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di kannuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Seduta 3 ***
Capitolo 2: *** Cinque in tre ***
Capitolo 3: *** Seduta 5 - Catarsi ***
Capitolo 4: *** Incondizionato ***
Capitolo 5: *** Non ti amo più ***
Capitolo 6: *** Hayley ***
Capitolo 7: *** Un altro uomo ***
Capitolo 8: *** L'utima seduta ***
Capitolo 9: *** Mikeal ***
Capitolo 10: *** Mutter ***
Capitolo 11: *** Turismo ***
Capitolo 12: *** Shabby chic ***
Capitolo 13: *** Magnolia ***
Capitolo 14: *** Di famiglia ***
Capitolo 15: *** Stoyan ***
Capitolo 16: *** Il cavallo, lo stupido e la vecchia megera ***
Capitolo 17: *** Il canto dell'usignolo ***
Capitolo 18: *** Il branco ***



Capitolo 1
*** Seduta 3 ***


Seduta 3, Studio Dr.Lecter. Ore 19:37

Rovisto con la lingua in un angolo della bocca in cerca di un immaginario pezzo di vetro scampato a diciassette lavaggi e altrettanti risciacqui. Sento l'eco della risata sardonica di Klaus mentre la notizia viaggia di bocca in bocca fino a New Orleans e penso 'Elena Gilbert ha vinto anche stavolta'. “Quella puttanella” sibilo. Lo psicanalista mi guarda con aria imperturbabile, sebbene abbia udito la mia imprecazione. Ha tratti svedesi. E' troppo alto. Troppo ben vestito. Non mi piace. “Non mi mostra i fogli con le macchie?”

Vuole che gliele mostri?”

Ricordo il fiotto di sangue misto a saliva che ho sputato sul linoleum rigato del pavimento del liceo di Mystic Falls, quando mi sono svegliata dolorante e affamata.

Katherine?”

Voglio tornare vampiro e voglio Elena Gilbert morta. Sollevo lo sguardo sull'uomo. Non deve piacermi. Lo pago per ascoltarmi, non per sollazzarmi la vista. Lo psicanalista comprime i polpastrelli fra loro, sospira e tira su la gamba del pantalone.

A cosa sta pensando?”

Baltimora sembrava una buona idea. Il suo nome in cima alla lista dei migliori psichiatri del paese sembrava una buona idea. Ora mi chiedo cosa ci faccio qui.

Sto pensando...”

La voce si incrina, stringo le labbra e l'uomo non muove un muscolo. Ci guardiamo per un lungo momento negli occhi. Non leggo niente. Interesse, curiosità, impazienza. Niente. Non c'è niente. Un altro guscio vuoto come...

Katherine?”

Katerina” bisbiglio abbassando lo sguardo sulle sue mani. Dita lunghe e forti, fatte apposta per strappare arti e cuori. “Mi chiamo Katerina Petrova.”

Lo psicanalista apre la cartellina su cui ha annotato in bella grafia l'elenco dei pazienti. Cura maniacale dei dettagli. Mi piace sempre meno.

Katherine Pierce è il suo nome americanizzato?”

Un ricciolo scivola sulla guancia. Gli fisso il mento, le labbra ben disegnate e il taglio di capelli perfetto. Cosa ha che mi disturba tanto? Mi ricorda Elijah. Non hanno alcun tratto fisico in comune ma sono entrambi compassati e freddi. Elijah mi ha messo in secondo piano per correre dietro al fratello. Mi ha abbandonata. Risucchio il labbro inferiore e lo lascio andare. “Quanto tempo mi rimane?”

L'uomo non guarda l'orologio che ha al polso, ma sembra conoscere perfettamente l'ammontare di tempo passato fra un silenzio e l'altro. Non ho parlato molto. Non ho risposto a nessuna domanda. La mia espressione di dolore è eloquente. Lo sento da come si contraggono i muscoli del viso. Lo psicanalista chiude la cartellina e la posa accanto a se. Strofina il mento con l'indice e attende la mia risposta.

Preferisce che le fissi un appuntamento con una collega?”

Per sentirmi più a mio agio?”

Carico la domanda di sarcasmo, l'uomo sfiora di nuovo il labbro con il polpastrello.

E' a disagio, Katerina?”

Solo Elijah mi chiama Katerina. Dovevo dare un'occhiata anche a Craig's List prima di scegliermi il padre confessore. “Sono sospettosa di natura.”

Lei non è mai stata in psicanalisi.”

Ho conosciuto un paio di tizi appassionati alla materia, nell'ultima frazione di secolo. “Ho avuto una vita piena d'impegni, finora” mormoro guardando a sinistra il vaso di fiori freschi. Questo posto è enorme, aperto, ordinato. Il dottore fissa l'orologio volutamente. Appena apre l'agenda, sento il respiro fuoriuscire e le spalle abbassarsi. Mi guarda per un lungo attimo, ma non commenta.

Martedì, stessa ora?”

L'ultimo appuntamento della giornata. Non ha una moglie che lo aspetta a casa? Fisso la mano sinistra in cerca dell'anello, ma potrebbe essere uno di quelli che nasconde il proprio status alle pazienti. Lo guardo bene in viso. Lui attende con la penna in mano. Chiude di nuovo l'agenda e aggiusta la giacca. Altra stilettata sotto il diaframma. “Non è rimediabile.”

Il guscio vuoto di fronte a me sembra animarsi di una scintilla di curiosità. Lo fisso dritto negli occhi e le mie labbra si muovono da sole. “Ha mai ucciso un uomo, dottore?”

Ha ucciso un uomo, Katerina?”

Molti.”

Nessuno conosce il numero esatto, neppure io. Non sono mai stata eclatante da quel punto di vista. Non ho una stanza dei trofei come Stefan e Klaus. “Le sto facendo perdere tempo” borbotto muovendo un piede ben calzato. Punto le mani sul divano e quando mi alzo, mi sento goffa, sgraziata, debole e inutile. Lo psicanalista mi accompagna alla porta e nella camera d'attesa vuota, risuona il rumore dei miei tacchi a spillo. “Il tempo è bastardo, dottore” sussurro quando mi apre la porta. “Il tempo non guarisce il senso di colpa, non lo attenua. Il tempo scorre per ricordarci quella volta e quell'occasione persa. Il tempo non da sicurezza, tiene aperte tutte le ferite” sentenzio, fissando il suo fermacravatte d'acciaio. E' intelligente. L'oro può intimorire. “Annulli le prossime sedute” borbotto scivolando sul corridoio. Un uomo barbuto che sembra portare sulle spalle il peso del mondo, mi viene incontro con lo sguardo vacuo. Non sono l'ultimo appuntamento della sera, a quanto sembra. L'ascensore mi riporta al pianterreno e quando finalmente abbandono l'edificio, riprendo a respirare. Sento odore di morte, attorno a me. Addosso a me. Mi volto verso la finestra illuminata dell'appartamento dello psicanalista e in quel momento ronza il cellulare. Avevo dimenticato di averlo e la batteria è quasi scarica. Numero sconosciuto. Ci spero. Per tre secondi. “Sì?”

Il cuore mi batte nel petto con una tale violenza che credo di cadere svenuta da un momento all'altro. Il respiro. L'attesa. Quell'attesa...

Condoglianze, dolcezza.”

Scaravento il telefono a terra e il coperchio salta insieme alla batteria. La voce di Klaus è stata come una frustata improvvisa ad un nervo scoperto e infiammato. Me la sento nelle spalle e il formicolio arriva alla punta delle dita. Chiudo le mani a scatto e le riapro. Raccolgo i tre pezzi e li infilo nelle tasche del giubetto. Vorrei disfarmene, ma quel numero è l'unica cosa che mi è rimasta. L'unico contatto possibile fra me ed Elijah.

***

L'idea è difficile da attuare. Non conosco questa città e non sono in grado di rilevare la presenza di un vampiro. Tornare come prima è in cima alle priorità, ma devo anche mangiare e dormire. Un'infanzia difficile - al limite della miseria - mi ha insegnato a risparmiare: ho un discreto conto in banca che mi assicura una copertura totale. Non ho alcuna voglia di trovare lavoro come cameriera in una tavola calda. Sono sempre stata una di alto livello e gli uomini staccano sostanziosi assegni per un servizio di alto livello. Poso l'hamburger che sto mangiando e fisso l'uomo di fronte a me. Fa finta di leggere la rivista ma ho sentito i suoi occhi addosso per buona parte della serata. Non smetto di guardarlo e quando non ne può più, abbassa il giornale e ricambia l'occhiata. Analizzo i dettagli. L'orologio che porta al polso, le scarpe che indossa, la fattura dei vestiti. La mia mente risuona come una cassa automatica e mostra un prezzo troppo basso, per renderlo interessante. Finisco il grasso pasto e mentre torno a casa, odo un miagolio inconfondibile che mi fa sospirare. Mi fermo di fronte alla gelateria e alzo gli occhi al cielo. Devo accontentare la bambina interiore... e cominciare a mettermi a dieta. Sono qui da tre settimane e la bilancia digitale segna un peso diverso ogni giorno. Pago il gelato alla frutta e torno a passeggiare in direzione della villetta che ho preso in affitto. Mi piacciono anche gli open space, ma quando devi guardarti le spalle, tendi a preferire i luoghi raccolti e invisibili. Una goccia di gelato alla menta scivola sulla nocca, la lecco via e mentre frugo nella borsetta in cerca delle chiavi – con qualche difficoltà – inclino troppo il cono e la massa fruttata si schianta a terra. Osservo la poltiglia colorata e mugolo fra i denti. Ora mi tocca anche pulire. Entro in casa, accendo tutte le luci – altra vecchia abitudine – vado un cucina e strappo un paio di fogli di carta assorbente dal rotolone. Mi piace mangiare ma non so cucinare. Ho comprato un manuale e rifornito il frigo. Non ho idea di quanto durerà quella roba o di quanto impiegherà a marcire. Torno sul pianerottolo e mentre sono chinata a raccogliere la poltiglia che sta squagliandosi, non mi accorgo della presenza, del buco nero dell'universo. Non lo vedo finché non si avvicina, allora riconosco la misura delle scarpe e comincio a iperventilare.

Sempre difficile da rintracciare, Katerina.”

Ingoio la saliva, il cuore mi esce dalle orecchie e quando sollevo lo sguardo su di lui, le mani sporche di gelato e strette attorno alla carta assorbente, mi chiedo se è lì per ridere di me o per completare ciò che ha iniziato cinquecento anni fa. Ci fissiamo per un lungo istante negli occhi e il vecchio istinto di sopravvivenza mi fa arretrare dentro casa. Klaus osserva l'arco all'entrata e sospira. “Stai bene?”

Sono stata meglio” ammetto facendo un altro passo indietro. Vado in cucina e getto tutto nella spazzatura. Spio l'entrata. È ancora lì, con lo sguardo perso nel vuoto. “Sei passato per un saluto?”

Klaus muove la mandibola e stringe i denti, nervoso. “E' bella, questa città? Ti trovi bene?”

Sì e sì, paparino.”

Frecciata. Non ho potuto farne a meno. Klaus mormora qualcosa, pinzando la radice del naso e passando una mano sul viso. “Mi fai entrare?”

Vorrei dire no ma come spesso accade, in sua presenza, sento la volontà indebolirsi. Devo raccontarlo allo psicanalista, alla prossima seduta? “Se prometti di fare una cosa per me.”

Te ne devo una, comunque...” sospira socchiudendo gli occhi, esausto. “Che vuoi, spara!”

Voglio tornare come prima.”

Klaus mi scruta a lungo, in silenzio. “Si può fare.”

Si può fare ora?”




Note dell'Autore:
Sequel di 'Meet EM at 2:00 pm' + Stagione 4, puntate 4x20 e 4x24.
Personaggi di 'Hannibal' che compariranno nella storia: Will Graham, Bedelia Du Maurier, Hannibal Lecter.
Personaggi di 'The Vampire Diaries' che compariranno nella storia: Klaus Mikealson, Katherine Pierce.

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Capitolo 2
*** Cinque in tre ***


Ciao Annaterra e grazie per aver recensito. ^^ Non so neppure io come si evolveranno i loro rapporti, di certo Kath sarà ben accorta, ora che è umana e vulnerabile. Spero di riuscire a descrivere bene il percorso interno della protagonista che sta affrontando un enorme cambiamento nella vita (cosa che nella prossima stagione di TVD non ci faranno di certo vedere, tutti concentrati sulla solita storiella d'amore -> noia!). Kath non dovrà solo gestire se stessa, ma anche Klaus (che a sua volta dovrà scegliere come comportarsi con la ragazza... e a proposito... che ci fa lì? Starà forse scappando dai propri doveri di padre? ;) ) e le domande del suo analista (qui è complicato e sto facendo uno studio su Lecter, motivo degli aggiornamenti lenti e quasi settimanali.)
Buona lettura!



Lo conosco troppo bene per sapere che bisogna stabilire subito i termini dell'accordo.

Possiamo farlo ora?”

Klaus solleva gli occhi al cielo e annuisce, scocciato. Sospiro, come se mi avesse tolto un peso dalle spalle. E' l'ultima persona a cui avrei pensato di chiedere aiuto, ma forse, è l'unica che conosco così bene da intuirne i pensieri. Forse non è qui per uccidermi. Forse è solo incuriosito. Faccio un cenno col capo e appena mette piede dentro casa, il tempo si ferma.

Un battito di ciglia per entrambi. Il mio cuore che salta un battito. Il suo sguardo indagatore. Cinquecento anni di odio e amore mi calano addosso di colpo.

Perché è dovuta andare così?!

Le domande retoriche di Kat. Sta buona, piccola. Possiamo gestirlo. Puoi gestirlo.

Appena il piede raggiunge il suo gemello, il tempo di dilata e riprende a scorrere normalmente. Sospiro di nuovo, dentro di me. Puoi gestirlo, ripeto. Puoi gestirlo.

Fortuna che te la stavi cavando” mormora chiudendosi la porta alle spalle. “Non hai retto tre settimane.”

Tre settimane e un giorno. La cose migliori durano poco.”

Klaus fa una smorfia. Qualcosa di molto simile l'ho visto sul viso di Damon centinaia di volte. Ci crede poco, ma non gli interessa granché. E' strano, più del solito. Non ho tempo di perdermi in elucubrazioni, devo riprendermi la mia vita. Mi avvicino, sposto i capelli dal collo. “Non farmi male. Non più del necessario.”

Klaus arriccia le labbra e un muscolo guizza nella mascella. Chiedergli di non infierire non lo scalfisce minimamente. Farti 'soffrire' è una specie di missione nella vita. Nessuno ha avuto pietà di lui e lui non ne ha per te. Non importa quanto il tuo musetto sia carino. Agguanta una ciocca di capelli ricci, tirandomi avanti. Ho paura e non riesco a calmare i battiti del cuore. Prima gira il braccio attorno alla vita, ma appena il seno urta il suo torace, ci ripensa. Batte le palpebre e mi fa roteare. Ha saltato la parte in cui devo bere il suo sangue, prima di morire.

Spalanco gli occhi. Sto tremando. Lo sento sospirare esausto nel mio orecchio.

Possiamo farlo un'altra volta? Stasera non ne ho voglia.”

Mi lascia andare con una delicatezza inusuale. Sono sconcertata dal rifiuto di una bevuta gratis e dal colpetto che mi da sulla spalla, come a rassicurarmi. Ma che ha?!

Ti sei sistemata bene.”

Su guarda attorno, sfiora con la gamba l'enorme divano al centro della stanza e ci si scaraventa sopra, le braccia dietro la testa e lo sguardo fisso sul soffitto. La maglietta si solleva sullo stomaco e mostra un accenno di peluria bionda sull'ombelico che si infoltisce verso la cintura.

Smetti di guardarlo, Kat.

Guarda dove ti ha portato la tua impulsività.”

Gli stacco la testa dal collo, se prova a dire...

Ti sei fatta prendere a calci da Elena Gilbert!” esclama irritato, sollevandosi sui gomiti. “Ma si può essere più incapaci?”

Una rabbia sorda mi invade. “Non dovresti essere a casa a coprire le prese della corrente e ammortizzare gli angoli vivi?!”

Il sorriso gli muore sulle labbra, grugnisce e mi lancia un'occhiataccia, tornando a sedere. “Ho un arredatore che lo sta facendo al posto mio.”

Elijah. Elijah mi ha mollato per fare shopping di giocattoli e pannolini. Lo psicanalista non tratterrà le risate, quando lo saprà. Per un lungo momento non so come reagire alla notizia, poi vado in cucina e apro il frigo. Un gesto impulsivo, ma sono certa che stia marcendo qualcosa, là dentro. “Lo crescerà anche al posto tuo?”

E' più entusiasta di me.”

Lo sento muoversi alle mie spalle. Infila la mano in uno scomparto e getta un limone muffoso nella spazzatura. Ah, ecco cos'era.

Rifornimento sostanzioso. Aspetti ospiti?”

No” mormoro, chiudendo lo sportello dopo aver estratto la bottiglia di vino bianco freddo. Ho bisogno di fare qualcosa, di occupare le mani per non correre a New Orleans e piazzarle sulla faccia di Elijah.

A cosa brindiamo?”

Alla vita!” esclamo con aria leggera e lui mi guarda con una smorfia amara che dovrebbe comparire sul mio volto, non sul suo. E' un felice papà in attesa, sono io quella mollata.

Ti stai divertendo, stronzetta?”

Secondo te mi sto divertendo?”

Si sente il tono acido?

Sono contenta di essere tornata umana? Sono contenta di avere le caviglie doloranti e di non avere neppure la forza di spostare il divano, se ci cade qualcosa dietro? Sono felice di aver perso l'uomo che amo perché suo fratello non è capace di prendersi cura del proprio figlio?” sibilo sbattendo la bottiglia sul tavolo. “Ma come cavolo è successo? Come hai fatto?! Noi non possiamo avere figli!”

Klaus guarda il bicchiere vuoto e si adombra, versando il liquido dorato nei reciproci calici. “Ti chiamerà. Gli manchi.”

Non dire stronzate...” sussurro disgustata, un attimo prima di ricordare chi è e per quale motivo non faccio mai del sarcasmo con lui.

Non è una stronzata.”

Il suo sguardo è troppo limpido per mentire, ma lo stesso non mi fido di lui.

Ora brindiamo alle novità.”

Detesto le novità.”

Kat...”

Mh?”

Eccotene un'altra. Sei ingrassata.”

***

Mi sveglio da sola a metà mattinata. Non ho puntato la sveglia, non devo fare nulla. Sollevo la testa dal cuscino, aziono le tapparelle elettriche e torno a chiudere gli occhi. Mi piace ascoltare il cinguettio degli uccellini, così come mi piace vagare in giardino in piena notte, circondata dalle lucciole. Il bosco poco distante ne è pieno. E' stata una bella scoperta.

Quando decido di essere sufficientemente riposata, sbadiglio, mi stiro e gli occhi annebbiati di sonno inquadrano la porta chiusa della stanza. Mi sono ubriacata al secondo bicchiere di vino. Klaus mi ha portata a letto e mi ha detto di non pensare alle novità. Credo di essermi spogliata da sola a metà della notte. Ho solo le mutandine addosso. Infilo una maglietta nera lunga quasi fino alle ginocchia. Ha le maniche asimmetriche ed è scollata. Mi piace molto, sembra un vestito. Raccolgo i capelli in una crocchia disordinata, vado in bagno e mi sciacquo il viso. Lo stomaco brontola e sento una pressante richiesta di caffè partire dal cervelletto. Ho l'acquolina in bocca. Realizzo che l'odore meraviglioso che sento, non è frutto di fantasia ma proviene dalla cucina. Rumore di tazze e sfrigolare di uova. Bacon fritto. Inspiro, socchiudo le palpebre e mi lascio trasportare dal richiamo del cibo. La scena è ridicola, grottesca.

Klaus sposta la sedia con un calcetto appena mi vede. E' il suo modo di invitarmi a sedere. Questo corpo ha sempre bisogno di cibo e non mangio granché da quando sono tornata umana, solo schifezze da fast food. Studio il tavolino apparecchiato: caffè, spremuta d'arancia, uova strapazzate. La classica colazione americana. Ha dimenticato i waffles e lo sciroppo d'acero. “Ti stai allenando, paparino?”

Lui mi guarda, scarica il bacon croccante nel piatto e fa una smorfia. Neanche un 'buongiorno, dolcezza'? Deve aver passato la notte in bianco. Mangio tutto e solo alla fine, quando sono sazia, mi accorgo che non ha toccato cibo. Immagino abbia provveduto da se. Il bosco è pieno di animali. “Che c'è?”

Klaus scuote la testa, fissa qualcosa senza vederla e torna a guardarmi. Non ha mangiato, penso, e un brivido mi attraversa, accelerando il battito del cuore. Lascio le posate nel piatto ed ingoio. “Ora ti va?”

Lui sospira, rotea gli occhi. “No.”

Ma che ca...! Gli sto offrendo una vena appetitosa e la rifiuta senza motivi apparenti! “Accontentami” sussurro sfoderando il miglior sguardo innocente che riesca a concepire. Uno sguardo da cerbiatto alla Elena Gilbert.

Non sei credibile.” Klaus sbuffa e si alza di scatto dalla sedia. Mi afferra per le spalle, rimettendomi in piedi. Mi scruta su e giù un paio di volte, si allontana, aggrotta la fronte. “Quanto sei alta?”

Un metro e sessanta.” Dieci centimetri in più non mi dispiacerebbero, ma per gli standard del mio popolo, sono una spilungona. Elena Gilbert è più alta di me.

Sei cresciuta.”

Ed ieri sera ero ingrassata, penso quando si allontana e apre tutti i cassetti della cucina. “Cosa stai cercando?”

Klaus torna trionfante con un pennarello e un metro flessibile e mi sospinge contro lo stipite della porta.

Non posso essere cresciuta in tre settimane” mormoro mentre lui prende la misura.

Avevo ragione. Uno e sessantacinque.”

Cinque centimetri in tre settimane?! E' per quello che mi fanno male i muscoli e i jeans sembrano starmi meglio? Spero non crescano anche i piedi o dovrò buttare tutte le scarpe!

Altri cinque centimetri ed esaudirò la tua richiesta.”

Ah, ecco. Se non c'è sfida o sforzo, non si diverte. Posso smettere di temere di essere morsa quando meno me l'aspetto. Klaus avvolge il metro in una mano e allunga la destra per suggellare il patto. “Affare fatto?”

E se questo fosse il massimo, per il mio corpo?”

Non ha calcolato la possibilità o l'ha bellamente ignorata? Lui mi afferra il polso e mi tira verso di se. Vorrei tenerlo d'occhio per capire le sue intenzioni, ma il modo in cui mi tocca mi distrae. E' così... delicato! Cristo, ma che gli succede? Appena entriamo in contatto, il calore del mio corpo lo fa esitare. Le sue mani sono fredde. Ora ho la certezza che si nutre da parecchio tempo. “La novità ti ha tolto l'appetito?”

Dita gelate mi attraversano i capelli, fermandosi sulla nuca. E' come stare di fronte all'anta spalancata del freezer, penso chiudendo il occhi e rabbrividendo. Anche il suo fiato è tiepido. Vorrei divincolarmi, ma mi costringo a stare ferma. Perché ci mette così tanto? Si sta godendo la mia paura? Sento qualcosa sfiorarmi la pelle. Il brivido si spande dal punto di contatto a tutta la spalla, il seno e si perde sulla parte sinistra del viso. E' più un bacio che non morso. Non mi trattengo.

Dio...”

Klaus si blocca e mi lascia andare nel momento in cui gli affondo le unghie nel braccio. Ho le guance calde e il cuore in gola. Sono arrossita?

Devo tornare a New Orleans” mormora a bassissima voce. “Ha chiamato un uomo prima che ti svegliassi. Ti ho lasciato un appunto” conclude spalancando la porta della cucina e sparendo nel giardino.

Svanisce ed io resto a guardare la stanza vuota e il trattino nero sulla cornice della porta.

Lo faceva anche la mamma, quando eravamo piccole. Lavo i piatti sporchi e strappo l'appunto di Klaus dal blocchetto. Leggo 'Hannibal Lecter' e un numero di telefono. Ma come cavolo scrive... è un nove, quello? Una faccina sorridente, uno scarabocchio? “Che dio ti stramaledica, Klaus Mikealson.”

Seduta straordinaria. Studio Dr Lecter, ore 16,01

Un effetto collaterale dell'umanità riconquistata è stata la perdita della libido. Me ne sono accorta dopo tre giorni, forse perché ero occupata a fare altre cose: nascondermi, compatirmi, trovarmi una tana. Non essere più eccitata venti ore al giorno è stato riposante. Poi è arrivato il morto vivente ad alitarmi sul collo e bum, ha riattivato le funzioni di base. Ora ricordo il motivo per cui ero attratta da Klaus... ma ricordo anche il motivo per cui devo tenermi lontana da lui. Seguo il dottore nel suo studio e, come un'automa, mi siedo sul divano. Lo psicanalista mi guarda, infila il minuscolo foglietto che ha in mano nulla cartellina grigio piombo – un orologio con i numeri alla rifusa - e si siede davanti a me. E' vestito sobriamente, ma ricercato. I capelli non sono perfetti come la prima volta. Non è una seduta dal mille dollari ma ho bisogno di raccontarlo a qualcuno. “Si sta sbarazzando di me? Non risponda con una domanda”

Vorrei chiedere ad una collega di analizzare il suo caso.”

Non si sente all'altezza del compito, dottor Lecter?”

Lui mi guarda, impassibile. Solleva la gamba del pantalone poco sopra il ginocchio. Batte le palpebre. “Di quanto tempo ha bisogno, Katerina?”

Quanto ne abbiamo?”

Non ho appuntamenti per l'intero pomeriggio.”

E' il suo giorno libero?”

L'uomo annuisce, compito. Guardo la punta lucida delle scarpe color cuoio. Risalgo il motivo a spina del completo grigio. La camicia bianca. Mi domando se sia in grado di sorridere. Se apprezza l'umorismo in una donna. “Non era preparato alla novità” sussurro abbandonandomi ai ricordi del primo incontro con Klaus. “Non lo siamo mai, no?”

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Capitolo 3
*** Seduta 5 - Catarsi ***


Ciao, Annaterra!
Leggevo la tua recensione e pensavo che è un po' più complicato di così: Klaus ha SEMPRE il suo tornaconto, non è così disinteressato come sembra. =) Lecter (come tutti gli psicoanalisti) non si sbilancia, non fa domande dirette, lascia parlare. Il lavoro 'vero' deve farlo Kat. Con il procedere dei capitoli, apparirà un po' più chiaro.
Buona lettura.


Seduta 27. Studio Du Maurier, ore 20.04

Non era un caso dei più eclatanti, di certo non da studio ne da pubblicazione, ma era affascinato dalla giovane donna.

Solleticato, è il termine giusto.”

Hannibal non poté fare a meno di increspare un angolo della bocca. Bedelia Du Maurier si concesse a sua volta una debolezza: alzò un sopracciglio, stupita dall'interesse umano del dottore. “Parlami di lei.”

Non posso svelare i segreti di questa paziente.”

Non ha ancora capito perfettamente. Ogni parola è un azzardo.

La sua età?”

Una scintilla passò negli occhi dell'uomo. “Centinaia. E' la sensazione che mi ha trasmesso la prima volta che l'ho vista. Apparentemente, diciannove.”

Stai trasportando sulla paziente i sentimenti per Abigail Hobbs.”

Bedelia non era mai così diretta. Non faceva parte della sua formazione. Hannibal si rabbuiò. Ma per poco. “Non hanno alcun tratto in comune.”

La chiusura non passò inosservata. La dottoressa Du Maurier allungò il braccio e sfiorò delicatamente il ginocchio dell'uomo. “Questa perdita ha influito negativamente sulla tua vita. Non continuare a negarlo.”

Vorrei fissare un altro incontro con la paziente. Vorrei che tu fossi presente per porle tutte le domande che ritieni opportune.”

Hannibal, le nostre sedute sono chiacchierate fra amici. Ho smesso da tempo di esercitare.”

In nome dell'amicizia, mi concede di chiamarla Bedelia, dottoressa Du Maurier?”

Nessun sorriso sulle labbra rosate. “Non glielo concedo, dottor Lecter. Cosa hai provato quando Abigail è morta?”

Dolore. Perdita. Interruzione” sussurrò fra se. “Anche la mia paziente ha subito una brusca interruzione in un determinato punto della sua vita. Non era preparata alla novità.”

Un lutto in famiglia, una violenza in giovane età?”

La sua sessualità è spiccata ed egoistica, ma non mostra segni di abusi.”

Il crollo di un ideale. Non hai mai parlato così tanto di un paziente, Hannibal. Sei ossessionato”

Ossessionato? No.” Hannibal scosse la testa piano piano come se svolgesse il filo di un pensiero interno in cerca della fine. “Incuriosito.”

Seduta 5. Studio Dr. Lecter, ore 19,01

Vorrei tu rispondessi ad una domanda diretta, Kat.”

Lecter non fa mai domande dirette. Gli psicanalisti non ne fanno. Ci girano intorno perché dobbiamo arrivare alla verità da soli. Non sanno che pesci pigliare. “Non assumo psicofarmaci. La mia droga è lo shopping, ma la moda è orribile al momento” sospiro affondando nel divano. “Le dispiace se mi tolgo le scarpe?”

Il dottore fa un cenno di diniego. Lascio cadere le décolleté da un lato e poso i piedi avvolti dai collant sul tessuto morbido. “Non mi ha violentata.” Apro un occhio e lo vedo immobile, la penna sollevata dal foglio. “Era questa la domanda, no?”

Era questa.”

Mi ha reso l'esistenza impossibile, ma quando stavamo insieme, non mi ha toccato con un dito. Gli servivo. Era indispensabile che restassi viva e illesa.”

E Katerina?”

Neppure lei ha concesso le sue grazie a Niklaus. Era innamorata di lui, avrebbe strigliato il suo cavallo in piena notte, pur di accontentarlo” sibilo, ricordando un sentimento che non avrebbe mai e poi mai dovuto provare. “Solo lei poteva credere che quel pazzo l'avrebbe sposata!” Colpisco con il piede il bracciolo del divano e incrocio le braccia sul seno, nervosa fino alla cima dei capelli. “Avrebbe arato la terra con le sue mani per un singolo sorriso e quel porco le ha ammazzato... per dio....” sibilo rialzandomi di scatto. “Allora è vero che tutti piangono sul lettino dell'analista!” Le lacrime colano lungo le guance, le asciugo al volo con il dorso della mano e torno a sdraiarmi, imbarazzata. “Possiamo parlare di qualcos'altro?”

Indossa calze di seta.”

Ho gusti sofisticati.”

L'uomo mi guarda, muovendo appena il capo. “Solo le gentildonne di rango elevato indossavano calze di seta, nell'antichità.”

Scivolo via una gamba e la espongo alla sua vista. Calze di seta nere. Lussuria pura. Che sogni di me, stanotte.

Quanti anni ha, Katerina?”

Sollevo lo sguardo sull'uomo e le sopracciglia si avvicinano. E' il tipo di domanda che nessuno fa mai. Il cellulare ronza nella borsetta. Roteo gli occhi e con un cenno di scuse al dottore, faccio per spegnerlo, quando leggo il nome sul display. Il cuore finisce un'altra volta in gola.

Se non risponde continuerà a chiamare.”

Rispondo. Odo silenzio dall'altra parte e appena Elijah sussurra 'Katerina', mi viene uno sbocco di bile e lacrime. Scaravento il cellulare contro la parete e l'oggetto si fracassa in tre pezzi anche stavolta. Ansimo di rabbia e frustrazione ed infilo le mani fra i capelli, cercando di riprendere il controllo. Questo è il tipo di cose che vorrei evitare, nella vita: le scenate, le lacrime, le delusioni.

Mi parli di lui.”

Sto evitando accuratamente di farlo. Tiro indietro i riccioli, sprezzante. “Le sue domande mi irritano” dichiaro infilando al volo le scarpe e agguantando la tracolla del borsetta.

Ha ancora un quarto d'ora. Vorrei che si sedette e finisse il racconto.”

La sua voce è sempre ben modulata, calma e piacevole. Mi irrita ancora di più. Lo ignoro, spalanco la porta dello studio, mi getto nell'anticamera, il solito tipo barbuto alza lo sguardo di scatto, sento un “aspetta qui, Will” e quando il dottore mi chiama, sono già sul corridoio, immobilizzata di fronte all'ultima persona che... “Ma che fai, mi segui?!”

Klaus struscia la mano sulla guancia mal rasata, sta per dire qualcosa, ma quando saetta lo sguardo alle mie spalle, si irrigidisce e tace.

Katerina?”

Katherine” rettifico con voce secca e un sottofondo di paura. Klaus è capace di farmi fuori anche l'analista. “Regali parte del mio tempo a quel poveretto.”

Will non è un paziente.”

Occhieggio l'uomo che sta vagando nello studio come un'anima in pena. Ha bisogno dell'analista anche lui.

Dottor Hannibal Lecter, psichiatra.”

Niklaus Mikealson, vampiro.”

Ma che fanno, si presentano?! Mi volto, raggelata. “Non ti azzardare, Nik!”

Klaus mi scocca un'occhiata velenosa, infila le mani in tasca e mi da le spalle. “Ti aspetto fuori, dobbiamo parlare.”

Perché è di nuovo qui?! Il cuore è arrivato a mille pulsazioni e mi gira la testa. Il corridoio si muove, anche l'analista si muove. Mi sento sostenere saldamente, mi aggrappo alle braccia del dottore e trattengo il respiro.

Venga.”

Piego le gambe quando mi sollecita verso il basso e qualcosa di freddo mi bagna le labbra. Riapro gli occhi su un bicchiere d'acqua fresco. Una fazzoletto umido viene tamponato sulle guance e la fronte.

E' lui?”

Annuisco, piano. Mi appoggio al fazzoletto ormai tiepido, premendo la mano contro quella dell'analista. E' fresca e asciutta. Dita leggere tamponano la gola e scendono lateralmente sul collo. Sta contando le pulsazioni.

Soffre di pressione bassa?”

No...”

E' incinta?”

No...” bisbiglio aprendo gli occhi. L'uomo, Will, è alle spalle del dottore. Chiede se deve chiamare la guardia medica.

Non ce n'è bisogno.

Se voglio un passaggio a casa.

Un passaggio, penso. Casa. Ho lasciato entrare Klaus in casa mia! Trattengo il respiro e le lacrime salgono tutte insieme. Passo le dita sotto gli occhi, premendo la mano contro la bocca per bloccare i singhiozzi. “Non posso vincere contro di lui...”

Quale dei due?”

Nella tempesta della mia disperazione, sento un cambiamento. Una legame che si allenta e si sfilaccia. Sollevo le spalle come a dire che è uguale.

Martedì alle diciannove?”

Annuisco e mi sento più leggera. Con qualche speranza. Mi sa che è quello che in psicologia chiamano catarsi.

***

Accadono spesso di queste cose?”

Hannibal Lecter raccoglie il cellulare fracassato da terra, ne ricompone i pezzi e lo accede. “Necessito di un favore, Will.”

Will Graham non è un medico, non è un paziente, non fa parte del FBI. Will Graham vede i crimini. Penetra la mente dell'assassino e fornisce una spiegazione dinamica dell'omicidio. Il suo emisfero destro è infiammato. Sindrome autoimmune. Will Graham sta impazzendo lentamente. Si sveglia in posti strani. 'Si sveglia', quando crede di essere sveglio.

Vorrei tu rintracciassi l'ultima telefonata fatta a questo cellulare” mormora scoprendo il nome nascosto. Lo appunta nella sua agenda insieme al numero. Lo racchiude in un parallelepipedo d'inchiostro nero. “E' molto importante.”

E quell'uomo, nell'anticamera?”

Una traccia delicata ha macchiato il polsino destro immacolato. Hannibal Lecter lo nota appena. “Lui” dichiara con voce ferma “è la soluzione e la causa.”

***

Da quando vai da uno strizzacervelli?”

Vorrei non rispondere. Vorrei non averlo mai fatto entrare. Non mi ha ancora riferito il motivo della visita. “Da quando te ne frega qualcosa di me?”

Klaus finisce di condire il piatto e fa a cambio col mio, vuoto. Osservo l'insalata con aceto balsamico che ha accompagnato la bistecca ai ferri e la stuzzico con la forchetta, svogliata. Non è male avere un cuoco personale. “Non dovresti essere a New Orleans ad esercitarti a fare il padre?”

Mi sto esercitando. Elijah ti ha chiamato?”

Lo sa, penso. Si parlano ancora. “Ho tirato il cellulare contro il muro.”

E l'analista cosa ha detto?”

Credo abbia liberato l'agendina per i prossimi tre anni” sospiro bevendo un enorme bicchiere d'acqua fresca. “Maschio o femmina?”

Maschio.”

Un altro bastardo come lui. “Grande festa in casa Mikealson. La madre?”

Non mi interesso della sua salute.”

Cioè voi non...” muovo una forchetta nel vuoto e Klaus mi guarda appena, distratto da un quadro comprato da un'artista di strada non ricordo dove. “Non ti sembra di esagerare con il distacco?”

Dovrei accompagnarla nel suo shopping premaman?”

Come ti sei ridotto...” borbotto finendo l'insalata e attaccando il dolce. “Il topper al cioccolato?”

Toh” borbotta lanciandomi la confezione. Spremo un rivoletto abbondante di cioccolato sul gelato e mi lecco un dito. “Se ci sei andato a letto, in minima parte ti piaceva. Hai paura di innamorarti della madre di tuo figlio?”

E' stata una scopata alcolica.”

Secco e diretto nelle risposte. L'argomento lo annoia e vuole tagliare corto. “Mi ricordi che devo cominciare a prendere precauzioni in quel senso” mugugno e una goccia di gelato alla crema finisce sul mento. La pulisco col tovagliolo e Klaus torna a sedersi di fronte a me. Ha una brutta cera. “Hai messo qualcuno sotto i denti?”

Scuote la testa e gratta la cute fra i capelli. “Non negli ultimi tempi.”

La stai affrontando proprio male, questa paternità” borbotto con il cucchiaino in bocca. Non ha neppure capito la battuta ed io non riesco a smettere di parlare. Se stiamo in silenzio, l'imbarazzo aumenta.

Il tuo analista puzzava di sangue.”

E' un gourmet chef. Prepara da se la propria scorta alimentare. Ho fatto le mie ricerche.”

Si dice così, ora? Gourmet? Non più assassino a sangue freddo?”

Batto il retro del cucchiaino sulla sua nocca a mo di rimprovero e Klaus bisbiglia 'ahio' a mezza bocca.

Dovevi ascoltare quello che aveva da dire, invece di fare la pazza e lanciare il telefono.”

Lo stomaco si chiude a tempo zero. Abbandono la ciotola. La consapevolezza toglie l'appetito. “Si sta occupando di Hayley... per questo sei qui. Per evitare che la piccola Katherine faccia la pazza.”

Klaus sbircia la mia reazione. “E per nascondermi.”

Mi lascio andare contro la sedia, annichilita. Ci metto un po' ad accettare l'idea che si stia prendendo cura di un'altra donna quando IO... cioè, quando Katerina... “Beh, se tu non lo vuoi, lascia che sia lui a crescerlo...”

Mi guarda di nuovo, ma con uno bagliore diverso negli occhi. L'idea non gli dispiace. “Ora sei di buon umore?”

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Capitolo 4
*** Incondizionato ***


Taisha: la visione della serie di Hannibal poteva aiutarti a capire dei riferimenti, ma non è indispensabile.
Annnaterra: non posso risponderti come vorrei =)
In arrivo anche Elijah ed Hayley, tanto per rimpolpare il parco personaggi e dare
pepe alle vicende.
Buona lettura.


Il criminale è un essere atavistico che riproduce sulla propria persona i feroci istinti dell'umanità primitiva e degli animali inferiori”
C.Lombroso

Come, prego?”

Will Graham aveva sempre visto un sacco di film. Poteva citare a braccio La Storia Infinita, conosceva a menadito i riferimenti nascosti di Star Wars e nell'adolescenza, si era interessato agli esseri sovrannaturali come lupi mannari, streghe e vampiri, prima di scoprire che i veri mostri erano peggiori delle creature di fantasia.

Will Graham supportava la teoria fisiognomica di Cesare Lombroso, secondo la quale 'l'origine del comportamento criminale è insita nelle caratteristiche anatomiche del criminale' ed ora era certo, che quello di fronte a lui, fosse un vampiro. Chissà perché, gli ricordava il malinconico Louis di Intervista col vampiro, più del terrificante Nosferatu di Bela Lugosi.

Will Graham si chiese se stesse dormendo e sognando, ma quando batté le palpebre, l'uomo rimase fermo al suo posto e ripeté la domanda.

Sono un... cosa?”

Vampiro” finì di balbettare, distratto dall'orribile pensiero di essere giunto al capolinea della propria salute mentale. L'aveva udito nell'anticamera di Lecter. Quell'uomo che si era presentato come un 'vampiro' e che la donna impaurita aveva sgridato platealmente. L'aveva udito e aveva finito per ripeterlo.

Mi scusi, lei è un vampiro?

La donna che lo accompagnava si teneva in disparte. Gli occhi grandi e il viso a cuore studiavano la triste apparizione malata con sospettosa ritrosia. Will pensò che fosse incinta, quando si accorse di come teneva la mano posata sul ventre un poco sporgente. Un pensiero ridicolo lo fece sogghignare. L'uomo non poteva essere un vampiro perché i vampiri non potevano procreare.

Forse è più complicato di così” sussurrò continuando a fissare la ragazza.

Era incinta e quello era il suo primo figlio.

Era spaventata.

Si fidava ciecamente dell'uomo che l'accompagnava.

Hayley, aspettami in macchina.”

La ragazza si defilò silenziosamente mentre Will la guardava. Il movimento ascendente della mano sulla pancia, l'assenso spaurito.

Aveva paura di perderlo.

Aveva paura che lui glielo portasse via.

Non sei un ibrido di Klaus. Che cosa vuoi da me?”

Will staccò la sguardo dalla portiera che si era appena chiusa e lo riportò sull'uomo bruno. “Un malinteso” mormorò rovistando nelle tasche.

Elijah lesse l'intestazione sul biglietto da visita.

Hannibal Lecter
Psichiatra
*** Road, Baltimora

A seguire, due numeri di telefono. Elijah lo fece roteare fra le dita. Will leccò le labbra riarse e spostò un passo laterale, indicando il biglietto col mento e coprendo la strada di ritorno con passi rigidi e duri. Non era certo di quel che aveva detto e non sapeva dire se fosse sveglio o meno. Il suo emisfero destro bruciava.

Baltimora

Mi sveglio alle tre di notte per la quinta notte di fila. Mi sveglio sempre dopo un sogno che mi lascia languida, bramosa e depressa. Il ricordo di una notte di passione con Elijah, nulla più. E' assurdo come certi particolari ti aggrediscano quando meno te l'aspetti. Un bacio, una carezza... non le noti e poi...

Giro sulla pancia, scivolo la mano fra il cotone delle mutandine e la pelle calda del ventre ma abbandono subito l'impresa. Troppo triste per sollazzare me stessa e ottenere un significativo orgasmo. Non ho bisogno di sesso ma di tenerezza. Kat si era abituata alle 'coccole'. La sciocchina... Mi trascino in bagno per fare pipì e trovo la vasca occupata. Le bollicine schiumose sono sparite quasi del tutto e Klaus si è addormentato. Inclino il collo e lo studio ben bene. Mh. Deve essere gustoso, al palato. Stringo le gambe per trattenerla, in quel momento lui rabbrividisce e si sveglia di colpo, guardandomi come se fossi io, l'intrusa.

Mi hai svegliato” farfuglia stropicciando gli occhi pesti di sonno.

Gli passo il telo voltando la testa. “Non ho fatto alcun rumore.”

Il battito del cuore...” rantola nascondendo la faccia contro l'asciugamano. “Non riesco a liberarmene...”

Ma certo... la lupacchiotta ha giocato sporco. Mi siedo sul bordo della vasca, lasciando piovere i capelli da una parte. Accavallo le gambe. “E' stata furba.”

Hayley è scontenta quanto me.”

Ponete rimedio.”

Klaus abbassa l'asciugamano e mi guarda dritto negli occhi. “Credi non ci abbia pensato? Ho incaricato Elijah di farlo ma ha rifiutato.”

E perché non l'hai fatto tu stesso? Hai perso il manico?

Klaus mi afferra e mi trascina nella vasca. L'acqua tracima dal bordo e do una ginocchiata non indifferente al bordo. Posso sentirlo respirare contro la mia guancia. Sono troppo debole per combatterlo. Perdonami Kat, non sono capace di proteggerti. Respiro a tratti, il cervello infiammato dai ricordi. Dal suo odore. Inspiro troppo profondamente. Mi sfugge un gemito. “Lasciami...”

Klaus mi prende per il mento e mi volta, costringendomi a guardarlo. “La uccideresti tu stessa se sapessi dove si nasconde...”

Lo farei eccome” sussurro cattiva, infilandogli le unghie nei pettorali. “Proveresti quel che ho provato io quando hai sterminato la mia famiglia!”

Era diverso, allora combattevo per la mia vita. Ora ho creato la vita!”

E ha paura di fare schifo come Micheal. Mi lascia andare, furibondo. “Demonio!”

Solo il mostro che hai creato.”

Saresti capace di affogare anche tuo figlio nell'acqua del bagnetto, perfida come sei!”

Un ricordo che ho abbandonato trecento anni prima, mi frusta improvviso il cervelletto. Ho smesso di pensare a lei quando salvarmi la vita è diventato così pressante da cancellare tutto il resto. Se questo è il secondo fottuto momento epifanico della giornata, non ho più bisogno di andare dall'analista. Pago mille dollari a seduta per rispondere a domande stupide e ho le rivelazioni alle tre di notte nella vasca da bagno. “Non ho fatto in tempo. Me l'hanno portata via prima che potessi vedere il suo volto” mormoro e mi puntello per rialzarmi, scivolo sul bordo e gli finisco addosso un'altra volta. Ahioahioahio il gomito porcamiseria!!

Di chi stai parlando?”

Ho avuto una figlia. Per cinque minuti. Mio padre l'ha portata via appena nata. Mi hanno impedito di cercarla. Poi ho dimenticato di averla avuta” concludo, massaggiando la rotula dolorante. “E' stato meglio così.”

Che massa di bugie ci raccontiamo per sopravvivere...” sussurra stringendomi contro di se ed uscendo in un baleno dalla vasca.

La velocità mi fa girare la testa e perdere i punti di riferimento, mi aggrappo a lui e lo sento trattenere il respiro. C'è sempre quell'attimo che...

Klaus prende l'accappatoio appeso dietro la porta e lo appoggia sulle mie spalle, strofinandomi con le mani. “Come si chiamava?”

Non ho alcuna voglia di rispondere alla domanda, ne di essere 'coccolata' da lui. “Quando nascerà, le streghe te lo porteranno via. Ignorerai la cosa, al principio, ma non potrai fare a meno di chiederti dov'è e se sta bene.”

Klaus mi allontana, infastidito. Non ne vuole parlare, non vuole neppure pensarci.

Credi non te ne importi niente ora, ma quando...”

Taci, per l'amore di dio!” soffia afferrando un asciugamano e tamponando le spalle e il torace. “Non fate che ripeterlo! Siete fatti della stessa pasta, tu ed Elijah!”

Mi umetto le labbra, distogliendo lo sguardo dal suo. “Noi siamo fatti della stessa pasta... è per questo...” che mi sono innamorata di te mille anni fa. Sul serio, Kat? Vuoi dirlo davvero? “Non vuoi responsabilità perché sei uno stronzo egoista, Niklaus.”

La ritrovata umanità ti ha addolcito il carattere, Katerina?!”

Spezzi una lancia a favore della logica e questo è il bel risultato. “Quell'esserino ti amerà di amore incondizionato. Dipenderà da te in tutto e per tutto, si affiderà a te senza riserve...”

Balle! Mio padre non mi amava!” urla all'improvviso, facendomi trasalire. Mi insacco nelle spalle, spaventata.

Nessuno dei due è stato amato o benvoluto! Ti hanno strappato una figlia dal ventre mentre eri svenuta, e hai ancora il coraggio di desiderare l'amore nella tua vita?!”

Non ero svenuta. L'ho implorato fino all'ultimo di non portarmela via.”

Klaus si guarda intorno e la mascella ha quel guizzo che testimonia un serrare di denti. “Bei genitori del cazzo” conclude con voce roca. “Vieni qui.”

Prima ancora che abbia modo di interpretare il suo 'vieni qui', mi sento abbracciare. La maglietta è fradicia e lui non emana alcun calore. Rabbrividisco tanto è freddo e spigoloso. Il cuore batte in fretta e non ragiono lucidamente. Marianne, l'avrei chiamata... la mia piccolina... scanso Klaus con una spinta e l'asciugamano che ha attorno ai fianchi scivola via, lui lo ferma con un gesto repentino ed io guardo giù. La linea degradante del ventre è la cosa più sexy...

Il telo cade in terra ed io alzo di scatto la testa, trattenendo il respiro. E' stato come un ceffone in pieno viso. Klaus si china a raccoglierlo, mi lancia un'occhiata e lo riaccomoda per bene, uscendo dal bagno in silenzio.

Poi, starnutisco.


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Capitolo 5
*** Non ti amo più ***


Annaterra: Credo che Hayley sia stata fatta apparire volutamente come un personaggio negativo per bilanciare il buonismo di tutte le ragazze di Mystic Falls che mordono mordono, ma alla fine sono delle gattone piene di sentimenti. Ne la versione del tlf ne quella della mia storia cercano un legame con Klaus... te lo posso assicurare ^^

New Orleans

Elijah POV

Trovato.”

Hayley muove la rotella del mouse e la pagina si abbassa, mostrando la foto di un uomo dal volto spigoloso. Lo studio che ne consegue è breve e soddisfacente: dall'espressione di compiacimento, immagino sia il suo tipo.

E' davvero uno psicanalista di Baltimora. E' iscritto all'albo ed esercita privatamente nel suo studio. Il biglietto non è un falso.”

Questo non spiega perché quell'uomo lo abbia dato a me”

Hayley fa spallucce e i suoi grandi occhi scuri riflettono la luce del monitor. “Forse Nik è andato in terapia.”

Ci guardiamo con poca convinzione e nessuna speranza. Lei mi sorride e riprende a leggere l'articolo. “Questo è interessante” sussurra, posando la mano contro la bocca. “E' coinvolto in una serie di omicidi... oh. Lo riconosci?”

L'uomo che mi ha avvicinato ha un nome. “Will Graham.”

E' un criminologo e un insegnante.”

Stavolta ci guardiamo con sospetto. Quale relazione intercorre fra i due? Hayley appoggia la schiena alla sedia e stira le braccia verso l'alto, prima di posare i gomiti sulla scrivania.

Andiamo a Baltimora?”

Guardo il pancino che sta gonfiandosi. Hayley alza gli occhi al cielo e uno sbuffo per niente celato mi accarezza la guancia. “Sono stufa di starmene rinchiusa tutto il giorno, sorvegliata dalle streghe e da te. Sono incinta, non malata” mugugna. “E dai, non sei un po' curioso?”

Molto curioso.”

Hayley risucchia il labbro inferiore e spalanca gli occhioni. Non ho ancora capito cosa ha attratto mio fratello. Hayley non è il suo tipo.

Non ti manca?”

Non avrei mai dovuto dirglielo. Katerina mi manca moltissimo, come mi è mancata in tutti questi anni e lasciarla è stata una violenza a me stesso. Annuisco e strofino il collo con la mano. “Andiamo a Baltimora.”

Lei sussulta di contentezza e mi sorride per la prima volta. Ha una vera avversione per i vampiri da quando ha conosciuto meglio Klaus.

Vado a preparare la borsa... uh.”

Mi volto. L'ho sentito anche io. “Si muove?”

Ma è troppo presto” sussurra, un po' spaventata. “Il medico ha detto... oh!” Hayley impallidisce e si siede sul letto, tenendo la pancia con entrambe le mani “... non dovrebbe farlo prima della sedicesima settimana...”

E' indisciplinato come il padre” borbotto avvicinandomi alla ragazza. Ha gli occhi lucidi.

Questo non è un bambino normale...”

L'unica deficiente sulla faccia del pianeta che si lascia mettere incinta da un vampiro... non faccio neppure sesso occasionale!”

Eri ubriaca.”

Di presunzione” singhiozza passando le mani sotto gli occhi. “Ho tirato troppo la corda, lo faccio con tutti. Dovevi sentirmi mentre analizzavo i suoi quadri... le stronzate che ho detto...”

Ha criticato i quadri di Klaus? Ha fegato.

Mi è sfuggito di mano... pensavo di averlo sotto controllo ma ad un certo punto...”

Ti ha sopraffatto.”

Hayley alza le mani e le lascia ricadere sulle cosce. Annuisce, sconsolata e guarda un punto invisibile nella stanza. “Ho fatto tre test di gravidanza, prima di andare dal medico... non ci volevo credere. Tuttora non ci voglio credere!”

Non ti agitare. E' passato?”

Hayley annuisce e riprende a fare la borsa. Per allontanarsi da me, non perché stia davvero bene. Una cosa che ho capito di lei, è che non vuole dipendere da nessuno.

Dovevi restare con Katherine. Me la sarei cavata anche da sola...”

Non lascio mio nipote in balia delle streghe” mormoro e Hayley si ferma fra un cassetto e l'altro e mi guarda, triste. “Saresti un bravo padre.”

Non esageriamo.

Hai tutto quello che manca a Klaus. Interesse e pazienza” sentenzia posando due magliette e una manciata di biancheria intima nella borsa da viaggio. “Eli, senti...”

Eli. In quale lingua significa Dio?

Quando nascerà sarai tu ad occupartene?” Hayley mi guarda dritto negli occhi, terribilmente seria. “Per favore.”

Hai già scelto il nome?”

Lascio a Klaus l'incombenza” borbotta tirando la zip e infilando le scarpe. “Kyle.”

No, non gli piacerà.

Baltimora

Katherine POV

Cosa racconti allo strizza?”

Non sono affari tuoi” soffio aggiornando la lista della spesa su cui ho annotato voci nuove. Analgesici. Assorbenti. Dio, è così deprimente!

Klaus allunga il braccio per raggiungere una confezione di biscotti. La lascia cadere nel carrello della spesa e tira avanti. “La camicia di forza di che colore?”

Con quali accessori piuttosto” farfuglio con la penna in bocca. "Il caffè?"

"Preso" mormora indicando la busta sigillata in un angolo. “Kat...”

Mh?”

Un altro guizzo della mascella. Apre bocca per parlare, ma non riesce a unire due sillabe che il telefono gli ronza in tasca. Risponde alla chiamata in arrivo e volta le spalle. “E mandala, se non puoi farne a meno!”

Ho capito con chi sta parlando, non sono stupida.

Klaus sbuffa, girando il cellulare su se stesso quando il MMS arriva. “Da che parte si guarda, secondo te?”

Cristo, Nik! Neppure un'ecografia!

Cosa sarebbe questa macchia confusa?”

Tuo figlio. Occhio, braccio, pisello” borbotto indicando una minuscola appendice.

No, non è figlio mio.”

Ah ah. Spiritoso.

Tu saresti brava come madre.”

Non dire stronzate.” Non so bene quando il mio corpo ricomincerà a funzionare, ma le piccole fitte che sento al ventre, le ricordo bene. Questo reparto non mi piace per niente: Assorbenti. Test di gravidanza. Test di ovulazione? Sempre più deprimente! “Sono egoista, perfida e impaziente.” Preservativi. Lo sbircio con la coda dell'occhio. Conosco uno che ha un gran bisogno di preservativi.

Organizzata, dal polso fermo. Dolce” conclude facendomi alzare gli occhi di scatto dalle confezioni. “Mi stai ascoltando?”

Ti sto ignorando. Tu che sei un uomo...” mi interrompo, dandogli le spalle. Scommetto che non sa neppure come si usano.

Devi spiegare la contraccezione ad una scolaresca? Posa quella schifezza, nessun uomo sano di mente indosserebbe mai un preservativo colorato e conoscendoti, lo cacceresti a calci dal letto!”

Prendi i migliori e andiamo.”

Migliori per chi? Guarda che è soggettivo.”

Come tutto nella vita. Prendi una confezione a caso e andiamo!” esclamo spingendo via il carrello. “E' solo una precauzione.”

Klaus si ferma di fronte a me. Ondeggio sui tacchi e lo guardo, roteando gli occhi.

Elijah ti ha cercato, dice che il telefono squilla sempre a vuoto. E' preoccupato, richiamalo.”

Non ho idea di dove sia finito il mio cellulare” rispondo cercando di capire in che punto della cucina piazzare lo stupendo ceppo di coltelli di ceramica che si è appena rivelato ai miei occhi.

E' nello studio del tuo analista.”

Nella spazzatura, probabilmente.”

Non mi ascolti quando parlo.”

Ho un coltello di ceramica in mano e sono pronta ad usarlo.”

Klaus mi disarma e posa l'attrezzo su uno scaffale alle mie spalle. “No, non ce l'hai.”

La sensazione che provo nello stargli così vicino, è la stessa di allora: perdizione. Non sopportavo di incontrarlo dopo una battuta di caccia, perché il suo odore maschile, accentuato dal sudore, mi stordiva.

Elijah sa che vai da uno strizzacervelli?”

Giro il carrello verso un'altra corsia. “Perché non torni a casa a prenderti cura di tuo figlio?”

Non ricordarmelo ogni due secondi!”

Ascolta le mie parole: una donna diventa madre subito. Un uomo, quando prende in braccio suo figlio.”

Se ti trasformo, mi fai la cortesia di tornare ad essere la solita stronza insensibile e smetti di indossare questi straccetti?”

Lo facciamo subito o immediatamente?”

Ci sono le telecamere.”

Alzo gli occhi verso il soffitto e ne vedo una puntata nella mia direzione. “Non ti piacciono i miei vestiti?”

Sono dozzinali. Tu non sei mai stata dozzinale.”

Che figlio di... afferro il coltello di ceramica e lo infilo nel ceppo, spingendo avanti il carrello. “Non posso indossare sempre calze di seta e tacchi a spillo”

Perché no?”

Perché li indossavo per farti piacere, per cancellarti dalla mente l'immagine della povera contadina cacciata dalla famiglia!” esclamo e qualche testa si gira verso di noi. Li minaccio con la coda dell'occhio e proseguo verso la cassa. Non sono neppure certa di aver preso tutto. Klaus mi viene dietro, intenzionato ad andare fino in fondo. Sono troppo confusa, arrabbiata e dispiaciuta per fare attenzione a quel che dico. Devio nel reparto cereali.

I regali che ti facevo...”

Io avrei fatto qualsiasi cosa per te, avrei indossato qualsiasi cosa, per te! Ti amavo e tu mi hai calpestato come l'ultimo degli esseri umani! Non puoi tornare nella mia vita nel momento peggiore e pretendere che non sia cambiata! E chi ti ha dato il permesso di prepararmi la colazione e decidere la marca dei biscotti?! Non hai la più pallida idea di cosa mi piaccia, perché non ti sei mai preso la briga di conoscere i miei gusti! Sei egoista, egocentrico e mentalmente sottosviluppato!”

Klaus mi guarda, afferra il pacco di biscotti e lo rimette a posto. Ne solleva un altro. “Meglio?”

Inspiro di rabbia, controllo che non ci siano le telecamere, afferro il coltello e glielo pianto nello stomaco con tutta la mia forza. Klaus geme e la sua schiena si curva di qualche centimetro. Mi afferra il polso e lo stringe, guardandomi negli occhi. “Ahio!”

Lo senti, il dolore? Non ci va neanche vicino.” Osservo le sue narici allargarsi e il labbro arricciarsi in una smorfia, quando estrae il coltello e mi stritola il polso.

Cinquecento anni fa non era contemplato che restassi viva per rinfacciarmelo...”

Perché sei venuto a Baltimora?”

Ero preoccupato per te.”

Se la poteva risparmiare. “A nessuno frega niente di me. Se fosse così, Elijah sarebbe qui, non a New Orleans a scegliere completini per il figlio di un altro. Non sa neppure che sono tornata umana.”

A me importa.”

La stronzata del giorno. “Stai solo fuggendo dalle responsabilità!”

Klaus alza gli occhi al cielo. Solleva lo zip sulla ferita sanguinante e infila i pugni in tasca. “Sei sporca di sangue.”

Il suo sangue. Lecco il dorso e succhio le dita, ingoiando in fretta. “Ora dovrò stare attenta agli incidenti casalinghi.”

Klaus abbassa le spalle con sguardo di riprovazione. “Elena Gilbert ti ha dato una seconda possibilità ed io non voglio ucciderti di nuovo.”

Lo farai, prima o poi. E' nella tua natura distruggere gli altri” mormoro aggrappandomi a quella verità. “Ma c'è un'altra cosa che ho appena capito... una novità eclatante...” Ingoio e lo guardo dritto negli occhi, anche se mi è difficile reggere il suo sguardo millenario. “Io non ti amo più.”

Se fosse vero, non te la prenderesti così tanto.”

Se ci fosse uno specchio, sbircerei la mia espressione. Non sento niente. Non vedo niente. E' come se avessero spento il mondo con quella semplice frase. “Già...” bisbiglio e le labbra inerti si aprono improvvise contro le sue. Perdo l'equilibrio e muovo un passo indietro ma Klaus mi riporta contro di se e mi stringe, dimenticando che non sono più invulnerabile e che potrebbe spezzarmi le ossa con una pressione accentuata.

E' accaduto di nuovo.

Dopo quattrocentonovantanove anni.

Nel reparto casalinghi di un supermercato di Baltimora.

Merda.

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Capitolo 6
*** Hayley ***


Hayley POV

Devo usare la toilette... scusami.”

Non c'è problema.”

Mi dispiace ingannarlo ma io devo pensare a me stessa. Ho studiato la pianta della città di Baltimora e uno del branco mi deve un favore. Sono riuscita a mandargli un sms mentre Elijah era fermo dal benzinaio. Lui mi ha indicato il supermercato e il punto dove incontrarci. L'area dove si affaccia la toilette del personale, possiede un piccolo parcheggio riservato. Gli ho detto di aspettarmi lì con il motore acceso e una gran quantità di verbena nel portabagagli. Cammino normalmente, sorpasso gli inutili tornelli all'entrata e mi guardo intorno. Ho fame e devo fare pipì, ma devo togliermi il vampiro dalle costole. Il mio apparente girovagare si conclude appena individuo la porta aperta dell'uscita laterale dei dipendenti. Sorpasso una coppietta che sta baciandosi – strano luogo per manifestare affetto - e mi blocco quasi subito. L'ho visto davvero o sono solo paranoica? Mi nascondo dietro un separatore e le labbra si incollano fra loro. La verbena non basterà, penso trattenendo i capelli contro il collo. Il suono di un cellulare disturba l'udito fine di Klaus che si distacca dalla donna con un sospiro colpevole. E la donna è... Katherine?! Da quando... ma Elijah lo sa?

Klaus sospira di nuovo e batte il pugno sullo scaffale dietro Katherine che è rimasta inerme a fissarlo. Dice qualcosa a voce troppo bassa per essere udibile. Non credo sia stato un bacio passionale, lei aveva le braccia lungo i fianchi e non sembrava... Katherine scatta avanti, lo afferra per le guance e appiccica le labbra alle sue. Devo andarmene prima che si accorgano che li sto fissando. Però sono inchiodata al pavimento e una domanda che non mi sono mai posta prima, ronza nella testa. Sta dimostrando di avere qualche sentimento. Potrebbe interessarsi al bambino? Io non intendo farlo, perciò...

Klaus si volta verso di me, si irrigidisce, e solo allora Katherine smette di aggredirgli il collo. Fissa prima lui e poi me. Impallidisce e resta a bocca aperta. Poi, la rabbia le esplode dentro. Klaus la trattiene prima che possa saltarmi addosso, corro verso l'uscita laterale dei dipendenti, corro fino al parcheggio e trovo Mike appoggiato al cofano dell'auto spenta, a fumare e a pensare alla vita. “Via via via!” urlo aggirando una macchina e saltando fra due musi troppo accostati. Lui schizza dentro e appena mette in moto, sento uno schianto sul cofano. Merda! “Parti!” gli urlo, incurante di Elijah che si accuccia sulle ginocchia con uno sguardo di riprovazione sul volto. Non ci va leggero. Prima sfonda il parabrezza afferrando la maglietta di Mike, poi lo scaraventa fuori dall'auto che ha ancora il freno a mano inserito. Non ho via di fuga. Non posso guidare con la vettura ridotta in questo modo. La polizia mi fermerebbe dopo due metri. Slaccio la cintura e scendo dalla macchina. Il povero Mike sta bene ma è un po' ammaccato. Tutto questo trambusto mi ha fatto passare di mente... “Katherine!” esclamo. La mia bocca si muove da sola e il cervello non riesce a capire dove voglia arrivare l'istinto di sopravvivenza. Elijah mi fissa con un certo grado di diffidenza. “Katherine è nel supermercato!” ripeto camminando all'indietro. “Klaus è con lei e loro stavano...”

... facendo la spesa. Che ci fate a Baltimora?”

Sposto lo sguardo da Elijah a Klaus, alla donna che cammina poco distante. Non credo di aver mai ricevuto così tanto odio da una persona. Si sta consolando col fratello, che ha da lamentarsi? Sbircio Elijah per capire le sue intenzioni verso di me e verso Katherine. Sono passata in secondo piano ora che lei è qui. Istintivamente, le mie gambe si muovono verso una direzione ben precisa ma stavolta è Klaus a fermare la mia fuga. Gli rimbalzo addosso – è come urtare un muro – lui mi afferra e mi gira un braccio attorno alla vita.

Zitta e cammina se vuoi vivere” sussurra a bassa voce nel mio orecchio. Sto zitta e cammino. Klaus ha un motivo per uccidermi, a differenza di Elijah.

Klaus POV

Dove siete alloggiati?”

Da nessuna parte.”

Perché siete qui?”

Dobbiamo incontrare una persona”.

Chi?”

Un dottore.”

Mi fermo al semaforo rosso. La frenata è un po' brusca ed Hayley si aggrappa al sedile. “Scusa.”

Lei non risponde e guarda fuori del finestrino.

Che tipo di dottore?”

Un psicoanalista.”

Gli strizza vanno un casino, quest'anno. “Per te o per Elijah?”

Hayley mi guarda di traverso. Mi odia, è palese. “Non ponderi una terza possibilità?”

Rispondimi.”

Vorrebbe mandarmi al diavolo, lo vedo da come stringe i denti. “Un uomo ha rintracciato il telefono di Elijah... non sappiamo niente. Lo scopriremo quando lo incontreremo.”

Annuisco e anche se il suo cuore batte forte – e doppio – so che non sta mentendo. Riparto e getto un'occhiata alla sporgenza celata sotto la maglia. Hayley lo nota e accosta le falde della giacca. “Sta bene. Si muove, addirittura.”

Non dovrebbe farlo?”

No. Non così presto. Vivi qui, ora?”

Sono in visita da un'amica.”

Katherine?”

Quante domande!” sospiro rallentando in prossimità dell'incrocio con l'abitazione. “Sì, Katherine.”

Ma non ti odiava?”

Mi odia ancora.”

Strano modo di dimostrarlo.”

Non dovevo baciarla, è stato avventato e senza senso. Immagino che dovrò parecchie spiegazioni a Elijah domani.

Dove stiamo andando?”

C'è un albergo poco lontano da qui.” La sento ingoiare e lo sguardo che mi lancia, è fra il disgustato e l'incredulo. “Non metterti strane cose in testa, mi è bastato una volta.”

Una volta di troppo che avrei potuto evitare” sottolinea con voce tagliente. “Non sei quel che si dice un amante premuroso e attento.”

Me l'hai sbattuta in faccia, tesoro.” Non batte ciglio, ma sento il suo cuore impazzire di rabbia e indignazione. “Te l'ho chiesto: 'vuoi andartene o vuoi restare?' Tu hai scelto di restare...” Ho caldo, slaccio la giacca e i suoi occhi cadono sulla maglia insanguinata.

Di chi è quel sangue?!”

Mio.”

E come...”

Fai sempre tante domande?” Ho cercato di usare un tono leggero ma si sente trapelare il fastidio. “Non hai valige con te?”

Una borsa. Nella macchina di Elijah.”

E' insofferente e non vede l'ora di restare sola. Siamo in due. Le apro la porta dell'albergo e Hayley mi guarda con lo sguardo che dice 'non disturbarti'. Mi avvicino all'albergatore che sta leggendo il giornale. Non saluta, non sorride. Quasi ci ignora. “Una doppia, grazie.”

Non divido la camera con te.”

Alzo due dita in faccia al receptionist. “Due singole.”

L'uomo ci guarda a turno, svogliato. “Finite le singole.”

Allora due doppie.”

Abbiamo solo la doppia super deluxe.”

Mi sta prendendo per il culo. E' completamente deserto! “Senta, buon uomo...”

Va bene la doppia.”

Hayley gira il registro e firma nella casella indicata, sbattendo la carta d'identità sul bancone. Afferra la chiave e marcia in direzione dell'ascensore. “Non bisogna questionare per ogni cosa.”

Una doppia super deluxe, tzè!” soffio appoggiando il braccio allo specchio e spingendo un pulsante a caso. “Minimo ti devono fornire due schiavi per tutto il soggiorno...”

Hayley si ferma sulla porta della camera e mi guarda, nervosa. “Non credere che ti inviterò ad entrare.”

Non illuderti, non hai alcun potere su di me. Tanto meno interesse.”

Hayley alza le sopracciglia e infila la chiave nella porta. “State insieme?”

Rido per la sua battuta e scuoto la testa, abbassando volutamente la voce. “Niente di quello che hai visto era reale...”

... ma scommetto che Elijah non deve saperlo.”

Piccola putt... mi viene una voglia di... “No, non deve saperlo. Puoi essere così gentile da non riferire nulla di ciò che credi di aver visto?”

Ti ha infilato la lingua in gola.”

Eh sì, l'ha fatto. Scrollo una mano nel vuoto, facendo spallucce. “Un'illusione ottica.”

Oh, un'illusione...”

Intrigante. Questo giochetto ci ha portato lontano dal punto di partenza, una volta. Non credo di volerlo ripetere, ma il bacio con Katherine mi ha eccitato e non riesco a farmela passare.

Mi cucio la bocca se mi lasci andare.”

E dove vorresti andare, sentiamo.”

Lontano da voi e dalle streghe.”

Le streghe ti trovano sempre” sussurro lasciando scivolare il dorso dell'indice sull'arco della mandibola. “Un punto in comune.” Sta combattendo. Lo vedo da come socchiude le labbra e da come mi ricaccia indietro con tutte le sue forze. E' lusinghiero, ma non è lusinghiero ciò che sto pensando di lei, ora.

Hayley impallidisce e si appoggia a me, inspirando forte. Geme e si contrae tutta. Dolore. Sento il dolore nella parte più interna del suo corpo. Non proviene da lei, ma dal feto. “Sta soffrendo” mormoro e lei mi guarda, pallida e quasi piangente. “Andiamo all'ospedale.”

No... capita spesso... ora mi passa... devo solo... sdraiarmi...”

Se non mi inviti ad entrare, a quel letto non ci arriverai mai.”

Hayley esita poi mormora un 'entra' che non ha il sapore della vittoria. Deve stare davvero male per cedere così velocemente. La prendo in braccio e lei si accartoccia contro di me. Quando la poso sul letto, resta distesa su un fianco, tenendosi il ventre. “Deve aver capito... di non essere benvoluto...”

La sensazione che mi assale è orribile. Per un lungo momento non dico niente. Mi limito a guardarla, seduto sulla sponda laterale del letto. “Potevi abortire.”

Sono contraria all'aborto...”

Hayley ansima, mordendo forte il labbro inferiore. Sento la pelle lacerarsi. “Perchè... non mi hai... ucciso...”

Che razza di domanda! Non l'ho uccisa...

Hayley mi guarda di sottecchi, massaggiando la pancia.

Non l'ho uccisa perché...

Poso la mano sulla sua. Calore. Vita. Bisogno. La ritiro dopo poco e sento i muscoli del viso contrarsi. Mi allontano dal letto, confuso. Sto sudando. Butto il giubbotto a terra e a seguire, la maglietta sporca. Devo fare una doccia per togliermi la sensazione di dosso. Sbatto la porta in faccia alla disperazione di Hayley, ma in realtà, sto solo cercando di tenere fuori la mia.

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Capitolo 7
*** Un altro uomo ***


Katherine POV

Interessante. Non mi ha lasciata sola con Elijah, l'ha volutamente portata via da me. Questo la dice lunga sull'attaccamento al neonato Mikealson che afferma di non volere. Quando torno nel supermercato, Katerina mi da di gomito. Sì, piccola. Klaus ha paura di noi. Ora non eccitarti troppo però, c'è un altro problema da risolvere: Elijah che mi segue con una foga insolita. “Se non sei qui per me, lascia perdere.” Non so neppure io cosa vuol dire, ma è l'unica frase che mi viene in mente. Dove diavolo è finito il mio carrello?

Non sapevo fossi qui.”

Non mi hai neppure cercato, penso vagamente irritata. Da quando se n'è andato e Klaus ha cominciato a gironzolarmi in casa, i dubbi mi stanno sopraffacendo. Il bacio era l'ultima cosa di cui avevo bisogno. Katerina lo odia da tempo ma Katherine che è rimasta infatuata per secoli. Ed ora siamo entrambe disorientate Apro un sacchetto di patatine e ne afferro una manciata, sgranocchiando rumorosamente. Elijah mi guarda in modo strano mentre ritrovo il carrello disperso. Raggiungo la cassa.

Quanto sei bella....”

Quel miagolio? Abbasso lo sguardo su una marmocchia alta come un soldo di cacio. La bimba corre via e torna poco dopo assieme ad una donna carica di pacchetti. Ne tiene in braccio un'altra, poco più piccola. Quando mi vede, sorride, agitando la manina sporca di saliva. Se ci fosse stato Klaus qui, gli sarebbe venuto un collasso. Sorrido alla piccoletta, lei grida battendo le manine. Basta poco per farle felici, a quell'età. Cominciate a crescere e poi mi direte.

Elijah mi getta un'occhiata perplessa. “Va tutto bene?”

Ma non si è accorto che sono tornata umana? “Mi hai lasciato per occuparti di un'altra donna che non ti è neppure simpatica. Non hai diritto di porre domande ed io non sento la necessità di risponderti.”

Non ho mai espresso giudizi su Hayley e non ti ho abbandonato. Sto cercando di ritrovare l'umanità di mio fratello sfruttando il suo unico punto debole.”

Sì, la zoccoletta incinta!” lo interrompo, sarcastica, beccandomi un'occhiata severa dalla madre delle ragazzine. “Klaus se ne frega di lei, non vuole fare il padre, ha paura di diventare come Mikeal. Sta fuggendo dalle sue responsabilità e ha smesso anche di nutrirsi.” Comincio a mettere i pacchetti sul nastro trasportatore. Mi sta salendo il mal di testa e un magone terribile mi stringe la gola. La cassiera ha quasi timore nel prendere la carta di credito che ho sbattuto sul portaspiccioli ed evita di tediarmi con la tessera fedeltà. “I punti, per favore. Faccio la raccolta.”

La cassiera obbedisce, Elijah trasecola e si sposta avanti. “Fammi parlare con Katerina.”

Posso insultarti al posto suo.” Ora che ho finito di riempire i sacchetti, ricordo che sono appiedata. Fanculo, prendo l'autobus.

Kath, fermati.”

Non ho tempo da dedicare ne a te, ne a tuo fratello. Devo vedere una persona.”

Elijah incassa e mi guarda in modo strano. “Klaus non è qui per caso?”

Quando mai Klaus fa qualcosa 'per caso'? E' piantato a casa mia da una settimana.”

Vedo da come si scurisce che la cosa non gli fa piacere. Un sottile godimento mi attraversa tutta. Stringo le palpebre e non posso fare a meno di sorridere. “Sono così tante le cose che non sai...”

***

Gli abbiamo detto il fatto suo. Se lo meritava, ora non frignare.

Sei stata troppo dura.

Dura? Mi ha talmente irritato che mi sono trattenuta dallo spiattellargli in faccia il bacio con Klaus. Quello sì che l'avrebbe fatto incazzare. Che lo scopra da se, penso allargando le braccia sulla panchina in attesa dell'autobus, e inclinando il collo per godere degli ultimi raggi di sole. Ah, la vendetta è un piatto così prelibato...

Quando una macchina si ferma sul ciglio della strada, alzo gli occhiali da sole sulla testa. L'algido analista fa la spesa come tutti. Faccio un cenno vago con la mano. Pensavo fosse uno di quelli che tendono a mantenere le distanze fuori dallo studio.

Katherine, mi sembrava di averla riconosciuta.”

Strano individuo, il dottor Lecter. Sarebbe un vampiro perfetto. “Se mi da un passaggio a casa, le racconto un sacco di roba nuova e le stacco un assegno subito.” Alzo due volte le sopracciglia e il gelido analista sorride, aprendo lo sportello.

Rimandiamo assegni e racconti alla prossima seduta. L'accompagno volentieri.”

Scivolo nella lussuosissima vettura, capisco dove vanno a finire i miei soldi e mi sento bene. Quel che ho detto a Klaus è parzialmente una balla. Indosso roba costosa e firmata perché mi piace.

Ha dimenticato questo nel mio studio. Ha squillato molto nei giorni precedenti, ma non ho ritenuto opportuno rispondere.”

Prendo il cellulare che mi porge e lo apro. La batteria è al minimo. L'identità del chiamante è sempre la stessa. La casellina dei messaggi è intasata. “Non credo di averne più bisogno, ma grazie.”

Posso...”

Il dottore si ferma ad un semaforo e mi guarda. E' titubante, ma lo maschera molto bene.

E' scorretto invitarla a cena?”

E' scorretto chiederle di cucinare?”

Neppure il guizzo di un muscolo. Eppure, è sorpreso. Arrotolo una ciocca di capelli attorno al dito. Mi sento bene. Mi sento come prima. “Bianco o rosso?”

L'analista annota il suo indirizzo privato dietro un biglietto da visita e me lo porge. “Non si preoccupi dei dettagli.”

I dettagli salvano la vita” commento, infilando il bigliettino nella tasca posteriore dei miei jeans dozzinali. Socchiudo le palpebre, sorniona, e mi guardo nello specchietto laterale. Ho sangue di vampiro nelle vene.

Lei è perfettamente al sicuro, Katherine.”

Lo sono?, mi domando volgendo lo sguardo sull'uomo. Sorrido e sospiro. “Sì, lo sono.”

Klaus POV

Non mi nutro da troppo tempo, i riflessi sono rallentati e come non ricordo di essermi addormentato, non mi accorgo subito che il letto è vuoto. Scommetto che i portafogli e le chiavi della macchina sono spariti. Bisogna ammettere che la ragazza è piena di risorse. Butto giù le gambe dal letto, tasto con indolenza la maglia che giace umida nel lavandino del bagno con una macchia opaca sullo stomaco e la infilo, rabbrividendo. Chissà se Kath ha già spifferato tutto ad Elijah. Chissà se Hayley ha capito che il SUV ha il cambio manuale all'europea.

***

Riesco a trovarla al calar della sera, ferma sul ciglio della strada - poco fuori Baltimora - e con i fari spenti. Sono abbastanza incazzato e affamato per domandarmi se ha finito la benzina o se ha le doglie in anticipo. Spalanco lo sportello e la trovo in un mare di lacrime. Non sembra sorpresa ma ho percepito un trasalimento in lei. Come Katherine mi ha fatto mangiare la polvere per secoli (e che ci creda a no, la rispetto e l'ammiro per questo), anche Hayley è fatta di una pasta dura e poco malleabile. “Ti sei persa? Il navigatore è nel cassetto del cruscotto.”

Non mi sono persa...” sussurra passando il dorso della mano sulle guance.

Istintivamente abbasso gli occhi sulla pancia. Non era così grande ieri sera. “Stai bene?”

No...”

Allungo le mani per aiutarla a scendere. Hayley mi guarda, diffidente. Percepisco che ogni movimento è un'agonia. Quando mette un piede a terra, sbianca e sono costretto a sostenerla. Il battito del suo cuore è insopportabile e il cuoricino minuscolo che sta crescendo dentro di lei, mi rende il compito del barbablù difficile. E' sufficientemente terrorizzata, non devo neppure applicarmi. “Ti porto all'ospedale.”

No...”

Sì” ribatto e lei mi guarda in quel modo supplichevole che ho visto tante volte. “Voi partorire in mezzo alla strada?”

Lei scuote la testa e si aggrappa a me. Ha paura di morire, ha paura per se stessa. Non gliene frega niente del bambino. Quando inspiro il suo odore, un odore diverso dal solito sentore di magnolia della crema di Katherine, il mio corpo ha una contrazione. Sale nell'inguine, si diffonde nei lombi e affretta il respiro. Devo nutrirmi. Devo...

Trrrrrrrrrr!

E' il tuo.”

E' Sophie...”

Allora è mio” decreto frugandole nelle tasche in cerca del telefono. Alzo un dito per farla tacere, ma si sta già mordendo le labbra dal dolore e non credo abbia voglia di fare conversazione con la strega. “Ciao, dolcezza!”

Sophie resta in attesa un momento, poi mugugna qualcosa che non capisco. “Hayley sta bene?”

No, non sta bene. Non vuole andare in ospedale.”

Dov'è, Elijah?”

Hai problemi a relazionarti con me, dolcezza?” Incastro il cellulare fra il mento e la spalla e auto Hayley a sistemarsi sul sedile posteriore. Continua a proteggere la pancia con le mani ed io continuo a fissarla senza volerlo. “Perché sta così male?”

L'hai fatta agitare?”

Dille di non scappare ogni volta che voltiamo le spalle.”

Forse la compagnia è sgradevole.”

Touchè, stronzetta. Sorrido, peccato non possa vedermi. “Allora?”

Non farle bere il tuo sangue, potrebbe avvelenare il bambino.”

E chi ci aveva pensato?

Hayley è incinta di appena quattro mesi, ma il vostro bambino sta crescendo al ritmo dei lupi.”

A quanti mesi corrispondono?”

Hayley si volta e mi guarda, smettendo di piangere. E' di nuovo pallida come un cencio. Credo abbia capito di cosa parliamo, così inserisco il vivavoce.

Tre mesi, circa.”

Siamo lunghi di trenta giorni, tesoro.”

Crediamo che il nuovo ibrido abbia assorbito le caratteristiche di entrambe le razze.”

Hayley si guarda la pancia e poi guarda me, disperata.

D'accordo. Le daremo tanto acido folico... che altro?”

Tu non sei in grado di prenderti cura di una persona. Fammi parlare con tuo fratello.”

Guardo il cellulare, la mando silenziosamente affanculo e attacco, gettando un'occhiata alla ragazza. Salgo in macchina e la guardo dallo specchietto retrovisore mentre allaccio la cintura. “Non sarebbe stato meglio...”

No!”

... restare a casa coccolata e sollazzata da mio fratello?” concludo passando la lingua sulle labbra. Come se potessi fare battute sull'aborto a una che sta soffrendo come un cane. Neppure per mano mia. “Come si chiama il tipo che state cercando?”

Non ricordo... il biglietto da visita è nella giacca di Elijah... urgh...”

Quel gemito sofferente mi ha alzare gli occhi al cielo. Eppure non sono mai stato uno che ci va giù tenero. Ne che ha pietà di chi non riesce a cavarsela con le proprie forze. Batto una mano sul volante e il suono secco del clacson lacera l'aria fredda di Baltimora. D'accordo. Facciamolo! Ma solo perché sono stato sfidato.

***

Elijah non risponde al cellulare, segno che il piccolo evento del supermercato non è ancora venuto alla luce. Suono due volte il campanello di Kath dopo aver allungato le orecchie. Troppo silenzio. Non dovrebbero stare scopando come ricci? Katherine spalanca la porta, le dita strette attorno all'orecchino sinistro. Il filo dorato arriva alla spalla e si confonde fra i capelli lisci e lunghissimi. E' bellissima. Eterea. Ha un vestito che farebbe resuscitare un morto. Sta funzionando alla perfezione. “Mio fratello è qui?”

No.”

Mi affretto ad entrare. Senza un perché. Come un idiota, tanta è la foga di non perderla di vista. “Dove vai?”

Esco.”

Con chi?”

Katherine mi lancia un'occhiata di superiorità. Le sue labbra sono così rosse che non riesco a smettere di fissarla. “L'hai fatto?”

Aggiusta le bretelline del vestito nero, sorride fra se e poi sorride a me. “Quante domande...”

Il taxi è arrivato e la sta aspettando nel vialetto. La prendo per il braccio quando mi passa davanti. Inspiro l'odore di magnolia della sua crema per il corpo. “Hayley sta male, il bambino cresce troppo velocemente.”

Katherine arriccia un labbro, sarcastica. “Ed è un mio problema?”

E' arrabbiata con me per il bacio? Sono a corto di empatia, al momento, e non riesco a penetrare i misteri della psiche femminile. E' seducente, non è mai stata così sicura di se e sprezzante.

Se sta male, portala all'ospedale. Se ha fame falla mangiare. Se ha i piedi gonfi, falle un massaggio. Non ci vuole molto per far felice una donna incinta.”

Katherine si divincola dalla mia presa, apre la borsetta, controlla di avere le chiavi di casa e i soldi per il taxi e mi lancia un altro sguardo che mi trapassa la testa. La sua voce entra nelle orecchie e arriva dritta ai testicoli.

Si tratta di assumersi una responsabilità, per quello non sai da che parte cominciare.”

Katherine mi sta ammaliando in un modo nuovo che non ho mai sperimentato prima d'ora. Devo nutrirmi. Sono debole. “Non mi hai detto che c'era un altro uomo...”

Un altro uomo” sussurra, ferma in mezzo al vialetto. Sorride fra se. “Passa una buona serata, Nik.”

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Capitolo 8
*** L'utima seduta ***


Hayley POV

Elijah bussa alla porta della stanza d'albergo mentre sto analizzando la situazione davanti allo specchio. Mi sento ingombrante, affaticata e un po' depressa. Ho perso il momento, niente più sortite, d'ora in poi. “Hai portato la borsa?”

Il vampiro solleva la sacca e la posa ai piedi del letto. Fa una panoramica della camera e torna a posare lo sguardo su di me, inchiodando gli occhi sulla pancia, sorpreso.

Sophie dice che sta crescendo al ritmo dei lupi.”

Spero che la tua salute non ne risenta.”

A conti fatti, una gravidanza veloce è quanto di meglio possa sperare. Le streghe non permetteranno che muoia e Klaus, checché ne dica, sta cominciando a sviluppare interesse per il bambino. La notizia scivola via dalle labbra prima che possa fermarla. “Li ho visti baciarsi nel supermercato.”

Elijah batte le palpebre. Per un attimo, non ha idea di chi stia parlando. I muscoli del viso si rilassano ed assume un'espressione quasi infantile. All'improvviso sogghigna, sarcastico. Sembra disgusto misto a molta irritazione. Mi sta accapponando la pelle, avrei fatto bene a starmene zitta. Se si ammazzano fra di loro, chi mi tiene al riparo dalle streghe?

Katherine POV

Un altro uomo. Che presunzione!

Ancora vino?”

Sì, per piacere.”

Sorrido all'analista che, fermo alle mie spalle, versa il vino rosso nel calice vuoto. Ha una tecnica eccellente, i suoi piatti sono capolavori per gli occhi e quando assaggi il cibo... mio dio, è come se il paradiso ti scivolasse giù per la gola! La musica di sottofondo è un po' leziosa, ma ora che sono stordita dalla gradazione alcolica, i pensieri fluiscono facilmente verso l'esterno e anche la mia voce si è abbassata, facendosi più morbida e seducente. E' come se avessi preso una droga, ma non bevuto niente che non abbia bevuto anche lui, a parte quel piccolo drink di benvenuto che ha preparato mentre completava le guarnizioni dei piatti. Ho visto tante cose nella mia vita, ma lezioni di cucina non ne ho mai prese.

Il circo è servito a distrarre la mia attenzione da Klaus per più di due ore. Ma con che faccia tosta... ehi... batto le palpebre e le sento un po' appiccicose, mentre la testa si fa troppo leggera e sono costretta a lasciare il vino. Poso le mani attorno al piatto e sospiro, chiudendo gli occhi. Immagino l'analista fermo di fronte a me, a domandarsi perché la sua ospite tenga un comportamento così discutibile. Scollo le labbra e sussurro che gradirei prendere un po' d'aria. Sento la sedia spostarsi all'indietro (si è mosso e non ha fatto un solo rumore) e quando mi alzo, gira tutta la stanza. Mi aggrappo al suo braccio e inspiro tre volte. Apro e chiudo gli occhi cercando di mettere a fuoco la cravatta, la camicia bianca e il fermacravatte d'oro a mezza altezza. Il sangue di Klaus dovrebbe annullare un eventuale avvelenamento, perché non sta funzionando? Ne ho bevuto troppo poco? Perché il mio analista dovrebbe avvelenarmi? Sono paranoica. Il dottore mi pone una domanda che non capisco pienamente, ma una parte del cervello ha la risposta pronta e non esita a rovesciargli addosso il passato condito nei minimi dettagli. Non ci crederà mai, mi risveglierò in una camera imbottita con la camicia di forza e Klaus ed Elijah faranno a turno per tormentarmi. Katerina è sparita, nascosta così a fondo dentro Katherine che sarà impossibile ripescarla o convincerla a tornare a galla. Non mi sono mai sentita così sola. Smetto di ridere appena l'eco del mio nome svanisce. Devo reagire.

Klaus POV

Ho la testa sgombra e poca voglia di disfarmi dei cadaveri. Ho letto da qualche parte che c'è un serial killer in questa città, per cui un morto in più o in meno, non fa differenza. Sento le forze e il malumore tornare a pieno ritmo. Vago senza meta, ritrovandomi furioso e solo nella stanza d'albergo di Hayley. Se n'è andata con Elijah. Meccanicamente, struscio la mano sulla guancia e sul mento. Continuo a pensare a Katherine, alla botta allo stomaco che ho provato quando è salita sul taxi. Sono scappato da New Orleans per non affrontare la realtà e mi trovo in un'altra che mi piace ancora meno. E' la storia della mia vita. Nessuno vuole restare troppo a lungo accanto al grosso lupo cattivo. Che senso ha, rimandare?

Katherine POV

Reagire significava provare a morderlo? Senza denti?! Sono aggrappata alle sue spalle con la bocca incollata al collo. L'ho fatto per secoli e automaticamente cerco di affondare i canini che non ho nella carne tenera.

Devo morire per tornare come vampira. Devo bere sangue umano per completare la trasformazione. Ho saltato i passaggi.

Addento un lembo di pelle e lo lascio andare, senza fare male. Cerco di scivolare via, ma l'analista mi trattiene. Il contatto visivo dura un istante, non riesco a concentrarmi. Mi sostiene la testa che ciondola leggermente. “Cosa c'era nel cibo...”

Nulla.”

Nel drink...”

Un oppiaceo. Alcune popolazioni native lo utilizzano nelle cerimonie per giungere a contatto con il proprio Io sopito.”

Chiudo gli occhi, il suono della sua voce mi rilassa. Ondeggio, la stretta si fa più forte.

Katherine, ha provato a mordermi?”

Ci sarei riuscita se avessi avuto i denti. Passo la lingua sui canini. Mi mancano. Mi facevano sentire al sicuro. Se fossi stata una vampira, avrei assaporato una cena ben più prelibata di quel che mi ha servito. Udirei il cuore del suo battito impazzito nascosto sotto la camicia. Invece, sono costretta a posarvi la mano sopra per capire se è spaventato o meno. Se è eccitato o meno. Non sento niente. Tiro via il fermacravatte e lo ammiro, incantata dalla luce che vi scivola sopra. Una volta avrebbero potuto conficcarmelo in un occhio e questo sarebbe guarito dopo pochi secondi. Lo lascio cadere a terra. Il suono non riecheggia più nelle orecchie come prima. Una volta sarebbe stato brillante e ricco di sfumature. Ora odo solo il 'ding' sul pavimento di marmo. Voglio tornare a casa.

L'effetto non durerà molto. Non ha ancora mangiato il dolce.”

Non lo voglio...” bisbiglio e finisco di nuovo seduta al tavolo, mentre un riflesso dorato mi ferisce le pupille. Il fermacravatte è tornato al suo posto. Non riesco a concentrami su nient'altro. Si muove attorno a me, sento lo spostamento d'aria e il suo profumo. Lo sento nel naso e sul labbro superiore. Non so perché, ma mi eccita. “Posso dimostrarle di essere un vampiro.”

E come vorrebbe fare, Katherine?”

Afferro il coltello dalla punta arrotondata. Non va bene per la dimostrazione. Cerco di ricordare dove sia la cucina. Il dottore mi indirizza e quando sono di fronte ad un ceppo di coltelli, ne prendo uno, il più sottile di tutti. Incido il braccio, la scarica arriva al cervello e mi ritrovo a soffiare per il dolore. Una striscia rossa spilla dalla lunga ferita e si ferma. Sento l'acqua scorrere e un panno umido viene premuto sulla ferita che mi sono procurata. La pelle ora è liscia, intatta. La mano del dottore sorregge il mio polso ma non è più delicata come prima. Trema. Alzo il mento e mi beo della sua espressione basita. Poi afferro il coltello, rapida e lo affondo nel cuore attraverso la scollatura profonda dell'abito da seta. Fa male. Mi blocco, trattenendo il respiro. L'analista mi fissa, incredulo. Ora perderò i sensi e quando mi risveglierò, completerò la trasformazione. Era quello che volevo. Era quello...

Apro gli occhi di colpo e fisso il dolce sparso nel piattino. La guarnizione di ciliegia rossa mi deturpa le dita. Ne ho un po' anche sulla striscia nuda, in mezzo al seno. Mi guardo e guardo l'analista che non dice nulla e osserva con la solita glaciale curiosità.

E' ossessionata dal sangue.”

Diagnosi secca e diretta. Quanto mi verrà a costare?

Studio dott. Lecter – Ultima seduta

Le lame di luce zigzagano sul pavimento della sala d'aspetto. Siamo in primavera, sono passati mesi dall'ultima visita dei fratelli Mikealson. Klaus è sparito (niente più waffles e caffè, la mattina), Elijah è sparito (starà cambiando pannolini al posto del fratello) ed io sono qui con l'assegno finale per l'analista. L'ultima seduta, penso. L'ultima. E poi?

La pianta è di plastica. L'ho toccata l'ultima volta, circospetta, come una bambina che fa una marachella. La consistenza gommosa mi ha deluso. Mi aspettavo qualcosa di meglio dal dottor Lecter. La porta si apre e il penultimo paziente della giornata - il tipo ombroso e triste che l'analista mi aveva presentato come un amico - mi doppia, lo sguardo basso sul pavimento e l'aria sempre più emaciata. E' peggiorato.

Buongiorno Katherine. Si accomodi, accompagno Will alla porta.”

Non mi guardo più le spalle, tornando a casa. Nessuno tende imboscate nel buio del salotto. Non ho una vita privata, ne amici.

Come si sente oggi?”

Ero distratta e non mi sono accorta che il dottore è tornato nello studio, ha chiuso la porta e si è seduto di fronte a me. Ha tagliato i capelli. “Malinconica” mormoro senza accampare scuse. “E' la nostra ultima seduta.”

Il dottor Hannibal non muove un muscolo. Batte solo le palpebre.

Per alcune persone, il rapporto con il proprio analista assume connotazioni quasi romantiche... per altre, è la relazione più lunga della loro vita.”

La relazione con Klaus è stata la più lunga della mia vita. Letteralmente! Accavallo le gambe e apro la borsetta, sfilando l'assegno piegato in due. Lo lascio sulla seduta del divano. Ho risolto i problemi di doppia personalità ma ho ancora il cuore spezzato. Non intrattengo più lunghi monologhi interiori con Katerina. Una mattina mi sono svegliata e lei non c'era più....ed io ero... libera.

Katherine, va tutto bene?”

Sì... sì, certo” mento, sentendo gli occhi pungere. Non mi sento più divisa in due. Ho solo bisogno... di accettarlo. “Grazie...” bisbiglio prendendo un kleenex dalla scatola che mi porge.

E' una sensazione normale, Katherine. Capita a tutti.”

Ma si è messo in testa che mi mancherà? Lo ignoro e mi alzo dal divanetto, tendendogli la mano. Quando ricambia la stretta, provo un moto di panico per l'ennesimo cambiamento a cui sono sottoposta. E' finita, penso, infilandomi in corridoio e raggiungendo l'ascensore. Mi guardo le spalle finché la cabina non arriva al piano. Le vecchie abitudini sono dure a morire.

Katherine.”

Le porte si spalancano silenziose. Il dottore è sulla soglia dello studio e mi fissa, glaciale.

Le mando la ricevuta via email”

Annuisco ma quando pigio il bottoncino del pianoterra, la mano trema. Per un momento ho temuto che mi invitasse di nuovo a cena.


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Capitolo 9
*** Mikeal ***


Il computer fa bip e si blocca. Katherine spinge tre volte il dito sul tasto enter e la schermata diventa nera, mentre la ventola smette di girare. La lucina lampeggia segnalando la batteria scarica e un 'oh' imbarazzato si forma nella sua mente. Infila il laptop nella custodia nuova di zecca, lascia tre dollari sul tavolo dello Starbucks di Baltimora ed esce in strada. L'estate sta arrivando, la temperatura è ancora piacevole ma la donna sente caldo nei suoi abitini da mezza stagione. Si ferma davanti al cinema e controlla la programmazione pomeridiana. Niente più papponi sentimentali, solo commedie allegre. Soddisfatta, entra in libreria. Ha una buona scorta di libri sul comodino. Aveva appena finito di leggere 'The Help' quando è balenata l'assurda idea di scrivere la sua storia sotto forma di racconto. Una fiaba horror dal finale aperto. Poteva funzionare, perché no?

Si era consumata gli occhi fino a tarda notte, scrollando la mano dolorante e massaggiando le spalle curve più e più volte, prima di acquistare il notebook per velocizzare la faccenda. Se leggere era un modo elegante per isolarsi dal pubblico – e dalla vita - scrivere la risucchiava in un mondo parallelo. Ogni riga era un esorcismo indiretto, l'aiutava a distanziarsi dal passato, da Klaus, da Elijah e le consentiva di vedere le cose in maniera oggettiva. Sì, era stata affrettata nello sbarazzarsi di Elijah, al supermercato. Sì, il suo abbandono era stato come una ferita ma poco profonda e non mortale, non mortale. No, non avrebbe mai più permesso a Klaus di avvicinarsi a lei. Era guarita dall'innamoramento, era cambiata. Solo la notte ci pensava un po' - solo un poco - abbandonandosi al gorgo del sonno con la certezza che non l'avrebbe più rivisto. Solo la virgola di delusione per la promessa mantenuta il giorno dopo, rovinava parte del buonumore.

Ora Katherine cammina osservando la fila ordinata di macchine che fiancheggia l'uscita di una scuola materna. Si ferma a pochi passi dal vespaio di bimbi che corre, urla e ride incontro ai genitori. Katherine pensa che ora può averne quanti ne vuole. Stringe la cinghia dura della borsa col portatile e calcola i mesi che sono passati dall'acquisizione della cura. Ne conta sette. Il suo corpo ha ripreso a funzionare? Stupita da quel pensiero estraneo al personaggio che interpreta, volta per la propria abitazione, guardandosi le spalle per abitudine. A Baltimora non succede mai niente.

Katherine raccoglie la posta – pubblicità e bollette – e fa il giro del giardino. Non usa mai l'entrata principale. Non lo fa più da...

Il SUV nero è parcheggiato nel vialetto attiguo e un bimbo di circa due anni sta giocando a strappare l'erba del prato, raccogliendo piccole margherite bianche che la falciatrice doveva recidere il giorno precedente.

Non capisce cosa la spaventi di più. Se il mostro nero e lucido o l'essere minuscolo di fronte a lei. Il bimbo solleva lo sguardo e due occhioni azzurri spaziano sul suo viso. Katherine ingoia, sentendo le ginocchia traballare. Il bambino le mostra un fiorellino, si alza sulle gambine grassocce, ondeggia e puntella le mani a terra. Corre verso di lei. Katherine non sa come comportarsi. Esitante, posa la valigetta col pc in terra e si inginocchia.

Quando arriva a toccarla, la donna trasale e perde leggermente l'equilibrio. Il bimbo punta un piedino calzato dalla scarpetta sulla coscia piegata e cerca di arrampicarsi. Katherine lo afferra prima che crolli indietro. Lo tiene discosto da se e lo scruta ferocemente.

Sorride. Agita le braccia. Afferra una ciocca di capelli di Katherine e la porta alle bocca farfugliando. La donna lo sbircia, imbarazzata dal calore che si sta espandendo dal cuore.

Aaa...”

Non può essere suo figlio, è troppo grande! Dovrebbe avere pochi mesi e questo ne dimostra due o tre. Eppure, Katherine è certa che avesse quell'aspetto lì, alla sua età. Intontita, fruga in tasca cercando le chiavi e si accorge solo in quel momento dell'odore meraviglioso che proviene dalla cucina. Un sommesso fischiettio si somma al battito opprimente del suo cuore. Tipico di Klaus infilarsi in casa tua dopo mesi di silenzio e senza neanche una telefonata di avvertimento!

Il moccioso agita le braccia e le tira un po' i capelli. Katherine stringe gli occhi come muto avvertimento di non farlo più, ma rimedia solo un sorriso, un'altra esclamazione felice e uno sguardo sottile e birichino. Katherine sospira e lo carica su un fianco. Il bimbo la guarda con gli occhioni spalancati, poi la testina scava una nicchia contro il suo collo. O l'ha scambiato per la madre, o è l'esserino più affettuoso e dolce che abbia mai incontrato... oppure ha un padre terribile che lo lascia giocare tutto solo e non si cura di lui, pensa aprendo la porta con un calcio. Deve sopravvivere, povero cucciolo!

Un enorme mazzo di rose bianche troneggia sul tavolo del salotto. Katherine le osserva con la fronte aggrottata, si sbarazza del pc e sospira di nuovo. Vuole qualcosa da lei. Il messaggio le arriva quando è ormai ferma sulla porta della cucina. No, non ha comprato il burro perché ingrassa e lei deve stare attenta alla linea, ora. Nessuno gli ha chiesto di cucinare, che si arrangi con quelle quattro verdure che campeggiano nel suo frigorifero! Il malumore cresce. “A cosa dobbiamo l'inattesa visita?”

Il vampiro si volta con un movimento repentino. Per un lunghissimo momento, Katherine si sente pervadere dal vecchio panico ma lo manda giù e cambia gamba d'appoggio. “L'ho trovato che giocava in giardino privo della supervisione di un adulto. E' tuo o devo chiamare i servizi sociali?”

Ehi, sei già qui!”

Katherine lo fissa inorridita mentre Klaus pulisce le mani su uno straccetto, le sorride e al contempo si avvicina con un'espressione dolce che non gli ha mai visto indosso. Il peso scompare dall'anca, un bacio si stampa sulla sua guancia insieme ad una carezza sui capelli e Katherine spalanca gli occhi, ammutolita.

Aaaa...”

Ahhh” ribatte accarezzando col pollice il visetto del bimbo. “Prima o poi scopriremo cosa vuol dire?”

Il moccioso scuote la testa e gli si aggrappa al collo. Il vampiro lo bacia sulla fronte e sussurra qualcosa sottovoce, prima di rivolgersi a Katherine che è rimasta impietrita a guardarli.

Come stai, matta? Te l'hanno fatto, l'elettroshock?”

Ho smesso la terapia...” sussurra umettando le labbra. Ha difficoltà a parlare. “Come va la vita matrimoniale?”

Klaus irrigidisce i muscoli della faccia e Mikeal abbandona il suo collo per stravaccarsi sulla spalla e sbavargli sulla maglietta.

E' adorabile, pensa attratta dagli occhioni spalancati. Katherine lo fissa per un attimo di troppo, poi distoglie lo sguardo.

Andata senza pensarci due volte.”

Si è già trasformato?”

E' presto.”

E' come il canto della sirena, non può fare a meno di guardarlo: i pugnetti chiusi, le gambine grassocce e la magliettina chiara che indossa che contrasta violentemente con la t-shirt nera di Klaus...

Il bimbo stringe gli occhi, nascondendo il faccino contro la spalla del padre. Un umore indefinibile la pervade tutta. “E come...”

Mikeal.”

L'ha chiamato Mikeal come il padre che odiava?!

Hai fame, mh?”

Un po', sì.

Non parlavo con te.”

Oh, scusa.

Sarà un casino farlo mangiare” borbotta occhieggiando Katherine che sta scrutando il vuoto. “Tu che sei una donna...”

Arrangiati” soffia sedendo alla tavola ingombra di ciotole e piattini. Sono la caricatura grottesca del rapporto genitoriale.

Mh? Che c'è? Che vuoi dirmi?”

Sentilo, tutto affettuoso! Katherine li sbircia, le labbra leggermente socchiuse. E' ipnotizzante vederlo comportarsi così. E' una di quelle cose che non pensi accadranno mai, nella vita...

Ha una cotta per te. E' una cosa di famiglia, allora...”

L'ha buttata lì per vedere l'effetto, ma Katherine è raggelata e non riesce a rispondere a tono. Una voce le urla di fuggire a gambe levate senza voltarsi indietro. E' insopportabile il suo sguardo addosso e il pugnetto che agita nella sua direzione. Ma che vuole da lei?!

Prendilo, sennò qui facciamo notte..”

Non sono brava con i bambini...”

Loro sanno cosa fare, tu prendilo e basta.”

Katherine si avvicina lentamente, tenendo d'occhio il piccoletto che non riesce a stare fermo. Continua a sorridere e a vocalizzare. “Declino ogni responsabilità in caso di caduta!” esclama afferrandolo sotto le ascelle e sistemandolo contro di se. “E tu fa il bravo, non mi piacciono i bambini!”

Klaus solleva un sopracciglio, mugola di gola e le rivolge un'occhiata di derisoria superficialità. Mikeal batte le manine e le poggia sul suo viso. Ora le molla uno schiaffo, pensa socchiudendo una palpebra e preparandosi al colpo. Invece, il moccioso si riappropria della ciocca preferita e la tira verso la bocca. Katherine storce la sua. “Perché fa così?”

Così come?”

Klaus si volta, il mestolo in mano e una ciotola colma di pasta nell'altra. Osserva il piccolo impiastrarle i capelli di saliva e abbassa leggermente le spalle. “Gli manca la mamma.”

Katherine sente il calore nel cuore allargarsi. Le rughe che si sono formate sulla fronte si spiano lentamente e la sua voce è meno decisa quando si rivolge al vampiro. “Non hai idea di quanto lo rimpiangerà, quella stupida...”

***

Potrai prendermi in giro una volta che l'avrò messo a letto.”

Non riesce a prenderlo in giro. Le si incolla la lingua al palato quando lo vede parlare col figlio. Il piccoletto dormirà comodo nel suo passeggino reclinabile e appena chiude la porta della stanza di Katherine, Klaus sospira e torna quello di sempre. “C'è dell'alcool in questa catapecchia?”

In salotto.”

Il vampiro si schianta sul divano e chiude gli occhi, esausto. “Versamene uno, donna.”

Aver preparato la cena gli da il diritto di impartire ordini?

Per favore.”

Meglio. Katherine obbedisce solo per capire a che livello di stress è arrivato. Il primo bicchiere lo manda giù di colpo, il secondo impiega più tempo a percorrere la via. “E' una visita di cortesia o ti fermi qualche giorno?”

Dipende da te e dal tuo desiderio di avermi fra i piedi.”

E' curiosa di conoscere tutti i retroscena e il rinnovato Klaus ad elevato contenuto glicemico, ma fa spallucce, come a dire che non le interessa.

Esci ancora con quell'uomo?”

Allude alla cena con l'analista? Qualcosa le dice che farebbe bene a mentire. Non risponde, così non può accusarla di mentire.

Pensi ancora ad Elijah?”

A volte.

Sei felice?”

Ne felice, ne infelice...” mugugna muovendo il liquore nel bicchiere che finisce ancora pieno sul tavolino.

Riformulo la domanda: sei felice di vedermi?”

Katherine si schiarisce la voce e tira indietro i capelli, ignorandolo.

Il robusto silenzio dietro cui si cela, può essere scalfito solo da una domanda. “Mi ami ancora?”

No.”

Klaus non sa dire se è una bugia o meno perché il battito del suo cuore non è cambiato. E' costantemente elevato da quando è arrivata. “Io ti amo ancora. Mi sei mancata per mesi.”

Katherine si abbandona contro il cucino del divano attiguo e incrocia le braccia, fissando lo sguardo nel vuoto. “Non posso dire la stessa cosa.”

Mesi fa, quando aveva varcato la soglia di casa per andare incontro ad un altro uomo, il suo orgoglio si era ribellato e aveva detto 'basta'. Aveva provato a dimenticarla, aveva impegnato il corpo e la mente, si era concentrato sui 'doveri' ma ogni notte il pensiero tornava su Katherine. Katherine sola, libera, umana.

Ricompari dopo mesi e mi sbatti in faccia tutto quello che io non potrò mai avere. Per quanto ancora dovrai punirmi per essere viva?” domanda con una leggerezza nella voce che è lungi dal provare.

Punirti?” Klaus la guarda, sorpreso.

Non meriti di essere felice.”

Oh, se lo merita eccome!

Katherine afferra la giacchetta dall'appendiabiti e la infila, tirando indietro i capelli che frustano sontuosi il lino amaranto. “Metti a posto la cucina, prima di andartene.”

Mi attribuisci la colpa della decisione di Elijah ma io non ho mai voluto che ti lasciasse! Non gli ho chiesto niente, ha fatto tutto da solo! Lo conosci, per lui l'onore e la famiglia vengono prima di tutto!”

Perché l'hai portato in casa mia?”

Affidare il figlio alle streghe? Impensabile! “La babysitter era in vacanza.”

Elijah non poteva...”

E' partito, non so quando tornerà.”

Ha risposto troppo in fretta. Sta omettendo una verità. “Sta cercando Hayley, vero?”

Klaus non risponde ma un guizzo della mascella lo tradisce. Katherine soffia dal naso e sorride, sarcastica. Sogghigna e apre la porta, scomparendo nella notte.

Gli sembra di aver udito un 'pagliacci, tutti e due!' ma non è proprio certo...



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Capitolo 10
*** Mutter ***


Commenti dell'autore: chi di voi è così scaltro e capace da dirmi come rendere visibile la nota 'crossover' e la relativa sottocategoria 'Hannibal' che non riesco a far apparire in nessun modo? Mi è stato rimproverato da alcuni lettori la mancanza, ma quando ho chiesto chiarimenti sui passaggi da fare, non mi è stato risposto. Ho seguito le faq e provato a rifare il procedimento più volte, ma non c'è stato nulla da fare. Aiutatemi, please! ^^
Annaterra: non trovi che questi capitoli siano smielati? Temo che la frequentazione degli amici e dei loro recenti pargoli, abbia influenzato la mia scrittura al punto di snaturare i personaggi. Per quanto riguarda Elijah, credo ci sia poca speranza di recupero. :/


Katherine aveva acquistato il biglietto per il primo spettacolo ma aveva visto circa metà film. Aveva perso il filo, intenta a rimuginare sulla complessità della vita e le sorprese nascoste dietro gli angoli. All'uscita aveva pensato bene di fare una passeggiata che si era protratta per ore. Non avrebbe mai avuto la risposta al grande quesito 'perchè non ha scelto me', ma di certo avrebbe smaltito il quintale di pop corn divorato al cinema.

Ora ha i piedi pesti per il troppo girovagare. Deve tornare a casa, andare avanti col racconto, tralasciare la parte del castello – quella che l'aveva fatta illudere - e saltare direttamente alla fuga notturna nei boschi. Vuole giungere al momento della propria morte e al nodo scorsoio che le segava il collo. Vuole raccontare quello che ha provato un attimo prima di morire, e al nome che ha pensato mentre lo sgabello andava giù. Era morta con la maledizione sulle labbra e la certezza che non sarebbe mai stata felice. Mai felice, ma mai piagnucolante!

Tutto d'un tratto, Katherine è stanca. Stanca di arrabbiarsi, stanca di rimuginare, stanca di lottare. Ferma un taxi e quando arriva a casa e scorge le luci accese nell'appartamento, è troppo stanca per maledire la testardaggine di Klaus. Mikeal è sveglio e sta giocando a modo suo: sbatte un cubo colorato sul tappeto, lo afferra di nuovo e lo lascia ricadere. Klaus se ne sta stravaccato sul divano a leggere qualcosa e ogni tanto getta un'occhiata al figlio. Quando la vede, risale lentamente la figura. “Bello, il film?”

Ha annusato l'odore del disinfettante delle poltroncine? Katherine si sbarazza di giacca e borsetta. “Quando ho detto di non volere te e tuo figlio fra i piedi...”

Ahh...”

La donna abbassa uno sguardo gelido sul bimbo. E' felice di rivederla. Non può dire la stessa cosa. “Non dovrebbe essere a nanna?”

Ma... a!”

Katherine ha esercitato il distacco emotivo dal momento in cui si è svegliata nel letto di Rose. Ringrazia il suo autocontrollo che le impedisce di staccargli la testa dal collo. “Se Elijah trova la madre, cosa pensi di fare?”

Secondo te?” Klaus raccoglie Mikeal dal tappeto e lo sistema sulle ginocchia. Non lo ammetterà mai ma quella è la sua parte preferita. Conoscerà un migliaio di fiabe di tutte le nazionalità e quando la memoria si esaurisce, basta dare spazio all'immaginazione. Ma per ora, per la sua età, vanno bene anche Cappuccetto Rosso e il Fagiolo magico. Mikeal adora le figure grandi e colorate, ci passa sopra le manine, gorgoglia qualcosa e tira un calzino, rivolgendo un sorriso enorme al padre.

Klaus ci ha messo un po' ad abituarsi alle continue richieste di attenzioni. Il resto è venuto naturale. Mikeal gli si appollaia addosso, sbadiglia e stropiccia gli occhi mentre Klaus gli accarezza la schiena e la testolina e continua a narrare. Quando si addormenta, conclude il paragrafo e si rivolge a Katherine che è rimasta attonita a guardarli. “Un bel nulla.”

Katherine ha un groppo enorme in gola: non sta guardando loro, ma ciò che rappresentano. Torna in camera, si barrica dentro e fissa il pomello smaltato. Poi tira indietro i capelli, li lega in una crocchia e infila gli auricolari per concentrarsi meglio. Si perde nello schermo e sulle poche righe della pagina Word scritte in precedenza. Si perde nei ricordi, fra i corridoi del castello, fra i caminetti infuocati delle enormi sale e nella camera di Niklaus, fra le lenzuola di seta e i trofei di caccia appesi alle pareti.

***

Katherine si risveglia al rumore del camion dei rifiuti. Dovrebbe essere abituata, visto che tutte le mattine quel dannatissimo camion! passa a raccogliere il suo minuscolo sacchetto. Anche stanotte, ha sognato la sua illusione. Intontita, annusa l'aria. Il rompipalle è ancora lì, ma le ha anche preparato la colazione, pensa con gli occhi ridotti ad una fessura e ciabattando fino alla cucina con i capelli a nido di condor. Caffè e waffles. Le mancavano.

Buongiorno.”

Mrgh...”

Katherine si schianta a sedere sulla sedia della cucina, rantola e affonda il viso fra le braccia, nel buio delle maniche del pigiamino.

Ahh...”

Ha fatto finta di non vederlo, ma le sollecitazioni sonore sono impossibili da eliminare. Katherine alza la testa e la puntella saldamente alla mano. Fra i due, è sempre lui quello felice di rivedersi. La poltiglia bianca che ha nel piattino è finita ovunque, tranne che nel suo pancino. Katherine ne cattura un po' col polpastrello e lo porta alla bocca: mela frullata e latte. “Il mio caffè?”

Klaus la sta guardando, immobile alle sue spalle. Katherine ha strane reazioni quando si tratta del piccolo.

Lo so che non stai facendo nulla, ho gli occhi dietro la testa” lo avvisa con voce morbida mentre pulisce il visetto del bambino, estrae un cucchiaino dal cassetto delle stoviglie e prende ad imboccarlo.

Beh, lo scenario merita attenzione. Sorridi.”

Sorridi? Katherine si volta, perplessa. La foto per l'album dei ricordi? Con quei capelli a covone?! “Cancellala immediatamente” soffia sbarazzandosi del bavaglino sporco e del piattino che plana nel lavandino. E' un ritratto orribile che non le appartiene...

Maa...”

e Mikeal la chiama perfino 'mamma'!

Il tuo caffè.”

Klaus sorride platealmente e le schianta un bacio sulla tempia. Katherine afferra la tazza con l'intento di svuotarla sulla sua maglietta. Sbuffa e gli da la schiena. “Imbecille...”

Te la mando via bluetooth.”

Risparmia la fatica!”

Mikeal gorgoglia qualcosa in una strana lingua e la guarda con i suoi enormi occhioni. Katherine gli fa la linguaccia e lo ignora. “Quanto intendi restare?”

Klaus traffica col cellulare e sorride, dentro e fuori di se. “Già stufa di avermi intorno?”

Mi hai stancato dopo cinque minuti.” Katherine sistema la tazza nel lavandino e apre il miscelatore. “Solo con me riesci ad essere davvero te stesso. E' per questo che sei qui” sentenzia girando lo sguardo sul vampiro.

Klaus non ha alcuna reazione apparente ma sta rimuginando le sue parole. “Forse mi mancavi e basta.”

Forse dovresti tornare a casa, crescere tuo figlio e piantarla con i ricordi.”

Tu riesci a smetterla, con i ricordi?”

No, neanche un po'. La psicoterapia è servita a poco. Ehi, togli quel braccio!

Katherine raddrizza le spalle e il braccio di Klaus scivola fino alla sua vita, tirandola a se. “Bellissima” decreta mostrandole la foto appena scattata.

Bravo, hai imparato a usare Instagram. Ora cancella quell'obbrobrio, pensa ignorando il ritratto in cui lei sembra felice e Mikeal ha le guanciotte gonfie di pappa. “Il ruttino” mugugna, innervosita, uscendo dal cerchio caldo e affettuoso che ha creato.

Mh?”

Se non fa il ruttino si sentirà male.”

Klaus solleva il piccolo, sistemandolo contro di se.

Come mai sai tutte queste cose sui bambini?”

Il cellulare ronza sul tavolo, l'occhio di Katherine vi cade sopra senza volerlo. Hayley. La chiamata si perde quasi subito e viene sostituita da quella di Elijah. “L'ha trovata.”

Non è Hayley il suo primo pensiero, la mattina. Una volta poteva prevedere le reazioni di Katherine, ora è dubbioso circa il comportamento da tenere. Meglio restare sul programma della giornata. “Andiamo a fare una passeggiata. Vieni con noi.”

Non voglio intromettermi in un momento padre/figlio.”

La sua freddezza lo scoraggia un po'. E' ancora innamorata del fratello, è per questo che lo tiene a distanza?

Non dirgli che siete qui, non li voglio fra i piedi. Ci sono fin troppe persone in casa.” Katherine sistema i piatti nel lavello e apre l'acqua calda. Perché continua a tenere puntato il moccioso nella sua direzione? E' stufa del suo sguardo ansioso. “Usarlo per ferirmi è la cosa peggiore che tu possa fare.”

E' la prima volta che Katherine gli spiattella la verità in faccia senza giri di parole.

Non dovevi portarlo qui...”

Quel tono lacrimoso ed esitante non può fraintenderlo. E' ora o mai più, pensa risistemando il bimbo nel seggiolone e imprigionandola contro la credenza. “Kat, tu sei meravigliosa e quando avrai dei figli, sarai una madre splendida.”

Il complimento la ammutolisce. Katherine non replica ma una smorfia dubbiosa le altera i lineamenti. Klaus sta per aggiungere altro, quando il telefono riprende a ronzare.

Rispondi al rompiballe prima che gli scoppi una vena...”

E' sempre più scoraggiato e le telefonate del fratello non lo aiutano... uh?

Katherine appoggia la fronte contro la sua spalla e chiude gli occhi. Profuma di lozione infantile e talco per bambini, ma sotto sotto percepisce il suo odore. Quella mattina è iniziata proprio male. Fra il capitolo sul castello (che non aveva potuto fare a meno di inserire) e il ricordo della sua illusione...

Sei più insistente di un venditore telefonico!”

>Non farai lo spiritoso, quando ti rivelerò dove ho rintracciato Hayley.<

Sono tutto orecchie. Stupiscimi!”

Din don

Katherine tira indietro i capelli e si allontana verso la porta. Klaus vorrebbe seguirla ma Mikeal sta cercando di evadere dal seggiolone. Lo afferra al volo, prima che possa cadere, ed esce nel giardino retrostante, permettendogli di sgambettare sull'erba alta senza pericoli di sorta. La voce di Elijah gli giunge ovattata, monotona. Quando smette di parlare, Klaus passa una mano fra i capelli e si accovaccia sui gradini esterni. E' finita la vacanza.

***

E' qui, vero?”

Lo sguardo di Katherine è gelido, per nulla amichevole.

Elijah mi ha seguito.”

Lo sappiamo” mormora chiudendo la porta sul vialetto vuoto. Lo sente, ma forse è solo un'impressione. “In cucina” borbotta prima di infilarsi in camera da letto.

Hayley pensa che il primo pericolo l'ha passato indenne. Katherine sembra diversa, anche se si sforza di tenere la parte. Hayley si domanda se ha interrotto qualcosa, ma è solo un lampo nella testa. Il pensiero viene divelto brutalmente dalla necessità di stare con il figlio e riabbracciarlo. Fuggire è stata una stronzata. Ha patito le pene dell'inferno tutti i giorni di lontananza... “Amore mio!”

Quell'amore mio non è certo destinato a lui. Klaus intasca il cellulare e si sposta di qualche centimetro. Hayley lo scavalca senza rivolgergli uno sguardo, si lancia sul bambino e lo stringe contro di se. Mikeal apprezza la nuova figura, la ricorda, sente che quella è la sua vera mamma. I gridolini si fanno concitati e frenetici. Klaus vorrebbe ucciderla ma di nuovo deve dar ragione alla saggezza di Katherine: non lo farà mai più. Rientra in casa, dirigendosi verso la camera da letto. Bussa e viene avanti senza aspettare la risposta. Katherine è vestita di tutto punto, sta truccandosi allo specchio e ha l'aria apparentemente tranquilla.

Che ti avevo detto?”

Me l'avevi detto” mormora, cauto. Non capisce il suo stato d'animo. Non sente nulla provenire da lei.

La donna avvita il mascara, si alza in piedi e sistema la cintura in vita. “Quando torno, voglio tornare la casa vuota.”

Non gli piace, non è normale. Non è normale per lei. “Kat, io ti amo ancora. Non scordarlo mai. Ci sarò sempre per te.”

Katherine sorride noncurante, ascolta fino alla fine e poi estrae una giacchetta dall'armadio, divertita. “E' solo un problema tuo, Niklaus.”

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Capitolo 11
*** Turismo ***


Baltimora

... e non vuole raccontarmi cosa successe al castello?”

No.”

Katherine è tornata in terapia. Per parlare con qualcuno, non per altro. Ha finito di scrivere il racconto e l'ha inviato a tre case editrici. L'hanno scartato tutte e tre. Non vuole fama o notorietà, vuole far conoscere la sua storia. Magari avere un parere disinteressato ed oggettivo... però c'è sempre quel sito di storie a capitoli che ha trovato navigando su Internet... può crearsi un nickname...

E' regredita.”

Katherine annuisce, incrociando le caviglie racchiuse da eleganti sandaletti estivi. E' settembre inoltrato ma fa ancora molto caldo. Ne è quasi stufa.

A questo punto non credo che la psicanalisi sia la soluzione. Nel mio modesto pare, non ha bisogno di parlare con uno psicologo.” Hannibal Lecter chiude l'elegante blocco notes e avvita la penna, riponendola all'interno della giacca. Katherine Pierce non ha bisogno di uno psicologo: deve solo alleggerire la coscienza con l'uomo giusto. “Mi sta facendo sprecare tempo prezioso, Katherine. Tempo che potrei dedicare ad altri pazienti con problematiche ben più serie di un cuore ostinato e caparbio.”

L'aveva detto anche Klaus. Ostinata e caparbia. Gliel'aveva detto di fronte al fuoco, al castello, mentre si asciugava le ossa dopo l'acquazzone. Quel pomeriggio, aveva ignorato l'avvertimento di Elijah di non attardarsi nel bosco, ma aveva voluto fare di testa sua: sarebbe tornata a cavallo, quando le prime gocce di pioggia avrebbero picchiettato le foglie.

Invece era scoppiato un tremendo temporale e il cavallo era fuggito, disarcionandola e procurandole una lussazione alle spalla destra. Katherine si era rintanata alla meno peggio contro un albero scavato dal tempo e dagli animali e Niklaus l'aveva trovata lì, mentre gemeva in preda al dolore. Era scesa la notte, poi era arrivata la nebbia. Katherine stava congelando. Il dolore la intontiva. Niklaus aveva oltrepassato la nube bianca con la camicia incollata addosso, i capelli fradici e l'umore peggiore degli ultimi cento anni. Katherine aveva sentito il cuore esploderle, quando si era chinato su di lei, scrutando ogni centimetro della sua persona. Si era persa in un labirinto di sentimenti quando le aveva chiesto se stava bene e l'aveva presa in braccio, conducendola in fretta e furia al castello. In seguito, Katherine l'aveva udito scagliarsi contro il fratello, accusarlo di negligenza e promettere un futuro nero se si fosse ripresentato il caso. Lì per lì aveva pensato 'mi ama, non può non amarmi!' e aveva abbandonato tutto il suo cuore nelle mani dell'unico uomo che aveva mostrato di tenere a lei. Aveva preso le parti di Elijah addossandosi tutta la colpa, ma Klaus aveva fatto orecchie da mercante, concludendo la sua spietata arringa con un borbottio dimesso e quasi timido.

'Se ti succedesse qualcosa, non me lo perdonerei.'

A quelle parole, Katherine era crollata.

La verità era venuta dopo.

New Orleans

Lo sta viziando.

Da quando è tornata, Hayley è onnipresente e soffoca il bambino di attenzioni. Klaus non ha potuto fare a meno di notarlo, seppure rinchiuso nella sua nube nera di malcontento. Mikeal cresce in fretta, ha l'animo gentile, è affettuoso e socievole. Non mostra inclinazioni artistiche, ma gli piacciono le figure colorate e passa ore a guardarle.

Devo andare dalla parrucchiera.”

Divertiti.”

Hayley alza gli occhi al cielo. Se non fosse per gli educati interventi di Elijah, a malapena si parlerebbero. “Puoi badare a lui mentre sono via?”

Klaus le rivolge un'occhiataccia e quello basta a darle la risposta. La casa è grande e non si pestano i piedi. C'è un accordo silenzioso fra loro: rendere il più possibile serena l'infanzia del bambino. Non hanno neppure dovuto discuterne.

Torno fra due ore.”

Prenditi tutto il tempo che ti serve” mugugna aprendo il blocco dei disegni. Mikeal si sta applicando in un gioco astruso. Klaus fissa i disegni passati e lo confronta col modello accovacciato sul tappeto. E' cambiato ancora. Ogni giorno nota qualcosa di diverso, in lui. D'un tratto il bambino molla i giocattoli e trotterella fino alla poltrona su cui è seduto. Klaus lo aiuta a scalare il bracciolo e gli mostra i disegni. Mikeal dondola col busto, afferrando le pagine. Le lancia goffamente davanti a se e il ritratto di Katherine spicca fra gli abbozzi dei corpi. La bocca doveva riempirla meglio, ma gli occhi... gli occhi sono proprio i suoi. “Ti ricordi di Katherine?”

Mikeal lo guarda e poi guarda il ritratto. Batte la manina sopra e la porta alla bocca.

Ump! Come fa a ricordarla, sono passati due mesi...

...ah!”

Kath.”

Ahhh...”

E' ancora troppo piccolo. Klaus sospira e tira indietro la testa, fissando il nulla. “Quando sarai abbastanza grande per uscire con le ragazze, ti spiegherò alcune regole fondamentali...” mormora tenendolo fermo per le gambine. “Abiti sempre in ordine, orologio di marca, sovrannaturale capacità di ascolto...”

E ti basi su questo per conquistare una donna?”

Ci mancava il fratello!

Hai interrotto il mio elenco” borbotta chiudendo il blocco con i ritratti. Il visino caldo del bambino è spinto contro il suo, ma come al solito ha dimenticato di radersi e dopo pochi secondi, lo sente agitarsi.

Potresti renderti presentabile? Sophie e le ragazze stanno venendo qui.”

Quelle tre cretine non fanno che ciarlare formule magiche e studiare Mikeal nemmeno fosse un fenomeno da baraccone! Mikeal adora il fratello ed Elijah regredisce alla quinta elementare in sua presenza. Rebekah ha reso chiaro fin dall'inizio che non avrebbe preso parte alla crescita del bambino e non ha mai voluto incontrarlo. Ha interrotto i rapporti con i fratelli, ma Klaus sa che Elijah la vede saltuariamente.

Bekah ha preso il volo, Hayley lo detesta e Katherine non lo vuole.

Klaus ammette di non aver mai avuto un buon rapporto con le donne. Centra la madre? O è solo incapace di relazionarsi con gli individui di sesso femminile? Che c'è che non va in lui? Deve far difetto la sua sovrannaturale capacità di ascolto...

Ora ci facciamo il bagnetto e ci mettiamo in ghingheri.”

L'ha già fatto, il bagnetto” sbuffa abbandonando il blocco con i ritratti sulla poltrona. “Vado a fare un giro.”

E a chi tocca rendere il salotto presentabile? Elijah posa il piccolo a terra e scavalca i giocattoli, riordinando la stanza. Mikeal trotterella fino al blocco e afferra i fogli che spuntano da un lato. Li getta per terra con un gridolino soddisfatto.

No, tesoro. Non toccare i disegni di papà.”

Elijah ammutolisce di fronte al ritratto di Katherine. La donna ha gli angoli della bocca incurvati in un tenue sorriso. Katerina non sorride mai in quel modo, la sua è più una smorfia sarcastica. Però gli occhi... “Sei fortunato ad essere figlio unico” mormora posando il ritratto sugli altri. “Non rischierai di innamorarti della ragazza di tuo fratello.”

Mama...”

Peccato che Hayley non sia presente...

Mama!” ripete battendo la manina sul foglio.

Fortuna che Hayley non è in casa e non può udire il figlio chiamare 'mamma' un'altra donna!

***

E' pieno di creature sovrannaturali, quel mercatino. Katherine si guarda attorno, il cuore che se ne va per conto suo. Ha già contato tre vampiri a caccia e due streghe che si fingono chiaroveggenti. Non c'erano così tanti vampiri a New Orleans, una volta. Klaus gestisce tutta quella gente, tutti i giorni?! Per forza scappa di casa a mesi alterni...

Katherine sente gli sguardi affamati dei vampiri su di se e si affretta a raggiungere il banchetto della strega più vicina. La donna di colore ha le trecce avvolte su se stesse e un gran turbante rosso in testa. Non la guarda ma rimescola le carte, posandole sul tavolo. “Ti predico il futuro, carina?”

Non ce n'è bisogno. Il mio presente fa schifo e se non trovo il mio amico, avrò un'esistenza molto breve” mormora riducendo al minimo la voce. “Klaus Mikealson, l'ibrido originale. Dove posso trovarlo?”

La strega la riconosce, sposta lo sguardo in alto e fissa le due figure alle spalle di Katherine. Un rivolo di sudore scivola lungo il collo della donna e Katherine stessa ha smesso di sperare di passare inosservata. Si è andata ad infilare nella tana dei lupi e ora ne paga il fio.

***

Brutta giornata, amico?”

Pessima, Marcel...”

Il whisky non allevia la mancanza. Ma cosa deve fare, saltare sul cavallo nero e rapirla? Quelle cose non le fa più da... mesi, pensa sbattendo il bicchiere vuoto sul bancone del bar. “Ancora.”

Risollevati. I miei ragazzi dicono che hanno una sorpresa per te.”

Un modo per eliminare tutte le streghe dalla faccia della terra? Klaus occhieggia il liquido biondo nel bicchierino, mentre Marcel ripone il cellulare nella tasca posteriore dei jeans. “E' un bomba, amico. Una vera bomba!”

Ma che ha da essere tanto allegro? E perchè Kath è così testarda, maledetta donna?!

Non c'è bisogno di spingere, cammino da sola!”

La scarica elettrica gli attraversa la spina dorsale. Klaus si volta di scatto e il vampiro nero annuisce, compiaciuto. “Tanti auguri di buon compleanno, mio amato sire!”

Non è il mio compleanno.”

Ah no? Che diavolo, eppure mi sembrava...”

Un vampiro la spinge avanti, Katherine accenna due passetti veloci per non cadere ma inciampa sui piedi di un terzo (le ha fatto lo sgambetto, maledizione!) e plana goffamente fra le braccia del festeggiato.

E' troppo sorpreso per godersi il contatto. Klaus la allontana da se. “Che cosa ci fai qui?”

Turismo.” I vampiri alle sue spalle stanno calcolando il divertimento che ne potranno ricavare, se la chiacchierata con lui non andrà a buon fine. Katherine sistema le maniche della giacchetta e sorride. “La ricordavo più affabile, questa città.”

Che sia venuta per lui? Possibile? “Turismo...”

E' colpa del mio analista. Ha l'assurda convinzione che tu faccia parte del processo di guarigione” mugugna osservando l'incredulità passare sui lineamenti del vampiro. “Rifiuta di prendere altri appuntamenti, se prima non chiariamo alcuni punti.”

Sei tornata dall'analista?”

Mi andava di parlare con qualcuno che non mi interrompesse con stupidi giudizi e facili soluzioni.” Katherine alza le spalle, sorridente. “Come sta, la famiglia?”

Quando Klaus la guarda in quel modo, tutte le cellule del suo corpo le urlano di fuggire. Lo farebbe volentieri ma la riacciufferebbe dopo tre secondi.

Kath, perché sei qui?” insiste piantando gli occhi nei suoi.

Mostra clemenza per la vittima sacrificale costituita. La clemenza fa grandi gli imperatori.”

Potrebbe avere almeno la decenza di mostrare timore! La sua umanità la fa risplendere come una perla in una miniera di carbone. Klaus si scopre affamato come un tempo, quando doveva decidere se sacrificarla o tenerla per se. Solo una sciocca si metterebbe nei guai di sua spontanea volontà. Katherine è tutto fuorché sciocca. E' così algida e ridicolmente indifesa, nel suo vestitino estivo... “Cosa vuoi da me, donna?”

Katherine ha riconosciuto i volti di quelli che ha fregato in passato. Sembra che tutti i vampiri di New Orleans si stiano radunando per assistere all'evento. Il loro rapporto di amore ed odio è leggendario. “E'... privato.”

Una smorfia indurisce la mascella di Klaus. Illudersi non gli è mai riuscito bene. “Dopo di te.”


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Capitolo 12
*** Shabby chic ***


Una stanza d'albergo fuori New Orleans. Katherine l'ha trovato su Tripadvisor. E' stata stupida a recarsi fin lì, ma non così tanto da alloggiare in città. Ha ancora gli sguardi affamati dei vampiri addosso. Il Quartiere Francese è il posto peggiore per parlare di affari privati. Bourbon Street, da dimenticare. Non potevano conversare al parco, ne di fronte ad un caffè. Non era sicuro.

Che c'era di tanto urgente da non poter attendere?”

Klaus non guarda la donna ma il beauty case aperto, i gioielli sparsi sul ripiano, la boccetta di profumo.

Quando hai detto 'se ti succedesse qualcosa, non me lo perdonerei', mentivi? Ti fregava qualcosa di me o era solo per tenermi buona in vista del sacrificio?”

Che va a tirare fuori?! E' roba di mille anni fa! Una smorfia gli arriccia il viso. “Tu cosa pensi?”

Katherine gira lo sguardo tremolante sulla porta da cui filtra la luce del giorno. L'aveva sempre saputo, ma non aveva voluto ascoltare quella voce.

Perché resti legata ai ricordi passati, invece di andare avanti?”

Non lo so.”

Il vampiro si avvicina alla finestra, strofinando una guancia. La guarda, lasciando ricadere il braccio. “Che ti può succedere oltre quello che ti è già successo?”

E' una buona argomentazione. Katherine si sdraia sul letto, voltando sulla pancia. “Sei stranamente saggio, oggi.”

Le tue domande sono terminate?”

Sì. Ora devo parlare con Elijah. Dove posso trovarlo?”

Devi?”

Fa parte della terapia.”

Odio il tuo analista.”

Katherine punta il mento sulle mani e dondola le gambe piegate. “Come va la vita matrimoniale?”

Un'altra smorfia, stavolta ironica. Klaus la raggiunge, assumendo la sua stessa posa. I loro gomiti si sfiorano leggermente. “Ha preso sul serio il ruolo di madre.”

Non ti ho chiesto se da la pappa al pupo...”

Civetta. Klaus sogghigna, lusingato dalla sua gelosia. “Non dormiamo insieme.”

Katherine lo sbircia curiosa, con un'altra domanda sulla punta della lingua.

Il suo sguardo è un coltello acuminato che penetra lentamente nel fegato. Klaus si volta, serio, serio. “Quando ci siamo incontrati mi hai affascinato, ma non potevo permettermi di provare certi sentimenti...”

... ed io ho sempre pensato che se tu avessi avuto un'immagine migliore di me, forse saresti riuscito ad amarmi come ti amavo io...” Che strana sensazione. E' come se il tempo si fosse fermato e le pareti della stanza si fossero allontanate fino a scomparire all'orizzonte. Katherine passa il dito sul ricamo della coperta, seguendo la voluta. “Però non ha più importanza...”

Mi hai perdonato?”

Nessuna risposta va bene. Katherine rotola sulla schiena e guarda il soffitto. “Io voglio innamorarmi... voglio avere una famiglia e dei figli...”

Nessuno te lo impedirà, ma non restare a New Orleans per troppo tempo.” Klaus si rimette a sedere, dandole la schiena. Troppo vulnerabile, troppo esposta. Il suo cuore non batte più all'impazzata. E' tranquilla, ora. Con Kath è sempre così. Ha bisogno di tempo per fidarsi... per fidarsi di lui. “Marcel ha acquisito potere durante la nostra assenza.”

Chi è Marcel?”

L'hai visto al bar.”

L'afroamericano? Katherine si raddrizza a sua volta. “La strega al mercato aveva paura dei vampiri. E' la prima volta che vedo succedere una cosa del genere.”

Hai portato la verbena con te?”

Parecchia.”

Continua ad assumerla, ma vattene alla svelta. Non restare qui, stanotte.”

Katherine non ha mai visto Klaus così nervoso. Arrabbiato, frustrato, ma mai... “Se vogliono uccidermi troveranno il modo” inizia accostandosi a lui. “Hai paura che mi usino contro di te?”

Ho paura che ti usino per controllarmi.”

E' una frustata sulla pelle nuda. Katherine trattiene il respiro ma il cuore fa una capriola. “Nessuno controlla Klaus Mikealson...”

Klaus sogghigna, sarcastico. Le sfiora il viso, trattenendo una ciocca di capelli. “Le streghe hanno posto una protezione su Mikeal, chiunque privi ad avvicinarsi a lui con cattive intenzioni, subisce l'ira della Sorellanza...” sussurra guardandola negli occhi. “Tu sei vulnerabile.”

Le labbra di Katherine si socchiudono piano piano. Quando afferma di amarla, non gli da alcun peso. Ma ora... Katherine si avvicina al vampiro che a sua volta gira il busto verso di lei. Gli crede. Gli crede per la prima volta nella sua vita. La donna annuisce, consapevole del rischio.

Non dovevi venire qui, non dovevi esporti in prima persona! Sei umana, ora. Il tuo sangue è come il richiamo delle sirene, non dovevi...”

Katherine chiude gli occhi e lo bacia. Viene attraversata da un fremito piacevole che non sente da troppo tempo. La sua presenza si fa vicina, la invade, la inebria di profumo. Le dita di Klaus si infilano sotto i capelli, il cuore ha un sussulto. Il corpo è caldo, saldo e robusto sotto il suo. Il sole sta tramontando lentamente e dipinge la stanza di una calda tonalità aranciata. E' languidamente abbracciata al vampiro, quando riprende conoscenza. Klaus continua a deporle piccoli baci sul viso ma il vestito è salito sulle gambe e la sua mano sta accarezzando il fianco nudo. La lingua del vampiro scivola lungo la vena del collo e a Katherine sembra che manchi l'ossigeno. “Non mordermi... sono piena di verbena...” Il vestito si abbassa sulle spalle e poi sul seno. La strada scelta da Klaus tocca tanti punti sensibili. Le gira la testa. “Nik...”

Ti voglio...”

Katherine prova per la prima volta l'assurda vergogna della vergine concupita da un uomo. Ha avuto così tanti amanti da aver perso il conto. Uno in più cosa cambia?

Fa l'amore con me...”

Katherine stringe le dita attorno ai suoi vestiti. Klaus le accarezza le mani fino a sciogliere la presa. Intreccia le dita con le sue e le porta ai lati della testa. “Fa l'amore con me...”

***

Ma chi è il più bello del mondo?! Chi è?!”

E' orribile da vedere e ancora più da ascoltare, ma Elijah è contento che Rebekah abbia deposto le armi e accettato di conoscere il nipote.

Ti mangio, ti mangio!”

Il piccoletto urla e ride, mentre Rebekah gli fa il solletico.

Cosa fa un esserino così delizioso a essere figlio di Klaus?” esclama mentre Mikeal scappa a prendere un giocattolo e lo mostra con orgoglio. “E' già rubacuori! Il mio se l'è preso... vero che sei un rubacuori, mh? Che tesoro sei, ma quanti mesi hai?”

Elijah sogghigna ai mugolii sconclusionati della sorella. Era quello che sperava quando ha fatto il discorsetto a Klaus sulla famiglia. Ha sacrificato il rapporto con Katherine per recuperare la sua umanità persa nelle spire del tempo. Forse riesce a farsi perdonare. Magari col tempo... a loro il tempo non manca di certo!

E' adorabile.”

Anche tu eri adorabile. Poi sei cresciuta.” Elijah apre il giornale e lo spiega di fronte a se. Un sorrisetto gli incurva le labbra.

Mi viene voglia di averne uno!”

Come, prego?!”

Papa!” Mikeal trotterella oltre la zona di guardia e si ferma in mezzo al salotto. Indica la porta e li guarda, in attesa.

Rebekah lo raggiunge in due falcate. “Che c'è tesoro, che cosa hai visto?”

Papa...”

Papà è uscito ma tornerà fra poco. Giochiamo un po' con l'orsacchiotto, mh?”

Mikeal la guarda con i suoi grandi occhioni azzurri e corre avanti.

Ma ha l'autorizzazione ad uscire?”

Quando arriverà alla maniglia, forse.

***

Katherine fa la conta delle persone indesiderate che dovrà rivedere e spera di essere abbastanza forte da non mostrare fuori come si sente dentro: felice, eccitata, su di giri. Avrebbe accettato la proposta di Klaus se non l'avesse resa tanto nervosa da paralizzarla. E' solo rimandato, pensa fermandosi dietro il vampiro che la sbircia con la coda dell'occhio.

Pronta?”

Katherine annuisce e quando il portone si spalanca, conta fino a tre, inspira e si getta nella tana del drago. La prima personcina che non gradisce vedere è appena corsa ad abbracciare le ginocchia del padre. Mikeal è genuinamente contento di vederla e continua a strillare e a tenderle le braccine per farsi prendere. O forse vuole tirarle i capelli, non ne ha la certezza. La seconda persona che ha il dispiacere di incontrare è Rebekah. A quanto pare, neppure Klaus sapeva della sua visita. Lui non commenta e Katherine si riserva di fare altrettanto. L'ultima è la più difficile da salutare. Katherine inghiotte il ciao e muove solo le labbra. Elijah è più stupito e pallido di lei.

Bekah, prendi la giacca e andiamo a fare una passeggiata. Ho promesso a Mikeal un gelato.”

Alla vampira non piace che la donna sia di nuovo lì, a stretto contatto con i suoi fratelli. Non ha mai scelto e ha sempre giocato con entrambi. “Allora è vero quel che si dice in giro. Sei tornata umana.”

C'è troppa violenza nelle sue parole. Certe cose non andrebbero dette a voce così alta. “Invidiosa?”

Klaus è lesto a porsi fra le due. Tiene in braccio il figlio che continua ad agitarsi per farsi notare da Katherine che, a sua volta, lo sta deliberatamente ignorando. “Parlate, noi andiamo a fare un giro.”

Katherine occhieggia il piccolo che insiste a chiamarla 'mamma' e non capisce perché lei non voglia ricambiare il suo amore. Sospira e bisbiglia il nome bel vampiro. “Nik, aspetta...”

Gli ha messo i brividi addosso. Klaus si volta, seguito da un disperato Mikeal sull'orlo delle lacrime.

Rebekah è rimasta senza parole.

Quando le si aggrappa addosso, Katherine ha un cedimento interno. I punti di sutura che ha messo al cuore saltano uno ad uno, lasciandolo sanguinare. Katherine lo stringe contro di se, bisbigliando cose sciocche che il bimbo non può capire e lo culla un po', come avrebbe fatto se fosse stato davvero suo. Lo nota, il silenzio opprimente che è calato nella stanza. Non ha modo di evitarlo. La testina riccioluta le accarezza la guancia. Si è calmato, ma i pugnetti stringono le ciocche di capelli con forza. Katherine gli accarezza la schiena. “Possiamo portarlo io ed Elijah a prendere il gelato...”

Klaus è paralizzato. Impiega parecchio tempo a rispondere e quasi non riconosce la propria voce. “Se... è d'accordo...”

Elijah è bianco come un cencio. Annuisce, muovendo rigidamente la testa. Rebekah saetta lo sguardo sue due fratelli e alza gli occhi al cielo. Umana o vampira, quella sciacquetta li imbambola sempre! “Io me ne vado!”

Klaus trasale quando la porta d'ingresso sbatte fragorosamente. Lancia uno sguardo disperato al fratello e di seguito al bambino, per giungere negli occhi di Katherine colmo di un sentimento che non ha mai visto. Non nei suoi occhi. Indica la porta e in due falcate è fuori.

La tensione si allenta quando un refolo d'aria fresca le accarezza le gambe. Katherine siede goffamente sulla poltrona tenendo il bimbo sulle gambe. Ne ammira i riccioli dorati e sorride tenera quando incontra gli occhioni del piccolo. Mikeal si divincola e scivola a terra, sul tappeto, nel suo regno fatto di giocattoli. Katherine risistema l'orlo del vestitino. “Allora? Come diavolo stai?”

Elijah apre bocca e la richiude. Sposta un giocattolo e si siede davanti a lei, sulla poltrona del fratello. “Quando...”

Alla consegna dei diplomi. Elena ha usato tutte le armi a sua disposizione. E' stata scaltra. E veloce.”

E' successo mesi fa!”

Katherine fa spallucce.

Perché non me l'hai detto?”

L'abbandona per dedicarsi ad un'altra donna e pretende di essere messo al corrente di ciò che succede nella sua vita?! Lo sguardo di Katherine si fa lugubre. “Eri indaffarato.”

Un modo elegante per dire che non ti ho prestato attenzione.”

Un modo come un altro per non dire che l'aveva scaricata. “Ho sempre contato su me stessa e sono sempre sopravvissuta. Cristo, sembra di stare in una bomboniera...” bofonchia guardandosi attorno con una smorfia. “Cos'è, uno shabby chic?”

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Capitolo 13
*** Magnolia ***


Annaterra: povera Kath, dall'attico alla cantina... tutte passiamo dei momenti no e lei è nel suo momento no. Per fortuna, è una sensazione destinata a durare poco. MOLTO poco.



Tu non sei normale.”

Il gelato cade sulla maglietta di Klaus nel momento in cui il vampiro si distrae, attratto da un pallone colorato che rotola nella sua direzione. Un bambino poco più grande di Mikeal sta correndo verso di lui. Klaus sospinge piano il pallone indietro, il bimbo lo raccoglie e fugge via. “Ora sono colpevole di cosa, vostro onore?” borbotta tirando via con perizia la goccia di cioccolato.

Rebekah affonda il cucchiaino colorato nella poltiglia e lo ficca in bocca. “E' palese che tieni ancora a lei me la lanci fra le braccia di Elijah!”

Nessuno lancia niente. Avevano bisogno di parlare, quei due.”

Sì, vabbè...” soffia pestando l'erba rada del parco con uno stivaletto. “E' una troietta, ma non è stupida. Non ti infili in un covo di vampiri senza ragione.”

Trasuda verbena, chi la morderebbe?”

Ma che avrà per farvi impazzire tutti...”

Deve essere una cosa di famiglia. Anche Mikeal è impazzito per lei. Klaus siede sulla panchina di legno, spaziando il parco giochi. Non sapere cosa stanno dicendo, lo rende nervoso.

Rebekah finisce il coppetta con gran disappunto, adocchia il cono quasi integro e lo guarda. “Lo finisci?”

Ti fa male al pancino.”

Cretino. Mikeal si è già trasformato?”

No.”

E quando pensi accadrà?”

Non lo so.” Perché fanno tutti le stesse domande?

Hai abbassato la guardia. Sei schifosamente tenero col mocciosetto.”

Lui, eh?!

Che cosa farai se sceglierà Elijah?”

L'ha trascinato su un terreno pericoloso per infliggergli il colpo di grazia?

***

Un altro.”

Katherine è tornata al bar, si è seduta al bancone e ha ordinato da bere. Sente i vampiri agitarsi alle sue spalle. Non si aspettavano tutta quella faccia tosta... ed Elijah non l'ha presa per niente bene: Hayley è arrivata giusto in tempo per impedire lo smembramento. “Lascia tutta la bottiglia.”

L'uomo la squadra dall'alto in basso ma obbedisce. E' pur sempre una cliente e nessuno l'ha etichettata come ospite indesiderata. Non ha ricevuto ordini in merito, ma il messaggio ha raggiunto chi di dovere ed è rimbalzato fino a Klaus che ha coperto la distanza in un minuto netto.

Quando sente la sedia spostarsi, Katherine riempie il bicchierino e glielo piazza sotto il muso. “Brindiamo.”

A cosa?”

Katherine fa finta di leggere l'etichetta del bourbon. Non sa come dirgli che...

Non funzionerà, sei piena di verbena. Non te la salvo la vita se provi ad ammazzarti.” Katherine sbatte la bottiglia sul tavolo e si appoggia sui gomiti. “Voglio solo finirla una volta per tutte!”

Ok...”

Non trattarmi come se fossi stupida!” esclama, voltandosi.

Ok.”

Katherine lo fissa seria seria per qualche secondo, poi torna al suo bicchiere. “Sei già passato per casa?”

No, sono venuto dritto qui a salvarti la buccia.”

Ah... quindi non sa niente. Katherine giocherella con il sottobicchiere bagnato e sporge la labbra. “Non sono più gradita ad un fratello Mikealson.”

E chi se ne frega?” Klaus solleva le spalle e un enorme senso di sollievo lo pervade. “Avete litigato?”

Non sono affari tuoi” soffia, evitando il suo sguardo. “Elijah sa fare davvero paura.”

Eh sì... è spaventoso...”

Tu non hai mai visto tuo fratello arrabbiato, vero?”

Mah... qualcosina. “Ora te ne va, vero?”

Katherine lo fulmina con un'occhiataccia e Klaus capisce che ha frainteso la domanda. Non fa in tempo a rettificare il tono leggero che la donna ha già infilato la porta. Il vampiro attende i canonici dieci secondi, sospira e tira indietro lo sgabello, uscendo in strada. Cerca di individuarla fra la folla, inutilmente. Pazienza, sa dove trovarla. L'indirizzo non l'ha scordato.

***

Il colpo – o qualsiasi cosa sia stato – l'ha rintronata. Katherine massaggia la nuca irradiata di dolore e si solleva lentamente a sedere. Lampi bianchi passano davanti agli occhi e per una buona decina di minuti ha difficoltà di messa a fuoco. Poi le ombre si distendono e assumono i normali contorni di una stanza sconosciuta. Il cuore si blocca in gola. Tornare in piedi è difficoltoso e doloroso, Katherine arranca fino alla porta, cercando il cellulare al tempo stesso. Le hanno tolto tutto. Maledizione!

Buongiorno, dolcezza!”

A parte il fatto che è notte, Katherine capisce di due cose: Klaus aveva ragione. Ora è fottuta. “E ora?”

Nessuna tragedia, solo una domanda. Marcel è sorridente ma un po' sorpreso. Sono rari i vampiri che dimostrano tutta quella sfacciataggine. Un tratto distintivo di Katherine Pierce.

L'afroamericano avanza nella stanza, Katherine non si sposta di un millimetro. Se vuole ucciderla, è inutile fuggire. Se vuole morderla, avrà una bella sorpresa.

Immagino che Klaus ti avrà avvertito della piccola faida che si è creata nella nostra famiglia...”

Tu non fai parte della famiglia Mikealson” sibila, indurendo la voce. “Ti sbagli di grosso se pensi che lui o Elijah abbiano interesse per me!”

Marcel scoppia a ridere e i denti bianchi balenano sulla pelle scura, illuminandola. La mente di Katherine lavora a pieno ritmo per trovare un modo per fuggire. Non funziona più il trucco della seduzione. “Sprechi il tuo tempo tenendomi qui... e poi me ne stavo andando. Non farò ritorno mai più.”

Rimanda di qualche giorno. Voglio mostrarti le meraviglie di New Orleans!”

La conosco da cima a fondo, Klaus me l'ha mostrata molto bene a suo tempo.”

Questa è una bugia.”

Da cosa l'ha capito? Dal battito del cuore che la sta soffocando, dal tremore della voce? Dal suo sguardo sfuggente? Katherine odia essere così debole. “Sì, è una bugia. Non ho voglia di restare qui. Non mi piace il frastuono, la folla e...”

E a me non piace che Klaus torni dopo cento anni e pretenda di comandare la mia città e la mia gente.”

Marcel ha parlato a bassa voce, ma il modo in cui la guarda non lascia spazio a dubbi: lei è il suo salvacondotto.

Nik fa quel che gli pare. Sempre.”

Non nella mia città.”

Il nero alza le sopracciglia, divertito. Katherine ne ha abbastanza. “Perché non la risolvete da uomini e non la fate finita?! Io ne ho abbastanza e voglio tornare a casa!”

Sfacciata, impudente e anche un po' stupida. “Abbassa il tono, ragazza.”

Abbassalo tu!” Non la ucciderà, se deve usarla per tenere buono Klaus. Può permettersi di dire tutto quel che le passa per la mente! Katherine solleva il mento, caparbia. “La prossima mossa quale sarà, grand'uomo? Uccidermi di fronte a lui?”

***

E' Katherine Pierce! Lei fa sempre quel che vuole, lo sai!”

Come difesa è debole e mal argomentata. Elijah ha accettato di bere insieme ma ciò non significa essere amichevole.

... poi ha mollato anche me.”

E quello dovrebbe consolarlo? Elijah si adombra. E' sempre stato Klaus. Sempre. Non c'è mai stato spazio per lui. Il vampiro posa il bicchierino ancora pieno sul bancone, afferra il fratello per la maglietta e gli assesta un sonoro pugno che lo manda dritto a terra.

Ha fatto male. Klaus soffia fra i denti, assaporando un po' di sangue. “Litigare con me non servirà a farla tornare...” sibila puntando una mano sul pavimento di legno. “Non dovrebbe essere una novità che sono le donne...

Sta zitto” ringhia chiudendogli la bocca e tornando alla sua ordinazione. “Il suono della tua voce mi irrita!”

Klaus raddrizza lo sgabello e ordina un altro giro, stuzzicando il dente che sente dondolare. Sarà a posto in meno di un minuto. “Posso dire solo una cosa e poi tacerò per sempre?”

Un'altra promessa che non manterrai.”

Mi sono comportato lealmente con te.”

Il buffo è che a questo ci crede. Non si sono mai rubate le ragazze. E' stata colpa sua, se l'ha mollato. L'ha messa in secondo piano, non c'era nel momento del bisogno. Ma non poteva immaginarlo, altrimenti...

Ti auguro di essere felice in questa nuova vita.

Sai meglio di me che la felicità è un concetto sconosciuto alla famiglia Petrova. Me la caverò, in un modo o nell'altro.

La sua affermazione conteneva un accento sarcastico che Katherine aveva volutamente ignorato. Ora se ne vergogna un po'. “Dove vai?”

A casa, a mettere a letto il piccolo.”

E' ridicolo quando si atteggia a padre premuroso. “Mrgh...”

Klaus esita, sbirciandolo di sottecchi. Sta valutando il suo grado di colpa nella faccenda e sta decidendo o meno di perdonarlo. “Ma se vuoi colpirmi di nuovo, resto'” sussurra invitante.

***

Eh, quello non lo facevano da un bel po'. Esattamente da quando avevano diciotto anni ed ignoravano quel che sarebbe successo dopo. La rissa l'hanno spostata in strada e quando è finita, si sono rifugiati all'interno del bar per una bevuta rappacificante. Rebekah diceva sempre che avevano uno strano modo di rinsaldare i legami fraterni. Ma lei è una femmina, che ne vuole sapere di certe cose...

Un Old Fashioned.

Hayley guadagna uno sgabello libero, incrocia le gambe nude e fa un cenno al barista. Klaus la scruta velocemente, seminascosta dalla presenza del fratello. Hayley sceglie sempre di ignorarlo e mantiene le distanze in qualsiasi occasione.

La lupa apre la borsetta e tira fuori un fazzoletto che passa ad Elijah. Il vampiro la ringrazia sottovoce, pulisce il sangue uscito dal naso e torna a rinchiudersi nel suo mutismo.

Hayley ha una leggera preferenza per il fratello meno chiassoso, troppo leggera per essere interesse ma quella mossa non passa inosservata agli occhi di Klaus che sogghigna, divertito. Si infila al bagno per darsi una sistemata e quando torna nel locale, Marcel ha fatto il suo ingresso. Sente la cricca del vampiro acclamarlo nemmeno fosse il Presidente in persona. Nessuno ha mai reagito così in sua presenza. Klaus lo ignora, anche se viene dritto verso di lui. Si blocca solo quando sente l'odore di magnolia. Gli occhioni di Hayley balenano stupiti nei suoi, il fratello esce dal coma indotto e si volta a guardare l'ingresso del locale. Quel posto è solo loro, è escluso dai giri turistici e gli unici umani che vi bazzicano sono quelli invitati 'a cena'. Perciò non è sorprendente che trovi Katherine fra loro. E' sorprendente che Marcel abbia l'ardire di sbandierargliela sotto il naso come un trofeo di guerra!


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Capitolo 14
*** Di famiglia ***


Annaterra: sto seguendo il filone degli Originals (di gran lunga superiore a TVD, a mio avviso), d'ora in avanti la storia si svolgerà tutta a New Orleans. Kath, a differenza di Elena, si mette nei guai ma si salva da sola e i fratelli M sono ben lontani dai fratelli S, per nostra fortuna! ;) Ho cambiato l'intro per dare una visione globale della storia. Buona lettura!


Katherine POV

L'ira mi annebbia, rendendo difficile tenere chiusa la bocca. L'adrenalina si riversa nel sangue e mi mantiene attiva e vigile. Mi sta mostrando agli altri come se fosse roba sua, il bastardo. Come se fossi un fottuto trofeo di guerra! Non ho alcuna arma con me, non posso difendermi e non posso neppure replicare il giochetto che ho fatto con Rose a suo tempo. Ora che ho assunto la cura per l'immortalità, non sono certa di tornare indietro e sono piena di verbena, fattore che rende nullo qualsiasi tentativo di salvarmi somministrandomi il sangue di vampiro. Mfp! Già! Non c'è nessuno, in questa città, disposto a lacerarsi una vena per me. Neppure Klaus. Neppure dopo tutte le sue belle parole e i giuramenti di amore eterno! Solo stata così stupida da lasciarmi imbambolare da lui e dal moccioso e ho abbassato la guardia. Nessun problema, resisterò. Manterrò il profilo basso e condiscendente. Farò quello che ho sempre fatto con Klaus: ignorerò Marcel e scapperò alla prima occasione. C'è parecchia gente nel locale, ma solo alcune sono marchiate con un timbro nero. Sono destinati alla cena e prima o poi, toccherà anche a me.

Angelo, per me il solito. Tu cosa prendi?”

Una tisana alle erbe.”

Non è uno scherzo, è esattamente quello che mi andrebbe in questo momento. Insieme ad un antidolorifico, penso massaggiando il collo dolorante. “Uno scotch...”

Marcel sorride, infila due dita nella tasca del giubbotto ed estrae un sacchetto di verbena. Devono aver frugato nei bagagli – anche nelle tasche segrete, maledizione! - per trovarla.

Certa roba è illegale, nel mio quartiere” mormora gettando il sacchetto al barista che si affretta a farlo sparire dietro il bancone.

Seguo il volo delle erbe magiche salvavita con un moto di disappunto, il mio sguardo finisce nelle due pozze castane di Hayley che voltano su Elijah, immobile come una statua di pietra, ed infine su Klaus, che sta osservando tutto con un'espressione indecifrabile.

La lascio vivere per riguardo alla nostra amicizia.”

Marcel mi spinge avanti, come se fossi una bamboletta, atterro su uno sgabello vuoto vicino Hayley, Elijah mi sposta la bottiglia davanti e si disinteressa completamente della faccenda. Quando il vampiro si allontana, una lama arrugginita mi pungola sotto le costole, riattivando le gambe. Devo fuggire, fuggire, fuggire...

Dove vai, resta qui.”

Esco dalla trance salvavita che mi ha guidata per cinquecento anni e lo guardo. Sta scherzando?!

Fa quello che ti dico, senza fare storie e senza fare di testa tua. Muovi un altro passo e diventerai la cena di qualcuno.”

Sono piena di verbena.”

Per ventiquattro ore” mi ricorda Elijah, voltando piano la testa e ridendo sotto i baffi. “Fra ventiquattro ore ti ritroverai in ginocchio ad abbaiare alla luna, se te lo chiederanno.”

E scommetto che tu sai lì a goderti la scena” sussurro, provocatoria. “Dovevo fare quella telefonata...”

Dovevi confidare in me.”

Piantala con la gelosia, ho cose più importanti di cui occuparmi. La mia mente sta lavorando a vuoto, tutti gli scenari crollano inesorabilmente quando il fattore 'umanità' si mette di mezzo. Sbircio alle mie spalle e una scarica di paura mi attraversa il corpo. Devo calmarmi, il battito del cuore è come un richiamo sottomarino per vampiri. Cazzo, eccoli lì... sono tutti lì... stanno solo aspettando lo schiocco di dita del loro padrone per...

Calmati.”

Gli resterò in gola, a questo bastardi...” sussurro e il tocco deciso di Klaus mi fa uscire dallo stato di intontimento e paura. Abbasso lo sguardo sul bancone pieno di bicchierini sporchi. “Me ne andrò, ma ne porterò via un bel po'...”

Kath, sei una di famiglia. Nessuno ti toccherà.”

Di famiglia?! Li guardo, uno alla volta. Persino Elijah annuisce debolmente e mi sfiora la spalla.

Beh... resto di sale... cinquecento anni di rapporto amore/odio che si trasforma in affetto. Curioso, penso sedendo compostamente al bancone. Dovrei offrigli da bere, ora?

***

Li sento parlare fra le nebbie del sonno e dello scotch. Tengo gli occhi socchiusi e il mento puntato sui palmi delle mani, immobile sullo sgabello per non perdere l'equilibrio. Non ho più la resistenza di un tempo. E' passata solo un'ora – a quanto dice il barista carino che ha continuato a lanciarmi occhiate per tutto il tempo – ma ho percepito lo scorrere del singolo minuto. Devo andare in bagno. Atterro malamente sui tacchi. Hayley muove un passo verso di me, ma ci ripensa. Perché non è casa a badare al piccolo? “Per controllare un uomo... si deve controllare ciò che gli è più caro...” biascico. Ehi, ci ho dato dentro con l'alcool e non me ne sono accorta. “Il moccioso...”

Sta dormendo. C'è la babysitter con lui.”

Già...” sghignazzo. “La babysitter...”

Elijah fa una smorfia, ma il dubbio gli distende i lineamenti. Scambia un'occhiata con Hayley che sta già imboccando la via contraria, mi ordina di non muovermi e le corre dietro. Un'altra volta. Cristo, non riesce proprio a staccarsi da quella gonnella! Barcollo fino alla toilette, lo specchio mi rimanda una brutta immagine che stento a riconoscere e fra l'alcool e il sonno, ho solo voglia di chiudere gli occhi e abbandonarmi alle tenebre. Klaus si è unito a Marcel. Sono strani, gli uomini. Un momento prima sono lì a piantarsi i denti nel collo, e un momento dopo sono di nuovo amici. Stanno facendo i cascamorti con una biondina dall'aria posata che non sembra intenzionata a cascarci per niente. Sono stordita ma mi accorgo che il banchetto è cominciato. Nessun umano viene prosciugato interamente. Si prendono un poco di sangue e poi li guariscono, mesmerizzandoli. Ordino un bicchiere d'acqua e il barista mi guarda di traverso. Impicciati dei tuoi affari! Se vomito, elimino anche parte della verbena che ho ingerito la mattina. Se non ne assumo altra entro ventiquattrore, resterò scoperta.

Che ne dici di pagare il conto, bella mia?”

Bella mia. “E quanto sarebbe?”

Sarebbe un bacio.”

Bella mia?

O anche due. In effetti tre è il numero perfetto, ma a tentare la sorte...”

... si rischia la morte” concludo, in punta di labbra. E' quell'Angelo?! Quello che ho conosciuto in Italia?

Il barista posa la mano sulla borsetta e la fa cadere dalla sua parte. A differenza di Klaus che preferisce eliminare le sue amanti, io li abbandono con un bel ricordo e le saccocce piene. E' per questo che la fortuna gira sempre dalla mia parte. Ci so fare... e a quanto ricordo, quell'Angelo è pieno di fuoco...

***

Ma che stanno facendo quei due?”

Klaus risucchia una guancia, ignorando la richiesta curiosa di Camille. I vampiri di Marcel sono poco discreti e sebbene il tavolo sia discosto e la visuale alla donna offuscata dalla presenza dei due uomini, un certo movimento è stato notato lo stesso. Come lui ha notato il flirt che Katherine ha instaurato con il barista dall'aria italiana. Rivuole la verbena, pensa sogghignando sotto i baffi. Kath è capace di tutto, anche di portarselo a letto. Il pensiero lo infastidisce, tira indietro la sedia con stizza. Ha fatto il terzo incomodo per un tempo sufficiente a capire l'interesse del vampiro. Ora deve pensare ai propri affari. “Un altro giro, Camille?”

Sono a posto, grazie.”

Marcel?”

Un gesto vago. E' assorbito dalla donna e non lo vuole fra i piedi. Molto bene, pensa adocchiando la chioma riccioluta di Katherine e il suo bicchiere d'acqua.

Katherine lo sente ancora prima che la tocchi. Immediatamente dimentica il barista e la verbena nella borsetta, trattiene il fiato e alza il mento, socchiudendo le labbra. “Portami a letto, sto crollando dal sonno...”

Ah, ecco. Per un momento si era illuso. “Sei ospite di Marcel, non posso portarti via senza il suo consenso.”

Allora guarderà” sussurra agguantandolo per la camicia e rimettendosi in piedi. “Guarderanno tutti.”

Klaus POV

Le sue labbra sono piene, calde e gonfie. Sanno di liquore ed incitano a mordere. Percorro tutta la schiena e mi fermo sulle natiche. Afferro, stringo ed individuo elastici e tessuti impalpabili sotto i jeans aderenti. Dov'è finito il ridicolo vestitino estivo tanto comodo da sollevare?

Ehi ehi ehi! Questo è un locale rispettabile!”

Marcel ci raggiunge, sorridente come se avesse vinto la lotteria. Mi stacco a fatica della mantide religiosa, scocciato per l'interruzione ed eccitato come un caimano in calore. Katherine reagisce come una ragazzina sorpresa dalla madre col più fico della scuola. Non è una novità che fatico a comprenderla. La trattengo contro di me, quando cerca di allontanarsi. I muscoli si induriscono uno ad uno. Non mi vuole più. “Aspettami qui.”

Non ci penso proprio!” sussurra con sguardo lucido e bramoso.

E' talmente bella che non mi trattengo. Infilo le dita fra i suoi capelli e li stringo alla base della nuca. “Fa quel che ti dico.”

Voglio andare a casa” sibila, implacabile. “Me ne posso andare, vero paparino?”

Marcel la ignora, ha capito come trattarla. Quando mi fa un cenno col pollice, abbandono Katherine al suo assurdo malumore. Mi arrendo, faccia quel che vuole della sua vita. Che si faccia pure ammazzare!

Te la fa sospirare, eh?”

Eh. Sollevo le spalle ma la mia espressione parla chiara.

Dai, portatela via. Il piano superiore è libero. ”

Marcel allunga lo sguardo verso il tavolo. Camille è ancora seduta. Capisco la sua urgenza di tornare da lei. E' una conversazione piacevole, Camille. Equilibrata. Tutto il contrario della pazzoide che mi sta aspettando al bancone! Quando mi vede, alza gli occhi al cielo. Le darei io un buon motivo per alzarli!

Non ho potuto trattenermi!”

Tu non ti trattieni mai” sibilo prendendola per la vita. L'urto del suo corpo mi eccita nuovamente. Katherine fa una smorfia. Non sono per niente delicato, no. Non se lo merita. “Il piano è cambiato. Resterai ospite di Marcel.”

Avevi un piano?”

Io ho sempre un piano. Siete voi che li fate saltare!”

Sentiamo questo favoloso piano.”

Ormai è andata, ringrazia solo la tua linguaccia.” La costringo a camminare verso le scale che conducono al piano superiore e non la mollo un istante.

Non è l'uscita questa” mormora guardandosi attorno. “Dove stiamo andando?”

Nei miei appartamenti privati.” La ignoro, salgo i gradini a due a due, ansioso di togliermi dalla folla. Scommetto che non ha mai smesso di pensare a come svignarsela.

Katherine POV

Il corridoio su cui si affaccia la porta tagliafuoco è costellato di quadri. Klaus si dirige con scioltezza verso l'ultima porta sul fondo. All'interno, non noto niente di speciale, solo un enorme pouf quadrato e solido in tono con il divano angolato della stanza. La finestra è chiusa. La apro e mi affaccio, decidendo per un'altezza impossibile da superare per il corpo umano. Non ci sono neppure le scale antincendio. Merda! penso, richiudendola con un tonfo che lacera il silenzio. Klaus sta scrivendo sul cellulare. Mi mostra il messaggio senza proferire verbo.

'Dov'è Elijah?'

Microspie, eh? Cancello e scrivo. 'E' andata a casa con Hayley. Controllo babysitter'.

'La babysitter è una delle streghe'

'Ti fidi di lei?'

'Mi sono mai fidato di qualcuno?'

Mai fidarsi delle streghe. Fisso l'enorme divano, individuo i piedini, decido ad occhio e croce una robusta solidità e mi muovo verso la camera da letto. Al suo interno trovo un baldacchino enorme, seta e damasco, trofei di caccia e... oh dio... è la riproduzione quasi esatta della camera del castello, manca solo il camino...

... solo il camino. Vero?”

Il suo respiro mi sta sfiorando l'orecchio, inghiotto la saliva e la lingua e mi aggrappo allo stipite.

Klaus torna a scrivere, ma la smorfia non lascia presagire nulla di buono.

'Questo posto è mio. Il locale, la casa di Marcel. E' tutta roba mia.'

E non ha un'uscita segreta, lo sciocco? La porta si chiude alle mie spalle e gli ultimi rumori del locale vengono annullati del tutto. Sento solo il battito del cuore e il respiro affannoso.

Klaus mi sfiora. Sussulto.

Che ti succede? Hai bevuto troppo?”

Succede che non ho modo di difendermi. O di fuggire. Avevo un piano, fino a due minuti fa. Avrei usato le lenzuola per calarmi dalla finestra e sarei fuggita il più lontano possibile. Non sarei tornata mai più a New Orleans... ed ora... questo...

'Devo restare almeno un paio d'ore. Marcel crede che ci stiamo dando da fare e non posso deludere le aspettative del mio 'amico'.'

E' ben condito di sarcasmo, quel messaggio. Annuisco, sentendomi più che mai nei guai. 'Io non resto qui'.

Klaus mi studia, mentre strappo le lenzuola dal letto e le lego insieme.

'Come fai con la gente là fuori?'

'Sono piena di verbena, non mi morderanno.' Come si faceva quel maledetto nodo marinaro? Ah, sì... “Resti a guardare o mi dai una mano?”

'Te la sto dando, una mano. Sto impedendo che Marcel ti uccida, costringendomi a cavargli il cuore dal petto.'

Che cosa tenera da dire ad una ragazza. 'Non devi preoccuparti per me. Ho cinquecento anni di fughe disperate sulle spalle.'

Klaus abbozza la risposta, gettando il cellulare sul letto. “Ti saresti portata a letto il barista pur di riprenderti la verbena?”

Infilo le dita nella tasca posteriore e gli lancio il sacchetto. “Già fatto.”

Ed io che credevo di doverti aiutare ad uscirne. Come hai fatto?”

Mi sono portato a letto il barista. Non sono una sprovveduta, ho le mie conoscenze.”

Pura fortuna.”

Ho creato una rete di salvataggio per sfuggirti, non sarà un vampiro fico e culturista a fermarmi.”

Ma ora sei umana...”

... e piena di verbena.”

E' l'unica cosa che ti salva in questo momento.” Klaus mi gira intorno, lento, sfiorandomi con piccoli tocchi che mi accendono tutta. La sua voce è insinuante e invogliante. “Lo trovi fico?”

Non è proprio il momento, tesoro. “Ha il suo fascino. Deve essere un maschione a letto.”

Devo chiedergli di raggiungerci?”

Stringo bene il nodo principale. “Molto spiritoso.”

Hai iniziato tu.”

Sai cosa credo?” borbotto dirigendosi in salotto “Credo che tu sia invidioso. Lui è riuscito dove tu hai fallito. Non ti fa un po' incazzare?”

Klaus passa dalla tranquilla eccitazione alla furia pura. Ho toccato un brutto tasto. Mi affretto a completare il cappio e spero che tenga nella discesa. E che Klaus non mi raggiunga prima. Gli strizzo l'occhio, avvicinandomi alla finestra aperta. “Ci si vede, cuoricino.”

Non reggerà. Ti ammazzerai ed io non potrò aiutarti.”

Guardo di sotto. Cazzo se è alto... “A tentare la sorte non si rischia sempre la morte.”

Sacrosanto, ma non dormi da ventiquattro ore, sei ubriaca e non ti reggi in piedi. Le sferzate di adrenalina non durano mai a lungo.”

Se mi fermo, desidero solo dormire. O morire. Un vero dilemma shakespeariano. “Hai un piano?”

Più di uno.”

Il primo cosa prevede?”

Rifai il letto e vattene a dormire.”

Ha ragione. Se non riposo almeno un po', non potrò essere lucida per affrontare il problema. Annuisco, stanca morta. Infilo piano la gamba dentro, la seta scivola sotto il palmo della mano e la schiena si inclina all'indietro. Che strana sensazione... è come cadere.

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Capitolo 15
*** Stoyan ***


Katherine è caduta un mucchio di volte. Si è lanciata di sua spontanea volontà, è stata spinta... ma non avrebbe mai creduto che la sua vita si sarebbe conclusa sul selciato del Quartiere Francese di New Orleans.

Klaus ha provato a prenderla. Gli è scivolata dalle mani. Quello stupido lenzuolo di seta. Perché non usa il cotone come tutti?

Katherine tossisce e una bolla di ossigeno e sangue evade dai polmoni e le resta in gola, strozzandola. Per quanto veloce, non poteva essere più veloce di lei a cadere. La fisica vale anche con i vampiri.

I vampiri che la circondano si tengono alla larga. Sentono l'odore della verbena. Mica stupidi. La lasceranno morire. Katherine tossisce e sente il cranio scricchiolare. Come fa ad essere ancora viva è un mistero. Forse il maledetto lenzuolo di seta ha rallentato la caduta, impedendole di rompersi l'osso del collo sul colpo. Klaus le plana sopra con un soffio che ricorda il movimento repentino di un gatto che fugge. Morde il polso e lo spinge contro le sue labbra.

Non ce la fa, non riesce ad ingoiare.

Voltale la testa. Sta soffocando.”

Katherine tossisce di nuovo e il sangue cola via attraverso la bocca e il naso. Sente il brusio attorno a lei. C'è anche il culturista di colore.

Dovrai spararglielo dritto in vena non credo riesca a fare molto nelle sue condizioni.”

Quali sono le sue condizioni?

E allora trovami un fottuto medico, cristo santo! Fa venire le streghe!”

Le streghe non sono mai una buona idea.

No, non chiudere gli occhi! Kath!”

Fammi spazio... non sono un medico, ma ho l'attestato del pronto soccorso...”

L'attestato del pronto soccorso?! Le ci vuole un miracolo e Katherine non crede di meritarlo dopo tutto quello che ha fatto.

Sai fare un'iniezione, Camille?”

Certo...”

Katherine socchiude le palpebre. Cribbio se fa freddo... fa così freddo... le sembra quasi di morire...

Ehi! Mollami e ti verrò a cercare anche nell'aldilà, dolcezza.”

Lui non sente il gelo salire dalle gambe. Katherine non vede alcuna luce bianca, solo i piedi dei vampiri poco distanti. Sono sempre più sfocati e la luce cala, invece di aumentare. Non ricorda neppure che giorno è.

***

Kat?

Mh...

Pensi che troveremo l'amore, un giorno?

Ora come ora spero solo di dormire, Charl...

Io lo immagino forte come papà e bello come...

come Erik, il figlio del taglialegna?

Mi prendi sempre in giro!

Erik ha i piedi piatti e il naso da maialino. Se lo sposi, avrai tanti piccoli porcellini e passerai il resto della tua vita a grufolare... ah! Non picchiarmi col cuscino!

Quando lo sposerò, tu non verrai alle mie nozze!

Nooo, sei cattiva! Mi piacciono i maialini!

Anche a me... credi che Erik lo immagini?

Se un uomo non si accorge del tuo interesse, non vale la pena perderci tempo. Ora chiudi la bocca e dormi, domani dobbiamo andare al mercato con la mamma e non ho voglia di ciondolare fra le bancarelle assonnata e prendermi una strigliata per colpa tua...

Kat...

Che c'è ora?!

Non ti sposerai mai, resterai zitella e nessuno ti verrà a trovare, quando sarai vecchia e stanca!

Quel giorno era stato l'ultimo. Katerina era andata al mercato e lo aveva incontrato. L'aiuto apprendista del mercante di stoffe. Lei aveva appena compiuto sedici anni ma Stoyan era già un uomo, nelle sue diciannove primavere. Katerina aveva pensato che l'amore, se esisteva, si stava mostrando in tutta la sua forma. Quel giorno si era attardata, aveva preso una strigliata dal padre e le era stata sequestrata la seta che le aveva regalato di sottobanco. Non avevano creduto al ritrovamento fortuito. Il mercante aveva frustato l'aiuto apprendista per la perdita della pezza. Si sarebbero incontrati di nuovo, qualche mese dopo, sulla medesima piazza. Sarebbe accaduto quella notte.

^*^

Katherine non ha alcuna fretta di rinvenire, si gode gli ultimi strascichi del sogno della sua vita passata. Stoyan, il suo sorriso storto, le cicatrici delle frustate sulla schiena. Erano ancora rosse, quando si erano ritrovati. Avrebbe usato la pezza di seta per il suo abito da sposa. La mamma aveva capito, le aveva raccomandato prudenza. Ma in amore non esiste la prudenza.

Dove vai, torna qui!”

Sta sussurrando ma Katherine l'ha udita lo stesso. Uno scalpiccio di piedini invade la stanza, Katherine apre gli occhi e guarda il bordo del letto. Due manine strette a pugno e una testolina riccioluta spuntano dal nulla. Due occhioni azzurri la scrutano timorosi. Katherine si solleva su un gomito e guarda il bambino. Poi si guarda attorno. Troppi coniglietti e porcellane per essere il boudoir privato di Klaus.

Oh, sei sveglia.”

Già, è sveglia. Se l'è cavata anche stavolta. Katherine allunga la mano e accarezza il visetto del bimbo che sorride e mostra un dentino. “Mi è stata resa la libertà? Posso tornare a casa?”

Hayley si china a raccogliere il giocattolo che Mikeal ha appena lasciato cadere e si avvicina, titubante. “Sei rimasta svenuta solo due giorni, ma sono successe molte cose.”

Non può ancora tornare a casa. Katherine sbuffa e si rilassa fra i cuscini. “Della serie?”

Avevi ragione sulla babysitter.”

Lo aveva detto tanto per dire non pensava l'avrebbero presa sul serio.

Elijah ed io siamo arrivati giusto in tempo, lo stava portando via.”

La voce di Hayley vibra di rabbia. Katherine si scurisce. “L'avete uccisa, spero” mormora agguantando il piccolo che cerca di scalare il letto.

Ci è sfuggita con uno stupido giochetto pirotecnico. Quando abbiamo provato ad avvertire Klaus, abbiamo scoperto che stava cercando di salvarti la vita...”

Sorvola. Quella parte la ricordo bene.”

Ha ucciso un paio di uomini di Marcel per velocizzare la tua resurrezione, e poiché la babysitter era una strega, ha deciso di scendere in guerra anche con Sophie che si dichiara del tutto estranea al tradimento. Io le credo, tutti i suoi sforzi sono sempre stati tesi a proteggere Mikeal... Katherine, c'è un vero e proprio carnaio, là fuori, quasi non mi azzardo a mettere piede in giardino... ehi, ti senti bene?”

Ricordo molto bene le mattanze di Klaus...” bisbiglia, pallida. “Dov'è?”

Nello studio a dipingere una tela molto grande. Da quel che dice Elijah, più è grande, più è spietata la sua vendetta. Suona piuttosto pomposo.”

No, è vero...” sussurra scostando le coperte. “Mi presti dei vestiti?”

I tuoi abiti sono appesi nell'armadio.”

Grazie...”

Un'ultima cosa.”

Katherine alza lo sguardo sulla donna. Non sono più due complete estranee. Sono di famiglia.

Lo sai come ci si sente quando ti portano via un figlio. Se provano a toccare il mio, li ammazzo. Uno ad uno.” Hayley perde la sua aria fissa e un po' folle e si umetta le labbra. “Il mio branco sta venendo qui. Si è unito al branco di Tyler e presto la città sarà invasa dai licantropi e nessuno sarà più al sicuro, neppure tu. Devi imparare a difenderti.”

Difendersi? E come?

***

Non stare così rigida. Il contraccolpo ti farà male alla spalla.”

Un fucile. Katherine non ne aveva mai imbracciato uno.

Quando sarai migliorata, passeremo alle pistole ed infine alle armi da taglio.”

Com'è che sai tutte queste cose?”

Katherine perde la sua posa rigida mentre Hayley sistema una fila di barattoli sul bordo di una staccionata creata appositamente per l'allenamento.

Ero una teppistella. Quando mi sono trasformata la prima volta, i miei genitori adottivi mi hanno cacciata di casa. Dovevo badare a me stessa. La luna piena c'è una volta al mese, i pericoli, tutti i giorni.”

Anche lei era stata bandita, ma se l'era cavata in altri modi.

Riprova.”

Katherine imbraccia il fucile e chiude l'occhio sbagliato. E' stancante e ha ragione. Il contraccolpo fa male. “Ahia...”

Il fucile è utile sulla lunga distanza ed è il più semplice da imparare, all'inizio.”

Perchè? Che hanno le pistole che non vanno bene?”

Te lo mostro subito.”

Hayley apre la sua valigetta e carica l'arma. Katherine la guarda incuriosita e quando gliela passa, non sa cosa farci.

Mira ai barattoli. Non a me, non ai tuoi piedi e neppure ad Elijah.”

Katherine lo individua sul lato opposto del giardino. Chissà da quanto tempo se ne sta lì ad osservarle.

Kath, a proposito di Elijah...”

Katherine alza le braccia come a visto fare in tv. “Va bene così?”

Mi sento in colpa. Non volevo portartelo via. Non gli ho chiesto aiuto, ha fatto tutto di testa sua.”

Katherine morde l'interno della guancia, poi abbassa le braccia e volta su se stessa, grattando la testa. “La defezione di Elijah ha irritato il mio orgoglio, tutto qui. Quel che è fatto è fatto.”

Klaus dice che menti anche nel sonno.”

Klaus dovrebbe farsi gli affari propri! Ha sprecato il suo tempo, avrebbe fatto meglio a lasciarmi morire. Ora non dovrei sorbirmi il tuo patetico tentativo di fare amicizia, ne udire stupite scuse sul fatto che ti sei portata a letto il mio uomo!” Katherine stringe le labbra e spara ai barattoli, mancandoli tutti.

Ti ho visto baciarlo, nel supermercato...”

Non hai visto niente” ringhia gettando a terra l'arma. “Lui non è niente per me.”

Sei ancora innamorata di Klaus, lo sei sempre stata” bisbiglia lanciando un'occhiata dietro di se. “Hai fatto tutti questi chilometri per lui. Sapevi che era pericoloso eppure sei venuta lo stesso.”

Mi secca dirtelo, ma sono in cura da uno psicanalista e sto seguendo una terapia che prevede il dialogo con alcune persone del mio passato.”

Quella è la scusa che ti sei messa per costringerti a fare la valigia.”

Centrato in pieno. “Perché bisbigli?”

Sono vampiri, sono uomini e sono impiccioni. Se fossimo in un cocktail bar, ci rinchiuderemmo al bagno.”

Katherine sorride, mascherando il sorriso con una smorfia. Raccoglie la pistola da terra e la porge alla donna. “Hai ragione, è più difficile con questa.”

Torniamo al fucile?”

Katherine annuisce e sospira, studiando il manico di legno. “Sono stata innamorata del padre della bambina... la mia fiducia è stata mal riposta ed è andata come è andata...”

Non posso dire di avere un rapporto idilliaco con il padre del mio...” Hayley alza le spalle con una smorfia simpatica. “Per fortuna la casa è enorme.”

Per lo meno è rimasto... e hai ancora tuo figlio.” Katherine tira giù un barattolo e poi un altro. Quando le cartucce sono finite, riconsegna l'arma alla donna che è rimasta in silenzio a guardarla. O a giudicarla. “Ti invidio.”

Non invidiarmi. Puoi averlo anche tu, in qualsiasi momento.”

Non è così facile...”

Sei tu a non renderlo facile.”

***

Perchè gli hai tagliato i capelli?!”

Ha la stessa espressione di Mikeal quando gli viene negato qualcosa. Sconsolato, sorpreso... Hayley ha un moto di tenerezza. “E' un maschietto. Se fosse stato una femminuccia...”

Non erano così lunghi.” Klaus prende in braccio il bambino che non ha proprio intenzione di dormire. Sarà perché la luna è quasi piena e lui stesso si sente irrequieto? Anche Hayley ha l'aria vispa.

Stai bene?”

Starò bene quando avrò scorticato Sophie.”

Nik, non credo sia stata lei” mormora e le sue parole cadono nel vuoto un'altra volta. “Katherine è sveglia.”

Lo so. Vi ho sentite” sussurra accarezzando la schiena del piccolo che comincia a chiudere gli occhi.

Non so come fai tutte le volte ma funziona” bisbiglia mentre il bambino viene calato nel suo lettino. “Sei una madre migliore di me.”

Klaus sogghigna, appoggiato alle sbarre alte della culla. “Dov'è finito Elijah?”

Al cimitero. Aveva un appuntamento con Sophie... stanno studiando un modo per fare un incantesimo di localizzazione senza farsi scoprire da Marcel.”

Spreca il suo tempo” bisbiglia facendole cenno di allontanarsi. “Ha mira, la ragazza?”

Migliorerà.”

Ha speranze?”

Se resta qui, no.”

Doveva portarla a Baltimora quando ne aveva la possibilità.

Non riponete molta fiducia nelle mie capacità di sopravvivenza.”

Il solito atteggiamento ostile e spaccone di Katherine. Deve smettere di preoccuparsi per lei. Bravo, però. Gli è arrivata alle spalle senza farsi sentire. “Sentiamo... come ti difenderesti da un attacco sovrannaturale?”

Katherine alza le spalle. “Verbena. Proiettili d'argento.”

Hai dei proiettili d'argento con te? Posso vederli?”

Ho le mie risorse. Li trovo, se voglio!” La replica di Katherine è stizzita, la sua uscita di scena silenziosa.

Ma funzionano davvero?”

Hayley fa una smorfia allegra e torna in camera sua. Klaus sospira. Non finisce mai quella giornata.

Katherine è in piedi di fronte al dipinto. Lo studio odora di solvente e tempera anche se tutte le finestre sono aperte. “Tu non hai alcuna fiducia in me. Dove hai nascosto la mia verbena?”

Nel cassetto del tuo comodino.”

L'unisco posto in cui non ha guardato. Katherine si umetta le labbra. “Potevi lasciarmi morire...”

No, non potevo” mormora sorridendo “non ti ho ancora portato a letto.”

Non accadrà mai.”

Klaus sorride di nuovo. “Allora ho il tuo permesso di allargare la discendenza Mikealson.”

Katherine non capisce. Per tre lunghissimi istanti non capisce di cosa sta parlando.

Ha già assunto un interessante colorito verdognolo. Non deve mettere troppa carne al fuoco.

E perché dovrebbe interessarmi?” sussurra, gelida. “Potete fare quello che volete.”

Questo non cambia i miei sentimenti per te.”

Il mio uomo non lo divido con nessuno. Niente harem per Kath.”

Non fare la santarellina. Ricordo di averti scoperto in una certa situazione compromettente, una volta.”

Sono cambiata, non sono più quella stupidina che hai conosciuto alla festa...”

Io continuo a vedere una stupidina che a forza di fare di testa sua si è quasi ammazzata.”

Preferisco la morte al passare la notte con te in quella stanza.” Katherine smette di parlare, ha la gola secca. “Ricordati solo di non spedirmi la partecipazione di matrimonio.”

Klaus continua a guardarla senza raccapezzarsi. Se non capisce la connessione fra passato e presente, diventa matto.

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Capitolo 16
*** Il cavallo, lo stupido e la vecchia megera ***


La stanza era la riproduzione quasi esatta di quella del castello che li aveva ospitati nel lontano 1494. Katherine si è sempre tenuta alla larga dai suoi appartamenti privati. Non stava facendo la preziosa, era timida e aveva timore di trovarsi sola con lui.

Il sesto senso ce l'ha sempre avuto sviluppato.

Klaus si versa una tazza di caffè. Ma che aveva di tanto strano, quel castello? Il bosco era pieno di selvaggina e le battute di caccia spettacolari. Un po' cupo e scomodo da attraversare quando pioveva. Ricorda bene la volta che si era messo a cercarla e non si vedeva un palmo dal naso.

Quando hai detto 'se ti succedesse qualcosa, non me lo perdonerei', mentivi? Ti fregava qualcosa di me o era solo per tenermi buona in vista del sacrificio?”

L'avrebbe strangolata sul posto. Per poco non perdeva la dopplergänger scovata con tanta difficoltà. Klaus gratta la barba, fissando il tavolo della cucina. L'alba sta sorgendo. Elijah è appena rientrato dal suo appuntamento macabro con la strega.

Già in piedi?”

Non ho dormito. Ricordi quella volta che abbiamo dovuto battere il bosco perché la cretina aveva disobbedito all'ordine di tornare al castello prima dell'acquazzone?”

La voce di Klaus è un mormorio dimesso e pensoso. Elijah gli sottrae la brocca di caffè e si siede di fronte a lui. “Per poco non mi staccavi la testa.”

Che cosa è successo quella notte?”

L'hai riportata al castello, ti sei arrabbiato di nuovo con me, poi con la cameriera che non riusciva ad accendere il legno umido e sei tornato nelle scuderie a strigliare il cavallo perché eri furioso.”

Ehilà, tutti in piedi? Oggi tocca a te, impiastrarti di pappa.”

Come se fosse un fastidio. Mikeal si è appena svegliato e sbadiglia ancora. Odora di talco per bambini e quell'odore particolare che hanno solo i neonati. Lo mette di buon umore.

Prova il parere di una donna.”

Hayley tira fuori la testa dal frigo, posando il cartone di uova vicino ai fornelli. “Che parere?”

Una sciocchezza...” Klaus sventola le dita in aria, preparando piattino e cucchiaio colorato e scaldando il latte per il piccolo. “Immagina di essere bloccata in un bosco da un acquazzone...”

Il tuo cavallo ti ha disarcionato perché non è stupido e conosce l'esistenza di un posto asciutto e confortevole chiamato scuderia” continua Elijah distraendo il bambino dall'attesa. “Ti sei ferita, sei sola e impossibilitata a chiedere aiuto...”

Mi chiedo come facevate prima dei cellulari” Hayley finisce di preparare l'omogeneizzato e lo scarica nel piattino. “Sono in una situazione schifosa ma non mi perdo d'animo. Cerco l'uscita del bosco.”

Ma si è anche alzata la nebbia e stai congelando. Per tua fortuna, un baldo cavaliere decide di sfidare la sorte e corre a cercarti...”

Lo stupido che poteva starsene in panciolle di fronte al fuoco, impiega quasi tre ore per ritrovare la vecchia megera...”

Sta parlando di Katherine. Hayley rompe un uovo e aggiunge il bacon alla pietanza. Non ha dubbio sull'identità dello stupido. “Va avanti.”

La trova e la riporta al castello, fine della storia.”

Ma cosa è successo sulla strada di ritorno? Mancano i dettagli. Come l'ha riparata dal freddo? Le ha portato dei vestiti asciutti? Che parere dovrei esprimere, in merito?”

Se fossi la donna in questione che cosa avresti provato?”

Per lo stupido, il cavallo che mi ha disarcionato o la situazione in se?”

Per lo stupido di cui è innamorata.”

Non è innamorata” rettifica Klaus, repentino. “E' interessata.”

Elijah lo guarda di traverso. “E' innamorata.”

Hayley affoga i cereali nel latte e li mescola attentamente. “Beh... se l'uomo di cui fossi innamorata mi venisse a cercare affrontando le intemperie...”

Veramente ha aspettato che smettesse di piovere!”

Non rovinare il racconto col tuo cinismo” borbotta ingoiando un boccone delle uova strapazzate. “Che cosa è successo una volta al castello? Lo stupido l'ha portata nelle sue stanze?”

Sei mai stata in un castello? E' freddo e pieno di spifferi. L'unico camino acceso era il suo...”

... quindi l'hai portata nelle tue stanze e le hai asciugato i capelli di fronte al fuoco?”

Klaus tace, imbarazzato. Hayley smette di mangiare e sorride. “L'hai fatto, vero?!”

Non esistevano asciugacapelli a quell'epoca.”

Incredibilmente dolce da parte tua...”

Perché voi donne ammantate tutto di romanticismo?” Klaus la guarda, esausto dal rifiuto del piccoletto di mangiare. “Mi serviva per il rituale! Non c'era alcun interesse dietro!” insiste, pulendo per la terza volta lo schizzo di pappa sulla gota.

Possiamo tornare all'argomento originale?” Elijah prende il posto del fratello che ha perso la pazienza. “Mi sto divertendo.”

Klaus non vuole il mio parere. Klaus vuole sapere perché Katherine non gli ha ancora rivelato i suoi sentimenti.”

No! Klaus vuole sapere perché Katherine ha preferito cadere da un palazzo di QUATTRO PIANI invece di passare quattro pulciose ore in una stanza che UNA VOLTA LE PIACEVA, in quanto IDENTICA a quella del castello!” esclama il diretto interessato, muovendo le mani per dare enfasi al discorso.

Nik, senza offesa. Se provassi qualcosa per te, lo seppellirei sotto uno strato di cemento armato e mi cucirei la bocca col fil di ferro.” Hayley giocherella con il bacon, masticandolo con aria divertita. “Hai detto che la stanza era quasi identica. Forse le ricordava la nottataccia nel bosco. Lei non era così, vero? Così dura e stronza, intendo.”

Era piuttosto dolce e romantica.” Elijah sospira, evitando di guardare il fratello. “E' cambiata dopo gli eventi del castello...”

La donna ha smesso di mangiare. Posa il mento sui pugni chiusi e si concentra su Klaus. “Hai distrutto la sua vita e i suoi sogni di ragazzina. Non puoi pretendere che si leghi a te dopo tutto quello che le hai fatto.”

Non lo pretendo” mormora fissando il bambino che ha preso il piattino e sta cercando di morderlo. “Gli sta spuntando un altro dentino.”

Eppure dopo tutto questo tempo, prova ancora qualcosa per te...” sussurra continuando a fissarlo. “Cosa le avevi promesso?”

Mah... le solite cose...”

L'amore eterno? Il matrimonio? Una nidiata di bambini?”

A grandi linee...”

Hayley non parla più, si limita a guardarlo al di sopra dei propri pugni. Il suo silenzio urla disapprovazione.

A quel tempo le ragazze erano stupide... ci cadevano.” Klaus solleva le spalle come se la cosa fosse irrilevante. “Katherine era stata ripudiata dai genitori per aver avuto un figlio fuori dal matrimonio...”

Perciò hai pensato bene di farla innamorare, prometterle il matrimonio, illuderla con una famiglia che non avrebbe mai avuto, tormentarla per cinquecento anni e poi ti stupisci se preferisce ammazzarsi che restare nella stessa stanza con te per più di cinque minuti!”

Non ho provato ad ammazzarmi. Sono scivolata! Katherine si morde le labbra per non urlare la sua verità. Hayley non la conosce, ma l'ha capita piuttosto bene. Ascoltare il racconto da tre voci diverse, è stata una botta allo stomaco.

Forse il suo stupido e mal riposto amore per te ha raggiunto l'apice quella sera, in quella stanza e ritrovare la stessa ambientazione, le ha fatto saltare la valvola!”

Perché stai urlando?”

Non sto urlando, sto esprimendo ad alta voce il parere che hai richiesto, stronzo!”

Voleva salutarli prima di andarsene. Voleva fare le cose per bene, come una persona normale. E' evidente che deve ripiegare sul vecchio metodo della fuga silenziosa.

Mi sto prodigando in tutti i modi per ottenere il suo perdono...”

Non lo otterrai mai, il suo perdono” mormora e quella è l'ultima cosa che la donna riesce a udire. Il silenzio improvviso puzza. Si sono accorti della sua presenza?

Vieni dentro. Stiamo parlando di te.”

E' una a cui piace dire le cose in faccia. Quando fa il suo ingresso, l'unico contento di vederla è Mikeal. “Si è rotta la tv e non avete nient'altro di cui parlare? Non dovreste decidere la data delle nozze, voi due?”

Hayley illividisce, bruciando Klaus con una lunga occhiata accusatoria. “Che altro ti sei inventato, disgraziato?!”

Katherine le ruba la tazza con i cereali, affondandovi il cucchiaino. “Lo vuoi un consiglio, dolcezza? Scappa. Scappa il più lontano possibile o un giorno ti ritroverai di nuovo incinta e ti chiederai come diavolo sia successo.”

Hayley si alza di scatto, sollevando Mikel dal seggiolone che emette un buffo gridolino. “Sta attento, vampiro. Se solo provi ad avvicinarti, ti faccio ingoiare il mio pugno misto a verbena!”

Elijah ci mette un po' a reagire. Vorrebbe dire qualcosa, ma riesce solo a guardare il fratello con espressione truce. Quando anche lui li abbandona, Katherine sogghigna. “Scommetto che richiederà l'affidamento esclusivo del bambino...”

Te la potevi risparmiare.”

Perché? Tu cosa mi hai risparmiato?”

Molte cose ed ora mi pento di averlo fatto.”

Un brivido le attraversa la schiena e le paralizza le gambe. La mano di Katherine striscia fino al coltello che Hayley ha usato per tagliare il bacon e le dita si serrano attorno al manico. Klaus la blocca con un gesto serpentino.

Dobbiamo dare una svolta al nostro rapporto, cuoricino.”

***

Il locale è solo per vampiri. Nessun umano si azzarda ad entrare là dentro. Klaus spinge la porticina che fa 'din don' con leggerezza. Il barista italiano non è in turno ed è stato sostituto da una ragazzina con i capelli viola. Klaus si guarda attorno ed individua Marcel, comodamente seduto a leggere un giornale sportivo. Una gamba allungata, il portacenere pieno di sigarette, il caffè davanti. Strattona Katherine fino al tavolino dell'afroamericano e la costringe a sedersi. Il vampiro abbassa il giornale, un po' sorpreso. “Non sei morta.”

Non sono morta...”

Un pronostico? Ho scommesso bei soldi su quel giocatore.”

Marcel chiude la rivista, lasciandola cadere pesantemente di fronte a se. Ha deciso di ignorarlo. Sa quanto lo irriti. “La tua vita mi è costata bene due camminatori notturni, bellezza. Il tipaccio che ti porti appresso non te l'ha detto?”

Klaus sorride. “Avrai già trovato con chi rimpiazzarli. Sono venuto ad offrirti un accomodamento in nome della nostra vecchia amicizia. Tu mi trovi la strega che ha provato a rapire mio figlio, usando la magia che come ben sai, è vietata dalle tue regole...”

Katherine spinge la lingua nella guancia, le mani chiuse a pugno sulle cosce.

... ed io ti regalo la mente organizzativa della più estesa rete vivente di copertura e spionaggio della storia umana” sghignazza posando il braccio sulla spalle di Katherine e scrollandola con allegria.

La donna la guarda con odio e disgusto, ma non può dire molto a riguardo. E' stata soggiogata a non farlo.

Pensavo non ci fosse nessuno più bravo di te a tirare pacchi.”

Klaus allarga le braccia, sempre sorridente. Marcel sposta lo sguardo su Katherine. “Tu non dici niente, bellezza?”

Sono sempre stata superiore a Klaus. Aveva solo bisogno di ammetterlo.”

Capisco che hai bisogno di un atto di fiducia che fughi ogni dubbio. Kath?”

Katherine socchiude le palpebre, seccata. “Non ho preso la verbena. Non posso oppormi al tuo volere, se decidessi di impormelo.”

Klaus sorride, soddisfatto della piega degli eventi. “Chiacchierate, io vado a fare una passeggiata. Tornerò per una risposta, amico mio.”

Katherine continua a fissare la copertina del giornale sportivo. Quando il campanellino della porta esaurisce la battuta, Marcel la fissa, stuzzicando il pizzetto. “Perché perdi tempo con quello stronzo?”

Non posso fare diversamente.” Katherine batte le palpebre e una lacrima scivola lungo la guancia. Non alza neppure un dito per asciugarla. “E' nota a tutti la mia abilità manipolatrice e il venire a patti in qualsiasi circostanza.”

E' noto” le concede, intrigato. “Così come è nota la perfidia di Klaus. Sapevi che aveva pugnalato sua sorella perché aveva osato innamorarsi di un uomo che lui considerava inferiore?”

Perché non si stupisce? “Ti conviene accettare. Sono in possesso di notizie che potrebbero ribaltare la situazione a tuo vantaggio.”

E come faccio a sapere che non sei stata soggiogata da Klaus per dirmi esattamente quello che voglio sentirmi dire?”

Katherine guarda fuori dal finestrone fumè. La strada è piena di gente, di guide interne, di carne fresca. Scosta i capelli dal collo e lo guarda fisso negli occhi. “Scoprilo da te. Mordimi.”

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Capitolo 17
*** Il canto dell'usignolo ***


"(L'usignolo) In mille fogge il suo cantar distingue / e trasforma una lingua in mille lingue"

L'Adone – G. Marino


Angelo è di turno, quella sera. Katherine sta bevendo gratis ma più beve, più le risulta difficile imbucare le palle nel biliardo. Il collo fa male, Marcel si è guardato bene dal guarirla. Conosce la storia. Sa cosa ha fatto.

Piano, disgraziata... finirai per vomitare sul panno e poi sarà un casino pulirlo.”

Gli affaracci tuoi mai, eh? Riempilo.” Katherine indica il bicchierino sul bancone, si aggrappa alla stecca puntata a terra, scola il whisky e fa una smorfia.

Perché continui ad ordinarlo se non ti piace?”

Non so cos'altro bere.”

Ti devi fidare dei baristi. Loro sanno sempre cos'è meglio, in certe occasioni.”

Angelo le riempie un bicchiere d'acqua. Katherine lo fa fuori lentamente.

Gira una certa voce, ragazza. Si dice che Klaus ti abbia venduto a Marcel per un'informazione e una stecca di sigarette.”

Le persone quando non sanno inventano” lo blocca, repentina. “Fatti i cazzi tuoi se vuoi vivere a lungo.” Katherine avanza fra la folla scansando un vampiro e la sua preda, abbassa gli occhi sulla punta delle scarpe, aggira una seconda coppia e si ferma di fronte un completo scuro. Elijah non l'ha vista ma ci metterà poco ad accorgersi di lei. E' sempre così. Uno la mette nei guai, l'altro la salva. Katherine torna al tavolo da biliardo. Si china a calcolare la traiettoria. “Mi stai fra i piedi.”

Sono venuto per riportarti a casa.”

Katherine tira la stecca sul panno, scombinando le sorti della partita. Non avrebbe mai vinto. “E chi ti ha chiesto di riportarmi a casa, Elijah?”

***

Tutta tua.”

Klaus si domanda come abbia fatta a trovarla in così breve tempo. Riconosce la donna che Sophie gli aveva assicurato essere 'ultra-fidata' e una virgola d'odio si estende alla brunetta. Non si ribella e non sembra temere per la propria vita. Klaus l'agguanta per la gola, stringendo forte. “Che cosa volevi farci con mio figlio, strega?”

U-ccider-rlo...”

Risposta pessima da dare ad un padre ansioso.

Il corpo viene lasciato in mezzo alla strada a monito per le altre streghe. Che Sophie impari ad scegliersi le amicizie! “Ci facciamo un goccio?”

Vorrei tanto, amico... ma il piacere chiama.”

Il piacere biondo che risponde al nome di Camille? Klaus sorride, comprensivo, ma per un attimo si pente di aver agito tanto impulsivamente. Poteva interrogarla. E torturarla. Bah, quel che è fatto è fatto. “Come si sta comportando il mio regalo?”

Marcel lo trascina per strada, diretto al suo appuntamento. “E' fatta di fuoco e testardaggine ma ha un sapore squisito.”

Klaus gli cammina di fianco senza mutare espressione. Il locale è gremito. Il vampiro la cerca con lo sguardo fra la folla. Marcel attira la sua attenzione con un colpetto alla spalla.

Quell'idea di avvelenare la riserva idrica con la verbena non la posso tollerare, amico...”

Avvelenare... cosa? Klaus mantiene la sua facciata imperturbabile. “Te l'ha detto, eh?”

La tua donnina sarà anche fatta d'acciaio ma basta pungolarla nel modo giusto per farla cantare come un usignolo.”

Ha cantato?”

Una melodia splendida tutta la notte.” Il vampiro allunga la mano e stringe quella di Klaus, quasi gelida. “Pace fatta, amico? Forza, datti da fare. Sei in riserva. Scegli quella che vuoi, stasera offro io.”

***

Sto bene dove sto. Sono in vacanza, spesata interamente da Marcel.” Katherine tira indietro i capelli, rivelando un largo cerotto color carne sul collo. Elijah le blocca il polso, fissando la ferita. Katherine si divincola con uno strattone. “Non è niente. L'avevo messo in conto.”

Katherine calcola tutte le possibilità ma fa sempre gli stessi errori. “Per quanto tempo ancora continuerai a farti massacrare da lui?”

Problemi, Kath?”

Elijah devia lo sguardo alle sue spalle. Lascia ricadere la cortina di capelli sulla spalla della donna e fissa sfacciatamente i miserabili che hanno osato interromperli. Katherine è pallida ma trova la forza di reagire: lo spinge verso la porta di servizio, spalancata su un vicolo umido al riparo da sguardi indiscreti. “Non peggiorare la mia situazione!”

Elijah non è uno da liquidare. Si assicura di agganciarla per bene, prima di fare un passo all'esterno. “Ora te ne torni a casa e non metti più piede a New Orleans.”

E' esattamente quello che vorrebbe fare. Katherine sospira, arresa. “Non cercare di soggiogarmi, non funziona...”

Un altro vampiro ha già steso il suo volere su di lei. La novità lo urta oltremodo.

L'umidità della notte le cala addosso di colpo. Katherine si stringe nelle spalle. “Ti devi fidare di me.”

La donna chiude la porta antincendio e si dirige verso il bagno. Una volta al suo interno, digita un messaggio che finisce nel cellulare di Hayley: sta aspettando pazientemente da più di tre ore. Appena legge le istruzioni, affida il bambino a Sophie.

Andrà tutto bene. Ho esteso la protezione. Sei coperta.

La ragazza annuisce, fissando lo sguardo sul piccoletto. “Ci conto.”

***

Klaus è furioso e affamato, ma sollazzarsi con le ignare ospiti di Marcel non lo interessa più di tanto. Cerca Katherine fra la folla, la scorge all'uscita dal bagno e la punta come un falco, fermandosi a due metri di distanza, in tempo per scorgere la sua espressione preoccupata e vagamente impaurita. Ha appena raccolto la stecca quando un camminatore notturno l'afferra, voltandola su se stessa. Qualsiasi cosa le stia dicendo, ha il potere di farla sbiancare. Non può tollerarlo. Klaus ansima di rabbia e i canini gli feriscono il labbro inferiore.

***

C'è troppo movimento, quella sera. Non sta bruciando nessun palazzo, eppure c'è un camion dei pompieri che sta sfilando sulla via principale. Il criptico messaggio di Hayley diceva solo di farsi trovarsi pronto all'angolo di Bourbon Street. E di portare un impermeabile. La testa della ragazza balena fuori dal finestrino del camion, quando lo affianca. Gli fa cenno di salire. Il vampiro obbedisce senza fiatare.

Mike, Roger, Flint” elenca velocemente. “Alcuni ragazzi del branco.”

Per branco intendi...”

Il mio branco.”

Perché abbiamo fatto salire il vampiro? Non poteva camminare?”

Lui è a posto.”

Se tu sei qui e Klaus dentro a cospirare... chi sta con Mikeal?”

Sophie.”

Questo è meglio non farglielo sapere.”

E' in terra consacrata. Nessun vampiro può mettere piede al cimitero.” Hayley sospira, leggendo il messaggio. “Tyler e i suoi sono dentro. Gli hanno impresso il timbro. Appena trova Katherine, entriamo in azione.”

Dovrà darle una botta in testa per convincerla a venire via. Marcel l'ha soggiogata.”

Hayley lo guarda e si umetta le labbra. “Katherine deve svolgere un compito ben preciso... ma non è stato Marcel a soggiogarla...”

Oh, bene! Sentiva che centrava il fratello! Gli tengono nascoste un mucchio di cose, quei due!

***

Katherine si insacca nelle spalle, cercando di sfuggire al morso del vampiro che non deve essere stato avvisato dai compagni della 'dispensa speciale' di Marcel. Ha cercato di fargli notare l'assenza del timbro sulla mano ma con la sua vocetta flebile e miagolante paura non ha potuto fare granché. La stecca del biliardo cade fra i piedi, rischiando di farla inciampare. Il cellulare le ronza in tasca, segno che Hayley sta muovendosi con tutto il branco. I lupi mannari stanno per invadere il Quartiere Francese e le streghe si riapproprieranno della loro città dopo quasi cento anni di segregazione.

La modalità salvavita entra in azione anche stavolta, a discapito di tutti gli scenari che hanno creato e tutte le vie d'uscita che hanno progettato: Katherine afferra una bottiglia di birra semivuota, scaricandola sulla testa del vampiro che perde il vantaggio e la lascia andare. Ottenebrata dal panico, va fino in fondo. Il rumore è orribile. La sensazione da dimenticare. Il vetro scheggiato penetra nella carne tenera del collo con una facilità disarmante, il sangue dell'uomo le inonda il polso e il calore la costringe a tirarsi indietro. Il notturno resiste, poi cade in terra e una pozza di sangue si allarga sotto di lui. Katherine fissa il mozzicone di bottiglia e rabbrividisce fino alla cima dei capelli. Non l'avevano calcolata, non avevano...

L'hai fatta grossa, ragazza.”

Marcel! Katherine stacca a fatica lo sguardo dal pavimento. “Non è morto. Non ho infranto alcuna regola!” esclama in preda ad una crisi di nervi. Il suo volto si accartoccia in un'espressione di dolore che fatica a mascherare. Non ha bisogno di recitare, ha davvero paura stavolta. Ora che succede, come ne esce?!

Quell'idiota ti ha mancato di rispetto violando un ordine che tu stesso avevi appena emanato.”

Klaus si avvicina, bisbigliando all'orecchio del vampiro. Marcel ascolta la versione, la guarda e fissa il corpo esanime. Una contrazione e il notturno torna in vita, svegliandosi come un ubriaco che non capisce bene dove si trovi e con chi.

Marcel si abbassa sulle gambe, celando uno sbuffo. “E' vero, Stef? Hai cercato di morderla?”

L'uomo lo guarda, batte le palpebre e fissa la figuretta in piedi davanti a lui. “Quella troietta mi ha aggredito!”

Katherine sente l'ira accecarla. Carica un calcione e lo abbatte contro il mento dell'uomo che finisce di nuovo a terra. Klaus l'afferra saldamente, intimandole di stare buona.

Lasciami! Non ho finito con quello stronzo, lasciami!”

Ti spezzo il collo se non la smetti” sibila nel suo orecchio, tirandole una ciocca di capelli.

La mescolanza di solletico e dolore le anestetizza parte del viso. La sensazione corre in tutto il corpo, irrigidendo le areole. Sconcertata da una reazione fuori luogo, Katherine abbassa il tono, congiungendo le braccia sul seno. “Lui mi ha aggredito ed io mi sono difesa. Siamo pari!”

Non è così facile, mia cara.”

Marcel si rialza, infilando le mani in tasca e sorridendo. “Stef avrà la sua punizione avendo contravvenuto ad un mio ordine, ma nessun umano azzarda un comportamento simile in casa mia.”

Katherine lo fissa, stringendo le palpebre. “Se uno stronzo cerca di mordermi e violentarmi, io gli spezzo il collo e gli strappo i testicoli, umano o vampiro!”

Marcel alza le sopracciglia, guardando Klaus che la trattiene con presa ferrea, riempiendola di lividi.

E così che tratti i miei regali?” Klaus parla lentamente, lasciando andare la donna.

Marcel dondola sulle gambe, nervoso. “L'ho accettata per rispetto del mio sire, ma non sono certo della sua utilità nella comunità...”

Le tue parole mi rattristano” sussurra, avvicinandosi. “Mettiamoci una pietra sopra. Hanno avuto il loro scambio di opinioni. L'orgoglio guarirà col tempo.”

Col tempo... già...” mormora guardando il notturno colpevole dell'aggressione. “Portatelo al Giardino.”

Cos'è, il Giardino? Katherine resta in silenzio, poco discosta da Klaus che si volta in quel momento e le manda il cuore in gola.

Chiedi scusa per il tuo comportamento.”

Lei deve chiedere scusa?! Gli occhi di Katherine fiammeggiano. “Sono dispiaciuta” mormora con voce atona e falsa. “Sono dispiaciuta di non averlo ammazzato con quella stecca da biliardo!” esclama provocando l'ira di Klaus che l'afferra, stringendola forte la gola.

Tu hai bisogno di un po' di disciplina, dolcezza.”

Non respira... stringe troppo... Katherine annaspa, chiedendosi perché stiano abbassando le luci. Cos'è, la serata karaoke? Perché hanno smesso tutti di parlare?

***

Bel posticino. Pieno di vampiri.

I licantropi che accompagnano Tyler si allargano a raggiera, studiando la conformazione del locale. Gli piacciono quelle scale che portano al piano superiore, è un punto strategico niente male, ma c'è un brutto ceffo a guardia del privè. Non vede Katherine da nessuna parte e neppure Klaus è dove dovrebbe essere. Defilarsi è tipico di Katherine ma il vampiro ama essere al centro dell'attenzione e non vorrà perdersi la disfatta dell'usurpatore. Il ritardo comincia a farsi sentire... oh, cazzo! Il licantropo deve costringersi a non mostrare sorpresa, ma è praticamente impossibile dal momento che Klaus sta trascinando il corpo esanime di Katherine, trattenendolo per il bavero della giacca. Klaus gli getta un'occhiata annoiata e Tyler si affretta a digitare un sms nel telefono.

***

Il piano è saltato.”

Hayley legge il messaggio ad alta voce ma è perplessa. Tyler non spiega i motivi ma la notizia giunge lo stesso su uno dei cellulari dei ragazzi del branco.

Sembra che qualcuno abbia sgozzato un vampiro e che quel qualcuno abbia fatto a sua volta una brutta fine.”

Due in meno.”

Per vostra informazione, non è letale.” Elijah osserva l'entrata del locale. C'è un discreto via vai ma la folla si apre al passaggio di tre uomini, uno dei quali in pessime condizioni.

Guarda.”

Hayley lo colpisce piano col gomito, indicando la coppia che avanza: un sacco di patate ha più grazia della donna svenuta. Klaus apre la portiera inferiore del SUV e ce la scarica dentro, salendo in macchina.

Non so cosa è successo ma non rinuncio al piano. Se non lo facciamo stasera, dovremo aspettare un'altra luna piena col rischio di essere scoperti.”

Non rinunciamo, andiamo avanti.” Elijah smonta elegantemente dal camion. “Prenderò io il posto di Klaus, avvisa il licantropo.”

Hayley annuisce, poi si affaccia dal finestrino. Esita, umettando le labbra più volte. “So di parlare al fratello intelligente... però sta attento, ok?”

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Capitolo 18
*** Il branco ***


La paralisi ipnagogica è un comune disturbo del sonno che dura pochi minuti. I muscoli del corpo sono ancora immersi nello stato di atonia ma la mente è già cosciente. Katherine si è documentata, alla terza, quarta notte di terrore. Anche se lo sa, non può fare a meno di chiedere aiuto e come al solito, la sua voce risulta distorta e la impaurisce. Ha perso il conto delle volte in cui ha avuto paura di morire, ma stavolta il sogno sembra così reale che si sveglia in preda ai sudori freddi e tossendo come una pazza. Ha ancora la sensazione delle dita strette attorno alla gola. Artiglia il tessuto sotto le unghie e le gambe scalciano nel nulla, saltando a sedere. Dov'è? Dove si trova?! Dove...

Mi sto perdendo tutto il divertimento per colpa tua.”

Il bagliore dell'incendio lontano illumina la notte. Klaus fa una smorfia irritata, rivolgendole un'occhiataccia. “Che fine ha fatto il mio prezioso piano? L'hai mandato a puttane perché quel teppistello ti ha alitato sul collo?”

Scusa tanto se non sono rimasta buona a farmi stuprare dal porco in un vicolo sudicio...” borbotta stringendo la testa fra le mani. “Non abbiamo calcolato quella variabile.”

Non avrebbe dovuto esistere.” Klaus abbandona a finestra, avvicinandosi al letto. Il b&b fuori New Orleans era l'unico posto sicuro in cui nasconderla. Nota il cerotto che cela il morso e il malumore di autoalimenta. “Fa male?”

E' un inferno ogni volta che gira il collo. Katherine ansima un a fior di labbra.

Klaus fruga in tasca, allungandole un mazzo di chiavi. “Prendi la mia macchina, è parcheggiata sul retro. Non fermarti neppure per fare benzina. Va a casa e restaci.”

Katherine gli strappa le chiavi di mano, poi strofina il pugno fra i capelli. Le duole la cute nel punto in cui ha tirato il ciuffo. “Mi hai fatto più male tu che Marcel mentre mi mordeva...”

Sei stata con lui?”

Stata...

Ti ha fatto cantare, usignolo?”

Poiché tarda a rispondere, Klaus devia lo sguardo sulla coperta. “Dalle tue parole dipenderà il suo futuro. Sceglile con cura o la mia reazione sarà spropositata.”

Il piano prevedeva di smantellare pezzo a pezzo la piramide di potere e lasciarlo vagare fra le macerie dell'impero. Non si è mai parlato di uccidere Marcel. Non è un nemico, ha solo perso 'la retta via'. “No, non mi ha toccata” mormora con voce atona. “Che si è inventato?”

Una balla per ingelosirlo. Klaus smorza un sorrisetto di compiacimento. “Puoi guidare?”

Katherine abbassa le spalle, stanca morta. “Ci provo...”

Ci provi o ci riesci?”

Sono finita nella fossa molte volte e ne sono uscita più forte di prima. Io sopravvivo sempre...” borbotta, buttando giù le gambe dal letto e traballando un poco.

Klaus la trattiene, impedendole di ondeggiare. “Che cavolo di nome è, Stoyan?”

Bulgaro...” sussurra, stremata. “Tu che ne sai...”

Mentre decidevi se restare o soccombere, ti sono entrato nella mente e ho cercato di alleviare il persistente senso di morte che ti dominava. Sono inciampato su un ricordo felice e l'ho lasciato tornare a galla. Era davvero ben nascosto.”

Uno dei pochi che preserva con cura. Katherine lo scaccia con insofferenza. “Non ti azzardare a nominarlo di nuovo!”

Sopravvissuta, hai dimenticato le chiavi.”

Klaus le lascia dondolare attorno al dito, Katherine lo guarda con odio. “Sei l'essere più irritante del pianeta!”

Grazie. Torno a prenderla...”

Scordatela. Ormai è mia!”

Klaus la spia dalla finestra mentre si allontana senza mai voltarsi indietro. Torna a guardare il bagliore rossastro che sta rischiarando il cielo cupo. Se si concentra, può sentire la carne dei traditori sfrigolare fin lì. Magnifico.

***

Stanno uscendo, apri l'acqua.”

Hanno litri e litri di acqua addizionata alla verbena da sparare sui pochi vampiri sopravvissuti all'attacco dei licantropi e all'incendio del locale. L'idea è venuta da Tyler e dal suo racconto della riserva idrica avvelenata di Mystic Falls. Hayley dirige i lavori rispondendo alle rapide telefonate del licantropo che si sta dando da fare all'interno. Quando il tetto del locale esplode verso l'alto, la donna sente un fischio di ammirazione alle sue spalle.

Te la sei presa comoda!”

Volevo assicurarmi che lasciasse la città, stavolta.” Klaus ammira il lavoro con aria soddisfatta. “Sono impressionato. Fai figli bellissimi e sei un'ottima stratega. Un altro uomo potrebbe innamorarsi.”

Spero nell'altro uomo” mormora occhieggiando l'uscita. Elijah non è ancora ricomparso. Doveva intercettare Marcel al posto del fratello ma non ha sue notizie da quasi un'ora. “Tienimi questa.”

Non può lasciare la giacca nel camion? E ora dove va?

Hayley lega i capelli in una crocchia minuscola, infilandosi sotto il getto dell'acqua e rabbrividendo da capo a piedi.

Non gli è chiaro perché voglia entrare nel locale, ma non starà a questionare la follia della donna. “Buon uomo, dirigi quel getto sulla bocca infuocata. La signora sta entrando.”

I due licantropi si guardano e lo guardano in cagnesco. “Non sei quello di prima.”

Di chi stai parlando?”

Un beccamorto in giacca e cravatta. E' entrato là dentro un'ora fa e non l'abbiamo più visto.”

Elijah è in quell'inferno di fuoco?! Klaus muove un passo avanti, quando vede Hayley correre fuori. Non ha un segno addosso, solo un po' di fuliggine che le sporca il viso facendo risaltare ancora di più gli occhi. Perché continua a stupirsi della forza di quella ragazza? “Sarebbe stato meno faticoso se lo avessi estratto.” Klaus indica il pezzo di legno che trapassa il torace del fratello e alza due volte le sopracciglia.

Hayley gli regala una smorfia sarcastica. “Prendi la mia borsa, per favore.”

Che ci fa la borsa del bambino lì? La curiosità aumenta.

Thermos.”

Klaus la guarda per un lungo momento, poi le passa il thermos sogghignando. “Mai conosciuta una come te.”

Sono cresciuta per strada, non andavo al campeggio delle giovani marmotte. Sono preparata a tutte le evenienze.” Hayley posa la testa del vampiro sulle proprie ginocchia e gli fa cenno di avvicinarsi. “Tu estrai, io verso.”

Mica stupida. Toglie qualsiasi vena appetibile dalle fauci di un vampiro affamato. Elijah ha la pelle piagata e i vestiti a brandelli. La cravatta è andata. Ne sarà risentito, pensa gettando il frammento di legno da un lato. “E' a temperatura ambiente?”

Hayley sorride di nuovo, mentre un filo di sangue rosso si insinua fra le labbra bruciate del fratello.

Che altro hai, là dentro?”

Cerotti, salviettine antisettiche, biscottini...”

Elijah rinviene con un singulto poco signorile e abbastanza spaventoso da provocare la pelle d'oca alla ragazza. Klaus lo trattiene finché non si calma. Hayley gli passa il thermos, tenendo i polsi ben coperti.

Merda...” Elijah si mette a sedere analizzando i vestiti. Sbuffa, seccato. “Mi è sfuggito quando è crollato il tetto...”

Klaus lo ascolta col viso impassibile ma la rabbia gli indurisce i lineamenti. Li ha traditi una volta, li ha dimenticati e avrebbe lasciato bruciare suo fratello nell'incendio! “Ricordami di non raccogliere più randagi per strada...” ringhia osservando la folla di curiosi che si sta radunando. “Se hai ancora fame, è arrivato il cibo da asporto.”

Hayley raccoglie il thermos da terra, lo avvita e lo ripone nella sacca. Elijah sembra accorgersi di lei in quel momento. “Tu sei rimasta fuori dai guai come ti avevo chiesto?”

Certo.”

Il vampiro la scruta poco convinto. Ha i vestiti bagnati in alcune parti e il viso sporco di fuliggine. Ha l'aria stanca ma è tranquilla.

Marcel non è fuggito. Il branco l'ha preso in custodia quasi subito.” Hayley passa una salviettina sul viso in direzione casuale. “Non se l'aspettava.”

E' per quello che si chiama 'attacco a sorpresa'...” Klaus si alza sulle gambe, sospirando. “Resta con lui.”

Furbo. Sembra voglia affidarla alla protezione del fratello, invece è tutto il contrario.

Elijah le solleva il viso come farebbe con una bambina piccola, togliendo le ultime tracce di sporco. “Ma come hai fatto a ridurti così?”

Hayley sorride di più. “Devo aver urtato uno dei ragazzi”

Baltimora
Katherine POV

La sensazione tattile di questa camicetta è magnifica, la seta accarezza i polpastrelli con una leggerezza disarmante e mi ricorda la pezza rubata da Stoyan. Devo averla, anche se il colore non si adatta ai miei outfits. Pago con la carta di credito e giro le dita attorno alla cordicella di cotone della busta di cartoncino spesso. Quando cammino, balla con me. Deve essere felice di essere stata acquistata. E' passata una settimana da quando sono tornata. Il telegiornale ha riportato la notizia dell'incendio, ma è nel web che ho trovato maggiori dettagli: l'incendio si è propagato in tutto il Quartiere Francese e sono morte parecchie persone. Le guide turistiche hanno cessati i tour. La città è in lutto. Io ho ripreso la mia vita, ho fatto la spesa, sbrinato il frigo, innaffiato il giardino e fatto il pieno al SUV. Per tre notti di fila ho sognato di essere sepolta viva, e mentre le palate di terra mi ricoprivano e l'odore mi avvolgeva, non riuscivo a chiedere aiuto, non riuscivo a parlare, non vedevo nulla, solo la vanga che mi gettava addosso la terra umida e muschiata. Retaggio della vecchia paura. Klaus ti smuove sempre un sacco di demoni. Il campanello suona alle 19:37 di venerdì sera. Il ragazzino della pizza se ne va senza ringraziare per la lauta mancia. Ingrato. Alle 19:39 sto ancora decidendo da quale fetta cominciare quando il cellulare ronza sul tavolino. Era ora che si facesse vivo...

>Mikeal ti ha fatto un disegno.<

La sua voce è una carezza languida. Mi manca, il disgraziato. “Sono impegnata. Mandamelo per fax.”

>Hai un fax?<

No.”

>Il Re è stato detronizzato.<

Stuzzico un dente con la punta della lingua. Sta sorridendo, lo sento dalla voce. “C'è altro?”

>Una novità che ti causerà non poca sorpresa. Quando le cose si sono fatte pesanti, Hayley ha corso il rischio di morire...<

... e ora Elijah si sta occupando di lei” concludo, tirando indietro i capelli. “Ha la sindrome del principe azzurro.”

>No, è proprio il contrario. Hayley ha corso il rischio di morire per aiutare Elijah ad uscire dall'incendio del locale. L'abbiamo taciuto per non urtare la sua mascolina sensibilità, ma chissà come Elijah l'ha scoperto e da allora la evita come la peste.<

Strano. Non è da lui.”

>Ho provato ad indagare, mi ha invitato a restare fuori dalla sua vita.<

C'è decisamente qualcosa sotto. Il campanello suona di nuovo. E' uno scherzo di Klaus, mi stava parlando dal pianerottolo?

Ti prego, dammi asilo politico!”

Credo di non averlo mai visto così disperato. Scoppio a ridere e lo lascio entrare. Faccio una linguaccia al nano che urla di gioia nel vedermi. Klaus me lo passa senza fiatare. Lo stropiccio un po' e gli faccio il solletico. Quella nuvola di riccetti biondi mi fa morire. “La birra è in frigo.”

Se hai programmato una serata rilassante, spiacente di rovinare i tuoi piani. C'è la luna piena perciò Mikeal non mangia, non dorme e vuole giocare fino a tardi. Hayley è sotto pressione e ho pensato bene di concederle una vacanza dalle responsabilità. Chiamerà lo stesso ogni ora per essere sicura che abbia ancora la testa attaccata al collo.” Klaus sporge le labbra fischiando. “Birra cruda? I tuoi gusti migliorano.”

Dov'è il mio disegno?”

Klaus sfila un foglio ripiegato con cura e lo allarga con un gesto elegante del polso. “Dovresti essere tu.”

Non ha preso la vena artistica del padre. Il corpo è un fusto dritto, con due braccia e due gambe, il viso un ovale allungato, una foresta di scarabocchi neri, i capelli ricci. Solo la bocca l'ha tratteggiata col rosso. Ha due puntini al posto degli occhi. “E' più bravo di te” dichiara calamitando il disegno al frigo.

Mikael la guarda e poi guarda il disegno. Borbotta qualcosa nella strana lingua del neonati e si avvinghia al suo collo. Katherine sorride, accarezzandogli la schiena.

Gli fa sempre un certo effetto vederla reagire in quel modo. Klaus si siede al tavolo sospirando per il senso di pace che lo pervade.

Puoi dormire qui, ma pretendo razione doppia di waffles, domattina.”

Ho una stanza in un albergo a pochi isolati...” mormora sfiorandole il fianco. “Avrai razione doppia e anche lo sciroppo di mirtilli, se mi ospiti nel tuo letto.”

Ha sfoderato le armi pesanti. Katherine sogghigna mentre Mikael mette una bocca una ciocca di capelli. “Vedremo... se farai il bravo...”

***

I ragazzi del branco erano un gruppo di sbandati cresciuti senza genitori, accomunati da una maledizione dolorosa che avevano imparato a sconfiggere spezzando e ri-spezzando le ossa finchè non aveva fatto più male.

La bevuta in compagnia le ha smosso un sacco di demoni ed Hayley è tornata a casa triste. Sta albeggiando e sente l'assenza di Mikeal. Certe volte si sveglia e pensa di essere ancora ospite del divano di un'amica. Certe volte si sveglia e si chiede se sarà ancora viva a fine giornata. Il lettino vuoto le toglie il respiro. E' come se le avessero strappato un arto o un altro organo fondamentale. Sta per urlare quando ricorda l'accordo preso con Klaus: doveva tornare a Baltimora a riprendere la macchina, poteva portare Mikeal con se e lasciarle un paio di giorni di libertà.

Certe volte riusciva ad essere carino senza sforzo.

All'inizio sembrava un'ottima idea. Ma sì, un po' di divertimento senza pensieri. Il branco era in città ancora per poco e potevano vagare liberamente senza preoccuparsi dei vampiri e delle streghe con cui avevano stretto una solida alleanza. Però la realtà della culla vuota non riusciva a mandarla giù. Elijah la sta evitando e, per qualche strano motivo, quel trattamento la rendeva ancora più infelice. Non avrebbe mai rischiato la vita se non avesse avuto la protezione magica di Sophie. Però... forse... beh, qualcosa avrebbe fatto... l'avrebbe certamente aiutato, pensa vagando nel corridoio. Elijah si era sempre preso cura di lei.

Toc Toc.

Avanti.”

E' così invitante, nella sua posa languida e senza eccessi, che Hayley si accorge di non poter più ignorare il solletico persistente al basso ventre. Da quando ha cominciato a osservarlo con occhio diverso? No, la colpa è solo della luna piena. Deve parlare con lui. O sbranarlo. “Hai un minuto?”

Elijah alza lo sguardo dal libro piantato sullo sterno e si accorge subito della sua irrequietezza. Le fa cenno di avanzare ma Hayley resta sulla porta.

Perché sei arrabbiato con me?”

Infilarti in quell'inferno di fuoco è stato stupido e pericoloso.”

Non pensavo di mancarti di rispetto, aiutandoti...”

Ha capito come funzionano, lui e Klaus, ma sbaglia clamorosamente stavolta. “Non è richiesto che tu corra pericoli per me.”

Come se avessi avuto altra scelta...” Hayley strofina la fronte che comincia a pulsare. “Non potevo lasciarti bruciare... sei l'unico che riesca a fare il bagnetto a Mikael senza creare un lago artificiale...”

Non se la cava con una battuta umoristica, stavolta. Deve capire cosa ha rischiato. “Non è compito tuo aiutarmi se sono in difficoltà.”

Klaus non aveva una protezione magica che lo rendeva invulnerabile agli attacchi esterni...”

Avrebbe trovato un modo, lui trova sempre il modo! Vuoi far crescere tuo figlio senza una madre?!”

Quindi non gli importa di lei come persona, ma come balia di Mikael. “Siete più bravi di me, a cosa vi servo?” Una delle tante domande che avrebbe voluto porre a Klaus da quando è nato il piccolo. “Se tuo fratello volesse un altro figlio, potrei dire la mia o dovrei solo... sfornarlo?”

Elijah la guarda, in tralice. “Ti ha chiesto esplicitamente...”

Se resto con lui, dovrò rinunciare all'amore. Il giorno in cui vorrò andarmene, dovrò rinunciare a mio figlio... Klaus non mi permetterà mai di portarlo via.”

Vuoi andare via di nuovo”

Hayley si stringe nelle spalle. “Quando si tratta della vostra famiglia, i miei desideri hanno qualche importanza?”

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