La nobile di Marijoa

di Hana S
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap 1 ***
Capitolo 2: *** Cap 2 ***
Capitolo 3: *** Cap 3 ***
Capitolo 4: *** Cap 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo finale ***
Capitolo 6: *** Extra ***



Capitolo 1
*** Cap 1 ***


CAP. 1
« Adesso vediamo se fai ancora la sfrontata! » Kidd teneva la ragazza per i polsi, stesa sul pavimento della locanda, Audrey cercava di liberarsi, ma più lei si dimenava, più lui stringeva; anche le sue gambe erano bloccate, dopotutto Kidd era il doppio di lei. Lo guardò dritto negli occhi, era spaventata ma non voleva cedere, lui avvicinò la bocca all’orecchio della ragazza « Adesso ci divertiamo » le bisbigliò ed Audrey rabbrividì, Kidd lo notò e scoppiò in una sonora risata …
 
Qualche ora prima …

Audrey era stanca, avevano portato altri uomini come schiavi a Marijoa, non voleva più vedere gente soffrire.
Guardò l’uomo che era entrato, era lui che consegnava la “merce” a casa. Era un vecchio pelato e con una lunga barba grigia che arrivava a metà del suo addome gigantesco. Sembrava più una palla che un uomo, indossava una tunica verde oliva lunga fino alle caviglie; si era proprio una palla con due stuzzicadenti per gambe; una cintura di pelle alla vita a cui era fissato un grosso sacchetto, pieno dei berry che guadagnava con il suo servizio a domicilio. Sudava come un porco a causa della sua stazza.
Erano acquisti di suo padre, ancora giovani donne. Tutte di carnagione scura, come piacevano a lui, con lunghi capelli neri e prosperose. Una di loro piangeva amaramente, fu colpita dall’uomo che l’aveva portata li.

« Comportati come si deve, sai chi è l’uomo che ti ha acquistato eh? »
La poveretta cercò di rialzarsi.
« È uno degli uomini più importanti del mondo, è un Drago Celeste, San Dowel » la prese per un braccio e la alzò violentemente.
« Suvvia Glan, non sono poi così importante »

Audrey si voltò suo padre stava scendendo l’imponente scalinata che portava al piano superiore, ai suoi alloggi. Padre e figlia incrociarono gli sguardi e tutto il disprezzo che lei provava le era dipinto in volto. Il Drago Celeste scostò lo sguardo, per ammirare i suoi nuovi acquisti e per evitare gli occhi della figlia. Si avvicinò alla ragazza e le sollevò il volto in modo che i loro sguardi si incontrassero.

« Ti darò presto io un motivo per piangere …  » gli occhi della ragazza tornarono ad inumidirsi «  … sarai la prima »
Il nobile chiamò un’anziana donna e le ordinò di preparare le ragazze; prese in mano le catene la donna condusse le ragazze al piano superiore. Passarono davanti ad Audrey, non saranno state molto più grandi di lei. La ragazza si voltò, voleva uscire da quella casa.

« Audrey, dove vai? »
« Vado a fare un giro, ti dispiace? »  non si girò neanche a guardare in faccia il padre.
«No, ma portati Kiernos, non è bene che una Nobile vada in giro da sola »

La ragazza camminava per il lungo corridoio che portava all’uscita, dove la aspettava il suo più grande amico.
« Kiernos, hai preso tutto vero? »
« Si, Santa Audrey, come avete chiesto »

La giovane incrociò le braccia e sospirò, odiava essere chiamata così, e il suo amico lo sapeva. Guardò quell’uomo, quante rughe segnavano ormai la sua faccia, ma nonostante l’età era ancora in forma, i suoi pettorali ben definiti erano coperti da una lunga tunica senza maniche, ormai rovinata. I suoi occhi erano ancora vispi il vigore della gioventù non lo aveva ancora lasciato. I capelli ormai tutti bianchi, erano completamente scompigliati. A differenza degli altri schiavi, non portava il “collare”, le aveva giurato eterna fedeltà dalla morte della madre.

« Non è colpa mia, se non ti chiamo così, qua mi tiranno il collo! » scoppiarono tutti e due a ridere, sapevano che non era così
Un dolce sorriso si dipinse sulle labbra della ragazza, erano passati ormai più di dieci anni e Kiernos era sempre rimasto al suo fianco «Andiamo!» con questa semplice parola lasciarono Marijoa diretti all’arcipelago Sabaody.


« Shakky! Siamo noi! »
« Audrey che piacere » la donna si voltò verso i due ospiti, salutò la ragazza con un cenno della mano e, quando le fu vicino, strizzò l’occhio a Kiernos.
« Rayleigh-san dové? »
« Mi dispiace non lo vedo da un po’ »

“Uffi” pensò Audrey « Va beh! Vado a cambiarmi » detto questo entrò in una stanza nel retro. Si tolse l’enorme mantello di dosso e guardandosi allo specchio vide un fantoccio, non era lei in quegli abiti e con quella pettinatura, si cambiò velocemente. Si voltò di nuovo verso lo specchio e osservò attentamente la figura riflessa, non era tanto alta, ma in quanto forme poteva competere con tante belle ragazze, poi quei vestiti la risaltavano molto: shorts di jeans, camicetta di seta color caffè, sandali con i tacchi che le davano slancio. Mentre i capelli erano finalmente liberi di svolazzare ad ogni suo movimento, neri, lunghi fino a metà schiena e lisci, come quelli di sua madre; per un attimo i ricordi di Audrey volarono a quando prima di andare a letto pettinava la mamma. Fece un bel respiro e uscì dalla stanza.

« Pronta? » Kiernos invece indossava jeans lunghi, una canotta bianca e sopra una camicia a quadretti rossa, con le maniche tirate su fino ai gomiti.
« Si! Andiamo, grazie ancora Shakky! » detto questo, Audrey uscì dal locale saltellando. L’aria sembrava diversa, forse perché anche lei si sentiva così, per un giorno solo al mese, ma per lei bastava.


« Quanta gente! »
« Si in effetti oggi la zona è più affollata del solito » Kiernos afferrò il braccio della ragazza, che si stava allontanando  «Ho sentito che sono arrivati parecchi pirati in questo periodo, per favore, non allontanarti»

« ok » bisbigliò Audrey con la faccia di chi è stato colto in fallo, quando riusciva a sgattaiolare via si divertiva un mondo, le dispiaceva per Kiernos che impazziva per ritrovarla, sapeva bene che se le fosse successo qualcosa, ci rimetteva lui; ma le era sempre andata bene e questo aveva contribuito a farle sviluppare troppa fiducia in se stessa.

« Ragazzi quanto tempo » un mercante li salutò dalla sua bancarella lungo la strada « Sono felice di vedere che state bene » fece cenno di avvicinarsi e abbassando il tono gli disse «Ho sentito che ci sono dei nobili sull’arcipelago, state attenti a non farvi riconoscere, lo dico da amico »
« Sentito Audrey? Dobbiamo … Audrey? » Kiernos si guardò in giro e l’unico pensiero a fluttuargli per la testa era “Dannazione, me l’ha fatta di nuovo”
Audrey camminava spedita per le vie della zona commerciale “Povero amico mio … un po’ mi dispiace, ma ora si va a bere”, c’era un unico posto dove voleva andare, una vecchia taverna dove servivano dell’ottima birra, l’aveva scoperta l’ultima volta che era stata in incognito sull’arcipelago.


Seduta al bancone della locanda, mandò giù il terzo boccale, ancora niente, non sentiva ancora l’effetto “Possibile che io sia l’unica persona al mondo su cui non ha effetto l’alcool?” ed era vero, anche se beveva dieci boccali di fila, non avvertiva nessun effetto. Improvvisamente, qualcuno strinse un braccio intorno alla sua vita e trasalì.

« Complimenti bellezza » era un ragazzo alto, pelle pallida e capelli rosso fuoco e degli occhiali da motociclista; Audrey non notò altro, anche perché era paralizzata, aveva la sensazione di essere finita nei guai « Che e dici di bere insieme? » detto questo la strinse a se, ed Audrey lo scansò gettandogli un’occhiataccia e rovesciandogli addosso il boccale che teneva in mano, nessuno poteva permettersi di trattarla così; odiava profondamente gli uomini che assumevano certi atteggiamenti con le ragazze.

« Non ci penso proprio lurido pezzo di …  » non fece in tempo a finire la frase, guardò quegli occhi gialli pieni di rabbia e ricordò, aveva già visto quel volto, su un manifesto, era un pirata e anche dei peggiori Eustass “Capitano” Kidd. Audrey si morse la lingua, non era stato saggio provocare un pirata da 315.000.000 di Berry. Si voltò leggermente e vide gli altri membri della ciurma seduti ad un tavolo poco distante e deglutì.

Kidd non proferì parola, allungò la mano per afferrare la ragazza, ma Audrey riuscì ad evitarlo e si mise a correre verso l’uscita, ma l’enorme porta di ferro si chiuse davanti a lei. Però c’era qualcosa di strano, la porta tremava e ben presto i cardini cedettero. Trascinata da chissà quale forza, la porta le arrivò quasi addosso, fece appena in tempo a buttarsi di lato e cadde a terra, nel frattempo il locandiere e molti altri si erano affrettati a lasciare la zona. Audrey si voltò, la porta era caduta ai piedi del pirata “Che sia stato lui?”; non rimase li a porsi tante domande, fece per alzarsi ma Kidd le fu subito addosso.

« Adesso vediamo se fai ancora la sfrontata! » Kidd teneva la ragazza per i polsi, stesa sul pavimento della locanda, Audrey cercava di liberarsi, ma più lei si dimenava, più lui stringeva; anche le sue gambe erano bloccate, dopotutto Kidd era il doppio di lei. Lo guardò dritto negli occhi, era spaventata ma non voleva cedere, lui avvicinò la bocca all’orecchio della ragazza « Adesso ci divertiamo » le bisbigliò ed Audrey rabbrividì, Kidd lo notò e scoppiò in una sonora risata e allungò una mano sulla camicetta, iniziò a sbottonarla molto lentamente, sogghignando.

«Kiernos …  » fu l’unica cosa che la ragazza riuscì a dire e come chiamato a lei, l’amico piombò nella locanda.
« Vecchio qui non c’è niente per te, vattene … »
Invece l’uomo restò li immobile, Kidd lasciò per un istante Audrey  « Aspetta dolcezza, lo metto a nanna e poi torno da te » poi si alzò. Velocemente Kiernos tirò fuori qualcosa dalla camicia, un piccolo sacchetto, lo buttò sul pavimento e subito una densa nube rossa riempì la taverna.


Erano nascosti in un vicolo parecchio lontano dalla locanda, quei pirati passarono li vicino, ma per fortuna non li notarono.
« Tutto bene? »
Audrey guardò l’amico, poi si ricordò della camicia, la guardò era sbottonata per metà. Voleva richiuderla, ma le lacrime le annebbiavano la vista, Kiernos la abbracciò e lei scoppiò a piangere.

« Quante volte ti ho detto di non allontanarti? »
« Mi … dis … pi … a … ce » singhiozzò Audrey.
« Calmati, adesso è tutto finito»  quella voce calma e rassicurante quietò il pianto della ragazza.
« Kiernos, torniamo a casa? »
« C’è una cosa che devo fare prima »
« È successo qualcosa?»
« Ho visto Rayleigh, lo stavano portando alla casa delle aste, devo scoprire cosa è successo »

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Capitolo 2
*** Cap 2 ***


CAP. 2

Audrey teneva la mamma per mano, camminavano per l’arcipelago Sabaody e al loro passaggio tutti si inchinavano.

«Io ho da fare, voi intanto andate pure a fare shopping»

San Dowel diede sia alla mogli che alla figlia soldi per fare acquisti.

E poi si girò senza neanche salutarle, la giovane donna sospirò e poi si inginocchiò per poter guardare negli occhi a figlioletta.

«Andiamo mio piccolo pulcino?» la piccola annuì.

Passeggiando per la strada, vide un negozio insolito, nelle vetrine c’erano uomini incatenati. Lasciò per la prima volta la mano della madre e corse verso quel luogo. Guardò un uomo in particolare, a differenza degli altri aveva uno sguardo fiero e i suoi occhi non erano tristi. Lo salutò,e lui ricambiò il saluto.

«Mamma, perché è legato?»

«Vedi Audrey …» la donna non sapeva come spiegarglielo « … purtroppo alcune persone non vengono rispettate, e vengono vendute come si vendono gli oggetti di un negozio»

«E cosa fanno?» domandò ingenuamente la bambina.

«Tu sai chi sono gli schiavi Audrey vero?»

La piccola abbasso la testa, allora era qui che suo padre acquistava tutti quegli schiavi e schiave che c’erano a casa.

«Mamma … uno schiavo può diventare un amico»

«Certo tesoro, se tu rispetti una persona, anche lui rispetterà te e questo è alla base di una solida amicizia»

«Le tue idee tienile per te» San Dowel era alquanto stizzito per le parole della moglie «Nostra figlia è una nobile mondiale, crescerà come tale, superiore agli altri, e ora andiamo»

«Papà, quell’uomo può venire con noi?»  la bambina indicò l’uomo che aveva salutato poco prima.

«Va bene Audrey, ma ricorda uno schiavo è uno schiavo, consideralo sempre come tale!»

 

Qualche anno dopo …

Era sera, Audrey vagava per le stanze della casa, giunse senza volerlo a quella della madre, la aprì,

 non c’era più profumo di vaniglia, solo l’odore di una stanza chiusa da troppo tempo;

 non c’erano più i fiori freschi sul tavolino, solo un vaso di vetro lasciato li ad impolverare;

non c’era più un dolce sorriso ad accoglierla e quella dolce voce che pronunciava il suo nome, solo buio e silenzio;

Audrey scoppio a piangere, voleva indietro sua madre, una possente mano si poggiò sulla sua testa, alzò lo sguardo Kiernos la guardava con uno sguardo dolce, l’unico che era rimasto ad Audrey da quando sua madre se ne era andata. Lo abbracciò e lui strinse quella ragazzina a se, come fosse un padre che cerca di consolare la figlia, che le dice “Andrà tutto bene, ci sono ancora io con te”; cosa che San Dowel non aveva mai fatto, non ci aveva messo molto a dimenticare la moglie, senza badare a chi invece stava soffrendo.

Si udì un boato, Kiernos prese per mano Audrey e si avvicinarono alla finestra del corridoio, de fumo si alzava in lontananza da un edificio in fiamme.

Qualche minuto dopo, il panico. Audrey vide uomini e donne che prima erano schiavi, liberi dalle loro catene, correvano lontano, verso la libertà, non poté fare a meno di abbozzare un sorriso, nonostante la distruzione, stava accadendo qualcosa di meraviglioso per lei; uomini che tutti i giorni vedeva soffrire ora stavano fuggendo ai loro carnefici. Improvvisamente un’ombra si avvicinò, era uno schiavo di suo padre armato di bastone, Kiernos parò il colpo diretto alla bambina.

«Kiernos, spostati! Questa è la mia vendetta!»

«Lei non ne ha colpa, ha solo nove anni» afferrò l’uomo per un braccio e lo scaraventò a terra «Un giorno mi hai raccontato che provieni da un’isola del mare meridionale, li vive la tua famiglia, li vive tuo figlio, mi dicesti che ha la stessa età di Audrey, cosa gli racconterai una volta tornato? Sono scappato ed ho ucciso una bambina di nove anni, la figlia dell’uomo che mi ha comprato, per vendicarmi del mio padrone? Una bambina che è sempre stata gentile con tutti, che si addossava colpe che non aveva solo per coprirci …» gli occhi di quell’uomo si inumidirono «Va e racconta a tuo figlio che a Marijoa vive anche un angelo» l’uomo si alzò e corse insieme agli altri verso casa.

Audrey arrossì, nessuno l’aveva mai chiamata così, era bello essere apprezzata, era come se quel complimento fosse rivolto anche alla madre.

Audrey afferro un lembo della tunica dell’amico «Kiernos scappa anche tu».

«No Audrey, ora che tua madre non c’è più ti rimango solo io, non ti abbandonerò» prese in braccio la piccola e si allontanò «Giurai eterna fedeltà a tua madre e in punto di morte le promisi di rimanere al tuo fianco;  è stata una donna magnanima con tutti noi, abbiamo pianto la sua scomparsa per molto tempo,  tu sei come lei e hai la mia più totale fedeltà e dedizione, ti proteggerò sempre» Audrey si strinse all’uomo; in questo mondo c’era ancora qualcuno che teneva a lei.

Dopo la l’incidente di Marijoa, Audrey tolse le catene ed il “collare” degli schiavi a Kiernos che da allora divenne, come amava chiamarlo lei, il suo “Custode”.

 

Perché questi ricordi fossero così presenti ora nella sua mente, Audrey non lo sapeva, camminava vicino a Kiernos a testa bassa. L’amico le mise una mano sulla spalla e le sorrise, Audrey capì che andava tutto bene.

«Rayleigh starà bene?»

«So che è già all’interno insieme agli altri schiavi, mi sembra strano che non si sia ancora liberato»

«Entriamo, forse è già scappato, altrimenti … lo “compreremo” noi» Audrey odiava quel termine riferito agli esseri umani «I soldi non sono un problema» Audrey detestava la sua vita, ma per una volta essere ricca sarebbe servito ad aiutare qualcuno.

Erano quasi arrivati alla Casa delle aste, Kiernos afferrò Audrey e si nascosero dietro una casa, la ragazza si sporse a guardare, vide un uomo che indossava un cappotto di pelliccia e vicino a lui un altro con una maschera a strisce bianche e blu, erano i pirati di Kidd e stavano entrando nell’edificio.

«Adesso dobbiamo inventarci qualcosa» Kiernos voleva entrare, ma non sapeva come fare, Audrey vide un uomo alto vestito da monaco e con due ali sulla schiena passare poco lontano. Guardò l’amico e tante stelline le danzavano intorno al volto, Kiernos si coprì il volto con la mano “Cosa diavolo vuole fare?”

«Dai che sei carino!» c’era una vena di ilarità nelle parole di Audrey mentre guardava l’amico.

«Travestirsi in questo modo dovrebbe farci passare inosservati?» Kiernos guardava gli abiti che aveva addosso, un lunghissimo cappotto verde a pois arancioni e gialli, guanti rossi, una parrucca afro rosa, degli occhiali da sole con le lenti azzurre e un paio di baffi molto lunghi dello stesso colore dei capelli.

«Certo!»

«Almeno tu sei decente, guardami!»

«Poche storie e muoviamoci» Audrey fece solo qualche passo ed inciampò nelle lunga tunica giallo sbiadito che indossava e cadde a terra, il cilindro che portava le cadde, si sedette e si controllò il volto, tirò un lungo sospiro di sollievo.

«Meno male, barba,  capelli e occhiali sono al loro posto»

«È di questo che ti preoccupi?» l’amico era visibilmente alterato,  non sopportava il fatto di sembrare un pagliaccio.

«Suvvia abbi pietà per un povero vecchio malandato» Audrey si rimise in piedi, si appoggiò al bastone,  sistemò il cilindro e incurvò leggermente la schiena mentre camminava. Kiernos non poté fare a meno di sorridere, sapeva che la ragazza si stava divertendo un mondo.

Entrarono nella Casa delle aste, nonostante le lenti scure degli occhiali Audrey ci vedeva benissimo, si blocco di colpo, vide due nobili seduti più avanti, con la coda dell’occhio vide Kidd appoggiato alla parete e riconobbe un altro pirata seduto poco distante, Trafalgar Law. Passarono proprio davanti al pirata dai capelli rossi, probabilmente il travestimento era riuscito alla perfezione poiché non li riconobbe, Audrey era soddisfatta di questo; presero posto nella fila più alta.

«Fantastico amico mio, abbiamo un amico in pericolo, rischiamo di essere beccati da altri nobili, delle supernove sono qui e con una di loro ho un conto in sospeso, mi chiedo cosa possa andare peggio!»

«Che non riusciamo a salvare Rayleigh»

«È meglio che l’offerta per Rayleigh la fai tu, quel metallaro potrebbe riconoscere la mia voce, non sono brava a camuffarla» si voltò un attimo, Kidd e la sua ciurma non erano tanto lontani da loro, mille pensieri le balenarono per la testa, appoggiò il mento al bastone e sbuffo, i baffi si sollevarono a causa del suo sospiro voleva ridere, ma preferì evitarlo, qualche minuto dopo iniziò l’asta.

Rayleigh non si vedeva, Audrey iniziò a spazientirsi; si voltò quando sentì l porta  aprirsi, da quel che poteva ricordare erano tutti pirati quelli che entrarono.

«Sono i pirati di cappello di paglia»

«Wow quello che ha attaccato Enies Lobby? Peccato che non ci sia anche lui l’avrei voluto incontrare» Audrey in camera sua teneva segretamente il manifesto di Monkey D. Luffy nascosto in un cassetto, ci rimase male non vedendolo insieme ai suoi compagni.

Passarono molti minuti, ma di Rayleigh nessuna traccia, quando improvvisamente le luci si spensero e sul palcoscenico comparve una sirena, Audrey non poteva crederci, non ne aveva mai visto una prima d’ora.

Poco dopo un uomo urlò «500 milioni di Berry» Audrey conosceva quella voce, San Charloss, figurati se si lasciava scappare un’occasione del genere. La ragazza sente che doveva intervenire, si sta alzando in piedi, quando Kiernos la blocca.

«Lasciami, il cielo solo sa cosa potrebbe capitarle, devo impedirgli di aggiudicarsela, se la prendiamo noi poi potremo liberarla, tonerà nell’oceano … a casa» Audrey senti che calde lacrime le rigavano il volto, non sopportava che la gente venisse trattata così, per lei umani, sirene e uomini pesce erano tutti uguali …

«Audrey ricorda, viviamo tutti sotto lo stesso cielo, nessuno ha il diritto di sentirsi superiore agli altri, capito piccolo pulcino?»

Ricordava quelle parole di sua madre, dette con il sorriso sulle labbra; non ci riusciva, non sopportava il “mondo” in cui viveva. Sentirono un tonfo, come se qualcuno si fosse improvvisamente scagliato come una furia all’interno dell’edificio. Del fumo si alzava poco lontano da loro, Audrey riconobbe una figura in mezzo a quel macello.

«Cappello di paglia!» urlò in mezzo a tutti, ma per fortuna nessuno sembrò farci caso, o meglio quasi nessuno. Il giovane pirata iniziò a correre giù per le scale, Audrey lo seguiva con lo sguardo, rapita, il suo eroe era lì.

Qualcuno la prese per un braccio e la sollevò «Allora eri davvero tu, mi sembrava di aver già sentito quel profumo!» Audrey guardò in faccia Kidd che le strappò dal viso barba e baffi finti «Così va meglio, preferisco vederle in faccia le mie vittime»

«Lasciala stare!» Kiernos sferrò un pugno a Kidd che riuscì ad evitarlo, ma cadde trascinandosi dietro Audrey. Erano faccia a faccia, la ragazza sentì sotto di se l’addome scolpito del pirata, il corpo di un uomo, diventò rossa e sentì caldo; mentre cercava di alzarsi Kidd la bloccò con un braccio, tenendola stretta a se.

«Dove credi di andare, dobbiamo finire quello che abbiamo lasciato in sospeso nella taverna» detto questo avvicinò le sue labbra a quelle di Audrey che spalancò gli occhi; la ragazza cercava di liberarsi, ma il pirata non aveva intenzione di lasciarla andare. Audrey sentì una mano del pirata fra i suoi capelli e l’altra che scivolava sulla schiena.

«Kidd è meglio se rimandi a dopo» Killer intervenne a fermare il capitano, Audrey non era mai stata così grata ad una persona come in quel momento , anche se si trattava di un sottoposto di Kidd. L’uomo si alzò in piedi, tenendo sempre stretto il braccio di Audrey.

«Avete sistemato il vecchio?» Killer indicò un uomo accasciato a terra vicino a loro, avevano ferito Kiernos.

«Kier..» la ragazza fu interrotta dal suono di uno sparo che catturò la sua attenzione, guardò sulle scale, un qualcuno era a terra, un uomo pesce. Senti San Charloss esultare per averlo centrato, Audrey strinse i pugni, avrebbe voluto prenderlo a calci. Vide un ragazzo salire lentamente le scale, diretto verso il Drago celeste che caricò un pugno e colpì con tutta la sua forza il nobile. Il panico si abbattè subito sui partecipanti all’asta.

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Capitolo 3
*** Cap 3 ***


CAP. 3

Audrey vide tutti i partecipanti precipitarsi all’uscita, avrebbe voluto scappare anche lei, ma non poteva. Kidd la teneva stretta a se e fuggire avrebbe significato lasciare li due suoi amici, Kiernos ferito e Rayleigh chissà dove, probabilmente incatenato.

Nei minuti che seguirono, guardò esterrefatta i Mugiwara combattere contro le guardie dei Nobili mondiali. Dal soffitto entrarono dei … pesci volanti? Gli occhi di Audrey brillavano, quanto avrebbe voluto cavalcarne uno! Ritornò subito con i piedi per terra, non era il momento di fantasticare! Come fare per fuggire?

I suoi dubbi furono dissipati, quando qualcuno la strappò dalle braccia di Kidd e corse via.

«Kiernos! Sei ferito! Non dovres…»

«Audrey, non ti preoccupare, non sarà certo un gruppo di pirati da strapazzo a mettermi K.O.» il sorriso dell’amico dissipò ogni timore della ragazza. Era ferito, ma era anche molto forte, una montagna, nessuno poteva piegarlo. Riuscirono a raggiungere l’esterno, senza nessun problema, i marines gli aiutarono a mettersi al sicuro e curarono Kiernos. Ma per fortuna nessuno li riconobbe.

«Audrey, torniamo da Shakky! Ora non possiamo aiutare nessuno» l’uomo strinse i pugni, un loro caro amico era rimasto indietro.

«Lo so anche io che non possiamo fare più niente!»Audrey guardò i marines schierati davanti all’edificio  «La dentro c’è qualcuno che vorrei conoscere, so che probabilmente non sarà possibile, ma voglio essere sicura che si metta in salvo. Ho seguito tutte le sue avventure grazie ai giornali ed alle notizie che riuscivo a reperire qua e là. Se potrò cercherò di aiutarlo come meglio posso!»

«Va bene!» disse ormai rassegnato e con una punta di rabbia l’uomo «Ma, almeno, mettiamoci al sicuro!»

Dall’alto di un edificio poco distante osservarono il susseguirsi degli eventi. Eustass Kidd, Trafalgar Law, Monkey D. Luffy; i tre capitani uscirono dalla casa d’aste ed ingaggiarono lo scontro con la marina.

Nessuno li faceva tremare, non esitarono neanche un minuto. Audrey li guardò con ammirazione, anche se Kidd non le piaceva, riconosceva che sapeva combattere.

Le ciurme fecero la loro comparsa, ma «Rayleigh! Rayleigh!» Audrey si ritrovò ad urlare come una matta ed a piangere per l’emozione «È salvo, che sollievo!»

«Corrono via. Probabilmente tornerà da Shakky, andiamo anche noi!»

C’era gran movimento in città, sarebbe arrivato un ammiraglio da un momento all’altro. Audrey si rabbuiò, conosceva la fama dei tre ammiragli, nessun criminale vorrebbe incrociarli sul proprio cammino.

 ‘Perché? Perché si può vendere esseri umani come merce e non ci si può opporre? Chiunque avesse un po’ di fegato avrebbe reagito così!’ era in pena per Cappello di paglia, se avesse potuto aiutarlo, nessuno avrebbe torto un capello a quei pirati! Ma come fare, lei era una Nobile, come fare?

«Audrey?»

«Niente amico mio! Corriamo!» la ragazza accelerò il passo, quando in lontananza vide il bar.

Una volta entrati rimasero di stucco, si guardarono in giro, erano tutti lì! Audrey si pizzicò per essere sicura di non sognare, no, era tutto reale! I suoi beniamini erano davanti a lei! Sentì brividi ovunque e voleva urlare.

«Audrey, quanto tempo» la ragazza riconobbe subito questa voce. Fin da quando iniziò a frequentare quel posto, questa voce le faceva compagnia, raccontandole storie di grandi imprese. La voce di un amico fidato, la voce che temeva di non poter più sentire.

Si stava sedendo al bancone e la guardava sorridendo. Lacrime iniziarono a rigare il volto della ragazza, corse verso il Re oscuro e gli si attaccò al collo.

«Rayleigh-dono! …» era così felice, le parole le si strozzavano in gola. Il vecchio pirata le mise una mano sul capo «… ero così preoccupata … »

«Sapevamo che ti stavano per vendere come schiavo, eravamo nella platea della casa d’aste, quando è successo il casino» intervenne Kiernos.

«È vero!» Audrey lasciò Rayleigh e guardò verso il ragazzo che si stava abbuffando davanti al frigorifero. Si piantò davanti a lui e gli afferrò le mani «Non ci credo, tu sei Monkey D. Luffy, sono felicissima di conoscerti, ho letto tanto su di te! Di come hai combattuto contro la Marina Ad Enies Lobby, la tua taglia che ha continuato salire sempre più e…»

«Frena, frena, frena … non ho fatto nulla di eccezionale! Sono un pirata dopotutto» Audrey lasciò le mani del ragazzo, era un po’ spiazzata; ma forse era proprio questo a renderlo un grande pirata, non si curava delle lusinghe degli altri, non faceva nulla per la gloria, solo per il sapore dell’avventura.

Il racconto del Re oscuro disorientò tutti.

«Cosa?! Rayleigh-dono! Tu eri il vice di Gol D. Roger? Perché non me lo hai mai raccontato?»

«E dire ad una nobile mondiale chi sono in realtà? Sarei stato un incosciente! Ahahahahah!» il silenzio prese il posto dello stupore, tutti fissavano la ragazza che non sapeva come comportarsi. Intervenne Shakky a salvarla dall’imbarazzo.

«Dovete sapere che lei è qui in incognito, spesso aiuta i criminali alle spalle del Governo. Come potete notare si veste normalmente e non mi sembra abbia adottato comportamenti altezzosi con voi» il sorriso della donna tranquillizzò Audrey, che raccontò la sua storia.

«Anche tu conosci Shanks?!»

«Si Luffy-san, fu Rayleigh-dono a presentarci, quello è stato uno dei momenti che mi fa capire che ciò che faccio nell’oscurità … non è un crimine» la ragazza guardò gli abitanti dell’Isola degli uomini Pesce e gli sorrise.

«Audrey-chan è una ragazza fantastica!» tanti cuoricini volteggiavano intorno al cuoco mentre osannava la ragazza, visibilmente imbarazzata.

«Taci, idiota!» Nami lo atterrò con un pugno, scatenando l’ilarità dei presenti.

«Non sono fantastica, il sangue che mi scorre nelle vene lo odio! Ma mi permette di godere di privilegi utili per realizzare il mio sogno!»  Audrey, seduta vicino ai pirati, strinse i pugni sulle gambe «Un giorno mi eleverò sopra tutti i Nobili, diventerò fra le più potenti e temute; non potrò mai aiutare liberamente i pirati, ma una cosa devo farla a tutti i costi …» la ragazza chiuse gli occhi.

La mamma era a letto, Audrey le si era sdraiata vicino; le due iniziarono a piangere e si strinsero l’una all’altra, ormai la malattia aveva fatto il suo corso. Non rimaneva che godersi gli ultimi istanti insieme.

«Sai pulcino mio, c’è una cosa che mi dispiace di non poter portare a termine»

«Cosa mamma?»

«Ti ricordi la donna di cui ti parlo spesso, la mia amica?»

«La regina Otohime?»

«Si, proprio lei, riuscii a far firmare un accordo i nobili mondiali; alcuni, anche se con disgusto, mi hanno appoggiato … altri, come tuo padre, non vorrebbero permettere agli uomini-pesce di integrarsi con noi …» la donna accarezzo i capelli della figlia «… so che sei ancora piccola, ma ti chiedo un favore. Audrey, aiuta gli uomini-pesce!»

«Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, nessuno ha il diritto di sentirsi superiore agli altri!» le parole della madre riecheggiavano nella mente della ragazza. Audrey si alzò, si piazzò davanti ad Hacchi, Kayme e Pappagu.

“Cosa?” fu il pensiero di Kienos e di tutti i presenti, quando lei, una nobile mondiale, si inginocchiò davanti ai tre. Con la fronte sul pavimento e le lacrime agli occhi, Audrey si rivolse a loro.

«Vi prego, perdonatemi! Sono una Nobile e noi non vi abbiamo mai reso la vita facile, ma vi giuro che fra breve …» alzò lo sguardo per guardarli in volto «… chiunque toccherà un uomo-pesce, una sirena, o qualunque altro abitante della vostra isola …» si alzò in piedi e portò una mano sul cuore «… dovrà vedersela con me, Santa Audrey colei che comanderà tutti i nobili!»

 

Note: Scusate il ritardo, ma infine ecco il terzo capitolo. Avrete compreso che a Marijoa, non tutti sono uguali (almento in questa fic) e Audrey ha un sogno che potrebbe portare dei cambiamneti! Aspetto i vostri commenti. Ciao

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Capitolo 4
*** Cap 4 ***


CAP. 4

Ora si trovavano fuori dal bar, Rayleigh stava informando i pirati che la nave non sarebbe stata pronta prima di tre giorni e si salutarono, dandosi appuntamento alla Sunny. Audrey salutò a malincuore i nuovi amici e si avviò con Kiernos, prima di tornare a casa, avevano ancora qualcosa da fare.

«Uffi … chissà quando potrò rivederli …» la ragazza era un po’ triste.

«Non ti preoccupare, sentiremo spesso parlare di loro, ne daranno di gatte da pelare a Governo e Marina!»

«Io tiferò sempre per Luffy-san!» Audrey iniziò a saltellare, si era subito ripresa dalla sua tristezza.

«Ma bene, ci si rivede ancora» la ragazza si fermò, riconosceva quella voce e le si gelò il sangue, voltandosi vide Eustass Kidd ad un passo da lei.

Altri membri della ciurma del rosso tenevano fermo Kiernos «Audrey! Corri!» con uno strattone se li scrollò di dosso, anche quelli che si potevano considerare i ‘pezzi migliori’ dei pirati di Kidd. La ragazza ubbidì e prima che il capitano la acciuffasse, si mise a correre. Non andò lontano, perche Killer le si piazzò davanti, Audrey indietreggiò di qualche passo, per finire contro un uomo, riconobbe quei muscoli. Vuole scansarsi di lato ma Kidd la afferra.

«Dove credi di andare?» se la carica in spalle «Ciurma alla nave!» Audrey vede Kiernos, legato alla radice di una mangrovia, non sa cosa fare.

Kidd la porta nella sua cabina e la butta sul letto, poi chiude a chiave la porta a chiave e si leva il pesante cappotto.

«Adesso ci divertiamo!» si getta sulla ragazza e la bacia, nessuno la aveva mai baciata e non certo in quel modo. Sente il corpo del capitano su di lei, le sue mani che la toccano, sa cosa succederà se non si inventa qualcosa.

«Se non la smetti, ti farò inseguire non da uno, ma da due ammiragli» Kidd si ferma e la guarda basito «Non scherzo! I Nobili mondiali non si toccano!»

“Odio dire questo, ma forse mi salverà!” Kidd esplode in una grossa risata, Audrey è basita, tutto si aspettava meno che questa reazione.

«Ma  tu guarda! Una nobile che si aggira per l’arcipelago vestita come una ragazza comune? A chi vuoi darla a bere ragazzina?»  il suo ghigno non piace alla ragazza che controbatte.

«Provaci allora! Fai quello che vuoi! Poi sarai tu a pagarne le conseguenze!» il pirata rimane immobile, nella sua mente inizia a pensare che la ragazza dica la verità. Si scansa e si mette seduto a gambe incrociate sul letto, squadrando la ragazza con uno sguardo da strafottente.

«Puoi provarlo?» la ragazza annuisce con la testa «Va bene, ma ti avverto …» Kidd si avvicina ad Audrey e la fissa dritto negli occhi «… se mi stai raccontando una balla, la pagherai cara. Ciò che volevo farti sarebbe stato una grazia, in confronto a ciò che ti farò se scopro che stai mentendo …» bacia ancora la ragazza, nonostante che lei si opponga.

Shakky rimase basita vedendo entrare la ragazza accompagnata da quegli strani tipi.

«Audrey, dov’è Kiernos?»

«Shakky non ti preoccupare. Ora avrei bisogno di andare nella stanza sul retro» la donna diede le chiavi alla ragazza che si avviò seguita dal pirata.

«Se hai bisogno chiama» era chiaro che Shakky non si fidava di quel tipo, e sarebbe intervenuta se la ragazza avesse avuto bisogno, questo tranquillizzò non poco Audrey.

Mostrò al pirata i suoi indumenti da nobile e i documenti.

«Come vedi, questo è il simbolo dei Nobili Mondiali, sarebbe un reato gravissimo girare con dei documenti del genere, se fossero falsi. E di certo non indosserei questi abiti, rischiando grosso se qualcuno scoprisse che sono un’impostora» il pirata sembrava convinto.

«Peccato, mi pregustavo già la vendetta. Ma purtroppo dici la verità, ti chiedo scusa per aver dubitato della tua parola, ma …» spinge la ragazza contro il muro  e la guarda dritto negli occhi «… non per ciò che ti ho fatto, ne per ciò che avrei voluto farti, anzi non me ne frega niente se tu sei una nobile, per me sei solo una semplice ragazzina che non sceglie bene le locande in cui andare a bere …»

«Davvero per te sono uguale alle altre?»

«Si, qualche problema?» la voce del pirata si fa più calma, e la sua mano accarezza il viso della ragazza.

«No» il pirata rimase di stucco quando la giovane gli si gettò al collo e lo baciò, non sapeva cosa fare, eppure si stava presentando un’occasione d’oro!

«Grazie, non sai quanto significhi per me essere considerata una ragazza normale, ma …» Audrey si stacca dal collo della supernova, si allontana leggermente e punta il dito verso di lui «… questo bacio è tutto ciò che avrai!»

Dopo di che uscirono dalla stanza e Kidd, visibilmente deluso, se ne andò. Audrey e Kiernos fecero ritorno a Marijoa, quello che successe quel giorno sarebbe rimasto un loro segreto.

La ragazza si impegnò giorno dopo giorno, seguendo attentamente gli eventi del mondo e partecipando attivamente alle decisioni del governo. La “pecora nera”, come venne presto soprannominata, andava spesso contro corrente e acquistava sempre più prestigio fra i vari strati sociali. Molte persone, ricche e povere; gente influente ed umili cittadini, giovani ed anziani … chiunque odiasse i soprusi dei potenti, si sentiva attratto dalla donna che prendeva seriamente a cuore le situazioni dei più deboli.

Scaltra come una volpe, nessuno riusciva a trovare un modo per fermarla, qualche cosa che sollevasse uno scandalo costringendola a desistere, niente. Era in grado di sparire e contattare persone del calibro di Shanks il rosso o Dragon il rivoluzionario, senza che nessun o venisse a scoprirlo.

Dieci anni dopo divenne capo della sua famiglia, in seguito alla morte del padre ed il potere che acquistò le permise di avere sempre l’ultima parola nelle decisioni del Governo Mondiale; oltre a questo …

Audrey fissava  la “Terra Sacra” dall’enorme finestra della sala che aveva adibito per le udienze « Santa Audrey, una tale decisione? Cosa ne penseranno le altre famiglie nobili?» domando perplesso l’uomo dai capelli rosa e gli occhiali tondi inviato dalla Marina a Marijoa.

«Generale Coby, giusto? Prima di tutto chiamami Audrey, semplicemente; poi …» si voltò verso il marine per poterlo veder bene in faccia «… che pensino quello che desiderano; se vogliono essere serviti, che assumano del personale. La lettera che ha in mano è chiara, la schiavitù è abolita da Marijoa!»

«Come lei ha ordinato Onorevole!» il marine non poteva non lasciare trasparire felicità dal suo volto, rivolse un inchino ad una delle più alte cariche del mondo e se ne andò.

«Purtroppo sono riuscita ad estendere questo decreto solo dalla Terra Sacra»

«Non ti preoccupare Audrey, è già una vittoria!» un uomo anziano sedeva in disparte, lo sguardo dritto davanti a sé ed una mano appoggiata ad un bastone di legno.

«Lo so, ma avrei voluto fare di più!» la ragazza fissò l’uomo, sapeva che, nonostante avesse perso la vista, era ancora in grado di capire come si sentiva, anche non potendo più leggere nel suo sguardo.

«Aspetta il Reverie, tra due giorni potrai dare il via al progetto della regina Otohime e portare avanti la promessa fatta a tua madre »

«Ma loro saranno ancora in pericolo, fina a quando non sarò riuscita ad abolire la schiavitù dal mondo, uomini-pesce e chiunque altro, rischia ancora di diventare schiavo …»

«Non fasciarti la testa prima del tempo! Audrey, tu ed i Principi Tritoni, porrete fine ad anni di odio!»

«Grazie Kiernos, forza! Ho ancora molto lavoro da fare, rimani pure se vuoi» detto questo si sedette alla sua scrivania e riprese ad esaminare un mucchio di scartoffie.

 

Note:

Ciao a tutti e scusate il ritardo, ho avuto un periodo abbastanza intenso, ma riecco mi con il penultimo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate e ci si sente per il finale. A presto :D

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Capitolo 5
*** Capitolo finale ***


CAPITOLO FINALE

15 anni dopo i fatti dell’arcipelago Sabaody …

«Questo è tutto, Onorevole» il marine aveva appena finito di fare rapporto alla più alta carica del mondo, quando improvvisamente un altro entrò di corsa.

«Onorevole, mi perdoni, ma è una cosa urgente!» era un giovane alto e longilineo, con i capelli castani.

«Di che cosa si tratta?» domandò la donna.

«Di Monkey D. Luffy, signora. Ha sciolto i pirati di cappello di paglia e ora, si è consegnato alla marina di sua spontanea volontà!»

«Il Re ha fatto la sua ultima mossa …» la donna chiuse gli occhi e appoggiò la schiena alla sedia.

«Siete stanca Onorevole? Desiderate essere lasciata sola?» le domandò il marine più anziano, un vice ammiraglio dai capelli biondi corti ed il mento pronunciato.

«Grazie Vice Ammiraglio Hermeppo, è stata una giornata intensa, domani mattina ci aggiorneremo e decideremo il da farsi, per ora … che Monkey D. Luffy venga trattato da essere umano, e non come la Marina è abituata a prendersela con i criminali. Dategli da mangiare ed un posto in cui riposare, questi sono degli ordini»

I due marine erano un po’ perplessi, ma avrebbero obbedito; nello stesso momento entrò la segretaria della donna. Una ragazza proveniente dal regno di Alabasta, serviva alla corte della regina Nefertali Bibi, prima che l’Onorevole le chiedesse di prestare servizio presso di lei. Aveva dei lunghi capelli neri raccolti in uno chignon, occhi nocciola e indossava occhiali da vista rotondi.

«Si Neteb?»

«Signora, l’ammiraglio Coby desidera parlare con lei, le chiedo di prendere il suo den-den mushi, così le passo la chiamata»

«Certamente» poi congedò tutti e prese la cornetta.

«Onorevole …»

«Ti prego Coby, chiamami Audrey e basta. Te l’ho già detto mille volte»

«V-va bene, … Audrey» nulla era cambiato, ormai era adulto, ma dentro di lui c’era ancora il ragazzino timido di un tempo «Sai di Luffy?»

«Sono stata informata e ho dato disposizioni»

«Ti chiedo il permesso di occuparmi di lui, la sua salute non è delle migliori. Ho trovato fra i suoi effetti una lettera del medico di bordo in cui parla della condizione fisica del suo capitano. Anche se è un pirata rimane un mio amico, non voglio che passi gli ultimi istanti di vita fra mille sofferenze! …» sentì l’uomo, il famoso ammiraglio cedere alle lacrime, era una supplica sentita.

«Meno male che me l’hai chiesto tu, Coby. Permesso accordato, mi assumo ogni responsabilità di questa decisione»

«Audrey! Quanto tempo!» il pirata dai capelli neri rivolse un grande sorriso all’amica, non appena la vide oltre le sbarre della prigione.

«Luffy …» Audrey trovava sempre una parola da dire, in ogni circostanza; ma cosa dire ad un condannato a morte? Ad un amico, che non poteva strappare al suo destino? «… mi dispiace, in questa occasione così difficile non posso aiutarti. Non ho potuto farlo sull’arcipelago Sabaody, a Marine Ford e tutte le volte che avrei potuto fare la differenza, non sono riuscita a fare niente …»

«Come?! Sei impazzita hai fatto moltissimo! ...» la donna, spiazzata, fissava il pirata sempre sorridente «… grazie a te gli uomini-pesce e le sirene, non hanno più problemi a venire in superficie, hai posto fine a molte guerre, anche fra pirati! In più sei venuta a trovarmi per l’ultima volta, sono felicissimo di questo. Ho vissuto senza rimpianti, me ne vado felice» il viso sereno di Luffy tranquillizzò Audrey, la sua stima per quell’uomo non era diminuita nel tempo.

«I tuoi compagni?»

«Mi sono assicurato che fossero al sicuro, abbiamo realizzato i nostri sogni, riso e pianto tanto in questi anni, i momenti bui li abbiamo superati insieme e le nostre mille avventure ci hanno unito sempre di più, sono contento di aver vissuto questi anni insieme a loro»

I due rimasero a parlare per tutta la notte, non si accorsero della flebile luce che iniziava ad entrare nella stanza attraverso le finestre, furono due marines che entrando dalla porta alle spalle di Audrey li riportarono alla realtà.

«Vi chiedo perdono Onorevole, ma il prigioniero Monkey D. Luffy, deve essere trasferito a Marine Ford»

Audrey guardò la nave sparire all’orizzonte, non voleva assistere all’esecuzione, sarebbe tornata a Marijoa. “Kiernos, quanto vorrei che tu fossi ancora qui con me!”. Si voltò ad ammirare il paesaggio, un piccolo e tranquillo paese tra i campi in fiore, luogo scelto dall’ammiraglio per venire a riposarsi di tanto in tanto. Audrey decise di fare una passeggiata prima di tornare alla nave e riuscì a non farsi seguire dalle guardie.

 «Sei venuto per salutarlo?» un uomo incappucciato si avvicinò alla donna, quando mostrò il suo volto Audrey non poté non notare quanto era cambiato in tutti questi anni. I capelli erano raccolti in una piccola coda sul capo e qualche piccola ruga iniziava a far capolino sul suo viso.

«Quanto tempo Audrey!»

«Dall’isole di fuoco nel Nuovo Mondo» i due si strinsero la mano «È bello rivederti, Zoro»

«Anche io sono contento di averti incontrata, sei stata tu a permettere a Coby di prendersi cura di Luffy? » la donna annuì.

«Ti ringrazio»

I due rimasero insieme ancora qualche minuto, ma Audrey sapeva che presto sarebbero venuti a cercarla decise di congedarsi dall’amico.

«Addio spadaccino »

«Addio …» Audrey fissava la figura incappucciata allontanarsi nella foresta, forse non avrebbe mai più incontrato i Mugiwara, ma era felice di averli potuti conoscere “Speriamo solo che non si perda”.

La notizia dell’esecuzione di Monkey D. Luffy era in prima pagina sul giornale del giorno dopo, ma Audrey gli aveva dato solo un’occhiata veloce; ora doveva preoccuparsi della reazione di molti a questo evento. Si chiudeva un’era e se ne sarebbe aperta un’altra e pirati novellini e veterani erano entusiasti e si verificarono vari incidenti lungo la Grand Line.

La sera Audrey si ritirò presto nei suoi alloggi, era sfinita.

«Pirati! Non potete lasciarmi in pace?»

«No» una voce inconfondibile fece trasalire la donna che si voltò verso la figura nella penombra della stanza; appoggiato al muro con le braccia incrociate ed un ghigno sulla faccia, c’era un pirata che lei conosceva bene.

«Oh beh … quando si parla di te, certamente non posso vivere tranquilla» senza aggiungere altro, Audrey si sedette alla scrivania, dando le spalle al suo ospite. Si massaggiava il collo quando una fredda mano metallica scostò la sua e ne prese il posto. Nonostante tutto si sentì sollevata, era tutto il giorno che si portava dietro quel dolore.

«Da quando siamo così amorevoli?» domandò alzando il capo in modo da incrociare lo sguardo con quello dell’uomo dietro di lei.

«Sono cinque mesi che non ci vediamo, dovevo pur farmi perdonare» detto ciò le concesse un bacio.

«Se è per questo anche io devo farmi perdonare, sono stata parecchio impegnata e non ho potuto contattarti …» l’uomo la zittì appoggiando l’indice sulla sua bocca.

«Allora che aspetti? Io la mia parte l’ho fatta …»

Audrey si alzò e presa la mano dell’uomo lo condusse con se.

La mattina dopo, Audrey si svegliò alle prime luci dell’alba e fissò l’uomo che dormiva accanto a lei. Gli accarezzò i capelli ripensando al giorno in cui si era innamorata. Aveva le ginocchia strette a se e gli occhi chiusi, ricordando quegli avvenimenti. Quando li riaprì il pirata la fissava, senza dire niente Audrey si accoccolò vicino a lui.

«Stavo pensando …» esordì Kidd all’improvviso «… perché non molli tutto e vieni con me?» disse stringendola di più a se.

«Te l’ho già detto tante volte, non posso …» Audrey cercava di non fissarlo, altrimenti avrebbe anche potuto cambiare idea o semplicemente sarebbe scoppiata a piangere, erano segretamente sposati da cinque anni ormai, ma a parte qualche ora non erano riusciti a passare tanto tempo insieme.

«Lascerei la pirateria, se tu mi dicessi di si» il pirata era cambiato parecchio, questo lei lo riconosceva.

Prima di uscire, Audrey nascose un piccolo cofanetto nel cappotto di Kidd, un semplice bigliettino recitava ‘Buon Anniversario smemorato cronico!’

Audrey era seduta alla scrivania del suo studio con molte ‘scartoffie’, ma scarsa voglia di leggerle. Sentì bussare alla porta.

«Avanti …»

«Onorevole, ho una lettera da darle»

«Grazie Neteb» Audrey aprì la busta, subito riconobbe la calligrafia.

«Se posso, Onorevole, qualcosa di importante? L’ho trovata questa mattina sulla mia scrivania»

«Non per il mondo, ma per una donna si!» il viso di Audrey tornò raggiante e Neteb preferì lasciare la sua signora.

Audrey era di nuovo sola nella stanza, ma pervasa da una felicità immensa «Non te ne eri dimenticato …» dopo di che guardò le carte sulla sua scrivania e tornò a lavorare con rinnovato vigore.

 

Note:

Ciao a tutti, grazie di aver seguito la storia ^^. Ho scritto anche un piccolo capitolo extra che pubblicherò nei prossimi giorni. Aspetto i vostri commenti. A presto :D

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Capitolo 6
*** Extra ***


«Ancora tu!?» disse il rosso rivolgendosi ad Audrey.

«Quest’uomo è un pericolo sia per voi pirati, sia per i civili! Sono qui per affrontarlo!»

«Tu?» squadrò la ragazza dall’alto in basso.

«Eustass Kidd, mi sono allenata anche io negli ultimi quattro anni»

Il gruppo capitanato da Audrey ed i pirati attaccarono insieme.

Audrey era stesa a terra e sanguinava, sentiva il respiro farsi affannoso e non vedeva bene. Poté distinguere solamente una grande figura che si avvicinava.

«Un drago celeste disarmato e impotente …» disse l’uomo ansimando «… quale migliore occasione?» levò in alto lo spadone lasciandolo ricadere pesantemente sulla ragazza che pensava di aver sottovalutato il suo avversario. Audrey chiuse gli occhi, ma il sordo rumore di parti metalliche che cozzavano l’una contro l’altra la spinse a riaprirli. Kidd la sovrastava e levava in alto il suo braccio meccanico, parando il colpo.

«Mi dispiace, ma la mia bambolina non si tocca!»

“Bambolina?” questo epiteto bastò a farla riprendere,e si schierò a fianco di Kidd, che nel frattempo aveva allontanato l’uomo. Insieme sferrarono l’attacco finale, il pirata si sedete contro un masso, esausto.

«Non chiamarmi mai più ‘Bambolina’ chiaro!?»

«Va bene bambolina»

«Sei impossibile! Comunque …» Audrey diventò rossa in viso «… g-grazie» non capiva cosa le stava succedendo e per questo era molto tesa, ma quando il pirata le rivolse un grande e sincero sorriso, si sentì più leggera, e il calore che provava, non era più imbarazzo.

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Audrey camminava velocemente per quei corridoi, rimaneva pur sempre il rifugio di un pirata seppur Shichibukai. “Avrò fatto bene a venire da sola?” Sentì una mano afferrarla e trascinarla in una stanza, non urlò ne cercò di liberarsi dalla presa.

«Tutta sola principessa?» il suo viso era appoggiato al torace del pirata, che la teneva stretta a se «Sai che non è prudente per una bella ragazza come te aggirarsi da sola di notte in un covo di pirati» Kidd prese il mento della ragazza e le sollevò il viso «Questa volta potrei non fermarmi per il fatto che sei una Nobile …»

«Allora non farlo!» il pirata fisso incredulo la ragazza.

«Come? …» Kidd indietreggiò di qualche passo, incredulo.

«Anche se sarà solo per una notte, anche sarò per te come tutte le altre … » Audrey non voleva sembrare debole davanti ad un pirata e soprattutto in una situazione del genere, ma amava e voleva quell’uomo «… ma ti amo, è straziante incontrarti solo quando convoco gli Shichibukai a Marijoa, leggere ogni giorno il giornale sperando che parli di te, alimentare la mia vita con l’illusione che anche tu un giorno mi possa amare …» ora stava piangendo e sapeva di essere fragile e forse, anche patetica ai suoi occhi; inaspettatamente il pirata la abbracciò cercando di calmarla accarezzandole i capelli.

«Sai, quando ti incontrai la prima volta, l’unica cosa che volevo era divertirmi con una completa estranea. Poi hai reagito ed è stata la vendetta ciò che mi ha motivato a cercarti per l’arcipelago. Ma quando ho capito che non potevo averti è stata una ferita nell’orgoglio, pensavo che tutto sarebbe passato una volta entrati nel nuovo mondo, ma tu eri sempre nei miei pensieri, un tormento …» Kidd ridacchiò «… poi ho iniziato a sentire parlare sempre più di te, volevo rivederti ad ogni costo. Diventare uno Shichibukai? Come diavolo mi è venuta in mente un’idea del genere non lo so, ma era il modo migliore per poterti vedere, sentire ancora la tua voce. Un pirata ed una Nobile Mondiale, impossibile, era questo che pensavo fino a qualche istante fa. Ti ho trascinato qua dentro solo per sentire ancora il tuo profumo, la tua pelle sotto le mie mani, vedere i tuoi occhi e perdermi nella loro profondità, anche solo per qualche istante prima di lasciarti andare di nuovo»

Dopo una breve pausa in cui i loro respiri furono l’unico suono udibile, il pirata aggiunse «Cosa c’è di male se ci amiamo?»

«Avremo il mondo contro e tutti e due potremmo soffrire, ma …» Audrey alzò lo sguardo e sorrise al capitano «… non dobbiamo per forza dirlo in giro, no?»

Ad occhi chiusi si baciarono, quando le loro labbra si allontanarono di nuovo e riaprirono gli occhi rimasero a fissarsi, attirati dalla fiamma che ardeva nei loro occhi e che ora non sarebbero più riusciti a spegnere. Si baciarono, ma questa volta era diverso, ora sarebbero andati fino in fondo.

Kidd si svegliò sentendo una mano delicata accarezzargli i capelli, fu accolto da un dolce sorriso, quello della sua ragazza.

«Buon giorno dormiglione» Kidd le afferrò la mano e la tirò a se, rimasero a coccolarsi per qualche minuto prima di parlare nuovamente.

«Ha riposato bene la mia bambolina?»

«Uffi, smettila con quel nomignolo» Audrey non se la sentiva di arrabbiarsi e comunque non ci sarebbe riuscita. Dopo qualche minuto si alzarono e si rivestirono, quando Audrey mise mano alla maniglia, Kidd la fermò e voltandola verso di se le donò l’ultimo bacio, prima dell’arrivederci.

Aprendo la porta si trovarono davanti Killer, che tenendo sollevato il pugno (visto che stava per bussare) guardò le due persone davanti a se. Prima il suo capitano e poi la ragazza, capitano, ragazza, capitano, ragazza …

«Kidd …» alla coppia prese un nodo alla gola «… non eri tu che avevi detto niente ragazze in questo posto?»

Mentre Kidd si infuriava con il suo vice, Audrey si allontanò imbarazzata. Rientrata nella camera che le avevano dato quando era arrivata scoppiò a ridere. Poi si diresse alla finestra aperta, guardò il mare perdendosi nel suo orizzonte, come negli occhi dell’uomo che amava.

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