.
Ed invece vorrei che fosse possibile.
Devo impegnarmi di più.
“Dopo il lavoro che fai?”
Ecco, la fatidica domanda
Arriva puntuale come sempre.
Stavolta non cambio discorso
“Nel migliore dei casi mi aspettano film e pigiama a casa”.
Beh…forse il pigiama potevo evitarlo.
Si soprattutto se ti riferisci al pigiama antistupro che spesso indossi
Iniziavo a sentire la mancanza di Jessica.
No bugia, i suoi commenti non mi mancavano affatto.
“Ti va di andare a bere qualcosa insieme?”
Rispondo in fretta , prima di cambiare idea.
“Mi farebbe piacere”.
Dico sorridendo.
Ed ecco che incrocio il tuo sguardo
Mi pietrifico
Da quanto sei qui?
 
 
Stai andando avanti
Ne ho avuto la conferma
Dopotutto è giusto così
Meriti il meglio.
Sarei dovuto andarmene
Ma mi vedi
Troppo tardi.
Non mi resta che entrare
Stavolta sono io ad interrompere.
“Scusate l’interruzione”
Il tizio mi saluta
E si rimette in riga
Si scusa e mentre se ne va ti sussurra un “ci sentiamo dopo”.
Abbassi lo sguardo
E’ troppo che non ti vedo arrossire
Lo sai che ho sentito tutto
Non imbarazzarti
Non ce n’è motivo.
Non posso avanzare pretese su di te
Non sei una mia proprietà
Ma non lo nego:
Sono maledettamente geloso
Geloso di saperti con un altro che non sono io.
Ero qui per sapere come stavi
Ma ho già avuto la risposta.
“Ciao, Felicity”
Ti dico con dolcezza
Mi saluti anche tu ma eviti i miei occhi
“Ero qui nei paraggi e volevo  salutarti…”
Sono un pessimo bugiardo
Ma tu non te ne accorgi.
Perché non mi parli?
Sei qui e non posso fare a meno di cercare un contatto con te
Sfioro la tua mano
Mi sei mancata.
“Felicity...io…”
Mi interrompi bruscamente.
“Oliver…devo lavorare”
Lo sospettavo
Sei in collera con me
Hai ragione
Hai perfettamente ragione.
Ti ho allontanato
Non mi sono fatto sentire per giorni
E poi piombo qui
Mettendomi in mezzo alla tua vita.
Lascio la tua mano
“Si, certo.. ti lascio lavorare.
A presto”
Ti dico con dolcezza.
Metto le mani in tasca e lascio il tuo ufficio.
Ho sbagliato tutto.
 


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Bene, stanotte mi sono resa operativa. Ero particolarmente ispirata sopratutto perchè questo capitolo lo definisco "di transito", in parole semplici: non vedevo l'ora di scriverlo per poi dedicarmi ai successivi ù_ù dove sarò molto più buona <3
So che molte di voi si aspettavano più contatto, ma era doveroso lasciarli respirare un attimo, altrimenti si sarebbero sicuramente saltati addosso e non era ancora il momento :)
Nonostante tutto mi è piaciuto scrivere questo capitolo, sia per le riflessioni che fanno entrambi, sia per vedere Oliver un pochino geloso...ma....SPOILER...............questo è niente confronto a quello che vedremo nel prosismo capitolo xD
Grazie come sempre a tutti voi che mi seguite e recensite, soprattutto ad alcune che mi scrivono anche privatamente, è sempre bello scambiare qualche parola con voi <3
Sono soddisfatta del "successo" (parola grossissima ma passatemela) che sta avendo questa storia, ma il merito è anche vostro che, col vostro entusiasmo, mi date un motivo in più per continuare a scrivere.

Un bacio
-AntonellaMars-

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Capitolo 5
*** Ti cercherò in un traffico d'anime ***


Ti cercherò in un traffico d'anime
Capitolo 5



Da quanto tempo è che non esco con qualcuno?
Non saprei neanche dirlo
Non lo ricordo
E’ passato davvero troppo tempo.
Sono sempre troppo presa dal lavoro
Mi concedo raramente qualche uscita
E quando succede la compagnia è quasi esclusivamente femminile.
Ma uscire con un uomo…cavolo, non ci sono più abituata!
Joseph mi ha concesso solo il tempo di una doccia dopo il lavoro
E poi sarebbe passato a prendermi.
Mi sto quasi pentendo di aver accettato
Cosa diavolo mi è venuto in mente?
E poi chi voglio prendere in giro?
Ho accettato solo per tenere la mente occupata.
Si esatto
Per  allontanare te dai miei pensieri
Ed invece più ti scaccio e più ci sei.
Non ti aspettavo di vederti in ufficio, sai?
Non so neanche se mi ha fatto piacere oppure no.
Si beh...sei sempre un bel vedere
Ma non puoi fare cosi.
Sei stato tu ad allontanarmi
E ora cosa fai?
Marchi il territorio?
E no caro mio
Non funziona così
Non sono il tuo giocattolo.
Sono le nove
Jospeh sarà qui tra poco
Infilo il vestito
Nulla di troppo corto è attillato
Qualcosa di semplice
Ma neanche il classico abbigliamento giornaliero.
Un filo di trucco
Non voglio esagerare
E soprattutto non voglio che gli vengano idee sbagliate
E’ un’uscita tra colleghi dopotutto.
Un messaggio
E’ lui.
E’ ora di uscire
Faccio un bel respiro ed esco.
Perché sono così nervosa?
 
 
Esco dalla doccia
Mi sembra di esserci stato un’eternità
Assorto dai pensieri
Ti immagino con lui
I suoi occhi posati sul tuo meraviglioso viso
E tu che sorridi delle sue battute
Mordo l’interno della guancia
Non dovevo permettere che successe
Potevo evitarlo
Parlarti
Dirti come sto
Cosa sento
E soprattutto perché ho reagito così.
Perché ho una fottuta paura
Di sbagliare
Di non essere sicuro
E di non essere ciò che vuoi
Ma questo lo so già
Non posso essere ciò che vuoi.
Tu hai bisogno di una storia normale
Di un uomo normale
Non uno che va in giro tirando frecce
Che mette in pericolo la propria vita e quella degli altri
Tu meriti di meglio.
Eppure  l’idea di saperti con lui mi fa salire il sangue al cervello
Divento incapace di ragionare.
Ti tratterà con rispetto?
Si prenderà cura di te come farei io?
Troppe domande
E nessuna risposta.
Vorrei vederti
Parlarti
Spiegarti
Ma tu non vorresti
Mi scacceresti come hai già fatto
E avresti tutte le ragioni di questo mondo.
Passo una mano sul vetro appannato
E vedo riflessa la mia immagine
Stento a riconoscermi
Guardo le mie cicatrici
Mi piacerebbe raccontarti ogni cosa
Tu saresti l’unica con la quale ne parlerei
Tu sapresti vedermi dentro.
E allora cosa ci faccio qui?
Perché non ti fermo?
Ispiro profondamente
Devo trovare la calma necessaria per stare fermo.
Devo andare al rifugio
Dove posso essere me stesso
Dove posso spaccare un muro senza dare spiegazioni.
 

Macchina sportiva
Non me l’aspettavo.
Abbasso la testa per guardare meglio
Si è lui.
Mi avvicino e apro lo sportello
“Sei bellissima”
Mi dice ancora prima di salutarmi
Sorrido leggermente imbarazzata
Mi domando se mi abbia davvero guardata
O è il classico complimento da primo appuntamento.
Ho detto appuntamento?
Entro in macchina
“Spero di non averti fatto aspettare troppo”
“Per niente”
E’ gentile ed educato nei modi
Non mi stupisco
Mi è sempre sembrato un ragazzo apposto.
La nostra meta è un nuovo pub della città
L’idea mi piace
Ho voglia di bere  stasera e passare una serata diversa.
In poco tempo arriviamo al locale
Ha prenotato un tavolo in un’area privata
Quindi ci accomodiamo subito.
E’ molto carino
L’arredamento è stile orientale
I tavolini sono bassissimi
E ci si siede su dei cuscini.
Ottima scelta.
Chiacchieriamo
Questa volta non solo di lavoro
Vuole conoscermi meglio
Io invece non faccio molte domande.
Mentre parla spesso mi sfiora la mano
E’ evidente che vuole cercare un contatto
Ma è altrettanto evidente che la cosa non è corrisposta
Per quanto possa essere carino
Non mi sento a mio agio
Non ancora almeno.
Due giri di birra
Mi dovrei fermare
L’alcool non è propriamente mio amico
Mi fa parlare troppo
E potrei dire cose avventate
Fuori luogo
E senza senso.

 
Non ce l’ho fatta.
Dovevo farmi legare da Diggle al rifugio, per impedirmi di uscire
Ed invece sono uscito.
Sono rimasto fuori dalla tua abitazione
Ti seguivo da fuori le finestre
Mentre ti preparavi
Mentre ti facevi bella per lui.
Ero anche tentato di entrare
Ma non sono stupido fino a questo punto.
Ho aspettato che uscissi di casa
Ti ho vista
Bella come non mai
E mi fa rabbia pensare che le tue attenzioni siano rivolte a lui
E non a me.
Non avrei mai pensato di fare una cosa del genere
Di usare il vigilante per tali scopi
Ed invece sono qui
Con il mio cappuccio e le mie frecce
Che mi nascondo nella notte
Pur di vederti
Pur di sapere cosa fai.
Vi ho seguito fino al pub dove ti ha portata
Scommetto che rispecchia i tuoi gusti
Il ragazzo ci sa fare, indubbiamente.
Mi chiedo se ci abbia già provato con te
Se tu gliel’hai lasciato fare
Ma ti conosco
Non sei quel genere di donna.
Dopo un’ora eccoti di nuovo
Siete usciti
La sua mano cinge la tua vita.
Serro la mascella
Sono geloso
Maledettamente
E irrimediabilmente geloso di te.
Di te con lui.
Della sua mano, così invadente.
E poi vedo il tuo viso
Troppo gentile per dirgli di toglierla
Ma te lo leggo in faccia
Il suo tocco ti infastidisce.
Dimmi che è me che vuoi
Fammelo capire
E farò in modo che lui non ti tocchi più.

 
La serata è stata piacevole
Meglio di quanto mi aspettassi
Joseph è stato gentile
Ed a tratti anche tenero.
Alla fine ho retto l’alcool
Sono fiera di me
Ma con le parole ho svalvolato lo stesso
E temo di averlo annoiato con i miei stupidi discorsi.
Ho parlato di lavoro anche qui
E’ più forte di me
Quel nuovo software è sensazionale
Bene, sto parlando di lavoro anche nella mia testa.
Il fatto è che Joseph è molto simile a me
Abbiamo parecchie cose in comune
Piacerebbe addirittura anche a mia madre
Ed è tutto un dire.
Si, lui sarebbe perfetto per me
Ma…non è te.
Al diavolo Oliver Queen
Cosa mi hai fatto?
Sono stregata da te.
E per cosa poi?
Non ci siamo neanche baciati davvero.
Devi uscire fuori dalla mia testa.
Questo è il mio appuntamento
Tu sicuramente ti starai divertendo con una delle tante modelle che frequenti
Quelle dal fisico perfetto
Bionde naturali
E magari anche di famiglia ricca.
Non ti biasimo
Tu puoi avere il meglio.
Ritorno sul pianeta terra
Jospeh mi accompagna alla macchina
Tenendomi una mano sul fianco
Lo fa per galanteria immagino.
Entriamo in macchina
Mi chiede se ho voglia di fare qualcos’altro.
Ma preferisco andare a casa
Domani dobbiamo lavorare entrambi
E in fin dei conti questa uscita mi sembra sufficiente per stasera.
Arriviamo davanti la mia abitazione
Joseph mi accompagna davanti al portone
Ed io lo ringrazio per la serata.
Mi guarda
Trattiene la mia mano
Oh no, ti prego
Non rovinare la fantastica idea che mi ero fatta su di te.
Troppo tardi
Si avvicina al mio viso, cercando di baciarmi.
Non è il caso
Non voglio
Non mi va.
Fra un’istante grido, lo giuro.
Ma vengo anticipata dalla freccia che si insedia tra me e Jospeh, conficcandosi nel muro.
Ho già capito.
Mi volto e tu sei qui
Pronto a scoccare un’altra freccia, se necessario

 
Volevo tenermi fuori
Lo volevo con tutto me stesso
Ma evidentemente non era destino.
Il tipo ha fatto un passo sbagliato
Con la persona sbagliata.
Sta per violare la tua bocca
E anche se me lo aspettavo
Non posso permetterglielo.
Prendo una freccia e la spedisco dritta tra voi due
Tu mi guardi
Non so se sei più sorpresa o sollevata
Lui è impaurito
Proprio come volevo.
“Lasciala stare e va via!”
Scandisco bene le ultime due parole.
Non se lo fa ripetere due volte
Ti lancia uno sguardo
Poi corre fiondandosi in macchina
E sfrecciando via.
Codardo.
Adesso ci siamo solo io e te
Mi sembri arrabbiata
Ce l’hai con me perché mi sono messo in mezzo di nuovo, vero?
Arriva la sfuriata, la sento
“Cosa stavi cercando di fare?
Potevo cavarmela anche da sola, sai?
Devi smetterla di usare le tue frecce per impaur….”
Sei adorabile anche arrabbiata
Ma non resisto
Le tue labbra mi tentano
Blocco le tue parole
Prendo il tuo viso fra le mani e ti bacio con foga.
Stavolta sul serio
Senza interruzioni
E assaporo finalmente le tue dolci labbra
 

__________________________________________________________________________________________________________________

Angolo dell'autrice:
Ce l'ho fatta, a notte fonda ma ce l'ho fatta.
Oggi l'editor mi dava problemi, ma ho voluto fare un ultimo tentativo prima di addormentarmi ed è andato bene ^_^
Ok, ve lo devo dire: ci stiamo avvicinando alla fine di questa storia (tutte le cose belle purtroppo finiscono) ma non disperiamo eh, lascio sempre una porta aperta ad un probabile sequel XD
Beh poi io cambio idea spesso eh, magari decido di aggiungere più capitoli...non lo so ancora, ma nel prossimo sicuramente lo saprete, visto che dovrebbe essere quello decisivo.
Stavolta oltre a ringraziare voi che seguite costantmente la storia, devo ringraziare anche chi ha commentato la fic nella pagina ARROW ITALIA di Fb, con la quale collaboro da un po' di tempo.
Ci sono stati dei commenti carinissimi e di questo ne sono felice
Grazie grazie grazie. *_*
Ah, dimenticavo: il prossimo capitolo dovrebbe arrivare, salvo complicazioni, domenica sera.
Buon Arrow day per domani, anzi oggi ormai xD

-AntonellaMars-

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Capitolo 6
*** Ma voglio che tu piano piano faccia strage di me, in un incerto compromesso, tra la mia anima e il suo riflesso. ***


Ma voglio che tu piano piano faccia strage di me, in un incerto compromesso, tra la mia anima e il suo riflesso. 
Capitolo 6

 



Una questione di attimi
Troppo in fretta per rendermene conto.
Le tue mani
Forti
Sicure
Premono sul mio viso
Mi tengono ferma
Incapace di liberarmi dalla tua presa.
Beh…non che voglia farlo.
E poi le tue labbra
Affamate e vogliose della mie
Mi divorano.
Ed io pronta ad accogliere la tua lingua nella mia bocca
Che non attende altro.
Si muove veloce facendosi spazio
E tutto si trasforma in una danza
Di quelle delle più sensuali ed eccitanti.
La tua mano scende
Con le dita sfori il mio profilo.
Poi la tua presa torna sicura
Avvolgendo il mio collo
Facendomi mancare quasi l’aria
Ma respiro dalla tua bocca
E tanto mi basta.
Le tue labbra ora seguono la tua mano
Scendendo anch’esse sul mio collo
Baciandomi
Leccandomi
Mordendomi.
Ti fai spazio tra la testa e l’incavo della mia spalla
Lascio andare la testa indietro per accogliere la tua bocca.
Il mio corpo reagisce
Ti risponde
Sono in balia del tuoi movimenti.
Ti muovi contro di me
Mi spingi
Costringendomi a indietreggiare
Fino a toccare il muro alle mie spalle.
Ora sono in trappola
La tua trappola
Ed io, ostaggio del tuo corpo
Ormai persa
E completamente inebriata da te.
Mi dimentico per tutto il tempo di essere qui
Davanti al portone di casa mia
Intenta ad amoreggiare con il mio capo.
 
 
Mia
Finalmente mia.
Socchiudi gli occhi
Ti lasci esplorare
Me lo lasci fare.
Sento il tuo corpo vibrare al mio tocco
Premo il mio bacino contro il tuo
Voglio farti sentire quanto ti voglio.
Irrefrenabile
E irrimediabilmente drogato di te
Del tuo profumo che si insinua fin dentro le narici
Sai di fiori di pesco
Di buono
Di fresco.
Blocco il tuo corpo contro il muro
E scendo ancora con la mia lingua.
Assaggio il tuo corpo
Divoro la tua pelle
Ti possederei su questo muro se potessi
Ma mi fermi
Ecco...ho esagerato.
“Non qui…”
Mi sussurri
E capisco che mi vuoi
Che qui non ti basta.
Infili la mano nella borsa
Ma non ti consento di staccarti da me
Afferri le chiavi e ti sposti.
Ti seguo
E ci avviciniamo al portone
Ora devo permetterti di girarti
Ma questo non mi impedisce di avere un contatto con te.
Cingo il tuo fianco
Bacio la tua spalla.
Il portone si apre
Velocemente siamo già davanti la porta della tua casa
Mi rendo conto che non ti sto dando modo di muoverti.
Apri la porta con difficoltà
Ma finalmente siamo dentro.
Senza guardarmi intorno ti spingo sul primo piano orizzontale che trovo
Sposto tutto ciò che c’è sul tavolo
E ti sollevo
Ti metto seduta.
Ogni pudore era ormai caduto.
Ti guardo
E ti ammiro
Solo pochi secondi
Prima di perdermi ancora nelle tua bocca
 
 
Senza accorgermene siamo in casa
E’ successo tutto velocemente.
La stanza è nella penombra
Riesco solo a sentire il tuo respiro
Sempre più affannoso
Mi adeguo al tuo ritmo.
Le tue mani si fanno strada sotto il mio vestito
Accarezzi le mie natiche
Il tuo tocco è lento ma deciso.
Ti sposti sui miei slip
E sento il dorso della tua mano che accarezza il mio sesso
Gemo al solo contatto
Mentre le tue labbra scendono sul mio petto
Esplorando la scollatura che imprigiona il mio seno.
Jessica sembra sparita
Nessun commento
Forse sono troppo inebriata da te per sentirla
O forse, finalmente,
La mia anima interiore si  è fusa con me stessa.
Siamo ormai al punto di non ritorno
Non posso più sottrarmi a te.
Accarezzo la tua giacca
Quella che ti ho visto indossare tante volte
Ma mai così
Non ho mai avuto così tanta voglia di  strappartela via.
Mi accontento di toglierti il cappuccio
Incontro i tuoi occhi
Mentre abbasso la cerniera
Scoprendo così il tuo torace così perfetto.
Tocco il tuo petto
Sentendo le cicatrici sotto i miei polpastrelli.
Ho voglia di leccare le tue ferite
Di darti sollievo
Di curarti.
Spingi leggermente un dito sull’apertura del mio sesso.
Allargo di poco le gambe
Cogli subito l’invito
E cominci a muovere le dita sul tessuto delle mie mutandine
Un mugolio di piacere si disperde nell’aria.
Il mio e il tuo si fondono all’unisono.
 
 
Sentire il tuo respiro mi eccita ancora di più
Lo sento caldo sul mio collo
La tua bocca sta letteralmente torturando il mio orecchio
Facendomi provare brividi per tutta la schiena.
Tiro l’elastico dei tuoi slip di lato
Ed infilo un dito nel tuo sesso.
Lo muovo piano
Per abituarti a sentirmi dentro di te.
Quando sento che sei pronta infilo un altro dito
Inarchi la schiena e stringi istintivamente le gambe.
Adesso inizio a muovermi più velocemente
Muoio dalla voglia di farti godere nella mia mano
Ma aspetto
Dovrà essere meglio di così.
Con l’altra mano libero i tuoi capelli dal fermaglio
Questi ultimi scendono liberi sul tuo viso
Donandoti un’aria ancora più sensuale.
Ti porto quasi al limite
E poi mi stacco da te
Hai il respiro spezzato.
Sollevo il tuo vestito
E te lo sfilo
Mentre tu sbottoni con foga il mio pantalone
Abbassandolo di poco.
Blocco le tue mani
Sono io a condurre i giochi
E tu ne sei consapevole
Non opponi resistenza.
Spingo il bacino contro il tuo sesso
E senti la mia eccitazione ormai evidente spingere contro la tua intimità.
Metto una mano sul tuo petto
Seguo il tessuto del reggiseno
Fino ad arrivare alla chiusura
Liberando i tuoi seni
Gli stringo con entrambe le mani
E sento i tuoi seni inturgidirsi sotto la mai presa.
Mi libero definitivamente del pantalone
Mi abbasso su di te
E sfilo i tuoi slip.
Allargo di nuovo le tue gambe
E ancora un volta sono dentro di te
Ma stavolta è la mia lingua ad esplorare il tuo sesso
 
 
La tua lingua si muove veloce
La sento calda nella mia intimità
Gioca con il mio clitoride
Picchiettandolo e succhiandolo con frenesia
Sei pronto a portarmi all’apice di nuovo
Bagno la tua bocca
Ti stacchi da me
Mi guardi
E capisci che è arrivato il momento
Ti sollevi togliendoti i boxer
E posizioni il tuo sesso sul mio
E’ caldo,
pulsante
E duro.
Allargo le gambe
E mi penetri
Un colpo secco.
Ansimo forte
Rimani fermo
Massaggiandomi il seno
Solo io te e i nostri respiri.
Ti appoggi su di me costringendomi a stendere sul tavolo
Ti muovi poco
Per permettermi di abituarmi alla tua presenza
Poi un’altra spinta
Seguita da un’altra
E un’altra ancora
Ad intervalli di tempi sempre meno distanti
Fino a diventare un unico movimento.
Sincronizzo il mio bacino al tuo
Mi muovo con te
Porti le mie mani sopra la mia testa e le blocchi.
Il tuo viso è sul mio
Ci fissiamo
Osservando le espressioni di piacere dell’altro.
Continui a muoverti sempre più velocemente
Mi sussurri che mi ti faccio impazzire
Ed è la fine
La tua voce mi fa andare fuori di testa.
Ansimo sempre più forte
Un’altra spinta
E raggiungo l’apice del piacere
Mentre ti muovi ancora sopra di me.
 
 
Sento il tuo sesso contrarsi intorno al mio
Mentre i tuoi umori mi bagnano.
Stringo forte le tue mani
e mi fermo un attimo
Solo per darti il tempo di riprendere fiato.
Bacio le tue labbra
E ti sollevo
Senza uscire da te.
Afferro le tue natiche
Mentre riprendo a muovermi.
Ti sposto
Appoggiandoti contro il muro
Le tue gambe cingono il mio corpo
Le tue unghie conficcate nella mia pelle.
Sei di nuovo bloccata tra me e un muro
Ma stavolta non scappi
Stavolta voglio possederti qui.
I miei movimenti tornano ad essere regolari
Ti penetro fino in fondo
E fuoriesco
Per penetrarti ancora
Per fartelo sentire meglio
Ed ecco di nuovo i tuoi gemiti di piacere
Un suono troppo invitante per le mie orecchie.
Accelerò il ritmo
Sempre di più
 “Felcity…”
Grido il tuo nome
Quasi ringhiando.
Mi muovo con violenza
Sbattendo la tua schiena contro la parete
Le tue mani sono tra i mie capelli
Gli stringi forte
Quasi come se volessi strapparmeli via.
Sto per cedere
Premo la mia bocca contro la tua
Impedendoti di emettere nessun tipo di suono.
Ancora un attimo
Mi muovo velocemente
E con più forza
Sempre di più
E raggiungo l’orgasmo più liberatorio della mia vita.
Scivoliamo senza forze sul pavimento
Abbandonandoci a quel piacere
Mentre ispiro profondamente tra i tupi capelli.


 
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Oh buonasera…anzi buonanotte, visto che mi riduco sempre a notte fonda per pubblicare.
Beh che mi dite? Vi è piaciuto? Finalmente questi due hanno dato libero sfogo ai loro piaceri.
Beh, che dirvi, io me lo immagino così, molto animalesco, lo ammetto xD
Ci tenevo a dirvi, anche se lo avevo già accennato,  che questo capitolo doveva concludere la storia, ma ancora non ho messo l’opzione “completa”, perché non so cosa mi gira per la testa, non so se continuare pubblicando ancora qui altri capitoli, oppure scrivere un sequel, quindi in una nuova fan fiction.
Ad ogni modo penso che nei prossimi giorni qualcosa la scriverò, quindi sentirete parlare di me ancora xD Per questo motivo tenete d’occhio le storie di Arrow perchè potrebbe uscire un nuovo capitolo o una nuova storia della sottoscritta.
Infine grazie a tutte voi che mi avete accompagnato in questa storia, ai vostri commenti, ai vostri messaggi e soprattutto al vostro appoggio.
 
Piccolo Off topic, ma neanche troppo: L’8 è il compleanno di quel figo Stephen Amell e sto collaborando con la pagina Arrow Italia per fare un videomessaggio di auguri insieme ad altri fan. Se volete partecipare questo è il gruppo FB del progetto https://www.facebook.com/groups/120932204773650/?fref=ts
Purtroppo c’è tempo fino a stasera (lunedì sera) per partecipare, spero che chi voglia, possa fare in tempo.
 
Detto questo, passo e chiudo.
-AntonellaMars-

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Capitolo 7
*** Sei stata l'ondata perfetta per infrangerti contro di me ***


Sei stata l'ondata perfetta per infrangerti contro di me
Capitolo 7

 


Ad occhi socchiusi
Preda di un sogno che profuma di realtà.
In mezzo a pensieri che ancora non comprendo
Tra forti braccia
E il tuo dolce profumo
Tra respiri che si intrecciano
Respiri sconosciuti.
Il calore del tuo petto sotto la mia testa
La tua mano che stringe il mio viso.
Ascolto il tuo battito
Martella il mio orecchio
Ma è una dolce sinfonia per la mia mente.
Le prime luci rendono meno buia la stanza
Tra poco sarà giorno
E non voglio
Voglio rimanere qui
Ancora un po’
Così
Avvolta nel tuo abbraccio.
Apro di poco gli occhi
E alzo lo sguardo
Scorgo il tuo viso
Visibilmente rilassato
Occhi chiusi
Ma il mio sesto senso mi dice che sei sveglio.
Vorrei parlarti
Dirti qualcosa
Capire cosa succede
Ma non è tempo di domande
Rovinerei il momento.
Non ci siamo detti una parola neanche quando è finito tutto
Il tuo sguardo era ancora affamato di me
Ed io senza forze
Abbandonata sul tuo corpo
Ancora tremante
Con le unghie conficcate nella tua pelle
Persa nella beatitudine di quel momento.
Sospiro.
E’ successo
Davvero
Non era un sogno
Sei ancora qui
Adesso posso concedermi una pausa.
E le forze mi abbandonano
Le palpebre si appesantiscono
Sempre di più
E’ di nuovo buio.


Cos’è questa sensazione?
Cosa mi fai, Felicity?
Ti stai prendendo la parte più nascosta di me
E neanche te ne rendi conto.
Sei come quelle cose che assaggi e di cui non puoi fare a meno
La droga più prelibata che conosco.
La mia Vertigo
E di te mi voglio assuefare
Consumarti ancora
E ancora.
Dormi
Ma sento i tuoi pensieri
Fanno rumore
Si aggrovigliano
Fanno domande.
Accarezzo il tuo viso
Rilassati.
Inspiri profondamente sentendo il mio tocco
Godendomi ancora quell’attimo di te
Piccola e fragile fra le mie braccia.
Socchiudo gli occhi e faccio un respiro
Purtroppo devo andare
Lo sai anche tu che non posso fermarmi
Che ho la mia doppia vita da portare avanti.
E tu in quale delle due ti sei insinuata?
Che ruolo hai in tutto ciò?
Osservo le tue dita
Sporche ancora del verde dei miei occhi
Perché tu mi vedi
Non devo nascondermi.
Tu mi guardi attraverso  i meandri dei miei turbamenti
Delle mie ossessioni
Delle mie paure.
Hai scelto la parte di me più nascosta
Tirandola fuori prepotentemente.
Mi scosto
Faccio piano
La tentazione di sfiorarti ancora
Di baciarti
È quasi controllabile
Ma desisto.
Ti lascio dormire
Respirando del tuo respiro
Facendomi bastare quel poco per il resto della giornata
Vivendo in apnea per tutto il tempo che ci terrà separati.
 
 
Lo sapevo.
Non ci sei
Sei già andato via
Non dandomi la possibilità di parlarti.
Forse non vuoi affrontarmi
Ne me
Ne i miei discorsi
O forse non c’è proprio nulla di cui discutere.
E’ stata una notte dopotutto…
Cosa ti aspettavi, la colazione a letto?
Sveglia bimba, stai parlando di Oliver Queen.
E quando meno te l’aspetti torna.
Jessica
Puntuale come sempre
Pungente e schietta
Facendomi tornare alla realtà.
Mi sollevo e mi metto seduta
Porto le mani sulle mie cosce
Le sfrego violentemente presa da nervosismo
Credo che potrei scoppiare in una crisi di pianto
Mi trattengo
Inspiro e respiro
Inspiro e respiro
Chiudo gli occhi.
Devo calmarmi
Butto fuori l’aria ancora
E riapro gli occhi
Non è passato del tutto
Ma almeno ho smesso di torturare la mia pelle.
Sollevo lo sguardo
E noto qualcosa fuori posto
Una maniaca dell’ordine come me non si lascia sfuggire nulla.
Un biglietto
Sul mio comodino
Mi alzo in fretta e lo prendo
Poche righe
Semplici
E capisco.
“Devo andare, mi conosci.
Ma mi rivedrai ancor prima di poter sentire la mia mancanza”.
Sorrido
Stringo i pugni a mo’ di esultanza
La mia vittoria contro Jessica
Faccio una smorfia.
Sono più tranquilla ora.
 
 
Ripongo i vestiti del vigilante
Profumano ancora di te
E’ un peccato dovermi togliere il tuo sapore da dosso
Schiudo le labbra.
Rimango fermo
Ad osservare la tua postazione vuota
Assorto in pensieri e ricordi
Di te e di me
Di noi
Si, noi.
“Oliver”
Diggle mi riporta con i piedi per terra
Ricordandomi il mio dovere.
Ci mettiamo a lavoro
Rimanere lucido è difficile
Lui se ne accorge
Sa che penso ad altro
Lui sa.
Non avrei mai pensato che avrei affrontare il discorso
Non con Diggle.
So come la pensa
Non approva
Probabilmente ha anche ragione
Abbasso lo sguardo colpevole
Ammettendo così  le mie debolezze.
La mano di Diggle fa presa sulla mia spalla
“Anche gli eroi hanno diritto alla felicità”
E non c’è bisogno di spiegazioni
Altre parole risulterebbero superflue
Con mia grande sorpresa Diggle mi appoggia
E dio solo sa quanto ne avevo bisogno.
Sorrido e mi rilasso
Lui mi risponde a sua volta con un sorriso.
Adesso posso andare
E uscire tranquillo
Il mio amico richiama di nuovo la mia attenzione
Nessuna parola
Solo una sguardo.
Tipico di Diggle
È un avvertimento
Io e Felicity dobbiamo volere le stesse cose
Per quanto possa sembrare difficile e surreale
Devo essere chiaro con lei.
 
 
Cosa darei per non essere a lavoro in questo momento.
Oliver Queen, tu mi hai cambiata.
Lavorare mi piace
Mi correggo
Mi piaceva
Ora mi piace altro.
Sorrido allusiva
Mi piaci tu
Tu.
Il tuo mondo
E tutto ciò che ti circonda.
Io non la voglio una vita normale
Voglio questa che mi si sta presentando
Ho voglia di avventura
E di certo con il vigilante non manca.
Mi stiracchio sulla sedia
Mi manchi
Perché non sei  qui?
Eppure mi avevi detto…
Riprendo il biglietto
Lo leggo ancora
C’è tanta dolcezza in ciò che hai scritto.
Poi soffermo sulla prima frase
“Devo andare, mi conosci”
Mi conosci.
Stamattina non ci ho riflettuto bene
Eppure quelle due parole sono cariche di significato
Tipo:
“Mi conosci, non sono tipo da relazioni”
E senza rifletterci troppo  è senza dubbio il significato più plausibile
Conoscendoti
Ecco si, conoscendoti
Proprio come ha detto tu.
Maledizione!
Porto il capo fra le mani
E appoggio i gomiti sulla scrivania
Sono stata una stupida.
Sento dei passi
Alzo lo sguardo.
Non sei tu.
Delusione nei miei occhi nel vedere Joseph davanti la porta del mio ufficio.
“Ciao…”
“Ciao” rispondo fredda e disinteressata.
“Volevo vedere come stavi, sai…dopo ieri”
Rimango in silenzio.
Poi realizzo.
 “Ah ieri…si, certo”
Pensava che il vigilante mi avesse fatto del male?
Ma se mi stava salvando da lui!
“Sto bene, tranquillo
Il vigliante ha questa abitudine di  salvare chi gli sembra in pericolo”
Dico enfatizzando il “sembra”.
“Mi fa piacere
Volevo chiederti scusa per essere scappato così”.
Ah già
Che codardo.
Sorrido falsamente facendogli capire che lo scuso.
“Se non ti dispiace….”
“Si certo continua pure a lavorare”
Mi interrompe lasciandomi nuovamente sola nel mio ufficio.
 
 
E’ ora di pranzo.
Spero di non azzardare troppo.
Prendo velocemente l’ascensore
E raggiungo il piano che mi interessa.
Mentre attraverso il lungo corridoio
Mi imbatto in un viso conosciuto:
E’ il verme di ieri sera
Ed è appena uscito dal tuo ufficio.
Serro la mascella
Sono irritato.
Gli lancio un’occhiata
Lui non evita il mio sguardo
Anzi, mi saluta con educazione
E si dilegua velocemente.
Giusto, sono anche il suo capo.
Arrivo davanti al tuo ufficio
E ti spio per qualche secondo
Hai la penna tra le labbra
E fissi il monitor del tuo computer
Vorrei essere io quella penna.
Tossisco per catturare la tua attenzione
Alzi lo sguardo che automaticamente si illumina
“Spero che ti piaccia la cucina cinese”
Dico alzando il pacchetto
Ancora caldo e fumante
Ritirato al ristorante qualche minuto prima.
Abbassi lo sguardo e sorridi ancora
Ho fatto la scelta giusta.
Chiudo la porta alle mie spalle
E mi siedo davanti alla tua scrivania.
Siamo entrambi silenziosi.
Iniziamo a mangiare
E dopo pochi minuti decidi di porre fine a questo silenzio.
“Senti Oliver…io ho bisogno di sapere…”
So già cosa stai per dire.
So che stai per iniziare un discorso contorno
Di quelli che fai spesso
Solo per avere una riposta.
Una risposta che già so.
Ti interrompo.
“Voglio stare con te, Felicity”

 

 
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A sorpresa eccomi qui di nuovo.
Dico a sorpresa perché solitamente programmo le uscite dei capitoli, questa volta invece è stato inaspettato.
E’ tutto il giorno che ho l’ansia (si per la puntata finale di stanotte) e dovevo sfogarmi in qualche modo, quindi ho deciso di farlo scrivendo sui miei due piccioncini *_*
Che ve ne pare di questo capitolo?
Dopo la passione, era giusto riportare un po’ di equilibrio e fare chiarezza, almeno per poco.
I colpi di scena non mancheranno, si si, ho trovato l’ispirazione per continuare questa storia, quindi dovrete sopportarmi ancora per un po’ xD
Grazie come sempre a tutti voi che mi seguite e commentate.
Al prossimo capitolo.
AntonellaMars.

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Capitolo 8
*** Perchè se stai svanendo io non ci riesco a stringere più a fondo ***


Angolo dell'autrice:
Inaspettatamente metto il mio commento a inizio capitolo per un semplice motivo: devo necessariamente scusarmi per essere mancata per mesi. Lo so, avevo promesso che avrei aggiornato e ci credevo quando l'ho detto è_é Vi sembrerà strano ma ho avuto molto meno tempo libero in estate piuttosto che in inverno ç_ç Moltissime mi hanno scritto in pvt per chiedermi aggironamenti e nonostante il capitolo fosse pronto da tanto tempo, non ho mai avuto modo di pubblicarlo -_- Oggi "grazie" ad un problema tecnico che ha impedito alcuni miei "impegni" ho trovato qualche minuto per editare la storia, quindi eccomi qui.
Arrow  è ricominciato e prevedo graaaaaaandi cose per l'Olicity <3 è quindi anche per la mia storia u.u
Dovevo dirvi molte più cose ma me le sono scordate..che testa che ho xDQuindi vi lascio subito con il capitolo che sarà l'incipit per il proseguimento della storia.
-AntonellaMars-


 
Perchè se stai svanendo io non ci riesco  a stringere più a fondo
Capitolo 8


Avevo preso un respiro profondo
Pronta a parlare
Per dirti
Per sapere
Ma il discorso rimane bloccato in gola
Udendo quelle cinque parole
Tu, bello e impossibile
Vuoi me
Me.
Tra tante stai scegliendo proprio me.
Hai alzato la voce
Mi hai zittito
Ed ora sono paralizzata
Immobile davanti a te
Incapace di sibilare una sola parola
Con gli occhi lucidi, pieni di gioia.
Per una volta non ho bisogno di dirti altro
Nessun discorso
Nulla che potesse esprimere il mio stato d’animo.
Ti avvicini a me
Io faccio lo stesso
Rimango col fiato in gola
Non mi serve l’aria
E’ te che voglio respirare
E così faccio
Mi avvicino alle tue labbra
Appoggio su di esse le mie
Decisa
Senza indugi
E nella tua bocca ritrovo l’ossigeno
Quello che fino a pochi istanti prima mancava
Quello che pensavo non avrei più respirato.
E invece sei qui
Rispondi al mio bacio
E accarezzi il mio viso.
Di nuovo una sola cosa
Adesso sono tranquilla
Qui tra le tue braccia
Ho trovato il mio pezzo di mondo.

Di nuovo la tua bocca
Le tue labbra
La tua lingua
E il tuo sapore
Che si mischia col mio
Tu, così piccola.
Così fragile
Così insicura.
Trovi finalmente rifugio tra le mie braccia.
Ti avvolgo
Ti blocco un attimo
Ti guardo
Per quanto possa sembrare evidente ho bisogno di sentirtelo dire
“Dimmi qualcosa…”
Mi guardi
Sbatti le palpebre più volte
“Non è chiaro?”
Mi dici
Serro le labbra e prendo le distanze da te
Solo per un po’
E incrocio le braccia attendendo una risposta
E le parole non tardano ad arrivare
“Voglio. Te.  Mr. Queen.”
Lo dici scandendo bene ogni parola
E ciò mi fa letteralmente impazzire.
Infilo le mani tra i tuoi capelli
Afferro il tuo viso
E ti tengo stretta
Spingo la mia fronte con la tua
Inspiro profondamente l’odore delle tua pelle
La mia linfa vitale
Ti bacio di nuovo con foga
Ti spingo
Fino a quando il tuo corpo trova la scrivania come ostacolo
Ho voglia di possederti
Qui
In questa stanza.
Afferri il mio mento con la tua mano
Mi fermi perché sai che vorrei continuare
Mi mordo un labbro
Quasi deluso
Come un bambino a cui hanno negato una caramella,
Prima di baciarti di nuovo.
Stavolta più dolcemente
Come per suggellare una promessa
‘Non mi scappi Felicity’
 
Riprendo fiato un attimo.
Accenno un sorriso
Imbarazzata per averti voluto e desiderato
Sulla superficie fredda della mia scrivania
In queste stanze
Dove anche un pensiero sembrava non consentito
Ed invece ora mi ritrovo qui
A bramare uno dei frutti più proibiti: te
Ora mi parli
Ascolto le tue parole
Inarco un sopracciglio e corrugo la fronte.
Non mi piace quello che mi stai dicendo.
Dici che devi andare, di nuovo.
Lo capisco.
Ma mi sarebbe piaciuto averti qui, ancora con me.
Ancora per poco.
Porti una mano sul mio viso
Accarezzi la mia guancia.
Il tocco è quasi impercettibile
Ma riesco a sentite il calore della tua pelle
Le tue dita ruvide
Scalfite da piccoli tagli
Abituate a scoccare chissà quante frecce.
Socchiudo gli occhi
In attesa di un’altra tua parola.
Di un tuo gesto
Di un’altra tua carezza
Di un tuo bacio.
Poi le sento
Le tue labbra che si poggiano sulla mia fronte
Mentre le tue mani raggiungono le mie.
Annuisco alla tua proposta
Mi guardi
Sorridi
Sei rilassato
Ti sento.
Mi sfiori
Torni di nuovo sulle mie mani
Le stringi più forte.
Prime di lasciarle
Stavolta sul serio.
 
Perché non è possibile bloccare il tempo?
“Rimarrei ancora volentieri qui, con te….
Ma tu devi lavorare
Ed io…sto lasciando Diggle solo troppo spesso”
Rifletto sull’ultima frase e sorrido.
Sei stata tu la mia dolce distrazione.
L’unica.
Metti il broncio
E penso che sei adorabile.
Mi avvicino di nuovo alle tue labbra
E ti sussurro una dolce promessa
“Stasera sei mia”
L’ho già deciso.
E non ti do modo di replicare
Tu sorridi e capisco che l’idea ti piace.
E’ tempo di andare
Lascio che la mia mano sfiori ancora una volta il tuo viso
Cerco un contatto con la tua pelle prima di uscire.
Ti guardo ancora
Ma tu hai la testa bassa
E’ il momento giusto per andare
Se incontrassi di nuovo i tuoi occhi sono sciuro di non farcela.
Sistemo il colletto della camicia e mi avvio all’ascensore.
Premo deciso il tasto ‘piano terra’
Attendo che l’ascensore finisca la corsa
E intanto riguardo la mia immagine riflessa nello specchio di fronte a me:
Sono cambiato.
Tanto.
Sorrido e questa volta non fingo.
Sto bene.
Da quanto non dicevo queste parole?
Socchiudo gli occhi e respiro profondamente.
Si, sto bene, sul serio.
L’ascensore si ferma e le porte si aprono.
L’ultima persona che mai mi sarei aspettata di vedere  in quel momento era lì di fronte a me.
Laurel.
Un scarica nel petto che fa  male.

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