Cogito, ergo sum

di _joy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Narcissa Malfoy ***
Capitolo 2: *** Fleur Delacourt ***



Capitolo 1
*** Narcissa Malfoy ***


 
Cosa ho pensato quando il Signore Oscuro ha ucciso con un noncurante colpo di bacchetta Charity Burbadge, nella mia sala da pranzo?
 
Paradossalmente ho pensato al giorno del mio matrimonio.
Dico paradossalmente, perché certo non è stata la gioia a farmelo ricordare.
Mio marito, che quel giorno ha promesso di amarmi e proteggermi e prendersi cura di me, ha trasformato la nostra casa in un covo di assassini e torturatori senza battere ciglio.
Ho paura in casa mia.
Mi sento spiata, osservata, giudicata.
E mi sembra sempre che il giudizio che pende sulla mia testa non sia positivo.
 
Ho paura per mio figlio.
Il mio bellissimo bambino, che troppo presto è diventato un uomo, alto e bello, ma senza più gioia nello sguardo.
Oh, lui è come suo padre… Cipiglio altero in ogni circostanza, sguardo impassibile.
Ma negli occhi del mio Draco io vedevo una luce, una gioia che suo padre ha perso da tempo.
Voleva disperatamente essere sempre all’altezza degli standard imposti da Lucius, ma Draco amava la vita e amava divertirsi.
Poi quello che era un punto d’onore per noi Purosangue – la purezza della razza – si è trasformato in un’arma che ci è esplosa tra le mani.
 
Se volessi scivolare nel volgare, direi una Caccabomba che ci è esplosa tra le mani, ma io non sono mai volgare. Non ho mai permesso a mio figlio di giocare con quelle cose puzzolenti, nemmeno quando era piccolo.
 
Comunque.
Un’arma che ci è esplosa tra le mani, quando questo folle che cammina nel mio salotto come se fosse casa sua e fossimo noi gli intrusi indesiderati, si è presentato alla nostra porta.
Invitato da quell’altrettanto pazzo uomo che è mio marito.
Lancio un’occhiata alla mia destra e vedo Lucius fissare il piano del tavolo.
Quando ci siamo sposati non utilizzavamo mai questa sala da pranzo: è troppo grande e impersonale.
Preferivamo mangiare nel mio salotto, con lui adagiato in poltrona e io sulle sue gambe, o accoccolata ai suoi piedi.
Come stavamo bene.
Come eravamo giovani, felici, spensierati.
Poi, Lucius è cambiato.
È diventato la copia di suo padre, assimilando tutti quegli atteggiamenti che da giovane odiava.
L’alterigia. La freddezza. La cattiveria, persino.
 
Anche io sono cambiata: ho perso la sbadataggine quando sono diventata madre, perché mio figlio – l’amore della mia vita – è arrivato tra noi e ha guadagnato il centro dei miei pensieri.
Ho perso la spontaneità quando mia sorella è stata processata e sepolta viva ad Azkaban.
Ho acquisito i modi di mia madre, ho accettato le scelte di Lucius.
Ma non avevo mai perso la voglia di vivere.
 
Mai, finché lui non è piombato qui.
Ora la mia casa mi è nemica, i muri mi soffocano, i quadri degli antenati mi opprimono.
Vorrei scappare… Ma dove posso andare?
Mi hanno sempre insegnato che il mio posto è accanto a mio marito.
In casa mia.
Nessuno mi hai mai detto che la mia casa poteva diventare la mia prigione.
 
Non ho avuto la forza di oppormi a Lucius quando ho visto che il suo fervore nel seguire il Signore Oscuro stava crescendo.
Ne avevo paura, in segreto, ma non osavo dirglielo perché Lucius disprezza i deboli.
E poi… è diventato più grande di lui.
Io non ho mai creduto, davvero, che potesse tornare.
E invece…
Eravamo seduti a tavola, proprio in questa sala, quando il Marchio nero di Lucius bruciò improvvisamente, dopo anni.
Lui ha gridato e si è afferrato il braccio, facendo cadere il bicchiere di cristallo che stava portando alle labbra.
Io ho osservato la parabola scintillante del bicchiere che si infrangeva a terra ammutolita.
Poi ho alzato gli occhi su mio marito e lui ha detto solo:
«Devo andare!»
Si è Smaterializzato e, con lui, è sparita la mia vita.
 
È tornato un Lucius diverso: infervorato, sprezzante.
Quella notte mi ha lasciata sola ed è andato ad incontrare gli altri Mangiamorte.
I suoi amici, che non sono mai stati i miei.
È stata la prima di tante notti in cui sono rimasta sola, ad aspettarlo.
Con una paura latente che non tornasse da me, che gli succedesse qualcosa.
Buffo.
Ho scoperto solo dopo che esistono più modi per non tornare.
 
Quello che mi è accanto giorno e notte non è più mio marito.
Di nuovo, ripenso al giorno del nostro matrimonio.
Eravamo giovani, felici, bellissimi.
La freschezza se ne è andata, le sicurezze sono sparite con essa.
Siamo adulti, ricchi, potenti nel nostro mondo.
Ma non siamo più noi due.
Non avrei mai creduto di poter essere sentimentale.
È così volgare, direbbe mia madre, mostrare i propri sentimenti.
Chissà se lei ne ha mai provati, di sentimenti autentici.
Io sì, quando mi sono innamorata di Lucius.
Ancor più quando ho preso in braccio per la prima volta Draco.
 
Come è potuto succederci questo?
 
Ci siamo persi, stiamo diventando due estranei.
Lucius è passato dalla frenesia – una frenesia dettata da un rancore folle e da un’inspiegabile desiderio di rivalsa… ma dovuto a cosa? Non eravamo già felici? – allo sgomento.
Il Signore Oscuro non è un amico.
Il Signore Oscuro non è manovrabile.
Al Signore Oscuro non importa niente di noi.
 
Provo una fitta di nostalgia per la ragazza felice e innamorata che sono stata.
Non ci sono più.
Lucius non c’è più.
 
C’è questo tavolo cui siedono degli estranei, c’è questa casa tetra e piena di dolore.
C’è mio figlio, che stanno addestrando a diventare un assassino, a perdere la sua umanità.
C’è mia sorella, che è un mostro.
C’è mio cognato, che è un fantasma.
Ci sono le persone con cui sono cresciuta, che dovrebbero essere i miei amici.
 
Ma io sono sola.
 
Con un brivido di disgusto osservo il serpente enorme del Signore Oscuro strisciare tra noi.
«Nagini, la cena» mormora lui compiaciuto.
 
 

Buonasera!
Oggi ero in coda al supermercato e mentre aspettavo ha preso forma nella mia testa questa idea... Ed eccoci qui! Per sapere dove questa follia ci porterà, la mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/SerenaVdwEfp
Buona lettura!
 

 

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Capitolo 2
*** Fleur Delacourt ***


Cosa ho pensato mentre attraversavo il tendone nel giardino dei Weasley, al braccio di mio padre, guardando negli occhi quello che di lì a pochi attimi sarebbe diventato mio marito?
 
Al giorno in cui mi ha lasciata.
 
Lui, Bill Weasley, che lascia me.
Fleur Delacourt.
Ricordo ancora lo shock, come se fosse ora.
Mai, mai nella vita mi era successo.
Da quando ero una ragazzina i maschi si gettavano ai miei piedi.
E non solo i bambini, ma anche i ragazzi più grandi.
E, quando sono cresciuta, anche gli uomini, vraiment.
Oh, so perfettamente di essere bella.
Ne sono consapevole e ne sono anche felice, perché, disciamoscelo, è orribile essere brutte.
Cioè… credo sia orribile, io non ne ho idea!
Ricordo che una maestra, a scuola, mi ammoniva sempre di non essere superba, ma lo disceva perché lei aveva le rughe e i capelli grigi.
Horrible!
 
Comunque.
Essere belle è un pregio, una fortuna e, ancor più, un dato di fatto.
Un dono della sorte.
C’è chi ce l’ha…. E c’è chi no.
Mi spiace per loro, vraiment.
Perché la bellezza non solo ti rende oggetto di desiderio e di invidia (e anche quella è bella, quando sai che ti invidiano perché vorrebbero essere te), ma ti apre anche tante porte.
Ho capito presto che la mia bellezza era il mio lasciapassare per il successo.
Non mi sono mai angosciata per il futuro, o il lavoro, o cose astratte come la felicità… poteva mai succedere, nel mondo, che tra tutti fossi infelice proprio io, Fleur, bella, raffinata e leggiadra?
Mais non, c’est impossible!
E, infatti, fin da ragazza io ho sempre avuto attenzioni e riguardi sconosciuti alle mie coetanee.
Una tolleranza maggiore a scuola dagli insegnanti uomini, una corte serrata dai ragazzi.
Regali.
Fiori e cioccolatini.
E poi, quando sono cresciuta, gioielli.
Anche alcuni uomini mi hanno fatto regali.
Et pourquoi pas?
Io ringraziavo e poi li ignoravo e loro impazzivano per attirare un mio sguardo.
Ah, com’era divertente!
 
Certo, alle donne io di solito non sto simpatica… ma ça va, ce n’est pas un problem.
A me l’invidia non dà fastidio… significa solo che mi riconoscono una superiorità.
Che io del resto ho, per cui…
A volte l’adorazione è più fastidiosa dell’invidia, persino… Gli uomini che farebbero di tutto per me – et oui, sono molti – sono fastidiosi.
Seccanti, come i bambini piccoli.
Sempre lì, che ti chiedono attenzioni.
Attenzioni che a me non va di concedere, perché se volessi lo farei e invece io voglio solo essere felice e spensierata e corteggiata, ma solo finché lo permetto.
E non lo permetto a nessuno, fino in fondo, perché come mi diceva sempre la nonna, quando ero piccola, le attenzioni durano finché il premio non è vinto.
Poi, diventi una qualsiasi.
 
Questa è sempre stata la cosa che mi ha fatto paura.
Diventare una qualsiasi.
La nonna agitava un dito davanti alla mia faccia, con aria seria, e io quasi piangevo dallo spavento.
Anche mia nonna era bellissima: è una Veela.
Ha sempre avuto gli uomini ai suoi piedi.
Io sono il suo gioiello, molto più di mia madre, che invece pensava solo a sposarsi e a lavorare a maglia.
La nonna era delusa da lei, lo so.
Mi ripeteva sempre che io posso avere tutto.
E lo so, io posso avere tutto.
 
Cioè, potevo.
Potevo, finché non ho incontrato lui.
Lui è Bill Weasley, è uno Spezzaincantesimi della Gringòt, la Banca dei Maghi, e la prima volta che l’ho visto ero in Inghilterra, a Hogwàrts, per il Torneo Tremaghi.
I miei genitori e la mia sorellina erano venuti ad augurarmi bonne chance per la seconda prova, perché (ovviamente) sono stata scelta come Campione per la mia Scuola (sono anche intelligente, oltre che bella!).
E lui era venuto a salutare Harrì, Harrì Potter (che è piuttosto famoso… ha salvato l’Inghilterra uscidendo non si sa come un mago oscuro… che però non è morto, alla fine… comunque Harrì è mio amico, io ho amisci trendy, come si disce in Inghilterra!), che gareggiava per Hogwàrts… ah, Hogwàrts aveva due campioni, mi pare ancora poco chiaro, vraiment!
Ma discevo di Bill.
L’ho visto e, inspiegabilmente, ho sentito una stretta allo stomaco.
Era bellissimo.
Ma non bello nel senso comune del termine… come me, per intenderci.
Ma aveva qualcosa.
Il sorriso, o l’aria avventurosa, o gli occhi limpidi, o quell’orecchino con la zanna… je ne sais pas.
Ma sapevo che volevo conoscerlo, con tutta me stessa.
E ho sorriso molto, e riso e sbattuto le ciglia e mosso i capelli e infatti lui è uscito dalla sala per seguirmi quando ho salutato i miei genitori e mi ha chiesto come mi chiamavo e si è presentato.
Abbiamo parlato un po’ e poi gli ho chiesto, maliziosa, se voleva fare il tifo per me.
Ha sorriso e ha risposto educatamente:
«Mi dispiace, assolutamente no. Io voglio che vinca Harry»
 
Quando sono scesa al lago ero ancora senza parole… ma quella non sarebbe stata l’unica volta.
Perché Bill Weasley ha il meraviglioso potere di sorprendermi e di lasciarmi senza fiato in modo imprevedibile.
Non sempre sono cose belle.
Ma il fatto è che nessuno, prima di lui, mi aveva mai detto no.
Nessuno mi aveva mai ignorata.
Ci siamo incrosciati, dopo la prova al lago, mentre io ero ancora spaventatissima per la mia sorellina Gabrielle.
E lui mi ha portato una tazza di thé caldo e molto dolce, dicendo che sua mamma dice che il thé mette a posto ogni cosa (sua mamma è un po’ strana, vraiment).
È rimasto seduto vicino a me, in silenzio, tenendomi la mano, finché non ho saputo che Gabrielle stava bene.
Non ha cercato di farmi divertire, o di farmi parlare: è solo rimasto con me.
Poi mi ha salutata e se ne è andato, senza cercare di rivedermi.
Non ho più saputo nulla di lui, se non informazioni che raccoglievo da studenti di Hogwàrts: che a scuola era una leggenda e che fa un lavoro avventuroso.
Ma io volevo di più, volevo incontrarlo di nuovo.
Ma non è più venuto a Hogwàrts e non è più venuto a cercare me.
 
L’ho rivisto la sera in cui tutto è cambiato.
Durante l’ultima prova del Torneo uno dei due campioni di Hogwàrts, Cedric, è morto.
Io non ho saputo nulla fino a dopo, molto dopo, perché nel labirinto Viktor mi ha attaccata (poi l’ho perdonato, perché era controllato dalla Maledizione Imperius).
Quando mi sono svegliata, lui era accanto a me.
Pensavo di sognare, ma Bill ha sorriso, mi ha sistemato dietro l’orecchio una ciocca di capelli e mi ha chiesto se volevo passare l’estate in Inghilterra per ameliorare il mio inglese.
La nonna si è davvero molto arrabbiata, ma mamma e papà mi hanno lasciata andare.
Bill mi ha aiutata a trovare un lavoro estivo alla Gringott e così è entrato nella mia vita.
Non so ancora bene come… dal niente, è apparso ed è stato come se fosse stato sempre lì.
Era giusto per me.
Era tutto perfetto…
Però, dopo un mese di tanta, tanta gioia, ho iniziato ad avere paura.
La nonna mi scriveva che non dovevo accontentarmi, perché stavo rinunciando ai miei sogni quando ancora ero così giovane… E dopo un po’ le sue parole hanno iniziato a far breccia in me.
Ho cercato di allontanarmi da Bill, ma ho scoperto che non ce la facevo.
Che non volevo.
E ho avuto paura davvero.
 
Tanti dei miei colleghi mi corteggiavano, quindi una sera ho ascettato l’invito a cena di uno di loro.
Due giorni dopo, quello di un altro.
Bill è tornato in Inghilterra per la situazione con il mago oscuro (la sua famiglia è molto coinvolta, con Silente) e la cosa non gli è piaciuta.
Quando me lo ha detto, io ho sorriso e ho risposto quello che ho sempre risposto ai fidanzati e agli uomini troppo gelosi della mia vita: che io non sono un oggetto e che sono io che descido per me.
Et voilà.
 
Ed è stato allora che Bill mi ha lasciata.
Senza una parola di più, senza supplicarmi, senza buttarsi ai miei piedi.
Si è girato ed è andato via.
E non è più tornato.
All’inizio credevo che avrebbe ceduto.
Ma più passavano i giorni e più mi rendevo conto che quella sua determinazione e quella sua onestà non lo avrebbero riportato da me.
A ben pensarci, io sono l’esatto opposto della donna che un uomo come Bill dovrebbe avere.
Lui è preciso e onesto, oltre che avventuroso… quindi dovrebbe – je ne sais pas – essere una seria lavoratrice che però ha un amore segreto per l’avventura.
Io non ce l’ho, io amo solo… Fleur.
Per questo sua madre mi odia.
Comunque, io sono più bella di qualunque donna Bill possa avere amato o amerà ed ero convinta che sarebbe bastato a vincere.
 
Ma lui non è tornato.
E, alla fine, ho fatto quello che non avrei mai pensato: sono andata da lui, a supplicarlo di tornare da me.
Ho sperimentato cosa significa avere un coeur spezzato.
Io, Fleur Delacourt.
Io, che ho sempre avuto tutti gli uomini ai miei piedi.
Non so se ero più disperata o più sconvolta.
E Bill mi ha fatta aspettare.
Mi ha detto che non era sicuro che io – io! – fossi pronta ad avere una relazione seria.
Mi sono messa a piangere e, anche se sono stupenda quando piango, non si è nemmeno intenerito.
 
Poi, una sera, quando ormai io ero disperata, abbandonata e infelice, si è presentato a casa mia.
Abbiamo iniziato a parlare e poi non so come io stavo piangendo e lui mi stava baciando e io gli dicevo che lui è l’uomo per me, che l’amore esiste davvero e non è la chiave per farsi fare dei regali e che lo amavo, davvero, de tout mon coeur… E dopo, la notte, mentre mi faceva sua per la prima volta, anche lui mi ha detto che mi amava.
La mattina dopo mi sono svegliata tra le sue braccia.
Al mio bonjour felice ha risposto solo:
«Fleur, mi vuoi sposare?»
E io, che ho sempre ponsato che avrei avuto una proposta con un enorme diamante, fiori e un viaggio in barca sulla Senna di notte, sono scoppiata a piangere davanti a lui che si sfilava dal mignolo una semplice vera d’argento per metterla al mio anulare.
 
Ero la donna più felice del mondo.
 
I miei genitori erano felicissimi, la nonna senza parole davanti all’orecchino con la zanna del mio Bill.
I suoi genitori erano stupiti. I suoi fratelli felici, sua sorella mi odia (ma è una donna, non conta).
 
Poi, mentre mi stabilivo in Inghilterra (a casa sua! Capite quanto lo amo! Sci sono le galline, galline ovunque!!), è successo.
Praticamente siamo in guerra ma il Ministero della Magia non vuole ammetterlo (bha, Anglais!) e quindi noi combattiamo obbligati a nasconderci da quelli che dovrebbero essere i nostri alleati.
La nonna aveva ragione quando ha detto che gli inglesi sono pazzi!
Comunque, il peggio è stato quando Bill è stato scelto per il contingente che sarebbe andato a Hogwàrts a proteggere la scuola in assenza di Silònte.
E un lupo mannaro lo ha attaccato e sfigurato.
Quando sua madre è venuta a dirmelo piangeva, piangeva, piangeva e io tremavo e pensavo che lui…
Ma no, invece era ferito… era terribile, vraiment, ma era vivo!
E io ero così fiera, così orgogliosa del mio uomo…
 
Lo guardo ora, mentre cammino verso di lui e mi preparo a dirgli oui per tutta la vita.
Una vita insieme.
È bellissimo.
Non vedo le cicatrici che gli sfigurano il viso.
Non vedo altro che il suo sorriso, i suoi occhi e la sua gioia.
Il mio cuore trema.
Sono diventata la donna che mi faceva paura, quella che non avrei mai immaginato si poter essere.
Ne sono felice.
 
Mio padre mette la mia mano in quella di Bill, che la stringe delicatamente.
Gli sorrido.
Sono pronta.
Non sono più Fleur Delacourt: sono Fleur Wesley.
 



Come promesso, eccomi qui con una nuova idea, nata anche oggi per caso.
Si vede che Fleur voleva uscire dalla mia testa!
Vi ricordo solo la mia pagina Facebook, per tutto quello che riguarda le mie storie:
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