Halloween night at the Dark Castle

di Stria93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scary stories ***
Capitolo 2: *** Halloween's trick ***
Capitolo 3: *** Stairs, falls and guilt feelings ***



Capitolo 1
*** Scary stories ***


Il paesaggio intorno al Castello Oscuro mutava velocemente in quel periodo: gli alberi si spogliavano delle loro foglie che si ammassavano al suolo creando uno scricchiolante tappeto che pareva intrecciato con stoffe dai colori caldi e luminosi, che spaziavano dal giallo al rosso.
L'autunno era giunto in fretta in quella zona, portandosi via il piacevole tepore delle giornate estive e rubando le ore alla luce del sole, come un tarlo che giorno dopo giorno rosicchia il legno.
Era ormai fine ottobre e da un po' di tempo una strana foschia aleggiava intorno al castello di Rumpelstiltskin, creando un'atmosfera surreale e mistica ma anche piuttosto sinistra e fosca.
Fuori dalle finestre si potevano scorgere i rami degli alberi, ormai completamente nudi, che si protendevano verso l'alto come braccia spettrali alla ricerca di aiuto.
Di notte il richiamo lugubre dei gufi o l'ululato di qualche lupo solitario, spezzavano di tanto in tanto il silenzio del bosco, che pareva avvolto da una sorta di incantesimo.

Quella sera, Belle stava rovistando, come al solito, tra gli scaffali ordinati della biblioteca, alla ricerca di qualche nuovo libro, nuove avventure in cui gettarsi e nuovi personaggi da conoscere.
Ad un certo punto, l'occhio le cadde su un piccolo volume, non molto corposo, dalla rilegatura in pelle lucida e nera come la notte; sul dorso spiccavano alcune lettere scarlatte come sangue vivo che ne componevano il titolo: Della notte di Halloween e altri racconti.
Halloween.
Non aveva mai sentito quello strano nome.
Incuriosita e ansiosa di saperne di più, la ragazza lo sfilò con delicatezza dalla nicchia in cui era stato riposto e cominciò a sfogliarlo: si trattava di una raccolta di brevi storie, tutte accomunate dalla presenza di un alone di mistero e dalle ambientazioni inquietanti e allo stesso tempo ricche di fascino.
Sulla prima pagina, era riportata una breve spiegazione:

 

Le origini di Halloween sono antichissime.
Per la popolazione dei Celti l'anno nuovo cominciava il 1° novembre, quando terminava ufficialmente la stagione calda ed iniziava la stagione delle tenebre e del freddo.

Alla fine di ottobre il lavoro nei campi era concluso, il raccolto era al sicuro ed i contadini potevano finalmente rilassarsi, preparandosi a vivere chiusi in casa per molti mesi, riparandosi dal freddo, costruendo utensili e trascorrendo le serate a raccontare storie e leggende.
Ovviamente questo era il pretesto per organizzare, la vigilia del 1° novembre, la festa più importante dell'anno, una sorta di Capodanno dedicato a “Samhain”: una divinità, considerato il Signore della Morte e il Principe delle Tenebre.

I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno, cioè il 31 ottobre, Samhain chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti.
In questo giorno tutte le leggi dello spazio e del tempo erano come sospese e il velo che divideva il mondo dei vivi dal mondo dei morti si faceva più sottile, permettendo alle anime di mostrarsi.

Samhain” era una celebrazione che univa la paura della morte e degli spiriti all'allegria dei festeggiamenti per la fine del vecchio anno.

 

Belle finì di leggere con avidità quelle poche righe.
Che strana coincidenza: la notte del 31 ottobre cadeva esattamente fra tre giorni. Sorrise pensando di aver proprio trovato il libro giusto, sebbene le storie di quel genere le avessero sempre suscitato il batticuore.
Quando era piccola ne aveva sentite alcune dalle donne della servitù riguardo un fantasma che si aggirava tra le sale del palazzo di Avonlea, lanciando lamenti agghiaccianti. La principessina non aveva dormito per due notti e aveva preso a sobbalzare ogni volta che udiva un rumore strano.
Poco tempo dopo il mistero era stato risolto da un giardiniere che aveva scoperto una coppia di gatti che durante la notte si azzuffavano in continuazione nei pressi del cortile, emettendo miagolii acuti e striduli; ma la piccola Belle impiegò un bel po' di tempo prima di tornare a dormire sonni tranquilli.
Be', ormai sono cresciuta. Non sarà certo qualche storiella a spaventarmi. Pensò, poi raggiunse il Signore Oscuro nella sala dell'arcolaio.
Quando lui la vide entrare con il volumetto stretto tra le mani fece un sorrisetto: - Libro nuovo, dearie? -
La giovane annuì compiaciuta, mostrandogli il titolo. Il folletto allora alzò un sopracciglio: - Non credevo t'interessasse questo genere di letture. Sicura che poi non avrai gli incubi? Non mi sorprenderebbe, sei una gran fifona, dearie. - La prese in giro sogghignando.
Belle fece una smorfia: - Sono molto più coraggiosa di quel che pensate, Rumpelstiltskin. -
L'altro alzò le mani in segno di resa ma il suo ghigno non si spense: - Fa' come vuoi, dearie. Ma poi non dire che non ti avevo avvertita. -
La ragazza sbuffò: gli avrebbe dimostrato che si sbagliava di grosso su di lei.
Prese posto sulla poltrona e cominciò a leggere il primo racconto.

Di tanto in tanto, la giovane rabbrividiva leggermente davanti alla descrizione dettagliata di quei luoghi spettrali, ma sapeva che Rumpelstiltskin la stava osservando in cerca del minimo pretesto per canzonarla di nuovo, così andò avanti imperterrita nella lettura, sebbene le storie si facessero sempre più spaventose e cupe; non voleva assolutamente dargli la soddisfazione di vederla impaurita.
Quando la pendola suonò gli undici rintocchi, la ragazza sussultò e quel gesto non sfuggì al Signore Oscuro che scosse la testa ghignando.
Belle decise che per quella sera poteva anche bastare, diede la buonanotte al folletto e si allontanò verso la sua cella.
Rumpelstiltskin la seguì con lo sguardo, poi notò che aveva dimenticato il libricino sulla poltrona. Un'idea divertente e un po' diabolica cominciò a farsi strada e a prendere forma nella sua mente sadica: la sua domestica diceva di non essere una fifona. Bene, l'avrebbe messa alla prova!
Si alzò dall'arcolaio e prese tra le mani il volume, scorrendo velocemente i vari racconti e soffermandosi su alcune sequenze particolari.
Sì, avrebbe preparato un bello scherzetto di Halloween apposta per Belle.

 

 

Da Stria93: Ciao splendori! Università, lezioni, studio, impegni vari e un raffreddore da record non possono impedirmi di dare sfogo alle mie pazze idee sui Rumbelle, così ecco una brevissima storia scritta appositamente per la Notte delle Streghe che si sta avvicinando. ;)
All'inizio avevo intenzione di scrivere una semplice OS, ma alla fine sarebbe risultata troppo lunga, così ho pensato di dividere il tutto in due parti, ma in questo modo sarebbero venuti fuori un capitolo cortissimo e uno piuttosto corposo, allora ho pensato che la soluzione migliore fosse dividere la storia in tre parti, anche se piuttosto brevi (chiedo venia per questo) e prometto che il prossimo sarà più sostanzioso. Il terzo ed ultimo capitolo sarà pubblicato proprio il 31 ottobre.
Su internet ho trovato interi papiri sulle origini di Halloween, ma alla fine ho optato per riportare, almeno in parte e con qualche modifica, la spiegazione breve e concisa trovata qui: http://digilander.libero.it/viaconforti/hallo/origini.htm
Ah, ultimissima cosa: so che Halloween non è una festa tipicamente italiana e da noi non è che sia particolarmente sentita, ma io ne sono sempre stata affascinata (senza guardare ovviamente a tutto l'interesse commerciale ed economico che ci gira intorno), inoltre la trovo perfetta per Rumpel, che in un certo senso è davvero il principe delle tenebre. xD
Che dire, spero proprio che questa ff vi piaccia e come sempre ringrazio infinitamente tutti i lettori e i recensori. <3
Baci baci! :*

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Capitolo 2
*** Halloween's trick ***


cap.2

La notte del 31 ottobre il tempo non avrebbe potuto essere migliore per ciò che il Signore Oscuro aveva progettato: la nebbia lambiva il bosco come densi fili di fumo che offuscavano le figure scheletriche degli alberi, il vento ululava inquieto e una pallida luna piena rischiarava debolmente il paesaggio, creando un gioco di ombre vagamente sinistro. Nel complesso regnava un clima decisamente tetro.
Belle si era coricata da poco quando Rumpelstiltskin mise in atto il suo piano. Attese fin quasi alla mezzanotte, poi si appostò fuori dalla stanzetta nella quale dormiva la giovane e schioccò le dita, sogghignando e pregustando le scene alle quali avrebbe assistito di lì a pochi minuti.
Al gesto del folletto, un rumore di catene che cozzavano l'una contro l'altra ruppe la quiete notturna che avvolgeva il Castello Oscuro.

Belle si era addormentata da circa mezz'ora, quando il suo sonno leggero venne turbato improvvisamente da un suono che non si era mai udito prima d'ora al castello.
La ragazza alzò la testa dal cuscino e si mise in ascolto: sembravano catene di ferro che si urtavano di continuo, come se qualcuno si stesse dimenando nel disperato tentativo di liberarsene.
Istintivamente rabbrividì e si girò dall'altro lato del pagliericcio, tirandosi la coperta fino al mento e portandosi le ginocchia al petto. Probabilmente si trattava solo di un topolino che era rimasto intrappolato da qualche parte; non c'era alcun motivo di avere paura.
Ma ben presto a quel lugubre tintinnio si aggiunsero lamenti e sospiri agghiaccianti provenienti da chissà quale anfratto del Castello Oscuro.
L'ipotesi del topolino diventava sempre meno realistica e nella mente di Belle iniziarono ad infiltrarsi prepotentemente alcuni spezzoni delle inquietanti storie che aveva letto nel libricino nero.
Non essere sciocca, Belle. Quelli sono solo racconti inventati apposta per spaventare chi legge.
Ma la giovane aveva fin troppa esperienza con i libri per non sapere che anche nelle letture più assurde c'è sempre un fondo di realtà.
Prendere in considerazione l'idea di dormire con quel macabro sottofondo era impossibile, e la ragazza pensò di recarsi al piano di sopra, sperando di trovare Rumpelstiltskin intento a lavorare all'arcolaio. Non le importava più di essere considerata una fifona, voleva semplicemente averlo accanto a sé e non rimanere sola in balia del terrore e dell'oscurità di quella misera cella, che non faceva altro che alimentare i suoi foschi pensieri.
Si alzò e, con mani tremanti, accese un candeliere. Uscì dalla stanza, guardandosi intorno con circospezione, poi prese a correre a più non posso lungo il corridoio di pietra che portava fuori dai sotterranei, come se temesse di essere inseguita da presenze maligne e invisibili.

Rumpelstiltskin, nascosto in un angolo, si godeva la scena e ghignava soddisfatto: il suo scherzo stava riuscendo alla perfezione. Ora avrebbe dovuto solo rincarare un po' la dose.
Seguì la ragazza da lontano fino al piano superiore, senza perderla d'occhio.
Quando giunse alla sala principale, la vide arrestarsi davanti all'arcolaio con aria delusa e poi frugare tutta la stanza con lo sguardo, alla ricerca di qualcosa...qualcuno.
A quella vista, fu colto da un attimo di esitazione: era lui che Belle stava cercando con tanta urgenza? Voleva la sua compagnia per allontanare la paura? Ma chi mai si sarebbe potuto sentire al sicuro accanto a lui?
Riparato dietro lo stipite della porta, continuò ad osservare la giovane mentre cercava di attizzare le braci morenti nel camino per dissipare le tenebre che avvolgevano l'ambiente, ma era talmente nervosa che l'attizzatoio le sfuggiva di mano in continuazione.
Il Signore Oscuro studiò i suoi vani tentativi per un po', poi, con un altro aggraziato gesto della mano, fece cessare i lamenti e il rumore tintinnante delle catene; così sul Castello Oscuro scese nuovamente la quiete.
La ragazza sembrò rilassarsi un poco, anche se i suoi sensi dovevano essere ancora tutti in allerta.
Rumpelstiltskin sogghignò di nuovo: Oh, dearie, non penserai che sia finita, vero? Il meglio arriva adesso.
E schioccò le dita un'altra volta.

Belle stava in piedi immobile davanti al camino, ormai quasi completamente spento.
Era di nuovo calato il silenzio e tutto sembrava tornato alla consueta normalità di una qualunque notte d'autunno.
Possibile che si fosse immaginata tutto? E se si fosse trattato solo di un sogno? Forse tra qualche secondo si sarebbe svegliata nella sua cella, con la fronte imperlata di sudore e quella sgradevole sensazione di amaro che gli incubi più tremendi sono soliti lasciare sulla lingua.
Ma quell'ipotesi, per quanto rassicurante, sfumò in un attimo: era tutto troppo vivido e concreto, inoltre la paura fredda e strisciante che le si era annidata nel petto, stringendola nella sua gelida morsa come la più infida delle serpi, era troppo reale per appartenere al mondo onirico.
La ragazza stava giusto riflettendo se fosse il caso o meno di tornare a letto e cercare di rimettersi a dormire, quando un nuovo suono si diffuse tutt'intorno.
Belle tese le orecchie all'ascolto: questa volta si trattava di una melodia che pareva giungere dal piano di sopra, come un richiamo dolce e insidioso al tempo stesso, un invito ad avvicinarsi per poi cadere in trappola. Le note erano quelle di un pianoforte: non c'erano dubbi.
La tenue speranza che il suonatore misterioso fosse Rumpelstiltskin svanì in un istante, come la fiammella di una candela smorzata da un alito di vento.
La giovane prese un gran respiro per calmarsi, afferrò saldamente il candeliere, rimasto ormai l'unica fonte di luce nella stanza, e iniziò a salire le scale.
Non era del tutto convinta che fosse un'idea saggia, ma in ogni caso non sarebbe riuscita a dormire se prima non avesse svelato la causa di quegli strani fenomeni, inconsueti e bizzarri perfino per le mura del Castello Oscuro.
I gradini parevano essere notevolmente aumentati dall'ultima volta che aveva percorso quella scalinata, o forse era solo che ad ogni passo il terrore aumentava la presa su di lei e rallentava i suoi movimenti; perfino la sua stessa ombra, proiettata sul muro, aveva un aspetto minaccioso e sembrava seguirla come un'entità malevola.
Quando giunse alla porta socchiusa di quella che un tempo era stata la sala di musica del castello, ebbe la tentazione di darsela a gambe e tornare il prima possibile nella sua stanzetta, un paio di piani sotto i suoi piedi, ma alla fine si fece coraggio e spinse delicatamente la porta, imprimendo il minimo della forza che possedeva.
L'uscio si mosse lento sui cardini, emettendo un cigolio acuto e stridente che le fece accapponare la pelle.
Varcò la soglia con passo incerto, trattenendo il fiato.
La sala era rettangolare e spaziosa, con due ampie vetrate che davano sulla foresta; i contorni degli arredi e degli strumenti musicali rilucevano sotto il chiarore pallido della luna.
Belle tenne il candeliere alto davanti a sé, stringendolo fino a farsi sbiancare le nocche, nel tentativo di arrestare il tremore incontrollabile delle mani.
Ciò che vide, quando finalmente il suo sguardo si posò sul pianoforte, le mozzò il fiato: i tasti bianchi e neri dello strumento si muovevano da soli, come premuti dalle abili dita di una mano invisibile. Le note componevano una sinfonia tanto sublime quanto cupa e malinconica.
Ad un certo punto però, qualcos'altro attrasse l'attenzione della giovane: fuori dalle vetrate si era materializzata una figura opalescente sospesa a mezz'aria. Belle sperò che si trattasse solo di un'illusione creata dall'unione dello scintillio della nebbia con la luce lunare, ma quando mise a fuoco meglio dovette, suo malgrado, ricredersi. Si trattava di una fanciulla che non poteva avere più di undici anni: sembrava emanare una flebile e sinistra luminescenza, indossava una lunga veste che le arrivava alle caviglie, i piedi erano scalzi, le braccia magre abbandonate inermi lungo i fianchi, i capelli lunghi fluttuavano con grazia intorno al suo viso di madreperla come fili argentati. Teneva lo sguardo fisso su di lei con un'espressione indecifrabile, vuota.
La mente della ragazza corse a una delle storie che aveva letto un paio di sere prima, nella quale si narrava dello spirito irrequieto di una ragazzina e il sangue le si gelò nelle vene: possibile che quel racconto fosse vero?
All'improvviso le finestre si spalancarono di scatto e una folata di vento gelido penetrò nella stanza, aggredendo con ferocia le tre timide fiammelle del candeliere, che si spensero all'istante con un ultimo guizzo, mentre il fantasma della bambina continuava ad osservarla mestamente.
Belle lanciò un grido che riecheggiò per tutta la sala; avrebbe voluto andarsene, correre via, ma i suoi muscoli si rifiutavano categoricamente di risponderle, paralizzati com'erano dal panico.
Infine avvertì un soffio ghiacciato farle il solletico dietro il collo. C'era qualcuno alle sue spalle.
La ragazza non seppe mai dove trovò la forza per voltarsi, ma quando lo fece, si ritrovò di fronte la figura snella ed eccentrica del Signore Oscuro, che scoppiò in una fragorosa risata.
- Oh, dearie! Dovresti vedere la tua faccia! Te l'avevo detto che sei una grandissima fifona! -
Belle non era mai stata così felice di vederlo, non badò neanche alle sue parole o al fatto che fosse piegato in due dalle risa; gli gettò le braccia al collo e affondò il viso nell'incavo della sua spalla.

Rumpelstiltskin smise bruscamente di ridere e s'irrigidì.
Belle tremava e lo stringeva a sé tanto forte da fargli mancare il respiro; il delicato profumo di vaniglia dei suoi capelli gli solleticò piacevolmente le narici. Poteva avvertire il cuore di lei battere all'impazzata sotto il tessuto candido della camicia da notte, tanto che temette potesse schizzarle fuori dal petto da un momento all'altro.
Forse si era spinto un po' troppo oltre: non aveva intenzione di terrorizzarla fino a quel punto. Voleva solo divertirsi un po', ma evidentemente aveva esagerato.
Imbarazzatissimo e confuso, il folletto cercò di tranquillizzarla, dandole dei colpetti incerti sulla schiena: - Su, su, dearie. Non è niente. Guarda... - Schioccò le dita e il piano smise di suonare all'istante, le finestre si richiusero, la fanciulla iridescente si dissolse nella nebbia e nel camino di pietra presero a danzare calde lingue di fuoco.
- Visto? Era solo uno scherzo. -

Uno scherzo. Era solo uno scherzo. Quelle parole presero a rimbombare come tamburi nella mente di Belle e la riportarono alla realtà, facendola tornare padrona di se stessa, mentre il terrore lasciava gradualmente il posto alla rabbia e all'indignazione che si facevano più intense ad ogni secondo che passava. Solo uno scherzo.
La ragazza si allontanò di colpo da Rumpelstiltskin e lo fissò negli occhi da rettile: - Volete dire che tutto questo...è opera vostra? - La voce le uscì molto più acuta del solito.
Il Signore Oscuro la studiò preoccupato, incapace di cogliere il suo stato d'animo: - Sì, dearie. Proprio così. -
Tra i due calò il silenzio. Il folletto tentò di sbirciare l'espressione della sua domestica ma non riuscì a decifrarla: pareva a metà tra sconvolta e incredula, come se stesse ancora elaborando le sue ultime parole.
- Ehm...sei arrabbiata? - Domandò incerto.
- ARRABBIATA?! - Stavolta il tono della ragazza rasentava l'isterico e colse di sorpresa Rumpelstiltskin, facendolo sobbalzare.
- Voi vi siete divertito alle mie spalle per tutta la notte, facendomi prendere uno spavento dietro l'altro e ora mi chiedete se sono arrabbiata?! -
Lui arretrò di qualche passo: l'ira della sua domestica era palpabile come un campo di forza incandescente creatosi attorno al suo corpo. I suoi occhi azzurri lampeggiavano come il cielo in tempesta. Non l'avrebbe mai creduta capace di tanto, il suo sguardo furente sembrava volerlo incenerire.
Tentò di rabbonirla: - Andiamo, Belle, non fare così. In fondo è la notte di Halloween e che gusto ci sarebbe senza un po' di brivido? Era scritto anche in quel libro... -
Ma si rese subito conto di aver scelto le parole sbagliate. La sorpresa attraversò per un attimo il volto di lei, per poi unirsi alla collera subito dopo: - Avete letto il mio libro?! -
Stavolta Rumpelstiltskin ribatté, piccato: - Il tuo libro?! Fino a prova contraria, dearie, questo castello appartiene a me, così come qualsiasi oggetto si trovi sotto il suo tetto. -
La giovane finse di non aver udito quella precisazione: - Non la passerete liscia per questo, ve lo prometto. - Sibilò, sempre più indignata.
L'ombra di un ghigno balenò sul volto del folletto: - Ah davvero? E cosa credi di poter fare per vendicarti? Sentiamo. -
Belle si morse il labbro. In effetti non ne aveva la minima idea, ma esibì comunque la sua miglior espressione battagliera e minacciosa: - Non importa. Troverò un modo e allora vi pentirete amaramente di esservi preso gioco di me. -
Il sorrisetto derisorio del Signore Oscuro rimase al suo posto: - Bene, allora ti auguro buona fortuna, dearie; ma non illuderti troppo di riuscire nel tuo intento. -
- Lo vedremo. - La ragazza gli voltò le spalle e si diresse a passo spedito verso la biblioteca, in cerca di qualche idea per attuare la sua rivalsa nei confronti di Rumpelstiltskin. Era stato un libro a metterla in quella situazione e forse, proprio grazie ad un libro, avrebbe potuto trovare il modo per riscattarsi.
Come recitava quel famoso detto? Chi la fa, l'aspetti!




Da Stria93: Ehm...ok, la mia cultura in fatto di horror è decisamente limitata e chiedo scusa a tutti gli appassionati del genere se i miei espedienti per terrorizzare Belle sono risultati incredibilmente banali o scontati; purtroppo questo è davvero il meglio che sono riuscita a fare, inoltre non volevo inserire elementi troppo raccapriccianti. Diciamo che mi sono tenuta più sul soft. xD
Tutto è inventato di sana pianta, non ho preso spunto da nulla se non dai cliché più abusati del mondo come possono essere il rumore delle catene o la bambina-fantasma (originalità portami via).
In ogni caso, spero che questo secondo capitolo vi sia piaciuto e magari che vi abbia fatto anche un po' divertire così come è successo a me mentre scrivevo. :)
Detto questo, ci tengo tantissimo a ringraziare infinitamente:
- DreamWriten, Euridice100, jarmione, Julie_Julia, Lety Shine 92, misslegolas86, nari92, Norma per avermi scaldato il cuore con le loro splendide recensioni.
- annachiara27, C l e t t y, coccinella75, ctdg, DreamWriten, Euridice100, Gaia88, Giu_99, Julie_Julia, Lety Shine 92, Norma, robin d, seasonoflove, _Wingless _ per aver inserito questa storia tra le preferite e le seguite.
- E ovviamente tutti i lettori.
Nel prossimo ed ultimo capitolo prometto che sarà presente una discreta dose di fluff. ;)
Un bacio grande, dearies! <3

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Capitolo 3
*** Stairs, falls and guilt feelings ***


cap.3

Belle sfogliò un volume dopo l'altro in cerca di un qualsiasi suggerimento, idea o spunto per ottenere la sua rivalsa su Rumpelstiltskin, ma non riuscì a trovare nulla che potesse esserle utile.
Nella biblioteca del castello non si trovavano di certo libri dai titoli come Guida pratica agli scherzi più spaventosi, oppure Come terrorizzare il Signore Oscuro; tuttavia la ragazza aveva davvero sperato di trovare un aiuto tra le pagine di quelli che erano sempre stati i suoi più fidati amici e alleati nelle situazioni più spinose.
Dopo un'ora di vana ricerca, sospirò frustrata e delusa, riponendo sullo scaffale l'ennesimo libro, e si abbandonò stancamente contro lo schienale della poltrona, stropicciandosi gli occhi affaticati. Gettò un'occhiata fuori dalla finestra e sobbalzò quando il suo sguardo incrociò le iridi sbarrate e luminose di una civetta. L'animale, appollaiato su un ramo, emise un verso acuto e squillante, dopodiché spiccò il volo, scomparendo nella nebbia.
La ragazza scosse la testa: lo spettrale spettacolo che il folletto aveva messo in scena appositamente per lei l'aveva suggestionata non poco, anche se mai l'avrebbe ammesso davanti a lui.
Ma la notte di Halloween non era ancora finita e lei avrebbe trovato ad ogni costo un modo per ripagarlo con la sua stessa moneta.
La sua ferrea determinazione doveva però scontrarsi con una realtà che la vedeva in una posizione di netto ed evidente svantaggio: infatti come poteva lei architettare un piano per spaventare il Signore Oscuro in persona? Rumpelstiltskin era probabilmente l'individuo più temuto e potente dell'intero regno, immortale ed esperto conoscitore della magia più oscura e malvagia, inoltre, per quanto l'idea potesse essere assurda e insensata, Belle dubitava che egli potesse aver paura di qualcosa; solitamente accadeva l'esatto contrario. Come fare allora?
La giovane decise, a malincuore, di cercare altrove una soluzione al suo problema; la biblioteca non l'aveva mai tradita prima, ma, almeno in quell'occasione, non poteva aiutarla.
Iniziò a camminare per il castello sovrappensiero, senza meta e non curandosi neanche di dove la stessero portando i suoi piedi; il movimento l'aveva sempre aiutata a pensare.
Si sentiva ribollire il sangue al pensiero di ciò che quel folletto sadico e perverso le aveva fatto passare; aveva vissuto minuti di puro terrore e per che cosa? Solo perché lui si divertisse un po' e alla fine potesse rinfacciarle di essere una fifona.
L'umiliazione subita le bruciava come se qualcuno le avesse posto un ferro incandescente sulla pelle e, anche se poco prima l'aveva affrontato a testa alta, mostrando una spavalderia che non aveva e giurandogli che si sarebbe presa la sua rivincita, era stata dura trattenere le lacrime che sentiva affacciarsi pericolosamente agli occhi brucianti.
A complicare il tutto, i suoi pensieri ripercorrevano in continuazione quanto accaduto quella sera e, inevitabilmente, finivano per soffermarsi più del dovuto sul momento in cui aveva trovato Rumpelstiltskin alle sue spalle e si era stretta a lui, in cerca di protezione. Si morse il labbro ricordando la sensazione del corpo del folletto a contatto con il proprio: perché trovava così piacevole crogiolarsi nel ricordo di quel particolare istante? Inoltre, detestava ammetterlo, ma la presenza del Signore Oscuro era riuscita immediatamente ad allentare la morsa del terrore.
Sì, accanto a lui si era davvero sentita al sicuro.
Ma al sicuro da cosa?! Stava forse dimenticando che era stato proprio Rumpelstiltskin ad incantare il pianoforte, a far comparire il fantasma della bambina e a dar vita a tutti i fenomeni mostruosi di quella notte? Doveva concentrarsi su come fargliela pagare e non mettersi a fantasticare su certe idiozie!

Il Signore Oscuro sedeva di fronte all'arcolaio, mentre tra le sue dita scorrevano i fili di paglia che si tramutavano in oro puro grazie alla magia; ma, come spesso accadeva durante quell'attività, la sua mente era altrove.
Il suo scherzo era riuscito splendidamente: Belle si era presa una bella paura e lui aveva ottenuto il suo scopo. Ma allora per quale motivo in quel momento non ci trovava più nulla di divertente?
Davanti a sé rivedeva in continuazione la sua domestica che si voltava pallida e terrorizzata verso di lui e poi, senza alcun preavviso, gli si gettava tra le braccia. Percepiva ancora su di sé il dolce aroma della sua pelle e dei suoi capelli, che lo inebriava ogni volta.
Non aveva davvero capito il perché di quel suo gesto, ma ormai sembrava proprio che quella giovane riuscisse a spiazzarlo ogni singolo giorno.
In oltre due secoli di vita, Rumpelstiltskin non aveva mai incontrato nessuno come lei.
Il Signore Oscuro conosceva alla perfezione le menti e i cuori di tutti coloro con i quali aveva a che fare, e ciò gli permetteva di manipolare le persone come pedine su una scacchiera, di controllarle come marionette delle quali reggeva i fili, ma ogni volta che cercava di utilizzare i suoi giochetti con Belle, questa reagiva in modi del tutto inaspettati e imprevisti, lasciandolo confuso e interdetto, proprio com'era accaduto quella notte.
Cosa l'aveva spinta a cercare riparo tra le sue braccia? Cosa l'aveva sempre spinta a trattarlo come un uomo e non come una bestia?
Tutti nutrivano verso di lui un profondo timore reverenziale e nessuno osava mai mancargli di rispetto, ma quella giovane era l'unica che gli mostrasse una gentilezza vera, spontanea e disinteressata, che non fosse indotta dalla paura.
Si sentiva strano, Rumpelstiltskin; avvertiva un'insolita inquietudine dovuta al fatto che Belle fosse arrabbiata con lui. Non era certo la prima volta che le faceva un dispetto, ma mai prima di allora aveva scorto quell'espressione furente sul suo viso, solitamente tanto dolce; gli era anche parso di intravedere delle lacrime fare capolino dai suoi occhi ardenti d'ira, benché lei avesse tentato di nasconderle.
Sapeva che stavolta non sarebbe stato facile farsi perdonare, ma non riusciva a spiegarsi perché questo fatto lo disturbasse tanto? Perché trovava così intollerabile l'idea che la ragazza fosse in collera con lui? Non si era mai curato dei sentimenti che gli altri nutrivano nei suoi confronti, perché avrebbe dovuto iniziare a preoccuparsene proprio ora? Una vocina indesiderata s'intrufolò nella sua mente, pronta a fornirgli la risposta: semplicemente, Belle non era come gli altri, non lo sarebbe mai stata. Belle era speciale.
Per quanto ci provasse, non poteva proprio ignorare la spiacevole sensazione che gli opprimeva lo stomaco; qualcosa di tremendamente simile al dispiacere e al senso di colpa.
Scosse la testa, infastidito: doveva smetterla di rimuginare su certe sciocchezze.
Che diavolo gli prendeva?! Era il Signore Oscuro, per tutti gli déi! Aveva causato infinito dolore senza mai provare una punta di rimorso, aveva imparato a controllare e a sopprimere quella parte di sé che si ribellava ad ogni gesto malvagio, ed ora si sentiva in torto solo per uno stupido scherzo?!
Proprio in quel momento udì dei passi avvicinarsi e la figura della sua domestica, ancora in camicia da notte e vestaglia, comparve sulla soglia della porta.

Cammina, cammina, Belle si era ritrovata a passare di nuovo dalla sala dell'arcolaio, dove Rumpelstiltskin era intento a filare, come sempre.
La ragazza non poté fare a meno di notare che il suo volto sembrava più turbato del solito: le sopracciglia aggrottate, la piccola ruga marcata che gli si era formata tra gli occhi e le labbra strette in una linea dura e sottile erano segni inconfondibili che qualcosa lo assillava.
Quella vista le fece quasi dimenticare ogni proposito di rivalsa nei suoi confronti; quando incrociò il suo sguardo ebbe perfino l'assurda idea che il folletto stesse per scusarsi con lei.
Ma ovviamente doveva essersi trattato solo di un'impressione sbagliata, perché subito egli scoprì i denti aguzzi nel solito ghigno canzonatorio: - Allora, dearie, hai trovato il modo di vendicarti? -
Belle ritrovò il cipiglio glaciale che non le apparteneva e gli scoccò un'occhiata torva: - Non ancora, ma lo troverò; fidatevi. -
- Non ne dubito. Tremo già al solo pensiero. - La prese in giro lui.
La giovane non rispose, girò sui tacchi e prese a scendere le scale che portavano ai sotterranei, mentre la sua mente lavorava ancora febbrilmente: Cosa poteva fare? Qual era il modo migliore per far prendere un bello spavento a quel contorto folletto ghignante? Era un'impresa più ostica di quanto credesse. Non era mai stata una persona vendicativa, inoltre tutto era reso ancora più difficile dal fatto che il Signore Oscuro bastava semplicemente agitare una mano o schioccare le dita per mettere in atto i suoi trucchetti, mentre lei poteva contare solo sulle sue poche forze di semplice umana.
Tutto avvenne in una frazione di secondo.
Belle quasi non se ne accorse: persa nella sua sfilza di pensieri, mancò un gradino e ruzzolò malamente giù per le scale.
L'ultima cosa che avvertì fu un dolore acuto e penetrante all'altezza della nuca, poi più nulla.

Rumpelstitlskin udì un tonfo sordo provenire dall'esterno della sala.
Sbuffò e alzò gli occhi al cielo, pensando a Belle che probabilmente aveva urtato qualche oggetto, facendolo cadere a terra.
Si alzò con un sospiro per andare a verificare i suoi sospetti, pronto a riparare qualunque cosa la sua maldestra governante avesse rotto, ma quando si ritrovò in cima alle scale sentì il respiro mozzarglisi in gola e il cuore mancare un battito: la ragazza giaceva scompostamente a terra, priva di conoscenza, con il volto cinereo.
Il Signore Oscuro imprecò a denti stretti e si precipitò accanto a lei, inginocchiandosi e facendole sollevare delicatamente la testa: i suoi capelli erano sporchi di sangue.
Lui individuò subito la ferita, che per fortuna non era molto profonda, e praticò un potente incantesimo di guarigione, poi fece apparire delle bende e le fasciò il capo con attenzione e meticolosità, avendo cura di non farle male.

A svegliare la ragazza, qualche ora più tardi, fu la fitta dolorosa e pulsante che le perforava la testa come un chiodo.
Quando aprì piano gli occhi, quella tortura parve intensificarsi ancora di più.
Ci mise un po' a capire dove si trovasse: la vista era offuscata, inoltre l'ambiente non era particolarmente illuminato, alla fine però riconobbe l'arcolaio.
Era distesa su un divano, con qualcosa di morbido che la sosteneva dietro la nuca, probabilmente un cuscino.
I suoi arti sembravano essere diventati di piombo e alzare il braccio le costò non poca fatica; si tastò delicatamente la fronte e sentì il tessuto un po' morbido e un po' ruvido di una benda che le avvolgeva il capo.
Si sforzò di ricordare cosa fosse accaduto ma il dolore si acutizzò ulteriormente e la fece desistere.
Ad un tratto udì una voce dietro di sé: - Era ora che ti svegliassi, dearie. -
Rumpelstiltskin apparve nel suo campo visivo come un'ombra dai contorni sfocati: lo vide avvicinarsi allo sgabello dell'arcolaio e trascinarlo vicino al divano, per poi prendere posto di fronte a lei.
- Cosa mi è successo? - Domandò Belle con un filo di voce, cercando di ignorare le continue fitte che le trapassavano il cranio.
Il folletto tentò di sfoggiare il suo ghigno migliore, ma non riuscì a dissimulare del tutto la preoccupazione: - Devi aver battuto la testa più forte di quanto pensassi. -
La giovane non reagì alla battuta ma si limitò a fissarlo con aria interrogativa.
Il Signore Oscuro si schiarì la voce e tornò serio: - Sei caduta dalle scale e ti sei ferita. Ho usato un incantesimo di guarigione ma temo che il mal di capo durerà almeno fino a domani mattina. -
Belle annuì impercettibilmente: ogni movimento, anche il più banale, le costava un grande sforzo.
Rumpelstiltskin studiò per un attimo la sua domestica in silenzio, poi parlò, cercando di non imprimere alla sua voce un tono eccessivamente duro: - Si può sapere a che diavolo stavi pensando per cadere in modo così sciocco? -
La ragazza arrossì ma non rispose, allora il folletto le si avvicinò e ancorò i suoi occhi da rettile a quelli cerulei di lei: - Sei rimasta a lungo priva di sensi e per un attimo ho temuto il peggio. Mi hai fatto prendere un colpo, dearie. - Non c'era traccia di ilarità o scherno nelle sue parole, pronunciate in un soffio caldo e lieve.
A quel punto, Belle non poté trattenersi dal sorridere debolmente: - Allora ce l'ho fatta. -
Rumpelstiltskin sbatté le palpebre, perplesso: - A fare cosa? - Domandò.
- A farvi spaventare. Ve l'avevo detto che ci sarei riuscita. - Mormorò piano la giovane.
Il Signore Oscuro allontanò bruscamente il proprio volto da quello di Belle e la fissò esasperato: quella sbadata di una principessina aveva appena rischiato la vita eppure riusciva a pensare a certe stupidaggini?!
Però, riflettendoci bene, aveva ragione: si era davvero spaventato quando l'aveva trovata svenuta e terrea ai piedi delle scale, con la ferita che sanguinava copiosamente.
- E va bene, dearie, hai vinto. Quindi possiamo considerarci pari adesso. Devo dedurre che mi hai perdonato? - Chiese con un sorrisetto furbo e speranzoso.
L'espressione del folletto risultava così buffa in quel momento che Belle avrebbe riso se non fosse stata in quelle condizioni: - Per questa volta sì, vi perdono. Ma non provate mai più a combinarmi uno scherzo del genere. Pensavo che mi si sarebbe fermato il cuore da un momento all'altro. -
Lui emise una delle solite risatine acute: - D'accordo, ammetto di essermi lasciato prendere un po' la mano, ma eri così buffa con quella faccia terrorizzata che non ho proprio saputo resistere. Lasciatelo dire di nuovo, dearie: sei proprio una gran fifona. -
La giovane avvertì qualcosa di insolito nel tono canzonatorio del folletto, quasi una lieve punta d'affetto, di tenerezza. Non replicò nemmeno alle sue parole, si limitò di nuovo a sorridere leggermente prima di richiudere gli occhi e abbandonarsi contro il cuscino.
Rumpelstiltskin fece una smorfia: Che bugiardo che sei, Signore Oscuro dei miei stivali!
In realtà era infatti fermamente convinto che quella ragazza fosse una delle persone più coraggiose che avesse mai incontrato in tutti i suoi lunghi anni. Belle si era sacrificata per la sua gente e non aveva mai vacillato davanti a lui, nemmeno quando era adirato; sosteneva sempre fermamente il suo sguardo e spesso non esitava a dargli apertamente contro.
No, non era affatto una fifona. Se in quella stanza c'era un codardo, quello era lui, che si era sempre nascosto dietro alla sua magia e al suo potere, ad una maschera che aveva ormai imparato a mostrare al mondo intero. Solo Belle sembrava in grado di guardare oltre l'apparenza, oltre il mostro che era.





Da Stria93: Felice Halloween/Samhain a tutti! :D
Eccoci all'ultimo capitolo di questa sorta di “special” Rumbelle in stile halloweeniano.
Ammetto di non essere completamente soddisfatta della “vendetta” di Belle nei confronti di Rumpel. Avrei voluto trovare qualcosa di meglio, ma sappiamo fin troppo bene che la più grande paura del folletto è proprio quella di perdere le persone a cui tiene e, sebbene il suo rapporto con la ragazza non sia ancora così consolidato, lei fa già parte di quella ristretta cerchia di coloro che sono riusciti a guadagnarsi un posticino nel cuore tenebroso del Signore Oscuro (senza contare che avevo urgente bisogno di fluff). xD
Non poteva mancare un po' d'introspezione sia da parte di Belle che di Rumpel, anzi, mi scuso se ormai il modo in cui esploro i loro pensieri è diventato banale o ripetitivo.
Forse ho presentato una Belle fin troppo sbadata, se così fosse vi prego di perdonarmi.
In ogni caso, grazie di cuore a tutti i lettori che hanno seguito questo piccolo esperimento, e in particolare a:
- annachiara27, Araba Stark, eremita88, Euridice100, jarmione, Julie_Julia, misslegolas86, nari92, Norma per aver recensito il capitolo precedente. <3
- annachiara27, Araba Stark, C l e t t y, coccinella75, ctdg, DreamWriten, eremita88, Euridice100, Gaia88, Giu_99, Julie_Julia, Lety Shine 92, martaxx, Norma, robin d, Samirina, seasonoflove, _Wingless _ per aver inserito questa storia tra le preferite e le seguite. <3
Per quanto riguarda eventuali progetti futuri posso anticiparvi che in questi giorni c'è un'idea che continua ostinatamente a frullarmi per la testa e credo proprio che proverò ad assecondarla: si tratterebbe di una storia a più capitoli, sempre ambientata ai tempi di SD ma con lo zampino di Regina e l'introduzione di un nuovo personaggio...bah, vedremo.
A presto e ancora grazie a tutti. Vi auguro di nuovo una felice Notte delle Streghe. ;)


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