Halloween night at the Dark Castle di Stria93 (/viewuser.php?uid=319287)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scary stories ***
Capitolo 2: *** Halloween's trick ***
Capitolo 3: *** Stairs, falls and guilt feelings ***
Capitolo 1 *** Scary stories ***
Il paesaggio intorno al Castello Oscuro mutava velocemente in quel periodo: gli alberi si spogliavano delle loro foglie che si ammassavano al suolo creando uno scricchiolante tappeto che pareva intrecciato con stoffe dai colori caldi e luminosi, che spaziavano dal giallo al rosso.
L'autunno era giunto in fretta in quella zona, portandosi via il piacevole tepore delle giornate estive e rubando le ore alla luce del sole, come un tarlo che giorno dopo giorno rosicchia il legno.
Era ormai fine ottobre e da un po' di tempo una strana foschia aleggiava intorno al castello di Rumpelstiltskin, creando un'atmosfera surreale e mistica ma anche piuttosto sinistra e fosca.
Fuori dalle finestre si potevano scorgere i rami degli alberi, ormai completamente nudi, che si protendevano verso l'alto come braccia spettrali alla ricerca di aiuto.
Di notte il richiamo lugubre dei gufi o l'ululato di qualche lupo solitario, spezzavano di tanto in tanto il silenzio del bosco, che pareva avvolto da una sorta di incantesimo.
Quella sera, Belle stava rovistando, come al solito, tra gli scaffali ordinati della biblioteca, alla ricerca di qualche nuovo libro, nuove avventure in cui gettarsi e nuovi personaggi da conoscere.
Ad un certo punto, l'occhio le cadde su un piccolo volume, non molto corposo, dalla rilegatura in pelle lucida e nera come la notte; sul dorso spiccavano alcune lettere scarlatte come sangue vivo che ne componevano il titolo: Della notte di Halloween e altri racconti.
Halloween. Non aveva mai sentito quello strano nome.
Incuriosita e ansiosa di saperne di più, la ragazza lo sfilò con delicatezza dalla nicchia in cui era stato riposto e cominciò a sfogliarlo: si trattava di una raccolta di brevi storie, tutte accomunate dalla presenza di un alone di mistero e dalle ambientazioni inquietanti e allo stesso tempo ricche di fascino.
Sulla prima pagina, era riportata una breve spiegazione:
Le origini di Halloween sono antichissime.
Per la popolazione dei Celti l'anno nuovo cominciava il 1° novembre, quando terminava ufficialmente la stagione calda ed iniziava la stagione delle tenebre e del freddo.
Alla fine di ottobre il lavoro nei campi era concluso, il raccolto era al sicuro ed i contadini potevano finalmente rilassarsi, preparandosi a vivere chiusi in casa per molti mesi, riparandosi dal freddo, costruendo utensili e trascorrendo le serate a raccontare storie e leggende.
Ovviamente questo era il pretesto per organizzare, la vigilia del 1° novembre, la festa più importante dell'anno, una sorta di Capodanno dedicato a “Samhain”: una divinità, considerato il Signore della Morte e il Principe delle Tenebre.
I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno, cioè il 31 ottobre, Samhain chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti.
In questo giorno tutte le leggi dello spazio e del tempo erano come sospese e il velo che divideva il mondo dei vivi dal mondo dei morti si faceva più sottile, permettendo alle anime di mostrarsi.
“Samhain” era una celebrazione che univa la paura della morte e degli spiriti all'allegria dei festeggiamenti per la fine del vecchio anno.
Belle finì di leggere con avidità quelle poche righe.
Che strana coincidenza: la notte del 31 ottobre cadeva esattamente fra tre giorni. Sorrise pensando di aver proprio trovato il libro giusto, sebbene le storie di quel genere le avessero sempre suscitato il batticuore.
Quando era piccola ne aveva sentite alcune dalle donne della servitù riguardo un fantasma che si aggirava tra le sale del palazzo di Avonlea, lanciando lamenti agghiaccianti. La principessina non aveva dormito per due notti e aveva preso a sobbalzare ogni volta che udiva un rumore strano.
Poco tempo dopo il mistero era stato risolto da un giardiniere che aveva scoperto una coppia di gatti che durante la notte si azzuffavano in continuazione nei pressi del cortile, emettendo miagolii acuti e striduli; ma la piccola Belle impiegò un bel po' di tempo prima di tornare a dormire sonni tranquilli.
Be', ormai sono cresciuta. Non sarà certo qualche storiella a spaventarmi. Pensò, poi raggiunse il Signore Oscuro nella sala dell'arcolaio.
Quando lui la vide entrare con il volumetto stretto tra le mani fece un sorrisetto: - Libro nuovo, dearie? -
La giovane annuì compiaciuta, mostrandogli il titolo. Il folletto allora alzò un sopracciglio: - Non credevo t'interessasse questo genere di letture. Sicura che poi non avrai gli incubi? Non mi sorprenderebbe, sei una gran fifona, dearie. - La prese in giro sogghignando.
Belle fece una smorfia: - Sono molto più coraggiosa di quel che pensate, Rumpelstiltskin. -
L'altro alzò le mani in segno di resa ma il suo ghigno non si spense: - Fa' come vuoi, dearie. Ma poi non dire che non ti avevo avvertita. -
La ragazza sbuffò: gli avrebbe dimostrato che si sbagliava di grosso su di lei.
Prese posto sulla poltrona e cominciò a leggere il primo racconto.
Di tanto in tanto, la giovane rabbrividiva leggermente davanti alla descrizione dettagliata di quei luoghi spettrali, ma sapeva che Rumpelstiltskin la stava osservando in cerca del minimo pretesto per canzonarla di nuovo, così andò avanti imperterrita nella lettura, sebbene le storie si facessero sempre più spaventose e cupe; non voleva assolutamente dargli la soddisfazione di vederla impaurita.
Quando la pendola suonò gli undici rintocchi, la ragazza sussultò e quel gesto non sfuggì al Signore Oscuro che scosse la testa ghignando.
Belle decise che per quella sera poteva anche bastare, diede la buonanotte al folletto e si allontanò verso la sua cella.
Rumpelstiltskin la seguì con lo sguardo, poi notò che aveva dimenticato il libricino sulla poltrona. Un'idea divertente e un po' diabolica cominciò a farsi strada e a prendere forma nella sua mente sadica: la sua domestica diceva di non essere una fifona. Bene, l'avrebbe messa alla prova!
Si alzò dall'arcolaio e prese tra le mani il volume, scorrendo velocemente i vari racconti e soffermandosi su alcune sequenze particolari.
Sì, avrebbe preparato un bello scherzetto di Halloween apposta per Belle.
Da Stria93: Ciao splendori! Università, lezioni, studio, impegni vari e un raffreddore da record non possono impedirmi di dare sfogo alle mie pazze idee sui Rumbelle, così ecco una brevissima storia scritta appositamente per la Notte delle Streghe che si sta avvicinando. ;)
All'inizio avevo intenzione di scrivere una semplice OS, ma alla fine sarebbe risultata troppo lunga, così ho pensato di dividere il tutto in due parti, ma in questo modo sarebbero venuti fuori un capitolo cortissimo e uno piuttosto corposo, allora ho pensato che la soluzione migliore fosse dividere la storia in tre parti, anche se piuttosto brevi (chiedo venia per questo) e prometto che il prossimo sarà più sostanzioso. Il terzo ed ultimo capitolo sarà pubblicato proprio il 31 ottobre.
Su internet ho trovato interi papiri sulle origini di Halloween, ma alla fine ho optato per riportare, almeno in parte e con qualche modifica, la spiegazione breve e concisa trovata qui: http://digilander.libero.it/viaconforti/hallo/origini.htm
Ah, ultimissima cosa: so che Halloween non è una festa tipicamente italiana e da noi non è che sia particolarmente sentita, ma io ne sono sempre stata affascinata (senza guardare ovviamente a tutto l'interesse commerciale ed economico che ci gira intorno), inoltre la trovo perfetta per Rumpel, che in un certo senso è davvero il principe delle tenebre. xD
Che dire, spero proprio che questa ff vi piaccia e come sempre ringrazio infinitamente tutti i lettori e i recensori. <3
Baci baci! :*
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Capitolo 2 *** Halloween's trick ***
cap.2
La notte del 31
ottobre il tempo non avrebbe potuto essere migliore per ciò che il
Signore Oscuro aveva progettato: la nebbia lambiva il bosco come
densi fili di fumo che offuscavano le figure scheletriche degli
alberi, il vento ululava inquieto e una pallida luna piena
rischiarava debolmente il paesaggio, creando un gioco di ombre
vagamente sinistro. Nel complesso regnava un clima decisamente tetro.
Belle si era
coricata da poco quando Rumpelstiltskin mise in atto il suo piano.
Attese fin quasi alla mezzanotte, poi si appostò fuori dalla
stanzetta nella quale dormiva la giovane e schioccò le dita,
sogghignando e pregustando le scene alle quali avrebbe assistito di
lì a pochi minuti.
Al gesto del
folletto, un rumore di catene che cozzavano l'una contro l'altra
ruppe la quiete notturna che avvolgeva il Castello Oscuro.
Belle si era
addormentata da circa mezz'ora, quando il suo sonno leggero venne
turbato improvvisamente da un suono che non si era mai udito prima
d'ora al castello.
La ragazza alzò la
testa dal cuscino e si mise in ascolto: sembravano catene di ferro
che si urtavano di continuo, come se qualcuno si stesse dimenando nel
disperato tentativo di liberarsene.
Istintivamente
rabbrividì e si girò dall'altro lato del pagliericcio, tirandosi la
coperta fino al mento e portandosi le ginocchia al petto.
Probabilmente si trattava solo di un topolino che era rimasto
intrappolato da qualche parte; non c'era alcun motivo di avere paura.
Ma ben presto a
quel lugubre tintinnio si aggiunsero lamenti e sospiri agghiaccianti
provenienti da chissà quale anfratto del Castello Oscuro.
L'ipotesi del
topolino diventava sempre meno realistica e nella mente di Belle
iniziarono ad infiltrarsi prepotentemente alcuni spezzoni delle
inquietanti storie che aveva letto nel libricino nero.
Non essere
sciocca, Belle. Quelli sono solo racconti inventati apposta per
spaventare chi legge.
Ma la giovane aveva
fin troppa esperienza con i libri per non sapere che anche nelle
letture più assurde c'è sempre un fondo di realtà.
Prendere in
considerazione l'idea di dormire con quel macabro sottofondo era
impossibile, e la ragazza pensò di recarsi al piano di sopra,
sperando di trovare Rumpelstiltskin intento a lavorare all'arcolaio.
Non le importava più di essere considerata una fifona, voleva
semplicemente averlo accanto a sé e non rimanere sola in balia del
terrore e dell'oscurità di quella misera cella, che non faceva altro
che alimentare i suoi foschi pensieri.
Si alzò e, con
mani tremanti, accese un candeliere. Uscì dalla stanza, guardandosi
intorno con circospezione, poi prese a correre a più non posso lungo
il corridoio di pietra che portava fuori dai sotterranei, come se
temesse di essere inseguita da presenze maligne e invisibili.
Rumpelstiltskin,
nascosto in un angolo, si godeva la scena e ghignava soddisfatto: il
suo scherzo stava riuscendo alla perfezione. Ora avrebbe dovuto solo
rincarare un po' la dose.
Seguì la ragazza
da lontano fino al piano superiore, senza perderla d'occhio.
Quando giunse alla
sala principale, la vide arrestarsi davanti all'arcolaio con aria
delusa e poi frugare tutta la stanza con lo sguardo, alla ricerca di
qualcosa...qualcuno.
A quella vista, fu
colto da un attimo di esitazione: era lui che Belle stava cercando
con tanta urgenza? Voleva la sua compagnia per allontanare la paura?
Ma chi mai si sarebbe potuto sentire al sicuro accanto a lui?
Riparato dietro lo
stipite della porta, continuò ad osservare la giovane mentre cercava
di attizzare le braci morenti nel camino per dissipare le tenebre che
avvolgevano l'ambiente, ma era talmente nervosa che l'attizzatoio le
sfuggiva di mano in continuazione.
Il Signore Oscuro
studiò i suoi vani tentativi per un po', poi, con un altro
aggraziato gesto della mano, fece cessare i lamenti e il rumore
tintinnante delle catene; così sul Castello Oscuro scese nuovamente
la quiete.
La ragazza sembrò
rilassarsi un poco, anche se i suoi sensi dovevano essere ancora
tutti in allerta.
Rumpelstiltskin
sogghignò di nuovo: Oh, dearie, non penserai che sia finita,
vero? Il meglio arriva adesso.
E schioccò le dita
un'altra volta.
Belle stava in
piedi immobile davanti al camino, ormai quasi completamente spento.
Era di nuovo calato
il silenzio e tutto sembrava tornato alla consueta normalità di una
qualunque notte d'autunno.
Possibile che si
fosse immaginata tutto? E se si fosse trattato solo di un sogno?
Forse tra qualche secondo si sarebbe svegliata nella sua cella, con
la fronte imperlata di sudore e quella sgradevole sensazione di amaro
che gli incubi più tremendi sono soliti lasciare sulla lingua.
Ma quell'ipotesi,
per quanto rassicurante, sfumò in un attimo: era tutto troppo vivido
e concreto, inoltre la paura fredda e strisciante che le si era
annidata nel petto, stringendola nella sua gelida morsa come la più
infida delle serpi, era troppo reale per appartenere al mondo
onirico.
La ragazza stava
giusto riflettendo se fosse il caso o meno di tornare a letto e
cercare di rimettersi a dormire, quando un nuovo suono si diffuse
tutt'intorno.
Belle tese le
orecchie all'ascolto: questa volta si trattava di una melodia che
pareva giungere dal piano di sopra, come un richiamo dolce e
insidioso al tempo stesso, un invito ad avvicinarsi per poi cadere in
trappola. Le note erano quelle di un pianoforte: non c'erano dubbi.
La tenue speranza
che il suonatore misterioso fosse Rumpelstiltskin svanì in un
istante, come la fiammella di una candela smorzata da un alito di
vento.
La giovane prese un
gran respiro per calmarsi, afferrò saldamente il candeliere, rimasto
ormai l'unica fonte di luce nella stanza, e iniziò a salire le
scale.
Non era del tutto
convinta che fosse un'idea saggia, ma in ogni caso non sarebbe
riuscita a dormire se prima non avesse svelato la causa di quegli
strani fenomeni, inconsueti e bizzarri perfino per le mura del
Castello Oscuro.
I gradini parevano
essere notevolmente aumentati dall'ultima volta che aveva percorso
quella scalinata, o forse era solo che ad ogni passo il terrore
aumentava la presa su di lei e rallentava i suoi movimenti; perfino
la sua stessa ombra, proiettata sul muro, aveva un aspetto minaccioso
e sembrava seguirla come un'entità malevola.
Quando giunse alla
porta socchiusa di quella che un tempo era stata la sala di musica
del castello, ebbe la tentazione di darsela a gambe e tornare il
prima possibile nella sua stanzetta, un paio di piani sotto i suoi
piedi, ma alla fine si fece coraggio e spinse delicatamente la porta,
imprimendo il minimo della forza che possedeva.
L'uscio si mosse
lento sui cardini, emettendo un cigolio acuto e stridente che le fece
accapponare la pelle.
Varcò la soglia
con passo incerto, trattenendo il fiato.
La sala era
rettangolare e spaziosa, con due ampie vetrate che davano sulla
foresta; i contorni degli arredi e degli strumenti musicali
rilucevano sotto il chiarore pallido della luna.
Belle tenne il
candeliere alto davanti a sé, stringendolo fino a farsi sbiancare le
nocche, nel tentativo di arrestare il tremore incontrollabile delle
mani.
Ciò che vide,
quando finalmente il suo sguardo si posò sul pianoforte, le mozzò
il fiato: i tasti bianchi e neri dello strumento si muovevano da
soli, come premuti dalle abili dita di una mano invisibile. Le note
componevano una sinfonia tanto sublime quanto cupa e malinconica.
Ad un certo punto
però, qualcos'altro attrasse l'attenzione della giovane: fuori dalle
vetrate si era materializzata una figura opalescente sospesa a
mezz'aria. Belle sperò che si trattasse solo di un'illusione creata
dall'unione dello scintillio della nebbia con la luce lunare, ma
quando mise a fuoco meglio dovette, suo malgrado, ricredersi. Si
trattava di una fanciulla che non poteva avere più di undici anni:
sembrava emanare una flebile e sinistra luminescenza, indossava una
lunga veste che le arrivava alle caviglie, i piedi erano scalzi, le
braccia magre abbandonate inermi lungo i fianchi, i capelli lunghi
fluttuavano con grazia intorno al suo viso di madreperla come fili
argentati. Teneva lo sguardo fisso su di lei con un'espressione
indecifrabile, vuota.
La mente della
ragazza corse a una delle storie che aveva letto un paio di sere
prima, nella quale si narrava dello spirito irrequieto di una
ragazzina e il sangue le si gelò nelle vene: possibile che quel
racconto fosse vero?
All'improvviso le
finestre si spalancarono di scatto e una folata di vento gelido
penetrò nella stanza, aggredendo con ferocia le tre timide fiammelle
del candeliere, che si spensero all'istante con un ultimo guizzo,
mentre il fantasma della bambina continuava ad osservarla mestamente.
Belle lanciò un
grido che riecheggiò per tutta la sala; avrebbe voluto andarsene,
correre via, ma i suoi muscoli si rifiutavano categoricamente di
risponderle, paralizzati com'erano dal panico.
Infine avvertì un
soffio ghiacciato farle il solletico dietro il collo. C'era qualcuno
alle sue spalle.
La ragazza non
seppe mai dove trovò la forza per voltarsi, ma quando lo fece, si
ritrovò di fronte la figura snella ed eccentrica del Signore Oscuro,
che scoppiò in una fragorosa risata.
- Oh, dearie!
Dovresti vedere la tua faccia! Te l'avevo detto che sei una
grandissima fifona! -
Belle non era mai
stata così felice di vederlo, non badò neanche alle sue parole o al
fatto che fosse piegato in due dalle risa; gli gettò le braccia al
collo e affondò il viso nell'incavo della sua spalla.
Rumpelstiltskin
smise bruscamente di ridere e s'irrigidì.
Belle tremava e lo
stringeva a sé tanto forte da fargli mancare il respiro; il delicato
profumo di vaniglia dei suoi capelli gli solleticò piacevolmente le
narici. Poteva avvertire il cuore di lei battere all'impazzata sotto
il tessuto candido della camicia da notte, tanto che temette potesse
schizzarle fuori dal petto da un momento all'altro.
Forse si era spinto
un po' troppo oltre: non aveva intenzione di terrorizzarla fino a
quel punto. Voleva solo divertirsi un po', ma evidentemente aveva
esagerato.
Imbarazzatissimo e
confuso, il folletto cercò di tranquillizzarla, dandole dei colpetti
incerti sulla schiena: - Su, su, dearie. Non è niente. Guarda... -
Schioccò le dita e il piano smise di suonare all'istante, le
finestre si richiusero, la fanciulla iridescente si dissolse nella
nebbia e nel camino di pietra presero a danzare calde lingue di
fuoco.
- Visto? Era solo
uno scherzo. -
Uno scherzo. Era solo uno scherzo.
Quelle parole presero a
rimbombare come tamburi nella mente di Belle e la riportarono alla
realtà, facendola tornare padrona di se stessa, mentre il terrore
lasciava gradualmente il posto alla rabbia e all'indignazione che si
facevano più intense ad ogni secondo che passava. Solo uno
scherzo.
La ragazza si
allontanò di colpo da Rumpelstiltskin e lo fissò negli occhi da
rettile: - Volete dire che tutto questo...è opera vostra? - La voce
le uscì molto più acuta del solito.
Il Signore Oscuro
la studiò preoccupato, incapace di cogliere il suo stato d'animo: -
Sì, dearie. Proprio così. -
Tra i due calò il
silenzio. Il folletto tentò di sbirciare l'espressione della sua
domestica ma non riuscì a decifrarla: pareva a metà tra sconvolta e
incredula, come se stesse ancora elaborando le sue ultime parole.
- Ehm...sei
arrabbiata? - Domandò incerto.
- ARRABBIATA?! -
Stavolta il tono della ragazza rasentava l'isterico e colse di
sorpresa Rumpelstiltskin, facendolo sobbalzare.
- Voi vi siete
divertito alle mie spalle per tutta la notte, facendomi prendere uno
spavento dietro l'altro e ora mi chiedete se sono arrabbiata?! -
Lui arretrò di
qualche passo: l'ira della sua domestica era palpabile come un campo
di forza incandescente creatosi attorno al suo corpo. I suoi occhi
azzurri lampeggiavano come il cielo in tempesta. Non l'avrebbe mai
creduta capace di tanto, il suo sguardo furente sembrava volerlo
incenerire.
Tentò di
rabbonirla: - Andiamo, Belle, non fare così. In fondo è la notte di
Halloween e che gusto ci sarebbe senza un po' di brivido? Era scritto
anche in quel libro... -
Ma si rese subito
conto di aver scelto le parole sbagliate. La sorpresa attraversò per
un attimo il volto di lei, per poi unirsi alla collera subito dopo: -
Avete letto il mio libro?! -
Stavolta
Rumpelstiltskin ribatté, piccato: - Il tuo libro?! Fino a
prova contraria, dearie, questo castello appartiene a me, così come
qualsiasi oggetto si trovi sotto il suo tetto. -
La giovane finse di
non aver udito quella precisazione: - Non la passerete liscia per
questo, ve lo prometto. - Sibilò, sempre più indignata.
L'ombra di un
ghigno balenò sul volto del folletto: - Ah davvero? E cosa credi di
poter fare per vendicarti? Sentiamo. -
Belle si morse il
labbro. In effetti non ne aveva la minima idea, ma esibì comunque la
sua miglior espressione battagliera e minacciosa: - Non importa.
Troverò un modo e allora vi pentirete amaramente di esservi preso
gioco di me. -
Il sorrisetto
derisorio del Signore Oscuro rimase al suo posto: - Bene, allora ti
auguro buona fortuna, dearie; ma non illuderti troppo di riuscire nel
tuo intento. -
- Lo vedremo. - La
ragazza gli voltò le spalle e si diresse a passo spedito verso la
biblioteca, in cerca di qualche idea per attuare la sua rivalsa nei
confronti di Rumpelstiltskin. Era stato un libro a metterla in quella
situazione e forse, proprio grazie ad un libro, avrebbe potuto
trovare il modo per riscattarsi.
Come recitava quel
famoso detto? Chi la fa, l'aspetti!
Da Stria93:
Ehm...ok, la mia cultura in
fatto di horror è decisamente limitata e chiedo scusa a tutti gli
appassionati del genere se i miei espedienti per terrorizzare Belle
sono risultati incredibilmente banali o scontati; purtroppo questo è
davvero il meglio che sono riuscita a fare, inoltre non volevo
inserire elementi troppo raccapriccianti. Diciamo che mi sono tenuta
più sul soft. xD
Tutto è inventato di sana pianta, non ho preso spunto da nulla se
non dai cliché più abusati del mondo come possono essere il rumore
delle catene o la bambina-fantasma (originalità portami via).
In ogni caso, spero che questo secondo capitolo vi sia piaciuto e
magari che vi abbia fatto anche un po' divertire così come è
successo a me mentre scrivevo. :)
Detto questo, ci tengo tantissimo a ringraziare infinitamente:
- DreamWriten, Euridice100, jarmione, Julie_Julia, Lety Shine 92,
misslegolas86, nari92, Norma per avermi scaldato il cuore con le
loro splendide recensioni.
- annachiara27, C l e t t y, coccinella75, ctdg, DreamWriten,
Euridice100, Gaia88, Giu_99, Julie_Julia, Lety Shine 92, Norma, robin
d, seasonoflove, _Wingless
_ per aver inserito questa storia tra le preferite
e le seguite.
- E ovviamente tutti i lettori.
Nel prossimo ed ultimo capitolo prometto che sarà presente una
discreta dose di fluff. ;)
Un bacio grande, dearies! <3
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Capitolo 3 *** Stairs, falls and guilt feelings ***
cap.3
Belle sfogliò un
volume dopo l'altro in cerca di un qualsiasi suggerimento, idea o
spunto per ottenere la sua rivalsa su Rumpelstiltskin, ma non riuscì
a trovare nulla che potesse esserle utile.
Nella biblioteca
del castello non si trovavano di certo libri dai titoli come Guida
pratica agli scherzi più spaventosi, oppure Come terrorizzare
il Signore Oscuro; tuttavia la ragazza aveva davvero
sperato di trovare un aiuto tra le pagine di quelli che erano sempre
stati i suoi più fidati amici e alleati nelle situazioni più
spinose.
Dopo un'ora di vana
ricerca, sospirò frustrata e delusa, riponendo sullo scaffale
l'ennesimo libro, e si abbandonò stancamente contro lo schienale
della poltrona, stropicciandosi gli occhi affaticati. Gettò
un'occhiata fuori dalla finestra e sobbalzò quando il suo sguardo
incrociò le iridi sbarrate e luminose di una civetta. L'animale,
appollaiato su un ramo, emise un verso acuto e squillante, dopodiché
spiccò il volo, scomparendo nella nebbia.
La ragazza scosse
la testa: lo spettrale spettacolo che il folletto aveva messo in
scena appositamente per lei l'aveva suggestionata non poco, anche se
mai l'avrebbe ammesso davanti a lui.
Ma la notte di
Halloween non era ancora finita e lei avrebbe trovato ad ogni costo
un modo per ripagarlo con la sua stessa moneta.
La sua ferrea
determinazione doveva però scontrarsi con una realtà che la vedeva
in una posizione di netto ed evidente svantaggio: infatti come poteva
lei architettare un piano per spaventare il Signore Oscuro in
persona? Rumpelstiltskin era probabilmente l'individuo più temuto e
potente dell'intero regno, immortale ed esperto conoscitore della
magia più oscura e malvagia, inoltre, per quanto l'idea potesse
essere assurda e insensata, Belle dubitava che egli potesse aver
paura di qualcosa; solitamente accadeva l'esatto contrario. Come fare
allora?
La giovane decise,
a malincuore, di cercare altrove una soluzione al suo problema; la
biblioteca non l'aveva mai tradita prima, ma, almeno in
quell'occasione, non poteva aiutarla.
Iniziò a camminare
per il castello sovrappensiero, senza meta e non curandosi neanche di
dove la stessero portando i suoi piedi; il movimento l'aveva sempre
aiutata a pensare.
Si sentiva
ribollire il sangue al pensiero di ciò che quel folletto sadico e
perverso le aveva fatto passare; aveva vissuto minuti di puro terrore
e per che cosa? Solo perché lui si divertisse un po' e alla fine
potesse rinfacciarle di essere una fifona.
L'umiliazione
subita le bruciava come se qualcuno le avesse posto un ferro
incandescente sulla pelle e, anche se poco prima l'aveva affrontato a
testa alta, mostrando una spavalderia che non aveva e giurandogli che
si sarebbe presa la sua rivincita, era stata dura trattenere le
lacrime che sentiva affacciarsi pericolosamente agli occhi brucianti.
A complicare il
tutto, i suoi pensieri ripercorrevano in continuazione quanto
accaduto quella sera e, inevitabilmente, finivano per soffermarsi più
del dovuto sul momento in cui aveva trovato Rumpelstiltskin alle sue
spalle e si era stretta a lui, in cerca di protezione. Si morse il
labbro ricordando la sensazione del corpo del folletto a contatto con
il proprio: perché trovava così piacevole crogiolarsi nel ricordo
di quel particolare istante? Inoltre, detestava ammetterlo, ma la
presenza del Signore Oscuro era riuscita immediatamente ad allentare
la morsa del terrore.
Sì, accanto a lui
si era davvero sentita al sicuro.
Ma al sicuro da
cosa?! Stava forse dimenticando che era stato proprio Rumpelstiltskin
ad incantare il pianoforte, a far comparire il fantasma della bambina
e a dar vita a tutti i fenomeni mostruosi di quella notte? Doveva
concentrarsi su come fargliela pagare e non mettersi a fantasticare
su certe idiozie!
Il Signore Oscuro
sedeva di fronte all'arcolaio, mentre tra le sue dita scorrevano i
fili di paglia che si tramutavano in oro puro grazie alla magia; ma,
come spesso accadeva durante quell'attività, la sua mente era
altrove.
Il suo scherzo era
riuscito splendidamente: Belle si era presa una bella paura e lui
aveva ottenuto il suo scopo. Ma allora per quale motivo in quel
momento non ci trovava più nulla di divertente?
Davanti a sé
rivedeva in continuazione la sua domestica che si voltava pallida e
terrorizzata verso di lui e poi, senza alcun preavviso, gli si
gettava tra le braccia. Percepiva ancora su di sé il dolce aroma
della sua pelle e dei suoi capelli, che lo inebriava ogni volta.
Non aveva davvero
capito il perché di quel suo gesto, ma ormai sembrava proprio che
quella giovane riuscisse a spiazzarlo ogni singolo giorno.
In oltre due secoli
di vita, Rumpelstiltskin non aveva mai incontrato nessuno come lei.
Il Signore Oscuro
conosceva alla perfezione le menti e i cuori di tutti coloro con i
quali aveva a che fare, e ciò gli permetteva di manipolare le
persone come pedine su una scacchiera, di controllarle come
marionette delle quali reggeva i fili, ma ogni volta che cercava di
utilizzare i suoi giochetti con Belle, questa reagiva in modi del
tutto inaspettati e imprevisti, lasciandolo confuso e interdetto,
proprio com'era accaduto quella notte.
Cosa l'aveva spinta
a cercare riparo tra le sue braccia? Cosa l'aveva sempre
spinta a trattarlo come un uomo e non come una bestia?
Tutti nutrivano
verso di lui un profondo timore reverenziale e nessuno osava mai
mancargli di rispetto, ma quella giovane era l'unica che gli
mostrasse una gentilezza vera, spontanea e disinteressata, che non
fosse indotta dalla paura.
Si sentiva strano,
Rumpelstiltskin; avvertiva un'insolita inquietudine dovuta al fatto
che Belle fosse arrabbiata con lui. Non era certo la prima volta che
le faceva un dispetto, ma mai prima di allora aveva scorto
quell'espressione furente sul suo viso, solitamente tanto dolce; gli
era anche parso di intravedere delle lacrime fare capolino dai suoi
occhi ardenti d'ira, benché lei avesse tentato di nasconderle.
Sapeva che stavolta
non sarebbe stato facile farsi perdonare, ma non riusciva a spiegarsi
perché questo fatto lo disturbasse tanto? Perché trovava così
intollerabile l'idea che la ragazza fosse in collera con lui? Non si
era mai curato dei sentimenti che gli altri nutrivano nei suoi
confronti, perché avrebbe dovuto iniziare a preoccuparsene proprio
ora? Una vocina indesiderata s'intrufolò nella sua mente, pronta a
fornirgli la risposta: semplicemente, Belle non era come gli
altri, non lo sarebbe mai stata. Belle era speciale.
Per quanto ci
provasse, non poteva proprio ignorare la spiacevole sensazione che
gli opprimeva lo stomaco; qualcosa di tremendamente simile al
dispiacere e al senso di colpa.
Scosse la testa,
infastidito: doveva smetterla di rimuginare su certe sciocchezze.
Che diavolo gli
prendeva?! Era il Signore Oscuro, per tutti gli déi! Aveva causato
infinito dolore senza mai provare una punta di rimorso, aveva
imparato a controllare e a sopprimere quella parte di sé che si
ribellava ad ogni gesto malvagio, ed ora si sentiva in torto solo per
uno stupido scherzo?!
Proprio in quel
momento udì dei passi avvicinarsi e la figura della sua domestica,
ancora in camicia da notte e vestaglia, comparve sulla soglia della
porta.
Cammina, cammina,
Belle si era ritrovata a passare di nuovo dalla sala dell'arcolaio,
dove Rumpelstiltskin era intento a filare, come sempre.
La ragazza non poté
fare a meno di notare che il suo volto sembrava più turbato del
solito: le sopracciglia aggrottate, la piccola ruga marcata che gli
si era formata tra gli occhi e le labbra strette in una linea dura e
sottile erano segni inconfondibili che qualcosa lo assillava.
Quella vista le
fece quasi dimenticare ogni proposito di rivalsa nei suoi confronti;
quando incrociò il suo sguardo ebbe perfino l'assurda idea che il
folletto stesse per scusarsi con lei.
Ma ovviamente
doveva essersi trattato solo di un'impressione sbagliata, perché
subito egli scoprì i denti aguzzi nel solito ghigno canzonatorio: -
Allora, dearie, hai trovato il modo di vendicarti? -
Belle ritrovò il
cipiglio glaciale che non le apparteneva e gli scoccò un'occhiata
torva: - Non ancora, ma lo troverò; fidatevi. -
- Non ne dubito.
Tremo già al solo pensiero. - La prese in giro lui.
La giovane non
rispose, girò sui tacchi e prese a scendere le scale che portavano
ai sotterranei, mentre la sua mente lavorava ancora febbrilmente:
Cosa poteva fare? Qual era il modo migliore per far prendere un bello
spavento a quel contorto folletto ghignante? Era un'impresa più
ostica di quanto credesse. Non era mai stata una persona vendicativa,
inoltre tutto era reso ancora più difficile dal fatto che il Signore
Oscuro bastava semplicemente agitare una mano o schioccare le dita
per mettere in atto i suoi trucchetti, mentre lei poteva contare solo
sulle sue poche forze di semplice umana.
Tutto avvenne in
una frazione di secondo.
Belle quasi non se
ne accorse: persa nella sua sfilza di pensieri, mancò un gradino e
ruzzolò malamente giù per le scale.
L'ultima cosa che
avvertì fu un dolore acuto e penetrante all'altezza della nuca, poi
più nulla.
Rumpelstitlskin udì
un tonfo sordo provenire dall'esterno della sala.
Sbuffò e alzò gli
occhi al cielo, pensando a Belle che probabilmente aveva urtato
qualche oggetto, facendolo cadere a terra.
Si alzò con un
sospiro per andare a verificare i suoi sospetti, pronto a riparare
qualunque cosa la sua maldestra governante avesse rotto, ma quando si
ritrovò in cima alle scale sentì il respiro mozzarglisi in gola e
il cuore mancare un battito: la ragazza giaceva scompostamente a
terra, priva di conoscenza, con il volto cinereo.
Il Signore Oscuro
imprecò a denti stretti e si precipitò accanto a lei,
inginocchiandosi e facendole sollevare delicatamente la testa: i suoi
capelli erano sporchi di sangue.
Lui individuò
subito la ferita, che per fortuna non era molto profonda, e praticò
un potente incantesimo di guarigione, poi fece apparire delle bende e
le fasciò il capo con attenzione e meticolosità, avendo cura di non
farle male.
A svegliare la
ragazza, qualche ora più tardi, fu la fitta dolorosa e pulsante che
le perforava la testa come un chiodo.
Quando aprì piano
gli occhi, quella tortura parve intensificarsi ancora di più.
Ci mise un po' a
capire dove si trovasse: la vista era offuscata, inoltre l'ambiente
non era particolarmente illuminato, alla fine però riconobbe
l'arcolaio.
Era distesa su un
divano, con qualcosa di morbido che la sosteneva dietro la nuca,
probabilmente un cuscino.
I suoi arti
sembravano essere diventati di piombo e alzare il braccio le costò
non poca fatica; si tastò delicatamente la fronte e sentì il
tessuto un po' morbido e un po' ruvido di una benda che le avvolgeva
il capo.
Si sforzò di
ricordare cosa fosse accaduto ma il dolore si acutizzò ulteriormente
e la fece desistere.
Ad un tratto udì
una voce dietro di sé: - Era ora che ti svegliassi, dearie. -
Rumpelstiltskin
apparve nel suo campo visivo come un'ombra dai contorni sfocati: lo
vide avvicinarsi allo sgabello dell'arcolaio e trascinarlo vicino al
divano, per poi prendere posto di fronte a lei.
- Cosa mi è
successo? - Domandò Belle con un filo di voce, cercando di ignorare
le continue fitte che le trapassavano il cranio.
Il folletto tentò
di sfoggiare il suo ghigno migliore, ma non riuscì a dissimulare del
tutto la preoccupazione: - Devi aver battuto la testa più forte di
quanto pensassi. -
La giovane non
reagì alla battuta ma si limitò a fissarlo con aria interrogativa.
Il Signore Oscuro
si schiarì la voce e tornò serio: - Sei caduta dalle scale e ti sei
ferita. Ho usato un incantesimo di guarigione ma temo che il mal di capo durerà almeno fino a domani mattina. -
Belle annuì
impercettibilmente: ogni movimento, anche il più banale, le costava
un grande sforzo.
Rumpelstiltskin
studiò per un attimo la sua domestica in silenzio, poi parlò,
cercando di non imprimere alla sua voce un tono eccessivamente duro:
- Si può sapere a che diavolo stavi pensando per cadere in modo così
sciocco? -
La ragazza arrossì
ma non rispose, allora il folletto le si avvicinò e ancorò i suoi
occhi da rettile a quelli cerulei di lei: - Sei rimasta a lungo priva
di sensi e per un attimo ho temuto il peggio. Mi hai fatto prendere
un colpo, dearie. - Non c'era traccia di ilarità o scherno nelle sue
parole, pronunciate in un soffio caldo e lieve.
A quel punto, Belle
non poté trattenersi dal sorridere debolmente: - Allora ce l'ho
fatta. -
Rumpelstiltskin
sbatté le palpebre, perplesso: - A fare cosa? - Domandò.
- A farvi
spaventare. Ve l'avevo detto che ci sarei riuscita. - Mormorò piano
la giovane.
Il Signore Oscuro
allontanò bruscamente il proprio volto da quello di Belle e la fissò
esasperato: quella sbadata di una principessina aveva appena
rischiato la vita eppure riusciva a pensare a certe stupidaggini?!
Però,
riflettendoci bene, aveva ragione: si era davvero spaventato
quando l'aveva trovata svenuta e terrea ai piedi delle scale, con la
ferita che sanguinava copiosamente.
- E va bene,
dearie, hai vinto. Quindi possiamo considerarci pari adesso. Devo
dedurre che mi hai perdonato? - Chiese con un sorrisetto furbo e
speranzoso.
L'espressione del
folletto risultava così buffa in quel momento che Belle avrebbe riso
se non fosse stata in quelle condizioni: - Per questa volta sì, vi
perdono. Ma non provate mai più a combinarmi uno scherzo del genere.
Pensavo che mi si sarebbe fermato il cuore da un momento all'altro. -
Lui emise una delle
solite risatine acute: - D'accordo, ammetto di essermi lasciato
prendere un po' la mano, ma eri così buffa con quella faccia
terrorizzata che non ho proprio saputo resistere. Lasciatelo dire di
nuovo, dearie: sei proprio una gran fifona. -
La giovane avvertì
qualcosa di insolito nel tono canzonatorio del folletto, quasi una
lieve punta d'affetto, di tenerezza. Non replicò nemmeno alle sue
parole, si limitò di nuovo a sorridere leggermente prima di
richiudere gli occhi e abbandonarsi contro il cuscino.
Rumpelstiltskin
fece una smorfia: Che bugiardo che sei, Signore Oscuro dei
miei stivali!
In realtà era
infatti fermamente convinto che quella ragazza fosse una delle
persone più coraggiose che avesse mai incontrato in tutti i suoi
lunghi anni. Belle si era sacrificata per la sua gente e non aveva
mai vacillato davanti a lui, nemmeno quando era adirato; sosteneva
sempre fermamente il suo sguardo e spesso non esitava a dargli
apertamente contro.
No, non era affatto
una fifona. Se in quella stanza c'era un codardo, quello era lui, che
si era sempre nascosto dietro alla sua magia e al suo potere, ad una
maschera che aveva ormai imparato a mostrare al mondo intero. Solo
Belle sembrava in grado di guardare oltre l'apparenza, oltre il
mostro che era.
Da
Stria93: Felice
Halloween/Samhain a tutti! :D
Eccoci all'ultimo capitolo di questa sorta di “special” Rumbelle
in stile halloweeniano.
Ammetto di non essere completamente soddisfatta della “vendetta”
di Belle nei confronti di Rumpel. Avrei voluto trovare qualcosa di
meglio, ma sappiamo fin troppo bene che la più grande paura del
folletto è proprio quella di perdere le persone a cui tiene e,
sebbene il suo rapporto con la ragazza non sia ancora così
consolidato, lei fa già parte di quella ristretta cerchia di coloro
che sono riusciti a guadagnarsi un posticino nel cuore tenebroso del
Signore Oscuro (senza contare che avevo urgente bisogno di fluff). xD
Non poteva mancare un po' d'introspezione sia da parte di Belle che
di Rumpel, anzi, mi scuso se ormai il modo in cui esploro i loro
pensieri è diventato banale o ripetitivo.
Forse ho presentato una Belle fin troppo sbadata, se così fosse vi
prego di perdonarmi.
In ogni caso, grazie di cuore a tutti i lettori che hanno
seguito questo piccolo esperimento, e in particolare a:
- annachiara27, Araba Stark, eremita88, Euridice100, jarmione,
Julie_Julia, misslegolas86, nari92, Norma per aver recensito il
capitolo precedente. <3
- annachiara27, Araba Stark, C l e t t y, coccinella75, ctdg,
DreamWriten, eremita88, Euridice100, Gaia88, Giu_99, Julie_Julia,
Lety Shine 92, martaxx, Norma, robin d, Samirina, seasonoflove,
_Wingless _
per aver inserito questa storia tra le preferite e le seguite. <3
Per quanto riguarda eventuali progetti futuri posso anticiparvi che
in questi giorni c'è un'idea che continua ostinatamente a frullarmi
per la testa e credo proprio che proverò ad assecondarla: si
tratterebbe di una storia a più capitoli, sempre ambientata ai tempi
di SD ma con lo zampino di Regina e l'introduzione di un nuovo
personaggio...bah, vedremo.
A presto e ancora grazie a tutti. Vi auguro di nuovo una felice Notte
delle Streghe. ;)
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