Non lasciarmi, io sono qui!

di Ibelieve93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Marco e Clarissa ***
Capitolo 2: *** Verità ***
Capitolo 3: *** Incontri all'Università ***
Capitolo 4: *** Succo & Caffé ***
Capitolo 5: *** Amore & Perdono ***
Capitolo 6: *** Voglio vivere ancora nel tuo amore ***
Capitolo 7: *** Squilli anonimi ***
Capitolo 8: *** La mia vita è ritornata da me! ***
Capitolo 9: *** Tu mi hai sentita ***
Capitolo 10: *** Il segreto di Clarissa ***
Capitolo 11: *** Sposami! ***
Capitolo 12: *** Matteo Chiari ***
Capitolo 13: *** Clarissa dove sei finita? ***
Capitolo 14: *** Grazie ***
Capitolo 15: *** La fede nell'Amore ***
Capitolo 16: *** Amore o orgoglio? ***
Capitolo 17: *** Matrimonio-Parte I ***
Capitolo 18: *** Matrimonio-Parte II ***
Capitolo 19: *** Ti amo ***



Capitolo 1
*** Marco e Clarissa ***



NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 




Capitolo 1. Marco e Clarissa 



“Cosa? Cosa?” urlò Clarissa, le mani fra i lunghi capelli biondo miele che le incorniciavano il volto pallido e rigato da innumerevoli lacrime . Le labbra le tremavano insieme alle pupille nei lucidi occhi color nocciola . Dondolandosi avanti e indietro mentre era seduta in auto sul sedile del passeggero , cercava di calmarsi ma con scarsi risultati . Era come se ogni vena nel suo corpo si fosse trasformata in un cavo elettrico ad alta tensione, pronta a folgorare qualsiasi cosa avesse tentato di trattenerla . Il cuore nel petto era incontrollabile e incurante del fatto che presto o tardi se non avesse rallentato la sua corsa si sarebbe sentito male . Clarissa poteva scegliere di calmarsi , ma in quel momento la gelosia sembrava troppo forte per lasciarsi guidare dall’amore , che provava per il ragazzo dagli occhi azzurri che era alla guida . L’amore che provava nei suoi confronti era stato scambiato per possessione morbosa , e lei non se ne rendeva conto . Offuscata , da pensieri non lucidi. 
“Tu hai preferito stare con lei, a casa sua a fare chissà cosa ,  invece che con me !” gridò dando un pugno al finestrino alla sua destra.
“Calmati , ti prego!” le consigliò Marco preoccupato per lei “ se continui così ti sentirai male!” aggiunse,  mentre continuava a stringere con forza lo sterzo fino a far diventare bianche le nocche . “ Lasciami spiegare!”
Clarissa scosse la testa con veemenza : “ No, no…..tu ….tu……sei un animale! Non devi spiegarmi nulla! ” lo definì senza pensare . “ non c’è bisogno di spiegare!”
“Ti odio” gli urlò in faccia voltandosi verso di lui. “ hai capito? Ti odio!” ripeté con più forza per poi portarsi una mano al petto con una smorfia di dolore. Era da più di mezz’ora che gridava e piangeva , come fosse impazzita. Era così , ogni volta che Marco incontrava quella che definiva una semplice collega .
“ No, tu non lo pensi sul serio. Tu non mi odi. ” disse lui cercando di mantenere la calma “ Non essere gelosa! Io ti amo! Non rovinare tutto ! ”
Marco sapeva perfettamente che non sarebbe servito a niente alzare il tono della voce , se non a peggiorare le cose, ma era davvero dura .  
“Sono andato da lei solo per….” esordì per l’ennesima volta , ma Clarissa come sempre lo interrompeva : “ Aiutarla a preparare l’esame di diritto romano ?! O cosa?!  Avevi detto che saresti rimasto con me all’Università ieri , o sbaglio?”
“Si….ma….”
“E’ finita!” concluse lei,  per poi afferrare la fedina argentata che aveva al dito e gettarla per terra , sul tappetino dell’auto sportiva sulla quale stavano viaggiando. Marco deglutì . Con la coda dell’occhio destro era stato in grado di vedere quel gesto , senza distogliere lo sguardo dalla strada , e a sentirne il leggero tintinnio sul tappetino .
Clarissa era iscritta alla facoltà di Medicina , Marco alla facoltà di Giurisprudenza dove aveva conosciuto Monica da poco meno di un anno , causa di quell’assurdo litigio .
Come ogni giorno dopo i corsi , Marco riaccompagnava Clarissa a casa volentieri , pur dovendo fare chilometri in più per tornare a casa sua . Quel pomeriggio però , aveva faticato parecchio per convincere la ragazza a salire in auto con lui . Clarissa era furiosa , per tutta la sera precedente non aveva fatto altro che rifiutare chiamate e  messaggi del ragazzo , che invano provava a spiegarle tutto . Per lei , Marco l’aveva tradita con Monica.  
“Smettila!” le disse alzando solo di poco la voce “ Ti comporti come una bambina! Non mi lasci spiegare! ”
Clarissa ridusse gli occhi a due fessure: “ Fammi scendere!”
“Siamo ancora un po’ lontani da casa tua  , dove vuoi andare a piedi ?” cercò di farla ragionare.
Fu un attimo.
Un incrocio.
Un sorpasso.
Uno stop non rispettato.
Marco non fece in tempo a frenare per evitare un auto alla sua sinistra , che sfrecciando ad alta velocità aveva l’intenzione di tagliargli la strada .
Il ragazzo provò a sterzare , ma fu tutto inutile.  
L’impatto laterale fu violento . Marco cercò una mano di Clarissa .
Un rumore acuto e terrificante si diffuse nell’aria bloccando pensieri e azioni .
Schegge di vetro schizzarono via impazzite.
La Bmw in cui erano Marco e Clarissa fu trascinata per diversi metri sull’asfalto da quella berlina nera  – causa dell’incidente - lasciando una moltitudine di pezzi , vetri e segni di frenata ovunque .
Silenzio.
Nessuno dei due Airbag della Bmw scoppiò.
Poi, all’improvviso il caos.
Grida raccapriccianti , spaventose si diffusero per l’intera zona .
Clarissa , che aveva chiuso gli occhi pochi istanti prima dell’impatto , li riaprì a fatica , confusa, stordita . Impiegò una manciata di minuti per distinguere bene ogni cosa  . La testa le faceva male e sentiva le dita intorpidite .
Il rumore di sirene in avvicinamento giunse alle sue orecchie a fatica .
Si sentiva svuotata di ogni pensiero ed emozione . Era consapevole soltanto di essere ancora in auto con la cintura allacciata .
 “Signorina, signorina!” la chiamò un uomo aprendole la portiera dell’auto : “Sta bene?” le chiese chinandosi su di lei e sfiorandole il viso con premura . Era un passante, che aveva assistito all’intero incidente . Stringeva agitato il cellulare fra le mani : “ Stia calma, i soccorsi stanno arrivando!” e cercò di sorriderle per rassicurarla .
Clarisse corrugò la fronte: “ Come….cosa…..? ” balbettò a stento . Poi, in un lampo ricordò tutto . La berlina nera che sfrecciava verso di loro, Marco che le stringeva una mano .
Spalancò gli occhi e di scatto si girò verso di lui, ignorando l’improvviso capogiro  .

“Marco!” chiamò con un filo di voce.
Il ragazzo era immobile , le mani avevano abbandonato lo sterzo,  gli occhi chiusi .  Un’ampia ferita alla tempia sinistra continuava a sanguinare e a macchiargli la camicia bianca .   
“NO!” urlò disperata.
Velocemente gli sganciò la cintura e gli sfiorò una guancia con dolcezza: “ Marco , ti prego apri gli occhi!”
Lacrime iniziarono nuovamente a sgorgare dai suoi piccoli occhi, ma questa volta erano lacrime di dolore…..non di rabbia o gelosia.
“Signorina, la prego!” lo sconosciuto gli afferrò una spalla, preoccupato .  
“Mi lasci! Non mi tocchi!” urlò lei in risposta senza voltarsi
“Marco , Marco ?!”
Con coraggio mise due dita sul collo del ragazzo , lui non poteva essere morto . Marco non poteva morire. Lui era vivo , lei ne era sicura . Avrebbero ancora parlato  , incrociato i loro sguardi , si sarebbero stretti ancora in uno dei loro dolci abbracci sul molo al chiaro di luna .  
Trasse un sospiro di sollievo : “ E’ vivo!” urlò con gioia “ Quando arrivano i soccorsi ? ”  
“ Amore mio , resisti !” gli sussurrò ad un soffio dalle labbra , per poi rubargli un piccolo bacio e appoggiare la testa sul suo petto scoppiando a piangere , i pugni chiusi sulla camicia del ragazzo.
“ Non posso perderti” sussurrò sfinita , prima di perdere i sensi .
*****
“ Tesoro , come ti senti  ?”
Conosceva bene quella voce. Sua madre Irene era seduta al suo fianco.
Riaprì gli occhi lentamente per abituarsi alla luce proveniente da una grande finestra alla sua sinistra .
“mamma” riuscì a dire , sentiva la bocca asciutta .
Clarissa capì di trovarsi in una stanza d’ospedale . Accanto a lei c’era un altro letto , occupato da una donna di circa cinquant’anni  che era intenta a guardare un po’ di tv , sopra un tavolo rettangolare, posizionato accanto ad un piccolo armadietto bianco e grigio . Il volume non era alto , sentiva qualcosa…. appena.  
“ Sono qui!” rispose la madre, che le stava accarezzando la fronte : “ va tutto bene ”   
Clarissa chiuse gli occhi ancora per qualche altro istante e deglutì a fatica : “Marco…..” riuscì a dire soltanto quel nome , provando a nascondere paure e dolore .
Sentì le mani di sua madre stringerle una delle sue : “ Tuo padre si sta occupando di lui.”
Una lacrima attraversò il volto della donna : “ Ho avuto tanta paura , tesoro mio ! ”
“Mi dispiace” sussurrò lei  , poi aggiunse : “ mamma , non morirà vero?”
Non poteva sopportare tutta quella situazione. Non poteva essere realmente accaduta, non a lei .

Sono una stupida!
E’ colpa mia…..se io non avessi…..io……Marco ! Pensò disperata
Non morire.


Aveva il cuore colmo d’angoscia, le ultime ore passate a litigare con lui all’improvviso le sembrarono ridicole e inutili .

E se dovesse morire?

L’ultimo ricordo che ho con lui è quella ridicola scenata di gelosia ?
Amore mio…..
Tutto quel gridare, il non volerti lasciar parlare per paura di sentirmi dire cose che non avrei voluto..... un eventuale tradimento.....e poi il ricordare parole dette poco prima dell’incidente e provare vergogna.  
“ No, tu non lo pensi sul serio. Tu non mi odi. Non essere gelosa! Io ti amo! Non rovinare tutto ! ”
Lui mi aveva detto questo , dopo che io ero stata capace di dirgli che l’odiavo . Non volevo ascoltare, come sempre!
Marco, avrei preferito un tradimento invece di .......non posso perderti così  . Non posso vivere senza saperti vivo . Ti amo. Ci amavamo, volevamo sposarci .....adesso? 


Lui le aveva detto di non rovinare tutto, che l’amava. Si era perfino preoccupato per lei nel vederla furiosa, completamente impazzita di gelosia. Le aveva afferrato una mano…..come a volerla sentire al suo fianco in quel terribile momento.
Come aveva potuto permettere alla gelosia di soffocare l’amore che provava ?
Strinse le lenzuola e soffocò un lamento.

Perché soltanto nei momenti difficili le persone si rendono conto dei loro sbagli ?
Perchè soltanto in quei momenti ripensano alle loro azioni , e tentano di fare l'impossibile per rimettere le cose a posto ?
In molti casi non c’è rimedio, non si può tornare indietro!


“ Andrà tutto bene, vedrai! ” rispose la madre , preoccupata nel vederla in quello stato.  
“Voglio vederlo!” urlò lei portandosi una mano fra i capelli .
“Tesoro, adesso non è possibile. Cerca di riposare! ”

Un brutto incidente ieri pomeriggio ha scosso l’intera città . Una berlina nera con alla guida un uomo da tempo ricercato dalla polizia , ha travolto in pieno una Bmw con a bordo due giovani in un incrocio , nei pressi del lungomare . L’uomo è morto sul colpo mentre ancora non si hanno notizie certe sul ragazzo alla guida del Bmw, la ragazza che era in sua compagnia sembra essere fuori pericolo.
 
Clarissa riuscì ad afferrare soltanto quelle parole dalla tv . Poi i suoi occhi si concentrarono sulle immagini senza volerlo .
L’incrocio, la Bmw e l’auto nera….. distrutte .
Si girò su un fianco : “ mamma , falla chiudere ! Ti prego ! ” disse fra le lacrime
“Mi scusi , mi dispiace” disse mortificata la signora , che subito si affrettò a spegnere l’apparecchio.
“Non si preoccupi” rispose Irene per sua figlia.   
Clarissa cercò di calmarsi :“Marco, sono con te. Rimani con me. Perdonami…..”  





Angolo Autrice


Ciaooooo! ^^ 
Questa storia è stata ispirata da una serie di cose...
Fatemi sapere cosa ne pensate ! ^^ Ci conto ^^ 
Un bacione! ^^ A presto ;)
 

 

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Capitolo 2
*** Verità ***



NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 




Capitolo 2. Verità 


“No!” urlò Clarissa aprendo gli occhi di scatto e mettendosi a sedere sul letto .

Anche durante il sonno non riusciva a trovar pace . I ricordi le riaffioravano senza esitazione nella mente .  Erano sempre lì…in agguato, pronti a farle rivivere gli attimi più brutti della sua vita .
L’incidente era impresso nella sua memoria , come fosse una scheggia di vetro piantata nella carne .
E faceva così male quel che provava , tanto da poterlo percepire anche nel fisico .
Le spalle le si alzavano e le si abbassavano ad un ritmo frenetico, il volto era madido di sudore .
Dall’unica finestra delle stanza, la luce entrava appena . Era l’alba . Un nuovo giorno si stava mostrando ai suoi occhi, ma come sarebbe stato ?
Marco . Doveva sapere come stava,  ne aveva bisogno .
Lui poteva vedere il sole di quel giorno ?
Si strofinò il viso con entrambe le mani e si girò verso il comodino alla sua destra , dove sua madre le aveva lasciato una bottiglietta d’acqua. L’afferrò con forza e l’aprì. L’acqua che andò a bagnarle la gola le diede sollievo per qualche istante .
“ Non riesci a dormire bene , vero?” le domandò la signora dal letto affianco .
Clarissa rimise la bottiglietta a posto e scosse la testa: “Non si preoccupi per me”
“Come ti chiami?” le chiese con voce dolce , la voce di una madre.
“Clarissa…e lei?” domandò voltandosi verso la donna dai cortissimi capelli corvini
“Sonia.” Rispose “ Mi chiamo Sonia”
La ragazza non disse altro .  
“ Tua madre si è assentata un attimo, immagino sia andata a parlare con tuo padre .”  Riprese Sonia incrociando le mani sul petto . “Tuo padre è il dottor Riccardo Valenzi , vero?”
La ragazza annuì facendo finta di interessarsi al discorso . In realtà non le importava che sua madre non fosse lì con lei in quel momento , e nemmeno che suo padre fosse un medico .
Lei voleva soltanto andar via da lì , svegliarsi da quel brutto incubo che voleva farla impazzire a tutti i costi .
Sonia con le sue domande, con il suo voler parlare ,  cercava di distrarla, ma non poteva sapere che tanto era tutto inutile. Era fiato sprecato. Clarissa non avrebbe dimenticato nulla , neppur volendo .
Quando qualcuno aprì la porta della camera , entrambe le donne non furono sorprese di rivedere Irene.
La donna , che assomigliava in maniera sorprendente alla figlia, sorrise contenta di vederla sveglia e seduta .
“Tesoro, come ti senti oggi?”
Clarissa non rispose, ma notò un borsone blu che sua madre posò sul suo letto .
“Cosa c’è ?” domandò con voce roca. 
“Sono stata a casa . Ho appena visto tuo padre, ha detto che oggi puoi uscire da qui…è tutto a posto” le comunicò felice. Un piccolo ed incerto sorriso le danzò sulle labbra .  
“Tutto a posto?” ripeté lei con voce un po’ incrinata , “Tutto a posto” continuò a ripetere passandosi la lingua sulle labbra
“No, mamma…non è tutto a posto.” La corresse guardandola negli occhi decisa .
Irene abbassò lo sguardo quasi subito non riuscendo a sostenerlo .
“Mamma dimmi la verità. Tu sai qualcosa su Marco che io dovrei sapere  , non è così?”
La madre trasse un profondo respiro, aprendo la cerniera del borsone.
“Tieni” disse “ ti ho portato questo paio di Jeans , la tua maglietta a mezze maniche preferita e qualche asciugamano.”
Clarissa scosse la testa con un triste sorriso sulle labbra: “ mamma , ti prego…non cambiare discorso.”
“Dovresti mangiare qualcosa, vado a prenderti…”
“Mamma!” urlò Clarissa , così forte da farla sussultare. “Non ho fame. Dimmi cosa sai su Marco!”
Irene si arrese e si mise a sedere accanto a lei : “ D’accordo, hai ragione. E’ giusto che tu sappia come stanno le cose”
La figlia sentì il cuore sbattere contro la prigione di costole , ma non si mosse e non disse una sola parola. Ora era arrivato il momento di ascoltare .
“ Marco…è in coma ” .
Irene mise insieme quelle quattro parole con enorme fatica , e senza incrociare mai lo sguardo di sua figlia .
Clarissa si portò immediatamente una mano davanti la bocca per soffocare un grido .
Le sfuggì un lamento e prese a singhiozzare chiudendo gli occhi .
Da quando si era risvegliata in ospedale aveva avuto un brutto presentimento , ma non gli aveva mai dato molta importanza .  Dopo le parole di sua madre però, era come se un macigno le fosse caduto sulle spalle .
“Tesoro, non fare così”  Irene la strinse in un dolce abbraccio. “devi essere forte”
“Papà deve fare qualcosa!” urlò Clarissa fra le lacrime “Lui può fare qualcosa!”
La madre prese ad accarezzarle i capelli , gli occhi lucidi : “Tesoro, ha fatto tutto il possibile per aiutarlo, adesso dipende da lui”
“Mamma non posso perderlo! Capisci? Non posso! ”  Era disperata, non sapeva cosa fare. Aveva voglia di urlare, urlare al mondo intero il suo dolore .
Il cuore di Marco batteva ancora…ma per quanto ?    
“Si risveglierà , ne sono sicura. C’è sempre una speranza. ”
Sonia osservò madre e figlia con dolore : “ Mi dispiace tanto…” disse con un filo di voce.  
Clarissa la ignorò , preda del dolore straziante che la stava logorando .
Se perdo lui , perdo tutto. 
Asciugandosi in fretta le lacrime con il dorso delle mani , si alzò e afferrò i vestiti che sua madre le aveva portato . Nel ritrovarsi in piedi ebbe un piccolo capogiro , ma riuscì ad ignorarlo . Riprese il pieno controllo su di sé in poco tempo . 
“Andrò da lui ” disse alla madre “ e non provare a fermarmi…”
Irene scosse la testa lentamente: “ tesoro…non farti del male!”
“Non posso, io devo vederlo. Mi farò accompagnare da papà se ti farà stare più tranquilla”  
Uscendo dalla stanza si diresse prima in bagno per cambiarsi e lavarsi come poteva .
Provò a non pensare , doveva farlo per non impazzire .  
La ragazza che vide nello specchio rettangolare montato sopra tre lavandini , le fece impressione . Il volto era pallido e sudato, gli occhi gonfi e rossi per il pianto, circondati da occhiaie violacee  , i capelli in disordine . In altre circostanze si sarebbe messa ad urlare per quell’aspetto orribile e sarebbe ricorsa al trucco , ma in quel momento non le importava nulla, se non di vedere Marco. Infilò Jeans e maglietta in pochi minuti poi come ultima cosa si sciacquò la faccia con acqua fredda.
Era quasi la fine di Maggio, faceva già caldo…ma dentro di lei sentiva un gran freddo.   
Con passi silenziosi si mosse per i corridoi dell’ospedale alla ricerca della stanza in cui suo padre visitava i suoi pazienti.  
Quando entrò , notò che Riccardo aveva da poco finito di parlare con un infermiere .
“Tesoro” fu la prima cosa che le disse , prima di alzarsi dalla sedia e andarle incontro per abbracciarla forte .
“Non sai che gioia provo nel rivederti in piedi !”  
“ Papà volevo chiederti se potevi accompagnarmi da Marco” iniziò , per poi mordendosi le labbra nel tentativo di frenare le lacrime che minacciavano di scendere.  
“da sola temo di non farcela” ammise lei .
Sentirsi impotente, debole,  era una cosa che detestava ma in quel momento non riusciva a tenere duro .
Era scossa da fremiti incontrollabili.     
Lo sguardo di Riccardo perse ogni traccia di gioia: “ Hai saputo…”
“mamma mi ha detto che…” chiuse le mani a pugno e abbassò lo sguardo . Una sola lacrima riuscì a sfuggire al suo autocontrollo.
Riccardo annuì accarezzandole una guancia:  “D’accordo ti accompagno .  Elena e Stefano sono con lui adesso…ma saranno contenti di rivederti . Mi hanno chiesto di te più di una volta .”
Clarissa spalancò gli occhi prima di annuire a sua volta , si era completamente dimenticata dei genitori di Marco . Anche loro sicuramente stavano soffrendo per lui .      
 “Tutto quello che è successo…” riprese il padre “ non sarebbe dovuto succedere. Marco non meritava tutto questo e nemmeno tu. ”
Lei trasse un profondo respiro : “Andiamo ”
Il padre sospirò prendendola sotto braccio .
Senza fiatare salirono due piani . In quel momento era come se Clarissa fosse un guscio vuoto . Nessuna emozione le attraversava le membra, indifferenti al caldo e al freddo.   
E quando arrivò dove voleva ,il suo cuore perse un battito.
Elena e Stefano cercavano di farsi forza a vicenda davanti la porta chiusa di una stanza .   
“Clarissa” la chiamò Elena appena la vide . La raggiunse e l’abbracciò per qualche secondo .  
“Come stai tesoro?” le chiese con le lacrime agli occhi prendendole il volto fra le mani .
Lei annuì soltanto, poi fece altri passi avanti per salutare Stefano , che la ricambiò con un mezzo sorriso.
Riccardo, dopo aver salutato i genitori di Marco, le indicò la porta con un cenno del capo.
Clarissa trasse un profondo respiro , e afferrò la fredda maniglia con forza per aprire la porta .

Posso farcelacontinuava a ripetersi .  

Appena entrò da sola nella stanza , cercò immediatamente con lo sguardo il suo Marco .  
Lui era lì , immobile, disteso su un letto con le braccia lungo i fianchi .
Circondato da macchine di ogni genere .
Un bip elettronico insistente interrompeva il silenzio ad un ritmo regolare , al contrario delle gocce di una flebo , che continuavano a scendere senza sosta non producendo alcun rumore.
Clarissa non riuscì più a trattenere le lacrime .
“Non lasciarmi , io sono qui!” gli sussurrò prendendogli una mano .
La strinse forte e la sfiorò con le labbra tremanti . “ Svegliati, amore mio.”
Avrebbe tanto voluto sentire le dita di Marco stringere le sue , ascoltare il suono della sua voce , della sua dolce risata , e perdersi per l’ennesima volta nei suoi incredibili occhi azzurri , ma in quel momento non era possibile .
Clarissa riuscì a stento a spostare lo sguardo sul volto pallido del ragazzo .
La vista era offuscata dalle lacrime, che con nonchalance continuavano a rigarle il viso senza pietà.

Perché si ritrovò a gridare dentro di sé
Perché tu e non io! Non è giusto! 

Con delicatezza gli accarezzò i corti capelli castani : “ Marco , ti prego”
Una mano gli afferrò una spalla e lei si voltò lentamente . Riccardo era lì, che l’osservava preoccupato: “ Tesoro, vieni”
Lei scosse la testa con furia: “ Vuoi sapere cosa stavamo facendo prima di quel…quell’incidente?” gli domandò riportando lo sguardo sul ragazzo.
Riccardo non rispose. Sua figlia aveva bisogno di sfogarsi .
Clarissa si portò i capelli dietro le orecchie : “ Stavamo discutendo. Io … l’avevo appena lasciato, dicendogli che l’odiavo , quando invece …io l’amo da impazzire!” confessò cercando di controllare la rabbia , che dentro di lei stava crescendo inesorabilmente .
“Io e la mia stupida gelosia!”
Il padre scosse la testa : “ Non potevi sapere cosa sarebbe successo…”  
Clarissa affondò il volto nel petto di suo padre: “ ma…”  non riuscì a terminare la frase .
Riccardo le diede un bacio fra i capelli mentre pensieri confusi affollavano la mente della ragazza .

Marco. Tu mi ami, hai continuato ad amarmi per tutti questi anni nonostante le mie numerose scenate di gelosia. Mi pento e mi vergogno per tutte quelle sere passate a discutere per colpa mia . Ma perché l’altro giorno hai preferito raggiungere Monica ?  
Lei aveva bisogno di un amico…forse. 

Eppure non riesco ad accettare il fatto che tu non sia completamente mio . Vorrei sempre averti per me, al mio fianco , ma tu devi essere libero…perdonami, sbaglio continuamente con te. Non merito il tuo amore. 
Amare non significa limitare la libertà di chi ami , decidere con chi deve parlare o dove deve andare. Adesso lo so , perché  farei di tutto pur di vederti star bene . Rinuncerei a te , al tuo amore , senza esitare …ormai ne sono certa.  
Monica. 
Adesso provo una serie di emozioni contrastanti quando penso a lei. 
Non è odio…non riesco a spiegarlo. Ho bisogno di parlare con lei per scoprirlo.  
Tu svegliati, amore mio. Prometto che cambierò in meglio… 



Angolo Autrice 

Ciaooooo! ^^ Vorrei ringraziare ancora chi ha recensito l'inizio di questa storia e chi l'ha inserita nelle seguite :) 
Spero vi sia piaciuto anche questo nuovo capitolo ;) Fatemi sapere! 
Nel prossimo Monica entrerà in scena...e non soltanto lei ;) 
Un bacione! A presto! ;) 

 

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Capitolo 3
*** Incontri all'Università ***




 

NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 




Capitolo 3. Incontri all'Università 



Prima di andar via , Clarissa non aveva potuto dar neppur un bacio sulla bocca di Marco , anche se avrebbe tanto voluto .
Incontrare le sue labbra le avrebbe dato un po’ di forza in più per andare avanti , per continuare a credere, a sperare , ma la maschera d’ossigeno gliel’aveva impedito .
Non importava . Poteva e doveva farcela comunque . 
Era specialmente l’idea di salire in auto e in compagnia di sua madre - pur sapendo di non aver altra scelta se voleva raggiungere casa sua –  a crearle un’ ansia e una paura tale da stritolarle lo stomaco vuoto .
E quando si mise a sedere sul sedile , per un attimo penso di scappare e di raggiungere casa a piedi , nonostante si trovasse a circa una ventina di chilometri da lì  .
Clarissa chiuse gli occhi e poggiò il capo sul poggiatesta : non aveva alcuna intenzione di guardare la strada .   
“Tesoro?” la chiamò preoccupata sua madre, appena avviò il motore dell’auto .
“E’ tutto a posto” mentì Clarissa mentre cercava di allacciarsi la cintura.
“Sicura?” insistette Irene.   
“ Si…ma vai piano” rispose la ragazza con un filo di voce    
“ Sai che non mi piace premere molto l’acceleratore . Non sei tu a chiamarmi tartaruga di strada ?”
L’ombra di un sorriso si fermò sulle labbra della ragazza per brevi istanti , ma Clarissa  non riuscì comunque ad aprire gli occhi .
Abbandonarsi al buio, le infondeva quel briciolo di serenità sufficiente per poter restare chiusa in auto ,  pur sapendo perfettamente che al minimo cenno di pericolo, non ci avrebbe messo poi molto a schizzare fuori dal mezzo . Ogni singolo muscolo era già pronto a scattare .
Quando sua madre le disse :  “Siamo arrivati! ” , provò un enorme sollievo .
Trasse un profondo respiro e riaprì gli occhi scendendo dall’auto in tutta fretta.  
A passi svelti, dopo aver aperto la porta d’ingresso della villetta dei suoi genitori , raggiunse camera sua  con l’intenzione di chiudersi all’interno .
Invano Irene provò a farle cambiare idea.
Clarissa non aveva fame , non aveva sete… non aveva bisogno di niente se non di un po’ di riposo .
Era tutto ciò che in quel momento pretendeva .
Smarrirsi in quel mondo, dove i pensieri erano confusi , spesso addirittura inesistenti era un’idea allettante .
Lasciarsi andare era un ottimo rimedio per non pensare.
Si distese sul letto, ignorando volontariamente le fotografie di Marco sulla mensola accanto per evitare altro dolore .
Prima di chiudere gli occhi , ultimi pensieri concreti le invasero la mente:
Se muori , amore mio, allora vuol dire che a me non resta molto da vivere . 
Non riesco ad immaginare una vita senza te.   
Ci siamo amati sin da subito… avevamo solo quattordici anni , e da quel momento non ci siamo mai separati  , perché farlo proprio ora ?  
“Perché quest’incidente?! E’ una sorta di punizione forse!”   si ritrovò a gridare al soffitto .
                                                                  *****
Non aveva dormito molto…anzi non aveva dormito affatto .
E quella mattina per mandar giù un biscotto e riempire un po’ lo stomaco fece una fatica immensa.
Ogni morso le provocava sofferenza . Il pezzetto le si bloccava in gola , per poi scendere con calma mentre un senso di nausea l’assaliva e minacciava di farla rimettere .
Monica.
Era diventata una fissazione ormai.
Doveva parlarle .
L’unico modo per incontrarla era raggiungerla in una delle tante aule di Giurisprudenza all’Università , i corsi stavano per finire ormai , ma lei era sicura di riuscire a trovarla senza problemi .
Monica era una ragazza studiosa e non perdeva mai una lezione . Quelle rare volte che accadeva, aveva sempre gli appunti di Marco a portata di mano .
Ecco, questa era una delle tante cose che la facevano diventare una belva: gli appunti di Marco studiati da quella ragazza . Clarissa aveva persino pensato di cambiare facoltà, pur di non lasciare sempre Marco da solo con “quella lì” , ma suo padre Riccardo non era affatto d’accordo . 
Il solo pensiero di dover prendere un mezzo a ruote per poter raggiungere l’università poi , non la rendeva affatto contenta , ma anche in questo caso Clarissa sapeva che era necessario .
L’università comparve davanti ai suoi occhi soltanto un’ora dopo .
Prima di avviarsi verso le aule di Giurisprudenza sotto il sole cocente , trasse un profondo respiro raccogliendo tutto il coraggio che aveva in corpo .
Camminare in quei corridoi da sola , senza la compagnia di Marco , lo considerò strano , e ancora più scioccante fu fermarsi davanti la bacheca per controllare l’orario dei corsi che si tenevano quel giorno .
Ne ricordava qualcuno per via di Marco , ma aveva bisogno di una conferma. 
Diritto Civile, Diritto della Navigazione, Diritto del Lavoro, Diritto Penale …sembrava un elenco infinito con orari, nomi dei professori e delle aule in cui si svolgevano . Era sul punto di trovare l’aula in cui si trovava Monica quando un ragazzo si fermò alle sue spalle.
“ Guarda un po’ chi si rivide…Clarissa la sopravvissuta . Ed è sola, senza il nostro Marco . ”
Lei preferì non voltarsi , sapeva bene chi era stato a parlare e voleva evitarlo a tutti i costi.
“ Mi eviti” disse ancora l’altro , per poi afferrarle un braccio con violenza e costringerla a girarsi .
Clarissa si lamentò: “ Lasciami stare, Andrea!” e lo guardò furiosa dritto negli occhi grigi .
Andrea scoppiò a ridere : “ Rilassati dolcezza! Qual è il problema?”
“Mollami!” ringhiò lei “ Sei tu il problema! Lasciami, mi fai male!”
Andrea scosse la testa con un sorriso beffardo stampato in volto : “ No, non posso lasciarti andar via…ora che sei tutta sola ,  sarà meglio che ne approfitti… non trovi ? Come stai ? Ho saputo dell’incidente…”
“Sto benissimo e voglio stare da sola, chiaro?” ribatté alzando la voce
 “ Selvaggia come sempre , ed è questo che mi piace di te ! ” le sussurrò avvicinandosi pericolosamente al volto della ragazza.
Clarissa fece una smorfia di disgusto  : “ Vattene.” Gli intimò  “Ti ho già detto mille volte che non ti amo. ”
“Imparerai ad amarmi…lo farai…non puoi stare con un perdente come Marco! ”
“Non osare parlare così di lui , hai capito? ” minacciò furiosa guardandolo con sguardo di fuoco e per nulla intimorita dalla vicinanza del giovane .
Il ragazzo, che era praticamente il doppio di lei ,  rise e le rubò un bacio .
Clarissa spalancò gli occhi , e con tutta la forza che aveva gli morse le labbra riuscendo ad aprendogli una piccola ma dolorosa ferita.
Andrea la lasciò andare e fece due passi indietro portandosi due dita sul labbro sanguinante.
“ Ahi!” esclamò sorpreso “Calmati cucciola !”
“Vedi di andartene, Andrea” consigliò una voce femminile .
Clarissa non disse una parola quando si ritrovò Monica a cinque passi di distanza.
La ragazza non era da sola, era in compagnia di Luca .
Clarissa conosceva bene quel ragazzo , perché era un collega . Spesso quando era con Marco andavano a prendere un caffè tra una lezione e un’altra insieme a lui .
“Monica Terrazzani e Luca Solari…anche voi qui?” domandò Andrea fingendosi sorpreso.
“ Andrea non c’è spazio per te qui…lascia in pace Clarissa.” Consigliò Luca “Come può farti capire che non ti ama?”
Il ragazzo alzò per un attimo le mani all’altezza delle ampie spalle : “ E va bene…d’accordo, volevo soltanto stare un po’ con lei ” spiegò gesticolando “ ma vedo che non sono gradito…perciò me ne vado.”
“ Clarissa, io e te ci rivediamo presto.” Promise in un sussurro passandole accanto un’ultima volta.
“ma anche no” sibilò lei , riducendo gli occhi a due fessure mentre l’osservava andar via .
“Ben detto!” esclamò Monica , passandosi una mano fra i corti capelli rossi . Aveva qualche lentiggine sparsa sul naso e sulle guance , ma la prima cosa che una persona notava in lei erano i suoi incredibili occhi verdi e le sue labbra sottili rosso sangue . Era poco più bassa di Clarissa, ma era anche molto carina .
“Tutto bene?” chiese preoccupato Luca a Clarissa .
Lei annuì lentamente : “ Si, tutto a posto grazie.”
Il ragazzo sospirò mettendosi le mani sui fianchi : “ Andrea è sempre il solito idiota! ”
“ E’ una testa calda” lo definì Monica  “ Come mai sei qui ?” chiese poi a Clarissa , in tono dolce .
Clarissa trasse un profondo respiro : “ Devo parlarti” riuscì a dire , seppur con tono freddo e distaccato .
Un peso sullo stomaco era comparso magicamente nel momento in cui aveva visto la ragazza accanto a lei , e il cuore aveva preso a batterle forte nel petto . Sentiva una sorta di fastidio in tutto il corpo…
Avrebbe voluto risponderle in maniera più carina , ma non c’era riuscita.
Monica annuì, anche se un po’ sorpresa : “ Ma certo. Ci sediamo al bar qui fuori ? ”
Clarissa sospirò : “ Per me va bene”
Luca proprio in quel momento prese parola : “ Bene, allora io vado…se avete bisogno di me il mio numero l’avete . Sono a vostra disposizione. ”
Poi , prima di andarsene , strinse forte una spalla di Clarissa: “ Io e Monica appena abbiamo saputo siamo corsi in ospedale…mi dispiace tanto per tutto quello che è successo .  Vorrei poter fare qualcosa . Tieni duro, si risolverà tutto, ne sono sicuro. ”
“Grazie” rispose semplicemente , non sapendo cos’altro dire all’amico

 
 
Angolo Autrice
 
Ciaooooo! ^^ Buongiorno! ^^
Come va ? Io ho caldo, ma non posso non amare questo meraviglioso sole <3
Piaciuto questo nuovo capitolo ?  Come vi sembra Monica ? ;)
Non vi farò attendere molto per il prossimo capitolo !  ;)
Appuntamento al bar nei pressi dell’Università ! Non mancate ! XD
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Un bacione! A presto ! ;)  

 

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Capitolo 4
*** Succo & Caffé ***





 

NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 


Capitolo 4. Succo & Caffé


“ Cosa ordinate? ” 
Monica alzò lo sguardo verso il ragazzo arrivato all’improvviso .
 “ Un caffè , grazie” ordinò, mentre poggiava la borsa sul divanetto nero posto in un angolo del bar , dove aveva deciso di sedersi assieme a Clarissa .
“ e per lei?” chiese il ragazzo , voltandosi completamente verso Clarissa
La ragazza mise le mani incrociate sul tavolino che aveva davanti e rispose : “ Per me un succo alla mela verde”
Il ragazzo annuì : “ Perfetto, vi servo subito” promise , per poi allontanarsi a passo svelto.
“Di cosa vuoi parlare?” domandò Monica senza tanti preamboli, dopo solo due minuti di silenzio nei quali rimasero a fissare il barista che serviva qualche cliente al banco .
“ Marco” rispose Clarissa tesa .
Quel nome fece irrigidire anche la ragazza che era seduta al suo fianco.
“ Cosa…cosa c’entro io con Marco?” balbettò confusa
“ Cosa c’è tra voi?” chiese di getto l’altra , senza mai incrociare il suo sguardo .
E per favore dimmi la verità  aggiunse con il pensiero.
Monica sgranò gli occhi , aprì e richiuse la bocca diverse volte , senza riuscir a far uscire alcun suono.
“Come?!” era scioccata , sconvolta. Clarissa non riusciva a dare una giusta interpretare alla sua reazione.  
Era sconvolta perché lei era riuscita a scoprire qualcosa , oppure perché non aveva niente da nascondere e non sapeva da dove fosse saltata fuori quella domanda ?
Mentre i minuti trascorrevano lenti e silenziosi , Clarissa pregava in silenzio.
Pregava affinché qualunque risposta avesse ottenuto, non la spingesse a reagire in maniera spropositata .
Doveva accettare la realtà senza urlare, impazzire o addirittura gioire se le fosse piaciuta…per amore di Marco.
Per un attimo incontro lo sguardo di Monica…era indecifrabile.
Dimmi cosa stai pensando, avanti! Ti prego! Non vedi che non ce la faccio più?
“Clarissa…Marco è solo un amico” disse la ragazza prendendo un ampio respiro.
Non provò nulla, niente di niente. In cuor suo voleva sentire quelle parole da diverso tempo  , ma erano vere, sincere ? Un amico…che tipo di amico? Lei stava mentendo? Non riusciva ad avere la conferma . E anche se avesse mentito ? Non era colpa sua dopotutto…era forse una colpa innamorarsi di un ragazzo come Marco?
Oppure era lei, che con la sua gelosia aveva allontanato, senza volerlo, il suo ragazzo e aveva dato la possibilità ad altre ragazze di avere un’opportunità con lui?
Monica sembrò riuscire a leggere i suoi pensieri dal suo sguardo , perché aggiunse: “ Solo amici. Io e Marco siamo solo amici niente di più.”
Clarissa strinse le mani a pugno: “ Perché non riesco a crederti?”
La ragazza distolse lo sguardo dal suo, un sorriso amaro affiorò sulle sue labbra : “ Di solito nessuno in passato credeva in me . Nemmeno i miei genitori. Tutti hanno sempre riposto poca fiducia in me , e non so nemmeno per quale motivo! Cosa avevo che non andava ? Quale parte del mio carattere non convinceva gli altri ? Forse il mio modo di pensare? Il mio modo di vestire? E adesso ? A te non sono simpatica, vero ?
Clarissa deglutì: “No” ammise  
Monica rise piano : “ Sai, i miei primi giorni all’Università… sono stati un disastro, così come erano stati gli anni al liceo. Era una mattina di novembre quando incontrai Marco per la prima volta. Piangevo, perché ancora in un mese non ero stata capace di farmi un amico…un’amica. Mi sentivo osservata, disprezzata, oppure ignorata completamente, come se fossi inutile a questo mondo . Marco mi ha vista…si è avvicinato a me e si è seduto al mio fianco. Per tutta la lezione mi ha tenuto la mano senza dire una parola, senza neanche conoscermi. Mi ha detto soltanto: “ Se hai voglia di parlare con qualcuno, io sono qui… non farti problemi. Non sono venuto qui per giudicarti. ” 
Non ti nascondo che ogni mattina da quel giorno , avevo il desiderio costante di incontrarlo. Finalmente avevo conosciuto qualcuno con cui parlare, una persona meravigliosa che era riuscita a farmi sorridere. Mi  ha aiutato a credere in me stessa, ad accettarmi per quello che sono! Ho imparato ad amarmi grazie a lui. Mi ha insegnato tante cose! Non sai quante volte ho ringraziato Dio per avermi fatto incontrare una persona come lui. E adesso che ho finalmente fiducia in me stessa… guarda quanti amici ho, sono circondata ! ”
Clarissa ascoltava con interesse il suo racconto, e ad ogni frase il suo amore per Marco si faceva sempre più forte e intenso dentro di lei, tanto che arrivata ad un certo punto credette di scoppiare .
Lo sentiva scorrere nelle vene, entrare come aria nei polmoni, come forza nei muscoli . Lui aveva fatto tanto per aiutare quella ragazza in difficoltà . E lei ? Lei invece aveva amato tanto rimproverarlo ogni volta che veniva a sapere che aveva trascorso un po’ di tempo con Monica .
“Clarissa…io non amo Marco” chiarì definitivamente “ e lui non ama me. Marco ama solo te. Non sai che cose meravigliose mi racconta sul tuo conto . Ti conosco da poco di persona , abbiamo avuto soltanto qualche occasione per parlare… ma sono contenta che Marco abbia una ragazza come te. Sei una ragazza speciale Clarissa . ” Aveva gli occhi lucidi mentre diceva quelle parole , quasi non riusciva a vedere la tazzina di caffè che il ragazzo consegnò loro insieme al succo di mela, proprio in quel momento .
Una ragazza speciale…ha sempre pensato questo su di me , mentre io ho sempre parlato male di lei alle sue spalle. L’ho chiamata sgualdrina, sciagurata, sfigata. Ho litigato con Marco perché non volevo che vedesse  una come lei…
“No” esordì a bassa voce “ io non merito un ragazzo come Marco.”
Monica la fissò confusa e allungando le mani cercò le sue per stringerle forte:  “ Cosa dici?”
“ Ti ho odiata Monica. Ho parlato male di te. Ho litigato diverse volte con Marco a causa tua” le rivelò osservando il succo di mela che aveva nel bicchiere . Il liquido verdognolo tremolava sotto il suo sguardo.
“ Io non…non pensavo che ti rendesse gelosa l’amicizia che Marco e io…mi dispiace tanto!”
Era sincera. Lo capiva dal suo sguardo, dalle mani che stringevano le sue con preoccupazione e premura .
Fu il turno di Clarissa. I suoi occhi color nocciola si riempirono di lacrime: “ prima dell’incidente…ho fatto un’altra delle mie solite scenate di gelosia”
Monica spalancò gli occhi, non sapeva cosa dire.
“Mi dispiace” riuscì a dire Clarissa fra le lacrime “ ho rovinato tutto!”
“No , tu non hai rovinato niente!” le disse Monica “ non dire sciocchezze, che cosa avresti rovinato ? ”
“ Qualche giorno fa…perché è venuto da te invece di venire da me all’Università?” domandò asciugandosi le lacrime in tutta fretta .
 “ E’ venuto da me perché voleva un consiglio riguardo una certa questione ” spiegò
Clarissa non capì: “ un consiglio? ”
Monica sorrise mesta: “ mi aveva chiesto di non dirlo a nessuno, nemmeno a Luca.”
“Monica non nascondermi nulla…ti prego” la supplicò con la voce e con lo sguardo
La ragazza annuì , con una mano frugò nella sua borsa e tirò fuori una piccola custodia blu.
“ Voleva darti questo” le disse “ E voleva il parere di un’amica… ”
Con il cuore a mille , Clarissa raccolse la custodia dalle mani di Monica e l’aprì senza esitare .
Rimase senza fiato. Una lacrima, una sola, le attraversò una guancia per poi fermarsi sul mento prima di cadere giù a bagnare il tavolino .
La custodia nascondeva all’interno un anello d’oro bianco con su tre meravigliosi piccoli diamanti messi in fila .
“è bellissimo” disse per lei Monica “ ha preferito lasciarlo a me per non darti nessuna occasione di vederlo per sbaglio, ossia prima di dartelo al momento giusto . ”
Clarissa guardò Monica e scosse la testa lentamente, confusa : “ perché…io non…”
“ Vuole sposarti ” rivelò piano
La ragazza si passò una mano fra i capelli biondo miele : “ Oddio.”
“Marco mi ha detto che non desidera altro che condividere con te ogni giorno, svegliarsi al tuo fianco ogni mattina, guardarti mentre dormi . Non fa altro che dirmi che vuole laurearsi con sua moglie , non con la sua ragazza. ”
Clarissa si passò una mano sul viso: “ Anch’io…anch’io…desideravo tutto questo!”
“ Non perdere la speranza…Marco non è morto! ” aggiunse Monica rimproverandola .
Clarissa si costrinse a non piangere. “ Lo so , ma mi manca"




 
 Angolo Autrice
Ciaoooo :)  In questo capitolo qualche errore mi sarà sfuggito ! :-/
L’ho scritto un po’ così , non mi convince molto…ma lascio giudicare voi ! :) 
Fatemi sapere cosa ne pensate :) 
Un bacione <3 A presto ;)  







 

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Capitolo 5
*** Amore & Perdono ***



 

NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 





Capitolo 5. Amore & Perdono


“Ehi!” gridò qualcuno da lontano.
Clarissa si voltò di scatto verso sinistra , e un mezzo sorriso affiorò spontaneo sulle sue labbra .
“ Monica, cosa ci fai qui?” le domandò con voce roca, stanca .
La ragazza aggrottò la fronte mentre avanzava verso di lei con un sacchettino fra le mani :
“ Sono qui per un motivo ben preciso. Ho il compito di farti mettere qualcosa sotto i denti!”
Clarissa sospirò , stringendo ancora di più le ginocchia al petto .
Desiderava stare da sola  , ne sentiva un disperato bisogno .  
Restar seduta su uno dei tanti scogli , che conosceva sin da quando era una bambina… a due passi dal mare e in completo silenzio , era qualcosa che amava fare spesso quando era triste .
Il silenzio era un buon amico in quei momenti , un fedele alleato che non chiedeva e non pretendeva nulla.
Poi il sole , che lentamente e ogni giorno si immergeva nelle acque all’orizzonte a fine giornata , catturava la sua attenzione come sempre , riuscendo a far rallentare i battiti violenti del suo cuore , e ad allontanare ricordi dolorosi , che le trafiggevano l’anima.
Per un po’, riusciva ad isolarsi dal resto del mondo quando era lì .
Ma il significato del  “ voler restare per un po’ da sola” secondo Clarissa, era qualcosa che forse nessuno riusciva a comprendere fino in fondo . 
Irene, Riccardo, perfino Elena e Stefano preferivano non lasciarla sola , mai.
Le stavano costantemente addosso, col fiato sul collo,  preoccupati per il suo stato d’animo .
E proprio quando finalmente era riuscita a sfuggire dalle loro grinfie,  ecco arrivare Monica , con del cibo in un sacchettino !
Due incubi in un colpo solo . Una stoccata, una fucilata in pieno petto.  
La ragazza con i capelli rossi e il cibo.
La cosa più assurda ? Era che nonostante tutto le faceva piacere la presenza di Monica .
Strano, decisamente molto, ma molto strano.        
Erano passati soltanto due giorni da quando erano riuscite a parlare, a chiarirsi , in quel piccolo bar nei pressi  dell’Università . Soltanto due . Eppure tra loro era già nata una forte amicizia .
Monica riusciva a capirla , a rassicurarla, come nessun altro . Avevano scoperto di avere molte cose in comune. Entrambe poi, tenevano molto a Marco , anche se in maniera differente .
Basta. Niente più pregiudizi, niente gelosie . 
Clarissa scosse la testa lentamente . Nel buio che stava travolgendo la sua vita, Monica , una ragazza che in passato odiava con tutta se stessa, era proprio lì accanto a lei , pronta ad infonderle forza . Un piccolo faro in mezzo all’ animo tormentato.
Non devo più dubitare dell’amore che Marco nutre nei miei confronti !decise.
Adesso ho capito : provar gelosia significa non aver fiducia nell’altro .Non aver fiducia nella persona che si ama…orribile!
Marco merita la mia completa fiducia . 
Un po’ di gelosia , a patto che sia nei giusti limiti , ogni tanto non gusta . 
Può servire per far notare alla persona che si ama quanto teniamo a lei ,cosa siamo disposti a fare per lei !  
Ma troppa…ogni giorno…può distruggere una coppia, separare per sempre due persone che si amano .
Il compito della gelosia è avvelenare due cuori destinati ad amarsi . 
Si, perché per me la gelosia è un veleno. Un veleno letale. 
Chi viene infettato da lei , come conseguenza non avrà nient’altro che male, litigi e incomprensioni.
La gelosia è una delle tante strade che conducono all’ odio . Insegna ad odiare,  e l’odio non è mai bello, mai giusto.  
Chi prova amore , chi sa cosa vuol dire amare…non può cedere all’odio , piuttosto deve saper dar perdono. 
So bene che le cose giuste sono sempre le più difficili da fare e da ottenere .  
E’ più facile odiare che perdonare . Ma la differenza fra odio e perdono è abissale:  
Il perdono ci rende forti , diffonde amore e pace in noi stessi , ci rende liberi . 
L’odio… ci rende deboli ,pesanti,  schiavi .  
Io ho confuso amore per possessione a causa della gelosia . 
Ho odiato una persona senza neanche conoscerla , senza un motivo ben preciso…certe volte provando addirittura  gusto nel farlo !  Che sciocca . 
Senza accorgermene stavo pian piano cancellando ciò che io e il mio Marco avevamo intenzione di costruire: stavo distruggendo la mia famiglia ancor prima di farla nascere !   
Purtroppo per questo motivo…non riuscivo a perdonarmi . 
Monica, era incredibile. Nonostante sapesse cosa un tempo andavo dicendo sul suo conto , non faceva altro che aiutarmi . Lei, che credevo una nemica, mi aveva perdonato senza problemi . 
Perché allora io non riuscivo a perdonare me stessa? 
Il dolore era troppo grande, straziante…bruciava ancora nelle vene , nel sangue, come fuoco sprigionato dal cuore ferito e sanguinante . Non riuscivo a sopportare me stessa . 
Mi sentivo a disagio nel mio stesso corpo, come se non mi appartenesse più.    
Quell’incidente stava cambiando la mia vita.  
Stavo imparando cose che non avrei mai pensato di dover imparare. 
Avrei voluto arrivare a tutte queste conclusioni in un altro modo…non così…mai così! 
E adesso continuavo a sperare , a pregare per il mio Marco.
Marco.  
Lui doveva ritornare da me . Avrei trovato il mio perdono stretta fra le sue braccia .   
“ Aiutami , altrimenti cado ! ” esclamò Monica terrorizzata mentre cercava di raggiungerla saltellando da uno scoglio all’ altro . Mantenere l’equilibrio non era semplice , e aveva paura di finire in acqua o peggio…sbattere la testa da qualche parte.   
Clarissa si alzò subito e allungò un braccio verso di lei .
“Ok , ok ci sono!” disse trionfante la rossa passandosi la lingua sulle labbra e afferrandole la mano .
Fu lieta di essere riuscita a raggiungere l’amica sana e salva .
“ Sapevi che ero qui…” non era una domanda .  
“ Tua madre è stato il mio navigatore ! ” confessò Monica , mentre il suo sguardo non riusciva ad allontanarsi neanche per un istante ,  dalle grandi onde che andavano ad infrangersi continuamente sugli scogli a poco più di un metro dai loro piedi .
Schizzi d’acqua fredda si tuffavano in aria a velocità sorprendente , e spesso riuscivano a raggiungere le due ragazze, come fossero gocce di pioggia pesanti che preannunciavano l’arrivo di un acquazzone .
Il forte odore di salsedine era un qualcosa di meraviglioso, che rinfrescava e liberava i polmoni , e assieme alla brezza , che accarezzava dolcemente la loro pelle e i loro capelli che volteggiavano in aria disegnando ampie volute.  
“ capisco…” e si rimise a sedere , seguita dall’amica che prese posto al suo fianco.
“ Tieni” disse Monica porgendole il sacchettino : “ uno spicchio di pizza ! ”
Pizza. Amo la pizza…ma non ne ho voglia adesso.
Una forte nausea l’assalì all’improvviso . Clarissa sentì la bocca dello stomaco e la gola stringersi in una morsa agghiacciante .
“ Ti ringrazio , ma non ho fame” si affrettò a dire , per poi allontanare velocemente il sacchettino con una smorfia di disgusto .
La rossa si fece seria di colpo e mise una mano sulle sue , che erano ritornate a stringere le ginocchia.
“ Devi sforzarti. E’ da giorni che non vuoi mangiare niente!” la rimproverò severa
“ In realtà qualcosa nel mio stomaco sta entrando ” ribatté acida
“ Ah si? Un biscotto la mattina e appena un bicchiere di latte la sera? Complimenti per la dieta ! Vuoi diventare un fantasma ? ”
“ Non sono a dieta” sibilò a denti stretti “ perché non capisci, perché tutti non capite !”
“ Cosa c’è da capire, Clarissa ? ” le domandò esasperata Monica “ Siamo tutti preoccupati per te!”  
La ragazza si passò una mano tremante sul viso pallido : “Io non posso mangiare sapendo che lui…che lui…” non riusciva a trovare le parole giuste .
Provava un misto di emozioni , sensazioni , che lei stessa non riusciva a decifrare.
Senso di colpa? Rimorso? Mancanza? Era possibile provare tutte quelle cose e molto altro in un colpo solo ?
Stava impazzendo.
“ Smettila!” ordinò Monica all’improvviso “ Smettila di piangerti addosso! Ti credevo più forte! ”
Clarissa incrociò il suo sguardo, furiosa:  “ non ho più lacrime da versare” ammise in tono duro
“ piangere non mi basta più se vuoi saperlo! ”
“ Allora sentiamo…cosa vorresti fare  ? Lasciarti morire ? ” la provocò l’amica, stanca di vederla in quello stato.
“ La mia vita è sospesa, proprio come la sua” disse con un filo di voce, gli occhi lucidi .
Monica deglutì, spaventata : “ Tu dovresti essere forte per entrambi invece! ”
“ Sono stanca, non so cosa fare se non continuare a pregare ! Voglio che Marco apra gli occhi! Non chiedo altro , perché non succede ? Perché non vengo ascoltata?! La mia vita non può continuare senza di lui! ” strillò , chiudendo le mani a pugno.
Perché non capisci? Marco è la mia vita…e senza vita come posso vivere!
Monica scosse la testa : “ Allora non dovresti stare qui, tutta sola ad aspettare . Vai da lui…rimani al suo fianco. Lotta insieme a lui ! ”
Clarissa abbassò lo sguardo : “ Non riesco a vederlo, non in quello stato.” Ammise con un nodo in gola
L’amica sospirò : “ Ha bisogno di te ”. “ ed io…io sono qui accanto a te per aiutarti” aggiunse afferrandole una spalla con forza. “ io non ti mollo!”
La bionda la fissò per qualche istante senza dire una parola.
“ Tuo padre cosa ti ha detto ?” chiese Monica con tono dolce
“ Niente di nuovo . E’ stabile ”
La rossa annuì : “ Bene. Mangia. Ti porto da Marco ” decise, per poi alzarsi di colpo.
L’amica scosse la testa con un mezzo sorriso sulle labbra : “ Tu non ti arrendi mai , vero?”
“ Non dovresti farlo neanche tu” fu la risposta immediata .
Clarissa recuperò il sacchettino e tirò fuori lo spicchio pizza sbuffando . Il forte odore del sugo riaccese la nausea , ma questa volta i suoi denti affondarono nel cibo, decisi a mandar giù qualcosa .
“ Brava. Ingoia tutto , altrimenti ti faccio entrare quella benedetta pizza dalle orecchie!” avvisò scherzosamente
Lei trasse un profondo respiro : “ D’accordo” disse mentre masticava “ farò ciò che mi hai detto” 






Angolo Autrice 



Ciaooooooo! ^^ Rieccomi qui! E' un capitolo un pò...come dire? Strano? O.o  
E' tutta colpa del mio caro libro di diritto privato, che mi sta chiamando da diversi giorni : non vede l'ora di essere aperto!
A causa sua non riesco a scrivere di più ! :-/ 
Fatemi sapere cosa ne pensate ! ;) 
Ringrazio di cuore Elamela per le sue recensioni ^^ e a Cimmucimmu , Hurry, Kikkisan, Minelli ed Elamela per aver inserito la storia tra le seguite ^^ non so cosa dire...vi ringrazio infinitamente ^^
Aggiornerò presto! ^^
Un bacione a tutti voi ! ;)  A presto ;) 
 

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Capitolo 6
*** Voglio vivere ancora nel tuo amore ***






 

NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 







Capitolo 6. Voglio vivere ancora nel tuo amore 

“ Non so se riesci a sentirmi , non so nemmeno se vuoi avermi accanto in questo momento .
Dopo ciò che ti ho fatto e ti ho detto prima di quell’incidente non…non riesco a…a…perdonarmi. 
Prima di qualche ora fa non riuscivo neanche a venire qui . Sono una codarda, lo so perfettamente .”
Un sorriso amaro affiorò sulle labbra di Clarissa .
“Ma affrontare la realtà , specie quando non piace , è dura . Non sai quanto, Marco !
Il fatto è che vederti così , disteso su questo letto, in questo stato...il saperti tra la vita e la morte, mi fa star male . Mi sento in colpa , amore mio.
Ho perso tempo ad urlare, a impazzire di gelosia, quando invece avrei potuto dedicare quei momenti  all’amore che ho per te !
Ti chiedo scusa, hai ragione: sono una bambina certe volte!
Io non amo ascoltare, lo sai. Mi piace avere sempre ragione, purtroppo. Un orribile difetto.
Ma come hai fatto a sopportarmi in tutti questi anni?  
Cosa ho fatto per meritarmi il tuo amore ?  Dimmelo .  Io non riesco a capire…
Cosa ti ha colpito in me ?
Sono caparbia, testarda: ho la testa dura come la roccia, proprio come dici tu.   
Soltanto adesso ho capito molte cose, vorrei dirti tante cose…e non so da dove cominciare .  
Sono cambiata in meglio.  
La ragazza che ero prima era decisamente ridicola su tutti i fronti, credimi !
Tesoro mio , ho un disperato bisogno di incontrare i tuoi occhi , e sciogliermi davanti ad uno dei tuoi meravigliosi sorrisi. Ogni istante senza te è un minuto d’inferno su questa terra ! Avanti svegliati ! Coraggio.  ”
Clarissa osservava il volto pallido e immobile del suo Marco con amore infinito da ormai qualche ora .
Si era seduta su una sedia , proprio accanto al suo letto…e se prima non aveva alcun desiderio di andare in ospedale, adesso invece non sapeva come sarebbe riuscita ad andarsene da quel posto , perché non aveva alcuna intenzione di muoversi da lì, neanche per un millesimo di secondo . Ogni attimo con lui, le infondeva  speranza e gioia…nonostante tutto. Sfiorare la sua pelle tiepida , i suoi capelli castani e le sue mani… era rassicurante. Stranamente si sentiva più forte al suo fianco .
Monica, non sbagliava. Il suo posto era accanto a lui. Lei doveva lottare al suo fianco.  
“ Monica…sul suo conto avevi ragione , sai? Lei è una ragazza davvero speciale. 
Non ci crederai, ma siamo diventate ottime amiche. Grazie a te, Marco. ” scosse la testa mentre lacrime salate iniziavano ad offuscarle la vista e a rigarle le guance : “ le voglio bene” rivelò senza problemi al mondo intero . Era la prima volta che lo diceva ad alta voce.
“ Amore mio, hai capito?” gli domandò accarezzandogli la fronte con dolcezza .  
“ Per te farei di tutto. Ti darei la mia stessa vita senza esitare , seduta stante! ”
Gli afferrò una mano con delicatezza e la poggiò su una sua guancia , poi chiuse gli occhi .
Era alla ricerca di una tenera carezza che non riceveva da giorni .
Le labbra ad un soffio dalle dita .
Clarissa cercava di controllarsi, di rallentare i battiti del cuore colmo d’angoscia .  
“ Non provare a morire Marco” gli sussurrò piano riaprendo gli occhi “ Io ti amo. Sarò tua per sempre . Non dubiterò più di noi . Voglio vivere ancora nel tuo amore . ”  
No. Mai più dubiterò di noi. 
Qualcuno bussò piano alla porta , e lei si asciugò in fretta le lacrime con le maniche della camicetta bianca che indossava
“Si” disse lei, seppur con voce tremante.
“ Ehi…”
Clarissa si voltò e incrociò gli occhi verdi di Monica, appena arrivata al suo fianco .
La ragazza dai capelli rossi era molto stanca , provata , ma faceva tutto il possibile per non darlo a vedere all’amica . Era in quell’ospedale da ore , seduta su una delle tante scomode sedie presenti in quasi tutti i corridoi e non aveva detto una sola parola, non si era mai lamentata .
Aspettava in silenzio. Pronta a sostenere l’amica in qualsiasi momento.
Ma Clarissa sapeva che Monica voleva un gran bene a Marco , e che era lì anche per lui che aveva fatto tanto per lei.
I suoi occhi verdi racchiudevano una tristezza infinita ogni volta che aveva l’occasione di guardare il suo migliore amico .
“Dimmi” le disse Clarissa con l’ombra di un sorriso sulle labbra.
“ Un caffè? ” le propose sfiorandole una spalla con dolcezza.  “ ho bisogno di caffeina.”
L’amica si alzò e annuì : “ Si. Per me va bene”
“ Ci sono delle macchinette davvero invitanti qui fuori. ” aggiunse con sarcasmo.
 “Portami da loro , allora!” ordinò scherzosamente all’amica cingendole le spalle con un braccio.  
Prima di chiudere la porta della stanza, guardò per pochi istanti ancora il suo Marco.
Sono qui . Non mi allontanerò da te. Torno presto.
                                                                        *****
Il caffè della macchinetta era disgustoso, ma non avevano altra scelta se non volevano allontanarsi da lì.
Premendo ok su un pulsantino grigio , dopo aver scelto tra le varie proposte di bevande , Clarissa rimase in attesa del suo bicchierino, che come al solito tardava ad arrivare .
Con rabbia già abbastanza repressa diede un fragoroso pugno all’apparecchio e trasse un profondo respiro.
“ Lascia fare a me” le disse Monica .
In un minuto il suo bicchierino si ritrovò fumante fra le sue dita .
“Grazie, perdo la pazienza facilmente ultimamente” ammise Clarissa , passandosi una mano fra i capelli dorati
L’amica fece una smorfia: “ Figurati. Prendere a calci e a pugni macchinette del caffè è la mia specialità. Mi fa piacere aver trovato una fedele alleata nella lotta contro i bicchieri perduti . ”   
Clarissa si lasciò cadere su una sedia con una smorfia : “ Mi iscriverò…non so, magari ad un corso di arti marziali”
 “ Ti seguirò…così daremo una bella lezione ad Andrea.”
A quel nome Clarissa sobbalzò : “ Quell’idiota non ha intenzione di lasciarmi stare ” disse a denti stretti “ non amerò mai un tipo come lui, non amerò nessun’altro all’infuori di Marco . ”
“ Marco, quando era a lezione con quell’imbecille , non hai idea di come lo fissava .” Confessò Monica sorseggiando il suo caffè .
“Che cosa?” domandò Clarissa colta di sorpresa
Marco geloso di Andrea? 
La rossa rise: “ Si, qualche volta voleva perfino andare da lui per spaccargli la faccia. ”
Clarissa sgranò gli occhi : “ non ne sapevo niente”
Monica annuì : “ Spesso quando eravamo a lezione con i suoi amichetti, Andrea parlava di te in modo…non carino, ecco . Marco in quei momenti perdeva le staffe. Una volta gli ha urlato in faccia che doveva stare alla larga da te.”
Marco che urla in faccia a qualcuno che deve stare alla larga da me? 
“ Bada bene. Marco non si inalberava per gelosia, lui si fida te . Sapeva perfettamente che tu non provi niente per quel ragazzo , ma sentir parlare di te in quel modo…non era cosa piacevole. ” precisò l’amica .
Il mio eroe  pensò Clarissa scuotendo la testa






Angolo Autrice 



Ciaoooo ^^
Ecco qui un nuovo capitolo ! Spero vi piaccia ^^
Nel prossimo ci sarà una piccola sorpresa ! ^^ 
Fatemi sapere cosa ne pensate! :)
Ringrazio anche Dreamy Drop per aver inserito la storia tra le seguite ^^ ed edwardforbella per averla messa tra le preferite <3 
Un bacione a tutti voi che mi seguite ! ^^ 
A presto ;) 

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Capitolo 7
*** Squilli anonimi ***



 

NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 







Capitolo 7. Squilli anonimi


“ Allora , com’è andato l’esame ? ”   
Clarissa sospirò sonoramente , e per un attimo pensò di chiudere la chiamata schiacciando il tasto rosso sul display del suo cellulare .
Odiava quel genere di domande, anche se fatte da un’amica come Monica . 
“ Passato” rispose seccata “ ma diciannove non è di certo il voto che avrei voluto ! Ho studiato mesi per dare questo esame…” fece una smorfia , pur sapendo che l’amica non poteva vederla .
“Ma cosa ti importa ? L’hai passato ! E’ questo quello che conta! E poi ti ricordo che hai ripassato il tutto  seduta su scomode sedie nei corridoi di un ospedale!”   
“E’ vero” ammise lei mordendosi le labbra mentre usciva dall’aula , dove aveva appena sostenuto l’esame.
“…ci tenevo. Ma sai cosa ti dico? Hai ragione, l’importante è averlo passato!”
“ Così ti voglio! Ascolta, oggi ci dobbiamo vedere assolutamente. ” ordinò la rossa con un tono che non ammetteva repliche.
Clarissa inarcò le sopracciglia : “ Qual è stato il giorno in cui non ci siamo viste da quando siamo diventate amiche ? Perché credo di non ricordarlo… ” le fece notare  
Monica scoppiò a ridere : “ E’ vero, ma oggi non è un giorno qualsiasi ! ” spiegò l’amica
“No! Ti prego!” la supplicò Clarissa.
Non dire quello che penso
“Buon Compleanno!” urlò Monica , con tanta forza da costringere Clarissa ad allontanare il cellullare dall’orecchio per proteggere l’ udito.
Ok, l’ha detto, fantastico! pensò sbuffando
“Non ho intenzione di festeggiare!” avvisò lei
“No! Invece bisogna far qualcosa. Luca e io ti passiamo a prenderti stasera a casa tua ? ”
Clarissa ignorò la domanda , piuttosto si concentrò sul “ io e Luca”
“ Tu e Luca?” domandò con una punta di malizia nella voce
Silenzio.
“Monica? Ehi? Ci sei?” chiese all’improvviso preoccupata.
Ancora una volta un urlo acuto , e Clarissa si massaggiò l’orecchio dolorante .
“ Mi spieghi perché ami urlare così tanto questa mattina?”  
“ Non è possibile! Si nota così tanto ?” chiese Monica disperata
Clarissa non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere  : “ Ehm…si! Si nota da chilometri! Ti piace , è evidente ! ”
“ Oh no! No, no!”
“ Non è una tragedia sai? Non dirò niente a nessuno , puoi dormire su sette cuscini! ” la rassicurò subito
 “ Bocca cucita, ci conto ! Altrimenti saranno guai” minacciò , poi aggiunse : “Ebbene sì , Luca mi piace… ma lui non prova niente per me. ”  
“ Quando meno te l’aspetti, l’amore bussa alla porta del tuo cuore…è proprio vero! ” ricordò Clarissa ad alta voce , con un sorriso luminoso sulle labbra . Era stato così anche per lei .
“ Si, certo ! ma adesso sai che bello ?! Mi perderò fra una montagna di fazzoletti e sarò sommersa dalle mie stesse lacrime appena vedrò Luca baciarsi con un’altra !”   
“ Monica! Luca non ti considera soltanto una semplice amica o collega . Possibile che non riesci a capirlo dal modo in cui ti guarda ogni giorno ? ”
“Ah” fu l’unica risposta che Monica riuscì a darle .
“ Vi volete un gran bene, ma nessuno dei due ha il coraggio di ammetterlo . ” continuò mentre l’amica continuava a non dare segni di vita.
“Facciamo così” esplose all’improvviso. “ io proverò a parlargli , gli dirò cosa provo per lui , ma soltanto se tu mi prometterai che da oggi in poi ritornerai a ridere come hai fatto poco fa! ” propose . “Si accettano solo risposte positive, grazie!”
Clarissa sospirò ancora una volta e scosse la testa . All’improvviso le si era formato un nodo in gola : “ Non amo i ricatti” rispose a voce bassissima.
“ Mmm…dai a che ora ti veniamo a prendere ?”
“Voglio andare da Marco adesso .  E non…non ho voglia di festeggiare, Monica, non voglio uscire per andare chissà dove… non ancora, non ci riesco . Ma venite comunque a casa mia stasera . Staremo un po’ insieme, così… ”
Monica si arrese : “ Va bene ! Come vuoi, ma solo per questa volta! Sappi comunque che tua madre e tuo padre erano d’accordo con me ! Tu-devi-uscire ”  Scandì bene specialmente le ultime tre parole .
“ Tu e i miei andate fin troppo d’accordo per i miei gusti”  scherzò Clarissa .
“Se se…piuttosto come va con l’ammiratore segreto?”
“ E’ da ieri che non faccio altro che ricevere squilli anonimi! Ho trovato dieci chiamate perse ieri sera, ed avevo abbandonato il cellulare solo per un’ora !”
“ Non mi piace.” Ammise Monica
“ Evidentemente questo tizio non sa cos’altro fare . Magari si sta annoiando a morte ! Ha soltanto trovato un modo per passare il tempo, tutto qui. ” minimizzò lei
“ Non scherzare Clarissa! Dovresti parlarne con il padre di Marco! Lui è un ispettore di polizia, giusto?”
“ Monica, non esagerare! Non è niente di grave! ”   
*****
Il regalo più bello ? Saresti tu , amore mio. 
Averti qui, al mio fianco, in questo momento… sarebbe meraviglioso. 
Manchi solo tu questa sera , in questa casa.     
Saresti stato il mio ospite preferito. 
L’unico, che avrebbe avuto il consenso di tenermi stretta fra le braccia per più di un’ora . 
Niente e nessuno può sostituirti, prendere il tuo posto nel mio cuore.   
Oh Dio…il vederlo ritornare alla vita sarebbe un dono immenso, indescrivibile . 
Ti prego. Ho bisogno di lui.  
Marco…puoi aprire gli occhi per me ? Forza, come regalo di compleanno ! 
Luca e Monica stanno cercando in tutti i modi di farmi sorridere, ridere , ma con scarsi risultati. 
Film comici, barzellette, dolci al cioccolato…
Sono le undici e mezza di sera e sono tremendamente stanca… eppure vorrei tanto essere lì con te , Marco .  
“ Questo tuo cellulare non smette di suonare! Ancora squilli anonimi ” protestò Luca , che era seduto sul divano nell’ampio salone circolare della villa .
“ Esiste il reato di Stalking” le ricordò Monica seduta per terra a gambe incrociate, davanti la tv a schermo piatto di 42 pollici .  
Clarissa seduta su un bracciolo del divano con le gambe accavallate e un bicchiere di coca cola in mano,  sospirò : “ No…”
“ Sempre meglio che far finta di nulla!” esclamò Luca cercando il suo sguardo “ non ti lascia in pace, Clarissa !”
“ Adesso hai appena ricevuto un messaggio da un numero sconosciuto” riprese Monica indicando il suo cellulare poggiato su un basso tavolino di legno, proprio davanti al divano .  
Luca afferrò il telefono e aprì il messaggio
Ti penso sempre…è più forte di me! 
Clarissa io ti amo.
 Dovrai essere mia…mia soltanto, capisci?
Clarissa sbiancò assieme a Luca e Monica.
“Andrea” disse con un filo di voce la bionda “All’improvviso ha perso il senno?”
Era sconvolta.
E’ impazzito? 
“ Quando mai l’ha avuto il senno ? ”   Monica era furiosa   
Luca scosse la testa: “ Marco è sempre stato al tuo fianco Clarissa , adesso no… ”
“Seriamente , fai qualcosa!” consigliò Monica a Clarissa, preoccupata .  
“ Denunciarlo solo perché mi manda messaggi con scritto ti amo sembra un esagerazione !” disse lei  esasperata.
L’amico trasse un profondo respiro: “ Gli squilli anonimi allora ? E’ lui, adesso ne sono certo! ”
“ No! Non è certo! Non posso accusare qualcuno senza avere delle prove ” obiettò la bionda
“ Allora bisognerà indagare…” decise Monica
Clarissa recuperò il telefono dalle mani di Luca , e fece per metterlo in tasca quando ancora una volta prese a suonare.
Un altro sms?! Non si arrende mai ?   
Sbuffando guardò il display , ed in quel momento il suo cuore ebbe un fremito.
Dopo aver letto il testo del messaggio, sgranò gli occhi e le mani presero a tremare.  
“Oddio” disse con un filo di voce.
Luca e Monica la guardavano confusi e preoccupati al tempo stesso.
“ Cosa c’è?” domandò Monica, facendo un passo verso l’amica.
Clarissa non rispose.
“ Non tenerci sulle spine”
“ Mio padre” disse Clarissa senza staccare gli occhi dal cellulare “ mio padre mi ha inviato un messaggio”
Luca e Monica si irrigidirono.
“ Mi ha chiesto di raggiungerlo in ospedale ” aggiunse
Il battito del cuore sempre più violento, il respiro sempre più accelerato .
“Perché ?” ebbe il coraggio di chiedere Luca
Clarissa alzò finalmente gli occhi, ormai lucidi, dal cellulare : “ Non lo so”

 


Angolo Autrice

Ciaooooo ^^ eccomi qui con un nuovo capitolo...
Fatemi sapere cosa ne pensate! :) La prossima volta proverò ad aggiungere anche un pò di colore ;) 
Continuerò presto ;)
Un bacione a tutti voi che mi seguite! <3
A presto ;) 

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Capitolo 8
*** La mia vita è ritornata da me! ***



 

NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 




Capitolo 8 . La mia vita è ritornata da me!






Era come se non avesse più un corpo .
Non sentiva le dita, le mani, le braccia, le gambe…nulla.
Niente di niente.   
Non riusciva a capire se era seduto, sdraiato…o semplicemente morto . 
Eppure aveva una tale confusione in testa, che rischiava di impazzire da un momento all’altro .
Nella sua mente c’era un susseguirsi di immagini, suoni, voci, sensazioni…tutto gli risultava senza senso, tremendamente assurdo .
Perché si sentiva così ? Dov’era ? Cosa era successo ?
Era davvero morto ? No, non poteva esserlo.
Lui era vivo.
E pian piano le sue orecchie gli diedero la conferma iniziando a fargli udire uno strano ed insistente bip elettronico .  
Era un suono così snervante che lo infastidiva, capace di trapanargli i pensieri e di confonderlo ancora di più . 
Si ritrovò a preferire di gran lunga quel silenzio confortante , che l’aveva abbandonato soltanto qualche attimo prima,  specialmente quando a quel piccolo rumore si aggiunsero delle voci .  
Non riusciva a capire una sola parola di quelle conversazioni a cui stava assistendo senza volerlo . Cercò comunque di afferrare qualche frase , di concentrarsi su una voce in particolare , ma non riusciva a catturare una sola parola...quelle voci erano troppo distanti, lontane da lui .   
Dopo chissà quanto tempo si rese conto finalmente di essere disteso , e che qualcosa gli pizzicava il braccio destro . Provò a muoverlo, ma ancora una volta i muscoli si rifiutarono di obbedirgli .
Si sentiva troppo debole ,  anche solo per aprire gli occhi . In tutta la sua vita non si era mai sentito così.

Uno straccio.  

Rimase fermo, in attesa, senza sapere neanche lui di cosa .
Quando finalmente un briciolo di forza- arrivato chissà da dove- gli raggiunse le dita, riuscì ad afferrare pian piano qualcosa di liscio e morbido . Un lenzuolo . 
“Marco” lo chiamò qualcuno all’improvviso . Era una voce calda , profonda, maschile, familiare…contenta.  
“Marco…mi senti?” insistette l’uomo alzando di poco il tono di voce.  
Voleva ignorarlo , ma qualcosa gli diceva che non doveva farlo.
Aggrottò la fronte , e radunando quelle poche forze che aveva scoperto di avere , si costrinse ad aprire gli occhi.
Lentamente rivide la luce.
All’inizio era così forte da impedirgli di tenere gli occhi aperti , ma Marco lottò con tutte le sue forze per riemergere da quell’oscurità in cui era rimasto imprigionato fino a quel momento.
Ora che aveva rivisto la luce,  non voleva più scivolare nell’oblio…anche se il silenzio era qualcosa che continuava a gradire .  
“Marco” chiamò ancora l’uomo . Non si arrendeva. Non voleva proprio lasciarlo in pace.
Il ragazzo provò a capire chi era che stava cercando in tutti i modi possibili di farlo innervosire , ma all’inizio non vedeva altro che macchie confuse .
Una mano calda gli sfiorò la fronte e un’ombra comparve davanti ai suoi occhi .  
Quando la vista si decise a collaborare, non ci mise molto a capire chi aveva davanti.

Un dottore?

Il camice bianco non poteva essere indossato da nessun’altro…o forse si?
Quella voce, quel viso, quegli occhi…si, aveva già visto quell’uomo che gli stava sorridendo.
Ma non riusciva a ricordare dove.
Il medico non era da solo.  Al suo fianco una donna dai cortissimi capelli neri , o meglio un’infermiera a giudicare dal suo abbigliamento , sorrideva anche lei . “ bentornato ” gli disse dolce
Marco spostò lentamente gli occhi da loro per guardarsi intorno .  

Cosa ci faccio qui ? Pensò turbato, appena capì di trovarsi in una stanza di ospedale .

“Marco , come ti senti ?” domandò il medico

Non lo so più. Avrebbe voluto rispondere , ma ritornò a guardare l’uomo negli occhi, in silenzio .  

Fu in quel momento che ricordò il suo nome.

Riccardo. 

Subito dopo un altro nome esplose nella sua mente. Clarissa

E il cuore, che fino a quel momento era rimasto silenzioso , ritornò a farsi sentire contro le costole.
Lei non era lì. Perché non era al suo fianco?
All’improvviso sentì un disperato bisogno di vederla, di chiedere di lei.
Con una mano afferrò lentamente la maschera d’ossigeno che aveva scoperto di avere, e dischiuse le labbra .
“Clarissa” riuscì a dire a voce bassissima.
La sua stessa voce gli fece impressione, ma non importava…aveva detto il nome di colei che desiderava avere al suo fianco. Riccardo annuì : “ Sarà qui a momenti ”
Marco provò a deglutire e a muoversi ancora un poco , ma  una mano di Riccardo si posò su una sua spalla: “ Stai calmo. Andrà tutto bene”
“Come sono finito qui?” chiese
Riccardo scosse la testa: “ Adesso non è il momento, ti racconterà tutto Clarissa.”  
                                                                         *****

“Luca quanto manca?” domandò Clarissa ansiosa dai sedili posteriori.
Gli occhi neri dell’amico incontrarono i suoi color nocciola attraverso lo specchietto retrovisore: “ Ancora altri cinque minuti Clarissa…non è colpa mia se in questa città c’è traffico anche di notte ! ”
“Siamo a Giugno…fa caldo e la gente esce anche di sera” ricordò loro Monica, seduta accanto a Luca.  
“Non m’importa” ribatté Clarissa sbuffando.  
Avrebbe voluto lei stessa impugnare lo sterzo e fare tre o quattro sorpassi azzardati pur di arrivare in ospedale in meno di tre minuti .
Ma una vocina dentro di lei le sussurrava che doveva stare calma, buona e zitta,  altrimenti in ospedale ci sarebbe finita in un altro modo.
“Tuo padre non poteva scrivere qualcosa in più su quel messaggio?” domandò l’amico mentre inseriva finalmente una marcia superiore alla seconda.
“ Forse…forse non voleva dirmi che…” non riuscì a terminare la frase. Le sue corde vocali si rifiutavano di farle dire la parola morto.
Monica si voltò verso di lei e le prese una mano: “ Andrà tutto bene” le sussurrò dolce “ Marco non è morto.”
Neanche il tempo di parcheggiare la macchina che già Clarissa correva per i corridoi dell’ospedale.

Marco, sono qui continuava a pensare mentre raggiungeva il quarto piano.
Sono qui per te . 

Rischiò di inciampare diverse volte ma non le importava. Non aveva alcuna intenzione di fermarsi.
Si bloccò soltanto quando vide Elena , Stefano , suo padre e sua madre davanti la porta chiusa della stanza in cui si trovava Marco.
Il cuore le era salito in gola nella sua folle corsa .
Clarissa ispirò profondamente ed espirò con calma, cercando di rallentare un po’ i battiti dell’organo pulsante.  
Irene quella sera le aveva lasciato casa libera, doveva essere da sua zia in quel  momento…non lì.
Evidentemente suo padre aveva mandato un messaggio anche a lei.
Doveva essere successo qualcosa d’importante.
Cercò di interpretare le strane espressioni presenti sui volti delle persone che amava.
Elena piangeva in maniera silenziosa , ma se quelle lacrime che le stavano rigando il volto fossero di gioia o di dolore non le era dato sapere . Irene sembrava serena , e sospirava di tanto in tanto seduta accanto a Stefano , che fissava un punto preciso davanti a se con la schiena poggiata al freddo schienale della sedia . Riccardo fu l’unico ad incontrare il suo sguardo. Aveva una mano su una spalla di Elena. Le sue labbra si piegarono in un sorriso radioso, di quelli che affiorano quando si prova gioia vera.
Clarissa sentì la terra tremare sotto i piedi, quasi cadde in ginocchio. Monica e Luca arrivarono proprio in quel momento . Il respiro accelerato dalla corsa.
“ Allora?” domandò in un sussurro Monica, mentre cercava di riprendere fiato.
Non rispose. Clarissa continuava a guardare suo padre stordita , come se cercasse un ulteriore conferma.
Riccardo annuì: “ Si è svegliato”
La bionda sentì i due amici al suo fianco sospirare di sollievo.
“ Hai visto?” le disse Monica sfiorandole una mano con occhi lucidi .
Clarissa incrociò il suo sguardo soltanto in quel momento.
Tremò. Una lacrima le scivolò su una guancia.

Marco è ritornato da me.      
La mia vita è ritornata da me!
Dio, ti ringrazio! 

Dopo quei pensieri avrebbe voluto urlare con tutta l’aria che aveva nei polmoni e saltare di gioia .
“Voglio vederlo!” gridò mentre sorrideva fra le lacrime. Era la prima volta che non aveva alcun desiderio di frenare quel pianto, perché quelle erano lacrime di gioia…
Piangere di gioia. Non le era mai successo.
Era meraviglioso. Non voleva smettere.
Si sentiva leggera, libera…bene, come non si era mai sentita.
La vita era ritornata a scorrerle nelle vene assieme al sangue.
Non era più ad un passo dalla morte.
Il suo cuore aveva ripreso finalmente il ritmo della vita , ma con una piccola eccezione.
Mai più la gelosia sarebbe stata tra i suoi pensieri .
Stefano l’abbracciò con dolcezza .
Non l’aveva mai fatto prima.
Era un uomo che amava stare sulle sue, parlava poco , e non nutriva molta simpatia per lei .
“ Sono contento che mio figlio abbia una ragazza come te” le sussurrò sincero ad un orecchio.
Clarissa lo guardò scioccata : “ Grazie” disse con un filo di voce
“ Adesso sta dormendo, ma puoi andare da lui” la informò suo padre accarezzandole i capelli.
Annuì. Non se lo fece ripetere due volte.

Amore mio

Il sollievo che provò nel vederlo fu immenso. Non c’erano più macchinari intorno a lui.
Era libero e vivo.  
Lui stava solo e semplicemente dormendo .
L’incubo era finito.
Sono le due di notte pensò mentre guardava l’orologio che aveva al polso sinistro “ il mio regalo è arrivato un po’ in ritardo” scherzò. Era al settimo cielo.  
Si ritrovò a sorridere mentre si asciugava le lacrime e trovava posto accanto a lui.  
Non provò neanche a sfiorarlo…temeva di svegliarlo.
                                                                                      *****
“ Ehi, piccola? Sveglia, sono le otto ” chiamò dolce una voce , poi una mano le sfiorò una spalla .
Clarissa sussultò sgranando gli occhi all’improvviso.
Una risatina leggera le fece capire che aveva qualcuno accanto a se .
Marco stava ancora dormendo, ma nella stanza non erano più soli.
Clarissa schizzò in piedi quando si accorse di avere Sonia alla sua sinistra .
“ Cosa…?” chiese sbattendo le palpebre diverse volte.
Sonia le sorrise : “ …Cosa ci faccio qui?”
La ragazza aprì e chiuse la bocca diverse volte: “ Tu…tu sei un’infermiera” balbettò a bassa voce indicando i vestiti che indossava
Sonia annuì: “ Proprio così. Purtroppo capita anche a noi di entrare in ospedale per altri motivi oltre al lavoro, ma nulla di grave…sono di nuova in forma!   ”
Clarissa scosse la testa con un sorriso.
“ Hai dormito qui questa notte?” le chiese, mentre controllava dei fogli sparsi sul tavolo nell’angolo .  
“Si” rispose per poi liberare un piccolo sbadiglio
“ E’ andato tutto bene, hai visto ? ” le disse facendole un occhiolino , poi aggiunse “ il tuo ragazzo ha dei bellissimi occhi azzurri”
“ Come fai a saperlo?” le domandò curiosa
“ Ero con tuo padre quando ha riaperto gli occhi” la informò avvicinandosi a lei “ e la prima cosa che ha detto è stato il tuo nome”
“ Davvero?” Era incredula. Guardò per un attimo il ragazzo con amore.
“ Ti brillano gli occhi quando lo guardi”
Lei abbassò lo sguardo , un po’ in imbarazzo.
“ Beh, vi lascio soli” disse Sonia  .
Clarissa le sorrise ancora una volta prima di spostare lo sguardo su Marco.
Il suo ragazzo si stava svegliando proprio in quel momento .
“Marco... ” 



Angolo Autrice


Ciaooooo! ^^ Questo capitolo era già a buon punto , ho aggiunto qualcosa e sono riuscita ad inserirlo oggi ! ^^
I seguenti arriveranno nei prossimi giorni...non so dirvi precisamente quando , sicuramente almeno una volta a settimana :) e proverò ad allungarli più che posso ;)   
DreamyDrop ho seguito i tuoi consigli ^^ Ho aggiunto un pò di colore ^^
Ma sono una frana con i banner ! :-/
Sono capace di colorare qualcosa , ma per altro non ho molta esperienza... :-/  
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo! ^^  
Ringrazio di cuore tutti voi che continuate a seguire questa storia! <3 
Questo capitolo è dedicato a voi! ^^ 
Un bacione! A presto ;) 

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Capitolo 9
*** Tu mi hai sentita ***





 

NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 




Capitolo 9. Tu mi hai sentita 









“Marco…”
Gli occhi azzurri incrociarono finalmente il suo sguardo color nocciola soltanto dopo un tempo che a lei sembrò interminabile . 
Da quanto Clarissa sognava di rivedere quegli occhi ?
Perdersi in essi e lasciarsi guidare dall’emozioni che le trasmettevano ogni volta ? 
“ Amore , come stai ?”  gli chiese mentre riprendeva posto sulla sedia accanto a lui.
La voce le tremava per la gioia.
Marco le mostrò un debole sorriso : “ Sei qui… ” disse a voce bassissima.
Clarissa ricambiò il suo sorriso accarezzandogli una guancia : “ Dove potrei essere altrimenti ?”
Si guardarono ancora negli occhi , poi lui trasse un profondo respiro: “ Mi sento meglio rispetto a ieri , ma ancora un po’ confuso e debole.” ammise piegando le labbra in una leggera smorfia. 
La ragazza annuì : “ Vedrai, fra qualche giorno ti sentirai bene ”
“ Perché sono qui , Clarissa ? ” domandò sforzandosi di alzare la voce  
Lei sospirò : “ Non ricordi nulla ? ”
Il ragazzo scosse la testa lentamente: “ Ricordo che ero all’Università e tu non volevi salire in macchina, non so neanche per quale motivo… ”
Se è così , allora amore non ricordare ciò che ti ho detto. Non ricordarlo , mai !
E’ per colpa mia se sei qui! Tutto questo non sarebbe successo se io non avessi fatto tante storie per salire in macchina con te! Sarebbe bastato un solo minuto per evitare quell’incidente! Ma non accadrà più…ti accorgerai che sono cambiata amore , in meglio!
“ Un incidente” spiegò lei “ abbiamo avuto un incidente. In un incrocio, nei pressi del lungomare, un uomo ricercato dalla polizia guidava ad alta velocità e ci ha tagliato la strada . Hai fatto di tutto per evitarlo ma... ”
Marco sgranò gli occhi di colpo e allungò una mano per sfiorarle il viso : “ Stai bene?” chiese ansioso, preoccupato.
Avrebbe tanto voluto alzarsi da quel letto , ma non ne aveva la forza .
Appena provò a sollevare soltanto la testa dal cuscino, tutto prese a girargli vorticosamente costringendolo a chiudere gli occhi . Fu dura per lui allontanare la nausea. 
Lei gli sorrise per rassicurarlo : “ Ehi, piano ! Stai calmo ! Io sto benissimo, non vedi?” , poi gli afferrò con dolcezza la mano destra, che teneva poggiata ancora su una sua guancia, per riportargliela sul letto : “ attento alla flebo”
Il ragazzo deglutì riaprendo gli occhi : “ ago…no ” mormorò
Clarissa rise piano : “ Hai paura di un piccolo aghetto?”
“Sai bene che non mi piacciono…” le ricordò lui “ quando diventerai un medico vedi di non farmene vedere troppi in giro!” l’avvisò
Lei scosse la testa continuando a ridere : “ fifone”
Marco le rivolse un’occhiataccia: “ vogliamo parlare della tua fobia per i ragni ? Oppure del terrore dell’ acqua? Non riesci a bagnarti oltre la vita quando andiamo al mare!”
“ Antipatico” lo definì lei incrociando le braccia .
Marco rise , poi aggiunse serio: “ Da quanto tempo sei qui?” 
Lei fece finta di pensarci su un attimo: “ Mmm…dalle due di questa notte ”
Parlare con lui , il suono della sua voce...quanto le era mancato ? Non era possibile calcolarlo . Era troppo. Non poteva essere più felice in quel momento. Grande era stato in lei il desiderio di poter ritornare a vivere con lui al suo fianco . Marco era il suo primo pensiero ogni mattina, l’ultimo prima di chiudere gli occhi la sera. 
“ Io e Riccardo non abbiamo parlato molto, ma mi ha detto che non ti sei allontanata da me per più di qualche ora , non avresti dovuto” le disse “ sei stata qui, per giorni interi…”
“ Non potevo lasciarti da solo.” Fu la risposta immediata
Lui la guardò con amore : “ Io ti amo ”
Sentire quelle tre parole, all’improvviso, fu meraviglioso per lei .
“Ti amo tanto anch’io!” esclamò lei con occhi lucidi , avvicinandosi al volto del ragazzo.
“Ho voglia di baciarti ” le bisbigliò lui , e lei non ci pensò un attimo .
 Incontrare le sue labbra, morbide e fresche,  sentirle muoversi fra le sue, la riempì d’amore e di vita .
Una lacrima rotolò sul suo viso.
Ho rischiato di non baciare più le tue labbra. 
“ Che fai? Piangi?” le sussurrò lui , cancellandole la lacrima con un bacio sul mento .
“ Ho avuto paura di perderti” ammise lei “ queste tre settimane sono state le più brutte della mia vita…”
Lui sospirò : “ Ancora non riesco a credere a tutto quello che è successo…” scosse la testa “ non vedo l’ora di uscire da qui e riprendere la mia vita. Ho voglia di far tante cose…specialmente con te. ”
Clarissa gli sorrise: “ specialmente con me?” ripeté
“ Soprattutto con te” continuò lui.
“Cioè?” domandò lei curiosa, anche se sapeva perfettamente cosa aveva in mente il ragazzo.
Marco voleva chiederle di sposarlo . E lei , quando si sarebbe presentata l’occasione, avrebbe accettato senza esitare un solo istante.
Lui non rispose alla sua domanda , piuttosto le chiese : “ Oggi che giorno è ?”
“ 19 Giugno 2013 ” dichiarò con precisione.
“Oddio, mi dispiace per il tuo compleanno. Io avrei voluto…” iniziò lui
“Ssssh” disse lei posandogli due dita sulle labbra “ non potevi farmi un regalo più bello. Sei tornato da me!” e riprese a baciarlo.
Qualcuno diede tre colpi di tosse per attirare la loro attenzione.
I due si staccarono subito . Nella stanza era appena entrata la madre di Marco.
“ Elena ciao !” salutò Clarissa , cercando di dissimulare l’imbarazzo agitando una mano , ma nonostante i suoi sforzi il rossore sulle sue guance era più che evidente .
Marco si morse le labbra e alzò lo sguardo verso sua madre che lo stava fissando con insistenza.
“ Farò finta di non aver visto niente…” disse la donna facendo a tutti e due l’occhiolino mentre si avvicinava
“ Beh…io vado” decise Clarissa di colpo, alzandosi.
Marco scosse la testa e le afferrò una mano : “ No, rimani. Resta con me. ”  
Lei indicò Elena con lo sguardo: “ Vi lascio un po’ da soli, torno non ti preoccupare” gli sussurrò
                                                                             *****
“Come sta il nostro bell’addormentato ?” urlò Monica . Stava correndo per raggiungere l’amica .
Clarissa scoppiò a ridere , rischiando di perdere la pila di libri che aveva fra le braccia : “ Bene” rispose voltandosi verso l’amica “ ancora un po’ stordito , ma si riprenderà”
“ A quando la data del matrimonio?” domandò la rossa dandole una leggera gomitata al fianco con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra
La ragazza bionda si morse l’interno di una guancia mentre lasciava cadere la montagna di pagine ingiallite  su uno dei tanti banchi presenti in un’aula deserta dell’Università : “ ancora non abbiamo parlato di matrimonio…”
“Ah , già! L’anello è ancora tra le mie mani !” ricordò l’amica dandosi una manata sul viso .
“ Immagino chiederà prima a te di dargli l’anello” ipotizzò la bionda con un sorriso mentre recuperava una penna dalla borsa.
“ Giusto. In ogni caso dovrete farmi sapere la data! Trovare un vestito decente per l’occasione non sarà semplice!” spiegò entusiasta , poi le domandò “ ma hai intenzione di studiare qui oggi ?”
Clarissa si guardò intorno: “ Si, aspetto le sedici . Devo registrare un voto .”
La rossa annuì: “ Vuoi che ti faccia compagnia ? Io ho finito . ”
“ No, vai pure. Luca ti starà aspettando!”
Monica la fulminò con lo sguardo: “ Non scherziamo! Comunque sia dovrò trovare il coraggio prima o poi di dirgli quello che…che provo…” balbettò passandosi una mano fra i capelli. 
“ Molto bene” fu il commento di Clarissa “ fallo subito però , prima che sia troppo tardi.” Le consigliò
Monica annuì : “ Lo so. Meglio non rimandare certe cose”
“ Appunto!” esclamò l’amica 
“ Beh, buono studio allora! Non stancarti troppo! ” le disse Monica mentre usciva dall’aula
                                                                                    *****
“ Tua madre mi ha detto che per farti mangiare qualcosa , ha dovuto sgridarti come quando eri un bambino!”
Marco non rispose, non sorrise neanche. Era seduto sul letto , due cuscini dietro la schiena.
Erano passati quattro giorni da quando si era risvegliato . Clarissa andava a trovarlo ogni volta che poteva , ma mai il suo ragazzo si era comportato con lei come stava facendo in quel momento.
“ Marco?” lo chiamò lei avvicinandosi a lui a passo svelto  “ ehi, mi guardi?”
Il ragazzo portò lo sguardo su di lei soltanto dopo quella richiesta.
“ Cosa c’è?” gli domandò preoccupata “ non stai bene?”
Lui scosse la testa: “ Sto bene . Ho ricordato tutto…”
Le pupille negli occhi di Clarissa tremolarono: “ Che intendi dire con -ho ricordato tutto-?”
“ Non ricordo niente dell’incidente, ma perfettamente quello che stavamo facendo prima che quella macchina ci venisse addosso”
Clarissa deglutì: “ Prima che tu dica qualcosa…voglio che tu sappia che ciò che ti ho detto non l’ho mai pensato. Ero furiosa , arrabbiata. ”
“ Io non posso sapere quello che pensi, ma solo quello che ho visto e che hai detto” le fece notare
“Marco…” disse lei allarmata. Il cuore prese ad aumentare i battiti e a farle male.   
“ Clarissa tu mi hai lasciato. Mi hai detto che mi odiavi. Soltanto perché ho trascorso un pomeriggio con una mia amica? ” 
Lei scosse la testa con veemenza : “ Non esiste più quella Clarissa!”  
Lui sospirò: “ Io ti amo, ma sono stanco della tua gelosia. Non ti fidi di me?”
“ No, io mi fido di te!” chiarì subito lei “ ma…ero una sciocca, non capivo!”
“ Tu non mi lasciavi mai parlare!” le ricordò “ Non mi hai mai lasciato spiegare…”
“ Altro mio errore .” ammise lei portandosi le mani al petto  “ ma adesso sono cambiata ”
Marco sbuffò spazientito : “ Che vuol dire?”
“ Vuol dire che ho parlato con Monica, ci siamo chiarite e siamo diventate perfino ottime amiche”
Il ragazzo la guardò improvvisamente confuso : “ Hai parlato con Monica?”
Lei annuì , un gesto rapido e quasi impercettibile : “ Si, sono stata una sciocca. Non sarò più possessiva , gelosa come prima! Tutto ciò che è successo mi ha fatto capire tante cose ! Non lascerò più che la gelosia ci divida ! Io ti amo Marco, con tutta me stessa” 
“ Dovevo finire tra la vita e la morte per farti capire tutte queste cose ? ” le domandò in tono duro.
Clarissa rimase senza parole . Lo fissava con occhi sgranati e lucidi .
“ Che dici ?” disse con un filo di voce sfiorando una mano di lui
Marco abbassò lo sguardo sulle loro mani  : “ Sono confuso . Non so più cosa pensare, ho bisogno di tempo . Se tutto questo non fosse successo…tu magari avresti continuato a non capire, ad urlare? ”
“ Perché mi fai questo , Marco?” gli chiese trattenendo le lacrime a stento “ Io non lo so , ma dopo tutto quello che abbiamo passato, adesso basta! Lasciamo il passato alle nostre spalle.”
“ Ho bisogno di tempo” ribadì lui
“ Mi stai lasciando ?” chiese lei , le labbra tremanti “ ho tante colpe, ma ti prego…”
Il prezzo per rivederti di nuovo star bene… è lasciarti andare per sempre ? Mi merito questo .
 Marco addolcì lo sguardo , e battendo piano una mano sul letto la invitò a sedersi accanto a lui.
Lei non si mosse .
“ Per favore” le disse , e soltanto dopo quelle parole la ragazza obbedì.
Marco le posò le labbra sul collo per un istante : “ Non potrei mai lasciarti, non ci riuscirei neppur volendo, perché ti amo troppo.” Le sussurrò dolce “ non desidero affatto stare lontano da te . Ho soltanto bisogno di un po’ di tempo per schiarirmi le idee . Tu che non sei più gelosa… sei perfino diventata amica di Monica. Voglio dire, ho sempre sperato in un tuo cambiamento riguardo la gelosia , e adesso che è arrivato…devo abituarmi. Non credevo arrivasse in questo modo , ma a me non interessa più . Non sentirti in colpa di nulla, tesoro . Mi hai capito ? Tu non hai colpe. ”
Lei annuì , liberando tutte le lacrime che aveva trattenuto : “ Troppe cose stanno tentando di separarci…prima la mia gelosia, poi l’incidente, e adesso?”
“ Abbiamo affrontato tutto senza mai lasciarci , e continueremo a farlo…” le promise asciugandole le lacrime con le dita.
“ Marco, perdonami. ” disse lei fra le lacrime abbassando lo sguardo, e lui la strinse forte a se. 
“ Non ho nulla da perdonarti . ” Le disse mentre le baciava i capelli respirandone il loro dolce profumo . 
Lei , con la testa poggiata sul suo petto intenta ad ascoltare i battiti del suo cuore , alzò lo sguardo per incrociare il suo sguardo , e lo trovò . 
Non sai quante volto ringrazio Dio… per aver messo al mio fianco un ragazzo come te . 
“ E comunque…sappi che non sei una bambina.” Riprese Marco guardandola di sottecchi.
Clarissa aggrottò la fronte.
“ So perfettamente che non ami ascoltare, che ti piace sempre avere ragione. In tutti questi anni ti ho sopportata perché amo il tuo essere testarda , caparbia, combina guai…ma anche per la tua dolcezza e la tua sensibilità . La prima cosa che mi ha colpito di te sono stati i tuoi occhi . Dal primo giorno che ti ho vista , ho capito che tu dovevi essere mia . Sei tu l’unica donna che desidero avere al mio fianco.”
“ tu mi hai sentita…” capì lei sorpresa
Marco le baciò la fronte e allargò il suo sorriso: “ Si, spesso sentivo la tua voce , la tua presenza. Clarissa, tu meriti il mio amore . Meriti di essere amata. Non te ne rendi conto ? La tua vita è preziosa per molti”
Clarissa poggiò la fronte sulla sua e sfiorò il suo naso con il suo : “ Io provo più di un semplice ti amo per te. Soltanto che altre parole per esprimere quello che sento non esistono. ”
“ Esisti tu, a me basta” replicò lui
" Stringimi forte a te" 
 






Angolo Autrice 


Ciaooooo! ^^ Ecco qui un nuovo capitolo ^^ Non è molto lungo , mi dispiace :-/ , ma ho già iniziato il prossimo, scrivendo tra una pausa e l'altra :)
e se riuscirò a completarlo l'inserirò prestissimo ;) 
Finalmente sono riuscita ad inserire un immagine ! *____________*  che ve ne pare ? 
Ringrazio anche Fabrizia_Rocca per aver inserito la storia nelle ricordate ;) e Novalis per averla inserita tra le seguite ^^ 
Fatemi sapere cosa ne pensate ! ^^ 
Ringrazio tutti voi che continuate a leggerla, seguirla... <3 
Un bacione ! A presto ;) 

 

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Capitolo 10
*** Il segreto di Clarissa ***





Questo bellissimo banner è opera di NOVALIS *______* Grazieeeeeee! ^^ 

 

NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 



Capitolo 10 . Il segreto di Clarissa 


“ E’ permesso?” domandò una voce squillante.
Clarissa si alzò dal letto mentre si asciugava le lacrime frettolosamente . Sorrise appena vide Monica entrare nella stanza in compagnia di Luca con un vassoio di dolci in mano, che posò in fretta sul tavolo nell’angolo .
“ Allora dormiglione , abbiamo finito di dormire ? ” chiese la rossa , per poi scoccare un bacio su una guancia di Marco .
Il ragazzo sorrise contento di rivedere i suoi amici , ma guardò subito con la coda dell’occhio la sua ragazza . Voleva scoprire se il gesto di Monica l’ avesse infastidita in qualche modo , e con enorme piacere scoprì che Clarissa continuava a sorridere .   
Era incredulo, ma contento e sollevato .  
“Scommetto che non hai mai dormito così tanto in vita tua” esordì Luca
Marco annuì : “ Già! ” Poi allargò il sorriso sulle sue labbra : “ Sono contento di rivedervi . Specialmente di rivedere te, Tweet ”    
Monica fece una smorfia : “ Ok, adesso so che anche se hai sbattuto forte la testa non sei cambiato affatto ! Ed io che ci speravo! ”
Clarissa rise : “ Tweet ?” domandò incrociando lo sguardo del suo ragazzo.
L’amica roteò gli occhi : “ Il tuo ragazzo ama chiamarmi in questo modo. Non chiedermi il perché…”
“ Perché quando parla sembra che cinguetta, e quando è allegra saltella come un passero . ” spiegò Marco
“ Ah-ah-ah spiritoso, davvero molto spiritoso ! ” commentò la rossa mettendosi le mani sui fianchi.
Luca si passò la lingua sulle labbra, e annuì come se avesse appena preso una decisione : “ incomincerò a chiamarti anch’io così sai ? E’ carino! ”
Monica lo fulminò con lo sguardo :  “ Provaci !” minacciò affondandogli un dito nel petto.
Il ragazzo dagli occhi neri fece finta di spaventarsi , e alzando le mani all’altezza delle spalle indietreggiò di qualche passo . “Stavo solo scherzando ! ”
Lei sbuffò , poi si rivolse a Clarissa guardandola attentamente :  “ Ehi, perché hai gli occhi rossi e gonfi? Hai pianto ? ”
Clarissa si strinse nelle spalle : “ No, niente” 
“ Perché fai piangere in continuazione questa ragazza?” chiese poi, penetrando gli occhi azzurri di Marco con il suo sguardo feroce color verde foresta .  
Marco scosse la testa : “ Abbiamo solo parlato. Non avevo alcuna intenzione di farla piangere. ”
“ Vedi di non farla piangere più…” gli disse in tono severo “ ha già sofferto abbastanza per te . ”
“ Sto benissimo, sul serio! ” la rassicurò Clarissa “ Sono contenta, davvero !”
“ Clari, ti abbiamo portato un cornetto alla cioccolata bianca e nera . Io e Monica non abbiamo fatto colazione, quindi  possiamo farla insieme se ti va . ” la informò Luca facendole l’occhiolino
“ Credevo fosse per me” disse Marco indicando il vassoio con un cenno del capo
Monica scosse la testa con un sorriso beffardo stampato sulle labbra : “ No, niente affatto.”
“ Ma il cornetto che avete preso alla mia ragazza è al gusto che piace a me! Siete perfidi! ” protestò lui mettendo il broncio.
“ Hai iniziato da poco a mettere qualcosa nello stomaco , non puoi mandar giù una cosa del genere! Ti tocca ben altro a te ” ribatté l’amica
Marco fece una smorfia di disgusto: “ Poi dicono che non voglio mangiare!”
Clarissa scoppiò a ridere : “ Amore , dai non fare quella faccia. ”
Un cellulare squillò. Era arrivato un sms .
“ E’ il mio” disse Clarissa recuperando il cellulare dalla sua borsa.
Non credere che sia finita soltanto perché il tuo Marco si è svegliato. Io non ho intenzione di lasciarti andare . Sei diventata la mia ossessione ormai! 
E dopo aver letto quel messaggio si irrigidì, diventando pallida  .
“ Chi è?” le domandò Marco preoccupato, dopo aver notato l’improvviso cambiamento d’umore della sua ragazza.
“N…niente” balbettò lei, sbattendo diverse volte le palpebre per riprendersi dallo shock : “ un collega”  
Marco, non voglio dirti nulla per adesso. Non voglio farti preoccupare. Aggiunse nella propria mente
“ Dimmi la verità” insistette lui , per nulla convinto. Marco la conosceva fin troppo bene per credere alle sue parole .
Clarissa trasse un profondo respiro : “ E’ tutto a posto, davvero! Un collega vuole soltanto qualche registrazione…”
Marco scosse la testa : “ Che cosa mi stai nascondendo?” le chiese serio.
Monica e Luca guardavano i due , tesi .  
“ Clari ? Vuoi venire con me un momento ?” chiese poco dopo Luca , che come Monica aveva perfettamente capito chi era stato ad inviare il messaggio all’amica. 
Lei accettò di buon grado, avrebbe fatto di tutto pur di allontanarsi in quel momento dalla vista di Marco : “ Certo! ”
Il ragazzo la osservò uscire dalla stanza, ma non le disse altro.
                                                                             *****
Non sono mica stupido! Avanti Monica, dimmi la verità!
“ Marco, è tutto a posto! Sul serio! Clarissa non ti sta nascondendo proprio nulla! ” tuonò Monica mettendosi a sedere vicino al suo amico.  
“ Posso sapere almeno chi è stato ad inviarle quel messaggio che l’ha sconvolta così tanto ?” chiese speranzoso “ Perché tu lo sai , non è vero? ” aggiunse quando l’amica si ostinava a non rispondere.
Monica fece spallucce : “ Cosa vuoi che ne sappia io ?”
Marco sbuffò : “ Non sopporto quando le persone non vogliono dirmi la verità”
La rossa alzò gli occhi al cielo , stava per perdere la pazienza : “ Marco, sarà Clarissa a spiegarti tutto se vorrà! Adesso smettila di preoccuparti inutilmente.  ”
Il ragazzo distolse lo sguardo dall’amica , seccato .
D’accordo, mi toccherà scoprire tutto da solo. Ma quando cavolo potrò uscire da qui ?Non ce la faccio più! 
“ Senti, ho qui una cosa che ti appartiene” gli disse la rossa tirando fuori la piccola custodia blu dalla borsa che portava a tracolla.
Marco la riconobbe all’istante : “ L’hai portato sempre con te?”
“ Come mi aveva chiesto espressamente il signor Chiari ” scherzò lei con un sorriso “ Hai intenzione di fare il grande passo ? Si o si ? ”
L’amico annuì  : “Assolutamente si !”
“Mmm…e quando sarà, di grazia?” chiese all’amico inarcando le sopracciglia “ porto questo anello con me da due mesi ormai !”  
“ Sicuramente quando sarò fuori da qui.” decise lui risoluto
“Magari potresti chiederle di sposarti in riva al mare…al tramonto ” consigliò Monica con sguardo sognante, un sorriso da ebete sulla faccia .
Marco scoppiò a ridere : “ Ehi ? Monica ? Ritorna sul pianeta Terra!”
“Scusa!” esclamò lei ritornando in se : “ è così tremendamente romantico!”
“ Troverai anche tu un uomo in grado di sopportarti , vedrai !” scherzò lui
“ Non sei carino, sai?” sbottò lei imbronciata
Lui la guardò negli occhi , serio : “ Ti voglio bene . E ti sono grato per ciò che hai fatto per Clarissa . ”  
Lei annuì più di una volta : “ Lei mi piace! Abbiamo molte cose in comune . Non lasciartela scappare…mai! Clarissa ti ama davvero! ”
“ Lo so. ” rispose lui
“ Adesso riposa un po’ Romeo . Io vado a vedere dove sono finiti Luca e Giulietta . ”
                                                                                  *****
“ Clarissa adesso basta! Andrea sta esagerando! Quest’ultimo messaggio ne è la prova! E’ impazzito, perciò pericoloso! Devi prendere una decisione” le consigliò l’amico mentre camminavano per i corridoi dell’ospedale
Lei fece una smorfia portandosi una mano fra i capelli: “ Si, hai ragione…devo fare qualcosa” ammise
“ Andiamo dalla polizia?” propose lui “ se vuoi ti accompagno”
“ Io…non lo so, magari potrei parlare con Andrea e dirgli di smetterla”
Luca le rivolse un’occhiataccia: “ Gran bella idea, davvero! Da Oscar !”  
“ Era sarcasmo ?! ”
“SI!” sbottò lui “ ma come ti salta in mente? Non ti azzardare ad avvicinarti ad Andrea da sola.”
Clarissa si fermò di colpo e trasse un profondo respiro : “ d’accordo, facciamo come dici tu”
L’amico sospirò di sollievo: “ Oh , finalmente ! Adesso incominciamo a ragionare!”
“Ma…Marco non dovrà sapere nulla.” avvisò lei
“ Clarissa , Marco ha il diritto di sapere! ”
“ No, non voglio farlo preoccupare. Non ora. Ti ricordo che fino a qualche giorno fa era in coma ! ”
“ E va bene ” si arrese lui “ ma prima o poi dovrà saperlo, promettimelo ”
Lei lo guardò per qualche altro istante, poi senza dir niente riprese a camminare .
Forse gli parlerò…dipende . Una volta Marco ha detto ad Andrea di stare alla larga da me, e adesso ? Se venisse a sapere cosa Andrea sta facendo da quando lui è in ospedale ? No…non deve sapere  



Angolo Autrice



Ciaooooo ^^  ecco qui un nuovo capitolo ! ^^
Cosa ne pensate della decisione presa Clarissa ? ;) 
Siete d'accordo o meno ? Secondo voi adesso cosa succederà ? :) 
Ringrazio Frafry94 per aver aggiunto la storia fra le seguite ^^
Fatemi sapere cosa ne pensate! ;) 
Grazie a tutti voi che seguite , recensite la mia storia! ^^
Un bacione! A presto ;)   

  

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Capitolo 11
*** Sposami! ***



 

NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 



Capitolo 11. Sposami!




No, sul serio…un altro giorno qui dentro e rischio di diventare matto!
“ Marco, ancora qualche giorno…ti prego. ” lo supplicava Elena preoccupata mentre l’ osservava sistemare le sue cose in un borsone , in tutta fretta .
Il ragazzo scosse la testa con forza e incontrò gli occhi castano scuro di sua madre : “ Non ci penso neanche , mamma . Voglio ritornare a casa .”
Ed era da più di un’ora che continuava a ripetere sempre le stesse parole alla donna , che non accennava ad arrendersi.
“ Sei peggio di tuo padre quando ti metti una cosa in testa!” tuonò Elena al suo fianco alzando la voce
Marco roteò gli occhi ma non disse altro . Pur di uscire da lì , avrebbe fatto di tutto…anche ascoltare in silenzio e a vita le lamentele di sua madre.
Quando finalmente Elena si arrese , Marco provò un sollievo tale da non riuscire a nascondere un ampio sorriso sulle labbra .   
“ Ti aspetto fuori” sbuffò Elena, ma in quel momento lui era già perso nei suoi pensieri.     
Clarissa mi sta nascondendo qualcosa, ed io devo scoprire di cosa si tratta… perciò qui dentro non posso star un minuto di più, mamma cerca di capirmi .
Clarissa continua a negare… ma è evidente che qualcosa non va . E io sono già abbastanza inca…
si bloccò di colpo quando Riccardo comparve all’improvviso davanti ai suoi occhi.
Le mani nascoste nelle tasche del lungo camice bianco.
“ Vedo che sei già pronto per andar via” gli disse con un lieve sorriso sulle labbra
“ Si, sto bene. Quindi è inutile rimanere ancora. ” rispose Marco mentre chiudeva il borsone.
“ Come medico ti consiglio di restare ancora per qualche altro giorno, come padre della tua ragazza invece…sono contento che tu metta finalmente piede fuori da qui , perché così mia figlia smetterà di preoccuparsi ! ”
Marco rise piano .
“ Sono contento che tutto sia finito nel migliore dei modi . Sai, ti conosco da quando avevi solo quattordici anni e ormai fai parte della famiglia, sei come un figlio per me .” continuò Riccardo afferrandogli una spalla
“ Ti ringrazio .  Per tutto quello che hai fatto per me” disse lui sincero e veramente grato per le sue parole .  
Riccardo scosse la testa : “ Non devi ringraziarmi. Piuttosto rendi felice la mia bambina…ti chiedo soltanto questo.”
“ Lo farò” promise , poi aggiunse guardandolo dritto negli occhi : “ Voglio chiederle di sposarmi ”
Il padre di Clarissa aprì e chiuse la mascella diverse volte : “a…adesso?” balbettò
Marco annuì deciso : “ Come sai i miei hanno un altro appartamento qui in città , ed io ho intenzione di iniziare a lavorare oltre che continuare a studiare quindi... ”
Lui prese un ampio respiro e per un attimo nella stanza scese il silenzio.
Riccardo…Io amo tua figlia.  Pensò Marco mentre aspettava con ansia una risposta, possibilmente positiva, da Riccardo.   
 “ Chi sono io per impedirvi di compiere questo passo ? State insieme da circa nove anni ormai, vi volete un gran bene…quindi io sono con voi! ” e dal suo tono di voce , Marco capì che era davvero contento , forse persino entusiasta . “ Sei un bravo ragazzo e sono sicuro che sarai anche un ottimo genero”
Marco liberò un sorriso , a stento riusciva a trattenere la gioia che provava realmente dentro di sé davanti al suo futuro suocero . Il cuore batteva forte nel petto tanto da fargli male  : “ Grazie” gli disse semplicemente, ma quella parola bastò a Riccardo , che annuendo gli strinse forte una mano . “ Ci vediamo in questi giorni, non stancarti troppo. ”
 
                                                                                       *****
Marco 



Miracolato ? Si , lo ero davvero .
Non avevo mai avuto paura di morire . Piuttosto avevo sempre avuto il terrore di perdere quello che non avrei più potuto avere se avessi smesso di vivere da un momento all’altro : lei .
E la morte mi era passata accanto , in un giorno che credevo come un altro, rischiando di portarmi via da ciò che amavo di più al mondo .
E se al mio risveglio non l’ avessi trovata accanto a me per chissà quale ragione ? Come sarebbe stata la mia vita senza avere la certezza di unirmi a lei in ogni modo possibile su questa terra ? Non volevo pensarci . Mi faceva male. In quel caso, avrei atteso la morte pur di poterla raggiungere in paradiso in qualche modo .
Il paradiso: doveva esistere per forza quel luogo in cui si poteva incontrare la persona che avevi amato e che avevi perso per chissà quale ragione sulla Terra , un posto dove tutti potevano capire il vero senso della vita. Almeno io la pensavo così.
Clarissa aveva stravolto la mia vita .
A quattordici anni ero già un fumatore accanito, un ragazzino arrogante e presuntuoso e lei… una ragazzina dolce, sempre pronta ad arrossire quando mi vedeva e a nascondersi il volto dietro i suoi lunghi capelli biondi quando si sentiva a disagio .
Era la mia compagna di banco, nonché la più brava della classe.
Amavo copiare ogni mattina i compiti da lei.
Non avevamo proprio niente in comune . A lei piacevano il blu, le rose rosse , la musica classica , a me invece il verde, i girasoli e ovviamente… altro che musica classica! Io ero un tipo da rock ! 
Eppure… giorno dopo giorno per lei avevo perso il vizio del fumo , ogni traccia di arroganza e presunzione era scomparsa.
Avevo iniziato persino a studiare! Pur di restare in classe con lei , avrei fatto di tutto per non farmi bocciare!
Al suo fianco senza neanche accorgermi ero diventato un altro .
E senza lei… chissà che uomo sarei diventato . Non di certo quello che ero .
Però la sigaretta, beh quella mi mancava ancora…ma come potevo continuare a fumare se a lei il fumo non piacevo affatto ?
Pur di non averla lontana rinunciavo volentieri !
E ora era lì , tutta sola mentre passeggiava vicino ad un pontile scricchiolante , intenta ad osservare il mare. Era a pochi passi dalla mia barca .
Ancora non riuscivo a crederci: avevo una barca.  
Era di mio padre, ma aveva deciso di regalarla a me appena gli avevo parlato del matrimonio . Un ottimo regalo di nozze e sicuramente un buon posto per chiedere alla donna che amavo di sposarmi…
Era arrivato il momento di fare il grande passo.
Il mio cellulare prese a squillare , e io alzai gli occhi al cielo quando sul display lessi chi era .
“ Tweet” la salutai rispondendo alla chiamata
“ Allora Clarissa ha accettato?” mi domandò all’istante senza neanche salutarmi .
Lei sapeva cosa avevo intenzione di fare quel giorno .
Scossi la testa con un sorriso . Era decisamente troppo curiosa .
Quel giorno era addirittura più ansiosa di me!
“ Non mi hai dato neanche il tempo di chiederglielo, ancora! Siamo alla terza chiamata in un’ora…”Le feci notare.
“Ops. D’accordo…ma muoviti! E chiamami dopo, io voglio sapere!” ordinò come suo solito.
“Ci penserà Clarissa a chiamarti!”
“Sempre se ti risponderà di si ! ” scherzò lei
Non scherzare. Sono già abbastanza ansioso
“ E se non accetterà?” chiesi terrorizzato all’idea di un suo rifiuto
Lei scoppiò a ridere: “ Ma per favore! Vedi di muovere quelle chiappe ,e vai da lei!”
“ Ai tuoi ordini Tweet!” le risposi , per poi riattaccare.
Guardai Clarissa con più attenzione . Era inutile, ogni volta che i miei occhi si posavano su di lei, il mio cuore andava per fatti suoi  . E poi quel suo piccolo viso , i lunghi capelli dorati raccolti ,  il vestitino blu lungo fin poco sopra il ginocchio…mi facevano impazzire . Era perfetta…ed era mia.  
Non mi aspettava . Ma io sapevo da un po’ che era lì , ed ero curioso di sapere la sua reazione nel vedermi  improvvisamente accanto a lei .
Mi avvicinai lentamente, poi continuando a tenere fra le mani la rosa rossa a gambo lungo che avevo comprato apposta per lei , mi decisi a parlare:  
“ Posso disturbarla signorina ?” le dissi porgendole la rosa
Lei sussultò spaventata, ma quando i suoi occhi incontrarono i miei si addolcirono all’istante. 
“Marco, cosa ci fai qui?” mi chiese sorpresa e allo stesso tempo contenta
“ Sono qui per te ” ammisi .
Scosse la testa con un sorriso mentre prendeva la rosa con delicatezza, quasi avesse paura di spezzarla . Amavo quel suo fare dolce, che spariva magicamente quando si arrabbiava.
Sorrisi.
“ Che hai da sorridere?” mi chiese curiosa
Io feci spallucce: “ Tu , invece ? Come mai da queste parti ? ” e le afferrai la mano libera, intrecciando le dita con le sue. Erano così sottili e corte , che avevo sempre paura di farle male.   
Lei sospirò mentre portava la rosa a contatto con le sue morbide labbra e il suo piccolo naso : “ sai bene che mi piace stare in compagnia del mare… molto spesso.” Disse ad occhi chiusi
Annuii. Lei amava il mare.
La guidai sul pontile e all’improvviso la sentii irrigidirsi .
“ Cos’ha intenzione di fare ?” mi domandò cercando in tutti i modi possibili di nascondere la preoccupazione, che invece riuscivo a leggere perfettamente nei suoi occhi color nocciola.
“ Da quando mi dai del lei ?” le chiesi aggrottando la fronte.
Lei si sforzò di sorridermi. Aveva paura che la gettassi in acqua?  
“ Ti va di fare un giretto in barca ?” le proposi indicando la mia bianca “ Ocean Queen” .     
“ Sulla barca extra-lusso di tuo padre? Ci ammazza! Per comprarla ha impiegato anni e anni ! ” mi rispose sorpresa, sbalordita .
 Scoppiai a ridere e le feci l’occhiolino: “ è tutto sotto controllo…è mia ora! ”
O meglio, sarà nostra !
Sgranò gli occhi : “ Come sarebbe a dire tua?”
“ Mio padre l’ha regalata a me” spiegai senza aggiungere altro , poi la presi in braccio di colpo e la portai a bordo, ignorando le sue innumerevoli preteste e i suoi deboli pugni sulle mie spalle.  
“ Ehi! Mettimi immediatamente giù! Marco! ” urlava in continuazione, ma in fondo sapevo che le piaceva stare fra le mie braccia.  
“ Cos’hai intenzione di fare?” mi domandò con una meravigliosa luce negli occhi quando i suoi piedi toccarono terra . La mia piccolina arrivava appena all’altezza delle mie spalle  .
Io feci finta di niente: “ un giretto.”
                                                                                         *****
Clarissa



Ok. Aveva in mente qualcosa…ma cosa esattamente?  Il mio cuore era già partito al galoppo da un pezzo , e la mia fantasia era già arrivata a creare una serie di innumerevoli scenette romantiche e sdolcinate da far venire il diabete . Ma io ero così, cosa ci potevo fare?
Marco mi guardava spesso mentre stringeva le mani sul…il timone? Si chiava così? Non me ne intendevo di navi, e neanche m’interessava …non quando avevo due occhi azzurri come i suoi , che mi fissavano e mi toglievano il respiro .  
Stavamo insieme da anni , ma ogni giorno era sempre una scoperta .
Un giorno senza lui, per me era un giorno perso. Era il mio sorriso e speravo con tutto il cuore…anche il mio domani.
Indossava una camicia azzurra quel “delinquente” .
Quella sera voleva farmi impazzire…sapeva quanto mi piaceva quando indossava camicie di quel tipo .
Il vento ci scompigliava i capelli , e un senso di pace si diffondeva in ogni fibra del nostro essere mentre eravamo stretti in un abbraccio . Davanti a noi il mare aperto.
“ Da quando hai la patente nautica?” gli domandai all’improvviso alzandomi sulle punte per baciargli una guancia.
Lui mi scompigliò i capelli con una mano : “ Ehi , non ti ricordi ? Da due anni ormai!”
Ah. Giusto. Non ricordavo. La solita distratta .   
Quando fermò la barca in mezzo al mare , il sole stava già tramontando : uno spicchio di luce color arancio che lentamente dava l’impressione di immergersi nelle acque cristalline e calme .
Lui mi abbracciò da dietro e posò le labbra sul mio collo. Il suo caldo respiro sulla mia pelle mi fece rabbrividire : “ Vuoi qualcosa ?” mi chiese dolce in un sussurro , mentre il dondolio della nave ci cullava .
 Io mi voltai liberandomi dalla sua stretta : “ No. Sono sazia” risposi incrociando le dita dietro al suo collo “ sazia d’amore” scherzai mentre le mie labbra cercavano le sue .
Ogni volta che le sfioravo dimenticavo dov’ero e cos’ero : le sue braccia erano il mio mondo .
E poi…sentire le sue dita scorrere sulla schiena fu meraviglioso…tremai.  
Infilai una mano fra due bottoni della sua camicia e iniziai ad accarezzargli il petto mentre continuavamo a baciarci.
Amavo baciarlo ad occhi aperti . Vedere che era lì, tutto per me , il mio dono più grande… era sempre favoloso .   
Mi sollevò ancora una volta all’improvviso, e mi portò all’interno dell’imbarcazione . Questa volta non protestai.
L’interno era stretto, ma comodo per due persone. Perfetto per noi due . C’era un piccolissimo bagno, una sorta di camera da letto , perfino un piccolo salottino con un divanetto in pelle nera , un tavolino e dei bellissimi mobili, dove sicuramente all’interno potevo trovare tutto ciò di cui una persona poteva avere bisogno .
Marco mi adagiò con dolcezza sul morbido letto dalle bianche lenzuola profumate di lavanda . Da un piccolo oblò potevo notare le onde del mare infrangersi sul vetro . Entrava poco luce…ma sufficiente ad illuminare l’intera cabina.    
Le nostre labbra si allontanarono appena , ma continuarono a sfiorarsi. I suoi occhi azzurri immersi nei miei : “ Ti amo” mi disse lui , disteso al mio fianco.  
Un brivido mi scivolò lungo la schiena, mentre leggevo nei suoi occhi tutto l’amore che provava per me.
Solo e soltanto per me. 
Risi: “ Mai quanto me! ”
Lui inarcò un sopracciglio : “ Sei proprio sicura?” chiese mentre mi bloccava i polsi sopra la testa.
“ Si…” annuii continuando a ridere.
Marco fece una smorfia buffa, che subito dopo si trasformò in uno strano sorrisetto.
Un minuto dopo le sue dita birichine presero a farmi il solletico.
Che cosa insopportabile . Il solletico .
Non riuscivo a trattenere le risate , e lui ci prendeva gusto. Il signorino conosceva tutti i miei punti deboli.
Provai a svignarmela , ma lui era decisamente più forte di me.
“ Marco mi arrendo!” urlai esausta tra le lacrime , il dolore al diaframma era insopportabile .
Lui annuì soddisfatto: “ Brava” mi disse sfiorandomi il naso con il suo , per poi baciarmi il collo dolcemente .
Sospirai sonoramente . Con Marco il tempo non bastava mai…e quanto desideravo non dover ritornare a casa per cena quella sera!  
Perché in cuor mio sentivo che quel giorno sarebbe diventato uno tra i più belli della mia vita.
                                                                               *****
Senza neanche sapere come , eravamo scivolati fra le braccia del sonno .
Con uno sbadigliò gigantesco aprii gli occhi mettendomi a sedere sul letto , poi allungai le braccia per sgranchirmi un poco .
Sobbalzai quando mi accorsi che era giorno .
C’era fin troppo luce nella cabina che entrava attraverso l’oblò .
Ma non doveva essere il tramonto?
A meno che…
Guardai il mio orologio e i miei occhi si spalancarono immediatamente.
“Oddio!” esclamai “ è mattina, sono le sei del mattino !”  
Mi voltai verso Marco. Era disteso bocconi , la guancia sinistra premuta contro il cuscino.  
“Amore?” lo chiamai sfiorandogli una spalla con delicatezza
“ Marco ?”  
Lui mi rispose con un lamento , che non riuscì a non farmi sorridere.
“ Sono le sei del mattino ” lo informai ansiosa. “ abbiamo passato tutta la notte fuori!”
“Non ti preoccupare ” biascicò lui senza aprire gli occhi.
Lo guardai confusa: “ Come ?”
“ Stai tranquilla. E poi…siamo al porto.” Spiegò aprendo un occhio.
Mi fiondai fuori salendo la scaletta in tutta fretta . Il pontile su cui eravamo la sera prima era proprio davanti ai miei occhi. La barca era ben legata , trattenuta da grosse corde strette intorno a dei solidi sostegni .
Ritornai da lui furiosa: “ Potevi svegliarmi! Adesso i miei mi uccideranno per non averli avvisati!”
Lui sbuffò e si coprì la faccia con il mio cuscino per non sentirmi.
“Signorino, parlo con lei!” disse imbronciata iniziando a punzecchiarlo con le dita
Lui mi lanciò il cuscino , che mancai per un soffio  
“ I tuoi genitori sono già stati avvertiti ” mi informò mentre si metteva a sedere
Sgranai gli occhi: “ C…c…come?” domandai
Lui trasse un profondo respiro: “ Tuo padre e tua madre, sanno già cosa ho in mente”
Io mi misi a sedere al suo fianco : “Perché… cos’hai in mente ?”
Lui cercò le mie labbra e il mio sguardo, poi mi sorrise : “ Sposami” mi disse di getto
Spalancai gli occhi . Il momento tanto atteso era arrivato.
Prese qualcosa da una tasca dei pantaloni , e io dimenticai di respirare.
Quell’anello…il mio anello, era di nuovo sotto il mio sguardo e scintillava come non mai.
“ Io ti prometto che farò di tutto per renderti felice ”
Dopo quelle parole prese con fare dolce la mia mano sinistra e lentamente mi infilò l’anello all’anulare .
Lo guardai: “ Dovrei diventare la signora Chiari?” gli chiesi con il cuore in gola, riprendendo a respirare. Ero sotto shock…ma lentamente stavo recuperando il controllo sul mio corpo.  
Lui deglutì. Cercava in ogni modo di controllare le sue emozioni. “ Se lo vuoi…” mi sussurrò.
“ Tu” iniziai “ tu mi hai già resa felice in ogni modo possibile .” Lo guardai ancora negli occhi, poi gli sfiorai le labbra: “ SI!” dissi ad alta voce con tutto il fiato che avevo nei polmoni  “ Si voglio diventare tua moglie!”
Mi abbracciò forte e mi baciò con passione , poi mi afferrò il volto con entrambe le mani. I suoi occhi brillavano di gioia: “ Avrei preferito dirtelo ieri sera…in un’atmosfera decisamente più romantica ma…”
Gli posai un dito sulle labbra: “sssh, è perfetto amore” gli dissi
Ed il suo telefono squillò .
Marco roteò gli occhi e sbuffò come se sapesse chi era.
Mi mostrò il display e scoppiai a ridere.
“Tweet in chiamata!” gli dissi dandogli un enorme pizzicotto su una guancia
“ Vorrà sicuramente sapere la mia risposta !” e gli feci l’occhiolino.
Lei era al corrente di tutto ne ero sicura .
Marco mi guardò sorpreso , poi scosse la testa con un sorriso rispondendo alla chiamata.
“ Tweet , anche alle sei del mattino non mi lasci in pace?”
“Io vado a preparare la colazione” gli sussurrai scoccandogli un bacio su una guancia

 
 
 
Angolo Autrice
 
Ciaooooo ^^ come state ?
Sta continuando a piacervi questa storia ? ^^
Piaciuto questo nuovo capitolo ? Spero tanto di si ! :) 
Fatemi sapere cosa ne pensate! ^^
Finalmente il nostro Marco le ha chiesto di sposarlo , ma ora ? :) 
Quel che posso dirvi è che un "vecchio amico" dei nostri due innamorati sta per ritornare !
Un bacione a tutti voi che mi seguite ^^ A presto ;)
 

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Capitolo 12
*** Matteo Chiari ***


NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 



Capitolo 12. Matteo Chiari 


Correre.
Correre a perdifiato affondando i piedi nudi nella sabbia tiepida di prima mattina , mano nella mano con la persona che ami mentre il cielo è tinto di un meraviglioso rosa pallido…è magico.
L’acqua salata sempre pronta ad accarezzarti con le sue onde spumeggianti , il sole nascente desideroso di baciarti la pelle chiara , il vento giocoso fra i capelli , le risate che riecheggiano nell’aria che si confondono con l’odore pungente di salsedine…
Clarissa amava tutto questo.  
Era l’alba, bisognava approfittare, le spiagge erano ancora deserte…
E lei si sentiva esplodere dalla gioia come non mai . Il cuore batteva forte nel petto preda di una voglia di vivere disarmante.
Dopo un lungo periodo buio , finalmente sembrava essere ritornato il sereno .
Nessuna nuvola all’orizzonte, soltanto cielo terso nella sua vita e in quella di Marco. 
Così immaginava il suo futuro, e così sarebbe dovuto essere.
Lei ci credeva con tutta se stessa.
“ Ma sei matto! Ti sei bagnato con tutti i vestiti addosso ? ” disse all’improvviso scuotendo la testa con un ampio sorriso sulle labbra .
Marco si era appena tuffato in acqua per poi riemergere sollevando una quantità infinita di schizzi.  
Lui rise , passandosi le mani fra i capelli bagnati e sbottonandosi la camicia ormai completamente inzuppata , che si era attaccata al corpo come una seconda pelle.
Poi rimase a fissare per un po’ la sua ragazza da lontano con una meravigliosa luce negli occhi azzurri : “ Dai vieni anche tu…è un po’ freddina, ma si può stare!” e sbatté una mano sull’acqua come a voler dare conferma delle sue parole e convincerla.  
Clarissa indietreggiò di qualche passo : “ No, non ho nessuna intenzione di bagnarmi completamente ora .”
Il ragazzo distolse lo sguardo da suoi occhi color nocciola , e si passò la lingua sulle labbra: “ Sicura?”
“Assolutamente” rispose la bionda decisa , che continuava a fissarlo non nascondendo un certo timore .
Marco era tremendamente affascinante , e lo era ancor di più in quel momento per i capelli bagnati e portati indietro , e il suo fisico asciutto ed atletico messo ben in mostra e attraversato da goccioline d’acqua .
Come poteva Clarissa allontanare lo sguardo da quel bellissimo ragazzo, che le aveva stregato anima e corpo, pur avendo paura di ciò che in quel momento gli stava frullando in testa ?
Mio marito si ritrovò a pensare raggiante, di colpo.  
Marco rimase in silenzio per un po’  , ignaro dei pensieri di lei, con l’acqua che gli arrivava alla cintola . Dopo qualche minuto, ritornò a guardare la sua ragazza con un sorriso capace di rapirle la capacità di respirare .
“ Questo vuol dire che dovrò fare a modo mio…” l’avvisò lui mettendosi le mani sui fianchi e passandosi la lingua sulle labbra , con aria soddisfatta per ciò che stava per fare .
“No…Marco sul serio, no!” lo supplicò lei cercando di mantenere un tono calmo , pacato.
Il ragazzo non badò alle sue parole neanche per un breve istante , corse verso la ragazza e prese ad inseguirla dato che Clarissa stava già cercando di allontanarsi da lui in ogni modo possibile.
“ Ti prego, no!” ripeteva lei di continuo, seppur ridendo, mentre lui di raggiungerla .
Quando ci riuscì, la strinse a se con forza bagnandola con il suo corpo per poi caricarsela in spalla nonostante lei cercasse in tutti i modi di liberarsi dalla sua solida stretta .
“ Non sono un sacco di patate! Marco , mettimi giù…ora !” sbraitò lei mentre la sua testa ciondolava dietro la schiena di lui, le mani che cercavano di dar piccoli schiaffetti sulla pelle del ragazzo.
“ Sta buona ! I tuoi capelli mi fanno già il solletico alla schiena , perciò se non vuoi cadere…ti avverto, non muoverti! ”  
“ NO! NON TI AZZARDARE!” gridò Clarissa con tutto il fiato che aveva in corpo quando Marco entrò in acqua.
Lei si aggrappò con tutte le sue forze al corpo del ragazzo , avvinghiandosi come una cozza quando si ritrovò seduta, senza sapere come, fra le sue braccia. 
“ Se mi lasci andare ti uccido, sul serio!” minacciò lei stringendogli ancora di più le braccia intorno al collo
“ In quel caso verrai arrestata per omicidio volontario!” osservò lui , poi aggiunse serio :
 “ Amore se fai così mi uccidi davvero però, non riesco a respirare!”
Lei provò ad allentare la presa : “Ma non mi lasciare…”
Lui tossì e sorrise : “ Sono qui, non ti succederà niente. Devi fidarti di me!”
Lei lo guardò negli occhi : “ Io mi fido di te , ma ti prego di bagnarmi proprio non mi va! Non so nuotare , cavolo!”
“ Come fai a dire che non sai nuotare se non hai mai provato veramente a farlo?”
Lei lo fulminò con un’occhiataccia: “ Senti, lo sai che ho sempre paura di affogare”
Lui, non disse altro e continuò ad avanzare.
Appena l’acqua le sfiorò i fianchi, Clarissa sussultò e ritornò a stringerlo con forza: “ Perché?” chiese lei mettendo il broncio “ perché sei così crudele?”
“ Devi superare questa paura”
Lei piagnucolò : “ Mi vendicherò ! ”
Marco scoppiò a ridere , una risata cristallina, leggera , una di quelle che Clarissa amava ascoltare.
“ E va bene” si arrese lei sospirando .  Quando il suo ragazzo rideva in quella maniera così dolce e meravigliosa, pur di sentirlo ancora cedeva sempre ad ogni sua richiesta .
“ Signora Chiari stiamo facendo progressi!” scherzò lui fingendosi sorpreso
“Scemo” lo definì lei “ vedi di non farmi affogare piuttosto , oppure ci penserà mio padre a farti fuori! ”
“ magari anche… il tuo ammiratore segreto di cui non vuoi proprio dirmi il nome!” aggiunse lui, sperando in qualche modo di ricevere qualche informazione in più .
Clarissa si irrigidì all’istante e Marco lo capì perfettamente.
“ Non ho nessun ammiratore, sul serio! Smettila di dire cavolate di questo genere. Io sono e sarò soltanto tua…” e posò le labbra sulle sue con fare dolce .
Ma Marco sentì che quelle labbra , che conosceva fin troppo bene , stavano mentendo e si stavano nascondendo dietro la dolcezza di un bacio .
“ Che freddo!” esclamò lei con un sorriso .
Voleva cambiare discorso , era evidente…fin troppo.
Lui si limitò a sorriderle, non voleva rovinare l’inizio di quella giornata così meravigliosa .
Ma quello era un discorso soltanto rimandato.
 “ Fa silenzio!” le disse “ Ascolta la prima lezione e impara…”
                                                                                              *****
 
“ No! Non ci credo…Clarissa Valenzi !”
Clarissa si voltò assieme a Marco appena si sentì chiamare per nome. Fino a quel momento stavano passeggiando sul molo , abbracciati come non facevano da tempo . Un braccio di lui intorno le sue spalle, la testa poggiata sul suo petto…il paradiso.   
“ Matteo ?” domandò lei sorpresa sgranando gli occhi : “Sei proprio tu?”
“ In persona” disse il ragazzo , di due anni più grande , accennando un lieve inchino .
Il suo sorriso, i suoi occhi castano-dorati e i suoi ricci biondi erano ciò che Clarissa non aveva mai dimenticato di lui , nonostante gli anni che erano trascorsi dall’ultima volta che l’aveva visto .
“ Da quanto tempo!” esclamò lei raggiunte correndo ad abbracciarlo.
Marco rimasto scioccato dall’improvviso arrivo , cercò di riprendersi alla svelta avvicinandosi ai due, che continuavano ad abbracciarsi affettuosamente .
“ Già, non ci si vede dai tempi del liceo, cugino” si intromise ,  per poi stringere la mano che Matteo gli offrì gentilmente una volta che sciolse l’abbraccio con la bionda.
“ Marco. Come stai? I miei mi hanno detto che sei stato poco bene ” chiese il riccio mettendosi le mani sui fianchi
Marco ridusse gli occhi a due fessure : “ Sto benissimo, grazie !”
Clarissa lo fulminò con un’occhiataccia, il tono che aveva usato era stato fin troppo poco gentile.
“ Quindi state ancora insieme voi due, eh?” domandò Matteo con un risolino mentre scompigliava i capelli all’ amica .
“ Già, ormai sono nove anni” precisò Marco , cercando questa volta di controllare il tono della voce pur non riuscendo proprio ad accettare le attenzioni che rivolgeva alla sua ragazza.  
“ Se continuerete così…dovrò seriamente prepararmi per il vostro matrimonio!” scherzò lui sorridendo
Sogna bello. Tu al mio matrimonio non ci metti piede. Pensò Marco furioso.
“ Preparati allora, perché manca davvero poco. Tu sarai uno degli invitati ! ” disse Clarissa mostrandogli l’anello che portava al dito.
No, ti prego no. Amore quello lì al nostro matrimonio?  
Matteo sgranò gli occhi , davvero colto di sorpresa : “ Oh Cavolo!” disse , per poi deglutire a fatica .  
“ Ho fatto bene a prendermi qualche giorno di pausa dal mio lavoro , allora !” concluse
“ Come mai qui?” chiese Marco passandosi la lingua sulle labbra
 “ Mi mancava la mia città…il nostro mare…i miei , e anche zia Elena e zio Stefano.”
“ E quando pensi di restare?” continuò a chiedere.
“ Non so ancora. Ma sicuramente qualche mese, poi dovrò ritornare al mio lavoro. Mi piace lavorare in Francia. Clarissa dovresti proprio venire, è una bellissima città Parigi…casa mia ha una stanza enorme per gli ospiti che ti aspetta! ”
Clarissa sorrise , gli occhi le brillavano : “ Wow, Parigi…deve essere fantastica! Chi lo sa? Magari quando avrò un po’ più di tempo accetterò il tuo invito, tieni pronta la stanza!”
E no , eh! Questo individuo doveva tornare proprio ora ?
“ Posso offrirvi qualcosa?” chiese poi
“ Si ” rispose Clarissa nello stesso momento in cui Marco lasciò uscire dalla bocca un “no” secco, categorico.
I due ragazzi si guardarono.  
“ Solo cinque minuti, era da tanto che non stavamo un po’ insieme” cercò di convincerlo Clarissa
“ Dai , Marco per una volta cerca di non essere noioso !” aggiunse Matteo
Marco roteò gli occhi .
“ Amore dai” gli sussurrò Clarissa ad un orecchio, dopo averlo raggiunto.
Marco incontrò il suo sguardo dolce : “ Lo vuoi davvero?” le chiese, seppur con un peso al cuore  
“Si” fu la risposta .
“ D’accordo” si arrese lui sbuffando , e lei lo ringraziò posando le labbra sulle sue.
“ Oh no, ragazzi! Niente smancerie , non davanti a me” chiese Matteo con una smorfia di disgusto dipinta sul volto
                                                                            ******
Marco
 
“ No, ma dico ti rendi conto?! ” esclamai furioso dando un pugno sul tavolo della cucina di casa mia . La mia biro, i libri e Luca, che era seduto al mio fianco, schizzarono in aria all’unisono.  
Gli occhi neri di Luca mi fissarono con attenzione : “ Ma dai, Marco ! Smettila, Matteo non ha alcuna intenzione di fregarti la ragazza! E’ tuo cugino!”
Era da più di un giorno che pensavo al ritorno di mio cugino, e non riuscivo a studiare a causa sua! Ero pure indietro e Luca non riusciva a capirmi ! 
“ Qui ti sbagli! Al penultimo anno alle superiori , Clarissa stava per lasciarmi a causa sua!” lo informai, perché lui questo “piccolo dettaglio” non lo sapeva, ed infatti la sua reazione , appena recepì le nuove informazioni, fu quella di spalancare gli occhi e alzare e abbassare la mascella senza riuscire a spiaccicare una sola parola. 
“ Mi stai dicendo che Clarissa ti stava lasciando per tuo cugino?” mi domandò quando si riprese, incredulo
Voleva una conferma? Si, miseriaccia…si !
“ Luca, se hai capito perché vuoi una conferma? Matteo era quasi riuscito a conquistarla con i suoi modi di fare, i suoi gusti musicali…non facevano altro che parlare di Allevi, Einaudi, Mozart, pianoforti violini…e chissà quali altri pianisti e violinisti della storia! ” sbottai furioso “ e proprio adesso che sto per sposarmi…Bum! E’ ritornato dal nulla! Ma che…noia!”  si corresse all’ultimo istante nel pronunciare l’ultima parola .
“ Beh…Clarissa non ti ha lasciato però .  Ha accettato di sposarti, perché dovresti preoccuparti ?”
In effetti…ma non potevo dormire tranquillo
“ Parla con lei se ti farà stare più tranquillo, no?” mi consigliò facendo spallucce
Sbuffai afferrandomi i capelli : “ Si, si devo farlo…magari stasera .”
“ Ma stasera non dobbiamo andare alla festa di laurea di Ludovico?” mi chiese lui inarcando le sopracciglia
Annuii : “ Appunto…”
“ Ma sai anche che potrai incontrare tuo cugino  , vero ? Lui e Ludovico si conoscono.”  mi fece notare , seppur pronunciando quelle parole con la dovuta cautela. Aveva paura di farmi arrabbiare ulteriormente con le sue parole .
Sospirai: “ Non m’importa. Devo risolvere questa cosa”
Sarà meglio per lui che non metta un dito tra me e Clarissa, o troverò il modo di trasformarlo in un bastoncino di pesce… quanto sarà felice il gatto di mia madre!
“ Marco” mi chiamò poi Luca , serio
Lo guardai negli occhi: “ Dimmi”
“ Siamo amici da qualche anno…ormai ci conosciamo abbastanza per parlare di certi argomenti” iniziò lui .
Inarcai un sopracciglio
Cosa vuol dire “ certi argomenti?”
“ Come faccio a dire ad una collega che voglio invitarla a cena, che con lei vorrei essere qualcosa di più di un semplice amico?  Lei mi considera solo come tale! ”  
Per poco non scoppiai a ridere .
Luca innamorato. Lui, proprio lui che diceva che le ragazze non facevano per lui ?Luca , che considerava le donne come ochette starnazzanti nello stagno di un parco ?  
Mi alzai e mi riempii un bicchiere d’acqua : “ Esattamente come hai detto a me” gli risposi , seppur sforzandomi di non ridere.
Era la prima volta che vedevo Luca imbarazzato, agitato, le mani che continuavano a torturarsi sul tavolo .
“ E’ Monica” rivelò con un filo di voce bassissimo
Per poco non mi affogai. Sputai tutta l’acqua che avevo provato a mandar giù e l’annaffia .
Mi fulminò .
“ Mo…Monica?” balbettai . Ma ero contento. Era un buon ragazzo , perfetto per la mia Tweet . Lei meritava un ragazzo come Luca.
“ Grazie per la doccia , amico” mi rispose alzandosi
“ Scusa” non sapevo cos’altro dire.
“ Allora?” insistette
Ci pensai su un attimo: “ Allora…allora invitala a cena e cerca di non farti sgretolare dai suoi abbracci potenti”
“ O dai suoi schiaffi mortali” mugugnò lui
“Naaa, abbi fede. Chissà , magari anche lei prova qualcosa per te”
                                                                                           *****
Clarissa
 
Eccoci qui. Davanti al sogno di ogni ragazza.
Una vetrina di un negozio di abiti da sposa.
Cosa provavo? Non lo sapevo nemmeno io…qualcuno era in grado di spiegarmelo?
Monica , mia madre e perfino Elena erano tese e felici al tempo stesso.
“ Oddio, oddio quanto sei bello!” continuava a ripetere Monica ad ogni vestito esposto in vetrina.
 In effetti…erano un paradiso. Quel momento era uno spicchio di paradiso!
L’angolo dell’amore. Un negozio dove ci si entrava solo per buone notizie.
“ Possiamo esserle d’aiuto?” mi domandò una gentile commessa con un meraviglioso sorriso sulle labbra appena misi piede all’interno .
“ I…io…” presi a balbettare, e non era da me.
“ Ci serve un abito da sposa” parlò Monica.
Era su di giri. Aveva ragione Marco, quando era felice non faceva altro che saltellare come un passero. Ma era unica. Gli occhi verdi le brillavano così tanto che sembravano lucidi e commossi. Un’amica d’oro.
“ Per quando?” chiese ancora la commessa giocherellando con una penna a scatto sciccosa.  
“ Settembre” dissi finalmente . Le mie corde vocali si erano degnate di farmi parlare.
“ Così presto?” domandò sgranando gli occhi “ sarebbe dovuta venire prima! ” aggiunse allarmata.
Sospirai: “ Abbiamo deciso da poco, ma vogliamo sposarci entro la fine di Settembre” spiegai in breve .
In effetti la maggior parte delle spose andavano un anno prima a scegliere il loro vestito.
Io volevo essere un eccezione alla regola.
Io non avevo bisogno di un anno di tempo per pensare al matrimonio. Volevo il mio Marco come marito subito, il più velocemente possibile .
Ero una sposa senza dubbi. Come potevo averli ? Lui era perfetto per me, il mio completamento.
“ Bene . D’accordo…mi segua” mi disse avviandosi verso una serie interminabile di corridoi. Ogni angolo di quel negozio enorme era strapieno di abiti da sposa e da sposo, tavolini e divani di pelle bianca . Il colore predominante era ovviamente il bianco, ma anche altri colori come il rosso, il viola e il blu non scherzavano e spiccavano tra gli alti e i bassi armadioni eleganti .
Salii delle scale a chiocciola di marmo con corrimano color dell’oro e mi ritrovai su un piano carico di specchi , lampadari di cristallo e camerini dove poter misurare i vestiti.
Mia madre ed Elena erano emozionate al massimo .
“ Incominciamo con il primo” mi disse la commessa vestita con un tajer nero e un sorriso a trentadue denti ben evidente sulla faccia.
Annuii. Ma all’improvviso il mio sguardo si bloccò di colpo su un ragazzo. Era qualche metro lontano da me, in compagnia di quella che doveva essere sicuramente sua madre , e di altri due uomini . Forse suo padre e suo fratello. Il ragazzo non era molto carino, e anche se lo fosse stato neanche mi sarebbe interessato , ma in quel preciso istante stava provando un abito da sposo che mi rapì il respiro. Immaginai il mio Marco al suo posto vestito in quel modo. Giacca nera, pantaloni eleganti, gemelli alla camicia…dimenticai di respirare e barcollai.
“ Clarissa ?” mi chiamò Elena “ Piccola, stai bene?” un po’ preoccupata, glielo leggevo in faccia
“ Benissimo…” le risposi con un sorriso , non poteva andare meglio di così. E poi, Andrea era ufficialmente scomparso dalla mia vita da quando l’avevo denunciato assieme a Luca , quindi !
Ovviamente avevo supplicato Stefano di non dir niente a Marco.
Guardai all’improvviso la commessa e le dissi: “ Per favore può far vedere anche qualche vestito alla mia testimone di nozze ?”
Le tre donne che erano con me mi guardarono scioccate.
“ Monica, tu sarai la mia testimone” le rivelai con sincero affetto
Lei perse il dono della parola per un breve istante, perché un attimo dopo sentii il suo urlo acuto ferirmi le orecchie , e non solo le mie! Elena e Irene si tapparono le orecchie con le mani
La commessa indietreggiò spaventata mentre Monica mi abbracciava forte : “ Grazie” mi disse commossa, contenta.
“ Forza, scegliamo questo vestito”  



Angolo Autrice 

Ciaooooo ^^ Scusate il ritardo ma sono stata impegnata per un esame ! ^^
Vi è un pò mancata questa storia ? 
Matteo come vi sembra ? Andrea si sarà arreso sul serio ? 
Fatemi sapere cosa ne pensate! ^^ 
Un bacione a presto ;) 

 

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Capitolo 13
*** Clarissa dove sei finita? ***


 

 

NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 




Capitolo 13. Clarissa dove sei finita?


“ Bellissimo, questo vestito che hai scelto è una favola! Sul serio! Marco diventerà matto! Non riuscirà a resistere fino alla fine del ricevimento! ”
Clarissa avvampò ed inciampò sul gradino del marciapiede presente appena fuori il negozio .
Non cadde in avanti per miracolo.
Elena e Irene , al suo fianco, fecero finta di non aver sentito la rossa, ma purtroppo avevano ascoltato le sue parole eccome!
La mia prima notte di nozze con Marco. Al solo pensiero mi sento mancare l’aria!
Tutti , quella notte avrebbero immaginato che lei e Marco…insomma…
Scosse la testa con veemenza .
Non devo pensarci ora.    
Ed indirizzò i suoi pensieri verso l’abito che aveva acquistato.
In effetti , quello che aveva scelto era meraviglioso.
Appena l’aveva indossato , e si era vista davanti al grandissimo specchio nel salone , se ne era completamente innamorata .
Irene ed Elena avevano perfino versato qualche lacrima.
Non vedeva l’ora di indossarlo il giorno del suo matrimonio.
Era un vestito da principessa, da favola...come aveva detto Monica. Di un bianco accecante.  
Largo, con una coda lunga oltre i due metri e il corpetto di pizzo .
I guanti corti in raso…
Il suo sogno. Sin da quando era una bambina aveva immaginato un vestito simile a quello che aveva scelto.
Monica invece , come testimone, aveva preso un abito lungo di colore rosso con qualche ricamo in oro .  
“ Anche il tuo è bellissimo.” esordì lei “ Luca non ti staccherà gli occhi di dosso ne sono sicura!” le disse , anche un po’ per vendicarsi.
Ebbe l’effetto sperato.  
La rossa sgranò gli occhi e si guardò intorno , come se si aspettasse di trovar lì il suo Luca.
“ Non gridare!” le disse furiosa . Le tempie le pulsavano terribilmente
“Scusa” sussurrò l’amica , seppur ridendo.
“ Comunque è deciso…” decretò Monica, dopo qualche altro minuto di silenzio.
Ormai erano vicine al parcheggio in cui Clarissa aveva posteggiato l’auto.
L’amica inarcò un sopracciglio : “ Cosa hai deciso?”
“ Parlerò con lui alla festa di Ludovico”  
Ed Irene ed Elena si intromisero nel discorso proprio in quel momento : “ A proposito ragazze, stasera non fate troppo tardi!”
“ Mamme vi ricordo che sto per sposarmi !” fece notare Clarissa con un sorriso trionfante sulle labbra .
La libertà assoluta era a poche settimane da lei.
Doveva soltanto continuare a resistere per un altro po’ .
Il solo pensiero di andar a vivere in una casa tutta sua e da sola, soltanto in compagnia del suo Marco, la riempiva di gioia.  
Irene sorrise: “ E’ vero tesoro, ma fino a quando sei…”
“ Si ,si…fino a quando sarò in casa tua comanderete tu e papà” concluse lei con una smorfia , ricordando i soliti discorsi che le toccava sentire ogni volta in quelle occasioni.
“ Marco ti porterà a casa non oltre l’una, sono stata chiara?” continuò , e con un tono che non ammetteva repliche.
“ Non preoccuparti Irene , Marco se la vedrà con me se si azzarderà a far tardi” avvisò Elena
Clarissa sbuffò mentre Monica al suo fianco roteò gli occhi.
Che noia!
                                                                                    *****
“ Sei meravigliosa”
Clarissa aveva sospirato e posato le labbra su quelle di Marco, quando lui le aveva sussurrato quelle bellissime parole appena l’aveva vista salire in auto .
Eppure non indossava niente di ché : pantaloni chiari , una camicetta bianca leggermente scollata e i tacchi alti e neri .
Sul viso un po’ di cipria , matita nera e mascara .   
“ Finalmente hai lasciato i capelli sciolti” le disse lui accarezzandole una guancia quando arrivarono alla festa di Laurea .
Clarissa annuì mentre scendeva dall’auto: “proprio come piacciono a te”
Il ragazzo le sorrise , poi le prese una mano ed iniziarono a camminare : “ Mia madre mi ha minacciato di morte. Se non ti riporterò a casa entro la mezzanotte ha detto che mio padre si farà trovare con la pistola in mano davanti casa ”
Lei sbuffò: “ Ma i nostri non hanno ancora capito che siamo grandi abbastanza da poter restare fuori casa anche oltre l’orario di Cenerentola?”
“ Io ho il limite massimo delle tre di notte. Sei tu che devi essere a casa per mezzanotte. Ma senza te che vado a fare in giro da solo? ”
“ Se vuoi restare un altro po’ con i tuoi amici chiederò a qualcun altro di riaccompagnarmi a casa, non ti preoccupare” gli disse scoccandogli un bacio su una guancia
Marco cercò il suo sguardo colpito dalle sue parole: “ E’ proprio vero, sei cambiata.” Ammise non nascondendo la sua sorpresa “ un tempo non avresti mai detto così”
Lei annuì con un sorriso: “ Le cose cambiano in meglio se solo vogliamo. ” poi si girò e gli mise le mani sul petto : “ io mi fido di te, Marco. Ti affido la mia felicità e la mia vita ” ed alzando lo sguardo per incontrare i suoi occhi azzurri non riuscì a non aggiungere: “ Sono nata per restare al tuo fianco. Sempre”
Gli occhi di Marco si addolcirono all’istante, le mani corsero ad afferrare il volto di quella donna che avrebbe voluto guardare ogni giorno, per il resto della vita: “ Senza di te non sono nessuno, perciò senza di te non andrò da nessuna parte” le sussurrò ad un soffio dalle sue labbra
Gli occhi di lei divennero lucidi: “ Non lascerò mai che qualcuno ci divida”
Marco fece per rispondere , ma furono interrotti.   
  “ Avete visto che buffet buonissimo?” domandò Monica comparsa all’improvviso . Indossava un vestitino corto color panna . Il ciuffo rosso , che di solito portava sulla fronte , era legato da una mollettina color blu
“Tweet tu sei in ogni angolo, un prezzemolino ogni minestra”  
Monica fece una linguaccia al suo migliore amico e gli mollò uno schiaffetto su una spalla : “ dipende dalla minestra”
“ Luca?” le domandò Clarissa mentre si guardava intorno , Monica fece spallucce
“ Luca ha detto che arriverà a momenti” rispose Marco ricambiando il colpetto che aveva ricevuto dall’amica .
Monica lo fulminò con lo sguardo, poi annuì : “ Perfetto , perché io gli devo parlare”
“ Anche lui deve parlarti” rivelò il ragazzo mentre afferrava un bicchiere di spumante .
Si trovavano all’esterno di un agriturismo, in un paesino appena fuori la loro città.
Ed erano nei pressi di una larga e profonda piscina attraversata da un piccolo ponte in legno , e da graziose fontane , illuminata da piccoli faretti colorati posizionati sul fondo.
Tutt’intorno , sull’erbetta, erano stati posizionati enormi tavoli carichi di cibi caldi e freddi e bevande di ogni genere.
Clarissa e Monica , dopo le parole di Marco, erano rimaste piacevolmente sorprese.
Cosa doveva dir Luca a Monica ?
Di sicuro capirono che Marco sapeva qualcosa che loro ancora ignoravano .
“ Non bere, oppure al ritorno guiderò io” avvisò la bionda afferrando il bicchiere di spumante dalle mani del ragazzo
Marco sbuffò : “ solo un po’ ”
“ Cosa ti ha detto tua moglie?” scherzò Monica
“ Vedi di fare meno la spiritosa, presto riderò anch’ io di te”
Monica e Clarissa lo guardarono con occhi sgranati, e soltanto in quel momento Marco capì che sarebbe stato meglio se avesse tenuto la bocca chiusa.
Un minuto dopo partirono le domande: “ Cioè?”
“ Che cosa vorresti dire?”
“ Sa qualcosa che noi non sappiamo?”
“ Luca ti ha detto qualcosa?”
“ Magari ti ha detto…”
“Stooop!” urlò Marco indietreggiando “ voi due insieme non ci potete proprio stare!” disse esasperato
“ Ti ricordo che stai parlando di tua moglie e della sua testimone!”
“ No! Ti dovrò sopportare anche al mio matrimonio?” scherzò ancora con l’intenzione di far arrabbiare l’amica.
Ci riuscì perfettamente .
Monica diventò rossa di collera, afferrò la borsetta che aveva a tracolla come fosse un’ arma e si preparò ad attaccare.
“ Mi sono perso qualcosa?” domandò Luca , arrivato proprio in quel momento.
Le chiavi della sua moto ancora in mano, i capelli corvini un po’ spettinati .
Monica si bloccò all’istante mentre i suoi occhi facevano una radiografia completa al ragazzo.
“ Vuoi una bacinella per la bava?” le sussurrò Clarissa al suo fianco. “ chiudi la bocca, è indecoroso!”
Monica richiuse la mascella e cercò di ricomporsi : “ Ciao” disse come imbambolata mentre i suoi occhi continuavano a contemplare il filo di barba sulla pelle abbronzata del volto del ragazzo, che era vestito in maniera impeccabile .
“ Fortuna sei arrivato” parlò Marco per primo , dando una pacca sulle spalle dell’amico
Luca sorrise: “ Immagino”, poi aggiunse sussurrandogli ad un orecchio: “ sono pronto a dichiararmi”
Marco gli fece un occhiolino: “ Tifo per te”
“ E tu ? Lei hai già parlato?”
Marco fece una smorfia: “ Di Matteo? No, non ancora . Ma credo che non faccia più differenza ormai. Lei mi ama, non corro il rischio di perderla”
Luca gli sorrise: “ Sono contento per te, amico mio. Spero sarà così anche per me”
“ Lo sarà di certo. Tweet prova qualcosa per te , l’ho capito dal modo in cui ti sta guardando”
“Tu dici?” chiese l’amico con una scintilla di speranza negli occhi scuri.
“ Che dite voi in maniera così silenziosa?” chiese Monica con le mani sui fianchi, all’improvviso.
Entrambi i ragazzi fecero spallucce
“ Siamo come due angioletti del paradiso, noi non diciamo mai niente di male” rispose Luca allargando le braccia 
Clarissa scosse la testa sorridendo.
“ Ma guarda un po’ ! Anche voi qui? ”
Marco roteò gli occhi : “ Ok , fino a qualche minuto fa ero più felice” mormorò
Matteo si fermò proprio davanti al cugino e lo salutò con un cenno del capo. Una mano teneva un piccolo calice e l’altra nascosta nella tasca dei pantaloni .
“ Ludovico è dentro per il momento , se volete salutarlo…” informò loro facendo l’occhiolino a Clarissa, che imbarazzata distolse lo sguardo da lui.
Marco cinse la vita della sua ragazza con un braccio: “ Grazie per l’informazione, andremo da lui quanto prima, cugino”
Lui annuì, poi sfoderò un sorriso irresistibile : “ Clari, ti va di ballare un po’ con me?”
“ A Clarissa non piace ballare” rispose Marco prontamente
Clarissa sospirò: “ Promettimi che sarà soltanto un ballo, Matteo.”
Matteo le prese una mano e le baciò il dorso: “ Solo un ballo madame , concedete a questo povero uomo?”
“Figo” fu il commento di Monica
Marco e Luca invece preferirono rivolgergli un’ occhiataccia .
“ Massimo due ” avvertì la ragazza bionda scoppiando a ridere. Poi incrociò gli occhi azzurri del suo promesso : “ Non ti preoccupare” gli disse dolce “ è solo un ballo”
Il ragazzo fece spallucce: “ Non sono preoccupato”
Lei rise : “ Amore , non mentire. Non sei bravo a farlo”
Matteo trasse un profondo respiro: “ Andiamo? Marco te la riporto subito , promesso, non ho intenzione di portartela via in alcun modo. Il suo cuore purtroppo mi par di capire che è soltanto tuo ormai”
Luca si avvicinò a Marco per parlagli ancora una volta nell’orecchio: “ Ok, è decisamente insopportabile!”
Clarissa sfiorò una guancia del ragazzo con fare dolce prima di allontanarsi con Matteo sotto lo sguardo di lui  .
“ però…” disse Monica “ quel ragazzo sa come conquistare il cuore delle donne”
Luca al suo fianco, si irrigidì: “ Ti devo parlare” disse di colpo .
Monica si voltò a guardarlo: “ Anch’io”
“ Marco? Possiamo lasciarti solo un momentino?” domandò Luca
Il ragazzo annuì: “ Ma certo, io starò qui buono buono.”
“ Non saltare addosso a tuo cugino” gli consigliò l’amico scoppiando a ridere
Lui sospirò: “ Ci proverò”
                                                                                *****
 
Marco
 
Dove sei  ?
Clarissa dove sei finita ?
Era inutile provare a nasconderlo : ero preoccupato.
Clarissa era scomparsa da più di mezz’ora .
L’avevo persa di vista un solo attimo , e da quel momento era come se si fosse volatilizzata nel nulla.
“ Marco Chiari! Ciao, come stai?” mi domandò una ragazza riccia , non molto alta , dalle labbra carnose evidenziate ancor di più dal rossetto rosso. Era una collega di Ludovico, che non vedevo da qualche mese. 
“ Scusa Beatrice, ma in questo momento non ho tempo” risposi frettolosamente ritornando a guardarmi intorno
Lei scoppiò a ridere: “ Chi ha perso, Chiari ?”
“ Non ti riguarda” tagliai corto
Lei annuì continuando a mantenere un sorriso sulle labbra: “ è vero che vuoi diventare il maritino della bionda che vuol far la dottoressa?”
Aveva voglia di scherzare, come suo solito…ma io non ne avevo nessuna voglia in quel preciso momento .  
Non gli risposi neanche, e me ne andai…
Dovevo fare qualcosa oppure sarei impazzito a stare fermo lì , ad aspettare.
Luca e Monica? Anche loro erano spariti? Ma porca…
Ok, forse stavo esagerando.
Sicuramente non le era successo niente.
Ma avevo una strana sensazione, non riuscivo a rilassarmi.
Dovevo trovarla, basta.  
Il saperla ad una festa di laurea , da sola e con ragazzi ubriachi in giro non era il massimo…anche se Matteo doveva essere…
Mi bloccai .
Clarissa non era con mio cugino.
No, non era con lui.
Matteo stava discutendo con due ragazzi , che neanche conoscevo , e sembrava calmo e rilassato.  
Ma allora Clarissa che fine aveva fatto ?
Aveva detto che sarebbe ritornata subito da me !
A grandi passi mi avvicinai a mio cugino e gli afferrai un braccio per costringerlo a guardarmi in faccia.
“ Marco ma sei matto?” mi disse lui furioso
“ Clarissa, dov’è?” gli chiesi senza perdere tempo
Lui fece spallucce: “ Aveva detto che andava un attimo in bagno e poi sarebbe ritornata da te.”
“ Da quanto tempo l’hai lasciata?” insistetti stringendo ancor di più il suo braccio
Matteo mi guardò per un bel po’ ed in modo strano : “ stai scherzando?”
“ ho la faccia di uno che scherza?”  ribattei furioso
“ E’ scomparsa da più di mezz’ora ” disse con un filo di voce.
Adesso era preoccupato anche lui , glielo leggevo bene in faccia .
 Mi afferrò le spalle e mi guardò negli occhi : “ D’accordo. Ti aiuto a cercarla”
                                                                           
Clarissa
 
Mi sistemai meglio i capelli guardandomi allo specchio montato sopra i lavandini in marmo , e trassi un profondo respiro: ero pronta a ritornare da Marco.
Non era stato affatto male ballare con Matteo, ma il saper di aver lasciato solo il mio ragazzo non mi aveva fatto star bene .
Comunque ero pronta a farmi perdonare .
Sorrisi .
La mia immagine riflessa ovviamente fece altrettanto.
Ero contenta.
Tutto stava andando per il meglio .
Un rumore di passi mi fece sussultare.
Mi voltai di scatto verso la porta di ingresso del bagno delle donne e terrorizzata indietreggiai.
“ Ma ciao , mia piccola selvaggia”
Andrea, proprio lui mi stava osservando appoggiato alla porta marroncina .
Aveva la camicia sgualcita , una bottiglia di vodka in mano …era ubriaco.
“ Andrea” dissi con voce tremante “ tu non dovresti essere qui. Cosa ci fai ? ”
Lui scoppiò a ridere: “ Ah già…per la denuncia? Sai ? Non avresti dovuto andare dalla polizia. Adesso dovrai farti perdonare da me. ”
Fece un passo verso di me . “ Ludovico aveva invitato anche me , sai?” continuò
In quel momento non c’era nessuno all’interno della struttura .
Erano tutti fuori.
Eravamo soltanto lui ed io.
“Andrea , Marco è nei paraggi” gli dissi, non so nemmeno io per quale motivo.
Speravo di farlo ragione, ma peggiorai solo le cose.
“ Marco? A me non importa del tuo ragazzo.”
“ Possiamo parlare?” provai a perdere tempo, per far cosa ? Non lo sapevo.
Non potevo scappare. Ero in trappola.
Ero come un topolino fra le grinfie di un gatto. 
Quando la mia schiena toccò la parete andai nel panico.
Non potevo davvero far più nulla, nemmeno indietreggiare.
Andrea mi stava fissando con quei suoi occhi grigi e terribili.
Avevo paura. Avevo paura di lui.
Tremai. Le gambe non erano quasi più capaci di sorreggere il mio peso.
Lanciai uno sguardo verso la mia borsetta. Era fra due lavandini, all’interno il cellulare con il quale avrei potuto chiamare e chiedere aiuto.
Come arrivavo a prenderlo?
Sentii la puzza di alcool in faccia non appena lui si fermò ad un passo da me.
“ Sei così bella stasera”
Era fuori di sé .
“Andrea…per favore” lo supplicai allungando le braccia verso di lui per tenerlo lontano .
Il cuore mi batteva all’impazzata nel petto.
Non riuscivo a respirare.
Poggiò le mani sul muro alle mie spalle, la mia testa era proprio nel mezzo.
Le sue labbra ad un passo dalle mie mentre io cercavo di spingerlo indietro affondandogli le mani nel petto.
Mi sentii morire quando le sue labbra presero a sfiorarmi una guancia, poi lentamente raggiunsero le labbra.
No, no.
Ancora una volta fui pronta a morderle.
Lui si arrabbiò e mi tirò uno schiaffo così forte da farmi voltare la faccia.
Caddi a terra e la vista mi si appannò per un istante.  
I miei occhi iniziarono ad essere offuscati dalle lacrime che presto iniziarono a scendermi sul viso.
“ Marco non c’è . Siamo soli ” mi sussurrò, terribile .
Mi portai una mano sulla guancia colpita e gridai con tutto il fiato che avevo : “Aiuto!” ma lui mi tappò la bocca. “ssshhh, tanto non ti sentirà nessuno. Amami Clarissa, ti chiedo soltanto questo ! Io non voglio farti del male! ”
“TOGLILE LE MANI DI DOSSO” urlò una voce, furiosa.
Marco. Marco era lì.
Il sollievo che provai fu immenso.
Amore mio! Sei qui  




Angolo Autrice 



Ciaooooo ^^ eccomi qui !  
Andrea è da far fuori ! Autorizzo chiunque a prenderlo per fargli fare la fine che si merita! 
Fortunatamente è arrivato Marco ! Ma cosa farà adesso Andrea ?  
Fatemi sapere cosa ne pensate! :) 
Ringrazio tanto chi recensisce, preferisce , segue e ricorda questa storia! <3 Grazie davvero di cuore <3 
Aggiornerò presto! ;)
Un bacione <3 a presto ;) 


 

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Capitolo 14
*** Grazie ***


 



NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 



Capitolo 14. Grazie





Clarissa 




Andrea non voleva allontanarsi da me.
Così Marco fu costretto ad afferrargli le spalle e a tirarlo via con la forza . 
Lui si liberò dalla sua stretta con furia e lo spinse contro un muro .
Il sollievo fu sostituito ancora una volta dalla paura.
Potevano farsi male…e tutto a causa mia.  
“ Che sei venuto a fare tu ? ” gli urlò Andrea in faccia
Ma la risposta che ricevette fu una spinta violenta accompagnata da queste parole : “ Ti avevo detto di stare alla larga da lei”
Andrea afferrò Marco per la camicia , e lui rispose alla stessa maniera per difendersi… ma per fortuna ci pensarono Luca e Matteo a separarli.
“Smettetela!” urlò Luca mentre tratteneva Marco, e Matteo faceva altrettanto con Andrea , seppur a fatica .
“Sparisci Andrea! Ora!” ordinò Marco mentre cercava in tutti i modi di liberarsi dalla stretta dell’amico , ma fortunatamente non aveva altra intenzione se non quella di allontanare quell’ubriaco da tutti noi .
“ Marco , calmati! Non sei mai stato così ! Cosa ti è preso? Non ti abbassare al suo livello, non siamo più ragazzini! ”  Luca era letteralmente rimasto sconvolto dall’improvviso cambiamento di Marco , che mai era stato così furioso in vita sua , mai aveva dato anche soltanto una leggera spinta a qualcuno. Marco era sempre stato contro il “ mettere le mani addosso a qualcuno per risolvere le faccende” , ma per me… l'aveva fatto. 
Io non avrei mai dovuto permettere alle circostanze di arrivare fino a quel punto. Io potevo avere il controllo sulla situazione “Andrea” se soltanto avessi avvertito prima Marco .
Invece non avevo fatto altro che tenergli tutto nascosto.
E adesso?
Il ragazzo dagli occhi grigi sputò a terra proprio davanti ai piedi del mio ragazzo, ma non disse una sola parola quando Matteo riuscì a trascinarlo via .
“ Clarissa tutto, ok?” mi chiese Monica inginocchiata al mio fianco, preoccupata all’ennesima potenza .
Annuii lentamente : “ Si, non preoccuparti” dissi seppur a voce bassissima e tremante, poi provai ad alzarmi .
Vidi Luca che cercava di calmare Marco sussurrandogli parole che non riuscii a comprendere. 
E quando i miei occhi incrociarono i suoi occhi azzurri senza volerlo , fui quasi spaventata dalla rabbia che racchiudevano.
“Perché non mi hai detto niente? ” mi domandò mentre cercava di controllare la rabbia 
“ Era lui?” mi chiese indicando la porta con un cenno del capo “ Era lui che ti inviava messaggi? Lui che sentivi continuamente ? ”
“Marco non è il momento, nè il luogo adatto per parlare ” si intromise Luca scuotendo la testa.
“ Monica tu lo sapevi ? E non mi hai detto niente!” urlò comunque Marco contro la rossa che non riuscì a sostenere il suo sguardo.
“ L’unico idiota a non sapere nulla di tutto questo ero proprio io, eh!” aggiunse con un sorriso amaro sulle labbra
“Marco ti prego” lo implorai.
“ Ti prego?” ripeté  “Che cosa? ”
Non si era mai arrabbiato con me in quel modo. Mai.
“ L’ho denunciato! Pensavo che si fosse messo l’anima in pace! ” ed urlai anch’io portandomi entrambi le mani al petto.
Monica mi abbracciò: “ Stai calma, non è successo niente .” mi sussurrò per infondermi forza
Ma Marco continuò : “Mi hai deluso Clarissa. Quando pensavi di dirmelo! Cavolo , ma ti rendi conto? Ci stiamo per sposare ! E tu mi nascondevi questa cosa ! Dovevamo essere una coppia !”
“ Adesso basta Marco!” tuonò Monica mettendosi tra me e lui
“Non metterti in mezzo” fu la risposta , e Luca le passò un braccio intorno le spalle per farla mettere da parte.
“ Tanto che cosa sarebbe cambiato se te ne avessi parlato?”  domandai a Marco e sentii i miei occhi diventare lucidi.
“Non è questo il punto.  Non capisco il perché tu non abbia voluto dirmelo! ”
“Marco non prendertela con lei, dovresti starle vicino in questo momento. ” intervenne Matteo
Lui si voltò verso il cugino che era appena rientrato : “ Tu non fiatare” gli ordinò “ non è una faccenda che ti riguarda”
Matteo scosse la testa , ed ignorando le parole del cugino si avvicinò a me.
Con dolcezza mi prese una mano e mi chiese: “ Hai bisogno di qualcosa?”
Scossi la testa e ritornai a guardare Marco, che continuava a fissarmi pieno di rabbia
“ Mi accompagni a casa?” gli domandai supplicando con lo sguardo. 
Volevo allontanarmi il più presto possibile da quel posto, e volevo farlo con lui al mio fianco. 
“ Se vuoi posso accompagnarti io” si intromise Matteo .
Feci per rispondere ma Marco prese parola:  
“ Vieni” rispose in tono freddo, ma sentii comunque le sue braccia avvolgermi in dolce abbraccio .
                                                                         *****

Marco 



Avevo perso il controllo.
Completamente.
Mai avevo sentito tanta rabbia scuotermi così .
Avevo appena conosciuto un lato di me che non sapevo , e non mi piaceva affatto .
Quella rabbia...la sentivo ancora scorrere nelle mie vene come sangue.
Andrea aveva osato avvicinarsi in quel modo a Clarissa.
Aveva oltrepassato il limite.
E se non fossi arrivato in tempo ?
Non volevo nemmeno pensarci. Gurdai Clarissa stretta fra le mie braccia. La testa premuta contro il mio petto. 
Ma perché? Perché non mi aveva detto niente? Mi aveva nascosto tutto quanto per quale motivo?
Tutti gli altri sapevano... io no.
Una moglie non parla prima con suo marito di certe questioni , prima di comunicarlo ad altri?
Matteo che cosa avrebbe pensato di me?
Magari che non ero neanche capace di prendermi cura di Clarissa.
Che marito potevo essere?
Strinsi più forte a me Clarissa mentre fuori tutti gli ospiti di Ludovico si avvicinavano a noi per capire cosa fosse successo. Erano tutti troppo curiosi.
Ignorai sguardi, domande, continuavo a guardare dritto davanti a me…in quel momento volevo soltanto portarla via da lì, guidandola verso i parcheggi .
Sapevo che quel momento non doveva essere stato facile da affrontare per lei , ed era per questo motivo che avevo acconsentito a riportarla a casa , cercando di allontanare il più possibile la rabbia .
Nonostante tutto sentivo che aveva bisogno di me, di sentirsi al sicuro stretta fra le mie braccia.
E io non potevo abbandonarla.    
“ Grazie” mi sussurrò quando entrai nella mia nuova auto al posto di guida.
Avviai il motore e poi mi voltai verso di lei. Incontrai il suo sguardo…era così spaventato.
“Prego” le risposi soltanto, per poi non aprire bocca per tutto il tragitto fino a casa sua.
Mentre guidavo continuavo a sentire il suo sguardo su di me ma non aggiunse una sola parola a quel “grazie” , ed io feci lo stesso.
Non avevo voglia di parlare.
Non avevo voglia di litigare in quel momento .
Quando fermai l’auto trassi un profondo respiro. 
“ I miei non sanno nulla” esordì tenendo lo sguardo basso , le mani che si torturavano a vicenda
“ Questo dovrebbe consolarmi?” le domandai ticchettando le dita sullo sterzo
Scosse la testa , e nel buio la vidi comunque asciugarsi con le dita alcune lacrime scivolate sulle guance , grazie alle luci dei lampioni schierati lungo il marciapiede.
“ Vuoi venire dentro?” mi chiese speranzosa
“ Vorrei tornare a casa”  ma tirai il freno a mano.
Tanto non sarei riuscito a dirle di no una seconda volta .  
Non sopportavo di vederla in quello stato.
Era così fragile, pallida.   
“ Ti prego, solo per qualche minuto” insistette . E come avevo immaginato annuii sospirando.
In casa sua sembrava regnar il silenzio . Riccardo ed Irene forse stavano già dormendo, ma rimasi molto sorpreso quando invece li trovai seduti sul divano nel salone.
Entrambi sembravano molto preoccupati .
“ Clarissa” la chiamò subito sua madre appena la vide. E tirando un sospiro di sollievo corse ad abbracciarla mentre Riccardo si avvicinò a me per afferrarmi una spalla : “ Sappiamo cosa è successo”
Abbassai lo sguardo. Come avevano fatto a saperlo?
Fu Irene a rispondere alla mia domanda: “ Tuo padre sta interrogando quel ragazzo .”
Guardai Clarissa con la coda dell’occhio e la vidi sgranare gli occhi.
“mamma, papà avrei voluto dirvi tutto ma…io…io” prese a balbettare
Riccardo annuì mettendosi le mani sui fianchi: “Avresti dovuto sul serio Clarissa !”
“Non sapevo niente neanch’io. Clarissa mi ha molto deluso” ammisi
Vidi i suoi genitori guardarla ancora più furiosi: “ Clarissa ma cosa volevi fare da sola?” le domandò il padre
“ Io quel ragazzo l’avevo denunciato! Stefano sapeva tutto. ”
“Piccola una denuncia non basta con ragazzi come quelli! ” rispose sua madre
“Mio padre sapeva tutto?” domandai invece io, scioccato .
Mio padre non mi aveva detto nulla? Anche lui ? Perché?
La mia ragazza annuì lentamente : “ Gli avevo chiesto io di non dirti nulla”  
 






Angolo Autrice



Ciaooooo ^^ come state? perdonate la brevità , ma con i corsi e tutta la roba da studiare ecc. non ho molto tempo per scrivere. 
Ringrazio di cuore tutti coloro che recensiscono, preferiscono/seguono/ricordano questa storia! <3 
Fatemi sapere cosa ne pensate! ^^ 
Al prossimo capitolo ^^ A presto ;) 

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Capitolo 15
*** La fede nell'Amore ***


 


 

NON LASCIARMI , IO SONO QUI !









Capitolo15. La fede nell'Amore  


 


Marco
 




Non avevo voglia di far nulla.
Me ne stavo tutto il giorno seduto sul divano di casa mia con il telecomando in mano e davanti alla tv cercando di distrarmi.
Eppure il pensiero di Clarissa mi martellava la mente e il cuore scuotendomi di continuo .
Avevo provato a studiare, magari leggere qualcosa mi avrebbe permesso di sgombrare la mente… ma il diritto di famiglia non era certo d’aiuto .
Il matrimonio, i figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio.
La parola matrimonio mi perseguitava dovunque !
Perfino la soap opera che mia madre seguiva all’ora di pranzo parlava di matrimonio!
La protagonista Sophie ,dopo tante peripezie , finalmente stava per sposarsi con il suo amato Antony .  
Quella parola! Era incredibile…mi conduceva inevitabilmente a Clarissa.
L’amavo.
Cavolo se l’amavo.
Era inutile provare a nasconderlo o a negarlo , mi veniva spontaneo, naturale amarla con tutto me stesso .
Era estenuante provare a starle alla larga .
Possibile che quella donna aveva tutto quel potere su di me?
Sì , mi aveva stregato, letteralmente .
Il mio iPhone prese a suonare ed io l’ignorai , seppur era inevitabile vederlo roteare ,a causa della vibrazione, sul tavolino che avevo proprio davanti agli occhi .
Stava suonando per …la quarta? quinta volta? Settima ? Avevo perso il conto di tutti i messaggi che stavo ricevendo . 
No, dovevo resistere.
Non volevo esserci per nessuno.
“Marco? Vieni…al telefono di casa c’è Monica” avvisò mia madre dalla cucina.
Roteai gli occhi : “ Dille che sono uscito”
“Marco! Sa che sei in casa!” mi rimproverò mia madre, che odiava non essere sincera , dire falsità alle persone. Ed aveva ragione ma…
Mi alzai sbuffando sonoramente e la raggiunsi afferrando il cordless quasi con l’intenzione di sgretolarlo nelle mie mani stile Hulk
“ Ciao” mi disse Monica con voce squillante
“ Che vuoi Monica?” le domandai seccato
“ Cos’è ? Adesso mi chiami per nome?” notò con finta sorpresa, sapeva perfettamente quanto fossi arrabbiato anche con lei.
“ Arriva al punto!” sbottai mentre mia madre mi fulminava con lo sguardo.
Si era affezionata a Monica e non voleva che la trattassi in quel modo.
“ Vuoi sapere qual è il problema dei ragazzi di oggi? E’ che siete troppo orgogliosi!”
“ Non si tratta di orgoglio” cercai di spiegarle.
“ Ah no? Allora sentiamo…perché non rispondi ai messaggi di Clarissa? Perché le hai urlato in faccia che tu eri l’unico a non sapere di Andrea mentre tutti ne erano a conoscenza ? Non senti una sorta di fastidio…”
“ Cosa sei una specialista in orgogliologia?”
Scoppiò a ridere: “ Allora l’ammetti! Sappi che ho imparato a conoscere voi uomini”
“ Clarissa avrebbe dovuto tenermi informato anche per sentirsi più protetta! ”
“Marco” riprese lei con calma “ Clarissa non ha voluto dirti nulla per far stare al sicuro te! ”
“COSA?” urlai
 Era assurdo!
“Credimi , sono capace di difendermi da solo!”
“Ecco che ritorna l’orgoglio maschile…” aggiunse lei con un risolino irritante
“Monica?” la chiamai
“Si?”
“ Evapora!” ordinai
“Uffa!” protestò “ come vuoi , ma leggi l’ultimo messaggio che ti ha inviato Clari per favore!” concluse seria.
 
 


Clarissa

 
 




Marco.
Il mio Marco…non c’era più.
E non riuscivo a crederci.
Mi rigirai nel letto per l’ennesima volta.
Era pieno giorno, ma io non avevo alcuna intenzione di alzarmi, studiare, sistemare il disordine nella mia camera… 
Lui non era più con me, al mio fianco, pronto a sostenermi. 
Che senso aveva il resto?   
Ed era strana quella sensazione, quel vuoto, che provavo dentro .
Quel gelo incontrollabile.
Non avevo versato ancora una sola lacrima, eppure stavo male.
Il cuore stretto in una morsa , eppure forse in angolo , custodiva ancora un residuo di speranza che non si arrendeva.
La speranza del suo ritorno.
Avevo allontanato il mio amore con le mie stesse mani.
Ed invece di proteggerlo l’avevo perso…forse per sempre .
 
                                                                               Se adesso manchi tu, noi non saremo più quel che eravamo sempre…
                                                                               Non mi parli più, non ti sento più, non arrivi.
                                                                              Poi mi uccidi con la tua distanza e mi lasci senza appartenenza :
                                                                              La metà di niente.

 
Io ero la metà di niente senza lui.
No, non volevo rinunciare al mio essere “completa” .
Non volevo rinunciare alla nostra vita insieme che ci stava aspettando da tempo !
Lui doveva capire il perché di quella mia scelta!
Io mi fidavo di lui , con tutta me stessa…con tutta l’anima. 
Nessuno aveva il diritto di separarci!
La mia gelosia, quell’incidente…avevano tentato , ma noi avevamo superato ogni difficoltà insieme , e dovevamo continuare a farlo: l’aveva detto anche lui!
Quel litigio non ci avrebbe allontanati, ma avrebbe rafforzato il nostro amore.   
Guardai il mio cellulare: nessun nuovo messaggio.
Non demorsi. 
Ne inviai un altro, forse era già il settimo in quella mattina, con su scritto:
“ Ti devo parlare. Io ti aspetterò davanti al piccolo bar di fronte l’Università alle 15 .
Marco, ti prego…so che vuoi sapere il perché di quel mio comportamento e avrai una risposta .
Non permettere che questa cosa cancelli il nostro amore”
Marco non aveva mai fatto così.
Mai.
Aveva sempre risposto ad un mio messaggio o ad una chiamata, anche quelle rare volte che litigavamo.
Ero io quella a non rispondere più perché infuriata .
Dopo la festa di laurea di Ludovico, Marco era scomparso dalla mia vita letteralmente e forse sarebbe stato anche definitivamente ?  No!
Se ne era andato , dopo avermi riaccompagnato a casa, lasciandomi sola sulla soglia di casa mia sussurrandomi queste parole, dopo avermi dato un bacio sulla fronte : “ Tornerò quando ti fiderai di me”
Non avevo risposto, imbambolata .
E lo vidi andar via.
Salire sulla sua nuova Bmw grigio metallizzato , che aveva comprato grazie anche all’aiuto dei suoi genitori,  e sparire appena girato l’angolo . 
Marco.
Marco che stavamo facendo?
Non sprechiamo il nostro tempo così.
Irene, mia madre, bussò alla porta della mia camera e senza aspettare alcuna risposta entrò con un vassoietto in mano con su un piatto fondo ed una mela .
Neanche guardai cosa il piatto conteneva .
“Tesoro” mi disse in tono dolce sedendosi accanto a me sul mio letto, dopo aver riposto il vassoio sul comodino. “ ti ho portato qualcosa da mangiare”
Scossi la testa: “ mamma, non ti preoccupare. E’ un momento , passerà” la rassicurai , notando la sua preoccupazione impressa negli occhi. Non mangiavo da due giorni.
Come mio solito, quando stavo male la prima cosa che perdevo era la voglia di mangiare.
Irene annuì: “Lo so, ha chiamato Elena” mi informò , ed io a quel nome mi feci attenta.
Mi misi a sedere : “ Cosa ti ha detto?” le chiesi con il cuore in gola.
“Marco non è più lo stesso , sta soffrendo anche lui . Ha detto che non ha voglia di uscire, di far nulla. Se ne sta tutto il giorno in casa . Mi ha anche confessato che ha avuto una litigata violenta con suo padre”
Annuii, lo sapevo…anzi l’immaginavo.
Stefano sapeva tutto dalla denuncia che avevo fatto .
L’unica notizia che in quel momento era in grado di rendermi realmente felice , era che Andrea non l’avrebbe passata liscia. Si era rovinato la vita con le sue mani, per la sua stupida ossessione…e io non mi sentivo affatto in colpa per lui. Perché Io non avevo nessuna colpa.
“ Mamma” la chiamai passandomi una mano fra i capelli
Irene incrociò nuovamente il mio sguardo.
“ Oggi lo vedrò” e ne ero certa. Non poteva mancare all’appuntamento.
La rabbia non avrebbe mai potuto cambiarlo fino a quel punto.
Lui era troppo dolce e disponibile per ignorare quell’incontro.
Mia madre sospirò: “ Andrà tutto bene. Voi due vi amate , è più che evidente. E poi non rinuncerò mai a quel bellissimo vestito che ho comprato in occasione del vostro matrimonio! ” e mi mostrò un bellissimo sorriso.
Oh, mamma.
Ricambiai il sorriso e l’abbracciai forte .
La mia mamma…la mia migliore amica da sempre .
                                                                    *****
 
Caldo.
Faceva veramente troppo caldo .
Il sole cocente bruciava la pelle , nessun soffio di vento ad attenuare un po’ quell’aria afosa .
Le auto segnavano quaranta gradi all’ombra , eppure Clarissa , con addosso una leggera maglietta a mezze maniche , era lì che si guardava attorno alla ricerca di Marco con una mano sulla fronte per non farsi accecare dalla luce del sole .
L’Università oltre la via Larga era deserta così come nel resto di quell’ intera zona.  
Non stava passando un auto da più di qualche minuto, nemmeno un passante ...
Erano le 15:05 , ormai fine Agosto.  
Già cinque minuti di ritardo, ma lei aveva fede e continuava ad aspettare .
Il cuore le pulsava nel petto e non accennava a rallentare.
Solo nel piccolo bar c’era qualche anima , per lo più erano quei pochi clienti abituali che Clarissa aveva già avuto occasione di vedere altre volte.
Marco stai arrivando , lo sento. Amore mio, io sono qui…ti sto aspettando 





Angolo Autrice





Ciaoooo ^^ come state? Piaciuto questo nuovo capitolo ? ^^
Marco arriverà all'appuntamento oppure no?
Le frasi scritte in violetto le ho prese da una canzone: La metà di niente di Nek ;)
mi sembravano perfette per quel momento.  
Fatemi sapere cosa ne pensate! ;) 
Questa storia si sta avvicinando sempre di più al suo finale ;) mancano tre o quattro capitoli ;)
Ringrazio Novalis per aver recensito il capitolo precedente e tutti voi che continuate a seguirla <3 

Al prossimo capitolo! :) 
Un bacione, a presto ;) 
 

 

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Capitolo 16
*** Amore o orgoglio? ***


NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 





Capitolo 16.  Amore o orgoglio ? 




 
 
Clarissa guardò il display del suo cellulare.
Nessuna chiamata, nessun messaggio.
L’orologio segnava le 15:30
Mezz’ora , e tu non sei qui.
Le si formò un nodo in gola.
Rimarrò qui fino alle 16:00 , ti prego non deludermi.
La sua mente iniziò a darle possibili motivi per quel ritardo.
  1. Si era dimenticato
  2. Magari non aveva ancora letto il messaggio
  3. L’auto non partiva
  4. Era in mezzo al traffico
 
 
Ma dov’era questo traffico ? Le strade erano per lo più deserte a quell’ora del giorno, anche se erano in una città di mare… quindi il quarto punto era da escludere .  
Sbuffò e chiuse per un attimo gli occhi massaggiandosi le tempie .
L’arrivo di un sms la fece sobbalzare .
Speranzosa andò a visualizzarlo , ma presto comprese che non era da parte di chi si aspettava .
Era Monica : “ Tesoro è arrivato? State chiarendo?”
Una lacrima le rotolò inaspettatamente sul viso , ma poi scosse la testa e chiuse le mani a pugno.
Non vuoi venire da me? Perfetto ! Verrò io da te! A casa tua!  Minacciò mentalmente, preparandosi a raggiungerlo.
Ma all’improvviso , un rumore familiare la fece girare di scatto verso sinistra e sgranare gli occhi .
Una bmw grigio metallizzato stava avanzando proprio verso di lei : l’aveva riconosciuta dal rumore del motore  .
Era Marco.
Clarissa alzò gli occhi al cielo sospirando di sollievo e gioia al tempo stesso.
Le aveva dato la possibilità di spiegare , e ciò non poteva che renderla felice.
 Il ragazzo parcheggiò l’auto in uno dei pochi posteggi riservati ai clienti del bar e mentre Clarissa percepiva la speranza iniziare a farsi strada nel resto del cuore , con l’obiettivo di conquistare anche il resto del corpo, Marco scese dall’auto , gli occhi azzurri nascosti dietro occhiali da sole scuri.
“ Ciao” lo salutò per prima Clarissa, che avrebbe tanto voluto dargli un bacio sulle labbra .
Lui trasse un profondo respiro e preferì mantenere le distanze : “ Ciao, mi dispiace per il ritardo ma…non importa .”
“Come stai? ” aggiunse poco dopo , ma in tono freddo
“ Bene” si affrettò a dire lei, voleva subito arrivare al dunque.
Marco annuì con una smorfia sulle labbra , ma non aggiunse altro.
La ragazza fu così costretta a farsi forza e prendere l’iniziativa : “ Prendiamo qualcosa di fresco al bar ? Oppure facciamo una passeggiata nel parco qui dietro l’angolo ?”
“Passeggiata” decise lui , e si incamminò per primo.
Clarissa all’inizio fece fatica a tenere il suo passo, ma fortunatamente quando entrarono nel piccolo parco il ragazzo decise di rallentare, così da permetterle di stare al suo fianco.
Si fermarono fra le radici di una enorme quercia , per stare un po’ all’ombra .
Le foglie di un verde intenso sui rami erano scosse continuamente da un leggero venticello caldo e producevano un suono rilassante , che aiutò Clarissa non poco a superare quel momento complicato. 
 “ Mi sei mancato” 
Inutile girarci intorno, era la pura e semplice verità.
“ Clarissa , non perdiamo tempo in chiacchere ” tagliò corto lui appoggiando una mano al tronco e non degnandola neppure di uno sguardo.  
Lei annuì strofinandosi le mani : “ Ho apprezzato molto il fatto che tu sia venuto. Comunque…sei qui perché vuoi sapere il motivo per il quale non ti ho detto nulla , non è così ?”
Marco si voltò completamente verso di lei togliendosi gli occhiali da sole.
Fu un vero piacere per Clarissa incontrare i suoi occhi azzurri che non vedeva da giorni.  
“ Si, esattamente. Spiegami il perché gli altri avevano il diritto di sapere ed io no! Io, sarei dovuto diventare tuo marito”
La ragazza sgranò gli occhi color nocciola, dimenticandosi di rilasciare il respiro : “hai detto… sarei dovuto diventare , perché? Non lo vuoi più? ” gli chiese incredula , il cuore pronto a spezzarsi in mille pezzi nel petto . “Marco dimmi il perché?” continuò lei agitata, afferrandogli un braccio senza stringerlo .
“Hai perfettamente capito. Ed il perché di questa mia decisione è semplice. Io non voglio una moglie con dei segreti.”
Vuole spaventarmi ?Ci stai riuscendo benissimo Marco .
“ Cavolo Marco, ma perché non capisci! Sei così orgoglio da non capire il perché di quel mio comportamento ? Non sei mai stato così!” esclamò lei disperata
“ Sono qui per capire,  infatti! Voglio sentire cosa hai da dirmi!” rispose a tono
“ Marco non ti ho detto nulla di Andrea perché avevo paura…” iniziò lei passandosi le mani fra i capelli biondi, un gesto per cercare di allontanare un po’ di tensione.
“ Paura di cosa? Se avessi saputo avrei potuto evitare ciò che è successo a quella benedetta festa! Ma tu hai preferito star zitta! Nascondermi tutto ! Clarissa non ne posso più di questa situazione. ” ammise fulminandola con lo sguardo
Lei si morse le labbra, gli occhi nuovamente lucidi: “ Marco, avevo paura che facessi qualche sciocchezza.”
“ Sai che non sono il tipo. Stavo arrivando a mettere per bene le mani addosso ad Andrea quella sera, perché stava per farti del male , molto male . ” le ricordò lui , ma lei scosse la testa : “ è vero, hai ragione ma…”
“Spiegami allora la tua paura perché io proprio non la capisco” e le afferrò le spalle
Un’altra lacrima rotolò sul viso della ragazza, che decise di abbassare lo sguardo : “ Avevo paura di perderti  , in qualche modo .”
“ Clarissa sono qui! Mi stai perdendo adesso per questo tuo silenzio!” ribatté lui
“Marco metti da parte quel tuo stupido orgoglio per una buona volta ! ” gridò allontanandosi di qualche passo da lui e voltandogli le spalle  
Clarissa si sentiva impazzire.
Non poteva sopportare quell’ assurda discussione , non poteva perderlo.
Non per un suo ennesimo errore e per quel lato del carattere di lui.  
“ Io sarò anche orgoglioso , ma tu ? Tu , da quanto tempo mi nascondevi tutto questo?” chiese allargando le braccia
“ Circa tre mesi” confessò lei mordendosi le labbra
“TRE MESI?” urlò lui “ e non hai mai pensato di dirmi di Andrea ?”  
Lei incatenò lo sguardo con il suo , il dolore in lei si fece strada fra la rabbia e i ricordi di qualche mese prima : “Marco eri in coma quando Andrea mi ha inviato il primo messaggio! Tutto è iniziato subito dopo l’incidente. Come potevo dirti di lui ?”
Un sorriso amaro affiorò sulle sue labbra : “ Tu non puoi sapere, tu non puoi capire cosa ho passato in quei lunghissimi giorni. Mi sentivo morire , letteralmente. Tu tra la vita e la morte, Andrea che mi inviava messaggi che non facevano altro che spaventarmi , io…io che non sapevo più cosa fare!
Non ho mangiato per giorni, ho addirittura pensato in un folle momento di lasciarmi andare! Monica era l’unica persona con la quale riuscivo a parlare!”
 Marco non disse una sola parola mentre la ragazza continuava il suo discorso e gli puntava un dito contro:
“Marco , quando ti sei risvegliato ero così contenta che avevo dimenticato ogni dolore ! Perfino dell’esistenza di quell’idiota! Ma quando sei uscito dall’ospedale avrei voluto dirti di Andrea , credimi…”disse portandosi le mani al petto
“…ma ormai era troppo tardi. Erano già passate alcune settimane . Così ho preferito non dirti nulla.
Non volevo farti allarmare, preoccupare. Avevo appena rischiato di perderti e…io…io…” non riuscì più a proseguire perché interrotta da violenti singhiozzi.
“Marco io ti amo” gridò lei con tutta se stessa e con il cuore in mano .
“ Guardami!” gli ordinò , quando vide che lui aveva allontanato gli occhi azzurri dai suoi color nocciola .
Il ragazzo obbedì ritrovandosela ad un soffio dalle sue labbra .  
Deglutì , provò a dirle qualcosa ma preferì scuotere la testa e appoggiarsi al tronco della quercia con un fianco.
Lei trasse un profondo respiro e si mise a sedere su una panchina poco distante .
Le mani sul viso per nascondere la rabbia e il dolore .
Non pensare al tuo orgoglio, e ritorna da me .
Una mano le sfiorò i capelli, all’improvviso .
“D’accordo adesso basta” le sussurrò lui “ avresti dovuto dirmelo…” aggiunse subito dopo  
“ma va bene così ” concluse con un sospiro.
Grazie amore mio, grazie per aver capito
Grazie perché per l’amore che provi per me,
hai rinunciato all’orgoglio che avrebbe potuto dividerci per sempre  
Si asciugò le lacrime in fretta e si rialzò
“ hai qualche altro segreto?” le domandò lui serio
Lei scosse la testa: “ No. Nessuno. ”
Lui le mostrò un piccolo ed incerto sorriso: “ Clarissa , promettimi che non succederà più una cosa del genere. Perché devo essere io a proteggerti, non tu. Non è un compito che spetta a te, ma solo a me.”
Lei rise piano : “ Niente più paure e segreti , promesso”
Marco la strinse a se scoccandole un bacio fra i capelli.
“ Vuoi rimandare il matrimonio?” chiese lei , pronta a tutto pur di non vederlo andar via di nuovo.
Gli occhi azzurri del ragazzo brillarono quando scosse la testa: “No. Tu sarai mia moglie fra poche settimane non serve rimandare.  ” e posò le labbra sulle sue. 
Sì io sarò la tua sposa,tua moglie  




Angolo Autrice 


Ciaoooo ^^  Questo capitolo era già più o meno pronto, gli ho dato un'occhiata e...allora cosa ne pensate? Spero vi sia piaciuto ^^ nel prossimo capitolo siete tutti invitati ad un bel matrimonio ;) 
Ringrazio Novalis e Minelli per aver recensito il capitolo precedente e tutti voi che continuate a leggerla :) 
ed ovviamente un grazie anche a chi l'ha inserita fra le proprie preferite, seguite e ricordate :)
Un bacione , a presto ;) 

 

 

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Capitolo 17
*** Matrimonio-Parte I ***




 

NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 










Capitolo 17. Matrimonio - Parte I 

 




Oggi diventerai mia moglie .
Sarai completamente mia.  
Finché morte non ci separi ?
No, amore mio…noi andremo oltre.
La morte non ci dividerà . Mai.
 
Marco non aveva sonno .
Faceva caldo , e stava cercando di trovar un angolino fresco del materasso sul quale posare il capo .
E l’ansia c’era. Eccome se c’era.
Un tamburo nel petto non gli permetteva di rilassarsi : Il suo cuore .
Ho voglia d’amarti
Sentirti finalmente mia , per l’eternità .
Il giorno più importante della sua vita era ormai arrivato .
Ed incapace di restare oltre disteso sul letto , raggiunse il bagno per sciacquarsi la faccia con acqua fredda.
Rimase per un po’ a fissarsi allo specchio che aveva di fronte , e si ritrovò a sorridere .
La sveglia su una piccola mensola bianca ad un lato del lavandino,  segnava le cinque e mezza del mattino.
Ancora qualche ora e il suo stato civile sarebbe passato da celibe a coniugato .
Ritornò nella sua camera a passi lenti e silenziosi .
Il suo vestito pronto per essere indossato era appeso davanti all’ armadio accanto ad una piccola scrivania .
Grazie alla tenue luce del mattino che penetrava dalla finestra alla sua sinistra , riuscì a veder la sua giaccia e la sfiorò . 
Poi si afferrò i capelli e prese un ampio respiro .
                                                                           *****
 
Era sicura della decisione presa .
Mai in tutta la sua vita si era sentita così forte e serena dopo aver fatto una scelta . 
E per il resto della sua vita, ma si sarebbe pentita di quella decisione.
Ne aveva l’assoluta certezza ogni volta che i suoi occhi color nocciola si immergevano in quell’oceano rassicurante degli occhi di lui , che l’avevano conquistata sin dal primo sguardo nel cortile di quella piccola scuola in periferia . 
La sua scelta sarebbe stata “per sempre”
Un per sempre senza ritorno , che avrebbe accettato con gioia inaudita nel cuore ,  accolto a braccia aperte e con un ampio sorriso disegnato sulle labbra .
Ancora qualche ora , e nella sua vita tutto sarebbe cambiato .
Paura?
No, non era ciò che provava.
Non esistevano paure quando c’era di mezzo l’amore .
Marco non poteva mai rappresentare una cosa simile per lei.
Ansia?
Sì quella c’era, ma era un’ ansia diversa dal solito : era meravigliosa.
Era la voglia matta e continua di voler unirsi al più presto all’altra metà per poter sentirsi finalmente completa .
Non dormirò più in questa casa, in questa camera , nel mio letto…
Una fitta di nostalgia la colse all’improvviso , ma sparì così com’era arrivata .
Trasse un profondo respiro e intrecciando le dita dietro la testa sul cuscino, rimase a fissare l’alba di quel nuovo giorno attraverso la finestra dalle imposte spalancate alla sua destra .
Spesso sprazzi di quel leggero venticello mattutino la raggiungevano e le davano un po’ di sollievo da quel caldo appiccicoso , che pur nonostante tutto lei amava .
Clarissa adorava l’estate, il sole, il caldo e tutto ciò che racchiudeva : feste, colori…e adesso il suo matrimonio.  
E si ritrovò a pensare che dal giorno , anche un’altra cosa più personale sarebbe cambiata definitivamente:
Marco sarebbe stato il suo primo ed ultimo uomo .
Rabbrividì.
Lui sarebbe stato l’unico a conoscerla sino in fondo.
A vederla nuda nel vero senso della parola .
Spoglia di ogni sua insicurezza, incertezza. 
Sarebbe stato l’unico ad amarla fino a quel punto.
Questo aumentava la sua gioia.
Soltanto sua. Per l’eternità.
Aveva sempre avuto quest’idea a riguardo : si sarebbe concessa ad un uomo soltanto .
E l’avrebbe fatto nel momento in cui sarebbe stato per sempre .
Così com’era stato per sua madre e suo padre venticinque anni prima .
Marco aveva deciso di rispettarla . Aveva compreso ed accettato il suo modo di pensare .
Aveva deciso di amare ogni cosa di lei.
Esistono davvero uomini come lui, forse troppo pochi per essere notati… ma sono qui, su questa Terra .
In qualche angolo…
Non lo ritenevo possibile come molte altre ,  eppure…
Un giorno eccolo che era arrivato.
Per me .    
Ed io continuavo a ringrazio Dio per questo bellissimo dono, senza mai stancarmi .  
                                                                          *****
Marco
 
 
Eccomi lì , vestito come un pinguino , a fare avanti e indietro come un’idiota davanti al pastore , che continuava a stringere la Bibbia fra le mani con un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia  .
Era tutto pronto.
Tutti i nostri ospiti avevano trovato posto su delle comode panche di legno , addobbate con fiori e nastri di raso bianchi .
Un cameriere di tanto in tanto passava per offrire loro qualcosa da bere , che avrebbero potuto prendere comunque raggiungendo piccoli stand , che erano stati allestiti apposta per l’occasione tutt’intorno a dove si sarebbe svolta la cerimonia .  
Come sottofondo… il leggero tocco di un pianoforte a coda , con l’aggiunta del rumore delle onde del mare e il profumo di salsedine .
Sì, io e Clarissa avevamo scelto di sposarci in riva al mare , ed in seguito avremmo raggiunto un ristorante con vista sulla nostra amata costa  , a pochi chilometri dal luogo in cui ci trovavamo in quel momento .
La cerimonia sarebbe iniziata all’arrivo della sposa .
E quando arrivava questa sposa ?
Il cielo tinto d’arancio e rosa, il sole pronto ad immersi nelle acque limpide .
Il tramonto era lì,  pronto a manifestare tutta la sua bellezza e a far da sfondo a quel bellissimo momento .
Clarissa mi stava facendo letteralmente impazzire d’ansia, insieme a tutti quegli sguardi divertiti e contenti al tempo stesso degli invitati .
Sì, immaginavo .
Era sicuramente divertente vedermi in quello stato , ma cosa potevo farci?
Era più forte di me.
Iniziai a sentire un gran caldo con quella giacca addosso, ma non avevo nessuna intenzione di toglierla .
“Ehi, Marco stai calmo” mi sussurrò Luca sfiorandomi una spalla, Matteo al suo fianco ridacchiava.
“ Mi capirete quando arriverà anche il giorno del vostro matrimonio ” risposi serio  
“ No, io no . Ho già detto a Monica che non dovrà farmi aspettare troppo” spiegò facendomi un occhiolino.
 Monica. Era incredibile, erano già fidanzati da un mese quei due.
“ Io? Sposarmi? Naaa , non ci penso neanche!” esclamò mio cugino con una smorfia.
Luca gli diede una leggera gomitata ad un fianco: “ Anch’io dicevo così. Ed invece guardami…”
Matteo sbuffò : “No, non credo…e comunque per adesso preferisco divertirmi ”
Scossi la testa e ripresi il mio cammino: avanti, indietro, avanti, indietro.
Tre passi avanti e tre indietro. 
E i miei due testimoni continuavano a parlare .  
Mia madre aveva già un fazzoletto in mano e gli occhi lucidi , mio padre invece continuava a sorridermi con le braccia incrociate .
 
                                                                                  *****
 
Clarissa
 
 
Non capivo più nulla, in casa mia regnava il caos.
Mia madre e mio padre che correvano a destra e sinistra, altri parenti sparsi per la casa…compresi i miei nonni.
Il mio Prince che scodinzolava contento, abbaiando di tanto in tanto. 
Ma era un caos che mi piaceva : un clima di festa.
Ovunque posavo lo sguardo, sorrisi, fiori e dolci mi accerchiavano .
“Clarissa, siamo in ritardo forza!” urlò mia madre .
Quella mattina , tra parrucchiera, sarta e tant’altro ero così stonata che non riuscivo più a capire le mie azioni .
Ero lì, ferma, imbambolata.
Mi stavo sposando, e non mi sembrava vero…
Era un sogno?
Avevo sognato così tante volte quel momento !
Eppure niente era come nei miei sogni, perché la realtà era diversa , era vera . Potevo toccarla con mano, ed era magnifico.
Afferrai l’anello che mi permetteva di sollevare un po’ il gigantesco vestito , quel giusto da consentirmi di camminare decentemente su quei “ trampoli”  , e mi avviai verso la Bmw di Marco , tirata a lucido per l’occasione e posteggiata davanti al vialetto di casa mia .
Io e Marco avevamo deciso di voler la nostra auto anche per quel giorno : il nostro giorno.
Per cui la sera prima uno dei miei zii era andato a casa sua a prenderla .
Fu un vero problema far entrare tutto il mio vestito nell’auto , ma grazie all’aiuto di mia madre e di Monica, che non riuscivo più a riconoscere tanto era elegante , lo sportello si chiuse senza problemi .
Uno dei miei cugini si mise alla guida , e mio padre si sedette al mio fianco sui sedili posteriori di pelle .
Monica si piazzò sul sedile del passeggero con il mio bellissimo bouquet in mano .
“ Pronta?” mi chiese mio padre commosso
Gli sorrisi: “ Sì”
Lui mi strinse forte una mano “ Allora andiamo!”
                                                                                     *****
Marco
 
 
Quando vidi la mia Bmw arrivare il mio cuore prese a fare le capriole ed io mi fermai .  
Tweet scese per prima ed avanzò verso me e Luca camminando su delle tavole di legno bianche poste sulla sabbia per permettere a tutti di camminare senza difficoltà .
Era bellissima.
Indossava un vestito rosso con ricami in oro , le scarpe alte dello stesso colore ed i capelli rossicci raccolti da un bellissimo fermaglio a forma di farfalla . I suoi occhi verdi risaltavano ancora di più per il trucco .  
Vidi Luca sgranare gli occhi alla sua vista.
Anche lui era rimasto molto colpito da Tweet , che fino a quel momento non avevamo mai visto così elegante .
Avrei voluto dirgli qualcosa , ma la mia attenzione su di loro crollò irrimediabilmente quando i miei occhi incrociarono quelli di Clarissa , che camminava verso di me con suo padre che la teneva stretta a sé come fosse un gioiello , un raro fiore .
Riccardo era rigido , emozionato…così come sua figlia, che indossava un meraviglioso abito bianco e largo, da principessa  con il corpetto in pizzo ed una lunga coda .
Era perfetto .
Un incanto.
I lunghi capelli dorati e mossi lasciati sciolti da un lato e raccolti dall’altro le lasciavano il volto scoperto , dove era evidente il rossore sulle sue guance per l’imbarazzo , che stava provando nel veder tutti gli sguardi spostarsi su di lei.
Rabbrividii
Ma quanto era bella? Indescrivibile.
“ L’affido a te” mi sussurrò Riccardo per poi darmi una pacca affettuosa sulle spalle
Io, completamente incantato dalla bellezza di sua figlia, riuscii appena ad annuire e a prendere per mano la mia ragazza per condurla davanti al pastore.
Clarissa mi sorrise ed io ricambiai con amore .
La sua mano tremava, ma io la strinsi forte .  
                                                                  *****
 
Clarissa
 
 
Quando arrivai , era lì … che mi aspettava .
Dietro di lui il tramonto.
Davanti al pastore , Marco non faceva altro che camminare avanti e indietro sotto lo sguardo divertito di Luca e Matteo .
Monica aveva sospirato alla vista del ragazzo dai capelli neri.
In effetti Luca stava benissimo, da perfetto testimone di nozze , ed anche Matteo…dovevo ammetterlo.  
Indossavano entrambi una giacca grigio chiaro , i pantaloni dello stesso colore .
Ma ovviamente… per me Luca e Matteo non potevano mai competere con Marco.
Il mio Marco.
Era ancor più bello di quanto avessi immaginato.
Forse era vestito come ogni sposo,  gli uomini non avevano poi molta scelta nell’abito .
Eppure quel ragazzo a non molti passi da me era meraviglioso e mi stava facendo letteralmente impazzire . 
Appena i nostri sguardi si sfiorarono sentii un brivido percorrermi la schiena, o meglio…una scarica elettrica  .  
In quel momento sarei voluta correre verso di lui , non camminare .
Tuffarmi fra le sue braccia ed incontrare le sue labbra .
L’unica cosa a trattenermi nel farlo furono tutti quegli occhi piazzati su di me .
Sentii le guance esplodere e diventar rosse , eppure non riuscivo a distogliere gli occhi dal mio sposo.
I suoi capelli castano chiaro portati indietro , le sue labbra dischiuse, i suoi occhi azzurri pieni di vita.
Quando mio padre mi lasciò , Marco mi prese per mano.
Gli sorrisi, e lui ricambiò emozionato .
Il pastore davanti a noi prese parola .
Ascoltai , o almeno ci provai…
Ma non esitai un solo istante a dir quel “ Sì ”
E nemmeno lui ci pensò su un attimo .
Volevamo diventar marito e moglie da così tanto tempo!
Infilargli la fede all’anulare sinistro non fu affatto semplice tanto mi tremavano le mani .
Elena e mia madre singhiozzavano con i fazzoletti in mano accanto a Stefano e mio padre .
Intravidi anche qualche lacrima di Monica , che era stretta fra le braccia di Luca, ed un enorme sorriso sul volto di Giada, l’altra mia testimone nonché mia cugina ,  al fianco di Matteo dagli occhi...lucidi?  
Marco , al contrario di me, non ci mise nulla ad infilarmi la fede, sulla quale all’interno era stato inciso il suo nome e la data del nostro matrimonio. 
“ Vi dichiaro marito e moglie”
Quante volte avevo desiderato sentir quelle parole?
Ed erano arrivate.
Le mie orecchie ancora non ci credevano.
Ma Marco adesso era mio marito .
 
Subito dopo lui mi baciò la fronte e sfiorò le mie labbra con le sue .
“Sei bellissima…e sei mia” mi sussurrò stringendomi forte
Io gli sorrisi con il cuore traboccante di gioia : “Ti amo”
I nostri parenti ci assalirono e ci riempirono di auguri , abbracci , baci .
Non riuscii a trattenere le lacrime.
Era inevitabile…ed era tipico di me, nonostante i miei sforzi.
Monica mi saltò letteralmente addosso e fece lo stesso con Marco.
“Meravigliosi” ci disse dopo aver firmato sui registri.
Ah già, le firme.
La mia firma era venuta uno sgorbio tanto era l’emozione, ma risi quando vidi quella di Marco.
Era anche peggio della mia.
In seguito mi infilai in auto al posto del passeggero , mio marito alla guida della sua auto .
Eravamo pronti a continuare i festeggiamenti “abbuffandoci” al ristorante che avevamo scelto .
Mentre guidava ridevamo come folli mentre dietro i nostri parenti presero a seguirci con le loro auto .
“ Ma è una montagna questo tuo vestito, non vedo il cambio!” scherzò lui
“ Ma dai ! Ha parlato il pinguino!” e gli feci una linguaccia.
Il pinguino più bello, affascinante che io abbia mai visto





Angolo Autrice



Ciaooooo ^^ ecco qui la prima parte del matrimonio :) 
Finalmente *rullo di tamburi* Marco e Clarissa si sono sposatiiiii *________* 
Come vi sono sembrati i due? 
Non vedo l'ora di saper cosa ne pensate ^^
Ringrazio di cuore ancora...chi ha aggiunto la storia fre le sue preferite, seguite e ricordate e chi l'ha aggiunta recentemente ;)
Ringrazio ancora tantissimo chi recensisce: Novalis e Minelli ^^ e...al prossimo capitolo ;) 
Un bacione, a presto ;) 
 

 

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Capitolo 18
*** Matrimonio-Parte II ***




 

NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 




                                                                                                                            Anche questo meraviglioso banner *____* è                                                                                                                                        stato realizzato da Novalis 
                                                                                                                            in occasione di questi ultimi capitoli <3  
                                                                                                                                               Grazie Nova ^^   
                     




Capitolo 18. Matrimonio-Parte II






Clarissa
 
 


Mano nella mano entrammo nella sala più grande e di forma circolare del ristorante , che era stata preparata apposta per il nostro matrimonio in ogni suo piccolo particolare .
Io e Marco eravamo completamente circondati dagli applausi e dai sorrisi di tutti i nostri invitati .
Circa duecento persone stavano condividendo con noi quel momento di gioia : avevamo una famiglia numerosa.
Strinsi più forte la mano di mio marito e lui mi rivolse un sorriso radioso capace di farmi superare ogni imbarazzo ed incertezza .
I tavoli , eleganti al punto giusto , erano stati distribuiti ovunque tra alti ed eleganti colonne .
Ed il nostro tavolo era proprio lì , al centro della sala…e davanti a quest’ultimo era stato lasciato uno spazio vuoto.
In quello spazio avrei dovuto far il primo ballo con mio marito.
Io non avrei mai voluto farlo,  ballare - specie se vista da tutti- non era una cosa che gradivo fare spesso .
Ma Monica e mia madre avevano insistito così tanto che non ero stata in grado di rifiutare.
Oltre che spaziosa , la sala era anche molto luminosa per via degli immensi finestroni , dove era visibile tutta la nostra costa illuminata dal chiaro di luna e dalle luci artificiali  .
Uscendo fuori si poteva accedere anche ad un terrazzo in prossimità degli scogli.
Sospirai, era tutto magicamente perfetto.
Mi misi a sedere al nostro tavolo , i piatti dell’antipasto di mare erano così ben colorati ed invitanti !
Mi versai dell’acqua nel bicchiere e mandai giù qualche sorso. 
Avevo bisogno di una pausa di cinque minuti e di godermi quel momento .
Cavolo, mi ero sposata possibile che ancora non riuscivo a crederci ?
Vidi Marco ridere e scherzare con i suoi parenti seduti a qualche tavolo di distanza dal nostro e m’incantai .
La fede al dito gli scintillava ogni volta che si muoveva insieme a quei bellissimi occhi azzurri…
Una mano sventolò davanti ai miei occhi riportandomi alla realtà.  
“ Tesoro mio” mi disse mamma con un gran sorriso e con ancora gli occhi lucidi.
Era in compagnia di mio padre 
Sorrisi.
“ Sei stanca?” mi chiese papà con premura.
Scossi la testa: “ No, affatto. Sono troppo contenta ”
“Allora non ti dispiacerà ballare con me ” concluse lui facendomi l’occhiolino e offrendomi una mano.
Sospirai rassegnata. Era inutile, quella sera il ballo era d’obbligo.
Ballai con mio padre per un po’  mentre tutti gli invitati continuavano a sorriderci  facendo un ampio cerchio intorno a noi , tenendosi per mano .
Piansi di gioia sulla sua spalla e giurai di aver visto una lacrima anche da parte sua.
“ Sei una donna meravigliosa” mi sussurrò lui , con tutto l’affetto che un padre poteva nutrire per la propria figlia.
“ Papà, grazie di tutto” riuscii a dire fra le lacrime
Lui si fermò e con le dita asciugò le gocce salate sulle mie guance con un sorriso commosso : “ Basta piangere, questo è il giorno più bello della tua vita. Sorridi.”
“Sono lacrime di gioia” risposi io cercando di ricambiare il sorriso
Lui annuì : “ Lo so . Comunque è arrivato il momento che io mi metta da parte . Tuo marito ti sta aspettando”
Si voltò , Marco era proprio dietro di lui e ci stava fissando con i suoi occhi azzurri , così luminosi e pieni d’amore che il mio cuore balzò nel petto davanti a quel meraviglioso spettacolo .
Mio padre gli fece un cenno con il capo e si allontanò alla ricerca di mia madre, lasciandomi sola…in mezzo alla sala .
Marco si avvicinò a me con passo lento ma deciso , poi mi cinse la vita con le sue forti braccia , io incrociai le mie dita dietro al suo collo.
“ Vita…” e aprì le labbra in un sorriso , gli occhi continuavano a brillargli  “ mia” proseguì regalandomi un bacio sulle labbra , che erano tanto desiderose di unirsi alle sue .
“Amore mio” gli sussurrai poggiando la testa sul suo petto per lasciarmi cullare dai battiti del suo cuore.
Coccolata fra le sue braccia , la sua presenza accanto alla mia…per il resto dei miei giorni.
Sì, sempre.
Le nostre anime gioivano e si fondevano quando eravamo insieme.
E da quel giorno…saremmo sempre stati una sola anima , in un solo corpo .
Mentre ballavo con lui il tempo perse il suo valore .
Ogni cosa intorno a noi si annullò , per lasciar posto soltanto ad una leggera nebbiolina .
Non vedevo nient’altro che lui , ad un centimetro da me .
Le mie orecchie rifiutavano di ascoltar altra musica se non la melodia del suo cuore e del suo respiro
Sarei potuta restare lì , in quel modo,  senza mai stancarmi.
Quando tutto finì , mi svegliai come fossi stata vittima di un incantesimo.
Continuai a sorridere ed intrecciai le dita con le sue , perché la serata non era ancora finita
                                                                                     *****
Tutto passò tra giochi , altri innumerevoli balli, portate che non finivano mai…
Il taglio della torta , e qualche altro sorso di spumante.
Monica e Luca non si staccarono un attimo ,  ma quando regalai il bouquet a lei , per poco non scoppiò a piangere.
“Oh Clari…tu” esordì con occhi lucidi.
Risi: “ Monica aspetto l’invito per il vostro matrimonio” e a Luca per poco non andò di traverso il vino che stava bevendo mentre era ancora seduto al suo tavolo.  
Tossì per riprendersi : “ fra qualche anno magari…” disse con voce strozzata
Qualcuno mi passò un braccio intorno le spalle mentre ridevo assieme alla mia testimone .
Marco. 
“ Che succede qui?” chiese per intromettersi nel discorso.
“ Ci divertiamo a veder Luca in imbarazzo. Mmm e voi? Avete già in progetto un bebè ?” cinguettò Monica
Diventai rossa fino alla punta dei piedi mentre mio marito sgranò gli occhi : “Adesso non corriamo troppo Tweet , eh?”
“ Un mini Marco o una mini Clarissa? Per adesso loro due bastano e avanzano” scherzò Luca facendo un occhiolino
 
                                                                                     *****
Quando sentii le chiavi di casa nostra girare nella serratura della porta d’ingresso , mi mancò il fiato .
Erano le sei del mattino, ma non eravamo stanchi…
Marco mi prese in braccio di slancio.
Riuscii a trattenere un gridolino che avrebbe potuto svegliare l’interno condominio per miracolo .
“ma che fai?” gli domandai in un sussurro dandogli uno schiaffetto su una spalla.
Lui mi mostrò uno dei suoi sorrisi più belli: “ Il primo ingresso da sposati in casa nostra”
“Troppo romantico” gli dissi con una smorfia, ma in realtà il tutto mi piaceva, eccome!
Lui lo capì e ridendo scosse la testa : “ Ti amo ”
Appena varcata la soglia mi lasciò toccare terra.
Il nostro appartamento in città non era grandissimo , ma era accogliente.
Un piccolo salone all’ingresso con televisore a schermo piatto fissato alla parete e il divano in pelle , sulla destra la porta scorrevole della cucina , e in fondo al salone un piccolo corridoio che portava al bagno, alla nostra camera da letto e ad un’altra camera ancora del tutto vuota.
Lì un giorno avrebbero dormito i nostri bambini.
Marco sparì dalla mia vista in meno di un minuto ed io sospirando raggiunsi camera nostra.
Le gambe mi tremavano non solo per la stanchezza.
In quell’appartamento c’ eravamo solo io e lui . 
Tolsi le scarpe alte e fissai il letto matrimoniale con le mani sui fianchi.
Il cuore palpitante nel petto
L’arredamento era tutto sul moderno…
Casa nostra
Una mano mi portò i capelli in avanti e delle labbra si posarono sul mio collo scoperto con dolcezza .
Rabbrividii, mio marito era dietro di me.
Il suo caldo respiro sulla mia pelle.
Subito dopo sorrisi poggiandogli una mano su una guancia .
Lentamente Marco prese a sciogliermi i lacci del vestito e a sbottonarmi gli innumerevoli bottoni mentre continuava a baciarmi il collo, le spalle , la schiena .
Mi voltai verso di lui e gli baciai il petto .
Si era tolto la giacca ed aveva sbottonato i bottoni della camicia.
Mi prese per i fianchi con un sorriso e mi distese sul letto…
Mi lasciai andare...  
Quello, fu il giorno più bello della mia vita.
Marco, sei così meraviglioso





Angolo Autrice 



Ciaooooo ^^ ragazzi ormai siamo arrivati alla fine di questa mia prima storia romantica <3 , il prossimo sarà l'ultimo capitolo :)
Ringrazio tantissimo Novalis e Minelli per aver recensito lo scorso capitolo , e tutti voi che l'avete letta, seguita, preferita...e continuate a farlo :) 
Grazie tantissimo ^^ 
Al prossimo ed ultimo capitolo di questa storia ;) 
Un bacione, a presto ;) 

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Capitolo 19
*** Ti amo ***






 

NON LASCIARMI , IO SONO QUI ! 




Capitolo 19. Ti amo 



                                                               
Marco
 
 


L’osservavo dormire al mio fianco da un bel po’ senza mai stancarmi .
Erano già passati cinque mesi dal giorno del nostro matrimonio e ancora non riuscivo a rendermene conto .
Mia moglie era distesa bocconi , teneva una mano sul mio petto e l’altra sotto il suo cuscino .
Aveva un meraviglioso sorriso sulle sue piccole labbra , i capelli dorati sparpagliati sulla schiena .
Era serena .
Ed io non potevo essere più felice .
Sbadigliai .
Era mezzogiorno , il cielo - che potevo notar attraverso la grande finestra nella nostra camera - era terso , ed io avevo una gran fame . Era domenica mattina, quindi per me niente lavoro ed ovviamente per lei niente corsi in Università.
Quel giorno avrei dovuto soltanto studiare , a Clarissa mancava qualche esame in più alla laurea ma io ormai ero ad un passo dalla fine , dovevo fare un ultimo sforzo , che quella mattina proprio non riuscivo a fare .  Tutta la settimana lavoravo , studiavo e ricevevo gli appunti delle lezioni da Monica , quindi almeno quella domenica potevo prenderla per un po’ di relax ? 
Decisi di andar a preparare qualcosa , così quando si sarebbe svegliata il mio amore , sapevamo già cosa mettere sotto i denti .
Ma prima di scendere dal letto e di liberarmi dalle coperte , le accarezzai i capelli sulla schiena con dolcezza, e le disegnai con la punta delle dita i contorni delle labbra e del viso .  
Lei , senza aprire gli occhi, sorrise .
Era sveglia?
“Buongiorno!” le sussurrai ad un soffio dalle sue labbra .
Sentivo il suo caldo respiro sul mio viso.
Mia moglie mi rispose donandomi un bacio a stampo sulle labbra dischiuse
Risi: “ Dormito bene?”
Clarissa aprì gli occhi di scatto ed annuì : “ Più che bene!”
“Stavo andando a preparar qualcosa” e le sfiorai una guancia con un dito : “ vuoi qualcosa in particolare?”
Si morse le labbra : “ Voglio te 
Presi a farle il solletico : “ Che fai? Vuoi mangiarmi?” le domandai fingendomi offeso.
“Marco? Marco basta, ti prego ! Lo sai che non sopporto il solletico! ” urlava tra le risate ed io mi fermai
“ Cucino io” decise lei ed io sospirai intrecciando le dita dietro la testa : “ Cosa mi prepari di buono?”
“ La mia specialità” e mi fece un occhiolino.
Si mise in piedi , forse un po’ troppo in fretta , e la vidi barcollare.
“Amore tutto bene?” le chiesi mettendomi a sedere
Lei non mi rispose, ed io mi preoccupai .
Un secondo dopo decisi di alzarmi e di raggiungerla
“Clarissa?” la chiamai
Lei provò a dire qualcosa ma subito dopo crollò fra le mie braccia priva di sensi.
“Amore?” urlai preoccupatissimo senza ottenere risposta
Il suo volto era così pallido.
                                                                      *****
“Possibile che nessuno vuol dirmi niente?” urlai sferrando un pugno alla parete facendomi male le nocche.
Ero da più di un’ora in ospedale e nessun medico o infermiere era stato in grado di darmi informazioni sullo stato di salute di mia moglie.
Stava bene? Aveva ripreso conoscenza?
“Stai calmo” mi disse mia madre in piedi ed al mio fianco “ sicuramente non sarà niente di grave!”
Irene, che era a qualche passo di distanza da noi ed appoggiata ad una parete , annuì  : “ Deve essere così, per forza . ”  Anche lei era molto preoccupata, ma non voleva darlo a vedere.
“Forse ha avuto solo un calo di zuccheri” ipotizzò Monica seduta al fianco di Luca .
Eravamo tutti riuniti in un corridoio di quell’ospedale , in attesa .
Scossi la testa: “ Se entro dieci minuti non mi dicono nulla io faccio una guerra !” avvisai
“Aspettiamo Riccardo, lui saprà dirci qualcosa” propose Irene , ed io sbuffai passandomi una mano fra i capelli.  
“Siediti” mi consigliò mia madre, ma io rifiutai.
Non riuscivo a star fermo, mi sembrava d’impazzire.
Un minuto dopo Riccardo ci raggiunse.
“Allora?” gli domandai senza neanche salutarlo
Lui mi guardò attentamente per lunghi istanti, poi sospirò: “ Il mio collega non ha voluto dirmi nulla.”
“Come sarebbe a dire?” e quasi lo urlai
Monica mi sfiorò un braccio per invitarmi alla calma.
“Clarissa ha chiesto al mio collega di non proferir parola su ciò che le ha detto ”
Sgranai gli occhi incredulo : “ Perché?”
Non capivo…Amore, perché?
Riccardo si mise le mani sui fianchi: “ Vuole parlare solo con te”
“Dov’è precisamente ?” chiesi immediatamente , ansioso mentre abbracciava sua moglie per darle il suo sostegno .
“Ultima porta in fondo a questo corridoio” mi spiegò , ed io non aspettai oltre.
Corsi verso di lei schivando medici , infermieri e pazienti , ed entrai di slancio nella stanza in cui era stata portata.
La trovai distesa su un letto , gli occhi color nocciola fissi su di me pieni di sorpresa e spavento .
Subito dopo mi sorrise : “  Ciao ”
Mi avvicinai a lei e mi misi a sedere su una sedia, che trovai accanto al suo letto. Il cuore in gola.  
“ Potevi entrare più velocemente ” scherzò lei 
“ Mi hai fatto venir un mezzo infarto” le dissi serio cercando di rilassarmi un poco, riprendendo fiato .
Sembrava star bene nonostante fosse ancora molto pallida , ma io proprio non riuscivo a star tranquillo.  
Lei rise piano : “Adesso va meglio?” e mi accarezzò una guancia con dolcezza , per poi sfiorarmi le labbra con un dito.
La guardai preoccupato : “Stai bene? Cosa è successo ? ”
Lei annuì e mi afferrò con dolcezza una mano che lasciò sul suo ventre : “Stiamo benissimo, papà . Sono soltanto io ad essere un po’ stanca…tutto qui. ”
Sgranai gli occhi, ero senza parole.
Provai a dir qualcosa comunque , ma non uscì niente dalla mia bocca.
“ Sarai un padre meraviglioso” aggiunse lei con occhi lucidi
Padre? Io ?
 “Tu…Tu…” iniziai , e lei annuì con un gran sorriso : “ Sì, aspetto un bambino. Nostro figlio. ”
Mi mancò l’aria.
Un figlio 
“Sei contento?” mi chiese cercando le mie labbra e le trovò.
“Ti amo”  Le risposi soltanto questo, quando mi allontanai un poco .
Presi ad accarezzarle i capelli che le incorniciavano il viso .
“Volevo che fossi tu il primo a saperlo” mi spiegò lei con un sorriso “ ma adesso vai a dir tutto ai nostri genitori , non vorrei che si preoccupassero inutilmente”
Le rivolsi una breve occhiataccia: “Eravamo già preoccupati se vuoi saperlo”
Clarissa si mise a sedere sgranando gli occhi : “ Davvero?”
Indicai la porta con un dito , divertito : “ Fino ad un attimo fa stavo dando pugni ad una parete e dichiarando guerra all’intero ospedale”
Rise portando la testa all’indietro: “ Immagino la scena”
“ Ti prego non farmi prendere più paure di questo genere” la supplicai 
“ Niente più paure…solo gioia , amore mio” mi rispose guardandomi negli occhi e stringendomi forte la mano che continuavo a tenere sul suo ventre, su nostro figlio
                                                                    *****
Avanzai verso i nostri parenti ed amici con passo incerto, barcollando .
Ero come ubriaco, uno zombie .
Le gambe mi tremavano , perché ancora non riuscivo a realizzare ciò che avevo appena sentito dal mio amore…
Un figlio nostro. Io padre.   
Quando mi fermai davanti ai miei suoceri ed ai miei genitori avevo lo sguardo basso e le mani sui fianchi.
Trassi un profondo respiro.
“Marco non fare questa faccia! Allora?” mi domandò Riccardo , che teneva la preoccupatissima Irene ancora stretta fra le braccia
Alzai lo sguardo , stordito.
Luca mi afferrò le spalle , confuso da quel mio atteggiamento : “Amico , tutto bene ?”
Monica aveva gli occhi lucidi.
“Marco? Parla!” ordinò mia madre
“Non tenerci sulle spine” continuò Irene facendo un passo avanti, verso di me.  
“ Clarissa è incinta” dissi con un filo di voce.
“COSA?” gridarono tutti in coro  
Non avevano capito, dovevo ripetere?  
“ Diventerò padre” urlai all’improvviso di gioia , spalancando le braccia. 
Gli occhi di tutte le persone che amavo si spalancarono , e le loro labbra si aprirono in un sorriso.
Monica ed Irene scoppiarono perfino a ridere.
Mia madre mi abbracciò forte: “ è meraviglioso. Marco è meraviglioso”
“Congratulazioni amico mio !” esclamò Luca con un gran sorriso dandomi una bella pacca sulle spalle
Riccardo sospirò : “ Questa è la notizia che volevo sentire!”
“Sono d’accordo” convenne mio padre , arrivato giusto in tempo per udire quella bellissima notizia .
“scusate il ritardo” aggiunse subito dopo, prima di stringermi forte una mano.   
Subito dopo corsero tutti da mia moglie.
                                                                      *****
Clarissa
 
 


Aspettavo un figlio.
Mio figlio, anzi mio e di Marco .
Il nostro amore viveva in lui .
Il noi racchiuso in lui.   
Un arrivo meraviglioso ed inaspettato.
Marco era al settimo cielo, ed io con lui.
Ormai erano nove mesi che lo portavo in grembo.
Mancavano soltanto sette giorni alla scadenza, e poi il nostro piccolo avrebbe visto la luce del sole .
Non vedevamo l’ora di abbracciarlo, cullarlo e amarlo.
Monica, Irene ed Elena mi stavano sempre attorno , come api intorno al miele , e mi assillavano continuamente sul voler sapere il sesso del bambino.
Ma nemmeno io e Marco lo conoscevamo , volevamo che fosse una sorpresa per tutti .
“…bene ragazzi, ci rivediamo la prossima settimana” con queste parole il mio professore si congedò da noi studenti , che frequentavamo il suo corso da un po’ .
Era bravo a spiegare.
La sua materia, che all’inizio detestavo , alla fine mi risultava più facile rispetto ad altre che ritenevo più semplici .
“ Allora ? Andiamo a prendere qualcosa al bar?” domandò una voce dal tono squillante.
Mi voltai di scatto e sorrisi.
La mia migliore amica ormai aveva preso l’abitudine di venirmi a trovare a lezione.
“ Sì, dammi il tempo di sistemare il quaderno nella borsa e andiamo” le risposi facendole un occhiolino.
Monica annuì e si avvicinò a me saltellando .
Mi sfiorò la pancia e io sentii il mio piccolo dar un calcio.
“ Ti ha riconosciuto” le dissi toccando il punto in cui si era fatto sentire.
Gli occhi verdi di Tweet si illuminarono all’istante : “ Davvero ? Bello di zia! Non vedo l’ora di ammirar questo pupetto ” dichiarò su di giri
“ anch’io, anche perché inizia davvero a pesare” ammisi con un sospiro .
Avevo un mal di schiena tremendo.
Recuperai la borsa e la misi a tracolla, poi mi imposi di muovere le gambe pesanti .
“ Cioccolata calda?” propose lei mentre camminava al mio fianco.
Feci spallucce : “ Mmm…sì”
All’improvviso mi bloccai.
Qualcosa di caldo mi aveva bagnato le gambe e subito dopo esplose il dolore.
Un dolore indicibile che iniziò a farmi boccheggiare.
Mi aggrappai a Monica e cercai di respirare lentamente.
“ Ho un problema” le dissi in imbarazzo ,per poi trattenere a stento un lamento.
Avevo capito cosa era successo.
Monica mi guardò preoccupata
Le indicai i pantaloni bagnati e lei sgranò gli occhi lanciando a gran voce un “oddio!”
“ Monica fai qualcosa!” urlai , faceva così male.
Piccolo, piano. Non aver fretta
“COSA? CHE DEVO FARE?”
Era andata in panico. Fantastico.
“ Marco” dissi “ chiama Marco” le ordinai , ma lei scosse la testa “ tuo marito impiegherà troppo tempo per arrivare da lavoro , prenderti e poi portarti in ospedale”
“ CHIAMA MARCO” urlai . Volevo lui.
Lei non obbedì , ed invece di chiamare mio marito chiamò Luca.
“ Luca corri immediatamente davanti l’aula 501 nella facoltà di medicina , oppure Clarissa sfornerà un bebé in Università”
Presi a piagnucolare e a tenermi la pancia.
Io volevo Marco, il mio Marco 
“ Calma, respira” mi consigliava lei.
Ma non era facile, per niente.
Luca arrivò qualche minuto dopo con gli occhi sgranati e i capelli corvini arruffati.
Aveva già le chiavi della sua macchina in mano.
“Andiamo” mi disse aiutandomi come poteva.
Ma in macchina fu anche peggio: “ Luca, Luca ti prego sbrigati!” urlai a squarciagola mentre lui suonava il clacson disperato e Monica sventolava un fazzolettino bianco dal finestrino.
Era una scena comica, se avessi potuto mi sarei messa a ridere…cosa che comunque feci fra le lacrime .
Sembravo sull’orlo di una crisi di nervi.
“ Ci siamo quasi” mi disse Luca “tieni duro”
Appena arrivati non capii più nulla. Mi fecero distendere su una barella e subito dopo mi portarono in sala parto.
“NO! NO!” gridai “ voglio mio marito”
Potevo sembrar anche una bambina, ma io non volevo star da sola.
“Ma signorina il piccolo vuol nascere e deve farlo adesso!” mi spiegò dolce un’infermiera.
Scossi la testa , come una bambina capricciosa: “ La prego! Aspetti cinque minuti”
Lei sospirò : “ Soltanto cinque…finiamo di preparare il tutto e poi darà alla luce questo bel bambino” rispose accarezzandomi la pancia.
Mi voltai verso Monica : era al telefono, stava parlando con il mio amore .
“Sì, sì Marco …No, sta bene…ma sì , certo tranquillo…ok, fra cinque minuti. Sbrigati oppure nascerà senza di te ”
“Passamelo” ordinai a Monica staccandole il cellulare dall’orecchio
“Amore?” lo chiamai tra un lamento e l’ altro    
 “Tesoro, sto arrivando tranquilla . Sono già in macchina, sarò lì fra qualche minuto” mi disse dolce e contento
“No, amore mio non correre con la macchina sono stata chiara ?”
Lo volevo al mio fianco, ma il saper che stava andando chissà a quanti chilometri orari mi metteva ansia.
“ Non ti preoccupare, andrà tutto bene”    
“Lo spero per te, altrimenti ti bucherò le ruote della tua amata Bmw prima o poi !” minacciai
                                                                                   *****

Il pianto di un bambino ruppe il silenzio.
Nella sala d’attesa , poco distante dall’ingresso della sala parto , Marco , i suoi genitori , i suoi suoceri , Monica e Luca si bloccarono all’istante come se il tempo si fosse fermato.
Un’infermiera uscì tenendo in braccio un fagottino verde , e togliendosi la mascherina con una mano mostrò a tutti un meraviglioso sorriso: “ Chi è il padre?” fu la prima cosa che disse .
“I…io” balbettò Marco avvicinandosi con cautela.
“Congratulazioni, è un bellissimo maschietto”
Ma il ragazzo udì appena quelle parole , ormai completamente conquistato, ammaliato , rapito da quell’esserino che dormiva beato con i piccoli pugni chiusi vicini al volto .
Lo prese in braccio stando attento a non fargli male e a non svegliarlo , con un sorriso sulle labbra .
Monica sfiorò il bambino con un dito : “ è così bello” commentò commossa.
“Bravo Marco” gli disse con affetto.
Irene ed Elena insieme a Riccardo e Stefano avevano circondato il nuovo arrivato e sorridevano contenti , continuando ad ammirarlo con occhi lucidi.                                           
Luca fece un occhiolino all’amico mentre Monica si rifugiava fra le sue braccia.
“Mia moglie? Come sta?” domandò Marco all’infermiera  
“ Sta bene, può andare da lei quando vuole”
                                                                             *****
“ E' bellissimo amore mio” sussurrò Marco ad un orecchio di Clarissa, che sorrise e lo baciò con passione.
La gioia era tanta ed aveva cancellato ogni traccia di stanchezza dovuta al parto .
“ Davvero un incanto” dichiarò Elena mentre cullava il piccolo tra le braccia .
Riccardo baciò la figlia sulla fronte : “ Nonno Riccardo, suona bene”
“Benissimo” convenne Clarissa con un sorriso e Marco seduto sul letto al suo fianco,  annuì per dar un ulteriore conferma .
“Come lo chiamerete?” domandò Irene .
Clarissa cercò lo sguardo di suo marito.
Occhi azzurri e occhi color nocciola si incontrarono per lunghi istanti
Durante la gravidanza i due avevano pensato spesso al nome da dar al piccolo o alla piccola appena sarebbe nato o nata e finalmente erano arrivati a prendere quella decisione soltanto qualche settimana prima .
“Emanuel” annunciarono all’unisono
“Emanuel Chiari” sussurrò Clarissa quando ritornò a stringere suo figlio fra le sue braccia.
Lo cullò e lo baciò dolcemente sulla fronte. 
“Benvenuto tra noi” aggiunse Marco accarezzandogli una manina .
Emanuel sbadigliò e strinse forte un dito del padre fra le sue piccolissime dita mentre apriva i suoi occhietti .
Marco e Clarissa non potevano essere più contenti .
“Ti amo ”
Clarissa guardò suo marito negli occhi dopo aver sentito quelle due meravigliose parole e sorrise : “ Ti amo tanto anch’io ”   



                                                            
                                                
                                               Fine 





Angolo Autrice 


Ciaoooo ^^ eccomi qui con l'ultimo capitolo di questa mia prima storia originale romantica :) che dire ? Mi mancheranno un pò questi due innamorati , ma è giusto che vivano in pace il loro lieto fine ^^ 
Spero tanto che vi sia piaciuto quest'ultimo capitolo come tutto il resto della storia ^^ 
Ringrazio ancora di cuore tutti voi che avete recensito , e inserito questa mia storia nelle preferite, nelle seguite o nelle ricordate: 


edwardforbella 
Mariposa1994 
fabrizia_rocca 
franci0305
Se volete continuare a leggere qualcosa di mio , vi aspetto nella mia seconda storia originale e romantica : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2182059&i=1

Un Bacione <3 ;) 

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